I'm A Coward (when it comes to love)

di Kite
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Four of a kind ***
Capitolo 2: *** Neighbors ***
Capitolo 3: *** Everybody wants Emily ***
Capitolo 4: *** We're going to be friends ***
Capitolo 5: *** Friday night. ***



Capitolo 1
*** Four of a kind ***


I'm A Coward
(when it comes to love)


capitolo uno;
four of a kind


« … e se magari ti mettessi addosso qualcosa di più carino una volta ogni tanto, insomma tutti questi maglioni enormi, tesoro... tesoro? »
« Sì mamma, sì » borbotta la giovane Emily Cartwright, arrampicandosi su per la scala a chiocciola della sua nuova casa. La nostra odia le scale a chiocciola. Lo fa da sempre, è un astio atavico e radicato che la accompagnerà per il resto dei suoi giorni. Le scale a chiocciola sono contorte, subdole, pericolose. E poi le fanno venire la nausea. Quel vortice di scalini che si inseguono all'infinito le fa effetto peggio che un giro sulle montagne russe alle sei del mattino dopo aver fatto colazione con la peperonata affogata nell'olio di nonna Moe.
Emily odia le scale a chiocciola quasi quanto gli accorati soliloqui materni che si deve sorbire un giorno sì e l'altro pure, solamente perché ha diciassette anni, non ha uno straccio di relazione sociale e passa il venerdì sera a fare la maglia.
« Bambina mia, lo dico per te! » le urla dietro la madre.
La nostra sbuffa e si chiude alle spalle la porta della sua nuova camera da letto.
Ha solo una gran voglia di infilarsi il pigiama e sprofondare nella più beata incoscienza.

« Ti ho detto che non mi va, Reed. » la voce di Johnny suona vagamente irritata, ma è solo una pallida rappresentazione della burrascosa condizione in cui versa l'universo interiore del giovane.
Già, perché Reed se ne sta sdraiato svogliatamente in cima al suo letto, scolandosi una delle sue birre, di cui si è appropriato senza nemmeno domandare il permesso.
Cielo, non è la prima volta che una situazione del genere si presenta. È la prima volta, tuttavia, che quello accade da quando Reed si è portato a letto Ellie.
La sua Ellie, tanto per essere precisi.
Johnny stringe i pugni così forte che le dita rischiano seriamente di perforagli la palma e di fare capolino sul dorso della mano. Immagina che li dentro ci stia il sudicio collo ipocrita del suo migliore amico.
Distoglie lo sguardo da Reed, che si è appena esibito in un rutto magistrale e prende a fissarsi la punta delle scarpe. La suola si sta scollando, nota.
« Ma amico! » protesta il traditore. Sta per imbastirgli un discorso sull'importanza di partecipare alla scatenatissima festa di Claire, che si prospetta come il più figo degli eventi mondani dell'intero anno, quando provvidenzialmente viene interrotto da qualcosa.
Johnny, infatti, sente che non avrebbe potuto dominare ancora a lungo il suo istinto omicida se Reed non l'avesse piantata di tentare di convincerlo a rinunciare alla sua serata casalinga.
« Guarda quanto ben di dio... » mormora quello, sgusciando come attirato da un'enorme calamita, verso la finestra.
« Che diavolo...? » inizia Johnny, raggiungendo l'amico, per comprendere quale fosse la fonte di tanto interesse. Non gli ci vuole nulla, la individua subito.
Dalla finestra di fronte si può nitidamente godere della visione della figlia dei nuovi vicini che si libera degli abiti e gironzola per la stanza in biancheria intima, presumibilmente alla ricerca di qualcosa di più comodo da indossare.
« Uho, Johnny, perché non mi hai mai parlato di questa cosa? Volevi fare l'egoista e tenertela tutta per te? » lo accusa fintamente risentito Reed. « Dio, guarda che culo! »
Poi un attimo. La ragazza si volta, si accorge dei due guardoni appollaiati sul davanzale di fronte e rimane incredula a fissarli per qualche secondo. Giusto il tempo per dare a Reed la possibilità di mandarle un bacio e strizzarle lascivamente un occhio. Poi la giovane, visibilmente scandalizzata, si precipita a serrare le tende.
« No, Chiappe D'Oro! Torna qui! »

« Era così chiaro che Tom mi si voleva fare! Insomma, cioè, lui è uno schianto da paura, ma eravamo nel bagno della scuola, capisci? Ellie? Ellie, capisci? » Claire allunga la mano con le unghie laccate di giallo canarino e da un colpetto sulla spalla di Ellie.
« Mmh » risponde quella, voltando appena la testa per rassicurare Claire sul fatto che, sì, comprendeva quali fossero le terribili ragioni che l'avevano spinta a dire no a quel fustacchione di Tom.
« Cioè, chissà quando mi ricapiterà un occasione del genere! Cioè... Ellie? Ellie tu non mi stai ascoltando! » protesta risentita, una volta che tale agghiacciante consapevolezza la raggiunge.
Ellie sorride amichevolmente. « Sei perspicace Claire, non l'avrei mai detto. »
Odiava quella bionda petulante che non la lasciava in pace un secondo. Odiava quel mortorio di festa. Odiava che non ci fosse Johnny in giro. Odiava odiare la sua assenza. Odiava aver visto entrare Reed con una ragazza pescata chissà dove spalmata addosso. Ed odiava che ora lui e la sua nuova conquista si stessero dirigendo verso di lei.
« Ehi bamboline! » le saluta soffiando il fumo della sua sigaretta in faccia ad Ellie.
« Reed! Che fico che sei venuto! » cinguetta Claire arrotolandosi una ciocca di capelli fra le dita. « Non ci credo, cioè, ma Johnny non c'è? » domanda curiosa.
Ellie sente un enorme nodo allacciarle lo stomaco. Odia - soprattutto - che solo il suo nome le faccia quell'effetto.
« No, quello sfigato non aveva voglia di uscire! Ci credete? » Reed getta la testa all'indietro e scoppia a ridere, sguaiatamente. Poi sparisce fra la folla assieme alla sua nuova amica, verosimilmente alla ricerca di un luogo più o meno tranquillo dove accoppiarsi.
« Cioè Ellie, guarda! È appena entrato Tom! Cioè dici che devo andare a parlargli? Cioè, Ellie? Ellie? Ellie dove sei? » ma è inutile ormai, Ellie se ne è andata.
È alla ricerca di una distrazione, che le impedisca, almeno momentaneamente, di pensare a quel bifolco di Reed. D'accordo, non si aspettava nulla da lui. Ma vederlo fra le braccia di un'altra nemmeno due giorni dopo il loro incontro la manda in bestia. Lei è Ellie, per l'amor del cielo! Qualsiasi ragazzo si sarebbe venduto la nonna pur di passare cinque minuti solo con lei. E quello stronzo di Reed osa dimenticarla così in fretta?


K I T E S A Y S;;
Saaaalve!
Sono nuova di queste parti, ebbene sì °ò°
Allora, cosa dire... oddio, non lo so o_o
Spero che vi piaccia e le solite banalità u.u
Baci baci, esserini *_*

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Capitolo 2
*** Neighbors ***


capitolo due;
neighbors


« Emily! Giù le zampe dalla torta, tesoro! » intima Polly Cartwright, con le mani sui fianchi ed un arcigno cipiglio di rimprovero tutto dedicato a quella screanzata di sua figlia.
« Ma mamma! » protesta quella, in tono diplomatico « A che scopo cucinare una torta se poi non si può mangiare? Non ti pare un controsenso? Non è logico! »
« Tesoro la torta verrà mangiata, non temere. Solo non da te » la rassicura la madre, scompigliandole affettuosamente i capelli.
« Ed a chi altri potrebbe toccare un simile onore? » s'informa la giovane, sinceramente interessata alla questione.
« Ai vicini! »
« Che vicini? » Emily deglutisce e un campanello d'allarme prende a suonargli la macarena dentro la testa.
« Quelli della casa accanto, cara. Sono persone squisite, sai? Questa mattina ho incontrato Phil... » Polly esita un secondo, interdetta ed inspiegabilmente imbarazzata « Ahm... Il signor Green, voglio dire... Ecco... ci ha invitate a cena sai? »
« Ah, mamma! » la fanciulla storce il naso « Non voglio cenare dai vicini! »
« Tesoro, su! Lo sai che Phil... il signor Green ha due figli? Un maschietto ed una femminuccia, non è una cosa adorabile? » Polly sospira con aria sognante.
« E con questo? » Emily, non capisce in che maniera la cosa possa riguardarla. Allaccia con fare sostenuto le braccia sul petto ed attende che la madre espliciti i suoi piani diabolici.
« Nulla, solo che – pensavo – il giovanotto ha più o meno la tua età, magari potete diventare amici! Philip dice che è un così caro ragazzo! »
Oh, certo. Un caro ragazzo! Un idiota guardone e sfigato, semmai! Al sol pensiero del figlio dei vicini ad Emily le si accappona la pelle, figurarsi se le viene in mente di diventare amica di un tipo come quello! « No, mamma, impossibile! »
« Su, tesoro! Non fare la difficile! »
« Nemmeno se il destino del mondo fosse nelle mie mani e da questa cosa dipende la sorte dell'umanità intera! Non soccomberò al tuo diabolico volere! Non mi sacrificherò solo perché ti sei presa una stupida cotta per questo cavolo di signor Green, mamma! Mai! Mai! »
« Non mi sono presa nessuna cotta, io! » mormora Polly, più per convincere sé stessa che altro.

« Ti odio sai, sì? Quando tu sarai vecchia e io ricca e famosa ti rinchiuderò in un ospizio! »
« Amore sorridi, da brava »
Sono queste le ultime parole che le due damigelle riescono a scambiarsi prima che la porta della casa accanto venga spalancata dal fantomatico signor Green. Prima d'allora Emily lo ha visto solo di sfuggita ed ora che ci si trova faccia a faccia dove ammettere che sua madre ha gusto. Alto, con le spalle larghe, mento da supereroe ed un fascino brizzolato da far impallidire George Clooney. Ah, se solo avesse una ventina di anni in meno!
Alle spalle dell'aitante adone stagionato sta la sua simpatica progenie. Una fanciulla sugli undici anni infiocchettata dentro un completo rosa confetto ed il maniaco ninfomane numero uno.
Emily incrocia i suoi occhi solo per una frazione di secondo, ma quel tempo è sufficiente perché le sue guance prendano fuoco ed il cuore in petto le faccia un triplo salto mortale con avvitamento. Abbassa lo sguardo e prende a fissare le mattonelle. Sono marroni e decisamente più innocue.
« Che piacere rivederti Polly! Questa deve essere la tua ragazza! » il signor Green afferra Emily per le spalle e la stritola in un abbraccio spappola-fegato. « Che bello conoscerti finalmente Emily! Emily, giusto? » la nostra annuisce, sorridendo un po' forzatamente. Odia il contatto fisico. « Lei è la mia bambina, Candy. Saluta Candy! » Candy fa una specie di inchino e le porge una mano, che lei stringe debolmente. « E questo è il mio Johnny! Scommetto che avete un sacco di cose in comune voi due! Su Johnny, saluta! » Johnny accenna una smorfia di benvenuto e prende a fissarsi le scarpe.
Emily nota con un certo sollievo che è imbarazzato quasi quanto lei. Ben gli sta a quel villano!

Gli unici che sembrano divertirsi sono Polly e Philip.Ridono, ridono come matti, quei due.
« Johnny perché non porti a letto tua sorella e poi fai un po' di compagnia a Emily mentre io faccio vedere a Polly la mia collezione di farfalle nel capanno in giardino? »
Johnny grugnisce mentre, senza nemmeno attendere risposta, il padrone di casa e la sua ospite si sono dileguati alla volta dei loro studi entomologici. Il giovane afferra la sorella che si è accasciata, in una posa molto comica, sopra il tavolo, con la testa spalmata dentro la torta di Polly e la trascina nella sua camera. Poi, prima di tornare nell'altra stanza, fa un respiro profondo. Emily è seduta e sta scrutando con tenace perseveranza il contenuto del suo bicchiere. È comunissima acqua, ma pare che lei la trovi irresistibilmente interessante.
Johnny si schiarisce la gola per avvertirla che è tornato. Ma lei non si muove di un millimetro.
« Così... » inizia il giovane, che non ne può più di quel silenzio, « tu dici che quello era un modo in codice per avvertirci che sono andati a fare sesso sfrenato nel capanno? »
Emily ride. Non che la battuta sia particolarmente formidabile, solo che quando è a disagio si mette a ridere per qualsiasi cosa. « Può essere » gracchia, la fanciulla, ancora con un mezzo sorriso sulle labbra.
A Johnny piace vederla ridere. È carina. Ha i capelli rossi e le lentiggini.
« Già, bè, dovrebbero darci il buon esempio, quei due. Insomma non si conoscono da nemmeno due settimane! » si lamenta con teatralità il ragazzo.
« Già » approva Emily « Di questo passo chissà dove andremo a finire! »
La fanciulla sente di detestarlo. Insomma, con che faccia tosta osa rivolgerle la parola?
E sente di detestare anche la sua cordialità. Avrebbe benissimo potuto restarsene risolutamente zitta e invece no! Deve per forza sorridergli in quella maniera stupida. Perché è certa di star sorridendo in una maniera stupida, vergognosamente stupida. Però non ne può fare a meno. Le labbra, per quante lei si sforzi di tenerle imbronciate, sembravano possedere un'inquietante volontà propria e malgrado tutti i suoi sforzi continuano a distendersi ed inarcarsi all'insù.
Stupide labbra.
Johnny si schiarisce di nuovo la voce. « Scusa » dice all'improvviso. Quasi nemmeno di rende conto di averle pronunciate quelle parole tanto in fretta gli sono sgusciate fuori.
Emily lo guarda. « Sì, per l'altro giorno, sai... » preferisce essere vago, su quella parte. « Non volevo... ehm... »
« Oh. » la giovane non se lo aspettava proprio. « Non fa nulla. Cioè, non è colpa tua... » certo che è colpa sua, stupida, stupida Emily!
« Dove abitavo prima era un posto abbastanza desolato, non c'erano molte case nei dintorni, quindi... ecco... non mi sono mai posta il problema delle finestre... »
Si guardano.
Non è chiaro chi sia il primo dei due a scoppiare, fatto sta che nemmeno due secondi dopo si trovano a ridere a crepapelle.



K I T E S A Y S;;

Sono tornata, siori e siore, sono tornata!
Innanzitutto sappiate che scrivere questo capitolo è stato terribile, non tanto per l'ispirazione, quella c'è ancora e spero resterà con me per tanto e tanto tempo. È stato terribile perché l'altro giorno, mentre giocavo a pallavolo, credo di essermi storta qualche falange ed ora la mano mi fa un male boia çòç
Ouch! çòç
Va bè, passiamo alle cose serie u_u
Grazie a chi ha messo la storia fra le seguite e grazie a chi l'ha messa fra le preferite *_*
Vi amo *_*
E grazie in particolare a RachEl CullEn, che ha commentato. Ti stimo tantissimo, chérie! *_*
Fatemi sapere che ne pensate, zuccherini, mi raccomando u_u
Arrivederci pupazzi di neve <3


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Capitolo 3
*** Everybody wants Emily ***


 capitolo tre;
everybody wants emily

Emily cammina in fretta, raggiungerla per Johnny è stato una vera impresa.
« Ehi. » la saluta. Non vuole sembrare troppo entusiasta di vederla.
Lei sobbalza, colta alla sprovvista e gli lancia un occhiata a metà fra il sorpreso ed mortalmente infuriato.
Stanno andando a scuola, fanno la stessa strada. Alla luce di queste folgoranti consapevolezze a Johnny è balzata alla mente l'idea che magari potevano procedere assieme, verso quella meta.
« Oh. » fa Emily, dopo che lui le ha esposto la sua conclusione. Ha un modo del tutto particolare di dire Oh, la fanciulla. Strizza gli occhi, corruga la fronte, inarca le sopracciglia e protenda in avanti le labbra. E poi esplode in quel suo verso caratteristico accompagnandolo ad un piccolo scatto del capo, quasi un saltello. È buffo.
« Che c'è? » le chiede, notando che non sembra aver intenzione di aggiungere altro. È totalmente intenta a lanciarsi circospette occhiate alle spalle.
« Niente » mente. È evidente che mente.
« Cosa guardi? » insiste Johnny, incuriosito da tutto quel mistero. Tenta di intercettare la traiettoria del suo sguardo, ma tutto quello che vede è il vialetto al bordo del quale sorgono le loro e decine di altre abitazioni. Un vecchio che recupera il giornale ed indugia sulla soglia di casa grattandosi il sedere, un cane che espleta i propri bisogni dentro un giardino, una signora che spinge un passeggino con sopra un bambino enorme. Niente di interessante, insomma.
« Mia madre » confessa Emily « Ci sta spiando, è sicuro che ci sta spiando. Quella donna è impossibile, dico sul serio. » sbuffa seccata « Che ha fatto? Ti ha pagato? Oppure ha persuaso tuo padre ad obbligarti ad essere carino con me? »
« Certo che no! » si affretta ad assicurarle Johnny, che non capisce il perché di tutto quel sospetto « Per chi mi hai preso? Non mi faccio comprare, io! » la canzona indignato.
Lei gli lancia un'occhiata scettica, poi girano l'angolo. La casa di Emily sparisce dalla loro visuale, e con lei si dissolve anche la minaccia rappresentata dalla diabolica e calcolatrice signora Cartwright.
« Su, ora è passata. Non ci vede più, ed io giuro che non le dirò nulla. » la giovane si porta una mano al cuore per suggellare con mirabolante teatralità quel patto. « Va' per la tua strada »
« È questa la mia strada » le fa notare saggiamente lui, riuscendo ad ammutolirla per qualche secondo.
« Sì, bè... intendevo che puoi smetterla di fingere. So com'è che fa, è già accaduto in passato. » spiega con rassegnata pacatezza Emily.
Johnny la guarda e dalla sua espressione si direbbe non abbia colto il senso di quello che gli sta dicendo. È un po' tardo, forse. « Accaduto cosa? »
« Questo! » esclama lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. « Costringere qualcuno a fare il simpatico con me. Pensa, quando avevo undici anni ha rapito la bambola preferita di Meredith Cook, una mia compagna di classe, pur di convincerla ad invitarmi alla sua festa di compleanno. Fra l'altro fu una festa pessima, ora che mi ricordo. »
« Terribile » conviene Johnny, tentando di celare dietro un'espressione scura e comprensiva l'ilarità che quel racconto gli ha suscitato. « A me non ha rubato nessuna bambola, però » le assicura.
« Davvero? » si stupisce la fanciulla.
« Giuro » annuisce con enfasi. È carino, pensa Emily. Subito dopo, però, la sua parte giudiziosa demolisce quel pensiero ricordandole che quello è un guardone. E potenzialmente anche un mercenario. Non può essere carino, quindi.
« E allora perché sei ancora qui? » domanda lei, patologicamente incapace di avere fiducia nella buonafede altrui.
« Non lo so. » pare pensarci seriamente su « Ho voglia di compagnia. » è la conclusione a cui giunge.
« Oh. » cinguetta la ragazza, « Io purtroppo non sono una persona di compagnia. »
E sguscia via fra la folla che si è coagulata nei pressi della scuola, senza dare a Johnny il tempo di replicare.
Lui sorride. Non sa dire perché, ma quella Emily lo diverte da morire.

Secondo Ellie ci sono due motivi per cui una persona si ritrova da sola durante il pranzo, uno dei rituali adolescenziali d'aggregazione per antonomasia. O è una sfigata cosmica che magari puzza anche, oppure è qualcuno di interessante. Certo, spesso non è facile cogliere la sottile linea che separa le due cose ed in alcune, non sporadiche, occasioni può addirittura accadere che tale linea nemmeno ci sia. Ma via, non andiamo troppo per il sottile.
Ellie crede di essere un vero asso nel distinguere i perdenti semplici dagli outsider taciturni, misteriosi ed adorabilmente antisociali.
Tuttavia catalogare la giovane Emily Cartwright sta risultando, per la nostra, un'impresa più ardua del previsto. La fanciulla possiede indubbiamente i tratti tipici della sfigata. È goffa, fa sempre tutti i compiti, risponde in maniera impeccabile ed educata ai professori e finite le ore di scuola si volatizza nel nulla. In compenso, però, è nuova. E si sa che le ragazze nuovo hanno quel certo charme esotico che farebbe guadagnare qualche punto anche alla più irrecuperabile delle Ugly Betty. In più respinge ogni tentativo d'approccio, disintegrando anche la migliore delle intenzioni a colpi di silenzi ermetici e monosillabi. Sì, il fatto che si crogioli così beatamente nella sua solitudine fa indubbiamente pendere l'ago della bilancia per l'ipotesi dell'emarginato-chic. Poi non scordiamo che Emily Cartwright ha i capelli rossi. Ellie ha un vero feticismo, una sorta d'illogica predilezione, per le chiome scarlatte.
Sospira. Se Johnny avesse i capelli rossi, probabilmente, quell'esiguo sputacchio di forza di volontà ed orgoglio che ancora la tiene in piedi si dissolverebbe nel nulla. E lei sarebbe finalmente libera cedere a tutti i suoi più vergognosamente stucchevoli desideri. Forse potrebbe addirittura dirgli che lo ama senza, subito dopo, essere costretta ad ucciderlo. Perché, andiamo, chi è che resiste ad un ragazzo con i capelli rossi?
Oh, a volte vorrebbe davvero che ce li avesse.
Dannazione! È successo ancora. Johnny l'ha sgamata a guardarlo. Ellie distoglie in fretta lo sguardo. Lo fa senza pensarci, è una reazione naturale, a cui non riesce ad opporsi. Tanto fisiologica quanto stupida, in effetti. Praticamente un'ammissione di colpa. Una confessione firmata. Sì, io, Ellie Stokes, ho una vergognosa cotta per te, Johnny Green.
Ma forse può ancora recuperare. Può far finta che le sia planato un moscerino nell'occhio e di essersi mossa solo per scacciarlo. Sì può funzionare. Deve solo tornare a fissarlo, fredda e distaccata, come se niente fosse.
Ellie respira, un respiro profondo, poi alza lo sguardo in direzione di Johnny. Quell'idiota adesso non ha occhi che per il suo bisunto cartoccio di patatine fritte e ketchup.
In compenso lo sguardo di ghiaccio della giovane si intrecciano con quello scuro di Reed e per un secondo la bella ha la spiacevolissima sensazione che lui possa leggerle nella mente. Qualcosa la punge sotto lo stomaco. Certo, quel vago fastidio non è nulla paragonato alla sconvolgimento ormonale e psicologico che gli procura Johnny, però ad Ellie non piace comunque.
Il tutto dura solo un secondo. Poi Reed inizia a mimare oscenità con le mani e lei gli sorride lascivamente. Quel ragazzo è davvero un porco.
La nostra sbuffa. Claire non si vede, si sarà finalmente risoluta a cedere alle avance di Tom ed ora ci staranno dando dentro nel bagno delle ragazze.
Ellie si alza in piedi. Ha deciso. È arrivato il momento di far luce su questo mistero, di scoprire di che pasta è fatta davvero Emily Cartwright.

Un rumore di passi alle sue spalle. Un persona, presumibilmente, si sta avvicinando. Magari è un assassino che la vuole uccidere. O un ladro, un ladro che le vuole rubare il suo budino al cioccolato. È solo per accertarsi della buone intenzioni del nuovo venuto che Emily alza lo sguardo. Per controllare che giri a largo dal suo budino.
« Ciao. » Ellie si siede.
Lei sorride, per educazione. Non è che sia particolarmente entusiasta di quella visita.
« Sei nuova. » non è una domanda, anche perché se lo fosse sarebbe davvero stupida. È evidente che Emily è nuova.
Annuisce.
Ellie si arrotola una ciocca castana attorno a un dito ed alza un sopracciglio perfettamente curato. « Sai parlare? » le chiede con un mezzo ghigno sulle labbra.
« Abbastanza » confessa la rossa.
« Abbastanza? » l'altra sgrana gli occhi esasperando la propria incredulità « Che risposta è? »
« Non lo so... » deve ammettere che ad un simile quesito “
abbastanza” è una risposta piuttosto assurda. « La prima che mi è venuta in mente, diciamo. » Emily sorride, quasi a scusarsi.
« Io sono Ellie » le porge la mano destra, ed è un turbino tintinnate di bracciali ed anelli.
« Emily » la stringe debolmente.
Qualcuno lassù la odia, evidentemente. La pausa per il pranzo sta per finire, lei non ha ancora mangiato il suo budino e se continua a cincischiarsi in quel modo assieme alla nuova venuta di certo non avrà tempo per farlo in seguito.
Ellie ammicca complice. « Lo so. »
La nostra sarebbe di certo allarmata da una simile affermazione, se solo il suono della campanella non le avesse prepotentemente riempito le orecchie, spazzando via ogni altro pensiero. Non può arrivare in ritardo a lezione, non può proprio.
Scatta in piedi come una molla. « Oh, la campanella! » esclama, « Devo andare. » esita, la buona creanza impone d'aggiungere un saluto. « Bè, arrivederci, allora ». Naturalmente è una frase di circostanza. Quella ragazza la inquieta, in effetti non ha una gran voglia di rivederla.
Mentre si precipita verso la classe – là in mezzo sembra l'unica a prendere seriamente la questione puntualità – passa accanto al tavolo di Johnny. Lui le sorride.
Emily percepisce una vampata incendiarle il volto. È sicura che la sua faccia ora sia dello stesso scarlatto rosso dei suoi capelli. Si maledirebbe accoratamente per quello, ma ancora una volta le sue intenzioni vengono smorzate dall'intervento del mondo esterno.
« Chiappe d'oro dove corri? » prorompe una voce entusiasta che la fa sobbalzare. È il guardone numero due. Mentre gli sguscia vicino, nel tentativo di dileguarsi il prima possibile, le poggia un'amichevole manata sul sedere.
Emily ringhia sottovoce e sparisce dentro la scuola. Che giornata terribile.
Non ha neanche mangiato il suo budino.




K I T E S A Y S;;
Bonne soir, mes chéris!
Oh, ma che poliglotta provetta che sono **Mbè, che dire, sperò che il capitolo sia stato di vostro gradimento e vi invito caldamentamente a comunicarmi le vostre impressioni a riguardo, di qualunque natura esse siano, perché io le amerò in ogni caso *_*
Ora passiamo alle recisioni *_* Di qua, prego cari, di qua. Attenti alla testa che il soffitto è basso e il gradino, per l'amor del cielo non inciampate nel gradino!
Sì, la smetto o_o
Dicevo u.u
RachEl CullEn, grazie *_* Sono felicissima che la storia ti piaccia, davvero *_* E sono felicissima anche di non essere l'unica che si infortuna durante le ore di educazione fisica, mi sento meno sola così xD
P.s. Sì, pupazzi di neve! Fuori c'è un sacco di neve, sono la prima cosa che mi è venuta in mente xD Dico sempre la prima cosa che mi viene in mente o_o Lo so, a volte non è saggio, ma le vecchie abitudini sono dure a morire u_u
Follia grazie anche a te per aver commentato U.U Ho aggiornato presto, visto? Bè, quasi o.o

A proposito di aggiornamenti! Devo avvertirvi, nel caso ci sia qualcuno a cui interessa u.u, che forse il prossimo capitolo tarderà di qualche giorno, perché con Natale, le cene, i parenti e milioni di obblighi familiari vari non so quanto tempo mi rimarrà per respirare U_U
Non disperate però, eh u_u
Alla prossima, allora, see ya guyz *^*

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Capitolo 4
*** We're going to be friends ***


 capitolo quattro;
we're going to be friends


 

« So quello che stai tentando di fare, mamma » sibila Emily, sputando l'ultima parola come se si trattasse del più riprovevole degli insulti. Gli occhi sono ridotti a due fessure di fuoco, la bocca contratta in una smorfia di collera.
« Oh, tesoro! » cinguetta la signora Cartwright, fastidiosamente allegra. « Non sto cercando di fare un bel nulla! Ho solo paura a lasciarti a casa da sola per tutta la sera » le spiega diplomatica e dolce, con quel suo tono tipicamente materno che da tanto sui nervi alla nostra. « E sorridi, ogni tanto! » la rimprovera pizzicandole una guancia, dopo aver notato l'espressione truce che le deforma il volto. Emily potrebbe morderle una mano.
« Eccoci qui! » il signor Green piomba nell'ingresso con provvidenziale tempismo, giusto un attimo prima che la situazione degeneri e la serata sfoci in un tragico matricidio. « Allora, fate i bravi, mi raccomando! » li avverte. Poi schiocca un bacio sulle labbra della signora Cartwright. « Andiamo Polly? » le domanda con un sorriso.
Emily sente che potrebbe vomitare.
« Certo caro » miagola sua madre. « Ciao Johnny, ciao Candy » con una mano scompiglia i capelli della piccola. « Ciao tesoro » sta per fare lo stesso con la nostra, ma lo sguardo bieco che quella le rivolge la trattiene.
Giusto il tempo per le ultime raccomandazioni e poi i due spariscono nella notte.
Stanno andando al cinema, quegli sconsiderati. È la prima volta che escono ufficialmente insieme, anche se Emily sospetta che si vedano di soppiatto praticamente ogni notte. Peggio di due adolescenti. Scuote la testa tentando di scacciare l'immagine di sua madre languidamente avviluppata al signor Green che le si è disegnata nella mente, borbottando a mezza voce contro l'irresponsabilità di quei due.
« Io ho fame » annuncia acuta la voce di Candy. La giovane, se ne sta ritta in mezzo alla cucina, con le braccia intrecciate sul petto ed un ombra insolente negli occhi blu.

« Ce l'abbiamo tutti » le rivela Johnny. Ed in quel momento lo stomaco della rossa prorompe in un gorgoglio d'assenso. « Vedi? » fa svolazzare in aria la mano e sorride ad Emily.
Dovrebbe smettere di farlo, pensa lei. Ogni volta che incurva le labbra due adorabili fossette gli compaiono sulle guance. E le fossette sono pericolose, molto pericolose, lo sanno tutti.

Ordinano una pizza, il signor Green gli ha lasciato i soldi sul mobile del telefono.
« Avete visto che fico era il fattorino? » cinguetta Candy fra un sorso di cocacola e l'altro. « E poi come mi guardava! Se solo voi due seccatori non ci foste stati mi sarebbe saltato di sicuro addosso! Oh, che cosa mi avrebbe fatto! » commenta sognante, con un sorrisetto ebete sulle labbra a tradire la natura oscena dei suoi pensieri di undicenne perversa.
« Cielo » bisbiglia Emily, bloccandosi con la pizza a mezz'aria e la bocca spalancata nell'atto d'ingurgitarla. Non sa se essere sconvolta da tanta spregiudicatezza o se trovarla terribilmente comica.
« Purtroppo Reed è stato una presenza costante nella sua vita fin dalla più tenera età » spiega Johnny, per giustificare la sorella. « Non ha avuto una gran buona influenza... »
« Tu parli male di Reed solo perché lui è riuscito a farsi Ellie Stokes, mentre tu con lei non hai combinato niente! » lo rimbecca con pronta enfasi la giovane damigella, che pare avere particolarmente a cuore la questione. Proprio non sopporta che si dica male del suo Reed.
« Non sono affari tuoi, questi, Candice » ringhia il fratello. Anche lui pare avere particolarmente a cuore la questione. Dopo un attimo passato a tentare di incenerire con uno sguardo la sua consanguinea maledizione si volta verso Emily, roteando gli stessi occhioni blu di Candy, per palesare la propria insofferenza nei riguardi di quella creatura. La nostra gli sorride, per manifestargli tutto il suo supporto.
Il resto della cena lo passano a sorbirsi i vaneggiamenti della piccola Green che priva d'alcun pudore racconta nei minimi dettagli ciò che potenzialmente sarebbe accaduto fra lei ed il fattorino se solo fosse stata sola.
Emily scuote la testa. Probabilmente Candy soffre di qualche disturbo della personalità. Insomma, di fronte al padre è tutta sorrisi zuccherosi, abbracci, coccole e paroline dolci, ma appena quello si volta prende ad illustrarti con dettagliata competenza tutto quanto il kamasutra. Concorderete che non è normale. E la maestria con la quale si immedesima nei suoi diversi ruoli! Un secondo prima è una bambolina con le trecce, tutta pizzi e fiocchetti che si dispera per ottenere ancora un'altra caramella e l'attimo dopo, più disinibita di una femme fatale e con lo stesso aulico vocabolario di uno scaricatore di porto ti racconta di quello che avrebbe fatto al suo insegnate di pianoforte se solo non fosse stato così irreparabilmente sposato. Impossibile anche per la migliore delle attrici di questo mondo fingere con una simile abilità. C'è di certo qualcosa di patologico sotto.
Pensa questo, la nostra mentre se ne sta accovacciata sul divano di casa Green a fare la maglia e ad attendere che sua madre ritorni dalla sua seratina romantica
Una mielosa commedia rosa alla tv per ingannare l'attesa.
« Scommetto che tu non hai mai fatto sesso. » Emily sobbalza, come punta da un ago e per poco non si infila uno dei ferri con cui sta armeggiando da ore in un occhio. Le grandi iridi cobalto di Candy la scrutano fissa, in evidente attesa di risposta.
Apre la bocca per replicare, ma realizza di non avere la benché minima idea di cosa dire, così la richiude di scatto. Poi si rende conto che non è garbato ignorare le domande altrui, per quanto impertinenti esse siano, quindi la spalanca di nuovo. Poi però la serra ancora, insomma che diritto ha quella pulce molesta di porle simili quesiti, e con quel tono supponente, poi!
« Come immaginavo » Candy annuisce grave e comprensiva. « Certo alla tua età è abbastanza imbarazzante, ma io ho la soluzione » annuncia trionfante.
« Soluzione a cosa? » gracchia Emily, che s'è appena reimpossessata delle proprie facoltà vocali.
« Al tuo problemino, verginella! » cinguetta suadente. « Johnny può aiutarti. Cerca da mesi di togliersi Ellie dalla testa, tu caschi proprio a fagiolo, scommetto che potereste essere ottimi scopamici! » esclama entusiasta della propria trovata. O per lo meno lo farebbe se solo Johnny non si fosse avventato su di lei , tappandole la bocca e trascinandola fuori dalla stanza.
« A dormire, forza! La serata è finita per te » ringhia scaraventandola sul suo letto.
« Ti capisco, tranquillo » miagola la giovane, con aria complice « Avete bisogno di un po' d'intimità »

« Tua sorella è un vero mostro, sai? » domanda retorica la rossa, senza alzare gli occhi dal suo lavoro a maglia.
Johnny sorride. Lo sa, eccome se lo sa. « Dici? Non c'ho mai fatto caso » risponde, abbandonandosi sul divano, accanto ad Emily.
È mezzanotte e un quarto e di Polly e Philip nessuna traccia.
« Pensi che torneranno mai? » s'informa Johnny, vagamente preoccupato, rivolgendo all'orologio verde che lampeggia sul lettore dvd un occhiata di severa disapprovazione.
« Mh, forse. Ma ci vorrà un po'. » rivela la fanciulla, sibillina e misteriosa. « Per me sono andati a sposarsi a Las Vegas » annuncia convinta dopo una breve pausa di riflessione, durante la quale deve aver consultato la sua sfera di cristallo interiore.
« Dici? » il nostro sgrana gli occhi dinnanzi ad una simile, sconvolgente affermazione.
« Praticamente ne sono sicura » annuisce pacata.
« Se si sposassero diventeremmo fratelli, sai? » è un'osservazione ovvia, ma pare che Emily non ci avesse pensato.
« Cielo, è vero! » bisbiglia sconcertata « Diventerei la sorella di un emerito sconosciuto! »
« Non sono uno sconosciuto. » protesta il nostro, fingendosi imbronciato.
« Sì bè. Forse no. » gli concede dopo avergli lanciato un breve sguardo di sotto'cchi. « Ed in effetti non sei nemmeno emerito »
« Ho una proposta da farti » dichiara serio Johnny, dopo qualche attimo di silenzio.
« Sentiamo » sorride la rossa, divertita dall'ostentata solennità dell'altro.
« Pensavo che, visto che presto diventeremo fratelli e magari ci ritroveremo a condividere la casa e a fare a botte per l'ultima porzione di cerali, che so, che magari potremmo provare ad essere amici. Intendo già che ci siamo. »
« Amici dici? » Emily si rigira quella parola in bocca un paio di volte, prima di proseguire « Certo tu sei un pessimo individuo. Però tentar non nuoce in fondo. »
« Quindi siamo amici? » lo chiede tanto per essere sicuro.
« Credo di sì » risponde lei, improvvisamente allegra.
« E quando, domani mattina ti chiederò di venire a scuola con me non scapperai? »
« Credo di no »
Lui la studia curioso, osserva le sue mani che si muovono svelte sui ferri del lavoro a maglia a cui non ha smesso nemmeno un secondo di dedicarsi, e pensa che è davvero strana. Lei non pensa. O almeno tenta di non farlo, perché non è sicura di potersi fidare dei propri pensieri, in quel momento.
« Così hai una cotta per Ellie Stokes » la rossa rompe il silenzio all'improvviso.
« Già » ammette Johnny. Certo, forse sarebbe stato più saggio negare. « Dalla terza media. » aggiunge anche. Non sa bene cosa gli sia preso. D'improvviso sente la necessità di essere totalmente sincero con qualcuno.
« Oh. » cinguetta Emily. « Wow. È una cosa carina. »
Il giovane le rifila una piccola spinta offesa sulla spalla. « Non mi commiserare, sai? »
« Non lo farei mai! » assicura l'altra, fintamente indignata.
« Amy? »
« Non mi chiamare Amy! » protesta quella.
« Amy » ripete. L'ha deliberatamente ignorata, quel bifolco. « mi trovi patetico? »
Emily lo guarda. L'espressione da cucciolo bastonato che s'è appeso sul volto è adorabile.
« Solo un pochino » ammette. Poi scoppia ridergli in faccia. Lui la imita dopo neanche mezzo secondo.




K I T E S A Y S;;
Buonasera, buonasera barbagianni!
Sono di nuovo qui, a dispetto di tutti gli impegni natalizi a cui ho dovuto far fronte in questi giorni *_*
Siete felici, vero?
Ho poco tempo, che c'ho ancora la casa infestata dai parenti, quindi passo subito alle recensioni *_*
Ory_StarDust_95: Grazie per i complimenti, troppo buona *_* E non-ugly-betty è un soprannome fantastico, secondo me ad Emily piacerebbe un sacco xD
RachEl CullEn: Sì, devo dire che Ellie non è proprio una campionessa di cordialità xD Ma non temere, Emily sa farsi valere u.u Uuuh, ho fatto la rima *_*
Yellow_B: Ohmmioddio, quale onore! Una matta al 100% tutta per me*_* Aaah, io scommetto che amerò le tue recensioni, invece u.u E di Johnny ce n'è abbastanza per tutte, Ellie dovrà farsene una ragione U.U

Bene, detto questo me ne vado u.u
Mi raccomando ditemi cosa ne pensate del capitolo, della storia, o dei barbagianni, come preferite u_u
Ci si sente nell'anno nuovo *_*
Uuuh, buone feste a tutti *_*

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Capitolo 5
*** Friday night. ***


 capitolo cinque;
friday night

Stanno sempre appiccicati, a bisbigliarsi chissà che e a ridere come due idioti.
Cielo, si è fatta soffiare da sotto il naso l'unico ragazzo di cui le sia mai importato qualcosa. Da un'odiosissima mezza sfigata, per di più! Deve fare qualcosa. Deve assolutamente fare qualcosa.
« Cioè quel vestito le sta malissimo! » Claire, al suo fianco, commenta con ostentata superiorità l'abbigliamento di chiunque le passi accanto. La sua voce acuta distrae Ellie dai suoi propositi omicidi, ma la nostra non ha più nemmeno la forza per rimbeccarla a dovere, tanto crudelmente Cupido le s'è accanito contro.
Emily e Johnny sono appena entrati in sala mensa. Insieme.
Certo, che altro poteva aspettarsi.
« Questo non è logico! » prorompe d'improvviso, proprio nel bel mezzo d'un accorata critica di Claire alle scarpe di vernice viola a pois verdi della nuova bibliotecaria. La bionda ammutolisce, vagamente sconvolta da un simile intervento, che non ha pertinenza alcuna con la questione di cui stanno amabilmente disquisendo. « Ma me lo riprenderò. Oh se me lo riprenderò! » annuncia risoluta la giovane scattando in piedi. Ha deciso che quella sera Johnny sarà di nuovo suo. E questa volta per sempre. Finché morte non li separi, alla faccia di quella rossa asociale. Abbandona Claire che ancora la fissa stranita e con ondeggiante nonchalance fluttua al cospetto dei nuovi arrivati.
« Ciao! » saluta Emily fingendo un entusiasmo esagerato, come se fosse una vecchia e carissima amica che non vede da secoli e che un mattino incontra per caso davanti ad una vetrina del centro.
L'altra sorride debolmente. Forse perché è spiazzata da tutto quel calore inaspettato, forse perché ha percepito la lama affilata dell'odio, pronta a calarle addosso da un momento all'altro, anche se gli occhi scintillanti di Ellie tentano di mascherarla dietro quell'inverosimile cordialità.
« Ciao anche a te Johnny » miagola languida, posandogli mollemente una mano sulla spalla.
« E-ellie » balbetta quello, colto di sorpresa. Si schiarisce la voce e tenta di riacquistare un certo contegno. « Volevi qualcosa? » le domanda, fingendo che la sua presenza non lo turbi terribilmente.
« No, no. Solo che... » Ellie sbatte le palpebre « è da un po' che non ti si vede in giro. » la fanciulla fa una pausa calcolata, prima di riprendere. « Comincio a sentire la tua mancanza » la mano le scivola dalla spalla di Johnny, percorrendo tutto il braccio in una vaga carezza.
Lui non sopporta quei suoi giochetti. Deve fare una fatica indescrivibile per non saltarle addosso proprio lì, di fronte a tutti.
« È che sono stato un po' impiegato » spiega scrollando via la sua mano.
« Capisco. » certo non basterà quel gesto a scoraggiarla. « Bé perché non vieni a fare un salto al Fancy, questa sera? Anche tu Emily, naturalmente » non da nemmeno il tempo di rispondere che già inizia ad allontanarsi. Deve farsi un po' desiderare, se non che gusto c'è, pensa. « Devo proprio scappare ora, ma mi raccomando » strizza un occhio a Johnny « ci conto »

« La bava, per l'amor del cielo asciugati la bava » lo rimprovera Emily, canzonatoria.
« Non ce l'ho la bava » brontola lui, addentando il suo panino.
« No, certo che no. » cinguetta sarcastica la rossa.
« Però potremmo andarci al Fancy » butta lì ad un certo punto della conversazione, come se da quella proposta non dipendesse la sua intera esistenza.
La rossa soppesa attentamente la questione. « Cos'è il Fancy? » s'informa corrugando la fronte.
Johnny per poco non si strozza col pranzo. « Non sai cos'è il Fancy? » tossicchia sgranando gli occhi. « Dici sul serio? »
« Secondo te? » ringhia la giovane, alzando seccata un sopracciglio.
« Amy, Amy, ma dove vivi? Il Fancy è il locale più figo del mondo! » rivela, appassionato. Con un braccio le cinge le spalle, con l'altro disegna di fronte a loro le meraviglie di quella terra incantata, per dare più enfasi alle parole. « Musica da urlo, fiumi di birra, alcool per tutti i gusti, amore dovunque. E soprattutto baristi distratti che non chiedono i documenti » conclude con un sorriso complice.
« Cielo qualcuno dovrebbe denunciare i proprietari di quel posto » dichiara indignata la nostra, liberandosi dalla stretta dell'altro.
« Allora, ci vieni? Fari felice il vecchio Johnny? » ancora gli occhioni da cucciolo. Mio dio, come si poteva negare qualcosa a quegli occhi? Emily aveva sempre creduto d'avere un cuore di pietra, indifferente a qualsiasi tentativo di corruzione.
Mugola qualcosa, contrariata.
« Lo sapevo che alla fine dicevi di sì! » esulta trionfante il vincitore.

« Oh, questo è il giorno che ogni madre sogna per sua figlia! » sospira Polly con un sorriso che le circumnaviga la faccia.
« No, io non credo che le madri sane di mente sognino questo » dice Emily rimirando critica la sua immagine allo specchio. Niente di speciale: un paio di jeans e una maglietta meno larga del solito. Tuttavia la nostra si sente ugualmente a disagio e già rimpiange amaramente i suoi ferri da maglia.
Il campanello suona e la signora Cartwright batte le mani entusiasta. « Questo deve essere Johnny! » trilla lanciando alla figlia uno sguardo pieno d'inquietanti sottintesi. La giovane decide di ignorarli e di andare ad aprire.
« Usciamo da questa casa, presto » proferisce seria spingendo Johnny in strada.
« Non ti facevo così entusiasta » scherza lui, che in realtà conosce benissimo la ragione di tutta quella fretta di fuggire: ha avuto modo di constatato personalmente quanto la signora Cartwright sappia essere invadente.
I due si allontanano con circospezione ed è solo quando è sicuro di essere uscito dal raggio d'azione di Polly che Johnny si concede il lusso di lanciare un'occhiata in tralice alla fanciulla che gli fluttua accanto e dopo averla studiata con attenzione e di soppiatto per qualche minuto decide di esternare ciò che gli passa per la testa.
« Sei carina » dice, vagamente imbarazzato da quell'ammissione spontanea.
Emily arrossisce e fa una smorfia indignata. « Non prendermi in giro! » abbaia tirando al suo galante accompagnatore un pugno su una spalla che, fra parentesi, fa più male a lei che a lui.
« Guarda che dico sul serio » assicura Johnny « Dovresti imparare ad accettare i complimenti, sai? » le fa notare severo.
Lei gonfia le guance e soffia scettica, poi decide di cambiare argomento. « Manca ancora molto a questo stupido locale? » s'informa, dato che le pare di star camminando da secoli.
« Nah » la rassicura il giovane « Giusto una quindicina di chilometri »
« Sii serio, per l'amor del cielo! » lo rimbecca lei « Sento che non posso resistere ancora per molto » dichiara tragica.
« Certo che sei proprio una pappamolle » nota divertito il nostro mentre Emily gli afferra un braccio e prende ad usarlo come stampella.
Camminano ancora per un po', giusto il tempo da dare alla fanciulla per rischiare un attacco cardiaco per la fatica e poi il Fancy appare all'orizzonte.
È un posto davvero orrendo, pensa quella. Una costruzione triste e mal messa che sembra minacciare di crollare ed accartocciarsi su sé stessa da un momento all'altro, dalla quale esce ovattato il suono di una musica scatenata.
La rossa storce il naso e con riluttanza si lascia scortare fino alla massiccia porta rugginosa dietro alla quale si cela quella fantomatica terra promessa.
Prende un respiro profondo ed entra.

Un arcobaleno di luci intermittenti, una band mezza ubriaca a fare casino sopra un palco pericolante, fumo di scena, fumo non di scena, ragazzi avvinghiati in pose oscene, scandalose danze della fertilità sui tavoli, bevande dalle buffe colorazioni ingurgitate con urgenza da giovani assetati, strepiti, risate ed Emily Cartwright.
Sì, lei là in mezzo non c'entra nulla, pensa con un sorriso Johnny mentre la osserva di sott'occhi lanciare sguardi indignati a destra e a manca.
« Allora, come ti sembra? » chiede, entusiasta come un bambino il giorno di Natale che ha appena scoperto che sotto l'albero si sono, nella notte, materializzate tonnellate di regali.
« Fantastico » risponde lei, in tono palesemente sarcastico.
« Su! » cinguetta posandole un braccio sulle spalle mentre zigzagano fra la folla per raggiungere uno dei tavolini ancora liberi. « Non fare la musona! Ci sono io con te, ti divertirai un sacco » le assicura.
Lei rantola scettica, ma dopo qualche attimo gli concede un sorriso.
« Vado a prende qualcosa da bere » annuncia Johnny « Mi accompagni? »
« Nemmeno per sogno! » risponde cordiale la giovane. « Ho bisogno di recuperare le forze, credo proprio che non mi alzerò da qui per molto, molto tempo. »

Ellie non aspettava altro: il momento giusto per attaccare è finalmente giunto. Prende un respiro profondo, si sistema i capelli ed il vestito, che per l'occasione è ancora più corto e scollato del solito, e muove il primo, deciso passo verso il suo felice futuro da perfetta fidanzatina dell'anno.
Johnny è di spalle al bancone del bar e non la vede avvicinarsi.
« Hey » gli soffia all'orecchio dopo averlo raggiunto. « Sei arrivato »
Sa benissimo che lui è cotto, eppure sente ugualmente addosso quell'insopportabile angoscia, quell'inspiegabile incertezza che solo lui è in grado di regalarle e un po' per questo lo odia. Non le piace per nulla che la sua leggendaria sicurezza vacilli.
Lui si irrigidisce e la guarda senza dire nulla, con ogni probabilità la sua vista gli ha paralizzato le corde vocali, sa di fare quest'effetto a moltissimi ragazzi.
« Che ne dici di un ballo? » domanda arrotolandosi una ciocca di capelli fra alle dita.
« Sto aspettando che mi porti... » inizia Johnny. Ma lei non lo lascia continuare. Lo afferra saldamente per un braccio e con una titanica esibizione di forza lo trascina in mezzo alla folla di giovani danzanti. « Questa canzone è uno schianto! » cinguetta la nostra allacciando le braccia attorno al collo del suo bello ed iniziando ad ondeggiare a ritmo.
« Veramente... » protesta di nuovo Johnny.
« Dai, solo questa e poi ti lascio libero! » lo prega lei, mentre del tutto casualmente il suo corpo aderisce a quello dell'altro e tutti quanti i buoni propositi del nostro vanno a farsi benedire, assieme ad ogni altra forma di resistenza ed alla coscienza della situazione. Il mondo si spegne e resta solo Ellie.

Emily ha caldo, si sente soffocare ed è terribilmente irritata. Johnny è sparito nel nulla, si è volatilizzato, è scomparso senza lasciare traccia alcuna. Forse l'hanno rapito gli alieni, oppure è annegato dentro ad un bicchiere di mojito, suppone la nostra vagamente preoccupata. Sta giusto pensando che sarebbe opportuno avvertire la polizia quando la folla si apre per un istante ed in mezzo a decine di facce illuminate ad intermittenza dalle luci psichedeliche che pendono dal soffitto la giovane scorge quella di Johnny, a pochi centimetri da quella di Ellie, che sorride languida e beata fra le sue braccia.
Il cuore di Emily perde un battito.
In fondo lo sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi di quell'idiota, i ragazzi sono tutti quanti uguali. Sempre pronti a scaricare le giovani per bene come lei per qualche stupida ochetta poco vestita come Ellie. Se lo aspettava, se lo aspettava fin dal primo istante, eppure non riesce bene a capire per quale ragione la cosa la sconvolga tanto. Per un secondo la nostra è tentata di cedere all'impulso di attraversare la pista, raggiungere Johnny e la sua bella e scaraventargli addosso il bancone del bar, ma poi si rende conto che una simile impresa esula dalle sue capacità ed opta per una soluzione più alla sua portata.
Si alza e se ne va.
Ha un pessimo senso d'orientamento e non ha idea da che parte stia l'uscita, ma è troppo impegnata a maledire la sua credulità per preoccuparsene. Inforca il primo corridoio che riesce a trovare e prende a percorrerlo a passi svelti e testa bassa. Più avanza più la presenza di altri esseri umani si fa sporadica, ma Emily nemmeno se ne accorge. Quando finalmente si decide a tornare coi piedi per terra si rende conto di essere rimasta sola. Non che la cosa le dispiaccia, in effetti.
Avanza ancora di qualche passo e con vago interessa nota che una porta grigia è socchiusa, in fondo al corridoio.
La cosa più saggia da fare, constatato che di lì non si esce sarebbe tornarsene indietro, ma la lucidità di Emily è notevolmente compromessa dagli eventi appena accaduti, così – per qualche strana ed inspiegabile ragione, la rossa decise di avvicinarsi. Con circospezione tira un calcio alla lattina di birra vuota che tiene aperta aperta la porta ed entra in quello che sembra essere una sorta di magazzino, mentre quella le si richiudeva alle spalle con un tonfo sordo.
« Eh no, cazzo! » ruggisce una voce, in un punto imprecisato dietro di lei. La nostra sobbalza e si volta con un'ammirabile scatto d'agilità. In piedi vicino al muro c'è Reed, che le sta lanciando addosso anatemi irripetibili.
Emily suppone d'averlo interrotto mentre, assieme a qualcuna delle sue amiche, si sta dando alla pazza gioia, ma – dopo una rapida occhiata in giro – deve ricredersi, poiché oltre a loro e montagne di bottiglie di birra nella stanza non c'è nessuno.
Lo scruta a metà fra lo stranito e lo spaventato, senza sapere bene cosa fare. Magari dovrebbe uscire. Forse stava rubando qualcosa, forse l'ha colto nel mezzo di un rito satanico e ora lui la ucciderà perché non ci devono essere testimoni. Cielo sì, sarebbe meglio filarsela.
Reed deve aver capito le sue intenzioni perché pone fine al suo turpiloquio e la guarda serio. « Non uscirai di qui. » dice « Non sta sera, almeno »
Gli occhi scuri fissi in quelli di lei, la chioma bionda che gli ricade disordinata sulla fronte a gettare un'ombra ancora più sinistra su quello sguardo già di per sé poco rassicurante, la bocca curvata in un ghigno mefistofelico.



K I T E S A Y S;;
Aaaaaah! Ebbene no, non sono deceduta u.u
Solo che è riniziata la scuola, capite? E questa è una cosa tragica, davvero molto, molto, molto tragica. Ma suuu, non importa, ora sono qui u.ù Questo capitolo mi sta molto antipatico, diciamo che non mi piace per nulla, ma lo posto ugualmente perché da un momento all'altro potrei vedermi sottratto il pc, perché continua a ronzare peggio di uno di quegli zanzaroni giganti che ci sono sempre d'estate e mio padre, che non ne può più, vuole portarmelo via per spedirlo in un qualche ospedale per computer, ed io non ho idea di quanto potrebbe durare la degenza ç_ç
Sì, bè. Lo so che non ve ne importava una cippalippa di questa mi piccola tragedia personale, ma pazienza u.u
Al prossimo aggiornamento, giovani petauri dello zucchero *_*

lucyette: grazie mille cara *_* Non proprio presto, ma il nuovo capitolo è arrivato, alla fine u.ù
RachEl CullEn: Grazie, grazie, ho un futuro da poetessa xD Cooomunque u.ù Emily è un po' tarda, per lei non sarà affatto facile capire xD
Ory_StarDust_95: oddio, ho riso come una scema xD Siiì anche io sogno di trovarmi un non-fratello come Johnny nel letto accanto *_* Ma nella realtà queste cose non accadano mai, accidentaccio u.ù In ogni caso grazie per la recensione, ti stimo troppo *_*
Yellow_B: in verità non lo so nemmeno io come sono fatti i barbagianni o.ò Però la parola suona bene, passerei ore ed ore a dire barbagianni *_* Comunque, hai ragione, povero Reed, l'ho lasciato senza faccia çòç Comunque ecco, ho mezzo rimediato, anche se non sono proprio un asso nelle descrizioni u.u
stormCORE___: grazie *_* Comunque anche io se me li trovassi tutti e due davanti finirei con Reed, purtroppo non so resistere al fascino dei cattiviragazzi *_* Mi dispiace di averti fatto aspettare tanto, ma sono felice che la storia ti abbia preso *__*


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