How to annoy your brother in four steps.

di Angel TR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ~Come annoiare il tuo gemello in quattro mosse ***
Capitolo 2: *** Mossa n.2 (8 anni) ***
Capitolo 3: *** Mossa n.3 (13 anni) ***
Capitolo 4: *** Mossa n.4 (16 anni) ***



Capitolo 1
*** ~Come annoiare il tuo gemello in quattro mosse ***


How to annoy your brother in four steps.

Dedicata al mio gemello( L )

Palazzo Force, colazione, ore 7.30 {Mossa n.1}
Il Palazzo dei Force era un colosso che si trovava proprio nel cuore di New York. Gli ingegneri che lo avevano costruito avevano perso il tatto tanto dal lavoro che c'era stato da fare. Il palazzo era decorato da finestroni in vetro fumé azzurro cielo, che, sebbene nascondesse coloro che stavano all'interno, offriva una magnifica vista di New York e anche un po'di Manhattan.
Mimi Force adorava semplicemente quel panorama. Sapeva che poche persone al mondo potessero permettersi un palazzo del genere, ma Mimi era troppo entusiasta per potersene preoccupare. Quella mattina, poi, il sole brillava alto nel cielo e irradiava un piacevole calore, illuminando di una luce soffusa le case sottostanti.
Mimi sospirò dalla gioia e rivolse il suo sguardo al fratello gemello, che, in quel momento, aveva lo sguardo contrariato fisso sulla scatoletta dei biscotti e la fronte era increspata. Mimi sorrise a quella vista.
Ancora una volta rimase meravigliata da quanto fossero uguali loro due. Mimi aveva occhi verde smeraldo, (anche il fratello, della stessa ,esatta tonalità), folti capelli biondi dai riflessi traslucidi, che amava far svolazzare al vento (anche il fratello aveva capelli biondi).
Però, di carattere erano totalmente diversi.
Blackjack. Così lo avevano soprannominato per la sua imprevedibilità. Ma io lo adoro da impazzire proprio per questo. Sarà che è mio fratello...bha. Quasi come se le avesse letto nel pensiero, Blackjack alzò lo sguardo e la scrutò, interrogativamente. Mimi gli fece una linguaggia e gli rubò la scatoletta dei biscotti di mano, alzandosi dalla tavola e correndo -quasi come un fulmine- nella sua stanza, ridendo come una pazza.
Fin da quando era più piccolina, aveva sempre gioito nel fare dei piccoli -ma amorevoli- dispetti nei confronti di suo fratello. Il padre, il magnate Charles Force, adorava quel suo comportamento e applaudeva quasi le mani per l'entusiasmo, sotto lo sguardo stufato di Blackjack. Il vero nome del fratello, in ogni caso, era Benjamin, ma a Mimi non piaceva: era troppo lungo, così fuori posto per suo fratello. Sentì dei passi che si dirigevano verso la sua cameretta e ridacchiò ancor più forte, mentre cercava di bloccare la serratura della porta, premendo con il suo corpicino. Il gemello, da dietro la porta, sbuffò.
«Dai, Madeleine, finiscila.» Mimi rise ancora di più.
«Solo se mi chiami Mimi!» Benjamin acconsentì e Mimi aprì la porta, riconsegnando la scatola dei biscotti. Il gemello scosse la scatola ma quella non fece alcun rumore.
«E'vuota!» Disse, disperato. Mimi rise forte, e lo abbracciò di slancio. Lui rimase fermo immobile.
«Mimi, libera tuo fratello.» Charles Force, torreggiava sui due gemelli, con un espressione di totale felicità. Lui adorava totalmente vedere i gemelli in atteggiamenti di affetto. Benjamin cercò di sciogliersi dall'abbraccio ma Mimi lo strinse più forte, baciandogli la guancia e lasciandogli un'impronta di lucidalabbra alla ciliegia con brillantini colorati. Lui si pulì con il dorso della mano, guardandola lievemente sorpreso.
Mimi fece il suo sorriso da gatta che si era mangiato il canarino. Non solo si era spazzolata tutti i biscotti al cioccolato, ma osava anche baciarlo, per di più dopo essersi passata un quintale di lucidalabbra. Le lanciò un'occhiataccia prima di dirigersi, con la schiena dritta come un fusto, verso la sua cameretta per andare a vestirsi. Mimi rivolse uno sguardo contrariato al padre.
«Un giorno ricambierà.» La rassicurò lui ma la ragazzina schioccò la lingua. Quando? Lei in fondo faceva tutto per affetto, perchè lo trovava divertente. Ma lui sembrava così distante...
Chiuse la porta della sua cameretta e si guardò allo specchio, imbronciata. Aspettò due minuti.
«Mimi?» Un sorriso si fece largo sul suo volto, ora raggiante, e Mimi andò ad aprire la porta, trovandosi di fronte un Benjamin più torvo che mai. «Papà dice che non devo farti prendere collera. Mi perdoni?» Recitò come in una cantilena, ma Mimi fu felicissima di gettargli le braccia al collo e ridacchiare per la vittoria.


►11 anni.
►8 anni
►13 anni
►16 anni.


Angolo Autrice
Con questa raccolta di Missing Moments romantiche e divertenti, inauguro la raccolta sul rapporto Mimi/Jack *-* Li amo, si vede, eh?xD
Spero che vi piaccia*-*

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Capitolo 2
*** Mossa n.2 (8 anni) ***


How to annoy your brother in four steps.


Canada, scii sulla neve, ore 11.20 {Mossa n.2}
"Febbraio è il mese perfetto per una bella sciata", diceva sempre suo padre, Charles Force. Mimi era perfettamente d'accordo. Anche se la preside della scuola che lei frequentava,ovvero la rinomata "Duchesne", era andata su tutte le furie per il weekend di feste che i Force avevano prenotato, Mimi non poteva fare a meno di sorprendersi per quanto fosse bella la neve.
Per non parlare, poi, del cottage di montagna -ovviamente prevvisto di tutti i comfort possibili- che avevano pernottato! Era immerso nella neve e, alla mattina, Mimi poteva ascoltare gli uccellini cinguettare per poi librarsi nel cielo. Uno spettacolo magnifico.
Unica nota stonata: Blackjack.
Il fratello gemello di Mimi si portava dietro, da quando erano partiti, un broncio di cui lei si stava veramente stufando. Il biondissimo bambino sembrava scontento e lei ne stava essendo lentamente contagiata. Era orribile quando avevi un gemello da cui dipendeva anche il tuo umore.
«Blackjack, vuoi fare una gara? A chi vincerà, andrà la cioccolata con le uvette e le nocciole!» Lui appena sollevò lo sguardo, per poi riportarlo sugli stivali da scii appena comprati, che dovevano aggirarsi su una cifra da tre zeri. Mimi sbuffò e si allontanò dal fratello. Doveva trovare il modo per risollevargli il morale. Si chinò e prese una manciata di neve che lavorò fra le mani per trasformarla in una grossa palla. Prese la mira, piegò la gamba, strizzò un'occhio e gridò
«Blackjack! Prendi questa!» Quando la palla colpì in pieno viso il gemello, Mimi scoppiò a ridere di gusto, soprattutto perchè lui rimase di sasso, mentre un susseguirsi di colori variava sul suo dolce volto. Trinity, la mamma dei due gemelli, si avvicinò con un sorriso a Benjamin, dandogli delle leggere pacche sulla schiena per rinsavirlo.
«Ora ti faccio vedere io...» Borbottò il bambino, allontanandosi e voltando la schiena alla sorella.
Mimi si accorse del cambiamento di umore -di male in peggio- e batté le mani, sebbene il gemello stesse preparando diverse palle di neve destinate a rovinarle il cappottino ,lo stesso modello di Britney Spears, che tanto si stava portando in America.
«Beccati questa! E questa! E quest'altra ancora!» Il tempo che Mimi realizzasse cosa stesse accadendo, che già diverse palle di neve fresca le colpirono in viso, scivolandole sulla bocca spalancata in una perfetta "O".
Si portò le mani ai biondi capelli appena lavati. Profumavano ancora di miele e cannella.
«Mi...hai...sporcato...i...capelli!» Gridò, per cimentarsi in una battaglia con il gemello. Lui era inarrestabile nei colpi, e sembrava quasi arrabbiato. Ma poi la rabbia scemò e si trasformò in divertimento totale. Charles Force osservava da lontano la scenetta, con un'espressione sollevata sul viso. Ma non cinse per la vita Trinity, la nuova moglie. Avrebbe voluto che Allegra Van Alen fosse stata lì con lui ad osservare i due gemelli, ancora incoscienti di qual era il loro destino.
Questi ultimi crollarono sulla neve fresca, uno accanto all'altra, con il fiato corto. Avevano le guance arrossate e tutti e due con gli occhi verdi ,che brillavano, fissi in quelli dell'altro.
«Adesso sei contento?» Chiese Mimi vivacemente a Benjamin. Sul suo viso vi era un'aria beata e a quella domanda, l'espressione si rilassò ancor di più.
«Tu mi fai contento, Mimi! Sei la sorella migliore del mondo.» A quelle parole, Mimi arrossì e un sorriso dolce si fece spazio sul viso. Si avvicinò al gemello, lasciando degli spazi sulla neve, e disse
«Tu sei il gemello migliore del mondo, Benjamin.» E così rimasero, a fissare il sole che con i pallidi raggi inondava i loro volti. Chi li vedeva avrebbe giurato che fossero due angioletti che si tenevano per mano, con un'aria tenerissima attorno a loro.


►11 anni
►8 anni

►13 anni
►16 anni


Angolo Autrice
Aaaaaah che dolci*_* Adesso hanno 8 anni*ç* Mimi è sempre la solita xDDDDDD Però che dolce con Jack*(*

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Capitolo 3
*** Mossa n.3 (13 anni) ***


How to annoy your brother in four steps.


Duchesne, intervallo, ore 10.35{Mossa n.3}
Gli studenti avevano preso possesso dei corridoi con la foga di chi non vede l'ora di vedersi e raccontarsi le nuove avventure. I tacchi dei suoi stivaletti Chanel producevano un piacevole rumore sul pavimento perfettamente lucidato, e Mimi Force provò un leggero piacere nel vedere parecchie ragazze voltarsi e lanciare sguardi pieni di invidia alle sue calzature in raso. Impeccabile. Così si era definita Mimi, quando, quella mattina davanti allo specchio, aveva provato gli Chanel. Sotto gli skinny jeans Lui Jo e la camicetta in raso, erano davvero una delizia per i suoi occhi affamati di moda.
Quegli stivaletti erano all'ultimo grido, aveva letto su un giornale, e gli sguardi invidiosi delle altre ragazze lo testavano e garantivano. Un sorrisetto soddisfatto spuntò sulle labbra di Mimi e i suoi occhi verdi spaziarono i corridoi in cerca del gemello, Jack Force.
A soli 13 anni, il fratello era stato dichiarato il più bel ragazzo che avesse mai varcato le soglie della Duchesne e Mimi si era sentita scoppiare d'orgoglio pensando "E'mio."
La bionda aveva già avuto un back-flash passeggiando con Jack per una strada costeggiata dal mare di Manhattan, in cui rivedeva lei e il fratello correre a piedi nudi -lei che reggeva le scarpe di cristallo in una mano- lungo la riva.
Era stato uno spettacolo stupendo e Mimi, quando aveva riaperto gli occhi, era stata sopraffatta da una sensazione dolcissima, e aveva guardato suo fratello con un misto di amore, tenerezza e dolcezza, tanto che Jack si era sentito sorpreso da quello sguardo.
«Cosa succede, Mimi?» Le aveva chiesto.
«Nulla, nulla, tesoro.» Ma, in contrapposizione a quella frase detta con voce soffusa, si era stretta di più al corpo di Jack.
Così, quando lo scorse con un libro in mano e lo sguardo puntato chissà dove, provò un moto di sollievo, si sentì appartenere. Però, anche quando il ticchettio degli stivaletti lo avvertì che Mimi lo stesse raggiungendo, Jack non portò lo sguardo su di lei; anzi, continuò a fissare nel vuoto. Mimi si sentì infastidita e seguì lo sguardo del fratello, schioccando la lingua quando intercettò il soggetto delle sue attenzioni.
Schuyler Van Alen, una delle più impopolari della scuola, se non la più impopolare. Gli ticchettò la spalla con un dito. Lui non si girò
«Jack?» Lo chiamò, con palese rabbia. Jack, finalmente, la guardò e il suo sguardo fu attraversato dalla sorpresa. Capì che Mimi si era accorta che lui stava guardando un'altra e lei proprio non lo accettava. Inclinò leggermente il capo e la fissò con la coda dei suoi occhi verdi.
«Scusami, Mimi, è stata una...svista. Mi perdoni, vero? Non lo faccio più.» Mimi si addolcì e gli sorrise.
«Ma certo.» Però, appena pronunciate quelle parole, gli occhi di Jack tornarono a soffermarsi sul piccolo mostriciattolo, che ora stava accanto al suo amichetto, Oliver Hazard-Perry. Mimi poteva scomettere tutte le sue paia di scarpe dal costo a quattro zeri che Jack lo invidiava. Sbuffò, scocciata e infastidita, mentre fissava il fratello nell'attesa che la degnasse delle sue attenzioni comuni.
Ma Jack non fece nulla, chiuse perfino il libro e accennò un passo verso Schuyler. Per Mimi fu la goccia che fece traboccare il vaso. Con passo di marcia, si diresse verso Richard Gray, un ragazzo molto popolare e carino, delle superiori. Uno dei vantaggi della Duchesne, infatti, era l'essere una scuola che comprendeva tutti i corsi del percorso scolastico e quindi, chi frequentava quella scuola non aveva il problema di dover cambiare edificio alla fine di ogni ciclo di studi. Cambiava solo la classe.
Quindi, i gemelli Force e gli altri studenti si ritrovavano con ragazzi più grandi -ma anche più piccoli- della loro età. Ma per Mimi non era un problema. A soli 13 anni, aveva il fascino di una ventiquattrenne e la bellezza devastante già fiorita all'inizio dell'adolescenza.
Si posizionò davanti al ragazzo, con le mani sui fianchi. Lui le rivolse subito l'attenzione. Mimi Force era assolutamente la più popolare della scuola, anche se era una ragazzina. Lei era la principessa della Duchesne e non sarebbe stata una sgorbia a rubarle il fratello.
«Ehilà, Mimi.» La salutò Richard, passandosi una mano tra i capelli color cioccolato. Mimi ricambiò il saluto e si inclinò in modo da fargli scorgere un po'del merletto del reggiseno. Il ragazzo le sorrise e le si avvicinò. Il sopracciglio perfetto della ragazza si arcuò. Credeva davvero che l'avrebbe baciato? Povero illuso!
Era solo un modo per far ingelosire il gemello e se lui non l'avesse guardata, Mimi non avrebbe saputo veramente più che fare. Guardami, Jack, guardami!
«Ho notato che la tua ragazza ti ha lasciato! Mi dispiace, non sa cosa si è persa.» Disse, cercando di alzare la voce per attirare l'attenzione generale. Richard allargò il sorriso e le cerchiò la vita con le braccia, attirandola a sé.
«Mi lusinghi, mia cara Mimi. Che ne dici di farle vedere cosa si è persa, sul serio?» Il tono era provocante ma Mimi cercò di attardare per vedere se il fratello si era accorto del flirt di Richard. Si sporse per scorgerlo e, in effetti, vide Jack che marciava di buona lena verso di loro. Richard Gray tolse subito le mani dalla vita.
«Cosa state facendo? Mimi? Vieni, dai!» Le afferrò una mano e la trascinò via, sbuffando sottovoce, tra i mormorii generali. Mimi ridacchiò e finalmente ebbe tutta l'attenzione di Jack per sé. Lo abbracciò e, da sopra la sua spalla, vide Schuyler Van Alen che la fissava, lo sguardo carico di afflizione. Mimi sorrise soddisfatta.
Ho vinto io, sgorbia.


►11 anni
►8 anni
►13 anni

►16 anni.


Angolo Autrice
Non odio Schuyleeerr anzi°_° E' solo che penso che Jack è di Mimi e basta. Ovviamente, la piccola Mimi ci sa fare xD il nome di Richard Gray l'ho inventato °_° Non so da dove mi è uscito, forse dalla lettura di Dorian Gray?XD
Comunque,xD tra po'la raccolta finisce ma me tornerà*ç* MUAHAHAAHAHAHH XDDD

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Capitolo 4
*** Mossa n.4 (16 anni) ***


How to annoy your brother in four steps.


Pe Ser, festa per i Force, ore 21.42{Mossa n.4}
Il ristorante Pe Ser era assolutamente il più prestigioso di Manhattan. Ottenere una cena lì era come avere un udienza dal Papa: costava milioni di euro. Ma per i Force, anche un pranzo dal costo di cinque zeri, era una cosa che rientrava nella normalità. Il dessert -ottimi bigné alla crema ricoperti di panna con una deliziosa spruzzata di cioccolato sul piatto per decorazione- aveva soddisfatto i Force al tal punto che i due gemelli ne avevano chiesto un bis.
Mimi Force rivolse uno sguardo pieno di gioia al fratello seduto di fianco a lei. La riunione della Commissione all'inizio l'aveva spaventata, ma poi, era stata contentissima di tutte quelle cose, il fatto dei vampiri ecc. Perchè era vero! Tutto ciò che avevano detto era assolutamente vero.
E Mimi era sicura che, in qualche modo, Jack era legato a lei.
Lui si voltò a guardarla e il suo sorriso era una metà tra il divertito e lo sconvolto. Jack aveva subito capito che c'era qualcosa che non andava in quella riunione, qualcosa di più oltre il donare sangue per guarire la gente dall'AIDS.
«E così...puoi mangiare tutto quello che vuoi senza ingrassare! Bell'affare, no?» Mimi annuì, prendendo un altro bignè.
«Puoi dirlo forte.» Quella mattina, a scuola, Jack non aveva nemmeno rivolto uno sguardo a Schuyler Van Alen. Ultimamente, la ragazza era diventata una fissa per lui ma, fortunatamente, dopo la rivelazione, non ci aveva più pensato e, così, Mimi si godette l'ennesimo bigné alla crema, immergendolo nella pozzetta di cioccolato. Un altro dei vantaggi dell'essere vampiri era che la pancia non si gonfiava nemmeno!
Soddisfatta della cena da Pe Ser, Mimi si abbandonò lungo lo schienale della sedia in legno scuro di quercia con rifiniture d'argento. E'stupendo essere vampiri, pensò Mimi, mettendo una delicata mano davanti alla bocca per nascondere lo sbadiglio. Charles Force la osservò con orgoglio, quasi soddisfatto. E puoi ben dirlo, pensò Mimi, sono la ragazza più affascinante di tutta New York e, per di più, anche un vampiro! Nemmeno fossi Kate Moss!
«E'ora di andar a casa, direi, no?» Propose Charles, dopo aver pagato un conto dalla cifra esorbitante, alzandosi dalla sedia e congiungendo le mani dietro la schiena. Jack si alzò subito; Mimi più lentamente.
«Adesso saremo insieme per sempre, Jack, me lo sento.» Lui rise.
«Spero proprio di no!» Mimi sbuffò, indignata ma divertita.
«Tu, per me, sei molto importante, lo sai? Ti amo.» Bisbigliò, cercando di farsi sentire solo da lui. Jack sbarrò gli occhi.
«Mimi! Cosa dici? Siamo fratelli...» Ricevette un buffetto sulla spalla.
«Ma hai sentito la Commissione? Noi due non siamo veramente fratelli...già ci hanno guardato in modo strano, ricordi? Si aspettano qualcosa da noi due. Non essere stupido, Jack, tu devi ricambiare per forza il mio amore.» Il gemello cercò di sfuggire al suo sguardo e si soffermò oltre i vetri trasparenti. Era in sovrappensiero ed era anche imbarazzato; Mimi lo conosceva bene. Ne fu molto dispiaciuta, ma cercò di rassicurarsi che, in realtà, Jack l'amasse eccome.
«Jack...? Tu mi ami, vero? Mica ami quella sgorbia della Van Alen?» Jack la guardò in malo modo e Mimi capì che lui ci teneva ancora alla mocciosetta.
«No, no, amo te.» Lo disse con fretta, ferendo molto il cuore di Mimi. Stette zitto, mentre lei aspettava una sua parola. Lo strattonò per una manica.
«Per favore! Jack...mi trovi bella, vero?» Adesso non sembrava più la forte Mimi Force, ma solo una ragazzina spaurita.
«Sì, sì.» Mimi sbuffò, e si scostò da Jack. Doveva trovare il modo...il modo di farsi amare seriamente. Crescendo, il fascino di Mimi era aumentato, guadagnandosi il titolo della ragazza più affascinante di New York. Ma anche il fratello era cresciuto, e non c'era ragazza alla Duchesne che non gli sbavava dietro. Ma era suo. Già da quando aveva 13 anni lo sapeva. Perchè Jack si ostinava ad essere così ostile?
Lo avrebbe ignorato, così lui sarebbe tornato da lei, ne era certa. In fondo, il sangue di vampiro gli ordinava di amare lei. Così avanzò il passo, trovandosi di fianco a Charles.
«Lasciagli il tempo...il tempo di abituarsi. Non è facile per lui, sai? E'sempre stato attratto dalla Luce e, se scavi nella tua memoria, vedrai anche tu quanto sto dicendo.»
Mimi trasse un profondo respiro, mentre saliva in macchina. Jack si sedette di fianco a lei, evitando il suo sguardo. Mimi arrotolò la manica del braccio destro, mostrando i geroglifici delle vene blu. Lo accostò a quello di Jack, esortandolo ad arrotolare la manica anche lui. Quando lo fece, notò che i segni combiaciavano perfettamente.
«Tu mi appartieni.» Disse, con voce chiara. Lui abbassò lo sguardo, annuendo.
«Lo so.» Poi le sorrise, senza riuscire ad evitare di pensare come sapesse ottenere tutta la sua attenzione con pochi gesti. Mimi gli si accostò e lo abbracciò forte.
«Insieme per sempre.» Disse, affondando la testa nell'incavo del collo. Poi la alzò, per poter guardare il fratello negli occhi.
«Per sempre.» Ripeté Jack, perdendosi con lo sguardo negli smeraldi della gemella.
E Mimi fu sicura che sarebbe stato così.


Angolo Autrice
FinitaaaaXD questa è un po'più melodrammatica xD
non sapevo proprio che fareo.o ero piena di idee: il ballo, il Block 122...ma poi ho optato per l'iniziazione: quando ho letto che avevano festeggiato, non ho saputo resisterexD
Mi scuso per aver messo il nome del ristorante dove Mimi e Jack cenano, e non quello dov e festeggiano, ma non lo ricordavo xD
Grazie a chi mi ha seguito e spero che questa sezione si amplierà presto, anche perchè Blue Bloods è una splendida saga*_____*
A presto**

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