Io Esisto

di Andreatorinista
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo-Shikamaru Nara (Prologo) ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo-Shino Aburame (Amore Non Corrisposto) ***
Capitolo 3: *** 3° Capitolo-Kiba Inuzuka (Il Casinista) ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo-Naruto Uzumaki (La Scelta Più Grande) ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo-Sakura Haruno (Non Chiamare Più) ***
Capitolo 6: *** 6° Capitolo-Shiho (Il Troppo Stroppia) ***
Capitolo 7: *** 7° Capitolo-Hanabi Hyuga (Una Medium!?) ***
Capitolo 8: *** 8° Capitolo-Rock Lee (Piano Per Realizzare Un Desiderio) ***
Capitolo 9: *** 9° Capitolo-Ten Ten (La Speranza Fatta Persona) ***
Capitolo 10: *** 10° Capitolo-Neji Hyuga (Luna Piena E Petali Di Ciliegio) ***
Capitolo 11: *** Capitolo Speciale-Paolo Maldini (E Chi Se Lo Aspettava) ***
Capitolo 12: *** 11° Capitolo-Hinata Hyuga (Mai Interferire Col Destino) ***
Capitolo 13: *** 12° Capitolo-Temari (Seppellire Il Passato) ***
Capitolo 14: *** 13° Capitolo-Sai (Talento) ***
Capitolo 15: *** 14° Capitolo-Kankuro (La Giustizia Va Aiutata) ***
Capitolo 16: *** 15° Capitolo-Gaara (E' Dura Sfondare) ***
Capitolo 17: *** 16° Capitolo-Sasuke Uchiha (Tornare Indietro) ***
Capitolo 18: *** 17° Capitolo-Matsuri (Ci Vuole Coraggio) ***
Capitolo 19: *** 18° Capitolo-Choji Akimichi (Come Ai Vecchi Tempi) ***
Capitolo 20: *** 19° Capitolo-Ino Yamanaka (Io Esisto) ***
Capitolo 21: *** 20° Capitolo-Saki Nara (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo-Shikamaru Nara (Prologo) ***


1 La vita.
Che cosa vuol dire vivere?
Che cosa significa essere al mondo?
Ha un senso?
Un significato?
Perché noi esistiamo?
Tante sono le domande che mi martellano il cervello.
Ma il motivo per cui sono presenti in esso, è un altro.

Esistere è un concetto che non ha un significato preciso, ma racchiude dentro di se tutto ciò che noi vediamo, sentiamo, tocchiamo.
Tutti ciò che percepiamo per noi esiste.
Ma ci sono cose che noi non possiamo vedere, e quindi facciamo fatica a credere alla loro esistenza.
A volte queste ‘cose’ possono avere dei sentimenti, e tali sentimenti vengono feriti quando non si viene notati, perché quando si parla di qualcosa che non esiste, non ci si riferisce solo a dei semplici oggetti inanimati.
Perché anche ciò che non esiste può avere una coscienza, un identità propria.
Queste entità vengono chiamate Organismi Ectoplasmatici, o in gergo comune Fantasmi.

Questa è la storia di uno di loro.
Questa…è la mia storia.

Io Esisto

1° Capitolo-Shikamaru Nara (Prologo)

“Uffaaaaaa. Non c’è un cazzo da fare.”
Mi chiamo Shikamaru Nara.
“Se sapevo che sarebbe finita così, non ci sarei andato in chiesa tutte le domeniche.”
Nato il 22 settembre 1989.
“Che seccatura.”
Morto lo stesso giorno del 2005.
Morire il giorno del compleanno è la sfiga più grossa che mi sia mai capitata.
Non che me ne importi molto ora, data la mia condizione.
“Almeno posso dire di essere stato il pigro più figo del mondo.”
Sono morto investito da una Chevrolet bianca dopo essere uscito dal corso pomeridiano di recupero del debito scolastico di matematica.
E il buon Dio invece di farmi andare in paradiso, com’era giusto che sia, mi fece ricomparire qui, con un collare di ferro al collo, e una catena che partiva dal punto del muretto in cui persi la vita.
Una sorta di ‘ultima cosa prima del trapasso definitivo.’
Già, il problema però era uno solo.
Ma che cazzo dovevo fare?
“Almeno non sento i morsi della fame e della sete.” Dissi ascoltando il suono della campanella, e sdraiandomi sul marciapiede.
“E poi devo dire che questa situazione comincia a piacermi.” Aggiunsi, mentre ammiravo con la bava alla bocca le mutande delle liceali che mi passavano sopra senza che si accorgessero della mia presenza.
“Non ho mai amato la gonna così tanto in vita mia.”
Finito lo spettacolo, mi rimisi seduto sul muretto.
“E’ STATO BELLO RAGAZZE. CI VEDIAMO DOMANI.” Gli urlai contro, ma nessuno sentì la mia voce.
Nessuno mi vedeva.
Per la gente comune non esistevo più.
Ma può essere così crudele il mondo dopo la morte?
Io pensavo di diventare una nuvola e di viaggiare nel cielo sospinta dal vento, oppure cantare le odi al signore insieme agli angeli in paradiso.
“Possibile che dopo tutti i sacrifici fatti, sia questa la ricompensa? Dopo essermi fatti un culo così, che cosa ottengo in cambio? Nulla. Solo il piacere e l’emozione che si prova ad essere seduto su un muretto, e allo stesso tempo di non essere su quel muretto, perché infatti è così. Ci sono ma non ci sono. Esisto, ma nessuno può vedermi. Io posso vedere tutti, ma loro non possono vedere me.”
Ero arrivato anche al punto di cominciare a parlare da solo.
Il dopo-morte era peggio di una droga.
Ti faceva impazzire subito, e ti faceva perdere la cognizione del tempo.
Infatti mi resi conto solo guardando il sole che era già pomeriggio inoltrato.
Che ore saranno state?
Le 5?
Oppure le 6?
“Mi piacerebbe comparire in televisione. Magari in quei programmi che parlano del paranormale. Essendo un fantasma dove potrei comparire se non lì? Alla prova del cuoco?”
Mi affascinavano moltissimo quei tipi di documentari.
Soprattutto Voyager, un programma della RAI che parlava di tutto.
Medioevo, guerre mondiali, ufo, geologia, preistoria.
Tutto ciò che volevi sapere te lo diceva Voyager.
Altro che SuperQuarkekka.
Comunque pensando tra me e me venne la sera.
I lampioni si accesero.
E le strade cominciarono ad affollarsi, a riempirsi di autovetture e di gente che desiderava soltanto andare a casa per vedere il TG e le partite della Champions League.
Era il minimo, dopo una giornata intensa di lavoro.
E io li fissavo, con occhi stanchi e assonnati.
La fame no, la sete no, ma il sonno si.
“Yawn…Ho una gran voglia di bestemmiare non so perché.”
Comunque la giornata per me era giunta al termine.
Non avevo altro da fare.
Ero legato a quel muretto, in attesa di qualcosa che mi avrebbe liberato.
Non potevo neanche andare a sbirciare in edicola qualche porno oppure la Gazzetta Dello Sport.
Per sapere del calciomercato del Milan dovevo sperare che qualcuno ne parlasse all’uscita della scuola.
Ero un tifoso sfegatato del Milan.
Anzi, sono ancora un tifoso del Milan.
Avevo in camera il poster di Gullit, la foto con Ancelotti e il mio trofeo più grande, un autografo di capitan Maldini con tanto di auguri per un futuro felice, spensierato ma soprattutto rossonero.
Non che mi piaccia farmi gli affari degli altri, ma per caso Maldini porta sfiga?
“Ad ogni modo è notte fonda, tanto non verrà nessuno a quest’ora…mh?”
Non l’avessi mai detto.
Girandomi a sinistra notai una figura incappucciata venire verso la scuola.
“Ma…quello lo conosco.”

E FINALMENTE DOPO TANTO TEMPO UNA NUOVA FIC XD
all'inizio avevo cominciato a scriverla con l'intenzione di concluderla al primo capitolo, ovvero doveva essere una One-Shot.
ma l'idea di uno Shikamaru fantasma legato al mureto della scuola dove aveva perso la vita mi piaceva, e così alla fine optai per la long.
alcuni capitoli sicuramente saranno corti.
il motivo è perchè ognuno dei capitoli della fic parlerà di Shikamaru e dei suoi compagni di scuola.
quindi ci appresteremo a conoscere lo stile di vita che Naruto e gli altri avranno in questa AU.
infatti ogni capitolo avrà come titolo il nome di colui che si andrà a descrivere, o meglio descriverà Shikamaru.
dovrà fare qualcosa nel frattempo no? XD
ma non pensate chediventerà un personaggio secondario, perchè in alcuni casi il suo aiuto sarà essenziale, sia per gli altri, che per se stesso.
e all'ultimo capitolo farà qualcosa che sicuramente gli farà capire che anche se nessuno lo vede, lui...esiste.
ok, il mio spazio termina quì, fatemi sapere come vi sembra mi raccomando, i vostri commenti mi danno la forza per continuare a scriver meglio di così ;^) see ya

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo-Shino Aburame (Amore Non Corrisposto) ***


2 Amare ed essere amati è una cosa che ti rende felice e che ti ridà la gioia di vivere.
Ma a volte non sempre quando si ama si è felici.
Capita a volte che alcune storie si concludano ancor prima di cominciare.
E questo può far solo che male al cuore e all’animo.

Chi riesce a piangere sia fuori che dentro di fronte ad un amore impossibile, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

2° Capitolo-Shino Aburame (Amore Non Corrisposto)

“Ma quello è…”
Tra tutte le persone che conoscevo, non mi sarei mai aspettato di vedere lui.
E per di più alle 2 di notte.
Shino Aburame lo immaginavo come il solito ragazzo menefreghista e poco socievole.
Anche se non l’avevo mai conosciuto pienamente.
E pensare che frequentavamo la stessa classe.
È proprio vero che i tipi solitari non vengono ricordati mai da nessuno.
“Ma che ci fa qui?”
Già, la domanda che mi frullava per il cervello era proprio quella.
Perché era lì?
Con chi doveva vedersi?
Mentre lo osservavo lo vidi chiaramente rimettersi a posto la camicia bianca e stropicciarsi la folta chioma di capelli ricci.
Era la prima volta che lo vedevo senza quel ridicolo gilè con cappuccio extra-large che gli copriva quasi tutta la testa.
“Mi fa uno strano effetto vederlo così in gangheri. Che abbia una relazione segreta? Naaah è impossibile. Un tipo come lui così distaccato e asociale non può avere la…”
“Finalmente sei arrivata Mariko.”
“Ah Shino vedo che ci sei anche tu.”
“…EEEEEEEEEEH? MA CHE DAVERO?” Dissi sorpreso.
“Sono forse arrivato in ritardo?”
“Piantala di fare la vittima, e vediamo di concludere questa farsa, ho voglia di dormire.”
“Che delicatezza. Ma è una fanciulla o un coattone travestito? Però guardandola non si direbbe proprio. Cioè non mi sembrava il tipo da comportarsi in quella maniera.”
Capelli lunghi e rosso chiaro.
Occhiali a lente ovale poggiati vicino alla punta del naso.
Corpo perfetto, con le curve al posto giusto.
“Sicuramente è la classica secchiona che non fa altro che parlare delle materie di scuola. E’ normale che Shino si sia trovato una tipa così.”
“Cosa volevi dirmi di così importante?” Chiese gentilmente l’Aburame.
“Tsk, ma guarda come sei educato. Tutto questo eccesso di gentilezza mi fa venire il voltastomaco.”
“Ti chiedo scusa Mariko.”
“(Questa qui ha qualcosa che non va.)”
“Uff, senti caparezza non ho nessuna intenzione di girarci intorno, quindi lascia parlare me e tieni chiusa quella lurida fogna che ti ritrovi, sono stata chiara?”
“D’accordo.”
“MA CHE CAZZO FAI? TI METTI A FARE IL CAGNOLINO ADESSO? MA DIGLIENE QUATTRO NO? NON TI RICONOSCO SHINO.”
Era una situazione davvero assurda.
Lei continuava ad offenderlo ma lui non faceva una piega.
Che cosa gli dava la forza per resistere alla tentazione di mollargli un calcio nel clitoride?
Per una così neanche mi sarei degnato di alzarmi e di venire nel cuore della notte ad incontrarla.
“In parole povere ti mollo. Sono stati 15 giorni davvero divertenti, e credimi mi sei stato molto utile. Senza di te dovevo alzarmi per prendere le merendine al bar della scuola al pian terreno, e lo sai che le mie scarpe si rovinano se cammino troppo.”
Ecco perché ultimamente usciva a ricreazione e si dirigeva al Bar.
E io che gli avevo dato dell’ingordo quando una volta l’avevo notato con tre sacchetti di patatine sottobraccio.
Sicuramente saranno stati 15 giorni di digiuno e sacrificio, e solo per sfamare quella strega.
“Ovviamente sei d’accordo no? Lo sai benissimo che non mi sei più di nessuna utilità.”
“ECCO QUESTO E‘ IL MOMENTO GIUSTO. PRENDILA DI PETTO. FAGLI VEDERE CHE HAI LE PALLE SOTTO QUEI JEANS DELLA ARMANI. TIRALE FUORI ABURAME SHINO.”
“Accolgo la tua richiesta, ma ad una condizione.”
“BRAVO, COSI’. PRENDI IL COLTELLO DALLA PARTE DEL MANICO. DIGLIENE QUATTRO.”
“Sbaglio o ti avevo detto che non dovevi fiatare?”
“Scusami. Volevo solo sapere perché. per quale motivo mi vuoi mollare? Solo questo.”
“In pratica vuoi sapere perché ti lascio? PFFF HA HA HA HA HA HA, MA VUOI PROPRIO SAPERLO ABURAME?”
“Si.”
“Questa la odio da morire. Quanto vorrei prenderla a pugni” Dissi dandone uno sul muretto della scuola.
“E’ semplice. Sei uno sfigato.”
“!”
Mi sentii gelare il sangue nelle vene.
Anche se Shino e io non eravamo molto amici, non potevo permettere che qualcuno lo offendesse.
Non sotto il mi naso.
Non quando io non potevo intervenire per difenderli.
“E poi io non sono la tipa che rimane con un solo ragazzo. Mi chiamano ‘la passera nomade’ proprio perchè sono solita a cambiare fidanzato ogni mese, ma tu Aburame mi hai fatto cambiare idea in soli 15 giorni AH AH AH AH ci hai messo la metà del tempo per convincermi che era meglio levarti dalle palle una volta per tutte. Prima però toglimi una curiosità.”
“…”
“Perché non dici nulla? Cos’è non hai le palle per offendermi?”
“Ti amo troppo per farti una cosa simile. E se davvero non hai più bisogno di me, allora ben venga la rottura del nostro rapporto.”
“(Ma che cazzo stai dicendo?)” Pensai completamente sbigottito di fronte a così tanto autolesionismo verbale.
Non solo era stato offeso e deriso dalla persona che amava, ma aveva anche avuto il coraggio di dire che la amava ancora?
“TU MI AMI? AH AH AH AH AH. Scusa bimbo ma questa parola non c’è sul mio vocabolario. Ti sei innamorato della persona sbagliata, e sai perché? PERCHE’ SEI UNO SFIGATO AH AH AH AH AH. E ora scusami ancora, sfigato quattrocchi, ma devo andare a casa. Ho sonno e se non dormo mi vengono le rughe, e se mi vengono le rughe mi viene più difficile trovare dei ragazzi che mi facciano cantare la fica meglio di te. ADDIO MERDACCIA AH AH AH AH AH AH AH.”
Lei continuava a ridere e a darsi delle arie.
Lui continuava ad osservarla in silenzio e impassibile.
Non potevo rimanere lì fermo a guardare.
Nel mio piccolo dovevo fare qualcosa.
Corsi verso Shino affiancandolo sulla sinistra e urlai con tutta la forza che avevo in corpo.
“SEI SOLO UNA LURIDA MIGNOTTAAAAAAAAAAAAAAAAAA.”
“Mh?”
Si girò di scatto verso me e Shino e ci guardò con un’aria disorientata.
“Scusa, hai detto qualcosa?”
“No. Non ho detto nulla. Sarà stata la tua immaginazione.”
Ancora continuava a trattarla bene.
Ma perché?
Perché?
“Mah sarà stata una mia impressione.”
Detto questo si dileguò sparendo tra le luci dei lampioni, e allontanandosi sempre di più, fino a che i nostri occhi non poterono più scorgerla.
La troia se ne era andata.
“E adesso mi devi una spiegazione Shino.”
Lui continuava a rimanere immobile e a fissare un punto indefinito.
Mi misi davanti a lui con la speranza che un colpo di fortuna mi facesse notare.
“MA CHE CAVOLO TI E’ SALTATO IN TESTA EH? PERCHE’ NON HAI REAGITO?”
“…”
“PERCHE’ NON TI SEI FATTO GIUSTIZIA? PERCHE’ L’HAI LASCIATA ANDARE SENZA DIRE NULLA? E’ QUESTO QUINDI CIO’ CHE VALI ABURAME?”
“…”
Cercai di prenderlo per il colletto, ma le mie mani passavano attraverso il suo corpo e la sua camicia.
E questo mi faceva arrabbiare ancora di più.
“Possibile che quello fosse tutto il tuo orgoglio Shino? Possibile che tu non abbia un briciolo di buon senso? Possibile che non ti roda il culo sentirti dare dello sfigato con così tanta facilità? POSSIBILE CHE NON TI IMPORTI DI VENIRE FERITO COSI’? MA CE L’HAI UNA DIGNITA’ TESTA DI CA…ah?”
In quel momento non ero mai stato così felice di non essere visto ne sentito.
Da dietro gli occhiali neri si intravedeva qualcosa di luminoso, che ben presto si concretizzò in quello che temevo ma che a dire il vero non credevo si verificasse.
Shino stava piangendo.
Stava piangendo davanti a me.
E nonostante i singhiozzi sommessi, non si scomponeva per niente.
Ma perché piangeva?
Per quale motivo invece di arrabbiarsi con il mondo intero, versava lacrime amare?
Si voltò lentamente, camminando alla stessa velocità verso il muretto della scuola, e mettendosi seduto sopra di esso, continuando a piangere.
Mi faceva una grande, grandissima pena.
E io non potevo fare nulla per consolarlo.
Nulla per stargli vicino.
Mi sentivo inutile.
Passai una buona parte della notte seduto vicino a lui, a sentirlo piangere.
“(Innamorarsi delle persone a volte è davvero brutto. Quando si ama con tutto il cuore qualcuno, si cerca in tutti i modi di renderlo felice, e si fa di tutto per non offenderlo. Ma non sempre le persone di cui ci innamoriamo sono fedeli e corrette. Eppure il nostro cuore continua a dirci di comportarci bene con loro, anche se poi loro ti offendono e ti feriscono dentro. È anche vero che di fronte a questa gente che merita solo di essere pestata a sangue ci vorrebbero più di semplici offese, ma per uno come lui, per uno come Shino, che è sempre stato solo e in disparte questo non faceva alcuna differenza. Anche se si è consapevoli di ciò a cui si va incontro, gli esseri umani non possono combattere la solitudine. È questo il motivo per cui Shino non si è scomposto di fronte a quegli insulti. È una cosa…davvero triste.)”
Mi ritrovai così seduto da solo sul muretto della scuola, a pensare all’amore e ai pregi e i difetti che ne derivavano.
Solo poco dopo mi resi conto che Shino se ne era andato.
Chissà se si era calmato un po’?
Chissà se riuscirà a dimenticare tutto e a ricominciare da capo.
Fatto sta che io non gli ero stato per nulla d’aiuto.
Ero rimasto seduto vicino a lui, ma se non ci fossi stato non sarebbe cambiato nulla.
Perché non poteva vedermi.
Non poteva sentirmi.
E il motivo era uno solo.
Io…non esistevo.

Ringrazio YUMIBABYPUNK, HINATA 95 e KUROI NAMIDA per le recensioni, grazie mille ^_^.
scusate se scrivo poco ma vado di fretta, al prossimo aggiornamento ;^) see ya

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Capitolo 3
*** 3° Capitolo-Kiba Inuzuka (Il Casinista) ***


2 La solitudine è un brutto male.
Se ci becca sono guai.
È difficile uscirne.
Però si prova sempre a liberarsi di quella morsa buia, attirando l’attenzione degli altri.
Perché è sempre meglio fare il buffone ed essere considerato come tale, piuttosto che vivere normalmente e non essere considerato.

chi prova solitudine, e allo stesso tempo cerca di combatterla, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

3° Capitolo-Kiba Inuzuka (Il Casinista)

“EHILA’ SALVE BELLE DONZELLE.”
“Zzz…zzz…Eh uh? Ma chi è che...ah è vero, sono già le 8 di mattina.”
La vicenda di Shino mi viaggiava ancora in testa e non sapevo come smettere di pensarci.
Era come se mi stessi autoincolpando per un crimine che non avevo commesso.
Le cose tipiche di uno sfigato insomma.
“E a proposito di sfigati, eccone uno che arriva.”
“Ciao Kiba come va?” lo salutò una ragazza dai capelli azzurri e legati in due code.
“Benissimo Karin, va tutto a gonfie vele.” Disse ghignando e comportandosi da figo.
Questo qui era un vero e proprio casinista.
Si chiamava Kiba Inuzuka.
Non l’avevo mai conosciuto completamente in tutta onestà, ma era anche vero che lui faceva di tutto per non farsi conoscere a nessuno.
“Questi fiori sono per te.” Disse tirando fuori un mazzo di rose rosse, talmente ben colorate che sembravano…finte.
“Aaaaah non dovevi, grazie.”
“Sentine il profumo. E’ una cosa favolosa.”
“Mmmh davvero buon…AAAARGH.”
“AH AH AH AH. SORPRESAAAA.”
“AAAH, KIBA SEI UNO STRONZO.”
“SI CERTO, SONO LO STRONZO PIU’ FIGO DEL MONDO…HA HA HA HA.”
“(Come previsto. Dentro quelle rose era nascosto un tubicino collegato ad una pompetta piena d’acqua, il classico gioco dello spruzzino.)”
“CI VEDIAMO DOMANI BELLEZZE.”
Non so voi, ma in quel momento sentii il vaffanculo più intonato e sincero che potesse esistere.
Certo non pensavo di poterlo sentire dopo essere morto.
Ovviamente Kiba rimaneva sempre con quel sorriso da perfetto imbeccale stampato in faccia.
Non si scomponeva neanche se veniva picchiato da qualcuno, anche perché chi proverebbe a picchiarlo?
La sua natura solitaria infatti l’aveva spinto dentro il mondo del Karate e della Box, e a parte Rock Lee, nessuno riusciva a tenergli testa.
Ma a differenza del secondo, lui quando vedeva che non c’era partita se ne andava.
Non voleva avere civili feriti sulla coscienza, anche se erano degli stronzi di categoria elevata.
“che palle manco posso fumarmi una sigaretta, tutti gli oggetti a parte il muretto mi passano attraverso le mani.”
Mi venne in mente la sigaretta perché anche Kiba come me era un accanito fumatore.
Il suo psicologo di fiducia gli aveva consigliato di trovare un metodo per sfogarsi di fronte ai suoi problemi, che erano quelli della relazione col prossimo, e lui testò tutti i peggiori esistenti.
Dall’alcol alla droga…la lista era lunga, e il fumo era soltanto uno degli ultimi modi che aveva provato per sfogarsi, uno dei tanti.
Un po’ quel ragazzo mi faceva pena.
È brutto non essere visti da nessuno, ma è ancora più brutto risultare invisibili quando invece non lo si è.
Forse è per questo che si comporta così.
Per attirare l’attenzione.
Certo dovrebbe darsi una calmata.
Tra espulsioni di due giorni per ogni attaccamento di briga in classe, ritardi all’entrata della scuola, giustificazioni ancora da consegnare.
Se non rischiava l’anno era uno benedetto dal signore.
“Ehilà ciao Shikamaru.”
Però da quando aveva saputo della mia morte, ogni giorno veniva a fare visita al loculo vicino al muretto, per consegnare qualche fiore, e per farmi vedere le foto di qualche bella mignotta trovata su qualche sito porno di sua conoscenza.
“Che cosa mi hai portato oggi?”
la cosa più incredibile era che aprivo un dialogo con lui, anche se non mi sentiva.
Sarà come una specie di repulsione alla mia esistenza-non esistenza?
“(Non dovevo guardare tutte quelle puntate di Marzullo la sera, mi hanno rincoglionito)”
“Guarda un po’ che ti ho portato.”
Tirò fuori una foto di una ragazza davvero carina.
Ma non era la solita strappona.
“Questa ragazza si chiama Hikari. Capelli biondo-platino, occhi color acquamarina e un fisico snello con curve mozzafiato.”
“Però niente male. Sicuramente te la porterai a letto.” Dissi, ma tanto non mi sentiva.
“Questa di sicuro me la porto a letto.”
Beh, ad ogni modo conoscendo i suoi gusti e il suo vocabolario ristretto ero in grado di capire cosa stesse per dire.
“Mi raccomando non metterla incinta solo per fare il figo davanti a tutti intesi?”
“Io questa me la scoperei giorno e sera. Cazzo me ne frega se poi la riempio di sborra fino all’orlo. Tanto, male che vada, ci scappa un bambino.”
Visto? Che vi dicevo? È un pervertito.
Conosco alla perfezione il Kiba maniaco e casinista.
Certo mi sarebbe piaciuto venire a conoscenza anche della sua vita privata.
Così, per capirlo meglio.
Ma nella vita bisogna sapersi accontentare.
DRIIIIIIIIIIIIIN
“Ah la campanella. Ora vado Shika sennò il prof mi butta fuori come al solito. Domani ti porto la foto di una puttana da sbavo. Magari ti resuscita la biscia nana che ti ritrovi tra le gambe.”
“(Biscia nana? Mi stai prendendo per il culo? Adesso ti faccio vedere io.)”
Il muretto era basso e quindi si era poggiato sui talloni e si era messo in punta di piedi per rimanere in equilibrio.
Aspettai che si alzasse in piedi e che mi passasse davanti e provai a fargli lo sgambetto.
“Tanto mi passa attraverso. Ga-ran-ti-to.” Mi dissi, ma non successe così.
“WHAA.”
SBONK
Inciampò sulla mia gamba e cadde a terra sbattendo il muso e perdendo i sensi.
“Oh cazzo. Ma come avrò fatto?”
Ad ogni modo avevo un’idea per rimediare.

“Ahiaaa, che male alla testa. Ma che cavolo è successo, sono inciampato su qualcosa? Mh? E questa cos’è?”
Ebbene si.
Per farlo tornare sulla retta via avevo pensato di scrivergli un messaggio sull’asfalto.

vedi di cambiare atteggiamento
un buffone non è figo

“Che strano, eppure questo stile di scrittura mi sembra familiare.”
“INUZUKA, VUOI MUOVERTI?”
“SIGNORSI’ SIGNOR PRESIDE.” Urlò alzandosi di scatto e mettendosi nella perfetta posa del saluto militare.
“E SMETTILA DI FARE IL CRETINO, VIENI DENTRO.”
“Agli ordini.”
Sorridendo come un coglione, corse verso il preside ed entrò in classe.
“Speriamo che il messaggio l’abbia recepito.” Dissi guardando il pezzo del muretto che avevo in mano e che avevo usato per scrivere sul marciapiede.
“Per fortuna che il muretto era bianco altrimenti…”
Ad ogni modo un'altra giornata volò via.
E più passava il tempo, più mi convincevo che in realtà…
Io…non esistevo.

ECCOMI TORNATOOOOOOOO.
si oggi aggiorno a valanga.
da quanto non lo facevo ç.ç
ad ogni modo ringrazio per la recensione KUROI NAMIDA e SORELLINE XSV, grazie mille vi adoro ç_ç me commosso.
ci vediamo alla prossima ;^) see ya

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Capitolo 4
*** 4° Capitolo-Naruto Uzumaki (La Scelta Più Grande) ***


4 C’è chi pensa che la vita sia una strada completamente dritta, piena di ostacoli ma in linea retta.
E quindi la si affronta col sorriso stampato in faccia, sicuri che tutto filerà liscio.
Ma ci sono momenti in cui questa strada ti prende di sorpresa e ti tira fuori il suo lato peggiore.
Quello della scelta.

chi si trova di fronte ad un bivio dove si è costretti per forza a rinunciare a qualcosa, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

4° Capitolo-Naruto Uzumaki (La Scelta Più Grande)

“Ma tu guarda che…”
“Ih ih ih.”
Ore 8 di mattina.
Un’altra squallida mattina all’insegna dell’invisibilità.
Tipico di noi fantasmi.
Le nuvole in cielo erano minacciose.
Cariche di pioggia.
Sembrava che dovessero esplodere da un momento all’altro.
Beh non potevo di certo lamentarmi.
Sicuramente nella mia condizione, le gocce di pioggia mi passeranno attraverso.
Eppure sentivo che quella non era una giornata come tutte le altre, era…
“Una rottura di palle.” Dissi guardando il mio amico poggiato sul muretto come se fosse un cane.
Gli mancava la coda per scodinzolare allegro.
Naruto Uzumaki.
Una vera mina vagante.
La gente che lo conosceva usava solo un aggettivo per descriverlo.
“Sei una testa quadra.”
E poi il suo atteggiamento era odioso.
Come faceva a ridere sempre?
Veniva sempre in classe con quel sorriso stampato sulle labbra.
Anche se entrava in ritardo.
Anche se veniva sbattuto fuori.
Anche se prendeva un brutto voto lui rideva sempre.
“Tsk, sei proprio un tipo strano tu eh. Ie ne stai qui seduto come un cane senza far nulla ad ascoltare l’inno della Roma e altre boiate simili. E ogni volta che finisci di ascoltare l’inno…”
“FORZA ROMA SEMPRE FORZA ROMA.”
Ecco, come avevo previsto.
Si mise ad urlare attirando così l’attenzione dei passanti che lo prendevano per un’idiota vero e proprio.
E la cosa dava fastidio anche a me.
Certo nessuno mi vedeva, ma la sensazione di essere guardato lo stesso mi dava sui nervi.
“ih ih ih…”
“E smettila di ridere, sei ridicolo. Non vedi che ti stanno guardando tutti?”
ma tanto il mio era come sempre…indovinate?
Fiato sprecato.
E anche se mi avesse sentito, le mi parole sarebbero entrate da un orecchio e sarebbero uscite dall’altro.
“Sicuramente quando le parole gli entrano in testa, trovando il vuoto, vengono prese dal panico e fuggono via AH AH AH AH…ma perché rido e parlo da solo?”
mi girai di nuovo verso di lui.
Sicuramente aveva ancora quel sorriso ebete stampato sulla faccia.
Una volta che Naruto fu nel mio campo visivo, mi convinsi che non ero il tipo da fare scommesse.
Il suo sorriso era scomparso.
La sua faccia divenne cupa e triste.
Ma perché?
Mi alzai di scatto, mettendomi di fronte a lui, e mi chinai leggermente per vedere cosa avesse in mano.
Un cellulare.
E sul display c’erano le seguenti parole.

Adoro perdermi nella neve dei tuoi occhi.
Adoro il tuo atteggiamento dolce da bambina.
Mi piace tutto di te.
Mi hai conquistato dalla prima volta che ti ho visto.
E chissà se anche per te è stata la stessa cosa.
Vorrei tanto dirti ti amo, ma so già che ti spezzerei il cuore.
Scusami Hinata per non essere stato ciò che volevi.
Naruto.

Poche righe.
In quelle poche righe era rinchiusa tanta tristezza.
Allora anche uno come lui aveva i suoi momenti no.
E la cosa più interessante era che si trattava di una ragazza.
Anzi, di Hinata.
Lei era stracotta di lui, prima che lo trovò avvinghiato a Sakura.
Fu uno shock tremendo.
Evidentemente anche Naruto se ne era accorto.
Sakura non era il suo tipo.
Lui amava le ragazze dolci, che lo facevano sentire importante.
Ma la sua testardaggine ha finito col fargli inseguire una donna che non se lo cagava di pezza, troppo presa dal suo Sasuke.
E adesso vi starete chiedendo perché allora ha baciato Naruto?
Eeh, valle a capire le donne.
Quando pensi di aver capito come funzionano, scopri di essere ancora al punto di partenza.
Ma torniamo a noi.
Erano omai passate l 9, e non era ancora entrato.
Che cavolo stava aspettando?
“Shikamaru. Tu cosa avresti fatto?” Disse guardando il mazzo di fiori vicino al muretto.
Per un attimo pensavo mi vedesse.
“Mi trovo in una situazione davvero assurda, in cui rinunciare è obbligatorio. Tu sicuramente non ti sarai mai trovato in queste situazioni, però…però…”
i miei occhi si spalancarono di botto.
Stava piangendo.
In tutta la mia vita non l’avevo mai visto piangere in quel modo.
“Io amo Hinata, ma ho paura di ferire Sakura. Ho paura di rovinare il nostro rapporto. Io tengo a tutte e due, e sapere di trovarmi di fronte ad un bivio mi fa stare male…sigh…cosa devo fare? Dimmelo tu ti prego. Dimmelo tu.”
Si piegò su se stesso, chiudendosi tra i singhiozzi e le lacrime.
Mi faceva tanta, tantissima pena.
E sapere di non poterlo aiutare faceva stare male anche me.
Eppure non volevo assolutamente rimanere con le mani in mano.
Anche se sapevo che la mia voce non sarebbe giunta alle sue orecchie, cominciai a parlargli.
“SMETTILA DI FARE IL BAMBINO E SII UOMO. Una persona matura si vede nel momento del bisogno. Come pensi che reagirebbe Hinata se ti vedesse così per causa sua? Anche se le hai spezzato il cuore senza volerlo con quel bacio a Sakura, lei ti vuole ancora bene. lei ti ama Naruto. Ti ama da morire. Da quando tu e Sakura vi eravate messi insieme lei non aveva smesso di parlare di te, anzi lo faceva molto più di prima, e sai con chi si confidava? Con me. Vuoi sapere perché? Perché…perché…perché è anche un po’ rincoglionita e non sa che io d’amore non ci capisco un cazzo, e neanche ora che sono passato a miglior vita ci capisco qualcosa, ma di una cosa sono certa, segui il tuo istinto. Fa ciò che ritieni più giusto per te. Se ami davvero tanto Hinata, molla Sakura e spigale come sono andate le cose, dille la verità. Se ti conosce davvero ti capirà e sarà dalla tua parte. Se invece non capisce le tue ragioni allora non merita di avere la tua amicizia. Hai capito testa quadra? Ora alza il culo e va da lei.”
Non chiedetemi come mi siano uscite quelle parole.
Sarà stato lo sfogo.
Ad ogni modo Naruto smise di piangere, e si alzò in piedi, asciugandosi le lacrime.
Si inginocchiò di fronte al mazzo di fiori, e pregò per due minuti buoni.
Poi si alzò in piedi e si diresse di corsa in classe.

Come andò a finire?
Beh per saperlo dovetti aspettare il giorno successivo.
Un giorno come tanti.
L’ennesimo giorno in cui mi ripetevo continuamente che non esistevo.

HINATA_DINCHT: veramente la Karin del capitolo precedente non è 'Karin' la compagna di missione di Sasuke, è un'altra ragazza con il suo stesso nome.
infatti se ci fai caso ho detto che aveva i capelli azzurri legati in due code basse u.u la Karin originare ha i capelli porpora u.u.
ti sei sbagliata, adesso è toccato a Naruto, e il prossimo capitolo prova ad indovinare, o è Sakura o è Hinata XD.
sono contento che ti sia piaciuta, fammi sapere come ti sembra questo capitolo ;^) see ya

KUROI NAMIDA: sorella del fancazzismo, ecco il capitolo dedicato a Naruto, fammi sapere come ti sembra ;^) see ya

MANSU95: si infatti lui anche se non se ne accorge è utile ai personaggi del capitolo, e grazie a lui loro maturano.
comunque deve ancora arrivare la parte più bella, quella con Hanabi, ma non dico nulla. is a surprise XD
fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto ;^) see ya

SORELLINE XSV: eccolo a te u.u fammi sapere come ti sembra ;^) see ya

ALLA PROSSIMA ;^) SEE YA

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Capitolo 5
*** 5° Capitolo-Sakura Haruno (Non Chiamare Più) ***


5 C’è chi pensa che la vita sia una strada completamente dritta, piena di ostacoli ma in linea retta.
E quindi la si affronta col sorriso stampato in faccia, sicuri che tutto filerà liscio.
Ma ci sono momenti in cui questa strada ti prende di sorpresa e ti tira fuori il suo lato peggiore.
Quello della scelta.

chi si trova di fronte ad un bivio, e vuole comunque percorrere entrambe le strade senza pensare alle conseguenze, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

5° Capitolo-Sakura Haruno (Non Chiamare Più)

“Insomma hai capito no? Al nuovo centro commerciale sono cominciati i saldi…non ti sto prendendo in giro Akemi, ti dico la verità…o mamma mia, la prossima volta non ti avverto nemmeno…si ma ti ricordo che l’ultima volta mi hai rimproverato per non averti avvertito e ora che…eh?…ma non ti sto EHI SVEGLIA dicevo no io non ti sto prendendo in giro…eh? no non ce l’avevo con te, ma non cercare di cambiare discorso…”
Quell’Ehi Sveglia risuonò per tutto il giardino della scuola.
“Ma ce l’aveva con me quella?” Dissi stiracchiandomi, sbadigliando e mettendomi seduto sul muretto a fissarla continuamente.
Sakura Haruno.
Si così si chiamava.
Era una vera rompiscatole sempre fissata con lo shopping.
Era anche vero che sapeva darti consigli sui vestiti come nessun’altra.
Ma era anche vero che aveva un carattere che la rendeva insopportabile.
Faceva sempre a gara con le sue amiche per vedere chi si accaparrava il figo più figo della scuola.
Era sempre in competizione, e se si metteva in testa una cosa la portava avanti fino all’ultimo.
Però aveva un grosso difetto: detestava perdere.
Ogni volta che veniva battuta diventava ancora più intrattabile e i suoi 3 anni di karatè e autodifesa si facevano sentire proprio in quei momenti.
E la vittima designata era sempre Naruto.
Ho perso il conto di quante volte era finito all’ospedale a causa sua.
E ciononostante riuscì a mettersi con lei.
“Ah ora che ci penso…”

“Shikamaru. Tu cosa avresti fatto?” Disse guardando il mazzo di fiori vicino al muretto.
Per un attimo pensavo mi vedesse.
“Mi trovo in una situazione davvero assurda, in cui rinunciare è obbligatorio. Tu sicuramente non ti sarai mai trovato in queste situazioni, però…però…”
i miei occhi si spalancarono di botto.
Stava piangendo.
In tutta la mia vita non l’avevo mai visto piangere in quel modo.
“Io amo Hinata, ma ho paura di ferire Sakura. Ho paura di rovinare il nostro rapporto. Io tengo a tutte e due, e sapere di trovarmi di fronte ad un bivio mi fa stare male…sigh…cosa devo fare? Dimmelo tu ti prego. Dimmelo tu.”
Si piegò su se stesso, chiudendosi tra i singhiozzi e le lacrime.
Mi faceva tanta, tantissima pena.
E sapere di non poterlo aiutare faceva stare male anche me.
Eppure non volevo assolutamente rimanere con le mani in mano.
Anche se sapevo che la mia voce non sarebbe giunta alle sue orecchie, cominciai a parlargli.
“SMETTILA DI FARE IL BAMBINO E SII UOMO. Una persona matura si vede nel momento del bisogno. Come pensi che reagirebbe Hinata se ti vedesse così per causa sua? Anche se le hai spezzato il cuore senza volerlo con quel bacio a Sakura, lei ti vuole ancora bene. lei ti ama Naruto. Ti ama da morire. Da quando tu e Sakura vi eravate messi insieme lei non aveva smesso di parlare di te, anzi lo faceva molto più di prima, e sai con chi si confidava? Con me. Vuoi sapere perché? Perché…perché…perché è anche un po’ rincoglionita e non sa che io d’amore non ci capisco un cazzo, e neanche ora che sono passato a miglior vita ci capisco qualcosa, ma di una cosa sono certa, segui il tuo istinto. Fa ciò che ritieni più giusto per te. Se ami davvero tanto Hinata, molla Sakura e spigale come sono andate le cose, dille la verità. Se ti conosce davvero ti capirà e sarà dalla tua parte. Se invece non capisce le tue ragioni allora non merita di avere la tua amicizia. Hai capito testa quadra? Ora alza il culo e va da lei.”
Non chiedetemi come mi siano uscite quelle parole.
Sarà stato lo sfogo.
Ad ogni modo Naruto smise di piangere, e si alzò in piedi, asciugandosi le lacrime.
Si inginocchiò di fronte al mazzo di fiori, e pregò per due minuti buoni.
Poi si alzò in piedi e si diresse di corsa in classe.

Adesso mi ricordo.
Il giorno precedente avevo incontrato Naruto.
Era davvero disperato.
“Chissà se alla fine ha fatto la scelta giusta.”
La risposta non tardò ad arrivare.
Infatti la suoneria del cellulare di Sakura si attivò, annunciando l’arrivo di un…SMS?
“CHE IDIOTA, NON PUOI LASCIARLA VIA SMS. E’ DA VIGLIACCHI.” Dissi mettendomi le mani tra i capelli.
“Però ora che ci penso, e dopo aver conosciuto quel lato di Naruto, dubito che si sarebbe fatto veramente vivo. Per dimenticare una persona bisogna cercare di non incontrarla, perché altrimenti se non si ha una notevole forza di volontà, rischi di ricommettere lo stesso errore.”
Mi avvicinai di più alla rosa, che era rimasta immobile.
“(Ci sarà rimasta male?)”
“Ma come osa? COME OSA LASCIARMI IN QUESTO MODO QUELL’IDIOTA?”
Una reazione davvero poco femminile.
Se fossi stato in Naruto l’avrei lasciata anch’io.
Però Sakura non aveva tutti i torti.
“PRIMA MI VIENE A CERCARE E POI MI LASCIA? Ah ma adesso lo chiamo e gliene dico quattro a quello lì.”
“(Eh no, non te lo permetterò.)”
Senza esitare misi la mia mano sul telefonino come a fargli ombra, sperando potesse accadere qualcosa.
“Nessuna copertura di rete.”
“COSA?”
Ricompose il numero ma…
“Nessuna copertura di rete.”
Che fortuna, il cellulare non prendeva.
Lentamente tolsi la mano da sopra il telefonino pensando che il problema fosse risolto ma…
“Evvai finalmente c’è campo. Adesso mi sente.”
“(Cosa? Non è possibile.)”
Per la seconda volta, sempre d’istinto rimisi la mano sul telefonino di Sakura.
Qualcosa non quadrava.
E volevo a tutti i costi sapere di cosa si trattasse.
“(Se i miei calcoli sono esatti, ora che la mia mano copre il telefonino si dovrebbe sentire il messaggio che dice…)”
“Nessuna copertura di rete.”
“GRRRRR E VA BENE HAI VINTO TU, MA NON FARTI PIU’ VEDERE CAPITO UZUMAKI NARUTO? SEI UNO STRONZO.”
Dopo aver urlato ai quattro venti, la Haruno entrò in classe.
Dalla camminata si capiva benissimo che non l’aveva presa bene.
Ma io non avevo sensi di colpa.
Non potevo permettere a Naruto di ricommettere lo stesso sbaglio.
Avevo fatto la cosa giusta.
“Ad ogni modo sono di nuovo qua fuori da solo. Che mi metto a fare?”
Mi rimisi seduto sul muretto a guardare la gente che passava di fretta davanti a me senza vedermi.
E fu in quel momento che la mia testa ricominciò a funzionare.
Per quale motivo il cellulare di Sakura aveva smesso di ricevere segnale in quel lasso di tempo in cui avevo poggiato la mia mano su di esso?
E più pensavo a questa cosa davvero assurda, e più ne venivano fuori altre.
Già da quando avevo incontrato Shino erano successi fatti strani, ma non ci avevo mai fatto caso.
Quella volta con lui avevo urlato contro l’ex fidanzata dandogli della puttana e lei si era girata poco dopo.
Che mi avesse sentito?
Il giorno dopo con Kiba riuscì a fargli uno sgambetto ma in teoria doveva passare attraverso il mio piede.
Come aveva fatto ad inciampare?
E anche ieri con Naruto era successa la stessa cosa.
Gli avevo urlato contro rimproverandolo e consigliandogli di fare ciò che riteneva più giusto e poco dopo si alzò in piedi, mi ringraziò e se ne tornò in classe.
“Oggi ha eseguito alla lettera i miei consigli. Che anche lui avesse recepito anche se in parte ciò che gli avevo detto?”
Stentavo a crederci, anzi non ci credevo.
Io non potevo aver interferito con le vite dei miei compagni.
Non potevo aver aiutato loro a modificare il destino.
Non potevo essere stato io.
Perché io…io non esistevo.

BUON 2009
ed ecco a voi un nuovo appuntamento con Io Esisto.
Shikamaru ci sta piano piano arrivando.
sta cominciando a capire qualcosa.
come si evolveranno i fatti? e chi incontrerà il giorno successivo?
lo sapremo nel prossimo capitolo.
passiamo ai ringraziamenti:

KUROI NAMIDA: ovvio u.u e qui l'hai vista all'opera la baldracca spacamaroni, ma Shikamaru è riuscito a risolvere la situazione.
mi raccomando fammi sapere cosa ne pensi ;^) see ya e buon 2009

SORELLINE XSV: si infatti mi sto ancora chiedendo come mi siano venute in mente le parole che ho fatto pronunciare a Shikamaru O.O cioè più le rileggo e più mi coninco che sono perfette XD.
ad ogni modo eccoti il capitolo nuovo fammi sapere come ti sembra ;^) see ya e buon 2009

MANSU95: eccoti accontentata, come vedi Naruto ha scelto Hinata ma i due non compariranno insieme subito, dovrai aspettare u.u
ad ogni modo il bello deve ancora venire, non abbiamo neanche finito la prima parte u.u fammi sapere come ti sembra ;^) se ya e buon 2009

OK prossimo obbiettivo, Sta Passando Novembre, prima la finisco e meglio è ;^) see ya

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Capitolo 6
*** 6° Capitolo-Shiho (Il Troppo Stroppia) ***


6 Quando si dialoga con una persona, è giusto immedesimarsi in essa, per comprendere quando si deve smettere di parlare, e quando invece si può continuare tranquillamente.
Questo non permetterà che l’amicizia si rovini, e che non si compaia agli occhi degli altri in malomodo.

chi deve ancora capire questo concetto, anche se a sue spese, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

6° Capitolo-Shiho (Il Troppo Stroppia)

"Ehilà oggi abbiamo una bella cera eh? Comunque ti disturbo solo per poco, praticamente volevo soltanto parlarti del compito in classe di ieri, che è stato di una facilità apocalittica. Alla prima domanda non ho avuto molte difficoltà e nemmeno alla seconda, ma neanche alla terza, alla quarta alla quinta, alla sesta, alla settima..."
Quando dio non è dalla tua parte te ne accorgi subito.
"Ma che cavolo ho fatto per beccarmi una così?"
Shiho.
Una ragazza come tante.
Anzi per meglio dire come poche.
Perchè dubito che ci siano in giro ragazze vestite con maglione e jeans, dai capelli spettinati e con gli occhiali a fondo di bottiglia.
Certo era pur sempre una mia compagna di classe però cavolo, tra tutte le persone che conoscevo era l'unica che non volevo sentire.
"Riuscirà a chiudere la bocca? E’ da due ore che mi sta ficcando in testa vocaboli che nemmeno conosco e fatti di cui ignoro totalmente l'esistenza. Se fossi ancora corporeo l'avrei presa a calci."
Il suo modo di fare era davvero odioso.
Quando attaccava a parlare non smetteva più.
Volete sapere qual'era il suo motto?
Ripeti per ricordare.
Sarà anche un bel metodo, ma non è che bisogna farlo fino allo sfinimento.
Comunque a parte questo difetto, per il resto era una normale secchiona di scuola.
Si era classificata prima a tre olimpiadi di matematica di fila ed era stata premiata l'anno successivo come alunna modello.
Se tutti prendessero esempio da lei...
"...Finiremmo nella merda nel giro di una settimana."
Mentre la fissavo parlare ad un loculo inanimato (Il mio di loculo) notai con la coda dell'occhio una persona avvicinarsi a lei.
"Ma tu guarda chi c'è."
Se lei era l'alunna modello, quello che stava per arrivare era l'alunno modello.
Kenjiro.
Un vero e proprio nome di merda.
Anche lui occhiali a fondo di bottiglia e solito maglione color verde.
Indossava solo quello.
"(Mi chiedo se lo metta a lavare qualche volta.)"
Uno dei suoi difetti peggiori...beh...diciamo che se lo andava a cercare da solo.
Praticamente il suo difetto era questo.
Veniva sempre rifiutato.
Ma non da tutte le ragazze, ma da una persona in particolare.
Più precisamente quella ragazza era la stessa persona che ormai da due ore, trenta minuti e cinquanta secondi (Tenevo il conto mentre pregavo affinché smettesse.) Mi stava triturando gli zebedei.
Infatti Kenjiro era ormai due mesi che era innamorato di lei, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo.
E quando lo trovava...come al solito lei attaccava a parlare e si sfumava tutto.
"Poraccio non lo invidio proprio..."
Eppure quel giorno sentivo che c’era qualcosa di nuovo nell’aria.
Sentivo come un’atmosfera strana, mai percepita prima.
Notai poco dopo lo sguardo di Kenjiro.
Dimostrava determinazione e voglia di fare.
“Vuoi vedere che questa è la volta buona?”
Si avvicinò a Shiho, toccandole la spalla con una mano.
“Mh? Ah ciao Kenjiro?”
“C-Ciao Shiho…ehm…”
“(E dai idiota dille qualcosa. La prima che ti passa per la mente, vai.)”
“S-Senti ecco…v-volevo sapere se…”
“Se…?”
“Se…glom…se oggi c’erano i panini col prosciutto di Parma.”
Rimasi a bocca aperta.
“Oh cavolo. Tipico di uno come lui. Quando è agitato tende a cambiare discorso.”
“Il prosciutto? Si si quelli l’avevano messi da ieri, non li avevi notati?”
“Mi sa di…”
“Come puoi non notare qualcosa di così gustoso, eppure il tuo cervello dovrebbe reagire allo stimolo della fame e automaticamente indirizzare gli occhi verso qualcosa di appetitoso…”
“Si però…”
“Come dire, evidentemente ci devi riprendere la mano, non ho forse ragione?”
“Assolutame…”
“Benissimo, quindi vedi di guardarti intorno la prossima volta, e magari se trovi qualcosa per me fammelo sapere.”
“Come vuo…”
“No sai perché ho bisogno di ritornare alla mia vecchia dieta. Ultimamente ho messo su qualche chilo di troppo.”
“Na no sei sple…”
“Guarda qua che roba, altro che maniglie dell’amore questi sono proprio dei portoni. Mmh tu invece mi sembri in forma, pratichi qualche sport in particolare?”
“La pallanuo…”
“Sicuramente ne pratichi più di uno per avere un fisico così sottile, chissà se sotto quel maglione ci sono dei muscoli.”
“Beh si ci so…”
“Ad ogni modo io ti consiglio di fare la pallanuoto, è il mio sport preferito e in più ti aiuta ad allenare ogni parte del corpo.”
“Infatti io la prati…”
“Oppure potresti provare il tennis. Ti servirebbero un po’ di muscoli sulle gambe.”
“Ah se è per quello io l’ho fatto per due a…”
“No forse per te sarebbe meglio qualcosa di più rilassante, ecco mai pensato allo yoga?”
“Infatti oggi volevo propo…”
“Lo yoga è qualcosa di davvero unico e divino, ti rilassa in una maniera incredibile e poi è anche una forma di sfogo.”
“Veramente il pugilato sarebbe più ada…”
“Ma certo avevo dimenticato la Boxe. Che scema scusa non farci caso.”
“E di che figu…”
“Comunque potresti essere perfetto per la boxe, ovviamente bisognerà eliminare quegli occhiali inutili.”
“Ma senza non vedo nu…”
“Che poi che tipo di lenti sono? Sembrano uguali alle mie.”
“Infatti sono ugua…”
“Ah ma che idiota tu eri dall’oculista lo stesso giorno in cui c’ero anche io quindi…”
Quella era una conversazione tipo tra i due secchioni più secchioni della scuola.
Lei che parlava e non si fermava mai.
Lui che cercava di parlare ma non ci riusciva.
Una situazione davvero imbarazzante, non potevo rimanermene con le mani in mano.
Mi alzai dal muretto su cui ero seduto, mi avvicinai a Shiho, che non si era accorta della mia presenza (Ovviamente non mi può vedere nessuno.) e decisi di fare un esperimento.
“Vediamo se sono davvero in grado di interferire col destino dei miei compagni di classe, in fondo solo così riuscirei a spiegarmi gli strani fenomeni avvenuti in questi giorni. Proviamo. Vediamo se basta volere una cosa per far si che si avveri.”
Avvicinai la mano alla bocca della ragazza, ed incredibilmente la sua voce sparì.
Divenne muta.
Ovviamente se ne accorse, e stava quasi per andare nel panico quando…
“Finalmente ce l’hai fatta a stare zitta Shiho. Se non ti fossi fermata sarei stato costretti a tapparti la bocca con due dita.”
La ragazza si girò verso Kenjiro stupita dalla sua affermazione.
“Il problema è che quando parlo con te non riesco mai a dirti nulla, perché tu mi interrompi sempre. Ma mi dici come faccio a dirti che ti amo se non mi fai neanche parlare?”
Anche se aveva gli occhiali, si videro benissimo gli occhi di Shiho che si sgranarono di botto.
Non poteva credere alle sue orecchie.
Voleva da tanto dirgli quelle parole, ma non era mai riuscito a farlo a causa della sua parlantina.
In quel momento si sentì in colpa.
Aveva perso la voglia di parlare ancora, adesso voleva soltanto ascoltare ciò che Kenjiro aveva da dirle.
Capii quindi che non c’era bisogno di continuare a tenerle la mano davanti alla bocca e così la allontanai, facendole ritornare la voce.
“Come avevo intuito sono in grado di cambiare il destino dei miei amici e di tutte le persone che ho conosciuto nella mia vita terrena. Adesso che lo so di sicuro le mie giornate saranno più divertenti.”
Nel frattempo i due piccioncini quattrocchi stavano parlando.
“D-Davvero volevi dirmi questo?”
“Si, da tantissimo tempo.”
“M-Ma perché? Perché proprio io? Non sono la più bella anzi, mi classificano come la più brutta della scuola.”
“Questo perché ti ostini a non usare il pettine e a metterti quegli occhiali, per non parlare dei vestiti poi.”
“Perché cos’hanno che non va?”
“Come possono i ragazzi giudicare la tua bellezza, se copri ogni centimetro del tuo corpo con vestiti voluminosi e pesanti? E poi per colpa di quegli occhiali il viso e semi-coperto. Io so che la Shiho sotto quegli indumenti è una ragazza bellissima, lo so perché una volta ti ho vista senza occhiali, e devo ammettere che mai mi sarei aspettato di assistere a così tanto splendore. È stato un colpo di fulmine.”
“Q-Quando mi hai vista senza occhiali?”
“Durante educazione fisica. Te li eri tolti per evitare che fossero schiacciati dai palloni giusto?”
“COSA? MA E’ STATO DUE MESI FA.”
“E infatti è da due mesi che cerco di dirtelo. Mi sono innamorato di te.”
Come andò a finire? Francamente non ne ho la più pallida idea, anche perché mi ero messo a dormire.
Eh avevo sonno.
Però intuì la conclusione di quella storia la mattina successiva, quando Shiho mi venne di nuovo a fare visita al loculo sul muretto della scuola.
“Ciao Shikamaru. Sai forse è stato grazie a te se ora ho imparato la lezione. Ho capito finalmente che nella vita non bisogna solo saper comunicare, ma anche saper ascoltare. Ora che ci penso, se ieri non mi fosse sparita la voce chissà quando Kenjiro mi avrebbe confessato i suoi sentimenti. Ad ogni modo è un ragazzo davvero dolce e premuroso, con lui mi sento come una principessa. Beh, adesso devo andare. Ci vediamo.” Salutò, poggiando un mazzo di fiori vicino al muretto.
Io ovviamente ero sveglio.
Ero molto sveglio.
E credetemi quella volta non credevo ai miei occhi.
Capelli sciolti e ben pettinati.
Lucidalabbra e trucco al punto giusto.
Gli occhiali erano spariti, e al posto dei maglioni e dei jeans, ora c’era una mogliettina aderente di un colore bianco con su scritto ‘Power At The Girl’ e una minigonna verde pisello.
Ah dimenticavo gli stivaletti in pelle.
Cioè…Shiho era…
“Minchia quanto è fica. Altro che sfigato, quel Kenjiro ha avuto più occhio di me.”
“Che cosa ti guardi maniaco?”
“Che vuoi che guardo? La mia amica che sculetta ovvio no?”
“Non ti vergogni?”
All’inizio non ci feci caso, ma le parole di quella bambina suonavano un tantino sbagliate.
“Con chi starà parlando questa mocciosa petulante?” dissi mentre osservavo i suoi lineamenti.
“Ehi mocciosa a chi?”
Occhi bianchi, statura minuta, di sicuro non avrà avuto più di 12 anni.
Capelli neri e lunghi.
“Mah magari a un suo amico.” Dissi girandomi di spalle.
Cominciai a sudare freddo quando mi accorsi che dietro di me non c’era nessuno.
“Ehi tu idiota col codino è maleducazione girarsi dall’altra parte quando una persona ti parla.”
Sudavo freddo sempre di più.
Mi girai verso quella mocciosa, guardandola dritta negli occhi.
“M-Ma ce l’hai con me?”
“CERTO CHE CE L’HO CON TE IDIOTA, CON CHI SENNO’?”
Alla fine capì tutto.
Quella bambina riusciva a vedermi.
Ma come faceva?
Era impossibile.
Non poteva vedermi, io non esistevo.
“C-Come cavolo ti chiami?”
“Mi chiamo Hanabi Hyuga, ho 12 anni, e sono una Medium.”

SAAAAAAAAAAAAAALVE
DA QUANT'E' CHE NON AGGIORNO QUESTA FICTION XD
ad ogni modo è comparso un altro personaggio chiave.
Hanabi Hyuga infatti non sarà di passaggio come gli altri, ve lo garantisco XD.
ad ogni modo passiamo alle RECENSIONI:

KUROI NAMIDA: diciamo che Shika è in grado di modificare il destino dei suoi amici, poi ci penserà Hanabi a spiegare le cose in maniera dettagliata. fammi sapere come ti sembra questo capitolo ;^) see ya

MANSU95: Temarti comparirà di sicuro ma solo nella seconda parte della Fiction, quindi il suo turno ancora è lontano.
brava brava comincia a fare ipotesi, vediamo se riesci ad indovinare il finale prima che lo scriva XD ;^) see ya

HINATA_DINCHT: quando si sta con una prsona si cerca di essere felici il più possibile, quando la felicità scompare, il rapporto tra due persone divnta come una prigione ed è ovvio quindi che Naruto sia stato più sveglio a rompere il rapporto. ad ogni modo anche a me è dispiaciuto per Sakura ma vedrai che si rifarà una vita u.u te lo garantisco, succederà molto prima di quanto immagini.
fammi sapere come ti sembra ;^) see ya

SORELLINE XSV: eccoti accontentata ^_^ fammi sapere come ti sembra ;^) see ya

bene prossimo appuntamento...ehm...il prima possibile ;^) SEE YA

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Capitolo 7
*** 7° Capitolo-Hanabi Hyuga (Una Medium!?) ***


7 Esserci ma non esserci.
Un concetto a prima vista molto bizzarro, ma che se capito nella maniera giusta può suggerirti molte cose.
Questo vale per tutti…o forse no?

chi è convinto che non c’è nulla di inesistente che non possa essere visto, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

7° Capitolo-Hanabi Hyuga (Una Medium!?)

“C-Come cavolo ti chiami?”
“Mi chiamo Hanabi Hyuga, ho 12 anni, e sono una Medium.”
Non credevo alle mie orecchie.
“Mediu-cheee?”
Lei mi prese il naso e me lo strizzò.
“Ahio.”
“Medium, ovvero una persona con poteri paranormali.”
Beh poteva anche essere vero.
Riusciva a vedermi, e non solo.
Poteva anche toccarmi.
Era assurdo.
“Mi dici come fai a vedermi?”
Mi si avvicinò di nuovo, guardandomi con i suoi occhi semichiusi, per poi prendermi il colletto della maglietta e cominciando a schiaffeggiarmi.
Non si fermava, fui costretto ad allontanarla con una spinta.
“MA CHE CAZZO TI PRENDE?”
“E TU CHE DOMANDE FAI?”
“Eh?”
“Io riesco a vederti, a toccarti e anche a sentire il tuo odore e la tua voce, questo perché sono una medium.”
Questa storia stava diventando troppo assurda, ma un piccolo particolare mi fece cambiare discorso.
“M-Ma tu hai gli occhi bianchi.”
“E allora? Problemi?”
“Sei per caso una parente di Neji o Hinata?”
“Neji è mio cugino e Hinata mia sorella perché ti interessa saperlo?”
La mia mascella ormai stava usando una pala per toccare sempre di più il fondo.
E poi ancora mi chiedo come mai mi stupii così tanto di questa affermazione.
Forse perché sia Hinata che Neji erano miei compagni di classe?
Forse perché non mi avevano mai parlato di lei?
O forse semplicemente io menefreghista in tutto non gliel’ho mai chiesto?
Quando li avevo conosciuti la prima cosa a cui pensavo era guardare le nuvole.
Quindi li avevo liquidati con un sonoro ‘Piacere Shika.’
Beh, alla fine lo stupore svanì e cominciai ad abituarmi all’idea che quella bambina di appena 12 anni mi potesse vedere.
Anzi dentro di me cominciò a manifestarsi un sentimento strano.
Macchè dico strano.
Ero felice, tutto qui.
Felice che finalmente potevo parlare con qualcuno ed essere capito.
“Ehi idiota alza il tuo culo e vieni qui.”
…ok leviamo la parte dell’essere capito.
Mi alzai dal muretto ma poi mi rimisi seduto subito.
Lei lo notò e mi corse incontro ancor più incazzata di prima.
“Ehi dico a te perché non ti alzi?”
“Perché la mia catena è troppo corta, non posso spostarmi oltre.”
Socchiuse ancora di più gli occhi, portandosi dietro di me.
“Alza il sedere.”
“Eh?…C-Così?”
SBAM
Senza che me ne resi conto mi ritrovai con la faccia per terra, vicino al marciapiede, e per poco una macchina non mi colpiva.
Mi dovevo ancora abituare all’idea di essere incorporeo.
Anzi mi ero già abituato ma il mio cervello, dopo aver captato un segnale di dolore provenire dal fondoschiena, si convinse del contrario.
“BASTARDA, CHE FAI MI PRENDI A CALCI?”
“Guarda un po’ dove ti trovi.”
Mi alzai per dirgliene quattro ma mi resi conto che effettivamente ero vicino al marciapiede.
La catena si era come allungata.
“C-Che cosa? Ma io pensavo fosse…”
“Adesso avvicinati.”
La situazione era davvero assurda, ad ogni modo non avevo nulla da perdere, e così mi avvicinai di nuovo al muretto.
E lì notai quella cosa.
La catena veniva come risucchiata dal muro, e allo stesso modo veniva rilasciata.
In poche parole si poteva allungare o accorciare per accompagnare i miei movimenti.
“W-Wow.”
“Tu sei un fantasma di tipo vagabondo.” Cominciò a spiegare la ragazzina, mettendosi seduta sul muretto.
“Ovvero sei un essere ectoplasmatico che non può andare ancora in paradiso. Lo dimostra il fatto che sei legato al luogo della tua morte con una catena anch’essa di materiale ectoplasmatico e quindi intangibile per i comuni esseri umani. La catena in questione può allungarsi fino a…EHI.”
Neanche la stetti a sentire.
La prima cosa che desideravo era leggere il giornale.
Da quanto non lo facevo.
Pensavo che con quella catena così minuscola non mi sarei mai avvicinato all’edicola che era dall’altra parte della strada.
E invece era possibile.
“ARRIVO GAZZETTA DELLO SP-EEEEURGH.”
Senza che me ne accorsi fui strattonato dalla catena stessa, che mi fece cadere all’indietro.
E per fortuna che ero intangibile, perché proprio in quel momento una macchina mi passò attraverso.
“Mamma mia, ecco uno dei lati positivi di essere fantasma.”
“VIENI QUI’ IMBECILLE.”
“SEI STATA TU A STRATTONARMI?”
“TI SBAGLI, SI E’ FERMATA DA SOLA.”
“Eh? ma scusa non poteva allungarsi…” Chiesi rialzandomi in piedi.
“VIENI QUI’ HO DETTO.”

“Dicevo che la catena può allungarsi per seguire i tuoi movimenti, ma fino ad un massimo di 6 metri e 66 centimetri.”
“(Chissà perché quei tre numeri mi mettono paura.)”
“Inoltre tutti i fantasmi di tipo vagabondo dopo aver compiuto la loro ultima azione se ne tornano in paradiso, ora mi chiedo da quant’è che sei qui?”
Già, ormai non avevo neanche più la cognizione del tempo.
Mi dovetti basare sul numero di amici che avevo incontrato fin’ora.
E per fortuna che ne avevo incontrato uno al giorno.
“Allora 1…2…7 giorni.”
“SETTE?”
“S-Sono troppo pochi?” Chiesi impaurito dalla sua reazione.
“MA SONO UNA CIFRA. PERCHE’ CAZZO NON HAI COMPIUTO ANCORA LA TUA ULTIMA AZIONE?”
“PERCHE’ NON SO CHE DEVO FARE.”
Ci furono due minuti di interminabile silenzio.
“C-Come scusa?”
“Ho detto che non so cosa devo fare.”
Mi guardò con aria seria, poi tutto ad un tratto la sua faccia si deformò in un’espressione buffa tipo criceto, forse a trattenere una risata…risata che non tardò ad arrivare.
“HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA, ODDIO CHE SFIGATO HA HA HA HA HA HA HA HA HA…”
“…”
“Come non sai che cosa devi fare?”
“Veramente neanche mi aspettavo dopo la morte di ritrovarmi così.” Dissi volgendo lo sguardo da un’altra parte, offeso.
“Ih Ih Ih ascolta, di solito tutti i fantasmi che come te si sono ritrovati nella tua situazione sicuramente nella loro vita terrena hanno lasciato qualcosa in sospeso.”
“E allora?”
“Quindi anche tu nella tua vita terrena devi aver lasciato qualche questione in sospeso, qualcosa di così importante da non permetterti di andare in paradiso, o meglio non ancora.”
“Ma tu mi dici come fai a sapere tutte queste cose?”
“Te l’ho detto sono una medium.”
“Come motivo mi sembra piuttosto sciapo.”
“Nella famiglia Hyuga ogni generazione ha avuto un o una medium, mia sorella e mio cugino non lo sono, io si.”
“…”
“Sai io penso che i medium siano persone scelte da Dio per aiutare i fantasmi vagabondi, i cosiddetti Ectomadi.”
“Ectomadi?”
“Fusione di Ectoplasma e Nomadi.”
“Dimmi, te la sei inventata ora.”
“Mmh…si.”
“Va bene va mi arrendo, ascolta voglio farti un’altra domanda.”
“Spara.”
“Ad un mio amico qualche giorno fa ho fatto uno sgambetto, come è possibile ciò?”
“Ah vedo che te ne sei accorto, si diciamo che anche se in maniera debole sei in grado di interferire col destino di tutti gli esseri viventi.”
“Come mai?”
“…Dio non lascia mai nessuno a mani vuote.”
In poche parole non voleva farmi annoiare?
A volte quando spigava le cose lasciava tutto sul vago.
“E quindi?”
“Evidentemente questa tua abilità ti è indispensabile per far si che la tua ultima azione si possa compiere.”
Parlare con una persona mi faceva sentire bene, almeno questo giorno lo potevo ricordare con gioia.
Anche se dentro di me sentivo ancora di non essere soddisfatto.
Lei era una medium, per questo riusciva a vedermi.
E ciò mi rendeva triste, perché mi aveva fatto capire che solo le persone speciali potevano vedermi.
Che in realtà io non esistevo più.
“Quindi io dovrei cambiare il destino di una persona?”
“Si, esattamente.”
“E chi?”
“ECCO, QUESTO PUNTO DOVRESTI SAPERLO TE.”
“TI HO DETTO CHE NON…”
“Hanabi.”
“Ah?”
“Si può sapere con chi stai parlando?”
Una voce familiare arrivò alle mie orecchie.
Mi girai curioso di vedere chi fosse, e mi trovai di fronte a lui…

Ringrazio KUROI NAMIDA e MANSU95 per le recensioni, grazie mille ^_^
scusate se non scrivo altro ma vado molto di fretta.
alla prossima ;^) see ya

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Capitolo 8
*** 8° Capitolo-Rock Lee (Piano Per Realizzare Un Desiderio) ***


8 Arrendersi di fronte all’evidenza è sempre traumatico.
È come andare a sbattere contro un muro a 120 all’ora.
Non ti riprendi così facilmente, e una volta ristabilito, non è detto che tutto torni come prima.
È per questo che esistono le persone ostinate.

chi non si arrende mai, anche se ha già perso, e anche se lo fa per un’altra persona, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

8° Capitolo-Rock Lee (Piano Per Realizzare Un Desiderio)

“Hanabi.”
“Ah?”
“Si può sapere con chi stai parlando?”
Una voce familiare arrivò alle mie orecchie.
Mi girai curioso di vedere chi fosse, e mi trovai di fronte a lui.
“Ma quello è…”
“Lee-Senpai…”
“Allora vuoi rispondermi? Esigo una spiegazione sensata.” Chiese il ragazzo dai capelli a caschetto e dalle enormi sopracciglia.
Come potevo non conoscerlo.
Lui era l’ultima ruota del carro.
Un ragazzo che non avrebbe mai trovato una fidanzata…a mio parere.
Ma anche un ragazzo che non si era mai perdutamente innamorato di una donna.
A volte mi chiedevo se non fosse gay.
Comunque ebbe un lampo d’amore solo con una certa Tayuya che veniva a farle ripetizioni.
Una puttana in tutti i sensi.
Infatti come da copione lo illuse e poi scappò via con il primo negro che aveva usato la sua mazza per impalale anche l’intestino.
Inutile dire che ci rimase davvero di merda.
Da quel giorno però riconobbi in lui un cambiamento.
Era diventato più maturo.
Più responsabile.
Le ragazze venivano sempre a chiedergli consigli su come accalappiare i loro compagni di classe o di scuola, che incredibilmente conosceva tutti.
Dal primo all’ultimo.
Oh gli mancavano solo i codici fiscali e poteva aprire un’agenzia per l’anagrafe.
Ad ogni modo me lo ritrovai davanti con la classica maglietta verde pisello (Ripeto non è gay.) che stava a pennello con i suoi jeans neri attillati e le Foot Locker bianche.
Vederlo mi dava un non so che di nostalgico.
Chissà da quanti giorni è che non lo prendo a schiaffi.
“Hanabi, lo sai che non puoi parlare con i tuoi amici immaginari in mezzo alla strada.”
“Si lo so, ma che ci posso fare, mi stuzzicano.”
Per amico immaginario intendeva me?
Ecco.
Adesso desideravo INTENSAMENTE prenderlo a schiaffi.
“E tu evitali, non farti prendere per pazza dalla gente che ti cammina vicino, te l’ho già detto mille volte.”
“Uffaaaaaaa, ma sto giocando.”
“Non hai più 5 anni, adesso sei grande tra un anno andrai alle superiori.”
“E sai che cazzo me ne frega.”
Diretta, precisa ma anche convinta.

certo quel ‘cazzo’ poteva anche evitarlo.
“Piuttosto Sapientino, con loro due come va?”
“…”
“TAAC…lo sapevo sei ancora in alto mare dico bene?”
“Che ci posso fare se mi piace Ten Ten, odio vederla con quello lì.”
Cosachecosa?
Le mie orecchie avevano percepito una frase che il mio cervello si era rifiutato di comprendere.
Lee innamorato?
“(Porca troia, questa mi è nuova.)”
“Devi smetterla di comportarti da egoista. In questi casi hai 2 cose da fare: UNO, o ti dichiari a Ten Ten, sperando che ricambi oppure DUE, ti decidi una buona volta ad aiutare quella povera ragazza a dichiararsi.”
“E’ una lotta serrata con il mio io interiore, che a sua volta deve prendere la scelta su un bivio che rappresenta il me stesso elevato alle potenzialità minime di un comune io medesimo…”
“EEEH? MA CHE TE SCOREGGIA IL CERVELLO? DEVI DARTI UNA SVEGLIATA, SVE-GLIA-TA.”
Vederlo prendere la ramanzina da una bambina più piccola come Hanabi mi faceva morire dal ridere, ma non potevo lasciarmi andare sennò mi avrebbe scoperto.
“(…Ah già non può vedermi…IDEA.)”
Ebbi un piano.
Picchiettai sulla spalla di una Hanabi furibonda verso il suo Senpai, e alla fine si girò.
“Che vuoi?”
“Hanabi ancora?”
“E STA ZITTO, PORTA RISPETTO AI MORTI…Dicevi?”
“(E trattalo bene, è più grande di te.) Ad ogni modo ho un piano per aiutare sia lui che Ten Ten.”
“Un piano?”
“Hai mai sentito parlare di…messaggi dall’aldilà?”
“Eh? Beh si ma lui non ci crede mica.”
“Se lo guarda con i suoi occhi credimi…rimarrà stupito.”
Mi girai, dirigendomi verso il muretto della scuola, e usando le unghie ne staccai un pezzo.
Per chi non lo sapesse io non potevo toccare gli oggetti inanimati, l’unico oggetto di questo tipo che poteva essermi tangibile era il muretto.
Il posto dove ero morto.
Mi sembrava anche giusto.
“(Se ero morto sopra una tavoletta del cesso cosa facevo? Me la sbattevo in testa?Dannato Dio, quando lo incontro gliene dico quattro…poi lo sfido a Shoji però…) Di al tuo amico di dare un’occhiata per terra.”
“E?”
“E…e inventati qualcosa, improvvisa.” Specificai chinandomi a terra  preparandomi a scrivere.
“Ehm…aaaAAAH ASPETTA ASPETTA, ASPETTA…ASPETTA.”
“COSA?”
“Rock Lee sento che sta per accadere qualcosa.”
“Ma di che stai parlando?”
“Lo sento…sento che arriva…”
“MA COSA?”
“LA RISPOSTA.”
“…Cosa?”
“La risposta…”
“Cioè?”
“GUARDA PER TERRA, VICINO AI MIEI PIEDI…aaah che mal di testa, sento che sto per cadere in catalessi.” Recitò malament la ragazzina, attirando l’attenzione di Rock Lee verso il marciapiede.
E i suoi occhi si sbarrarono.
Cominciò a vedere parole formarsi magicamente come se fossero scritte da qualcuno.

Grazie al cazzo, ero io.
Comunque il piano stava procedendo alla grande, era concentrato su ciò che gli stavo comunicando.
“Fatti…trovare…alle…nove…e trenta…di…domani…ho un…messaggio…per…TEN TEN!?”
Bingo.
C’era cascato.
Lo vidi allibito salutare Hanabi e correre in tutta fretta verso l’interno della scuola, urlando a squarciagola il nome della ragazza.
“Ehm senti…”
“Che c’è?”
“Forse hai un po’ esagerato. So che conosci il Senpai e quindi sapevi del suo attaccamento alla Religione.”
“Crede in Dio ma non ai fantasmi?”
“Mmh…si.”
“(L’ho sempre detto…è uno svitato.)”
“Ad ogni modo che cosa hai intenzione di fare domani?”
“Semplice, ti ricordo che il mio cervello ha un QI superiore alla norma, e dispongo di una fantasia che neanche il creatore di Final Fantasy possiede.”
“…”
“Ho un piano per realizzare il desiderio di Ten Ten, e per farlo ho bisogno del tuo sostegno.”

E COMINCIA LA SPECIALE MISSIONE DI SHIKAMARU PR AVICINARE DUE CUORI XD
scusate per l'immenso ritardo, prometto che la prossima volta farò più il fretta possibile.
questa fiction l'ho cominciata da poco, e rispetto alla fiammiferaia è ancora lunga l'attesa per il finale.
e poi sono impgnato con TWINS, quindi capiterà che mi dimentichi di aggiornarla in tmpo.
ad ogni modo proprio la caratteristica di questa fic (Minimo 3, massimo 6 pagine per capitolo) mi permette di scrivere in maniera veloce, mettendoci solo 45 minuti se ho già in mnte tutto quanto, 1 ora e 30 se devo procedere con calma XD.
comunque Passiamo ai ringraziamenti, che saranno velocissimi.
ringrazio HINATA_DINCHT (Perdonata ^_^) e CLASARU (Errato era Lee, ma Neji ariverà prestissimo u.u)
vi invio a seguire la fiction anche al prosimo aggiornamento, perchè le cose cominceranno a farsi interessanti ;^) see ya

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Capitolo 9
*** 9° Capitolo-Ten Ten (La Speranza Fatta Persona) ***


9 Arrendersi di fronte all’evidenza è sempre traumatico.
È come andare a sbattere contro un muro a 120 all’ora.
Non ti riprendi così facilmente, e una volta ristabilito, non è detto che tutto torni come prima.
È per questo che esistono le persone ostinate.

chi sogna ad occhi aperti ed è convinto che con l’impegno si riescono a raggiungere gli obbiettivi prefissati, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

9° Capitolo-Ten Ten (La Speranza Fatta Persona)

“Dai vieni forza.”
“Ma che…e smettila di tirarmi.”
“Non posso, c’è una cosa che devi assolutamente vedere.”
“Ma di che diavolo stai parlando…e piantalaaa, mi stai stropicciando la maglietta.”
“Eccoci…siamo arrivati, Ten Ten.”
“Eh?…ma che diavolo è?”
“Era ora, finalmente ce l’ha fatta Rock Lee a portarla.”
La ragazza rimase di stucco di fronte a quello che sembrava un mini-tendone del circo, ma che in realtà era il nostro piano.
Il piano per farle avverare il suo desiderio.
In quel momento la stavo osservando da dietro il tendone.
Che nostalgia.
Ten Ten.
Si, si chiamava così.
Una ragazza con un’acconciatura simile a quella di Topolino.
Che ci crediate o meno, non l’ho mai vista con i capelli lunghi.
Perché in realtà i suoi capelli sono più lunghi di quelli di Sakura, ma li tiene sempre legati perché sotto sotto è un maschiaccio.
Prima della mia morte, era iscritta al club di Artiglieria Militare.
No non era un’organizzazione segreta del KGB travestita da club, era un club vero e proprio.
E indovinate un po’?
L’aveva fondato lei.
Quando lo venne a dire a tutti in classe, quel mattino del 12 maggio, era al settimo cielo.
Ovviamente le nostre mascelle avevano non solo toccato terra, ma erano finite al piano di sotto.
Sapevamo che aveva dei gusti strani, ma non fino a questo punto.
Le ragazze della classe che andavano sempre a trovarla, ogni tanto mi raccontavano (mentre prendevo il sole sotto un albero, come sempre, a guardare le nuvole) che aveva in casa un set d’armi pazzesco.
Sembrava la casa di James Bond la sua.
Revolver, Calibro, Magnum, Fucili a canna doppia, perfino un set di pugnali e di Katane.
Ed io che non ero un esperto d’armi rimanevo incantato da quanto erano state create con cura.
Si perché una volta sono stato a casa sua.

Beh? Non dovevo andarci?
Tornando a noi, il mio sguardo era ancora fisso sulla ragazza che però non accingeva a muoversi.
“(Ma che cavolo aspetti, la carrozza eh cenerentola?)”
“Era questo quello che volevi farmi vedere Lee?” Disse con una nota d’amarezza mista a pazienza agli sgoccioli.
“Ti piace?”
“MA MI PRENDI PER IL CULO?”
“Eddai stavo scherzando. Su entriamo, c’è una persona che vorrebbe parlare con te. Ha un messaggio da darti.”
Si girò verso l’amico che sorrideva sornione.
“(Che faccia da schiaffi che ha.)” Pensai.
“E va bene, tanto omai siamo qui.”
Entrarono insieme, e si misero seduti su delle sedie poste al centro del tendone.
E fu in quel momento che entrò in scena lei.
“Benvenuti…spiriti vaganti.”
La scassapanche (per non dire altro) Hanabi Hyuga.
Ovviamente vestita con un Kimono da sacerdotessa orientale, e una palla di vetro sul tavolo.
“(Una palla di vetro…e meno male che aveva molta fantasia.)”
“Hanabi.”
“Ciao Ten Ten.”
“Ma…Lee che significa? Se era lei potevi dirmelo prima no?”
“Se ti avessi descritto tutto nei minimi particolari non ci avresti creduto.”
“Beh grazie al cavolo, lo sai che per quanto riguarda l’oroscopo e la chiromanzia sono una scettica al 100%”
“Ed è per questo che non ti ho detto niente, vedere con i tuoi occhi è meglio che sentirselo raccontare no?”
Guardò Hanabi, poi si girò verso di me.
Eh? Me?
“E li dietro?”
“Ah quello è il mio camerino, lo uso per cambiarmi.” Disse indicando la zona buia della tenda.
“Ah…beh abboccalo non c’è nessuno.”
“Ti da fastidio?”
“Si sai? Mi da un senso strano, come se fossi osservata.”
“Ok ci penso io.” Disse la Hyuga alzandosi ed esaudendo la richiesta di Ten Ten.
Ovviamente prima mi fece uscire.
Eh non volevo mica perdermi lo spettacolo…dato che ci partecipavo anch’io.
“Allora sono di fretta? Di cosa si tratta?”
“E’ semplice. Un mio discepolo ha un messaggio per te dall’aldilà.”
“E chi sarebbe?”
“Un coglione dal codino corto.”
“Ah si? mi ricorda Shikamaru.” Disse scatenando le risate di tutti.
“(Questa me la paghi streghetta da quattro soldi.)”
“E che messaggio è?”
“E’ un messaggio sul tuo futuro. Tieni, prendi questo foglio e poggiaci sopra il dito…esattamente qui. In questo punto.”
“E a che servirebbe scusa?”
“Mh mh…Prassiiiii.” Disse sorridendo come una scema.
“…Mah.”
Ten Ten spinse il dito sulla parte del foglio indicata da Hanabi, per poi restituirlo a quest’ultima.
In realtà se Ten Ten non avesse fatto nulla sarebbe stato lo stesso, ma era già scettica di suo, almeno dei passaggi tipo questi dovevamo metterli.
“Molto bene, possiamo cominciare. Guardate attentamente il foglio.”
Il piano stava procedendo alla grande.
E adesso toccava a me.
“Vediamo che cosa posso scrivere…Hanabi intanto improvvisa con la sfera.”
“Mmmh…Sento…Sento che sta per arrivare il mio messaggero.”
Rock Lee deglutì nervosamente, Ten Ten sbuffò infastidita.
“Siiiii…sento che ci sta METTENDO TROPPO.”
“E va bene va bene, ho capito…aah vada per questo…”
Presi una penna (potevo toccarla perché era stata cosparsa con lo stesso materiale del muretto eh.) e cominciai a scrivere.
“AAH GUARDA TEN TEN GUARDA.”
“Mio dio…sta comparendo una scritta…i-impossibile.”
“OOOOHMMMM…AAAAHM…IL MESSAGGIO E’ QUASI COMPLETOOO…OOOOOHMMMM.”
“Stai esagerando.”
“OOOHMMMMFATTI I CAZZI TUOIOOOOHMMM…”
Et Violà.
L’avevo finito.
“FINEEEEEE.” Urlò a squarciagola, dandomi una botta in testa con un ventaglio di carta.
“AHIO. E questo che significa?”
“Così impari a metterci tanto.”
“Eh?” Intervenne Ten Ten che non aveva capito con chi stava parlando Hanabi.
“Ah no no niente…eh ehm…il mio discepolo ha lasciato il suo messaggio. Leggilo con attenzione.”
Lo prese tra le mani e cominciò a leggerlo curiosa.
“Domani sera succederà qualcosa di speciale. Fatti trovare alle otto e trenta sotto l’albero di ciliegio insieme…alla persona che amiiiiiiii? C-C-C-Cioè…co-co-con…con Neji?”
“Ti piace mio cugino? Non l’avrei mai detto.”
“A dire il vero lo sapeva tutta la scuola meno che lui.”
“E’ fantastico Ten Ten, domani ti metterai con Neji.” Esultò Rock Lee, felice per la sua amica.
“Sarebbe…un sogno…”
“Oooh la scetticona adesso ci crede eh?”
“A dire il vero ci ho sempre creduto.”
“Eh?”
“Non ho mai perso la speranza di camminare mano nella mano con lui, solo che aspettavo il momento adatto per…per dirglielo, ecco.”
“Adesso è Dio che te lo ordina…VA E FALLO TUO.”
“Si ma…come devo…”
“Sta tranquilla, tu devi solo comportarti come hai sempre fatto, al resto penserà il destino.”
“(Ma guardalo ora si atteggia a saggio…mi prudono le maniiiiiiiii.)”
Dopo una piccola conversazione, i due si allontanarono, e a me toccò quindi smontare tutto.
“Sei cattiva a farmi sgobbare così.”
“L’idea è stata tua no? Perciò lavora, lavora.”
“Ad ogni modo sei sicura che si può fare?”
“Certo va tranquillo. Domani andrà tutto a meraviglia.”
“…”
“La natura è dalla nostra parte.”

E FINALMENTE E L'HO FATTA XD
cavolo un mese vi ho fatto attendere.
lo so il capitolo non è un granche rispetto agli altri, ma è servito come introduzione a ciò che avverrà nel possimo.
Ten Ten ha letto il messaggio (Scritto da Shikamaru) ed è ponta a credere in Dio per conquistare Neji.
ce la farà?
ovviamente vi sfido ad indovinare chi sarà il personaggio del prossimo capitolo XP
ringrazio CLASARU e HINATA_DINCHT per aver recensito il capitolo precedente, scusate se non dico altro ma vado di fretta, vi dico solo che mi impegnerò un pò di più su qusta fic perchè voglio finirla al più presto e dedicarmi interamente a TWINS
alla prossima ;^) SEE YA

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Capitolo 10
*** 10° Capitolo-Neji Hyuga (Luna Piena E Petali Di Ciliegio) ***


10 Arrendersi di fronte all’evidenza è sempre traumatico.
È come andare a sbattere contro un muro a 120 all’ora.
Non ti riprendi così facilmente, e una volta ristabilito, non è detto che tutto torni come prima.
È per questo che esistono le persone ostinate.

chi pensa che questa frase sopra riportata, possa anche significare qualcosa di positivo, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

10° Capitolo-Neji Hyuga (Luna Piena E Petali Di Ciliegio)

Camminava a passo lento.
Come di suo solito.
I suoi capelli lunghi ondeggiavano mossi dal vento.
I suoi occhi bianchi emanavano una luce più abbagliante di quella di qualsiasi lampione.
…forse è meglio che mi fermo altrimenti mi scambiate per un frocio.
“Ten Ten ha detto di aspettarla qui…ma dov’è?”
Neji Hyuga.
Il più tenebroso della mia classe.
Si era conquistato la fama di ‘rubacuori dall’animo di pietra’, perché tutele ragazze che erano andate da lui a dichiararsi furono respinte una dopo l’altra da una serie ormai infinita di secchi No.
Eppure alla dolce Ten Ten, Neji non era riuscito a resistere.
O almeno era quello che pensavamo io e Hanabi, che guardavamo la scena da sopra il ciliegio in fiore della scuola.
Si avete capito bene, ciliegio in fiore.
In pieno autunno.
“Come hai fatto?”
“Segreto di una Medium.”
“Sarà…”
“Ah insomma, ho soltanto usato il tuo ectoplasma per farlo fiorire. Quando sei a contatto con un essere vivente esso ne viene influenzato in maniera positiva…e qualche volta negativa.” Disse facendo riferimento allo sgambetto che avevo fatto a Kiba.
“A me sembra qualcosa di surreale.”
“Tu dici? E allora guardati intorno.”
In effetti era proprio vero.
Dovunque mi guardavo c’erano petali e petali rosa.
“Tsk…che seccatura. Odio quando accadono cose senza una dannata logica.”
“Mh mh mh…ah eccoli.”
“Io non posso essere ne sentito ne visto ma tu no, quindi vedi di stare zitta e di darmi il segnale ok?”
“Ok ok.”
Detto questo ci nascondemmo tra i rami, aspettando che i due piccioncini, che nel frattempo si erano incontrati e salutati, si mettessero seduti sotto l’albero.
“Perché mi hai detto di venire qui?”
“Scusa…per l’ora…intendo.”
“Figurati…allora?”
Lo Hyuga si girò verso la ragazza, che per un attimo apparve come disorientata dal suo sguardo.
Infatti lo abbassò subito.
Poi però si fece coraggio, deglutì e cominciò a parlare.
“Vedi Neji…ecco…sicuramente ciò che ti dirò per te sarà del tutto irrilevante, però ci tengo comunque a dirtelo lo stesso.”
“…”
“Mi…mi piaci…mi piaci davvero.”
Chiuse gli occhi rialzandosi in piedi e dandosi due pacche sui pantaloni.
“Se era solo questo potevi mandarmi un SMS.”
“Una cosa così importante non può essere raccontata con un semplice SMS…Neji.”
“…”
“Perché ti comporti così? Per quale motivo fai così con tutte le ragazze che ti dichiarano il loro amo…”
“PERCHE’ E’ UNA SCIOCCHEZZA.”
“…”
“L’amore non esiste. Non è mai esistito.” Disse girandosi dall’altra parte.
“Ti fa ancora male quella ferita?”
“!”
“Non riesci a dimenticarla ancora non è vero?”
“Che colpa ne ho io…se sono innamorato di mia cugina.”
“Cosacosa? Di Hina…”
“Ssssh…fa silenzio.”
“Ma lei non mi ha mai degnato di uno sguardo. È sempre stata attratta da quel…quel…”
“Naruto.”
“Tsk, sono talmente avvelenato che non riesco a pronunciare il suo nome.”
La ragazza si alzò in piedi, abbracciandolo da dietro, e poggiando la testa contro la sua schiena.
Calda.
Accogliente.
“Ti racconto una favola…vuoi?”
“…”
“C’era una volta, in un piccolo stagno, una libellula. Con le sue lunghe e forti ali, planava sullo specchio d’acqua, divertendosi a rimirare il suo volto riflesso. Di tanto in tanto si riposava su uno stelo, e poi di nuovo a sbattere le ali per specchiarsi nell’acqua. La sua vita era una continua monotonia. Un giorno però, quando il sole nascondeva l’ombra (riferito alle ore 12, cioè quando il sole è sulle nostre teste e non permette la creazione di nessuna ombra sul suolo ndA), notò appollaiata su una spiga di grano una splendida farfalla bianca. Rimase…affascinato dalla sua bellezza, tanto che se ne innamorò perdutamente. I due piccoli insetti si conobbero a tal punto da sembrare inseparabili. La farfalla insegnò alla libellula a volare più in alto, e la libellula insegnò alla farfalla a specchiarsi nell’acqua. Quando venne il giorno in cui la libellula si decise a dichiarare il suo amore per lei, essa non c’era più. Cominciò a cercarla in lungo e in largo, ma non la trovò. Ancora oggi quella libellula vola da una parte all’altra dello stagno in cerca della sua amata farfalla. Passarono due settimane, e da allora la libellula perse la voglia di volare, di specchiarsi nell’acqua…si posò su uno stelo, a guardare il cielo…fino al giorno in cui il vento non se la portò via per sempre…la sai qual è la morale?”
“…”
“Bisogna saper guardare avanti, con gli stessi occhi e la stessa voglia di fare, perché se si rimane fissi sulla stessa pagina, si muore senza sapere il finale di quel libro.”
“E’ fatta…” Disse Hanabi
“Vai.”
“Agli ordini.”
Allungai il braccio, facendo passare attraverso la mia mano alcuni petali di ciliegio attaccati ai rami.
Questi immediatamente si staccarono e cominciarono a cadere al suolo, creando un’atmosfera magica e soprattutto romantica.
Era questo il mio piano.
Geniale eh?
I due ragazzi alzarono lo sguardo al cielo, trovandosi circondati da una miriade di coriandoli naturali rosa.
I loro occhi divennero lucidi.
Erano incantati da cotanta bellezza.
“Che bello…”
“Già, assolutamente magnifico.” Disse Neji girandosi lentamente d’istinto e fissando Ten Ten negli occhi.
Rimasero immobili come belle statuine per si e no una decina di minuti, prima di ridurre le distanze…e cominciare una nuova vita insieme.

“Soddisfatto?”
“Si…questa volta sento di aver davvero fatto qualcosa di importante.”
“Eppure la tua catena non si è sciolta. Mi sa che dovrai rimanere qui ancora per un po’.”
“Non importa.”
“Eh?”
“In fondo non è poi così male vivere in questa maniera…è sempre bello…rendersi utili agli altri, non credi?”
“ECCOME.”
Calò quindi il sipario su una giornata ricca di soddisfazioni per il sottoscritto.
E il premio non tardò ad arrivare.

Questo capitolo è dedicato ad una persona.
una persona che non dimenticherò mai.
Grazie di esistere e...addio, farfalla bianca.
...
Ringrazio HINATA_DINCHT e BABYDANY94 per le recensioni, grazie mille ^_^
Beh il prossimo capitolo sarà uno special e ci sarà nientepopodimeno che...non ve lo dico
alla prossima ;^) SEE YA

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Capitolo 11
*** Capitolo Speciale-Paolo Maldini (E Chi Se Lo Aspettava) ***


CS
Capitolo Speciale-Paolo Maldini (E Chi Se Lo Aspettava)

“Signore, siamo arrivati.”
“Grazie, ci metto solo 5 minuti.” Disse l’uomo vestito in modo elegante, forse pronto per andare ad una festa.
Scese dalla vettura e a passo lento si avvicinò al muretto della scuola, dove c’erano dei mazzi di fiori.
Li guardò con occhi tristi.
Non è mai bello far visita ad una persona defunta.
Eppure lui si sentiva in dovere di farlo.
“Ciao Shikamaru, se fossi vivo sicuramente mi chiederesti l’autografo senza darmi un attimo di respiro. Io e tutta la fossa dei leoni volevamo solo dirti grazie, perché con i tuoi cori e i tuoi urli hai reso vivace l’ambiente del Milan, anche se un po’ tendevi ad esagerare. Se non ricordo male l’ultima volta avevi pensato bene, alla partita Milan-Celtic di usare la tua fionda per lanciare dei sassi contro la vettura del capitano della squadra scozzese, McDonald…beh il consiglio che ti avrei dato era di aggiustare un po’ la mira, perché invece della sua hai preso quella di Gattuso, ma lasciamo perdere…ti ricordi il giorno in cui battemmo 2 a 0 il Liverpool, proclamandoci campioni d’Europa? Per me è stato un vero piacere sapere che eri allo stadio a vedere la partita, certo quella carica fatta contro gli inglesi a fine partita, con conseguente ricovero in ospedale potevi risparmiartelo. Come faccio a saperlo? Beh diciamo che ho delle fonti ben attendibili…ok me l’ha detto Ringhio perché da quando gli hai rotto la macchina ti dava la caccia e aveva assunto centinaia di detective per sapere dove abitavi e venirti a massacrare. Sei stato un tifoso prezioso, di quelli che capitano una volta ogni 100 anni, e per fortuna che capiti con così poca frequenza sennò addio tranquillità ad ogni partita. Sai volevo salutarti per omaggiarti di un abbonamento a vita alle partite, di qualche pugno da parte di Ringhio e anche per farti fare un colloquio di lavoro. Volevo che entrassi a far parte del nostro gruppo di Body-Guard, vedendo come alzavi le mani alla finale di champions ho pensato ‘cacchio quello non scherza’, è un vero peccato che questa lapide sia l’unica cosa che ti rimane, essere investito da un’auto…dalla MIA auto, perché al volante c’era il mio vecchio autista, che poi dopo l’incidente ho licenziato. Sono stato io a portarti all’ospedale, e prima che me ne andassi in ritiro con i miei compagni, avevo sentito dal medico che le tue condizioni erano stabili…guarda ti avevo anche preparato una sciarpa e una maglietta firmata da tutti anche dal presidente, volevo portarteli ma…forse lasciarli qui è la giusta cosa da fare.”
Concluse il suo discorso, chinandosi e poggiando maglia e sciarpa sul muretto, chiudendo gli occhi in segno di lutto.
Pregando in silenzio.
“Sai, tra un anno smetterò di giocare, quando avverrà passerò di nuovo a trovarti. Continua a tifare Milan anche in paradiso, e risposa in pace.”
Con un cenno di saluto, Paolo Maldini rientrò in macchina, facendo cenno all’autista di rimettersi in carreggiata.
Certo non si era reso minimamente conto che dietro il muretto c’era qualcuno.
Beh ovvio, mica mi poteva vedere, ero morto.
Ormai ero un fantasma incatenato ad un muro, che non sapeva come fare per raggiungere il Nirvana, o pace interiore, come dir si voglia.
Peccato che tutto questo me l’abbia raccontato Hanabi il giorno successivo.
Ed inutile dire quale sia stata la mia reazione.
“CHE COSAAAAAAAAA? ILCAPITANO DEI CAPITANI, MALDINI E’ VENUTO A TROVARE IL MIO LOCULO?”
Lei per ripararsi i timpani si era messa dei tappi extralarge in sughero puro.
“E che ti urli? Comunque si è passato giusto ieri.”
“E te come lo sai?”
“Ero appisolata dietro il muretto, come te del resto, solo che quando ho sentito il rumore di un motore mi sono svegliata. L’ho intravisto appena con la coda dell’occhio ma non c’erano dubbi, era Maldini.”
“Questo significa che quella partita contro il Celtic ho rotto i vetri di Gattuso per errore?”
“Si.”
“E che Maldini, anzi no l’autista di Maldini è il responsabile della mia morte, indi della mia situazione attuale?”
“Esatto…essere uccisi dal proprio idolo non è un bel modo per morire.” Lo derise Hanabi, trattenendo a stento le risate.
“MAPPORCAPUTTANAAAAAAAA…Incontro per la prima volta il grande pilastro rossonero, e sono intangibile.”
“Veramente eri addormentato, comunque ti ha lasciato dei regalini.”
“Regalini o.O? quali?”
“Mah nint di che, una sciarpa del Milan e una maglietta con tanto di autografi.”
A sentire quelle parole, cominciò ad uscirmi il fumo dal naso.
La presi per il collo, e la sbatacchiai come un lenzuolo da stendere.
“DOVE LI HAI MESSI DOVE LI HAI MESSI DOVE LI HAI MESSI DOVE LI HAI MESSI DOVE LI HAI MESSI DOVE LI HAI MESSI…”
“AHIO AH UH AH, PIANT…PIANTA…EMMOBBASTAAAAA.”
Con una mossa degna di una cintura mera di karate, mi fece volare qualche metro.
Ovviamente tra tanto di marciapiede e prato verde della scuola andai a sbattere contro l’unica cosa che potevo toccare.
Il muretto.
“AHIA…la testa dolore dolore dolore…”
“Tsk, ben ti sta, così impari ad agitarmi come un ventaglio. Comunque li ho portati a casa mia, presto o tardi li darò ai tuoi familiari.”
“NO.”
“M…Ma perché?”
“PERCHE’ LI VOGLIO TENERE IO.” M’impuntai sedendomi e mettendo il broncio.
Sembravo un bambino di 5 anni.
“Sembri un neonato, quanti capricci per una sciarpa e una maglietta…”
“(Quanto la odio quando riesce a capire ciò che penso…)”
“Hai forse intenzione di portarteli nell’aldilà?”
“!”
In effetti aveva ragione.
Morire significava anche rinunciare a tutti i beni terreni.
“Allora me ne resterò qui per sempre, così almeno potrò guardare i regali che mi ha fatto.”
“Eh, guardare e non toccare, sai che bello.”
“…”
“Ascolta Shikamaru devo dirti una cosa molto importante, riguarda il tuo futuro.”
“Perché uno come me può ancora averne uno.”
“Si, se mi stai ad ascoltare.”
Mi rialzai in piedi, dandomi delle pacche sui pantaloni per togliere la polvere e fili d’erba.
“Allora parla, che ti serve?”
“Guarda la tua catena.”
La presi in mano.
“Noti qualcosa di strano?”
Inarcai un sopracciglio.
Mi stava prendendo in giro?
“No, niente.”
“Sicuro? Possibile che non ti stai rendendo conto che la catena si sta arrugginendo?”
Ora che me lo faceva notare era vero.
La catena aveva assunto un color ruggine.
Stava marcendo.
“Ma com’è possibile?”
“è chiaro che il conto alla rovescia è cominciato.”
“Che?”
“Il conto alla rovescia. A giudicare dallo stato di degradazione ti restano solo 9 giorni, dopodiché…”
Deglutii in preda a sudore freddo.
Chissà perché, ma quando Hanabi era seria metteva i brividi.
Non comunicava mai niente di buono.
“Dopodiché?”
“Se entro 9 giorni non avrai raggiunto la pace eterna, la catena si spezzerà.”
“E con questo?”
“Non essendo più legato al luogo della tua morte, e senza alcuna possibilità di raggiungere il Nirvana…sprofonderai nella voragine che si aprirà all’istante sotto i tuoi piedi, finendo negli inferi.”
“CHE COSAAAA?”
In quel preciso istante sentì delle grida femminili provenire da dietro le mie spalle.
Mi voltai di scatto, ancora impressionato dalla rivelazione di Hanabi, e mi accorsi che non eravamo soli.
Le grida erano di una ragazza dai capelli lunghi, di un colore blu notte, circondata da tre bulli che la volevano violentare.
“Ma quella è…”


Ecco a voi il capitolo speciale, l'intermezzo tra la prima e la seconda parte della storia.
Hanabi ha dato un ultimatum a Shikamaru.
solo 9 giorni di tempo per raggiungere la pace interiore, altrimenti...INFERNO
ora cosa farà Shika?
e la ragazza in pericolo chi è?
lo sapremo nel prossimo capitolo, che spero di aggiornare a fine mese XD
ringrazio BABYDANI94 e MALANDRINO NINJA per le recensioni ^_^ grazie mille
bene ragazzi a presto ;^) SEE YA

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Capitolo 12
*** 11° Capitolo-Hinata Hyuga (Mai Interferire Col Destino) ***


11 Essere carine è un pregio, ma a volte può essere un difetto.
C’è sempre il rischio che qualche malintenzionato ti fermi per strada, con l’intenzione di abusare di te.
E allora puoi solo sperare che qualcuno sia li vicino e ti dia una mano.
Ma non sempre il tuo angelo custode è lì con te in questi casi.
O forse no?

chi pensa di essere arrivato ad un punto morto, senza alcuna speranza di uscirne indenni, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

11° Capitolo-Hinata Hyuga (Mai Interferire Col Destino)

“Ma quella è…”
Capelli lunghi, di un colore blu notte.
Occhi bianchi e candidi come la neve.
L’avrei riconosciuta tra mille.
Hinata Hyuga.
Una mia compagna di classe, carina al quadrato, e timida al cubo.
In classe era la prima in tutte le materie, ma in quanto a relazione col prossimo era una frana.
Non faceva altro che balbettare, nascondersi dietro il suo zaino, soprattutto quando passava suo cugino Neji.
Chissà perché gli faceva così tanta paura.
Ad ogni modo l’unica persona con cui parlava apertamente era il ragazzo di cui era follemente innamorata.
Naruto Uzumaki.
Infatti il mio secondo giorno di…come dire…esilio forzato prima del nirvana l’avevo rincontrato di nuovo e aiutato a dichiararsi alla moretta.
“Ma ora che ci penso dov’è Naruto? Hinata è stata presa di mira, possibile che quando c’è bisogno di lui non c’è ma…HANABI.”
La vidi correre come una pazza verso quei bulli.
“LASCIATE ANDARE MIA SORELLA RAZZA DI SELVAGGI.”
“Eh? E te chi sei mocciosa?” Disse quello che teneva Hinata per i capelli.
“Siete solo un branco di farabutti, approfittare della gente indifesa per puro divertimento, meritate il peggiori castigo divi…UWAAH.”
Un tizio con i capelli biondi e lunghi la prese per il collo e la scaraventò lontano, gettandola come un sacco di patate.
“HANABI…”
“Forza Sasori, spogliamola completamente.”
“Si Deidara…slurp…buon appetito a noi eh eh eh…”
“NOOO, LASCIATEMI. LASCIATEMI ANDARE.”
Hinata ormai non poteva fare altro che pregare affinché qualcuno la tirasse fuori dai guai.
Stava piangendo.
E io non potevo fare nulla.
Ero incorporeo, intangibile.
Se avessi provato a tirare loro un pugno gli sarei passato solo attraverso.
In pratica non sarebbe servito a niente.
“Dai Hidan sfilale la gonna.”
“Cazzo quanto è lunga, ma lo sai che le puttanelle come te devono andare in giro il meno vestite possibile?”
“LASCIATEMI, VI PREGO AIUTO.”
Eh no avevano superato il limite.
“Intangibile o no, io un pugno glielo do lo stesso.”
Mi alzai in piedi e corsi verso i tre malviventi, posizionandomi dietro quello coi capelli rossi che le stava per sfilare il reggiseno.
Avvicinai il dito alla sua spalla, pensando intensamente ad una sola cosa.
“(Posso toccarlo, posso toccarlo, posso toccarlo, posso toccarlo…)”
ma all’improvviso il mi corpo fu attraversato da una mano, che andò a picchiettare sulla spalla del rosso prima di me.
Costui si girò, assumendo una colorazione pallida in volto.
“M-Ma tu sei…”
“(Cosa? Può vedermi?)”
Per precauzione mi girai di spalle, e in quel momento capì che non ce l’aveva con me.
Ma con qualcuno più incazzato del sottoscritto.
“Vedo che vi state divertendo con la mia fidanzata. Posso riaverla indietro per cortesia?”
“NARUTO.”
“Ma allora sono vere le voci, beh complimenti testa dorata ti sei trovato una bella puledrona da montare. Lascia che ce la godiamo un po’ anche noi ti va?” disse Deidara con sguardo maniacale.
“NARUTO SCAPPA, SONO FORTI.”
“Ehilà Hinata. Non temere li convinco a lasciarti andare e ti vengo a prendere.”
“CI STAI PRENDENDO PER IL C…UUURGH.”
Assistetti alla più bella scazzottata della mia vita.
Vita, cioè morte.
No, vita dopo la morte, vabbè sti cazzi alla più bella scazzottata di sempre.
Per ogni pugno che Naruto dava a quei pezzi di merda, era un aumento di libidine da parte mia.
Grazie al cielo il destino era dalla mia parte.
Se non fosse intervenuto Naruto a quest’ora Hinata sarebbe stata segnata per tutta la vita.
Avevo fatto bene a lanciarmi contro di loro, ma sapevo comunque che non avrei potuto intervenire.
I casi isolati che mi erano capitati fin’ora erano solo pura fortuna.
Un fantasma non può picchiare una persona.
Un morto non può picchiare un vivo.
Su questo purtroppo non vi era alcun dubbio.
Mi ricordai poi di Hanabi, che era stesa a terra dolorante.
Mi avvicinai per sincerarmi delle sue condizioni.
“Come ti senti?”
“Mi fa male la gamba, m-ma è tutto ok, nulla di rotto.”
“Si può sapere che ti è saltato in testa? Quelli ti avrebbero ammazzato.”
“Nessuno può toccare mia sorella, nessuno neanche con un dito.”
Un’affermazione che le faceva molto onore, davvero.
Almeno lei aveva provato a fermarli, io…io invece non ero utile a nessuno.
Guardai Naruto che usava la sua giacca per coprire la fidanzata.
Lui si che era stato eroico, io invece non ero utile a nessuno.
Un fantasma non era di nessuna utilità.
Io non ero di nessuna utilità.
E questo perché io…non esisto.

DEDICATO A BABYDANY94
Eccomi ad aggiornare come sempre una volta al mese, prò ho intenzione di ridurre i tempi di attesa.
proverò ad aggiornare da agosto due volte al mese, perchè la devo finire al più presto questa fiction, così mi posso dedicare alle altre XD
comunque ringrazio BABYDANY94 per la recensione al precedente capitolo, ed essendo l'unica ad aver commentato, ti dedico il capitolo di questo mese XD.
rinnovo l'appuntamento a fine luglio, tenete d'occhio la fiction per l'ultima settimana di luglio perchè potrei aggiornare di nuovo ;^) see ya

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Capitolo 13
*** 12° Capitolo-Temari (Seppellire Il Passato) ***


12 L’amore è come un pesce.
Quando pensi di averlo preso, esso sparisce nelle profondità del mare.
Ma non tutti sanno che i pesci a volte hanno bisogno di respirare e quindi ritornano in superficie.

chi pensa che, dopo aver commesso uno sbaglio, è facile ritornare sui suoi passi, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

12° Capitolo-Temari (Seppellire Il Passato)

Hanabi non c’era.
Che fortuna.
Finalmente potevo godermi un po’ di pace e tranquillità che non avevo da un bel po’ di giorni ormai.
Ieri per fortuna era intervenuto Naruto a Salvare Hinata, altrimenti quei brutti ceffi l’avrebbero sicuramente traumatizzata per sempre.
Ero sdraiato su quel muretto a riflettere sulla mia attuale esistenza.
Anzi…sulla mia NON esistenza.
Dopo aver aiutato Ten Ten e Neji pensavo che quel pensiero fosse sparito dalla mia testa.
Invece ieri sempre più dubbi cominciarono ad occuparmi lo spazio del mio cervello, come se volessero farmi veramente convincere del fatto che io in realtà non esistevo.
D’altronde io non potevo toccare nulla, ero invisibile.
Non potevo far valere le mie ragioni, non potevo fare niente di niente.
“Ciao Shikamaru.”
Una voce mi fece aprire gli occhi.
Di fronte a me un cielo parzialmente coperto di nuvole bianche.
Il mio panorama preferito.
Però ricordai che a svegliarmi era qualcuno e mi girai alla mia destra per vedere chi fosse venuto a disturbare il mio loculo a quest’ora del mattino.
Per chi non l’avesse capito erano da poco passate le 8.
Ancora 15 minuti e sarebbe arrivata la fola di ragazzini urlanti pronti ad intraprendere l’ennesima missione…superare il giorno di scuola.
Strabuzzai gli occhi dallo stupore.
Mai mi sarei aspettato di rivederla…non dopo tutto questo tempo.
“Ti ricordi di me?”
E come potevo dimenticarti.
Temari, quella della classe accanto.
Aveva un anno più di me, e ogni tanto durante la ricreazione veniva a farmi visita e a portarmi qualche merenda perché io, pigro come sempre odiavo scendere al bar del piano di sotto per comprarmene qualcuna.
Mi rimproverava sempre, era una vera seccatura, però in fondo mi piaceva, anche se non lo davo a vedere.
Il momento in cui non la sopportavo è quando si metteva a litigare con una mia compagna di classe.
Non c’era verso di farle smettere, e alla fine a trionfare era sempre lei.
“Non puoi vedermi, non puoi sentirmi, però si mi ricordo di te…”
“Forse mentirei a me stessa se ti dicessi che stavo passando di qui per caso…vero?” Disse chinando il capo in una smorfia di tristezza.
L’unica cosa che potevo fare in quel momento era ascoltarla.
Non potevo interagire in alcun modo con le persone vive.
“La verità è che…quando sono venuta a sapere della tua morte mi si è stretto il cuore, in una morsa di dolore e di gelo mai provata prima. Ci tenevo a dirti una cosa importante ma ora che non ci sei più…sigh…a cosa servirebbe?”
si accasciò a terra, inginocchiandosi e piangendo disperata, versando lacrime su lacrime, e lasciandomi del tutto basito.
Era davvero innamorata di me? Pensai.
Io credevo che per lei fossi come un fratello minore, da rimproverare sempre e da portare sulla retta via ogni volta.
Ma mi sbagliavo.
Mi alzai in piedi, sentendo un fitto dolore al petto.
La catena che mi legava al muretto aveva cominciato ad arrugginirsi ancora, e faceva male.
Terribilmente male.
Ma non ci feci caso, anche perché in quel momento credevo che il dolore me lo stesse provocando il cuore e non la catena.
Mi avvicinai a lei, e con un gesto delicato, allungai la mia mano, con l’intento di asciugarle le lacrime.
Incredibilmente al mio tocco, il torrente della tristezza deviò il suo cammino, finendo sul mio dito, e poi su un altro.
Lei aprì gli occhi sorpresa.
Aveva sentito qualcosa, ma era talmente impercettibile da non averle fatto capire cosa fosse.
Guardò il loculo, si asciugò gli occhi, e si mise in piedi sulle proprie gambe, andandosene a passo lento.
Io rimasi li fermo a guardarla, come un bambino che guarda per la prima volta alla finestra.
Doveva sentirsi davvero male in quel momento, sapere che ormai era troppo tardi per rimediare ai propri errori doveva fare davvero male.
E fu in quel preciso momento che mi resi conto che il mio non era il più grave dei mali.
Che c’erano persone, come lei, che stavano soffrendo più di me.
Alzai lo sguardo al cielo, con occhi gonfi di dolore.
“Che palle…proprio ora doveva mettersi a piovere?”
In realtà la pioggia non scendeva dal cielo, però la sentivo calda sul mio viso, che scendeva lentamente dai miei occhi lucidi, maledicendomi mentalmente, più dei giorni precedenti.
Perché non c’era giorno peggiore di questo.
In quel momento avrei tanto voluto essere visibile.
Ma in realtà io avevo smesso da tempo di esserlo.
Quindi in quel momento io…non esistevo.

Comincia da oggi l'aggiornamento formato 7 giorni, ovvero ogni settimana aggiornerò le mie fiction in maniera alternata.
comunque in questo capitolo Shikamaru comincia a provare veramente dolore per la sua invisibilità, ma purtroppo per lui la strada che deve percorrere è ancora molto lunga.
tanti altri personaggi devono ancora passare per quella stradina.
ce la farà a non sprofondare nella disperazione più totale? e inoltre riuscirà a raggiungere il Nirvana prima che la catena si spezzi?
tutto questo nel seguito che ci sarà tra 14 giorni, o meglio doveva esserci tra 14 giorni, ma visto che sarò in vacanza si rimanderà tutto a settembre.
e adesso passiamo alle recensioni:

BABYDANY94: Ci sei di nuovo solo tu a recensire, quindi anche questo capitolo è per te ^_^ grazie mille per i tuoi commenti, fammi sapere cosa ne pensi del seguito e buone vacanze ;^) see ya

con questo è tutto, vi rimando alla prossima settimana con l'aggiornamento di TWINS ;^) SEE YA

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Capitolo 14
*** 13° Capitolo-Sai (Talento) ***


13 Tutti quando veniamo al mondo, siamo dotati di qualcosa.
Il problema è che non c’è nessuno accanto che ci dice di cosa si tratta.
Sta a noi stessi scoprirlo.

chi non riesce a capire le sue potenzialità, nonostante esse siano davanti ai suoi occhi, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

13° Capitolo-Sai (Talento)

“Che seccatura…odio la pioggia.” Dissi guardando il cielo e venendo attraversato dalle numerose gocce d’acqua che cadevano da esso.
Le nuvole totalmente grigie avevano coperto il cielo, e sembrava notte nonostante fosse mezzogiorno.
“Credevo che essere un fantasma fosse un bene e invece…EEETCIUU’…mi sono buscato un raffreddore.”
Di colpo però sentii una presenza alla mia sinistra.
Mi girai, notando un volto cupo e pallido.
In lui riconobbi il mio compagno di classe.
Sai.
Oddio, ci misi dai 3 ai 5 minuti per riconoscerlo eh però alla fine capii che era lui.
Non me lo ricordavo in quanto Sai era un tipo molto taciturno, se ne stava sempre in disparte a farsi i cazzi suoi.
Non aveva mai parlato con nessuno, l’impressione che mi dava era di un ragazzo asociale e chiuso, poi però grazie ad una mia amica si rivelò un tipo assai timido e di difficile dialogo.
Un asperger insomma.
Anche il volto pallido mi dava l’impressione che fosse un vampiro.
All’inizio l’avevo catalogato così io e…chi era l’altro? Ah si Naruto.
Non lo sopportava, mentre Sai gli rispondeva sempre con un sorriso forzato.
Si avete presente quel sorrisetto di merda da presa per il culo? Ecco quello.
“Ma che cavolo ci fai all’aperto? Ti buschi un raffreddore come il sottoscritto…EETCIUUU’”
il vizio di parlare con la consapevolezza che non ero ascoltato mica riuscivo a togliermelo eh?
ad ogni modo mi stava facendo preoccupare, non si muoveva.
Era fisso su un foglio che aveva all’interno della sua cartella di plastica trasparente.
Mi affacciai per vedere meglio e…stupore.
“F-Fichissimo.”
“Shikamaru.”
“Nh?”
“Secondo te io ho talento? Nella tua breve vita hai visto del talento dentro di me?”
“(ma che centra questo?)”
“Vedi…ho sempre l’impressione che io non abbia alcun tipo di pregio da mostrare al pubblico, alle persone che conosco…insomma sono solo una nullità, così mi sento.”
“…”
“L’unica cosa che mi tiene ancorato a questo mondo è il mio hobby…disegnare. Disegno da quando sono bambino, ma ho paura che non piacciano a nessuno.”
Per niente Sai, per niente.
Erano qualcosa di straordinario.
Ne vidi solo uno, ma immaginai gli altri addirittura migliori di quello.
“So che non puoi sentirmi, ma a volte il talento lo si ha davanti agli occhi…solo che non ci si accorge mai della sua presenza.
Tutti noi abbiamo un talento nascosto, di varie forme, di vari tipi, di vari colori…il talento ce lo abbiamo tutti. Che chi ha talento nell’incazzarsi, chi ha talento a giocare a pallone, chi ha talento a comporre musica…e c’è chi ha talento a capire le persone, a ricordare un’intera vita in maniera dettagliata, ad addestrare i cani, a capire il loro linguaggio, c’è chi ha talento a rimanere solo, a cazzeggiare o a piangere, c’è chi ha il talento sottoforma di voce, c’è chi è bravissimo a sorridere, c’è chi riesce a nuotare più veloce di un barracuda, chi riesce a scrivere poesie…e anche a disegnare…tu sei bravo a disegnare, ma non te ne rendi conto, e io voglio aiutarti. Ai tuoi occhi apparirà come un caso del destino, ma adesso ti mostrerò il MIO, di talento…LA BOTTA DI CULO.”
Mi alzai in piedi, guardando alla mia destra in attesa di un passante qualsiasi.
Ed eccolo, lo vidi arrivare correndo come un pazzo con la borsa di pelle sopra la testa per proteggersi dalla pioggia.
Istintivamente misi avanti il piede…
“Peeeeerdono.”
“UWAARGH.”
…Facendolo cadere per terra.
“!”
Sai vedendolo in difficoltà si alzò in piedi aiutandolo a rialzarsi.
“Sta bene signore?”
“Si grazie e…ma che bello.”
“Cosa?”
“Ragazzo quel disegno è suo?” disse facendo riferimento al foglio che aveva nella cartellina.
“Si l’ho fatto io…ma non è granchè.”
“FAVOLOSO, SE QUESTO NON E’ GRANCHE’ MI IMMAGINO GLI ALTRI.”
“Eh?”
“Piacere di conoscerla, mi chiamo Yamato e sono un cercatore di talenti, adesso mi occupo di cercare persone dedite al disegno e all’arte…ti andrebbe di fare un provino? Sarò io stesso a raccomandarti.”
Inutile dire che mi scappò da ridere.
In quel momento avevo davvero mostrato il mio talento.
“Non c’è che dire, la fortuna è mia amante eh eh…”
Lo guardai sorridere ed incamminarsi insieme alla persona appena incontrata verso chissà dove, lasciandomi da solo.
Ma questa stavolta soddisfatto.
“Sarà anche vero che non esisto…ma che soddisfazione ragazzi…miiitico.” Dissi guardando il cielo e notando uno spiraglio di luce.
Dopo la pioggia arriva sempre…il sereno.

E RIECCOMI A VOI DOPO UNA SETTIMANA DI STOP RITORNO AD AGGIORNARE LE MIE FICTION, sempe una volta a settimana, sempre il lunedì.
oggi tocca a IO ESISTO, Shikamaru ha avuto l'incontro con Sai ma chi sarà il personaggio del capitolo successivo? provate ad indovinare XD
intanto ringrazio chi ha commentato ovvero BABYDANI94 (son tre capitoli che aggiorni solo tu ma i tuoi colleghi se la sono data a gambe? XD)
ad ogni modo grazie per il commento, ci risentiamo tra 14 giorni, con il seguito, e se vuoi tra 7 giorni arriva il seguito di TWINS, non perdertelo ;^) SEE YA

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Capitolo 15
*** 14° Capitolo-Kankuro (La Giustizia Va Aiutata) ***


14 Ci sono persone che maltrattano gli altri solo per divertimento.
Queste persone purtroppo si comportano così perché hanno ricevuto dalla propria famiglia un insegnamento sbagliato.
E sta agli altri quindi far capire a queste persone come si vive.
Con le buone, o con le cattive.

chi vive per fare del male al prossimo, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

14° Capitolo-Kankuro (La Giustizia Va Aiutata)

“AH AH AH AH AH…”
“Kankuro ma si può sapere che ti ridi?”
Un ragazzo era accasciato a terra completamente zuppo fradicio.
“Sei tutto bagnato, che idiota AH AH AH…”
“MA MI CI HAI SPINTO TE.”
“APPUNTO AH AH AH AH AH…”
“Tsk, che idiota.”
E io guardavo la scena totalmente disgustato.
Seduto sul muretto della scuola, assistevo alle nuove prodezze del bullo dell’istituto.
Kankuro.
Era un mio ex compagno di classe, prima che lo bocciassero l’anno scorso.
Era davvero un rompi coglioni (nel vero senso della parola) dava fastidio alle ragazze e amava picchiare gli altri per poi essere picchiato a sua volta.
Insomma amava la lotta e la persecuzione.
Erano il suo pane quotidiano.
“Un pane raffermo e dal retrogusto di merda…” Mi dissi sottovoce mentre lo guardavo intento a fare l’ennesimo sgambetto ad un’altra persona, facendola cadere nella medesima pozzanghera.
Andava avanti ormai da qualche ora, possibile che nessuno gli dicesse niente?
Lo lasciavano fare, tranquillamente eh con calma nessuno voleva mettersi in fila a pestarlo di santa ragione?
Anche se era il desiderio di molti ragazzi, nessuno osava picchiarlo, era davvero molto forte.
Praticava la boxe, pesi piuma.
Era il campione provinciale.
Mettersi contro di lui significava dare delle forti testate ad un palo in cemento armato.
“Eppure ci deve essere un modo per fermarlo, per fargli capire che sta sbagliando. Insomma voglio vendicarmi.”
Ebbene si, anch’io avevo ricevuto un torto da lui.
Il giorno prima di morire, durante la pausa pranzo aveva letteralmente spiaccicato la mia merenda sotto la scarpa, andandosene e ridendo a crepapelle.
“Eccolo che inciampa…”
“AARGH.”
SPLASH
“E con questo sono 10, ora mi ha stancato.”
“AH AH AH AH…CHE IDIOTA…”
“Ehi amico ora mi hai davvero rotto le scatole.” Disse il ragazzo alzandosi in piedi e parandosi di fronte a lui.
“Cos’è vuoi fare a botte forse?”
“Certo ciccione del cazzo.”
“COME MI HAI CHIAMATO?”
stava per sferrargli un pugno ultrasuperdevastante alla faccia, quando mi misi alle sue spalle, allungando istintivamente il braccio.
“FERMO.”
Kankuro di colpo si fermò.
Sgranò gli occhi, era come pietrificato e stava andando piano piano nel panico.
“E-Ehi…n-non riesco a muovermi.”
Intanto l’altro gli aveva sferrato un pugno allo stomaco, facendolo inginocchiare sulla stessa pozzanghera che aveva visto tuffarsi molti ragazzi quella mattina a causa sua.
“Non riesci a muoverti? Eh?”
“P-Per favore aspettate, sono come paralizzato, n-non riesco ad alzare un dito.”
“(Capisco, la mia volontà e il mio rancore insieme hanno bloccato il suo corpo, e questo perché ho la mia mano che gli passa attraverso il cervello…che l’ectoplasma riesca, oltre ad interagire con esseri viventi quali pinte ed animali, anche a trasmettere le mie volontà più forti trasformandole in impulsi nervosi?)”
Intanto altri ragazzi erano venuti a pestarlo a sangue.
Il povero (ma de che) Kankuro, inerme, poteva soltanto subire.
“(Ma chissene…godiamoci lo spettacolo, mi sta appassionando.)” pensai cominciando a ridere di gusto.
Il gruppetto andò avanti per un’oretta abbondante e quando se ne andarono Kankuro si accasciò a terra privo di sensi e coperto di lividi.
“Chi la fa l’aspetti caro mio…spero tu abbia imparato la lezione.”
Si
Sicuramente l’aveva imparata.
Perché in fondo non era morto, poteva benissimo rimediare a ciò che ha fatto fin’ora.
Aveva tutto il tempo per farlo.
Io invece non avevo tempo.
Il mio tempo era già scaduto.
“Io la mia…non so neanche quale sia.”

Ringrazio BABYDANY94 per la recensione e invito lui e tutti quanti voi lettori a seguire gli ultimi 6 capitoli XD
ebbene si, la fic sta per volgere al termine
alla prossima ;^) see ya

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Capitolo 16
*** 15° Capitolo-Gaara (E' Dura Sfondare) ***


15 Realizzare i propri sogni non sempre è una cosa facile.
Bisogna avere pazienza e molto spirito di sacrificio, ma soprattutto la certezza che non sempre impegnandosi si ottiene ciò che si vuole.

chi pensa che bisogna sempre credere nei propri sogni, perché smettere di sognare è come smettere di vivere, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

15° Capitolo-Gaara (E’ Dura Sfondare)

La catena ormai era diventata logora.
Non sarebbe resistita per più di una settimana.
Eppure non sentivo dolore.
Anzi, l’unico che sentiva dolore era la persona che in questo momento si trovava seduta al mio fianco a fissare il vuoto.
Ah dimenticavo era notte fonda.
Illuminati dall’unico lampione del marciapiede, se ne stavamo immobili a non fare nulla.
Gaara.
Così si chiamava.
Era un tipo taciturno, ma che amava da morire la chitarra elettrica.
Se la portava sempre dietro.
Una volta ha fatto un concerto di assolo nella nostra classe, che divertimento…
Io stavo dormendo, quindi per me non lo era stato.
Poi vabbè contenti gli altri.
Comunque mentre cercavo di capire il perché fosse lì, cominciò a parlare con il mio loculo.
“Odio quando non possono parlare con me in maniera diretta, ma che ci posso fare, son morto.” Scoppiai a ridere
“Shikamaru Nara…so che non ti sono mai piaciuti i miei assolo di chitarra…”
“Ma va? Forse perché ogni volta che la strimpellavi dormivo?”
“…Però alla gente piacciono eccome, eppure non sono abbastanza popolare per sfondare nel mondo della musica…come posso fare?”
E lo chiedeva a me.
Come se ne capissi qualcosa.
“La mia chitarra è perfetta, il suo suono è celestiale…”
Ah dimenticavo di dire che era un fanatico del cazzo.
Adorava più la sua chitarra che il resto del mondo.
“Perché nessuno è ancora venuto a chiedermi di suonare in una grande radio.”
Quando si atteggiava a grande musicista lo odiavo da morire.
“Sono scappato di casa perché ancora nessuno mi aveva telefonato, per questo sono qui…io suono sempre, a casa suono, a scuola suono, ai parchi strimpello qualche pezzo, possibile che nessuno mi abbia sentito e abbia sparso la vo…”
Non ci vidi più.
E non dalla fame come la pubblicità della fiesta.
“TE LO DICO IO PERCHE’ IDIOTA PATENTATO, PUOI SUONARE QUANTO TI PARE, MA CERTE COSE TE LE DEVI ANDARE A PRENDERE, CERCARE…non ti affliggere perché nessuno ti recluta, perché non devono reclutarti, ma sei tu che devi andare da loro a farti testare…ci sono cose che capitano per caso, ma ci sono anche cose che devi essere tu a cercare da solo, a raggiungere da solo…questi si chiamano obbiettivi…l’altro ieri Sai era nelle tue stesse situazioni, non sapeva di essere bravo a disegnare e incappò in un critico d’arte che apprezzò i suoi disegni e gli realizzò il suo sogno più grande…quello è stato un caso del destino, ma tu che sei consapevole del tuo talento non puoi affidarti al destino…se sai di poter correre, non aspettare che qualcuno ti venga ad alzare dalla sedia su cui sei seduto…”
“…”
“Tanto lo so che non puoi sentirmi quindi fanculo, resta quanto cazzo ti pare, fa quello che cazzo ti pare, io mi metto a dormire.”
Mi adagiai sul prati vicino al muretto della scuola e mi addormentai, senza rendermi conto che nel frattempo aveva fatto un inchino, voltando le spalle e camminando verso la sua abitazione…

Il giorno dopo…
“Yaaawn…”
…accadde una sorpresa.
“Bene e adesso trasmettiamo il pezzo primo in classifica, la new hit dei Sabaku…Kageri No Fuuin…”
La radio vicino alla mia testa stava trasmettendo il brano di Gaara.
“Alla fine ce l’ha fatta.” dissi sorridente, senza accorgermi di chi avevo davanti.
Il ragazzo in controluce si mise seduto di fianco a me.
“(E che palle ma tutti da me vengono? La chiesa è a duecento metri andate a confessarvi la cazzo.)”
Appena mi alzai restai a bocca aperta.
Il suo viso era segnato dalle occhiaie.
Le sue braccia da buchi e punti rossi.
In mano una siringa con cui si era iniettato nel frattempo uno strano liquido bianco.
“Ecco dov’eri finito…dio mio come ti sei ridotto…”
cresceva in me la paura che non esistevo.
Ma il compagno che avevo di fronte stava davvero rischiando di smettere di esistere.

Scusate per il groso ritardo, ma ho una notizia da darvi.
al momento sono impegnato in ben 4 cose
1-la più importante, passare più tempo possibile con la mia fidanzata X3 la amo troppo non riesco a rimanere senza di lei neanche un minuto
2-sto raccogliendo delle idee per la seconda saga di TWINS, TWO ROSES, che annuncio comincerà sicuramente a fine novembre
3-
ovviamente porterò avanti insieme a TWO ROSES un altra nuova fiction, ovvero L'ACQUARIO 2 anche di questa sto raccogliendo dati
4-facendo riferimento ai punti 2 e 3, appunto per continuare la saga di twins e portarla avanti con un altra nuova fic che la accompagni, devo per forza FINIRE IO ESISTO, ma tranquilli, mancano solo 5 capitoli, e agiornerò una volta a settimana (lunedì)
perciò siate pazienti e mi raccomando commentate la mia fiction, è alle battute finali ;^) SEE YA

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Capitolo 17
*** 16° Capitolo-Sasuke Uchiha (Tornare Indietro) ***


176 Droga.
Fumo.
Alcool.
Ognuna di queste cose può essere utile per rovinare la vita di una persona.
Per farla cadere in un baratro sempre più profondo, dove neanche la luce del sole può arrivare.
Ma c’è un tipo di luce che può arrivare dappertutto.
Quella luce si chiama fiducia.

chi pensa che la propria vita sia uno schifo, e fa di tutto per rovinarsela, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

16° Capitolo-Sasuke Uchiha (Tornare Indietro)

Il suo viso era segnato dalle occhiaie.
Le sue braccia da buchi e punti rossi.
In mano una siringa con cui si era iniettato nel frattempo uno strano liquido bianco.
“Ecco dov’eri finito…dio mio come ti sei ridotto…”
cresceva in me la paura che non esistevo.
Ma il compagno che avevo di fronte stava davvero rischiando di smettere di esistere.
“…Sasuke…”
“Mh? Eeeehi Shikamaru, ma allora sei vivoo.”
Rimasi leggermente stupito.
Poteva vedermi? Pensai.
“Naah è impossibile, io sono morto.”
“Ma che cazzo stai dicendo, guarda che posso vederti idiota.”
“!”
Non so quante madonne feci cadere dal cielo tramite il pensiero, ma una cosa per certo sapevo…quello lì era talmente fatto da riuscire a vedermi.
“E sentiamo a cosa devo questa tua visita?”
E anche sentirmi.
“Ma niente, volevo solo confidarmi con te…sai ho deciso di suicidarmi.”
Alzai un sopracciglio un po’ contrariato.
“Se certo, e io sono il lupo che si è mangiato la nonnina nel bosco…ma per favore.”
“La mia vita è uno schifo, non c’è nulla che io possa fare per migliorarla.”
“Prima di tutto smettila di farti quella roba, e poi vedremo se la tua vita è davvero una merda come dici tu.”
“Tu non mi capisci…ho avuto un passato di merda, un presente di merda, e questa roba…”
Prese in mano una canna.
“Anche se mi darà un futuro di merda mi sta facendo divertire…ih ih ih ih…”
SCIAFF
Ne bastò solo uno per girargli la faccia e fargli cadere la canna.
Anche se ne avrei voluti dare di più.
Il mio volto esprimeva una cosa sola.
Rabbia.
“Bel divertimento…bucarsi e drogarsi sarebbe qualcosa di divertente? Eh? Rispondi.”
Sasuke con sguardo impassibile fissò la canna completamente intatta sull’asfalto.
Si chinò per raccoglierla ma prima che potesse farlo la pestai, sventrandola del tutto.
“…Sai che mi hai mandato a puttane 35 euro di fumo?”
“Sai che mi hai mandato a puttane i coglioni? Non sei nessuno per rovinarti la vita.”
“NON SONO NESSUNO? E’ LA MIA VITA E NE FACCIO QUELLO CHE VOGLIO.”
“bene allora muori…muori, muori e disperati. Disperati e allo stesso tempo guardati intorno, disperati e guardati intorno…ma cosa credi che sia..nh?…la morte, cosa credi che sia? Secondo te io sono ancora vivo? guarda qua, questa catena mi tiene legato al muretto della scuola dove persi la vita, nessuno può toccarmi, nessuno mi può parlare E’ COME SMETTERE DI ESISTERE, HAI DAVVERO INTENZIONE DI FARE LA MIA FINE? RISPONDIMI CON SINCERITA’ SASUKE UCHIHA.”
“…”
Si alzò in piedi barcollante, squadrandomi dall’alto verso il basso.
Puzzava anche d’alcool, che schifo.
Eppure in quel momento, mi disse una cosa che forse nessun ubriaco e nessun drogato avrebbe avuto fantasia di dirmi.
“Anche se morirò, risarà qualcuno che potrà ricordarmi, per questo non ho paura di scomparire dagli occhi delle persone, perché anche impegnandosi non si può scomparire dai loro cuori.”
“!”
“Sasuke.”
sopraggiunse all’improvviso una ragazza.
Era sotto il lampione e ci osservava con aria preoccupata.
“Sakura!?”
“Si può sapere che ci fai qui?”
“Dovrei dire la stessa cosa…è notte fonda.”
Eh si, avevo perso il ritmo giornaliero, ovvero dormivo di giorno per poi svegliarmi di notte.
“Vale anche per te…E poi dove sei stato fin’ora?”
“Io?…”
Nascose la siringa dietro la schiena.
“Da nessuna par…”
“Buttala.”
Si ritrovò a doverla guardare a vicino.
Sakura aveva fatto uno scatto in avanti portandosi di fronte a Sasuke.
“Non capisco di costa tu stia…”
“Ho detto…buttala, ora, immediatamente.”
Spaventato dal tono minaccioso della ragazza buttò la siringa nel cassonetto lì accanto, per poi essere preso sottobraccio…
“Ora vieni a casa mia e ti faccio una cura disintossicante.”
“A Base di cosa…”
“A base di amore…”
Si bloccò voltandosi.
“…Mi sei mancato.”
“…”
Lo riprese sottobraccio sparendo insieme a lui dietro l’angolo.
“Tsk visto? Il futuro è ciò che può non fare uscire ne testa ne croce in un lancio della moneta…è imprevedibile…”
Proprio come la catena che mi teneva legato al muretto della scuola, che senza preavviso si ruppe, dissolvendosi come sabbia trasportata dal vento.
“Oh merda, vedo che è arrivata l’ora…”

“Ascoltami Shika, se la catena si spezzerà ancor prima che tu abbia portato a termine il tuo compito nel mondo terreno, avrai un residuo di permanenza di 24 ore, dopodiché sopraggiungerà l’inferno…”

“Domani, non sarà una giornata come tutte le altre.”
Sarebbe stata l’ultima…per me.
Per una persona…che non esiste.

Bene Bene si sta avvicinando il finale di questa fiction.
la catena si è spezzata, e ora shika ha solo 24 ore per portare a termine il suo compito.
riuscirà nel suo intento?
non perdete gli ultimi 4 capitoli
e ora passiamo ai commenti.
ringrazio HANIL e BABYDANY94 per i loro commenti, per ringraziarvi ho deciso di svelare i due prossimi personaggi
nel 17° capitolo troveremo MATSURI
nel 18° CHOJI AKIMICHI
gli ultimi due...beh spiacente ma lo scoprirete da soli XP
spero di riaggiornare settimana prossima, ma faccio prima a rimandare tra 14 giorni, tanto la nuova fiction che devo scrivere (L'ACQUARIO 2) e la seconda saga di TWINS forse le comincio a fine novembre o chissà magari per inaugurare il 2010 XD nn so devo decide.
con questo vi rimando alla prossima ;^) SEE YA

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Capitolo 18
*** 17° Capitolo-Matsuri (Ci Vuole Coraggio) ***


17 Il coraggio non è altro che una smisurata fiducia in se stessi, che ti spinge a fare cose al limite dell’impossibile.
È questo il vero potere dell’uomo.

chi crede nel coraggio, e non ha paura di cosa può succedere, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

17° Capitolo-Matsuri (Ci Vuole Coraggio)

“Sei sicura di voler provare?”
“Quello lì è il chitarrista dei Sabaku, mica un tizio qualsiasi.”
“Appunto, è un figo della madonna credi forse che uno come lui non abbia già la fidanzata?”

Ci vuole coraggio…

“No anche perché sono stati fondati da poco e sono una band emergente.”

Perché credere in qualcosa fa sempre bene.
Piccola o grande che sia.
Ci permette di andare avanti.

“Ma andiamo Matsuri, anche se è un tuo compagno di classe, e ti odio solo per questo, dubito fortemente che la sua scelta possa ricadere su di te.”
“Mamori, Suzuna, possibile che non vi fidate di me?”
“Beh…in te crediamo, nei miracoli proprio…no.”
“Già in effetti è vero Mamori, anche perché c’è quel piccoletto…Sena…ti piace eh? Peccato che per lui sei la sua sorellina.”
“E-E piantala, n-non mi piace Sena.”
“Preferisci Hiruma?”
Venetta pulsante di rabbia sulla fronte.
“Suzuna giuro che la prossima volta ti spillo quella bocca per bene.”
“Vabbè lasciamoli stare e torniamo a noi…Matsuri, sei sicura di quello che fai?”

Ci vuole coraggio…

“Assolutamente si.”

Perché avere paura non serve a nulla.
Fuggire, scappare, indietreggiare.
Questi verbi riempiono il vocabolario, e ci svuotano l’orgoglio.

“Mh?”
“Che c’è Suzuna? Perché ti sei girata?”
“C’E’ GAARA, L’HO VISTO ECCOLO LAGG…MPHPH…”
“Fare la Cheerleader non ti autorizza ad urlare ogni volta razza di scema…comunque Matsuri, noi ti aspettiamo qui…vai e conquistalo.”
“S-Si…farò del mio meglio.”

Avanza.
Avanza chi chiede un po’ di coraggio.
Lo ottiene, ma come sempre non basta.
Eppure con questa paura avanza.
Avanza senza paura, ma con la paura di aver paura di una paura che infonde coraggio a chi chiede coraggio per non avere paura.

“(Devo stare calma, in fondo più di un no non mi può dire…oddio come sono agitata…gli piaceranno i biscotti al cioccolato che gli ho fatto? Ah ora che ci penso, il cioccolato si regala a san valentino, ma siamo quasi a fine anno…o santo dio farò una figuraccia immane…no però devo comunque fare questa figura o me la porterò avanti per il resto della vita, forza Tsu-Tsurì ce la puoi fare…certo un soprannome più bello potevano anche darmelo le mie amiche eh.)”
“FORZA TSU-TSURI’.”
“DACCI DENTRO MA-TSII.”

Ci vuole coraggio…

“Dici che ce la farà?”
“Come ce l’hai fatta tu a diventare Cheerleader senza culo e tette ce la farà anche lei.”
“Ti ricordo che nella squadra c’è mio fratello.”
“Indi per cui la tua è una semplice assunzione per parentela?”
“Sempre meglio della tua, fare la Manager significa anche intrattenere i giocatori per caso? Beh direi che la materia prima non ti manca.”
“CHE HAI DETTO NANETTA?”
“LA VERITA’, CULONA.”

Sentirsi incoraggiare infonde coraggio.
Fa sparire la paura, la fa evaporare.

“Eh Ehm…”
Voltandosi di scatto, Gaara rimase stupito dalla presenza della ragazza, che mai prima d’ora si era avvicinata a lui.
“Matsuri? Che vuoi?”
“(Che tipo freddo…come al solito.) Ehm, ho saputo che la tua band sta andando forte, m-mi fa piacere davvero.”
“Ah…se vuoi ti posso prenotare dei posti per il concerto di domani.
Ne ho tre liberi in prima fila vicino alla passerella, così mi guardi mentre faccio il mio assolo preferito nella cover dei Pink Floid…per te va bene?”
“WHAAA SAREBBE FANTASTICO…ehm cioè volevo dire, mi piacerebbe molto, dove lo tenete?”
“Qui a scuola…vogliamo fargli un po’ di pubblicità gratis, questi stanno a pezzi.”
“(Veramente sei uno studente tu stesso te lo ricordo…)”
“Volevi solo questo? Se hai finito puoi anche andare, ora ho da…”
“AH NO ASPETTA.”
Il rosso si voltò, guardandola tremare dall’imbarazzo, ma con il coraggio negli occhi.
“Q-Questi sono dei cioccolatini…l-li ho fatti io…spero ti piacciano.”
Li prese e se li mise in tasca.
“Nh…Grazie ti farò sapere a ricreazione.”

Ci vuole coraggio.

Ad ammettere che in fondo anche il coraggio ci fa paura.

“Beh, ho sempre adorato questo scrittore, tant’è che mi sono imparato i suoi versi a memoria…anche se non sono poesie, mi piace molto l’uso delle parole e il loro assemblaggio perfetto, che sa trasformare un fatto evidente in qualcosa di sbalorditivo…e ciò che mi sbalordisce è come anche il suono della voce prodotta da un essere intangibile ed ectoplasmatico come me possa raggiungere l’animo delle persone vive, infondendo loro sicurezza.”
In effetti era così.
Ero riuscito ad aiutare la mia amica, Matsuri, usando uno dei miei versi preferiti.
“Devo ammettere che ci sai fare, Shikamaru.”
“Ma va? Arrivato a questo punto non posso non impegnarmi, devo assolutamente aiutare ‘quella persona’ e anche se non so chi sia non importa aiuterò chiunque mi sia stato vicino…non ho più molto tempo. la catena si è spezzata e ho solo 24 ore prima di finire all’inferno…hai capito mocciosetta? Poi mi dovrai spiegare dove sei stata in questi giorni.”
“Mi sono stancato di ripetertelo, mi chiamo…”
“EHILA HANABI.”
Una voce, mille ricordi…un fiume di lacrime.

dedico questo capitolo al mio gattino, di appena 5 mesi, l'abbiamo visto crescere, lo abbiamo accudito cresciuto era una peste ma lo adoravo...questa mattina una mano dal cielo ti ha preso e portato via in tempo, prima che un auto ti facesse provare dolore...la casa ora è vuota senza di te...ciao Mimmo, mi manchi piccola peste...infondimi dall'alto il coraggio di cui ora ho bisogno per superare i miei ostacoli.
Ringrazio con tutto il cuore HANIL e BABYDANY94 per i commenti, dedico anche a voi questo capitolo.
non perdete ovviamente il prossimo, perchè con il prosimo ci stiamo avviando verso la fine, ormai ne mancano solo 3.
a presto ragazzi ;^) see ya

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Capitolo 19
*** 18° Capitolo-Choji Akimichi (Come Ai Vecchi Tempi) ***


18 La cosa più bella nella vita di una persona è il passato.
È sempre bello rivisitare i momenti felici trascorsi con i propri amici tempo fa, perché ci da un senso di felicità e di nostalgia, nonché una voglia incredibile di ritornare a quei momenti.

chi non si dimentica mai di te, nemmeno dopo la tua morte, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

18° Capitolo-Choji Akimichi (Come Ai Vecchi Tempi)

“EHILA’ HANABI.”
“!”
Rimasi pietrificato dallo stupore.
Vestito come sempre con i suoi jeans attillati e la sua maglietta nera che rendeva bella mostra della sua abnorme pancia.
Capelli lunghi e di un color nocciola, guance paffute ornate da girelle di un colore rosso fragola.
“CIAO CHOJI.”
“Che ci fai da queste parti?” Chiese…il mio migliore amico.
L’unica persona che avevo voglia di abbracciare perché più di tutte mi era mancata.
Volevo ma non potevo farlo, gli sarei soltanto passato attraverso, quindi decisi di mettermi seduto sul muretto della scuola a contenere le lacrime che non sapevo più se avevano un sapore di gioia o di malinconia.
“Ehm…sono venuta a trovare Shikamaru.”
“Ah è vero…quella volta ha avuto l’incidente in quel punto.”
Mi indicò e per un attimo pensai si stesse rivolgendo a me.
A volte la pazzia e il desidero che si compia qualcosa ti fanno pensare cose al di fuori della realtà.
Stavo impazzendo.
“Sai, mi sembra ieri quando mi diceva ‘che seccatura mangi sempre le stesse patatine, non so dirti se hai i gusti limitati o la fantasia limitata’.”
mi imitò in una maniera buffa e totalmente sballata che mi venne da ridere, rotolandomi per terra nel prato al di là del muretto.
Eh si, Choji era sempre Choji.
Non era cambiato.
Anche la mia morte non l’aveva scalfito.
Che a uno sconosciuto gli verrebbe da pensare ‘ma ci ha mai tenuto a quel povero cristiano morto sotto un auto?’.
“(Che poi il povero cristiano sarei io…)”
“Beh sicuramente starà ancora contando le nuvole da lassù, o semplicemente ci sta passeggiando sopra saltellando a mo di Heidi sulle Alpi.”
Mi correggo: la sua fantasia era limitata e pure contorta, che schifo.
“(Manco se mi sottopongono ad una cura a base di LSD farò una cosa simile.)”
“Certo come no, uno come lui che non ha neanche la forza mentale di respirare.
“(Infatti è una seccatura, ma tu Hanabi non puoi capire.)”
“Vabbeh, io vado, ti lascio in sua compagnia, ci vediamo CIAO CIAOOO.”
“AH AH AH, magari fosse presente, ti avrebbe preso a calci.”
“Per lui è seccante anche alzare il mignolo del piede.”
“(E dicono che la verità fa male…e c’hanno ragione cazzo.)”
Mi rialzo mettendomi seduto sul muretto, accorgendomi solo pochi minuti dopo che al mio fianco c’era quel simpaticone di Choji.
“E così…te ne sei andato eh?”
“…”
“La casa dove vivo è vuota senza di te…mi manca il tuo russare…”
“Tu russi il doppio di me.”
“I tuoi seccatura…sai qui stiamo tutti bene, e non vediamo l’ora di dimostrarti che siamo riusciti a tornare alla vita normale di tutti i giorni, che per noi adesso tu rappresenti un bel ricordo, invece che un lutto. Ultimamente sto dimagrendo, si devo ammettere che sto perdendo qualche chilo. Ti ho sempre detto che mi sarei messo a dieta…un po’ mi dispiace averla cominciata dopo che tu ci hai lasciato per sempre, ma in compenso mi sono iscritto alle attività di Football Americano della scuola, faccio il Lineman, vedessi quanti ne butto giù di avversari, la mia squadra è alle finali, e domani affronteremo gli avversari del sud per l’Italy Bowl e…”
Cominciò a raccontarmi tutto ciò che aveva fatto da quando ero morto.
E così seppi che si era trovato una fidanzata, che l’aveva messa incinta per sbaglio, che ha abortito, e che poi per festeggiare l’aborto è andato a mignatte e ne ha messa incinta un’altra che altri non era che la sexy donna delle pulizie del condominio dove abita.
Anche se la sua vita è piena di cose al limite del legale e del normale era comunque una vita ben vissuta, e ancora tutta da vivere.
Certo poteva anche evitare di farsi tatuare sul ventre la frase ‘attenti che morde’ con freccia rivolta verso il basso inclusa.
Io invece…avevo smesso di esistere per un tragico caso del destino.
E la cosa più traumatica è che a mettermi sotto è stato il capitano della mia…anzi, nostra squadra del cuore, il Milan.
Ma tutte queste preoccupazioni, a sentire la sua voce, a guardare i suoi occhi, a vederlo nella sua completa interezza (abbondante è dir poco), poco a poco si affievolirono, lasciando spazio ad una sensazione di benessere.
La stessa che provavo quando stavo tutto il giorno insieme a lui e ne combinavo di tutti i colori.
“Eh si, bei ricordi eh…so che non puoi sentirmi ma ci tengo a dirti che…sigh…sei stato un amico formidabile…non ti dimentiche…”
“Ah finalmente ei arrivata…e così la rimpatriata è bella che servita”
“Piantala Choji, non sono dell’umore giusto per essere felice, e dovresti anche sapere il perché.”
arrivo camminando lentamente una bella ragazza vestita in maniera elegante, calze scure, minigonna nera aderente, giacca nera con sotto camicia bianca e una cravatta.
“Fu fiu, tu guarda che segretaria da urlo.”
“Se non fosse per un piccolo ed evidente dettaglio sarei anche più sexy.”
La riconobbi dalla sua lunga chioma color biondo platino e dai suoi occhi azzurro mare.
Quegli occhi li conoscevo anch’io.
Mi ero immerso tante di quelle volte in quel cielo da perdermi definitivamente.
“Non c’è niente di più bello e sexy di una donna incinta…sei uno schianto, se solo Shikamaru potesse vederti…”
Sbagliato Choji, sbagliato.
Io la stavo già guardando, e in quel momento capii perché era riuscita a rubarmi il cuore…quel giorno, sotto la pioggia, in quella cabina del telefono vecchia di vent’anni, dove il rumore delle gocce che cadevano sui vetri venivano coperti dagli ansimi di piacere di due ragazzi che desideravano solo una cosa…loro due e nient’altro.
Non potrei mai scordarmi di lei.
“Ciao Shikamaru…se mi trovi cambiata è perché sono in dolce attesa, anche per causa tua sappilo…”
“I…Ino…”

AGGIORNAMENTO LAMPO
eccoci quì alla vecchia rimpatriata.
ci sono tutti, Shikamaru (morto), Choji e anche l'ultimo personaggio prima dell'epilogo, INO YAMANAKA.
Nara sembra essersi dimenticato, avendo incontrato l'amico, del compito che deve portare a termine, nel prossimo capitolo ci riuscirà? scoprirà finalmente qual'è la persona che deve aiutare afinchè possa raggiungere il Nirvana e non l'Inferno?
tutto questo e altro ancora nello special di 17 pagine di IO ESISTO, che posterò esattamente il giorno del mio onomastico (salvo impegni) ovvero il 30 novembre.
con questo capitolo viene battuto il record di numero di capitoli, detenuto fin'ora da un altro dei miei capolavori, STA PASSANDO NOVEMBRE (18) infatti questo capitolo di IO ESISTO (considerando il capitolo speciale con protagonista PAOLO MALDINI a metà fiction) è il 19esimo, record che comunque dal 2010 sarà battuto perchè a breve ricomincerò l'aggiornamento di TWINS, la seconda saga è composta da altri 12 capitoli, quindi sarà la più lunga che abbia mai scritto.
vabbè torniamo a noi sennò vi addormentate davanti al PC e non commentate XD
tra 5 giorni assisterete all'ultimo atto delle avventure di Shikamaru in versione fantasma.
e ora si parte coi ringraziamenti, perciò do un caloroso abbraccio e anche un grandissimo GRAZIEEEEEEEEE
a:

BABYDANY94: eccomi quà XD sono stato veloce? spero che questo capitolo ti piaccia, anche perchè l'ultima parte è ricca di...sorprese. a presto ;^) see ya

HANIL: la tua gatta è morta a 21 anni O.O? cavolo io pensavo potessero arrivare a 15 ma addirittua vent'anni, beh almeno ha vissuto senza rimpianti ^_^
eh si quando si perde un animale a cui si è affezzionati si soffre da morire, l'importante è superare il momento o preparasi quando poi accadrà ^_^ ti faccio un in bocca al lupo e salutami il micio.
io sicuramente mi farò un cane, un cagnolino di piccola taglia, un terrier, uno di quelli piccoli dal pelo lungo, mia sorella li adora XD
comunque tornando al capitolo, la tua predizione è QUASI esatta, non dovrà vedersela con se stesso, ma con qualcosa che lo rappresenterà in futuro.
il resto lo lascio alla tua immaginazione XD
grazie ancora per il commento, mi raccomando continua a seguirmi, non te ne pentirai ;^) see ya

CON QUESTO E' TUTTO, ALLA PROSSIMA ;^) YA-HAAAAH
P.S: VIVA EYESHIELD 21...le mie prossime fiction saranno su di lui *-*

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Capitolo 20
*** 19° Capitolo-Ino Yamanaka (Io Esisto) ***


19 Ci sono persone che non ti saresti mai aspettato di rivedere.
Persone che un tempo non avevano molto da dirti.
Ma che ora hanno tante cose da darti, e alcune di queste neanche ti erano passate per la testa.

chi non finisce mai di sorprendere, anche se depresso, ha la certezza assoluta…

…di esistere.

19° Capitolo-Ino Yamanaka (Io Esisto)

“Ciao Shikamaru…se mi trovi cambiata è perché sono in dolce attesa, anche per causa tua sappilo…”
“I…Ino…”
Non potevo credere ai miei occhi.
Di fronte a me c’era l’ultima persona che davvero, in tutta la mia vita mi sarei aspettato di vedere.
E per di più in dolce…attesa?
“Sono passati ormai 7 mesi da quel giorno…ricordo tutto…come se fosse ieri”

“Shikamaru aspetta.”
“Aspetta un corno, non vedi che il treno sta per partire?”
Pioveva a dirotto, e dovevamo prendere i mezzi per raggiungere il centro della città dove, secondo ciò che ci avevano detto i nostri amici, c’era una grande fiera con tante attrazioni e divertimento.
Visto che la scuola era quasi al termine, decidemmo di andare a svagarci.
Una specie di anteprima delle vacanze estive insomma.
“Si ma se corro finisco dentro una pozzanghera e mi si bagnano le scarpe nuove.”
“E che palle…dannata seccatura.”
Mi presi in braccio sostenendomi con le tue braccia e ricominciando a correre a più non posso verso la stazione.
Sulle tue braccia, accoccolata vicino al tuo petto mi sentivo protetta, e volevo che quell’istante non finisse mai, che fosse eterno.
“Accidenti…è partito proprio ora.”
“Ah…che…peccato.”
Non avevo alcuna voglia di scendere, stavo così bene, ma tutto ciò che ha un inizio prima o poi finisce.
Ci riparammo all’interno della stazione in attesa del treno successivo, che sarebbe arrivato tra:
“Un ora e quarantasei minuti…mi sa che quando arriveremo in centro la festa sarà bella che finita, e tutto per colpa tua.”
“COSA? COLPA MIA? E PERCHE’?”
“Non vedo che cosa ci trovi di bello in quelle scarpe orribili, se ti si bagnano o sporcano almeno fai vedere che le usi.”
“Parli così perché non conosci noi donne, non sai come siamo fatte, e noi ci teniamo a ciò che compriamo.”
“Così tanto da usarlo come soprammobile?”
“Prego?”
“hai 8 paia di scarpe differenti, che variano dalle primaverili alle invernali e ce le hai tutte parcheggiate in doppia fila sotto il termosifone del bagno.”
“E TU COME FAI A SAPERE CHE SONO LI!?” Saltai in piedi spaventata.
“Dalla finestra proviene una puzza di nuovo che non ti dico…”
“E TU COME FAI A SAPERE CHE DALLA FINESTRA VIENE FUORI ODORE DI CHIUSO!?”
“Tornando a casa ti ho spiata mentre…ti facevi la doccia.”
“…Ti ammazzo.”
Lo dissi con una dolcezza e calma tali, che ti saresti aspettato di tutto tranne ciò che successe.
Ti riempii con una scarica di pugni e calci che neanche tua madre ti avrebbe riconosciuto, per la prima volta mi sfogai dopo aver fatto a pugni con te.
“Ecco sei contenta? Ora devo essere costretto ad andare con un occhio nero alla festa, cosa racconto agli altri?”
“Che sei stato picchiato dalla stessa ragazza che hai spiato senza senso di colpa dalla finestra del suo bagno.”
“Ma così finisco per essere deriso.”
“La verità fa male.” Aprii la borsa e tirai fuori un pacchetto di mikado.
“A proposito di verità quanti chili sei ingrassata mangiando quegli affari?”
Scattai, bloccandomi di colpo e cominciando a sudare freddo.
“Ehm…du-due…chili?”
“Errore, quattro e mezzo.”
Cominciasti a pizzicarmi i fianchi facendomi saltare di nuovo in piedi.
“MA DOVE TOCCHI, MAIALE?”
“Semplice, quei rotoli di ciccia si chiamano fianchi, f-i-a-n-c-h-i.”
SBAM
“@_@”
“Questo invece si chiama pugno, p-u-g-n-o.”
“Sei cattiva.”
“E tu porco.”
“Ma almeno mi diverto.”
“Mi diverto anch’io cosa credi?”
“A picchiarmi? Ti diverti?”
“A-Ah…non puoi capire quanto relax e soddisfazione mi da prenderti a schiaffi.”
“Non puoi sapere quanto relax e soddisfazione mi da palparti il culo e le tette.”
”PORCO.”
“Lo accetto come un complimento.”
“Infatti per te è anche sprecato chiamarti porco, sei peggio di un porco…tsk.”
Rimanemmo così, in silenzio, senza dire una parola, per ben un’ora.
Io facevo l’offesa con il volto imbronciato e la testa girata dall’altra parte, e tu il vago massaggiandoti l’occhio e imprecando sottovoce, alternando ogni parolaccia ad un:
“Che seccatura…”
“La finisci di dire sempre la stessa cosa? Mi fai venire il nervoso.”
“Oh scusami miss ‘non mi arrabbio sennò mi vengono le rughe’.”
“Non c’è di che mister ‘se provi a fare un nuovo commento sulla mia pelle ti ritrovi senza palle’.” Conclusi sorridendoti in una maniera alquanto inquietante, che ti fece subito pentire di aver offeso la mia giovane e candida pelle.
“Mi chiedo per quale motivo finiamo per litigare noi due?”
“Cosa?”
“In fondo ci conosciamo da quando eravamo piccoli, possibile che non riusciamo a trovare una via di mezzo?”
“E’ normale discutere se si hanno pensieri differenti, e comunque se ti senti pentito puoi anche dirmelo invece di girarci intorno, questo tuo atteggiamento mi fa incazzare ancora di più.”
“Infatti non sono pentito.”
“Non sei pentito di avermi offeso?”
“No, non sono pentito di averti detto una battuta idiota, dovresti essere tu pentita di essertela presa per una battuta tanto idiota.”
“Almeno si capisce chi l’ha detta, proprio come la battuta, sei un perfetto idiota.”
“Ehi, frena con le parole.”
Me lo dissi in una maniera tanto rabbiosa che di colpo mi passò la voglia di scherzarci sopra.
Mi rannicchiai sul posto dove ero seduta, cominciando a singhiozzare.
“Eh? O cielo Ino, ma ti sembra un motivo valido per piangere?”
Non risposi accentuando i singhiozzi e pronunciando parole senza senso.
“EEH? CHE DICI? O cavolo…”
ti sei avvicinato a me, cominciando ad accarezzarmi la schiena e a chiedere scusa via via sempre più in maniera supplichevole per farmi smettere finchè…
“BLEEEH.”
“…”
“Ti ho fregato…” Scoppiai a ridere finendo col rotolarmi per terra, mentre tu facevi le più buffe facce possibili per contenere la rabbia.
“Questa non te la perdono.”
“YEEE, INO 1 SHIKA 0.”
“Ma la partita non è ancora finita.”
“Perché stiamo giocando?”
“Ci capisco sempre meno.”
“Te l’ho detto sei un idiota.”
A quel punto ti sei alzato, e ti sei messo di fronte a me.
Il tuo sguardo mi faceva paura non potevo fare a meno di abbassare il mio e voltarmi.
“S-Shika…che ti prende?”
“Niente, ti sto solo fissando.”
Feci un passo indietro, ma tu mi venni incontro, riportandoti a pochi centimetri da me.
“Shikamaru, se è uno scherzo giuro non è divertente.” Indietreggiai di nuovo, ma tu avanzasti ancora.
Alla fine mi ritrovai contro il muro senza più vie di uscita, cominciai a sudare freddo perché il tuo sguardo si faceva sempre più duro, sempre più violento…sembrava che mi stesi mangiando con gli occhi.
Mi sentivo denudata dai tuoi occhi, ma allo stesso tempo affascinata.
Occhi normali come tanti, ma avevano quel qualcosa di speciale perché quegli occhi…erano per me.
Erano puntati su di me, e anche se cercavo di non darlo a vedere mi sentivo felice.
“non riuscii più a scucire una sola parola, boccheggiai per riprendere fiato, ma questo non fece che aumentare anche il tuo di respiro, e ciò non prometteva nulla di buono.
I centimetri andavano piano piano diminuendo e più ti avvicinavi più io perdevo il controllo della mia mente, finche non raggiunsi il limite.
“Sei troppo lento.” Sussurrai, prima di fondarmi contro le tue labbra e letteralmente fonderle con le mie, in un valzer di carne e di lingua.
D’istinto ti abbracciai, e anche tu feci lo stesso, diventando sempre più intraprendente.
Ti staccasti dalle mie labbra per poi cominciare a mordermi il collo, inondandomi di brividi e sensazioni di piacere mai provate prima.
Fu in quel momento che arrivò il treno.
Ora dobbiamo staccarci, pensai.
Ma ciò non avvenne.
Ne tu ti staccasti da me, ne io ti dissi di farlo.
Il rumore delle porte che si richiusero però mi fece tornare un attimo alla realtà.
“S-Shika…i-il treno.”
“Chissene, ne arriverà un altro tra un’ora e un quarto.”
“N-No, se lo perdiamo, faremo…”
Il mio momento di autocontrollo finì proprio prima di riuscire a concludere la frase.
Il treno ripartì lasciandoci ancora una volta a piedi.
Ci guardavamo completamente persi in quell’attimo di piacere che ci aveva pervaso a tal punto da farci perdere l’ultimo treno utile per arrivare in tempo alla festa in centro città.
Non riuscivo a parlare normalmente, riuscivo solo a sussurrare.
“…tardi.”
E anche tu non riuscivi a fare altro.
“Eh?”
“E’…andato.”
“Cosa?”
“I-Il…treno.”
“Ah…e…allora?”
“Allora…n-niente.”
“Già…niente…”
“…Baciami.”
“Era ora che me lo chiedessi.”
Ricominciammo quel piacevole valzer chiamato bacio, per poi cominciare a toccarci, senza badare che ci fosse qualcuno nella stazione.
Anche se c’era una persona per noi non faceva differenza.
In quel momento esistevamo solo io e te e nessun’altro.
Dopo mezz’ora ti staccasti da, prendendomi dolcemente la mano.
“Vieni con me…”
“Dove mi porti?”
“In un posto.”
La pioggia aveva finito di scendere, ma a noi poco importava.
A me poco importava.
Mi feci trascinare da te, fino a quello spiazzo di prato nascosto dove non c’era nessuno.
Dove nessuno poteva ne vedere ne sentire…il nascere del nostro amore.

“Qualche giorno dopo sparii dalla circolazione, e tu pensasti subito che ero scappata via con un altro ragazzo, ma in realtà non volevo farmi vedere da te…non volevo che tu lo scoprissi.”
“(Hai cercato in tutti i modi di evitarmi solo per…Ino…)”
In quel momento mi resi conto di quanto fossi stato stupido a giudicarla male.
Quella volta infatti mi precipitai sotto casa ad urlarle sotto la finestra del bagno tutto l’odio che provavo per lei e di quanto mi avesse fatto soffrire quel gesto…quel gesto che non era mai stato fatto.
Scommetto che eri lì, nella tua stanza, a piangere di fronte all’indicatore di maternità fisso sul segno positivo.
Senza sapere cosa fare.
“La tua morte mi fece davvero male, molto male…capii di avere sbagliato ad allontanarmi da te per paura di essere abbandonata, non ti ho dato la fiducia che meritavi e ora…sigh…ora che non ci sei più mi pento di non essere stata il più possibile con te.”
Cominciai a piangere maledicendo quel dannato giorno in cui il mio idolo mi investii togliendomi la vita.
Maledii i giorni passati a maledirla.
Maledii me stesso per non esserle stato abbastanza vicino.
Entrambi avevamo bisogno più che mai l’uno dell’altro.
Soprattutto lei, lei si che aveva davvero bisogno di qualcuno che la aiutasse a crescere il bambino.
“Tu guarda…se non morivo diventavo padre…sigh…dio è ingiusto…ingiusto.”
“Su dai Ino non piangere, te l’ho detto mi prenderò io stesso cura della bambina e di te, la mia casa è molto grande, è perfetta per voi due, e poi sono sicuro che anche Shikamaru sarebbe contento di saperti al sicuro a casa mia, piuttosto che nelle mani di qualche sconosciuto.”
Come al solito Choji ci azzeccava sempre.
Mi conosceva alla perfezione.
Si, aveva ragione. Preferisco vedere Ino al sicuro a casa del mio migliore amico che da qualche altra parte.
In quel momento mi sentii totalmente inutile, non potevo fare nulla per renderla felice.
Perché quello che desiderava era qualcosa che aveva cessato di esistere da tempo.
Lei voleva me, ma io avevo cessato di esistere…non c’ero più.
“Wow che ficata.”
“Ti piace? È del mio papà.”
Tutti e tre ci girammo sentendo delle voci in lontananza, erano due bambini che dall’altro lato della strada giocavano con qualcosa.
“Posso usarla?”
“Ma certo.”
Uno dei bambini diede all’altro una specie di pistola giocattolo.
“(Un po’ troppo vera per essere un semplice giocattolo ma al giorno d’oggi tutto sembra reale.)” Pensai mentre li guardavo giocare spensierati.
“Bang Bang, sono l’imperatore cattivo e con questa io vi uccido, bang, bang, bang…”
BANG
Improvvisamente un colpo di pistola, e tutto intorno a me divenne in bianco e nero.
Tutto era fermo, immobile, come se il tempo si fosse bloccato.
Cominciai a guardarmi intorno, spaesato, senza sapere cosa avrebbe potuto scatenare quello strano fenomeno.
“Ma che diavolo succede? È tutto in bianco e nero, e in più le foglie sono ferme a mezz’aria, gli uccelli nel cielo non battono le ali e niente si muove…ma che significa?”
“Significa che è arrivato il momento, Shikamaru…il momento di portare a termine la missione per la quale sei ancora su questo mondo.”
Mi votai di scatto, trovandomi di fronte ad Hanabi.
Era vestita in maniera strana, indossi aveva solo uno strano mantello bianco che aveva avvolto attorno al corpo.
“Ma che…”
“Stupito? Beh non ti sei mai chiesto come facevo a parlare con gli spiriti…è questa la verità…anch’io lo sono, lo sono sempre stato, fin dal giorno della mia nascita.”
“!”
Quelle affermazioni mi lasciarono allibito.
“C-Che stai dicendo? anche altre persone durante questi giorni ti…”
“Ho la capacità di rendermi visibile e di alterare la memoria di chi mi vede nel raggio di cento metri affinché non si stupiscano della mia presenza, è questo il potere che il Sommo mi ha donato, affinché potessi rimanere sulla terra per vegliare su di te…perché era questo il mio compito…io sono un angelo guardiano, il mio compito è di accompagnare le anime di quelli come te, fino al compimento della loro missione sul mondo terreno.”
Abbassai lo sguardo, imprecando per poi guardarla di nuovo negli occhi.
“Scommetto che ei stata tu ad interrompere il flusso spazio temporale.”
“Esatto…il mio compito è facilitare la buona riuscita della tua missione…ma non posso bloccare tutto…guarda tu stesso.”
Mi indicò Ino, anzi no…mi indicò qualcosa che stava volando dritto verso Ino.
Mi avvicinai e lo vidi.
Una specie di confetto nero che provocava onde d’urto nell’aria, e che si muoveva in maniera molto lenta.
Roteava su se stesso e aveva una forma molto familiare.
Poi sgranai gli occhi, mi voltai verso i bambini.
Uno di loro aveva in mano quella pistola giocattolo.
E la traiettoria del confetto proveniva proprio dalla bocca di quest’ultima.
“CAZZO, ALLORA ERA VERA, QUESTO E’ UN PROIETTILE.”
“Vedo che ci sei arrivato, allora non sei tanto stupido come immaginavo.”
“MERDA, E’ DIRETTO VERSO INO.”
Mi precipitai verso di lei cercando di spostarla con la forza.
“Inutile…non la puoi toccare.”
“URGH”
Ma finii col cadere per terra dopo averla attraversata.
“Cazzo…cazzo…CAZZOOOO.”
Mi rialzai non ancora arreso e mi precipitai verso il proiettile.
“Proverò a bloccarlo usando me come scudo.”
“Inutile…tutto quanto ti passa attraverso.”
E fu così, il proiettile mi passò attraverso.
Si stava avvicinando sempre di più ad Ino, e non sapevo più come bloccarlo.
“Accidenti, di questo passo la trafiggerà al collo…morirà sul colpo, e con essa anche mia figlia…”
corsi verso Hanabi prendendola per il mantello bianco e strattonandola.
“EHI TU, CERCA DI BLOCCARE QUELL’ARNESE.”
“Non posso, è compito tuo…”
“COMPITO MIO? VORRESTI DIRE CHE…”
“Esatto…è questa la tua missione.”
“MA E’ IMPOSSIBILEEEEE, COME POSSO BLOCCARE UN PROIETTILE, IO CHE NON SONO ALTRO CHE UN AMMASSO DI MATERIA ECTOPLASMATICA? COME POSSO FARLO…IO NON ESISTO…sigh…non esisto…non posso toccare ciò che esiste…ciò che ha forma…sigh…non voglio che muoia…non voglio.”
Mi adagiai ormai completamente privo di speranza.
Avevo provato in tutti i modi a bloccare il proiettile ma invano.
Mi sentivo impotente di fronte a tutto questo.
Mi sentivo…inutile.
“Shikamaru…posso farti una domanda?”
“...”
“Per te che cosa vuol dire…esistere?”
“!”
Rimasi per qualche minuto in silenzio, anche consapevole che ogni secondo passato sarebbe stato fatale.
“Se non ti sbrighi lei morirà.”
“SECONDO TE?”
“…”
“Esistere significa saper piangere di fronte ad un amore impossibile, essere solo e combattere per non esserlo più, saper prendere delle decisioni e saperle accettare, conoscere il prossimo, avere dei poteri paranormali, essere testardi, pieni di speranza, e saper aspettare il momento giusto, essere in pericolo, correggere ciò che si sbaglia, avere un talento, imparare a rispettare il prossimo, avere un sogno, tornare sui propri passi quando si è ancora in tempo, essere coraggiosi, rivivere i bei tempi, riscoprire l’amore…”
“SBAGLIATO, IN TUTTI QUESTI GIORNI NON HAI MAI CAPITO NULLA.”
“…”
“Credi forse che questo basti per avere la certezza di esistere? SBAGLIATO, C’E’ UNA COSA MOLTO PIU’ IMPORTANTE DI TUTTE QUELLE CHE MI HAI ELENCATO…”
“E QUALE?”
“CREDERE.”
“!”
“CREDERE DI ESSERE REALMENTE ESISTITI, CREDERE DI ESISTERE, AVERE FIDUCIA IN NOI STESSI E NELLA VITA CHE DIO CI HA DONATO, ECCO IL VERO SIGNIFICATO DELL’ESISTENZA. MA PIU’ DI OGNI ALTRA COSA AL MONDO, LA COSA CHE CI PERMETTE DI CONTINUARE AD ESISTERE…è il ricordo. Tutti gli amici che hai incontrato fin’ora si sono ricordati di te, e in qualche modo sei riuscito ad influire sulla loro vita, fino ad arrivare a cambiarla…tutti noi quando veniamo al mondo, inconsapevolmente condizioniamo la vita di chi ci sta intorno, nel bene o nel male, la nostra esistenza diventa parte della loro esistenza…l’uomo in realtà quando muore non smette di esistere, diventa parte integrante dei ricordi e del futuro delle persone ancora vive, e tramanda il proprio DNA e pensiero alle nuove generazioni…Ino e la bambina dentro il suo grembo, rappresentano il tuo presente, e il tuo futuro…il proiettile che li sta per colpire sei tu…Shikamaru Nara. Non essere mai esistiti, significa non aver mai avuto un passato, un presente e neanche un futuro, eppure il solo incontrare i tuoi amici è la prova che sei esistito, e che nella loro mente esisti ancora…”
“Perché allora Ino e non gli altri?”
“E hai anche il coraggio di chiedermelo? Non ci arrivi da solo? I tuoi amici di te avevano solo il ricordo…lei dentro il suo ventre ha qualcosa di più…ha la PROVA, CONCRETA, CHE SEI ESISTITO, PERCHE’ QUELLA CHE HA IN GREMBO E’ TUA FIGLIA, SHIKAMARU.”
“!”
“E tua figlia tramanderà ai suoi figli e ai figli dei suoi figli la tua esistenza…e questo lo farà, se ti convincerai di essere realmente esistito, anche se sono sicura che tu lo sapevi già, fin dall’inizio…non è vero?”
“…”
Aveva ragione.
Mi continuavo a ripetere tra me e me che non esistevo solo perché la gente mi passava attraverso.
Solo perché ero invisibile.
Solo perché…mi sentivo solo.
“Ti sei sentito solo…ma essere soli non significa non esistere…significa provare dei sentimenti, avere paura di continuare a rimanere soli…e in quel momento sei esistito sul serio Shika, sei esistito sul serio.”
“Hai appena detto che tutto quello che ti ho elencato è sbagliato.”
“No, sei tu che hai capito male, provare dei sentimenti, avere paura, tutto quello che hai detto tu è giusto ma ti sei scordato di elencare la parte più importante, quella riguardante te stesso…credi ancora di non esistere? Se la pensi così Ino e tua figlia moriranno proprio perché portatrici di una menzogna quale la tua esistenza.”
“NOOOOOOO…NO, NO…”
“…”
Mi alzai di scatto correndo a perdifiato verso il proiettile, che ormai era a pochi centimetri dalla giugulare di Ino.
“(Hai ragione Hanabi, ho sbagliato, ho sbagliato tutto…Ino, perdonami se non riuscirò a salvarti, ma fino all’ultimo io ci voglio provare, perché avrà anche ragione a dire che sei parte del mio passato, del mio presente e del mio futuro, ma tu per me sei solo…la ragazza che amo, la ragazza con cui avrei voluto davvero passare tutta la mia vita, la ragazza che ho sempre desiderato anche se il mio orgoglio non mi permetteva di esternare tutto ciò…sei la mia seccatura, e il fatto che tu sei tornata da me, che ti sei ricordata di me…e che hai accudito quella bambina nata dal nostro amore…si, quella è la prova concreta che mi permette di dire al mondo anche da morto che…) IO, ESISTOOOOOOOOOOOOOOOOO.”
Il mio braccio si allungò, arrivando a toccare il proiettile e a deviarne la traiettoria, facendogli solo sfiorare la guancia di Ino.
Nel momento stesso in cui il proiettile cambiò direzione, mi sentii sollevato e in uno stato di benessere completo.
E in quel momento vidi solo un bagliore di luce bianca, e non mi resi conto che ero già…svanito nel nulla.
Il tempo ricominciò a scorrere.
Ino era pietrificata, con un taglio superficiale sulla guancia sinistra, mentre sul marciapiede c’era un buco fumante provocato dal proiettile.
Tutti erano immobili, anche il bambino che inavvertitamente aveva sparato rimase fisso a guardare.
Dopo essersi reso conto della situazione gettò la pistola a terra…
“MAMMAAAAA…LA PISTOLA E’ VERAAA, HO PAURAAAA…”
…correndo in casa in lacrime ad abbracciare la madre insieme all’amico, anche lui spaventato.
Choji era l’unico che non aveva capito cosa fosse successo.
“M-Ma che…INO TUTTO BENE?”
“S-Si…è come se…qualcuno mi avesse protetto.”
Di colpo una signora sulla quarantina uscì di corsa dirigendosi verso Ino.
“La prego mi perdoni, mio figlio deve aver rovistato nel cassetto di mio marito, sa lui fa il carabiniere ed è normale avere una beretta a portata di mano, mi perdoni la prego, sono mortificata, sta bene?”
“Ah? S-si si, certo sto benone, a parte il taglio sulla guancia non ho niente, per fortuna il piccolo non ha una buona mira, giusto?” Disse accarezzandogli la testa per tranquillizzarlo.
“Sigh…si.”
“Però è strano a giudicare dal suo taglio il proiettile viaggiava ad altezza d’uomo…come ha fatto a finire conficcato sul marciapiede a quel modo?”
A mente rilassata Ino capii che il proiettile aveva come cambiato direzione, e gli venne d’istinto voltarsi verso il loculo per poi abbandonarsi in un fiume di lacrime.
“Mi hai protetta…sigh…questo significa…sigh…che non mi hai mai odiato…sigh…Shikamaru…grazie.”
Si inginocchiò, assistita da Choji, sfogando la sua paura con un urlo liberatorio.
Un urlo che segnava la fine di un incubo per lei…e anche per me.
Si perché senza che me fossi reso conto, avevo portato a termine la mia missione.
Anzi…no.
C’era ancora qualcosa da fare…ma per farla avrei dovuto aspettare un bel po’.
Avrei dovuto aspettare…7 anni.

SONO 14 PAGINE VI CHIEDO PERDONOOOOOOOO XD
me ne mancavano 3 ma ho pensato fosse perfetto concludere quì il capitolo speciale che segna la fine della fiction...fine? MACCHEEEE' XD
manca ancora l'epilogo bella gente XD
quello forse lo posterò settimana prossima...ad ogni modo passiamo ai RINGRAZIAMENTI:
ringrazio di cuore SHALALA (che nick strano O.o) per il commento al capitolo precedente, anche se consapevole che era una ShikaIno ha voluto commentare lo stesso, grazie mille ^_^
l'ultimo capitolo porterà quindi un ultimo personaggio...chi sarà mai?
a presto ;^) SEE YAAAAAAA

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Capitolo 21
*** 20° Capitolo-Saki Nara (Epilogo) ***


20
“Accidenti che freddo.”
Ino Yamanaka, 24 anni.
E non li dimostrava neanche per quanto era bella.
Camminava sul marciapiede tremando per il freddo e riprendendo la bambina al suo fianco.
“Te l’avevo detto di coprirti con qualcosa.”
La bimba si voltò e sorrise.
Capelli corti e biondi, occhi uguali a quelli della madre.
“Che seccatura che sei mamma.”
“Seccatura un corno, dovevi metterti la sciarpa e i guanti prima di uscire, e come al solito non mi ascolti mai.”
“Ma io ho il giubbotto.” Rispose come se quello bastasse per giustificarsi.
Aveva intenzione di continuare a ribattere, ma girandosi alla sua destra, notò qualcosa che la fece sorridere.
“Ah, MAMMA MAMMA, C’E’ PAPA’.”
“Oh, ma guarda, quello è il loculo dove…”
“Vado a salutarlo.”
“Ah a-aspetta…che mocciosa viziata, mi ricorda tanto qualcuno…”
Si fermò vicino al loculo dove fino a qualche anno fa ci dormivo sottoforma di fantasma, congiungendo le mani e chiudendo gli occhi, immergendo i suoi pensieri in una piccola preghiera.
“Riposa in pace, amen…”
E io ero lì, di fronte a lei, e la guardavo teneramente.
“Sta tranquilla, il tuo babbo riposa da quando è nato, piccola mia.”
Gli diedi una carezza, smovendole poco i capelli.
Quel tocco, lei lo percepì in qualche modo, e sgranò gli occhi stupita, voltandosi di corsa verso Ino.
“MAAAAAAMMA, PAPA’ MI HA ACCAREZZATO LA TESTA, L’HO SENTITO.”
“Smettila di giocare e andiamo.”
“MA E’ LA VERITAAAA’…uffa, non mi da mai retta, se c’eri anche tu papà l’avremmo sconfitta a scacchi insieme. Sai? Mi racconta tante cose su di te, ti voglio bene e non vedo l’ora di rivederti…”
“Se ti vedesse tuo padre direbbe che sei una seccatura, ti vuoi muovere?”
“Aaaah ma mamma…”
“Niente ma, andiamo a fare shopping su, saluta papà.”
“Ok…ciao papà mi manchi tanto.”
Le vidi andar via di corsa.
Un attimo lungo una vita, la stessa che io avevo passato per creare quel piccolo miracolo che era mia figlia.
“Volevo restare da sola con papà.”
“Ci resterai la prossima volta, non fare i capricci. Poi ti racconto altre avventure del tuo eroico papà, tipo…ti ho mai raccontato di quella volta che mi ha salvato la vita deviando un proiettile?”
Cominciò ad urlare in preda all’entusiasmo.
“WOOOW, PAPA’ E’ STRAMITICO. RACCONTA RACCONTA.”
“Allora, devi sapere che c’era un bambino che per distrazione stava giocando con la pistola del padre e…”
Mi venne da piangere solo a guardarle.
Erano tenere, tutte e due.
Le mie principesse, una più bella dell’altra.
Erano…il mio passato, il mio presente, e il mio futuro.
Ma soprattutto loro sono la prova concreta che io…sono esistito davvero.
Che non sono stato di passaggio, e che un segno su questo mondo l’ho lasciato anch’io.
Con quel pensiero potei tornare in paradiso, assaporando quella serenità che credevo di aver perduto con la mia stessa vita.

Pensavo che dovesse servire qualcosa per provare l’esistenza di una persona.
Ma in realtà non serve saper piangere di fronte ad un amore impossibile.
Essere solo e combattere per non esserlo più.
Saper prendere delle decisioni e saperle accettare.
Conoscere il prossimo.
Avere dei poteri paranormali.
Essere testardi, pieni di speranza, e saper aspettare il momento giusto.
Essere in pericolo.
Correggere ciò che si sbaglia.
Avere un talento.
Imparare a rispettare il prossimo.
Avere un sogno.
Tornare sui propri passi quando si è ancora in tempo.
Essere coraggiosi.
Rivivere i bei tempi.
Riscoprire l’amore.
Non serve avere nulla di tutto ciò.
Esistere è un concetto troppo grande per essere descritto alla perfezione.
L’unica cosa certa è che io non sono scomparso dopo la mia morte.
E che sulla terra le persone che mi hanno conosciuto potranno dire di aver avuto a che fare con Shikamaru Nara.
Perché loro come me sono in grado di ricordare.
E finché sarò presente nei loro ricordi continuerò ad esistere.
Grazie figlia mia per avermi fatto capire che non serve nulla per avere la certezza assoluta di esistere.

Io Esisto.
E questo mi basta.

“Mi prometti che la prossima volta ti corpi per bene?”
“Certo, lo prometto.”
“Sei tale e quale a tuo padre, due gocce d’acqua.”
Senza vedere dove camminava, Saki si scontrò contro un’anziana signora che passeggiava per quelle parti.
Capendo la dinamica, si rialzò inchinandosi.
“M-Mi scusi non l’avevo vista.”
“Ah non ti preoccupare piccola.”
“Eh eh eh…”
“Sai che sei graziosa?”
“Davvero?”
“Si si, come ti chiami?”
Prese un bel respiro, e con tutta l’innocenza che una bambina di 5 anni possedeva rispose:
“Ho 5 anni e sono la figlia del mio papà…mi chiamo…”

20° Capitolo-Saki Nara (Epilogo)

Fine

ED ECCOCI AL FINALEEEEE.
l'ultimo personaggio era nientepopodimeno che...SUA FIGLIA.
Saki Nara, 5 anni, capelli biondi corti, occhi della madre.
la prova vivente dell'esistenza passata di Shikamaru, che quindi potè andare in paradiso in tutta tranquillità.
le avventure del fantasma Nara sono giunte al termine, scusate se ci ho messo tanto per finirle XD
ringrazio tutti coloro che hanno commentato ovvero:

HINATA95
YUMIBABYPUNK
KUROI NAMIDA
SORELLINE XSV
MANSU95
HINATA_DINCHT
CLASARU
BABYDANY94
MALANDRINO NINJA
HANIL
SHALALA

ringrazio anche coloro che hanno messo la mia fiction:
-tra i preferiti
BABYDANY94
CLASARU
FLY_92
HAGUMI
HINATA_DINCHT
HINAYUKI
KUORI NAMIDA
MALANDRINO NINJA
MANGETSU THE SWORDSMAN
MANSU95
SORELLINE XSV
VALE_92
_KAKASHINA_

-tra i seguiti
DANACHAN94
INONARA91
LOLE_SORA_CHAN
MANGETSU THE SWORDSMAN
MIKKABON
TARGUL

grazie a tutti voi per il sostegno che mi avete dato, e che mi ha permesso di portare a termine questa fiction, che per ora è la più lunga (per numero di capitoli) che abbia mai scritto.
vi rinnovo l'appuntamento con altre mie future OPERE, ALLA PROSSIMA ;^) SEE YA

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