Hi, everyone!
Questa storia l’ho scritta
insieme a una mia amica per un compito d’ italiano.
Volevamo sapere cosa ne
pensate.
E’ molto triste, però
speriamo vi piaccia lo stesso!!
Hope you like it!
Sbuffai per l’ennesima volta, io odiavo
gli ospedali, ma ero costretto ad andarci.
Ormai erano cinque anni che attraversavo
lo stesso corridoio quattro volte
al mese.
Storsi il naso, c’era puzza in quel luogo ed era tutto troppo squallido,
poi si chiedevano perché le persone stanno male… in questo posto è impossibile
vivere è deprimente.
Sbuffai di nuovo mentre mi guardavo
intorno… tutto uguale, i medici e le infermiere che facevano avanti e indietro,
persone che piangevano e altre che stavano per morire….
Io potevo essere tra quelle, se non mi
fossi accorto di stare male quando avevo dodici anni.
Bevevo molto ed ero debole, così mi
accorsi di essere malato di diabete.
Diabete di tipo uno… e ormai mi trovavo
costretto a controllarmi dodici volte al giorno il valore degli zuccheri nel
sangue, a portare un
apparecchio che pompa l’insulina nel mio corpo , a mangiare cibi senza
zuccheri e soprattutto ascoltare
persone che mi dicono sempre la stessa cosa “ Perché io?”…. Io la vedo in un
modo diverso “Perché non io?”.
Guardai mia madre parlare con il signor
Smith, il mio medico da quando ero piccolo.
Sempre la solita storia, mi fecero entrare
per fare degli esami e poi mentre mia madre parlava con il medico andavo a fare
un “giro”.
Però questa volta decisi di cambiare
piano, presi l’ascensore e poco dopo mi ritrovai due piani più in su.
Mi guardai intorno, non c’era nessuno nel
corridoio neanche un medico.
C’era solo una ragazza seduta su una
sedia, indossava un pigiama bianco e sopra una vestaglia dello stesso
colore. In testa
aveva una bandana, dalla quale non usciva neanche una ciocca di capelli.
Pensai subito che li avesse corti.
Continuai a guardarla, era molto bella…
aveva dei lineamenti perfetti, una pelle bianchissima, un naso all’ insù e una
bocca rosea.
Alzò lo sguardo quando si accorse di me,
notai i suoi occhi, erano azzurrissimi, ma non come quelli che avevano le altre
persone, i suoi erano particolari, avevano delle sfumature grigie che li
rendevano unici.
Rimasi incantato dalla bellezza di quella
ragazza tanto da non notare che stava piangendo.
Mi avvicinai, sempre guardandola negli
occhi,ero insicuro su cosa dovevo fare così mi presi coraggio e la salutai.
“Ciao” dissi timidamente,ero ancora
sconvolto.
Mi rispose allo stesso modo abbozzando un
mezzo sorriso.
“Io sono Nicholas, però tutti mi chiamano Nick”
Continuai porgendole la mano.
Lei la strinse, un brivido mi attraversò
la schiena quando toccai la sua, era freddissima e pallida, più del viso.
“Piacere Nick, io sono Maggie, che ci fai
qua?” Mi chiese insicura…
In quel momento l’unica domanda che mi
passava per la testa era – perché piangi? Cosa ti è successo di tanto brutto?-
L’unica risposta che mi sapevo dare era che aveva perso qualcuno di caro.
Scossi la testa per liberarmi di quelle
domande, mi sedetti accanto a lei e le risposi.
“ Ero qua con mia mamma e mentre lei parla
col medico io ho fatto un giro, mi annoiavo” Le dissi tranquillamente
aspettando qualche minuto prima di sentire di nuovo la sua flebile voce.
“Che fortuna, almeno tu non sei costretto
a stare qua ventiquattro ore su ventiquattro senza fare niente.”
Era triste, lo sentivo dalla voce, glielo
leggevo negli occhi e chiunque lo avrebbe capito.
“Per quanto devi rimanere qua?” le chiesi
curioso.
“ Speriamo per poco, mi hanno detto che
domani posso uscire, ma non ne sono tanto sicura, i medici cambiano sempre
idea.”
Volevo sapere che cosa aveva, perché dovevano
tenere una ragazza in questo posto bruttissimo, ma mi trattenni, non mi
sembrava il momento adatto, magari un’altra volta avrei trovato delle risposte
alle mie domande.
In quell’istante squillò il mio cellulare, era mia mamma, chiusi la
chiamata e continuai a parlare con la ragazza.
“Scusa Maggie devo andare, sono contento
di averti conosciuta. Magari ci possiamo rivedere… che ne dici?”.
“Molto volentieri. Questo è il mio numero,
quando vuoi chiama!” Mi disse mentre scriveva il suo numero sul mio cellulare.
“Lo farò sicuramente. Ci vediamo” Dissi
dandole un bacio sulla guancia per poi correre via e sentire solo uno “ciao” in
risposta.