When The Sun Is Gone di emopunkgirl89 (/viewuser.php?uid=47768)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 La Partenza ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 La Piccola Forks ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 Michael Cullen ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 L'avvertimento ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 Emozioni ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 Ricerche ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 Conosco Il Tuo Segreto... ***
Capitolo 8: *** Cap. 8 La Storia Di Michael e... ***
Capitolo 9: *** Cap. 9 Sangue ***
Capitolo 10: *** Cap. 10 Talmente Bello Da Non Sembrare Vero ***
Capitolo 11: *** Cap. 11 Ma poi... chi vuole tornare indietro?! ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 La Nostra Prima Volta ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 Non So Cosa Darei... ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 Pericolo Per I Cullen ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 Devo Trasformarmi ***
Capitolo 16: *** Cap. 16 Oddio... ***
Capitolo 17: *** Cap. 17 Incinta? ***
Capitolo 18: *** Cap. 18 Il Morso di Michael ***
Capitolo 19: *** Cap. 19 Agonia ***
Capitolo 20: *** Cap. 20 Caccia e Amore ***
Capitolo 21: *** Cap. 21 Voce Famigliare ***
Capitolo 22: *** Cap. 22 Le Mie Origini ***
Capitolo 23: *** Cap. 23 I Volturi ***
Capitolo 24: *** Cap. 24 Un Addio o Un Arrivederci? ***
Capitolo 25: *** Cap. 25 Sei Arrivata Tardi Sue ***
Capitolo 26: *** Cap. 26 Paradiso ***
Capitolo 27: *** Cap. 27 Armonia ***
Capitolo 28: *** Cap. 28 Abilità ***
Capitolo 29: *** Cap. 29 Allenamento, Demetri e Felix ***
Capitolo 30: *** Cap. 30 Lo Scambio ***
Capitolo 31: *** Cap. 31 Quanto riuscirò a resistere...? ***
Capitolo 32: *** Cap. 32 Ci vorrà tempo... ***
Capitolo 33: *** Cap. 33 Non sono più degna... ***
Capitolo 34: *** Cap. 34 Arrivo a Volterra ***
Capitolo 35: *** Cap. 35 La " bottiglia di vino " ***
Capitolo 36: *** Cap. 36 Sindrome di Stoccolma ***
Capitolo 37: *** Cap. 37 Babysitter ***
Capitolo 38: *** Cap. 38 Michael! ***
Capitolo 39: *** Cap. 39 Fuga ***
Capitolo 40: *** Cap. 40 Ritorno a Forks ***
Capitolo 41: *** Cap. 41 Non c'è nessun'altro al mondo ***
Capitolo 42: *** Cap. 42 E così sarà... ***
Capitolo 43: *** Cap. 43 Sposami... ***
Capitolo 44: *** Cap. 44 Romeo & Giulietta ***
Capitolo 1 *** Cap. 1 La Partenza ***
CAP1 LA PARTENZA
When The Sun Is Gone
Cap.1
La Partenza
Come
sempre sono qui, su questo letto, sola. I pensieri sono troppi nella mia testa,
confondo fantasia con realtà, incubi con sogni, razionale con follia. Desolante
è questo silenzio che mi spacca il cuore. Lentamente, molto lentamente sto
morendo dentro. Da quando mio padre è morto e mia madre ha deciso di
trasferirsi in un’altra città le mie giornate trascorrono allo stesso modo. Mi
trascino lenta e spenta. Senza degnare di uno sguardo nessuno, nemmeno i miei
compagni di classe, nemmeno la mia migliore amica che non ha mai smesso di
cercarmi. Di loro non me ne frega nulla, non m’interessa se soffrono perché,
comunque, non soffriranno mai come sto soffrendo io ora. Se me ne devo andare
per sempre da Miami tanto vale che si abituino alla mia lontananza o forse sono
io quella che si deve abituare.
Stringo
al petto la foto di mio padre quando ancora stava bene e non gli avevano ancora
diagnosticato il tumore mortale al cervello che ce lo ha portato via. La
felicità è come svanita da questa casa. Non piango, non perché non voglio, ma
solo perché ho finito le lacrime. Troppo ho pianto in questi mesi. Troppo ho
sofferto. Voglio solo sparire per sempre.
Decido
di rompere il silenzio accendendo la televisione ma non la guardo. Non mi
interessa se il presidente ha fatto una visita all’ambasciata in Francia perché
dovrebbe interessarmi? Cosa c’è di più importante del mio dolore?
Il
rumore che produce il dorso della mano di mia madre sulla porta mi distrae dai miei
pensieri confusi. Subito dopo la sua voce così calorosa e dolce m’invade.
Sue Ellen? Stai dormendo?
No, mamma. Entra.
Delicatamente
apre la porta. Quando oltrepassa la soglia mi arriva il suo profumo leggero
alle narici. Istantaneamente lo respiro a pieni polmoni. L’ho sempre adorato il
suo profumo.
Quando
ero piccola mi stringevo a lei e glielo dicevo continuamente “ il profumo della
mamma è il più buono del mondo “. Lei mi accarezzava la guancia e mi dava un
dolce bacio sulla nuca. Di solito dopo quel breve scambio d’affetto arrivava
anche mio padre che ci stringeva entrambe, avvolgendoci fra le sue forti
braccia. Anche se ora glielo avessi detto e l’avessi abbracciata mio padre non
sarebbe arrivato a completare la scena.
Allora, sei pronta per la partenza di
domani? Hai fatto tutte le valigie?
Mi
fissa coi quei suoi occhi azzurri. Ho sempre adorato anche quelli. Credo che
non ho mai odiato nulla di lei. Mi è troppo naturale amarla alla follia.
Si, ho finito 10 minuti fa di sistemare
gli ultimi vestiti.
Bene. Dobbiamo alzarci presto, mi
raccomando non andare a letto tardi.
Si, mamma.
Improvvisamente
il suo sguardo cada sulle mie dita. Intravede la foto di mio papà. Una lacrima
sembra uscirle dall’occhio destro. Mi sorride.
Manca tanto anche me, lo sai.
Si, lo so.
Mi
accarezza i capelli e come quando ero piccola mi da un bacio sulla fronte.
Ti voglio bene, Sue.
Anch’io ti voglio bene, mamma.
Buonanotte.
Notte, Ma’.
Ammiccando
un altro sorriso chiude la porta lasciandomi sola.
Quanto
è forte mia madre. Non riesco ancora a capire dove trova la forza per fare quel
che fa. Lavora, si occupa di me, della casa… non riesco proprio a capire. Io è
già tanto se riesco ad andare a scuola.
Bacio
la foto del mio adorato papà. L’appoggio al comodino. Spengo la tv e la luce
sperando che il sonno arrivi presto.
Dopotutto
la notte è passata veloce, senza sogni o incubi. È da tanto che non dormo così
bene. Mi sento quasi allegra. Forse la mamma aveva ragione, un cambiamento non
avrebbe fatto male alla mia vita.
Sento
dei rumori provenire dalla cucina ed il profumo di uova mi stuzzica l’appetito.
Mi alzo cercando di tenere gli occhi ben aperti.
Infatti
mia madre è li che prepara la colazione. Sono le 6 ma non avverto il sonno su di
me.
Buongiorno Sue. Ti ho preparato le
uova. So che se non mangi prima di un viaggio poi sei nervosa.
Grazie. Ha un odore squisito. Ma potevi
evitare. Potevo mangiare in aeroporto.
Lo so, ma so anche che tu preferisci la
mia cucina che quella dei bar.
Questo è vero.
Le
sorrido. In quel momento realizzo che è uno tra i primi sorrisi che faccio dopo
mesi di solitudine e tristezza. Il papà mi manca ma per fortuna c’è sempre lei.
La mia mamma. Il raggio di sole delle mie giornate. Purtroppo queste cose non
gliele dico mai. Dovrei. Anche lei sta molto soffrendo per la morte del papà,
si merita il mio affetto, ma c’è sempre qualcosa che mi blocca. Come se io la
felicità la rifiutassi. Come se non volessi più essere felice per tutto il
resto della mia vita. So benissimo che non è giusto, perché così rendo infelice
anche lei.
Il
mio guscio non vuole aprirsi neanche con la persona più cara che ho al mondo.
Come farò a fare amicizia in una città nuova? Non lo so. Per ora non voglio
pensarci.
Probabilmente
farò come ho sempre fatto in questi mesi, standomene da sola a pensare senza
parlare a nessuno, con sempre il mio ipod in tasca e le cuffie al massimo
volume nelle orecchie.
Tesoro, quando ti decidi a togliere
quel brutto piercing dal labbro?
Oh, mamma… dai, ne abbiamo già parlato.
Mi piace. Fa parte di me oramai.
Lo so, ma saresti molto più bella
senza.
Dai Ma’!
Va bene, va bene. Non ne parliamo.
Grazie.
La
sua fissazione per il mio piercing è quasi maniacale. Che fastidio le da?
Infondo sono io che ho un pezzo di metallo in bocca. Quella pallina sotto il
labbro mi piace troppo. E' parte del mio essere. Mi ricorda papà. L’ho
fatto con lui. E' stato lui ad approvarlo. Che ridere al pensiero.
“
papà la mamma non vuole, posso farmi un piercing? “
“
dove lo vuoi? “
“
al labbro! Proprio qui! “
“
mmm. Ti piace? “
“
si! Da morire! “
“
sei sicura che poi non ti penti? “
“
sicurissima “
“
ok. Domani ti accompagno. La faccia è tua. Tanto se ti stufi lo puoi sempre
togliere… ma non parlarmi di tatuaggi! Quelli te li fai quando hai 18 anni e
sarai abbastanza matura da non disegnarti un teschio sul braccio!!! “
“
grazie papà!!! “
Che
bei ricordi. Lui mi ha sempre permesso di fare quello che più mi piaceva. Non
mi viziava, sia ben chiaro, però quel che riguardava la mia vita voleva che
decidessi io.
Il
tempo di finire la colazione e di fare la doccia che già sono pronta a partire. Mettiamo
le valigie nel taxi ed ora veramente stiamo partendo.
Guardo
in lontananza la mia casa diventare sempre più piccola. Già mi manca quella
casa piena di bei ricordi. Sicuramente non mi mancherà il sole di Miami. Ho
sempre odiato il caldo, le spiagge, i costumi, le giornate con i raggi di sole
forti da infastidire gli occhi. Dove stavamo andando, almeno da quel che ha
detto mia madre, il sole si vede raramente. È sempre tutto nuvoloso. Che
fortuna. Il mio posto. Senza sole ma senza neanche troppo freddo.
Chissà
chi incontrerò in questo nuovo capitolo della mia vita? Ancora distolgo il
pensiero dal primo giorno di scuola. L’agitazione per la prima volta in vari
mesi mi colpisce. Io sempre pacata, calma ora mi agito per il primo giorno in
una nuova scuola… che strano. Forse è davvero una cosa positiva questo
trasferimento.
Di
nuovo mi torna il dolore addosso. Mentre l’aereo decolla cerco di
addormentarmi, chiudo gli occhi e mi giro verso il finestrino mentre mia madre
legge una rivista. Una lacrima mi bagna la guancia ma subito la elimino con la
manica della felpa.
La
sofferenza che provo è quasi palpabile. Era cominciata bene questa giornata ma
adesso mi sento come cadere in una voragine perché il giorno in cui mio padre
s’è spento mi è tornato in mente. Le urla di mia madre, la disperazione nel suo
sguardo.
Fortunatamente
il sonno mi avvolge presto, chiudo gli occhi e m’addormento con la fronte
premuta contro il vetro del finestrino ovale.
I
ricordi vagano nella mia mente, ricordi felici, allegri ma anche quelli più
disperati e desolanti. Per fortuna sto dormendo e so che è tutto un sogno o un
incubo. Non so nemmeno io come classificare queste brevi visioni.
Dopo alcune ore di viaggio mia madre mi sveglia. Siamo finalmente arrivate a Forks. Una
nuova vita ha inizio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Cap. 2 La Piccola Forks ***
cap 2 la piccola forks
When The Sun Is Gone
Cap. 2
La piccola
Forks
Stiamo
viaggiando già da un po’ per queste strade di montagna. Ma che razza di posto è
mai questo? È fuori dal mondo… ma stranamente mi piace. Assomiglia a me. Il
cielo sempre nuvoloso mi ricorda ciò che provo dentro. Solitudine.
Mia
madre canticchia una canzone che trasmettono alla radio ma non l’ascolto.
Continuo imperterrita ad osservare tutti questi monti ricoperti da una
vegetazione rigogliosa.
Allora Sue? Ti piace qui?
… non so… mi rispecchia. Credo che non
mi troverò poi così male.
Bene. Purtroppo non sarò con te per una
settimana tesoro.
E
capirai. Il lavoro da manager la occupa troppo. Forse è meglio così, me ne
starò da sola per 7 giorni consecutivi. Molto meglio.
Stai tranquilla. Me la caverò anche da
sola.
Oh, lo so. Sei in gamba.
Ho preso dalla migliore.
Ci
scambiamo un dolce sorriso un po’ ironico. Più mi guardo intorno e più capisco
che questo posto mi rispecchia pienamente ma qualcosa mi dice che mi annoierò a
morte. Una piccola cittadina noiosa. Sarò la notizia succulenta a scuola
domani. Un brivido mi percorre la schiena, ansia da palcoscenico? Mi viene
quasi da sorridere. Con tutti i pensieri che ho mi preoccupo di un banale primo
giorno di scuola.
Delle
piccole gocce di pioggia si scagliano sull’auto. Mi godo quel rumore così
rilassante.
Guardo
dei ragazzi sul ciglio della strada. Sono nativi americani, indiani o qualcosa
del genere. Noto subito che tutti sono grossi, muscolosi e alti. Uno la
fotocopia dell’altro.
Sai che qui c’è una riserva indiana?
Davvero?
Si, la tribù dei Quileute.
Chissà
se anche loro saranno a scuola con me. Potrebbe essere interessante. Subito
dopo ricordo il mio scopo: restare in disparte e trascinare i miei giorni,
lontana dalla felicità. Non desidero essere felice se mio padre non è con me.
Mia
madre parcheggia in un vialetto. Una casetta semplice, piccola, a due piani.
C’è una breve scalinata e un portico tutto in legno. È una casa spoglia priva
di vivacità, ancora in sintonia col mio essere.
Il convento non passava altro.
Ride
mia madre della sua stessa battuta.
A me piace.
Dentro
la casa mi assomiglia sempre di più.
Poco mobilio, l’indispensabile. Arredata in stile rustico. Delle scale proprio
davanti alla porta d’ingresso immagino conducano alle camere da letto.
La
cucina è piccola con un piccolo tavolino rotondo e 4 sedie. La sala minuscola
con due poltrone.
So che non è il massimo tesoro. Appena
finisco questo affare comprerò una casa più grande.
Mamma, non ti preoccupare. Andrà
benissimo.
Porto
con fatica le valigie al piano di sopra sperando di trovare la mia camera un
po’ più grande. Per fortuna. Letto matrimoniale, una scrivania, una armadio a
muro, uno specchio. L’indispensabile, senza troppi addobbi inutili. I muri sono
di un viola pastello in tinta con le lenzuola.
Sento
suonare il campanello. Immagino che già i vicini siano curiosi di vedere che
faccia abbiamo.
Sue! Vieni per favore!
Sbuffo.
Non mi piace quando la gente viola la mia intimità e la mia solitudine.
Faccio
con calma piccoli passi e scendo le scale molto lentamente. Un uomo parla con
mia madre vestito da poliziotto. Sono già venuti ad arrestarmi?
Tesoro vieni. Ti presento il nostro
vicino. Il capo della polizia Swan. Lei è mia figlia Sue Ellen.
Perfetto!
Un poliziotto per vicino di casa. Come farò con la musica ad alto volume?
Un bellissimo nome.
Grazie.
Sue, il signor Swan sa che dovrò stare
via per una settimana quindi s’è offerto di aiutarti in caso di bisogno.
Come
odio le piccole cittadine dove tutti si preoccupano di tutti. Nessuno si fa gli
affari propri qui?
Per qualsiasi problema ti basterà
attraversare la strada.
Grazie.
Bene, io ora vado. Signora Thompson,
Sue Ellen, è stato un piacere.
Anche per noi. Arrivederci.
Quando
finalmente quel uomo se n’è andato posso tornare in camera a sistemare le mie
cose. Stavo già pregustando i miei giorni di solitudine quando ecco che compare
un bamboccio vestito da poliziotto di montagna. So di non essere il massimo
della gentilezza a definirlo così ma proprio non le sopporto le persone
ficcanaso.
Io
non ho bisogno di nessuno. So come cavarmela.
Estraggo
da una delle valigie le mie innumerevoli foto di famiglia. Le posiziono
delicatamente sulla scrivania. Istintivamente do un bacio a quella del papà. La
accarezzo. Quanto mi manca… niente sembra avere lo stesso sapore da quando sono
senza di lui. Niente è più come prima e mai sarà più la stessa cosa.
Mi
sdraio sul lettone e piangendo m’addormento.
La
mattina è arrivata in una velocità supersonica anche se non ho praticamente
dormito, questo letto è un po’ troppo grande per me. Mia madre è già partita
per Los Angeles.
Mi
attende una giornata piena di emozioni, immagino. Preparo la cartella ponendo
delicatamente ogni cosa. Sono fin troppo ordinata per essere una ragazza del
tutto fuori di testa.
Il
mio stomaco non da segni di vita. Non ho fame.
Fuori
il tempo è sempre nuvoloso ma non sembra portare pioggia. Mi vesto come mio
solito jeans, felpa nera e converse nere di pelle.
Infilo
le cuffie del mio ipod e m’incammino. La scuola non dovrebbe essere tanto
lontana.
Mentre
cammino il vento gelido mi colpisce il volto, socchiudo gli occhi per il
fastidio. Noto la gente che mi guarda da dentro i negozi ed alcuni ragazzi mi
squadrano da capo a piedi. Mi hanno già riconosciuto. Esatto, sono io! Sono la
nuova ragazza che viene da Miami, che ha un freddo cane e che corre per
nascondere le lacrime e per non fare tardi alla lezione.
Dopo
un quarto d’ora di cammino e dopo aver quasi esaurito la playlist del mio
lettore mp3 mi ritrovo davanti un edificio che riconosco come la “nuova
scuola”.
Bene,
ci siamo. Un respiro profondo e poi entro.
Tutti
mi guardano e parlano sottovoce. Quale emozione essere sulla bocca di tutti…
In
segreteria una donna, di cui non ricordo neppure il nome, mi da una marea di
fogli da compilare, la cartina della scuola ed il mio orario.
Quando
torno in corridoio per cercare la mia classe vengo nuovamente colpita da
occhiate indiscrete. Tengo la testa bassa evitando di guardare qualcuno.
Improvvisamente
urto qualcuno… o qualcosa? La spalla mi fa malissimo ma non riesco a capire.
Nessun essere umano può avere una spalla così dura. Mi volto ma dietro di me
non c’è nessuno. Forse ho urtato contro una parete senza rendermene conto però
mi sembra d’aver visto una sagoma prima della botta. Mi sento disorientata
mentre mi massaggio la spalla. Che male…
L’aula
di chimica è davanti ai miei occhi, nessuno è ancora dentro, per fortuna. Non
so nemmeno quale sarà il mio posto così resto in piedi davanti alla finestra e
guardo fuori.
Quanta
preoccupazione per niente. Infondo non è una situazione diversa da quella che
da mesi vivevo a Miami. Senza parlare a nessuno, da sola.
La
vista mi piace, c’è la foresta. Alberi secolari mi guardano e sembrano volermi
dire di farmi forza, di stare tranquilla. Alzo lo sguardo e noto subito la
nebbia che avvolge il punto estremo della montagna… poi nulla… cielo, nuvole,
oscurità. Ancora una analogia con la mia anima…
Buon giorno, signorina Thompson vero?
La
voce di questo estraneo che mi distrae mentre contemplo la foresta deve essere
del mio professore. Mi volto lentamente.
Infatti
è proprio il professore. Un uomo sulla quarantina con dei piccoli occhiali.
Le
sue piccole rughe sono quasi impercettibili intorno ai suoi occhi color
celeste. Un soggetto sicuramente affascinante. Quante ragazzine avrà fatto
innamorare questo tipo?
Buon giorno. Si sono io.
Molto piacere. Benvenuta a Forks.
Grazie.
L’unico posto è questo in prima fila.
Grazie.
Mi
siedo immediatamente quando vedo entrare gli altri miei compagni. Tutti intenti
a fissarmi come a pensare “allora è lei…”.
Ragazzi lei è Sue Ellen Thompson. Viene
da Miami. Fatela sentire parte del gruppo mi raccomando.
Ciao Sue Ellen!
Tutti
in coro come tanti piccoli burattini.
Timidamente
alzo lo sguardo e contraccambio con un breve e quasi impercettibile “ciao”.
Tutti sono seduti e chiacchierano tra di loro ma il posto accanto al mio è
ancora vuoto. Ancora meglio. Sono sola anche a scuola.
Cullen! In ritardo eh?
Mi dispiace professore.
Questa
voce… come è sensuale… non resisto e guardo il volto di chi ha pronunciato
queste parole. Rimango quasi sconvolta dalla visione di questo ragazzo.
Alto,
moro, pallido come la neve, occhi neri e profondi, non so nemmeno io come
descriverlo. È talmente bello… anzi, bellissimo. Non ho mai visto nessuno così.
Nemmeno in televisione, al cinema o nelle riviste. Nessuno mi ha mai suscitato
così tanto interesse in tutta la mia vita… ma chi è questo ragazzo?
Spero che fino ad ora la fict vi
piaccia!
Grazie a tutti quelli che l’hanno letta
ed anche a chi ha recensito!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Cap. 3 Michael Cullen ***
cap 3 Michael Cullen
Ciao a tutti! Volevo ringraziare tutti quelli che
hanno letto la mia prima fan fiction su Twilight! In questo capitolo Sue
s’avvicina di più a Michael…
Grazie a tutti!!!
When
The Sun Is Gone
Cap. 3
Michael Cullen
Mi
sento leggera… sto divinamente… non riesco a capire il perché. Ho la sensazione
di trovarmi in un sogno meraviglioso perché una creatura del genere non può
essere così bella ed aggraziata nella realtà. Si, probabilmente sto sognando.
Non
so cosa dice al prof so solo che la sua divina voce mi avvolge dolcemente.
Non
so se si è accorto di me o che lo sto fissando. Con una grazia ed una
leggerezza inimmaginabile, pari a quella di un angelo, si muove verso me.
Ancora
in estasi per la sua presenza rimango immobile, come una statua. Solo i miei
occhi si muovono, seguendo ogni suo movimento. Non posso credere ai miei occhi.
Si sta sedendo nel posto vuoto accanto a me.
Mi
fissa con i suoi occhi neri, quasi mi spaventano. Le sue labbra sottili si
muovono…
Ciao
La
sua voce è così… ipnotizzante.
Sono Michael Cullen… tu sei?
Rimango
imbambolata per circa 5 secondi, non so che fare. Rispondo oppure no?
Sue Ellen.
È un vero piacere conoscerti… Sue Ellen
Il
mio nome pronunciato da lui sembra una dolce sinfonia di archi. Gli vorrei
chiedere di ripeterlo all’infinito ma ritorno in me. E se non sbaglio ho sempre
odiato il mio nome… giusto? Si credo proprio di averlo sempre odiato…
Sue… chiamami Sue.
Bene, Sue.
Sorride
mentre comincia a scrivere sul suo quaderno. Ha dei denti luminosi e mi sembra
veramente un sogno ora. Da dove spunta questo ragazzo?
Il
prof comincia la lezione ma io non lo ascolto. Sento i suoi occhi su di me, so
che mi fissa e non capisco perché. Che ho di tanto interessante?
Questo…
Michael Cullen, solo il pensiero del suo nome mi fa mancare il respiro, ha
qualcosa di decisamente eccentrico. È troppo perfetto. Mi spaventa. Una parte
di me mi dice di stare attenta ma l’altra parte di me vorrebbe saltarci
addosso.
La
sua calligrafia è precisa e non sembra quella di un ragazzo di questa epoca.
Improvvisamente
sembra agitarsi. Si muove nervosamente sulla sedia. Fissa fuori poi torna a
fissare me poi scrive. Non riesco a capire cosa gli è preso.
Appena
la campanella suona lui si alza mi concede un ultimo sorriso mozzafiato e se ne
va.
Rimango
ancora qualche minuto seduta. Mentre molti escono dall’aula.
Ciao… Sue Ellen… mi chiamo Janine…
Torno
coi piedi per terra. Quanto sono rimasta immobile a fissare la lavagna?
Una
moretta bassina mi guarda attendendo una risposta.
Scuoto
la testa.
Emh… ciao, piacere.
Mi
sta ancora fissando, forse pensa che sono matta.
È incredibile sai? Cullen non parla mai
a nessuno. Se ne sta sempre per i fatti suoi… ma ti ha parlato… ti senti
disorientata vero?
Si. Perché? È normale?
Cullen fa a tutti questo effetto. Poi
tu che ci hai parlato… immagino…
Cosa intendi dire?
Quel ragazzo riesce sempre ad
imbambolare tutti ed è quasi impossibile mentirgli. Quando ti guarda sembra
scrutarti l’anima… nessuno ci da confidenza per questo e lui sembra felice di
starsene in disparte.
Capisco...
Senti, nell’ora di pranzo puoi venire
pure con me se vuoi. Anch’io sono una solitaria. Non ti disturberò credimi.
Dovrei
odiare questa sua richiesta ma non so come accetto volentieri. Il mio piano per
restare sola va a monte. Però Janine sembra una ragazza apposto.
Che lezione hai adesso?
Prendo
il foglio che la segretaria mi ha dato un ora fa e controllo il mio orario. Educazione
fisica. Perfetto. Un po’ di movimento non mi farà male.
Educazione fisica.
Peccato io ho storia. Allora ci vediamo
in sala mensa.
Si, ciao. Grazie.
Ma ti pare. Ciao.
Tiro
fuori la mappa dell’edificio ma capire dove si trova la palestra è una impresa.
Comincio a guardarmi intorno per cercare qualcuno per
chiedere informazioni.
Ti sei persa?
Questa
voce… ancora una volta m'immobilizzo. “quando ti guarda sembra scrutarti l’anima”
mi tornano in mente le parole di Janine. I suoi occhi neri mi osservano. È
appoggiato al muro con un braccio e l’altro lo tiene nella tasca dei jeans. I
suoi capelli mori sono scompigliati e sottili. Mi sorride. Improvvisamente
sulle mie labbra nasce un sorriso imbarazzato. È il primo che faccio questa
mattina.
Si, non so dove si trova la palestra.
Vieni, ti accompagno.
Grazie.
Con
la sua solita camminata mi precede. Io lo seguo ma sono completamente
abbagliata da tanta bellezza. Non so nemmeno dove sto andando.
Mentre
cammina è talmente leggero che sembra volare a pochi centimetri dal pavimento.
Resto a fissarlo per tutto il tempo. Perfino la sua schiena è stupenda.
Come mai sei qui a Forks?
Queste
domanda mi spiazza. Perché me lo chiede? Cosa gli importa della mia vita?
Stranamente tutto mi salta fuori.
Dopo che mio padre è… morto mia madre
ha deciso di cambiare aria per farmi riprendere. Ha scelto Forks ma non riesco
a capire perché proprio Forks. Non so darti una vera e propria spiegazione.
Ti piace qui?
Il paesaggio è spettacolare ed il tempo
è adatto a me, odio il sole. Però quando ho cominciato a notare come le persone
mi inquadravano, Forks, ha perso punti.
Non è facile essere l’ultima arrivata.
Lo so bene, Sue.
Anche tu sei qui da poco?
Non esattamente. Sono qui da un anno
più o meno ma sai non faccio molto caso al tempo che passa.
Capisco, te lo lasci scivolare addosso.
Come faccio io… sperando che il giorno dopo sarà piacevole da vivere…. Ma invece non lo è…
continui ad andare avanti, trascinandoti e sperando che la vita sarà migliore…
Improvvisamente
si blocca. Mi si para davanti e passa le sue dita pallide tra i miei capelli.
Un brivido mi percuote, un po’ per l’emozione ed un po’ per il freddo. Non
capisco da dove arrivi, probabilmente c’è una finestra aperta.
Le
sue labbra tremano per poi aprirsi e parlare. Sorride e stupidamente
contraccambio.
Accidenti! Non volevo dire questo. Sei
una ragazza interessante Sue.
Sembra
annusare intensamente l’aria con gli occhi chiusi. Quando li riapre mi
spaventano. Mi osserva come se fossi la sua preda. E per la prima volta in
tutta la mia vita ho davvero paura.
M’allontano
lenta stringendo al mio petto dei libri. Lui rimane immobile guardandomi con
intensità. La ciocca di capelli scivola via delicatamente dalla sua mano per
ritornare veloce sul mio petto.
Corro
via mentre lui rimane fermo ad osservarmi. In quel momento educazione fisica
non ha più alcuna importanza e me ne vado dalla scuola. Corro cercando di
arrivare prima a casa. Mi volto per vedere se lui mi segue ma non c’è. Sono
sola.
Michael
Cullen la persona più strana di questo mondo. Prima è gentile, dolce poi di punto
in bianco mi mette paura con quel suo strano sguardo. Mi sentivo in pericolo,
mi sentivo una preda. Lui era il cacciatore.
Chiusa
la porta a chiave mi scaglio sulle scale. I libri mi cadono e dei fogli volano
per la stanza ma non m’interessa. La mia stanza ordinata mi sembra un buon
rifugio. Mi nascondo sotto le coperte come una bambina spaventata del lupo
cattivo.
Afferro
la foto di mio padre che è sul comodino la stringo forte. Ora non c’è più lui a
proteggermi, sono sola, completamente sola.
Le
lacrime mi impediscono di vedere il volto sorridente di mio padre così li
chiudo.
Ho
paura, anzi, terrore di quel ragazzo. Si, ho paura di lui ma ho anche paura di
ammettere ciò che mi è accaduto “ dentro ”. Non voglio ammetterlo… ma credo
d’essermi innamorata di lui… amo una persona che non conosco e che mi spaventa.
Chi
è, o meglio, cosa è in realtà Michael Cullen?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Cap. 4 L'avvertimento ***
cap 4 l'avvertimento
When The Sun Is Gone
Cap. 4
L’avvertimento
Che
stupida… sono ancora a letto a nascondermi… è passata quasi tutta la mattina ed
io sono ancora qui…
Il
mio cellulare vibra nei miei pantaloni. So chi è, mia madre da Los Angeles.
Pronto? Mamma?
Ciao tesoro! Come è andato il primo
giorno di scuola?
Bene.
Sei già a casa?
Si.
Accidenti,
è veramente tardi. Ho passato tutto il giorno a letto.
Come sono i tuoi compagni? Simpatici?
Qualcuno di carino?
Sono… si… simpatici. Ho conosciuto una
ragazza, Janine.
Sono contenta. Qui va tutto bene.
L’affare sta andando a buon fine.
Bene. Tornerai prima?
Emh… no… ti ho chiamato anche per
questo. Devo restare un’altra settimana. Mi dispiace tanto. Sai dove nascondo i
soldi se hai bisogno. Comunque puoi sempre chiedere a Charlie il nostro vicino.
Perfetto…
Certo mamma.
Ci sentiamo domani tesoro. Studia e non
fare danni! Ti voglio bene
Mamma, per chi mi hai preso? Ciao ti
voglio bene.
Quando
riattacco mi sento ancora più insicura ed impaurita. Sono sola per due settimane.
Qualche ora prima mi avrebbe reso felice questa notizia ma con quel Michael
Cullen tutto è cambiato. Ho paura sul serio.
Il
campanello, col suo rumore fastidioso, mi spaventa. Sobbalzo sotto le coperte.
Faccio
due passi fuori dal letto, sono indecisa. Apro oppure no?
Che
scema. Non sarà di certo un mostro alla porta.
Quando
sono davanti alla porta il campanello suona ancora.
Arrivo!
Quando
apro rimango sconvolta da tanta bellezza. È lui! È Michael Cullen che mi fissa
con un sorriso strano, tra il divertito ed il preoccupato.
Il
mio primo istinto è quello di chiudere la porta ma qualcosa mi blocca.
Che ci fai qui?
Volevo scusarmi per stamattina. Non so
perché sei scappata. Volevo sapere se stai bene.
La
sua voce come ogni volta che la sento mi avvolge e tutto il resto del mondo
svanisce. Le mie paura non esistono più.
Entra pure.
Grazie.
Chiudo
lentamente la porta e gli faccio strada verso il salottino.
Vuoi qualcosa da bere?
No, grazie.
Io mi bevo una birra.
Di pomeriggio?
Ne ho bisogno scusami.
Raggiungo
il frigo e le mie adorate lattine sono li che mi chiamano.
Ne
apro una e me la scolo gustandomi quel suo soave sapore. La mia passione per la
birra non è cambiata in questi anni…
Quando
torno a sedermi nella poltrona davanti a lui mi sento più rilassata.
Allora… di cosa volevi parlarmi?
Non so perché tu sia scappata
stamattina…
Bugiardo!
Ecco io… il tuo sguardo… era strano… mi
ha spaventata. Scusami sono io che mi fisso su cose che non esistono.
Per
la prima volta da quando è entrato lo fisso negli occhi. Non sono più neri ma
dorati. Un insieme di sfumature di scontrano. Miele, marrone, oro. Mai visto
occhi così belli.
Sembra
accorgersi della mia scoperta così abbassa lo sguardo.
Mi dispiace. Non volevo spaventarti.
Non importa. Ma… i tuoi occhi…
stamattina erano neri… ed ora… sono dorati…
Si… porto le lenti a scuola…
Non dovresti sono molto più belli così.
Già… ma tu vivi da sola?
Quasi… mia madre è a Los Angeles per
lavoro. Ci starà per due settimane…
Perché
gliel’ho detto? Non sono affari suoi.
Mi dispiace che rimarrai sola per tutto
questo tempo.
La solitudine non è così male sai?
Non hai paura?
Il
mio respiro è irregolare mentre lui avvicina il suo viso al mio.
Si.
E di cosa hai paura?
Non ho paura a stare sola… tu mi fai
paura…
Io? Bene… sono venuto per chiederti di
starmi lontana…
Perché?
Sempre
molto vicino al mio volto mi sussurra queste parole. Io non capisco. Perché
dice che devo stargli lontana? È pericoloso forse?
Diciamo che non voglio che ti succeda
qualcosa…
Perché? Sei pericoloso?
Un
misto di adrenalina, paura ed eccitazione attraversa il mio corpo. Il suo viso
è così vicino che potrei baciarlo in una frazione di secondo… la tentazione è
forte. Non riesco a capire come faccio a desiderare così tanto una persona che
mi spaventa…
Può darsi… tu stammi lontana e vedrai
che nulla di male succederà…
Quando
sono abbastanza vicina da sentire il suo freddo alito sulla mia bocca lui
s’allontana.
È un avvertimento?
Si. Non avvicinarti a me…
Ci proverò.
Mentre
se ne va rimango seduta con la mia lattina stretta fra le mani. Non posso
dimenticare i suoi occhi… le sue labbra così vicine. Il suo volto mi tormenta.
Non posso restargli lontana… perché non mi vuole vicina? Perché? Dovrò
indagare…
Io
non mi arrendo tanto facilmente. È la prima volta che provo certe sensazioni…
non è un caso… è destino…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Cap. 5 Emozioni ***
cap 5 emozioni
ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto questa storia fra i preferiti e anche chi la legge... grazie mille!
When The Sun Is Gone
Cap. 5
Emozioni
Gli
spasmi mi fanno sobbalzare. Sto ridendo, forse per l’agitazione, l’eccitazione
o per l’adrenalina che la paura ha sprigionato.
Ritorno
in camera e mi corico sul letto. Molti pensieri mi percuotono. Tutti concentrati
su di lui, su Michael Cullen. L’unico ragazzo in grado di farmi tremare con uno
sguardo. Non riesco ancora a capire perché mi fa questo effetto. So che mi sono
innamorata. Non ho mai percepito queste emozioni prima, per questo sono
convinta che sia amore.
Penso
alle sue parole. Mentre le ha dette il suo sguardo era triste, vuoto. Come se
lui non volesse starmi lontano. Sta soffrendo come me? Anche lui mi sta
pensando adesso?
Osservo
fuori dalla finestra e nelle ombre della sera non vedo nulla. Noto però molte
macchine parcheggiate fuori dalla casa del vicino Swan. Tutte macchine da
ricconi. Di chi saranno mai tutte quelle auto?
La
curiosità è troppa. Mi alzo e corro in cucina. Non c’è nulla da mangiare. Una
buona scusa per andare a chiedere informazioni al vicino Charlie. Dopo tutto è
stata mia madre a dirmelo “se hai bisogno di qualcosa chiedi a Charlie”. Bene.
M’incammino
chiudendomi nel mio cappotto. Non mi sono ancora abituata al freddo di Forks.
Arrivata
davanti alla porta busso delicatamente.
Dopo
pochi secondi una bellissima ragazza castana apre l’uscio. Deve avere poco più
la mia età. È vestita in modo elegante azzurro è decisamente troppo bella per
essere vera. Come Michael. A dire la verità c’assomiglia molto. Occhi dorati,
occhiaie e pelle bianca.
Salve… scusi per il disturbo sto
cercando Charlie…
Ciao, tu devi essere la nuova vicina. Io
sono Bella. La figlia di Charlie.
Molto piacere. Io sono Sue.
Da
dietro di lui spunta un ragazzo altrettanto bello dai capelli di bronzo. Mi
osserva e sorride. Come se potesse leggere i miei pensieri. Che strana
sensazione.
Lui è Edward, mio marito.
Marito? Siete già sposati? Ma siete
così giovani…
Rimango
abbagliata da tanta bellezza. Una coppia stupenda. Ora mi rendo conto perché
non potrei mai stare con Michael, al suo fianco sembrerei un mostriciattolo.
Loro invece sono bellissimi.
Mi
fanno strada in un salotto affollato. Molte altre bellissime persone mi
guardano. Mi sento un mostro fra tutti questi esseri perfetti.
Ti presento il resto della mia famiglia
Sue.
Ora
è Edward a parlare. Indica ognuno con i rispettivi nomi.
Lei è mia madre Esme, mio padre
Carlisle, i miei fratelli e sorelle Alice, Rosalie, Emmet, Jasper e…
Anche
qui? Non è possibile!!! Forse è vero che è pericoloso, un pazzo assassino che
mi perseguita!
…Michael.
Ciao a tutti…
Ciao Sue. Dimmi che problema c’è?
Mi scusi signor Swan ma non ho nulla da
mangiare a casa mia così ne ho approfittato per venirle a chiedere un favore…
ha per caso il numero di una pizzeria da asporto? Non ho l’elenco telefonico a
casa.
Noto
che Michael mi guarda. Sembra divertito.
Mi dispiace Sue. C’è una pizzeria ma
non fa le consegne. Dovresti andare in centro per prendere una pizza. Ti
offrirei qualcosa io ma non ho nulla di pronto.
Oh, non importa signor Swan. Farò una
corsa.
Improvvisamente
Michael mi si avvicina e mi guarda intensamente negli occhi.
Ti posso accompagnare con la macchina
se vuoi. Farai prima.
Mi
perdo fra i riflessi dorati dei suoi occhi… come rifiutare questa offerta.
Ancora
Edward mi guarda e sorride. Ancora non capisco il motivo.
Grazie… mi faresti un enorme favore.
Andate pure a casa. Ci vediamo più
tardi. Ciao.
Ciao, fai attenzione Michael.
Non
riesco a capire perché gli dicono di fare attenzione ma non m’interessa perché
la sua mano gelata è appoggiata alla mia schiena e mi spinge delicatamente
fuori, per farmi strada.
Ti avevo avvertito… devi starmi
lontana…
Non sapevo che tu fossi qui… dunque è
questa la tua famiglia…
Si.
Siete simili ma non vi somigliate…
Questo perché siamo tutti adottati.
Ah, capisco.
Mi
fa strada e si ferma davanti ad una macchina. Non conosco nulla di automobili e
la domanda mi esce spontanea.
Che macchina è?
Ford mustang.
È bella.
Grazie. Sali. Prima partiamo e prima
finiamo.
Va bene.
Mi
scoccia questa sua affermazione. Non sopporta così tanto la mia presenza? Non
sono abbastanza bella per lui, abituato com’è alla sua perfetta famiglia? Mi
accomodo ed allaccio la cintura, sperando che mi guardi almeno un minuto per
tutta la durata del viaggio.
Mentre
corriamo veloci sull’asfalto nero mi rivolge la parola con quella sua voce
suadente.
Vuoi proprio cercare di farti del male
vero?
Perché?
Ti ho chiesto di starmi lontana. Perché
non vuoi accettare il fatto che sono pericoloso?
So che sei pericoloso e che mi spaventi
ma voglio capire perché…
Sue te lo chiedo con tutto il cuore…
lascia perdere.
Mi
guarda dritta negli occhi. Noto un velo di tristezza nei suoi. Non è felice lo
so.
Mi
mordo il labbro cercando di capire perché.
Hey, svegliati. Siamo arrivati alla
pizzeria.
Ah, ok.
Ti aspetto in macchina.
Mi
accorgo solo adesso che sta piovendo. Corro sotto le gocce leggere e fredde.
Con il fiatone ordino una margherita che in meno di 10 minuti è pronta e
fumante davanti a me.
Ritorno
in macchina con la scatola di cartone quadrata. Sento il profumo della pizza e
la fame s’impossessa di me.
Lo
vedo che si guarda intorno, come è bello. Come faccio a fargli capire quel che
provo?
Ecco fatto. Ti sei annoiato senza di
me?
Sorride
divertito, è così bello vederlo ridere. La sua espressione triste e dura
svanisce lasciando spazio ad un volto delicato e spensierato.
In
poco tempo mi ritrovo davanti casa mia. I Cullen se ne sono andati. Le macchine
non ci sono più.
Ti va di farmi compagnia?
Non credo sia una buona idea… ricordi?
Devi starmi lontana…
Per stasera dimentica tutto ok?
Rimane
immobile per qualche secondo. Il suo sguardo è indecifrabile. Cos’ha in mente?
So
che sono una stupida. Invitare la sera un ragazzo tanto spaventoso quanto
attraente in casa per cena.
Dentro
di me ritorna quella sensazione di calore che solo con lui provo. Mi sento un
fuoco dentro. Sono… eccitata? Evidentemente il pericolo mi piace. No, è lui che
mi piace.
Dimenticare…?
Si. Prova a non pensare a nient’altro
che a noi due. Io ci sto provando, credimi è dura. Dimenticare la morte di mio
padre non è una passeggiata… ma penso che non abbiamo fatto nulla di male… ci
meritiamo un po’ di felicità…
Lo
conosco da poco ma percepisco in lui un senso di incompletezza, come me. È
irrequieto perché la vita non è stata giusta con lui, come con me. Ripenso alle
mie stesse parole “ci meritiamo un po’ di felicità”… da quando voglio essere
felice?
Io
sto bene solo quando sto al suo fianco. Nulla avrebbe cambiato questo fatto…
può anche legarmi ad un palo per farmi star lontana da lui ma non può legare i
miei pensieri. Avrei sempre pensato a lui.
So
che ha un segreto che non mi vuole rivelare ma a risolvere questo mistero ci
avrei pensato il giorno dopo.
Va bene, Sue.
Contenta
come una pasqua gli faccio uno di quei sorrisi che ho concesso a poche persone
nella mia vita.
Mentre
corro sotto la pioggia inciampo su di un gradino. Con una mossa veloce Michael
riesce ad afferrare me ed anche il cartone con la mia cena dentro. Non riesco a
capire come abbia fatto ma, come ho detto a lui, stasera devo dimenticare.
Faccio finta di non vedere questo scatto veloce e quasi disumano.
Che riflessi…
Grazie.
Ancora
tremante per il contatto della sua pelle cerco le chiavi per aprire la porta
nella tasca della giacca.
Dentro
c’è caldo e mi riprendo dal contatto di poco fa. Un’altra stranezza da
aggiungere alla lista: perché la sua pelle è sempre così fredda? Ma stasera non
voglio pensare alle sue stranezze, voglio solo godermi la sua compagnia.
Prendo da bere. Vuoi qualcosa? Aspetta…
lasciami indovinare!
Come…?
Non bevi nulla giusto?
Esatto…
Piano, piano imparo a conoscerti, mio
caro Michael Cullen.
Tu mi stupisci sempre di più Sue
Thompson…
Io
che stupisco lui? Non sono io quella che annusa l’aria e poi ti guarda con
occhi affamati, quella che ha riflessi velocissimi, la pelle fredda, la pelle
chiarissima e le occhiaie violacee… non sono io quella tremendamente bella da
mozzare il fiato…
Perché ti stupisco?
Di solito la gente mi sta alla larga,
tu invece insisti a volermi stare accanto… impari le mie abitudini… so che hai
paura ma non lo dai a vedere…
Già, mi spaventi ma allo stesso tempo
mi incuriosisci. Non ho mai incontrato nessuno come te…
Nemmeno io…
Non prendermi in giro… io sono una comune
ragazza…
No, non lo sei…
Gli
sorrido voltandomi verso di lui mentre taglio a tranci la pizza. Mi fa piacere
il fatto che mi considera diversa dalle altre.
Dove
è finito il mio buon senso? Non dovrei stare in salotto tranquilla a gustarmi
la pizza con un potenziale squilibrato. Eppure mi sento terribilmente a mio
agio. Michael è simpatico, dolce e sempre attento ad ogni mio movimento. Sembra
davvero dimenticarsi di ciò che è ed il perché dovrei stargli lontano.
Senza
sapere come gli faccio vedere la mia stanza, è tutto così naturale con lui. Non
mi accorgo nemmeno che sono le 23. E’ tardi ma non m’importa.
Salto
sul mio lettone un po’ stanca.
Ecco, questa è la mia stanza!
È troppo ordinata… non ti rispecchia
molto. Me l’aspettavo più stravagante e fuori dal comune… come te del resto!
Senti chi parla! Mister Misteri!
Scoppiamo
a ridere. Senza rendermene conto me lo ritrovo accanto. È stato velocissimo,
talmente veloce che non mi sono accorta del suo movimento.
Ora
ho paura ma anche felice di ritrovarmelo così vicino.
Accarezza
il mio volto ma quando vede i miei brividi ritrae la mano.
No, continua. Ricordi? Stasera non
voglio sapere nulla… dimentico la paura…
Non posso continuare… potrebbe essere
pericoloso per te…
Afferro
la sua mano le posiziono esattamente dove poco prima lui aveva interrotto il
contatto. Ancora percepisco freddo e paura perché non so spiegarmi la sua
temperatura così bassa. È vicinissimo a me. Potrei alzare appena la testa per
baciarlo. Come l’ultima volta però non lo faccio. Forse perché spero che sia
lui a farlo.
La
sua mano passa dal mio volto al collo e la mia pelle sensibile sobbalza ma
Michael continua. Sa che voglio così.
Avvicina
la sua bocca a me… conto i secondi mentalmente… 1 – 2 – 3 – 4… al quinto
secondo le sue labbra sono legate alle mie.
Emozioni
differenti… non so nemmeno io cosa provo…
Felicità,
paura, eccitazione...
Tante
emozioni…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Cap. 6 Ricerche ***
cap 6 ricerche
When The Sun Is Gone
Cap. 6
Ricerche
Il
suo alito è freddo come tutto il suo corpo. Ovviamente stasera non faccio caso
a nulla. Lascio che tutto accada, non voglio rovinare il momento.
Si
stacca momentaneamente dalle mie labbra e noto che sta tremando. Sembra che
cerchi di controllare non so quale impulso. Non m’interessa. Lascio che tutto
scorra.
Il tuo profumo… mi… mi fa impazzire!
Non
so se avere paura o essere onorata. Le mie mani si muovono da sole. Le immergo
fra i suo capelli mori tirandoli appena, poi lo guido lentamente verso la mia
bocca. La sua bocca passa al mio collo. Se prima ero emozionata ora la sono
ancora di più.
D’un
tratto s’allontana facendo un salto di 1 metro. Ma dove trova la forza? Ma è umano?
Basta Sue… non riesco più a resistere…
basta!
Michael… come hai fatto ad allontanarti
così?
Sue… ci sono cose di me che non devi e
non PUOI sapere. Non riesco a capire perché tu ti voglia fare del male… noi non
possiamo stare insieme…
Il
mio cuore manca qualche battito. Non so come reagire. Finalmente ho trovato una
persona speciale ma non mi vuole… perché tutto il mondo mi abbandona…?
Ho
la vista appannata e capisco che sto piangendo.
Michael
è l’unica persona che voglio al mio fianco.
Credimi, lo faccio per il tuo bene.
Perché non vuoi dirmi il motivo? È così
frustrante non sapere…
Ancora
lontano da me noto la sua espressione di dolore. Non so se è perché sta male
fisicamente o per me.
È meglio non sapere e vivere nella
frustrazione per certe cose…
Se prometto che ti sto lontana mi dirai
la verità?
No.
Per
la rassegnazione la testa mi ciondola in avanti. Ho capito. Basta. Nessuno
oserà più ferirmi.
Va bene. Vattene ora.
Sue…
VATTENE!!!
Senza
nemmeno un saluto esce da quella porta. Osservo le sue spalle. Mi sento sola,
ho sempre desiderato restare sola. Stare nella mia disperazione… ma ora… la
disperazione non è l’opzione migliore. Sto male. Michael mi fa star male,
dovrei temerlo ma ora non ci riesco più. Non mi spaventa più. Se è riuscito a
fermarsi so che non può farmi del male.
Percepisco
un vuoto dentro che loro la sua presenza può riempire.
M’addormento
con ancora le lacrime sulle mie guance.
Di
notte lo sogno, lo vedo, lo bacio e lo desidero. Sento freddo sul mio volto
così mi nascondo sotto le coperte.
A
scuola cerco nel parcheggio la sua Ford Mustang. Purtroppo la ragazza che ieri
ho conosciuto, Janine, mi distrae.
Ciao, non sei venuta a pranzo ieri.
Ehm, mi sono ricordata di un impegno…
scusa se ti ho dato buca.
Non importa. Dai vieni. Abbiamo inglese
insieme. Da quel che mi ricordo dal tuo foglio degli orari…
Ok, andiamo.
Entriamo
nell’istituto sotto gli occhi di tutti. Questa volta, nonostante
sento un dolore profondo per Michael, sono più tranquilla. Ci
sono pochi studenti qui e mi
sembra già di averli visti tutti.
Hey, va tutto bene Sue?
Ah, si tranquilla. Volevo chiederti… la
famiglia Cullen da dove viene?
È da qualche anno che sono qui ma
Michael è arrivato un anno fa. È la new entry della famiglia.
Dove vivevano prima?
In Alaska. Come mai tutte queste
domande sui Cullen?
Curiosità.
Beh, se devo dirtela tutta… a me non
sembrano nemmeno umani…
Come prego?
GRAZIE
JANINE! Una che mi capisce.
Pensaci bene, tutti bellissimi,
pallidi, con le occhiaie e tutti hanno gli occhi dorati. Quante probabilità ci
sono che dei figli adottivi somiglino così tanto alle persone a cui vengono affidati?
Non molte…
Infatti. Secondo me fanno parte di una
setta… o qualcosa del genere…
Già…
Non
rivelo a Janine della velocità di Michael e di tutte le sue stranezze, anche
perché, le ha azzeccate quasi tutte. Mi limito ad annuire conscia del fatto che
mai sarei riuscita a smettere di pensare a lui.
Sai, Janine… mi piace Michael…
E a chi non piace… ma non vuole nessuna
di noi… evidentemente aspetta l’amore vero… boh anche questo è strano.
L’altra sera si è avvicinato fin troppo a me… questo ricordo mi fa arrossire.
Fortunatamente lei non se ne accorge continuando a camminare.
Come
un angelo dal paradiso che irradia una luce meravigliosa, lo vedo. Mi sorride e
non riesco a capire. Prima mi dice che gli devo lasciare lontano, che non posso
indagare su di lui, che non possiamo stare insieme e poi mi sorride.
I
suoi capelli ondeggiano con ogni suo movimento.
Ciao Sue.
Ciao Michael. Janine ti raggiungo fra
poco.
Certo. Ciao.
Ci
guarda con gli occhi fuori dalle orbite e con la bocca spalancata.
Lui
sembra divertito. La osserva mentre si allontana e poi i suoi occhi dorati
tornano a guardarmi.
Volevo sapere se stai bene…
Sto benissimo. Sono abbastanza forte da
superare anche questa…
Lo immaginavo…
Sto
per superarlo ma mi blocco. Mi avvicino al suo orecchio e con una voce che non
assomiglia alla mia gli do un avvertimento.
Sappi che comunque io non m’arrendo…
scoprirò i tuoi segreti.
È troppo chiederti di lasciarmi stare?
Si.
Così
m’allontano lasciandolo solo nel corridoio. Finalmente mi sento soddisfatta…
Quando
entro in aula Janine continua a fissarmi ma non mi chiede nulla. Mi piace
questa ragazza. Non invade i miei spazi e mi lascia sola nei miei pensieri.
L’ora
di pranzo arriva veloce, per fortuna, la fame comincia a colpirmi.
In
sala mensa mi fissano ma l’unica persona di cui m’interessa realmente è
Michael, seduto in disparte, da solo.
Col
mio vassoio pieno di verdura e frutta mi avvicino a lui con un lieve sorriso.
Che ti prende? Prima mi dici di starti
lontana e poi mi sorridi nel corridoio e mi rivolgi la parola… mi confondi. Non
so più che fare.
Non era mia intenzione illuderti.
Immagino, Michael.
So che avrai ripensato al mio
comportamento poco usuale…
Certo.
Che ne pensi?
Di sicuro non sei un umano comune.
Comincia
ad agitarsi. Ho toccato il punto giusto.
E hai paura?
Si… ma so anche che tu non mi farai del
male.
Io non voglio farti del male… ma sbagli
a pensare che io non posso fartelo.
So che puoi… ma non ho più paura di te
Michael Cullen.
Dovresti Sue. Tu non sai nulla di me.
Solo perché tu non vuoi dirmi nulla su di te...
È meglio non sapere.
Improvvisamente
si alza e mi lascia sola. In questo modo mi fa un favore, capisco d’essere
sulla giusta strada.
Dopo
scuola Janine mi raggiunge col fiatone.
Sue, vuoi venire con me a Port Angeles?
Si, certo. Sai se per caso c’è un
internet point? A casa mia non ho il computer, dovrei fare delle ricerche.
Si, ci passiamo dopo un pò di shooping!
Soddisfatta
m’incammino verso la sua jeep grigia. Durante il tragitto parliamo del più e
del meno ma, la ringrazio per questo, non pronuncia nemmeno il nome di Michael.
Sa che non sono ancora pronta ad affrontare questo argomento.
Il
pomeriggio passa spensieratamente. Da tanto non mi sentivo così allegra con una
mia coetanea. È l’inizio di una bella amicizia.
Finalmente
arriviamo all’internet point. Come prima cosa inserisco nel motore di ricerca
il nome Cullen ma non ottengo nulla. Ancora una volta Janine mi lascia il mio
spazio. Gliene sono terribilmente grata, un’altra volta.
Non
ottengo niente se cerco Cullen ma se inserisco le sue stranezze (il fatto che
non beve e non mangia, che è bianchissimo e veloce) quasi tutti i siti mi
riconducono alla stessa conclusione: vampiri.
So
che è assurdo ma tutto torna. Non vuole stare vicino a me perché ha paura di
mordermi… ma se non lo ha fatto… non so.
Dovrei
essere spaventata a morte ma non lo sono. La ero di più quando non avevo idea
di quello che era, sempre se è un vampiro, comunque, tutto combacia a perfezione.
L’adrenalina
si sprigiona nel mio corpo, ora ho solo voglia di affrontarlo, di dirgli tutto
e di accettarlo così com’è.
Non
mi farà mai del male… ne sono sicura…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Cap. 7 Conosco Il Tuo Segreto... ***
cap 7 conosco il tuo segreto
When The Sun Is Gone
Cap. 7
Conosco il
tuo segreto…
Il
ritorno a casa mi sembra più lungo. La scoperta che ho fatto nel pomeriggio
pulsa dentro la mia testa… vampiro, vampiro, vampiro… non riesco ancora a
crederci ma so che tutto combacia a perfezione. Ora devo solo trovarlo per
dirglielo.
È
da un ora più o meno che Janine mi ha portata a casa e mi sto letteralmente
distruggendo le unghie a forza di mordicchiarle, sono nervosa perché non so
come contattarlo. Aspettare la mattina non mi sembra l’idea migliore. Non avrei
chiuso occhio per la tensione. Guardo fuori dalla finestra continuamente ma lui
non c’è. E perché dovrebbe esserci? Non è il mio fidanzato… non so nemmeno dove
abita o quale sia il suo numero di telefono.
La
testa mi gira e con gesti sempre più nervosi cerco d’impegnarmi. Ascolto
musica, leggo, disegno ma la mia mente è occupata a pensare ad altro.
Voglio
solo vederlo, voglio parlargli.
Il
tempo passa ma nessuno suona al mio campanello e nessuna macchina è
parcheggiata davanti al mio vialetto. Di certo lui non entrerà come un principe
azzurro dalla mia finestra. L’unica cosa da fare è cercarlo… ma dove potrebbe
andare di notte un vampiro? Logico. A caccia. Mi rendo subito conto che non ho
la minima idea di dove potrebbe andare a caccia
un vampiro a Forks.
Frustrata
mi corico sul letto cercando una soluzione. È tutto inutile c’è l’oscurità più
totale nella mia mente.
Il
volto felice di mio padre nella foto sul comodino mi sorride come per
consolarmi. Lui avrebbe trovato una soluzione anche a questa dannata situazione
impossibile.
Improvvisamente
un lampo di genio mi colpisce! Charlie Swan. Lui saprà di sicuro dove sua
figlia vive. Fa parte della famiglia Cullen. Devo cercare Isabella così troverò
anche Michael.
Quanto
sono scema perché non c’ho pensato subito?
Grazie papà!
Bacio
veloce la foto e corro giù per le scale.
Ci
metto meno di 10 secondi ad attraversare la strada. Mi trovo davanti alla porta
d’ingresso con un fiatone bestiale. Sento dei suoni. Sicuramente il buon
Charlie sta guardando una partita.
Busso
alla porta forse un po’ troppo energicamente ma la voglia di sapere dove si
trova Michael è troppo forte.
Il
signor Swan apre la porta con in mano una lattina di birra. Abbiamo una
passione in comune a quanto sembra.
Sue! Sembra che hai corso per 100 miglia entra.
Grazie Charlie. Mi dispiace se la
disturbo un’altra volta ma non è che potrebbe contattare sua figlia?
Bella? Per quale motivo? È successo
qualcosa?
Sono
abbastanza intelligente da capire che lui non sa nulla quindi mi limito a frasi
brevi senza dare alcun tipo d’informazione.
No, è tutto apposto. Avrei solo bisogno
di sapere dove si trova Michael.
Michael? Cosa succede Sue?
Lo vuole proprio sapere?
Si ma…
Rimane
pensieroso in silenzio. Sembra ricordare qualcosa e di punto in bianco si
blocca, impallidisce.
No! Non voglio sapere nulla. Tieni ti
do il numero dei Cullen.
Grazie mille! Le sono infinitamente
grata!
Non c’è di che… posso fare
qualcos’altro?
No, grazie. Ora è tutto ok.
Lo
saluto con un gesto forse un po’ troppo frettoloso e torno a casa mia correndo
come una matta.
Compongo
il numero sbagliandomi circa 4 volte. Sono troppo agitata. Devo calmarmi. Non
voglio che si accorga di nulla. Devo dirgli tutto quando è davanti a me.
Bip
– bip. I secondi passano ed io sono in preda ad un attacco d’ansia.
Pronto casa Cullen?
Questa
voce sensuale è di una donna, la riconosco subito. È Bella.
Pronto? Bella sono Sue la vicina di tuo
padre…
Si, ciao Sue. Dimmi tutto.
Ecco, dovrei parlare con Michael è in
casa per caso?
Si, te lo passo.
In
meno di pochi battiti ecco che la sua voce mi parla dall’altra parte della
cornetta.
Sue?
Michael… ho bisogno di un favore…
potresti venire qui a casa mia?
Sue… ne abbiamo già parlato… devo
starti lontano per il tuo bene. Credimi.
Ti prego, è una cosa importante. È una
cosa seria.
Comincio
ad agitarmi ancora di più. Deve venire, devo dirglielo.
È davvero così importante?
Si.
Va bene. Arrivo subito.
Grazie.
Ciao.
Ciao, a fra poco.
Riattacco
sospirando e mi lascio scivolare sulla poltroncina in salotto. Ora non resta
altro che aspettare il suo arrivo. Facile a dirsi.
Sono
nervosa, non riesco a stare ferma. Provo ad immaginare la scena e cerco nella
mia testa le parole più appropriate. Non me ne viene in mente neanche una. Sono
totalmente in stand by.
Il
rumore di passi sul vialetto mi fanno capire che sta arrivando.
Apro
prima che lui sia sulla porta. Con un sorriso sforzato gli dico di entrare.
Ancora
una volta ci ritroviamo nella mia stanza.
Di cosa volevi parlarmi?
Ecco… io non so come dirtelo Michael.
Ti ascolto.
Io… conosco il tuo segreto.
Improvvisamente
il suo volto assume una espressione tesa e sorpresa.
Cosa?
Oggi ho fatto delle ricerche… forse mi
prenderai per pazza… o forse no.
Di quale segreto parli?
Del fatto che sei un vampiro…
La
stanza improvvisamente sembra girare. Finalmente l’ho detto. Sembra arrabbiato
e s’avvicina a me. Si lascia cadere sul letto. Credo che s’è rassegnato.
Non hai paura?
Un po’. Ma non ho paura di te. Tu non
mi farai del male.
Però ho pensato di fartelo…
Quando?
Il
sangue mi si gela.
Nel corridoio quando sei scappata via
ho sentito chiaramente il tuo profumo e per poco non ti saltavo addosso. Per
fortuna che te ne sei andata. Il tuo sangue è una tentazione per me.
Finalmente
so… finalmente posso abbracciarlo… finalmente lo posso stringere a me…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Cap. 8 La Storia Di Michael e... ***
Cap 8 La storia di Michael e...
When The Sun Is Gone
Cap. 8
La storia di Michael e…
È
ancora sconvolto fra le mie braccia. Si tortura i capelli della frangia
tirandoseli con le dita.
Tu non dovresti sapere nulla… è vietato
agli esseri umani sapere della nostra esistenza…
E allora perché non vivete isolati?
Io ho provato ad allontanarti se non
sbaglio…
Mi
sento un po’ idiota ora. In effetti sono stata io a voler scoprire a tutti i
costi chi lui fosse.
Hai ragione… però non sono l’unica a
sospettare sai?
Chi altro sa?
Non è che sa qualcosa… però la mia
amica Janine, te la ricordi vero? Beh è stata lei a mettermi sulla giusta
strada. Vi considera parte di una setta o qualcosa di questo tipo.
Sue… tutta la mia famiglia sarebbe in
pericolo se…
Io non dirò nulla…
Grazie.
Ora
che ha ammesso d’essere un vampiro ho 1000 domande che mi ronzano nel cervello.
Non so da dove cominciare. Non voglio essere invadente ed insensibile. Non deve
essere una passeggiare essere un vampiro.
Sai, ho un sacco di domande da farti…
Tanto peggio di così… chiedi pure.
Mi
sposto da dietro di lui e mi corico comoda con la testa sul cuscino per poterlo
guardare meglio negli occhi dorati. Quegli occhi così tentatori e ipnotizzanti
mi fanno dimenticare la prima domanda. Mi riprendo qualche secondo dopo.
Quanti anni hai… in realtà?
Sono stato trasformato nel 1820 all’età
di 18 anni. Ho 189 anni.
Chi ti ha trasformato?
Non lo so. Mi trovavo a New Orleans e
stavo passeggiando per le strade di notte insieme a mia sorella. Qualcuno ci ha
aggredito. Mia sorella è rimasta uccisa ed io… beh lo puoi vedere coi tuoi
occhi…
Come è stato… voglio dire… diventare un
vampiro?
Mi
stringo nervosamente le ginocchia con le gambe e sembro più piccola di quella
che in realtà sono.
Ci
vogliono 3 giorni per completare la
trasformazione… 3 giorni di dolore… molto dolore. Quando
ho capito quel che ero
diventato mi sono spostato sempre più a nord per evitare di
uccidere esseri
innocenti. Ho incontrato Carlisle Cullen e la sua famiglia 40 anni fa.
Mi hanno
insegnato a controllare la sete ed a nutrirmi di solo sangue animale.
Ho
vissuto per tutto questo tempo a Denali, in Alaska, assieme ad un'altra
famiglia di vampiri " vegetariani ", come noi stessi ci definiamo.
Quando sono riuscito a
controllare perfettamente i miei istinti ho deciso di venire a vivere a
Forks con Carlisle e gli altri… tutto andava bene. Non provavo
interesse nei confronti della gente
di qui… ma poi… sei arrivata tu.
Mentre
pronuncia queste ultime parole s’avvicina a me. È perfettamente davanti al mio
volto. Mi fissa con quei suoi occhi dorati, meravigliosi.
Ho sentito il tuo odore appena sei
arrivata. Ti ho seguita. Non facevo altro che pensare a te. La cosa che più mi
lasciava perplesso è che io non pensavo al tuo sangue… non volevo solo
ucciderti… io pensavo a te come ragazza… è stato stranissimo… non mi è mai successo
in tutti questi anni…
Dopo
queste parole comincio a capire quanto in realtà noi due siamo legati. Anche
lui ha percepito le mie stesse emozioni. Non posso che essere felice di questo.
Lo
fisso negli occhi sorridendo.
Anche a me non è mai capitato di
percepire una forte attrazione per un ragazzo… è la prima volta… non ho fatto
altro che pensare a te… e mi tormentavo per capire come mai non mi volessi al
tuo fianco…
Mi
accarezza la guancia con delicatezza. Sento freddo ma non lo do a vedere. Non
voglio rovinare questo perfetto momento.
Io non mi sono mai posto il problema di
cercare una compagna, anche se tutti quelli della mia famiglia l’hanno trovata,
anche se ero l’unico solo. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivata e che
l’avrei riconosciuta subito. Sei tu la mia compagna…
Ansimo,
si avvicina sempre di più a me. Chiudo gli occhi e lascio la sua bocca libera
di toccare la mia. Lo nostre labbra si muovono insieme giocando con le lingue.
Mi manca il respiro e sono costretta ad interrompere questo bellissimo ed
indimenticabile istante.
Apro
gli occhi e mi perdo nei suoi.
So che non sarà facile, Sue. Tu sei
umana e molte cose di me non le capirai…
Non m’importa.
Sarà pericoloso…
Non m’importa.
Spinta
da non so quale istinto rapisco le sue labbra stringendolo a me. Ancora una
volta mi ritrovo ad avere paura. Ma questa volta ho paura di perderlo. Lo
strattono forte finché non è completamente coricato su di me. Ho freddo ma non
ci faccio caso. I brividi per il gelo della sua pelle si confondono con i
brividi provocati dai suoi baci.
So
che è sbagliato quel che stiamo facendo… contro ogni legge della natura… ma
abbiamo forse scelta? Noi siamo destinati. Non possiamo vivere senza il nostro
amore.
È
questa la passione che ho letto nei miei romanzi d’amore? È questa forse quella
sensazione che si prova quando ami qualcuno? Questo senso di completezza che
irradia una felicità infinita, che ti fa sorridere senza alcun motivo, che ad
ogni suo movimento rabbrividisci dentro?
Ora
so cosa è l’amore… cos’è la passione… sei tu Michael!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Cap. 9 Sangue ***
cap 9 sangue
Perdonatemi se vi ho fatto attendere! Ho avuto molto da fare con la scuola... ultimo anno... la maturità s'avvicina...
comunque spero che questo capitolo vi piaccia! grazie a tutti!!!
When The Sun Is Gone
Cap. 9
Sangue
Sento
un fuoco avvampare dentro di me anche se la sua pelle è gelida come la neve. Non
riesco a controllarmi. Più lui cerca di allontanarsi da me più io gli vado
incontro, costringendolo a baciarmi ancora e ancora, finché non ho più fiato.
La
sua forza è sconvolgente, mi afferra le braccia e non riesco più a muoverle. Da
delle piccole spinte e mi ritrovo con la nuca immersa nei cuscini. Lascia le
mie braccia e comincia ad accarezzarmi sotto la maglietta provocando in me
brividi d’eccitazione.
Non
so da quanto tempo ci stiamo baciando ma non riesco a staccarmi. Ho paura di
perderlo. Voglio stare con lui. Non voglio più stare sola…
La
suoneria del mio cellulare ci infastidisce. So che devo rispondere, è mia
madre, ma le labbra di Michael sono la scelta che preferisco.
Non
mi sono mai sentita così prima d’ora. Il suo corpo gelido e marmoreo fa nascere
in me una idea che mai avrei immaginato… noi uniti in un unico corpo, fare
l’amore. Mai ho pensato a come sarebbe potuto essere, ora capisco che potrei
anche cedere a lui. Non perché è molto più forte, non avrei modo di sfuggirgli
se lui volesse, ma il motivo è che quel che provo per Michael è un sentimento
talmente intenso che, oltre alla mia mente, anche il corpo vuole essere suo.
Voglio sentirmi sua in tutte le forme possibile, solo così mi potrò sentire
perfetta e felice.
Sento
uno strano sapore fra le mie labbra ma non smetto di baciarlo. Sembra ferro..
sembra… sangue…
Apro
gli occhi e vedo quelli di Michael che mi fissano con intensità, sono neri.
Mi
tocco il labbro inferiore e percepisco una sensazione di caldo e di bagnato. Mi
guardo il dito e vedo un liquido rosso scuro. Mi sono tagliata il labbro contro
i suoi denti acuminati. Strano, ero talmente presa da lui che non me ne sono
accorta.
Continua
a fissarmi e sembra cercare di calmare il suo primo istinto, uccidermi. Si
lecca il labbro dove è rimasta una goccia del mio sangue. Sta chiudendo gli
occhi con il volto completamente estasiato, deve piacergli.
Quando
riapre gli occhi sembra un’altra persona… un altro demone… mi spaventa.
Questa
volta lo temo sul serio. S’avvicina ad una velocità disumana. Mi scappa un
piccolo urlo quando me lo ritrovo sopra.
Inclina
leggermente la testa a destra e continua a guardarmi. Sembra un animale. Non è
il mio Michael. Ancora una volta mi annusa, come nel corridoio a scuola.
Michael… sono io! Sono Sue. Tu non mi
vuoi fare del male… me lo hai detto tu…
Sto cercando… di resistere… è
difficile…
Michael… tu sai che non sei così! Tu non
sei un assassino… tu sei Michael Cullen, tu puoi fermarti…
Mi
stringe il collo con una mano. Ancora un volta grido in preda alle lacrime. Singhiozzo
come una bambina. Il mio angelo si sta tramutando in un vero e proprio demone.
Le
dita sul collo fanno più pressione e mi manca l’aria. Gli occhi lacrimano e non
so cosa fare. Cerco di colpirgli la mano ma non risolvo nulla, la sua pelle è
dura e mi ferisco. Sento chiaramente l’osso del polso rompersi. Il dolore è
talmente forte che svengo.
Non
so esattamente cosa dopo è accaduto. Sento delle voci ed il dolore alla mano
sembra svanito. Tutte quelle voci sono armoniose e bellissime. Quando apro gli
occhi vedo il volto sinceramente dispiaciuto di Bella.
Carlisle… si sta svegliando…
Il
bel volto da eterno trentenne del dottor Cullen e ora vicinissimo al mio.
Sue? Riesci a sentirmi?
Si…
Bene. Ti ho dato un po’ di morfina per
il dolore e ti ho ingessato il polso. Te lo sei rotto.
Mi
guardo la mano destra. È perfettamente ingessata. Mi sento estremamente riconoscente
nei suoi confronti. Sono un po’ intontita ma capisco chiaramente che non sono
più nella mia stanza.
Mi
guardo intorno e vedo tutta la famiglia Cullen al completo. Michael in un
angolo si sta torturando la faccia con le mani. Alza lo sguardo verso di me. È
sempre bellissimo ma chiaramente è in agonia. Si deve sentire molto in colpa.
Accanto a lui Edward lo guarda impassibile con le braccia incrociate.
Michael
si avvicina a me.
Sue… mi dispiace tanto… per fortuna è
arrivato Edward a fermarmi… ti stavo per uccidere…
Una
bionda dalla bellezza sconvolgente si avvicina, sembra arrabbiata, anzi,
furiosa.
Te lo avevo detto Michael! Devi stare
attento! Te lo abbiamo detto tutti! È fragile, è una umana e tu non sei ancora
totalmente in grado di controllarti!
Rosalie… stai calma…
Questa
volta è Emmett a parlare, lo ringrazio, le urla di Rosalie mi danno fastidio.
Improvvisamente
una piccola bambina, bellissima sui 3 anni si avvicina a me. Sorride e mi
saluta con la manina. Noto subito i capelli color bronzo… uguali a quelli di
Edward. Non ha gli occhi dorati quindi penso che non è una vampira.
Assomiglia molto a Bella e Edward. Non riesco a capire. I vampiri non possono
avere figli… almeno credo. Forse mi sbaglio.
Sue, tesoro. Mi dispiace da morire… dovevo
stare più attento…
Michael… non ti preoccupare… sto bene…
Il
viso dolcissimo di Esme s’avvicina a me. Mi da un bacio freddo sulla fronte e
m’accarezza il volto.
Sappiamo che tua madre è fuori città.
Sei a casa nostra ora. Puoi rimanere se vuoi…
Non
posso rifiutare questa offerta sussurrata dalla signora Cullen. Mi sorride
ancora. È così dolce, mi ricorda molto mia madre.
Se non vi disturbo…
Sei sicura Sue? non ti disgusta il
fatto di stare con me dopo quel che ho fatto?
Dovrebbe…
Ecco
ancora la voce acida di Rosalie.
Non dirlo neanche… non potrai mai
disgustarmi… è stato un incidente. Siamo stati poco prudenti…
Si hai ragione, tesoro.
Mentre
Michael mi bacia le labbra lentamente io m’addormento. Domani mattina forse non
lo rivedrò di fianco a me. Ho paura che se ne possa andare… ho paura di non
vederlo più.
Nonostante la mia preoccupazione perché ho paura di non rivederlo, dormo tranquilla forse perché ho la morfina nelle mie vene.
Sogno
dei mondi fantastici, immaginari nel quale io e Michael non dobbiamo
preoccuparci della sua reazione al mio sangue… dove lui non è un vampiro, dove
io non sono umana… siamo semplicemente noi… un unico essere… un’unica realtà
indiscutibile… un unico mondo nel quale nessun altro è ammesso… solo noi due…
so perfettamente che è un sogno, niente è vero, ma è così bello sognare…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Cap. 10 Talmente Bello Da Non Sembrare Vero ***
cap 10 talmente bello da non sembrare vero
When The Sun Is Gone
Cap. 10
Talmente bello da non sembrare vero
La
mattina mi accoglie con un bel raggio di sole che filtra dalle tende della
finestra sulla mia sinistra. Mi guardo intorno. Ah, già! Non sono a casa mia.
Michael
mi sorride sul bordo del letto. Tutte le mie paure si volatilizzano in un
istante mentre mi guarda con quel sorriso mozzafiato. I suoi occhi, però, sono
vuoti, preoccupati e distrutti.
Come
prima cosa contraccambio il sorriso. Non ho intenzione di portargli rancore, so
che non lo ha fatto apposta. Me la sono cercata. Dovevamo stare più attenti.
Ciao, Sue.
Ciao Michael.
Ho
la bocca impastata dal sonno e sento le labbra secche. Ho sete ed anche fame.
Ho sete…
Vuoi una birra?
Sorride
ed anche a me scappa una risata.
Non sarebbe una cattiva idea… ma non
credo che tuo padre approverebbe… giusto?
Giusto. Qui c’è dell’acqua e mia madre
sta preparando la colazione per te e Renesmee.
Renesmee…
non ho mai sentito questo nome. Lui sembra leggermi nel pensiero.
È la figlia di Edward e Bella…
Ma…
Si, anche per noi è una novità. L’hanno
avuta quando lei era ancora umana. I vampiri maschi possono avere figli con le
umane.
Capisco… quindi lei è metà umana e metà
vampira…
Si. Avrai notato la somiglianza vero?
Si, è molto bella. È quasi impossibile
non notarla…
Sai, ti trova simpatica…
Mi
viene da ridere. Già è difficile pensare che i vampiri esistono, pensare
addirittura ad un ibrido… accidenti! Quante
cose strane ci sono qui a Forks… questo posto mi stupisce sempre di più o, per
meglio dire, Michael ed i Cullen mi stupiscono sempre di più.
Mentre
mi aiuta a bere dal bicchiere m’accarezza la guancia con la sua mano libera.
Poi mi sfiora il collo e noto che i suoi occhi s’incupiscono, come se
ricordasse qualcosa di estremamente spiacevole. Quando le sue dita gelate mi
toccano il collo, sento dolore.
Scusami… hai molti segni…
Segni? Della tua mano?
Non
mi risponde nemmeno. Muove semplicemente la testa su e giù, facendomi capire
che la risposta è affermativa.
La
mano non mi fa poi così male, il dolore al collo invece è molto più percepibile
e pulsante.
Lo
guardo negli occhi ed ancora una volta mi sembra distrutto dentro.
Michael ti prego… non devi sentirti
così…
Si
alza improvvisamente. Sta cercando di calmarsi.
Come fai a non capire? Io ci tengo
troppo a te… vorrei proteggerti da qualsiasi cosa… perché odio vederti
soffrire… ma come faccio a proteggerti se il pericolo sono io?
Sembra
veramente disperato. Se non fosse per il gesso che mi impedisce i movimenti ed
il dolore al collo lo starei già abbracciando. Posso solo limitarmi ad alzarmi
con la schiena e mettermi seduta.
Non preoccuparti… Edward e Bella sono
riusciti a stare insieme… perché con noi non potrebbe funzionare?
È proprio perché so come è la loro
storia che ho paura per te… tu non sai quante volte Bella ha rischiato di
morire a causa di Edward… non per lui direttamente, certo, ma ne ha passate di
tutti i colori, te lo assicuro.
Sono disposta a fare tutto ciò che
posso pur di stare con te. Preferisco morire ora, in questo momento, piuttosto
di vivere una intera vita senza di te…
Sembra
essersi un po’ calmato. Ritorna accanto a me con quei suoi movimenti
dannatamente perfetti.
Credi che il pensiero dell’eternità sia
una bella prospettiva senza te al mio fianco? È terribilmente frustrante poter
anche solo pensare di proseguire la mia esistenza immortale senza te…
Non
posso far altro che essere felice nel sentire queste parole. Allungo il mio
braccio “sano” verso di lui. Gli tocco il viso liscio, freddo e perfetto.
Continua a fissarmi e so che vuole fare esattamente quel che voglio fare io…
vuole un bacio.
Cerco
d’avvicinarmi ma sono ancora troppo debole. Fortunatamente è lui ad eliminare
la distanza che ci divide, mandandomi letteralmente a fuoco le labbra. Ancora
una volta mi ritrovo sotto di lui, succube delle sue labbra e del suo dorato
sguardo. Non desidero altro dalla vita, solo lui.
S’allontana
lentamente dal mio volto mentre io ho il fiatone per il lungo bacio che mi ha
lasciato senza respirare.
Come hai fatto ad innamorarti di un
demonio come me?
Queste
parole mi spiazzano. Come può definirsi un demonio?
Tu non sei un demonio, sei un angelo…
certo, ieri quando mi hai attaccata mi hai spaventata ma comunque tu non sei un
demonio. Voglio dirti una cosa Michael. Da quando mio padre è morto io vivo in
una cupola grigia di fitte nuvole, come il cielo di Forks. Quando il sole se
n’è andato mio padre è andato via con lui… poi sei arrivato tu e le nuvole si
sono dileguate. Riesco ad essere felice solo se sono con te.
Per
tutto il tempo è rimasto a fissarmi con uno sguardo che non lascia trasparire
nulla. Non posso immaginare quel che sta pensando. La sua espressione
impassibile non vuole cambiare. Finalmente dopo qualche minuto il suo sguardo
s’addolcisce e capisco che ciò che ho detto gli ha fatto piacere, almeno in
parte.
Sono felice anch’io da quando sto con
te ma…
Ecco, lo sapevo! Elimina quel “ma “!
Ok?! Nulla c’impedisce di stare insieme!
Certo… solamente il mio istinto da
vampiro…
Sbuffo
spostandomi una ciocca di capelli dagli occhi. Sembra divertito.
So che ora tu non riesci a capire
quanto questa situazione sia pericolosa… credimi Sue, è molto pericolosa…
Improvvisamente
mi sento offesa. Mi prende per stupida?! So chiaramente che è tutto molto
pericoloso. È quello che voglio. Se stare con lui significa essere
costantemente in pericolo, così sia, non sarò certo io a lamentarmi.
Michael tu sei tutto per me…
Anche tu Sue…
M’accarezza
il volto con estrema delicatezza, vengo avvolta da gelo della sua mano. Lo
guardo negli occhi perdendomi nei suoi riflessi d’oro. Mi sorride, non riesco a
respirare e rimango immobile a fissarlo. La sua bellezza è indescrivibile, una
raggio di sole lo colpisce. Tanti piccoli diamanti sembrano risplendere sulla
sua pelle. È luminoso, sublime, spettacolare. È talmente bello da non sembrare
vero ma un bellissimo sogno. Ho davanti a me la perfezione fatta a persona. La
sua luce è quasi abbagliante. Sono costretta dalla mia natura umana a chiudere
le palpebre per un secondo, in quel piccolo, minuscolo attimo di buio mi manca
la sua presenza.
Non mi hai mai visto alla luce del
sole… è per questo che non possiamo uscire quando c’è bel tempo…
Sei veramente… indescrivibile…
Ancora
immobile per la sua bellezza con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa, lo
vedo avvicinarsi. Mi bacia un’altra volta, è un bacio dolce, a stampo. Rimane a
pochi centimetri da me. Ho i suoi occhi perfettamente immersi nei miei…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Cap. 11 Ma poi... chi vuole tornare indietro?! ***
cap 11 ma poi... chi vuole tornare indietro?!
When The Sun Is Gone
Cap. 11
Ma poi… chi vuole tornare indietro?!
Ancora non riesco a credere ai miei occhi. I piccoli
diamanti sulla sua pelle mi abbagliano e creano dei bellissimi giochi di luce.
Le sue labbra si legano alle mie e percepisco il solito freddo. Rabbrividisco
un po’ per il gelo ed un po’ per l’emozione. Fra tutte le ragazze a questo
mondo perché ha scelto proprio me? Cos’ho di tanto speciale? Come può una
creatura così meravigliosa guardare me, è un sogno o realtà?
Non credo d’essermi mai sentita così felice come ora… chissà
se anche per lui è così, lo spero tanto. È proprio in questo momento stretta a
lui che sono me stessa, le sue labbra sulle mie, la sua mano intrecciata alla
mia. Mi prende e mi sento infinita, lo spazio non esiste più, il tempo neanche
mi sfiora, posso solo guardarlo e tremare d’emozione. In questo preciso momento
posso solamente pensare che lo amo…
Riapro gli occhi e Michael mi fissa con un sorriso delicato.
La colazione è pronta
Sue. Te la porto subito…
Va bene…
In poco più di 2 secondi sparisce e poi riappare davanti a
me con un vassoio pieno di cibo, mi arriva alle narici il profumo dolce delle
frittelle, già ho l’acquolina in bocca.
Esme esagera sempre un
po’… non preoccuparti se non riesci a mangiare tutto.
Potrei anche mangiare
il vassoio… sembra così invitante… ma come fa a saper cucinare se nemmeno
mangia?
Beh… abbiamo tutta una
eternità davanti… dobbiamo trovare pur un hobby.
Addento un pezzo di frittella. Si scioglie sulla mia lingua
deliziandomi letteralmente. Chiudo gli occhi masticando lentamente. Non ricordo
d’aver mai mangiato qualcosa di più gustoso. Rimango in estasi per un minuto
abbondante sotto gli occhi divertiti di Michael.
Sembra che non mangi
da mesi…
Scusami ma è così
buona… non ho mai assaggiato nulla di simile.
Sono felice che ti piaccia
e la sarà anche Esme.
Dunque Esme ha
quest’hobby, tu invece che hobby hai maturato in tutti questi anni?
Beh, anch’io ho
imparato a cucinare… però devo ringraziare Edward per avermi fatto conoscere la
musica…
Cosa suoni?
Tutti gli strumenti...
Accidenti… tutti?
Ho avuto molto tempo
per imparare… tu suoni qualcosa?
Non proprio… più o
meno la chitarra… mio padre ha provato ad insegnarmi qualcosa ma non sono una
brava allieva…
Mi fa ancora una volta quel suo splendido sorriso
mozzafiato.
Quando guarirà il
polso t’insegnerò qualcosa, ok?
Grazie maestro!
Mentre divoro la colazione vedo la bimba metà umana, metà
vampira dinanzi a me. È così bella che quasi un boccone mi rimane in gola
soffocandomi.
Ha i capelli bronzei lunghi fino infondo alla schiena con
tanti boccoli, i suoi occhi sono color cioccolata e le sue guancie sono rosee.
La bambina più bella mai vista.
Mi sento una neonata che vede tutto per la prima volta in
questa casa. Il cibo è eccellente, le persone sono più che splendide… provo
sempre emozioni diverse. Dovrei avere paura di loro ma non ci riesco, sono
tutti così gentili ed il loro aspetto è così angelico che non posso nemmeno
pensare che si nutrono di sangue.
La piccola mi saluta come la prima volta con la manina
candida.
Zio Miky? Sta bene la
tua amica?
Sorrido e credo che entrambe se ne rendono conto. Miky? Che
strano sentirlo chiamare così.
Si, sta meglio. Dai
Renesmee vieni qui a salutarla.
Con una leggerezza ed eleganza simile ad un piccolo
angioletto s’avvicina a Michael e con un piccolo, veloce balzo si siede sulle
sue ginocchia.
Ciao Renesmee…
Ciao Sue.
Con le sue piccole mani mi sposta un ciocca dietro
l’orecchio poi guarda Michael, gli tocca il viso. Lui sembra preso da una
specie di trance. Quando riapre gli occhi sorride.
Se vuoi puoi farglielo
vedere…
Renesmee sorride felice e s’avvicina a me. Guardo
preoccupata Michael ma subito mi tranquillizza.
Lasciati toccare… non
avere paura.
Nel momento in cui mi sfiora il volto. Tante immagini
m’invadono. Vedo Michael che mi accarezza il volto e mi bacia. Con un
fazzoletto bagnato mi inumidisce le labbra e la fronte. Quando lei s’allontana
da me mi torna la vista e vedo Michael sorridere.
Lo zio si è preso cura
di te mentre dormivi. Non vuole farti del male. Non l’ha fatto apposta a
ferirti.
Parla perfettamente e rivela molto più della sua età ma è
innocente ed ingenua come tutti i bambini dopo tutto.
Sono ancora un po’ sconvolta dalla visione.
Renesmee ha il potere
di trasmettere quello che pensa con le immagini attraverso il tatto.
Questo spiega molte cose…
Ah, le sorprese non
finiscono mai a Forks vero?
Michael ride realmente divertito.
Aspetta di vedere Jacob!
È un altro membro della famiglia Cullen?
Ride più che mai, come se avessi
detto qualcosa di veramente divertente.
No, no. Non fa parte della nostra famiglia, anche se è un gran buon
amico. Vedi i vampiri non sono gli unici a vivere qui…
Rimango a bocca aperta e non
capisco.
Finisci di mangiare… più tardi magari ti aiuto ad alzarti per sgranchire
un po’ le gambe.
Tu dove vai?
Mi manca il fiato quando vedo che si
allontana con la bimba in braccio. Non capisco perché reagisco così male quando
prova ad allontanarsi da me. Non riesco a respirare e sento il mio corpo
sprofondare nel materasso sotto di me. Allungo il braccio senza il gesso verso
di lui. La afferra stringendola appena. È così dolce quel contatto che mi
tranquillizzo quasi immediatamente.
Stai tranquilla tornerò… vero Renesmee?
I miei occhi cambiano obbiettivo e
la osservo divertita mentre annuisce nascondendosi dietro la testa di Michael.
È ancora un po’ timida, ma vedrai che fra pochi giorni vorrà sempre
giocare con te…
Mi fa tenerezza vederlo con in
braccio quel piccolo scricciolo angelico. Non avrei mai pensato che un giorno
avrei trovato dei veri vampiri. Sono più umani di quanto si credano. Provano
sentimenti profondi e sinceri. Sanno cos’è l’amore, cos’è l’odio e cos’è la
solitudine…
Quando se ne vanno finisco con calma
la colazione. Dopo poco il mio cellulare suona. È da un giorno o più che non
sento mia madre. Deve essere preoccupata a morte.
Pronto, mamma?
Sue? O grazie a Dio ti sei svegliata! Ieri mi ha chiamata un certo
Dottor Cullen, mi ha detto che eri caduta e che ti eri spaccata il polso, che
stavi dormendo… ero così preoccupata… stai bene ora?
Tutte queste informazioni mi fanno
girare la testa. Faccio un respiro profondo prima di rispondere.
Si, sono caduta. Si, sto bene. Qui sono tutti molto gentili con me…
Purtroppo non posso ancora tornare… lo sai. Per fortuna la signora
Cullen si è offerta di ospitarti… ma sinceramente non li conosco, mi fido poco.
Perché non chiedi a Charlie, il nostro vicino?
Smetto di respira per tutto il
tempo. Ho l’occasione di stare 24 ore su 24 con Michael e lei mi chiede di
andare a vivere da un poliziotto? Sta scherzando spero.
Credimi mamma va bene dove sono. I Cullen sono persone estremamente
gentili, ospitali e affidabili… non devi preoccuparti. Poi loro figlio è un mio
compagno di scuola, lo conosco, mi trovo bene con lui.
Davvero? È carino? Ti piace?
Queste sue domande mi mettono in
imbarazzo ed arrossisco come non mai.
Mamma? Ma cosa diavolo mi chiedi?!
Oh, andiamo… preferiresti stare in casa da sola anche con tutte le ossa
rotta piuttosto che in casa di altri… l’unica spiegazione è che ti piace un
ragazzo!
Mamma… per favore…
Non mentirmi… comunque se non è così preferisco che stai da Charlie, lo
conosco ed è un brav’uomo.
Se ti dico che mi piace mi lasci stare?
Fa un piccolo urlo che sta ad
indicare la sua gioia, almeno credo. Sembra più una marmotta presa da un
attacco epilettico.
Lo sapevo! Dai dimmi tutto.
Mamma, mi piacerebbe parlarti della mia vita sentimentale ma ora devo
andare, ciao!
Va bene, ti chiamo domani! Ciao ti voglio bene!
Anch’io te ne voglio!
Quando finalmente interrompo la
comunicazione m’accorgo di Michael sulla porta che ride… come devo sembrargli
ridicola…
Un’altra volta mi ritrovo a perdermi
nei suoi occhi dorati, senza riuscire più a capire nulla. Quel suo sguardo è
così intenso e sensuale che rimango immobile a fissarlo imbambolata, come al
solito.
Non avrei mai pensato che sarei
riuscita ad amare così tanto. Mi viene così naturale amarlo e lasciarmi andare
che quasi mi spavento da sola. Non so spiegare perché, è solo che quando lo
guardo io vedo l’amore… io so che lui è innamorato di me. So che mi ama, lo so!
Mi sento come in un bellissimo
sogno, dove tutto ciò che hai sempre voluto lo hai davanti! È troppo tardi per
tornare indietro sono innamorata follemente di lui… ma poi… chi vuole tornare
indietro?!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Cap. 12 La Nostra Prima Volta ***
cap. 12 la nostra prima volta
When The Sun Is Gone
Cap. 12
La nostra
prima volta
Sono passati ormai due mesi da quando io e Michael ci siamo
rivelati al mondo come nuova coppia. Sono state molte le reazioni. Non sono
mancate le critiche, le gelosie e le cattiverie ma il nostro amore è più forte,
non saranno certo le maldicenze della gente a farci separare.
Mia madre cerca sempre d’invitarlo a pranzo o a cena ed io
sorrido pensando che l’unico modo per averlo seduto alla nostra tavola sarebbe
proporre un cervo vivo. Non potrebbe capire, mai saprà di lui e della sua
identità nascosta. Comunque le va a genio per fortuna.
È un bravo ragazzo e
per di più è bellissimo, brava la mia Sue, te lo sei scelto bene!
Come se io avessi avuto scelta… io sono nata per stare con
lui. Non avevo scelta, non ho, tuttora, scelta. Io gli appartengo come lui
appartiene a me. Ci completiamo, come un immenso cielo senza stelle, che senso
avrebbe?
Stasera non piove e dalla mia finestra il mondo sembra più
intrigante. Forse è solo la mia voglia di vederlo. Lo sto aspettando. Mia madre
già dorme in camera sua tranquilla e beata. Non potrebbe mai immaginare che
ogni notte Michael entra dalla finestra e mi guarda dormire.
Spalanco la finestra e un vento gelido ed umido mi
schiaffeggiano il viso. I miei capelli sciolti danzano leggeri dietro la mia
schiena.
Il mio stereo è a basso volume e le parole della canzone che
sto ascoltando mi fanno letteralmente sognare ad occhi aperti…
Cuz you're my, you're my, my, my true love, my whole heart
Please don't throw that away
Cuz I'm here for you
Please don't walk away and
Please tell me you'll stay, stay
Canticchio sottovoce facendo giravolte nella stanza. Non
penso che fra poco potrebbe arrivare. Sono talmente felice che non posso
trattenermi dal gioire come una bambina.
Stringo a me il pupazzo a forma di orsetto che mi ha
regalato per il nostro primo mese. Danzo con lui ridendo piano, per non farmi
sentire.
Non sapevo che tu
ballassi la notte…
Eccolo attaccato al ramo dell’albero davanti alla mia
finestra. Sorride come se stesse guardando il più divertente degli spettacoli.
M’avvicino a lui sorridendo facendogli segno d’entrare in
casa.
Con gesti precisi ed eleganti atterra delicato sul
pavimento. Ha i capelli scompigliati per il vento ed ha gli occhi socchiusi, il
sorriso è solo mezzo, mi fa morire. Non so nemmeno io cosa provare, è
bellissimo.
S’avvicina allo stereo per ascoltare meglio la canzone, lo
so che la sente benissimo anche ad 1 chilometro di distanza… lo fa solo per
sembrare più umano ai miei occhi.
Che gruppo è?
Me lo chiede ma so che lo sa benissimo. Conosce qualsiasi
tipo di band.
The Red Jumpsuit
Apparatus…
Che nome strano…
Già… la canzone si
chiama Your Guardian Angel.
Mi prende per mano e mi stringe forte. Mentre ci muoviamo
lenti a ritmo con due dita mi alza il mento per guardarlo negli occhi.
S’avvicina lentamente sempre mentre balliamo. Sento le sue fredde labbra legate
alle mie. Piano, piano apriamo entrambi le bocche lasciando le nostre lingue
libere di giocare l’una con l’altra. Mai come in questi ultimi mesi ho
percepito la voglia di sentirmi solo sua. Una sua mano scivola sulla mia
schiena accarezzandola piano. Il mio cuore si ferma per qualche secondo e non
posso non sorridere.
Sai che sei tu il mio
angelo custode…
Mi dice queste parole quando si allontana di pochi
centimetri dalla mia bocca. Istintivamente m’aggrappo alle sue spalle e lo
bacio con più impeto. Riesce a gestire con facilità la mia forza, sono umana
dopotutto.
Voglio portarti in un
posto stasera… ti va?
Certo… dove?
Mi accarezza la guancia sorridendo.
È un segreto… prendi
delle coperte… non so se ci sarà freddo… meglio non rischiare.
Afferro velocemente delle coperte nel mio armadio
domandandomi dove vorrà portarmi. Mi afferro come sempre alla sua schiena ed in
pochi istanti eccoci sul mio vialetto. La sua Mustang è davanti a noi e come al
solito è calda al suo interno.
Per tutto il viaggio ci fissiamo ammiccando sorrisi che
forse significano tutto o niente. Mi afferra la mano e mi stampa sul dorso un
gelido bacio ma dentro di me un fuoco avvampa. Ogni contatto con la sua pelle
dovrebbe farmi tremare invece, ogni volta, è un fuoco che aumenta sempre di
più.
Finalmente si ferma in prossimità di un boschetto, sento
l’odore di salsedine nell’aria ed anche il rumore delle onde che si scontrano
con gli scogli.
Mi porti al mare?
Accidenti mi hai
scoperto!
Ride. I suoi denti luccicano ed è talmente bianca la sua
pelle che lo vedo anche se c’è buio. Sento la sua mano stringere la mia, mi fa
strada dentro al bosco. Questo contatto apparentemente piccolo mi fa battere in
cuore talmente veloce che quasi lo sento esplodere.
Pur essendo una imbranata totale riesco a stare al passo
senza scivolare troppe volte, ogni tanto mi sorregge e ridacchia della mia
goffaggine.
Ad un certo punto il bosco svanisce, davanti a me c’è una
piccola spiaggia dalla sabbia fine. C’è qualche scoglio al centro del mare che
vedo solo grazie alla luce della luna piena che stasera quasi abbaglia. Molte
stelle brillano e ci osservano da lassù. Non posso far altro che rimanere a
bocca aperta. È uno spettacolo meraviglioso.
Michael è bellissimo
qui…
Da dietro lui m’abbraccia avvolgendomi nella coperta e mi
bacia dolcemente la testa.
Sapevo che ti sarebbe
piaciuto qui… possiamo stare lontano da tutto e da tutti…
Si, è fuori dal mondo.
Sarà il nostro nascondiglio, la nostra baia…
Sue, questi due mesi
sono stati i più belli di tutta la mia vita… e tutto questo è perché sei
entrata a far parte della mia esistenza… voglio dirti che… ti amo immensamente…
Mi manca il fiato, tutto il mio corpo sembra irrigidirsi. Non
mi ha mai detto chiaramente ciò che prova. Io sapevo cosa provava ed ora ne ho
la prova, non mi sono mai sbagliata, ho creduto fermamente in questa storia e
non ho sbagliato. Perché lui mi ama, è l’unica cosa che conta.
Ti amo immensamente
anch’io…
Mi volto verso di lui ed una strana ma intensa voglia di
fare l’amore s’impossessa di me. Lo bacio prima piano poi tutto si trasforma.
Non so come mi ritrovo con lui coricato sulla sabbia ed io a cavalcioni sopra
mentre continuo a baciarlo senza sosta. Come se fosse la nostra ultima notte…
come se il domani non esistesse… quasi con disperazione lo stringo a me.
Non è uno dei nostri soliti baci prudenti. Questa nostra
passione è quasi violenta e dolorosa. Mi sento morire se non mi bacia. Ci
rotoliamo sulla distesa di sabbia e mi ritrovo sotto di lui ancora con le
labbra legate.
Comincio ad infilargli le mani sotto la camicia, ti prego
non fermarmi. Con mia piacevole sorpresa mi sta sfilando lentamente la maglietta
mentre mi fissa con uno sguardo perso, innamorato, come il mio.
Ed ecco che la nostra danza fatta di carne e sospiri, fatta
di graffi e baci ha inizio. Desiderio che se non realizzato diviene agonia. Se
chiudo gli occhi mi sembra di vedere una luce, so che è quello il paradiso…
Michael chiude gli occhi e si lascia andare, in quel momento
la sua bellezza mi folgora, mi colpisce e mi spiazza… posso solamente
arrendermi di fronte a lui e lascio che i suoi baci mi sfiorino, che le sue
mani accarezzino le mie gambe nude, mi ritrovo a tremare ancora ma non per il
freddo. L’emozione è troppo forte che delle piccole lacrime mi scendono sulle
guancie. Non ci faccio molto caso, lo guardo mentre si muove sopra di me. So
che si sta trattenendo per non farmi del male. Stringe un po’ troppo forte le
mie braccia ed un po’ mi provoca dolore. Dentro di me percepisco una strana
sensazione di calore. Mentre muove i suoi fianchi canditi sotto la luce della
luna ripete sottovoce il mio nome. Ripete che mi ama e poi mi stringe più forte
a lui. Io ricambio anche se la mia stretta non è forte come la sua.
È la mia prima volta… è la nostra prima volta… non potrò mai
dimenticarla…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Cap. 13 Non So Cosa Darei... ***
Cap. 13 Non so cosa darei...
When The Sun Is Gone
Cap. 13
Non so cosa
darei…
La suoneria del mio cellulare mi sveglia spaventandomi. Il
numero sul display è quello della mamma. Lentamente sposto le coperte e mi
siedo sul letto.
Pronto mamma?
Tesoro, volevo
salutarti ma sono dovuta partire subito! Stavi dormendo stamattina, non volevo
svegliarti. Ci vediamo fra una settimana Sue.
Ah, già. La conferenza
a Washington… me ne ero dimenticata…
Lo immaginavo! Beh,
buon weekend amore! Salutami Michael! Ciao
Ciao mamma, buon
viaggio!
Grazie, vado di corsa
o perdo l’aereo!
Sento il suo respiro affannoso e capisco subito che sta
correndo sul serio. La saluto ridendo per poi riattaccare. Per qualche secondo
rimango immobile guardandomi intorno. Sono nella mia stanza ma… ricordo
d’essermi addormentata sulla sabbia avvolta dalla coperta… dopo aver…
Improvvisamente sento le guance avvampare e le copro col
viso, imbarazzata al solo pensiero. Sono proprio una stupida, sono sola in
casa, nessuno può vedere le mie guance arrossate.
Mi passo una mano tra i capelli per poi gettarmi
all’indietro sul letto con le gambe che penzolano.
Ripenso alla notte trascorsa con lui. Arrossisco ancora per
poi scoppiare a ridere per la gioia. Un rumore mi distrae. Michael è sul ramo
dell’albero che bussa alla mia finestra sorridendo.
Mi alzo e m’incammino fra uno sbadiglio e un altro verso di
lui. Quando spalanco le ante Michael esegue, come sempre, un breve ed elegante
balzo. Perfettamente dritto e composto mi scocca un dolce bacio sulla fronte.
Gli sorrido timidamente mentre m’accorgo d’essere in mutande
mi nascondo sotto le coperte.
Buongiorno stella.
Buongiorno… mi hai
riportato tu a letto ieri sera?
Si. Non potevo
lasciarti dormire sulla sabbia tutta la notte al freddo.
Come al solito il ricordo di noi due nudi fusi in un’unica
danza d’amore mi fa arrossire.
Sorride e s’avvicina a me. M’abbraccia e mi bacia ancora.
Ancora sorridente nota il mio disperato tentativo di nascondermi sotto le
coperte. Non sono abituata a farmi vedere mezza nuda da lui…
Non avrai vergogna
spero? Non mi sembravi così timida l’altra sera…
Improvvisamente sento le mie guance avvampare. Che cattivo,
vuole mettermi in imbarazzo.
Ma ieri sera non si
vedeva nulla…
Mi guarda facendo un sorriso beffardo.
TU non vedevi. Io ho
visto perfettamente.
Sento tutto il mio corpo ribollire di vergogna, forse sto
anche sudando sulla fronte. Non avevo pensato ai suoi sensi da vampiro. Mi
copro il volto con le mani.
Oh, no… non ci avevo
pensato…
Non vergognarti… eri e
sei anche adesso bellissima…
Gli faccio uno di quei sorrisi che solo lui ha visto. Lo
bacio sulla guancia per poi alzarmi, questa volta me ne frego se non ho i
pantaloni del pigiama. Mi volto sorridendo.
Mi faccio una doccia e
arrivo subito…
Va bene.
Sotto il getto d’acqua calda mi rilasso. Percepisco dei
rumori in bagno così sposto la tenda e lo vedo davanti a me sorridente. Si
spoglia velocissimo, capisco qual è la sua intenzione. Tiro tutta la tenda e lo
faccio entrare nella doccia.
Bacia il mio collo provocando in me dei bellissimi sobbalzi.
Mi solleva con le braccia e tutta la nostra passione esplode…
Mi sveglio nel mio letto e lo sento dietro di me, le sue
braccia sono intorno ai miei fianchi, ho ancora i capelli bagnati e sento il
profumo del mio bagnoschiuma.
Ben svegliata,
dormigliona.
mmm… che ore sono?
Le 10… stai tranquilla
non è tardi. Puoi dormire ancora un po’ se vuoi.
Mi giro verso di lui. Non posso addormentarmi ancora con una
tale meraviglia nel mio letto, come potrei? Mi stringo più forte a lui e sento
freddo, mi avvolge come un involtino nelle coperte, è un gesto così tenero che
non posso fare a meno di sorridergli. Anche lui ha i capelli bagnati e tante
gocce gli scivolano sul suo viso di marmo. I suoi occhi dorati osservano ogni
mio movimento, credo d’essermi persa a guardarli. Le sue labbra sono piegate in
un sorriso dolcissimo che mi fa letteralmente volare. Lo stringo più forte a me
sapendo che niente potrà mai dividerci.
A cosa pensi?
Mi chiede guardandomi con quel suo fantastico sorriso.
A niente… e a tutto…
Sorride e m’abbraccia più forte.
Sei una contraddizione
vivente…
Ecco… penso che adesso
nulla può dividerci…
Sempre più forte mi stringe e ride.
Non permetterò mai a
niente a nessuno di portarti via da me… stai tranquilla…
Mi sento euforica, una felicità che mai ho provato in tutta
la mia vita ed è così ridicolo se penso a come mi sentivo mesi prima… sempre in
depressione, cercando d’allontanare qualsiasi tentativo d’essere felice. Ora
Michael mi rende felice come potrei allontanarlo?
I miei pensieri vengono distratti dal mio stomaco
brontolone. Michael mi guarda e ride.
Ah già! Dimentico che
sei umana, devi mangiare. Ti preparo la colazione?
Ed io dovrei rimanere
qui a far nulla? Neanche per sogno!
Mi alzo come al solito con la mia poca grazia, quasi
inciampo nelle lenzuola. Sento le sue risate sommesse, mi volto e gli faccio
delle linguacce.
Cerco velocemente dei vestiti comodi e mi lego i lunghi
capelli in una coda alta.
Lui rimane nel letto immobile a fissarmi, sembra quasi una
statua. Solenne, bellissimo e perfetto.
Allora? Non ti vuoi
alzare pelandrone?
Hey, non sono io
quello che si addormenta appena tocca un letto.
Beh, per forza, tu non
dormi!
Gli nasce sul volto un bellissimo sorriso che per me è
divino. Salto sul letto mi posiziono su di lui mentre ancora ride. Gli bacio la
punta del naso e sorrido guardandolo.
Sai che quando dormi
sei bellissima… sembri così in pace…
Arrossisco cambiando obbiettivo guardando il pavimento. Lui
mi accarezza la guancia costringendomi a guardarlo.
Non so che darei… per
poter dormire con te… per svegliarmi la mattina e trovarti fra le mie braccia…
per capire che niente è un sogno che tutto è vero…
Sento i miei occhi bagnarsi, certe parole le ho sentite solo
nei film. Nessuno le ha mai rivolte a me.
La sua mano dietro il mio collo mi attira a lui. Mi bacia
lentamente e il respiro mi manca per poi ricominciare più velocemente. La sua
lingua è fredda, come tutto il suo corpo, ed è lenta dentro la mia bocca. È un
bacio passionale ma allo stesso tempo dolce.
Una lacrima riga il mio viso e finisce sulle nostre labbra.
Riapre gli occhi e si allontana da me, con il pollice mi porta via quella
sensazione di bagnato.
Sai che se potessi
piangerei anch’io amore? Ti capisco…
Si, so che provi la
stessa cosa Michael. Ho talmente tanta gioia dentro di me che non so come
esprimerla se non piangendo…
Sorride e riprende a baciarmi… altre lacrime raggiungono la
prima sulle nostre labbra…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Cap. 14 Pericolo Per I Cullen ***
Cap 14 pericolo per i Cullen
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno recensito e che
hanno messo questa storia fra i preferiti! è grazie a voi che
continuo questa storia! GRAZIE DI CUORE!
When The Sun Is Gone
Cap.14
Pericolo per i Cullen
Lo
guardo mentre è girato di schiena e cucina, non ha la maglietta ed osservo ogni
piccolo angolo di pelle, potrei contare tutti i muscoli della schiena.
Un
raggio di sole entra dalla finestra e si posa sulle sue spalle ed in questo
momento non so nemmeno se sono al mondo. Tanti diamanti luccicano e devo per
forza socchiudere gli occhi. Con un
gesto tanto veloce da essere invisibile, chiude la tenda.
Devo stare attento, potrebbero vedere
da fuori!
Vorrei
sorridergli o per lo meno rispondergli ma sono totalmente rapita da lui. Ho i
gomiti appoggiati al tavolo e, come al solito, sono in ginocchio sullo
sgabello, le mani mi sorreggono il volto. Devo avere una espressione beata,
sono così felice.
Lui
m’osserva mostrando un sorriso bellissimo coi denti lucenti.
Mi
mette davanti un bellissimo piatto con sopra uova e pancetta.
Grazie!
Mi
versa del succo di frutta in un bicchiere sempre con quel suo sorriso
strepitoso. Improvvisamente si blocca e guarda verso l’ingresso.
Rosalie? Che ci fa qui?
Come?
Veloce
come la luce apre la porta dell’ingresso ed eccomi davanti la ragazza più bella
e più elegante che abbia mai visto.
Ciao Michael.
Ebbene, come mai questa visita?
Devo parlare con Sue. Senza di te.
Mentre
mastico riesco a percepire una terribile tensione nell’aria. Parla ad un volume
così basso che le mie povere orecchie umane non riescono a sentire alcun
suono. Michael sembra teso e stringe i pugni.
Sparisce
al piano superiore e quando torna da noi è totalmente vestito. S’avvicina e mi
bacia le labbra dolcemente.
Torno fra poco, mia sorella vuole
parlare con te.
Va bene. Ci vediamo fra poco allora.
Tranquilla, non ti preoccupare. Ti amo.
Ti amo anch’io.
Dopo
l’ultimo bacio esce dalla porta correndo per paura dei raggi del sole.
Rosalie
è ancora sulla porta e mi fissa seria.
Rose, vieni pure.
Grazie. Mi dispiace d’avervi
disturbato.
Non fa niente.
Quando
finisco la colazione metto un po’ in ordine la cucina mentre lei m’osserva
silenziosa. Non capisco… cosa deve dirmi?
Mi
siedo sullo sgabello di fronte a lei. Ha gli stessi occhi dorati e splendidi di
Michael e per un istante rimango immobile, rapita dal suo sguardo.
Sue, è una cosa molto seria.
So
che riesce a percepire il mio cuore battere ad una velocità smodata. Non sono
per niente tranquilla. Rosalie è sempre stata l’unica della famiglia Cullen a
guardami con altri occhi, per quella che sono, una umana. Secondo lei non sono
degna di suo fratello o comunque non ha mai accettato la nostra relazione.
So cosa pensi Sue. Pensi che non ti
voglio ma ti sbagli. Sei una bravissima ragazza, se non mi sono mai dimostrata
molto affettuosa è perché mi preoccupo per te e per la nostra famiglia.
Queste
parole mi spiazzano e non so come ribattere, aspetto che continui il discorso.
Sto in silenzio e la fisso con attenzione.
Tu non dovresti conoscere il nostro
segreto… per questo Michael ha sempre cercato di starti lontano, voleva
addirittura scappare quando sei arrivata in città. Ora non potrebbe, anche se
volesse, separarsi da te. Tu sei la sua metà e tutti siamo contenti per lui.
Finalmente ha trovato una ragazza speciale ma sai… tu sei umana... e non
dovresti sapere nulla. Voglio dirti la verità Sue. C’è una grande famiglia in
Italia, i Volturi, sono, come dire… dei sovrani che mantengono l’ordine fra i
vampiri, se venissero a sapere che Michael sta con una umana ucciderebbero lei,
lui e chiunque cercherà di proteggerli, tutti noi dunque. Loro non
attaccheranno se Michael deciderà di trasformarti…
Ma loro non sanno nulla…
Abbassa
lo sguardo fissando chissà cosa.
Alice ha previsto qualcosa, manderanno
qualcuno.
Sento
il sangue gelarsi. Non ho mai pensato d’essere un pericolo per i Cullen ma ora…
Michael non mi ha mai parlato di loro…
Perché è uno stupido! Gliel’ho detto
tante volte di dirti tutta la verità ma aveva paura di perderti.
Quindi l’unica soluzione è diventare
come voi…
O di scappare… ma i Volturi non sono
così sciocchi, hanno segugi formidabili, sarebbe solo questione di tempo. Vi
troveranno e vi uccideranno. Credimi Sue… è l’ultima soluzione che ti consiglio
la trasformazione.
Mi
manca il respiro. Sarebbe stato meglio non sapere. Rosalie ha fatto bene a
dirmelo ma ora ho paura… non solo per me ma anche per loro. Mi tengo le mani
ferme, tremano in una maniera impressionante.
Rose ma io non posso trasformarmi.
Michael mi ha detto che i vampiri neonati sono pericolosi e che non sanno
controllare la sete... dovrei andarmene via da Forks, abbandonando mia madre…
non posso…
Lo so… la decisione è solo tua. Io
vado… sappi che per qualsiasi cosa ci sono.
Grazie Rosalie…
L’accompagno
alla porta. Quando rimango completamente sola scoppio a piangere. Non ho mai
pensato a trasformarmi. Potrei stare per sempre con Michael ma a quale prezzo?
Con
che faccia potrei lasciare sola mia madre? Ha già perso mio padre, perdere
anche una figlia sarebbe troppo…
Rimango
immobile seduta davanti alla porta stringendomi le gambe e piangendo come,
forse, ho mai fatto in vita mia…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Cap. 15 Devo Trasformarmi ***
cap 15 devo trasformarmi
When The Sun Is Gone
Cap. 15
Devo trasformarmi
Ancora a terra agonizzante per il dolore che provo dentro di
me, piango. Devo prendere una decisione o lascio Michael o lascio mia madre. In
tutti e due i casi farei soffrire le persone più importanti della mia vita.
Michael è il sole che ogni giorno mi dona calore come si può
vivere senza di esso? Ma lasciare mia madre… non so che fare. È una decisione
troppo importante, non posso prenderla da sola anche se riguarda la mia vita.
Trasformandomi in vampira avrei l’opportunità di stare per
sempre con Michael ma dovrei lasciare mia madre qui, sola. Non se lo merita,
lei che ha sempre fatto di tutto per farmi star bene. Lei che ha sempre cercato
di nascondere il suo dolore per la morte di papà.
Le mie guance sono fradice, gli occhi mi bruciano e non
fanno altro che gettare lacrime che non voglio ma non riesco a fermarle. Cerco
di cancellarle con le mani ma come le asciugo me ne escono altre.
Improvvisamente vedo una sagoma entrare dalla finestra
aperta del salotto, è Michael. Si
precipita da me, mi abbraccia e mi
dondola sul pavimento come una bambina.
Non ho il coraggio di guardarlo, so che se lo guardassi per
più di due secondi mi farei mordere, per porre fine a questa storia.
Mi dispiace Sue, avrei
dovuto dirtelo, non ho mai trovato le parole.
Quindi io dovrei
diventare come te…
Dalla sua bocca esce un sibilo strano, inquietante. Capisco
che è arrabbiato.
Io non ti ucciderò
mai!
Se non lo farai tu lo
faranno loro. Poi tu non mi uccideresti, mi daresti un altro tipo di vita.
Mi stringe più forte.
Non ti farò mai
soffrire. Sue possiamo, anzi, dobbiamo trovare un’altra soluzione. So anch’io
che siamo tutti in pericolo se rimani umana, anche tua madre, tutti lo siamo.
A queste parole mi agito e mi stacco un po’ da lui giusto
per fissarlo negli occhi.
Che c’entra mia madre?
Sono io l’umana che sta col vampiro non lei!
Sospira come rassegnato chiudendo gli occhi.
Diciamo che… non amano
lasciare testimoni…
Alla fine mia madre è
sempre in pericolo… in tutti i casi lei soffrirebbe…
Più o meno si…
Mentre gli passo le mani fra i capelli lo fisso negli occhi.
Cosa credi sia più
giusto fare Michael?
Sta per un po’ zitto senza guardarmi, fissa per terra
pensieroso.
Di sicuro non voglio
trasformarti… e non voglio che altri lo facciano… ma non voglio nemmeno vederti
uccidere da quei folli…
Alla fine è meglio per
tutti se divento vampira…
Improvvisamente si rianima e mi scrolla per le spalle.
Non è meglio per te,
Sue! Proveresti molto dolore e poi dovresti morire… non potresti vedere tua
madre per un bel po’ di tempo, perché dovrai abituarti a non uccidere gli
umani, ad ignorare l’istinto che nei neonati è molto più forte! E poi lei
noterebbe il cambiamento!
Non so cosa fare…
Appoggio la mia testa al suo petto freddo e chiudo gli
occhi, respirando il suo profumo così inebriante. M’accarezza le braccia ed un
po’ mi rilasso.
Non voglio rinunciare
a voi Michael… alla tua famiglia, a mia madre…
Lo so… nemmeno io
voglio…
Improvvisamente tutto mi sembra più chiaro, tutto. Non posso
rischiare di vedere mia madre in una bara… non posso. Lei non c’entra nulla.
Lo stringo più forte e capisco che è lui che voglio per
sempre al mio fianco. Non ho mai pensato a me come vampira, non è mai stato il
mio più grande desiderio. Bere sangue, cacciare animali non è proprio ciò che
voglio ma se c’è lui accanto a me tutto mi sembra più accettabile.
Lo bacio sulle labbra dolcemente con ancora le lacrime agli
occhi…
Io ho deciso… devo trasformarmi...
Michael… ho deciso…
devo diventare come te…
Lui sospira e mi stringe più forte. Non sembra arrabbiato ma
sicuramente non è felice di questa mia decisione. Presa comunque con fretta.
Non è la cosa giusta…
Invece si, pensaci! A
parte me chi rischierà la vita se mi trasformo? I Volturi mi vedranno già
trasformata e non avranno scuse per uccidere qualcuno.
Non so… dobbiamo
parlare con il resto della mia famiglia…
Senza aspettare la mia risposta mi prende in braccio e
comincia a correre per i boschi velocissimo. Io m’aggrappo un po’ spaventata,
non è mai andato così forte con me.
Si ferma di colpo e davanti a me ecco la bellissima villa
dei Cullen.
Edward apre la porta con un’aria preoccupata, sicuramente sa
già tutto, deve aver letto nella mente di Michael.
Quando entriamo vedo tutta la famiglia al completo. Esme
s’avvicina e come se fossi realmente sua figlia m’accoglie con baci e abbracci.
Mi fa sedere sul divano mentre mi porge un vassoio pieno di dolci,
immediatamente Renesmee ne afferra uno. Si siede sulle mie gambe e m’accorgo
del suo cambiamento, è cresciuta tantissimo dall’ultima volta che l’ho vista.
In fin dei conti non è una normale bambina.
Prendo una caramella alla fragola e le sorrido. Comincia a
giocare coi miei capelli quando Carlisle parla con Michael.
Michael lasciami un
po’ di tempo per pensare… la trasformazione di Sue deve essere l’ultima
soluzione…
Ma io voglio
trasformarmi Carlisle. È meglio per tutti.
Fino a quel momento non ho detto nulla perciò tutti gli
occhi dorati dei vampiri sono puntati su di me.
Non sei ancora sicura
al cento per cento vero?
Questa voce proviene dalla vampira aggraziata e perfetta di
nome Alice.
No, non del tutto.
Però io ho visto che
diventerai come noi. Quel che mi stupisce è perché così presto… tu dovresti
trasformarti fra qualche mese… i Volturi saranno qui fra 2 settimane…
C’è così poco tempo…
Sussurro abbracciando Renesmee. Lei mi accarezza il volto
sorridendo per tranquillizzarmi.
Io comunque credo che
è meglio per tutti se mi trasformo…
Esme mi afferra una mano dolcemente.
Come farai con tua
madre?
Rimango in silenzio mordendomi il labbro inferiore, cado
dolcemente fra le sue braccia mentre Renesmee è ancora sulle mie ginocchia. Ci
abbraccia Esme ed anche se non provoca calore, questo abbraccio mi fa stare
molto meglio.
Ma non potremmo
semplicemente andarcene io e Sue da qui? Senza il bisogno di trasformarla!
Michael i Volturi non
hanno pietà e non si fermeranno… se
scoprono che sei scappato con una umana vi ucciderà…
Edward s’avvicina come illuminato da un lampo di genio.
Possiamo raggiungere
un accordo con loro… come abbiamo fatto io e Bella.
Non credo che saranno
disposti a compromessi figliolo. Dubito che vengano qui per una visita di
cortesia…
Bella s’avvicina al marito e lo abbraccia da dietro. Sono
splendidi insieme, poi i miei occhi tornano a fissare la loro piccola bambina
anche lei bellissima, questo piccolo essere sulle mie gambe dai lunghissimi
capelli, dagli occhi nocciola e dalle guance rosee.
Loro hanno dovuto pagare prezzi molto alti per la loro
felicità, Bella ha rischiato di morire ed anche Edward ma ora stanno insieme
più felici che mai con una bambina adorabile.
Mi convinco sempre più della mia decisione. Devo
trasformarmi per poter stare per sempre con Michael, per essere felice, per
sempre…
Edward mi fissa e sorride poi si rivolge a Carlisle.
Papà, Sue ha già
deciso. Vuole diventare come noi. Si sta convincendo sempre di più. È inutile.
Dobbiamo solo inventarci qualcosa per non fare insospettire sua madre.
Tutti mi guardano, chi è preoccupato e chi invece è quasi
sollevato dalla mia decisione.
Mi preparo psicologicamente al passo più importante della
mia vita… diventare vampira…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Cap. 16 Oddio... ***
cap 16 oddio
When The Sun Is Gone
Cap. 16
Oddio…
La sera arriva in fretta portando con sé ombre e stelle.
Dalla mia finestra osservo il bosco che con la luce della luna prende colore,
argento su tutte le foglie. Respiro a pieni polmoni l’aria fresca.
Improvvisamente m’accorgo di non aver mangiato tutto il giorno e la fame prende
il sopravvento.
A malincuore socchiudo la finestra e vado in cucina pensando
che forse questa è una tra le mie ultime cene. Afferro una mela rossa dal cesto
sopra il tavolo. L’addento gustandomi il succo dolce.
Che destino strano il mio… di tutte le persone che ci sono
al mondo proprio di un vampiro mi devo innamorare? Comunque sono cose che non
si possono comandare, l’amore non guarda in faccia nessuno. Una volta che ti
colpisce non se ne va volentieri.
Resto per un po’ immobile sullo sgabello a masticare
lentamente. Osservo la cucina ed il salotto, la mia casa. Dovrò abbandonarla e
con lei anche mia mamma… una improvvisa tristezza mi travolge. Delle piccole
lacrime scivolano sulla mia pelle, non so se mi da sollievo piangere però è un
buon modo per sfogarmi.
Stasera aspetto chissà cosa… aspetto di morire o di vivere…
attento l’ora in cui qualcuno morderà il mio collo.
Una parte del mio cuore sta piangendo perché dovrò
abbandonare la persona più cara che mi è rimasta al mondo ma l’altra parte è
felice di poter stare con Michael per sempre. Sono così confusa.
Giuro quando dico di soffrire, giuro quando dico che sto
morendo dentro…
È notte e le sue braccia non sono intorno alla mia vita… il
buio nasconde le mie lacrime, entro mattina saranno asciutte sul mio viso e sul
mio cuscino.
Sento la pioggia cadere sul tetto e sul vetro della mia
finestra e mi sveglio. Apro gli occhi guardandomi intorno, sento un corpo
accanto a me. So chi è. Il profumo di rose selvatiche non sbaglia. Lo stringo
forte a me e percepisco il solito freddo. Quel freddo intenso della morte che a
me da vita.
Occhi socchiusi e labbra pronte. C’è solo lo spazio di pochi
centimetri a separarci, le mie gote sono arrossate. Il cuore aumenta il battito
di dieci volte. I nostri sospiri sono lievi ma intensi. Il calore dentro di me
aumenta, lui s’avvicina… chiudiamo gli occhi nello stesso momento. Sento il suo
alito sulle mie labbra… ancora pochi istanti. Sfioro il suo viso coi miei capelli
e poi percepisco la solita, magnifica, paradisiaca pressione sulle mie labbra. Questo
bacio per me significa tutto… è per lui che voglio trasformarmi, è per noi che
lo faccio, per poterlo baciare ogni momento così.
Senza dirci una parola facciamo l’amore bramosi l’uno
dell’altra. Stringendoci forte come mai abbiamo fatto. Come se fosse la nostra
ultima volta insieme, come se dovessimo separarci per anni interi, per
millenni, invece è l’opposto. Non so esattamente quando ma diventerò come lui
ed allora avremmo tutta l’eternità davanti per fare l’amore, per amarci e per
essere completamente felici.
Un settimana è già passata. Non posso crederci… ancora sette
giorni e poi i Volturi verranno qui. Il giorno della mia trasformazione è
vicino.
Cerco di stare il più possibile con mia madre sapendo che
dovrò allontanarmi da lei. Le ho detto che farò un viaggio in Alaska con
Michael e che sarà lungo. Prima ha pianto poi s’è tranquillizzata ed ora è
triste. La guardo mentre mi prepara il pranzo ma l’odore delle lasagne, mio
piatto preferito, mi nausea. Non mangio regolarmente da giorni e per di più ho
sempre fame ma non riesco a buttare giù nulla. Michael pensa che è nervosismo
per la nostra partenza, forse ha ragione.
Come mai così
pensierosa, Sue?
Mh! Niente… pensavo
all’Alaska.
Improvvisamente il suo sguardo diventa più cupo. Mi da il
piatto con un gran bel pezzo di lasagna fumante.
Vedrai che sarà
meravigliosa. Sai di preciso quando tornerai tesoro?
No, mamma. Michael
vuole fare una specie di Tuor per tutto lo stato. Stai tranquilla ti chiamerò
tutti i giorni.
Certo, se no
impazzisco senza la mia bambina.
Mi tocca la mano e sorride dolcemente, come solo una madre
può fare.
Tesoro, non hai una
bella cera… sei sicura di stare bene?
Si, certo. In questo
periodo sono un po’ nervosa per la partenza.
Si, ti capisco. Dai
domani è il grande giorno.
Si…
Per non destare sospetti vivrò per un po’ di tempo dai
Cullen e partiremo dopo che mi sarò ripresa dalla trasformazione. Quando poi i
Volturi mi vedranno potremmo partire senza alcun problema.
Che piano elaborato… solo Alice poteva pensarci. La mia
futura cognata…
Non posso negare d’essere felice ma non posso neanche negare
d’avere paura. So che la trasformazione è molto dolorosa… ma ne varrà la pena.
Il pensiero di poter sempre stare con Michael mi fa passare qualsiasi dubbio.
Le valigie sono già pronte davanti alla porta, come se quei
vestiti servissero a qualcosa… Alice mi ha già comprato un intero, nuovo
guardaroba! Al pensiero sorrido ed addento un pezzo di lasagna. Non ha lo
stesso sapore… mi sembra grama. Faccio una espressione piena di disgusto.
Sue, sono grame? Non
ti piacciono?
Non faccio in tempo a rispondere che corro al piano
superiore in bagno e vomito più del dovuto, mi sento disorientata, la testa mi
gira. Alzo lo sguardo e vedo il mio calendario… nessun puntino rosso questo
mese, su nessuna data… oddio… ti prego dimmi… Dio se esisti mandami un segno…
dimmi che non è come penso io…
Ta da ta da!!! Ecco il capitolo
numero 16! Spero che vi sia piaciuto!
Mi sono armata di fanta e winston
blue ma alla fine l’ho completato!
Colpo di scena alla fine… avranno
fatto lo stesso “errore” di Edward e Bella? Mah… tutto vi verrà svelato nel
capitolo 17!!!
Ancora ringrazio tutti coloro che
leggono questa storia! Grazie mille per i commenti!
GRAZIE A TUTTI!
CIAU CIAU
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Cap. 17 Incinta? ***
cap 17 incinta?
When The Sun Is Gone
Cap. 17
Incinta?
Mia madre tiene i miei capelli ben lontani dalla mia bocca
mentre continuo a vomitare come una dannata. Non posso crederci, non è
possibile…
Quando finalmente sento il mio stomaco calmarsi mi alzo e la
guardo, cercando di sorridere.
Tesoro… sei sicura di
voler partire domani? Forse è meglio che resti qui…
No, no sto bene. Sono
solo agitata, sai che mi innervosisco facilmente per i viaggi…
Continua a fissarmi e non riesco a decifrare il suo sguardo,
è preoccupata, certo ma c’è qualcosa che non riesco a distinguere. Mi guarda
ancora un po’. Osserva tutto il mio corpo per poi rivolgermi una di quelle
domande che mai vorrei sentire uscire dalla sua bocca.
Sei incinta Sue?
Mi blocco per qualche secondo e non so cosa rispondere.
Perché in realtà nemmeno io lo so. È solo un dubbio… ma il ritardo di 3 giorni
credo sia sufficiente a farmelo nascere. Non sono mai stata regolare quindi
potrei sbagliarmi ma la nausea… Bella mi ha spiegato come è successo a lei.
Pure lei lo ha scoperto dopo poco, il bambino cresce molto velocemente essendo
per metà vampiro. Comunque non devo esserla! Non possiamo permetterci di
cambiare tutti i programmi! I Volturi saranno qui la prossima settimana. Non
potranno trasformarmi se sono incinta.
Ancora non le ho risposto, sento le mani sudate come la mia
fronte.
Allora?
No, mamma. Sarà un po’
d’influenza mischiata all’agitazione del viaggio.
Chiamiamo Carlisle,
può visitarti lui.
Apprensiva come sempre questa donna!
Stai tranquilla mamma,
non sarà necessario. Prendo un’aspirina, mi metto a letto così domani mattina
starò benissimo e potrò partire.
Va bene. Non vuoi più
mangiare?
Al solo pensiero dell’odore nauseabondo delle lasagne il mio
stomaco si ribella ed un’altra volta m’accascio sul water per vomitare. Mia
madre mi tiene i capelli e m’asciuga la fronte sudata con una salviettina.
So perfettamente di non averla convinta ma non posso
rischiare di rovinare tutti i piani.
Tesoro… non puoi
partire così… non potete rimandare questo viaggio?
No, mamma… ora sto
meglio. Dammi una aspirina… vado a letto e dormo un po’… domani mi devo
svegliare presto.
Non molto sicura mi passa la scatola del medicinale. Quando
la prendo non mi sento meglio, anzi. Mi corico a letto e m’addormento subito
dopo.
Non so esattamente cosa sogno. Non sono immagini chiare.
Vedo solo Michael che mi morde il polso… poi un fuoco mi brucia in testa e nel
petto fino alle dita dei piedi.
La mia sveglia suona alle 4 del mattino. Ho un sonno
terribile ma mi alzo.
Mi faccio una doccia veloce ed aspetto l’arrivo di Michael.
Mi tocco il ventre alla ricerca di un qualche strano strato
duro sotto la pelle, come Bella mi ha raccontato. Ispeziono tutto il mio corpo
ma non trovo niente di strano. La mia pancia è sempre la stessa. Non so… forse mi
sono solo fissata. Forse è davvero influenza e nervosismo.
Che stai facendo?
Mi spavento quando sento la voce di Michael. È entrato dalla
finestra e mi fissa con occhi pieni di curiosità.
Ecco… niente. Guardo
se ho preso qualche chilo…
Mento spudoratamente. Mi scruta alla ricerca di qualche
gesto che possa tradirmi. Sorrido e lo bacio sulle labbra.
Saluto mia madre e poi
andiamo.
Va bene, poi mi dici
che ti è preso… non sei il tipo d’ispezionarsi allo specchio per un chilo di
troppo…
Lo sapevo che con lui le bugie hanno le gambe corte. È un
vampiro, conosce perfettamente tutti i comportamenti umani.
La vedo nel grande letto matrimoniale dormire come un
angelo. M’avvicino lentamente per non svegliarla. L’abbraccio forte e la bacio
sulla guancia sperando di non vedere i suoi occhi azzurri aperti. Non riuscirei
a partire. Fortunatamente non si sveglia e sospira lentamente. Ritorno nella
mia camera e Michael ha già le valigie in mano pronto a partire.
Il viaggio in macchina verso casa sua mi mette una angoscia
allucinante. Non ha proferito parola ed io nemmeno. Quando vedo la villa Cullen
so che dovrò confessare i miei dubbi a tutta la famiglia, la mia futura
famiglia di vampiri.
Bella ci accoglie affettuosa come sempre e Renesmee vuole a
tutti i costi venirmi in braccio. La coccolo come se fosse veramente mia
nipote. È bellissima ed ogni volta il suo sguardo mi blocca e mi ipnotizza.
Edward so che sa già tutto e mi guarda con aria grave,
preoccupata. Tutti lo osservano con attenzione perché loro non possono
immaginare niente.
Emmett mi arruffa come al solito i capelli.
Sei pronta a diventare
immortale scricciolo?
Mi è sempre stato simpatico ed è l’unico della famiglia forse
che ha accettato la mia decisione, anzi è curioso. Non vede l’ora di lottare con
me per vedere se la forza di una neonata è superiore alla sua. Come ha fatto
con Bella quando hanno giocato a braccio di ferro. Che ridere, come potrei mai
battere questo bestione?
Allora ce lo dici
oppure no?
Edward mi distrae da questi lieti pensieri, ricordandomi che
c’è una questione ben più importante da risolvere.
Ecco…
Michael mi guarda meravigliato ma non troppo. Sospetta
qualcosa dal momento che mi ha salutata in camera.
Lo guardo con occhi supplichevoli come per dire “non ora”.
Prima o poi dovrai
dirlo.
Non ne sono sicura
Edward!
Gli dico quasi disperata.
La piantate di fare i
misteriosi? Sto cominciando ad innervosirmi!
Michael mi spinge piano verso il divano e mi fa sedere.
È da un po’ di giorni
che ho la nausea e non riesco a mangiare nulla. Pensavo al nervosismo per la
trasformazione ma non ne sono tanto sicura… ieri sera mi sono accorta d’avere
un ritardo… è solo di 3 giorni ed io non sono mai stata regolare… solo che mi
sta succedendo esattamente la stessa cosa di Bella… ed ho paura.
Tutti hanno gli occhi sgranati per lo stupore, tranne Edward
naturalmente. Michael mi stringe forte a sé, quasi disperato.
Rosalie si alza e sembra arrabbiata sul serio.
Michael te lo avevo
detto! Non potevi stare più attento?!
Ma io lo sono stato,
forse non è nemmeno incinta, non agitarti Rosalie!
Carlisle si avvicina a me e comincia a scrutarmi come solo un dottore può.
Sue, devo visitarti…
non possiamo restare con questo dubbio… i Volturi arriveranno fra pochi giorni…
Mi lascio guidare verso una stanza al piano di sopra, sembra
una sala operatoria con tanti macchinari. C’è anche una ecografia.
Se sei incinta non
potremmo vedere nulla perché avresti una membrana troppo spessa… stai
tranquilla Sue…
Carlisle mi fa coricare sul lettino ed il mio cuore comincia
a battere all’impazzata. Sono troppo nervosa. Michael se ne accorge e mi
stringe la mano per farmi capire che qualsiasi cosa accada lui ci sarà. Mi
sento un po’ sollevata ma ho paura.
Il gel freddo a contatto con la mia pelle mi fa rabbrividire
in più Carlisle mi tocca la pancia alla ricerca di qualcosa di sospetto.
La sua espressione non lascia trasparire niente, è serio e
professionale.
Michael m’accarezza i capelli e mi da un bacio lieve sulla
fronte.
Dallo scherzo non riesco a distinguere nulla. Vedo tante
cose ma non so darci nomi, per me si tratta solo di budella.
Carlisle fa una faccia strana ed ancora non riesco a
distinguere la sua espressione. Michael mi stringe la mano e con gli occhi
supplica perdono. Ma perdono di cosa? D’avermi fatto passare momenti
meravigliosi? D’avermi donato il suo cuore? D’avermi amato?
Sue…
La voce di Carlisle mi distrae e lo guardo preoccupata.
Il cuore potrebbe scoppiarmi nel petto… ha visto qualcosa?!
Perché ora non parla e continua a muovere questo aggeggio sulla mia pancia?!
Vorrei ringraziare tutte le
persone che hanno letto e commentato… visto che sono piaciuti gli ultimi
capitoli ho deciso di scrivere subito il capitolo 17! Certe idee mi vengono di
botto!!! Se non le scrivo poi mi dimentico… sono proprio una maldestra,
smemorata donna!!! XD
Per Honey Evans
hihihi “grama” significa, almeno dove vivo io, che una cosa è disgustosa! Scusa
pensavo che si dicesse anche da altre parti XD
spero di avervi incuriositi!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Cap. 18 Il Morso di Michael ***
cap. 18 il morso di Michael
When The Sun Is Gone
Cap. 18
Il morso di Michael
Trattengo il fiato aspettando la risposta di Carlisle. Non
riesco a muovermi. Fisso intensamente il bel dottore che continua a girare
questo dannato aggeggio sulla mia pancia e ad osservare lo schermo. Mi guarda
intensamente e mi poggia una mano sulla spalla.
Carlisle? Allora? Ci
vuoi parlare?!
È Michael a parlare con un ringhio che mi fa rabbrividire.
Ragazzi… non c’è nulla
da temere. Le tue ovaie sono normalissime… non sei incinta.
Tiro un sospiro di sollievo e Michael mi bacia prima di
esultare euforico. Edward e Bella entrano con Renesmee in braccio e sorridono
timidamente. Rosalie abbraccia Michael dicendogli che si è comportato bene.
Emmet gli da un pacca sulla spalla. Io rimango per un attimo immobile fissando
Carlisle che sistema i macchinari. Mi passa sorridendo una salviettina per
pulirmi la pancia dal gel freddo e fastidioso.
Michael s’avvicina a me e mi bacia la guancia accarezzandomi
la testa dolcemente, come solo lui sa fare. Ancora una volta mi ritrovo a
sorridere sollevata da questa notizia.
Vedi tesoro. È un
semplice ritardo. Non dovevi farti tutti questi problemi.
Si, mi sono allarmata
per niente. Scusatemi se vi ho fatto preoccupare.
Esme s’avvicina e m’abbraccia sorridendo.
Stai tranquilla. Non
devi scusarti.
Ora che ci siamo tutti tolti questo dubbio sappiamo che c’è
una questione ben più importante a cui pensare: la mia trasformazione. Chissà
chi avrà il coraggio di mordermi… chissà se saranno in grado di fermarsi in
tempo… mi sistemo meglio la maglietta coprendo la mia pancia.
Il momento della mia rinascita è vicino. Emmet sembra
impaziente mentre Rosalie non sembra molto felice della mia scelta, nemmeno
Michael.
Alice non è sicura per la sua visione.
Comunque è strano
Michael. Ho visto chiaramente il momento della sua trasformazione e non era
oggi.
Forse ti sei
sbagliata.
La incalza Emmet. Mi stringo le spalle. Ho paura ma non
della morte in se, è il dolore quello che temo di più. È stato per tutti i
Cullen il molto più doloroso ed è il ricordo più vivo che hanno dei loro ultimi
attimi da umani. Per me sarà la stessa cosa. Comincio a sudare e cerco di
nascondere le mie mani tremanti.
Se non sei pronta
possiamo aspettare fino a domani amore.
No, sono pronta. Mi
sono tolta questo dubbio della gravidanza ed ora sono pronta.
Ripeto ancora questa frase. Sono pronta, sono pronta, sono
pronta… cerco di convincermi sempre di più. Mi corico sul lettino un’altra
volta.
Tutti guardano con occhi curiosi. Rosalie mi bacia la fronte
e poi esce dalla stanza. La capisco, nemmeno io vorrei guardare. Esme mi saluta
portando via Renesmee. Bella mi stringe la mano sinistra come per
tranquillizzarmi. Edward e Carlisle restano vicini a me ed Alice è davanti al
mio letto.
Dai Sue, pensa che
avrai tutta l’eternità per fare shopping con me!
Oh, confortante!
Scappano a tutti delle brevi risate per poi tornare
immediatamente seri.
Jasper ed Emmet restano davanti alla porta con le braccia
incrociate, mi sento improvvisamente rilassata e so che è merito di Jasper. Lo
guardo e gli sorrido. Sussurro un grazie, so che mi può sentire. Fa un breve
inchino ed ancora sorrido.
Sono minuti infiniti in cui aspetto la morte… non sarà
facile e nemmeno piacevole ma il pensiero di poter stare per sempre con Michael
mi da forza.
Lui è al mio fianco ed ora mi rendo veramente conto che sarà
proprio il mio angelo a mordermi. Un po’ mi conforta questa cosa perché so che
avrà la forza di fermarsi, non mi lascerà morire, non mi succhierà il sangue
fino alla morte.
Amore andrà tutto
bene… ti amo.
Ti amo…
Mi bacia un’ultima volta le labbra per poi avvicinarsi al
mio collo lentamente.
Tutto accade in un momento sento una pressione dolorosa al
collo. Da quel momento vengo avvolta da un fuoco che mi brucia tutto il corpo
provocando dolore. Non so come descrivere questo male lancinante che m’invade.
Vorrei urlare a squarcia gola ma trattengo tutto. Non so come apro gli occhi un
attimo e vedo Michael col sangue alla bocca. Si è staccato il veleno ora è
dentro di me.
Il fuoco non diminuisce anzi continua ad aumentare. Perfino
i capelli mi sembrano invasi da fiamme ardenti… spero solo che tutto finisca in
fretta ma so perfettamente che questa agonia durerà tre giorni. Giorni
interminabili.
Senza volerlo mi ritrovo a stringere la mano di Bella troppo
forte ma essendo come marmo le mie dita sembrano spezzarsi, in confronto al
dolore per il veleno non è niente. Sento il mio volto bagnato e capisco solo
ora che mi sono scese delle lacrime. M’aggrappo al lettino di metallo
chirurgico come se fosse la mia via di salvezza, il mio cuore batte velocemente
e non riesco più a controllare il mio corpo. Non stringo più niente ora. Vedo
sfuocato ogni cosa e senza volerlo un urlo terrificante, anche per un vampiro,
esce dalla mia bocca.
Non so esattamente quanto tempo è passato, non so quanto
tempo manchi alla fine di questo terribile dolore ma io aspetto… aspetto di
morire…
Ciao a tutti! Perdonate il mio ritardo
ma sono stata qualche giorno a Roma e non ho potuto scrivere niente.
Sono molto felice che gli ultimi
capitoli siano piaciuti! È stato meraviglioso leggere i vostri commenti, sono al
settimo cielo!
Spero che questo capitolo vi abbia
soddisfatti.
Per il capitolo 19 ho una idea che mi
stuzzica… sarà una sorpresa…
Vorrei rispondere a rosewhite che sono di Parma. ^___^
Bye bye al prossimo chappy!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Cap. 19 Agonia ***
cap 19 Agonia
When The Sun Is Gone
Cap. 19
Agonia
Michael
Si contorce dal dolore sul lettino e mi sento morire una
seconda volta. La mia bellissima Sue Ellen s’aggrappa con disperazione alla
mano di Bella e sento chiaramente tutte le ossa rompersi, Carlisle mi tranquillizza
dicendomi che il veleno la guarirà.
Sono passati solo dieci minuti e mi sembra d’impazzire, le
sue urla sono terrificanti e il suo volto esprime dolore puro. So bene come si
sente, ho provato la stessa identica agonia molti anni fa.
Sento il suo sapore nella mia bocca. Mi disgusta avere il
suo sangue sulle mie labbra anche se è buonissimo e dolce, lo lavo via col
dorso della mano.
Michael è meglio che
esci, restiamo noi con lei.
Edward appoggia una mano sulla mia spalla, probabilmente
anche lui sa come mi sento.
No, ho il dovere di
rimanere qui, devo aspettare il suo risveglio.
Figliolo, devi amare
moltissimo questa ragazza, l’hai morsa giusto il tempo d’iniettare il veleno,
non hai avuto un attimo d’esitazione. Sono orgoglioso di te. Andrà tutto bene.
Sento le voci dei miei famigliari ma non le ascolto, tutti i
miei sensi sono concentrati solo su di lei. Il mio angelo custode, colei che è
riuscita ad amarmi nonostante la mia natura, sta morendo per me, per colpa mia.
Non lasciarti prendere
dai sensi di colpa, fratello. Vedrai che quando starà meglio potrete stare
insieme e nulla potrà dividervi.
Non avrei mai permesso
a nulla di dividerci neanche quand’era umana.
Un altro brusco movimento di Sue mi riporta alla realtà. Si
contorce e comprendo il suo dolore immenso. Gli stringo l’altra mano ma lei non
contraccambia. È troppo presa dal veleno per accorgersi che ci siamo noi
accanto a lei.
Mi sembra di rivivere il momento della mia trasformazione
tramite lei. Non avrei mai dovuto morderla, le avevo detto che non l’avrei mai
fatta soffrire ed invece…
LA TESTA!!!
Urla disperata ed ora non riesco più a guardarla. Chiudo gli
occhi per poi guardare da un’altra parte.
Sue, ci siamo qua noi.
Mi giro un’altra volta, Bella le si avvicina e, ancora con la
mano nella sua, le accarezza lenta il volto. Poi si rivolge a me con aria
severa.
Michael dovresti
starle vicino anche tu… ha bisogno di te. Parlale.
Vederla in quelle condizioni mi fa star male, non dolore
fisico, certo ma la sua entità è pari a quella provata durante la mia
trasformazione. Le accarezzo il viso agonizzante e sembra accorgersi della mia
presenza. Si volta verso di me con gli occhi socchiusi, non so se riesce a
vedermi ma farò di tutto per farle capire che sono accanto a lei e che ci sarò
anche durante il suo risveglio.
Il suo cuore batte velocemente e temo il momento di quando
non batterà più.
Ripenso alla prima volta che ho sentito il suo odore, quella
volta ero nel bosco a caccia ed una ventata delicata mi ha portato il suo
profumo di fragole e vaniglia. Mai in tutta la mia vita avevo sentito profumo
più intrigante e buono, terribilmente buono. Avevo seguito la scia fino a casa
sua e li trovai un piccolo essere umano, debole, piangente. Ho tentato di
comprendere questo suo malessere ma è stata lei stessa a rivelarmelo quando
l’ho poi incontrata a scuola. Era così carina, i suoi occhi verdi mi scrutavano
e riuscivo quasi a sentire la paura scorrere nelle sue vene quando le stavo
accanto. In cuor mio ero felice di questo ma col tempo mi sono accorto che la
mia attrazione per lei non aveva nulla a che fare col suo sangue, quindi
cominciavo a temere un suo improvviso allontanamento. Mi piaceva lei come
persona, come ragazza. Era ed è la mia metà.
Mi mancheranno le sue guance arrossate o i suoi sospiri
nella notte quando sogna. Mi mancheranno i suoi occhi verdi... così profondi e
grandi.
Urla ancora e questa volta stringe la mia mano più forte, mi
fa quasi male. Capisco che è passato tanto tempo. Quanto tempo sono rimasto a
pensare al passato?
Michael? È da quasi
due giorni che sei immobile accanto a lei. non devi nutrirti? Non hai sete?
Esme mi coglie quasi di sorpresa. Quasi due giorni che sono
qui… Il suo cuore piano, piano batte sempre più lentamente e da come mi stringe
la mano riesco a capire che ha ripreso il controllo delle braccia. Ha gli occhi
chiusi e la bocca tesa.
Non ho mai sentito il bisogno di nutrirmi ma ora che Esme me
lo ricorda sento la gola secca ma manca poco. Non posso lasciarla.
No, sto bene. Andrò a
caccia con Sue quando si riprenderà.
Va bene, ha detto
Alice che è questione di minuti ormai.
Bene, non ce la facevo
più a vederla ridotta così…
Mi lascia ancora solo con il mio angelo agonizzante. Sento
che si calma sempre più, il suo cuore sembra aumentare improvvisamente battito.
Tutta la mia famiglia ora è nella stanza ed aspettano che si riprenda.
Il suo cuore fa ancora due battiti lenti… so cosa significa…
poi silenzio…
Ciao a tutti! Avevo detto che ci sarebbe
stata una sorpresa!
Questo capito l’ho voluto scrivere dal
punto di vista di Michael anche perché non sapevo come ben descrivere il
momento della trasformazione da parte di Sue. Non volevo deludere nessuno così
ho deciso di far parlare almeno una volta il nostro cavaliere… magari diventerà
una abitudine… chissà…
Ringrazio ancora per tutti i commenti e
per leggere la mia storia!
Grazie mille
Al prossimo capitolo
Kiss kiss
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Cap. 20 Caccia e Amore ***
cap 20 caccia e amore
When The Sun Is Gone
Cap. 20
Caccia e
Amore
Il mio cuore non batte più… il mio sangue sembra fermarsi e
tutti i miei sensi sembrano migliorati di 10000 volte. Spalanco gli occhi e posso
notare senza alcuno sforzo le piccole molecole che volano nell’aria. Sento
suoni lontani che mano a mano prendono un nome… auto, voci di umani, risate di
bambini, sirena dei pompieri… sento tutto. Mi sento rinata. Tutto mi appare
meraviglioso come se non avessi mai udito o visto in vita mia.
Mi alzo e mi stupisco del mio stesso movimento. Mi guardo
intorno e posso notare Emmett e Jasper pronti a proteggere il resto della
famiglia, mi avevano avvertito. Potrei essere pericolosa ma stranamente non ho
questo istinto di morte. Cerco solo i suoi occhi dorati… eccoli…
Rimango un attimo scioccata da tanta bellezza… per me
Michael è sempre stato bello come un Dio ma ora… i miei nuovi occhi da vampira
mi rivelano cose mai notate prima… le sfumature cristalline sulla sua pelle e
il suo odore… il suo magnifico profumo.
Gli sorrido timidamente.
Lui non sembra preoccupato o spaventato e s’avvicina
lentamente.
Quando sfiora la mia guancia rimango immobile come di
pietra… è tiepido, quasi caldo. Non percepisco più quel freddo pungente che mi
faceva sempre rabbrividire.
Sue…
Michael…
La mia voce ora assomiglia alla sua. Così suadente e
morbida, sensuale e dolce.
Non so ben descrivere come mi sento… mi sento semplicemente
diversa, mi sento bene. Non potrei mai stare meglio di così.
Carlisle s’avvicina forse per controllarmi.
Sue… hai sete?
Lo guardo un attimo e ripenso alla sua domanda. Non so come
rispondere. La paura di fare del male a qualcuno m’impedisce di percepire la
famosa sete dei neonati. Mi tocco leggermente la gola, effettivamente è secca e
mi da fastidio. Forse dovrei nutrirmi.
Forse… non ne sono
sicura…
Devi averne molta… vai
a caccia con Michael, anche lui ha molta sete, non si è nutrito per 3 giorni,
voleva stare sempre con te…
Guardo Michael per rimproverarlo ma lui sorride e io mi
sciolgo come un ghiacciolo al sole.
Alice s’avvicina a me e senza paura m’abbraccia. Resto
immobile, di sasso. Non mi sarei mai aspettata una simile reazione da parte
sua, almeno non subito la mia trasformazione. La stringo a me e respiro il suo
profumo così dolce e delicato.
Sono felice che tu
stia bene.
Guardo gli occhi di tutti i componenti della mia nuova
famiglia. Tutti dorati e tutti sorridenti.
Allora? Vogliamo
andare a cacciare, Sue? Non è prudente restare qui con Renesmee al piano di
sotto…
Non ci avevo fatto caso prima ma ora riesco distintamente a
sentire il cuore della mia piccola nipotina. Sento anche un altro cuore
battere, è di una persona adulta. È grande e pompa molto sangue. Poi una puzza
di cane arriva alle mie narici e sono costretta a tapparmi il naso. Tutti ridono,
sanno qualcosa che io non so.
Tesoro, è normale. Ti
ricordi quando ti ho detto che Jacob puzzava?
Allora non scherzavi!
Ancora una forte risata armoniosa da ognuno dei miei
famigliari. Comincio a percepire più forte la sete che mi corrode la gola.
Istintivamente Jasper mi tocca la spalla per
tranquillizzarmi ed utilizza il suo potere per calmare l’atmosfera.
Si, è meglio che
andiamo a caccia Michael. Sento la gola in fiamme.
Certo, andiamo.
Corriamo nella foresta, lontani, per cercare delle prede, per
saziare la nostra sete, per me sono tutte nuove sensazioni. Non so esattamente
quanto siamo veloci ma riesco a distinguere ogni singolo tronco d’albero
davanti a me ed a sentire ogni singolo ramo spezzarsi sotto il mio corpo di
pietra.
Improvvisamente un forte profumo di sangue mi fa arrestare
la corsa. Chiudo gli occhi per capire da quale parte del bosco arrivi quella
folata di vento.
Michael mi sta osservando, riesco a sentire ogni suo piccolo
movimento.
Sono alci amore… un
bel branco… che ne dici? Vanno bene come primo pasto?
Direi… di si…
Senza pensarci due volte corro in quella direzione e mi
abbasso quando riesco a vedere gli animali pascolare in un prato. Resto
immobile e mi sento parte della natura. I fili d’erba sfiorano il mio viso,
riesco addirittura a sentire la presenza di insetti sul terreno.
Mi volto e vedo Michael rannicchiato come me, pronto a
balzare.
Sei pronta Sue?
Me lo dice con un tono di voce un po’ tremante. Forse lui ha
più sete di me. Ancora un ultimo respiro… agguanto un esemplare maschio e gli
mordo il collo con furia. Gli succhio tutto il sangue finché non mi cade dalle
braccia morto.
Tutti gli altri esemplari sono scappati tra scalpitii di
zoccoli frenetici e impauriti.
Michael ha la maglietta immacolata anche se so che si è
nutrito.
Mi guardo un attimo e noto immediatamente i miei jeans
strappati all’altezza delle ginocchia. La mia maglietta la sento imbrattata di
sangue e l’odore di quella linfa vitale mi fa bruciare la gola in maniera
inverosimile. Cerco di sentire dove la mandria si è spostata ed immediatamente
riprendo a correre, ne ho bisogno, ne voglio ancora. Non so da dove arrivi tutta
questa mia euforia ma so d’essere completamente eccitata per questa caccia.
Riesco a percepire la loro paura. La cosa mi rende ancora più famelica.
Salto come un animale da un albero all’altro finché non vedo
un alce dall’alto. Non può niente contro la mia forza. È come se fosse già
morto.
So che Michael mi sta seguendo, so anche che non mi fermerà.
Forse anche lui deve bere altro sangue.
Con un balzo non proprio aggraziatissimo blocco la mia preda
e subito punto la pulsante vena sul collo. Dopo pochi minuti abbandono li la
carcassa.
Come sono andata?
Direi benino… peccato
per i tuoi jeans e per la tua maglietta… e per la tua faccia… ehehe
La mia faccia?
Mi sfioro la pelle con le dita e sento tutto il mio volto
bagnato. Capisco subito d’essere sporca di sangue anche per il pungente
profumo.
Mi lecco le labbra gustandomi ancora questo sapore.
Michael s’avvicina lentamente e mi bacia le labbra
dolcemente. Anche sulle sue labbra ora c’è il sangue della mia preda. Sembra
rossetto e mi viene quasi da ridere.
Con un movimento sensuale che non sembra nemmeno mio, gli
lecco le labbra lentamente per dissetarmi ancora. O forse è solo voglia di lui.
Mi vuoi far impazzire
Sue?
Solo un po’…
Continuo imperterrita a leccargli la bocca e mi stringo
forte al suo corpo che ora sento fragile sotto le mie dita. Cerco di fare più
piano che posso, so che posso ferirlo.
Senza rendermene conto mi ritrovo sotto di lui a gemere come
una gattina mentre m’accarezza il collo. Non ho mai percepito così intensamente
queste sensazioni o forse sono io che non le ricordo bene. Ho come nebbia nella
mia testa e tutti i momenti trascorsi con lui da umana mi sembrano solo ricordi
lontani, cerco di memorizzarli chiaramente nella mia mente ma mi sfuggono come
foglie nel vento.
Continua a baciarmi il collo e mi scopre le spalle per
baciarle.
Non sai quanto ho
desiderato baciarti il collo… ma non potevo perché era una tortura percepire il
tuo sangue scorrere…
Ora non c’è più questo
problema… ora sono come te… puoi usare tutta la tua forza, non puoi ferirmi…
Mi da piccoli morsi e dentro di me mi sembra d’impazzire.
Non riesco quasi a trattenermi.
So che anche lui lo vuole, so che vuole fare l’amore come
mai in vita sua… io ho vaghi ricordi delle nostre prime volte e so che per lui
era sempre un tormento trattenersi. Doveva sempre far piano per non ferirmi e
non so quanto poteva piacergli… ora possiamo stare tranquilli e liberarci di
tutti i nostri istinti… goderci questi momenti…
Facciamo l’amore sopra l’ebra, ci uniamo ancora e ancora…
senza percepire più la stanchezza…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Cap. 21 Voce Famigliare ***
cap 21 voce famigliare
When The Sun Is Gone
Cap. 21
Voce Famigliare
Le sue carezze sono come petali sulla mia gelida pelle. Mi
aggrappo a lui come se fosse l’unica mia fonte di vita, infatti lo è.
Non riesco più a trattenere tutta questa brama di sentirlo
mio. La testa mi gira e sento un calore strano. Ancora raggiungiamo il massimo
del piacere.
Ci abbracciamo immobili nascosti fra l’erba alta della
radura. Mi stringe forte al suo petto e mi bacia le spalle lentamente, ogni
tanto le lecca e in me nascono tanti brividi. Da umana sarebbe stato
impossibile percepire tutte queste emozioni. Quasi non riesco a contenerle.
Ti amo Sue…
Mi è così naturale rispondere a questa sua affermazione.
Mi ero tanto preoccupata della mia prima caccia… ora non la
ricordo neanche più, nella mia testa vedo solo lui, solo noi. Questi momenti so
che li ricorderò per sempre. So che per l’eternità potrò vivere tutte queste
meravigliose sensazioni.
Finalmente possiamo amarci senza paura.
Alzo gli occhi al cielo e noto l’oscurità sopra di noi.
Qualche stella brilla timidamente. È sera e probabilmente il sole è appena
tramontato, senza rendercene conto tutto il giorno è passato. Lo abbiamo
trascorso facendo l’amore, amandoci come solo noi sappiamo fare ma è tempo di
tornare a casa.
Cerchiamo di ricomporci come meglio possiamo ma i miei
vestiti sono quasi del tutto in brandelli… questa non è stata colpa mia… la
caccia non c’entra. Nei momenti di passione non ci siamo resi conto d’esserci
strappati i vestiti di dosso.
Ci guardiamo immobili sorridendo.
Come facciamo a
tornare a casa Michael? I nostri vestiti sono praticamente distrutti!
Stai tranquilla… sta
arrivando Alice…
Come?
Lo guardo incuriosita e non riesco a comprendere le sue
parole. Poi annuso l’aria e mi rendo conto che c’è il suo aroma nell’aria.
Cerco di nascondermi come posso ma so già che dovrò andarle in contro io.
È vero, riesco a
sentire il suo profumo. Le vado incontro…
Resta coricato con le braccia incrociate dietro la testa e
mi osserva sempre con quel sorriso mozzafiato che mi scioglie come burro.
Gli do un ultimo bacio per poi correre verso mia sorella che
sicuramente sa già tutto.
Una chiazza bianca nella notte corre verso di me. Alice
indossa un vestito di lino candido che si muove delicato col vento. Sembra
danzare come una ballerina classica. Ha le mani dietro la schiena ed ha un
sorriso dolcissimo.
Sue… giuro non l’ho
fatto apposta a vedere il vostro futuro… ma tutti erano preoccupati e mi hanno
chiesto di tenervi d’occhio… ho visto il vostro piccolo problema… è normale che
accada le prime volte, non devi essere in imbarazzo.
Cerco di coprire almeno il seno che è rimasto scoperto, per
fortuna i jeans si sono in parte salvati. Se potessi arrossire sarei rossa come
un peperone. Cerco di non guardarla negli occhi e cerco di non parlare perché
dalla mia voce riuscirebbe ad avvertire il mio più totale imbarazzo.
Dai Sue non essere in
imbarazzo te l’ho già detto, capita fra le giovani coppie di vampiri. Ti ho
portato dei vestiti, spero che ti piaccia l’abito che ho scelto per te. Beh per
Michael ho preso cose comode.
Lascio libero il mio seno e lei si volta, la ringrazio
silenziosamente. Mi tolgo velocemente i jeans per poi infilare l’abito rosa di
seta che mi ha portato. Non posso sapere se sto bene o male ma dai suoi occhi
di ragazza luccicanti e sorridenti so per certo di stare bene.
Sei veramente divina
Sue Ellen. Piacerai molto a Michael.
Grazie mille Alice!
L’abbraccio forte riconoscendo in lei una vera e propria
sorella, quella che da umana non ho mai avuto.
Mi concede un altro splendido sorriso per correre veloce
verso casa.
Questa volta non ho voglia di andare veloce così m’incammino
respirando l’aria fresca anche se non ne ho bisogno.
M’avvicino lentamente per essere sensuale quanto basta. Il
vento mi scompiglia i capelli lunghi e morbidi, li sento che si muovono sulla
schiena lasciata nuda dalla profonda
scollatura del vestito.
Lo guardo mentre è ancora coricato a terra con gli occhi
chiusi.
Quando li riapre sembra molto stupito di vedermi.
Sentivo che eri vicina
e ho anche sentito il profumo della seta ma non mi sarei mai aspettato una
simile visione… sei splendida…
Ancora ho la sensazione d’arrossire ma so benissimo che non
posso. Gli do i suoi vestiti mentre si veste lo guardo sorridendo consapevole
del fatto che non potrei essere più felice di così.
Con una mano mi cinge dolcemente la vita e con l’altra
m’accarezza la schiena nuda, riesco a sentire la sua pelle morbida e liscia.
Sospiro mentre mi bacia una spalla. Sento dentro di me la voglia crescere di
sentirlo mio però cerco di trattenermi.
Dobbiamo tornare Sue…
Me lo dice con la bocca appoggiata al mio orecchio ed ancora
sento dei brividi dentro di me.
Se continui a fare
così Michael non mi muovo di un millimetro… mi stai facendo impazzire…
Un ringhio esce dalla sua bocca è il segnale che si sta
eccitando, non smetterò mai di ringraziare Alice per l’abito che mi ha reso
irresistibile agli occhi di Michael.
Dopo un po’ lui smette di baciarmi il collo e di
accarezzarmi la schiena. Mi fa voltare lentamente e mi tortura le labbra con le
sue. Continuo ad osservarlo negli occhi e mi ci perdo letteralmente. Mi perdo
in quel dorato brillante e caldo.
Lo bacio ancora di più aggrappandomi ai suoi mori capelli
fragili e morbidi che profumano di foresta poi afferro le sue spalle muscolose.
Non vuol rovinare il vestito così me lo fa scivolare sulla mia
pelle fino a che non tocca il terreno. Ora sono nuda e m’accarezza dappertutto,
tanti mugolii mi escono dalle labbra socchiuse e non posso trattenermi dal
sussurrare il suo nome più e più volte.
Improvvisamente di blocca e guarda oltre l’orizzonte.
Sue… è difficile per
me trattenermi, credimi… ma è ora di tornare.
Non so come faccio ma m’allontano da lui. Mi rimetto l’abito
delicato.
Comunque devo
ringraziare Alice per il vestito… ti sta benissimo sei una meraviglia per i
miei occhi…
Mi prende per mano e comincia a correre ma il vestito lungo
fino ai piedi è scomodo così sono costretta a rallentare per afferrare
l’estremità con una mano, scoprendomi le gambe fino sopra il ginocchio.
Se vuoi ti prendo in
braccio, così non si rovina il vestito!
Ce la faccio
tranquillo! Grazie comunque!
Dopo poco arriviamo a casa Cullen e riesco a percepire i
profumi di tutti i miei famigliari. In più ci sono i battiti dei cuori di
Renesmee e di Jacob e c’è un altro cuore che batte molto velocemente.
Perché Alice non ci ha
avvertito che c’è un umano a casa?!
Urla mentre cerca di calmarmi, l’odore è delizioso, nulla a
che fare col profumo del sangue animale. Improvvisamente però mi rendo conto
che è simile a quello di Renesmee. Ha qualcosa di vampiro questo sangue… non so
come spiegare.
Questo profumo sarei in grado di riconoscerlo tra mille
persone, è mia madre. Che ci fa qui?
Michael… è mia madre!
Cosa ci fa qui?
Tua madre?
Respira a pieni polmoni l’aria e poi spalanca gli occhi.
Si, è lei ma…
Grazie all’udito che ho acquisito con la trasformazione
posso sentire ciò che dicono, sembra la voce di Carlisle.
Non è possibile… le
avete nascosto tutto?!
Lo so Carlisle… mi
dispiace… ma temevamo per lei… ora però che è come noi possiamo rivelarle
la verità…
Improvvisamente mi blocco… questa voce così armoniosa e
splendida ha qualcosa di estremamente famigliare… nulla a che vedere con quella
che ricordo ma il profumo non sbaglia… è lui… è mio padre!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo… mi
è venuta una idea folle e nel prossimo capitolo spiegherò tutto… per ora vi
lascio un po’ sulle spine!
Cosa ci fa il padre di Sue se è morto un
anno fa?
E sua madre cosa c’entra?
Tutto vi verrà svelato nel cap 22!!!
Ciao ciao
Ancora grazie a tutti per i commenti!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Cap. 22 Le Mie Origini ***
cap 22 le mie origini
When The Sun Is Gone
Cap. 22
Le mie origini
Senza pensarci due volte spalanco la porta e mi ritrovo
davanti una scena che tantissime volte ho sognato. I miei genitori insieme. Mio
padre che cinge la vita a mia madre con fare protettivo.
Non so cosa fare… cosa dire… come devo reagire? Fortunatamente
Michael è accanto a me e non so perché mi sento più tranquilla, no questo è
dovuto a Jasper.
Gli occhi di mio padre sono puntati su di me, sorride. È
molto cambiato dall’ultima volta che l’ho visto, sul letto di morte. La pelle è
pallida, i suoi occhi dorati e ha le occhiaie profonde, come le mie… come
quelle dei vampiri. Sembra ringiovanito, sembra più bello… non smetto di
respirare il suo profumo… è un vampiro. Mio padre è un vampiro.
Mia madre ha gli occhi lucidi e mi viene incontro ma viene
bloccata dalla mano di Carlisle sulla sua spalla.
Anne… è una neonata…
Lo guarda con occhi supplichevoli, vuole venire da me. Io
ancora non riesco a capire.
Carlisle, è mia madre
come potrei farle del male?
Lo dico con rabbia. È vero non potrei mai ferirla, la mia
gola non brucia nemmeno, la sete è l’ultimo dei miei pensieri.
Le lascia la spalla e mi corre incontro. M’abbraccia
disperata, come se non mi avesse vista per anni.
Perdonami tesoro!
Dovevo dirti la verità… dovevo dirti tutto dal momento che ti sei innamorata di
Michael…
Mamma ma cosa…?
La stringo forte ma i miei occhi sono puntati su mio padre,
immobile a pochi passi da me.
Tutti sembrano confusi tranne Alice e Edward… Michael di
gratta la testa come se non riuscisse a capire.
Tesoro, ti prego devi
ascoltarci…
Le lacrime di mia madre mi bagnano lo splendido abito rosa e
non posso far altro che dondolarla.
Papà…?
Lo guardo stupita mentre s’avvicina e ci stringe entrambe.
Se potessi piangerei… anche se non ho capito molto di quel
che è successo mi sento felice, ho i miei genitori, la mia famiglia… mia madre
e mio padre… lui che mi è mancato per tutto questo tempo… è per lui che ho
pianto per giorni interi, pensando che non sarebbe più tornato da me…
Quando sciogliamo l’abbraccio mi osservano orgogliosi come
non mai. Orgogliosi di cosa? Di me?
Sue sei bellissima…
non che non lo fossi anche prima…
Papà… ora mi dovete
spiegare… non capisco…
Mi fanno sedere sul divano anche se potrei stare dritta in
piedi senza mai sentire dolore alle gambe.
Mi siedo in mezzo a loro due.
Sue… è una storia
lunga ma è ora di dirti la verità sulle tue origini…
Certo…
Resto in silenzio aspettando altre parole da parte di mia
madre che singhiozza ancora. Osservo mio padre che sorride. Mi mette un braccio
intorno alle spalle e mi tira a lui. Questo contatto mi fa sentire una forte
scossa elettrica dentro, ma è piacevole, molto piacevole.
Mia madre comincia a parlare ma molto più sicura di sé.
Senza più piangere e mi guarda dritta negli occhi.
Sue, io sono metà
vampiro… mia madre mi ha concepito alla fine dell’ottocento tesoro… morendo di
parto. Mio padre, vampiro, mi ha cresciuta ed ho vissuto molti anni come lui.
Uccidendo persone innocenti… poi ho conosciuto tuo padre… lui era umano. Non
potevo ucciderlo perché ero innamorata di lui. Lasciai tuo nonno libero di
proseguire la sua vita da vampiro assassino per sposarmi. Tuo padre ha sempre
saputo delle mie origini. Quando ero incinta di te non sapevo se saresti stata
un po’ vampira anche tu… se fosse successo lui doveva essere preparato.
Ho la bocca spalancata, non so cosa dire. Mi sento un po’
tradita, non mi hanno mai detto nulla.
Tua madre ha sempre
cercato di tenerti fuori da questa storia Sue. Per proteggerti. Quando mi sono
ammalato sapevo già che sarei morto. La mamma ha rintracciato tuo nonno per
farmi mordere, così non vi avrei mai lasciate. Restare a Miami era impossibile
per me. Non c’era nulla da cacciare. Si umani, ma non me la sentivo, così sono
scappato verso nord dove avrei trovato animali selvatici. Sempre per proteggerti
non ti ha detto nulla tesoro e ti abbiamo fatto credere che ero morto.
Ma papà… quindi tu non
ci hai mai realmente lasciate…
No, mai. Quando ho
avvertito tua madre che mi trovavo qui ha deciso di trasferirsi…
Ora tutto mi è chiaro. Capisco perché si è voluta trasferire
a Forks, per ritrovare mio padre, per stargli vicino.
Capisco anche perché ho sempre trovato il profumo di mia
madre delizioso… è metà vampira, come Renesmee.
Non so come sentirmi, se ferita o felice. Ora la mia
famiglia è di nuovo unita ma non mi hanno mai detto nulla. Avrei dovuto sapere.
Per te era inevitabile
far parte di questo mondo Sue Ellen… è già nel tuo sangue… da quando sei nata. Non
mi sono stupita quando ti sei innamorata di Michael.
Mamma… ma… perché non
me lo avete detto subito?
Dovevamo proteggerti…
non potevamo rischiare di perderti…
Sono sconvolta… ho sempre avuto origini vampire dentro di
me. Stare con Michael era inevitabilmente il mio destino.
Papà mi sei mancato
tantissimo!
Non m’interessa se mi hanno mentito, non me ne frega nulla.
Il mio orgoglio va letteralmente a farsi friggere. Ho tutta la mia famiglia
ora. Ho di nuovo mio papà e adesso so che non posso nuocere a mia mamma.
Sono felice…
Anche noi tesoro!
Nemmeno nei miei sogni più nascosti avrei mai potuto
immaginare una cosa così… non avrei mai potuto sognare il ritorno di mio padre.
Ci stringiamo in un abbraccio tutti e tre. Ho voglia di
piangere ma non posso. Posso solo stringerli a me cercando di non esagerare,
sono neonata e potrei ferirli entrambi.
Improvvisamente guardo Alice, forse lei lo sapeva.
Tu lo sapevi?
S’avvicina a noi e mi lascio abbracciare.
Si, lo sapevo e anche
Edward ha visto nella mia testa la visione che ho avuto di questo momento. Non
ho voluto avvertirti perché pensavo che sarebbe stato molto più piacevole
sentirsi raccontare tutto da loro due…
Sotto gli occhi tutta la mia famiglia, finalmente completa,
stringo mia sorella per ringraziarla, ha fatto bene a non dirmi nulla.
Renesmee osserva la scena dalle braccia di sua madre e
sorride contenta.
Ho raggiunto la felicità… so che niente potrà rovinare
questo momento… anzi… qualcosa può… i Volturi in arrivo…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Cap. 23 I Volturi ***
cap 23 i volturi
When The Sun Is Gone
Cap. 23
I Volturi
Sento il calore dei miei genitori e il loro profumo
m’inebria. Mi stringo a loro e tanti ricordi ritornano a galla, uscendo dalla
nebbia che da quando mi sono trasformata invade il mio cervello.
Mi sento ancora bambina per un attimo, quando mi coccolavano
prima d’addormentarmi nel mio letto, ora non potrò più dormire ma loro ci
saranno ogni notte, ogni giorno per sempre.
Alzo gli occhi e vedo quelli di Michael, mi sorride e come
tutte le volte resto a bocca aperta per tanta bellezza. È felice per me, ora sa
che mi sento completa al cento per cento.
Tutta l’atmosfera che avverto nell’aria è carica d’energia
positiva ma so che non è opera di Jasper.
Improvvisamente, però ricordo che i Volturi stanno per
arrivare ma sono fiduciosa, non sono più umana, sono una di loro. Non hanno
scuse per scatenare una battaglia.
Purtroppo la vicinanza di Jacob annebbia la mente di Alice,
non riesce a fornire informazioni dettagliate, non sa come andrà. Siamo troppo
abituati alle sue visioni, è come fare un salto nel vuoto. In un buco profondo
e oscuro e non si conosce la fine. Un pizzico d’ansia si fa strada dentro di me
ma quando mio padre mi bacia la guancia tutto cambia. Non posso lasciar
prevalere sentimenti negativi in questo istante perfetto. Lo guardo negli occhi
ed una voglia disperata di piangere m’invade. Purtroppo i vampiri non piangono,
non posso sfogarmi. Posso solamente abbracciarlo e con voce spezzata gli dico
che mi è mancato e che gli voglio tanto bene. Lui contraccambia con una voce
simile alla mia, emozionata. Mia madre singhiozza dietro di me e la sento
mentre s’appoggia alla mia forte schiena per abbracciarmi.
Dopo qualche istante ritorno alla realtà, mi guardo intorno
e vedo solo sguardi felici e sorrisi sinceri.
M’alzo e m’avvicino a Michael lo prendo per mano e lo porto
davanti ai miei genitori, soprattutto davanti a mio papà.
Papà, lui è Michael,
il mio compagno.
È un piacere
conoscerti, Michael.
Il piacere è tutto
mio, Sig…
Ti prego chiamami
Henry…
Certo…
È in imbarazzo il mio bellissimo angelo. Mi stringo al suo
braccio serena e sorridente.
Qualcosa però mi fa riprendere a questa idillio. Qualcuno
bussa alla porta. Tutti capiamo chi è… l’odore non può essere che di loro, non
l’ho mai sentito ma riesco a percepire una forte presenza dietro la porta…
I Volturi sono arrivati, ci trovano impreparati. Ci
scambiamo tutti degli sguardi preoccupati e disperati.
Renesmee corre in braccio a sua madre mentre Jacob si
trasforma in cane.
Si, chiama gli altri.
Gli dice Edward, ha risposto ad una domanda che Jake ha solo
pensato. Beh, tutto sommato non hanno molte chance questi Volturi, li battiamo
sul numero, senza contare tutti i poteri che hanno i miei famigliari e poi
dalla nostra parte abbiamo i licantropi, pronti a proteggere la piccola
Renesmee e, di conseguenza, tutti noi.
Prima ancora che la porta sia aperta mi metto istintivamente
in posizione d’attacco… Michael si mette davanti a me come per proteggermi e
così fanno anche gli altri. Solo Bella è al mio fianco con la piccola in
braccio che s’aggrappa al suo collo non riesco a capire se ha paura o se è
curiosa per questa visita indesiderata.
La porta si spalanca e davanti a noi ci sono due ragazzini
che riconosco subito come Jane ed Alec, almeno dai racconti che ho sentito dai
Cullen. Resto immobile impaurita.
Sento Carlisle parlare a Bella.
Lo scudo Bella…
Lei annuisce concentrandosi al massimo mettendo Renesmee
sulla sua schiena.
Poco dopo entra un uomo con una lunga tunica, accanto a lui
c’è una donna. Capisco anche qui di chi si tratta è Aro con Renata, la sua
guardia del corpo. Mi sento come di pietra. Ora ho paura sul serio, perché è
venuto uno dei sovrani direttamente? Non è un bel segno.
Mi appoggio alle spalle di Michael lui mi guarda con quei
suoi occhi d’ambra pura. Per un secondo tutto sparisce intorno a me. Non posso
credere di riuscire a pensare solamente alla sua bellezza in questo momento
così disperato. È comunque più forte di me.
I suoi occhi ritornano sui nostri ospiti davanti a noi.
La famiglia Cullen,
quanto tempo!
Percepisco dei ringhi provenire da Edward, Emmett e Jasper
forse anche da Rosalie. Io sono incapace di reagire poi noto mia madre davanti
a me. Lei non è una vampira potrebbe morire. Le prendo un braccio e me la
trascino dietro con un ringhio.
Sottovoce mi parla vicino all’orecchio.
Sue, che stai facendo?
Non voglio che ti
accada nulla, sono sicuramente più forte io di te mamma. Resta dietro di me.
La tensione è al massimo nessuno sa cosa fare, dobbiamo
attaccarli? Dobbiamo parlare? Nessuno lo sa.
Carlisle alza le braccia come in segno di resa e va davanti
a tutti.
Non vogliamo
combattere Aro, vogliamo solo sapere perché siete venuti fin qui.
Beh, è da un po’ che
vi osserviamo…
Il nostro è puro e intenso stupore. Come hanno fatto ad
osservarci? Nessuno di noi si è mai accorto della presenza di un altro vampiro
nelle vicinanze.
Sento la mia gola bruciare ma non è sete, è voglia
d’uccidere. Mai è nata in me questa sensazione forse la provo ora che so che
devo proteggere mia madre e la mia nipotina Renesmee.
Conosciamo le
potenzialità della piccola metà vampira… ci interesserebbe studiarla.
MAI!!!
È Edward che urla arrabbiato, davanti a tutti si para Jacob
in versione lupo con i denti appuntiti in mostra che ringhia come mai l’ho
sentito.
Sono meravigliata anche da me stessa, come ha pronunciato la
“piccola” dei brividi si sono fatti strada sulla mia schiena e prendo una
posizione minacciosa e sono pronta all’attacco. Mostro i canini letali e dei
versi raccapriccianti mi escono dalla bocca, mi vengono direttamente dal petto.
Non riesco proprio a trattenerli.
Michael mi guarda preoccupato.
Stai tranquilla Sue
Ellen… tranquilla…
Improvvisamente Aro s’accorge di me. Forse ero troppo
nascosta da tutta la mia famiglia per potermi notare.
Ah, si. C’è anche la
neonata. Siete stati saggi a trasformarla prima del nostro arrivo. Peccato,
Michael… non sei stato in grado d’ingravidarla… ci sarebbe stato un esemplare
in più da studiare.
Solo il pensiero mi disgusta. Questi non sono vampiri, non
sono umani sono semplicemente sei mostri, schifosi, viscidi, avidi di potere.
La rabbia mi sale ancora più forte. Il mio compagno s’accorge che faccio un
passo avanti così mi blocca col suo braccio.
Scuote la testa come per dire che non devo reagire così.
Chiudo gli occhi e cerco di calmarmi.
Quindi è Renesmee che vogliono, la vogliono studiare? Ma
perché? Per quale motivo?
So solo che se s’avvicineranno a lei di un solo passo
staccherò ad ognuno quelle loro insulse teste.
Il tempo si ferma, i nostri cuori non battono, solo quelli
di mia madre, di Renesmee e di Jacob si dimenano nei loro petti, scandiscono
ognuno un ritmo diverso ma è facile distinguerli.
Tutti stanno immobili aspettando che qualcuno dica qualcosa.
Per quanto mi riguarda passerei direttamente allo spaccamento di teste. So che,
però, mi devo dare un contegno. È difficile per me, non ho tutto il loro
autocontrollo, per la mia natura da neonata impulsiva.
Restiamo in attesa… chi attaccherà per primo?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** Cap. 24 Un Addio o Un Arrivederci? ***
cap 24 un addio o un arrivederci?
When The Sun Is Gone
Cap. 24
Un addio o un arrivederci?
Siamo tutti tesi come corde di violino e non sappiamo cosa
fare. Non so se resisterò per molto, ho il veleno in bocca e il mio primo
istinto è quello di saltare addosso ad Aro. Vorrei mordergli il collo… lo
voglio fare a pezzi. Non lo perdonerò mai per quel che ha intenzione di fare e
per quel che ci ha detto.
Sono pronta, piegata in una posizione animalesca, scopro i
denti per dimostrare loro che non ho alcuna paura, anche se sotto, sotto ne ho,
parecchia. Sono i Volturi e io una neonata che possibilità ho?
Sento Renesmee respirare più velocemente, ha paura anche
lei. Michael afferra una mia mano e la stringe stretta. Vuole calmarmi ma i
suoi occhi lo ingannano, è più in collera di me, sono neri come una notte senza
Luna e senza stelle. Immagino che anche i miei sono così.
Sento chiaramente l’ansia di tutti, perfino di Jasper che di
solito è il più tranquillo e pacato. Edward è fuori di sé non riesce a
controllarsi, continua a sibilare e come lui Jacob che continua a muoversi
avanti e dietro, forse sta pensando a come attaccare. Ringhia e riesco a vedere
la bava colargli dalla bocca. È infuriato come tutti.
Emmett sembra quasi entusiasta e non vede l’ora di
combattere. Bella è concentrata al massimo e non so descrivere il suo stato
d’animo. Esme è davanti a lei, il suo istinto materno le dice che deve
proteggere Renesmee. Come io voglio proteggere mia mamma.
Mio padre è dritto ma è evidentemente agitato, questa
situazione non gli piace per niente.
Improvvisamente Edward fa un sorriso, capisco perché quando
vedo i licantropi arrivare di corsa dalla finestra, dietro di noi. Sfondano il
vetro e tanti pezzi di vetro volano ovunque. Istintivamente copro Renesmee con
la mia schiena mentre Bella rimane immobile, concentrata.
Spero sul serio che
non voliate combattere…
Dice Aro più sicuro che mai sulle capacità della sua truppa.
So benissimo che è in ansia, forse più di noi. Siamo di più e siamo più forti.
I poteri di Alec e Jane non possono toccarci grazie a Bella.
Aro alza le mani al cielo e s’avvicina a Carlisle che
d’istinto fa un passo indietro, allargando le braccia per proteggerci.
Aro, sappiamo che non
sei qui per una visita di cortesia… come hai detto tu vuoi Renesmee. Non
abbiamo alcuna intenzione di darvela.
Ma io non voglio solo
Renesmee. Voglio tutti voi, come nostri alleati. Vorrei che tutti voi vi
trasferiate a Volterra dove potremmo, insieme, studiare le potenzialità di
questa nuova specie.
Mi disgusta totalmente. Cerco di ricacciare in gola il
veleno ma è difficile. Prendo in braccio Renesmee e la stringo al mio petto,
dovranno passare sul mio cadavere fatto a pezzi per prenderla.
Tutti i licantropi si posizionano ai nostri lati e uno più
grosso va al fianco di Jacob, dev’essere Sam.
Tenete al guinzaglio i
vostri cani… l’odore è insopportabile…
È Jane a parlare, piccola e irritante essere. Molto più
pericolosa di Aro, secondo me. Fortunatamente Bella ha il suo scudo e ci può
difendere.
Alle sue parole i nostri alleati ringhiano all’unisono e le
mostrano i denti.
Ah, capiscono la
nostra lingua questi inetti?!
Certo che capiscono!
Non sono animali… come voi!
Mi stupiscono queste parole urlate con rabbia, escono dalla
bocca di Edward ancora più piegato, pronto all’attacco. Emmett prende una
posizione simile ad un animale mentre Jasper è elegante anche se è chiaramente
pronto al combattimento.
Calmatevi figlioli,
sono sicuro che riusciremo a raggiungere un accordo.
Carlisle… non so come riesce a restare calmo quando tutta la
sua famiglia è in pericolo. È il vampiro più umano che io abbia mai visto.
Noi tutti siamo diversi da loro, sappiamo d’essere superiori
a qualsiasi altro essere vivente ma non cerchiamo di sopraffarli. Non abbiamo
tutta questa sete di potere.
Certo, caro Carlisle,
non siamo qui per scatenare una guerra fra le nostre famiglie…
Ma vi siete portati
dietro alcuni tra i più forti delle vostre truppe…
Lo interrompe Esme che finora non aveva proferito parola o
sibilo.
Per precauzione mia
cara.
Jacob s’avvicina a lui e ringhia con più cattiveria, Renata
s’avvicina al suo padrone e gli si para davanti.
Carlisle tocca la schiena del grande lupo e scuote la testa.
Un po’ deluso Jake torna indietro.
Nemmeno noi vogliamo
combattere, Aro. A meno che voi non ci diate un motivo per farlo. Credo di
parlare a nome di tutti se ti dico che non abbiamo alcuna intenzione di venire
con te a Volterra. Ci dispiace.
Oh, peccato… non
volevo usare le maniere forti…
Comincio a stringere Renesmee un po’ più forte ma non voglio
farle del male. Ora sono tesa veramente e mostro i denti a tutti i miei nemici.
Michael mi guarda e sembra pronto a fare qualcosa. Poi
guarda gli altri. Alice m’abbraccia con impeto.
Tienila stretta Sue…
proteggila come se fosse figlia tua… noi dobbiamo occuparci di questi
guastafeste! Stai tranquilla… non ci
ucciderebbero mai, siamo troppo preziosi per loro…
Michael s’avvicina e mi bacia le labbra… io non riesco
ancora a capire… cosa vogliono fare? Combattere? E senza di me poi!
Edward e Bella salutano la loro bimba con carezze, abbracci
e baci.
Mio padre bacia con passione mia madre per poi stringermi
forte, io sono quasi sotto shock.
Consegno Renesmee a mia madre mentre tutti i Volturi escono
dalla porta d’ingresso come anche i licantropi e tutti i Cullen.
Comincio a correre verso Michael si volta verso di me e mi
concede un bel sorriso, un po’ teso.
Michael… cosa volete
fare?
Dobbiamo combattere ma
non qui… siamo troppo vicini alla città, ci spostiamo più all’interno del
bosco.
Ma… io?
Tu non sei ancora in
grado di combattere anche se sei estremamente forte… aspettaci a casa con tua
madre e Renesmee… sono convinto che andrà tutto bene…
Siete pazzi forse?!
Sono i Volturi!
Ma abbiamo i
licantropi dalla nostra parte e ognuno di noi ha diverse abilità… ce la caveremo.
Mi stringe a lui baciandomi le labbra con delicatezza… per
poi allontanarsi.
Michael… è un addio o
un arrivederci?
Torna indietro e m’abbraccia accarezzandomi la testa.
È un torno presto…
tornerò sempre da te amore, è una promessa…
Ed ecco che se ne va verso un destino ignoto e invece io
sono qui, a guardarlo mentre sparisce nella folta vegetazione.
Ora non resta che aspettare il suo ritorno… me lo ha
promesso ed io sono sicura che tornerà da me. Il nostro amore è più forte di
qualsiasi altra cosa al mondo.
Mi stringo le spalle non perché ho freddo ma perché ho paura
di non rivederlo più. Resto immobile e cerco di annusare l’aria per
avvertire il suo profumo ma il vento non
è a mio favore.
Se potessi piangerei… non posso fare niente per aiutare la
mia famiglia? Non è giusto. Voglio difendere Renesmee, mia madre… tutti. Del
resto sono solo una neonata… cosa potrei fare?
ECCHIME!
Finalmente ho finito anche questo capitolo… è stata una fatica… non avevo più
idee e poi ho avuto da fare con il mio nuovo cucciolo! Mi hanno regalato un bel
cagnolino, un incrocio con un Labrador… troppo bello! Indovinate come l’ho
chiamato… Eddy… mia madre (fan sfegatata di Twilight, come me) lo voleva
chiamare Edward… ma era troppo lungo!
Ciao
a tutti raga
A
presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** Cap. 25 Sei Arrivata Tardi Sue ***
cap 25 sei arrivata tardi Sue
When The Sun Is Gone
Cap. 25
Sei arrivata tardi Sue...
Non so quanto tempo è passato. Non so esattamente da quanti
secondi, minuti o ore sto in piedi davanti alla porta aperta, aspetto che
ritorni da me.
Sento mia madre parlare con Renesmee per rassicurarla.
Perché illuderla così? C’è la possibilità che nessuno della nostra famiglia
torni a casa.
Incrocio le braccia all’altezza del petto e il vento mi
porta odore di sangue. Qualcuno è morto… una strana agitazione s’impossessa di
me. Non è normale per un vampiro reagire così.
Cammino avanti e indietro agitata. Sento una mano calda
sulla mia spalla nuda. Mi volto velocemente ed incontro lo sguardo di mia
madre. È preoccupata se non più come me. Renesmee dorme tranquilla fra le sue
braccia aggrappandosi alla sua camicetta azzurra.
Calmati Sue. Ce la
faranno. Al contrario dei Volturi tutti noi combattiamo per qualcosa, qualcosa
di straordinario. Combattiamo per amore… per Renesmee e non c’è niente al mondo
più forte dell’amore.
Lo so mamma. Vorrei
solo essere anch’io tra di loro.
Mi fa un sorriso splendente, forse capisce cosa intendo.
Cosa t’impedisce di
aiutarli?
Mi hanno detto di
proteggervi…
Ride piano probabilmente per non svegliare la piccola.
Sue… tu credi che io
non sappia difendermi? Ho forse più esperienza di Michael e tuo padre messi
insieme. So però che è meglio badare alla bimba.
Il suo sguardo mi dice di correre ad aiutarli. L’abbraccio
forte ed accarezzo i lunghi capelli bronzei della mia nipotina. Le bacio
entrambe. Le mute lacrime di mia madre mi mettono un po’ di tristezza ma so
quel che voglio. Devo combattere altrimenti mi sentirò inutile per tutta la
vita.
Comincio a correre come quando vado a caccia, seguendo
l’odore dei vampiri che stanno combattendo.
La mia mente è vuota non so a cosa pensare, come posso combattere
i Volturi? Non ho nessuna esperienza a parte qualche alce. Chiudo gli occhi e
cerco di non pensarci. Troverò un modo.
Improvvisamente l’odore di sangue si fa più forte e noto un
fumo nero salire. Sono costretta a tapparmi il naso ed a trattenere il respiro
per l’intenso profumo che sento nel vento. Sembra incenso ma so che non lo è. È
il corpo bruciato di qualche vampiro.
Quando finalmente si dirada la foresta vedo una pianura e lo
spettacolo davanti a me è più che raccapricciante. Corpi di vampiri sparsi
ovunque licantropi feriti che zoppicano e cercano rifugio tra gli alberi. Riconosco
solamente Emmett e Jasper che buttano i resti nel fuoco. E Carlisle che cerca
di curare Jacob. Edward e Bella non ci sono. Dove sono finite Rosalie e Alice?!
Cerco Michael nella carneficina. Non lo vedo e se fossi
umana il mio cuore batterebbe all’impazzata. Continuo a non respirare, l’odore
è troppo forte.
Non so dov’è… sento le mie gambe cedere e cado a terra.
M’aggrappo ad un tronco e tento inutilmente di tranquillizzarmi.
Il vestito rosa si strappa quando cerco di rialzarmi con un
ramo ma non me ne frega nulla.
Deglutisco e corro incontro ad un lupo ferito che
immediatamente si trasforma. È Leah, ha una gamba rotta e un taglio sulla
fronte.
Leah… appoggiati a me.
Mi strappo ancora di più il vestito che ora mi arriva alle
cosce e la copro come posso.
Grazie… stai
tranquilla le ferite non ci saranno più fra qualche ora…
Che è successo?
Mi guarda coi suoi occhi scuri e cerca di sedersi aiutandosi
con le braccia troppo muscolose per una donna.
Sei arrivata tardi
Sue…
So che sono una vampira e non posso svenire ma ho la stessa
sensazione. Non sento più il terreno sotto i miei piedi e mi sento vacillare.
Ho lasciato che i Volturi uccidessero il mio amore e che ferissero
i nostri amici, non ho combattuto, non ho fatto niente.
Il senso di colpa m’invade come una gigantesca onda e non
riesco a nuotare, non riesco a tornare a galla.
Non ho più alcuna ragione per stare al mondo… non merito di
vivere…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** Cap. 26 Paradiso ***
cap 26 paradiso
When The Sun Is Gone
Cap. 26
Paradiso
Mi lascio cadere a terra al fianco di Leah mentre tengo le
mani sul petto, se fossi ancora umana a quest’ora sarebbe già esploso.
Non so più cosa fare o cosa dire. Resto immobile a fissare
nel vuoto non vedo ne sento niente. Non percepisco nulla, come se non
esistessi.
La voce di sottofondo di Leah mi distrae dal mio “non
esistere” quindi torno al mondo reale.
Sue! Mi hai fatto
preoccupare è da 10 minuti che non ti muovi… come ti senti?
Che importanza ha?...
Ora che Michael è morto…
Spalanca gli occhi e mi fissa con una strana espressione,
sembra stupita. Che c’è di tanto sconvolgente nella mia affermazione?
Afferra le mie mani con un lieve sorriso sulle labbra. So
che per lei è difficile essere così gentile con una vampira. Lei ci detesta
eppure ora, sembra così dolce, affettuosa e gentile. Forse mi sta solo
compatendo… in fin dei conti ho perso metà della mia famiglia e l’unico mio
amore.
Sue, ma cosa hai
capito prima? Te l’ho anche spiegato qualche minuto fa, quando eri in trance…
sei arrivata tardi perché abbiamo già vinto, il tuo aiuto non è servito. E
nessuno dei nostri è morto!
Riprendo a respirare ma me ne pento subito, c’è Leah al mio
fianco ed il fumo è terribilmente irritante. Mi tappo il naso con tutte e due
le mani facendo ridere la mia alleata.
Se vuoi cercare
Michael è nella foresta, sta cercando di cacciare il resto dei Volturi che sono
sopravvissuti insieme ad Edward, Bella, Rosalie, Alice, Esme e tuo papà.
Ma stanno tutti bene
vero?
Meglio di loro…
Guardo il falò improvvisato da Jasper e Emmett, dentro vedo
braccia e gambe di diverse misure. Vomiterei se potessi, sul serio.
Sento la mia anima liberarsi da un grosso masso… allora
stanno bene, ho passato dei minuti terribili.
Che sollievo sapere che
stanno tutti bene… Leah devi farti visitare da Carlisle comunque. Potrebbe
aiutarti.
Io non mi faccio
toccare da un vampiro puzzolente…
E io cosa sono?
Resta in silenzio e fissa il terreno. Sa che ho ragione,
nessuno le farà del male. Carlisle è forse meno vampiro di me, io sono una
imprevedibile neonata, potrei attaccare in qualsiasi momento anche se ancora
non ho fatto niente di irreparabile.
Tu sei diversa… non so
perché ma di te mi fido.
Davvero? Strano…
comunque è meglio che ti fai controllare da lui.
Mi fissa negli occhi per pochi secondi e poi acconsente, è
tutto così strano. Lei non si fiderebbe mai di un vampiro, tanto meno di una
neonata, perché con me si comporta così?
Vado a chiamarlo. Stai
tranquilla e lasciati visitare è un ottimo medico.
Certo.
Anche ora mi sembra tutto così strano. Corro velocemente da
Carlisle che sta fasciando un braccio a Jacob. Distolgo lo sguardo perché è
completamente nudo davanti ai miei occhi.
Sue?! Che ci fai qui?
Volevo aiutarvi ma
avete già fatto tutto da soli… comunque c’è Leah ferita è nascosta fra quelle
piante. Io non saprei come aiutarla, puoi darci un’occhiata?
Certo, Jacob ti
dispiace aspettarmi?
Scuote la testa silenzioso mentre continua ad osservarmi
indifferente.
Cerco d’annusare l’aria devo trovare Michael ma il fumo e
l’odore di cane mi disturbano, non riesco a sentire niente.
Se vuoi sapere dove si
trova il tuo fidanzato sono andati di là.
Lo ringrazio più che velocemente e comincio a correre verso
nord dove lui mi ha detto.
Corro velocissima, sfioro i tronchi e schivo i rami che
potrebbero rilevare la mia presenza a qualche nemico.
Dopo poco riprendo a respirare cerco nell’aria una scia che
mi porti a loro. Non avverto molto, evidentemente sono passati di qui un po’ di
tempo fa. Piano, piano il profumo di Michael comincia ad essere più forte.
Sorrido fra me e me, non vedo l’ora d’abbracciarlo. Anche solo immaginare la
mia vita eterna senza di lui mi ha fatto sentire vuota e persa.
Aumento la velocità e mi sembra quasi di volare. Non credo
d’essere mai andata più veloce di così.
Il suo profumo invade completamente le mie narici e sento
anche quello degli altri. Li vedo davanti a me. Sono fermi immobili e sembra
che stiano parlando.
Mi blocco improvvisamente e quando lo vedo mi sembra quasi
d’avvertire le lacrime scendere, che idiozia.
Urlo con tutto il mio fiato il suo nome. Si volta verso di
me con aria quasi preoccupata. Entrambi cominciamo a correre e mi butto letteralmente fra le sue braccia, mi
accoglie teneramente.
Sue…?
Pensavo che eri morto…
Beh in effetti lo
sono!
Sorride e mi guarda con quei suoi occhi neri e profondi.
Probabilmente è assetato, come me.
Mi guardo intorno ma dei Volturi neanche l’ombra forse sono
scappati ma ora niente ha importanza. Questo momento è così idilliaco… lo
stringo forte e respiro intensamente il suo profumo. Mi alza il volto con le
sue mani perfette per stamparmi un dolce bacio sulle labbra.
Non so se i vampiri possono andare in paradiso ma io sento
d’esserci adesso…
Sento una mano sulla mia spalla ed incrocio gli occhi
preoccupati di Bella e Edward. Capisco il motivo…
Renesmee è a casa al
sicuro con mia madre. Ha detto che ha molta esperienza e che potrà difenderla
benissimo.
Sorridono immediatamente e mi abbracciano entrambi. Rosalie
ed Alice sembrano inquiete, si guardano intorno e sono accovacciate come pronte
ad attaccare.
Chi è scappato dei
Volturi?
L’abbraccio di gruppo si scioglie e gli occhi tornano cupi.
Sento chiaramente l’ansia nell’aria.
Purtroppo Aro e Renata
sono scappati, non riusciamo a trovarli ma Jane e Alec sono morti.
Com’è che questa
notizia mi fa piacere?!
Affermo
sorridente. Mio padre s'avvicina leggiadro e mi stampa un bacio sulla
fronte per poi abbracciarmi. Non sono ancora abituata a questa
situazione, chi l'avrebbe mai detto? Papà vampiro... però
sono così felice che contraccambio stringendolo un pò
forte, gli esce dalla bocca un verso strano. Lo lascio un attimo ed i
miei occhi s'incastrano in quelli neri e profondi del mio amore.
Michael mi stringe le spalle con un
braccio e mi fa appoggiare la mia testa al suo petto. Mi sorride, m’immergo
completamente fra le sue braccia e mi lascio dondolare come una foglia nel
vento.
Restiamo immobili senza parlare, quasi senza respirare.
Chissà a cosa sta pensando… forse è felice che son qui. Mi accarezza la schiena
e anche se è un momento critico riesco a percepire gli stessi brividi di quando
facciamo l’amore… mi sento completamente estasiata, solo lui ora è nei miei
pensieri. Non ci sono più i Volturi o la battaglia che volevo combattere. C’è
solo lui… ci siamo solo noi…
Ciao a tutti!
Scusate tanto per il ritardo! Ho avuto
un casino da fare… uffa…
Beh spero di pubblicare presto il cap.
27!!!
Ciao ciao
Grazie a tutti!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** Cap. 27 Armonia ***
cap 27 armonia
When The Sun Is Gone
Cap. 27
Armonia
Torniamo a casa tutti insieme mentre mio padre e Carlisle
parlano sottovoce, non so perché. Io sono fra Michael che mi tiene per mano e
Esme che mi sorride tenera, come farebbe mia madre.
Mia mamma ci saluta dalla porta con in braccio Renesmee
addormentata.
Edward e Bella iniziano a correre verso di lei. Riesco a
sentire i loro ringraziamenti mentre Bells prende in braccio la piccolina.
Finalmente possiamo stare un po’ tranquilli o forse no. Da
come i capofamiglia parlano non direi. Ogni tanto mi guardano e non riesco a
capire il perché, non riesco ad udire le loro parole.
Il mio angelo mi stringe leggermente.
Dobbiamo andare a
caccia Sue. Sto morendo di sete.
Ora che mi ci fai
pensare anch’io ho sete…
La gola comincia a bruciarmi come fuoco. Le mani mi tremano,
si ho proprio sete.
Annuso l’aria alla ricerca di qualche squisito profumo.
Alci, tante alci a nord, non sono molto distanti. Lo guardo negli occhi e
capisco che anche lui ha avvertito questo odore. Corriamo nella stessa
direzione. Veloci come fulmini, invisibili anche agli animali. La foresta è un
delizioso labirinto per noi ma abbiamo la mappa nelle nostre narici. Corriamo
affiancati ed ogni tanto ci fissiamo con un tenero sorriso.
Finalmente le alci sono davanti a noi, probabilmente è lo
stesso branco dell’altra volta. Con la coda dell’occhio vedo il balzo
aggraziato che fa Michael, resto per qualche secondo a fissarlo mentre succhia
la linfa vitale all’animale. È una scena che dovrebbe disgustarmi, invece mi
eccita sempre di più. I capelli sono mossi dal vento e sembrano fili d’erba, le
labbra sottili sono colorate di un vermiglio brillante, le dischiude e sensualmente
le lecca con la lingua. I suoi occhi sono chiusi come se volesse assaporare il
liquido pienamente. Quando li riapre il suo sguardo si posa sul mio, restiamo
così, immobili. Io acquattata a terra mentre lui fiero, bellissimo, come un re
è in piedi. Cammina verso di me e posso già notare il dorato iride, segno che
si è dissetato a dovere.
Quando mi è davanti s’inginocchia davanti a me. Mi afferra
la testa con le mani candide e m’avvicina al suo volto. Ci baciamo a lungo
finché non posso più trattenermi, finché la sete s’impossessa di me e
aggredisco un’alce. Mi sporco tutta di sangue, perfino le gambe nude che escono
affusolate dal mio vestito di seta distrutto.
Ancora una volta mi ritrovo a gemere sotto di lui sulla
distesa d’erba, morbida. Fare l’amore dopo la caccia è un qualcosa di
straordinario. I suoi morsi e le sue carezze mi fanno impazzire. M’aggrappo
alla sua schiena rischiando di ferirlo ma non riesco a trattenermi.
Il tempo vola quando siamo felici, non pensavo valesse anche
per i vampiri. Le prime stelle cominciano a luccicare nel bel cielo e anche i
raggi lunari ben presto risplendono sui nostri corpi. È ora di tornare, saranno
tutti preoccupati.
Rimetto i miei stracci, peccato era uno splendido vestito ma
immagino che Alice mi ha preparato un guardaroba pieno di simili capi d’alta
moda.
In casa c’è una strana armonia, Edward e Bella giocano con
la loro creatura mentre gli altri parlano intorno al grande tavolo in sala, mia
madre sta cenando, non rinuncia mai ad un buon pasto, Esme è un’ottima cuoca le
deve piacere molto.
Mio padre parla animatamente mentre le mette un braccio intorno
al collo e le bacia una guancia, questa scena mi dona una sensazione
straordinaria.
Alice mi corre incontro e mi sembra sconvolta.
Ah, il mio bellissimo
vestito… vieni, genio, te ne do un altro.
Sorrido timidamente e lascio la mano del mio amato per
seguirla.
Spero con tutto il mio cuore, anche se non batte più, che
questo periodo duri per sempre ma forse abbiamo scatenato una vera e propria
guerra. Abbiamo ucciso alcuni dei guerrieri più forti dei Volturi, li abbiamo
minacciati. So che non è finita ma ora voglio godermi l’armonia della mia
famiglia, finalmente completa…
Ciao,
mi
scuso per il capitolo molto corto ma non ero molto ispirata. Presto ne scriverò
un altro!
Ciao
ciao
baciotti
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Cap. 28 Abilità ***
cap 28 abilità
When The Sun Is Gone
Cap. 28
Abilità
Ovviamente il vestito scelto per me da Alice è un elegante
capo di alta moda. Un vestito viola con un lungo strascico, schiena scoperta e
spalline sottili legate dietro il collo, ornate da piccoli diamanti.
Non credi che sia
troppo?
Credimi Sue,
l’eleganza non è mai troppa…
Ma… preferirei dei
comuni jeans con una semplice maglietta…
Comincia a sbuffare guardando il soffitto, è così buffa.
Scocciata prende dal mio enorme armadio a muro, ad essere sinceri è quello di Michael
ma ci sono molti miei vestiti ora, pantaloni attillati di pelle e una
canottiera dello stesso tessuto. Me li mostra esaltata.
Una breve risata esce dalle mie labbra.
Ma devo andare in moto
o cosa?
Oh, niente, niente! Tu
e Bella siete della stessa pasta! Vi accontentate di semplici abiti… io
preferisco i vestiti lunghi e sofisticati. Va beh dai… ecco dei jeans…
Grazie Alice.
Di niente, anche se
questo vestito ti sta divinamente!
Potrei arrossire ma fortunatamente la mia natura me lo
impedisce. Afferro i jeans e comincio a spogliarmi di questo meraviglioso abito
da principessa, è troppo per me.
Indossati i pantaloni mi sento a mio agio. Mi osservo allo
specchio e per qualche secondo resto immobile, i miei occhi mi spaventano un
po’. Sono rossi e brillanti, spero che presto diventeranno dorati come quelli
degli altri.
Non mi accorgo di un’ombra alle mie spalle, o meglio la vedo
ma con la coda dell’occhio. Michael m’abbraccia da dietro e mi bacia il collo
lentamente. Appoggio la testa alla sua spalla e mi lascio coccolare. Sento
qualcosa di freddo e leggero sul mio petto così guardo nello specchio e noto
subito una collana intorno al mio collo. È d’argento, semplice, con un ciondolo
a forma di cuore argentato, al centro ci sono le nostre iniziali incise in oro.
Lo sfioro con le dita e sorrido timidamente.
Grazie…
Ti amo Sue…
Rispondo a questa frase con dolci baci su tutto il suo
volto. Appoggio la mia fronte alla sua e sorridiamo mentre ci fissiamo negli
occhi, sognanti.
Mi mancano i tuoi
occhi verdi…
E a me manca il freddo
della tua pelle…
Sorride mentre accarezza una mia guancia. Mi bacia
teneramente le labbra. Il momento più bello della mia vita… non potrò mai
dimenticare i suoi occhi o le sue carezze…
Veniamo disturbati da Carlisle che entra bussando piano.
Mi dispiace
disturbarvi ma dobbiamo parlare con te Sue.
Certo, arriviamo.
Al piano di sotto non mi sembra d’avvertire un clima teso o
preoccupato, è tutto tranquillo, forse è opera di Jasper. Non so.
Mi siedo tra mia madre e mio padre mentre Michael è di
fianco a suo padre. Mi guarda con aria interrogativa, nemmeno lui sa niente.
Comincia proprio Carlisle a parlare.
Sue, hai notato niente
oggi?
Comincio a pensare ma nulla mi torna in mente. Niente
d’importante.
No… a parte la battaglia coi Volturi.
No, non mi riferisco a
questo… non hai notato che anche tu hai un potere speciale?
Resto un attimo in silenzio, attonita. I miei occhi sono
spalancati e non riesco a capire fino infondo le sue parole. Scuoto la testa
per qualche secondo e comincio a guardarlo fisso.
Come?
Tu hai convinto Leah a
farsi visitare da me, quando l’ho vista ha detto che era molto confusa e mi ha
chiesto se le avevi fatto qualche sortilegio, non è riuscita a dirti di no. E
nemmeno io sono riuscito a dirti di no quando mi hai chiesto di controllarla,
anche se stavo già curando Jacob. È molto strano, sembra che tu sappia
convincere le persone a fare quello che vuoi…
Ancora non comprendo pienamente il suo fiume di parole.
Guardo mio papà, sorride. Michael sembra sconvolto come me.
Papà ma sei sicuro?
Non me ne sono mai accorto…
Forse perché a te non
ha ancora chiesto nulla. Hai un grande potenziale Sue.
Ma io non me ne sono
mai accorta…
Perché non provi a
chiederci qualcosa?
Tipo?
Non so…
Non mi viene in mente nulla ma poi voglio un po’ vendicarmi
nei confronti di Alice che vuole sempre farmi vestire da principessa. La guardo
negli occhi per poi proferire queste parole… non indosserebbe mai certe cose…
Alice potresti
cambiarti ed indossare una tuta da ginnastica?
Resta un po’ in silenzio. Mi fissa negli occhi per qualche
istante, non si muove. Poi sembra entrare in trance pensiamo tutti ad una
visione ma lei si alza e cammina verso le scale. Dopo qualche minuti torna
vestita come una maratoneta.
Tutti mi guardano sconvolti mentre lei non da quasi segno di
vita. Dopo qualche secondo scuote la testa, confusa vede il suo riflesso nella
grande vetrata.
Ah! Che scherzo è mai
questo?! Che vestiti ho messo! Oh mio Dio, oh mio Dio!!!
Lei scappa al piano di sopra e sentiamo ancora le sue
imprecazioni. Non riesco a restare seria, comincio a ridere. Michael sorride ma
sembra un po’ preoccupato. Carlisle fa un gesto di trionfo alzando in alto il
pugno.
Lo sapevo! Me ne sono
accorto subito… Sue il tuo è un potere straordinario, come quello di Alice o
Edward o Jasper! Puoi convincere i Volturi a lasciarci in pace!
Dice queste parole alzandosi felice. Tutti i membri della
mia famiglia sembrano illuminati da una visione.
Resto in silenzio e ripenso ad Alice…
Non potrebbe
funzionare Carlisle…
Certo che può! Tu puoi
convincerli col tuo potere!
No… hai notato come
Alice ha ripreso conoscenza, ha cambiato subito idea… potrebbe durare per
qualche secondo ma non penso per sempre…
Bella s’avvicina e sorride fiduciosa.
È questione
d’allenamento! Anch’io non sapevo usare il mio scudo all’inizio ma col tempo
puoi riuscire a fare tutto quel che vuoi… e a noi vampiri il tempo non manca!
Resto a bocca aperta. Probabilmente ha ragione ma non ne
sono convinta al cento per cento. Sarebbe una perdita di tempo e comunque il
mio potere non farebbe altro che aumentare la voglia dei Volturi che hanno per
farci entrare nella loro cerchia. Con i poteri di Alice, Edward, Jasper e il
mio diventerebbero fortissimi… no, è meglio tenere nascosta la mia abilità.
Rischierei solo di
mettere più in pericolo la nostra famiglia rivelando a loro il mio potere.
Farebbero di tutto per farci entrare nel loro squadrone.
Il silenzio cala su tutti noi, sanno benissimo che ho
ragione. Papà mi stringe un po’ di più e mamma m’accarezza una guancia. Per
fortuna che ci sono loro al mio fianco…
So d’avere una possibilità di sconfiggerli ora, farò di
tutto per farli fuori quei bastardi. Per ora, però, devo solo allenarmi, come
ha detto Bella. Non voglio usare i miei poteri per portare pace tra le nostre
famiglie ma per annientarli una volta per tutte… questa cosa non la rivelerò
mai a Carlisle, è troppo buono. Non potrebbe capire… so che Edward mi sta
leggendo la mente ma sembra d’accordo con me. Annuisce e mi fa l’occhiolino. È
il momento di agire… i giovani Cullen sconfiggeranno i Volturi una volta per
tutte… Aro e gli altri hanno le ore contate!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Cap. 29 Allenamento, Demetri e Felix ***
cap 29
When The Sun Is Gone
Cap. 29
Allenamento, Demetri e Felix
I giorni passano ed io non faccio altro che allenarmi,
giorno e notte. Non sto mai ferma, per fortuna sono una vampira e non ho la
necessità di riposarmi. Piano, piano i miei poteri sembrano aumentare, ho
convinto addirittura Jacob e Rosalie ad abbracciarsi anche se dopo un minuti
hanno cominciato ad insultarsi. Lo sapevo dall’inizio che gli effetti dei miei
poteri non sono permanenti. Durano al massimo un’ora o due. Carlisle è
soddisfatto, dice che è un buon miglioramento, Edward mi ha confessato che è
d’accordo con me per attaccare i Volturi. Perfino Esme è d’accordo ma ci
sentiamo tutti in colpa perché stiamo nascondendo i nostri progetti a Carlisle
ed ai miei genitori.
Jasper mi allena come una vera soldatessa e Emmet mi aiuta a
gestire la mia forza.
È strano come sia facile entrare nella famiglia Cullen,
donano amore a chiunque e pensare che, da umana, ho sempre considerato i
vampiri esseri assetati di sangue e malvagi, come i Volturi. È ben accetto
anche Charlie, il padre di Bella, non ha nemmeno idea di cosa siamo e credo
proprio che non lo scoprirà mai, a meno che non provi a chiedercelo.
Renesmee
intanto diventa sempre più grande, cresce a vista
d’occhio, all’inizio mi sono spaventata, temevo per lei.
Michael però mi ha
detto che crescerà così finché non
raggiungerà i diciotto anni, poi diverrà
immortale. Dopo aver appreso questa notizia mi sono sentita molto
meglio. Ora però devo concentrarmi e non devo pensare a nulla se
non alla battaglia che stiamo organizzando...
Cammino
nella foresta sola, l’allenamento è iniziato,
simuliamo un’imboscata. Sento un piccolo rumore provenire sopra
di me e lo
vedo. Jasper salta da un altissimo ramo, è elegante, silenzioso.
È una furia, non riesco quasi a tenergli testa. Continuo a
evitare i suoi colpi ma non mi decido ad attaccare, almeno so che sono
brava a difendermi.
Sue devi impegnarti di
più se non vuoi morire dopo due minuti di combattimento. COLPISCIMI!
Quelle parole mi danno non so come la forza di sferrare un
pugno potente sul suo volto. Sembra volare da tanto l’ho scansato e si scontra
con la schiena ad un albero facendolo cadere.
Il respiro affannoso di Emmet e le sue grida arrivano alle
mie orecchie. Con una elegante capriola all’indietro lo evito mentre cerca di
placarmi, come nel football, ci vuole ben altro vecchio orso! Sorrido mentre
intravedo anche Edward alla mia destra, so che lui può sentire i miei pensieri
così distendo il braccio davanti a me e sussurro piano “fermo”. S’immobilizza,
come di pietra.
Emmet torna alla carica dopo un breve momento di pausa.
Questa volta non lo voglio evitare. Gli salto sulla schiena e cerco di
strangolarlo ma le sue risate mi fanno capire che è inutile,
noi vampiri non abbiamo bisogno di respirare. Con un balzo veloce torno sul
terreno fragile, afferro un suo braccio e lo scaravento contro dei tronchi.
Sento degli applausi e mi giro lentamente verso Jasper che
sorride mentre Edward è ancora immobile dietro di me.
Brava Sue. Credo che
il tuo allenamento sia finito.
Sorrido ma so che non è ancora finito. Sento chiaramente
Michael dietro di me, mi arriva il suo profumo alle narici.
Faccio un’altra capriola all’indietro e faccio un salto di
qualche metro. Mi ritrovo esattamente dietro di lui, afferro il coltello che
porta sempre nei jeans e lo faccio aderire al suo collo.
Pensavi di fregarmi,
straniero?
Michael sorride con le mani alzate in segno di resa.
Mi hai spaventato,
quasi…
Quasi?
Ok, mi hai proprio
fatto paura!
Afferra la mia mano e la stringe facendomi cadere il
coltello. Lo guardo negli occhi e sorrido. Le mie labbra si legano velocemente
alle sue. Le nostre lingue si solleticano e nascono in me tanti brividi.
Quando c’allontaniamo lui sorride ancora.
Spero che questa non
sarà una tua tecnica in battaglia… altrimenti sarò molto geloso…
Rido e mi lascio prendere in braccio come una bambina.
Usciamo dal bosco così, come se non sapessi camminare da sola.
Noto subito i sorrisi compiaciuti di Jasper ed Emmet.
Michael mi fa tornare coi piedi per terra ma resta al mio
fianco gonfio d’orgoglio.
Credimi Sue, sei
proprio portata per il combattimento. Sei stata brava.
Mi dice il biondo sorridendo porgendomi la mano. La stringo
forte e lo vedo sussultare.
Ops, scusami Jazz!
Emmet s’avvicina con un gran sorriso.
Quando mi hai
scaraventato via sono rimasto sconvolto. Non so ancora ora come hai fatto, non
ho nemmeno visto i tuoi movimenti, davvero.
Grazie orso! Mi fate
troppi complimenti.
Il mio compagno poggia il suo braccio intorno alle mie spalle
e mi fa aderire al suo petto per poi guardarmi negli occhi.
È vero amore, sei
stata bravissima.
Improvvisamente mi torna in mente Edward, non lo vedo.
Dov’è Edward?
Ci scambiamo tutti degli sguardi divertititi, è ancora nel
bosco, immobile. Non gli ho detto che poteva tornare lui stesso.
Oh, mio Dio! Me lo
sono dimenticata!
Tutti scoppiano a ridere mentre corro nella foresta
velocissima, lo ritrovo ancora fermo fra gli alberi.
Edward ora puoi
muoverti!
Lui si volta e comincia a ridere. Mi sento imbarazzata.
Non devi provare
imbarazzo. È stato divertente. Ho visto più animali in questo modo che negli
zoo. Mi passavano di fianco e m’annusavano, sentivano che ero innocuo. Comunque
brava, non mi hai nemmeno lasciato avvicinare.
Torniamo a casa mentre stiamo ancora ridendo. Renesmee corre
incontro al papà che la prende in braccio al volo. La piccola mi da un dolce
bacio sulla guancia.
Ben tornato papà, ben
tornata zia Sue.
Grazie amore.
Le do un bacio sulla fronte per poi accarezzarle una guancia.
È così dolce e affettuosa con tutti questa bambina, non credo di averne mai
incontrata un’altra così.
Michael mi fa il cenno d’entrare in casa. Entro un po’ in
ansia perché il suo sguardo non promette nulla di buono.
Guardo Edward e anche lui è serio, ha gli occhi come due
fessure, sta leggendo la mente di qualcuno.
Quando entro posso immediatamente notare Bella sulla
difensiva davanti a delle persone incappucciate. Non so come comportarmi, dopo
tanti allenamenti posso finalmente combattere sul serio.
Carlisle alza le mani come per dire che ha intenzioni
pacifiche ma loro non sembrano dello stesso parere.
Chi diavolo sono?
Chiedo a Michael. Lui fa spallucce ma so che lo sa.
Dimmelo!
Alza gli occhi al cielo per poi rispondere.
Sono Demetri e Felix.
Fanno parte della guardia dei Volturi, sono alcuni tra i più forti…
Che ci fanno qui?
Non lo so.
Sento le mie mani tremare ma so che non è il momento di
saltarci addosso così me le infilo in tasca, cercando di stringere i pugni.
I miei occhi devono essere neri come la notte, sono talmente
arrabbiata che li ucciderei all’istante, non li lascerei nemmeno parlare.
Carlisle come al solito vuole mantenere la situazione
pacifica e chiede aiuto a Jasper. Ma non è di grande aiuto, c’è troppa
tensione.
Abbiamo visto come
combatte la neonata.
Mi indica uno dei due ed io istintivamente guardo Michael
negli occhi, preoccupata. Lui mi fa nascondere dietro la sua schiena e li
guarda con occhi infuocati.
Non ha bisogno di
protezione quella vampira, caro Michael. I nostri sovrani ritengono…
Jake s’alza dal divano tremante di rabbia.
Quello che ritengono i
tuoi sovrani a noi non interessa, quella è la porta, andatevene subito!
I due si mettono a ridere di quella interruzione, cosa che
irrita ancora di più Jacob.
Cane, chiudi la bocca
e vatti a spulciare da qualche parte!
Io li uccido!
Emmet e Jasper lo trattengono con tutte le loro forze. Non
deve essere facile.
Perché non lo
tranquillizzi col tuo potere, Sue Ellen?
Uno di loro si rivolge a me. Sorridendo.
Come sapete il mio
nome?
Chiedo sbirciando dalla spalla di Michael che però non mi fa
mostrare a loro.
Sappiamo molte cose
cara… forza, dacci prova del tuo potere…
Resto immobile e non so che fare. Se prima li disgustavo ora
non so nemmeno definire quanto li detesto!
Le spalle di Michael mi tengono nascosta ma so che dovrei
affrontarli, è quello che voglio. Il mio primo istinto sarebbe quello
d’immobilizzarli, come ho fatto con Edward poco prima ma non so perché
qualcosa mi dice che farei un errore, dimostrerei la mia forza e so già che mi
vogliono fra il loro corpo di guardia.
Michael si gira verso di me e mi sussurra di stare
tranquilla e di non fare niente. Gli abbraccio la schiena e chiudo gli occhi
per riflettere. È da mesi che aspetto questo giorno, dovrei ucciderli…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** Cap. 30 Lo Scambio ***
cap 30 lo scambio
When The Sun Is Gone
Cap. 30
Lo scambio
Emmet e Jasper cercano di trattenere Jacob che ora si è
trasformato, io non so che fare. Michael mi tiene dietro di lui, afferro le sue
spalle e sussurro un “mi dispiace” al suo orecchio. Si volta verso di me con gli occhi spalancati.
Non riesce a capire quel che ho intenzione di fare.
Velocemente sono davanti a Jacob.
Torna umano e siediti.
In una frazione di secondo lui ritorna il bel ragazzo
Quileute, tranquillamente si siede sul divano ma i suoi occhi sono ancora infuocati. Mia
madre cerca d’avvicinarsi a me ma mio padre la prende per un braccio scuotendo
la testa. Lo ringrazio per questo.
Gli applausi dei due miei nemici arrivano alle mie orecchie.
Mi giro verso di loro.
Brava, notevole.
Molto lentamente cammino verso di loro fino a ritrovarmi
davanti a quello più alto. I miei occhi sono due fessure e tremo ancora per la
rabbia.
Cosa volete?
Oh, penso tu conosca
già la risposta, i nostri sovrani sono ancora interessati alla piccola… se la
consegnate a noi non verrà ucciso nessuno, non ci sarà nessuna guerra, inoltre
potrebbero venire anche i genitori con lei, non la strapperebbero mai dalle braccia della mamma e del papà.
Edward stringe a se Renesmee e Bella lo raggiunge. Jacob
sembra volersi alzare ma il mio potere ha ancora effetto, finché non sarò io a
dirglielo non potrà far nulla. Guardo la mia nipotina e sento che è mio dovere
difenderla.
Improvvisamente mi si accende una lampadina…
Vi propongo uno
scambio!
I loro occhi rossi si fanno curiosi e m’osservano con uno
strano sorriso.
Che genere di scambio?
Prendete me al suo
posto.
No!
Urla Michael dall’altra parte della stanza, cerca di corrermi
incontro ma Carlisle lo blocca. Non mi volto nemmeno a guardarlo, non voglio.
Continua ad implorarmi di non farlo, di non andare con loro, so che ha ragione
ma non posso permettere che questa guerra continui in eterno.
È uno scambio
interessante… ma la piccola?
Lei no.
Restano un po’ in silenzio mentre mia madre piange e mio
padre la consola. Sento Michael che cerca di liberarsi dalla presa di Carlisle
dietro di me. Chiudo gli occhi e sospiro.
È uno scambio
interessante però i nostri sovrani sono stati molto chiari… vogliono la
bambina.
Allora dovrete
rinunciare anche a me…
Si guardano negli occhi. Non so decifrare quel che stanno
pensando. Poi mi viene una idea. Usare i miei poteri su di loro anche se per
poche ore potrà essere utile.
Voi vi sbagliate i
vostri sovrani vogliono solo me. Quindi prendete solo me.
C’è silenzio e tensione. Michael è disperato come i miei
genitori e penso proprio che gli altri membri della mia famiglia siano
sconvolti. È il mio dovere, devo proteggerli.
Loro sembrano imbambolati e non fanno nulla.
Allora andiamo…
abbiamo quello che ci serve…
Mi fanno strada fuori dalla casa. Do un’ultima occhiata alla
mia famiglia e mi soffermo su Michael. Cerca di dimenarsi ha gli occhi neri,
non l’ho mai visto così tanto infuriato. Abbasso gli occhi e li seguo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** Cap. 31 Quanto riuscirò a resistere...? ***
cap. 31 quanto riuscirò a resistere...?
Ciao a tutti cari lettori! Vorrei
tanto ringraziarvi, spero sempre di non deludervi, in questo periodo non avevo
molta ispirazione ma vi prometto che ora mi metto sotto e tiro fuori dei bei
capitoli… almeno lo spero XD
Un saluto speciale a rosewhite
che apprezza quel che faccio e commenta quasi sempre!!! Grazie mille Rose!
Saluto anche tutte le altre persone
che hanno commentato: mery123, _VampirE_CulleN_, Honey Evans, bella95, DeAnna! Grazie mille!!!
Ora vi posso solo dire… buona lettura!
When The Sun Is Gone
Cap. 31
Quanto riuscirò a resistere...?
Cammino fissando il terreno e non mi volto nemmeno quando
sento le urla di Michael. Cerco di non pensarci di isolare la mia mente, non
voglio nemmeno guardarlo, non riuscirei ad andare via dalla mia famiglia. Mia
madre sta piangendo riesco a sentirla chiaramente. Dannazione! Io nemmeno posso
versare una lacrima. Demetri e Felix camminano lentamente davanti a me, dentro
di me ho una voglia pazzesca di ucciderli, so che ne sarei capace, Jasper mi ha
insegnato bene ma ho altri progetti in testa, punto a qualcuno di più
importante. O riuscirò nel mio intento o morirò… non m’interessa morire, sono
già morta una volta ed anche adesso, come allora, lo faccio per la mia
famiglia. Non so perché mi sento in dovere di proteggere tutti loro. Non sono
mai stata così coraggiosa, non so nemmeno io da dove arriva tutta questa
caparbietà.
Devo tenere sempre sotto controllo i miei nemici perché potrebbe
finire l’effetto del mio potere, forse nemmeno se ne sono accorti che gli ho
ingannati, non vedo l’ora di vedere le facce di Aro, Marcus e Caius quando mi
verranno arrivare al posto di Renesmee ma da quel che ho capito sono
interessati anche a me, per il mio potere, non so nemmeno come hanno fatto a
scoprirlo. Sanno troppe cose di noi, deve esserci qualche spia ma come facciamo
a non accorgerci di loro? Siamo una intera famiglia di vampiri e nessuno di noi
ha sentito niente, non abbiamo percepito nessun odore strano e nemmeno i
licantropi se ne sono accorti.
SUE GUARDAMI,
GUARDAMI!!!
Le grida di Michael mi distraggono dai miei pensieri. Mi
volto lentamente ma non mi fermo. Lo stanno tenendo tutti i suoi fratelli
compresi Esme e Carlisle.
Mio padre abbraccia mia madre che piange disperata e
Renesmee è stretta al petto di Bella. È difficile andare via ma lo devo fare,
questa storia deve finire una volta per tutte.
I due vampiri mi guidano dentro il bosco dove tante volte ho
corso per raggiungere la mandria d’alci per nutrirmi oppure per andare nel
posto mio e di Michael per amarci… forse non rivedrò più quei luoghi, forse non
potrò più perdermi negli occhi dorati del mio compagno. Mi volto un’ultima
volta prima di trovarmi nel centro del bosco dove non posso più vederli.
NOOOOO!!!
Questa è l’ultima parola che sento provenire da Michael.
Abbasso gli occhi e li seguo curva.
Non so da quanto tempo stiamo camminando ma improvvisamente
mi ritrovo davanti un piccolo jet privato. Mi fanno segno di salire ed una
bellissima donna mi fa sedere in un posto vicino al finestrino. È una vampira
anche lei, sento il suo profumo ed i suoi occhi sono rossi come sangue.
Sento profumo di umani e comincia a bruciarmi la gola, ho
sete. Scuoto la testa e cerco di non pensarci.
Non avrete intenzione
di arrivare in Italia solo con questo piccolo jet vero?
Scaleremo all’aeroporto
di New York… là c’aspetta un altro aereo privato che ci porterà in Italia.
Quando il piccolo velivolo decolla guardo fuori dal
finestrino, le foreste e le distese verdi che ho amato dal primo momento
s’allontanano. Il cielo è davanti a me con nuvole nere e dense, c’è un
temporale in avvicinamento. Sembra cotone è bellissimo. Purtroppo non posso
godermi il panorama sapendo dove sto andando.
Ripenso a Michael ed a quando parlavamo di un viaggio che
volevamo fare, voleva portarmi su di un isola, l’isola dove Edward e Bella
avevano passato la luna di miele. Sarebbe stata una vacanza fantastica… ero
ancora umana allora e mi sarei sicuramente persa nel guardarlo alla luce del
sole. Ora anch’io sono vampira e probabilmente sarebbe stata una vera
liberazione mostrarmi alla luce del sole.
Delle urla mi distraggono. Demetri tiene per i capelli una
ragazza giovane, probabilmente ha venti anni. Si dimena ma ha le mani legate
dietro la schiena, è spaventata e piange. Il suo aguzzino mi guarda come
divertito. I suoi occhi sono neri per la sete. Felix è seduto comodamente sulla
poltrona di fianco alla mia non sembra assetato, non la guarda nemmeno. Demetri
la stuzzica e ride sadico mentre le tira i capelli.
Mi volto verso il finestrino cercando di non pensare al
sangue che sento scorrere nelle vene di quella ragazza, ho molta sete ma devo
controllarmi, Michael e Carlisle mi hanno insegnato come controllarmi davanti
agli umani, per proteggere Renesmee e Charlie. Chiudo gli occhi e ributto in
gola il veleno. Stringo i pugni più che posso e cerco di non pensarci.
Vuoi dissetarti? Lo
vedo che cerchi di trattenerti ma non devi, è nella nostra natura… loro sono
solo cibo per noi…
Anche noi eravamo come
loro una volta, porta un po’ più di rispetto!
Lo dico ad occhi chiusi e a denti stretti.
Per caso gli umani
avevano rispetto delle bistecche… non credo. Per me sono solamente cibo,
nient’altro. Ho ben dimenticato gli anni di quando ero come questa feccia.
I pugni mi fanno quasi male e gli occhi potrebbero
lacrimarmi da tanto li tengo serrati.
Le riesce a liberarsi dalla presa di Demetri e appoggia la
testa sulle mie ginocchia, piange e mi bagna i jeans.
Ti prego, salvami! Non
voglio morire!
Non posso provare pena per lei ma non so perché quando
incrocia il mio sguardo sento qualcosa dentro di me. Non posso lasciarla
mordere da loro, la ucciderebbero. Poi un lampo di genio!
Trasformatela ma non
uccidetela!
I due ridono come pazzi mentre mi guardano e lei li osserva
in lacrime con gli occhi spalancati.
Ho poteri speciali,
non è utile per i nostri scopi e non possiamo trasformarla senza il permesso
dei nostri sovrani.
Mi prendo io la
responsabilità… ma sarai tu a morderla.
No, ti prego non farmi
mordere da loro, ti prego!
Lei si dimena su di me come un animale in agonia. Le sue
mani sono ancora legate dietro la schiena e non so che altro fare per aiutarla.
Ascoltami… se ti
mordono e non ti uccidono potresti vivere in eterno. Diverresti immortale…
Io non voglio
diventare un mostro!
Io ti sembro un
mostro?
Forse posso convincerla ma quando mi guarda negli occhi vede
il loro colore, rosso fuoco, probabilmente, perché s’allontana da me. Piange
e cerca di strisciare il più lontano possibile ma Demetri velocemente la afferra
per le braccia e la fa sedere accanto a me.
Sue Ellen, non senti
il suo sangue? Non senti il suo profumo? Mordila, poni fine alle sue sofferenze
e alle tue.
Lo guardo con uno sguardo assassino ma non perché voglio
uccidere la povera umana ma lui.
Sembra quasi spaventato e s’allontana lentamente. Tiene stretta
la ragazza a lui. Piano s’avvicina al suo collo, annusa e probabilmente
pregusta già quel dolce sapore.
Ti prego… no, ti
prego…
Adoro quando mi
supplicano così…
Giro la testa e continuo ad osservare le nuvole farsi meno
dense. Il sole illumina tutto adesso. Siamo sopra le nubi e alcuni raggi
colpiscono il mio viso e il mio braccio. Mi osservo la mano, luccica come
tempestata di tanti diamanti minuscoli, quasi invisibili. Altri riflessi delle
nostri pelli si risplendono nel jet. Mi volto verso gli altri due vampiri.
Anche loro risplendono come Dei. La ragazza sembra abbagliata, non piange, non
si dimena e non supplica più. È stregata dal nostro aspetto.
Demetri ne approfitta e le morde il collo con tanta furia
che degli schizzi di sangue arrivano a bagnarmi il viso. Sto attenta a
trattenere il respiro ed a cancellare le tracce di quel crimine dalle mie
guance con la mano. Sto attenta anche a non bagnarmi le labbra, non oso nemmeno
immaginare cosa potrei fare se dovessi assaggiare quel sangue. Solo il profumo
è delizioso.
Vedo gli occhi neri ma allo stesso tempo brillanti di
Demetri mentre succhia la vita alla malcapitata. Il suo spuntino prima
d’arrivare a New York.
Quante altre scene del genere dovrò vedere a Volterra?
Quanto dovrò ancora sopportare questa sete? Quanto riuscirò a resistere prima
d’assalire una persona umana?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 32 *** Cap. 32 Ci vorrà tempo... ***
cap 32 ci vorrà tempo
When The Sun Is Gone
Cap. 32
Ci vorrà tempo…
Il tempo sembra non passare più. Mentre Demetri sta
uccidendo la ragazza e i suoi occhi castani piano, piano perdono vita mi sale
una rabbia dentro. Non posso fare sciocchezze, devo controllarmi. Chiudo gli occhi,
trattengo il respiro per non sentire il profumo delizioso del suo sangue,
continuo a stringere i pugni finché non sento un colpo secco. Guardo la
ragazza, è caduta a terra, morta, nemmeno una goccia di sangue è più nel suo
corpo quindi posso riprendere a respirare.
Demetri e Felix ridono mentre chiamano la hostess, la bella
donna che mi aveva fatto segno di sedermi nel mio posto.
Alana, così si
chiama, afferra per un braccio la carcassa della vittima e la trascina fino
infondo il jet. Sento un altro tonfo e delle urla di altri umani.
Avete lanciato i suo
cadavere fra altri umani?!
La mia voce melodiosa è completamente schifata.
Così capiscono che
fine faranno, si rassegneranno oppure si dispereranno… adoro quando sono
disperati sotto i miei denti.
Sono troppo malvagi, non voglio più parlare con loro. Giro
la testa verso il finestrino dove il sole sembra volermi rassicurare. La mia
pelle continua a risplendere. Nel mio cuore mi sento quasi disgustata nel
essere una simile di questi mostri.
Voglio farti solo una
domanda…
È Felix a parlare.
Come fai a non
desiderare sangue umano? Sei neonata dovresti saltare addosso ad ogni singolo
umano che incontri per strada… quella piccola umana non l’hai nemmeno
desiderata vero?
Sono domande di pura curiosità, lo so. Loro non riescono a
comprendere il nostro stile di vita.
Non è che io non
desideri il sangue umano… so che devo portare rispetto per loro, nessuno nasce
vampiri, lo si diventa. Una parte di noi è umana e uccidendo uno di loro
significherebbe uccidere noi stessi, quello che siamo stati.
Sembrano confusi, forse nessuno di loro due hanno mai tenuto
in considerazione che c’è un’altra possibilità, che non è necessario uccidere
per forza uomini e donne. Sono troppo succubi dei Volturi per poter pensare con
la loro testa, me ne rendo conto. Non spero nemmeno che diventino come me e i
Cullen. Non provo nemmeno a chiederglielo, hanno vissuto troppi anni uccidendo
esseri umani, sono assuefatti dal loro sapore, dal loro sangue.
Il silenzio cala su di noi. Aspettiamo d’arrivare a New
York. Sanno benissimo che non ho voglia di rivolgere loro parola.
Il cielo s’impossessa dei miei occhi, il sole illumina le
nuvole sotto di noi, ora non sono più scure e dense ma sono bianche, si
colorano di dorato dove vengono colpite dai raggi solari. Sembra un mondo
soffice e morbido. Il dorato di una nuvola mi fa tornare in mente il colore
degli occhi di Michael. Chissà cosa sta facendo… se si sta ancora disperando
per la mia partenza. Vorrei essere ancora con lui. La malinconia si fa strada
in me. Mi sento quasi quando sentivo la mancanza di mio padre, quando pensavo
che era morto. Fortunatamente Michael è al sicuro e so che la sua famiglia fa
di tutto per farlo star meglio. Ma la sua mancanza mi fa sentire inutile, senza
di lui al mio fianco non riesco nemmeno a comprendere il mio obiettivo, mi sento
quasi vacillare… perché mi sono allontanata da lui? Forse era meglio eliminare
immediatamente Demetri e Felix. Avrei anche risparmiato la vita a quella
ragazza che ora probabilmente giace fra i suoi simili senza più il calore sulle
guance.
Mi sento così in colpa, alla fine cosa potevo fare io? Se
l’avessi difesa Demetri e Felix non si sarebbero più fidati di me.
Chiudo gli occhi e m’appoggio al sedile come se potessi
realmente addormentarmi. In realtà sto solo studiando il piano più appropriato…
ci vorrà tempo ma prima o poi riuscirò ad ucciderli tutti… non ne rimarrà
nemmeno uno dei Volturi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 33 *** Cap. 33 Non sono più degna... ***
cap 33 non sono più degna
Ciao a tutti!!!
Vorrei
ringraziarvi ancora, perché commentate e leggete la mia storia
che lentamente sta crescendo... accidenti... sono già al
capitolo 33!
Buona Lettura!!! CIAO CIAO Bacioni
When The Sun Is Gone
Cap. 33
Non sono più degna…
Il volo per l’Italia
sembra non finire mai, continuo ad ammirare le nuvole e il cielo, di certo non
guardo mai i miei compagni di viaggio che ogni tanto si nutrono, spezzando vite
ad innocenti. La sete mi fa vacillare per qualche momento ma poi mi passa, sono
solo momenti.
Siamo quasi arrivati mancano poche ore, forse due o tre.
Sento che si trascinano dietro qualcuno, il profumo è irresistibile. Mi volto
ed incrocio gli occhi azzurri di un ragazzo, forse ha diciassette anni, è
troppo, troppo giovane. Mi guarda ma non emette una lamentela, non si dispera.
Sta semplicemente immobile ad ammirare i suoi aguzzini. Non ha gli occhi
lucidi, mi sembra molto testardo.
Mi perdo in quei riflessi celesti, mio Dio. Di nuovo il suo
profumo arriva alle mie narici e la sete mi fa tremare, mi sento così debole,
devo nutrirmi ma non con lui, non posso.
Me lo portano davanti.
Dissetati… hai troppa
sete. Lo riusciamo a sentire. Finora abbiamo usato solo donne e forse è per questo
che non sei caduta in tentazione…
Sento il veleno riempirmi la bocca ed è difficilissimo
ricacciarlo indietro. Ancora stringo i pugni e chiudo gli occhi, smetto di
respirare ma è troppo dolce il suo profumo, mi sento come un orso davanti ad un
alveare.
Non mi potrei mai perdonare se dovessi ucciderlo, vivrei nel
rimorso. È innocente, non ha fatto nulla di male, non si merita certo di morire
sotto ai miei letali canini.
Il mio corpo comincia a reagire come mai ha fatto davanti ad
un umano. Si muove senza che io possa controllarlo. Mi accascio a terra, come
una pantera, non ho mai fatto così, è la prima volta. Avanzo a gattoni ed ora
riesco a leggere negli occhi azzurri e perfetti di lui il terrore.
Sembro un felino, mi pare di vedere Michael, anche lui
caccia così.
Gli annuso il collo e posso sentirlo tremare. Non riesco a
trattenermi il suo sangue scorre nelle sue vene velocemente. Non posso…
continuo a pensare… non posso, è umano… non posso…
I miei denti sono nella sua pelle, gli sto iniettando il veleno
ma per ora non succhio il suo sangue. Voglio fare tutto molto lentamente… o per
lo meno è il mio corpo che lo vuole. Trema tantissimo sotto di me. Lo faccio
coricare dolcemente mentre ora sento il suo dolce succo dentro di me. È
buonissimo, mai ho assaggiato sangue umano. Sono in estasi… non riesco a
fermarmi. Mi sento più forte. Mi sento… vampira.
Guardo i suoi occhi spenti e vuoti, capisco che è morto. Mi
stacco da lui con forza e scrollo la mia chioma castana leccandomi le labbra.
Demetri e Felix mi guardano con approvazione ma non appena
il sapore dolce come miele del sangue svanisce, resto immobile e guardo la mia
vittima. Mi copro il volto con le mani e mi sento morire.
Ho buttato all’aria tutti gli insegnamenti della mia
famiglia. Non sono più degna d’essere considerata una Cullen…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** Cap. 34 Arrivo a Volterra ***
cap 34 arrivo a volterra
Ciao a tutti, spero che questi ultimi capitoli vi sianno piaciuti…
Grazie a tutti!!!
When The Sun Is Gone
Cap. 34
Arrivo a Volterra
Non riesco a muovere nemmeno un muscolo è Demetri che mi
prende in braccio e mi fa sedere al mio posto mentre la donna trascina il
cadavere della mia vittima.
Non so come mi ritrovo a scendere dall’aereo mentre mi fanno
indossare una felpa con cappuccio per via dei raggi solari. Un’auto lussuosa
c’attende all’esterno dell’aeroporto, immagino che manca poco al mio incontro
coi Volturi.
Oramai tutto quello che contava per me è svanito, non riesco
più a ragionare, non so che fare. Come posso combatterli se mi sono comportata
come loro, ho ucciso un innocente. Ho morso un umano e l’ho condotto alla
morte. Mi trascino dentro all’auto coi vetri oscurati e spero con tutta me
stessa che quei farabutti porgano fine alla mia esistenza.
I miei accompagnatori ogni tanto mi parlano, chiedono
cose, dicono come mi devo comportare in
presenza dei grandi sovrani ma non li ascolto, non rispondo. Semplicemente non
esistono per me.
Quando la macchina si ferma capisco che siamo arrivati, mi
lascio trascinare con loro senza dire una singola parola, senza guardarmi
intorno.
M’accorgo d’essere in una stanza completamente buia, senza
finestre. Alla velocità della luce s’accendono delle fiaccole appese ai muri.
Davanti a me si para Aro con in mano un bastone infuocato.
Dunque… una Cullen è
qui… ma non c’è la bambina, Demetri, Felix ero stato molto chiaro con voi.
Si, mio signore… ci
avete detto di portarvi Sue Ellen…
Sorrido senza farmi notare, evidentemente la mia vicinanza
influisce sull’efficacia del mio potere. Finché non sarò io a liberarli saranno
sotto al mio controllo.
Hai usato i tuoi
poteri vero?
Alzo il mio sguardo ed incontro il suo. È gelido, pieno di
rabbia ma sembra anche divertito.
Sorprendente… bene…
devi essere assettata, parleremo domani… conducetela nella sua stanza…
Volevi dire la mia
cella…
No. Tu sei nostra
ospite fino a prova contraria, sei venuta qui spontaneamente. Non ti abbiamo
catturata, non sei di certo una nostra prigioniera, cara.
Resto senza parole. È talmente gentile che quasi mi sento in
colpa per aver anche solo pensato di ucciderlo. Ovviamente questo mio pensiero
dura circa un secondo poi l’odio torna a farsi strada dentro di me.
So comunque che non è il momento giusto per attaccare così seguo
i seguaci dei Volturi che mi conducono ad una porta di legno spessissima. La
aprono lentamente e mi fanno cenno d’entrare senza paura.
La stanza è illuminata da diversi candelabri, il letto è
principesco con lenzuola rosso sangue ed i muri sono in sasso. Le finestre sono
enormi, alte, tipiche dell’architettura gotica. Mi guardo intorno e posso
notare una libreria piena di libri e un’altra porta, riesco ad intravedere il
bagno, le mattonelle rosse risplendono alla luce del lieve fuoco che producono
le candele. Il sole è già tramontato e posso notare le prime stelle in cielo.
Mi corico lentamente sulla comoda e liscia lenzuola. Tutto
in quella stanza richiama il sangue. Le tende del baldacchino, il tappeto…
tutto è rosso. Viene sete solo a guardarla questa camera.
La porta si apre ma non voglio vedere chi è. Chiudo gli
occhi, mi basta il suono del suo cuore impazzito e del suo dolce profumo a capire che
è il mio pasto.
Questo incosciente sale sul letto provocando un lieve
fruscio delle lenzuola. Me lo ritrovo sopra mentre mi bacia il collo. Forse gli
hanno detto di sedurmi, forse pensano che sarà più facile per me uccidere un
ragazzo…
Apro gli occhi e riesco a vederlo, è bello, sicuramente. I
capelli biondi sono dritti e gli occhi sono verdi. Un verde magnifico, mi ricorda
tanto le foreste di Forks. Il colore degli alberi, del muschio... la malinconia
mi assale. Non riesco a morderlo e non riesco tanto meno a stare in quel letto
con lui… i ricordi con Michael sono forti.
Mi sento malissimo, come oso stare anche solo vicino ad un
altro uomo? M’allontano talmente veloce che lui neanche se ne rende conto.
Che sei venuto a fare
qui?
Si volta verso di me un po’ spaventato dalla mia velocità.
Mi hanno detto di
venire qui… mi hanno detto che dovevo passare la notte con te…
Vattene. Non immagini
nemmeno con chi hai a che fare!
S’avvicina alla porta velocemente, ha capito per fortuna.
Gli impedisco di toccare la maniglia.
Non da qui, idiota.
Vuoi farti prendere da loro? Passa dalla finestra.
Ma siamo al secondo
piano…
Meglio una gamba rotta
che l’osso del collo, non credi?
Deglutisce impaurito. Apre la finestra e mi stupisco del
fatto che non ci siano delle sbarre. Si gira verso di me un’ultima volta.
Grazie…
Di cosa?
D’essere più umana di
quanto credi…
Mi fa un lieve sorriso e poi si lascia cadere. M’avvicino al
davanzale e vedo la sua sagoma allontanarsi. Spero solo che non s’accorgano
della sua presenza. Forse hanno delle guardie al cancello… prego per lui… spero
che si possa salvare...
Improvvisamente mi tornano in mente tutti i momenti
trascorsi con il mio compagno così lontano… dopo settimane che passo da vampira
solo ora mi sento veramente morta…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 35 *** Cap. 35 La " bottiglia di vino " ***
cap 35 la bottiglia di vino
Ciao a tutti! ecco il capitolo numero 35!!!
grazie sempre di cuore a tutte le persone che mi sostengono!!!
When The Sun Is Gone
Cap. 35
La "bottiglia di vino"
Sono stremata, almeno mi sento così mentalmente. Il mio
fisico non risente del tempo che passa, tanto meno riesce ad avvertire la
stanchezza. La porta del bagno di fianco al letto è ancora aperta, mi viene
voglia di una bella doccia, per rilassarmi e riflettere meglio su come agire.
È molto più grande di quanto pensassi, infondo alla stanza
accanto alla finestra si trova una grande vasca da bagno, potrebbero entrarci
senza problemi tre o quattro persone. Ci sono addirittura il water e il
lavandino. È molto strano, noi vampiri non abbiamo certe necessità… l’unica
cosa che mi viene in mente è che questi dannati Volturi amano spassarsela con
le loro vittime prima di nutrirsi. A che servono un letto e un bagno
altrimenti?
Senza pensarci faccio scorrere l’acqua calda, il vapore
lentamente riempie la stanza rendendo opachi le mattonelle, il vetro della
finestra e lo specchio. Sul bordo della vasca prendo la prima boccetta che
trovo e la svuoto nell’acqua.
Che ironia… il profumo che piano, piano mi arriva alle
narici è quello di muschio. Le foreste di Forks hanno sempre questo odore ed
anche lui… scrollo la mia chioma per poi spogliarmi.
So benissimo che non è facendo un bagno che risolvo la
situazione ma finché sarò qui da sola devo cercare di stare al loro gioco.
Resto per dei minuti interi con gli occhi chiusi e tante
immagini invadono la mia mente. Perlopiù sono ricordi meravigliosi.
Sento dei rumori nella mia stanza e lo stesso profumo dolce
del ragazzo di prima arriva alle mie narici. L’hanno preso…
Demetri spalanca la porta e mi osserva, non mi sembra per
niente turbato di vedermi nella vasca ricoperta di schiuma.
Non stai collaborando…
Che peccato… mi
dispiace tanto…
Questo è il dono che i
Volturi ti hanno fatto… è giovane, il suo sangue fa gola a molti qui dentro…
Ne parli come se fosse
il miglior vino della cantina dei Volturi…
Sogghigna per poi portarmelo davanti. Lo tiene per la
maglietta e l’umano mi guarda dispiaciuto.
Infatti è il miglior
vino che la casa offre… faresti un dispiacere a tutti noi se tu lo rifiutassi.
In certi casi si può
solo dire… mi dispiace sono astemia.
Lo fa cadere a terra proprio davanti alla mia vasca.
Aro mi ha detto di
consegnartelo. Fai di lui quel che vuoi… ma non lo voglio più vedere a zonzo…
potrebbe rivelare i nostri segreti, questo sicuramente non è un bene.
Non è un problema mio…
Si che lo è.
Sbatte la porta e sento i suoi passi pesanti allontanarsi.
Guardo la mia “bottiglia di vino” impaurita. Si alza lentamente e si volta.
Esco dall’acqua e m’avvolgo nell’asciugamano talmente veloce
che lui nemmeno se ne accorge.
Ti sei fatto prendere…
stupido…
Non mi guarda mai negli occhi, fissa il pavimento. Riesco a
vedere ogni singola goccia di sudore scendergli dalla fronte. Avverto il suo
sangue più forte di prima e vedo una ferita sulla gamba, i suoi jeans sono
rotti.
Immediatamente m’avvicino per esaminare il danno trattenendo
il fiato.
Ti sei ferito…
Meglio una gamba rotta
che l’osso del collo giusto?
Sorrido fissandolo per un secondo. La ferita non è profonda.
Non è grave ma non
credo che qui abbiano medicinali… però posso fare una cosa… è rischiosa,
t’avverto…
Mi fido di te…
Ringraziandolo per tutta la sua fiducia gli lecco la ferita
cercando di fare attenzione a non bere il sangue. Sarebbe un disastro se io lo
assaggiassi del tutto. Sputo il poco che mi entra in bocca e continuo a bagnare
la ferita con la mia saliva. Edward una volta mi aveva detto che per salvare
Bella dalla morte l’aveva morsa molte volte, oltre che a iniettare il veleno
nel cuore, e che le aveva leccato le ferite per rimarginarle.
Non è tanto male sai?
Sorrido tra me e me per poi allontanarmi per sciacquarmi la
bocca con dell’acqua.
Non sapevo fosse
erotico leccare la gamba ad un uomo… fra poco la ferita si chiuderà, sarai come
nuovo.
Grazie ancora… non
riesco a capire, tu sei come loro ma… allo stesso tempo sei diversa…
Improvvisamente il ricordo di quel ragazzo sull’aero mi fa
rabbrividire. Mi lavo le mani con energia per poi sgattaiolare in camera da
letto.
Non sono diversa…
anch’io ho ucciso… è solo che ora non ho sete…
No, non è per quello…
lo vedo nei tuoi occhi. Tu realmente non vuoi farmi del male. Avresti potuto ma
non l’hai fatto, anzi cerchi di curarmi, perché?
Guardo sul letto e noto degli abiti nuovi. Oddio… nuovi non
direi. Sono stile medioevale. Uno splendido abito d’altri tempi. Rosso e nero.
Come poteva mancare quella tonalità calda che tanto ricorda il sangue? Tipico
dei Volturi. Vogliono tanto nascondere la loro natura ma appena possono si
vantano d’essere dei vampiri assetati di sangue.
Prendo in mano l’abito e torno in bagno. Chiudo la porta
dietro di me cercando d’ignorare le sue parole. Non voglio rispondere alla sua
domanda, in effetti non saprei nemmeno io come rispondere.
Quando torno in camera lui mi fissa e fischia.
Una bella donna
all’antica…
Piantala, stupido. Non
capisci che stare vicino a me è solo pericoloso?
Non è vero…
Comincio a pettinarmi davanti allo specchio i lunghi capelli
castani mentre lui coricato sul letto mi osserva curioso.
Per un po’ restiamo in silenzio, forse ha capito che non ho
voglia di parlare con lui. Spero che s’addormenterà presto.
Improvvisamente mi parla.
Quanti anni hai, in
realtà?
Lo guardo curiosa, forse pensa che sono una vampira con anni
d’esperienza, quanto si sbaglia.
Non ho ancora
festeggiato il mio primo “compleanno” da vampira.
Dunque sei una vampira
nuova.
Si dice neonata…
Guarda il soffitto pensieroso. Cerco di capire il suo stato
d’animo, il suo cuore è regolare come il respiro. È perfettamente a suo agio,
non capisco come fa. Io stessa temerei una vampira neonata.
E quante persone hai
ucciso?
Resto un attimo in silenzio, forse vuole solo sapere se può
realmente fidarsi di me. Nemmeno facendo questa domanda si è agitato.
La tranquillità in persona. M’incuriosisce molto.
Solo un ragazzo…
Solo uno?
Si… ma è un errore che
non voglio ripetere.
E perché non ti nutri
di sangue umano?
Perché non è giusto…
anche noi eravamo come voi. Non sono né un mostro né un animale… sono solo una
creatura legata alla sua natura… bevo sangue ma non mi ritengo del tutto
diversa da voi.
Vedi… non sei come gli
altri.
Ma una volta…
Forse avevi troppa
sete, non sei riuscita a trattenerti… non so. Non capisco bene la vostra
natura… non so molto sui vampiri. Però tu sei diversa e basta.
Grazie a lui il mio spirito è un po’ più leggero.
Probabilmente ha ragione.
Solo dopo diversi minuti m’accorgo che si è addormentato.
Istintivamente lo copro con le lenzuola.
Resto a fissare il cielo fino al mattino sperando che
Michael faccia lo stesso…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 36 *** Cap. 36 Sindrome di Stoccolma ***
cap 36 sindrome di stoccolma
When The Sun Is Gone
Cap. 36
Sindrome di
Stoccolma
I giorni passano e io sono ancora qui ad aspettare la mia
famiglia. Mi sono resa conto che non riuscirò mai a fare nulla da sola.
Tutti i giorni Aro insieme ad i suoi fratelli mi chiedono
d’unirmi a loro, come sempre io mi rifiuto, prima o poi la loro pazienza verrà
meno. Non mi ucciderebbero mai. Sono un esemplare prezioso… che idioti, non
hanno la minima idea che Michael e gli altri verranno in mio aiuto ed a quel
punto moriranno tutti i Volturi.
È difficile nutrirmi di soli topi ed ogni tanto qualche
gatto randagio. Mi mancano le alci e le grandi foreste. Mi manca Michael… mi
sembra di morire di nuovo ogni giorno, da tanto sento nostalgia della mia casa,
della mia famiglia ma quel che più mi fa star male è che non posso vedere i
suoi occhi… quei suoi magnifici occhi dorati.
Anche stanotte resto immobile ad ammirare le stelle mentre
il mio inaspettato compagno di stanza riposa nel grande letto. Forse gli altri
vampiri pensano che mi diverto con lui ed è per questo che lo tengono in vita. Che
idiozia, non potrei mai fare una cosa del genere.
Improvvisamente della musica lontana arriva alle mie
orecchie. Conosco molto bene questa canzone… anche in Italia evidentemente
piace. In America, a casa, l’ascoltavo in continuazione… your guardian angel, degli red
jumpsuit apparatus. Mi manca il fiato. Sento delle risate accompagnare la
canzone. Forse una coppia in macchina è posteggiata vicino alla fortezza dei
Volturi.
Continuo a pensare a lui, mi lascio avvolgere da queste
dolci e confortanti note ed il mio spirito mi pare meno pesante, come mai l’ho
sentito. Questa musica mi ricorda Michael, c’è tutta la gioia e la disperazione
del mio amore in questa canzone, c’è la mia voglia di rivedere il suo sorriso,
i suoi occhi, il suo viso… cerco d’immaginarlo qui accanto. Mi manca
tantissimo, lo amo troppo per riuscire a sopportare la sua lontananza… chiudo
gli occhi e cerco di sognarlo ma è impossibile, non posso dormire.
Una mano calda sfiora il mio braccio. Mi giro velocemente, è
come se m’avesse svegliata da un lungo sonno improvvisamente.
Che fai?
Abbasso gli occhi e noto immediatamente le nostre mani
legate. Sciolgo subito questo contatto inaspettato e mi siedo sul letto.
Nascondo il viso tra le mani e m’incurvo in avanti.
Lo sento avvicinarsi, è subito al mio fianco. M’abbraccia
portandomi al suo petto e sento il suo cuore pulsare.
Ormai mi sono abituata a lui, non è una tentazione per me,
soprattutto dopo che ho scoperto come entrare nelle fogne per cacciare i topi.
Non sono mai assettata del tutto.
Allora non mi
rispondi?
Faccio un respiro profondo prima di rispondere. Mi rendo
conto anch’io che la mia voce di solito armoniosa, incantevole, bellissima è
spezzata. È stroncata come quando si piange, ma dai miei non cade nemmeno una
lacrima.
Pensavo a lui…
Lui chi?
Sembra irritato dalla mia risposta, non ne capisco il
motivo.
Michael… il mio
compagno.
Ti manca tanto vero?
Non è dolce la sua voce. Sembra più che altro scocciato.
Ancora mi sembra strano. Non l’ho mai visto così, di solito è sempre premuroso
e quando torno dai miei incontri con Aro mi fa sempre trovare la stanza in
ordine e la vasca piena d’acqua.
Mi sembra di morire
una seconda volta senza di lui.
Mi stringe lievemente più forte. Sento che annusa i miei
capelli. È normale, per lui io sono irresistibile. Gli umani sono attratti dai
vampiri, non m’arrabbio nemmeno. Il mio profumo dev’essere molto invitante.
Come lo era per me quello di Michael quando ero ancora umana.
Quel che non sa è che anche per me il suo profumo è
buonissimo ma non è la stessa cosa.
E lui ora dov’è?
Non lo so… forse è
ancora negli Stati Uniti o forse è già qui in Italia che sta escogitando un
piano per salvarmi.
Io non t’avrei mai
lasciata andare.
Mi fa alzare la testa per fissarlo nei suoi bei occhi verdi,
ogni volta mi ricorda Forks. Non sa quanto mi fa soffrire questo contatto.
Era una scelta mia, Aaron.
Lui non poteva fermarmi. Nemmeno tu avresti potuto.
Quando ami una persona
non la lasci scappare così velocemente.
M’allontano piano da lui. Cerco con tutta me stessa di
moderare la mia forza, non voglio fargli male. Aaron mi tiene ben strette le
braccia, forse non se ne rende conto ma per me la sua forza non è nulla. Non
potrebbe ferirmi nemmeno se volesse a mani nude.
Avvicina velocemente il suo volto al mio e mi bacia le
labbra. Mi muovo velocemente e me lo levo di dosso. Lo guardo dall’altra parte
della stanza ora. Sono furiosa, potrei seriamente morderlo e ucciderlo per quel
che ha fatto.
Io ti dico che mi
manca il mio compagno, che mi sento morire e tu mi baci?!
Hey, non agitarti Sue.
È stata una cosa istintiva. Lo sai cosa provo per te. Non trattarmi così. Ti
amo.
Resto immobile scioccata, come ha osato innamorarsi di me?
Come?! Non può! Lo consideravo la mia colonna portante qui a Volterra, lo
consideravo il mio confidente, il mio amico. Ora come potrò mai parlagli come
prima?
Perché ti sei
innamorato di me Aaron? È una sciocchezza… potrei ucciderti quando voglio e ora
ne ho una voglia immensa, credimi!
Tu non mi faresti mai
del male! Io ti amo più di questo Michael che ti ha abbandonata, ti ha lasciato
venire qui e ti ha condannata ad una vita di semi prigionia?
Sta zitto! Tu non sai
nulla, NULLA! Non osare parlare così di lui!
Per la prima volta mi
ha vista arrabbiata sul serio. Ringhio come un animale furioso e allo specchio
vedo i miei occhi neri come la notte.
Indietreggia leggermente poi si alza e s’avvicina a me.
Mi dispiace, Sue
Ellen. Non ho resistito, quando hai pronunciato il suo nome mi è venuta una
fitta al cuore. Temevo di perderti per sempre. Ti prego perdonami. È stata una
sciocchezza.
Si è stata una
sciocchezza! Non tanto per il bacio, la vera sciocchezza è stata quella di innamorarti
di me! Ti farò soffrire Aaron solo che non te ne rendi conto, non t’è mai
importato.
Puoi fare di me quel
che vuoi Sue, hai ragione non m’importa di soffrire…
Piantala Aaron, mi
conosci da solo una settimana.
M’accarezza una guancia piano ma sta a debita distanza.
Sento il suo cuore battere all’impazzata.
Mi dispiace che lo farò soffrire ma io non sono fatta per
lui. Io amo Michael. Aaron è solo un amico.
Si è vero, ti conosco
da poco ma so che ami le stelle, le guardi sempre, so che piuttosto che
rischiare di mettere in pericolo la mia vita esci la notte fonda per cacciare
topi nelle fogne, so che quando ti spazzoli i capelli sei più serena come se ad
ogni colpo corrispondesse ad un problema in meno, so che adori il muschio
perché usi sempre lo stesso bagnoschiuma…
Resto a bocca aperta, mi conosce più di quanto pensassi.
Scuoto la testa e mi giro, dandogli le spalle.
Sei un ottimo
osservatore Aaron. Non cambia comunque il fatto che per te io non sono altro
che una lieve infatuazione… probabilmente soffri della sindrome di Stoccolma.
Va bene, ho capito.
Sei veramente innamorata di questo Michael?
Scandisco bene le parole così che lui possa capire.
Lui è tutta la mia
vita.
Ah, capisco… è stato
per caso lui a morderti?
Lo dico con un sospiro. Mi fa male parlare di lui.
Si, lo ha fatto per
salvarmi la vita…
Come? Che strano modo
di salvare vite che ha il tuo compagno… ti ha uccisa Sue! Se t’avesse amata sul
serio avrebbe cercato con tutte le sue forze un’altra soluzione!
La rabbia mi sale velocemente, come osa parlare così della
mia unica ragione di vivere?! Non sa nulla. Riesco a capire che forse parla la
gelosia che è in lui ma non può permettersi lo stesso. Sento le mie mani
tremare mi è difficile tenerle ferme, vorrei ucciderlo.
Gli do le spalle cercando di non guardarlo ma la sua mano è
sulla mia spalla.
Togli la mano Aaron se
non vuoi fartela staccare a morsi!
Sento il suo cuore impazzire mentre allontana la mano. Se
l’è infilata in tasca.
Quindi se anch’io
rischiassi la vita tu mi salveresti mordendomi per farmi diventare come te?
Non lo so… in questo
momento ti lascerei volentieri morire.
Mi giro verso di lui. Fa un ghigno strafottente.
Non è vero Sue… lo sai
bene. Forse io mi sono innamorato di te ma tu sei sicuramente affezionata a me.
Non mi lasceresti mai morire.
Pensi sia facile
controllarsi Aaron. Se io assaggiassi il tuo sangue sarebbe la tua fine, non
riuscirei a fermarmi.
Ancora fa un sorriso a metà e non mi sembra più preoccupato
come prima.
Si siede tranquillamente sul letto con le mani ancora in
tasca.
Non è vero. Vuoi provare?
No.
Dalla tasca estrae un coltello, resto immobile. Cerco di
corrergli incontro ma lui già si è tagliato la gola. Il sangue mi schizza sul
volto, sull’abito antico, sul letto, sulle pareti, ovunque.
Aaron sei un folle!!!!
Cerco di fare pressione sulla ferita e trattengo il fiato.
Non posso leccargli il taglio, il sangue esce troppo veloce non riuscirei a non
berlo. Mi strappo velocemente un lembo del vestito e lo stringo forte al suo
collo.
I suoi occhi sono puntati su di me. Piano si stanno spegnendo.
Delle lacrime scendono sul suo volto. Con un ultimo sforzo m’accarezza il viso.
Sue… salvami…
Queste parole stroncate dal dolore m’arrivano dritte al
cuore che mi sembra battere, ma è solo una mia impressione…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 37 *** Cap. 37 Babysitter ***
cap 37 Babysitter
When The Sun Is Gone
Cap. 37
Babysitter
Cerco con tutte le forze di respirare mentre premo come
posso il suo collo per impedire al sangue di uscire. Il cuore di Aaron batte
sempre più lentamente.
Perché lo hai fatto
Aaron? Stai morendo…
Il veleno invade la mia bocca. Senza pensarci gli mordo il
polso. Succhio il suo sangue. Aveva ragione Demetri. È dolce… è buonissimo.
Sono presa da quella frenesia che Michael m’aveva descritto quando s’assaggia
il sangue umano. Sull’aereo non ero riuscita a fermarmi ma ora potrei anche
farcela. Trattengo il respiro mentre mordo il suo polso e gli stringo la mano
con la mia. Spalanco gli occhi ed incontro il suo sguardo, sta sorridendo. I
suoi occhi verdi sono incantevoli.
Con uno sforzo disumano mi stacco da lui. Sento il mio mento
bagnato e m’osservo le mani, sono ricoperta del suo sangue. Chiudo gli occhi e
cerco d’ignorare il mio istinto. Sono riuscita a fermarmi, la trasformazione è
cominciata.
Corro il bagno e mi lavo come posso. Quando ritorno in
camera lui è ancora sul letto agonizzante.
M’avvicino e gli stringo la mano.
Stai tranquillo Aaron.
Ti stai trasformando, il tuo corpo sta morendo ma poi andrà tutto bene.
LA MIA TESTA!!!
Lo so Aaron. Te
l’avevo detto che era dolorosa la trasformazione…
La porta si apre improvvisamente e mi ritrovo davanti Aro
con Felix.
Lo hai morso?
Si…
Lo dico con disperazione. Mi manca il fiato. Continuo a
tenere la mano di Aaron mentre leggo nei suoi occhi il dolore immenso, quello
che ha piegato me in due poco tempo fa. Nascondo il volto sul suo petto. Quanta
voglia di piangere che ho…
Perché non l’hai
ucciso?
La voce di Felix è furiosa ma il suo padrone alza una mano
per zittirlo.
Sue Ellen, mia cara,
lui era un dono da parte nostra. Se hai deciso di agire così per me non ci sono
problemi. Potevi ucciderlo, bere il suo sangue o trasformarlo. Per me è la
stessa cosa, non m’interessa. L’importante è che sarai tu ad occuparti di lui.
Ma io non volevo
farlo, mi ha costretta tagliandosi il collo.
Dico con voce straziante. Sento la mano di Aaron stringere
forte la mia.
Non importa. Andiamo
Felix. Lasciamola qui, deve badare al suo allievo.
Così dicendo se ne vanno chiudendo piano la porta. Aaron
continua ad urlare mentre il suo corpo è preso da convulsioni sempre più forti.
So che dovrò stare al suo fianco per tre giorni.
Il suo cuore batte fortissimo e più che stargli accanto non
posso far niente. Mi dispiace tanto ma è stato lui a costringermi.
Brucio Sue! Sto
bruciando!
È il veleno… vedrai
che poi passa.
Per noi vampiri il tempo non conta, non ci accorgiamo che
passa ma è proprio in questi momenti che vogliamo che corra più in fretta. Il
dolore del veleno nelle vene, il cuore che batte all’impazzata per poi fermarsi
tutto d’un colpo, il dolore lancinante che ti desiderare sul serio la morte.
Tutti noi ci siamo passati ed è il ricordo che abbiamo presente con più amarezza.
Mentre tengo la mano ad Aaron chiedendomi quanto tempo sia
passato ripenso a Michael. Anche lui ha fatto la stessa cosa con me. Mi è
rimasto sempre accanto.
Aaron si contorce sotto i miei occhi ma sembra stare meglio,
la presa che prima era forte intorno alla mia mano è diminuita. Sento il suo
cuore battere più piano.
Guardo fuori, è notte fonda, le stelle risplendono e avverto
la sete, ho bisogno di nutrirmi ma non posso lasciarlo, se si dovesse svegliare
e non trovarmi al suo fianco potrebbe restarci male. Potrebbe uscire per
cercarmi e fare del male a qualcuno.
Improvvisamente m’accorgo che il suo cuore è lentissimo.
Ancora due battiti e poi tutto tace. Resto in attesa. Aspetto che apra gli
occhi.
Non so perché ma quando vedo i suoi occhi rossi rimango
completamente delusa, il verde foresta non c’è più.
Mi guardo sorridendo, i suoi occhi rossi mi fissano e noto
immediatamente i suoi canini appuntiti che prima non c’erano.
Avevo ragione. Non mi
hai lasciato morire.
Spalanco gli occhi e lo spingo oltre il letto.
Credi che è tutto un
gioco Aaron?! Ora sei un vampiro!
No, ora sono come te.
Chiudo gli occhi e m’arrendo a me stessa, è proprio un matto
questo ragazzo.
Senti… andiamo a
caccia. Ho sete e so che anche tu ne hai Aaron. Sei un neonato.
In effetti ho molta
fame o sete… mi brucia la gola.
Infatti… dai vieni,
idiota. Farsi mordere per una scommessa è veramente da idioti lo sai?
Forse un po’… ma
almeno sono immortale e posso stare con te.
Sospiro e gli indico la finestra davanti a lui. Fa un salto
e lo sento che ride nel cortile. Che strazio, era già difficile fare da
babysitter ad un umano ricordandomi di portargli sempre da mangiare ma adesso…
tenere d’occhio un neonato è più dura. Anch’io la sono ma, non so come, per me
è più facile controllare i miei istinti.
Lo seguo e gli mostro la grata che ho scoperto giorni fa.
Scendiamo e lui si stupisce di come riesce a vedere bene nel buio.
Ora stai zitto, non
devi far scappare i pochi topi che ci sono. Ascolta, uccidine finché non sei
pienamente soddisfatto. Non voglio portare in giro un vampiro assetato.
E tu?
Io m’arrangio. Non ho
problemi a controllarmi.
Trascorriamo più di due ore a cacciare sorci. Lui è riuscito
a saziarsi con quattro io con tre. Per fortuna.
Torniamo alla fortezza quando i primi raggi di sole si fanno strada nel
cielo.
Sue! Dobbiamo
sbrigarci prima che ci colpisca il sole!
Sembra seriamente spaventato e comincia a correre. È
divertente, pensa che il sola ci possa uccidere.
Resto immobile mentre rido e mi lascio avvolgere da quel
dolce calore. Mi fissa sconcertato mentre tanti diamanti cominciano ad
illuminare la mia pelle.
Ma… non stai morendo…
sei… bellissima.
Il sole non ci fa
niente Aaron. Dai corriamo nella nostra stanza prima che i Volturi vedano cosa
stiamo facendo…
Perché non possiamo
mostrarci alla luce del sole se non ci crea alcun danno?
Se tu fossi umano e
dovessi vedere una ragazza risplendere come di diamanti non ti verrebbe da
pensare come minimo che non è normale?
In effetti…
Ci ritroviamo in camera. I nostri vestiti sono ricoperti di
sangue, la maggior parte è di Aaron. Mi chiudo in bagno e mi svesto. Nella
vasca mi rilasso e riesco a sentire lui dall’altra parte del muro che
fischietta e scorre le pagine di un libro.
Michael quando verrai a prendermi? Ho bisogno di te…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 38 *** Cap. 38 Michael! ***
cap 38 Michael!
When The Sun Is Gone
Cap. 38
Michael!
Torno in camera avvolta dall’accappatoio mentre cerco
nell’armadio abiti puliti. Aaron mi guarda con un mezzo sorriso sulle labbra,
quanto vorrei strozzarlo. Si è fatto mordere apposta, è stato il suo piano fin
dall’inizio farsi trasformare, forse… probabilmente un matto come lui non ha la
capacità di pensare ad un piano così elaborato. Non riesco nemmeno a guardarlo,
mi da fastidio.
È il tuo turno,
lavati. Sicuramente Aro ci vorrà vedere.
Certo, maestra.
Sospiro, in che guaio mi sono messa?! Come ho potuto
trasformarlo, forse era meglio lasciarlo morire.
Mi guarda con uno sguardo sicuro mentre entra in bagno. È
arrogante, non lo sopporto. Non era così all’inizio, quando l’avevo conosciuto.
Era solo la mia vittima, era solo un ragazzo impaurito. Ora è un vampiro
giovane, inesperto che crede di conquistarmi mandandomi simili frecciate con
gli occhi. Che idiota!
Mi vesto velocemente e seduta sul letto mi pettino i
capelli.
Oddio, ma quando arriveranno gli altri a salvarmi… non potrò
resistere ancora allungo qui dentro. Mi sento soffocare, ho bisogno delle
foreste, di cacciare sul serio e di Michael. Mi manca tantissimo. Non è
possibile averlo così lontano… perché non arrivano? Forse Alice ha previsto
mentre uccidevo quel ragazzo in aereo e gli ho talmente disgustati che non
verranno più a prenderli, forse pensano che sono una di loro. No, è
impossibile. Quasi tutti noi abbiamo ucciso umani, tranne Bella. Non possono
lasciarmi qui. Edward sa qual è il mio piano, mi ha letto nella mente… ne sono
certa. Tutta questa attesa mi fa impazzire… vedo il mio riflesso nello
specchio. Non ho mai notato quanto posso sembrare bella alle persone che mi
circondano ma se penso a quel che ho fatto ad Aaron, a quello sconosciuto
sull’aereo mi vedo orrenda.
Lancio la spazzola contro il vetro e lo frantumo in mille
pezzi. È esplosa la mia ira, la mia disperazione… non riesco più a guardarmi.
Mi odio per quel che ho fatto… senza Michael non ho forza.
Aaron esce dal bagno di corsa con l’asciugamano che lo copre
a mala pena. Ha lo sguardo preoccupato e coi piedi pesta alcune schegge di
vetro. Si volta guardando lo specchio distrutto e poi torna a guardare me.
Che ti è preso?
Lasciami stare Aaron…
vestiti, non stare li impalato mezzo nudo!
Sorride mentre si scompiglia i capelli biondi ancora
bagnati. Alcune gocce cadono sul suo petto e percorrono tutti gli addominali
per poi sparire assorbite dall’asciugamano.
S’avvicina a me con passo sicuro, qualsiasi altra vampira o
umana starebbe già bollendo per l’eccitazione. Io provo solo disgusto perché
non è l’uomo che vorrei vedere.
M’alzo dal letto e m’allontano da lui. Mi appoggio alla
finestra e guardo fuori.
Velocemente mi è dietro mi scansa alcune ciocche di capelli
per annusarmi il collo. Questo contatto mi irrita e basta. Mi giro di scatto
per schiaffeggiarlo ma mi blocca il polso e, odio ammetterlo, è molto più forte
di me.
Non so come accade ma mi scaraventa sul letto mentre lui è
sopra di me, mi tiene i polsi fermi. Non riesco a muovermi, mi ricordo di
quando, in quella posizione, Michael aveva tentato di mordermi. Sono talmente
arrabbiata che sibilo come un serpente, mostro i canini, dovrei spaventarlo ma
Aaron resta dov’è. Potrei usare il mio potere ma non so perché non ci riesco.
Si porta una mano al volto mentre cerco di divincolarmi e
l’annusa.
Perché fai così?
Ricordi che non ti ho mai fatto del male? Che non ti ho ucciso?!
Si mi hai ucciso Sue…
ma ti ringrazio. Ora sono immortale. So che mi vuoi anche tu… perché non ti
lasci andare? Michael non tornerà a prenderti… fattene una ragione, sarebbe già
qui. Evidentemente non ti ama così tanto da rischiare la sua immortalità.
Chiudo gli occhi e cerco di spostarlo ma non ci riesco. È
troppo forte, lo sento ridere mentre m’accarezza il volto.
Improvvisamente sento un odore tanto famigliare da farmi
rabbrividire… non faccio in tempo a pronunciare il suo nome che mi ritrovo
libera. Apro gli occhi e vedo Michael piegato in avanti, sibila, ringhia verso
Aaron. Accanto a lui ci sono anche Edward, Emmett e Jasper. Mi ritrovo davanti
Bella che mi prende per mano. Mi fa segno di seguirla ma non posso abbandonare
Michael.
Michael!
Sue, vai con Bella a
questo insetto ci pensiamo noi!
No, aspetta!
Aaron si alza e resta a bocca spalancata. Guardo tutti i
suoi avversari, sa che non può combattere.
Non è cattivo… è solo…
Faccio un sospiro prima di pronunciare le parole che tanto
temo.
… innamorato di me.
Michael mi fissa con gli occhi neri. Fa un mezzo sorriso.
Un motivo in più per
eliminarlo. Ti è saltato addosso Sue… ora… non so cosa aveva in mente, posso
benissimo immaginarlo, ma ti giuro che se gli metto le mani addosso non penserà
più a niente!
Jasper sembra d’accordo con lui ed Emmett non vede l’ora di
combattere. So quanto gli piace fare a botte. Edward è più tranquillo ma non
rinuncerebbe mai a difendere i suoi fratelli. Bella mi guarda incredula.
Sue… Michael ha
ragione… per fortuna siamo arrivati in tempo… pensa a quel che poteva farti!
Bella e la sua indole pacata cerca sempre di sistemare le
cose.
Chi è questo? Una
guardia dei Volturi? È una spia?
No… l’ho trasformato
io. Stava per morire Michael, cosa avresti fatto tu?
Mi guarda con gli occhi un po’ inteneriti ma comunque pieni
di rabbia.
Ti fidi troppo delle
persone.
Ho aspettato questo momento per giorni, ho pensato tanto a
quel che avrei dovuto dire se lo avessi rivisto ma ora non so che fare. È tutta
colpa mia. Se noi avessimo ucciso subito Demetri e Felix ora non saremmo qui a
rischiare la vita.
Per la prima volta mi pento del mio piano per eliminare i
Volturi…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 39 *** Cap. 39 Fuga ***
cap 39
When The Sun Is Gone
Cap. 39
Fuga
Per la prima volta nella mia vita ho il cuore diviso in due.
Anche se Aaron ha esagerato non è cattivo, non voglio che la mia famiglia lo
faccia fuori. Non è giusto.
Bella mi trascina per un braccio fuori dalla finestra.
Chiamo Michael e gli prego di non ucciderlo. Dopo pochi attimi escono tutti
dalla finestra. Emmett tiene sulle spalle Aaron che si dimena.
Mi spunta un sorriso sulle labbra quando Michael
m’abbraccia. Ho immaginato questo momento… sento la sua pelle contro la mia e
sono avvolta da meravigliosi brividi.
Dobbiamo andarcene,
stanno arrivando!
Dice Edward mentre mette un braccio intorno alle spalle di
Bella. Noto che non ci sono i miei genitori e quelli di Michael e nemmeno
Rosalie.
Gli altri dove sono?
Non sanno che siamo
qui. Carlisle non avrebbe approvato e Rosalie è rimasta per badare a Renesmee.
Risponde Alice mentre chiude gli occhi e va in trance. Ha
una visione. Edward le legge la mente e fissa Aaron con disprezzo. Si porta
Bella dietro la schiena e comincia a ringhiare come un animale, i suoi occhi
sono neri, potrebbe spaventare chiunque.
Che cosa vedi Alice?
Jasper s’avvicina a lei e la sorregge.
Lui…
Indica Aaron che mi guardo con occhi stralunati, non riesce
a capirci niente, come me.
… ci tradirà… ci
consegnerà ad Aro… vedo la nostra morte.
Mi sento come di ghiaccio. Mi ero fidata di lui. Gli ho
salvato la vita ma le visioni di Alice non sono mai del tutto vere, possono
variare.
Spiegami perché ora
non dovrei farti a pezzi?! Hai toccato Sue… l’hai corrotta per farti mordere…
sapevo che c’era qualcosa in te che non quadrava… i Volturi non lasciano gli
umani liberi di vivere se conoscono i segreti dei vampiri!
Sussurra Michael. È infuriato, riesco a leggerlo nei suoi
occhi scuri e profondi. Lo stringo forte e me e chiudo gli occhi, vorrei poter
sparire.
Mi dispiace è tutta
colpa mia Michael!
No, Sue… la colpa è
dei Volturi! Sono subdoli, viscidi…
Non ha tutti i torti. Aaron cerca di scendere dalle spalle
di Emmett ma lo tiene ben stretto e so per esperienza che è impossibile
liberarsi dalla sua presa.
Mi sento tradita, il mio orgoglio si fa strada dentro di me
e anche la rabbia. Come ha potuto ingannarmi, è sempre stato dalla parte dei
Volturi.
Perché mi hai
ingannata Aaron?
Non so di cosa parli…
Edward lo prende per il collo, stringe talmente tanto che
con le unghie gli buca la pelle.
È lui la spia… quello
che ci teneva d’occhio a Forks! Gli letto nella mente!
Spalanco gli occhi, ora mi fa schifo sul serio.
No, Sue! Non
ascoltarli! È vero io vi ho spiato, i Volturi mi hanno pagato e mi hanno
promesso di trasformarmi. Hanno ingannato anche me Sue… mi hanno consegnato a
te. Solo perché tu sei una creatura magnifica e non hai deciso di uccidermi
sono ancora qui. Loro pensavano che mi avresti ucciso per nutrirti ma non l’hai
fatto. Anch’io voglio vederli morti che cosa credete!!!
La presa di Edward è più forte. Ora non riesce più a
parlare. Mi guarda con occhi che supplicano pietà. Io mi giro dall’altra parte,
non voglio più avere nulla a che fare con lui.
Edward molla la presa.
Dice la verità… Aaron
tu sei in un grande casino… dobbiamo scappare! Presto!
Michael mi fa strada per il cortile. Corriamo velocissimi ad
occhio umano sarebbe impossibile notare i nostri movimenti. Davanti a noi si
parano diverse guardie dei Volturi. Quattro dei quali sono enormi, forse più
grossi di Emmett.
Dove pensate di
andare?
Ci fermiamo di colpo. Mi preparo già alla mia prima
battaglia, non ho mai combattuto seriamente, mi sono solo allenata con Jasper.
Mi posiziono come tutti gli altri, pronti all’attacco.
Aaron resta immobile, ovviamente lui non sa cosa fare.
Michael istintivamente mi porta dietro la sua schiena, Edward fa la stessa cosa
con Bella e Jasper con Alice. Ci vogliono proteggere e sicuramente sono molto
più capaci di noi a combattere.
Ragazzi voi scappate
li trattengo io.
Aaron va addosso ad uno dei due e noi possiamo correre. Non
ho mai visto un vampiro con così tanta furia scagliarsi contro un altro.
Michael mi prende per un mano e mi trascina via. Gli sono
addosso in quattro non riuscirà mai a sopravvivere.
Sue sta cercando di
redimersi se ha scelto questo modo è giusto lasciarlo fare.
Edward, riesce sempre ad anticipare le mie mosse. Comincia
ad essere scocciante il suo potere.
Non vedo più Aaron, Michael mi prende sulla schiena, corre
più veloce di me, non sono abbastanza forte, i topi non sono molto nutrienti.
In pochi attimi siamo fuori dalla fortezza e troviamo due macchine dai vetri
scuri. Oggi è bel tempo e non possiamo farci notare dagli umani. Veloci come
fulmini saliamo in macchina. Sono tra Emmett e Michael, mentre Edward guida con
Bella al suo fianco, nell’altra auto ci sono Alice e Jasper.
Il mio compagno mi fa appoggiare alla sua spalla, respira i
miei capelli e mi bacia la fronte.
Non sai quanto sono
stato male amore…
Anch’io Michael… mi
sei mancato ogni singolo giorno.
Finalmente con disperazione bacia le mie labbra. È un bacio
a labbra serrate ma allo stesso tempo passionale. Sospiro mentre mi cinge la
vita. Anche adesso, dopo aver rischiato la vita, non posso far altro che
pensare è che è bellissimo e che ho tanta voglia di sentirlo mio.
Ci stanno inseguendo,
dobbiamo sbrigarci… dobbiamo arrivare all’aeroporto prima di loro.
Ma è giorno come
faremo?
Emmett le hai portate
le felpe col cappuccio vero?
Certo, Edward, mi
credi tanto stupido?
Da te non so cosa
aspettarmi…
Questo momento d’allegria mi sentire bene, dopo giorni
trascorsi da sola ho finalmente ritrovato la mia famiglia, i miei fratelli, la
mia vita.
Nessun pensiero va ad Aaron… ha avuto quel che si meritava.
So che non era malvagio ma comunque mi ha ingannata… la cosa che più mi preme è
la visione di Alice…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 40 *** Cap. 40 Ritorno a Forks ***
Cap 40 Ritorno a Forks
Eccomi, sono tornata! Capitolo 40!!! Accidenti…
non ci credo nemmeno io… Grazie per il sostegno! Ci saranno delle sorprese…
hihihi
When The Sun Is Gone
Cap. 40
Ritorno a Forks
Il viaggio in macchina è breve, guida Edward… vi ho detto
tutto. La gente ci guarda o meglio mi guarda. Il vestito antico da medioevo non
aiuta cerco a passare inosservati. Indosso la felpa col cappuccio nera ma la
gonna nera da nell’occhio.
Quando finalmente mi siedo sulla poltrona della prima classe
mi rilasso, mancano qualche ora e poi saremo a casa, in America.
Edward stringe Bella come Michael fa con me.
Sento il profumo dolce di Alice dietro di me e guardo le
sorrido la vedo stringere la mano a Jasper. Non mi sembra più preoccupata per
la visione, sembra più rilassata. Ma la domanda mi esce spontanea.
Siamo ancora in
pericolo Alice?
Mi fa un sorriso per poi chiudere gli occhi. Si sta
concentrando.
Si ma abbiamo più
d’una possibilità, non vedo più Aaron. Significa che non ci tradirà… l’hanno
ucciso.
Trattengo un attimo il fiato, Michael se ne accorge. Mi
stringe la mano per poi sorridermi.
Stai tranquilla, ormai
sei al sicuro tesoro.
Guardo Edward mentre penso al nostro piano di fare fuori i
Volturi.
Sue, non farti questi
problemi, quando verranno a Forks sapremo come accoglierli. Sarebbe stato
impossibile sconfiggerli a Volterra. Hanno troppi alleati li ma da noi sono
svantaggiati, abbiamo i licantropi dalla nostra parte.
Improvvisamente mi rendo conto di quanto male ho procurato a
tutti. Sono venuta a Volterra per risolvere la situazione ed invece l’ho
peggiorata. Ho ucciso due vite in questo viaggio, due ragazzi sono morti per
niente…
Sue… non è colpa tua…
sei una neonata è normale e comunque la colpa è tutta di Aro… quel mostro…
So che ha ragione ma comunque resto irrequieta. Michael
ancora una volta si rende conto del mio disagio. Mi bacia il dorso della mia
mano e m’accarezza una guancia, con l’altra mano mi sposta una ciocca di
capelli dietro l’orecchio.
Potrei morire un’altra volta ora… i suoi occhi, quanto mi sono
mancati, quanta mi è mancata la sua tenerezza… e le sue labbra.
Finalmente pone fine al mio tormento donandomi un bacio
meraviglioso.
Le ore passano e mi rendo conto che fra poco potrò
riabbracciare il resto della mia famiglia. La piccola Renesmee, mia madre, mio
padre, Esme, Carlisle, Rosalie e perché no? Anche Jacob.
Scendiamo dall’aereo e ad aspettarci fuori trovo i miei
genitori. Mia madre mi corre incontro. Ho paura di farle male, controllo come
posso la mia forza ma è più forte il mio amore per lei. Mi bacia la guancia e
m’arruffa la chioma castana. Mio padre mi stringe a lui e resto senza fiato.
Guardo finalmente vedo il verde di Forks non posso far altro
che sorridere…
Lo so è molto corto questo capitolo ma
non avevo molto tempo… ho avuto un po’ di febbre e l’ispirazione non è
arrivata.
Vi avevo promesso delle sorprese eccole…
Quando ho cominciato questa FF non
pensavo che sarei arrivata al capitolo 40… la immaginavo più corta XD va beh…
comunque all’inizio (anche ora) ho basato la storia su di me e sul mio ex ragazzo.
Quindi le vere sembianze dei protagonisti sono queste…
Sue Ellen (io qualche anno fa)
Michael (il mio, mi dispiace dirlo, ex boy)
Sue Ellen & Michael (cioè noi 2
insieme, quando ancora stavamo insieme)
Sue Ellen & Michael
Sono esibizionista? Boh… comunque metto
queste foto così vi sarà più facile immaginare i personaggi della mia storia.
Per quanto riguarda la famiglia Cullen
non sono nessuno per poter mettere immagini che li rappresentano, ognuno è
libero d’immaginarli come vuole. Come quando ho letto io Twilight.
Ultimo ma non meno importante… vi faccio
vedere la foto del mio cagnolino che ho chiamato Eddy… in onore di Edward!
Eddy
Beh alla prossima!!!
Ciau a tutti, grazie di leggere questa
follia! KISSES
|
Ritorna all'indice
Capitolo 41 *** Cap. 41 Non c'è nessun'altro al mondo ***
cap 41 non c'è nessun'altro al mondo
When The Sun Is Gone
Cap. 41
Non c’è nessun’altro al mondo
Profumi famigliari arrivano alle mie narici. Non posso far
altro che far scorrere il finestrino per poi chiudere gli occhi e aspirare più
che posso l’aria di Forks. Non mi sono mai sentita più vicina a queste terre
come ora. Guardo il cielo, sempre cupo, sempre tetro e coperto da nubi ma lo
preferisco così. Il sole non mi è mai piaciuto da umana e, a quanto pare,
neanche ora che sono vampira questa cosa è cambiata.
Finalmente sento l’odore del muschio, delle piante, degli
animali, dei tronchi tagliati dai falegnami… sento anche l’odore di cane…
evidentemente i licantropi sono vicini. Ma anche questa puzza nauseabondo mi fa
sorridere.
Il vento fresco mi scompiglia i capelli che vanno a sbattere
inevitabilmente sul volto di Michael, però non si sposta e non si lamenta. Mi
accoccolo fra le sue braccia e aspiro con tutta la forza che ho… quanto mi è
mancato il suo profumo, la sua pelle, i suoi occhi dorati… lo guardo sognante e
lui sorride.
Non ci diciamo una parola ma per descrivere quel che
proviamo non servono parole, forse nemmeno esistono. Ci guardiamo negli occhi,
riesce a leggere quel che provo, sono felice. Finalmente sono con lui, la cosa
che più mi faceva star male, in Italia, era che forse non lo avrei più potuto
vedere.
Mio padre guida l’auto e al suo fianco c’è mia madre.
Viaggia sicuro e ancora non mi sembra vero di poterlo guardare e di vedere
insieme i miei genitori.
Non penso che essere come siamo significhi essere dannati,
non lo penso proprio. Grazie alla trasformazione mio padre è ancora con me e io
sto con Michael… e per sempre sarà così. Non cambierà mai nulla e non voglio
che cambi qualcosa. Tutto deve restare così com’è ma per far sì che questo mio
desiderio s’avveri dobbiamo eliminare assolutamente i Volturi, loro non ci
lasceranno mai in pace.
Stringo più forte le spalle di Michael e spero fermamente
che tutto si blocchi in questo istante. Non voglio lasciare mai più la mia
famiglia… non voglio più separarmi da loro.
La villa dei Cullen sembra quasi darmi il bentornata mentre
un lieve, sottile raggio di sole risplende sulle enormi vetrate. Sulla porta ci
salutano Carlisle ed Esme, Rosalie la vedo dentro la casa, dietro la vetrata,
con in braccio Renesmee. Immediatamente
va alla porta… che strano, Bella mi aveva descritto il periodo prima della
nascita di sua figlia. Rosalie era egoista, quasi cattiva, disprezzava gli
umani, nel senso che li invidiava ma con me è sempre stata gentile, forse i
primi tempi era più distaccata ma, col tempo, ho capito che sotto quella sua
facciata meravigliosa c’era solo gran tristezza e rabbia, perché lei non se l’è
cercata questa vita. Ho parlato a lungo con lei e abbiamo capito
d’assomigliarci molto. Io soffrivo da umana, lei soffriva da vampira ma la
nascita di Renesmee ha cambiato tutto. Rose è tornata ad essere felice
accudendo la piccola.
Appena scendo dall’auto mi ritrovo circondata dal resto
della mia famiglia, m’abbracciano e mi baciano. Non avrei mai immaginato una
reazione così… questa famiglia è così calorosa. Non posso credere che ancora
Edward si ritenga un mostro senz’anima… che cosa'ha in quella testaccia dura come
marmo? Non vede come le nostre, le loro, reazioni sono umane, anzi… sono più
umane rispetto a certe persone che sono ancora mortali.
Edward mi guarda con una smorfia ma poi sorride, so che può
sentirmi.
La puzza di cane m’invade quando vedo Jacob al limite del
bosco, non è poi tanto dispiaciuto nel vedermi tornare. M’avvicino lentamente e
resto a una distanza ragionevole, la puzza non mi permette d’andare oltre.
Sei tornata
finalmente… Renesmee non la smetteva più di piangere…
Si, sono tornata… sono
felice di vederti Jake.
Fa un cenno del capo, so che è troppo orgoglioso per
ammetterlo ma so che anche lui è felice di vedermi, soprattutto per Renesmee.
La mia piccola nipotina mi salta in braccio e continua a
sorridere, gioca coi miei capelli e io non posso far altro che notare il suo
cambiamento. È cresciuta ancora. Ora dimostra almeno 5 o 6 anni, è più alta,
slanciata e gli occhi color nocciola sono profondi, segno che sta crescendo.
Arrossisce quando le faccio notare che sta diventando sempre più bella. Ora io
non posso più arrossire ma non ne faccio una tragedia, non mi è mai piaciuto
quel mio difetto di diventare rossa come un peperone per ogni complimento che
mi facevano.
Noto che Jacob mi porta via Renesmee dalle mani ma non
capisco il motivo. È proprio la piccola a spiegarmi il perché.
Zia, hai gli occhi
nerissimi.
Non ho avvertito la sete
nemmeno un momento ma immagino che aspetto devo avere. Sento la gola in
fiamme, mi tengo il collo con la mano e chiudo gli occhi.
Si, forse è il caso
che vado a caccia.
Vengo anch’io…
Eccolo, il mio angelo, il mio demone. S’avvicina e mi prende
per la vita. Si toglie la felpa col cappuccio e resta a petto nudo. Nella mia
mente a Volterra ho rivisto il suo corpo tante e tante volte ma nella realtà è
molto meglio. I pettorali e gli addominali sembrano risplendere, non è come
Emmet ma ci manca poco.
Ovviamente il mio volto rimane impassibile solo gli occhi
possono rivelare quel che provo. Lo fisso in silenzio e mi lascio trascinare
nel bosco. Lancio la felpa non so dove e mi strappo il vestito, la
testimonianza della mia mezza prigionia a Volterra.
Come al solito ci dividiamo correndo ad una velocità che
forse mai ho raggiunto prima d'ora. Questa è la nostra foresta, i nostri alberi. Sento una emozione
crescere dentro di me… è felicità.
Improvvisamente le sue mani mi bloccano la vita. Ci fermiamo
e mentre il vento soffia più forte fra i nostri capelli lui mi bacia.
Ora tutto il resto è svanito, non so nemmeno dove mi trovo.
So solo che questo contatto mi mancava, ne avevo bisogno e non sarà certo la
sete a rovinare questo istante.
Mi spinge contro un albero e mentre la ruvida corteccia del
tronco m’infastidisce la nuca, Michael mi bacia con passione indescrivibile.
Capisco quel che prova… sono stata tanto lontana da lui, ha bisogno di sentirmi
sua, la cosa è reciproca.
Non mi rendo nemmeno conto che mi ha strappato anche il
pezzo sopra dell’abito e io gli ho distrutto i jeans scuri. Quando solo dei pezzi
sottili di stoffa ci divido ci fermiamo, ci fissiamo negli occhi e giuro quando
dico che mi sono persa nei suoi. Solo la sua voce mi ha fatto tornare in me.
Mi sono sentito morire
una seconda volta senza te, avevo bisogno di te, ho bisogno di te… tu sei tutta
la mia vita Sue…
Queste
parole mi riempiono il cuore, sospiro anche se il mio
corpo non necessita d’aria. Capisco che non ha finito il discorso
quindi
ascolto in silenzio. La sua armoniosa voce non fa altro che aumentare
la mia gioia e mi fa capire perché mi sono tanto innamorata di
lui.
Non permetterò mai a
niente e a nessuno di portarti via da me un’altra volta, te lo prometto…
Fronte contro fronte restiamo immobili e serriamo forte le palpebre, non servono parole. Sento una luce
intensa e una specie di calore. Apriamo gli occhi nello stesso istante e
notiamo il bellissimo raggio di sole che s’è posato esattamente sopra di noi.
La
nostra pelle risplende, come di diamanti. Il suo corpo
sembra un grande pietra preziosa. Un’immagine che ho richiamato
molte volte
nella mia mente ma non c'è paragone... la mia mente non da
giustizia alla sua bellezza. Forse ora che sono vampira riuscirò
a ricordare ogni minimo dettaglio del suo corpo e del suo volto.
I Volturi sono lontani ormai, i nostri drammi non ci toccano
perché ora siamo veramente solo noi… non c’è nessun’altro al mondo.
Ok… lo so… è da un sacco che non
aggiorno… PERDONATEMI! Il problema è che la mia vita è cambiata, per svariati
motivi… comunque ora ho ritrovato l’ispirazione e prometto, è una promessa
solenne la mia, che aggiornerò più spesso!
Ciao a tutti
Grazie per le recensioni e per le 35
persone che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti per me è un gran bel
traguardo!
Bacioni
La vostra emopunkgirl89, ovvero Alessia!
ciauuuu
|
Ritorna all'indice
Capitolo 42 *** Cap. 42 E così sarà... ***
Cap. 42 E così sarà...
When The Sun Is Gone
Cap. 42
E così sarà…
Ancora una volta mi perdo nei suoi occhi. Mentre facciamo
l’amore mi tornano in mente momenti di quando ero umana. L’emozione era la
stessa. Lo stringo più forte e, mentre siamo ancora sporchi di sangue della
povera alce che abbiamo ucciso, lo bacio con impeto.
Scivola dentro me con dolcezza e m’accarezza i capelli
mentre la distesa di folta erba ci ripara da occhi indiscreti. Ha ripreso a
piovere ma non mi danno fastidio le numerose gocce che mi colpiscono. Nemmeno
una tempesta può rovinare questo momento.
Mi è mancato così tanto fare l’amore con lui, mi è mancata
casa mia. Tutte queste emozioni mi sono mancate. I suoi sospiri lunghi e
intensi mi regalano brividi dentro. Può una sola persona provare tutto questo? Evidentemente
si.
Passano le ore e noi restiamo abbracciati sotto la pioggia
nudi, stretti. Potrei resuscitare adesso che mi fissa coi suoi occhi dorati.
Mi mancano i tuoi
occhi verdi e le tue guance rosee.
Sorrido.
A me no. Mi sei
mancato tu…
M’accarezza il volto e increspa le sopraciglia, cosa sta
cercando sul mio viso?
Che fai?
Fa un mezzo sorriso ma non smette di fissarmi e
d’accarezzarmi.
Sto memorizzando ogni
tuo singolo particolare… il tuo sguardo, le tue labbra, il tuo collo…
Accarezza la mia cicatrice pallida, faccio per parlare ma
lui continua la sua discesa col dito.
I tuoi seni, la tua
pancia, il tuo ventre, le tue gambe…
Quando arriva alle cosce mi sento tremare e trattengo il
respiro. Continua la sua esplorazione.
I tuoi polpacci… e i
tuoi piedi… voglio ricordare tutto di questo momento…
I capelli bagnati gli ricadono sul viso e le gocce gli
scivolano sul petto. L’acqua piovana ha lavato via il sangue dai nostri corpi.
Siamo bianchi ma forse io sono ancora più pallida di lui. Le sue occhiaie sono
quasi del tutto svanite, è sazio.
Sei una creatura
meravigliosa Sue…
Sorrido e abbasso lo sguardo un po’ imbarazzata. Non sa
quanto sia lui meraviglioso.
Mi alza il volto e continua a fissarmi negli occhi.
Voglio stare con te
per sempre…
E così sarà…
Lo dico sorridendo. Mi bacia delicatamente le labbra.
Appoggia la sua fronte alla mia e coi suoi occhi nei miei mi dice una cosa che
mi fa mancare il respiro…
Sposami Sue…
Resto a bocca aperta. Non so cosa dire…
Ciao
a tutti!!!
Sorpresa!
Le ha chiesto di sposarla!!! Sono più emozionata io di lei probabilmente!
Bacioni
bacioni!!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 43 *** Cap. 43 Sposami... ***
cap. 43 sposami
When The Sun Is Gone
Cap. 43
Sposami...
Non so che fare, cosa devo dire. Resto immobile, devo
sembrare una statua di marmo. Lo guardo dubbiosa, sto sognando o lui mi
veramente chiesto di sposarlo?
Continuo a fissarlo, non riesco a credere alle sue parole…
ma che mi ha detto? No, no. Aspetta, cosa mi ha chiesto? Mi ha detto
chiaramente “sposami”… oh, mio Dio…
Mi porto una mano davanti alla bocca e mi sento
completamente sconvolta, non posso crederci.
Dillo di nuovo, non
credo d’aver capito bene...
Sorride divertito. Mi afferra il volto e come mi prima mi
guarda negli occhi.
Hai capito benissimo
Sue Ellen… sposami…
Una risata esce dalle mie labbra, non so come reagire. Lo
guardo mentre sorride. Si alza in piedi mentre s’infila i boxer neri.
E ora dove vai?
Mi hai strappato i
jeans… ma dentro c’era una cosa importante, spero proprio che non l’hai
distrutta…
Posso immaginare cosa… mi guardo intorno e vedo il mio
completo intimo. Lo metto velocemente e cerco Michael nella prateria. Lo vedo,
è veloce, mentre corre verso di me. Mi porge la mano e m’aiuta ad alzarmi in
piedi.
Il vento scompiglia i nostri capelli e come nei film mi
sembra di vedere la scena a rallentatore da lontano. S’inginocchia e mi mostra
l’anello. Mi porto la mano alla bocca ma lui la riprende e m’infila il gioiello
al dito delicatamente.
Vuoi sposarmi Sue?
Osservo l’anello… è magnifico. È una fedina d’argento con
dei piccoli diamanti incastonati che mettono in evidenza un meraviglioso
smeraldo verde. Lo guardo e mi porto l’altra mano alla bocca.
Verde…
Sussurro e lui mi senti.
Come i tuoi occhi,
amore… così non dimenticherai mai il loro colore di quando eri umana…
Osservo lo smeraldo, me lo rigiro in tutte le direzioni, è
perfetto.
È bellissimo Michael…
Sorride ma non si alza da terra…
Allora mi rispondi o
no? Comincio a preoccuparmi… non mi alzo finché non mi dici di si.
Rido divertita e gli prendo il viso. Lo fisso nei suoi
cerchi dorati.
Pensavo fosse palese…
è ovvio, che la mia risposta è si…
Mi solleva ridendo. Per poi baciarmi intensamente. Vorrei
fare ancora l’amore ma è ora di tornare a casa.
Così mi prende per mano e mi lascio coccolare ogni tanto,
sento dentro di me crescere la consapevolezza che sarà veramente eterno il
nostro amore. Nulla ci potrà mai separare ne sono convinta…
Ciao a tutti!!!
Ecco l'anello che Michael ha scelto per Sue... sono stata troppo romantica? mah!
Anello
Aggiornerò presto bacioni!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 44 *** Cap. 44 Romeo & Giulietta ***
cap. 44 romeo & giulietta
When The Sun Is Gone
Cap. 44
Romeo & Giulietta
Avrei dovuto aspettarmelo… è impossibile contenere l’energia
e l’entusiasmo di Alice. Come Bella, prima di me, dovrò tenere duro, non
parteciperò ai preparativi, ma una cosa l’ho imposta, il vestito lo scelgo io.
Alice ha un po’ brontolato ma poi s’è arresa, in fin dei conti il matrimonio è
mio.
Alice ma perché non ti
sposi con Jasper?
Alza gli occhi al cielo come a ricordare qualcosa. Non
sembra irritata dalla mia domanda, forse nemmeno lei conosce la risposta. Poi
osserva il suo compagno che sorride al suo fianco.
Non so… Jasper,
tesoro, perché non ci sposiamo?
Una volta non t’è
bastata?
Jazz mi guarda e sorride divertito. S’allontana velocemente
da lei mentre Alice cerca di dargli un pugno sul braccio.
Mentre rido osservo in lontananza Bella che intreccia delle
rose, forse è il mio bouquet ma nessuno vuole dirmi nulla. L’unica cosa che so
è che si celebrerà nel salotto spazioso della villa Cullen, è un po’ un dejavù
per gli altri membri della mia famiglia. È come il remake di un film vecchio
per loro, dove gli sposi sono stati cambiati ma la situazione è la stessa.
Michael sta organizzando qualcosa con Edward forse la nostra
luna di miele, chissà dove vorrà portarmi. Una volta, da umana, mi sembra d’avergli
detto che adoravo l’Inghilterra, soprattutto Londra, ma la nebbia insiste nella
mia mente quando cerco di ricordare le mie esperienze umane. Un po’ mi dispiace
perché non ricordo alla perfezione ciò che ho provato all’inizio della nostra
storia, il mio primo amore è offuscato. Non ricordo bene i primi baci, i primi
sospiri e le prime emozioni. Mi dispiace sul serio di questa cosa, ma penso
anche che è importante solo il presente e non il passato. Non potrò più tornare
indietro e rivivere tutte quelle belle sensazioni, però mi dispiacerebbe
rimuoverle completamente.
Sue, tutto bene?
Esme, premurosa come sempre mi poggia una mano sulla spalla
mentre la mia vera madre mi porta un ciocca di capelli dietro l’orecchio. Mi
perdo per un momento nei suoi occhi azzurro cielo. Sospiro, il profumo di mia
madre non è cambiato, mi tornano in mente dei ricordi offuscati, mi sembrano distanti,
come se quella vita appartenesse ad una persona a me ignota, come se non fossi
io veramente quella timida bambina che gioca con una ciocca rossa dei capelli
della madre, che aspira il suo profumo e si perde nei suoi occhi. Quei momenti
sono così lontani, io sono così cambiata…
Tranquille. Sto bene,
forse ho la tremarella pre-matrimoniale…
Sorridono un po’ divertite. Non so se una vampira, tanto
meno neonata, possa provare quel genere di emozione ma di sicuro non voglio
ammettere che mi dispiace di dover quasi rinunciare ai ricordi della mia vita umana
che mi ha tanto legata a Michael.
Zia Sue! È tornato papà
con lo Zio Miky!
Renesmee corre verso di me mi prende per mano e mi trascina
verso la porta, rido mentre devo chinarmi per lasciarmi trascinare.
Apre il portone velocemente e si butta alle braccia di
Edward che era quasi infondo alle scale. Michael sorride e ammicca nella mia
direzione. Mi squadra dai piedi alla testa svariate volte per poi sorridermi.
Sembra estasiato di ritrovarmi sulla porta di casa.
Saluto Edward e lo lascio passare, Michael mi raggiunge ed
ora non so proprio che fare. Mi perdo nei suoi occhi dorati, m’accarezza la
guancia che non può più arrossire e mi stampa un dolce e delicato bacio sulle
labbra.
Alice?
Alice…
Rispondo semplicemente. Abbasso lo sguardo, infondo non sono
molto cambiata da quando ero umana, la mia timidezza è rimasta.
Indosso un abito lungo color carne con dei ricami realizzati
con tanti piccoli diamanti. In effetti questo è forse il primo, fra tutti gli
abiti che Alice mi ha fatto indossare, che mi piace davvero.
Michael mi afferra i fianchi delicatamente e m’avvicina al
suo corpo.
Mi hanno detto i tuoi
fratelli che oggi è un’occasione speciale… ma non mi vogliono dire perché… ed
Alice mi ha letteralmente costretta ad entrare in quest’abito.
Mi guarda negli occhi e fa un sorriso a metà, assomiglia
molto ad Edward, sembrano realmente fratelli.
I suoi occhi mi nascondono qualcosa, sotto quel velo dorato
sincero c’è un cosa che mi sfugge, non è una cosa brutta o cattiva, è
semplicemente qualcosa che non so definire, un po’ mette paura.
Mmm, si. È
un’occasione speciale… ma è una sorpresa.
Avvicina le sue labbra al mio orecchio e sussurra le parole
delicatamente.
Tu devi solo chiudere
gli occhi, ti porterò dove solo le stelle potranno vederci…
Mi prende in braccio e mi sussurra ancora di chiudere gli
occhi. Saliamo sulla sua Mustang e non è difficile camminare alla cieca. Ho tutti
gli altri miei sensi amplificati ma, anche se non lo fossero, ho Michael di
fianco, mi guida tenendo una mano su di un mio fianco.
Mi fa tenere gli occhi chiusi tutto il tempo mentre sento
l’auto muoversi. So per certo che s’è fermato a far benzina, significa che mi
sta portando lontano da Forks, sento il mare e il suo profumo salato.
Mi porti al mare?
Uno strano ricordo pieno di nubi mi torna in mente, è una
frase che ho già detto, inclino la testa e cerco di ricordare più che mai. Mi
concentro ma qualcosa mi sfugge. È lui che interrompe la mia tortura mentale.
Ed improvvisamente tutto mi torna in mente.
Accidenti, mi hai
scoperto!
Faccio l’errore d’aprire gli occhi e subito mi sgrida.
Ti è tornato in mente
qualcosa, vero? Ti ricordi della nostra baia? Di quando ci siamo detti per la
prima volta che si amavamo… Dove abbiamo fatto l’amore la prima volta, Sue, ti
ricordi?
Si, mi ricordo
Michael… ricordo anche la nostra canzone…
La nebbia densa nel mio cervello sembra diradarsi per un po’
e rivivo più o meno quei momenti. L’emozione, la timidezza, i nostri baci meno
prudenti, le sue carezze che potevano spezzarmi le ossa ma la cosa che ricordo
con più intensità è il fatto che non provavo paura, neanche un momento ho
temuto per la mia vita o per il dolore. Ero con lui, con il mio Michael, nulla
era più importante. In un certo senso è tutto uguale a prima.
Sono felice che tu non
sei cambiata, sei sempre tu, anche da vampira. Certo non hai più gli occhi
verdi e non puoi più arrossire ma dentro di te non sei cambiata.
Vorrei guardarlo negli occhi ma so che mi è vietato. Sento
l’auto fermarsi e sento ancora più intensamente il rumore delle onde e quel
profumo di salsedine che da umana amavo aspirare con tutta forza, mi riempivo i
polmoni di quell’aria salata.
Sento la portiera aprirsi e la sua mano prende la mia. Mi fa
scendere e sento uno strano profumo nell’aria, qualcosa di estraneo,
probabilmente l’ho già sentito ma non da vampira, devo ancora catalogare tutti
gli odori nella mia mente nuova.
Le scarpe col tacco affondano nella sabbia, Michael mi fa
ancora sedere nell’auto e me le sfila delicatamente.
Lo ringrazio sorridendo ma ho gli occhi chiusi e non posso
vederlo, questo mi fa dispiacere. So che manca poco poi potrò guardare dove mi
ha portata il mio compagno, il mio futuro marito.
Scendo
dalla macchina senza esitare mentre le nostre dita sono intrecciate.
Sento i suoi occhi su di me anche se non posso vederlo.
Va bene Sue Ellen…
Apri gli occhi…
Lentamente sollevo le palpebre, voglio godermi questo
momento. Ovviamente noto solo la sua immensa bellezza e tutto intorno a noi è
isolato, lontano. È lui che mi fa girare verso una grande casa lussuosa
esattamente a qualche metro dal mare. Resto a bocca aperta, le stelle sono
l’unica fonte di luce in cielo.
Quanto tempo abbiamo viaggiato? Praticamente tutto il
giorno… ma dove mi ha portata? È un posto magico, non ho mai visto nulla del
genere, è più bello addirittura della baia di Forks.
Resto in silenzio, sento l’emozione mozzarmi il fiato,
ammiro le fiaccole accese che illuminano il sentiero sabbioso, il fuoco danza
col venticello leggero. La sua camicia bianca ha i primi due bottoni slacciati
e istintivamente gli accarezzo l’unico pezzo di petto in mostra.
Michael… è stupendo
qui… non ho parole, davvero…
Sono felice che ti
piaccia, questa sarà la nostra residenza estiva, stai tranquilla è tutta nostra
questa spiaggia, nessuno si può avvicinare e poi c’è un guardiano che controlla
chi passa per la strada principale, lo paghiamo bene. Nessuno ci scoprirà.
Ha pensato proprio a tutto…
Consideralo un regalo
anticipato di nozze… i miei ed i tuoi genitori hanno pensato che sarebbe stato
bello mostrartelo prima… dato che avremo poco tempo per goderci i nostri giorni
da felici neo sposi…
Vorrei chiedere perché… abbiamo tutta una eternità davanti.
Perché pochi giorni?
Alice ha avuto una
visione, Sue… è giusto che tu lo sappia… i Volturi verranno poco dopo il giorno
del matrimonio…
Non è possibile!
Sento la rabbia salirmi. Stringo forte un pugno lasciato
ciondolare al mio fianco. Faccio un lungo sospiro, devo calmarmi. Era
inevitabile, sapevamo che cosa saremmo andati incontro sfidando così le più
alte autorità nel nostro mondo. Non pensavo però che sarebbe accaduto tutto
così in fretta.
Alice non può dirci
altro… non sa se usciremo vittoriosi… anche perché è troppo occupata ad
organizzare il nostro matrimonio, non si concentra su altre cose.
Vede sul mio volto la disperazione e la rabbia,
probabilmente. Mi bacia la fronte piegandosi verso di me. Mi stringe a lui.
Non preoccuparti
tesoro mio… ti ho condotta qui per non pensarci… una volta mi hai chiesto di
non pensare alle conseguenze, di pensare solo a noi due… di non pensare a
quello che ero… ora te lo chiedo io amore… ti prego non pensare a nient’altro
che a noi stasera…
Mi bacia la spalla nuda e m’accarezza la schiena mentre mi
culla dolcemente.
Io non riesco comunque a rilassarmi del tutto. Divido i
nostri corpi con le mie braccia, lo guardo negli occhi per un attimo infinito
prima di parlare.
Non temi la morte?
Chiude gli occhi e fa ancora quel sorriso deliziosamente
insolente… il suo volto da eterno diciottenne sembra ricordare qualcosa.
Più dolce sarebbe la
morte se il mio ultimo sguardo avesse come orizzonte il tuo volto. E se così
fosse, mille volte vorrei nascere per mille volte ancor morire.
Lo dice accarezzandomi il viso, sfiorandomi le labbra con il
pollice. Mi nasce un sorriso sul volto, involontariamente. Le sue parole le ho
già lette, qualcuno di ben più anziano di noi ha scritto queste parole per
restare impresse nella storia dell’umanità.
Signor Cullen mi vuole
colpire con le parole del grande maestro Shakespeare?
Conosci Amleto?
Sembra un po’ sorpreso, in effetti non ho mai avuto occasione
di parlare di teatro o di letteratura. Forse una volta avevo ammesso che
adoravo leggere nelle giornate di pioggia. Più che altro ero io ad ascoltare
lui, la sua storia, le sue esperienze, di quanto si sentisse solo…
Conosco meglio Romeo e
Giulietta… è la mia opera preferita… troppo banale?
No… tu non puoi essere
banale… tu sei straordinaria Sue…
Mi scioglie i capelli prima raccolti in una semplice
acconciatura. Alzo lo sguardo mentre il vento sembra aumentare, ma non ci
curiamo di lui. Le onde come cavalli imbizzarriti sono veloci e forti, si
schiantano sugli scogli e sulla spiaggia. Improvvisamente le ultime nuvole nere
rimaste si spostano rivelando una luna bella, pallida e sembra quasi timida.
Sorrido e improvvisamente mi tornano in mente queste parole
che da bambina ho recitato a memoria. È strano come mi sia complicato ricordare
certe cose e come invece mi viene spontaneo ricordarne altre.
Bando alle forme e
alle convenienze! Mi ami? So già che dirai “si”, e ch’io crederò a quel che
dirai. Ma se tu lo giuri, potresti poi dimostrarti sleale. Dicon che Giove
sorrida degli amanti spergiuri. O nobile Romeo, s’è vero che m’ami, dichiaralo
schiettamente, ovvero, se credi ch’io mi lasci conquistare troppo facilmente,
aggrotterò la fronte e sarò cattiva e mi negherò, e così tu avrai ragione di
corteggiarmi: altrimenti, non saprei negarti alcunché per tutto l’oro del
mondo…
Mi fermo perché le sue dita mi coprono le labbra, forse la
mia battuta era troppo lunga, mi vien da sorridere quando anche lui comincia a
recitare, molto meglio di me ovviamente.
Madamigella, per
quella sacra luna che inargenta le cime di quegli alberi, giuro…
So bene come reagire mentre indica veramente la luna. Ho
visto molte volte interpretare Romeo. Al cinema, a teatro e mai, dico mai, ho
visto qualcuno interpretarlo così. I suoi occhi sono terribilmente sinceri
mentre pronuncia la sua battuta. A occhio umano forse sembro fermarmi per pochi
secondi giusto il tempo di ripensare alla battuta, invece, il mio cervello
elabora a tempo record e rivede tutte le versioni che ho visto di Romeo, arrivo
alla conclusione che Michael è il miglior attore di sempre, anche il più bello,
di sicuro.
Oh, non giurar per la
luna, l’incostante luna che si trasforma ogni mese nella sua sfera, per tema
che anche l’amor tuo non si dimostri al par di lei mutevole.
Metto le mie braccia intorno al suo collo. Non sto recitando
davvero. Sto solo ricordando le battute dolci e coinvolgenti scritte dal grande
William Shakespeare.
Michael poggia le sue mani sui miei fianchi e contorce un
po’ il naso e alza gli occhi verso il cielo.
E per che cosa dovrei
giurare?
Torna a fissarmi e sorride come sempre.
Non giurare affatto.
O, se proprio vuoi giurare, giura per la tua persona benedetta, ch’è il dio
della mia idolatria: e non potrò fare a meno di crederti…
Se il caro amore del
cuor mio…
Ma non ricomincio a recitare Romeo e Giulietta perché le
nostre labbra si sono inevitabilmente legate.
Il mare gorgoglia davanti a noi, è oscuro, sembra quasi
geloso di Michael, sicuramente non è geloso di me.
Ci sorridiamo mentre c’incamminiamo verso la villa buia,
vedo solo l’ombra. Il sentiero è illuminato dalle fiaccole ed ora capisco
qual’era l’odore che non riconoscevo prima, ci sono delle candele profumate
appoggiate sulla sabbia, anche loro indicano il cammino.
Tu hai fatto tutto
questo solo per me Michael?
Sembra quasi offeso dalla mia domanda.
Certo, amore. Per chi
se no?
È tutto così perfetto,
non penso di meritarmi tutto questo…
Michael continua ad osservarvi. Il suo volto è scuro non so
se spaventarmi o no.
Perché dici così Sue
Ellen? Lo sai benissimo cosa sei tu per me. Ti ho chiesto di sposarmi… tu ti
meriti tutta la gioia del mondo, tutto deve essere perfetto per te, amore.
Sapevo già quanto Michael mi amasse ma non pensavo così
tanto. Mi ha regalato una immensa villa circondata da una spiaggia ancor più
grande. È forse troppo per me. Infondo sono stata io quella ad abbandonarlo per
cercare di fare la prima donna, alla fine ho solo peggiorato la situazione.
Sue… ti prego, credimi
quando ti dico che hai fatto tanto sia per me che per la mia famiglia, so che
pensi di aver fatto un gran casino ma non è così… tu hai salvato Renesmee…
Non riesco a pronunciare nemmeno una parola perché il suo
volto è troppo perfetto con la luce della fiamma in alto al suo fianco. È anche
un po’ inquietante perché le fiamme rosse si riflettono nei suoi occhi, sembra
un po’ un demone ma se ignoro questo particolare è un angelo magnifico,
perfetto nei suoi pantaloni eleganti e nella sua camicia bianca. Dimostra più
dei suoi anni e dal mio 1.70 il suo metro e 88 sembra un’altezza gigantesca. Mi
stringe le spalle e mi guida verso la porta principale.
L’interno è più accogliente, una volta accese le luci. Come
prima cosa vedo il salone con un grande pianoforte, simile a quello che c’è a
Forks. Il divano è dorato, come la sabbia, i muri bianchi, candidi, come appena
pitturati. Un’enorme schermo piatto è installato sul muro è quasi più largo del
divano, mi sembra un grande spreco di spazio, ai vampiri non piace guardare la
tv, è talmente… come dire? Noiosa. Mi volto verso destra e vedo il tavolo di
legno antico con 6 sedie dello stesso materiale. Sulla superficie rettangolare
ci sono dei fiori, rose e gigli, i miei preferiti, senza alcun dubbio opera di
Michael.
Grazie…
Sussurro mentre le osservo. Lui m’abbraccia da dietro e mi
bacia il collo precedentemente scoperto dalle ciocche dei miei capelli ribelli.
Mi prende per mano e solo dai suoi occhi riesco a comprender tutto. So già dove
vuole condurmi… in un posto dove la realtà verrà capovolta, dove solo i nostri
corpi ed i nostri sospiri avranno importanza. Saliamo al piano superiore ed
entriamo nell’ultima porta. La stanza profuma di rose, i petali sono stati
sparpagliati sul pavimento e formano una specie di strada verso l’enorme letto
matrimoniale dal lenzuolo bianco. Sopra un cuscino vedo una intera rosa.
Quello deve essere il
mio lato, giusto?
Non risponde ma sorride. Prende una scatola da un cassetto e
me la porge.
Era di mia madre… se
ti fa piacere puoi indossarlo per il matrimonio…
Prendo la rosa per il gambo e nemmeno mi rendo conto delle
spine. La mia pelle è troppo dura anzi sono io che devo fare attenzione a non
spezzare il fiore profumato. M’avvicino curiosa.
Michael apre il coperchio e mi cade di mano il fiore, resto
a bocca aperta. Dentro luccica un bellissimo diadema, uno di quelli che ho
visto solo nei film ed erano sempre principesse ad indossarlo.
Michael ma è
splendido… tua madre era una principessa?
Ride divertito mentre mi fa sedere davanti ad una grande
specchiera, raccoglie la rosa e me la restituisce. Potrebbe scoppiarmi il
cuore, se fossi umana. Solo nei miei sogni di bimba avevo immaginato fra i miei
capelli un diadema del genere.
Tu sei già la mia
principessa Sue Ellen, per un giorno lo sarai anche per tutti gli altri…
Mi sento onorata da una parta ma dall’altra mi sento in
colpa io non ho organizzato niente, anzi, non m’hanno fatto organizzare niente.
Michael… io non ho
nulla per te…
Mentre appoggia sui miei capelli la coroncina sorride.
Tu mi dai tutto Sue…
tu mi stai donando te stessa… e questa volta è per sempre…
Mi sfilo il gioiello prezioso dalla testa e lo ripongo
lentamente nella sua custodia, le nostre labbra si legano con talmente tanta
passione che non so più come frenarmi, per fortuna è lui a staccarci
gentilmente.
Le sorprese non sono
ancora finite tesoro…
Sorrido mentre accende lo stereo, riconosco immediatamente
la canzone, soprattutto la voce da soprano di Natasha Marsh.
Abbiamo recitato per
caso Romeo e Giulietta ed ora ascoltiamo la canzone? È una serata a tema per
caso?
No Sue, tutto casuale…
sei tu che non ti lasci cogliere in fragrante…
Prende la mia mano mentre appoggio la testa al suo petto.
Giriamo leggiadri nella stanza, balliamo mentre le tende bianche si muovono per
il vento. Intravedo le nostre figure nello specchio, siamo veramente fiabeschi,
soprattutto per gli abiti. Michael ora non sorride più, so che si sta perdendo
nei miei occhi, come io mi sto perdendo nei suoi. Un ultimo giro prima di
baciarci dolcemente.
Non penserai che sia
tutto qui vero?
Michael… non hai
ancora finito con le sorprese?
Non ti sei ancora
chiesta dove siamo?
Si… ma tu non me lo
dici e chissà perché non lo voglio sapere, ho paura di sentire la tua risposta…
Sorride mentre socchiude gli occhi e m’accarezza il volto.
Mi sposta una ciocca dietro l’orecchio affettuoso come sempre.
Tesoro mio… siamo a
Vancuover… in Canada.
Spalanco gli occhi. Non ho idea di quanto tempo ci voglia ma
noi siamo partiti di pomeriggio e siamo arrivati di sera. Non è possibile.
Quanto sei andato
forte?! Me n’ero accorta che acceleravi un po’ troppo… ma…
Niente ma amore… ora
siamo qui… e… come ti ho già detto non è finita qui la sorpresa… io mi faccio
una doccia, vuoi unirti a me? Poi andiamo in teatro… danno Romeo e Giulietta… è
per questo che ti ho fatto sentire la canzone…
Ecco cosa stava progettando con Edward da un mese a questa
parte… che farabutti. Hanno complottato alle mie spalle. E io non me ne sono
accorta… che rabbia ma un po’ mi fa piacere.
È stato Edward a dirti
che adoro Shakespeare vero?
Lo dico divertita. Michael non avrebbe mai potuto saperlo,
mai gli ho detto queste cose che tenevo per me… e comunque facevo fatica io
stessa a ricordarmi tante cose sul mio passato. Ho la mente più vuota che
piena, avvolta da una nebbia fastidiosa che in alcuni punti si dirada ed in
altri si fa più fitta.
Mi lascio scivolare il meraviglioso abito che intuisco dovrò
rindossare per andare a vedere lo spettacolo.
Comunque sette ore…
Sento la sua voce dal bagno. La porta alla mia destra è
socchiusa e fuoriesce vapore.
C’abbiamo messo 7 ore
e basta? Da Forks a Vancuover? Solo 7 ore?
Si! Beh se controlli
su internet dicono 7 ore e mezza. Diciamo che io ho una macchina un po’ più
veloce e non ho bisogno di riposarmi. Quindi è più che logico se c’ho messo di
meno.
Finalmente lo raggiungo sotto il getto d’acqua e come dei
ragazzini ci divertiamo ad insaponarci a vicenda. Ogni tanto sento un pizzico
di eccitazione farsi strada dentro di me ma cerco d’ignorarla, tutto quello che
voglio è vedere lo spettacolo col mio futuro marito.
Mentre mi sistemo i capelli in un’acconciatura abbastanza
semplice Michael si sistema la cravatta dietro di me. Ci guardiamo nello stesso
specchio. Sono seduta sullo sgabello e devo ammettere che non sono male come
donna. Non posso far sfigurare del tutto l’angelo del mio fidanzato.
M’accarezza le spalle e mi bacia la guancia.
I tuoi occhi stanno
cambiando… non sono più rossi hai visto?
Immediatamente non guardo più i suoi dorati ma vedo i miei,
ambrati, un po’ scuri ma finalmente non sono più rossi. Quel rosso che odiavo
con tutto il cuore.
Michael, è magnifico,
potrò uscire fra la gente!
Con calma però… se ti
ho portato qui stasera è perché so che forse posso star tranquillo… infondo hai
già cenato a casa. E poi… Alice mi ha dato una mano…
Cerco di parlare ma lui mi fa alzare coprendomi la bocca con
il dito indice. M’avvolge in un foulard dorato, così posso coprire la profonda
scollatura del mio vestito, lo sa anche lui che per noi vampiri il freddo non è
un problema ma presentarsi a teatro di sera, a Vancouver, in autunno con la
schiena e braccia scoperta sarebbe stato come minimo strano.
Michael è bellissimo nel suo smoking nero che risalta il suo
fisico muscoloso. Per quanto riguarda me non mi dispiacerebbe avere il seno un
po’ più grande, riempio il vestito per miracolo, non è il massimo avere una
seconda. Mi guardo allo specchio storcendo il naso in segno di disapprovazione
e subito Michael mi sgrida notando dove s’è fermato il mio sguardo.
Amore, ti prego, sei
bellissima… il tuo seno è favoloso e tu sembri una principessa…
Mi bacia le labbra dolcemente e quando l’orologio segna le
dieci noi siamo in macchina, pronti per il teatro, più belli e più felici che
mai… anche se i miei pensieri sono anche verso casa. Sono un po’ preoccupata,
senza noi due il nostro clan è in minoranza ma se non è Michael a preoccuparsi
chi sono io per farlo? Una sciocca, ansiosa vampira… ecco cosa sono...
Ciao
a tutti cari amici. Questo capitolo è più lungo… ho messo le mie frasi
preferite di Shakespeare, ho ripreso a leggerlo ed ogni volta mi piace di più…
dico sul serio! Consiglio a tutti di leggere il grande Will!!!
Spero
vi sia piaciuto questo capitolo, è piuttosto lungo… almeno credo. Ora sono a
casa malata… dannati colpi d’aria… rischio una polmonite ma ho tanta voglia di
scrivere e finalmente ne ho il tempo… il problema è che il mio computer è
scoppiato (letteralmente scoppiato) e quindi non potrò aggiornare spesso,
scusate tanto. Ho il pc di mia sorella per ora ma so che è per poco tempo, lo
reclamerà presto…
Bene
vi lascio a tante cose extra…
Mustang di Michael
Abito di Sue Ellen
Diadema
Natasha Marsh – Ai giochi addio
Ancora
grazie a tutte le persone che leggono questa storia!!! GRAZIE
SOPRATTUTTO A rosewhite!!!! Grazie per avermi ispirata! ciauuuu bacioni
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=335411
|