Fratelli...

di DiKey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitoli 1-5 ***
Capitolo 2: *** Capitoli 6-8 ***
Capitolo 3: *** Capitoli 9-11 ***
Capitolo 4: *** Capitoli 12-14 ***
Capitolo 5: *** Capitoli 15-17 ***
Capitolo 6: *** Capitoli 18-20 ***
Capitolo 7: *** Capitoli 21-23 ***
Capitolo 8: *** Capitoli 24-26 ***
Capitolo 9: *** Capitoli 27-29 ***
Capitolo 10: *** Capitoli 30-Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitoli 1-5 ***


Final Fantasy VIII Irvine stava ancora cercando di evitare i panini che Zell continuava a lanciargli contro, quando la sua attenzione venne richiamata da Selphie che saltellando indicava il balcone.

“Guarda, guarda lì!” cinguettava Selphie continuando ad indicare il balcone.

 Irvine puntò la telecamera e vide Rinoa. Ma non era sola, c’era anche…Squall! Squall la prese…e la telecamera si spense, le batterie scariche.

“No!!!”gemette il cowboy con voce un po’ troppo alta. Su tre ore di filmato quella dannata telecamera doveva spegnersi proprio adesso? Selphie gli si avvicinò chiedendogli cosa fosse successo e Irvine si limitò ad agitare la telecamera con aria infastidita.

“E’ scarica…”

“Scarica? No! Peccato! Erano così cariiiniii…”

Il cariiiniii aveva raggiunto un livello di infrasuoni tale da poter essere sentito solo dai pipistrelli. Ciò nonostante Irvine sentì un chiodo conficcarsi nel timpano. Ripresosi si girò verso la sala urlando “una telecamera! Il mio regno per una telecamera! ”

“A che ti serve un’altra telecamera?” chiese Zell probabilmente richiamato dai gridolini di Selphie. O dall’odore dei panini posati sul tavolo lì vicino. Irvine gli prese la testa e la girò puntandola verso il balcone

“Che diavolo fai…però!!! Non ci credo, è Squall quello?”chiese Zell

“Siii!!!!” fu la risposta di Selphie. Che continuò ”Tu non hai una telecamera,vero?”

“No…però forse Quistis ha una macchina fotografica da qualche parte…aspettate, vado a cercarla!”

“Si, però sbrigati Gallinaccio! Quei due non resteranno ancora così a lungo! Anche se devo fare i miei complimenti a Squall…sembra un formichiere! Ed ha anche un ottimo tempo di AHIA!!” si interruppe quando il gomito di Selphie venne a contatto col suo stomaco

“Stavo solo dando un parere prettamente professionale!”

“Professionale? Cosa vorrebbe dire?” gli occhi di Selphie erano ridotti a due fessure

“E…oh…vedi….oh, guarda è arrivata Quistis!” che fortuna! Quistis era arrivata appena in tempo, scortata da Zell e da almeno un’altra mezza dozzina di persone incuriosite e desiderose di sapere che cosa stesse succedendo.

“A che vi serve la macchina fotografica?”chiese Quistis sospettosa. Irvine si limitò ad indicare verso il balcone alle sue spalle senza voltarsi. Improvvisamente sentì che l’aria intorno a lui diventare improvvisamente fredda,glaciale. I volti delle persone lì vicino si pietrificarono, e quelli più lontani optarono per una silenziosa ritirata strategica. Irvine prese fiato e si girò con aria allegra

“Ehilà Squall! Come va, ti stai divertendo?”

Lo sguardo negli occhi del comandante lo fece raggelare. Per un attimo ebbe la sensazione che il sangue avesse smesso di scorrere. “Ma Squall non colpirebbe mai un amico…o potrebbe? Non ha il Gunblade con sé, vero?” pensava. Con Squall non c’era niente di cui essere sicuri..

“A cosa ti serve la macchina fotografica?” chiese Squall.

Irvine vide Zell scomparire tra la folla, Selphie andarsene adducendo la scusa di aver qualcosa d’importante da dire alla Madre, mentre Quistis semplicemente diede loro le spalle ed andò via. Improvvisamente era solo. L’unica faccia amica era Rinoa, che ridacchiava, in parte per nascondere l’imbarazzo che provava, ed in parte perché la situazione era divertente. Anche se lei non avrebbe voluto essere al posto di Irvine in quel momento per nulla al mondo.

“A cosa ti serve la macchina fotografica?”chiese Squall per la seconda volta, col tono che sottintendeva una non troppo velata minaccia di morte qualora la risposta fosse stata a lui sgradita.
“Beh…questa è scarica…e c’è ancora tanto da riprendere, da immortalare, di questa festa!”

“La festa si svolge in sala…non sul balcone.”il tono di Squall era diversi gradi sotto lo zero. Irvine iniziò a pregare dentro di sé che l’amico non avesse portato il Gunblade.

“Corretto..ma…il bancone, cioè il balcone è parte della sala, quindi…”

“Kinneas! Irvine Kinneas!” Era la provvidenziale voce del preside Cid.

“Oh, devo andare, mi dispiace perché era una bella conversazione…ma sono stato richiamato, insomma, ci vediamo, eh?” E sì defilò veloce come un lampo. Era stata Selphie a chiedere aiuto al preside ed alla Madre, che dopo l’iniziale ilarità avevano deciso di aiutare il povero ragazzo ad evitare l’ira del comandante. Cid comunque si lanciò in una ramanzina lunga un quarto d’ora sul significato dei termini discrezione e privacy. Ma Irvine, pur di passare indenne la serata, era disposto ad fare qualunque cosa.

***
(Grande Hyne…l’ho fatto…)

Squall aveva preso Rinoa e l’aveva tirata verso di sé per poi..

(non ci ho pensato, l’ho fatto e basta)

Per un attimo, un solo terribile attimo, pensò che Rinoa avrebbe potuto tirarsi indietro, rifiutarlo in qualche modo…poi tutte le sue sparirono insieme al mondo intorno a loro. C’erano solo la strega ed il suo cavaliere. Finchè il suono di risatine e voci allegre non era giunto alle orecchie di Squall, piacevole come il gracchiare di una cornacchia al mattino presto.

(No…)

Guardò la scena che si teneva di fronte a loro. Irvine cercava disperatamente una telecamera. Rinoa ridacchiava,nascondendo il viso fra le mani

(Perché, Irvine?)

(Un attimo, un solo attimo…non potevi lasciarmi in pace? Voltarti da un’altra parte? Far finta di niente?)

(E’ così strano che bisognava segnalarlo a tutto il garden?)

Prima che se ne accorgesse, stava già camminando verso il gruppo lì di fronte. Quando lo videro allontanare. Molti si allontanarono, segno palese di coscienza sporca. Parlò con Irvine, dieci minuti dopo era nella stanza di Rinoa.

Stava seduto sul letto con la schiena china, ancora infastidito da questo fatto. D’altronde, lui non faceva caso quando Irvine e Selphie erano in atteggiamenti poco adatti ad un pubblico di minori. Non andava in giro a chiedere una telecamera per riprenderli. Si faceva i fatti suoi. Una volta tanto non potevano ricambiare il favore?

“Hey, sei ancora arrabbiato per Irvine?”gli chiese Rinoa,stringendosi dolcemente al suo braccio

(No…lo voglio solo uccidere. Lentamente se possibile.)

“Sai com’è fatto…e poi non capita spesso di vederti sorridere. Val bene correre qualche rischio per immortalarti sorridente. E poi, eri così carino in quel momento..”

(….)

“….”

Rinoa ricominciò a ridere vedendo l’imbarazzo prendere il posto della normale espressione vacua di Squall.

(sono così divertente?)

Squall rivolse la sua attenzione alle mattonelle della stanza di Rinoa. Nessuno dei due parlò per un po’.

“Sai, anche io sono arrabbiata con Irvine” disse Rinoa.

(Non sembrava proprio.)

“Ehy, guarda che è vero. Ripensandoci, sono davvero arrabbiata.”

Dato che Squall continuava a guardare le mattonelle, Rinoa gli si gettò in braccio, sbilanciandolo e facendolo cadere sul letto.

“siamo stati interrotti.” Gli sussurrò prima di spegnere la luce.

CAPITOLO 2
Il rumore dell’acciaio squarciava il silenzio della notte di Balamb. Seifer combatteva ormai da diversi minuti lì, nello spiazzo che precedeva la caverna di fuoco, un luogo che aveva assunto per lui un significato simbolico. Era lì che era iniziato tutto…lo scontro con Squall, quella cicatrice..un regalo che si erano scambiati. Poi Galbadia, la strega e tutto…sembrava un sogno, eppure era passato così poco tempo. Gli piaceva tornare alla Caverna di fuoco, o almeno, gli dava una sensazione piacevole. Soprattutto la notte o la mattina presto…in genere era rimaneva da solo, mentre Rajin e Fujin stavano a diversi passi da lui. Come guardie.

Ma non quella notte.

Erano stati attaccati. Erano in tre, nascosti dietro le divise nere con placche d’acciaio, molto simili a quelle usate in guerra dai Galbadiani. Seifer non aveva avvertito la loro presenza finchè Fujin non aveva urlato. Allora aveva sguainato l’Hyperion e si era preparato allo scontro. Di fronte a lui si stagliava l’immagine d’un tizio armato con due lucenti spade, una per mano.

Mai Seifer aveva affrontato una tale sfida. Solo Squall poteva reggere il confronto con questo nuovo avversario. Seifer studiava questa nuova minaccia:Ogni suo movimento, ogni suo gesto, veniva anticipato,deviato, parato. Ed immancabile arrivava la risposta, con l’altra spada. Seifer però dirigeva l’offensiva, vibrando una serie di fendenti che facevano indietreggiare lo sconosciuto assalitore. Sembrava che fosse lui a dirigere il gioco. Poi arrivò il contrattacco. Da destra, da sinistra, attento alla spalla, difendi gli organi vitali. Seifer si ritrovò improvvisamente spiazzato da quella tempesta di attacchi. Poi quello fece una finta, la spada ruotò a pochi centimetri dal naso di Seifer, che si tirò indietro solo per venir colpito da un potente calcio sotto la mascella.

Seifer cadde a terra, sentì il sapore del sangue in bocca, e dopo essersi pulito quel rivolo di sangue che gli colava dal labbro, sorrise. Era un avversario al suo livello. Questo era il SUO scontro. Mentre Seifer era a terra, l’altro faceva roteare le spade…prima di calarle sulla sua testa. Ma Seifer parò il colpo utilizzando il suo Hyperion con entrambe le mani, e poi scagliò una magia Fire sulle gambe dell’avversario.
Era una magia di livello base, non doveva ucciderlo:doveva distrarlo. Adesso toccava a lui. Roteò la spada più e più volte finchè non prese abbastanza energia…e poi il colpo partì. Quello stesso colpo che aveva quasi ucciso Squall. Stavolta non ci sarebbero stati “quasi”.
Ma il colpo di fermò sulla lama di quello. Non si scompose. Rimase fermo, come se avesse parato il colpo d’un qualsiasi pivellino invece che il suo, invece che la manovra che Seifer considerava definitiva. E poi scattò in avanti, la sua lama squarciò il cappotto di Seifer e lo ferì al braccio.

Seifer poteva sentire il sangue uscire dalla ferita ma “è solo un graffio”si disse. E continuò a lottare. Premendo il grilletto del Gunblade i colpi acquistavano una forza ben maggiore, ma il suo avversario si chinò evitando il mortale fendente che lo avrebbe tagliato a metà e poi colpì ancora una volta, un affondo. La lama si penetrò nella gamba di Seifer e si ritrasse svelta com’era entrata. Seifer si diede dello stupido. Aveva dimenticato il vantaggio che la spada aveva nei confronti del Gunblade. La spada può affondare, il Gunblade no. Le ferita non era profonda, ma era fastidiosa e minava la sua stabilità. Seifer dovette allora cercare di mantenere la posizione contro un avversario che aveva una mobilità decisamente superiore. Resistette, ma per poco. Quello sfruttò le due spade, e stavolta la spada lo prese alla spalla.

“Non riesci a fare niente di meglio che graffiarmi e rovinarmi il cappotto?”sbraitò Seifer

Quello non reagì, il volto nascosto dietro la maschera che portava. Seifer capì che non poteva rimanere fermo, ma non poteva neanche muoversi come voleva. Doveva ignorare il dolore. Strinse i denti ed attacco. Dall’alto, dal basso, serie di colpi, quello combatteva ormai solo sulla difensiva. Ma proprio quando sembrava che avesse in mano lo scontro, Seifer cadde sulle ginocchia. Non riusciva quasi più ad alzare l’Hyperion…poi venne colpito, ancora una volta da un calcio dato in rotazione. Stavolta però in faccia. Seifer era ancora una volta a terrà. Capì finalmente. Quei colpi non erano graffi, colpi mancati o di striscio. No, ogni colpo aveva raggiunto il bersaglio. E lui, stupido, aveva continuato a muoversi, a combattere, sforzandosi e perdendo sangue finchè non riusciva più a stare in piedi.
Lo voleva vivo.
Seifer tentò un timido attacco quando quello si avvicinò, ma l’Hyperion gli fu tolto di mano con un calcio. Poi il piede si posò sulla sua gola.

“stai fermo, Cavaliere della Strega.”

Fece segno dietro di sé, ed un altro tizio in nero gli si avvicinò, tenendo in mano una siringa.

“Questo sangue è contaminato dalla scena” fece “devo prenderlo dalla fonte”e la siringa affondò nel collo di Seifer. L’ex-cavaliere si sentì ancora più debole, prossimo allo svenire..poi vide la spada avvicinarsi all’altra cicatrice…alzarsi…e calare. Chiuse gli occhi.

“Perfetto, un campione puro.”sentì la voce di uno dei due, non sapeva dire quale, e poi dei passi sicuri allontanarsi da lui. Era stanco, troppo stanco. E la notte era tornata silenziosa…no.
Non silenziosa.
C’era un rumore, sgradevole, un suono che Seifer non aveva mai sentitò…Fujin…FUJIN PIANGEVA! No..non è possibile! Fujin non piange mai…doveva vedere, doveva controllare. Afferrò il suo Hyperion, e lo usò come bastone, per reggersi in piedi…doveva vedere, non poteva essere. Ogni passo era pesante, ma lui non ci badava. Non adesso. Strinse i denti ed arrivò all’ingresso della strada che conduceva alla caverna. Vedendo ciò che aveva di fronte cadde ancora una volta in ginocchio.
Rajin era a terra, respirava a fatica ed i suoi occhi spalancati vagano senza riposo. Fujin piangeva, si era lasciata cadere sull’amico e lo teneva stretto come se non volesse farlo andare via.

“Fujin…cosa?” non aveva la forza di chiedere altro. Come non mai Seifer si sentiva impotente.

Fujin non alzò nemmeno lo sguardo e rispose tra i singhiozzi “RAJIN, FERITO. LANCIA, STOMACO.”

Per un attimo, odiò Fujin e quel suo dannato modo di parlare. Aveva voglia di colpirla, di schiaffeggiarla,ma si trattenne. Seifer si avvicinò e vide che Fujin era ricoperta di sangue. Il sangue di Rajin. Rajin cerco con lo sguardo gli occhi di Seifer, il respiro sempre più faticoso e difficile.

“Fujin, tu sei ferita?” La ragazza fece di no con la testa. “Bene, allora corri! Vai a Balamb! Vai al Garden! Vai dove diavolo ti pare! Ovunque, ma chiama…”era una parola così difficile da pronunciare per lui ”chiama…chiama aiuto Fujin. CORRI!!”

Fujin si alzò ed iniziò a correre. Poi si fermò di botto e voltandosi disse “MOSTRI?”

“Se vengono, li arrostisco. Posso badare a quelli. Ma tu corri Fujin!”

Non erano le parole da dire, ma non poteva fare altro. Nient’altro, se non sperare che qualcuno aiutasse Rajin. Cercò di chiamare una magia di cura, ma la ferita era troppo profonda. Aveva visto i suoi sogni distrutti. Più e più volte. Aveva ingoiato amaro ed era andato avanti. Ma questi erano i suoi…i suoi amici. Erano sempre stati al suo fianco. Sempre. Non poteva permettere che anche uno di loro…no, semplicemente non poteva.

“Tu, vedi di non crepare. Non far fare a Fujin una corsa a vuoto, sono stato chiaro?”ordinò Seifer a Rajin.

Seifer cercò di non guardare la ferita di Rajin. Voleva credere che lui ce l’avrebbe fatta. Si guardò intorno…la notte era finita, stava albeggiando.

CAPITOLO 3

Squall si sveglio tardi quella mattina, grazie alla sveglia che intonava la famosa canzone di Julia Heartilly, Eyes on me. La spense com’era solito fare, ovvero senza aprire gli occhi andando alla cieca finchè quel maledetto ti-ti-ti-ti-ti-ti-ti non si spegneva.

(un momento.)

La sua sveglia aveva un normale allarme, non una canzone. Tantomeno una roba sdolcinata come Eyes on Me. Aprì gli occhi e si guardò intorno. C’erano diverse, tantissime foto. Rinoa con Angelo, Rinoa con Selphie e Quistis, Rinoa mentre libera Zell che sta soffocando per via di un panino, Rinoa con lui all’orfanotrofio della madre, ed una foto di gruppo scattata durante la festa tenutasi ad Esthnar dopo la caduta di Artemisia. Decisamente quella non era la sua stanza. Le foto che invece erano sparse qua e là in camera sua (scattate ovviamente da Selphie a cui qualcuno aveva avuto la straordinaria idea di regalare una videocamera che potesse funzionare anche da macchina fotografica) erano invece molto meno allegre: Squall che conta le mattonelle del pavimento, Squall che analizza il suo colletto di pelo, Squall in infermeria ad Esthnar dopo la compressione temporale. Più una decina di foto che lo ritraevano con Rinoa.
Fece due più due ed arrivò alla conclusione che quella non era la sua stanza. Improvvisamente tutto gli ritornò in mente. Tutto.

(Grande Hyne…forse era tutto un sogno?)

Si girò. Vide Rinoa distesa accanto a lui, avvolta dalle coperte. Sorrideva ed aveva la testa poggiata sulla sua spalla. Era bellissima.

(quindi…stanotte…non era un sogno?)

Non sapeva se esserne felice o allarmato. Forse un misto di entrambe le cose.

(va bene…l’abbiamo voluto no?)

(e se lo si vuole entrambi, è tutto a posto, giusto?)

Sperava ardentemente che nessuno lo scoprisse mai. Non tanto per timore d’essere espulso o degradato(in fondo non credeva certo che lui e Rinoa fossero gli unici al Garden, anche se era abbastanza sicuro che quello che avevano fatto poteva essere etichettato come comportamento “disdicevole”)ma gli dava fastidio l’idea di diventare il principale argomento di discussione del Garden. Ed era sicuro che se la voce si forse sparsa lo sarebbe diventato. Non poteva permetterlo. Per sé, per Rinoa e soprattutto per la sua sanità mentale. Si alzò e si rivestì.

… ….

Mentre si rivestiva perse l’equilibrio per mettersi le scarpe e cadde rumorosamente per terra, col risultato di svegliare Rinoa

“Ehy…che ore sono?”chiese sbadigliando Rinoa

Squall guardò la sveglia che segnalava le 6:30. Poteva lasciarla riposare ancora un po’. Le passò una mano fra i capelli facendola quella che( a modo suo)poteva essere definita una carezza.

(adesso, in teoria dovrei…)

Con molta fatica, riuscì a congedarsi da Rinoa con un piccolo bacetto sulla guancia. Non sapeva ancora come muoversi in questo campo per lui sconosciuto e visto che l’alternativa era chiedere consigli ad Irvine, sperò ardentemente che Rinoa avesse molta pazienza. Dopo aver dato un’ultima occhiata alla sua…ragazza, uscì.

(che strano…)

Che strano pensare a Rinoa in questi termini.
Chiuse la porta cercando di fare meno rumore possibile. Si girò..e si trovò davanti Irvine e Selphie. Irvine lo guardava con un sorriso compiaciuto mentre Selphie spostava rapidamente lo sguardo dalla porta della stanza di Rinoa a lui, e poi di nuovo verso la porta. Iniziò a saltellare sul posto ed a squittire come solo lei sapeva fare.

“Ma allora voi…”

Altri suoni indistinti nella gamma degli infrasuoni.

“Allora è ufficiale! State insieme! Come sono contentaaaa!!!”continuò Selphie saltellando, e poi prima che chiunque potesse fare qualsiasi cosa, scattò via dicendo di “dover dare la buona notizia anche agli altri!”

(Perfetto. Ecco quello che si dice discrezione.)

Irvine guardò Squall e notandone lo sguardo disperato si mosse a pietà

“Tranquillo Comandante. Selphie non andrà certo a dire in giro COME tu e Rinoa avete passato la nottata! Anche se tutti quelli che ti hanno visto uscire dalla camera di Rinoa si saranno fatti una loro idea…”

Si toccò la punta del cappello e sorridendo gli fece l’occhiolino. Squall odiavo questo gesto, perché non capiva quando Irvine scherzava e quando invece parlava seriamente.
Effettivamente c’era parecchia gente intorno per essere le sei e mezza del mattino. Squall sentì l’avvicinarsi d’un mal di testa.

“Come mai sono tutti già in piedi alle 6:30? La sveglia di norma è alle sette, l’appello non prima delle otto…”

Irvine aprì gli occhi, forse confuso.

“Squall..ti sei proprio dato da fare, vero?”

(Irvine, non mi provocare.)

Forse notando lo sguardo poco gentile, Irvine rettificò “intendo…sei stanco, parecchio stanco. Tanto d’avere il cervello un’ora indietro. Sono le sette e trenta passate ormai. Per questo eravamo andati a svegliare Rinoa. Zell o Nida in questo momento staranno bussando alla porta della tua camera.”

Squall ricordò che il giorno dopo la festa ad Esthar Selphie aveva insistito per passare al Garden di Trabia, e ci si era fermati lì per la notte. Ed il fuso orario di quella regione era di un’ora indietro…

(Quindi Rinoa ha dimenticato di regolare la sveglia.)

Squall si mise a braccia conserte e studiò le irregolarità del pavimento.

“Perfetto. Tra venti minuti la notizia arriverà fino ad Esthar.”

“Dieci” lo corresse Irvine “se non è già arrivata.”

Era inutile pensarci. E poi Squall era del parere che pensare troppo possa solo far male. Squall passò per il suo appartamento dove, come detto da Irvine, c’era Zell che bussava incessantemente alla porta.

“Smetti di bussare gallinaccio” disse Irvine “l’ho trovato io per primo!”

“Non mi chiamare così!”fece Zell mettendosi in posizione da scontro “E tu Squall dov’eri?”

Irvine fece una rapida inversione a 180 gradi facendo finta di niente, e Squall fece altrettanto. Zell chiese spiegazioni, ma i due lo ignorarono fino all’arrivo in mensa. Qui si sedettero ad un tavolo dove Quistis e Selphie li aspettavano. Selphie era ancora eccitatissima e Quistis guardò Squall con aria seria

“Selphie mi ha raccontato dove hai passato la notte…” fece con un tono sottintendeva molte cose

“Perché dove l’ha passata?”chiese Zell, forse l’unico al garden a non aver capito

(Ed allora? Non sono forse affari miei e di Rinoa?)

Squall stava per esternare questo pensiero ma l’altoparlante lo anticipò

“Squall Leonhart in infermeria. Ripeto, il comandante Squall Leonhart in infermeria. Squall, c’è qualcosa che devi vedere..presto..”

La voce di Nida all’altoparlante era spaventata, supplichevole. Squall guardò i suoi amici, che si alzarono con lui. Qualunque cosa fosse, aveva la precedenza sui gossip riguardo le attività della coppia Squall-Rinoa. Andarono in silenzio fino in infermeria, ma non prima di una sosta al dormitorio per permettere a Squall di recuperare il Gunblade. Si sentiva sicuro quando stringeva fra le mani quell’arma dalla lama azzurra, e poi una delle regole principali dei SeeD è: sempre pronto, pronto a tutto. Fu la dottoressa Kadowaki ad aprir loro la porta dell’infermeria. Senza dir niente li fece entrare. Squall notò subito la presenza di Cid ed Edea. Ma non era la loro presenza ad inquietarlo. Sdraiato su uno dei tre lettini che adesso occupavano anche la sala d’attesa c’era Seifer.
Aveva la fronte fasciata, numerose ferite in tutto il corpo e doveva aver perso parecchio sangue. Probabilmente era stato sedato perché dormiva. Cid guardò Squall e lo prese da parte

“Sono stati attaccati.”

(attaccati? Quindi c’erano anche…)

“Rajin e Fujin.” Cid gli lesse nel pensiero “Fujin ha solo qualche ammaccatura, ma è in stato di shock. Non che sia stata mai particolarmente loquace..” Cid si passò una mano sulla nuca “ma non ha detto altro dopo AIUTO, SOCCORSO e RAJIN FERITO. Quando li abbiamo raggiunto Seifer e Rajin abbiamo trovato segni di combattimento.”

(non mi sorprende che siano stati attaccati. Si sono fatti ancora più nemici di me..)

Fece un rapido calcolo: chiunque a Trabia, Balamb o Esthar sarebbe stato più che lieto di uccidere Seifer. Ed anche molti galbadiani non avrebbero certo detto di no ad una simile occasione. L’ultima guerra aveva portato sangue e morte in tutto il pianeta e, eliminata Artemisia, Seifer era diventato il capro espiatorio. L’unico motivo per cui viveva a Balamb era perché i SeeD gli avevano garantito un salvacondotto.

“Seifer è svenuto quasi subito, ed ora gli stiamo facendo delle trasfusioni. Ha perso tanto sangue. I nostri esperti hanno analizzato la scena. Lo scontro si è tenuto di fronte la Caverna di Fuoco. Molto sangue, ma neanche una goccia che non provenga da Seifer, Fujin..o Raijin.”

Il preside chinò il capo e Squall capì.

(Hyne…)

“Come?”domandò

Il preside si schiarì la voce “Non lo sappiamo…forse una lancia”

(Una lancia?)

La lancia era nota come un’arma difficile da usare correttamente, e con un potere d’attacco e difensivo modesto. Tuttavia, in mano a degli specialisti diventava un’arma temibile, per via della sua portata e per via della sua forza di penetrazione, in grado di trapassare agevolmente un’armatura. Ma non c’erano specialisti di quell’arma. Cid si schiarì ulteriormente la voce ed aprì la bocca, senza emettere alcun suono. Sembrava che avesse qualcosa da dire.

“Vorrei che tu parlassi con Seifer quando si sveglierà.”disse infine”ma non dirgli di Raijin. Cerca solo di capire chi ha potuto ridurlo in questo stato. Se è ancora a Balamb, è una minaccia per tutti noi.”

Squall annuì, ed il preside gli mise una mano sulla spalla prima di andare. In pochi minuti rimanevano solo lui è la dottoressa Kadowaki, che però non era di gran compagnia perché impegnata a compilare un rapporto. Squall ne scorse un pezzo

Nome: Raijin Kihirj
Età: 19
Arrivo: 6:32 Codice Rosso
Condizioni all’arrivo: Numerose ferite superficiali sulla parte superiore del corpo. Tendini del polso destro recisi da taglio netto. Ferita profonda(15 cm) all’addome
.

(15 cm…ad un SeeD insegnano che 6 cm nel punto giusto sono più che sufficienti)

Trattamento: Trasfusioni, immediato trattamento ferita all’addome con supporto di para-magie.

L’ultima riga..

Ora del decesso: 06:57

Squall guardò oltre Seifer e Fujin, dentro la stanza, e vide una barella con un lenzuolo bianco tirato sopra, a coprire uno strano rigonfiamento. Ma il lenzuolo era troppo piccolo per chi bisognava coprire e lasciava sporgere due piedi bruni. La dottoressa Kadowaki se ne accorse, e chiuse rapidamente la porta.

(Perché? Sono abituato alla morte, ormai.)

Certo, non era un pensiero allegro, ma era veritiero. Quante persone aveva ucciso nell’ultima guerra? Tante, ma non ci aveva fatto caso. Era un SeeD, era stato addestrato per anni con l’unico scopo di diventare un guerriero mercenario,ed imparare ad affrontare la morte era il primo passo. Era quasi offeso da questo gesto della Kadowaki

Voleva chiedere alla Kadowaki il perché di quel gesto, ma lei gli indicò Seifer. Si stava svegliando.

CAPITOLO 4

Il preside Cid e la Madre avevano riunito il resto della squadra in presidenza. Avevano comunicato la notizia, e ognuno aveva reagito a modo suo. Selphie singhiozzava con il viso nascosto nella giacca di Irvine, che si era calato il cappello sopra gli occhi e stava,stranamente,zitto. Quistis aveva lo sguardo perso nel vuoto, pesa nei ricordi di quanto Raijin era un suo studente. Rinoa era ancora in camera sua o in mensa. Avevano deciso che non era il caso di diffondere la notizia, gliel’avrebbero comunicata in privato. Solo Zell parlò

“in fondo era un bravo ragazzo…era uno di noi..voglio dire…ha attaccato Balamb, ma poi ha liberato Ellione..lo sapete?”

Zell aveva involontariamente usato quello che era un vizio di Raijin ovvero mettere un “lo sai, lo sapete” alla fine di ogni frase. Cid sorrise solo un attimo, poi assunse un’espressione grave.

“chiunque li abbia aggrediti..sapeva il fatto suo. Erano tre guerrieri esperti, e sono stati sopraffatti con relativa facilità.”

Zell spalancò gli occhi ”Seifer battuto con facilità? Non è possibile! Per quanti odi ammetterlo è un Gunblader esperto, il migliore dopo Squall, e per atterrarlo avrebbero avuto bisogno di una squadra di SeeD di livello medio-alto!”

“Non è detto” disse Irvine “basta un solo tiratore scelto ed un buon fucile.”

Cid sospirò e prese un documento sulla sua scrivania “Questo è il rapporto di Shu sulla scena. Niente bossoli, che comunque non combacerebbero con le ferite. E gli aggressori, a giudicare dalle tracce erano tre, forse quattro. Non di più.”

“Però! Dovevano essere tosti!” gli altri guardarono Zell infastiditi da questa sua ammirazione per gli aggressori del vecchio “Comitato Disciplinare”.

“Ragazzi miei..c’è una cosa che dovete sapere…”iniziò la madre, ma venne interrotta da Nida che era entrato nella stanza senza bussare. Nida sembrava a disagio, ma il preside lo invitò a parlare

“Ehm…signore qualcuno è entrato dal garage.”

Sai che novità. Da sempre dal garage si entrava e si usciva. Irvine sbuffò mettendo ancor più a disagio Nida. Il preside lo invitò a continuare e Nida completò

“usando un codice di terzo livello.”

Questo cambiava le carte in tavola. Si potevano contare sulle dita di una mano quelli che avevano un codice di terzo livello. Squall, in quanto comandante, Shu, Karl perché SeeD di rango A…e naturalmente lui, il preside Cid.

“Quale?”
“Il suo, signore.”

Qualcuno era entrato dal garage utilizzando il codice del preside. E nessuno aveva quel codice,senza contare il fatto che lo stesso Cid non usava più il garage da tempo immemorabile.

“Ci sono stati tentativi multipli?”

“No signore…corretto al primo inserimento. Nessun tentativo di Bypassare il sistema. Semplicemente inserito ed accettato.”

“Nida, per favore comunica ai SeeD di entrare nel protocollo di allarme giallo e dì a Shu di portare le matricole al sicuro. Quistis, Zell, Selphie, prendete qualcuno con voi ed andate a controllare. Irvine, chiama Squall.”

Tutti si alzarono per eseguire gli ordini. Cid ed Edea li guardarono uscire. Poi Cid si diresse verso la scrivania e ne aprì uno scompartimento nascosto.

“Caro..non avrai intenzione di…?”

Cid prese un oggetto e se lo legò al fianco. Poi si alzò, prese le mani di Edea fra le sue e guardandola negli occhi disse

“E’ compito di ogni cavaliere proteggere la sua dama. E non temere…certe cose non si dimenticano mai. Resta qui, per favore.”

Detto questo prese l’ascensore e scese al primo piano

***
Seifer si svegliò poco per volta…e non fu certo felice che la prima cosa che avesse davanti agli occhi fosse Squall.

“Devo proprio essere sul punto di tirare le cuoia se il grande comandante Leonhart in persona viene a farmi visita..” disse col suo solito tono e con quel suo ghigno ironico stampato in viso

(Sta bene.)

“Raccontami quello che è successo.”

“Uh, ma quanto sei crudele Squall! Sono stato ferito, non provi nemmeno un po’ di pietà per me?”

(Non ho voglia di scherzare…)

“Seifer, non è uno scherzo”

“Dannazione, lo so che non è uno scherzo!” Il sorriso sparì dalla faccia di Seifer lasciando il posto alla frustrazione che provava “Sono qui, in questo dannato Garden, in compagnia dell’ultimo uomo sulla faccia della terra che vorrei vedere, fasciato e sanguinante con una serie di aghi piantati nel braccio!!” si fermò prese fiato “lo so che non è uno scherzo”

Forse sarebbe servito qualcuno in grado di ascoltare, di consolare e di dare nuova forza a Seifer. Sfortunatamente Squall non era bravo in nessuna di queste cose, e sebbene lui stesso riconoscesse che dopo l’entrata di Rinoa nella sua vita era parecchio migliorato nelle relazioni sociali(nonostante cercasse ancora di ridurle al minimo)non era ancora in grado di poter affrontare questo tipo di discorsi. Però aveva ricevuto un ordine e gli ordini si eseguono. Meglio cercare di introdurre il discorso in maniera più delicata.

“Te la senti di raccontare quello che è successo?” Era abbastanza sicuro che Rinoa avrebbe posto la domanda in questo modo. Seifer rise, ma senza allegria.

“Squall, questo non sei tu, ma una brutta copia di Rinoa. Finiamola con questa farsa, il tuo cinismo è più vero!”

(ci ho provato)
“Allora vuoi dirmi cosa è successo o no?”

“Risponderò alle tue domande dopo che tu risponderai alla mie.”

Squall sospirò, ma fece un cenno d’assenso con la mano. Voleva solo sbrigarsi.

“Dov’è Fujin? Come sta?”

Questa era facile. Con un cenno del capo indicò il letto improvvisato dietro quello di Seifer, che si puntellò sulle braccia per poter vedere di persona. Fujin dormiva quello che pareva essere un sonno tranquillo. E non poteva essere altrimenti, visti i sedativi adoperati. Guardandola Seifer sembrò tranquillizzarsi.

“E Raijin?”

Questa era la risposta più difficile. Come bisognava presentare la risposta? Forse il metodo migliore era dirlo direttamente, in fondo Seifer era un guerriero. Avrebbe saputo affrontare la notizia.

”La ferita era troppo profonda. Non hanno potuto fare niente.” Forse avrebbe dovuto aggiungere un "mi dispiace" alla fine della frase, ma non ne era sicuro. Guardò Seifer che si chiuse gli occhi mentre si mordeva con forza il labbro inferiore. Squall non capì, ma Seifer per la prima volta provava cos’era il senso di colpa. Quello che era successo era colpa sua, e non solo aveva provocato il danno, ma non era neanche riuscito a ripararlo. Ed ora una delle due persone alle quali teneva, una delle due persone che l’avevano sempre seguito, supportato era morta.
Gli aveva mai detto grazie?
Gli aveva mai detto che si divertiva e che ammirava la sua abilità di pescatore? No…ed adesso era troppo tardi. Ma poteva offrigli ancora qualcosa..vendetta. E Squall era il modo più rapido per poterla portare a compimento.

“Un tizio in uniforme nera ed argento…simile a quella dei soldati di Galbadia, ma anche all’uniforme SeeD, mi ha attaccato. Mi ha messo al tappeto e poi un suo compare mi ha piantato un ago nel collo e si è preso un campione di sangue. Oh, e mi ha lasciato anche questo ricordino...”

Si indicò la benda che aveva legata intorno al capo. Poi continuò

“Sai qual è stata la cosa più strana?”

(Cosa?)

“Mi voleva vivo. Gli servivo vivo. Ed allora, perché uccidere Raijin se tutto quello che volevano era un po’ del mio sangue?”

(non so risponderti, Seifer)

(Probabilmente Raijin ha provocato il suo assassino in maniera eccessiva.)

“Un’ultima cosa comandante…mi ha chiamato Cavaliere della Strega”

Squall perse la sua espressione vacua

(Cavaliere della Strega? Quindi staranno cercando anche me…e se cercano me…)

“Rinoa!” disse infine

In quel momento la porta si aprì ed entrò Irvine.

“Squall, ci sono…anormalità nel garage. E’ meglio che tu venga con noi a dare un’occhiata.”

Squall guardò Irvine e poi lo sguardo gli cadde sul cercapersone che portava in vita. C’era una piccola, ma ben visibile luce gialla accesa. Il protocollo per il codice giallo, probabile violazione della sicurezza interna. Squall si alzò e si avviò. Irvine lo seguì, ma venne fermato dal suo comandante.

“No..Irvine c’è una porta semi-nascosta dietro l’ufficio della Kadowaki. Porta a delle scale di emergenza per il secondo piano. Finirai nell’armeria dietro l’aula 14, prendi un fucile di precisione,e posizionati ovunque ritieni più opportuno.”

Irvine era confuso “Ma perché?”

“Fallo e basta, ok?” non era il momento di dare spiegazioni.

I due se ne andarono, ognuno per la propria strada, lasciando solo Seifer. Il Gunblader si tolse gli aghi della flebo dal braccio e rimosse le bende nei punti in cui ne limitavano il movimento. Trovò il suo Hyperion abbandonato in un angolo e lo controllò: aveva munizioni sufficienti. Poi vide il suo riflesso in uno specchio e lentamente si tolse la benda che aveva in fronte. Una cicatrice. Non quella inflittagli da Squall. Un’altra, ecco cos’era il regalo degli assassini di Raijin. Questa nuova cicatrice si incrociava con quella inflittagli da Squall, formando una X sul suo volto.
Aveva un motivo in più per vendicarsi.

CAPITOLO 5

Squall correva per i corridoi del Garden destando l’attenzione di quei pochi studenti ancora in giro. Il codice giallo veniva comunicati solo ai SeeD, per non spargere il panico. Improvvisamente sentì delle grida provenire dalla mensa. Diversi studenti stavano scappando urlando. L’altoparlante parlò

“ATTENZIONE: Codice Arancione. Tutti i SeeD con ID pari si dirigano alla Mensa. Tutti i SeeD con ID dispari si occupino di attuare il protocollo di protezione.”

A Squall non importava quale fosse il suo numero ID, l’istinto gli diceva di correre in mensa. Sguainò il Gunblade, la lama blu scintillava. Tre o quattro SeeD comparvero al suo fianco, ed in breve raggiunsero la zona antistante la mensa. Vide Zell, Selphie e Quistis raggiungerlo

”Squall!” fece Selphie “Qualcuno ha usato il codice di Cid per entrare nel garage..ma non c’era nessuno!”

(volevano depistarci..sapevano che qualcuno sarebbe andato a controllare…)

Non erano nemici da sottovalutare. Squall divise i SeeD presenti in squadre ed entrarono.

“BLIZZAGA!!!” era la voce di Rinoa che evocava una magia di ghiaccio. Squall arrivò in tempo per vedere un nemico, i cui vestiti corrispondevano alla descrizione data da Seifer, venir preso in pieno petto dal raggio glaciale di Rinoa e crollare gemendo a terra. Contando quello a terra, erano cinque in tutto. Due stavano girando intorno a Rinoa, e Squall vide che uno di loro usava due spade, mentre l’altro portava dei guanti molto simili a quelli di Zell..questo schivò una magia con una capriola di lato prima di gettarsi contro Rinoa che fece in tempo ed evocare un protect su sé stessa, respingendo in gran parte l’effetto di quella carica. Angelo, l’inseparabile cagnolina di Rinoa, approfittò della distrazione per mordere l’aggressore alla caviglia, ma quello la spedì via con un calcio. Ma la distrazione era stata sufficiente perché Rinoa potesse evocare un meteor sul gruppo. Ma non ottenne i risultati sperati, dato che tutti i nemici erano ancora in piedi

(devono avere un qualche schermo)

I SeeD caricarono, ed ad eccezione di quello che usava le due spade, gli altri si voltarono per affrontare questa nuova minaccia. Squall venne attaccato da uno che doveva superare abbondantemente i due metri, ma doveva essere molto potente. Usava una lancia con singolare maestria, alternando colpi con la punta a colpi di coda, o addirittura usandola come un bastone o come una lunga spada. Tenendo l’arma per la coda la fece roteare; Squall si abbassò ma il SeeD che lo supportava non fu altrettanto rapido e venne colpito violentemente alla spalla. La lancia continuò a roteare atterrando altri SeeD, finchè Squall non si gettò alla carica. Quello parò il colpo e ruotò su sé stesso colpendo Squall dietro il ginocchio facendolo cadere per terra. Squall evitò l’affondo della lancia ruotando di lato. Zell era impegnato in uno scontro senz’armi con l’aggressore che era stato morso da Angelo. I due si scambiavano, pugni, calci in rotazione, finchè Zell non riuscì a bloccare un braccio dell’avversario in una presa. Ma quello fece una capriola all’indietro, vanificando il tentativo di Zell e poi colpendolo con un calcio in rotazione. I due si guardarono, le mani di Zell iniziarono ad emanare fiamme…era pronto ad uno dei suoi colpi finali. Guardò l’avversario con aria di sfida, e la sua sorpresa fu grande quando vide che quello stava preparando un simile attacco, solo con fiamme blu.

“Va bene, fermi così di grazia!” qualcuno parlò.

Squall si guardò intorno, era il guerriero con le due spade. Teneva un braccio stretto intorno al collo di Rinoa e con l’altro puntava una delle spade contro i SeeD. Squall ordinò a tutti di stare fermi.

“Ma perché dovete rendere tutto così difficile?”continuò “non era nostra intenzione venir qui a combattervi, ma voi SeeD avete l’abitudine di interpretare male le cose.”

Nessuno capiva se parlasse sul serio o scherzasse.

“Cosa vuoi?”chiese Squall, cercando di reprimere la rabbia

“Oh, tu sei Squall Leonhart vero? L’eroe che col suo Gunblade ha eliminato la strega Artemisia..si, eri su tutti i giornali. Che onore parlare con te…Cavaliere!”

L’essere chiamato con questo appellativo lo sconvolse. Pochi sapevano che Rinoa era una strega, ed ancor meno erano a conoscenza del fatto che lui fosse il suo cavaliere. Certo, ad Esthar si sapeva, ma il presidente Laguna aveva fatto in modo di non far trapelare la notizia ed aveva imposto ai suoi il segreto, sotto richiesta di Squall. Squall era abbastanza certo che al mondo meno di venti persone sapessero che Rinoa era l’ultima strega.

“Oh! Sembra che abbia indovinato! E sono sicuro che questa è Rinoa Heartilly…l’ultima e la più potente strega sul pianeta! Ops..era un segreto?”

(Come fa a saperlo?)

I SeeD e gli studenti del Garden guardarono Rinoa, e Squall dentro di sé maledisse quell’uomo che aveva rivelato qualcosa che avrebbe dovuto rimanere segreta. Rinoa sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.

(Non toccarla…)

“Cosa vuoi allora? Lasciala andare e ne discuteremo!”

“Mi prendi per fesso? Lei viene con me finchè non saremo fuori di qui. E’ il nostro salvacondotto. Ma non gli faremo del male..vogliamo solo una cosa…anzi due.”

Quello che aveva lottato contro Zell si allontanò e prese un astuccio. Lo aprì e ne tirò fuori una siringa. Scoprì il braccio di Rinoa…e fece entrare l’ago. Squall riprese posizione da scontro e caricò in avanti, riuscendo col suo movimento improvviso a schivare l’energumeno armato di lancia, ma si fermò quando il suo interlocutore puntò la lama sul collo di Rinoa.

“Perché dovete complicare tutto? Pochi cl di sangue, che sarà mai per dei guerrieri temprati come voi! E tu hai fatto?” l’ultima frase era rivolta al suo compagno che annuì e poi lasciò cadere una piccola quantità di sangue su un vetrino che poi venne inserito in quello che sembrava un piccolo computer portatile.

“Perfetto..oh, guarda!”ridendo fece vedere al suo capo i risultati, indicando una linea sullo schermo.

(Cosa avete da ridere maledetti?)

Squall strinse i pugni..non poteva fare niente. Per ora. Non avrebbe permesso loro di passarla liscia…doveva solo farli uscire dalla mensa, Irvine era sicuramente già appostato..un colpo dalla distanza, ed eliminato il capo, gli altri sarebbero stati soprafatti.

“Però…vedo che vi siete dati da fare…le congratulazioni sono d’obbligo!”disse ridendo quello che teneva la lama sul collo di Rinoa ”Però forse è meglio confermare…vai a prendere un campione di sangue dal grande eroe.”

Vedendo quello prendere una nuova siringa ed avvicinarsi Squall si mise in posizione di guardia

“Perché non vieni a prendertelo?” gli disse in tono di sfida

“Uh…sfidare il grande eroe…sarebbe bello” si leccò le labbra con la lingua ”Ma non posso perdere tempo…ho preso già degli impegni per la serata. E poi” appoggio la lama sul collo di Rinoa “non credo tu sia nella posizione per dare ordini in questo momento”

Squall non aveva scelta. Bestemmiando Hyne si scoprì il braccio e lasciò che quello prelevasse il campione. Esaminarono come avevano fatto con quello di Rinoa ed il gregario disse “Conferma. Perfetto.”

“Perfetto.”confermò il capo “ed adesso, se permettete noi andiamo.”

Squall fece un cenno col capo ai SeeD che si aprirono per lasciarli passare. Andarono in corridoio, e da lì si diressero verso il giardino

(Irvine, dove sei? Che aspetti?)
***
Irvine aveva visto la confusione che veniva dal piano di sotto, ed aveva capito perché Squall l’aveva piazzato lì. Scelta saggia. Attese, poi vide Rinoa venir tirata a viva forza da un individuo vestito di nero..da lontano era sembrato un SeeD. Puntò il fucile, il bersaglio era inquadrato…posò l’indice sul grilletto…

Clic . L’inconfondibile rumore di una P38. Puntata contro la sua tempia. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi era.

“Non sapevo ci fossi anche tu qui”

“Io invece ti aspettavo. Sei prevedibile, Irvine. Ah, nel caso sia chiaro, non provare a premere il grilletto.”

“tanto mi ammazzerai comunque…”

“Mi conosci così poco? Io non uccido per divertimento. Che tu viva o muoia non m’interessa.”

“Neanche a me..” fece il cowboy con tono di sfida.

“Sicuro..ma se dopo di te mirassi, che so, alla ragazza col vestito giallo?”

Irvine posò il fucile, tolse il caricatore e lo gettò via. I due aspettarono che il singolare corteo sparisse dalla loro vista infilandosi verso una delle uscite. Poi quello smise di puntare la pistola alla tempia del Cowboy.

“Hai fatto la scelta migliore. Oh, niente di personale” e gli sparò due volte alle gambe. Irvine urlò per il dolore, ma era solo in quel piano e nessuno poteva sentirlo. Dannato protocollo di sicurezza…quello salutò e sparì, mentre il cowboy imprecava..
***

Ogni passo i SeeD gli stavano dietro, a distanza di sicurezza. Rinoa cercava Squall con lo sguardo, ed il SeeD ricambiò cercando di infonderle fiducia.

(Tranquilla…non permetterò che ti facciano del male.)

Giunsero fino al Quad, dove diverse Skymotor erano parcheggiate. Ma davanti a queste moto stava ritto il preside Cid. Con un Gunblade in mano. Il capo degli aggressori passò Rinoa al suo secondo ed andò faccia a faccia con Cid.

(Cid..che ci fa con un Gunblade?)

“Salve..Padre.”

(Padre..?)

“Sai che non posso lasciarvi passare.”fece Cid puntando il Gunblade.

“Sai che comunque passerò” rispose quello sguainando le spade

“Come sapevi il mio codice?”

“Suvvia Padre…MA23LU…Martedì 23 Luglio…è il tuo anniversario di matrimonio.” Lo disse come fosse la cosa più facile al mondo.

I due erano in posizione di guardia, Cid attaccò per primo utilizzando quel suo insolito tipo di Gunblade..più leggero e meno potente, ma molto più rapido. Quello però parò senza troppi problemi e contrattaccò, ma Cid resse bene i primi colpi, finchè dopo aver bloccato entrambe le spade del suo avversario, quello lo colpì con una testata, stordendolo e facendolo cadere su un ginocchio. Ma Cid non si diede per vinto: impugnò saldamente l’elsa del Gunblade e caricò un colpo dal basso verso l’alto, con la lama che sfiorava il terreno..il Colpo Imperiale. Ma l’uomo in nero lo parò con una spada sola, prima di colpire Cid allo stomaco con un pugno. Cid lasciò cadere il Gunblade e rapidissimo l’uomo rinfoderò la spada prendendo una strana siringa e facendola penetrare nel collo del Preside. La estrasse dopo pochi attimi. Poi si chinò e guardò il preside negli occhi.

“Non volevo essere così violento Padre. Ma è così che sono stato addestrato. Voi!” si rivolse agli altri “tutti sugli Skymotor!” Gli altri eseguirono in fretta, ed anche lui saltò su una di quelle moto volanti rosse..lasciò andare Rinoa e poi assunse nuovamente quell’aria arrogante e spavalda. Guardò i SeeD, vide Rinoa correre tra le braccia di Squall e rise

“Auguri e figli maschi, bella gente!”

Si accesero i motori e volarono via, sparpagliandosi e sparendo dalla vista dei SeeD in pochi minuti.

Squall li guardò allontanarsi, mentre stringeva a sé Rinoa

(Non è finita)
.

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Capitolo 2
*** Capitoli 6-8 ***


FFVIII 2 CAPITOLO 6

Irvine venne trasportato in infermeria. I colpi alle gambe non erano gravi, ma la dottoressa Kadowaki dovette rimuovere i bossoli, ed Irvine fu costretto a passare la notte in infermeria. Rinoa era fisicamente in buona salute, la Kadowaki voleva tenerla una notte in osservazione, ma lei si era rifiutata ed aveva deciso di stare con Squall. C’erano diversi SeeD feriti e solo quando la maggior parte di loro fu sistemata ci si accorse che Seifer era sparito. Squall mandò un paio di SeeD indenni a perlustrare il Garden ma di lui non c’era traccia. Cid aveva solo qualche contusione. Tutto sommato, per un codice arancione non era andata male. Tutto quello che questi sconosciuti assalitore avevano preso era una piccola collezione di campioni di sangue..
E l’orgoglio di Squall.
Squall non era riuscito a proteggere Rinoa. Certo, non le era successo niente…ma quel pazzo avrebbe potuto farlo del male. Rinoa dormiva al suo fianco, ancora turbata da quello che era successo.

(Pensavo che tutto sarebbe finito dopo Artemisia…)

Guardò Rinoa che dormiva. Le aveva promesso di essere il suo cavaliere, eppure non l’aveva protetta. Non riusciva a tollerare questo pensiero. Questa volta era andato tutto bene, ma la prossima? Squall non riusciva a dormire, si sedette sul lato del letto e si rivestì, prendendo il suo Gunblade. Uscì cercando di fare il minimo rumore per non disturbare Rinoa..uscì dall’appartamento e trovò lì due SeeD ai lati della porta, che facevano la guardia. I due si accorsero del comandante e lo salutarono con il classico saluto che un SeeD rivolge ai suoi superiori.

“Tutto tranquillo signore.”

Squall rispose con un cenno del capo, e poi si avviò verso il centro addestramento. Non c’era niente da fare una volta entrato il vigore il coprifuoco e quello era l’unico in cui valeva la pena passare un po’ di tempo..e poi c’era la zona segreta..

Le porte si aprirono al suo passaggio e quasi subito un Grat gli si parò davanti con intenzioni ostili. Un grat, non certo un nemico al suo livello. Un colpo fu più che sufficiente ad abbatterlo. Altri due grat caricarono Squall, che fu costretto a piegarsi per schivare l’attacco. Ma una magia di fuoco ed un colpo ben piazzato sistemarono entrambi. Dopo pochi altri incontri di scarso livello ed intensità, prese la porta per la zona segreta. Non c’era nessuno.

(perfetto.)

Troppi obblighi sociali negli ultimi tempi. Foto, cerimonie, strette di mano con ogni capo di stato,nonché la varie medaglie al valore e tutte le foto su ogni giornale del pianeta..chiunque per strada lo riconosceva e lo fermava. C’era chi chiedeva di poter vedere il suo Gunblade, ormai leggendario quanto lui. Per molti era un onore, e Zell era forse il più contento di tutti, perché finalmente poteva disporre dei panini che tanto adorava in quantità gargantuesche. Ma per lui era solo un fastidio.
Grande Eroe…quello l’aveva preso in giro utilizzando queste parole. E Squall gli dava ragione. Gli dava ragione con tutto sé stesso.

(Tutti mi danno dell’Eroe…ma che eroe è uno che non riesce nemmeno a proteggere la sua ragazza?)

Avevano sconfitto Adele, Seifer, Artemisia e Hyne solo sa quanti mostri…eppure quei cinque avevano penetrato le difese del Garden ed erano arrivati a Rinoa mentre lui perdeva tempo con Seifer.
Seifer..dov’era finito?non era rimasto sorpreso del fatto che fosse scomparso, era una cosa che rientrava nel suo comportamento, era prevedibile. Ma non doveva scomparire. Così facendo non solo li privava delle informazioni che non aveva ancora dato, e Squall era sicuro che Seifer avesse raccontato solo una mezza verità, ma anche li privava del supporto che il Gunblader poteva dargli nelle ricerche degli aggressori. Seifer ha uno strano modo di mostrare la sua gratitudine..e pensare che era così facile vendicarsi di lui…bastava che prendesse il suo cercapersone, si collegasse sulla frequenza SeeD per poi comunicare che il salvacondotto era revocato.
No, non era da lui, e non era neanche giusto. Non era colpa di Seifer se aveva fallito. Il fatto che Seifer fosse scomparso era un altro tipo di problema. Forse Seifer sapeva qualcosa che Squall ignorava..forse aveva qualche piano segreto..

(Segreti…quando sembra che tutto sia stato detto, eccone altri…)

Come sapevano la data del matrimonio di Cid? Perché lo chiamavano Padre? E cosa diavolo faceva Cid con un Gunblade in mano? Era stato un gunblader, un maestro d’armi?

(odio queste cose..)

Ecco, c’era riuscito. Ogni volta che restava solo troppo a lungo si perdeva nei meandri dei suoi pensieri. Si era promesso di evitarlo, pensare troppo gli portava solo problemi e nessun vantaggio. Oltre la porta sentiva chiaro il rumore di mitragliatori che scaricavano il loro caricatore sui mostri, a quanto pare c’erano altri SeeD che si stavano allenando. I SeeD…un corpo speciale mercenario nato con lo scopo di combattere la strega. Aveva già pensato quanto fosse divertente l’ironia della cosa: il suo fondatore era il marito di una strega che per molti era stata la Madre e l’attuale comandante era il cavaliere dell’ultima strega. Ma forse ci si riferiva alle streghe che Selphie avrebbe definito cattive. Artemisia era sicuramente una di queste, anche se Squall ripensando allo scontro l’aveva giudicata più imbecille che cattiva. Che senso ha regnare se poi non c’è nessuno da comandare?
Senti la porta alle sue spalle aprirsi. Ne fu disturbato, ma cercò di sembrare impassibile, quando si girò.

(Rinoa!)

C’era Rinoa che veniva verso di lui. Era la prima volta che metteva piede nella zona segreta e ne era rimasta piacevolmente sorpresa. Si avvicinò alla ringhiera dove Squall era poggiato.

“Quindi questa è la famosa zona segreta?“

“Così pare” Squall la guardò “che ci fai qui? e dove sono Clarence e …” (come accidenti si chiama l’altro?)

“Pitt?” Rinoa sorrise “non conosci nemmeno i SeeD che mi ha assegnato come bodyguard, mio cavaliere?”

Forse lei non lo sapeva, ma aveva appena toccato un tasto dolente. Squall incrociò le braccia e studiò il pavimento erboso della zona segreta

“so che sono due buoni SeeD e che sanno usare le armi da fuoco. Ma visto che ti hanno lasciato venire qui da sola, non so se domani saranno ancora SeeD.”

Rinoa si innervosì “Perché forse non sono in grado di badare a me stessa? Forse anche i mostri che tenete qui sono troppo pericolosi per me?” Rinoa abbassò la testa e si sedette per terra, portandosi le gambe al petto “tutti qui mi guardano come se fossi una bambola di porcellana…come se potessi rompermi al primo colpo di vento!” guardò Squall negli occhi “c’ero anch’io quando abbiamo lottato contro Artemisia, ho resistito anch’io agli attacchi di Griever…eppure continuate tutti a trattarmi come se fossi di cristallo”

Squall si sedette accanto a lei, effettivamente il ragionamento era logico

“…scusa.”

“sono sicura che tu sei qui perché non riuscivi ad accettare quello che è successo oggi, giusto?”

(si, ma non solo…almeno credo)

“forse”

Rinoa sorrise ed appoggiò la testa sulla spalla del suo cavaliere. Forse Squall avrebbe dovuto passarle un braccio intorno le spalle, ma non era sicuro e voleva evitare figure meschine in quel momento.

“Squall, hai fatto tanto per me..non potrei nemmeno contare tutte le volte che hai rischiato la tua vita per salvare la mia. Non devi sentirti in colpa.”

“Il compito d’un cavaliere dovrebbe essere proteggere la sua strega.”

“Squall…io non voglio essere un peso”

“Non lo sei.”

“Seriamente…mi hai assegnato due SeeD come guardie del corpo..nemmeno il preside Cid ha mai avuto una protezione simile”

(quattro…quello era la prima coppia, gli altri sarebbero venuti a dar loro il cambio fra un’ora)

“Cid è sempre in mezzo ai SeeD meglio addestrati, è come se fosse protetto costantemente. Quei due sono solo delle precauzioni in più nel caso che…”

“nel caso che tu sia impegnato altrove?” tolse la testa dalla spalla di Squall “Squall, io sono perfettamente in grado di badare a me stessa…” improvvisamente abbassò la testa “ma chi prendo in giro? Ho scagliato le mie migliori magie contro quelli, eppure li ho a malapena scalfiti..”

“Avranno avuto un qualche schermo…magari la versione potenziata di Shell” non era sicuro che tale magia esistesse, però l’esempio era sufficiente

“Non è questo il punto…io..io voglio imparare a combattere. Quando le magie non funzionano devo essere in grado di reagire.”

“Rinoa..tu sai combattere!”

“Quello mi ha bloccata con uno scatto. Ha approfittato del momento in cui il mio Boomerfriz non era ancora tornato per prendermi e bloccarmi. Poi mi ha messo questo intorno al collo..”

Prese qualcosa dalle tasche e la mostrò a Squall. Sembrava una collana di plastica bianca.

(ma questo è…)

“uno degli strumenti di Odine per controllare i poteri della strega. Squall tu sei il comandante del garden...tutti qui dentro dipendono da te, ma io sono l’unica che sembra essere un peso.”

“tu non sei un peso” era sincero, persino Rinoa non ebbe dubbi su questo

“mi insegnerai a combattere, a lottare come sapete fare solo voi SeeD?”

(per un diventare SeeD ci vogliono anni ed anni di addestramento, essere specialisti di un’arma non è una cosa che si può fare dall’oggi al domani)

“lo farò.” Rispose con convinzione.

(Perché il cervello pensa una cosa e la bocca ne dice un’altra?)

“Ma adesso andiamo, Rin. Si è fatto tardi.”

Il cavaliere aiutò la strega ad alzarsi, e lei lo abbracciò. Stavolta Squall sapeva come comportarsi e ricambiò senza esitare. Dopo alcuni minuti lasciarono la zona e Squall vide sulla porta Clarence e…e Pitt armati con dei mitragliatori. Ecco dunque chi aveva sparato quei colpi! Ripensandoci, non era il caso di degradarli. I due lo salutarono e Squall li congedò in anticipo. C’era lui adesso. E poi altri avrebbero preso posto davanti la porta dell’appartamento di Rinoa. I due SeeD salutarono ed andarono, Rinoa e Squall si diressero invece dall’altra parte. Nessun mostro gli si parò davanti, ed arrivarono tranquillamente fino alle porte. Lungo la strada per il dormitorio Rinoa si tenne ben stretta al suo cavaliere. Squall l’accompagnò al suo appartamento e Rinoa lo invitò a restare perché non voleva restare sola. Squall non ebbe obiezioni. Aspettò che si addormentasse, poi si alzò nuovamente. Doveva risolvere una faccenda.
La collana di Odine. Non era certo un oggetto facile da trovare. E se quello di cui questi nuovi nemici avevano bisogno era il sangue delle streghe e dei loro cavalieri, per usarlo avrebbero sicuramente avuto bisogno di Odine o di qualcuno a lui vicino.
Il presidente Laguna gli aveva dato il suo numero personale, in modo da poter comunicare direttamente senza passare per segretarie, messaggeri o chissà cos’altro. Che ore erano adesso ad Esthar?

(ha importanza?)

Chiuse la porta della stanza in cui Rinoa dormiva per non disturbarla. Compose il numero ed aspettò. Il telefono squillava…

“Yaaawn…ma chi è chiama a quest’ora indecente?” Laguna aveva ragione, lì erano un’ora avanti rispetto a Balamb e quindi erano circa le cinque del mattino

“Presidente Loire sono il Comandante Leonhart”

“Squall? Ragazzo mio…quando ti ho detto che potevi chiamarmi quando volevi  e che ci sarei stato sempre non pensavo che l’avresti preso allaaaah….lettera…”

“Presidente, non l’avrei fatto se non fosse stato importante.”

(lo è? Forse è solo una mia impressione…)

“Lo so…avanti spara. Dimmi tutto, ragazzo mio.”

Questo ‘ragazzo mio’ irritava tantissimo Squall. Laguna certo era più vecchio di lui, ma non gli piaceva che lo chiamasse con questi appellativi.

(Perché ‘ragazzo mio’? Non sono mica tuo figlio!)

E rabbrividì al pensiero che quello che lui definiva un ‘cretino patentato’ come Laguna potesse anche riprodursi.Tuttavia, era meglio tenere questo pensiero per sé in questo momento.

“Presindente, può sembrare una domanda strana,ma ci sono state..cose fuori dalla norma nel laboratorio di ricerche di Odine?”

“Quel posto è già fuori dalla norma. Sii più chiaro”

“Violazione della sicurezza, furto o duplicazione di dati…materiale mancante…”

“Credo di aver capito…farò fare un’ispezione…domattina però,eh?”

“Grazie.”

“Aspetta, ci ved…”

Squall aveva già chiuso il telefono. Si tolse la giacca e si lasciò cadere su una poltrona in un angolo, addormentandosi, finalmente.

CAPITOLO 7

Nessuno si era accorto di lui. Tutti i SeeD e gli studenti erano impegnati a seguire il protocollo di sicurezza, ovvero togliersi dai piedi per evitare di finire ammazzati. Zoppicava ancora un po’, ma riusciva comunque a mantenere un’andatura molto veloce. Non c’era nessun in questa parte del garden. Continuò a camminare ed oltrepassò i cancelli ed i ponti. Il garden era tornato nella sua postazione originale, ma dato che doveva comunque essere sempre pronto a partire in qualunque momento erano stati costruiti dei ponti mobili che lo potessero collegare direttamente alla terraferma. Seifer non sapeva cosa cercare, ma l’istinto gli diceva che doveva essere in bella vista…sarebbe rientrato perfettamente nella mente dei suoi aggressori, Seifer lo sapeva perché anche lui avrebbe fatto la stessa cosa. Ed eccola lì, una Skymotor T3. Brevetto Galbadiano, ma design di Esthar;era ancora un prototipo poco più di un mese fa. Quando Seifer era al suo apogeo a Galbadia gli era permesso di provare uno di questi modelli. Monoposto, ma in con un bagagliaio capiente. Autonomia di volo di tre ore e velocità elevatissime. Per forma e per colore sembrava la versione in miniatura della Ragnarock. Bisognava indossare delle speciali tute per resistere. Ma come diavolo avevano fatto a procurarsele? Si avvicinò alla moto parcheggiata lì e la guardò da vicino. La vernice rosso vivo era scintillante. Decisamente, non era un mezzo che potesse mai passare inosservato. Si portò vicino la parte posteriore della moto e cercò di forzare la serratura del bagagliaio. Gli ci vollero tre tentativi. Dopo averlo aperto ruppe la parte interna della serratura in modo che da fuori potesse sembrare intatta ed entrò.
Era più alto della media, ma mettendosi in posizione fetale riuscì ad inserirsi ed a chiudere lo sportello.

“Questa è la mia battaglia”

Non di Squall, non dei SeeD. La sua. E poi, quanto ci avrebbero i SeeD a trovare la base di questi nuovi nemici? Non poteva certo aspettare tanto! SeeD..a volte era quasi fiero di non essere uno di loro. Una vita passata a seguire ordini ed a combattere battaglie che altri non erano in grado di fare. Che differenza c’era fra un SeeD ed un robot, in fondo? Appena era scattato l’allarme arancione i SeeD erano così impegnati ad eseguire il protocollo da lasciare che una Skymotor vistosa come quella in cui si trovava potesse tranquillamente parcheggiare di fronte al garden! No, i SeeD erano chiusi nei loro schemi, nel loro modo di ragionare privo di fantasia. Gli altri invece erano sfacciati, sottili, furbi. Insomma, forse non tanto visto che avevano parcheggiato così in vista..oppure poteva essere semplicemente una beffa. Nascosti in piena vista. Improvvisamente Seifer si sentì più vicino a questi sconosciuti che a chiunque nel Garden. Ripensandoci lui avrebbe agito allo stesso modo. Non era nel suo stile nascondersi per poi attaccare di soppiatto..come stava facendo adesso. Ma non aveva scelta, non se doveva raggiungerli in fretta. E poi lì avrebbe lasciato che fosse stato il suo Hyperion a parlare. Ma nel caso avesse fallito, aveva pronto un piano B.
Aveva sentito quello che Squall aveva detto a Irvine riguardo l’armeria. Ed aveva seguito il bamboccio con il cappello da Cowboy; quando quello era uscito lui era entrato ed aveva subito trovato quello che cercava.
Erano piccole, color verde scuro con una striscia rossa in mezzo. Solo i migliori erano stati addestrati con queste armi(e lui era fra questi), perché bisognava fare molta attenzione, erano infide…erano le granate Tiamat, ed il nome non era un caso. Ma solo nel caso in cui l’Hyperion fallisse, cosa che non deve accadere.

“Vorrei vedere quel ballerino zampettante evitare una di queste delizie…”

Il raggio d’azione era ampio e lui ne aveva prese quattro, un numero consistente soprattutto per via del fatto che erano poche e numerate. Potevano facilmente far saltare in aria un’ala del Garden, quindi sarebbero state sufficienti a far piazza pulita. Ma era pur sempre un furto, ed un furto di oggetti estremamente pericolosi. Forse stavolta l’avrebbero espulso definitivamente, i SeeD avrebbero smesso di proteggerlo..ed allora? Non aveva chiesto la loro pietà, non la voleva. Ogni giorno dopo la sconfitta di Artemisia si era trovato a dover fare i conti con la pietà di quelli che erano stati i suoi nemici. Ogni giorno era costretto a convivere con il peso di sapere che la sua vita, anzi esistenza, era una gentile concessione di Squall & co. Un attimo, sente un rumore di passi. Poi il rumore dello sportello della cabina che si apre. Qualcuno entrò, si sedette ed avviò il motore. Dopo dieci secondi, lo strano mezzo si alzò del suolo e partì. Seifer era stato tremendamente fortunato: quello poteva avere oggetti da riporre nel vano bagagli, o il suddetto vano poteva non permettere ad un essere vivente di resistere alla pressione della partenza e della traversata. La ruota della fortuna puntava nella sua direzione oggi, ne era più che certo. Sentì un forte bip, e la parola “conferma”. Qualcuno aveva attivato il sistema di comunicazione. Cercò di ascoltare quello che veniva detto

“Pieno successo. Qualcosa da aggiungere al rapporto?” la voce aveva un che di meccanico, proveniva dalla radio

“avevi ragione. Tiratore scelto posizionato alle vostre ore cinque. Se non l’avessi fermato, sareste già tutti cadaveri.”

Tiratore scelto…il vaccaro, Kinneas?

“Fermato? Abbattuto?”

“fermato vuol dire fermato, non mi era stato detto di uccidere.”

“Bene, perché non è quello che vogliamo. La famiglia prima di tutto. Peccato che il Padre ci sia stato ostile.”

Famiglia? Padre? Seifer aveva l’impressione d’aver perso qualcosa d’importante.

“Ostile? Ha tirato fuori il vecchio Gunblade?”il pilota rise sguaitamente, facendo irritare l’ignota voce alla radio

“ai suoi tempi era tra i migliori, uno dei primi ad utilizzare il Gunblade .E’ invecchiato, ma non ti è concesso prenderti gioco di lui,chiaro?”

“Quanto sei permaloso…hai visto il Fratello disperso, almeno?”

“Non ne sono sicuro…ma c’è una buona possibilità che i nostri sguardi si siano incrociati. Convergere sul punto concordato, modalità Stealth. Non fatevi vedere dalla marina galbadiana.”

Galbadiani..quindi il loro rifugio doveva trovarsi nel continente Galbadiano. Scelta saggia. Infatti da quando Caraway era stato nominato presidente ad interim Galbadia aveva ufficialmente rinunciato alle mire espansionistiche. Tuttavia c’era uno zoccolo duro di ufficiali e pezzi grossi che non condivideva questa decisione e la guerra civile sembrava imminente. E quando un paese rischia di auto-distruggersi non ci si curava granchè di quello che in fondo era un piccolo gruppo di stranieri…Seifer sorrise. Se quelli non l’avessero umiliato, se non avessero ucciso Raijin, probabilmente sarebbero anche potuti andare d’accordo. Se…con i se non si fa la storia. Ma le riflessione di Seifer vennero interrotte dalla voce alla radio.

“Blood Brothers 3, 4 e 6 iniziate manovra di atterraggio, Brother 5 giro di ricognizione. Io vado ad incontrare gli esperti ed i finanziatori”

Che nome pittoresco! Ma poi Seifer sentì un groppo alla gola e una strana sensazione nelle orecchie, come un tappo. Deglutì più volte e capì che queste sue sensazioni erano dovute alla veloce manovra di atterraggio. Dedusse quindi di essere il bagaglio di uno tra il 3,il 4 ed il 6. Dieci minuti dopo la Skymotor era atterrata, ma lui non uscì, e fu una scelta saggia perché il numero cinque atterrò pochi minuti dopo. Solo quando non si udirono più passi nell’hangar aprì leggermente lo sportello del bagagliaio. Filtrava ancora una debole luce solare. Avrebbe atteso la notte.

CAPITOLO 8

“Squall Leonhart in presidenza. Zell che fai? …. ….Squall, aspettiamo solo te…datti una mossa, e che diamine!”

La voce impaziente di Zell aveva preso il posto di quella di Nida. Squall avrebbe gradito un altro tipo di sveglia, ma dato che non poteva scegliere scese dal letto. Si sgranchì le gambe e poi si guardò gli abiti. Forse era il caso di cambiarsi ma non c’era tempo. Si diede una rapida sistemata ai capelli e si avviò.
Arrivato nella Hall non potè far a meno di notare un gruppo di soldati di Galbadia che attendevano qualcosa. L’istinto fu di gettarsi contro di loro brandendo il suo Gunblade ma si trattenne quando vide, piazzati di fronte i galbadiani, un piccolo gruppo di soldati di Esthar con i loro insolito Shotaxe. Dovevano essere le scorte dei rappresentanti di Galbadia e di Esthar. Ora si ricordava! Cid aveva indetto quella riunione perché Galbadia ed Esthar potessero appianare le loro divergenze diverso tempo prima..ma adesso c’erano altre priorità. Tuttavia in quanto comandante del Garden non poteva mancare. Prima la riunione, dopo avrebbe chiesto delucidazioni a Cid. Salì al terzo piano e quello che vide era l’ultima cosa che poteva mai aspettarsi.
Caraway urlava contro Laguna, che rispondeva utilizzando lo stesso tono. Selphie urlava perché voleva parlare di come risolvere la situazione di Trabia, Quistis urlava per dire a Selphie che al momento era un problema secondario e Cid urlava per cercare di riportare la calma.

(e questi sarebbero quelli che dovrebbero risolvere i problemi del mondo? Siamo messi bene, non c’è che dire…)

Zell notò Squall e gli si avvicinò.

“Squall, è assurdo!”

“…che è successo?”

“Il preside ha fatto un resoconto a Deling e Laguna di quello che è successo ieri…ebbene, Laguna ha accusato i Galbadiani di aver rifornito armamenti a dei terroristi, Deling accusa Esthar di aver venduto i segreti degli studi che Odine ha tenuto sulla strega..poi si è intromessa Selphie che voleva si parlasse di Trabia, e Quistis ha detto che non era ancora il momento..e Cid non ha nemmeno finito di parlare! ”

Il ragazzo abbassò le spalle e la testa

“è il caos!”

Squall si portò una mano alla fronte. Ed ora che doveva fare? Poteva lanciare Novox su tutti i presenti? Forse Laguna avrebbe capito, ma non certo che Caraway avrebbe fatto lo stesso..si rischiava l’incidente diplomatico.

(non è giusto)

Il mondo era da poco stato salvato dalla compressione temporale,la guerra era finita e tutto quello che sapevano fare era urlare? Molto bene, la sua presenza era inutile. Fece per andarsene, ma Zell lo trattenne per un braccio.

“sei il comandante,no? Devi fare qualcosa.”

Vero. Era il comandante.Non l’aveva chiesto né voluto, ma doveva agire di conseguenza. Si diresse verso il tavolo anche se nessuno fece caso alla sua presenza. Come richiamare la loro attenzione?

(Forse se richiamo una magia…)

Squall prese dal tavolo un bicchiere e lo lanciò in aria, puntandogli contro la mano. Sentì il flusso magico attraversargli il corpo dandogli una strana sensazione di calore seguita da un brivido man mano che il flusso raggiungeva la mano destra dove si concentrava, dandogli quasi fastidio…e poi il Fire partì, colpendo il bicchiere e frantumandolo. L’esplosione fu limitata e quasi ridicola, ma bastò perché tutti lo guardassero, con negli occhi un misto tra rabbia e curiosità. Calò il silenzio e nessuno spostò lo sguardo da Squall. A quanto pare si aspettavano che dicesse qualcosa. Il comandante fu costretto ad improvvisare

“Non so se i motivi per cui state litigando siano validi. Ma so che dovreste permettere al preside di completare il discorso,così anch’io potrò occuparmi dei miei affari e voi potrete tornare a litigare.”

Caraway e Laguna si guardarono imbarazzati e Selphie si scusò con Quistis. Il preside si sedette e ricominciò a parlare

“Grazie Squall. Non credo vi sia bisogno di riepilogare quello che ho detto prima, dato che hai assistito di persona. Però adesso vorrei che tu, e tutti voi qui riuniti, mi ascoltaste bene. Quello che sto per dire è di vitale importanza al fine di capire chi abbiamo di fronte e se rappresentano o meno una minaccia.
Sapete tutti che esistono i SeeD bianchi ed i SeeD, formati rispettivamente per proteggere la Strega e per distruggerla nel caso essa sfrutti i suoi poteri per fini malvagi. Edea creò i SeeD bianchi, ed io, 12 anni fa, fondai l’ordine di guerrieri mercenari chiamato semplicemente SeeD. ”

(…basta con le lezioni di storia..)

“Quello che non sapete, e che prima di questi due eventi, io non sono stato inattivo. Insieme ad altri militari, tra cui vi era il padre di Fury Caraway qui presente, Philip, decidemmo di creare un gruppo di guerrieri d’elitè in grado di poter sostenere i combattimenti più furiosi e di resistere alla magia. Erano i tempi in cui la minaccia di Adele su Galbadia era più che concreta. Orfani e giovani che avevano perso i genitori in guerra vennero addestrati duramente, ed i risultati furono quasi immediati. Questo gruppo prese il nome di Phalanx, la falange. Eravamo indipendenti dal governo, che ufficialmente non sapeva di noi, e costretti ad autofinanziarci. Per questo svolgevamo quei lavori che le truppe ufficiali non potevano fare. Ho accettato accordi il cui pensiero ancora oggi mi toglie il riposo. Quando non potei più sopportare tutto ciò lasciai i Phalanx, salvando quanti più bambini possibile da questo destino. Perché la prima generazione di Phalanx sceglieva accuratamente quelli che sarebbero diventati i nuovi membri. Dopo quel momento, non ebbi più contatti con loro. Ma non dimenticherò mai lo sguardo di un bambino con i capelli neri e l’espressione di rabbia e delusione che aveva sul viso quando impedì che il fratello restasse con lui. Non so chi fosse il fratello, ne ho perse le tracce dopo averlo lasciato all’orfanotrofio, la maschera nascondeva il volto ma ho riconosciuto quegli occhi. Il bambino dai capelli neri era sicuramente il guerriero di ieri.
Tutti i lavori che i SeeD rifiutano, vengono accettati dai Phalanx, Il loro motto è: Se agiamo bene, nessuno ci fa caso. Se sbagliamo, nessuno rimarrà per ricordarcelo. ”

Tipi interessanti, non c’è che dire. Squall guardò Cid. Era difficile immaginare quell’ometto come trainer di giovani macchine da guerra.

“Non hanno famiglia..”continuò il preside”ma si chiamano fratelli. Non hanno coscienza, perché non credono nel bene o nel male. Per loro il mondo si divide in persone con diversi punti di vista, in clienti ed in bersagli.”

Squall alzò la testa. Sembravano le sue parole, la somiglianza era incredibile. Squall vide Caraway agitarsi sulla sedia e prendere la parola

”Conosco i Phalanx. Più di una volta Vincent Deling chiese i loro servigi. Non è un caso se per tutta la durata della sua dittatura non ci furono personalità politiche in grado di offuscare la sua immagine. Tutti eliminati sul nascere o scomparsi misteriosamente. Non dubito che quelle Skymotor gli furono date da Deling in cambio di non so quale assassinio. L’avrei detto prima se il presidente Loire mi avesse lasciato parlare.”

Laguna era imbarazzato e si scusò con un cenno della mano. Poi si alzò, con una piccola smorfia di dolore e la gamba rigida

“Beh…dato che è il momento dei Mea Culpa ho anch’io delle brutte nuove. Ieri notte Squall, cioè il comandante Leonhart mi ha chiamato chiedendomi se fosse successo qualcosa di insolito al laboratorio di ricerca magica di Odine. Ebbene…(ah, mi prude il naso!) abbiamo rilevato una violazione della sicurezza di terzo livello. Duplicazione e furto di materiale. Tutti gli esami sulle streghe,su Edea ed i progetti per la Junction Machine Ellione, nonché per un progetto di Odine ancora segreto ed incompleto, Guardian Force Symbiosis che però, personalmente, non ho idea di cosa sia.”

Squall vide confermati i suoi dubbi, e le sue paure. Ma il laboratorio di Esthar era una struttura sorvegliata giorno e notte, non doveva essere facile introdursi..a meno che

“non avessero qualcuno all’interno..”

Tutti si girarono verso Squall che aveva espresso il suo pensiero ad alta voce.

“dovevano avere qualcuno all’interno. Ho visto quel posto, e non c’è modo di regolarsi lì dentro senza qualcuno che sappia usare quei marchingegni.”

L’osservazione fu seguita da un fitto botta e risposta tra Laguna, Caraway e Cid. Senza che Squall capisse come, il discorso si spostò su Timber e Caraway disse che la città sarebbe stata resa formalmente indipendente. La situazione interna di Galbadia era critica, e Timber non aveva risorse tali da giustificare il mantenimento d’un congruo contingente di soldati di stanza lì. Inoltre Timber dipendeva comunque dal governo di Deling City per i commerci, il che vuol dire che avrebbero vinto tutti. Presto ci sarebbero state libere elezioni e Caraway invitò il Comandante SeeD a partecipare come osservatore e garante della regolarità delle elezioni. Squall non aveva idea di che cosa dovesse effettivamente fare, ma probabilmente sarebbe bastato il suo nome a dar fiducia ai cittadini di Timber. Esthar acconsentì ad aprire le frontiere, ma chiese l’aiuto dei SeeD per liberarsi degli ultimi mostri che ancora si aggiravano intorno Tear’s Point, dato che erano troppo potenti per le truppe regolari. Inoltre il presidente Laguna annunciò compiaciuto che era sua intenzione avviare un Garden anche in territorio esthariano. Non avesse mai pronunciato la parola Garden! Selphie scattò in piedi ed investì il gruppo di politici su cosa bisognasse fare con Trabia. Caraway disse che dopo anni di presidenza Deling non c’erano fondi da poter stanziare per la riparazione e che la situazione interna non gli permetteva una tale spesa.

“Questo vuol dire che Galbadia non pagherà il danno fatto?”chiese Selphie con lacrime di rabbia negli occhi.

“No. Vuol dire che non pagherà adesso.” Precisò Caraway

Nient’altro di ciò che venne detto desto l’interesse di Squall. La parte sui Phalanx era l’unica che gli interessava veramente. Avrebbe chiesto maggiori delucidazioni a Cid. Capì che i SeeD non sarebbero rimasti disoccupati per ancora molto tempo e che i governi di Galbadia e di Esthar si sarebbero impegnati concretamente per cercare questi Phalanx. Se volevano imparare a sfruttare i poteri della strega, allora erano una concreta minaccia per tutti. Ma cosa spingeva un gruppo che ha sempre avuto nella segretezza la sua arma più forte ad uscire così allo scoperto? Squall fece per dirigersi verso l’ascensore ma venne richiamato da Caraway

“Comandante Leonhart, una parola.”

(..che vorrà mai?)

Quello si avvicinò e lo prese da parte. Squall notò che Zell si posizionava in modo da poter ascoltare la discussione e che anche Quistis e Selphie erano curiose.

“Comandante, quello di cui voglio parlarle non ha niente a che fare con la politica.”

(Non vorrà mica confidarsi anche lui con me?)

“Ci terrei a chiarire alcuni punti sul suo rapporto con mia figlia.”

Squall ebbe la sensazione che la mascella si stesse staccando, ma mantenne comunque la sua solita espressione vacua. Zell cercò d’infilarsi un pugno in bocca per non scoppiare a ridere e Selphie non faceva niente per nascondere le risate. Solo Quistis aveva un’espressione seria. Squall notò che anche Laguna era lì vicino, e si chiese se per loro fosse così divertente farsi gli affari suoi.
Caraway continuò a parlare e Squall si chiese se tutti i padri fossero così, iniziando a considerare il fatto che in fondo i single non erano poi così sfortunati. Dopo mille raccomandazioni, altrettanti avvisi ed una velata minaccia, Caraway si congedò, dicendo che era sicuro che il Comandante fosse una persona matura abbastanza da avere un rapporto serio.

(ed allora perché mi ha tenuto qui venti minuti?)

Caraway se ne andò e subentrò subito Laguna, che teneva la gamba destra rigida. Probabilmente il suo famoso crampo si stava facendo sentire

“Ehi Squall…ti ricordi cosa ti avevo detto quando eravamo a bordo della Lagunarock?”

Squall guardò per terra incrociando le braccia…

(..quando tutto sarà finito, tu ed io dovremo parlare…)

Il SeeD annuì e Laguna parve sollevato.

“Beh…potremmo parlarne oggi?(questo crampo mi sta uccidendo…)”

“Va bene”fece Squall poco convinto

“Davvero?” Laguna era entusiasta ”Perfetto! C’è un posto in cui è possibile parlarne in privato…”

Volendo c’era la zona segreta, ma non era il caso di portare là dentro Laguna. Il giardino sarebbe stato perfetto per lo scopo, visto che gli studenti erano a lezione.

“C’è il giardino…”

“Va bene…quindi…ci si vede, eh Squall?”

(…che cretino…)

***
Rinoa era andata nel centro addestramento. Si era sbarazzata dei SeeD che Squall gli aveva messo come Bodyguard minacciando di degradarli(non che ne avesse il potere, ma essere la ragazza del Comandante avrà pure un qualche privilegio, no?)ed era andata nel centro, sbarazzando dei grat che gli si paravano davanti con impressionante facilità. Quelle piante troppo cresciute giacevano ora carbonizzate ed innocue. Vagò per un po’ poi trovò chi cercava. Era su un ponte e stava guardando l’acqua che scorreva. Era forse il ragazzo più enigmatico del Garden. SeeD d’alto livello, era fuggito da solo dalla prigione distretto-D, membro del Club CC…era conosciuto come Joker ed aveva fama d’essere estremamente abile in tutto, pur non avendo mai mostrato le sue abilità. Senza voltarsi Joker notò che Rinoa gli stava andando incontro

“Non è strano che la Strega, la ragazza del comandante, giri da sola per il centro addestramento?”

“Non è strano che un SeeD d’alto livello ci viva e non abbia altro Hobby se non osservare l’acqua che scorre?” replicò Rinoa

“Touchè.” Il Joker si voltò sorridendo “Dimmi, che posso fare per te?”

Rinoa tirò fuori da un borsone che aveva con sé una serie di fogli e li mostrò al ragazzo “Sei in grado di farmene uno il prima possibile?”

Joker li studiò “Se sono in grado? Certo. Tra due giorni esatti avrai quello che desideri. Hai i materiali?”

Rinoa diede a Joker il borsone, ed il ragazzo guardò un attimo il contenuto ”Vanno bene, ma non userò l’adamantio. E’ troppo pesante, inadatto a questo progetto. Perderà in potenza, ma acquisterà in velocità”

“Va benissimo così. Due giorni quindi?”

“Due giorni precisi, non farti attendere.”

***
Squall era nel suo appartamento, sentiva il bisogno di una doccia dato che rischiava seriamente che la maglietta diventasse una sua seconda pelle…letteralmente. Gettò la giacca sul letto quando qualcosa attirò la sua attenzione. Sul comodino era poggiata una copia quasi identica del suo anello con Griever. La differenza era nel fatto che questo non aveva raffigurato un leone, ma un drago. Sotto stava un foglietto, bianco, con solo quattro parole scritte da un pennarello nero ed uno smiley sorridente

“Ti va di giocare?”

Nell’angolo in basso a sinistra, una P rossa posta sopra una X nera e spessa. Cid aveva mostrato quel simbolo poco prima: lo stemma dei Phalanx.

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Capitolo 3
*** Capitoli 9-11 ***


FFVIII 3 CAPITOLO 9

Squall rimase a guardare quel foglio, non sapeva come doveva sentirsi. Qualcuno era entrato nel suo appartamento, nel suo spazio privato…in parte si sentiva violato. Poi veniva la rabbia. Quel messaggio, “ti va di giocare?”, non era un gioco dannazione. Raijin era stato ucciso, Seifer era scomparso e Rinoa avrebbe ricordato quella lama sul suo collo ancora a lungo. Se era un gioco, non gli piaceva. Infine quello che provava era banale curiosità. L’anello era troppo simile al Griever per poter essere una coincidenza. Certo, un drago prendeva il posto del leone, ma avevano persino la stessa posa. Aveva una strana sensazione, come se quell’oggetto stesse tornando dal suo passato. Non lo ricordava, ma questa poteva essere una conseguenza dell’uso dei GF. Per poter sfruttare i loro poteri, dovevano prendere qualcosa dalla tua memoria; adesso l’uso di più di due,tre GF in contemporanea era fortemente sconsigliato, se non proprio vietato, ma Squall fino a poco tempo prima ne aveva abusato. Per sconfiggere Artemisia, aveva richiamato in sé il potere dei Guardian degli amici messi fuori gioco…ed ha rischiato di rimanere bloccato nella compressione temporale, perché non riusciva a ricordare il volto di Rinoa.
Ma da due mesi a questa parte il suo passato era tornato. Tutto insieme. Però rimaneva un buco, un vuoto opprimente…dov’era stato prima di arrivare all’orfanotrofio di Edea? Aveva vissuto tranquillo, non felice, ma tranquillo, per anni..perchè adesso era così tormentato?
Bussavano alla porta.

“Yo, Squall! Apri!”

Squall aprì la porta all’esuberante SeeD che però si trattenne sulla soglia. Poggiò un braccio allo stipite della porta ed incrociò le gambe

“Selphie ti manda a dire che il Signor Laguna ti sta aspettando”

(Laguna..me ne ero quasi scordato)

Non era colpa dei GF, proprio non aveva voglia di stare ad ascoltare quel tizio. Poteva essere il presidente di Esthar, ma Squall l’aveva visto,anzi vissuto da giovane, quando Ellione lo collegò al suo passato. Non era stata un’esperienza piacevole. L’aveva subito etichettato come cretino. Però aveva carattere ed un forte ascendente su chi gli stava vicino.

“Squall, Selphie mi ha preso a calci negli stinchi per dieci minuti, prima che ti portassi il messaggio. Se la vedi, puoi dirle che ho fatto come mi ha gentilmente chiesto?”

“Come vuoi..”

“Ok, ci si vede allora!”

Squall chiuse la porte in faccia al SeeD e decise che Laguna poteva aspettare il tempo di una doccia.

***
Laguna era nel giardino, seduto su una panchina a guardare il cielo. La simpatica SeeD con il vestito giallo, Selphie lo intratteneva e lo divertiva con i suoi fiumi di parole, sotto lo sguardo corrucciato del cowboy. Da quello che Laguna sapeva, il cowboy era stato ferito alle gambe, eppure era lì, in piedi appoggiato al muretto. Probabilmente aveva uno schermo protect attivato. Miracoli della magia. Capì che il ragazzo doveva essere legato a Selphie e rise al pensiero che qualcuno potesse essere geloso di lui.
Il crampo alla gamba che puntualmente si manifestava ogni volta che Laguna era teso per qualcosa(seguito in genere da prurito al naso, o alla natica destra)si era fatto così forte che la gamba era tesa come un pezzo di legno. Sarebbe rimasto seduto, non poteva fare la magra figura di farsi vedere zoppicante. Poi vide Squall in lontananza. Cammina lenta e tranquilla, spalle alte e con indosso quella sua giacca nera che iniziava a logorarsi. Selphie lo vide arrivare e dopo aver salutato Laguna prese il cowboy sottobraccio e ne andò. Il comandante SeeD si sedette al posto lasciato libero da Selphie, con la schiena curva e la testa bassa.

“Ragazzo, dovresti migliorare la postura. Come farai quando siederai ad un tavolo di ambasciatori.”

(Vuole parlare o insegnarmi l’etichetta?)

“…cosa voleva dirmi?”

Laguna era a disagio. Saltò in piedi, fece tre o quattro passi e poi ritornò a sedersi.

(…che tristezza…)

“Ch-che cosa ricordi del periodo della tua infanzia, cioè, prima dell’orfanotrofio di Edea?” disse infine

Squall girò la testa quel tanto che bastava per guardare Laguna negli occhi “Niente”

“Oh…quindi dei tuoi genitori…”

“Niente.”

“Ah…”piccola pausa “conoscevo tua madre sai?”

Squall alzò la testa. Forse questa discussione non sarebbe stata inutile dopo tutto. Laguna parve incoraggiato da questo gesto di Squall e proseguì

“Sai era di Winhill. Una bellissima donna ed una splendida persona. Gestiva un pub e fu lei a prendersi cura di me dopo la miracolosa fuga da Centra.”

Un brivido passò lungo la schiena di Squall. Aveva vissuto quella scena in uno dei viaggi nel passato, ed era andato lì di persona. ricordava la donna…Raine.

“Raine…”sussurrò Squall

“Morì pochi giorni dopo averti dato alla luce, o almeno così mi venne detto. Raine Leonhart…”

(Raine Leonhart…Squall Leonhart…)

“Raine Leonhart…in Loire. Sono io tuo padre, Squall.” L’ultima frase uscì praticamente di botto, brutale come una mazzata. Squall si sentì raggelare, poi raddrizzò la schiena, che sembrava pesasse quintali.

(Raine Leonhart…Laguna Loire…)

(quindi…mio padre…è un cretino?)

Squall si fece forza e chiese “da quanto lo sapevi?”

“Con certezza? Da dopo il tuo ritorno dalla compressione temporale. Ti serviva sangue, e donai molto volentieri parte del mio…i medici che fecero le analisi confermarono la mia ipotesi. Perché già la prima volta che ti ho visto entrare nel mio ufficio ho capito chi eri…hai gli occhi di tua madre, Squall.”

Kiros gli aveva già detto una cosa simile, a bordo della LagunaRock. Ricordò anche i commenti di Selphie su quanto i due si assomigliassero fisicamente, o i Moomba che lo chiamavano Laguna…perché i Moomba ricordano le persone leccandone il sangue. Quindi, era tutto vero.

“Perché me lo dici solo ora? Dove eri quando Raine è morta?”

“Non c’ero” fu Laguna a chinare il capo “Sarei dovuto esserci, ma non c’ero. Mi avevano trattenuto ad Esthar, perché la situazione del dopo-Adele era critica…avevano bisogno di un capo, e mi ritrovai presidente. Quanto riuscì a tornare a Winhill, non trovai né te né lei. E nessuno mi disse niente. Mi odiano ancora lì, lo sai? Ma non più di quanto mi odi io per non essere stato con lei…per avervi perso entrambi. Trovai da solo il punto in cui riposa…è una collina lì vicino, proprio dove gli ho fatto la proposta…”

Squall si strinse la testa fra le mani. Quando niente, quando troppo. Perché succedeva tutto ora? Aveva quasi diciotto anni, e per i primi diciassette anni della sua vita nessuno, NESSUNO gli aveva mai detto niente. Chi era, da dove veniva. E poi nel giro di due mesi, ecco tornare tutto ciò che mancava all’appello.

“Cosa vuoi…Laguna?”

“Cosa voglio? Niente. Volevo solo che sapessi chi sei. Darti quei tasselli che mancano al puzzle della tua vita..”

“Il cavaliere della strega…”

“cosa?”

“Quella tua ultima frase…è tratta dal libro il cavaliere della strega

Laguna rise “Mi hai beccato! Beh, pensavo che ci stesse a pennello, no? Non sapevo che l’avessi letto…insomma, è un mattone!”

“Rinoa”

“Quella ragazza ha una splendida influenza su di te…dimmi, l’avete fatto?”

Alla normale espressione vacua di Squall si aggiunsero tre diverse tonalità di rosso.

“sei mio padre da venti secondi…non credi di correre troppo?”

“Ok, hai ragione. Scusa. Beh, come ti senti?”

(Come mi sento? Non lo so.)

“Qualche dubbio in realtà mi era venuto…i commenti di Kiros e Ward, i Moomba che mi chiamavano Laguna…non posso dire che fosse del tutto inaspettato. Anche se non gli ho mai dato troppo peso.”

Detto questo Squall guardò Laguna. Era un cretino, su questo non ci pioveva. Ma aveva rischiato la vita per salvare le persone a cui teneva, ed aveva salvato Esthar dalla strega Adele. Il suo rimorso per non essere stato accanto Raine era sincero. Tutto sommato, poteva considerarsi soddisfatto. Disse questo a Laguna, che si esibì in un sorriso a trentaquattro denti.
Laguna portò il discorso su altri argomenti, su Esthar, sulla Lunatic Pandora e sulle misteriose dimissioni di Odine. Pare infatti che il più grande esperto di GF e streghe al mondo avesse deciso di lasciare Esthar perché limitato dagli obblighi morali che Laguna gli aveva imposto. Squall ripensò a quello che aveva visto. Con i suoi occhi ed attraverso quelli di Laguna. Non era una bella persona, e molti pensavano che la minaccia delle streghe fosse solo una scusa per giustificare i suoi esperimenti.
Squall e Laguna erano preoccupati, viste le recenti notizie ed il fatto che i Phalanx sembravano interessati agli studi sulla strega. E non essendo loro individui dotati di grande moralità, Odine avrebbe trovato in quest’ordine un eccellente partner di studi. Lagune promise a Squall che l’avrebbe tenuto aggiornato riguardo i progetti di Odine, soprattutto l’ultimo, dato che probabilmente i loro nemici se ne sarebbero serviti. Quando si congedarono Squall era ancora un po’ imbarazzato. Sentiva il bisogno di parlare con Rinoa.

CAPITOLO 10

Si era tolto la maschera e la divisa, erano inadatti alla serata mondana che lo attendeva. Non ricordava se si trattasse di un’opera o di un balletto, sapeva solo che qualunque cosa fosse lo avrebbe quasi certamente annoiato a morte. Inoltre si sentiva soffocare con indosso quel completo nero, gessato. Elegantissimo certo, ma estremamente scomodo. Quando non indossava la divisa portava una comoda maglietta rossa su un paio di jeans neri, semplice e comodo. Ovviamente sotto i jeans nascondeva una serie di piccole armi da taglio, perché non si sa mai cosa può capitare, giusto? Invece con questi pantaloni era impossibile nascondere qualcosa di più grande di uno spillo. Dannati i ricchi ed i loro gusti! Era certo che tutti trovassero l’opera noiosa quanto lui, ma si sa, noblesse oblige! Cercò sul tavolo della sua camera d’albergo il biglietto che gli era stato inviato dal ‘finanziatore’ e rabbrividì leggendo il nome dell’opera…’la mia ultima fantasia’…che razza di acidi usava l’autore per uscirsene con nomi di questo tipo? Beh, sempre meglio dell’ultima volta che era stato invitato ad una mostra d’arte moderna: il pezzo forte era una sedia di legno.
Si guardò allo specchio e si sentì più vicino ai pinguini che agli esseri umani. Si diede un’ultima sistemata ai capelli neri e si avviò. Li aveva da tagliati da poco, per evitare che durante le battaglie gli finissero davanti gli occhi se tenuti sciolti, o si tramutassero in un pericoloso punto di presa per gli avversari se legati a coda. Aveva appena due ciuffi che gli calavano sulla fronte, senza arrivare agli occhi, che non si capiva se fossero azzurri o verdi. La barba(niente baffi)consisteva in un’unica linea nera che andava dal mento alle basette seguendo la linea della mandibola, ed era curata in modo quasi maniacale. Anche senza le due spade che portava sempre con sé faceva la sua figura.
Scese le scale dell’hotel di Deling City e la receptionist gli disse che la limousine lo attendeva all’ingresso. Le strade erano poco trafficate, arrivò al teatro dell’opera all’orario concordato. Come d’accordo, aspettò sotto la statua del leone all’ingresso, quando una dama gli si avvicinò. Dama! Quando al telefono gli era stato detto dama di mezz’età vestita di rosso, non si aspettava certo quella specie di behemoth che aveva davanti! Aveva visto corpi mutilati, carbonizzati, putrefatti ma solo quando si accorse che la vecchia osava esibire una scollatura gli venne davvero voglia di vomitare tutto quello che aveva ingerito dal capodanno di due anni prima. Stoicamente si trattenne e si esibì in un perfetto baciamano

“Cosa ci fa un bel ragazzo come voi da solo?”

“non tutti hanno la fortuna d’avervi come accompagnatrice” disse sorridendo mentre sentiva il pranzo fare su e giù.

“adulatore! Ma andiamo, mio marito ci aspetta sul palchetto privato!”

“E’ un onore poter guardare l’opera in vostra compagnia.” Rispose mentre saliva le scale che portavano al palchetto, così dannatamente vicino ai ballerini.

(nota per il futuro: informarsi su chi farà l'intermediario ed eventualmente saltare il pranzo.)

 Un uomo in frac lo attendeva seduto e non si alzò nemmeno per stringergli la mano. Non si guardarono nemmeno in faccia. Il vecchio fece per parlare ma il giovane lo fermò con un gesto della mano e tirò fuori dalla tasca una piccola sfera in metallo che iniziò a mandare un leggerissimo ronzio, appena udibile, per pochi secondi, prima di tacere. Era un disturbatore di frequenze, brevetto Esthariano.

“Siete un osservato speciale maresciallo Birmak. Ci sono cimici sul palco e persino sotto le vostre natiche. ”

“Quindi come giustificherò quest’incontro?”

“Ai vostri amici direte che sono il giovane rampollo dei Wallet, industriali della Galbadia meridionale. Agli altri vostri amici direte che abbiamo accettato l’accordo.”

“Perfetto.” Disse il vecchio “volete che vi fornisca i dettagli della missione?”

“E’ per questo che sono qui. Ma la prossima volta, ci vediamo in un bar, eh?”

Il vecchio in frac gli passò una cartellina nera “ Generale Fury Caraway, presidente di Galbadia ad interim. Mercoledì sarà a Timber per annunciare la formale indipendenza della città nel vecchio municipio. Sappiamo per certo che saranno presenti tutti i capi dei vari gruppi di resistenza, tra cui vi sono i candidati alla carica di Governatore di Timber.”

“E nessuno deve uscirne vivo, giusto?”

“Non proprio. Il leader del gruppo di ribelli ‘Timber’s Beast’ ha sempre voluto il posto di Governatore, ma non gli è stato permesso di candidarsi perché troppo violento ed estremista.”

“e rientra nella sua natura eliminare tutti quelli che non la pensano come lui.”

“esatto, vedo che capisce al volo. Lui sarà presente, e deve restare vivo.”

Il giovane sorrise. Era un lavoro che avevano fatto spesso. Attentato e poi dare la colpa a qualche elemento indesiderato…

(ah, la sana routine..)

 “parliamo ora di quanto costerà mettere su questo spettacolo.”

“Ci sono cinque milioni in una valigetta lasciata nella camera d’albergo a fianco della vostra. La chiave magnetica è nella cartellina. Come acconto mi sembra più che generoso.”

“Non generoso. Giusto. Per un lavoro pulito non possiamo chiedere di meno.”

“Avrete un solo tentativo, non dovete fallire.”

“Nessuno si è mai lamentato.” Il giovane chiuse la cartella e si alzò ”Purtroppo sono costretto a congedarmi in anticipo, vi ringrazio per la splendida serata”

“Oh, ma non è giusto che se ne vada senza aver visto come finisce l’opera!”

La vecchia lo afferrò per la manica della giacca, e il suo primo istinto fu quello di tagliargli la mano, ma fortunatamente non aveva con sé le sue spade. Se c’era una cosa che nessuno poteva fare era mettergli le mani addosso. Mai ed in nessuna occasione.

(MAI. Schifosa cariatide. MAI.)

Il suo sguardo era un lama di ghiaccio, ma lasciava traspire il suo pensiero, e la vecchiaccia libidinosa non potè far a meno di mollare la presa spaventata.Chiamò un taxi e si fece riportare all’albergo.
Salì al suo piano e prese la chiave magnetica datagli dal maresciallo. La porta si aprì senza problemi. La camera era vuota, tranne per una valigetta, una 24ore nera sul letto. La prese e la portò in camera sua. Contò i soldi due volte, e verificò se fossero veri o meno. Ma non prima d’essersi tolto il ‘pinguino che indossava’. Indossò i suoi comodi vestiti civili e poi prese le sue due spade, legandosene una al fianco ed una dietro la schiena. Poteva sembrare un normale avventuriero costretto a doversi difendere dai mostri. Andò a cenare nel ristorante vicino l’arco di trionfo. Pagò poco e mangiò bene. Dopo una birretta mandò un messaggio con due immagini allegate ai ‘fratelli’ sulla loro frequenza criptata.

“Timber, Martedì, Deja-vu Timber’s Beast, tutti meno uno. La festa è al municipio.”

Poche parole. A Timber per Mercoledì(scrivevano sempre anticipando la vera data), con equipaggiamento standard, utilizzando il sistema dei Timber’s Beast ed uccidendo tutti meno uno. Le foto allegate rappresentavano quello che doveva vivere. Fatto questo si avviò per ritornare al suo albergo. Dopo cinque minuti imboccò una stradina scura. Sentiva dei passi dietro di sé, avrebbe potuto evitare guai tirando dritto ed evitando la stradina, ma aveva…finchè si trovò accerchiato.

“Dacci quello che hai…tutto..”

Cinque balordi armati di pistole. Reietti, rifiuti umani. E puzzolenti. Una smorfia di disgusto gli si dipinse sul viso. Si aspettava qualcosa di meglio di quei barboni. Non erano certo avversari che rappresentassero un sfida. Ma chi lo era in fondo?

(i miei standard sono elevati...ma per questi non vale la pena nemmeno di prendere entrambe le lame..)

Pistole contro spade, doveva essere un bersaglio facile per loro. Se non fosse stato schifato avrebbe riso. Invece prese i suoi guanti di pelle nera e li indossò.

”Fermo!” gli gridò uno, puntandogli contro la pistola

“Sapete…oggi sono alquanto irritato. Avete tre secondi per sparire dalla mia vista, e forse potrete riportare le vostre sudice pellacce a casa, se ne avete una..”

(uno....due....)

Quelli si guardarono in faccia, messi a disagio dalla sicurezza dello spadaccino che contava silenziosamente.

“tre”

Una delle due lame scintillò nel buio abbattendosi sul polso di quello che gli stava davanti e separandolo dal resto del corpo. I compari del mutilato spararono, ma lo spadaccino fece una capriola in avanti contando le pallottole che lo mancavano di pochissimi centimetri. Si rimise in piedi e vi un altro lampo d’acciaio, ed un altro balordo puzzolente si accasciò per terra, con niente attaccato sotto il ginocchio destro. Poteva vedere la sua faccia contrarsi nel dolore tremendo che gli aveva procurato, ma non riusciva ad emettere nessun suono. Aveva infuso nella sua spada la magia Novox, chi ne veniva colpito perdeva l’uso della voce.
Gli piaceva il silenzio, e non voleva che la sua calma venisse turbata da altri rumori. Continuò ad evitare pallottole, poi saltò contro un muro dandosi abbastanza spinta perché la sua spada potesse penetrare nel collo di uno degli aggressori. Quello non cadde subito, e ciò permise allo spadaccino di poter usare la carcassa come arma spingendola verso un quarto uomo, prima che la lama li penetrasse entrambi. Ne rimaneva in piedi uno, che tremante gli puntava contro la pistola. La lama affondò nel cuore di quello a cui aveva tagliato la gamba, e poi nello stomaco di quello senza mano.

“F-fermo o s-sparo…” disse l’ultimo che ancora respirava puntandogli l’arma contro.

Perché l’imbecille non è scappato? Non per vendicare i suoi compagni certo. Non per orgoglio. Ma perché la paura l’aveva pietrificato. Era strano come lo stesso atto potesse nascere sia dal coraggio che dalla paura. Paura. La leggeva negli occhi di quel relitto umano…pura paura. Paura che tutto potesse finire. Lui non ne aveva mai avuta. Era stato addestrato in maniera perfetta. Disprezzava chi aveva paura. Gli sguardi si incrociarono, e lo spadaccino avanzò determinato. Quello sparò, ma la lama adamantina della spada deviò il colpo. E non aveva nemmeno messo haste in junction. Un secondo sparo
Clic

“Quello era il nono. Hai finito i colpi.”

Quello lasciò cadere la pistola ed alzò le mani in alto. Implorava per la sua vita. Al disgusto dello spadaccino si aggiunse il disprezzo. Mai arrendersi, mai consegnarsi.

“Non si fanno prigionieri”

L’ultima cosa che il criminale vide fu che lo spadaccino veniva avvolto da una pioggia di scintille azzurre, e l’unica parola che sentì fu ‘imperiale’.
Ed il dolore, come se mille coltelli incandescenti gli si piantassero in ogni centimetro del suo corpo. Un secondo era lungo un’eternità.
Poi il buio.

CAPITOLO 11
Seifer attese il buio per agire allo scoperto. Con il gunblade in mano uscì dall’hangar imboccando una porta laterale. Diverse luci erano accese, e potè guardarsi attorno. Un ampio corridoio, tutto metallico. C’erano dei pannelli sparsi qua e là ed una finestra…no, un oblò! Chiedendosi cosa diavolo ci facesse lì un oblò cercò di guardare fuori, ma non vide nulla se non una enorme massa nera che si muoveva…il mare! Capì allora dove si trovava: in una nave. Diavolo, questi qui erano equipaggiati meglio del garden di Balamb.
Dopo un primo momento di sorpresa venne la delusione. Non poteva attuare il suo piano. Sapeva fare molte cose, ma guidare una nave non era tra queste. Vagò senza meta, cercando di non farsi notare e senza capire come arrivò al livello sottostante. Aprì una porta e si trovò nell’armeria. Mai visto un’armeria più fornita di quella che aveva di fronte gli occhi. Gunblade, munizioni di tutti i tipi, fucili e granate. Un panetto di C4 con legato un esplosivo a tempo attirò la sua attenzione. Lo prese. Non era difficile da regolare. L’esplosivo finì in una delle tasche interne del suo cappotto, in compagnia delle granate Tiamat.
Richiuse la porta dell’armeria e continuò a camminare seguendo il percorso luminoso ai bordi del corridoio. Sentì improvvisamente l’eco metallico di una voce provenire dalla fine del corridoio. Acquattandosi contro il muro si avvicinò e potè sentire quello che veniva detto.

“Messaggio dal Fratello Maggiore. Dirigersi al largo Timber, rotta tre-uno-sette, spiaggia Monday. Revenant, prepara l’equipaggiamento.”

“Che cosa ci serve?”

“Standard. Fucili d’assalto, fumogeni e granate per tutti. Ray, tu connettiti alla rete della sicurezza interna di Galbadia e trova quante più informazioni puoi sui Timber’s Beast.”

“Quindi niente originalità stavolta?”

“Esegui, Revenant.”

“Connesso, file in download.” Fece una terza voce, che Seifer giudicò fosse quella di Ray

Timber’s Beast…perché questo nome non gli era nuovo? Poi improvvisamente si ricordò tutto. Era passato più d’un anno…l’estate che aveva diviso con Rinoa. Rinoa parlava di Timber e dei gruppi di resistenza: le volpi di Timber, I gufi del Bosco, Gli indomabili chocobos, e le bestie di Timber, i Timber’s Beast. Rinoa sosteneva che il gruppo non fosse altro che una copertura per un’organizzazione criminale, che mascherava dietro la lotta per l’indipendenza i suoi veri obiettivi. Erano poco discreti, ma efficaci: attentati dinamitardi, auto-bomba, sabotaggio di treni…pare che avessero mietuto più vittime tra i cittadini di Timber che tra le forze di Galbadia. Erano loro il motivo per cui Galbadia aveva dislocato un forte contingente di forze, e perché vi era l’ordine di sparare a vista su individui, potenzialmente pericolosi.

“File scaricato, visualizzato sul frame secondario.”

“Blah. Macellai senza stile. Dobbiamo risparmiare il capo, questo tanghero qui.”

La foto comparve sullo schermo, ma Seifer non potè vederla. Revenant parlò

“Allora, niente esplosivo. Entriamo, spariamo all’impazzata sulla folla e piazziamo un singolo colpo diretto alla gamba o al piede a ‘faccia di tapiro’.”

Piano semplice e funzionale. Così quando quello a cui avrebbero scaricato la colpa si sarebbe difeso sostenendo che anche lui era stato ferito, avrebbero obiettato che lui era l’unico colpito volontariamente in punti non vitali.

“Confermo. Ecco qui la mappa del municipio. Tre punti d’accesso, più un’uscita d’emergenza.
12:38: Ray, tu pulirai l’entrata sud e terrai la strada libera per la nostra fuga. Abiti civili. Brother Blazer, a te l’ingresso nord. Penetrerai travestito da soldato di Galbadia ed attenderai. Revenant ed io entreremo dall’ingresso principale. Eirich, tu controllerai che nessuno possa fuggire dall’uscita d’emergenza.
12:40: aprire il fuoco. 12:42, timbro dei Timber’s Beast sul muro, Ray questo lo fai tu mentre noi torniamo alle Skymotor Qui dentro per le 12: 48. Fine del Briefing.
Torniamo alle stanze e prepariamoci. Informerò il fratello maggiore del piano”

Seifer si nascose nel corridoio da cui era sceso. Era ancora stupito dalla loro capacità di organizzazione. I SeeD avrebbero impiegato più tempo per decidere cosa servire alla mensa! Poteva ucciderli tutti nel sonno…e poi? Sarebbe tornato su una Skymotor? No. Voleva fare qualcosa di eclatante…sorrise. Sapeva esattamente cosa fare. Aspettò che tutti entrassero nelle rispettive cabine e poi entrò in quella che doveva essere la sala di comando. Premette qualche tasto a caso, e riuscì ad accendere il computer. Riuscì ad entrare nel sistema del Garden di Balamb con facilità, ed inviò tutto quello che aveva sentito all’account dell’unica persona sul pianeta che prima di fare qualunque cosa la mattina accendeva il computer per aggiornare il suo diario: la portaordini del gruppo B, Selphie Tilmitt. I SeeD avrebbero saputo come agire. Poi sarebbe intervenuto Seifer. Cercò la sala motori, e depositò lì parte del suo prezioso carico.
Sarebbero atterrati sulla spiaggia Monday, doveva anticiparli lì, dato che non poteva usufruire del bagagliaio degli Skymotor. Ma farla a nuoto era impensabile. Era tornato nell’hangar e camminava in tondo per trovare un’idea

“Cosa ci fai tu qui, Cavaliere caduto?”

Seifer si voltò. Vide che davanti a lui si stagliava una figura con indosso una divisa nera. La sua carnagione era molto simile a quella di Raijin, ma le somiglianze tra i due finivano qui. Raijin era imponente, questo era un tappo mingherlino. Seifer estrasse l’Hyperion e lo appoggiò sulla propria spalla, guardando quello con aria di sfida

“sono qui per ricambiare la visita”

Seifer puntò l’Hyperion e l’altro infilò le mani in tasca. Senza nemmeno capire come, Seifer fu costretto a schivare tre pugnali che andarono a colpire la parete dietro di lui. Scattò in avanti vibrando un fendente con il suo gunblade e premendo il grilletto che ne aumentò la potenza, ma evitò saltando indietro, e lanciandogli un altro pugnale che Seifer intercettò con la lama dell’Hyperion. Lanciò una magia fira, ma quello evitò facendo la ‘routa’, ed una volta ripoggiati i piedi per terra gli lanciò contro due shuriken. Seifer era indispettito

“Hai imparato a combattere ad una scuola di ballo?”

Seifer attaccò costringendo l’altro ad evitare gli attacchi con movimenti difficili ed innaturali. Ma quando pensava di poter finalmente prendere il sopravvento, il suo avversario estrasse dalla tasche due daghe ed iniziò a contrattaccare. Seifer fece un passò di lato per evitare il colpo, e poi fece una rotazione su sé stesso cercando di colpire l’avversario alla schiena, ma l’altro riuscì a schivare il pericoloso attacco con una capriola in avanti. Attaccò Seifer alle gambe ed il biondo fu costretto a saltare per evitare che il colpo gli tranciasse i piedi. Le daghe colpivano velocemente, ma Seifer era ancora illeso, sebbene messo alle strette.
Almasy richiamò allora il potere del fuoco, riuscendo a colpire il suo avversario con una magia improvvisa. Roteò la spada che emise luce verde e sentì il suo cuore pompare ad una velocità molto superiore al normale. Era una cosa sola con la spada, ed iniziò a ruotare su sé stesso, acquistando sempre maggiore velocità.

“DEMON SLICE!!”

 Come un tornado, ma un tornado d’acciaio, si abbattè sul suo avversario colpendolo svariate svolte. Ma ogni colpo non diminuiva l’intensità della rotazione, ma la aumentava. Il suo avversario venne trascinato in aria, e si trovavano già a diversi metri dal suolo quando l’energia si esaurì ed Seifer si trovò a volteggiare in aria. Ghignava, si aspettava di vedere il suo avversario ridotto ad un ammasso di carne tritata e rimase senza parole quando vide che quello che era avvolto da una specie di cortina di fumo, e che da quel fumo usciva un volto demoniaco. Seifer non capì, non subito…poi comprese: un GF! Anche loro sapevano evocare i GF!

“Demon Wall…” disse quello ancora avvolto nella nuvola di fumo “FRECCIA NERA!”

 Non era corretto utilizzare il singolare. Una serie di piccoli dardi di colore nero si abbatterono su Seifer, che cercò di difendersi utilizzando una magia shell. La magia riuscì a smorzarne l’impatto ed a dissolverne alcuni, ma altri squarciarono il cappotto di Seifer, che cadde violentemente contro il freddo pavimento dell’hangar, mentre quello planava, atterrando dolcemente. Ma l’aspetto di quello era cambiato. Adesso era avvolto dalla cortine di fumo evocata dal Demon wall ed il suo braccio destro…sembrava diventato interamente di fumo! Gli occhi erano bianchi, quel guerriero si era trasformato.

“Che diavolo…?”

“Ti vedo sorpreso. Dimenticavo che voi i GF li evocate..che spreco. Perché farli combattere al vostro posto quando si può lottare insieme?”

La voce era cambiata…era come se oltre quella che aveva già sentito ci fosse una specie di eco in sottofondo.
Seifer caricò, ma non prima di attingere all’energia dell’Haste. Doveva sembrare una macchia di colore indistinta agli occhi del suo avversario e quando venne il momento giusto premette il grilletto. Colpito in pieno! Ma Seifer vide la lama passare il suo avversario da parte a parte senza arrecare alcun danno.

“Non è facile colpire un’entità fatta di fumo” lo sbeffeggiò quello prima di poggiare la sua impalpabile mano sullo stomaco del Cavaliere.

“ULTIMA”

Dolore, un dolore fortissimo. Seifer strinse i denti e riuscì a non urlare mentre il suo corpo veniva scaraventato dall’altra parte dell’hangar. Lo scudo shell aveva impedito che la magia lo uccidesse, ma era stato distrutto e Seifer non poteva evocarne un altro. Si rimise lentamente in piedi puntellandosi sull’Hyperion. Si guardò intorno e chissà perché gli tornarono in mente le parole del suo mentore, dell’uomo che lo aveva addestrato ad usare il gunblade…studia il campo di battaglia. E’ la tua prima arma.
Seifer inspirò profondamente e si rimise in posizione di guardia. Attaccò ancora una volta, direttamente, stavolta affondando la lama. Il colpo non passò nemmeno vicino all’altro. Che si mise a ridere

“Completamente fuori bersaglio.”

“E chi ti dice che sia tu il mio bersaglio?”

Sul volto dell’altro si disegnò un’espressione di sorpresa. Guardò dietro di sé: con la punta del gunblade Seifer aveva premuto il pulsante che apriva i portelli dell’hangar. La nave era in movimento e c’era un fortissimo vento. Vide il corpo impalpabile dell’altro iniziare ad essere risucchiato via. Seifer rise e alzando la mano la mise proprio di fronte la faccia del suo avversario.

“Ci si vede. Aero.”

Un violento colpo di vento trascinò via quello dissolvendolo e Seifer premette nuovamente il pulsante per chiudere di nuovo l’hangar. Si lasciò cadere per terra. In quel momento arrivarono altri tre uomini. Seifer era stanco e ferito, ma non aveva intenzione di lasciarsi sopraffare con facilità. Si rimise in posizione di guardia.

“Avanti, chi è il primo?”

“Non hai ancora finito con me, cavaliere.”

Seifer si voltò e vide che su un’impalcatura stava ritto il guerriero che lui credeva d’aver ucciso. Quello saltò ed atterrò sulle punte con straordinaria eleganza.

“Una bella idea, te ne do atto e hai ottenuto il mio rispetto. Peccato che io posso interrompere la simbiosi in qualunque momento, e per quanto il vento potesse essere forte non lo era abbastanza da sollevare quasi novanta chili, non trovi?”

Stavolta fu lui a premere il pulsante, prima di rievocare il potere del Demone-Muro.

“Ma questo si che li solleva novanta chili…BLACK TORNADO!”

Seifer fu avvolto da un soffocante alone nero che lo trascinava in alto, sempre più in alto. Mentre lottava per restare cosciente vide che ormai la nave degli assassini di Raijin non era altro che un puntino lontano…

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Capitolo 4
*** Capitoli 12-14 ***


FF VIII-cap 4 CAPITOLO 12

Due giorni dopo aver scoperto che Laguna era suo padre, Squall si trovava sul treno per Timber insieme all’intera squadra d’assalto, ovvero il gruppo che aveva eliminato la strega Artemisia. Inizialmente solo lui e Rinoa sarebbero dovuti andare a Timber, ma poi Selphie aveva ricevuto una strana e-mail da un indirizzo sconosciuto dove si diceva che Qualcuno di pericoloso avrebbe attaccato il municipio. Sebbene la parola Phalanx non fosse scritta da nessuna parte, Squall era abbastanza sicuro che sarebbero stati loro i nemici. Quindi aveva deciso insieme al preside Cid di inviare l’intera squadra,mentre Galbadia e Timber avrebbero fornito più uomini di supporto. Sapevano quali sarebbero state la mosse dei Phalanx adesso dovevano solo anticiparle. Squall si guardò intorno, facendo vagare lo sguardo da un punto all’altro della comoda cabina che i SeeD avevano riservata su qualunque treno.
Quistis leggeva un libro sulla storia dei Guardian Force appoggiata allo schienale, ed ogni tanto guardava fuori dalla porta per vedere cosa stessero combinando Zell, Irvine e Selphie, che si erano dispersi nel corridoio. Rinoa dormiva con la testa appoggiata alla spalla di Squall. Si era dovuta svegliare presto quella mattina, chissà perché. E gli aveva fatto quasi perdere il treno, perché aveva dimenticato quella strana valigia, stretta e lunga. Squall appoggiò la testa sul capo di Rinoa, era scomodo, ma gli dava una strana sensazione di calore. Poi la porta della cabina si aprì, e Zell entrò.

“Yo! Ma voi due state sempre attaccati?”

“Tu e la ragazza con la treccia non siete da meno, Zell” disse Quistis senza nemmeno alzare gli occhi dal libro che leggeva.

“Ah…ma quella è un’altra…insomma, non è che siamo…”

“Zell, stai zitto.” Concluse Squall.

Zell sbuffò e si sedette scompostamente sul comodo divano della loro cabina. Passarono pochi minuti in cui nessuno parlò, finchè l’altoparlante comunicò che sarebbero arrivati a Timber fra una decina di minuti.

“Dove sono Selphie ed Irvine?” chiese Quistis a Zell, chiudendo il libro e riponendolo nello zaino.

“Selphie è là fuori alla prese con il Remake in versione pop-rock di ‘Train, Train Take us Away’..”

“E Irvine?”

“Si è fatto prestare una chitarra da un gruppo di mezzi-hyppie al vagone tre e la fa da accompagnamento e controcanto. Yo, parli del diavolo…”

Selphie ed Irvine entrarono in quel momento in cabina. La ragazza saltellava ed Irvine aveva un ghigno compiaciuto stampato in viso.

“E’ stato BELLISSIMO!!! Ci hanno anche fatto l’applauso alla fine della canzone!” squittì Selphie

“e tirato dei guil…” fece Irvine mostrando il suo cappello da Cowboy pieno di monetine.

(Art 3, comma 2 del codice dei SeeD: Discrezione ed Eleganza contraddistinguono il SeeD quando è impegnato in missione ufficiale. Dovrei degradarli all’istante.)

Come se avesse letto i suoi pensieri Quistis lo guardò.

“Per stavolta possiamo sorvolare, Squall” lo sguardò si poggiò su Selphie ed Irvine “Ma solo per questa volta. Siamo in una missione importante, e la discrezione è fondamentale. Ai sensi dell’art. 3 dovrei abbassare il vostro livello SeeD.”

“Andiamo Quistis…è stato soltanto un innocuo modo per passare il tempo! E Squall, perché non fai qualcosa di simile con Rinoa? Sono sicuro che apprezzerebbe:le ragazze adorano chi suona e canta con loro…non che a me interessi delle altre ragazze!” Disse Irvine notando che il piede di Selphie era in rotta di collisione con la sua caviglia.

Squall era felice che Rinoa stesse dormendo. Lui non poteva dirle di no, ma di fronte ad una richiesta del genere…avrebbe preferito andare a ripulire l’isola più vicina all’inferno armato di stuzzicadenti.

“Non so cantare né suonare.”

(e ci tengo alla mia dignità.)

“Invece sono sicura che hai una bella voce.”

Squall rabbrividì calò lo sguardo ed incontrò gli occhi di Rinoa, che sorrideva. Irvine mise le monetine in tasca ed il cappello in testa prima di esclamare a gran voce

“Perfetto! Dopo questa missione a Timber, andiamo tutti a Deling City! Conosco un locale dove il giovedì sera fanno una serata Karaoke per coppie! Zell può portarsi la ragazza con la treccia, io mi prendo quella splendida ragazza che lavora in biblioteca..AHIA! Sto scherzando, Selphie….Squall va con Rinoa, e Quistis…”

Cinque paia d’occhi imbarazzati si posarono su Quistis. L’ex professoressa era l’unica fra di loro a non avere qualcuno, ed Irvine era riuscito a girare il coltello nella piaga con la stessa delicatezza con cui un macellaio taglia la carne al bancone.

(La delicatezza non è il tuo forte, Irvine)

L’altoparlante annunciò che i passeggeri diretti a Timber avrebbero dovuto prendere il bagaglio a mano e scendere, segnando la salvezza di Irvine ed anche quella di Squall, che dal canto suo sperava ardentemente che Rinoa dimenticasse tutto il discorso. Finire umiliato stonando le note di una canzone smielata non era esattamente la sua idea di serata ideale.
Irvine fu il più veloce di tutti a prendere i bagagli ed uscire dal treno, seguito da Selphie, Squall e Rinoa teneramente a braccetto(cosa che causò l’ennesima battuta di Zell a cui Rinoa rispose con una linguaccia)e Quistis in fondo che, silenziosa, chiudeva il corteo.
Timber era radicalmente cambiata, la città sembra un’esplosione di colori. Bandiere, ghirlande, lanci di coriandoli e persino sfilata di piccoli carri allegorici. Schermi giganti erano piazzati sopra i palazzi per permettere a chi non poteva entrare nel municipio di guardare comunque la cerimonia. La città festeggiava la sua indipendenza.

“Ehi, amico fa attenzione!” Qualcuno tra la folla aveva colpito Zell che giustamente si lamentava.

Squall era preoccupato; tra tutti quei bimbi urlante e quella folla festante un qualunque membro dei Phalanx in divisa avrebbe potuto mettersi a ballare la samba di fronte al gruppo dei SeeD senza poter venire individuato. All’improvviso Rinoa lasciò il braccio di Squall correndo verso due ragazzi.

“WATTS!! ZONE!!!”

“RINOA!”

I tre membri dei ‘Gufi del Bosco’ si esibirono in un abbraccio collettivo, un urlo ed una serie di saltelli sul posto. Gli altri SeeD li guardarono ridendo, Squall incrociò le braccia e sospirò guardando per terra. Quella sarebbe stata una lunga giornata.
***
Il giovane dai capelli neri che era giunto lì da Deling City odiava tantissimo le feste ed i luoghi affollati. Non sapeva il perché, ma gli davano una tremenda sensazione di disagio. Una volta era stato costretto ad entrare in una discoteca …per lavoro ovviamente. La cosa divertente era che pur essendo in mezzo a tutti quei poveri esaltati danzanti al ritmo d’una pseudo-musica irritante nessun si era accorto che il suo bersaglio era più morto dei loro cervelli. Strani, gli esseri umani. Non che lui si credesse normale, ma credeva comunque d’essere superiore a molti di loro.
Scese le scale e raggelò con lo sguardo un bambino che cercava di lanciargli addosso dei coriandoli. Alzo la cerniera della giacca di pelle e camminò cercando di evitare gli esaltati che incontrava. Impresa disperata.
Quella folla, quella folla così entusiasta, sapeva cosa sarebbe successo tra poche ore? Sarebbero stati così felici se lo avessero saputo? Con tutta probabilità sarebbero andati a rifugiarsi in casa, correndo disperati e schiacciando chi non riusciva a tenere il passo. Ah, la folla…un’arma eccellente se usata bene.

(quanto odio le feste…)

Non le tollerava, provava una repulsione viscerale contro la maggior parti degli aggregati umani. Tutto ciò che chiedeva era un piccolo gruppo di persone a cui poter dare le spalle senza rischiare di finire con un pugnale tra le scapole. In fondo, stare da solo non lo turbava più di tanto. Anche se in realtà non era mai solo…si toccò l’anulare della mano destra, sentiva la mancanza del suo anello, anche se l’anello in sé per sé non fosse nulla più d’un pezzo d’acciaio; era quello che stava dentroa renderlo importante, ma lui ne aveva preso possesso molto tempo prima. Si guardò intorno…si era perso. La sua conoscenza delle strade era inversamente proporzionale alla sua abilità con la spada, quindi pressoché nulla. Seguì la folla riuscendo a rimettersi su quella che doveva essere la strada principale di quella pittoresca cittadina, ma la prese dal senso sbagliato, finendo alla stazione. Era da poco arrivato il diretto da Balamb, e se possibile, la confusione lì era ancora maggiore. Inevitabilmente sbattè contro uno dei nuovi arrivati

“Ehi, amico fa attenzione!” gli disse quello

Lui si girò mostrando il palmo della mano destra in segno di scusa…e vide davanti a sé un tipo biondo con un tatuaggio tribale in faccia ed una pettinatura che gli ricordava quella di certi galli. Zell Dincht, SeeD del garden di Balamb, eroe a livello mondiale. Cosa diavolo ci faceva lì a Timber?
Si guardò intorno, vide un ragazzo alto con un cappello da cowboy e l’impermeabile affiancato da una ragazzetta che strillava. Poi trovò quello che si aspettava: una giubbotto nero con il collo di pelo bianco attaccato come un’appendice ad un vestito azzurro svolazzante. La ragazza col vestito azzurro lasciò il braccio del cavaliere per correre incontro e mettersi a saltellare con altri due buffi omuncoli. Persino da lì potè vedere l’imbarazzo sul volto del Comandante SeeD. Eh si…loro due erano proprio simili. Solo che lui in una situazione simile si sarebbe volatilizzato, mentre Squall resisteva. Ah, l’amore!

(Ci sono passato anch’io, ma vedo che te la cavi meglio di me…)

Gli scappò un sorriso, che però si sciolse con la stessa rapidità della neve al sole. Che ci faceva l’intera squadra d’assalto SeeD, orgoglio del Garden di Balamb qui a Timber? Allora, la ragazza con vestito blu probabilmente era Rinoa, membro d'alto livello dei Gufi del Bosco. Era normale che stesse qui, come lo era che si fosse trascinato dietro il ragazzo. Ma gli altri? No, qualcosa non quadrava.
Lì seguì, mimetizzandosi tra la folla, senza farsi notare. Finchè quelli non arrivarono nella zona del municipio, dove il perimetro era ben sorvegliato. Ed i soldati presenti erano tre volti quelli previsti dal maresciallo.

(Sanno tutto..ma come?)

Si collegò con Ravenant, l’unico che in missione tenesse la linea aperta.

“Sanno tutto.”

“Hyne! Come agiamo allora?”

“Il perimetro è sorvegliato e le truppe sono guidate dai SeeD. Ma non controllano il cielo.”

“Dì, ti sei rincretinito?”

“Tranquillo. Mi occupo io del diversivo.”

Chiuse le comunicazioni e si allontanò dalla zona del municipio. Pensando alla fortuna che aveva avuto nell’incontrare i SeeD per caso. E’ proprio vero: la fortuna è preferibile alla bravura. Prese la prima strada a sinistra ed entrò in un locale dall’aspetto trasandato. “La tana delle Bestie”.
***
Era tutto blu…e lui affondava…sentiva mancargli il respiro..aveva tanto sonno…poi qualcosa. Come se venisse preso da sotto e tirato violentemente su. L’acqua del mare gli scorreva addosso lasciando i suoi vestiti e rivide il sole. Respirò profondamente e sentì l’aria tornare a riempirgli i polmoni. Aria ed odore di pesce.

“Guarda! Abbiamo pescato una persona!” disse una voce

“portalo a bordo, presto!”

Seifer venne sballottato nella rete, e poi lasciato cadere sul ponte di quella piccola imbarcazione, sopra un letto di piccoli pesci.

“Ragazzo, stai bene? Sai dirci come ti chiami.”

Seifer aprì gli occhi ancora incrostati di salsedine. Per quanto tempo era rimasto attaccato ad un pezzo di legno galleggiante? Quando le forze gli erano venute meno e si era lasciato andare?
Un vecchio dalla faccia incartapecorita e con una piccola pipa tenuta stretta tra i denti lo stava guardando, preoccupato. Gli diedero dell’acqua e lo fecero sedere. Seifer vomitò tutta l’acqua di mare che aveva ingerito e poi finalmente riuscì a parlare

“Sono del Garden di Balamb…devo andare a Timber….in fretta…”

“Un SeeD? Beh, ragazzo, mi dispiace ma il porto di Timber è chiuso per motivi di sicurezza. Possiamo portarti al villaggio di Mulligan, è più vicino e lì potranno curarti.”

“No Mulligan…spiaggia Monday. Presto.”

Il vecchio obbedì. Era un bene che lo credessero un SeeD, così non avrebbero discusso gli ordini. Seifer sentì un formicolio alla mano destra e si accorse che le dita erano ancora saldamente intorno all’impugnatura della sua arma. Ma il sistema di fuoco era sicuramente compromesso dall'acqua e dalla salsedine.
Non importa. Basterà.

CAPITOLO 13

Dare ordini a dei soldati di Galbadia era stato molto strano. Dopo aver passato gli ultimi due mesi a considerarli nemici, il vedere obbedire ai suoi ordini senza fiatare gli dava una strana sensazione. Avevano incontrato Caraway e gli avevano spiegato i rischi ed i loro sistemi di protezione. Anzi, l'aveva fatto da solo. Rinoa era ancora arrabbiata col padre per via del discorsetto che questi aveva fatto a Squall. Quindi l’ingrato compito era toccato al comandante finchè Quistis mossa a compassione, lo sostituì. Rinoa, che a Timber era popolare aveva spiegato tutto agli altri invitati, ed adesso era al bar dell’albergo in cui alloggiavano insieme ai suoi amici ritrovati, Watts e Zone. Fortunatamente la sua presenza era facoltativa, e lui aveva deciso di tirarsi fuori. Rin avrebbe capito che lui non si trovava a suo agio tra i mal di stomaco di Zone ed i continui “signore!” di Watts. In realtà si trovava a suo agio solo con lei.
Ma i problemi non erano certo finiti qui. Infatti, visto il suo ruolo e visto quello che aveva fatto per Timber e per il mondo, il Comandante Leonhart era stato invitato a presenziare sul palco degli oratori. E questa volta, non era facoltativa. Si era tolto i normali vestiti da combattimento ed aveva indossato la divisa da SeeD che portava sempre con sé, con le varie medaglie al merito ancora attaccate.

“Che damerino! Sono sicura che Rinoa sarà molto contenta stasera.”

Era Irvine. Il generale, pardon, presidente Caraway aveva assegnato loro due triple: una per i ragazzi ed una per le ragazze. Rinoa aveva detto che più che altro era un modo per tenere loro due separati.
Zell era sdraiato sul letto, con le gambe incrociate, non aveva preso bene il fatto d’essere in camera con Irvine.

“E’ la normale divisa da SeeD Irvine. Ehi Squall..” si mise a sedere ”se hai intenzione di fare qualche ‘cosa’con Rinoa stasera avvisami prima ok? Non fare come questo pervertito!”

“La colpa è tua Zell. Tua madre non ti ha insegnato a bussare?”

“Ma mi avevate invitato voi! Dovevamo fare un’uscita a quattro e dato che non vi eravate fatti vedere…”

“E’ successo così, sul momento Zell. Forse quando raggiungerai la pubertà capirai…”

“Maledetto pervertito!”

Era sempre così, Irvine si divertiva a provocare Zell. Squall iniziò ad avere un principio di mal di testa e si girò verso i due.

“Finitela, ok? Non ve lo dico da amico, ma da Comandante. Fiatate, e vi degrado. E Zell puoi stare tranquillo…solo…non parlare più dell’argomento.”

“Cerca di capire Squall, ho ancora gli incubi su Irvine che indossa solo il cappello.”

“Grazie Zell. Potevi risparmiarmi i particolari.”

“Meno male che non hai visto Selphie!”

“Troppe informazioni, Irvine.”

“…”

Squall non capiva se Irvine scherzasse o parlasse sul serio. Nel dubbio,decise di non scoprirlo mai.

(nota mentale: bussare prima di entrare)

Controllò il suo Gunblade e lo caricò prima di riporlo nel suo fodero. Se ci fosse stato bisogno d’usarlo, era pronto. Uscirono dalla camera e scesero al piano di sotto attendendo l’arrivo di Rinoa e delle altre, che si presentarono in anticipo, ovvero con solo venti minuti di ritardo.

“Scusa Squall, colpa mia!” fece Rinoa “non sapevo cosa mettermi!”

Squall rimase senza parole. Era vestita come la prima volta che si erano visti, con solo un delicato trucco intorno agli occhi e quell’abito bianco. Era fantastica.

“Sei…ehm…oh…sai...”

La testa di Irvine spuntò da sopra la spalla di Squall

“Rin, presumo che la parola che il tuo cavaliere stia cercando sia ‘WOW’ o ‘bellissima’…vero Squall?”

(chi ben comincia è a metà dell’opera…)

Rinoa prese il cavaliere sottobraccio.

“Sei gentile Squall. Mi piace questo tuo lato, dovresti mostrarlo più spesso.”

Il cowboy sussurrò all’orecchio del comandante

“Va bene, stanotte ti lascio la camera. Ma non ti ci abituare, ok?”

Il cowboy prese Selphie e si allontanarono seguiti da Zell e Quistis. Squall era ancora a disagio per via dell'affermazione di Irvine quando sentì che il cowboy aveva fatto una battuta su ‘cosa’ Rinoa volesse che Squall mostrasse più spesso. Venne colpito contemporaneamente da Zell, Quistis e Selphie.
Raggiunsero il municipio in pochi minuti con l’auto di Caraway a cui facevano da scorta. La sala era gremita, c’erano giornalisti, autorità e telecamere dovunque. Il municipio era una struttura pentagonale, nota agli architetti di tutto il mondo per la peculiarità del suo soffitto, fatto in vetro molto resistente che alla luce del giorno creava splendide combinazioni di colori. Squall assegnò le posizioni ai SeeD e si sedette sul palco vicino Rinoa, a pochi metri dal comandante Caraway. La conferenza iniziò, e dopo l’introduzione Caraway iniziò a parlare.

“Cittadini di Timber! Per troppi anni tra Timber ed il governo di Galbadia vi è stato reciproco odio. Per troppo tempo ci siamo combattuti perdendo inutilmente i nostri uomini migliori. Questo per colpa di un uomo, Vincent Deling.”

(Ma non era stato Caraway ad ordinare la presa di Timber?)

“Ma Deling è morto, ha fatto la fine che meritava e Galbadia vuole farsi perdonare per tutto quello che ha fatto di spregevole in questi anni.”

“ipocrita..”sussurrò Rinoa

“Da oggi, quando si parlerà di Timber non si parlerà più di una provincia di Deling City, ma di una città fiera, libera ed indipendente! Il governo centrale di Galbadia vi riconosce infatti lo status di…”

“BASTARDO!” gridò uno fra i presenti in sala. Immediatamente vi fu un rumore di spari, ed altri entrarono dall’ingresso principale. Squall si gettò su Caraway, coprendolo col suo corpo e gettandolo a terra. I soldati rispondevano al fuoco, protetti dalle magie che Rinoa scagliava sugli assalitori, che venivano respinti senza problemi

(Qualcosa non quadra…)

Squall portò il presidente Caraway al riparo, e questi si complimentò con lui.

“Comandante, devo dire che avevano ragione su di lei. Ha fatto un ottimo lavoro.”

“No…qualcosa è sbagliato…è troppo semplice.”

CRASH

Rumore di vetri rotti. Squall guardò il soffitto e notò come un guerriero nascosto da una divisa nera ed argento stesse volando giù, con le due spade puntate su Caraway.

“NO!”


Squall scattò appena in tempo, riuscendo a frapporre il suo Gunblade tra le spade del Phalanx e la testa di Caraway. Squall venne sbilanciato e cadde, mentre il Phalanx saltò indietro riuscendo ad atterrare in equilibrio sullo schienale di una delle poltrone in sala.

“Comandante, che onore. La sua offerta di lottare è ancora valida?”

“…”

“Loquace come sempre, eh?”

Quello attaccò saltando mentre Squall si metteva in posizione di guardia. Le due lame fendevano l’aria intorno a lui e Squall dovette ruotare per evitare il colpo. Contrattaccò con un colpo potente, e reso ancora più forte dalla vibrazione generata dalle munizioni. L’altro dovette difendersi con una parola incrociata, ma la potenza ed il peso del gunblade lo stavano facendo chinare indietro in modo innaturale. Il Phalanx si lasciò cadere indietro portando però i piedi sul petto di Squall e scagliandolo via utilizzando un effetto di leva. Mentre Squall attutiva l’atterraggio facendo una capriola quello si rimise in piedi con un colpo di reni. Fu Squall ad attaccare, e mirò in basso all’altezza del ginocchio. Quello saltò e Squall premette ancora una volta il grilletto del Gunblade per cercare di colpirlo dal basso verso l’alto. Ma quello continuò a schivare e contrattaccò con una rapida serie di affondi, e Squall si trovò in seria difficoltà, venendo ferito alla spalla sinistra. L’attacco del Phalanx era sempre più impetuoso e le due spade gli davano il vantaggio di poter parare e colpire con due armi differenti, cosa che Squall non poteva fare. Messo alle strette, richiamò il potere del Renzokuken, e balzò in aria. La sua sorpresa fu immensa, quando vide che l’altro preparava una tecnica analoga. I colpi di Squall si incrociavano con quelli del Phalanx, ed avevano addirittura uguale intensità. Squall caricò energia nella lama ed attaccò, ancora sospeso in aria dalla furia del Renzokuken

“COLPO IMPERIALE!” fu il grido di Squall

“COLPO IMPERIALE!” fu il grido del Phalanx

La lama di Squall colpì dal basso verso l’alto, quelle del suo avversario venivano dalla parte opposta. Le lame si scontrarono e vi fu un momento di stallo. Gli occhi del Comandante SeeD si incrociarono con quelle del Phalanx e per un attimo fu come guardarsi allo specchio. Ma la ferita alla spalla sinistra si fece sentire, indebolendo il braccio di Squall e la potenza del suo colpo.L’energia concentratasi esplose, scatenando una violentissima onda d’urto che mandò in frantumi tutti i vetri del palazzo e scaraventò Squall come un missile contro il palco degli oratori.
La testa gli scoppiava, la bocca sapeva di sangue e la vista era appannata. E cosa peggiore, il Phalanx volteggiava ancora sopra di lui puntandogli contro la spada, avvolto da scintille azzurre. Chiuse gli occhi aspettando il colpo.

(Noi siamo soldati, siamo mercenari. La nostra vita è sempre sul filo del rasoio.)

(La morte è parte di questo lavoro…)

(Rinoa...non ti ho mai detto che..)

La lama del Phalanx calò, e per tutta la sala si sentì il secco rumore dell’acciaio. Squall aprì gli occhi, qualcuno aveva parato il colpo.

(Rinoa….?)

Rinoa si trovava fra lui ed il Phalanx che si mostrava non meno sorpreso di quanto fosse Squall. Ma la parte strana è che Rinoa aveva in mano un gunblade. Ecco cosa conteneva quella scatola! Il phalanx guardò Rinoa

“Sei sicura di saper usare quell’affare?” chiese il Phalanx

“abbastanza sicura.”

Squall si rimise in piedi e riassunse la posizione di guardia. Forse Rinoa aveva parato il colpo, ma non era certo in grado di saper usare un gunblade, un’arma per cui occorrono armi di addestramento. Doveva combattere lui questa battaglia. E poi gli avrebbe chiesto dove l’aveva trovato. Il Phalanx attaccò Squall, che parò il colpo, mentre Rinoa contrattaccava premendo il grilletto al momento giusto e costringendo il Phalanx ad una precipitosa parata che lasciò a Squall campo libero per colpirlo con un pugno. La maschera del Phalanx volò via ed i combattenti si guardarono per la prima volta in faccia.

“avete gli stessi occhi…?” disse Rinoa

Il phalanx attaccò cambiando posizione, riuscendo a fare in modo che Squall potesse attaccarlo solo da destra, obbligandolo quindi a sovraccaricare il braccio sinistro. Rinoa si difendeva egregiamente, ma non era all’altezza di quell’avversario, che in breve riuscì a metterla con le spalle al muro. Poi lo sguardo si posò sul collo di Rinoa, dove intorno alla collana d’argento era appeso l’anello di Griever. Il phalanx sorrise

“Hai dato a lei Griever! Allora la cosa è seria” fece rivolto a Squall.

Ma quell’attimo di distrazione gli costò caro, perché Rinoa lo colpì con una ginocchiata all’inguine che gli tolse il fiato, prima evocare la potenza della magia ultima. Ma quello era ancora in piedi, e resistette ai numerosi attacchi di ghiaccio che Rinoa gli scagliò contro, sebbene l’ultimo blizzaga l’avesse quasi atterrato.
Squall attaccò in quel momento, ma il Phalanx evitò ruotando in avanti e saltò su quello che rimaneva del palco proprio mentre una cima veniva calata. Il phalanx rinfoderò le lame e la afferrò con entrambe le mani.

“Bella scelta Squall! Sono fiero di te! Bella, intelligente e valida guerriera!”

“Chi sei?”

“Suvvia, non mi hai ancora riconosciuto? Sono offeso! Beh, non voglio guastarti la sorpresa.”

(riconosciuto…?)

Il mezzo che lo sosteneva volò via, portandolo con sé. Squall si lasciò cadere a terra esausto e sanguinante. Aveva subito un unico colpo, ma quel colpo doveva aver leso qualcosa di importante, perché quasi non sentiva più il braccio sinistro. In quel momento entrò Zell, la cui pettinatura era parecchio bruciacchiata.

“Squall…non puoi crederci…mai vista roba così…neanche il mio Ifrit è riuscito a fare qualcosa…era come se conoscessero i nostri attacchi meglio di noi stessi!”

“Zell, non ora” fece Rinoa “chiama un’ambulanza…anch’io non mi sento un granchè bene.”

(no..voglio sentire…)

“Quistis li sta inseguendo….”intervenne un claudicante Irvine ”Selphie sta coordinando gli ufficiali medici” il cowboy si voltò. “EHI! UNO QUI, IN FRETTA!”

“Il mio reparto è stata quasi annientato Irvine…”disse Zell ”e non ho mai visto nessuno riuscire a ribaltare il colpo del delfino in una presa al braccio.”

“Caraway?” chiese Squall.

“Oh, lui è vivo. E’ scappato veloce come un Kyactus. Purtroppo non si può dire lo stesso di molti altri…”

“Quanti?”

“Squall ne parliamo dopo..”

“Quanti?”

“Hanno usato le granate e sparato indiscriminatamente sulla folla, facendosene scudo. E quelli che non sono morti per i proiettili sono stati schiacciati durante il fuggi-fuggi generale. 109 civili tra morti e feriti e quasi l’intera guarnigione di soldati di Timber è stata eliminata. Quanto ai Galbadiani, ne torneranno a casa la metà. Squall, prima che tu ti faccia assalire dai sensi di colpi, sappi che senza di noi le perdite sarebbero state TOTALI.”

Squall fece di si con la testa, che sentiva sempre più leggera.

(Ora col vostro permesso…vorrei svenire dieci minuti.)

(Buonanotte…)

CAPITOLO 14

Al comando di una squadra di SeeD giunti da Balamb come rinforzi l’ex professoressa inseguiva i fuggiaschi. I Phalanx erano impiegati in quell’azione non erano sicuramente più di sei, ma erano stati in grado di manovrare uno dei gruppi di resistenza, il più violento, i Timber’s Beast, che avevano fatto la maggior parte del lavoro ed erano stati un po’ i loro scudi umani. Dei sei Phalanx solo uno era rimasto sul post, e si stava scappando in moto. Al comando di tre vetture Quistis partì all’inseguimento.
Dopo pochi minuti erano nelle campagne di Timber. Quistis teneva il volante mentre i SeeD in macchina facevano fuoco contro la sfuggevole moto del Phalanx, che si dimostrò un pilota capace. Una macchina riuscì ad affiancarlo, e quello rallentò di colpo, riuscendo a portarsi dietro la vettura. Tenendo stretta la lancia colpì la ruota posteriore destra, facendo sbandare la macchina. Il SeeD alla guida ne perse il controllo e la vettura si schiantò contro un albero. Il Phalanx fece allora una rapida inversione ad ‘U’ caricando con la lancia e Quistis dovette effettuare una rapida manovra d’evasione. Ma l’autista dietro di lei non fu altrettanto capace: il Phalanx scagliò la sua lancia che lasciando dietro di sé una scia blu passò da parte a parte la macchina per poi conficcarsi nel terreno. Il Phalanx compì allora un’ardua manovra e poi recuperò la sua arma. Quistis sperò che quella lancia non avesse colpito nessuno all’interno, ma quando vide che l’altra macchina andava avanti senza controllo ebbe la tremenda certezza che almeno quello che stava al volante fosse stato colpito. Il Phalanx impennò lanciando un urlo e diede gas. Era diretto verso il mare. Ma Quistis lo tallonava. Le auto che avevano non erano i veicoli militari del garden, e gli permettevano quindi di andare ad una velocità più elevata. In compenso, erano molto meno resistenti. Il phalanx-biker li distanziava di molti metri, ma giunto nei pressi della spiaggia Quistis lo vide abbandonare la moto per correre verso una SkyMotor T3, la stessa che aveva usato per arrivare nel Garden di Balamb. Saltò nell’abitacolo…ed una palla di fuoco lo spinse via. Quistis lo vide rotolare nella sabbia, prima di prendere una posizione felina e tenendo la lancia con una sola mano davanti a sé guardava il punto da dove era uscita la palla di fuoco. Un ragazzo che indossava un giaccone grigio ormai stracciato in più punti veniva da quella direzione.

“Ma tu non muori mai, Almasy?”

Seifer guardò il Phalanx e si mise a ridere

“Sono un osso duro da uccidere…e la professoressa Trepe qui presente può confermartelo. Loro ci hanno provato almeno quattro volte!”

La macchina dei SeeD si fermò dando il fianco ai due. Quistis scese ed altrettanto fecero gli altri SeeD che puntarono le loro armi da fuoco contro il Phalanx, ma senza lasciare la copertura che il fianco della macchina gli garantiva.
Il Phalanx si guardò intorno, era circondato. Si tolse la maschera e la parte superiore della divisa, poi afferrò la lancia con entrambe le mani e iniziò a tracciare disegni sulla sabbia. Poi iniziò a muovere ritmicamente la lancia. Quistis urlò

“Fermo o ordino di aprire il fuoco!”

“Libera di farlo”

La magia liberata dal Phalanx creò un muro di sabbia che impediva ai SeeD la vista di lui e Seifer. Qualcuno provò a sparare, ma Quistis li bloccò

“Fermi! Potreste colpire Seifer…”

Da dietro il muro di sabbia il Phalanx attaccò Seifer, ma il suo colpo affondò nella sabbia. Seifer mise un piede sulla punta della lancia affondandola ulteriormente e poi prendendo slanciò attaccò. Ma quello riuscì ad estrarre la lancia e parò il colpo. Usando la sua arma come un bastone più che come una lancia riuscì a colpire Seifer in testa ed a farlo traballare. Ruotò su sé stesso ed affondò la lancia, colpendo il cappotto di Seifer. Il biondo se ne liberò allora, lasciandolo cadere per terra. Puntò il Gunblade contro il lanciere Phalanx e attaccò usando la Girandola di Fuoco. Quello venne colpito in pieno e scagliato a terra. Seifer fece calare l’hyperion, ed un fiotto di sangue rosso sporcò la sabbia. L’aveva colpito, l’aveva accecato. L’altro aveva evitato la morte solo perché si era spostato in tempo. Se solo la polvere da sparo non si fosse bagnata avrebbe potuto sfruttare la vibrazione del gunblade e finirla una volta per tutte. Seifer colpì con un calcio il Phalanx che finì a pancia su. Ma poi puntò la lancia al petto di Seifer.

“THUNDAGA”

La magia finale di tuono colpì Seifer in pieno petto e lo scaravento indietro di diversi metri. Seifer sentì il sapore della sabbia in bocca e le scariche elettriche del thundaga che ancora lo paralizzavano. I due si rimisero in piedi quasi contemporaneamente. Seifer caricò, l’altro affondò la lancia nella sabbia, e quando la tirò fuori generò un’onda di sabbia che travolse Seifer. Momentaneamente accecato Seifer era alla mercè del suo avversario che si preparò a colpire. Ma qualcosa gli impediva di farlo. Il phalanx si voltò e vide che la SeeD bionda aveva impugnato una frusta e l’aveva usata per bloccare il suo attacco. Il Phalanx aveva urgente bisogno di cure, il sangue iniziava a colargli sugli occhi. Con un movimento improvviso liberò la lancia dalla frusta e balzò in aria. Scagliò la lancia ad una velocità almeno tre volte superiore al normale attacco, era la manovra finale d'un disperato. Quistis era come inchiodata a terra e non riusciva a muoversi mentre vedeva la lancia calare. Ma Seifer si mise in mezzo, utilizzando il Gunblade di piatto e con entrambe le mani.

“Cosa farebbe senza di me, professoressa?”ghignò “adesso lanci la sua Onda Cosmica!”

Quistis non sapeva cosa fare. Poteva usare la magia blu definitiva, ma a quale rischio? Se fosse andata a vuoto o non avesse avuto i risultati sperati Quistis sarebbe finita al suolo stremata ed incapace di poter fare qualunque altra cosa. Ma l’istinto le diceva di fidarsi di Seifer. Si concentrò, avvolgendosi in un fiume di scintille rosse prima di evocare il potere dell’Onda Cosmica, appena una briciola del potere di Griever.
Il Phalanx fu avvolto da una sfera di energia celesta. Cercò di liberarsi ma l’energia era troppo forte. Seifer saltò, in alto, quasi in volo e con l’Hyperion tracciò una croce luminosa il cui centro cadeva proprio sulla sfera di energia.

“Ordini ai suoi SeeD di usare le loro para-magie più potenti contro il centro della croce!”

Quistis sudava, non era pronta a contenere l’energia per così tanto tempo e non l'aveva mai fatto. Chiamò gli altri SeeD comunicando loro l’ordine dato da Seifer. Quattro raggi luminosi raggiunsero il centro della croce proprio nel momento in cui sia Seifer che Quistis rilasciarono il loro potere. L’esplosione che ne seguì illuminò il cielo a giorno ed il Phalanx si schiantò al suolo con enorme violenza. Ma rideva.
Quistis riprese fiato e si avvicinò. C’era poco di quel Phalanx che non fosse ustionato. Lo guardò negli occhi, anzi, nell’occhio

“Cos’hai tanto da ridere?”

“E’ solo felice perché i suoi amici lo raggiungeranno” fece Seifer

Quistis era confusa “che vuoi dire?”

“Lunga storia…diciamo solo che ho piazzato un regalino sulla loro imbarcazione..”

“Povero folle!” Il phalanx sputò sangue “Credi che non ce ne fossimo accorti?”

“Che vuoi dire?”

“Chi ha annunciato Caraway ha lasciato una…valigetta. Con dentro il tuo regalo…ed un piccolo extra…”

Quistis diede ordine di mettersi in contatto con Squall, Rinoa o chiunque altro, ma i cellulari non funzionavano. Non avevano altra scelta, dovevano salire in macchina e raggiungerli.

“Non farete mai…in…tempo.”

Seifer afferrò la testa del Phalanx proprio mentre quello passava a miglior vita.
In quel momento si sentì, soffocato e distante, ma perfettamente udibile, il boato di una tremenda esplosione.

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Capitolo 5
*** Capitoli 15-17 ***


FFVIII-cap5 CAPITOLO 15

Quistis rimase come imbambolata, pietrificata. Il suono dell’esplosione riecheggiava nella sua testa. I SeeD che erano con lei si agitavano, cercano di mettersi in contatto con i propri compagni, ma lei si sentiva la testa vuota. Gli occhi le bruciavano, le ginocchia non furono più in grado di reggere il peso del corpo. Sentì le lacrime bagnargli il viso, non poteva crederci…tutti i suoi amici erano ancora lì. No, erano più che amici…erano la sua famiglia. Sentì che qualcuno la stava abbracciando e si voltò, incontrando lo sguardo di Seifer

“Seifer…?”

Non si aspettava certo un gesto così umano da uno come Seifer, che beninteso, l’aveva messa nella sua lista nera e cercato di ucciderla svariate volte. Adesso addirittura cercava di consolarla

“Professoressa non faccia la bambina…si ricordi che hanno la pellaccia dura almeno quanto la mia.”

Forse nemmeno Seifer credeva alle sue stesse parole, ma Quistis cercò comunque, anche se con risultati modesti, di darsi un contegno. Poi dalla radio di Quistis provenne un fortissimo ronzio

Bzz che gran botta di c..bzzz…ragazzi…”

Il fine dicitore alla radio probabilmente era Irvine. Quistis si sentì come se un flusso di energia le passasse dentro il corpo dandole forza. Afferro la radio con entrambe le mani.

“Qui Quistis…abbiamo dei feriti nei pressi del lago Obel…mandate qualcuno anche alla spiaggia Monday.”

“già fatto bellezza.” Si, quello alla radio era sicuramente Irvine “saremo da voi tra una ventina di secondi, abbiamo il Lagunarock.”

***

Al primo sparo Selphie aveva contattato il preside Cid che subito aveva chiesto ad Esthar di poter utilizzare il velocissimo Lagunarock. Il presidente non aveva sollevato obiezioni e dopo una rapida sosta al garden di Balamb per caricare tre squadre di SeeD ben addestrati e poi si era diretto verso Timber. Avevano caricato lì i feriti per portarli al migliore ospedale di Esthar, al cui confronto quello di Deling City non è altro che una infermeria scolastica. Mentre Quistis con i rinforzi SeeD stava inseguendo il Phalanx gli altri stavano caricando i feriti sul Lagunarock. Svolte in fretta queste operazioni avevano ricevuto gli SOS degli sfortunati SeeD messi KO dal Phalanx ed erano andati a recuperarli. Quando si erano alzati in volo, era esploso il municipio. Al suo posto adesso c’era solo un cratere. L’esplosione inoltre aveva frantumato i vetri delle abitazioni per centinaia di metri, causando ulteriori feriti. Il numero accertato dei morti aveva superato il centinaio di unità. Una delle tragedie più grandi della storia di Timber, ed i Timber’s Beast vennero ritenuti direttamente responsabili.
Due giorni dopo tutta la squadra d’assalto, tranne Rinoa che quel particolare giorno soffriva di nausea era riunita nell’ufficio del preside Cid. Stavano facendo il punto della situazione.

“Che i Phalanx fossero presenti, beh, direi che questo è un fatto accertato.” Disse Zell che aveva il braccio destro fasciato ed una benda intorno la fronte.

Irvine si inserì nel discorso

“Si, ma di sicuro non sono andati lì per divertirsi. Come ha detto Cid, agiscono solo se pagati. E non credo che i Timber’s Beast abbiano così tanti soldi da poter permettersi di pagarli!”

Squall era cupo. Un phalanx era stato abbattuto, ma come Cid gli aveva spiegato, ogni volta che una squadra subiva una perdita immediatamente subentrava un cadetto. Quante squadre ci fossero in giro era un fattore di grande importanza,perché sebbene ogni squadra fosse indipendente dalle altre, in casi eccezionali potevano formarsi delle coalizioni. Squall rabbrividì al pensiero di quello che solo sei di loro erano riusciti a fare e sperò ardentemente di non doversi confrontare mai contro una coalizione.
Il comandante passò poi la parola a Quistis e Seifer, che erano riusciti a sconfiggere un Phalanx, chiedendo di sentire il loro rapporto. Seifer parlò del primo scontro sulla nave e poi dello scontro sulla spiaggia.

“Come ha fatto il Bloodfest a combinarsi con l’onda cosmica?” chiese Zell

Squall aveva subito quell’attacco sulla propria pelle, anzi li aveva subiti entrambi, fortunatamente non contemporaneamente. Pensò di poter spiegare

“Il Bloodfest apre una frattura dimensionale per un breve lasso di tempo. Nulla può sfondare la sfera dell’Onda Cosmica, ma la frattura creata da Seifer ha aperto una sorta di portale che ha permesso alle magie di passare. Magie che al contatto con l’onda cosmica hanno aumentato la loro intensità.
Ma questo non è importante. Vorrei che Seifer spiegasse meglio quello che è successo sulla nave.”

“L’avrei spiegato meglio se l’avessi capito signor comandante. Ha solo detto che lui combatte insieme al proprio Guardian Force.”

Vennero sollevate le ipotesi più disparate, ma alla fine non conclusero nulla. Prima di sciogliere la riunione Cid comunicò che il funerale dei due SeeD caduti si sarebbe svolto al Garden e non a Timber e tutti erano invitati a presenziare.
Squall rientrò nel suo appartamento che ormai divideva con Rinoa, e gettandosi sul letto cercò di fare il punto della situazione, trovandosi con più domande che risposte. Una frase in particolare gli girava in testa: avete gli stessi occhi aveva detto Rinoa.

(gli stessi occhi…)

Prese dal cassetto l’anello con raffigurato il drago e lo guardò.

(Griever…conosceva Griever.)

Prima dello scontro contro Artemisia solo lui e Rinoa sapevano che l’anello avesse quel nome. E dopo lo scontro,nessuno degli altri ne aveva fatto parola.

suvvia, non mi hai ancora riconosciuto?

Perché mai avrebbe dovuto riconoscerlo? Chi era?
Ma le sue riflessioni vennero interrotte da Rinoa che usciva dal bagno privato del suo appartamento. Essere il comandante aveva i suoi privilegi.

“Dovresti farti vedere dalla Kadowaki, Rin.”

“Dovresti farti vedere dallo psicologo, Leonhart.” Ribattè acida.

Ecco, era arrabbiata. Che cosa aveva fatto di male adesso? Rinoa capì quello che passava per la mente del SeeD e provò un grande imbarazzo. Stava per mettersi a piangere

“Scu-scusami Squall. E’ che…non lo so…perdono…”

Rinoa si sedette accanto Squall sul letto che dividevano e si portò le ginocchia al petto, stringendole a sé con le braccia. Squall capì che era suo dovere consolarla. Forse era il momento dell’evergreen ‘braccio intorno alla spalla’. Impacciato, il braccio di Squall si posò sulle spalle di Rinoa che gli poggiò la testa sul petto. Sforzandosi, Squall capì il perché Rinoa fosse così preda degli sbalzi d’umore ed avesse la nausea.
Quella che aveva visto a Timber doveva averla sconvolta. Vedere la propria città, i propri amici ridotti in quello stato…Selphie aveva avuto una reazione simile a Trabia, ma molto più blanda grazie all’addestramento SeeD. Addestramento che Rinoa non aveva mai avuto.

“Non scusarti, capisco quello che provi.”

(o comunque capisco almeno il perchè)

(credo…)

“piuttosto Rin” continuò “dove hai imparato ad usare il Gunblade? E che modello è? Non ricordo d’averlo mai visto nella rivista Armi Mese.”

“Mi chiedevo quando avresti fatto questa domanda.”

Rinoa asciugò rapidamente le lacrime e saltando prese il fodero in cui era contenuto il suo Gunblade. Lo estrasse e lo mostrò a Squall che lo esaminò. La lama era lunga, più di quella del Lionhart, ma leggera e resistente. Anche il sistema di fuoco era diverso, sembrava l’impugnatura di fucile più che di una pistola, e l’inclinazione della lama rispetto al fucile era minima. Era quasi una spada.

“L’ha fatto Joker, sai, il membro del Club CC.”

(mi chiedo se ci sia qualcosa che non sia in grado di fare)

Squall fece come per vibrare qualche colpo trovando l’arma estremamente efficace e ben costruita. Squall riconsegnò l’arma a Rinoa

“E dove hai imparato ad usarlo?”

“Beh…non lo so. Cercavo solo di pensare come ti saresti mosso tu, tutto è venuto fuori spontaneamente.”

Strabiliante. Non si aspettava una tale abilità, soprattutto da Rinoa che era completamente sprovvista di addestramento SeeD.

“Che dire? Hai tenuto testa ad un guerriero che ha quasi messo KO Seifer e me….non vorrei proprio averti come avversaria, dopo che avrai fatto un po’ di pratica!”

Rinoa saltò in braccio a Squall

“Non credo che io e te potremmo mai essere avversari…” gli sussurrò

***
Seifer camminava spavaldo per i corridoi del Garden, con il Gunblade poggiato sopra la spalla. Lo portava più che altro per abitudine, perché si sentiva legato a quella sua arma, consapevole del fatto che se avesse affrontato qualcosa di più ostico di un Lesmathor la lama si sarebbe spezzata. Il sistema di fuoco era stato compresso e quando aveva frapposto la lama tra la lancia scagliata dal Phalanx e Quistis, questa si era quasi spezzata. Ma non era nulla d’irreparabile, finchè non aveva scagliato il suo Bloodfest, sovraccaricandola.
Gli avevano detto che avrebbe dovuto cambiare arma, ma non si sarebbe separato da quel pezzo d’acciaio ormai inutile per niente al mondo. E poi,c’era tempo.
Non indossava più il suo sgualcito e strappato cappotto, ma portava una semplice giacca bianca con colletto di pelo scuro mentre i pantaloni erano di un nauseante(per lui) color crema. Quando si era guardato allo specchio gli era sembrato di vedere il negativo di una foto di Squall. Si diresse verso il Garage e lì scoprì che lei lo stava già aspettando.

“Professoressa…sono sorpreso della sua puntualità!”

Quistis aveva riposto la sua tenuta da battaglia sostituendola con un abito da sera nero.

“Sei in ritardo Seifer. Gli altri ci stanno già aspettando.”

Non sapeva perché aveva invitato Seifer per quell’uscita tra sole coppie. E Seifer non sapeva perché aveva accettato. In primis, l’idea di passare una serata col gallinaccio, il vaccaro e Squall con le rispettive ragazze non era certo allettante, e poi perché era stata Quistis a chiederlo. Perché diavolo aveva subito detto di si a questa strana idea di uscire tutti insieme il venerdì sera al ristorante di Balamb?
Seifer aprì la sportello a Quistis facendola accomodare accanto al posto di guida.

“Che gentile…non sapevo che anche tu conoscessi il galateo!”

E neanche lui lo sapeva. Parlarono del più e del meno per la breve durata del tragitto, e dopo aver parcheggiato la macchina si diressero verso il resto del gruppo che li attendeva di fronte la casa della madre di Zell. Zell indossava la sua divisa SeeD ed aveva un braccio intorno alla vita della ragazza con la treccia. Irvine aveva sostituito il suo impermeabile con un cappotto in pelle ma aveva sempre in testa l’immancabile cappello. Selphie parlottava con i piccioncini che invece si erano mantenuti sul casual: jeans e maglietta per Rinoa, solito completo per Squall. Quando videro Quistis e Seifer arrivare si lamentarono solo del ritardo. Avevano già digerito la notizia, sebbene Zell fosse stato sul punto di svenire.
Irvine guidò il gruppo verso un locale vicino il porto di Balamb, ed il posto era tutto sommato elegante. Ma Squall notò qualcosa in fondo alla sala che lo fece rabbrividire: un amplificatore, un pianoforte ed un’asta con microfono. Squall guardò Irvine

“Non è quello che penso, vero?”

“Sorpresa Squall! Ho scoperto che anche qui organizzano serate Karaoke!”

(fregato…)    

Squall si lasciò cadere sulla sedia, perdendo quel poco di colore che aveva in viso. Ma in fondo non potevano mica costringerlo? O potevano? Avrebbe potuto dire no ad un’esplicita richiesta di Rinoa? Ultimamente era di umore molto instabile…forse non avrebbe accettato un no.
Per tutta la durata della cena non gli furono richiesti interventi per cui un monosillabo o un cenno del capo non fosse sufficiente, e ciò gli diede non poco sollievo. In fondo gli piaceva stare con i suoi amici, ma sul parlare…diciamo che si stava allenando. Incrociò lo sguardo di Seifer che sorridendo gli indicò con un movimento della testa il microfono.

“Allora Squall, che ne dici di deliziarci con qualcosa? Magari un duetto..”

“Eh no! Prima io!” provvidenziale intervento di Selphie che balzando in piedi e trascinando Irvine per un braccio si portò sul palco. Almeno per il momento la tortura era rinviata.
Gli altri ridevano mentre Selphie dava istruzioni al pianista ed Irvine accordava la sua ormai inseparabile chitarra. Poi Selphie si esibì in una cover di “Girls Just wanna have fun”. Persino Squall dovette riconoscere che la sua voce, spesso irritante, si adattava bene a quella canzone. Seguirono altre tre canzoni che Squall non seppe identificare, poi Irvine dovette portarla via a viva forza dal palco. Zell e la ragazza con la treccia di cui solo Squall e Seifer non avevano ancora imparato il nome presero il posto di Selphie.
Zell era stonato come una campana incrinata, ma tale era la passione che comunicava cantando che ricevette comunque un applauso finale. Squall guardava l’orologio, mentre un altro cliente del locale si esibiva in un celebre pezzo rock. Irvine notò la sua apprensione e da buon amico qual era decise di infierire

“Forza Squall, dopo di lui tocca a te e Rinoa.”

“E’ tardi, dobbiamo andare. Ricordatevi che c’è il coprifuoco..”

“…che di sicuro non vale per il comandante SeeD e la sua squadra a cui si deve il fatto d’aver salvato il pianeta! Dico bene Zell?”

“Gurf?” Zell aveva addentato un pezzo di pane e non aveva seguito il discorso.

Squall comunque non aveva intenzione di cedere.

(Allora non avete capito…)

“Non se ne parla.”

Seifer rise “Forse l’impavido Squall ha paura?”

“Perché non ci vai tu allora?” fu la risposta di Squall

Seifer si guardò intorno con aria spavalda, poi il suo sguardo tornò a posarsi su Squall.

“D’accordo.”

(…che?)

“Ma ci vai davvero?!?” chiese Zell lasciando andare la bistecca su cui si era avventato una volta lasciato il microfono.

“Dopo la tua esibizione ci vuole qualcuno che rialzi la media dello spettacolo…Gallinaccio.”

“SMETTILA-DI-CHIAMARMI-COSI’!!!”

Ridacchiando Seifer si dirigeva al microfono mentre Squall sudava freddo…finchè il suo cercapersone trillò, ed il messaggio richiedeva esplicitamente la sua presenza. Squall si congedò senza nemmeno prendersi la briga di fingersi dispiaciuto e se ne andò accompagnato da Rinoa. Era stata proprio lei a chiamarlo di nascosto al cercapersone, togliendolo dalla spiacevole situazione in cui si trovava. I due passeggiarono per il lungomare di Balamb finchè si gettarono sulla spiaggia a vedere insieme le stelle.

“Guarda, una stella cadente!”

Sorridendo Squall osservò il punto indicato da Rinoa. Quella era la sua idea di serata ideale.

CAPITOLO 16

Che bella notte. Piena di stelle, tranquilla. La notte perfetta per stare soli a fare il punto della propria esistenza o da passare insieme ad una persona speciale…peccato che lui, il leader di questa squadra di Phalanx non potesse fare né l’una né l’altra cosa. Si passò una mano tra i capelli neri e guardò lo schermo davanti a lui. In quanto caposquadra era suo compito compilare i rapporti. Fece un profondo respiro prima di inserire la voce seguente

Status Componenti:
-Ray Wolf (lancia): KIA.
GF: none


Forse con un GF si sarebbe potuto salvare…o no? Inviò i dati al Server e si alzò dalla sedia di metallo per dirigersi verso l’infermeria. Lì Odine stava curando (o era più corretto dire esaminando?) Crisis. Lui, che aveva preso il controllo della nave ed aveva combattuto contro Almasy, utilizzando la nuova forma di evocazione GF spiegatagli da Odine. Risultati? Scontro vinto, ma Almasy ancora vivo e lui attaccato ad un respiratore. Ma era il momento di chiedere al dottore un rapporto.
Non che la morta del suo compagno di squadra l’avesse toccato più di tanto; sebbene fosse raro che un Phalanx fosse Killed In Action lui metteva sempre in conto la possibilità di non rivedere i suoi colleghi vivi alla fine della giornata. Per questo evitava di creare legami superiori al normale rapporto di lavoro: che senso ha farsi degli amici col rischio che vengano ammazzati? Non era sicuro ne valesse veramente la pena.

“Ezzere tutto semplice. Foi non usare GF di norma, ja?”

(non ci servono)

“alcuni di noi li hanno, ma non li usiamo mai”

“Perché foi stupidi! Non capiren? Foi non potete fare nuofo junction ze afete scarza affinità con Guardian!”

Odine lesse lo sguardò interrogativo sulla faccia del suo nuovo cliente e continuò a spiegare

”Zerve forten lecame per poter unirzi con GF! Se foi non efoca, niente lecame, ed energia GF distrugge organismen! Zucconen!”

(…non ci ho capito granchè…)

“Non sono certo d’aver capito…”

“Ze GF non fiene efocato, lui rifiuta di stare con efocatore!”

Forse aveva afferrato il concetto. Quindi, fare questo nuovo Junction con GF era una manovra pericolosa se non si aveva alta affinità. Il che vuol dire che era del tutto inutile: nessuno usava mai i guardian force, perché non ne avevano bisogno. Li usavano per i junction, nulla di più, dato che non credevano che un GF potesse avere tutto questo potenziale nascosto, sebbene il fatto che un GF allo stato brado era spesso più potente d’un GF evocato l’aveva fatto pensare..

“Ci sono novità sugli altri studi?”

“Ja! Grandi Nofità!”

Odine lasciò l’infermeria dirigendosi velocemente verso il grosso computer, contenente tutti i dati che aveva ad esthar, più gli ultimi sviluppi. Premette qualche tasto e sullo schermo comparvero i risultati.

(Per me sono solo lettere messe a caso…)

“Fantastiken!” disse Odine “Tu fede schermo? Dati indica che più tempo una strega condivide con il suo cafaliere più alta è la propapilità che uno assuma abilità dell’altro. Finchè sono ficinen si cenera un’aura di energia. Così nascono i Cafalieren Mistiken und Maghen Rossi. ”

“Non sono solo personaggi di libri di fantasia?”
Nel libro “Eroi di Centra” i protagonisti erano appunto un cavaliere mistico, ovvero un guerriero in grado di poter usare anche qualche magia ed una maga rossa, il suo opposto, cioè una strega in grado di combattere.

“Nein und Nein! La fantasia derifa sempre da ein base di realtà”

Il che vuol dire che la compagna di Leonhart stava imparando a tirar di spada…il che spiega molte cose. Ma chissà come avrebbe reagito Squall quando si accorgerà di….diavolo, era una cosa che il Phalanx dai capelli neri voleva assolutamente vedere! Peccato che sarebbe impegnato in tutt’altra attività. Non ascoltava più Odine che ancora parlava finchè una frase non attirò la sua attenzione

“Quindi, con qvesto tu può kompattere poteri magiken…”

Odine mostrò un lingotto di metallo. Sembrava un comunissimo pezzo di alluminio.

“…”

“Non lasciare ingannare da apparenze, nein! Qvesto metallo emana potente aura anti-magiken. Io krede può fare buona armatura…”

“Perfetto. La faccia. La voglio pronta entro due giorni.”

Lo spigoloso viso di Eirich comparve alle spalle del Phalanx.

“Brother, messaggio dalla sede centrale.”

“Dì che arrivo.”

Forse era cinico pensare quello che effettivamente stava passando per la sua stessa, ma l’unico motivo per cui gli dispiaceva che i suoi colleghi venissero uccisi era perché dopo gli toccava fare rapporto ai capi, e dover attuare il protocollo…si presentò davanti allo schermo, ed osservò le facce di chi gli dava ordini contrarsi infastidite alla parte del “Successo Parziale”. Parole mai dette prima d’ora.
Venne rimproverato, umiliato, e gli ordinarono di seguire il protocollo standard. Chiuse la comunicazione arrabbiato ma sorridente

(se sapessero..)

Ma non lo devono sapere, e per ora avrebbe dovuto continuare a giocare con le loro regole.
Protocollo standard in caso un Phalanx venisse Killed In Action.
Vendetta.

***

Squall si svegliò di soprassalto nella camera di Rinoa. Era madido di sudore e sentiva il cuore battergli all’impazzata. Rinoa acconto a lui dormiva ancora e la sua cagnolina, Angelo, era accucciata sotto il tavolo. Vedere Rinoa dormire ebbe l’effetto di tranquillizzare il comandante SeeD. Da quanto tempo non aveva un incubo?

(Perfetto. Ci voleva proprio un incubo.)

Si poggiò la mano sulla fronte cercando di ricordare cosa l’avesse turbato così tanto.
Allora…c’era Griever. Non l’anello, non il medaglione, ma proprio lui il leone alato che aveva combattuto insieme(letteralmente)ad Artemisia. Squall vedeva tutto come se fosse lui Griever…che si trovava nelle Rovine di Centra, nella sala del trono dove i SeeD avevano preso il potere di Odino. Sopra il trono c’era il cielo stellato e Griever si scontrava contro un drago dotato di quattro paia d’ali, le cui fauci grondavano sangue, come le zampe del Griever.

(tutto qui?)

Si, non c’era nient’altro. Ed allora perché quella sensazione?
Diavolo, se anche la mente iniziava a fargli scherzi era veramente alla frutta. Preoccuparsi per un sogno…forse erano gli “effetti collaterali” del passare troppo tempo con Rinoa, che al contrario di lui era una che credeva che i sogni fossero importanti. Lui non li ricordava mai, e non se n’era mai dispiaciuto.
Preso da uno strano pensiero, tirò fuori dalla tasca della sua giacca l’anello col drago…era freddo e lucido, come sempre.

(Che mi aspettavo?)

Ma qualcosa successe. L’anello col drago esercitava una sorta di attrazione magnetica sull’anello di Griever, appeso al collo di Rinoa. Vedeva la catena d’argento tendersi nel tentativo di far toccare i due anelli…no! Non era il caso di farlo, non qui. Tirò via l’anello Drago esercitando una discreta forza.
Non sapeva se era il caso di parlarne o meno dato che c’erano due rischi: essere preso per pazzo o essere preso troppo seriamente. Ne avrebbe parlato l’indomani con la madre. Aveva più esperienza di tutti loro, era certo che avrebbe dato alla cosa il giusto valore.

***

“E’ questo è quanto…”

Squall aveva appena finito di raccontare il sogno alla Madre che aveva ascoltato con aria solo vagamente interessata. Finchè Squall non le aveva detto dell’anello col Drago e della sua reazione all’anello di Griever.

“E’ ben strano in effetti. E probabilmente Griever non ha mai avuto reazioni simili con altri metalli vero?”

“Me ne sarei accorto…”

“Infatti. Quindi c’è qualcosa che va ben oltre il magnetismo. Uno qualche relazione…farò delle ricerche.”

Squall ringraziò e si congedò. Adesso non aveva tempo di approfondire la cosa, doveva dividere i SeeD in squadre per l’assalto alla Lunatic Pandora.
Radunò i SeeD di livello più alto in presidenza, ed affiancato da Shu spiegò quello che bisognava fare.

“La missione è incredibilmente lineare, e quindi dannatamente complessa. Distruggere la Lunatic Pandora. Avremo bisogno di varie squadre: la squadra di demolizione A userà il Lagunarock e penetrerà all’interno della struttura. Lì dovrà piazzare dei detonatori nei punti prestabiliti, che adesso vi indicherò.”

Sullo schermo comparve l’immagine della Lunatic Pandora e dei puntini rossi iniziarono a lampeggiare.

“Ma attaccare lì non è sufficiente. Bisogna mirare anche alla base, Tear’s Point. Il pianto lunare non si è ancora interrotto, Tear’s Point è piena di mostri estremamente pericolosi, quindi qui verranno mandate tre squadre: Demolizione B, Difesa 1 e 2. Il compito della squadra di demolizione sarà quello di piazzare delle cariche alla base dell’anello che sorregge la Lunatic Pandora. Le squadre di difesa dovranno solamente badare ai mostri e difendere la squadra di demolizione.”

Shu subentrò a Squall

“è essenziale non andare a caccia di mostri, ma mantenere la posizione. I detonatori non esploderanno tutti insieme, prima infatti sarà la base a saltare. In questo modo…”

“li si fa cadere come un castello di carte.” Disse Zell.

“Esatto. Ma dato che non detto che la caduta sia sufficiente ad abbattere l’intera struttura allora abbiamo deciso di piazzare detonatori anche sulla parte superiore. I detonatori sono stati forniti da Esthar, e…”

“un attimo, un attimo..”disse Zell “ci sono mostri anche all’interno della Lunatic Pandora. Niente squadra di protezione per loro?”

“Ci stavamo arrivando,Zell.” Rispose Squall “continua Shu”

“I mostri all’interno della Lunatic Pandora non sono da considerarsi una minaccia per i SeeD esperti, ma dovrebbero essere un buon banco di prova per i cadetti. Kinneas, tu sarai il loro coordinatore.”

“Chiamami pure Irvine, bellezza!”

“Bene.” Concluse Squall mentre Irvine schivava un calcio di Selphie. “Ci vorrà ancora qualche giorno prima di arrivare ad Esthar, avremo tutto il tempo di preparare gli studenti. Quistis, Selphie, potrei parlarvi un attimo in privato?”

Le due ragazze si avvicinarono al comandante SeeD che era a disagio. Squall prese fiato

“Sentite…non è che parlereste con Rinoa? E’ di umore alquanto instabile, ma non mi vuole dire cos’abbia, inoltre credo che sia rimasta traumatizzata da quello che è successo a Timber..e non lo so…”

Chiedere il loro aiuto era costato a Squall meno di quanto si aspettava. Certo non era facile, però erano sue amiche,no? Almeno, gli avevano fatto una testa grande quanto un archerosaurus per fargli capire questo concetto, quindi non era troppo questa richiesta. O lo era? Maledizione! Una volta la sua filosofia era così lineare!

(mi sono confuso da solo…)

Quistis rise guardando il volto spaesato di Squall, e gli promise il suo aiuto. Selphie dal canto suo andò a scrivere nel suo diario aperto l’avvenimento, e canticchiò per il resto della giornata travolta dalla gioia che questo straordinario fatto le aveva procurato.
Squall però non ci fece caso

CAPITOLO 17

Il Garden di Balamb era ripartito. Avevano tagliato i ponti e lasciato l’isola per dirigersi ad Esthar, dove i SeeD avrebbero aiutato Laguna a ripulire Tear’s Point ed a distruggere definitivamente la Lunatic Pandora. Fatto questo, avrebbero poi cercato il disperso Garden di Galbadia coordinando le ricerche tra Garden e Lagunarock. Trabia avrebbe aspettato, dato che i fondi che Caraway voleva destinare a loro sarebbero invece andati a Timber. Scelta dettata dalla politica.
Seifer era rimasto a Balamb con due squadre ben armate, come misura precauzionale nel caso i Phalanx si presentassero.
Tutto ciò sarebbe dovuto rimanere top secret, ma le parole volano ed ogni Phalanx era stato addestrato all’arte del raccogliere informazioni senza farsi notare. Non era stato difficile capire che dei soldati del Garden alloggiassero all’Hotel di Balamb, e fu ancora più facile capire come regolavano i loro turni di guardia. Ma quelli non erano importanti, non era lì per loro. Aveva dovuto prendere il traghetto da Dollet per non farsi notare, sarebbe stato uno dei tanti turisti attirati dalle leggende sullo splendido mare di Balamb. I SeeD avevano la sua foto, ma gli era bastato un cappello ed una cartina di Balamb per raggirare le guardie…sul serio, avevano bisogno di una svegliata.
C’era un cimitero, a ovest di Balamb, alle base delle montagne. Una donna dai capelli grigi e con la benda sull’occhio andava lì ogni giorno, ed a volte era accompagnata da Seifer, riconoscibile solo attraverso le cicatrici che aveva in fronte, dato che aveva smesso di radersi e non portava più quel suo cappotto grigio.
Aveva visitato quel cimitero, scoprendo che era diviso in due parti: una destinata agli abitanti di Balamb, l’altra a tutti quei soldati/studenti del Garden passati a miglior vita prematuramente.
L’avrebbe atteso lì.

***

Seifer accompagnava Fujin alla tomba di Raijin sempre più spesso. Era sconvolto da come una vera dura come Fujin fosse rimasta scioccata dalla morte di Raijin. Anche Seifer si era sentito diverso, eppure lui aveva tolto la vita a non pochi uomini. Forse le cose cambiano quando le si osserva da quest’altra prospettiva. O forse Seifer aveva veramente bisogno d’un nuovo gunblade per ritornare il vecchio sé stesso.
Erano usciti all’alba, seguendo la strada per non incontrare mostri. Fujin entrò per prima, senza dire una parola e passò la mano sulla foto di Raijin, come per accarezzarlo. Seifer era certo che tra i due vi fosse qualcosa, ma non si era mai intromesso, dato che era del parere che queste cose avrebbero dovuto sbrigarsele da soli..ed improvvisamente non c’era più tempo.
Fujin rimase in quella posa per diverso tempo, finendo con l’irritare Seifer che le mise bruscamente una mano sulla spalla per tirarla via. Ancora nessuna reazione. Strano. Si spostò in modo da guardarla negli occhi e vide che non sbatteva le palpebre.

“Fujin..che cosa diavolo…?”

“Una comune magia Stop.” Disse una voce

Seifer si girò, vedendo che appoggiato ad un albero c’era il phalanx che lo aveva sfregiato. Poteva essere qui solo per un motivo.

“Vuoi vendicarti, piccoletto?”

“Vendetta? Ti sbagli.” Si allontanò dall’albero e si portò di fronte a Seifer. “La sua vita m’interessa meno della tua. E poi sono nella media..”

“Ed allora cosa vuoi?”

“Devo ucciderti. Ma perché mi è stato ordinato. Tuttavia credo che da vivo tu sia più utile che da defunto.”

Seifer assunse una posa da battaglia.

“Non avrai niente da me!”

“Voglio solo un’informazione…dimmi dov’è il Garden di Galbadia.”

“Dovrei saperlo?”

“Suvvia non scherziamo…sei stato tu a guidarlo via da Centra. Devi sapere dov’è finito.”

“Credo che non accetterò la tua offerta.”

L’altro fece una smorfia di fastidio e stretching al collo. Poi si avventò su Seifer, brandendo una spada argentata. Seifer intercettò il colpo con l’Hyperion…che si spezzò. L’acciaio della spada si abbattè su Seifer, ferendolo gravemente.
Il Phalanx lo guardò sorpreso. Si aspettava uno scontro ed invece l’ex cavaliere non aveva opposto la benché minima difesa…deludente. Con la sua amica in stop, il biondo non aveva speranze di sopravvivere. Il phalanx rinfoderò la spada e fece per andarsene, ma sentì Seifer ridere e si fermò

“Dicono che il mio senso dell’umorismo è particolare, eppure non credo ci sia molto da ridere per te in questo momento.”

“Pensavo…a cosa si dirà di me…il cavaliere della strega…uno dei più forti guerrieri del pianeta…morto così…come un fesso qualunque..”

Mentre parlava cercava di rimettersi in piedi, operazione che gli costò non poca fatica. Sentiva il sangue uscire a fiotti dal petto, la vista sempre più appannata e la testa sempre più pesante. Ciò nonostante guardò il suo assassino in faccia prima di scagliargli contro una magia Firaga, che l’altro non fece in tempo ad evitare. Venne scaraventato a terra, ma non perse tempo e si rialzò. Seifer non aveva la forza di proseguire l’attacco, riusciva a malapena a restare in piedi. I suoi occhi si incrociarono con quelli del suo assassino

“Allora, come vogliamo finire?”

Il Phalanx guardò Seifer con ammirazione: è così che bisogna affrontare la propria morte. Era un guerriero, certo meno abile di lui, ma con gli stessi principi. Meritava una morte da guerriero.
Estrasse la spada che portava legata alla schiena, e questa spada iniziò a brillare di luce nera.
La lama affondò e si ritirò.
Il phalanx rinfoderò e chiuse gli occhi al guerriero che aveva abbattuto, prima di andarsene. Lo status stop inflitto alla sua amica sarebbe scomparso da lì a qualche minuto, lui doveva sparire in fretta, prima che quella riuscisse a dare l’allarme.
Quando Fujin gridò il suo dolore, lui aveva già preso il treno per Deling City.

(Cos’è questa sensazione?)

(L’ho già fatto, anche in modo molto più brutale…perché mi sento vuoto?)

Era la prima volta che guardando negli occhi di un nemico non aveva visto tracce di paura, ma di ostinata rassegnazione.

(sapeva? Sapeva che sarebbe morto?)

Il pensiero lo turbava, e lottò per scacciarlo.

(Non importa. Alla fine, se sei fortunato, tutto quello che rimane è un semplice participio passato..)

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Capitolo 6
*** Capitoli 18-20 ***


FFVIII CAPITOLO 18

Le frequenze a lungo raggio erano disturbate, non era stato più possibile contattare i SeeD rimasti di guardia a Balamb. Ma con Seifer e Fujin al comando, il preside Cid aveva detto a tutti di non preoccuparsi. Niente nuove, buone nuove.
Squall era nella Hall con Shu. In quanto comandante Seed aveva il dovere di partecipare al briefing. Lui e Shu si sarebbero occupati dei candidati all’esame SeeD, Quistis e Zell preparavano invece i veterani in presidenza. Cid ed Edea si erano tenuti fuori.
Squall si fermò di fronte allo schermo della Hall, aveva di fronte a sé ben dodici aspiranti SeeD, che avrebbero formato le squadre destinate a distruggere la parte superiore della Lunatic Pandora. I candidati si esibirono nel saluto militare e poi rimasero fissi sull’attenti a guardare Squall, il cui disagio cresceva di minuto in minuto.

(Che vogliono? Non si tratterà mica…)

“Adesso il comandante Squall darà i dettagli sulla missione da svolgere.” disse Shu

(ecco…)

Investito di un’autorità che non sentiva, iniziò a parlare cercando di ricordarsi come agiva Shu.

“Il cliente è la repubblica di Esthar, che ha chiesto l’intervento dei SeeD per porre fine alla minaccia del pianto lunare. I mostri infatti tendono ad accumularsi vicino Tear’s Point e sebbene la città sia stata liberata gli attacchi contro il bordo esterno non sono ancora cessati.”

Fino a qui stava andando bene. Prendendo fiducia si poggiò una mano sul fianco e continuò

“Il nostro attacco sarà su due fronti: il Gruppo B attaccherà via terra, mentre voi sbarcherete all’interno della Lunatic Pandora con il Lagunarock. Penetrati all’interno della struttura il vostro compito sarà proteggere i Genieri, consentendogli di piazzare di detonatori in tutta sicurezza. Non è una missione di caccia al mostro, non verranno dati punti bonus se si abbandona la postazione assegnata, voglio che questo punto sia chiaro. Irvine Kinneas sarà il vostro coordinatore, sarete ai suoi ordini. Rimarremo comunque in contatto radio, la professoressa Trepe sarà infatti a bordo del Lagunarock con delle squadre di riserva nel caso si verificasse una situazione imprevista.”

(c’è altro? Ah si…)

“Ricordatevi che i due attacchi si svolgeranno in contemporanea, ma i detonatori piazzati alla base di Tear’s point esploderanno prima dei vostri. Il fattore tempo è decisivo. Shu, lascio a te i dettagli.”

Gli studenti lo salutarono come loro superiore, mettendolo a disagio. ma tutto sommato non se l’era cavata male. Solo, sperava di non doverlo fare più. Questo è il compito del preside, non del comandante.
Il cercapersone trillò, Quistis lo voleva in presidenza. Lascio cadere la testa giù, incrociando le braccia e sbuffando. Tutto ciò che voleva era stare con Rinoa, possibile che tutti avessero bisogno di lui?
Prese l’ascensore e salì in presidenza, dove notò che Quistis era in compagnia di Kiros.

(sarà venuto a controllare, in fondo è Esthar che ci paga)

Kiros fece un lieve inchino all’ingresso di Squall, Quistis semplicemente si voltò.

“Il signor Seagill mi ha comunicato che Esthar prenderà parte all’attacco. Sarà il presidente in persona a guidare la squadra d’assalto Esthariana.”

“Tuo padre è un dannato testone Squall.” si inserì Kiros “non c’è stato verso di convincerlo a starsene buono.”

“…” fu la risposta di Squall, che corrugò la fronte. Kiros guardò il ragazzo, perplesso.

“Ma..sta male?” chiese a Quistis

“No, è il suo modo di rispondere alla quasi totalità delle domande che gli vengono fatte.”

“Oh.”

“Pensavo…” disse infine Squall “Laguna usa un mitra modificato con buona gittata. Insomma, dubito fortemente che riesca a mettersi nei guai.”

“Proprio quello che ha detto Ward!” Kiros rise inclinando il corpo in avanti “Tuo padre certo è goffo, ma è perfettamente in grado di usare quel mitragliatore. inoltre Ward lo controllerà. Un ulteriore garanzia.”

Squall fece un cenno di assenso con la testa. Il sapere che Laguna…che suo padre aveva un Baby-sitter gli dava sicurezza.
Ma non c’era più niente di cui parlare. Erano pronti.
****
Laguna era eccitatissimo. Aveva controllato il suo mitra più e più volte, galvanizzato all’idea di tornare a usare questa sua vecchia arma. Certo, era molto diversa da com’era vent’anni prima, ma era migliorata in meglio. Il veicolo Esthariano che lo trasportava conteneva oltre lui altri sei soldati e Ward. Laguna puntò il mitra contro Ward e simulò il rumore di sparo con la bocca. Ward lo guardò

“…”

“Va bene, la smetto. Diavolo però…di nuovo sul campo di battaglia, è fantastico!”

“…”

“Certo che farò attenzione, non sono poi tanto arrugginito! Mi prendi per un cretino?”

“…”

“Ah-Ah. Molto spiritoso.”

“…”

“Come sarebbe a dire che sei contento che mio figlio non abbia preso da me? Non sei gentile sai! Ti meriti una punizione: solletico!”

“Ehr…presidente” disse il pilota “siamo in prossimità di Tear’s Point. Dovremmo prepararci all’imminente scontro!”

Il veicolo accelerò e attraverso le pareti si sentì forte e chiaro il rumore d’un mitragliatore di grosso calibro che sparava. Il viaggio durò solo un altro minuto, poi il conducente fece una brusca sterzata e fermò il veicolo. Il portellone si aprì

“Yeah! Andiamo a far strage di mostri!”

“…” concluse Ward, sconsolato.

***

Squall coordinava le azioni dal Garden, Quistis dalla Lagunarock. Zell era nel garage, al comando del gruppo di SeeD che aveva assalto Tear’s Point. Tre veicoli, ognuno con quattro uomini, più pilota e mitragliere. Al momento giusto il Garden sarebbe passato sopra Tear’s Point, inclinandosi ed aprendo le porte del garage. Da lì i veicoli Seed e il carro Esthariano sarebbero usciti, aprendosi la strada a colpi di mitra per arrivare al centro dell’anello.
Selphie guidava il Lagunarock, che sarebbe penetrato dalla stessa apertura che si era aperto quando a controllare i veicolo era Galbadia.
La ragazza canticchiava quando ricevette un ordine di Squall via radio.

“Selphie, qui Squall…”

“Ehilà grand’uomo! Che bello! Era da tempo che non pilotavo più quest’affare!”

“… ….”rispose la radio. Selphie poteva immaginare Squall corrugare la fronte, perplesso e spiazzato. Ma poi il comandante si riprese.

“Prima di penetrare all’interno, calate su Tear’s Point ed aprite il fuoco sui mostri che bloccano la via d’ingresso. Sono troppi compatti per i nostri mezzi, che non riuscirebbero a penetrare attraverso il muro.”

“Nessun problema comandante! Sono un esperto di penetrazioni e so come renderle più agevoli!”

Ovviamente la risposta era di Irvine. Squall si maledì per aver usato quella parola, adesso quel pervertito ci avrebbe ricamato sopra una giornata.
Ma Selphie compì egregiamente la manovra richiestagli aprendo il fuoco sui mostri che bloccavano l’ingresso a Tear’s Point. Dopo la prima raffica ricevette da Squall conferma di proseguire col normale piano. La nave riprese quota, ed in lampo fu già dentro la Lunatic Pandora. Selphie diede ad Irvine un bacio di buona fortuna e lo seguì con lo sguardo mentre conduceva gli aspiranti SeeD all’interno della struttura.

***
Dentro c’era calma. Troppa calma. Irvine ordinò alle squadre di aprirsi a ventaglio, chi era in grado di sostenere il corpo a corpo davanti. Irvine ed i genieri li coprivano a diversi passi di distanza. Camminarono non sentendo nulla se non l’eco dei propri passi finchè non raggiunsero l’ascensore numero due. Un nugolo di mostriciattoli viola comparve all’improvviso dall’alto, planando sui candidati SeeD.

“Imp! O Galkimasea nel dialetto di Balamb!” Disse Irvine alla squadra “Attenti! Questi piccoletti hanno un buon arsenale di magie, e la brutta abitudine di lanciare un Sancta prima di tirare le cuoia definitivamente!”

Gli studenti reagirono prontamente difendendosi con Shell e Reflex. Irvine sparò colpendo un Imp allo stomaco ed uccidendolo sul colpo. Una studentessa armata con due pistole copriva i compagni impegnati in un violento corpo a corpo,mentre un piccoletto con gli occhiali dotato di un fucile che in proporzione per lui era un piccolo cannone eliminava un demonietto dopo l’altro. Irvine era sorpreso del fatto che questo studente non fosse stato ancora spazzato via dal rinculo della sua stessa arma. Uno studente di carnagione scura esperto di para-magie energetiche curava i compagni feriti. Fu proprio lui ad abbattere l’ultimo Imp usando la magia Drain: l’energia vitale dell’imp uscì dal suo corpo come un fiume di colore rosso per poi entrare in quello dello studente, sanando le sue ferite. L’assalto era stato respinto egregiamente, e tranne qualche scottatura da Firaga erano tutti a posto.
Presero l’ascensore numero due, ed Irvine approfittò del breve tragitto per complimentarsi con gli studenti e per dargli qualche avvertimento extra.

“Galbadia controllava questo posto, quindi è possibile che qualcuno dei loro robot sia ancora qui, e funzioni. Quei cosi hanno un’autonomia di sedici mesi. Fate attenzione, e mettete in Junction magie di elemento tuono, così vi sbrigherete più in fretta.”

L’ascensore si fermò, Irvine uscì per primo, poi diede l’ordine seguirlo. Camminarono in completo silenzio per circa cinque minuti, poi deviarono per una via che era stata tenuta nascosta. Nascosta bene, ma non abbastanza da sfuggire ai Radar di Esthar.
Gli studenti erano meravigliati: non camminavano più dentro quell’ammasso di acciaio e cavi elettrici, ma dentro quella che sembrava essere una miniera:le pareti erano come di vetro, brillavano di azzurro, di rosa, di verde.

“Ragazzi, non perdete la concentrazione, state andando bene.” Li richiamò Irvine.

Arrivarono al centro della struttura, alla colonna di cristallo vera e propria, nel punto in cui il diametro era più stretto. Ciò nonostante sarebbero serviti tre detonatori. I genieri utilizzarono quella che sembrava una trivella per scavare un buco nella colonna e lì posero il primo detonatore. Attaccarono i contatti, e misero il timer in stadby. Il gruppo di sposto di una ventina di metri intorno alla colonna ed i genieri ripeterono l’operazione senza problemi. Irvine tratteneva il fiato: solo uno. Resistette alla tentazione di voltarsi e guardare ancora una volta il procedimento, e si girò solo quando sentì la parola “Finito”. Espirando, finalmente, si portò la radio che teneva appesa alla cintura alla bocca

“Qui Irvine, abbiamo fatto tutto.”

“Bene, attivate i detonatori e ripiegate.” rispose Squall

Irvine fece un cenno ai genieri che premettero un pulsante, e sentì un leggero bip. Il timer aveva iniziato il suo conto alla rovescia, 15 minuti. Pochi, ma più che sufficienti ad andar via da lì.
Poi, un rumore, un forte ronzio. Due portoni laterali occultati nelle pareti di cristallo si aprirono, ed una serie di Robot protetti da armatura blu e dotati di ali dello stesso colore uscì.

“Mi sembrava troppo facile..” commentò Irvine a denti stretti “SAM52A! Fate attenzione ai loro micromissili! Apriamoci la strada verso l’ascensore!”

Senza bisogno di ricevere ordine gli studenti si disposero a cuneo e caricarono per primi, cercando di aprirsi la strada usando para-magie offensive e le armi da fuoco. Irvine cambiò munizioni, optando per una maggiore rapidità. Doveva stordirli, non era necessario distruggerli. ma la carica degli aspiranti SeeD fu facilmente arginata:le loro magie erano di livello troppo basso per poter arrecare del danno concreto contro quelle macchine. la ragazza armata di spada venne gettata a terra e circondata da due robot che l’avrebbero uccisa, se la sua compagna con la pistola non avesse sparato come una pazza distruggendo il nucleo centrale di uno dei due. La ragazza allora si rialzò da terra e con un ottimo affondo eliminò il secondo robot. Ma erano ancora troppi. Irvine coprì la pistolera che doveva ricaricare, ed un colpo perforante trapassò agilmente l’armatura del robot che le stava calando addosso in picchiata. Robot dopo Robot, il gruppo riuscì ad arrivare all’ascensore, ma le porte esitavano a chiudersi. Un SAM52A modificato stava per entrare dentro, ma le porte scattarono in quel momento, bloccandolo metà dentro e metà fuori. Irvine puntò l’Exeter contro quella che doveva essere la testa del robot

“Senza biglietto non si sale”

L’esplosione del colpo e l’odore di polvere da sparo. L’ascensore salì finalmente, e la Squadra A tornò al punto di partenza. Ignoravano gli Imp, limitandosi a schivare le magie che gli scagliavano contro e sparavano indietro alla cieca, solo per rallentare eventuale inseguitori. La Lagunarock era davanti a loro.

“Forza! Tutti dentro!” Irvine rimase fuori, attese che tutti gli altri fossero dentro per salire anche lui, ma non prima di abbattere un ennesimo nemico usando le pallottole perforanti.
Le porte dell’hangar si chiusero con un tonfo. Irvine si sistemò il cappello e si rivolse sorridente agli studenti, esausti per corsa e per le ferite che ansimavano dietro di lui.

“complimenti, missione compiuta!”

***
La Lagunarock stazionava alta in cielo, il Garden di Balamb era proprio sotto l’astronave. Erano lì come in attesa. Silenzio totale, poi il boato dell’esplosione. La Lunatic Pandora perse la sua base e cadde disastrosamente su Tear’s Point. Poi una seconda esplosione, molto più violenta della prima: l’esplosivo reagì col cristallo di cui era fatta la colonna della Lunatic Pandora, e chi osservava la scena venne momentaneamente accecato dal lampo di luce che seguì l’esplosione.
Quando il fumo si levò, della Lunatic Pandora e di Tear’s Point rimanevano solamente dei rottami d’acciaio fumanti.

CAPITOLO 19

Squall era in presidenza con la squadra d’assalto. Zell e Irvine avevano già terminato i loro rapporti e ciò consenti a Squall, ormai immerso in un mare di scartoffie a catalogare la missione come “Successo Totale”. Dai rapporti degli amici decise i SeeD che avrebbero avuto un avanzamento di grado e gli alunni che sarebbero stati promossi a SeeD. Forse era la facilità della missione, forse perché Irvine era un buon coordinatore sul campo di battaglia, ma era la prima volta che il 100% dei candidati veniva promosso a SeeD. Shu era andata ad informare il preside, che avrebbe poi dato il diploma SeeD ai nuovi cadetti.
Stranamente dieci minuti dopo, quando Shu tornò, Cid non era con lei. Un brivido freddo passò per la schiena di Squall.

“Squall, il preside è impossibilitato, e ti chiede di sostituirlo alla cerimonia. Ma sarà presente alla festa.”

(Cerimonia? Festa? Stiamo scherzando vero?)

Il comandante SeeD sbiancò, non poteva essere vero!

“Rinvieremo.” Tagliente e deciso, accompagnando l’affermazione con un gesto della mano.

“Squall!” Quistis era sdegnata “E’ sempre stata tradizione che la consegna dei diplomi sia la stessa sera dell’esame!”

“E’ tradizione anche il fatto che sia il preside a consegnare i diplomi”

“Squall proprio non capisci…tu in questo momento sei anche più importante di Cid qui dentro. E’ importante che sia tu a consegnare i diplomi. Ed è anche tuo dovere come comandante SeeD.”

“Questa carica di comandante l’avete decisa voi a tavolino…da quando avrei ANCHE questo dovere?”

“Andiamo Squall, c’è la festaaa!!” squittì una saltellante Selphie. Zell diede ragione alle due ragazze, ed Irvine fece altrettanto, in parte per convinzione ed in parte perché Selphie diceva così. Squall era pronto a fare muro contro muro, ed anche ad emigrare ad Esthar se necessario, ma Rinoa gli si avvicinò, gli saltò platealmente in braccio e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Tutti trattennero il fiato, mentre un sorriso si andava delineando sul viso di Squall.

“Va bene. Lo farò” disse. La squadra commentò positivamente e fece per andarsene ma Squall li richiamò.

“Sono anche il vostro comandante, lo avete dimenticato? Ho degli ordini per voi. Quistis e Shu, voi mi affiancherete alla cerimonia. Selphie, tu ti occuperai di organizzare la festa.”

“YU-UUUH!!!” Selphie saltellò sul posto,esultante. Irvine si toccò la punta del cappello e disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo

“Va bene, io le do una mano!”

“No, Irvine.” La voce di Squall era una lama di ghiaccio “Tu aiuterai i membri dello staff della biblioteca a catalogare i nuovi libri. Zell le darà una mano.”

Come ha detto Rinoa, anche lui poteva divertirsi.

“COOOSA?? Stai scherzando, vero?”

“Zell lo hai mai visto scherzare?” disse Quistis. Rinoa alzò la mano

“Io si!”    

“Rinoa, il tuo voto non vale ai fini del sondaggio…”

“Andiamo Squall! Devo vedermi con Dania!”

“Chi è Dania?”

“La ragazza con la treccia...”

“Ah.”

Lamentele, e lamentele su lamentale. Tranne Selphie, che afferrato Zell per un braccio lo trascinò via, nonostante questo continuasse a scalpitare. Alla fine tutti fecero come gli era stato detto, per il divertimento di Squall e Rinoa, che rimasero soli.

“Sei stata una vera strega, lo sai?” disse Squall ridendo.

“Me lo dicono in tanti…”

I due lasciarono la presidenza insieme, ridendo, diretti verso il loro dormitorio dove Squall avrebbe dovuto indossare la divisa SeeD. Gli studenti ed i SeeD che lo videro ridere rimasero perplessi e confusi.

“Ma secondo voi, quello era il comandante o gli assomigliava soltanto?”

“Era con Rinoa, sarà lui.”

“Non può essere lui:rideva!”

Si dibattè a lungo sull’argomento, ed alla fine Selphie ricordò la giornata come “storica” sul suo diario aperto.

***
La consegna dei diplomi era stata rapida, e quasi del tutto indolore. Non aveva fatto gaffe, parlando poco e lasciando che fossero Shu e Quistis ad occuparsi della cosa. Aveva presenziato, aveva stretto mani ma per grazia di Hyne gli era stato risparmiato l’obbligo di dover incoraggiare i nuovi SeeD uno ad uno come faceva Cid, e soprattutto, non gli era stato chiesto di fare un discorso. Adesso era alla festa, che eccezionalmente si teneva nella struttura presidenziale di Esthar. Il Garden festeggiava i nuovi SeeD (ed i soldi ottenuti a missione compiuta) Esthar festeggiava il non dover più temere Tear’s Point e la Lunatic Pandora.
Squall era appoggiato contro un muro, sorseggiava un bicchiere di quello che sembrava essere spumante e tutto quello che desiderava era che nessuno lo disturbasse, e che questa festa finisse presto. Si guardò intorno: Rinoa parlava con Laguna, Selphie controllava che tutto si svolgesse in modo perfetto, affiancata da Irvine ridotto ormai al ruolo di appendice della ragazza. Quistis commentava l’idea di costruire un Garden ad Esthar con Kiros e Ward e Zell e la ragazza con la treccia, di cui Squall aveva ancora scordato il nome erano seduti ad un tavolo con i nuovi SeeD. Fortunatamente, la ragazza riuscì a spingere Zell a mangiare in modo più umano, il che impedì nuovi soffocamenti. Anche quest’ultima sessione di esami era andata, i prossimi sarebbero stati fra sei mesi. Che sollievo.

“Hai fatto un buon lavoro Squall”

Il comandante non ebbe bisogno di girarsi per capire che era Cid a parlare. Il preside si passò una mano sulla nuca, imbarazzato

“Non avrei saputo fare di meglio, in tanti anni mai vista una sessione d’esami riportare un successo Totale.”

(che sta cercando di dirmi?)

“eh eh. Credo che i SeeD mi abbiano superato. Sono invecchiato, non riesco più a tenere il passo coi tempi. Questo Garden non ha più bisogno di me, sarei solo dannoso.”

“Preside..che cosa?”

Ma Cid non rispose e si diresse verso il palco in cui si stava esibendo una band Esthariana. Battè con una forchetta sul bicchiere, richiamando l’attenzione su di sé.

“Miei cari ragazzi ed amici di Esthar. Sono quasi tredici anni ormai che gestisco il Garden di Balamb,tredici anni di grandi gioie e grandi dolori, a cui però non rinuncerei mai. Il Garden è stato la mia vita, e vedervi qui oggi mi riempie di orgoglio.
I SeeD non sono macchine per uccidere. Sono guerrieri, votati a combattere per uno scopo superiore, per il bene. L’aver creato questo corpo speciale è il mio più grande vanto.
Ma i SeeD si sono evoluti, hanno fatto passi da gigante. Ed un uomo come me fatica a tenere il passo, finchè non viene superato. Siete cresciuti, sono fiero di voi, di tutti voi.”

Brusio indistinto nella sala. Tutti, ma proprio tutti si chiedevano dove volesse arrivare. Le telecamere lo riprendevano mentre alzava il calice.

“Oggi io, Cid Kramer, mi dimetto dall’incarico di preside del Garden di Balamb.”

In sala il brusio raggiunse nuovi livelli. Ognuno in sala doveva dire la sua: c’era chi voleva che Cid restasse,chi invece si diceva contento del cambiamento. E chi come Squall, semplicemente era rimasto pietrificato. Cid batté nuovamente sul bicchiere, e la sala tacque.

“Ho pensato a lungo a chi potesse essere il mio successore, e la scelta è stata quasi ovvia, naturale. In questi giorni gli ho lasciato sempre più spazio, per metterlo alla prova ed ho potuto constatare che ha gestito tutto anche meglio di come avrei potuto fare io. Ha saputo gestire lo scontro con il Garden di Galbadia portandoci alla vittoria, ed è ormai da tempo la colonna portante del Garden”

(Shu…fa che parli di Shu…)

“Vi invito tutti a brindare in onore del nuovo preside del Garden di Balamb, il comandante SeeD Squall Leonhart!”

Le telecamere inquadrarono un ragazzo pietrificato e con lo sguardo perso nel vuoto.

(Ma perché nessuno si degna mai di chiedere cosa ne penso?)

***
Aveva stretto così tante mani da aver perso il conto. Aveva dovuto sopportare Zell,Selphie ed Irvine, che lo volevano portare in spalla per tutta la sala. Aveva dovuto ballare sotto i riflettori inquadrato delle telecamere di Esthar. Non che ballare con Rinoa gli dispiacesse(ed era anche diventato bravo), ma stare al centro dell’attenzione era una tortura. E come se tutto ciò non bastasse, scoprì ben presto che il lavoro di preside poteva riassumersi in una sola parola: scartoffie. Oh, ed un appartamento più grande per lui e Rinoa, quello lasciato libero dai Kramer,che si sarebbero stabiliti a Balamb.
La mattina dopo la festa aveva ufficialmente preso posto in presidenza. Circondato da montagne di carte e termini a lui ostici, nonché ignoti quali budget, conto spese, netto, tara…fortunatamente Shu lo aiutò, rivelandosi di fondamentale importanza. Quistis e Selphie erano andate a parlare con Rinoa. Verso metà mattinata, quando il suo mal di testa aveva raggiunto un nuovo picco dopo il famoso scontro con Seifer, Quistis entrò in presidenza, scura in volto.

“Squall, abbiamo parlato con Rinoa.” La faccia di Quistis mise in allarme Squall.

“E’ successo qualcosa di grave?”

“Grave? Oh, no..cioè, non credo…ma credo sia il caso che tu venga con noi. Zell e Irvine sono nel tuo appartamento con Rinoa e Selphie.”

Squall balzò via dalla scrivania, ormai convinto che fosse successo qualcosa di grave. Non c’era bisogno di usare l’ascensore, dato che l’appartamento assegnatogli era collegato alla presidenza da una rampa di scale.
Irvine lo fece sedere su una poltrona, mentre Zell confuso si chiedeva cosa stesse succedendo. Rinoa era in bagno, e Quistis aggiornò Squall, che sentì il cuore fermarsi. Era pietrificato, raggelato. Zell continuava a non capire finchè Quistis non gli mise una mano sulla spalla e gli spiegò tutto, come fosse un bambino

“Quando due persone si amano…”esordì

“S’infilano a letto e scopano come draghi in calore.” Concluse il cowboy

“IRVINE!!”

“Scusa Quistis, ma è tardi per la storia del fiore e dell’apina, no?”

“Certe volte nemmeno nel letto…” disse una voce squillante

“SELPHIE!?!”

“Irvine ha una pessima influenza su di te…”

“Era per sdrammatizzare!”

Zell aggrottò la fronte e si portò la mano sotto il mento

“State forse dicendo che Squall e Rinoa…e che quindi Rinoa è…?”

Seduto sulla poltrona Squall non aveva nemmeno la forza di pensare. Avrebbe dovuto capirlo da solo, ma si era rifiutato incosciamente di crederci. Adesso lo sguardo era fisso sulla porta del bagno dal quale a breve sarebbe uscita Rinoa con il responso. Passarono altri due minuti, poi Rinoa uscì, non indossava il suo solito vestito azzurro, ma una maglietta bianca di Squall sopra un paio di Jeans. Rinoa teneva quel..quell’aggeggio nascosto dietro la schiena. Sorrise e la cosa rincuorò Squall. Ma Quistis si portò le mani alla bocca lanciando un grido squillante. Selphie gli perforò i timpani ed iniziò a saltellare come una pazza. Irvine mise una mano sulla spalla di Squall, portandosi la visiera del cappello sopra gli occhi:aveva una faccia da funerale. Quistis corse ad abbracciare Rinoa, mentre Selphie spiegava tutto a Zell che era rimasto un po’ indietro. I due adesso saltellavano su e giù per l’appartamento del nuovo preside dicendo

“Saremo zii! Saremo zii!!!”

(quindi…Rinoa è incinta.)

(io sono il padre. A diciassette anni.)

(non posso firmare un assegno senza specificare che sono un membro della SeeD, ma sono il padre.)

“Devo sedermi…”

Tutti tacquero e guardarono Squall preoccupati. Era già seduto. Aveva perso quel poco colore che aveva in volto e sembrava avesse smesso di respirare. Rinoa aveva gli occhi velati di lacrime

“capisco..tu non vuoi..”

“Cosa? Eh…no, cioè si. Voglio dire…Hyne…devo…pensarci su. Mi serve aria, spazio...”

Si fece forza e si alzò. Capiva come doveva sentirsi Atlante, che reggeva il cielo sulle spalle. troppe cose in due giorni. Prima preside, poi questo. Troppo presto. La porta si aprì e Shu si fiondò nell’appartamento

“Squall, è importante..”

“Laguna si è dimesso dalla carica di presidente e mi ha nominato suo successore?”

(ormai… una in più, una in meno..)

“Cosa? No, almeno, non che io sappia. C’è questa possibilità?”

“Shu, per favore vai avanti.”

“Le onde radio non sono più disturbate. Abbiamo ricevuto un messaggio da Balamb, la squadra chiede la nostra immediata presenza.”

“Ordina a Nida di far rotta verso Balamb allora…”

Squall uscì dietro Shu. Rinoa si sedette e si portò le gambe al petto stringendosi le ginocchia. Quistis le passò un braccio sulle spalle

“Rinoa, non farci caso. E’ Squall. Sai come reagisce di fronte ai cambiamenti. Dagli solo il tempo di assimilare la cosa…”

Irvine intonò sottovoce una marcia funebre. Selphie non lo picchiò, ma per la prima volta era realmente arrabbiata.

“Non sei d’aiuto Irvine.”

CAPITOLO 20

Dollet era una bella città. Da quando Galbadia aveva smobilitato la torre di trasmissione erano anche tornati i turisti, quindi l’economia aveva preso nuovo slancio. Era una città adatta a tutti i gusti: montagna, mare ed ottimi ristoranti. E lui aveva quest’incontro proprio nel miglior ristorante di Dollet, quello subito di fianco all’albergo. Ovviamente era in abiti borghesi, con la sua solita giacca di pelle nera, jeans neri e maglietta rossa. Aveva evitato di portare con sé le spade, avrebbero dato troppo nell’occhio. Si avvicinò a quella che sembrava una cameriera

“Chiedo scusa signorina, dovrebbe esserci una prenotazione a nome di…”

“Ma lei non è l’amico di mio marito?” la donna lo guardò sorridendo “ma certo, Stix sta arrivando, si accomodi pure al tavolo due!”

“Beh…grazie.”

A quanto pare il suo vecchio amico le aveva parlato di lui. Chissà se le aveva detto anche del loro lavoro. Aspettò pochi minuti, poi vide un uomo in un elegante completo grigio avvicinarsi al suo tavolo con le braccia aperte. I capelli biondi sempre arruffati adesso erano stati tagliati e tenuti con cura, si era fatto crescere il pizzetto ed era decisamente più pingue. Non sembrava avere più nulla del feroce guerriero che era stato fino a tre anni fa. I due si abbracciarono, ed erano veramente contenti. Erano tre anni che non si vedevano.

“Diavolo…ti lascio missing in action e ti ritrovo proprietario di un ristorante, con i pantaloni talmente larghi che una volta avremmo potuto entrarci in due!”

“Non ti hanno seguito vero?”

“Se riescono a starmi dietro per metà della strada che faccio, allora meritano di trovarmi!”

L’amico rise. Stix era stato un phalanx, uno dei migliori. Micidiale tanto a contatto quanto a distanza, un eccellente stratega dotato di grande cultura. Aveva davanti a sé una grande avvenire nei Phalanx, quando improvvisamente, dopo aver superato da poco i vent’anni, aveva deciso che il suo futuro non era in quel corpo d’elite. Così, non era rientrato dopo la loro ultima missione insieme, e lui l’aveva coperto, dicendo che era andato disperso. Così Stix divenne un MIA, ed un altro ne prese il posto, passato un anno un MIA diventava un KIA, e veniva considerato perso per sempre. Aveva messo da parte un bel gruzzoletto, e pur non avendo niente alle spalle era riuscito a rifarsi una vita.

“Avresti dovuto vedere questo posto quando l’ho comprato, una baracca infame. Ed ora guarda!”

“I miei complimenti, anche per la dolce mogliettina.”

“Dovresti pensare anche tu a trovarti qualcuno.”

“Ah, io l’ho trovata. E’ lei che non ha trovato me!”

I due continuarono a parlare del più e del meno, tra l’antipasto ed il primo. Finito quello Stix divenne improvvisamente serio.

“Allora, di cosa hai bisogno? Dubito che correresti tutti i rischi che hai corso per voler semplicemente parlare dei vecchi tempi e delle nostre vite.”

il phalanx fece ruotare tra la dita il coltello, era un suo vizio a tavola.

“Ti ricordi quello di cui parlavamo, quando facevamo entrambi parte dei Phalanx? Beh,adesso ho i mezzi per attuare quel progetto. Ed anche il potere per farlo.”

Stix si guardò intorno

“Ti rendi conto di quello che stai dicendo,vero? Sai quanti nemici ti faresti?”

“Ne ho una vaga idea. Ma ho anche un valido alleato, Odine. Beh, forse non proprio alleato, ma finchè gli permetto di continuare le sue ricerche e fare ‘ezperimenten’ lui farà come voglio.”

“Che ti serve?”

“So che sei un influente membro del consiglio cittadino di Dollet. Quando verrà il momento, voglio che tu spinga per tenere Dollet fuori.”

“Fuori da cosa?”

“Capirai…ah, mi serve un altro favore.”

“Dimmi.”

“La lama di Gungnir.”

“Tu farnetichi. Non se ne parla, io stesso ho quasi stirato le zampe nel tentativo di usare quell’infida lancia.”

“Ma non mi serve la lancia, solo la lama.”

“Stessa cosa. Non so chi sia stato il demente che l’ha rubata da Centra, ma sono certo che quella lama è ancora piena dell’ira di Odino.”

“Breaking News, Stix: Odino è fuori dai giochi. Tranciato in due come quel tale al passo di Trabia.”

Erano informazioni riservate, note solamente ai SeeD del garden di Balamb. Quindi i Phalanx ne erano al corrente. Spiegò a Stix la situazione, dicendo come Almasy avesse trovato un modo semplice ed efficace per liquidare il potente GF Odino. Quindi, concluse, senza il legittimo proprietario che la reclami, Gungnir è pronta a servire nuovi padroni.

“E poiché i nostri esperti che hanno studiato le rovine di Centra sono più che sicuri che il metallo di cui è forgiata Gungnir sia lo stesso della Zantetsuken, nonché dello scudo andato perduto, ecco qui una nuova arma, gemella della potente spada.”

Stix era perplesso, preoccupato.

“La lama è grande, ma non è sufficiente a creare una spada ex novo.”

“La lama sarà bicomponente. La mia DraKon farà da base.”

Stix scosse la testa

“spero tu sappia quello che fai.”

Una bambina di un anno o poco più si avvicinò al tavolo dicendo qualcosa di simile a “Paapa”. Stix la prese in braccio e la fece sedere sulla sua gamba. Il Phalanx era stupito.

“Non mi dirai che…”

“si, mia figlia. Ruby, lui è un caro amico di papà. Tuo…zio,diciamo.”

La bambina puntò il ditino verso il phalanx esclamando convinta “Tio!”

Anche la moglie si avvicinò al tavolo e ci furono solo ora le presentazioni ufficiali. Complimenti, abbracci e la promessa di rivedersi presto. Il phalanx insistette per pagare il conto e dopo una piacevole quanto inutile conversazione prese congedo. Come promesso, Stix si presentò quella sera davanti la camera d’albergo, la 341. Aveva in mano qualcosa avvolto in un drappo rosso; lo lasciò e se ne andò.
Quella stessa sera il Phalanx prese il treno per Deling City. Era più convinto che mai di quello che voleva fare, ma non poteva fare a meno di invidiare il suo amico, che a quanto pare aveva trovato la felicità.
Era veramente felice per lui. Forse non era fatto per combattere, ma fare il buon padre di famiglia. Ognuno ha la sua strada.

(E chi non ne ha, se la costruisce da sé)

Lui combatteva perché era quello che gli era insegnato. Fin da piccolo la parola d’ordine per lui era stata semplice: combattere! uccidere o venire uccisi. Semplice e lineare.

(La felicità è sopravvalutata.)

Eppure, non gli sarebbe dispiaciuto provare. Magari la chiave era proprio in quella vecchia lama..

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Capitolo 7
*** Capitoli 21-23 ***


FFVIII-cap7 CAPITOLO 21

Il Garden era a solo due giorni da Balamb. Per tutto il tempo del viaggio Squall era stato irrintracciabile. O chiuso in presidenza o disperso in qualche zona del centro addestramento. Gli amici avevano fatto scudo intorno a Rinoa, che però soffriva per la mancanza del suo cavaliere.
Squall era chiuso in presidenza. Firmava moduli, leggeva rapporti, valutava quali incarichi accettare e quali declinare, e quali fossero i SeeD più adatti da mandare.

(come ha fatto Cid a sopravvivere dodici anni tra queste carte?)

In realtà tutto questo suo stakanovistico impegno era dovuto ad una semplice ragione. Non voleva pensare, non voleva affrontare questo nuovo avvenimento. Si illudeva che rinviare ad oltranza potesse portare ad una soluzione.
Il telefono satellitare squillò. Il numero era quello dell’ufficio del Presidente di Esthar, di suo padre. Ignorò la chiamata, sebbene quel trillo gli colpisse i timpani come fosse un martello. Scattò la segreteria

“Ehilà Squall sono Laguna! Ho appena ricevuto la bella notizia e..WOW! Guarda non so cosa dire, ma mi sono messo a ballare per la gioia! E’ una cosa splendida…hyne, credo che sia meglio che mi calmi.”

(sono tutti così eccitati…)

“Voglio essere aggiornato Squall, di tutto quello che succede!”

(allora, mi sono barricato in presidenza per non affrontare il problema. Un buon inizio,non trovi?)

La voce di Laguna si fece improvvisamente seria.

“Squall…non fare i miei errori. Io li sto pagando ancora. Ma che diavolo sto dicendo? Tu sei uno con la testa sulle spalle, sono certo che ti comporterai egregiamente!”

Squall si raddrizzò sulla sedia. Non sentì tutto quello che venne detto dopo. Gli errori di Laguna…un errore che l’aveva portato ad Esthar,mentre sua moglie moriva nel dare alla luce suo figlio…lui. Un errore che per diciassette anni gli aveva tolto una famiglia. Lui non stava forse facendo di peggio?

***
Rinoa era nel centro addestramento, nella zona segreta, che ormai non aveva più ragione di avere tale nome. Guardava fuori, c’era il mare. Il suo Gunblade, Angel Feather, era poggiato in un angolo, la lama brillava mentre rifletteva la luce della luna. Pochissime altre volte si era sentita così sola. Certo gli amici gli stavano vicino, ma quella che era la sua roccia, la sua fonte di sicurezza in questo momento era un lontano pezzo di ghiaccio. Le cose stavano andando bene…perché rovinare tutto?
La porta metallica si aprì, scivolando di lato con un tonfo. Passi lenti, regolari e decisi. Non era difficile indovinare chi fosse.

“Va via Squall…”

Ma i passi non rallentarono, e divennero sempre più vicini. Rinoa si voltò, e rimase stupita. Alla normale espressione vacua di Squall ne era subentrata una diversa, decisa, determinata. Squall fissò negli occhi Rinoa e poi lo sguardo calò verso la sua pancia. Si tolse il guanto nero e poggiò la mano sulla pancia di Rinoa, delicatamente ma con fermezza, facendo una quasi impalpabile carezza. Lo sguardo si alzò e ritornò a fissare gli occhi di Rinoa. I due si abbracciarono,come quando l’aveva salvata dalla sua prigione esthariana nel palazzo della strega.
Non c’era bisogno di parlare.

***
La gravidanza di Rinoa fu l’argomento di conversazione preferito del Garden per i restanti giorni di viaggio. Ma i due non ci fecero caso, anzi. Rinoa pareva radiosa e persino Squall sembrava, se non proprio felice, molto contento. L’immagine di uno Squall Leonhart sorridente era qualcosa che nessuno al Garden sperava di vedere nell’arco della propria vita, e presto finì in ogni blog degli studenti.
Squall si divideva tra Rinoa ed i suoi compiti da preside e comandante, che aveva scoperto essere cumulativi. Dopo la fine di NORG molti insegnanti si erano dimessi ed occorrevano nuovi docenti che ne prendessero il posto. Toccò a Squall decidere, ma le scelte furono estremamente facili. Aveva convocato Rinoa, il resto della squadra, Nida ed altri SeeD. Quistis venne reintegrata nel suo ruolo di professoressa, lei si era lamentata ma tutti poi l’avevano convinta che quella era la scelta migliore. Le critiche ormai erano parte del passato. Rinoa e Selphie avrebbero spiegato agli studenti l’uso di para-magie, rispettivamente di offesa e di supporto. Nida, che era un fenomeno per tutto ciò che aveva a che fare con la tecnologia avrebbe insegnato agli studenti informatica, programmazione e tutto ciò che era legato alla materia. Prima che Squall potesse rivolgersi ad Irvine, il cowboy si tirò indietro,dicendo che non avrebbe mai fatto il professore per nulla al mondo. Il che, pensò Squall, non era necessariamente un male perché avrebbe finito col provarci con tutte le studentesse. Vincent e Pitt avrebbero insegnato primo soccorso e teoria dei GF. Rimaneva il solo Zell.

“Zell…so che forse me ne pentirò, ma tu sei il maggiore esperto di arti marziali qui dentro, e noi abbiamo bisogno di un nuovo insegnante di questa disciplina…che Hyne mi perdoni, Zell, ti offro l’incarico di professore.”

“OH YEAH!”

Zell saltò in aria agitando i pugni, e poi strinse calorosamente le mani a Squall, promettendo che avrebbe dato il massimo.

“E’ proprio questo quello che mi preoccupa…”

Le lezioni sarebbero iniziate una volta ristabilitisi a Balamb, quindi avrebbero dovuto usare quei giorni che li separavano dall’attracco per iniziare a pensare ad un programma da proporre alla classe.
Arrivarono di mattina presto, prima dell’alba, trovando la squadra lasciata a Balamb che li attendeva. Quattro SeeD ed un cadavere, conservato in una cella frigorifera all’ospedale di Balamb.
Un medico accompagnava Squall, si avvicinò ad uno di quei numerosi sportelli metallici, afferrò la maniglia e tirò con decisione verso di sé. Un lenzuolo copriva un ragazzo biondo di corporatura superiore alla media. Il medico sollevò il lenzuolo e Squall vide quello che restava di Seifer.
Aveva fatto bene a venire da solo, lui stesso aveva avuto seri problemi a restare imperturbabile. Gli occhi, superbi ed energici di Seifer adesso guardavano il vuoto, vitrei. La carne era bianca, fredda e rigida. Non era un bello spettacolo.
Squall fece un cenno d’assenso ed il medico scoprì ancora di più, rivelando il torso di Seifer, su cui spiccavano due profondi tagli ed una cicatrice a forma di ‘Y’, segno dell’autopsia. Ed è proprio a proposito di questa che il medico parlò

“Il primo colpo è stato dato vibrato dall’alto verso il basso, ed era di per sé mortale. Ha reciso due arterie, e penetrato in profondità nei muscoli, facendo perdere tantissimo sangue. Una spada molto affilata, senza dubbio. Ma è questo quello che mi lascia perplesso”

il medico indicò il taglio più piccolo, all’altezza del cuore

“il colpo che lo ha ucciso. Ha perforato lo sterno, trapassato il cuore ed è uscito da una delle vertebre dorsali. La morte è stata istantanea. Ma quello che è strano è che non ci sono segni della lama. Mi spiego. Lo sterno è un osso piatto estremamente resistente, romperlo avrebbe lasciato qualche segno,ed anche scheggiato una lama forse. Invece è come se l’arma fosse penetrata attraverso del burro. E’ arrivata da parte a parte con facilità impressionante. Gli indizi lasciano supporre si tratti di una spada, ma non ho idea di cosa sia.”

Squall firmò moduli per il ritiro del corpo, per rendere onore alle esequie. Come se non bastasse, Fujin era scomparsa. Convocò i SeeD in presidenza si fece fare rapporto e li rimproverò con violenza per essersi fatti passare un phalanx sotto il naso. Tutti furono declassati di tre gradi per colpa grave.
Chiuso nel suo ufficio di preside Squall non poteva fare a meno di pensare al Seifer che conosceva, al Seifer contro cui aveva combattuto. All’amico che odiava con tutta l’anima. Shu interruppe le sue riflessione per annunciare che il rappresentante degli studenti chiedeva di vederlo.
Walter, il rappresentante, era un sedicenne alto, pallido e con degli indomabili capelli ricci. Rimase rispettosamente in piedi davanti al preside

“Preside Leonhart,sono qui con una formale richiesta da parte degli studenti tutti: non vogliamo che Seifer Almasy sia seppellito nel cimitero del Garden di Balamb.”

Squall sentì la rabbia montargli dentro: perché quest’assurda presa di posizione?

“State scherzando vero?”

“No. Ecco qui.” diede a Squall dei fogli “sono le firme del corpo studenti per intero, di tutte le classi, dalle matricole ai cadetti. Noterà inoltre la presenza delle firme del personale ausiliario e di buona parte del personale docente.”

Non poteva fare niente. Il garden chiedeva che Seifer riposasse in un altro posto.

“Perché?”

“Perché Seifer Almasy ha condotto il Garden di Galbadia in battaglia contro di noi. Perché abbiamo avuto feriti…morti, per causa sua. Non merita di riposare accanto agli studenti che ha fatto uccidere senza un vero perché.”

Squall non poteva opporsi, non quando c’era la maggioranza assoluta lì dentro che voleva Seifer fuori dal Garden anche da morto. Accolse la richiesta.

(Possibile che una vita si riduca alla cosa peggiore che un uomo ha fatto?)

(non che fosse mai stato molto amato, ma questo è esagerato)

Il funerale si svolse nella pianura antistante la caverna di Fuoco. Seifer aveva più volte parlato di quel luogo, che era importante anche per Squall. Alla fine, decise che quello era il luogo più appropriato per lui.
Oltre l’officiante c’erano soltanto lui, Rinoa, Quistis, Irvine, Selphie, Zell ed i Kramer. La ragazza con la treccia non aveva voluto accompagnare Zell, ed era rimasta molto offesa dal fatto che il “Gallinaccio” andasse alla funzione: suo fratello era rimasto paralizzato dalla vita in giù per via delle pallottole galbadiane. E lo stesso Zell non sembrava troppo felice di stare lì. Probabilmente aveva partecipato solo per non far torto ai suoi amici.
Alla fine, una Quistis in lacrime e furiosa era andata nell’appartamento di Squall

“Come hai potuto Squall? Era uno di noi! Non meritava tutto questo..”

“Non ho potuto negarlo Quistis! Credi che io sia contento? Seifer non era mio amico, lo sai bene, ma lo rispettavo! Ma pensaci…se fosse stato qualcun altro, qualsiasi altro, tu saresti qui a lamentarti?”

“Non è giusto, Squall.”

“Non è questione di giusto o sbagliato. Io per primo vorrei che la l’assassino di un mio amico venisse lasciato in pasto ai lupi.”

La professoressa si lasciò cadere su un divano. nascose il volto fra le mani e passarono diversi minuti in silenzio. Poi asciugatasi le lacrime guardò Squall, fredda e decisa.

“Dobbiamo trovare quel Phalanx. E dobbiamo farlo prima di Fujin.”

“Fujin?”

“Non fare il finto tonto! Sai bene che Fujin lo starà cercando in questo momento. Dobbiamo trovarlo prima di lei. Altrimenti avremo anche lei sulla coscienza.”

“Quistis..tu non ragioni. Ci occuperemo della ricerca, ma non posso darle priorità assoluta…abbiamo altre cose da fare, come trovare il Garden di Galbadia prima che finisca in mani sbagliate.”

Quistis si alzò, c’era odio nei suoi occhi

“Forse, quando anche il corpo di Fujin sarà senza vita sepolto sotto due metri di terra, ti deciderai a fare la scelta giusta!”

Quistis si avviò a passi svelti verso l’uscita, ma Squall la fermò con una domanda

“Come fai a sapere che Fujin gli sta dando la caccia?”

“Perché è quello che farei io.”

Lasciò la stanza sbattendo la porta con forza. Appena fuori, scoppiò in una serie di singhiozzi. Notò che Irvine, appoggiato al muro con le braccia incrociate, la stava guardando.

“Che vuoi, Irvine?”

“Perché è quello che faresti tu…o quello che vuoi fare tu?”

“Irvine, sparisci..non è il momento.”

Il cowboy si staccò dal muro e diede le spalle alla professoressa.

“Non fare stupidaggini Quistis. Dobbiamo agire insieme se vogliamo avere qualche chance contro i Phalanx. Le vendette personali non ci porteranno da nessuna parte. Si prudente,ok?”

Il cowboy lasciò Quistis,che ancora sopraffatta dai sentimenti non diede alle parole dell’amico il giusto valore.

***
“ULTIMA FLARE!”

Una potente esplosione di fuoco nero aveva distrutto la scogliera. Il Phalanx guardò compiuto la potenza del suo Guardian Force con cui si stava allenando seguendo i consigli di Odine. Avere dentro tutta quell’energia e scagliarla fuori…era una sensazione unica, di potenza. Ma non era niente rispetto a quella di avere quell’energia dentro..e mantenerla dentro. Quello era il puro potere.
Si guardò le mani: le vene pulsavano ancora per lo sforzo e la pelle era già diventata resistente come il cuoio. Odine monitorava costantemente i suoi cambiamenti e miglioramenti, per lui era solo l’ennesimo esperimento. Stava facendo passi da gigante, e la sua nuova spada migliorava l’affinità con il suo Guardian Force. Presto sarebbe stato in grado di raggiungere un nuovo livello di potere. Un altro gradino verso il massimo. Se all'inizio era titubante adesso non lo era più.
Si guardò intorno, richiamò ancora una volta l’energia del GF.

"sei potente…molto. Se saprai sfruttare a dovere il potere che ti offro non avrai rivali sul pianeta"

“Ne sono consapevole…ULTIMA FLARE!”

CAPITOLO 22

La dipartita di Seifer era stata considerata con indifferenza, se non con euforia all’interno del Garden, e non erano pochi quelli che parlavano della morte di Seifer come di un mero atto di giustizia divina, quindi le lezioni iniziarono regolarmente. Quistis si diede malata il primo giorno, ed il professor Aki commentò acido

“Perfetto. Il modo perfetto di ricominciare una carriera da docente è farsi sostituire.”

Le lezione tenute da Rinoa e Selphie registrarono un picco di partecipanti. Dopotutto, non era cosa di tutti i giorni che fosse una strega ad insegnare l’uso di magie offensive mentre Selphie era conosciuta in tutto il garden per la sua simpatia ed affabilità, e molti l’avevano immaginato come professoressa ideale. Squall seguì le lezioni della mattina per essere sicuro di non aver sbagliato a nominare i nuovi professori. Ma la prova del fuoco sarebbe stata solo quel pomeriggio, con la prima lezione di Zell. Riunitisi in mensa per il pranzo Dania li aveva informati che l’esuberante ragazzo aveva passato tutta la mattina a provare davanti lo specchio la sua lezione. Anche Irvine era assente, ultimamente passava sempre più tempo da solo al centro addestramento. Una delle battute che più giravano nei corridoi del Garden era appunto “La Tilmitt si è fatta l’appendicite” in riferimento al fatto che lei e Irvine adesso venivano visti insieme molto più di rado, ed Irvine era a tutti gli effetti considerato un’appendice della ragazza, prima di questa defezione.
Spinto da Rinoa, Squall andò a cercarlo al centro addestramento. Non fu difficile, trovarlo. Il Cowboy era alle prese con un Archereosaurus. I proiettili perforavano la carne dell’animale che urlava per il dolore,ma il Cowboy aveva sbagliato i suoi calcoli, rimanendo a corto di munizioni proprio quando doveva sferrare il colpo finale. Il dinosauro caricò Irvine, che però fu in grado di schivare la carica. Ma Irvine inciampò in una radice, finendo a terra. Il dinosauro stava per tornare alla carica, accecato dal dolore. Squall estrasse il Gunblade e correndo saltò su una roccia lì vicino, prendendo slancio. Il suo colpo tranciò di netto la testa dell’animale, e fatta una capriola a mezz’aria Squall atterrò. Poggiò il Gunblade sulla spalla, e tese la mano per aiutare Irvine a rialzarsi, ma il cowboy rifiutò e fece da sé.

“Grazie per l’aiuto, ma non ne avevo bisogno. Avevo già una granata in canna.”

“Certo.”

Irvine si tolse la polvere di dosso.

“Che ci fai qui?”

“Potrei farti la stessa domanda, Irvine.”

Il cowboy fece un accenno di risata

“Perfetto. Devo essere proprio patetico se anche tu ti preoccupi di me.”

(avete tutti un gran considerazione di me)

“Prova a parlarle Irvine. Se andrà male, ti darò una mano a deprimerti ancora di più.”

Squall rinfoderò il Gunblade e se ne andò. Irvine sbuffò e ricontrollo il fucile. Diavolo…non aveva caricato la granata! Forse non era stato un male essere così patetico: se non altro non sarebbe finito nello stomaco di un dinosauro.

***
Selphie era al settimo cielo quando rientrò nel suo appartamento. La lezione era andata benissimo, e tutti gli avevano fatto i complimenti. Beh, non proprio al settimo cielo a voler essere onesti. Le mancava solo un tassello, e avrebbe anche potuto dire di aver toccato il cielo con un dito.

“Com’è andata la lezione?”

Selphie sobbalzò alle parole dell’inaspettato intruso. Come diavolo aveva fatto ad entrare? Ah già, gli aveva dato la chiave del suo appartamento. Selphie posò i libri e rispose freddamente

“Bene, grazie.”

“Selphie, dobbiamo parlare.”

“Parlare di cosa? Sei stato molto chiaro l’ultima volta.”

“Andiamo, sei ancora arrabbiata con me perché ho cantato la marcia funebre alla notizia della gravidanza di Rinoa?”

“Non è solo per quello.”

I due parlarono a lungo,ed Irvine si rese per la prima volta conto che tutte le volte che scherzando si era messo a flirtare con praticamente tutte le altre ragazze del Garden(ad eccezione di Rinoa, perché temeva che Squall non reagisse sportivamente)la feriva. Quello che per lui era poco più di uno scherzo aveva rischiato di mandare in aria la cosa a cui al momento teneva di più.

“Selphie..io non mi ero reso conto di tutto questo..ma mi credi davvero così stupido?”

La ragazza era spiazzata

“Così stupido da perdere te per correre dietro a ragazzine senza importanza?”

Il cowboy si stava dirigendo verso Selphie, i due erano vicini..e la porta si aprì di botto mentre Rinoa entrava dentro la stanza. Guardò i due e si mise a ridere coprendosi la bocca con la mano

“Squall mi aveva detto di bussare…” assunse un tono grave e corrugò la fronte in una sorprendente imitazione di Squall "Rinoa, in nome di Hyne, bussa prima di entrare nel loro appartamento!"

Selphie applaudì per la convincente imitazione, Irvine invece era parecchio irritato.

“Rinoa, a cosa dobbiamo l’onore?”

“Ragazzi, Zell sta per tenere la sua prima lezione! Non vorrete perdervela?”

“Per nulla al mondo!” Squittì Selphie. Irvine si limitò a scuotere le spalle.

***
C’era parecchia gente. L’aula si era rivelata troppo piccola e tutti furono spostati all’auditorium. Zell fece il suo ingresso su un improvvisato palco. Indossava la sua uniforme SeeD ed aveva in mano un blocco di appunti. Li guardò, poi li appallottolò e li gettò via.

“Yo! Mi conoscete tutti,quindi non perderò tempo in presentazioni. Sapete anche qual è l’importanza di saper lottare corpo a corpo,sia per diventare specialisti di arti marziali sia nel caso siate impossibilitati ad usare la vostra arma primaria”

appallottolò altri fogli e li gettò via. Le ragazze ridevano, Squall si portò una mano alla fronte.

“Iniziamo con un principio fondamentale valido in qualunque tipo di scontro: studiare il proprio avversario. Vi parlo per esperienza personale, ogni nemico è diverso dall’altro e non sempre colpire più forte significa aver fatto la mossa giusta.”

Zell si tolse la giacca rimanendo con uno smanicato blu e si indicò il braccio destro, ancora fasciato.

“Mai dare qualcosa per scontato. Preparatevi all’inaspettato, e nulla potrà cogliervi di sorpresa. Ok, adesso vi mostro alcune delle manovre più utili in un combattimento. Disponetevi in fila e cercate di imitare i miei movimenti.”

Zell si esibì in tre manovre: il Booya, il colpo al volto ed l’Heel Drop. Uno degli studenti prese la parola

“Professore, ma sta parlando seriamente? Quelle sono manovre banali, deboli, chiunque è in grado di effettuarle con un po’ di esercizio.”

“Hai dimenticato una cosa fondamentale: sono manovre rapide. Potete colpire il vostro avversario rapidamente e senza scoprirvi. Come ho detto prima, ma tu non stavi ascoltando a quanto pare, non sempre conviene utilizzare colpi troppo lenti o complicati. Prova a sollevare un avversario che abbia un minimo di competenza nella lotta corpo a corpo, e con pochissimo sforzo ti metterà al tappeto.
Carica pure un colpo. Ma se sei circondato da nemici, quelli non staranno certo a guardare,mi sbaglio?
I colpi che vi ho mostrato prima hanno il vantaggio di essere rapidi, facili da effettuare in veloci combinazioni e non hanno alcun punto debole intrinseco. Si può mantenere a lungo una combinazione di questo tipo,cosa che invece non si può fare con manovre più complicate. Contro il leggendario Omega Weapon questa combinazione si è rivelata utilissima. L’ho tenuto impegnato a lungo contro di me, dando ai miei compagni il tempo di curarsi e ricaricare le loro armi.
Adesso, se abbiamo finito con le domande stupide, ricomincerei la lezione.”

Sembrava uno di quei vecchi film sul Kung Fu: un maestro che esegue le manovre e tutti i discepoli che disposti in fila li ripetevano fedelmente. Squall decise che quello che aveva visto era sufficiente e se ne andò, a reimmergersi nel mare di carte che lo attendeva. Prese l’ascensore che lo riportò in presidenza. Shu lo stava aspettando, con qualcosa come venti centimetri di carte da analizzare. Sospirando, si sedette al tavolo ed iniziò a lavorare, aiutato dall’infaticabile Shu. Più volte si era chiesto come mai una come Shu, fenomenale in combattimento, fosse sempre stata la semplice segretaria del preside, o al massimo coordinatrice delle matricole. Adesso aveva capito: c’erano tanti combattenti al Garden ma nessuno era pratico di queste cariche burocratiche.
Shu aveva una velocità di lettura impressionante, e riusciva a leggere, correggere e firmare interi documenti mentre Squall era appena alla metà del suo. Il SeeD passò un foglietto a Shu.

“Che te ne pare come missione?”

Shu sfogliò il documento passato da Squall

“Ah, sono dei villaggi nel continente di Centra. Non sapevo che fosse ancora abitato. Infatti, pare che abbiano problemi con i mostri, e ci chiedono un’operazione di pulizia. La cifra è buona, ma dovremo smobilitare almeno una dozzina di SeeD.”

“Tu che ne pensi?”

“Che dodici SeeD in più non ci faranno trovare prima il Garden disperso.”

“Perfetto,allora scegli dodici SeeD di medio livello. Io cercherò di convincere Laguna a farci usare il Lagunarock, per poterli portare lì in fretta.”

Shu eseguì, e passarono diversi minuti, poi la SeeD esclamò

“Curioso”

Squall non alzò neanche la testa.

“cosa?”

“Sei stato invitato a quella che pare essere un memoriale a Winhill…”

Squall le strappò dalle mani quel pezzo di plastica. Sopra c’era una foto ovale di Raine Leonhart con le date di nascita e di morte, e sotto c’era scritto

“La signoria Vostra è invitata a presenziare alla celebrazione della vita di Raine Leonhart, strappata prematuramente all’affetto dei suoi cari. Winhill, 12 Novembre, alle 12:00.”

Tutto ciò era strano. Perché adesso e non per la data in cui era morta? Inoltre l’invito non veniva da Laguna, perché il mittente era proprio di Winhill. La data sulla busta segnava che era lì da almeno tre giorni, e Laguna…suo padre, con cui aveva parlato spesso in questi giorni non ne aveva fatto cenno, segno che non ne era al corrente. Ma Laguna a Winhill non era benvoluto, e questo poteva spiegare il perché non lo sapesse.

“Quanto dista Winhill?”

“Cinque giorni,quattro col vento a favore.” rispose Shu

“Fai provviste a Balamb ed ordina a Nida di far rotta per Winhill.”

***
Fujin camminava nervosamente per i corridoi di quello che era stato il Garden di Galbadia. Come aveva previsto, dentro c’erano ancora sufficienti macchine da guerra galbadiane da poter reggere il confronto con un esercito. Con la morte di Seifer, lei era rimasta l’unica a sapere dove si trovasse il Garden. Nascosto in piena vista, proprio dove si trovava in origine. Un meccanismo mimetico molto simile a quello che Esthar aveva usato per proteggere i propri confini per decenni. A meno di non sbatterci contro, nessuno l’avrebbe mai trovato senza sapere la sua esatta ubicazione. Qualche carcassa in putrefazione marciva nei corridoi, segni di denti sui corpi: i mostri avevano avuto da mangiare. Fujin camminò nel buio, alla luce di una semplice torcia elettrica. Sentì dei rumori dietro di lei e scagliò il suo Zan. Il sangue di un Geezard sporcò i corridoi polverosi del Garden. Salì le scale e prese l’ascensore per arrivare in quella che una volta era stata la presidenza e poi la sala di comando di Edea-Artemisia e Seifer. Se ricordava bene doveva esserci un interruttore da qualche parte…eccolo, nascosto dietro un velo. le luci si accesero, e Fujin spense la torcia. Se voleva vendicare Seifer aveva bisogno di tutta la potenza di fuoco possibile. Il pannello di controllo dei Robot era lì vicino. Introdusse la sua password, era ancora valida. Scoprì che rimanevano ancora un centinaio di Robot disattivati,e soprattutto c’era ancora la famigerata “vedova nera”.
Premette una serie di tasti, e si sentì fortissimo il rumore metallico di Robot che ricominciavano a muoversi. Doveva cambiare la loro priorità, adesso non sarebbero più stati i SeeD i bersagli.
Inserì i nuovi comandi, poi però rimase bloccata pensando a quali input avrebbe dovuto dare per segnalare i Phalanx come nuovi bersagli. Cercò qualcosa di simile nell’elenco, ma non trovò nessun bersaglio compatibile. Irata, decise di segnalare come “ostile” ogni essere vivente si parasse davanti ai robot. Per legge della probabilità, prima o poi avrebbe beccato anche loro.

“Visto? Ve l’avevo detto che ci avrebbe condotto verso il Garden. Hai perso.”

Fujin si girò, tenendo pronto lo Zan. Notò un gruppo di uomini vestiti con delle uniformi color nero e argento. Riconobbe subito in essi due degli assassini di Rajin, e probabilmente anche l’assassino di Seifer. Il tizio alto con il fucile si mise la mano in tasca e sbuffando ne estrasse un mazzetta di banconote; quello che portava due spade, una al fianco ed una dietro la schiena le contò ad alta voce, e poi incassò. Ricominciò a parlare, stavolta diretto a Fujin

“Prima che tu faccia qualsiasi cosa, sappi che non è nel mio interesse ucciderti. Non riusciresti a tener testa ad uno di noi, figurati sei. Ascolta, voglio che tu vada. Vai a dire a tutti che i Phalanx hanno preso possesso del Garden di Galbadia! Non essere idiota come Almasy, e cogli l’opportunità che ti offro…”

Alla parola “Almasy” Fujin perse la testa. Irata scagliò il suo Zan contro quello che aveva parlato. Lo Zan andò velocissimo, lasciando dietro di sé una scia azzurra. Ma il Phalanx non si fece cogliere impreparato. Estrasse la spada sulla schiena, e vi un lampo d’acciaio nero. Lo Zan era stato tagliato in due. Il Phalanx la guardò e sospirò sconsolato

“Pensavo di essere stato chiaro…”

CAPITOLO 23

Erano arrivati a Winhill la tarda mattina del 12 novembre. Squall era sceso in compagnia di Irvine e Zell, perché Selphie e Rinoa avevano una lezione da tenere. Winhill non era cambiato,solito paesaggio rustico, pochi abitanti intenti a passare quella che sembrava essere una vita senza troppe preoccupazioni. Peccato per i mostri che ogni tanto entravano costringendo gli abitanti a barricarsi in casa. Entrò in quello che una volta era il Pub. Era ancora abbandonato, un vero peccato.

“C’è nessuno?” chiese

“Chi c’è lì? Andate via o chiamo la vigilanza!”

(se davvero diamo fastidio non dovrebbe tenere le porte aperte)

“Siamo SeeD, signora.”

“SeeD? Allora venite su!”

La squadra salì e si trovò di fronte una donna bionda sui quarant’anni. La donna pareva parecchio agitata

“Era da tempo che non c’era tanto movimento da queste parti…”

Zell fece una faccia stranita. Da quando l’arrivo di tre persone veniva considerato “Movimento”? La donna continuò a spiegare.

“Oggi voi SeeD,ieri quei due ragazzi aggrediti dai mostri poverini…il ragazzo mi aveva detto che sareste arrivati voi, presumo siate amici”

(due ragazzi aggrediti dai mostri? Sapevano di noi?)

Squall guardò Irvine e Zell, incerto su cosa rispondere. Ci pensò il Cowboy

“Certo, abbiamo ricevuto la loro richiesta di soccorso e ci siamo precipitati qua!”

la donna aggrottò la fronte.

“Oh, ovvio! Noi inviamo una richiesta la settimana e nessuno ci fa caso! Ma arriva una richiesta dagli amici e si trova il tempo!”

“Signora, le prometto che d’ora in avanti inizieremo a valutare con altri occhi la questione Winhill.” tagliò corto Squall “ma potrebbe dirci dove sono i nostri amici?”

“la ragazza è qui, poverina ha perso conoscenza. Il ragazzo è andato sulla collina, più o meno nei pressi della tomba di Raine Leonhart. Che bravo ragazzo sapete? Simpatico, educato…ha insistito per pagare per il disturbo che comporta l’alloggio della sua amica.”

Squall era fremente, Irvine dovette trattenerlo mettendogli una mano sulla spalla

“Potrebbe dirci dov’è la nostra amica?” chiese il cowboy

La donna indicò una stanza in fondo al corridoio. I SeeD andarono a vedere…e vi trovarono Fujin. La ragazza aveva una fasciatura su entrambi gli occhi. Il respiro era regolare, ma era priva di conoscenza. Squall guardò Fujin e si girò verso i suoi compagni

“Zell, Irvine…voi state qui con Fujin in attesa che si svegli. Avvertite il Garden di una potenziale minaccia.”

Detto questo si girò e lasciò la stanza nonostante le proteste degli amici. Chiese indicazioni per raggiungere quella collina e correndo la raggiunse in pochi minuti. In cima c’era una figura di spalle. Squall sguainò il LionHeart, ed avanzò deciso verso la cima della collina. Quello si girò, e Squall potè riconoscere il Phalanx contro cui aveva combattuto a Timber: indossava un paio di occhiali da sole ed una strana maglietta che lasciava scoperto il fianco destro dalla spalla alla vita. Aveva dei Jeans con degli strappi all’altezza delle caviglie, segno più dell’usura che di una qualche attenzione alla moda. Una spada al fianco ed una spada dietro la schiena. Il Phalanx sorrise

“11 e 30. Sei in anticipo.” Indicò il Gunblade con un cenno del capo. “Vuoi combattere? Non qui, non mi sembra il caso.”

Si spostò, lasciando che Squall vedesse la lapide con su scritto “Raine Loire”. Squall si mise in posizione d’attacco e guardò con odio il Phalanx.

“Vattene.”

“Perché dovrei? E’ un mio diritto, anzi un dovere in questo caso.”

(cosa diavolo sta dicendo?)

“vattene ho detto.”

Il phalanx assunse un’espressione delusa

“Davvero non ricordi? Dannati i SeeD ed i loro maledetti GF.”

“Cosa dovrei ricordare?”

“Una delle basi d’addestramento era qui vicino…” il phalanx si voltò verso l’aperta campagna verde “c’era un uomo basso, pingue, ma simpatico. Gli volevamo tutti bene. Lui insegnava a tirar di spada, e tutti lo ammiravamo perché era un fenomeno, ma anche perché utilizzava un’arma strana…una spada che faceva bum”

Un immagine tornò nella mente di Squall.

Un grosso edificio, di pianta pentagonale, con un cortile recintato, immerso nel verde. Piccoli bambini che indossavano tante uniformi uguali, tutti messi ordinatamente in fila…ed un uomo che parlava che spiegava come bisognava impugnare la spada.

“Cid…”

“Corretto, si!” Il Phalanx si lasciò andare a quest’esclamazione di gioia. “Vedo che cominci a ricordare. I bambini erano piccoli, ma già da quando imparavano a camminare gli venivano messe in mano le prime armi..c’era un bambino coi capelli castani che adorava Cid, e faceva di tutto per poter imparare ad usare quell’arma”

Altre immagini, un giovane Cid circondato da bambini,che non correvano, non giocavano, ma stavano ordinatamente in fila. Tutti avevano un’arma di legno in mano. Adesso toccava al bambino castano scegliere

“volio quello…no la pada, il gamblade…  ”

il giovane Cid si voltò verso un uomo decisamente più maturo, ridendo

“Ehi Phil..sembra che abbiamo trovato il nostro futuro specialista del Gunblade!
;

Squall faticava a mantenere la posizione d’offesa e calò di poco la lama del Gunblade. Il Phalanx continuò.

“C’era un bambino che voleva a tutti i costi usare un gunblade vero, e non un’arma giocattolo. Un giorno lo rubò a Cid insieme ad un altro bambino, ed i due furono puniti. Non tanto per averlo rubato, ma per essersi fatti beccare.”

Avete infranto l’undicesimo comandamento: se lo fai, non farti beccare” diceva un uomo alto, brizzolato

“Poi Cid inorridì vedendo quello che i bambini sarebbero diventati da grandi, e decise di lasciare tutto, cercando di portare quanti più bambini possibile con sé. Ma Philipp Caraway se ne accorse, e gli diede battaglia.”

;“Non trasformerete i bambini in macchine da guerra!”

“Non capisco perché quest’assurda convinzione Cid..non saranno carne da macello, ma specialisti del combattimento!”

clang, il rumore dell’acciaio che si scontra, Cid urlava adesso

“Lascia che diventino ciò che sono destinati ad essere! Il mondo ha già troppi soldati!”
;

“Ma c’era chi la pensava come Cid. Portarono via quanti più bambini potevano. Compreso il gunblader in erba. Quel bambino poi fu portato all’orfanotrofio di Edea…ma lasciarono il bambino che aveva rubato il gunblade con lui.
Trovo comico che l’uomo che non voleva trasformare i bambini in macchine da guerra sia lo stesso che abbia creato i SeeD. Tu no?”

Il Phalanx diede le spalle a Squall, poi riprese a parlare

“Comunque…Quell’accademia si riforniva di nuova carne da macello dal Sud del Continente di Galbadia, quei bambini in particolare venivano da Winhill, la loro madre era morta di parto, ed il padre era disperso ad Esthar. Ed all’epoca, un Galbadiano disperso ad Esthar era considerato morto.”

Le braccia di Squall sempre più pesanti, crollarono.

“torm…”

Il Phalanx si voltò sorridente.

“Si…non sapevi pronunciare bene la S…era così che mi chiamavi. Storm. Storm Leonhart…o Loire, in realtà ho firmato con entrambi i nomi.
Finalmente ricordi tutto, fratello.”

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Capitolo 8
*** Capitoli 24-26 ***


FFVIII cap8 CAPITOLO 24

Squall era sotto shock.  Storm non poteva dargli torto. Doveva aver passato un periodo davvero stressante, scoprire di essere padre e prima ancora l’aver ritrovato la propria famiglia, il proprio passato, pezzo per pezzo.

“Non è possibile…sono stato all’orfanotrofio di Edea fino a cinque anni, poi sono entrato nel Garden di Balamb..”

Storm incrociò le braccia

“Vero,ma solo in parte. hai trascorso lì una piccola parte della tua vita. Ma non sei arrivato subito all’orfanotrofio. Quello che ricordi non è sbagliato, ma distorto, una leggera differenza. Avevi già quattro anni quando ti portarono via dall’accademia. Hai passato lì poco più di un anno. E’ facile distorcere i ricordi di un bambino.”

Storm si avvicinò al fratello

“Io ricordo tutto perché ci hanno sempre insegnato a lottare senza Guardian Force. Sempre. E’ questo il motivo per cui siamo più forti dei SeeD. Solo in seguito ho scoperto il sistema Junction, ma per caso.
Tra una missione e l’altra ho cercato tracce del mio caro fratello, ma non avevo speranze di ritrovarti, dato che in genere un bambino che viene adottato cambia il suo nome con quello dei genitori. Ma tu no!
Pensa la mia gioia quando scoprì che tu eri come me, un guerriero! Un essere che si eleva molto al di sopra della feccia umana! L’aver ucciso Artemisia…diavolo, fratello! non dubito che avresti reso mamma molto, molto orgogliosa.”

“No…noi non siamo uguali.” Squall guardò il fratello negli occhi “io non sono un assassino.”

Storm non potè trattenere una risata

“Breaking News fratello: un guerriero è un assassino per definizione. Ma ti dirò, avevo previsto un’obiezione del genere, e quindi ho preparato una buona risposta. Scaricati direttamente da un terminale militare di Galbadia”

Tirò fuori una serie di fogli, con delle scritte sopra in caratteri piccoli e lo stemma galbadiano come intestazione. Storm spiegò

“Ecco qui, questo è l’elenco dei soldati di Galbadia uccisi in azione durante azioni SeeD che comprendevano uno specialista del Gunblade. Si parte da Dollet, allora…

Mirror West, 29 anni. Polso rotto, ferite compatibili con un gunblade. Suo figlio è nato questo Aprile.
Jet Antilles, 35 anni. Colpo letale alla gola. Moglie e tre figli.
Maggiore Duncan, 28 anni…però, giovane per essere un graduato. Due figli, il più piccolo farà 5 anni domani. Pensa che bella festa, con il suo papà due metri sotto terra.

E potrei andare avanti per ancora un bel po’ fratello. Da collega a collega, devo dire che hai fatto un buon lavoro, qui ci sono tre pagine piene, saresti stato un Phalanx fenomenale. Ma ora ti chiedo…quanti di questi erano veramente malvagi? Quanti invece sono solo vittime delle circostanze? Qui c’è uno che prima di essere chiamato alla leva faceva l’idraulico…io non ce lo vedo un idraulico a creare piani malvagi di conquista del mondo armato di sturalavandini, tu?”

O Storm era maledettamente abile o era stato fortunato. Aveva posto quella domanda che ogni SeeD prima o poi si pone. Finora Squall aveva superato quel dilemma nel modo più semplice: non ponendosi la domanda. Storm aveva fatto breccia nel muro, e Squall non sapeva come rispondere

“ho...”

“..eseguito gli ordini, vero?” Storm completò la frase “era qui che ti aspettavo. Anche io finora non ho fatto altro.”

Il tono di Storm si era fatto duro, acido

“Da quando ho imparato a saper usare un’arma non ho fatto altro che eseguire ordini su ordini. Poco importa se al mio livello la paga è buona, ci sarà sempre qualcuno con l’autorità di darmi ordini. Fai questo, ammazza quel poveraccio, non sporcare troppo…sono stanco di eseguire ordini Squall. Ed anche tu credo.”

Squall era caduto in ginocchio. Storm si chinò per poterlo guardare negli occhi.

“Ho visto in televisione quando ti hanno nominato Preside del Garden. A proposito, ti ho mandato un cesto di frutta,per celebrare la promozione. La tua faccia diceva tutto…te l’hanno almeno chiesto, accennato?”

No, non l’avevano fatto. Storm lo sapeva ed anche Squall. Il Phalanx fece un sorriso amaro.

“L’ho immaginato. Dimmi ora se sbaglio: per tutta la vita non hai fatto altro che seguire la strada che altri ti hanno indicato. Obbedire agli ordini, prendere gli incarichi assegnati. Magari brontoli, ma poi esegui. Anche io ho fatto lo stesso.
Dimmi, fratello, non sei stanco? Io si. Per questo voglio che tu sia al mio fianco nella realizzazione del mio progetto.”

Squall alzò la testa

“Progetto?”

“L’uomo è una bestia violenta, insaziabile di oro e di sangue. La pace non è altro che una mera utopia. A meno che non vi sia un’autorità tale da incutere rispetto e terrore. Che faccia tremare gli uomini al pensiero di una nuova guerra. C’era un detto nella civiltà di centra:la pace è lunga quanto la lama del capo. Certo, è una traduzione alla buona, ma il concetto è chiaro. Non ci può essere pace senza una guerra che la prepari, e senza un capo che la mantenga.”

“E tu vuoi essere questo capo, giusto…fratello?”

“Non fraintendermi Squall. Non è mia intenzione impormi come sovrano assoluto, solleverei velleità indipendentistiche da tutte le parti. Voglio qualcosa di più. Sopra le nazioni, tutte unite in quello che c’è di più simile ad un impero. Con la minaccia della mia spada sul collo, nessuno oserà mai cercare di turbare l’equilibrio. Credimi Squall…adesso ho sia i mezzi che il potere per farlo. E voglio dividere tutto questo con te, tutti i miei segreti. Ed insieme regneremo, in pace. Ovviamente, questo è il progetto per grandi linee, ma dovrebbe rendere bene l’idea.
Che ne dici, fratello?”

Squall alzò lo sguardo

“Vuoi diventare Imperatore quindi?”

“No..in realtà stavo cercando un termine più neutro, che so, tipo osservatore o garante.”

Squall si rimise in piedi, stringendo l’impugnatura del suo Gunblade. Squall guardò il fratello negli occhi

“E dimmi…fratello..quante persone morirebbero prima che questo tuo progetto si realizzasse?”

Storm incrociò le braccia

“Colgo forse una vena d’ostilità nella tua domanda? Beh, i morti ci saranno: sono indispensabili. Ma non saranno morti invano..”

“Balle.”

Squall puntava il Gunblade contro il petto di Storm. Non sapeva se avesse voluto affondare la lama o meno, ma non poteva certo lasciare carta bianca al fratello…erano discorsi assurdi. Una smorfia di rabbia deformò il volto di Storm

“Quindi tu, per salvare delle persone che in buona parte andranno comunque incontro alla loro fine per motivi certo non naturali, sei disposto a rinunciare ad una pace che durerebbe parecchi secoli?”

“No…dietro la parola pace c’è la parola controllo; tutto questo giro di parole sulla pace è solo una giustificazione”

“Lo credi davvero?”

Storm sguainò la spada argentata che portava al fianco e fece un passo indietro. Le lame delle armi si toccavano e stridevano mentre i due si muovevano in cerchio, studiandosi. Storm guardava il fratello con aria ostile

“sei sicuro di volerlo fare? Sono stato addestrato per combattere contro tre SeeD insieme…e poi ho già provato la mia superiorità”

“Allora non avrai problemi a lottare ancora.”

Squall spostò tutto il peso sul piede destro, calando il gunblade ed accompagnando il colpo con lo sparo, che ne aumentò la potenza. Storm evitò con un salto indietro, e una volta poggiati nuovamente i piedi per terra colpì il fratello con un calcio in rotazione. Squall traballò e Storm cercò di colpirlo dal basso verso l’alto, ma il SeeD si difese evocando un protect che smorzò l’energia del colpo.

(non sapevo di avere qualche magia protect…)

Solo ora notò che Storm non utilizzava entrambe le spade. Forse l’altra era incrinata..qualunque fosse il motivo, doveva sfruttare questo vantaggio.
Squall attaccò velocemente e con forza, costringendo Storm ad indietreggiare ed esibirsi in complicate parate per evitare che il LionHeart lo trapassasse. Ogni parata era resa più difficile dal fatto che il Gunblade potenziato con le vibrazione dello sparo colpiva con una violenza tale da fratturare il polso dell’avversario, se questi non parava in un determinato modo. Ogni parata andava accompagnata. Storm dovette evitare un colpo saltando. Osservò Squall, sembrava divertito.

“Va bene, sono convinto che meriti di più, mi impegnerò.”

Passò due dita sulla spada argentata, che per un attimo parve brillare.

“DRAKOKEN”

Si scagliò contro Squall con la velocità di un fulmine, e prima che Squall potesse capire qualcosa era tempestato di colpi da tutte le parti. Mentre Squall cercava di difendersi come meglio poteva, vide Storm caricare un colpo finale…prima che il braccio gli venisse bloccato da una frusta.

“Ancora? Ma allora è un vizio!” Sbottò rabbioso il Phalanx.

Si liberò della frusta con una strana rotazione. Storm si voltò per fronteggiare la nuova minaccia e rimase sorpreso quando vide che anche altri tre SeeD erano giunti in soccorso del loro comandante. Squall si rimise in piedi, sebbene fosse dolorante.

“Hai detto di poter lottare contro tre SeeD..adesso ne hai davanti cinque. Arrenditi, Storm.”

Per tutta risposta Storm caricò Quistis, ma Irvine sparò costringendo il Phalanx a schivare il colpo gettandosi di lato. Prima che Storm potesse abbozzare una reazione Zell lo atterrò con una spallata in corsa. Il Phalanx si rialzò con un colpo di reni, ma dovette gettarsi a terra per evitare un malefico “Sguardo Laser” di Quistis. Fu allora che sentì fortissimo un dolore alla nuca. Selphie l’aveva colpito con il suo Nunchaku. Squall approfittò dell’occasione e si lanciò contro, ma non prima di aver utilizzato su di se la magia aura. I colpi del Renzukuken colpirono senza pietà e con precisione micidiale. Storm cadde in ginocchio, perdendo sangue dalla bocca. Quistis voleva finirlo, ma Irvine la trattenne.

“No..lasciatela fare.”

Ridendo, Storm si rimise in piedi. Si tolse la polvere di dosso,pulendosi il sangue che gli usciva da un angolo della bocca con il dorso della mano. Fece stretching al collo, facendolo oscillare da destra a sinistra. Ruotò la spada che aveva in mano, e dava l’impressione di divertirsi in mondo.

“Come vi ho detto prima, ho la pelle dura.”

si voltò verso Squall

“Ed adesso,ecco un assaggio del potere di cui parlavo prima.”

Prima scintille rosse, poi scintille nere circondarono il corpo del Phalanx. Irvine sparò, ma i proiettili, persino quelli vibranti venivano deviati da quella che sembrava essere una barriera invisibile. Zell non poteva avvicinarsi, ed il nunchaku era inutile. Quistis era l’unica a poter fare qualcosa di concreto, ed evocò il potere dell’onda cosmica.
Un onda d’energia blu e bianca catturò il Phalanx e portò in alto, sottraendolo alla vista dei SeeD. Un attimo di assoluto silenzio e poi l’esplosione. Quando la luce bianca cessò, i SeeD guardarono il punto in cui un attimo prima c’era il Phalanx: adesso c’era quello che sembrava un bozzolo nero squamoso.

“Qualcuno ha fatto qualcosa? Mi sono distratto un attimo.”

La voce proveniva da quel bozzolo, che si aprì mostrando uno Storm vivo e vegeto.
Quello che sembrava essere un bozzolo era in realtà un paio d’ali in cui il guerriero si era avvolto. Il Phalanx si mostrò trasformato agli occhi dei SeeD: i capelli corti adesso erano talmente lunghi da arrivare a metà schiena, e non pochi erano diventati rossi;sulla testa aveva un elmo a forma di drago nero, e buona parte del suo corpo era ricoperta da una splendida armatura nera con intarsi rossi. Sul lato destro due ali di drago: una grande che partiva dalla spalla, l’altra più piccola che invece di andare in alto scendeva dal fianco. Due ali rosse, sullo stesso lato del corpo.Il Phalanx estrasse anche l’altra spada, che brillava di luce propria e guardò i SeeD con un ghigno stampato in volto

“Forza,fatevi avanti.”

I SeeD si guardarono confusi, ma capirono di avere davanti quell’ibrido mezzo-uomo, mezzo-GF che Seifer aveva descritto. Quistis usò il potere della Multidifesa sulla squadra e Selphie evocò le Mura. Adesso erano pronti a sostenere lo scontro.
Irvine fece fuoco utilizzando i colpi rapidi, ma Storm li parò tutti utilizzando la spada. Non appena ebbe svuotato il caricatore,Zell si lanciò all’attacco colpendo il nemico con quella rapida combinazione che aveva insegnato ai suoi allievi. Colpiva rapido e forte, ma il Phalanx non si scomponeva.

“No,dico…tutto qui?”

e colpì Zell utilizzando la spada di piatto. Rumore di ossa rotte, ed il biondo venne scaraventato a diversi metri di distanza. Deviando le magie che Selphie e Quistis gli scagliavano contro semplicemente ruotando la sua spada,Storm si concentrò su Irvine. Affondò la spada primaria nel terreno e quando la tirò fuori ne scaturì un onda talmente potente da mettere KO il cowboy, ignorando le potenti magie di difesa che lo proteggevano. Il Phalanx si girò poi verso le ragazze e per un attimo parve quasi indeciso sul da farsi. Squall cercò di attaccarlo alle spalle, ma il Phalanx spiccò il volo, volteggiando pigramente a diversi metri di distanza dai SeeD.

(non sono mai stato un fenomeno in fisica…ma come diavolo fa a volare con le ali da un solo lato?)

Storm puntò la sua spada secondaria contro il gruppo.

“FLARE RAIN”

Dalla spada cadde una pioggia di dardi infuocati. Ogni dardo esplodeva quando colpiva il terreno, lasciando una piccola buca fumante come traccia del suo passaggio. Quando l’infernale attaccò ebbe termine solo Squall era rimasto in piedi: nessun dardo l’aveva colpito. Si chinò a controllare se Selphie e Quistis erano ancora vive, e sospirò di sollievo quando sentì il flebile pulsare del loro polso. Si voltò verso il fratello, era il momento di finirla. Scagliò un flare contro il terreno per darsi la spinta e non appena fu in aria diede libero sfogo alla violenza del renzokuken. Ma ogni colpo veniva parato, Storm nemmeno si scomponeva. Il Comandante SeeD caricò l’energia del Cuore di Pietra, ma Storm lo anticipò

“ENDECASLASH”

Fu un lampo nero, e Storm era dietro Squall. Per un solo attimo le due figure restarono entrambe in aria, poi Squall urlò e cadde. Sul suo corpo c’erano undici tagli, poco profondi ma molto lunghi. Guardò in alto ,mentre cercava di richiamare un magia energia…ma era troppo stanco e debole. Era completamente alla mercè del suo avversario…di suo fratello. Ma quello era veramente suo fratello? Non c’era nulla nello sguardo di Storm, se non fredda determinazione. Planando, Storm si portò davanti al fratello e gli lanciò una magia di cura.

“Questo dovrebbe fermare l’emorragia. Spero che adesso tu sia più ragionevole. Questo è il potere di cui ti parlavo. Allora fratello, hai cambiato..”

Ma non ebbe il tempo di finire la frase. Un enorme meteorite evocato da una potente magia lo colpì in pieno. Il Phalanx indietreggiò di diversi metri, lasciando profondi segni nel terreno, prima che la sua lama tranciasse a metà quel meteorite magico, facendolo sparire nel nulla. Storm rimase sorpreso nel constatare chi aveva lanciato quella magia

“Questo è completamente inaspettato…”

CAPITOLO 25

Storm sbatteva pigramente le sue ali e puntò la spada verso una figura opalescente in lontananza. Questa si avvicinava a gran velocità,lasciando dietro di sé una scia di luce bianca. Era Griever. O meglio, in parte era Griever…l’altra parte era Rinoa. Le braccia della giovane strega erano incrociate sul petto, ferme. Quelle che impugnavano il Gunblade erano le possenti braccia del Griever. Il viso di Rinoa era coperto dal naso in su da una maschera che ricalcava il volto del leone alato. Le ali da angelo che spuntavano dalla schiena della strega adesso erano grandi il doppio, e lo stesso Griever aveva cambiato colore: non più viola, ma bianco. Sembrava un angelo.

“Cara cognata…non è per farmi i tuoi affari, ma come diavolo hai fatto a padroneggiare una tecnica di cui ignoravi anche l’esistenza, se io stesso la controllo solo per metà?”

Rinoa tacque. Aprì le ali ed attaccò Storm. I colpi erano veloci, e se Storm non fosse stato un maestro nell’arte di usare due spade, sarebbe stato sicuramente messo in difficoltà. Rinoa colpiva alternando fendenti e magie, che Storm deviava con la sua spada. Quando il lucente Gunblade di Rinoa si scontrò contro entrambe le spade di Storm l’onda d’urto che si generò fu talmente potente da scavare una buca. Storm rise, fintò un colpo e poi colpì dal basso verso l’alto, scagliando in aria la sua avversaria. Puntò entrambe le spade su Rinoa

“BLASTER SLASH”

Mosse le spade e da ogni movimento si generava un’onda di energia solida tagliente come le sue spade. Rinoa riuscì ad annullare i primi colpi, ma presto fu costretta a difendersi chiudendosi con le sue ali. I colpi proseguivano incessanti e le piume bianche continuavano a cadere, bruciate. Storm caricò la sua energia nella spada…

“Vieni a me, ange…”

Ma prima che potesse completare si accorse della presenza di Ifrit. Il Signore del Fuoco aveva già lanciato il suo attacco e Storm ormai non poteva più evitarlo. Si nascose avvolgendosi con le sue ali da drago ed incassò la palla di fuoco. Quando tutto scomparve si voltò verso Squall che aveva evocato il GF,prendendolo in prestito da Zell.

“Appena tiepido.”

Evocò un muro d’energia che colpì Squall atterrandolo.Ma Squall aveva evocato il GF solo per distrarlo. Senza la necessità di doversi difendere Rinoa contrattaccò. Dalle sue ali angeliche scaturirono centinaia di raggi bianchi, di pura energia. Storm riuscì ad evitare i primi ed a deviare gli altri, ma fu presto costretto a spiccare il volo e compiere ardite manovre per evitarli. Ma la fuga era inutile, dato che i raggi continuavano ad inseguirlo, e Storm ben presto decise di scendere in picchiata verso Winhill. Lì i raggi lo raggiunsero e lo circondarono, la luce abbagliò Squall.
Quando il SeeD poté guardare nuovamente vide del fumo in lontananza e nessuna traccia del fratello.

“Rinoa…l’hai sconfitto!”

Rinoa rimase in silenzio e scosse la testa. Poi la lama del Gunblade allungò diventando il doppio del normale, e la strega assunse quella che pareva una posa difensiva. Il contrattacco giunse presto e violento, sotto forma di vibranti raggi rossi. Ma Rinoa era circondata da una scintillante aura dorata, che sebbene tremasse all’impatto con quei raggi, riuscì a reggere l’attacco.
C’era un punto rosso scintillante nel cielo: da lì ricominciarono a piovere raggi, ancora una volta vanificati dalla difesa di Rinoa. Il punto rosso prese sempre più consistenza man mano che si avvicinava, rivelando uno Storm tutt’altro che sconfitto. Storm tempestò di colpi la sua giovane avversaria senza risparmiarsi, ma la barriera reggeva.

“Prova con questo…GUNGNIR!”

Dalla spada nera scaturì un’onda di energia tangibile e tagliente sotto forma di una lancia. La barriera di Rinoa la bloccò, ma presto al colore oro si sostituì un malsano grigio, e poi vi fu come un rumore di vetro rotto. Rinoa aveva perso la sua barriera.
Rinoa dovette passare all’offensiva e richiamò il potere del ghiaccio, fortissimo in lei grazie ai poteri che Edea gli aveva inconsapevolmente passato. Una pioggia di lame azzurre, di ghiaccio calò sul Phalanx che però li annullò tutti con un unico colpo della possente spada nera.
Storm guardò soddisfatto e colpì con il suo Endecaslash, seguito da una serie di rapidi affondi veloci e quasi impossibile da seguire per gli occhi di un comune umano. Senza il potere di Griever, Rinoa sarebbe sicuramente morta. Storm adesso guardava la ragazza dall’alto in basso e sollevò la spada

“Vieni a me, angelo crudele!”

Si sentì un coro di voci, angeliche e diaboliche insieme, declamare i versi di una lingua sconosciuta. Con un lampo di luce nera, bianca e rossa Rinoa era terra. Niente più Griever, solamente una ragazza coi capelli corvini ed il vestito blu. Una voce risuonò nella testa di Storm

Perfetto. Ed adesso uccidili tutti.

(No.)

Cosa stai dicendo? Sono tutti nelle tue mani! Scatena la mia vera potenza e poni fine al loro..

(TACI.)

….come osi…

(Il sono il guerriero, io sono quello che ti comanda. Ed adesso ti ordino di tacere. La battaglia è finita.)

Storm fu nuovamente avvolto da scintille nere e rossa. Quando scomparvero lui era di nuovo quello di prima. Un avversario temibile, certo, ma umano. Si avvicinò a Rinoa e le poggiò una mano sul capo, sussurrando qualcosa. Poi diede le spalle al gruppo di SeeD agonizzanti. Guardando verso est. Il cielo tremava, o meglio era come se a tremare fosse la stessa aria. Poi improvvisamente l’aria si squarciò mostrando un’enorme struttura rosso fuoco con un anello dorato alla base: il Garden di Galbadia.
Il Garden passava fluttuando, qualcuno calò una cima a Storm che riuscì a prenderla al volo. Il Garden di Galbadia fece un’inversione ad U e scomparve dalla vista dei SeeD e del Garden di Balamb.

***
Squall si svegliò in infermeria. Non propriamente un bel risveglio. Era confuso, bendato da tutte le parti come una mummia. Si mise a sedere sul lettino quando la Kadowaki lo raggiunse.

“Ben svegliato, Preside. Come ti senti?”

“…tutto ok.”

“Temevamo non ti svegliassi più,sai? Sebbene le ferite non fossero mortali,il tuo corpo è stato sottoposto ad uno stress eccessivo. Che pessima idea quella di evocare un Guardian Force!”

Squall si guardò intorno

“Rinoa?”

“Oh, lei sta bene. E’ stata qui a vegliarti finchè non l’ho mandata a prendere da mangiare.Ed anche gli altri. Ci sono volute parecchie para-magie, però sono a posto. Erano ridotti male, ma stranamente nessuno dei colpi che avete ricevuto ha colpito zone vitali.”

La Kadowaki si chinò guardando in faccia Squall con aria complice

“Anche il piccolo sta bene. Siete stati tutti molto fortunati.”

(fortuna…no, non credo.)

Non era stata fortuna. Squall era sicuro che se Storm li avesse voluti morti davvero, lui sarebbe ora qui a parlare di fortuna con la Kadowaki. Scese dal lettino e cercò la sua giacca nera. O meglio, quel che rimaneva della giacca. L’endecaslash l’aveva praticamente ridotta a brandelli. Beh…meglio la giacca che la pelle. Però gli dava una strana sensazione vedere un oggetto a cui era così affezionato ridotto a brandelli.
Rinoa entrò in quel momento, proprio mentre Squall passava il dito in uno dei numerosi strappi. Rinoa si gettò al collo di Squall, che lasciò cadere la giacca per sostenerla.

“Rinoa…va tutto bene.”

I due lasciarono l’infermeria e Squall radunò in presidenza i SeeD di alto rango. Fece sedere tutti e Squall riportò fedelmente il discorso e gli obiettivi di Storm. Non tralasciò nulla, nemmeno il fatto che il loro nemico era suo fratello. Il discorso si spostò poi sullo scontro e sulla mutazione che il Phalanx aveva avuto. Ovviamente Rinoa fu invitata a parlare, dato che lei aveva usato il medesimo tipo di Junction. Ma la ragazza non seppe dare loro nessuna risposta

“Non so com’è successo…dalla finestra dell’aula 23 ho visto una forte luce in lontananza, poi ho avuto una strana sensazione, come di caldo ed una voce mi parlava. Era voce profonda, ma lontana e mi diceva di chiamare in me il potere del Leone Alato. Ho avuto paura ed ho stretto l’anello di Squall in mano. Era bollente, ma non mi faceva male. Poi la voce ha parlato ancora, e mi ha chiesto il permesso di unire i nostri poteri. Ha detto che le vite delle persone a cui tenevo erano a rischio e che da soli non saremmo riusciti a fare niente. Allora gli ho detto di si e lui mi ha detto di chiamarlo per nome…all’inizio mi era sembrata una normale evocazione, ma lui mi ha detto di non liberare l’energia verso l’esterno, ma di canalizzarla verso l’interno come se fossi io stessa il bersaglio. Ho seguito le istruzioni ed avete visto tutti i risultati.”

“E quegli attacchi, Rinoa? Cavolo, erano spettacolari!”

(Domanda giusta, ma tono inappropriato…Zell.)

“Il primo è stata un’idea del mio GF. Mi ha detto che potevo usare il Verdetto Divino, attingendo dal potere di Alexander, con cui ero in Junction. Il secondo era un normale Blizzaga…almeno credevo fosse un blizzaga. Il Guardian mi consigliava cosa fare, sussurrando. Però…era stancante. Più venivo colpita, più la mia energia diminuiva ed anche muoversi diventava faticoso. Poi alla fine ha evocato quello strano potere…e non avevo più nulla. Niente Junction, e quel tanto di energia che mi bastava per non perdere i sensi.”

Pitt, il SeeD che aveva fatto da guardiano a Rinoa prese la parola

“Ma perché lasciarvi vivi? Insomma, poteva eliminare quelli che sarebbero stati una sicura spina nel fianco tutti insieme e rapidamente…non mi sembra una scelta saggia ”

Joker prese la parola

“Credo d’aver capito come pensa Storm. In questo momento lui ha sconfitto gli eroi che hanno distrutto la potente strega Artemisia, e che quindi sono considerati i guerrieri più potenti del mondo. Sconfiggendoli ma lasciandoli vivi ha dimostrato sia la sua capacità di poter giocare con la vita delle persone sia la sua misericordia. Il messaggio che comunica è semplice: se fate come vi dico non avrete problemi, anzi. Devo dire che la sua idea di pace è affascinante…peccato che così noi rimarremmo senza lavoro.”

Squall ignorò l’ultima battuta e si voltò verso Shu.

“Hai informato Caraway e Laguna?”

“Si, Squall. Stanno mobilitando entrambi le proprie forze armate, ed hanno diffuso il messaggio nelle rispettive regioni. Solo Dollet non parteciperà, la città si è dichiarata neutrale ed il consiglio ha dichiarato che la presenza di militari non appartenenti alla città sul loro territorio verrà considerata invasione. Questo è più che altro un problema sul piano logistico dato che il porto di Dollet sarebbe stato il punto ideale per far sbarcare e rifornire le nostre truppe. Il porto di Timber è troppo lontano e Deling City non ha sbocco sul mare. Le truppe di Esthar arriveranno dal ponte di Fisherman’s Horizon. A proposito, Laguna ha comunicato che a breve sarà qui con un esperto.”

“Ma di che ci stiamo preoccupando?”

Tutti si voltarono verso Zell

“Quanti sono quei Phalanx,sei? Beh, solo noi SeeD siamo molti di più! Rinoa ci insegnerà a padroneggiare quella nuova tecnica e gliela faremo vedere! Voglio proprio vedere come se la caveranno con un rapporto minimo di cento ad uno!”

“ma io non so come farlo…è stato lui a dirmi come, e non mi sento in grado di farlo da sola. in realtà neanche voglio farlo.”

“Ci occuperemo di questo problema quando arriverà l’esperto di Esthar. Intanto dividiamoci in due gruppi. Uno gruppo dovrà studiare le tattiche adatte a neutralizzare un Phalanx trasformato,l’altro dovrà elaborare i piani di battaglia ed i modi migliori per difendere le città.
Quella era una squadra di Phalanx. Una. Storm non è uno stupido,sono sicuro che ha già deciso di convocare la Coalizione.”

“Accidenti…” imprecò Selphie

“E se anche altri Phalanx sono in grado di usare questo sistema?”

“Super-mega Accidenti!” Sempre Selphie

“Ora che ci penso, ha detto che quella era una tecnica che padroneggiava solo per metà. Come faremo quando sarà in grado di effettuarla al 100%?”

“SUPER-MEGA-ULTRA ACCIDENTI!!!”

Squall sbattè il pugno sul tavolo. Era assurdo. Dei SeeD temprati che tremavano di fronte ad una serie di congetture e probabilità.

“E’ inutile spaventarsi per qualcosa che è solo una possibilità, la peggiore delle ipotesi. Lavoriamo su quello che abbiamo di concreto!”

I SeeD si divisero nei due gruppi indicati da Squall ed iniziarono a lavorare. Squall aveva ancora in mente le parole che suo fratello aveva detto a Rinoa, le aveva sentite.

stai tranquilla, non ucciderei mai mio nipote. Ma non incrociare mai più le lame con me, non è detto che la prossima volta sia capace di controllarmi

CAPITOLO 26.

L’esperto era arrivato. Squall aveva riunito tutti i SeeD nell’auditorium, ed aveva messo a disposizione dello scienziato esthariano il miglior computer del Garden. Su un telo veniva proiettato il file che lo scienziato inseriva nel computer.

“Quello che vedete è uno dei progetti più cari ad Odine, una nuova tecnica chiamata Junction Symbiosys. Basandosi sul presupposto che un GF è molto più potente come entità fisica, che come entità puramente spirituale o energetica, Odine ha cercato di far trovare un modo in cui si riesca a sfruttare l’energia corporea del Guardian Force senza dover però rinunciare ai Junction.”

Premette un tasto e l’immagine cambiò. Adesso c’era la sagoma di un corpo umano con delle freccette rosse che dall’interno andavano verso l’esterno. Per quello che Squall capiva, poteva essere anche una battaglia navale

“Da qui è chiaro come l’entrare in Junction con un GF potenzi determinate capacità, sebbene il GF per installarsi nell’evocatore in modo stabile deve prendere un posto nella sua memoria, ovvero in questo punto qui. Ebbene, si nota come di norma ci vuole più di un GF per potenziare tutte le capacità in modo significativo.
 
Altro cambio di immagine

“Questa è il nuovo sistema. Il corpo del GF si unisce a quello dell’evocatore, che ne acquista alcuni dei principali tratti modificati per adattarsi al nuovo ibrido. Avremo quindi presenza di zanne, artigli ali o piumaggio. Le abilità del GF non diventano semplicemente un modo per potenziare l’evocatore, ma si uniscono a quelle già presenti, sommandosi senza detrarre il precedente Junction.”

Mormorio dubbioso per la sala

“Traduco in termini profani: l’evocatore aggiunge alle proprie capacità, anche potenziate da precedenti Junction, quelle del corpo fisico del GF. Capite che con i giusti Junction di base ed un potente Guardian Force si può facilmente creare un’inarrestabile macchina da guerra. Inoltre l’evocatore resta comunque in grado di usare a piacimento il potere degli altri Guardian che eventualmente possiede, in aggiunta ai suoi attacchi e forse anche a manovre del tutto nuove. Ma passiamo adesso agli effetti negativi di questa tecnica”

ennesimo cambio d’immagine, ennesimo rebus

“Come si può ben vedere dall’immagine, il dividere un unico corpo con un GF è un processo stancante, dato che il GF e l’evocatore hanno due nature differenti e quindi un diverso tipo di metabolismo. Tuttavia c’è la possibilità che con un po’ di pratica si possa riuscire a mantenere a lungo la forma ibrida. Il secondo problema riguarda l’affinità con GF. Se non si ha sufficiente affinità le probabilità che si verifichi un effetto di rigetto, simile per esempio a quello che succede quando si fa un trapianto con un organo non compatibile, sono elevate. Tanto minore è l’affinità tanto maggiore la possibilità di rigetto. ma questo problema può essere facilmente risolto alla base, aumentando l’affinità col proprio Guardian Force. Dulcis in Fundo, il terzo e più importante problema: conflitto di volontà. A volte i GF sono dei servitori fedeli, altre volte sono stati soggiogati e costretti a servirci, ed in questo caso possono anche manifestare un forte spirito vendicativo.Se la volontà dell’evocatore non è sufficientemente forte, o si incrina in un momento topico, uno spirito vendicativo potrebbe prendere il controllo dell’intero essere.”

Lo scienziato di Esthar spense il proiettore e guardò i SeeD con aria imbarazzata

“Ovviamente tutto quello che ho detto non va oltre il piano teorico, dato che dalla caduta di Adele Esthar ha sempre scoraggiato fare esperimenti su soggetti umani.”

“Teoria mio nonno!” disse un rabbioso Zell “Quel tanghero ci ha messo KO trasformandosi in un mezzo-drago! Per essere una teoria mi pare fin troppo consistente!”

“Ne sono stato informato, e devo dire che trovo affascinante il rapporto. A quanto pare Odine ha potuto sperimentare questo nuovo sistema senza limitazione e questo è un serio problema. L’unico modo efficiente per contrastare un evocatore in Junction Symbiosys è un altro evocatore, o più di uno qualora il GF utilizzato non sia sufficientemente potente.”

“E riguardo quello che mi è successo?” Chiese Rinoa

“Beh, è sempre una teoria, ma suppongo che il GF si sia unito spontaneamente perché in qualche modo sentiva di doverlo fare. Secondo me, il Guardian che avevi latente ha percepito la presenza dell’altro GF e l’ha considerato un suo avversario,agendo di conseguenza. Certo, è curioso il fatto che non ci siano stati problemi nell’unirsi ad un GF sconosciuto…probabilmente alcuni punti degli studi sono da rivedere.”

L’esperto fu congedato e Laguna parlò ai SeeD

“Beh, non so voi, ma io non ci ho capito granchè in realtà…troppa teoria. In ogni caso, sappiate che Esthar non si arrenderà, abbiamo risorse che questo Storm non immagina nemmeno!”

“Laguna…ci sarebbe una cosa di cui dovremmo parlare in privato. Seguimi nel mio studio..”

“Eh? Uh…come vuoi ragazzo!”

Laguna seguì suo figlio nell’ufficio in presidenza e Squall chiuse la porta.

“Come mai tutta questa segretezza?”chiese confuso Laguna

(non è facile da spiegare…meglio andarci con tatto)

“Ho un fratello. Storm è tuo figlio e mio fratello.”

(perché non do ascolto a quello che penso?)

Bang. Se Squall avesse detto che sapeva per certo che in realtà la luna fosse fatta di panna montata Laguna non avrebbe potuto reagire in modo più esagerato. Prima balbettò il nome di Storm una mezza dozzina di volte, seguito da un balbettio in do maggiore di “figlio”, ed infine la più classica delle cadute, seguendo una perfetta parabola verticale. Se non ci fosse stata una poltrona sotto, Laguna sarebbe finito sul pavimento di marmo dell’ufficio del preside. Qualcosa che era meglio evitare.
Squall aspettò che il padre si riprendesse, sperando che lo facesse in fretta. In momento di crisi come quello che stavano attraversando sarebbe stato sconveniente che il presidente di Esthar finisse vittima d’un infarto.

“Vuoi dell’acqua?”

“Eh…no..devo solo assimilare la cosa. Incredibile…fino a due mesi fa pensavo di essere solo, di non avere una famiglia ed ecco qui due figli!”

“uno che vuole conquistare il pianeta e l’altro che deve salvarlo. Sembra la trama d’un film…”

Laguna si fece serio in volto

“Cosa vuoi fare Squall?”

(il primo che mi fa questa domanda)

(ho sempre voluto che qualcuno si degnasse di chiedermelo)

(eppure…)

“Non lo so. Sento che devo combatterlo, ma devo ammettere che nel suo ragionamento c’è più logica che pazzia. Ha lasciato vivi Rinoa ed il bambino, e non credo che questo sia solo un atto strategico come detto da Joker. Ma non posso lasciargli campo libero, è ovvio.”

Ci fu una breve pausa,poi Squall ricominciò

“Ho combattuto contro la donna che mi fatto da Madre. Combatterò contro mio fratello.”

Laguna era silenzioso, si limitò ad annuire. Poi, sforzandosi di sembrare allegro disse

“Ho saputo della tua giacca. Le eri molto affezionato?”

Che domanda cretina! Ma forse voleva solamente cambiare argomento. Tanto vale dargli una risposta

“Forse”

“Immaginavo. Ti ho portato una cosa, dritta dal miglior negozio di abbigliamento di Esthar City. Non puoi mica restare con solo una maglietta bianca per tutto l’inverno,no?”

“…”

“Lo interpreto come un “certo, una nuova giacca sarebbe molto gradita!”. Almeno presumo sia questo che tu voglia dirmi.”

Laguna accompagnò Squall al suo appartamento e gli porse quella giacca. Era un’elegante giacca,molto simile a quella che Laguna portava in gioventù,ma di colore nero. Sulla spalla destra c’era una toppa di pelle rossa, con disegnato l’emblema del Griever. La parte che copriva il petto era molto resistente e Laguna spiegò che sotto lo strato superiore di pelle era nascosto uno strato di un nuovo materiale, elastico e resistente, in grado di fermare un proiettile a bruciapelo. Laguna lasciò che Squall provasse la giacca, ma il SeeD lo fermò

“Ehy Laguna.”

“Si?”

“Grazie”
***
Era più tosto di quello che pensava. La sua volontà era a dir poco adamantina, non sarebbe riuscito a metterlo in dubbio. Ma come poteva tollerare tutto questo? Lui, il più grande degli spiriti controllato da un misero umano! Doveva spingerlo a liberarsi di lui, e così avrebbe potuto cercare un nuovo corpo,più facile da manovrare. Quella ragazza bionda…piena di energia, capace di usare quella potente tecnica chiamata Onda Cosmica…così forte,eppure così intrinsecamente debole. Un contenitore perfetto. Ma come spingerlo a lasciarlo andare? Era troppo furbo, degno discendente del guerriero che è riuscito ad intrappolarlo nell’anello d’acciaio. Ma era troppo sicuro di sé. Superbia…quanto la adorava. Fino a quel momento non aveva altra scelta che obbedire agli ordini, ma poteva ancora manifestarsi a lei. Quando era stata colpita, un piccolo frammento della sua essenza era entrato in quel
Avrebbe iniziato a giocare con lei, con la sua fragile mente. Ma qual’era la forma più adatta?
Avrebbe scavato nei meandri della sua mente, scegliendo con cura. Non era difficile, c’era un’immagine che trasmetteva sensi di colpa e dolore. Aveva trovato il suo punto d’aggancio.
Ah, gli umani!
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Nota dell'autore: Prima di tutto, vi ringrazio tantissimo per le recensioni, che mi hanno dato la voglia di continuare a scrivere.
Qualche appunto sulle manovre usate dal Phalanx durante lo scontro:
-Drakoken: compare nella versione italiana di FFIX(nella versione originale si chiama Lancer)ed è qui usata come la versione Phalanx del Renzokuken,niente in comune con l'abilità di Freija quindi.
-Endecaslash: un singolo attacco che causa 11 colpi, a metà fra l'Octaslash e l'omnislash
Quanto all'Angelo Crudele,non ha bisogno di spiegazioni. Un attacco utilizzato da KefKa e Sephiroth, forse i migliori "cattivi" di FF...spero di non sembrare presuntuoso nel assegnare al Phalanx quest'attacco...
vi ringrazio ancora e vi invito a commentare numerosi(anche le critiche sono ben accette)

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Capitolo 9
*** Capitoli 27-29 ***


FFVIII-4 CAPITOLO 27

Storm guardava soddisfatto dalla sua postazione sul balcone della presidenza il Garden che marciava trionfalmente verso Timber. Due squadre di Phalanx si erano già unite alla sua causa, mettendo in comune le proprie risorse, proprio adesso stavano montando sul garden dei cannoni anti-carro e diverse batterie di laser anti-aerea,senza contare l’enorme dispiegamento di armi anti-uomo. Senza contare che oltre ai Phalanx, aveva a disposizione gli WAVE, ovvero un corpo para-militare mercenario al servizio dei Phalanx,composto da disertori di Esthar,reduci dalla guerra della strega e disperati apolidi. Di recente avevano servito Galbadia come parà, indossando una divisa verde che li distingueva dai normali soldati. Certo, il loro addestramento era di poco superiore a quello di un normale soldato di Galbadia, ma facevano numero, e questo era importante.  E la cosa preoccupava i piani alti, che probabilmente stavano già prendendo i loro provvedimenti. Che vengano!
Crisis era dietro di lui, fortunatamente si era ripreso,sebbene venisse ancora utilizzato “a mezzo servizio”. Non era in grado di sostenere un lungo scontro fisico, ma era un discreto tiratore ed affiancato a Ravenant sarebbe stato comunque micidiale. Crisis doveva parlare,quindi Storm si tolse l’MP4 dalle orecchie per poterlo ascoltare.

“Novità Crisis?”

“Il decano vuole vederti.”

Uh, il decano. Il capo di quello che era il consiglio di amministrazione di Phalanx. In pratica chi gestiva tutto da dietro le quinte senza mai sporcarsi le mani. Per smobilitarsi lui le cose dovevano essere gravi.
Sorrise.

“Digli che lo ricevo tra cinque minuti.”

“Ricevuto. Ma perché tra cinque minuti?”

Storm rimise l’MP4.

“Perché Bat out of the Hell dura altri cinque minuti.”

Crisis guardò sorridendo quello che era il suo capo, che solo ogni tanto si ricordava di essere un ragazzo. Era strano vedere un uomo con così tanto potere mettersi a canticchiare stonando le note di un classico del rock. Ridacchiando andò a riferire il messaggio.

***
Uhmf. Aspettare. Lui, il Decano dei Phalanx, costretto ad stare ai comodi dei suoi subordinati. E che sfacciataggine poi! Aveva deciso di porre fine a questa pagliacciata. I phalanx dovevano rimanere nell’ombra. Al diavolo la pace! Non è un affare redditizio.
Il Phalanx che a quanto pare faceva da segretario a Storm batteva al computer,probabilmente dando istruzioni ai vari robot che giravano nel Garden come sentinelle. Ad un certo punto il cercapersone trillò, e questo Phalanx di colore comunicò al Decano di entrare.Il vecchio non aveva gradito il modo in cui quel suo subordinato gli si era rivolto, e prese mentalmente nota di assegnare una punizione una volta finita la sua missione. La porta si aprì al suo passaggio ed entrò nella sala. Era molto diversa dall’ultima volta che aveva fatto visita a Martine per affari.Il locale era composto da una prima stanza ovale con un balcone e da una seconda stanza, rotonda, molto più piccola, con una specie di trono al centro. Sul trono era seduto il Phalanx, in maniera alquanto scomposta. Con grande disappunto del decano, il Phalanx non si era alzato alla sua presenza.

“Sono qui perché vorrei ascoltare quali sono le giustificazioni che addurrai a questa pazzia.”

“Pazzia?” Il Phalanx si mise seduto guardando il suo superiore con esagerato stupore

“Pazzia…quindi voi pensate che io sia pazzo. Strano, perché io sono convinto dell’assoluta genialità del mio piano. Non miro a chissà quale utopia, il bersaglio è più che mai alla portata del mio braccio.”

“Tu non hai l’autorità per convocare la coalizione o dichiarare una guerra!”

Storm guardò negli occhi il suo superiore

“E tu?”

L’uso del tu fu come un pugno in un occhio per il decano. Ma prima che potesse rispondere, Storm riprese

“Hai perso l’autorità di darmi ordini molto tempo fa…”

Il Phalanx si alzò ed iniziò a camminare in tondo intorno al decano, come un predatore.

“Nascosti dietro le vostre scrivanie…contate i soldi che vi inviamo e date ordini. Ma siamo noi a dover schivare le pallottole. Siamo noi quelli che devono rischiare la pelle. Le mani che si sporcano di sangue sono le nostre.
Non fraintendere. Non dico che mi metto a piangere per quelli che uccido…ma ho deciso di non prendere ordini da chi ha paura di fare il lavoro sporco. Immagino per paura che la giacca si sgualcisca, vero?”

Storm aveva passato il segno. Era giunto il momento di mettere fine a tutto questo attuando il protocollo standard in caso di Phalanx ribelle.
Tirò fuori dalla tasca un revolver,piccolo e argentato e lo puntò contro il petto del Phalanx ribelle.

“Il consiglio ha approvato la mia mozione: eliminarti. Come vedi non ho problemi a sporcarmi le mani, se serve.”

Sparò, svuotando il caricatore contro il Phalanx che crollò per terra senza emettere un solo gemito. Il decano guardò il suo lavoro soddisfatto e fece per andarsene.
Poi sentì inconfondibile il rumore di un applauso fatto da una sola persona. Si guardò e vide che Storm, ancora sdraiato per terra lo stava applaudendo. Storm si rimise in piedi con un colpo di reni e ridendo si tolse la divisa nera, rivelando sotto una casacca di Kevlar.

“Davvero credevi che io non fossi preparato a questa eventualità?”

Il decano cercò di ricaricare, ma Storm gli fu addosso, disarmandolo con un calcio e stendendolo con un pugno alla mascella. Un rivolo di sangue colava dalla bocca di quello che una volta era il suo superiore. Adesso non si tornava più indietro. Lo trascinò fino al balcone e lo fece sporgere per tutta la parte superiore del corpo, fino alla vita. Il decano si dimenava, lottava, ma la stretta del Phalanx era potente.
Ogni fibra del corpo di Storm era tesa per lo sforzo…questo era il suo punto di non ritorno. Avvicinò il volto a quello del decano,mostrando i denti in un ghigno

“Con la presente La informo ufficialmente che da questo momento do le dimissioni dal corpo dei Phalanx, signore

Lo sollevò in alto, mentre quello implorava pietà.

(assurdo. Il mandante di così tanti assassinii che chiedeva pietà?)

(E’ sbagliato, è ridicolo)

La rabbia del Phalanx cresceva… finchè non gettò giù il decano.
Quello urlò mentre cadeva giù,nel vuoto, e l’ultima cosa che vide fu uno strano essere con quattro ali che lo osservava, guardandolo con aria schifata.

***
Quistis era nel suo appartamento,stava sistemando le sue cose. Mai come in quel momento si sentiva inutile,sconfitta. Essere tornata una professoressa non le dava più nessuna sensazione: si sentiva vuota dentro. Era stata sconfitta,umiliata, e mentre gli altri elaboravano piani su piani,uno più improbabile dell’altro lei passava il suo tempo a fissare il soffitto. Ma perché? Perché questa sensazione?

“Professoressa…non mi dirà che il suo nuovo hobby è piangersi addosso! E’ già abbastanza irritante senza scadere nel patetico”

“Non è possibile…”

Quistis si girò verso l’angolo da cui proveniva la voce, vedendo lì seduto scompostamente come faceva di solito,Seifer. Ma non il Seifer col vestito color crema e la barba,ma il vecchio Seifer con lo sgualcito cappotto grigio e l’Hyperion in spalla. Quistis si passò una mano sugli occhi,incredula. Pensava fosse solo l’ennesimo scherzo della sua mente. Ma quando li riaprì incrociò lo sguardo arrogante e pieno di sé di Seifer.

“Professoressa, ha finito con questa ridicola pantomima?”

“Non può essere..tu sei…”

“Morto? E’ vero,e credo che nessuno meglio di me può saperlo”

Quistis si coprì la fronte con la mano. Se prima aveva avuto dei dubbi adesso non ne aveva più:stava impazzendo. Seifer sbuffò impaziente

“Professoressa,non sta impazzendo. Ed adesso se vuole farmi il favore di piantarla con questo ridicolo teatrino…”

“Sei veramente tu?”

“Tutto ciò è snervante. Certo! In carne ed ossa! Beh, non proprio….”

“Cosa sei?”

“Esattamente? Non lo so. Una manifestazione credo;sa quegli spiriti in pena che non riescono ad andare né avanti né indietro? Ecco, sono uno di questi.”

Quistis non era sicura di aver afferrato la parte sugli spiriti in pena.

“Cosa intendi dire?”

Seifer sospirò

“Sono stato ucciso senza che mi sia stata data la possibilità di difendermi. Non posso passare oltre finchè non sarò vendicato.”

Seifer, o la sua ombra, si alzò in piedi guardando Quistis, deluso.

“Quistis…so di aver sbagliato. Ma pensavo che almeno tu avessi potuto almeno far finta di sentire la mia mancanza. Davvero credi che io meriti di restare sospeso in un limbo? E’ il nulla, come vivere nel vuoto. Avrei di gran lunga preferito l’inferno, gente interessante ed ottima compagnia.”

“Perché lo dici a me?”

“Perché sei l’unica a cui lo posso chiedere. Non posso fidarmi certo del signor preside e Fujin non è in grado di potermi vendicare.”

Seifer gli si avvicinò,i due arrivarono guancia a guancia, ed il biondo le sussurrò all’orecchio

“Ti sto chiedendo aiuto Quistis. Ti supplico anzi…vendicami. Assimila il GF di Storm  e poi uccidilo.”

Così com’era improvvisamente comparso, Seifer svanì nel nulla lasciando una Quistis confusa, ma più determinata che mai.

***
I Phalanx erano appostati sul ponte che collega il continente di Galbadia a quello di Esthar, il ben noto ponte di Fisherman’s Horizon. Sapevano da fonti certe che le truppe di Esthar sarebbero giunte a dare man forte ai Galbadiani attraversando il ponte,dato che non erano dotati di trasporto truppe a lungo raggio e visto che Dollet non avrebbe consentito loro di poter usare il porto.
Crisis gestiva l’operazione “Soliloquio”, che principalmente consisteva nell’isolare il continente di Galbadia. Il Phalanx guardava l’orologio, tra esattamente dieci minuti le truppe di Esthar sarebbe arrivate a Fisherman’s Horizon. Prese il cellulare e compose l’ultimo numero, il loro contatto a FH.

“Pronto?”

“Esegui.”

“Ricevuto.”

Crisis chiuse la chiamata e gettò il telefono in acqua. Fece un segnale ai suoi compagni e diede le spalle al ponte. Un minuto dopo, quell’ammasso d’acciaio e cemento affondava negli abissi marini.

CAPITOLO 28

Squall era sdraiato su uno dei letti dell’infermeria,con una serie di aghi e sensori piantati nel braccio. L’esperto di Esthar monitorava i cambiamenti del suo corpo sotto effetto di quel nuovo sistema Junction. Non era stato facile:all’inizio poteva mantenere la forma ibrida solamente per due o tre minuti al massimo, ma in appena tre giorni era stato in grado di poter mantenere quella forma abbastanza a lungo da poter reggere uno scontro. C’era però un effetto collaterale, visto che in quei tre giorni aveva manifestato un’insana passione per la carne al sangue. Probabilmente era per via del GF che aveva scelto, Bahamut. Non era stata una scelta facile, ma alla fine Squall aveva pensato che essendo Bahamut il re dei draghi sarebbe stato in grado di reggere il confronto contro quello strano drago a quattro ali.
Il garden era diretto a FH, dove i SeeD avrebbero unito le loro forze ai soldati di Esthar. All’interno del Garden la vita proseguiva normalmente per i cadetti, mentre i SeeD passavano il loro tempo ad allenarsi in vista dell’imminente battaglia che li attendeva. Le lezioni di Zell riscuotevano un successo sempre maggiore e dall’auditorium si era stati costretti a spostarla in giardino. Il ragazzo si era rivelato un professore eccellente, sebbene se ne vantasse fin troppo spesso a mensa con gli amici e chiunque gli si avvicinava per complimentarsi,od anche solo per chiedere l’ora riceveva come risposta

“Lo so, sono il miglior professore di tutti i tempi!”

L’atmosfera non era tesa,ma quasi rilassata. Più di una volta Squall si chiese se fosse l’unico in tutto il Garden ad aver capito che fuori stava per scoppiare una guerra. Non riusciva a capire come facessero gli altri a stare così tranquilli. L’esperto prese nota dei cambiamenti in Squall e lasciò il preside ai suoi doveri.
I SeeD non potevano scendere apertamente in guerra se non venivano minacciati direttamente,quindi Squall dovette aspettare che Laguna e Caraway chiedessero ufficialmente l’intervento del corpo SeeD,con relativa retribuzione. Richiesta che tardava ad arrivare,ma nel frattempo Squall aveva giocato d’anticipo facendo dirigere il Garden verso FH. Non che il capostazione ne fosse stato entusiasta,anzi…la notizia che un’intero esercito in armi stava attraversando il ponte e che i SeeD sarebbe presto giunti l’aveva sconvolto. Quell’uomo aveva bisogno che qualcuno lo riportasse alla realtà, ma se non c’era riuscito un battaglione di Galbadia che voleva dar fuoco a quel pittoresco posto, chi ci sarebbe riuscito?
La sera insegnava a Rinoa i principi del Gunblade,notando con sua enorme sorpresa che la ragazza imparava in fretta, molto più in fretta di quanto lui stesso fosse stato capace di fare. Certo, non era certamente al suo livello, ma per una ragazza che fino al mese prima ignorava come si tenesse in mano un Gunblade, bisognava dire che il cambiamento era a dir poco impressionante.
Quando non era con Rinoa o a svolgere il suo lavoro da preside si allenava al centro addestramento, lavorando sul nuovo Junction. Non che i mostri al centro addestramento fossero una minaccia,ma era comunque il modo migliore di provare questa nuova tecnica restando al sicuro. Finire stremato mentre si fronteggia un grat è un conto,farlo di fronte ad un RubRumDragon era tutta un’altra storia.
Aveva eliminato l’ultimo dinosauro con un colpo dalla distanza, un’onda d’energia tagliente che aveva tranciato l’animale in due, ed adesso si stava riposando vicino al ruscello che attraversava il centro addestramento, pensando a come i suoi attacchi fossero simili a quelli del fratello. Frugò in tasca e prese l’anello col drago che Storm gli aveva lasciato e se lo rigirò fra le dita. Quegli anelli erano l’unica cosa che la madre aveva lasciato loro:un drago ed un leone.
Non male,doveva ammetterlo. Due Guardian Force estremamente potenti,rinchiusi in un piccolo cerchietto d’acciaio. Ma come aveva fatto Raine, la piccola Raine Leonhart,proprietaria di un pub nello sperduto villaggio di Winhill ad avere queste due entità al suo servizio? Ne era consapevole? Probabilmente no, altrimenti ci avrebbe pensato lei stessa a ripulire Winhill dai mostri. C’era anche la probabilità che anche sapendolo non ne sarebbe stata comunque in grado,perché lo stesso Junction Sistem Standard era un’invenzione relativamente recente,ed all’epoca solo una ristretta cerchia di persone era a conoscenza di questo modo di usare i guardian force.
Passi pesanti e veloci dietro di lui, un T-rexaur alla carica. No, non aveva voglia di combatterlo

“A nanna lucertolone.”

Puntò svogliatamente la mano contro il dinosauro,che cadde a terra addormentato. Questi mostri erano deboli alla magia Morfeo ma un effetto così potente era a dir poco esagerato! Forse era dovuto al suo nuovo e più stretto legame con i GF, ma aveva scoperto che le sue magie erano aumentate d’intensità. Strano perché come para-mago non era mai stato granchè e lasciava che fossero Selphie e Rinoa ad occuparsi del supporto magico. Quest’improvviso miglioramento era curioso, ne avrebbe parlato all’esperto l’indomani. L’esperto…non era poi tanto diverso dall’Odine che pur diceva di disprezzare, dato che aveva fatto capire quanto gli sarebbe piaciuto fare degli esami su Rinoa. E Squall era stato altrettanto chiaro quando nel rispondere negativamente aveva portato la mano sull’impugnatura del suo Gunblade. Anche se quando Odine l’aveva esaminata era in coma, Rinoa istintivamente rabbrividiva quando sentiva le parole “Esthar” e “analisi” nella stessa frase. Questo era più che sufficiente a rendere l’idea di quale fosse lo stile dei laboratori esthariani. Le analisi che aveva fatto Rinoa si erano svolte sotto l’attento controllo della Kadowaki e di Squall(perché un Gunblader in sala spinge i medici a fare più attenzione), ed erano mirate unicamente a controllare lo stato di salute del feto.

“YOOO! SQUALL!!!”

Era Zell. Squall si coprì il volto con la mano: urlare nel centro addestramento non era certamente un’idea intelligente…meglio uscire allo scoperto ed evitare che il ragazzo si ficcasse nei guai.

“Sono qui Zell.”

“Oh..finalmente ti ho trovato, dammi solo il tempo di riprendere fiato..”

Squall incrociò le braccia ed attese, alla fine Zell parlò

“C’è Kiros che ti vuole parlare via radio, pare ci siano stati dei problemi”

(ovvio. Anche quando quello che bisogna fare è estremamente lineare sorgono sempre dei problemi.)

Squall rinfonderò il Gunblade e seguì Zell in presidenza. Shu svolgeva egregiamente il suo lavoro di segretaria ed in quel momento stava compilando documenti E parlando con Kiros. Come riuscisse a farlo, era un mistero. Squall entrò nel suo ufficio e si fece passare la chiamata.

“Qui Squall”

“Sono Kiros, abbiamo un problema,anzi due.”

(e sta andando ancora di lusso)

“Il primo è che il ponte di FH è fuori uso. Saltato in aria, da entrambi i lati, ci vorranno mesi per rimetterlo in piedi.”

Perfetto. Il che vuol dire che finora avevano perso solo tempo. Avrebbe dovuto dire a Nida di invertire la rotta e di portare il Garden sulle coste del continente di Galbadia. E…

“la seconda notizia…è che Esthar non prenderà parte ufficialmente alla guerra.”

(non sono sicuro d’aver capito)

“Cosa?”

“Laguna ha deciso che Esthar non prenderà parte alla guerra,ma comunque partirà un corpo di volontari e vi metterà a disposizione il Lagunarock,che si farà trovare a FH. Mi dispiace, Squall.”

Squall chiuse la chiamata sbattendo il telefono. Senza la tecnologia ed il supporto di Esthar, Galbadia lottava senza speranza di vittoria. Inoltre i soldi di Caraway sarebbero bastati per una squadra d’assalto di dieci,forse dodici SeeD. Certo, il lagunarock aveva una gran potenza di fuoco, ma se aveva capito come suo fratello ragionava, allora aveva già trovato il modo per difendersi.
Tutto andava rivisto, riprogrammato.
Dannazione.

***

Tu-tu-tu-tu

“E’ caduta la linea.” Disse Kiros.

“…” non era Ward, ma Laguna. Fece un cenno ai suoi due amici che lasciarono la stanza. Appena fuori Kiros si poggiò al muro, sembrava abbattuto. Ward era più che altro confuso.

“…”

“Perché non se la sente di attaccare suo figlio.”

“…”

“Hai colto in pieno il problema. Se Esthar dichiara guerra Storm diventa un nemico pubblico. Se un solo soldato Esthariano viene ucciso da un Phalanx in un’azione di guerra, Storm diventa un nemico pubblico. Mandando invece un corpo di volontari ufficialmente indipendenti dal governo centrale cerca di aggirare l’ostacolo.”

“…”

“Si,anche a me sembra che si stia arrampicando sugli specchi. Ma d’altronde, non ha altra scelta se vuole salvarlo. Nel caso Storm venisse sconfitto,potrà sempre rifugiarsi ad Esthar.”

“…”

“Allora saremo in seri guai.”

“…”

“non c’è bisogno di essere maleducati però.”

***

Dalla sua postazione di osservazione Storm guardava orgoglioso la trionfale marcia del Garden di Galbadia. Tutto andava secondo i piani, niente ponte di Fisherman’s Horizon,niente Esthar e Dollet che aveva vietato ai SeeD l’utilizzo delle sue strutture. Escludendo i villaggi e le piccole città, solo Timber e Deling City potevano opporsi in qualche modo all’avanzata del Garden. Gli venne da ridere al solo pensiero di affrontare l’esercito di Timber: un paio di colpi a salva e l’avrebbe messo in fuga. No, non poteva perdere l’occasione che gli si presentava attaccando Timber. Avrebbe puntato direttamente sul bersaglio principale.

“Crisis. Punta verso Deling City. Dai ordine di preparare i cannoni, tutti i soldati pronti all’azione!”

Mentre Crisis eseguiva Storm si diresse verso un grosso impianto audio che aveva fatto istallare. Prese un CD dalla sua collezione e lo inserì, mettendo poi il volume al massimo.
Era la “cavalcata delle Valchirie”, il pezzo secondo lui più adatto ad annunciare la carica che avrebbe cambiato il mondo.

CAPITOLO 29

Il Lagunarock era arrivato con a bordo non più di una cinquantina di soldati di Esthar, armati decentemente ma scarsamente addestrati. Adesso doveva scegliere quali SeeD sarebbero scesi in guerra al fianco di Galbadia. La squadra d’assalto avrebbe partecipato, ad eccezione di Rinoa, quindi ne rimanevano altri cinque da scegliere. Meglio prendere quelli esperti con le armi da fuoco. Su segnalazione di Irvine prese Roona, quella che all’esame Lunatic Pandora aveva usato due pistole ed il piccoletto col Bazooka, Jan.  I soldi di Galbadia sarebbero bastati poi per altri tre SeeD di alto livello, ed il Joker venne reclutato. Dopo un consulto con Shu, trovò anche gli altri due nomi. Adesso la parte più difficile, dire a Rinoa che non sarebbe venuta con loro.

“Cosa stai cercando di dirmi, Squall Leonhart?”

Ahia. Nome e cognome, era arrabbiata sul serio.

“Rinoa,nel tuo stato non puoi permetterti di gettarti nella mischia.”

“Ma sono in grado di combattere! Ho quasi sconfitto tuo fratello!”

La discussione sarebbe andata avanti ancora a lungo, ma Squall non poteva ammorbidire la sua posizione. Non avrebbe mai permesso che Rinoa rischiasse la vita in quella battaglia.

“Rinoa. Le possibilità di vittoria sono molto poche. Non è come contro Artemisia, lì avevamo delle possibilità concrete, qui solo dei piani astratti.”

“Proprio per questo la mia presenza e quella di Griever è più che mai necessaria.”

Rinoa fece per andare a prendere il suo Gunblade, ma Squall la prese per un braccio e la tirò a sé.

“Rinoa…ti prego. Ascoltami.”

La ragazza si fermò,dubbiosa

“Se dovesse succedere qualcosa a te o al bambino…non so cosa farei. Se sapessi che tu sei lì,da qualche parte sul campo di battaglia, non potrei restare concentrato”

“Stai dicendo che per te sono una distrazione,Leonhart?”

(ecco…)

Rinoa si stava esibendo nell’antica arte femminile dello stravolgere il significato di una frase per poterla poi rigirare a proprio vantaggio. Per un attimo Squall pensò all’ipotesi di ricorrere ad uno dei suoi nuovi e potenziati Morfeo,legarla in camera e chiudere la porta a chiave. Ma poi si ricordò che i Guardian di Rinoa gli garantivano una difesa status totale e decise di accantonare quest’idea. Doveva continuare con la dialettica

“Rinoa…io non posso correre questo rischio. Resta al sicuro nel Garden, per favore..”

Squall si chiese se anche gli altri avevano tutti questi problemi con le rispettive controparti.
***
 
“NO, NO e NO”

“Zell, non fare il bambino, dai..”

Zell era impegnato in una feroce discussione con la ragazza con la treccia, che aveva fatto domanda per arruolarsi come volontaria dei corpi di Esthar,dato che essendo solo un’addetta alla biblioteca non era stata nemmeno lontanamente presa in considerazione come rinforzo o supporto al gruppo SeeD. Adesso cercava di farla ragionare,ma Dania non cedeva. La ragazza aveva fatto notare come fosse addestrata a combattere nelle armi leggere ed affermava di essere una discreta tiratrice, ma Zell continuava e più di una volta era stato sul punto di stenderla con un diretto,in modo da farle perdere i sensi quel tanto che bastava per permettere al Lagunarock di partire e lasciarla a terra. Non trovando idee migliori, si preparò nell’istante in cui lei gli dava le spalle…

“Ehi, Zell”

Irvine aprì la porta all’improvviso,trovando uno Zell che con fare felino si preparava ad attaccare la sua ragazza. Pensando che si trattasse di un qualche gioco di ruolo da camera da letto il cowboy si limitò a sorridere.

“Ehi, mi dispiace d’aver interrotto qualcosa. Ma diavolo ragazzi, dovevate farlo prima!”

“COSA HAI CAPITO, RAZZA DI PERVERTITO!?”

“Calmo, Zell, non è il momento. Tutti a bordo del Lagunarock, dobbiamo partire.” Irvine si era fatto improvvisamente serio in volto. Preoccupato, Zell domandò

“Che è successo?”

“Deling City è sotto attacco.”

***
Partito da FH, il Lagunarock avrebbe impiegato poco meno di dieci minuti per raggiungere Deling City. Il briefing si teneva nella sala sotto la cabina di pilotaggio, in collegamento con Caraway.

“Comandante Leonhart, qui la situazione è critica. Abbiamo radunato tutto l’esercito, ma non riusciamo a tener testa alle truppe che avanzano…”

“Stiamo arrivando, chiediamo supporto aereo.”

“Negativo. L’aviazione è stata annientata dalle batterie anti-aeree istallate sul Garden. Nulla di più grande di una moto ha serie possibilità di evitare quei colpi. Abbiamo bloccato la fanteria nella periferia, il Garden è troppo grande per entrare in città, ma è solo questione di tempo.”

“Va bene. Datemi solo le vostre coordinate.”

“3-24. Comandante…mia figlia?”

“Al sicuro, nel Garden.”

Squall chiuse la chiamata,diede a Selphie gli ordini, avvertendola di stare attenta agli attacchi del Garden nemico. Il lagunarock sarebbe atterrato nella piazza principale, consentendo alle truppe di sbarcare. D’improvviso, un blocco alla gola. Stavano iniziando una brusca calata. Dall’altoparlante Selphie suggerì di allacciarsi le cinture, e Squall confermò.
Poi si udì un fortissimo sibilo, seguito dal rumore di una esplosione, talmente violenta da assordare per diversi secondi tutti i presenti. Poi il Lagunarock iniziò a sbandare,incapace di mantenere una traiettoria lineare.

“CI HANNO COLPITI AL MOTORE DI DESTRA!!!”

Squall si slacciò la cintura,lanciandosi un Levita assimilato chissà dove per tenere i piedi ben sopra il pavimento e camminare normalmente. Andò all’altoparlante

“Selphie, rispondi al fuoco!”

“Non posso! Se mi distraggo un attimo rischio di finire in stallo!”

“Irvine! Raggiungila e dalle una mano!” Ruggì Squall “Tutti gli altri, pronti a paracadutarsi giù!”

Eseguirono gli ordini, Irvine prese il posto da artigliere mentre gli altri si preparavano al peggio. Zell teneva la sua ragazza stretta al petto, Squall cercava solamente di fare in modo che i soldati non perdessero il controllo.

(No…morire così…NO!)

Si sentirono i laser del Lagunarock rispondere al fuoco, mentre l’astronave compiva manovre tanto ardite quanto instabili per evitare i colpi del garden. Un altro colpo di striscio scoperchiò la sala in cui si trovavano; due soldati di Esthar vennero risucchiati dal vuoto che si creò, e trascinati fuori dalla nave,incontro alla morte.

“Aggrappatevi a qualcosa!!”

C’erano quasi…solo altri trenta secondi…il fuoco era sempre più fitto…pezzi del Lagunarock volavano via…poi un tonfo.
L’impatto col terreno, il rumore del titanio del Lagunarock che scivola sul cemento della piazza di Deling City,prima che il mezzo iniziasse a rotolare su un lato, sballottando chi c’era all’interno, fino a che non arrivò contro l’arco di Trionfo che venne abbattuto. Ma questo fermò il Lagunarock.
Squall impiegò diversi secondi per riprendersi completamente e quando si guardò intorno non capiva più dove finivano le lamiera dell’astronave ed iniziava il marmo dell’arco di trionfo. Aiutò chi gli stava vicino a rimettersi in piedi,notando che Zell e la ragazza con le due pistole stavano facendo lo stesso.

“Uscite di qui…prendete le armi, l’equipaggiamento ed i feriti, ed uscite di qui!”

Non se lo fecero ripetere due volte. Squall stesso fece due viaggi per portare in spalla chi poteva, e quando tornò per la terza volta si accorse di una mano che sbucava da sotto un grosso pezzo di lamiera. Con l’aiuto di Zell riuscì a sollevarlo, trovando Matthew, uno dei SeeD che aveva scelto Shu. Il ragazzo perdeva sangue a fiotti dalla gola, dove un pezzo di metallo si era conficcato, e Zell cercava di tamponare la ferita come poteva

“Forza, guardami…non chiudere gli occhi finchè il comandante non te lo ordina!”

Ma Squall sentì uno strano odore perforargli le narici. Non era polvere da sparo,né fumo…era il carburante della Lagunarock!

“Zell, corri via!”

“Che diavolo stai dicendo Squall? Non posso lasciarlo qui!”

“Quest’affare sta per saltare in aria!”

Squall corse via portandosi Zell di peso. Il suo udito,migliorato dalle continue fusioni col proprio GF lo mise in allarme ed una voce nella sua testa urlò

“GIU’”

“TUTTI A TERRA!!” Urlò Squall a sua volta, gettandosi a terra insieme a Zell. Un attimo dopo, il Lagunarock saltava in aria.

***

“Selphie? Kinneas? Squall?”

Nida armeggiava con la radio a onde lunghe, non capiva il continuo ronzio che ne veniva fuori. Rinoa, che da quando Squall era partito non faceva altro che andare avanti e indietro in presidenza, mentre Nida e Shu comunicavano con il Lagunarock e ne seguivano gli spostamenti. Adesso vedeva Nida parlare a bassissima voce con Shu, e sentì un brivido salirle lungo la schiena.

“Che c’è? Che succede?”

“Probabilmente niente, sarà un disturbo delle onde radio..”

E allora perché Nida non sembrava convinto di quello che diceva? E che cosa accidenti voleva dire probabilmente?

“Nida…che cosa sta succendo.”

“Non lo so, non sono sicuro.”

Rinoa sentì la rabbia attraversarle tutto il corpo, e si diresse ad ampie falcate verso la postazione del SeeD. Lo guardò un attimo e poi lo colpì con uno schiaffo talmente violento da farlo cadere dalla sedia. Shu perse la sua impassibilità e si alzò bloccando Rinoa alle spalle. La ragazza tratteneva a stento le lacrime

“Vi prego…ditemi cos’è successo…”

“Abbiamo perso ogni segnale dal Lagunarock” disse Shu, la cui voce era piatta, spenta.

Rinoa sentì le ginocchia venirle meno, e si lasciò cadere a terra. Le lacrime bagnavamo la moquette della presidenza mentre la ragazza piangeva silenziosamente.

“Non è detto che siano…insomma,non è sicuro Rinoa. Erano sopra Deling City quando il segnale si è perso. Può anche darsi che siano salvi…”

Può anche darsi…forse…non è detto…

Quelle parole colpivano Rinoa come una condanna. Liberatasi dalla stretta di Shu, la ragazza scappò verso l’appartamento che divideva con Squall.
Shu la guardò mentre correva via, asciugandosi le lacrime che stava cercando di nascondere.
Perché i SeeD non piangono.

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Capitolo 10
*** Capitoli 30-Epilogo ***


FF VIII-end CAPITOLO 30

Qualcuno gli stava parlando. O almeno,così pensava. Non riusciva a capire, tutto suonava indistinto e confuso alle sue orecchie. Aprì gli occhi, davanti a lui c’era Zell che parlava e parlava, ma Squall non riusciva a capire una sola parola. Riuscì a mettersi seduto,aspettando che quel fastidioso fischio smettesse.
Quanto tempo era passato dall’esplosione? Un minuto? Un’ora? Un anno? Finalmente il fischio cessò e riuscì a capire quello che diceva Zell

“…e quindi sono gli stessi che abbiamo affrontato durante al battaglia dei Garden.”

(chi?)

“adesso andiamo andare Squall, quelli in piedi stanno già combattendo. Caraway ti aspetta.”

Squall si rimise in piedi, e controllò il suo equipaggiamento. Aveva ancora un piccolo stock di pozioni e di munizioni per il Gunblade. I botti dell’artiglieria si udivano chiari, vicini. Ma loro erano in centro, quindi…

“Le linee di difesa esterne della periferia hanno ceduto. Stanno arrivando.”

“Gli altri?”

“Finora abbiamo avuto solo 5 perdite, 4 soldati di Esthar ed un SeeD. Ma se non vieni a darci una mano, questo numero crescerà”

Squall annuì, ed i due andarono verso le barricate. I feriti venivano portati via in barella, e le seconde linee prendevano il loro posto. Ma qualora si fosse arrivati all’assalto, le difese sarebbero sicuramente crollate. Caraway stesso guidava le operazioni, e dalla fascia sporca di sangue che portava su un occhio si vedeva che era stato ferito. Il presidente fu lieto di vedere Squall, e subito gli indicò qual’era la situazione dalla città.

“Ci hanno concentrato le loro forze in questi punti. Abbiamo provato ad accerchiarli, ma i loro fianchi sono coperti da robot galbadiani modificati. In questo punto la pressione è maggiore, mentre qui e qui è praticamente nulla, infatti ho preferito spostare diversi uomini dalle ali al centro, dove c’è più bisogno di loro.”

“Mi sta dicendo che sta sguarnendo le ali dello schieramento?”

“Sono costretto a farlo. Grazie a questo, li abbiamo bloccati al centro.”

No, è tutto un piano. Non gli interessa sfondare al centro, stanno solo tenendo impegnati i soldati, sfiancandoli ed obbligando Caraway a spostamenti.

“E’ tutta una farsa, ci attaccheranno sulle ali indebolite sfondando, e da lì convergeranno verso il centro, accerchiandoci!”

Forse Squall era un profeta e non lo sapeva, dato che dalla radio comunicarono che le linee dei quartieri alle ali erano adesso sotto attacco intenso, e che avrebbero ceduto. Caraway prese un fucile e parlò

“Comandante! Prenda quanti più uomini può con sé e difenda l’ala sinistra, io mi occupo della destra!”

Squall eseguì, prendendo con sé, Zell, Dania ed una ventina di soldati di Esthar. Mentre correvano per raggiungere la loro postazione dovettero fare attenzione ad evitare i colpi di mortai che scavavano buche nella strada. Alcuni soldati di Galbadia rispondevano al fuoco, piazzandosi proprio in quelle buche, usate come delle trincee improvvisate. Le luci della città erano spente, ma le luci della battaglia la illuminavano a giorno. Era spaventoso vedere quella città, Deling City, ridotta in quello stato: edifici trasformati in rovine fumanti, barriere per le strade fatte con gli alberi abbattuti della via principali e pezzi di cemento presi qua e la. E soprattutto il sangue. Arrivati sulla linea del fronte bisognava fare attenzione alle scheggie, alle pallottole vacanti ed a non scivolare su bossoli e macchie di sangue. Medici facevano avanti ed indietro somministrando morfina e curando alla buona le ferite leggere. Rottami di robot gialli e azzurri erano presenti da ambo le parti, e se non fosse stato per il diverso colore della divisa, verde per i nemici, blu e rosse per i Galbadiani, si sarebbe potuta definire una guerra civile.
I soldati stavano acquattati dietro le loro improvvisate difese, rispondendo al fuoco come potevano. Squall dispose gli uomini in modo da rafforzare i punti deboli dello schieramento, mettendosi insieme a Zell sotto la prima barricata. Un soldato in uniforme blu parlò con Squall

“Signore, stanno per assaltarci. Questo è solo fuoco di copertura.”

Squall annuì mentre Zell guardava dubbioso il soldato

“Scusa la domanda, ma dove ti ho già visto?”

“Sono Wedge, signore.”

“Wedge? Lo stesso della torre di trasmissione e della prigione? Ma non ti eri ritirato?”

“Si, ma qui si tratta di difendere la mia patria e non di conquistare in nome di una qualche strega, signore.”

Era strano. Adesso combattevano fianco a fianco con i loro nemici mortali di neanche tanto tempo prima.

“ARRIVANO!!” urlò una sentinella, prima che un proiettile di grosso calibro la colpisse al petto, passando da parte a parte.

“ALL’ARMA BIANCA!” ordinò Squall, e Wedge ripetè l’ordine ai soldati più vicini, che posarono i fucili per prendere le spade.

L’assalto arrivò impetuoso: un soldato in divisa verde saltò sulla barricata, ma  Squall gli tranciò le gambe con un colpo del suo Gunblade. Wedge duellava contro due di loro, e Zell combatteva spalle a spalle con Dania che combatteva usando due jitte. La ragazza riuscì a disarmare un aggressore con questa particolare arma, mentre Zell gli sgusciò alle spalle, rompendogli il collo e finendolo.

“Ehi Squall, sono proprio gli stessi della battaglia tra Garden!”

L’aveva notato, ma non era il caso di perdere tempo a pensarci su. Uno di quelli cercò di prenderlo alle spalle, ma Squall riuscì a percepire la minaccia con la coda dell’occhio spostandosi appena in tempo, ruotando su sé stesso e finendo il suo nemico con un colpo violentissimo all’addome. Ma per ogni nemico che cadeva, uno ne prendeva il posto. Zell era stato accerchiato, e dato che il ragazzo lottava più per difendere Dania che per abbattere i nemici, non fu difficile per i suoi avversari ferirlo al torace, sebbene di striscio. Squall imprecò, abbattè il nemico che aveva davanti e con un balzo potè supportare Zell, finendo i suoi avversari.

“O lotti davvero, o te ne vai Zell. Non ho né il tempo né la voglia di farti da baby-sitter,chiaro?”

Zell rimase turbato, ma non ebbe il tempo di rispondere perché un grosso robot giallo dalla figura vagamente umanoide lo attaccò. Si lasciò cadere per terra in avanti e tentò uno sgambetto, ma l’unico risultato che ottenne fu quello di farsi parecchio male alla caviglia: quella tattica non funziona con chi è fatto di metallo. Il Robot calò un altro pugno e Zell rotolò di lato per evitarlo. Si rimise in piedi, lasciando che le scintille rosse lo avvolgessero; con un calcio spedì il robot in aria e lo raggiunse con un salto, continuando a colpirlo a ripetizione. Alla fine con un doppio calcio spedì il robot dall’altro lato della barricata, portando scompiglio fra le linee nemiche.
Se Squall avesse visto si sarebbe certamente congratulato, ma il giovane SeeD doveva fare i conti con una schiacciante inferiorità numerica, dato che era stato circondato da tutte le parti. Ma i soldati di Esthar delle retrovie abbatterono dalla distanza due dei suoi avversari, permettendo al ragazzo di poter lottare senza nessuno alle spalle, ed uno dopo l’altro anche quelli caddero. Improvvisamente, i soldati in verde iniziarono ad indietreggiare, fino a tornare dietro le barricate. Il primo assalto era stato respinto.
Si pulì il sudore dalla fronte, sperava che anche dalle altri parti le cose andassero così.

***
“CREPATE MALEDETTI BASTARDI!!!”

Irvine supportava l’ala dello schieramento, sparando furiosamente ed abbattendo un nemico dietro l’altro. Selphie era rimasta gravemente ferita dallo schianto del Lagunarock, e lui voleva vendicarla, avendo giurato in cuor suo di ammazzare un nemico per ogni goccia di sangue che la sua Selphie aveva perso.  Caraway stesso si stava dando da fare utilizzando un fucile a canne mozze, poco elegante, ma efficace. Un soldato in verde tagliò la gola ad un galbadiano in rosso,lo spruzzo di sangue che ne scaturì macchiò il muro, ma il soldato non ebbe il tempo di esultare,perché un colpo di Caraway lo colpì in piena fronte, trapassando l’elmo ed uscendo dall’altra parte, facendone scaturire un altro fiume di sangue che si mischiò a quello del galbadiano che aveva ucciso. Un Robot azzurro tranciò un soldato con la sua ala metallica, e poi lanciò i suoi micro missili contro Irvine ed i soldati che comandava. Il cowboy evitò i missili gettandosi di lato, ma l’esplosione che ne seguì lo spinse contro il muro. Puntò il fucile contro il robot

Clic

“Merda!”

Ricaricò in fretta, ma il robot fu sopra di lui. Le lame erano a contatto con la gola di Irvine, ma il cowboy riuscì ad infilare il fucile nel petto del robot e sparò, distruggendo il sistema centrale. Ma il robot adesso era sopra di lui, ed il cowboy faticò parecchio a togliersi di dosso quella mezza tonnellata d’acciaio. Quando si rimise in piedi, la situazione era precipitata. Caraway aveva lasciato il fucile per difendersi con una scintillante sciabola, protetto anche dai suoi uomini che facevano scudo intorno a lui. Ma uno a uno quelli cadevano, colpiti al cuore o in testa da un invisibile cecchino. Caraway ben presto si ritrovò senza protezione ed Irvine fu costretto ad evocare un GF, e scelse suo malgrado Kyaptus.
il cactus verde spuntò dal nulla in un imprecisato punto sopra di loro, tempestando i nemici con una tempesta di aghi, riuscendo ad abbatterne la metà. Adesso bisognava occuparsi del cecchino; calcolando in fretta fattori come il vento l’angolazione e la distanza, Irvine riuscì ad immaginare dove l’anonimo tiratore si nascondesse. Coprì Caraway col suo corpo e caricò una granata, puntandola contro una finestra non illuminata poco distante. Sparò, facendo saltare in aria quell’intero appartamento. Comunicò al generale di indietreggiare, quando all’improvviso calò un assoluto silenzio, mentre le truppe nemiche si ritiravano.

“Non mi piace” disse a bassissima voce il cowboy

TUMP-C-TUMP-C-TUMP

“Proprio non mi piace” disse ancora mentre ricaricava il fucile

Da sotto le barricate si vedeva provenire una strana luce rossa che emanava non poco calore, poi la luce si spense…e le barricate saltarono in aria, rivelando chi c’era dietro. Il famigerato X-ATM092, la Vedova Nera, orgoglio delle officine militari di Galbadia. La macchina avanzava decisa, ma Irvine rimase fermò, in modo da poter mirare dritto in mezzo agli occhi…colpo vibrante in canna…FUOCO!!
L’energia del colpo fu tale che quasi il fucile sbalzò dalle mani di Irvine, ma il bersaglio venne preso in pieno e si accasciò su un fianco. Il cowboy sorrise beffardo e poggiatosi il fucile sulla spalla si girò verso Caraway.

“Tutto qui? Devo dire che non sono impressionato!”

“Si auto-ripara!”

“Che?!?”

Irvine si girò pronto al fuoco, ma il robot era già tornato in azione e colpì il cowboy con una zampata facendolo schiantare contro un muro. Diversi mattoni si ruppero ed Irvine crollò stremato a terra in una nuvola di polvere rossa. Il mostro puntava verso Caraway che impossessatosi di un fucile iniziò a sparare indietreggiando. I colpi erano potenti, e la testa del mostro tremava ogni volta che incassava un colpo. Quando la vedova nera era ormai a contatto con Caraway si fermò, cadendo ai suoi piedi.

“VIA!!! RITIRATA!!”

I soldati iniziarono a ripiegare, ma il mostro si rigenerò in pochissimi secondi, e con balzo gli fu davanti. Il ragno meccanico, modificato per avere una maggiore velocità di rigenerazione, alzò le tenaglie portandole ai lati di quella che era la sua testa, scoprendo un mitragliatore a canne rotanti. Un soldato scelto se ne accorse e spinse Caraway, salvandogli la vita al prezzo della sua. Ma il presidente non ne uscì indenne, dato che l’X-ATM092 l’aveva preso alla gamba destra. Il mostro meccanico puntò dritto su di lui, ignorando i soldati e preparando nuovamente il mitragliatore.

“Yo-oh! Ragnaccio!”

Irvine era di nuovo in piedi. Grazie alle pozioni che aveva con sé era riuscito a curarsi quel tanto che bastava per rimettersi in piedi. Saltò sulla schiena del robot, che cercò goffamente di togliere questo fastidioso intruso, prima con le zampe e poi agitandosi, scuotendo il corpo metallico.

“YI-HAAA!”

Irvine si tolse il cappello sventolandolo con la mano sinistra, come un cowboy che cerca di domare un cavallo selvaggio. Appena si sentì sicuro poggiò la canna del fucile sulla testa del robot e fece fuoco. Pezzi d’acciaio e circuiti volarono tutt’intorno a lui, ma il cowboy non si fermò e continuò a sparare svuotando il caricatore, finchè della testa non rimase che un ammasso di metallo fumante. A quel punto saltò giù guardando compiaciuto il suo lavoro di demolizione.

“Sono abbastanza certo che il nostro amico abbia smesso di rialzarsi.”

Poi il cecchino fece nuovamente fuoco, ed Irvine si accasciò per terra.

CAPITOLO 31

Squall e Zell erano tornati al campo base. Tranne qualche ferita superficiale, i due stavano bene ma erano pochi quelli nelle loro condizioni. Caraway giaceva su una barella, numerose abrasioni, ma la gamba destra era stata quasi staccata da una mitragliatrice di grosso calibro, ed Irvine era privo di sensi con una grave ferita alla spalla destra. Il proiettile era penetrato in profondità, trapassando i muscoli e piantandosi saldamente nell’osso, era una cosa che un ospedale da campo non poteva curare e le paramagie sarebbero state inutili finchè non si fosse estratto il proiettile,che non era neanche un colpo normale, ma uno di quei colpi in grado di infliggere la magia Pain. Era un bene che fosse svenuto, altrimenti il dolore sarebbe insopportabile.
Nonostante il dolore, Caraway strinse i denti e chiese un rapporto dal capitano SeeD

“Attacco respinto, ma le perdite sono state elevate. L’ala destra non reggerà ad un secondo assalto.”

“Situazione analoga a destra Comandante,solo che lì non possiamo più nemmeno contare sulla difesa delle barricate, anche se la carcassa del ragno meccanico ci garantisce una minima copertura.”

Il che vuol dire che l’ala destra sarebbe crollata senza essere in grado di opporre resistenza. Se le cose stavano così, allora Storm avrebbe ordinato di lanciare un massiccio attacco in quel punto, travolgendo le difese ed accerchiando i difensori…conquistando la città. No, non poteva permetterlo. Un’idea folle balenò nella mente di Squall. Non l’avrebbe definito un lampo di genio, ma era una possibilità concreta,anche se minima.

“Generale, dobbiamo contrattaccare.”

“Cosa sta dicendo?”

“Hanno avuto delle perdite pesanti, più delle nostre. Ci vorrà del tempo prima che riorganizzino una carica. In quel lasso di tempo dobbiamo riuscire a raggiungere il Garden ed eliminare chi comanda. Senza testa, il corpo muore.”

“Certo, sarebbe una buona idea se io avessi abbastanza uomini da poter condurre in un assalto! Bastano a mala pena per difendere le nostre postazioni, un assalto è una manovra suicida.”

“Prima ha detto che le difese del Garden sono tali da non consentire il passaggio a niente di più grande di una moto.”

“Verissimo. Infatti i nostri carri sono del tutto inutili.”

“Dateci le moto allora”

Il generale lo guardò poco convinto “come sarebbe a dire?”

“10 uomini esperti su delle moto dovrebbero essere abbastanza veloci da evitare gli attacchi della fanteria ad abbastanza piccoli da evitare quelli del Garden.”

“E’ un piano folle, ridicolo.” Disse indignato Caraway “ma è l’unico che abbiamo, visto che l’alternativa è cedere.”

Squall scelse dieci uomini capaci, contando sé stesso, Zell ed il SeeD Nick, quello che durante lo scontro intestino al Garden di Balamb tra sostenitori del preside e del supremo aveva difeso il garage.  Degli altri sette, due erano soldati scelti di Galbadia ed uno era un volontario di Esthar. Gli altri erano militari di leva nelle loro divise blu. Prima di partire dovettero risistemare lo schieramento, posizionando Quistis a sinistra e gli altri SeeD a destra, dove c’era più bisogno di loro. Adesso erano pronti.

“VIA!”

Le moto rombarono e lo squadrone partì per questa disperata sortita. In breve tempo furono in mezzo alle linee nemiche, cogliendo impreparati i loro avversari. Squall roteò il Gunblade colpendo due che cercavano di tagliar loro la strada, mentre gli altri cercavano semplicemente di evitare i colpi. Uno dei soldati in blu non fu fortunato e venne colpito da una potente para-magia che lo disarcionò, probabilmente opera di un phalanx. I nove rimasti sgusciarono fuori dalla linee nemiche dentro la città, ed in breve le moto correvano nel breve spazio che separava la città dal Garden di Galbadia, fuori dal tiro delle linee nemiche…e nella gittata dei cannoni. Il Garden fece fuoco ripetutamente, ed era quasi comico che quella struttura gigantesca non riuscisse a colpire quelle nove mosche su moto verdi. Ormai erano quasi arrivati. Ma un colpo di mancò di pochissimo disarcionando Nick, il volontario di Eshar ed un soldato scelto Galbadiano. I tre però non vennero uccisi sul colpo e riuscirono a rimettersi in piedi.

“Andate avanti!” Gridò Nick “Noi vi copriamo”

I tre assunsero una posizione di combattimento, iniziando a sparare sugli inseguitori. Squall non si voltò, anzi, diede ancora più gas e la moto scattò in avanti. Erano rimasti in sei quando l’ingresso del Garden di Galbadia fu bene in vista.

(forza, ci siamo quasi)

Le raffiche non potevano più colpirli erano arrivati nella zona cieca, troppo vicino ai cannoni perché potessero raggiungerli! Le moto percossero la rampa d’ingresso, ma un soldato di Galbadia cadde all’improvviso, colpito da un proiettile. Squall guardò davanti a sé, dove un singolo phalanx si ergeva puntando una pistola contro di loro; sparò ancora, e Squall cercò di curvare, ma il pavimento non era adatto ad una moto e ne perse il controllo: cadde, ma la moto continuò a scivolare fino al Phalanx che per non esserne investito la evitò con un salto. Squall si rimise in piedi, e tutti gli altri fermarono la moto per fronteggiare questa nuova minaccia. Il phalanx li guardava dietro i suoi lunghi capelli rossi che gli cadevano sulla schiena. Gettò la pistola e si mise in posizione d’attacco,e dalla sua posizione si capì che era un esperto di arti marziali;attaccò Squall ma Zell si mise in mise bloccando il pugno con l’avambraccio.

“Voi andate avanti! Per lui basto io!”

Squall era dubbioso, ma non poteva fare altrimenti. Doveva trovare suo fratello e sconfiggerlo per mettere fine alla guerra.

(Buona fortuna,Zell)

Il phalanx li lasciò andare e si concentrò su Zell.

“Così presuntuoso…ma per quanto ancora?”

Scattò e colpì con un calcio laterale che Zell evitò chinandosi, ma non appena ebbe poggiato il piede riprese spinta e diede un altro calcio, dal senso opposto, che colpì Zell in testa, tramortendolo. Alzò la gamba e colpì dall’alto verso il basso, come se calasse un’ascia, ed il colpo fu talmente potente da incrinare una mattonella. Zell rispose con una tempesta di pugni, che costrinse l’altro ad una difesa a braccia unite; Zell ne approfittò, ed caricatosi di energia partì col suo Attacco Multiplo: una violentissima tempesta di calci che spinse l’avversario in alto, ma improvvisamente il Phalanx lo agganciò per la caviglia, roteò su sé stesso due volte e lo scaraventò con violenza contro il suolo. Zell strinse i denti, ma il peggio non era ancora arrivato: quello calò come un missile colpendo Zell alla cassa toracica con un calcio a piedi uniti, atterrando a chiodo sullo stomaco di Zell.

“Ti è calata la cresta, Gallinaccio?”

Zell spalancò gli occhi e strinse i denti, il volto mutato in una maschera di rabbia. Afferrò il suo avversario per le caviglie

“NON-CHIAMARMI-COSI’!!!!”

Riuscì a scaraventare il suo avversario in alto e venne avvolto da una strana aura rossa e blu. Balzò raggiungendo il suo avversario e colpendolo con un violentissimo pugno, ma non si fermò, arrivando fino al soffitto, e lì si giro in maniera da poggiare i piedi contro il soffitto per prendere ulteriore spinta per poi colpire l’avversario con un altro colpo. Saltò allora contro un lato e continuò l’attacco colpendo ripetutamente il suo avversario, e lo stesso Zell non era altro che un turbine di pura energia rossa e blu. Quando atterrò era privo di energia, ma il suo nemico(che atterrò violentemente dopo di lui)era praticamente in fin di vita.
Zell riprese fiato, quando vide arrivare l’ultima persona che si aspettava di vedere. Dania, la sua ragazza con la treccia.

“Ehi..puff…pant…come sei arrivata qui?”

“Non è stato un problema raggiungervi e ci tenevo a dare una mano”

Zell sorrise indicando il Phalanx a terra con il pollice

“L’ho già sistemato”

La ragazza si avvicinò a Zell e gli diede un bacio sulle labbra

“Non ho detto che avrei aiutato voi”

Zell era sorpreso, atterrito, ma non fece in tempo a formulare nemmeno una delle mille domande che aveva in mente. La ragazza infatti aveva estratto dalle tasche un teaser e aveva colpito Zell sul collo. Il ragazzo tremò mentre la scossa lo attraversava, poi perse i sensi.

***
Squall ed i tre rimasti avanzarono lungo i silenziosi corridoi del garden. Era strano…troppo strano. Uno come suo fratello, che aveva previsto l’arrivo del Lagunarock, preparato imboscate e difese lasciava sguarnito il Garden? Una mossa tatticamente così idiota non rientrava nel suo profilo. Non che lui lo conoscesse bene, ma da quello che aveva capito…era strano. Camminano lentamente, disposti in cerchio. Arrivarono fino alla Hall del Garden e lì Squall si fermò dubbioso. Pochi tiratori mediocri con armi discrete avrebbero potuto facilmente ucciderli tutti. Ma non avevano scelta, e continuarono, fino ad arrivare al centro della hall

(non c’è nessuno, altrimenti saremmo già morti..)

Ma un’ombra li salutò a gran voce dal secondo piano, in piedi sulla ringhiera. Si tuffò verso di loro con la velocità di un fulmine e dopo un istante era dietro il gruppo. Squall si girò, e fissò Storm negli occhi. Suo fratello aveva completato la trasformazione: non più due ali su un unico lato, ma quattro ali nere e rosse che sbattevano pigramente; il corpo intero ricoperto da un’armatura nera con intarsi rossi e l’elmo a forma di drago non copriva più metà del volto, ma tutto quanto, lasciando scoperti per l’appunto solo gli occhi, che erano diventati come di rettile:una sottile linea nera su pupilla rossa. Storm teneva in una mano la sua grande spada nera e nell’altra la Katana argentata. Squall guardò i suoi tre alleati in piedi

(ci ha mancati?)

“Lo credi davvero?” disse ridendo Storm

(Cosa? Mi legge nel pensiero?)

“Non proprio, è complicato da spiegare. Ma per rispondere alla tua prima domanda..no, non vi ho mancati.”

Storm sbattè con forza il tallone per terra. Gli altri emisero un grido, poi uno schizzo di sangue e poi caddero a terra, tranciati in due. Lo stesso Storm parve sorpreso e guardò ammirato la spada nera

“Però, non male la lama di Odino, vero?”

“Maledetto…che bisogno c’era di ucciderli?”

“Finiscila di fingere che ti dispiaccia…tanto erano solo comparse!” Storm puntò la spada  nera contro Squall ”allora,hai pensato alla mia offerta?”

“Si, ci ho pensato..ed ecco la mia risposta…BAHAMUT!”

Squall venne avvolto da un turbine di scintille argentate mentre il fratello guardava, curioso e non spaventato. Quando Squall ne uscì fuori era avvolto da un’armatura uguale a quella del fratello, solo di colore argento con intarsi blu, e le due ali di Bahamut lo facevano volteggiare in aria. La lama del Gunblade era più lunga, ed al Griever sull’elsa si era aggiunto un drago che percorreva tutto il lato non affilato della lama. Era pronto allo scontro.

“Presumo tu voglia combattere” disse Storm “e sia, fratello!”

Storm volò verso l’alto raggiungendo il fratello, e le due lame si incrociarono con il Gunblade potenziato di Squall, che contrattaccò con una serie di colpi dati in rotazione, trasformandosi in una sorta di tornado. Ma Storm si difesa egregiamente e riuscì a portarsi alle spalle del fratello attaccando con una testata che scaraventò il SeeD contro il pavimento. Il Phalanx allora caricò l’energia nelle spade prima di passare ad un altro tipo di attacco

“BLASTER SLASH!!”

Squall si difese dai colpi intercettandoli tutti con il suo gunblade, che riusciva ad annullarne l’effetto. Poi Squall spalancò le ali e roteò su sé stesso

“CERCHIO FATATO!”

L’onda di energia rossa travolse il Phalanx mandandolo a sbattere contro una delle pareti; Squall colse l’attimo e colpì, affondando la lama del Gunblade a velocità siderale. Ma Storm inclinò la testa quel tanto che bastava perché il colpo andasse a vuoto. Colpì il fratello con un calcio allo stomaco spingendolo lontano da sé e poi lo colpì con il suo Endecaslash. Squall ringraziò Hyne di avere scelto Bahamut che gli aveva fornito quell’armatura, altrimenti sarebbe già stato eliminato. Lanciò rigene su sé stesso e vide che il fratello stava facendo altrettanto. I due si guardarono e si caricarono, scambiandosi fendenti, affondi, parate elaborate e schivate improvvise a dieci metri dall’altezza. Squall colpì Storm al volto, tagliando a metà l’elmo, e il fratello lo colpì al torace due volte, oltrepassando la difesa dell’armatura. Dopo quest’intensa colluttazione i due si separarono e si guardarono ancora in volto: le loro ferite si stavano già rimarginando per effetto del rigene potenziato dalla Simbiosi ed anche le armature si erano rigenerate. Storm sbuffò

“Mi sa che sarà una cosa lunga…”

Ruotò la spada nera e colpì Squall, che riuscì ad intercettare questo colpo, ma non il secondo della spada argentata che l’aveva preso sul fianco. Tuttavia la spada era rimasta conficcata nell’armatura incastrandosi, e Squall ne afferrò la lama con la mano libera per scaraventare Storm lontano. Mentre la feriva si rimarginava e Storm recuperava la lama, Squall caricò l’energia della magia Flare, in questo momento più potente che mai. Lanciò una prima magia che Storm evitò, poi una seconda che venne deviata. Ma aumentò la velocità e ben presto Storm non dovette occuparsi più di come evitare una o due magie, ma anche dieci in un’unica volta! Squall si fermò quando vide che Storm era interamente avvolto dalle fiamme delle sue magie e sollevò in alto in Gunblade, caricando il raggio esplosivo. La colonna di energia sfondò il tetto della struttura oltrepassando la stessa atmosfera, più violenta che mai. Ma improvvisamente Storm si liberò dalle fiamme sbattendo ripetutamente le sue quattro ali accorgendosi che il fratello stava preparando un colpo finale. Puntò la spada nera contro di lui proprio mentre Squall calava il Gunblade

“RAGGIO ESPLOSIVO!”

“GUNGNIR!”

La colonna di fuoco evocata da Squall si fermò a contatto con la lancia nera scagliata da Storm e per un attimo vi fu una situazione di stallo in cui né l’uno né l’altro riuscì a prevalere. Ma la spada di Storm era fatta con la lama di una lancia appartenuta ad Odino, un’arma che surclassava tutte le altre armi mortali, per quanto forti potessero essere. Il raggio esplosivo prima traballò, poi inizio a perdere energia mentre la lancia nera scorreva al suo interno, dividendolo ed annullandolo. Squall vide quell’onda nera arrivare davanti a sé e fece l’unica cosa sensata: spostarsi da lì. Si lasciò cadere perdendo quota osservando la lancia nera che trapassava agilmente quello che restava del tetto del Garden prima di scomparire nella notte.

“Umano…se vuoi vincere devi attingere al grande potere che c’è dentro di te…evoca il Cuore di Pietra” disse una voce nella sua testa

Squall si fermò ed aprendo le ali si rimise in posizione d’attacco. Dentro di sé la rabbia cresceva, tutto il resto scompariva, diventava futile. Non c’erano più fratelli o amici, c’era solo lui ed il suo nemico, l’ennesimo avversario da abbattere. Era pronto per il cuore di pietra.
Volò incontro al fratello, colpendolo una prima volta e ,nonostante la sua spada avesse intercettato il colpo, Storm venne scaraventato in aria. Colpì ancora, ed ancora. Al quinto colpo tagliò l’ala destra grande, ed all’undicesimo l’ala sinistra piccola. Storm cercava di difendersi, ma quei colpi erano troppo veloci, anche per uno come lui: per uno che parava, c’erano tre che lo colpivano. Quando Squall si stava preparando a finirlo con il potente ultimo colpo del cuore di pietra, dell’armatura di Storm non rimaneva altro che un ricordo: la pelle mostrava profondi tagli e Storm perdeva sangue anche dalla bocca…Storm….suo fratello.
Quel pensiero lo fermò. Storm non era un avversario come gli altri, non era un mostro da sconfiggere. Era suo fratello, era la sua famiglia. Perse la concentrazione, perse la voglia di colpire e l’energia del cuore di pietra scomparve

“LEONHART! Non fermarti!” ripetè la voce di Bahamut

(non posso…)

(non posso ucciderlo…)

Storm aveva perso elmo ed armatura, adesso guardava Squall. Prima confuso, poi una smorfia di rabbia pura gli si dipinse sul volto

“Non voglio pietà…IO NON POSSO ESSERE SCONFITTO!!”

Storm lanciò un urlo straziante pieno di rabbia e di dolore mentre le ali si rigeneravano in una luce rossa e dorata. Si sbarazzò degli ultimi pezzi dell’armatura ed attaccò Squall con inumana ferocia

“DRAKOKEN!”

I colpi erano tremendi, ed anche solamente parandoli Squall sentì il polso cedere sotto la pressione, con un poco rassicurante “crack”. Ma il fratello non si fermò tempestando Squall di colpì da tutte le direzioni, tagliandogli l’ala destra all’altezza dell’articolazione, procurandogli un dolore insopportabile, come gli venisse tagliato il braccio con una lama rovente. Squall si avvolse allora nella sua ala sinistra, imitando la tecnica che lo stesso Storm aveva usato per difendersi dall’onda cosmica. La tattica sembrò funzionare, ma poi sentì risuonare un coro di voci, che in realtà non era altro che la voce di Storm in diverse tonalità, acute e gravi, divine e diaboliche; Squall venne avvolto dalla luce.

(No…)

Le parole di Storm erano glaciale

“Vieni a me…Angelo Crudele!”

Fu come se gli strappassero la vita dell’interno, a mani nude. Ma non morì, ed il dolore che provò fu sopportabile. Ma era stanco, completamente privo di energie. I suoi Junction erano stati annullati e così la Simbiosi con Bahamut. Privo di difese come un neonato. Storm volteggiava alto su di lui, con una voce gli echeggiava in testa

“Sei stato bravo…ma non avresti mai vinto senza il mio potere”

“Che diavolo stai dicendo? Ho vinto perché sono il migliore, punto.”

“Il migliore…non avresti mai vinto se io non fossi stato al tuo fianco.”

“Ti sbagli, e te lo dimostrerò.”

Storm planò a terra ed interruppe la simbiosi col suo guardian force.  Fissò intensamente Squall e poi parlò.

“Ricominciamo, ma stavolta senza GF e cazzate varie. Solo tu ed io.”

CAPITOLO 32

Zell si era risvegliato, ma non era stato piacevole. Legato braccia e gambe, sotto lo sguardo attento del Phalanx con i capelli rossi e di quella che da questo momento era da considerarsi la sua EX-ragazza.

“E quindi tu sei una Phalanx, eh?”

“Esatto, Phalanx di terza generazione, ID 03-15, supporto infiltrato.”

“Vuoi dargli anche il tuo codice fiscale?” disse il Phalanx dai capelli rossi

“Gli ho dato molto di più” rispose, facendolo ridere

“Benvenuto al Club, allora!” disse ridendo quello. Zell cercò di non elaborare il senso della frase, fin troppo evidente, e fare finta di niente. Domandò

“Quindi ci hai sempre mentito?”

“Non tutti i phalanx sono addestrati al combattimento, in quel campo la mia preparazione è alquanto sommaria, sebbene voi del Garden mi abbiate aiutato a migliorarmi. Io sono una spia, il mio compito è raccogliere informazioni”

“ed è la seconda cosa che gli riesce meglio!” interruppe ancora il Phalanx, sghignazzando e beccandosi un’occhiataccia dalla ragazza. Zell ignorò la provocazione

“Quindi ci hai sempre mentito?”

“si”

“su tutto?”

“No…non su tutto…”

Il phalanx dai capelli rossi si alzò e tenendo le mani in tasca colpì Zell al volto con un calcio. Il SeeD cadde a terra, sputò sangue ed un dente. Il Phalanx poi lo sollevò e lo scaraventò contro il muro. Stava per colpirlo ancora quando Dania lo fermò puntandogli un Jitte alla gola.

“Allora che si fa?” disse quello, mollando Zell

“Non toccare più Zell. Non provarci nemmeno”

Quello non era intimidito, anzi. Rideva sguaiatamente

“Perché, altrimenti che mi fai, supporto infiltrato?”

***
Storm guardava il fratello che si rimetteva in piedi puntellandosi con il Gunblade, sembrava impaziente e non faceva altro che ruotare in continuazione la katana argentata. Squall si rimise in piedi, ma non era stabile indebolito com’era dall’Angelo Crudele. Storm parlò

“So che hai almeno un elisir con te, quindi usalo. Ma non provare a ripristinare i Junction, chiaro?”

Squall non aveva altra scelta. Prese dalla tasca una fialetta contente un liquido verde dall’aspetto molto denso, e la vuotò in un secondo. Ebbe un attimo di nausea quando il liquido arrivò fino allo stomaco, ma subito dopo si sentì rinvigorito. Anche il polso aveva smesso di fargli male, grazie al miracoloso effetto dell’elisir.Tuttavia sapeva che presto il dolore avrebbe ricominciato a farsi sentire, quindi doveva fare in fretta. Si mise in posizione di guardia ed attese che il fratello facesse il primo attacco.
Storm non si fece attendere, ed iniziò a menare fendenti utilizzando la Katana Argentata nella mano sinistra. Squall notò subito che il fratello teneva la spada nera poggiata sulla spalla…forse era troppo pesante per poter essere usata con una sola mano senza simbiosi. Il SeeD attese che il Phalanx si scoprisse per contrattaccare; il momento arrivò quando Storm sbagliando un affondo si sbilanciò, e Squall fece scattare la lama azzurra del suo Gunblade in avanti, premendo il grilletto ed aumentando la velocità del colpo che colpì Storm al petto, sebbene solo di striscio. Storm però si riprese in fretta, riuscendo a piazzare un colpo alla coscia di Squall, che non si rese conto di quanto fosse stato fortunato: due centimetri più in su ed il fratello avrebbe reciso l’arteria femorale. Storm colpì allora con la sua spada nera, sebbene la utilizzasse come fosse un’ascia più che una spada, calando un violentissimo colpo che frantumò le mattonelle del pavimento.
Storm tirò fuori la spada e la poggiò ancora una volta sulla spalla sorridendo. Poi improvvisamente lanciò un urlo sommesso e cadde in ginocchio, mentre energia rossa e nera sotto forma di sfere uscivano dal suo corpo per entrare in quello di…QUISTIS.

(Quistis?)

“Come sei arrivata fin qui?”

“aRriVatA?” disse Quistis, ma con una voce che non era la sua,o almeno non solo: era come se si sovrapponessero due voci. Squall era spaventato

“Quistis…cosa?”

“E’ lui fratello…il mio Guardian Force. Dev’essere riuscito ad impossessarsi di Quistis.”

“CorRetTo UmaNo. peR TroPpO teMpo ti Ho SerVito. iO, che SonO il SiGnore Dei drAghI, lo stesso BaHamuT è SolO un mIo vasSallo!”

Squall ricordò all’improvviso le parole dell’esperto riguardo i Guardian Force vendicativi, che cercavano di prendere il controllo sull’intero essere. A quanto pare non c’era riuscito con Storm, ed aveva trovato Quistis più malleabile. Ma come?

(Non può essere…Quistis è una delle persone più forti che conosca!)

“Tu menti!” sbottò rabbioso Squall

“MenTirE? nO. E’ sTatO fiN trOpPo fAcilE conTrOlLare QueSto…corpo.”

La voce si stabilì su una tonalità molto profonda e graffiante e Quistis adesso si ergeva eretta davanti ai due Leonhart.

“Con il Flare rain un piccolo pezzo di me è entrato in questo corpo…fisicamente mediocre,ma spiritualmente potente. E con una volontà così fragile! Non è stato difficile controllarlo…mi è bastato proiettare un’immagine nella sua mente. E’ incredibile come gli umani farebbero di tutto per amore…”

(amore? Me?)

“Non tu, il tizio biondo. Ucciso da tuo fratello.” Disse la posseduta Quistis, leggendo i suoi pensieri

“Seifer? Quistis era innamorata di lui?” Chiese Squall

“Fratello, lasciatelo dire: sei un cretino. L’ho capito anch’io!”

Esclamò Storm prima di tuffarsi di lato per evitare uno sguardo laser almeno dieci volte più potente del normale. Storm rinfoderò la Katana ed impugnò la spada nera con entrambe le mani, prima di lanciarsi contro Quistis. Ma chi la controllava aveva evocato il potere della Megadifesa, talmente potente da rendere pressoché inefficaci i vari attacchi del Phalanx. Storm indietreggiò evitando un rapido colpo di frusta. Fece per scattare nuovamente in avanti, la il Gunblade di Squall lo bloccò. Storm era a dir poco irritato

“Forse non ti è chiaro quindi ti rispiego il concetto…è lei, cioè lui il cattivo adesso!”

Quasi a provare la tesi di Storm, Quistis riattaccò, puntando su entrambi. Storm afferrò il fratello e lo gettò di lato, prima di saltare dalla parte opposta

“Visto?” disse

“Siete divertente umani…ma insieme non valete la metà del vostro antenato che mi incatenò al suo anello!” disse Quistis, prima di caricare l’energia dell’onda cosmica. Nel frattempo la forma del suo corpo mutava: due grosse paia d’ali spuntavano dalla schiena, mentre subito sotto lo stomaco il corpo si allungava fino ad avere quattro arti inferiori. Alla fine sembrava essersi trasformata in una Weapon.

“Io Sono il Possente ZERO! Il primo ed il più grande dei draghi, ed avrò la mia vendetta!”

(Diavolo)

“Squall, quella è l’onda cosmica se non sbaglio. Il che vuol dire che siamo fregati.” Disse Storm impugnando la spada nera e tenendola di fronte a sé.

Quistis venne avvolta da un’aura azzurra sotto forma di sfera, che aumentava di dimensione ogni secondo. Storm assunse una posa da battaglia. Non avevano tempo di ripristinare i Junction, tutto quello che potevano fare era attaccare.

“Io non ho intenzione di lasciarmi ammazzare senza difendermi Squall. Vieni con me?”

Squall si preparò alla carica

“Sono con te…fratello.”

I due caricarono Quistis, correndo più che velocemente possibile.  Storm affondò la lama in una zampa, facendo in modo che il lato piatto puntasse verso l’alto; Squall saltò su quel lato ed affondò il Gunblade, prima di saltare ancora una volta trasformando quel taglio in un ampio squarco. Cercarono un secondo attacco in salto, ma proprio in quel momento il loro avversario rilasciò l’energia che teneva al suo interno. I due strinsero i denti, si prepararono al contatto con l’energia dell’onda cosmica. Sapevano che non sarebbero riusciti a resistere, ma non potevano fare a meno di sperare…ed improvvisamente qualcosa si interpose fra loro e l’onda cosmica, respingendola ed annullandola. I due rimasero sospesi in aria sorretti da due possenti braccia leonine

“Rinoa!”

Storm iniziò a ridere quando si rese conto che era stata sua “cognata” in simbiosi con Griever.

“Deus ex machina!” esclamò tra una risata e l’altra

“Che vorrebbe dire?” Chiesero contemporaneamente Rinoa e Squall

“E’ la lingua di Centra, questa frase ha molti significati, ma in questo caso significa solamente una cosa: che gran botta di culo!”

“Non proprio ragazzi..non riesco più a reggere l’energie dell’attacco…è troppo potente…ma perché Quistis vi ha attaccato?”

“Lunga storia, sorella. Squall, ti ricordi quel gioco che facevamo da piccoli, quando davamo la caccia ai Lesmator?”

Nella nebbia dei ricordi cancellati dai GF riaffiorò quel gioco…un gioco non di bambini, ma di piccoli soldati. Si, ricordava tutto. Fece un segno con la testa al fratello e si lasciò cadere nell’attimo in cui Quistis posseduta interrompeva l’energia dell’onda. Storm si gettò dietro di lui, afferrando anche la seconda spada, nonostante la grande fatica, e aprì le braccia prima di poggiare i piedi sulla schiena di Squall. Prese lo slancio attaccando Quistis a velocità raddoppiata, mentre Squall prese energia dalla spinta datagli dal fratello, colpendo con il Gunblade subito dopo l’attacco del fratello. I due attaccavano a turno, in rotazione, senza mai tenere la stessa posizione due volte e saltando avanti ed indietro, supportati dalle magie che Rinoa lanciava loro per aiutarli e per supportarli. Mentre Quistis si difendeva da una serie di Blizzaga sotto forma di lance di ghiaccio Squall caricò l’energia del Renzokuken, mentre il fratello caricava il Drakoken. I colpi del renzokuken s’incrociarono con quelli sferrati da Storm, facendo traballare Quistis-ZERO.

“SQUALL! STORM! Spostatevi!”

I due si spostarono dalla traiettoria, lasciando campo libero a Rinoa che attaccò usando l’Onda Cosmica di Griever, mentre Quistis rispondeva con l’Ultima Flare. L’energia scatenata dalle due era troppo, e soltanto stando lì vicino Storm capì che la probabilità di lasciarci le penne era molto consistente. A meno che….

“Squall,hai ancora l’anello?”

(non mi pare il momento)

“si, ma..”

“Passamelo!”

Squall infilò la mano in tasca estraendone l’anello e passandolo a Storm che velocemente  si tolse un guanto di pelle nera con la bocca ed infilò l’anello al dito. Era un semplice cerchietto d’acciaio, senza più l’intarsio a forma di drago. Piantò la katana nel pavimento con una leggera inclinazione e ci saltò sopra come fosse una tavola da surf

“Lanciami!”

Squall colpì violentemente la Katana, lo stesso colpo che usata per lanciare in aria l’avversario nel Cuore di Pietra. La spada si spezzò, ma Storm venne lanciato ad una velocità elevatissima, a spada tratta, che si conficcò nella schiena di Quistis-ZERO.

“Non so esattamente come si fa…” disse Storm mentre lottava contro l’energia dell’attacco di Rinoa che rischiava di spazzarlo via “Quindi andrò ad intuito!”

Estrasse la spada e infilò nella ferita la mano con l’anello

“Ritorna nel mio anello, maledetta lucertola troppo cresciuta!”

“NO!! Io sono il Re dei Draghi!”

“Allora, ritorna nell’anello, sua maestà maledetta lucertola troppo cresciuta!”

Storm si sentì invadere da una grande energia, mentre a poco a poco il drago scompariva urlando in un’ombra di colore rosso e nero entrando nel corpo di Storm.
Una grande luce rossa abbagliò Squall e Rinoa, e quando a poco a poco svanì, Quistis era sdraiata a terra priva di sensi mentre Storm aveva di nuovo le due ali su un unico fianco.

“Sono io quello che comanda,lucertolone.”

Aprì le ali e volò verso l’alto, uscendo dal Garden. Osservò la battaglia che si svolgeva a Deling City ed i suoi sensi amplificati percepivano tutto: l’odore del sangue e della polvere da sparo, le urla di dolore e di rabbia ed il boato dei cannoni. Non era questa la pace che voleva, perché quegli idioti continuavano a combattere?
Che fare? Avrebbero sicuramente vinto nonostante l’inferiorità numerica, ma cosa sarebbe rimasto di Deling City? Forse…la pace era veramente un’utopia. Scese planando, tornando al punto di partenza, di fronte a Squall ed all’ibrido Rinoa-Griever.
Agitando la testa con fare da rettile interruppe la trasformazione, e Rinoa fece lo stesso. I due fratelli si guardarono

“Beh, Squall…direi che abbiamo fatto abbastanza. Negoziamo?”

“Di norma noi non trattiamo con i terroristi. Ma sono disposto a fare un’eccezione.”

“Saggia scelta.”

Clac

Quistis aveva abbassato il cane della pistola che teneva puntata su Storm.

(e che c…)

“cosa vuoi fare Quistis? E’ finita! ZERO non ti controlla più!” disse Rinoa

“io…voglio farlo…per Seifer…per noi.”

Sparò. Storm era impietrito, privo di difese, impreparato di fronte alla pallottola che lo stava per colpire al cuore. Ma qualcuno lo spostò dalla traiettoria della pallottola. Storm era a terra, vide Rinoa piangere e Quistis sconvolta. Squall era a terra: aveva frapposto il suo corpo alla pallottola destinata al fratello. Storm realizzò quello che stava succedendo ed un furia cieca si impadronì di lui: Afferrò la spada nera usando la tecnica dell’impugnatura rovesciata, scagliandosi contro Quistis

“CERCHIO FATALE!!”


EPILOGO

Quanto tempo era passato? Tre mesi o tre giorni? Diavolo, sembrava proprio che fosse successo tutto ieri. La battaglia, il negoziato. I SeeD erano presenti come garanti e suo padre Laguna faceva il moderatore. Caraway cedette a Storm Leonhart il Garden,le terre intorno a Winhill ed il diritto di usare a suo piacimento la parte di Centra su cui Galbadia aveva giurisdizione. Sembravano terre povere e prive di risorse, ma i Phalanx di Storm sapevano tutto..oro e diamanti sui monti di Winhill e oro nero a Centra! Storm ancora rideva ripensando alla faccia di Caraway quando gli aveva comunicato la notizia, il vecchio aveva rischiato l’infarto! Winhill conobbe finalmente l’industrializzazione e la città raddoppiò di dimensioni e di abitanti in appena un mese, mentre Centra si stava lentamente ripopolando. Ed i Phalanx che erano rimasti con Storm gestivano il garden, ed erano la maggior garanzia di sicurezza che si potesse avere: nessuno avrebbe osato attaccare i loro territori, e nessuno avrebbe mai cercato di ribellarsi.
Il progetto di Storm si stava realizzando, sebbene su piccola scala.
Storm era davanti allo specchio dell’appartamento che lo ospitava a Balamb, impegnato in una lotta che sapeva di non poter vincere: quella contro la sua cravatta.

“Gira sotto il tronco…ci passa due volte…DANNAZIONE!”

Gettò via la cravatta, imprecando e maledicendo le occasioni formali che lo obbligavano a vestirsi di tutto punto. Giacca nera, camicia bianca firmata e pantaloni gessati. Ingessato nel suo gessato. Guardò l’orologio ed imprecò ancora una volta, causando le proteste della donna che gentilmente lo ospitava. Era in un ritardo mostruoso. Nonostante la meta fosse incredibilmente vicina, si tolse giacca e camicia ed aprì le ali di drago. Adesso controllava pienamente il suo Guardian Force, tanto da poter usare i suoi poteri a comando, senza troppe complicazioni. Arrivò nella piccola ma deliziosa chiesette di Balamb in cinque secondi, ma il tempo che perse per rivestirsi compensò la sua puntualità. Entrò da una porticina laterale, e senza farsi notare si piazzò al posto che gli spettava, tra due persone vestite esattamente come lui, Irvine Kinneas e Zell Dincht.

“Sei in ritardo amico” gli disse Irvine.

Storm annuì e guardò i presenti in sala.
Irvine Kinneas, colpito alla spalla da un proiettile a punta cava, aveva salvato il braccio per miracolo,grazie alla chirurgia esthariana. Ma aveva ancora un mese di fisioterapia davanti a sé prima di recuperarne l’uso completo.
Chi invece aveva già finito la terapia era Zell Dincht,a cui il phalanx Ross, adesso ministro dell’economia, aveva rotto quasi tutte le ossa. Il gallinaccio aveva già ripreso gli allenamenti e l’incarico di professore.
Dall’altra parte Selphie Tilmitt, in completo dorato. Le era bastato poco per riprendersi dal brusco atterraggio della lagunarock, e già dopo tre giorni rompeva le scatole al fidanzato ed all’intera razza umana.
Dania Prox, dimessasi dal corpo di Phalanx era tornata a vivere al Garden con Zell. Nonostante tutto, il ragazzo aveva sorvolato sull’incidente del teaser, e lei gli stava appiccicata come una mosca sul miele.
Quistis Trepe. Dopo aver colpito suo fratello era entrata in crisi, in forma acutissima di depressione. Anche se Storm non sapeva dire se fosse per l’aver sparato ad un amico, o per via del braccio meccanico che aveva preso il posto di quello che lui le aveva tagliato con il suo cerchio fatale. In ogni caso, la tecnologia di Esthar faceva miracoli, e tranne il colore decisamente troppo chiaro della finta pelle sembrava proprio in braccio vero.
In prima fila i Kramer. Erano tornati al Garden, ed entrambi lavoravano come professori. Poi Laguna, Kiros e Ward. Il suo vecchio piangeva come una fontana…che situazione imbarazzante.
Ed eccolo lì, suo fratello. In un completo nero simile al suo, ma con la cravatta ed un fiore giallo nel taschino. Quando Quistis l’aveva colpito tutti avevano temuto il peggio, finchè non si erano accorti che saggiamente Squall aveva indossato la giacca che loro padre gli aveva regalato. Anti proiettile! Hyne benedica il previdente Laguna, e già che c’è lo faccia smettere di piangere, per carità…
Musica di organo, tutti i presenti si alzarono e si voltarono verso l’ingresso, dove Rinoa faceva il suo ingresso a braccetto con lo zoppicante Presidente Caraway, che aveva perso la gamba durante l’attacco del ragnone metallico. La ragazza indossava un abito sobrio, senza pizzi, merletti e chincaglierie varie, cosa di cui Squall era stato molto grato. Portava un Bouquet di fiori bianchi e gialli…ma perché tutti hanno questa fissa dei fiori gialli? Storm non riusciva a capirlo, ma in fondo toccava a Squall e Rinoa scegliere…era il loro matrimonio, mica il suo. Caraway mise la mano di Rinoa in quella di Squall e si sedette di fianco a Laguna. Uno serio e composto, l’altro che piangeva di gioia. Storm e Squall lanciarono uno sguardo d’aiuto a Kiros, che colpì Laguna con un calcio sullo stinco per richiamarlo all’ordine mentre il sacerdote iniziava

“Siamo tutti qui riuniti per celebrare la sacra unione di Squall Leonart e di Rinoa Caraway Heartilly”

Tutti sembravano commossi, anche Zell si soffiò rumorosamente il naso finchè non notò l’abbigliamento quasi casual di Storm. Zell gli si sussurrò

“Potevi mettere più cura nel vestirti, in fondo è il matrimonio di tuo fratello. Sei decisamente la più grande carogna che conosca. ”

Storm non perse il sorriso. Strinse le dite della mano destra a pugno, ad eccezione dell’indice e del mignolo che rimasero invece ben tesi.

“E tu” disse Storm a Zell mentre il prete completava il rito “sei decisamente il più grande cornuto che conosca!”

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