Fratelli... di DiKey (/viewuser.php?uid=81639)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitoli 1-5 ***
Capitolo 2: *** Capitoli 6-8 ***
Capitolo 3: *** Capitoli 9-11 ***
Capitolo 4: *** Capitoli 12-14 ***
Capitolo 5: *** Capitoli 15-17 ***
Capitolo 6: *** Capitoli 18-20 ***
Capitolo 7: *** Capitoli 21-23 ***
Capitolo 8: *** Capitoli 24-26 ***
Capitolo 9: *** Capitoli 27-29 ***
Capitolo 10: *** Capitoli 30-Epilogo ***
Capitolo 1 *** Capitoli 1-5 ***
Final Fantasy VIII
Irvine
stava ancora cercando di evitare
i panini che Zell continuava a
lanciargli contro, quando la sua attenzione venne richiamata da Selphie
che saltellando indicava il balcone.
“Guarda, guarda lì!” cinguettava Selphie
continuando ad indicare il balcone.
Irvine puntò la telecamera e vide Rinoa. Ma non
era sola, c’era anche…Squall! Squall la
prese…e la telecamera si spense, le batterie scariche.
“No!!!”gemette il cowboy con voce un po’
troppo alta. Su tre ore di filmato quella dannata telecamera doveva
spegnersi proprio adesso? Selphie gli si
avvicinò
chiedendogli cosa fosse successo e Irvine si limitò ad
agitare la telecamera con aria infastidita.
“E’ scarica…”
“Scarica? No! Peccato! Erano così
cariiiniii…”
Il cariiiniii aveva raggiunto un livello di
infrasuoni tale da poter
essere sentito solo dai pipistrelli. Ciò nonostante Irvine
sentì un chiodo conficcarsi nel timpano. Ripresosi si
girò verso la sala urlando “una telecamera! Il mio
regno per una telecamera! ”
“A che ti serve un’altra telecamera?”
chiese Zell probabilmente richiamato dai gridolini di Selphie. O
dall’odore dei panini posati sul tavolo lì vicino.
Irvine gli prese la testa e la girò puntandola verso il
balcone
“Che diavolo fai…però!!! Non ci credo,
è Squall quello?”chiese Zell
“Siii!!!!” fu la risposta di Selphie. Che
continuò ”Tu non hai una
telecamera,vero?”
“No…però forse Quistis ha una macchina
fotografica da qualche parte…aspettate, vado a
cercarla!”
“Si, però sbrigati Gallinaccio! Quei due non
resteranno ancora così a lungo! Anche se devo fare i miei
complimenti a Squall…sembra un formichiere! Ed ha anche un
ottimo tempo di AHIA!!” si interruppe quando il gomito di
Selphie venne a contatto col suo stomaco
“Stavo solo dando un parere prettamente
professionale!”
“Professionale? Cosa vorrebbe dire?” gli occhi di
Selphie erano ridotti a due fessure
“E…oh…vedi….oh, guarda
è arrivata Quistis!” che fortuna! Quistis era
arrivata appena in tempo, scortata da Zell e da almeno
un’altra mezza dozzina di persone incuriosite e desiderose di
sapere che cosa stesse succedendo.
“A che vi serve la macchina fotografica?”chiese
Quistis sospettosa. Irvine si limitò ad indicare verso il
balcone alle sue spalle senza voltarsi. Improvvisamente
sentì che l’aria intorno a lui diventare
improvvisamente fredda,glaciale. I volti delle persone lì
vicino si pietrificarono, e quelli più lontani optarono per
una silenziosa ritirata strategica. Irvine prese fiato e si
girò con aria allegra
“Ehilà Squall! Come va, ti stai
divertendo?”
Lo sguardo negli occhi del comandante lo fece raggelare. Per un attimo
ebbe la sensazione che il sangue avesse smesso di scorrere.
“Ma Squall non colpirebbe mai un amico…o potrebbe?
Non ha il Gunblade con sé, vero?” pensava. Con
Squall non c’era niente di cui essere sicuri..
“A cosa ti serve la macchina fotografica?” chiese
Squall.
Irvine vide Zell scomparire tra la folla, Selphie andarsene adducendo
la scusa di aver qualcosa d’importante da dire alla Madre,
mentre Quistis semplicemente diede loro le spalle ed andò
via. Improvvisamente era solo. L’unica faccia amica era
Rinoa, che ridacchiava, in parte per nascondere l’imbarazzo
che provava, ed in parte perché la situazione era
divertente. Anche se lei non avrebbe voluto essere al posto di Irvine
in quel momento per nulla al mondo.
“A cosa ti serve la macchina fotografica?”chiese
Squall per la seconda volta, col tono che sottintendeva una non troppo
velata minaccia di morte qualora la risposta fosse stata a lui sgradita.
“Beh…questa è scarica…e
c’è ancora tanto da riprendere, da immortalare, di
questa festa!”
“La festa si svolge in sala…non sul
balcone.”il tono di Squall era diversi gradi sotto lo zero.
Irvine iniziò a pregare dentro di sé che
l’amico non avesse portato il Gunblade.
“Corretto..ma…il bancone, cioè il
balcone è parte della sala, quindi…”
“Kinneas! Irvine Kinneas!” Era la provvidenziale
voce del preside Cid.
“Oh, devo andare, mi dispiace perché era una bella
conversazione…ma sono stato richiamato, insomma, ci vediamo,
eh?” E sì defilò veloce come un lampo.
Era stata Selphie a chiedere aiuto al preside ed alla Madre, che dopo
l’iniziale ilarità avevano deciso di aiutare il
povero ragazzo ad evitare l’ira del comandante. Cid comunque
si lanciò in una ramanzina lunga un quarto d’ora
sul significato dei termini discrezione e privacy. Ma Irvine, pur di
passare indenne la serata, era disposto ad fare qualunque cosa.
***
(Grande Hyne…l’ho fatto…)
Squall aveva preso Rinoa e l’aveva tirata verso di
sé per poi..
(non ci ho pensato, l’ho fatto e basta)
Per un attimo, un solo terribile attimo, pensò che Rinoa
avrebbe potuto tirarsi indietro, rifiutarlo in qualche
modo…poi tutte le sue sparirono insieme al mondo intorno a
loro. C’erano solo la strega ed il suo cavaliere.
Finchè il suono di risatine e voci allegre non era giunto
alle orecchie di Squall, piacevole come il gracchiare di una cornacchia
al mattino presto.
(No…)
Guardò la scena che si teneva di fronte a loro. Irvine
cercava disperatamente una telecamera. Rinoa ridacchiava,nascondendo il
viso fra le mani
(Perché, Irvine?)
(Un attimo, un solo attimo…non potevi lasciarmi in pace?
Voltarti da un’altra parte? Far finta di niente?)
(E’ così strano che bisognava segnalarlo a tutto
il garden?)
Prima che se ne accorgesse, stava già camminando verso il
gruppo lì di fronte. Quando lo videro allontanare. Molti si
allontanarono, segno palese di coscienza sporca. Parlò con
Irvine, dieci minuti dopo era nella stanza di Rinoa.
Stava seduto sul letto con la schiena china, ancora infastidito da
questo fatto. D’altronde, lui non faceva caso quando Irvine e
Selphie erano in atteggiamenti poco adatti ad un pubblico di minori.
Non andava in giro a chiedere una telecamera per riprenderli. Si faceva
i fatti suoi. Una volta tanto non potevano ricambiare il favore?
“Hey, sei ancora arrabbiato per Irvine?”gli chiese
Rinoa,stringendosi dolcemente al suo braccio
(No…lo voglio solo uccidere. Lentamente se possibile.)
“Sai com’è fatto…e poi non
capita spesso di vederti sorridere. Val bene correre qualche rischio
per immortalarti sorridente. E poi, eri così carino in quel
momento..”
(….)
“….”
Rinoa ricominciò a ridere vedendo l’imbarazzo
prendere il posto della normale espressione vacua di Squall.
(sono così divertente?)
Squall rivolse la sua attenzione alle mattonelle della stanza di Rinoa.
Nessuno dei due parlò per un po’.
“Sai, anche io sono arrabbiata con Irvine” disse
Rinoa.
(Non sembrava proprio.)
“Ehy, guarda che è vero. Ripensandoci, sono
davvero arrabbiata.”
Dato che Squall continuava a guardare le mattonelle, Rinoa gli si
gettò in braccio, sbilanciandolo e facendolo cadere sul
letto.
“siamo stati interrotti.” Gli sussurrò
prima di spegnere la luce.
CAPITOLO 2
Il rumore dell’acciaio squarciava il silenzio della notte di
Balamb. Seifer combatteva ormai da diversi minuti lì, nello
spiazzo che precedeva la caverna di fuoco, un luogo che aveva assunto
per lui un significato simbolico. Era lì che era iniziato
tutto…lo scontro con Squall, quella cicatrice..un regalo che
si erano scambiati. Poi Galbadia, la strega e tutto…sembrava
un sogno, eppure era passato così poco tempo. Gli piaceva
tornare alla Caverna di fuoco, o almeno, gli dava una sensazione
piacevole. Soprattutto la notte o la mattina presto…in
genere era rimaneva da solo, mentre Rajin e Fujin stavano a diversi
passi da lui. Come guardie.
Ma non quella notte.
Erano stati attaccati. Erano in tre, nascosti dietro le divise nere con
placche d’acciaio, molto simili a quelle usate in guerra dai
Galbadiani. Seifer non aveva avvertito la loro presenza
finchè Fujin non aveva urlato. Allora aveva sguainato
l’Hyperion e si era preparato allo scontro. Di fronte a lui
si stagliava l’immagine d’un tizio armato con due
lucenti spade, una per mano.
Mai Seifer aveva affrontato una tale sfida. Solo Squall poteva reggere
il confronto con questo nuovo avversario. Seifer studiava questa nuova
minaccia:Ogni suo movimento, ogni suo gesto, veniva anticipato,deviato,
parato. Ed immancabile arrivava la risposta, con l’altra
spada. Seifer però dirigeva l’offensiva, vibrando
una serie di fendenti che facevano indietreggiare lo sconosciuto
assalitore. Sembrava che fosse lui a dirigere il gioco. Poi
arrivò il contrattacco. Da destra, da sinistra, attento alla
spalla, difendi gli organi vitali. Seifer si ritrovò
improvvisamente spiazzato da quella tempesta di attacchi. Poi quello
fece una finta, la spada ruotò a pochi centimetri dal naso
di Seifer, che si tirò indietro solo per venir colpito da un
potente calcio sotto la mascella.
Seifer cadde a terra, sentì il sapore del sangue in bocca, e
dopo essersi pulito quel rivolo di sangue che gli colava dal labbro,
sorrise. Era un avversario al suo livello. Questo era il SUO scontro.
Mentre Seifer era a terra, l’altro faceva roteare le
spade…prima di calarle sulla sua testa. Ma Seifer
parò il colpo utilizzando il suo Hyperion con entrambe le
mani, e poi scagliò una magia Fire sulle gambe
dell’avversario.
Era una magia di livello base, non doveva ucciderlo:doveva distrarlo.
Adesso toccava a lui. Roteò la spada più e
più volte finchè non prese abbastanza
energia…e poi il colpo partì. Quello stesso colpo
che aveva quasi ucciso Squall. Stavolta non ci sarebbero stati
“quasi”.
Ma il colpo di fermò sulla lama di quello. Non si scompose.
Rimase fermo, come se avesse parato il colpo d’un qualsiasi
pivellino invece che il suo, invece che la manovra che Seifer
considerava definitiva. E poi scattò in avanti, la sua lama
squarciò il cappotto di Seifer e lo ferì al
braccio.
Seifer poteva sentire il sangue uscire dalla ferita ma
“è solo un graffio”si disse. E
continuò a lottare. Premendo il grilletto del Gunblade i
colpi acquistavano una forza ben maggiore, ma il suo avversario si
chinò evitando il mortale fendente che lo avrebbe tagliato a
metà e poi colpì ancora una volta, un affondo. La
lama si penetrò nella gamba di Seifer e si ritrasse svelta
com’era entrata. Seifer si diede dello stupido. Aveva
dimenticato il vantaggio che la spada aveva nei confronti del Gunblade.
La spada può affondare, il Gunblade no. Le ferita non era
profonda, ma era fastidiosa e minava la sua stabilità.
Seifer dovette allora cercare di mantenere la posizione contro un
avversario che aveva una mobilità decisamente superiore.
Resistette, ma per poco. Quello sfruttò le due spade, e
stavolta la spada lo prese alla spalla.
“Non riesci a fare niente di meglio che graffiarmi e
rovinarmi il cappotto?”sbraitò Seifer
Quello non reagì, il volto nascosto dietro la maschera che
portava. Seifer capì che non poteva rimanere fermo, ma non
poteva neanche muoversi come voleva. Doveva ignorare il dolore. Strinse
i denti ed attacco. Dall’alto, dal basso, serie di colpi,
quello combatteva ormai solo sulla difensiva. Ma proprio quando
sembrava che avesse in mano lo scontro, Seifer cadde sulle ginocchia.
Non riusciva quasi più ad alzare
l’Hyperion…poi venne colpito, ancora una volta da
un calcio dato in rotazione. Stavolta però in faccia. Seifer
era ancora una volta a terrà. Capì finalmente.
Quei colpi non erano graffi, colpi mancati o di striscio. No, ogni
colpo aveva raggiunto il bersaglio. E lui, stupido, aveva continuato a
muoversi, a combattere, sforzandosi e perdendo sangue finchè
non riusciva più a stare in piedi.
Lo voleva vivo.
Seifer tentò un timido attacco quando quello si
avvicinò, ma l’Hyperion gli fu tolto di mano con
un calcio. Poi il piede si posò sulla sua gola.
“stai fermo, Cavaliere della Strega.”
Fece segno dietro di sé, ed un altro tizio in nero gli si
avvicinò, tenendo in mano una siringa.
“Questo sangue è contaminato dalla
scena” fece “devo prenderlo dalla fonte”e
la siringa affondò nel collo di Seifer.
L’ex-cavaliere si sentì ancora più
debole, prossimo allo svenire..poi vide la spada avvicinarsi
all’altra cicatrice…alzarsi…e calare.
Chiuse gli occhi.
“Perfetto, un campione puro.”sentì la
voce di uno dei due, non sapeva dire quale, e poi dei passi sicuri
allontanarsi da lui. Era stanco, troppo stanco. E la notte era tornata
silenziosa…no.
Non silenziosa.
C’era un rumore, sgradevole, un suono che Seifer non aveva
mai sentitò…Fujin…FUJIN PIANGEVA!
No..non è possibile! Fujin non piange mai…doveva
vedere, doveva controllare. Afferrò il suo Hyperion, e lo
usò come bastone, per reggersi in piedi…doveva
vedere, non poteva essere. Ogni passo era pesante, ma lui non ci
badava. Non adesso. Strinse i denti ed arrivò
all’ingresso della strada che conduceva alla caverna. Vedendo
ciò che aveva di fronte cadde ancora una volta in ginocchio.
Rajin era a terra, respirava a fatica ed i suoi occhi spalancati vagano
senza riposo. Fujin piangeva, si era lasciata cadere
sull’amico e lo teneva stretto come se non volesse farlo
andare via.
“Fujin…cosa?” non aveva la forza di
chiedere altro. Come non mai Seifer si sentiva impotente.
Fujin non alzò nemmeno lo sguardo e rispose tra i singhiozzi
“RAJIN, FERITO. LANCIA, STOMACO.”
Per un attimo, odiò Fujin e quel suo dannato modo di
parlare. Aveva voglia di colpirla, di schiaffeggiarla,ma si trattenne.
Seifer si avvicinò e vide che Fujin era ricoperta di sangue.
Il sangue di Rajin. Rajin cerco con lo sguardo gli occhi di Seifer, il
respiro sempre più faticoso e difficile.
“Fujin, tu sei ferita?” La ragazza fece di no con
la testa. “Bene, allora corri! Vai a Balamb! Vai al Garden!
Vai dove diavolo ti pare! Ovunque, ma chiama…”era
una parola così difficile da pronunciare per lui
”chiama…chiama aiuto Fujin. CORRI!!”
Fujin si alzò ed iniziò a correre. Poi si
fermò di botto e voltandosi disse
“MOSTRI?”
“Se vengono, li arrostisco. Posso badare a quelli. Ma tu
corri Fujin!”
Non erano le parole da dire, ma non poteva fare altro.
Nient’altro, se non sperare che qualcuno aiutasse Rajin.
Cercò di chiamare una magia di cura, ma la ferita era troppo
profonda. Aveva visto i suoi sogni distrutti. Più e
più volte. Aveva ingoiato amaro ed era andato avanti. Ma
questi erano i suoi…i suoi amici. Erano sempre stati al suo
fianco. Sempre. Non poteva permettere che anche uno di
loro…no, semplicemente non poteva.
“Tu, vedi di non crepare. Non far fare a Fujin una corsa a
vuoto, sono stato chiaro?”ordinò Seifer a Rajin.
Seifer cercò di non guardare la ferita di Rajin. Voleva
credere che lui ce l’avrebbe fatta. Si guardò
intorno…la notte era finita, stava albeggiando.
CAPITOLO 3
Squall si sveglio tardi quella mattina, grazie alla sveglia che
intonava la famosa canzone di Julia Heartilly, Eyes on me. La spense
com’era solito fare, ovvero senza aprire gli occhi andando
alla cieca finchè quel maledetto ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti non si
spegneva.
(un momento.)
La sua sveglia aveva un normale allarme, non una canzone. Tantomeno una
roba sdolcinata come Eyes on Me. Aprì gli occhi e si
guardò intorno. C’erano diverse, tantissime foto.
Rinoa con Angelo, Rinoa con Selphie e Quistis, Rinoa mentre libera Zell
che sta soffocando per via di un panino, Rinoa con lui
all’orfanotrofio della madre, ed una foto di gruppo scattata
durante la festa tenutasi ad Esthnar dopo la caduta di Artemisia.
Decisamente quella non era la sua stanza. Le foto che invece erano
sparse qua e là in camera sua (scattate ovviamente da
Selphie a cui qualcuno aveva avuto la straordinaria idea di regalare
una videocamera che potesse funzionare anche da macchina fotografica)
erano invece molto meno allegre: Squall che conta le mattonelle del
pavimento, Squall che analizza il suo colletto di pelo, Squall in
infermeria ad Esthnar dopo la compressione temporale. Più
una decina di foto che lo ritraevano con Rinoa.
Fece due più due ed arrivò alla conclusione che
quella non era la sua stanza. Improvvisamente tutto gli
ritornò in mente. Tutto.
(Grande Hyne…forse era tutto un sogno?)
Si girò. Vide Rinoa distesa accanto a lui, avvolta dalle
coperte. Sorrideva ed aveva la testa poggiata sulla sua spalla. Era
bellissima.
(quindi…stanotte…non era un sogno?)
Non sapeva se esserne felice o allarmato. Forse un misto di entrambe le
cose.
(va bene…l’abbiamo voluto no?)
(e se lo si vuole entrambi, è tutto a posto, giusto?)
Sperava ardentemente che nessuno lo scoprisse mai. Non tanto per timore
d’essere espulso o degradato(in fondo non credeva certo che
lui e Rinoa fossero gli unici al Garden, anche se era abbastanza sicuro
che quello che avevano fatto poteva essere etichettato come
comportamento “disdicevole”)ma gli dava fastidio
l’idea di diventare il principale argomento di discussione
del Garden. Ed era sicuro che se la voce si forse sparsa lo sarebbe
diventato. Non poteva permetterlo. Per sé, per Rinoa e
soprattutto per la sua sanità mentale. Si alzò e
si rivestì.
… ….
Mentre si rivestiva perse l’equilibrio per mettersi le scarpe
e cadde rumorosamente per terra, col risultato di svegliare Rinoa
“Ehy…che ore sono?”chiese sbadigliando
Rinoa
Squall guardò la sveglia che segnalava le 6:30. Poteva
lasciarla riposare ancora un po’. Le passò una
mano fra i capelli facendola quella che( a modo suo)poteva essere
definita una carezza.
(adesso, in teoria dovrei…)
Con molta fatica, riuscì a congedarsi da Rinoa con un
piccolo bacetto sulla guancia. Non sapeva ancora come muoversi in
questo campo per lui sconosciuto e visto che l’alternativa
era chiedere consigli ad Irvine, sperò ardentemente che
Rinoa avesse molta pazienza. Dopo aver dato un’ultima
occhiata alla sua…ragazza, uscì.
(che strano…)
Che strano pensare a Rinoa in questi termini.
Chiuse la porta cercando di fare meno rumore possibile. Si
girò..e si trovò davanti Irvine e Selphie. Irvine
lo guardava con un sorriso compiaciuto mentre Selphie spostava
rapidamente lo sguardo dalla porta della stanza di Rinoa a lui, e poi
di nuovo verso la porta. Iniziò a saltellare sul posto ed a
squittire come solo lei sapeva fare.
“Ma allora voi…”
Altri suoni indistinti nella gamma degli infrasuoni.
“Allora è ufficiale! State insieme! Come sono
contentaaaa!!!”continuò Selphie saltellando, e poi
prima che chiunque potesse fare qualsiasi cosa, scattò via
dicendo di “dover dare la buona notizia anche agli
altri!”
(Perfetto. Ecco quello che si dice discrezione.)
Irvine guardò Squall e notandone lo sguardo disperato si
mosse a pietà
“Tranquillo Comandante. Selphie non andrà certo a
dire in giro COME tu e Rinoa avete passato la nottata! Anche se tutti
quelli che ti hanno visto uscire dalla camera di Rinoa si saranno fatti
una loro idea…”
Si toccò la punta del cappello e sorridendo gli fece
l’occhiolino. Squall odiavo questo gesto, perché
non capiva quando Irvine scherzava e quando invece parlava seriamente.
Effettivamente c’era parecchia gente intorno per essere le
sei e mezza del mattino. Squall sentì
l’avvicinarsi d’un mal di testa.
“Come mai sono tutti già in piedi alle 6:30? La
sveglia di norma è alle sette, l’appello non prima
delle otto…”
Irvine aprì gli occhi, forse confuso.
“Squall..ti sei proprio dato da fare, vero?”
(Irvine, non mi provocare.)
Forse notando lo sguardo poco gentile, Irvine rettificò
“intendo…sei stanco, parecchio stanco. Tanto
d’avere il cervello un’ora indietro. Sono le sette
e trenta passate ormai. Per questo eravamo andati a svegliare Rinoa.
Zell o Nida in questo momento staranno bussando alla porta della tua
camera.”
Squall ricordò che il giorno dopo la festa ad Esthar Selphie
aveva insistito per passare al Garden di Trabia, e ci si era fermati
lì per la notte. Ed il fuso orario di quella regione era di
un’ora indietro…
(Quindi Rinoa ha dimenticato di regolare la sveglia.)
Squall si mise a braccia conserte e studiò le
irregolarità del pavimento.
“Perfetto. Tra venti minuti la notizia arriverà
fino ad Esthar.”
“Dieci” lo corresse Irvine “se non
è già arrivata.”
Era inutile pensarci. E poi Squall era del parere che pensare troppo
possa solo far male. Squall passò per il suo appartamento
dove, come detto da Irvine, c’era Zell che bussava
incessantemente alla porta.
“Smetti di bussare gallinaccio” disse Irvine
“l’ho trovato io per primo!”
“Non mi chiamare così!”fece Zell
mettendosi in posizione da scontro “E tu Squall
dov’eri?”
Irvine fece una rapida inversione a 180 gradi facendo finta di niente,
e Squall fece altrettanto. Zell chiese spiegazioni, ma i due lo
ignorarono fino all’arrivo in mensa. Qui si sedettero ad un
tavolo dove Quistis e Selphie li aspettavano. Selphie era ancora
eccitatissima e Quistis guardò Squall con aria seria
“Selphie mi ha raccontato dove hai passato la
notte…” fece con un tono sottintendeva molte cose
“Perché dove l’ha
passata?”chiese Zell, forse l’unico al garden a non
aver capito
(Ed allora? Non sono forse affari miei e di Rinoa?)
Squall stava per esternare questo pensiero ma l’altoparlante
lo anticipò
“Squall Leonhart in infermeria. Ripeto, il comandante Squall
Leonhart in infermeria. Squall, c’è qualcosa che
devi vedere..presto..”
La voce di Nida all’altoparlante era spaventata,
supplichevole. Squall guardò i suoi amici, che si alzarono
con lui. Qualunque cosa fosse, aveva la precedenza sui gossip riguardo
le attività della coppia Squall-Rinoa. Andarono in silenzio
fino in infermeria, ma non prima di una sosta al dormitorio per
permettere a Squall di recuperare il Gunblade. Si sentiva sicuro quando
stringeva fra le mani quell’arma dalla lama azzurra, e poi
una delle regole principali dei SeeD è: sempre pronto,
pronto a tutto. Fu la dottoressa Kadowaki ad aprir loro la porta
dell’infermeria. Senza dir niente li fece entrare. Squall
notò subito la presenza di Cid ed Edea. Ma non era la loro
presenza ad inquietarlo. Sdraiato su uno dei tre lettini che adesso
occupavano anche la sala d’attesa c’era Seifer.
Aveva la fronte fasciata, numerose ferite in tutto il corpo e doveva
aver perso parecchio sangue. Probabilmente era stato sedato
perché dormiva. Cid guardò Squall e lo prese da
parte
“Sono stati attaccati.”
(attaccati? Quindi c’erano anche…)
“Rajin e Fujin.” Cid gli lesse nel pensiero
“Fujin ha solo qualche ammaccatura, ma è in stato
di shock. Non che sia stata mai particolarmente loquace..”
Cid si passò una mano sulla nuca “ma non ha detto
altro dopo AIUTO, SOCCORSO e RAJIN FERITO. Quando li abbiamo raggiunto
Seifer e Rajin abbiamo trovato segni di combattimento.”
(non mi sorprende che siano stati attaccati. Si sono fatti ancora
più nemici di me..)
Fece un rapido calcolo: chiunque a Trabia, Balamb o Esthar sarebbe
stato più che lieto di uccidere Seifer. Ed anche molti
galbadiani non avrebbero certo detto di no ad una simile occasione.
L’ultima guerra aveva portato sangue e morte in tutto il
pianeta e, eliminata Artemisia, Seifer era diventato il capro
espiatorio. L’unico motivo per cui viveva a Balamb era
perché i SeeD gli avevano garantito un salvacondotto.
“Seifer è svenuto quasi subito, ed ora gli stiamo
facendo delle trasfusioni. Ha perso tanto sangue. I nostri esperti
hanno analizzato la scena. Lo scontro si è tenuto di fronte
la Caverna di Fuoco. Molto sangue, ma neanche una goccia che non
provenga da Seifer, Fujin..o Raijin.”
Il preside chinò il capo e Squall capì.
(Hyne…)
“Come?”domandò
Il preside si schiarì la voce “Non lo
sappiamo…forse una lancia”
(Una lancia?)
La lancia era nota come un’arma difficile da usare
correttamente, e con un potere d’attacco e difensivo modesto.
Tuttavia, in mano a degli specialisti diventava un’arma
temibile, per via della sua portata e per via della sua forza di
penetrazione, in grado di trapassare agevolmente un’armatura.
Ma non c’erano specialisti di quell’arma. Cid si
schiarì ulteriormente la voce ed aprì la bocca,
senza emettere alcun suono. Sembrava che avesse qualcosa da dire.
“Vorrei che tu parlassi con Seifer quando si
sveglierà.”disse infine”ma non dirgli di
Raijin. Cerca solo di capire chi ha potuto ridurlo in questo stato. Se
è ancora a Balamb, è una minaccia per tutti
noi.”
Squall annuì, ed il preside gli mise una mano sulla spalla
prima di andare. In pochi minuti rimanevano solo lui è la
dottoressa Kadowaki, che però non era di gran compagnia
perché impegnata a compilare un rapporto. Squall ne scorse
un pezzo
Nome: Raijin Kihirj
Età: 19
Arrivo: 6:32 Codice Rosso
Condizioni all’arrivo: Numerose ferite superficiali sulla
parte superiore del corpo. Tendini del polso destro recisi da taglio
netto. Ferita profonda(15 cm) all’addome.
(15 cm…ad un SeeD insegnano che 6 cm nel punto giusto sono
più che sufficienti)
Trattamento: Trasfusioni, immediato trattamento ferita
all’addome con supporto di para-magie.
L’ultima riga..
Ora del decesso: 06:57
Squall guardò oltre Seifer e Fujin, dentro la stanza, e vide
una barella con un lenzuolo bianco tirato sopra, a coprire uno strano
rigonfiamento. Ma il lenzuolo era troppo piccolo per chi bisognava
coprire e lasciava sporgere due piedi bruni. La dottoressa Kadowaki se
ne accorse, e chiuse rapidamente la porta.
(Perché? Sono abituato alla morte, ormai.)
Certo, non era un pensiero allegro, ma era veritiero. Quante persone
aveva ucciso nell’ultima guerra? Tante, ma non ci aveva fatto
caso. Era un SeeD, era stato addestrato per anni con l’unico
scopo di diventare un guerriero mercenario,ed imparare ad affrontare la
morte era il primo passo. Era quasi offeso da questo gesto della
Kadowaki
Voleva chiedere alla Kadowaki il perché di quel gesto, ma
lei gli indicò Seifer. Si stava svegliando.
CAPITOLO 4
Il preside Cid e la Madre avevano riunito il resto della squadra in
presidenza. Avevano comunicato la notizia, e ognuno aveva reagito a
modo suo. Selphie singhiozzava con il viso nascosto nella giacca di
Irvine, che si era calato il cappello sopra gli occhi e
stava,stranamente,zitto. Quistis aveva lo sguardo perso nel vuoto, pesa
nei ricordi di quanto Raijin era un suo studente. Rinoa era ancora in
camera sua o in mensa. Avevano deciso che non era il caso di diffondere
la notizia, gliel’avrebbero comunicata in privato. Solo Zell
parlò
“in fondo era un bravo ragazzo…era uno di
noi..voglio dire…ha attaccato Balamb, ma poi ha liberato
Ellione..lo sapete?”
Zell aveva involontariamente usato quello che era un vizio di Raijin
ovvero mettere un “lo sai, lo sapete” alla fine di
ogni frase. Cid sorrise solo un attimo, poi assunse
un’espressione grave.
“chiunque li abbia aggrediti..sapeva il fatto suo. Erano tre
guerrieri esperti, e sono stati sopraffatti con relativa facilità.”
Zell spalancò gli occhi ”Seifer battuto con
facilità? Non è possibile! Per quanti odi
ammetterlo è un Gunblader esperto, il migliore dopo Squall, e per
atterrarlo avrebbero avuto bisogno di una squadra di SeeD di livello
medio-alto!”
“Non è detto” disse Irvine
“basta un solo tiratore scelto ed un buon fucile.”
Cid sospirò e prese un documento sulla sua scrivania
“Questo è il rapporto di Shu sulla scena. Niente
bossoli, che comunque non combacerebbero con le ferite. E gli
aggressori, a giudicare dalle tracce erano tre, forse quattro. Non di
più.”
“Però! Dovevano essere tosti!” gli altri
guardarono Zell infastiditi da questa sua ammirazione per gli
aggressori del vecchio “Comitato Disciplinare”.
“Ragazzi miei..c’è una cosa che dovete
sapere…”iniziò la madre, ma venne
interrotta da Nida che era entrato nella stanza senza bussare. Nida
sembrava a disagio, ma il preside lo invitò a parlare
“Ehm…signore qualcuno è entrato dal
garage.”
Sai che novità. Da sempre dal garage si entrava e si usciva.
Irvine sbuffò mettendo ancor più a disagio Nida.
Il preside lo invitò a continuare e Nida completò
“usando un codice di terzo livello.”
Questo cambiava le carte in tavola. Si potevano contare sulle dita di
una mano quelli che avevano un codice di terzo livello. Squall, in
quanto comandante, Shu, Karl perché SeeD di rango
A…e naturalmente lui, il preside Cid.
“Quale?”
“Il suo, signore.”
Qualcuno era entrato dal garage utilizzando il codice del preside. E
nessuno aveva quel codice,senza contare il fatto che lo stesso Cid non
usava più il garage da tempo immemorabile.
“Ci sono stati tentativi multipli?”
“No signore…corretto al primo inserimento. Nessun
tentativo di Bypassare il sistema. Semplicemente inserito ed
accettato.”
“Nida, per favore comunica ai SeeD di entrare nel protocollo
di allarme giallo e dì a Shu di portare le matricole al
sicuro. Quistis, Zell, Selphie, prendete qualcuno con voi ed andate a
controllare. Irvine, chiama Squall.”
Tutti si alzarono per eseguire gli ordini. Cid ed Edea li guardarono
uscire. Poi Cid si diresse verso la scrivania e ne aprì uno
scompartimento nascosto.
“Caro..non avrai intenzione di…?”
Cid prese un oggetto e se lo legò al fianco. Poi si
alzò, prese le mani di Edea fra le sue e guardandola negli
occhi disse
“E’ compito di ogni cavaliere proteggere la sua
dama. E non temere…certe cose non si dimenticano mai. Resta
qui, per favore.”
Detto questo prese l’ascensore e scese al primo piano
***
Seifer si svegliò poco per volta…e non fu certo
felice che la prima cosa che avesse davanti agli occhi fosse Squall.
“Devo proprio essere sul punto di tirare le cuoia se il
grande comandante Leonhart in persona viene a farmi visita..”
disse col suo solito tono e con quel suo ghigno ironico stampato in viso
(Sta bene.)
“Raccontami quello che è successo.”
“Uh, ma quanto sei crudele Squall! Sono stato ferito, non
provi nemmeno un po’ di pietà per me?”
(Non ho voglia di scherzare…)
“Seifer, non è uno scherzo”
“Dannazione, lo so che non è uno
scherzo!” Il sorriso sparì dalla faccia di Seifer
lasciando il posto alla frustrazione che provava “Sono qui,
in questo dannato Garden, in compagnia dell’ultimo uomo sulla
faccia della terra che vorrei vedere, fasciato e sanguinante con una
serie di aghi piantati nel braccio!!” si fermò
prese fiato “lo so che non è uno scherzo”
Forse sarebbe servito qualcuno in grado di ascoltare, di consolare e di
dare nuova forza a Seifer. Sfortunatamente Squall non era bravo in
nessuna di queste cose, e sebbene lui stesso riconoscesse che dopo
l’entrata di Rinoa nella sua vita era parecchio migliorato
nelle relazioni sociali(nonostante cercasse ancora di ridurle al
minimo)non era ancora in grado di poter affrontare questo tipo di
discorsi. Però aveva ricevuto un ordine e gli ordini si
eseguono. Meglio cercare di introdurre il discorso in maniera
più delicata.
“Te la senti di raccontare quello che è
successo?” Era abbastanza sicuro che Rinoa avrebbe posto la
domanda in questo modo. Seifer rise, ma senza allegria.
“Squall, questo non sei tu, ma una brutta copia di Rinoa.
Finiamola con questa farsa, il tuo cinismo è più
vero!”
(ci ho provato)
“Allora vuoi dirmi cosa è successo o no?”
“Risponderò alle tue domande dopo che tu
risponderai alla mie.”
Squall sospirò, ma fece un cenno d’assenso con la
mano. Voleva solo sbrigarsi.
“Dov’è Fujin? Come sta?”
Questa era facile. Con un cenno del capo indicò il letto
improvvisato dietro quello di Seifer, che si puntellò sulle
braccia per poter vedere di persona. Fujin dormiva quello che pareva
essere un sonno tranquillo. E non poteva essere altrimenti, visti i
sedativi adoperati. Guardandola Seifer sembrò
tranquillizzarsi.
“E Raijin?”
Questa era la risposta più difficile. Come bisognava
presentare la risposta? Forse il metodo migliore era dirlo
direttamente, in fondo Seifer era un guerriero. Avrebbe saputo
affrontare la notizia.
”La ferita era troppo profonda. Non hanno potuto fare
niente.” Forse avrebbe dovuto aggiungere un "mi
dispiace" alla fine della frase, ma non ne era sicuro.
Guardò Seifer che si chiuse gli occhi mentre si mordeva con
forza il labbro inferiore. Squall non capì, ma Seifer per la
prima volta provava cos’era il senso di colpa. Quello che era
successo era colpa sua, e non solo aveva provocato il danno, ma non era
neanche riuscito a ripararlo. Ed ora una delle due persone alle quali
teneva, una delle due persone che l’avevano sempre seguito,
supportato era morta.
Gli aveva mai detto grazie?
Gli aveva mai detto che si divertiva e che ammirava la sua
abilità di pescatore? No…ed adesso era troppo
tardi. Ma poteva offrigli ancora qualcosa..vendetta. E Squall era il
modo più rapido per poterla portare a compimento.
“Un tizio in uniforme nera ed argento…simile a
quella dei soldati di Galbadia, ma anche all’uniforme SeeD,
mi ha attaccato. Mi ha messo al tappeto e poi un suo compare mi ha
piantato un ago nel collo e si è preso un campione di
sangue. Oh, e mi ha lasciato anche questo ricordino...”
Si indicò la benda che aveva legata intorno al capo. Poi
continuò
“Sai qual è stata la cosa più
strana?”
(Cosa?)
“Mi voleva vivo. Gli servivo vivo. Ed allora,
perché uccidere Raijin se tutto quello che volevano era un
po’ del mio sangue?”
(non so risponderti, Seifer)
(Probabilmente Raijin ha provocato il suo assassino in maniera
eccessiva.)
“Un’ultima cosa comandante…mi ha
chiamato Cavaliere della Strega”
Squall perse la sua espressione vacua
(Cavaliere della Strega? Quindi staranno cercando anche me…e
se cercano me…)
“Rinoa!” disse infine
In quel momento la porta si aprì ed entrò Irvine.
“Squall, ci sono…anormalità nel garage.
E’ meglio che tu venga con noi a dare
un’occhiata.”
Squall guardò Irvine e poi lo sguardo gli cadde sul
cercapersone che portava in vita. C’era una piccola, ma ben
visibile luce gialla accesa. Il protocollo per il codice giallo,
probabile violazione della sicurezza interna. Squall si alzò
e si avviò. Irvine lo seguì, ma venne fermato dal
suo comandante.
“No..Irvine c’è una porta semi-nascosta
dietro l’ufficio della Kadowaki. Porta a delle scale di
emergenza per il secondo piano. Finirai nell’armeria dietro
l’aula 14, prendi un fucile di precisione,e posizionati
ovunque ritieni più opportuno.”
Irvine era confuso “Ma perché?”
“Fallo e basta, ok?” non era il momento di dare
spiegazioni.
I due se ne andarono, ognuno per la propria strada, lasciando solo
Seifer. Il Gunblader si tolse gli aghi della flebo dal braccio e
rimosse le bende nei punti in cui ne limitavano il movimento.
Trovò il suo Hyperion abbandonato in un angolo e lo
controllò: aveva munizioni sufficienti. Poi vide il suo
riflesso in uno specchio e lentamente si tolse la benda che aveva in
fronte. Una cicatrice. Non quella inflittagli da Squall.
Un’altra, ecco cos’era il regalo degli assassini di
Raijin. Questa nuova cicatrice si incrociava con quella inflittagli da
Squall, formando una X sul suo volto.
Aveva un motivo in più per vendicarsi.
CAPITOLO 5
Squall correva per i corridoi del Garden destando
l’attenzione di quei pochi studenti ancora in giro. Il codice
giallo veniva comunicati solo ai SeeD, per non spargere il panico.
Improvvisamente sentì delle grida provenire dalla mensa.
Diversi studenti stavano scappando urlando. L’altoparlante
parlò
“ATTENZIONE: Codice Arancione. Tutti i SeeD con ID pari si
dirigano alla Mensa. Tutti i SeeD con ID dispari si occupino di attuare
il protocollo di protezione.”
A Squall non importava quale fosse il suo numero ID,
l’istinto gli diceva di correre in mensa. Sguainò
il Gunblade, la lama blu scintillava. Tre o quattro SeeD comparvero al
suo fianco, ed in breve raggiunsero la zona antistante la mensa. Vide
Zell, Selphie e Quistis raggiungerlo
”Squall!” fece Selphie “Qualcuno ha usato
il codice di Cid per entrare nel garage..ma non c’era
nessuno!”
(volevano depistarci..sapevano che qualcuno sarebbe andato a
controllare…)
Non erano nemici da sottovalutare. Squall divise i SeeD presenti in
squadre ed entrarono.
“BLIZZAGA!!!” era la voce di Rinoa che evocava una
magia di ghiaccio. Squall arrivò in tempo per vedere un
nemico, i cui vestiti corrispondevano alla descrizione data da Seifer,
venir preso in pieno petto dal raggio glaciale di Rinoa e crollare
gemendo a terra. Contando quello a terra, erano cinque in tutto. Due
stavano girando intorno a Rinoa, e Squall vide che uno di loro usava
due spade, mentre l’altro portava dei guanti molto simili a
quelli di Zell..questo schivò una magia con una capriola di
lato prima di gettarsi contro Rinoa che fece in tempo ed evocare un
protect su sé stessa, respingendo in gran parte
l’effetto di quella carica. Angelo, l’inseparabile
cagnolina di Rinoa, approfittò della distrazione per mordere
l’aggressore alla caviglia, ma quello la spedì via
con un calcio. Ma la distrazione era stata sufficiente
perché Rinoa potesse evocare un meteor sul gruppo. Ma non
ottenne i risultati sperati, dato che tutti i nemici erano ancora in
piedi
(devono avere un qualche schermo)
I SeeD caricarono, ed ad eccezione di quello che usava le due spade,
gli altri si voltarono per affrontare questa nuova minaccia. Squall
venne attaccato da uno che doveva superare abbondantemente i due metri,
ma doveva essere molto potente. Usava una lancia con singolare
maestria, alternando colpi con la punta a colpi di coda, o addirittura
usandola come un bastone o come una lunga spada. Tenendo
l’arma per la coda la fece roteare; Squall si
abbassò ma il SeeD che lo supportava non fu altrettanto
rapido e venne colpito violentemente alla spalla. La lancia
continuò a roteare atterrando altri SeeD, finchè
Squall non si gettò alla carica. Quello parò il
colpo e ruotò su sé stesso colpendo Squall dietro
il ginocchio facendolo cadere per terra. Squall evitò
l’affondo della lancia ruotando di lato. Zell era impegnato
in uno scontro senz’armi con l’aggressore che era
stato morso da Angelo. I due si scambiavano, pugni, calci in rotazione,
finchè Zell non riuscì a bloccare un braccio
dell’avversario in una presa. Ma quello fece una capriola
all’indietro, vanificando il tentativo di Zell e poi
colpendolo con un calcio in rotazione. I due si guardarono, le mani di
Zell iniziarono ad emanare fiamme…era pronto ad uno dei suoi
colpi finali. Guardò l’avversario con aria di
sfida, e la sua sorpresa fu grande quando vide che quello stava
preparando un simile attacco, solo con fiamme blu.
“Va bene, fermi così di grazia!”
qualcuno parlò.
Squall si guardò intorno, era il guerriero con le due spade.
Teneva un braccio stretto intorno al collo di Rinoa e con
l’altro puntava una delle spade contro i SeeD. Squall
ordinò a tutti di stare fermi.
“Ma perché dovete rendere tutto così
difficile?”continuò “non era nostra
intenzione venir qui a combattervi, ma voi SeeD avete
l’abitudine di interpretare male le cose.”
Nessuno capiva se parlasse sul serio o scherzasse.
“Cosa vuoi?”chiese Squall, cercando di reprimere la
rabbia
“Oh, tu sei Squall Leonhart vero? L’eroe che col
suo Gunblade ha eliminato la strega Artemisia..si, eri su tutti i
giornali. Che onore parlare con te…Cavaliere!”
L’essere chiamato con questo appellativo lo sconvolse. Pochi
sapevano che Rinoa era una strega, ed ancor meno erano a conoscenza del
fatto che lui fosse il suo cavaliere. Certo, ad Esthar si sapeva, ma il
presidente Laguna aveva fatto in modo di non far trapelare la notizia
ed aveva imposto ai suoi il segreto, sotto richiesta di Squall. Squall
era abbastanza certo che al mondo meno di venti persone sapessero che
Rinoa era l’ultima strega.
“Oh! Sembra che abbia indovinato! E sono sicuro che questa
è Rinoa Heartilly…l’ultima e la
più potente strega sul pianeta! Ops..era un
segreto?”
(Come fa a saperlo?)
I SeeD e gli studenti del Garden guardarono Rinoa, e Squall dentro di
sé maledisse quell’uomo che aveva rivelato
qualcosa che avrebbe dovuto rimanere segreta. Rinoa sembrava sul punto
di scoppiare in lacrime.
(Non toccarla…)
“Cosa vuoi allora? Lasciala andare e ne
discuteremo!”
“Mi prendi per fesso? Lei viene con me finchè non
saremo fuori di qui. E’ il nostro salvacondotto. Ma non gli
faremo del male..vogliamo solo una cosa…anzi due.”
Quello che aveva lottato contro Zell si allontanò e prese un
astuccio. Lo aprì e ne tirò fuori una siringa.
Scoprì il braccio di Rinoa…e fece entrare
l’ago. Squall riprese posizione da scontro e
caricò in avanti, riuscendo col suo movimento improvviso a
schivare l’energumeno armato di lancia, ma si
fermò quando il suo interlocutore puntò la lama
sul collo di Rinoa.
“Perché dovete complicare tutto? Pochi cl di
sangue, che sarà mai per dei guerrieri temprati come voi! E
tu hai fatto?” l’ultima frase era rivolta al suo
compagno che annuì e poi lasciò cadere una
piccola quantità di sangue su un vetrino che poi venne
inserito in quello che sembrava un piccolo computer portatile.
“Perfetto..oh, guarda!”ridendo fece vedere al suo
capo i risultati, indicando una linea sullo schermo.
(Cosa avete da ridere maledetti?)
Squall strinse i pugni..non poteva fare niente. Per ora. Non avrebbe
permesso loro di passarla liscia…doveva solo farli uscire
dalla mensa, Irvine era sicuramente già appostato..un colpo
dalla distanza, ed eliminato il capo, gli altri sarebbero stati
soprafatti.
“Però…vedo che vi siete dati da
fare…le congratulazioni sono
d’obbligo!”disse ridendo quello che teneva la lama
sul collo di Rinoa ”Però forse è meglio
confermare…vai a prendere un campione di sangue dal grande
eroe.”
Vedendo quello prendere una nuova siringa ed avvicinarsi Squall si mise
in posizione di guardia
“Perché non vieni a prendertelo?” gli
disse in tono di sfida
“Uh…sfidare il grande eroe…sarebbe
bello” si leccò le labbra con la lingua
”Ma non posso perdere tempo…ho preso
già degli impegni per la serata. E poi” appoggio
la lama sul collo di Rinoa “non credo tu sia nella posizione
per dare ordini in questo momento”
Squall non aveva scelta. Bestemmiando Hyne si scoprì il
braccio e lasciò che quello prelevasse il campione.
Esaminarono come avevano fatto con quello di Rinoa ed il gregario disse
“Conferma. Perfetto.”
“Perfetto.”confermò il capo
“ed adesso, se permettete noi andiamo.”
Squall fece un cenno col capo ai SeeD che si aprirono per lasciarli
passare. Andarono in corridoio, e da lì si diressero verso
il giardino
(Irvine, dove sei? Che aspetti?)
***
Irvine aveva visto la confusione che veniva dal piano di sotto, ed
aveva capito perché Squall l’aveva piazzato
lì. Scelta saggia. Attese, poi vide Rinoa venir tirata a
viva forza da un individuo vestito di nero..da lontano era sembrato un
SeeD. Puntò il fucile, il bersaglio era
inquadrato…posò l’indice sul
grilletto…
Clic . L’inconfondibile rumore di una P38. Puntata contro la
sua tempia. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi era.
“Non sapevo ci fossi anche tu qui”
“Io invece ti aspettavo. Sei prevedibile, Irvine. Ah, nel
caso sia chiaro, non provare a premere il grilletto.”
“tanto mi ammazzerai comunque…”
“Mi conosci così poco? Io non uccido per
divertimento. Che tu viva o muoia non m’interessa.”
“Neanche a me..” fece il cowboy con tono di sfida.
“Sicuro..ma se dopo di te mirassi, che so, alla ragazza col
vestito giallo?”
Irvine posò il fucile, tolse il caricatore e lo
gettò via. I due aspettarono che il singolare corteo
sparisse dalla loro vista infilandosi verso una delle uscite. Poi
quello smise di puntare la pistola alla tempia del Cowboy.
“Hai fatto la scelta migliore. Oh, niente di
personale” e gli sparò due volte alle gambe.
Irvine urlò per il dolore, ma era solo in quel piano e
nessuno poteva sentirlo. Dannato protocollo di
sicurezza…quello salutò e sparì,
mentre il cowboy imprecava..
***
Ogni passo i SeeD gli stavano dietro, a distanza di sicurezza. Rinoa
cercava Squall con lo sguardo, ed il SeeD ricambiò cercando
di infonderle fiducia.
(Tranquilla…non permetterò che ti facciano del
male.)
Giunsero fino al Quad, dove diverse Skymotor erano parcheggiate. Ma
davanti a queste moto stava ritto il preside Cid. Con un Gunblade in
mano. Il capo degli aggressori passò Rinoa al suo secondo ed
andò faccia a faccia con Cid.
(Cid..che ci fa con un Gunblade?)
“Salve..Padre.”
(Padre..?)
“Sai che non posso lasciarvi passare.”fece Cid
puntando il Gunblade.
“Sai che comunque passerò” rispose
quello sguainando le spade
“Come sapevi il mio codice?”
“Suvvia Padre…MA23LU…Martedì
23 Luglio…è il tuo anniversario di
matrimonio.” Lo disse come fosse la cosa più
facile al mondo.
I due erano in posizione di guardia, Cid attaccò per primo
utilizzando quel suo insolito tipo di Gunblade..più leggero
e meno potente, ma molto più rapido. Quello però
parò senza troppi problemi e contrattaccò, ma Cid
resse bene i primi colpi, finchè dopo aver bloccato entrambe
le spade del suo avversario, quello lo colpì con una
testata, stordendolo e facendolo cadere su un ginocchio. Ma Cid non si
diede per vinto: impugnò saldamente l’elsa del
Gunblade e caricò un colpo dal basso verso l’alto,
con la lama che sfiorava il terreno..il Colpo Imperiale. Ma
l’uomo in nero lo parò con una spada sola, prima
di colpire Cid allo stomaco con un pugno. Cid lasciò cadere
il Gunblade e rapidissimo l’uomo rinfoderò la
spada prendendo una strana siringa e facendola penetrare nel collo del
Preside. La estrasse dopo pochi attimi. Poi si chinò e
guardò il preside negli occhi.
“Non volevo essere così violento Padre. Ma
è così che sono stato addestrato. Voi!”
si rivolse agli altri “tutti sugli Skymotor!” Gli
altri eseguirono in fretta, ed anche lui saltò su una di
quelle moto volanti rosse..lasciò andare Rinoa e poi assunse
nuovamente quell’aria arrogante e spavalda. Guardò
i SeeD, vide Rinoa correre tra le braccia di Squall e rise
“Auguri e figli maschi, bella gente!”
Si accesero i motori e volarono via, sparpagliandosi e sparendo dalla
vista dei SeeD in pochi minuti.
Squall li guardò allontanarsi, mentre stringeva a
sé Rinoa
(Non è finita).
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitoli 6-8 ***
FFVIII 2
CAPITOLO 6
Irvine venne trasportato in infermeria. I colpi alle gambe non erano
gravi, ma la dottoressa Kadowaki dovette rimuovere i bossoli, ed Irvine
fu costretto a passare la notte in infermeria. Rinoa era fisicamente in
buona salute, la Kadowaki voleva tenerla una notte in osservazione, ma
lei si era rifiutata ed aveva deciso di stare con Squall.
C’erano diversi SeeD feriti e solo quando la maggior parte di
loro fu sistemata ci si accorse che Seifer era sparito. Squall
mandò un paio di SeeD indenni a perlustrare il Garden ma di
lui non c’era traccia. Cid aveva solo qualche contusione.
Tutto sommato, per un codice arancione non era andata male. Tutto
quello che questi sconosciuti assalitore avevano preso era una piccola
collezione di campioni di sangue..
E l’orgoglio di Squall.
Squall non era riuscito a proteggere Rinoa. Certo, non le era successo
niente…ma quel pazzo avrebbe potuto farlo del male. Rinoa
dormiva al suo fianco, ancora turbata da quello che era successo.
(Pensavo che tutto sarebbe finito dopo Artemisia…)
Guardò Rinoa che dormiva. Le aveva promesso di essere il suo
cavaliere, eppure non l’aveva protetta. Non riusciva a
tollerare questo pensiero. Questa volta era andato tutto bene, ma la
prossima? Squall non riusciva a dormire, si sedette sul lato del letto
e si rivestì, prendendo il suo Gunblade. Uscì
cercando di fare il minimo rumore per non disturbare
Rinoa..uscì dall’appartamento e trovò
lì due SeeD ai lati della porta, che facevano la guardia. I
due si accorsero del comandante e lo salutarono con il classico saluto
che un SeeD rivolge ai suoi superiori.
“Tutto tranquillo signore.”
Squall rispose con un cenno del capo, e poi si avviò verso
il centro addestramento. Non c’era niente da fare una volta
entrato il vigore il coprifuoco e quello era l’unico in cui
valeva la pena passare un po’ di tempo..e poi c’era
la zona segreta..
Le porte si aprirono al suo passaggio e quasi subito un Grat gli si
parò davanti con intenzioni ostili. Un grat, non certo un
nemico al suo livello. Un colpo fu più che sufficiente ad
abbatterlo. Altri due grat caricarono Squall, che fu costretto a
piegarsi per schivare l’attacco. Ma una magia di fuoco ed un
colpo ben piazzato sistemarono entrambi. Dopo pochi altri incontri di
scarso livello ed intensità, prese la porta per la zona
segreta. Non c’era nessuno.
(perfetto.)
Troppi obblighi sociali negli ultimi tempi. Foto, cerimonie, strette di
mano con ogni capo di stato,nonché la varie medaglie al
valore e tutte le foto su ogni giornale del pianeta..chiunque per
strada lo riconosceva e lo fermava. C’era chi chiedeva di
poter vedere il suo Gunblade, ormai leggendario quanto lui. Per molti
era un onore, e Zell era forse il più contento di tutti,
perché finalmente poteva disporre dei panini che tanto
adorava in quantità gargantuesche. Ma per lui era solo un
fastidio.
Grande Eroe…quello l’aveva preso in giro
utilizzando queste parole. E Squall gli dava ragione. Gli dava ragione
con tutto sé stesso.
(Tutti mi danno dell’Eroe…ma che eroe è
uno che non riesce nemmeno a proteggere la sua ragazza?)
Avevano sconfitto Adele, Seifer, Artemisia e Hyne solo sa quanti
mostri…eppure quei cinque avevano penetrato le difese del
Garden ed erano arrivati a Rinoa mentre lui perdeva tempo con Seifer.
Seifer..dov’era finito?non era rimasto sorpreso del fatto che
fosse scomparso, era una cosa che rientrava nel suo comportamento, era
prevedibile. Ma non doveva scomparire. Così facendo non solo
li privava delle informazioni che non aveva ancora dato, e Squall era
sicuro che Seifer avesse raccontato solo una mezza verità,
ma anche li privava del supporto che il Gunblader poteva dargli nelle
ricerche degli aggressori. Seifer ha uno strano modo di mostrare la sua
gratitudine..e pensare che era così facile vendicarsi di
lui…bastava che prendesse il suo cercapersone, si collegasse
sulla frequenza SeeD per poi comunicare che il salvacondotto era
revocato.
No, non era da lui, e non era neanche giusto. Non era colpa di Seifer
se aveva fallito. Il fatto che Seifer fosse scomparso era un altro tipo
di problema. Forse Seifer sapeva qualcosa che Squall ignorava..forse
aveva qualche piano segreto..
(Segreti…quando sembra che tutto sia stato detto, eccone
altri…)
Come sapevano la data del matrimonio di Cid? Perché lo
chiamavano Padre? E cosa diavolo faceva Cid con un Gunblade in mano?
Era stato un gunblader, un maestro d’armi?
(odio queste cose..)
Ecco, c’era riuscito. Ogni volta che restava solo troppo a
lungo si perdeva nei meandri dei suoi pensieri. Si era promesso di
evitarlo, pensare troppo gli portava solo problemi e nessun vantaggio.
Oltre la porta sentiva chiaro il rumore di mitragliatori che
scaricavano il loro caricatore sui mostri, a quanto pare
c’erano altri SeeD che si stavano allenando. I
SeeD…un corpo speciale mercenario nato con lo scopo di
combattere la strega. Aveva già pensato quanto fosse
divertente l’ironia della cosa: il suo fondatore era il
marito di una strega che per molti era stata la Madre e
l’attuale comandante era il cavaliere dell’ultima
strega. Ma forse ci si riferiva alle streghe che Selphie avrebbe
definito cattive. Artemisia era sicuramente una di queste, anche se
Squall ripensando allo scontro l’aveva giudicata
più imbecille che cattiva. Che senso ha regnare se poi non
c’è nessuno da comandare?
Senti la porta alle sue spalle aprirsi. Ne fu disturbato, ma
cercò di sembrare impassibile, quando si girò.
(Rinoa!)
C’era Rinoa che veniva verso di lui. Era la prima volta che
metteva piede nella zona segreta e ne era rimasta piacevolmente
sorpresa. Si avvicinò alla ringhiera dove Squall era
poggiato.
“Quindi questa è la famosa zona segreta?“
“Così pare” Squall la guardò
“che ci fai qui? e dove sono Clarence e
…” (come accidenti si chiama l’altro?)
“Pitt?” Rinoa sorrise “non conosci
nemmeno i SeeD che mi ha assegnato come bodyguard, mio
cavaliere?”
Forse lei non lo sapeva, ma aveva appena toccato un tasto dolente.
Squall incrociò le braccia e studiò il pavimento
erboso della zona segreta
“so che sono due buoni SeeD e che sanno usare le armi da
fuoco. Ma visto che ti hanno lasciato venire qui da sola, non so se
domani saranno ancora SeeD.”
Rinoa si innervosì “Perché forse non
sono in grado di badare a me stessa? Forse anche i mostri che tenete
qui sono troppo pericolosi per me?” Rinoa abbassò
la testa e si sedette per terra, portandosi le gambe al petto
“tutti qui mi guardano come se fossi una bambola di
porcellana…come se potessi rompermi al primo colpo di
vento!” guardò Squall negli occhi
“c’ero anch’io quando abbiamo lottato
contro Artemisia, ho resistito anch’io agli attacchi di
Griever…eppure continuate tutti a trattarmi come se fossi di
cristallo”
Squall si sedette accanto a lei, effettivamente il ragionamento era
logico
“…scusa.”
“sono sicura che tu sei qui perché non riuscivi ad
accettare quello che è successo oggi, giusto?”
(si, ma non solo…almeno credo)
“forse”
Rinoa sorrise ed appoggiò la testa sulla spalla del suo
cavaliere. Forse Squall avrebbe dovuto passarle un braccio intorno le
spalle, ma non era sicuro e voleva evitare figure meschine in quel
momento.
“Squall, hai fatto tanto per me..non potrei nemmeno contare
tutte le volte che hai rischiato la tua vita per salvare la mia. Non
devi sentirti in colpa.”
“Il compito d’un cavaliere dovrebbe essere
proteggere la sua strega.”
“Squall…io non voglio essere un peso”
“Non lo sei.”
“Seriamente…mi hai assegnato due SeeD come guardie
del corpo..nemmeno il preside Cid ha mai avuto una protezione
simile”
(quattro…quello era la prima coppia, gli altri sarebbero
venuti a dar loro il cambio fra un’ora)
“Cid è sempre in mezzo ai SeeD meglio addestrati,
è come se fosse protetto costantemente. Quei due sono solo
delle precauzioni in più nel caso che…”
“nel caso che tu sia impegnato altrove?” tolse la
testa dalla spalla di Squall “Squall, io sono perfettamente
in grado di badare a me stessa…” improvvisamente
abbassò la testa “ma chi prendo in giro? Ho
scagliato le mie migliori magie contro quelli, eppure li ho a malapena
scalfiti..”
“Avranno avuto un qualche schermo…magari la
versione potenziata di Shell” non era sicuro che tale magia
esistesse, però l’esempio era sufficiente
“Non è questo il punto…io..io voglio
imparare a combattere. Quando le magie non funzionano devo essere in
grado di reagire.”
“Rinoa..tu sai combattere!”
“Quello mi ha bloccata con uno scatto. Ha approfittato del
momento in cui il mio Boomerfriz non era ancora tornato per prendermi e
bloccarmi. Poi mi ha messo questo intorno al collo..”
Prese qualcosa dalle tasche e la mostrò a Squall. Sembrava
una collana di plastica bianca.
(ma questo è…)
“uno degli strumenti di Odine per controllare i poteri della
strega. Squall tu sei il comandante del garden...tutti qui dentro
dipendono da te, ma io sono l’unica che sembra essere un
peso.”
“tu non sei un peso” era sincero, persino Rinoa non
ebbe dubbi su questo
“mi insegnerai a combattere, a lottare come sapete fare solo
voi SeeD?”
(per un diventare SeeD ci vogliono anni ed anni di addestramento,
essere specialisti di un’arma non è una cosa che
si può fare dall’oggi al domani)
“lo farò.” Rispose con convinzione.
(Perché il cervello pensa una cosa e la bocca ne dice
un’altra?)
“Ma adesso andiamo, Rin. Si è fatto
tardi.”
Il cavaliere aiutò la strega ad alzarsi, e lei lo
abbracciò. Stavolta Squall sapeva come comportarsi e
ricambiò senza esitare. Dopo alcuni minuti lasciarono la
zona e Squall vide sulla porta Clarence e…e Pitt armati con
dei mitragliatori. Ecco dunque chi aveva sparato quei colpi!
Ripensandoci, non era il caso di degradarli. I due lo salutarono e
Squall li congedò in anticipo. C’era lui adesso. E
poi altri avrebbero preso posto davanti la porta
dell’appartamento di Rinoa. I due SeeD salutarono ed
andarono, Rinoa e Squall si diressero invece dall’altra
parte. Nessun mostro gli si parò davanti, ed arrivarono
tranquillamente fino alle porte. Lungo la strada per il dormitorio
Rinoa si tenne ben stretta al suo cavaliere. Squall
l’accompagnò al suo appartamento e Rinoa lo
invitò a restare perché non voleva restare sola.
Squall non ebbe obiezioni. Aspettò che si addormentasse, poi
si alzò nuovamente. Doveva risolvere una faccenda.
La collana di Odine. Non era certo un oggetto facile da trovare. E se
quello di cui questi nuovi nemici avevano bisogno era il sangue delle
streghe e dei loro cavalieri, per usarlo avrebbero sicuramente avuto
bisogno di Odine o di qualcuno a lui vicino.
Il presidente Laguna gli aveva dato il suo numero personale, in modo da
poter comunicare direttamente senza passare per segretarie, messaggeri
o chissà cos’altro. Che ore erano adesso ad Esthar?
(ha importanza?)
Chiuse la porta della stanza in cui Rinoa dormiva per non disturbarla.
Compose il numero ed aspettò. Il telefono
squillava…
“Yaaawn…ma chi è chiama a
quest’ora indecente?” Laguna aveva ragione,
lì erano un’ora avanti rispetto a Balamb e quindi
erano circa le cinque del mattino
“Presidente Loire sono il Comandante Leonhart”
“Squall? Ragazzo mio…quando ti ho detto che potevi
chiamarmi quando volevi e che ci sarei stato sempre non
pensavo che l’avresti preso
allaaaah….lettera…”
“Presidente, non l’avrei fatto se non fosse stato
importante.”
(lo è? Forse è solo una mia
impressione…)
“Lo so…avanti spara. Dimmi tutto, ragazzo
mio.”
Questo ‘ragazzo mio’ irritava tantissimo Squall.
Laguna certo era più vecchio di lui, ma non gli piaceva che
lo chiamasse con questi appellativi.
(Perché ‘ragazzo mio’? Non sono mica tuo
figlio!)
E rabbrividì al pensiero che quello che lui definiva un
‘cretino patentato’ come Laguna potesse anche
riprodursi.Tuttavia, era meglio tenere questo pensiero per
sé in questo momento.
“Presindente, può sembrare una domanda strana,ma
ci sono state..cose fuori dalla norma nel laboratorio di ricerche di
Odine?”
“Quel posto è già fuori dalla norma.
Sii più chiaro”
“Violazione della sicurezza, furto o duplicazione di
dati…materiale mancante…”
“Credo di aver capito…farò fare
un’ispezione…domattina
però,eh?”
“Grazie.”
“Aspetta, ci ved…”
Squall aveva già chiuso il telefono. Si tolse la giacca e si
lasciò cadere su una poltrona in un angolo, addormentandosi,
finalmente.
CAPITOLO 7
Nessuno si era accorto di lui. Tutti i SeeD e gli studenti erano
impegnati a seguire il protocollo di sicurezza, ovvero togliersi dai
piedi per evitare di finire ammazzati. Zoppicava ancora un
po’, ma riusciva comunque a mantenere un’andatura
molto veloce. Non c’era nessun in questa parte del garden.
Continuò a camminare ed oltrepassò i cancelli ed
i ponti. Il garden era tornato nella sua postazione originale, ma dato
che doveva comunque essere sempre pronto a partire in qualunque momento
erano stati costruiti dei ponti mobili che lo potessero collegare
direttamente alla terraferma. Seifer non sapeva cosa cercare, ma
l’istinto gli diceva che doveva essere in bella
vista…sarebbe rientrato perfettamente nella mente dei suoi
aggressori, Seifer lo sapeva perché anche lui avrebbe fatto
la stessa cosa. Ed eccola lì, una Skymotor T3. Brevetto
Galbadiano, ma design di Esthar;era ancora un prototipo poco
più di un mese fa. Quando Seifer era al suo apogeo a
Galbadia gli era permesso di provare uno di questi modelli. Monoposto,
ma in con un bagagliaio capiente. Autonomia di volo di tre ore e
velocità elevatissime. Per forma e per colore sembrava la
versione in miniatura della Ragnarock. Bisognava indossare delle
speciali tute per resistere. Ma come diavolo avevano fatto a
procurarsele? Si avvicinò alla moto parcheggiata
lì e la guardò da vicino. La vernice rosso vivo
era scintillante. Decisamente, non era un mezzo che potesse mai passare
inosservato. Si portò vicino la parte posteriore della moto
e cercò di forzare la serratura del bagagliaio. Gli ci
vollero tre tentativi. Dopo averlo aperto ruppe la parte interna della
serratura in modo che da fuori potesse sembrare intatta ed
entrò.
Era più alto della media, ma mettendosi in posizione fetale
riuscì ad inserirsi ed a chiudere lo sportello.
“Questa è la mia battaglia”
Non di Squall, non dei SeeD. La sua. E poi, quanto ci avrebbero i SeeD
a trovare la base di questi nuovi nemici? Non poteva certo aspettare
tanto! SeeD..a volte era quasi fiero di non essere uno di loro. Una
vita passata a seguire ordini ed a combattere battaglie che altri non
erano in grado di fare. Che differenza c’era fra un SeeD ed
un robot, in fondo? Appena era scattato l’allarme arancione i
SeeD erano così impegnati ad eseguire il protocollo da
lasciare che una Skymotor vistosa come quella in cui si trovava potesse
tranquillamente parcheggiare di fronte al garden! No, i SeeD erano
chiusi nei loro schemi, nel loro modo di ragionare privo di fantasia.
Gli altri invece erano sfacciati, sottili, furbi. Insomma, forse non
tanto visto che avevano parcheggiato così in vista..oppure
poteva essere semplicemente una beffa. Nascosti in piena vista.
Improvvisamente Seifer si sentì più vicino a
questi sconosciuti che a chiunque nel Garden. Ripensandoci lui avrebbe
agito allo stesso modo. Non era nel suo stile nascondersi per poi
attaccare di soppiatto..come stava facendo adesso. Ma non aveva scelta,
non se doveva raggiungerli in fretta. E poi lì avrebbe
lasciato che fosse stato il suo Hyperion a parlare. Ma nel caso avesse
fallito, aveva pronto un piano B.
Aveva sentito quello che Squall aveva detto a Irvine riguardo
l’armeria. Ed aveva seguito il bamboccio con il cappello da
Cowboy; quando quello era uscito lui era entrato ed aveva subito
trovato quello che cercava.
Erano piccole, color verde scuro con una striscia rossa in mezzo. Solo
i migliori erano stati addestrati con queste armi(e lui era fra
questi), perché bisognava fare molta attenzione, erano
infide…erano le granate Tiamat, ed il nome non era un caso.
Ma solo nel caso in cui l’Hyperion fallisse, cosa che non
deve accadere.
“Vorrei vedere quel ballerino zampettante evitare una di
queste delizie…”
Il raggio d’azione era ampio e lui ne aveva prese quattro, un
numero consistente soprattutto per via del fatto che erano poche e
numerate. Potevano facilmente far saltare in aria un’ala del
Garden, quindi sarebbero state sufficienti a far piazza pulita. Ma era
pur sempre un furto, ed un furto di oggetti estremamente pericolosi.
Forse stavolta l’avrebbero espulso definitivamente, i SeeD
avrebbero smesso di proteggerlo..ed allora? Non aveva chiesto la loro
pietà, non la voleva. Ogni giorno dopo la sconfitta di
Artemisia si era trovato a dover fare i conti con la pietà
di quelli che erano stati i suoi nemici. Ogni giorno era costretto a
convivere con il peso di sapere che la sua vita, anzi esistenza, era
una gentile concessione di Squall
& co. Un attimo, sente un rumore di passi. Poi il rumore dello
sportello della cabina che si apre. Qualcuno entrò, si
sedette ed avviò il motore. Dopo dieci secondi, lo strano
mezzo si alzò del suolo e partì. Seifer era stato
tremendamente fortunato: quello poteva avere oggetti da riporre nel
vano bagagli, o il suddetto vano poteva non permettere ad un essere
vivente di resistere alla pressione della partenza e della traversata.
La ruota della fortuna puntava nella sua direzione oggi, ne era
più che certo. Sentì un forte bip, e la parola
“conferma”. Qualcuno aveva attivato il sistema di
comunicazione. Cercò di ascoltare quello che veniva detto
“Pieno successo. Qualcosa da aggiungere al
rapporto?” la voce aveva un che di meccanico, proveniva dalla
radio
“avevi ragione. Tiratore scelto posizionato alle vostre ore
cinque. Se non l’avessi fermato, sareste già tutti
cadaveri.”
Tiratore scelto…il vaccaro, Kinneas?
“Fermato? Abbattuto?”
“fermato vuol dire fermato, non mi era stato detto di
uccidere.”
“Bene, perché non è quello che
vogliamo. La famiglia prima di tutto. Peccato che il Padre ci sia stato
ostile.”
Famiglia? Padre? Seifer aveva l’impressione d’aver
perso qualcosa d’importante.
“Ostile? Ha tirato fuori il vecchio Gunblade?”il
pilota rise sguaitamente, facendo irritare l’ignota voce alla
radio
“ai suoi tempi era tra i migliori, uno dei primi ad
utilizzare il Gunblade .E’ invecchiato, ma non ti
è concesso prenderti gioco di lui,chiaro?”
“Quanto sei permaloso…hai visto il Fratello
disperso, almeno?”
“Non ne sono sicuro…ma c’è
una buona possibilità che i nostri sguardi si siano
incrociati. Convergere sul punto concordato, modalità
Stealth. Non fatevi vedere dalla marina galbadiana.”
Galbadiani..quindi il loro rifugio doveva trovarsi nel continente
Galbadiano. Scelta saggia. Infatti da quando Caraway era stato nominato
presidente ad interim Galbadia aveva ufficialmente rinunciato alle mire
espansionistiche. Tuttavia c’era uno zoccolo duro di
ufficiali e pezzi grossi che non condivideva questa decisione e la
guerra civile sembrava imminente. E quando un paese rischia di
auto-distruggersi non ci si curava granchè di quello che in
fondo era un piccolo gruppo di stranieri…Seifer sorrise. Se
quelli non l’avessero umiliato, se non avessero ucciso
Raijin, probabilmente sarebbero anche potuti andare
d’accordo. Se…con i se non si fa la storia. Ma le
riflessione di Seifer vennero interrotte dalla voce alla radio.
“Blood Brothers 3, 4 e 6 iniziate manovra di atterraggio,
Brother 5 giro di ricognizione. Io vado ad incontrare gli esperti ed i
finanziatori”
Che nome pittoresco! Ma poi Seifer sentì un groppo alla gola
e una strana sensazione nelle orecchie, come un tappo.
Deglutì più volte e capì che queste
sue sensazioni erano dovute alla veloce manovra di atterraggio. Dedusse
quindi di essere il bagaglio di uno tra il 3,il 4 ed il 6. Dieci minuti
dopo la Skymotor era atterrata, ma lui non uscì, e fu una
scelta saggia perché il numero cinque atterrò
pochi minuti dopo. Solo quando non si udirono più passi
nell’hangar aprì leggermente lo sportello del
bagagliaio. Filtrava ancora una debole luce solare. Avrebbe atteso la
notte.
CAPITOLO 8
“Squall Leonhart in presidenza. Zell che fai? ….
….Squall, aspettiamo solo te…datti una mossa, e
che diamine!”
La voce impaziente di Zell aveva preso il posto di quella di Nida.
Squall avrebbe gradito un altro tipo di sveglia, ma dato che non poteva
scegliere scese dal letto. Si sgranchì le gambe e poi si
guardò gli abiti. Forse era il caso di cambiarsi ma non
c’era tempo. Si diede una rapida sistemata ai capelli e si
avviò.
Arrivato nella Hall non potè far a meno di notare un gruppo
di soldati di Galbadia che attendevano qualcosa. L’istinto fu
di gettarsi contro di loro brandendo il suo Gunblade ma si trattenne
quando vide, piazzati di fronte i galbadiani, un piccolo gruppo di
soldati di Esthar con i loro insolito Shotaxe. Dovevano essere le
scorte dei rappresentanti di Galbadia e di Esthar. Ora si ricordava!
Cid aveva indetto quella riunione perché Galbadia ed Esthar
potessero appianare le loro divergenze diverso tempo prima..ma adesso
c’erano altre priorità. Tuttavia in quanto
comandante del Garden non poteva mancare. Prima la riunione, dopo
avrebbe chiesto delucidazioni a Cid. Salì al terzo piano e
quello che vide era l’ultima cosa che poteva mai aspettarsi.
Caraway urlava contro Laguna, che rispondeva utilizzando lo stesso
tono. Selphie urlava perché voleva parlare di come risolvere
la situazione di Trabia, Quistis urlava per dire a Selphie che al
momento era un problema secondario e Cid urlava per cercare di
riportare la calma.
(e questi sarebbero quelli che dovrebbero risolvere i problemi del
mondo? Siamo messi bene, non c’è che
dire…)
Zell notò Squall e gli si avvicinò.
“Squall, è assurdo!”
“…che è successo?”
“Il preside ha fatto un resoconto a Deling e Laguna di quello
che è successo ieri…ebbene, Laguna ha accusato i
Galbadiani di aver rifornito armamenti a dei terroristi, Deling accusa
Esthar di aver venduto i segreti degli studi che Odine ha tenuto sulla
strega..poi si è intromessa Selphie che voleva si parlasse
di Trabia, e Quistis ha detto che non era ancora il momento..e Cid non
ha nemmeno finito di parlare! ”
Il ragazzo abbassò le spalle e la testa
“è il caos!”
Squall si portò una mano alla fronte. Ed ora che doveva
fare? Poteva lanciare Novox su tutti i presenti? Forse Laguna avrebbe
capito, ma non certo che Caraway avrebbe fatto lo stesso..si rischiava
l’incidente diplomatico.
(non è giusto)
Il mondo era da poco stato salvato dalla compressione temporale,la
guerra era finita e tutto quello che sapevano fare era urlare? Molto
bene, la sua presenza era inutile. Fece per andarsene, ma Zell lo
trattenne per un braccio.
“sei il comandante,no? Devi fare qualcosa.”
Vero. Era il comandante.Non l’aveva chiesto né
voluto, ma doveva agire di conseguenza. Si diresse verso il tavolo
anche se nessuno fece caso alla sua presenza. Come richiamare la loro
attenzione?
(Forse se richiamo una magia…)
Squall prese dal tavolo un bicchiere e lo lanciò in aria,
puntandogli contro la mano. Sentì il flusso magico
attraversargli il corpo dandogli una strana sensazione di calore
seguita da un brivido man mano che il flusso raggiungeva la mano destra
dove si concentrava, dandogli quasi fastidio…e poi il Fire
partì, colpendo il bicchiere e frantumandolo.
L’esplosione fu limitata e quasi ridicola, ma
bastò perché tutti lo guardassero, con negli
occhi un misto tra rabbia e curiosità. Calò il
silenzio e nessuno spostò lo sguardo da Squall. A quanto
pare si aspettavano che dicesse qualcosa. Il comandante fu costretto ad
improvvisare
“Non so se i motivi per cui state litigando siano validi. Ma
so che dovreste permettere al preside di completare il
discorso,così anch’io potrò occuparmi
dei miei affari e voi potrete tornare a litigare.”
Caraway e Laguna si guardarono imbarazzati e Selphie si
scusò con Quistis. Il preside si sedette e
ricominciò a parlare
“Grazie Squall. Non credo vi sia bisogno di riepilogare
quello che ho detto prima, dato che hai assistito di persona.
Però adesso vorrei che tu, e tutti voi qui riuniti, mi
ascoltaste bene. Quello che sto per dire è di vitale
importanza al fine di capire chi abbiamo di fronte e se rappresentano o
meno una minaccia.
Sapete tutti che esistono i SeeD bianchi ed i SeeD, formati
rispettivamente per proteggere la Strega e per distruggerla nel caso
essa sfrutti i suoi poteri per fini malvagi. Edea creò i
SeeD bianchi, ed io, 12 anni fa, fondai l’ordine di guerrieri
mercenari chiamato semplicemente SeeD. ”
(…basta con le lezioni di storia..)
“Quello che non sapete, e che prima di questi due eventi, io
non sono stato inattivo. Insieme ad altri militari, tra cui vi era il
padre di Fury Caraway qui presente, Philip, decidemmo di creare un
gruppo di guerrieri d’elitè in grado di poter
sostenere i combattimenti più furiosi e di resistere alla
magia. Erano i tempi in cui la minaccia di Adele su Galbadia era
più che concreta. Orfani e giovani che avevano perso i
genitori in guerra vennero addestrati duramente, ed i risultati furono
quasi immediati. Questo gruppo prese il nome di Phalanx, la falange.
Eravamo indipendenti dal governo, che ufficialmente non sapeva di noi,
e costretti ad autofinanziarci. Per questo svolgevamo quei lavori che
le truppe ufficiali non potevano fare. Ho accettato accordi il cui
pensiero ancora oggi mi toglie il riposo. Quando non potei
più sopportare tutto ciò lasciai i Phalanx,
salvando quanti più bambini possibile da questo destino.
Perché la prima generazione di Phalanx sceglieva
accuratamente quelli che sarebbero diventati i nuovi membri. Dopo quel
momento, non ebbi più contatti con loro. Ma non
dimenticherò mai lo sguardo di un bambino con i capelli neri
e l’espressione di rabbia e delusione che aveva sul viso
quando impedì che il fratello restasse con lui. Non so chi
fosse il fratello, ne ho perse le tracce dopo averlo lasciato
all’orfanotrofio, la maschera nascondeva il volto ma ho
riconosciuto quegli occhi. Il bambino dai capelli neri era sicuramente
il guerriero di ieri.
Tutti i lavori che i SeeD rifiutano, vengono accettati dai Phalanx, Il
loro motto è: Se agiamo bene, nessuno ci fa caso. Se
sbagliamo, nessuno rimarrà per ricordarcelo. ”
Tipi interessanti, non c’è che dire. Squall
guardò Cid. Era difficile immaginare quell’ometto
come trainer di giovani macchine da guerra.
“Non hanno famiglia..”continuò il
preside”ma si chiamano fratelli. Non hanno coscienza,
perché non credono nel bene o nel male. Per loro il mondo si
divide in persone con diversi punti di vista, in clienti ed in
bersagli.”
Squall alzò la testa. Sembravano le sue parole, la
somiglianza era incredibile. Squall vide Caraway agitarsi sulla sedia e
prendere la parola
”Conosco i Phalanx. Più di una volta Vincent
Deling chiese i loro servigi. Non è un caso se per tutta la
durata della sua dittatura non ci furono personalità
politiche in grado di offuscare la sua immagine. Tutti eliminati sul
nascere o scomparsi misteriosamente. Non dubito che quelle Skymotor gli
furono date da Deling in cambio di non so quale assassinio.
L’avrei detto prima se il presidente Loire mi avesse lasciato
parlare.”
Laguna era imbarazzato e si scusò con un cenno della mano.
Poi si alzò, con una piccola smorfia di dolore e la gamba
rigida
“Beh…dato che è il momento dei
Mea Culpa ho anch’io delle
brutte nuove. Ieri notte Squall, cioè il comandante Leonhart
mi ha chiamato chiedendomi se fosse successo qualcosa di insolito al
laboratorio di ricerca magica di Odine. Ebbene…(ah, mi prude
il naso!) abbiamo rilevato una violazione della sicurezza di terzo
livello. Duplicazione e furto di materiale. Tutti gli esami sulle
streghe,su Edea ed i progetti per la Junction Machine Ellione,
nonché per un progetto di Odine ancora segreto ed
incompleto, Guardian Force Symbiosis che però,
personalmente, non ho idea di cosa sia.”
Squall vide confermati i suoi dubbi, e le sue paure. Ma il laboratorio
di Esthar era una struttura sorvegliata giorno e notte, non doveva
essere facile introdursi..a meno che
“non avessero qualcuno all’interno..”
Tutti si girarono verso Squall che aveva espresso il suo pensiero ad
alta voce.
“dovevano avere qualcuno all’interno. Ho visto quel
posto, e non c’è modo di regolarsi lì
dentro senza qualcuno che sappia usare quei marchingegni.”
L’osservazione fu seguita da un fitto botta e risposta tra
Laguna, Caraway e Cid. Senza che Squall capisse come, il discorso si
spostò su Timber e Caraway disse che la città
sarebbe stata resa formalmente indipendente. La situazione interna di
Galbadia era critica, e Timber non aveva risorse tali da giustificare
il mantenimento d’un congruo contingente di soldati di stanza
lì. Inoltre Timber dipendeva comunque dal governo di Deling
City per i commerci, il che vuol dire che avrebbero vinto tutti. Presto
ci sarebbero state libere elezioni e Caraway invitò il
Comandante SeeD a partecipare come osservatore e garante della
regolarità delle elezioni. Squall non aveva idea di che cosa
dovesse effettivamente fare, ma probabilmente sarebbe bastato il suo
nome a dar fiducia ai cittadini di Timber. Esthar acconsentì
ad aprire le frontiere, ma chiese l’aiuto dei SeeD per
liberarsi degli ultimi mostri che ancora si aggiravano intorno
Tear’s Point, dato che erano troppo potenti per le truppe
regolari. Inoltre il presidente Laguna annunciò compiaciuto
che era sua intenzione avviare un Garden anche in territorio
esthariano. Non avesse mai pronunciato la parola Garden! Selphie
scattò in piedi ed investì il gruppo di politici
su cosa bisognasse fare con Trabia. Caraway disse che dopo anni di
presidenza Deling non c’erano fondi da poter stanziare per la
riparazione e che la situazione interna non gli permetteva una tale
spesa.
“Questo vuol dire che Galbadia non pagherà il
danno fatto?”chiese Selphie con lacrime di rabbia negli occhi.
“No. Vuol dire che non pagherà adesso.”
Precisò Caraway
Nient’altro di ciò che venne detto desto
l’interesse di Squall. La parte sui Phalanx era
l’unica che gli interessava veramente. Avrebbe chiesto
maggiori delucidazioni a Cid. Capì che i SeeD non sarebbero
rimasti disoccupati per ancora molto tempo e che i governi di Galbadia
e di Esthar si sarebbero impegnati concretamente per cercare questi
Phalanx. Se volevano imparare a sfruttare i poteri della strega, allora
erano una concreta minaccia per tutti. Ma cosa spingeva un gruppo che
ha sempre avuto nella segretezza la sua arma più forte ad
uscire così allo scoperto? Squall fece per dirigersi verso
l’ascensore ma venne richiamato da Caraway
“Comandante Leonhart, una parola.”
(..che vorrà mai?)
Quello si avvicinò e lo prese da parte. Squall
notò che Zell si posizionava in modo da poter ascoltare la
discussione e che anche Quistis e Selphie erano curiose.
“Comandante, quello di cui voglio parlarle non ha niente a
che fare con la politica.”
(Non vorrà mica confidarsi anche lui con me?)
“Ci terrei a chiarire alcuni punti sul suo rapporto con mia
figlia.”
Squall ebbe la sensazione che la mascella si stesse staccando, ma
mantenne comunque la sua solita espressione vacua. Zell
cercò d’infilarsi un pugno in bocca per non
scoppiare a ridere e Selphie non faceva niente per nascondere le
risate. Solo Quistis aveva un’espressione seria. Squall
notò che anche Laguna era lì vicino, e si chiese
se per loro fosse così divertente farsi gli affari suoi.
Caraway continuò a parlare e Squall si chiese se tutti i
padri fossero così, iniziando a considerare il fatto che in
fondo i single non erano poi così sfortunati. Dopo mille
raccomandazioni, altrettanti avvisi ed una velata minaccia, Caraway si
congedò, dicendo che era sicuro che il Comandante fosse una
persona matura abbastanza da avere un rapporto serio.
(ed allora perché mi ha tenuto qui venti minuti?)
Caraway se ne andò e subentrò subito Laguna, che
teneva la gamba destra rigida. Probabilmente il suo famoso crampo si
stava facendo sentire
“Ehi Squall…ti ricordi cosa ti avevo detto quando
eravamo a bordo della Lagunarock?”
Squall guardò per terra incrociando le braccia…
(..quando tutto sarà finito, tu ed io dovremo
parlare…)
Il SeeD annuì e Laguna parve sollevato.
“Beh…potremmo parlarne oggi?(questo crampo mi sta
uccidendo…)”
“Va bene”fece Squall poco convinto
“Davvero?” Laguna era entusiasta
”Perfetto! C’è un posto in cui
è possibile parlarne in privato…”
Volendo c’era la zona segreta, ma non era il caso di portare
là dentro Laguna. Il giardino sarebbe stato perfetto per lo
scopo, visto che gli studenti erano a lezione.
“C’è il giardino…”
“Va bene…quindi…ci si vede, eh
Squall?”
(…che cretino…)
***
Rinoa era andata nel centro addestramento. Si era sbarazzata dei SeeD
che Squall gli aveva messo come Bodyguard minacciando di degradarli(non
che ne avesse il potere, ma essere la ragazza del Comandante
avrà pure un qualche privilegio, no?)ed era andata nel
centro, sbarazzando dei grat che gli si paravano davanti con
impressionante facilità. Quelle piante troppo cresciute
giacevano ora carbonizzate ed innocue. Vagò per un
po’ poi trovò chi cercava. Era su un ponte e stava
guardando l’acqua che scorreva. Era forse il ragazzo
più enigmatico del Garden. SeeD d’alto livello,
era fuggito da solo dalla prigione distretto-D, membro del Club
CC…era conosciuto come Joker ed aveva fama
d’essere estremamente abile in tutto, pur non avendo mai
mostrato le sue abilità. Senza voltarsi Joker
notò che Rinoa gli stava andando incontro
“Non è strano che la Strega, la ragazza del
comandante, giri da sola per il centro addestramento?”
“Non è strano che un SeeD d’alto livello
ci viva e non abbia altro Hobby se non osservare l’acqua che
scorre?” replicò Rinoa
“Touchè.” Il Joker si voltò
sorridendo “Dimmi, che posso fare per te?”
Rinoa tirò fuori da un borsone che aveva con sé
una serie di fogli e li mostrò al ragazzo “Sei in
grado di farmene uno il prima possibile?”
Joker li studiò “Se sono in grado? Certo. Tra due
giorni esatti avrai quello che desideri. Hai i materiali?”
Rinoa diede a Joker il borsone, ed il ragazzo guardò un
attimo il contenuto ”Vanno bene, ma non userò
l’adamantio. E’ troppo pesante, inadatto a questo
progetto. Perderà in potenza, ma acquisterà in
velocità”
“Va benissimo così. Due giorni quindi?”
“Due giorni precisi, non farti attendere.”
***
Squall era nel suo appartamento, sentiva il bisogno di una doccia dato
che rischiava seriamente che la maglietta diventasse una sua seconda
pelle…letteralmente. Gettò la
giacca sul letto
quando qualcosa attirò la sua attenzione. Sul comodino era
poggiata una copia quasi identica del suo anello con Griever. La
differenza era nel fatto che questo non aveva raffigurato un leone, ma
un drago. Sotto stava un foglietto, bianco, con solo quattro parole
scritte da un pennarello nero ed uno smiley sorridente
“Ti va di giocare?”
Nell’angolo in basso a sinistra, una P rossa posta sopra una
X nera e spessa. Cid aveva mostrato quel simbolo poco prima: lo stemma
dei Phalanx.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitoli 9-11 ***
FFVIII 3
CAPITOLO 9
Squall rimase a guardare quel foglio, non sapeva come doveva sentirsi.
Qualcuno era entrato nel suo appartamento, nel suo spazio
privato…in parte si sentiva violato. Poi veniva la rabbia.
Quel messaggio, “ti va di giocare?”, non era un
gioco dannazione. Raijin era stato ucciso, Seifer era scomparso e Rinoa
avrebbe ricordato quella lama sul suo collo ancora a lungo. Se era un
gioco, non gli piaceva. Infine quello che provava era banale
curiosità. L’anello era troppo simile al Griever
per poter essere una coincidenza. Certo, un drago prendeva il posto del
leone, ma avevano persino la stessa posa. Aveva una strana sensazione,
come se quell’oggetto stesse tornando dal suo passato. Non lo
ricordava, ma questa poteva essere una conseguenza dell’uso
dei GF. Per poter sfruttare i loro poteri, dovevano prendere qualcosa
dalla tua memoria; adesso l’uso di più di due,tre
GF in contemporanea era fortemente sconsigliato, se non proprio
vietato, ma Squall fino a poco tempo prima ne aveva abusato. Per
sconfiggere Artemisia, aveva richiamato in sé il potere dei
Guardian degli amici messi fuori gioco…ed ha rischiato di
rimanere bloccato nella compressione temporale, perché non
riusciva a ricordare il volto di
Rinoa.
Ma da due mesi a questa parte il suo passato era tornato. Tutto
insieme. Però rimaneva un buco, un vuoto
opprimente…dov’era stato prima di arrivare
all’orfanotrofio di Edea? Aveva vissuto tranquillo, non
felice, ma tranquillo, per anni..perchè adesso era
così tormentato?
Bussavano alla porta.
“Yo, Squall! Apri!”
Squall aprì la porta all’esuberante SeeD che
però si trattenne sulla soglia. Poggiò un braccio
allo stipite della porta ed incrociò le gambe
“Selphie ti manda a dire che il Signor Laguna ti sta
aspettando”
(Laguna..me ne ero quasi scordato)
Non era colpa dei GF, proprio non aveva voglia di stare ad ascoltare
quel tizio. Poteva essere il presidente di Esthar, ma Squall
l’aveva visto,anzi vissuto da giovane, quando Ellione lo
collegò al suo passato. Non era stata
un’esperienza piacevole. L’aveva subito etichettato
come cretino. Però aveva carattere ed un forte ascendente su
chi gli stava vicino.
“Squall, Selphie mi ha preso a calci negli stinchi per dieci
minuti, prima che ti portassi il messaggio. Se la vedi, puoi dirle che
ho fatto come mi ha gentilmente
chiesto?”
“Come vuoi..”
“Ok, ci si vede allora!”
Squall chiuse la porte in faccia al SeeD e decise che Laguna poteva
aspettare il tempo di una doccia.
***
Laguna era nel giardino, seduto su una panchina a guardare il cielo. La
simpatica SeeD con il vestito giallo, Selphie lo intratteneva e lo
divertiva con i suoi fiumi di parole, sotto lo sguardo corrucciato del
cowboy. Da quello che Laguna sapeva, il cowboy era stato ferito alle
gambe, eppure era lì, in piedi appoggiato al muretto.
Probabilmente aveva uno schermo protect attivato. Miracoli della magia.
Capì che il ragazzo doveva essere legato a Selphie e rise al
pensiero che qualcuno potesse essere geloso di lui.
Il crampo alla gamba che puntualmente si manifestava ogni volta che
Laguna era teso per qualcosa(seguito in genere da prurito al naso, o
alla natica destra)si era fatto così forte che la gamba era
tesa come un pezzo di legno. Sarebbe rimasto seduto, non poteva fare la
magra figura di farsi vedere zoppicante. Poi vide Squall in lontananza.
Cammina lenta e tranquilla, spalle alte e con indosso quella sua giacca
nera che iniziava a logorarsi. Selphie lo vide arrivare e dopo aver
salutato Laguna prese il cowboy sottobraccio e ne andò. Il
comandante SeeD si sedette al posto lasciato libero da Selphie, con la
schiena curva e la testa bassa.
“Ragazzo, dovresti migliorare la postura. Come farai quando
siederai ad un tavolo di ambasciatori.”
(Vuole parlare o insegnarmi l’etichetta?)
“…cosa voleva dirmi?”
Laguna era a disagio. Saltò in piedi, fece tre o quattro
passi e poi ritornò a sedersi.
(…che tristezza…)
“Ch-che cosa ricordi del periodo della tua infanzia,
cioè, prima dell’orfanotrofio di Edea?”
disse infine
Squall girò la testa quel tanto che bastava per guardare
Laguna negli occhi “Niente”
“Oh…quindi dei tuoi genitori…”
“Niente.”
“Ah…”piccola pausa “conoscevo
tua madre sai?”
Squall alzò la testa. Forse questa discussione non sarebbe
stata inutile dopo tutto. Laguna parve incoraggiato da questo gesto di
Squall e proseguì
“Sai era di Winhill. Una bellissima donna ed una splendida
persona. Gestiva un pub e fu lei a prendersi cura di me dopo la
miracolosa fuga da Centra.”
Un brivido passò lungo la schiena di Squall. Aveva vissuto
quella scena in uno dei viaggi nel passato, ed era andato lì
di persona. ricordava la donna…Raine.
“Raine…”sussurrò Squall
“Morì pochi giorni dopo averti dato alla luce, o
almeno così mi venne detto. Raine
Leonhart…”
(Raine Leonhart…Squall Leonhart…)
“Raine Leonhart…in Loire. Sono io tuo padre,
Squall.” L’ultima frase uscì
praticamente di botto, brutale come una mazzata. Squall si
sentì raggelare, poi raddrizzò la schiena, che
sembrava pesasse quintali.
(Raine Leonhart…Laguna Loire…)
(quindi…mio padre…è un cretino?)
Squall si fece forza e chiese “da quanto lo sapevi?”
“Con certezza? Da dopo il tuo ritorno dalla compressione
temporale. Ti serviva sangue, e donai molto volentieri parte del
mio…i medici che fecero le analisi confermarono la mia
ipotesi. Perché già la prima volta che ti ho
visto entrare nel mio ufficio ho capito chi eri…hai gli
occhi di tua madre, Squall.”
Kiros gli aveva già detto una cosa simile, a bordo della
LagunaRock. Ricordò anche i commenti di Selphie su quanto i
due si assomigliassero fisicamente, o i Moomba che lo chiamavano
Laguna…perché i Moomba ricordano le persone
leccandone il sangue. Quindi, era tutto vero.
“Perché me lo dici solo ora? Dove eri quando Raine
è morta?”
“Non c’ero” fu Laguna a chinare il capo
“Sarei dovuto esserci, ma non c’ero. Mi avevano
trattenuto ad Esthar, perché la situazione del dopo-Adele
era critica…avevano bisogno di un capo, e mi ritrovai
presidente. Quanto riuscì a tornare a Winhill, non trovai
né te né lei. E nessuno mi disse niente. Mi
odiano ancora lì, lo sai? Ma non più di quanto mi
odi io per non essere stato con lei…per avervi perso
entrambi. Trovai da solo il punto in cui riposa…è
una collina lì vicino, proprio dove gli ho fatto la
proposta…”
Squall si strinse la testa fra le mani. Quando niente, quando troppo.
Perché succedeva tutto ora? Aveva quasi diciotto anni, e per
i primi diciassette anni della sua vita nessuno, NESSUNO gli aveva mai
detto niente. Chi era, da dove veniva. E poi nel giro di due mesi, ecco
tornare tutto ciò che mancava all’appello.
“Cosa vuoi…Laguna?”
“Cosa voglio? Niente. Volevo solo che sapessi chi sei. Darti
quei tasselli che mancano al puzzle della tua vita..”
“Il cavaliere della strega…”
“cosa?”
“Quella tua ultima frase…è tratta dal
libro il cavaliere della
strega”
Laguna rise “Mi hai beccato! Beh, pensavo che ci stesse a
pennello, no? Non sapevo che l’avessi
letto…insomma, è un mattone!”
“Rinoa”
“Quella ragazza ha una splendida influenza su di
te…dimmi, l’avete fatto?”
Alla normale espressione vacua di Squall si aggiunsero tre diverse
tonalità di rosso.
“sei mio padre da venti secondi…non credi di
correre troppo?”
“Ok, hai ragione. Scusa. Beh, come ti senti?”
(Come mi sento? Non lo so.)
“Qualche dubbio in realtà mi era
venuto…i commenti di Kiros e Ward, i Moomba che mi
chiamavano Laguna…non posso dire che fosse del tutto
inaspettato. Anche se non gli ho mai dato troppo peso.”
Detto questo Squall guardò Laguna. Era un cretino, su questo
non ci pioveva. Ma aveva rischiato la vita per salvare le persone a cui
teneva, ed aveva salvato Esthar dalla strega Adele. Il suo rimorso per
non essere stato accanto Raine era sincero. Tutto sommato, poteva
considerarsi soddisfatto. Disse questo a Laguna, che si
esibì in un sorriso a trentaquattro denti.
Laguna portò il discorso su altri argomenti, su Esthar,
sulla Lunatic Pandora e sulle misteriose dimissioni di Odine. Pare
infatti che il più grande esperto di GF e streghe al mondo
avesse deciso di lasciare Esthar perché limitato dagli
obblighi morali che Laguna gli aveva imposto. Squall ripensò
a quello che aveva visto. Con i suoi occhi ed attraverso quelli di
Laguna. Non era una bella persona, e molti pensavano che la minaccia
delle streghe fosse solo una scusa per giustificare i suoi esperimenti.
Squall e Laguna erano preoccupati, viste le recenti notizie ed il fatto
che i Phalanx sembravano interessati agli studi sulla strega. E non
essendo loro individui dotati di grande moralità, Odine
avrebbe trovato in quest’ordine un eccellente partner di
studi. Lagune promise a Squall che l’avrebbe tenuto
aggiornato riguardo i progetti di Odine, soprattutto
l’ultimo, dato che probabilmente i loro nemici se ne
sarebbero serviti. Quando si congedarono Squall era ancora un
po’ imbarazzato. Sentiva il bisogno di parlare con Rinoa.
CAPITOLO 10
Si era tolto la maschera e la divisa, erano inadatti alla serata
mondana che lo attendeva. Non ricordava se si trattasse di
un’opera o di un balletto, sapeva solo che qualunque cosa
fosse lo avrebbe quasi certamente annoiato a morte. Inoltre si sentiva
soffocare con indosso quel completo nero, gessato. Elegantissimo certo,
ma estremamente scomodo. Quando non indossava la divisa portava una
comoda maglietta rossa su un paio di jeans neri, semplice e comodo.
Ovviamente sotto i jeans nascondeva una serie di piccole armi da
taglio, perché non si sa mai cosa può capitare,
giusto? Invece con questi pantaloni era impossibile nascondere qualcosa
di più grande di uno spillo. Dannati i ricchi ed i loro
gusti! Era certo che tutti trovassero l’opera noiosa quanto
lui, ma si sa, noblesse oblige!
Cercò sul tavolo della sua camera d’albergo il
biglietto che gli era stato inviato dal
‘finanziatore’ e rabbrividì leggendo il
nome dell’opera…’la mia ultima
fantasia’…che razza di acidi usava
l’autore per uscirsene con nomi di questo tipo? Beh, sempre
meglio dell’ultima volta che era stato invitato ad una mostra
d’arte moderna: il pezzo forte era una sedia di legno.
Si guardò allo specchio e si sentì più
vicino ai pinguini che agli esseri umani. Si diede un’ultima
sistemata ai capelli neri e si avviò. Li aveva da tagliati
da poco, per evitare che durante le battaglie gli finissero davanti gli
occhi se tenuti sciolti, o si tramutassero in un pericoloso punto di
presa per gli avversari se legati a coda. Aveva appena due ciuffi che
gli calavano sulla fronte, senza arrivare agli occhi, che non si capiva
se fossero azzurri o verdi. La barba(niente baffi)consisteva in
un’unica linea nera che andava dal mento alle basette
seguendo la linea della mandibola, ed era curata in modo quasi
maniacale. Anche senza le due spade che portava sempre con
sé faceva la sua figura.
Scese le scale dell’hotel di Deling City e la receptionist
gli disse che la limousine lo attendeva all’ingresso. Le
strade erano poco trafficate, arrivò al teatro
dell’opera all’orario concordato. Come
d’accordo, aspettò sotto la statua del leone
all’ingresso, quando una dama gli si avvicinò.
Dama! Quando al telefono gli era stato detto dama di
mezz’età vestita di rosso, non si aspettava certo
quella specie di behemoth che aveva davanti! Aveva visto corpi
mutilati, carbonizzati, putrefatti ma solo quando si accorse che la
vecchia osava esibire una scollatura gli venne davvero voglia di
vomitare tutto quello che aveva ingerito dal capodanno di due anni
prima. Stoicamente si trattenne e si esibì in un perfetto
baciamano
“Cosa ci fa un bel ragazzo come voi da solo?”
“non tutti hanno la fortuna d’avervi come
accompagnatrice” disse sorridendo mentre sentiva il pranzo
fare su e giù.
“adulatore! Ma andiamo, mio marito ci aspetta sul palchetto
privato!”
“E’ un onore poter guardare l’opera in
vostra compagnia.” Rispose mentre saliva le scale che
portavano al palchetto, così dannatamente vicino ai
ballerini.
(nota per il futuro: informarsi su chi farà l'intermediario
ed eventualmente saltare il pranzo.)
Un uomo in frac lo attendeva seduto e non si alzò
nemmeno per stringergli la mano. Non si guardarono nemmeno in faccia.
Il vecchio fece per parlare ma il giovane lo fermò con un
gesto della mano e tirò fuori dalla tasca una piccola sfera
in metallo che iniziò a mandare un leggerissimo ronzio,
appena udibile, per pochi secondi, prima di tacere. Era un disturbatore
di frequenze, brevetto Esthariano.
“Siete un osservato
speciale maresciallo Birmak. Ci sono cimici sul palco
e persino sotto le vostre natiche. ”
“Quindi come giustificherò
quest’incontro?”
“Ai vostri amici direte che sono il giovane rampollo dei
Wallet, industriali della Galbadia meridionale. Agli
altri vostri amici direte che
abbiamo accettato l’accordo.”
“Perfetto.” Disse il vecchio “volete che
vi fornisca i dettagli della missione?”
“E’ per questo che sono qui. Ma la prossima volta,
ci vediamo in un bar, eh?”
Il vecchio in frac gli passò una cartellina nera “
Generale Fury Caraway, presidente di Galbadia ad interim.
Mercoledì sarà a Timber per annunciare la formale
indipendenza della città nel vecchio municipio. Sappiamo per
certo che saranno presenti tutti i capi dei vari gruppi di resistenza,
tra cui vi sono i candidati alla carica di Governatore di
Timber.”
“E nessuno deve uscirne vivo, giusto?”
“Non proprio. Il leader del gruppo di ribelli
‘Timber’s Beast’ ha sempre voluto il
posto di Governatore, ma non gli è stato permesso di
candidarsi perché troppo violento ed estremista.”
“e rientra nella sua natura eliminare tutti quelli che non la
pensano come lui.”
“esatto, vedo che capisce al volo. Lui sarà
presente, e deve restare vivo.”
Il giovane sorrise. Era un lavoro che avevano fatto spesso. Attentato e
poi dare la colpa a qualche elemento indesiderato…
(ah, la sana routine..)
“parliamo ora di quanto costerà mettere
su questo spettacolo.”
“Ci sono cinque milioni in una valigetta lasciata nella
camera d’albergo a fianco della vostra. La chiave magnetica
è nella cartellina. Come acconto mi sembra più
che generoso.”
“Non generoso. Giusto. Per un lavoro pulito non possiamo
chiedere di meno.”
“Avrete un solo tentativo, non dovete fallire.”
“Nessuno si è mai lamentato.” Il giovane
chiuse la cartella e si alzò ”Purtroppo sono
costretto a congedarmi in anticipo, vi ringrazio per la splendida
serata”
“Oh, ma non è giusto che se ne vada senza aver
visto come finisce l’opera!”
La vecchia lo afferrò per la manica della giacca, e il suo
primo istinto fu quello di tagliargli la mano, ma fortunatamente non
aveva con sé le sue spade. Se c’era una cosa che
nessuno poteva fare era mettergli le mani addosso. Mai ed in nessuna
occasione.
(MAI. Schifosa cariatide. MAI.)
Il suo sguardo era un lama di ghiaccio, ma lasciava traspire il suo
pensiero, e la vecchiaccia libidinosa non potè far a meno di
mollare la presa spaventata.Chiamò un taxi e si fece
riportare all’albergo.
Salì al suo piano e prese la chiave magnetica datagli dal
maresciallo. La porta si aprì senza problemi. La camera era
vuota, tranne per una valigetta, una 24ore nera sul letto. La prese e
la portò in camera sua. Contò i soldi due volte,
e verificò se fossero veri o meno. Ma non prima
d’essersi tolto il ‘pinguino che
indossava’. Indossò i suoi comodi vestiti civili e
poi prese le sue due spade, legandosene una al fianco ed una dietro la
schiena. Poteva sembrare un normale avventuriero costretto a doversi
difendere dai mostri. Andò a cenare nel ristorante vicino
l’arco di trionfo. Pagò poco e mangiò
bene. Dopo una birretta mandò un messaggio con due immagini
allegate ai ‘fratelli’ sulla loro frequenza
criptata.
“Timber, Martedì, Deja-vu Timber’s
Beast, tutti meno uno. La festa è al municipio.”
Poche parole. A Timber per Mercoledì(scrivevano sempre
anticipando la vera data), con equipaggiamento standard, utilizzando il
sistema dei Timber’s Beast ed uccidendo tutti meno uno. Le
foto allegate rappresentavano quello che doveva vivere. Fatto questo si
avviò per ritornare al suo albergo. Dopo cinque minuti
imboccò una stradina scura. Sentiva dei passi dietro di
sé, avrebbe potuto evitare guai tirando dritto ed evitando
la stradina, ma aveva…finchè si trovò
accerchiato.
“Dacci quello che hai…tutto..”
Cinque balordi armati di pistole. Reietti, rifiuti umani. E puzzolenti.
Una smorfia di disgusto gli si dipinse sul viso. Si aspettava qualcosa
di meglio di quei barboni. Non erano certo avversari che
rappresentassero un sfida. Ma chi lo era in fondo?
(i miei standard sono elevati...ma per questi non vale la pena nemmeno
di prendere entrambe le lame..)
Pistole contro spade, doveva essere un bersaglio facile per loro. Se
non fosse stato schifato avrebbe riso. Invece prese i suoi guanti di
pelle nera e li indossò.
”Fermo!” gli gridò uno, puntandogli
contro la pistola
“Sapete…oggi sono alquanto irritato. Avete tre
secondi per sparire dalla mia vista, e forse potrete riportare le
vostre sudice pellacce a casa, se ne avete una..”
(uno....due....)
Quelli si guardarono in faccia, messi a disagio dalla sicurezza dello
spadaccino che contava silenziosamente.
“tre”
Una delle due lame scintillò nel buio abbattendosi sul polso
di quello che gli stava davanti e separandolo dal resto del corpo. I
compari del mutilato spararono, ma lo spadaccino fece una capriola in
avanti contando le pallottole che lo mancavano di pochissimi
centimetri. Si rimise in piedi e vi un altro lampo d’acciaio,
ed un altro balordo puzzolente si accasciò per terra, con
niente attaccato sotto il ginocchio destro. Poteva vedere la sua faccia
contrarsi nel dolore tremendo che gli aveva procurato, ma non riusciva
ad emettere nessun suono. Aveva infuso nella sua spada la magia Novox,
chi ne veniva colpito perdeva l’uso della voce.
Gli piaceva il silenzio, e non voleva che la sua calma venisse turbata
da altri rumori. Continuò ad evitare pallottole, poi
saltò contro un muro dandosi abbastanza spinta
perché la sua spada potesse penetrare nel collo di uno degli
aggressori. Quello non cadde subito, e ciò permise allo
spadaccino di poter usare la carcassa come arma spingendola verso un
quarto uomo, prima che la lama li penetrasse entrambi. Ne rimaneva in
piedi uno, che tremante gli puntava contro la pistola. La lama
affondò nel cuore di quello a cui aveva tagliato la gamba, e
poi nello stomaco di quello senza mano.
“F-fermo o s-sparo…” disse
l’ultimo che ancora respirava puntandogli l’arma
contro.
Perché l’imbecille non è scappato? Non
per vendicare i suoi compagni certo. Non per orgoglio. Ma
perché la paura l’aveva pietrificato. Era strano
come lo stesso atto potesse nascere sia dal coraggio che dalla paura.
Paura. La leggeva negli occhi di quel relitto umano…pura
paura. Paura che tutto potesse finire. Lui non ne aveva mai avuta. Era
stato addestrato in maniera perfetta. Disprezzava chi aveva paura. Gli
sguardi si incrociarono, e lo spadaccino avanzò determinato.
Quello sparò, ma la lama adamantina della spada
deviò il colpo. E non aveva nemmeno messo haste in junction.
Un secondo sparo
Clic
“Quello era il nono. Hai finito i colpi.”
Quello lasciò cadere la pistola ed alzò le mani
in alto. Implorava per la sua vita. Al disgusto dello spadaccino si
aggiunse il disprezzo. Mai arrendersi, mai consegnarsi.
“Non si fanno prigionieri”
L’ultima cosa che il criminale vide fu che lo spadaccino
veniva avvolto da una pioggia di scintille azzurre, e l’unica
parola che sentì fu ‘imperiale’.
Ed il dolore, come se mille coltelli incandescenti gli si piantassero
in ogni centimetro del suo corpo. Un secondo era lungo
un’eternità.
Poi il buio.
CAPITOLO 11
Seifer attese il buio per agire allo scoperto. Con il gunblade in mano
uscì dall’hangar imboccando una porta laterale.
Diverse luci erano accese, e potè guardarsi attorno. Un
ampio corridoio, tutto metallico. C’erano dei pannelli sparsi
qua e là ed una finestra…no, un oblò!
Chiedendosi cosa diavolo ci facesse lì un oblò
cercò di guardare fuori, ma non vide nulla se non una enorme
massa nera che si muoveva…il mare! Capì allora
dove si trovava: in una nave. Diavolo, questi qui erano equipaggiati
meglio del garden di Balamb.
Dopo un primo momento di sorpresa venne la delusione. Non poteva
attuare il suo piano. Sapeva fare molte cose, ma guidare una nave non
era tra queste. Vagò senza meta, cercando di non farsi
notare e senza capire come arrivò al livello sottostante.
Aprì una porta e si trovò nell’armeria.
Mai visto un’armeria più fornita di quella che
aveva di fronte gli occhi. Gunblade, munizioni di tutti i tipi, fucili
e granate. Un panetto di C4 con legato un esplosivo a tempo
attirò la sua attenzione. Lo prese. Non era difficile da
regolare. L’esplosivo finì in una delle tasche
interne del suo cappotto, in compagnia delle granate Tiamat.
Richiuse la porta dell’armeria e continuò a
camminare seguendo il percorso luminoso ai bordi del corridoio.
Sentì improvvisamente l’eco metallico di una voce
provenire dalla fine del corridoio. Acquattandosi contro il muro si
avvicinò e potè sentire quello che veniva detto.
“Messaggio dal Fratello Maggiore. Dirigersi al largo Timber,
rotta tre-uno-sette, spiaggia Monday. Revenant, prepara
l’equipaggiamento.”
“Che cosa ci serve?”
“Standard. Fucili d’assalto, fumogeni e granate per
tutti. Ray, tu connettiti alla rete della sicurezza interna di Galbadia
e trova quante più informazioni puoi sui Timber’s
Beast.”
“Quindi niente originalità stavolta?”
“Esegui, Revenant.”
“Connesso, file in download.” Fece una terza voce,
che Seifer giudicò fosse quella di Ray
Timber’s Beast…perché questo nome non
gli era nuovo? Poi improvvisamente si ricordò tutto. Era
passato più d’un
anno…l’estate che aveva diviso con Rinoa. Rinoa
parlava di Timber e dei gruppi di resistenza: le volpi di Timber, I
gufi del Bosco, Gli indomabili chocobos, e le bestie di Timber, i
Timber’s Beast. Rinoa sosteneva che il gruppo non fosse altro
che una copertura per un’organizzazione criminale, che
mascherava dietro la lotta per l’indipendenza i suoi veri
obiettivi. Erano poco discreti, ma efficaci: attentati dinamitardi,
auto-bomba, sabotaggio di treni…pare che avessero mietuto
più vittime tra i cittadini di Timber che tra le forze di
Galbadia. Erano loro il motivo per cui Galbadia aveva dislocato un
forte contingente di forze, e perché vi era
l’ordine di sparare a vista su individui, potenzialmente
pericolosi.
“File scaricato, visualizzato sul frame secondario.”
“Blah. Macellai senza stile. Dobbiamo risparmiare il capo,
questo tanghero qui.”
La foto comparve sullo schermo, ma Seifer non potè vederla.
Revenant parlò
“Allora, niente esplosivo. Entriamo, spariamo
all’impazzata sulla folla e piazziamo un singolo colpo
diretto alla gamba o al piede a ‘faccia di
tapiro’.”
Piano semplice e funzionale. Così quando quello a cui
avrebbero scaricato la colpa si sarebbe difeso sostenendo che anche lui
era stato ferito, avrebbero obiettato che lui era l’unico
colpito volontariamente in punti non vitali.
“Confermo. Ecco qui la mappa del municipio. Tre punti
d’accesso, più un’uscita
d’emergenza.
12:38: Ray, tu pulirai l’entrata sud e terrai la strada
libera per la nostra fuga. Abiti civili. Brother Blazer, a te
l’ingresso nord. Penetrerai travestito da soldato di Galbadia
ed attenderai. Revenant ed io entreremo dall’ingresso
principale. Eirich, tu controllerai che nessuno possa fuggire
dall’uscita d’emergenza.
12:40: aprire il fuoco. 12:42, timbro dei Timber’s Beast sul
muro, Ray questo lo fai tu mentre noi torniamo alle Skymotor Qui dentro
per le 12: 48. Fine del Briefing.
Torniamo alle stanze e prepariamoci. Informerò il fratello
maggiore del piano”
Seifer si nascose nel corridoio da cui era sceso. Era ancora stupito
dalla loro capacità di organizzazione. I SeeD avrebbero
impiegato più tempo per decidere cosa servire alla mensa!
Poteva ucciderli tutti nel sonno…e poi? Sarebbe tornato su
una Skymotor? No. Voleva fare qualcosa di eclatante…sorrise.
Sapeva esattamente cosa fare. Aspettò che tutti entrassero
nelle rispettive cabine e poi entrò in quella che doveva
essere la sala di comando. Premette qualche tasto a caso, e
riuscì ad accendere il computer. Riuscì ad
entrare nel sistema del Garden di Balamb con facilità, ed
inviò tutto quello che aveva sentito all’account
dell’unica persona sul pianeta che prima di fare qualunque
cosa la mattina accendeva il computer per aggiornare il suo diario: la
portaordini del gruppo B, Selphie Tilmitt. I SeeD avrebbero saputo come
agire. Poi sarebbe intervenuto Seifer. Cercò la sala motori,
e depositò lì parte del suo prezioso carico.
Sarebbero atterrati sulla spiaggia Monday, doveva anticiparli
lì, dato che non poteva usufruire del bagagliaio degli
Skymotor. Ma farla a nuoto era impensabile. Era tornato
nell’hangar e camminava in tondo per trovare un’idea
“Cosa ci fai tu qui, Cavaliere caduto?”
Seifer si voltò. Vide che davanti a lui si stagliava una
figura con indosso una divisa nera. La sua carnagione era molto simile
a quella di Raijin, ma le somiglianze tra i due finivano qui. Raijin
era imponente, questo era un tappo mingherlino. Seifer estrasse
l’Hyperion e lo appoggiò sulla propria spalla,
guardando quello con aria di sfida
“sono qui per ricambiare la visita”
Seifer puntò l’Hyperion e l’altro
infilò le mani in tasca. Senza nemmeno capire come, Seifer
fu costretto a schivare tre pugnali che andarono a colpire la parete
dietro di lui. Scattò in avanti vibrando un fendente con il
suo gunblade e premendo il grilletto che ne aumentò la
potenza, ma evitò saltando indietro, e lanciandogli un altro
pugnale che Seifer intercettò con la lama
dell’Hyperion. Lanciò una magia fira, ma quello
evitò facendo la ‘routa’, ed una volta
ripoggiati i piedi per terra gli lanciò contro due shuriken.
Seifer era indispettito
“Hai imparato a combattere ad una scuola di ballo?”
Seifer attaccò costringendo l’altro ad evitare gli
attacchi con movimenti difficili ed innaturali. Ma quando pensava di
poter finalmente prendere il sopravvento, il suo avversario estrasse
dalla tasche due daghe ed iniziò a contrattaccare. Seifer
fece un passò di lato per evitare il colpo, e poi fece una
rotazione su sé stesso cercando di colpire
l’avversario alla schiena, ma l’altro
riuscì a schivare il pericoloso attacco con una capriola in
avanti. Attaccò Seifer alle gambe ed il biondo fu costretto
a saltare per evitare che il colpo gli tranciasse i piedi. Le daghe
colpivano velocemente, ma Seifer era ancora illeso, sebbene messo alle
strette.
Almasy richiamò allora il potere del fuoco, riuscendo a
colpire il suo avversario con una magia improvvisa. Roteò la
spada che emise luce verde e sentì il suo cuore pompare ad
una velocità molto superiore al normale. Era una cosa sola
con la spada, ed iniziò a ruotare su sé stesso,
acquistando sempre maggiore velocità.
“DEMON SLICE!!”
Come un tornado, ma un tornado d’acciaio, si
abbattè sul suo avversario colpendolo svariate svolte. Ma
ogni colpo non diminuiva l’intensità della
rotazione, ma la aumentava. Il suo avversario venne trascinato in aria,
e si trovavano già a diversi metri dal suolo quando
l’energia si esaurì ed Seifer si trovò
a volteggiare in aria. Ghignava, si aspettava di vedere il suo
avversario ridotto ad un ammasso di carne tritata e rimase senza parole
quando vide che quello che era avvolto da una specie di cortina di
fumo, e che da quel fumo usciva un volto demoniaco. Seifer non
capì, non subito…poi comprese: un GF! Anche loro
sapevano evocare i GF!
“Demon Wall…” disse quello ancora
avvolto nella nuvola di fumo “FRECCIA NERA!”
Non era corretto utilizzare il singolare. Una serie di
piccoli dardi di colore nero si abbatterono su Seifer, che
cercò di difendersi utilizzando una magia shell. La magia
riuscì a smorzarne l’impatto ed a dissolverne
alcuni, ma altri squarciarono il cappotto di Seifer, che cadde
violentemente contro il freddo pavimento dell’hangar, mentre
quello planava, atterrando dolcemente. Ma l’aspetto di quello
era cambiato. Adesso era avvolto dalla cortine di fumo evocata dal
Demon wall ed il suo braccio destro…sembrava diventato
interamente di fumo! Gli occhi erano bianchi, quel guerriero si era
trasformato.
“Che diavolo…?”
“Ti vedo sorpreso. Dimenticavo che voi i GF li
evocate..che spreco.
Perché farli combattere al vostro posto quando si
può lottare insieme?”
La voce era cambiata…era come se oltre quella che aveva
già sentito ci fosse una specie di eco in sottofondo.
Seifer caricò, ma non prima di attingere
all’energia dell’Haste. Doveva sembrare una macchia
di colore indistinta agli occhi del suo avversario e quando venne il
momento giusto premette il grilletto. Colpito in pieno! Ma Seifer vide
la lama passare il suo avversario da parte a parte senza arrecare alcun
danno.
“Non è facile colpire
un’entità fatta di fumo” lo
sbeffeggiò quello prima di poggiare la sua impalpabile mano
sullo stomaco del Cavaliere.
“ULTIMA”
Dolore, un dolore fortissimo. Seifer strinse i denti e
riuscì a non urlare mentre il suo corpo veniva scaraventato
dall’altra parte dell’hangar. Lo scudo shell aveva
impedito che la magia lo uccidesse, ma era stato distrutto e Seifer non
poteva evocarne un altro. Si rimise lentamente in piedi puntellandosi
sull’Hyperion. Si guardò intorno e
chissà perché gli tornarono in mente le parole
del suo mentore, dell’uomo che lo aveva addestrato ad usare
il gunblade…studia il campo di battaglia.
E’ la tua prima arma.
Seifer inspirò profondamente e si rimise in posizione di
guardia. Attaccò ancora una volta, direttamente, stavolta
affondando la lama. Il colpo non passò nemmeno vicino
all’altro. Che si mise a ridere
“Completamente fuori bersaglio.”
“E chi ti dice che sia tu il mio bersaglio?”
Sul volto dell’altro si disegnò
un’espressione di sorpresa. Guardò dietro di
sé: con la punta del gunblade Seifer aveva premuto il
pulsante che apriva i portelli dell’hangar. La nave era in
movimento e c’era un fortissimo vento. Vide il corpo
impalpabile dell’altro iniziare ad essere risucchiato via.
Seifer rise e alzando la mano la mise proprio di fronte la faccia del
suo avversario.
“Ci si vede. Aero.”
Un violento colpo di vento trascinò via quello dissolvendolo
e Seifer premette nuovamente il pulsante per chiudere di nuovo
l’hangar. Si lasciò cadere per terra. In quel
momento arrivarono altri tre uomini. Seifer era stanco e ferito, ma non
aveva intenzione di lasciarsi sopraffare con facilità. Si
rimise in posizione di guardia.
“Avanti, chi è il primo?”
“Non hai ancora finito con me, cavaliere.”
Seifer si voltò e vide che su un’impalcatura stava
ritto il guerriero che lui credeva d’aver ucciso. Quello
saltò ed atterrò sulle punte con straordinaria
eleganza.
“Una bella idea, te ne do atto e hai ottenuto il mio
rispetto. Peccato che io posso interrompere la simbiosi in qualunque
momento, e per quanto il vento potesse essere forte non lo era
abbastanza da sollevare quasi novanta chili, non trovi?”
Stavolta fu lui a premere il pulsante, prima di rievocare il potere del
Demone-Muro.
“Ma questo si che li solleva novanta chili…BLACK
TORNADO!”
Seifer fu avvolto da un soffocante alone nero che lo trascinava in
alto, sempre più in alto. Mentre lottava per restare
cosciente vide che ormai la nave degli assassini di Raijin non era
altro che un puntino lontano…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitoli 12-14 ***
FF VIII-cap 4
CAPITOLO 12
Due giorni dopo aver scoperto che Laguna era suo padre, Squall si
trovava sul treno per Timber insieme all’intera squadra
d’assalto, ovvero il gruppo che aveva eliminato la strega
Artemisia. Inizialmente solo lui e Rinoa sarebbero dovuti andare a
Timber, ma poi Selphie aveva ricevuto una strana e-mail da un indirizzo
sconosciuto dove si diceva che Qualcuno di pericoloso avrebbe attaccato
il municipio. Sebbene la parola Phalanx non fosse scritta da nessuna
parte, Squall era abbastanza sicuro che sarebbero stati loro i nemici.
Quindi aveva deciso insieme al preside Cid di inviare
l’intera squadra,mentre Galbadia e Timber avrebbero fornito
più uomini di supporto. Sapevano quali sarebbero state la
mosse dei Phalanx adesso dovevano solo anticiparle. Squall si
guardò intorno, facendo vagare lo sguardo da un punto
all’altro della comoda cabina che i SeeD avevano riservata su
qualunque treno.
Quistis leggeva un libro sulla storia dei Guardian Force appoggiata
allo schienale, ed ogni tanto guardava fuori dalla porta per vedere
cosa stessero combinando Zell, Irvine e Selphie, che si erano dispersi
nel corridoio. Rinoa dormiva con la testa appoggiata alla spalla di
Squall. Si era dovuta svegliare presto quella mattina,
chissà perché. E gli aveva fatto quasi perdere il
treno, perché aveva dimenticato quella strana valigia,
stretta e lunga. Squall appoggiò la testa sul capo di Rinoa,
era scomodo, ma gli dava una strana sensazione di calore. Poi la porta
della cabina si aprì, e Zell entrò.
“Yo! Ma voi due state sempre attaccati?”
“Tu e la ragazza con la treccia non siete da meno,
Zell” disse Quistis senza nemmeno alzare gli occhi dal libro
che leggeva.
“Ah…ma quella è
un’altra…insomma, non è che
siamo…”
“Zell, stai zitto.” Concluse Squall.
Zell sbuffò e si sedette scompostamente sul comodo divano
della loro cabina. Passarono pochi minuti in cui nessuno
parlò, finchè l’altoparlante
comunicò che sarebbero arrivati a Timber fra una decina di
minuti.
“Dove sono Selphie ed Irvine?” chiese Quistis a
Zell, chiudendo il libro e riponendolo nello zaino.
“Selphie è là fuori alla prese con il
Remake in versione pop-rock di ‘Train, Train Take us
Away’..”
“E Irvine?”
“Si è fatto prestare una chitarra da un gruppo di
mezzi-hyppie al vagone tre e la fa da accompagnamento e controcanto.
Yo, parli del diavolo…”
Selphie ed Irvine entrarono in quel momento in cabina. La ragazza
saltellava ed Irvine aveva un ghigno compiaciuto stampato in viso.
“E’ stato BELLISSIMO!!! Ci hanno anche fatto
l’applauso alla fine della canzone!”
squittì Selphie
“e tirato dei guil…” fece Irvine
mostrando il suo cappello da Cowboy pieno di monetine.
(Art 3, comma 2 del codice dei SeeD: Discrezione ed Eleganza
contraddistinguono il SeeD quando è impegnato in missione
ufficiale. Dovrei degradarli all’istante.)
Come se avesse letto i suoi pensieri Quistis lo guardò.
“Per stavolta possiamo sorvolare, Squall” lo
sguardò si poggiò su Selphie ed Irvine
“Ma solo per questa volta. Siamo in una missione importante,
e la discrezione è fondamentale. Ai sensi
dell’art. 3 dovrei abbassare il vostro livello
SeeD.”
“Andiamo Quistis…è stato soltanto un
innocuo modo per passare il tempo! E Squall, perché non fai
qualcosa di simile con Rinoa? Sono sicuro che apprezzerebbe:le ragazze
adorano chi suona e canta con loro…non che a me interessi
delle altre ragazze!” Disse Irvine notando che il piede di
Selphie era in rotta di collisione con la sua caviglia.
Squall era felice che Rinoa stesse dormendo. Lui non poteva dirle di
no, ma di fronte ad una richiesta del genere…avrebbe
preferito andare a ripulire l’isola più vicina
all’inferno armato di stuzzicadenti.
“Non so cantare né suonare.”
(e ci tengo alla mia dignità.)
“Invece sono sicura che hai una bella voce.”
Squall rabbrividì calò lo sguardo ed
incontrò gli occhi di Rinoa, che sorrideva. Irvine mise le
monetine in tasca ed il cappello in testa prima di esclamare a gran voce
“Perfetto! Dopo questa missione a Timber, andiamo tutti a
Deling City! Conosco un locale dove il giovedì sera fanno
una serata Karaoke per coppie! Zell può portarsi la ragazza
con la treccia, io mi prendo quella splendida ragazza che lavora in
biblioteca..AHIA! Sto scherzando, Selphie….Squall va con
Rinoa, e Quistis…”
Cinque paia d’occhi imbarazzati si posarono su Quistis.
L’ex professoressa era l’unica fra di loro a non
avere qualcuno, ed Irvine era riuscito a girare il coltello nella piaga
con la stessa delicatezza con cui un macellaio taglia la carne al
bancone.
(La delicatezza non è il tuo forte, Irvine)
L’altoparlante annunciò che i passeggeri diretti a
Timber avrebbero dovuto prendere il bagaglio a mano e scendere,
segnando la salvezza di Irvine ed anche quella di Squall, che dal canto
suo sperava ardentemente che Rinoa dimenticasse tutto il discorso.
Finire umiliato stonando le note di una canzone smielata non era
esattamente la sua idea di serata ideale.
Irvine fu il più veloce di tutti a prendere i bagagli ed
uscire dal treno, seguito da Selphie, Squall e Rinoa teneramente a
braccetto(cosa che causò l’ennesima battuta di
Zell a cui Rinoa rispose con una linguaccia)e Quistis in fondo che,
silenziosa, chiudeva il corteo.
Timber era radicalmente cambiata, la città sembra
un’esplosione di colori. Bandiere, ghirlande, lanci di
coriandoli e persino sfilata di piccoli carri allegorici. Schermi
giganti erano piazzati sopra i palazzi per permettere a chi non poteva
entrare nel municipio di guardare comunque la cerimonia. La
città festeggiava la sua indipendenza.
“Ehi, amico fa attenzione!” Qualcuno tra la folla
aveva colpito Zell che giustamente si lamentava.
Squall era preoccupato; tra tutti quei bimbi urlante e quella folla
festante un qualunque membro dei Phalanx in divisa avrebbe potuto
mettersi a ballare la samba di fronte al gruppo dei SeeD senza poter
venire individuato. All’improvviso Rinoa lasciò il
braccio di Squall correndo verso due ragazzi.
“WATTS!! ZONE!!!”
“RINOA!”
I tre membri dei ‘Gufi del Bosco’ si esibirono in
un abbraccio collettivo, un urlo ed una serie di saltelli sul posto.
Gli altri SeeD li guardarono ridendo, Squall incrociò le
braccia e sospirò guardando per terra. Quella sarebbe stata
una lunga giornata.
***
Il giovane dai capelli neri che era giunto lì da Deling City
odiava tantissimo le feste ed i luoghi affollati. Non sapeva il
perché, ma gli davano una tremenda sensazione di disagio.
Una volta era stato costretto ad entrare in una
discoteca …per lavoro
ovviamente. La cosa divertente era che pur essendo in mezzo a tutti
quei poveri esaltati danzanti al ritmo d’una pseudo-musica
irritante nessun si era accorto che il suo bersaglio era più
morto dei loro cervelli. Strani, gli esseri umani. Non che lui si
credesse normale, ma credeva comunque d’essere superiore a
molti di loro.
Scese le scale e raggelò con lo sguardo un bambino che
cercava di lanciargli addosso dei coriandoli. Alzo la cerniera della
giacca di pelle e camminò cercando di evitare gli esaltati
che incontrava. Impresa disperata.
Quella folla, quella folla così entusiasta, sapeva cosa
sarebbe successo tra poche ore? Sarebbero stati così felici
se lo avessero saputo? Con tutta probabilità sarebbero
andati a rifugiarsi in casa, correndo disperati e schiacciando chi non
riusciva a tenere il passo. Ah, la folla…un’arma
eccellente se usata bene.
(quanto odio le feste…)
Non le tollerava, provava una repulsione viscerale contro la maggior
parti degli aggregati umani. Tutto ciò che chiedeva era un
piccolo gruppo di persone a cui poter dare le spalle senza rischiare di
finire con un pugnale tra le scapole. In fondo, stare da solo non lo
turbava più di tanto. Anche se in realtà non era
mai solo…si toccò l’anulare della mano
destra, sentiva la mancanza del suo anello, anche se l’anello
in sé per sé non fosse nulla più
d’un pezzo d’acciaio; era quello che stava
dentroa renderlo importante, ma lui
ne aveva preso possesso molto tempo prima. Si guardò
intorno…si era perso. La sua conoscenza delle strade era
inversamente proporzionale alla sua abilità con la spada,
quindi pressoché nulla. Seguì la folla riuscendo
a rimettersi su quella che doveva essere la strada principale di quella
pittoresca cittadina, ma la prese dal senso sbagliato, finendo alla
stazione. Era da poco arrivato il diretto da Balamb, e se possibile, la
confusione lì era ancora maggiore. Inevitabilmente
sbattè contro uno dei nuovi arrivati
“Ehi, amico fa attenzione!” gli disse quello
Lui si girò mostrando il palmo della mano destra in segno di
scusa…e vide davanti a sé un tipo biondo con un
tatuaggio tribale in faccia ed una pettinatura che gli ricordava quella
di certi galli. Zell Dincht, SeeD del garden di Balamb, eroe a livello
mondiale. Cosa diavolo ci faceva lì a Timber?
Si guardò intorno, vide un ragazzo alto con un cappello da
cowboy e l’impermeabile affiancato da una ragazzetta che
strillava. Poi trovò quello che si aspettava: una giubbotto
nero con il collo di pelo bianco attaccato come un’appendice
ad un vestito azzurro svolazzante. La ragazza col vestito azzurro
lasciò il braccio del cavaliere per correre incontro e
mettersi a saltellare con altri due buffi omuncoli. Persino da
lì potè vedere l’imbarazzo sul volto
del Comandante SeeD. Eh si…loro due erano proprio simili.
Solo che lui in una situazione simile si sarebbe volatilizzato, mentre
Squall resisteva. Ah, l’amore!
(Ci sono passato anch’io, ma vedo che te la cavi meglio di
me…)
Gli scappò un sorriso, che però si sciolse con la
stessa rapidità della neve al sole. Che ci faceva
l’intera squadra d’assalto SeeD, orgoglio del
Garden di Balamb qui a Timber? Allora, la ragazza con vestito blu
probabilmente era Rinoa, membro d'alto livello dei Gufi del Bosco. Era
normale che stesse qui, come lo era che si fosse trascinato dietro il
ragazzo. Ma gli altri? No, qualcosa non quadrava.
Lì seguì, mimetizzandosi tra la folla, senza
farsi notare. Finchè quelli non arrivarono nella zona del
municipio, dove il perimetro era ben sorvegliato. Ed i soldati presenti
erano tre volti quelli previsti dal maresciallo.
(Sanno tutto..ma come?)
Si collegò con Ravenant, l’unico che in missione
tenesse la linea aperta.
“Sanno tutto.”
“Hyne! Come agiamo allora?”
“Il perimetro è sorvegliato e le truppe sono
guidate dai SeeD. Ma non controllano il cielo.”
“Dì, ti sei rincretinito?”
“Tranquillo. Mi occupo io del diversivo.”
Chiuse le comunicazioni e si allontanò dalla zona del
municipio. Pensando alla fortuna che aveva avuto
nell’incontrare i SeeD per caso. E’ proprio vero:
la fortuna è preferibile alla bravura. Prese la prima strada
a sinistra ed entrò in un locale dall’aspetto
trasandato. “La tana delle Bestie”.
***
Era tutto blu…e lui affondava…sentiva mancargli
il respiro..aveva tanto sonno…poi qualcosa. Come se venisse
preso da sotto e tirato violentemente su. L’acqua del mare
gli scorreva addosso lasciando i suoi vestiti e rivide il sole.
Respirò profondamente e sentì l’aria
tornare a riempirgli i polmoni. Aria ed odore di pesce.
“Guarda! Abbiamo pescato una persona!” disse una
voce
“portalo a bordo, presto!”
Seifer venne sballottato nella rete, e poi lasciato cadere sul ponte di
quella piccola imbarcazione, sopra un letto di piccoli pesci.
“Ragazzo, stai bene? Sai dirci come ti chiami.”
Seifer aprì gli occhi ancora incrostati di salsedine. Per
quanto tempo era rimasto attaccato ad un pezzo di legno galleggiante?
Quando le forze gli erano venute meno e si era lasciato andare?
Un vecchio dalla faccia incartapecorita e con una piccola pipa tenuta
stretta tra i denti lo stava guardando, preoccupato. Gli diedero
dell’acqua e lo fecero sedere. Seifer vomitò tutta
l’acqua di mare che aveva ingerito e poi finalmente
riuscì a parlare
“Sono del Garden di Balamb…devo andare a
Timber….in fretta…”
“Un SeeD? Beh, ragazzo, mi dispiace ma il porto di Timber
è chiuso per motivi di sicurezza. Possiamo portarti al
villaggio di Mulligan, è più vicino e
lì potranno curarti.”
“No Mulligan…spiaggia Monday. Presto.”
Il vecchio obbedì. Era un bene che lo credessero un SeeD,
così non avrebbero discusso gli ordini. Seifer
sentì un formicolio alla mano destra e si accorse che le
dita erano ancora saldamente intorno all’impugnatura della
sua arma. Ma il sistema di fuoco era sicuramente compromesso dall'acqua
e dalla salsedine.
Non importa. Basterà.
CAPITOLO 13
Dare ordini a dei soldati di Galbadia era stato molto strano. Dopo aver
passato gli ultimi due mesi a considerarli nemici, il vedere obbedire
ai suoi ordini senza fiatare gli dava una strana sensazione. Avevano
incontrato Caraway e gli avevano spiegato i rischi ed i loro sistemi di
protezione. Anzi, l'aveva fatto da solo. Rinoa era ancora arrabbiata
col padre per via del discorsetto
che questi aveva fatto a Squall. Quindi l’ingrato compito era
toccato al comandante finchè Quistis mossa a compassione, lo
sostituì. Rinoa, che a Timber era popolare aveva spiegato
tutto agli altri invitati, ed adesso era al bar dell’albergo
in cui alloggiavano insieme ai suoi amici ritrovati, Watts e Zone.
Fortunatamente la sua presenza era facoltativa, e lui aveva deciso di
tirarsi fuori. Rin avrebbe capito che lui non si trovava a suo agio tra
i mal di stomaco di Zone ed i continui “signore!”
di Watts. In realtà si trovava a suo agio solo con lei.
Ma i problemi non erano certo finiti qui. Infatti, visto il suo ruolo e
visto quello che aveva fatto per Timber e per il mondo, il Comandante
Leonhart era stato invitato a presenziare sul palco degli oratori. E
questa volta, non era facoltativa. Si era tolto i normali vestiti da
combattimento ed aveva indossato la divisa da SeeD che portava sempre
con sé, con le varie medaglie al merito ancora attaccate.
“Che damerino! Sono sicura che Rinoa sarà
molto contenta stasera.”
Era Irvine. Il generale, pardon, presidente Caraway aveva assegnato
loro due triple: una per i ragazzi ed una per le ragazze. Rinoa aveva
detto che più che altro era un modo per tenere loro due
separati.
Zell era sdraiato sul letto, con le gambe incrociate, non aveva preso
bene il fatto d’essere in camera con Irvine.
“E’ la normale divisa da SeeD Irvine. Ehi
Squall..” si mise a sedere ”se hai intenzione di
fare qualche ‘cosa’con Rinoa stasera avvisami prima
ok? Non fare come questo pervertito!”
“La colpa è tua Zell. Tua madre non ti ha
insegnato a bussare?”
“Ma mi avevate invitato voi! Dovevamo fare
un’uscita a quattro e dato che non vi eravate fatti
vedere…”
“E’ successo così, sul momento Zell.
Forse quando raggiungerai la pubertà
capirai…”
“Maledetto pervertito!”
Era sempre così, Irvine si divertiva a provocare Zell.
Squall iniziò ad avere un principio di mal di testa e si
girò verso i due.
“Finitela, ok? Non ve lo dico da amico, ma da Comandante.
Fiatate, e vi degrado. E Zell puoi stare
tranquillo…solo…non parlare più
dell’argomento.”
“Cerca di capire Squall, ho ancora gli incubi su Irvine che
indossa solo il cappello.”
“Grazie Zell. Potevi risparmiarmi i particolari.”
“Meno male che non hai visto Selphie!”
“Troppe informazioni, Irvine.”
“…”
Squall non capiva se Irvine scherzasse o parlasse sul serio. Nel
dubbio,decise di non scoprirlo mai.
(nota mentale: bussare prima di entrare)
Controllò il suo Gunblade e lo caricò prima di
riporlo nel suo fodero. Se ci fosse stato bisogno d’usarlo,
era pronto. Uscirono dalla camera e scesero al piano di sotto
attendendo l’arrivo di Rinoa e delle altre, che si
presentarono in anticipo, ovvero con solo venti minuti di ritardo.
“Scusa Squall, colpa mia!” fece Rinoa
“non sapevo cosa mettermi!”
Squall rimase senza parole. Era vestita come la prima volta che si
erano visti, con solo un delicato trucco intorno agli occhi e
quell’abito bianco. Era fantastica.
“Sei…ehm…oh…sai...”
La testa di Irvine spuntò da sopra la spalla di Squall
“Rin, presumo che la parola che il tuo cavaliere stia
cercando sia ‘WOW’ o
‘bellissima’…vero Squall?”
(chi ben comincia è a metà
dell’opera…)
Rinoa prese il cavaliere sottobraccio.
“Sei gentile Squall. Mi piace questo tuo lato, dovresti
mostrarlo più spesso.”
Il cowboy sussurrò all’orecchio del comandante
“Va bene, stanotte ti lascio la camera. Ma non ti ci
abituare, ok?”
Il cowboy prese Selphie e si allontanarono seguiti da Zell e Quistis.
Squall era ancora a disagio per via dell'affermazione di Irvine quando
sentì che il cowboy aveva fatto una battuta su
‘cosa’ Rinoa volesse che Squall mostrasse
più spesso. Venne colpito contemporaneamente da Zell,
Quistis e Selphie.
Raggiunsero il municipio in pochi minuti con l’auto di
Caraway a cui facevano da scorta. La sala era gremita,
c’erano giornalisti, autorità e telecamere
dovunque. Il municipio era una struttura pentagonale, nota agli
architetti di tutto il mondo per la peculiarità del suo
soffitto, fatto in vetro molto resistente che alla luce del giorno
creava splendide combinazioni di colori. Squall assegnò le
posizioni ai SeeD e si sedette sul palco vicino Rinoa, a pochi metri
dal comandante Caraway. La conferenza iniziò, e dopo
l’introduzione Caraway iniziò a parlare.
“Cittadini di Timber! Per troppi anni tra Timber ed il
governo di Galbadia vi è stato reciproco odio. Per troppo
tempo ci siamo combattuti perdendo inutilmente i nostri uomini
migliori. Questo per colpa di un uomo, Vincent Deling.”
(Ma non era stato Caraway ad ordinare la presa di Timber?)
“Ma Deling è morto, ha fatto la fine che meritava
e Galbadia vuole farsi perdonare per tutto quello che ha fatto di
spregevole in questi anni.”
“ipocrita..”sussurrò Rinoa
“Da oggi, quando si parlerà di Timber non si
parlerà più di una provincia di Deling City, ma
di una città fiera, libera ed indipendente! Il governo
centrale di Galbadia vi riconosce infatti lo status
di…”
“BASTARDO!” gridò uno fra i presenti in
sala. Immediatamente vi fu un rumore di spari, ed altri entrarono
dall’ingresso principale. Squall si gettò su
Caraway, coprendolo col suo corpo e gettandolo a terra. I soldati
rispondevano al fuoco, protetti dalle magie che Rinoa scagliava sugli
assalitori, che venivano respinti senza problemi
(Qualcosa non quadra…)
Squall portò il presidente Caraway al riparo, e questi si
complimentò con lui.
“Comandante, devo dire che avevano ragione su di lei. Ha
fatto un ottimo lavoro.”
“No…qualcosa è
sbagliato…è troppo semplice.”
CRASH
Rumore di vetri rotti. Squall guardò il soffitto e
notò come un guerriero nascosto da una divisa nera ed
argento stesse volando giù, con le due spade puntate su
Caraway.
“NO!”
Squall scattò appena in tempo, riuscendo a frapporre il suo
Gunblade tra le spade del Phalanx e la testa di Caraway. Squall venne
sbilanciato e cadde, mentre il Phalanx saltò indietro
riuscendo ad atterrare in equilibrio sullo schienale di una delle
poltrone in sala.
“Comandante, che onore. La sua offerta di lottare
è ancora valida?”
“…”
“Loquace come sempre, eh?”
Quello attaccò saltando mentre Squall si metteva in
posizione di guardia. Le due lame fendevano l’aria intorno a
lui e Squall dovette ruotare per evitare il colpo.
Contrattaccò con un colpo potente, e reso ancora
più forte dalla vibrazione generata dalle munizioni.
L’altro dovette difendersi con una parola incrociata, ma la
potenza ed il peso del gunblade lo stavano facendo chinare indietro in
modo innaturale. Il Phalanx si lasciò cadere indietro
portando però i piedi sul petto di Squall e scagliandolo via
utilizzando un effetto di leva. Mentre Squall attutiva
l’atterraggio facendo una capriola quello si rimise in piedi
con un colpo di reni. Fu Squall ad attaccare, e mirò in
basso all’altezza del ginocchio. Quello saltò e
Squall premette ancora una volta il grilletto del Gunblade per cercare
di colpirlo dal basso verso l’alto. Ma quello
continuò a schivare e contrattaccò con una rapida
serie di affondi, e Squall si trovò in seria
difficoltà, venendo ferito alla spalla sinistra.
L’attacco del Phalanx era sempre più impetuoso e
le due spade gli davano il vantaggio di poter parare e colpire con due
armi differenti, cosa che Squall non poteva fare. Messo alle strette,
richiamò il potere del Renzokuken, e balzò in
aria. La sua sorpresa fu immensa, quando vide che l’altro
preparava una tecnica analoga. I colpi di Squall si incrociavano con
quelli del Phalanx, ed avevano addirittura uguale intensità.
Squall caricò energia nella lama ed attaccò,
ancora sospeso in aria dalla furia del Renzokuken
“COLPO IMPERIALE!” fu il grido di Squall
“COLPO IMPERIALE!” fu il grido del Phalanx
La lama di Squall colpì dal basso verso l’alto,
quelle del suo avversario venivano dalla parte opposta. Le lame si
scontrarono e vi fu un momento di stallo. Gli occhi del Comandante SeeD
si incrociarono con quelle del Phalanx e per un attimo fu come
guardarsi allo specchio. Ma la ferita alla spalla sinistra si fece
sentire, indebolendo il braccio di Squall e la potenza del suo
colpo.L’energia concentratasi esplose, scatenando una
violentissima onda d’urto che mandò in frantumi
tutti i vetri del palazzo e scaraventò Squall come un
missile contro il palco degli oratori.
La testa gli scoppiava, la bocca sapeva di sangue e la vista era
appannata. E cosa peggiore, il Phalanx volteggiava ancora sopra di lui
puntandogli contro la spada, avvolto da scintille azzurre. Chiuse gli
occhi aspettando il colpo.
(Noi siamo soldati, siamo mercenari. La nostra vita è sempre
sul filo del rasoio.)
(La morte è parte di questo lavoro…)
(Rinoa...non ti ho mai detto che..)
La lama del Phalanx calò, e per tutta la sala si
sentì il secco rumore dell’acciaio. Squall
aprì gli occhi, qualcuno aveva parato il colpo.
(Rinoa….?)
Rinoa si trovava fra lui ed il Phalanx che si mostrava non meno
sorpreso di quanto fosse Squall. Ma la parte strana è che
Rinoa aveva in mano un gunblade.
Ecco cosa conteneva quella scatola! Il phalanx guardò Rinoa
“Sei sicura di saper usare quell’affare?”
chiese il Phalanx
“abbastanza sicura.”
Squall si rimise in piedi e riassunse la posizione di guardia. Forse
Rinoa aveva parato il colpo, ma non era certo in grado di saper usare
un gunblade, un’arma per cui occorrono armi di addestramento.
Doveva combattere lui questa battaglia. E poi gli avrebbe chiesto dove
l’aveva trovato. Il Phalanx attaccò Squall, che
parò il colpo, mentre Rinoa contrattaccava premendo il
grilletto al momento giusto e costringendo il Phalanx ad una
precipitosa parata che lasciò a Squall campo libero per
colpirlo con un pugno. La maschera del Phalanx volò via ed i
combattenti si guardarono per la prima volta in faccia.
“avete gli stessi occhi…?” disse Rinoa
Il phalanx attaccò cambiando posizione, riuscendo a fare in
modo che Squall potesse attaccarlo solo da destra, obbligandolo quindi
a sovraccaricare il braccio sinistro. Rinoa si difendeva egregiamente,
ma non era all’altezza di quell’avversario, che in
breve riuscì a metterla con le spalle al muro. Poi lo
sguardo si posò sul collo di Rinoa, dove intorno alla
collana d’argento era appeso l’anello di Griever.
Il phalanx sorrise
“Hai dato a lei Griever! Allora la cosa è
seria” fece rivolto a Squall.
Ma quell’attimo di distrazione gli costò caro,
perché Rinoa lo colpì con una ginocchiata
all’inguine che gli tolse il fiato, prima evocare la potenza
della magia ultima. Ma quello era ancora in piedi, e resistette ai
numerosi attacchi di ghiaccio che Rinoa gli scagliò contro,
sebbene l’ultimo blizzaga l’avesse quasi atterrato.
Squall attaccò in quel momento, ma il Phalanx
evitò ruotando in avanti e saltò su quello che
rimaneva del palco proprio mentre una cima veniva calata. Il phalanx
rinfoderò le lame e la afferrò con entrambe le
mani.
“Bella scelta Squall! Sono fiero di te! Bella, intelligente e
valida guerriera!”
“Chi sei?”
“Suvvia, non mi hai ancora riconosciuto? Sono offeso! Beh,
non voglio guastarti la sorpresa.”
(riconosciuto…?)
Il mezzo che lo sosteneva volò via, portandolo con
sé. Squall si lasciò cadere a terra esausto e
sanguinante. Aveva subito un unico colpo, ma quel colpo doveva aver
leso qualcosa di importante, perché quasi non sentiva
più il braccio sinistro. In quel momento entrò
Zell, la cui pettinatura era parecchio bruciacchiata.
“Squall…non puoi crederci…mai vista
roba così…neanche il mio Ifrit è
riuscito a fare qualcosa…era come se conoscessero i nostri
attacchi meglio di noi stessi!”
“Zell, non ora” fece Rinoa “chiama
un’ambulanza…anch’io non mi sento un
granchè bene.”
(no..voglio sentire…)
“Quistis li sta inseguendo….”intervenne
un claudicante Irvine ”Selphie sta coordinando gli ufficiali
medici” il cowboy si voltò. “EHI! UNO
QUI, IN FRETTA!”
“Il mio reparto è stata quasi annientato
Irvine…”disse Zell ”e non ho mai visto
nessuno riuscire a ribaltare il colpo del
delfino in una presa al braccio.”
“Caraway?” chiese Squall.
“Oh, lui è vivo. E’ scappato veloce come
un Kyactus. Purtroppo non si può dire lo stesso di molti
altri…”
“Quanti?”
“Squall ne parliamo dopo..”
“Quanti?”
“Hanno usato le granate e sparato indiscriminatamente sulla
folla, facendosene scudo. E quelli che non sono morti per i proiettili
sono stati schiacciati durante il fuggi-fuggi generale. 109 civili tra
morti e feriti e quasi l’intera guarnigione di soldati di
Timber è stata eliminata. Quanto ai Galbadiani, ne
torneranno a casa la metà. Squall, prima che tu ti faccia
assalire dai sensi di colpi, sappi che senza di noi le perdite
sarebbero state TOTALI.”
Squall fece di si con la testa, che sentiva sempre più
leggera.
(Ora col vostro permesso…vorrei svenire dieci minuti.)
(Buonanotte…)
CAPITOLO 14
Al comando di una squadra di SeeD giunti da Balamb come rinforzi
l’ex professoressa inseguiva i fuggiaschi. I Phalanx erano
impiegati in quell’azione non erano sicuramente
più di sei, ma erano stati in grado di manovrare uno dei
gruppi di resistenza, il più violento, i Timber’s
Beast, che avevano fatto la maggior parte del lavoro ed erano stati un
po’ i loro scudi umani. Dei sei Phalanx solo uno era rimasto
sul post, e si stava scappando in moto. Al comando di tre vetture
Quistis partì all’inseguimento.
Dopo pochi minuti erano nelle campagne di Timber. Quistis teneva il
volante mentre i SeeD in macchina facevano fuoco contro la sfuggevole
moto del Phalanx, che si dimostrò un pilota capace. Una
macchina riuscì ad affiancarlo, e quello rallentò
di colpo, riuscendo a portarsi dietro la vettura. Tenendo stretta la
lancia colpì la ruota posteriore destra, facendo sbandare la
macchina. Il SeeD alla guida ne perse il controllo e la vettura si
schiantò contro un albero. Il Phalanx fece allora una rapida
inversione ad ‘U’ caricando con la lancia e Quistis
dovette effettuare una rapida manovra d’evasione. Ma
l’autista dietro di lei non fu altrettanto capace: il Phalanx
scagliò la sua lancia che lasciando dietro di sé
una scia blu passò da parte a parte la macchina per poi
conficcarsi nel terreno. Il Phalanx compì allora
un’ardua manovra e poi recuperò la sua arma.
Quistis sperò che quella lancia non avesse colpito nessuno
all’interno, ma quando vide che l’altra macchina
andava avanti senza controllo ebbe la tremenda certezza che almeno
quello che stava al volante fosse stato colpito. Il Phalanx
impennò lanciando un urlo e diede gas. Era diretto verso il
mare. Ma Quistis lo tallonava. Le auto che avevano non erano i veicoli
militari del garden, e gli permettevano quindi di andare ad una
velocità più elevata. In compenso, erano molto
meno resistenti. Il phalanx-biker li distanziava di molti metri, ma
giunto nei pressi della spiaggia Quistis lo vide abbandonare la moto
per correre verso una SkyMotor T3, la stessa che aveva usato per
arrivare nel Garden di Balamb. Saltò
nell’abitacolo…ed una palla di fuoco lo spinse
via. Quistis lo vide rotolare nella sabbia, prima di prendere una
posizione felina e tenendo la lancia con una sola mano davanti a
sé guardava il punto da dove era uscita la palla di fuoco.
Un ragazzo che indossava un giaccone grigio ormai stracciato in
più punti veniva da quella direzione.
“Ma tu non muori mai, Almasy?”
Seifer guardò il Phalanx e si mise a ridere
“Sono un osso duro da uccidere…e la professoressa
Trepe qui presente può confermartelo. Loro ci hanno provato
almeno quattro volte!”
La macchina dei SeeD si fermò dando il fianco ai due.
Quistis scese ed altrettanto fecero gli altri SeeD che puntarono le
loro armi da fuoco contro il Phalanx, ma senza lasciare la copertura
che il fianco della macchina gli garantiva.
Il Phalanx si guardò intorno, era circondato. Si tolse la
maschera e la parte superiore della divisa, poi afferrò la
lancia con entrambe le mani e iniziò a tracciare disegni
sulla sabbia. Poi iniziò a muovere ritmicamente la lancia.
Quistis urlò
“Fermo o ordino di aprire il fuoco!”
“Libera di farlo”
La magia liberata dal Phalanx creò un muro di sabbia che
impediva ai SeeD la vista di lui e Seifer. Qualcuno provò a
sparare, ma Quistis li bloccò
“Fermi! Potreste colpire Seifer…”
Da dietro il muro di sabbia il Phalanx attaccò Seifer, ma il
suo colpo affondò nella sabbia. Seifer mise un piede sulla
punta della lancia affondandola ulteriormente e poi prendendo
slanciò attaccò. Ma quello riuscì ad
estrarre la lancia e parò il colpo. Usando la sua arma come
un bastone più che come una lancia riuscì a
colpire Seifer in testa ed a farlo traballare. Ruotò su
sé stesso ed affondò la lancia, colpendo il
cappotto di Seifer. Il biondo se ne liberò allora,
lasciandolo cadere per terra. Puntò il Gunblade contro il
lanciere Phalanx e attaccò usando la Girandola di Fuoco.
Quello venne colpito in pieno e scagliato a terra. Seifer fece calare
l’hyperion, ed un fiotto di sangue rosso sporcò la
sabbia. L’aveva colpito, l’aveva accecato.
L’altro aveva evitato la morte solo perché si era
spostato in tempo. Se solo la polvere da sparo non si fosse bagnata
avrebbe potuto sfruttare la vibrazione del gunblade e finirla una volta
per tutte. Seifer colpì con un calcio il Phalanx che
finì a pancia su. Ma poi puntò la lancia al petto
di Seifer.
“THUNDAGA”
La magia finale di tuono colpì Seifer in pieno petto e lo
scaravento indietro di diversi metri. Seifer sentì il sapore
della sabbia in bocca e le scariche elettriche del thundaga che ancora
lo paralizzavano. I due si rimisero in piedi quasi contemporaneamente.
Seifer caricò, l’altro affondò la
lancia nella sabbia, e quando la tirò fuori
generò un’onda di sabbia che travolse Seifer.
Momentaneamente accecato Seifer era alla mercè del suo
avversario che si preparò a colpire. Ma qualcosa gli
impediva di farlo. Il phalanx si voltò e vide che la SeeD
bionda aveva impugnato una frusta e l’aveva usata per
bloccare il suo attacco. Il Phalanx aveva urgente bisogno di cure, il
sangue iniziava a colargli sugli occhi. Con un movimento improvviso
liberò la lancia dalla frusta e balzò in aria.
Scagliò la lancia ad una velocità almeno tre
volte superiore al normale attacco, era la manovra finale d'un
disperato. Quistis era come inchiodata a terra e non riusciva a
muoversi mentre vedeva la lancia calare. Ma Seifer si mise in mezzo,
utilizzando il Gunblade di piatto e con entrambe le mani.
“Cosa farebbe senza di me,
professoressa?”ghignò “adesso lanci la
sua Onda Cosmica!”
Quistis non sapeva cosa fare. Poteva usare la magia blu definitiva, ma
a quale rischio? Se fosse andata a vuoto o non avesse avuto i risultati
sperati Quistis sarebbe finita al suolo stremata ed incapace di poter
fare qualunque altra cosa. Ma l’istinto le diceva di fidarsi
di Seifer. Si concentrò, avvolgendosi in un fiume di
scintille rosse prima di evocare il potere dell’Onda Cosmica,
appena una briciola del potere di Griever.
Il Phalanx fu avvolto da una sfera di energia celesta. Cercò
di liberarsi ma l’energia era troppo forte. Seifer
saltò, in alto, quasi in volo e con l’Hyperion
tracciò una croce luminosa il cui centro cadeva proprio
sulla sfera di energia.
“Ordini ai suoi SeeD di usare le loro para-magie
più potenti contro il centro della croce!”
Quistis sudava, non era pronta a contenere l’energia per
così tanto tempo e non l'aveva mai fatto. Chiamò
gli altri SeeD comunicando loro l’ordine dato da Seifer.
Quattro raggi luminosi raggiunsero il centro della croce proprio nel
momento in cui sia Seifer che Quistis rilasciarono il loro potere.
L’esplosione che ne seguì illuminò il
cielo a giorno ed il Phalanx si schiantò al suolo con enorme
violenza. Ma rideva.
Quistis riprese fiato e si avvicinò. C’era poco di
quel Phalanx che non fosse ustionato. Lo guardò negli occhi,
anzi, nell’occhio
“Cos’hai tanto da ridere?”
“E’ solo felice perché i suoi amici lo
raggiungeranno” fece Seifer
Quistis era confusa “che vuoi dire?”
“Lunga storia…diciamo solo che ho piazzato un
regalino sulla loro imbarcazione..”
“Povero folle!” Il phalanx sputò sangue
“Credi che non ce ne fossimo accorti?”
“Che vuoi dire?”
“Chi ha annunciato Caraway ha lasciato
una…valigetta. Con dentro il tuo regalo…ed un
piccolo extra…”
Quistis diede ordine di mettersi in contatto con Squall, Rinoa o
chiunque altro, ma i cellulari non funzionavano. Non avevano altra
scelta, dovevano salire in macchina e raggiungerli.
“Non farete mai…in…tempo.”
Seifer afferrò la testa del Phalanx proprio mentre quello
passava a miglior vita.
In quel momento si sentì, soffocato e distante, ma
perfettamente udibile, il boato di una tremenda esplosione.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitoli 15-17 ***
FFVIII-cap5
CAPITOLO 15
Quistis rimase come imbambolata, pietrificata. Il suono
dell’esplosione riecheggiava nella sua testa. I SeeD che
erano con lei si agitavano, cercano di mettersi in contatto con i
propri compagni, ma lei si sentiva la testa vuota. Gli occhi le
bruciavano, le ginocchia non furono più in grado di reggere
il peso del corpo. Sentì le lacrime bagnargli il viso, non
poteva crederci…tutti i suoi amici erano ancora
lì. No, erano più che amici…erano la
sua famiglia. Sentì che qualcuno la stava abbracciando e si
voltò, incontrando lo sguardo di Seifer
“Seifer…?”
Non si aspettava certo un gesto così
umano da uno come Seifer, che
beninteso, l’aveva messa nella sua lista nera e cercato di
ucciderla svariate volte. Adesso addirittura cercava di consolarla
“Professoressa non faccia la bambina…si ricordi
che hanno la pellaccia dura almeno quanto la mia.”
Forse nemmeno Seifer credeva alle sue stesse parole, ma Quistis
cercò comunque, anche se con risultati modesti, di darsi un
contegno. Poi dalla radio di Quistis provenne un fortissimo ronzio
“Bzz che gran botta di
c..bzzz…ragazzi…”
Il fine dicitore alla radio probabilmente era Irvine. Quistis si
sentì come se un flusso di energia le passasse dentro il
corpo dandole forza. Afferro la radio con entrambe le mani.
“Qui Quistis…abbiamo dei feriti nei pressi del
lago Obel…mandate qualcuno anche alla spiaggia
Monday.”
“già fatto bellezza.” Si, quello alla
radio era sicuramente Irvine “saremo da voi tra una ventina
di secondi, abbiamo il Lagunarock.”
***
Al primo sparo Selphie aveva contattato il preside Cid che subito aveva
chiesto ad Esthar di poter utilizzare il velocissimo Lagunarock. Il
presidente non aveva sollevato obiezioni e dopo una rapida sosta al
garden di Balamb per caricare tre squadre di SeeD ben addestrati e poi
si era diretto verso Timber. Avevano caricato lì i feriti
per portarli al migliore ospedale di Esthar, al cui confronto quello di
Deling City non è altro che una infermeria scolastica.
Mentre Quistis con i rinforzi SeeD stava inseguendo il Phalanx gli
altri stavano caricando i feriti sul Lagunarock. Svolte in fretta
queste operazioni avevano ricevuto gli SOS degli sfortunati SeeD messi
KO dal Phalanx ed erano andati a recuperarli. Quando si erano alzati in
volo, era esploso il municipio. Al suo posto adesso c’era
solo un cratere. L’esplosione inoltre aveva frantumato i
vetri delle abitazioni per centinaia di metri, causando ulteriori
feriti. Il numero accertato dei morti aveva superato il centinaio di
unità. Una delle tragedie più grandi della storia
di Timber, ed i Timber’s Beast vennero ritenuti direttamente
responsabili.
Due giorni dopo tutta la squadra d’assalto, tranne Rinoa che
quel particolare giorno soffriva di nausea era riunita
nell’ufficio del preside Cid. Stavano facendo il punto della
situazione.
“Che i Phalanx fossero presenti, beh, direi che questo
è un fatto accertato.” Disse Zell che aveva il
braccio destro fasciato ed una benda intorno la fronte.
Irvine si inserì nel discorso
“Si, ma di sicuro non sono andati lì per
divertirsi. Come ha detto Cid, agiscono solo se pagati. E non credo che
i Timber’s Beast abbiano così tanti soldi da poter
permettersi di pagarli!”
Squall era cupo. Un phalanx era stato abbattuto, ma come Cid gli aveva
spiegato, ogni volta che una squadra subiva una perdita immediatamente
subentrava un cadetto. Quante squadre ci fossero in giro era un fattore
di grande importanza,perché sebbene ogni squadra fosse
indipendente dalle altre, in casi eccezionali potevano formarsi delle
coalizioni. Squall rabbrividì al pensiero di quello che solo
sei di loro erano riusciti a fare e sperò ardentemente di
non doversi confrontare mai contro una coalizione.
Il comandante passò poi la parola a Quistis e Seifer, che
erano riusciti a sconfiggere un Phalanx, chiedendo di sentire il loro
rapporto. Seifer parlò del primo scontro sulla nave e poi
dello scontro sulla spiaggia.
“Come ha fatto il Bloodfest a combinarsi con l’onda
cosmica?” chiese Zell
Squall aveva subito quell’attacco sulla propria pelle, anzi
li aveva subiti entrambi, fortunatamente non contemporaneamente.
Pensò di poter spiegare
“Il Bloodfest apre una frattura dimensionale per un breve
lasso di tempo. Nulla può sfondare la sfera
dell’Onda Cosmica, ma la frattura creata da Seifer ha aperto
una sorta di portale che ha permesso alle magie di passare. Magie che
al contatto con l’onda cosmica hanno aumentato la loro
intensità.
Ma questo non è importante. Vorrei che Seifer spiegasse
meglio quello che è successo sulla nave.”
“L’avrei spiegato meglio se l’avessi
capito signor comandante. Ha solo
detto che lui combatte insieme al proprio Guardian Force.”
Vennero sollevate le ipotesi più disparate, ma alla fine non
conclusero nulla. Prima di sciogliere la riunione Cid
comunicò che il funerale dei due SeeD caduti si sarebbe
svolto al Garden e non a Timber e tutti erano invitati a presenziare.
Squall rientrò nel suo appartamento che ormai divideva con
Rinoa, e gettandosi sul letto cercò di fare il punto della
situazione, trovandosi con più domande che risposte. Una
frase in particolare gli girava in testa: avete gli
stessi occhi aveva detto Rinoa.
(gli stessi occhi…)
Prese dal cassetto l’anello con raffigurato il drago e lo
guardò.
(Griever…conosceva Griever.)
Prima dello scontro contro Artemisia solo lui e Rinoa sapevano che
l’anello avesse quel nome. E dopo lo scontro,nessuno degli
altri ne aveva fatto parola.
suvvia, non mi hai ancora
riconosciuto?
Perché mai avrebbe dovuto riconoscerlo? Chi era?
Ma le sue riflessioni vennero interrotte da Rinoa che usciva dal bagno
privato del suo appartamento. Essere il comandante aveva i suoi
privilegi.
“Dovresti farti vedere dalla Kadowaki, Rin.”
“Dovresti farti vedere dallo psicologo, Leonhart.”
Ribattè acida.
Ecco, era arrabbiata. Che cosa aveva fatto di male adesso? Rinoa
capì quello che passava per la mente del SeeD e
provò un grande imbarazzo. Stava per mettersi a piangere
“Scu-scusami Squall. E’ che…non lo
so…perdono…”
Rinoa si sedette accanto Squall sul letto che dividevano e si
portò le ginocchia al petto, stringendole a sé
con le braccia. Squall capì che era suo dovere consolarla.
Forse era il momento dell’evergreen ‘braccio
intorno alla spalla’. Impacciato, il braccio di Squall si
posò sulle spalle di Rinoa che gli poggiò la
testa sul petto. Sforzandosi, Squall capì il
perché Rinoa fosse così preda degli sbalzi
d’umore ed avesse la nausea.
Quella che aveva visto a Timber doveva averla sconvolta. Vedere la
propria città, i propri amici ridotti in quello
stato…Selphie aveva avuto una reazione simile a Trabia, ma
molto più blanda grazie all’addestramento SeeD.
Addestramento che Rinoa non aveva mai avuto.
“Non scusarti, capisco quello che provi.”
(o comunque capisco almeno il perchè)
(credo…)
“piuttosto Rin” continuò “dove
hai imparato ad usare il Gunblade? E che modello è? Non
ricordo d’averlo mai visto nella rivista Armi Mese.”
“Mi chiedevo quando avresti fatto questa domanda.”
Rinoa asciugò rapidamente le lacrime e saltando prese il
fodero in cui era contenuto il suo Gunblade. Lo estrasse e lo
mostrò a Squall che lo esaminò. La lama era
lunga, più di quella del Lionhart, ma leggera e resistente.
Anche il sistema di fuoco era diverso, sembrava l’impugnatura
di fucile più che di una pistola, e l’inclinazione
della lama rispetto al fucile era minima. Era quasi una spada.
“L’ha fatto Joker, sai, il membro del Club
CC.”
(mi chiedo se ci sia qualcosa che non sia in grado di fare)
Squall fece come per vibrare qualche colpo trovando l’arma
estremamente efficace e ben costruita. Squall riconsegnò
l’arma a Rinoa
“E dove hai imparato ad usarlo?”
“Beh…non lo so. Cercavo solo di pensare come ti
saresti mosso tu, tutto è venuto fuori
spontaneamente.”
Strabiliante. Non si aspettava una tale abilità, soprattutto
da Rinoa che era completamente sprovvista di addestramento SeeD.
“Che dire? Hai tenuto testa ad un guerriero che ha quasi
messo KO Seifer e me….non vorrei proprio averti come
avversaria, dopo che avrai fatto un po’ di pratica!”
Rinoa saltò in braccio a Squall
“Non credo che io e te potremmo mai essere
avversari…” gli sussurrò
***
Seifer camminava spavaldo per i corridoi del Garden, con il Gunblade
poggiato sopra la spalla. Lo portava più che altro per
abitudine, perché si sentiva legato a quella sua arma,
consapevole del fatto che se avesse affrontato qualcosa di
più ostico di un Lesmathor la lama si sarebbe spezzata. Il
sistema di fuoco era stato compresso e quando aveva frapposto la lama
tra la lancia scagliata dal Phalanx e Quistis, questa si era quasi
spezzata. Ma non era nulla d’irreparabile, finchè
non aveva scagliato il suo Bloodfest, sovraccaricandola.
Gli avevano detto che avrebbe dovuto cambiare arma, ma non si sarebbe
separato da quel pezzo d’acciaio ormai inutile per niente al
mondo. E poi,c’era tempo.
Non indossava più il suo sgualcito e strappato cappotto, ma
portava una semplice giacca bianca con colletto di pelo scuro mentre i
pantaloni erano di un nauseante(per lui) color crema. Quando si era
guardato allo specchio gli era sembrato di vedere il negativo di una
foto di Squall. Si diresse verso il Garage e lì
scoprì che lei lo stava già aspettando.
“Professoressa…sono sorpreso della sua
puntualità!”
Quistis aveva riposto la sua tenuta da battaglia sostituendola con un
abito da sera nero.
“Sei in ritardo Seifer. Gli altri ci stanno già
aspettando.”
Non sapeva perché aveva invitato Seifer per
quell’uscita tra sole coppie. E Seifer non sapeva
perché aveva accettato. In primis, l’idea di
passare una serata col gallinaccio, il vaccaro e Squall con le
rispettive ragazze non era certo allettante, e poi perché
era stata Quistis a chiederlo. Perché diavolo aveva subito
detto di si a questa strana idea di uscire tutti insieme il
venerdì sera al ristorante di Balamb?
Seifer aprì la sportello a Quistis facendola accomodare
accanto al posto di guida.
“Che gentile…non sapevo che anche tu conoscessi il
galateo!”
E neanche lui lo sapeva. Parlarono del più e del meno per la
breve durata del tragitto, e dopo aver parcheggiato la macchina si
diressero verso il resto del gruppo che li attendeva di fronte la casa
della madre di Zell. Zell indossava la sua divisa SeeD ed aveva un
braccio intorno alla vita della ragazza con la treccia. Irvine aveva
sostituito il suo impermeabile con un cappotto in pelle ma aveva sempre
in testa l’immancabile cappello. Selphie parlottava con i
piccioncini che invece si erano mantenuti sul casual: jeans e maglietta
per Rinoa, solito completo per Squall. Quando videro Quistis e Seifer
arrivare si lamentarono solo del ritardo. Avevano già
digerito la notizia, sebbene Zell fosse stato sul punto di svenire.
Irvine guidò il gruppo verso un locale vicino il porto di
Balamb, ed il posto era tutto sommato elegante. Ma Squall
notò qualcosa in fondo alla sala che lo fece rabbrividire:
un amplificatore, un pianoforte ed un’asta con microfono.
Squall guardò Irvine
“Non è quello che penso, vero?”
“Sorpresa Squall! Ho scoperto che anche qui organizzano
serate Karaoke!”
(fregato…)
Squall si lasciò cadere sulla sedia, perdendo quel poco di
colore che aveva in viso. Ma in fondo non potevano mica costringerlo? O
potevano? Avrebbe potuto dire no ad un’esplicita richiesta di
Rinoa? Ultimamente era di umore molto instabile…forse non
avrebbe accettato un no.
Per tutta la durata della cena non gli furono richiesti interventi per
cui un monosillabo o un cenno del capo non fosse sufficiente, e
ciò gli diede non poco sollievo. In fondo gli piaceva stare
con i suoi amici, ma sul parlare…diciamo che si stava
allenando. Incrociò lo sguardo di Seifer che sorridendo gli
indicò con un movimento della testa il microfono.
“Allora Squall, che ne dici di deliziarci con qualcosa?
Magari un duetto..”
“Eh no! Prima io!” provvidenziale intervento di
Selphie che balzando in piedi e trascinando Irvine per un braccio si
portò sul palco. Almeno per il momento la tortura era
rinviata.
Gli altri ridevano mentre Selphie dava istruzioni al pianista ed Irvine
accordava la sua ormai inseparabile chitarra. Poi Selphie si
esibì in una cover di “Girls Just wanna have
fun”. Persino Squall dovette riconoscere che la sua voce,
spesso irritante, si adattava bene a quella canzone. Seguirono altre
tre canzoni che Squall non seppe identificare, poi Irvine dovette
portarla via a viva forza dal palco. Zell e la ragazza con la treccia
di cui solo Squall e Seifer non avevano ancora imparato il nome presero
il posto di Selphie.
Zell era stonato come una campana incrinata, ma tale era la passione
che comunicava cantando che ricevette comunque un applauso finale.
Squall guardava l’orologio, mentre un altro cliente del
locale si esibiva in un celebre pezzo rock. Irvine notò la
sua apprensione e da buon amico qual era decise di infierire
“Forza Squall, dopo di lui tocca a te e Rinoa.”
“E’ tardi, dobbiamo andare. Ricordatevi che
c’è il coprifuoco..”
“…che di sicuro non vale per il comandante SeeD e
la sua squadra a cui si deve il fatto d’aver salvato il
pianeta! Dico bene Zell?”
“Gurf?” Zell aveva addentato un pezzo di pane e non
aveva seguito il discorso.
Squall comunque non aveva intenzione di cedere.
(Allora non avete capito…)
“Non se ne parla.”
Seifer rise “Forse l’impavido Squall ha
paura?”
“Perché non ci vai tu allora?” fu la
risposta di Squall
Seifer si guardò intorno con aria spavalda, poi il suo
sguardo tornò a posarsi su Squall.
“D’accordo.”
(…che?)
“Ma ci vai davvero?!?” chiese Zell lasciando andare
la bistecca su cui si era avventato una volta lasciato il microfono.
“Dopo la tua esibizione ci vuole qualcuno che rialzi la media
dello spettacolo…Gallinaccio.”
“SMETTILA-DI-CHIAMARMI-COSI’!!!”
Ridacchiando Seifer si dirigeva al microfono mentre Squall sudava
freddo…finchè il suo cercapersone
trillò, ed il messaggio richiedeva esplicitamente la sua
presenza. Squall si congedò senza nemmeno prendersi la briga
di fingersi dispiaciuto e se ne andò accompagnato da Rinoa.
Era stata proprio lei a chiamarlo di nascosto al cercapersone,
togliendolo dalla spiacevole situazione in cui si trovava. I due
passeggiarono per il lungomare di Balamb finchè si gettarono
sulla spiaggia a vedere insieme le stelle.
“Guarda, una stella cadente!”
Sorridendo Squall osservò il punto indicato da Rinoa. Quella
era la sua idea di serata ideale.
CAPITOLO 16
Che bella notte. Piena di stelle, tranquilla. La notte perfetta per
stare soli a fare il punto della propria esistenza o da passare insieme
ad una persona speciale…peccato che lui, il leader di questa
squadra di Phalanx non potesse fare né l’una
né l’altra cosa. Si passò una mano tra
i capelli neri e guardò lo schermo davanti a lui. In quanto
caposquadra era suo compito compilare i rapporti. Fece un profondo
respiro prima di inserire la voce seguente
Status Componenti:
-Ray Wolf (lancia): KIA.
GF: none
Forse con un GF si sarebbe potuto salvare…o no?
Inviò i dati al Server e si alzò dalla sedia di
metallo per dirigersi verso l’infermeria. Lì Odine
stava curando (o era più corretto dire esaminando?) Crisis.
Lui, che aveva preso il controllo della nave ed aveva combattuto contro
Almasy, utilizzando la nuova forma di evocazione GF spiegatagli da
Odine. Risultati? Scontro vinto, ma Almasy ancora vivo e lui attaccato
ad un respiratore. Ma era il momento di chiedere al dottore un rapporto.
Non che la morta del suo compagno di squadra l’avesse toccato
più di tanto; sebbene fosse raro che un Phalanx fosse Killed
In Action lui metteva sempre in conto la possibilità di non
rivedere i suoi colleghi vivi alla fine della giornata. Per questo
evitava di creare legami superiori al normale rapporto di lavoro: che
senso ha farsi degli amici col rischio che vengano ammazzati? Non era
sicuro ne valesse veramente la pena.
“Ezzere tutto semplice. Foi non usare GF di norma,
ja?”
(non ci servono)
“alcuni di noi li hanno, ma non li usiamo mai”
“Perché foi stupidi! Non capiren? Foi non potete
fare nuofo junction ze afete scarza affinità con
Guardian!”
Odine lesse lo sguardò interrogativo sulla faccia del suo
nuovo cliente e continuò a spiegare
”Zerve forten lecame per poter unirzi con GF! Se foi non
efoca, niente lecame, ed energia GF distrugge organismen!
Zucconen!”
(…non ci ho capito granchè…)
“Non sono certo d’aver capito…”
“Ze GF non fiene efocato, lui rifiuta di stare con
efocatore!”
Forse aveva afferrato il concetto. Quindi, fare questo nuovo Junction
con GF era una manovra pericolosa se non si aveva alta
affinità. Il che vuol dire che era del tutto inutile:
nessuno usava mai i guardian force, perché non ne avevano
bisogno. Li usavano per i junction, nulla di più, dato che
non credevano che un GF potesse avere tutto questo potenziale nascosto,
sebbene il fatto che un GF allo stato brado era spesso più
potente d’un GF evocato l’aveva fatto pensare..
“Ci sono novità sugli altri studi?”
“Ja! Grandi Nofità!”
Odine lasciò l’infermeria dirigendosi velocemente
verso il grosso computer, contenente tutti i dati che aveva ad esthar,
più gli ultimi sviluppi. Premette qualche tasto e sullo
schermo comparvero i risultati.
(Per me sono solo lettere messe a caso…)
“Fantastiken!” disse Odine “Tu fede
schermo? Dati indica che più tempo una strega condivide con
il suo cafaliere più alta è la
propapilità che uno assuma abilità
dell’altro. Finchè sono ficinen si cenera
un’aura di energia. Così nascono i Cafalieren
Mistiken und Maghen Rossi. ”
“Non sono solo personaggi di libri di fantasia?”
Nel libro “Eroi di Centra” i protagonisti erano
appunto un cavaliere mistico, ovvero un guerriero in grado di poter
usare anche qualche magia ed una maga rossa, il suo opposto,
cioè una strega in grado di combattere.
“Nein und Nein! La fantasia derifa sempre da ein base di
realtà”
Il che vuol dire che la compagna di Leonhart stava imparando a tirar di
spada…il che spiega molte cose. Ma chissà come
avrebbe reagito Squall quando si accorgerà
di….diavolo, era una cosa che il Phalanx dai capelli neri
voleva assolutamente vedere! Peccato che sarebbe impegnato in
tutt’altra attività. Non ascoltava più
Odine che ancora parlava finchè una frase non
attirò la sua attenzione
“Quindi, con qvesto tu può kompattere poteri
magiken…”
Odine mostrò un lingotto di metallo. Sembrava un comunissimo
pezzo di alluminio.
“…”
“Non lasciare ingannare da apparenze, nein! Qvesto metallo
emana potente aura anti-magiken. Io krede può fare buona
armatura…”
“Perfetto. La faccia. La voglio pronta entro due
giorni.”
Lo spigoloso viso di Eirich comparve alle spalle del Phalanx.
“Brother, messaggio dalla sede centrale.”
“Dì che arrivo.”
Forse era cinico pensare quello che effettivamente stava passando per
la sua stessa, ma l’unico motivo per cui gli dispiaceva che i
suoi colleghi venissero uccisi era perché dopo gli toccava
fare rapporto ai capi, e dover attuare il protocollo…si
presentò davanti allo schermo, ed osservò le
facce di chi gli dava ordini contrarsi infastidite alla parte del
“Successo Parziale”. Parole mai dette prima
d’ora.
Venne rimproverato, umiliato, e gli ordinarono di seguire il protocollo
standard. Chiuse la comunicazione arrabbiato ma sorridente
(se sapessero..)
Ma non lo devono sapere, e per ora avrebbe dovuto continuare a giocare
con le loro regole.
Protocollo standard in caso un Phalanx venisse Killed In Action.
Vendetta.
***
Squall si svegliò di soprassalto nella camera di Rinoa. Era
madido di sudore e sentiva il cuore battergli all’impazzata.
Rinoa acconto a lui dormiva ancora e la sua cagnolina, Angelo, era
accucciata sotto il tavolo. Vedere Rinoa dormire ebbe
l’effetto di tranquillizzare il comandante SeeD. Da quanto
tempo non aveva un incubo?
(Perfetto. Ci voleva proprio un incubo.)
Si poggiò la mano sulla fronte cercando di ricordare cosa
l’avesse turbato così tanto.
Allora…c’era Griever. Non l’anello, non
il medaglione, ma proprio lui il
leone alato che aveva combattuto insieme(letteralmente)ad Artemisia.
Squall vedeva tutto come se fosse lui Griever…che si trovava
nelle Rovine di Centra, nella sala del trono dove i SeeD avevano preso
il potere di Odino. Sopra il trono c’era il cielo stellato e
Griever si scontrava contro un drago dotato di quattro paia
d’ali, le cui fauci grondavano sangue, come le zampe del
Griever.
(tutto qui?)
Si, non c’era nient’altro. Ed allora
perché quella sensazione?
Diavolo, se anche la mente iniziava a fargli scherzi era veramente alla
frutta. Preoccuparsi per un sogno…forse erano gli
“effetti collaterali” del passare troppo tempo con
Rinoa, che al contrario di lui era una che credeva che i sogni fossero
importanti. Lui non li ricordava mai, e non se n’era mai
dispiaciuto.
Preso da uno strano pensiero, tirò fuori dalla tasca della
sua giacca l’anello col drago…era freddo e lucido,
come sempre.
(Che mi aspettavo?)
Ma qualcosa successe. L’anello col drago esercitava una sorta
di attrazione magnetica sull’anello di Griever, appeso al
collo di Rinoa. Vedeva la catena d’argento tendersi nel
tentativo di far toccare i due anelli…no! Non era il caso di
farlo, non qui. Tirò via l’anello Drago
esercitando una discreta forza.
Non sapeva se era il caso di parlarne o meno dato che c’erano
due rischi: essere preso per pazzo o essere preso troppo seriamente. Ne
avrebbe parlato l’indomani con la madre. Aveva più
esperienza di tutti loro, era certo che avrebbe dato alla cosa il
giusto valore.
***
“E’ questo è
quanto…”
Squall aveva appena finito di raccontare il sogno alla Madre che aveva
ascoltato con aria solo vagamente interessata. Finchè Squall
non le aveva detto dell’anello col Drago e della sua reazione
all’anello di Griever.
“E’ ben strano in effetti. E probabilmente Griever
non ha mai avuto reazioni simili con altri metalli vero?”
“Me ne sarei accorto…”
“Infatti. Quindi c’è qualcosa che va ben
oltre il magnetismo. Uno qualche relazione…farò
delle ricerche.”
Squall ringraziò e si congedò. Adesso non aveva
tempo di approfondire la cosa, doveva dividere i SeeD in squadre per
l’assalto alla Lunatic Pandora.
Radunò i SeeD di livello più alto in presidenza,
ed affiancato da Shu spiegò quello che bisognava fare.
“La missione è incredibilmente lineare, e quindi
dannatamente complessa. Distruggere la Lunatic Pandora. Avremo bisogno
di varie squadre: la squadra di demolizione A userà il
Lagunarock e penetrerà all’interno della
struttura. Lì dovrà piazzare dei detonatori nei
punti prestabiliti, che adesso vi indicherò.”
Sullo schermo comparve l’immagine della Lunatic Pandora e dei
puntini rossi iniziarono a lampeggiare.
“Ma attaccare lì non è sufficiente.
Bisogna mirare anche alla base, Tear’s Point. Il pianto
lunare non si è ancora interrotto, Tear’s Point
è piena di mostri estremamente pericolosi, quindi qui
verranno mandate tre squadre: Demolizione B, Difesa 1 e 2. Il compito
della squadra di demolizione sarà quello di piazzare delle
cariche alla base dell’anello che sorregge la Lunatic
Pandora. Le squadre di difesa dovranno solamente badare ai mostri e
difendere la squadra di demolizione.”
Shu subentrò a Squall
“è essenziale non andare a caccia di mostri, ma
mantenere la posizione. I detonatori non esploderanno tutti insieme,
prima infatti sarà la base a saltare. In questo
modo…”
“li si fa cadere come un castello di carte.” Disse
Zell.
“Esatto. Ma dato che non detto che la caduta sia sufficiente
ad abbattere l’intera struttura allora abbiamo deciso di
piazzare detonatori anche sulla parte superiore. I detonatori sono
stati forniti da Esthar, e…”
“un attimo, un attimo..”disse Zell “ci
sono mostri anche all’interno della Lunatic Pandora. Niente
squadra di protezione per loro?”
“Ci stavamo arrivando,Zell.” Rispose Squall
“continua Shu”
“I mostri all’interno della Lunatic Pandora non
sono da considerarsi una minaccia per i SeeD esperti, ma dovrebbero
essere un buon banco di prova per i cadetti. Kinneas, tu sarai il loro
coordinatore.”
“Chiamami pure Irvine, bellezza!”
“Bene.” Concluse Squall mentre Irvine schivava un
calcio di Selphie. “Ci vorrà ancora qualche giorno
prima di arrivare ad Esthar, avremo tutto il tempo di preparare gli
studenti. Quistis, Selphie, potrei parlarvi un attimo in
privato?”
Le due ragazze si avvicinarono al comandante SeeD che era a disagio.
Squall prese fiato
“Sentite…non è che parlereste con
Rinoa? E’ di umore alquanto instabile, ma non mi vuole dire
cos’abbia, inoltre credo che sia rimasta traumatizzata da
quello che è successo a Timber..e non lo
so…”
Chiedere il loro aiuto era costato a Squall meno di quanto si
aspettava. Certo non era facile, però erano sue amiche,no?
Almeno, gli avevano fatto una testa grande quanto un archerosaurus per
fargli capire questo concetto, quindi non era troppo questa richiesta.
O lo era? Maledizione! Una volta la sua filosofia era così
lineare!
(mi sono confuso da solo…)
Quistis rise guardando il volto spaesato di Squall, e gli promise il
suo aiuto. Selphie dal canto suo andò a scrivere nel suo
diario aperto l’avvenimento, e canticchiò per il
resto della giornata travolta dalla gioia che questo straordinario
fatto le aveva procurato.
Squall però non ci fece caso
CAPITOLO 17
Il Garden di Balamb era ripartito. Avevano tagliato i ponti e lasciato
l’isola per dirigersi ad Esthar, dove i SeeD avrebbero
aiutato Laguna a ripulire Tear’s Point ed a distruggere
definitivamente la Lunatic Pandora. Fatto questo, avrebbero poi cercato
il disperso Garden di Galbadia coordinando le ricerche tra Garden e
Lagunarock. Trabia avrebbe aspettato, dato che i fondi che Caraway
voleva destinare a loro sarebbero invece andati a Timber. Scelta
dettata dalla politica.
Seifer era rimasto a Balamb con due squadre ben armate, come misura
precauzionale nel caso i Phalanx si presentassero.
Tutto ciò sarebbe dovuto rimanere top secret, ma le parole
volano ed ogni Phalanx era stato addestrato all’arte del
raccogliere informazioni senza farsi notare. Non era stato difficile
capire che dei soldati del Garden alloggiassero all’Hotel di
Balamb, e fu ancora più facile capire come regolavano i loro
turni di guardia. Ma quelli non erano importanti, non era lì
per loro. Aveva dovuto prendere il traghetto da Dollet per non farsi
notare, sarebbe stato uno dei tanti turisti attirati dalle leggende
sullo splendido mare di Balamb. I SeeD avevano la sua foto, ma gli era
bastato un cappello ed una cartina di Balamb per raggirare le
guardie…sul serio, avevano bisogno di una svegliata.
C’era un cimitero, a ovest di Balamb, alle base delle
montagne. Una donna dai capelli grigi e con la benda
sull’occhio andava lì ogni giorno, ed a volte era
accompagnata da Seifer, riconoscibile solo attraverso le cicatrici che
aveva in fronte, dato che aveva smesso di radersi e non portava
più quel suo cappotto grigio.
Aveva visitato quel cimitero, scoprendo che era diviso in due parti:
una destinata agli abitanti di Balamb, l’altra a tutti quei
soldati/studenti del Garden passati a miglior vita prematuramente.
L’avrebbe atteso lì.
***
Seifer accompagnava Fujin alla tomba di Raijin sempre più
spesso. Era sconvolto da come una vera dura come Fujin fosse rimasta
scioccata dalla morte di Raijin. Anche Seifer si era sentito diverso,
eppure lui aveva tolto la vita a non pochi uomini. Forse le cose
cambiano quando le si osserva da quest’altra prospettiva. O
forse Seifer aveva veramente bisogno d’un nuovo gunblade per
ritornare il vecchio sé stesso.
Erano usciti all’alba, seguendo la strada per non incontrare
mostri. Fujin entrò per prima, senza dire una parola e
passò la mano sulla foto di Raijin, come per accarezzarlo.
Seifer era certo che tra i due vi fosse qualcosa, ma non si era mai
intromesso, dato che era del parere che queste cose avrebbero dovuto
sbrigarsele da soli..ed improvvisamente non c’era
più tempo.
Fujin rimase in quella posa per diverso tempo, finendo con
l’irritare Seifer che le mise bruscamente una mano sulla
spalla per tirarla via. Ancora nessuna reazione. Strano. Si
spostò in modo da guardarla negli occhi e vide che non
sbatteva le palpebre.
“Fujin..che cosa diavolo…?”
“Una comune magia Stop.” Disse una voce
Seifer si girò, vedendo che appoggiato ad un albero
c’era il phalanx che lo aveva sfregiato. Poteva essere qui
solo per un motivo.
“Vuoi vendicarti, piccoletto?”
“Vendetta? Ti sbagli.” Si allontanò
dall’albero e si portò di fronte a Seifer.
“La sua vita m’interessa meno della tua. E poi sono
nella media..”
“Ed allora cosa vuoi?”
“Devo ucciderti. Ma perché mi è stato
ordinato. Tuttavia credo che da vivo tu sia più utile che da
defunto.”
Seifer assunse una posa da battaglia.
“Non avrai niente da me!”
“Voglio solo un’informazione…dimmi
dov’è il Garden di Galbadia.”
“Dovrei saperlo?”
“Suvvia non scherziamo…sei stato tu a guidarlo via
da Centra. Devi sapere dov’è finito.”
“Credo che non accetterò la tua offerta.”
L’altro fece una smorfia di fastidio e stretching al collo.
Poi si avventò su Seifer, brandendo una spada argentata.
Seifer intercettò il colpo con
l’Hyperion…che si spezzò.
L’acciaio della spada si abbattè su Seifer,
ferendolo gravemente.
Il Phalanx lo guardò sorpreso. Si aspettava uno scontro ed
invece l’ex cavaliere non aveva opposto la benché
minima difesa…deludente. Con la sua amica in stop, il biondo
non aveva speranze di sopravvivere. Il phalanx rinfoderò la
spada e fece per andarsene, ma sentì Seifer ridere e si
fermò
“Dicono che il mio senso dell’umorismo è
particolare, eppure non credo ci sia molto da ridere per te in questo
momento.”
“Pensavo…a cosa si dirà di
me…il cavaliere della strega…uno dei
più forti guerrieri del pianeta…morto
così…come un fesso qualunque..”
Mentre parlava cercava di rimettersi in piedi, operazione che gli
costò non poca fatica. Sentiva il sangue uscire a fiotti dal
petto, la vista sempre più appannata e la testa sempre
più pesante. Ciò nonostante guardò il
suo assassino in faccia prima di scagliargli contro una magia Firaga,
che l’altro non fece in tempo ad evitare. Venne scaraventato
a terra, ma non perse tempo e si rialzò. Seifer non aveva la
forza di proseguire l’attacco, riusciva a malapena a restare
in piedi. I suoi occhi si incrociarono con quelli del suo assassino
“Allora, come vogliamo finire?”
Il Phalanx guardò Seifer con ammirazione: è
così che bisogna affrontare la propria morte. Era un
guerriero, certo meno abile di lui, ma con gli stessi principi.
Meritava una morte da guerriero.
Estrasse la spada che portava legata alla schiena, e questa spada
iniziò a brillare di luce nera.
La lama affondò e si ritirò.
Il phalanx rinfoderò e chiuse gli occhi al guerriero che
aveva abbattuto, prima di andarsene. Lo status stop inflitto alla sua
amica sarebbe scomparso da lì a qualche minuto, lui doveva
sparire in fretta, prima che quella riuscisse a dare
l’allarme.
Quando Fujin gridò il suo dolore, lui aveva già
preso il treno per Deling City.
(Cos’è questa sensazione?)
(L’ho già fatto, anche in modo molto
più brutale…perché mi sento vuoto?)
Era la prima volta che guardando negli occhi di un nemico non aveva
visto tracce di paura, ma di ostinata rassegnazione.
(sapeva? Sapeva che sarebbe morto?)
Il pensiero lo turbava, e lottò per scacciarlo.
(Non importa. Alla fine, se sei fortunato, tutto quello che rimane
è un semplice participio passato..)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitoli 18-20 ***
FFVIII
CAPITOLO 18
Le
frequenze a lungo raggio erano disturbate, non era stato
più possibile contattare i SeeD rimasti di guardia a Balamb.
Ma con Seifer e Fujin al comando, il preside Cid aveva detto a tutti di
non preoccuparsi. Niente nuove, buone nuove.
Squall era nella Hall con Shu. In quanto comandante Seed aveva il
dovere di partecipare al briefing. Lui e Shu si sarebbero occupati dei
candidati all’esame SeeD, Quistis e Zell preparavano invece i
veterani in presidenza. Cid ed Edea si erano tenuti fuori.
Squall si fermò di fronte allo schermo della Hall, aveva di
fronte a sé ben dodici aspiranti SeeD, che avrebbero formato
le squadre destinate a distruggere la parte superiore della Lunatic
Pandora. I candidati si esibirono nel saluto militare e poi rimasero
fissi sull’attenti a guardare Squall, il cui disagio cresceva
di minuto in minuto.
(Che vogliono? Non si tratterà mica…)
“Adesso il comandante Squall darà i dettagli sulla
missione da svolgere.” disse Shu
(ecco…)
Investito di un’autorità che non sentiva,
iniziò a parlare cercando di ricordarsi come agiva Shu.
“Il cliente è la repubblica di Esthar, che ha
chiesto l’intervento dei SeeD per porre fine alla minaccia
del pianto lunare. I mostri infatti tendono ad accumularsi vicino
Tear’s Point e sebbene la città sia stata liberata
gli attacchi contro il bordo esterno non sono ancora cessati.”
Fino a qui stava andando bene. Prendendo fiducia si poggiò
una mano sul fianco e continuò
“Il nostro attacco sarà su due fronti: il Gruppo B
attaccherà via terra, mentre voi sbarcherete
all’interno della Lunatic Pandora con il Lagunarock.
Penetrati all’interno della struttura il vostro compito
sarà proteggere i Genieri, consentendogli di piazzare di
detonatori in tutta sicurezza. Non è una missione di caccia
al mostro, non verranno dati punti bonus se si abbandona la postazione
assegnata, voglio che questo punto sia chiaro. Irvine Kinneas
sarà il vostro coordinatore, sarete ai suoi ordini.
Rimarremo comunque in contatto radio, la professoressa Trepe
sarà infatti a bordo del Lagunarock con delle squadre di
riserva nel caso si verificasse una situazione imprevista.”
(c’è altro? Ah si…)
“Ricordatevi che i due attacchi si svolgeranno in
contemporanea, ma i detonatori piazzati alla base di Tear’s
point esploderanno prima dei vostri. Il fattore tempo è
decisivo. Shu, lascio a te i dettagli.”
Gli studenti lo salutarono come loro superiore, mettendolo a disagio.
ma tutto sommato non se l’era cavata male. Solo, sperava di
non doverlo fare più. Questo è il compito del
preside, non del comandante.
Il cercapersone trillò, Quistis lo voleva in presidenza.
Lascio cadere la testa giù, incrociando le braccia e
sbuffando. Tutto ciò che voleva era stare con Rinoa,
possibile che tutti avessero bisogno di lui?
Prese l’ascensore e salì in presidenza, dove
notò che Quistis era in compagnia di Kiros.
(sarà venuto a controllare, in fondo è Esthar che
ci paga)
Kiros fece un lieve inchino all’ingresso di Squall, Quistis
semplicemente si voltò.
“Il signor Seagill mi ha comunicato che Esthar
prenderà parte all’attacco. Sarà il
presidente in persona a guidare la squadra d’assalto
Esthariana.”
“Tuo padre è un dannato testone Squall.”
si inserì Kiros “non c’è
stato verso di convincerlo a starsene buono.”
“…” fu la risposta di Squall, che
corrugò la fronte. Kiros guardò il ragazzo,
perplesso.
“Ma..sta male?” chiese a Quistis
“No, è il suo modo di rispondere alla quasi
totalità delle domande che gli vengono fatte.”
“Oh.”
“Pensavo…” disse infine Squall
“Laguna usa un mitra modificato con buona gittata. Insomma,
dubito fortemente che riesca a mettersi nei guai.”
“Proprio quello che ha detto Ward!” Kiros rise
inclinando il corpo in avanti “Tuo padre certo è
goffo, ma è perfettamente in grado di usare quel
mitragliatore. inoltre Ward lo controllerà. Un ulteriore
garanzia.”
Squall fece un cenno di assenso con la testa. Il sapere che
Laguna…che suo padre aveva un Baby-sitter gli dava sicurezza.
Ma non c’era più niente di cui parlare. Erano
pronti.
****
Laguna era eccitatissimo. Aveva controllato il suo mitra più
e più volte, galvanizzato all’idea di tornare a
usare questa sua vecchia arma. Certo, era molto diversa da
com’era vent’anni prima, ma era migliorata in
meglio. Il veicolo Esthariano che lo trasportava conteneva oltre lui
altri sei soldati e Ward. Laguna puntò il mitra contro Ward
e simulò il rumore di sparo con la bocca. Ward lo
guardò
“…”
“Va bene, la smetto. Diavolo però…di
nuovo sul campo di battaglia, è fantastico!”
“…”
“Certo che farò attenzione, non sono poi tanto
arrugginito! Mi prendi per un cretino?”
“…”
“Ah-Ah. Molto spiritoso.”
“…”
“Come sarebbe a dire che sei contento che mio figlio non
abbia preso da me? Non sei gentile sai! Ti meriti una punizione:
solletico!”
“Ehr…presidente” disse il pilota
“siamo in prossimità di Tear’s Point.
Dovremmo prepararci all’imminente scontro!”
Il veicolo accelerò e attraverso le pareti si
sentì forte e chiaro il rumore d’un mitragliatore
di grosso calibro che sparava. Il viaggio durò solo un altro
minuto, poi il conducente fece una brusca sterzata e fermò
il veicolo. Il portellone si aprì
“Yeah! Andiamo a far strage di mostri!”
“…” concluse Ward, sconsolato.
***
Squall coordinava le azioni dal Garden, Quistis dalla Lagunarock. Zell
era nel garage, al comando del gruppo di SeeD che aveva assalto
Tear’s Point. Tre veicoli, ognuno con quattro uomini,
più pilota e mitragliere. Al momento giusto il Garden
sarebbe passato sopra Tear’s Point, inclinandosi ed aprendo
le porte del garage. Da lì i veicoli Seed e il carro
Esthariano sarebbero usciti, aprendosi la strada a colpi di mitra per
arrivare al centro dell’anello.
Selphie guidava il Lagunarock, che sarebbe penetrato dalla stessa
apertura che si era aperto quando a controllare i veicolo era Galbadia.
La ragazza canticchiava quando ricevette un ordine di Squall via radio.
“Selphie, qui Squall…”
“Ehilà grand’uomo! Che bello! Era da
tempo che non pilotavo più quest’affare!”
“… ….”rispose la radio.
Selphie poteva immaginare Squall corrugare la fronte, perplesso e
spiazzato. Ma poi il comandante si riprese.
“Prima di penetrare all’interno, calate su
Tear’s Point ed aprite il fuoco sui mostri che bloccano la
via d’ingresso. Sono troppi compatti per i nostri mezzi, che
non riuscirebbero a penetrare attraverso il muro.”
“Nessun problema comandante! Sono un esperto di penetrazioni
e so come renderle più agevoli!”
Ovviamente la risposta era di Irvine. Squall si maledì per
aver usato quella parola, adesso quel pervertito ci avrebbe ricamato
sopra una giornata.
Ma Selphie compì egregiamente la manovra richiestagli
aprendo il fuoco sui mostri che bloccavano l’ingresso a
Tear’s Point. Dopo la prima raffica ricevette da Squall
conferma di proseguire col normale piano. La nave riprese quota, ed in
lampo fu già dentro la Lunatic Pandora. Selphie diede ad
Irvine un bacio di buona fortuna e lo seguì con lo sguardo
mentre conduceva gli aspiranti SeeD all’interno della
struttura.
***
Dentro c’era calma. Troppa calma. Irvine ordinò
alle squadre di aprirsi a ventaglio, chi era in grado di sostenere il
corpo a corpo davanti. Irvine ed i genieri li coprivano a diversi passi
di distanza. Camminarono non sentendo nulla se non l’eco dei
propri passi finchè non raggiunsero l’ascensore
numero due. Un nugolo di mostriciattoli viola comparve
all’improvviso dall’alto, planando sui candidati
SeeD.
“Imp! O Galkimasea nel dialetto di Balamb!” Disse
Irvine alla squadra “Attenti! Questi piccoletti hanno un buon
arsenale di magie, e la brutta abitudine di lanciare un Sancta prima di
tirare le cuoia definitivamente!”
Gli studenti reagirono prontamente difendendosi con Shell e Reflex.
Irvine sparò colpendo un Imp allo stomaco ed uccidendolo sul
colpo. Una studentessa armata con due pistole copriva i compagni
impegnati in un violento corpo a corpo,mentre un piccoletto con gli
occhiali dotato di un fucile che in proporzione per lui era un piccolo
cannone eliminava un demonietto dopo l’altro. Irvine era
sorpreso del fatto che questo studente non fosse stato ancora spazzato
via dal rinculo della sua stessa arma. Uno studente di carnagione scura
esperto di para-magie energetiche curava i compagni feriti. Fu proprio
lui ad abbattere l’ultimo Imp usando la magia Drain:
l’energia vitale dell’imp uscì dal suo
corpo come un fiume di colore rosso per poi entrare in quello dello
studente, sanando le sue ferite. L’assalto era stato respinto
egregiamente, e tranne qualche scottatura da Firaga erano tutti a posto.
Presero l’ascensore numero due, ed Irvine
approfittò del breve tragitto per complimentarsi con gli
studenti e per dargli qualche avvertimento extra.
“Galbadia controllava questo posto, quindi è
possibile che qualcuno dei loro robot sia ancora qui, e funzioni. Quei
cosi hanno un’autonomia di sedici mesi. Fate attenzione, e
mettete in Junction magie di elemento tuono, così vi
sbrigherete più in fretta.”
L’ascensore si fermò, Irvine uscì per
primo, poi diede l’ordine seguirlo. Camminarono in completo
silenzio per circa cinque minuti, poi deviarono per una via che era
stata tenuta nascosta. Nascosta bene, ma non abbastanza da sfuggire ai
Radar di Esthar.
Gli studenti erano meravigliati: non camminavano più dentro
quell’ammasso di acciaio e cavi elettrici, ma dentro quella
che sembrava essere una miniera:le pareti erano come di vetro,
brillavano di azzurro, di rosa, di verde.
“Ragazzi, non perdete la concentrazione, state andando
bene.” Li richiamò Irvine.
Arrivarono al centro della struttura, alla colonna di cristallo vera e
propria, nel punto in cui il diametro era più stretto.
Ciò nonostante sarebbero serviti tre detonatori. I genieri
utilizzarono quella che sembrava una trivella per scavare un buco nella
colonna e lì posero il primo detonatore. Attaccarono i
contatti, e misero il timer in stadby. Il gruppo di sposto di una
ventina di metri intorno alla colonna ed i genieri ripeterono
l’operazione senza problemi. Irvine tratteneva il fiato: solo
uno. Resistette alla tentazione di voltarsi e guardare ancora una volta
il procedimento, e si girò solo quando sentì la
parola “Finito”. Espirando, finalmente, si
portò la radio che teneva appesa alla cintura alla bocca
“Qui Irvine, abbiamo fatto tutto.”
“Bene, attivate i detonatori e ripiegate.” rispose
Squall
Irvine fece un cenno ai genieri che premettero un pulsante, e
sentì un leggero bip. Il timer aveva iniziato il suo conto
alla rovescia, 15 minuti. Pochi, ma più che sufficienti ad
andar via da lì.
Poi, un rumore, un forte ronzio. Due portoni laterali occultati nelle
pareti di cristallo si aprirono, ed una serie di Robot protetti da
armatura blu e dotati di ali dello stesso colore uscì.
“Mi sembrava troppo facile..” commentò
Irvine a denti stretti “SAM52A! Fate attenzione ai loro
micromissili! Apriamoci la strada verso
l’ascensore!”
Senza bisogno di ricevere ordine gli studenti si disposero a cuneo e
caricarono per primi, cercando di aprirsi la strada usando para-magie
offensive e le armi da fuoco. Irvine cambiò munizioni,
optando per una maggiore rapidità. Doveva stordirli, non era
necessario distruggerli. ma la carica degli aspiranti SeeD fu
facilmente arginata:le loro magie erano di livello troppo basso per
poter arrecare del danno concreto contro quelle macchine. la ragazza
armata di spada venne gettata a terra e circondata da due robot che
l’avrebbero uccisa, se la sua compagna con la pistola non
avesse sparato come una pazza distruggendo il nucleo centrale di uno
dei due. La ragazza allora si rialzò da terra e con un
ottimo affondo eliminò il secondo robot. Ma erano ancora
troppi. Irvine coprì la pistolera che doveva ricaricare, ed
un colpo perforante trapassò agilmente l’armatura
del robot che le stava calando addosso in picchiata. Robot dopo Robot,
il gruppo riuscì ad arrivare all’ascensore, ma le
porte esitavano a chiudersi. Un SAM52A modificato stava per entrare
dentro, ma le porte scattarono in quel momento, bloccandolo
metà dentro e metà fuori. Irvine puntò
l’Exeter contro quella che doveva essere la testa del robot
“Senza biglietto non si sale”
L’esplosione del colpo e l’odore di polvere da
sparo. L’ascensore salì finalmente, e la Squadra A
tornò al punto di partenza. Ignoravano gli Imp, limitandosi
a schivare le magie che gli scagliavano contro e sparavano indietro
alla cieca, solo per rallentare eventuale inseguitori. La Lagunarock
era davanti a loro.
“Forza! Tutti dentro!” Irvine rimase fuori, attese
che tutti gli altri fossero dentro per salire anche lui, ma non prima
di abbattere un ennesimo nemico usando le pallottole perforanti.
Le porte dell’hangar si chiusero con un tonfo. Irvine si
sistemò il cappello e si rivolse sorridente agli studenti,
esausti per corsa e per le ferite che ansimavano dietro di lui.
“complimenti, missione compiuta!”
***
La Lagunarock stazionava alta in cielo, il Garden di Balamb era proprio
sotto l’astronave. Erano lì come in attesa.
Silenzio totale, poi il boato dell’esplosione. La Lunatic
Pandora perse la sua base e cadde disastrosamente su Tear’s
Point. Poi una seconda esplosione, molto più violenta della
prima: l’esplosivo reagì col cristallo di cui era
fatta la colonna della Lunatic Pandora, e chi osservava la scena venne
momentaneamente accecato dal lampo di luce che seguì
l’esplosione.
Quando il fumo si levò, della Lunatic Pandora e di
Tear’s Point rimanevano solamente dei rottami
d’acciaio fumanti.
CAPITOLO 19
Squall era in presidenza con la squadra d’assalto. Zell e
Irvine avevano già terminato i loro rapporti e
ciò consenti a Squall, ormai immerso in un mare di
scartoffie a catalogare la missione come “Successo
Totale”. Dai rapporti degli amici decise i SeeD che avrebbero
avuto un avanzamento di grado e gli alunni che sarebbero stati promossi
a SeeD. Forse era la facilità della missione, forse
perché Irvine era un buon coordinatore sul campo di
battaglia, ma era la prima volta che il 100% dei candidati veniva
promosso a SeeD. Shu era andata ad informare il preside, che avrebbe
poi dato il diploma SeeD ai nuovi cadetti.
Stranamente dieci minuti dopo, quando Shu tornò, Cid non era
con lei. Un brivido freddo passò per la schiena di Squall.
“Squall, il preside è impossibilitato, e ti chiede
di sostituirlo alla cerimonia. Ma sarà presente alla
festa.”
(Cerimonia? Festa? Stiamo scherzando vero?)
Il comandante SeeD sbiancò, non poteva essere vero!
“Rinvieremo.” Tagliente e deciso, accompagnando
l’affermazione con un gesto della mano.
“Squall!” Quistis era sdegnata
“E’ sempre stata tradizione che la consegna dei
diplomi sia la stessa sera dell’esame!”
“E’ tradizione anche il fatto che sia il preside a
consegnare i diplomi”
“Squall proprio non capisci…tu in questo momento
sei anche più importante di Cid qui dentro. E’
importante che sia tu a consegnare i diplomi. Ed è anche tuo
dovere come comandante SeeD.”
“Questa carica di comandante l’avete decisa voi a
tavolino…da quando avrei ANCHE questo dovere?”
“Andiamo Squall, c’è la
festaaa!!” squittì una saltellante Selphie. Zell
diede ragione alle due ragazze, ed Irvine fece altrettanto, in parte
per convinzione ed in parte perché Selphie diceva
così. Squall era pronto a fare muro contro muro, ed anche ad
emigrare ad Esthar se necessario, ma Rinoa gli si avvicinò,
gli saltò platealmente in braccio e gli sussurrò
qualcosa all’orecchio. Tutti trattennero il fiato, mentre un
sorriso si andava delineando sul viso di Squall.
“Va bene. Lo farò” disse. La squadra
commentò positivamente e fece per andarsene ma Squall li
richiamò.
“Sono anche il vostro comandante, lo avete dimenticato? Ho
degli ordini per voi. Quistis e Shu, voi mi affiancherete alla
cerimonia. Selphie, tu ti occuperai di organizzare la festa.”
“YU-UUUH!!!” Selphie saltellò sul
posto,esultante. Irvine si toccò la punta del cappello e
disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo
“Va bene, io le do una mano!”
“No, Irvine.” La voce di Squall era una lama di
ghiaccio “Tu aiuterai i membri dello staff della biblioteca a
catalogare i nuovi libri. Zell le darà una mano.”
Come ha detto Rinoa, anche lui poteva divertirsi.
“COOOSA?? Stai scherzando, vero?”
“Zell lo hai mai visto scherzare?” disse Quistis.
Rinoa alzò la mano
“Io si!”
“Rinoa, il tuo voto non vale ai fini del
sondaggio…”
“Andiamo Squall! Devo vedermi con Dania!”
“Chi è Dania?”
“La ragazza con la treccia...”
“Ah.”
Lamentele, e lamentele su lamentale. Tranne Selphie, che afferrato Zell
per un braccio lo trascinò via, nonostante questo
continuasse a scalpitare. Alla fine tutti fecero come gli era stato
detto, per il divertimento di Squall e Rinoa, che rimasero soli.
“Sei stata una vera strega, lo sai?” disse Squall
ridendo.
“Me lo dicono in tanti…”
I due lasciarono la presidenza insieme, ridendo, diretti verso il loro
dormitorio dove Squall avrebbe dovuto indossare la divisa SeeD. Gli
studenti ed i SeeD che lo videro ridere rimasero perplessi e confusi.
“Ma secondo voi, quello era il comandante o gli assomigliava
soltanto?”
“Era con Rinoa, sarà lui.”
“Non può essere lui:rideva!”
Si dibattè a lungo sull’argomento, ed alla fine
Selphie ricordò la giornata come
“storica” sul suo diario aperto.
***
La consegna dei diplomi era stata rapida, e quasi del tutto indolore.
Non aveva fatto gaffe, parlando poco e lasciando che fossero Shu e
Quistis ad occuparsi della cosa. Aveva presenziato, aveva stretto mani
ma per grazia di Hyne gli era stato risparmiato l’obbligo di
dover incoraggiare i nuovi SeeD uno ad uno come faceva Cid, e
soprattutto, non gli era stato chiesto di fare un discorso. Adesso era
alla festa, che eccezionalmente si teneva nella struttura presidenziale
di Esthar. Il Garden festeggiava i nuovi SeeD (ed i soldi ottenuti a
missione compiuta) Esthar festeggiava il non dover più
temere Tear’s Point e la Lunatic Pandora.
Squall era appoggiato contro un muro, sorseggiava un bicchiere di
quello che sembrava essere spumante e tutto quello che desiderava era
che nessuno lo disturbasse, e che questa festa finisse presto. Si
guardò intorno: Rinoa parlava con Laguna, Selphie
controllava che tutto si svolgesse in modo perfetto, affiancata da
Irvine ridotto ormai al ruolo di appendice della ragazza. Quistis
commentava l’idea di costruire un Garden ad Esthar con Kiros
e Ward e Zell e la ragazza con la treccia, di cui Squall aveva ancora
scordato il nome erano seduti ad un tavolo con i nuovi SeeD.
Fortunatamente, la ragazza riuscì a spingere Zell a mangiare
in modo più umano, il che impedì nuovi
soffocamenti. Anche quest’ultima sessione di esami era
andata, i prossimi sarebbero stati fra sei mesi. Che sollievo.
“Hai fatto un buon lavoro Squall”
Il comandante non ebbe bisogno di girarsi per capire che era Cid a
parlare. Il preside si passò una mano sulla nuca, imbarazzato
“Non avrei saputo fare di meglio, in tanti anni mai vista una
sessione d’esami riportare un successo Totale.”
(che sta cercando di dirmi?)
“eh eh. Credo che i SeeD mi abbiano superato. Sono
invecchiato, non riesco più a tenere il passo coi tempi.
Questo Garden non ha più bisogno di me, sarei solo
dannoso.”
“Preside..che cosa?”
Ma Cid non rispose e si diresse verso il palco in cui si stava esibendo
una band Esthariana. Battè con una forchetta sul bicchiere,
richiamando l’attenzione su di sé.
“Miei cari ragazzi ed amici di Esthar. Sono quasi tredici
anni ormai che gestisco il Garden di Balamb,tredici anni di grandi
gioie e grandi dolori, a cui però non rinuncerei mai. Il
Garden è stato la mia vita, e vedervi qui oggi mi riempie di
orgoglio.
I SeeD non sono macchine per uccidere. Sono guerrieri, votati a
combattere per uno scopo superiore, per il bene. L’aver
creato questo corpo speciale è il mio più grande
vanto.
Ma i SeeD si sono evoluti, hanno fatto passi da gigante. Ed un uomo
come me fatica a tenere il passo, finchè non viene superato.
Siete cresciuti, sono fiero di voi, di tutti voi.”
Brusio indistinto nella sala. Tutti, ma proprio tutti si chiedevano
dove volesse arrivare. Le telecamere lo riprendevano mentre alzava il
calice.
“Oggi io, Cid Kramer, mi dimetto dall’incarico di
preside del Garden di Balamb.”
In sala il brusio raggiunse nuovi livelli. Ognuno in sala doveva dire
la sua: c’era chi voleva che Cid restasse,chi invece si
diceva contento del cambiamento. E chi come Squall, semplicemente era
rimasto pietrificato. Cid batté nuovamente sul bicchiere, e
la sala tacque.
“Ho pensato a lungo a chi potesse essere il mio successore, e
la scelta è stata quasi ovvia, naturale. In questi giorni
gli ho lasciato sempre più spazio, per metterlo alla prova
ed ho potuto constatare che ha gestito tutto anche meglio di come avrei
potuto fare io. Ha saputo gestire lo scontro con il Garden di Galbadia
portandoci alla vittoria, ed è ormai da tempo la colonna
portante del Garden”
(Shu…fa che parli di Shu…)
“Vi invito tutti a brindare in onore del nuovo preside del
Garden di Balamb, il comandante SeeD Squall Leonhart!”
Le telecamere inquadrarono un ragazzo pietrificato e con lo sguardo
perso nel vuoto.
(Ma perché nessuno si degna mai di chiedere cosa ne penso?)
***
Aveva stretto così tante mani da aver perso il conto. Aveva
dovuto sopportare Zell,Selphie ed Irvine, che lo volevano portare in
spalla per tutta la sala. Aveva dovuto ballare sotto i riflettori
inquadrato delle telecamere di Esthar. Non che ballare con Rinoa gli
dispiacesse(ed era anche diventato bravo), ma stare al centro
dell’attenzione era una tortura. E come se tutto
ciò non bastasse, scoprì ben presto che il lavoro
di preside poteva riassumersi in una sola parola: scartoffie. Oh, ed un
appartamento più grande per lui e Rinoa, quello lasciato
libero dai Kramer,che si sarebbero stabiliti a Balamb.
La mattina dopo la festa aveva ufficialmente preso posto in presidenza.
Circondato da montagne di carte e termini a lui ostici,
nonché ignoti quali budget, conto spese, netto,
tara…fortunatamente Shu lo aiutò, rivelandosi di
fondamentale importanza. Quistis e Selphie erano andate a parlare con
Rinoa. Verso metà mattinata, quando il suo mal di testa
aveva raggiunto un nuovo picco dopo il famoso scontro con Seifer,
Quistis entrò in presidenza, scura in volto.
“Squall, abbiamo parlato con Rinoa.” La faccia di
Quistis mise in allarme Squall.
“E’ successo qualcosa di grave?”
“Grave? Oh, no..cioè, non credo…ma
credo sia il caso che tu venga con noi. Zell e Irvine sono nel tuo
appartamento con Rinoa e Selphie.”
Squall balzò via dalla scrivania, ormai convinto che fosse
successo qualcosa di grave. Non c’era bisogno di usare
l’ascensore, dato che l’appartamento assegnatogli
era collegato alla presidenza da una rampa di scale.
Irvine lo fece sedere su una poltrona, mentre Zell confuso si chiedeva
cosa stesse succedendo. Rinoa era in bagno, e Quistis
aggiornò Squall, che sentì il cuore fermarsi. Era
pietrificato, raggelato. Zell continuava a non capire finchè
Quistis non gli mise una mano sulla spalla e gli spiegò
tutto, come fosse un bambino
“Quando due persone si
amano…”esordì
“S’infilano a letto e scopano come draghi in
calore.” Concluse il cowboy
“IRVINE!!”
“Scusa Quistis, ma è tardi per la storia del fiore
e dell’apina, no?”
“Certe volte nemmeno nel letto…” disse
una voce squillante
“SELPHIE!?!”
“Irvine ha una pessima influenza su di
te…”
“Era per sdrammatizzare!”
Zell aggrottò la fronte e si portò la mano sotto
il mento
“State forse dicendo che Squall e Rinoa…e che
quindi Rinoa è…?”
Seduto sulla poltrona Squall non aveva nemmeno la forza di pensare.
Avrebbe dovuto capirlo da solo, ma si era rifiutato incosciamente di
crederci. Adesso lo sguardo era fisso sulla porta del bagno dal quale a
breve sarebbe uscita Rinoa con il responso. Passarono altri due minuti,
poi Rinoa uscì, non indossava il suo solito vestito azzurro,
ma una maglietta bianca di Squall sopra un paio di Jeans. Rinoa teneva
quel..quell’aggeggio nascosto dietro la schiena. Sorrise e la
cosa rincuorò Squall. Ma Quistis si portò le mani
alla bocca lanciando un grido squillante. Selphie gli
perforò i timpani ed iniziò a saltellare come una
pazza. Irvine mise una mano sulla spalla di Squall, portandosi la
visiera del cappello sopra gli occhi:aveva una faccia da funerale.
Quistis corse ad abbracciare Rinoa, mentre Selphie spiegava tutto a
Zell che era rimasto un po’ indietro. I due adesso
saltellavano su e giù per l’appartamento del nuovo
preside dicendo
“Saremo zii! Saremo zii!!!”
(quindi…Rinoa è incinta.)
(io sono il padre. A diciassette anni.)
(non posso firmare un assegno senza specificare che sono un membro
della SeeD, ma sono il padre.)
“Devo sedermi…”
Tutti tacquero e guardarono Squall preoccupati. Era
già seduto. Aveva perso
quel poco colore che aveva in volto e sembrava avesse smesso di
respirare. Rinoa aveva gli occhi velati di lacrime
“capisco..tu non vuoi..”
“Cosa? Eh…no, cioè si. Voglio
dire…Hyne…devo…pensarci su. Mi serve
aria, spazio...”
Si fece forza e si alzò. Capiva come doveva sentirsi
Atlante, che reggeva il cielo sulle spalle. troppe cose in due giorni.
Prima preside, poi questo. Troppo presto. La porta si aprì e
Shu si fiondò nell’appartamento
“Squall, è importante..”
“Laguna si è dimesso dalla carica di presidente e
mi ha nominato suo successore?”
(ormai… una in più, una in meno..)
“Cosa? No, almeno, non che io sappia.
C’è questa possibilità?”
“Shu, per favore vai avanti.”
“Le onde radio non sono più disturbate. Abbiamo
ricevuto un messaggio da Balamb, la squadra chiede la nostra immediata
presenza.”
“Ordina a Nida di far rotta verso Balamb
allora…”
Squall uscì dietro Shu. Rinoa si sedette e si
portò le gambe al petto stringendosi le ginocchia. Quistis
le passò un braccio sulle spalle
“Rinoa, non farci caso. E’ Squall. Sai come
reagisce di fronte ai cambiamenti. Dagli solo il tempo di assimilare la
cosa…”
Irvine intonò sottovoce una marcia funebre. Selphie non lo
picchiò, ma per la prima volta era realmente arrabbiata.
“Non sei d’aiuto Irvine.”
CAPITOLO 20
Dollet era una bella città. Da quando Galbadia aveva
smobilitato la torre di trasmissione erano anche tornati i turisti,
quindi l’economia aveva preso nuovo slancio. Era una
città adatta a tutti i gusti: montagna, mare ed ottimi
ristoranti. E lui aveva quest’incontro proprio nel miglior
ristorante di Dollet, quello subito di fianco all’albergo.
Ovviamente era in abiti borghesi, con la sua solita giacca di pelle
nera, jeans neri e maglietta rossa. Aveva evitato di portare con
sé le spade, avrebbero dato troppo nell’occhio. Si
avvicinò a quella che sembrava una cameriera
“Chiedo scusa signorina, dovrebbe esserci una prenotazione a
nome di…”
“Ma lei non è l’amico di mio
marito?” la donna lo guardò sorridendo
“ma certo, Stix sta arrivando, si accomodi pure al tavolo
due!”
“Beh…grazie.”
A quanto pare il suo vecchio amico le aveva parlato di lui.
Chissà se le aveva detto anche del loro lavoro.
Aspettò pochi minuti, poi vide un uomo in un elegante
completo grigio avvicinarsi al suo tavolo con le braccia aperte. I
capelli biondi sempre arruffati adesso erano stati tagliati e tenuti
con cura, si era fatto crescere il pizzetto ed era decisamente
più pingue. Non sembrava avere più nulla del
feroce guerriero che era stato fino a tre anni fa. I due si
abbracciarono, ed erano veramente contenti. Erano tre anni che non si
vedevano.
“Diavolo…ti lascio missing in action e ti ritrovo
proprietario di un ristorante, con i pantaloni talmente larghi che una
volta avremmo potuto entrarci in due!”
“Non ti hanno seguito vero?”
“Se riescono a starmi dietro per metà della strada
che faccio, allora meritano di trovarmi!”
L’amico rise. Stix era stato un phalanx, uno dei migliori.
Micidiale tanto a contatto quanto a distanza, un eccellente stratega
dotato di grande cultura. Aveva davanti a sé una grande
avvenire nei Phalanx, quando improvvisamente, dopo aver superato da
poco i vent’anni, aveva deciso che il suo futuro non era in
quel corpo d’elite. Così, non era rientrato dopo
la loro ultima missione insieme, e lui l’aveva coperto,
dicendo che era andato disperso. Così Stix divenne un MIA,
ed un altro ne prese il posto, passato un anno un MIA diventava un KIA,
e veniva considerato perso per sempre. Aveva messo da parte un bel
gruzzoletto, e pur non avendo niente alle spalle era riuscito a rifarsi
una vita.
“Avresti dovuto vedere questo posto quando l’ho
comprato, una baracca infame. Ed ora guarda!”
“I miei complimenti, anche per la dolce
mogliettina.”
“Dovresti pensare anche tu a trovarti qualcuno.”
“Ah, io l’ho trovata. E’ lei che non ha
trovato me!”
I due continuarono a parlare del più e del meno, tra
l’antipasto ed il primo. Finito quello Stix divenne
improvvisamente serio.
“Allora, di cosa hai bisogno? Dubito che correresti tutti i
rischi che hai corso per voler semplicemente parlare dei vecchi tempi e
delle nostre vite.”
il phalanx fece ruotare tra la dita il coltello, era un suo vizio a
tavola.
“Ti ricordi quello di cui parlavamo, quando facevamo entrambi
parte dei Phalanx? Beh,adesso ho i mezzi per attuare quel progetto. Ed
anche il potere per farlo.”
Stix si guardò intorno
“Ti rendi conto di quello che stai dicendo,vero? Sai quanti
nemici ti faresti?”
“Ne ho una vaga idea. Ma ho anche un valido alleato, Odine.
Beh, forse non proprio alleato, ma finchè gli permetto di
continuare le sue ricerche e fare ‘ezperimenten’
lui farà come voglio.”
“Che ti serve?”
“So che sei un influente membro del consiglio cittadino di
Dollet. Quando verrà il momento, voglio che tu spinga per
tenere Dollet fuori.”
“Fuori da cosa?”
“Capirai…ah, mi serve un altro favore.”
“Dimmi.”
“La lama di Gungnir.”
“Tu farnetichi. Non se ne parla, io stesso ho quasi stirato
le zampe nel tentativo di usare quell’infida
lancia.”
“Ma non mi serve la lancia, solo la lama.”
“Stessa cosa. Non so chi sia stato il demente che
l’ha rubata da Centra, ma sono certo che quella lama
è ancora piena dell’ira di Odino.”
“Breaking News, Stix: Odino è fuori dai giochi.
Tranciato in due come quel tale al passo di Trabia.”
Erano informazioni riservate, note solamente ai SeeD del garden di
Balamb. Quindi i Phalanx ne erano al corrente. Spiegò a Stix
la situazione, dicendo come Almasy avesse trovato un modo semplice ed
efficace per liquidare il potente GF Odino. Quindi, concluse, senza il
legittimo proprietario che la reclami, Gungnir è pronta a
servire nuovi padroni.
“E poiché i nostri esperti che hanno studiato le
rovine di Centra sono più che sicuri che il metallo di cui
è forgiata Gungnir sia lo stesso della Zantetsuken,
nonché dello scudo andato perduto, ecco qui una nuova arma,
gemella della potente spada.”
Stix era perplesso, preoccupato.
“La lama è grande, ma non è sufficiente
a creare una spada ex novo.”
“La lama sarà bicomponente. La mia DraKon
farà da base.”
Stix scosse la testa
“spero tu sappia quello che fai.”
Una bambina di un anno o poco più si avvicinò al
tavolo dicendo qualcosa di simile a “Paapa”. Stix
la prese in braccio e la fece sedere sulla sua gamba. Il Phalanx era
stupito.
“Non mi dirai che…”
“si, mia figlia. Ruby, lui è un caro amico di
papà. Tuo…zio,diciamo.”
La bambina puntò il ditino verso il phalanx esclamando
convinta “Tio!”
Anche la moglie si avvicinò al tavolo e ci furono solo ora
le presentazioni ufficiali. Complimenti, abbracci e la promessa di
rivedersi presto. Il phalanx insistette per pagare il conto e dopo una
piacevole quanto inutile conversazione prese congedo. Come promesso,
Stix si presentò quella sera davanti la camera
d’albergo, la 341. Aveva in mano qualcosa avvolto in un
drappo rosso; lo lasciò e se ne andò.
Quella stessa sera il Phalanx prese il treno per Deling City. Era
più convinto che mai di quello che voleva fare, ma non
poteva fare a meno di invidiare il suo amico, che a quanto pare aveva
trovato la felicità.
Era veramente felice per lui. Forse non era fatto per combattere, ma
fare il buon padre di famiglia. Ognuno ha la sua strada.
(E chi non ne ha, se la costruisce da sé)
Lui combatteva perché era quello che gli era insegnato. Fin
da piccolo la parola d’ordine per lui era stata semplice:
combattere! uccidere o venire uccisi. Semplice e lineare.
(La felicità è sopravvalutata.)
Eppure, non gli sarebbe dispiaciuto provare. Magari la chiave era
proprio in quella vecchia lama..
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitoli 21-23 ***
FFVIII-cap7
CAPITOLO 21
Il Garden era a solo due giorni da Balamb. Per tutto il tempo del
viaggio Squall era stato irrintracciabile. O chiuso in presidenza o
disperso in qualche zona del centro addestramento. Gli amici avevano
fatto scudo intorno a Rinoa, che però soffriva per la
mancanza del suo cavaliere.
Squall era chiuso in presidenza. Firmava moduli, leggeva rapporti,
valutava quali incarichi accettare e quali declinare, e quali fossero i
SeeD più adatti da mandare.
(come ha fatto Cid a sopravvivere dodici anni tra queste carte?)
In realtà tutto questo suo stakanovistico impegno era dovuto
ad una semplice ragione. Non voleva pensare, non voleva affrontare
questo nuovo avvenimento. Si illudeva che rinviare ad oltranza potesse
portare ad una soluzione.
Il telefono satellitare squillò. Il numero era quello
dell’ufficio del Presidente di Esthar, di suo padre.
Ignorò la chiamata, sebbene quel trillo gli colpisse i
timpani come fosse un martello. Scattò la segreteria
“Ehilà Squall sono Laguna! Ho appena ricevuto la
bella notizia e..WOW! Guarda non so cosa dire, ma mi sono messo a
ballare per la gioia! E’ una cosa splendida…hyne,
credo che sia meglio che mi calmi.”
(sono tutti così eccitati…)
“Voglio essere aggiornato Squall, di tutto quello che
succede!”
(allora, mi sono barricato in presidenza per non affrontare il
problema. Un buon inizio,non trovi?)
La voce di Laguna si fece improvvisamente seria.
“Squall…non fare i miei errori. Io li sto pagando
ancora. Ma che diavolo sto dicendo? Tu sei uno con la testa sulle
spalle, sono certo che ti comporterai egregiamente!”
Squall si raddrizzò sulla sedia. Non sentì tutto
quello che venne detto dopo. Gli errori di Laguna…un errore
che l’aveva portato ad Esthar,mentre sua moglie moriva nel
dare alla luce suo figlio…lui. Un errore che per diciassette
anni gli aveva tolto una famiglia. Lui non stava forse facendo di
peggio?
***
Rinoa era nel centro addestramento, nella zona segreta, che ormai non
aveva più ragione di avere tale nome. Guardava fuori,
c’era il mare. Il suo Gunblade, Angel Feather, era poggiato
in un angolo, la lama brillava mentre rifletteva la luce della luna.
Pochissime altre volte si era sentita così sola. Certo gli
amici gli stavano vicino, ma quella che era la sua roccia, la sua fonte
di sicurezza in questo momento era un lontano pezzo di ghiaccio. Le
cose stavano andando bene…perché rovinare tutto?
La porta metallica si aprì, scivolando di lato con un tonfo.
Passi lenti, regolari e decisi. Non era difficile indovinare chi fosse.
“Va via Squall…”
Ma i passi non rallentarono, e divennero sempre più vicini.
Rinoa si voltò, e rimase stupita. Alla normale espressione
vacua di Squall ne era subentrata una diversa, decisa, determinata.
Squall fissò negli occhi Rinoa e poi lo sguardo
calò verso la sua pancia. Si tolse il guanto nero e
poggiò la mano sulla pancia di Rinoa, delicatamente ma con
fermezza, facendo una quasi impalpabile carezza. Lo sguardo si
alzò e ritornò a fissare gli occhi di Rinoa. I
due si abbracciarono,come quando l’aveva salvata dalla sua
prigione esthariana nel palazzo della strega.
Non c’era bisogno di parlare.
***
La gravidanza di Rinoa fu l’argomento di conversazione
preferito del Garden per i restanti giorni di viaggio. Ma i due non ci
fecero caso, anzi. Rinoa pareva radiosa e persino Squall sembrava, se
non proprio felice, molto contento. L’immagine di uno Squall
Leonhart sorridente era qualcosa che nessuno al Garden sperava di
vedere nell’arco della propria vita, e presto finì
in ogni blog degli studenti.
Squall si divideva tra Rinoa ed i suoi compiti da preside e comandante,
che aveva scoperto essere cumulativi. Dopo la fine di NORG molti
insegnanti si erano dimessi ed occorrevano nuovi docenti che ne
prendessero il posto. Toccò a Squall decidere, ma le scelte
furono estremamente facili. Aveva convocato Rinoa, il resto della
squadra, Nida ed altri SeeD. Quistis venne reintegrata nel suo ruolo di
professoressa, lei si era lamentata ma tutti poi l’avevano
convinta che quella era la scelta migliore. Le critiche ormai erano
parte del passato. Rinoa e Selphie avrebbero spiegato agli studenti
l’uso di para-magie, rispettivamente di offesa e di supporto.
Nida, che era un fenomeno per tutto ciò che aveva a che fare
con la tecnologia avrebbe insegnato agli studenti informatica,
programmazione e tutto ciò che era legato alla materia.
Prima che Squall potesse rivolgersi ad Irvine, il cowboy si
tirò indietro,dicendo che non avrebbe mai fatto il
professore per nulla al mondo. Il che, pensò Squall, non era
necessariamente un male perché avrebbe finito col provarci
con tutte le studentesse. Vincent e Pitt avrebbero insegnato primo
soccorso e teoria dei GF. Rimaneva il solo Zell.
“Zell…so che forse me ne pentirò, ma tu
sei il maggiore esperto di arti marziali qui dentro, e noi abbiamo
bisogno di un nuovo insegnante di questa disciplina…che Hyne
mi perdoni, Zell, ti offro l’incarico di
professore.”
“OH YEAH!”
Zell saltò in aria agitando i pugni, e poi strinse
calorosamente le mani a Squall, promettendo che avrebbe dato il massimo.
“E’ proprio questo quello che mi
preoccupa…”
Le lezioni sarebbero iniziate una volta ristabilitisi a Balamb, quindi
avrebbero dovuto usare quei giorni che li separavano
dall’attracco per iniziare a pensare ad un programma da
proporre alla classe.
Arrivarono di mattina presto, prima dell’alba, trovando la
squadra lasciata a Balamb che li attendeva. Quattro SeeD ed un
cadavere, conservato in una cella frigorifera all’ospedale di
Balamb.
Un medico accompagnava Squall, si avvicinò ad uno di quei
numerosi sportelli metallici, afferrò la maniglia e
tirò con decisione verso di sé. Un lenzuolo
copriva un ragazzo biondo di corporatura superiore alla media. Il
medico sollevò il lenzuolo e Squall vide quello che restava
di Seifer.
Aveva fatto bene a venire da solo, lui stesso aveva avuto seri problemi
a restare imperturbabile. Gli occhi, superbi ed energici di Seifer
adesso guardavano il vuoto, vitrei. La carne era bianca, fredda e
rigida. Non era un bello spettacolo.
Squall fece un cenno d’assenso ed il medico scoprì
ancora di più, rivelando il torso di Seifer, su cui
spiccavano due profondi tagli ed una cicatrice a forma di
‘Y’, segno dell’autopsia. Ed è
proprio a proposito di questa che il medico parlò
“Il primo colpo è stato dato vibrato
dall’alto verso il basso, ed era di per sé
mortale. Ha reciso due arterie, e penetrato in profondità
nei muscoli, facendo perdere tantissimo sangue. Una spada molto
affilata, senza dubbio. Ma è questo quello che mi lascia
perplesso”
il medico indicò il taglio più piccolo,
all’altezza del cuore
“il colpo che lo ha ucciso. Ha perforato lo sterno,
trapassato il cuore ed è uscito da una delle vertebre
dorsali. La morte è stata istantanea. Ma quello che
è strano è che non ci sono segni della lama. Mi
spiego. Lo sterno è un osso piatto estremamente resistente,
romperlo avrebbe lasciato qualche segno,ed anche scheggiato una lama
forse. Invece è come se l’arma fosse penetrata
attraverso del burro. E’ arrivata da parte a parte con
facilità impressionante. Gli indizi lasciano supporre si
tratti di una spada, ma non ho idea di cosa sia.”
Squall firmò moduli per il ritiro del corpo, per rendere
onore alle esequie. Come se non bastasse, Fujin era scomparsa.
Convocò i SeeD in presidenza si fece fare rapporto e li
rimproverò con violenza per essersi fatti passare un phalanx
sotto il naso. Tutti furono declassati di tre gradi per
colpa grave.
Chiuso nel suo ufficio di preside Squall non poteva fare a meno di
pensare al Seifer che conosceva, al Seifer contro cui aveva combattuto.
All’amico che odiava con tutta l’anima. Shu
interruppe le sue riflessione per annunciare che il rappresentante
degli studenti chiedeva di vederlo.
Walter, il rappresentante, era un sedicenne alto, pallido e con degli
indomabili capelli ricci. Rimase rispettosamente in piedi davanti al
preside
“Preside Leonhart,sono qui con una formale richiesta da parte
degli studenti tutti: non vogliamo che Seifer Almasy sia seppellito nel
cimitero del Garden di Balamb.”
Squall sentì la rabbia montargli dentro: perché
quest’assurda presa di posizione?
“State scherzando vero?”
“No. Ecco qui.” diede a Squall dei fogli
“sono le firme del corpo studenti per intero, di tutte le
classi, dalle matricole ai cadetti. Noterà inoltre la
presenza delle firme del personale ausiliario e di buona parte del
personale docente.”
Non poteva fare niente. Il garden chiedeva che Seifer riposasse in un
altro posto.
“Perché?”
“Perché Seifer Almasy ha condotto il Garden di
Galbadia in battaglia contro di noi. Perché abbiamo avuto
feriti…morti, per causa sua. Non merita di riposare accanto
agli studenti che ha fatto uccidere senza un vero
perché.”
Squall non poteva opporsi, non quando c’era la maggioranza
assoluta lì dentro che voleva Seifer fuori dal Garden anche
da morto. Accolse la richiesta.
(Possibile che una vita si riduca alla cosa peggiore che un uomo ha
fatto?)
(non che fosse mai stato molto amato, ma questo è esagerato)
Il funerale si svolse nella pianura antistante la caverna di Fuoco.
Seifer aveva più volte parlato di quel luogo, che era
importante anche per Squall. Alla fine, decise che quello era il luogo
più appropriato per lui.
Oltre l’officiante c’erano soltanto lui, Rinoa,
Quistis, Irvine, Selphie, Zell ed i Kramer. La ragazza con la treccia
non aveva voluto accompagnare Zell, ed era rimasta molto offesa dal
fatto che il “Gallinaccio” andasse alla funzione:
suo fratello era rimasto paralizzato dalla vita in giù per
via delle pallottole galbadiane. E lo stesso Zell non sembrava troppo
felice di stare lì. Probabilmente aveva partecipato solo per
non far torto ai suoi amici.
Alla fine, una Quistis in lacrime e furiosa era andata
nell’appartamento di Squall
“Come hai potuto Squall? Era uno di noi! Non meritava tutto
questo..”
“Non ho potuto negarlo Quistis! Credi che io sia contento?
Seifer non era mio amico, lo sai bene, ma lo rispettavo! Ma
pensaci…se fosse stato qualcun altro, qualsiasi altro, tu
saresti qui a lamentarti?”
“Non è giusto, Squall.”
“Non è questione di giusto o sbagliato. Io per
primo vorrei che la l’assassino di un mio amico venisse
lasciato in pasto ai lupi.”
La professoressa si lasciò cadere su un divano. nascose il
volto fra le mani e passarono diversi minuti in silenzio. Poi
asciugatasi le lacrime guardò Squall, fredda e decisa.
“Dobbiamo trovare quel Phalanx. E dobbiamo farlo prima di
Fujin.”
“Fujin?”
“Non fare il finto tonto! Sai bene che Fujin lo
starà cercando in questo momento. Dobbiamo trovarlo prima di
lei. Altrimenti avremo anche lei sulla coscienza.”
“Quistis..tu non ragioni. Ci occuperemo della ricerca, ma non
posso darle priorità assoluta…abbiamo altre cose
da fare, come trovare il Garden di Galbadia prima che finisca in mani
sbagliate.”
Quistis si alzò, c’era odio nei suoi occhi
“Forse, quando anche il corpo di Fujin sarà senza
vita sepolto sotto due metri di terra, ti deciderai a fare la scelta
giusta!”
Quistis si avviò a passi svelti verso l’uscita, ma
Squall la fermò con una domanda
“Come fai a sapere che Fujin gli sta dando la
caccia?”
“Perché è quello che farei
io.”
Lasciò la stanza sbattendo la porta con forza. Appena fuori,
scoppiò in una serie di singhiozzi. Notò che
Irvine, appoggiato al muro con le braccia incrociate, la stava
guardando.
“Che vuoi, Irvine?”
“Perché è quello che faresti
tu…o quello che vuoi fare
tu?”
“Irvine, sparisci..non è il momento.”
Il cowboy si staccò dal muro e diede le spalle alla
professoressa.
“Non fare stupidaggini Quistis. Dobbiamo agire insieme se
vogliamo avere qualche chance contro i Phalanx. Le vendette personali
non ci porteranno da nessuna parte. Si prudente,ok?”
Il cowboy lasciò Quistis,che ancora sopraffatta dai
sentimenti non diede alle parole dell’amico il giusto valore.
***
“ULTIMA FLARE!”
Una potente esplosione di fuoco nero aveva distrutto la scogliera. Il
Phalanx guardò compiuto la potenza del suo Guardian Force
con cui si stava allenando seguendo i consigli di Odine. Avere dentro
tutta quell’energia e scagliarla fuori…era una
sensazione unica, di potenza. Ma non era niente rispetto a quella di
avere quell’energia dentro..e
mantenerla dentro. Quello era il
puro potere.
Si guardò le mani: le vene pulsavano ancora per lo sforzo e
la pelle era già diventata resistente come il cuoio. Odine
monitorava costantemente i suoi cambiamenti e miglioramenti, per lui
era solo l’ennesimo esperimento. Stava facendo passi da
gigante, e la sua nuova spada migliorava
l’affinità con il suo Guardian Force. Presto
sarebbe stato in grado di raggiungere un nuovo livello di potere. Un
altro gradino verso il massimo. Se all'inizio era titubante adesso non
lo era più.
Si guardò intorno, richiamò ancora una volta
l’energia del GF.
"sei potente…molto. Se saprai sfruttare a
dovere il potere che ti offro non avrai rivali sul
pianeta"
“Ne sono consapevole…ULTIMA FLARE!”
CAPITOLO 22
La dipartita di Seifer era stata considerata con indifferenza, se non
con euforia all’interno del Garden, e non erano pochi quelli
che parlavano della morte di Seifer come di un mero atto di giustizia
divina, quindi le lezioni iniziarono regolarmente. Quistis si diede
malata il primo giorno, ed il professor Aki commentò acido
“Perfetto. Il modo perfetto di ricominciare una carriera da
docente è farsi sostituire.”
Le lezione tenute da Rinoa e Selphie registrarono un picco di
partecipanti. Dopotutto, non era cosa di tutti i giorni che fosse una
strega ad insegnare l’uso di magie offensive mentre Selphie
era conosciuta in tutto il garden per la sua simpatia ed
affabilità, e molti l’avevano immaginato come
professoressa ideale. Squall seguì le lezioni della mattina
per essere sicuro di non aver sbagliato a nominare i nuovi professori.
Ma la prova del fuoco sarebbe stata solo quel pomeriggio, con la prima
lezione di Zell. Riunitisi in mensa per il pranzo Dania li aveva
informati che l’esuberante ragazzo aveva passato tutta la
mattina a provare davanti lo specchio la sua lezione. Anche Irvine era
assente, ultimamente passava sempre più tempo da solo al
centro addestramento. Una delle battute che più giravano nei
corridoi del Garden era appunto “La Tilmitt si è
fatta l’appendicite” in riferimento al fatto che
lei e Irvine adesso venivano visti insieme molto più di
rado, ed Irvine era a tutti gli effetti considerato
un’appendice della ragazza, prima di questa defezione.
Spinto da Rinoa, Squall andò a cercarlo al centro
addestramento. Non fu difficile, trovarlo. Il Cowboy era alle prese con
un Archereosaurus. I proiettili perforavano la carne
dell’animale che urlava per il dolore,ma il Cowboy aveva
sbagliato i suoi calcoli, rimanendo a corto di munizioni proprio quando
doveva sferrare il colpo finale. Il dinosauro caricò Irvine,
che però fu in grado di schivare la carica. Ma Irvine
inciampò in una radice, finendo a terra. Il dinosauro stava
per tornare alla carica, accecato dal dolore. Squall estrasse il
Gunblade e correndo saltò su una roccia lì
vicino, prendendo slancio. Il suo colpo tranciò di netto la
testa dell’animale, e fatta una capriola a
mezz’aria Squall atterrò. Poggiò il
Gunblade sulla spalla, e tese la mano per aiutare Irvine a rialzarsi,
ma il cowboy rifiutò e fece da sé.
“Grazie per l’aiuto, ma non ne avevo bisogno. Avevo
già una granata in canna.”
“Certo.”
Irvine si tolse la polvere di dosso.
“Che ci fai qui?”
“Potrei farti la stessa domanda, Irvine.”
Il cowboy fece un accenno di risata
“Perfetto. Devo essere proprio patetico se anche tu ti
preoccupi di me.”
(avete tutti un gran considerazione di me)
“Prova a parlarle Irvine. Se andrà male, ti
darò una mano a deprimerti ancora di
più.”
Squall rinfoderò il Gunblade e se ne andò. Irvine
sbuffò e ricontrollo il fucile. Diavolo…non aveva
caricato la granata! Forse non era stato un male essere così
patetico: se non altro non sarebbe finito nello stomaco di un dinosauro.
***
Selphie era al settimo cielo quando rientrò nel suo
appartamento. La lezione era andata benissimo, e tutti gli avevano
fatto i complimenti. Beh, non proprio al settimo cielo a voler essere
onesti. Le mancava solo un tassello, e avrebbe anche potuto dire di
aver toccato il cielo con un dito.
“Com’è andata la lezione?”
Selphie sobbalzò alle parole dell’inaspettato
intruso. Come diavolo aveva fatto ad entrare? Ah già, gli
aveva dato la chiave del suo appartamento. Selphie posò i
libri e rispose freddamente
“Bene, grazie.”
“Selphie, dobbiamo parlare.”
“Parlare di cosa? Sei stato molto chiaro l’ultima
volta.”
“Andiamo, sei ancora arrabbiata con me perché ho
cantato la marcia funebre alla notizia della gravidanza di
Rinoa?”
“Non è solo per quello.”
I due parlarono a lungo,ed Irvine si rese per la prima volta conto che
tutte le volte che scherzando si era messo a flirtare con praticamente
tutte le altre ragazze del Garden(ad eccezione di Rinoa,
perché temeva che Squall non reagisse sportivamente)la
feriva. Quello che per lui era poco più di uno scherzo aveva
rischiato di mandare in aria la cosa a cui al momento teneva di
più.
“Selphie..io non mi ero reso conto di tutto questo..ma mi
credi davvero così stupido?”
La ragazza era spiazzata
“Così stupido da perdere te per correre dietro a
ragazzine senza importanza?”
Il cowboy si stava dirigendo verso Selphie, i due erano vicini..e la
porta si aprì di botto mentre Rinoa entrava dentro la
stanza. Guardò i due e si mise a ridere coprendosi la bocca
con la mano
“Squall mi aveva detto di bussare…”
assunse un tono grave e corrugò la fronte in una
sorprendente imitazione di Squall "Rinoa, in nome di Hyne, bussa prima
di entrare nel loro appartamento!"
Selphie applaudì per la convincente imitazione, Irvine
invece era parecchio irritato.
“Rinoa, a cosa dobbiamo l’onore?”
“Ragazzi, Zell sta per tenere la sua prima lezione! Non
vorrete perdervela?”
“Per nulla al mondo!” Squittì Selphie.
Irvine si limitò a scuotere le spalle.
***
C’era parecchia gente. L’aula si era rivelata
troppo piccola e tutti furono spostati all’auditorium. Zell
fece il suo ingresso su un improvvisato palco. Indossava la sua
uniforme SeeD ed aveva in mano un blocco di appunti. Li
guardò, poi li appallottolò e li gettò
via.
“Yo! Mi conoscete tutti,quindi non perderò tempo
in presentazioni. Sapete anche qual è l’importanza
di saper lottare corpo a corpo,sia per diventare specialisti di arti
marziali sia nel caso siate impossibilitati ad usare la vostra arma
primaria”
appallottolò altri fogli e li gettò via. Le
ragazze ridevano, Squall si portò una mano alla fronte.
“Iniziamo con un principio fondamentale valido in qualunque
tipo di scontro: studiare il proprio avversario. Vi parlo per
esperienza personale, ogni nemico è diverso
dall’altro e non sempre colpire più forte
significa aver fatto la mossa giusta.”
Zell si tolse la giacca rimanendo con uno smanicato blu e si
indicò il braccio destro, ancora fasciato.
“Mai dare qualcosa per scontato. Preparatevi
all’inaspettato, e nulla potrà cogliervi di
sorpresa. Ok, adesso vi mostro alcune delle manovre più
utili in un combattimento. Disponetevi in fila e cercate di imitare i
miei movimenti.”
Zell si esibì in tre manovre: il Booya, il colpo al volto ed
l’Heel Drop. Uno degli studenti prese la parola
“Professore, ma sta parlando seriamente? Quelle sono manovre
banali, deboli, chiunque è in grado di effettuarle con un
po’ di esercizio.”
“Hai dimenticato una cosa fondamentale: sono manovre rapide.
Potete colpire il vostro avversario rapidamente e senza scoprirvi. Come
ho detto prima, ma tu non stavi ascoltando a quanto pare, non sempre
conviene utilizzare colpi troppo lenti o complicati. Prova a sollevare
un avversario che abbia un minimo di competenza nella lotta corpo a
corpo, e con pochissimo sforzo ti metterà al tappeto.
Carica pure un colpo. Ma se sei circondato da nemici, quelli non
staranno certo a guardare,mi sbaglio?
I colpi che vi ho mostrato prima hanno il vantaggio di essere rapidi,
facili da effettuare in veloci combinazioni e non hanno alcun punto
debole intrinseco. Si può mantenere a lungo una combinazione
di questo tipo,cosa che invece non si può fare con manovre
più complicate. Contro il leggendario Omega Weapon questa
combinazione si è rivelata utilissima. L’ho tenuto
impegnato a lungo contro di me, dando ai miei compagni il tempo di
curarsi e ricaricare le loro armi.
Adesso, se abbiamo finito con le domande stupide, ricomincerei la
lezione.”
Sembrava uno di quei vecchi film sul Kung Fu: un maestro che esegue le
manovre e tutti i discepoli che disposti in fila li ripetevano
fedelmente. Squall decise che quello che aveva visto era sufficiente e
se ne andò, a reimmergersi nel mare di carte che lo
attendeva. Prese l’ascensore che lo riportò in
presidenza. Shu lo stava aspettando, con qualcosa come venti centimetri
di carte da analizzare. Sospirando, si sedette al tavolo ed
iniziò a lavorare, aiutato dall’infaticabile Shu.
Più volte si era chiesto come mai una come Shu, fenomenale
in combattimento, fosse sempre stata la semplice segretaria del
preside, o al massimo coordinatrice delle matricole. Adesso aveva
capito: c’erano tanti combattenti al Garden ma nessuno era
pratico di queste cariche burocratiche.
Shu aveva una velocità di lettura impressionante, e riusciva
a leggere, correggere e firmare interi documenti mentre Squall era
appena alla metà del suo. Il SeeD passò un
foglietto a Shu.
“Che te ne pare come missione?”
Shu sfogliò il documento passato da Squall
“Ah, sono dei villaggi nel continente di Centra. Non sapevo
che fosse ancora abitato. Infatti, pare che abbiano problemi con i
mostri, e ci chiedono un’operazione di pulizia. La cifra
è buona, ma dovremo smobilitare almeno una dozzina di
SeeD.”
“Tu che ne pensi?”
“Che dodici SeeD in più non ci faranno trovare
prima il Garden disperso.”
“Perfetto,allora scegli dodici SeeD di medio livello. Io
cercherò di convincere Laguna a farci usare il Lagunarock,
per poterli portare lì in fretta.”
Shu eseguì, e passarono diversi minuti, poi la SeeD
esclamò
“Curioso”
Squall non alzò neanche la testa.
“cosa?”
“Sei stato invitato a quella che pare essere un memoriale a
Winhill…”
Squall le strappò dalle mani quel pezzo di plastica. Sopra
c’era una foto ovale di Raine Leonhart con le date di nascita
e di morte, e sotto c’era scritto
“La signoria Vostra è invitata a presenziare alla
celebrazione della vita di Raine Leonhart, strappata prematuramente
all’affetto dei suoi cari. Winhill, 12 Novembre, alle
12:00.”
Tutto ciò era strano. Perché adesso e non per la
data in cui era morta? Inoltre l’invito non veniva da Laguna,
perché il mittente era proprio di Winhill. La data sulla
busta segnava che era lì da almeno tre giorni, e
Laguna…suo padre, con cui aveva parlato spesso in questi
giorni non ne aveva fatto cenno, segno che non ne era al corrente. Ma
Laguna a Winhill non era benvoluto, e questo poteva spiegare il
perché non lo sapesse.
“Quanto dista Winhill?”
“Cinque giorni,quattro col vento a favore.” rispose
Shu
“Fai provviste a Balamb ed ordina a Nida di far rotta per
Winhill.”
***
Fujin camminava nervosamente per i corridoi di quello che era stato il
Garden di Galbadia. Come aveva previsto, dentro c’erano
ancora sufficienti macchine da guerra galbadiane da poter reggere il
confronto con un esercito. Con la morte di Seifer, lei era rimasta
l’unica a sapere dove si trovasse il Garden. Nascosto in
piena vista, proprio dove si trovava in origine. Un meccanismo mimetico
molto simile a quello che Esthar aveva usato per proteggere i propri
confini per decenni. A meno di non sbatterci contro, nessuno
l’avrebbe mai trovato senza sapere la sua esatta ubicazione.
Qualche carcassa in putrefazione marciva nei corridoi, segni di denti
sui corpi: i mostri avevano avuto da mangiare. Fujin camminò
nel buio, alla luce di una semplice torcia elettrica. Sentì
dei rumori dietro di lei e scagliò il suo Zan. Il sangue di
un Geezard sporcò i corridoi polverosi del Garden.
Salì le scale e prese l’ascensore per arrivare in
quella che una volta era stata la presidenza e poi la sala di comando
di Edea-Artemisia e Seifer. Se ricordava bene doveva esserci un
interruttore da qualche parte…eccolo, nascosto dietro un
velo. le luci si accesero, e Fujin spense la torcia. Se voleva
vendicare Seifer aveva bisogno di tutta la potenza di fuoco possibile.
Il pannello di controllo dei Robot era lì vicino. Introdusse
la sua password, era ancora valida. Scoprì che rimanevano
ancora un centinaio di Robot disattivati,e soprattutto c’era
ancora la famigerata “vedova nera”.
Premette una serie di tasti, e si sentì fortissimo il rumore
metallico di Robot che ricominciavano a muoversi. Doveva cambiare la
loro priorità, adesso non sarebbero più stati i
SeeD i bersagli.
Inserì i nuovi comandi, poi però rimase bloccata
pensando a quali input avrebbe dovuto dare per segnalare i Phalanx come
nuovi bersagli. Cercò qualcosa di simile
nell’elenco, ma non trovò nessun bersaglio
compatibile. Irata, decise di segnalare come
“ostile” ogni essere vivente si parasse davanti ai
robot. Per legge della probabilità, prima o poi avrebbe
beccato anche loro.
“Visto? Ve l’avevo detto che ci avrebbe condotto
verso il Garden. Hai perso.”
Fujin si girò, tenendo pronto lo Zan. Notò un
gruppo di uomini vestiti con delle uniformi color nero e argento.
Riconobbe subito in essi due degli assassini di Rajin, e probabilmente
anche l’assassino di Seifer. Il tizio alto con il fucile si
mise la mano in tasca e sbuffando ne estrasse un mazzetta di banconote;
quello
che portava due spade, una al fianco ed una dietro la schiena le
contò ad alta voce, e poi incassò.
Ricominciò a parlare, stavolta diretto a Fujin
“Prima che tu faccia qualsiasi cosa, sappi che non
è nel mio interesse ucciderti. Non riusciresti a tener testa
ad uno di noi, figurati sei. Ascolta, voglio che tu vada. Vai a dire a
tutti che i Phalanx hanno preso possesso del Garden di Galbadia! Non
essere idiota come Almasy, e cogli l’opportunità
che ti offro…”
Alla parola “Almasy” Fujin perse la testa. Irata
scagliò il suo Zan contro quello che aveva parlato. Lo Zan
andò velocissimo, lasciando dietro di sé una scia
azzurra. Ma il Phalanx non si fece cogliere impreparato. Estrasse la
spada sulla schiena, e vi un lampo d’acciaio nero. Lo Zan era
stato tagliato in due. Il Phalanx la guardò e
sospirò sconsolato
“Pensavo di essere stato chiaro…”
CAPITOLO 23
Erano arrivati a Winhill la tarda mattina del 12 novembre. Squall era
sceso in compagnia di Irvine e Zell, perché Selphie e Rinoa
avevano una lezione da tenere. Winhill non era cambiato,solito
paesaggio rustico, pochi abitanti intenti a passare quella che sembrava
essere una vita senza troppe preoccupazioni. Peccato per i mostri che
ogni tanto entravano costringendo gli abitanti a barricarsi in casa.
Entrò in quello che una volta era il Pub. Era ancora
abbandonato, un vero peccato.
“C’è nessuno?” chiese
“Chi c’è lì? Andate via o
chiamo la vigilanza!”
(se davvero diamo fastidio non dovrebbe tenere le porte aperte)
“Siamo SeeD, signora.”
“SeeD? Allora venite su!”
La squadra salì e si trovò di fronte una donna
bionda sui quarant’anni. La donna pareva parecchio agitata
“Era da tempo che non c’era tanto movimento da
queste parti…”
Zell fece una faccia stranita. Da quando l’arrivo di tre
persone veniva considerato “Movimento”? La donna
continuò a spiegare.
“Oggi voi SeeD,ieri quei due ragazzi aggrediti dai mostri
poverini…il ragazzo mi aveva detto che sareste arrivati voi,
presumo siate amici”
(due ragazzi aggrediti dai mostri? Sapevano di noi?)
Squall guardò Irvine e Zell, incerto su cosa rispondere. Ci
pensò il Cowboy
“Certo, abbiamo ricevuto la loro richiesta di soccorso e ci
siamo precipitati qua!”
la donna aggrottò la fronte.
“Oh, ovvio! Noi inviamo una richiesta la settimana e nessuno
ci fa caso! Ma arriva una richiesta dagli amici e si trova il
tempo!”
“Signora, le prometto che d’ora in avanti
inizieremo a valutare con altri occhi la questione Winhill.”
tagliò corto Squall “ma potrebbe dirci dove sono i
nostri amici?”
“la ragazza è qui, poverina ha perso conoscenza.
Il ragazzo è andato sulla collina, più o meno nei
pressi della tomba di Raine Leonhart. Che bravo ragazzo sapete?
Simpatico, educato…ha insistito per pagare per il disturbo
che comporta l’alloggio della sua amica.”
Squall era fremente, Irvine dovette trattenerlo mettendogli una mano
sulla spalla
“Potrebbe dirci dov’è la nostra
amica?” chiese il cowboy
La donna indicò una stanza in fondo al corridoio. I SeeD
andarono a vedere…e vi trovarono Fujin. La ragazza aveva una
fasciatura su entrambi gli occhi. Il respiro era regolare, ma era priva
di conoscenza. Squall guardò Fujin e si girò
verso i suoi compagni
“Zell, Irvine…voi state qui con Fujin in attesa
che si svegli. Avvertite il Garden di una potenziale
minaccia.”
Detto questo si girò e lasciò la stanza
nonostante le proteste degli amici. Chiese indicazioni per raggiungere
quella collina e correndo la raggiunse in pochi minuti. In cima
c’era una figura di spalle. Squall sguainò il
LionHeart, ed avanzò deciso verso la cima della collina.
Quello si girò, e Squall potè riconoscere il
Phalanx contro cui aveva combattuto a Timber: indossava un paio di
occhiali da sole ed una strana maglietta che lasciava scoperto il
fianco destro dalla spalla alla vita. Aveva dei Jeans con degli strappi
all’altezza delle caviglie, segno più
dell’usura che di una qualche attenzione alla moda. Una spada
al fianco ed una spada dietro la schiena. Il Phalanx sorrise
“11 e 30. Sei in anticipo.” Indicò il
Gunblade con un cenno del capo. “Vuoi combattere? Non qui,
non mi sembra il caso.”
Si spostò, lasciando che Squall vedesse la lapide con su
scritto “Raine Loire”. Squall si mise in posizione
d’attacco e guardò con odio il Phalanx.
“Vattene.”
“Perché dovrei? E’ un mio diritto, anzi
un dovere in questo caso.”
(cosa diavolo sta dicendo?)
“vattene ho detto.”
Il phalanx assunse un’espressione delusa
“Davvero non ricordi? Dannati i SeeD ed i loro maledetti
GF.”
“Cosa dovrei ricordare?”
“Una delle basi d’addestramento era qui
vicino…” il phalanx si voltò verso
l’aperta campagna verde “c’era un uomo
basso, pingue, ma simpatico. Gli volevamo tutti bene. Lui insegnava a
tirar di spada, e tutti lo ammiravamo perché era un
fenomeno, ma anche perché utilizzava un’arma
strana…una spada che faceva bum”
Un immagine tornò nella mente di Squall.
Un grosso edificio, di pianta pentagonale, con un
cortile recintato, immerso nel verde. Piccoli bambini che indossavano
tante uniformi uguali, tutti messi ordinatamente in fila…ed
un uomo che parlava che spiegava come bisognava impugnare la
spada.
“Cid…”
“Corretto, si!” Il Phalanx si lasciò
andare a quest’esclamazione di gioia. “Vedo che
cominci a ricordare. I bambini erano piccoli, ma già da
quando imparavano a camminare gli venivano messe in mano le prime
armi..c’era un bambino coi capelli castani che adorava Cid, e
faceva di tutto per poter imparare ad usare
quell’arma”
Altre immagini, un giovane Cid circondato da
bambini,che non correvano, non giocavano, ma stavano ordinatamente in
fila. Tutti avevano un’arma di legno in mano. Adesso toccava
al bambino castano scegliere
“volio quello…no la pada, il
gamblade… ”
il giovane Cid si voltò verso un uomo decisamente
più maturo, ridendo
“Ehi Phil..sembra che abbiamo trovato il nostro futuro
specialista del Gunblade!
;
Squall faticava a mantenere la posizione d’offesa e
calò di poco la lama del Gunblade. Il Phalanx
continuò.
“C’era un bambino che voleva a tutti i costi usare
un gunblade vero, e non un’arma giocattolo. Un giorno lo
rubò a Cid insieme ad un altro bambino, ed i due furono
puniti. Non tanto per averlo rubato, ma per essersi fatti
beccare.”
Avete infranto l’undicesimo
comandamento: se lo fai, non farti beccare” diceva un uomo
alto, brizzolato
“Poi Cid inorridì vedendo quello che i bambini
sarebbero diventati da grandi, e decise di lasciare tutto, cercando di
portare quanti più bambini possibile con sé. Ma
Philipp Caraway se ne accorse, e gli diede battaglia.”
;“Non trasformerete i bambini in macchine da
guerra!”
“Non capisco perché quest’assurda
convinzione Cid..non saranno carne da macello, ma specialisti del
combattimento!”
clang, il rumore dell’acciaio che si scontra, Cid urlava
adesso
“Lascia che diventino ciò che sono destinati ad
essere! Il mondo ha già troppi
soldati!”;
“Ma c’era chi la pensava come Cid. Portarono via
quanti più bambini potevano. Compreso il gunblader in erba.
Quel bambino poi fu portato all’orfanotrofio di
Edea…ma lasciarono il bambino che aveva rubato il gunblade
con lui.
Trovo comico che l’uomo che non voleva trasformare i bambini
in macchine da guerra sia lo stesso che abbia creato i SeeD. Tu
no?”
Il Phalanx diede le spalle a Squall, poi riprese a parlare
“Comunque…Quell’accademia si riforniva
di nuova carne da macello dal Sud del Continente di Galbadia, quei
bambini in particolare venivano da Winhill, la loro madre era morta di
parto, ed il padre era disperso ad Esthar. Ed all’epoca, un
Galbadiano disperso ad Esthar era considerato morto.”
Le braccia di Squall sempre più pesanti, crollarono.
“torm…”
Il Phalanx si voltò sorridente.
“Si…non sapevi pronunciare bene la
S…era così che mi chiamavi. Storm. Storm
Leonhart…o Loire, in realtà ho firmato con
entrambi i nomi.
Finalmente ricordi tutto, fratello.”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitoli 24-26 ***
FFVIII cap8
CAPITOLO 24
Squall era sotto
shock. Storm non poteva dargli torto. Doveva
aver passato un periodo davvero stressante, scoprire di essere padre e
prima ancora l’aver ritrovato la propria famiglia, il proprio
passato, pezzo per pezzo.
“Non
è possibile…sono stato
all’orfanotrofio di Edea fino a cinque anni, poi sono entrato
nel Garden di Balamb..”
Storm
incrociò le braccia
“Vero,ma solo
in parte. hai trascorso lì una
piccola parte della tua vita. Ma non sei arrivato subito
all’orfanotrofio. Quello che ricordi non è
sbagliato, ma distorto, una leggera differenza. Avevi già
quattro anni quando ti portarono via dall’accademia. Hai
passato lì poco più di un anno. E’
facile distorcere i ricordi di un bambino.”
Storm si
avvicinò al fratello
“Io ricordo
tutto perché ci hanno sempre insegnato
a lottare senza Guardian Force. Sempre. E’ questo il motivo
per cui siamo più forti dei SeeD. Solo in seguito ho
scoperto il sistema Junction, ma per caso.
Tra una missione e
l’altra ho cercato tracce del mio caro
fratello, ma non avevo speranze di ritrovarti, dato che in genere un
bambino che viene adottato cambia il suo nome con quello dei genitori.
Ma tu no!
Pensa la mia gioia
quando scoprì che tu eri come me, un
guerriero! Un essere che si eleva molto al di sopra della feccia umana!
L’aver ucciso Artemisia…diavolo, fratello! non
dubito che avresti reso mamma molto, molto orgogliosa.”
“No…noi
non siamo uguali.” Squall
guardò il fratello negli occhi “io non sono un
assassino.”
Storm non
potè trattenere una risata
“Breaking News
fratello: un guerriero è un
assassino per definizione. Ma ti dirò, avevo previsto
un’obiezione del genere, e quindi ho preparato una buona
risposta. Scaricati direttamente da un terminale militare di
Galbadia”
Tirò fuori
una serie di fogli, con delle scritte sopra in
caratteri piccoli e lo stemma galbadiano come intestazione. Storm
spiegò
“Ecco qui,
questo è l’elenco dei soldati
di Galbadia uccisi in azione durante azioni SeeD che comprendevano uno
specialista del Gunblade. Si parte da Dollet, allora…
Mirror West, 29 anni.
Polso rotto, ferite compatibili con un gunblade.
Suo figlio è nato questo Aprile.
Jet Antilles, 35 anni.
Colpo letale alla gola. Moglie e tre figli.
Maggiore Duncan, 28
anni…però, giovane per essere
un graduato. Due figli, il più piccolo farà 5
anni domani. Pensa che bella festa, con il suo papà due
metri sotto terra.
E potrei andare avanti
per ancora un bel po’ fratello. Da
collega a collega, devo dire che hai fatto un buon lavoro, qui ci sono
tre pagine piene, saresti stato un Phalanx fenomenale. Ma ora ti
chiedo…quanti di questi erano veramente malvagi? Quanti
invece sono solo vittime delle circostanze? Qui
c’è uno che prima di essere chiamato alla leva
faceva l’idraulico…io non ce lo vedo un idraulico
a creare piani malvagi di conquista del mondo armato di sturalavandini,
tu?”
O Storm era
maledettamente abile o era stato fortunato. Aveva posto
quella domanda che ogni SeeD prima o poi si pone. Finora Squall aveva
superato quel dilemma nel modo più semplice: non ponendosi
la domanda. Storm aveva fatto breccia nel muro, e Squall non sapeva
come rispondere
“ho...”
“..eseguito
gli ordini, vero?” Storm
completò la frase “era qui che ti aspettavo. Anche
io finora non ho fatto altro.”
Il tono di Storm si era
fatto duro, acido
“Da quando ho
imparato a saper usare un’arma non ho
fatto altro che eseguire ordini su ordini. Poco importa se al mio
livello la paga è buona, ci sarà sempre qualcuno
con l’autorità di darmi ordini. Fai questo,
ammazza quel poveraccio, non sporcare troppo…sono stanco di
eseguire ordini Squall. Ed anche tu credo.”
Squall era caduto in
ginocchio. Storm si chinò per poterlo
guardare negli occhi.
“Ho visto in
televisione quando ti hanno nominato Preside del
Garden. A proposito, ti ho mandato un cesto di frutta,per celebrare la
promozione. La tua faccia diceva tutto…te l’hanno
almeno chiesto, accennato?”
No, non
l’avevano fatto. Storm lo sapeva ed anche Squall. Il
Phalanx fece un sorriso amaro.
“L’ho
immaginato. Dimmi ora se sbaglio: per tutta
la vita non hai fatto altro che seguire la strada che altri ti hanno
indicato. Obbedire agli ordini, prendere gli incarichi assegnati.
Magari brontoli, ma poi esegui. Anche io ho fatto lo stesso.
Dimmi, fratello, non sei
stanco? Io si. Per questo voglio che tu sia al
mio fianco nella realizzazione del mio progetto.”
Squall alzò
la testa
“Progetto?”
“L’uomo
è una bestia violenta,
insaziabile di oro e di sangue. La pace non è altro che una
mera utopia. A meno che non vi sia un’autorità
tale da incutere rispetto e terrore. Che faccia tremare gli uomini al
pensiero di una nuova guerra. C’era un detto nella
civiltà di centra:la pace è
lunga quanto la lama del capo. Certo, è
una traduzione alla buona, ma il concetto è chiaro. Non ci
può essere pace senza una guerra che la prepari, e senza un
capo che la mantenga.”
“E tu vuoi
essere questo capo,
giusto…fratello?”
“Non
fraintendermi Squall. Non è mia intenzione
impormi come sovrano assoluto, solleverei velleità
indipendentistiche da tutte le parti. Voglio qualcosa di
più. Sopra le nazioni, tutte unite in quello che
c’è di più simile ad un impero. Con la
minaccia della mia spada sul collo, nessuno oserà mai
cercare di turbare l’equilibrio. Credimi
Squall…adesso ho sia i mezzi che il potere per farlo. E
voglio dividere tutto questo con te, tutti i miei segreti. Ed insieme
regneremo, in pace. Ovviamente, questo è il progetto per
grandi linee, ma dovrebbe rendere bene l’idea.
Che ne dici,
fratello?”
Squall alzò
lo sguardo
“Vuoi
diventare Imperatore quindi?”
“No..in
realtà stavo cercando un termine
più neutro, che so, tipo osservatore o garante.”
Squall si rimise in
piedi, stringendo l’impugnatura del suo
Gunblade. Squall guardò il fratello negli occhi
“E
dimmi…fratello..quante
persone morirebbero prima che questo tuo progetto si
realizzasse?”
Storm
incrociò le braccia
“Colgo forse
una vena d’ostilità nella
tua domanda? Beh, i morti ci saranno: sono indispensabili. Ma non
saranno morti invano..”
“Balle.”
Squall puntava il
Gunblade contro il petto di Storm. Non sapeva se
avesse voluto affondare la lama o meno, ma non poteva certo lasciare
carta bianca al fratello…erano discorsi assurdi. Una smorfia
di rabbia deformò il volto di Storm
“Quindi tu,
per salvare delle persone che in buona parte
andranno comunque incontro alla loro fine per motivi certo non
naturali, sei disposto a rinunciare ad una pace che durerebbe parecchi
secoli?”
“No…dietro
la parola pace c’è
la parola controllo; tutto questo
giro di parole sulla pace è solo una
giustificazione”
“Lo credi
davvero?”
Storm sguainò
la spada argentata che portava al fianco e
fece un passo indietro. Le lame delle armi si toccavano e stridevano
mentre i due si muovevano in cerchio, studiandosi. Storm guardava il
fratello con aria ostile
“sei sicuro di
volerlo fare? Sono stato addestrato per
combattere contro tre SeeD insieme…e poi ho già
provato la mia superiorità”
“Allora non
avrai problemi a lottare ancora.”
Squall spostò
tutto il peso sul piede destro, calando il
gunblade ed accompagnando il colpo con lo sparo, che ne
aumentò la potenza. Storm evitò con un salto
indietro, e una volta poggiati nuovamente i piedi per terra
colpì il fratello con un calcio in rotazione. Squall
traballò e Storm cercò di colpirlo dal basso
verso l’alto, ma il SeeD si difese evocando un protect che
smorzò l’energia del colpo.
(non sapevo di avere
qualche magia protect…)
Solo ora notò
che Storm non utilizzava entrambe le spade.
Forse l’altra era incrinata..qualunque fosse il motivo,
doveva sfruttare questo vantaggio.
Squall
attaccò velocemente e con forza, costringendo Storm
ad indietreggiare ed esibirsi in complicate parate per evitare che il
LionHeart lo trapassasse. Ogni parata era resa più difficile
dal fatto che il Gunblade potenziato con le vibrazione dello sparo
colpiva con una violenza tale da fratturare il polso
dell’avversario, se questi non parava in un determinato modo.
Ogni parata andava accompagnata. Storm dovette evitare un colpo
saltando. Osservò Squall, sembrava divertito.
“Va bene, sono
convinto che meriti di più, mi
impegnerò.”
Passò due
dita sulla spada argentata, che per un attimo
parve brillare.
“DRAKOKEN”
Si scagliò
contro Squall con la velocità di un
fulmine, e prima che Squall potesse capire qualcosa era tempestato di
colpi da tutte le parti. Mentre Squall cercava di difendersi come
meglio poteva, vide Storm caricare un colpo finale…prima che
il braccio gli venisse bloccato da una frusta.
“Ancora? Ma
allora è un vizio!”
Sbottò rabbioso il Phalanx.
Si liberò
della frusta con una strana rotazione. Storm si
voltò per fronteggiare la nuova minaccia e rimase sorpreso
quando vide che anche altri tre SeeD erano giunti in soccorso del loro
comandante. Squall si rimise in piedi, sebbene fosse dolorante.
“Hai detto di
poter lottare contro tre SeeD..adesso ne hai
davanti cinque. Arrenditi, Storm.”
Per tutta risposta Storm
caricò Quistis, ma Irvine
sparò costringendo il Phalanx a schivare il colpo gettandosi
di lato. Prima che Storm potesse abbozzare una reazione Zell lo
atterrò con una spallata in corsa. Il Phalanx si
rialzò con un colpo di reni, ma dovette gettarsi a terra per
evitare un malefico “Sguardo Laser” di Quistis. Fu
allora che sentì fortissimo un dolore alla nuca. Selphie
l’aveva colpito con il suo Nunchaku. Squall
approfittò dell’occasione e si lanciò
contro, ma non prima di aver utilizzato su di se la magia aura. I colpi
del Renzukuken colpirono senza pietà e con precisione
micidiale. Storm cadde in ginocchio, perdendo sangue dalla bocca.
Quistis voleva finirlo, ma Irvine la trattenne.
“No..lasciatela
fare.”
Ridendo, Storm si rimise
in piedi. Si tolse la polvere di
dosso,pulendosi il sangue che gli usciva da un angolo della bocca con
il dorso della mano. Fece stretching al collo, facendolo oscillare da
destra a sinistra. Ruotò la spada che aveva in mano, e dava
l’impressione di divertirsi in mondo.
“Come vi ho
detto prima, ho la pelle dura.”
si voltò
verso Squall
“Ed
adesso,ecco un assaggio del potere di cui parlavo
prima.”
Prima scintille rosse,
poi scintille nere circondarono il corpo del
Phalanx. Irvine sparò, ma i proiettili, persino quelli
vibranti venivano deviati da quella che sembrava essere una barriera
invisibile. Zell non poteva avvicinarsi, ed il nunchaku era inutile.
Quistis era l’unica a poter fare qualcosa di concreto, ed
evocò il potere dell’onda cosmica.
Un onda
d’energia blu e bianca catturò il Phalanx
e portò in alto, sottraendolo alla vista dei SeeD. Un attimo
di assoluto silenzio e poi l’esplosione. Quando la luce
bianca cessò, i SeeD guardarono il punto in cui un attimo
prima c’era il Phalanx: adesso c’era quello che
sembrava un bozzolo nero squamoso.
“Qualcuno ha
fatto qualcosa? Mi sono distratto un
attimo.”
La voce proveniva da
quel bozzolo, che si aprì mostrando uno
Storm vivo e vegeto.
Quello che sembrava
essere un bozzolo era in realtà un paio
d’ali in cui il guerriero si era avvolto. Il Phalanx si
mostrò trasformato agli occhi dei SeeD: i capelli corti
adesso erano talmente lunghi da arrivare a metà schiena, e
non pochi erano diventati rossi;sulla testa aveva un elmo a forma di
drago nero, e buona parte del suo corpo era ricoperta da una splendida
armatura nera con intarsi rossi. Sul lato destro due ali di drago: una
grande che partiva dalla spalla, l’altra più
piccola che invece di andare in alto scendeva dal fianco. Due ali
rosse, sullo stesso lato del corpo.Il Phalanx estrasse anche
l’altra spada, che brillava di luce propria e
guardò i SeeD con un ghigno stampato in volto
“Forza,fatevi
avanti.”
I SeeD si guardarono
confusi, ma capirono di avere davanti
quell’ibrido mezzo-uomo, mezzo-GF che Seifer aveva descritto.
Quistis usò il potere della Multidifesa sulla squadra e
Selphie evocò le Mura. Adesso erano pronti a sostenere lo
scontro.
Irvine fece fuoco
utilizzando i colpi rapidi, ma Storm li
parò tutti utilizzando la spada. Non appena ebbe svuotato il
caricatore,Zell si lanciò all’attacco colpendo il
nemico con quella rapida combinazione che aveva insegnato ai suoi
allievi. Colpiva rapido e forte, ma il Phalanx non si scomponeva.
“No,dico…tutto
qui?”
e colpì Zell
utilizzando la spada di piatto. Rumore di ossa
rotte, ed il biondo venne scaraventato a diversi metri di distanza.
Deviando le magie che Selphie e Quistis gli scagliavano contro
semplicemente ruotando la sua spada,Storm si concentrò su
Irvine. Affondò la spada primaria nel terreno e quando la
tirò fuori ne scaturì un onda talmente potente da
mettere KO il cowboy, ignorando le potenti magie di difesa che lo
proteggevano. Il Phalanx si girò poi verso le ragazze e per
un attimo parve quasi indeciso sul da farsi. Squall cercò di
attaccarlo alle spalle, ma il Phalanx spiccò il volo,
volteggiando pigramente a diversi metri di distanza dai SeeD.
(non sono mai stato un
fenomeno in fisica…ma come diavolo fa
a volare con le ali da un solo lato?)
Storm puntò
la sua spada secondaria contro il gruppo.
“FLARE
RAIN”
Dalla spada cadde una
pioggia di dardi infuocati. Ogni dardo esplodeva
quando colpiva il terreno, lasciando una piccola buca fumante come
traccia del suo passaggio. Quando l’infernale
attaccò ebbe termine solo Squall era rimasto in piedi:
nessun dardo l’aveva colpito. Si chinò a
controllare se Selphie e Quistis erano ancora vive, e
sospirò di sollievo quando sentì il flebile
pulsare del loro polso. Si voltò verso il fratello, era il
momento di finirla. Scagliò un flare contro il terreno per
darsi la spinta e non appena fu in aria diede libero sfogo alla
violenza del renzokuken. Ma ogni colpo veniva parato, Storm nemmeno si
scomponeva. Il Comandante SeeD caricò l’energia
del Cuore di Pietra, ma Storm lo anticipò
“ENDECASLASH”
Fu un lampo nero, e
Storm era dietro Squall. Per un solo attimo le due
figure restarono entrambe in aria, poi Squall urlò e cadde.
Sul suo corpo c’erano undici tagli, poco profondi ma molto
lunghi. Guardò in alto ,mentre cercava di richiamare un
magia energia…ma era troppo stanco e debole. Era
completamente alla mercè del suo avversario…di
suo fratello. Ma quello era veramente suo fratello? Non c’era
nulla nello sguardo di Storm, se non fredda determinazione. Planando,
Storm si portò davanti al fratello e gli lanciò
una magia di cura.
“Questo
dovrebbe fermare l’emorragia. Spero che
adesso tu sia più ragionevole. Questo è il potere
di cui ti parlavo. Allora fratello, hai cambiato..”
Ma non ebbe il tempo di
finire la frase. Un enorme meteorite evocato da
una potente magia lo colpì in pieno. Il Phalanx
indietreggiò di diversi metri, lasciando profondi segni nel
terreno, prima che la sua lama tranciasse a metà quel
meteorite magico, facendolo sparire nel nulla. Storm rimase sorpreso
nel constatare chi aveva lanciato quella magia
“Questo
è completamente
inaspettato…”
CAPITOLO 25
Storm sbatteva
pigramente le sue ali e puntò la spada verso
una figura opalescente in lontananza. Questa si avvicinava a gran
velocità,lasciando dietro di sé una scia di luce
bianca. Era Griever. O meglio, in parte era
Griever…l’altra parte era Rinoa. Le braccia della
giovane strega erano incrociate sul petto, ferme. Quelle che
impugnavano il Gunblade erano le possenti braccia del Griever. Il viso
di Rinoa era coperto dal naso in su da una maschera che ricalcava il
volto del leone alato. Le ali da angelo che spuntavano dalla schiena
della strega adesso erano grandi il doppio, e lo stesso Griever aveva
cambiato colore: non più viola, ma bianco. Sembrava un
angelo.
“Cara
cognata…non è per farmi i tuoi
affari, ma come diavolo hai fatto a padroneggiare una tecnica di cui
ignoravi anche l’esistenza, se io stesso la controllo solo
per metà?”
Rinoa tacque.
Aprì le ali ed attaccò Storm. I
colpi erano veloci, e se Storm non fosse stato un maestro
nell’arte di usare due spade, sarebbe stato sicuramente messo
in difficoltà. Rinoa colpiva alternando fendenti e magie,
che Storm deviava con la sua spada. Quando il lucente Gunblade di Rinoa
si scontrò contro entrambe le spade di Storm
l’onda d’urto che si generò fu talmente
potente da scavare una buca. Storm rise, fintò un colpo e
poi colpì dal basso verso l’alto, scagliando in
aria la sua avversaria. Puntò entrambe le spade su Rinoa
“BLASTER
SLASH”
Mosse le spade e da ogni
movimento si generava un’onda di
energia solida tagliente come le sue spade. Rinoa riuscì ad
annullare i primi colpi, ma presto fu costretta a difendersi
chiudendosi con le sue ali. I colpi proseguivano incessanti e le piume
bianche continuavano a cadere, bruciate. Storm caricò la sua
energia nella spada…
“Vieni a me,
ange…”
Ma prima che potesse
completare si accorse della presenza di Ifrit. Il
Signore del Fuoco aveva già lanciato il suo attacco e Storm
ormai non poteva più evitarlo. Si nascose avvolgendosi con
le sue ali da drago ed incassò la palla di fuoco. Quando
tutto scomparve si voltò verso Squall che aveva evocato il
GF,prendendolo in prestito da Zell.
“Appena
tiepido.”
Evocò un muro
d’energia che colpì
Squall atterrandolo.Ma Squall aveva evocato il GF solo per distrarlo.
Senza la necessità di doversi difendere Rinoa
contrattaccò. Dalle sue ali angeliche scaturirono centinaia
di raggi bianchi, di pura energia. Storm riuscì ad evitare i
primi ed a deviare gli altri, ma fu presto costretto a spiccare il volo
e compiere ardite manovre per evitarli. Ma la fuga era inutile, dato
che i raggi continuavano ad inseguirlo, e Storm ben presto decise di
scendere in picchiata verso Winhill. Lì i raggi lo
raggiunsero e lo circondarono, la luce abbagliò Squall.
Quando il SeeD
poté guardare nuovamente vide del fumo in
lontananza e nessuna traccia del fratello.
“Rinoa…l’hai
sconfitto!”
Rinoa rimase in silenzio
e scosse la testa. Poi la lama del Gunblade
allungò diventando il doppio del normale, e la strega
assunse quella che pareva una posa difensiva. Il contrattacco giunse
presto e violento, sotto forma di vibranti raggi rossi. Ma Rinoa era
circondata da una scintillante aura dorata, che sebbene tremasse
all’impatto con quei raggi, riuscì a reggere
l’attacco.
C’era un punto
rosso scintillante nel cielo: da lì
ricominciarono a piovere raggi, ancora una volta vanificati dalla
difesa di Rinoa. Il punto rosso prese sempre più consistenza
man mano che si avvicinava, rivelando uno Storm tutt’altro
che sconfitto. Storm tempestò di colpi la sua giovane
avversaria senza risparmiarsi, ma la barriera reggeva.
“Prova con
questo…GUNGNIR!”
Dalla spada nera
scaturì un’onda di energia
tangibile e tagliente sotto forma di una lancia. La barriera di Rinoa
la bloccò, ma presto al colore oro si sostituì un
malsano grigio, e poi vi fu come un rumore di vetro rotto. Rinoa aveva
perso la sua barriera.
Rinoa dovette passare
all’offensiva e richiamò il
potere del ghiaccio, fortissimo in lei grazie ai poteri che Edea gli
aveva inconsapevolmente passato. Una pioggia di lame azzurre, di
ghiaccio calò sul Phalanx che però li
annullò tutti con un unico colpo della possente spada nera.
Storm guardò
soddisfatto e colpì con il suo
Endecaslash, seguito da una serie di rapidi affondi veloci e quasi
impossibile da seguire per gli occhi di un comune umano. Senza il
potere di Griever, Rinoa sarebbe sicuramente morta. Storm adesso
guardava la ragazza dall’alto in basso e sollevò
la spada
“Vieni a me,
angelo crudele!”
Si sentì un
coro di voci, angeliche e diaboliche insieme,
declamare i versi di una lingua sconosciuta. Con un lampo di luce nera,
bianca e rossa Rinoa era terra. Niente più Griever,
solamente una ragazza coi capelli corvini ed il vestito blu. Una voce
risuonò nella testa di Storm
Perfetto.
Ed adesso uccidili tutti.
(No.)
Cosa
stai dicendo? Sono tutti nelle tue mani! Scatena
la mia vera potenza e poni fine al loro..
(TACI.)
….come
osi…
(Il sono il guerriero,
io sono quello che ti comanda. Ed adesso ti
ordino di tacere. La battaglia è finita.)
Storm fu nuovamente
avvolto da scintille nere e rossa. Quando
scomparvero lui era di nuovo quello di prima. Un avversario temibile,
certo, ma umano. Si avvicinò a Rinoa e le poggiò
una mano sul capo, sussurrando qualcosa. Poi diede le spalle al gruppo
di SeeD agonizzanti. Guardando verso est. Il cielo tremava, o meglio
era come se a tremare fosse la stessa aria. Poi improvvisamente
l’aria si squarciò mostrando un’enorme
struttura rosso fuoco con un anello dorato alla base: il Garden di
Galbadia.
Il Garden passava
fluttuando, qualcuno calò una cima a Storm
che riuscì a prenderla al volo. Il Garden di Galbadia fece
un’inversione ad U e scomparve dalla vista dei SeeD e del
Garden di Balamb.
***
Squall si
svegliò in infermeria. Non propriamente un bel
risveglio. Era confuso, bendato da tutte le parti come una mummia. Si
mise a sedere sul lettino quando la Kadowaki lo raggiunse.
“Ben
svegliato, Preside. Come ti senti?”
“…tutto
ok.”
“Temevamo non
ti svegliassi più,sai? Sebbene le
ferite non fossero mortali,il tuo corpo è stato sottoposto
ad uno stress eccessivo. Che pessima idea quella di evocare un Guardian
Force!”
Squall si
guardò intorno
“Rinoa?”
“Oh, lei sta
bene. E’ stata qui a vegliarti
finchè non l’ho mandata a prendere da mangiare.Ed
anche gli altri. Ci sono volute parecchie para-magie, però
sono a posto. Erano ridotti male, ma stranamente nessuno dei colpi che
avete ricevuto ha colpito zone vitali.”
La Kadowaki si
chinò guardando in faccia Squall con aria
complice
“Anche il
piccolo sta bene. Siete stati tutti molto
fortunati.”
(fortuna…no,
non credo.)
Non era stata fortuna.
Squall era sicuro che se Storm li avesse voluti
morti davvero, lui sarebbe ora qui a parlare di fortuna con la
Kadowaki. Scese dal lettino e cercò la sua giacca nera. O
meglio, quel che rimaneva della giacca. L’endecaslash
l’aveva praticamente ridotta a brandelli.
Beh…meglio la giacca che la pelle. Però gli dava
una strana sensazione vedere un oggetto a cui era così
affezionato ridotto a brandelli.
Rinoa entrò
in quel momento, proprio mentre Squall passava
il dito in uno dei numerosi strappi. Rinoa si gettò al collo
di Squall, che lasciò cadere la giacca per sostenerla.
“Rinoa…va
tutto bene.”
I due lasciarono
l’infermeria e Squall radunò in
presidenza i SeeD di alto rango. Fece sedere tutti e Squall
riportò fedelmente il discorso e gli obiettivi di Storm. Non
tralasciò nulla, nemmeno il fatto che il loro nemico era suo
fratello. Il discorso si spostò poi sullo scontro e sulla
mutazione che il Phalanx aveva avuto. Ovviamente Rinoa fu invitata a
parlare, dato che lei aveva usato il medesimo tipo di Junction. Ma la
ragazza non seppe dare loro nessuna risposta
“Non so
com’è successo…dalla
finestra dell’aula 23 ho visto una forte luce in lontananza,
poi ho avuto una strana sensazione, come di caldo ed una voce mi
parlava. Era voce profonda, ma lontana e mi diceva di chiamare in me il
potere del Leone Alato. Ho avuto paura ed ho stretto l’anello
di Squall in mano. Era bollente, ma non mi faceva male. Poi la voce ha
parlato ancora, e mi ha chiesto il permesso di unire i nostri poteri.
Ha detto che le vite delle persone a cui tenevo erano a rischio e che
da soli non saremmo riusciti a fare niente. Allora gli ho detto di si e
lui mi ha detto di chiamarlo per nome…all’inizio
mi era sembrata una normale evocazione, ma lui mi ha detto di non
liberare l’energia verso l’esterno, ma di
canalizzarla verso l’interno come se fossi io stessa il
bersaglio. Ho seguito le istruzioni ed avete visto tutti i
risultati.”
“E quegli
attacchi, Rinoa? Cavolo, erano
spettacolari!”
(Domanda giusta, ma tono
inappropriato…Zell.)
“Il primo
è stata un’idea del mio GF. Mi
ha detto che potevo usare il Verdetto Divino, attingendo dal potere di
Alexander, con cui ero in Junction. Il secondo era un normale
Blizzaga…almeno credevo fosse un blizzaga. Il Guardian mi
consigliava cosa fare, sussurrando. Però…era
stancante. Più venivo colpita, più la mia energia
diminuiva ed anche muoversi diventava faticoso. Poi alla fine ha
evocato quello strano potere…e non avevo più
nulla. Niente Junction, e quel tanto di energia che mi bastava per non
perdere i sensi.”
Pitt, il SeeD che aveva
fatto da guardiano a Rinoa prese la parola
“Ma
perché lasciarvi vivi? Insomma, poteva
eliminare quelli che sarebbero stati una sicura spina nel fianco tutti
insieme e rapidamente…non mi sembra una scelta saggia
”
Joker prese la parola
“Credo
d’aver capito come pensa Storm. In questo
momento lui ha sconfitto gli eroi che hanno distrutto la potente strega
Artemisia, e che quindi sono considerati i guerrieri più
potenti del mondo. Sconfiggendoli ma lasciandoli vivi ha dimostrato sia
la sua capacità di poter giocare con la vita delle persone
sia la sua misericordia. Il messaggio che comunica è
semplice: se fate come vi dico non avrete problemi, anzi. Devo dire che
la sua idea di pace è affascinante…peccato che
così noi rimarremmo senza lavoro.”
Squall ignorò
l’ultima battuta e si
voltò verso Shu.
“Hai informato
Caraway e Laguna?”
“Si, Squall.
Stanno mobilitando entrambi le proprie forze
armate, ed hanno diffuso il messaggio nelle rispettive regioni. Solo
Dollet non parteciperà, la città si è
dichiarata neutrale ed il consiglio ha dichiarato che la presenza di
militari non appartenenti alla città sul loro territorio
verrà considerata invasione. Questo è
più che altro un problema sul piano logistico dato che il
porto di Dollet sarebbe stato il punto ideale per far sbarcare e
rifornire le nostre truppe. Il porto di Timber è troppo
lontano e Deling City non ha sbocco sul mare. Le truppe di Esthar
arriveranno dal ponte di Fisherman’s Horizon. A proposito,
Laguna ha comunicato che a breve sarà qui con un
esperto.”
“Ma di che ci
stiamo preoccupando?”
Tutti si voltarono verso
Zell
“Quanti sono
quei Phalanx,sei? Beh, solo noi SeeD siamo molti
di più! Rinoa ci insegnerà a padroneggiare quella
nuova tecnica e gliela faremo vedere! Voglio proprio vedere come se la
caveranno con un rapporto minimo di cento ad uno!”
“ma io non so
come farlo…è stato lui a
dirmi come, e non mi sento in grado di farlo da sola. in
realtà neanche voglio
farlo.”
“Ci occuperemo
di questo problema quando arriverà
l’esperto di Esthar. Intanto dividiamoci in due gruppi. Uno
gruppo dovrà studiare le tattiche adatte a neutralizzare un
Phalanx trasformato,l’altro dovrà elaborare i
piani di battaglia ed i modi migliori per difendere le città.
Quella era una squadra
di Phalanx. Una. Storm non è uno
stupido,sono sicuro che ha già deciso di convocare la
Coalizione.”
“Accidenti…”
imprecò Selphie
“E se anche
altri Phalanx sono in grado di usare questo
sistema?”
“Super-mega
Accidenti!” Sempre Selphie
“Ora che ci
penso, ha detto che quella era una tecnica che
padroneggiava solo per metà. Come faremo quando
sarà in grado di effettuarla al 100%?”
“SUPER-MEGA-ULTRA
ACCIDENTI!!!”
Squall sbattè
il pugno sul tavolo. Era assurdo. Dei SeeD
temprati che tremavano di fronte ad una serie di congetture e
probabilità.
“E’
inutile spaventarsi per qualcosa che
è solo una possibilità, la peggiore delle
ipotesi. Lavoriamo su quello che abbiamo di concreto!”
I SeeD si divisero nei
due gruppi indicati da Squall ed iniziarono a
lavorare. Squall aveva ancora in mente le parole che suo fratello aveva
detto a Rinoa, le aveva sentite.
stai
tranquilla, non ucciderei mai mio nipote. Ma non
incrociare mai più le lame con me, non è detto
che la prossima volta sia capace di controllarmi
CAPITOLO 26.
L’esperto era
arrivato. Squall aveva riunito tutti i SeeD
nell’auditorium, ed aveva messo a disposizione dello
scienziato esthariano il miglior computer del Garden. Su un telo veniva
proiettato il file che lo scienziato inseriva nel computer.
“Quello che
vedete è uno dei progetti
più cari ad Odine, una nuova tecnica chiamata Junction
Symbiosys. Basandosi sul presupposto che un GF è molto
più potente come entità fisica, che come
entità puramente spirituale o energetica, Odine ha cercato
di far trovare un modo in cui si riesca a sfruttare l’energia
corporea del Guardian Force senza dover però rinunciare ai
Junction.”
Premette un tasto e
l’immagine cambiò. Adesso
c’era la sagoma di un corpo umano con delle freccette rosse
che dall’interno andavano verso l’esterno. Per
quello che Squall capiva, poteva essere anche una battaglia navale
“Da qui
è chiaro come l’entrare in
Junction con un GF potenzi determinate capacità, sebbene il
GF per installarsi nell’evocatore in modo stabile deve
prendere un posto nella sua memoria, ovvero in questo punto qui.
Ebbene, si nota come di norma ci vuole più di un GF per
potenziare tutte le capacità in modo significativo.
Altro cambio di immagine
“Questa
è il nuovo sistema. Il corpo del GF si
unisce a quello dell’evocatore, che ne acquista alcuni dei
principali tratti modificati per adattarsi al nuovo ibrido. Avremo
quindi presenza di zanne, artigli ali o piumaggio. Le
abilità del GF non diventano semplicemente un modo per
potenziare l’evocatore, ma si uniscono a quelle
già presenti, sommandosi senza detrarre il precedente
Junction.”
Mormorio dubbioso per la
sala
“Traduco in
termini profani: l’evocatore aggiunge
alle proprie capacità, anche potenziate da precedenti
Junction, quelle del corpo fisico del GF. Capite che con i giusti
Junction di base ed un potente Guardian Force si può
facilmente creare un’inarrestabile macchina da guerra.
Inoltre l’evocatore resta comunque in grado di usare a
piacimento il potere degli altri Guardian che eventualmente possiede,
in aggiunta ai suoi attacchi e forse anche a manovre del tutto nuove.
Ma passiamo adesso agli effetti negativi di questa tecnica”
ennesimo cambio
d’immagine, ennesimo rebus
“Come si
può ben vedere dall’immagine,
il dividere un unico corpo con un GF è un processo
stancante, dato che il GF e l’evocatore hanno due nature
differenti e quindi un diverso tipo di metabolismo. Tuttavia
c’è la possibilità che con un
po’ di pratica si possa riuscire a mantenere a lungo la forma
ibrida. Il secondo problema riguarda l’affinità
con GF. Se non si ha sufficiente affinità le
probabilità che si verifichi un effetto di rigetto, simile
per esempio a quello che succede quando si fa un trapianto con un
organo non compatibile, sono elevate. Tanto minore è
l’affinità tanto maggiore la
possibilità di rigetto. ma questo problema può
essere facilmente risolto alla base, aumentando
l’affinità col proprio Guardian Force. Dulcis in
Fundo, il terzo e più importante problema: conflitto di
volontà. A volte i GF sono dei servitori fedeli, altre volte
sono stati soggiogati e costretti a servirci, ed in questo caso possono
anche manifestare un forte spirito vendicativo.Se la volontà
dell’evocatore non è sufficientemente forte, o si
incrina in un momento topico, uno spirito vendicativo potrebbe prendere
il controllo dell’intero essere.”
Lo scienziato di Esthar
spense il proiettore e guardò i SeeD
con aria imbarazzata
“Ovviamente
tutto quello che ho detto non va oltre il piano
teorico, dato che dalla caduta di Adele Esthar ha sempre scoraggiato
fare esperimenti su soggetti umani.”
“Teoria mio
nonno!” disse un rabbioso Zell
“Quel tanghero ci ha messo KO trasformandosi in un
mezzo-drago! Per essere una teoria mi pare fin troppo
consistente!”
“Ne sono stato
informato, e devo dire che trovo affascinante
il rapporto. A quanto pare Odine ha potuto sperimentare questo nuovo
sistema senza limitazione e questo è un serio problema.
L’unico modo efficiente per contrastare un evocatore in
Junction Symbiosys è un altro evocatore, o più di
uno qualora il GF utilizzato non sia sufficientemente
potente.”
“E riguardo
quello che mi è successo?”
Chiese Rinoa
“Beh,
è sempre una teoria, ma suppongo che il GF
si sia unito spontaneamente perché in qualche modo sentiva
di doverlo fare. Secondo me, il Guardian che avevi latente ha percepito
la presenza dell’altro GF e l’ha considerato un suo
avversario,agendo di conseguenza. Certo, è curioso il fatto
che non ci siano stati problemi nell’unirsi ad un GF
sconosciuto…probabilmente alcuni punti degli studi sono da
rivedere.”
L’esperto fu
congedato e Laguna parlò ai SeeD
“Beh, non so
voi, ma io non ci ho capito granchè
in realtà…troppa teoria. In ogni caso, sappiate
che Esthar non si arrenderà, abbiamo risorse che questo
Storm non immagina nemmeno!”
“Laguna…ci
sarebbe una cosa di cui dovremmo
parlare in privato. Seguimi nel mio studio..”
“Eh?
Uh…come vuoi ragazzo!”
Laguna seguì
suo figlio nell’ufficio in presidenza
e Squall chiuse la porta.
“Come mai
tutta questa segretezza?”chiese confuso
Laguna
(non è facile
da spiegare…meglio andarci con
tatto)
“Ho un
fratello. Storm è tuo figlio e mio
fratello.”
(perché non
do ascolto a quello che penso?)
Bang. Se Squall avesse
detto che sapeva per certo che in
realtà la luna fosse fatta di panna montata Laguna non
avrebbe potuto reagire in modo più esagerato. Prima
balbettò il nome di Storm una mezza dozzina di volte,
seguito da un balbettio in do maggiore di “figlio”,
ed infine la più classica delle cadute, seguendo una
perfetta parabola verticale. Se non ci fosse stata una poltrona sotto,
Laguna sarebbe finito sul pavimento di marmo dell’ufficio del
preside. Qualcosa che era meglio evitare.
Squall
aspettò che il padre si riprendesse, sperando che lo
facesse in fretta. In momento di crisi come quello che stavano
attraversando sarebbe stato sconveniente che il presidente di Esthar
finisse vittima d’un infarto.
“Vuoi
dell’acqua?”
“Eh…no..devo
solo assimilare la cosa.
Incredibile…fino a due mesi fa pensavo di essere solo, di
non avere una famiglia ed ecco qui due figli!”
“uno che vuole
conquistare il pianeta e l’altro che
deve salvarlo. Sembra la trama d’un
film…”
Laguna si fece serio in
volto
“Cosa vuoi
fare Squall?”
(il primo che mi fa
questa domanda)
(ho sempre voluto che
qualcuno si degnasse di chiedermelo)
(eppure…)
“Non lo so.
Sento che devo combatterlo, ma devo ammettere che
nel suo ragionamento c’è più logica che
pazzia. Ha lasciato vivi Rinoa ed il bambino, e non credo che questo
sia solo un atto strategico come detto da Joker. Ma non posso
lasciargli campo libero, è ovvio.”
Ci fu una breve
pausa,poi Squall ricominciò
“Ho combattuto
contro la donna che mi fatto da Madre.
Combatterò contro mio fratello.”
Laguna era silenzioso,
si limitò ad annuire. Poi,
sforzandosi di sembrare allegro disse
“Ho saputo
della tua giacca. Le eri molto
affezionato?”
Che domanda cretina! Ma
forse voleva solamente cambiare argomento.
Tanto vale dargli una risposta
“Forse”
“Immaginavo.
Ti ho portato una cosa, dritta dal miglior
negozio di abbigliamento di Esthar City. Non puoi mica restare con solo
una maglietta bianca per tutto l’inverno,no?”
“…”
“Lo interpreto
come un “certo, una nuova giacca
sarebbe molto gradita!”. Almeno presumo sia questo che tu
voglia dirmi.”
Laguna
accompagnò Squall al suo appartamento e gli porse
quella giacca. Era un’elegante giacca,molto simile a quella
che Laguna portava in gioventù,ma di colore nero. Sulla
spalla destra c’era una toppa di pelle rossa, con disegnato
l’emblema del Griever. La parte che copriva il petto era
molto resistente e Laguna spiegò che sotto lo strato
superiore di pelle era nascosto uno strato di un nuovo materiale,
elastico e resistente, in grado di fermare un proiettile a bruciapelo.
Laguna lasciò che Squall provasse la giacca, ma il SeeD lo
fermò
“Ehy
Laguna.”
“Si?”
“Grazie”
***
Era più tosto
di quello che pensava. La sua
volontà era a dir poco adamantina, non sarebbe riuscito a
metterlo in dubbio. Ma come poteva tollerare tutto questo? Lui, il
più grande degli spiriti controllato da un misero umano!
Doveva spingerlo a liberarsi di lui, e così avrebbe potuto
cercare un nuovo corpo,più facile da manovrare. Quella
ragazza bionda…piena di energia, capace di usare quella
potente tecnica chiamata Onda Cosmica…così
forte,eppure così intrinsecamente debole. Un contenitore
perfetto. Ma come spingerlo a lasciarlo andare? Era troppo furbo, degno
discendente del guerriero che è riuscito ad intrappolarlo
nell’anello d’acciaio. Ma era troppo sicuro di
sé. Superbia…quanto la adorava. Fino a quel
momento non aveva altra scelta che obbedire agli ordini, ma poteva
ancora manifestarsi a lei. Quando era stata colpita, un piccolo
frammento della sua essenza era entrato in quel
Avrebbe iniziato a
giocare con lei, con la sua fragile mente. Ma
qual’era la forma più adatta?
Avrebbe scavato nei
meandri della sua mente, scegliendo con cura. Non
era difficile, c’era un’immagine che trasmetteva
sensi di colpa e dolore. Aveva trovato il suo punto
d’aggancio.
Ah, gli umani!
________________________________________________________________________________________________________________________
Nota dell'autore: Prima di tutto, vi ringrazio tantissimo per le
recensioni, che mi hanno dato la voglia di continuare a scrivere.
Qualche appunto sulle manovre usate dal Phalanx durante lo scontro:
-Drakoken: compare nella versione italiana di FFIX(nella versione
originale si chiama Lancer)ed è qui usata come la versione
Phalanx del Renzokuken,niente in comune con l'abilità di
Freija quindi.
-Endecaslash: un singolo attacco che causa 11 colpi, a metà
fra l'Octaslash e l'omnislash
Quanto all'Angelo Crudele,non ha bisogno di spiegazioni. Un attacco
utilizzato da KefKa e Sephiroth, forse i migliori "cattivi" di
FF...spero di non sembrare presuntuoso nel assegnare al Phalanx
quest'attacco...
vi ringrazio ancora e vi invito a commentare numerosi(anche le critiche
sono ben accette)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitoli 27-29 ***
FFVIII-4
CAPITOLO
27
Storm guardava
soddisfatto dalla sua postazione sul balcone della presidenza il Garden
che marciava trionfalmente verso Timber. Due squadre di Phalanx si
erano già unite alla sua causa, mettendo in comune le
proprie risorse, proprio adesso stavano montando sul garden dei cannoni
anti-carro e diverse batterie di laser anti-aerea,senza contare
l’enorme dispiegamento di armi anti-uomo. Senza contare che
oltre ai Phalanx, aveva a disposizione gli WAVE, ovvero un corpo
para-militare mercenario al servizio dei Phalanx,composto da disertori
di Esthar,reduci dalla guerra della strega e disperati apolidi. Di
recente avevano servito Galbadia come parà, indossando una
divisa verde che li distingueva dai normali soldati. Certo, il loro
addestramento era di poco superiore a quello di un normale soldato di
Galbadia, ma facevano numero, e questo era importante. E la
cosa preoccupava i piani alti, che probabilmente stavano già
prendendo i loro provvedimenti. Che vengano!
Crisis era dietro di
lui, fortunatamente si era ripreso,sebbene venisse ancora utilizzato
“a mezzo servizio”. Non era in grado di sostenere
un lungo scontro fisico, ma era un discreto tiratore ed affiancato a
Ravenant sarebbe stato comunque micidiale. Crisis doveva parlare,quindi
Storm si tolse l’MP4 dalle orecchie per poterlo ascoltare.
“Novità
Crisis?”
“Il decano
vuole vederti.”
Uh, il decano. Il capo
di quello che era il consiglio di amministrazione di Phalanx. In
pratica chi gestiva tutto da dietro le quinte senza mai sporcarsi le
mani. Per smobilitarsi lui le cose dovevano essere gravi.
Sorrise.
“Digli che lo
ricevo tra cinque minuti.”
“Ricevuto. Ma
perché tra cinque minuti?”
Storm rimise
l’MP4.
“Perché
Bat out of the Hell dura altri cinque minuti.”
Crisis guardò
sorridendo quello che era il suo capo, che solo ogni tanto si ricordava
di essere un ragazzo. Era strano vedere un uomo con così
tanto potere mettersi a canticchiare stonando le note di un classico
del rock. Ridacchiando andò a riferire il messaggio.
***
Uhmf. Aspettare. Lui, il
Decano dei Phalanx, costretto ad stare ai comodi dei suoi subordinati.
E che sfacciataggine poi! Aveva deciso di porre fine a questa
pagliacciata. I phalanx dovevano rimanere nell’ombra. Al
diavolo la pace! Non è un affare redditizio.
Il Phalanx che a quanto
pare faceva da segretario a Storm batteva al computer,probabilmente
dando istruzioni ai vari robot che giravano nel Garden come sentinelle.
Ad un certo punto il cercapersone trillò, e questo Phalanx
di colore comunicò al Decano di entrare.Il vecchio non aveva
gradito il modo in cui quel suo subordinato gli si era rivolto, e prese
mentalmente nota di assegnare una punizione una volta finita la sua
missione. La porta si aprì al suo passaggio ed
entrò nella sala. Era molto diversa dall’ultima
volta che aveva fatto visita a Martine per affari.Il locale era
composto da una prima stanza ovale con un balcone e da una seconda
stanza, rotonda, molto più piccola, con una specie di trono
al centro. Sul trono era seduto il Phalanx, in maniera alquanto
scomposta. Con grande disappunto del decano, il Phalanx non si era
alzato alla sua presenza.
“Sono qui
perché vorrei ascoltare quali sono le giustificazioni che
addurrai a questa pazzia.”
“Pazzia?”
Il Phalanx si mise seduto guardando il suo superiore con esagerato
stupore
“Pazzia…quindi
voi pensate che io sia pazzo. Strano, perché io sono
convinto dell’assoluta genialità del mio piano.
Non miro a chissà quale utopia, il bersaglio è
più che mai alla portata del mio braccio.”
“Tu non hai
l’autorità per convocare la coalizione o
dichiarare una guerra!”
Storm guardò
negli occhi il suo superiore
“E
tu?”
L’uso del tu
fu come un pugno in un occhio per il decano. Ma prima che potesse
rispondere, Storm riprese
“Hai perso
l’autorità di darmi ordini molto tempo
fa…”
Il Phalanx si
alzò ed iniziò a camminare in tondo intorno al
decano, come un predatore.
“Nascosti
dietro le vostre scrivanie…contate i soldi che vi inviamo e
date ordini. Ma siamo noi a dover schivare le pallottole. Siamo noi
quelli che devono rischiare la pelle. Le mani che si sporcano di sangue
sono le nostre.
Non fraintendere. Non
dico che mi metto a piangere per quelli che uccido…ma ho
deciso di non prendere ordini da chi ha paura di fare il lavoro sporco.
Immagino per paura che la giacca si sgualcisca, vero?”
Storm aveva passato il
segno. Era giunto il momento di mettere fine a tutto questo attuando il
protocollo standard in caso di Phalanx ribelle.
Tirò fuori
dalla tasca un revolver,piccolo e argentato e lo puntò
contro il petto del Phalanx ribelle.
“Il consiglio
ha approvato la mia mozione: eliminarti. Come vedi non ho problemi a
sporcarmi le mani, se serve.”
Sparò,
svuotando il caricatore contro il Phalanx che crollò per
terra senza emettere un solo gemito. Il decano guardò il suo
lavoro soddisfatto e fece per andarsene.
Poi sentì
inconfondibile il rumore di un applauso fatto da una sola persona. Si
guardò e vide che Storm, ancora sdraiato per terra lo stava
applaudendo. Storm si rimise in piedi con un colpo di reni e ridendo si
tolse la divisa nera, rivelando sotto una casacca di Kevlar.
“Davvero
credevi che io non fossi preparato a questa
eventualità?”
Il decano
cercò di ricaricare, ma Storm gli fu addosso, disarmandolo
con un calcio e stendendolo con un pugno alla mascella. Un rivolo di
sangue colava dalla bocca di quello che una volta era il suo superiore.
Adesso non si tornava più indietro. Lo trascinò
fino al balcone e lo fece sporgere per tutta la parte superiore del
corpo, fino alla vita. Il decano si dimenava, lottava, ma la stretta
del Phalanx era potente.
Ogni fibra del corpo di
Storm era tesa per lo sforzo…questo era il suo punto di non
ritorno. Avvicinò il volto a quello del decano,mostrando i
denti in un ghigno
“Con la
presente La informo ufficialmente che da questo momento do le
dimissioni dal corpo dei Phalanx, signore”
Lo sollevò in
alto, mentre quello implorava pietà.
(assurdo. Il mandante di
così tanti assassinii che chiedeva pietà?)
(E’ sbagliato,
è ridicolo)
La rabbia del Phalanx
cresceva… finchè non gettò
giù il decano.
Quello urlò
mentre cadeva giù,nel vuoto, e l’ultima cosa che
vide fu uno strano essere con quattro ali che lo osservava, guardandolo
con aria schifata.
***
Quistis era nel suo
appartamento,stava sistemando le sue cose. Mai come in quel momento si
sentiva inutile,sconfitta. Essere tornata una professoressa non le dava
più nessuna sensazione: si sentiva vuota dentro. Era stata
sconfitta,umiliata, e mentre gli altri elaboravano piani su piani,uno
più improbabile dell’altro lei passava il suo
tempo a fissare il soffitto. Ma perché? Perché
questa sensazione?
“Professoressa…non
mi dirà che il suo nuovo hobby è piangersi
addosso! E’ già abbastanza irritante senza scadere
nel patetico”
“Non
è possibile…”
Quistis si
girò verso l’angolo da cui proveniva la voce,
vedendo lì seduto scompostamente come faceva di
solito,Seifer. Ma non il Seifer col vestito color crema e la barba,ma
il vecchio Seifer con lo sgualcito cappotto grigio e
l’Hyperion in spalla. Quistis si passò una mano
sugli occhi,incredula. Pensava fosse solo l’ennesimo scherzo
della sua mente. Ma quando li riaprì incrociò lo
sguardo arrogante e pieno di sé di Seifer.
“Professoressa,
ha finito con questa ridicola pantomima?”
“Non
può essere..tu sei…”
“Morto?
E’ vero,e credo che nessuno meglio di me può
saperlo”
Quistis si
coprì la fronte con la mano. Se prima aveva avuto dei dubbi
adesso non ne aveva più:stava impazzendo. Seifer
sbuffò impaziente
“Professoressa,non
sta impazzendo. Ed adesso se vuole farmi il favore di piantarla con
questo ridicolo teatrino…”
“Sei veramente
tu?”
“Tutto
ciò è snervante. Certo! In carne ed ossa! Beh,
non proprio….”
“Cosa
sei?”
“Esattamente?
Non lo so. Una manifestazione credo;sa quegli spiriti in pena che non
riescono ad andare né avanti né indietro? Ecco,
sono uno di questi.”
Quistis non era sicura
di aver afferrato la parte sugli spiriti in pena.
“Cosa intendi
dire?”
Seifer sospirò
“Sono stato
ucciso senza che mi sia stata data la possibilità di
difendermi. Non posso passare oltre finchè non
sarò vendicato.”
Seifer, o la sua ombra,
si alzò in piedi guardando Quistis, deluso.
“Quistis…so
di aver sbagliato. Ma pensavo che almeno tu avessi potuto almeno far
finta di sentire la mia mancanza. Davvero credi che io meriti di
restare sospeso in un limbo? E’ il nulla, come vivere nel
vuoto. Avrei di gran lunga preferito l’inferno, gente
interessante ed ottima compagnia.”
“Perché
lo dici a me?”
“Perché
sei l’unica a cui lo posso chiedere. Non posso fidarmi certo
del signor preside e Fujin non è in grado di potermi
vendicare.”
Seifer gli si
avvicinò,i due arrivarono guancia a guancia, ed il biondo le
sussurrò all’orecchio
“Ti sto
chiedendo aiuto Quistis. Ti supplico anzi…vendicami.
Assimila il GF di Storm e poi uccidilo.”
Così
com’era improvvisamente comparso, Seifer svanì nel
nulla lasciando una Quistis confusa, ma più determinata che
mai.
***
I Phalanx erano
appostati sul ponte che collega il continente di Galbadia a quello di
Esthar, il ben noto ponte di Fisherman’s Horizon. Sapevano da
fonti certe che le truppe di Esthar sarebbero giunte a dare man forte
ai Galbadiani attraversando il ponte,dato che non erano dotati di
trasporto truppe a lungo raggio e visto che Dollet non avrebbe
consentito loro di poter usare il porto.
Crisis gestiva
l’operazione “Soliloquio”, che
principalmente consisteva nell’isolare il continente di
Galbadia. Il Phalanx guardava l’orologio, tra esattamente
dieci minuti le truppe di Esthar sarebbe arrivate a
Fisherman’s Horizon. Prese il cellulare e compose
l’ultimo numero, il loro contatto a FH.
“Pronto?”
“Esegui.”
“Ricevuto.”
Crisis chiuse la
chiamata e gettò il telefono in acqua. Fece un segnale ai
suoi compagni e diede le spalle al ponte. Un minuto dopo,
quell’ammasso d’acciaio e cemento affondava negli
abissi marini.
CAPITOLO 28
Squall era sdraiato su
uno dei letti dell’infermeria,con una serie di aghi e sensori
piantati nel braccio. L’esperto di Esthar monitorava i
cambiamenti del suo corpo sotto effetto di quel nuovo sistema Junction.
Non era stato facile:all’inizio poteva mantenere la forma
ibrida solamente per due o tre minuti al massimo, ma in appena tre
giorni era stato in grado di poter mantenere quella forma abbastanza a
lungo da poter reggere uno scontro. C’era però un
effetto collaterale, visto che in quei tre giorni aveva manifestato
un’insana passione per la carne al sangue. Probabilmente era
per via del GF che aveva scelto, Bahamut. Non era stata una scelta
facile, ma alla fine Squall aveva pensato che essendo Bahamut il re dei
draghi sarebbe stato in grado di reggere il confronto contro quello
strano drago a quattro ali.
Il garden era diretto a
FH, dove i SeeD avrebbero unito le loro forze ai soldati di Esthar.
All’interno del Garden la vita proseguiva normalmente per i
cadetti, mentre i SeeD passavano il loro tempo ad allenarsi in vista
dell’imminente battaglia che li attendeva. Le lezioni di Zell
riscuotevano un successo sempre maggiore e dall’auditorium si
era stati costretti a spostarla in giardino. Il ragazzo si era rivelato
un professore eccellente, sebbene se ne vantasse fin troppo spesso a
mensa con gli amici e chiunque gli si avvicinava per complimentarsi,od
anche solo per chiedere l’ora riceveva come risposta
“Lo so, sono
il miglior professore di tutti i tempi!”
L’atmosfera
non era tesa,ma quasi rilassata. Più di una volta Squall si
chiese se fosse l’unico in tutto il Garden ad aver capito che
fuori stava per scoppiare una guerra. Non riusciva a capire come
facessero gli altri a stare così tranquilli.
L’esperto prese nota dei cambiamenti in Squall e
lasciò il preside ai suoi doveri.
I SeeD non potevano
scendere apertamente in guerra se non venivano minacciati
direttamente,quindi Squall dovette aspettare che Laguna e Caraway
chiedessero ufficialmente l’intervento del corpo SeeD,con
relativa retribuzione. Richiesta che tardava ad arrivare,ma nel
frattempo Squall aveva giocato d’anticipo facendo dirigere il
Garden verso FH. Non che il capostazione ne fosse stato
entusiasta,anzi…la notizia che un’intero esercito
in armi stava attraversando il ponte e che i SeeD sarebbe presto giunti
l’aveva sconvolto. Quell’uomo aveva bisogno che
qualcuno lo riportasse alla realtà, ma se non
c’era riuscito un battaglione di Galbadia che voleva dar
fuoco a quel pittoresco posto, chi ci sarebbe riuscito?
La sera insegnava a
Rinoa i principi del Gunblade,notando con sua enorme sorpresa che la
ragazza imparava in fretta, molto più in fretta di quanto
lui stesso fosse stato capace di fare. Certo, non era certamente al suo
livello, ma per una ragazza che fino al mese prima ignorava come si
tenesse in mano un Gunblade, bisognava dire che il cambiamento era a
dir poco impressionante.
Quando non era con Rinoa
o a svolgere il suo lavoro da preside si allenava al centro
addestramento, lavorando sul nuovo Junction. Non che i mostri al centro
addestramento fossero una minaccia,ma era comunque il modo migliore di
provare questa nuova tecnica restando al sicuro. Finire stremato mentre
si fronteggia un grat è un conto,farlo di fronte ad un
RubRumDragon era tutta un’altra storia.
Aveva eliminato
l’ultimo dinosauro con un colpo dalla distanza,
un’onda d’energia tagliente che aveva tranciato
l’animale in due, ed adesso si stava riposando vicino al
ruscello che attraversava il centro addestramento, pensando a come i
suoi attacchi fossero simili a quelli del fratello. Frugò in
tasca e prese l’anello col drago che Storm gli aveva lasciato
e se lo rigirò fra le dita. Quegli anelli erano
l’unica cosa che la madre aveva lasciato loro:un
drago ed un leone.
Non male,doveva
ammetterlo. Due Guardian Force estremamente potenti,rinchiusi in un
piccolo cerchietto d’acciaio. Ma come aveva fatto Raine, la
piccola Raine Leonhart,proprietaria di un pub nello sperduto villaggio
di Winhill ad avere queste due entità al suo servizio? Ne
era consapevole? Probabilmente no, altrimenti ci avrebbe pensato lei
stessa a ripulire Winhill dai mostri. C’era anche la
probabilità che anche sapendolo non ne sarebbe stata
comunque in grado,perché lo stesso Junction Sistem Standard
era un’invenzione relativamente recente,ed
all’epoca solo una ristretta cerchia di persone era a
conoscenza di questo modo di usare i guardian force.
Passi pesanti e veloci
dietro di lui, un T-rexaur alla carica. No, non aveva voglia di
combatterlo
“A nanna
lucertolone.”
Puntò
svogliatamente la mano contro il dinosauro,che cadde a terra
addormentato. Questi mostri erano deboli alla magia Morfeo ma un
effetto così potente era a dir poco esagerato! Forse era
dovuto al suo nuovo e più stretto legame con i GF, ma aveva
scoperto che le sue magie erano aumentate
d’intensità. Strano perché come
para-mago non era mai stato granchè e lasciava che fossero
Selphie e Rinoa ad occuparsi del supporto magico.
Quest’improvviso miglioramento era curioso, ne avrebbe
parlato all’esperto l’indomani.
L’esperto…non era poi tanto diverso
dall’Odine che pur diceva di disprezzare, dato che aveva
fatto capire quanto gli sarebbe piaciuto fare degli esami su Rinoa. E
Squall era stato altrettanto chiaro quando nel rispondere negativamente
aveva portato la mano sull’impugnatura del suo Gunblade.
Anche se quando Odine l’aveva esaminata era in coma, Rinoa
istintivamente rabbrividiva quando sentiva le parole
“Esthar” e “analisi” nella
stessa frase. Questo era più che sufficiente a rendere
l’idea di quale fosse lo stile dei laboratori esthariani. Le
analisi che aveva fatto Rinoa si erano svolte sotto l’attento
controllo della Kadowaki e di Squall(perché un Gunblader in
sala spinge i medici a fare più attenzione), ed erano mirate
unicamente a controllare lo stato di salute del feto.
“YOOO!
SQUALL!!!”
Era Zell. Squall si
coprì il volto con la mano: urlare nel centro addestramento
non era certamente un’idea intelligente…meglio
uscire allo scoperto ed evitare che il ragazzo si ficcasse nei guai.
“Sono qui
Zell.”
“Oh..finalmente
ti ho trovato, dammi solo il tempo di riprendere fiato..”
Squall
incrociò le braccia ed attese, alla fine Zell
parlò
“C’è
Kiros che ti vuole parlare via radio, pare ci siano stati dei
problemi”
(ovvio. Anche quando
quello che bisogna fare è estremamente lineare sorgono
sempre dei problemi.)
Squall
rinfonderò il Gunblade e seguì Zell in
presidenza. Shu svolgeva egregiamente il suo lavoro di segretaria ed in
quel momento stava compilando documenti E parlando con Kiros. Come
riuscisse a farlo, era un mistero. Squall entrò nel suo
ufficio e si fece passare la chiamata.
“Qui
Squall”
“Sono Kiros,
abbiamo un problema,anzi due.”
(e sta andando ancora di
lusso)
“Il primo
è che il ponte di FH è fuori uso. Saltato in
aria, da entrambi i lati, ci vorranno mesi per rimetterlo in
piedi.”
Perfetto. Il che vuol
dire che finora avevano perso solo tempo. Avrebbe dovuto dire a Nida di
invertire la rotta e di portare il Garden sulle coste del continente di
Galbadia. E…
“la seconda
notizia…è che Esthar non prenderà
parte ufficialmente alla guerra.”
(non sono sicuro
d’aver capito)
“Cosa?”
“Laguna ha
deciso che Esthar non prenderà parte alla guerra,ma comunque
partirà un corpo di volontari e vi metterà a
disposizione il Lagunarock,che si farà trovare a FH. Mi
dispiace, Squall.”
Squall chiuse la
chiamata sbattendo il telefono. Senza la tecnologia ed il supporto di
Esthar, Galbadia lottava senza speranza di vittoria. Inoltre i soldi di
Caraway sarebbero bastati per una squadra d’assalto di
dieci,forse dodici SeeD. Certo, il lagunarock aveva una gran potenza di
fuoco, ma se aveva capito come suo fratello ragionava, allora aveva
già trovato il modo per difendersi.
Tutto andava rivisto,
riprogrammato.
Dannazione.
***
Tu-tu-tu-tu
“E’
caduta la linea.” Disse Kiros.
“…”
non era Ward, ma Laguna. Fece un cenno ai suoi due amici che lasciarono
la stanza. Appena fuori Kiros si poggiò al muro, sembrava
abbattuto. Ward era più che altro confuso.
“…”
“Perché
non se la sente di attaccare suo figlio.”
“…”
“Hai colto in
pieno il problema. Se Esthar dichiara guerra Storm diventa un nemico
pubblico. Se un solo soldato Esthariano viene ucciso da un Phalanx in
un’azione di guerra, Storm diventa un nemico pubblico.
Mandando invece un corpo di volontari ufficialmente indipendenti dal
governo centrale cerca di aggirare l’ostacolo.”
“…”
“Si,anche a me
sembra che si stia arrampicando sugli specchi. Ma d’altronde,
non ha altra scelta se vuole salvarlo. Nel caso Storm venisse
sconfitto,potrà sempre rifugiarsi ad Esthar.”
“…”
“Allora saremo
in seri guai.”
“…”
“non
c’è bisogno di essere maleducati
però.”
***
Dalla sua postazione di
osservazione Storm guardava orgoglioso la trionfale marcia del Garden
di Galbadia. Tutto andava secondo i piani, niente ponte di
Fisherman’s Horizon,niente Esthar e Dollet che aveva vietato
ai SeeD l’utilizzo delle sue strutture. Escludendo i villaggi
e le piccole città, solo Timber e Deling City potevano
opporsi in qualche modo all’avanzata del Garden. Gli venne da
ridere al solo pensiero di affrontare l’esercito di Timber:
un paio di colpi a salva e l’avrebbe messo in fuga. No, non
poteva perdere l’occasione che gli si presentava attaccando
Timber. Avrebbe puntato direttamente sul bersaglio principale.
“Crisis. Punta
verso Deling City. Dai ordine di preparare i cannoni, tutti i soldati
pronti all’azione!”
Mentre Crisis eseguiva
Storm si diresse verso un grosso impianto audio che aveva fatto
istallare. Prese un CD dalla sua collezione e lo inserì,
mettendo poi il volume al massimo.
Era la
“cavalcata delle Valchirie”, il pezzo secondo lui
più adatto ad annunciare la carica che avrebbe cambiato il
mondo.
CAPITOLO 29
Il Lagunarock era
arrivato con a bordo non più di una cinquantina di soldati
di Esthar, armati decentemente ma scarsamente addestrati. Adesso doveva
scegliere quali SeeD sarebbero scesi in guerra al fianco di Galbadia.
La squadra d’assalto avrebbe partecipato, ad eccezione di
Rinoa, quindi ne rimanevano altri cinque da scegliere. Meglio prendere
quelli esperti con le armi da fuoco. Su segnalazione di Irvine prese
Roona, quella che all’esame Lunatic Pandora aveva usato due
pistole ed il piccoletto col Bazooka, Jan. I soldi di
Galbadia sarebbero bastati poi per altri tre SeeD di alto livello, ed
il Joker venne reclutato. Dopo un consulto con Shu, trovò
anche gli altri due nomi. Adesso la parte più difficile,
dire a Rinoa che non sarebbe venuta con loro.
“Cosa stai
cercando di dirmi, Squall Leonhart?”
Ahia. Nome e cognome,
era arrabbiata sul serio.
“Rinoa,nel tuo
stato non puoi permetterti di gettarti nella mischia.”
“Ma sono in
grado di combattere! Ho quasi sconfitto tuo fratello!”
La discussione sarebbe
andata avanti ancora a lungo, ma Squall non poteva ammorbidire la sua
posizione. Non avrebbe mai permesso che Rinoa rischiasse la vita in
quella battaglia.
“Rinoa. Le
possibilità di vittoria sono molto poche. Non è
come contro Artemisia, lì avevamo delle
possibilità concrete, qui solo dei piani astratti.”
“Proprio per
questo la mia presenza e quella di Griever è più
che mai necessaria.”
Rinoa fece per andare a
prendere il suo Gunblade, ma Squall la prese per un braccio e la
tirò a sé.
“Rinoa…ti
prego. Ascoltami.”
La ragazza si
fermò,dubbiosa
“Se dovesse
succedere qualcosa a te o al bambino…non so cosa farei. Se
sapessi che tu sei lì,da qualche parte sul campo di
battaglia, non potrei restare concentrato”
“Stai dicendo
che per te sono una distrazione,Leonhart?”
(ecco…)
Rinoa si stava esibendo
nell’antica arte femminile dello stravolgere il significato
di una frase per poterla poi rigirare a proprio vantaggio. Per un
attimo Squall pensò all’ipotesi di ricorrere ad
uno dei suoi nuovi e potenziati Morfeo,legarla in camera e chiudere la
porta a chiave. Ma poi si ricordò che i Guardian di Rinoa
gli garantivano una difesa status totale e decise di accantonare
quest’idea. Doveva continuare con la dialettica
“Rinoa…io
non posso correre questo rischio. Resta al sicuro nel Garden, per
favore..”
Squall si chiese se
anche gli altri avevano tutti questi problemi con le rispettive
controparti.
***
“NO, NO e
NO”
“Zell, non
fare il bambino, dai..”
Zell era impegnato in
una feroce discussione con la ragazza con la treccia, che aveva fatto
domanda per arruolarsi come volontaria dei corpi di Esthar,dato che
essendo solo un’addetta alla biblioteca non era stata nemmeno
lontanamente presa in considerazione come rinforzo o supporto al gruppo
SeeD. Adesso cercava di farla ragionare,ma Dania non cedeva. La ragazza
aveva fatto notare come fosse addestrata a combattere nelle armi
leggere ed affermava di essere una discreta tiratrice, ma Zell
continuava e più di una volta era stato sul punto di
stenderla con un diretto,in modo da farle perdere i sensi quel tanto
che bastava per permettere al Lagunarock di partire e lasciarla a
terra. Non trovando idee migliori, si preparò
nell’istante in cui lei gli dava le spalle…
“Ehi,
Zell”
Irvine aprì
la porta all’improvviso,trovando uno Zell che con fare felino
si preparava ad attaccare la sua ragazza. Pensando che si trattasse di
un qualche gioco di ruolo da camera da letto il cowboy si
limitò a sorridere.
“Ehi, mi
dispiace d’aver interrotto qualcosa. Ma diavolo ragazzi,
dovevate farlo prima!”
“COSA HAI
CAPITO, RAZZA DI PERVERTITO!?”
“Calmo, Zell,
non è il momento. Tutti a bordo del Lagunarock, dobbiamo
partire.” Irvine si era fatto improvvisamente serio in volto.
Preoccupato, Zell domandò
“Che
è successo?”
“Deling City
è sotto attacco.”
***
Partito da FH, il
Lagunarock avrebbe impiegato poco meno di dieci minuti per raggiungere
Deling City. Il briefing si teneva nella sala sotto la cabina di
pilotaggio, in collegamento con Caraway.
“Comandante
Leonhart, qui la situazione è critica. Abbiamo radunato
tutto l’esercito, ma non riusciamo a tener testa alle truppe
che avanzano…”
“Stiamo
arrivando, chiediamo supporto aereo.”
“Negativo.
L’aviazione è stata annientata dalle batterie
anti-aeree istallate sul Garden. Nulla di più grande di una
moto ha serie possibilità di evitare quei colpi. Abbiamo
bloccato la fanteria nella periferia, il Garden è troppo
grande per entrare in città, ma è solo questione
di tempo.”
“Va bene.
Datemi solo le vostre coordinate.”
“3-24.
Comandante…mia figlia?”
“Al sicuro,
nel Garden.”
Squall chiuse la
chiamata,diede a Selphie gli ordini, avvertendola di stare attenta agli
attacchi del Garden nemico. Il lagunarock sarebbe atterrato nella
piazza principale, consentendo alle truppe di sbarcare.
D’improvviso, un blocco alla gola. Stavano iniziando una
brusca calata. Dall’altoparlante Selphie suggerì
di allacciarsi le cinture, e Squall confermò.
Poi si udì un
fortissimo sibilo, seguito dal rumore di una esplosione, talmente
violenta da assordare per diversi secondi tutti i presenti. Poi il
Lagunarock iniziò a sbandare,incapace di mantenere una
traiettoria lineare.
“CI HANNO
COLPITI AL MOTORE DI DESTRA!!!”
Squall si
slacciò la cintura,lanciandosi un Levita assimilato
chissà dove per tenere i piedi ben sopra il pavimento e
camminare normalmente. Andò all’altoparlante
“Selphie,
rispondi al fuoco!”
“Non posso! Se
mi distraggo un attimo rischio di finire in stallo!”
“Irvine!
Raggiungila e dalle una mano!” Ruggì Squall
“Tutti gli altri, pronti a paracadutarsi
giù!”
Eseguirono gli ordini,
Irvine prese il posto da artigliere mentre gli altri si preparavano al
peggio. Zell teneva la sua ragazza stretta al petto, Squall cercava
solamente di fare in modo che i soldati non perdessero il controllo.
(No…morire
così…NO!)
Si sentirono i laser del
Lagunarock rispondere al fuoco, mentre l’astronave compiva
manovre tanto ardite quanto instabili per evitare i colpi del garden.
Un altro colpo di striscio scoperchiò la sala in cui si
trovavano; due soldati di Esthar vennero risucchiati dal vuoto che si
creò, e trascinati fuori dalla nave,incontro alla morte.
“Aggrappatevi
a qualcosa!!”
C’erano
quasi…solo altri trenta secondi…il fuoco era
sempre più fitto…pezzi del Lagunarock volavano
via…poi un tonfo.
L’impatto col
terreno, il rumore del titanio del Lagunarock che scivola sul cemento
della piazza di Deling City,prima che il mezzo iniziasse a rotolare su
un lato, sballottando chi c’era all’interno, fino a
che non arrivò contro l’arco di Trionfo che venne
abbattuto. Ma questo fermò il Lagunarock.
Squall
impiegò diversi secondi per riprendersi completamente e
quando si guardò intorno non capiva più dove
finivano le lamiera dell’astronave ed iniziava il marmo
dell’arco di trionfo. Aiutò chi gli stava vicino a
rimettersi in piedi,notando che Zell e la ragazza con le due pistole
stavano facendo lo stesso.
“Uscite di
qui…prendete le armi, l’equipaggiamento ed i
feriti, ed uscite di qui!”
Non se lo fecero
ripetere due volte. Squall stesso fece due viaggi per portare in spalla
chi poteva, e quando tornò per la terza volta si accorse di
una mano che sbucava da sotto un grosso pezzo di lamiera. Con
l’aiuto di Zell riuscì a sollevarlo, trovando
Matthew, uno dei SeeD che aveva scelto Shu. Il ragazzo perdeva sangue a
fiotti dalla gola, dove un pezzo di metallo si era conficcato, e Zell
cercava di tamponare la ferita come poteva
“Forza,
guardami…non chiudere gli occhi finchè il
comandante non te lo ordina!”
Ma Squall
sentì uno strano odore perforargli le narici. Non era
polvere da sparo,né fumo…era il carburante della
Lagunarock!
“Zell, corri
via!”
“Che diavolo
stai dicendo Squall? Non posso lasciarlo qui!”
“Quest’affare
sta per saltare in aria!”
Squall corse via
portandosi Zell di peso. Il suo udito,migliorato dalle continue fusioni
col proprio GF lo mise in allarme ed una voce nella sua testa
urlò
“GIU’”
“TUTTI A
TERRA!!” Urlò Squall a sua volta, gettandosi a
terra insieme a Zell. Un attimo dopo, il Lagunarock saltava in aria.
***
“Selphie?
Kinneas? Squall?”
Nida armeggiava con la
radio a onde lunghe, non capiva il continuo ronzio che ne veniva fuori.
Rinoa, che da quando Squall era partito non faceva altro che andare
avanti e indietro in presidenza, mentre Nida e Shu comunicavano con il
Lagunarock e ne seguivano gli spostamenti. Adesso vedeva Nida parlare a
bassissima voce con Shu, e sentì un brivido salirle lungo la
schiena.
“Che
c’è? Che succede?”
“Probabilmente
niente, sarà un disturbo delle onde radio..”
E allora
perché Nida non sembrava convinto di quello che diceva? E
che cosa accidenti voleva dire probabilmente?
“Nida…che
cosa sta succendo.”
“Non lo so,
non sono sicuro.”
Rinoa sentì
la rabbia attraversarle tutto il corpo, e si diresse ad ampie falcate
verso la postazione del SeeD. Lo guardò un attimo e poi lo
colpì con uno schiaffo talmente violento da farlo cadere
dalla sedia. Shu perse la sua impassibilità e si
alzò bloccando Rinoa alle spalle. La ragazza tratteneva a
stento le lacrime
“Vi
prego…ditemi cos’è
successo…”
“Abbiamo perso
ogni segnale dal Lagunarock” disse Shu, la cui voce era
piatta, spenta.
Rinoa sentì
le ginocchia venirle meno, e si lasciò cadere a terra. Le
lacrime bagnavamo la moquette della presidenza mentre la ragazza
piangeva silenziosamente.
“Non
è detto che siano…insomma,non è sicuro
Rinoa. Erano sopra Deling City quando il segnale si è perso.
Può anche darsi che siano salvi…”
Può
anche darsi…forse…non è
detto…
Quelle parole colpivano
Rinoa come una condanna. Liberatasi dalla stretta di Shu, la ragazza
scappò verso l’appartamento che divideva con
Squall.
Shu la guardò
mentre correva via, asciugandosi le lacrime che stava cercando di
nascondere.
Perché i SeeD
non piangono.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitoli 30-Epilogo ***
FF VIII-end
CAPITOLO 30
Qualcuno gli stava
parlando. O
almeno,così pensava. Non riusciva a capire, tutto suonava
indistinto e confuso alle sue orecchie. Aprì gli occhi,
davanti
a lui c’era Zell che parlava e parlava, ma Squall non
riusciva a
capire una sola parola. Riuscì a mettersi seduto,aspettando
che
quel fastidioso fischio smettesse.
Quanto tempo era passato
dall’esplosione? Un minuto? Un’ora? Un anno?
Finalmente il
fischio cessò e riuscì a capire quello che diceva
Zell
“…e
quindi sono gli stessi che abbiamo affrontato durante al battaglia dei
Garden.”
(chi?)
“adesso
andiamo andare Squall, quelli in piedi stanno già
combattendo. Caraway ti aspetta.”
Squall si rimise in
piedi, e
controllò il suo equipaggiamento. Aveva ancora un piccolo
stock
di pozioni e di munizioni per il Gunblade. I botti
dell’artiglieria si udivano chiari, vicini. Ma loro erano in
centro, quindi…
“Le linee di
difesa esterne della periferia hanno ceduto. Stanno
arrivando.”
“Gli
altri?”
“Finora
abbiamo avuto solo 5
perdite, 4 soldati di Esthar ed un SeeD. Ma se non vieni a darci una
mano, questo numero crescerà”
Squall annuì,
ed i due
andarono verso le barricate. I feriti venivano portati via in barella,
e le seconde linee prendevano il loro posto. Ma qualora si fosse
arrivati all’assalto, le difese sarebbero sicuramente
crollate.
Caraway stesso guidava le operazioni, e dalla fascia sporca di sangue
che portava su un occhio si vedeva che era stato ferito. Il presidente
fu lieto di vedere Squall, e subito gli indicò
qual’era la
situazione dalla città.
“Ci hanno
concentrato le loro
forze in questi punti. Abbiamo provato ad accerchiarli, ma i loro
fianchi sono coperti da robot galbadiani modificati. In questo punto la
pressione è maggiore, mentre qui e qui è
praticamente
nulla, infatti ho preferito spostare diversi uomini dalle ali al
centro, dove c’è più bisogno di
loro.”
“Mi sta
dicendo che sta sguarnendo le ali dello schieramento?”
“Sono
costretto a farlo. Grazie a questo, li abbiamo bloccati al
centro.”
No, è tutto
un piano. Non gli
interessa sfondare al centro, stanno solo tenendo impegnati i soldati,
sfiancandoli ed obbligando Caraway a spostamenti.
“E’
tutta una farsa, ci
attaccheranno sulle ali indebolite sfondando, e da lì
convergeranno verso il centro, accerchiandoci!”
Forse Squall era un
profeta e non lo
sapeva, dato che dalla radio comunicarono che le linee dei quartieri
alle ali erano adesso sotto attacco intenso, e che avrebbero ceduto.
Caraway prese un fucile e parlò
“Comandante!
Prenda quanti
più uomini può con sé e difenda
l’ala
sinistra, io mi occupo della destra!”
Squall
eseguì, prendendo con
sé, Zell, Dania ed una ventina di soldati di Esthar. Mentre
correvano per raggiungere la loro postazione dovettero fare attenzione
ad evitare i colpi di mortai che scavavano buche nella strada. Alcuni
soldati di Galbadia rispondevano al fuoco, piazzandosi proprio in
quelle buche, usate come delle trincee improvvisate. Le luci della
città erano spente, ma le luci della battaglia la
illuminavano a
giorno. Era spaventoso vedere quella città, Deling City,
ridotta
in quello stato: edifici trasformati in rovine fumanti, barriere per le
strade fatte con gli alberi abbattuti della via principali e pezzi di
cemento presi qua e la. E soprattutto il sangue. Arrivati sulla linea
del fronte bisognava fare attenzione alle scheggie, alle pallottole
vacanti ed a non scivolare su bossoli e macchie di sangue. Medici
facevano
avanti ed indietro somministrando morfina e curando alla buona le
ferite leggere. Rottami di robot gialli e azzurri erano presenti da
ambo le parti, e se non fosse stato per il diverso colore della divisa,
verde per i nemici, blu e rosse per i Galbadiani, si sarebbe potuta
definire una guerra civile.
I soldati stavano
acquattati dietro
le loro improvvisate difese, rispondendo al fuoco come potevano. Squall
dispose gli uomini in modo da rafforzare i punti deboli dello
schieramento, mettendosi insieme a Zell sotto la prima barricata. Un
soldato in uniforme blu parlò con Squall
“Signore,
stanno per assaltarci. Questo è solo fuoco di
copertura.”
Squall annuì
mentre Zell guardava dubbioso il soldato
“Scusa la
domanda, ma dove ti ho già visto?”
“Sono Wedge,
signore.”
“Wedge? Lo
stesso della torre di trasmissione e della prigione? Ma non ti eri
ritirato?”
“Si, ma qui si
tratta di difendere la mia patria e non di conquistare in nome di una
qualche strega, signore.”
Era strano. Adesso
combattevano fianco a fianco con i loro nemici mortali di neanche tanto
tempo prima.
“ARRIVANO!!”
urlò
una sentinella, prima che un proiettile di grosso calibro la colpisse
al petto, passando da parte a parte.
“ALL’ARMA
BIANCA!”
ordinò Squall, e Wedge ripetè l’ordine
ai soldati
più vicini, che posarono i fucili per prendere le spade.
L’assalto
arrivò
impetuoso: un soldato in divisa verde saltò sulla barricata,
ma Squall gli tranciò le gambe con un colpo del
suo
Gunblade. Wedge duellava contro due di loro, e Zell combatteva spalle a
spalle con Dania che combatteva usando due jitte. La ragazza
riuscì a disarmare un aggressore con questa particolare
arma,
mentre Zell gli sgusciò alle spalle, rompendogli il collo e
finendolo.
“Ehi Squall,
sono proprio gli stessi della battaglia tra Garden!”
L’aveva
notato, ma non era il
caso di perdere tempo a pensarci su. Uno di quelli cercò di
prenderlo alle spalle, ma Squall riuscì a percepire la
minaccia
con la coda dell’occhio spostandosi appena in tempo, ruotando
su
sé stesso e finendo il suo nemico con un colpo violentissimo
all’addome. Ma per ogni nemico che cadeva, uno ne prendeva il
posto. Zell era stato accerchiato, e dato che il ragazzo lottava
più per difendere Dania che per abbattere i nemici, non fu
difficile per i suoi avversari ferirlo al torace, sebbene di striscio.
Squall imprecò, abbattè il nemico che aveva
davanti e con
un balzo potè supportare Zell, finendo i suoi avversari.
“O lotti
davvero, o te ne vai Zell. Non ho né il tempo né
la voglia di farti da baby-sitter,chiaro?”
Zell rimase turbato, ma
non ebbe il
tempo di rispondere perché un grosso robot giallo dalla
figura
vagamente umanoide lo attaccò. Si lasciò cadere
per terra
in avanti e tentò uno sgambetto, ma l’unico
risultato che
ottenne fu quello di farsi parecchio male alla caviglia: quella tattica
non funziona con chi è fatto di metallo. Il Robot
calò un
altro pugno e Zell rotolò di lato per evitarlo. Si rimise in
piedi, lasciando che le scintille rosse lo avvolgessero; con un calcio
spedì il robot in aria e lo raggiunse con un salto,
continuando
a colpirlo a ripetizione. Alla fine con un doppio calcio
spedì
il robot dall’altro lato della barricata, portando scompiglio
fra
le linee nemiche.
Se Squall avesse visto
si sarebbe
certamente congratulato, ma il giovane SeeD doveva fare i conti con una
schiacciante inferiorità numerica, dato che era stato
circondato
da tutte le parti. Ma i soldati di Esthar delle retrovie abbatterono
dalla distanza due dei suoi avversari, permettendo al ragazzo di poter
lottare senza nessuno alle spalle, ed uno dopo l’altro anche
quelli caddero. Improvvisamente, i soldati in verde iniziarono ad
indietreggiare, fino a tornare dietro le barricate. Il primo assalto
era stato respinto.
Si pulì il
sudore dalla fronte, sperava che anche dalle altri parti le cose
andassero così.
***
“CREPATE
MALEDETTI BASTARDI!!!”
Irvine supportava
l’ala dello
schieramento, sparando furiosamente ed abbattendo un nemico dietro
l’altro. Selphie era rimasta gravemente ferita dallo schianto
del
Lagunarock, e lui voleva vendicarla, avendo giurato in cuor suo di
ammazzare un nemico per ogni goccia di sangue che la sua Selphie aveva
perso. Caraway stesso si stava dando da fare utilizzando un
fucile a canne mozze, poco elegante, ma efficace. Un soldato in verde
tagliò la gola ad un galbadiano in rosso,lo spruzzo di
sangue
che ne scaturì macchiò il muro, ma il soldato non
ebbe il
tempo di esultare,perché un colpo di Caraway lo
colpì in
piena fronte, trapassando l’elmo ed uscendo
dall’altra
parte, facendone scaturire un altro fiume di sangue che si
mischiò a quello del galbadiano che aveva ucciso. Un Robot
azzurro tranciò un soldato con la sua ala metallica, e poi
lanciò i suoi micro missili contro Irvine ed i soldati che
comandava. Il cowboy evitò i missili gettandosi di lato, ma
l’esplosione che ne seguì lo spinse contro il
muro.
Puntò il fucile contro il robot
Clic
“Merda!”
Ricaricò in
fretta, ma il
robot fu sopra di lui. Le lame erano a contatto con la gola di Irvine,
ma il cowboy riuscì ad infilare il fucile nel petto del
robot e
sparò, distruggendo il sistema centrale. Ma il robot adesso
era
sopra di lui, ed il cowboy faticò parecchio a togliersi di
dosso
quella mezza tonnellata d’acciaio. Quando si rimise in piedi,
la
situazione era precipitata. Caraway aveva lasciato il fucile per
difendersi con una scintillante sciabola, protetto anche dai suoi
uomini che facevano scudo intorno a lui. Ma uno a uno quelli cadevano,
colpiti al cuore o in testa da un invisibile cecchino. Caraway ben
presto si ritrovò senza protezione ed Irvine fu costretto ad
evocare un GF, e scelse suo malgrado Kyaptus.
il cactus verde
spuntò dal
nulla in un imprecisato punto sopra di loro, tempestando i nemici con
una tempesta di aghi, riuscendo ad abbatterne la metà.
Adesso
bisognava occuparsi del cecchino; calcolando in fretta fattori come il
vento l’angolazione e la distanza, Irvine riuscì
ad
immaginare dove l’anonimo tiratore si nascondesse.
Coprì
Caraway col suo corpo e caricò una granata, puntandola
contro
una finestra non illuminata poco distante. Sparò, facendo
saltare in aria quell’intero appartamento.
Comunicò al
generale di indietreggiare, quando all’improvviso
calò un
assoluto silenzio, mentre le truppe nemiche si ritiravano.
“Non mi
piace” disse a bassissima voce il cowboy
TUMP-C-TUMP-C-TUMP
“Proprio non
mi piace” disse ancora mentre ricaricava il fucile
Da sotto le barricate si
vedeva
provenire una strana luce rossa che emanava non poco calore, poi la
luce si spense…e le barricate saltarono in aria, rivelando
chi
c’era dietro. Il famigerato X-ATM092, la Vedova Nera,
orgoglio
delle officine militari di Galbadia. La macchina avanzava decisa, ma
Irvine rimase fermò, in modo da poter mirare dritto in mezzo
agli occhi…colpo vibrante in canna…FUOCO!!
L’energia del
colpo fu tale che
quasi il fucile sbalzò dalle mani di Irvine, ma il bersaglio
venne preso in pieno e si accasciò su un fianco. Il cowboy
sorrise beffardo e poggiatosi il fucile sulla spalla si girò
verso Caraway.
“Tutto qui?
Devo dire che non sono impressionato!”
“Si
auto-ripara!”
“Che?!?”
Irvine si
girò pronto al
fuoco, ma il robot era già tornato in azione e
colpì il
cowboy con una zampata facendolo schiantare contro un muro. Diversi
mattoni si ruppero ed Irvine crollò stremato a terra in una
nuvola di polvere rossa. Il mostro puntava verso Caraway che
impossessatosi di un fucile iniziò a sparare
indietreggiando. I
colpi erano potenti, e la testa del mostro tremava ogni volta che
incassava un colpo. Quando la vedova nera era ormai a contatto con
Caraway si fermò, cadendo ai suoi piedi.
“VIA!!!
RITIRATA!!”
I soldati iniziarono a
ripiegare, ma
il mostro si rigenerò in pochissimi secondi, e con balzo gli
fu
davanti. Il ragno meccanico, modificato per avere una maggiore
velocità di rigenerazione, alzò le tenaglie
portandole ai
lati di quella che era la sua testa, scoprendo un mitragliatore a canne
rotanti. Un soldato scelto se ne accorse e spinse Caraway, salvandogli
la vita al prezzo della sua. Ma il presidente non ne uscì
indenne, dato che l’X-ATM092 l’aveva preso alla
gamba
destra. Il mostro meccanico puntò dritto su di lui,
ignorando i
soldati e preparando nuovamente il mitragliatore.
“Yo-oh!
Ragnaccio!”
Irvine era di nuovo in
piedi. Grazie
alle pozioni che aveva con sé era riuscito a curarsi quel
tanto
che bastava per rimettersi in piedi. Saltò sulla schiena del
robot, che cercò goffamente di togliere questo fastidioso
intruso, prima con le zampe e poi agitandosi, scuotendo il corpo
metallico.
“YI-HAAA!”
Irvine si tolse il
cappello
sventolandolo con la mano sinistra, come un cowboy che cerca di domare
un cavallo selvaggio. Appena si sentì sicuro
poggiò la
canna del fucile sulla testa del robot e fece fuoco. Pezzi
d’acciaio e circuiti volarono tutt’intorno a lui,
ma il
cowboy non si fermò e continuò a sparare
svuotando il
caricatore, finchè della testa non rimase che un ammasso di
metallo fumante. A quel punto saltò giù guardando
compiaciuto il suo lavoro di demolizione.
“Sono
abbastanza certo che il nostro amico abbia smesso di
rialzarsi.”
Poi il cecchino fece
nuovamente fuoco, ed Irvine si accasciò per terra.
CAPITOLO
31
Squall e Zell erano
tornati al campo
base. Tranne qualche ferita superficiale, i due stavano bene ma erano
pochi quelli nelle loro condizioni. Caraway giaceva su una barella,
numerose abrasioni, ma la gamba destra era stata quasi staccata da una
mitragliatrice di grosso calibro, ed Irvine era privo di sensi con una
grave ferita alla spalla destra. Il proiettile era penetrato in
profondità, trapassando i muscoli e piantandosi saldamente
nell’osso, era una cosa che un ospedale da campo non poteva
curare e le paramagie sarebbero state inutili finchè non si
fosse estratto il proiettile,che non era neanche un colpo normale, ma
uno di quei colpi in grado di infliggere la magia Pain. Era un bene che
fosse svenuto, altrimenti il dolore sarebbe insopportabile.
Nonostante il dolore,
Caraway strinse i denti e chiese un rapporto dal capitano SeeD
“Attacco
respinto, ma le perdite sono state elevate. L’ala destra non
reggerà ad un secondo assalto.”
“Situazione
analoga a destra
Comandante,solo che lì non possiamo più nemmeno
contare
sulla difesa delle barricate, anche se la carcassa del ragno meccanico
ci garantisce una minima copertura.”
Il che vuol dire che
l’ala
destra sarebbe crollata senza essere in grado di opporre resistenza. Se
le cose stavano così, allora Storm avrebbe ordinato di
lanciare
un massiccio attacco in quel punto, travolgendo le difese ed
accerchiando i difensori…conquistando la città.
No, non
poteva permetterlo. Un’idea folle balenò nella
mente di
Squall. Non l’avrebbe definito un lampo di genio, ma era una
possibilità concreta,anche se minima.
“Generale,
dobbiamo contrattaccare.”
“Cosa sta
dicendo?”
“Hanno avuto
delle perdite
pesanti, più delle nostre. Ci vorrà del tempo
prima che
riorganizzino una carica. In quel lasso di tempo dobbiamo riuscire a
raggiungere il Garden ed eliminare chi comanda. Senza testa, il corpo
muore.”
“Certo,
sarebbe una buona idea
se io avessi abbastanza uomini da poter condurre in un assalto! Bastano
a
mala pena per difendere le nostre postazioni, un assalto è
una
manovra suicida.”
“Prima ha
detto che le difese
del Garden sono tali da non consentire il passaggio a niente di
più grande di una moto.”
“Verissimo.
Infatti i nostri carri sono del tutto inutili.”
“Dateci le
moto allora”
Il generale lo
guardò poco convinto “come sarebbe a
dire?”
“10 uomini
esperti su delle
moto dovrebbero essere abbastanza veloci da evitare gli attacchi della
fanteria ad abbastanza piccoli da evitare quelli del Garden.”
“E’
un piano folle,
ridicolo.” Disse indignato Caraway “ma è
l’unico che abbiamo, visto che l’alternativa
è
cedere.”
Squall scelse dieci
uomini capaci,
contando sé stesso, Zell ed il SeeD Nick, quello che durante
lo
scontro intestino al Garden di Balamb tra sostenitori del preside e del
supremo aveva difeso il garage. Degli altri sette, due erano
soldati scelti di Galbadia ed uno era un volontario di Esthar. Gli
altri erano militari di leva nelle loro divise blu. Prima di partire
dovettero risistemare lo schieramento, posizionando Quistis a sinistra
e gli altri SeeD a destra, dove c’era più bisogno
di loro.
Adesso erano pronti.
“VIA!”
Le moto rombarono e lo
squadrone
partì per questa disperata sortita. In breve tempo furono in
mezzo alle linee nemiche, cogliendo impreparati i loro avversari.
Squall roteò il Gunblade colpendo due che cercavano di
tagliar
loro la strada, mentre gli altri cercavano semplicemente di evitare i
colpi. Uno dei soldati in blu non fu fortunato e venne colpito da una
potente para-magia che lo disarcionò, probabilmente opera di
un
phalanx. I nove rimasti sgusciarono fuori dalla linee nemiche dentro la
città, ed in breve le moto correvano nel breve spazio che
separava la città dal Garden di Galbadia, fuori dal tiro
delle
linee nemiche…e nella gittata dei cannoni. Il Garden fece
fuoco
ripetutamente, ed era quasi comico che quella struttura gigantesca non
riuscisse a colpire quelle nove mosche su moto verdi. Ormai erano quasi
arrivati. Ma un colpo di mancò di pochissimo disarcionando
Nick,
il volontario di Eshar ed un soldato scelto Galbadiano. I tre
però non vennero uccisi sul colpo e riuscirono a rimettersi
in
piedi.
“Andate
avanti!” Gridò Nick “Noi vi
copriamo”
I tre assunsero una
posizione di
combattimento, iniziando a sparare sugli inseguitori. Squall non si
voltò, anzi, diede ancora più gas e la moto
scattò
in avanti. Erano rimasti in sei quando l’ingresso del Garden
di
Galbadia fu bene in vista.
(forza, ci siamo quasi)
Le raffiche non potevano
più
colpirli erano arrivati nella zona cieca, troppo vicino ai cannoni
perché potessero raggiungerli! Le moto percossero la rampa
d’ingresso, ma un soldato di Galbadia cadde
all’improvviso,
colpito da un proiettile. Squall guardò davanti a
sé,
dove un singolo phalanx si ergeva puntando una pistola contro di loro;
sparò ancora, e Squall cercò di curvare, ma il
pavimento
non era adatto ad una moto e ne perse il controllo: cadde, ma la moto
continuò a scivolare fino al Phalanx che per non esserne
investito la evitò con un salto. Squall si rimise in piedi,
e
tutti gli altri fermarono la moto per fronteggiare questa nuova
minaccia. Il phalanx li guardava dietro i suoi lunghi capelli rossi che
gli cadevano sulla schiena. Gettò la pistola e si mise in
posizione d’attacco,e dalla sua posizione si capì
che era
un esperto di arti marziali;attaccò Squall ma Zell si mise
in
mise bloccando il pugno con l’avambraccio.
“Voi andate
avanti! Per lui basto io!”
Squall era dubbioso, ma
non poteva fare altrimenti. Doveva trovare suo fratello e sconfiggerlo
per mettere fine alla guerra.
(Buona fortuna,Zell)
Il phalanx li
lasciò andare e si concentrò su Zell.
“Così
presuntuoso…ma per quanto ancora?”
Scattò e
colpì con un
calcio laterale che Zell evitò chinandosi, ma non appena
ebbe
poggiato il piede riprese spinta e diede un altro calcio, dal senso
opposto, che colpì Zell in testa, tramortendolo.
Alzò la
gamba e colpì dall’alto verso il basso, come se
calasse
un’ascia, ed il colpo fu talmente potente da incrinare una
mattonella. Zell rispose con una tempesta di pugni, che costrinse
l’altro ad una difesa a braccia unite; Zell ne
approfittò,
ed caricatosi di energia partì col suo Attacco Multiplo: una
violentissima tempesta di calci che spinse l’avversario in
alto,
ma improvvisamente il Phalanx lo agganciò per la caviglia,
roteò su sé stesso due volte e lo
scaraventò con
violenza contro il suolo. Zell strinse i denti, ma il peggio non era
ancora arrivato: quello calò come un missile colpendo Zell
alla
cassa toracica con un calcio a piedi uniti, atterrando a chiodo sullo
stomaco di Zell.
“Ti
è calata la cresta, Gallinaccio?”
Zell spalancò
gli occhi e
strinse i denti, il volto mutato in una maschera di rabbia.
Afferrò il suo avversario per le caviglie
“NON-CHIAMARMI-COSI’!!!!”
Riuscì a
scaraventare il suo
avversario in alto e venne avvolto da una strana aura rossa e blu.
Balzò raggiungendo il suo avversario e colpendolo con un
violentissimo pugno, ma non si fermò, arrivando fino al
soffitto, e lì si giro in maniera da poggiare i piedi contro
il
soffitto per prendere ulteriore spinta per poi colpire
l’avversario con un altro colpo. Saltò allora
contro un
lato e continuò l’attacco colpendo ripetutamente
il suo
avversario, e lo stesso Zell non era altro che un turbine di pura
energia rossa e blu. Quando atterrò era privo di energia, ma
il
suo nemico(che atterrò violentemente dopo di lui)era
praticamente in fin di vita.
Zell riprese fiato,
quando vide
arrivare l’ultima persona che si aspettava di vedere. Dania,
la
sua ragazza con la treccia.
“Ehi..puff…pant…come
sei arrivata qui?”
“Non
è stato un problema raggiungervi e ci tenevo a dare una
mano”
Zell sorrise indicando
il Phalanx a terra con il pollice
“L’ho
già sistemato”
La ragazza si
avvicinò a Zell e gli diede un bacio sulle labbra
“Non ho detto
che avrei aiutato voi”
Zell era sorpreso,
atterrito, ma non
fece in tempo a formulare nemmeno una delle mille domande che aveva in
mente. La ragazza infatti aveva estratto dalle tasche un teaser e aveva
colpito Zell sul collo. Il ragazzo tremò mentre la scossa lo
attraversava, poi perse i sensi.
***
Squall ed i tre rimasti
avanzarono
lungo i silenziosi corridoi del garden. Era strano…troppo
strano. Uno come suo fratello, che aveva previsto l’arrivo
del
Lagunarock, preparato imboscate e difese lasciava sguarnito il Garden?
Una mossa tatticamente così idiota non rientrava nel suo
profilo. Non che lui lo conoscesse bene, ma da quello che aveva
capito…era strano. Camminano lentamente, disposti in
cerchio.
Arrivarono fino alla Hall del Garden e lì Squall si
fermò
dubbioso. Pochi tiratori mediocri con armi discrete avrebbero potuto
facilmente ucciderli tutti. Ma non avevano scelta, e continuarono, fino
ad arrivare al centro della hall
(non
c’è nessuno, altrimenti saremmo già
morti..)
Ma un’ombra li
salutò a
gran voce dal secondo piano, in piedi sulla ringhiera. Si
tuffò
verso di loro con la velocità di un fulmine e dopo un
istante
era dietro il gruppo. Squall si girò, e fissò
Storm negli
occhi. Suo fratello aveva completato la trasformazione: non
più
due ali su un unico lato, ma quattro ali nere e rosse che sbattevano
pigramente; il corpo intero ricoperto da un’armatura nera con
intarsi rossi e l’elmo a forma di drago non copriva
più
metà del volto, ma tutto quanto, lasciando scoperti per
l’appunto solo gli occhi, che erano diventati come di
rettile:una
sottile linea nera su pupilla rossa. Storm teneva in una mano la sua
grande spada nera e nell’altra la Katana argentata. Squall
guardò i suoi tre alleati in piedi
(ci ha mancati?)
“Lo credi
davvero?” disse ridendo Storm
(Cosa? Mi legge nel
pensiero?)
“Non proprio,
è complicato da spiegare. Ma per rispondere alla tua prima
domanda..no, non vi ho mancati.”
Storm sbattè
con forza il
tallone per terra. Gli altri emisero un grido, poi uno schizzo di
sangue e poi caddero a terra, tranciati in due. Lo stesso Storm parve
sorpreso e guardò ammirato la spada nera
“Però,
non male la lama di Odino, vero?”
“Maledetto…che
bisogno c’era di ucciderli?”
“Finiscila di
fingere che ti
dispiaccia…tanto erano solo
comparse!” Storm puntò
la spada nera contro Squall ”allora,hai pensato
alla mia
offerta?”
“Si, ci ho
pensato..ed ecco la mia risposta…BAHAMUT!”
Squall venne avvolto da
un turbine di
scintille argentate mentre il fratello guardava, curioso e non
spaventato. Quando Squall ne uscì fuori era avvolto da
un’armatura uguale a quella del fratello, solo di colore
argento
con intarsi blu, e le due ali di Bahamut lo facevano volteggiare in
aria. La lama del Gunblade era più lunga, ed al Griever
sull’elsa si era aggiunto un drago che percorreva tutto il
lato
non affilato della lama. Era pronto allo scontro.
“Presumo tu
voglia combattere” disse Storm “e sia,
fratello!”
Storm volò
verso l’alto
raggiungendo il fratello, e le due lame si incrociarono con il Gunblade
potenziato di Squall, che contrattaccò con una serie di
colpi
dati in rotazione, trasformandosi in una sorta di tornado. Ma Storm si
difesa egregiamente e riuscì a portarsi alle spalle del
fratello
attaccando con una testata che scaraventò il SeeD contro il
pavimento. Il Phalanx allora caricò l’energia
nelle spade
prima di passare ad un altro tipo di attacco
“BLASTER
SLASH!!”
Squall si difese dai
colpi
intercettandoli tutti con il suo gunblade, che riusciva ad annullarne
l’effetto. Poi Squall spalancò le ali e
roteò su
sé stesso
“CERCHIO
FATATO!”
L’onda di
energia rossa
travolse il Phalanx mandandolo a sbattere contro una delle pareti;
Squall colse l’attimo e colpì, affondando la lama
del
Gunblade a velocità siderale. Ma Storm inclinò la
testa
quel tanto che bastava perché il colpo andasse a vuoto.
Colpì il fratello con un calcio allo stomaco spingendolo
lontano
da sé e poi lo colpì con il suo Endecaslash.
Squall
ringraziò Hyne di avere scelto Bahamut che gli aveva fornito
quell’armatura, altrimenti sarebbe già stato
eliminato.
Lanciò rigene su sé stesso e vide che il fratello
stava
facendo altrettanto. I due si guardarono e si caricarono, scambiandosi
fendenti, affondi, parate elaborate e schivate improvvise a dieci metri
dall’altezza. Squall colpì Storm al volto,
tagliando a
metà l’elmo, e il fratello lo colpì al
torace due
volte, oltrepassando la difesa dell’armatura. Dopo
quest’intensa colluttazione i due si separarono e si
guardarono
ancora in volto: le loro ferite si stavano già rimarginando
per
effetto del rigene potenziato dalla Simbiosi ed anche le armature si
erano rigenerate. Storm sbuffò
“Mi sa che
sarà una cosa lunga…”
Ruotò la
spada nera e
colpì Squall, che riuscì ad intercettare questo
colpo, ma
non il secondo della spada argentata che l’aveva preso sul
fianco. Tuttavia la spada era rimasta conficcata
nell’armatura
incastrandosi, e Squall ne afferrò la lama con la mano
libera
per scaraventare Storm lontano. Mentre la feriva si rimarginava e Storm
recuperava la lama, Squall caricò l’energia della
magia
Flare, in questo momento più potente che mai.
Lanciò una
prima magia che Storm evitò, poi una seconda che venne
deviata.
Ma aumentò la velocità e ben presto Storm non
dovette
occuparsi più di come evitare una o due magie, ma anche
dieci in
un’unica volta! Squall si fermò quando vide che
Storm era
interamente avvolto dalle fiamme delle sue magie e sollevò
in
alto in Gunblade, caricando il raggio esplosivo. La colonna di energia
sfondò il tetto della struttura oltrepassando la stessa
atmosfera, più violenta che mai. Ma improvvisamente Storm si
liberò dalle fiamme sbattendo ripetutamente le sue quattro
ali
accorgendosi che il fratello stava preparando un colpo finale.
Puntò la spada nera contro di lui proprio mentre Squall
calava
il Gunblade
“RAGGIO
ESPLOSIVO!”
“GUNGNIR!”
La colonna di fuoco
evocata da Squall
si fermò a contatto con la lancia nera scagliata da Storm e
per
un attimo vi fu una situazione di stallo in cui né
l’uno
né l’altro riuscì a prevalere. Ma la
spada di Storm
era fatta con la lama di una lancia appartenuta ad Odino,
un’arma
che surclassava tutte le altre armi mortali, per quanto forti potessero
essere. Il raggio esplosivo prima traballò, poi inizio a
perdere
energia mentre la lancia nera scorreva al suo interno, dividendolo ed
annullandolo. Squall vide quell’onda nera arrivare davanti a
sé e fece l’unica cosa sensata: spostarsi da
lì. Si
lasciò cadere perdendo quota osservando la lancia nera che
trapassava agilmente quello che restava del tetto del Garden prima di
scomparire nella notte.
“Umano…se
vuoi vincere devi attingere al grande potere che
c’è
dentro di te…evoca il Cuore di Pietra”
disse una voce nella sua testa
Squall si
fermò ed aprendo le
ali si rimise in posizione d’attacco. Dentro di sé
la
rabbia cresceva, tutto il resto scompariva, diventava futile. Non
c’erano più fratelli o amici, c’era solo
lui ed il
suo nemico, l’ennesimo avversario da abbattere. Era pronto
per il
cuore di pietra.
Volò incontro
al fratello,
colpendolo una prima volta e ,nonostante la sua spada avesse
intercettato il colpo, Storm venne scaraventato in aria.
Colpì
ancora, ed ancora. Al quinto colpo tagliò l’ala
destra
grande, ed all’undicesimo l’ala sinistra piccola.
Storm
cercava di difendersi, ma quei colpi erano troppo veloci, anche per uno
come lui: per uno che parava, c’erano tre che lo colpivano.
Quando Squall si stava preparando a finirlo con il potente ultimo colpo
del cuore di pietra, dell’armatura di Storm non rimaneva
altro
che un ricordo: la pelle mostrava profondi tagli e Storm perdeva sangue
anche dalla bocca…Storm….suo fratello.
Quel pensiero lo
fermò. Storm
non era un avversario come gli altri, non era un mostro da sconfiggere.
Era suo fratello, era la sua famiglia. Perse la concentrazione, perse
la voglia di colpire e l’energia del cuore di pietra scomparve
“LEONHART! Non
fermarti!” ripetè la voce di Bahamut
(non posso…)
(non posso
ucciderlo…)
Storm aveva perso elmo
ed armatura,
adesso guardava Squall. Prima confuso, poi una smorfia di rabbia pura
gli si dipinse sul volto
“Non voglio
pietà…IO NON POSSO ESSERE SCONFITTO!!”
Storm lanciò
un urlo
straziante pieno di rabbia e di dolore mentre le ali si rigeneravano in
una luce rossa e dorata. Si sbarazzò degli ultimi pezzi
dell’armatura ed attaccò Squall con inumana ferocia
“DRAKOKEN!”
I colpi erano tremendi,
ed anche
solamente parandoli Squall sentì il polso cedere sotto la
pressione, con un poco rassicurante “crack”. Ma il
fratello
non si fermò tempestando Squall di colpì da tutte
le
direzioni, tagliandogli l’ala destra all’altezza
dell’articolazione, procurandogli un dolore insopportabile,
come
gli venisse tagliato il braccio con una lama rovente. Squall si avvolse
allora nella sua ala sinistra, imitando la tecnica che lo stesso Storm
aveva usato per difendersi dall’onda cosmica. La tattica
sembrò funzionare, ma poi sentì risuonare un coro
di
voci, che in realtà non era altro che la voce di Storm in
diverse tonalità, acute e gravi, divine e diaboliche; Squall
venne avvolto dalla luce.
(No…)
Le parole di Storm erano
glaciale
“Vieni a
me…Angelo Crudele!”
Fu come se gli
strappassero la vita
dell’interno, a mani nude. Ma non morì, ed il
dolore che
provò fu sopportabile. Ma era stanco, completamente privo di
energie. I suoi Junction erano stati annullati e così la
Simbiosi con Bahamut. Privo di difese come un neonato. Storm
volteggiava alto su di lui, con una voce gli echeggiava in testa
“Sei
stato bravo…ma non avresti mai vinto senza il mio
potere”
“Che diavolo
stai dicendo? Ho vinto perché sono il migliore,
punto.”
“Il
migliore…non avresti mai vinto se io non fossi stato al tuo
fianco.”
“Ti sbagli, e
te lo dimostrerò.”
Storm planò a
terra ed
interruppe la simbiosi col suo guardian force.
Fissò
intensamente Squall e poi parlò.
“Ricominciamo,
ma stavolta senza GF e cazzate varie. Solo tu ed io.”
CAPITOLO
32
Zell si era risvegliato,
ma non era
stato piacevole. Legato braccia e gambe, sotto lo sguardo attento del
Phalanx con i capelli rossi e di quella che da questo momento era da
considerarsi la sua EX-ragazza.
“E quindi tu
sei una Phalanx, eh?”
“Esatto,
Phalanx di terza generazione, ID 03-15, supporto infiltrato.”
“Vuoi dargli
anche il tuo codice fiscale?” disse il Phalanx dai capelli
rossi
“Gli ho dato
molto di più” rispose, facendolo ridere
“Benvenuto al
Club,
allora!” disse ridendo quello. Zell cercò di non
elaborare
il senso della frase, fin troppo evidente, e fare finta di niente.
Domandò
“Quindi ci hai
sempre mentito?”
“Non tutti i
phalanx sono
addestrati al combattimento, in quel campo la mia preparazione
è
alquanto sommaria, sebbene voi del Garden mi abbiate aiutato a
migliorarmi. Io sono una spia, il mio compito è raccogliere
informazioni”
“ed
è la seconda cosa
che gli riesce meglio!” interruppe ancora il Phalanx,
sghignazzando e beccandosi un’occhiataccia dalla ragazza.
Zell
ignorò la provocazione
“Quindi ci hai
sempre mentito?”
“si”
“su tutto?”
“No…non
su tutto…”
Il phalanx dai capelli
rossi si
alzò e tenendo le mani in tasca colpì Zell al
volto con
un calcio. Il SeeD cadde a terra, sputò sangue ed un dente.
Il
Phalanx poi lo sollevò e lo scaraventò contro il
muro.
Stava per colpirlo ancora quando Dania lo fermò puntandogli
un
Jitte alla gola.
“Allora che si
fa?” disse quello, mollando Zell
“Non toccare
più Zell. Non provarci nemmeno”
Quello non era
intimidito, anzi. Rideva sguaiatamente
“Perché,
altrimenti che mi fai, supporto infiltrato?”
***
Storm guardava il
fratello che si
rimetteva in piedi puntellandosi con il Gunblade, sembrava impaziente e
non faceva altro che ruotare in continuazione la katana argentata.
Squall si rimise in piedi, ma non era stabile indebolito
com’era
dall’Angelo Crudele. Storm parlò
“So che hai
almeno un elisir con te, quindi usalo. Ma non provare a ripristinare i
Junction, chiaro?”
Squall non aveva altra
scelta. Prese
dalla tasca una fialetta contente un liquido verde
dall’aspetto
molto denso, e la vuotò in un secondo. Ebbe un attimo di
nausea
quando il liquido arrivò fino allo stomaco, ma subito dopo
si
sentì rinvigorito. Anche il polso aveva smesso di fargli
male,
grazie al miracoloso effetto dell’elisir.Tuttavia sapeva che
presto il dolore avrebbe ricominciato a farsi sentire, quindi doveva
fare in fretta. Si mise in posizione di guardia ed attese che il
fratello facesse il primo attacco.
Storm non si fece
attendere, ed
iniziò a menare fendenti utilizzando la Katana Argentata
nella
mano sinistra. Squall notò subito che il fratello teneva la
spada nera poggiata sulla spalla…forse era troppo pesante
per
poter essere usata con una sola mano senza simbiosi. Il SeeD attese che
il Phalanx si scoprisse per contrattaccare; il momento
arrivò
quando Storm sbagliando un affondo si sbilanciò, e Squall
fece
scattare la lama azzurra del suo Gunblade in avanti, premendo il
grilletto ed aumentando la velocità del colpo che
colpì
Storm al petto, sebbene solo di striscio. Storm però si
riprese
in fretta, riuscendo a piazzare un colpo alla coscia di Squall, che non
si rese conto di quanto fosse stato fortunato: due centimetri
più in su ed il fratello avrebbe reciso l’arteria
femorale. Storm colpì allora con la sua spada nera, sebbene
la
utilizzasse come fosse un’ascia più che una spada,
calando
un violentissimo colpo che frantumò le mattonelle del
pavimento.
Storm tirò
fuori la spada e la
poggiò ancora una volta sulla spalla sorridendo. Poi
improvvisamente lanciò un urlo sommesso e cadde in
ginocchio,
mentre energia rossa e nera sotto forma di sfere uscivano dal suo corpo
per entrare in quello di…QUISTIS.
(Quistis?)
“Come sei
arrivata fin qui?”
“aRriVatA?”
disse
Quistis, ma con una voce che non era la sua,o almeno non solo: era come
se si sovrapponessero due voci. Squall era spaventato
“Quistis…cosa?”
“E’
lui fratello…il mio Guardian Force. Dev’essere
riuscito ad impossessarsi di Quistis.”
“CorRetTo
UmaNo. peR TroPpO
teMpo ti Ho SerVito. iO, che SonO il SiGnore Dei drAghI, lo stesso
BaHamuT è SolO un mIo vasSallo!”
Squall
ricordò
all’improvviso le parole dell’esperto riguardo i
Guardian
Force vendicativi, che cercavano di prendere il controllo
sull’intero essere. A quanto pare non c’era
riuscito con
Storm, ed aveva trovato Quistis più malleabile. Ma come?
(Non può
essere…Quistis è una delle persone più
forti che conosca!)
“Tu
menti!” sbottò rabbioso Squall
“MenTirE? nO.
E’ sTatO fiN trOpPo fAcilE conTrOlLare
QueSto…corpo.”
La voce si
stabilì su una
tonalità molto profonda e graffiante e Quistis adesso si
ergeva
eretta davanti ai due Leonhart.
“Con il Flare
rain un piccolo
pezzo di me è entrato in questo corpo…fisicamente
mediocre,ma spiritualmente potente. E con una volontà
così fragile! Non è stato difficile
controllarlo…mi è bastato proiettare
un’immagine
nella sua mente. E’ incredibile come gli umani farebbero di
tutto
per amore…”
(amore? Me?)
“Non tu, il
tizio biondo. Ucciso da tuo fratello.” Disse la posseduta
Quistis, leggendo i suoi pensieri
“Seifer?
Quistis era innamorata di lui?” Chiese Squall
“Fratello,
lasciatelo dire: sei un cretino. L’ho capito
anch’io!”
Esclamò Storm
prima di
tuffarsi di lato per evitare uno sguardo laser almeno dieci volte
più potente del normale. Storm rinfoderò la
Katana ed
impugnò la spada nera con entrambe le mani, prima di
lanciarsi
contro Quistis. Ma chi la controllava aveva evocato il potere della
Megadifesa, talmente potente da rendere pressoché inefficaci
i
vari attacchi del Phalanx. Storm indietreggiò evitando un
rapido
colpo di frusta. Fece per scattare nuovamente in avanti, la il Gunblade
di Squall lo bloccò. Storm era a dir poco irritato
“Forse non ti
è chiaro
quindi ti rispiego il concetto…è lei,
cioè lui il
cattivo adesso!”
Quasi a provare la tesi
di Storm,
Quistis riattaccò, puntando su entrambi. Storm
afferrò il
fratello e lo gettò di lato, prima di saltare dalla parte
opposta
“Visto?”
disse
“Siete
divertente
umani…ma insieme non valete la metà del vostro
antenato
che mi incatenò al suo anello!” disse Quistis,
prima di
caricare l’energia dell’onda cosmica. Nel frattempo
la
forma del suo corpo mutava: due grosse paia d’ali spuntavano
dalla schiena, mentre subito sotto lo stomaco il corpo si allungava
fino ad avere quattro arti inferiori. Alla fine sembrava essersi
trasformata in una Weapon.
“Io Sono il
Possente ZERO! Il primo ed il più grande dei draghi, ed
avrò la mia vendetta!”
(Diavolo)
“Squall,
quella è
l’onda cosmica se non sbaglio. Il che vuol dire che siamo
fregati.” Disse Storm impugnando la spada nera e tenendola di
fronte a sé.
Quistis venne avvolta da
un’aura azzurra sotto forma di sfera, che aumentava di
dimensione
ogni secondo. Storm assunse una posa da battaglia. Non avevano tempo di
ripristinare i Junction, tutto quello che potevano fare era attaccare.
“Io non ho
intenzione di lasciarmi ammazzare senza difendermi Squall. Vieni con
me?”
Squall si
preparò alla carica
“Sono con
te…fratello.”
I due caricarono
Quistis, correndo
più che velocemente possibile. Storm
affondò la
lama in una zampa, facendo in modo che il lato piatto puntasse verso
l’alto; Squall saltò su quel lato ed
affondò il
Gunblade, prima di saltare ancora una volta trasformando quel taglio in
un ampio squarco. Cercarono un secondo attacco in salto, ma proprio in
quel momento il loro avversario rilasciò l’energia
che
teneva al suo interno. I due strinsero i denti, si prepararono al
contatto con l’energia dell’onda cosmica. Sapevano
che non
sarebbero riusciti a resistere, ma non potevano fare a meno di
sperare…ed improvvisamente qualcosa si interpose fra loro e
l’onda cosmica, respingendola ed annullandola. I due rimasero
sospesi in aria sorretti da due possenti braccia leonine
“Rinoa!”
Storm iniziò
a ridere quando si rese conto che era stata sua
“cognata” in simbiosi con Griever.
“Deus ex
machina!” esclamò tra una risata e
l’altra
“Che vorrebbe
dire?” Chiesero contemporaneamente Rinoa e Squall
“E’
la lingua di Centra,
questa frase ha molti significati, ma in questo caso significa
solamente una cosa: che gran botta di culo!”
“Non proprio
ragazzi..non
riesco più a reggere l’energie
dell’attacco…è troppo
potente…ma
perché Quistis vi ha attaccato?”
“Lunga storia,
sorella. Squall, ti ricordi quel gioco che facevamo da piccoli, quando
davamo la caccia ai Lesmator?”
Nella nebbia dei ricordi
cancellati
dai GF riaffiorò quel gioco…un gioco non di
bambini, ma
di piccoli soldati. Si, ricordava tutto. Fece un segno con la testa al
fratello e si lasciò cadere nell’attimo in cui
Quistis
posseduta interrompeva l’energia dell’onda. Storm
si
gettò dietro di lui, afferrando anche la seconda spada,
nonostante la grande fatica, e aprì le braccia prima di
poggiare
i piedi sulla schiena di Squall. Prese lo slancio attaccando Quistis a
velocità raddoppiata, mentre Squall prese energia dalla
spinta
datagli dal fratello, colpendo con il Gunblade subito dopo
l’attacco del fratello. I due attaccavano a turno, in
rotazione,
senza mai tenere la stessa posizione due volte e saltando avanti ed
indietro, supportati dalle magie che Rinoa lanciava loro per aiutarli e
per supportarli. Mentre Quistis si difendeva da una serie di Blizzaga
sotto forma di lance di ghiaccio Squall caricò
l’energia
del Renzokuken, mentre il fratello caricava il Drakoken. I colpi del
renzokuken s’incrociarono con quelli sferrati da Storm,
facendo
traballare Quistis-ZERO.
“SQUALL!
STORM! Spostatevi!”
I due si spostarono
dalla
traiettoria, lasciando campo libero a Rinoa che attaccò
usando
l’Onda Cosmica di Griever, mentre Quistis rispondeva con
l’Ultima Flare. L’energia scatenata dalle due era
troppo, e
soltanto stando lì vicino Storm capì che la
probabilità di lasciarci le penne era molto consistente. A
meno
che….
“Squall,hai
ancora l’anello?”
(non mi pare il momento)
“si,
ma..”
“Passamelo!”
Squall infilò
la mano in tasca
estraendone l’anello e passandolo a Storm che
velocemente
si tolse un guanto di pelle nera con la bocca ed infilò
l’anello al dito. Era un semplice cerchietto
d’acciaio,
senza più l’intarsio a forma di drago.
Piantò la
katana nel pavimento con una leggera inclinazione e ci saltò
sopra come fosse una tavola da surf
“Lanciami!”
Squall colpì
violentemente la
Katana, lo stesso colpo che usata per lanciare in aria
l’avversario nel Cuore di Pietra. La spada si
spezzò, ma
Storm venne lanciato ad una velocità elevatissima, a spada
tratta, che si conficcò nella schiena di Quistis-ZERO.
“Non so
esattamente come si
fa…” disse Storm mentre lottava contro
l’energia
dell’attacco di Rinoa che rischiava di spazzarlo via
“Quindi andrò ad intuito!”
Estrasse la spada e
infilò nella ferita la mano con l’anello
“Ritorna nel
mio anello, maledetta lucertola troppo cresciuta!”
“NO!! Io sono
il Re dei Draghi!”
“Allora,
ritorna nell’anello, sua maestà maledetta
lucertola troppo cresciuta!”
Storm si
sentì invadere da una
grande energia, mentre a poco a poco il drago scompariva urlando in
un’ombra di colore rosso e nero entrando nel corpo di Storm.
Una grande luce rossa
abbagliò
Squall e Rinoa, e quando a poco a poco svanì, Quistis era
sdraiata a terra priva di sensi mentre Storm aveva di nuovo le due ali
su un unico fianco.
“Sono io
quello che comanda,lucertolone.”
Aprì le ali e
volò
verso l’alto, uscendo dal Garden. Osservò la
battaglia che
si svolgeva a Deling City ed i suoi sensi amplificati percepivano
tutto: l’odore del sangue e della polvere da sparo, le urla
di
dolore e di rabbia ed il boato dei cannoni. Non era questa la pace che
voleva, perché quegli idioti continuavano a combattere?
Che fare? Avrebbero
sicuramente vinto
nonostante l’inferiorità numerica, ma cosa sarebbe
rimasto
di Deling City? Forse…la pace era veramente
un’utopia.
Scese planando, tornando al punto di partenza, di fronte a Squall ed
all’ibrido Rinoa-Griever.
Agitando la testa con
fare da rettile interruppe la trasformazione, e Rinoa fece lo stesso. I
due fratelli si guardarono
“Beh,
Squall…direi che abbiamo fatto abbastanza.
Negoziamo?”
“Di norma noi
non trattiamo con i terroristi. Ma sono disposto a fare
un’eccezione.”
“Saggia
scelta.”
Clac
Quistis aveva abbassato
il cane della pistola che teneva puntata su Storm.
(e che c…)
“cosa vuoi
fare Quistis? E’ finita! ZERO non ti controlla
più!” disse Rinoa
“io…voglio
farlo…per Seifer…per noi.”
Sparò. Storm
era impietrito,
privo di difese, impreparato di fronte alla pallottola che lo stava per
colpire al cuore. Ma qualcuno lo spostò dalla traiettoria
della
pallottola. Storm era a terra, vide Rinoa piangere e Quistis sconvolta.
Squall era a terra: aveva frapposto il suo corpo alla pallottola
destinata al fratello. Storm realizzò quello che stava
succedendo ed un furia cieca si impadronì di lui:
Afferrò
la spada nera usando la tecnica dell’impugnatura rovesciata,
scagliandosi contro Quistis
“CERCHIO
FATALE!!”
EPILOGO
Quanto tempo era
passato? Tre mesi o
tre giorni? Diavolo, sembrava proprio che fosse successo tutto ieri. La
battaglia, il negoziato. I SeeD erano presenti come garanti e suo padre
Laguna faceva il moderatore. Caraway cedette a Storm Leonhart il
Garden,le terre intorno a Winhill ed il diritto di usare a suo
piacimento la parte di Centra su cui Galbadia aveva giurisdizione.
Sembravano terre povere e prive di risorse, ma i Phalanx di Storm
sapevano tutto..oro e diamanti sui monti di Winhill e oro nero a
Centra! Storm ancora rideva ripensando alla faccia di Caraway quando
gli aveva comunicato la notizia, il vecchio aveva rischiato
l’infarto! Winhill conobbe finalmente
l’industrializzazione
e la città raddoppiò di dimensioni e di abitanti
in
appena un mese, mentre Centra si stava lentamente ripopolando. Ed i
Phalanx che erano rimasti con Storm gestivano il garden, ed erano la
maggior garanzia di sicurezza che si potesse avere: nessuno avrebbe
osato attaccare i loro territori, e nessuno avrebbe mai cercato di
ribellarsi.
Il progetto di Storm si
stava realizzando, sebbene su piccola scala.
Storm era davanti allo
specchio
dell’appartamento che lo ospitava a Balamb, impegnato in una
lotta che sapeva di non poter vincere: quella contro la sua cravatta.
“Gira sotto il
tronco…ci passa due volte…DANNAZIONE!”
Gettò via la
cravatta,
imprecando e maledicendo le occasioni formali che lo obbligavano a
vestirsi di tutto punto. Giacca nera, camicia bianca firmata e
pantaloni gessati. Ingessato nel suo gessato. Guardò
l’orologio ed imprecò ancora una volta, causando
le
proteste della donna che gentilmente lo ospitava. Era in un ritardo
mostruoso. Nonostante la meta fosse incredibilmente vicina, si tolse
giacca e camicia ed aprì le ali di drago. Adesso controllava
pienamente il suo Guardian Force, tanto da poter usare i suoi poteri a
comando, senza troppe complicazioni. Arrivò nella piccola ma
deliziosa chiesette di Balamb in cinque secondi, ma il tempo che perse
per rivestirsi compensò la sua puntualità.
Entrò
da una porticina laterale, e senza farsi notare si piazzò al
posto che gli spettava, tra due persone vestite esattamente come lui,
Irvine Kinneas e Zell Dincht.
“Sei in
ritardo amico” gli disse Irvine.
Storm annuì e
guardò i presenti in sala.
Irvine Kinneas, colpito
alla spalla
da un proiettile a punta cava, aveva salvato il braccio per
miracolo,grazie alla chirurgia esthariana. Ma aveva ancora un mese di
fisioterapia davanti a sé prima di recuperarne
l’uso
completo.
Chi invece aveva
già finito la
terapia era Zell Dincht,a cui il phalanx Ross, adesso ministro
dell’economia, aveva rotto quasi tutte le ossa. Il
gallinaccio
aveva già ripreso gli allenamenti e l’incarico di
professore.
Dall’altra
parte Selphie
Tilmitt, in completo dorato. Le era bastato poco per riprendersi dal
brusco atterraggio della lagunarock, e già dopo tre giorni
rompeva le scatole al fidanzato ed all’intera razza umana.
Dania Prox, dimessasi
dal corpo di
Phalanx era tornata a vivere al Garden con Zell. Nonostante tutto, il
ragazzo aveva sorvolato sull’incidente del teaser, e lei gli
stava appiccicata come una mosca sul miele.
Quistis Trepe. Dopo aver
colpito suo
fratello era entrata in crisi, in forma acutissima di depressione.
Anche se Storm non sapeva dire se fosse per l’aver sparato ad
un
amico, o per via del braccio meccanico che aveva preso il posto di
quello che lui le aveva tagliato con il suo cerchio fatale. In ogni
caso, la tecnologia di Esthar faceva miracoli, e tranne il colore
decisamente troppo chiaro della finta pelle sembrava proprio in braccio
vero.
In prima fila i Kramer.
Erano tornati
al Garden, ed entrambi lavoravano come professori. Poi Laguna, Kiros e
Ward. Il suo vecchio piangeva come una fontana…che
situazione
imbarazzante.
Ed eccolo lì,
suo fratello. In
un completo nero simile al suo, ma con la cravatta ed un fiore giallo
nel taschino. Quando Quistis l’aveva colpito tutti avevano
temuto
il peggio, finchè non si erano accorti che saggiamente
Squall
aveva indossato la giacca che loro padre gli aveva regalato. Anti
proiettile! Hyne benedica il previdente Laguna, e già che
c’è lo faccia smettere di piangere, per
carità…
Musica di organo, tutti
i presenti si
alzarono e si voltarono verso l’ingresso, dove Rinoa faceva
il
suo ingresso a braccetto con lo zoppicante Presidente Caraway, che
aveva perso la gamba durante l’attacco del ragnone metallico.
La
ragazza indossava un abito sobrio, senza pizzi, merletti e
chincaglierie varie, cosa di cui Squall era stato molto grato. Portava
un Bouquet di fiori bianchi e gialli…ma perché
tutti
hanno questa fissa dei fiori gialli? Storm non riusciva a capirlo, ma
in fondo toccava a Squall e Rinoa scegliere…era il loro
matrimonio, mica il suo. Caraway mise la mano di Rinoa in quella di
Squall e si sedette di fianco a Laguna. Uno serio e composto,
l’altro che piangeva di gioia. Storm e Squall lanciarono uno
sguardo d’aiuto a Kiros, che colpì Laguna con un
calcio
sullo stinco per richiamarlo all’ordine mentre il sacerdote
iniziava
“Siamo tutti
qui riuniti per celebrare la sacra unione di Squall Leonart e di Rinoa
Caraway Heartilly”
Tutti sembravano
commossi, anche Zell
si soffiò rumorosamente il naso finchè non
notò
l’abbigliamento quasi casual di Storm. Zell gli si
sussurrò
“Potevi
mettere più cura
nel vestirti, in fondo è il matrimonio di tuo fratello. Sei
decisamente la più grande carogna che conosca. ”
Storm non perse il
sorriso. Strinse
le dite della mano destra a pugno, ad eccezione dell’indice e
del
mignolo che rimasero invece ben tesi.
“E
tu” disse Storm a Zell mentre il
prete completava il rito “sei decisamente il più
grande
cornuto che conosca!”
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=417235
|