La Stella

di Meky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sulla strada delle Terre Immortali. L'arrivo ***
Capitolo 2: *** L'interrogatorio. Il lago incantato ***
Capitolo 3: *** Lo Stregone e la ragazza. Mare di ghiaccio ***
Capitolo 4: *** I nove sigilli ***
Capitolo 5: *** L'esercito si ritira ***



Capitolo 1
*** Sulla strada delle Terre Immortali. L'arrivo ***


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NdA: eccoci qui! La mia prima fic sul Signore degli Anelli! Ho seguito un ordine strano con la storia di Tolkien. Prima ho visto il film, poi ho letto il libro (prima avevo letto Lo Hobbit) e alla fine avevo iniziato a scrivere la storia. Ma poi ho avuto un blocco (soprattutto perché avevo perso il file durante il cambio di computer). Così, quando ho ritrovato il tutto e rincominciato a scrivere, mi ero dimenticata buona parte delle informazioni del libro! Quindi se trovate qualche errore è dovuto a quello (anche se dopo ho dato una riletta al libro). Please, abbiate pietà! E se proprio fa schifo, beh, potete sempre mandarmi i vostri barili di vomito (come nelle altre fic che ho scritto e che scriverò magari su qualcos’altro) o costruirvi un pupazzo wodoo, tanto ci sono sempre Amber, Je, Elly (alias pomolo) e la Voce che vi danno una mano! Dopo quest’elenco di cavolate (non potete dire che nono sono demenziali…) ecco la mia fic, che consiste nel continuo del Signore degli Anelli di Tolkien, tutto ambientato a Eressea, nelle Terre Immortali!

 

La Stella

Scripted by: Meky

 

Capitolo 1

Sulla strada delle Terre Immortali. L’arrivo

 

-E tu che ci fai qui?!- chiese Legolas alla ragazza spuntata all'improvviso dalla barca -Chi sei?-

-Una ragazza lo vedi anche tu, no?- gli disse lei con aria furbetta -E il perché del mio trovarmi qui dovresti capirlo: voglio vedere le Terre Immortali-

-Ma tu non puoi! Sei Mortale!-

-Anche lui lo è!- disse indicando il Nano che guardava stupito quella ragazza

"Ha qualcosa d'elfico ma anche qualcosa di regale. Deve essere d'alto lignaggio quella lì. Oltretutto è molto bella, chissà da quale regno salta fuori. Gondor o Rohan?" pensò il nano

-Lui ha il permesso di qualcuno più in alto di me, di quelli con molto potere in mano, gente che tu non sai neanche chi sia- continuò Legolas facendo finta di non aver sentito il commento dell'intrusa

-Legolas siamo costretti a portarla con noi- gli disse Gimli in un orecchio -Non possiamo buttarla in mezzo al mare, affogherebbe!! È meglio lasciare discutere con questa chi ha potere-

Hai ragione, - gli disse -pienamente ragione, ma alcune cose deve almeno dirmele per farmi un'idea di chi sia-

-Che cosa mi chiederesti allora?- gli chiese la ragazza

-Come ti chiami?-

-Non posso dirtelo-

-Come non puoi?!-

-Non posso, ma se vuoi mi puoi chiamare Moko-

-Va bene "Moko", come hai fatto ad imbarcarti con noi?-

-E' stata una delle cose più semplici che io non abbia mai fatto. Sono partita da casa mia…-

-Frena! Dove abiti?-

-Non so se te lo posso dire… va bene, abito a Gondor-

-Quindi sei partita da Gondor e…-

-E sono andata all'Anduil dove vi ho trovati. La notte in cui tu avevi appena finito la barca, io mi sono intrufolata sotto queste coperte che servono in caso di pioggia-

-Ma tu come potevi immaginare che non sarebbe piovuto?-

-Ehm… vedi l'ho… intuito-

-Vai avanti- disse poco convinto

-Poi ho aspettato, finché non mi avete trovata-

-Cavolo Legolas, perdi colpi!- rise Gimli

-Non te la prendere con lui, sono molto silenziosa quando voglio! Anche più di un hobbit! Scherzo!- disse ai due che avevano cambiato faccia al sentir nominare la parola hobbit

-Conosci degli hobbit?- le chiese Legolas

-Certo! Ne conosco un po'-

-Chi? Magari li conosco anch' io-

-Forse, ma non m'imbrogli. Potrei sembrare una ragazzina ma non lo sono più da tante estati. So che se te lo dicessi tu capiresti chi sono e io non ho nessuna intenzione di aiutarti a capirlo!-

"Ha qualcosa di famigliare… ma non so cosa! Sono molti anni che non torno a Gondor, da quando Aragon ha avuto il terzo figlio, se non sbaglio una femmina. Anche un'altra volta vi ho fatto ritorno ma trovai suo figlio a governarvi e mi disse tutto. Povera Arwen, chissà quanto ha sofferto per le sua morte" pensò Legolas diventando grigio in volto: il ricordo della tomba dell'amico gli era tornata in mente

Sospirò. Moko, come leggendogli il pensiero, capì ciò cui stava pensando e divenne triste anche lei. Gimli, non capendo più niente disse ai due:

-Comunque "Moko" hai un motivo migliore per andare là, oppure è una scusa che hai trovato per non dirci nulla?-

-E' entrambe le cose: la voglia di attraversare il mare e di vedere le Terre Immortali è sempre presente nel mio cuore, dall'altra parte c'è un motivo che voi non potete sapere- disse levando il viso e cancellando l'immagine che le era apparsa nella mente

-Quindi tu senti il richiamo del mare?-

-Si e no. Sicuramente meno di quanto lo senti tu-

"Dunque possiede qualcosa d'elfico" pensò Legolas "Come pensavo non deve essere una semplice ragazza; né nella saggezza, né nel lignaggio"

-Avete finito con le domande? Finora la più intelligente è stata quella del Nano; ora tocca a me- disse Moko

-Spara- sbuffò Legolas

-Come vi chiamate?-

-Io mi chiamo Legolas, invece il mio amico si chiama Gimli-

"Ma allora sono… si, sono proprio loro!" pensò disegnandosi in volto un'espressione di gioia

-Che c'è?-

-Niente! Passiamo alla seconda domanda: chi è che ha concesso a Gimli di partire per le Terre Immortali? Se non sbaglio gli Elfi e i Nani non sono più amici da secoli tranne per quella Compagnia in cui partecipavarono due uomini, Sire Aragon e Sire Boromir, quattro Hobbit tra cui i Portatori dell'Anello Frodo e Sam, gli altri due se non sbaglio sono Meriadoc (se preferite Merry) e Pipino; infine vi siete voi due che avete rivoluzionato la storia dei Nani e degli Elfi con la vostra amicizia-

-Tu come fai a sapere tutte queste cose?-

-Istruzione! Ma prima di farmi qualche domanda rispondete alla mia-

-Ok signorina! Io ho avuto il permesso di Dama Galadriel, la più bella…-disse Gimli

-Si, si, vai avanti-

-Costei gli ha concesso il permesso per qualche ragione ignota- disse Legolas tappando la bocca all'amico per non permettergli di iniziare a sparare notizie sulla bellezza di Galadriel

"Se sapessero…" penso trattenendo il riso che le sgorgava dalle labbra: voleva che rimanessero a bocca aperta quando avranno scoperto chi è lei

-Ma ora rispondi alla nostra domanda: come fai a sapere così tante cose sulla Guerra dell'Anello? Per sapere certe cose bisognerebbe…- si bloccò "E se fosse…" pensò "veramente figlia di… incredibile!"

-Che succede?- chiese

"Lì si spiegherebbe il perché di tutto, anche l'averlo chiamato Sire e non Re, sempre che lei non abbia mentito sul luogo d'origine… rischierò"

Allontanando i dubbi le chiese:

-Dimmi una cosa Moko tu sei…-

 

-Non ci credo! Sei veramente tu?!- rise Gimli

-No guarda, sono te!- disse imbronciata: le avevano rovinato la sorpresa e, oltretutto gliela avevano fatta loro

-Non te la prendere ci sarà molta gente nelle Terre Immortali cui fargli lo scherzo- disse Legolas

-Lo so, ma si da il caso che tutte le persone che conosco lo intuiranno subito!- disse imbronciata

-Come fai a dirlo?-

-La parola lungimiranza non ti dice niente?-

-Ah, ho capito-

-Ma come farai a convincerli a farti rimanere?-

-Con questa!- e così dicendo tirò fuori una bellissima collana in argento con incastonate otto piccole gemme bianche, che assomigliavano più a stelle che a monili.

-E' la chiave per le Terre Immortali!- disse stupefatto Legolas -Dove l' hai presa?-

-Piccolo regalo di mia madre che si rivelerà più utile di quanto pensasse, credo-

-P-piccolo regalo?! Se quello è piccolo, io sono un hobbit con tanto di cappello!-

-Adesso non esagerare! Piccolo ma grande nell'importanza-

-Quello che mi chiedo è come tua madre potesse averlo!Ma per il momento non è importante, godiamoci quest'attraversata che probabilmente sarà l'unica che faremo e se tu- disse rivolgendosi a Moko -ne farai un'altra te le godrai tutte e due!- e con questo conclusero il loro discorso, mentre il sole di un rosso fuoco tramontava annunciando che la giornata era conclusa. La stanchezza pian piano li fece addormentare obliando così le sorprese della giornata

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-Sveglia pigroni!-li urlò la ragazza emozionata -Siamo quasi arrivati!Da qui si riescono perfino a vedere le Terre!-

-Davvero?- chiese Legolas precipitandosi a vedere -Uao!-

Erano lì con un'espressione incantata quando il Nano si svegliò e distrusse l'incantesimo che teneva i due con la bocca aperta

-Ma, io non ci trovo niente di speciale- disse mentre se ne tornava a dormire dopo aver visto l'isola

-Stupido Nano! Non capisci proprio nulla. Se fosse per me ti butterei giù dalla barca perché non sai godere lo splendore di tutto ciò!- gli disse arrabbiata Moko

-Comunque io non capisco…-

-STAI ZITTO E NON ROMPERE PIÙ LA GENTE O TI BUTTO GIÙ PER DAVVERO!- gridò

-S-scusa…-

-STAI ZITTO!-

"Mamma mia se l'ha fatta arrabbiare! Non vorrei avere a che fare con lei se si arrabbiasse! Chissà da chi a preso…" pensò Legolas

-Babbeo!- sbuffò Moko: per lei il discorso era concluso

-A proposito, io per voi sono Moko e nessun altro d’accordo? Se non lo fate, correrete il rischio di svegliarvi un mattino e non trovarvi più sulla terraferma ma in mezzo al mare-

-Ok, Moko- rispose Legolas "meglio non farla arrabbiare di più, se no qua ci rimettiamo le penne!"

-Legolas ho una domanda: siamo sicuri che sia una ragazza? A me sembra più una belva!- bisbiglio Gimli all'amico

-Guarda che ti ho sentito- l'ammoni Moko

 

Un altro giorno passo prima che arrivassero. Moko e Legolas dall'emozione non si controllavano più e il povero Gimli si doveva sorbire tutti gli attacchi lunatici della ragazza. Finalmente, il terzo giorno dalla scoperta di Moko sulla barca si avvicinarono al porto. Solo allora Legolas si rese conto che erano in grossi guai: avevano un Mortale con se! Come avrebbero spiegato tutto? Cercò di trovare una risposta mentre entravano nel golfo naturale che formava un semicerchio di scogli, formando uno spettacolo strano per i navigatori che vi entravano

-Chi è quella ragazza?- chiese la guardia

-Si è intrufolata nella barca di nascosto e l'abbiamo scoperta solo a metà del viaggio, quando era impossibile farla tornare indietro: sarebbe annegata a nuoto e noi non possedevamo altre barche per farla tornare indietro- rispose Legolas

-Venite! Condurremo questa clandestina davanti ai saggi e al Re-

“E’ andata meglio del previsto"pensò sollevato Legolas

 

Attraversarono un ponte che collegava il porto galleggiante alla terraferma. Moko si guardò intorno: c' erano molte barche attraccate ai numerosi moli, ma nessuna di loro era in partenza

"Forse le tengono per casi come il mio?" pensò

-Ecco, lui è Halen e vi accompagnerà fino in cima a questo promontorio dove poi vi sarà qualcun altro al vostro arrivo; probabilmente i saggi e il Re sanno già tutto- disse la guardia tornandola suo posto sul molo

"Chissà cosa aspetta quell'uomo" pensò guardando l'elfo sul molo "Qualcuno d'importante che però non tornerà più"

 

Seguirono la loro guida attraverso una strada in lieve pendenza: girava intorno al promontorio con tutt'intorno elfi che andavano e venivano, ma le loro abitazioni non si scorgevano da nessuna parte

-Dove abitate voi?- chiese Moko

-Non in questa zona- fu la sua risposta secca

-Gentile e cordiale a quanto vedo-

-Tu non hai il diritto di saperlo perché sei Mortale-

-E' la più grande..- Legolas bloccò Moko con la mano

-Cosa?- disse la guida voltandosi

-Niente- gli rispose. Ripartirono. Moko con lo sguardo fulminava Legolas per averla fermata. Furente tornò a guardarsi intorno: vide molte strade secondarie che portavano alle altre zone. Pian piano la strada si faceva più piana finché rimase solo una lunga strada retta; con ai lati splendide fontane e fiori rendevano l'aria pura e profumata. Più in là piccoli labirinti nascondevano i Fiori di Luce: rose d'oro che sfavillavano come stelle di giorno e di notte ininterrottamente e con la stessa intensità.

Moko rimase a bocca aperta: un palazzo di cristallo, resistente come la Torre d'Orthanc ma bella come la primavera, con in cima una cupola di vetro che risplendeva ai raggi del sole. Erano arrivati al Perlhen: il Palazzo del Re.

 

-Eccovi arrivati finalmente! Forza, forza, il Re e i saggi sanno già tutto e aspettano solo voi per capire come sia potuta accadere una cosa del genere. Scusate, non mi sono presentato: il mio nome è Derk e sono una guardia del Re ma oggi, esclusivamente per voi, sono la vostra guida fino alla stanza del Re. Seguitemi!- disse l'elfo

Si avviarono alle grandi porte di cristallo che si aprirono da sole al loro passaggio. Entrarono.

"Si vede che non hanno mai avuto battaglie in questi luoghi" pensò Moko guardando l'interno di quel grande palazzo: la via centrale era coperta da un lungo tappeto di seta blu, ai lati sculture quasi irreali di marmo bianco erano appoggiate ad un pavimento dello stesso materiale; la strada portava ad una grande scala che portava ai piani del Re e dei Saggi.

-Notevole, veramente notevole- bisbiglio fra sé Gimli: in fondo era un nano e di pietre se ne intendeva molto -Questo marmo è molto bello, sembra che brilli-

-Il materiale che tu vedi può sembrare marmo, ma in realtà è un minerale molto raro che si trova solo qui; noi lo chiamiamo sheav ma per la gente di qui è la pietra del Re visto che solo lui può adoperarla- rispose Derk che aveva sentito i complimenti del nano: faceva piacere sapere che gente come i nani apprezzasse l'arte elfica, forse non erano terribili come credevano.

 

Si avviarono per la strada per le scale, mentre la loro guida gli spiegava alcune cose riguardanti l'interrogatorio che avrebbero avuto

-…in cima a queste scale ci sono gli appartamenti del Re. Più in là ci sono le aule del Consiglio composto dai Saggi, voi andrete lì…-

-Chi sono i Saggi?- chiese Moko -Credo che almeno questo possa saperlo!-

-Hai chiesto qualcosa a Halen, vero?-le chiese

-Si, e non è stato molto cordiale-

-Lui è così! Stamattina si deve essere alzato col piede sbagliato- le disse -Comunque i saggi sono i maggiori rappresentanti degli Elfi e, se non sbaglio, da poco si è aggiunto uno Stregone-

"Gandalf!" pensarono i tre contemporaneamente

-Hai altre domande?-

-No, per il momento- rispose Moko "Nel sogno non c'era, perché?"si chiese

 

-Ora vi devo lasciare- disse Derk quando arrivarono in cima alle scale -Io non posso seguirvi. Andate dritto lungo quel corridoio, la vedete la porta? Voi dovete andare lì. Buona fortuna! Spero di rivedervi signorina!- disse inchinandosi

-Il piacere è tutto mio!- disse salutandolo cordialmente. Quell'uomo era come lei: un mezz’elfo

-Forza! Il Consiglio ci aspetta!- disse Legolas avviandosi verso la porta. Il momento decisivo era giunto.

Avanzarono finché non si trovarono davanti quell'imponente porta dorata. Moko tremava per la paura di quello che le avrebbero fatto, Gimli guardava curioso la grande porta d'oro facendo mille complimenti all'artefice; invece Legolas avanzava tranquillo. Il portone, come il primo, si aprì automaticamente. Una voce sconosciuta giunse alle loro orecchie:

-Vi stavamo aspettando-

 

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Capitolo 2
*** L'interrogatorio. Il lago incantato ***


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Capitolo 2

L'interrogatorio. Il lago incantato

 

La stanza in cui loro erano appena entrati era enorme, fatte ad anfiteatro: un semicerchio formato da gironi che s'innalzavano e al posto delle panche, su cui ci si siede, vi erano poltrone occupate da gente incappucciata; alcune delle poltrone erano vuote, segno che il Consiglio non era al completo o che mancavano dei membri ad esso. Al centro un trono fatto di sheav si arrampicava per due gironi; ai lati vi era gente non incappucciata anche se sedeva sulle poltrone; erano i tre Portatori degli Anelli degli Elfi più uno vestito di bianco: Galadriel, Celeborn, Elrond e Gandalf lo Stregone; loro erano i fidi Consiglieri.

-Vi stavamo aspettando da molto tempo. Entrate- disse l'elfo seduto sul trono

Legolas, Moko e stranamente anche Gimli s'inchinarono. L'uomo sorrise

-Sono Helbim, il Re di Eressea, le Terre Immortali. A quanto pare qui c'è qualcosa che non va- disse guardando Moko

"Il suo sguardo è come una lama che mi penetra dentro" pensò Moko distogliendo lo sguardo da quegli occhi belli come il mare ma freddi come una spada.

 

Gimli e Legolas parlarono dell'accaduto stando ben attenti a non pensare neanche a chi fosse veramente lei: il Re era famoso per la sua straordinaria capacità di capire i pensieri altrui. Dopo ciò furono lasciati andare: era il momento di Moko.

-Bene, dal loro racconto, su qui io non dubito, tu ti chiameresti Moko giusto?- le chiese il Re

-Sì, signore- gli rispose guardandolo negli occhi. Dubitava che l'avrebbero fatta rimanere quindi voleva che si ricordasse di quella “ragazzina” così impertinente da venire in quelle Terre. Tanto non aveva nulla da perdere: tornata a casa suo fratello le avrebbe fatto una ramanzina così lunga che ci avrebbe messo un secolo, invece sua sorella non avrebbe detto nulla perché da troppo tempo era soggiogata da un finto amore che le aveva fatto dimenticare ogni cosa e lei, come al solito, avrebbe sopportato tutto. Ma non era sciocca, non avrebbe scoperto tutte le sue carte subito: avrebbe atteso paziente che il Re abbassasse l'attenzione su di lei e dopo poteva, naturalmente stando attenta alla sua vigilanza (era brava a capire quando gli altri le leggevano il pensiero e a non pensare a nulla quando lo facevano)

-Nome strano non trovi?- ribatte il re poco convinto

-Se lei la pensa così, allora non pensiamo allo stesso modo- ribatté lei

Il Re rimase alquanto turbato dalla sfrontataggine di quella ragazza, era come se fosse abituata ad avere a che fare con autorità importanti come il re

-Vedo che sei coraggiosa, o forse solo arrogante?- disse aumentando l'intensità del suo sguardo

-Cosa cerca di scoprire? Mi avverta se ci riesce- disse dipingendosi in sorriso malizioso in faccia. Dal Consiglio si levò un mormorio di voci sorprese: nessuno aveva mai sfidato l'autorità delle Terre Immortali.

Il Re molto irritato le rispose:

-Arriviamo al sodo: tu non puo assolutamente restare qui! Chiaro?-

-Lo sapevo anch'io questo ma…- disse e poi si ricordò

-La collana…-bisbigliò

-Cosa?- chiese il Re che non aveva capito nulla dalla mente di Moko; infatti, le parole le erano sgorgate dal cuore come suggerite da un'altra mente

-Niente di particolare… Mi sono solo ricordata di una cosa…-

"Come ha fatto a non farmi capire il suo pensiero? La sua mente era come chiusa da un cancello, sembrava che non pensasse MAI!" pensò il Re scioccato

Moko, noncurante del fatto che il Consiglio aveva gli occhi su di lei, tiro fuori la collana e meraviglia! Essa brillò come non aveva mai fatto prima!

"La collana di…" pensò Elrond. Si voltò e vide che anche Galadriel e Celeborn erano sorpresi quanto lui; se sapessero qualcosa, Elrond non lo sapeva ed era troppo turbato per occuparsene.

L'intero Consiglio era sbalordito e alcuni elfi incappucciati gridavano in elfico: -Guardate! Guardate! La Chiave è tornata dalla Terra di Mezzo!-

Moko, che capiva e parlava l'elfico, sorrise soddisfatta del lavoro svolto: il colpo di scena le era riuscito e molto probabilmente l'avrebbero fatta rimanere per osservarla meglio

-Silenzio! Silenzio!- tuonò il Re. Tutti si zittirono

-Bene ragazza dovrai rimanere qui per un po' di tempo, finché non deciderò il da farsi- le disse il Re e con questo le porte si aprirono. Lei, felice, s'inchinò e uscì in cerca dei suoi amici che l'attendevano impazienti per sapere l'accaduto

 

-Miei fidi Consiglieri, - disse il Re -Spero che voi riusciate a capirne di più su questa ragazza. Probabilmente deve averla rubata quella collana-

Così dicendo il Re si ritirò

-Quella collana non è rubata- disse Elrond -Se no, non avrebbe brillato così-

-Se quello che dici è vero allora lei è…-gli disse Galadriel

-È lei, ma non diciamo nulla!- disse guardando le facce stupite dei suoi compagni -Si vuole solo divertire un po', non vi pare?-

-Hai ragione. Allora è meglio che ci togliamo dalla mente chi è se non vogliamo essere presi per traditori!-disse Celeborn. Tutti annuirono e se ne andarono.

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Piccolo intermezzo

[NdA: bene!]

[NdVoceNellaMenteDiMekyestraneaALei (è sempre la stessa che c’è anche nelle mie altre storie): scusa, mi spieghi cosa c’è di buono?]

[NdMeky (facendo finta di non sentire) Immagino che avrete già capito chi siano i genitori della nostra Moko]

[NdVoce: io lo so! Sono *bip* e *bip*! Ehi, perché le parole sono censurate? è_é]

[NdMeky: che credevi che te le avrei lasciate dire? ]

Fine piccolo intermezzo

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-Ah, ah, ah!- risero Legolas e Gimli dopo aver sentito il racconto di Moko

-Gli ho fatti rimanere a bocca aperta!- rise Moko

-Ecco dov'eravate!-disse una voce

Si zittirono immediatamente e si voltarono: era Galadriel

-Che bel giorno è questo in qui la rivedo per la seconda volta, Dama Galadriel!- disse Gimli contento più che mai

-Vedo che ti sei divertita con il Re e noi!- disse divertita rivolgendosi a Moko

-Ora puoi girare per le Terre, ma non sola: o con loro o con noi-

Li salutò e fece per andarsene. Moko, però la bloccò:

-L'ho fatto arrabbiare molto, vero?-

Si voltò. Il suo viso non era allegro come prima ma preoccupato

-Non sai in che guaio ti sei cacciata- le rispose

-Davvero? E in cosa consisterebbe il guaio?-

-Attenta! Molta gente cercherà di capire chi sei! Non Gli è proprio andata giù la tua sfida-

-L'ha ordinato a voi, i suoi Fidi Consiglieri ma so che non direte nulla-

-Perché dici che non gli ubbidiremo?-

-Attenta! Non puoi dirmi nulla!- disse Moko -O per colpa mia ci rimettete tutti quanti! Sapete perfettamente chi sono-

-Tranquilla, la sorpresa ce l'hai fatta- Così dicendo si allontanò sollevata

"Non è scocca e può vedere le cose che averranno. Quella colonna non è in mano sua per caso. Lei probabilmente sapeva ciò che l'aspettava" pensò sospirando

 

Moko, Gimli e Legolas la guardarono allontanarsi mentre i riflessi del tramonto le coloravano i capelli biondi; senza che se ne accorgessero era già arrivata sera. Andarono in un appartamento riservato a loro, Moko avrebbe dormito con loro per alcune settimane: il tempo necessario per decidere il da farsi al Perlhen. Il giorno dopo il loro arrivo fecero un giro per i luoghi in cui gli elfi abitavano, ecc. (Moko non ce la faceva più a resistere). Appena uscirono, videro meglio il loro alloggio: era come tutte le altre case elfiche (bianche con un tetto in legno a punta). Il "quartiere" era situato vicino ad un bosco argentato e le case s'inerpicavano su per un lieve pendio. Moko li costrinse a visitare il bosco; dopo mezz'ora lo avevano visitato tutto, non perché fosse piccolo ma perché Moko aveva un ritmo che neanche un cervo la superava.

-FERMATI!- disse stremato Gimli. La ragazza si voltò

-Siete stanchi?- chiese

-Accidenti! In mezz'ora lo abbiamo visitato tutto e secondo e non siamo STANCHI?!?!?!-

-Non mi offendere o ti fulmino!-

-Calmi! Non è successo niente. Però Moko cerca di rallentare!- disse Legolas

-Cercherò- rispose acida la ragazza: quella notte aveva fatto un sogno bruttissimo e non stava tanto bene. Riprese a camminare (se si può dire camminare uno che potrebbe fare i 10 km/h…) e uscirono dalla foresta. Il sole splendeva alto nel cielo e un leggero venticello dava sollievo all'afa di mezzogiorno

-Sole!- esclamò Moko coprendosi gli occhi mentre guardava verso l'alto -Il caldo e inconfondibile sole!-

-Ho fame…- si lamentò Gimli. Moko voltò a fissarlo

-Legolas, trattienimi o gli salto addosso!- disse partendo alla carica

-Ah!- esclamò il nano quando si vide saltare addosso la ragazza. Legolas la prese su dalle braccia

-Dai Moko…- disse persuasivo -lascialo stare…-

-Nano- disse acida Moko -ringrazia di cuore l'elfo o rischiavi di farti staccare una gamba a morsi!

Gimli indietreggiò dalla ragazza e inciampò in un sasso, aggrappandosi a Moko che si aggrappò a Legolas; finirono col ruzzolare giù per il sentiero. Quando si fermarono Moko alzò gli occhi e aprì la bocca meravigliata: davanti a lei c’era una sorta di giardino; aveva un laghetto al centro con intorno fiori e alberi. La cosa più particolare, che era quella che l’affascinava di più, erano alcuni rami di cristallo che collegavano le sponde

-Fantastico- mormorò Moko avvicinandosi a quel luogo –Sembra un giardino… ma non credo che lo sia…-

-Hai ragione, ragazza…- disse una voce proveniente dall’acqua Moko sussultò sorpresa

-Chi ha parlato?- chiese avvicinandosi al lago. Gimli e Legolas la guadarono interrogativamente

-Ma se non ha parlato nessuno!- disse Gimli

-Non ascoltarli- continuò la voce –Loro non possono sentirmi, ma tu si, mia principessa- Moko era arrivata sulla sponda e guardava quell’intreccio di cristallo che, con la luce del sole, proiettava sull’acqua giochi di colore

-Chi sei?- richiese la ragazza. Dall’acqua uscì un’ombra di luce. Moko, sbalordita, indietreggiò un poco. Un po’ più lontano i due non si mossero di un millimetro, non vedendo nulla. L’ombra era di una donna dai lunghi capelli, con orecchie a punta e un sorriso dolce sul viso. Moko spalancò gli occhi, sorpresa: nonostante l’immagine fosse solo un’ombra aveva riconosciuto l’identità della donna. Quel sorriso, quello sguardo…

-Madre…- mormorò Moko. L’ombra le sorrise dolcemente

-Ti aspetta un duro compito, mia principessa, l’ho sempre saputo. Mi spiace solo di non essere con te ora-

-Ma cosa dici! Non devi essere dispiaciuta!- Lei scosse la testa

-Se solo sapessi…. Attenta, ti dico solo questo. Guarda verso il mare, mi raccomando! Il pericolo materiale verrà da quella parte ma guarda anche nel tuo cuore. Non sempre la luce è sinonimo di bene- La figura pian piano scomparì –Buona fortuna, figlia mia…-

-Madre…- mormorò ancora lei

-Ehi Moko!- esclamò Gimli facendola sussultare –Si può sapere perché sei lì immobile? Non eri tu quella che aveva fretta?- Moko ripensò alle parole della madre…

 

-…Guarda verso il male… ma guarda anche nel tuo cuore… Non sempre la luce è sinonimo di bene…-

 

Ripensò al sogno di quella notte. La ragazza alzò gli occhi ai rami cristallini; la luce non li raggiungeva più e il cielo si era improvvisamente oscurato…

 

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Capitolo 3
*** Lo Stregone e la ragazza. Mare di ghiaccio ***


Capitolo 3

Lo Stregone e la ragazza. Mare di ghiaccio

[NdAmber&Je&Elly: abbiamo capito chi è!]

[NdMeky&Voce: finalmente!]

[NdLeTre: che volete? Mica siamo l’autrice e la voce della sua coscienza!]

[NdMeky: questa Voce non è la mia Voce della Coscienza…]

[NdVoce: già, io sono più intelligente]

Meky la fissa (non chiedetemi come si fa a fissare una voce…) satanica

[NdMeky: sai Voce, sono brava a fare i pupazzi wodoo delle voci come te…]

[NdVoce (molto preoccupata): perdono se quel che fatto è fatto io te lo chiedo, scusa regalami un sorriso io ti porgo una rosa…(per chi non lo sapesse è una canzone di Tiziano Ferro)]

[NdMeky (dopo essersi tolta i tappi dalle orecchie visto “l’intonatura” della Voce): si si, accetto le scuse. Ora continuiamo con la storia (e vai che mi ri-abbono con ‘sta frase…)]

 

 

-E’ lei?- chiese Gandalf. Fuori da una delle finestre del Perlhen osservava Moko che rientrava saltellando seguita da Gimli che brontolava e Legolas. Il re annuì

-Sai chi è?- chiese il sovrano. Lo Stregone aggrottò la fronte

-Non saprei proprio dire chi è. In fondo è da molto che ho lasciato la Terra di Mezzo e lei è giovane…-

-Voglio che tu scopra chi è. Usa tu il metodo migliore- Gandalf annuì. Il re si allontanò

“Che ragazza…” pensò fra sé Gandalf. Gli veniva da sorridere. Avrebbero fatto una bella chiacchierata.

 

Verso sera… Il sole tramontava dietro il mare e Moko, dal balconcino della stanza che le avevano assegnato, guardava il mare che si affacciava. Chissà a cosa si riferiva sua madre…. Udì bussare alla porta

-Avanti!- disse continuando a guardare il mare

-Buonasera Moko- La ragazza si voltò: era Gandalf

-Buonasera a te, Stregone- rispose cordialmente -Cosa ti porta qui?-

-Oh, nulla di grave…. Volevo solo scambiare qualche parola…- Lei annuì

-Te lo ha chiesto il Re?- chiese Moko appoggiando i gomiti sulla balconata restando voltata verso Gandalf

-Non proprio…- Lui si tolse il cappello dalla testa e lo appoggiò sul tavolino su un lato della stanza. Una leggera brezza prese ad animare i capelli neri di lei, facendoli muovere come in una danza. Gandalf si mise seduto

-Se non sbaglio- iniziò lei -tu facevi parte di quella compagnia che riportò l’Anello nel Monte Fato- Gandalf annuì

-Anche se- precisò lui -coloro che lo riportarono furono due hobbit: Frodo e Sam- Lontano da lì, un flauto prese a suonare. La dolce melodia raggiunse i due che rimasero in silenzio; Moko guardava il cielo, Gandalf la guardava

-Mi ricordi qualcuno…- disse lui. Lei lo fissò

-Davvero?- chiese lei; in realtà sapeva perfettamente che doveva ricordargli qualcuno. Sorrise -A chi somiglierei?-

-Non saprei…- Gandalf tornò silenzioso. La musica cessò. Moko si voltò l’ultima volta a guardare il mare. L’aria si era fatta più frizzante

-Perché sei qui?- chiese Moko. Gandalf si accigliò

-Cosa intendi dire?- La ragazza guardò il porto; lo sguardo le cadde su quel molo in attesa di una nave che non arriverà mai

-Chi aspetta quel molo?- chiese lei cambiando discorso- Gandalf si avvicinò e guardò dove lei gli indicava

-Aspetta una persona importante- rispose

-Una persona che non tornerà mai…- Moko appoggiò il mento alla balconata

-Chi lo sa?- disse Gandalf sorridendo -Magari un giorno in quel molo giungerà una barca- Prese il cappello -Arrivederci- disse uscendo. Si fermò sulla soglia -Credo di aver capito a chi assomigli- Le sorrise -Certo che la vita è piena di sorpresa-

-Arrivederci- lo salutò Moko. Lo Stregone uscì. Il flauto riprese il suo canto, ma non servì a ricreare l’atmosfera di prima: qualcosa si era rotto. Chi per lo stupore, chi per l’attesa, chi perché aveva assistito alla discesa del sole nel mare. Certo nessuno si sarebbe aspettato che l’alba avrebbe portato il gelo…

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La sala era senza abbellimenti, nonostante vi fosse un ballo. Dame e signori ballavano in sontuosi vestiti, con una maschera al volto. Una musica quasi silenziosa attraversava la sala, mentre i danzatori si muovevano senza emettere o provocare suono. Come facessero, Moko se lo chiedeva. Le porte le furono aperte. La ragazza indossava un abito bianco scollato ed un giglio fra i capelli neri. Il contrasto era stupefacente, senza contare che gli occhi grigi brillavano come di luce propria, fra le mani aveva una maschera come tutti gli altri; lei però non la voleva indossare, le dava fastidio. Improvvisamente la musica cessò. Tutto si bloccò e un gelo attraversò la stanza. La ragazza rimase immobile, non riuscendo a muoversi; una velo di ghiaccio coprì ogni cosa, ogni persona, salvando solo Moko. La ragazza fissò spaventata la stanza; che stava succedendo? La stanza si trasformò: le persone scomparvero, insieme agli oggetti e a tutto. Rimase solo il bianco e lei in piedi, senza nulla addosso; l’unica cosa che rimaneva era il gelo…

Nove luci apparvero in cerchio. Al centro vi era lei, e si voltava per cercare di capire cosa accadeva. Non le piaceva affatto quello che stava succedendo; inoltre si sentiva fluttuare nel nulla come se non avesse il corpo

Piano le luci si spensero e divennero dei disegni: in tutti era presente una stella e intorno ad essa vi erano degli ovali con, sul contorno, delle sfere che assomigliavano a perline. Il numero egli ovali era diverso: in un disegno ve n’era uno e pian piano si aggiungevano fina a raggiungere il numero nove. Si aggiungevano alla decorazione, dei fiori o delle falci di lune. Ad un tratto la stanza prese a vorticare restringendosi sempre più…

Moko si sentiva soffocare e cercò di uscire da quel cerchio ma qualcosa la teneva ferma per i piedi. Guardò cosa fosse e sussultò: mani di morti le tenevano le caviglie. Ora era vestita e aveva una veste stracciata e consumata

Vogliamo la tua Vita… I morti sussurravano in uno stridulo verso che gelò il sangue della giovane Dacci la tua Giovinezza…

-Lasciatemi!- tentò di urlare ma nessun suono le uscì dalla gola. Le mani la presero per le gambe Dacci la tua Vita… ululavano prepotenti. Un vento gelido le soffiava sul collo e dove i morti la toccavano ci rimaneva un segno rosso e doloroso

Si, daccela… Una voce di donna le soffiò all’orecchio. Le mani di lei le avevano preso il collo facendole provare un gelo in tutto il corpo. Cercò di liberarsi ma più si dimenava più veniva sommersa da quelle mani gelide come la morte

-Ah!- cercò di urlare, ma qualcosa le bloccò la bocca soffocandola

“Aiuto!” pensò disperata “Aiuto!”

-Moko!- Una voce. Ansimando la ragazza si alzò dal letto. Era sudata fradicia e le lacrime le cadevano dagli occhi

-Che c’è?- chiese lei cercando di rendere la voce normale

-Stavi urlando- rispose Gimli -e Legolas mi h spedito qui per sapere che succede-

-Nulla- disse lei -Buonanotte-

-Buonanotte- la salutò poco convinto il nano. Moko si mise sdraiata con gli occhi spalancati; per quella notte credeva di non riuscire più a dormire. Invece poco dopo, crollò nel sonno totale ma ormai era l’alba e il sole sorse da un mare strano quel giorno…

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Moko si svegliò, quella mattina, a causa dei rumori fuori la porta. Si vestì e guardò all’esterno: c’erano elfi che giravano inquieti

“Ma che succede?” si chiese la ragazza ancora mezza addormentata. Si affacciò al balconcino e si strofinò gli occhi, sbalordita. Forse aveva visto male…. Invece no, quel mare ricoperto di ghiaccio rimaneva

-Che cosa significa tutto questo?- si chiese lei guardando il ghiaccio che man mano si estendeva verso il largo. Qualcuno bussò alla porta -Avanti- entrarono Legolas e Gimli

-Hai visto cos’è successo?- chiese l’elfo indicandole il mare. Lei annuì

-Ma com’è possibile una cosa del genere?- chiese la ragazza -Non è nulla di buono…-

-Questo è sicuro…- disse il nano grave. Moko guardò il mare, poi, come un fulmine, le parole della madre le tornarono in mente

-Oh no…- mormorò. Gli alti due la guardarono

-Che succede?- chiese Legolas

-Il mare!- disse lei. Ora capiva cosa voleva dire la madre -Se il ghiaccio lo ricopre tutto raggiungerà la Terra di Mezzo e chiunque potrà arrivare qua! Vedete?- indicò la striscia di ghiaccio -Si sta formando una strada sul mare!- I due spalancarono gli occhi

-È vero!- esclamarono. Legolas la guardò

-Scommetto che però non sai come fermare il gelo…- disse lui. Fece segno di no. Tornarono a guardare la minacciosa coltre di ghiaccio che sempre più velocemente si faceva strada in mezzo alle acque. Improvvisamente il sole illuminò strani cristalli sopra il ghiaccio. Tutti e tre impallidirono

-Cosa sarebbe quello?!- esclamò Gimli avvicinandosi ancora di più

-Non ne ho la più pallida idea!- esclamò Moko. Li guardò a lungo mentre gli elfi fissavano sbigottiti quello strano avvenimento. Eppure alla ragazza ricordava qualcosa…. Racconti del padre, avventure e guerre passate le tornarono alla memoria… Spalancò gli occhi: sapeva cosa le ricordava. I guerrieri di Mordor, spettri simili a Nazgul e probabilmente creati da loro. Anche a Legolas e a Gimli venne la stessa rivelazione. Si guardarono e uscirono dalla stanza per scendere, nella direzione di tutti

Durante la discesa Moko si bloccò

-Andate avanti- disse ai due -io vi raggiungo- Presto scomparvero dalla sua vista. Si voltò verso l’alto; la gente intorno a lei non esisteva più. Iniziò a correre verso l’alto e non si fermò davanti a nulla. D’un tratto si fermò; non c’era più nessuno intorno a lei. Guardò la scala ora a chiocciola arrampicarsi interminabile per quell’abitazione. Doveva andare lassù, lo sentiva con tutta se stessa. Riprese a correre mentre all’esterno, l’esercito di Mordor, che si era creduto annientato dopo la distruzione dell’Anello, avanzava senza sosta, come solo degli spiriti erranti potevano fare…

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Capitolo 4
*** I nove sigilli ***


Nuova pagina 3

Capitolo 4

I nove sigilli

 

NdA: poiché stiamo giungendo alla vera azione della storia (una delle prime spero e credo) devo mettere un po’ di parole a caso per allungare l’attesa… [NdUnaVoce’Casuale’: bastarda…]. In fondo cosa vi aspettate da una mente malata come la mia? (Potete anche provare a chiedere ad Amber che sa bene cosa voglia dire aspettare tanto tempo in suspence… [NdAmber: già, ho avuto tanti istinti omicidi per questo…]) Comunque… poiché sono buona taglierò con queste cretinate e continuerò la storia…[Segni d’assenso comune da tutti (tranne che per la bontà dell’autrice)]

[NdA: guardate che se mi offendete continuo con la suspence ancora per un po’…] [NdTutti: no grazie!]

Quella sala, se la ricordava, faceva parte del suo sogno. Gente che danzava, con sontuosi abiti e una maschera al viso. La musica silenziosa aleggiava nell’aria della stanza, con quell’immobilità che già aveva sentito. Eppure non aveva paura, no. Entrò nella sala, col suo abito bianco, la maschera in mano, una bellezza lucente in un’oasi oscura. E poi il gelo. Fu allora che ebbe paura. Quando il ghiaccio ricoprì tutto ci fu qualcosa che si sbloccò dentro di lei, come se quel gelo avesse l’effetto contrario su di lei. Ed ogni cosa sparì, solo lei lì, come sospesa in quel bianco vuoto che la circondava, nuda nel corpo e nell’anima. Avrebbe tanto voluto che si fosse trattato di un sogno, quella notte, invece della sua solita lungimiranza. E anche le luci apparvero, coi loro simboli, con la conoscenza di ciò che sarebbe venuto dopo, con la consapevolezza che quello non era un sogno; Moko chiuse gli occhi mentre intorno a lei i simboli vorticavano, si stringevano attorno a lei, sempre più soffocata ma non poteva uscire perché qualcosa la teneva ben stretta dai piedi

Vogliamo la tua Vita… I morti, c’erano anche loro; e lei, con la sua veste stracciata, che voleva urlare ma non ci riusciva tanto era attanagliata dalla paura. Le mani si arrampicarono su, lungo le gambe… e lei tentava di liberarsi e di urlare, ma una mano le aveva infine bloccato la bocca e le mani si piantavano dolorosamente sul suo corpo

“Aiuto!” pensò disperatamente “Aiuto!” Aveva paura, come nel sogno. Ma ora sapeva che non sarebbe stata svegliata dalla voce di Gimli. Strinse gli occhi, mentre quelle mani la tiravano per le braccia, il collo, le gambe, dolorosamente. Poi… una voce, la luce

-Lasciatela!- La voce della madre la proteggeva e presto quegli spiriti inquieti scomparirono. Qualcuno la prese fra le proprie braccia. Suo padre.

-Ora tocca a te. Vola oltre le nubi, oltre il cielo, dalle Stelle. Guarda nel tuo cuore, in te stessa. Troverai la forza, piccola mia-

Moko si alzò di soprassalto. Non sapeva come ma aveva raggiunto la fine dalla scala a chiocciola. Si guardò attorno. Ora era nel Perlhen, ne era certa; era in cima al palazzo, in una stanza alta con una cupola che faceva entrare la luce, un pavimento in mosaico cui sembravano mancare dei pezzi e ai muri gli strani simboli che aveva visto prima. Erano in argento e incastrati nel muro; uno di essi, quello con solo un ovale, aveva lasciato un segno della sua presenza passata. Ora rimaneva solo un piccolo ciondolo con una punta di stella ai piedi del segno. La raccolse e, ancora tremante dallo spavento preso, guardò con attenzione ogni simbolo ma nulla l’aiutava a capire a cosa servissero. Sembravano dei sigilli…

Spalancò gli occhi. Prese la punta di stella e l’osservò, poi guardò il segno lasciato dal primo simbolo. L'impronta rimasta era di una stella con attorno un ovale e agli angoli dei gigli

-Oh…- mormorò stupita lei. Le tornò in mente un racconto che sua madre le raccontava sempre. C’erano nove sigilli in una terra lontana. Nessuno sapeva che esistessero ma un giorno, quando le forze del male attaccarono quelle terre, qualcuno ruppe questi sigilli. L’energia che sprigionò dalla rottura apparteneva ad una Stella e, grazie ad essa, riuscirono a scacciare il male.

E se quella storia si riferisse alle Terre Immortali? In fondo sua madre era un elfo… Questo, però, voleva dire che lei sapeva tutto fin dall’inizio, quando ancora le raccontava quella storia! No, era impossibile… Scosse la testa per scacciare quei pensieri. Guardò una possibile via d’uscita ma nulla, non c’era niente che permettesse di uscire o anche solo entrare

-Ora che faccio?- si chiese a voce alta. Si sedette a pensare. Un raggio del sole le illuminò il viso e qualcos’altro…

-Ma certo!- esclamò scattando in piedi. Si era scordata della Collana della madre, la Chiave per Eressea! Guardò i vuoti nel pavimento. Uno di essi poteva essere lo spazio per la punta… Guardò ma nulla aveva la forma di punta di stella. Guardò la Collana; le dava fastidio doverlo fare, ma doveva provare…

Buttò nel centro del pavimento la Collana ed essa si spezzò come se fosse di vetro; rimasero le stelle di gemma bianca, ancora intere, e pezzi d’argento. Improvvisamente le stelle presero come vita e si alzarono volando verso i simboli. Moko non aveva mai notato che le stelle nella Collana fossero proprio otto…

Le stelle si avvicinarono fino a formare una stella più grande, con al centro la punta che sporgeva. Moko si avvicinò; timorosa lo prese in mano e da esso si staccò una piccola stella. Si avvicinò ad uno dei pezzi mancanti nel mosaico, mentre il resto della nuova collana rimaneva sospesa nell'aria. Appena il pezzo fu dentro l'apposito spazio il secondo sigillo, una stella al centro con due ovali attorno e falci di luna agli angoli, sparì lasciando il segno e un'anima apparve dal muro. Moko indietreggiò, mentre l'anima, che aveva l'aspetto di una donna dai lunghi capelli neri, le si fermò davanti

Troppo facile il cammino

per chi come te ha un destino

Troppo assurdo è il luogo

ove ogni cosa prende fuoco

Se il secondo sigillo rotto hai

attenta, perché al prossimo, mia Stella, non ti salverai

Detto questo la donna scomparve, lasciando solo quel presagio e una scia d'argento. La ragazza scosse la testa cercando di tornare in se stessa

"È stato facile…" pensò lei sconcertata "Troppo facile…" Si avvicinò alla collana e da essa si stacco un pezzo con quattro punte. Cercò sul pavimento un vuoto così e v'incastrò la tessera. Tutto divenne azzurro, e dal terzo sigillo uscì un vortice di ghiaccio con dentro un bambino

Eccola qui, la piccola Stellina

ho che paura hai, piccina

Da me non sfuggirai

sono il gelo, tu lo sai

Oh, la Stella

 che farà ora?

La soluzione tu già sai

 e se morire non vorrai

al più presto dirmela dovrai

Quando la voce glaciale del bambino fantasma smise di parlare, piano un velo la rinchiuse in una sfera di freddo

-Io ti ho già sconfitto!- esclamò rivolta allo spirito. Si concentrò. Non era difficile, per sconfiggere il gelo bisognava trovare il calore. Pensò a tutto ciò che la faceva provare calore nel cuore e piano la sfera esplose. Con un grido lo spirito scomparve, lasciando una lastra di ghiaccio su pavimento. Un piccolo tonfo segnò la scomparsa del terzo sigillo, sempre la stella al centro con tre ovali, e stelle a nove punte agli angoli. La ragazza staccò un’altra stella a sei punte e la rimise al suo posto sul pavimento. Una dolce melodia, un po’ malinconica, si sparse per la stanza, mentre dal quarto sigillo, stella in mezzo, quattro ovali intorno con agli angoli dei gigli, partì una voce

Ah… ah… ah… il dolore…

Oh… oh… oh… come soffri…

Uno spirito di donna uscì dalla parete. Portava un abito stracciato e il viso era rigato da lagrime inesistenti. Lei la fissò

Ah, facile, troppo facile! esclamò lei guardandola. Moko si indicò Si, tu! Tu che hai tutto, la vita, persone care, un futuro! Gli occhi bianchi la guardarono con ira e un voce tenebrosa interruppe la melodia

Questa è la tua prova, principessa

Questa è il mio dolore, Stella

Tu hai un Destino

Io ho la pena!

Dannata, dannata!

Questa sarà anche la tua maledizione!

Tutto si oscurò e la ragazza si ritrovò legata, senza sapere neanche come avessero fatto. Cercò di liberarsi ma le corde si trasformarono in rose e le spine le penetrarono nei polsi e nelle caviglie

Stavolta nessuno ti salverà

la tua tomba, la vedi? È là!

Moko guardò ai suoi piedi; in effetti, c’era una bara ma all’interno c’era il corpo della donna-spettro! Cercò di toccare il bordo della bara ma più si muoveva più le spine andavano in profondità

-Ahi…- mormorò lei. Guardò verso la scia bianca che vorticava in quello spazio scuro, lanciando acuti lamenti

“Come faccio a liberarmi?” pensò Moko cercando di spostare le rose sparse sul corpo e sulla bocca “Di sicuro è un’anima infelice… Ma cosa posso fare io?”

Sbuffò e lo sguardo le cadde sulla spiritica scia bianca che attraversava visibile l’oscurità. Mosse le mani e cercò di staccare una spina. Con quella cercò di liberarsi ma invano

Ah ah ah! È tutto inutile!

Arrenditi! Sei debole ormai!

-Questo è quello che dici tu!- cercò di dire lei. Fissò decisa la punta e, in un impeto, la buttò dentro la bara. Piano crebbe un’altra pianta di rose e la scia scomparve, liberando la ragazza

Non hai ancora vinto!

Moko fissò la bara, incerta sul da farsi. Alla fine cercò di togliere la pianta dalla bara

“Forse se riesco a calmare l’anima della donna lei scomparirà e io terminerò la prova” pensò lei. Finito di togliere le rose, graffiandosi le mani e le braccia con le spine, guardò il corpo della donna

-Non so come fare a togliere la maledizione che c’è su di te- disse rivolta allo spirito che, dopo aver levato la pianta, era tornato a volteggiare –ma voglio almeno dirti che mi dispiace…-

Si chinò sul corpo freddo della morta e le mise le mani ai lati della testa. Una luce bianca scaturì dalle sue mani e attraversò il corpo; la luce cancellò piano tutto l’ambiente circostante facendolo tornare normale. Anche il quarto sigillo era diventato un segno. Una stella a quattro punte si staccò da sola dalla collana e si collocò sul suo vuoto nel mosaico. All’istante il quinto sigillo, una stella con cinque ovali intorno e con agli angoli delle falci di luna, scomparì lasciando la solita impronta e, al suo posto apparve la donna di prima. Stavolta la veste era intatta e anche il viso non era segnato da lacrime

Perché?

Moko la guardò interrogativamente

Perché lo hai fatto?

-Perché mi sembrava la cosa giusta…- rispose lei. La donna la fissò quasi con odio

Hai messo fine al mio dolore

non alla mia maledizione

Hai sbagliato e sei scappata

tu che sei amata

Oh! Il tormento non può lasciarmi

o la morte sola resterà

Ma ormai sconfitta tu mi ha

 e, ahimè, ormai nulla posso far

 Addio Stella e attenta, la Morte è la pena meno dolorosa per te

La donna scomparve, lasciando quella melodia che aveva accompagnato l’apertura del quarto sigillo. Dal quinto sigillo apparve un’elfa con una piccola cetra in mano

Si bloccò a pochi metri da Moko continuando a suonare quella melodia. Lo spirito aprì la bocca. Un manto rosso sangue ricoprì tutto, la musica cambiò diventando quasi satanica. La ragazza rabbrividì involontariamente

-Che… che succede?- chiese balbettando la ragazza

Nulla

Guardò le donna; le aveva parlato con un tono strafottente. Una risatina uscì dalle labbra dello spettro

Hi hi hi! Guarda come tremi

Sei per caso bagnata?

Oh, te la stai facendo addosso dalla paura!

Hi hi hi!

-Non è vero!- esclamò Moko guardandola indispettita. Alle sue parole il colore divenne ancora più scuro

Oh, non mentire!

Tra poco cadi da tanto ti tremano le gambe!

-Smettila! Sei una bugiarda!- Il colore divenne marrone scuro

Mi dai della bugiarda?

Osi darmi della bugiarda?

Oh! Che sfacciata la nostra stellina!

Ma guardala lì, non è neanche degna d’essere quello che è…

Moko la fissò con odio ma non rispose

Cos’è? Ti hanno tagliato la lingua?

-ZITTA!- esclamò lei esasperata dalla continua parlantina. Tutto divenne nero –Smettila! Lo capisci che non ti sto ascoltando?!- La donna incrociò le braccia e la guardò con superiorità

Ti comporti proprio da bambina

Non sembri neanche avere i tuoi vent’anni…

Moko si guardò intorno; l’aria stava diventando irrespirabile e pesante

“Come fa a sapere che ho vent’anni?” Un’idea le attraversò la mente “Ma certo! Perché non ci ho pensato prima? Potrebbe rappresentare la discordia e io ci sono cascata proprio come una bambina! E invece ho vent’anni…”

-Sai una cosa?- Sorrise alla donna –Hai ragione!- Lo spettro spalancò gli occhi –Sono proprio una bambina sfacciata, senza il minimo rispetto verso nessuno. Ti chiedo scusa- La donna emise uno stridio

Come puoi dire che ho ragione io?! Tutto quello che ho detto era falso! FALSO!

-Davvero? Hai detto che hai mentito…-

La donna la fissò con odio poi, con un grido scomparve facendo tornare tutto normale

-E ora il sesto sigillo- disse Moko alzandosi e staccando un’altra stella stavolta a tre punte. Guardò il pavimento per cercare un altro foro nel mosaico ma… l’immagine era completa! Aggrottò la fronte; come faceva a sbloccare il sesto sigillo? Guardò nuovamente la stanza. Le colonne della cupola! Erano nove disposte in modo da sembrare attaccate al muro. Però, quattro di esse, quelle che corrispondevano ai punti cardinali, erano più sporgenti delle altre e avevano, ora che ci guardava, una fessura a forma di stella a tre punte. Si avvicinò e incastrò la stella nella colonna ad est

Il sigillo (stella in mezzo con attorno sei ovali e agli angoli dei gigli) scomparve, lasciando uscire un piccolo gatto fantasma

Miao…

Moko piegò la testa di lato

“Un gatto?!” pensò sorpresa

Miao…

-Ciao bel micino…- disse la ragazza guardando sorridendo il felino. Il gatto iniziò a soffiare, finché non divenne grande come una tigre –Calma micino…- Moko indietreggiò mentre la belva avanzava verso di lei; continuava a ringhiare sommessamente e l’osservava con odio. Improvvisamente la tigre balzò mancando di pochissimo la ragazza che, prontamente, si era spostata, evitando la zampata

“Ma che dolce micetto” pensò Moko schivando un’altra zampata “Se solo avessi un’arma con cui difendermi…” Dal nulla apparve un bastone

-Questa la chiamate arma?!- esclamò la ragazza rivolta al cielo –Se doveva proprio accadere un miracolo, perché non lo fate almeno decente? Questo ha poco del miracoloso, ha più della buffonata!-

[NdA: ehi! Non offendermi! Se vuoi mi riprendo il bastone…]

[NdMoko (scotendo la testa): nonononono!]

La tigre ruggì e ripartì, ma stavolta la ragazza non riuscì a spostarsi. Si protese con il bastone e la tigre, ruggendo arrabbiata fu scaraventata lontano da mille scintille

-Ritiro subito quello che ho detto- disse lei sorridendo meravigliata –Altro che miracolo!-

[NdA: contenta adesso?]

[NdMoko: oh, grazie Sempai, oh, grazie grande Guru!]

[NdA: … -_-‘. 1- L’unico grande è Tolkien che ha inventato la storia. 2- Guru di cosa? Il più grande in Il Signore degli Anelli è e rimarrà TOLKIEN!]

[NdMoko: scusa assetata di sangue… (uff…)]

[NdA: ehi!è__é]

[NdMoko (abbastanza stanza dei capricci dell’autrice): scusa tanto Meky, mia inventrice! A te devo la vita…]

[NdA (soddisfatta): adesso andiamo meglio… E NON DIMENTICARE CHI È IL VERO GURU! Chi è?]

[NdMoko (senza voglia e scocciata al massimo): Tolkien…]

Puntò il bastone verso la belva ed essa, per risposta, ruggì arrabbiata. Dal bastone partì un raggio azzurro che colpì alla zampa la tigre. Strillando, quest’ultima fece un balzo avanti e mancò per un pelo la ragazza che, in risposta, le sbatté l’arma in testa. Un lampo accecante scaturì dal bastone e la tigre scomparve.

-Yeah!- esclamò mentre il bastone scompariva –Mi mancano solo altri tre sigilli!- Prese un’altra stella a tre punte e la mise nella colonna a ovest. Subito il settimo sigillo (stella al centro con attorno sette ovali e stelle agli angoli) scomparve, lasciano il posto al solito al solito segno.

L’oscurità scese all’istante. Non vedendo più nulla, la ragazza, rimase immobile, attendendo un suono; ed esso arrivò! Era una sorta di squittio

“Topi?!” pensò abbastanza sorpresa. Qualcosa le strisciò vicino alle gambe facendola sobbalzare. Un altro squittio. Moko si guardò intorno senza riuscire a fendere l’oscurità. Improvvisamente piccole zampette pelose si arrampicarono lungo le gambe, facendole trattenere a stento un grido

“Che succede?!” si chiese cercando di togliersi di dosso quelle creature. Occhi rossi spuntavano fra le tenebre e questo la fece rabbrividire e non poco “Ma cosa sono?! Non sembrano per niente topi…” Iniziò a scuotersi, ma più si muoveva, più le creature aumentavano

“Ci vorrebbe un altro miracolo…”

[NdA: ehi! Per chi mi hai preso? Non sono mica una divinità! E poi i miracoli accadono una volta sola nella vita…]

[NdMoko (supplicando): dai… non farti pregare…]

[NdA: va bene…]

Una piccola torcia apparve dal nulla, facendo squittire indispettiti i topi che diminuirono

-Ah ha! Allora temono la luce!- mormorò esultante la ragazza. Lei iniziò a scuotere la torcia attorno al corpo e le creature si allontanarono squittendo dalla ragazza; ma il fuoco non si limitò ad allontanarle, ma ne bruciò una buona parte. I topi scomparvero e, con loro, anche l’oscurità generale

-Me ne restano solo due!- esclamò contenta. Prese la stella a tre punte e la infilò nella colonna a sud; il sigillo (stella al centro con attorno otto ovali e agli angoli dei gigli) scomparve subito…

 

NdA: Scusate se non ho potuto aggiornare prima, ma il mio computer era KO e… non potevo certo aggiornare! Smack a tutti!

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Capitolo 5
*** L'esercito si ritira ***


Capitolo 5: L’esercito si ritira

Capitolo 5: L’esercito si ritira

 

[NdA: sono stata costretta a dividere il capitolo 4 perché diventava troppo lungo per i miei gusti, quindi… non vorrei essere stata troppo noiosa nelle varie lotte (non si può mai sapere)! Non mi resta che dire…]

[NdAmber&Jey&Pomolo: …buona lettura!]

[NdA: ehi! Adesso mi fregate anche le battute?!]

 

^-^’  ^-^’  ^-^’  ^-^’  ^-^’

 

Moko guardò l’ottavo sigillo sbloccarsi e si preparò al peggio. In effetti, il peggio accadde… Con un boato, qualcuno colpì la cupola del Perlhen facendo crollare un pezzo della colonna a nord; sfortunatamente il foro a forma di stella si staccò. La ragazza spalancò gli occhi

-Oh cavolo…- mormorò lei. Intanto dietro di lei apparve un altro spettro

Vicino all’arrivo sei

-Si si- lo interruppe lei. Lo spirito, sbigottito, rimase zitto –intanto il solco per l’ultima stella non c’è più e tu mi vieni a dire l’ennesima filastrocca stupida…-

Oh, scusa tanto! È colpa di quella stupida dell’autrice! Io non…

Lo spettro si zittì e si voltò verso una strana nube apparsa dal nulla. L’autrice apparve dalla nube con addosso una veste azzurra, una sorta di cappotto del medesimo colore chiuso solo fino al petto e con maniche ampie; ai polsi aveva degli strani braccialetti fatti con lacci neri e con incise sopra rune magiche. I capelli erano lunghi fino alla fine della schiena ed erano legati da un altro laccio uguale ai braccialetti, con una coda particolare, perché teneva stretti i capelli alla fine e non alla nuca (insomma, per capirci alla Chidori in Full Metal Panic 4)

-Cos’hai osato dire?- chiese con voce minacciosa lei –Sbaglio o hai detto che sono stupida?-

Perdonami, ti preeeego….

-Zitto spettro!- Intanto Moko continuava a fissare sconsolata la colonna

-E ora che faccio…- mormorò lei. Meky si avvicinò alla colonna, poi guardò la faccia dell’eroina e scoppiò in una risata malefica

-Ah ah ah! Ben ti sta!- esclamò divertita –Non a caso sono un genio!- Si mise le mani sui fianchi –Moko, chi è il vero, grandissimo e mitico guru ne Il Signore degli Anelli?-

La ragazza la fissa col fuoco negli occhi

-Mi hai… ROTTO!- esclamò al limite della calma. Meky indietreggiò un poco –Questa è la MIA avventura! MIA! Vedi di non impicciarti, chiaro? O quella stupida tenuta da maga non ti salverà!-

-Ok, tolgo il disturbo…- disse l’autrice sorridendo preoccupata. Lei fece un gesto con la mano, ai suoi piedi apparve un sigillo a stella e scomparve. Moko si voltò verso lo spettro

-Forza continuiamo- disse lei. L’altro annuì

Vicino all’arrivo sei

Ma purtroppo la colonna è rotta

-Grazie per avermelo ricordato- esclamò alterata lei

Ma io aiutarti posso

Se tu mi sconfiggerai

Forse la colonna riaggiusterò

-Forse?!- disse Moko scoccandogli un’occhiataccia

OH…! Se mi sconfiggerai

La colonna riaggiusterò!

Va bene così?!

La ragazza guardò lo spettro senza forma

-Cosa devo fare per sconfiggerti?- chiese lei

Devi capire che forma ho realmente

-Quella di uno spettro!- Il fantasma cadde all’indietro

Prima di avere la forma di spettro!

-Ma tu non avevi specificato- disse offesa lei –Mi hai imbrogliato!-

L’altro non poteva dire che non fosse vero

Va bene, hai vinto

Ma non ti aiuterò!

Il fantasma scomparve

-Ehi, e la colonna?!- esclamò la ragazza al vuoto. Una voce la raggiunse

Arrangiarti dovrai,

mia piccola stella

Ah ah ah!

-Dannatissimo spettro…- disse stringendo le mani a pugni –Se tu fossi ancora vivo ti sistemerei per bene…-

La ragazza guardò nuovamente la colonna –mi ci vorrebbe un coltello…-

[NdMoko: senza contare che sarò costretta a richiedere l’intervento dell’autrice]

[NdA (che ha le orecchie moooolto lunghe): siiiii? Cosa mi hai chiesto?]

[NdMoko (sbuffando): non è che potresti far avverare il terzo miracolo?]

[NdA (fissandola): ma siamo matti?! Neanche per sogno!]

[NdMoko: daaaai… farai un guinness dei primati… metteranno il tuo nome sul libro…]

[NdA (pensandoci su): perché no… Ok]

Dal nulla apparve un piccolo coltello. Lei lo prese e iniziò ad incidere sulla colonna il contorno della stella; successivamente scavò all’interno, fino alla ricreazione dello spazio. Moko v’infilò la stella e l’ultimo sigillo si sbloccò. Cosa l’aspettava? Uno spettro famigliare a lei fece la sua apparizione. La ragazza indietreggiò sorpresa

Combatti…

-M-madre?!-

 

Moko fissò sbalordita il fantasma

“No, non è possibile!” continuava a pensare disperatamente “Io… io non posso combattere contro mia madre!”

Combatti…

Lo spettro scattò in avanti e le dita si trasformarono in artigli che la ragazza evitò per un soffio. Subito si voltò e ripartì all’attacco; la ragazza riuscì a difendersi col piccolo coltello, ma inutilmente: l’altra mano le graffiò il braccio. Moko spinse via lo spettro, che a differenza degli altri aveva forma e consistenza. Si tenne stretta il braccio sanguinante, mentre la risata dello spettro raggelava l’aria

“Quella non è mia madre! Quella non è mia madre!” continuava a pensare la ragazza

Combatti… o morirai…

Stavolta Moko corse in avanti e tagliò il braccio allo spettro. Un urlo agghiacciante ruppe l’aria. La ragazza si tappò le orecchie per non sentire. Subito, il braccio dello spettro tornò come prima

Combatti…

-Basta!- singhiozzò lei tappandosi le orecchie –Basta…- Il fuoco del dolore la rese ceca e iniziò a sentire solo una voce strana, sinistra dentro di sé

“Ti sei arresa, vigliacca! Hai accettato di far cadere il mondo, il tuo popolo, nelle mani del male!” La vocina continuava insistentemente a parlarle. Alzò gli occhi pieni di lacrime sullo spettro, ma non lo vide, solo fuoco intorno a lei. Poi parole le sfiorarono il viso

Guarda nel tuo cuore…

Lefiamme piano sparirono, lasciando ceneri inesistenti e un’idea… Lo spettro parti all’attaccò, ma Moko chiuse gli occhi e portò le mani al cuore

Guarda nel tuo cuore…

-Tu- esclamò la ragazza tenendo gli occhi serrati –non sei mia madre! Lei è diversa da te!- Alzò le mani come per proteggersi dall’attacco e raggi di luce bianca partirono verso il fantasma. Questo, con un urlo, si bloccò e si nascose nell’ombra

Argh! Luce celeste!

-Questa luce è amore, spettro. MIA MADRE NON LA TEMEREBBE MAI!- urlò in preda all’ira –TU NON PUOI INGANNARMI IN QUESTO MODO! NON PUOI USARE MIA MADRE!- La rabbia dell’imbroglio le esplose dentro, mista all’ira, all’irrefrenabile voglia di farla finita, di tornare a casa, lontano da spettri, prove e dolore –SCOMPARI SPETTRO!- La luce inondò la cupola, distruggendo lo spettro. Ma la luce non si fermò: uscì attraverso i vetri e attraversò le terre di Eressea, poi raggiunse il mare. Lì, sulla spiaggia, elfi e spettri stavano combattendo, ma all’arrivo della luce gli spettri, urlando di dolore si allontanarono verso il mare ghiacciato. Gli elfi alzarono lo sguardo, sorpresi, sulla cupola, ora rilucente, del Perlhen

La luce scomparve, ma un’altra iniziò a brillare; i pezzi di collana rimasti, nove in tutto, si unirono cambiando forma. Senza sapere come, Moko si ritrovò in cima alla cupola, con accanto due oggetti brillanti: la Stella del Vespro e la Stella dei Dunèndain

-Madre… Padre…- Moko sorrise, mentre guardava le Terre Immortali –Sapevo che mi eravate vicini…- Chiuse gli occhi e…

L’energia delle due stelle si fuse nella ragazza, e una luce potentissima cavalcò le vie dell’aria. Il ghiaccio iniziò a sciogliersi, piano, facendo cadere in acqua l’esercito oscuro. Ma la luce trapassò tutto, acqua, persone, la terra stessa, facendo scomparire ogni traccia degli spettri. La luce scomparve e Moko svenne

 

Moko si risvegliò in una stanza bianca, sdraiata su un letto con di fianco Elrond

-E così ce l’hai fatta- disse l’elfo –Brava Moko… o dovrei dire Lawy?- Tutti e due sorrisero –Il re ne è rimasto molto sorpreso, alla fine sei riuscita a far prendere un colpo a qualcuno…-

Galadriel entrò bussando

-Oh, vedo che ti sei risvegliata! È da quasi un giorno che dormi, cara!- disse lei sorridendo

-C-che?! Un giorno?! Accidenti…- disse sorpresa Lawy

-Ah, il re ti vuole parlare- disse Elrond

 

La ragazza uscì dalla sala del Consiglio sospirando. Ad aspettarla c’erano Gimli e Legolas

-Allora?- chiesero i due all’unisolo. Lei alzò lo sguardo triste su di loro… e non poté trattenersi dal ridere. I due la guardarono confusi

-Posso rimanere qui!- esclamò abbracciando entrambi.

-Sono felice per te- disse Legolas sorridendole. Un pensiero colpì Lawy

-Certo che prima dovrò dire qualcosa a mio fratello… poverino, avrà messo soqquadro tutta Minas Tirith per trovarmi!-

-Già…- sbuffò Gimli –Senza guai non sai stare…-

-Ehi, non è affatto vero!- esclamò indignata lei –Hai visto, comunque? In fondo questo “guaio”, come lo chiami tu, ha salvato le Terre Immortali! Quindi…-

-Non a caso, tutta la popolazione ti è infinitamente grata!- disse Legolas

-Immagino che i tuoi genitori siano molto fieri di te- disse Gimli –immagino che abbiano fatto il tifo per te da lassù-

-Già…- Lauwy guardò fuori, verso il mare –Già…-

 

Lontano da lì, in una grotta nell’acqua, in una cappa senz’acqua….

-Oh… ce lo hanno portato via… Cattivi cattivi! Ma ora pensiamo noi a loro, vero tesssoro? Ora, però, nessuno ci può battere…-

 

 

 

bgha

e Fine f

cghd

 

 

 

 

 

Scusate se questo chap, all’inizio prende un aspetto un po’… impazzito e che stava diventando troppo noioso con i vari indovinelli, combattimenti a causa dei sigilli.

Volevo dirvi, a scopo informativo, che il vestito che indosso quando appaio nella storia è il mio vestito da maga. In realtà, se andate a vedere le mie informazioni personali (non so se si chiamano così… so solo che se cliccate sul nome di un autore ti appare una schermata con anche quello…) il vestito è diverso. Il secondo è il mio vestito da Elfa apprendista maga, il primo da maga umana ed adulta (anche se la vera e propria Meky è quella del secondo vestito… soprattutto perché ho quasi 14 anni, adesso 22-06-05, e non credo di essere adulta…)

Piccola nota: nella frase finale la parte in corsivo vuol dire che qualcun altro ha iniziato a parlare, una seconda identità, per farla breve.

Beh, ciao a tutti! Spero di non avervi annoiato con questa fic non tanto lunga. Ringrazio di cuore tutti i 129 (e passa) che hanno letto il primo capito, i 68 (credo) che hanno letto il secondo e tutti gli altri, perché i numeri precisi non li ricordo, anche se vanno sempre più in discesa… (sigh…)!

Ma siamo allegri! La fic, metodicamente parlando, è finita, spero vi sia piaciuta! Vi amo tanto!

No, adesso sto esagerando… Vi voglio tanto bene è un po’ esagerato, contando che non vi conosco nemmeno, tranne Amber, ma questa è un’altra storia…

Ciao, lettori, alla prossima funfictions, e che la forza sia con voi!

[NdAmber&Elly&Je: scusa, ma che c’entra con il Signore degli Anelli?]

[NdMeky: nulla, ma era bello da dire…]

Ciao raga! Spero di rivedervi presto, soprattutto nella lettura di una mia fic! Oh oh oh!

[NdMeky: beh, ormai dovreste saperlo che sono un po’… matta…]

[NdTutti: un po’?!]

[NdMeky: dai… ragazzi… siate gentili… è l’ultimo capitolo… ^-^’]

 

abcdefgh

 

Tenebre, fuggite!

La Stella è arrivata

 

abcdefgh

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