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Capitolo 4
I nove sigilli
NdA: poiché stiamo giungendo alla vera azione della
storia (una delle prime spero e credo) devo mettere un po’ di parole a caso
per allungare l’attesa… [NdUnaVoce’Casuale’: bastarda…].
In fondo cosa vi aspettate da una mente malata come la mia? (Potete anche
provare a chiedere ad Amber che sa bene cosa voglia dire aspettare tanto tempo
in suspence… [NdAmber: già, ho avuto tanti istinti omicidi per questo…])
Comunque… poiché sono buona taglierò con queste cretinate e continuerò la
storia…[Segni
d’assenso comune da tutti (tranne che per la bontà dell’autrice)]
[NdA:
guardate che se mi offendete continuo con la suspence ancora per un po’…] [NdTutti:
no grazie!]
Quella sala, se la ricordava, faceva parte del suo
sogno. Gente che danzava, con sontuosi abiti e una maschera al viso. La musica
silenziosa aleggiava nell’aria della stanza, con quell’immobilità che già
aveva sentito. Eppure non aveva paura, no. Entrò nella sala, col suo abito
bianco, la maschera in mano, una bellezza lucente in un’oasi oscura. E poi il
gelo. Fu allora che ebbe paura. Quando il ghiaccio ricoprì tutto ci fu qualcosa
che si sbloccò dentro di lei, come se quel gelo avesse l’effetto contrario su
di lei. Ed ogni cosa sparì, solo lei lì, come sospesa in quel bianco vuoto che
la circondava, nuda nel corpo e nell’anima. Avrebbe tanto voluto che si fosse
trattato di un sogno, quella notte, invece della sua solita lungimiranza. E
anche le luci apparvero, coi loro simboli, con la conoscenza di ciò che sarebbe
venuto dopo, con la consapevolezza che quello non era un sogno; Moko chiuse gli
occhi mentre intorno a lei i simboli vorticavano, si stringevano attorno a lei,
sempre più soffocata ma non poteva uscire perché qualcosa la teneva ben
stretta dai piedi
Vogliamo la tua Vita… I morti, c’erano anche
loro; e lei, con la sua veste stracciata, che voleva urlare ma non ci riusciva
tanto era attanagliata dalla paura. Le mani si arrampicarono su, lungo le
gambe… e lei tentava di liberarsi e di urlare, ma una mano le aveva infine
bloccato la bocca e le mani si piantavano dolorosamente sul suo corpo
“Aiuto!” pensò disperatamente “Aiuto!” Aveva
paura, come nel sogno. Ma ora sapeva che non sarebbe stata svegliata dalla voce
di Gimli. Strinse gli occhi, mentre quelle mani la tiravano per le braccia, il
collo, le gambe, dolorosamente. Poi… una voce, la luce
-Lasciatela!- La voce della madre la proteggeva e presto
quegli spiriti inquieti scomparirono. Qualcuno la prese fra le proprie braccia.
Suo padre.
-Ora tocca a te. Vola oltre le nubi, oltre il cielo,
dalle Stelle. Guarda nel tuo cuore, in te stessa. Troverai la forza, piccola
mia-
Moko si alzò di soprassalto. Non sapeva come ma aveva
raggiunto la fine dalla scala a chiocciola. Si guardò attorno. Ora era nel Perlhen,
ne era certa; era in cima al palazzo, in una stanza alta con una cupola che
faceva entrare la luce, un pavimento in mosaico cui sembravano mancare dei pezzi
e ai muri gli strani simboli che aveva visto prima. Erano in argento e
incastrati nel muro; uno di essi, quello con solo un ovale, aveva lasciato un
segno della sua presenza passata. Ora rimaneva solo un piccolo ciondolo con una
punta di stella ai piedi del segno. La raccolse e, ancora tremante dallo
spavento preso, guardò con attenzione ogni simbolo ma nulla l’aiutava a
capire a cosa servissero. Sembravano dei sigilli…
Spalancò gli occhi. Prese la punta di stella e
l’osservò, poi guardò il segno lasciato dal primo simbolo. L'impronta
rimasta era di una stella con attorno un ovale e agli angoli dei gigli
-Oh…- mormorò stupita lei. Le tornò in mente un
racconto che sua madre le raccontava sempre. C’erano nove sigilli in una terra
lontana. Nessuno sapeva che esistessero ma un giorno, quando le forze del male
attaccarono quelle terre, qualcuno ruppe questi sigilli. L’energia che
sprigionò dalla rottura apparteneva ad una Stella e, grazie ad essa, riuscirono
a scacciare il male.
E se quella storia si riferisse alle Terre Immortali? In
fondo sua madre era un elfo… Questo, però, voleva dire che lei sapeva tutto
fin dall’inizio, quando ancora le raccontava quella storia! No, era
impossibile… Scosse la testa per scacciare quei pensieri. Guardò una
possibile via d’uscita ma nulla, non c’era niente che permettesse di uscire
o anche solo entrare
-Ora che faccio?- si chiese a voce alta. Si sedette a
pensare. Un raggio del sole le illuminò il viso e qualcos’altro…
-Ma certo!- esclamò scattando in piedi. Si era scordata
della Collana della madre, la Chiave per Eressea! Guardò i vuoti nel pavimento.
Uno di essi poteva essere lo spazio per la punta… Guardò ma nulla aveva la
forma di punta di stella. Guardò la Collana; le dava fastidio doverlo fare, ma
doveva provare…
Buttò nel centro del pavimento la Collana ed essa si
spezzò come se fosse di vetro; rimasero le stelle di gemma bianca, ancora
intere, e pezzi d’argento. Improvvisamente le stelle presero come vita e si
alzarono volando verso i simboli. Moko non aveva mai notato che le stelle nella
Collana fossero proprio otto…
Le stelle si avvicinarono fino a formare una stella più
grande, con al centro la punta che sporgeva. Moko si avvicinò; timorosa lo
prese in mano e da esso si staccò una piccola stella. Si avvicinò ad uno dei
pezzi mancanti nel mosaico, mentre il resto della nuova collana rimaneva sospesa
nell'aria. Appena il pezzo fu dentro l'apposito spazio il secondo sigillo, una
stella al centro con due ovali attorno e falci di luna agli angoli, sparì
lasciando il segno e un'anima apparve dal muro. Moko indietreggiò, mentre
l'anima, che aveva l'aspetto di una donna dai lunghi capelli neri, le si fermò
davanti
Troppo facile il cammino
per chi come te ha un destino
Troppo assurdo è il luogo
ove ogni cosa prende fuoco
Se il secondo sigillo rotto hai
attenta, perché al prossimo, mia Stella, non ti
salverai
Detto questo la donna scomparve, lasciando solo quel
presagio e una scia d'argento. La ragazza scosse la testa cercando di tornare in
se stessa
"È stato facile…" pensò lei sconcertata
"Troppo facile…" Si avvicinò alla collana e da essa si stacco un
pezzo con quattro punte. Cercò sul pavimento un vuoto così e v'incastrò la
tessera. Tutto divenne azzurro, e dal terzo sigillo uscì un vortice di ghiaccio
con dentro un bambino
Eccola qui, la piccola Stellina
ho che paura hai, piccina
Da me non sfuggirai
sono il gelo, tu lo sai
Oh, la Stella
che farà
ora?
La soluzione tu già sai
e se
morire non vorrai
al più presto dirmela dovrai
Quando la voce glaciale del bambino fantasma smise di
parlare, piano un velo la rinchiuse in una sfera di freddo
-Io ti ho già sconfitto!- esclamò rivolta allo
spirito. Si concentrò. Non era difficile, per sconfiggere il gelo bisognava
trovare il calore. Pensò a tutto ciò che la faceva provare calore nel cuore e
piano la sfera esplose. Con un grido lo spirito scomparve, lasciando una lastra
di ghiaccio su pavimento. Un piccolo tonfo segnò la scomparsa del terzo
sigillo, sempre la stella al centro con tre ovali, e stelle a nove punte agli
angoli. La ragazza staccò un’altra stella a sei punte e la rimise al suo
posto sul pavimento. Una dolce melodia, un po’ malinconica, si sparse per la
stanza, mentre dal quarto sigillo, stella in mezzo, quattro ovali intorno con
agli angoli dei gigli, partì una voce
Ah… ah… ah… il dolore…
Oh… oh… oh… come soffri…
Uno spirito di donna uscì dalla parete. Portava un
abito stracciato e il viso era rigato da lagrime inesistenti. Lei la fissò
Ah, facile, troppo facile! esclamò lei
guardandola. Moko si indicò Si, tu! Tu che hai tutto, la vita, persone care,
un futuro! Gli occhi bianchi la guardarono con ira e un voce tenebrosa
interruppe la melodia
Questa è la tua prova, principessa
Questa è il mio dolore, Stella
Tu hai un Destino
Io ho la pena!
Dannata, dannata!
Questa sarà anche la tua maledizione!
Tutto si oscurò e la ragazza si ritrovò legata, senza
sapere neanche come avessero fatto. Cercò di liberarsi ma le corde si
trasformarono in rose e le spine le penetrarono nei polsi e nelle caviglie
Stavolta nessuno ti salverà
la tua tomba, la vedi? È là!
Moko guardò ai suoi piedi; in effetti, c’era una bara
ma all’interno c’era il corpo della donna-spettro! Cercò di toccare il
bordo della bara ma più si muoveva più le spine andavano in profondità
-Ahi…- mormorò lei. Guardò verso la scia bianca che
vorticava in quello spazio scuro, lanciando acuti lamenti
“Come faccio a liberarmi?” pensò Moko cercando di
spostare le rose sparse sul corpo e sulla bocca “Di sicuro è un’anima
infelice… Ma cosa posso fare io?”
Sbuffò e lo sguardo le cadde sulla spiritica scia
bianca che attraversava visibile l’oscurità. Mosse le mani e cercò di
staccare una spina. Con quella cercò di liberarsi ma invano
Ah ah ah! È tutto inutile!
Arrenditi! Sei debole ormai!
-Questo è quello che dici tu!- cercò di dire lei. Fissò
decisa la punta e, in un impeto, la buttò dentro la bara. Piano crebbe
un’altra pianta di rose e la scia scomparve, liberando la ragazza
Non hai ancora vinto!
Moko fissò la bara, incerta sul da farsi. Alla fine
cercò di togliere la pianta dalla bara
“Forse se riesco a calmare l’anima della donna lei
scomparirà e io terminerò la prova” pensò lei. Finito di togliere le rose,
graffiandosi le mani e le braccia con le spine, guardò il corpo della donna
-Non so come fare a togliere la maledizione che c’è
su di te- disse rivolta allo spirito che, dopo aver levato la pianta, era
tornato a volteggiare –ma voglio almeno dirti che mi dispiace…-
Si chinò sul corpo freddo della morta e le mise le mani
ai lati della testa. Una luce bianca scaturì dalle sue mani e attraversò il
corpo; la luce cancellò piano tutto l’ambiente circostante facendolo tornare
normale. Anche il quarto sigillo era diventato un segno. Una stella a quattro
punte si staccò da sola dalla collana e si collocò sul suo vuoto nel mosaico.
All’istante il quinto sigillo, una stella con cinque ovali intorno e con agli
angoli delle falci di luna, scomparì lasciando la solita impronta e, al suo
posto apparve la donna di prima. Stavolta la veste era intatta e anche il viso
non era segnato da lacrime
Perché?
Moko la guardò interrogativamente
Perché lo hai fatto?
-Perché mi sembrava la cosa giusta…- rispose lei. La
donna la fissò quasi con odio
Hai messo fine al mio dolore
non alla mia maledizione
Hai sbagliato e sei scappata
tu che sei amata
Oh! Il tormento non può lasciarmi
o la morte sola resterà
Ma ormai sconfitta tu mi ha
e, ahimè,
ormai nulla posso far
Addio
Stella e attenta, la Morte è la pena meno dolorosa per te
La donna scomparve, lasciando quella melodia che aveva
accompagnato l’apertura del quarto sigillo. Dal quinto sigillo apparve un’elfa
con una piccola cetra in mano
Si bloccò a pochi metri da Moko continuando a suonare
quella melodia. Lo spirito aprì la bocca. Un manto rosso sangue ricoprì tutto,
la musica cambiò diventando quasi satanica. La ragazza rabbrividì
involontariamente
-Che… che succede?- chiese balbettando la ragazza
Nulla
Guardò le donna; le aveva parlato con un tono
strafottente. Una risatina uscì dalle labbra dello spettro
Hi hi hi! Guarda come tremi
Sei per caso bagnata?
Oh, te la stai facendo addosso dalla paura!
Hi hi hi!
-Non è vero!- esclamò Moko guardandola indispettita.
Alle sue parole il colore divenne ancora più scuro
Oh, non mentire!
Tra poco cadi da tanto ti tremano le gambe!
-Smettila! Sei una bugiarda!- Il colore divenne marrone
scuro
Mi dai della bugiarda?
Osi darmi della bugiarda?
Oh! Che sfacciata la nostra stellina!
Ma guardala lì, non è neanche degna d’essere
quello che è…
Moko la fissò con odio ma non rispose
Cos’è? Ti hanno tagliato la lingua?
-ZITTA!- esclamò lei esasperata dalla continua
parlantina. Tutto divenne nero –Smettila! Lo capisci che non ti sto
ascoltando?!- La donna incrociò le braccia e la guardò con superiorità
Ti comporti proprio da bambina
Non sembri neanche avere i tuoi vent’anni…
Moko si guardò intorno; l’aria stava diventando
irrespirabile e pesante
“Come fa a sapere che ho vent’anni?” Un’idea le
attraversò la mente “Ma certo! Perché non ci ho pensato prima? Potrebbe
rappresentare la discordia e io ci sono cascata proprio come una bambina! E
invece ho vent’anni…”
-Sai una cosa?- Sorrise alla donna –Hai ragione!- Lo
spettro spalancò gli occhi –Sono proprio una bambina sfacciata, senza il
minimo rispetto verso nessuno. Ti chiedo scusa- La donna emise uno stridio
Come puoi dire che ho ragione io?! Tutto quello che
ho detto era falso! FALSO!
-Davvero? Hai detto che hai mentito…-
La donna la fissò con odio poi, con un grido scomparve
facendo tornare tutto normale
-E ora il sesto sigillo- disse Moko alzandosi e
staccando un’altra stella stavolta a tre punte. Guardò il pavimento per
cercare un altro foro nel mosaico ma… l’immagine era completa! Aggrottò la
fronte; come faceva a sbloccare il sesto sigillo? Guardò nuovamente la stanza.
Le colonne della cupola! Erano nove disposte in modo da sembrare attaccate al
muro. Però, quattro di esse, quelle che corrispondevano ai punti cardinali,
erano più sporgenti delle altre e avevano, ora che ci guardava, una fessura a
forma di stella a tre punte. Si avvicinò e incastrò la stella nella colonna ad
est
Il sigillo (stella in mezzo con attorno sei ovali e agli
angoli dei gigli) scomparve, lasciando uscire un piccolo gatto fantasma
Miao…
Moko piegò la testa di lato
“Un gatto?!” pensò sorpresa
Miao…
-Ciao bel micino…- disse la ragazza guardando
sorridendo il felino. Il gatto iniziò a soffiare, finché non divenne grande
come una tigre –Calma micino…- Moko indietreggiò mentre la belva avanzava
verso di lei; continuava a ringhiare sommessamente e l’osservava con odio.
Improvvisamente la tigre balzò mancando di pochissimo la ragazza che,
prontamente, si era spostata, evitando la zampata
“Ma che dolce micetto” pensò Moko schivando
un’altra zampata “Se solo avessi un’arma con cui difendermi…” Dal
nulla apparve un bastone
-Questa la chiamate arma?!- esclamò la ragazza rivolta
al cielo –Se doveva proprio accadere un miracolo, perché non lo fate almeno
decente? Questo ha poco del miracoloso, ha più della buffonata!-
[NdA: ehi! Non offendermi! Se vuoi mi riprendo il
bastone…]
[NdMoko (scotendo la testa): nonononono!]
La tigre ruggì e ripartì, ma stavolta la ragazza non
riuscì a spostarsi. Si protese con il bastone e la tigre, ruggendo arrabbiata
fu scaraventata lontano da mille scintille
-Ritiro subito quello che ho detto- disse lei sorridendo
meravigliata –Altro che miracolo!-
[NdA: contenta adesso?]
[NdMoko: oh, grazie Sempai, oh, grazie grande Guru!]
[NdA: … -_-‘. 1- L’unico grande è Tolkien che ha
inventato la storia. 2- Guru di cosa? Il più grande in Il Signore degli Anelli è
e rimarrà TOLKIEN!]
[NdMoko: scusa assetata di sangue… (uff…)]
[NdA: ehi!è__é]
[NdMoko (abbastanza stanza dei capricci dell’autrice):
scusa tanto Meky, mia inventrice! A te devo la vita…]
[NdA (soddisfatta): adesso andiamo meglio… E NON
DIMENTICARE CHI È IL VERO GURU! Chi è?]
[NdMoko (senza voglia e scocciata al massimo): Tolkien…]
Puntò il bastone verso la belva ed essa, per risposta,
ruggì arrabbiata. Dal bastone partì un raggio azzurro che colpì alla zampa la
tigre. Strillando, quest’ultima fece un balzo avanti e mancò per un pelo la
ragazza che, in risposta, le sbatté l’arma in testa. Un lampo accecante
scaturì dal bastone e la tigre scomparve.
-Yeah!- esclamò mentre il bastone scompariva –Mi
mancano solo altri tre sigilli!- Prese un’altra stella a tre punte e la mise
nella colonna a ovest. Subito il settimo sigillo (stella al centro con attorno
sette ovali e stelle agli angoli) scomparve, lasciano il posto al solito al
solito segno.
L’oscurità scese all’istante. Non vedendo più nulla,
la ragazza, rimase immobile, attendendo un suono; ed esso arrivò! Era una sorta
di squittio
“Topi?!” pensò abbastanza sorpresa. Qualcosa le
strisciò vicino alle gambe facendola sobbalzare. Un altro squittio. Moko si
guardò intorno senza riuscire a fendere l’oscurità. Improvvisamente piccole
zampette pelose si arrampicarono lungo le gambe, facendole trattenere a stento
un grido
“Che succede?!” si chiese cercando di togliersi di
dosso quelle creature. Occhi rossi spuntavano fra le tenebre e questo la fece
rabbrividire e non poco “Ma cosa sono?! Non sembrano per niente topi…”
Iniziò a scuotersi, ma più si muoveva, più le creature aumentavano
“Ci vorrebbe un altro miracolo…”
[NdA: ehi! Per chi mi hai preso? Non sono mica una divinità!
E poi i miracoli accadono una volta sola nella vita…]
[NdMoko (supplicando): dai… non farti pregare…]
[NdA: va bene…]
Una piccola torcia apparve dal nulla, facendo squittire
indispettiti i topi che diminuirono
-Ah ha! Allora temono la luce!- mormorò esultante la
ragazza. Lei iniziò a scuotere la torcia attorno al corpo e le creature si
allontanarono squittendo dalla ragazza; ma il fuoco non si limitò ad
allontanarle, ma ne bruciò una buona parte. I topi scomparvero e, con loro,
anche l’oscurità generale
-Me ne restano solo due!- esclamò contenta. Prese la
stella a tre punte e la infilò nella colonna a sud; il sigillo (stella al
centro con attorno otto ovali e agli angoli dei gigli) scomparve subito…
NdA: Scusate se non ho potuto aggiornare prima, ma il
mio computer era KO e… non potevo certo aggiornare! Smack a tutti!
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