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Questa è la mia prima fanfic di
genere "catastrofico/deprimente/fantascientifico", quindi, perdonate se a tratti
è un po’ goffa. L’ho scritta più di un anno fa, ma in alcuni punti non mi
convinceva, così ho passato mesi a risistemarla, grazie anche al contributo di
Gothika, esperta e amante delle fanfiction dark: tuttavia, ci sono anche parti
comiche, romantiche, d’azione...un gran minestrone, insomma
(E ci sono anche le prime
romanticherie decenti scritte da Rika! N.d.Gothika)
Come al solito, ci tengo a farvi
sapere che i commentini miei, di Gothy e di Yolei87 sono di un’idiozia
colossale, quindi siete autorizzati a non leggerli.
Capitolo uno:
A.D.O.
Anno 2012
Daisuke Motomiya gettò nel cestino la
lattina che aveva appena svuotato con mossa da cestista. Il pezzo di alluminio
fece un mezzo giro sul bordo, poi cadde fuori, strappando un sospiro al
ventunenne. Quel giochetto non gli era mai riuscito.
Si voltò verso Cody, seduto in un
angolo, che guardava fuori dalla finestra
- Che giorno è oggi? - domandò
- Non lo so. Ho perso il conto. Ma è
un’altra giornata qui dentro - rispose amaramente il diciannovenne
Cody odiava la base. Odiava quel
recinto di mura, che i ribelli avevano costruito in gran segreto in un bosco,
vicino alle montagne, per nascondersi. Odiava la piega che la sua vita aveva
preso da alcuni anni, ma più di tutto odiava l’ADO, quindi sarebbe rimasto
ancora.
- Sono sei anni che l’Anti Digimon
Organization detiene il potere - ricordò Davis
- E il peggio, è che sono stati gli
stessi cittadini a votarla -
Davis si grattò la testa
- Non possiamo dargli torto. Dai, non
guardarmi così, però è vero. Insomma, si vedevano questi mostri che puntualmente
comparivano: nel 2002, nel ‘99, chissà quante altre volte. Arriva questa
organizzazione che dice: "I mostri sono controllati da persone che si fanno
chiamare Digiprescelti e possono aprire portali tra questo mondo e un altro." Tu
cosa avresti fatto? -
Cody sospirò
- Il peggio, lo conosciamo solo noi.
Noi ribelli, Digiprescelti o meno. -
- Parli delle Prigioni dei Dannati? -
- Già. Luoghi d’inferno, dove chi ci
finisce è quasi certo che non ne uscirà più... -
- Questo non è vero! - esclamò Davis,
alzando la voce
Il Digiprescelto dagli occhi verdi lo
guardò con aria di compatimento
- Nessuno è mai fuggito, finora -
sottolineò, duro
Davis abbassò lo sguardo
- Aggiunta inutile. Nessuno fuggirà
mai - mormorò
Cody si ammorbidì
- Non essere così negativo. Sono
certo che Ken... -
- Ken è là dentro da due anni -
interruppe secco Davis - E non abbiamo sue notizie. Il nostro gruppo è spezzato,
Takeru in Francia, Kari e Yolei a Kobe, Sora e Mimi in America... -
- Ti vuoi arrendere? - domandò
sprezzante l’amico
Davis si sedette, fissando le pareti
gialle della stanza, senza realmente vederle
- Siamo deboli, Cody. Siamo un pugno
di ribelli che non possono accedere a Digiworld, nè mostrarsi in pubblico. -
- Siamo un gruppo di ribelli che non
si arrende, Davis. E tu sei il nostro capo -
Anche Ken è il capo. O forse lo era.
Al pensiero dell’amico, ripensò alla
lattina di birra che era caduta per terra.
- Ken mi avrebbe guardato con le
sopracciglia aggrottate, poi avrebbe sospirato - ridacchiò
- Come? -
- Lui odiava l’alcol -
Kobe, più o meno nello stesso
momento.
La vecchia locanda ricordava un
saloon del Far West, meta solo di ubriaconi e di vagabondi: eppure la locandiera
non voleva decidersi ad abbandonarla.
Miyako Inoue, ventidue anni, era
ancora una ragazza ricca di fascino, sebbene avesse passato gli ultimi anni
prima nel minimarket di famiglia e poi, quando avevano dovuto venderlo, in
quella puzzolente osteria gestita dal padre e, alla sua morte, da lei stessa,
poichè le sorelle e il fratello erano tutti emigrati.
La giovane, impegnata a pulire il
bancone, si fermò per osservare interessata il ragazzo appena entrato dalla
porta: fece finta di sistemarsi i capelli sotto la cuffia che portava per
difenderli dalla sporcizia, per alzarsi e squadrarlo.
Dimostrava più o meno la sua età, e
doveva essere un barbone o un vagabondo: i lunghi capelli scuri erano arruffati
e legati in una coda poco oltre le spalle e la barba, molto probabilmente la
prima cresciuta su quel giovane viso, aveva l’aria di non vedere un rasoio da un
po’, e dava al viso un colorito olivastro; gli occhi erano coperti sotto un
grande cappello di paglia.
Nell’insieme, dunque, non era per
nulla attraente: senza una parola, si sedette ad un tavolo vuoto, togliendosi la
pesante giacca nera e lasciando così vedere una felpa scura da cui spuntava il
colletto di una camicia bianca e jeans sdruciti sopra ad un paio di stivali
rovinati. (Sembra un po’ Grampasso nell’osteria a Brea N.d.A.)(O forse Sirius
Black fuggito da Azkaban... N.d.Gothika)(Oppure Goku 500 anni prima in Saiyuki!
N.d.Yolei87)
- Oggi abbiamo solo whisky o rhum -
disse brusca Yolei, avvicinandosi allo sconosciuto mentre fingeva di pulire il
pavimento con una grossa scopa
- Avete qualcos’altro? Non adoro
l’alcol -
La giovane, abituata ad avere come
clienti solo ubriaconi, spalancò gli occhi e lasciò cadere la ramazza: troppo
stupita per ribattere, gli portò del latte, unica bevanda analcolica che aveva
in casa, poi gli chiese:
- Avete bisogno di una stanza?
Sembrate stanco -
Il ragazzo, con in mano il cappello,
le rivolse uno sguardo gentile: aveva grandi occhi grigio-blu, davvero
bellissimi, in contrasto con il resto della persona
(Yolei...su, non è difficile, i
lettori hanno già capito... N.d.A.)
- No, grazie - rispose gentilmente -
Vi prego, sedetevi: siete una delle poche persone che non mi stanno alla larga
perchè puzzo! -
- Non preoccupatevi, sono abituata
alla puzza...cioè, volevo dire... -
Miyako arrossì furiosamente: dannata
boccaccia, perchè non riusciva mai a tenerla chiusa nei momenti opportuni??? Lo
sconosciuto di fronte a lei, però, non sembrò essersela presa, anzi, scoppiò in
una risata gioviale
- Scusate, non volevo... -
- Non mi avete offeso! È bello
trovare ancora ragazze come voi! -
- Come vi chiamate? Se non sono
indiscreta! - aggiunse in fretta
Il giovane la fissò
- Non posso pronunciarlo ad alta
voce... - si rammaricò
Yolei sentì un brivido, comprendendo:
un ricercato! Doveva buttarlo subito fuori, chiamare il corpo di sicurezza dell’ADO,
o sarebbe stata nei guai...
E se quell’uomo avesse saputo
qualcosa di Ken? Per qualche attimo rimase silenziosa, in conflitto, poi decise
di rischiare.
- Da dove venite? - domandò
guardandosi intorno
- Sono in viaggio da alcune
settimane. Vengo da Tokyo -
- E cosa... -
- Cosa ho fatto? - terminò lui, con
la stessa voce pacata
In quel momento, qualcuno appoggiò
una mano sulla spalla della ventiduenne: lei si voltò per mettere a posto lo
scocciatore, trovandosi di fronte un uomo vestito con una divisa blu.
Un DigiHunter, la "polizia" dell’ADO.
- Signorina, devo chiedervi di
allontanarvi. Io e il mio compagno - e indicò un altro uomo, dietro di lui -
dobbiamo informarla che sta parlando con un criminale -
La giovane spalancò la bocca, senza
riuscire a dire nulla. Intanto, di fronte a lei, il vagabondo si alzò,
sospirando
- A quanto pare, l’avventura è
finita... - disse, allargando le braccia
Cominciò a seguire i due ma, appena
fu vicino al primo, lo colpì con un destro che lanciò il DigiHunter al suolo,
stordito. Sotto gli occhi sempre più sbigottiti di Miyako, si scatenò una rissa
che causò un fuggifuggi generale.
Dopo una collutazione che parve
durare ore, l’unico DigiHunter rimasto in piedi sgambettò il bandito,
spianandogli contro una pistola.
- Ci ho provato... - sospirò il moro
L’uomo in divisa si rivolse a Yolei,
senza perdere di vista la sua preda
- Lei dovrà spiegare cosa ci faceva
un evaso nella sua bettola, signorina Inuoe -
La locandiera e il criminale si
guardarono, entrambi perplessi
Evaso?
Inoue? Yolei?
Finalmente, la ragazza lanciò
un’occhiata alla cintura del vagabondo scorgendovi, con suo sommo stupore, un
Digivice. E non un Digivice qualunque, ma un Black Digivice.
- Temo, signore, di non potervi
aiutare - sentenziò Yolei, prima di afferrare nuovamente la scopa e sbatterla
violentemente sulla testa del DigiHunter.
- Però... - commentò il giovane,
mettendosi seduto e osservando il tizio cadere in terra, stordito
Yolei era furibonda
- KEN-ICHIJOUJI! - scandì, quasi
urlando
L’amico le lanciò un sguardo
innocente
- Dimmi, Yolei -
- Tu... - si sedette, tentando di
calmarsi - Non solo ci fai disperare, facendoti credere morto nella Prigione dei
Dannati di Tokyo. Non solo evadi senza farci sapere nulla. Arrivi anche
QUI e mi DISINTEGRI il locale! -
Ken si sedette di fianco a lei,
osservandosi un taglio sul fianco che sanguinava
- Volevo avvertirvi - si giustificò -
Ma non sapevo come fare. Ero inseguito, nel caso non te ne fossi accorta -
La ventiduenne si calmò
- Come mai non sapevamo della tua
fuga? E soprattutto, come cavolo hai fatto? Nessuno... -
- Mi hanno aiutato a fuggire, in
realtà - si giustificò Ken - Ma credo che l’ADO abbia tentato di non far
trapelare la cosa. Insomma, non poteva ammettere che le sue inespugnabili
prigioni, non sono poi così inespugnabili -
Yolei osservò il taglio dell’amico
- Sanguini. Vieni, chiamo un medico -
- Sei matta? -
- È un medico fidato. -
La mattina dopo, Ken fu risvegliato
da una secchiata d’acqua gelida, che gli strappò un grido e lo fece saltare su
come una molla (No comment -.-""" N.d.A.)
- Yolei! -
Si voltò verso la voce femminile:
stava per dire qualcosa di poco carino sulla secchiata, ma riconoscendo la nuova
arrivata si interruppe
- Kari! -
- Te l’avevo detto che era un medico
fidato, o no? - sentenziò la ventiduenne
- E io ti avevo detto che non mi
serviva! Guarda, non sanguina più! - disse il ragazzo, mostrando il fianco
- In effetti, se fosse stato un
taglio grave saresti morto dissanguato sul mio divano, e io avrei dovuto
pulire... -
- Yolei! - esclamò di nuovo Hikari
- ...nascondere il cadavere... -
- Grazie per l’interessamento... -
commentò il ventunenne
- Beh, visto che sei qui, usufruisci
del mio bagno per ricomporti. Sembri un naufrago -
Incurante dei borbottii di Ken ("Se
tu non mi avessi tirato un secchio d’acqua in testa...è_é"), la ragazza tornò a
parlare con l’amica
- Come l’hai risolta con quei due? -
le chiese la ventunenne
- Ho detto loro che il bandito era
scappato. E che non avevo idea di chi fosse, la mia locanda è piena di gente
simile -
- Ehi! - gridò il moro dal bagno,
ferito nell’orgoglio
- E per la bastonata? -
- Ero stata ricattata da - e qui la
voce di Yolei si fece più acuta - "quel terribile uomo, oh che paura, meno male
che ci siete voi DigiHunter a vegliare sulle povere ragazze sole come me..." e
sciocchezze simili. Piuttosto, non torni allo studio medico? Joe si preoccuperà!
-
- No, non c’è problema, poi gli
spiegherò tutto. Tu stai attenta, con il tuo ospite. Anche se il taglio non
sembrava grave, non è il caso di strapazzarlo -
- Come mai fai il medico, se non sei
ancora laureata? -
Ken era comparso alle spalle di
Yolei: la ragazza si voltò per ordinargli di pulire dove aveva sporcato di
sangue (che donna senza cuore -.-"" N.d.Tutti), ma la burla le morì in gola.
Davanti a lei c’era il Ken Ichijouji
che ricordava, senza barba e con i corti capelli corvini che mettevano in
risalto i grandi occhi grigio-blu (XD°°°°°°°°°°°°°°°°° N.d.Yolei87)(Yol...Yol,
contieniti! No, la bava no! O.O N.d.A.)
- Joe mi permette di dargli una mano
ugualmente, anche se solo come infermiera - stava spiegando Kari, nascondendo le
risate alla vista dell’espressione fulminata della padrona di casa
(Tocca a me! Voglio scrivere io!
N.d.Gothika)
Canticchiando a bassa voce, T.K. si
alzò dal letto e aprì la finestra.
A Parigi erano solo le sei di
mattina, ma per lui era ora di andare a lavorare (Ovviamente, la scena non si
svolge nello stesso momento della precedente in Giappone: se a Kobe è mattina, a
Parigi dovrebbe essere ancora notte...n.d.G.): da quando conviveva con la sua
fidanzata, si era reso indipendente dalla madre e aveva deciso di trovarsi un
lavoro, nonostante avesse solo ventun anni.
- Buongiorno amore! -
La giovane donna dai lunghi capelli
biondi raccolti in una coda di cavallo, gli porse il caffè (Ho un gran brutto
presentimento...-_- N.d.A.)
- Ah, Catherine, non dovevi! Potevi
restare a dormire! -
- Non ti preoccupare, lo faccio
volentieri - rispose lei sorridendo allegra
(AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH! O.O
N.d.Rika88 colpita da raptus omicida)
(AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH! N.d.Amanti
della Takari)
Takeru, di buon umore, uscì di casa e
si trovò sugli Champs Elysèes: senza badare ai nuvoloni che oscuravano il cielo,
il biondino si diresse nel bar in cui lavorava come cameriere.
(Scusate, piccola parentesi:
Rika88: IO TI SPACCO LE OSSA,
BRUTTA %$/%==*駧§)))!!!!!!!!!!!!
A parlare era stata una signora più o
meno di mezza età, dietro il bancone
- Buongiorno signora Ichijouji -
rispose il giovane
- TAKAISHI, PIANTALA DI PARLARE E
FILA AL LAVORO!! - sbraitò il padrone del bar
Alzando gli occhi al cielo, il
biondino interruppe la conversazione: i genitori di Ken erano emigrati in
Francia con lui, anzi, era stato proprio il Digiprescelto ad offrire loro la
vecchia casa del nonno. In Giappone il loro cognome era fin troppo conosciuto
grazie al figlio...Ken Ichijouji, il Digiprescelto della Bontà, uno dei più
famosi capi dei ribelli, catturato due anni prima e sparito nel nulla, nel buio
della Prigione dei Dannati giapponese.
Pensierino della buonanotte:
Respira, Rika...sei stata tu a permettere a Gothika di scrivere, quindi devi
prenderti le tue responsabilità...U.U
Gothika: Ma dai, non te la sarai
presa...in fondo, se Kari e T.K. avessero continuato a pensarsi a distanza,
sarebbe stato non solo noioso, ma anche sdolcinato...vero?...vero?...Rika, cosa
fai con quell’ascia? O.O
Il primo capitolo è quasi
completamente rifatto: nella prima versione, la voce narrante descriveva la
situazione dei Digiprescelti, la storia della presa di potere dell’ADO (che in
originale era l’OAD, l’Organizzazione Anti Digimon...però una sigla italiana mi
puzzava un po’ ^^"""), eccetera eccetera. Tuttavia, risultava piuttosto fredda,
così ho fatto spiegare la faccenda a Davis e Cody.
Gothika: Io ero l’addetta alle
parti dark, ma ho voluto cimentarmi con qualcosa di più soft. E poi, Rika non
aveva ancora detto nulla su Takeru-chan. Ora scusate, ma è meglio se scappo...
Rika88: Al prossimo capitolo! ^_^
...................Vieni qui, disgrazia!!!!! +_+
Yolei e Ken stavano vagando da
mezz’ora nei sotterranei di Tokyo (Ah, il fascino misterioso delle fogne
giapponesi...) per arrivare al nascondiglio dei ribelli: la ragazza era davanti,
ma Ken avrebbe fatto quella strada ad occhi chiusi...quante volte l’aveva
percorsa, quasi sempre con Davis...tranne quella volta, quando...il ragazzo
chiuse gli occhi rabbrividendo al ricordo e si toccò il petto, all’altezza del
cuore: la cicatrice c’era ancora, sebbene avesse cessato di dolere da parecchio
tempo...
- Eccoci arrivati! -
La voce di Yolei lo riportò alla
realtà: erano arrivati fuori dalla città, dove il cunicolo tornava in
superficie: là sorgeva un fortino, su modello di quelli europei
- Ragazzi! -
Hikari venne loro incontro correndo
- Siete venuti qui da Kobe? - chiese
- No, abbiamo usato la macchina fino
a Tokyo, però poi abbiamo continuato a piedi - rispose Yolei - Hai parlato con
Davis? -
- Sono riuscita a dire a Cody che
avevo notizie di Ken, ma non ho potuto parlare con Davis...credo sia in uno dei
suoi momenti "no"... - lo sguardo di Kari si fece triste
- Beh, quando vedrà Ken gli passerà
il muso! - esclamò decisa Yolei - Andiamo! -
Il trio si avviò verso gli
appartamenti del capo dei ribelli
- Potevi almeno far passare Kari! -
stava esclamando Cody, seccato, gettando la sigaretta
(Piantatela di fumare, non sapete che
nuoce gravemente alla salute e fa male alle donne incinte? N.d.G.)
(Donne incinte? O.o N.d.A.)
- Ha detto di avere notizie su Ken! -
fece eco Tai, contrariato
Erano tutti lì: Tai, Matt, Izzy, Joe,
Davis e Cody.
Gli ultimi Digiprescelti giapponesi:
Sora e Mimi erano negli Stati Uniti, T.K. in Francia, Yolei e Kari vivevano a
Kobe sotto falso nome e Ken...
- Sono stanco... - mormorò Davis -
Stanco di aspettare e di illudermi. -
Si alzò con uno scatto furibondo e
continuò, con la voce incrinata, quasi non si accorse dell’ingresso di Kari e
Yolei
- Ken non può essere sopravvissuto
per due anni nella Prigione dei Dannati! Nessuno ha mai resistito per più di
qualche mese! -
- Allora sono felice di smentirti -
Sei teste si voltarono
simultaneamente (Kari e Yolei erano già voltate) verso il nuovo arrivato.
Ken Ichijouji aveva appena varcato la
soglia della stanza, quella stessa soglia che aveva visto, due anni prima, la
sua cattura...
(Una soglia che vede? O.O N.d.G.)
(È un modo di dire... -.- N.d.A.)
Davis dovette sedersi
- K-Ken? Sei tu? - chiese
ingenuamente: la sua mente continuava a rifiutare ciò che gli occhi vedevano
(wow, pura poesia!)
Ken rise, avvicinandosi
- Direi proprio di sì - rispose
tendendogli la mano - Carino da parte tua darmi per morto! -
Se Davis non fosse stato così
orgoglioso, molto probabilmente si sarebbe messo a piangere: invece ricacciò
indietro l’emozione e balzò in piedi, abbracciando l’amico.
Più o meno nello stesso momento in
cui i Digiprescelti si ricongiungevano al loro amico dato per morto (Rika, non
c’è bisogno che continui a ricordarlo -.- N.d.G.), in una dimensione a metà tra
il Mondo Reale e Digiworld, un messaggero giunse alla residenza del Padrone
dell’Aria, Kazemon. L’ambasciatore era in realtà una ragazzina di circa tredici
anni, con corti capelli neri e grandi occhi blu, a cavallo di una enorme tigre
bianca
- Stai qui, Iryon, torno presto -
disse la fanciulla al felino, che rispose con un verso che si sarebbe detto
affettuoso
Era successo davvero quello che aveva
sentito? Rabbrividendo, la giovane sperò con tutto il cuore di sbagliarsi.
Speranza vana. Il viso della Padrona
dell’Aria, che in quel momento si presentava in forma umana, non lasciava dubbi
- Ti stavo aspettando, Rei -
- Mia signora, dunque è davvero
successo? -
- Così pare -
- Ma i sigilli hanno sempre tenuto,
nessuno si è mai liberato da... -
- Ma loro lo hanno fatto - fu la
laconica risposta
- Com’è possibile? Sono solo esseri
digitali! -
- Sai, Rei... -
- Dite -
- Non sono sicura che sia una cosa
negativa... -
Rei spalancò gli occhi, spostandosi
una ciocca di capelli sfuggiti al codino e osservando la donna dai lunghi
capelli biondi seduta sul trono
- Gli esseri sigillati nella roccia
sono creature dannate! - rispose esitante
- Ma chi li ha chiusi è un traditore
-
- Ci saranno delle conseguenze -
- Potrebbero essere positive. Uno di
loro ha fatto fuggire il Digiprescelto della Bontà dalla Prigione dei Dannati...
-
- La Bontà... Scommetto che è
stato... -
- Rei, per favore, corri ad avvertire
Cepheus di quanto è successo. Sono certa che lui saprà mettersi in contatto con
le persone giuste -
- Non vedo come mio fratello... -
- Va’, Rei -
- Come volete -
(Ammettetelo, non ci avete capito
niente U.U N.d.A.)
(Se è per questo, non ho capito
neppure io O.o N.d.G.)
(Meglio, così non combini guai -.-
N.d.A.)
Ken stava gironzolando senza meta per
l’accampamento, o il forte...insomma, la base dei ribelli. Quel posto non era
cambiato tanto, nel giro di due anni, solo una parte di muro era stata rifatta
dopo che l’originale era crollata due anni prima: senza accorgersene, il ragazzo
arrivò nell’infermeria, dove scorse Davis che parlava con Kari (Ehi! N.d.A.).
Per non disturbare la conversazione, il giovane dai capelli neri cominciò a
guardarsi intorno, finchè la sua attenzione non fu catturata da un ripiano di un
armadio contenente una decina di fiale piene di uno strano liquido lattiginoso...Ken
sbarrò gli occhi e osservò meglio
- Sono antidoti contro la peste
bianca -
La voce di Kari non riuscì a
smuoverlo dalla sua indagine, ma il ragazzo rivolse comunque un cenno di saluto
a lei e a Davis, giusto per non essere maleducato
- Non ti consiglio di entrare nei
reparti veri e propri, siamo pieni di malati - continuava l’aspirante medico
La peste delle celle, o peste bianca,
la malattia creata in laboratorio dall’ADO per distruggere i Digiprescelti senza
sporcarsi le mani. Però un anno prima il virus era riuscito a diffondersi,
uccidendo non solo i ribelli, ma anche la gente comune (Lo sapevo che "I
Promessi Sposi" fanno strani effetti N.d.Gothy)(Ehm...^^""" N.d.A.)
- Non ti preoccupare, ho già avuto la
peste bianca. Voi, piuttosto? -
- Anch’io l’ho avuta - disse Davis -
e pure Kari -
- Esiste solo questa medicina per
curare la peste bianca? - domandò Ken
- No - rispose Davis - ma noi abbiamo
solo questa. Viene dalla Francia, ce l’ha mandata Tak... -
Kari in un attimo si rabbuiò e,
borbottando qualcosa sul fatto che aveva sentito Yolei chiamarla, sparì
- Dannazione. Me ne sono dimenticato
- sibilò Davis mordendosi la lingua
Ken gli lanciò un’occhiata
interrogativa
- T.K. è andato a vivere in Francia
e...pare che sia fidanzato con Catherine, la ragazza che aveva incontrato dieci
anni fa con Tai - spiegò il ragazzo dai capelli rossicci
- Come mai in Francia? -
- Non te lo ricordi? La Francia è uno
dei pochi paesi dove l’ADO non ha basi nè Prigioni. Anche i tuoi genitori sono
là... -
Ken rimase per qualche attimo in
silenzio, sollevato
- Davis, credi ci siano altre fiale
come queste in giro per il Giappone? - domandò subito dopo
- Non credo, come ho già detto l’ADO
non ha sedi in Francia...perchè me lo chiedi? -
- Sono praticamente certo di aver
preso una fiala come questa, quand’ero malato -
Davis lo guardò stupito
- Credevo che i DigiHunter non
curassero i prigionieri -
- Infatti non lo fanno -
- E allora cosa...? -
- Lascia stare -
Ken voltò lo sguardo verso una
finestra, da cui si vedeva il sole tramontare
- Ken... -
- Mh? -
- Quanto tempo fa hai avuto la peste
bianca? -
- Circa un mese e mezzo fa...pochi
giorni prima di fuggire -
- Sono indiscreto se ti chiedo...insomma...come
hai... -
Davis si bloccò. Decisamente non era
carino chiedere a Ken di ricordare qualcosa di orribile come le Prigioni dei
Dannati.
Quando rialzò lo sguardo, noto che
l’amico lo guardava sorridendogli tristemente: un’espressione patetica,
accentuata dal pallore della carnagione, in contrasto con i capelli scuri
- Se te lo raccontassi, non ci
crederesti...anche perchè non lo so bene neanche io - fu la sua risposta
- Ti va di fare una passeggiata
vicino alle mura? -
Ken si arrese: quando Davis proponeva
una passeggiata intorno alle mura, voleva dire che aveva intenzione di cavargli
di bocca tutta la storia...
Pensierino della buonanotte:
finalmente nel prossimo capitolo sapremo cos’è successo a Ken e soprattutto
com’è fuggito dalla Prigione dei Dannati! Purtroppo T.K. si vedrà solo tra un
po’... T__T In compenso avremo sviluppi sull’altra dimensione!
Gothika: E forse si capirà perchè
cavolo abbiamo infilato anche i ragazzi di Digimon Frontier...
Su questo non ci giurerei...anche
perchè, non l’ho ancora capito neppure io O.o
Ariecchime qua! Giuro, quando ho
letto le recensioni mi è preso un leggero coccolone, il che non mi succedeva dal
primo capitolo di HC06: come ho già detto, non ero molto sicura che
questa ff piacesse, nè di essere riuscita a scriverla decentemente.
Gothika: In compenso, mi ha
inseguito per tre ore per vendicarsi dell’accoppiata Takeru-Catherine... é__O
Te la sei solo cercata U.U E ora
passiamo al capitolo, e alla fine risponderemo alle recensioni!
Capitolo tre:
L'ultimo giorno
La serata era fresca, ma i due
ragazzi erano entrambi vestiti con abiti leggeri (Davis con una T-shirt, Ken con
la camicia dalle maniche lunghe). Improvvisamente si fermarono
- Ti ricordi? È qui che ci trovavamo
due anni fa -
Era stato Ken a parlare.
- Già... -
- Come mai non avete abbandonato la
base? Ormai non è più sicura! -
- Non avevamo altri posti dove
andare, così abbiamo soltanto chiuso la seconda entrata, quella da cui erano
entrati i DigiHunter. Oltretutto qui è più protetto contro l’infezione -
Altro silenzio
- Che ti prende, non vuoi più sapere
la mia storia? -
- Se la cosa ti può far sentire
meglio... -
Ken si voltò a guardarlo
- Da quando ti arrendi così? - lo
prese in giro
Davis non sorrise, ma gli afferrò un
polso
- Ken, io vorrei saperlo. Sei tu che
non vuoi dirmelo -
- Il problema è che non lo so neppure
io... - ammise l’altro
Davis aumentò la stretta al polso
- Stai tentando di evitare le domande
o sbaglio? Dimmelo, e non inventare scuse -
- No, Davis, e se vuoi ti dirò quel
che so. Ma, per favore, lasciami il polso: mi stai facendo male -
Il ragazzo dai capelli castani lasciò
immediatamente la presa, notando la smorfia di dolore apparsa sul viso
dell’amico. Ken si affrettò a rimettere a posto il polsino della camicia, ma non
riuscì a nascondere un segno rossastro, come una sottile cicatrice, che
circondava tutto il polso. Davis, suo malgrado, non potè fare a meno di fissare
quella parte, mentre Ken arrossiva leggermente e si voltava per appoggiarsi al
muro che lì faceva da balaustra, dando le spalle all’altro ragazzo
- È vero quel che si dice? Che nei
muri delle Prigioni c’è una lama di coltello infilata nel cemento? -
- Sì. I DigiHunter non si sporcano le
mani per ammazzarci...dopo qualche mese che mangi da schifo e vieni trattato
come la suola di una scarpa, quella lama diventa un oggetto molto
interessante... -
(Battuta de "La Maledizione della
Prima Luna"...ma lì era una pistola N.d.G.)
(E poi, Jack Sparrow veniva
abbandonato su isola deserta! N.d.Y.)
(E noi dove la trovavamo un’isola
deserta? -.- N.d.A.)
- Ken! - non potè fare a meno di
sussurrare Davis
- Ci ho pensato varie volte...ma non
l’ho mai fatto. Avevo così paura, che preferivo farmi umiliare per ore dai
DigiHunter-
- Cosa vi...? - vergognandosi della
sua curiosità, Davis tacque
- Molte volte - riprese Ken,
leggendogli nel pensiero - mi tenevano con la testa in un secchio pieno d’acqua,
giusto per vedere quanto resistevo prima di affogare...non gli è mai riuscito di
levarmi di mezzo con questo metodo -
(Gothika, non dovevo farti leggere
La casa degli spiriti N.d.A.)
(Lì non era acqua, ma letame N.d.G.)
(Oh, allora ti sei trattenuta -.-
N.d.A.)
(Non posso fare questo a Ken *_* E
comunque in gita scolastica l’anno scorso hanno fatto lo scherzo della testa
sott’acqua ad un mio compagno ^_^ N.d.G.)
(E te ne vanti????? N.d.A.)
(Certo, l’ho proposto io ^_^ N.d.G.)
(O.O Ecco da dove sbucano i
DigiHunter... N.d.A.)
Ma torniamo a noi (Sorry per
l’intermezzo comico)
Davis deglutì rumorosamente: lui
sapeva a mala pena nuotare...
(Allora potevamo spedircelo al posto
di Ken -.- N.d.A.)
- Ti scandalizzi per così poco? - gli
chiese Ken, con il volto contratto in un sorriso cupo - Allora non posso
raccontarti delle catene che mi hanno lasciato i segni sui polsi, nè delle
frustate... -
(Gothika, vienti al dunque e lascia
da parte le scene truculente! N.d.A.)
Davis impallidì
- Oppure - continuò Ken - ...oppure
di questo -
Aprì leggermente la camicia (Gothika,
piantala di sbavare >__< N.d.A.)(XD°°°°°°°°° N.d.G.) (Ehi! Ci sono
anch’io!!!!!!! XD°°°°°°°°°°°°°°°°°° N.d.Y.)(E SMETTETELA DI SBAVARE VOI DUE,
DOPO CHI PULISCE?!? N.d.Autrice provvista di denti da vampiro), mostrando una
cicatrice sul petto, all’altezza del cuore: una striscia di circa cinque
centimentri...
- Non è una cicatrice! - sussultò
Davis - è...è un marchio! -
- È a fuoco - spiegò l’amico - Quindi
me lo porterò dietro più o meno...per tutta la vita! -
*****
- CEPHEUS! CEPHEUS! -
- Ciao Rei! - gridò il ragazzo,
salutando con la mano la ragazzina che gli si faceva incontro
- Ciao fratellone! -
Cepheus era molto simile alla
sorella: aveva i capelli neri, lunghi, legati in un codino basso. Dimostrava più
o meno diciassette anni, quattro in più della sorella. La giovane gli raccontò
della sua conversazione con Kazemon
- Mhhhh... il Padrone delle Tenebre è
appena tornato. Beh, lo disturberemo lo stesso -
- Il Padrone delle Tenebre? -
- Certo - rispose Cepheus, ridendo
all’espressione di Rei - Probabilmente Zoe voleva che chiedessimo a lui -
- Voleva che mi chiedeste che cosa? -
I due fratelli si voltarono.
Davanti a loro era apparso un Digimon
molto alto, tutto nero, con una lunga chioma bionda: il volto era quasi
completamente coperto, eccezion fatta per i grandi occhi castani
- Vi chiediamo scusa - rispose Rei
inchinandosi educatamente - Ma i Digimon sigillati nella roccia si sono
liberati... -
- ...e gli altri Padroni degli
Elementi vorrebbero sapere il vostro parere e come intendete comportarvi -
terminò Cepheus
******
- Non volevo farti tornare in mente
così tanti brutti ricordi, Ken - sussurrò imbarazzato Davis
- Non preoccuparti, Davis. Anzi,
forse tu potresti aiutarmi a capire cos’è successo quasi due mesi fa, e chi mi
ha aiutato a fuggire -
- Sta bene. - il ragazzo riprese il
solito piglio del capo - Raccontami cosa ti è successo dal giorno in cui ti
hanno catturato! -
E noi, per aiutarvi a capire meglio,
vi diamo un lungo flashback, partendo dall’ultimo giorno che Ken passò nel
forte...
Il diciannovenne alzò gli occhi verso
Wormmon, sulla sua spalla, e arrossì violentemente
- Oh, ehm, parlavo ad alta voce? -
- Direi di sì -.-"" -
- Ah ^^""""" Comunque non ti
preoccupare, devo dire una cosa a Yolei -
- Ooooh - rispose il suo Digimon con
l’aria di chi ha capito tutto
Ken arrossì ancora di più, ma lo
salvò una voce proveniente dallo stesso cunicolo in cui erano loro
- Ciao, Ken! -
La squillante voce di Yolei inchiodò
i piedi del ragazzo al suolo
- Ciao, Yolei! -
- Come mai da solo? Di solito sei
sempre con Davis! -
- Davis è già al forte; tu piuttosto,
come mai sei qui? -
- Ti...ehm, ti dovevo parlare! -
- Andiamo fino al campo, non è sicuro
stare qui -
I due ragazzi con i loro Digimon (ah,
c’è anche Hawkomon N.d.A.) continuarono a camminare in silenzio
*******
- ... E questo è tutto. -
Rei si fermò e riprese fiato, mentre
Loewemon restava assorto nei suoi pensieri
- Credo che Zoe non abbia tutti i
torti - disse infine - quei Digimon non sono cattivi, ma preferirei comunque che
la situazione nel Mondo Reale venisse controllata. Se davvero Ken è tornato,
probabilmente i DigiHunter lo cercheranno -
- Così rischia di innescarsi una
catena... - mormorò Cepheus
- Ho un’idea - lo interruppe il
possente Digimon - convochiamo anche gli altri Padroni degli Elementi e sentiamo
anche il loro parere! -
- Nel frattempo gli umani potrebbero
aver fatto qualcosa di molto stupido - si lamentò Rei
Loewemon la guardò, poi le sorrise
dolcemente (oddio, sorrise...almeno credo che sorridesse! N.d.A.)
- Sai, Rei, noi umani tra i difetti
abbiamo la testardaggine. Ma insieme riusciamo sempre a tirarci fuori dai guai.
E te lo dico per esperienza personale! -
*******
Ken e Yolei entrarono nella stanza in
cui di solito si riunivano i capi dei ribelli (eh già, proprio QUELLA stanza!
N.d.G.)
- Cosa volevi dirmi, Yolei? -
- Oh, ehm...prima tu! ^////^ -
- Va bene... - Ken prese fiato - Il
fatto è che io...io...tu... -
In quel momento suonò l’allarme. I
DigiHunter avevano scoperto e attaccato il fortino!
(D’oh! T__T N.d.Ken)(Sei malefica,
Gothy! N.d.A.)
- Resta qui! Tornerò il prima
possibile! - ordinò Ken a Yolei, lanciandosi fuori dalla porta (Temevo dalla
finestra ^^""""N.d.A.) (Eh eh, ricordate nel secondo capitolo? N.d.G.)
- Che succede? - gridò il giovane dai
capelli neri
- Ci hanno trovati! - gli urlò di
rimando Davis, cercando di sovrastare il rumore
I due si trovavano sulle mura del
forte, mentre i Digimon di sotto combattevano selvaggiamente
*******
- Il Padrone delle Tenebre è un
essere umano?? O.O -
- Già, il fratello gemello del
Padrone della Luce - rispose Cepheus ridendo
- Dove c’è la luce c’è sempre
anche il buio. Luce e oscurità sono le due facce inseparabili della stessa
medaglia -
- Così dice la profezia. -
Rei continuò a camminare,
sovrappensiero
- Cepheus... -
- Dimmi! -
- Credo che Kazemon e Loewemon
abbiano ragione. Quei Digimon non sono cattivi. -
*******
Ken buttò il secondo caricatore della
sua pistola e si acquattò dietro le mura.
Una detonazione avvertì che una parte
del forte era appena crollata.
- L’ala est è andata! - urlò Davis
Ken sentì il sangue andargli sotto i
piedi
- Dannazione, Yolei è ancora là! -
Si alzò e corse in quella direzione.
Dopo circa cento metri, una voce lo fermò
- Ken, dove vai? -
Era stato Stingmon a parlare. Il
Digimon coleottero si avvicinò con quel passo zoppicante che il Digiprescelto
conosceva bene: anni prima era stato colpito alla gamba sinistra, e da allora
non riusciva più a camminare bene, così o volava o regrediva Wormmon
- Yolei è nella stanza gialla! Vado a
recuperarla! -
Fece per andare, ma uno strano
presentimento lo attanagliò: si sfilò il Digivice e lo porse al suo Digimon.
- Tienimelo tu, me lo ridarai appena
torno! -
(Allora siamo a posto -_- N.d.G.)
- Carino da parte tua mollarmi nel
bel mezzo della bagarre! - urlò inviperita Yolei all’indirizzo del ragazzo dai
capelli corvini
- Come facevo a sapere che sarebbero
entrati nel forte? - fu la risposta, semi coperta dal rumore della porta della
stanza gialla che veniva abbattuta.
Ken e Yolei si trovarono davanti una
dozzina di DigiHunter. Colpito da un’idea, Ken afferrò la ragazza per un braccio
e se la mise davanti, puntandole la pistola alla tempia
(BRAVO! Altre idee cretine o
affondiamo con un po’ di dignità????? >__< N.d.A.)
- Che fai??? - gli sibilò furibonda
Yolei
- Lasciatemi passare - stava dicendo
Ken - Questa ragazza non è una Digiprescelta! Non costringetemi a farle del
male! -
- Almeno leva la pistola! -
continuava l’ostaggio
- Tanto è scarica! ^^"""" -
(-.- Non ci sono parole... N.d.A.)
(Guarda che sei tu che l’hai scritta!
N.d.G.)
I due riuscirono ad avanzare fino
all’entrata, ma un rumore fece voltare Ken: qualcuno aveva spaccato la finestra
dietro di lui e aveva lanciato nella stanza un petardo.
(Piccola precisazione: la stanza
gialla è in realtà un casotto di legno subito sotto il muro della parte est.
Internamente è dipinto di giallo, ed è il luogo in cui i Digiprescelti si
riuniscono)
Senza pensarci, Ken spinse Yolei per
terra, seguendola lui stesso per non essere colpito dall’esplosione.
Quando fece per alzarsi, urtò la
testa contro la fredda canna di una pistola laser...
- Uno dei capi dei ribelli! Che
onore! -
A parlare era stato un uomo sulla
cinquantina, vestito interamente di una stoffa blu che pareva preziosa:
sull’occhio sinistro portava un monocolo assicurato alla veste da una catenina
dorata e sotto il braccio destro teneva una lastra di pietra rettangolare. Il
Digiprescelto si trovava di fronte al generale Euclione, capo supremo dell’ADO.
Ken lo fissò con odio: se non avesse
avuto i polsi legati, probabilmente lo avrebbe colpito, anche se questo avrebbe
significato farsi scaricare addosso qualche caricatore di pistola laser
- Quei sei sono alcuni dei Digimon
dei Digiprescelti, giusto? - continuò l’uomo, rivolto ad un DigiHunter
- Si, generale - fu la risposta
Stava indicando i sei Digimon dei
Digiprescelti: senza aggiungere altro, il generale prese la grossa roccia e la
puntò come uno specchio, borbottando parole che Ken non afferrò.
Immediatamente si alzò un forte
vento, che sembrava provenire direttamente dalla pietra: ExVeemon, Aquilamon,
Digmon, Pegasusmon, Nefertimon e Stingmon (mi sta per venire un crampo N.d.A.)
vennero come risucchiati, sparendo all’interno della lastra.
Per la seconda volta, Ken sbiancò:
non poteva essere vero...non poteva!
- Sei Digimon di meno... - ridacchiò
soddisfatto il generale, dopodichè indicò il giovane ribelle - Portatelo via. -
- Ricordo quel giorno. E dici che
sono spariti nella roccia? - domandò Davis
- Ne sono certo - fu la risposta di
Ken - ma non hai ancora sentito tutto! -
Pensierino della buonanotte:
gli spoiler stavolta sono inutili: nel prossimo capitolo si parlerà dei due anni
passati da Ken nella Prigione dei Dannati: figuratevi come sarà allegro...se
siete persone sensibili, vi consiglio di saltare il capitolo
Gothika: Io vi consiglierei di
cambiare proprio ff!
Passando ad altro: sto cercando di
immaginarmi la camminata zoppicante di Stingmon, ma mi viene in mente solo un
misto tra Quasimodo, il gobbo di Notre-Dame, e Malocchio Moody di "Harry Potter"
^_^"""
Gothika: Ma ci serve in seguito!
Purtroppo... -_-"""
Va beh, rispondiamo alle recensioni:
Yuki Kushinada:
il fatto che i personaggi vengano chiamati sia con i nomi giapponesi che con
quelli americani...ecco...non ha il minimo senso U.U Diciamo che la versione
americana viene utilizzata come nomignolo, per salvare il salvabile ^^" Del
resto, ho letto un sistema simile anche in altre ff, quindi non credo di essere
passibile di denunce ^_^
LightAngel:
la storia sembra curata perchè ho corretto ogni capitolo tre o quattro volte, a
seconda dei contenuti ^^""" Odio quando la trama sta su per miracolo, sono la
persona più stressante che io conosca...per quanto riguarda i colpi di scena:
aspetta, darling, quello che hai appena visto è nulla...
S.D.:
anch’io preferivo andare nel vecchio, motono, assolutamente piatto Takari,
piuttosto che vedere il biondino con quella...quella...Quella! Ma Gothika, quel
lontano 29 marzo 2004, mi aveva incastrata, e la sottoscritta ha dovuto tenersi
la francese...sigh!
Kaho_chan:
^____^ grazie da parte di tutte e due!
Francesca
Akira89: il nostro destino è recensirci a vicenda...comunque, i ragazzi di
Digimon Frontier hanno l’età che avrebbero nel 2012 (Takuya, Zoe, Koji e Koichi
diciannove, Tommy diciassette e J.P. venti...sempre se J.P. ha un anno in più di
Takuya, cosa di cui non sono certa O.o). Per quanto riguarda Rei, Iryon e la
roccia...sono tutti e tre nati per fare uno scherzo a Yolei87, che si era
convinta che stessi facendo un crossover con Beyblade...quando ha capito il
trucco, ha minacciato di farmi fuori, ma fortunatamente sono ancora qui ^^""""
Driger: tra
una quindicina di capitoli, sono certa che comincerai a chiederti: "Perchè non
ho dato ascolto alla mia coscienza, smettendo di leggere appena visto il
titolo?"
Nota pre-capitolo (by Gothika):
Siamo solo al quarto capitolo??? T__T Uffi!
Rika88: Sembri Goku quando si
lamenta che ha fame -.-
Gothy: E tu sembri Sanzo!
Rika88: Non ruberei mai la parte
a mia cugina U.U
Gothika: In che senso? O.o
Yolei87: TACETE O VI
AMMAZZO!!!!!!!
Gothy: Capisco ^^"""" Volevo solo
dire che Rika, per narrare (come sono colta) della peste bianca -che, vi
ricordo, in realtà non esiste- si è presa l’enciclopedia medica di casa sua e ha
studiato per bene tutti gli effetti della peste...è decisamente da rinchiudere
-.-
Rika88: Non sono mica cialtrona
come te! >__<
Capitolo quattro:
Un aiuto inatteso
La ragazza sedette sullo scomodo
sgabello e appoggiò la schiena contro le fredde pietre che formavano i muri
della Prigione dei Dannati: quando le avevano detto che le era stato affidato un
incarico diverso dalla cucina in cui lavorava, aveva accettato subito, sperando
presto di trovarsi in campo contro i Digiprescelti...ora, avrebbe fatto
qualsiasi cosa per tornare dov’era.
Le Prigioni dei Dannati ricordavano
le segrete di un castello: benchè fossero in superficie, i muri di pietra erano
spessi e le finestre così poche e piccole da far entrare pochissima luce, ma
tanto freddo in inverno; e lei avrebbe passato lì il suo tempo, aspettando il
momento in cui il prigioniero a cui faceva la guardia le avrebbe fatto la
cortesia di tirare le cuoia.
Solo pochi mesi, addirittura qualche
settimana le avevano detto: quel bastardo era lì da un anno e due mesi, più
magro, più pallido, certo, ma vivo. E le faceva paura.
La DigiHunter non sapeva perchè: in
fondo, aveva solo due anni più di lei e un volto da bambino...ma lei non
riusciva mai a guardarlo negli occhi.
Quelle iridi blu-grigie sembravano
appartenere non ad un essere umano, ma ad un qualche animale feroce, a un lupo o
un leone: fieri, roventi, sempre pronti a fissarsi su di lei quando entrava
nella cella per portare i pasti al suo abitante; si muoveva solo pochi minuti,
per sgranchirsi le gambe, per la restante parte del giorno restava seduto in un
angolo, senza neppure far stridere le catene a cui erano legati i suoi polsi.
È dunque questo il capo di ribelli
Digiprescelti? Si chiese per l’ennesima volta.
Era entrata nei DigiHunter
giovanissima, quando la sua casa venne distrutta da un incendio: le dissero che
erano stati i Digiprescelti e se voleva vendicarsi doveva unirsi ai DigiHunter
per distruggerli...
Per la prima volta, la diciottenne
sentì le sue certezze vacillare pericolosamente...
Ken tentò di ribellarsi solo una
volta, sferrando un pugno al generale che aveva sigillato i Digimon e cercava di
farsi dire da lui i luoghi in cui si nascondevano gli altri gruppi di ribelli.Gli
spaccò il monocolo e gli fece uscire un fiotto di sangue dal naso.
E la pagò carissima.
Il generale se ne andò furibondo,
spedendo subito dopo due DigiHunter con l’ordine di dargli una punizione
esemplare.
- Espejo! -
La giovane DigiHunter si voltò. Due
tenenti erano apparsi davanti alla cella, uno dai capelli bruni ricciuti e
l’altro biondo, con gli occhi pieni di malvagità: uno reggeva un secchio pieno
di braci ancora ardenti, con infilata dentro un’asta di ferro rossa al vertice
infilato tra i carboni.
(Go, che vuol dire "occhi pieni di
malvagità"? N.d.A.)
(Serve per far capire che l’altro è
più umano...dico, scrivi fanfic e non capisci questi trucchetti? N.d.G.)
(Sarà... N.d.A.)
- Il generale vuole che tu vada a
farti un giro. - ordinò secco il biondo
- Ma...veramente... -
- Fa’ come ti pare. Tu comunque non
hai visto nulla -
Espejo attese qualche minuto, in
tralice: quando si decise ad entrare, vide il primo tenente, con aria vagamente
spaventata, che bloccava Ken tenendolo per le braccia, impedendogli di alzarsi,
mentre l’altro osservava interessato l’asta ormai rovente
- E così, piccola Espejo - le disse
quando la vide titubante sulla soglia - Non hai il coraggio di avvicinarti? -
Sebbene infastidita, la giovane non
raccolse la provocazione
- Il piccolo leone - continuava il
DigiHunter, accennando a Ken - Ha la brutta abitudine di non abbassare gli occhi
davanti agli ufficiali... -
Afferrò l’asta come un pugnale,
levandola al di sopra della testa
- Vediamo - urlò - Se con un occhio
di meno riuscirà ad essere ancora così arrogante!! -
La diciottenne ci mise alcuni attimi
per capire che lo strillo soffocato era suo: atterrita da quella scena, fuggì
tremante.
Intanto, il tenente che teneva Ken,
sussultando al grido inaspettato della ragazza, mollò leggermente la presa sulle
braccia del ragazzo che, più veloce che poteva, si spostò dalla traiettoria
dell’asta. Un dolore atroce all’altezza del cuore lo avvertì che era stato
colpito ugualmente, ma il suo occhio era salvo.
Espejo ci mise alcuni minuti a
calmarsi, costringendosi a respirare regolarmente
Sono pazzi pensò freneticamente.
Poi si bloccò
No, la pazza sono io...cosa ci faccio
nel covo di questi sporchi assassini?
La ragazza si guardò intorno. E per
la prima volta vide.
Vide davvero, con i suoi occhi,
libera dai pregiudizi con cui era cresciuta. Il suo primo pensiero fu di correre
via, ma subito dopo le apparve nella mente l’immagine del giovane ribelle. (Oggi
Rika si sente poetica... N.d.G.)
E lo abbandono così, io che in ogni
momento avrei potuto aiutarlo a fuggire?
Colta dall’ispirazione, fece per
tornare verso la cella, quando vide venirle incontro i due tenenti: il biondo
stava sgridando pesantemente l’altro che, ora che la giovane lo vedeva bene,
aveva dei tratti europei, mediterranei.
- ...e ringrazia che non lo dirò al
generale! - stava dicendo
- Io torno al mio posto! - disse
Espejo, avvicinandosi ai due.
Il tenente con il secchio annuì,
senza smettere di rimproverare l’altro e la giovane ne approfittò per far
sbattere "casualmente" la mano contro l’asta, ancora piuttosto calda: mandò un
grido
- Espejo... - disse con fare
esasperato l’uomo
- Sono mortificata...spero di non
aver fatto rovesciare nulla... -
- Vai in infermeria a farti dare
qualcosa... - terminò seccato il tenente, allontanandosi
Non appena Ken sentì il freddo
contatto tra la sua guancia e la pietra, capì di essere svenuto.
Si rialzò a fatica, sentendosi il
petto e il braccio in fiamme (Nel senso proprio e letterale del termine N.d.G.),
la camicia bruciacchiata e con qualche bottone di meno.
Quando Espejo entrò nella cella, lo
trovò seduto, con le braccia appoggiate sulle gambe piegate e gli occhi
arrossati: capì all’istante che doveva aver pianto, di dolore misto a furia, e
di nuovo le ricordò un giovane leone.
Ken le scoccò un’occhiata fredda, ma
la ragazza non si fece intimidire, non quella volta. Appoggiò la boccetta che
aveva in mano per terra e si tolse dalla tasca il suo misero pranzo, un panino
in cui il prosciutto bisognava cercarlo con l’aiuto della polizia scientifica
(Battutona -.- N.d.G.): gliene tese
una buona metà.
Ken non smise di guardarla con aria
torva
- Non è avvelenato! - esclamò seccata
la ragazza, mordendo la sua parte, tanto per sottolineare il concetto
- Non voglio la tua pietà - fu la
secca risposta
- Va al diavolo, tu e il tuo
orgoglio! Ti diverti a farmi venire i sensi di colpa? - gli sibilò Espejo
Dopo un attimo di silenzio, il
giovane dai capelli corvini accettò il cibo che l’altra gli offriva: aveva
troppa fame per stare a discutere
- Come ti chiami? -
- Ken. Ken Ichijouji. -
- Credo di averlo già sentito -
- Da queste parti sono in molti a
volermi morto. Tu sei spagnola? -
- Come fai a saperlo? - domandò
stupita lei
- Ti hanno chiamata Espejo: in
spagnolo significa "specchio" -
- Sai lo spagnolo? -
- Un po’ -
- Comunque Espejo è il mio cognome:
io mi chiamo Alba -
- Cosa ci fai in Giappone, allora? -
Alba sospirò, scostando una ciocca di
capelli rossi e riccioluti dal viso e rivelando una marea di lentiggini e occhi
scurissimi
- Otto anni fa, nel 2003, la mia casa
venne distrutta da un incendio provocato da Digimon dei Digiprescelti; io
sopravvissi, e decisi di vendicarmi -
- Sbagli, non siamo stati noi! -
interruppe Ken
- E tu come fai a dirlo? -
- Noi Digiprescelti ribelli restiamo
lontani dalle città: quelli che ci vivono, non tengono i Digimon con sè -
Alba non rispose. Ormai ne era certa:
le mancavano dei pezzi del puzzle. I DigiHunter dicevano che erano stati i
ribelli, ma i ribelli ribattevano di non saperne niente...chi aveva ragione?
- Da quanto sei un Digiprescelto? -
domandò allora, tanto per cambiare argomento
- Da undici anni...dal 2000, quando
ne avevo nove -
Alba si strozzò con il panino
- Nove anni e già un ribelle? Ora
capisco perchè sei uno dei capi! -
Ken le sorrise (Oh oh! Situazione
pericolosa! N.d.G.)
- Essere un Digiprescelto non
significa essere un ribelle. È l’ADO che ci ha costretto a nasconderci, quando
prese il potere sei anni fa! Inizialmente venivamo chiamati "Bambini Prescelti"
-
- Tu sei uno dei più giovani? -
- Stai cercando di cavarmi
informazioni? - domandò malizioso il ragazzo
Alba si sforzò di non arrossire
- Comunque no, del mio gruppo c’è un
ragazzo di due anni più piccolo di me, che divenne un Digiprescelto nel 2002, a
nove anni -
Quindi ha la mia età...si disse
la giovane...Sono ragazzi come me!
- Ah, quasi dimenticavo! -
Alba afferrò la boccetta ancora
abbandonata e la porse a Ken
- Dovrebbe calmare il dolore
dell’ustione, ma la qualità è pessima, per cui non assicuro nulla- lo avvertì
Nel prendere l’oggetto, il giovane
notò la leggera bruciatura sulla mano di Alba...
Magari me ne pentirò fu il suo
pensiero Ma credo di potermi fidare di lei.
******
Davis non riuscì a soffocare una
risata
- E bravo Ken! Vedi che fare il figo
ti torna utile? -
- Piantala! - lo ammonì l’amico,
arrossendo imbarazzato
(Rika, a che kispios serve ‘sta
cretinata?? N.d.G.)
(Ho notato che il capitolo sta
diventando troppo noioso... N.d.A.)
(Ma tra un po’ arriva la parte
migliore!!! Non puoi interrompere! >__< N.d.G.)
(Uff, va bene -_- N.d.A.)
(Se volete posso cantarvi una bella
canzone che è uscita da poco!!!!! N.d.Y.)
(NOOOOOOOOO, non ci rovinare il
capitolo!!!!!!!!!! N.d.Autrici spaventate)
(Siete perfideeeeeeeeeee!!!!!!! ;___;
ueeeeeeeeeeeeeeeeeeeee sig sob N.d.Y.)
*****
Non è facile dire se Alba e Ken
divennero realmente amici, o forse se non si trattasse di mutuo soccorso: ogni
interrogatorio settimanale del ribelle finiva a legnate, e Alba si beccava
parecchi rimproveri sul fatto che avrebbe dovuto dare una mano ai superiori.
Insomma, dopo ogni interrogatorio, la
ragazza entrava nella cella e iniziava una chiacchierata lunga abbastanza da far
dimenticare a Ken le botte o le umiliazioni.
Ma quel periodo non durò a lungo:
alcuni mesi dopo il primo avvicinamento tra i due (e non pensate male, tanto non
succede nulla! N.d.A.), sul petto e le braccia di Ken comparvero le terribili
macchie bianche, segno che era stato contagiato dalla peste bianca.
In pochi giorni cominciò a montare
una febbre altissima, tanto che i secondini furono incaricati di togliere le
catene al ragazzo, nel timore che si strozzasse durante una crisi.
(Gothika, questa potevi
risparmiartela! N.d.A.)
(Dopo tutto il tuo discorso medico,
volevo tornare a qualcosa di più simile ad una ff! N.d.G.)
(IO VOGLIO CANTARE LA MIA
CANZONEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!! N.d.Y.)
- Credo proprio - disse un giorno il
tenente biondo che aveva tentato di cavare un occhio al giovane - che stavolta
ce lo leviamo di torno! -
(Non sforzarti di scrivere il nome...N.d.G.)
(Non mi viene in mente nulla, va
bene? E poi è un personaggio marginale! N.d.A.)
Ad Alba fu proibito di entrare, per
timore che diffondesse la malattia tra i DigiHunter: per cui la giovane non potè
fare altro che osservare l’altro attraverso lo spioncino della porta della
cella, sperando che lui chiedesse da mangiare, chiaro segno di guarigione.
Uno di quei giorni, nei sempre più
rari momenti di lucidità tra i deliri e il torpore febbrile, Ken si ritrovò a
fissare il coltello infisso nella parete di fronte a lui: in fondo, si disse,
meglio morire con un po’ di onore, piuttosto che crepare nel delirio più
totale...eppure fu proprio quel delirio che lo salvò: il ragazzo era ormai così
debole da non riuscire neppure a sollevarsi dal letto di paglia su cui si
trovava.
(Gothika, dannazione, e poi sono io
che la tiro per le lunghe!! N.d.A.)
(Lo scrivi tu il pezzo della fuga? Io
non so cosa scrivere N.d.G.)
(Gioventù sfaticata -.- N.d.A.)
(Ehi! è__é N.d.G.)
In quel momento, la porta della cella
si aprì, lasciando entrare un essere coperto interamente da un lungo mantello
scuro (Un Dissennatore! O.o N.d.G.)(-.- N.d.A.): la strana figura si avvicinò
con una bizzarra andatura zoppicante al pagliericcio.
Magnifico, si disse Ken sto di
nuovo delirando
Eppure era reale la mano che si
appoggiò sulla sua fronte e la voce che lo chiamò:
- Ken? Mi senti? Riesci a
riconoscermi? -
Il ragazzo tentò di guardarlo meglio,
nonostante la vista appannata: la creatura considerò il suo silenzio come un
diniego.
(RIKA! TAGLIA! N.d.G.)
(Ho ancora una pagina! Se la
piantiamo con le note posso farcela! N.d.A.)
Con un sospiro rassegnato, la
creatura frugò dentro il mantello, tirandone fuori una fiala con dentro un
liquido lattiginoso
- Prendi. Bevi - intimò
Fece per mettergli una mano sul
mento, ma Ken, con la poca forza rimastagli, colpì la mano, sicuro di trovarsi
davanti ad un DigiHunter: dovette mordersi la lingua per non urlare, quando
scoprì che quel palmo era duro come una pietra.
- Sei proprio conciato male per non
riconoscermi... - disse, quasi tra sè, lo sconosciuto, ritraendo la mano come
davanti ad un cobra pronto a colpire. Si fermò un attimo ad osservare il pallido
incarnato e il corpo magro e diafano del ribelle, ascoltando il respiro
accellerato.
- E va bene... - continuò subito dopo
- Vorrà dire che dovrò dimenticarmi che siamo amici -
(E ora scrivi tu! N.d.A.)
Fulmineo, afferrò Ken per il colletto
della camicia e, ignorando i calci che il ragazzo gli tirava per tentare di
difendersi, lo sbattè contro il muro, mozzandogli il fiato e lasciandolo
talmente stordito da non potesi difendere quando gli versò il contenuto della
fiala in gola.
(Go, togliersi il mantello e dire
"Sono Stingmon" era troppo complicato, vero? N.d.A.)
(Sugli appunti c’era scritto: "Stingmon
salva Ken, ma non si fa riconoscere" è__é N.d.G.)
(Abbiamo appena perso tutte le fan di
Ken -.- N.d.A.)
Dopo pochi attimi, Ken fu scosso da
un dolore che giungeva dai suoi visceri, dove stava passando il liquido: scosso
dalle convulsioni, smise di scalciare come un mulo e, nno appena l’altro lo
lasciò andare, affondò la faccia nella paglia ormai puzzolente e marcia, dove
vide la fiala abbandonata per terra con ancora qualche goccia di siero
all’interno
- Era... - balbettò rantolando - era
veleno! -
- Era un farmaco contro la peste
bianca. Tra qualche giorno starai meglio -
- Menti! -
- Perchè dovrei? -
Ken tornò a girarsi, senza
rispondere. Sui suoi occhi sembrò calare un velo nero, e da quel momento fu
buio.
- È stato più difficile del previsto!
- borbottò Stingmon, sollevando il corpo privo di sensi del suo Digiprescelto
- Tranquillo, da queste parti non
passa nessuno - rispose Alba, affiancandosi a lui e osservando lo squarcio che
il Digimon aveva provocato nel muro della cella
- Tu che farai? - le chiese la
gigantesca libellula
- Beh, visto che hai aperto la porta
di servizio...perchè non approfittarne! - disse allegra lei -Piuttosto, dove hai
intenzione di portarlo? -
- Lontano da qui -
- Modo diplomatico per dire che non
lo sai? -
- Colpito e affondato... - fu
l’ammissione
Alba sorrise
- C’è una fattoria, a qualche
kilometro da qui - gli disse - ci abitano due contadini anziani. Il loro figlio
era il padre di un Digiprescelto - aggiunse, diventando seria - Ma la famiglia
fu sterminata. Non credo che dia loro fastidio avere un altro Digiprescelto in
casa -
- Come lo sai? -
- Mi avevano accolta quando ero una
recluta dell’ADO. Io avevo scoperto la loro storia, ma... - si morse la lingua -
ero troppo accecata dalla vendetta, per provare pietà per quelle povere persone
-
Stingmon abbassò la testa, in
silenzio
- Allora, tu dove andrai? -
- Torno a casa. - disse Alba decisa -
Voglio scoprire chi distrusse la mia casa e la mia famiglia, otto anni fa. E se
davvero fu l’ADO, conto di unirmi ai ribelli spagnoli -
- Allora, buona fortuna -
- Anche a te...e anche a Ken -
E con questa ultima frase, i due si
divisero
Per la prima volta, dopo due anni,
Ken fu svegliato da un raggio di sole che lo colpì in viso. Ma lo sorprese il
doppio il fatto di trovarsi su un letto propriamente detto, candido e pulito
- Guarda, Natsuko, si sta svegliando
-
Il giovane si ritrovò faccia a faccia
con un vecchino mezzo sdentato che lo guardava allegro
(Mi immagino la faccia di Ken: O.O""""""""
N.d.A.)
- Uff, cominciavo a preoccuparmi:
giovanotto, ma lo sai che dormi da tre giorni? - domandò una signora dai capelli
bianchissimi, sopraggiunta al richiamo del marito
- Oh, Natsuko, sempre a rompere le
scatole! -
Quando riuscì a farsi tornare gli
occhi nelle orbite e a riordinare i pensieri secondo un filo logico
spazio-temporale (in parole povere: dopo aver capito che qualcosa non quadrava)
si guardò intorno smarrito, poi chiese:
- Dove...dove mi trovo? -
- Quel tuo amico con il mantello ti
ha portato qui, chiedendoci di tenerti per un po’. Ha detto che lo mandava Alba.
A proposito, io mi chiamo Hiroshi, e questa rompiscatole è mia moglie Natsuko...
-
- A CHI HAI DATO DELLA ROMPISCATOLE,
VECCHIO BISBETICO??? - urlò feroce la vecchina
(Questi sono da rinchiudere...ma che
gente conosce Alba?? N.d.Autrici)
(Secondo me Natsuko è in realtà la
nonna sclerata di Matt e T.K., è praticamente identica! N.d.Y.)
- Ah, quasi dimenticavo - trillò di
colpo Natsuko (Trillò? Ma è un telefono? N.d.Tutti)
Corse a prendere qualcosa in un
cassetto, per consegnarlo poi a Ken
- L’ha lasciato qui il Digimon che ti
ha portato, insieme ad un messaggio: Te l’ho tenuto, come mi avevi chiesto
-
Ken osservò sbalordito il suo
Digivice, che ora teneva in mano. D’un tratto capì chi aveva avuto davanti...e
lui non era riuscito a riconoscere.
È vivo! Pensò eccitato e commosso
È vivo ed è tornato!
Sentì le lacrime che cominciarono a
rigargli le guance: fece per asciugarle, ma la sua mano urtò contro qualcosa di
ruvido cresciuta sulle guance...barba?
- Quella - rise Hiroshi - è venuta
fuori mentre dormivi. -
- Mah - esclamò la moglie storcendo
il naso - Tutto sommato preferirei la tagliasse. Sta meglio senza. -
Ken si osservò nello specchio appeso
di fronte al letto.
Forse Natsuko non aveva tutti i
torti, la barba lo rendeva decisamente irriconoscibile, il che tutavia non era
un male, nella sua condizione...il giovane tentò di mascherare uno sbadiglio
- Lasciamo perdere - interruppe
Natsuko notandolo ugualmente - Dormi, se vuoi. Dopo aver riposato ti sentirai
meglio: la febbre se n’è andata solo ieri sera... -
Pensierino della buonanotte:
Sette pagine??? Cavoli, forse ho scritto troppo!
Gothika: Tutto sommato non era
male...e poi abbiamo ridotto al massimo!
Rika88: In effetti, all’inizio
Ken avrebbe dovuto riconoscere chi si nascondeva sotto il mantello e prendere la
fiala di sua spontanea volontà, ma qualcuno ha voluto usare metodi più
brutali...
Gothika: Poi si doveva parlare un
po’ di più della vita nella fattoria, ma penso che ci sarà un riassunto
frettoloso nel quinto capitolo. La scena della barba doveva essere più avanti...ma
quella ci piaceva troppo ^_^
Rika88: È stato tagliato il
commento di Gothy sul fatto che Ken con la barba sembra un barboncino... -.-"""
Ken: -_- (E questa sarebbe una
mia fan? Chissà le altre O.o )
Passiamo alle risposte, che è
meglio...
Francesca
Akira89: Non si tratta esattamente di una roundrobin, in realtà: l’autrice
sono io, ma ho chiesto aiuto a Gothika per le scene più cruente, visto che è una
patita di fanfic dark (o comunque catastrofiche) e, anche se non vuole
ammetterlo, se la cava discretamente. In cambio, le lascio scrivere le sue
cretinate in nota. A proposito: sì, è una ragazza...almeno credo, forse è solo
un’interferenza del mio computer...(Ehi! N.d.Go)
Mysticmoon:
Troppo buona...finirò col montarmi la testa ^^""" Sono contenta di sapere che ti
piaccia, visto che nessuna mia ff è mai stata tanto rimaneggiata, ripresa e
riscritta come questa...
LightAngel:
Spero che la tua vena sadica sia soddisfatta! Comunque, come avrai capito, non
mi sono liberata per niente dei Digimon...anzi, devono ancora arrivare talmente
tanti personaggi, tra nuovi, vecchi ed inventati, che perderai presto il conto!
In questo capitolo hai conosciuto Alba Espejo, che sarà tutt’altro che
marginale...
Sora89: Dal
tuo nick avrei scommesso qualunque cosa che fossi una fan di Sora :P Comunque
tranquilla, prima o poi vedrai lei e Yamato gironzolare per questi lidi!
Kaho_chan:
Se stai leggendo queste righe, vuol dire che il tuo stomaco ha retto! Sentiti
complimenti! Comunque, anch’io adoro le Kenyako, forse perchè non ci sono
tantissime ff su questa coppia...
JunJun: Non
ho capito bene: cos’è che ti faceva ridere? O.o Il povero Ken si sta risentendo
parecchio! Per quanto riguarda il titolo, è in latino perchè ho visto che
l’inglese è già stato usato ed abusato, l’italiano e il francese non mi sembrava
andassero bene e...non conosco altre lingue ^^""""
Yolei87: Ora, visto che è finito
il cap, la posso cantare la canzone?
Rika88: E va bene se ci tieni
tanto!!!!!!! -.-""""""""" Chiedo scusa ai lettori, mi rendo conto che i deliri
di mia cugina non c’entrano molto con la ff...ma sapete com’è, ai matti bisogna
sempre dare ragione...potete anche non leggere, tanto non ci saranno rivelazioni
attinenti alla ff...
Yolei87: COME, SCUSA? >_<***
Rika88: Nulla, nulla ^^"""""""
Yolei87: Signore e signori,
madame et messieurs, ladies and gentlemen, da e niet, Cip e Ciop...ops, sto
divagando! (Precisiamo: questa frase l’ho rubata da un e-mail che mi aveva
mandato Rika88) Ecco a voi ...
In tutti i miei giorni
di Raf
Ma che sarà di noi, se
tutto è stato, oppure non c'è stata mai
La coscienza di poter
toccare insieme il cielo in una stanza
Chissà chissà e resto
solo con le mie domande
Patetiche, inutili
purtroppo indispensabili
Adesso che sono solo,
sono io a non credere
In un laconico addio
Tu non smetterai di
essere il centro di tutti i miei pensieri
E di tutti i sogni
quelli più veri
E se mi cercherai, se
ti sentirò
O se non ci
incontreremo mai,
Comunque io ti
ritroverò in tutti i miei giorni
Rika88 & Gothika: MA NON POTEVI
SCEGLIERE UNA CANZONE PIU’ ALLEGRA?
Yolei87: Ma era per essere in
tema con il capitolo un po’ dark!!!!!!!! E poi a me piace tantissimo!!!!!!!!! Mi
dispiace solo di averne messo solo la parte finale, ma Rika mi avrebbe fatto
arrosto!!!!!!!!! -___-""""""""
Noticine solite: Che capitoli
deprimenti...va beh, in questo si partirà finalmente pour la France, e
sicuramente ne vedremo delle belle: inoltre, Ken incontrerà i suoi genitori!
Gothy: Devo preparare i
fazzoletti?
Non credo, nè tu nè io sappiamo
scrivere pezzi commoventi -.-
Ah, piccola precisazione: nello
scorso capitolo si è detto che il primo sintomo della peste bianca sono le
macchie sul corpo. Beh, ho dimenticato di scrivere che queste se ne vanno via,
non è che Ken rimarrà un dalmata per il resto dei suoi giorni... ^^""""
Capitolo cinque:
Ritrovarsi
Davis si accese una sigaretta,
meditabondo
- Sei sicuro fosse proprio Stingmon?
- chiese
- Apparentemente sì... - fu la
risposta di Ken
Il giovane dai capelli rossicci si
concesse una lunga boccata, prima di mormorare:
- È una strana brutta storia... -
(Ora voglio vedere come fai a mettere
"Paura!" N.d.G.)
(Facile: lo hai appena scritto tu ^_^
N.d.A.)
(Porc...! N.d.G.)
- Come sei finito nella locanda di
Yolei? - riprese Davis
Il ragazzo dai capelli corvini
sorrise
- Non sono rimasto a lungo in quella
fattoria, non volevo mettere nei guai quei due vecchietti. Appena ho potuto, ho
fatto fagotto e me ne sono andato. Mi sono lasciato crescere la barba e i
capelli e...beh, se Yolei non avesse visto il Digivice, non mi avrebbe
riconosciuto ^_^ -
- Yolei non è cambiata molto in
questi due anni... -
Ken smise di sorridere
- Non saprei...ha sempre il suo
caratterino, ma è diventata più fredda, sospettosa... -
- Era la più preoccupata di tutti,
forse più di me. -
L’amico si voltò a guardarlo,
stupito: per fortuna era ormai buio, così Davis non notò mai il rosso acceso
sulle guance di Ken
- Da come mi ha accolto non si
direbbe! -
Dopo avergli raccontato della doccia
fuori programma (Davis rise fino alle lacrime...), il Digiprescelto del Coraggio
esclamò, come per scherzo:
- Pensa se tutti i ribelli si
unissero insieme! Distruggeremmo l’OAD! -
- Chissà. I DigiHunter sono molti, ma
noi ribelli ancora di più -
Dopo un attimo di silenzio, Daisuke
decise di metterlo al corrente dei suoi pensieri
- È un po’che ci penso, ma volevo un
tuo parere: perchè non riuniamo i capi dei ribelli dei vari Stati in un qualche
paese neutrale, e attacchiamo i DigiHunter in uno stesso giorno, in tutti i
Paesi occupati? -
- Si accorgerebbero dei macchinamenti...non
siamo tantissimi, ma comunque abbastanza per destare sospetti. -
La critica non guastò l’entusiasmo
del giovane
- Non tutti quanti, i più influenti,
che poi passeranno parola! -
Ken prese tempo, riflettendo. Poi
alzò lo sguardo verso Davis
- Non saprei...potrebbe essere un
errore. Potremmo finire cancellati per sempre! - argomentò, preoccupato
- Non vederla così negativamente,
Ken! Possiamo provarci...per esempio, abbiamo buoni appoggi in Francia, potremmo
trovarci con i maggiori capi europei... -
Ken si morse il labbro, combattuto
- È sicuro? -
- Una botte di ferro! - esclamò
ridendo il ventunenne bruno
- Allora... - si arrese Ken - perchè
non provarci? -
Gasato dall’approvazione del suo
migliore amico, il cervello di Davis partì in quarta
*****
- Ehilà, ragazzi! -
Un giovane, dai capelli viola scuro
molto lunghi legati in un codino basso si avvicinò a Rei e Cepheus, seguito da
una ragazza bionda, con la pelle chiarissima e grandi occhi azzurri
- Sannio! Freia! - esclamò Rei,
salutandoli
- Come mai da queste parti? - domandò
Cepheus
- I Padroni degli Elementi ci hanno
chiesto di trovarci qui - rispose la ragazza - Ma esattamente non sappiamo
neppure noi perchè -
- Anche noi siamo stati trattenuti
qua - sbuffò Rei
Un calpestìo interruppe i loro
discorsi: alle spalle di Freia era apparso un ragazzo, più o meno della stessa
età di Cepheus e Sannio, con corti capelli scuri e grandi occhi grigio-blu
- Ah, eccovi! Venite, noi sei
dobbiamo parlarvi di una cosa -
- "Noi sei"? - chiese Sannio,
squadrandolo
Il giovane sorrise
- Beh, non mi riconoscete? -
Rei si illuminò
- Tu sei Loewemon! Il Padrone delle
Tenebre! -
- EEEH? -
- Più o meno è così - rispose lui -
Questo è il mio vero aspetto. Comunque, mi chiamo Koichi, non Loewemon! -
*****
Un mese dopo la chiacchierata serale
tra Davis e Ken, i ragazzi si trovarono su un aereo. Destinazione? Parigi,
capitale di uno dei pochi Stati non controllati dall’ADO!
Kari si accomodò sul suo sedile, a
destra di quello di Ken, che sarebbe dovuto essere molto felice, visto che
avrebbe rincontrato sua madre e suo padre; invece era a dir poco furibondo.
Il motivo? Aveva nome e cognome: Eiji
Toyama.
Era sbucato fuori qualche giorno
prima, invitato da Yolei, dicendo che conosceva bene Parigi: da allora non si
era più scollato dalla ragazza!
Ma, quello che faceva imbestialire il
ventunenne, era che la giovane dai capelli viola sembrava tornata la ragazzina
di sempre: rideva, scherzava, disturbava Davis e si comportava come due anni
prima...non è un bene? Certo, ma il ragazzo era geloso marcio, visto che lui era
stato accolto a secchiate in faccia ed Eiji ad abbracci!
Ora, quei due erano seduti proprio
davanti a Kari e Ken, e quest’ultimo doveva far ricorso a tutto il suo
autocontrollo per non tirare il collo al ventiquattrenne dai capelli castano
dorato.
Kari, invece, che avrebbe dovuto
essere quantomeno contrariata di andare da T.K., sembrava allegra come se il
Natale fosse stato esteso a tutti i giorni dell’anno: proprio lei, notando la
rabbia repressa del suo compagno di viaggio e capendo (con intuito tutto
femminile, immagino) la situazione, decise di punzecchiare l’amico,
sussurrandogli:
- Sono molto in sintonia Yolei ed
Eiji, non è vero? -
(Carogna N.d.G.)
- Uhmmmm, tu dici? - rispose Ken,
fingendo indifferenza
- Pensavo te ne fossi accorto, visto
che sembra che tu voglia cuocere Eiji a fuoco lento -
Ken non si girò, per non fulminare la
ragazza con un’occhiata assassina
- Piuttosto, tu come mai sei così
allegra? Fino a qualche tempo fa, appena sentivi due letterine che vengono una
prima della U e l’altra dopo la J andavi in paranoia! -
Kari ridacchiò, scuotendo i capelli,
legati quel giorno in una coda di cavallo
- Ho deciso di non farmi rovinare la
vita da lui. Non farò scenate isteriche e sarò carina con entrambi: in fondo,
T.K. non è più il mio fidanzato -
- Sei da ammirare... - disse,
sinceramente colpito, Ken
(le Autrici concordano o.o)
- Ormai dovresti sapere che
Hikari-chan è fatta così - intervenne Cody, sporgendosi
- A differenza di qualcun altro... -
disse malizioso Davis
- A chi ti riferisci? - chiese
pungente il diciannovenne
- A uno piccoletto e con la zucca
dura...se non sbaglio il suo nome inizia per C e finisce per ody... -
Mentre Cody uccideva con uno sguardo
Davis, Ken si appoggiò allo schienale, ridendo (e fingendo di non aver afferrato
l’allusione): il suo umore era parecchio migliorato, e poi cominciava ad essere
impaziente di rivedere i suoi genitori. A quel pensiero, il sorriso gli sparì
- Mio padre e mia madre - disse a
Kari - Non sanno neppure se sono vivo o morto... -
Kari si voltò a guardarlo
- Sono sicura - disse subito dopo
sorridendogli - Che non hanno mai smesso di sperare. E comunque li rivedrai tra
pochi giorni, no? -
- Non li abbiamo neanche avvertiti...
-
- Gli farai una sorpresa! -
(Mi sa che li fa morire, saltando
fuori dal nulla!! N.d.G.)
(^^"""" Evitiamolo, questa fic è già
deprimente così N.d.A.)
Ken sembrò più tranquillo: rimise a
posto i polsini della maglia nera e chiuse gli occhi. La ragazza di fianco a lui
continuò ad osservarlo (guarda che è maleducazione! N.d.A.): i segni sui polsi
erano infine spariti, ma il giovane sembrava sempre molto magro: non aveva un
aspetto malato, è vero, era anzi molto attraente, ma decisamente non era
florido. Si disse, quasi a difesa dell’amico, che Ken era sempre stato
magrolino. Smise di guardarlo e gli chiese:
- Come te la sei fatta? -
Ken spalancò gli occhi e, dopo
qualche attimo, si voltò a guardarla con l’aria di uno che non aveva capito di
cosa si parlasse
- Piantala, parlo della - la ragazza
si accorse di parlare ad alta voce - di quella cicatrice! -
Indicò il petto del giovane, che
abbassò gli occhi e poi si voltò, per non incontrare il suo sguardo
- È una lunga storia - tagliò corto
- Che naturalmente Davis si è fatto
raccontare quella sera lungo le mura -
- Già...piuttosto, come..? -
- Come l’ho vista? - interruppe lei -
La sera che Yolei ti ha tirato il secchio d’acqua per svegliarti: la camicia era
bianca e quando si è bagnata sono riuscita a vederla -
Ken chiuse nuovamente gli occhi,
toccandosi il petto: nella mente, chissà come mai, gli passò l’immagine di una
giovane DigiHunter con lunghi capelli, ricci e rossi, e una marea di
lentiggini...improvvisamente chiese:
- Anche tu e Davis avete già avuto la
peste bianca, giusto? -
- Sì...anzi, me l’ha attaccata lui.
Joe lavorava, e allora ai ribelli ci dovevo pensare io! - rispose Kari, poi si
fece seria - Sai, anche Yolei l’ha avuta, ma è stata relativamente bene, e anche
io me la sono tutto sommato cavata. Davis invece mi preoccupava: sembrava
decisamente messo male, non ci riconosceva neppure -
Dunque non sono l’unico che non
riconosceva gli amici pensò amaramente Ken.
Dopo quella notte di tre mesi prima,
aveva tentato spesso di focalizzare qualcosa di quella creatura ammantellata, ma
la memoria e la vista lo avevano tradito, non lasciandogli altro che un’immagine
sfocata e una voce che, a pen pensarci, poteva essere di chiunque. L’unico
indizio che potesse trattarsi del suo amico era il fatto che i suoi calci e
pugni disperati avevano trovato un torace e delle mani di roccia, tali quali a
quelli del Digimon libellula.
- Uff, terra!!! - piagnucolò Yolei,
quando infine scesero dall’aereo
- Non pensavo soffrissi di mal
d’aereo - disse Cody
- Infatti, ma i viaggi lunghi mi
annoiano! -
- RAGAZZI! -
I sei si voltarono verso la voce, e
videro venire loro incontro un bel ragazzo di ventun anni, con corti capelli
biondo oro e grandi occhi azzurri.
(Mi impongo un rigido autocontrollo:
devo essere oggettiva su Quella U.U N.d.A.)
(Chi, Catherine? O.o N.d.Gothy)
(NON-PRONUNCIARE-QUEL-NOME!!!!
>__<*** N.d.A.)
(Oggettiva, eh? N.d.G.)
- Ciao, T.K.! - gridò Yolei,
rispondendo al saluto del biondino
Subito a fianco di Takeru, sbucò
fuori Catherine: Davis, che stava osservando Kari, dovette ammettere che l’amica
era dotata di un autocontrollo sovrumano, perchè la vista di quella creatura non
la turbò minimamente.
Eppure, neanche Ken, che di solito
non si interessava troppo al fascino femminile, potè non accorgersi
dell’incredibile bellezza della ragazza, con i lunghi capelli biondi tenuti
fermi in un cerchietto rosso, i grandi occhi azzurri luminosissimi e il vestito
bianco che metteva in risalto la pelle chiarissima.
(Maschietti, asciugate la bava! N.d.A.)
(XD°°°°°° N.d.Davis, Cody ed Eiji)
(Non hai un po’esagerato con le lodi?
N.d.G.)
(E pensare che a te quell’essere sta
anche antipatica da morire!!!!! N.d.Y.)
(Appunto, devo essere oggettiva U.U E
oggettivamente, Catherine è molto bella...anche se nell’anime è una salama, lo
ha detto anche mia madre, che mi parlava mentre guardavo la televisione ^_^
N.d.A.)
- Voi non la conoscete ancora di
persona... - iniziò T.K., indicandola - Lei è Catherine! -
- Oh, T.K. mi ha parlato tanto di
voi! - esclamò allegra lei, in un perfetto giapponese, eccezion fatta per un
leggero accento francese
(Anni che mi chiedo: come fa una
ragazzina francese più piccola di Takeru - nell’anime sembrava più giovane di
almeno un anno- a parlare correntemente giapponese? È la figlia
dell’ambasciatore francese a Tokyo? Mah! N.d.A.)
- Ehm, non per interrompere - disse
Eiji - ma è meglio parlare in separata sede! -
******
Anche nella seconda dimensione le
cose erano molto cambiate, durante quel mese: infatti il gruppo dei dieci
Padroni degli Elementi era stato ricostituito, e i Padroni dell’Acqua, della
Terra, del Ferro e del Legno erano di nuovo al loro posto, anche se all’inizio
c’erano stati dei piccoli inconvenienti...
- NON SE NE PARLA NEMMENO!!! -
Rei lanciò uno sguardo inceneritore
contro i sei Padroni degli Elementi
- Io Digievolvere Calmaramon? No,
grazie mille! -
- Aspetta, lasciaci spiegare -
interruppe Zoe - Non abbiamo detto questo -
- Ottenere i Digispirit - osservò
Freia, tenendo in mano quello della Terra - Significa Digievolvere in Digimon,
no? -
- I Digimon non sono sempre uguali -
interruppe Tommy
(Ah no? N.d.A.)
(Senti, io ci faccio la punta, quando
tu inventi delle boiate?? N.d.G.)
(A dire il vero sì N.d.A.)
- Quindi, Rei, non rischierai di
Digievolvere Calmaramon - terminò Koichi
Rei li guardò, dubbiosa
- Dai, Rei - la rabbonì Sannio -
Neanche a me piacerebbe Digievolvere Mercurymon. Come facciamo a sapere in cosa
Digievolveremmo, se non proviamo? -
*******
- Sono felice di rivederti...siamo
stati in pensiero per te -
Ken appoggiò la sua sacca da viaggio
e si voltò a guardare T.K., ancora sulla porta della stanza che aveva assegnato
a lui e a Davis
- Grazie, Takeru. Ci dispiace
occuparti tutta la casa... -
- Figuratevi, abbiamo due stanze da
letto, che sono delle ragazze, per il resto ci arrangeremo-
- Io - si intromise Davis - ho
dormito un sacco di volte per terra, per cui un divano sarà un piacevole
cambiamento per le mie povere vertebre! -
Ken si limitò a sorridere, pensando
che lui non vedeva un letto dall’ultimo giorno nella fattoria di Hiroshi e
Natsuko: viaggiando aveva dormito un po’dove capitava, e nella locanda di Yolei
aveva trovato posto solo sul vecchio divano (bagnato)
- Ah, senti - iniziò subito dopo -
Non è che... -
- Sì, lo so dove abitano i tuoi
genitori - lo prevenì il biondo - sono stato io a dargli la casa di mio nonno.
Anzi, quando vuoi ti ci accompagno! Anche subito! -
- Subito magari no - rispose l’altro
- ma domani sì! -
T.K. sbuffò
- Gli altri Digiprescelti arriveranno
domani, e non si troverà più pace... -
- Vengono anche loro qui? - domandò
atterrito Cody, arrivato con le ragazze ed Eiji
- No, per mia e vostra somma fortuna,
ma comunque ci sarà da discutere. Per cui io suggerirei di andare a fare un
salto dai tuoi oggi, tanto devo portargli la spesa! -
- Per me va bene - rispose Ken,
felice
Ore 17:30...(Il momento è giunto!
N.d.A.)
T.K. sbattè la portiera della
macchina con un colpo secco, mentre Ken gli si affiancava
- Il volante non è il tuo forte, eh?
- lo prese in giro
- Allora la prossima volta guidi tu!
- rispose piccato il biondo
Erano davanti ad una casetta a due
piani. Takeru aprì il cancelletto, appena accostato, e si diresse verso la
porta, anch’essa socchiusa (O.o un po’ di sana diffidenza no? N.d.G.)
- Signora Ichijouji? - chiamò il
ragazzo
- Entra pure, T.K.! La porta è
aperta! -
Il ventunenne si infilò dentro,
trascinando Ken, che sentiva i piedi incollati al terreno
Questa volta fu una voce maschile a
parlare
- Siamo in salotto, Takeru, vieni
pure! -
Dopo il corto corridoio, T.K. si parò
davanti all’entrata del salotto, sotto gli occhi dei coniugi:
- C’è una persona che desidera
parlarvi - annunciò, per poi farsi da parte e lasciar vedere "l’ospite".
Per qualche secondo, l’unico rumore
fu il bicchiere della signora Ichijouji che andava a frantumarsi per terra.
Ken avrebbe dato qualunque cosa per
tornare in possesso della sua voce, ma riuscì solo a guardare i suoi genitori,
suo padre mentre si alzava a scatti e sua madre mentre si metteva le mani sulla
bocca, con le lacrime agli occhi
(Se fanno tutte queste scene ogni
volta che il figlio ricompare... -.- N.d.G.)
(INSENSIBILE!!!!!! :°°°°°°°(( N.d.A.)
- Ken! - rantolò il padre, con la
voce spezzata
- Mamma, papà - riuscì infine a dire
il ragazzo, sentendo due lacrime scivolargli sulle guance
La donna si avvicinò al figlio,
abbracciandolo così forte da rischiare di spaccargli qualche costola (Oddio,
comincio a scrivere come Gothika!! é__è N.d.A.), subito ricambiata.
Messaggio ricevuto si disse T.K.
Aspetterò fuori!
- Ken... - balbettò tra le lacrime la
donna, sciogliendosi dall’abbraccio del figlio - ...fammi sedere, non mi sento
più le gambe -
La signora Ichijouji si accomodò
sulla poltrona, mentre il marito le versava un bicchiere d’acqua (Signora, si
calmi o qui si rischia un attacco cardiaco ^^"""" N.d.G.).
Ken osservò attentamente i suoi
genitori: la madre era sicuramente dimagrita, ed entrambi avevano più capelli
bianchi e un’aria stanca che lo allarmò.
Anche loro dovevano aver squadrato
ben bene il figlio, perchè l’uomo gli disse, sorridendogli:
- Sei un uomo, ormai! -
E in effetti, il giovane aveva
superato in altezza la madre di parecchi centimetri, e gareggiava ora con il
padre
- Oh, Ken, come sei magro! Mangi? -
esclamò la signora Ichijouji
(Tipica frase da madre apprensiva
^^""" N.d.G.)
Il giovane annuì, sorridendole; notò
però che suo padre si morse il labbro, come per dire: ti sembra che uno
appena uscito di galera possa esser sano?
- Non ti preoccupare, mamma, sto
bene. Davis mi controlla come un cane da pastore! -
- Vuoi da bere? - chiese poi,
allungandosi verso la bottiglia d’acqua
- No, grazie; per favore, non
trattatemi come un ospite - si ritrasse Ken, imbarazzato
T.K., all’esterno, era appoggiato
alla macchina, aspettando pazientemente l’amico; improvvisamente notò una
ragazza che passeggiava tranquillamente sul marciapiede dall’altra parte della
strada. Sobbalzò, stupito:
- Hikari! -
Kari alzò gli occhi, lo vide e gli si
fece incontro
- Cosa ci fai qui? - le chiese Takeru
- Facevo una passeggiata. Tu,
piuttosto? Come mai qui? -
- Aspetto Ken - rispose il biondino,
indicando con un cenno della testa la casa di fronte a lui
Come se qualcuno lo avesse chiamato,
il giovane dai capelli corvini sbucò dal portoncino e si fece incontro ai due
- Ciao, Hikari! - esclamò
- Finito, là dentro? - chiese T.K.
all’altro
Ken lo guardò perplesso, notando la
vena irata nella sua voce
- Sì, possiamo andare... - rispose
lentamente
- Beh, vi lascio - continuò Kari - Io
faccio ancora due passi! -
E così dicendo, chiuse con una mano
il colletto del giubbotto e riprese a camminare, allontanandosi dai due, seguita
dallo sguardo di Takeru...
- T.K., hai intenzione di mettere in
moto? - sibilò annoiato Ken, vedendo che l’amico era molto impegnato a guardare
davanti a sè
- Eh? Oh, sì, scusa - balbettò T.K.,
come appena uscito dal trance
Vuoi vedere che...si disse Ken
Eppure entrambi si ostinano a dire che non c’è più nulla!
In quel momento, la versione dei
fatti di Kari e T.K. gli sembrò una bugia così ben riuscita da aver ingannato
persino i due diretti interessati.
Ma gli avvenimenti dei giorni
seguenti gli avrebbero fatto dimenticare completamente i problemi d’amore degli
amici; e un po’ anche i suoi.
Pensierino della buonanotte:
Gothika, dire che sei una cialtrona è dire poco!
Gothika: Uff, lo sai che non so
scrivere questi pezzi mielosi!
E fai fare tutto a me???
Gothy: Sorry... ^^"""""" Beh,
passiamo subito agli spoiler: nel prossimo capitolo arriveranno due nuovi
personaggi...anzi, diciamo un nuovo personaggio e mezzo!
Rika88: E non nel senso che è
alto come Cody, bensì che...beh, non posso svelarvi tutto! Vi posso però dire
che arriverà una bella profezia tra capo e collo dei ragazzi
Gothika: Evitando quello di Ken
Rika88: Perchè? O.o
Gothika: Tra capo e collo lui ha
già il Seme delle Tenebre :-P
Rika88: .....Squallore -.-
Passiamo alle risposte (come mi piace
questo momento!)
Driger:
Stai tentando di farmi montare la testa? Allora sappi...che ci riesci
benissimo!! ^___^
Francesca
Akira89: No, Natsuko non è la madre di T.K., ma una vecchina vagamente
psicopatica...per forza, vedendo chi l’ha inventata...non chiedetemi perchè, ma
in ogni mia fanfic c’è un personaggio pazzoide: in questa, poi, in Gran Mogol
degli schizzati arriverà tra breve! ^^"""" Ah, già che ci siamo: se hai notato,
in questo capitolo Ken e Kari sono seduti di fianco, in aereo, proprio come
nella tua ff Il Castello di Myols: non volevo copiare, ma semplicemente
era più comodo per il dialogo ^_^
LightAngel:
In origine era molto peggio, ma ho tolto le parti più disgustose, con gran
rabbia di Gothika ^^""" (>.< N.d.Go) I Digimon, ovviamente, non potevo
eliminarli, serve sempre qualcuno che prenda le legnate al posto dei ragazzi...
Yolei87:
considerando che hai già letto la fanfiction, dovresti sapere che Ken, in fondo,
non te l’ho stroppicciato poi così tanto...e comunque, te lo meriteresti solo:
come OSI fare spoiler, dannata?????? Sàndor arriverà nel prossimo capitolo!
Ecco, mi hanno rovinato uno dei miei personaggi meglio riusciti T__T
Cody si alzò dal materasso buttato
per terra che fungeva da letto, sbadigliando: era certo di aver sognato, ma non
ricordava cosa. Gli sembrava ci fosse lui, insieme a qualcun altro...mentre si
lavava, gli venne in mente una frase del sogno:
A quanto pare la mia presenza
disturba il vostro gruppo...
Ecco, qualcosa del genere. Ma in
fondo, chi se ne importava?
Entrato in cucina, vide solo Ken,
comodamente seduto mentre beveva il caffè, e Davis, che guardava dalla finestra
- Buongiorno! - esclamò, servendosi
dalla caffettiera
- Ciao! - fu l’unanime risposta
Guardandosi intorno, notò che gli
altri erano impegnati nelle varie pulizie o a riassettare i letti...beh,
chiaramente i Digiprescelti del Coraggio e della Bontà erano disoccupati,
dormivano su poltrone e divani tutt’altro che comodi, ma su cui non c’era nulla
da rimettere a posto!
Sedendosi a sinistra di Ken, il
ragazzo bevve una sorsata di caffè...e per poco non lo sputò
- Beverone immondo! - sibilò, mentre
il giovane al suo fianco lo guardava ridendo
- Lo ha preparato Catherine, ma la
ricetta è quella italiana. Loro fanno il caffè molto forte! - spiegò Ken
- Come fanno a berlo senza
avvelenarsi??? - chiese il diciannovenne
- Me lo ha chiesto anche Davis. A me
piace - fu la risposta del moro, interrotta dall’esclamazione del terzo ragazzo
- Arrivano! -
Al piano di sotto si sentì il rumore
di una portiera di auto che sbatteva: T.K. doveva essere tornato con i capi dei
ribelli europei
- Di che nazionalità sono i ragazzi?
- chiese Ken, rivolto verso Davis
- Uno è il capo dei ribelli olandesi,
l’altro è spagnolo -
- Se non sbaglio il leader spagnolo
era stato catturato dai DigiHunter tre anni fa -
- Sì, e infatti sembrava che in
Spagna i ribelli fossero destinati a sparire - rispose Yolei, arrivando con
Kari, Catherine ed Eiji - Ma sembra che negli ultimi mesi si siano ripresi -
- Eccoci! - esclamò Takeru, aprendo
la porta e lasciando entrare i nuovi arrivati
Uno era un ragazzo, più o meno
dell’età di Eiji ma ben più alto, con i capelli neri lunghi e lisci, e una
carnagione chiara contornata da un paio di baffi e un piccolo pizzetto, che
facevano risaltare i begli occhi verdi. L’altro era una bella ragazza, dai
tratti mediterranei, con lunghi capelli rossi arruffati, occhi scuri e una marea
di lentiggini...Ken si strozzò con il caffè
- ALBA? -
- KEN? -
- Cosa ci fai qui??? - esclamarono
insieme, indicandosi a vicenda
- Ehm, qualcosa mi dice che vi
conoscete... - considerò Davis
(Intuitivo come sempre -.-"" N.d.A.)
- Ti credevo ancora nella Prigione
dei Dannati! - disse Ken
- Nella Prigione? - domandò atterrita
Kari
Alba sorrise alla ragazza
- Non come prigioniera...ero una
DigiHunter -
- Come? - chiese Cody
- Alba - iniziò Ken - era la guardia
che mi controllava, ma è lei che mi ha aiutato -
- Una Digiprescelta... - iniziò T.K.
- Non sono una Digiprescelta.
Scusate, non me la sento di raccontarvi la mia storia, vi basti sapere che non
ero tra i DigiHunter per mia volontà -
- Oh, insomma... - interruppe
l’olandese, facendo notare la sua presenza per la prima volta - Avete una bella
ragazza che vi zompa in casa e voi fate i difficili? Beh, vedo però che anche
voi siete ben forniti... - e così dicendo guardò le due giapponesi e la
francesina, che venne subito presa a braccetto da un gelossissimo T.K.
- Trovi? - sibilò il biondo, con un
sorriso acido
L’olandese capì l’antifona
- Pazienza! Ah, io mi chiamo Sàndor.
Il nome è ungherese, perchè devo avere qualche lontano parente di quelle zone...enchantè!
- e così dicendo fece il baciamano a Kari, che arrossì, e lo avrebbe fatto anche
a Yolei, se lei non avesse tolto la mano come davanti ad un polipo.
Ken, disgustato e geloso, trascinò
Alba nella stanza a fianco, chiudendo la porta: sentì distintamente
l’insopportabile voce dell’olandese strillare "Ehi, qui cominciano già a rubarmi
le prede!", ma non ci badò troppo
- Posso sapere come sei finita tra i
ribelli? - domandò alla rossina
Alba abbassò lo sguardo
- Volevo solo tornare a casa, per
scoprire cosa successe anni fa, e capire chi aveva sterminato la mia famiglia -
iniziò - E così, quando quell’...essere che ti ha portato via ha sfondato il
muro della tua cella, ne ho approfittato -
Ken era tentato di chiederle se aveva
visto in faccia la creatura ammantellata, ma capì che la storia non era ancora
finita, e non interruppe
- Quando sono arrivata - riprese Alba
- ho scoperto che ad incendiare la mia casa erano stati proprio i DigiHunter,
così ho deciso di unirmi ai ribelli -
- Però - interruppe Ken - non capisco
come mai i DigiHunter ti abbiano fatta entrare nelle loro file, quando ti
trovarono -
- Forse avevano semplicemete bisogno
di qualcuno abbastanza idiota da seguirli - fu l’amara risposta
- Lascia stare. Piuttosto... -
- Sì? -
- Hai visto in faccia la creatura con
il mantello? -
Alba sgranò gli occhi
- Pensavo lo conoscessi! -
Il ragazzo dai capelli corvini
sospirò
- Credo si tratti del mio Digimon, ma
lui è stato risucchiato anni fa in quella...roccia che aveva il generale, e non
vedo come abbia potuto uscire -
- A proposito! - esclamò la ragazza,
estraendo un foglio dalla tasca dei jeans - Me ne stavo dimenticando: questa me
l’ha mandata Gennai! Mi ha detto di farvela avere -
- Allora andiamo di là - rispose a
malincuore Ken (certo che è sfigato...N.d.A)
- Un’altra profezia?? - brontolò
seccata Yolei - Uffa, ma Gennai dove le trova? -
- Purtroppo - disse Alba - nè io nè
Sàndor ci abbiamo capito molto... -
- Beh, io sono un ribelle, non un
risolutore di rebus! - si difese l’olandese, mentre guardava con occhio languido
Yolei - Piuttosto, le giapponesi sono occupate? -
Dannato donnaiolo!! pensò
furibondo Ken (Odio a prima vista ^^"""" N.d.A.)
- Beh, vediamo un po’... - borbottò
Davis, iniziando a leggere
Dardi infuocati
Di vento maligno
Cade ferito il nero
cavaliere
Il marchio del
tradimento svelato
Allora scenderà la
maschera
Dell’angelo dalle ali
di libellula
E gli antichi alleati
poseranno il piede guerriero
E gli antichi custodi
avranno nuova vita
Su un mondo in cui
balugina la speranza
- Oh, mamma mia! - fu l’esasperata
esclamazione di Yolei (difficile dire se per la profezia o per Sàndor)
- "Il marchio del tradimento"? -
chiese Eiji
- Odio ammetterlo, ma non si cava un
ragno dal buco - mormorò cupo Takeru
(Invece io odio ammetterlo, ma questa
roba è proprio opera mia -.- N.d.A.)
(E poi critichi le mie trovate...N.d.G.)
Tutti i ragazzi si sedettero,
depressi, chi sulle poltrone chi per terra
- Come può - domandò Kari - un dardo
essere "infuocato" e "di vento maligno"? O è l’uno o è l’altro! -
- Si tratta indubitabilmente di una
metafora, - rispose Alba, allargando le braccia in un gesto sconsolato - ma cosa
indichi... -
(Indica che Rika è un’incapace in
fatto di profezie, nulla di più facile -.- N.d.G.)
(Aspetta, vado a telefonare ad
Hogwarts, magari ci prestano Sibilla Cooman...N.d.A.)
- Ken? Sei tra noi? - chiese Davis,
notando l’amico ancora con gli occhi fissi al foglio
- Eh? Oh, sì, stavo...no, nulla... -
Il giapponese si appoggiò alla
finestra
L’angelo dalle ali di libellula...
Solo una coincidenza? Difficile
stabilirlo.
- Hai qualche idea? - gli sussurrò
Yolei, alla sua destra
Il giovane si limitò a scuotere il
capo, in segno di diniego
- Ah, Ken - intervenne Alba - Per la
storia della roccia di cui mi avevi parlato... -
- Che roccia? - interruppe Eiji
- Quella in cui sono rinchiusi i
nostri Digimon - rispose cupo Ken
- Ecco, sono certa di aver sentito
parlare di qualcosa di simile -
- Non farti pregare! - esclamò Davis,
alzandosi in piedi
- Il giorno in cui mi ordinarono di
fare la guardia alla cella di Ken... -
Più che altro, sarà una liberazione...non
ne potevo più del puzzo di minestrone!
- Ti senti all’altezza? In fondo, hai
solo diciassette anni -
- Non ho paura di un uomo, come non
ho timore dei loro Digimon -
Il generale scoppiò a ridere
- Non ci sarà da preoccuparsi...quei
sei Digimon non sono più d’ostacolo -
Così dicendo, l’uomo prese una lastra
di pietra, grande più o meno come un quaderno o una lavagnetta. Sul davanti
c’erano incisi dei simboli
- Non capisco cosa... -
- Vedi, Espejo, questa speciale
roccia ha il potere di assorbire al suo interno gli Esseri Digitali...e qui ce
ne sono ben sei... -
Alba non rispose, si limitò a
guardare quella pietra
- Bene, Espejo, ora ti faccio
accompagnare alla tua nuova postazione! -
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Fine
Flashback::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
- Maledetto! - ruggì tra i denti
Davis, stringendo i pugni
- Però non so altro, quindi non ho
idea se i vostri Digimon possano essersi liberati...chissà, forse quella
creatura era davvero il tuo Digimon, Ken -
- Liberati? - domandò Kari - Ken,
cos’è questa storia? -
Il moro arrossì, ben deciso a non
raccontare agli altri il burrascoso episodio (Anche lui ha una dignità da
difendere! N.d.G.)
- Ho il sospetto - disse allora - che
sia stato Stingmon ad aiutarmi a fuggire dalla Prigione. Ma purtroppo non posso
dirlo con assoluta sicurezza -
******
Freia tornò ad osservare il
Digispirit della Terra, dubbiosa
- Qualcosa non va? -
A parlare era stato Takuya, il
Padrone del Fuoco
- Stavo pensando a quello che aveva
detto Rei sui Digimon nella roccia...chi può averli liberati? È chiaro che non
hanno potuto farlo da soli! -
Rei e Cepheus, arrivati in quel
momento, udirono le parole della ragazza e corsero accanto ai due (Perchè,
pensavate davvero succedesse qualcosa?? N.d.A.)
- Sì, ci avevo pensato anche io -
mormorò Takuya - Ma credo di poter escludere che sia stato uno degli altri
Padroni degli Elementi -
- Non vorrete farmi credere che è
stato quel dannato di Euclione! - esclamò Rei
- Euclione? Ma se è stato lui a
sigillarli! No, è da escludere. - ribattè Cepheus
- E se fosse stato l’Invincibile? -
La voce di Koji, seguito dal
fratello, li fece voltare
- Andiamo - borbottò Takuya - non
crederai davvero a quella leggenda! -
- Che leggenda? - chiese curiosa la
piccola Rei
- Si dice che ci sia, per i boschi di
questa dimensione, una creatura che può assumere ogni forma umana, animale,
vegetale, anche rocce. Per questo la chiamano l’Invincibile - spiegò Koichi - Il
suo potere sarebbe immenso, di molto superiore a quello di tutti noi -
- Peccato sia una leggenda! - rimarcò
seccato il Padrone del fuoco
******
A differenza di Cody, la mattina dopo
Ken ricordò benissimo il sogno che aveva fatto: un incubo orrendo, in cui aveva
rivisto Kimeramon e gli ultimi istanti di vita di Wormmon...dovette sciacquarsi
il viso più volte con l’acqua ghiacciata per ritornare alla realtà, ma lo aiutò
molto il grido di Catherine, proveniente dalla cucina
- La profezia! -
In sette secondi e qualche decimo, i
giapponesi e i due europei, che per quella notte si erano fermati
nell’appartamento, erano dalla ragazza
- Che succede? - domandò Yolei,
ancora con i capelli spettinati
- Ieri il foglio era qui, oggi non
c’è più! - spiegò la francesina
- Dai, forse è caduto - ipotizzò
Cody, pratico
- Ho guardato dappertutto -
Catherine era quasi in lacrime
- Catherine... - iniziò Alba,
preoccupata - ti rendi conto che stai praticamente dicendo che qualcuno di noi
ha rubato il foglio? -
Davis sembrò raggelarsi
- "Il marchio del tradimento"...e se
si riferisse a questo? - disse
Ken lo guardò
- Com’è possibile? - domandò ansioso
- La profezia era rivolta a noi, o
Gennai non avrebbe incaricato Alba Espejo di consegnarcela - riflettè il bruno -
Dunque, forse voleva soprattutto metterci in guardia contro questo fantomatico
"marchio del tradimento", avvertendoci che... -
- ...che si nasconde tra di noi? -
terminò Cody, sbiancato
- Facciamo il punto della situazione
- iniziò Kari, sedendosi tra Eiji e Alba - Credo che non sia stato nessuno di
noi Digiprescelti giapponesi... -
- Cosa te lo fa pensare? - interruppe
Sàndor, per la prima volta nella sua vita serio (Miracolo...)
- Abbiamo sempre combattuto insieme,
ci conosciamo da troppo tempo per fare questo... -
L’olandese alzò leggermente il
sopracciglio, ma non replicò
- Possiamo escludere Catherine -
continuò T.K. - Innanzitutto è una Digiprescelta, e poi... - si voltò a guardare
la biondina - Metterei la mia vita nelle sue mani -
Catherine arrossì fino alla punta dei
capelli
(Quanta scena...-.- N.d.A.)
(Uff, ora sono più tranquilla!
Cominciavo a temere che ti fosse diventata simpatica! N.d.G.)
(ARGH!!!! Non dirlo nemmeno per
scherzo! >__<* N.d.A.)
- Stai insinuando che il traditore
sia uno di noi? - chiese Eiji, indicando Alba e Sàndor
- Ehi, calmi! - interruppe il moro -
Io sono un Digiprescelto! -
- E allora dov’è il tuo Digimon? -
chiese Kari
Con gesto teatrale, il giovane si
mise una mano in tasca e ne estrasse un cosino tondo e peloso, dai grandi
occhioni da cucciolo
- Lui è Pochimon ^__^ -
(Ho trovato qualcosa di bello in
Sàndor *_____* N.d.G.)
(Sì, il suo Digimon *_* N.d.A.)
- Pochimon... - pigolò quello
- Bene, allora i sospetti siamo noi
due - disse seccata Alba, rivolta verso Eiji - E io sono decisamente in cima
alla lista -
I ragazzi, a parte Ken, arrossirono
imbarazzati: chi più chi meno, lo avevano pensato tutti
- Non ci credo - interruppe Ken - Tu
mi hai aiutato, in prigione. Sono certo che non sei tu -
La rossa lo ringraziò con lo sguardo
- Forse è per questo che Gennai ha
consegnato la profezia a lei...per indicarcela... - sussurrò Catherine, non
abbastanza piano perchè la rossa non la sentisse
- Eppure - ribattè Eiji - Siete
sicuri, Digiprescelti, di potervi fidare l’uno dell’altro? -
I giapponesi si guardarono, perplessi
- Ho sentito parlare - continuò - di
una leggenda, che potrebbe essere vera, su un Digiprescelto giapponese che si
faceva chiamare "Imperatore", sebbene non sappia quanta verità ci sia... -
- Dunque non è nata in Europa, questa
storia - disse Sàndor, che doveva averla già sentita
- Colui di cui parlate - rispose
Cody, alzandosi - era controllato dal potere del Seme delle tenebre, e pagò
carissimo i suoi errori: con la morte del suo Digimon. -
- Allora non è una leggenda -
interuppe Eiji, squadrando i sei ragazzi orientali
- Dì quel che ti pare - continuò il
diciannovenne - ma personalmente ho più fiducia in lui che in te -
I cinque giapponesi lo guardarono, a
metà tra perplessità e sarcasmo (Le Autrici invece ridono senza farsi menate
X°°°°°D Quella di Cody è la battuta del secolo!).
Ken si alzò
- Mettiamo le carte in tavola - disse
- Noi sospettiamo di voi, ma non voglio che voi possiate pensare che vi
nascondiamo qualcosa. Smettila di squadrare gli altri, Eiji: l’Imperatore
Digimon ero io -
Eiji, Sàndor, Alba e Catherine si
voltarono verso di lui con gli occhi fuori dalle orbite
- Beh... - cominciò l’olandese - tu
non hai una cicatrice, da qualche parte, vero? -
- Che domanda è? - chiese Yolei
- "Il marchio del tradimento"
potrebbe essere una cicatrice, o un marchio appunto: se Ken non ha nulla del
genere, non deve preoccuparsi! -
- Che sciocchezza, Ken non ha nulla!
- esclamò inviperita la ragazza, voltandosi verso il giovane
Figuratevi la faccia sua e del resto
del gruppo, quando Ken abbassò lo sguardo con aria imbarazzata, portandosi una
mano sul petto, all’altezza del cuore
- Ehm... - continuò Sàndor - qualcun
altro ha cicatrici o marchi? -
Alba alzò la mano
- Dove? Cioè, se è in posti visibili!
-
(Il vecchio Sàndor sta tornando...
N.d.A.)
- Avevo il disegno di un’ape, vicino
al gomito - spiegò lei, tirando su la manica della maglia, e mostrando il punto
in cui si trovava - ma quando me ne andai dalla Prigione, sparì, non so per
quale motivo. -
- L’ape è il simbolo dei DigiHunter!
- esclamò Catherine
La spagnola non potè trattenersi dal
guardare la bionda come se avesse scoperto l’acqua calda
- Tutti i DigiHunter hanno quel
marchio - replicò, gelida
(Un po’ come i cani...o.O...interessante!
N.d.A.)
- Odio dirlo così... - intervenne
Eiji - Ma temo che Alba sia la sospettata numero uno. Tutto sommato Ken è uno
dei ribelli più conosciuti al mondo -
Ken si chiese se dovesse essere
lusingato o offeso
- C’ero arrivata da sola - ribattè
secca lei - e infatti ho deciso di andarmene! -
Si alzò (con le nuvolette nere e i
fulmini intorno alla testa N.d.G.), prese il suo zaino abbandonato per terra e
si avviò alla porta.
- Avanti, non dirai sul serio! -
disse Davis
(Davis, cos’è tutto questo
interessamento?)
- A quanto pare la mia presenza
disturba il vostro gruppo, quindi me ne vado nell’albergo che avevamo prenotato!
Saludos! -
E così dicendo uscì, sbattendosi la
porta alle spalle
Nella mente di Cody ci fu come un
flash: e improvvisamente ricordò il suo sogno
A quanto pare la mia presenza
disturba il vostro gruppo...
A pronunciare quella frase era stato
un Ken undicenne, molti anni prima, quando i due avevano litigato a causa della
malfidenza del Digiprescelto più giovane
Ho il sospetto si disse Cody
che la storia stia finendo per ripetersi...
Pensierino della buonanotte:
Gothika: Ora capisco a cosa
serviva Alba!
Rika88: Beh, a questo punto posso
aprire le votazioni: chi è "Il marchio del tradimento"?
Gothika: Io voto per Alba
Rika88: Perchè Alba? O.O
Gothika: Secondo me è troppo
sospetta...però poi mi spieghi perchè non vuoi dire nemmeno a me chi cavolo è il
Giuda! >__<
Rika88: Perchè è più divertente...in
questo momento solo IO so chi è il bastardone, e la cosa migliora la mia
autostima!
LightAngel:
in realtà, la gelosia di Ken ha uno scopo ben preciso: far capire che tra lui e
Yolei potrebbe esserci qualcosa...^_-
Driger:
sulla Takari, siamo perfettamente d’accordo, ma non posso neppure fare
accidentalmente precipitare Catherine in un fiume...non è un problema di etica,
è che non ho l’occasione! U.U
Francesca
Akira89: dopo il silenzio atterrito della rivelazione di Ken in Digimon
02, io mi sono sempre immaginata uno svenimento multiplo ^^""" Espejo,
tuttavia, non aiuterà molto Ken, per un motivo semplicissimo: te lo vedi il
nostro Ken che finge di essere innamorato di Alba per far ingelosire Yolei? Odio
ammetterlo, ma probabilmente non ne sarebbe mai capace! E per la nostra Espejo
ci sono ben altri progetti...
Continuazione del "pensierino della
buonanotte" del capitolo 6: caspita, non pensavo che i gialli vi piacessero
così tanto! Le ipotesi sono tutte interessanti, anche se devo ammettere che mi
sopravvalutate: io non ci sarei mai arrivata ad idee così cervellotiche ^^"""
Per una volta faccio uno strappo e
rispondo ad inizio capitolo, così vi lascio ancora un po’ in sospeso
Gothika: Siete autorizzati a
saltare l’angolo della posta e leggervi il capitolo
Narcisista!
Francesca Akira89: in effetti
ho parlato di UN bastardone, più che altro perchè mi riferivo alla denominazione
"marchio del tradimento", non per motivi di sesso del medesimo. Complimenti per
le ipotesi, troppo intelligenti per me (specie quella che riportava il marchio
alla cicatrice di Ken...e chi ci aveva pensato? ^^""). Sinceramente, avevo dato
per scontato "l’angelo dalle ali di libellula", anche perchè Gothika l’aveva
capito subito (il che è tutto dire): insomma, tra i vari Digimon delle serie
trattate (Digimon 02 e Frontier) quale potrebbe avere le ali di
libellula, se non uno che é una libellula?
Lilystar: no, T.K. e Kari non
sono coinvolti in prima persona. Certo, saranno anche loro toccati (in fondo, se
nel gruppo c’è una spia, lo sono tutti), ma non direttamente
Grazie anche a mel’91 e
Eden89. Ora sto zitta!
Capitolo sette:
Il marchio del
tradimento
Il tramonto era ormai passato da un
pezzo.
Nell’ormai conosciuta casa parigina,
il clima non era propriamente tra i più allegri: Sàndor era infine andato in
albergo, Davis, Yolei ed Eiji giocavano senza convinzione a carte, Cody leggeva
distrattamente e T.K. era seduto sul divanetto con Catherine (groar!): la
francesina era ancora scossa per i fatti della mattina, e il giapponese le stava
accanto accarezzandole i capelli con sguardo dolce (Gothika, cavolo, mi viene la
carie ai denti >___<***** N.d.A.)(Vendetta, vendetta, tremenda vendetta! N.d.G.)
A questo punto, vi sarete chiaramente
accorti che mancano Kari e Ken: non preoccupatevi, non si erano imboscati
insieme! Kari era andata a letto molto presto, per essere sicura di conservare
il suo autocontrollo (peraltro invidiabile), mentre Ken era in camera sua,
sdraiato sullo scomodo divano, a riflettere.
Non aveva dubbi sull’innocenza di
Alba, ma nelle ultime ore c’era un terribile pensiero che lo terrorizzava:
E se fosse stato proprio lui, il
marchio del tradimento?
Di indizi ne aveva in abbondanza: il
primo era il sogno della notte precedente. Quando il potere delle tenebre si
avvicinava, gli capitava di sognare il suo passato, ma mai avvenimenti di quando
era l’Imperatore Digimon. Dunque le tenebre erano vicinissime...forse già dentro
di lui; e non sarebbe stata la prima volta che faceva qualcosa senza rendersi
conto delle sue azioni.
C’era poi quel dannato marchio: non
una cicatrice, un marchio vero e proprio...
Il rumore della porta che si apriva
lo tolse ai suoi foschi pensieri: Cody era appena entrato nella camera e si era
sdraiato sul suo materasso buttato per terra
- Ken? Sei sveglio? -
- Mhhhh - annuì l’altro, con fare
svogliato, senza nemmeno degnarsi di alzare la testa
- Io credo che Alba non c’entri nulla
-
- Oh, siamo in due su...nove! - fu la
sarcastica risposta del moro
- Dieci anni fa tu eri da solo contro
cinque -
Questa volta Ken sollevò la schiena e
si mise seduto
- Non ero solo... - rispose cupo -
C’era Wormmon. E Davis. Ma io mi fido di Alba -
- Anche io -
Il moro guardò l’amico, stupito
dall’affermazione
- Me lo hai insegnato tu - spiegò
Cody - Mai giudicare una persona dal suo passato -
Ken sorrise, divertito
dall’espressione seria del diciannovenne
La mattina dopo, Alba uscì dalla sua
stanza d’albergo piuttosto tardi, e inciampò quasi subito in tale...
- Davis? Cosa ci fai qui? -
- Ti andrebbe di fare colazione con
me? Ti devo parlare! -
Cinque minuti più tardi, il
ventunenne e la diciannovenne erano comodamente seduti al tavolino di un bar,
davanti a un cappuccino accompagnato da brioche
- Come mai da queste parti? - chiese
di nuovo la rossina - E ti avviso che risposte come "Passavo di qui per caso"
non sono accettate! -
- Te l’ho detto, volevo parlarti. -
Per niente turbata dall’aspetto serio
di Davis (Rika, sei sicura di aver scritto giusto? N.d.G.), Alba addentò con
gusto la brioche inzuppata di caffè
- Dimmi pure, ho tutto il tempo che
vuoi -
- Allora, premettendo che secondo me
a casa di Takeru non c’è stato nessun furto... -
La ragazza alzò un sopracciglio
- E allora il foglio dov’è finito? -
- Un foglio di carta...io ne avrò
persi centinaia! -
- A me non è mai successo... -
Davis si finse esasperato
- Ecco, ho incontrato un Ken in
gonnella...perchè trovo sempre individui stra-precisi? -
- Beh, devo ammettere che in quella
casa non regna l’ordine... - ammise Alba
- Siamo in otto, con solo cinque
posti letto...cosa speravi? -
- Capito, capito; tornando a noi... -
- Sì, giusto! - Davis recuperò il
filo del discorso - Se anche questo fosse un furto, perchè rubare una profezia?
-
- Sarebbe stato più facile aspettare
che la traducessimo noi - asserì la ragazza
- Bingo -
Alba riflettè un po’, poi piantò i
grandi occhi scuri in faccia al bruno, chiedendogli:
- Dunque, tu non credi che io abbia
ancora a che fare con i DigiHunter? -
- No, come sono certo che Ken non
c’entri nulla -
La diciannovenne non potè evitare di
arrossire davanti alla sincerità dell’altro.
Dopo questi primi discorsi, la
discussione si fece molto più rilassata, e i due riuscirono a divertirsi non
poco.
Circa un’oretta dopo, i due uscirono
dal bar
- Potevi almeno lasciarmi pagare la
mia consumazione... -
Davis fece una faccia scandalizzata
- COSA??? Da quando un uomo lascia
pagare una demoiselle? - domandò
- Lasciamo perdere... - si arrese
lei, ridendo - Allora io vado. -
- Sì...senti... -
- Dimmi. -
- Ti va se oggi pomeriggio ci
incontriamo di nuovo? -
Alba lo guardò, maliziosa
- Cos’è, un appuntamento? -
- Se vuoi ti lascio con Sàndor... -
rispose lui
- Per carità! Comunque per me va
bene! -
- Nel parco di fronte al tuo albergo,
alle quattro? -
- Non mancherò! -
(Hai capito Davis! Ridendo e
scherzando è stato il primo a combinare qualcosa! ^_^ N.d.A.)
(Ricordati di T.K. e Catherine N.d.G.)
(Mi rifiuto di chiamarli "coppia"!!!
>__< N.d.A.)
******
- Loewemon! -
Sentendo Rei chiamarlo, il grande
Digimon si voltò; la ragazzina gli arrivava a mala pena alle cosce, ma
continuava a rifiutarsi di Digievolvere
- Che succede, Rei? -
La giovane si fermò a riprendere
fiato, dopo la corsa
- Ci sono dei Digimon là fuori!
Chiedono di parlare con uno dei Dieci Custodi -
- Non potevano parlare con te? -
Rei fece una faccia seccata
- Non credono che io sia uno dei
dieci guerrieri! - rispose, offesa
Sforzandosi di non ridere, Koichi
uscì dalla Casa delle Tenebre, seguito dalla giovinetta. Appena fuori, si trovò
di fronte a cinque Digimon molto più grandi di lui: quello che pareva il capo,
un drago azzurro, gli si fece incontro
- Sei uno dei Dieci leggendari
Guerrieri? - domandò
- Esatto. Il mio nome è Loewemon,
sono il Padrone delle Tenebre. Lei è Rei, il Padrone dell’Acqua -
Le creature digitali non poterono
fare a meno di squadrare sia il leone che la bambina
- Sapevo che sareste arrivati -
continuò impassibile il Digimon felino
- Dov’è Stingmon? - domandò freddo un
secondo mostro, dalle sembianze di un’aquila
- È già sulla Terra. È stato liberato
prima di voi -
- Dunque è già con Ken! - esclamò un
cavallo alato
- No, Pegasusmon. Non so cos’abbia in
mente - riprese amaro Loewemon - Ma Stingmon ha salvato la vita al suo
Digiprescelto, facendolo uscire dalla Prigione dei Dannati, per poi sparire nel
nulla! -
- Sono certa che ha un piano, e
c’entra con la profezia! -
- Possibile, Nefertimon:Cade
ferito il nero cavaliere/Il marchio del tradimento svelato/Allora scenderà la
maschera/Dell’angelo dalle ali di libellula -
- Spero solo - mormorò ExVeemon - Che
Ken non si cacci nei guai... -
(Povero illuso...)
******
L’oggetto delle preoccupazioni di
ExVeemon era chiuso in camera sua, perso in pensieri tutt’altro che piacevoli
(alla Ken, insomma... N.d.G.), quando Yolei entrò baldanzosa nella stanza
- Uffa, cos’è, una riunione di musi
lunghi? - domandò seccata, guardando l’amico
Ken non fece una piega; la ragazza
gli si avvicinò, poi gli passò una mano davanti agli occhi esclamando:
- Terra chiama Ken, Terra chiama Ken,
rispondi! -
Il moro ebbe un sobbalzo, si voltò
verso l’altra e chiese, imbarazzato:
- Oh, Yolei...hai detto qualcosa? -
La povera giapponese sprofondò nella
poltrona con aria esasperata
- Davis è uscito, Eiji dorme e tu ti
perdi nei tuoi pensieri...chi tormento io?? -
Ken ridacchiò
- Se vuoi restare qui, per me va
bene: non mi disturbi! - le disse
In quel momento, una pietra scagliata
dalla strada entrò dalla finestra aperta, rotolando fino ai piedi dei due
- Cos’è? - chiese subito Yolei
Attorno al sasso c’era un cordino,
che teneva legato un messaggio
- Sarà uno scherzo - disse Ken, per
tranquillizzare la ragazza e se stesso
Ma purtroppo il biglietto era
indirizzato proprio a loro, anzi, a lui: il disegno di un ape, simbolo dei
DigiHunter, spiccava sul frontespizio, sotto ad alcune parole scritte con una
macchina da scrivere: una via, non distante da lì.
Ken sentì il sangue andargli sotto i
piedi: si alzò (per far tornare il sangue al suo posto? N.d.G.) e si diresse
verso la porta.
Yolei lo fermò
- Che fai? - strillò
- Silenzio, o sveglierai gli altri.
Vado alla via indicata -
- Non essere stupido! - ribattè
l’amica
- Se non ci vado, non ci penseranno
due volte a venirmi a prendere! -
- Non possono, in Francia non
comandano loro! -
- Ma io sono fuggito di prigione! La
legge è comunque dalla loro parte -
Abbassando lo sguardo, Yolei notò che
aveva appoggiato la mano su quella di Ken, posizionata sulla maniglia: la levò
all’istante, arrossendo
- Va bene - riprese - Ma io verrò con
te! -
Ken credette di non aver capito bene:
- TU?? - chiese sbalordito
- Sì, io. -
- Yolei, avanti, non essere
sciocca... -
- Qui l’unico sciocco sei tu. E poi
mi devi un favore da quella volta che mi hai usata da scudo! -
Così dicendo, la ragazza aprì la
porta e lo precedette. Il giapponese, interdetto, capì che aveva perso.
L’aria si era raffreddata parecchio,
ma la creatura ammantellata non parve farci caso: restò a fissare i due ragazzi
che uscivano dalla casa (lui con una camicia celeste e i jeans, lei con una
maglia azzurra a collo alto e i pantaloni rossi), per dirigersi verso una delle
vie più malfamate di Parigi. Era stata una fortuna aver continuato a seguire il
giovane Digiprescelto, anche se si era fatto un viaggetto intorno al mondo tutt’altro
che piacevole e riposante...ma in fondo, si disse, l’importante era che Ken
stesse bene.
Certo che mi dai parecchi problemi: è
troppo difficile startene buono? pensò, guardando il ragazzo dai corti
capelli corvini, che non aveva neppure sospettato la presenza del bizzarro
essere mimetizzato tra le ombre allungate del tramonto...
- Davis, sei sempre così o a volte
riesci ad essere serio? -
Alba cercò di riprendere un po’ di
contegno, senza peraltro riuscirci
- Uffa, ti porto in un ristorantino
italiano a dir poco stupendo e tu mi ringrazi così? -
La ragazza si sedette sulla sedia che
il giapponese, molto galantemente, le aveva spostato
- I tuoi amici ti avranno dato per
disperso... -
- T.K. e Catherine non si saranno
neppure accorti della mia assenza; Cody e Kari di solito si fanno gli affari
loro, Eiji è in letargo come gli orsi e Ken e Yolei molto probabilmente sono
occupati a fare altro...almeno spero! -
- Cosa intendi dire? -
Davis non potè impedirsi di sorridere
- Un classico: Ken ama Yolei, Yolei
ama Ken, ma non riescono a dirselo. Vanno avanti così da anni! E dire che io, a
quello zuccone del mio migliore amico, avevo anche infilato la pulce
nell’orecchio... -
Il bruno assunse un’aria esasperata,
come a dire: "Cosa mi tocca fare!". La rossina si mise a ridere ancora di più
- Non è facile rivelare i propri
sentimenti - disse - si teme sempre di non essere capiti! -
- A chi lo dici... -
Alba lo guardò, sorpresa
- Anni fa, - si affrettò a spiegare
il ragazzo - mi piaceva da matti Kari: le stavo attorno ventiquattr’ore su
ventiquattro, come un moscone! -
- E poi? -
- Poi...poi sono diventato un
Digiprescelto; sono cresciuto, e ho capito che il mio era un amore a senso
unico... -
Nonostante lo avesse detto con
allegria, come se la cosa non lo toccasse, Alba si accorse della nota amara
nella voce di Davis, e l’ombra passata sul suo viso
- Io... - riprese lei - Non mi sono
mai innamorata, finora -
- Ah, io non mi preoccuperei -
replicò il giapponese - Una bella ragazza come te non avrà problemi! -
- Guarda che io ho detto "finora"! -
Davis smise di guardare con interesse
la forchetta (-.-) e alzò lo sguardo, incontrando l’espressione seria e allo
stesso tempo maliziosa della bella spagnola...
- Posticino allegro! -
Ken entrò al numero nell’abitazione
corrispondente all’indirizzo sul biglietto: un vecchio stabile disabitato, in
rovina, con i vetri rotti e ragnatele dovunque. All’esclamazione di Yolei, si
voltò verso di lei, chiedendole:
- Cosa ti aspettavi, un albergo a
cinque stelle? -
I due camminarono lungo il corridoio
pericolante, finchè non sbucarono nell’unica camera con la porta aperta e non
sbarrata: una stanza che aveva come unico mobile una vecchia sedia sfondata. Le
uniche fonti di luce erano una minuscola finestrella sbarrata da massicce
inferriate, e un’apertura sulla porta, chiusa da un’assicella di legno
Dappertutto entravano spifferi
gelidi: Yolei tirò il collo della maglia fin sopra il naso, per difendersi dal
freddo.
Improvvisamente, come se fosse stata
viva, la porta alle loro spalle si chiuse con un colpo secco
- Maledizione! - ruggì Ken, tentando
di aprire
(Ripeto la tua frase, Ken: cosa ti
aspettavi, un albergo a cinque stelle? N.d.G.)
Dal di fuori, qualcuno aprì la
finestrella sul vecchio uscio, mettendo una mano con una pistola di fronte ai
due.
(Ops... N.d.A.)
- Spero che la stanza sia di vostro
gradimento! - disse una voce
Il Digiprescelto della Bontà cercò di
guardare in faccia la persona, sicuro di conoscere quella voce
- Chi sei? - chiese
- Oh, non ha importanza! Per di più,
tra poco non sarete più in condizione di dirlo ai vostri amici. -
Yolei, ancora con il viso infilato
nel colletto del maglione a dolcevita, sentì un brivido lungo la schiena:
riconosceva quella voce...e ora ricordava anche chi possedeva una macchina da
scrivere! Qualcuno che aveva vissuto, parlato, mangiato e dormito con loro per
giorni, a cui avrebbero consegnato la vita...
- Tu sei... - balbettò la ventiduenne
- Tu sei... -
La voce le mancò, ma Ken riuscì
finalmente a guardare quel volto in ombra
- Tu - mormorò, sconvolto, il
giapponese - Tu...Catherine? -
La francese sorrise con aria crudele
- Sì, io. Sorpresi? -
- Perchè? - chiese Yolei, sull’orlo
del pianto - Tu sei una Digiprescelta! -
- Il perchè chiedilo al tuo caro
amico Ken -
La giovane dai capelli viola si voltò
vero il compagno con sguardo interrogativo, ma nei suoi occhi lesse solo
disorientamento
- Oh, è vero, tu non te lo ricordi! -
disse con voce mielosa Catherine - Beh, caro Ken, sappi che le Prigioni dei
Dannati non sono un’invenzione dei DigiHunter...tutto quello che hai subito - e
così dicendo puntò la pistola alla fronte del ragazzo, che riuscì a vedere il
tatuaggio dell’ape sul suo polso - è ciò che hanno sofferto i Digimon, nelle
prigioni dell’Imperatore! Tu ti divertivi un mondo, sai? Anche i DigiHunter si
sono divertiti ad umiliarti! -
Se qualcuno, in quel momento, avesse
tirato un pugno a Ken, probabilmente lui non se ne sarebbe neppure accorto:
rimase di sasso, mentre nella sua mente si formava un ricordo sepolto da
tempo...
Era vero. Era tutto vero.
Il ragazzo, quasi senza avvedersene,
crollò in ginocchio, con gli occhi sbarrati, e cominciò a piangere.
Per favore continuava a pensare,
come in trance Per favore, qualcuno...qualcuno mi uccida.
Pensierino della buonanotte:
Gothy, il genere giallo non fa per te!
Gothika: Come ho fatto a non
sospettare di Catherine!!!!! T_____T
Yolei87: Io un po’ lo avevo
capito, e poi conoscendoti avrei dovuto capirlo subito che era lei! Ti sta
talmente sulle scatole che non avresti mai lasciato T.K. con quello scorfano!
Ehm, in realtà temevo fosse troppo
facile: la francesina era l’unica senza un alibi decente (Takeru aveva detto che
avrebbe messo la sua vita nelle sue mani ma, diciamolo, è il classico discorso
di un innamorato che vaga con le fette di prosciutto sugli occhi!), inoltre
sembra strano gridare al furto...di un foglio di carta, che è notoriamente
l’oggetto che si perde più facilmente e poi...beh, si sa che la odio! Potevo io
lasciare che Kari venisse messa in disparte a causa di una smorfiosa
insopportabile? Mais naturellement non!
Signore e signori, ecco a voi il
capitolo più orripilante dell’intera serie. Ci ho messo le mani sopra talmente
tante volte che ormai lo so a memoria, ma non riesco a farmelo piacere é.è
Gothika: Amen, andrà bene lo
stesso
NO!! È una questione di principio!
Devo avvertire i lettori che, dopo questa sbobba, il prossimo capitolo migliora!
E dato che ho scoperto che rispondere
alle recensioni all’inizio mi è più comodo, mettiamoci al lavoro!
Francesca
Akira89: a mio parere, la reazione di Ken non è poi così esagerata...se
pensiamo al suo carattere. Io mi sono ispirata alla puntata in cui, per
scongiurare l’autodistruzione della Fortezza Volante, voleva sacrificarsi
riportando la Digipietra al suo posto: era una decisione dettata dalla foga del
momento, esattamente come in questo caso. Poi, ovviamente, si tratta di una mia
ipotesi. Comunque, sono le Prigioni dei Dannati ad assomigliare a quelle
dell’Imperatore, non i DigiHunter; e il motivo per cui Catherine è passata al
nemico è accennato in questo capitolo
Driger: Se
Takeru non molla Catherine, vuol dire che è da rinchiudere al più presto...
Lilystar:
Uccidere Catherine? Non lo farei mai...e poi chi pulisce?
Eden89:
Solo per irspondere alle tue domande, dovrei raccontarti mezza fanfic: calma e
sangue freddo, tutto sarà spiegato a tempo debito!
Marthy:
Perchè dovrebbe essere una domanda stupida? Succede spesso che ci si
indentifichi in un personaggio. Comunque, Alba non è creata per me: mi piace, e
sono soddisfatta perchè è venuta come volevo io, ma è solo uno dei tanti
personaggi inventati che bazzicano per la storia...e poi i nostri gusti in fatto
di ragazzi sono diametralmente opposti!
Capitolo otto:
La prima parte della
profezia
L’uomo davanti a Catherine dimostrava
poco più di quarant’anni, sebbene i capelli tagliati cortissimi mostrassero due
lunghe strisce bianche all’altezza delle tempie, e l’intero volto fosse così
magro da far sembrare la pelle una sottilissima pellicola sulle ossa. La
diciottenne non aveva idea del perchè si trovasse lì, nè chi fossero quegli
individui vestiti di blu che l’avevano trascinata davanti all’uomo che ora la
squadrava da dietro un monocolo, gli occhi grigi stretti fino a diventare due
fessure
- A quanto pare, sei una
Digiprescelta - disse infine, in un francese troppo pulito per essere
madrelingua
La bionda, già pallida, si sentì
svenire
- Non capisco cosa stia dicendo -
esclamò, fingendo una sicurezza che non sentiva
Mise una mano nella borsa che le
avevano sequestrato, ed estrasse il suo Digivice ottagonale
- Io sono il generale Euclione, il
capo e fondatore dell’ADO - si presentò l’altro, sorridendo
- Qui in Francia voi non avete
potere! - replicò la giovane, alzando la testa in segno di sfida
Il generale Euclione la invitò a
sedersi su una sedia, di fronte a lui
- È vero, infatti non ho intenzione
di arrestarti: ho delle informazioni che potrebbero servirti-
Così dicendo, estrasse dalla tasca
interna della giacca una fotografia, che mostrava alcuni ragazzi giapponesi
- Questo è il tuo fidanzato, no?
Takeru Takaishi, diciannove anni, nato a Tokyo. - disse, indicando il biondo
Catherine annuì
- In questa foto, c’è un traditore.
Il suo nome è Ken Ichijouji -
- E lei, che è il capo dell’ADO,
verrebbe a dirlo a me? - sorrise sarcastica la giovane
- Non capisci, Catherine. Questo
ragazzo è il vero obiettivo dell’ADO, colui che ha distrutto gli ideali dei
Digiprescelti -
La bionda non potè fare a meno di
sgranare gli occhi
- Questa è una lunga storia, ma sono
convinto che, alla fine, sarai d’accordo con me -
Ed Euclione andò indietro nel tempo,
fino all’estate del 2002
Aveva scelto lei di entrare nei
DigiHunter. Non era stato un tradimento, perchè il tradimento di un tradimento è
un’opera meritoria.
(E la frase merita i diritti d’autore
N.d.A.)
Catherine sapeva di essere nel
giusto: quel mostro si era insinuato nel gruppo principale, quello giapponese,
come un germe maligno. Visto che nessuno se n’era accorto, toccava a lei
risolvere la questione in modo definitivo.
- Resterei volentieri a chiacchierare
con voi... - disse Catherine - Ma devo proprio andare. -
Così dicendo, fece per staccarsi
dalla finestrella sulla porta, poi si voltò di nuovo:
- Quasi dimenticavo di dirvi che tra
poco morirete. Il DRG non perdona! -
Con questa ultima frase, la francese
chiuse lo spioncino. Il rumore dei passi nel corridoio annunciò che se n’era
andata davvero
- Cos’è il DRG? - chiese Yolei
preoccupata
DRG...pensò Ken, ancora
inginocchiato per terra DRG...
Cercò velocemente nella memoria,
tentando di rammentare dove avesse già sentito quella sigla: nella Prigione dei
Dannati, certo, ma in che frangente?
(Beh, se viene dalla PdD, non può
essere una buona cosa O.o N.d.G.)
Il ricordo infine affiorò, aiutato da
un terribile odore di uova marce che riempì la stanza.
Maledizione!
Sconvolto, Ken si voltò verso la
Digiprescelta dai capelli color lavanda e le gridò:
- Yolei, mettiti qualcosa sul naso:
questa stanza è piena di gas! -
La giapponese, che per tutto il tempo
se n’era stata nascosta nel colletto della maglia, sgranò gli occhi, poi emise
un gemito atterrito vedendo Ken cadere carponi per terra, tossendo e tenendosi
la gola: il ragazzo doveva aver respirato per tutto quel tempo il DRG. Subito
Yolei si frugò in tasca, cercando qualcosa da offrirgli per difendersi: trovato
un fazzoletto di stoffa glielo porse.
Ken, con un gesto del braccio,
allontanò la sua mano
- Che ti sei messo in testa? -
domandò agitata lei
Il Digiprescelto della Bontà non
rispose: si sentiva la trachea completamente chiusa, come se qualcuno lo stesse
strangolando...ma la cosa più pericolosa, era che non ne era triste.
Yolei, con intuito tutto femminile,
sembrò capire quel pensiero, e si spaventò ancora di più
- Non fare lo stupido! Dobbiamo
uscire di qui! -
Ken si alzò a fatica e le rivolse uno
sguardo spento e disperato
- Non vorrai davvero... - chiese la
ragazza
- Non voglio uscire di qui - sussurrò
Ken - Dopo quello che ha detto Catherine, come potrei guardare in faccia Davis,
Wormmon...te? -
- Non le crederai, spero! -
- È tutto vero, Yolei. Me lo sono
ricordato...le prigioni dell’Imperatore non erano molto diverse da quelle dei
DigiHunter!-
- Ora non cominciare a
colpevolizzarti, stupido! -
La discussione si interruppe: Ken,
sentì i muscoli smettere di obbedirgli e un velo nero gli cadde sugli occhi.
Prima di accorgersene, era svenuto.
(Go... N.d.A.)
(Ok, la pianto. Ho finito, contenta?
Ora dedicati al salvataggio dell’idio...cioè, di Ken N.d.G.)
- Qualcuno sa dove sono finiti Ken e
Yolei? - chiese Cody agli altri ragazzi
- Pensavo fossero in camera vostra -
rispose Eiji
- No, non ci sono! -
- Saranno usciti - rispose allora
Kari
- Ma oggi escono tutti? - domandò
Takeru - Davis è sparito, Ken e Yolei si sono infrattati chissà dove, Catherine
è andata da quella sua amica... -
Cody capì che ne sapevano quanto lui,
e lasciò cadere la conversazione: eppure, non potè impedirsi di sentire uno
strano brivido lungo la schiena...
Se pensi davvero che ti lascerò
morire così, ti sbagli di grosso
Yolei tentò di scuotere Ken, per
fargli riprendere i sensi, pur sapendo che era una mossa inutile.
Improvvisamente, nel corridoio
risuonò un rumore di passi
Catherine? si chiese la ragazza
Eppure, il suono era strano: pesante,
sordo e irregolare, come il passo di uno zoppo. Il rumore si fermò dietro alla
porta che, pochi secondi dopo, venne scardinata.
(E qui ci vorrebbe una musichetta di
sottofondo...mi passate la Marcia Imperiale di Star Wars? N.d.A.)
(Ta-ta-ta-tatta-taaaa N.d.G.)
A Yolei si gelò il sangue nelle vene:
sull’uscio era apparso un essere gigantesco, coperto da un lungo mantello nero
come la notte, che, chinando la testa per passare, entrò nella stanzetta
- A quanto pare - mormorò - Sono
arrivato giusto in tempo -
La creatura si inginocchiò a fianco
della ragazza, sollevando il corpo svenuto di Ken e appoggiando il capo del
ragazzo sulla sua gamba
- Tu sei Stingmon! - esclamò Yolei
Il Digimon libellula si tolse il
cappuccio, rivelandosi
- Arrivo sempre in tempo per tirare
fuori dai guai questo incosciente - disse, accennando a Ken - Piuttosto, Yolei,
potresti andare a chiamare gli altri? Resterò io con lui...e vedrò di fargli
cambiare idea -
Chiedendosi come facesse Stingmon a
sapere della discussione avvenuta pochi minuti prima, la Digiprescelta
dell’Amore corse subito fuori, come le aveva detto il Digimon
- Sei stato sleale! -
Davis passò un braccio intorno alle
spalle di Alba: i due erano in un parco pubblico, seduti su una panchina davanti
ad una fontana
- Uffa, quante storie... -
- Mi hai baciata alla sprovvista! -
- Lo hai già detto tre volte! -
- Davis... -
Sentendo il tono improvvisamente
triste della ragazza, il giapponese si voltò di scatto
- Cosa....? -
Non finì mai la frase: Alba lo baciò
con trasporto (ah però! N.d.G.)
- Uno a uno! - gridò gioiosa
- Dannata! Questo era un colpo basso!
-
(Fermiamo questa scenetta squallida...N.d.A.)
- DAVIS!! -
Il grido li fece voltare: dal
vialetto comparve Yolei, affannata e impolverata
(Finalmente torniamo ad un minimo di
serietà N.d.Go)
- Yolei? -
- Davis, per fortuna ti ho trovato:
devi venire, Ken è in pericolo! -
- Cosa vi è successo? - chiese tesa
Alba
- Ve lo spiego per strada: ora
dobbiamo portare Ken a casa il più in fretta possibile! -
- Lo hai lasciato da solo? - domandò
Davis
- No, c’è Stingmon...oooh, venite! -
- Finalmente ti sei ripreso! -
Sentendo di nuovo quella voce, Ken si
voltò verso la creatura
- Questa volta riesci a riconoscermi?
-
- Stingmon! - riuscì a balbettare,
con la bocca impastata
Il Digiprescelto si accorse che il
Digimon gli stava premendo un lembo del mantello sul naso e sulla bocca; con
gesto stanco, spostò la grossa mano di Stingmon
- Dunque avevo capito giusto: hai
davvero deciso di lasciarci le penne -
Ken volse lo sguardo altrove, senza
rispondere
- Sai, Ken...non ti facevo così
egoista! -
Il moro tornò a guardarlo, perplesso
- Eri così impegnato ad
autocommiserarti, che non hai pensato nemmeno un momento alle persone che ti
stanno intorno: se non sbaglio tu dovevi ancora dire una cosa a Yolei... -
In condizioni normali, Ken sarebbe
arrossito fino alla punta dei capelli; in quel frangente, invece, la frase
maliziosa del suo Digimon gli fece venire in mente a che cosa pensava nei
momenti in cui, nella Prigione dei Dannati, si ritrovava ad osservare il
coltello piantato nella parete di fronte a lui: a lei, sempre e solo a lei...la
sua Yolei!
Se faccio una sciocchezza ora, non
potrò mai dirle quello che provo per lei
Era quello il suo chiodo fisso, che
gli aveva permesso di sopravvivere per due anni...e quell’idea tornò anche in
quel momento, vincendo sulla voglia di fuggire da tutto, anche dalla vita.
Il ragazzo lasciò andare la mano di
Stingmon, permettendo al Digimon di tornare ad appoggiargli il mantello sul viso
per non fargli respirare il gas. La creatura digitale, dal canto suo, non
sembrava infastidita dal veleno.
Quando infine Davis, Yolei e Alba
arrivarono, il DRG si era praticamente dissolto. Fortunatamente per loro era
ormai notte fonda, così nessuno si accorse della strana comitiva formata da tre
ragazzi e da un gigantesco essere coperto da un mantello, che sorreggeva un
quarto umano.
*******
Lobomon (Devo scriverlo, dopo la
figura mia e di Yolei87 che ci eravamo beatamente scordate il nome ^^"""""""
N.d.A.)(Ecco perchè nominavi Koji ma non la sua Digievoluzione -.- N.d.G.),
dicevo, Lobomon sospirò pesantemente, voltando le spalle al grosso bacile grazie
al quale vedevano ciò che succedeva nell’altra dimensione
- Cos’è successo? - domandò
preoccupato il fratello, arrivato in quel momento
- Per fortuna nulla di irrecuperabile
- sbottò quello (Lobomon!) - Ma il Digiprescelto della Bontà mi preoccupa -
- Non essere troppo duro - disse
Kasemon (a Lobomon!) - Era solo sconvolto. Appena ragionerà a mente fredda
vedrai che si sistemerà tutto -
- Lo spero - rispose il grande lupo (Lobomon!)(Piantala!
N.d.G.) - Ci mancava solo un Digiprescelto con manie suicide! -
(Se leggo ancora una volta la parola
"Lobomon" giuro che ti ammazzo! N.d.G.)
*******
- Non ci credo! Ken non è il tipo da
pensare di... -
Cody non riuscì a finire la frase.
Tornò a sedersi sulla sedia da cui era saltato, quando Wormmon aveva finito di
raccontare
- Io credo - iniziò Davis - che fosse
semplicemente sottosopra. La notizia lo ha senza dubbio colpito. Se ben
ricordate, dieci anni fa si sarebbe sacrificato per rimettere la Digipietra
della Bontà nella base dell’Imperatore... -
- Bene, allora vai a tirargli un
altro schiaffo! - gli disse seccato Cody
Kari arrivò in quel momento
- Come sta? - le chiese Alba
- Ora dorme. C’è Yolei con lui.
Comunque sia, per qualche giorno dovrà restare a letto, il gas è ancora in
circolo. Sei stato gentile, T.K., a lasciargli il tuo letto - aggiunse poi,
rivolta al biondo che guardava fuori dalla finestra
- Non c’è problema - rispose lui, con
voce incrinata - In fondo è colpa mia se è successo questo -
- Ora cosa c’entri tu? - chiese Alba,
alzando gli occhi al cielo
Takeru si voltò verso di loro, con
aria depressa
- Avrei messo la mia vita nelle mani
di Catherine...e invece ho offerto a quella traditrice uno dei miei migliori
amici - disse, appoggiando la testa contro il muro
(Ehi, calmatevi tutti, siete troppo
allegri -_-""" N.d.A.)
- Eri innamorato di lei - gli disse
Kari - e quando si ama, non si è mai obiettivi. Inoltre, Catherine era davvero
al di sopra di ogni sospetto: noi stessi siamo stati ciechi, ci siamo
concentrati solo su Alba, senza guardarci intorno -
Yolei aprì la finestra per far
entrare la fresca aria del mattino, per poi sedersi sull’estremità del letto
dove si trovava Ken (Tranquilli, stavolta non gli tira un secchio d’acqua ^^
N.d.A.): il ragazzo dormiva, con un’espressione pacifica e dolce, sebbene le
tracce di quella nottata restassero nel volto più pallido del solito. Nonostante
fosse ormai fine luglio, per tutta la notte aveva piovuto, e l’aria era
piuttosto fresca: difatti Kari aveva lasciato il lenzuolo fin oltre la vita del
Digiprescelto, sotto il braccio abbandonato sul torace.
Dopo qualche attimo, qualcosa attirò
l’attenzione della ragazza dai capelli viola: attraverso la camicia intravide
qualcosa che la fece sobbalzare: una cicatrice, anzi, un marchio sul petto del
ragazzo. Senza quasi accorgersene, si alzò e sfiorò la sfregiatura con una mano
(spero non ghiacciata come le mie in questo momento N.d.G.).
Ken ebbe un brivido e si svegliò.
- Sc-scusa! - balbettò lei,
arrossendo fin negli occhiali
- Non fa nulla... - rispose lui,
guardandola
- Dunque era a quella che accennavi
quando Sàndor ti ha chiesto se avevi cicatrici... -
Ken si limitò ad annuire, tentando di
mettersi a sedere
- Come ti senti? -
- Ho avuto tempi migliori, ma non mi
lamento - rispose lui, mentre afferrava la mano che Yolei gli tendeva - Tu stai
bene? -
- Direi di sì. Visto che ti senti
meglio, devo darti una cosa -
Senza lasciare a Ken il tempo di
rispondere, gli tirò un ceffone che gli rivoltò la faccia, lasciandogli un segno
rosso sulla guancia destra (Prima le secchiate, poi gli schiaffi...Yolei ha
bisogno di uno psicologo! N.d.A.): sbalordito, il giovane si portò una mano sul
viso, e avrebbe chiesto delucidazioni alla ragazza, se lei non fosse scoppiata
in singhiozzi (Rika, stai facendo passare Yolei per una pazza isterica è__é
N.d.G.)(Se aspetti un attimo ora spiego cosa succede! >_< N.d.A.)
- Stupido! Mi hai fatto prendere un
colpo! Pensavo che saresti morto davvero - singhiozzò Yolei, con il viso tra le
mani
Ken (ripresa la mobilità della
mandibola) le appoggiò una mano su una spalla, poi aggiunse, con aria colpevole:
- Mi dispiace di averti spaventata,
ma nemmeno io so che cosa mi fosse saltato in mente - abbozzò un sorriso - Siamo
ancora amici? -
- No -
Preoccupato, il Digiprescelto si fece
più vicino a Yolei, che si voltò come un pitone e gli disse, furibonda:
- Perchè non riesci a capire? Perchè?
Io non voglio essere tua amica! -
La ragazza capì che non poteva più
tornare indietro: si appoggiò sul petto dell’altro, sussurrandogli:
- Io ti amo, Ken. Possibile che non
riesci a capirlo? -
Il povero giapponese si diede
mentalmente dell’idiota per la sua ottusità. Sorridendo, abbracciò Yolei, scossa
dai singhiozzi come se qualcuno fosse davvero morto:
- Nei due anni nelle Prigioni dei
Dannati - disse, mentre lei si scioglieva dall’abbraccio per guardarlo - Ogni
volta che mi sembrava di non poter più sopportare, pensavo che non potevo morire
senza dirti: "Ti amo". Stingmon me lo ha ricordato stanotte. -
Yolei gettò le braccia al collo di
Ken, mentre lui la baciava accarezzandole la testa: rimasero così, con lo sfondo
della Ville Lumière sormontata dallo stupendo sole di luglio.
Pensierino della buonanotte:
CHE - SCHIFO!!!!! Uffa, ma perchè è
venuto tutto così male? Il salvataggio, la dichiarazione...è da carie ai denti!
Gothy: Sarò di parte, ma io stavo
commovendo! :°°°°)))
Sarò di parte, ma io ho avuto una
crisi di riso nervoso -.-
Gothy: In che senso? O.o
E che ne so, ridevo come una
deficiente senza motivo
Gothy: Ecco, magnifico -.-
Piuttosto, cosa succede nella prossima puntata?
Allora, i Dieci Leggendari Cialtroni
arriveranno nella Prima Dimensione, e Ken racconterà a Yolei dove si era
imbucato nel periodo tra il soggiorno in prigione e la secchiata della
Digiprescelta!
Doppia pubblicazione! Contenti? Il
perchè è semplice: dopo la schifezza del capitolo otto (in cui, lo ricordiamo,
Ken viene nell'ordine semigasato da Catherine, salvato da Stingmon,
schiaffeggiato da Yolei e baciato da quest'ultima) volevo dimostrare che si
trattava solo di un'eccezione post-allucinazione. Andiamo avanti come se nulla
fosse!
Capitolo nove:
Estibaliz
Loewemon si voltò di scatto, per
vedere da dove proveniva il rumore che aveva sentito: con sua grande sorpresa,
scoprì che era stato Bittermon, che aveva appena centrato l’architrave della
porta (squallore -.-)(Perchè anche come Digimon è così stupido? -___-""""" N.d.Y.)
- Perchè cavolo le costruiscono così
basse? - chiese il gigantesco Digimon, seccatissimo
- Ti avevo detto di fare attenzione,
zuccone! -
A parlare era stato un secondo
essere, apparso dietro a Beattlemon: aveva il corpo coperto da una pesante
armatura metallica, ma da sotto l’elmo spuntava un muso da scimmia, con lunghe
orecchie coperte da una peluria marrone
- Senti un po’, Eurusmon, chi ti
credi di essere? - brontolò irato il Digimon insetto
- Uno che non centra le porte! -
- Buoni, buoni... - fece il Digimon
leone, cercando di far da paciere
Altri due Digimon si avvicinarono:
uno era Agunimon, l’altro era un mostro digitale dalle sembianze femminili, ma
con un folto pelo bianco striato, lunghe orecchie da gatto e penetranti occhi
giallo dorato
- Possibile che voi due non facciate
altro che litigare? - chiese esasperato il Padrone del Fuoco
- È Sannio che mi provoca - si difese
Bittermon
- Non ricominciate - si frappose il
Digimon gatto
- Haimon, dove sono tuo fratello e
Freia? - chiese Loewemon
- Notusmon è ancora di fuori, mentre
Ophionmon credo sia con Lobomon! - rispose Rei
Come se qualcuno lo avesse chiamato,
Lobomon comparve dalla porta scardinata
- Nessun indizio, niente di niente. I
DigiHunter se ne sono andati. Abbiamo trovato solo delle bombole di DRG - disse
(L.....n! N.d.A.) (Groar! >__< N.d.G.)
- Dovevamo immaginarcelo... - rispose
il fratello
*******
Nella casa di T.K., l’atmosfera era
delle più bizzarre: da una parte, i ragazzi erano sollevati per il fatto che
quasi metà della profezia fosse stata risolta, ma d’altro canto si crucciavano
per non aver saputo capire prima che il "nero cavaliere" potesse essere Ken, e
Takeru si faceva una serie di problemi tali che ricordava vagamente l’amico (ed
è difficile eguagliare Ken in autocommiserazione).
Il diretto interessato, intanto, era
confinato a letto ormai da cinque giorni, cosa per lui a dir poco
insopportabile: purtroppo però Kari era stata troppo ottimista e, quando aveva
provato a farlo alzare, se non ci fosse stato Davis a fianco, il povero
giapponese si sarebbe trovato un bel livido, dato che le gambe si erano
rifiutate di sorreggerlo
- A quanto pare il gas è più ostico
di quel che pensassi - aveva ammesso l’aspirante medico
Il Digiprescelto, così, avrebbe
passato il tempo ad annoiarsi, se Yolei non fosse stata con lui per gran parte
della giornata. Proprio in quei periodi, parlando della sfregiatura sul petto,
Ken finì col raccontare alla ragazza buona parte della sua odissea: in aggiunta,
però, le narrò anche che cosa gli era successo nel periodo precedente al loro
incontro nella locanda di Yolei...
Kobe era una città fantasma (Sento
già i cittadini di Kobe fuori dalla finestra, Rika...N.d.G.) (^^""""" Era una
licenza poetica N.d.A.), tutti gli abitanti erano fuggiti per timore della peste
bianca.
Col favore della notte, un’ombra si
stava appropinquando (cosa faceva?) al ragazzo addormentato sotto il mantello
nero: era un bambino, di circa sette-otto anni, con i capelli color carota e il
viso pieno di lentiggini. I vestiti erano vecchi e logori, e non portava scarpe.
Il piccolo ladro si avvicinò al
dormiente, dopodichè tentò di infilare una mano sotto il mantello del ragazzo.
Immaginatevi lo spavento del monello,
quando il suo polso venne bloccato dalla stessa vittima; il bambino si voltò,
atterrito, trovandosi a fissare un paio di occhi grigio-blu che lo osservavano.
Ken si alzò, spostando il mantello,
senza lasciare la presa
- Che vuoi? - domandò secco
Il bambino non rispose
- Cerchi da mangiare? Non ho nè soldi
nè altro con me -
Con un gesto rapido, il monello gli
sputò in faccia e subito tentò di ritirare la piccola mano, senza però
riuscirci: preso dalla disperazione, cominciò a tirare calci e pugni come un
dannato
- Stai...stai fermo, idiota, non
voglio farti nulla! - cercò di difendersi Ken, asciugandosi la faccia dal poco
educato sputo
Esausto, il bambino si fermò e
cominciò a pigolare, le mani giunte sulla testa come per pregare:
Seccato, il moro lo lasciò libero; il
piccoletto si mise fuori tiro, poi chiese:
- Sei un Digiprescelto? -
Ken trasalì, prima di ricordarsi che
aveva attaccato il Digivice alla cintura...lui e la sua dannata mania di tenerlo
a portata di mano!
- E anche se fosse? -
- Anch’io lo sono -
Così dicendo, il piccolo tirò fuori
dalla tasca un Digivice, di quelli ottagonali come avevano Tai e gli altri
- Come ti chiami? - chiese Ken
- Hiroto. E tu? -
Prima di rispondere, il ventunenne
riflettè: se avesse detto il suo vero nome, avrebbe lasciato una traccia del suo
passaggio ai DigiHunter...
- Osamu -
Chissà perchè, tra centinaia di nomi,
gli era saltato in mente proprio quello...
- Non sei di qui, vero? -
- No, vengo da Tokyo. Tu invece abiti
qui? - continuò
- Sì, con le altre persone che sono
rimaste...se ti va puoi venire con me -
Dicendosi che non aveva nulla da
perdere, Ken si alzò e seguì il bambinetto
- Ah, scusa per il tentato furto -
aggiunse in fretta Hiroto, assumendo il colore dei suoi capelli
- Non importa - rispose conciliante
il ragazzo
Hiroto condusse Ken fino al porto;
nei magazzini che lo circondavano vivevano una cinquantina di persone,
accatastate le une sulle altre, senza un criterio
- Ecco, io dormo qui! - disse
orgoglioso Hiroto, indicando un vecchio materasso: in quel magazzino c’erano una
decina di bambini e adolescenti, ma nache quattro o cinque adulti ed un vecchio
- Non siamo tutti Digiprescelti - aggiunse a bassa voce
- E i vostri genitori? -
Il ventunenne si pentì all’istante
della domanda: il bambino mutò espressione, e gli occhi gli si riempirono di
lacrime
- Loro sono morti di peste, per
questo siamo rimasti: non abbiamo nessun posto dove andare. Nè lo hanno le altre
persone qui dentro -
Nel frattempo, alcuni bambini e
ragazzi si erano avvicinati: erano sporchi e vestiti male, come Hiroto
- Ecco perchè ho cercato di derubarti
- continuò Hiroto, arrossendo - Il cibo scarseggia, e noi bambini non sappiamo
mai come procurarcene abbastanza -
- Però - interruppe una ragazzina di
circa dodici anni - Estibaliz è buona con noi -
Hiroto sorrise
- Sì, Estibaliz non è come gli altri!
-
- Chi è... -
La domanda di Ken fu interrotta
dall’ingresso nel magazzino di una ragazza: dimostrava qualche anno meno di lui,
aveva lunghi capelli castano scuro che erano lasciati sciolti fin sui fianchi e
occhi piccoli e ravvicinati dello stesso colore; indossava una semplice camicia
a quadri sottili e una gonna marrone lunga fino al ginocchio, con ai piedi un
paio di mocassini, ma gli indumenti puliti davano comunuque l’impressione di una
grande dignità. Sotto il braccio aveva un cesto di vimini coperto da un
tovagliolo
- Estibaliz! Estibaliz! - gridarono i
bambini andandole incontro correndo
- Calmi, calmi! - disse lei, ridendo
- Mi farete cadere! -
I monelli le portarono una vecchia
sedia, su cui la ragazza si sedette: quando tolse il tovagliolo da sopra il
cesto, apparvero fette di pane e una gran varietà di verdure
- Ecco, bambini. Per fortuna la
grandinata di ieri non ha distrutto troppo l’orto -
- Estibaliz, lui è Osamu. È anche lui
un Digiprescelto - sussurrò Hiroto, prendendo Ken per un braccio e trascinandolo
davanti a lei
- Beh, non c’è da preoccuparsi: c’è
da mangiare per tutti! - rispose allegra lei, alzando il viso verso Ken, che
finalmente capì.
- Non te n’eri accorto, eh? -
Ken smise di guardare il piccolo orto
e si voltò verso Hiroto, seduto alla sua sinistra
- Di che cosa? -
- Che Estibaliz è cieca -
- No...è incredibile, si muove con
una tale scioltezza... -
- Forse dipende dal fatto che è così
dalla nascita - suppose il bambino
- Quanti anni ha? -
- Quasi diciotto... -
- E tu, Osamu? -
I due sobbalzarono. Estibaliz era
arrivata di soppiatto alle loro spalle
- Ho...ho compiuto da poco i ventuno
- rispose "Osamu", imbarazzato
La ragazza, con gesto disinvolto, si
sedette tra i due: non aveva l’aria di essersela presa
- Hai la voce di un adulto... -
continuò - e invece hai solo ventun anni! -
- Hiroto! -
Un ragazzino, di circa dieci anni, si
avvicinò al rosso
- Ci manca un portiere per la squadra
di calcio. Ti va di venire? -
- Arrivo! - esclamò Hiroto, felice
Estibaliz e Ken rimasero per alcuni
attimi in silenzio, lei strappando erbacce dall’orto, lui osservando i suoi
gesti rapidi e sicuri, come se vedesse quali erbe erano da strappare, e quali
no; alla fine, fu la ragazza a parlare per prima, chiedendogli:
- Tu mi compatisci? -
Ken sobbalzò: Estibaliz aveva usato
un tono neutro, come chiedere che tempo facesse, o altre banalità
- Non lo so - rispose, sinceramente
- Tutti lo fanno...solo perchè sono...diversa.
Credono che io non possa fare niente. Eppure non è così: quest’orto l’ho fatto
tutto da sola, ho piantato i semi, li ho fatti crescere...immagino tu ti stia
chiedendo come faccio a strappare solo le erbacce -
- Sì, me lo sto chiedendo -
Estibaliz sorrise
- Mi piacciono le persone sincere.
Comunque, io riconosco le varietà di piante con il tatto e l’olfatto -
Ken si ricordò di aver letto, una
volta, che i ciechi hanno gli altri sensi molto sviluppati, per compensare la
mancanza della vista
- Dunque, è per questo che aiuti quei
bambini -
- Sì. Anche loro sono dei
"diversi"...e sono da soli, come me -
- Anche tu hai perso la tua famiglia?
-
- Sì, a Toledo, in Spagna. I miei
famigliari sono stati uccisi nove anni fa dai DigiHunter...pensavano che
nascondessimo dei Digiprescelti, così ci hanno chiusi dentro la nostra casa, e
le hanno dato fuoco. Io mi sono salvata perchè sono riuscita ad uscire da una
finestra chiusa male, ma i miei genitori e le mie due sorelle... - la voce le
mancò
Ken, mentre ascoltava il racconto,
riandava indietro con la memoria: nel 2003, pochi mesi dopo la fine delle loro
avventure a Digiworld (se ricordate, la serie 02 finiva il 31 dicembre 2002
N.d.A.), sebbene l’OAD non avesse ancora preso il potere, già andava in giro, in
incognito, a cercare i Digiprescelti: quando li trovavano, o se avevano un vago
sospetto che ci fossero, chiudevano tutta la famiglia "colpevole" nella propria
casa, e vi appiccavano fuoco...dando poi la colpa ai Digiprescelti stessi.
Per questo la gente era dalla parte
dei DigiHunter, senza sapere che i Prescelti non erano altro che bimbi
innocenti. Il giapponese aveva sentito solo parlare di tutto ciò, prima dai
ribelli di vari Paesi, poi da Alba Espejo, infine da Estibaliz...
- Come mai sei in Giappone? -
La ragazza scrollò le spalle
- Scappando, avevo incontrato un
vecchio amico che stava per partire per Tokyo, per unirsi alla ribellione. Per
me, ormai, un posto valeva l’altro, e l’ho seguito. -
- Ehi, ragazzi, la volete sentire una
bella notizia? - strillò una bambina, avvicinandosi, seguita da tutti gli altri
monelli, tra cui il solito Hiroto
- Sentiamo - rispose Estibaliz
- Abbiamo trovato un giornale...vecchio,
ma pazienza: sembra che uno dei prigionieri della Prigione dei Dannati di Tokyo
sia fuggito, circa un mese fa! -
- Davvero? - chiese allegra la
ragazza, mentre Ken si sentiva morire
(Me lo vedo, sciolto sul terreno nel
tentativo di sparire... N.d.A.)
- Sì e...è Ken Ichijouji! Sai chi è?
-
- No! -
- Ma come, Estibaliz! È uno dei capi
dei ribelli di Tokyo, e anche uno dei primi Digiprescelti! - quindi si volse
verso il ventunenne - Osamu, tu sei di Tokyo: quindi conosci i dodici
Digiprescelti che andarono a Digiworld! -
- Beh... - iniziò Ken, prendendo
tempo - Così così... -
- E conosci Ken Ichijouji? - continuò
imperterrito un altro
- In un certo senso... -
- Bambini, lasciatelo in pace! Il
nostro ospite se ne andrà domani, vorrebbe riposare...non avevate una partita di
calcio? -
Convinti, i bimbi sciamarono via...il
moro si ritrovò a sospirare di sollievo, poi gli venne in mente una cosa
- Estibaliz... -
- Sì? -
- Perchè hai detto che domani me ne
andrò? -
La ragazza sorrise
- Perchè se fossi un giovane che sta
fuggendo dai DigiHunter, tenterei di evitare le domande...non è così, Ken
Ichijouji? -
- ...il resto, è storia. -
Yolei si alzò dalla poltrona su cui
era acciambellata come un gatto: nello stesso istante entrò Eiji, giulivo come
sempre
- Ehilà, capisco abbiate molte cose
da dirvi, ma sarebbe bello che Yolei-chan venisse almeno a cena -
Yolei-chan? Si chiese Ken: sapeva
che non doveva essere geloso, eppure...
La ragazza rise
- Oh, Eiji-chan, piantala, non sono
più una bambina... -
- Pazienza. - fu la risposta di Eiji,
che schioccò un bacio sulla guancia di Yolei - sei sempre la mia cuginetta
preferita! -
Quando i due se ne andarono, Ken
riuscì solo a pensare...
SUA CUGINA??? Questa Kari me la paga,
mi ha fatto credere che lei...e lui...o cribbio!
Pensierino della buonanotte:
Kari è decisamente in un brutto guaio...
Gothika, mi dispiace, ma ho dovuto
cancellare un tuo commento: odio ammetterlo, ma...hai capito tutto ^^"""" Quindi
se ora, per favore, non lo vai a spifferare in giro, ti potrei anche risparmiare
le braccine!
Beh, i soliti spoilers: nel prossimo
capitolo tornerà in scena il Seme delle Tenebre (ne sentivamo la mancanza -.-
N.d.Tutti) e ci saranno altri interessanti sproloqui e ingarbugliamenti!!
Sebbene il mondo intero abbia complottato contro di me
(computer-da-cambiare-compiti- verifiche-a-sorpresa-parenti-in
Sebbene il mondo
intero abbia complottato contro di me (computer-da-cambiare-compiti-
verifiche-a-sorpresa-parenti-in.visita), sono riuscita a sgarbugliarmi! MHUAHAHAHAHAH!
Go: E anche a rimediare un esaurimento nervoso, pare
-.-””
Ehm...
Kari1:
Ora che ci siamo liberati di Catherine, direi che Takeru e Hikari potrebbero
riavvicinarsi...certo, non si salteranno addosso tra quindici righe, ma qualche
evoluzione ci sarà sicuramente!
Francesca
Akira89: Non è che Ken tenti il suicidio...più che altro, si
caccia in una marea di guai! Comunque, nonostante io non abbia ancora smesso il
lutto per i personaggi della tua ff, ti assicuro che d’ora in poi i Dieci
Leggendari Cialt...Guerrieri si vedranno più spesso!
Killkenny: Come ho appena scritto,
più che al suicidio Ken tende a ficcarsi nei guai...la vocazione del
martire è dura a morire...grazie per il dieci, anche se credo non sia
del tutto meritato T__T
Flagello89:
I personaggi della prima serie ci sono, anche se non appaiono molto; della
terza serie, invece, ci sarà solo un esponente, peraltro assolutamente
snobbato nell’anime
Grazie anche a Driger,
Hikari-Kanna (come potrei non mettere un po’ di Takari?), miele
e nihal (niente bombe, please: odio la violenza, specie quando è
rivolta verso la mia persona)
Capitolodieci:
Il bambino nel MareOscuro
- Oh, mi ero dimenticata di
dirtelo...Eiji ci è stato presentato un anno fa. Si era appena
trasferito da Nagoya e... -
- E tu mi hai preso in giro! -
Ken torreggiava
sulla piccola Kari, superandola in altezza di qualche centimetro...fortuna che
era un gentiluomo!
Quella mattina,
quando Kari era entrata nella camera, lo aveva trovato in piedi ad aspettarla,
completamente guarito e con aria feroce (e provvisto di denti da vampiro)
- Avanti, era solo per farti riavvicinare
a Yolei... - si difese lei, cercando di non ridere
Ken si sedette
sulla poltrona, con gesto stanco
- Lasciamo perdere... -
DLIN DLON
- Strano. Chi può essere,
così di prima mattina? - chiese il moro
Hikari si
illuminò
- Credo di saperlo...finalmente! -
La giovane corse
ad aprire, seguita dal ragazzo, che sobbalzò trovandosi di fronte i suoi
genitori!
- Come promesso... - esclamò il
signor Ichijouji, consegnando a Kari un voluminoso raccoglitore
- Qualcuno mi spiega che succede? -
domandò Sàndor, arrivato con gli altri
- Ricerche? Su che cosa? -
Il gruppo si era
spostato in salotto
- Vedi, Davis, - spiegò il padre
di Ken - Kari mi aveva chiesto, tempo fa, se potevo in qualche modo entrare in
possesso...degli appunti di Yukio Oikawa. -
(Si sentiva
proprio la mancanza di questo essere!!!!!!!!! N.d.Y.)
I sei giapponesi
trattennero il fiato
- Questo è il risultato di due
anni di lavoro...ah, e c’è dell’altro -
La signora
Ichijouji tirò fuori dalla borsa uno strano oggetto...
- Oikawa - spiegò l’uomo -
per rilevare il seme delle Tenebre usava uno scanner...esattamente di questo
tipo! -
(Il famoso scanner
che Oikawa ha rubato da un supermercato! N.d.Y.)
(La piantiamo di
rubar battute? -.- N.d.A.)
Ken si
avvicinò per osservarlo
- Lo hai già visto, Ken? - chiese
Wormmon
(Perchè
finiamo sempre per far sparire i Digimon? N.d.G.)(Perchè per ora non
servono a niente! N.d.Y. -__-)
- Lo riconoscerei dovunque...è lo
scanner che aveva usato Oikawa per copiare il Seme delle Tenebre che ho nel
collo e passarlo a quei bambini! -
- Come ha avuto questo aggeggio, signor
Ichijouji? - chiese Alba, con una strana espressione
- Oh, mi è stato recapitato...credo
lo abbiano rubato ai DigiHunter -
- Ne sai qualcosa, Alba? - chiese Davis
- Ma certo...Ken, non ti ricordi? -
- Cosa? - il ragazzo cadde dalle nuvole
- Quella volta che il generale è
venuto con questo! -
Ken rimase a
fissarla, cercando di ricordare
- Alba, quando il Seme delle Tenebre
viene toccato - spiegò Kari - va a cancellare alcuni ricordi...Ken non
ricordava cos’era successo nel furgone di Oikawa -
- Perchè ero svenuto -
brontolò lui
- Ma era successo anche quella volta! -
si ostinò la spagnola - Aspetta, guarda! -
Si mise alle
spalle di Ken, guardandogli il collo
- C’è ancora! -
- Cosa? -
- Il segno che ti ha lasciato
quel...coso! Signor Ichijouji, funziona con un laser, giusto? -
- In effetti... -
- Dunque è quello che ti ha
lasciato questo segno -
T.K. prese da un
cassetto due specchi e li passò all’amico: in effetti, sul suo
collo si vedeva una specie di macchia più scura; Ken rimase di
sasso...qualcosa sembrò riaffiorare nella sua mente...
- Se fai il bravo non sentirai nulla... -
Ken guardò con odio il generale, che
brandiva un oggetto simile a quello che già usava Oikawa
L’uomo afferrò i lunghi capelli del
ragazzo, scoprendogli il collo. Il ventenne, ancora malridotto per le ultime
botte ricevute, tentò ugualmente di liberarsi dalla stretta...
Sentì solo una specie di scossa, prima di
perdere i sensi
- Niente di grave, le altre ferite sono peggio! -
Alba sembrò sollevata, vedendo solo una
leggera macchia scura apparsa sul collo del giovane
- Probabilmente quell’affare funzionava con
un laser...ma a checosa
serviva? -
Ken non rispose, sebbene temesse di saperlo bene:
si limitò a giocherellare con una ciocca di capelli, lunga ormai ben
oltre le spalle...
- Possibile che sapessero... -
- Complimenti Ichijouji, ci sei arrivato!
- esclamò ironica Alba
- Queste ricerche sono complete? - chiese
Kari - Se davvero fosse successo... -
- È successo. Ora me lo
ricordo! -ribattè Ken, appoggiando le braccia sui braccioli
della poltrona, con aria preoccupata
- Comunque - riprese il signor Ichijouji
- lì c’è tutto quello che sono riuscito a trovare...certo,
sono solo notizie teoriche, purtroppo... -
- Se l’ADO sapesse come utilizzare
il Seme delle Tenebre, le teorie non ci basterebbero - disse Takeru, scuro in
viso
- Lo so... - ammise l’altro
Ken
sospirò...lo sapeva che sarebbe finita così. Alzò lo
sguardo al soffitto, per non incontrare gli occhi di nessuno, poi disse:
- Ma noi possiamo procurarcene uno -
Tutti si voltarono
a guardarlo, comprendendo all’istante (che geni...-.-)
- Ken, apprezziamo il tuo altruismo... -
iniziò Kari
- Sei pazzo? Cosa ti fa credere che
andrebbe tutto liscio? - lo attaccò Davis
(Viva la
diplomazia -.- N.d.Autrici)(Se lasciavate parlare me...-.- N.d.Kari)(Sempre il
solito -.- N.d.Y.)
- Ken - iniziò il padre, con voce
pacata - Oikawa ha lavorato a quel progetto per anni, ed era sicuro che non ci
sarebbero stati rischi... -
- Anche tu, da quel che ho capito, lavori
da tempo su quegli appunti - rimbeccò il figlio
Il signor Ichijouji
sospirò. Lo avevano incastrato.
- Ken - iniziò la madre - se non
te la senti... -
- Sbrigatevi, prima che cambi idea -
terminò il giovane, con voce più sicura di come si sentisse
davvero, facendo scendere Wormmon dalle sue ginocchia.
Davanti alla
stamberga in rovina stazionavano due grandi Digimon, simili per certi versi ad
Angemon e Angewomon, lui con un mantello blu e lei con un lungo vestito rosso
che le arrivava fino alle caviglie
- Giornatina calma, non trovi Ophionmon?
- disse il maschio
- Fin troppo calma...tutto questo
silenzio mi preoccupa, Notusmon -
(Mhhh, Rika, tu
dici che potremmo far nascere un qualche inciucio tra Cepheus e Freia? N.d.G.)(Secondo
me, non stanno male insieme, ma non mi sembra il caso: a parte a noi due, a chi
vuoi che interessi? N.d.A.)
Nella via
apparvero due ubriachi: subito i Digimon persero la loro forma, tornando umani,
e sparendo all’interno dell’abitazione; gli altri erano ancora
lì, nell’unica stanza aperta, tutti con aspetto umano.
- Ormai è inutile negarlo - stava
dicendo Takuya (temevo Lobomon! N.d.G.) - Qualcosa si sta muovendo, e presto
Digiprescelti e DigiHunter si troveranno faccia a faccia! -
- I ragazzi non avranno speranze, senza
Digimon! - ribattè Koji (Sempre in tema...-.- N.d.G.)
- Quando arriverà il nostro
momento, usciremo allo scoperto - gli rispose Zoe - Un po’ di aiuto non
farà male, no? -
- Ma non sarà uno sbaglio restare
sulla Terra? - intervenne Sannio
Koichi alzò
la testa di scatto
- Che succede? - gli chiese preoccupato
il fratello (Eh, già...Lobo...N.d.A.)
- Un varco extra-dimensionale è
appena stato aperto - rispose preoccupato il gemello
Incurante di
Sannio, che chiedeva a bassa voce a Freia cosa fosse un varco extra-cosale (sue
testuali parole N.d.A.), Rei chiese:
- Verso la nostra dimensione? -
- No, non verso Pleroma. Verso...il Mare
Oscuro! -
Il giovane
avanzò di qualche passo, affondando nella sabbia, scura come il mare e
il cielo
- Mi domando come io abbia fatto a finire
qui - si disse Ken, preoccupato
All’improvviso,
un movimento attirò la sua attenzione: e scoprì di non essere
solo.
C’era un
bambino, di circa undici anni, seduto su uno scoglio che guardava il mare...ma,
a differenza del resto del paesaggio, lui aveva conservato i suoi colori
naturali, tanto che il ventunenne notò i capelli biondi, con una
finissima treccia più lunga sul lato destro del capo, e gli strani
vestiti, somiglianti a quelli di un antico greco, bianchi corredati da una
cintura e un paio di calzari, entrambi di cuoio
- Ehi, cosa ci fai qui? - gli chiese
gentilmente Ken, avvicinandosi
- Aspetto - fu la laconica risposta del
bimbo, che non si voltò neppure
- Come ti chiami? -
- Stefanos -
- E come mai sei qui? -
- Aspetto. -
Ken
sospirò...la conversazione non era delle più entusiasmanti
- Almeno mi dici da dove vieni? -
- Da Pleroma -
E che posto
è? Si chiese Ken
- Posso sapere chi o cosa aspetti? -
- Aspetto...l’altro me stesso. Mi
ha dimenticato qua, e spero che prima o poi verrà a riprendermi -
Il moro rimase
spiazzato, ma questa volta fu Stefanos a parlare
- Chi viene qua perde sempre una parte di
sè...alcuni la ritrovano, altri la dimenticano qui -
Mentre diceva
questa frase, il bambino si voltò e Ken si ritrovò a fissare uno
sguardo che aveva già visto, due occhi grandi da bambino che lui
ricordava freddi e simili a fessure, uno dei quali nascosto dietro ad un
monocolo...
Stefanos aveva gli
stessi occhi del generale Euclione!
Terrorizzato, Ken
tentò di alzarsi, ma si sentì bloccare: in quel momento si
risvegliò.
Aveva la vista
annebbiata, i capelli appiccicati al viso dal sudore; per cui ci mise un
po’ ad accorgersi che si trovava di nuovo sulla Terra, a casa di T.K.,
con suo padre che lo teneva per le spalle
- Tutto bene? - chiese Takeru, dietro di
lui
- T.K., ti sembra una domanda
intelligente? - rimbeccò Davis
(Strano a dirsi,
ma sono d’accordo con Motomiya N.d.G.)(I casi della vita...N.d.A.)
Ken non
riuscì a rispondere: aveva ancora il fiato corto e la bocca secca;
mentre il signor Ichijouji lo lasciava andare, Yolei gli passò un
bicchier d’acqua, chiedendo:
- Che ti è successo? -
- Un incubo...credo - fu la risposta del
ragazzo
- Non ti era mai successo? - gli chiese
il padre
Ken scosse la
testa: le volte precedenti sveniva soltanto...che volesse dire qualcosa?
- Io ti avevo avvertito - fu la risposta
del genitore
Un rumore li fece
voltare: un vetro era stato infranto da un sasso, con un cordino che teneva
legato un messaggio
- Non di nuovo - sibilò Yolei, tra
i denti, per non farsi sentire dai signori Ichijoiji
(Se no poi glielo
raccontate voi cosa voleva combinare il figlio? N.d.A.)
Sàndor, il
più vicino, srotolò il foglietto e tentò di leggere, ma...
- Cosa sono tutti questi segnetti? -
domandò
Cody si sporse
- È giapponese, Sàndor...
-.-”” -
- Ah
^^””””” -
(.........non
fatemi commentare..... N.d.Go)
Il diciannovenne
sospirò, ma mentre leggeva il suo sguardo si incupì:
- Chi viene qua perde sempre una parte
di sè...alcuni la ritrovano, altri la dimenticano qui -
Ken sbarrò
gli occhi
- È la frase che ha detto il
bambino del sogno! -
- Che bambino? - domandò Hikari
Ken
raccontò loro la storia, il Mare Oscuro, il bambino seduto che aveva i
suoi colori naturali, la loro discussione (questa è una parola grossa) e
la sua somiglianza ad Euclione
- Il capo dell’ADO? - chiese la
madre di Ken - Quando lo hai visto? -
- In questi ultimi due anni? Una volta a
settimana. Veniva sempre a controllare gli interrogatori, sperando che gli
rivelassi i luoghi dove si trovavano le nostre basi...quelle giapponesi, per lo
meno -
- Somigliava a quel bambino? - chiese
T.K.
- Beh, i capelli erano quasi tutti
bianchi, ma un tempo dovevano essere biondi...e poi avevano gli stessi occhi! -
Alba scosse la
testa
- Così non si cava un ragno dal
buco... - disse, sconsolata
- Cambiando argomento... - iniziò
Davis - Ormai i DigiHunter sanno dove siamo, quindi credo sia venuto il momento
di levare le tende! -
- Bene - disse Sàndor - allora io
e Alba torneremo a casa e cominceremo a raccogliere alleati! -
(E niente
cretinate del tipo “Mi mancheranno le ragazze giapponesi”? Sàndor,
che ti prende?? N.d.G.)
- E poi ci ritroveremo in Giappone -
terminò Davis - dato che la sede dell’ADO si trova a Tokyo -
- A proposito...quante basi dei ribelli
avete, voi giapponesi? - domandò l’olandese
- Sono ventuno - rispose a colpo sicuro
il rosso
- Tutte sconosciute ai DigiHunter? -
- Solo noi dodici Digiprescelti le
conosciamo tutte - riflettè Cody
- E di noi - continuò Davis -
l’unico che è stato catturato dall’ADO... -
Si voltò
verso Ken, come aspettando una risposta ad una domanda mai formulata
- Da me non hanno saputo nulla - rispose
il moro, seccato
L’espressione
di profondo dubbio dell’olandese lo offese enormemente
- Se non ci credi, te lo confermo io -
disse Alba, rivolta verso Sàndor - Ken è stato...interrogato,
come dicono i DigiHunter, una volta alla settimana per due anni e due mesi,
tranne quando aveva la peste bianca. E non ha mai aperto bocca -
Il venticinquenne
arrossì, poi si volse verso il giovane
- Ti chiedo scusa, non volevo mettere in
dubbio le tue parole. Uno dei miei amici venne catturato, qualche anno fa: due
giorni dopo avevamo perso tre basi. Tutto grazie ai loro, come li chiamano,
“interrogatori” -
- Per quel che ne sappiamo, i metodi
dell’ADO sono sconosciuti a tutti, tranne ai Digiprescelti - intervenne
Takeru, tentando di ignorare gli sguardi preoccupati dei genitori di Ken - Se
la storia delle lame infisse nei muri è vera, perchè non
dovrebbero anche usare la tortura, per estorcere informazioni? -
Kari diede un’occhiata
all’orologio
- Cielo, mezzanotte e venti! Ragazzi,
tutti a nanna! Domani si parte! - esclamò
- Allora, noi vi lasciamo - disse il
signor Ichijouji
E, davanti
all’occhiata abbattuta del figlio, aggiunse:
- Appena avrò finito le ricerche,
mi farò sentire. Vedete di liberarvi dell’ADO...il caffè
qui è a dir poco orrendo - terminò, scherzando
(Tsè, io
l’ho sempre detto che fa schifo! N.d.A.)(Perchè, quello giapponese
com’è? N.d.G.)
Pensierino
della buonanotte: lo so, lo
so, è stato un capitolo deprimente, ma ho dovuto accellerare. Nel
prossimo capitolo i ragazzi saranno in Giappone, e Kari si troverà
impegnata, insieme a Joe, a curare i Digiprescelti di Kobe, colpiti dalla peste
bianca...arriverà a mobilitare i suoi amici, finchè non ci
sarà una grande scoperta!
Gothika: Quella che ho capito io?
Sì, se ora
non passi il tempo a vantartene...è colpa tua se devo accellerare, mi
tocca togliermi questa rivelazione per far posto ad altre, più
misteriose!
Gothy: Ormai comincio a capire la tua mente instabile
^______^
Io non ci giurerei
>:-D
Gothy: A proposito di menti instabili: quella dello
scanner di Oikawa con il laser è una mia personale boiata; gli scanner
normali funzionano con un obbiettivo che “copia” ciò che
è stato messo sopra e lo manda al computer, che lo rielabora...
Tutti: Zzzzzzzzzzzzzz.....
Gothy: Ho capito, stringo -.-””” In
poche parole, mi serviva una scusa per giustificare gli svenimenti di Ken...
Rika88: E non potevi dire che era colpa del Seme delle
Tenebre che veniva toccato??
Gothy: E quel gruppo di genialoidi come avrebbero
scoperto che il Generale Euclione ha utilizzato lo scanner su Ken, senza la
macchia sul collo?
Oggi vi risparmio le divagazioni...siete
fortunati, nevvero?
Topomouse: In
effetti, in questo capitolo arriveranno due personaggi molto importanti ai fini
della storia, e ci sarà un gradito ritorno che porterà un po’ di scompiglio e
sorpresa alla base dei ribelli...adoro rendere la vita
difficile ai miei personaggi *.*
Sora89: Come già detto, i ragazzi della prima serie
faranno le loro comparsate...quelli della quarta,
ormai si sono infilati e non riesco più a liberarmene (no, scherzo ragazzi...Lobomon, metti via quell’arma! No!)
Francesca Akira89: Una avevo una biografia
completa di Euclione, ma ora chissà dov’è
finita...comunque, ha abbondantemente superato la cinquantina. Tra l’altro,
qualche tempo fa, ho cominciato a leggere una bella ff su HarryPotter...faccio per scrivere una recensione, e chi scopro essere l’autrice?? Gira che ti rigira, finiamo sempre
per ritrovarci ^^”””
Come sempre,
grazie anche a Hikari-Kanna (La timidezza di
Quei Due è snervante, concordo, ma...non troviamo l’occasione giusta!), nihal e Catgirl
Capitolo
undici:
Gli occhi del cuore
- Ken, che ti è
successo? -
- Ti ho già detto di non chiamarmi Ken! Io sono l’Imperatore Digimon!
-
- Non ti
riconosco più! -
-Sta’ zitto! -
Wormmon si svegliò di
soprassalto, si guardò intorno spaesato, poi sospirò
di sollievo
Era solo un sogno...pensò, sollevato
Zampettando, scese dal letto di Ken, in cui
dormiva. Il letto a fianco era
vuoto, segno che Davis era già in piedi; Il DigiBruco si volse a guardare il suo Digiprescelto,
ancora profondamente addormentato
- Ehi, Ken, sveglia!
- lo chiamò il Digimon
Il ventunenne, con
la faccia affondata nel cuscino, aprì pigramente un occhio, quel tanto che
bastava per mettere a fuoco chi gli stava parlando
- È già mattina? - chiese, con voce rauca
- Direi di sì...il
jet leg ti ha scombussolato parecchio, vedo. In
Francia sei stato a letto per cinque giorni, non dovresti essere così
addormentato - riflettèWormmon
Ken non rispose, ma tese
un braccio, cercando a tentoni la sveglia sul
comodino; quando l’ebbe trovata, cercò di leggere l’ora...dopo circa dieci
secondi, si accorse che la stava tenendo al contrario.
(È bello vedere che anche Ken, al mattino, è rintronato come tutti!^^”N.d.A.)
(Sì, lo rende più umano
^^”””””””” N.d.G.)
Sotto lo sguardo
(di compatimento) del suo Digimon, il ragazzo riuscì finalmente a leggere cosa cavolo c’era scritto:
I:
Finalmente il
cervello di Ken si mise in moto
- Le dieci?? -
- Persino Davis,
oggi, è stato più veloce di te - disse Wormmon
Facendo violenza a
se stesso, il ventunenne scese dal letto, si infilò
una camicia, e andò a fare colazione
(Cioè, tu mi dici ORA che Ken era senza camicia?? O.oN.d.G.)
(Volevo preservarmi dalla
bava -.- N.d.A.)
(Missione fallita
XD°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° N.d.Gothika con in
aggiunta Yolei87)
- Dove sono andati
tutti? - chiese il moro a Cody, l’unico presente in
cucina
- Yolei è alla
locanda con Eiji, mentre Kari
è dovuta andare ad aiutare Joe: ci sono stati dei
casi di peste bianca tra gli abitanti di Kobe che
vivono nei capannoni. Ha chiesto a Davis e T.K. di accompagnarla, nel caso ci fossero dei problemi con
i DigiHunter...sai, ci sono deiDigiprescelti tra...-
- Sì, lo so - interruppe Ken,
sedendosi - Tu come mai sei rimasto qui? -
- Sono l’unico, qui alla base, a non aver
avuto la peste bianca - rispose il diciannovenne, passando la colazione a Ken - inoltre, se ci fossero deiDigiprescelti tra i malati, dovremmo per forza portarli qui
-
- Takeru, non sapevo
avessi avuto la peste bianca - stava dicendo Davis
- L’ho presa in Francia - rispose l’altro,
continuando ad osservare il capannone dei Digiprescelti,
in cui era entrataKari
L’improvviso suono
di una sirena li zittì
- DigiHunter - disse
il biondo
- Sono lontani - ponderò l’altro
- Non sarebbe meglio andare a controllare? -
chiese T.K.
Il rosso annuì
Nell’appartamento
al secondo piano, c’erano solo due persone: una era una ragazza di ventidue
anni, bionda e dai grandi occhi azzurri, che lavorava
freneticamente al computer; l’altra era una bambina, che non poteva avere più
di sette-otto anni, con i corti capelli neri sotto un
cappello da baseball blu, e grandi occhi di un celeste scuro
- A che punto sei, Alice? - chiese la più piccola
- Un attimo di pazienza, Shiori-chan,
ho quasi finito. Ecco, fatto! -
La ragazza mostrò
all’altra un cd
- Ora è tutto su questo dischetto -
Il rumore della porta
che veniva sfondata la fece trasalire, ma per fortuna
Alice fu abbastanza pronta per nascondere il cd sotto il tappetino del mouse
- Ferme dove siete! - urlò uno dei tre uomini
in uniforme blu, puntando loro contro una pistola
- Siete in arresto, Digiprescelte!
- annunciò un altro
Davis e Takeru arrivarono al camioncino mentre la ragazza e la
bambina venivano fatte entrare
- Ti va di divertirti un po’? - chiese ironico
il rosso, estraendo la pistola
- Due contro tre...ma sì, sono anni che non
sparo! -
Daisuke, con un solo
colpo, forò una ruota del furgone
- Bella mira... - ribattè
il biondo - Ma non abbiamo tempo per giocare, temo -
I due uscirono
allo scoperto
- Vi consigliamo di levarvi dai piedi - intimò
Davis - Non ve l’hanno mai detto
che le donne non si toccano neppure con i fiori? -
I tre DigiHunter estrassero le pistole e spararono sui ragazzi,
che si ripararono dietro un bidone
- Sbaglio o la situazione si riscalda? -
chiese Takeru
- Io mi sono
stancato...ecco, hanno finito i colpi! -
Secondo una
tecnica ormai collaudata, i due amici uscirono dal nascondiglio e raggiunsero i tre prima che potessero ricaricare le armi
- Mi stavo chiedendo... - iniziò Davis serafico, rivolto verso uno dei tre - Se per caso
potresti aiutarci ad aprire questa porta, sai non sono
un bravo scassinatore, e tu hai le chiavi... -
Sotto la minaccia
della pistola del ribelle, l’uomo aprì la porta posteriore del cam...furgone, mentre T.K. aiutava
le ragazze a scendere (Takeru, va bene che sei
single, ma non devi provarci con tutto ciò che è
femmina! N.d.G.): dopodichè la diabolica mente di Davis glisuggerì di chiudere i tre nel furgone e lasciarveli...
Dove eravate finiti? -
chiese seccata Hikari, mentre entravano nella base di
Tokyo
- Abbiamo dato una mano a due gentil pulzelle
- la prese in giro Davis - Quel ghiro del mio
compagno di stanza? - domandò, guardandosi intorno
- Ken? È nell’ospedale da campo, credo conoscesse alcuni dei Digiprescelti di Kobe. Ora è con
una ragazza... -
- Ah, ecco! - fu il commento malizioso dei due
- Smettetela! Siete senza vergogna! -
- E chi sarebbe la
ragazza? -
- Non è una Digiprescelta, maKen la conosce e ha garantito per lei. E
poi non era molto malata: gli ospedali sono pieni di casi più gravi...ha un
nome straniero...Esta...Estibaliz, mi sembra -
Un ragazzo apparve
sulla soglia
- Ci sono i due Digiprescelti
europei - annunciò a Davis
- Vado. Voi raccattate Ken,
nel frattempo! -
- E così ci rincontriamo, Osamu...anzi, Ken - disse Estibaliz, sorridendo
- Già -
La ragazza era
seduta a letto, con Ken su una sedia lì a fianco,
impegnato ad osservare la ragazza: la diciottenne sembrava un giunco pallido,
con ancora alcune macchie sulle braccia. Gli occhi, quegli occhi che non
potevano vedere nulla, erano sempre gli stessi, con quell’espressione
dolce che li contraddistingueva
Kari e Yolei
entrarono in silenzio, lasciando la porta socchiusa e tentando di non far rumore
- Mi presenti le due ragazze, Ken? - domandò la diciottenne
- Oh, sì - rispose Ken
- Kari la conosci già, giusto? L’altra si chiama Yolei –
Notando le
espressioni sorprese delle amiche, il ventunenne si lasciò sfuggire una risata
- Il rumore dei passi. – spiegò loro
- Ogni persona ha un passo diverso – aggiunseEstibaliz – Anche voi… -
Il suo viso
improvvisamente cambiò espressione. Nel corridoio si sentivano delle voci, e
dei rumori concitati: a Ken parve di riconoscere Davis e Alba, e si chiese cosa ci facessero lì
- Di chi sono questi passi? - domandò tesa la malata
- Uno è Davis, un
nostro amico - spiegò Hikari - mentre l’altra è il capo dei ribelli spagnoli, Alba -
Estibaliz lanciò un grido
acuto, sbigottendo i tre amici, che si guardarono. La Digiprescelta
della Luce, tuttavia, scattò in avanti, per impedire alla diciottenne di alzarsi
- Lei…lasciami! Lasciami,
devo andare! Non è possibile…lei! -
- Temo sia la febbre - sussurrò Kari ai due
In quel momento,
Alba spalancò la porta con furia, trascinandosi dietro Davis
- Aspetta, la peste bianca è
contagiosa... - stava cercando di dire il ragazzo
Alba impallidì,
mentre Estibaliz allungava le braccia verso di lei,
gridando:
- Alba! Alba! -
Incurante del
fatto che fosse malata, la rossa corse verso la bruna e la abbracciò
- Sorellina! - urlò, in lacrime
(Io lo sapevo, io lo
sapevo ^___^ N.d.G.)
(-.-*****
Controllati Rika... N.d.A.)
(Allora era questo che Gothika aveva capito, io non ci ero arrivata! N.d.Y.)
(Meno male, se fossi così
prevedibile avrei già smesso di scrivere! N.d.A.)
- Fatemi capire: tu mi avevi detto che nell’incendio che distrusse la tua casa ti eri
salvata solo tu. Ma anche Estibaliz mi aveva detto la
stessa cosa -
Ken tentava disperatamente
di capirci qualcosa, e girava come un pazzo intorno al tavolo della stanza gialla
- Non so che dirti - sospirò Alba
- Beh, ci voleva una bella notizia - disse
risoluta Kari, mettendo davanti alla spagnola un
bicchiere pieno di un liquido lattiginoso - E ora bevi, non voglio altri malati
per la base! -
- È buono? - domandò diffidente la spagnola
- No, è disgustoso - rispose Ken guardando Wormmon, che
arrossì
- Tornando a noi:
le due ragazze? - chiese Yolei, voltandosi verso il
tavolo, dove si trovavano le dirette interessate
- Io mi chiamo Alice McCoy...
- iniziò la ventiduenne
- Sei scozzese? -
chiese Sàndor, pericolosamente vicino a lei (maniaco a ore dodici N.d.G.)
(Prima aveva vagato per la
stanza ascoltando la storia di Alba e gridando “Com’è commovente *_____* ”-.-”””” N.d.A.)
- No, americana. L’anno scorso ho vinto una
borsa di studio e sono venuta in Giappone, per studiare i Digimon.
Dalle mie informazioni, qui a Tokyo c’è stato il maggior numero di avvistamenti -
- Per forza, fino a dieci anni fa c’era un
varco nascosto a Hikarigaoka... - disse tra sèYolei
- Uno dei quartieri più
colpiti, insieme a Shinjuku, nel 2003, e
probabilmente anche a Shibuya l’anno successivo... -
- McCoy...qualche
parentela con RobertMcCoy?
- domandò Takeru
- Sì, era mio nonno - sorrise la biondina (T.K., piantala! Tu hai Kari >_< N.d.A.)
- E lei? - chiese Davis, indicando la bambina
Ken si soffermò per la
prima volta sulla piccola: indossava una T-Shirt bianca sotto una giacchetta
rossa un po’ larga e un paio di pantaloncini da ciclista neri, sopra le scarpe
da ginnastica: teneva ancora in mano il cappellino blu, con un bizzarro ghirigoro
bianco sopra la visiera
- Lei si chiama Shiori
- rispose Alice, giocando con un filo staccato dalla sua camicia bianca dalle
maniche corte, sopra i jeans.
Kari si avvicinò alla
piccola, offrendole gentilmente una barretta di cioccolato
- Da dove vieni? - le chiese
- Da Tokyo - rispose lei, con la bocca piena
- E allora cosa ci
facevate a Kobe? -
- Siamo nel vecchio appartamento di mio nonno
- spiegò Alice, prima di iniziare a raccontare...
(La prossima volta mi
avverti prima di cosa vuoi fare, oppure scrivi te XP N.d.A.)
Tokyo, esattamente
tre giorni prima
Alice rientrava di
fretta dal market, con le mani occupate da due ingombranti borse di plastica
Dovevo
staccarmi prima dal computer e tornare sulla Terra si rimproverava da quando
aveva trovato il frigo desolatamente vuoto Quelle ricerche cominciano ad
assorbirmi troppo.
In realtà,
nonostante i buoni propositi, sapeva già che si sarebbe
di nuovo persa nelle sue ricerche: versava in quello stato da parecchio
tempo...da quando aveva deciso di tentare di ritrovare i dati del suo Dobermon, dispersi per la rete. Un lavoro interminabile,
con risultati talmente effimeri da averle fatto venire voglia di lasciar perdere tutto infinite volte, prima che il ricordo
del sacrificio del suo Digimon le si riaffacciasse
alla mente.
Il suono di una
sirena la fece sobbalzare: sul marciapiede di fronte, un furgone verde dei DigiHunter era posteggiato di fronte alla casa dei suoi
vicini.
Alice si costrinse a calmarsi: non potevano essere lì per lei, teoricamente
non era una Digiprescelta, e inoltre le sue ricerche
non parlavano dei Digimon: non di tutti, per lo
meno...
In quel momento,
due DigiHunter uscirono dalla casa di fronte,
preceduti da un uomo e una donna, che furono fatti
salire sul camioncino
I miei vicini? Si chiese la ventiduenne
Conosceva poco
quella famiglia: sapeva che avevano due figli, uno avuto
dalla prima moglie dell’uomo, l’altra da quella attuale, anche se in realtà non
le era mai capitato di vedere il maschio, solo la bambina, Shiori...a
proposito, dove poteva essere?
Prendendo il
coraggio a quattro mani, Alice attraversò ed entrò nella casa, lasciata in uno
stato spaventoso e con la porta sfondata
- Shiori-chan! -
chiamò - Sono Alice. Non aver paura, vieni fuori! -
Nulla. La bionda
cominciava a temere il peggio, quando, da una botola nascosta sotto un tappeto,
non sbucò un visino da bimba
- Alice-san! -
sussurrò Shiori
- Oh, Shiori! Vieni, ci sono solo io! -
La bambina andò a
rifugiarsi tra le braccia della ragazza, tremando
- Cercavano mio fratello - pigolò
- Ma lui non c’è, da tanto tempo! -
- Non ti preoccupare, non è stupido, non si
farà trovare. Pensiamo ad andare via da qui! -
:::::::::::::::::::::::::::: Fine Flashback::::::::::::::::::::::::::::
- Voi l’avreste lasciata sola? - domandò
infine Alice
- Domanda scontata - rispose Yolei, dando un buffetto sul mento di Shiori
- A proposito, come ti chiami di cognome? -
- Minamoto, ShioriMinamoto, e ho sette anni -
(.....che dite, la
picchio, la mia collega? N.d.G.)
(Nooooo...sono così adorabile *.* N.d.A.)
Gli aveva
disubbidito due volte: non solo era andato a cercarlo a casa, ma aveva portato
con sè anche sua madre.
Eppure Koichi sapeva bene che non avrebbero dovuto incrociare suo
padre per nessun motivo: ma da quando era arrivato sulla Terra era stato
assalito da un presentimento atroce, che lo aveva fatto
correre a casa sua sotto la pioggia.
Da tempo aveva
imparato a convivere con quella strana sensazione che lo assaliva ogni tanto:
era comparsa otto anni prima, quando la sua anima era
stata distaccata dal corpo ad opera di Kerpymon.
- Koichi, insomma,
dove stiamo andando? -
Il ragazzo non
rispose alla madre, ma si bloccò di colpo, vedendo la porta di casa Minamoto sfondata: in quell’istante,
capì di avere di nuovo sentito il pericolo in anticipo.
La donna e il
diciannovenne entrarono, cercando di non inciampare nei resti del mobilio; fu
lì, piegato su se stesso dalla disperazione, che trovarono Koji.
Koichi non ricordava di aver mai visto suo fratello gemello piangere.
(Certo, perchè l’unica
volta che lo ha fatto tu giocavi al piccolo suicida nel Casinò di Lucemon -.- N.d.A.)
- Koji... - chiamò
la signora Kimura, avvicinandosi al figlio e prendendolo tra le braccia, come faceva quando era bambino
- Non è rimasto nessuno - singhiozzò lui -
Papà...mamma...Shiori... -
Koichi fissava, senza
realmente vederla, la stanza della sorellastra a cui, anni prima, aveva
regalato il suo cappello.
Pensierino
della buonanotte: Ma che
bella puntata! -.-
G.: Trovi? O.o
R.: Era detto in modo ironico -.-
G.: Allora, l’idea di Koichi
che ha le premonizioni sinceramente non so se provenga dalla mia mente malata o
da quella di Rika...
R.: Alice, nel caso non ve la ricordaste, è la
ragazzina bionda compagna di Dobermon, in DigimonTamers...la sfigata, per
capirci...abbiamo ipotizzato che la terza serie sia ambientata nel 2003, ma è
una nostra invenzione
G.: Nel prossimo episodio,
finalmente, arriveranno i cinque Digimon mancanti (tsè, lazzaroni!) oltre a due gemellini
tutti da rimirare
Strofinate bene
gli occhi…sì, siete svegli! Sto davvero aggiornando! Urrà!
Catgirl:
Ehi, cosa vuol dire
“La storia sta prendendo una piega interessante”? Forse prima era noiosa?
Scherzo, se sei arrivata fin qui, vuol dire che il tuo
livello di sopportazione è 10 (“Accettare con rassegnazione anche tifoni e
uragani”)
Hikari-Kanna:
T.K. provarci? Noooooo…sembra,
ma è solo un’impressione!
Francesca Akira89: La
cara vecchia storia dei fratelli persi e dispersi fa
sempre la sua figura…a dire il vero, Go non era troppo d’accordo, ma dato che
non ha quasi mai scritto, all’epoca non fece in tempo a fermarmi…mhuahahahah!! (Rika
si ingigantisce)
DarthSteo: Gothika ringrazia per
i complimenti: anche se non mette mano al testo da tempo immemore, le fa sempre
piacere arrogarsi diritti non suoi
(ERika
è una persona molto modesta, che ama dividere N.d.Go)
Grazie anche a Topomouse, Hotaru’91, Driger e Nihal: la ff non è caduta nel dimenticatoio, ma impegni scolastici vari impediscono una
certa regolarità (sembra la spot dello yogurt col Bifidus,
nevvero?)
Capitolo
dodici:
Luce
e Buio
Quel giorno Izzy arrivò con aria baldanzosa, come se fosse il
depositario di una verità che avrebbe rivoluzionato le loro
vite.
I ragazzi non lo
sapevano ancora, ma era proprio così
- Guardate qui! -
Mostrò una cartina
mondiale che aveva sul computer: molti Stati erano colorati di rosso, alcuni di
bianco, quattro o cinque di blu
- Ehm...carina - tentò Tai
- ti sei dato all’arte? -
Izzy gli lanciò uno
sguardo di compatimento, come se si trovasse davanti ad un idiota (Beh,
parlando di Tai... N.d.G.)
- Il blu rappresenta i Paesi in cui l’ADO non
ha il controllo - spiegò ai Digiprescelti, con
pazienza - Il rosso quelli pronti alla GreatestRevolution! -
- A cosa? -
- A togliere di mezzo i DigiHunter,
Tai! -
- Il nome lo hai inventato tu? -
- No, Davis. - fu la
laconica risposta
- E il bianco? -
domandò Joe
- Gli Stati da cui non ho
ancora ricevuto risposta. Se ora avete tempo, vi illustrerò...
-
- Ci dispiace, Izzy...
- iniziò Davis, prevenendo il fiume di parole - ma io
e Kendobbiamo tornare a
casa di Alice a recuperare il dischetto con le sue ricerche -
- Ricerche? Sei una ricercatrice? - domandò Izzy alla ragazza, illuminandosi come un albero di Natale
(Squallore -.- N.d.G.)
- Più o meno - fu la
risposta
- Allora potresti... -
- Spiacente, non ti posso aiutare -
Il ragazzo dai capelli rossi non riuscì a dissimulare la delusione: Alice,
dal canto suo, si accorse di essere stata un po’ brusca e si affrettò ad aggiungere:
- Io non lavoro in generale, ma solo per
ritrovare i dati del mio Digimon, Dobermon.
-
Izzy tacque, perplesso. La
ventiduenne sospirò, prima di raccontare, a malincuore, la sua storia.
(Glissata dall’autrice,
che teme di perdersi tra i meandri di DigimonTamers...N.d.G.)
- Sì, capisco...mi dispiace, Koji, ma sono certa che andrà tutto bene -
La voce di Zoe
arrivò al ragazzo come una ventata di ottimismo: sia
lei sia suo fratello avevano il potere di calmarlo. Strinse il cellulare da cui
arrivava la voce come fosse un’àncora
- Forse ha ragione Koichi, buttarsi giù non servenè
a me nè a loro... -
- Ecco, bravo, ascolta Koichi-kun!
- rise la bionda
- Già, e... - la voce del moro si spense
- Che succede? -
domandò preoccupata l’interlocutrice
Koji si era bloccato
guardando il gemello: Koichi, seduto a fianco a lui,
aveva gli occhi persi nel vuoto, come se guardasse qualcosa che solo lui poteva
vedere.
Conosco quell’espressione!pensò il diciannovenne, prima di dire a Zoe,
dall’altro capo:
- Koichi ha di nuovo
una delle sue premonizioni! Devo tagliare -
- Va bene, magari scoprite
qualcosa! -
La comunicazione si interruppe, mentre Koji si
avvicinava al fratello che, in quell’istante, si
riscosse, con il respiro affannoso come se avesse corso
- Il vecchio magazzino
abbandonato, giù al porto - disse in fretta - Shiori
è là, l’ho vista -
Koji si tolse di testa la
bandana, con gesto impaziente, e la buttò in terra
- Andiamo, allora! - ricordandosi dei postumi
da premonizione del fratello, aggiunse subito -Ce la fai
ad alzarti? -
- Sì, sto bene -
Davis e Ken, accompagnati dalla piccola Shiori,
erano stati molto fortunati, a Kobe
- Per fortuna quegli idioti non l’hanno
trovato - disse allegro il rosso, mettendo il CD nella tasca interna della
giacca
Entrambi erano vestiti con le divise dei DigiHunter,
per passare inosservati; stavano tornando alla base, quando Shiori,
affacciata al finestrino della macchina, chiese:
- Per favore, possiamo fermarci? -
Davis, al volante, obbedì
- Che succede? -
chiese
- Volevo vedere ancora una volta la mia casa -
La bambina scese
in fretta ed entrò nell’abitazione con la porta sfondata: ne uscì pochi minuti
dopo, eccitata, con in mano quello che sembrava un
fazzoletto
- Mio fratello è tornato! - disse ai due
ragazzi, mostrando loro il panno, che si rivelò essere una bandana
- Allora è meglio trovarlo, prima che lo
facciano i DigiHunter - propose Davis
- Inoltre, sarà preoccupato per la sorella -
continuò Ken - Dove può essere, Shiori?
-
La bambina riflettè un po’, prima di esclamare:
- Un tempo, lui e i suoi amici si ritrovavano
in un vecchio magazzino abbandonato, al porto. Io so dov’è, ogni tanto Koji mi ci portava -
- Bene, allora facciamo inversione! - esclamò Davis, salendo in macchina
L’automobile verde
si fermò giusto davanti al portone del magazzino
- Shiori - disse Ken - tu resta in macchina. Potrebbe anche essere una
trappola. Se tra dieci minuti non siamo tornati, usa
il mio cellulare e telefona ad Alice. Non hai un Digivice,
vero?-
La bambina scosse
la testa
- Nonostante quello che pensavano
i DigiHunter, non sono una Digiprescelta
-
I due uscirono,
guardandosi intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno all’esterno
- Ken - sussurrò Davis - Prepara la pistola -
- Calma, Davis, se
davvero il ragazzo è lì dentro, non possiamo aggredirlo - rispose il moro, che comunque fece scivolare la mano sul fodero
Appena entrati, i due si
trovarono in un immenso deposito, vuoto e semibuio: fecero qualche passo,
tentando di fare meno rumore possibile.
All’improvviso, una
creatura sbucò dalla penombra, colpendo Davis: era
sicuramente un Digimon, una creatura alta dalle
sembianze di lupo
Daisuke, disarmato da un
colpo dell’avversario, ricevette un pugno nello stomaco che lo fece accasciare,
senza fiato: Ken prese la pistola, ma un’ombra nera,
apparsa alle sue spalle, gli afferrò il braccio, piantandogli i denti
nell’avambraccio e facendogli cadere l’arma
- Ken, attento! -
urlò Davis
Il Digimon lupo attaccò di nuovo il ragazzo, lanciandolo
contro un muro; dalla parte opposta Ken,
inginocchiato per terra, si teneva il braccio sanguinante, mentre il mostro
nero gli si parava davanti: era un gigantesco Digimon
leone, che lo puntava implacabile. Prima che il ventunenne potesse
difendersi, la bestia gli saltò addosso, mettendogli le zampe sulle spalle per
impedirgli la fuga e il muso sul collo, in un messaggio inequivocabile.
Ken vide Davis accasciarsi al suolo, tenendosi lo stomaco dolorante
e con un occhio pesto: il ruggito sordo del Digimon
che aveva sopra di lui gli azzerò la salivazione. Decisamente
non gli piaceva essere sdraiato su un pavimento polveroso con un leone nero che
torreggiava sopra di lui, impedendogli ogni movimento e terrorizzandolo solo
con l’alito caldo che investiva il suo volto...infine, il Digimon
bianco estrasse una spada laser (stile Guerre Stellari) e si preparò a
finire Davis: nello stesso momento, Ken sentì le fauci del gigantesco mostro nero circondare il
suo collo
È la fine! Pensarono contemporaneamente i due ragazzi,
chiudendo gli occhi
- FERMI! -
I due Digimon si fermarono, voltandosi verso l’entrata: Shiori era apparsa sulla soglia
- Shiori-chan! -
esclamò il lupo candido, parlando per la prima volta
- JagerLoewemon! Lobomon! -
(AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHN.d.G.che insegue Rika
armata di ascia)
- Scappa, sonoDigiHunter - avvertì il leone, senza spostare i denti dalla
gola di Ken
- Non sono DigiHunter, sonoDigiprescelti.
Si sono travestiti per poter agire indisturbati e venirvi a cercare! -
Il leone,
interdetto, si spostò dal corpo indolenzito del Digiprescelto
della Bontà, mentre il compagno faceva sparire la spada; entrambi, in un
bagliore, si trasformarono in esseri umani
- Koji! Koichi! - esclamò la bambina, avvicinandosi
Koichi si voltò verso Ken, tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi
- Ci dispiace - si scusò - ma io e mio
fratello non potevamo sapere... -
- Non posso arrabbiarmi, nè
stupirmi - mugugnò Davis, mentre Koji
si faceva passare il suo braccio intorno alle spalle, per aiutarlo a rialzarsi
- Sono troppo felice di essere vivo -
- Ahio! Fa’ piano, Kari! -
- Uffa, ma quanto strilli! Ho quasi finito...
-
Il Digiprescelto del Coraggio, sdraiato sull’unico divano
della stanza gialla, si lamentava come se lo stessero scuoiando, mentre Kari ci metteva del bello e del buono per medicargli il
ventre gonfio e pesto; seduto su una sedia, Ken
osservava in silenzio Joe che lavorava di garza e
disinfettante intorno al suo braccio destro. I gemelli, in piedi, venivano osservati da Cody, Yolei e T.K. con sguardo curioso,
mentre Alice e Shiori erano sedute su altre due
sedie, vicino all’unica finestra
- Nulla di grave, solo qualche ammaccatura -
terminò Hikari - ti consiglio comunque
di stare calmo per un po’, Davis -
- Come se potessi farne a meno - brontolò il
rosso, rialzandosi e rimettendosi la maglia - Sono tutto un livido! -
Koji arrossì
- Ti ho già detto che
mi dispiace! -
Lo squillo di un
cellulare fece voltare tutti
- Ken, è il tuo -
disse Shiori, porgendoglielo - Ce
l’ho ancora io! -
Il moro si alzò,
mentre Joe rimetteva a posto i suoi attrezzi, e
guardò il display: aggrottò le sopracciglia, poi uscì e rispose; la voce dell’intelocutore gli giunse chiarissima, come se fosse dietro
l’angolo
- Salve, capo! -
Il ventunenne
entrò in camera sua e chiuse la porta a chiave, per essere sicuro che nessuno potesse disturbarlo
- È da un po’ che non ci sentiamo, Fenice... -
disse
- Scusa se non ho chiamato prima, ma non
sapevo se ti avevano preso il cellulare, quando ti avevano catturato -
- L’ho immaginato. Piuttosto, sei qui a Tokyo?
-
- Sì, sempre pronto ad eseguire! -
La voce gaia
dell’interlocutore fece sorridere Ken
- Fenice, toglimi una curiosità... -
- Dimmi. -
- Sei stato tu a far avere a mio padre lo
scanner del generale Euclione? -
- Già...sono un bravo scassinatore! -
- E sei sempre stato
tu a tirare la pietra a casa di Takeru in Francia,
una settimana fa? -
- Mi dispiace per il vetro, ma... -
- Lascia perdere. Piuttosto, come hai fatto a... -
- A sapere quella frase? Un informatore, di
cui per ora non posso darti il nome. Una persona
fidata, comunque -
- Ancora una cosa. Sei stato tu a liberare Stingmon? -
- No, su questo ci sto lavorando, ma per ora
non ho informazioni -
- Sai qualcosa dei Digimon
degli altri? -
- Agumon e gli altri
sono sempre a Digiworld, mentre i Digimon
dei tuoi amici... -
Dei rumori dal
cortile fecero avvicinare Ken alla finestra che dava
su di esso. Quello che vide lo lasciò felicemente stupito
- Lascia stare, Fenice, li
ho trovati! O meglio: loro hanno trovato noi! -
- Passo e chiudo! -
- Chi era, Ken? -
Il ragazzo si
voltò verso il suo Digimon: il trambusto nel cortile
era indescrivibile, e quello che faceva più baccano era il solito Davis, miracolosamente guarito nel giro di pochi istanti...
il Digiprescelto prese tempo, fingendo di non aver sentito
- Come? -
- Chi era al telefono? -
- Oh, no, nulla di importante...
-
- È lo stesso di due anni fa? -
Ken fu preso in contropiede
- E tu come... -
- Ti ho visto un sacco di volte, quando
squillava il telefono, che correvi in qualche luogo appartato a rispondere. Io
non sono mai venuto ad origliare - aggiunse Wormmon
in fretta -Ma ho dedotto che fosse qualcosa di
importante -
- Hai mai pensato di fare il detective? -
chiese ironico il ragazzo
(Senti da che pulpito...
N.d.A.)
- Ho capito, non me lo vuoi
dire -
- Scusa Wormmon, ma
ho promesso che non ne avrei fatto parola con nessuno
-
Finalmente era
tornata la calma e il gruppetto potè trasferirsi
nella stanza gialla
- Come vi siete
liberati? - chiese Cody, seduto su una sedia con in grembo Armadillomon
I Digimon si guardarono, lanciandosi sguardi indecifrabili:
anche Kenriflettè sul
fatto che non aveva mai posto la domanda a Wormmon
- Non lo sappiamo esattamente - iniziò Hawkmon - Siamo rimasti sigillati in quella roccia per così tanto tempo... -
- ...Avevamo perso anche la nozione del tempo
- continuò Patamon
- Del resto, in quel luogo il tempo e lo spazio
non erano importanti - esclamò cupa Gatomon
- Che intendi dire? -
chiese Kari
- In quella roccia - spiegò Veemon - c’è una specie di...mondo parallelo, in cui ci
siamo ritrovati divisi in semplici dati mischiati alla rinfusa -
- Finchè, un giorno
- continuò Wormmon - ho visto una luce sopra di me...
-
- ...E subito dopo ci siamo ritrovati fuori -
terminò Armadillomon
- Sulla Terra? - domandò Davis
- Io sì - disse Wormmon
- Davanti alla Prigione dei Dannati di Tokyo -
- Noi invece... - replicò Gatomon
- Siamo finiti in una strana dimensione... -
- Un’altra dimensione? - domandò Yolei - Diversa dalla nostra e da Digiworld?
-
(Perchè mi sembra di aver
già sentito questa frase? N.d.G.)
(Lo ha detto T.K. nella puntata “La resa di Demon”.
Mi dichiaro colpevole. ^^ N.d.A.)
- Esatto. Lì abbiamo incontrato loro -
Così dicendo,
indicò Koji e Koichi
- Ma voi siete... -
iniziò Cody
- Sì, noi apparteniamo al Mondo Reale - disse Koichi - Ma
da anni viviamo in un’altra dimensione, la stessa da cui proviene la roccia: Pleroma -
Ken ebbe un sobbalzo
- Pleroma? - ripetè
- Esatto. Viene da una parola che significa
“completezza”. È presente in alcune antiche religioni orientali del Mondo Reale
- spiegò Koichi
- Quella dimensione - continuò il fratello - è
chiamata così perchè in essa sono presenti tutte le
culture di tutti i tempi del nostro mondo: quella cinese, quella latina, quella
nordica... -
- Anche quella greca
antica? - domandò all’improvviso Ken
- Sì - rispose Koji
- Perchè? -
- Allora...quel bambino, Stefanos,
potrebbe venire da quel mondo -
- Quasi sicuramente - gli rispose Koichi - Dato che, da quel che ne sappiamo, anche Euclione viene da lì... -
Ken lo guardò, sorpreso:
come faceva a sapere del suo sogno? A meno che non
fosse il misterioso informatore di Fenice...
- Resta una domanda - disse Kari - Chi vi ha liberati? -
I sei Digimon si guardarono
- Non lo sappiamo. - disse sconsolato Veemon - Abbiamo solo visto una luce, e sentito una voce...
-
- Una voce? - chiese Davis
- Sì, che diceva: E gli antichi alleati
poseranno il piede guerriero/E gli antichi custodi avranno nuova vita/Su un
mondo in cui balugina la speranza-
Pensierino
della buonanotte: Ho i crampi
alle dita...Comunque, nel prossimo episodio ci saranno
un ritorno dalla Francia e alcune scoperte...oltre ad uno strano incontro di Matt, che ricaverà grandi insegnamenti di vita!
Gothika: Ehi, aspettaspettaspetta,
questa non la sapevo, io!
Certo, è una mia
aggiunta: così impari a denigrare le mie arrampicate sugli specchi!
Gothika: Qualcosa mi dice che devo
preoccuparmi...O.o
Ahhhh, quanto mi piace
questo capitolo...per questo, per farmi perdonare per il ritardo, l’ho aggiunto subito insieme al precedente capitolo dodici
(quindi, se avete cliccato su “Ultimo capitolo”,
sappiate che c’è un altro inedito!). Come annunciato, questo capitolo risulteràmoooolto indigesto a Gothika >:DDD Tuttavia, per impedirle di venirmi a
menare, ho deciso di riutilizzare alcune delle sue graziose trovate sulle PdD (Prigioni dei Dannati) per ravvivare un po’
l’ambiente...
Tutti: “Ravvivare l’ambiente”???O.o
Beh, sì, insomma,
era per dire ^^””” Vi consiglio comunque di leggere
attentamente il capitolo, perchè 1) Parla molto di Matt
(e, se non sbaglio, il ragazzo vanta un buon numero di fan) e 2) Potrebbe farvi
conoscere degli strani tizi che, da più di tremila anni, sfornano idee che
danno loro la fama di sovversivi, sobillatori, pazzi o più semplicemente poveri
idioti (a seconda dei punti di vista), ma che risultano spesso incredibilmente
attuali!
Gothy: Mi sto preoccupando...o.O
Fai bene >:DDD
Capitolo
tredici:
Filosofia
Il generale Euclione emise una sorta di ruggito furioso e strinse
convulsamente la frusta tra le mani: quindi tornò a guardare il giovane ribelle
prono sul pavimento sconnesso. Come faceva quel misero ragazzino incatenato ad
un muro ventiquattr’ore su ventiquattro ormai da due
anni, a continuare così ostinatamente a tacere?
(Questo è il mio pezzo
censurato nel capitolo quattro *.* N.d.G.)
(Già, lo sto riutilizzando
N.d.A.)
Esasperato, si
accosciò, afferrò i capelli di Ken e portò il volto
del ragazzo all’altezza del suo viso
- Hai uno spiccato senso del masochismo, o sei
solo stupido? - gli chiese, con la voce resa malferma dall’ira
Ken, osservandolo da
vicino, notò che il pugno di qualche tempo prima, che
a lui era quasi costato la perdita di un occhio, aveva lasciato il naso del
generale leggermente storto verso sinistra: senza quasi avvedersene, sorrise
soddisfatto.
(Tu che dici, Rika: è masochista, scemo o tutte e due le cose? -.- N.d.G.)
(Se non sapessi che stiamo
parlando di Ken, propenderei per la terza ipotesi -.-
N.d.A.)
Il Capo Supremo
dell’ADO, notando l’espressione del ragazzo, si infuriò
ancora di più; con uno scatto buttò il giovane a terra: a Ken
scappò un gemito, quando la sua schiena, sanguinante e dolorante per le
frustate, sbattè violentemente per terra
- Sempre deciso a non dire niente? - gli
chiese il generale
Il ventunenne si
limitò a lanciargli uno sguardo gelido: conscio dell’inutilità della domanda, Euclione alzò la frusta e la riabbassò violentemente sul
corpo inerme del ragazzo.
Davis aprì gli occhi, sudato
e con il cuore in gola.
Non aveva mai
fatto un sogno simile: così reale, come se Euclione
stesse per colpire lui.
La cosa che più lo
aveva scosso, però, era quello strano confondersi di sentimenti non suoi che
sentiva dentro di sè: rabbia e terrore, disgusto e
gioia amara...e poi quel dolore atroce, così insopportabile da avergli fatto
desiderare la morte.
Cosa aveva visto? Solo un
sogno, un incubo irreale? OppureKen
aveva davvero vissuto ciò che Davis aveva provato?
Tentando di
liberarsi dal lenzuolo attorcigliato intorno alle sue gambe, Davis finì per cascare dal letto (a ventun
anni -.- N.d.G.): mentre si rialzava, notò che anche Ken era sveglio.
Il giovane, seduto
sul letto, aveva gli occhi sbarrati, il respiro affannoso e grondava sudore:
non sembrava neppure essersi accorto del capitombolo del compagno di stanza; preoccupato, Davis si
rialzò e appoggiò una mano sulla spalla dell’amico. Ken
sobbalzò e si voltò verso di lui con l’aria di un animale braccato: quando si
accorse che era solo Davis, sospirò di sollievo.
- Ti ho spaventato, Ken?
-
- No, lascia stare... -
Dal letto accanto,
Veemon si svegliò
- Davis, che fai
sveglio a quest’ora? - chiese, con voce piena di sonno
- Nulla, un incubo... - rispose lui
- Un incubo? - mormorò Ken
- Ma se quando dormi non
ti sveglierebbe neppure un terremoto! - ribattè il Digimon azzurro, sbadigliando
- Molto spiritoso... - grugnì Davis, tra i denti
- Cos’è tutto questo
rumore? - chiese un assonnato Wormmon - Ken, che hai? -
- Nulla Wormmon, non
preoccuparti. Solo... -
- Solo? -
Ken deglutì
- Ricordi sgradevoli - disse, toccandosi la
schiena e rabbrividendo
Davis sobbalzò: possibile
che avessero fatto lo stesso sogno?
- Di quando eri nelle Prigioni dei Dannati? -
provò
L’altro ragazzo
annuì; Davis sedette a peso morto sul suo letto
- Pazzesco... - mormorò
Ken lo guardò stupito
- Ho appena avuto un incubo e... - iniziò a
narrare il rosso
Alle due di notte,
la gente normale dorme (concordo N.d.G.):
Yamato, invece, era incredibilmente sveglio.
Cantare davanti ad
un grande pubblico gli faceva sempre quell’effetto, fin dalla prima volta in cui era salito su
un palco: era l’unico momento in cui poteva dimenticare la sua doppia vita, il
massacrante mestiere del ribelle. Adesso che era tutto finito, il
ventiquattrenne camminava svogliatamente per le vie di Tokyo, in canotta nera e jeans e con una lattina di birra ghiacciata
in mano.
La notte era calda
e afosa, ma la macchina di Matt era dal meccanico e
così, volente o nolente, gli toccava scarpinare.
Era tutto immerso
nei suoi pensieri, quando uno strano guaito lo fece sussultare.
Il giovane si
voltò nella direzione in cui proveniva il rumore, vedendo solo dei cassonetti
ormai pieni: in un angolo, vide una forma indistinta; credendo di trovarsi di
fronte ad un cane abbandonato, Matt si avvicinò.
Immaginatevi la
sua faccia, quando si trovò davanti ad un uomo sulla cinquantina, con i capelli
brizzolati intorno alla pelata, occhiali quadrati su di un naso aquilino e
davanti a grandi occhi grigi: ma la cosa più scioccante era l’abbigliamento! Ora,
un tizio seduto vicino a dei bidoni di solito può essere solo un barbone:
questo, invece, era vestito con cura, in giacca e cravatta e con scarpe
eleganti. Completava il quadretto una bottiglia di birra, completamente vuota,
abbandonata per terra.
- Ehm...è tutto a posto? - provò a chiedere Matt
L’uomo, per tutta
risposta, ridacchiò stupidamente, senza neppure guardarlo; il giovane sospirò:
fantastico, era completamente sbronzo!
Capendo che non
poteva lasciarlo lì, Yamatoritentò
- Dove abita,
signore? Se vuole posso portarla a casa! -
- Io sono a casa - rispose con voce acuta
l’uomo, indicando i bidoni
Povero me...ma
che ho fatto di male??? Fu il pensiero del ragazzo, depresso, mentre
l’ubriaco, instancabile, blaterava frasi in una lingua sconosciuta al biondo:
- Est modus in
rebus! C’è una misura nelle cose! -
(Frase di Orazio, da una
satira che mi ha fatto penare fino a qualche settimana fa. Se
volete sapere come mai un ubriaco, per di più giapponese, parla correntemente
il latino...abbiate un po’ di pazienza che poi ve lo spiego! N.d.A.)
In quel momento,
una giovane donna scese da una macchina parcheggiata lì vicino: indossava una
divisa da guardia giurata, o forse da vigilantes.
(E che ci fa lì alle due
di notte?? O.ON.d.G.)(Me
lo sto chiedendo anch’io!!!!!!N.d.Y.)
- Signora, mi scusi - chiamò
il Digiprescelto - Avrei bisogno di una mano. C’è...
-
La donna guardò l’ubriaco, poi disse:
- Professor Sagara! Ha
di nuovo esagerato con l’alcol! -
- Il vino mi spinge, il vino folle, che fa
cantare anche l’uomo più saggio e lo fa ridere mollemente e lo costringe a
danzare!! - cantò l’uomo, sempre più scatenato
(Frase di Ulisse, dall’Odissea
-il canto non ve lo dico, perchè non lo trovo scritto-.)
- Lo conosce? -
- È il mio vicino di casa: da quando lo hanno
licenziato, non passa sera che non si riduca così...meno male che ho un turno
di notte, così a volte arrivando a casa lo ritrovo! -
(Vi ho risposto, siete
contente?? N.d.A.)
Mentre scendeva sbadigliando in cucina, Ken
si chiedeva se avrebbe mai riavuto un’esistenza, se non proprio normale, almeno
nei canoni umani. Dopo tutti quegli anni, cominciava ad avere i suoi dubbi:
sarebbe arrivato un giorno in cui entrando in cucina avrebbe salutato i suoi
genitori prima di uscire, mentre suo padre leggeva il
giornale e sua madre gli sorrideva da dietro una tazza di caffè?
- ‘Giorno a tutti! -
disse con fare assonnato, mettendo la testa nella cucina, regno incontrastato
di Kari e Yolei
- Salve Ken... -
rispose distrattamente il padre, senza alzare gli occhi dal giornale
- Ciao tesoro - gli rispose gentile sua madre
- Tra cinque minuti è pronto! -
Ken sbadigliò e richiuse
la porta: circa due secondi dopo, si rese conto di cosa aveva visto
(Scusatemelo, non è ancora
in grado di intendere e volere... N.d.G.)
Il ventunenne
tornò ad aprire la porta e si infilò in cucina.
Devo avere le
allucinazionipensò,
mettendosi una mano sulla fronte per sentire se aveva la febbre.
Macchè, era sano
come un pesce...eppure sua madre lo stava guardando a meno di due metri di
distanza!
- La colazione è pronta! - annunciò Kari
- Ken, vuoi
cominciare a metterti a tavola? - chiese la signora Ichijouji,
spostando una sedia per il figlio
Ken esplose
- COSA-CI-FATE-VOI-QUI??? -
(Questa si che è una vera
accoglienza!!!!!!!! N.d.Y.)
- Grazie, ora sto meglio -
Il professor Sagara porse a Matt la tazza
vuota, in cui il biondo tornò a versare altro caffèbollente
(Chissà perchè agli
ubriachi danno sempre il caffè...N.d.G.)
(Sinceramente non lo so,
ma anche nel corso della Croce Rossa dicevano di far bere caffè
non zuccherato ^^””” N.d.A.)
- Piuttosto - continuò - dovresti tornare a
casa...ehm, come hai detto che ti chiami? -
- Non gliel’ho ancora
detto...il mio nome è Yamato, YamatoIshida. Comunque non c’è
problema: vivo da solo. -
- Allora siamo in due. A proposito, il mio
nome è KentoSagara. Sono...
-
- ...un professore, me l’ha detto la sua
vicina. -
- No, per ora sono disoccupato: tuttavia la gente
continua a chiamarmi “professore” -
Matt osservò la stanza:
era tutto sommato in ordine, e sembrava gridare la sua
appartenenza ad un professore, vista l’enormità di libri che sbucavano da tutte
le parti. Il ventiquattrenne si soffermò su un volume appoggiato sul tavolino
davanti al divano su cui era seduto: era il Fedone,
di Platone. L’uomo, notando lo sguardo del giovane, gli disse:
- Sono un professore di
filosofia, nel caso non si fosse capito. Insegno...cioè,
insegnavo all’Università di Tokyo -
- Perchè l’hanno... -
- ...licenziato? Per un
saggio che volevo pubblicare. E che all’ADO non è piaciuto, perchè
trattava troppo dei cosiddetti “mostri” che apparvero una decina di anni fa, a più riprese, a Tokyo. -
- Credevo che in Giappone ci fosse libertà di opinione - disse Matt, ben
sapendo di mentire
- Io non ne sarei così certo. Euripide diceva:
uno schiavo non ha il diritto di dire la verità che
non piace ai suoi padroni -
Matt finse di essere
sorpreso e scandalizzato:
- Signor Sagara! -
esclamò
- Oh, fammi arrestare, se ti pare! - brontolò
quello - Almeno finirei in carcere e smetterei di cedere al vino! -
- Credo che le Prigioni dei Dannati non siano
il modo migliore per perdere il vizio -
- Prigioni di cosa? - domandò l’altro
Yamato arrossì: il nome
era stato inventato da loro, in effetti. I DigiHunter
non le avrebbero mai chiamate così; per sua fortuna, il professor Sagara lasciò cadere la conversazione e cominciò a
sfogliare il giornale, fermandosi ogni tanto per borbottare:
- Bah, il mondo va a rotoli: l’ADO era pronta
a disegnarsi come la paladina della giustizia, sei anni fa, quando vinse le
elezioni...ora mi chiedo se non fossero meglio quel pugno di banditi dei Digiprescelti... -
Matt dovette fare sforzi
sovrumani per non mostrare il suo disagio; di certo il professor Sagara non apprezzava l’ADO, ma neppure i Digiprescelti...eppure, chissà, forse...?
Il biondo scosse
la testa per scacciare quel pensiero: no, impossibile, non poteva rischiare
di...
- Qualcosa non va? - chiese il cinquantenne
- Solo pensieri - rispose Yamato
- un’ipotesi che ho in testa da tempo. Ma forse lei la riterrebbe stupida, o peggio. -
- Sai chi formulò per primo la teoria degli
atomi? -
Matt guardò l’uomo: cosa
c’entrava?
(Me lo sto domandando
anch’io O.oN.d.G.+Yolei87)
(Donne di poca
fede...riponete fiduca in KentoSagara! N.d.A.)
- Non saprei...qualche scienziato
del Novecento, suppongo -
- No, nel Novecento si riuscì ad intuire
l’esistenza degli atomi: il primo aipotizzare
che il mondo fosse composto di atomi fu un filosofo di nome Democrito,
che nacque in Grecia verso il 460
a.C..
Con questo volevo solo dire che a volte le ipotesi più assurde si rivelano poi
esatte. E adesso avanti, dimmi. -
(Che immenso idiota,
questo professore -.- N.d.G.)
(È già il mio mito *.* N.d.A.)
Matt sorrise: chissà,
forse un tipo del genere era abbastanza bislacco da capire!
- Mi sono sempre chiesto: e se la realtà non
fosse come noi la vediamo? Insomma, se i Digiprescelti
non fossero poi questi criminali - si impedì di
arrossire
- Ipotesi interessante. Fantasiosa,
ma interessante. Tu butteresti nella pattumiera anni di lavoro di
giornalisti e gente importante. -
- Mai credere nè
agli specchi, nè ai giornali, professore - ribattèMatt, con aria furba
- Non divagare, lascia stare Osborne e continua - rispose divertito l’uomo, con un
inconfondibile tono da insegnante
- Vede, lei stesso ha detto
che la libertà di opinione è ormai pura utopia; non potrebbe quindi essere
possibile che l’ADO abbia anche...modificato la realtà vera e propria a suo
vantaggio, per prendere il potere? -
Il professor Sagara era allibito
- Si finisce in carcere per molto meno,
ragazzo. - lo avvertì - Se non sapessi che è impossibile direi di trovarmi di
fronte a... -
- ...ad un Digiprescelto?
- domandò Matt, estraendo il Digivice
KentoSagara
si sedette pesantemente sulla poltrona, di fronte a Matt,
per la prima volta senza parole, nè sue nè di altri.
- La prego, professore, ascolti la storia che sto per narrarle: dopo, potrà anche decidere di denunciarmi
ai DigiHunter. Ma credo che raccontandole l’intera
vicenda, tutto le sembrerà diverso da come la vede ora -
Il signor Ichijouji prese un profondo respiro
(Oh, no, altri spiegoniT.TN.d.G.)
- Ho terminato i miei studi - annunciò - E ho
scoperto qualcosa che potrebbe tornarci molto utile -
Ci fu un mormorìo di sollievo; Davis,
l’unico che ancora stava bevendo il caffè, fece uno
strano gorgoglìo che disgustò Yolei,
seduta a sinistra di Ken
- Di cosa si tratta? - domandò Kari
- So come neutralizzare il Seme delle Tenebre!
-
- Non ci tenga sulle spine! - esclamò T.K., elettrizzato
- Dobbiamo ricorrere al potere di Pleroma -
- Pleroma? Il mondo
in cui si sono rifugiati i dieci Leggendari Guerrieri? - domandò Cody
- Esatto - rispose Koji
(LOBBBBBBOMON *.* N.d.Y.) - Di solito, però,
l’espressione “potere di Pleroma” è solo una metafora
-
- Dunque nulla di
reale - frenò Ken
- Non è detto - riprese il signor Ichijouji. - Un mio contatto, piuttosto informato, mi ha
spiegato che forse non si tratta solo di una metafora poetica... -
- Dunque
l’Invincibile esisterebbe veramente? - domandò dubbioso Koichi
che, a differenza del fratello, non aveva mai dato molto peso a quella storia
- L’Invincibile, o forse qualcosa che gli
somiglia molto. Potremmo intendere questa creatura non come qualcosa di reale,
ma come qualcosa che mantiene l’equilibrio in quel mondo -
- In fondo, gli stessi Semi delle Tenebre non
esistono materialmente, ma sono solo un insieme di dati - aggiunse Ken
(Rika, ma ti sei studiata a memoria tutti i vaneggiamenti di Oikawa?
N.d.G.)
(No, ho solo un’ottima
memoria U.U N.d.A.)
Il padre cambiò
improvvisamente espressione
- Ecco, qui arriva la brutta notizia... -
I ragazzi si
fecero più vicini
- Euclione può
rendere materiali i Semi delle Tenebre, o le loro copie -
Tutti si gelarono,
meno i due gemelli
- È per questo che
abbiamo deciso di unirci a voi - spiegò Koji
(Non dirlo! N.d.G.)
(Cosa? N.d.A.)
(Quel nome! N.d.G.)
(Quale? N.d.A.)
(Lobomon!........Argh, l’ho detto! >_< N.d.G.)
Kari trasalì
- Come dice la profezia... - sussurrò
- Già, le ultime frasi...com’era? - ricordò Cody - Ah, sì: E gli antichi alleati poseranno il piede
guerriero/E gli antichi custodi avranno nuova vita/Su un mondo in cui balugina
la speranza -
- La frase che abbiamo sentito nella roccia! -
esclamò Patamon
- Forse - ipotizzo Koji
- gli “antichi custodi” siamo noi: in fondo, i quattro posti vuoti sono stati
riempiti, hanno avuto “nuova vita”, appunto -
- Mentre gli “antichi
alleati” potrebbero essere i nostri Digimon - terminò
Yolei
- Allora siamo a cavallo! - gridò Davis, alzando la mano stretta a pugno, con fare esultante,
dimenticandosi della tazza, che gli scappò di mano e
volò dritta sulla camicia (indovinate di chi N.d.A.) di Ken
che, ironia della sorte, quel giorno ne aveva una bianca, pulita (è proprio
sfigato N.d.A.)(concordo N.d.G.)
- O...ps... - balbettò Davis,
imbarazzato
- Aspetta Ken,
meglio lavarla subito - disse la signora Ichijouji,
alzandosi
- Mamma, ho imparato a lavarmi i vestiti anni
fa - rispose imbarazzato Ken, andando in camera sua a
cambiarsi
La madre lo seguì
ugualmente
- Lo so, è solo che... - sorrise - erano anni
che non ti lavavo una camicia... -
- Pensavo ne avresti
fatto volentieri a meno! - scherzò il figlio, chiudendo la porta della camera
e, di fatto, arrendendosi all’insistenza materna
- Ammetto che mi piacerebbe vederti
mentre fai la lavatrice - rispose a tono la donna - anche se penso
che... -
Ken non seppe mai cosa
pensasse lei: quando si voltò, la donna guardò il figlio, poi la camicia che
lui teneva in mano e si interruppe.
Seguendo lo
sguardo della madre, il ventunenne sobbalzò e si diede mentalmente dell’idiota.
Conviveva da così tanto tempo con quella cicatrice sul
petto, che ormai si era dimenticato di averla.
(Go, com’è che quando
prendi in mano tu la scaletta, Ken fa sempre la
figura del cretino? N.d.A.)
(Più che altro, sono
sinceramente preoccupata per la salute della signora Ichijouji…e
il secondo coccolone della storia! N.d.G.)
Il professor Sagara (e mi lasci così in sospeso? O.ON.d.G.)(Dovresti ringraziarmi, ti lascio Ken mezzo nudo -.- N.d.A.)(Non ci
avevo pensato...*.* N.d.G.) si mise a camminare per
il salotto
- Intelligoutcredam, devo capire
per poter credere... - mormorò tra sè, citando
il filosofo Abelardo
- La storia è questa. Siete
libero di crederci oppure di chiamare i DigiHunter
e farmi arrestare - terminò Matt
KentoSagara
sospirò
- Sette bambini che tredici
anni fa partirono per un mondo parallelo al nostro, costituito solo di dati...
-
- L’ADO ci ha fatti passare per criminali,
mentre il nostro ruolo è solo quello di difensori di un mondo che gli umani
hanno creato senza saperlo -
- Come posso essere
sicuro che sia tutto vero? -
- Io sono uno di quei sette bambini. Avevo
undici anni, quando andai per la prima volta a Digiworld-
- Non puoi esserti inventato tutto. C’è solo
una cosa che non capisco: perchè l’ADO si è data tanta pena per diffamarvi? -
- Forse perchè sapeva che i nostri contatti
con creature di un altro mondo potevano farci vedere come invasori...oppure
perchè la nostra storia era così incredibile da non poter essere presa sul
serio - ipotizzò il biondo
Il professore
tornò a sedersi, palesemente insoddisfatto dalla risposta. Tuttavia,
la curiosità che gli illuminava gli occhi tranquillizzò un po’ il Digiprescelto
- Non è che voi avete
qualche affare sporco che l’ADO non apprezza? -
- Neanche per sogno! - esclamò Matt, offeso - Trovo molto più probabile che sia il generale
Euclione ad avere qualche piano segreto! -
KentoSagara
appoggiò una mano sul mento, meditabondo
- Dieci anni fa, - ricordò - io ero all’università quando il cielo si oscurò...e vidi distintamente
delle luci dorate salire verso il cielo e squarciare le tenebre -
- Una di quelle luci era partita dal mio Digivice - sorrise Matt, tornando
indietro con la memoria
L’uomo guardò in
faccia il ragazzo, sorridendo
- Ti credo. -
Pensierino
della buonanotte:Gothika...
Gothika: Yes?
Non hai anche tu
l’impressione che, a forza di divagare, ci siamo
dimenticate qualcosa?
[Rika e Gothy si guardano]
Rika88+Gothika: AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH, KARI E T.K.!!!!
Gothika: Ok, nel prossimo capitolo dobbiamo
provvedere!
E il professor Sagara arriverà nella base dei ribelli!
Gothika: Questo significa che ce lo
dovremo sorbire ancora... -.-
Di che ti lamenti?
La GreatestRevolution
è ormai vicinissima! E poi KentoSagara è fantastico *.*
Gothy: Sto aspettando il momento in cui dirà qualcosa
come “la morale è sempre quella, fai merenda con Girella” -__-
Yolei87: Anche a me sta sulla scatole
il prof, senza contare che il cognome l’ho inventato io!!!!!!
Non vedo
il nesso tra il suggerirmi (non te lo sei inventata...e
il sergente Sagara?) un cognome e l’ipotetica antipatia
del mio omino...
Rika88: …………..BBBUUAAAAAAAH! MI DISPIAAAAACCEEEEEE!!!!!!! Non è stata pigrizia, io volevo
continuare! Davvero! Anche perché, avevo già tutto scritto…solo che, tempo fa, mentre
stavo per pubblicare il quattordicesimo capitolo, l’ho riletto e mi sono detta:
“Ma ho scritto davvero questo schifo???”
In breve, ho
rifatto quasi tutto. La mia dignità di scrittrice (molto) dilettante lo
imponeva! è_é
Go: Scusa, con chi stai parlando?
Rika88: Con i lettori!
Go: Pensi ci sia ancora qualcuno? -.-
Capitolo
quattordici:
L’amore di un fratello
Quel pomeriggio di agosto, caldo e afoso, rendeva pressochè
inabitabili le stanze della base dei ribelli, che ricordavano vagamente delle
fornaci: per questo motivo, Ken e Yolei
stavano passeggiando (mano nella mano... N.d.G.)(Quanto
sono romantici, ohhhhhhhhhhN.d.Y.)
per l’ampio cortile centrale
- Non ricordo di aver mai avuto tanto caldo! -
si lamentava la ragazza, mentre si legava i capelli in una coda di cavallo
- Non saprei...le celle di Tokyo, d’estate,
sono anche peggio - considerò Ken
All’improvviso,
l’attenzione del ragazzo fu attirata da un gruppo di bambini, seduti a
semicerchio intorno ad una persona, dall’altra parte del cortile
- Chi sono? -
- I bambini di Kobe.
Un’anima buona si è offerta di far loro da maestra -
Il moro pensò che
stesse parlando di Kari, conoscendo il suo antico
desiderio di lavorare in una scuola elementare, ma si accorse di aver sbagliato quando, avvicinandosi, vide una ragazza più o meno
della sua età, con lunghi capelli castano scuro legati in una treccia e un
vestito a fiori che copriva uno stato piuttosto avanzato di gravidanza. Decisamente non ricordava che ci fossero donne incinte,
nella base
- Ti ricordi di Noriko,
no? - gli chiese Yolei, indicandola
Il ventunenne
nascose in fretta la sorpresa: non l’avrebbe mai riconosciuta, dato che non si vedevano da circa otto anni, ma vedendola da vicino
riconobbe il viso tondo della bambina rapita da Oikawa
nel 2002 alla quale era spuntato il Fiore delle Tenebre in testa
(Piuttosto che la maestra,
dovrebbe fare la botanica! N.d.G.)
(Il tuo umorismo potrebbe
stare su un cucchiaino da caffè -.- N.d.A.)
- Ken! - esclamò
lei, notandoli - Erano secoli che non ti vedevo...a momenti non ti riconoscevo!
-
Il giovane riconobbe, subito alle spalle di Noriko,
Hiroto che lo guardava come per decidere dove lo
aveva già visto: a togliere d’impaccio il bambino fu la maestra che gridò:
- Bambini, vi presento KenIchijouji! -
- Noriko, non c’è
bisogno di tutta questa pompa, o tra poco mi chiederai un discorso alla
nazione! -
- Volevo metterti in difficoltà... - ammise la
ragazza, con aria furba
- Allora ci sei vicina -
fece eco Yolei, ridacchiando - Dai, grand’uomo, arringa la folla! -
E con un ampio
gesto, la ventiduenne indicò i bambini che li guardavano divertiti
- Va bene, ho capito, siete due contro uno. Mi
arrendo, batto in ritirata! - esclamò il povero Ken, allontanandosi alla svelta
Dopo pochi metri,
sentì un rumore di passi alle sue spalle: non aveva bisogno di voltarsi, per
sapere chi fosse
- Hiroto! -
Il bambino sorrise
- Avevo visto giusto, sei Osamu!
-
Il giovane si
accovacciò per arrivare all’altezza del bambino
- Perchè mi hai detto
che ti chiamavi Osamu? -
- Perchè in quel periodo stavo scappando per
tornare dai miei amici- spiegò il ragazzo - e non volevo mettervi nei guai. Se poi i DigiHunter avessero scoperto che ero stato a Kobe, mi avrebbero trovato in fretta -
- Hiroto! Vieni, dobbiamo continuare la lezione! -
- Va bene! -
Il bambino ritornò
dal Noriko; nel frattempo, un vociare all’ingresso
distrasse il ribelle
- Muoviti e non fare
scherzi! - stava gridando qualcuno
Allarmato, Ken si avvicinò, sicuro di aver riconosciuto la voce di Davis
- Credo ci sia un equivoco... -
La vista del nuovo
arrivato lo inchiodò al suolo: l’amico puntava la pistola su un DigiHunter con la divisa d’ordinanza, la testa coronata da
riccioli castani e grandi occhi grigi, dietro un paio di occhiali
ovali su un volto dai tratti occidentali.
Il ragazzo non
ebbe difficoltà a riconoscere l’intruso come uno dei due tenenti della Prigione
dei Dannati
- Poi mi spiegherai come hai fatto a trovare quest’altra entrata, ora cammina
se non vuoi un foro in fronte! -
- Ti prego, fammi parlare con Izzy, lui vi spiegherà tutto... - il giovane si interruppe, vedendo Ken di
fronte a lui, ed ebbe un sussulto - KenIchijouji? -
- Vedo che ti ricordi di me quanto io di te - fece lui, acido
- Vi conoscete? - domandò Davis
- Fin troppo. È uno dei due a cui devo il
marchio sul petto... -
- Ti ricordo che se io non avessi mollato la
presa, tu ora avresti un occhio di meno. - rimbeccò
l’altro, indispettito
Ken non ribattè, riuscendo solo ad esibire un’espressione
perplessa: aveva sempre creduto che si fosse trattato di una fortunata casualità
- DAVIS! -
Koushiro, uscito dallo
studio che da qualche tempo condivideva con Alice, partì a razzo per andare a
fermarsi di fronte ai due
- Per carità, Davis,
metti giù quella pistola! -
- Izzy, diglielo tu!
-
- C’è qualcosa che non sappiamo? - domandò Daisuke, riponendo l’arma
- Vi spiego tutto nel mio studio -
Incurante del
gemito del Digiprescelto del Coraggio, non propriamente
euforico all’idea di andare a rinchiudersi in una stanza in cui si bolliva, per
di più con un DigiHunter, il rosso trascinò i tre
ragazzi fino al piccolo ufficio: dentro c’erano già Alice, Sàndor,
Cody,Matt e un
uomo sconosciuto. Yolei, Kari
e Noriko, stupite dal nuovo arrivato, si erano accodate
- E lei chi è? -
domandò Izzy, rivolto al più anziano del gruppo
Matt rispose per lui
- Il professor KentoSagara. Insegnava all’Università di Tokyo. - notando
lo sguardo indagatore del Digiprescelto della
Conoscenza, aggiunse - Tutto a posto. Non crede granchè
nella storia di Digiworld, ma non ci tradirà -
- Non è per quello...professore, lei insegna
filosofia, non è così? -
- Izzy, potremmo
tornare a noi? - domandò Davis, picchiettando con un
dito sulla spalla dell’altro, senza perdere d’occhio il DigiHunter,
palesemente contrariato dall’accoglienza.
Venne totalmente ignorato
- Beh, a dire il vero insegnavo...sono
stato licenziato perchè non piacevo molto al generale Euclione...
-
- Allora ricordavo bene: - eslamòKoushiro - Ero venuto a seguire con alcuni dei miei
amici, che al momento non sono qui, le sue teorie -
- Davvero? Beh, mi fa piacere... -
- IZZY! -
Finalmente, il Digiprescelto del Coraggio riuscì a farsi prendere sul
serio dal gruppo. E finalmente, tutti si accorsero che
c’era un DigiHunter tra loro.
- Allora, presentazioni: - esordì Koushiro, improvvisamente al centro
dell’attenzione - lui è LoukàsSefèros, tenente dei DigiHunter, nonchè mia spia da cinque anni -
- Diciamo che sono
entrato nei DigiHunter perchè me lo ha detto lui -
precisò il giovane, sottraendosi dalla stretta di Daisuke
- Izzy, potevi anche
degnarti di dircelo che avevi contatti con un
informatore - sbottò Davis -Non sei d’accordo, Ken? -
Il povero ragazzo
dai capelli corvini tossicchiò imbarazzato e fece orecchie da
mercante: in fondo, anche lui da anni aveva contatti con Fenice, ma non
lo aveva mai rivelato neppure al suo migliore amico
(Coscienza sporca, eh?
N.d.A.)
- Da dove vieni, Loukàs?
- domandò Kari
- Sono greco...di Salonicco,
per essere precisi. Ma vivo da anni in
Giappone, e mia moglie è giapponese -
- Nonchè tua figlia,
non scordartelo! - aggiunse Noriko, avvicinandosi
Il giovane le
sorrise, addolcendosi.
- Giusto, la piccola Niki
-
Kari e Yolei
si lanciarono un’occhiata perplessa.
- Niki? - Noriko si abbracciò il ventre - Non potremmo darle un nome giapponese? -
- Allora avrà un nome greco e uno giapponese - acconsentì Loukàs
- Magnifico, questa è una vera e propria
congiura! - sbuffò Davis - Non solo mi ritrovo un DigiHunter per la base, ma anche sua moglie e sua figlia! -
- Non sei un po’ giovane per il matrimonio? -
domandò Sàndor, con aria perplessa
- Ho ventiquattro anni... -
- Appunto, la mia età! E
io sono ancora libero come l’aria -
- Non tutti sono maniaci come te - fu
l’asciutta risposta di Yolei
- Però sarei prontissimo a rivedere le mie
posizioni se tu... - l’olandese si interruppe, notando
lo sguardo omicida di Ken - Ma naturalmente solo con
qualcuna libera, non sopporto la violenza...specie quando è rivolta verso la
mia persona! -
(Copione, quella battuta è
mia! N.d.A.)
(Ormai è un campione a
tirarsi fuori dai guai in cui si caccia -.- N.d.G.)
Cepheus non potè trattenersi dal guardare Koichi
con aria torva
- Non la trovo una grande idea - gli disse
- Neanche a me va di riportare Shiori a casa, ma so che mio pa...avevano nascosto un po’ di soldi da qualche parte. È
innegabile che noi dieci non possiamo elemosinare dai Digiprescelti-
Rei, seduta a sinistra del
fratello, notò come tutti che Koichi era restìo a parlare di suo padre e della sua matrigna, che
aveva solo intravisto alcune volte, ma non potè fare
a meno di obiettare
- Potrebbe andarci Koji
da solo! -
- È escluso, solo Shiori conosce il nascondiglio. Inoltre...credo che Koji non voglia tornare in quella casa -
- Perchè? -
- Perchè, Rei, Koji
è rimasto sconvolto dalla notizia dell’arresto dei suoi genitori - spiegò
gentilmente Freia, che era sicuramente la più
sensibile
Il rumore del
varco che si apriva li interruppe
- Koji sta tornando.
Vado, prima che arrivi. Cercate di non dirgli niente! - sussurrò Koichi, allontanandosi, seguito dalla sorellina, che era
stata ospitata nel vecchio capannone con i dieci Leggendari Guerrieri
MaKoji
non era solo. Insieme a lui apparve una creatura che
fece lanciare un grido a sei dei nove ragazzi presenti al momento, mentre Rei e
Cepheus esclamavano:
- IRYON! -
La tigre bianca si
avvicinò alla tredicenne, lasciandosi accarezzare come un gatto
- Ha voluto
assolutamente venire con me...credo mi avrebbe sbranato, in caso contrario! -
esclamò il diciannovenne ridendo
- La prossima volta avvertici che ti porti delle
belve dietro! - rantolò Takuya, ancora terrorizzato
- Tranquilli, è buonissimo...piuttosto -
aggiunse Koji guardandosi intorno - Dove sono finiti Koichi e Shiori? Non li vedo -
Gli otto si
congelarono all’istante
- Beh, loro... - iniziò J.P.
- Avevano da fare! - esclamò Tommy
- Da fare? E perchè
non mi hanno detto niente? -
- Ma no, non era nulla di importante...Shiori ha parlato di qualcosa che doveva comprare, e Koichi si è offerto di accompagarla!
- disse in fretta Zoe
Takuya tentò di nuovo di
liberarsi, senza grandi risultati: la sua gamba restava saldamente incastrata
sotto un blocco di cemento crollato da un palazzo, in bilico su altre macerie
quel tanto che bastava per non spappolargliela, ma che oscillava
pericolosamente ad ogni minimo movimento del ragazzino.
Il quattordicenne battè con rabbia un pugno per terra: loro sei avevano
tentato una sortita nella base della nascente ADO, per cercare il generale Euclione, ma erano stati costretti alla ritirata dai DigiHunter, già numerosi. Per sfuggirgli si erano divisi, e
ora il Padrone del Fuoco si ritrovava in un bel guaio.
E adesso come pensi
di cavartela, genio? si disse.
Un rumore di passi
proveniente dalla parte sinistra del vicolo in cui si trovava lo fece
trasalire. Takuya, suo malgrado, sentì un brivido
lungo la schiena: lo avevano trovato!
Calmo, idiota,
fa finta di non sapere nulla e andrà tutto bene!
Invece, al posto
di un DigiHunter comparve un ragazzo, poco più
anziano di lui, vestito con un paio di jeans sdruciti e una felpa sformata, con in mano una torcia
- Aiuto! Per favore, liberami! - implorò Takuya
Il giovane,
vedendolo, si inginocchiò di fianco a lui ed esaminò
il blocco di cemento
- Non ti muovere, è peggio! Tranquillo, ti
aiuto io. -
Afferrò una
spranga di ferro abbandonata lì vicino e cominciò ad usarla come leva: dopo alcuni estenuanti minuti, Takuya
riuscì a liberarsi
- Grazie mille... -
- Stai sanguinando - osservò l’altro
- Tranquillo, non è nulla... - il
quattordicenne fece per alzarsi, ma la gamba si rifiutò di sorreggerlo. Il moro
usò la spranga e una manica della felpa per costruire una rudimentale steccatura
- Grazie -
- Figurati, se non ci si aiuta tra Digiprescelti... -
Takuya sobbalzò, vedendo
il Digivice che il ragazzo aveva sganciato dalla cintura
- Era il tuo Digimon,
quello che ho visto? -
- No... Ero io -
Il sedicenne
sgranò i grandi occhi celesti
- Allora esistono veramente i dieci Leggendari
Guerrieri! -
- In teoria sì, in pratica siamo solo sei -
- Mhhh...
- lo sconosciuto si portò una mano sotto il mento - credo che quest’incontro sia fortunato per entrambi -
- Che vuoi dire? -
domandò Takuya, perplesso
- Puoi farmi un favore? -
- Ma certo, tu mi hai
aiutato, sono in debito. Ma prima... -
- Sì? -
- Puoi dirmi come ti chiami? -
Il moro tese la
mano
- Mi chiamo KenIchijouji, Digiprescelto della
Bontà e capo dei ribelli giapponesi! -
Entrando in cucina
per versarsi un bicchier d’acqua, Takeru notò subito
l’espressione preoccupata di Hikari
- Cosa succede? -
domandò
La ragazza sospirò
profondamente
- Ormai la Greatest Revolution è alle porte... -
- Dovresti essere contenta -
- Lo sono, ma...non riesco a fare a meno di
pensare a cosa succederebbe se... - si interruppe,
tremando
(KARI! Piantala di fare la disfattista e dì a Takeru
che gli vai dietro da una vita! N.d.G.)
Takeru le mise una mano
sulla spalla
- Andrà tutto bene. Ogni ribelle sa che avremo
una sola possibilità, e darà il meglio di sè-
- Voglio venire con voi. -
T.K. strabuzzò gli occhi,
certo che Kari stesse scherzando
- Come? -
- Voglio venire anch’io alla base dell’ADO.
Non sopporterei di restarmene qui ad aspettare -
- Kari, sarebbe
troppo pericoloso; se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei
mai! -
La ragazza gli
rivolse uno sguardo colmo di delusione
- Non siamo più fidanzati, e mi risulta che in Francia tu ti sia completamente scordato
della mia esistenza -
Negli occhi di T.K. passò un’ombra
- Davvero credi questo? -
Le circondò le
spalle con un braccio (ma cos’è, una manovra di
avvicinamento? N.d.G.)(Zitta che mi deconcentri!
>_< N.d.A.)
- Ho tentato in tutti i modi di convincermi
che tra noi era finita, e ho cercato qualcuno che mi amasse
come avevi fatto tu. Trovai Catherine, e credetti di esserci riuscito. Ma lei non era te, sebbene io
mi fossi illuso -
Prendendo il
coraggio a quattro mani (e una dozzina di piedi), Takeru
avvicinò il suo viso a quello di Hikari:
- Io ti amo, Hikari
- le sussurrò
- Takeru, che cosa
non ha funzionato, tra di noi? -
(No, no, NOO! Cretina, non
ci arrivi a capire che lui stava tentando di baciarti? >_____< N.d.G.
Takeru si allontanò di
nuovo (una grande occasione sprecata!)
- Tu eri troppo presa dai tuoi studi, e io
troppo impaziente per aspettarti -
- Quando uno decide
di fare il medico, finisce sempre per dover sacrificare la sua vita privata per
fare il proprio dovere - mormorò Kari
(Davvero? O.oN.d.G.)(Non lo so, l’hanno
detto a “Scrubs” e come frase mi piaceva N.d.A.)
- Ma io non ero disposto ad essere messo da
parte -
- Ora lo saresti? -
- Sì. -
Lo disse
sottovoce, ma con una tale sincerità che Hikari si
voltò a guardarlo sorpresa; felice come mai lo era
stata, si alzò sulle punte dei piedi per avvicinarsi a lui
- Saresti disposto ad amarmi, Takeru? -
- Sì, Kari -
La voce di Ken risuonò nel corridoio
- RAGAZZI! Izzy ci
vuole tutti nel suo ufficio per... -
Takeru, sbuffando
sonoramente, gli sbattè la porta della cucina in faccia
- Ma che... -
- Và al diavolo! -
Kari scoppiò a ridere,
mentre T.K. respirava profondamente per calmarsi
- Povero Ken! -
- Povero Ken un
corno! Io mica lo vado ad interrompere quando è con Yolei! -
- Quindi dobbiamo
considerarci come Ken e Yolei?
- domandò maliziosa la ragazza
- No. - rispose lui, tornando serio e
passandole un braccio intorno alla vita - Come Kari e
T.K. - rispose serio lui
E finalmente si baciarono.
(Ken, normalmente ti adoro. Oggi ti avrei staccato una gamba a morsi N.d.G.)
Shiori osservò la busta di
carta gialla con aria triste
- Mi sento una ladra, a prendere così i soldi
di mamma e papà -
- Non ti preoccupare, glieli renderemo tutti -
rispose Koichi, nascondendo la piccola somma nello
zaino che aveva con sè
I due erano ancora
nella casa dei Minamoto, in quella che un tempo era stata la camera della bambina
- Ora andiamo. - disse Shiori,
alzandosi in piedi - Senti, Koichi-kun, tu credi
che... -
Si voltò verso il
fratello, ma si accorse che lui non la stava ascoltando: aveva di nuovo gli
occhi persi nel vuoto, anche se si riscosse quasi subito
- Premonizione? - domandò lei, tranquilla
- Non ne sono sicuro...era
molto confusa, diversa da tutte le altre - rispose il ragazzo, cercando di
controllare il respiro
Si era appena rialzato,
quando si accorse di quello che Shiori
aveva detto
- Come fai a sapere delle premonizioni? - le
chiese, sbalordito
(Ma sei a scoppio
ritardato? N.d.A.)
La sorellastra lo
guardò con aria da cospiratore
- Sai tenere un segreto? -
Koichi annuì
- Succede anche a me - rivelò lei
- Da quando? - la sorpresa del ragazzo era
mischiata a preoccupazione
- Da sempre, fin da quando ero piccola. E non è tutto - aggiunse - vedi quel pianoforte? -
Così dicendo,
indicò un piccolo strumento polveroso seminascosto in un angolo.
Improvvisamente, una musica si propagò per la casa, sebbene nessuno lo stesse toccando
- Sei tu? - chiese sbalordito il diciannovenne
- Sì. -
La porta semiscardinata crollò di schianto, ma
questa volta Shiori non c’entrava nulla: era stato un
DigiHunter dai capelli biondo scuro e gli occhi di
ghiaccio
- Guarda guarda,
allora i vicini avevano visto giusto! -
Shiori strillò, mentre Koichile si parava davanti (la
sua attività preferita da quando aveva undici anni -.- N.d.A.): intanto, altri
tre DigiHunter li circondarono
- Shiori e KojiMinamoto - rise beffardo un
altro - Tenente, il generale Euclione sarà contento
di voi: avete preso un pericoloso ribelle e soprattutto... -
Il tenente
sogghignò (già lo avrete capito, ma è quello che stava per cavare un occhio a Ken N.d.A.)
- ...Soprattutto, abbiamo trovato la Veggente - concluse
- Toccate mia sorella e ne pagherete le
conseguenze! - ruggì Koichi, avventandosi contro il
biondo
Il tenente lo colpì
in pieno viso con il calcio della pistola, buttandolo per
terra stordito e con la tempia ferita
- Portate Minamoto a
visitare le Prigioni di Tokyo - ordinò, afferrando per un braccio Shiori - A lei ci penso io! -
Due degli altri
tre bravacci afferrarono per le spalle Koichi e lo
sollevarono come se fosse una piuma; l’ultima cosa che il ragazzo riuscì a
sentire prima di svenire fu il pianto disperato della sorellina
Pensierino
della buonanotte: Belle e
brutte notizie a ruota...
Gothika: Certo che, per Shiori,
eravamo partite da Allie di Takene siamo arrivate a Clara de La casa degli spiriti
Rika88: Io ho sempre adorato quel pezzo in cui Clara
bambina faceva orbitare la saliera! E tu che fai
passare quello stupendo libro per uno spargimento di sangue continuo!
Gothika: Va beh, passa agli spoiler che è meglio -.-
Ordunque
(?): potranno i nostri eroi lasciare il povero Koichi-kun
nei guai? Ma certo che no, quindi nel prossimo
capitolo, oltre a scoprire chi sono i Veggenti, che cosa vuole Euclione da Shiori e come
l’essere scambiato per tuo fratello gemello possa incasinarti la vita, vedremo
anche l’inizio della Greatest Revolution!
La mente di Koichi era ancora annebbiata, ma riusciva vagamente a
percepire che lo stavano trascinando per un lungo corridoio: aveva gli occhi
bendati dal nastro adesivo, ma in breve riuscì ad avvertire dei mormorii
provenienti dalle celle che superavano, nonchè il
puzzo di escrementi che arrivava alle narici come un pugno e faceva contrarre
lo stomaco del ragazzo dal disgusto.
Il diciannovenne
dai capelli corvini si sentiva tutte le ossa a pezzi per le botte ricevute sul
furgone, ma non avrebbe mai dato la soddisfazione a quel tenente arrogante di
chiedere pietà.
- Qui -
Il rumore di una
porta di ferro che si apriva cigolando lo strappò dal suo torpore: pochi
secondi dopo, quelle mani indelicate lo buttarono, legato e bendato, dentro una
cella in cui il puzzo era ancora più forte
- Spero che il luogo ti piaccia, Minamoto - rise malignamente il DigiHunter
biondo
- Dov’è mia sorella? Restituitemi Shiori! -
Il tenente rispose
sferrandogli due calci nello stomaco che gli mozzarono il fiato. Da qualche
parte, giunse un grido femminile
- Taci! -
La porta si
richiuse, e il silenzio avvolse il ragazzo: un silenzio intervallato dai
sussurri degli altri prigionieri. Koichi rimase con i
sensi all’erta, tentando di captare anche ciò che solo lui poteva avvertire
- Un altro - Sarà un Digiprescelto?
- Guarda com’è ridotto - Quello non resterà qui a lungo -
Dopo alcuni
tentativi di liberarsi, Koichi abbandonò la testa per
terra, sfinito: si sentiva in bocca il sapore del sangue e doveva avere un
labbro ferito, perchè sentiva un rivolo sul lato sinistro della bocca. L’unico
suono che ora udiva era il battito accelerato del suo cuore.
Improvvisamente,
un rumore alle sue spalle lo avvertì che non era solo: difatti, una mano
maschile lo aiutò a mettersi seduto e iniziò a sciogliere la corda che gli
bloccava i polsi
- Va tutto bene, ragazzo mio -
- Stai bene? -
Una seconda voce,
questa volta femminile, gli fece alzare la testa: mossa inutile, perchè non
poteva vedere chi parlava
- Più o meno... -
- Fatto, sei libero -
Koichi sentì la corda
allentarsi, e finalmente potè muovere le mani: si
staccò il nastro dagli occhi, ritrovandosi però ancora a fissare l’oscurità,
questa volta della galera
- Che hai fatto ai capelli, Koji? -
Quella frase lo
fulminò: lentamente, si voltò a guardare i suoi interlocutori. Si ritrovò a
fissare un uomo alto e robusto, con corti capelli neri e crespi e il volto
scavato dalle privazioni, e una donna bionda che un tempo doveva essere stata
molto bella, ma la Prigione
aveva lasciato la sua persona magra e spenta.
Nonostante questo,
non gli ci volle molto per riconoscere suo padre e la matrigna di Koji.
Il volto del
signor Minamoto si fece perplesso
- Tu non sei Koji! -
esclamò
La donna squadrò
il ragazzo da più vicino
- Eppure parlavi di Shiori...
-
La mascella del
padre prese a tremare impercettibilmente
- Chi sei? - domandò la donna
Il Digiprescelto non rispose subito: chiedendosi perchè le sue
premonizioni non lo avessero avvertito, sospirò pesantemente
- Mi chiamo Koichi, KoichiKimura. - rispose,
guardando fisso l’uomo
Da parte sua, il
signor Minamoto riuscì solo a spalancare la bocca
senza emettere suoni
(Non essere tanto
cattiva, magari ne conosce un altro!!!! N.d.Y.)
Il giovane annuì
- E quando...quando hai conosciuto Shiori? -
- La conosco da quando è nata...così come lei
sa benissimo che sono il fratello gemello di Koji -
L’uomo si passò
una mano tra i capelli luridi
- Non è possibile - riuscì a sussurrare -
Perchè Koji non mi ha mai detto niente? -
- Perchè gliel’ho chiesto io. Non volevo...non
volevo entrare nella vostra vita, quando tu hai fatto di tutto per sparire
dalla mia -
- Tua madre sta bene? -
Koichi sorrise
- Sì, Koji ogni
tanto viene a trovarla...quando siamo qui a Tokyo -
- Dunque anche tu vai in quell’altra
dimensione? - interloquì la donna - E sei un Digiprescelto?
-
- È grazie a Digiworld
se io e Koji ci siamo conosciuti. Lui è il Padrone
della Luce, io quello delle Tenebre, perchè Luce e Oscurità sono destinate a
respingersi ed attrarsi per l’eternità -
(E dopo questa
frase degna di KentoSagara...
N.d.G.)
(Veramente lo diceva Eraclito: gli opposti lottano tra di loro, ma non possono
esistere gli uni senza gli altri N.d.A.)
(>______<*****
Groar! È quasi più stressante di Lobomon!
N.d.G.)
(È tutta colpa
degli arretrati di filosofia! ^^””” N.d.A.)
Pleroma è un mondo stupendo,
verde ed incontaminato: le sue città sono una diversa dall’altra, e si potrebbe
camminare per mesi senza incontrare due persone vestite nello stesso modo.
Nuova Atene è una
delle metropoli più belle: le case bianche greche e romane, i templi e il
grande Partenone dedicato ad AthenaPàrtenos, rendono la vista mozzafiato.
In una grande casa
di aspetto romano vicina all’agorà, due bambini stavano giocando nel peristylium, il giardino interno: la maggiore
dimostrava circa tredici anni, aveva lunghi capelli di un biondo quasi bianco e
grandi occhi celeste scuro: era seduta sull’erba, intenta a confezionare una
ghirlanda di fiori e nello stesso tempo a controllare il fratellino più giovane
di due anni, anche lui dai capelli biondi, ma con gli occhi grigi, che raccoglieva
margherite per lei
- Guarda, Cleis,
questa è la più grande che sono riuscito a trovare! -
- Attento a non cadere, Stefanos!
-
Il bambino tornò
correndo dalla sorella e le si sedette a fianco
- Perchè ti devi sposare? - domandò con aria
seria
- Perchè lo ha deciso nostro padre. -
- Anche io mi sposerò, un giorno? -
Cleis non rispose subito
- Direi di sì, anche se... -
- Anche se? -
- Le mie premonizioni sono piuttosto confuse.
Non ti nascondo che stento a capirle -
La giovinetta si
voltò verso il fratellino, sorridendo di nuovo
- Non è strano? Non sono mai riuscita a
leggerti il futuro! -
Stefanos rispose al
sorriso: era ancora troppo piccolo per capire esattamente il significato di
quelle parole, ma era abituato a sentire la sorella parlarne: fin da quando era
nato, era stato testimone delle stranezze della ragazzina, dalle premonizioni
agli oggetti che si muovevano senza motivo.
- Sorellina, raccontami ancora della Lapis!
-
- Di nuovo? Ma è la quarta volta! -
- Ti prego! -
Cleis sospirò, poi
ricominciò a parlare
- La
Lapis è una pietra magica creata dall’Invincibile per
sigillare al suo interno le creature malvagie. Si dice che questa roccia
speciale si trovi soltanto sul monte Iryon, di fronte
a Nuova Atene...lo stesso su cui vive l’Invincibile, e da cui controlla questo
mondo. -
- Tu ne hai mai vista una, sorellina? -
- No, ma mi piacerebbe -
Stefanos si alzò in piedi
- Allora quando sarò grande salirò su quel
monte e prenderò Lapis
per te! -
A questo pensava Euclione, mentre osservava la piccola Shiori,
seduta su una sedia di fronte a lui.
Non somigliava a
sua sorella Cleis che negli occhi, e in quello strano
potere che le rendeva pressochè uniche
- Non sai da quanto tempo ti cerco, Veggente -
- Mi...mi cercava? Perchè? -
- Perchè solo tu mi puoi aiutare a portare a
termine il mio piano -
Afferrò una pietra
scura, delle dimensioni di un quaderno, che aveva sulla scrivania e la tese
alla bambina
- Solo una Veggente può riattivare la Lapis -
Shiori chiuse gli occhi,
ed Euclione giurò che avesse letto nei suoi ricordi
(Beh, se Duskmon poteva, non vedo perchè non possa esserne capace
anche la sorellastra N.d.A.)
(Mhhhh, forse perchè Duskmon
era un pazzo psicolabile con manie fraticide? N.d.G.)
(Infimi dettagli U.U e comunque non copiarmi le battute N.d.A.)
- Sua sorella dev’essere
una persona bellissima -
L’uomo si alzò e
finse di guardare fuori dalla finestra. Era troppo abituato a ciò per sentirsi
a disagio
- Sì, era la persona migliore che avessi mai
conosciuto - tornò a voltarsi verso la bambina, per la prima volta senza
arroganza - Morì quattro anni dopo quel fatto, durante l’epidemia di peste
bianca, e con lei morirono i due bambini che aveva in grembo -
- È strano. Noi Veggenti riusciamo sempre ad
avere premonizioni quasi infallibili sugli altri, ma non possiamo prevedere il
nostro futuro -
- Cleis non poteva
vedere nemmeno il mio - Euclione tornò di ghiaccio -
Allora, puoi riattivare la roccia? Ho un branco di Digiseccatori
che cominciano ad annoiarmi -
Shiori rabbrividì e
ricacciò indietro le lacrime: aveva capito che Euclione
progettava di liberarsi definitivamente dei suoi fratelli e i loro amici, ma
aveva solo sette anni, e l’idea di disobbedire a quell’uomo
terribile non passò neanche per l’anticamera del suo cervello.
Koushiro mostrò di nuovo
ai Digiprescelti la cartina che aveva sul computer: i
pochi Stati bianchi erano diventati rossi
- Ci siamo, la Greatest
Revolution può iniziare - decretò, teso
- Quando? - domandò T.K.
- Non abbiamo ancora un giorno
prestabilito...ma dobbiamo essere sempre pronti - Izzy
si voltò verso Alice, notando che sembrava totalmente indifferente - Qualcosa
non va, Alice? -
- No, semplicemente tutto ciò mi sembra solo
un’utopia -
Tutti coloro che
si trovavano nella stanza la fissarono.
- Ci credi davvero così incapaci? - domandò
seccato Cody
- Non ho detto questo. Se collaborerete con i Digiprescelti di tutto il mondo, forse ce la farete. Ma
poi? -
- Poi cosa? - Takeru
alzò la voce
- Penso di aver capito cosa intende dire
Alice. - si intromise Ken, con voce pacata - Ho
svolto alcune indagini, e...beh, la situazione non è a nostro favore. Per la
gente comune siamo dei criminali, e la nostra azione verrebbe vista come un
colpo di Stato -
Il moro era stato
per quasi due ore al telefono con Fenice, cosa che succedeva sempre più spesso
in quel periodo, e aveva scoperto che il problema era ancora più grosso di quel
che pensava.
- Credo che le persone nelle Prigioni dei
Dannati saranno dalla vostra parte... - disse il professor Sagara,
che si era fatto fare un resoconto dettagliato della situazione nelle galere
dell’ADO da Loukàs
- Un pugno di galeotti... - Davis scosse la testa - No, non basterebbero -
- Nessuno di noi ha abbastanza voce in
capitolo per tentare di aprire gli occhi alla gente - mormorò Matt
La porta della
stanza si spalancò, mentre che l’aveva aperta entrava, producendo un baccano
immane:
- HELLO!!!!!!! -
I Digiprescelti, i loro Digimon e
gli altri ribelli si girarono e rimasero fulminati: sulla soglia erano apparse
due ragazze vestite in modo molto eccentrico, con i capelli blu una e rosa
l’altra
- S-Sora? - balbettò
Tai, con gli occhi che schizzavano dalle orbite
- Mimi? - fece eco Yolei,
sbalordita
- Hi, myfriends! - strillò Mimi, togliendosi gli occhiali da sole e
saltando addosso a Matt per salutarlo
(Chiamate un
esorcista! N.d.Autrici)
- Quando siete tornate dagli Stati Uniti? -
chiese Davis
- Poche ore fa - rispose Sora,
scrollando la lunga chioma blu elettrico - Volevamo farvi una sorpresa! -
- E ci siete riuscite... - mormorò Ken, alzando un sopracciglio
- Perfetto - gli sussurrò Cody
- Ora, oltre che pericolosi, ci prenderanno anche per suonati -
(Sono d’accordo
con il Puffo -.- che scenetta squallida N.d.A.)
(Da Mimi me lo
sarei aspettato, ma Sora... -.- N.d.G.)
- Tornando a noi... - disse a fatica Izzy - Abbiamo ancora un problema... -
- Lei è il professor KentoSagara? - domandò Sora,
stringendogli la mano - Si ricorda di me? Sono SoraTakenouchi -
- Ma certo!- si illuminò l’uomo - Takenouchi, che piacere
rivederla! Una delle mie migliori allieve! -
- Qualcuno mi può ascoltare? - piagnucolò Koushiro, sostenuto moralmente da Cody
che faceva educatamente finta di prestargli attenzione
- Ricordo ancora quella conferenza sulle
somiglianze tra filosofia orientale ed occidentale...molto interessante
davvero. Lei è un’autorità in proposito -
- COME?????????????? -
Tutti guardarono Izzy, preoccupati; lui non si accorse neppure di aver
urlato, e continuò
- Professor Sagara...lei
teneva conferenze! - più che una domanda, un’asserzione
- Sì...prima di essere licenziato, ovvio -
Sul volto del Digiprescelto apparve un’espressione di trionfo. Con gesto
plateale, montò su una sedia e gridò:
- Siamo a cavallo!!! -
(O.O Abbiamo perso anche lui N.d.A.)
- Izzy, sei sicuro
di sentirti bene? - domandò Yolei, preoccupata
- Ma non capite? Potrebbe essere il professor Sagara a parlare! Distribuiremo dei volantini,
pubblicizzando un incontro... -
- I DigiHunter bloccheranno
tutto, e il professore sarà nei guai - frenò Kari
- I DigiHunter non
lo sapranno...o meglio, lo sapranno. Perchè lui fingerà di volersi
rappacificare con loro. La conferenza si chiamerà “Digiprescelti”!
-
- Basterà fargli credere che parleremo male di
voi e bene di loro... - ipotizzò KentoSagara
- Alice - iniziò Koushiro,
ormai irrefrenabile - avremmo bisogno... -
- Vi ho già detto che non vi aiuterò! -
Calò il silenzio
(alla buon’ora, sembrava di essere in un pollaio
N.d.A.)
- Alice... - iniziò Ken
- Sappiamo che il tuo unico scopo è far ritornare in vita Dobermon,
ma non credi che ti sarebbe più facile fare le tue ricerche alla luce del sole?
-
- Parli così perchè non sai cosa ho vissuto - disse
lei con rabbia, alzandosi di scatto - Voi siete diventati Digiprescelti
per salvare Digiworld...io sono stata usata dai
Supremi per i loro scopi. Mi è stato affidato un Digimon,
dicendomi “Accompagnalo in Giappone perchè lì si deve sacrificare”. Nessuno si
è preoccupato di me, dei miei sentimenti...ma cosa ne sapete voi, di cosa si
prova a perdere il proprio Digimon? -
- Lo credi davvero? - interruppe Takeru, mentre Ken abbassava gli
occhi - Beh, allora sappi che ti sbagli. Io avevo sette anni quando ho visto il
mio Digimon morire combattendo contro Devimon, e Ken ne aveva undici,
quando Wormmon si sacrificò per salvarlo dalle
tenebre che lo avevano plagiato. È la cosa più terribile che possa capitarti, è
vero, ma non cambierà nulla se continuerai a chiuderti in te stessa. -
- Noi non sappiamo - intervenne Kari - quali sono i meccanismi che regolano la rinascita.
Ma, in fondo, non sarebbe meglio rendersi utili nell’attesa? -
Alice si morse un
labbro, indecisa. Sàndor le si avvicinò (No, lui no! N.d.G.)
- Facciamo un patto. Tu ci aiuti ad allestire
la conferenza e magari anche la Greatest Revolution,
e io in cambio, quando tutto sarà finito, ti porterò un dispositivo che abbiamo
progettato noi Digiprescelti olandesi per passare al
setaccio tutti i dati liberi che circolano sulla rete, che altro non sono che
parti di Digimon che attendono di essere riassemblate...Ci stai? -
(Sàndor ha...ha detto qualcosa di intelligente! O.ON.d.G.)(Sembra quasi un
miracolo O.O N.d.Yolei87)
Alice si voltò
verso di lui
- Davvero? - chiese, dubbiosa
- Parola di lupetto...anzi, di Digiprescelto - rispose lui, con una strizzatina
d’occhio - Non è vero, Pochimon? -
- Pochi! Pochi! - esclamò il piccolo batuffolo
digitale, saltellando sulla mano del ragazzo
- Bene. Quando inizio? - domandò la bionda
americana
- Ehi! Nemmeno un bacetto
di ringraziamento? -
- Sàndor, piantala!
- esclamò Alba, esasperata
(Inutile. Sàndor resterà cretino in saeculasaeculorum!! N.d.A.)
La porta si
spalancò di colpo (ancora pazzoidi?) e di nuovo si catapultò dentro. Ci volle
qualche secondo per capire che si trattava di KojiMinamoto, seguito da Takuya. E
che, questa volta, era successo qualcosa di grave.
Il moro lasciò
cadere per terra uno zainetto che doveva essere stato pestato più volte, a giudicare
dalle impronte di stivale
- Koichi e Shiori sono stati catturati...e quei disgraziati dei miei
amici ci hanno messo secoli per dirmi che erano tornati a casa dei miei
genitori! -
- Koji, - provò Takuya - te l’ho già detto che erano stati loro a... -
- Non m’interessa! - lo zittì Koji, fuori di sè - posso capire
mio fratello, è sempre stato un imprudente...ma che bisogno c’era di portare
mia sorella? -
- Calmi, calmi - si frappose Ken, pallido - Urlare non cambierà la situazione. Takuya, cos’è successo esattamente? -
- Vi conoscete? - domandò perplesso Cody, indicando il diciannovenne castano, sconosciuto agli
altri ragazzi
Ken sospirò
- Sì, Cody. -
rispose Takuya - Ken mi
aveva aiutato, cinque anni fa, e da allora sono il suo informatore. Il mio nome
in codice è Fenice -
(È LUI?? O.ON.d.G.)
(Maisoui ^_^ N.d.A.)
- La
conferenza si terrà in diretta televisiva il ventitrè agosto - disse Tai
- Perchè in diretta? - domandò Kari
- Almeno i DigiHunter
non potranno intervenire -
- E se tentassero di oscurarlo? -
- Non oseranno, la gente vedrebbe subito che
non c’è libertà di opinione e comincerebbe a insospettirsi -
Da tre anni, Tai lavorava tra gli studi televisivi in cui si trovava
anche il padre di Matt. Grazie a lui e alla signora Takaishi, aveva intessuto una fitta rete di conoscenze in
campo giornalistico e televisivo, aspettando il momento buono per farle
fruttare. Quel momento, finalmente, era arrivato.
(Sakurada! Amoooore *ç*
N.d.A.)(-o- N.d.Sakurada)
- Perfetto, allora la Greatest
Revolution avrà inizio il venticinque - concluse Joe
- Perchè tutto questo tempo? Perchè? - domandò
isterico Koji
- Non possiamo farne a meno - fu la risposta
del medico
Il diciannovenne
si voltò vero Ken
- Quante possibilità abbiamo di ritrovarli? -
chiese, sull’orlo delle lacrime
Il moro gli
appoggiò una mano sulla spalla
- Non faranno del male ad una bambina. E sono
certo che Koichi se la caverà -
Pensierino
della buonanotte: Il tempo è
scaduto, ora si comincia a fare sul serio!
Gothika: Sarebbe anche ora... -.-
Allora, com’era la
mia parte dark?
Gothika: Interessante...ho notato che hai incentrato tutto
sui pensieri e sulle sensazioni di Koichi, e a me non
sarebbe mai passato neppure per l’anticamera del cervello. Spoiler?
La Greatest Revolution è ormai pronta a scatenarsi: nel
prossimo capitolo i ragazzi assalteranno la Prigione dei Dannati di Tokyo per liberare i
prigionieri...e sarà l’occasione per chiarire alcune cose lasciate in sospeso
in Francia
Gothika: Piuttosto: sarà un caso che la Greatest
Revolution inizi nel giorno in cui, dieci anni prima, Ken
gettava i panni dell’Imperatore Digimon (testuali
parole di Wormmon) e tornava sulla Terra?
La vecchia
condomina rilesse più volte il documento
- Bene, mi sembra tutto a posto. Prego, signor
Ichijouji, la strada la conosce -
L’uomo la
ringraziò e, facendo gli scalini a due a due, arrivò sino al piano che gli
interessava.
La porta dell’appartamento
era sprangata da grosse assi: sopra, staccata da una parte, pendeva la
targhetta dorata con su scritto “Ichijouji”.
Davanti, un uomo
con una felpa scura e un cappello calcato sulla testa
- Scusi, ma cosa...? -
Lui si tolse il
berretto, rivelando una corta chioma corvina e grandi occhi grigio-celesti
- Ken! Non ti avevo riconosciuto, ragazzo mio!
- esclamò sollevato il padre
- Era quello che speravo - rispose l’altro
Il signor
Ichijouji alzò lo sguardo verso la porta
- Io ho portato il permesso per aprire
l’appartamento...come mai me lo hai chiesto proprio oggi? -
- Stasera c’è la conferenza del professor
Sagara, e i ragazzi ne hanno approfittato per ritornare a casa, prima di... -
- Sì, ho capito. E tu dovevi proprio venire
qui? -
Ken sospirò
- Non potevo venire da voi. Qualcuno avrebbe
potuto notarmi...e l’ultima cosa che voglio è mettervi nei guai -
- E l’ultima cosa che voglio io è rivederti
dietro le sbarre - il signor Ichijouji tremò leggermente, appoggiando una mano
sulla spalla del figlio - Giuro che due anni fa, quando Davis è venuto a
dircelo, ho creduto seriamente di morire... -
Per qualche attimo
ci fu silenzio, finchè il più anziano non riprese a parlare
- Non credo sia una buona idea entrare -
- Perchè? - domandò perplesso il giovane
- Quando ti arrestarono, i DigiHunter vennero
ad interrogarci. Mi tennero una notte intera alla vecchia Centrale di Polizia e
nel frattempo perquisirono la casa... -
- Ho capito...hanno distrutto tutto -
Come a casa di
Koji pensò rabbioso Ken,
stringendo i pugni
- Dunque? -
Il ventunenne
rispose staccando un lungo pezzo di nastro adesivo che chiudeva porta
- Capisco. Ti lascio solo -
- Papà! -
Il signor
Ichijouji si voltò di nuovo verso il figlio
- Mi dispiace -
- Per cosa, Ken? -
- Per tutte le volte che vi ho fatto
preoccupare -
- Allora è inutile che ti scusi. Non ce n’è
bisogno. Vedi di tornare a casa intero, dalla Greatest Revolution -
Il puzzo di chiuso
investì le narici del ribelle, che impiegò qualche minuto prima che i suoi
occhi si abituassero all’oscurità: la casa era appena rischiarata dalla sottile
falce di luna, che rendeva tutto cupo e spettrale.
Se Ken non avesse
saputo che quella era casa sua, non l’avrebbe mai riconosciuta: il divano era
stato squarciato, i mobili spalancati e il loro contenuto rovesciato per terra;
le porte, scardinate, giacevano per terra, simili a soldati sconfitti.
Il ventunenne si
fece coraggio, ed entrò in quella che era stata la sua camera: dovette
appoggiarsi allo stipite, perchè per un breve attimo sentì le gambe cedergli.
Il computer giaceva per terra, sfasciato, accanto ai cassetti sventrati; il
materasso si trovava sul pavimento, e una grande macchia rivelava che qualcuno
vi aveva rovesciato sopra della birra, tempo prima. Probabilmente i DigiHunter
dopo la perquisizione avevano alzato il gomito.
Ken vi si sedette
con gesto stanco, e spostò con il piede alcuni vecchi libri dalle pagine
spiegazzate e le rilegature strappate: sotto un paio di vecchi volumi ritrovò
la foto di Osamu, che un tempo si trovava sulla sua scrivania. La liberò dai
vetri rotti e rimase ad osservarla, meditabondo.
Non dirmi che
hai paura!
Il ventunne guardò
alle sue spalle, verso il letto in cui aveva dormito per anni. Osamu lo
guardava, con un misto di rimprovero e sarcasmo
- Certo che no! - esclamò irritato
Allora perchè
sei venuto qui?
- Non lo so...forse perchè ho ancora la
speranza, un giorno, di tornarci -
Il fratello
undicenne scosse la testa
Una casa di
spiriti e fantasmi del passato...mi domando cosa ci trovi di interessante
- Come faceva quella filastrocca che mi avevi
insegnato quando eravamo piccoli? “Casa mia, casa mia, per piccina che tu
sia...” -
...Tu mi sembri
una badìa.
Lo spirito rise,
una risata bambina Non sei un po’ cresciuto per le filastrocche,
Ken-chan?
- E allora perchè continui a chiamarmi
Ken-chan? Ormai non lo fa più neppure Wormmon -
Nessuno rispose:
voltandosi di nuovo, Ken si accorse che non c’era più nessuno, o forse non
c’era mai stato nessuno.
La conferenza di
Kento Sagara aveva smosso a sufficienza gli animi, grazie anche a Alice, che
aveva curato tutto nei minimi particolari (disinteressata, la ragazza...see) e
a Sora, che era intervenuta (con i capelli di nuovo corti e rossi e un abito
normale): il Giappone, sede dell’ADO, era spaccato in due, tra chi riteneva il
professor Sagara un povero pazzo o, peggio, un alleato dei Digiprescelti, e chi
invece sapeva che l’uomo era troppo serio per inventarsi qualcosa.
Il clima ideale
perchè, la notte del venticinque agosto, si desse inizio alla Greatest
Revolution in tutti i Paesi occupati dai DigiHunter.
Erano le tre di
una mattina calda non rischiarata dalla luna, quando i ragazzi si avvicinarono
alla Prigione dei Dannati di Tokyo.
- Tutto chiaro? - domandò Davis - Io, Ken,
T.K., Cody e Sàndor con i nostri Digimon entriamo e liberiamo i prigionieri.
Izzy, Tai, Matt e Joe resteranno fuori di guardia. -
- Lo so, Davis! È la terza volta che ce lo
ripeti! -
- Che succede, Ken? - domandò Sàndor - Non è
da te essere nervoso -
Il ventunenne non
rispose, anche perchè sarebbe stato difficile spiegare che significato avesse,
per lui, quel giorno: dieci anni prima, Wormmon si sacrificava per distruggere
Kimeramon, il mostro che lui stesso aveva creato, e l’Imperatore Digimon
spariva definitivamente.
- Takuya e gli altri dovrebbero arrivare a
coprirvi le spalle - li informò Izzy
Kari aveva
completato il quarto giro delle mura, quando Yolei la bloccò
- Mi stai facendo venire il mal di mare! -
esclamò seccata
- Odio non poter fare niente! - piagnucolò
istericamente l’altra
- Andando con loro, saremmo solo state
d’intralcio - le ricordò l’amica
Il cancello venne
abbattuto dall’attacco di un Digimon simile ad un essere umano, tranne per la
testa da rapace: Griphonmon, la Digievoluzione di Pochimon
- Sei grande! - gridò Sàndor, con gli occhi
che brillavano
- Sàndor, per favore... - sospirò Cody, mentre
Griphonmon si copriva gli occhi con una mano, imbarazzato
(Persino il suo
Digimon si vergogna di lui -.- N.d.A.)
- Sbrighiamoci! - ordinò perentorio Davis,
iniziando a correre
Euclione era
ancora sveglio, quando un DigiHunter venne a bussare alla porta della sala da
cui controllava l’ADO
- Signore - iniziò l’uomo, agitato - Rivolte
in tutto il mondo. I Digiprescelti hanno preso d’assalto tutte le Prigioni
delle capitali -
- Ordina a tutti i comandanti di non
risparmiare colpi. Non voglio un solo Digiprescelto in vita, all’alba di domani
-
- E qui a Tokyo, mio signore? -
- Ci penserò io - disse una voce alle spalle
del DigiHunter
Euclione alzò lo
sguardo, osservando la nuova arrivata: era una donna, di circa vent’anni,
vestita con la giacca, i pantaloni e il cappello blu dei DigiHunter, che
contrastavano con la carnagione chiarissima, gli occhi azzurro ghiaccio e i
lunghi capelli biondi.
Il generale
sorrise
- Per me va bene, ma ti avverto: se domani
avrò ancora uno di quei rompiscatole tra i piedi, ne pagherai le conseguenze -
- Nessun problema. -
- Ah, quasi dimenticavo. Se per caso ti
capitassero sotto mano i due capi giapponesi, Motomiya e Ichijouji, vedi di
farli fuori...giusto perchè tutti possano vedere che fine fa chi si oppone
all’ADO -
Catherine sorrise,
maligna
- Ho ancora un conto in sospeso con
Ichijouji...vorrà dire che prima mi divertirò un po’ -
Si irrigidì nel
saluto militare, poi scomparve.
Euclione congedò
l’altro DigiHunter, poi si voltò ad osservare due piccole schegge di quello che
sembrava vetro rosso, posate sulla scrivania vicino alla Lapis:
- Il primo passo - disse tra sè - è stato trasformare
i dati digitali del Seme delle Tenebre in qualcosa di reale. Il secondo...sarà
usarli per distruggere definitivamente i Digiprescelti! -
Koichi si
risvegliò di soprassalto: all’interno della prigione si era diffusa una strana
inquietudine.
- I Digiprescelti! - gridò qualcuno - Hanno
assaltato la Prigione! -
- Vengono a liberarci! - esultò un uomo
- Ci metteranno tutti nei guai! - esclamò
qualcun altro - l’ADO crederà che siamo dei criminali come loro! -
- Razza di stupidi! - esclamò una voce di
donna - Non avete ancora capito che i veri criminali sono i DigiHunter? Ci
hanno arrestato senza prove, e ci trattano come bestie! -
- Stà zitta! - strillò qualcuno
Le voci si
propagavano per tutto il corridoio, arrivando fino alla cella solitaria in cui
si trovavano Koichi, suo padre e la sua matrigna: una gabbia più piccola delle
altre, con una parte di muro, subito sotto l’unica finestrella, ricostruito in
fretta dopo un crollo...o una fuga, come i sensi di Koichi suggerivano.
(A questo punto
avrete capito che noi abbiamo già visto questa cella...N.d.A.)
(Vi aiuto: più o
meno nel capitolo quattro :-P N.d.G.)
Improvvisamente,
il rumore si fece più forte: il giovane dovette concentrarsi al massimo, per
riuscire ad udire dei passi affrettati nel corridoio
- Arrivano! - disse ai due adulti, alzandosi
in piedi
E infatti, pochi
secondi dopo, una voce risuonò per il corridoio
- Sei sicuro che di qui ci sia qualcuno? -
- Una cella c’è. Che sia vuota o piena, questo
non te lo so dire -
- Sono DigiHunter! - sibilò la signora
Minamoto
- No - esultò Koichi - Sono Digiprescelti.
EHI, VOI! SIAMO QUI! -
I passi si
fermarono per un attimo, poi presero un andatura di corsa. Nel corridoio
apparvero Takeru Takaishi e Ken Ichijouji
- KOICHI! -
- KEN! T.K.! -
- Sta per venirmi una crisi isterica! -
strillò Hikari
- Kari, stai tranquilla! - esclamò esasperata
Alba - Andrà tutto bene, i ragazzi torneranno sani e salvi! -
- Ehm, mi dispiace disturbarvi... -
Miyako, Hikari e
Alba, che si trovavano sulle mura, si voltarono verso il professor Kento
Sagara, che stava guardando di sotto
- Che succede? - domandò Yolei
- Ecco, avremmo un problemino... -
Le tre ragazze si
avvicinarono all’uomo...e repressero un grido.
La fortezza era
circondata da centinaia di persone, tra cui si contavano anche alcuni
DigiHunter.
(Ripensandoci...il
nostro è un grosso problema O.o N.d.Rick O’Connel)
- Avremmo un problemino, Ken -
(Ancora? O.O
N.d.G.)
Il moro si
avvicinò alla porta che il biondo stava osservando
- Di che genere? - chiese preoccupato
- Le altre celle avevano porte di semplici
sbarre, mentre questa è completamente in ferro. Non sarà facile aprirla -
- E Stingmon e Angemon non potranno coprirci
le spalle a lungo -
- Ken, non è che hai una forcina? -
Il ventunenne
guardò Takeru con aria sarcastica
- Certo, a secchi ne ho! - disse, ironico -
Anzi, aspetta che ho un tir parcheggiato proprio qui dietro...T.K., secondo te
io vado in giro con le forcine nei capelli??? -
- Scusa! -
Sospirando, Ken
estrasse dalla fondina la pistola
- Ehi, voi! Allontanatevi! -
Il moro esplose
due colpi, che rimbombarono nel corridoio
- Delicatezza, accorri! - commentò il biondo
I due entrarono
nella cella
- State bene? - domandò T.K., aiutando la
donna ad alzarsi
- Se mi toglieste le catene dai polsi starei
meglio...ma vedo che i vostri metodi sono alquanto brutali - rispose Koichi
- Ci penso io - rispose Ken, estraendo un
coltellino svizzero, da cui tirò fuori la punta di un cacciavite
Aveva appena tolto
la seconda catena al diciannovenne, quando dei colpi di pistola provenienti
dall’inizio del corridoio lo fecero sobbalzare
- I nostri Digimon sono in difficoltà -
esclamo Takeru - Sbrighiamoci ad uscire! -
- Oh, non abbiate fretta... -
Quella voce gelida
congelò i due ribelli (Battuta! :-D N.d.A.)(Grazie per averlo scritto, perchè
era così idiota che non ci sarei mai arrivata -.- N.d.G.)(Cattiva! è.é N.d.A.),
che prima ancora di voltarsi, sapevano già con chi avrebbero avuto a che fare
- Catherine... - ruggì
Takeru
- Oui, mon amour.Lieta di vedere che vi ricordate di me quanto io
di voi -
Con gesto
sprezzante, buttò per terra Wormmon e Patamon, ammaccati e decisamente esausti
- Per ordine del generale Euclione, neanche
uno di voi topi uscirà di qui vivo...ma mi ha permesso di divertirmi un po’!
-
Ken si voltò verso
l’amico
- Io la distraggo, - sussurrò - tu prendi
Koichi, i suoi genitori e i nostri Digimon e scappa! -
- Non posso lasciarti solo! -
- Non abbiamo scelta. Tranquillo,
me la caverò. -
Senza aspettare
risposta, Ken afferrò la
DigiHunter e la disarmò
- CORRETE! - ordinò a malincuore T.K., aprendo
la porta
Catherine fece per
rincorrerli, ma Ken si parò di fronte all’apertura, richiudendo la porta ormai
senza serratura
- Il tuo avversario sono io. Sbaglio o non
vedevi l’ora di farmi fuori? -
La bionda lo
guardò gelida
- Sei così impaziente di morire? - domandò
- No, infatti spero tu sia pronta a combattere
-
Catherine sorrise
freddamente
- Credi di farmi paura? -
Con uno scatto
improvviso, lo colpì al viso con un pugno violentissimo, buttandolo per terra
(Ken, non puoi
farti atterrrare da una donnetta! è_é N.d.Autrici+Yolei87)
- Allora, come me la cavo? -
Ken si rialzò, la
guancia in fiamme
- Non male... - le disse
- Ti farò scontare tutto quello che hai fatto,
anche se questa cella diventasse la mia tomba. Non sperare di sfuggirmi! -
Pensierino
della buonanotte:Non fatevi ingannare dal fatto che Catherine
è molto più mingherlina di Ken...gli darà del filo da torcere!
Gothika: Non dimentichiamoci che è mossa da un odio a dir
poco feroce verso di lui...non so se avete fatto caso, ma l'ultima volta che l'avevamo incontrata, voleva "solo" eliminare colui che credeva aver sviato i Digiprescelti. Ora, vuole eliminarli tutti; che sarà successo?
Beh, con un po' di pazienza si saprà...
Gothika: In effetti...-.- Spoilers?
Nel prossimo
capitolo, Ken e Catherine se le daranno di santa ragione, mentre i ragazzi
rimasti alla fortezza, circondati dalla popolazione civile di Tokyo, tenteranno
il tutto per tutto arringando la loro causa e tentando di aprire loro gli
occhi. Euclione continuerà il suo folle piano ma, quando tutto sembrerà
perduto, un aiuto insperato darà una speranza in più ai Digiprescelti!
Gothika (vestita
da monaco buddista): Magia magia cacciali via...magia magia cacciali
via... Rika88: Mi spieghi cosa stai combinando? O.o Gothika: Questo è il capitolo diciassette...la sfortuna si aggira in
questo file U.U Rika88: -.- Evitiamo queste sciocche manifestazioni superstiziose...
[L'abat-jour nello stanzino delle scope di casa Kinomiya, altresì detto il covo
supersegreto delle Autrici, salta in aria] Rika88: O.O Ricomincia all'istante!
Capitolo diciassette:
Il segreto dei
DigiHunter
Tra le persone ammassate
intorno alla base dei ribelli, c'era anche Tai.
Poche ore prima si trovava, come ogni giorno, agli studi televisivi, dove
lavorava come tecnico del suono per una cifra minima: era stato il padre di Matt,
su richiesta dei figli, a farlo assumere, quando il ragazzo era stato cacciato
dall'Università perchè sospettato di avere contatti con i Digiprescelti. Cosa,
ovviamente, del tutto vera.
Taichi non aveva pensato subito alla posizione privilegiata in cui si trovava:
allegro e rumoroso, infaticabile, nonostante i suoi sogni infranti, si era
conquistato le simpatie dei tecnici e di tutti coloro che si trovavano a
transitare per quei corridoi. Proprio queste conoscenze gli diedero una libertà
pressochè assoluta all'interno dell'edificio, e la possibilità di origliare con
largo anticipo ciò che la rigida censura e la manipolazione dei DigiHunter
mandava in onda.
Quel giorno, tuttavia, la sfortuna si abbattè su di lui e, indirettamente, su
tutti i ragazzi: venne svegliato nel cuore della notte dalla telefonata di
Sàndor, il Digiprescelto olandese. Se, in un primo momento, Tai ebbe la
tentazione di mandarlo a stendere, maledicendo il momento in cui aveva deciso di
lasciargli il suo numero di telefono, questa sparì quando sentì la sua
richiesta. Calmatosi e un po' stupito, rassicurò il ragazzo che stava per
partire per la Greatest Revolution e, conclusa la comunicazione, si era
ributtato a letto, senza tuttavia prendere sonno, impegnato com'era a meditare
sulle parole del giovane.
Il risulato fu scontato: la mattina dopo, il ventiquattrenne era arrivato sul
posto di lavoro in ritardo, e la sua parte era già stata svolta.
- Ti copro solo perchè sei tu! - lo aveva preso in giro un altro tecnico, mentre
se ne andava
Così, Tai sentì la notizia dal telegiornale: quando ormai era troppo tardi.
Una foto, proveniente da uno dei tanti satelliti in orbita, aveva rivelato
un'insolita costruzione nascosta in un bosco, a nord-ovest di Tokyo. Costruzione
che, con ricerche più approfondite, si era rivelata un ingegnoso sistema di
capannoni, circondato da un muro spesso, che rendeva il tutto simile ad un
castello europeo.
Ai DigiHunter non ci volle molto per capire che si trattava dello stesso luogo
in cui erano giunti quasi tre anni prima, attraverso un lungo passaggio che poi
era stato sigillato da ignoti.
Con suo enorme raccapriccio, Tai vide la base dei ribelli. E con lui, tutto il
Giappone. La voce gradevole della giornalista autorizzata (o meglio, addestrata)
dall'ADO invitò la cittadinanza a non ostacolare il corpo di polizia, al momento
impegnata a soffocare dei "disordini" nelle carceri.
Il panico instillato per anni nella popolazione fece il resto; quella che, in un
altro contesto, sarebbe sembrata una follia, divenne una sorta di crociata
contro i nemici senza volto che chiamavano i mostri da un altro mondo.
Prima che Taichi avesse il tempo materiale di prendere in mano il telefono, una
folla di persone si stava già muovendo.
Un rumore fece sobbalzare Izzy, sdraiato tra l'erba alta di fronte alla
Prigione, che stava già per gridare, se Agunimon non si fosse fatto vedere in
tempo
- Siamo noi! - esclamò
- Appena in tempo. I DigiHunter sono troppi per noi, ci serve qualcuno che li
tenga a bada -
- Siamo qui apposta - rispose Haimon
- Come li volete? Alla brace? Allo spiedo? O leggermente soffritti? - domandò
ironico Eurusmon, osservando il movimento oltre la cancellata della prigione
- Semplicemente fuori combattimento. Ma cercate di non ammaccarli troppo -
replicò Izzy - In fondo, non sappiamo quanti veramente abbiano idea di cosa
stanno facendo -
Intanto, alla base, i Digiprescelti stavano passando il peggior momento della
loro vita
- Avete qualche idea? - domandò Kari
- Se l'avessimo, l'avremmo già esposta! - rispose Alba, stringendo la mano di
Estibaliz
- Dobbiamo cercare di parlare con loro - disse la diciassettenne - Per spiegare
chi sono realmente i Digiprescelti -
- Secondo te ci ascolterebbero? E poi quei DigiHunter non aspettano altro che
arrestarci - replicò il professor Sagara
Ken si rialzò per la terza volta, dolorante, cercando di riprendere fiato:
Catherine, di fronte a lui, sembrava invece ancora perfettamente in forze
Com'è possibile? si chiese il giovane È troppo forte. Non è umano!
- Tutto qui? - domandò la bionda, con aria sarcastica
Il moro rispose con uno sguardo di ghiaccio, che fece scoppiare a ridere la
francese
- Ammettilo, mi avevi sottovalutato! -
- Non ho difficoltà a farlo - disse semplicemente lui
La lotta riprese: eppure, il sospetto che ci fosse qualcosa di strano si faceva
sempre più strada nella mente del giapponese. Catherine non solo era molto
forte, ma anche incredibilmente veloce, una rapidità che di umano aveva poco o
nulla.
Lobomon percorse uno dei lunghi corridoi senza trovare nessuno: da quando i
Leggendari Guerrieri si erano divisi per esplorare ogni angolo della prigione,
non aveva ancora incrociato nè DigiHunter, nè prigionieri.
Improvvisamente, dei passi affrettati provenienti da un corridoio alla sua
destra lo costrinsero a mettersi in posizione di difesa; mossa inutile,
comunque, perchè dall'ombra apparvero T.K., Koichi, Patamon, Wormmon e i coniugi
Minamoto.
- Koji! - esclamò il fratello, avvicinandoglisi
Il gigantesco lupo si bloccò di scatto: per alcuni istanti, i suoi occhi
rimasero fissi sul padre e la matrigna, prima di ricordarsi del fratello, e di
quel che era successo alla sorellina.
- Tu, razza di stupido! - sbraitò, alzando la mano come per schiaffeggiarlo, ma
trattenendosi in tempo - Mi hai fatto prendere un colpo - aggiunse, tentando di
rimanere calmo
Koichi sospirò
- Lo so, e ho messo in pericolo Shiori-chan. Mi dispiace, ti giuro che non
volevo! -
Lobomon scosse la testa
- Lascia perdere, non è stata colpa tua -
Takeru interruppe il quadretto familiare
- Usciamo in fretta, non ci vorrà molto prima che arrivino i rinforzi -
- Voi andate - fece il Digimon - Io resto a dare una mano qui -
- In fondo al corridoio c'è ancora Ken. Ha distratto una DigiHunter per
permetterci di fuggire -
Inspiegabilmente, Lobomon assunse un'espressione profondamente inquieta
- Non vorrà combattere! -
Koichi lo guardò sorpreso
- Perchè? -
Il lupo mosse il pugno come se scacciasse una mosca
- Vado a riprenderlo prima di doverlo raccogliere con un cucchiaino -
- Vengo con te! - esclamò Koichi, correndogli dietro
- Koji! Koichi! -
La voce del padre dei due rimase inascoltata
- Non si preoccupi, signor Minamoto - gli disse T.K. - Ora è qui il loro posto -
Ken dovette appoggiarsi al muro per non cadere: ripulendosi il labbro dal
sangue, tentò di riprendere fiato il più in fretta possibile
- Comincio ad annoiarmi. Non sei un granchè -
Il ventunenne la osservò attentamente, tentando di capire cosa ci fosse che non
quadrava
- Ecco, mi hai sporcato la divisa! - esclamò lei, con voce stridula - Dovrò
liberarmi di te in fretta! -
- Come fai ad essere così forte? -
La domanda non aveva il minimo senso, in quel frangente, ma Ken non poteva
permettersi il lusso di restare senza fiato, quando la sua avversaria non
risentiva minimamente dello scontro
- Omaggio del generale Euclione. Tutti noi siamo così -
La ragazza si scoprì il braccio e mostrò il polso destro, su cui spiccava il
marchio dell'ape: era un'illusione ottica, o il disegno riluceva in modo strano?
- Non hai ancora capito? -
- Capito cosa? -
La bionda sbuffò
- Non ti facevo così tonto...e dire che hai l'originale nel collo! -
Kari continuò a guardare Alba
- Cosa? - riuscì a balbettare
- Il marchio a forma di ape - spiegò pazientemente l'altra - Non è altro che una
copia indebolita del Seme delle Tenebre. I DigiHunter sono molto più forti di un
essere umano comune, e oltretutto non hanno pietà alcuna -
Loewemon cercò di mantenere il passo del gemello, mentre le sue parole gli
ronzavano in testa
- E Shiori? Cosa c'entra lei? - gli chiese Lobomon, interrompendo il racconto
del fratello su come era stato catturato
L'altro rimase in silenzio per alcuni istanti, come per raccogliere le idee
- Un DigiHunter ha accennato al fatto che Euclione stesse cercando una
cosiddetta Veggente. Ricordi cosa diceva il padre di Ichijouji sui Semi delle
Tenebre? Forse i suoi poteri sono una sorta di veicolo per trasformare quei
dannati ammassi di dati in qualcosa di reale... -
Lobomon strinse i pugni
- Non mi ero mai accorto di niente. - ammise, amareggiato - Shiori-chan non mi
aveva mai parlato delle sue...capacità -
- Credo - ansimò il Padrone delle Tenebre, col fiato corto - che se ne
vergognasse. Che temesse che tu non avresti capito. In effetti, ne ha parlato
con me solo perchè si è accorta che avevamo poteri simili: solo che in lei sono
innati -
- E ce lo dici ora? - strillò Yolei
- Mi dispiace, - rispose la giovane ispanica, mordendosi il labbro - non credevo
avrebbe cambiato qualcosa. Volevo solo dire che qui i DigiHunter sono fuori dal
campo d'influenza del marchio, quindi più deboli! -
- Campo d'influenza? -
Catherine accennò a ciò che li circondava
- Nella Prigione si trova la Lapis, la pietra creata su Pleroma per sigillare
gli esseri malvagi. Essa amplifica sia il potere della Luce, sia quello delle
Tenebre. -
- Perchè ti sei venduta ad Euclione, Catherine? Solo per odio nei miei
confronti? -
- Mi è stata offerta la possibilità di vendicare un mondo dalla sua piaga
peggiore. Un lupo che si nasconde sotto le spoglie di un agnello, che stava
distruggendo lo spirito dei Digiprescelti, trasformandoli in criminali -
- Sei stata usata - rispose Ken, scuotendo la testa - Euclione non è interessato
a me, lui vuole il potere assoluto su questo mondo! -
- Stà zitto! - la ragazza sferrò un pugno in pieno viso al giapponese
Ken, incurante del dolore, scattò in avanti e la bloccò contro il muro,
afferrandole le spalle
- Pensi che io sia felice? Pensi che abbia fatto tutto di mia spontanea volontà?
- ruggì, scrollandola violentemente - Guardati, volevi vendicarti e sei
diventata esattamente com'ero io! -
Il ragazzo alzò la mano per schiaffeggiarla
- KEN! FERMO! -
(Ma porc...N.d.G.)
Voltandosi, Ken vide Lobomon e Loewemon irrompere dalla porta scardinata e
fermarsi, ansimanti
- Che ci fate voi qui? -
- Credi che con uno schiaffo sistemerai tutto? - domandò il lupo, senza riuscire
a nascondere il sarcasmo
Rendendosi conto di quello che stava per fare, il ventunenne respirò per
calmarsi e, dopo un istante, lasciò andare la bionda.
(Uffa...N.d.A.)
Davis corse verso Izzy
- Siamo tutti fuori? - domandò, trafelato
- No. Ken, Koji e Koichi sono ancora all'interno - rispose preoccupato il rosso
- Diamogli ancora qualche minuto, - propose il giovane capo dei ribelli - poi
entrerò a cercarli -
I due Semi delle Tenebre, appoggiati sopra la Lapis, la tinsero di nero
- Rinasci, creatura creata dagli umani! - declamò il generale, alzando le
braccia - Il tuo nuovo padrone ti chiama! -
Approfittando della distrazione dell'uomo, Shiori scivolò oltre la porta e prese
a correre, confidando nel suo sesto senso che molte volte l'aveva aiutata.
Doveva avvertire i ragazzi di quello che li aspettava.
Kento Sagara indossò in fretta la giacca
- Andrò io a parlare con quelle persone. La mia oratoria non sarà un granchè, ma
non c'è molta scelta -
Estibaliz gemette, preoccupata
- Non l'ascolteranno! -
Un rumore sordo proveniente dall'entrata li zittì
- Cos'era? - domandò il professore
- Qualcuno ha aperto la porta! - gridò Gatomon
Subito, il gruppetto seguito dai Digimon corse sulle mura.
Davanti alla porta di nuovo chiusa, di fronte al centinaia di persone, si
trovava un bambino solo, vestito di abiti vecchi e logori, con i corti capelli
rossi e il viso lentigginoso.
Hiroto.
I Digiprescelti osservavano ansiosi l'orologio
- I cinque minuti sono passati - sentenziò Davis - Vado a vedere dove sono quei
tre! -
Stava per partire, quando un'ombra tra l'erba lo fermò
- Ma quella... -
Beetlemon, il più alto tra di loro, fu il primo a riconoscerla
- È Shiori! -
- Attenti! - gridava la bambina - Euclione ha... -
Quello che aveva fatto Euclione, non lo seppero dalle parole della piccola: in
quel preciso istante, l'intera Prigione fu percorsa da una violenta scossa. Il
tetto dell'ala ovest, si aprì dall'interno, come un immenso uovo, lasciando
uscire un gigantesco mostro alato, il cui ruggito echeggiò fino in città. La
Prigione prese a collassare in più punti, per via dei movimenti dell'essere
titanico.
- Izzy, dimmi che ho un'allucinazione! - pregò Davis
- Quello... - balbettò Cody - Quello è... -
Il pavimento sotto i piedi dei quattro cominciò a tremare, mentre dal soffitto
caddero dei calcinacci
- Che succede adesso? - domandò Loewemon
- È la creatura maledetta. Euclione è riuscito a risvegliarla - rispose piatta
Catherine - Ha usato i due Semi delle Tenebre in suo possesso, attraverso il
potere della Veggente. -
Un'evoluzione del lavoro di Oikawa, rabbrividì Ken.
- Usciamo subito. La Prigione sta per crollare! - avvertì Lobomon
Non fecero in tempo a muoversi, che il pavimento crollò, rivelando una stanza
segreta in cui i quattro precipitarono.
- Quello è... -
(Rika, cavoli! Prima mi lasci in sospeso sul mostro, poi su Ken! Io sto
seriamente pensando di venire a picchiarti! è__é N.d.G.)(Non lo farai mai,
perchè se mi picchi io non finirò la ff U.U N.d.A.)
- Cody, ti si è incantato il disco? Chi è? - domandò esasperato Sàndor
- Pensavo che lo avessimo sconfitto dieci anni fa! - gridò T.K.
In quel momento, la Prigione dei Dannati rovinò al suolo, sotto il mastodontico
peso della creatura maledetta, il terribile Kimeramon.
Pensierino della buonanotte: Non sono assolutamente geniale? U.U Gothika: E io che speravo di veder crepare Catherine sotto un cumulo di
macerie...ma perchè devi mettere in mezzo anche gli altri?
Secondo te io metto stanze nascoste perchè mi diverto? Comunque, nel prossimo
capitolo si meneranno un po' le mani, tanto per non perdere il vizio...
Fan di Ken:
[Sguardo assatanato]
Oh, quanto siete pignole! Eppure dovrebbe essere chiaro che Ken non si fa nulla!
Se ora si spatasciasse da qualche parte, io come la finisco la ff? Gothika: Sarebbe meglio chiedersi: se Ken si spatasciasse da qualche
parte, come farai a tornare a casa tutta intera?
Ecco, anche questo è un buon motivo...
A proposito del Seme delle Tenebre e di Catherine: nel lontano 13 settembre
2005, Francesca Akira89 scrisse, a proposito della profezia del remoto capitolo
sei: "Oppure la cicatrice lasciata dal seme del male a qualcuno dei
digiprescelti (magari Catherine)...".
Che posso dire...complimenti!
Hai azzeccato il traditore e il segreto del marchio! Io e Gothika verremo
personalmente a casa tua per complimentarci con te... Gothika: Guarda che così la spaventi, poi non legge più!
Capitolo 18 *** Ascoltando la voce di un bambino ***
Nuova pagina 2
Capitolo diciotto:
Ascoltando la voce di un bambino
Fuori dalle mura della base dei ribelli, Hiroto si trovava da solo a
fronteggiare qualche migliaio di persone che fissava quel bambino con
sbalordimento. I DigiHunter non osavano attaccare: cosa sarebbe successo, se
avessero tentato di arrestare un bambino di otto anni?
Tra la folla, si fece largo un ragazzo che Kari e gli altri, dalla cima delle
mura, riconobbero come Loukàs, seguito a poca distanza da Tai.
- Signori - gridò, armato di megafono, rivolgendosi alla popolazione di Tokyo -
Vi devo pregare di tornare alle vostre case! -
- I Digiprescelti vogliono incendiare la città! -
- Fateli uscire, che ci pensiamo noi a quelle carogne! -
- Mandano fuori i bambini, vigliacchi! -
Il DigiHunter si volse verso le cinque figure sulle mura: lui ci aveva provato,
ma la situazione era ingestibile. Grazie alla disinformazione operata dal
Generale, la folla era furibonda.
Yolei fu la prima a riscuotersi
- Dobbiamo andare a prendere Hiroto! - esclamò
- Ci vado io - propose il professor Sagara
Hiroto sembrava il più calmo di tutti: si schiarì la voce, poi gridò, per
sovrastare il rumore
- EHI, VOI! -
In pochi secondi calò il silenzio
- Quel bambino ha la vocazione dell'oratore... - considerò Kento Sagara, colpito
suo malgrado
- Ditemi, chi credete che siano i Digiprescelti? - continuò il bambino dai
capelli rossi, incrociando le braccia sul petto - Avanti, sono curioso! -
Si levarono pochi mormorii.
- Noto con piacere che non lo sapete. Interessante. Bene, ora ve lo spiego... -
Hiroto si frugò in tasca, estraendo un Digivice - Per esempio, IO sono un
Digiprescelto. Ho otto anni, e l'azione più grave che abbia commesso nella mia
vita è stata tentare di rubacchiare del cibo per non morire di fame! -
Kari e Yolei si guardarono perplesse
- Quel bambino è matto come un cavallo! - gemette la Digiprescelta dell'Amore
- Aspetta, proviamo a lasciarlo fare... - propose Kari
- Scherzi? Quelli se lo mangiano arrosto con patate! -
- Non hai notato, Yolei? Nessuno ha replicato. Perchè nessuno sa davvero chi
siamo. -
- Credo - considerò il professor Sagara - che il Generale si sia dimenticato di
avvertirli. -
Catherine si guardò intorno, perplessa. Di fianco a lei, Ken, Koji e Koichi si
stavano togliendo la polvere di dosso, senza peraltro molto successo, perchè
veniva subito sostituita da quella che volava nell'aria.
Erano finiti in un lungo corridoio sotterraneo, rischiarato solo da alcuni buchi
aperti dal crollo del pavimento. Niente luci, solo polvere e ragnatele.
- Che posto è questo? - domandò il Padrone della Luce
- Non ho mai visto nulla del genere... - rispose la DigiHunter, perplessa,
dimenticando per qualche istante la rivalità.
Il gruppo avanzò di qualche metro, prima di riuscire a sentire qualcosa.
- Che cos'è questo rumore? - domandò preoccupato Koichi
- Sei tu quello che ha la premonizioni... - ribattè ironico il fratello
- Ce l'hai ancora con me? -
- Vi sembra il momento di litigare? - domandò seccato Ken
Il ventunenne si avvicinò alla fonte di quel rumore, che si faceva via via più
chiaro.
Dopo qualche passo, il corridoio cominciò a restringersi, per via di grosse
gabbie da uccelli addossate alle pareti. I rumori venivano da lì, ed erano ormai
così forti da stordire i ragazzi
- Sono gemiti! - esclamò Koji, avvicinandosi ad una gabbia, ma tenendosi le
orecchie
Quando vide cosa conteneva, gli scappò un urlo
- Venite a vedere! -
Non ce ne fu bisogno, perchè anche le altre gabbie contenevano esattamente la
stessa cosa.
Digimon.
I quattro nuovi Leggendari Guerrieri seguiti da Izzy condussero i detenuti della
Prigione dei Dannati lontano dal luogo della battaglia: con loro c'era anche la
piccola Shiori.
- Dove li portiamo? - domandò Haimon al fratello
- Di certo non in città. - rispose Notusmon
- Potremmo andare alla base dei ribelli - propose Ophionmon - E aspettare che si
calmino le acque! -
- Buona idea, Freia! - esclamò Eurusmon
Il Padrone del Metallo partì a razzo, subito ripreso da Cepheus
- Vai piano, stupido! Siamo pieni di gente che a malapena si regge in piedi! -
gli urlò
- Per fortuna ci aspetta un po' di quiete... - mormorò Haimon
In quel momento, una creatura si parò di fronte a loro
- Iryon! - esclamò Haimon, riconoscendo la tigre bianca
- Com'è arrivato fin qui? - domandò il fratello, più a se stesso che gli altri
Il felino li ignorò: si mise ad annusare l'aria, prima di partire al galoppo
verso la Prigione
Davis e compagni si lanciarono in uno dei buchi nel pavimento aperti dal crollo
della Prigione. I Digimon, tutti regrediti al livello Intermedio, erano esausti
- Si accettano consigli! - esclamò il leader dei ribelli
- Non avevate detto di averlo già sconfitto? - domandò seccato Sàndor
- L'altra volta Veemon era ArmorDigievoluto con il Digiuovo dei Miracoli, e
Wormmon gli aveva offerto la sua energia - spiegò T.K.
Cody diede le spalle agli altri
- Avete sentito? - chiese
- Cosa? - replicò Takuya
- Dei suoni...vengono da questo corridoio -
- Ora li ho sentiti anch'io! - esclamò Tommy
In quel momento, un grido si propagò nella galleria
- È la voce di Catherine! - gridò T.K., correndo nella direzione da cui veniva
l'urlo
La ragazza bionda aveva sentito una voce sottile pronunciare il suo nome e,
voltandosi, si era ritrovata faccia a faccia con il suo Digimon, Floramon,
chiuso in una gabbia decisamente troppo piccola. Quella vista le aveva causato
un tale shock da farla cadere per terra, cacciando un urlo di pura disperazione
che era rimbombato per il corridoio.
Ken, Koji e Koichi, perplessi, si guardarono senza sapere che fare.
Quando i restanti ribelli irruppero nella stanza, la confusione aumentò ancora;
per fortuna, Takeru riuscì a mantenersi abbastanza lucido per avvicinarsi alla
ragazza e accosciarsi vicino a lei per tentare di farla ragionare.
- Facciamo uscire queste povere creature! - esclamò Cody, disgustato da quella
vista
- Catherine, ti prego, abbassa la voce, o Euclione ci scoprirà! - gemette T.K.
Il grido della francese si trasformò in una specie di gemito, mentre la ragazza,
con gli occhi gonfi e arrossati, continuava a scompigliarsi i capelli in un
gesto che aveva qualcosa di folle
- Dov'è il generale?- domandò Koji
- Ci sta cercando...insieme al suo animaletto da compagnia - rispose cupo Sàndor
- Quale animaletto? -
- Kimeramon -
La risposta di Davis arrivò a Ken con la stessa intensità di un pugno: sbarrò
gli occhi e fissò l'amico.
- Come? - domandò, rabbrividendo involontariamente
- Shiori ci ha detto che Euclione ha usato le copie del Seme delle Tenebre e la
pietra in cui aveva rinchiuso i nostri Digimon per farlo tornare in vita -
spiegò tristemente Takeru
- Dunque era quella la creatura maledetta... - mormorò Koji
T.K. e Floramon stavano tentando di calmare Catherine
- Non è possibile - bisbigliava istericamente la bionda - Non è possibile. Il
generale voleva impedire ogni contatto tra il Mondo Reale e Digiworld, per
impedire che altre persone malvagie tentassero di conquistarlo... -
- Catherine, non hai ancora capito che ti ha usata? - domandò Ken - Ha usato il
tuo odio verso di me! A Euclione non interessa Digiworld, lui vuole il nostro
mondo! -
La francesina si voltò verso il suo Digimon
- Perchè vi ha rinchiusi qui? - domandò
- Voleva trasformarci in una squadra di attacco - spiegò Floramon - Per
eliminare i ribelli -
- Catherine, Euclione non ti ha detto tutto - spiegò gentilmente T.K. - Non ti
ha detto che il marchio sul tuo braccio, il Seme delle Tenebre, è il vero motivo
per cui Ken è diventato malvagio -
La ragazza parve finalmente calmarsi: rimase per qualche secondo in silenzio,
con gli occhi persi nel vuoto. Infine, piegò le spalle scosse dai singhiozzi
fino a nascondere il volto dietro i lunghi capelli biondi.
- Spiacente di interrompere, ma abbiamo un grosso problema che ci sta cercando,
fuori di qui - ricordò JP
- Un problema con un numero esagerato di braccia, per capirci - rincarò Sàndor
Finalmente, Alba si accorse della scomparsa della sorella
- Eppure era qui fino a due minuti fa! - esclamò con disappunto, maledicendo
l'abilità di Estibaliz nel non far rumore: del resto, le sue orecchie erano
molto più sensibili delle loro.
La sua rabbia si trasformò in terrore, quando vide la diciassettenne apparire di
fianco a Hiroto
Tai le si avvicinò, ma la ragazza non aveva bisogno di aiuti: si appoggiò al suo
braccio senza esitazioni
- Grazie, ce la faccio -
Lui le avvicinò la bocca all'orecchio
- Lo so, ma mi hanno chiesto di controllare che non ti succedesse nulla di male
- sussurrò
- Mia sorella...? -
- No. Sàndor, ieri. Mentre si preparava a partire. -
Arrossendo impercettibilmente, la giovane si staccò dal ragazzo
- Molte persone innocenti - dichiarò - sono rinchiuse nella Prigione dei
Dannati. Molte persone innocenti hanno sofferto. E molte... - si interruppe per
un istante - sono state uccise senza motivo - si passò una mano sul viso
- La famiglia di Estibaliz viveva in Spagna - spiegò Hiroto per lei - I
DigiHunter credevano che nascondessero dei Digiprescelti, così appiccarono il
fuoco alla loro casa. Lei e una delle sue sorelle sopravvissero, ma per anni non
hanno saputo nulla l'una dell'altra -
Una donna si voltò verso un DigiHunter con aria interrogativa: gli uomini in blu
mantenevano un'aria distaccata, ma, Loukàs poteva giurarlo, molti cominciavano a
chiedersi perchè fossero lì. Lontano dalla base e dalla Lapis, il potere
delle copie del Seme delle Tenebre si affievoliva sempre più.
In quell'istante, apparve la schiera di detenuti, guidati dai quattro Digimon.
- Per fortuna ci aspetta un po' di quiete...? - domandò Eurusmon
scettico, citando la frase di Haimon
- Ma perchè non tengo mai la bocca chiusa? - si domandò lei, depressa
Catherine si alzò in piedi, voltandosi verso Ken: non aveva più quello sguardo
gelido e tagliente.
I due restarono a fissarsi per qualche istante, impassibili, prima che la
ragazza facesse il minimo gesto. E fu l'unico gesto che nessuno mai si sarebbe
aspettato da lei.
Un profondo inchino, tipicamente orientale.
- Mi sono comportata in un modo inqualificabile - disse, senza osare alzare lo
sguardo - Con tutti voi, ma soprattutto con te. Mi dispiace moltissimo, anche se
dirlo non cambierà la situazione -
Dopo un attimo di smarrimento ed imbarazzo, Ken le appoggiò una mano sulla
spalla, facendola rialzare: non sapeva cosa dire, forse perchè non c'era nulla
da dire; si frugò in tasca e le offrì un fazzoletto per asciugarsi gli occhi.
Quando Catherine tese la mano per prenderlo, tutti videro che il disegno
dell'ape era scomparso.
Ma poteva il noto libertino olandese presente nella sala starsene buono?
- Così si fa! Mettiamoci una pietra sopra! A questo proposito, se stasera sei
libera, conosco un ristorantino niente male... -
Catherine lo guardò perplessa, come per capire se scherzasse o meno. T.K. e Cody,
invece, si scambiarono un'occhiata e alzarono gli occhi al cielo, sospirando,
mentre Takuya e gli altri non poterono impedirsi di scoppiare a ridere.
Davis non aveva neppure sentito l'uscita di Sàndor: si era accorto che il
corridoio terminava poco più in là in una stanza circolare, da cui proveniva una
strana luce azzurra.
Anche Ken si accorse dello strano scintillio, e si affiancò all'amico
- Che cos'è? - domandò
Il bruno oltrepassò la soglia, attirando l'attenzione degli altri Digiprescelti.
Attenzione che venne subito distolta da lui, a causa del ruggito che fece
tremare l'intero corridoio
- Qualcosa mi dice che Euclione sta per trovarci! - fece notare Zoe
- Aspettate, qui c'è qualcosa! - gridò Davis, per farsi sentire
I Digimon dei ribelli si guardarono
- Noi potremmo digievolvere... - disse Veemon, a nome di tutti
Davis si avvicinò alla sorgente della luce
- È un pozzo... - notò
Si trattava, più che un pozzo, di una vasca d'acqua, e proprio il liquido
riluceva di un azzurro intenso
- Noi sei teniamo occupato Euclione- interloquì Takuya
- Sei matto? Sai quanto è forte Kimeramon? - domandò Cody sbalordito
- Forte o meno, i vostri Digimon sono esausti! -
- Non è vero, possiamo farcela! - rimbeccò Armadillomon, ferito nell'orgoglio
- Potremmo provare a DNA-Digievolvere... - ipotizzò Patamon
Ken si era avvicinato a Davis, perplesso quanto lui
- C'è qualcosa di strano, non trovi? - gli domandò l'amico
- C'è qualcosa...sul fondo -
Veemon e Wormmon si avvicinarono ai loro Digiprescelti
- Allora? Manchiamo solo noi! - sbottò il piccolo Digimon azzurro, seccato
I due non si degnarono neppure di rispondere: qualcosa nell'acqua si muoveva...qualcosa
di decisamente innaturale
- Sembra un'immagine... - mormorò Davis
- Voi andate pure - disse T.K., rivolto a Shakkoumon e ai sei Leggendari
Guerrieri - Noi svegliamo quei due e vi mandiamo Imperialdramon -
Ken tentò di capire che cosa fosse quello strano riflesso: sembrava un volto
umano, ma non apparteneva a nessuno di loro.
- Si sta facendo più nitido! - esclamò preoccupato Davis
Anche Catherine e Sàndor presero a fissare l'interno della vasca
- Direi che non si tratta di una ragazza... - notò l'olandese
La bionda trattenne il fiato
- È...un bambino! -
Finalmente l'immagine divenne chiara a tutti: si trattava di un bimbo biondo,
con una treccina più lunga sul lato destro, e strani vestiti, somiglianti a
quelli di un antico greco, bianchi corredati da una cintura e un paio di calzari
di cuoio
- Stefanos! - esclamò Ken, sbalordito
- CHI? - domandarono gli altri, in coro
- È il bambino che ho visto nel Mare Oscuro! -
- Una persona amante dell'umidità... - sussurrò Sàndor, strappando un sorriso a
Catherine
- Bene, ehm, se qualcuno fosse così gentile da farci digievolvere... - riprovò
Wormmon, incorrendo nell'indifferenza generale
Ken immerse la mano nell'acqua: era gelida, e oltrettutto il suo braccio fu
percorso da una specie di scossa. Senza sapere esattamente perchè lo stesse
facendo, spinse tutto il bracio nella vasca, fino a toccare quell'immagine.
E immaginate il suo stupore, quando scoprì che la sua mano stringeva davvero il
braccio del bambino!
I ragazzi si ritrassero sbalorditi, mentre il ventunenne, con uno strattone,
estrasse Stefanos dall'acqua, mandando entrambi a sedere per terra.
Guardandolo bene, Ken si accorse che in effetti Stefanos non sembrava poi così
reale: ricordava vagamente...il ragazzo sentì un brivido lungo la schiena.
Ricordava un fantasma.
- Che ci facevi nel pozzo? - domandò sbalordito Davis
- Non è un pozzo - rispose piatto lui - È un varco verso il Mare Oscuro -
Pensierino della buonanotte: Come al solito, da un po' di tempo,
ho tirato per le lunghe... Gothika: Alla fin fine ci troveremo con una decina di capitoli di sforo
-.-
È possibile, visto che l'Invincibile sarebbe già dovuto apparire...Va beh, forse
(e sottolineo FORSE) da qui in avanti non sforeremo più...anche perchè non mi
sembra molto carino lasciare tutta quella gente accampata davanti alla base dei
ribelli per centinaia di capitoli...
- Un varco... per il Mare Oscuro? - ripetè incredulo T.K.
- Stefanos, rispondi alla mia domanda. - disse Ken, rialzandosi - Quando ci
siamo incontrati, nel Mare Oscuro, mi hai detto che aspettavi l'altro te stesso.
Parlavi di Euclione? -
Stefanos si voltò verso di lui con uno sguardo indecifrabile:
- Stefanos... Euclione... è esattamente la stessa cosa. Siamo la stessa persona.
-
Cody corrugò la fronte, perplesso.
- Com'è possibile? -
Il bambino sorrise: un sorriso triste e spento.
- Questa è una lunga storia. Una storia che parla di un ragazzo di quindici anni
che, per accontentare il desiderio della sorella maggiore gravemente malata, si
arrampicò sul monte Iryon per cercare la Lapis, la pietra leggendaria in
cui venivano sigillati i nemici dell'Invincibile, il creatore di Pleroma -
Ken annuì: Fenice, anzi, Takuya gli aveva raccontato quella storia, quando lui
gli aveva domandato chi poteva aver liberato i loro Digimon dalla roccia in cui
erano stati imprigionati.
- Quando l'ebbe trovata, però, - continuò il piccolo - era troppo tardi: la
ragazza era già morta. Questo giovane, allora, decise di cercare una nuova
dimensione in cui vivere. A Pleroma i varchi per altri mondi abbondano... ma
purtroppo, lui capitò malauguratamente nel Mare Oscuro. -
- Fu... cioè, sei stato infettato dal... -
- No. - rispose Stefanos, interrompendo Davis - Stefanos decise da solo di
diventare malvagio. Non c'era nessun beneficio nell'essere buoni. Sua sorella
era la creatura più angelica che avesse mai conosciuto, eppure era morta
ugualmente di peste bianca. -
- Dunque la peste bianca viene da Pleroma, non dai laboratori dell'ADO. -
realizzò Ken.
- Fu però Euclione a portarla nel vostro mondo. -
- Comunque, tu sei rimasto nel Mare Oscuro. - riprese Ken - Come mai? -
- Non sono stato io a deciderlo. Quando Stefanos è diventato Euclione, io mi
sono separato da lui. -
- Dunque tu... sei la parte buona del generale! - disse Catherine
- In pratica sì. -
- Io non capisco... - mormorò Sàndor - Perchè vuole eliminare tutti i
Digiprescelti? -
(Perchè se no noi come la scrivevamo la fanfic? U.U N.d.G.)(Non è un
ragionamento molto scientifico... N.d.A.)(Sempre a sindacare, tu -.- N.d.G.)
- Perchè l'Invincibile è un Digiprescelto. Uno dei primi
prescelti. -
I ragazzi taquero, increduli. Takeru ricordava che Gennai, prima dello scontro
con Apokarimon, aveva raccontato che c'erano stati altri Digiprescelti prima di
loro, eppure di questo gruppo non si era mai saputo nulla.
- Non è possibile, Takuya e gli altri ci hanno detto che l'Invincibile è solo
una leggenda! - protestò Cody
(Cosa vuoi farci... c'è chi crede a Babbo Natale, chi all'Invincibile U.U
N.d.A.)
(Ora capisco perchè le battute di Sàndor sono una più cretina dell'altra -.-
N.d.G.)
- Io non ne sarei così certo... - sorrise il bambino.
Un rombo fece nuovamente tremare il corridoio.
- Kimeramon! - gridò T.K., riconoscendo il ruggito.
- Temo ci abbia trovato! - fece eco Davis.
- La creatura è stata risvegliata? - domandò Stefanos, lasciando trapelare una
punta di preoccupazione sotto l'aria enigmatica.
In quel momento, i ragazzi si accorsero che il corpo del bambino stava
diventando sempre meno tangibile.
- Stefanos sta sparendo... - disse il ragazzino.
- Quindi, Euclione sta perdendo l'ultima parte buona di sè che gli rimaneva! -
esclamò preoccupato Cody.
- Se adesso che ha ancora un minimo di cuore combina tutto questo, cosa
succederà dopo? - si chiese Sàndor.
- Temo che noi non lo sapremo mai, se non facciamo qualcosa! - gridò Takeru.
- Non potete sconfiggere la creatura maledetta - replicò con voce atona Stefanos.
- Grazie per l'incoraggiamento - replicò seccato Davis - Ma l'abbiamo già fatto
una volta, possiamo rifarlo -
- Davis, sveglia! - esclamò Cody, con una nota stridula nella voce - Non ti sei
accorto che Kimeramon è molto più forte dell'ultima volta? -
- Vi serve l'aiuto dell'Invincibile. Solo lui può fare qualcosa, ormai - disse
Stefanos.
- Conosci il suo numero di telefono? - domandò irritato Sàndor.
Nel corridoio risuonarono dei passi veloci.
- Sono i nostri Digimon? - domandò Catherine.
In effetti, apparvero i piccoli esseri Digitali, seguiti dai sei ragazzi
mancanti e Iryon, la tigre bianca. I Digiprescelti, terrorizzati dal gigantesco
felino, a loro sconosciuto, fecero un passo indietro.
- Il micio da dove sbuca? - pigolò Davis, impallidendo e indietreggiando
inconsciamente di un passo.
- Lui è Iryon, un nostro amico - spiegò Tommy - Non preoccupatevi, è buonissimo!
-
Stefanos si avvicinò all'animale. Nonostante la raccomandazione del Padrone del
Ghiaccio, Davis si fece avanti per fermarlo.
Ma, improvvisamente, la grande tigre bianca venne avvolta in una sfera azzurra
che illuminò a giorno l'intera stanza.
- Che succede? - gridò T.K.
La risposta giunse quando la luce si attenuò mostrando, al posto del felino, una
figura molto più piccola.
- Vi presento l'Invincibile - annunciò Stefanos
(Non è possibile...ora mi sveglierò...invece è vero! GOTHIKA HA SCRITTO!
Miracolo!! N.d.A.)(Mi è venuta un'idea fantastica! *.* <= espressione ispirata
N.d.G.)
Improvvisamente, Kari sentì una mano batterle sulla spalla: voltandosi, si
ritrovò di fronte Mimi, pallida e decisamente agitata.
- Abbiamo un problema, devi venire subito. Joe ha bisogno di te -
- Joe? Che è successo? - domandò preoccupata la Digiprescelta della Luce.
Mimi non andava mai in infermeria, perchè sveniva appena vedeva una goccia di
sangue: sicuramente era rimasta con Sora e Noriko, affacciata ad una finestra, a
guardare di fuori.
La ventitreenne si guardò intorno e, incontrando lo sguardo di Kento Sagara,
arrossì: si avvicinò all'orecchio di Hikari e le sussurrò qualcosa.
Kari sbiancò. Corse da Yolei, affacciata alle mura:
- Devo andare da Joe. Mamma mia, che problema... - mormorò, torcendosi le mani.
- Che c'è, che succede? - chiese Miyako, disorientata.
- Noriko sta per partorire -
(EHH? E questa sarebbe "un'idea fantastica?" O.O N.d.A.)
(Certo che lo è! U.U N.d.G.)
(Siamo a posto...-.- N.d.A.)
Di invincibile quella creatura poteva anche avere il nome, ma di certo
non l'aspetto: sembrava una bambina, con lunghi capelli di un biondo quasi
bianco e grandi occhi celesti. A giudizio di T.K., che la stava osservando con
gli occhi sbarrati al pari di tutti gli altri, somigliava vagamente a una di
quelle fate ritratte nei libri di fiabe.
- P-piacere... - balbettò Sàndor, perplesso e impressionato nello stesso
momento.
- Questo non ce l'avevate detto... - disse T.K. a J.P., di fianco a lui.
- In effetti non lo sapevamo neppure noi... - rispose l'altro, ancora con gli
occhi sgrananti
Davis si rivolse alla figuretta:
- Dunque, tu saresti una Digiprescelta? -
L'Invincibile fissò i grandi occhioni da bambina sul ventunenne, poi annuì:
- In un certo senso sì... - rispose, con una vocetta agra e sottile - anche se,
ad essere sinceri, sono una specie di Digievoluzione Spirit! - spiegò, come se
fosse la cosa più naturale del mondo.
- Pensavo che solo i Leggendari Guerrieri potessero fare quella Digievoluzione...
- mormorò Koichi, perplesso.
Per tutta risposta, la creatura mostrò al gruppo un ciondolo che teneva appeso
al collo:
- La Lapis è fatta dello stesso materiale di tutte le Digiuova e i
DigiSpirit. Eppure, funziona in modo diverso da entrambi. Può unire un Digimon
al suo Digiprescelto - rivelò.
(Rika, si chiama "Digievoluzione Matrix", e non l'hai inventata tu! N.d.G.)
(Ma dato che in questa ff non appaiono i Digiprescelti della terza serie che la
usano... N.d.A.)
(Questa ff sta diventando un riciclaggio di idee accennate nell'anime... N.d.G.)
- È per questo che solo lui può aiutarvi - ripetè Stefanos.
Cody si stupì, sentendo definire la ragazzina "lui"; poi, però, gli tornò in
mente che tra i Digimon non esistevano differenze di sesso.
La creatura si guardò intorno, come cercando qualcosa o qualcuno.
- Chi di voi si offre volontario? - domandò semplicemente.
Takuya si strinse nelle spalle.
- Io lo farei, ma non ho un Digimon... -
- Non credo di avere la vocazione della cavia - disse Sàndor - Ma se proprio non
c'è nessun altro... -
- Potremmo farlo noi, che riusciamo anche a DNA-Digievolvere - propose Takeru.
L'Invincibile sorrise:
- Mi sembra una buona idea, anche se... -
Così dicendo, abbassò lo sguardo verso Patamon e Armadillomon, il primo sul
cappello e il secondo tra le braccia dei loro Digiprescelti.
- Loro, però, non hanno una bella cera... - fece notare poco delicatamente Zoe.
Davis battè il pugno sulla mano:
- Allora tocca a noi! - esclamò Veemon, leggendogli nella mente.
Il bruno si voltò verso Ken, che sembrava immerso nei suoi pensieri:
- Sei d'accordo, Ken? - domandò, titubante. Già contro MaloMyotismon, il moro
non se l'era sentita di lottare; Davis non poteva escludere che il ragazzo fosse
troppo coinvolto emotivamente per battersi contro il Digimon che lui stesso
aveva creato.
(E da quando Davis arriva a questa elevatezza di pensiero? O.O N.d.Autrici)
Il ventunenne dai capelli corvini abbassò lo sguardo verso il suo Digimon: con
un'occhiata, capì che erano della stessa opinione. Come sempre, del resto.
- Conta su di me, Davis! - dichiarò, stringendo le dita della mano sinistra.
- E ci sono anche io! - ricordò Wormmon, nel caso fosse necessario.
L'Invincibile sembrò soddisfatto: fece scivolare la catenella dorata che portava
al collo tra i capelli, prima di porgerla al Digiprescelto del Coraggio:
- Puntate i Digivice! - ordinò, alzando l'oggetto verso i quattro.
I ragazzi obbedirono: all'inizio, i due dispositivi si illuminarono come per una
normale Digievoluzione, poi presero a mandare bagliori accecanti, liberando
un'energia tale che il soffitto della stanza sembrò essere investito dall'onda
d'urto di un'esplosione, e iniziò a cedere. Tutti i Digiprescelti si spostarono
verso le pareti cercandole a tastoni, abbagliati.
Quando, infine, poterono di nuovo vedere qualcosa, il cielo stellato svettava
sopra le loro teste, e Davis, Ken, Veemon e Wormmon erano spariti, lasciando il
posto ad un nuovo Digimon.
- Vi presento - disse l'Invincibile - Imperialdramon Final Mode -
Pensierino della buonanotte:
Ok, la situazione non è grave... È DISPERATA!!! Abbiamo sforato di quattro
capitoli!! °O° Gothika: Dovresti essere contenta, è la ff più lunga che tu abbia mai
fatto!
Contenta un corno, di questo passo non finiremo più. Comunque, spero con tutto
il cuore che Imperialdramon Final Mode non esista già da qualche parte (in
inglese, c'erano solo il Dragon e il Fighter Mode da quel che ne so io): lo so,
la mia originalità è pari a zero, ma ve l'ho già detto che sono negata nei nomi!
E ora, passiamo alla parte divertente: Francesca
Akira89: Il voltafaccia di Catherine, in realtà, voleva essere forzato... mi
spiego: visto che era sotto l'influsso del Seme delle Tenebre, volevo che la
scena somigliasse un po' a quella dell'anime, quando Ken comprendeva che i
Digimon sono esseri viventi eccetera eccetera. Ora, a me quella conversione è
sempre sembrata piuttosto rapida: Ken, in fondo, quando ha conosciuto Wormmon ed
è andato a Digiworld per la prima volta credo sapesse che non si trattava di un
videogame, ma per colpa del Seme delle Tenebre lo aveva "dimenticato". Per
Catherine la situazione è simile: nessuno, in linea teorica, penserebbe che un
intero gruppo sia stato traviato da una talpa, men che meno uno affiatato come
quello dei Digiprescelti; eppure, a causa dell'influenza del Seme, ha visto la
realtà distorta che Euclione voleva che lei vedesse. Se non si è capito, mi
dispiace, immagino di non essere riuscita nel mio intento... o di aver
equivocato la serie. ^^"" Killkenny:
"Quante volte ti devo uccidere prima che tu muoia?" mi sembra di averla già
sentita... anche tu contagiata da FMA? (Ehi, FILA a leggere la mia ff su FMA! È
un ordine! :-P) Hotaru'91:
Conoscendo Ken, se avesse eliminato anche solo accidentalmente Catherine non
l'avrebbe più smessa con la sua paranoia... E non ho proprio bisogno di un
personaggio da psicanalizzare poco prima della battaglia finale!
Grazie anche a HikariKanna, ally91, O_O (ehm... è il tuo
nick?), hikary, DarkSelene89Noemi (mi spiace per Yamato...),
SHUN DI ANDROMEDA (non ho mai visto The Ring, ma anche Gothika mi ha
fatto notare la somiglianza... perdono!), Topomouse, Yolei87 che
legge e non recensisce (EHI, PIGRONA!!) e a tutti gli altri lettori!
Oh, e grazie per esservi preoccupati per la mia maturità!
- C’è qualcosa, laggiù! - esclamò la Digiprescelta
dell’Amore, indicando un puntino nel cielo.
- Non sembra un elicottero... - notò la rossa,
strizzando gli occhi.
Il pensiero di tutti i presenti fu che si trattasse
di un qualche velivolo dei DigiHunter, venuto, nel migliore dei casi ad
effettuare rilevamenti aerei all’interno della base ormai scoperta, nel peggiore
a raderla al suolo, ci fossero dei civili o meno; ma dopo pochi minuti, fu
chiaro che la situazione era ben peggiore. Si trattava di un essere mostruoso,
che i Digiprescelti avevano già visto: e fu Yolei a dare voce ai timori degli
altri.
- KIMERAMON! -
Il Digimon lanciò un potente ruggito, che risuonò lì
intorno e gettò tutti i presenti nel panico, a qualunque schieramento
appartenessero: pochi secondi e fu sopra di loro, atterrando infine con un
sonoro tonfo, che fece tremare la terra.
La giovane Digiprescelta dagli occhiali spalancò la
bocca, incapace di emettere suono: qualcosa, o meglio, qualcuno scese dalla
schiena di Kimeramon, un essere umano che la ventiduenne, per un folle istante,
scambiò per l’Imperatore Digimon. Si trattava invece del generale Euclione, capo
supremo dell’ADO.
A parte i DigiHunter e Alba, nessuno si era mai
trovato così vicino a quell’uomo: anche gli ex-detenuti non lo avevano mai
visto.
Euclione passò tra la folla con la testa alta e
l’aria fiera di un conquistatore, ignorando amici e nemici nella stessa misura.
Il suo ego non vedeva altro che se stesso.
Il momento è giunto... ormai, liberarsi di questo
branco di seccatori è una semplice formalità pensò, stagliandosi di fronte
al pesante portone della base.
- Preparatevi a sfondare il portone! - ordinò secco
ai suoi.
I Digiprescelti rabbrividirono all’unisono: Izzy
chiuse gli occhi, come se non volesse vedere, mentre Yamato si chiedeva se, in
caso di insuccesso degli uomini (il portone era resistente, e loro non
sembravano avere attrezzi adatti), Euclione avrebbe chiesto a Kimeramon di
farlo, ignorando le vittime che questo avrebbe causato. La sola idea gli era
insopportabile.
Tutti erano ancora immobili, quando una corrente
d’aria investì la pianura, portando con se la polvere della terra riarsa: il
generale si coprì il viso con il mantello per proteggersi e, quando tornò a
vedere, si trovò il passo bloccato.
- E quello chi è? - domandò perplesso il professor
Sagara.
Le tre ragazze avevano l’aria sbalordita quanto lui.
- Un amico! -
Una voce sconosciuta costrinse il gruppo a voltarsi,
trovandosi così di fronte a Kazemon, arrivata in volo, una bizzarra creatura
dall’aspetto di fata e un ragazzino trasparente come un fantasma.
- Visto che solo io posso volare, mi hanno mandata
ad avvertirvi - spiegò il Padrone dell’Aria - Ho una bizzarra storia da
raccontarvi. -
Imperialdramon Final Mode aveva ben poco delle
precedenti Digievoluzioni: soltanto la criniera bianca, più lunga e fluente. Era
simile ad un essere umano, se si voleva passar sopra alle ali da libellula, con
la parte superiore del volto coperta da una maschera metallica simile a quella
dei Digimon angelici e, sul corpo, la stessa armatura di Magnamon.
Euclione riuscì a dissimulare in fretta la sorpresa,
dietro ad un’espressione sprezzante e sicura di sé:
- Ho visto molti Digimon, nella mia vita... ma un
DigiPortinaio mi mancava! - esclamò, beffardo
Qualche DigiHunter rise, senza molta convinzione. I
più avvertivano solo il desiderio di filarsela in fretta da quel posto, che si
faceva ogni minuto più pericoloso.
Il Digimon rimase impassibile
- Cos’è questa storia? Lo sanno tutti che le
portinaie sono pettegole per natura! Non ha nulla da raccontarci... signorina? -
continuò l’uomo, incrociando le braccia al petto.
- Ciò che ho visto è al di là di ogni immaginazione
-
Euclione non fu così pronto a nascondere lo stupore,
sentendo la voce della creatura: l’avrebbe riconosciuta tra mille quella voce.
Ken Ichijouji? Com’era possibile?
- Ho visto innocenti perseguitati ingiustamente. Ho
visto esseri senza scrupoli a capo di organizzazioni criminali. Ma quel che è
peggio - la voce prese un timbro diverso. Era Davis che parlava - ho visto la
verità manipolata per gli scopi più disonesti, ignorando la sofferenza di
migliaia di persone! -
Imperialdramon puntò il dito verso il capo dell’ADO,
e con quel gesto sembrò diventare ancora più alto e minaccioso:
- Dici di odiare i Digimon, eppure hai risvegliato
il più pericoloso di tutti. - la rauca voce di ExVeemon era un’accusa senza
attenuanti - Chi ti dà il diritto di fare tutto ciò? Per anni hai accusato i
Digiprescelti di colpe che non hanno commesso. - Stingmon prese la parola - In
realtà, ne avevi paura. Paura che fossero troppo forti, perché animati da
sentimenti sinceri. Qualcosa, di cui tu ignori persino l’esistenza! -
Euclione, furioso, estrasse la pistola e la scaricò
contro il Digimon: la corazza, tuttavia, deviò tutti i colpi.
- KIMERAMON! DISTRUGGILO! - ruggì, fuori di sé.
- Imperialdramon Final Mode? - ripeté Mimi, che non
era certa di aver compreso.
- Ken, Davis e i loro Digimon si sono fusi insieme?
- mormorò incredula Alba.
La terra tremò di nuovo: Kimeramon stava tentando di
colpire Imperialdramon che, essendo molto più piccolo e agile, riusciva ad
evitare ogni attacco: gli sguardi dei presenti tornarono immediatamente alla
battaglia.
- Dobbiamo fare qualcosa - esclamò il professor
Sagara - Kimeramon non sembra curarsi molto delle persone là sotto, e di certo
Euclione non baderà a simili dettagli. -
Yolei, che fino ad allora era rimasta con lo sguardo
fisso sui due Digimon, si accorse finalmente di T.K., Cody e gli altri ribelli
di fronte alla porta: avevano dovuto sgomitare e farsi largo tra i civili
assiepati là sotto, che si schiacciavano contro le mura per evitare di essere
coinvolti nella battaglia. Avevano a stento riconosciuto Hiroto ed Estibaliz,
nella calca.
- Aprite! Aprite il portone! - gridava il biondo,
battendovi i pugni contro.
- Ma siete matti? I DigiHunter non aspettano altro!
- rispose la ventiduenne - Siamo già stati fortunati che Estibaliz sia riuscita
ad uscire senza farsi notare! -
- T.K. ha ragione: - replicò saggiamente Cody -
dobbiamo dividere quel minimo di protezione che le nostre mura offrono! -
- Del resto, ormai... - mormorò Mimi.
Ormai, se i DigiHunter volessero catturarci, non
dovrebbero fare altro che aspettare davanti al portone pensò Alba,
interpretando il pensiero degli altri.
Imperialdramon si voltò, udendo il rumore della
pesante porta richiudersi: la pianura era ora sgombra.
Dov’è Euclione? Non riesco a vederlo domandò
Stingmon.
È ancora qui, sotto di noi rispose Ken.
La distrazione costò cara ad Imperialdramon: il
ciclopico pugno di Kimeramon, che da solo poteva contenerlo quasi completamente,
si abbattè su di lui, scagliandolo a terra.
Ken...
Scusa, Davis, non avrei dovuto distrarmi.
Imperialdramon si alzò sulle ginocchia, dolorante,
trovandosi faccia a faccia con il generale Euclione.
- Tutto qui? - domandò, prima di scoppiare in una
risata sguaiata
Questo qui è fuori di testa... sospirò Davis.
Ken, guarda! Quell’ombra...
Anche il ragazzo si era accorto di ciò di cui
Stingmon parlava: un’ombra nera si stagliava alle spalle del generale, simile a
quella che avevano visto, dieci anni prima, circondare il corpo di Yukio Oikawa
posseduto da MaloMyotismon.
In quel momento, Stefanos apparve tra i due
duellanti, che trasalirono per la sorpresa.
Euclione, suo malgrado, sobbalzò, e il monocolo gli
cadde dal volto.
- Che maleficio è questo?! -
Il bambino socchiuse gli occhi, senza smettere di
fissarlo.
- Abbiamo ancora un discorso in sospeso... - gli
annunciò.
Sempre meno tangibile, appoggiò una mano sulla
giacca del generale.
- ...ma presto risolveremo ogni cosa -
In quell’istante scomparve.
- Cos’è successo? - domandò Yolei, muovendo gli
occhiali sul naso come se non credesse a quel che stava succedendo.
- L’ultima parte buona di Euclione è scomparsa -
rispose T.K.
L’Invincibile strinse le labbra, gli occhi che
tradivano preoccupazione.
Il capo dell’ADO, tuttavia, si riprese in fretta
dalla sorpresa: dopo alcuni istanti, si fece da parte, per permettere a
Kimeramon di colpire il suo avversario
- Se volevate farmi paura con qualche trucchetto da
prestigiatore, - gridò, rivolto verso le mura - Beh, non ci siete riusciti! -
Mentre Imperialdramon riprendeva il suo tentativo di
evitare i colpi del nemico, si rese conto di sentirsi sempre più stanco: stava
rallentando e, di conseguenza, veniva colpito sempre più spesso finché, con un
pugno più forte degli altri, si ritrovò nell’impossibilità di rialzarsi.
Non aveva colpito neppure una volta il gigantesco
Kimeramon.
L’intero forte trattenne il fiato. Yolei e Mimi si
portarono le mani sulla bocca, Takeru serrò i pugni, mentre Cody serrava i denti
con rabbia; Estibaliz si strinse a Sàndor, che per la prima volta parve non
accorgersi della presenza di una donna a meno di trenta metri da lui e Alba si
coprì gli occhi.
Loukas, che stava entrando nella base per volare
dalla moglie, si voltò a guardare gli altri, preoccupato, e quasi si prese in
faccia la porta che Hikari, per correre fuori, aveva spalancato.
(RIIIIKAAAA, mi stai facendo venire una crisi
isterica!!!! N.d.G.)
(Tranquilla, respira profondamente e passa tutto.
N.d.A.)
Il generale estrasse da sotto il mantello la
Lapis, continuando a ghignare come un folle
- Che ne dite di un soggiorno a tempo indeterminato
qui dentro? Credo che stareste bene, sulla mia scrivania... ma da domani, potrò
pretendere un trono! -
Imperialdramon si puntellò sui gomiti, per potersi
alzare sulle ginocchia e fronteggiare lo sguardo dell’uomo:
- Folle! Ora la gente saprà cosa hai fatto, e ci
saranno ancora più Digiprescelti! La speranza non morirà mai! - ruggì, mettendo
nel suo grido buona parte delle energie rimastigli.
- Sognatori! All’alba non resterà nemmeno uno di
voi ribelli! -
L’Invincibile si sporse dalle mura come se volesse
saltare di sotto:
- Ora basta, Stefanos! - gridò - Loro non
c’entrano, sono io l’oggetto del tuo odio! -
- Non avrò pace... - sibilò l’altro, con gli occhi
fuori dalle orbite - Finché anche l’ultimo di voi non sarà scomparso per sempre!
-
La Lapis si illuminò: sapendo cosa stava per
succedere, Imperialdramon tentò di alzarsi in piedi, ma le gambe si rifiutarono
di sorreggerlo.
Euclione lanciò un grido: qualcosa non andava per il
verso giusto.
- Che succede? Io non ho ordinato di... -
- Sciocco! Hai creduto davvero che la creatura
maledetta ti avrebbe ubbidito? - domandò l’Invincibile.
- Vuoi dire... - balbettò Cody - Che è stato
Kimeramon? -
L’altro annuì:
- Senza dubbio. È un Digimon artificiale, senza
possibilità di Digievolvere. Sicuramente ha trovato un altro modo per sfogare la
sua energia. -
Il forte vento causato dalla Lapis si propagò
per la pianura: raccogliendo tutta l’energia residua, Imperialdramon si levò in
piedi e tentò di resistere alla corrente.
- La Lapis! Non riesco... a farmi obbedire!
-
Euclione, con il volto sfigurato dal terrore, si
accorse che la pietra aveva cominciato a risucchiarlo. Imperialdramon tentò di
togliergliela di mano ma, nel giro di pochi secondi, anche l’ultimo lembo del
mantello del generale era scomparso, inghiottito dal terribile potere della
Lapis.
Per alcuni secondi scese il silenzio, un silenzio
esterrefatto. Poi Kimeramon lanciò un altro, assordante ruggito.
Pensierino della buonanotte: Io non so
più che dire...
Gothika: Io sì. Che bisogno c’era di
allungare ULTERIORMENTE la ff? >__<***
Lo so, lo so. Sarebbe dovuta finire con Euclione e
Kimeramon risucchiati, e tanti saluti. Ma in effetti, non è un po’ strano che
Kimeramon esegua gli ordini da bravo cagnolino senza tentare qualcuna della sue
geniali trovate? E che la Lapis prenda a funzionare di propria
iniziativa?
Gothika: Se a questo punto si scopriva che il
vero nemico dietro Euclione era la Lapis, rinunciavo a farti da beta
reader!
Sarebbe stato un po’ scomodo: la battaglia finale
tra Imperialdramon e un sasso sarebbe entrata negli annali delle fanfic come la
più noiosa mai scritta... anche se sarebbe stata, probabilmente, la più
esilarante.
Tantissimi ringraziamenti a
chi continua a leggere, e un sovrappiù a chi recensisce: Topomouse,
SHUN DI ANDROMEDA (ave, o fanatica di FMA! Mi dichiaro affetta anch’io da
questo morbo!), Killkenny (no... aspetta, posso spiegare... il fatto è
che di solito recensiscono sempre le ragazze, e ho dato per scontato... va bene,
non avrei dovuto, ma, ti prego, richiama quell’enorme essere!), Talpina
pensierosa (visto che hai commentato lo scorso capitolo, ti perdono la
dimenticanza :D), hikary, DenaDena (i capelli blu di Sora erano
solo un intermezzo comico: sono già tornati alla normalità!),
DarkSelene89Noemi (certo, certo, Daisuke è sempre intelligente... a parte
alcuni momenti...), HikariKanna, dana e giusyangel. Non
sapete quanto mi rendete felice!
Capitolo 21 *** La fine di tutto, l'inizio di tutto ***
Nuova pagina 1
Capitolo ventuno(e ultimo, con
un po’ di fortuna!):
La
fine di tutto, l’inizio di tutto
Alice si avvicinò a Yolei e Mimi, togliendosi gli
occhiali.
- Alla buonora! - esclamò la Digiprescelta
dell’Amore, irritata - Come diavolo fai a restare attaccata a quel dannato
computer mentre qui fuori succede il finimondo? -
- La mia presenza è superflua - rispose piatta la
bionda - Che ci sia o meno, non aiuterò Imperialdramon a vincere. Quindi,
ritengo inutile restare qui come se stessi assistendo ad una partita di calcio.
-
Così dicendo, voltò le spalle e si avviò verso
l’interno della base, inseguita da Mimi che gridava:
- Se sai di Imperialdramon, allora stavi
guardando!! -
Alba sospirò, esasperata.
- Mi spiace ammetterlo, ma Alice mi è molto
antipatica! -
Estibaliz ridacchiò:
- È solo introversa. Credo che, in fondo, anche lei
sia interessata -
Improvvisamente, uno strillo prolungato riempì
l’aria.
La luce dell’alba cominciò a rischiarare il campo di
battaglia: Imperialdramon respirò profondamente, osservando il suo gigantesco ed
immobile avversario.
Improvvisamente, Kimeramon si lanciò sull’altro
Digimon, che riuscì a scansarsi restando sospeso in aria.
- Luce Celeste!! -
Il raggio colpì il mostro, che ruggì per la rabbia,
prima di scagliarsi contro di lui. La battaglia si trasformò in un corpo a corpo
serrato, in cui il Digimon più piccolo sfuggiva agli attacchi del più grande,
senza tuttavia riuscire a piazzare colpi.
Così non va! ruggì Davis Ci stiamo
stancando troppo, tra poco non potremo più difenderci!
Eppure, nessuno dei nostri attacchi...
Con una mossa velocissima, Kimeramon arrivò alle
spalle di Imperialdramon, colpendolo con una delle mani di SkullGreymon sulla
schiena e mozzandogli il fiato: approfittando del disorientamento
dell’avversario, prese a tempestarlo di colpi, fino a scagliarlo al suolo.
- O ci inventiamo qualcosa - esclamò Agunimon - o
siamo nei guai! -
- Imperialdramon è appena digievoluto - fece notare
Tommy - Non ha abbastanza esperienza per utilizzare al meglio i suoi attacchi. -
- E in più deve destreggiarsi con quattro
personalità distinte. - fece eco T.K.
Hikari arrivò di corsa sulle mura, trafelata:
- Possiamo fare qualcosa? Non riesco a restarmene
con le mani in mano - gemette, torcendosi le mani.
(Ma tu non eri impegnata? N.d.Tutti)
L’Invincibile rimase impassibile.
- Kimeramon deve finire nella Lapis -
dichiarò - Non deve mai più essere risvegliato -
Cody si voltò verso di lui:
- Sei stato davvero tu a creare Pleroma? E la
Lapis? -
La creatura scosse la testa, e per la prima volta la
sua indifferenza parve lasciare il posto alla frustrazione.
- Non ho creato né l’uno né l’altra. Sono una
specie di... controllore. In effetti, credo che le voci intorno a me siano state
amplificate... altrimenti, a quest’ora saprei cosa fare! - aggiunse, stringendo
i pugni infantili - Il fatto è che il materiale di cui è composta la Lapis
reagisce con i Digivice: e a Pleroma, io sono l’unico a possederne uno! -
Kimeramon si avventò sul nemico, disteso per terra,
per finirlo, ma quello riuscì a scansarsi e librarsi in aria.
- Luce Celeste! -
Il fascio luminoso fu così potente che il gigantesco
mostro digitale venne scaraventato al suolo, formando un cratere
Sbrighiamoci, prima di esaurire completamente le
energie! esclamò Ken.
Una spada apparve tra le mani di Imperialdramon, che
la portò con entrambe le mani sopra la testa, pronto a vibrare il colpo.
- Spada del Paradiso!!! -
Kimeramon gridò, facendo risuonare di nuovo la voce
che aveva usato prima che la Lapis assorbisse Euclione. Imperialdramon
rimase immobile, aspettando che il polverone che si era alzato dopo il suo colpo
si diradasse.
Ce l’abbiamo fatta... sospirò Davis,
sollevato.
Eppure...
ExVeemon non riuscì a terminare il pensiero: la
gigantesca zampa di Devimon afferrò Imperialdramon, bloccandolo al suolo.
Yolei si illuminò:
- Forse ho un’idea! - esclamò
- Avanti, non tenerci sulle spine! - gridò Gatomon,
agitata come tutti gli altri Digimon
- I Digivice! - strillò convulsamente la
ventiduenne, afferrando goffamente il suo e facendolo quasi cadere - La Lapis
reagisce con i Digivice, no? -
- La Luce dei Digivice, dici? Come dieci anni fa? -
chiese Takeru.
- Esatto! -
- Ma cosa succederà? - domandò Catherine.
- Qualcosa dovrà ben accadere! Però, per favore,
tentiamo: sta per venirmi una crisi isterica! -
Tutti i Digiprescelti, sotto lo sguardo perplesso
delle persone rifugiatesi nella base, estrassero i Digivice e li alzarono verso
il cielo.
Tra la folla, i genitori dei Digiprescelti
trattennero il fiato.
(Perché, perché non sono il padre/la madre di un
normalissimo ragazzo che va in giro a rubare autoradio e scippare vecchiette???
T_T N.d.Genitori di Digiprescelti)
Dopo alcuni istanti, i piccoli apparecchi
cominciarono ad illuminarsi.
Alba urlò, indicando il terreno vicino allo scontro:
- Guardate la Lapis! -
La pietra, rimasta abbandonata nella polvere da
Euclione, si era illuminata debolmente, di un bagliore che non poteva essere
dovuto alla fioca luce dell’alba. L’ennesimo ruggito di Kimeramon, che già
pregustava la vittoria si tramutò in un verso strozzato, di sorpresa prima, e
terrore quando cominciò a venire trascinato verso la Lapis.
Imperialdramon, riverso per terra, tentò di
liberarsi dalla morsa esercitata dalla zampa dell’avversario, ma non ebbe la
forza di opporsi; poco dopo, si accorse con orrore di essere a sua volta
attirato da quel gorgo virtuale. Convulsamente, tento di sfuggire al vortice, ma
era troppo stanco e malconcio, con lividi e ferite su tutto il corpo.
Non ce la faccio pensò, arrendendosi e
sparendo all’interno della pietra.
Un refolo d’aria sollevò la polvere del campo di
battaglia, ora deserto.
(Ops... o.O N.d.Digiprescelti)
Loukàs, con un fagotto in braccio, si avvicinò,
incredulo come gli altri.
- DAVIS! KEN! -
Le voci dei ragazzi rimasero senza risposta. Il sole
sorse su una pianura vuota e devastata dalla recente battaglia.
Yolei crollò in ginocchio, in lacrime, mentre Cody
ripeteva: - Non doveva andare così... cos’è successo? -
I civili di Tokyo, uscendo dalla base, si guardavano
intorno, stupiti; Tai, tra di loro, spostandosi una ciocca di capelli per
spaziare con lo sguardo per tutto il campo di battaglia, vide distintamente il
marchio dell’ape sul braccio di un DigiHunter di fianco a lui sparire in pochi
attimi.
La signora Motomiya chiuse gli occhi, sperando di
aver avuto un incubo, mentre la madre di Ken, mortalmente pallida, veniva
sorretta da suo marito e da Eiji.
- Che è successo? - gridò T.K., rivolto verso
l’Invincibile.
- La Lapis si è attivata, assorbendo al suo
interno tutto ciò che ha trovato nel suo raggio d’azione. - la creatura si morse
il labbro inferiore, il gesto più umano che le avessero visto fare.
- Questo l’ho visto anch’io, - ruggì il biondo,
troppo fuori di sé per farsi impietosire dallo sconforto dell’altro - voglio
sapere dov’è Imperialdramon, e come facciamo a farlo tornare! -
La bambina - Digimon abbassò lo sguardo, frustrata.
- Non lo so. -
Ken sbatté più volte gli occhi, per abituarli alla
luce troppo vivida e improvvisa: per alcuni istanti non poté fare altro che
starsene impalato a raccogliere le idee, per ricordare come fosse finito lì e,
soprattutto, dove si trovasse questo lì.
La Lapis! riuscì infine ad articolare
Ma sono ancora vivo?
Beh, essere assorbiti dalla Lapis non voleva
necessariamente dire morire: i loro Digimon non erano morti, la volta
precedente.
Dove saranno finiti gli altri?
Provò a guardarsi intorno, a muovere qualche passo,
ma si trovava in un luogo sconosciuto e indefinito, dove tutto ricordava la
superficie di una bolla di sapone e non esisteva né un pavimento, né un
soffitto.
- KEEEEEN! KEEEN! -
Le voci di Wormmon e Davis lo fecero voltare verso
sinistra, da dove gli altri tre erano improvvisamente comparsi.
- State tutti bene? - domandò, preoccupato.
- Niente di rotto! - esclamò baldanzoso Veemon.
- Siamo all’interno della Lapis, a quanto
pare - considerò Davis.
- Già. Come ne usciamo?? - il piccolo drago azzurro
si voltò con aria fiduciosa verso il proprio partner.
- Veemon, se lo sapessimo non resteremmo qui a
parlarne! -
I quattro si guardarono, preoccupati. Daisuke, messe
le mani a coppa vicino alla bocca, gridò:
- C’È NESSUUUUUUUNOOOOOOOOO???? -
Ken, nonostante tutto, fece fatica a non ridere.
Tuttavia, mai si sarebbe aspettato che qualcuno rispondesse davvero, con un
educato:
- Buongiorno, Digiprescelti. -
Wormmon sobbalzò, alla vista dell’uomo dai capelli
grigi e il viso magro e spigoloso, vestito con una tunica bianca: Veemon agitò
il lungo indice verso il nuovo arrivato.
- Euclione! - strillò.
L’Invincibile raccolse da terra la Lapis.
- Devo tornare a Pleroma. -
- C-cosa? - domandò Yolei.
- Devo tornare a Pleroma. E devo portare con me la
pietra. -
Cody sbiancò:
- Ma tu sai come tirarli fuori! Sei stato tu ad
aiutare i nostri Digimon, non è così? -
La bambina dai capelli azzurri lo guardò a lungo,
prima di rispondere.
- È così. Temevo che Euclione, dopo la Terra,
volesse attaccare anche Pleroma, la sua terra natale. Quindi, ho deciso di
aiutare voi ribelli, per quanto mi era possibile, liberando i vostri Digimon e,
trasformato in Iryon, avvertendo i Dieci Leggendari Guerrieri di questa mossa. -
- Allora che aspetti? - chiese Eiji.
- Non posso aiutare Imperialdramon. -
- Perché? - gridò Yolei.
- Per due ragioni: primo, il mio potere funziona
solo con i Digimon, così come il Digivice ha poteri solo su di essi. Dunque,
dato che difficilmente sono riusciti a mantenere la digievoluzione, potrebbero
tornare solo Veemon e Wormmon. Secondo, non ho possibilità di scegliere chi
riportare fuori e chi no: dovrei far uscire anche Kimeramon. -
Il silenzio calò tra i ragazzi: neppure loro
potevano davvero pretendere di ritrovarsi di fronte Kimeramon, soprattutto in
quel momento, in cui i loro Digimon erano stanchi e troppa gente innocente si
trovava nelle vicinanze.
- Ti prego, almeno lasciacela! - implorò Takeru - È
l’unico mezzo per riportare qui i nostri amici! -
La creatura scosse la testa.
- So benissimo che, se ve la lasciassi, voi la
terreste. E io voglio distruggerla, per evitare che finisca di nuovo in mani
sbagliate. -
- Potremmo... - iniziò Cody - Potremmo tenerla solo
per qualche tempo... -
L’Invincibile lo guardò con freddezza.
- No. - ribadì.
L’uomo sospirò:
- Sarebbe più corretto da parte tua chiamarmi
Stefanos, di Nuova Atene. È il mio vero nome. -
- E il bambino? - chiese Ken, confuso. Come il
piccolo Stefanos, anche questo sembrava poco più che un’ombra.
- Io sono il bambino. Io sono Euclione. Ormai non
esistono più differenze. -
- Ormai? -
L’uomo di Pleroma annuì, rivolto verso Davis:
- In qualche modo, quel poco che era rimasto di me
si è riunito con Euclione, il mio corpo fisico. -
- Scusi se glielo faccio notare, ma non mi pare in
possesso di un... ehm... corpo fisico. -
- Davis, piantala di fare l’impiccione! - lo
rimproverò Veemon.
L’altro, invece, rise mestamente.
- No, no, hai assolutamente ragione. Questo è tutto
ciò che rimane di me, in effetti. -
- Sei... morto? - sussurrò Ken.
- Sì, direi di sì. Comprensibile, in un certo
senso: non avevo più l’età per risvegliare Digimon artificiali malefici e
tentare di controllarli. - l’ombra di un sorriso rassegnato continuava ad
aleggiare sulle labbra spettrali di Stefanos - Kimeramon, per vivere, aveva
bisogno di qualcuno che gli fornisse energia: in pratica, mi ha prosciugato. -
- Terribile. - rabbrividì Wormmon, stringendosi
ancora di più a Ken.
- La considero una giusta punizione per tutto quel
che Euclione ha combinato nel vostro mondo. -
- Ma tu non sei esattamente Euclione, no?
Come... -
I Digiprescelti non ebbero difficoltà a completare
la frase del Digimon bruco: come l’Imperatore non era esattamente Ken.
- Ipotesi interessante. Non la condivido, ma è
gentile da parte tua considerarmi un qualcosa a parte: ne discuterei ancora,
però credo che siate ansiosi di uscire da qui. -
Ken ricordò all’improvviso il problema di base:
- E come? -
- Che domanda: avete con voi i Digivice, vero? -
- Sì, ma... -
- Aspetta, Ken! - lo interruppe Davis - Eu... cioè,
Stefanos ha ragione: se i Digivice hanno attivato la Lapis dall’esterno
risucchiandoci, forse dall’interno attiverebbero l’effetto contrario, facendoci
uscire. -
Ken gli lanciò un’occhiata perplessa:
- In effetti... - concesse, prendendo in mano il
proprio Digivice.
Loukàs appoggiò una mano sulla spalla di Yolei: la
ventiduenne, inginocchiata nella polvere con la Lapis di fronte a sé,
aveva lo sguardo perso nel vuoto, senza riuscire a capacitarsi dell’accaduto.
Cody, Takeru e Hikari le si fecero intorno,
ignorando la folla radunata ancora lì, mentre l’Invincibile restava immobile a
qualche metro da loro, palesemente seccato dall’impossibilità di andarsene con
la pietra.
- È inutile restare in questo stato. - fece notare
lentamente il biondo - Non ce li riporterà -
Il grido sbalordito della bambina - Digimon attirò
l’attenzione dei ragazzi sulla Lapis, che si era nuovamente illuminata:
tutti quanti fecero un salto indietro, spaventati, ma Loukàs, spingendo Miyako,
mosse bruscamente il fagotto che teneva ancora in braccio, che prese a
strillare.
Di certo Davis si era immaginato un’accoglienza più
calorosa: sta di fatto che, quando i quattro ricomparvero, trovarono gli amici
distratti dalle urla della piccola Niki Seferou, che aveva monopolizzato per
alcuni istanti l’attenzione.
- Allora è nata! - esclamò Veemon.
I cinque si voltarono a scatti, sbalorditi, incapaci
di spiccicare parola. Solo Loukàs riuscì a muovere le braccia, per non far
cadere la povera figlia che, a poche ore di vita, ne aveva già viste di tutti i
colori.
- KEN! - riuscì a gridare dopo alcuni istanti
Yolei, saltando in piedi per abbracciare il suo fidanzato e, di fatto,
travolgendolo.
- Pensavamo davvero che... - Cody si interruppe,
sospirando di sollievo.
- Grazie mille, Cody, sempre incredibilmente
ottimista! - gridò Davis, fingendosi offeso.
- Come avete fatto? - domandò Sàndor.
- Stefanos ci ha suggerito di usare i Digivice... -
spiegò Wormmon, lentamente, prima che Davis prendesse la parola per raccontare
l’accaduto.
- Semplicemente assurdo. - decretò alla fine
l’Invincibile, evidentemente seccato dal fatto che quei ragazzi avevano scoperto
qualcosa che lui ignorava.
- Pazienza. L’importante è che abbia funzionato. -
replicò T.K.
La creatura scrollò le spalle:
- Immagino di sì. Ora, se permettere, me ne andrei.
-
- Ti serve un Digivarco? Un computer? - chiese
Yolei, molto più servizievole.
- No, grazie, posso fare da solo. -
Fece per voltare le spalle, ma fu fermata da Cody:
- Aspetta! E la Lapis? -
- Ci ho pensato, - rispose l’altro, scrollando le
spalle - e ho deciso che potete distruggerla voi. Ne avete tutto il diritto,
visto quel che vi ha causato. -
Takeru si sfregò le mani, soddisfatto:
- Bene, allora... - si guardò intorno, cercando
qualcosa per distruggere la pietra.
Catherine, arrivata in quel momento, gli porse un
grosso mazzuolo.
- E questo dove l’hai preso? - le chiese,
perplesso, il Digiprescelto.
- Trovato in giro, per la base. - fu la laconica
risposta.
- Credo che tocchi a voi due. - dichiarò il
Digiprescelto della Speranza, rivolto a Davis e Ken. Il primo gli strappò
praticamente il pesante attrezzo di mano, e si preparò con la cura di un
giocatore di golf professionista: con le gambe divaricate per aver maggiore
stabilità, sollevò il pesante martello, per poi abbassarlo con tutte le sue
forze sulla Lapis, che si incrinò con un sonoro schiocco.
- Non è poi così resistente! Ken, a te l’onore di
darmi una mano! - esclamò, porgendo l’arnese all’amico.
Il ventunenne afferrò il mazzuolo e menò il fendente
decisivo: la crepa creata dal primo colpo si allargò, e la pietra si spezzò, tra
l’esultanza dei ragazzi e le grida della figlia di Loukàs e Noriko.
- Come chiamerete la bambina? - domandò Ken,
rialzandosi.
- Niki, ovviamente. E Hikaru. -
- Hikaru? -
- Perché è nata alle prime luci dell’alba. -
- E non ad un’alba qualsiasi! - esclamo T.K. -
L’alba del venticinque agosto 2012! -
Fine
Gothika: FINALMENTEEEEEEE!!!!!
Rika88: Oh, no O.o
Go: Non dirmi che hai dimenticato qualcosa!
Rika88: Arriva! O.O
Go: Cosa?
Rika88: Buuuuuuuuuuh, ho finito la ff! T____T
Go: Di già? -.-
Rika88: Cosa posso farci? :°°°°°(
Gothy: Smetterla di dire idiozie, per
esempio.
Rika88: Ho deciso!
Go: Eh?
Rika88: Faccio l’epilogo!
Gothy: NO!
Rika88: Sììììììììììììì! >:D
Ringraziamenti vivissimi a tutti
quelli che hanno recensito: Talpina Pensierosa (l'Invincibile non fa
nulla, per contratto. I protagonisti sono i Digiprescelti, non lui/lei...e poi,
con la storia dei superpoteri e dell'invincibilità, sarebbe un protagonista
noioso, non credi? :-) ), giusyangel, SHUN DI ANDROMEDA,
Killkenny, Goddes of Water (neppure io volevo farla diventare così
lunga, ma non potevo tagliare spiegazioni doverose... sigh), hikary,
Francesca Akira89 e HikariKanna!