Don't forget me

di alix03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** •Capitolo 1• ***
Capitolo 2: *** •Capitolo 2• ***



Capitolo 1
*** •Capitolo 1• ***


Hi, everyone!

Questa storia l’ho scritta insieme a una mia amica per un compito d’ italiano.

Volevamo sapere cosa ne pensate.

E’ molto triste, però speriamo vi piaccia lo stesso!!

Hope you like it!

 

 

 

Sbuffai per l’ennesima volta, io odiavo gli ospedali, ma ero costretto ad andarci.

Ormai erano cinque anni che attraversavo lo stesso corridoio  quattro volte al mese.

Storsi  il naso, c’era puzza in quel luogo ed era tutto troppo squallido, poi si chiedevano perché le persone stanno male… in questo posto è impossibile vivere è deprimente.

Sbuffai di nuovo mentre mi guardavo intorno… tutto uguale, i medici e le infermiere che facevano avanti e indietro, persone che piangevano e altre che stavano per morire….

Io potevo essere tra quelle, se non mi fossi accorto di stare male quando avevo dodici anni.

Bevevo molto ed ero debole, così mi accorsi di essere malato di diabete.

Diabete di tipo uno… e ormai mi trovavo costretto a controllarmi dodici volte al giorno il valore degli zuccheri nel sangue,   a portare un apparecchio che pompa l’insulina nel mio corpo , a mangiare cibi senza zuccheri  e soprattutto ascoltare persone che mi dicono sempre la stessa cosa “ Perché io?”…. Io la vedo in un modo diverso “Perché non io?”.                   

Guardai mia madre parlare con il signor Smith, il mio medico da quando ero piccolo.

Sempre la solita storia, mi fecero entrare per fare degli esami e poi mentre mia madre parlava con il medico andavo a fare un “giro”.

Però questa volta decisi di cambiare piano, presi l’ascensore e poco dopo mi ritrovai due piani più in su.

Mi guardai intorno, non c’era nessuno nel corridoio neanche un medico.                                                                                  

C’era solo una ragazza seduta su una sedia, indossava un pigiama bianco e sopra una vestaglia dello stesso colore.     In testa aveva una bandana, dalla quale non usciva neanche una ciocca di capelli.

Pensai subito che li avesse corti.

Continuai a guardarla, era molto bella… aveva dei lineamenti perfetti, una pelle bianchissima, un naso all’ insù e una bocca rosea.

Alzò lo sguardo quando si accorse di me, notai i suoi occhi, erano azzurrissimi, ma non come quelli che avevano le altre persone, i suoi erano particolari, avevano delle sfumature grigie che li rendevano unici.

Rimasi incantato dalla bellezza di quella ragazza tanto da non notare che stava piangendo.

Mi avvicinai, sempre guardandola negli occhi,ero insicuro su cosa dovevo fare così mi presi coraggio e la salutai.

“Ciao” dissi timidamente,ero ancora sconvolto.

Mi rispose allo stesso modo abbozzando un mezzo sorriso.

“Io sono Nicholas, però tutti mi chiamano Nick” Continuai  porgendole la mano.

Lei la strinse, un brivido mi attraversò la schiena quando toccai la sua, era freddissima e pallida, più del viso.

“Piacere Nick, io sono Maggie, che ci fai qua?” Mi chiese insicura…

In quel momento l’unica domanda che mi passava per la testa era – perché piangi? Cosa ti è successo di tanto brutto?- L’unica risposta che mi sapevo dare era che aveva perso qualcuno di caro.

Scossi la testa per liberarmi di quelle domande, mi sedetti accanto a lei e le risposi.

“ Ero qua con mia mamma e mentre lei parla col medico io ho fatto un giro, mi annoiavo” Le dissi tranquillamente aspettando qualche minuto prima di sentire di nuovo la sua flebile voce.

“Che fortuna, almeno tu non sei costretto a stare qua ventiquattro ore su ventiquattro senza fare niente.”

Era triste, lo sentivo dalla voce, glielo leggevo negli occhi e chiunque lo avrebbe capito.

“Per quanto devi rimanere qua?” le chiesi curioso.

“ Speriamo per poco, mi hanno detto che domani posso uscire, ma non ne sono tanto sicura, i medici cambiano sempre idea.”

Volevo sapere che cosa aveva, perché dovevano tenere una ragazza in questo posto bruttissimo, ma mi trattenni, non mi sembrava il momento adatto, magari un’altra volta avrei trovato delle risposte alle mie domande.

In quell’istante squillò il  mio cellulare, era mia mamma, chiusi la chiamata e continuai a parlare con la ragazza.

“Scusa Maggie devo andare, sono contento di averti conosciuta. Magari ci possiamo rivedere… che ne dici?”.

“Molto volentieri. Questo è il mio numero, quando vuoi chiama!” Mi disse mentre scriveva il suo numero sul mio cellulare.

“Lo farò sicuramente. Ci vediamo” Dissi dandole un bacio sulla guancia per poi correre via e sentire solo uno “ciao” in risposta.

 

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Capitolo 2
*** •Capitolo 2• ***


‘Sera!!!

Posto il secondo capitolo della storia, anche se mi piacerebbe riceve qualche altro commento, per sapere cosa ne pensate!

Comunque vorrei ringraziare chi ha messo la storia tra i preferiti e le seguite.

E, ovviamente, chi ha commentato.

Sono felice che vi sia piaciuto il capitolo… mi rendete felice con le vostri commenti J.

Spero vi piaccia!!

Kiss<33

 

inseparable: Grazie!!!!!! Sono contenta che ti sia piaciuta… anche al mio professore è piaciuta… anche se è ristretto con i voti xD Grazie ancora

dancermarty95: Uuuu grazie Martina!!!! Sono contenta che sia piaciuta anche a te! Grazie!!! grazie!!! grazie!!! J

 

 

Capitolo 2

Mia mamma mi aveva chiesto più volte che avevo , ma io non l’ascoltavo guardavo avanti pensando alla ragazza di prima.

Quando la macchina si fermò mi precipitai in camera mia, senza salutare nessuno e mandai un messaggio a Maggie.

Ciao Maggie… sono Nick. Mi piacerebbe molto conoscerti di più che ne dici se domani ti passo a prendere quando esci dall’ospedale e andiamo a prendere un gelato? Baci Nick.

Lo inviai e rimasi a guardare il cellulare sperando in una risposta positiva.

Predi una delle tante chitarre che avevo, suonare era sempre stata la mai passione, avevo già scritto un po’ di canzoni, tutte bellissime a detta dei miei fratelli, ma quella volta non riuscivo a non pensare a quella ragazza.

Iniziai a strimpellare, componendo una nuova melodia che arricchii subito dopo con parole stupende e tutte dedicate a Maggie.

Si quella ragazza era magica, neanche la conoscevo che mi aveva rubato il cuore.

Mi sentivo strano, provavo sensazioni che mi facevano stare al settimo cielo.

La vibrazione del telefono mi distrasse dai miei pensieri.

Lo guardai e lessi Mag, lo presi velocemente e sorrisi dopo aver visto la risposta.

La mattina dopo sarei andato a prenderla alle nove, non potevo perdere l’occasione, volevo rivederla.

Con quei pensieri mi addormentai e la sognai.

Quando mi svegliai guardai la sveglia, le otto e mezza, avevo poco tempo per prepararmi, così mi alzai corsi giù salutai tutti velocemente e uscii.

Presi la macchina e andai all’ospedale.

Entrai e lei era già li  seduta che mi aspettava. Sorrisi e mi avvicinai a lei.

“Ciao Maggie” le dissi aiutandola ad alzarsi.

“Ciao Nick” Disse dandomi un bacio sulla guancia “Come stai?”

Le risposi mentre prendevo la sua borsa e uscivamo da quell’orribile posto.

Le aprii la portiera da vero gentil man, poi salii al posto del guidatore e partii.

Stare con lei in quella macchina mi cava stare bene anche se per il tragitto eravamo stati in silenzio.

La portai in una gelateria che si trovava sul mare dove facevano un gelato ottimo.

Dopo essere scesi entrammo, io ordinai un gelato senza zuccheri e lei uno alla fragola.

“Nick perché ieri eri in ospedale?” Chiese di punto in bianco.

“Vedi, quando avevo dodici anni mi hanno diagnosticato il diabate di tipo uno perciò dovevo fare dei controlli” Le dissi tranquillamente.

Dopo qualche minuto di silenzio parlai.

“Quanti anni hai Maggie?” Le chiesi per rompere il ghiaccio.

“Sedici tu Nick?”

“Io diciassette, li ho compiuti da poco.” Ormai avevamo finito di mangiare il gelato, così le chiesi se le andava di andare sulla riva.

“ Ti va di andare a fare un passeggiata sulla riva del mare? Le chiesi mentre ci alzavamo.

“Si molto volentieri” Mi rispose sorridendo.

Ci levammo le scarpe e iniziammo a camminare con i piedi bagnati dall’acqua.

La vidi rabbrividire così mi tolsi la giacca e gliela poggiai sulle spalle.

Mi sorrise grata e io feci lo stesso.

Guardai l’orologio, era quasi l’una, il tempo era volato.

“Nick, scusa ma io dovrei tornare a casa, mia mamma mi aspetta.” Mi disse timida come al solito.

“Oh si certo. Ti accompagno subito” Ci rimettemmo le scarpe e dopo avermi detto dove abitava partimmo.

Arrivati davanti casa sua la feci scendere, le presi la borsa e dopo averle dato un bacio sulla guardia tornai a casa consapevole che una volta entrato dentro i miei fratelli mi avrebbero fatto l’interrogatorio.

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