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UN ANGELO IN SCENA
Ferma in quella posizione i piedi doloranti le infondevano in tutto
corpo un dolore insopportabile.
I muscoli delle gambe erano tirati, faticava a respirare, ma il suo
sorriso non era per niente forzato, i suoi occhi sprizzavano gioia e
felicità.
La musica dopo attimi indimenticabili si fermò.
Elly poté finalmente scendere dalle punte e ricevere il
gratificante applauso del pubblico.
Tutti avevano gli occhi puntati su di lei, i loro sguardi erano
compiaciuti e fieri, in modo particolare quelli di mamma e
papà, che dalla seconda fila, non smettevano di guardare con
entusiasmo e commozione la loro bambina.
Il sipario lentamente si chiuse, lasciando scomparire quel bellissimo
angelo che danzando era volato nel cuore di tutti.
Dietro quel grande tendone rosso, Elly poté tirare un
sospiro di sollievo e finalmente abbracciare il suo bravissimo partner.
- Erik, te ne rendi conto, è
andato tutto alla perfezione, ce l’abbiamo fatta! –
così dicendo la ragazza saltò al collo del
compagno, non badando all’ingombro che il tutu dava.
- Elly, calmati….troppi
balletti dovremmo ancora fare…. – disse
l’altro decisamente più composto
- È tutto qui quello che sai
dire, la nostra prima esibizione di importanza a teatro e il tuo
entusiasmo è così limitato?
- No, veramente….
Purtroppo l’arrivo di altri ragazzi e ragazze, con gli stessi
abiti e gli stessi sguardi, invase la scena.
Tutti si abbracciavano, si complimentavano a vicenda.
L’arrivo degli insegnati e poi dei parenti rese tutto ancora
più caotico e festoso.
Elly fu avvicinata a fatica dai genitori:
- Tesoro, sei stata splendida!
– esordì la signora Berfield
- Complimenti…. –
continuò il marito
- Sono contenta che siate riusciti a
venire
- Non ci saremmo persi il balletto per
niente al mondo… - risposero questi quasi insieme
Elly guardò compiaciuti i due genitori.
Entrambi estremamente eleganti e raffinati, non riuscivano a smettere
di sorridere e complimentarsi con lei.
DOMANI CAMBIO VITA !
- Robbie, chiudi te sta sera?
- Si David, vai pure,altrimenti Carol si
arrabbia
- Grazie giovanotto.
Con questa ultima battuta, un signore piuttosto robusto,
uscì dal locale ormai chiuso, salutando con la mano un
ragazzo che dietro il bancone sistemava i bicchieri.
Quando quest’ultimo finì, senza perdere tempo
spense tutte le luci e si andò a cambiare.
Si tolse il grembiule verde e dopo aver infilato la maglia,si mise il
cappotto.
Prese con se il suo zaino e alcuni fogli, spense la luce, poi
improvvisamente si ricordò che mancava ancora qualcosa.
Riaccese la luce e si avvicinò alla sedia dove solitamente
appoggiava le sue cose.
Perfettamente piegata, stava la sua divisa scolastica.
Oggi era andato a prenderla in lavanderia e il giorno seguente sarebbe
stato pronto ad inaugurala.
Guardando lo stemma che occupava tutto il taschino della giacca, chiuse
un attimo gli occhi.
Robbie aveva fino a quel momento frequentato una scuola superiore
normale, ma la sua bravura gli aveva permesso, dopo 5 anni, di poter
entrare in una superiore privata.
La scuola dei suoi sogni che, siccome troppo
“povero”, non si era potuto permettere fino
all’arrivo di quell’inaspettata borsa di studio.
Il ragazzo pensò per qualche secondo a come sarebbe stato il
suo impatto con il mondo dei cervelloni e dei rampolli delle
più ricche famiglie di Boston .
Poi con un debole sorriso, uscì finalmente dal locale,
dirigendosi verso casa, per le nere vie della città.
Elly stava correndo per i corridoi della Jeoffrey School, non curante
delle regole che impedivano di farlo.
Come ogni mattina era alla ricerca di Lucie.
Dovevano raccontarsi sempre qualcosa.
Quel giorno il desiderio di Elly di vedere l’amica era ancor
più ardente: doveva raccontarle ogni dettaglio della sera
prima, dello spettacolo.
Non si cercarono a lungo.
Davanti al bagno del secondo piano, come al solito, cominciarono a
parlare fino a che il tanto odiato suono della campanella le
riportò sulla terra.
Senza troppa voglia si diressero entrambe nella propria classe.
Elly arrivò davanti alla porta della quinta D.
Entrò, ancora il prof di storia e molti degli alunni non
erano arrivati, così poté tranquillamente sedersi
dietro.
Appena riuscì a sistemarsi, notò che oltre a lei
e ad alcuni ragazzi che conosceva perfettamente, c’era un
tipo alto e moro.
Stava scrivendo qualcosa su un blocco per gli appunti.
Era veramente carino.
Possenti muscoli si potevano intravedere dalla camicia.
I suo lineamenti erano lineari, quasi perfetti.
Dei bellissimi occhi azzurri rendevano quel viso pulito, veramente
delicato.
- Potresti, anche presentarti piuttosto
che continuare a fissarmi… - disse il ragazzo distaccando
finalmente lo sguardo dal foglio
- Scusa…ma non ti ho mai visto
da queste parti…comunque io sono Elly- rispose la ragazza un
po’ sorpresa
- Piacere Elly, io sono Robbie
– disse lui allungandole la mano – sono nuovo di
qui…
Il professor McGregor entrò nell’aula, con qualche
alunno ritardatario.
Si sedette.
Fece il solito appello, questa volta soffermandosi un po’ sul
nome di Robert Finney.
Terminato anche questo rituale, aprì il suo volume di storia
gremito di fogli e appunti vari, e dopo aver guardato i volti dei suoi
studenti, ancora abbastanza assonnati, come di consueto alla prima ora,
disse con tono pacato: - Giulio Cesare –
La classe rimase per un momento a pensare, poi la prima mano si
sollevò.
Elly, dopo aver ricevuto il permesso di parlare disse:
- Cesare era un uomo fondamentalmente
buono, che con astuzia e bravura ha aiutato la popolazione romana
- Io non la penso così
– una voce proveniente dalla terza fila spezzò il
silenzio che era caduto dopo l’introduzione del personaggio
da parte di Elly
- Dica pure signor Finney –
disse il professore
- Cesare, era un uomo sicuramente astuto
che è riuscito ad abbindolare il popolo per raggiungere il
potere
Elly rimase decisamente spiazzata dall’intervento del ragazzo.
Nessuno prima d’ora aveva mai contraddetto il suo parere.
La discussione su uno dei personaggi più famosi della storia
romana, continuò per tutta l’ora ed
acquistò un particolare vigore tra Elly e Robbie che
completamente in disaccordo uno con l’altra tentavano di dare
un senso alle proprie tesi.
La discussione era diventata una e vera e propria lotta tra i due
ragazzi.
La campanella segnò la fine dell’ora.
Il professore, soddisfatto stava per uscire, quando si
arrestò di botto sulla porta.
Si voltò verso i ragazzi e disse con un sorriso in volto:
- Finney e Berfield, voglio che fra due
settimane mi consegnate una completa ed organica ricerca sul
personaggio discusso….naturalmente per farla dovrete
collaborare. Arrivederci ragazzi – concluso si
allontanò dalla classe
I due ragazzi si lanciarono un’occhiata davvero terrificante.
Come sarebbero riusciti a conciliare le loro
opinioni…
Le ore seguenti passarono tranquille tra qualche calcolo e qualche
interrogazione.
Appena la campanella suonò, Elly si
catapultò fuori dall’aula.
Poco distante incontrò Lucie.
Stavano ancora parlando quando una mano le toccò la spalla.
Elly si girò di scatto e guardò dritto negli
occhi chi la stava disturbando durante un momento sacro: i pettegolezzi.
- Ciao, cos…. – fu
bruscamente interrotta
- Ma tu non sei Robbie? –
esclamò Lucie intrufolandosi tra i due
- Si….credo di averti
già vista, però non mi ricordo assolutamente il
tuo nome… - disse il ragazzo con un sorriso molto
affascinante
- Lucie…io so sono
Lucie…. – si presentò la ragazza
– sono un’amica di Kim
- Ah, ora ricordo….quella
della casa con la piscina interna…
- Bravo! E’ un po’
che non ti si vede in giro…
- Se intendi in giro con
lei…si….ho avuto da fare
Da dietro Elly cercava faticosamente di capire la conversazione.
Poi stanca si avvicinò al ragazzo e senza tante storie disse:
- Ora che vi siete rincontrati siamo
tutti più contenti…avevi bisogno di parlarmi?
- Si, hai presente la ricerca….
- Si
- Allora?
- Allora cosa?
- Il prof ha detto che dobbiamo farla
insieme…
- Quindi?
- Quindi…quando ci vediamo?
- Bho….
- Tu quando puoi?
- Allora….il
lunedì, il martedì, il mercoledì, il
giovedì e il venerdì….non posso,
quindi scegli te!
- Ho trovato proprio la ragazza
più impegnata…se tu non sei disponibile
vorrà dire che comparirà solo il mio
nome…
- Come sei suscettibile….stavo
scherzando…sono davvero impegnata, però magari
sul tardi posso liberarmi…
- Io la sera lavoro….
- Perfetto….facciamo
così, scegli il giorno, il posto e l’ora,
cercherò di esserci…
- Per il posto…. –
fu interrotto dall’esuberanza di Elly
- Da me no…i miei genitori
è meglio non vederli
- Ok, nessun problema, vieni da me
lunedì prossimo alle 5
- Non ti prometto niente….
Così dicendo, presa a braccetto l’amica, Elly si
allontanò dal ragazzo che piacevolmente sconvolto le
guardò andare via.
Le due ragazze correndo, riuscirono appena in tempo a salire sulla
metropolitana, che tutti i giorni ormai da 5 anni le portava a casa.
Si sedettero su due poltroncine, poi improvvisamente Elly
spezzò il silenzio:
- Come mai lo conosci?
- Conosco chi? -
domandò Lucie soprappensiero
- Robbie…
- Ti piace eh?
- Ma che cavolo dici…ti ho
chiesto solo come fai a conoscerlo non ti ho chiesto come fare per
sedurlo… - urlò Elly
- Calma…comunque non
è che siamo amici…lo ho visto un paio di volte
- Scusa è venuto pure a casa
tua e tu non sai neppure bene chi è?
- Io lo conosco solo come il fidanzato di
Kimberly….
- Kimberly chi?
- Kim…dai…
- Ma dai cosa….io non so chi
sia…
- Ma si che la conosci…
- Ma ti dico di no…
- Ma come è possibile?
- Ma mi stai prendendo per il culo?
- Ma
no…allora…Kimberly Norton…veniva
all’asilo con noi…biondina…occhi
verdi…con il tempo è cresciuta e …
- Tutte le persone crescono
Lucie….
- Si ma lei è cresciuta
particolarmente bene…
- Che cavolo vuol dire?
- Insomma è una gran
figa…
- Ah ora ho capito… - si
rassegnò Elly
- Robbie è un gran bel ragazzo
non trovi… - sogghignò Lucie
- Normale…
- Se per te essere perfetti è
normale allora dimmi dove abiti che mi ci trasferisco…
- Come sei simpatica…certo
è un tipo che non passa inosservato, ma non è il
mio tipo…
- Più che altre tu non sei il
suo tipo
- Che cosa ho che non va?
- Nulla, ma non sei Kim
- Lucie con te ci rinuncio…i
matti bisogna ammazzarli da piccoli
- Scusa cosa hai detto?
- Niente…
E dopo aver innervosito l’amica scese velocemente dalla
metropolitana, inoltrandosi nei quartieri più belli di
Boston.
UN URAGANO TUTTO ROSA….
- Elly, fai dritta quella diagonale,
cerca di arrivare almeno fino ad Erik…Si, così va
meglio.
Volteggiando sulle punte a Elly cadde l’occhio
sull’orologio: le 4. 30.
Per poco non perse l’equilibrio.
- Come faccio! È
tardissimo… - gridò sovrastando la delicata
musica che faceva da padrona nella stanza
Non diede spiegazioni a nessuno.
Si precipitò nello spogliatoio, infilò i
pantaloni sopra la calza maglia.
Gettò il tutù nella borsa e con le scarpette da
danza ancora in mano, corse fuori dall’edificio.
Robbie si guardò intorno, era appena tornata dal lavoro, era
riuscito ad anticipare il turno.
La casa era un disastro…non avrebbe mai fatto in tempo a
sistemare tutto prima dell’arrivo della ragazza.
Il campanello suonò.
Il ragazzo andò ad aprire e si trovò davanti ad
una bellissima bionda:
- Kim…che ci fai qui?
– chiese sorpreso
- Ti disturbo…altrimenti me ne
vado…
- No, avrei un po’ di fretta,
ma entra pure…
- Ho bisogno di parlarti
La conversazione si spostò nel piccolo salotto
dell’appartamento
- Dimmi – disse lui non troppo
entusiasta
- Perché non mi hai
più chiamato?
- Credevo che tu non lo volessi
– la liquidò velocemente lui
- È vero che ci siamo presi un
po’ di tempo…ma non ti ho mai detto
questo…
- Avevo capito
così… - continuò lui con voce sempre
più piatta
- Io ho bisogno di te…
- Kim… non credere che per me
sia facile starti lontano…però ora ho la scuola
nuova e tutto un mondo con cui relazionarmi…
- Io potrei aiutarti in questo. Ma il
punto ora è su tu lo vuoi – disse con tono
interrogativo
Il campanello suonò nuovamente, lasciando in sospeso il
dialogo tra i due ragazzi.
Robbie aprì la porta questa volta sicuro di chi avrebbe
trovato dall’altra parte.
Elly, entrò come una furia nella casa.
Gettò a terra il borsone e senza neppure guardarsi intorno
sbraitò:
- Porca miseria, dovevi proprio abitare
dietro uno dei grattacieli più alti della città
?!?
È mezz’ora che cerco questa casa, ma purtroppo non
la vedevo, perché oltre tutto il suo numero civico
è coperto da un cartellone pubblicitario.
Come se non bastasse per guardare in giro non ho fatto caso ad una
pozzanghera immensa, che occupa metà del marciapiede di
sotto, e ci sono entrata completamente dentro – disse alzando
lo sguardo verso il ragazzo che la guardava sorridendo –
certo certo, ridi pure! Tanto sono io che ho fatto una figura di merda
suonando tutti i campanelli nella speranza che almeno uno
fosse il tuo….e questo perché? Semplice
perché non ti sei degnato neppure di mettere il tuo
nome…. – quando finalmente prese fiato e
rialzò lo sguardo, notò che non era
l’unica donna nella stanza
Fece una smorfia di stupore, poi più calma, ma ugualmente
imbarazzata:
- Scusate…pensavo fossi solo
– disse un po’ esitante a Robbie
Lui si limitò ad un sorriso
- Ciao…io sono Elly
… - questa volta era girata verso la ragazza – tu
devi essere Kim… - detto questo allungò la mano
in segno di saluto.
Questa inizialmente non si mosse, quando finalmente si decise, si
avvicinò al ragazzo:
- Mi devi delle spiegazioni…
Elly, sotto voce disse:
- Guardate, se voi dovete parlare io me
ne vado…magari torno più tardi – mentre
lo diceva stava raccogliendo il suo borsone e si stava dirigendo verso
la porta.
- No, tu non vai da nessuna
parte…non ti preoccupare…
Kim dopo aver osservato la scena, riprese con delle domande:
- Chi è quella? Da dove viene
fuori? Come mai è qui e soprattutto come fa a conoscermi?
Robbie era pronto a rispondere, ma Elly lo precedette un po’
innervosita:
- Credo che nessuno ti abbia mai
insegnato l’educazione…
“quella” si da il caso che sia io
e
siccome sono qui
davanti a te alle tue domande rispondo subito.
Come mi
chiamo te l’ho gia detto, frequento la stessa classe di
Robbie,oggi dovremmo fare una
ricerca
insieme, vengo direttamente da una lezione di danza e come faccio a
conoscerti….? –
rifletté un secondo, non voleva sembrare una di quelle
ragazze che passa il suo pomeriggio a
spettegolare… - andavamo all’asilo
insieme…sai ho sempre avuto una gran memoria –
terminò Elly
Kim sembrò un secondo spaesata, poi per non far trasparire
la sua rabbia, uscì dall’appartamento.
I due ragazzi ora erano soli.
- Non avevo intenzione di combinare un
casino… - si scusò Elly interrompendo il silenzio
- Non è mica colpa
tua…Kim è una persona che si irrita facilmente
- Ma se adesso tu voi andare da lei , non
ti preoccupare io capisco…
- Assolutamente
no…è una settimana che aspetto di poter discutere
con te su Giulio ….ora non mi tiro assolutamente
indietro….
- Bene… - sussurrò
Elly sorridendo
- Adesso che siamo d’accordo,
posso farti una domanda?
- Dimmi…
- Come mai sei vestita così?
– chiese Robbie guardando la buffa maglia che sbucava da un
giubbotto
- Te lo spiego solo se mi fai sedere e se
me offri qualcosa da bere…
- Ok.
Poco dopo davanti ad una cioccolata fumante, Elly e Robbie continuarono
il discorso:
- Frequento una scuola di danza classica,
ero a lezione quando mi sono accorta del ritardo e sono
scappata via di lì senza cambiarmi…
- Da quanti anni? È una cosa
seria o solo un passa tempo?
- Dato che adesso ho 18 anni, facendo
qualche conto….14 anni
- Allora è proprio una
passione…
- Si…mi hanno gia accettata
alla Chicago Royal Ballet….
- Wow…quindi finite le
superiori ti trasferirai…
- Non lo so, prima avrei alcune cosucce
da imparare per quanto riguarda la danza e poi vorrei essere
indipendente dal punto di vista economico…
- Io questa decisione l’ho
presa ormai cinque anni fa …. - disse Robbie
- Come?
- Ho lasciato la mia bellissima dimora di
Chicago per abitare in questo piccolo appartamento e mantenermi con il
mio lavoro…
- Sai, ti ammiro per questo…tu
ci sei riuscito…insomma sei riuscito a lasciare il tuo mondo
per essere finalmente un uomo
- Non è stato
facile….abituato com’ero alla bella vita mi sono
trovato un po’ in difficoltà
all’inizio…
- Ma perché adesso sei
ritornato nel mondo che avevi abbandonato, frequentando una delle
più rinomate scuole di Boston?
- Perché per essere accettato
all’università non bastano solo bei
voti…
Cadde un attimo di silenzio, poi dovendo iniziare la ricerca non
continuarono più la conversazione.
Erano ormai le otto, quando il cellulare di Elly squillò.
- Pronto? Sono da un mio compagno di
classe. Mamma, stiamo facendo una relazione. No, non aspettarmi. Quando
torno mi vedi…adesso vado. Ciao.
Il volto della ragazza era leggermente turbato.
- Era tua madre? – chiese
Robbie sapendo già la risposta
- Si…non sopporta che ritardi
per la cena…
- Allora vai, qui finisco io…
- No continuiamo…altrimenti ho
discusso con lei inutilmente – disse la ragazza abbozzando un
sorriso.
Quando finirono erano ormai le nove.
Elly prese le sue cose, si mise il cappotto e si avviò alla
porta.
- Se vuoi ti accompagno, ho la macchina,
e fuori è così buio… - le chiese
Robbie una volta vicino a lei
- Prendo la metropolitana, si ferma
proprio vicino a casa mia, non è un problema. E poi se i
miei mi vedono tornare con un ragazzo sicuramente pensano
male….
- Va bene, allora ti accompagno fino alla
fermata della metro, questa zona non è assolutamente adatta
a ragazze che si aggirano sole…
- Accetto che mi accompagni, ma sappi che
io sono un tipo che si sa difendere…
- Lo terrò a mente –
disse Robbie spegnendo la luce e chiudendosi alle spalle la porta di
casa
- Dovrebbe passare a minuti…mi
dispiace, non ha mai avuto un tale ritardo…- si
scusò Elly
- Non ti preoccupare, io non ho nessuno a
casa che mi aspetta…
- E Kim? – chiese esitante
- Si deve rassegnare…sono
stato bene con lei fin che è durata, quando una relazione si
spezza è meglio troncarla subito…
- Sono d’accordo con
te…
Mentre lo disse la metropolitana che aveva tanto aspettato
arrivò. Raccolse da terra le sue cose e si avviò
verso la porta di questa.
Salì, ma prima che questa si chiudesse,
riuscì a sporgersi leggermente:
- Grazie per oggi, non credevo di potermi
divertire…
Non poté sentire quello che il ragazzo disse
perché la porta si chiuse.
Sicuramente però, riuscì a vedere il sorriso di
questo che rimase sulla sua bocca fino che non la vide scomparire.
*ciao! spero che con questo nuovo capitolo, più lungo degli
altri (come mi è stato giustamente suggerito),si inizi a
capire un pò meglio la storia dei due personaggi ma
soprattutti si inizi a delineare meglio le loro due turbolente
personallità...leggete e recensite! chia
Robbie camminava per le stradine del sobborgo dove abitava.
Stava tornando a casa.
Sulle labbra aveva uno strano sorriso che neppure lui seppe
spiegare.
Ripensava al pomeriggio appena trascorso.
Aveva immaginato di dover passare delle ore di studio con
una figlia di papà viziata, invece si era trovato davanti una buffa ragazzina
estremamente sensibile, ricca di proprie idee edi un proprio sogno.
Si era ritrovato a parlare con una ragazza che aveva più o
meno le sue idee.
Una novità assoluta per lui.
Tra quei mille pensieri arrivò proprio davanti alla porta
del suo appartamento dove, per la seconda volta in quel giorno, rimase stupido
di trovare Kimberly.
Il campanello di casa Berfield
suonò ripetutamente.
-Elly ma dove eri finita? – la ragazza fu accolta dalla madre
-Te l’ho detto stavo studiando da un amico
-E chi è questo tipo? – domandò la signora mentre seguiva la
figlia che si stava dirigendo verso la sua camera
-Non lo conosci, è nuovo…
-Ma dove abita? Come mai sei stata fuori così tanto?
A queste ultime domande non ebbe
risposta.
Elly entrò nella stanza e chiuse
la porta.
Dopo essersi cambiata si stese
sedette sul letto, accese della musica e dopo aver infilato le sue scarpette
cominciò a provare qualche passo.
Dopo qualche minuto bussarono alla
porta
-Elly non vuoi mangiare niente?
-No mamma
Finito di parlare alzò la musica.
Sua madre non era cattiva, ma Elly in questo periodo
preferiva starle lontana.
Anche se non lo diceva apertamente, la signora Berfield
odiava la danza.
Non sopportava l’idea che la figlia un giorno non sarebbe
diventata un avvocato o un medico, ma una ballerina.
Le due donne avevano idee completamente diverse, dovute
forse dalla differente età o più semplicemente al diverso ruolo: una era madre,
l’altra era figlia.
Elly, davanti al bagno del secondo piano della scuola,
attendeva impaziente l’arrivo dell’amica.
Erano passati circa dieci minuti: Lucie non sarebbe venuta a
scuola.
Di questo la ragazza era sicura, perché da quando la
conosceva, ormai 15 anni, non era mai arrivata in ritardo ad un appuntamento.
Ad Elly non rimase che andare in classe.
A quell’ora non c’era mai nessuno.
Quando entrò rimase leggermente sorpresa di trovarci Robbie,
che completamente concentrato stava leggendo alcuni fogli.
-Ciao! – esclamò la ragazza accomodandosi nel banco proprio di
fianco a lui
-Oh, ciao…. – rispose al saluto Robbie
-Che fai?
-Sto leggendo questi volantini….me li hanno dati all’entrata.
Piuttosto, cosa ci fai qui a quest’ora?
-È così presto?
-Manca ancora un quarto d’ora alla prima campanella
-Beh è presto….ma è così strano vedermi qui?
-Sinceramente si. Sono ormai due settimane che frequento questa
scuola e non ti ho mai visto arrivare in anticipo….
-Questa mattina non c’è Lucie, quindi non avevo nessuno con cui
parlare…
-Posso ritenermi fortunato allora…
-Perché ? – chiese Elly sorridendo
-C’è qualcuno che mi fa compagnia….
-Giusto…
Rimasero a parlare ancora per un
po’, poi la prima campanella suonò e una mandria agitata prese posto tra i
banchi liberi.
Entrò anche il professor McGregor.
Con il suo solito modo, aprì il
registro, fece l’appello.
Poi presi dalla borsa dei fogli
accuratamente rilegati, alzò finalmente la testa verso i suoi studenti che lo
fissavano in silenzio.
-Ho corretto la relazione su Giulio Cesare – fece una pausa
cercando tra i vari volti quelli degli artefici del compito – l’ho trovata
veramente…. – si fermò nuovamente per assicurarsi che gli interessati lo
stessero ascoltando - ….veramente splendida – concluse
Nessuno si mosse, quell’ometto
baffuto e rotondo incuteva sempre un certo terrore.
-Berfield, Finney veramente bravi….mi complimento con voi… -
continuò il prof ,ora in piedi, guardando i due ragazzi
I due si alzarono per ritirare le due copie dello scritto.
Dopo qualche momento di confusione la lezione di letteratura
e storia riprese tranquilla fino al suono della campana.
A quella prima e sconvolgente ora ne seguirono altre
quattro.
Da ormai una settimana avevano pure due ore il pomeriggio,
sarebbero usciti alle 2, quindi quando anche quella campanella suonò, tutti si
precipitarono a mensa.
Elly si avvicinò svogliata al suo armadietto. Era il numero
345.
Per lei proprio insulso.
Lo aprì con una leggera botta, era un po’ difettoso, e ci
ripose dentro gli ultimi libri usati.
Sola, si diresse verso la mensa.
Prese un’insalata mista e una fettina di carne, sicura che
dopo il primo boccone l’avrebbe gettata.
I tavoli liberi fortunatamente erano ancora molti.
Preferì sedersi sola. Non le piaceva il tipo di gente che
frequentava la scuola.
Lucie a scuola era la sua unica vera amica. Anche lei faceva
parte della società più ricca, ma ormaiElly la conosceva da anni e amava anche i suo atteggiamenti da super
donna che qualche volta prendevano il sopravvento su una Lucie sensibile e
riservata.
Si accomodò in uno dei tavoli vicini alla finestra.
Si mise le cuffie, che le diedero la possibilità di
ascoltare il suo Cd preferito, e cominciò a mangiare quell’insalata un po’
troppo scondita.
-Posso ? – quella voce che sentì provenire da dietro le sue
spalle la riportarono sulla terra
-Si – lo disse senza neppure vedere chi glielo aveva chiesto
Proprio di fronte a lei si sedette
Robbie.
Nel suo vassoio troneggiava la
stessa insalata e lo stesso pezzo di carne bianca.
-Non ti disturbo vero? – le chiese lui
-No, assolutamente – rispose Elly togliendosi le cuffie
-Se vuoi continuare ad ascoltare la musica fai pure, sono
abituato a mangiare solo –
-No, mi fa piacere avere un po’ di compagnia e poi queste
canzoni ormai le so a memoria
Il ragazzo sorrise.
-Ti piace l’idea di McGregor?– domandò lui per avviare una conversazione
-Quella di assegnarci lavori da svolgere a coppia? Non è
male….poi sono stata fortunata a capitare con te….sei un gran lavoratore…
-Contraccambio il complimento, mi piace da morire il tuo modo
di scrivere e pensare, credo che andremo d’accordo dal punto di vista
scolastico…
-Io spero non solo da quello… - disse Elly felice del
complimento ricevuto
-Lo spero anche io…
Un silenzio imbarazzante cadde tra i due.
-Come mai mangi sempre solo? – chiese la ragazza
-Sai ancora non ho trovato veri e propri amici….
-Perché sabato sera non vieni al Black?
-Che cos’è? – chiese Robbie sorpreso
-Un locale sulla trentaquattresima , si raggrupperà come al
solito tutta la scuola
-Potrebbe essere un’idea…tu ci andrai?- domandò esitante
-Si, sempre che Lucie guarisca prima…
-Fa proprio schifo questa mensa…. – esclamò ad un tratto Robbie
-Si molto, l’unica cosa che riesco a mangiare a quest’insalata,
che purtroppo non sa di niente
-Ci troviamo completamente d’accordo…
La campana, che nelle scuole
scandisce il tempo agli studenti, suonò due volte.
Fine della pausa pranzo.
Le classi si riempirono
velocemente.
In pochi secondi i corridoi si
svuotarono.
Elly e Robbie si sedettero nuovamente vicini.
Era divertente stare vicino a quel ragazzo che ogni tanto
dava qualche battutina.
Era stimolante stare accanto a quella ragazza che ogni tanto
chiedeva qualche spiegazione.
* Ciao a tutti
* Ciao a tutti! Vedo che qualcuno ha apprezzato il lavoro! Con
questo capitolo la storia si può definire ufficialmente iniziata…cercherò di
aggiornare abbastanza assiduamente!
Spero che ora i capitoli si riescano a leggere meglio, grazie del
consiglioKagomechan91 dovrei esserci riuscita no? *
Lucie non era ancora rientrata, e Elly si “accontentava”
della compagnia di Robbie, divenuto ufficialmente il suo compagno di banco.
Era divertente arrivare prima la mattina per potersi sedere
su uno dei muretti esterni dell’edificio e osservare e criticare chi passava.
Le lezioni erano più interessanti da quando si potevano, di
tanto in tanto, commentare con qualcuno.
La ricreazione era divenuta un vero momento di svago:
quotidianamente Robbie rubava il “prezioso”panino dell’amica e prima di
restituirglielo la faceva correre e saltare per mezza scuola.
Da vari giorni l’ultimo tavolo vicino alla finestra era
sempre occupato: una ragazza aspettava impaziente un ragazzo che con due vassoi
pressoché identici si accomodava davanti a lei.
Quasi contemporaneamente condivano quel povero pasto e come
se fosse stato una delizia cominciavano a mangiare.
All’uscita da scuola non potevano trattenersi troppo: Robbie
doveva correre al lavoro, mentre Elly alle sue lezioni di danza.
I due si salutavano con un frettoloso e imbarazzato bacio
sulla guancia, per poi scomparire nei due lati opposti della città.
Robbie si stava vestendo.
Non era sicuro di cosa mettersi sopra i jeans: Una maglia
nera ? Meglio la camicia bianca? O addirittura il maglione blu?
Dura decidere….
Solitamentelui non
era un tipo a cui interessava apparire, ma in quel locale non c’era mai stato e
la cosa lo agitava un po’.
Si stava facendo tardi, così Robbie, chiusi gli occhi,
afferrò il primo capo che gli capitò sotto mano.
La maglia nera.
“Ottima scelta” pensò il giovane tra se e se mentre
indossava il capo “semplice ma ugualmente elegante”.
Finalmente pronto prese le chiavi di casa e della macchina e
uscì diretto al locale.
La figura di Elly passava e ripassava davanti allo specchio
della sua camera.
Quel vestitino nero le stava divinamente.
Lucie tentava di spiegarglielo, ma l’altra continuava a
guardarsi…non era abituata a vestirsi così….nuda.
-Elly, stai benissimo….cosa vuoi metterti una gonna lunga?
-No però non credi che sia esagerato….arriva solamente un palmo
sotto il sedere e mi lascia la schiena tutta scoperta…
-Tu te lo puoi permettere sei fatta come una statua….se avessi
io il tuo fisico altro che un palmo sotto il sedere….! – esclamò l’amica
entusiasta
-Va bene….vada per questo vestito….ora però usciamo altrimenti
cambio idea…
-Ok…c’è solo un problema…
-Quale?
-Tua madre. Si arrabbierà se ti vede uscire vestita in questo
modo.
-Meglio – così dicendo Elly scese veloce le scale quasi volesse
veramente incontrare la madre.
Così fu.
La signora stava leggendo uno dei
suoi libri di psicologia e non appena sentì scendere le ragazze si precipitò
curiosa, davanti all’ingresso.
-Eleonore, come sei conciata? – le chiese non appena questa fu
davanti a lei
-Non sono carina? – le rispose la figlia con tono sarcastico
-Si stai bene, però sei troppo nuda…
-Mamma come faccio altrimenti a trovarmi un ragazzo…. –
Elly sorrise, si avvicinò alla
madre, le diede un bacio sulla guancia e salutato con un grido il padre che
stava sicuramente lavorando nel suo studio, uscì seguita da Lucie soddisfatta
di aver convinto l’amica a quell’abbigliamento.
Robbie stava chiacchierando con un
ragazzo.
Era Chris, lo aveva conosciuto
qualche mese prima al bar dove lavorava, senza sapere che frequentava la stessa
scuola.
Sembravano abbastanza affiatati.
Di tanto in tanto qualche bella
ragazza si avvicinava a loro e con una scusa li allontanavano per poterci
ballare.
I due però dopo una toccatine e un
bacio concesso al volo si riunivano e continuavano a ridere e scherzare.
Elly stava ballando con Erik,
certo era po’ strano.
Abituati entrambi a maneggiare il
corpo del compagno per un balletto di danza classica in questo momento non
sembravano neppure due ragazzi che si conoscono da una vita.
Il susseguirsi di varie canzoni
gli diede però, la possibilità di abituarsi anche a queste nuove vesti.
-Erik scusa mi è venuta sete… vado un momento al bar, tu
continua pure a divertirti.
La ragazza poté riconoscere in
quella mano che sventolava un segno di consenso.
Quando arrivò al bancone, ordinò
una bibita fresca e presa a sorseggiarla si girò verso la pista brulicante per
scrutare tra le persone.
Una mano le si appoggiò sulla
spalla scoperta.
Elly riconobbe subito quel gesto e
giratasi sorridente, si ritrovò davanti Robbie.
Erano entrambi diversi…
-Allora hai ascoltato il mio consiglio? – disse pronta lei
-Si, e a quanto pare Lucie sta bene…
-Giusto….allora hai trovato qualcuno?
-Si… - rispose lui con sguardo vissuto
-Intendo dire qualcuno di sesso maschile?
-Ah…pensavo….comunque si…vedi quel biondino in pista, è Chris
l’ho conosciuto al bar e sta sera l’ho rivisto qui.
-Da come si muove sembra un tipo simpatico – disse Elly
divertita dal ragazzo in pista
-Abbiamo fatto una scommessa….riuscire a tornare a casa con una
ragazza….
-Vedo che lui si sta dando da fare..
-Si…
-A quanto pare tu sei già rassegnato a perdere la sfida…
-Non sono il tipo che abborda una ragazza così…
-E qual è il pegno se perdi?
-Soldi…
-Quanti?
-Mi limito a dirti… tanti….
-Allora dai…non si può perdere una scommessa senza neppure
combattere…
-Elly lascia stare, dove la trovo una che ha voglia di passare
con me tutta la sera?
La ragazza ci rifletté un poco,
poi assunse la sua solita aria furbetta.
-Quel sorrisino non porta niente di buono…- disse scherzosamente preoccupato Robbie
Elly lo guardò con aria sensuale.
Robbie percepì qualcosa.
-No…con te non ci riuscirei….
-Perché non sono abbastanza? – chiese ridendo e passandosi una
mano su una coscia
-Tu sei matta… - riuscì solamente a dire il ragazzo
-Allora?
-Ok…ci sto….però se ti pesto i piedi non arrabbiarti con me…
-Affare fatto….
Appena finì di parlare, Elly prese
la mano di Robbie e lo trascinò in pista, proprio vicino all’amico di lui.
Cominciarono a ballare un po’
distanti,per poi avvicinarsi con il passare del tempo.
La mano di lui, dopo vari minuti
di immobilità, cominciarono a scivolare sul corpo della ragazza.
Anche quelle di lei non
tralasciavano nessuno muscolo della schiena di lui.
Ballava veramente bene il ragazzo,
se non lo avesse conosciuto, avrebbe sicuramente pensato si trattasse di un
ballerino.
Finalmente Chris si accorse di
loro.
Si avvicinò e si mise
momentaneamente a ballare con una delle tante ragazze che si offriva.
-Robbie non crederai di fregarmi ? – urlò Chris con uno strano
sorriso per farsi sentire
-Non ti voglio fregare…..solo vincere…. – rispose di rimando
Robbie non smettendo di ballare con una Elly molto divertita
Chris da lontano fece segno ai due
di seguirlo.
Arrivarono ad uno dei tavolini.
Si sedettero…
-Ciao – Chris si rivolse ad Elly
-Ciao…Elly piacere – rispose l’altra allungando la mano
Continuarono ad ascoltare la
musica finalmente seduti.
Elly accortasi che Chris
cominciava a sospettare qualcosa, afferrò la mano di Robbie e lo appoggiò sulla
sua gamba.
Inizialmente rimase un po’
sorpreso, poi capito che era ora di giocare si girò verso di lei e continuò con
toccatine qua e là, occhiatine varie e sguardi completamente fraintendibili.
Ballarono ancora, questa volta
molto più vicini.
L’ora di andarsene arrivò
velocemente.
Elly uscì con Robbie e Chris.
-Credo che sia ora di andare a casa…. – disse Elly all’amico in
modo che anche Chris sentisse.
-D’accordo …ciao Chris…ci vediamo lunedì a scuola
Robbie dopo aver salutato l’altro prese Elly per mano e la
diresse verso la sua macchina.
Salirono e dopo qualche secondo di silenzio entrambi
scoppiarono a ridere.
Continuarono a farlo per tutto il viaggio in macchina,
ricordando di tanto in tanto le espressioni stupite di Chris.
Robbie seguendo le indicazioni di Elly riuscì a trovare casa
sua.
Si fermarono davanti alla villa.
Nessuno dei due fece altri commenti: magari dopo una strana
serata un po’ imbarazzati.
Elly si chiuse il cappotto prima di uscire dall’auto, poi
lentamente si avvicinò al ragazzo e lo baciò delicatamente sulle labbra.
Quando si staccarono, la ragazza guardò l’altro decisamente
perplesso e sussurrò al suo orecchio:
-L’ ho dovuto fare….altrimenti il gioco non era credibile….
Poi uscì in fretta dalla macchina
per entrare nella sua “piccola dimora”.
*eccomi qua!
spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo...per lo meno io mi sono divertita a scriverlo! grazie mille a tutti per aver recensito, spero continuerete af farlo e spero di non annoiarvi! *
Lucie guardava l’orologio sempre
più entusiasta, appoggiata alla porta del bagno.
Quella mattina doveva raccontare a
Elly un sacco di cose, e proprio non vedeva l’ora.
Mapiù i minuti passavano, più l’entusiasmo si trasformava in
preoccupazione.
Dov’era finita?
Forse stava male?
Spazientita gettò un’occhiata
fuori dalla finestra, nella speranza di vedere arrivare, tra tutta quella
miriade di studenti, l’amica.
Ed effettivamente la riconobbe, ma
non si stava nedirigendo al portone
con aria affannata, ne tanto meno stava salutando una compagna di classe
incontrata durante il tragitto.
Con suo grande sbigottimento,
scoprì che quel giorno Elly aveva preferito fare una chiacchieratacon un altro.
Precisamente Robbie.
Seduti sul muretto che circondava
l’istituto, ridevano come non mai, e sembravano molto affiatati.
Ridevano come matti, si gettavano
occhiatine complici.
A Lucie diede molto fastidio la
cosa e, indignata, si diresse verso la sua classe.
Passate le cinque ore, finalmente la campanella suonò e
tutti gli studenti corsero affamati verso la mensa.
Tra questi Elly e Lucie.
-Che cosa ti prendo? – chiese la seconda in fila.
-Niente, grazie, ti aspetto al tavolo.
Ellysi sedette al
tavolo e con aria assorta guardava gli studenti fare la fila al bancone.
Una voce la riportò alla realtà:
-Il pranzo è servito!
-Oh, Robbie, ma dov’eri finito?
-Scusa, ma c’era una fila tremenda!
Dicendo questo si accomodò davanti a lei, mettendo in bocca
un boccone.
In quel momento li raggiunseLucie che, vedendo Robbie, si rabbuiò per un attimo.
-Ciao Lucie.
-Ciao Robbie, anche tu qui?- chiese facendo finta di niente.
-Si…. Allora Elly, per oggi ci vediamo da me?
-No, per questa voltasi può fare da me, dato che non devo andare a danza, così ci vediamo
prima…
-Per me va bene…ma sei sicura che lo sarà anche per tua madre?
-Non ti preoccupare di lei…
La conversione si chiuse lasciando
posto al silenzio che calò tra i tre ragazzi.
DIN DOOOON!!
Elly dalla sua camera sentì
l’imponente suono del campanello di casa.
Corse al piano di sotto sicura che
ci avrebbe trovato l’amico.
Questo infatti, già entrato era al
cospetto della madre.
-Ciao…credo tu sia un amico di mia figlia? – chiese la signora
Berfieldguardando meticolosamente il
ragazzo con fare altezzoso
-Si…sono Robbie – rispose lui gentilmente allungando la mano
-Piacere Robert – disse la donna contraccambiando al saluto, ma
rimanendo comunque distaccata
Elly di corsa raggiunse i due
salvando appena in tempo l’amico dalle domande che sicuramente avrebbero
seguito la presentazione.
-Mamma noi andiamo in camera, abbiamo un sacco da fare…
Prese il braccio del ragazzo e con
fretta lo trascinò per le scale fino alla sua camera.
-Mi dispiace, ti ha beccato…
-Non mi sembra così male…
-Robert caro non la conosci affatto – ironizzò la ragazza
sedendosi davanti a computer e enciclopedie.
Lavorarono senza fermarsi per
varie ore.
Si concessero solamente una pausa
per la “merenda” e poi di nuovosi
rituffarono sui libri.
Verso le sette furono interrotti
dalla voce calda del padre di Elly che dopo aver bussato entrò nella stanza.
-Ragazzi noi usciamo – si interrupe girandosi verso la figlia –
porto la mamma a teatro, quindi torneremo tardi, non aspettarci sveglia.
-Va bene, divertitevi
-Grazie… - stava per uscire quando si ricordò qualcosa -
…piuttosto, chiedi al tuo amico di rimanere a mangiare, Susanne prima di
andarsene vi ha preparato la cena….
Così dicendo uscì dalla stanza
lasciando soli i due ragazzi.
-Allora vuoi rimanere a mangiare? – chiese Elly a Robbie
-D’accordo…almeno così possiamo continuare un altro po’ la
tesina…
Si risedettero ai propri posti e
ripresero il lavoro per almeno un’altra mezz’oretta .
-Ho fame…
-Se vuoi andiamo a mangiare…d'altrondeè casa tua…
-Perfetto….ho solo un favore da chiuderti…puoi aspettarmi qui
un attimo che mi cambio….vorrei togliermi questi pantaloni…sono strettissimi…
-Si, aspetto qui?
-Certo, tanto io vado nella mia cabina armadio….
-Ovvio….domanda stupida… - disse lui con sarcasmo
Nell’attesa il ragazzo si guardò
intorno.
La prima cosa che gli saltò
all’occhio fu la grande quantità di trofei e medaglie esposte in un grazioso
armadietto.
Seguì con lo sguardo fino al
letto.
Grande e completamente sommerso da
cuscini.
Nascoste in un angolo sbucavano
delle scarpette.
Sulla parete davanti erano
disposte ordinatamente varie foto.
Erano poche quelle che ritraevano
la ragazza da piccola.
La maggior parte mostrava Elly con
gli amici:
in una,due simpatiche ragazze, sorridevano all’obbiettivo
abbracciandosi, in quella accanto varie bambolinein tutù eseguivano un balletto.
Un susseguirsi di figure
divertenti e spensierate, lasciavano posto ad una foto leggermente più grande.
In questa un ragazzo ed una
ragazze, Elly, abbracciati si guardavano con una strana scintilla negli occhi.
-Andiamo a mangiare? – Elly sbucò dall’armadio con simpatici
pantaloncini decisamente corti
-Si… - Robbie era rimasto leggermente turbato dalla foto e il
suo sguardo lasciò trasparire questa sua delusione
Scesero in silenzio le scale, si sedettero al grande tavolo
che occupava quasi tutta la sala da pranzo.
-Qualcosa non va? – chiese Elly al ragazzo un po’ assente
-No, tutto ok…
-A me non pare…comunque quello non è il mio ragazzo…
-Chi?
-Ho visto che guardavi le foto…non dirmi che non hai notato
proprio quella…
-Si lo vista…
-È stata scattata circa un anno fa…quando stavamo insieme…
-Quindi è il tuo ragazzo?- chiese Robbie ancoraun po’
stranito
-Ma te lo vuoi proprio sentir dire…? Lo era adesso non stiamo
più insieme….però siamo rimasti amici, anche perché è il mioballerino …
-Ah…
Un silenzio tombale regnò ancora per un po’…
-Allora con Kim come è andata a finire…
-Mi dovevo aspettare questa domanda…. – sorrise Robbie – io con
lei ho chiuso ormai da tempo, purtroppo non riesce a rassegnarsi…
-Capisco – Elly si limitò a questa parola
-La cena era veramente ottima… - affermò il ragazzo dopo aver
finito anche l’ultimo boccone di un delizioso mascarpone
-Si, Susanne è davvero brava…
-Suppongo che Susanne sia la governante…
-Si…solitamente sta sempre qui, però il lunedì ha la serata
libera…
-Allora siamo proprio soli…
-Si
-Non so se i tuoi hanno fatto bene a fidarsi di me…
-Che vuoi dire…
-….dov’è il bagno? – sviò lui
Elly sorridendo glielo indicò.
Mentre lui lo raggiunse la ragazza
sparecchiò per poi sedersi sul divano.
Accese la tv.
-Che guardi di bello? – Robbie si sedette di fianco a lei
-Un noioso romanzo….
-Ah si, questo lo guardava anche mia nonna…
Silenzio.
-Forse è meglio che vada… - disse finalmente Robbie
-No….cioè ….mi vuoi lasciare sola soletta così presto?
-È meglio che vada ….sul serio….
-Va bene ti accompagno alla porta…
I due si diressero insieme verso
l’ingresso proprio nel corridoio accanto.
Robbie si infilò il giubbotto, prese lo zaino che aveva
appoggiato vicino alla porta, stava per uscire quando la voce di Elly lo
bloccò:
-Non mi saluti neanche?
-Si, ciao…
-Tutto qui, dopo che ti ho anche sfamato…
-Giusto…. – lentamente si avvicinò a lei, e appoggiò le sue
calde labbra sulla sua fronte – così va meglio? – chiese lui rimanendole molto
vicino
-Si…ma non è abbastanza, c’era anche il dolce….
-Ed era pure buonissimo… - così dicendo si avvicinò al collo di
lei
-Ora sei sceso troppo… - sussurrò
-Ci riprovo… - questa volta la bocca di lui si fermò proprio
dietro all’orecchio sinistro
-Ci sei quasi… - disse Elly con un filo di voce
Il ragazzo si fermò alla bocca di
lei.
Il bacio inizialmentedelicato e un po’ insicuro, si trasformò
presto in qualcosa di più passionale.
La porta di casa, leggermente
aperta, fu velocemente chiusa.
La borsa del ragazzo cadde a terra
lasciando libere le mani, che con dolcezza accarezzarono il corpo affusolato
della giovane.
In un attimo si ritrovarono
nuovamente nel salotto.
La ragazza continuando a baciare Robbie, lo guidò lentamente
fino al divano.
Qui si ritrovarono uno sopra all’altro.
Qualcosa di nuovo e sconosciuto impediva ai due copri di
staccarsi da quell’abbraccio.
I vestiti di entrambi erano ancora ai propri posti, ma la
passione che li aveva spinti su quel divano non sembrava cessare.
La grande macchina nera dei signori Berfield parcheggiò nel
cortile di casa.
-lo spettacolo doveva proprio essere rimandato oggi? – si
lamentò la signora scendendo dalla macchina
-Cara sarà per la prossima volta…prenderò i biglietti per lo
stesso spettacolo…- la rassicurò il marito ormai vicino alla porta di ingresso
-Per lo meno siamo riusciti a cenare…quel ristorante è
veramente raffinato…- continuò la donna estraendo le chiavi di casa dalla borsa
-Sapevo ti sarebbe piaciuto….non ti avevo mai portata…
-Ma tu con chi c’eri andato? – chiese la signora infilando le
chiavi nella serratura
-Con Leonard…per i 20
anni dell’azienda… - l’uomo ormai dentro casa accese la luce
-Pensavo che ci avessi portato la tua amante… - disse
scherzando la moglie.
Improvvisamente entrambi si fermarono e con loro pure i
cuori dei due ragazzi che solo in quel momento, ancora molto avvinghiati, si
accorsero di non essere soli.
-Ma … ma… - cominciò il signor Berfield, ma nonostante gli
sforzi sovraumani, non riuscivaa
trovare leparole adatte per esprimere
il proprio sgomento.
Fu interrotto dall’arrabbiatissima moglie che, sconvolta
quanto lui, travolse la figlioletta con un uragano di rimproveri:
-Studiavate eh? Sono proprio fieradi te…
In tutta fretta Robbie si riallacciò la camicia e lanciato
uno sguardo dispiaciuto alla ragazza se ne andò.
* eccomi di nuovo qua!! sono felicissima per i commenti lasciati...questo capitolo è abbastamza intenso di avvenimenti sorpendenti...ma non è assolutamente finita, non credete! aspetto nuove recensioni!! grazie ancora a tutti!!! chia*
Capitolo 7 *** E adesso che si fa?...si va avanti ***
E adesso che cosa si fa
E adesso che cosa
si fa?… Si va avanti…
La campanella dell’intervallo
suonò.
I due ragazzi, dopo tre pesanti
ore, finalmente si rivolsero la parola.
-Ciao
-Senti, mi dispiace per l’altra sera. – disse lei
-No, fa niente, non è colpa tua, piuttosto i tuoi come
l’ hanno presa?
-E’ per questo che sono qui – uno strano peso allo
stomaco sorprese Elly
-Dimmi.
-E’ meglio se per un po’ non ci vediamo…
-Sarà un po’ impossibile dato che andiamo in classe
insieme. – tentò di mantenersi calmo il ragazzo
-Beh, intendo fuori. Mi hanno detto che se continuo a
frequentarti dovrò rinunciare a danzare…ed io…tu lo sai la danza per me è
vitale!
-Sono troppo poco per loro? – domandò ancora non
particolarmente nervoso lui
-Si…
-E per te? – chiese fiducioso
Elly si bloccò. Avrebbe voluto
dirgli quanto per lei era diventato importante il loro rapporto e quanta voglia
avesse di conoscerlo ancora ma non ci riuscì. La danza era per lei la cosa più
importante e niente poteva metterla a rischio. Tacque.
-Ah, capisco….va bene, come preferisci.
Robbie spiazzato si allontanò tristemente accennando un debole
segno di saluto e lasciando nella giovane il vuoto e mille domande…perché non
ho detto nulla? Perché non ho tentato di fermarlo, spiegargli? E poi perché
lui, sempre così attivo, non ha reagito? Perché tutto d’un tratto se ne è
rimasto zitto…?
Elly, amareggiata dal suo stesso discorso, si appoggiò al
muro e guardò ancora per un po’ quel ragazzo che velocemente era entrato nella
sua vita e che altrettanto rapidamente ne stava uscendo.
La mattinata proseguì disastrosamente, nemmeno il conforto
di Lucie riuscì a tirare su il morale alla giovane…ma ancor peggiore fu il
rientro a casa…
Sua madre era lì, di fronte al portone di ingresso.
La stava aspettando.
I suoi occhi solitamente freddi e privi di vere emozioni,
erano in quel momento glaciali.
Nell’osservare il volto sconvolto della figlia pareva quasi
che un sorrisino maligno le crescesse spontaneamente.
Elly la fissò a lungo…
< Che
tipi di ragazzi ti salta in mente di frequentare! Potevo accettarlo finché si
trattava di studio ma non può
veramente piacere uno giovane così…per lo meno ad una come te!
Vive solo in un quartiere
malfamato, non ha soldi e gira con una macchina scassata fuori dal comune…non
si deve assolutamente permettere di avvicinarsi più a te, non dobbiamo perdere
la nostra reputazione!! Elly ascoltami attentamente…se solo ti ostinerai come
tuo solito a disubbidirmi perderai la cosa a cui più tieni…>
La conversazione avuta la sera prima continuava a ripetersi
nella sua testa.
Avrebbe voluto urlarle, sputarle in faccia tutti i suoi più
ignobile pensieri…ma come già era successo la mattina…rimase in silenzio.
Abbassò riluttante la testa, distogliendo quindi il suo duro
sguardo dalla madre e salì in camera sua.
Doveva continuare a ballare…un giorno avrebbe dimostrato
alla sua famiglia di potercela fare da sola, ma per raggiungere questo
obbiettivo doveva impegnarsi al massimo negli allenamenti per poter,
finalmente, abbandonare tutto…(Elly non sapeva però che quel momento non era
poi così lontano).
I mesi che seguirono passarono molto in fretta, tanto
cheRobbie ed Elly quasi non se ne
accorsero.
Per la ragazza le mattine erano quasi identiche l’una con
l’altra e questo ritmo monotono proprio non lo sopportava.
Era molto meglio quando lei e Robbie…
Basta, perché pensava ancora a queste cose?
Il motivo probabilmente era che il ragazzo, dopo la
chiacchierata, aveva preso la faccenda molto sul serio…non si era più fatto
sentire, aveva rotto qualsiasi legame con lei.
Capitava molto di rado che si sedessero vicini e se capitava
non era certo come prima.
Lui ora aveva un gruppo abbastanza numeroso di amici con i
quali passava ricreazioni e pranzi.
All’uscita ad aspettarlo c’era sempre una ragazza della
scuola vicina che lo accoglieva ogni volta calorosamente.
Questi pensieri che spesso le riaffioravano alla mente erano
peròinterrotti da bellissimi e
movimentati pomeriggi trascorsi alla scuola di danza.
Si infilò velocemente le scarpe da ginnastica ed uscì dallo spogliatoio
ormai vuoto della palestra.
Camminava assorta nei suoi pensieri come ultimamente era
abituata a fare….
-Ferma!
-Erik, che paura!- Elly si girò di scatto guardando
l’amicoappoggiato alla porta.
-Hai fretta?- chiese il ragazzo fissandola con quegli occhi
straordinariamente verdi.
-Dipende
-Ok allora non perderai il tuo tempo, ti fidi?
-Di te sempre…
-Allora vieni!!!!!! – sentenziò elettrizzato
l’ultimo afferrandole la mano e portandola via con se.
* Ciao a tutti! Sono quasi sicura che questo capitolo vi
farà un po’ arrabbiare ma mai tutto fila liscio…alcune vostre previsioni si
sono avverate…ma continuate a leggere perché colpi di scena e momenti simpatici
o romantici non mancheranno… nei prossimi capitoli maggiori particolari sulla
personalità del tenebroso Robbie si sveleranno e i dissidi tra Elly e sua madre
si ingigantiranno!
Volevo ringraziare Super Gaia,
Sailormeila, Se7en, Ran 91 ma in particolare Kagomechan91, Zakurochan, mimmyna che mi
hanno seguito fin dall’inizio e spero continueranno a farlo!
In più un messaggio per quella pazza di nami_thebest:
non valgono i tuoi apprezzamenti…tu sei di parte!!! (Aehm sono stata chiara?) *
-Brava Elly, se fai quest’esercizio così bene al saggio farai
un figurone! Ora continuate un po’ con gli esercizi!
Elly danzava sulle punte come se
fosse stato un cigno.
Si sentiva le ali ai piedi.
La danza era per lei un toccasana
per l’umore.
-Ok, basta per oggi! Vi ho
fermato qualche minuto prima perché ho bisogno di parlarvi… sedetevi.
Il gruppetto si riunì ai piedi dell’insegnante.
C’era chi si sventolava con una
mano, chi si massaggiava i piedi e chi guardava dolorante le ferite che le
troppe ore di ballo avevano provocato.
La donna si schiarì la voce, poi
iniziò il discorso:
- Ragazzi, è da molto tempo ormai
che abbiamo associato la nostra più grande passione, la danza classica, alle
altre discipline. La scuola si può considerare, o meglio, noi ci possiamo
considerare, i ballerini più preparati di tutta la contea. Il numero dei miei
studenti sta crescendo ogni anno di più…voi rimanete i miei preferiti non
temete… - si bloccò un attimo per lasciare spazio alla risata che l’ultima
affermazione aveva provocato -e
quindi io non potrò seguire tutti allo stesso modo e a tutti insegnare sia
classico che le altre discipline… Per questo ho deciso che ci aiuterà, almeno
nel periodo scolastico, un ballerino che io stimo molto.
L’ ho conosciuto un bel po’ di
anni fa, non è ne un insegnante ma è veramente formidabile… è principalmente
preparato sul jazz, hip hop e moderno in generale. Non vi sto a dir altro dato
che si presenterà lui: vi dico soltanto che non è un vecchietto (ha la vostra
età!) e ragazze, è proprio un bel tipo!! – Si bloccò un attimo, girandosi verso
la porta – Robert, entra, dalle facce penso siano tutti ansiosi di vederti!
Robbie entrò nella grande
palestra.
Indossava larghi pantaloni neri e
in contrasto una stretta maglietta bianca.
Le ragazze fecero un sussulto di
sorpresa, in particolare Elly.
La ragazza restò di sasso.
Le si annebbiò la vista.
Una miriade di immagini passate
con lui le scorrevano davanti agli occhi mentre le domanda crescevano prive di
una sensata risposta….
Quello davanti a lei non può
essere Robbie….il suo Robbie…
Un impeto d’ira l’assalì: gli
aveva raccontato solo un gran numero di cazzate…mentre lei si era veramente a
perta.
Il ragazzo si sedette sulla panca
accanto a Marilin, l’insegnante, e prese parola:
-Ciao, credo che la
presentazione di Mery sia sufficiente! Volevo aggiungere solo qualche
dettaglio: per cominciare nonmi reputo
assolutamente un insegnante!Diciamo solo che potrei aiutarvi a perfezionare ciò
che già sapete nelle discipline diverse dal classico. Ho accettato questo
incarico perché Mary è una grande amica, e poi… qualche soldo in più non fa mai
male - il ragazzo sorrise – io amo la danza ma per quasi un anno ho dovuto
lasciare da parte questa passione per un infortunio. Evitiamo i dettagli di
questo che per me è stato un triste periodo…. spero di divertirmi con voi e
imparare pure quello che ancora non conosco. Se non avete fretta di tornare a
casa, possiamo presentarci, per voi è ok?
Un coro di voci acconsentì
divertito dalla novità.
-Bene, partiamo da sinistra!
Tu sei? – chiese Robbie a una ragazza vestita di blu.
-Amy, piacere…
La parola passò a quella di
fianco, e poi a quella ancora accanto.
-Samantha
-Steve
-Miky
-Mark
-Susan
-Erik...
Non l’aveva ancora riconosciuto,
ma a quel nome Robbie si mise sull’attenti. Si era completamente dimenticato
che anche lui frequentava quella scuola.
L’ultima ragazza della fila non fece
in tempo a dire il suo nome, perché lui la precedette:
-Ciao Elly
-Ciao – rispose timidamente
lei.
Dopo le ultime domande e
spiegazioni, i ragazzi cominciarono a lasciare la palestra.
Quando Robbie guardò l’orologio
ormai non c’era più nessuno, ma Elly ancora non era uscita dallo spogliatoio.
Era passata ormai più di mezz’ora,
e Robbie, rimasto lì per parlarle, era preoccupato.
Si avvicinò alla porta dello
spogliatoio e dopo un po’ di esitazione entrò, gridando:
-Maschio nello spogliatoioooo!
Chi è nuda si copraaaa!
Ma dentro la stanza non c’era
anima viva.
Solamente una figura in penombra,
seduta su una panchina di ferro, piegatasu se stessa e singhiozzante.
-Elly…-sussurrò.
Si avvicinò a lei, un po’
esitante.
-Vai via… - sibilò la voce di
Elly rotta dal pianto
-Dopo una “sorpresa”del
genere, questa è la tua prima reazione ?
-Non credere che battutine
stupide possanorisolvere la situazione
– lo aggredì lei sempre con la testa fra le braccia.
Robbie la guardò stupito:
-Perché sei arrabbiata con me?
-Perché si!
-Ma scusa, cosa ti ho fatto?
-Credevo fossimo amici! –
disse lei con un singhiozzo più forte degli altri.
Stava cercando di dominarsi, ma
proprio non ce la faceva.
-Scusami Elly, ma continuo a
non capire – disse lui sorridendo forzatamente.
-Gli amici non dicono cazzate
– si innervosì lei
-Ma scusa, io non ti ho mai
detto bugie! – si difese lui.
-No, ma hai tralasciato
praticamente metà della tua vita! Ti sembra poco?
Lui per un momento tacque.
Si forse aveva ragione lei, perché
non le aveva raccontato tutta la verità sin da principio?
Compassione.
Fu l’unica risposta che gli venne
in mente: non voleva essere compatito, non voleva farle pena…tutto qui.
Sussurrò:
-Lo so, forse ho sbagliato… ma
sai, faticavo a parlarne, per me era una ferita ancora aperta.
Lei non rispose.
-Si, forse dovrei rinunciare a
questo incarico, sarebbe meglio per tutti… - continuò lui.
-Meglio per chi? – disse lei
convintasi che forse aveva esagerato.
-Per te, per me e…. per Erik,
non mi sopporta! – disse lui cercando un sorriso nel volto dell’amica
-Non è che non ti sopporta, è
che proprio non ti può vedere! – Elly accolse lo scherzo di Robbie ridendo
-Sei ancora arrabbiata?
-No, però adesso io e te
andiamo in un bel bar o in un posto qualsiasi e mi racconti quello che da
quando ti conosco hai evitato di dirmi, ok?
-Va bene, andiamo.
Mentre lo diceva Robbie si
allontanò verso la porta, poi si bloccò e rivoltatosi verso Elly che stava
raccogliendo le ultime cose disse:
Magari avvisa tua madre che
tarderai…la storia è piuttosto lunga…
* eccomi di nuovo! spero di non aggiornare troppo assiduamente ma mi tocca poichè la storia è piuttosto lunga e io più avanti mi dovrò assentare e di conseguenza non potrei aggiungere capitoli per un bel pò! nuova sorpresa nella vita di Elly eh? un saluto e un grazie ancora a tutti...piuttosto...no io non danzo sono più tica di una scopa!! :-) a presto chia!!
-Dunque… da dove comincio? –
chiese esitante Robbie.
La ragazza, seduta al tavolino di
fronte a lui, esibì un sorriso smagliante e, prima di cominciare a sorseggiare
piano il the freddo al limone, disse semplicemente:
-Dall’inizio!
Il ragazzo fece un profondo
sospiro, poi cominciò a raccontare:
-Prima che mi trasferissi a
Boston all’età di 15 anni dai miei zii, abitavo aChicago in uno di quei alti grattacieli come tanti ragazzi là…con
l’unica differenza che il palazzo era tutto mio.
Lì ho
vissuto tranquillo e perché no… felice con i miei genitori fino a che mia madre
si ammalò e morì quando io avevo solo 8 anni! Si chiamava Julia…era la donna
più bella che io abbia mai conosciuto…ma questo non centra… - Robbie sospirò e
poi riprese – da allora la casa non fu più la stessa! Mio padre, che l’aveva
amata molto, alla disgrazia si chiuse in se stesso, in un guscio che era
diventato impenetrabile anche per me.
Sai, in
quel periodo avevo bisogno di molto conforto e l’unica persone che me lo poteva
dare era lui.
Ma ogni
volta che tentavo di parlarne papà mi respingeva bruscamente con un : “ Stai
zitto per favore, non sono argomenti adatti a parlarne”.
Così io
mi aggrappai con tutte le mie forze all’unica cosa che mi faceva scordare tutte
le sfighe e la rabbia che in quel periodo avevo col mondo e l’unica cosa che
riusciva a ricordarmi mia mamma: la danza.
Inizia
danza a tre anni,lei era davvero orgogliosa di me, per vedermi danzare era
disposta a fare qualsiasi cosa. Seguiva con passione i miei saggi, e mi lodava
per ogni progresso che riuscivo a fare.
Al
contrario mio padre non era d’accordo…
Si fermò un attimo, facendo una
smorfia amara:
-Non era una cosa pensabile
per un grande avvocato avere un figlio ballerino! Un po’ come accade a te
no?Tuttavia questa mia passione non
l’ho mai abbandonata: anzi, ho abbandonato lui. Sono andato, come ho già detto,
ad abitare con i miei zii. Non erano ricchi,non mi potevano assolutamente
aiutare economicamente, ma loro mi hanno dato tutto l’amore che lui non aveva
saputo darmi in quell’ultimo periodo. Mio padre continuò a mandarmi dei soldi
per un bel po’ e i miei zii li utilizzarono comemio sostentamento come poterono ma quando fui abbastanza grande
per capire che mio padre tentava di comprare il mio amore ho rinunciato a tutti
i soldi…Nonostante mi amassero d’avvero i miei zii non sono riusciti a starmi
vicino quando ho avuto un incidente con la moto che mi ha causato seri problemi
al ginocchio destro… mi sono isolato, proprio come mio padre, e da quel momento
sono andato ad abitare da solo. Potevo contare solo su me stesso: ho continuato
la scuola lavorando nel tempo libero. I soldi che guadagnavo li mettevo da
parte per poter un giorno arrivare a frequentare una scuola di maggior
prestigio….la scuola dove ti ho incontrata….credo che il resto del racconto tu
lo conosca….
Elly che fino a quel momento non
si era espressa disse:
-e della danza che mi dici….
-Giusto la danza….dopo
l’incidente non ho più potuto ballare con l’intensità di prima…però non l’ho
mai trascurata…adesso che il mio ginocchio è completamente guarito ho deciso di
ricominciare…
-….e perché nella mia
palestra?
-Ammiro molto il lavoro di
Marilin…
-Quindi è solo per questo?
-…forse sentivo il bisogno di
poter passare più tempo con te….
-Come più tempo con me? –
chiese Elly fintamente
-Da quella benedetta sera,
ricordi io e te stesi su un divano…. – aspettò un segno di assenso della
ragazza-…ecco da quel giorno i nostri rapporti si sono raffreddati…se prima
oltre che a scuola ti vedevo il pomeriggio o la sera a qualche festa…dopo
potevo limitarmi a osservarti da lontano quando eravamo a scuola….in questo
modo potrò vederti anche il pomeriggio…capisci?
-Si…ora si… - sussurrò
arrossando leggermente
-Lo so che i tuoi non sono
d’accordo, però non penso che verranno a sapere se mi siedo vicino a te a
qualche lezione di matematica …
-Non lo sapranno mai…
-Allora è un si?
-È un “vedremo domani…”
-Meglio di un no…un’ultima
cosa…
-Dimmi
-Il mio grandissimo amico Erik
adesso per te non è solo un grandissimo amico vero?
-Vero
-Nessun problema…questa volta
non voglio ne conquistarti, ne saltarti addosso…voglio solamente ritrovare
un’amica perduta…
-Un’amica…. – disse piano Elly
leggermente delusa
Cadde uno strano silenzio, quasi
contemplativo, interrotto da Elly.
-Dato che siamo in tema di
confessioni… - cominciò – avrei un paio di cose da chiarire!
-Spara!
-Allora…per prima cosa volevo
precisare che non è che mi hanno proprio presa alla Chicago Royal
Ballet…mi hanno accettato per le selezioni questo si…sinceramente non so perché
ti aveva raccontato diversamente…forse per accrescere la mia autostima, per far
colpo…boh…
Robbie sorrise per niente turbato dalla notizia
-Tutto qui? – chiese
-No…ricordi la domanda che mi feci un po’ di mesi fa…se
per me tu eri troppo poco? Quel giorno stetti zitta…non so nemmeno io
perché…comunque anche se ora non ha più importanza…sarebbe stato un NO…
-Ora non ha più importanza?
-No…
* Eccoci qua! Svelato il segreto di Robbie!! spero vi sia
piaciuto questo capitolo…anche se è stato piuttosto statico credo fosse
indispensabile nel racconto per capire un po’ meglio il personaggio del
ragazzo!!! Comunque il prossimo sarà sicuramente un po’ più movimentato e si
assisterà, piccola anticipazione, ad un incontro piuttosto insolito e brave tra Robbie ed Erik… un saluto grande, un
grazie e alla prox!! Chia*
Capitolo 10 *** Una serata non proprio come le altre ***
Una serata non proprio come le altre …
Una serata nonproprio come le altre ….
-Ma non ti sembro troppo elegante?- chiese Elly a Erik
guardandosi il vestito rosso carminio.
-Ma va là, sei perfetta!!!!- disse il ragazzo davanti alla porta di ingresso della grande casa dove
si sarebbe svolta un mega-party
-Se lo dici te….possiamo andare…
I due, mano nella mano entrarono e subito furono accolti da
un gran numero di persone che ballava e si divertiva.
Per gran parte della serata la coppa rimase molto unita…poi
Elly stancatasi di ballare e soprattutto della confusione congedò dolcemente
con un bacio il suo partner e si allontanò fino al grande balcone che
circondava tutto il secondo piano di quella grande villa.
Lì fuori tirava un leggero venticello rinfrescante, le luci
erano poche e piuttosto basse.
Dopo aver ammirato il panorama fatto da grattacieli e luci
in lontananza, si sedette su una panchina leggermente appartata.
Silenzio,buio e dolce atmosfera calmarono l’animo, turbato
dalla troppa confusione, di Elly.
Ma questa sensazione non durò a lungo. Un’altra
improvvisamentela pervase.
Seduto accanto a lei si era accomodato un ragazzo piuttosto
alto.
La penombra non lasciava intravedere chi era e lei avendo
tenuto gli occhi chiusi per un bel po’ non l’aveva visto neppure arrivare….ma
l’aveva comunque riconosciuto…
-Come mai a questa festa…non eri tu che non sopportavi
Allison…la padrona di casa… - chiesa la ragazza senza neppure voltarsi
-Diciamo che la mia accompagnatrice aveva piacere di
partecipare a questa “elettrizzante” festa –rispose tranquillamente il ragazzo
-Accompagnatrice?
-Si sai una ragazza alta, mora con un fantastico
fondoschiena….insomma un’appartenente al genere femminile
-Interessante…non ha neppure un nome?
-Si…pensavo non ti interessasse – disse il ragazzo sogghignando
-Infatti…
Cadde il silenzio.
-E tu ti porti appresso il tuo ballerino…?
-Si…è un problema?
-No…
Cadde nuovamente il silenzio.
-Allora da lunedì tu sarai il mio nuovo insegnate di danza…. –
chiese Elly
-Si…purtroppo…
-Perché purtroppo? Non vuoi vedermi per tutto il pomeriggio? –
sogghignò lei
-No, no voglio vederti con lui tutto il pomeriggio…è diverso –
spiegò Robbie
-Ma io e lui mica balliamo sempre insieme….
-Con il mio arrivo ballerete sempre meno insieme…cambierò le
coppie… - disse furbo lui
-Ottima mossa…questo non cambia però che lui rimane sempre il
mio ragazzo…- continuò lei per provocarlo
-Questo non cambia che io continuerò a provarci con te…
-Ma non avevi detto che volevi ritrovare un’amica?
-Beh io la voglio ritrovare…ma non solo…
-Ah…che dovrei dire a questo punto?
-Non devi dire niente…piuttosto cosa devi fare… - la spronò lui
-Fare? – chiese titubante
-Si
-Cosa? – fece come se non avesse capito il secondo fine dell’altro
-Abbi un po’ di fantasia Elly…solo un po’ di fantasia…
-La fantasia non mi manca…è solo che ho pure dei principi… - si
bloccò lei
-Giusto..stai con lui e ….basta…
-Con lui e basta…
Robbie si alzò lentamente, baciò
la guancia della ragazza con molta delicatezza e poi si allontanò lasciandola
completamente sola…
Quando il ragazzo raggiunse la
porta che lo avrebbe riportato all’interno del salone incontrò casualmente Erik
che cercavala ragazza:
-Elly è fuori…da qui non la vedi…vai dritto e gira a destra…ha
scelto un posticino nascosto….
-Nascosto?
-Non ti preoccupare non le ho ancora fatto niente…
-Ancora?
-Ma che non ti hanno insegnato a parlare?
-A parlare?
-Va beh ci rinuncio….
-Rinunciaci…..che è meglio – disse dure Erik con uno sguardo
che non lasciava trasparire la minima emozione
* Ciao ciao!! Non ci saranno spargimenti di sangue non
temete!! Il nostro caro Robbie si sta dando da fare eh?? Vedremo se il gelo che
Elly sta cercando di mantenere si scioglierà o meno!! Un bacio chia*
Le ragazze della palestra tutte vestite con la loro tuta
migliore si accalcarono intorno al nuovo aiutante….Robbie era veramente affascinante:
i suoi muscoli scolpiti , gli occhi chiari e furbi, un sorriso perfetto…
-Ok…la nostra prima lezione….sono agitato…non è da me… - iniziò
il ragazzo
-Che cosa facciamo?
-Passi a due…?
-di classico … ? – chiese Annie
-No…ma non vi preoccupate …voi avete una gran tecnica,
bisognerà sola adattarla un po’ ad un altro genere…
-Ma da cosa iniziamo? – domandò David
-Intanto riscaldatevi…
Passò circa un quarto d’ora quando
tutti furono finalmente apposto.
-Per prima cosa cambieremo le solite coppie dei vostri
balletti, allora…tu con lui, lei con la maglia rossa con il ragazzo moro… -
continuò così fino a che riuscì a dividere completamente la classe in tante
coppiette.
Continuò la sua lezione con
esercizi semplici e con un accenno di prese…due ore passarono alla velocità
della luce…proprio per tutti.
-Ok per oggi basta…siete stati bravi…dovrete mantenere questo
ritmo anche nelle prossime lezioni…ah, prima di lasciarvi andare…se qualcuno di
voi vuole darmi suggerimenti sulle prossime lezioni, vuole espormi lamentele
sul mio metodo o vuole approfondimenti e consigli io rimango in palestra per
un’altra ora….
Così dicendo salutò il gruppo e si allontanò da loro.
Eccetto uno dei maschi che preoccupato per i suoi scarsi
muscoli alla braccia era ricorso a consigli di Robbie, nessun altro lo aveva
raggiunto.
Un’ora era ormai passata. La palestra era deserta. Anche
Merilin se ne era andata.
Robbie convinto di essere solo si tolse la maglietta, si
rimbocco bene i pantaloni e si avvicinò alla sua borsa. Da qui estrasse un cd
che ripose velocemente in un grande stereo.
Una musica lenta e delicata partì, lasciandogli però il
tempo di posizionarsi al centro della stanza.
Cominciò a ballare una coreografia straordinaria, fatta di
salti, giri, acrobazie varie e tanto sentimento.
Elly, indecisa se andare a salutarlo, fece capolino alla
porta della palestra, perché attratta dalla musica.
Lo vide.
Era là…al centro della scena…non lo aveva mai visto
ballare….
Che spettacolo!
La musica terminò e con essa pure il balletto.
Robbie stanco si accasciò a terra…toccandosi di tanto in
tanto il ginocchio.
Elly era ancora più esitante di prima: che fare? Entrare o
no?
-Prima mi spii e poi non mi vieni neppure a salutare?
“Colta in fragrante” pensò Elly. Ormai scoperta lo
raggiunse.
Si sedette accanto a lui che ancora steso a terra respirava
a fatica per il fiatone.
-Bello… - disse semplicemente lei
-Ma se non ho neppure fatto la doccia! – ironizzò lui
-Spiritoso…comunque intendevo dire il balletto…
-Si lo so….
-Ma lo hai creato tu?
-Si e no…mi ha aiutato Mery…
-In ogni caso lo balli divinamente…
-Stai dicendo che sono un dio?
-No, magari che balli come un dio…
-Beh questo è un passo avanti
-Un passo avanti per cosa?
-Per la nascita di un vero amore…
-Per la danza….
-Certamente…
-Adesso è meglio che vada… - disse Elly pronta per alzarsi da
terra
-No..aspetta ancora un po’…. – affermò di impulso Robbie
-Cosa devo aspettare?
-Nulla…hai ragione vai a casa…altrimenti mamma si arrabbia – si
riprese lui accortosi di aver detto ad alta voce quello che aveva pensato…
-Allora ciao…
-Ciao ballerina
“Perché quando era con lui tutto diventava così complicato?
Non riusciva a parlare tranquillamente. Lui le faceva sempre uno strano effetto
soprattutto quando erano soli…” Elly stava riflettendo sul ragazzo mentre
abbandonava la palestra.
Era immersa nei suoi pensieri quando una ragazza “alta, mora
e con un fantastico fondoschiena” la fermò.
-Scusa…
-Si? – Elly riconoscendola si fermò anche se un po’ esitante
-È in questa palestra che lavora Robbie?
-Si,perché?
-Niente…lo stavo cercando…mi aveva detto di passarlo a prendere
in palestra ma arrivata qui non ero più sicura di aver seguito giustamente le
indicazioni che mi aveva dato…anzi sono piuttosto in ritardo…
-Capisco…entra e vai dritto…c’è una porta verde…quella è la
palestra dove si sta allenando…
-Sta ballando?
-Si…
-Fantastico…è bravissimo…
-Quindi lo avevi già visto danzare?
-Si…anche varie volte devo dire…è proprio in gamba non trovi?
-Sicuramente…vado…ciao
-Ciao e grazie…
Scendendo le scalinate e attraversando la strada per
raggiungere la metropolitana, Elly si ritrovò a ripensare a quella
ragazza…l’accompagnatrice di quella sera…
“pensavo fosse sole una bambolina che aveva trovato per
entrare a quell’esclusiva festa…a quanto pare non è così…lo ha visto
addirittura ballare…”
provava un pizzico di invidia…non era da lei…meglio
cancellare questi pensieri…
Salì correndo sulla metropolitana…si sedette e aspettò
impaziente l’arrivo a casa.
* eccomi di nuovo! Ora oltre a Erik si è inserito pure
questo nuovo personaggio che darà un po’ fastidio a Elly…ora non è più l’unica
nel cuore del giovane!! *
-Allora sei sicura di esserci domenica pomeriggio? – chiese
Lucie appoggiata alla porta gialla del bagno
-Quasi al 100 %…
-Se non vieni quando ti rivedo ti rovino….
-Lucie stai calma…è solo una festicciola pomeridiana…
-Elly…uffà…alla festa c’è Phil…sai quanto mi piace…
-Scherzavo…non preoccuparti…
-Allora ci vediamo sotto casa mia?
-Si
La campanella segnò la fine di
quella interessante conversazione e l’inizio delle lezioni.
Elly corse verso la sua classe.
Si accomodò in penultima fila.
Il professore di matematica entrò.
Aveva appena concluso il suo
appello quando bussarono alla porta…
-Buongiorno professor Nicolson…scusi per il ritardo…
-Finney…di buon ora…qual è stato il problema?
-Lo devo proprio dire?
-Se l’ho chiesto….
-Ho bucato…
-Cosa? – chiese il profscandalizzato dal linguaggio puerile del giovane
-Mi scusi..ero in macchina e si è bucata una gomma della
vettura…
-Va bene…ho capito…si può sedere…
Robbie si guardò in giro…quella
mattina c’erano quattro posti liberi.
Uno in prima fila, uno accanto a
Elly e due proprio dietro di lei.
Il ragazzo con lo sguardo scartò
il primo posto, troopo vicino al prof, e si diresse verso quelli più indietro.
“Signore….fai che
si sieda qui…” pensò Elly quando lui si avvicinò agli ultimi banchi dove era
seduta.
E così fu…si accomodò proprio accanto a lei.
Con movimenti rilassati e molto lenti si sedette, appoggiò
lo zaino accanto ai piedi e tirò fuori da questo i libri necessari.
Finalmente pronto si voltò verso la ragazza e la salutò con
un sorriso.
Quella mattina, come ogni lunedì avrebbero avuto 2 ore di
matematica…interrotte però da una di chimica…in ogni caso il prof doveva
interrogare e entrambi i ragazzi lo erano gia stati in precedenza.
Mentre Albert si imbatteva in complicati calcoli alla
lavagna ad Elly arrivò un bigliettino di carta accuratamente appallottolato.
Delicatamente, facendo attenzione a non romperlo, la ragazza
lo aprì e cominciò a leggere:
“ Come mai
questa faccia stamattina? ”
Elly fu presa da un attacco improvviso di agitazione.
Sicuramente Robbie aveva notato quello che lei non voleva
ammettere: era rimasta turbata dall’incontro, del pomeriggio precedente, con
quella ragazza.
Non ci pensò su molto.
Prese il block notes riposto sotto il banco e trovata una
pagina libera strappò da questa una strisciolina di carta.
“
Che faccia avrei scusa? Mi trovi strana? ”
Allungò al ragazzo la sua risposta.
Lui rifletté un poco poi riprese il foglietto.
“ sembri
nervosa…assente…è per caso successo qualcosa? ”
Ma come diavolo faceva a capire sempre tutto…Elly lo guardò
un momento negli occhi…era indecisa se rispondergli o meno…
“ Chi era quella ragazza che ieri ti è venuta
a prendere inpalestra? ”
dopo aver letto questo ultimo messaggio sul viso del ragazzo
comparve un leggero e simpatico sorriso che irritò abbastanza Elly.
“ 6 curiosa….o….gelosa? “
La ragazza si aspettava un atteggiamento del genere.
“conte è inutile parlare…rigiri le cose sempre a
modo tuo…”
la ragazzo quest’ultimo biglietto lo lanciò quasi.
Robbie rise nuovamente.
“ calma signorina
Berfield….mi ero dimenticato quanto sei facilmente irritabile…secondo me 6 proprio
gelosa…ok smetto altrimenti ti arrabbi e potrei anche correre seri pericoli…cmq
tornando serio…lei è Samy…”
Elly lesse con più calma quest’ultimo messaggio.
“e
sarebbe?…..una tua amica……una tua spasimante……la tua ragazza?”
“diciamo che è misto di tutte e tre le
cose…però non stiamoinsieme”
“capito…deve essere abbastanza importatane seti ha gia visto ballare varie volte….a
differenza mia…”
“lo sapevo…6 proprio gelosa…si è
importante…”
“è
giusto che anche tu abbia trovato qualcuno…”
“ …è importante….”
“si
l’ho capito”
“…ma non quanto lo 6 tu…”
“
ah”
“ma tu sembri non accorgertene”
“accorgermi di cosa?”
“che ti sbavo dietro e se solo tu me lo
chiedessi io non guarderei nessun’altra”
“ se solo te lo chiedessi?”
“si…basta una tua parola…ma…tanto…”
“tanto?”
“tanto no arriverà mai…tu hai Erik
adesso….ed io…sono arrivato troppo tardi”
“come fai ad essere così sicuro di quello che dici?”
“perché c’è
solo una più piccola possibilità che tu me lo chieda?”
Elly non sapeva cosa
rispondere.
Aveva appena cominciato
a scrivere quando la campanella suonò.
Il ragazzo in fretta
raccolse tutto e si alzò…la guardò un momento e poi con tristezza le disse:
-Vedi….non me lo chiederai mai- concludendo si allontanò senza
darle il tempo di ribattere
Elly lo guardò
allontanarsi per dirigersi in laboratorio:
-Ma si che te lo chiederei stupido…
Purtroppo lo disse
troppo piano e lui era così distante.
A quel punto anche la
ragazza raccolse le sue cose e si allontanò a sua volta dalla classe lasciando
involontariamente che rimanesse sul banco un bigliettino stropicciato:
“forse
in questo momento non avrei il coraggio…ma… sono sicura …si… ti chiederei di
non guardare nessun’altra e di dedicarti solo a me….”
Le luci della classe furono spente.
* un’idea un po’ infantile quella dei bigliettini, ma
chiunque almeno una volta durante le lezioni ha usato questo metodo…e poi si sa
scrivere risulta a volte molto più facile!! Continuate a leggere magari
scoprirete che Elly non è poi così stupida come è sembrato nell’ultimo
capitolo! Chia*
**un'ultima cosa...un rigraziamento speciale a Kagomechan91 e a Zakurochan che continuano assiduamente a recensire e poi volevo avvisare, a chi mi segue, che ho inserito una storia breve, tra quelle drammatiche, ovvero "amare il passato o il presente?" che spero leggerete! grazie ciaio ciao chia!**
E’ dura frequentare la stessa classe e partecipare alle
stesse lezione di danza avendo paura di guardarsi.
Qualche sguardo volava tra loro ma il più delle volte erano
ostacolati dagli occhi vigili di Erik.
Anche quel sabato stava giungendo a termine…Elly uscì dalla
palestra come al solito quando si era gia svuotata.
Era stanca e le tre ore di danza l’avevano spossata.
Le girava leggermente la testa.
Si sedette sui gradini all’esterno per riprendersi un
attimo, magari mangiando quella barretta di cioccolato che ogni volta si
portava dietro.
Appena seduta si accorse che accanto a lei c’era Samy…quella
Samy…in questa ultima settimana l’aveva vista proprio tutti i giorni all’uscita
della palestra….
-Ciao… - cerò di attaccare discorso la ragazza
-Ciao - ripose seccamente Elly
-È stata dura questa ultima lezione della settima?
-Molto
-L’ho notato sia dalla tua che dalle facce stravolte degli
altri allievi…
-Che intuito…
-Sai ti vedo sempre e non so ancora come ti chiami….
-Elly
-Piacere Elly io sono..
-Samy…lo
so..
-Mi conosci?
-So chi sei…
-Ah si? E chi te lo ha detto?
-Secondo te?
-Robbie?
-Complimenti
-Davvero lui parla di me?
-Fino alla nausea…
-Che carino….
-Parla di te come parla di tutte le ragazzacce che abborda…-
quest’ultima affermazione le era sfuggita di bocca prima che se ne potesse
rendere conto
-Perché mi dici questo? – Samy sembrava sconvolta
-Perché sono una stupida…
Detto questo si allontanò verso la
sua solita meta: la metro.
Elly stava riponendo il grosso e consumato libro di
letteratura nell’armadietto quando questo fu bruscamente chiuso da una mano.
-Robbie? – urlò quasi la
ragazza
-Perché hai detto quelle cose
a Samy?
-Non lo so
-Non ne avevi il diritto
-Ho sbagliato lo so….appena la
rivedrò le chiederò scusa
-Perché lo hai fatto?
-Non so che altro dirti…Robbie
spostati…ho lezione…
-ASPETTA!!! Come sto?
Il trucco è apposto? Ho qualcosa in mezzo hai denti? E i capelli?
-Lucie stai calma….sei meravigliosa…andrà tutto bene…adesso
posso suonare?Chiese Elly all’amica
super agitata
-Un attimo…ripassiamo il piano… - disse l’altra
-Allora entriamo insieme….poi appena vediamo Phil lo andiamo a
salutare e rotta la tensione io con una scusa vi lascio soli….andiamo?
-Aspetta…continua non è finito
-Giusto… - sorrise Elly – ti dovrò tenere d’occhio…se tu
comincerai a grattarti dietro l’orecchio allora dovremo vederci in bagno per
sistemarti il trucco…se invece ti massaggerai il collo vuol dire che le cose
non vanno tanto bene e io dovrò correre in tuo aiuto…
-Infine…
-…infine se tutto procede come speriamo tu ti toccherai
ripetutamente il gomito destro e io in questo modo capirò che non ti devo
accompagnare a casa perché uscirai dalla festa con lui….sono brava?
-Un genietto…grazie…
-Di niente…ora possiamo entrare?
-Entriamo.
Elly e Lucie entrarono nella casa…
C’era già abbastanza gente…e naturalmente c’era pure la
causa di tutta la tensione.
Phil era un ragazzo che frequentava la loro stessa scuola.
Era alto e biondo…ma nulla di eccezionale.
A Lucie piaceva da morire…era uscita con lui un’altra volta
ma il loro appuntamento non si era concluso in niente…ci doveva riprovare…
-Ragazzi ho una gran sete…io vado al bar…magari ci vediamo più
tardi… - Elly stava seguendo l’accurato piano della sua complice
-Ok… - le rispose con un sorriso raggiante Lucie
“Non c’è nessuno che conosco…e non
ho sete…cosa faccio?” Elly ci pensò un po’ poi come di abitudine cercò un
terrazzo…tutte le case ne avevano uno piuttosto ampio.
Trovò sia questo che una sorpresa.
-Elly…
-Robbie…
-Questo incontro sembra studiato…- disse sorridendo lui
-Ti è tornato il buonumore? – chiese un po’ esitante la ragazza
-Se non voglio tenerti il muso a vita dovrò pur fare un primo
passo?
-….
-Elly è tutto apposto…veramente…
-Mi sento terribilmente in imbarazzo…
-Ti ripeto che tutto è sistemato ormai….
-Ok
-Ora è meglio che entro…Samy mi darà per disperso…
-……
-Ciao – lui le si avvicinò e come faceva di solito le baciò la
guancia.
Elly era ferma nella stessa posizione di quando il ragazzo
l’aveva lasciata.
Non voleva muoversi…anche se doveva entrare a controllare la
situazione di Lucie…
Rimase ancora qualche minuto a riflettere poi finalmente
decisa a tornare dentro, si voltò.
Si ritrovò davanti Samy che appoggiata a un angolo del
terrazzo la stava osservando.
-Se cerchi Robbie è appena rientrato…
-Si lo so…
-Ti stava cercando…
-So anche questo…vi stavo ascoltando…da qui non potevate
vedermi…
-Ah…scusa per l’altro giorno…non avevo nessun diritto di
parlarti così…
-Nessuno…
-Non mi renderai le cose più facili vero?
-Sei tu che lei hai resi difficili a me…
-Ma non devi badare alle parole che ho detto…erano solo
sciocchezze
-Io infatti non ho assolutamenteascoltato le tue parole…
-E allora come avrei reso difficili le cose?
-Tu mi odi non è vero?
-Odio che parolona… - disse Elly
-Ma è quello che provi…
-Ma cosa te lo fa pensare…non mi conosci neppure…
-Tu non mi puoi sopportare perché tu vuoi lui…
-Ma cosa dici…io ho pure un ragazzo…
Samy non ascoltò l’ultima affermazione di Elly.
-Tu mi odi perché anche se non possiamo definirci una vera e
propria coppia sono io che lo vedo sorridere, che lo vedo arrabbiarsi e che lo
vedo piangere…sono io che lui cerca quando ha bisogno di aiuto….di compagnia…di
tenerezza…sono io che gli appoggia la testa sulla spalla quando andiamo al
cinema…io che gli stringo la mano quando passeggiamo…
-Io non ti odio…
-Io si però…
Samy lo disse tranquillamente
guardandola negli occhi…a Elly mancò per un secondo il respiro…
-Io ti odio….perché non sono io quella che riesce a farlo
ridere…non sono io quella che lo agita e lo manda in confusione con una
parola…non sono quella che lui cerca nei mille voltidi ragazze quando usciamo insieme e non sono neppure quella che
lui vuole…
-Io…
-Non dire nulla…lo so io come lo sai tu…lui vuole stare con te…
Non le diede nemmeno il tempo di rispondere che si
allontanò.
Elly confusa rientrò a sua volta.
Si ritrovò davanti Lucie e Phil.
La ragazza si toccava il gomito destro: “tornano a casa
insieme…bene”. Elly salutò la compagna con un sorriso e la guardò allontanarsi.
Ormai non le rimaneva che tornarsene a casa…
Quando finalmente arrivò davanti al cancello di casa si
ritrovò davanti Erik.
-Ciao…come mai qui? – gli domandò lei senza neppure avvicinarsi
-Dove sei stata?
-Ad una festa
-Come mai non me lo hai detto
-Non credevo fosse importante
-Non credevi fosse importante? Cosa, dirmi che andavi alla
festa o dirmi che c’era pure Robbie?
-Cosa c’entra lui adesso?
-Perché non mi hai fatto venire con te?
Elly dovette riflettere un po’: “Come mai non l’aveva
invitato? Perché non aveva proprio pensato a lui?”
-Dovevo aiutare Lucie con un ragazzo… - disse quelle che in
quel momento le sembrò più sensato
Erik la guardò alcuni secondi
senza dir nulla poi senza darle nessuna spiegazione se ne andò…
Elly entrò in casa abbastanza
sconsolata.
-Eleonore tutto bene?
-Si mamma veramente una splendida festa
-È finita presto…non è neppure ora di cena…
-Capita…vado in camera…
-Si…quando è pronto ti chiamo…
Percorse in fretta le scale e
spalancata la porta della sua stanza si getto direttamente sul letto senza
neppure spogliarsi.
Si stese, come faceva di solito,
al contrario appoggiando i piede sul cuscino.
Accese la musica.
“Veramente
deliziosa questa serata. Non mi sono mai sentita bene come in questo momento.
Il mio ragazzo mi ha più o meno lasciata e una ragazza mi ha detto guardandomi
negli occhi che mi odia.
Ma
sono ancor più arrabbiata perché queste due cose mi toccano appena…come sono
insensibile…l’unica cosa che mi interessa in questo momento è quel maledetto
ragazzo…perché non vuol uscire dalla mia testa…perché deve essere tutto così
complicato…Elly sei una stupida….una codarda…di cosa hai paura?”
Improvvisamente si alzò dal letto, spense lo stereo e
correndo per le scale gridò: - Esco…non aspettatemi per cena –
* Spero vi sia piaciuto questo capitolo, per lo meno a me
molto!! Non anticipo niente tanto si è capito che sta per accadere qualcosa!! Chissà
se tutto quello che è successo nella serata abbia aperto un po’ gli occhi a
elly…*
**eccomi di nuovo:1000grazie a chi recensisce!! 1 bacio!**
Capitolo 14 *** sono arrivata alla conclusione che ***
SONO ARRIVATA ALLA CONCLUSIONE CHE…
SONO ARRIVATA ALLA CONCLUSIONE CHE…
Si era ormai fatto abbastanza
buio, Robbie chiuse la porta della palestra.
Si era allenato fino a quel
momento.
A differenza delle altre volte ad
attenderlo non c’era Samy.
Avevano parlato subito dopo la
festa e sicuramente per un po’ non l’avrebbe vista seduta su quei gradini.
La cosa non lo turbava più di
tanto.
La palestra non era molto distante
dal suo appartamento, per questo si incamminò tranquillo verso il suo
quartiere.
Dopo una passeggiata abbastanza
rilassante arrivò al portone dell’edificio, infilò la chiave nella serratura ed
entrò nel palazzo.
Allungò la mano nel buio fino a raggiungere
l’interruttore della luce.
Accanto a questo era attaccato con
dello nastro adesivo un bigliettino scritto a penna.
Non era incuriosito però non poté
fare a meno di leggere:
“
Ciao”
quella scrittura gli sembrava di
averla già vista, ma non ci fece troppo caso.
Pensò fosse opera dei soliti
bambinetti che abitavano al primo piano.
Si diresse verso l’ascensore ma un
cartello indicava che era fuori servizio.
Sbuffando tra se e se si avviò
verso le scale…non aveva assolutamente voglio di arrivare all’ultimo piano del
palazzo in quel modo, ma se voleva raggiungere il suo appartamento non poteva
fare altrimenti.
Si sistemò il borsone sulle spalle
e cominciò a “scalare” gli innumerevoli gradini.
Non era arrivato nemmeno al primo
piano che notò un ulteriore bigliettino attaccato questa volta sul corrimano.
Stesso tipo di carta.
Stessa calligrafia.
“avevo
bisogno di parlarti ma non ti ho trovato in casa!”
Questa volta l’idea che quei
messaggi fossero destinati a lui lo sfiorò.
Proseguì il cammino raggiungendo
il primo pianerottolo.
Attaccato alla porta
dell’ascensore un altro foglietto.
“idea
un po’ stramba questa…non trovi…?D’accordo arrivo al dunque…”
Tutto ad un tratto quella
calligrafia gli sembrò talmente famigliare…
Corse via da dove si era fermato,
per continuare a leggere i messaggi.
I gradini ricominciarono e con
questi pure la balaustra. Ne poteva intravedere almeno tre.
Si avvicinò al primo.
“dopo la festa sono arrivata a casa…mi sono stesa
sul letto e ho cominciato a riflettere”
Raggiunse pure il secondo.
“mi
sono chiesta cosa miha sempre
bloccato…”
Il terzo era subito di seguito.
“…cosa
mi fa tanta paura…”
Robbie cercò con lo sguardo altri
messaggi: non ne trovò.
Abbassò lo sguardo a terra.
Attaccato al gradino che a momenti
avrebbe raggiunto ne intravide un altro.
“ e sono arrivata alla conclusione che non c’è
proprio nessun motivo per starmene ferma”
Quasi correndo raggiunse il secondo pianerottolo
esi fermò sempre davanti alla porta
dell’ascensore.
“c’è
ne è uno invece , tanto importante, che mi ha spinto fino a qua…”
L’agitazione del ragazzo era gia abbastanza
elevata.
Trovò il seguito del messaggio su
un altro gradino.
“avevo
assolutamente bisogno di chiederti una cosa…”
Questa volta il ragazzo ne vide altri susseguirsi
sul muro che costeggiava le scale.
“
una cosa importante”
Perché non arrivava al “punto”?
Robbie stava diventando
impaziente.
“una
cosa che avrei dovuto dirti gia molto tempo fa…”
Arrivò al terzo di quella fila con
il fiatone.
“si…quando
tu me lo chiedesti…”
Ricominciarono ad essere attaccati alla balaustra.
“…quel
giorno non ne avevo avuto il coraggio…”
Arrivò correndo alla porta del suo
appartamento.
Un biglietto più grande dei
precedenti faceva da padrone sullo sfondo marrone.
“
ti chiedo di non guardare nessun’ altra e di dedicarti solo a me…
Elly
”
Il ragazzo si sedette ai piedi di
quest’ultimo messaggio…di questa richiesta.
Sorrise debolmente.
Si rialzò guardandosi intorno.
Non c’era nessuno.
Aprì la porta del suo
appartamento.
Lasciò il borsone nell’ingresso e
appoggiò sul tavolo della cucina i biglietti che dopo aver letto aveva
staccato.
Rilesse l’ultimo più volte.
Doveva essere sicuro di non
essersi sbagliato.
Non riusciva a stare fermo. Guardò
fuori dalla finestra in cerca della ragazza.
Si sedette sul divano.
Accese la televisione.
La spense.
Si alzò.
Accese la radio.
Andò al frigorifero, tirò fuori
una bevande fresca.
Si appoggiò al bancone della
cucina cominciando a berla dalla bottiglia.
Di tanto in tanto il suo sguardo
perso nel vuoto si spostava su un orologio appeso al muro.
Il campanello suonò due volte.
Di scatto appoggio ciò che aveva
in mano e corse come un bambino ansioso di aprire un regalo, verso la porta.
Si arrestò un attimo prima di
spalancarla.
Appoggiò la mano sulla maniglia.
Respirò prontamente.
Un altro suono.
Aprì lentamente la porta.
Elly era lì davanti a lui. Lo
guardava con incertezza ma con un leggero sorriso.
Robbie non parlò.
Si avvicinò a lei e la baciò.
* allora? Che ne pensate?? Scusate l’imparzialità ma a me
piace!! Sapevamo che il momento della resa dei conti sarebbe giunto ma spero
che il modo sia stato apprezzato!! In ogni
caso la storia non è assolutamente finita…il destino ha ancora in serbo
qualcosa per i due giovani…*
Le porte erano già aperte però
ancora nessun studente si aggirava lì intorno.
Negli spogliatoi solo due voci
interrompevano un solenne silenzio…
-Devo assolutamente smettere di baciarti! – disse Robbie
sorridendo alla ragazza che aveva davanti
-E perché?
-Perché sto consumando tutte le mie energie…come farò con la
lezione di oggi se tutte le volte che solo ti guardo mi stravolgi…
-Wow…non pensavo di possedere certi poteri…
Ripresero a baciasi fino a
quandosentirono i primi allievi
arrivare.
-Jim allunga di più le braccia e tu Sally…guardalo in faccia…ok
così va molto meglio – Robbie vicino a due dei ragazzi del corpo di ballo stava
dando loro istruzioni per migliorare il passo
-Robert! Robert!
-Arrivo Mary…
Il ragazzo raggiunse l’insegnante
in un angolo della palestra e si sedette sui materassi stesi a terra.
-Dimmi…
-Stai facendo ungran
bel lavoro…
-Grazie…
-Tra poco ci saranno gli esami finali e la scuola sarà finita…
-Eh già…tre mesetti…
-Io ti avevo assunto solo per il periodo scolastico…e non sono
intenzionata assolutamente a prolungarti il contratto
-Giusto…
-Però ti vorrei ugualmente nella scuola…
-Mi fa piacere…ma per fare cosa…?
-Per ballare…ti vorrei come allievo…è il momento di
ricominciare Robbie…
-No…io non ballo più…non sono più in grado
-Ma cosa dici…tu balli….tutti i giorni…
-Si, ma di nascosto e in privato
-Ma pensavo che…
-Non tornerò mai su un palco…
-Ma perché?
-Non voglio…ormai la mia strada è un’altra…non voglio diventare
un ballerino da grande…non più…
-Ma se continuerai a ballare non significa che diventerai un
ballerino…
-Appunto…
La lezione terminò.
Robbie stava seduto sui gradini
esterni della palestra.
-Ehi… - la voce di Elly lo raggiunse da dietro
-Ehi – rispose lui senza voltarsi
-Andiamo?
-Si…
I due ragazzi si presero la mano e
si incamminarono in direzione del parco.
Arrivati cercarono un po’ di ombra
per ripararsi dal sole che dopo un lungo inverno cercava di riprendere il suo
posto.
Si sedettero sotto una grande
quercia poco distante dal laghetto.
Robbie si accomodò per primo e una
volta a terra allargò le braccia per accogliere Elly.
Anche lei lo raggiunse sull’erba.
-Cosa voleva Mary?
-Niente…- rispose lui abbandonando il suo sguardo assente verso
le papere che sguazzavano
-Come niente?
-Niente… - ripeté
-Perfetto…se iniziamo così andremo lontano come coppia – affermò
lei
-…………
-fai come vuoi non dirmi niente
-………………
-anzi no…ora tu parli con me – attese un attimo una risposta
del ragazzo che non arrivò – Robbie!!
-Va bene…calmati. Allora Mary mi ha proposto di tornare a
ballare.
-È fantastico, non trovi?
-Per niente
-Perché?
-Io non voglio più ballare
-Scusa non capisco?
-Dopo l’incidente…avevo ripreso a ballare per un breve
periodo…poi un giorno durante un saggio il ginocchio mi provocò una fitta,
neppure particolarmente dolorosa, e io caddi a terra e non continuai più il
balletto…tutti rimasero in silenzio ma io sapevo di averli delusi, e
soprattutto sapevo di essermi umiliato…
-Tu non hai deluso nessuno…tutti avranno capito che era un
problema di “fisico”, sono sicura che nessuno ha messo in dubbio la tua bravura
o la tua professionalità…e poi questa è un’occasione per riprovarci… per
superare questa paura…
-Ma io non voglio diventare un ballerino…ho gia superato alcuni
esami d’ammissioni a vari college…da grande non voglio essere un ballerino…
-Lo so e diventerai qualsiasi cosa tu voglia… perché sei in
gamba…ma ti rimarrà sempre questa macchia…questo rimorso…provaci, dimostra a te
stesso che puoi farcela, dimostra che sei ancora in grado di sostenere uno
spettacolo di fronte a molte persone…superato questo ostacolo incomincerai la
tua nuova vita…non sprecare questa occasione o te ne pentirai…
-Perché quando parli tu sembra tutto più facile?
-Perché lo sai che ho ragione…
-Sei un po’ presuntuosa signorina…ci penserò, d’accordo?
-D’accordo…sono contenta…
-Piuttosto hai inviato la richiesta definitiva per entrare alla
Chicago Royal Ballet?
-No…non ancora
-Lo hai detto ai tuoi?
Lascia stare a questo problema ci penseremo un altro
giorno…oggi ne abbiamo già risolto uno, dobbiamo ritenerci bravi…
* finalmente una coppia…che si aiuta a vicenda…sono carini
non trovate?? In ogni caso il loro futura è ancora da determinare….leggete, leggete!*
La classe di scuola era assorta nel più tombale dei
silenzi.
Quarto e ultimo giorno degli esami
finali.
Il compito di matematica era
appoggiato sul banco di ogni ragazzo.
Un orologio era visibile sulla
cattedra.
-Fine dei quaranta minuti…arrivederci ragazzi….- il professore
pose fine al calvario
Tutti smisero di scrivere.
Si alzarono per consegnare i
risultati del lavoro dei loro ultimi 5 anni.
Salutarono con un sorriso il prof
che avrebbero rivisto sicuramente il giorno dei diplomi.
Uscirono dall’aula, dai corridoi,
dalla scuola.
Robbie aveva appena appoggiato lo
zaino sul prato quando fu travolto da un abbraccio soffocante di Elly e da un
bacio altrettanto intenso.
-Abbiamo finito…te ne rendi conto?
-Si… - lui le sorrise
-Questa sera bisogna festeggiare…
-Ti porto in un bel locale…però non dobbiamo fare troppo
tardi…domani è un giorno importante…
-Non me lo ricordare…altrimenti questa sera non mi muovo di
casa…
-Va bene, va bene…
Casa Berfield.
-Mamma sta sera esco…non torno tardi però – Elly si appoggiò al
divano dove sua madre, seduta, stava leggendo
-Va bene…dove vai?
-In un locale per festeggiare la fine della scuola
-Buona idea, e vai con il tuo ragazzo?
-Si…mi dovrebbe passare a prendere a momenti
-Eleonore, prima o poi vorrai far conoscere a me e a tuo padre questo
misterioso ragazzo? Magari puoi invitarlo a casa…
-Grazie mamma, ma ancora per un po’ lo terrò nascosto, al
sicuro dalle vostre grinfie…
La signora distolse lo sguardo dal volume che aveva in mano
per guardare la figlia che però con un sorriso riportò la situazione
tranquilla:
-Scherzo naturalmente…quando si sentirà pronto ve lo farò
conoscere…
-Ci piacerà sicuramente…deve essere un gran bravo ragazzo. Ti
viene a prendere e ti riporta a casa sempre con un perfetto orario, chiama
sempre nelle ore più adatte e con estrema cortesia chiede di parlare con
te…sono così ansiosa… - disse la signora Berfield raggiante
“ah mamma dimenticavo di dirti che lui è Robert …quello che
vive solo in quel “quartieraccio”, quello che avete trovato sopra di me ormai
semi nudo…e come se non bastasse dimenticavo di dirti che lui insegna
danza…cosa che tu non approvi assolutamente… e oltretutto lo fa nella mia
scuola… ciò significa che io, la tua cara figliola, l’ho visto tutti i giorni
per oltre 3 mesi”.
Elly poté solo pensare ciò.
-Come mai hai detto che torni presto….? – ricominciò la madre
-Domani parto…sto via due giorni
-Come? – chiese sorpresa la donna
-Si, l’avevo gia detto a papà
-Ma dove vai? Con chi?
-Vado con Lucie…andiamo a Chicago
-A Chicago…da sole?
-Si
-Ma perché andate?
-Vogliamo vedere il lago Michigan…
-Eleonore, non scherzare.
-Lucie vuole vedere il college di Chicago…
-Non sapevo volesse frequentare quello…qui a Boston ce ne sono
di rilevanti…
-Non per specializzarsi in medicina…i migliori sono uno Chicago
e uno a Denver…
-Ma prendete l’aereo?
-Si…
-Se tuo padre ha accettato…non posso dire niente…mi dispiace
però che lui non me ne abbia parlato…
-Lo sai papà com’è…soprattutto in questo periodo…il lavoro lo
massacra
-Certo, sarà per questo che se ne è dimenticato
Il campanello suonò.
Elly salutò la madre e raggiunse
il ragazzo che l’attendeva in macchina all’esterno del cancello della villa.
* qualcosa sta per succedere…qualcosa di importante!! Un grazie
immenso a tutti e spero continui a piacervi il racconto! Chia *
La macchina del ragazzo si fermò davanti ad un
elegantissimo ristorante.
I due ragazzi entrarono.
Il cameriere li fece accomodare in
un tavolo appartato.
Solo dopo che ebbero ordinato
poterono conversare tranquillamente.
-Domani devi assolutamente superare l’esame di ballo!
-Come mai te ne esci con questa esclamazione proprio adesso?
Chiese lei ad un Robbie particolarmente entusiasta
-Perché…mi è arrivata la lettera d’ammissione per il college di
Chicago. Non è estremamente costoso …e poi sai i nostri 2 college sono
vicinissimi… - Robbie sorridendo guardò Elly – cos’è quella faccia adesso? Hai
paura di non passare?
-No non ho paura…- disse la ragazza rattristata
-E allora cosa c’è?
-Ti aveva accettato anche il college di Denver?
-Si
-Tu non puoi venire a Chicago…
-Certo che posso…
-No…la tua prima scelta non era Chicago…
-Lo so ma la ci sei tu…
-Ma Denver è sempre stato il tuo sogno…la tua possibilità per
un futuro..
-Ma io voglio che ci sia anche tu nel mio futuro…
-Tu non puoi sacrificarti per me
-Certo quella di Denver è un pochino più facoltosa ma a me non
interessa nulla se non posso condividerla con te
Elly non parlava più. Anche lei avrebbe voluto al suo fianco
il ragazzo che amava ma sicuramente non era giusto che lui si sacrificasse…
Cenarono in silenzio.
Il ragazzo pagò il conto e uscirono.
Anche per tutto il viaggio in macchina nessuno dei due parlò.
Arrivarono davanti alla casa della ragazza.
-Non è giusto… - disse solamente Elly
-Ancora…?
-Tu non puoi continuare a stare con me?
-Ma cosa dici…
-Tutieni a me più di
quanto io tenga a te…me ne sono accorta questa sera…
-Elly vuoi smettere di farneticare e spiegami cosa stai
dicendo, stai per caso cercando una scusa per scaricarmi?
-Tu rinunci alla scuola dei tuoi sogni per me…io non so se lo
avrei fatto…
-Elly tu non ti trovi nei mie panni…perché pensarci?
-Io non so se lo avrei fatto…sono un’egoista…
-Non sei egoista…smettila…
-Io non sono all’altezza di stare con te…
-Ma io ti amo… - il ragazzo lo disse guardandola dritto negli
occhi
Elly respirò profondamente.
Riportò il suo sguardo, che poco prima aveva abbassato, sugli occhi di lui.
-Cosa hai detto? – la ragazza tremava
-Ho detto che ti amo
-Non lo avevi mai detto…- balbettò
Robbie le sorrise.
-Lo puoi ripetere un’altra volta?
-Si… - rise lui – ti
amo…
-Anche io, tanto!
Si baciarono, poi con sguardi
commossi si salutarono.
* si forse un po’ sdolcinato…ma ci voleva…come tutte le
coppie che si rispettano anche loro lo devono essere un po’…*
**l'audizione è imminente...forse l'esio è più sche scontato ma ci saranno sorprese anche durante la prova...legetet mi racc. chia**
-Si mia mamma ci ha creduto…tornerò il pomeriggio di dopo
domani, ma a casa torno solo la mattina dopo…dormo una notte da Robbie…
La ragazza sorrideva.
La casa era silenziosa.
-Si sto attenta…lo so devo stare tranquilla….Ciao Lucie e
grazie.
Riattaccò.
Guardò l’orologio, prese la
valigia e uscì prima dalla sua stanza e poi di casa.
Ancora Robbie non era arrivato,
così si sedette sul muretto che separava il giardino di casa sua dalla strada.
Quello era un grande giorno.
Avrebbe ballato davanti alla
commissione del Chicago Royal Ballet.
Doveva superare l’emozione e la
tensione…ma tanto c’era lui…il suo ragazzo…il suo amore.
Una macchina si fermò davanti a
lei.
Salì.
Aeroporto di Chicago.
-Robbie io non ci sono mai stataquindi scortami tu…- disse sorridendo la ragazza.
Robbie per quell’occasione fu
veramente carino.
La aiutò a portare le borse elaguidò come solo il suo lui poteva fare.
Era nella sala dove tutte le
ballerine si riscaldavano, e la tensione di Elly crescevaa mano a mano che terminava di vestirsi…
Lasciò scorrere le collant bianche
lungo le gambe snelle. Il cuore cominciò a batterle all’impazzata.
Entrò nel body aderente. Faticava
a respirare.
Si allacciò l’ampio tutù rosa.
Gocce di sudore freddo iniziarono a scenderle lungo la schiena accaldata.
Infine di si allacciò le scarpette
da danza. Aveva un leggero mal di testa.
-Elly ! – Robbie fece capolino nella stanza – tutto bene?
-Per niente – sospirò lei sempre più preoccupata.
In quel momento l’altoparlante annunciò il nome della
prossima candidata:
< Eleonore Berfield >
Elly uscì dalla stanza, raggiunse il ragazzo nel corridoio.
Lui le baciò la fronte sussurrandole nell’orecchio un “ Vai
ballerina, incantali!”
Lo abbracciò un’ultima volta e poi scappò.
Si ritrovò in una sala molto illuminata, dal pavimento di
legno chiaro, davanti ad una commissione di ballerini un po’ attempati.
-Bene signorina, si tranquillizzi, non mangiamo nessuno –
ironizzò un tipo più anziano degli altri al centro della lunga tavola – può
iniziare con la sua coreografia classica. Può mettere il Cd con la base in
quello stereo là in fondo.
Con movimenti estremamente lenti
scelse la canzone che avrebbe ballato, si posizionò al centro della stanza e
non appena la musica partì Elly cominciò a volteggiare sulle punte con la
stessa naturalezza di tutti i giorni.
Il balletto terminò.
Gli sguardi dei professori erano
impassibili ma la ragazza non si agitò.
-Ok, ora si può velocemente cambiare e magari riprendere fiato
per poi iniziare l’assolo moderno. Ci rivediamo tra dieci minuti – questa
voltaa parlare era una donna.
Di nuovo nella stanza.
Questa volta i giuratinon le dissero nulla.
Si preparò da sola e cominciò
nuovamente a ballare, ora scatenandosi sulle note di una musica hip hop.
Quando terminò era leggermente
stravolta, il fiatone le impediva di parlare.
-Signorina Berfield, credo sia stata avvisata, quest’anno è
previsto anche un passo a due…
La ragazza alzò velocemente la
testa, sgranando gli occhi.
E adesso?
-No, veramente io non sapevo niente
-Come niente?
-Si, non mi hanno avvisato…
-Questo è un problema, abbiamo avvisato tutti i partecipanti ai
provini con una lettera alle famiglie! – esclamò allargando le braccia un
signore di mezz’età.
Elly rimase in silenzio, pensandoci su: sua madre…non poteva
dargliela vinta.
Poi improvvisamente il viso le si illuminò.
-Ok,ho solo bisogno di
dieci minuti.
-E’ sicura? Questo balletto ha un valore decisivo nella scelta…
-Certo, sicurissima, Vi prego di scusarmi.
Uscì di corsa lungo il corridoio.
Lo vide, era appoggiato alla macchinetta del caffè con aria
assorta.
Quando la sentì arrivare, alzò la testa.
-Robbie, devi aiutarmi!
Un ragazzo e una ragazza, quel giorno, stavano volando su
una musica dolce e romantica, con i volti raggianti di gioia.
Prese mozzafiato erano intervallate da passi complicati e da
sguardi complici.
Era il momento della presa finale.
A Elly non sempre era venuta e con lui non l’aveva mai
provata.
“ O la va o la spacca” pensò la ragazza prendendo la
rincorsa per poter salire in alto.
Il paesaggiodi
Boston scorreva rapidamente davanti agli occhi assonnati di Elly.
Il rumore del motore dell’auto cessò.
Robbie scese dalla macchina e dopo aver aperto la portiera
alla ragazza, la accompagnò fin dentro al suo appartamento.
Senza pensarci due volte Elly si buttò a capofitto
nell’ampio divano-letto, emettendo un sommesso mugolio di piacere.
-Sei stanca? – chiese il ragazzo mettendo a posto le valigie
-Abbastanza… è stata una giornata intensa!
-Uhm… comunque, grazie per l’aiuto! – rise lui
-Dai scusa – sussurrò lei, facendo per alzarsi
-No no, stai ferma lì, stavo scherzando… sono un uomo forte io,
per chi mi hai preso?
-Non ne avevo dubbi. Dai adesso vieni qua, le valigie possono
aspettare fino a domani.
-Iodovrei lasciare in
disordine la mia dimora per raggiungerti su quel letto che oltretutto occupi
completamente?
-Si…
-Uhm, poco convincente!
-Potrei farti un po’ di spazio…
-…E poi?
-Mmm, potrei iniziare a baciarti…
Il ragazzo si distese di fianco a Elly.
-E ora ? – sorrise furbescamente lui.
-Potrei iniziarea
spogliarti!
-Non ho caldo!
-Sei sicuro?- gli chiese adagiandosi sopra di lui e cominciando
a togliergli la maglietta.
-No, non sono sicuro…
Un raggio di sole entrò dalla
serranda semichiusa della piccola camera.
Bastava ad illuminare i due corpi
che lentamente si muovevano nel sonno fra le candide lenzuola.
Elly aprì lentamente gli occhi e
si girò subito alla ricerca di quelli di Robbie.
Anche lui la guardò, con un
magnifico sorriso.
-Buongiorno, già sveglia?
-Si, sono mattiniera!
-Beh, stanotte abbiamo fatto le ore piccole, pensavo avessi
bisogno di dormire…
Elly sorrise.
-Sono un po’ agitata…
-Per la lettera d’ammissione?
-Si… chissà se mi avranno accettata…
-Ma sì!
-Speriamo!
Detto questo il ragazzo l’abbracciò.
**eccomi di nuovo qua!! allora il tanto atteso provino è stato ormai compiuto...bisogna solo asp l'esito!! siamo giunti ormai agli ultimi atti della storia (anche se ric che ci sarà un continuo a dir poco sorprendente)ma ancora alcune situazioni devono decidersi...come ad es il rapp di Elly con i suoi genitori! leggete mi racc bacioni chia**
Erano passate varie settimane dall’audizione…Elly era
tornata a casa, ma non aveva avuta voglia di discutere con sua mamma per la
faccenda della lettera…quindi aveva tralasciato.
Elly aspettava impaziente ogni mattina l’arrivo del
postino,sperava con tutto il cuore di vederlo arrivare con una lettere per lei.
Anche quel venerdì mattinaera passato ma ancora non aveva ricevuto nulla.
Era ormai pomeriggio inoltrato.
Il postino passava solo la mattina, così decise di
concedersi una passeggiata, magari fino al locale dove lavorava Robbie.
Arrivata davanti al Caffè lo intravide dal vetro.
Era intento a preparare una delle sue famose coppe di gelato
artigianale.
La ragazza entrò salutando affettuosamente il proprietario e
avvicinandosi silenziosamente all’indaffarato barista.
-Ciao!
-Amore…cosa ci fai qui? Non sei a casa a fare la guardia alla
buchetta delle lettere?
-Mi sono presa una pausa.
-Ottima idea. Vuoi qualcosa?
-Mi basta un caffè
-Dammi due secondi,porto questo gelato al tavolo poi mi
dedicherò a te.
-Eccomi ed eccoti il caffè!
-Sembri allegro?
-Lo sono!
-Quali sono le novità?
-Mi hanno definitivamente accettato al college di Chicago e ho
trovato pure un lavoro là.
Elly si rattristò improvvisamente.
-Ancora con la storia che era meglio l’altro college?
-Si…e non solo…
-Cosa c’è ancora?…ho capito…hai paura che non ti abbiano preso
all’accademia?
-Si
-Smettila Elly così diventi paranoica. Sicuramente ti hanno
preso, hai visto anche tu come sono riamasti sbalorditi dall’ultimo balletto…e
poi per il mio college…ho 18 anni, sono grande e vaccinato…scelgo da solo
quello che sarà il mio futuro, capito?
-Si
-Adesso togli dal viso quella faccia da funerale e torna ad
essere la mia ragazza per favore?
-Va bene – disse lei abbozzando un sorriso – a proposito! –
esclamò – ti ricordi che giorno è domenica?
-No…qualcosa di importante?
-Robbie stai scherzando? – Elly lo guardò più seria del solito
-No, non scherzo. Mi sono dimenticato un avvenimento
importante?
-Come non sai che giorno è domenica? – la ragazza lo guardò
delusa
-Aspetta che guardo
sull’agenda del locale…solitamente mi scrivo tutto lì.
Lasciò il bancone e si avvicinò
alla cassa. Da lì prese un grande libro che portò sotto gli occhi di Elly.
Lo aprì alla pagina di Domenica.
Robbie: Giorno libero
La ragazza sorrise.
Non si era dimenticato del suo compleanno.
Le luci esterne del vialetto di casa Berfield erano accese.
Il buoi era calato velocemente, per questo ad Elly era
toccato rincasare.
Entrò in casa: uno straordinario silenzio.
Situazione alquanto strana per l’ora di cena.
Solitamente le grida di sua madre, che discuteva con la
donna di servizio per le varie pietanze, si sentivano dall’ingresso.
Elly non ci badò più
di tanto, si pose solo un’unica domanda prima di incamminarsi verso la sua
stanza: “ Siamo tornati alla normalità?”.
Aprì la porta della camera.
La luce accesa tralasciava sicuramente vedere sua madre in
piedi davanti al letto.
Il suo sguardo truce era posato sulla figura che aveva
appena fatto la sua comparsa nella stanza, le braccia conserte nascondevano
appena una busta di carta.
Fissò lo figlia impietrita per qualche secondo, poi disse
con voce squillante e nervosa:
-Voglio una spiegazione –
La domanda vibrò nell’aria mentre la donna allungando la
mano verso la ragazzale permise di
leggere il mittente della lettera: Chicago Royal Ballet.
-E’ la risposta alla mia domanda di ammissione – disse Elly
tentando con fermezza di trattenere la paura che per la prima volta la madre le
infondeva.
-Quando ti avevano ammesso per frequentare il corso estivo
prima di una qualsiasi università avevo accettato ma questo proprio
no.Qualsiasi sia il verdetto, tu non frequenterai questa scuola – sentenziò la
signora Berfield
-No mamma – lo disse,la ragazza sapeva che prima o poi sarebbe successo – se mi hanno
accettato io partirò e se non fosse andata bene cercherò un’altra accademia
disposta ad accogliermi
-Questo non sarà il tuo
futuro sia ben chiaro ragazzina
-Mamma ho preso la mia decisione e anche tu dovrai accettarla –
disse Elly sforzandosi per non urlare
-Io non accetterò mai che una ragazza intelligente come te
sprechi il suo futuro per ballare. Puoi entrare in qualsiasi college vuoi,
quindi vedi cambiare idea…
-Mamma te lo ripeto questa è il mio sogno e lo porterò a
termine anche se tu e papà non lo approvate
-Hai detto bene io e tuo padre non accetteremo mai questa
scelta…
-Se è così non ci resta che concludere il dibattito. Io andrò a
quella scuola sia con il vostro consenso che senza…
-No mia cara…se tu sei intenzionata a proseguire in questa
avventura sappi che io qui a casa non voglio più vederti…e non ti aspettare
assolutamente di ricevere alcun contributo in denaro…da questo momento io non
ti considero più figlia mia…in questo modo tu stai deridendo l’onore dei
Berfield, famiglia da secoli formata da avvocati, medici,economisti e uomini
d’alto valore…
Elly cominciò a ridere. Un riso sforzato e isterico.
-Mamma dovresti registrare le tue parole…solo per poterle
riascoltare un giorno e vergognarti di te stessa.
Non ti preoccupare da questa sera
non mi avrai più in giro per casa.
Si…io non rinuncio al mio
sogno…se mi hanno accettata, a fine estate mi trasferisco a Chicago,non mi
servono i tuoi soldi…per ora ne ho abbastanza per i costi di ammissione e per
le prime due rette semestrali…sai i regali di vari compleanni e i risparmi di
qualche lavoretto…fino alla mia partenza un letto caldo dove dormire ce
l’ho…andrò a casa di Robbie…
La signora Berfield la guardò stupita.
Elly riprese.
-Giusto perché tu ancora non lo sai…ho un ragazzo…vive solo e
anche lui andrà a Chicago per frequentare un college…oh ma cosa mi viene in
mente..tu lo conosci già…ti ricordi mamma quel ragazzo che tu e papà avete
trovato sopra di me quella sera….é lui! Sarà sorprendente?
La madre priva di parole la guardò ancor più sorpresa.
Elly si avvicinò all’armadio, tirò fuori un borsone già
pieno di vestiti…
-Avevo previsto tutto…. – disse la ragazza rivolgendosi alla
madre.
Poi siallontanòda dove si era
fermata e raggiunse un secondo armadio dalla parte opposta della stanza.
Da questo estrasse un altro
borsone pieno dell’occorrente per la danza e ci ripose di fretta alcune foto
che staccò dalle pareti o che prese da qualche cassetto.
Si muoveva agilmente sotto gli
occhi della madre che ancora incredula faticava ormai a stare in piedi.
Finiti i bagagli, la ragazza si avvicinò alla madre e
guardandola con disprezzo le strappò di mano la pietra dello scandalo: la busta
bianca un po’ stropicciata.
Si stava per allontanare.
-Sono sicura che così non disonorerò ne i Berfield ne
papà…ah…un’altra cosa…volevo ricordarti che tu fai parte di questa rispettosa
famiglia solo perché ti sei sposata un suo membro e non perché hai studiato
medicina o legge…non ti ricordi più che tu non lo hai nemmeno finito il
college?
La memoria ti fa brutti scherzi
eh cara mamma?
Dovresti essere contenta che tua
figlia continui la scuola.
Se lo ignori te lo ricordo
io…l’accademia che vorreifrequentare
non mi preparerà solo ed esclusivamente nella danza…è comunque un college dove
per andare avanti non devi solo saper ballare ma sei costretta pure a
studiare…ciao mamma e non ti preoccupare per me,se poi ne sei capace, io ora
vado da una persona che mi ama veramente ed insieme inseguiremo i nostri sogni…
Così dicendo Elly munita delle sue valige, lasciò la casa.
Robbie era seduto al tavolo del suo appartamento.
Aveva appena cenato,ed ora stava osservando malinconico la
foto della madre.
Questo per lui era un bel momento,i suoi sogni si stavano
avverando ma purtroppo non li poteva condividere con lei.
Quanto sarebbe stata fiera di lui.
Il campanello di casa suonò ripetutamente.
Il ragazzo spaventato dall’ora tarda si precipitò
all’ingresso.
Davanti a lui la scena che si era immaginato più volte.
Elly con due borsoni appresso e un volto stravolto attendeva
solo un suo abbraccio.
Robbie la fece entrare, la aiutò ad appoggiare i bagagli e
poi la avvolse completamente tra le sue braccia tentando di placare il
disperato pianto della giovane.
La notte era trascorsa tranquilla. Elly dopo avergli
raccontato tutta storia si era addormentata.
Ora, alle prime luci dell’alba i due ragazzi si
risvegliarono.
-Elly ma la busta l’hai aperta? – Robbie strillò
-No – la ragazza era più calma
-E cosa aspetti?
-Non lo so…ho paura…
-Ma sei matta? Spicciati, valla a prendere – le ordinò
-Eccola…vado? – sussurrò lei dopo aver attraversato la stanza
ed essere tornata al letto
-Certo
Lesse silenziosamente.
-E’ andata!!! – urlò saltandogli addosso
-Non ne avevo dubbi
Rimasero a parlare dell’argomento per un tempo illimitato.
-Robbie saremo soli in questa impresa lo sai?
-Io e te, i nostri sogni e un avvenire….non è abbastanza?
* Come avrete capito la storia è
quasi giunta a conclusione!! I loro sogni si sono avverati con qualche imprevisto
e un po’ di sofferenza…godetevi gli ultimi capitoli!*
** Un'altra cosa: un grazie immenso a chi continua a recensire e a seguire la storia!! grazie grazie grazie a tutti siete carinissimi! 1 bacione chia**
Quella mattina era il giorno del suo diciottesimo compleanno
ed era veramente felice.
La sera prima aveva festeggiato con tutti i suoi compagni di
classe e con gli amici della scuola di danza. Avevano rincasato soltanto alle
4…era stata una festa veramente degna per l’occasione.
Mentre Robbie stava aprendo la finestra per far entrare un
po’ d’aria Elly si stiracchiò fra le lenzuola.
Non dovette attendere molto l’arrivo della colazione: il
ragazzo con un vassoio la raggiunse a letto.
Le aveva preparato il suo piatto preferito: frittelle ai
mirtilli, toast imburrati e succo di pompelmo.
-Tu sei pazzo…
-Di te sicuramente…
-Bella questa… - Elly non poteva fare a meno di sorridere.
Aveva appena finito di vestirsi quando la porta della camera
da letto si spalancò.
-Pronta?
-Per cosa?
-Per uscire…
-Si… - affermò – ma dove andiamo? – chiese sapendo di non
ricevere risposta
-Lo vedrai
-Immaginavo…un mistero…ok mi metto le scarpe…
Scesero correndo le scale,fino a raggiungere l’esterno della
palazzina.
Robbie si fermò sul marciapiede senza dir nulla.
-Non dovevamo uscire? – gli chiese Elly un po’ perplessa
-Siamo arrivati
-Va bene….che cosa facciamo qui?
-Qua troverai il tuo regalo di compleanno…
-Qui? Scusa Robbie ma io non vedo niente…
-Allora guarda meglio,concentrati…
Elly si guardò in giro.
Non vide nulla che poteva assomigliare ad un regalo,almeno
fino a quando qualcosa non raggiunse i suoi occhi.
-Non è possibile!- gridò quasi
-Tu credi?
-Non può essere quello il mio regalo….
-E perché?
-Perché tu non te lo poi permettere…
-Ne sei sicura?
-A questo punto…no
-Elly avvicinati un po’…- le disse sorridendo Robbie
La ragazza attraversò la strada e si fermò solamente una
volta raggiunta unamacchina nera.
Appeso al cofano c’era una fiocco rosa e al suo interno si
poteva intravedere un foglio su cui era scritto il suo nome con un augurio di
buon compleanno.
Da quella meravigliosa sorpresa erano passate circa tre ore.
Robbie anche se si era assicurato un giorno di riposo, era
andato a dare una mano al bar,così Elly si era concessa un giretto con la sua
nuova auto.
Era andata a fare un po’ di spesa per la settimana ed
ora,vagando senza meta, si era ritrovata proprio davanti al cancello di casa
Berfield.
Da quella posizione poteva intravedere l’ufficio di suo
padre con lui alla scrivania: come di consueto stava leggendo il suo giornale.
In cortile vedeva anche la madre impegnata a curare le sue
adorate e preziose rose.
Sembrava un giorno come tanti e non il diciottesimo
compleanno della loro bambina.
Non l’avevano neppure chiamata per gli auguri.
Elly fingeva di non essere turbata dal loro atteggiamento ma
davanti a quella scena non poté trattenere qualche lacrima che con decisione
cancellò dal suo viso.
*ciao a Tutti!!! a mio parera il finale di questo capitolo è veramente triste...si, la figura di Robie è importnate ma lui non è in grado di colmare il grande vuoto che ha provocato l'assenza dei genitori...ed Elly forse a milincuore se ne è accorta!! cmq il prox capitolo sarà quello conclusivo!! non so se l'ho gia anticipato...in ogni caso al termine di questa storia ci sarà sicuramente un seguito! spero sarà seguito (bella ripetizione) quanto questa!!!!! grazie 1000 a tutti siete troppo carini! continuate a recensire fino all'ultimo mi racc bacioni chia*
Era una mattinata molto afosa, non tirava nemmeno un sospiro
di vento.
Calma completa.
Robbie fece irruzione nella stanza con il volto
completamente bagnato di sudore.
Proprio in quel momento Elly si stava caricando sulle spalle
gli ultimi bagagli rimasti.
Si guardarono un attimo, sorrisero.
-Ok, è tutto pronto- la ragazza ruppe il silenzio con questa
affermazione.
-Bene, allora si parte!!!!- esclamò Robbie.
Chicago si stagliava davanti a loro, con i suoi altissimi
palazzi e quella inconfondibile routine quotidiana che si riversava nelle
strade come un tormentoso fiume sottoforma di auto, taxi gialli e uomini e
donne con una 24 ore in mano.
Il rombo del motore era sovrastato dalla musica che Robbie
ascoltava.
Il ragazzo canticchiava il motivo battendo al ritmo le dita
sul volante e, nonostante la confusione, Elly dormiva pacificamente appoggiata
al finestrino.
Un semaforo rosso lo fece fermare bruscamente, così si girò
verso la ragazza.
Sorrise.
Era così dolce la sua piccola mentre dormiva….era felice che
il suo sogno si fosse avverato.
Sarebbe diventata una ballerina professionista, magari la
migliore,di questo era certo.
Semaforo verde, spinse l’acceleratore, il Royal Ballet era
praticamente un isolato più avanti.
-Sveglia pigrona, siamo arrivati- sussurrò Robbie scrollandole
leggermente la spalla.
Elly dopo qualche secondo aprì i profondi occhi azzurri e
guardò gli splendidi lineamenti del ragazzo.
-Come già arrivati? – mugugnò.
-Beh, si… sono tre ore che dormi!- rise Robbie accarezzandole i
capelli.
-Non ci siamo dati nemmeno il turno… sarai stanco! – replicò
l’altra con sguardo preoccupato.
-No ti preoccupare, c’è di peggio…
Si baciarono appassionatamente,
poi scesero per entrare al college, armati naturalmente di un mucchio di
pesantissimi bagagli.
-…. Questi, sono il peggio! – esclamò Robbie pensando ai
migliaia di scalini che li aspettavano.
Una nuova vita cominciava per
entrambi.
Una vita che loro si erano creati e che avevano
voluto con tutte le loro forze…insieme.
FINE
* Eccoci ancora qua! “Una ragazza e il suo sogno” è
giunto alla fine…ora si può anche dire…un lieto fine come in tutte le storie
d’amore che si rispettino; ancora però sono rimasti aperti alcuni
interrogativi, come ad esempio il rapporto di Elly con i suoi genitori. Come vi
avevo già anticipato la storia ha un seguito che vi assicuro pubblicherò anche
perché è gia concluso e bello pronto per essere letto da voi che avete
recensito puntualmente ogni capitolo!
Voglio quindi ringraziare Kagomechan91e Zakurochan
(che sono state sempre le prime a recensire ogni capitolo), poi ancora mimmyna
(la prima in assoluto ad aver recensito),super gaia, Sailormeila,
HeavenMayBurn86,
se7en, nami_thebest, Ran91!!
Ed in più volevo fare un augurio speciale a super
gaia per il suo compleanno: auguroni!! (anche se con un poco di ritardo).
Ok ho finito J. Piuttosto il seguito
si chiama “Il sogno continua” e inserirò il primo capitolo appena avrò inviato
questo! Quindi vi aspetto!! Chiara*