De Animo Amicitiaque

di Rika88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A.D.O. ***
Capitolo 2: *** Il ritorno di un amico ***
Capitolo 3: *** L'ultimo giorno ***
Capitolo 4: *** Un aiuto inatteso ***
Capitolo 5: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 6: *** La profezia ***
Capitolo 7: *** Il marchio del tradimento ***
Capitolo 8: *** La prima parte della profezia ***
Capitolo 9: *** Estibaliz ***
Capitolo 10: *** Il bambino nel Mare Oscuro ***
Capitolo 11: *** Gli occhi del cuore ***
Capitolo 12: *** Luce e Buio ***
Capitolo 13: *** Filosofia ***
Capitolo 14: *** L'amore di un fratello ***
Capitolo 15: *** Veggenti ***
Capitolo 16: *** La Greatest Revolution ***
Capitolo 17: *** Il segreto dei Digi-Hunter ***
Capitolo 18: *** Ascoltando la voce di un bambino ***
Capitolo 19: *** L'Invincibile ***
Capitolo 20: *** Imperialdramon Final Mode ***
Capitolo 21: *** La fine di tutto, l'inizio di tutto ***



Capitolo 1
*** A.D.O. ***


Questa è la mia prima fanfic di genere "catastrofico/deprimente/fantascientifico", quindi, perdonate se a tratti è un po’ goffa. L’ho scritta più di un anno fa, ma in alcuni punti non mi convinceva, così ho passato mesi a risistemarla, grazie anche al contributo di Gothika, esperta e amante delle fanfiction dark: tuttavia, ci sono anche parti comiche, romantiche, d’azione...un gran minestrone, insomma

(E ci sono anche le prime romanticherie decenti scritte da Rika! N.d.Gothika)

Come al solito, ci tengo a farvi sapere che i commentini miei, di Gothy e di Yolei87 sono di un’idiozia colossale, quindi siete autorizzati a non leggerli.

Capitolo uno:

A.D.O.

Anno 2012

Daisuke Motomiya gettò nel cestino la lattina che aveva appena svuotato con mossa da cestista. Il pezzo di alluminio fece un mezzo giro sul bordo, poi cadde fuori, strappando un sospiro al ventunenne. Quel giochetto non gli era mai riuscito.

Si voltò verso Cody, seduto in un angolo, che guardava fuori dalla finestra

- Che giorno è oggi? - domandò

- Non lo so. Ho perso il conto. Ma è un’altra giornata qui dentro - rispose amaramente il diciannovenne

Cody odiava la base. Odiava quel recinto di mura, che i ribelli avevano costruito in gran segreto in un bosco, vicino alle montagne, per nascondersi. Odiava la piega che la sua vita aveva preso da alcuni anni, ma più di tutto odiava l’ADO, quindi sarebbe rimasto ancora.

- Sono sei anni che l’Anti Digimon Organization detiene il potere - ricordò Davis

- E il peggio, è che sono stati gli stessi cittadini a votarla -

Davis si grattò la testa

- Non possiamo dargli torto. Dai, non guardarmi così, però è vero. Insomma, si vedevano questi mostri che puntualmente comparivano: nel 2002, nel ‘99, chissà quante altre volte. Arriva questa organizzazione che dice: "I mostri sono controllati da persone che si fanno chiamare Digiprescelti e possono aprire portali tra questo mondo e un altro." Tu cosa avresti fatto? -

Cody sospirò

- Il peggio, lo conosciamo solo noi. Noi ribelli, Digiprescelti o meno. -

- Parli delle Prigioni dei Dannati? -

- Già. Luoghi d’inferno, dove chi ci finisce è quasi certo che non ne uscirà più... -

- Questo non è vero! - esclamò Davis, alzando la voce

Il Digiprescelto dagli occhi verdi lo guardò con aria di compatimento

- Nessuno è mai fuggito, finora - sottolineò, duro

Davis abbassò lo sguardo

- Aggiunta inutile. Nessuno fuggirà mai - mormorò

Cody si ammorbidì

- Non essere così negativo. Sono certo che Ken... -

- Ken è là dentro da due anni - interruppe secco Davis - E non abbiamo sue notizie. Il nostro gruppo è spezzato, Takeru in Francia, Kari e Yolei a Kobe, Sora e Mimi in America... -

- Ti vuoi arrendere? - domandò sprezzante l’amico

Davis si sedette, fissando le pareti gialle della stanza, senza realmente vederle

- Siamo deboli, Cody. Siamo un pugno di ribelli che non possono accedere a Digiworld, nè mostrarsi in pubblico. -

- Siamo un gruppo di ribelli che non si arrende, Davis. E tu sei il nostro capo -

Anche Ken è il capo. O forse lo era.

Al pensiero dell’amico, ripensò alla lattina di birra che era caduta per terra.

- Ken mi avrebbe guardato con le sopracciglia aggrottate, poi avrebbe sospirato - ridacchiò

- Come? -

- Lui odiava l’alcol -

Kobe, più o meno nello stesso momento.

La vecchia locanda ricordava un saloon del Far West, meta solo di ubriaconi e di vagabondi: eppure la locandiera non voleva decidersi ad abbandonarla.

Miyako Inoue, ventidue anni, era ancora una ragazza ricca di fascino, sebbene avesse passato gli ultimi anni prima nel minimarket di famiglia e poi, quando avevano dovuto venderlo, in quella puzzolente osteria gestita dal padre e, alla sua morte, da lei stessa, poichè le sorelle e il fratello erano tutti emigrati.

La giovane, impegnata a pulire il bancone, si fermò per osservare interessata il ragazzo appena entrato dalla porta: fece finta di sistemarsi i capelli sotto la cuffia che portava per difenderli dalla sporcizia, per alzarsi e squadrarlo.

Dimostrava più o meno la sua età, e doveva essere un barbone o un vagabondo: i lunghi capelli scuri erano arruffati e legati in una coda poco oltre le spalle e la barba, molto probabilmente la prima cresciuta su quel giovane viso, aveva l’aria di non vedere un rasoio da un po’, e dava al viso un colorito olivastro; gli occhi erano coperti sotto un grande cappello di paglia.

Nell’insieme, dunque, non era per nulla attraente: senza una parola, si sedette ad un tavolo vuoto, togliendosi la pesante giacca nera e lasciando così vedere una felpa scura da cui spuntava il colletto di una camicia bianca e jeans sdruciti sopra ad un paio di stivali rovinati. (Sembra un po’ Grampasso nell’osteria a Brea N.d.A.)(O forse Sirius Black fuggito da Azkaban... N.d.Gothika)(Oppure Goku 500 anni prima in Saiyuki! N.d.Yolei87)

- Oggi abbiamo solo whisky o rhum - disse brusca Yolei, avvicinandosi allo sconosciuto mentre fingeva di pulire il pavimento con una grossa scopa

- Avete qualcos’altro? Non adoro l’alcol -

La giovane, abituata ad avere come clienti solo ubriaconi, spalancò gli occhi e lasciò cadere la ramazza: troppo stupita per ribattere, gli portò del latte, unica bevanda analcolica che aveva in casa, poi gli chiese:

- Avete bisogno di una stanza? Sembrate stanco -

Il ragazzo, con in mano il cappello, le rivolse uno sguardo gentile: aveva grandi occhi grigio-blu, davvero bellissimi, in contrasto con il resto della persona

(Yolei...su, non è difficile, i lettori hanno già capito... N.d.A.)

- No, grazie - rispose gentilmente - Vi prego, sedetevi: siete una delle poche persone che non mi stanno alla larga perchè puzzo! -

- Non preoccupatevi, sono abituata alla puzza...cioè, volevo dire... -

Miyako arrossì furiosamente: dannata boccaccia, perchè non riusciva mai a tenerla chiusa nei momenti opportuni??? Lo sconosciuto di fronte a lei, però, non sembrò essersela presa, anzi, scoppiò in una risata gioviale

- Scusate, non volevo... -

- Non mi avete offeso! È bello trovare ancora ragazze come voi! -

- Come vi chiamate? Se non sono indiscreta! - aggiunse in fretta

Il giovane la fissò

- Non posso pronunciarlo ad alta voce... - si rammaricò

Yolei sentì un brivido, comprendendo: un ricercato! Doveva buttarlo subito fuori, chiamare il corpo di sicurezza dell’ADO, o sarebbe stata nei guai...

E se quell’uomo avesse saputo qualcosa di Ken? Per qualche attimo rimase silenziosa, in conflitto, poi decise di rischiare.

- Da dove venite? - domandò guardandosi intorno

- Sono in viaggio da alcune settimane. Vengo da Tokyo -

- E cosa... -

- Cosa ho fatto? - terminò lui, con la stessa voce pacata

In quel momento, qualcuno appoggiò una mano sulla spalla della ventiduenne: lei si voltò per mettere a posto lo scocciatore, trovandosi di fronte un uomo vestito con una divisa blu.

Un DigiHunter, la "polizia" dell’ADO.

- Signorina, devo chiedervi di allontanarvi. Io e il mio compagno - e indicò un altro uomo, dietro di lui - dobbiamo informarla che sta parlando con un criminale -

La giovane spalancò la bocca, senza riuscire a dire nulla. Intanto, di fronte a lei, il vagabondo si alzò, sospirando

- A quanto pare, l’avventura è finita... - disse, allargando le braccia

Cominciò a seguire i due ma, appena fu vicino al primo, lo colpì con un destro che lanciò il DigiHunter al suolo, stordito. Sotto gli occhi sempre più sbigottiti di Miyako, si scatenò una rissa che causò un fuggifuggi generale.

Dopo una collutazione che parve durare ore, l’unico DigiHunter rimasto in piedi sgambettò il bandito, spianandogli contro una pistola.

- Ci ho provato... - sospirò il moro

L’uomo in divisa si rivolse a Yolei, senza perdere di vista la sua preda

- Lei dovrà spiegare cosa ci faceva un evaso nella sua bettola, signorina Inuoe -

La locandiera e il criminale si guardarono, entrambi perplessi

Evaso?

Inoue? Yolei?

Finalmente, la ragazza lanciò un’occhiata alla cintura del vagabondo scorgendovi, con suo sommo stupore, un Digivice. E non un Digivice qualunque, ma un Black Digivice.

- Temo, signore, di non potervi aiutare - sentenziò Yolei, prima di afferrare nuovamente la scopa e sbatterla violentemente sulla testa del DigiHunter.

- Però... - commentò il giovane, mettendosi seduto e osservando il tizio cadere in terra, stordito

Yolei era furibonda

- KEN-ICHIJOUJI! - scandì, quasi urlando

L’amico le lanciò un sguardo innocente

- Dimmi, Yolei -

- Tu... - si sedette, tentando di calmarsi - Non solo ci fai disperare, facendoti credere morto nella Prigione dei Dannati di Tokyo. Non solo evadi senza farci sapere nulla. Arrivi anche QUI e mi DISINTEGRI il locale! -

Ken si sedette di fianco a lei, osservandosi un taglio sul fianco che sanguinava

- Volevo avvertirvi - si giustificò - Ma non sapevo come fare. Ero inseguito, nel caso non te ne fossi accorta -

La ventiduenne si calmò

- Come mai non sapevamo della tua fuga? E soprattutto, come cavolo hai fatto? Nessuno... -

- Mi hanno aiutato a fuggire, in realtà - si giustificò Ken - Ma credo che l’ADO abbia tentato di non far trapelare la cosa. Insomma, non poteva ammettere che le sue inespugnabili prigioni, non sono poi così inespugnabili -

Yolei osservò il taglio dell’amico

- Sanguini. Vieni, chiamo un medico -

- Sei matta? -

- È un medico fidato. -

La mattina dopo, Ken fu risvegliato da una secchiata d’acqua gelida, che gli strappò un grido e lo fece saltare su come una molla (No comment -.-""" N.d.A.)

- Yolei! -

Si voltò verso la voce femminile: stava per dire qualcosa di poco carino sulla secchiata, ma riconoscendo la nuova arrivata si interruppe

- Kari! -

- Te l’avevo detto che era un medico fidato, o no? - sentenziò la ventiduenne

- E io ti avevo detto che non mi serviva! Guarda, non sanguina più! - disse il ragazzo, mostrando il fianco

- In effetti, se fosse stato un taglio grave saresti morto dissanguato sul mio divano, e io avrei dovuto pulire... -

- Yolei! - esclamò di nuovo Hikari

- ...nascondere il cadavere... -

- Grazie per l’interessamento... - commentò il ventunenne

- Beh, visto che sei qui, usufruisci del mio bagno per ricomporti. Sembri un naufrago -

Incurante dei borbottii di Ken ("Se tu non mi avessi tirato un secchio d’acqua in testa...è_é"), la ragazza tornò a parlare con l’amica

- Come l’hai risolta con quei due? - le chiese la ventunenne

- Ho detto loro che il bandito era scappato. E che non avevo idea di chi fosse, la mia locanda è piena di gente simile -

- Ehi! - gridò il moro dal bagno, ferito nell’orgoglio

- E per la bastonata? -

- Ero stata ricattata da - e qui la voce di Yolei si fece più acuta - "quel terribile uomo, oh che paura, meno male che ci siete voi DigiHunter a vegliare sulle povere ragazze sole come me..." e sciocchezze simili. Piuttosto, non torni allo studio medico? Joe si preoccuperà! -

- No, non c’è problema, poi gli spiegherò tutto. Tu stai attenta, con il tuo ospite. Anche se il taglio non sembrava grave, non è il caso di strapazzarlo -

- Come mai fai il medico, se non sei ancora laureata? -

Ken era comparso alle spalle di Yolei: la ragazza si voltò per ordinargli di pulire dove aveva sporcato di sangue (che donna senza cuore -.-"" N.d.Tutti), ma la burla le morì in gola.

Davanti a lei c’era il Ken Ichijouji che ricordava, senza barba e con i corti capelli corvini che mettevano in risalto i grandi occhi grigio-blu (XD°°°°°°°°°°°°°°°°° N.d.Yolei87)(Yol...Yol, contieniti! No, la bava no! O.O N.d.A.)

- Joe mi permette di dargli una mano ugualmente, anche se solo come infermiera - stava spiegando Kari, nascondendo le risate alla vista dell’espressione fulminata della padrona di casa

(Tocca a me! Voglio scrivere io! N.d.Gothika)

Canticchiando a bassa voce, T.K. si alzò dal letto e aprì la finestra.

A Parigi erano solo le sei di mattina, ma per lui era ora di andare a lavorare (Ovviamente, la scena non si svolge nello stesso momento della precedente in Giappone: se a Kobe è mattina, a Parigi dovrebbe essere ancora notte...n.d.G.): da quando conviveva con la sua fidanzata, si era reso indipendente dalla madre e aveva deciso di trovarsi un lavoro, nonostante avesse solo ventun anni.

- Buongiorno amore! -

La giovane donna dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, gli porse il caffè (Ho un gran brutto presentimento...-_- N.d.A.)

- Ah, Catherine, non dovevi! Potevi restare a dormire! -

- Non ti preoccupare, lo faccio volentieri - rispose lei sorridendo allegra

(AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH! O.O N.d.Rika88 colpita da raptus omicida)

(AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHH! N.d.Amanti della Takari)

Takeru, di buon umore, uscì di casa e si trovò sugli Champs Elysèes: senza badare ai nuvoloni che oscuravano il cielo, il biondino si diresse nel bar in cui lavorava come cameriere.

(Scusate, piccola parentesi:

Rika88: IO TI SPACCO LE OSSA, BRUTTA %$/%==*駧§)))!!!!!!!!!!!!

Gothika: Aspettaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!! O.O""""""

Ehm, chiudiamo la parentesi ^^"" )

- Salve a tutti! - gridò allegro

- Ciao T.K.! -

A parlare era stata una signora più o meno di mezza età, dietro il bancone

- Buongiorno signora Ichijouji - rispose il giovane

- TAKAISHI, PIANTALA DI PARLARE E FILA AL LAVORO!! - sbraitò il padrone del bar

Alzando gli occhi al cielo, il biondino interruppe la conversazione: i genitori di Ken erano emigrati in Francia con lui, anzi, era stato proprio il Digiprescelto ad offrire loro la vecchia casa del nonno. In Giappone il loro cognome era fin troppo conosciuto grazie al figlio...Ken Ichijouji, il Digiprescelto della Bontà, uno dei più famosi capi dei ribelli, catturato due anni prima e sparito nel nulla, nel buio della Prigione dei Dannati giapponese.

Pensierino della buonanotte: Respira, Rika...sei stata tu a permettere a Gothika di scrivere, quindi devi prenderti le tue responsabilità...U.U

Gothika: Ma dai, non te la sarai presa...in fondo, se Kari e T.K. avessero continuato a pensarsi a distanza, sarebbe stato non solo noioso, ma anche sdolcinato...vero?...vero?...Rika, cosa fai con quell’ascia? O.O

Il primo capitolo è quasi completamente rifatto: nella prima versione, la voce narrante descriveva la situazione dei Digiprescelti, la storia della presa di potere dell’ADO (che in originale era l’OAD, l’Organizzazione Anti Digimon...però una sigla italiana mi puzzava un po’ ^^"""), eccetera eccetera. Tuttavia, risultava piuttosto fredda, così ho fatto spiegare la faccenda a Davis e Cody.

Gothika: Io ero l’addetta alle parti dark, ma ho voluto cimentarmi con qualcosa di più soft. E poi, Rika non aveva ancora detto nulla su Takeru-chan. Ora scusate, ma è meglio se scappo...

Rika88: Al prossimo capitolo! ^_^ ...................Vieni qui, disgrazia!!!!! +_+

Gothika: AAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!! °O° """""""

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Capitolo 2
*** Il ritorno di un amico ***


Nuova pagina 2

Capitolo due:

Il ritorno di un amico

 

Yolei e Ken stavano vagando da mezz’ora nei sotterranei di Tokyo (Ah, il fascino misterioso delle fogne giapponesi...) per arrivare al nascondiglio dei ribelli: la ragazza era davanti, ma Ken avrebbe fatto quella strada ad occhi chiusi...quante volte l’aveva percorsa, quasi sempre con Davis...tranne quella volta, quando...il ragazzo chiuse gli occhi rabbrividendo al ricordo e si toccò il petto, all’altezza del cuore: la cicatrice c’era ancora, sebbene avesse cessato di dolere da parecchio tempo...

- Eccoci arrivati! -

La voce di Yolei lo riportò alla realtà: erano arrivati fuori dalla città, dove il cunicolo tornava in superficie: là sorgeva un fortino, su modello di quelli europei

- Ragazzi! -

Hikari venne loro incontro correndo

- Siete venuti qui da Kobe? - chiese

- No, abbiamo usato la macchina fino a Tokyo, però poi abbiamo continuato a piedi - rispose Yolei - Hai parlato con Davis? -

- Sono riuscita a dire a Cody che avevo notizie di Ken, ma non ho potuto parlare con Davis...credo sia in uno dei suoi momenti "no"... - lo sguardo di Kari si fece triste

- Beh, quando vedrà Ken gli passerà il muso! - esclamò decisa Yolei - Andiamo! -

Il trio si avviò verso gli appartamenti del capo dei ribelli

 

- Potevi almeno far passare Kari! - stava esclamando Cody, seccato, gettando la sigaretta

(Piantatela di fumare, non sapete che nuoce gravemente alla salute e fa male alle donne incinte? N.d.G.)

(Donne incinte? O.o N.d.A.)

- Ha detto di avere notizie su Ken! - fece eco Tai, contrariato

Erano tutti lì: Tai, Matt, Izzy, Joe, Davis e Cody.

Gli ultimi Digiprescelti giapponesi: Sora e Mimi erano negli Stati Uniti, T.K. in Francia, Yolei e Kari vivevano a Kobe sotto falso nome e Ken...

- Sono stanco... - mormorò Davis - Stanco di aspettare e di illudermi. -

Si alzò con uno scatto furibondo e continuò, con la voce incrinata, quasi non si accorse dell’ingresso di Kari e Yolei

- Ken non può essere sopravvissuto per due anni nella Prigione dei Dannati! Nessuno ha mai resistito per più di qualche mese! -

- Allora sono felice di smentirti -

Sei teste si voltarono simultaneamente (Kari e Yolei erano già voltate) verso il nuovo arrivato.

Ken Ichijouji aveva appena varcato la soglia della stanza, quella stessa soglia che aveva visto, due anni prima, la sua cattura...

(Una soglia che vede? O.O N.d.G.)

(È un modo di dire... -.- N.d.A.)

Davis dovette sedersi

- K-Ken? Sei tu? - chiese ingenuamente: la sua mente continuava a rifiutare ciò che gli occhi vedevano (wow, pura poesia!)

Ken rise, avvicinandosi

- Direi proprio di sì - rispose tendendogli la mano - Carino da parte tua darmi per morto! -

Se Davis non fosse stato così orgoglioso, molto probabilmente si sarebbe messo a piangere: invece ricacciò indietro l’emozione e balzò in piedi, abbracciando l’amico.

 

Più o meno nello stesso momento in cui i Digiprescelti si ricongiungevano al loro amico dato per morto (Rika, non c’è bisogno che continui a ricordarlo -.- N.d.G.), in una dimensione a metà tra il Mondo Reale e Digiworld, un messaggero giunse alla residenza del Padrone dell’Aria, Kazemon. L’ambasciatore era in realtà una ragazzina di circa tredici anni, con corti capelli neri e grandi occhi blu, a cavallo di una enorme tigre bianca

- Stai qui, Iryon, torno presto - disse la fanciulla al felino, che rispose con un verso che si sarebbe detto affettuoso

Era successo davvero quello che aveva sentito? Rabbrividendo, la giovane sperò con tutto il cuore di sbagliarsi.

Speranza vana. Il viso della Padrona dell’Aria, che in quel momento si presentava in forma umana, non lasciava dubbi

- Ti stavo aspettando, Rei -

- Mia signora, dunque è davvero successo? -

- Così pare -

- Ma i sigilli hanno sempre tenuto, nessuno si è mai liberato da... -

- Ma loro lo hanno fatto - fu la laconica risposta

- Com’è possibile? Sono solo esseri digitali! -

- Sai, Rei... -

- Dite -

- Non sono sicura che sia una cosa negativa... -

Rei spalancò gli occhi, spostandosi una ciocca di capelli sfuggiti al codino e osservando la donna dai lunghi capelli biondi seduta sul trono

- Gli esseri sigillati nella roccia sono creature dannate! - rispose esitante

- Ma chi li ha chiusi è un traditore -

- Ci saranno delle conseguenze -

- Potrebbero essere positive. Uno di loro ha fatto fuggire il Digiprescelto della Bontà dalla Prigione dei Dannati... -

- La Bontà... Scommetto che è stato... -

- Rei, per favore, corri ad avvertire Cepheus di quanto è successo. Sono certa che lui saprà mettersi in contatto con le persone giuste -

- Non vedo come mio fratello... -

- Va’, Rei -

- Come volete -

(Ammettetelo, non ci avete capito niente U.U N.d.A.)

(Se è per questo, non ho capito neppure io O.o N.d.G.)

(Meglio, così non combini guai -.- N.d.A.)

 

Ken stava gironzolando senza meta per l’accampamento, o il forte...insomma, la base dei ribelli. Quel posto non era cambiato tanto, nel giro di due anni, solo una parte di muro era stata rifatta dopo che l’originale era crollata due anni prima: senza accorgersene, il ragazzo arrivò nell’infermeria, dove scorse Davis che parlava con Kari (Ehi! N.d.A.). Per non disturbare la conversazione, il giovane dai capelli neri cominciò a guardarsi intorno, finchè la sua attenzione non fu catturata da un ripiano di un armadio contenente una decina di fiale piene di uno strano liquido lattiginoso...Ken sbarrò gli occhi e osservò meglio

- Sono antidoti contro la peste bianca -

La voce di Kari non riuscì a smuoverlo dalla sua indagine, ma il ragazzo rivolse comunque un cenno di saluto a lei e a Davis, giusto per non essere maleducato

- Non ti consiglio di entrare nei reparti veri e propri, siamo pieni di malati - continuava l’aspirante medico

La peste delle celle, o peste bianca, la malattia creata in laboratorio dall’ADO per distruggere i Digiprescelti senza sporcarsi le mani. Però un anno prima il virus era riuscito a diffondersi, uccidendo non solo i ribelli, ma anche la gente comune (Lo sapevo che "I Promessi Sposi" fanno strani effetti N.d.Gothy)(Ehm...^^""" N.d.A.)

- Non ti preoccupare, ho già avuto la peste bianca. Voi, piuttosto? -

- Anch’io l’ho avuta - disse Davis - e pure Kari -

- Esiste solo questa medicina per curare la peste bianca? - domandò Ken

- No - rispose Davis - ma noi abbiamo solo questa. Viene dalla Francia, ce l’ha mandata Tak... -

Kari in un attimo si rabbuiò e, borbottando qualcosa sul fatto che aveva sentito Yolei chiamarla, sparì

- Dannazione. Me ne sono dimenticato - sibilò Davis mordendosi la lingua

Ken gli lanciò un’occhiata interrogativa

- T.K. è andato a vivere in Francia e...pare che sia fidanzato con Catherine, la ragazza che aveva incontrato dieci anni fa con Tai - spiegò il ragazzo dai capelli rossicci

- Come mai in Francia? -

- Non te lo ricordi? La Francia è uno dei pochi paesi dove l’ADO non ha basi nè Prigioni. Anche i tuoi genitori sono là... -

Ken rimase per qualche attimo in silenzio, sollevato

- Davis, credi ci siano altre fiale come queste in giro per il Giappone? - domandò subito dopo

- Non credo, come ho già detto l’ADO non ha sedi in Francia...perchè me lo chiedi? -

- Sono praticamente certo di aver preso una fiala come questa, quand’ero malato -

Davis lo guardò stupito

- Credevo che i DigiHunter non curassero i prigionieri -

- Infatti non lo fanno -

- E allora cosa...? -

- Lascia stare -

Ken voltò lo sguardo verso una finestra, da cui si vedeva il sole tramontare

- Ken... -

- Mh? -

- Quanto tempo fa hai avuto la peste bianca? -

- Circa un mese e mezzo fa...pochi giorni prima di fuggire -

- Sono indiscreto se ti chiedo...insomma...come hai... -

Davis si bloccò. Decisamente non era carino chiedere a Ken di ricordare qualcosa di orribile come le Prigioni dei Dannati.

Quando rialzò lo sguardo, noto che l’amico lo guardava sorridendogli tristemente: un’espressione patetica, accentuata dal pallore della carnagione, in contrasto con i capelli scuri

- Se te lo raccontassi, non ci crederesti...anche perchè non lo so bene neanche io - fu la sua risposta

- Ti va di fare una passeggiata vicino alle mura? -

Ken si arrese: quando Davis proponeva una passeggiata intorno alle mura, voleva dire che aveva intenzione di cavargli di bocca tutta la storia...

 

Pensierino della buonanotte: finalmente nel prossimo capitolo sapremo cos’è successo a Ken e soprattutto com’è fuggito dalla Prigione dei Dannati! Purtroppo T.K. si vedrà solo tra un po’... T__T In compenso avremo sviluppi sull’altra dimensione!

Gothika: E forse si capirà perchè cavolo abbiamo infilato anche i ragazzi di Digimon Frontier...

Su questo non ci giurerei...anche perchè, non l’ho ancora capito neppure io O.o

Gothika: Andiamo bene -__-""""

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Capitolo 3
*** L'ultimo giorno ***


Nuova pagina 1

Ariecchime qua! Giuro, quando ho letto le recensioni mi è preso un leggero coccolone, il che non mi succedeva dal primo capitolo di HC06: come ho già detto, non ero molto sicura che questa ff piacesse, nè di essere riuscita a scriverla decentemente.

Gothika: In compenso, mi ha inseguito per tre ore per vendicarsi dell’accoppiata Takeru-Catherine... é__O

Te la sei solo cercata U.U E ora passiamo al capitolo, e alla fine risponderemo alle recensioni!

 

Capitolo tre:

 

L'ultimo giorno

 

La serata era fresca, ma i due ragazzi erano entrambi vestiti con abiti leggeri (Davis con una T-shirt, Ken con la camicia dalle maniche lunghe). Improvvisamente si fermarono

- Ti ricordi? È qui che ci trovavamo due anni fa -

Era stato Ken a parlare.

- Già... -

- Come mai non avete abbandonato la base? Ormai non è più sicura! -

- Non avevamo altri posti dove andare, così abbiamo soltanto chiuso la seconda entrata, quella da cui erano entrati i DigiHunter. Oltretutto qui è più protetto contro l’infezione -

Altro silenzio

- Che ti prende, non vuoi più sapere la mia storia? -

- Se la cosa ti può far sentire meglio... -

Ken si voltò a guardarlo

- Da quando ti arrendi così? - lo prese in giro

Davis non sorrise, ma gli afferrò un polso

- Ken, io vorrei saperlo. Sei tu che non vuoi dirmelo -

- Il problema è che non lo so neppure io... - ammise l’altro

Davis aumentò la stretta al polso

- Stai tentando di evitare le domande o sbaglio? Dimmelo, e non inventare scuse -

- No, Davis, e se vuoi ti dirò quel che so. Ma, per favore, lasciami il polso: mi stai facendo male -

Il ragazzo dai capelli castani lasciò immediatamente la presa, notando la smorfia di dolore apparsa sul viso dell’amico. Ken si affrettò a rimettere a posto il polsino della camicia, ma non riuscì a nascondere un segno rossastro, come una sottile cicatrice, che circondava tutto il polso. Davis, suo malgrado, non potè fare a meno di fissare quella parte, mentre Ken arrossiva leggermente e si voltava per appoggiarsi al muro che lì faceva da balaustra, dando le spalle all’altro ragazzo

- È vero quel che si dice? Che nei muri delle Prigioni c’è una lama di coltello infilata nel cemento? -

- Sì. I DigiHunter non si sporcano le mani per ammazzarci...dopo qualche mese che mangi da schifo e vieni trattato come la suola di una scarpa, quella lama diventa un oggetto molto interessante... -

(Battuta de "La Maledizione della Prima Luna"...ma lì era una pistola N.d.G.)

(E poi, Jack Sparrow veniva abbandonato su isola deserta! N.d.Y.)

(E noi dove la trovavamo un’isola deserta? -.- N.d.A.)

- Ken! - non potè fare a meno di sussurrare Davis

- Ci ho pensato varie volte...ma non l’ho mai fatto. Avevo così paura, che preferivo farmi umiliare per ore dai DigiHunter-

- Cosa vi...? - vergognandosi della sua curiosità, Davis tacque

- Molte volte - riprese Ken, leggendogli nel pensiero - mi tenevano con la testa in un secchio pieno d’acqua, giusto per vedere quanto resistevo prima di affogare...non gli è mai riuscito di levarmi di mezzo con questo metodo -

(Gothika, non dovevo farti leggere La casa degli spiriti N.d.A.)

(Lì non era acqua, ma letame N.d.G.)

(Oh, allora ti sei trattenuta -.- N.d.A.)

(Non posso fare questo a Ken *_* E comunque in gita scolastica l’anno scorso hanno fatto lo scherzo della testa sott’acqua ad un mio compagno ^_^ N.d.G.)

(E te ne vanti????? N.d.A.)

(Certo, l’ho proposto io ^_^ N.d.G.)

(O.O Ecco da dove sbucano i DigiHunter... N.d.A.)

Ma torniamo a noi (Sorry per l’intermezzo comico)

Davis deglutì rumorosamente: lui sapeva a mala pena nuotare...

(Allora potevamo spedircelo al posto di Ken -.- N.d.A.)

- Ti scandalizzi per così poco? - gli chiese Ken, con il volto contratto in un sorriso cupo - Allora non posso raccontarti delle catene che mi hanno lasciato i segni sui polsi, nè delle frustate... -

(Gothika, vienti al dunque e lascia da parte le scene truculente! N.d.A.)

Davis impallidì

- Oppure - continuò Ken - ...oppure di questo -

Aprì leggermente la camicia (Gothika, piantala di sbavare >__< N.d.A.)(XD°°°°°°°°° N.d.G.) (Ehi! Ci sono anch’io!!!!!!! XD°°°°°°°°°°°°°°°°°° N.d.Y.)(E SMETTETELA DI SBAVARE VOI DUE, DOPO CHI PULISCE?!? N.d.Autrice provvista di denti da vampiro), mostrando una cicatrice sul petto, all’altezza del cuore: una striscia di circa cinque centimentri...

- Non è una cicatrice! - sussultò Davis - è...è un marchio! -

- È a fuoco - spiegò l’amico - Quindi me lo porterò dietro più o meno...per tutta la vita! -

 

*****

- CEPHEUS! CEPHEUS! -

- Ciao Rei! - gridò il ragazzo, salutando con la mano la ragazzina che gli si faceva incontro

- Ciao fratellone! -

Cepheus era molto simile alla sorella: aveva i capelli neri, lunghi, legati in un codino basso. Dimostrava più o meno diciassette anni, quattro in più della sorella. La giovane gli raccontò della sua conversazione con Kazemon

- Mhhhh... il Padrone delle Tenebre è appena tornato. Beh, lo disturberemo lo stesso -

- Il Padrone delle Tenebre? -

- Certo - rispose Cepheus, ridendo all’espressione di Rei - Probabilmente Zoe voleva che chiedessimo a lui -

- Voleva che mi chiedeste che cosa? -

I due fratelli si voltarono.

Davanti a loro era apparso un Digimon molto alto, tutto nero, con una lunga chioma bionda: il volto era quasi completamente coperto, eccezion fatta per i grandi occhi castani

- Vi chiediamo scusa - rispose Rei inchinandosi educatamente - Ma i Digimon sigillati nella roccia si sono liberati... -

- ...e gli altri Padroni degli Elementi vorrebbero sapere il vostro parere e come intendete comportarvi - terminò Cepheus

******

 

- Non volevo farti tornare in mente così tanti brutti ricordi, Ken - sussurrò imbarazzato Davis

- Non preoccuparti, Davis. Anzi, forse tu potresti aiutarmi a capire cos’è successo quasi due mesi fa, e chi mi ha aiutato a fuggire -

- Sta bene. - il ragazzo riprese il solito piglio del capo - Raccontami cosa ti è successo dal giorno in cui ti hanno catturato! -

E noi, per aiutarvi a capire meglio, vi diamo un lungo flashback, partendo dall’ultimo giorno che Ken passò nel forte...

 

 

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::Flashback:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

- Devodirglielodevodirglielodevo... -

- Ken, che stai dicendo? -

Il diciannovenne alzò gli occhi verso Wormmon, sulla sua spalla, e arrossì violentemente

- Oh, ehm, parlavo ad alta voce? -

- Direi di sì -.-"" -

- Ah ^^""""" Comunque non ti preoccupare, devo dire una cosa a Yolei -

- Ooooh - rispose il suo Digimon con l’aria di chi ha capito tutto

Ken arrossì ancora di più, ma lo salvò una voce proveniente dallo stesso cunicolo in cui erano loro

- Ciao, Ken! -

La squillante voce di Yolei inchiodò i piedi del ragazzo al suolo

- Ciao, Yolei! -

- Come mai da solo? Di solito sei sempre con Davis! -

- Davis è già al forte; tu piuttosto, come mai sei qui? -

- Ti...ehm, ti dovevo parlare! -

- Andiamo fino al campo, non è sicuro stare qui -

I due ragazzi con i loro Digimon (ah, c’è anche Hawkomon N.d.A.) continuarono a camminare in silenzio

 

*******

- ... E questo è tutto. -

Rei si fermò e riprese fiato, mentre Loewemon restava assorto nei suoi pensieri

- Credo che Zoe non abbia tutti i torti - disse infine - quei Digimon non sono cattivi, ma preferirei comunque che la situazione nel Mondo Reale venisse controllata. Se davvero Ken è tornato, probabilmente i DigiHunter lo cercheranno -

- Così rischia di innescarsi una catena... - mormorò Cepheus

- Ho un’idea - lo interruppe il possente Digimon - convochiamo anche gli altri Padroni degli Elementi e sentiamo anche il loro parere! -

- Nel frattempo gli umani potrebbero aver fatto qualcosa di molto stupido - si lamentò Rei

Loewemon la guardò, poi le sorrise dolcemente (oddio, sorrise...almeno credo che sorridesse! N.d.A.)

- Sai, Rei, noi umani tra i difetti abbiamo la testardaggine. Ma insieme riusciamo sempre a tirarci fuori dai guai. E te lo dico per esperienza personale! -

*******

 

Ken e Yolei entrarono nella stanza in cui di solito si riunivano i capi dei ribelli (eh già, proprio QUELLA stanza! N.d.G.)

- Cosa volevi dirmi, Yolei? -

- Oh, ehm...prima tu! ^////^ -

- Va bene... - Ken prese fiato - Il fatto è che io...io...tu... -

In quel momento suonò l’allarme. I DigiHunter avevano scoperto e attaccato il fortino!

(D’oh! T__T N.d.Ken)(Sei malefica, Gothy! N.d.A.)

- Resta qui! Tornerò il prima possibile! - ordinò Ken a Yolei, lanciandosi fuori dalla porta (Temevo dalla finestra ^^""""N.d.A.) (Eh eh, ricordate nel secondo capitolo? N.d.G.)

 

- Che succede? - gridò il giovane dai capelli neri

- Ci hanno trovati! - gli urlò di rimando Davis, cercando di sovrastare il rumore

I due si trovavano sulle mura del forte, mentre i Digimon di sotto combattevano selvaggiamente

 

*******

- Il Padrone delle Tenebre è un essere umano?? O.O -

- Già, il fratello gemello del Padrone della Luce - rispose Cepheus ridendo

- Dove c’è la luce c’è sempre anche il buio. Luce e oscurità sono le due facce inseparabili della stessa medaglia -

- Così dice la profezia. -

Rei continuò a camminare, sovrappensiero

- Cepheus... -

- Dimmi! -

- Credo che Kazemon e Loewemon abbiano ragione. Quei Digimon non sono cattivi. -

*******

 

Ken buttò il secondo caricatore della sua pistola e si acquattò dietro le mura.

Una detonazione avvertì che una parte del forte era appena crollata.

- L’ala est è andata! - urlò Davis

Ken sentì il sangue andargli sotto i piedi

- Dannazione, Yolei è ancora là! -

Si alzò e corse in quella direzione. Dopo circa cento metri, una voce lo fermò

- Ken, dove vai? -

Era stato Stingmon a parlare. Il Digimon coleottero si avvicinò con quel passo zoppicante che il Digiprescelto conosceva bene: anni prima era stato colpito alla gamba sinistra, e da allora non riusciva più a camminare bene, così o volava o regrediva Wormmon

- Yolei è nella stanza gialla! Vado a recuperarla! -

Fece per andare, ma uno strano presentimento lo attanagliò: si sfilò il Digivice e lo porse al suo Digimon.

- Tienimelo tu, me lo ridarai appena torno! -

(Allora siamo a posto -_- N.d.G.)

 

- Carino da parte tua mollarmi nel bel mezzo della bagarre! - urlò inviperita Yolei all’indirizzo del ragazzo dai capelli corvini

- Come facevo a sapere che sarebbero entrati nel forte? - fu la risposta, semi coperta dal rumore della porta della stanza gialla che veniva abbattuta.

Ken e Yolei si trovarono davanti una dozzina di DigiHunter. Colpito da un’idea, Ken afferrò la ragazza per un braccio e se la mise davanti, puntandole la pistola alla tempia

(BRAVO! Altre idee cretine o affondiamo con un po’ di dignità????? >__< N.d.A.)

- Che fai??? - gli sibilò furibonda Yolei

- Lasciatemi passare - stava dicendo Ken - Questa ragazza non è una Digiprescelta! Non costringetemi a farle del male! -

- Almeno leva la pistola! - continuava l’ostaggio

- Tanto è scarica! ^^"""" -

(-.- Non ci sono parole... N.d.A.)

(Guarda che sei tu che l’hai scritta! N.d.G.)

I due riuscirono ad avanzare fino all’entrata, ma un rumore fece voltare Ken: qualcuno aveva spaccato la finestra dietro di lui e aveva lanciato nella stanza un petardo.

(Piccola precisazione: la stanza gialla è in realtà un casotto di legno subito sotto il muro della parte est. Internamente è dipinto di giallo, ed è il luogo in cui i Digiprescelti si riuniscono)

Senza pensarci, Ken spinse Yolei per terra, seguendola lui stesso per non essere colpito dall’esplosione.

Quando fece per alzarsi, urtò la testa contro la fredda canna di una pistola laser...

 

- Uno dei capi dei ribelli! Che onore! -

A parlare era stato un uomo sulla cinquantina, vestito interamente di una stoffa blu che pareva preziosa: sull’occhio sinistro portava un monocolo assicurato alla veste da una catenina dorata e sotto il braccio destro teneva una lastra di pietra rettangolare. Il Digiprescelto si trovava di fronte al generale Euclione, capo supremo dell’ADO.

Ken lo fissò con odio: se non avesse avuto i polsi legati, probabilmente lo avrebbe colpito, anche se questo avrebbe significato farsi scaricare addosso qualche caricatore di pistola laser

- Quei sei sono alcuni dei Digimon dei Digiprescelti, giusto? - continuò l’uomo, rivolto ad un DigiHunter

- Si, generale - fu la risposta

Stava indicando i sei Digimon dei Digiprescelti: senza aggiungere altro, il generale prese la grossa roccia e la puntò come uno specchio, borbottando parole che Ken non afferrò.

Immediatamente si alzò un forte vento, che sembrava provenire direttamente dalla pietra: ExVeemon, Aquilamon, Digmon, Pegasusmon, Nefertimon e Stingmon (mi sta per venire un crampo N.d.A.) vennero come risucchiati, sparendo all’interno della lastra.

Per la seconda volta, Ken sbiancò: non poteva essere vero...non poteva!

- Sei Digimon di meno... - ridacchiò soddisfatto il generale, dopodichè indicò il giovane ribelle - Portatelo via. -

 

- Ricordo quel giorno. E dici che sono spariti nella roccia? - domandò Davis

- Ne sono certo - fu la risposta di Ken - ma non hai ancora sentito tutto! -

 

Pensierino della buonanotte: gli spoiler stavolta sono inutili: nel prossimo capitolo si parlerà dei due anni passati da Ken nella Prigione dei Dannati: figuratevi come sarà allegro...se siete persone sensibili, vi consiglio di saltare il capitolo

Gothika: Io vi consiglierei di cambiare proprio ff!

Passando ad altro: sto cercando di immaginarmi la camminata zoppicante di Stingmon, ma mi viene in mente solo un misto tra Quasimodo, il gobbo di Notre-Dame, e Malocchio Moody di "Harry Potter" ^_^"""

Gothika: Ma ci serve in seguito!

Purtroppo... -_-"""

Va beh, rispondiamo alle recensioni:

    Yuki Kushinada: il fatto che i personaggi vengano chiamati sia con i nomi giapponesi che con quelli americani...ecco...non ha il minimo senso U.U Diciamo che la versione americana viene utilizzata come nomignolo, per salvare il salvabile ^^" Del resto, ho letto un sistema simile anche in altre ff, quindi non credo di essere passibile di denunce ^_^

    LightAngel: la storia sembra curata perchè ho corretto ogni capitolo tre o quattro volte, a seconda dei contenuti ^^""" Odio quando la trama sta su per miracolo, sono la persona più stressante che io conosca...per quanto riguarda i colpi di scena: aspetta, darling, quello che hai appena visto è nulla...

    S.D.: anch’io preferivo andare nel vecchio, motono, assolutamente piatto Takari, piuttosto che vedere il biondino con quella...quella...Quella! Ma Gothika, quel lontano 29 marzo 2004, mi aveva incastrata, e la sottoscritta ha dovuto tenersi la francese...sigh!

    Kaho_chan: ^____^ grazie da parte di tutte e due!

    Francesca Akira89: il nostro destino è recensirci a vicenda...comunque, i ragazzi di Digimon Frontier hanno l’età che avrebbero nel 2012 (Takuya, Zoe, Koji e Koichi diciannove, Tommy diciassette e J.P. venti...sempre se J.P. ha un anno in più di Takuya, cosa di cui non sono certa O.o). Per quanto riguarda Rei, Iryon e la roccia...sono tutti e tre nati per fare uno scherzo a Yolei87, che si era convinta che stessi facendo un crossover con Beyblade...quando ha capito il trucco, ha minacciato di farmi fuori, ma fortunatamente sono ancora qui ^^""""

    Driger: tra una quindicina di capitoli, sono certa che comincerai a chiederti: "Perchè non ho dato ascolto alla mia coscienza, smettendo di leggere appena visto il titolo?"

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Capitolo 4
*** Un aiuto inatteso ***


Nuova pagina 1

Nota pre-capitolo (by Gothika): Siamo solo al quarto capitolo??? T__T Uffi!

Rika88: Sembri Goku quando si lamenta che ha fame -.-

Gothy: E tu sembri Sanzo!

Rika88: Non ruberei mai la parte a mia cugina U.U

Gothika: In che senso? O.o

Yolei87: TACETE O VI AMMAZZO!!!!!!!

Gothy: Capisco ^^"""" Volevo solo dire che Rika, per narrare (come sono colta) della peste bianca -che, vi ricordo, in realtà non esiste- si è presa l’enciclopedia medica di casa sua e ha studiato per bene tutti gli effetti della peste...è decisamente da rinchiudere -.-

Rika88: Non sono mica cialtrona come te! >__<

Capitolo quattro:

 

Un aiuto inatteso

 

La ragazza sedette sullo scomodo sgabello e appoggiò la schiena contro le fredde pietre che formavano i muri della Prigione dei Dannati: quando le avevano detto che le era stato affidato un incarico diverso dalla cucina in cui lavorava, aveva accettato subito, sperando presto di trovarsi in campo contro i Digiprescelti...ora, avrebbe fatto qualsiasi cosa per tornare dov’era.

Le Prigioni dei Dannati ricordavano le segrete di un castello: benchè fossero in superficie, i muri di pietra erano spessi e le finestre così poche e piccole da far entrare pochissima luce, ma tanto freddo in inverno; e lei avrebbe passato lì il suo tempo, aspettando il momento in cui il prigioniero a cui faceva la guardia le avrebbe fatto la cortesia di tirare le cuoia.

Solo pochi mesi, addirittura qualche settimana le avevano detto: quel bastardo era lì da un anno e due mesi, più magro, più pallido, certo, ma vivo. E le faceva paura.

La DigiHunter non sapeva perchè: in fondo, aveva solo due anni più di lei e un volto da bambino...ma lei non riusciva mai a guardarlo negli occhi.

Quelle iridi blu-grigie sembravano appartenere non ad un essere umano, ma ad un qualche animale feroce, a un lupo o un leone: fieri, roventi, sempre pronti a fissarsi su di lei quando entrava nella cella per portare i pasti al suo abitante; si muoveva solo pochi minuti, per sgranchirsi le gambe, per la restante parte del giorno restava seduto in un angolo, senza neppure far stridere le catene a cui erano legati i suoi polsi.

È dunque questo il capo di ribelli Digiprescelti? Si chiese per l’ennesima volta.

Era entrata nei DigiHunter giovanissima, quando la sua casa venne distrutta da un incendio: le dissero che erano stati i Digiprescelti e se voleva vendicarsi doveva unirsi ai DigiHunter per distruggerli...

Per la prima volta, la diciottenne sentì le sue certezze vacillare pericolosamente...

 

Ken tentò di ribellarsi solo una volta, sferrando un pugno al generale che aveva sigillato i Digimon e cercava di farsi dire da lui i luoghi in cui si nascondevano gli altri gruppi di ribelli.Gli spaccò il monocolo e gli fece uscire un fiotto di sangue dal naso.

E la pagò carissima.

Il generale se ne andò furibondo, spedendo subito dopo due DigiHunter con l’ordine di dargli una punizione esemplare.

- Espejo! -

La giovane DigiHunter si voltò. Due tenenti erano apparsi davanti alla cella, uno dai capelli bruni ricciuti e l’altro biondo, con gli occhi pieni di malvagità: uno reggeva un secchio pieno di braci ancora ardenti, con infilata dentro un’asta di ferro rossa al vertice infilato tra i carboni.

(Go, che vuol dire "occhi pieni di malvagità"? N.d.A.)

(Serve per far capire che l’altro è più umano...dico, scrivi fanfic e non capisci questi trucchetti? N.d.G.)

(Sarà... N.d.A.)

- Il generale vuole che tu vada a farti un giro. - ordinò secco il biondo

- Ma...veramente... -

- Fa’ come ti pare. Tu comunque non hai visto nulla -

Espejo attese qualche minuto, in tralice: quando si decise ad entrare, vide il primo tenente, con aria vagamente spaventata, che bloccava Ken tenendolo per le braccia, impedendogli di alzarsi, mentre l’altro osservava interessato l’asta ormai rovente

- E così, piccola Espejo - le disse quando la vide titubante sulla soglia - Non hai il coraggio di avvicinarti? -

Sebbene infastidita, la giovane non raccolse la provocazione

- Il piccolo leone - continuava il DigiHunter, accennando a Ken - Ha la brutta abitudine di non abbassare gli occhi davanti agli ufficiali... -

Afferrò l’asta come un pugnale, levandola al di sopra della testa

- Vediamo - urlò - Se con un occhio di meno riuscirà ad essere ancora così arrogante!! -

La diciottenne ci mise alcuni attimi per capire che lo strillo soffocato era suo: atterrita da quella scena, fuggì tremante.

Intanto, il tenente che teneva Ken, sussultando al grido inaspettato della ragazza, mollò leggermente la presa sulle braccia del ragazzo che, più veloce che poteva, si spostò dalla traiettoria dell’asta. Un dolore atroce all’altezza del cuore lo avvertì che era stato colpito ugualmente, ma il suo occhio era salvo.

 

Espejo ci mise alcuni minuti a calmarsi, costringendosi a respirare regolarmente

Sono pazzi pensò freneticamente. Poi si bloccò

No, la pazza sono io...cosa ci faccio nel covo di questi sporchi assassini?

La ragazza si guardò intorno. E per la prima volta vide.

Vide davvero, con i suoi occhi, libera dai pregiudizi con cui era cresciuta. Il suo primo pensiero fu di correre via, ma subito dopo le apparve nella mente l’immagine del giovane ribelle. (Oggi Rika si sente poetica... N.d.G.)

E lo abbandono così, io che in ogni momento avrei potuto aiutarlo a fuggire?

Colta dall’ispirazione, fece per tornare verso la cella, quando vide venirle incontro i due tenenti: il biondo stava sgridando pesantemente l’altro che, ora che la giovane lo vedeva bene, aveva dei tratti europei, mediterranei.

- ...e ringrazia che non lo dirò al generale! - stava dicendo

- Io torno al mio posto! - disse Espejo, avvicinandosi ai due.

Il tenente con il secchio annuì, senza smettere di rimproverare l’altro e la giovane ne approfittò per far sbattere "casualmente" la mano contro l’asta, ancora piuttosto calda: mandò un grido

- Espejo... - disse con fare esasperato l’uomo

- Sono mortificata...spero di non aver fatto rovesciare nulla... -

- Vai in infermeria a farti dare qualcosa... - terminò seccato il tenente, allontanandosi

 

Non appena Ken sentì il freddo contatto tra la sua guancia e la pietra, capì di essere svenuto.

Si rialzò a fatica, sentendosi il petto e il braccio in fiamme (Nel senso proprio e letterale del termine N.d.G.), la camicia bruciacchiata e con qualche bottone di meno.

Quando Espejo entrò nella cella, lo trovò seduto, con le braccia appoggiate sulle gambe piegate e gli occhi arrossati: capì all’istante che doveva aver pianto, di dolore misto a furia, e di nuovo le ricordò un giovane leone.

Ken le scoccò un’occhiata fredda, ma la ragazza non si fece intimidire, non quella volta. Appoggiò la boccetta che aveva in mano per terra e si tolse dalla tasca il suo misero pranzo, un panino in cui il prosciutto bisognava cercarlo con l’aiuto della polizia scientifica

(Battutona -.- N.d.G.): gliene tese una buona metà.

Ken non smise di guardarla con aria torva

- Non è avvelenato! - esclamò seccata la ragazza, mordendo la sua parte, tanto per sottolineare il concetto

- Non voglio la tua pietà - fu la secca risposta

- Va al diavolo, tu e il tuo orgoglio! Ti diverti a farmi venire i sensi di colpa? - gli sibilò Espejo

Dopo un attimo di silenzio, il giovane dai capelli corvini accettò il cibo che l’altra gli offriva: aveva troppa fame per stare a discutere

- Come ti chiami? -

- Ken. Ken Ichijouji. -

- Credo di averlo già sentito -

- Da queste parti sono in molti a volermi morto. Tu sei spagnola? -

- Come fai a saperlo? - domandò stupita lei

- Ti hanno chiamata Espejo: in spagnolo significa "specchio" -

- Sai lo spagnolo? -

- Un po’ -

- Comunque Espejo è il mio cognome: io mi chiamo Alba -

- Cosa ci fai in Giappone, allora? -

Alba sospirò, scostando una ciocca di capelli rossi e riccioluti dal viso e rivelando una marea di lentiggini e occhi scurissimi

- Otto anni fa, nel 2003, la mia casa venne distrutta da un incendio provocato da Digimon dei Digiprescelti; io sopravvissi, e decisi di vendicarmi -

- Sbagli, non siamo stati noi! - interruppe Ken

- E tu come fai a dirlo? -

- Noi Digiprescelti ribelli restiamo lontani dalle città: quelli che ci vivono, non tengono i Digimon con sè -

Alba non rispose. Ormai ne era certa: le mancavano dei pezzi del puzzle. I DigiHunter dicevano che erano stati i ribelli, ma i ribelli ribattevano di non saperne niente...chi aveva ragione?

- Da quanto sei un Digiprescelto? - domandò allora, tanto per cambiare argomento

- Da undici anni...dal 2000, quando ne avevo nove -

Alba si strozzò con il panino

- Nove anni e già un ribelle? Ora capisco perchè sei uno dei capi! -

Ken le sorrise (Oh oh! Situazione pericolosa! N.d.G.)

- Essere un Digiprescelto non significa essere un ribelle. È l’ADO che ci ha costretto a nasconderci, quando prese il potere sei anni fa! Inizialmente venivamo chiamati "Bambini Prescelti" -

- Tu sei uno dei più giovani? -

- Stai cercando di cavarmi informazioni? - domandò malizioso il ragazzo

Alba si sforzò di non arrossire

- Comunque no, del mio gruppo c’è un ragazzo di due anni più piccolo di me, che divenne un Digiprescelto nel 2002, a nove anni -

Quindi ha la mia età...si disse la giovane...Sono ragazzi come me!

- Ah, quasi dimenticavo! -

Alba afferrò la boccetta ancora abbandonata e la porse a Ken

- Dovrebbe calmare il dolore dell’ustione, ma la qualità è pessima, per cui non assicuro nulla- lo avvertì

Nel prendere l’oggetto, il giovane notò la leggera bruciatura sulla mano di Alba...

Magari me ne pentirò fu il suo pensiero Ma credo di potermi fidare di lei.

******

Davis non riuscì a soffocare una risata

- E bravo Ken! Vedi che fare il figo ti torna utile? -

- Piantala! - lo ammonì l’amico, arrossendo imbarazzato

(Rika, a che kispios serve ‘sta cretinata?? N.d.G.)

(Ho notato che il capitolo sta diventando troppo noioso... N.d.A.)

(Ma tra un po’ arriva la parte migliore!!! Non puoi interrompere! >__< N.d.G.)

(Uff, va bene -_- N.d.A.)

(Se volete posso cantarvi una bella canzone che è uscita da poco!!!!! N.d.Y.)

(NOOOOOOOOO, non ci rovinare il capitolo!!!!!!!!!! N.d.Autrici spaventate)

(Siete perfideeeeeeeeeee!!!!!!! ;___; ueeeeeeeeeeeeeeeeeeeee sig sob N.d.Y.)

*****

Non è facile dire se Alba e Ken divennero realmente amici, o forse se non si trattasse di mutuo soccorso: ogni interrogatorio settimanale del ribelle finiva a legnate, e Alba si beccava parecchi rimproveri sul fatto che avrebbe dovuto dare una mano ai superiori.

Insomma, dopo ogni interrogatorio, la ragazza entrava nella cella e iniziava una chiacchierata lunga abbastanza da far dimenticare a Ken le botte o le umiliazioni.

Ma quel periodo non durò a lungo: alcuni mesi dopo il primo avvicinamento tra i due (e non pensate male, tanto non succede nulla! N.d.A.), sul petto e le braccia di Ken comparvero le terribili macchie bianche, segno che era stato contagiato dalla peste bianca.

In pochi giorni cominciò a montare una febbre altissima, tanto che i secondini furono incaricati di togliere le catene al ragazzo, nel timore che si strozzasse durante una crisi.

(Gothika, questa potevi risparmiartela! N.d.A.)

(Dopo tutto il tuo discorso medico, volevo tornare a qualcosa di più simile ad una ff! N.d.G.)

(IO VOGLIO CANTARE LA MIA CANZONEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!! N.d.Y.)

- Credo proprio - disse un giorno il tenente biondo che aveva tentato di cavare un occhio al giovane - che stavolta ce lo leviamo di torno! -

(Non sforzarti di scrivere il nome...N.d.G.)

(Non mi viene in mente nulla, va bene? E poi è un personaggio marginale! N.d.A.)

Ad Alba fu proibito di entrare, per timore che diffondesse la malattia tra i DigiHunter: per cui la giovane non potè fare altro che osservare l’altro attraverso lo spioncino della porta della cella, sperando che lui chiedesse da mangiare, chiaro segno di guarigione.

Uno di quei giorni, nei sempre più rari momenti di lucidità tra i deliri e il torpore febbrile, Ken si ritrovò a fissare il coltello infisso nella parete di fronte a lui: in fondo, si disse, meglio morire con un po’ di onore, piuttosto che crepare nel delirio più totale...eppure fu proprio quel delirio che lo salvò: il ragazzo era ormai così debole da non riuscire neppure a sollevarsi dal letto di paglia su cui si trovava.

(Gothika, dannazione, e poi sono io che la tiro per le lunghe!! N.d.A.)

(Lo scrivi tu il pezzo della fuga? Io non so cosa scrivere N.d.G.)

(Gioventù sfaticata -.- N.d.A.)

(Ehi! è__é N.d.G.)

In quel momento, la porta della cella si aprì, lasciando entrare un essere coperto interamente da un lungo mantello scuro (Un Dissennatore! O.o N.d.G.)(-.- N.d.A.): la strana figura si avvicinò con una bizzarra andatura zoppicante al pagliericcio.

Magnifico, si disse Ken sto di nuovo delirando

Eppure era reale la mano che si appoggiò sulla sua fronte e la voce che lo chiamò:

- Ken? Mi senti? Riesci a riconoscermi? -

Il ragazzo tentò di guardarlo meglio, nonostante la vista appannata: la creatura considerò il suo silenzio come un diniego.

(RIKA! TAGLIA! N.d.G.)

(Ho ancora una pagina! Se la piantiamo con le note posso farcela! N.d.A.)

Con un sospiro rassegnato, la creatura frugò dentro il mantello, tirandone fuori una fiala con dentro un liquido lattiginoso

- Prendi. Bevi - intimò

Fece per mettergli una mano sul mento, ma Ken, con la poca forza rimastagli, colpì la mano, sicuro di trovarsi davanti ad un DigiHunter: dovette mordersi la lingua per non urlare, quando scoprì che quel palmo era duro come una pietra.

- Sei proprio conciato male per non riconoscermi... - disse, quasi tra sè, lo sconosciuto, ritraendo la mano come davanti ad un cobra pronto a colpire. Si fermò un attimo ad osservare il pallido incarnato e il corpo magro e diafano del ribelle, ascoltando il respiro accellerato.

- E va bene... - continuò subito dopo - Vorrà dire che dovrò dimenticarmi che siamo amici -

(E ora scrivi tu! N.d.A.)

Fulmineo, afferrò Ken per il colletto della camicia e, ignorando i calci che il ragazzo gli tirava per tentare di difendersi, lo sbattè contro il muro, mozzandogli il fiato e lasciandolo talmente stordito da non potesi difendere quando gli versò il contenuto della fiala in gola.

(Go, togliersi il mantello e dire "Sono Stingmon" era troppo complicato, vero? N.d.A.)

(Sugli appunti c’era scritto: "Stingmon salva Ken, ma non si fa riconoscere" è__é N.d.G.)

(Abbiamo appena perso tutte le fan di Ken -.- N.d.A.)

Dopo pochi attimi, Ken fu scosso da un dolore che giungeva dai suoi visceri, dove stava passando il liquido: scosso dalle convulsioni, smise di scalciare come un mulo e, nno appena l’altro lo lasciò andare, affondò la faccia nella paglia ormai puzzolente e marcia, dove vide la fiala abbandonata per terra con ancora qualche goccia di siero all’interno

- Era... - balbettò rantolando - era veleno! -

- Era un farmaco contro la peste bianca. Tra qualche giorno starai meglio -

- Menti! -

- Perchè dovrei? -

Ken tornò a girarsi, senza rispondere. Sui suoi occhi sembrò calare un velo nero, e da quel momento fu buio.

 

- È stato più difficile del previsto! - borbottò Stingmon, sollevando il corpo privo di sensi del suo Digiprescelto

- Tranquillo, da queste parti non passa nessuno - rispose Alba, affiancandosi a lui e osservando lo squarcio che il Digimon aveva provocato nel muro della cella

- Tu che farai? - le chiese la gigantesca libellula

- Beh, visto che hai aperto la porta di servizio...perchè non approfittarne! - disse allegra lei -Piuttosto, dove hai intenzione di portarlo? -

- Lontano da qui -

- Modo diplomatico per dire che non lo sai? -

- Colpito e affondato... - fu l’ammissione

Alba sorrise

- C’è una fattoria, a qualche kilometro da qui - gli disse - ci abitano due contadini anziani. Il loro figlio era il padre di un Digiprescelto - aggiunse, diventando seria - Ma la famiglia fu sterminata. Non credo che dia loro fastidio avere un altro Digiprescelto in casa -

- Come lo sai? -

- Mi avevano accolta quando ero una recluta dell’ADO. Io avevo scoperto la loro storia, ma... - si morse la lingua - ero troppo accecata dalla vendetta, per provare pietà per quelle povere persone -

Stingmon abbassò la testa, in silenzio

- Allora, tu dove andrai? -

- Torno a casa. - disse Alba decisa - Voglio scoprire chi distrusse la mia casa e la mia famiglia, otto anni fa. E se davvero fu l’ADO, conto di unirmi ai ribelli spagnoli -

- Allora, buona fortuna -

- Anche a te...e anche a Ken -

E con questa ultima frase, i due si divisero

 

Per la prima volta, dopo due anni, Ken fu svegliato da un raggio di sole che lo colpì in viso. Ma lo sorprese il doppio il fatto di trovarsi su un letto propriamente detto, candido e pulito

- Guarda, Natsuko, si sta svegliando -

Il giovane si ritrovò faccia a faccia con un vecchino mezzo sdentato che lo guardava allegro

(Mi immagino la faccia di Ken: O.O"""""""" N.d.A.)

- Uff, cominciavo a preoccuparmi: giovanotto, ma lo sai che dormi da tre giorni? - domandò una signora dai capelli bianchissimi, sopraggiunta al richiamo del marito

- Oh, Natsuko, sempre a rompere le scatole! -

Quando riuscì a farsi tornare gli occhi nelle orbite e a riordinare i pensieri secondo un filo logico spazio-temporale (in parole povere: dopo aver capito che qualcosa non quadrava) si guardò intorno smarrito, poi chiese:

- Dove...dove mi trovo? -

- Quel tuo amico con il mantello ti ha portato qui, chiedendoci di tenerti per un po’. Ha detto che lo mandava Alba. A proposito, io mi chiamo Hiroshi, e questa rompiscatole è mia moglie Natsuko... -

- A CHI HAI DATO DELLA ROMPISCATOLE, VECCHIO BISBETICO??? - urlò feroce la vecchina

(Questi sono da rinchiudere...ma che gente conosce Alba?? N.d.Autrici)

(Secondo me Natsuko è in realtà la nonna sclerata di Matt e T.K., è praticamente identica! N.d.Y.)

- Ah, quasi dimenticavo - trillò di colpo Natsuko (Trillò? Ma è un telefono? N.d.Tutti)

Corse a prendere qualcosa in un cassetto, per consegnarlo poi a Ken

- L’ha lasciato qui il Digimon che ti ha portato, insieme ad un messaggio: Te l’ho tenuto, come mi avevi chiesto -

Ken osservò sbalordito il suo Digivice, che ora teneva in mano. D’un tratto capì chi aveva avuto davanti...e lui non era riuscito a riconoscere.

È vivo! Pensò eccitato e commosso È vivo ed è tornato!

Sentì le lacrime che cominciarono a rigargli le guance: fece per asciugarle, ma la sua mano urtò contro qualcosa di ruvido cresciuta sulle guance...barba?

- Quella - rise Hiroshi - è venuta fuori mentre dormivi. -

- Mah - esclamò la moglie storcendo il naso - Tutto sommato preferirei la tagliasse. Sta meglio senza. -

Ken si osservò nello specchio appeso di fronte al letto.

Forse Natsuko non aveva tutti i torti, la barba lo rendeva decisamente irriconoscibile, il che tutavia non era un male, nella sua condizione...il giovane tentò di mascherare uno sbadiglio

- Lasciamo perdere - interruppe Natsuko notandolo ugualmente - Dormi, se vuoi. Dopo aver riposato ti sentirai meglio: la febbre se n’è andata solo ieri sera... -

 

Pensierino della buonanotte: Sette pagine??? Cavoli, forse ho scritto troppo!

Gothika: Tutto sommato non era male...e poi abbiamo ridotto al massimo!

Rika88: In effetti, all’inizio Ken avrebbe dovuto riconoscere chi si nascondeva sotto il mantello e prendere la fiala di sua spontanea volontà, ma qualcuno ha voluto usare metodi più brutali...

Gothika: Poi si doveva parlare un po’ di più della vita nella fattoria, ma penso che ci sarà un riassunto frettoloso nel quinto capitolo. La scena della barba doveva essere più avanti...ma quella ci piaceva troppo ^_^

Rika88: È stato tagliato il commento di Gothy sul fatto che Ken con la barba sembra un barboncino... -.-"""

Ken: -_- (E questa sarebbe una mia fan? Chissà le altre O.o )

Passiamo alle risposte, che è meglio...

    Francesca Akira89: Non si tratta esattamente di una roundrobin, in realtà: l’autrice sono io, ma ho chiesto aiuto a Gothika per le scene più cruente, visto che è una patita di fanfic dark (o comunque catastrofiche) e, anche se non vuole ammetterlo, se la cava discretamente. In cambio, le lascio scrivere le sue cretinate in nota. A proposito: sì, è una ragazza...almeno credo, forse è solo un’interferenza del mio computer...(Ehi! N.d.Go)

    Mysticmoon: Troppo buona...finirò col montarmi la testa ^^""" Sono contenta di sapere che ti piaccia, visto che nessuna mia ff è mai stata tanto rimaneggiata, ripresa e riscritta come questa...

    LightAngel: Spero che la tua vena sadica sia soddisfatta! Comunque, come avrai capito, non mi sono liberata per niente dei Digimon...anzi, devono ancora arrivare talmente tanti personaggi, tra nuovi, vecchi ed inventati, che perderai presto il conto! In questo capitolo hai conosciuto Alba Espejo, che sarà tutt’altro che marginale...

    Sora89: Dal tuo nick avrei scommesso qualunque cosa che fossi una fan di Sora :P Comunque tranquilla, prima o poi vedrai lei e Yamato gironzolare per questi lidi!

    Kaho_chan: Se stai leggendo queste righe, vuol dire che il tuo stomaco ha retto! Sentiti complimenti! Comunque, anch’io adoro le Kenyako, forse perchè non ci sono tantissime ff su questa coppia...

    JunJun: Non ho capito bene: cos’è che ti faceva ridere? O.o Il povero Ken si sta risentendo parecchio! Per quanto riguarda il titolo, è in latino perchè ho visto che l’inglese è già stato usato ed abusato, l’italiano e il francese non mi sembrava andassero bene e...non conosco altre lingue ^^""""

 

Yolei87: Ora, visto che è finito il cap, la posso cantare la canzone?

Rika88: E va bene se ci tieni tanto!!!!!!! -.-""""""""" Chiedo scusa ai lettori, mi rendo conto che i deliri di mia cugina non c’entrano molto con la ff...ma sapete com’è, ai matti bisogna sempre dare ragione...potete anche non leggere, tanto non ci saranno rivelazioni attinenti alla ff...

Yolei87: COME, SCUSA? >_<***

Rika88: Nulla, nulla ^^"""""""

Yolei87: Signore e signori, madame et messieurs, ladies and gentlemen, da e niet, Cip e Ciop...ops, sto divagando! (Precisiamo: questa frase l’ho rubata da un e-mail che mi aveva mandato Rika88) Ecco a voi ...

 

In tutti i miei giorni

di Raf

Ma che sarà di noi, se tutto è stato, oppure non c'è stata mai

La coscienza di poter toccare insieme il cielo in una stanza

Chissà chissà e resto solo con le mie domande

Patetiche, inutili purtroppo indispensabili

Adesso che sono solo, sono io a non credere

In un laconico addio

Tu non smetterai di essere il centro di tutti i miei pensieri

E di tutti i sogni quelli più veri

E se mi cercherai, se ti sentirò

O se non ci incontreremo mai,

Comunque io ti ritroverò in tutti i miei giorni

Rika88 & Gothika: MA NON POTEVI SCEGLIERE UNA CANZONE PIU’ ALLEGRA?

Yolei87: Ma era per essere in tema con il capitolo un po’ dark!!!!!!!! E poi a me piace tantissimo!!!!!!!!! Mi dispiace solo di averne messo solo la parte finale, ma Rika mi avrebbe fatto arrosto!!!!!!!!! -___-""""""""

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Capitolo 5
*** Ritrovarsi ***


Nuova pagina 1

Noticine solite: Che capitoli deprimenti...va beh, in questo si partirà finalmente pour la France, e sicuramente ne vedremo delle belle: inoltre, Ken incontrerà i suoi genitori!

Gothy: Devo preparare i fazzoletti?

Non credo, nè tu nè io sappiamo scrivere pezzi commoventi -.-

Ah, piccola precisazione: nello scorso capitolo si è detto che il primo sintomo della peste bianca sono le macchie sul corpo. Beh, ho dimenticato di scrivere che queste se ne vanno via, non è che Ken rimarrà un dalmata per il resto dei suoi giorni... ^^""""

Capitolo cinque:

Ritrovarsi

 

Davis si accese una sigaretta, meditabondo

- Sei sicuro fosse proprio Stingmon? - chiese

- Apparentemente sì... - fu la risposta di Ken

Il giovane dai capelli rossicci si concesse una lunga boccata, prima di mormorare:

- È una strana brutta storia... -

(Ora voglio vedere come fai a mettere "Paura!" N.d.G.)

(Facile: lo hai appena scritto tu ^_^ N.d.A.)

(Porc...! N.d.G.)

- Come sei finito nella locanda di Yolei? - riprese Davis

Il ragazzo dai capelli corvini sorrise

- Non sono rimasto a lungo in quella fattoria, non volevo mettere nei guai quei due vecchietti. Appena ho potuto, ho fatto fagotto e me ne sono andato. Mi sono lasciato crescere la barba e i capelli e...beh, se Yolei non avesse visto il Digivice, non mi avrebbe riconosciuto ^_^ -

- Yolei non è cambiata molto in questi due anni... -

Ken smise di sorridere

- Non saprei...ha sempre il suo caratterino, ma è diventata più fredda, sospettosa... -

- Era la più preoccupata di tutti, forse più di me. -

L’amico si voltò a guardarlo, stupito: per fortuna era ormai buio, così Davis non notò mai il rosso acceso sulle guance di Ken

- Da come mi ha accolto non si direbbe! -

Dopo avergli raccontato della doccia fuori programma (Davis rise fino alle lacrime...), il Digiprescelto del Coraggio esclamò, come per scherzo:

- Pensa se tutti i ribelli si unissero insieme! Distruggeremmo l’OAD! -

- Chissà. I DigiHunter sono molti, ma noi ribelli ancora di più -

Dopo un attimo di silenzio, Daisuke decise di metterlo al corrente dei suoi pensieri

- È un po’che ci penso, ma volevo un tuo parere: perchè non riuniamo i capi dei ribelli dei vari Stati in un qualche paese neutrale, e attacchiamo i DigiHunter in uno stesso giorno, in tutti i Paesi occupati? -

- Si accorgerebbero dei macchinamenti...non siamo tantissimi, ma comunque abbastanza per destare sospetti. -

La critica non guastò l’entusiasmo del giovane

- Non tutti quanti, i più influenti, che poi passeranno parola! -

Ken prese tempo, riflettendo. Poi alzò lo sguardo verso Davis

- Non saprei...potrebbe essere un errore. Potremmo finire cancellati per sempre! - argomentò, preoccupato

- Non vederla così negativamente, Ken! Possiamo provarci...per esempio, abbiamo buoni appoggi in Francia, potremmo trovarci con i maggiori capi europei... -

Ken si morse il labbro, combattuto

- È sicuro? -

- Una botte di ferro! - esclamò ridendo il ventunenne bruno

- Allora... - si arrese Ken - perchè non provarci? -

Gasato dall’approvazione del suo migliore amico, il cervello di Davis partì in quarta

*****

- Ehilà, ragazzi! -

Un giovane, dai capelli viola scuro molto lunghi legati in un codino basso si avvicinò a Rei e Cepheus, seguito da una ragazza bionda, con la pelle chiarissima e grandi occhi azzurri

- Sannio! Freia! - esclamò Rei, salutandoli

- Come mai da queste parti? - domandò Cepheus

- I Padroni degli Elementi ci hanno chiesto di trovarci qui - rispose la ragazza - Ma esattamente non sappiamo neppure noi perchè -

- Anche noi siamo stati trattenuti qua - sbuffò Rei

Un calpestìo interruppe i loro discorsi: alle spalle di Freia era apparso un ragazzo, più o meno della stessa età di Cepheus e Sannio, con corti capelli scuri e grandi occhi grigio-blu

- Ah, eccovi! Venite, noi sei dobbiamo parlarvi di una cosa -

- "Noi sei"? - chiese Sannio, squadrandolo

Il giovane sorrise

- Beh, non mi riconoscete? -

Rei si illuminò

- Tu sei Loewemon! Il Padrone delle Tenebre! -

- EEEH? -

- Più o meno è così - rispose lui - Questo è il mio vero aspetto. Comunque, mi chiamo Koichi, non Loewemon! -

*****

Un mese dopo la chiacchierata serale tra Davis e Ken, i ragazzi si trovarono su un aereo. Destinazione? Parigi, capitale di uno dei pochi Stati non controllati dall’ADO!

Kari si accomodò sul suo sedile, a destra di quello di Ken, che sarebbe dovuto essere molto felice, visto che avrebbe rincontrato sua madre e suo padre; invece era a dir poco furibondo.

Il motivo? Aveva nome e cognome: Eiji Toyama.

Era sbucato fuori qualche giorno prima, invitato da Yolei, dicendo che conosceva bene Parigi: da allora non si era più scollato dalla ragazza!

Ma, quello che faceva imbestialire il ventunenne, era che la giovane dai capelli viola sembrava tornata la ragazzina di sempre: rideva, scherzava, disturbava Davis e si comportava come due anni prima...non è un bene? Certo, ma il ragazzo era geloso marcio, visto che lui era stato accolto a secchiate in faccia ed Eiji ad abbracci!

Ora, quei due erano seduti proprio davanti a Kari e Ken, e quest’ultimo doveva far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non tirare il collo al ventiquattrenne dai capelli castano dorato.

Kari, invece, che avrebbe dovuto essere quantomeno contrariata di andare da T.K., sembrava allegra come se il Natale fosse stato esteso a tutti i giorni dell’anno: proprio lei, notando la rabbia repressa del suo compagno di viaggio e capendo (con intuito tutto femminile, immagino) la situazione, decise di punzecchiare l’amico, sussurrandogli:

- Sono molto in sintonia Yolei ed Eiji, non è vero? -

(Carogna N.d.G.)

- Uhmmmm, tu dici? - rispose Ken, fingendo indifferenza

- Pensavo te ne fossi accorto, visto che sembra che tu voglia cuocere Eiji a fuoco lento -

Ken non si girò, per non fulminare la ragazza con un’occhiata assassina

- Piuttosto, tu come mai sei così allegra? Fino a qualche tempo fa, appena sentivi due letterine che vengono una prima della U e l’altra dopo la J andavi in paranoia! -

Kari ridacchiò, scuotendo i capelli, legati quel giorno in una coda di cavallo

- Ho deciso di non farmi rovinare la vita da lui. Non farò scenate isteriche e sarò carina con entrambi: in fondo, T.K. non è più il mio fidanzato -

- Sei da ammirare... - disse, sinceramente colpito, Ken

(le Autrici concordano o.o)

- Ormai dovresti sapere che Hikari-chan è fatta così - intervenne Cody, sporgendosi

- A differenza di qualcun altro... - disse malizioso Davis

- A chi ti riferisci? - chiese pungente il diciannovenne

- A uno piccoletto e con la zucca dura...se non sbaglio il suo nome inizia per C e finisce per ody... -

Mentre Cody uccideva con uno sguardo Davis, Ken si appoggiò allo schienale, ridendo (e fingendo di non aver afferrato l’allusione): il suo umore era parecchio migliorato, e poi cominciava ad essere impaziente di rivedere i suoi genitori. A quel pensiero, il sorriso gli sparì

- Mio padre e mia madre - disse a Kari - Non sanno neppure se sono vivo o morto... -

Kari si voltò a guardarlo

- Sono sicura - disse subito dopo sorridendogli - Che non hanno mai smesso di sperare. E comunque li rivedrai tra pochi giorni, no? -

- Non li abbiamo neanche avvertiti... -

- Gli farai una sorpresa! -

(Mi sa che li fa morire, saltando fuori dal nulla!! N.d.G.)

(^^"""" Evitiamolo, questa fic è già deprimente così N.d.A.)

Ken sembrò più tranquillo: rimise a posto i polsini della maglia nera e chiuse gli occhi. La ragazza di fianco a lui continuò ad osservarlo (guarda che è maleducazione! N.d.A.): i segni sui polsi erano infine spariti, ma il giovane sembrava sempre molto magro: non aveva un aspetto malato, è vero, era anzi molto attraente, ma decisamente non era florido. Si disse, quasi a difesa dell’amico, che Ken era sempre stato magrolino. Smise di guardarlo e gli chiese:

- Come te la sei fatta? -

Ken spalancò gli occhi e, dopo qualche attimo, si voltò a guardarla con l’aria di uno che non aveva capito di cosa si parlasse

- Piantala, parlo della - la ragazza si accorse di parlare ad alta voce - di quella cicatrice! -

Indicò il petto del giovane, che abbassò gli occhi e poi si voltò, per non incontrare il suo sguardo

- È una lunga storia - tagliò corto

- Che naturalmente Davis si è fatto raccontare quella sera lungo le mura -

- Già...piuttosto, come..? -

- Come l’ho vista? - interruppe lei - La sera che Yolei ti ha tirato il secchio d’acqua per svegliarti: la camicia era bianca e quando si è bagnata sono riuscita a vederla -

Ken chiuse nuovamente gli occhi, toccandosi il petto: nella mente, chissà come mai, gli passò l’immagine di una giovane DigiHunter con lunghi capelli, ricci e rossi, e una marea di lentiggini...improvvisamente chiese:

- Anche tu e Davis avete già avuto la peste bianca, giusto? -

- Sì...anzi, me l’ha attaccata lui. Joe lavorava, e allora ai ribelli ci dovevo pensare io! - rispose Kari, poi si fece seria - Sai, anche Yolei l’ha avuta, ma è stata relativamente bene, e anche io me la sono tutto sommato cavata. Davis invece mi preoccupava: sembrava decisamente messo male, non ci riconosceva neppure -

Dunque non sono l’unico che non riconosceva gli amici pensò amaramente Ken.

Dopo quella notte di tre mesi prima, aveva tentato spesso di focalizzare qualcosa di quella creatura ammantellata, ma la memoria e la vista lo avevano tradito, non lasciandogli altro che un’immagine sfocata e una voce che, a pen pensarci, poteva essere di chiunque. L’unico indizio che potesse trattarsi del suo amico era il fatto che i suoi calci e pugni disperati avevano trovato un torace e delle mani di roccia, tali quali a quelli del Digimon libellula.

 

- Uff, terra!!! - piagnucolò Yolei, quando infine scesero dall’aereo

- Non pensavo soffrissi di mal d’aereo - disse Cody

- Infatti, ma i viaggi lunghi mi annoiano! -

- RAGAZZI! -

I sei si voltarono verso la voce, e videro venire loro incontro un bel ragazzo di ventun anni, con corti capelli biondo oro e grandi occhi azzurri.

(Mi impongo un rigido autocontrollo: devo essere oggettiva su Quella U.U N.d.A.)

(Chi, Catherine? O.o N.d.Gothy)

(NON-PRONUNCIARE-QUEL-NOME!!!! >__<*** N.d.A.)

(Oggettiva, eh? N.d.G.)

- Ciao, T.K.! - gridò Yolei, rispondendo al saluto del biondino

Subito a fianco di Takeru, sbucò fuori Catherine: Davis, che stava osservando Kari, dovette ammettere che l’amica era dotata di un autocontrollo sovrumano, perchè la vista di quella creatura non la turbò minimamente.

Eppure, neanche Ken, che di solito non si interessava troppo al fascino femminile, potè non accorgersi dell’incredibile bellezza della ragazza, con i lunghi capelli biondi tenuti fermi in un cerchietto rosso, i grandi occhi azzurri luminosissimi e il vestito bianco che metteva in risalto la pelle chiarissima.

(Maschietti, asciugate la bava! N.d.A.)

(XD°°°°°° N.d.Davis, Cody ed Eiji)

(Non hai un po’esagerato con le lodi? N.d.G.)

(E pensare che a te quell’essere sta anche antipatica da morire!!!!! N.d.Y.)

(Appunto, devo essere oggettiva U.U E oggettivamente, Catherine è molto bella...anche se nell’anime è una salama, lo ha detto anche mia madre, che mi parlava mentre guardavo la televisione ^_^ N.d.A.)

- Voi non la conoscete ancora di persona... - iniziò T.K., indicandola - Lei è Catherine! -

- Oh, T.K. mi ha parlato tanto di voi! - esclamò allegra lei, in un perfetto giapponese, eccezion fatta per un leggero accento francese

(Anni che mi chiedo: come fa una ragazzina francese più piccola di Takeru - nell’anime sembrava più giovane di almeno un anno- a parlare correntemente giapponese? È la figlia dell’ambasciatore francese a Tokyo? Mah! N.d.A.)

- Ehm, non per interrompere - disse Eiji - ma è meglio parlare in separata sede! -

******

Anche nella seconda dimensione le cose erano molto cambiate, durante quel mese: infatti il gruppo dei dieci Padroni degli Elementi era stato ricostituito, e i Padroni dell’Acqua, della Terra, del Ferro e del Legno erano di nuovo al loro posto, anche se all’inizio c’erano stati dei piccoli inconvenienti...

- NON SE NE PARLA NEMMENO!!! -

Rei lanciò uno sguardo inceneritore contro i sei Padroni degli Elementi

- Io Digievolvere Calmaramon? No, grazie mille! -

- Aspetta, lasciaci spiegare - interruppe Zoe - Non abbiamo detto questo -

- Ottenere i Digispirit - osservò Freia, tenendo in mano quello della Terra - Significa Digievolvere in Digimon, no? -

- I Digimon non sono sempre uguali - interruppe Tommy

(Ah no? N.d.A.)

(Senti, io ci faccio la punta, quando tu inventi delle boiate?? N.d.G.)

(A dire il vero sì N.d.A.)

- Quindi, Rei, non rischierai di Digievolvere Calmaramon - terminò Koichi

Rei li guardò, dubbiosa

- Dai, Rei - la rabbonì Sannio - Neanche a me piacerebbe Digievolvere Mercurymon. Come facciamo a sapere in cosa Digievolveremmo, se non proviamo? -

*******

- Sono felice di rivederti...siamo stati in pensiero per te -

Ken appoggiò la sua sacca da viaggio e si voltò a guardare T.K., ancora sulla porta della stanza che aveva assegnato a lui e a Davis

- Grazie, Takeru. Ci dispiace occuparti tutta la casa... -

- Figuratevi, abbiamo due stanze da letto, che sono delle ragazze, per il resto ci arrangeremo-

- Io - si intromise Davis - ho dormito un sacco di volte per terra, per cui un divano sarà un piacevole cambiamento per le mie povere vertebre! -

Ken si limitò a sorridere, pensando che lui non vedeva un letto dall’ultimo giorno nella fattoria di Hiroshi e Natsuko: viaggiando aveva dormito un po’dove capitava, e nella locanda di Yolei aveva trovato posto solo sul vecchio divano (bagnato)

- Ah, senti - iniziò subito dopo - Non è che... -

- Sì, lo so dove abitano i tuoi genitori - lo prevenì il biondo - sono stato io a dargli la casa di mio nonno. Anzi, quando vuoi ti ci accompagno! Anche subito! -

- Subito magari no - rispose l’altro - ma domani sì! -

T.K. sbuffò

- Gli altri Digiprescelti arriveranno domani, e non si troverà più pace... -

- Vengono anche loro qui? - domandò atterrito Cody, arrivato con le ragazze ed Eiji

- No, per mia e vostra somma fortuna, ma comunque ci sarà da discutere. Per cui io suggerirei di andare a fare un salto dai tuoi oggi, tanto devo portargli la spesa! -

- Per me va bene - rispose Ken, felice

 

Ore 17:30...(Il momento è giunto! N.d.A.)

T.K. sbattè la portiera della macchina con un colpo secco, mentre Ken gli si affiancava

- Il volante non è il tuo forte, eh? - lo prese in giro

- Allora la prossima volta guidi tu! - rispose piccato il biondo

Erano davanti ad una casetta a due piani. Takeru aprì il cancelletto, appena accostato, e si diresse verso la porta, anch’essa socchiusa (O.o un po’ di sana diffidenza no? N.d.G.)

- Signora Ichijouji? - chiamò il ragazzo

- Entra pure, T.K.! La porta è aperta! -

Il ventunenne si infilò dentro, trascinando Ken, che sentiva i piedi incollati al terreno

Questa volta fu una voce maschile a parlare

- Siamo in salotto, Takeru, vieni pure! -

Dopo il corto corridoio, T.K. si parò davanti all’entrata del salotto, sotto gli occhi dei coniugi:

- C’è una persona che desidera parlarvi - annunciò, per poi farsi da parte e lasciar vedere "l’ospite".

Per qualche secondo, l’unico rumore fu il bicchiere della signora Ichijouji che andava a frantumarsi per terra.

Ken avrebbe dato qualunque cosa per tornare in possesso della sua voce, ma riuscì solo a guardare i suoi genitori, suo padre mentre si alzava a scatti e sua madre mentre si metteva le mani sulla bocca, con le lacrime agli occhi

(Se fanno tutte queste scene ogni volta che il figlio ricompare... -.- N.d.G.)

(INSENSIBILE!!!!!! :°°°°°°°(( N.d.A.)

- Ken! - rantolò il padre, con la voce spezzata

- Mamma, papà - riuscì infine a dire il ragazzo, sentendo due lacrime scivolargli sulle guance

La donna si avvicinò al figlio, abbracciandolo così forte da rischiare di spaccargli qualche costola (Oddio, comincio a scrivere come Gothika!! é__è N.d.A.), subito ricambiata.

Messaggio ricevuto si disse T.K. Aspetterò fuori!

- Ken... - balbettò tra le lacrime la donna, sciogliendosi dall’abbraccio del figlio - ...fammi sedere, non mi sento più le gambe -

La signora Ichijouji si accomodò sulla poltrona, mentre il marito le versava un bicchiere d’acqua (Signora, si calmi o qui si rischia un attacco cardiaco ^^"""" N.d.G.).

Ken osservò attentamente i suoi genitori: la madre era sicuramente dimagrita, ed entrambi avevano più capelli bianchi e un’aria stanca che lo allarmò.

Anche loro dovevano aver squadrato ben bene il figlio, perchè l’uomo gli disse, sorridendogli:

- Sei un uomo, ormai! -

E in effetti, il giovane aveva superato in altezza la madre di parecchi centimetri, e gareggiava ora con il padre

- Oh, Ken, come sei magro! Mangi? - esclamò la signora Ichijouji

(Tipica frase da madre apprensiva ^^""" N.d.G.)

Il giovane annuì, sorridendole; notò però che suo padre si morse il labbro, come per dire: ti sembra che uno appena uscito di galera possa esser sano?

- Non ti preoccupare, mamma, sto bene. Davis mi controlla come un cane da pastore! -

- Vuoi da bere? - chiese poi, allungandosi verso la bottiglia d’acqua

- No, grazie; per favore, non trattatemi come un ospite - si ritrasse Ken, imbarazzato

 

T.K., all’esterno, era appoggiato alla macchina, aspettando pazientemente l’amico; improvvisamente notò una ragazza che passeggiava tranquillamente sul marciapiede dall’altra parte della strada. Sobbalzò, stupito:

- Hikari! -

Kari alzò gli occhi, lo vide e gli si fece incontro

- Cosa ci fai qui? - le chiese Takeru

- Facevo una passeggiata. Tu, piuttosto? Come mai qui? -

- Aspetto Ken - rispose il biondino, indicando con un cenno della testa la casa di fronte a lui

Come se qualcuno lo avesse chiamato, il giovane dai capelli corvini sbucò dal portoncino e si fece incontro ai due

- Ciao, Hikari! - esclamò

- Finito, là dentro? - chiese T.K. all’altro

Ken lo guardò perplesso, notando la vena irata nella sua voce

- Sì, possiamo andare... - rispose lentamente

- Beh, vi lascio - continuò Kari - Io faccio ancora due passi! -

E così dicendo, chiuse con una mano il colletto del giubbotto e riprese a camminare, allontanandosi dai due, seguita dallo sguardo di Takeru...

- T.K., hai intenzione di mettere in moto? - sibilò annoiato Ken, vedendo che l’amico era molto impegnato a guardare davanti a sè

- Eh? Oh, sì, scusa - balbettò T.K., come appena uscito dal trance

Vuoi vedere che...si disse Ken Eppure entrambi si ostinano a dire che non c’è più nulla!

In quel momento, la versione dei fatti di Kari e T.K. gli sembrò una bugia così ben riuscita da aver ingannato persino i due diretti interessati.

Ma gli avvenimenti dei giorni seguenti gli avrebbero fatto dimenticare completamente i problemi d’amore degli amici; e un po’ anche i suoi.

 

Pensierino della buonanotte: Gothika, dire che sei una cialtrona è dire poco!

Gothika: Uff, lo sai che non so scrivere questi pezzi mielosi!

E fai fare tutto a me???

Gothy: Sorry... ^^"""""" Beh, passiamo subito agli spoiler: nel prossimo capitolo arriveranno due nuovi personaggi...anzi, diciamo un nuovo personaggio e mezzo!

Rika88: E non nel senso che è alto come Cody, bensì che...beh, non posso svelarvi tutto! Vi posso però dire che arriverà una bella profezia tra capo e collo dei ragazzi

Gothika: Evitando quello di Ken

Rika88: Perchè? O.o

Gothika: Tra capo e collo lui ha già il Seme delle Tenebre :-P

Rika88: .....Squallore -.-

Passiamo alle risposte (come mi piace questo momento!)

    Driger: Stai tentando di farmi montare la testa? Allora sappi...che ci riesci benissimo!! ^___^

    Francesca Akira89: No, Natsuko non è la madre di T.K., ma una vecchina vagamente psicopatica...per forza, vedendo chi l’ha inventata...non chiedetemi perchè, ma in ogni mia fanfic c’è un personaggio pazzoide: in questa, poi, in Gran Mogol degli schizzati arriverà tra breve! ^^"""" Ah, già che ci siamo: se hai notato, in questo capitolo Ken e Kari sono seduti di fianco, in aereo, proprio come nella tua ff Il Castello di Myols: non volevo copiare, ma semplicemente era più comodo per il dialogo ^_^

    LightAngel: In origine era molto peggio, ma ho tolto le parti più disgustose, con gran rabbia di Gothika ^^""" (>.< N.d.Go) I Digimon, ovviamente, non potevo eliminarli, serve sempre qualcuno che prenda le legnate al posto dei ragazzi...

    Yolei87: considerando che hai già letto la fanfiction, dovresti sapere che Ken, in fondo, non te l’ho stroppicciato poi così tanto...e comunque, te lo meriteresti solo: come OSI fare spoiler, dannata?????? Sàndor arriverà nel prossimo capitolo! Ecco, mi hanno rovinato uno dei miei personaggi meglio riusciti T__T

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Capitolo 6
*** La profezia ***


Nuova pagina 1

Capitolo sei:

La profezia

 

Cody si alzò dal materasso buttato per terra che fungeva da letto, sbadigliando: era certo di aver sognato, ma non ricordava cosa. Gli sembrava ci fosse lui, insieme a qualcun altro...mentre si lavava, gli venne in mente una frase del sogno:

A quanto pare la mia presenza disturba il vostro gruppo...

Ecco, qualcosa del genere. Ma in fondo, chi se ne importava?

Entrato in cucina, vide solo Ken, comodamente seduto mentre beveva il caffè, e Davis, che guardava dalla finestra

- Buongiorno! - esclamò, servendosi dalla caffettiera

- Ciao! - fu l’unanime risposta

Guardandosi intorno, notò che gli altri erano impegnati nelle varie pulizie o a riassettare i letti...beh, chiaramente i Digiprescelti del Coraggio e della Bontà erano disoccupati, dormivano su poltrone e divani tutt’altro che comodi, ma su cui non c’era nulla da rimettere a posto!

Sedendosi a sinistra di Ken, il ragazzo bevve una sorsata di caffè...e per poco non lo sputò

- Beverone immondo! - sibilò, mentre il giovane al suo fianco lo guardava ridendo

- Lo ha preparato Catherine, ma la ricetta è quella italiana. Loro fanno il caffè molto forte! - spiegò Ken

- Come fanno a berlo senza avvelenarsi??? - chiese il diciannovenne

- Me lo ha chiesto anche Davis. A me piace - fu la risposta del moro, interrotta dall’esclamazione del terzo ragazzo

- Arrivano! -

Al piano di sotto si sentì il rumore di una portiera di auto che sbatteva: T.K. doveva essere tornato con i capi dei ribelli europei

- Di che nazionalità sono i ragazzi? - chiese Ken, rivolto verso Davis

- Uno è il capo dei ribelli olandesi, l’altro è spagnolo -

- Se non sbaglio il leader spagnolo era stato catturato dai DigiHunter tre anni fa -

- Sì, e infatti sembrava che in Spagna i ribelli fossero destinati a sparire - rispose Yolei, arrivando con Kari, Catherine ed Eiji - Ma sembra che negli ultimi mesi si siano ripresi -

- Eccoci! - esclamò Takeru, aprendo la porta e lasciando entrare i nuovi arrivati

Uno era un ragazzo, più o meno dell’età di Eiji ma ben più alto, con i capelli neri lunghi e lisci, e una carnagione chiara contornata da un paio di baffi e un piccolo pizzetto, che facevano risaltare i begli occhi verdi. L’altro era una bella ragazza, dai tratti mediterranei, con lunghi capelli rossi arruffati, occhi scuri e una marea di lentiggini...Ken si strozzò con il caffè

- ALBA? -

- KEN? -

- Cosa ci fai qui??? - esclamarono insieme, indicandosi a vicenda

- Ehm, qualcosa mi dice che vi conoscete... - considerò Davis

(Intuitivo come sempre -.-"" N.d.A.)

- Ti credevo ancora nella Prigione dei Dannati! - disse Ken

- Nella Prigione? - domandò atterrita Kari

Alba sorrise alla ragazza

- Non come prigioniera...ero una DigiHunter -

- Come? - chiese Cody

- Alba - iniziò Ken - era la guardia che mi controllava, ma è lei che mi ha aiutato -

- Una Digiprescelta... - iniziò T.K.

- Non sono una Digiprescelta. Scusate, non me la sento di raccontarvi la mia storia, vi basti sapere che non ero tra i DigiHunter per mia volontà -

- Oh, insomma... - interruppe l’olandese, facendo notare la sua presenza per la prima volta - Avete una bella ragazza che vi zompa in casa e voi fate i difficili? Beh, vedo però che anche voi siete ben forniti... - e così dicendo guardò le due giapponesi e la francesina, che venne subito presa a braccetto da un gelossissimo T.K.

- Trovi? - sibilò il biondo, con un sorriso acido

L’olandese capì l’antifona

- Pazienza! Ah, io mi chiamo Sàndor. Il nome è ungherese, perchè devo avere qualche lontano parente di quelle zone...enchantè! - e così dicendo fece il baciamano a Kari, che arrossì, e lo avrebbe fatto anche a Yolei, se lei non avesse tolto la mano come davanti ad un polipo.

Ken, disgustato e geloso, trascinò Alba nella stanza a fianco, chiudendo la porta: sentì distintamente l’insopportabile voce dell’olandese strillare "Ehi, qui cominciano già a rubarmi le prede!", ma non ci badò troppo

- Posso sapere come sei finita tra i ribelli? - domandò alla rossina

Alba abbassò lo sguardo

- Volevo solo tornare a casa, per scoprire cosa successe anni fa, e capire chi aveva sterminato la mia famiglia - iniziò - E così, quando quell’...essere che ti ha portato via ha sfondato il muro della tua cella, ne ho approfittato -

Ken era tentato di chiederle se aveva visto in faccia la creatura ammantellata, ma capì che la storia non era ancora finita, e non interruppe

- Quando sono arrivata - riprese Alba - ho scoperto che ad incendiare la mia casa erano stati proprio i DigiHunter, così ho deciso di unirmi ai ribelli -

- Però - interruppe Ken - non capisco come mai i DigiHunter ti abbiano fatta entrare nelle loro file, quando ti trovarono -

- Forse avevano semplicemete bisogno di qualcuno abbastanza idiota da seguirli - fu l’amara risposta

- Lascia stare. Piuttosto... -

- Sì? -

- Hai visto in faccia la creatura con il mantello? -

Alba sgranò gli occhi

- Pensavo lo conoscessi! -

Il ragazzo dai capelli corvini sospirò

- Credo si tratti del mio Digimon, ma lui è stato risucchiato anni fa in quella...roccia che aveva il generale, e non vedo come abbia potuto uscire -

- A proposito! - esclamò la ragazza, estraendo un foglio dalla tasca dei jeans - Me ne stavo dimenticando: questa me l’ha mandata Gennai! Mi ha detto di farvela avere -

- Allora andiamo di là - rispose a malincuore Ken (certo che è sfigato...N.d.A)

 

- Un’altra profezia?? - brontolò seccata Yolei - Uffa, ma Gennai dove le trova? -

- Purtroppo - disse Alba - nè io nè Sàndor ci abbiamo capito molto... -

- Beh, io sono un ribelle, non un risolutore di rebus! - si difese l’olandese, mentre guardava con occhio languido Yolei - Piuttosto, le giapponesi sono occupate? -

Dannato donnaiolo!! pensò furibondo Ken (Odio a prima vista ^^"""" N.d.A.)

- Beh, vediamo un po’... - borbottò Davis, iniziando a leggere

Dardi infuocati

Di vento maligno

Cade ferito il nero cavaliere

Il marchio del tradimento svelato

Allora scenderà la maschera

Dell’angelo dalle ali di libellula

E gli antichi alleati poseranno il piede guerriero

E gli antichi custodi avranno nuova vita

Su un mondo in cui balugina la speranza

- Oh, mamma mia! - fu l’esasperata esclamazione di Yolei (difficile dire se per la profezia o per Sàndor)

- "Il marchio del tradimento"? - chiese Eiji

- Odio ammetterlo, ma non si cava un ragno dal buco - mormorò cupo Takeru

(Invece io odio ammetterlo, ma questa roba è proprio opera mia -.- N.d.A.)

(E poi critichi le mie trovate...N.d.G.)

Tutti i ragazzi si sedettero, depressi, chi sulle poltrone chi per terra

- Come può - domandò Kari - un dardo essere "infuocato" e "di vento maligno"? O è l’uno o è l’altro! -

- Si tratta indubitabilmente di una metafora, - rispose Alba, allargando le braccia in un gesto sconsolato - ma cosa indichi... -

(Indica che Rika è un’incapace in fatto di profezie, nulla di più facile -.- N.d.G.)

(Aspetta, vado a telefonare ad Hogwarts, magari ci prestano Sibilla Cooman...N.d.A.)

- Ken? Sei tra noi? - chiese Davis, notando l’amico ancora con gli occhi fissi al foglio

- Eh? Oh, sì, stavo...no, nulla... -

Il giapponese si appoggiò alla finestra

L’angelo dalle ali di libellula...

Solo una coincidenza? Difficile stabilirlo.

- Hai qualche idea? - gli sussurrò Yolei, alla sua destra

Il giovane si limitò a scuotere il capo, in segno di diniego

- Ah, Ken - intervenne Alba - Per la storia della roccia di cui mi avevi parlato... -

- Che roccia? - interruppe Eiji

- Quella in cui sono rinchiusi i nostri Digimon - rispose cupo Ken

- Ecco, sono certa di aver sentito parlare di qualcosa di simile -

- Non farti pregare! - esclamò Davis, alzandosi in piedi

- Il giorno in cui mi ordinarono di fare la guardia alla cella di Ken... -

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::Flashback:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

- Tu che ne dici, Espejo? -

- Sarà un onore per me, generale -

Più che altro, sarà una liberazione...non ne potevo più del puzzo di minestrone!

- Ti senti all’altezza? In fondo, hai solo diciassette anni -

- Non ho paura di un uomo, come non ho timore dei loro Digimon -

Il generale scoppiò a ridere

- Non ci sarà da preoccuparsi...quei sei Digimon non sono più d’ostacolo -

Così dicendo, l’uomo prese una lastra di pietra, grande più o meno come un quaderno o una lavagnetta. Sul davanti c’erano incisi dei simboli

- Non capisco cosa... -

- Vedi, Espejo, questa speciale roccia ha il potere di assorbire al suo interno gli Esseri Digitali...e qui ce ne sono ben sei... -

Alba non rispose, si limitò a guardare quella pietra

- Bene, Espejo, ora ti faccio accompagnare alla tua nuova postazione! -

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::: Fine Flashback::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

- Maledetto! - ruggì tra i denti Davis, stringendo i pugni

- Però non so altro, quindi non ho idea se i vostri Digimon possano essersi liberati...chissà, forse quella creatura era davvero il tuo Digimon, Ken -

- Liberati? - domandò Kari - Ken, cos’è questa storia? -

Il moro arrossì, ben deciso a non raccontare agli altri il burrascoso episodio (Anche lui ha una dignità da difendere! N.d.G.)

- Ho il sospetto - disse allora - che sia stato Stingmon ad aiutarmi a fuggire dalla Prigione. Ma purtroppo non posso dirlo con assoluta sicurezza -

 

******

Freia tornò ad osservare il Digispirit della Terra, dubbiosa

- Qualcosa non va? -

A parlare era stato Takuya, il Padrone del Fuoco

- Stavo pensando a quello che aveva detto Rei sui Digimon nella roccia...chi può averli liberati? È chiaro che non hanno potuto farlo da soli! -

Rei e Cepheus, arrivati in quel momento, udirono le parole della ragazza e corsero accanto ai due (Perchè, pensavate davvero succedesse qualcosa?? N.d.A.)

- Sì, ci avevo pensato anche io - mormorò Takuya - Ma credo di poter escludere che sia stato uno degli altri Padroni degli Elementi -

- Non vorrete farmi credere che è stato quel dannato di Euclione! - esclamò Rei

- Euclione? Ma se è stato lui a sigillarli! No, è da escludere. - ribattè Cepheus

- E se fosse stato l’Invincibile? -

La voce di Koji, seguito dal fratello, li fece voltare

- Andiamo - borbottò Takuya - non crederai davvero a quella leggenda! -

- Che leggenda? - chiese curiosa la piccola Rei

- Si dice che ci sia, per i boschi di questa dimensione, una creatura che può assumere ogni forma umana, animale, vegetale, anche rocce. Per questo la chiamano l’Invincibile - spiegò Koichi - Il suo potere sarebbe immenso, di molto superiore a quello di tutti noi -

- Peccato sia una leggenda! - rimarcò seccato il Padrone del fuoco

******

A differenza di Cody, la mattina dopo Ken ricordò benissimo il sogno che aveva fatto: un incubo orrendo, in cui aveva rivisto Kimeramon e gli ultimi istanti di vita di Wormmon...dovette sciacquarsi il viso più volte con l’acqua ghiacciata per ritornare alla realtà, ma lo aiutò molto il grido di Catherine, proveniente dalla cucina

- La profezia! -

In sette secondi e qualche decimo, i giapponesi e i due europei, che per quella notte si erano fermati nell’appartamento, erano dalla ragazza

- Che succede? - domandò Yolei, ancora con i capelli spettinati

- Ieri il foglio era qui, oggi non c’è più! - spiegò la francesina

- Dai, forse è caduto - ipotizzò Cody, pratico

- Ho guardato dappertutto -

Catherine era quasi in lacrime

- Catherine... - iniziò Alba, preoccupata - ti rendi conto che stai praticamente dicendo che qualcuno di noi ha rubato il foglio? -

Davis sembrò raggelarsi

- "Il marchio del tradimento"...e se si riferisse a questo? - disse

Ken lo guardò

- Com’è possibile? - domandò ansioso

- La profezia era rivolta a noi, o Gennai non avrebbe incaricato Alba Espejo di consegnarcela - riflettè il bruno - Dunque, forse voleva soprattutto metterci in guardia contro questo fantomatico "marchio del tradimento", avvertendoci che... -

- ...che si nasconde tra di noi? - terminò Cody, sbiancato

- Facciamo il punto della situazione - iniziò Kari, sedendosi tra Eiji e Alba - Credo che non sia stato nessuno di noi Digiprescelti giapponesi... -

- Cosa te lo fa pensare? - interruppe Sàndor, per la prima volta nella sua vita serio (Miracolo...)

- Abbiamo sempre combattuto insieme, ci conosciamo da troppo tempo per fare questo... -

L’olandese alzò leggermente il sopracciglio, ma non replicò

- Possiamo escludere Catherine - continuò T.K. - Innanzitutto è una Digiprescelta, e poi... - si voltò a guardare la biondina - Metterei la mia vita nelle sue mani -

Catherine arrossì fino alla punta dei capelli

(Quanta scena...-.- N.d.A.)

(Uff, ora sono più tranquilla! Cominciavo a temere che ti fosse diventata simpatica! N.d.G.)

(ARGH!!!! Non dirlo nemmeno per scherzo! >__<* N.d.A.)

- Stai insinuando che il traditore sia uno di noi? - chiese Eiji, indicando Alba e Sàndor

- Ehi, calmi! - interruppe il moro - Io sono un Digiprescelto! -

- E allora dov’è il tuo Digimon? - chiese Kari

Con gesto teatrale, il giovane si mise una mano in tasca e ne estrasse un cosino tondo e peloso, dai grandi occhioni da cucciolo

- Lui è Pochimon ^__^ -

(Ho trovato qualcosa di bello in Sàndor *_____* N.d.G.)

(Sì, il suo Digimon *_* N.d.A.)

- Pochimon... - pigolò quello

- Bene, allora i sospetti siamo noi due - disse seccata Alba, rivolta verso Eiji - E io sono decisamente in cima alla lista -

I ragazzi, a parte Ken, arrossirono imbarazzati: chi più chi meno, lo avevano pensato tutti

- Non ci credo - interruppe Ken - Tu mi hai aiutato, in prigione. Sono certo che non sei tu -

La rossa lo ringraziò con lo sguardo

- Forse è per questo che Gennai ha consegnato la profezia a lei...per indicarcela... - sussurrò Catherine, non abbastanza piano perchè la rossa non la sentisse

- Eppure - ribattè Eiji - Siete sicuri, Digiprescelti, di potervi fidare l’uno dell’altro? -

I giapponesi si guardarono, perplessi

- Ho sentito parlare - continuò - di una leggenda, che potrebbe essere vera, su un Digiprescelto giapponese che si faceva chiamare "Imperatore", sebbene non sappia quanta verità ci sia... -

- Dunque non è nata in Europa, questa storia - disse Sàndor, che doveva averla già sentita

- Colui di cui parlate - rispose Cody, alzandosi - era controllato dal potere del Seme delle tenebre, e pagò carissimo i suoi errori: con la morte del suo Digimon. -

- Allora non è una leggenda - interuppe Eiji, squadrando i sei ragazzi orientali

- Dì quel che ti pare - continuò il diciannovenne - ma personalmente ho più fiducia in lui che in te -

I cinque giapponesi lo guardarono, a metà tra perplessità e sarcasmo (Le Autrici invece ridono senza farsi menate X°°°°°D Quella di Cody è la battuta del secolo!).

Ken si alzò

- Mettiamo le carte in tavola - disse - Noi sospettiamo di voi, ma non voglio che voi possiate pensare che vi nascondiamo qualcosa. Smettila di squadrare gli altri, Eiji: l’Imperatore Digimon ero io -

Eiji, Sàndor, Alba e Catherine si voltarono verso di lui con gli occhi fuori dalle orbite

- Beh... - cominciò l’olandese - tu non hai una cicatrice, da qualche parte, vero? -

- Che domanda è? - chiese Yolei

- "Il marchio del tradimento" potrebbe essere una cicatrice, o un marchio appunto: se Ken non ha nulla del genere, non deve preoccuparsi! -

- Che sciocchezza, Ken non ha nulla! - esclamò inviperita la ragazza, voltandosi verso il giovane

Figuratevi la faccia sua e del resto del gruppo, quando Ken abbassò lo sguardo con aria imbarazzata, portandosi una mano sul petto, all’altezza del cuore

- Ehm... - continuò Sàndor - qualcun altro ha cicatrici o marchi? -

Alba alzò la mano

- Dove? Cioè, se è in posti visibili! -

(Il vecchio Sàndor sta tornando... N.d.A.)

- Avevo il disegno di un’ape, vicino al gomito - spiegò lei, tirando su la manica della maglia, e mostrando il punto in cui si trovava - ma quando me ne andai dalla Prigione, sparì, non so per quale motivo. -

- L’ape è il simbolo dei DigiHunter! - esclamò Catherine

La spagnola non potè trattenersi dal guardare la bionda come se avesse scoperto l’acqua calda

- Tutti i DigiHunter hanno quel marchio - replicò, gelida

(Un po’ come i cani...o.O...interessante! N.d.A.)

- Odio dirlo così... - intervenne Eiji - Ma temo che Alba sia la sospettata numero uno. Tutto sommato Ken è uno dei ribelli più conosciuti al mondo -

Ken si chiese se dovesse essere lusingato o offeso

- C’ero arrivata da sola - ribattè secca lei - e infatti ho deciso di andarmene! -

Si alzò (con le nuvolette nere e i fulmini intorno alla testa N.d.G.), prese il suo zaino abbandonato per terra e si avviò alla porta.

- Avanti, non dirai sul serio! - disse Davis

(Davis, cos’è tutto questo interessamento?)

- A quanto pare la mia presenza disturba il vostro gruppo, quindi me ne vado nell’albergo che avevamo prenotato! Saludos! -

E così dicendo uscì, sbattendosi la porta alle spalle

Nella mente di Cody ci fu come un flash: e improvvisamente ricordò il suo sogno

A quanto pare la mia presenza disturba il vostro gruppo...

A pronunciare quella frase era stato un Ken undicenne, molti anni prima, quando i due avevano litigato a causa della malfidenza del Digiprescelto più giovane

Ho il sospetto si disse Cody che la storia stia finendo per ripetersi...

 

Pensierino della buonanotte:

Gothika: Ora capisco a cosa serviva Alba!

Rika88: Beh, a questo punto posso aprire le votazioni: chi è "Il marchio del tradimento"?

Gothika: Io voto per Alba

Rika88: Perchè Alba? O.O

Gothika: Secondo me è troppo sospetta...però poi mi spieghi perchè non vuoi dire nemmeno a me chi cavolo è il Giuda! >__<

Rika88: Perchè è più divertente...in questo momento solo IO so chi è il bastardone, e la cosa migliora la mia autostima!

    LightAngel: in realtà, la gelosia di Ken ha uno scopo ben preciso: far capire che tra lui e Yolei potrebbe esserci qualcosa...^_-

    Driger: sulla Takari, siamo perfettamente d’accordo, ma non posso neppure fare accidentalmente precipitare Catherine in un fiume...non è un problema di etica, è che non ho l’occasione! U.U

    Francesca Akira89: dopo il silenzio atterrito della rivelazione di Ken in Digimon 02, io mi sono sempre immaginata uno svenimento multiplo ^^""" Espejo, tuttavia, non aiuterà molto Ken, per un motivo semplicissimo: te lo vedi il nostro Ken che finge di essere innamorato di Alba per far ingelosire Yolei? Odio ammetterlo, ma probabilmente non ne sarebbe mai capace! E per la nostra Espejo ci sono ben altri progetti...

 

 

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Capitolo 7
*** Il marchio del tradimento ***


Nuova pagina 1

Continuazione del "pensierino della buonanotte" del capitolo 6: caspita, non pensavo che i gialli vi piacessero così tanto! Le ipotesi sono tutte interessanti, anche se devo ammettere che mi sopravvalutate: io non ci sarei mai arrivata ad idee così cervellotiche ^^"""

Per una volta faccio uno strappo e rispondo ad inizio capitolo, così vi lascio ancora un po’ in sospeso

Gothika: Siete autorizzati a saltare l’angolo della posta e leggervi il capitolo

Narcisista!

Francesca Akira89: in effetti ho parlato di UN bastardone, più che altro perchè mi riferivo alla denominazione "marchio del tradimento", non per motivi di sesso del medesimo. Complimenti per le ipotesi, troppo intelligenti per me (specie quella che riportava il marchio alla cicatrice di Ken...e chi ci aveva pensato? ^^""). Sinceramente, avevo dato per scontato "l’angelo dalle ali di libellula", anche perchè Gothika l’aveva capito subito (il che è tutto dire): insomma, tra i vari Digimon delle serie trattate (Digimon 02 e Frontier) quale potrebbe avere le ali di libellula, se non uno che é una libellula?

Lilystar: no, T.K. e Kari non sono coinvolti in prima persona. Certo, saranno anche loro toccati (in fondo, se nel gruppo c’è una spia, lo sono tutti), ma non direttamente

Grazie anche a mel’91 e Eden89. Ora sto zitta!

Capitolo sette:

Il marchio del tradimento

 

Il tramonto era ormai passato da un pezzo.

Nell’ormai conosciuta casa parigina, il clima non era propriamente tra i più allegri: Sàndor era infine andato in albergo, Davis, Yolei ed Eiji giocavano senza convinzione a carte, Cody leggeva distrattamente e T.K. era seduto sul divanetto con Catherine (groar!): la francesina era ancora scossa per i fatti della mattina, e il giapponese le stava accanto accarezzandole i capelli con sguardo dolce (Gothika, cavolo, mi viene la carie ai denti >___<***** N.d.A.)(Vendetta, vendetta, tremenda vendetta! N.d.G.)

A questo punto, vi sarete chiaramente accorti che mancano Kari e Ken: non preoccupatevi, non si erano imboscati insieme! Kari era andata a letto molto presto, per essere sicura di conservare il suo autocontrollo (peraltro invidiabile), mentre Ken era in camera sua, sdraiato sullo scomodo divano, a riflettere.

Non aveva dubbi sull’innocenza di Alba, ma nelle ultime ore c’era un terribile pensiero che lo terrorizzava:

E se fosse stato proprio lui, il marchio del tradimento?

Di indizi ne aveva in abbondanza: il primo era il sogno della notte precedente. Quando il potere delle tenebre si avvicinava, gli capitava di sognare il suo passato, ma mai avvenimenti di quando era l’Imperatore Digimon. Dunque le tenebre erano vicinissime...forse già dentro di lui; e non sarebbe stata la prima volta che faceva qualcosa senza rendersi conto delle sue azioni.

C’era poi quel dannato marchio: non una cicatrice, un marchio vero e proprio...

Il rumore della porta che si apriva lo tolse ai suoi foschi pensieri: Cody era appena entrato nella camera e si era sdraiato sul suo materasso buttato per terra

- Ken? Sei sveglio? -

- Mhhhh - annuì l’altro, con fare svogliato, senza nemmeno degnarsi di alzare la testa

- Io credo che Alba non c’entri nulla -

- Oh, siamo in due su...nove! - fu la sarcastica risposta del moro

- Dieci anni fa tu eri da solo contro cinque -

Questa volta Ken sollevò la schiena e si mise seduto

- Non ero solo... - rispose cupo - C’era Wormmon. E Davis. Ma io mi fido di Alba -

- Anche io -

Il moro guardò l’amico, stupito dall’affermazione

- Me lo hai insegnato tu - spiegò Cody - Mai giudicare una persona dal suo passato -

Ken sorrise, divertito dall’espressione seria del diciannovenne

 

La mattina dopo, Alba uscì dalla sua stanza d’albergo piuttosto tardi, e inciampò quasi subito in tale...

- Davis? Cosa ci fai qui? -

- Ti andrebbe di fare colazione con me? Ti devo parlare! -

Cinque minuti più tardi, il ventunenne e la diciannovenne erano comodamente seduti al tavolino di un bar, davanti a un cappuccino accompagnato da brioche

- Come mai da queste parti? - chiese di nuovo la rossina - E ti avviso che risposte come "Passavo di qui per caso" non sono accettate! -

- Te l’ho detto, volevo parlarti. -

Per niente turbata dall’aspetto serio di Davis (Rika, sei sicura di aver scritto giusto? N.d.G.), Alba addentò con gusto la brioche inzuppata di caffè

- Dimmi pure, ho tutto il tempo che vuoi -

- Allora, premettendo che secondo me a casa di Takeru non c’è stato nessun furto... -

La ragazza alzò un sopracciglio

- E allora il foglio dov’è finito? -

- Un foglio di carta...io ne avrò persi centinaia! -

- A me non è mai successo... -

Davis si finse esasperato

- Ecco, ho incontrato un Ken in gonnella...perchè trovo sempre individui stra-precisi? -

- Beh, devo ammettere che in quella casa non regna l’ordine... - ammise Alba

- Siamo in otto, con solo cinque posti letto...cosa speravi? -

- Capito, capito; tornando a noi... -

- Sì, giusto! - Davis recuperò il filo del discorso - Se anche questo fosse un furto, perchè rubare una profezia? -

- Sarebbe stato più facile aspettare che la traducessimo noi - asserì la ragazza

- Bingo -

Alba riflettè un po’, poi piantò i grandi occhi scuri in faccia al bruno, chiedendogli:

- Dunque, tu non credi che io abbia ancora a che fare con i DigiHunter? -

- No, come sono certo che Ken non c’entri nulla -

La diciannovenne non potè evitare di arrossire davanti alla sincerità dell’altro.

Dopo questi primi discorsi, la discussione si fece molto più rilassata, e i due riuscirono a divertirsi non poco.

Circa un’oretta dopo, i due uscirono dal bar

- Potevi almeno lasciarmi pagare la mia consumazione... -

Davis fece una faccia scandalizzata

- COSA??? Da quando un uomo lascia pagare una demoiselle? - domandò

- Lasciamo perdere... - si arrese lei, ridendo - Allora io vado. -

- Sì...senti... -

- Dimmi. -

- Ti va se oggi pomeriggio ci incontriamo di nuovo? -

Alba lo guardò, maliziosa

- Cos’è, un appuntamento? -

- Se vuoi ti lascio con Sàndor... - rispose lui

- Per carità! Comunque per me va bene! -

- Nel parco di fronte al tuo albergo, alle quattro? -

- Non mancherò! -

(Hai capito Davis! Ridendo e scherzando è stato il primo a combinare qualcosa! ^_^ N.d.A.)

(Ricordati di T.K. e Catherine N.d.G.)

(Mi rifiuto di chiamarli "coppia"!!! >__< N.d.A.)

 

******

- Loewemon! -

Sentendo Rei chiamarlo, il grande Digimon si voltò; la ragazzina gli arrivava a mala pena alle cosce, ma continuava a rifiutarsi di Digievolvere

- Che succede, Rei? -

La giovane si fermò a riprendere fiato, dopo la corsa

- Ci sono dei Digimon là fuori! Chiedono di parlare con uno dei Dieci Custodi -

- Non potevano parlare con te? -

Rei fece una faccia seccata

- Non credono che io sia uno dei dieci guerrieri! - rispose, offesa

Sforzandosi di non ridere, Koichi uscì dalla Casa delle Tenebre, seguito dalla giovinetta. Appena fuori, si trovò di fronte a cinque Digimon molto più grandi di lui: quello che pareva il capo, un drago azzurro, gli si fece incontro

- Sei uno dei Dieci leggendari Guerrieri? - domandò

- Esatto. Il mio nome è Loewemon, sono il Padrone delle Tenebre. Lei è Rei, il Padrone dell’Acqua -

Le creature digitali non poterono fare a meno di squadrare sia il leone che la bambina

- Sapevo che sareste arrivati - continuò impassibile il Digimon felino

- Dov’è Stingmon? - domandò freddo un secondo mostro, dalle sembianze di un’aquila

- È già sulla Terra. È stato liberato prima di voi -

- Dunque è già con Ken! - esclamò un cavallo alato

- No, Pegasusmon. Non so cos’abbia in mente - riprese amaro Loewemon - Ma Stingmon ha salvato la vita al suo Digiprescelto, facendolo uscire dalla Prigione dei Dannati, per poi sparire nel nulla! -

- Sono certa che ha un piano, e c’entra con la profezia! -

- Possibile, Nefertimon:Cade ferito il nero cavaliere/Il marchio del tradimento svelato/Allora scenderà la maschera/Dell’angelo dalle ali di libellula -

- Spero solo - mormorò ExVeemon - Che Ken non si cacci nei guai... -

(Povero illuso...)

******

L’oggetto delle preoccupazioni di ExVeemon era chiuso in camera sua, perso in pensieri tutt’altro che piacevoli (alla Ken, insomma... N.d.G.), quando Yolei entrò baldanzosa nella stanza

- Uffa, cos’è, una riunione di musi lunghi? - domandò seccata, guardando l’amico

Ken non fece una piega; la ragazza gli si avvicinò, poi gli passò una mano davanti agli occhi esclamando:

- Terra chiama Ken, Terra chiama Ken, rispondi! -

Il moro ebbe un sobbalzo, si voltò verso l’altra e chiese, imbarazzato:

- Oh, Yolei...hai detto qualcosa? -

La povera giapponese sprofondò nella poltrona con aria esasperata

- Davis è uscito, Eiji dorme e tu ti perdi nei tuoi pensieri...chi tormento io?? -

Ken ridacchiò

- Se vuoi restare qui, per me va bene: non mi disturbi! - le disse

In quel momento, una pietra scagliata dalla strada entrò dalla finestra aperta, rotolando fino ai piedi dei due

- Cos’è? - chiese subito Yolei

Attorno al sasso c’era un cordino, che teneva legato un messaggio

- Sarà uno scherzo - disse Ken, per tranquillizzare la ragazza e se stesso

Ma purtroppo il biglietto era indirizzato proprio a loro, anzi, a lui: il disegno di un ape, simbolo dei DigiHunter, spiccava sul frontespizio, sotto ad alcune parole scritte con una macchina da scrivere: una via, non distante da lì.

Ken sentì il sangue andargli sotto i piedi: si alzò (per far tornare il sangue al suo posto? N.d.G.) e si diresse verso la porta.

Yolei lo fermò

- Che fai? - strillò

- Silenzio, o sveglierai gli altri. Vado alla via indicata -

- Non essere stupido! - ribattè l’amica

- Se non ci vado, non ci penseranno due volte a venirmi a prendere! -

- Non possono, in Francia non comandano loro! -

- Ma io sono fuggito di prigione! La legge è comunque dalla loro parte -

Abbassando lo sguardo, Yolei notò che aveva appoggiato la mano su quella di Ken, posizionata sulla maniglia: la levò all’istante, arrossendo

- Va bene - riprese - Ma io verrò con te! -

Ken credette di non aver capito bene:

- TU?? - chiese sbalordito

- Sì, io. -

- Yolei, avanti, non essere sciocca... -

- Qui l’unico sciocco sei tu. E poi mi devi un favore da quella volta che mi hai usata da scudo! -

Così dicendo, la ragazza aprì la porta e lo precedette. Il giapponese, interdetto, capì che aveva perso.

 

L’aria si era raffreddata parecchio, ma la creatura ammantellata non parve farci caso: restò a fissare i due ragazzi che uscivano dalla casa (lui con una camicia celeste e i jeans, lei con una maglia azzurra a collo alto e i pantaloni rossi), per dirigersi verso una delle vie più malfamate di Parigi. Era stata una fortuna aver continuato a seguire il giovane Digiprescelto, anche se si era fatto un viaggetto intorno al mondo tutt’altro che piacevole e riposante...ma in fondo, si disse, l’importante era che Ken stesse bene.

Certo che mi dai parecchi problemi: è troppo difficile startene buono? pensò, guardando il ragazzo dai corti capelli corvini, che non aveva neppure sospettato la presenza del bizzarro essere mimetizzato tra le ombre allungate del tramonto...

 

- Davis, sei sempre così o a volte riesci ad essere serio? -

Alba cercò di riprendere un po’ di contegno, senza peraltro riuscirci

- Uffa, ti porto in un ristorantino italiano a dir poco stupendo e tu mi ringrazi così? -

La ragazza si sedette sulla sedia che il giapponese, molto galantemente, le aveva spostato

- I tuoi amici ti avranno dato per disperso... -

- T.K. e Catherine non si saranno neppure accorti della mia assenza; Cody e Kari di solito si fanno gli affari loro, Eiji è in letargo come gli orsi e Ken e Yolei molto probabilmente sono occupati a fare altro...almeno spero! -

- Cosa intendi dire? -

Davis non potè impedirsi di sorridere

- Un classico: Ken ama Yolei, Yolei ama Ken, ma non riescono a dirselo. Vanno avanti così da anni! E dire che io, a quello zuccone del mio migliore amico, avevo anche infilato la pulce nell’orecchio... -

Il bruno assunse un’aria esasperata, come a dire: "Cosa mi tocca fare!". La rossina si mise a ridere ancora di più

- Non è facile rivelare i propri sentimenti - disse - si teme sempre di non essere capiti! -

- A chi lo dici... -

Alba lo guardò, sorpresa

- Anni fa, - si affrettò a spiegare il ragazzo - mi piaceva da matti Kari: le stavo attorno ventiquattr’ore su ventiquattro, come un moscone! -

- E poi? -

- Poi...poi sono diventato un Digiprescelto; sono cresciuto, e ho capito che il mio era un amore a senso unico... -

Nonostante lo avesse detto con allegria, come se la cosa non lo toccasse, Alba si accorse della nota amara nella voce di Davis, e l’ombra passata sul suo viso

- Io... - riprese lei - Non mi sono mai innamorata, finora -

- Ah, io non mi preoccuperei - replicò il giapponese - Una bella ragazza come te non avrà problemi! -

- Guarda che io ho detto "finora"! -

Davis smise di guardare con interesse la forchetta (-.-) e alzò lo sguardo, incontrando l’espressione seria e allo stesso tempo maliziosa della bella spagnola...

 

- Posticino allegro! -

Ken entrò al numero nell’abitazione corrispondente all’indirizzo sul biglietto: un vecchio stabile disabitato, in rovina, con i vetri rotti e ragnatele dovunque. All’esclamazione di Yolei, si voltò verso di lei, chiedendole:

- Cosa ti aspettavi, un albergo a cinque stelle? -

I due camminarono lungo il corridoio pericolante, finchè non sbucarono nell’unica camera con la porta aperta e non sbarrata: una stanza che aveva come unico mobile una vecchia sedia sfondata. Le uniche fonti di luce erano una minuscola finestrella sbarrata da massicce inferriate, e un’apertura sulla porta, chiusa da un’assicella di legno

Dappertutto entravano spifferi gelidi: Yolei tirò il collo della maglia fin sopra il naso, per difendersi dal freddo.

Improvvisamente, come se fosse stata viva, la porta alle loro spalle si chiuse con un colpo secco

- Maledizione! - ruggì Ken, tentando di aprire

(Ripeto la tua frase, Ken: cosa ti aspettavi, un albergo a cinque stelle? N.d.G.)

Dal di fuori, qualcuno aprì la finestrella sul vecchio uscio, mettendo una mano con una pistola di fronte ai due.

(Ops... N.d.A.)

- Spero che la stanza sia di vostro gradimento! - disse una voce

Il Digiprescelto della Bontà cercò di guardare in faccia la persona, sicuro di conoscere quella voce

- Chi sei? - chiese

- Oh, non ha importanza! Per di più, tra poco non sarete più in condizione di dirlo ai vostri amici. -

Yolei, ancora con il viso infilato nel colletto del maglione a dolcevita, sentì un brivido lungo la schiena: riconosceva quella voce...e ora ricordava anche chi possedeva una macchina da scrivere! Qualcuno che aveva vissuto, parlato, mangiato e dormito con loro per giorni, a cui avrebbero consegnato la vita...

- Tu sei... - balbettò la ventiduenne - Tu sei... -

La voce le mancò, ma Ken riuscì finalmente a guardare quel volto in ombra

- Tu - mormorò, sconvolto, il giapponese - Tu...Catherine? -

La francese sorrise con aria crudele

- Sì, io. Sorpresi? -

- Perchè? - chiese Yolei, sull’orlo del pianto - Tu sei una Digiprescelta! -

- Il perchè chiedilo al tuo caro amico Ken -

La giovane dai capelli viola si voltò vero il compagno con sguardo interrogativo, ma nei suoi occhi lesse solo disorientamento

- Oh, è vero, tu non te lo ricordi! - disse con voce mielosa Catherine - Beh, caro Ken, sappi che le Prigioni dei Dannati non sono un’invenzione dei DigiHunter...tutto quello che hai subito - e così dicendo puntò la pistola alla fronte del ragazzo, che riuscì a vedere il tatuaggio dell’ape sul suo polso - è ciò che hanno sofferto i Digimon, nelle prigioni dell’Imperatore! Tu ti divertivi un mondo, sai? Anche i DigiHunter si sono divertiti ad umiliarti! -

Se qualcuno, in quel momento, avesse tirato un pugno a Ken, probabilmente lui non se ne sarebbe neppure accorto: rimase di sasso, mentre nella sua mente si formava un ricordo sepolto da tempo...

Era vero. Era tutto vero.

Il ragazzo, quasi senza avvedersene, crollò in ginocchio, con gli occhi sbarrati, e cominciò a piangere.

Per favore continuava a pensare, come in trance Per favore, qualcuno...qualcuno mi uccida.

 

 

Pensierino della buonanotte: Gothy, il genere giallo non fa per te!

Gothika: Come ho fatto a non sospettare di Catherine!!!!! T_____T

Yolei87: Io un po’ lo avevo capito, e poi conoscendoti avrei dovuto capirlo subito che era lei! Ti sta talmente sulle scatole che non avresti mai lasciato T.K. con quello scorfano!

Ehm, in realtà temevo fosse troppo facile: la francesina era l’unica senza un alibi decente (Takeru aveva detto che avrebbe messo la sua vita nelle sue mani ma, diciamolo, è il classico discorso di un innamorato che vaga con le fette di prosciutto sugli occhi!), inoltre sembra strano gridare al furto...di un foglio di carta, che è notoriamente l’oggetto che si perde più facilmente e poi...beh, si sa che la odio! Potevo io lasciare che Kari venisse messa in disparte a causa di una smorfiosa insopportabile? Mais naturellement non!

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Capitolo 8
*** La prima parte della profezia ***


Nuova pagina 1

Signore e signori, ecco a voi il capitolo più orripilante dell’intera serie. Ci ho messo le mani sopra talmente tante volte che ormai lo so a memoria, ma non riesco a farmelo piacere é.è

Gothika: Amen, andrà bene lo stesso

NO!! È una questione di principio! Devo avvertire i lettori che, dopo questa sbobba, il prossimo capitolo migliora!

E dato che ho scoperto che rispondere alle recensioni all’inizio mi è più comodo, mettiamoci al lavoro!

    Francesca Akira89: a mio parere, la reazione di Ken non è poi così esagerata...se pensiamo al suo carattere. Io mi sono ispirata alla puntata in cui, per scongiurare l’autodistruzione della Fortezza Volante, voleva sacrificarsi riportando la Digipietra al suo posto: era una decisione dettata dalla foga del momento, esattamente come in questo caso. Poi, ovviamente, si tratta di una mia ipotesi. Comunque, sono le Prigioni dei Dannati ad assomigliare a quelle dell’Imperatore, non i DigiHunter; e il motivo per cui Catherine è passata al nemico è accennato in questo capitolo

    Driger: Se Takeru non molla Catherine, vuol dire che è da rinchiudere al più presto...

    Lilystar: Uccidere Catherine? Non lo farei mai...e poi chi pulisce?

    Eden89: Solo per irspondere alle tue domande, dovrei raccontarti mezza fanfic: calma e sangue freddo, tutto sarà spiegato a tempo debito!

    Marthy: Perchè dovrebbe essere una domanda stupida? Succede spesso che ci si indentifichi in un personaggio. Comunque, Alba non è creata per me: mi piace, e sono soddisfatta perchè è venuta come volevo io, ma è solo uno dei tanti personaggi inventati che bazzicano per la storia...e poi i nostri gusti in fatto di ragazzi sono diametralmente opposti!

 

Capitolo otto:

 

La prima parte della profezia

 

 

L’uomo davanti a Catherine dimostrava poco più di quarant’anni, sebbene i capelli tagliati cortissimi mostrassero due lunghe strisce bianche all’altezza delle tempie, e l’intero volto fosse così magro da far sembrare la pelle una sottilissima pellicola sulle ossa. La diciottenne non aveva idea del perchè si trovasse lì, nè chi fossero quegli individui vestiti di blu che l’avevano trascinata davanti all’uomo che ora la squadrava da dietro un monocolo, gli occhi grigi stretti fino a diventare due fessure

- A quanto pare, sei una Digiprescelta - disse infine, in un francese troppo pulito per essere madrelingua

La bionda, già pallida, si sentì svenire

- Non capisco cosa stia dicendo - esclamò, fingendo una sicurezza che non sentiva

Mise una mano nella borsa che le avevano sequestrato, ed estrasse il suo Digivice ottagonale

- Io sono il generale Euclione, il capo e fondatore dell’ADO - si presentò l’altro, sorridendo

- Qui in Francia voi non avete potere! - replicò la giovane, alzando la testa in segno di sfida

Il generale Euclione la invitò a sedersi su una sedia, di fronte a lui

- È vero, infatti non ho intenzione di arrestarti: ho delle informazioni che potrebbero servirti-

Così dicendo, estrasse dalla tasca interna della giacca una fotografia, che mostrava alcuni ragazzi giapponesi

- Questo è il tuo fidanzato, no? Takeru Takaishi, diciannove anni, nato a Tokyo. - disse, indicando il biondo

Catherine annuì

- In questa foto, c’è un traditore. Il suo nome è Ken Ichijouji -

- E lei, che è il capo dell’ADO, verrebbe a dirlo a me? - sorrise sarcastica la giovane

- Non capisci, Catherine. Questo ragazzo è il vero obiettivo dell’ADO, colui che ha distrutto gli ideali dei Digiprescelti -

La bionda non potè fare a meno di sgranare gli occhi

- Questa è una lunga storia, ma sono convinto che, alla fine, sarai d’accordo con me -

Ed Euclione andò indietro nel tempo, fino all’estate del 2002

 

Aveva scelto lei di entrare nei DigiHunter. Non era stato un tradimento, perchè il tradimento di un tradimento è un’opera meritoria.

(E la frase merita i diritti d’autore N.d.A.)

Catherine sapeva di essere nel giusto: quel mostro si era insinuato nel gruppo principale, quello giapponese, come un germe maligno. Visto che nessuno se n’era accorto, toccava a lei risolvere la questione in modo definitivo.

- Resterei volentieri a chiacchierare con voi... - disse Catherine - Ma devo proprio andare. -

Così dicendo, fece per staccarsi dalla finestrella sulla porta, poi si voltò di nuovo:

- Quasi dimenticavo di dirvi che tra poco morirete. Il DRG non perdona! -

Con questa ultima frase, la francese chiuse lo spioncino. Il rumore dei passi nel corridoio annunciò che se n’era andata davvero

- Cos’è il DRG? - chiese Yolei preoccupata

DRG...pensò Ken, ancora inginocchiato per terra DRG...

Cercò velocemente nella memoria, tentando di rammentare dove avesse già sentito quella sigla: nella Prigione dei Dannati, certo, ma in che frangente?

(Beh, se viene dalla PdD, non può essere una buona cosa O.o N.d.G.)

Il ricordo infine affiorò, aiutato da un terribile odore di uova marce che riempì la stanza.

Maledizione!

Sconvolto, Ken si voltò verso la Digiprescelta dai capelli color lavanda e le gridò:

- Yolei, mettiti qualcosa sul naso: questa stanza è piena di gas! -

La giapponese, che per tutto il tempo se n’era stata nascosta nel colletto della maglia, sgranò gli occhi, poi emise un gemito atterrito vedendo Ken cadere carponi per terra, tossendo e tenendosi la gola: il ragazzo doveva aver respirato per tutto quel tempo il DRG. Subito Yolei si frugò in tasca, cercando qualcosa da offrirgli per difendersi: trovato un fazzoletto di stoffa glielo porse.

Ken, con un gesto del braccio, allontanò la sua mano

- Che ti sei messo in testa? - domandò agitata lei

Il Digiprescelto della Bontà non rispose: si sentiva la trachea completamente chiusa, come se qualcuno lo stesse strangolando...ma la cosa più pericolosa, era che non ne era triste.

Yolei, con intuito tutto femminile, sembrò capire quel pensiero, e si spaventò ancora di più

- Non fare lo stupido! Dobbiamo uscire di qui! -

Ken si alzò a fatica e le rivolse uno sguardo spento e disperato

- Non vorrai davvero... - chiese la ragazza

- Non voglio uscire di qui - sussurrò Ken - Dopo quello che ha detto Catherine, come potrei guardare in faccia Davis, Wormmon...te? -

- Non le crederai, spero! -

- È tutto vero, Yolei. Me lo sono ricordato...le prigioni dell’Imperatore non erano molto diverse da quelle dei DigiHunter!-

- Ora non cominciare a colpevolizzarti, stupido! -

La discussione si interruppe: Ken, sentì i muscoli smettere di obbedirgli e un velo nero gli cadde sugli occhi. Prima di accorgersene, era svenuto.

(Go... N.d.A.)

(Ok, la pianto. Ho finito, contenta? Ora dedicati al salvataggio dell’idio...cioè, di Ken N.d.G.)

 

- Qualcuno sa dove sono finiti Ken e Yolei? - chiese Cody agli altri ragazzi

- Pensavo fossero in camera vostra - rispose Eiji

- No, non ci sono! -

- Saranno usciti - rispose allora Kari

- Ma oggi escono tutti? - domandò Takeru - Davis è sparito, Ken e Yolei si sono infrattati chissà dove, Catherine è andata da quella sua amica... -

Cody capì che ne sapevano quanto lui, e lasciò cadere la conversazione: eppure, non potè impedirsi di sentire uno strano brivido lungo la schiena...

 

Se pensi davvero che ti lascerò morire così, ti sbagli di grosso

Yolei tentò di scuotere Ken, per fargli riprendere i sensi, pur sapendo che era una mossa inutile.

Improvvisamente, nel corridoio risuonò un rumore di passi

Catherine? si chiese la ragazza

Eppure, il suono era strano: pesante, sordo e irregolare, come il passo di uno zoppo. Il rumore si fermò dietro alla porta che, pochi secondi dopo, venne scardinata.

(E qui ci vorrebbe una musichetta di sottofondo...mi passate la Marcia Imperiale di Star Wars? N.d.A.)

(Ta-ta-ta-tatta-taaaa N.d.G.)

A Yolei si gelò il sangue nelle vene: sull’uscio era apparso un essere gigantesco, coperto da un lungo mantello nero come la notte, che, chinando la testa per passare, entrò nella stanzetta

- A quanto pare - mormorò - Sono arrivato giusto in tempo -

La creatura si inginocchiò a fianco della ragazza, sollevando il corpo svenuto di Ken e appoggiando il capo del ragazzo sulla sua gamba

- Tu sei Stingmon! - esclamò Yolei

Il Digimon libellula si tolse il cappuccio, rivelandosi

- Arrivo sempre in tempo per tirare fuori dai guai questo incosciente - disse, accennando a Ken - Piuttosto, Yolei, potresti andare a chiamare gli altri? Resterò io con lui...e vedrò di fargli cambiare idea -

Chiedendosi come facesse Stingmon a sapere della discussione avvenuta pochi minuti prima, la Digiprescelta dell’Amore corse subito fuori, come le aveva detto il Digimon

 

- Sei stato sleale! -

Davis passò un braccio intorno alle spalle di Alba: i due erano in un parco pubblico, seduti su una panchina davanti ad una fontana

- Uffa, quante storie... -

- Mi hai baciata alla sprovvista! -

- Lo hai già detto tre volte! -

- Davis... -

Sentendo il tono improvvisamente triste della ragazza, il giapponese si voltò di scatto

- Cosa....? -

Non finì mai la frase: Alba lo baciò con trasporto (ah però! N.d.G.)

- Uno a uno! - gridò gioiosa

- Dannata! Questo era un colpo basso! -

(Fermiamo questa scenetta squallida...N.d.A.)

- DAVIS!! -

Il grido li fece voltare: dal vialetto comparve Yolei, affannata e impolverata

(Finalmente torniamo ad un minimo di serietà N.d.Go)

- Yolei? -

- Davis, per fortuna ti ho trovato: devi venire, Ken è in pericolo! -

- Cosa vi è successo? - chiese tesa Alba

- Ve lo spiego per strada: ora dobbiamo portare Ken a casa il più in fretta possibile! -

- Lo hai lasciato da solo? - domandò Davis

- No, c’è Stingmon...oooh, venite! -

 

- Finalmente ti sei ripreso! -

Sentendo di nuovo quella voce, Ken si voltò verso la creatura

- Questa volta riesci a riconoscermi? -

- Stingmon! - riuscì a balbettare, con la bocca impastata

Il Digiprescelto si accorse che il Digimon gli stava premendo un lembo del mantello sul naso e sulla bocca; con gesto stanco, spostò la grossa mano di Stingmon

- Dunque avevo capito giusto: hai davvero deciso di lasciarci le penne -

Ken volse lo sguardo altrove, senza rispondere

- Sai, Ken...non ti facevo così egoista! -

Il moro tornò a guardarlo, perplesso

- Eri così impegnato ad autocommiserarti, che non hai pensato nemmeno un momento alle persone che ti stanno intorno: se non sbaglio tu dovevi ancora dire una cosa a Yolei... -

In condizioni normali, Ken sarebbe arrossito fino alla punta dei capelli; in quel frangente, invece, la frase maliziosa del suo Digimon gli fece venire in mente a che cosa pensava nei momenti in cui, nella Prigione dei Dannati, si ritrovava ad osservare il coltello piantato nella parete di fronte a lui: a lei, sempre e solo a lei...la sua Yolei!

Se faccio una sciocchezza ora, non potrò mai dirle quello che provo per lei

Era quello il suo chiodo fisso, che gli aveva permesso di sopravvivere per due anni...e quell’idea tornò anche in quel momento, vincendo sulla voglia di fuggire da tutto, anche dalla vita.

Il ragazzo lasciò andare la mano di Stingmon, permettendo al Digimon di tornare ad appoggiargli il mantello sul viso per non fargli respirare il gas. La creatura digitale, dal canto suo, non sembrava infastidita dal veleno.

Quando infine Davis, Yolei e Alba arrivarono, il DRG si era praticamente dissolto. Fortunatamente per loro era ormai notte fonda, così nessuno si accorse della strana comitiva formata da tre ragazzi e da un gigantesco essere coperto da un mantello, che sorreggeva un quarto umano.

 

*******

Lobomon (Devo scriverlo, dopo la figura mia e di Yolei87 che ci eravamo beatamente scordate il nome ^^""""""" N.d.A.)(Ecco perchè nominavi Koji ma non la sua Digievoluzione -.- N.d.G.), dicevo, Lobomon sospirò pesantemente, voltando le spalle al grosso bacile grazie al quale vedevano ciò che succedeva nell’altra dimensione

- Cos’è successo? - domandò preoccupato il fratello, arrivato in quel momento

- Per fortuna nulla di irrecuperabile - sbottò quello (Lobomon!) - Ma il Digiprescelto della Bontà mi preoccupa -

- Non essere troppo duro - disse Kasemon (a Lobomon!) - Era solo sconvolto. Appena ragionerà a mente fredda vedrai che si sistemerà tutto -

- Lo spero - rispose il grande lupo (Lobomon!)(Piantala! N.d.G.) - Ci mancava solo un Digiprescelto con manie suicide! -

(Se leggo ancora una volta la parola "Lobomon" giuro che ti ammazzo! N.d.G.)

*******

- Non ci credo! Ken non è il tipo da pensare di... -

Cody non riuscì a finire la frase. Tornò a sedersi sulla sedia da cui era saltato, quando Wormmon aveva finito di raccontare

- Io credo - iniziò Davis - che fosse semplicemente sottosopra. La notizia lo ha senza dubbio colpito. Se ben ricordate, dieci anni fa si sarebbe sacrificato per rimettere la Digipietra della Bontà nella base dell’Imperatore... -

- Bene, allora vai a tirargli un altro schiaffo! - gli disse seccato Cody

Kari arrivò in quel momento

- Come sta? - le chiese Alba

- Ora dorme. C’è Yolei con lui. Comunque sia, per qualche giorno dovrà restare a letto, il gas è ancora in circolo. Sei stato gentile, T.K., a lasciargli il tuo letto - aggiunse poi, rivolta al biondo che guardava fuori dalla finestra

- Non c’è problema - rispose lui, con voce incrinata - In fondo è colpa mia se è successo questo -

- Ora cosa c’entri tu? - chiese Alba, alzando gli occhi al cielo

Takeru si voltò verso di loro, con aria depressa

- Avrei messo la mia vita nelle mani di Catherine...e invece ho offerto a quella traditrice uno dei miei migliori amici - disse, appoggiando la testa contro il muro

(Ehi, calmatevi tutti, siete troppo allegri -_-""" N.d.A.)

- Eri innamorato di lei - gli disse Kari - e quando si ama, non si è mai obiettivi. Inoltre, Catherine era davvero al di sopra di ogni sospetto: noi stessi siamo stati ciechi, ci siamo concentrati solo su Alba, senza guardarci intorno -

 

Yolei aprì la finestra per far entrare la fresca aria del mattino, per poi sedersi sull’estremità del letto dove si trovava Ken (Tranquilli, stavolta non gli tira un secchio d’acqua ^^ N.d.A.): il ragazzo dormiva, con un’espressione pacifica e dolce, sebbene le tracce di quella nottata restassero nel volto più pallido del solito. Nonostante fosse ormai fine luglio, per tutta la notte aveva piovuto, e l’aria era piuttosto fresca: difatti Kari aveva lasciato il lenzuolo fin oltre la vita del Digiprescelto, sotto il braccio abbandonato sul torace.

Dopo qualche attimo, qualcosa attirò l’attenzione della ragazza dai capelli viola: attraverso la camicia intravide qualcosa che la fece sobbalzare: una cicatrice, anzi, un marchio sul petto del ragazzo. Senza quasi accorgersene, si alzò e sfiorò la sfregiatura con una mano (spero non ghiacciata come le mie in questo momento N.d.G.).

Ken ebbe un brivido e si svegliò.

- Sc-scusa! - balbettò lei, arrossendo fin negli occhiali

- Non fa nulla... - rispose lui, guardandola

- Dunque era a quella che accennavi quando Sàndor ti ha chiesto se avevi cicatrici... -

Ken si limitò ad annuire, tentando di mettersi a sedere

- Come ti senti? -

- Ho avuto tempi migliori, ma non mi lamento - rispose lui, mentre afferrava la mano che Yolei gli tendeva - Tu stai bene? -

- Direi di sì. Visto che ti senti meglio, devo darti una cosa -

Senza lasciare a Ken il tempo di rispondere, gli tirò un ceffone che gli rivoltò la faccia, lasciandogli un segno rosso sulla guancia destra (Prima le secchiate, poi gli schiaffi...Yolei ha bisogno di uno psicologo! N.d.A.): sbalordito, il giovane si portò una mano sul viso, e avrebbe chiesto delucidazioni alla ragazza, se lei non fosse scoppiata in singhiozzi (Rika, stai facendo passare Yolei per una pazza isterica è__é N.d.G.)(Se aspetti un attimo ora spiego cosa succede! >_< N.d.A.)

- Stupido! Mi hai fatto prendere un colpo! Pensavo che saresti morto davvero - singhiozzò Yolei, con il viso tra le mani

Ken (ripresa la mobilità della mandibola) le appoggiò una mano su una spalla, poi aggiunse, con aria colpevole:

- Mi dispiace di averti spaventata, ma nemmeno io so che cosa mi fosse saltato in mente - abbozzò un sorriso - Siamo ancora amici? -

- No -

Preoccupato, il Digiprescelto si fece più vicino a Yolei, che si voltò come un pitone e gli disse, furibonda:

- Perchè non riesci a capire? Perchè? Io non voglio essere tua amica! -

La ragazza capì che non poteva più tornare indietro: si appoggiò sul petto dell’altro, sussurrandogli:

- Io ti amo, Ken. Possibile che non riesci a capirlo? -

Il povero giapponese si diede mentalmente dell’idiota per la sua ottusità. Sorridendo, abbracciò Yolei, scossa dai singhiozzi come se qualcuno fosse davvero morto:

- Nei due anni nelle Prigioni dei Dannati - disse, mentre lei si scioglieva dall’abbraccio per guardarlo - Ogni volta che mi sembrava di non poter più sopportare, pensavo che non potevo morire senza dirti: "Ti amo". Stingmon me lo ha ricordato stanotte. -

Yolei gettò le braccia al collo di Ken, mentre lui la baciava accarezzandole la testa: rimasero così, con lo sfondo della Ville Lumière sormontata dallo stupendo sole di luglio.

 

Pensierino della buonanotte:

CHE - SCHIFO!!!!! Uffa, ma perchè è venuto tutto così male? Il salvataggio, la dichiarazione...è da carie ai denti!

Gothy: Sarò di parte, ma io stavo commovendo! :°°°°)))

Sarò di parte, ma io ho avuto una crisi di riso nervoso -.-

Gothy: In che senso? O.o

E che ne so, ridevo come una deficiente senza motivo

Gothy: Ecco, magnifico -.- Piuttosto, cosa succede nella prossima puntata?

Allora, i Dieci Leggendari Cialtroni arriveranno nella Prima Dimensione, e Ken racconterà a Yolei dove si era imbucato nel periodo tra il soggiorno in prigione e la secchiata della Digiprescelta!

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Capitolo 9
*** Estibaliz ***


Nuova pagina 2

Doppia pubblicazione! Contenti? Il perchè è semplice: dopo la schifezza del capitolo otto (in cui, lo ricordiamo, Ken viene nell'ordine semigasato da Catherine, salvato da Stingmon, schiaffeggiato da Yolei e baciato da quest'ultima) volevo dimostrare che si trattava solo di un'eccezione post-allucinazione. Andiamo avanti come se nulla fosse!

 

Capitolo nove:

Estibaliz

 

Loewemon si voltò di scatto, per vedere da dove proveniva il rumore che aveva sentito: con sua grande sorpresa, scoprì che era stato Bittermon, che aveva appena centrato l’architrave della porta (squallore -.-)(Perchè anche come Digimon è così stupido? -___-""""" N.d.Y.)

- Perchè cavolo le costruiscono così basse? - chiese il gigantesco Digimon, seccatissimo

- Ti avevo detto di fare attenzione, zuccone! -

A parlare era stato un secondo essere, apparso dietro a Beattlemon: aveva il corpo coperto da una pesante armatura metallica, ma da sotto l’elmo spuntava un muso da scimmia, con lunghe orecchie coperte da una peluria marrone

- Senti un po’, Eurusmon, chi ti credi di essere? - brontolò irato il Digimon insetto

- Uno che non centra le porte! -

- Buoni, buoni... - fece il Digimon leone, cercando di far da paciere

Altri due Digimon si avvicinarono: uno era Agunimon, l’altro era un mostro digitale dalle sembianze femminili, ma con un folto pelo bianco striato, lunghe orecchie da gatto e penetranti occhi giallo dorato

- Possibile che voi due non facciate altro che litigare? - chiese esasperato il Padrone del Fuoco

- È Sannio che mi provoca - si difese Bittermon

- Non ricominciate - si frappose il Digimon gatto

- Haimon, dove sono tuo fratello e Freia? - chiese Loewemon

- Notusmon è ancora di fuori, mentre Ophionmon credo sia con Lobomon! - rispose Rei

(ANCORA LOBOMON??????????????? N.d.G.)(^^""" N.d.A.)

Come se qualcuno lo avesse chiamato, Lobomon comparve dalla porta scardinata

- Nessun indizio, niente di niente. I DigiHunter se ne sono andati. Abbiamo trovato solo delle bombole di DRG - disse (L.....n! N.d.A.) (Groar! >__< N.d.G.)

- Dovevamo immaginarcelo... - rispose il fratello

*******

 

Nella casa di T.K., l’atmosfera era delle più bizzarre: da una parte, i ragazzi erano sollevati per il fatto che quasi metà della profezia fosse stata risolta, ma d’altro canto si crucciavano per non aver saputo capire prima che il "nero cavaliere" potesse essere Ken, e Takeru si faceva una serie di problemi tali che ricordava vagamente l’amico (ed è difficile eguagliare Ken in autocommiserazione).

Il diretto interessato, intanto, era confinato a letto ormai da cinque giorni, cosa per lui a dir poco insopportabile: purtroppo però Kari era stata troppo ottimista e, quando aveva provato a farlo alzare, se non ci fosse stato Davis a fianco, il povero giapponese si sarebbe trovato un bel livido, dato che le gambe si erano rifiutate di sorreggerlo

- A quanto pare il gas è più ostico di quel che pensassi - aveva ammesso l’aspirante medico

Il Digiprescelto, così, avrebbe passato il tempo ad annoiarsi, se Yolei non fosse stata con lui per gran parte della giornata. Proprio in quei periodi, parlando della sfregiatura sul petto, Ken finì col raccontare alla ragazza buona parte della sua odissea: in aggiunta, però, le narrò anche che cosa gli era successo nel periodo precedente al loro incontro nella locanda di Yolei...

 

Kobe era una città fantasma (Sento già i cittadini di Kobe fuori dalla finestra, Rika...N.d.G.) (^^""""" Era una licenza poetica N.d.A.), tutti gli abitanti erano fuggiti per timore della peste bianca.

Col favore della notte, un’ombra si stava appropinquando (cosa faceva?) al ragazzo addormentato sotto il mantello nero: era un bambino, di circa sette-otto anni, con i capelli color carota e il viso pieno di lentiggini. I vestiti erano vecchi e logori, e non portava scarpe.

Il piccolo ladro si avvicinò al dormiente, dopodichè tentò di infilare una mano sotto il mantello del ragazzo.

Immaginatevi lo spavento del monello, quando il suo polso venne bloccato dalla stessa vittima; il bambino si voltò, atterrito, trovandosi a fissare un paio di occhi grigio-blu che lo osservavano.

Ken si alzò, spostando il mantello, senza lasciare la presa

- Che vuoi? - domandò secco

Il bambino non rispose

- Cerchi da mangiare? Non ho nè soldi nè altro con me -

Con un gesto rapido, il monello gli sputò in faccia e subito tentò di ritirare la piccola mano, senza però riuscirci: preso dalla disperazione, cominciò a tirare calci e pugni come un dannato

- Stai...stai fermo, idiota, non voglio farti nulla! - cercò di difendersi Ken, asciugandosi la faccia dal poco educato sputo

Esausto, il bambino si fermò e cominciò a pigolare, le mani giunte sulla testa come per pregare:

- Midispiacemidispiacemidispiacelasciamilasciami!!! -

Seccato, il moro lo lasciò libero; il piccoletto si mise fuori tiro, poi chiese:

- Sei un Digiprescelto? -

Ken trasalì, prima di ricordarsi che aveva attaccato il Digivice alla cintura...lui e la sua dannata mania di tenerlo a portata di mano!

- E anche se fosse? -

- Anch’io lo sono -

Così dicendo, il piccolo tirò fuori dalla tasca un Digivice, di quelli ottagonali come avevano Tai e gli altri

- Come ti chiami? - chiese Ken

- Hiroto. E tu? -

Prima di rispondere, il ventunenne riflettè: se avesse detto il suo vero nome, avrebbe lasciato una traccia del suo passaggio ai DigiHunter...

- Osamu -

Chissà perchè, tra centinaia di nomi, gli era saltato in mente proprio quello...

- Non sei di qui, vero? -

- No, vengo da Tokyo. Tu invece abiti qui? - continuò

- Sì, con le altre persone che sono rimaste...se ti va puoi venire con me -

Dicendosi che non aveva nulla da perdere, Ken si alzò e seguì il bambinetto

- Ah, scusa per il tentato furto - aggiunse in fretta Hiroto, assumendo il colore dei suoi capelli

- Non importa - rispose conciliante il ragazzo

 

Hiroto condusse Ken fino al porto; nei magazzini che lo circondavano vivevano una cinquantina di persone, accatastate le une sulle altre, senza un criterio

- Ecco, io dormo qui! - disse orgoglioso Hiroto, indicando un vecchio materasso: in quel magazzino c’erano una decina di bambini e adolescenti, ma nache quattro o cinque adulti ed un vecchio - Non siamo tutti Digiprescelti - aggiunse a bassa voce

- E i vostri genitori? -

Il ventunenne si pentì all’istante della domanda: il bambino mutò espressione, e gli occhi gli si riempirono di lacrime

- Loro sono morti di peste, per questo siamo rimasti: non abbiamo nessun posto dove andare. Nè lo hanno le altre persone qui dentro -

Nel frattempo, alcuni bambini e ragazzi si erano avvicinati: erano sporchi e vestiti male, come Hiroto

- Ecco perchè ho cercato di derubarti - continuò Hiroto, arrossendo - Il cibo scarseggia, e noi bambini non sappiamo mai come procurarcene abbastanza -

- Però - interruppe una ragazzina di circa dodici anni - Estibaliz è buona con noi -

Hiroto sorrise

- Sì, Estibaliz non è come gli altri! -

- Chi è... -

La domanda di Ken fu interrotta dall’ingresso nel magazzino di una ragazza: dimostrava qualche anno meno di lui, aveva lunghi capelli castano scuro che erano lasciati sciolti fin sui fianchi e occhi piccoli e ravvicinati dello stesso colore; indossava una semplice camicia a quadri sottili e una gonna marrone lunga fino al ginocchio, con ai piedi un paio di mocassini, ma gli indumenti puliti davano comunuque l’impressione di una grande dignità. Sotto il braccio aveva un cesto di vimini coperto da un tovagliolo

- Estibaliz! Estibaliz! - gridarono i bambini andandole incontro correndo

- Calmi, calmi! - disse lei, ridendo - Mi farete cadere! -

I monelli le portarono una vecchia sedia, su cui la ragazza si sedette: quando tolse il tovagliolo da sopra il cesto, apparvero fette di pane e una gran varietà di verdure

- Ecco, bambini. Per fortuna la grandinata di ieri non ha distrutto troppo l’orto -

- Estibaliz, lui è Osamu. È anche lui un Digiprescelto - sussurrò Hiroto, prendendo Ken per un braccio e trascinandolo davanti a lei

- Beh, non c’è da preoccuparsi: c’è da mangiare per tutti! - rispose allegra lei, alzando il viso verso Ken, che finalmente capì.

 

- Non te n’eri accorto, eh? -

Ken smise di guardare il piccolo orto e si voltò verso Hiroto, seduto alla sua sinistra

- Di che cosa? -

- Che Estibaliz è cieca -

- No...è incredibile, si muove con una tale scioltezza... -

- Forse dipende dal fatto che è così dalla nascita - suppose il bambino

- Quanti anni ha? -

- Quasi diciotto... -

- E tu, Osamu? -

I due sobbalzarono. Estibaliz era arrivata di soppiatto alle loro spalle

- Ho...ho compiuto da poco i ventuno - rispose "Osamu", imbarazzato

La ragazza, con gesto disinvolto, si sedette tra i due: non aveva l’aria di essersela presa

- Hai la voce di un adulto... - continuò - e invece hai solo ventun anni! -

- Hiroto! -

Un ragazzino, di circa dieci anni, si avvicinò al rosso

- Ci manca un portiere per la squadra di calcio. Ti va di venire? -

- Arrivo! - esclamò Hiroto, felice

Estibaliz e Ken rimasero per alcuni attimi in silenzio, lei strappando erbacce dall’orto, lui osservando i suoi gesti rapidi e sicuri, come se vedesse quali erbe erano da strappare, e quali no; alla fine, fu la ragazza a parlare per prima, chiedendogli:

- Tu mi compatisci? -

Ken sobbalzò: Estibaliz aveva usato un tono neutro, come chiedere che tempo facesse, o altre banalità

- Non lo so - rispose, sinceramente

- Tutti lo fanno...solo perchè sono...diversa. Credono che io non possa fare niente. Eppure non è così: quest’orto l’ho fatto tutto da sola, ho piantato i semi, li ho fatti crescere...immagino tu ti stia chiedendo come faccio a strappare solo le erbacce -

- Sì, me lo sto chiedendo -

Estibaliz sorrise

- Mi piacciono le persone sincere. Comunque, io riconosco le varietà di piante con il tatto e l’olfatto -

Ken si ricordò di aver letto, una volta, che i ciechi hanno gli altri sensi molto sviluppati, per compensare la mancanza della vista

- Dunque, è per questo che aiuti quei bambini -

- Sì. Anche loro sono dei "diversi"...e sono da soli, come me -

- Anche tu hai perso la tua famiglia? -

- Sì, a Toledo, in Spagna. I miei famigliari sono stati uccisi nove anni fa dai DigiHunter...pensavano che nascondessimo dei Digiprescelti, così ci hanno chiusi dentro la nostra casa, e le hanno dato fuoco. Io mi sono salvata perchè sono riuscita ad uscire da una finestra chiusa male, ma i miei genitori e le mie due sorelle... - la voce le mancò

Ken, mentre ascoltava il racconto, riandava indietro con la memoria: nel 2003, pochi mesi dopo la fine delle loro avventure a Digiworld (se ricordate, la serie 02 finiva il 31 dicembre 2002 N.d.A.), sebbene l’OAD non avesse ancora preso il potere, già andava in giro, in incognito, a cercare i Digiprescelti: quando li trovavano, o se avevano un vago sospetto che ci fossero, chiudevano tutta la famiglia "colpevole" nella propria casa, e vi appiccavano fuoco...dando poi la colpa ai Digiprescelti stessi.

Per questo la gente era dalla parte dei DigiHunter, senza sapere che i Prescelti non erano altro che bimbi innocenti. Il giapponese aveva sentito solo parlare di tutto ciò, prima dai ribelli di vari Paesi, poi da Alba Espejo, infine da Estibaliz...

- Come mai sei in Giappone? -

La ragazza scrollò le spalle

- Scappando, avevo incontrato un vecchio amico che stava per partire per Tokyo, per unirsi alla ribellione. Per me, ormai, un posto valeva l’altro, e l’ho seguito. -

- Ehi, ragazzi, la volete sentire una bella notizia? - strillò una bambina, avvicinandosi, seguita da tutti gli altri monelli, tra cui il solito Hiroto

- Sentiamo - rispose Estibaliz

- Abbiamo trovato un giornale...vecchio, ma pazienza: sembra che uno dei prigionieri della Prigione dei Dannati di Tokyo sia fuggito, circa un mese fa! -

- Davvero? - chiese allegra la ragazza, mentre Ken si sentiva morire

(Me lo vedo, sciolto sul terreno nel tentativo di sparire... N.d.A.)

- Sì e...è Ken Ichijouji! Sai chi è? -

- No! -

- Ma come, Estibaliz! È uno dei capi dei ribelli di Tokyo, e anche uno dei primi Digiprescelti! - quindi si volse verso il ventunenne - Osamu, tu sei di Tokyo: quindi conosci i dodici Digiprescelti che andarono a Digiworld! -

- Beh... - iniziò Ken, prendendo tempo - Così così... -

- E conosci Ken Ichijouji? - continuò imperterrito un altro

- In un certo senso... -

- Bambini, lasciatelo in pace! Il nostro ospite se ne andrà domani, vorrebbe riposare...non avevate una partita di calcio? -

Convinti, i bimbi sciamarono via...il moro si ritrovò a sospirare di sollievo, poi gli venne in mente una cosa

- Estibaliz... -

- Sì? -

- Perchè hai detto che domani me ne andrò? -

La ragazza sorrise

- Perchè se fossi un giovane che sta fuggendo dai DigiHunter, tenterei di evitare le domande...non è così, Ken Ichijouji? -

 

- ...il resto, è storia. -

Yolei si alzò dalla poltrona su cui era acciambellata come un gatto: nello stesso istante entrò Eiji, giulivo come sempre

- Ehilà, capisco abbiate molte cose da dirvi, ma sarebbe bello che Yolei-chan venisse almeno a cena -

Yolei-chan? Si chiese Ken: sapeva che non doveva essere geloso, eppure...

La ragazza rise

- Oh, Eiji-chan, piantala, non sono più una bambina... -

- Pazienza. - fu la risposta di Eiji, che schioccò un bacio sulla guancia di Yolei - sei sempre la mia cuginetta preferita! -

Quando i due se ne andarono, Ken riuscì solo a pensare...

SUA CUGINA??? Questa Kari me la paga, mi ha fatto credere che lei...e lui...o cribbio!

 

Pensierino della buonanotte: Kari è decisamente in un brutto guaio...

Gothika, mi dispiace, ma ho dovuto cancellare un tuo commento: odio ammetterlo, ma...hai capito tutto ^^"""" Quindi se ora, per favore, non lo vai a spifferare in giro, ti potrei anche risparmiare le braccine!

Beh, i soliti spoilers: nel prossimo capitolo tornerà in scena il Seme delle Tenebre (ne sentivamo la mancanza -.- N.d.Tutti) e ci saranno altri interessanti sproloqui e ingarbugliamenti!!

Au revoir!

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Capitolo 10
*** Il bambino nel Mare Oscuro ***


Sebbene il mondo intero abbia complottato contro di me (computer-da-cambiare-compiti- verifiche-a-sorpresa-parenti-in

Sebbene il mondo intero abbia complottato contro di me (computer-da-cambiare-compiti- verifiche-a-sorpresa-parenti-in.visita), sono riuscita a sgarbugliarmi! MHUAHAHAHAHAH!

Go: E anche a rimediare un esaurimento nervoso, pare -.-””

Ehm...

            Kari1: Ora che ci siamo liberati di Catherine, direi che Takeru e Hikari potrebbero riavvicinarsi...certo, non si salteranno addosso tra quindici righe, ma qualche evoluzione ci sarà sicuramente!

            Francesca Akira89: Non è che Ken tenti il suicidio...più che altro, si caccia in una marea di guai! Comunque, nonostante io non abbia ancora smesso il lutto per i personaggi della tua ff, ti assicuro che d’ora in poi i Dieci Leggendari Cialt...Guerrieri si vedranno più spesso!

            Killkenny: Come ho appena scritto, più che al suicidio Ken tende a ficcarsi nei guai...la vocazione del martire è dura a morire...grazie per il dieci, anche se credo non sia del tutto meritato T__T

            Flagello89: I personaggi della prima serie ci sono, anche se non appaiono molto; della terza serie, invece, ci sarà solo un esponente, peraltro assolutamente snobbato nell’anime

Grazie anche a Driger, Hikari-Kanna (come potrei non mettere un po’ di Takari?), miele e nihal (niente bombe, please: odio la violenza, specie quando è rivolta verso la mia persona)

 

Capitolo dieci:

 

Il bambino nel Mare Oscuro

 

 - Oh, mi ero dimenticata di dirtelo...Eiji ci è stato presentato un anno fa. Si era appena trasferito da Nagoya e... -

 - E tu mi hai preso in giro! -

Ken torreggiava sulla piccola Kari, superandola in altezza di qualche centimetro...fortuna che era un gentiluomo!

Quella mattina, quando Kari era entrata nella camera, lo aveva trovato in piedi ad aspettarla, completamente guarito e con aria feroce (e provvisto di denti da vampiro)

 - Avanti, era solo per farti riavvicinare a Yolei... - si difese lei, cercando di non ridere

Ken si sedette sulla poltrona, con gesto stanco

 - Lasciamo perdere... -

DLIN DLON

 - Strano. Chi può essere, così di prima mattina? - chiese il moro

Hikari si illuminò

 - Credo di saperlo...finalmente! -

La giovane corse ad aprire, seguita dal ragazzo, che sobbalzò trovandosi di fronte i suoi genitori!

 - Come promesso... - esclamò il signor Ichijouji, consegnando a Kari un voluminoso raccoglitore

 - Qualcuno mi spiega che succede? - domandò Sàndor, arrivato con gli altri

 

 

 - Ricerche? Su che cosa? -

Il gruppo si era spostato in salotto

 - Vedi, Davis, - spiegò il padre di Ken - Kari mi aveva chiesto, tempo fa, se potevo in qualche modo entrare in possesso...degli appunti di Yukio Oikawa. -

(Si sentiva proprio la mancanza di questo essere!!!!!!!!! N.d.Y.)

I sei giapponesi trattennero il fiato

 - Questo è il risultato di due anni di lavoro...ah, e c’è dell’altro -

La signora Ichijouji tirò fuori dalla borsa uno strano oggetto...

 - Oikawa - spiegò l’uomo - per rilevare il seme delle Tenebre usava uno scanner...esattamente di questo tipo! -

(Il famoso scanner che Oikawa ha rubato da un supermercato! N.d.Y.)

(La piantiamo di rubar battute? -.- N.d.A.)

Ken si avvicinò per osservarlo

 - Lo hai già visto, Ken? - chiese Wormmon

(Perchè finiamo sempre per far sparire i Digimon? N.d.G.)(Perchè per ora non servono a niente! N.d.Y. -__-)

 - Lo riconoscerei dovunque...è lo scanner che aveva usato Oikawa per copiare il Seme delle Tenebre che ho nel collo e passarlo a quei bambini! -

 - Come ha avuto questo aggeggio, signor Ichijouji? - chiese Alba, con una strana espressione

 - Oh, mi è stato recapitato...credo lo abbiano rubato ai DigiHunter -

 - Ne sai qualcosa, Alba? - chiese Davis

 - Ma certo...Ken, non ti ricordi? -

 - Cosa? - il ragazzo cadde dalle nuvole

 - Quella volta che il generale è venuto con questo! -

Ken rimase a fissarla, cercando di ricordare

 - Alba, quando il Seme delle Tenebre viene toccato - spiegò Kari - va a cancellare alcuni ricordi...Ken non ricordava cos’era successo nel furgone di Oikawa -

 - Perchè ero svenuto - brontolò lui

 - Ma era successo anche quella volta! - si ostinò la spagnola - Aspetta, guarda! -

Si mise alle spalle di Ken, guardandogli il collo

 - C’è ancora! -

 - Cosa? -

 - Il segno che ti ha lasciato quel...coso! Signor Ichijouji, funziona con un laser, giusto? -

 - In effetti... -

 - Dunque è quello che ti ha lasciato questo segno -

T.K. prese da un cassetto due specchi e li passò all’amico: in effetti, sul suo collo si vedeva una specie di macchia più scura; Ken rimase di sasso...qualcosa sembrò riaffiorare nella sua mente...

 

- Se fai il bravo non sentirai nulla... -

Ken guardò con odio il generale, che brandiva un oggetto simile a quello che già usava Oikawa

L’uomo afferrò i lunghi capelli del ragazzo, scoprendogli il collo. Il ventenne, ancora malridotto per le ultime botte ricevute, tentò ugualmente di liberarsi dalla stretta...

Sentì solo una specie di scossa, prima di perdere i sensi

 

 

- Niente di grave, le altre ferite sono peggio! -

Alba sembrò sollevata, vedendo solo una leggera macchia scura apparsa sul collo del giovane

- Probabilmente quell’affare funzionava con un laser...ma a che cosa serviva? -

Ken non rispose, sebbene temesse di saperlo bene: si limitò a giocherellare con una ciocca di capelli, lunga ormai ben oltre le spalle...

 

 - Possibile che sapessero... -

 - Complimenti Ichijouji, ci sei arrivato! - esclamò ironica Alba

 - Queste ricerche sono complete? - chiese Kari - Se davvero fosse successo... -

 - È successo. Ora me lo ricordo! - ribattè Ken, appoggiando le braccia sui braccioli della poltrona, con aria preoccupata

 - Comunque - riprese il signor Ichijouji - lì c’è tutto quello che sono riuscito a trovare...certo, sono solo notizie teoriche, purtroppo... -

 - Se l’ADO sapesse come utilizzare il Seme delle Tenebre, le teorie non ci basterebbero - disse Takeru, scuro in viso

 - Lo so... - ammise l’altro

Ken sospirò...lo sapeva che sarebbe finita così. Alzò lo sguardo al soffitto, per non incontrare gli occhi di nessuno, poi disse:

 - Ma noi possiamo procurarcene uno -

Tutti si voltarono a guardarlo, comprendendo all’istante (che geni...-.-)

 - Ken, apprezziamo il tuo altruismo... - iniziò Kari

 - Sei pazzo? Cosa ti fa credere che andrebbe tutto liscio? - lo attaccò Davis

(Viva la diplomazia -.- N.d.Autrici)(Se lasciavate parlare me...-.- N.d.Kari)(Sempre il solito -.- N.d.Y.)

 - Ken - iniziò il padre, con voce pacata - Oikawa ha lavorato a quel progetto per anni, ed era sicuro che non ci sarebbero stati rischi... -

 - Anche tu, da quel che ho capito, lavori da tempo su quegli appunti - rimbeccò il figlio

Il signor Ichijouji sospirò. Lo avevano incastrato.

 - Ken - iniziò la madre - se non te la senti... -

 - Sbrigatevi, prima che cambi idea - terminò il giovane, con voce più sicura di come si sentisse davvero, facendo scendere Wormmon dalle sue ginocchia.

 

 

Davanti alla stamberga in rovina stazionavano due grandi Digimon, simili per certi versi ad Angemon e Angewomon, lui con un mantello blu e lei con un lungo vestito rosso che le arrivava fino alle caviglie

 - Giornatina calma, non trovi Ophionmon? - disse il maschio

 - Fin troppo calma...tutto questo silenzio mi preoccupa, Notusmon -

(Mhhh, Rika, tu dici che potremmo far nascere un qualche inciucio tra Cepheus e Freia? N.d.G.)(Secondo me, non stanno male insieme, ma non mi sembra il caso: a parte a noi due, a chi vuoi che interessi? N.d.A.)

Nella via apparvero due ubriachi: subito i Digimon persero la loro forma, tornando umani, e sparendo all’interno dell’abitazione; gli altri erano ancora lì, nell’unica stanza aperta, tutti con aspetto umano.

 - Ormai è inutile negarlo - stava dicendo Takuya (temevo Lobomon! N.d.G.) - Qualcosa si sta muovendo, e presto Digiprescelti e DigiHunter si troveranno faccia a faccia! -

 - I ragazzi non avranno speranze, senza Digimon! - ribattè Koji (Sempre in tema...-.- N.d.G.)

 - Quando arriverà il nostro momento, usciremo allo scoperto - gli rispose Zoe - Un po’ di aiuto non farà male, no? -

 - Ma non sarà uno sbaglio restare sulla Terra? - intervenne Sannio

Koichi alzò la testa di scatto

 - Che succede? - gli chiese preoccupato il fratello (Eh, già...Lobo...N.d.A.)

 - Un varco extra-dimensionale è appena stato aperto - rispose preoccupato il gemello

Incurante di Sannio, che chiedeva a bassa voce a Freia cosa fosse un varco extra-cosale (sue testuali parole N.d.A.), Rei chiese:

 - Verso la nostra dimensione? -

 - No, non verso Pleroma. Verso...il Mare Oscuro! -

 

 

Il giovane avanzò di qualche passo, affondando nella sabbia, scura come il mare e il cielo

 - Mi domando come io abbia fatto a finire qui - si disse Ken, preoccupato

All’improvviso, un movimento attirò la sua attenzione: e scoprì di non essere solo.

C’era un bambino, di circa undici anni, seduto su uno scoglio che guardava il mare...ma, a differenza del resto del paesaggio, lui aveva conservato i suoi colori naturali, tanto che il ventunenne notò i capelli biondi, con una finissima treccia più lunga sul lato destro del capo, e gli strani vestiti, somiglianti a quelli di un antico greco, bianchi corredati da una cintura e un paio di calzari, entrambi di cuoio

 - Ehi, cosa ci fai qui? - gli chiese gentilmente Ken, avvicinandosi

 - Aspetto - fu la laconica risposta del bimbo, che non si voltò neppure

 - Come ti chiami? -

 - Stefanos -

 - E come mai sei qui? -

 - Aspetto. -

Ken sospirò...la conversazione non era delle più entusiasmanti

 - Almeno mi dici da dove vieni? -

 - Da Pleroma -

E che posto è? Si chiese Ken

 - Posso sapere chi o cosa aspetti? -

 - Aspetto...l’altro me stesso. Mi ha dimenticato qua, e spero che prima o poi verrà a riprendermi -

Il moro rimase spiazzato, ma questa volta fu Stefanos a parlare

 - Chi viene qua perde sempre una parte di sè...alcuni la ritrovano, altri la dimenticano qui -

Mentre diceva questa frase, il bambino si voltò e Ken si ritrovò a fissare uno sguardo che aveva già visto, due occhi grandi da bambino che lui ricordava freddi e simili a fessure, uno dei quali nascosto dietro ad un monocolo...

Stefanos aveva gli stessi occhi del generale Euclione!

Terrorizzato, Ken tentò di alzarsi, ma si sentì bloccare: in quel momento si risvegliò.

Aveva la vista annebbiata, i capelli appiccicati al viso dal sudore; per cui ci mise un po’ ad accorgersi che si trovava di nuovo sulla Terra, a casa di T.K., con suo padre che lo teneva per le spalle

 - Tutto bene? - chiese Takeru, dietro di lui

 - T.K., ti sembra una domanda intelligente? - rimbeccò Davis

(Strano a dirsi, ma sono d’accordo con Motomiya N.d.G.)(I casi della vita...N.d.A.)

Ken non riuscì a rispondere: aveva ancora il fiato corto e la bocca secca; mentre il signor Ichijouji lo lasciava andare, Yolei gli passò un bicchier d’acqua, chiedendo:

 - Che ti è successo? -

 - Un incubo...credo - fu la risposta del ragazzo

 - Non ti era mai successo? - gli chiese il padre

Ken scosse la testa: le volte precedenti sveniva soltanto...che volesse dire qualcosa?

 - Io ti avevo avvertito - fu la risposta del genitore

Un rumore li fece voltare: un vetro era stato infranto da un sasso, con un cordino che teneva legato un messaggio

 - Non di nuovo - sibilò Yolei, tra i denti, per non farsi sentire dai signori Ichijoiji

(Se no poi glielo raccontate voi cosa voleva combinare il figlio? N.d.A.)

Sàndor, il più vicino, srotolò il foglietto e tentò di leggere, ma...

 - Cosa sono tutti questi segnetti? - domandò

Cody si sporse

 - È giapponese, Sàndor... -.-”” -

 - Ah ^^””””” -

(.........non fatemi commentare..... N.d.Go)

Il diciannovenne sospirò, ma mentre leggeva il suo sguardo si incupì:

 - Chi viene qua perde sempre una parte di sè...alcuni la ritrovano, altri la dimenticano qui -

Ken sbarrò gli occhi

 - È la frase che ha detto il bambino del sogno! -

 - Che bambino? - domandò Hikari

Ken raccontò loro la storia, il Mare Oscuro, il bambino seduto che aveva i suoi colori naturali, la loro discussione (questa è una parola grossa) e la sua somiglianza ad Euclione

 - Il capo dell’ADO? - chiese la madre di Ken - Quando lo hai visto? -

 - In questi ultimi due anni? Una volta a settimana. Veniva sempre a controllare gli interrogatori, sperando che gli rivelassi i luoghi dove si trovavano le nostre basi...quelle giapponesi, per lo meno -

 - Somigliava a quel bambino? - chiese T.K.

 - Beh, i capelli erano quasi tutti bianchi, ma un tempo dovevano essere biondi...e poi avevano gli stessi occhi! -

Alba scosse la testa

 - Così non si cava un ragno dal buco... - disse, sconsolata

 - Cambiando argomento... - iniziò Davis - Ormai i DigiHunter sanno dove siamo, quindi credo sia venuto il momento di levare le tende! -

 - Bene - disse Sàndor - allora io e Alba torneremo a casa e cominceremo a raccogliere alleati! -

(E niente cretinate del tipo “Mi mancheranno le ragazze giapponesi”? Sàndor, che ti prende?? N.d.G.)

 - E poi ci ritroveremo in Giappone - terminò Davis - dato che la sede dell’ADO si trova a Tokyo -

 - A proposito...quante basi dei ribelli avete, voi giapponesi? - domandò l’olandese

 - Sono ventuno - rispose a colpo sicuro il rosso

 - Tutte sconosciute ai DigiHunter? -

 - Solo noi dodici Digiprescelti le conosciamo tutte - riflettè Cody

 - E di noi - continuò Davis - l’unico che è stato catturato dall’ADO... -

Si voltò verso Ken, come aspettando una risposta ad una domanda mai formulata

 - Da me non hanno saputo nulla - rispose il moro, seccato

L’espressione di profondo dubbio dell’olandese lo offese enormemente

 - Se non ci credi, te lo confermo io - disse Alba, rivolta verso Sàndor - Ken è stato...interrogato, come dicono i DigiHunter, una volta alla settimana per due anni e due mesi, tranne quando aveva la peste bianca. E non ha mai aperto bocca -

Il venticinquenne arrossì, poi si volse verso il giovane

 - Ti chiedo scusa, non volevo mettere in dubbio le tue parole. Uno dei miei amici venne catturato, qualche anno fa: due giorni dopo avevamo perso tre basi. Tutto grazie ai loro, come li chiamano, “interrogatori” -

 - Per quel che ne sappiamo, i metodi dell’ADO sono sconosciuti a tutti, tranne ai Digiprescelti - intervenne Takeru, tentando di ignorare gli sguardi preoccupati dei genitori di Ken - Se la storia delle lame infisse nei muri è vera, perchè non dovrebbero anche usare la tortura, per estorcere informazioni? -

Kari diede un’occhiata all’orologio

 - Cielo, mezzanotte e venti! Ragazzi, tutti a nanna! Domani si parte! - esclamò

 - Allora, noi vi lasciamo - disse il signor Ichijouji

E, davanti all’occhiata abbattuta del figlio, aggiunse:

 - Appena avrò finito le ricerche, mi farò sentire. Vedete di liberarvi dell’ADO...il caffè qui è a dir poco orrendo - terminò, scherzando

(Tsè, io l’ho sempre detto che fa schifo! N.d.A.)(Perchè, quello giapponese com’è? N.d.G.)

 

 

Pensierino della buonanotte: lo so, lo so, è stato un capitolo deprimente, ma ho dovuto accellerare. Nel prossimo capitolo i ragazzi saranno in Giappone, e Kari si troverà impegnata, insieme a Joe, a curare i Digiprescelti di Kobe, colpiti dalla peste bianca...arriverà a mobilitare i suoi amici, finchè non ci sarà una grande scoperta!

Gothika: Quella che ho capito io?

Sì, se ora non passi il tempo a vantartene...è colpa tua se devo accellerare, mi tocca togliermi questa rivelazione per far posto ad altre, più misteriose!

Gothy: Ormai comincio a capire la tua mente instabile ^______^

Io non ci giurerei >:-D

Gothy: A proposito di menti instabili: quella dello scanner di Oikawa con il laser è una mia personale boiata; gli scanner normali funzionano con un obbiettivo che “copia” ciò che è stato messo sopra e lo manda al computer, che lo rielabora...

Tutti: Zzzzzzzzzzzzzz.....

Gothy: Ho capito, stringo -.-””” In poche parole, mi serviva una scusa per giustificare gli svenimenti di Ken...

Rika88: E non potevi dire che era colpa del Seme delle Tenebre che veniva toccato??

Gothy: E quel gruppo di genialoidi come avrebbero scoperto che il Generale Euclione ha utilizzato lo scanner su Ken, senza la macchia sul collo?

Rika88: E da quando il laser lascia macchie? è__é

Gothy: E che ne so, io! ^^””””””

Rika88: Groan -___-”””””

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Capitolo 11
*** Gli occhi del cuore ***


Oggi vi risparmio le divagazioni...siete fortunati, nevvero?

   Topomouse: In effetti, in questo capitolo arriveranno due personaggi molto importanti ai fini della storia, e ci sarà un gradito ritorno che porterà un po’ di scompiglio e sorpresa alla base dei ribelli...adoro rendere la vita difficile ai miei personaggi *.*

   Sora89: Come già detto, i ragazzi della prima serie faranno le loro comparsate...quelli della quarta, ormai si sono infilati e non riesco più a liberarmene (no, scherzo ragazzi...Lobomon, metti via quell’arma! No!)

   Francesca Akira89: Una avevo una biografia completa di Euclione, ma ora chissà dov’è finita...comunque, ha abbondantemente superato la cinquantina. Tra l’altro, qualche tempo fa, ho cominciato a leggere una bella ff su Harry Potter...faccio per scrivere una recensione, e chi scopro essere l’autrice?? Gira che ti rigira, finiamo sempre per ritrovarci ^^”””

Come sempre, grazie anche a Hikari-Kanna (La timidezza di Quei Due è snervante, concordo, ma...non troviamo l’occasione giusta!), nihal e Catgirl

Capitolo undici:

 

Gli occhi del cuore

 

- Ken, che ti è successo? -

- Ti ho già detto di non chiamarmi Ken! Io sono l’Imperatore Digimon! -

 - Non ti riconosco più! -

-Sta’ zitto! -

 

Wormmon si svegliò di soprassalto, si guardò intorno spaesato, poi sospirò di sollievo

Era solo un sogno...pensò, sollevato

Zampettando, scese dal letto di Ken, in cui dormiva. Il letto a fianco era vuoto, segno che Davis era già in piedi; Il DigiBruco si volse a guardare il suo Digiprescelto, ancora profondamente addormentato

 - Ehi, Ken, sveglia! - lo chiamò il Digimon

Il ventunenne, con la faccia affondata nel cuscino, aprì pigramente un occhio, quel tanto che bastava per mettere a fuoco chi gli stava parlando

 - È già mattina? - chiese, con voce rauca

 - Direi di sì...il jet leg ti ha scombussolato parecchio, vedo. In Francia sei stato a letto per cinque giorni, non dovresti essere così addormentato - riflettè Wormmon

Ken non rispose, ma tese un braccio, cercando a tentoni la sveglia sul comodino; quando l’ebbe trovata, cercò di leggere l’ora...dopo circa dieci secondi, si accorse che la stava tenendo al contrario.

bello vedere che anche Ken, al mattino, è rintronato come tutti!^^”N.d.A.)

(Sì, lo rende più umano ^^”””””””” N.d.G.)

Sotto lo sguardo (di compatimento) del suo Digimon, il ragazzo riuscì finalmente a leggere cosa cavolo c’era scritto:

 

I:

 

Finalmente il cervello di Ken si mise in moto

 - Le dieci?? -

 - Persino Davis, oggi, è stato più veloce di te - disse Wormmon

Facendo violenza a se stesso, il ventunenne scese dal letto, si infilò una camicia, e andò a fare colazione

(Cioè, tu mi dici ORA che Ken era senza camicia?? O.o N.d.G.)

(Volevo preservarmi dalla bava -.- N.d.A.)

(Missione fallita XD°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° N.d.Gothika con in aggiunta Yolei87)

 - Dove sono andati tutti? - chiese il moro a Cody, l’unico presente in cucina

 - Yolei è alla locanda con Eiji, mentre Kari è dovuta andare ad aiutare Joe: ci sono stati dei casi di peste bianca tra gli abitanti di Kobe che vivono nei capannoni. Ha chiesto a Davis e T.K. di accompagnarla, nel caso ci fossero dei problemi con i DigiHunter...sai, ci sono dei Digiprescelti tra...-

 - Sì, lo so - interruppe Ken, sedendosi - Tu come mai sei rimasto qui? -

 - Sono l’unico, qui alla base, a non aver avuto la peste bianca - rispose il diciannovenne, passando la colazione a Ken - inoltre, se ci fossero dei Digiprescelti tra i malati, dovremmo per forza portarli qui -

 

 

 - Takeru, non sapevo avessi avuto la peste bianca - stava dicendo Davis

 - L’ho presa in Francia - rispose l’altro, continuando ad osservare il capannone dei Digiprescelti, in cui era entrata Kari

L’improvviso suono di una sirena li zittì

 - DigiHunter - disse il biondo

 - Sono lontani - ponderò l’altro

 - Non sarebbe meglio andare a controllare? - chiese T.K.

Il rosso annuì

 

 

Nell’appartamento al secondo piano, c’erano solo due persone: una era una ragazza di ventidue anni, bionda e dai grandi occhi azzurri, che lavorava freneticamente al computer; l’altra era una bambina, che non poteva avere più di sette-otto anni, con i corti capelli neri sotto un cappello da baseball blu, e grandi occhi di un celeste scuro

 - A che punto sei, Alice? - chiese la più piccola

 - Un attimo di pazienza, Shiori-chan, ho quasi finito. Ecco, fatto! -

La ragazza mostrò all’altra un cd

 - Ora è tutto su questo dischetto -

Il rumore della porta che veniva sfondata la fece trasalire, ma per fortuna Alice fu abbastanza pronta per nascondere il cd sotto il tappetino del mouse

 - Ferme dove siete! - urlò uno dei tre uomini in uniforme blu, puntando loro contro una pistola

 - Siete in arresto, Digiprescelte! - annunciò un altro

Davis e Takeru arrivarono al camioncino mentre la ragazza e la bambina venivano fatte entrare

 - Ti va di divertirti un po’? - chiese ironico il rosso, estraendo la pistola

 - Due contro tre...ma sì, sono anni che non sparo! -

Daisuke, con un solo colpo, forò una ruota del furgone

 - Bella mira... - ribattè il biondo - Ma non abbiamo tempo per giocare, temo -

I due uscirono allo scoperto

 - Vi consigliamo di levarvi dai piedi - intimò Davis - Non ve l’hanno mai detto che le donne non si toccano neppure con i fiori? -

I tre DigiHunter estrassero le pistole e spararono sui ragazzi, che si ripararono dietro un bidone

 - Sbaglio o la situazione si riscalda? - chiese Takeru

 - Io mi sono stancato...ecco, hanno finito i colpi! -

Secondo una tecnica ormai collaudata, i due amici uscirono dal nascondiglio e raggiunsero i tre prima che potessero ricaricare le armi

 - Mi stavo chiedendo... - iniziò Davis serafico, rivolto verso uno dei tre - Se per caso potresti aiutarci ad aprire questa porta, sai non sono un bravo scassinatore, e tu hai le chiavi... -

Sotto la minaccia della pistola del ribelle, l’uomo aprì la porta posteriore del cam...furgone, mentre T.K. aiutava le ragazze a scendere (Takeru, va bene che sei single, ma non devi provarci con tutto ciò che è femmina! N.d.G.): dopodichè la diabolica mente di Davis gli  suggerì di chiudere i tre nel furgone e lasciarveli...

 

 

Dove eravate finiti? - chiese seccata Hikari, mentre entravano nella base di Tokyo

 - Abbiamo dato una mano a due gentil pulzelle - la prese in giro Davis - Quel ghiro del mio compagno di stanza? - domandò, guardandosi intorno

 - Ken? È nell’ospedale da campo, credo conoscesse alcuni dei Digiprescelti di Kobe. Ora è con una ragazza... -

 - Ah, ecco! - fu il commento malizioso dei due

 - Smettetela! Siete senza vergogna! -

 - E chi sarebbe la ragazza? -

 - Non è una Digiprescelta, ma Ken la conosce e ha garantito per lei. E poi non era molto malata: gli ospedali sono pieni di casi più gravi...ha un nome straniero...Esta...Estibaliz, mi sembra -

Un ragazzo apparve sulla soglia

 - Ci sono i due Digiprescelti europei - annunciò a Davis

 - Vado. Voi raccattate Ken, nel frattempo! -

 

 

 - E così ci rincontriamo, Osamu...anzi, Ken - disse Estibaliz, sorridendo

 - Già -

La ragazza era seduta a letto, con Ken su una sedia lì a fianco, impegnato ad osservare la ragazza: la diciottenne sembrava un giunco pallido, con ancora alcune macchie sulle braccia. Gli occhi, quegli occhi che non potevano vedere nulla, erano sempre gli stessi, con quell’espressione dolce che li contraddistingueva

Kari e Yolei entrarono in silenzio, lasciando la porta socchiusa e tentando di non far rumore

 - Mi presenti le due ragazze, Ken? - domandò la diciottenne

 - Oh, sì - rispose Ken - Kari la conosci già, giusto? L’altra si chiama Yolei

Notando le espressioni sorprese delle amiche, il ventunenne si lasciò sfuggire una risata

- Il rumore dei passi. – spiegò loro

- Ogni persona ha un passo diverso – aggiunse Estibaliz – Anche voi… -

Il suo viso improvvisamente cambiò espressione. Nel corridoio si sentivano delle voci, e dei rumori concitati: a Ken parve di riconoscere Davis e Alba, e si chiese cosa ci facessero

 - Di chi sono questi passi? - domandò tesa la malata

 - Uno è Davis, un nostro amico - spiegò Hikari - mentre l’altra è il capo dei ribelli spagnoli, Alba -

Estibaliz lanciò un grido acuto, sbigottendo i tre amici, che si guardarono. La Digiprescelta della Luce, tuttavia, scattò in avanti, per impedire alla diciottenne di alzarsi

 - Lei…lasciami! Lasciami, devo andare! Non è possibile…lei! -

 - Temo sia la febbre - sussurrò Kari ai due

In quel momento, Alba spalancò la porta con furia, trascinandosi dietro Davis

 - Aspetta, la peste bianca è contagiosa... - stava cercando di dire il ragazzo

Alba impallidì, mentre Estibaliz allungava le braccia verso di lei, gridando:

 - Alba! Alba! -

Incurante del fatto che fosse malata, la rossa corse verso la bruna e la abbracciò

 - Sorellina! - urlò, in lacrime

 

 

(Io lo sapevo, io lo sapevo ^___^ N.d.G.)

(-.-***** Controllati Rika... N.d.A.)

(Allora era questo che Gothika aveva capito, io non ci ero arrivata! N.d.Y.)

(Meno male, se fossi così prevedibile avrei già smesso di scrivere! N.d.A.)

 - Fatemi capire: tu mi avevi detto che nell’incendio che distrusse la tua casa ti eri salvata solo tu. Ma anche Estibaliz mi aveva detto la stessa cosa -

Ken tentava disperatamente di capirci qualcosa, e girava come un pazzo intorno al tavolo della stanza gialla

 - Non so che dirti - sospirò Alba

 - Beh, ci voleva una bella notizia - disse risoluta Kari, mettendo davanti alla spagnola un bicchiere pieno di un liquido lattiginoso - E ora bevi, non voglio altri malati per la base! -

 - È buono? - domandò diffidente la spagnola

 - No, è disgustoso - rispose Ken guardando Wormmon, che arrossì

- Tornando a noi: le due ragazze? - chiese Yolei, voltandosi verso il tavolo, dove si trovavano le dirette interessate

 - Io mi chiamo Alice McCoy... - iniziò la ventiduenne

 - Sei scozzese? - chiese Sàndor, pericolosamente vicino a lei (maniaco a ore dodici N.d.G.)

(Prima aveva vagato per la stanza ascoltando la storia di Alba e gridando “Com’è commovente *_____* ”  -.-”””” N.d.A.)

 - No, americana. L’anno scorso ho vinto una borsa di studio e sono venuta in Giappone, per studiare i Digimon. Dalle mie informazioni, qui a Tokyo c’è stato il maggior numero di avvistamenti -

 - Per forza, fino a dieci anni fa c’era un varco nascosto a Hikarigaoka... - disse tra Yolei

 - Uno dei quartieri più colpiti, insieme a Shinjuku, nel 2003, e probabilmente anche a Shibuya l’anno successivo... -

 - McCoy...qualche parentela con Robert McCoy? - domandò Takeru

 - Sì, era mio nonno - sorrise la biondina (T.K., piantala! Tu hai Kari >_< N.d.A.)

 - E lei? - chiese Davis, indicando la bambina

Ken si soffermò per la prima volta sulla piccola: indossava una T-Shirt bianca sotto una giacchetta rossa un po’ larga e un paio di pantaloncini da ciclista neri, sopra le scarpe da ginnastica: teneva ancora in mano il cappellino blu, con un bizzarro ghirigoro bianco sopra la visiera

 - Lei si chiama Shiori - rispose Alice, giocando con un filo staccato dalla sua camicia bianca dalle maniche corte, sopra i jeans.

Kari si avvicinò alla piccola, offrendole gentilmente una barretta di cioccolato

 - Da dove vieni? - le chiese

 - Da Tokyo - rispose lei, con la bocca piena

 - E allora cosa ci facevate a Kobe? -

 - Siamo nel vecchio appartamento di mio nonno - spiegò Alice, prima di iniziare a raccontare...

 

:::::::::::::::::::::::::: Flashback::::::::::::::::::::::::::

 

(Me lo sentivo -.- N.d.G.)

(La prossima volta mi avverti prima di cosa vuoi fare, oppure scrivi te XP N.d.A.)

Tokyo, esattamente tre giorni prima

Alice rientrava di fretta dal market, con le mani occupate da due ingombranti borse di plastica

Dovevo staccarmi prima dal computer e tornare sulla Terra si rimproverava da quando aveva trovato il frigo desolatamente vuoto Quelle ricerche cominciano ad assorbirmi troppo.

In realtà, nonostante i buoni propositi, sapeva già che si sarebbe di nuovo persa nelle sue ricerche: versava in quello stato da parecchio tempo...da quando aveva deciso di tentare di ritrovare i dati del suo Dobermon, dispersi per la rete. Un lavoro interminabile, con risultati talmente effimeri da averle fatto venire voglia di lasciar perdere tutto infinite volte, prima che il ricordo del sacrificio del suo Digimon le si riaffacciasse alla mente.

Il suono di una sirena la fece sobbalzare: sul marciapiede di fronte, un furgone verde dei DigiHunter era posteggiato di fronte alla casa dei suoi vicini.

Alice si costrinse a calmarsi: non potevano essere lì per lei, teoricamente non era una Digiprescelta, e inoltre le sue ricerche non parlavano dei Digimon: non di tutti, per lo meno...

In quel momento, due DigiHunter uscirono dalla casa di fronte, preceduti da un uomo e una donna, che furono fatti salire sul camioncino

I miei vicini? Si chiese la ventiduenne

Conosceva poco quella famiglia: sapeva che avevano due figli, uno avuto dalla prima moglie dell’uomo, l’altra da quella attuale, anche se in realtà non le era mai capitato di vedere il maschio, solo la bambina, Shiori...a proposito, dove poteva essere?

Prendendo il coraggio a quattro mani, Alice attraversò ed entrò nella casa, lasciata in uno stato spaventoso e con la porta sfondata

 - Shiori-chan! - chiamò - Sono Alice. Non aver paura, vieni fuori! -

Nulla. La bionda cominciava a temere il peggio, quando, da una botola nascosta sotto un tappeto, non sbucò un visino da bimba

 - Alice-san! - sussurrò Shiori

 - Oh, Shiori! Vieni, ci sono solo io! -

La bambina andò a rifugiarsi tra le braccia della ragazza, tremando

 - Cercavano mio fratello - pigolò - Ma lui non c’è, da tanto tempo! -

 - Non ti preoccupare, non è stupido, non si farà trovare. Pensiamo ad andare via da qui! -

 

:::::::::::::::::::::::::::: Fine Flashback::::::::::::::::::::::::::::

 

 - Voi l’avreste lasciata sola? - domandò infine Alice

 - Domanda scontata - rispose Yolei, dando un buffetto sul mento di Shiori - A proposito, come ti chiami di cognome? -

 - Minamoto, Shiori Minamoto, e ho sette anni -

(.....che dite, la picchio, la mia collega? N.d.G.)

(Nooooo...sono così adorabile *.* N.d.A.)

 

 

Gli aveva disubbidito due volte: non solo era andato a cercarlo a casa, ma aveva portato con anche sua madre.

Eppure Koichi sapeva bene che non avrebbero dovuto incrociare suo padre per nessun motivo: ma da quando era arrivato sulla Terra era stato assalito da un presentimento atroce, che lo aveva fatto correre a casa sua sotto la pioggia.

Da tempo aveva imparato a convivere con quella strana sensazione che lo assaliva ogni tanto: era comparsa otto anni prima, quando la sua anima era stata distaccata dal corpo ad opera di Kerpymon.

 - Koichi, insomma, dove stiamo andando? -

Il ragazzo non rispose alla madre, ma si bloccò di colpo, vedendo la porta di casa Minamoto sfondata: in quell’istante, capì di avere di nuovo sentito il pericolo in anticipo.

La donna e il diciannovenne entrarono, cercando di non inciampare nei resti del mobilio; fu lì, piegato su se stesso dalla disperazione, che trovarono Koji.

Koichi non ricordava di aver mai visto suo fratello gemello piangere.

(Certo, perchè l’unica volta che lo ha fatto tu giocavi al piccolo suicida nel Casinò di Lucemon -.- N.d.A.)

 - Koji... - chiamò la signora Kimura, avvicinandosi al figlio e prendendolo tra le braccia, come faceva quando era bambino

 - Non è rimasto nessuno - singhiozzò lui - Papà...mamma...Shiori... -

Koichi fissava, senza realmente vederla, la stanza della sorellastra a cui, anni prima, aveva regalato il suo cappello.

 

 

Pensierino della buonanotte: Ma che bella puntata! -.-

G.: Trovi? O.o

R.: Era detto in modo ironico -.-

G.: Allora, l’idea di Koichi che ha le premonizioni sinceramente non so se provenga dalla mia mente malata o da quella di Rika...

R.: Alice, nel caso non ve la ricordaste, è la ragazzina bionda compagna di Dobermon, in Digimon Tamers...la sfigata, per capirci...abbiamo ipotizzato che la terza serie sia ambientata nel 2003, ma è una nostra invenzione

G.: Nel prossimo episodio, finalmente, arriveranno i cinque Digimon mancanti (tsè, lazzaroni!) oltre a due gemellini tutti da rimirare

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Capitolo 12
*** Luce e Buio ***


Strofinate bene gli occhi…sì, siete svegli

Strofinate bene gli occhi…sì, siete svegli! Sto davvero aggiornando! Urrà!

            Catgirl: Ehi, cosa vuol dire “La storia sta prendendo una piega interessante”? Forse prima era noiosa? Scherzo, se sei arrivata fin qui, vuol dire che il tuo livello di sopportazione è 10 (“Accettare con rassegnazione anche tifoni e uragani”)

            Hikari-Kanna: T.K. provarci? Noooooo…sembra, ma è solo un’impressione!

            Francesca Akira89: La cara vecchia storia dei fratelli persi e dispersi fa sempre la sua figura…a dire il vero, Go non era troppo d’accordo, ma dato che non ha quasi mai scritto, all’epoca non fece in tempo a fermarmi…mhuahahahah!! (Rika si ingigantisce)

            DarthSteo: Gothika ringrazia per i complimenti: anche se non mette mano al testo da tempo immemore, le fa sempre piacere arrogarsi diritti non suoi

(E Rika è una persona molto modesta, che ama dividere N.d.Go)

Grazie anche a Topomouse, Hotaru’91, Driger e Nihal: la ff non è caduta nel dimenticatoio, ma impegni scolastici vari impediscono una certa regolarità (sembra la spot dello yogurt col Bifidus, nevvero?)   

Capitolo dodici:

Luce e Buio

 

 

Quel giorno Izzy arrivò con aria baldanzosa, come se fosse il depositario di una verità che avrebbe rivoluzionato le loro vite.

I ragazzi non lo sapevano ancora, ma era proprio così

 - Guardate qui! -

Mostrò una cartina mondiale che aveva sul computer: molti Stati erano colorati di rosso, alcuni di bianco, quattro o cinque di blu

 - Ehm...carina - tentò Tai - ti sei dato all’arte? -

Izzy gli lanciò uno sguardo di compatimento, come se si trovasse davanti ad un idiota (Beh, parlando di Tai... N.d.G.)

 - Il blu rappresenta i Paesi in cui l’ADO non ha il controllo - spiegò ai Digiprescelti, con pazienza - Il rosso quelli pronti alla Greatest Revolution! -

 - A cosa? -

 - A togliere di mezzo i DigiHunter, Tai! -

 - Il nome lo hai inventato tu? -

 - No, Davis. - fu la laconica risposta

 - E il bianco? - domandò Joe

 - Gli Stati da cui non ho ancora ricevuto risposta. Se ora avete tempo, vi illustrerò... -

 - Ci dispiace, Izzy... - iniziò Davis, prevenendo il fiume di parole - ma io e Ken dobbiamo tornare a casa di Alice a recuperare il dischetto con le sue ricerche -

 - Ricerche? Sei una ricercatrice? - domandò Izzy alla ragazza, illuminandosi come un albero di Natale

(Squallore -.- N.d.G.)

 - Più o meno - fu la risposta

 - Allora potresti... -

 - Spiacente, non ti posso aiutare -

Il ragazzo dai capelli rossi non riuscì a dissimulare la delusione: Alice, dal canto suo, si accorse di essere stata un po’ brusca e si affrettò ad aggiungere:

 - Io non lavoro in generale, ma solo per ritrovare i dati del mio Digimon, Dobermon. -

Izzy tacque, perplesso. La ventiduenne sospirò, prima di raccontare, a malincuore, la sua storia.

(Glissata dall’autrice, che teme di perdersi tra i meandri di Digimon Tamers...N.d.G.)

 

 

 - Sì, capisco...mi dispiace, Koji, ma sono certa che andrà tutto bene -

La voce di Zoe arrivò al ragazzo come una ventata di ottimismo: sia lei sia suo fratello avevano il potere di calmarlo. Strinse il cellulare da cui arrivava la voce come fosse un’àncora

 - Forse ha ragione Koichi, buttarsi giù non serve a me a loro... -

 - Ecco, bravo, ascolta Koichi-kun! - rise la bionda

 - Già, e... - la voce del moro si spense

 - Che succede? - domandò preoccupata l’interlocutrice

Koji si era bloccato guardando il gemello: Koichi, seduto a fianco a lui, aveva gli occhi persi nel vuoto, come se guardasse qualcosa che solo lui poteva vedere.

Conosco quell’espressione! pensò il diciannovenne, prima di dire a Zoe, dall’altro capo:

 - Koichi ha di nuovo una delle sue premonizioni! Devo tagliare -

 - Va bene, magari scoprite qualcosa! -

La comunicazione si interruppe, mentre Koji si avvicinava al fratello che, in quell’istante, si riscosse, con il respiro affannoso come se avesse corso

- Il vecchio magazzino abbandonato, giù al porto - disse in fretta - Shiori è là, l’ho vista -

Koji si tolse di testa la bandana, con gesto impaziente, e la buttò in terra

 - Andiamo, allora! - ricordandosi dei postumi da premonizione del fratello, aggiunse subito -Ce la fai ad alzarti? -

 - Sì, sto bene -

 

 

Davis e Ken, accompagnati dalla piccola Shiori, erano stati molto fortunati, a Kobe

 - Per fortuna quegli idioti non l’hanno trovato - disse allegro il rosso, mettendo il CD nella tasca interna della giacca

Entrambi erano vestiti con le divise dei DigiHunter, per passare inosservati; stavano tornando alla base, quando Shiori, affacciata al finestrino della macchina, chiese:

 - Per favore, possiamo fermarci? -

Davis, al volante, obbedì

 - Che succede? - chiese

 - Volevo vedere ancora una volta la mia casa -

La bambina scese in fretta ed entrò nell’abitazione con la porta sfondata: ne uscì pochi minuti dopo, eccitata, con in mano quello che sembrava un fazzoletto

 - Mio fratello è tornato! - disse ai due ragazzi, mostrando loro il panno, che si rivelò essere una bandana

 - Allora è meglio trovarlo, prima che lo facciano i DigiHunter - propose Davis

 - Inoltre, sarà preoccupato per la sorella - continuò Ken - Dove può essere, Shiori? -

La bambina riflettè un po’, prima di esclamare:

 - Un tempo, lui e i suoi amici si ritrovavano in un vecchio magazzino abbandonato, al porto. Io so dov’è, ogni tanto Koji mi ci portava -

 - Bene, allora facciamo inversione! - esclamò Davis, salendo in macchina

 

 

L’automobile verde si fermò giusto davanti al portone del magazzino

 - Shiori - disse Ken - tu resta in macchina. Potrebbe anche essere una trappola. Se tra dieci minuti non siamo tornati, usa il mio cellulare e telefona ad Alice. Non hai un Digivice, vero?-

La bambina scosse la testa

 - Nonostante quello che pensavano i DigiHunter, non sono una Digiprescelta -

I due uscirono, guardandosi intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno all’esterno

 - Ken - sussurrò Davis - Prepara la pistola -

 - Calma, Davis, se davvero il ragazzo è lì dentro, non possiamo aggredirlo - rispose il moro, che comunque fece scivolare la mano sul fodero

Appena entrati, i due si trovarono in un immenso deposito, vuoto e semibuio: fecero qualche passo, tentando di fare meno rumore possibile.

All’improvviso, una creatura sbucò dalla penombra, colpendo Davis: era sicuramente un Digimon, una creatura alta dalle sembianze di lupo

(Non sarà...O.O**** N.d.G.)(Firulì...firulà...N.d.A.che fischietta innocentemente)

 - DAVIS! - gridò Ken, allarmato

Daisuke, disarmato da un colpo dell’avversario, ricevette un pugno nello stomaco che lo fece accasciare, senza fiato: Ken prese la pistola, ma un’ombra nera, apparsa alle sue spalle, gli afferrò il braccio, piantandogli i denti nell’avambraccio e facendogli cadere l’arma

 - Ken, attento! - urlò Davis

Il Digimon lupo attaccò di nuovo il ragazzo, lanciandolo contro un muro; dalla parte opposta Ken, inginocchiato per terra, si teneva il braccio sanguinante, mentre il mostro nero gli si parava davanti: era un gigantesco Digimon leone, che lo puntava implacabile. Prima che il ventunenne potesse difendersi, la bestia gli saltò addosso, mettendogli le zampe sulle spalle per impedirgli la fuga e il muso sul collo, in un messaggio inequivocabile.

Ken vide Davis accasciarsi al suolo, tenendosi lo stomaco dolorante e con un occhio pesto: il ruggito sordo del Digimon che aveva sopra di lui gli azzerò la salivazione. Decisamente non gli piaceva essere sdraiato su un pavimento polveroso con un leone nero che torreggiava sopra di lui, impedendogli ogni movimento e terrorizzandolo solo con l’alito caldo che investiva il suo volto...infine, il Digimon bianco estrasse una spada laser (stile Guerre Stellari) e si preparò a finire Davis: nello stesso momento, Ken sentì le fauci del gigantesco mostro nero circondare il suo collo

È la fine! Pensarono contemporaneamente i due ragazzi, chiudendo gli occhi

 - FERMI! -

I due Digimon si fermarono, voltandosi verso l’entrata: Shiori era apparsa sulla soglia

 - Shiori-chan! - esclamò il lupo candido, parlando per la prima volta

 - JagerLoewemon! Lobomon! -

(AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH N.d.G.che insegue Rika armata di ascia)

 - Scappa, sono DigiHunter - avvertì il leone, senza spostare i denti dalla gola di Ken

 - Non sono DigiHunter, sono Digiprescelti. Si sono travestiti per poter agire indisturbati e venirvi a cercare! -

Il leone, interdetto, si spostò dal corpo indolenzito del Digiprescelto della Bontà, mentre il compagno faceva sparire la spada; entrambi, in un bagliore, si trasformarono in esseri umani

 - Koji! Koichi! - esclamò la bambina, avvicinandosi

Koichi si voltò verso Ken, tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi

 - Ci dispiace - si scusò - ma io e mio fratello non potevamo sapere... -

 - Non posso arrabbiarmi, stupirmi - mugugnò Davis, mentre Koji si faceva passare il suo braccio intorno alle spalle, per aiutarlo a rialzarsi - Sono troppo felice di essere vivo -

 

 

 - Ahio! Fa’ piano, Kari! -

 - Uffa, ma quanto strilli! Ho quasi finito... -

Il Digiprescelto del Coraggio, sdraiato sull’unico divano della stanza gialla, si lamentava come se lo stessero scuoiando, mentre Kari ci metteva del bello e del buono per medicargli il ventre gonfio e pesto; seduto su una sedia, Ken osservava in silenzio Joe che lavorava di garza e disinfettante intorno al suo braccio destro. I gemelli, in piedi, venivano osservati da Cody, Yolei e T.K. con sguardo curioso, mentre Alice e Shiori erano sedute su altre due sedie, vicino all’unica finestra

 - Nulla di grave, solo qualche ammaccatura - terminò Hikari - ti consiglio comunque di stare calmo per un po’, Davis -

 - Come se potessi farne a meno - brontolò il rosso, rialzandosi e rimettendosi la maglia - Sono tutto un livido! -

Koji arrossì

 - Ti ho già detto che mi dispiace! -

Lo squillo di un cellulare fece voltare tutti

 - Ken, è il tuo - disse Shiori, porgendoglielo - Ce l’ho ancora io! -

Il moro si alzò, mentre Joe rimetteva a posto i suoi attrezzi, e guardò il display: aggrottò le sopracciglia, poi uscì e rispose; la voce dell’intelocutore gli giunse chiarissima, come se fosse dietro l’angolo

 - Salve, capo! -

Il ventunenne entrò in camera sua e chiuse la porta a chiave, per essere sicuro che nessuno potesse disturbarlo

 - È da un po’ che non ci sentiamo, Fenice... - disse

 - Scusa se non ho chiamato prima, ma non sapevo se ti avevano preso il cellulare, quando ti avevano catturato -

 - L’ho immaginato. Piuttosto, sei qui a Tokyo? -

 - Sì, sempre pronto ad eseguire! -

La voce gaia dell’interlocutore fece sorridere Ken

 - Fenice, toglimi una curiosità... -

 - Dimmi. -

 - Sei stato tu a far avere a mio padre lo scanner del generale Euclione? -

 - Già...sono un bravo scassinatore! -

 - E sei sempre stato tu a tirare la pietra a casa di Takeru in Francia, una settimana fa? -

 - Mi dispiace per il vetro, ma... -

 - Lascia perdere. Piuttosto, come hai fatto a... -

 - A sapere quella frase? Un informatore, di cui per ora non posso darti il nome. Una persona fidata, comunque -

 - Ancora una cosa. Sei stato tu a liberare Stingmon? -

 - No, su questo ci sto lavorando, ma per ora non ho informazioni -

 - Sai qualcosa dei Digimon degli altri? -

 - Agumon e gli altri sono sempre a Digiworld, mentre i Digimon dei tuoi amici... -

Dei rumori dal cortile fecero avvicinare Ken alla finestra che dava su di esso. Quello che vide lo lasciò felicemente stupito

 - Lascia stare, Fenice, li ho trovati! O meglio: loro hanno trovato noi! -

 - Passo e chiudo! -

 

 

 - Chi era, Ken? -

Il ragazzo si voltò verso il suo Digimon: il trambusto nel cortile era indescrivibile, e quello che faceva più baccano era il solito Davis, miracolosamente guarito nel giro di pochi istanti... il Digiprescelto prese tempo, fingendo di non aver sentito

 - Come? -

 - Chi era al telefono? -

 - Oh, no, nulla di importante... -

 - È lo stesso di due anni fa? -

Ken fu preso in contropiede

 - E tu come... -

 - Ti ho visto un sacco di volte, quando squillava il telefono, che correvi in qualche luogo appartato a rispondere. Io non sono mai venuto ad origliare - aggiunse Wormmon in fretta -Ma ho dedotto che fosse qualcosa di importante -

 - Hai mai pensato di fare il detective? - chiese ironico il ragazzo

(Senti da che pulpito... N.d.A.)

 - Ho capito, non me lo vuoi dire -

 - Scusa Wormmon, ma ho promesso che non ne avrei fatto parola con nessuno -

Finalmente era tornata la calma e il gruppetto potè trasferirsi nella stanza gialla

 - Come vi siete liberati? - chiese Cody, seduto su una sedia con in grembo Armadillomon

I Digimon si guardarono, lanciandosi sguardi indecifrabili: anche Ken riflettè sul fatto che non aveva mai posto la domanda a Wormmon

 - Non lo sappiamo esattamente - iniziò Hawkmon - Siamo rimasti sigillati in quella roccia per così tanto tempo... -

 - ...Avevamo perso anche la nozione del tempo - continuò Patamon

 - Del resto, in quel luogo il tempo e lo spazio non erano importanti - esclamò cupa Gatomon

 - Che intendi dire? - chiese Kari

 - In quella roccia - spiegò Veemon - c’è una specie di...mondo parallelo, in cui ci siamo ritrovati divisi in semplici dati mischiati alla rinfusa -

 - Finchè, un giorno - continuò Wormmon - ho visto una luce sopra di me... -

 - ...E subito dopo ci siamo ritrovati fuori - terminò Armadillomon

 - Sulla Terra? - domandò Davis

 - Io sì - disse Wormmon - Davanti alla Prigione dei Dannati di Tokyo -

 - Noi invece... - replicò Gatomon - Siamo finiti in una strana dimensione... -

 - Un’altra dimensione? - domandò Yolei - Diversa dalla nostra e da Digiworld? -

(Perchè mi sembra di aver già sentito questa frase? N.d.G.)

(Lo ha detto T.K. nella puntata “La resa di Demon”. Mi dichiaro colpevole. ^^ N.d.A.)

 - Esatto. Lì abbiamo incontrato loro -

Così dicendo, indicò Koji e Koichi

 - Ma voi siete... - iniziò Cody

 - Sì, noi apparteniamo al Mondo Reale - disse Koichi - Ma da anni viviamo in un’altra dimensione, la stessa da cui proviene la roccia: Pleroma -

Ken ebbe un sobbalzo

 - Pleroma? - ripetè

 - Esatto. Viene da una parola che significa “completezza”. È presente in alcune antiche religioni orientali del Mondo Reale - spiegò Koichi

 - Quella dimensione - continuò il fratello - è chiamata così perchè in essa sono presenti tutte le culture di tutti i tempi del nostro mondo: quella cinese, quella latina, quella nordica... -

 - Anche quella greca antica? - domandò all’improvviso Ken

 - Sì - rispose Koji - Perchè? -

 - Allora...quel bambino, Stefanos, potrebbe venire da quel mondo -

 - Quasi sicuramente - gli rispose Koichi - Dato che, da quel che ne sappiamo, anche Euclione viene da lì... -

Ken lo guardò, sorpreso: come faceva a sapere del suo sogno? A meno che non fosse il misterioso informatore di Fenice...

 - Resta una domanda - disse Kari - Chi vi ha liberati? -

I sei Digimon si guardarono

 - Non lo sappiamo. - disse sconsolato Veemon - Abbiamo solo visto una luce, e sentito una voce... -

 - Una voce? - chiese Davis

 - Sì, che diceva: E gli antichi alleati poseranno il piede guerriero/E gli antichi custodi avranno nuova vita/Su un mondo in cui balugina la speranza -

 

 

Pensierino della buonanotte: Ho i crampi alle dita...Comunque, nel prossimo episodio ci saranno un ritorno dalla Francia e alcune scoperte...oltre ad uno strano incontro di Matt, che ricaverà grandi insegnamenti di vita!

Gothika: Ehi, aspettaspettaspetta, questa non la sapevo, io!

Certo, è una mia aggiunta: così impari a denigrare le mie arrampicate sugli specchi!

Gothika: Qualcosa mi dice che devo preoccuparmi...O.o

Già >:DDD

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Capitolo 13
*** Filosofia ***


Ahhhh, quanto mi piace questo capitolo

Ahhhh, quanto mi piace questo capitolo...per questo, per farmi perdonare per il ritardo, l’ho aggiunto subito insieme al precedente capitolo dodici (quindi, se avete cliccato su “Ultimo capitolo”, sappiate che c’è un altro inedito!). Come annunciato, questo capitolo risulterà moooolto indigesto a Gothika >:DDD Tuttavia, per impedirle di venirmi a menare, ho deciso di riutilizzare alcune delle sue graziose trovate sulle PdD (Prigioni dei Dannati) per ravvivare un po’ l’ambiente...

Tutti: “Ravvivare l’ambiente”??? O.o

Beh, sì, insomma, era per dire ^^””” Vi consiglio comunque di leggere attentamente il capitolo, perchè 1) Parla molto di Matt (e, se non sbaglio, il ragazzo vanta un buon numero di fan) e 2) Potrebbe farvi conoscere degli strani tizi che, da più di tremila anni, sfornano idee che danno loro la fama di sovversivi, sobillatori, pazzi o più semplicemente poveri idioti (a seconda dei punti di vista), ma che risultano spesso incredibilmente attuali!

Gothy: Mi sto preoccupando...o.O

Fai bene >:DDD

 

Capitolo tredici:

 

Filosofia

Il generale Euclione emise una sorta di ruggito furioso e strinse convulsamente la frusta tra le mani: quindi tornò a guardare il giovane ribelle prono sul pavimento sconnesso. Come faceva quel misero ragazzino incatenato ad un muro ventiquattr’ore su ventiquattro ormai da due anni, a continuare così ostinatamente a tacere?

(Questo è il mio pezzo censurato nel capitolo quattro *.* N.d.G.)

(Già, lo sto riutilizzando N.d.A.)

Esasperato, si accosciò, afferrò i capelli di Ken e portò il volto del ragazzo all’altezza del suo viso

 - Hai uno spiccato senso del masochismo, o sei solo stupido? - gli chiese, con la voce resa malferma dall’ira

Ken, osservandolo da vicino, notò che il pugno di qualche tempo prima, che a lui era quasi costato la perdita di un occhio, aveva lasciato il naso del generale leggermente storto verso sinistra: senza quasi avvedersene, sorrise soddisfatto.

(Tu che dici, Rika: è masochista, scemo o tutte e due le cose? -.- N.d.G.)

(Se non sapessi che stiamo parlando di Ken, propenderei per la terza ipotesi -.- N.d.A.)

Il Capo Supremo dell’ADO, notando l’espressione del ragazzo, si infuriò ancora di più; con uno scatto buttò il giovane a terra: a Ken scappò un gemito, quando la sua schiena, sanguinante e dolorante per le frustate, sbattè violentemente per terra

 - Sempre deciso a non dire niente? - gli chiese il generale

Il ventunenne si limitò a lanciargli uno sguardo gelido: conscio dell’inutilità della domanda, Euclione alzò la frusta e la riabbassò violentemente sul corpo inerme del ragazzo.

Davis aprì gli occhi, sudato e con il cuore in gola.

Non aveva mai fatto un sogno simile: così reale, come se Euclione stesse per colpire lui.

La cosa che più lo aveva scosso, però, era quello strano confondersi di sentimenti non suoi che sentiva dentro di : rabbia e terrore, disgusto e gioia amara...e poi quel dolore atroce, così insopportabile da avergli fatto desiderare la morte.

Cosa aveva visto? Solo un sogno, un incubo irreale? Oppure Ken aveva davvero vissuto ciò che Davis aveva provato?

Tentando di liberarsi dal lenzuolo attorcigliato intorno alle sue gambe, Davis finì per cascare dal letto (a ventun anni -.- N.d.G.): mentre si rialzava, notò che anche Ken era sveglio.

Il giovane, seduto sul letto, aveva gli occhi sbarrati, il respiro affannoso e grondava sudore: non sembrava neppure essersi accorto del capitombolo del compagno di stanza; preoccupato, Davis si rialzò e appoggiò una mano sulla spalla dell’amico. Ken sobbalzò e si voltò verso di lui con l’aria di un animale braccato: quando si accorse che era solo Davis, sospirò di sollievo.

 - Ti ho spaventato, Ken? -

 - No, lascia stare... -

Dal letto accanto, Veemon si svegliò

 - Davis, che fai sveglio a quest’ora? - chiese, con voce piena di sonno

 - Nulla, un incubo... - rispose lui

 - Un incubo? - mormorò Ken

 - Ma se quando dormi non ti sveglierebbe neppure un terremoto! - ribattè il Digimon azzurro, sbadigliando

 - Molto spiritoso... - grugnì Davis, tra i denti

 - Cos’è tutto questo rumore? - chiese un assonnato Wormmon - Ken, che hai? -

 - Nulla Wormmon, non preoccuparti. Solo... -

 - Solo? -

Ken deglutì

 - Ricordi sgradevoli - disse, toccandosi la schiena e rabbrividendo

Davis sobbalzò: possibile che avessero fatto lo stesso sogno?

 - Di quando eri nelle Prigioni dei Dannati? - provò

L’altro ragazzo annuì; Davis sedette a peso morto sul suo letto

 - Pazzesco... - mormorò

Ken lo guardò stupito

 - Ho appena avuto un incubo e... - iniziò a narrare il rosso

 

 

Alle due di notte, la gente normale dorme (concordo N.d.G.): Yamato, invece, era incredibilmente sveglio.

Cantare davanti ad un grande pubblico gli faceva sempre quell’effetto, fin dalla prima volta in cui era salito su un palco: era l’unico momento in cui poteva dimenticare la sua doppia vita, il massacrante mestiere del ribelle. Adesso che era tutto finito, il ventiquattrenne camminava svogliatamente per le vie di Tokyo, in canotta nera e jeans e con una lattina di birra ghiacciata in mano.

La notte era calda e afosa, ma la macchina di Matt era dal meccanico e così, volente o nolente, gli toccava scarpinare.

Era tutto immerso nei suoi pensieri, quando uno strano guaito lo fece sussultare.

Il giovane si voltò nella direzione in cui proveniva il rumore, vedendo solo dei cassonetti ormai pieni: in un angolo, vide una forma indistinta; credendo di trovarsi di fronte ad un cane abbandonato, Matt si avvicinò.

Immaginatevi la sua faccia, quando si trovò davanti ad un uomo sulla cinquantina, con i capelli brizzolati intorno alla pelata, occhiali quadrati su di un naso aquilino e davanti a grandi occhi grigi: ma la cosa più scioccante era l’abbigliamento! Ora, un tizio seduto vicino a dei bidoni di solito può essere solo un barbone: questo, invece, era vestito con cura, in giacca e cravatta e con scarpe eleganti. Completava il quadretto una bottiglia di birra, completamente vuota, abbandonata per terra.

 - Ehm...è tutto a posto? - provò a chiedere Matt

L’uomo, per tutta risposta, ridacchiò stupidamente, senza neppure guardarlo; il giovane sospirò: fantastico, era completamente sbronzo!

Capendo che non poteva lasciarlo lì, Yamato ritentò

 - Dove abita, signore? Se vuole posso portarla a casa! -

 - Io sono a casa - rispose con voce acuta l’uomo, indicando i bidoni

Povero me...ma che ho fatto di male??? Fu il pensiero del ragazzo, depresso, mentre l’ubriaco, instancabile, blaterava frasi in una lingua sconosciuta al biondo:

 - Est modus in rebus! C’è una misura nelle cose! -

(Frase di Orazio, da una satira che mi ha fatto penare fino a qualche settimana fa. Se volete sapere come mai un ubriaco, per di più giapponese, parla correntemente il latino...abbiate un po’ di pazienza che poi ve lo spiego! N.d.A.)

In quel momento, una giovane donna scese da una macchina parcheggiata lì vicino: indossava una divisa da guardia giurata, o forse da vigilantes.

(E che ci fa lì alle due di notte?? O.O N.d.G.)(Me lo sto chiedendo anch’io!!!!!! N.d.Y.)

 - Signora, mi scusi - chiamò il Digiprescelto - Avrei bisogno di una mano. C’è... -

La donna guardò l’ubriaco, poi disse:

 - Professor Sagara! Ha di nuovo esagerato con l’alcol! -

 - Il vino mi spinge, il vino folle, che fa cantare anche l’uomo più saggio e lo fa ridere mollemente e lo costringe a danzare!! - cantò l’uomo, sempre più scatenato

(Frase di Ulisse, dall’Odissea -il canto non ve lo dico, perchè non lo trovo scritto-.)

 - Lo conosce? -

 - È il mio vicino di casa: da quando lo hanno licenziato, non passa sera che non si riduca così...meno male che ho un turno di notte, così a volte arrivando a casa lo ritrovo! -

(Vi ho risposto, siete contente?? N.d.A.)

 

 

Mentre scendeva sbadigliando in cucina, Ken si chiedeva se avrebbe mai riavuto un’esistenza, se non proprio normale, almeno nei canoni umani. Dopo tutti quegli anni, cominciava ad avere i suoi dubbi: sarebbe arrivato un giorno in cui entrando in cucina avrebbe salutato i suoi genitori prima di uscire, mentre suo padre leggeva il giornale e sua madre gli sorrideva da dietro una tazza di caffè?

 -Giorno a tutti! - disse con fare assonnato, mettendo la testa nella cucina, regno incontrastato di Kari e Yolei

 - Salve Ken... - rispose distrattamente il padre, senza alzare gli occhi dal giornale

 - Ciao tesoro - gli rispose gentile sua madre - Tra cinque minuti è pronto! -

Ken sbadigliò e richiuse la porta: circa due secondi dopo, si rese conto di cosa aveva visto

(Scusatemelo, non è ancora in grado di intendere e volere... N.d.G.)

Il ventunenne tornò ad aprire la porta e si infilò in cucina.

Devo avere le allucinazioni pensò, mettendosi una mano sulla fronte per sentire se aveva la febbre.

Macchè, era sano come un pesce...eppure sua madre lo stava guardando a meno di due metri di distanza!

 - La colazione è pronta! - annunciò Kari

 - Ken, vuoi cominciare a metterti a tavola? - chiese la signora Ichijouji, spostando una sedia per il figlio

Ken esplose

 - COSA-CI-FATE-VOI-QUI??? -

(Questa si che è una vera accoglienza!!!!!!!! N.d.Y.)

 

 

 - Grazie, ora sto meglio -

Il professor Sagara porse a Matt la tazza vuota, in cui il biondo tornò a versare altro caffè bollente

(Chissà perchè agli ubriachi danno sempre il caffè...N.d.G.)

(Sinceramente non lo so, ma anche nel corso della Croce Rossa dicevano di far bere caffè non zuccherato ^^””” N.d.A.)

 - Piuttosto - continuò - dovresti tornare a casa...ehm, come hai detto che ti chiami? -

 - Non gliel’ho ancora detto...il mio nome è Yamato, Yamato Ishida. Comunque non c’è problema: vivo da solo. -

 - Allora siamo in due. A proposito, il mio nome è Kento Sagara. Sono... -

 - ...un professore, me l’ha detto la sua vicina. -

 - No, per ora sono disoccupato: tuttavia la gente continua a chiamarmi “professore” -

Matt osservò la stanza: era tutto sommato in ordine, e sembrava gridare la sua appartenenza ad un professore, vista l’enormità di libri che sbucavano da tutte le parti. Il ventiquattrenne si soffermò su un volume appoggiato sul tavolino davanti al divano su cui era seduto: era il Fedone, di Platone. L’uomo, notando lo sguardo del giovane, gli disse:

 - Sono un professore di filosofia, nel caso non si fosse capito. Insegno...cioè, insegnavo all’Università di Tokyo -

 - Perchè l’hanno... -

 - ...licenziato? Per un saggio che volevo pubblicare. E che all’ADO non è piaciuto, perchè trattava troppo dei cosiddetti “mostri” che apparvero una decina di anni fa, a più riprese, a Tokyo. -

 - Credevo che in Giappone ci fosse libertà di opinione - disse Matt, ben sapendo di mentire

 - Io non ne sarei così certo. Euripide diceva: uno schiavo non ha il diritto di dire la verità che non piace ai suoi padroni -

Matt finse di essere sorpreso e scandalizzato:

 - Signor Sagara! - esclamò

 - Oh, fammi arrestare, se ti pare! - brontolò quello - Almeno finirei in carcere e smetterei di cedere al vino! -

 - Credo che le Prigioni dei Dannati non siano il modo migliore per perdere il vizio -

 - Prigioni di cosa? - domandò l’altro

Yamato arrossì: il nome era stato inventato da loro, in effetti. I DigiHunter non le avrebbero mai chiamate così; per sua fortuna, il professor Sagara lasciò cadere la conversazione e cominciò a sfogliare il giornale, fermandosi ogni tanto per borbottare:

 - Bah, il mondo va a rotoli: l’ADO era pronta a disegnarsi come la paladina della giustizia, sei anni fa, quando vinse le elezioni...ora mi chiedo se non fossero meglio quel pugno di banditi dei Digiprescelti... -

Matt dovette fare sforzi sovrumani per non mostrare il suo disagio; di certo il professor Sagara non apprezzava l’ADO, ma neppure i Digiprescelti...eppure, chissà, forse...?

Il biondo scosse la testa per scacciare quel pensiero: no, impossibile, non poteva rischiare di...

 - Qualcosa non va? - chiese il cinquantenne

 - Solo pensieri - rispose Yamato - un’ipotesi che ho in testa da tempo. Ma forse lei la riterrebbe stupida, o peggio. -

 - Sai chi formulò per primo la teoria degli atomi? -

Matt guardò l’uomo: cosa c’entrava?

(Me lo sto domandando anch’io O.o N.d.G.+Yolei87)

(Donne di poca fede...riponete fiduca in Kento Sagara! N.d.A.)

 - Non saprei...qualche scienziato del Novecento, suppongo -

 - No, nel Novecento si riuscì ad intuire l’esistenza degli atomi: il primo a ipotizzare che il mondo fosse composto di atomi fu un filosofo di nome Democrito, che nacque in Grecia verso il 460 a.C.. Con questo volevo solo dire che a volte le ipotesi più assurde si rivelano poi esatte. E adesso avanti, dimmi. -

(Che immenso idiota, questo professore -.- N.d.G.)

già il mio mito *.* N.d.A.)

Matt sorrise: chissà, forse un tipo del genere era abbastanza bislacco da capire!

 - Mi sono sempre chiesto: e se la realtà non fosse come noi la vediamo? Insomma, se i Digiprescelti non fossero poi questi criminali - si impedì di arrossire

 - Ipotesi interessante. Fantasiosa, ma interessante. Tu butteresti nella pattumiera anni di lavoro di giornalisti e gente importante. -

 - Mai credere agli specchi, ai giornali, professore - ribattè Matt, con aria furba

 - Non divagare, lascia stare Osborne e continua - rispose divertito l’uomo, con un inconfondibile tono da insegnante

 - Vede, lei stesso ha detto che la libertà di opinione è ormai pura utopia; non potrebbe quindi essere possibile che l’ADO abbia anche...modificato la realtà vera e propria a suo vantaggio, per prendere il potere? -

Il professor Sagara era allibito

 - Si finisce in carcere per molto meno, ragazzo. - lo avvertì - Se non sapessi che è impossibile direi di trovarmi di fronte a... -

 - ...ad un Digiprescelto? - domandò Matt, estraendo il Digivice

Kento Sagara si sedette pesantemente sulla poltrona, di fronte a Matt, per la prima volta senza parole, sue di altri.

 - La prego, professore, ascolti la storia che sto per narrarle: dopo, potrà anche decidere di denunciarmi ai DigiHunter. Ma credo che raccontandole l’intera vicenda, tutto le sembrerà diverso da come la vede ora -

 

 

Il signor Ichijouji prese un profondo respiro

(Oh, no, altri spiegoni T.T N.d.G.)

 - Ho terminato i miei studi - annunciò - E ho scoperto qualcosa che potrebbe tornarci molto utile -

Ci fu un mormorìo di sollievo; Davis, l’unico che ancora stava bevendo il caffè, fece uno strano gorgoglìo che disgustò Yolei, seduta a sinistra di Ken

 - Di cosa si tratta? - domandò Kari

 - So come neutralizzare il Seme delle Tenebre! -

 - Non ci tenga sulle spine! - esclamò T.K., elettrizzato

 - Dobbiamo ricorrere al potere di Pleroma -

 - Pleroma? Il mondo in cui si sono rifugiati i dieci Leggendari Guerrieri? - domandò Cody

 - Esatto - rispose Koji (LOBBBBBBOMON *.* N.d.Y.) - Di solito, però, l’espressione “potere di Pleroma” è solo una metafora -

 - Dunque nulla di reale - frenò Ken

 - Non è detto - riprese il signor Ichijouji. - Un mio contatto, piuttosto informato, mi ha spiegato che forse non si tratta solo di una metafora poetica... -

 - Dunque l’Invincibile esisterebbe veramente? - domandò dubbioso Koichi che, a differenza del fratello, non aveva mai dato molto peso a quella storia

 - L’Invincibile, o forse qualcosa che gli somiglia molto. Potremmo intendere questa creatura non come qualcosa di reale, ma come qualcosa che mantiene l’equilibrio in quel mondo -

 - In fondo, gli stessi Semi delle Tenebre non esistono materialmente, ma sono solo un insieme di dati - aggiunse Ken

(Rika, ma ti sei studiata a memoria tutti i vaneggiamenti di Oikawa? N.d.G.)

(No, ho solo un’ottima memoria U.U N.d.A.)

Il padre cambiò improvvisamente espressione

 - Ecco, qui arriva la brutta notizia... -

I ragazzi si fecero più vicini

 - Euclione può rendere materiali i Semi delle Tenebre, o le loro copie -

Tutti si gelarono, meno i due gemelli

 - È per questo che abbiamo deciso di unirci a voi - spiegò Koji

(Non dirlo! N.d.G.)

(Cosa? N.d.A.)

(Quel nome! N.d.G.)

(Quale? N.d.A.)

(Lobomon!........Argh, l’ho detto! >_< N.d.G.)

Kari trasalì

 - Come dice la profezia... - sussurrò

 - Già, le ultime frasi...com’era? - ricordò Cody - Ah, sì: E gli antichi alleati poseranno il piede guerriero/E gli antichi custodi avranno nuova vita/Su un mondo in cui balugina la speranza -

 - La frase che abbiamo sentito nella roccia! - esclamò Patamon

 - Forse - ipotizzo Koji - gli “antichi custodi” siamo noi: in fondo, i quattro posti vuoti sono stati riempiti, hanno avuto “nuova vita”, appunto -

 - Mentre gli “antichi alleati” potrebbero essere i nostri Digimon - terminò Yolei

 - Allora siamo a cavallo! - gridò Davis, alzando la mano stretta a pugno, con fare esultante, dimenticandosi della tazza, che gli scappò di mano e volò dritta sulla camicia (indovinate di chi N.d.A.) di Ken che, ironia della sorte, quel giorno ne aveva una bianca, pulita (è proprio sfigato N.d.A.)(concordo N.d.G.)

 - O...ps... - balbettò Davis, imbarazzato

 - Aspetta Ken, meglio lavarla subito - disse la signora Ichijouji, alzandosi

 - Mamma, ho imparato a lavarmi i vestiti anni fa - rispose imbarazzato Ken, andando in camera sua a cambiarsi

La madre lo seguì ugualmente

 - Lo so, è solo che... - sorrise - erano anni che non ti lavavo una camicia... -

 - Pensavo ne avresti fatto volentieri a meno! - scherzò il figlio, chiudendo la porta della camera e, di fatto, arrendendosi all’insistenza materna

 - Ammetto che mi piacerebbe vederti mentre fai la lavatrice - rispose a tono la donna - anche se penso che... -

Ken non seppe mai cosa pensasse lei: quando si voltò, la donna guardò il figlio, poi la camicia che lui teneva in mano e si interruppe.

Seguendo lo sguardo della madre, il ventunenne sobbalzò e si diede mentalmente dell’idiota. Conviveva da così tanto tempo con quella cicatrice sul petto, che ormai si era dimenticato di averla.

(Go, com’è che quando prendi in mano tu la scaletta, Ken fa sempre la figura del cretino? N.d.A.)

(Più che altro, sono sinceramente preoccupata per la salute della signora Ichijouji…e il secondo coccolone della storia! N.d.G.)

 

 

Il professor Sagara (e mi lasci così in sospeso? O.O N.d.G.)(Dovresti ringraziarmi, ti lascio Ken mezzo nudo -.- N.d.A.)(Non ci avevo pensato...*.* N.d.G.) si mise a camminare per il salotto

 - Intelligo ut credam, devo capire per poter credere... - mormorò tra , citando il filosofo Abelardo

 - La storia è questa. Siete libero di crederci oppure di chiamare i DigiHunter e farmi arrestare - terminò Matt

Kento Sagara sospirò

 - Sette bambini che tredici anni fa partirono per un mondo parallelo al nostro, costituito solo di dati... -

 - L’ADO ci ha fatti passare per criminali, mentre il nostro ruolo è solo quello di difensori di un mondo che gli umani hanno creato senza saperlo -

 - Come posso essere sicuro che sia tutto vero? -

 - Io sono uno di quei sette bambini. Avevo undici anni, quando andai per la prima volta a Digiworld -

 - Non puoi esserti inventato tutto. C’è solo una cosa che non capisco: perchè l’ADO si è data tanta pena per diffamarvi? -

 - Forse perchè sapeva che i nostri contatti con creature di un altro mondo potevano farci vedere come invasori...oppure perchè la nostra storia era così incredibile da non poter essere presa sul serio - ipotizzò il biondo

Il professore tornò a sedersi, palesemente insoddisfatto dalla risposta. Tuttavia, la curiosità che gli illuminava gli occhi tranquillizzò un po’ il Digiprescelto

 - Non è che voi avete qualche affare sporco che l’ADO non apprezza? -

 - Neanche per sogno! - esclamò Matt, offeso - Trovo molto più probabile che sia il generale Euclione ad avere qualche piano segreto! -

Kento Sagara appoggiò una mano sul mento, meditabondo

 - Dieci anni fa, - ricordò - io ero all’università quando il cielo si oscurò...e vidi distintamente delle luci dorate salire verso il cielo e squarciare le tenebre -

 - Una di quelle luci era partita dal mio Digivice - sorrise Matt, tornando indietro con la memoria

L’uomo guardò in faccia il ragazzo, sorridendo

 - Ti credo. -

 

 

Pensierino della buonanotte: Gothika...

Gothika: Yes?

Non hai anche tu l’impressione che, a forza di divagare, ci siamo dimenticate qualcosa?

[Rika e Gothy si guardano]

Rika88+Gothika: AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH, KARI E T.K.!!!!

Gothika: Ok, nel prossimo capitolo dobbiamo provvedere!

E il professor Sagara arriverà nella base dei ribelli!

Gothika: Questo significa che ce lo dovremo sorbire ancora... -.-

Di che ti lamenti? La Greatest Revolution è ormai vicinissima! E poi Kento Sagara è fantastico *.*

Gothy: Sto aspettando il momento in cui dirà qualcosa come “la morale è sempre quella, fai merenda con Girella” -__-

Yolei87: Anche a me sta sulla scatole il prof, senza contare che il cognome l’ho inventato io!!!!!!

Non vedo il nesso tra il suggerirmi (non te lo sei inventata...e il sergente Sagara?) un cognome e l’ipotetica antipatia del mio omino...

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Capitolo 14
*** L'amore di un fratello ***


Rika88: Dunque…

Rika88: Dunque…

[Rika88 si getta in ginocchio]

Rika88: …………..BBBUUAAAAAAAH! MI DISPIAAAAACCEEEEEE!!!!!!! Non è stata pigrizia, io volevo continuare! Davvero! Anche perché, avevo già tutto scritto…solo che, tempo fa, mentre stavo per pubblicare il quattordicesimo capitolo, l’ho riletto e mi sono detta: “Ma ho scritto davvero questo schifo???

In breve, ho rifatto quasi tutto. La mia dignità di scrittrice (molto) dilettante lo imponeva! è_é

Go: Scusa, con chi stai parlando?

Rika88: Con i lettori!

Go: Pensi ci sia ancora qualcuno? -.-

 

Capitolo quattordici:

 

L’amore di un fratello

 

Quel pomeriggio di agosto, caldo e afoso, rendeva pressochè inabitabili le stanze della base dei ribelli, che ricordavano vagamente delle fornaci: per questo motivo, Ken e Yolei stavano passeggiando (mano nella mano... N.d.G.)(Quanto sono romantici, ohhhhhhhhhh N.d.Y.) per l’ampio cortile centrale

 - Non ricordo di aver mai avuto tanto caldo! - si lamentava la ragazza, mentre si legava i capelli in una coda di cavallo

 - Non saprei...le celle di Tokyo, d’estate, sono anche peggio - considerò Ken

All’improvviso, l’attenzione del ragazzo fu attirata da un gruppo di bambini, seduti a semicerchio intorno ad una persona, dall’altra parte del cortile

 - Chi sono? -

 - I bambini di Kobe. Un’anima buona si è offerta di far loro da maestra -

Il moro pensò che stesse parlando di Kari, conoscendo il suo antico desiderio di lavorare in una scuola elementare, ma si accorse di aver sbagliato quando, avvicinandosi, vide una ragazza più o meno della sua età, con lunghi capelli castano scuro legati in una treccia e un vestito a fiori che copriva uno stato piuttosto avanzato di gravidanza. Decisamente non ricordava che ci fossero donne incinte, nella base

 - Ti ricordi di Noriko, no? - gli chiese Yolei, indicandola

Il ventunenne nascose in fretta la sorpresa: non l’avrebbe mai riconosciuta, dato che non si vedevano da circa otto anni, ma vedendola da vicino riconobbe il viso tondo della bambina rapita da Oikawa nel 2002 alla quale era spuntato il Fiore delle Tenebre in testa

(Piuttosto che la maestra, dovrebbe fare la botanica! N.d.G.)

(Il tuo umorismo potrebbe stare su un cucchiaino da caffè -.- N.d.A.)

 - Ken! - esclamò lei, notandoli - Erano secoli che non ti vedevo...a momenti non ti riconoscevo! -

Il giovane riconobbe, subito alle spalle di Noriko, Hiroto che lo guardava come per decidere dove lo aveva già visto: a togliere d’impaccio il bambino fu la maestra che gridò:

 - Bambini, vi presento Ken Ichijouji! -

 - Noriko, non c’è bisogno di tutta questa pompa, o tra poco mi chiederai un discorso alla nazione! -

 - Volevo metterti in difficoltà... - ammise la ragazza, con aria furba

 - Allora ci sei vicina - fece eco Yolei, ridacchiando - Dai, grand’uomo, arringa la folla! -

E con un ampio gesto, la ventiduenne indicò i bambini che li guardavano divertiti

 - Va bene, ho capito, siete due contro uno. Mi arrendo, batto in ritirata! - esclamò il povero Ken, allontanandosi alla svelta

Dopo pochi metri, sentì un rumore di passi alle sue spalle: non aveva bisogno di voltarsi, per sapere chi fosse

 - Hiroto! -

Il bambino sorrise

 - Avevo visto giusto, sei Osamu! -

Il giovane si accovacciò per arrivare all’altezza del bambino

 - Perchè mi hai detto che ti chiamavi Osamu? -

 - Perchè in quel periodo stavo scappando per tornare dai miei amici  - spiegò il ragazzo - e non volevo mettervi nei guai. Se poi i DigiHunter avessero scoperto che ero stato a Kobe, mi avrebbero trovato in fretta -

 - Hiroto! Vieni, dobbiamo continuare la lezione! -

 - Va bene! -

Il bambino ritornò dal Noriko; nel frattempo, un vociare all’ingresso distrasse il ribelle

 - Muoviti e non fare scherzi! - stava gridando qualcuno

Allarmato, Ken si avvicinò, sicuro di aver riconosciuto la voce di Davis

 - Credo ci sia un equivoco... -

La vista del nuovo arrivato lo inchiodò al suolo: l’amico puntava la pistola su un DigiHunter con la divisa d’ordinanza, la testa coronata da riccioli castani e grandi occhi grigi, dietro un paio di occhiali ovali su un volto dai tratti occidentali.

Il ragazzo non ebbe difficoltà a riconoscere l’intruso come uno dei due tenenti della Prigione dei Dannati

 - Poi mi spiegherai come hai fatto a trovare quest’altra entrata, ora cammina se non vuoi un foro in fronte! -

 - Ti prego, fammi parlare con Izzy, lui vi spiegherà tutto... - il giovane si interruppe, vedendo Ken di fronte a lui, ed ebbe un sussulto - Ken Ichijouji? -

 - Vedo che ti ricordi di me quanto io di te - fece lui, acido

 - Vi conoscete? - domandò Davis

 - Fin troppo. È uno dei due a cui devo il marchio sul petto... -

 - Ti ricordo che se io non avessi mollato la presa, tu ora avresti un occhio di meno. - rimbeccò l’altro, indispettito

Ken non ribattè, riuscendo solo ad esibire un’espressione perplessa: aveva sempre creduto che si fosse trattato di una fortunata casualità

 - DAVIS! -

Koushiro, uscito dallo studio che da qualche tempo condivideva con Alice, partì a razzo per andare a fermarsi di fronte ai due

 - Per carità, Davis, metti giù quella pistola! -

 - Izzy, diglielo tu! -

 - C’è qualcosa che non sappiamo? - domandò Daisuke, riponendo l’arma

 - Vi spiego tutto nel mio studio -

Incurante del gemito del Digiprescelto del Coraggio, non propriamente euforico all’idea di andare a rinchiudersi in una stanza in cui si bolliva, per di più con un DigiHunter, il rosso trascinò i tre ragazzi fino al piccolo ufficio: dentro c’erano già Alice, Sàndor, Cody,  Matt e un uomo sconosciuto. Yolei, Kari e Noriko, stupite dal nuovo arrivato, si erano accodate

 - E lei chi è? - domandò Izzy, rivolto al più anziano del gruppo

Matt rispose per lui

 - Il professor Kento Sagara. Insegnava all’Università di Tokyo. - notando lo sguardo indagatore del Digiprescelto della Conoscenza, aggiunse - Tutto a posto. Non crede granchè nella storia di Digiworld, ma non ci tradirà -

 - Non è per quello...professore, lei insegna filosofia, non è così? -

 - Izzy, potremmo tornare a noi? - domandò Davis, picchiettando con un dito sulla spalla dell’altro, senza perdere d’occhio il DigiHunter, palesemente contrariato dall’accoglienza.

Venne totalmente ignorato

 - Beh, a dire il vero insegnavo...sono stato licenziato perchè non piacevo molto al generale Euclione... -

 - Allora ricordavo bene: - eslamò Koushiro - Ero venuto a seguire con alcuni dei miei amici, che al momento non sono qui, le sue teorie -

 - Davvero? Beh, mi fa piacere... -

 - IZZY! -

Finalmente, il Digiprescelto del Coraggio riuscì a farsi prendere sul serio dal gruppo. E finalmente, tutti si accorsero che c’era un DigiHunter tra loro.

 - Allora, presentazioni: - esordì Koushiro, improvvisamente al centro dell’attenzione - lui è Loukàs Sefèros, tenente dei DigiHunter, nonchè mia spia da cinque anni -

 - Diciamo che sono entrato nei DigiHunter perchè me lo ha detto lui - precisò il giovane, sottraendosi dalla stretta di Daisuke

 - Izzy, potevi anche degnarti di dircelo che avevi contatti con un informatore - sbottò Davis -Non sei d’accordo, Ken? -

Il povero ragazzo dai capelli corvini tossicchiò imbarazzato e fece orecchie da mercante: in fondo, anche lui da anni aveva contatti con Fenice, ma non lo aveva mai rivelato neppure al suo migliore amico

(Coscienza sporca, eh? N.d.A.)

 - Da dove vieni, Loukàs? - domandò Kari

 - Sono greco...di Salonicco, per essere precisi. Ma vivo da anni in Giappone, e mia moglie è giapponese -

 - Nonchè tua figlia, non scordartelo! - aggiunse Noriko, avvicinandosi

Il giovane le sorrise, addolcendosi.

 - Giusto, la piccola Niki -

Kari e Yolei si lanciarono un’occhiata perplessa.

 - Niki? - Noriko si abbracciò il ventre - Non potremmo darle un nome giapponese? -

 - Allora avrà un nome greco e uno giapponese - acconsentì Loukàs

 - Magnifico, questa è una vera e propria congiura! - sbuffò Davis - Non solo mi ritrovo un DigiHunter per la base, ma anche sua moglie e sua figlia! -

 - Non sei un po’ giovane per il matrimonio? - domandò Sàndor, con aria perplessa

 - Ho ventiquattro anni... -

 - Appunto, la mia età! E io sono ancora libero come l’aria -

 - Non tutti sono maniaci come te - fu l’asciutta risposta di Yolei

 - Però sarei prontissimo a rivedere le mie posizioni se tu... - l’olandese si interruppe, notando lo sguardo omicida di Ken - Ma naturalmente solo con qualcuna libera, non sopporto la violenza...specie quando è rivolta verso la mia persona! -

(Copione, quella battuta è mia! N.d.A.)

(Ormai è un campione a tirarsi fuori dai guai in cui si caccia -.- N.d.G.)

 

 

Cepheus non potè trattenersi dal guardare Koichi con aria torva

 - Non la trovo una grande idea - gli disse

 - Neanche a me va di riportare Shiori a casa, ma so che mio pa...avevano nascosto un po’ di soldi da qualche parte. È innegabile che noi dieci non possiamo elemosinare dai Digiprescelti-

Rei, seduta a sinistra del fratello, notò come tutti che Koichi era restìo a parlare di suo padre e della sua matrigna, che aveva solo intravisto alcune volte, ma non potè fare a meno di obiettare

 - Potrebbe andarci Koji da solo! -

 - È escluso, solo Shiori conosce il nascondiglio. Inoltre...credo che Koji non voglia tornare in quella casa -

 - Perchè? -

 - Perchè, Rei, Koji è rimasto sconvolto dalla notizia dell’arresto dei suoi genitori - spiegò gentilmente Freia, che era sicuramente la più sensibile

Il rumore del varco che si apriva li interruppe

 - Koji sta tornando. Vado, prima che arrivi. Cercate di non dirgli niente! - sussurrò Koichi, allontanandosi, seguito dalla sorellina, che era stata ospitata nel vecchio capannone con i dieci Leggendari Guerrieri

Ma Koji non era solo. Insieme a lui apparve una creatura che fece lanciare un grido a sei dei nove ragazzi presenti al momento, mentre Rei e Cepheus esclamavano:

 - IRYON! -

La tigre bianca si avvicinò alla tredicenne, lasciandosi accarezzare come un gatto

 - Ha voluto assolutamente venire con me...credo mi avrebbe sbranato, in caso contrario! - esclamò il diciannovenne ridendo

 - La prossima volta avvertici che ti porti delle belve dietro! - rantolò Takuya, ancora terrorizzato

 - Tranquilli, è buonissimo...piuttosto - aggiunse Koji guardandosi intorno - Dove sono finiti Koichi e Shiori? Non li vedo -

Gli otto si congelarono all’istante

 - Beh, loro... - iniziò J.P.

 - Avevano da fare! - esclamò Tommy

 - Da fare? E perchè non mi hanno detto niente? -

 - Ma no, non era nulla di importante...Shiori ha parlato di qualcosa che doveva comprare, e Koichi si è offerto di accompagarla! - disse in fretta Zoe

 

 

Takuya tentò di nuovo di liberarsi, senza grandi risultati: la sua gamba restava saldamente incastrata sotto un blocco di cemento crollato da un palazzo, in bilico su altre macerie quel tanto che bastava per non spappolargliela, ma che oscillava pericolosamente ad ogni minimo movimento del ragazzino.

Il quattordicenne battè con rabbia un pugno per terra: loro sei avevano tentato una sortita nella base della nascente ADO, per cercare il generale Euclione, ma erano stati costretti alla ritirata dai DigiHunter, già numerosi. Per sfuggirgli si erano divisi, e ora il Padrone del Fuoco si ritrovava in un bel guaio.

E adesso come pensi di cavartela, genio? si disse.

Un rumore di passi proveniente dalla parte sinistra del vicolo in cui si trovava lo fece trasalire. Takuya, suo malgrado, sentì un brivido lungo la schiena: lo avevano trovato!

Calmo, idiota, fa finta di non sapere nulla e andrà tutto bene!

Invece, al posto di un DigiHunter comparve un ragazzo, poco più anziano di lui, vestito con un paio di jeans sdruciti e una felpa sformata, con in mano una torcia

 - Aiuto! Per favore, liberami! - implorò Takuya

Il giovane, vedendolo, si inginocchiò di fianco a lui ed esaminò il blocco di cemento

 - Non ti muovere, è peggio! Tranquillo, ti aiuto io. -

Afferrò una spranga di ferro abbandonata lì vicino e cominciò ad usarla come leva: dopo alcuni estenuanti minuti, Takuya riuscì a liberarsi

 - Grazie mille... -

 - Stai sanguinando - osservò l’altro

 - Tranquillo, non è nulla... - il quattordicenne fece per alzarsi, ma la gamba si rifiutò di sorreggerlo. Il moro usò la spranga e una manica della felpa per costruire una rudimentale steccatura

 - Grazie -

 - Figurati, se non ci si aiuta tra Digiprescelti... -

Takuya sobbalzò, vedendo il Digivice che il ragazzo aveva sganciato dalla cintura

 - Era il tuo Digimon, quello che ho visto? -

 - No... Ero io -

Il sedicenne sgranò i grandi occhi celesti

 - Allora esistono veramente i dieci Leggendari Guerrieri! -

 - In teoria sì, in pratica siamo solo sei -

 - Mhhh... - lo sconosciuto si portò una mano sotto il mento - credo che quest’incontro sia fortunato per entrambi -

 - Che vuoi dire? - domandò Takuya, perplesso

 - Puoi farmi un favore? -

 - Ma certo, tu mi hai aiutato, sono in debito. Ma prima... -

 - Sì? -

 - Puoi dirmi come ti chiami? -

Il moro tese la mano

 - Mi chiamo Ken Ichijouji, Digiprescelto della Bontà e capo dei ribelli giapponesi! -

 

 

Entrando in cucina per versarsi un bicchier d’acqua, Takeru notò subito l’espressione preoccupata di Hikari

 - Cosa succede? - domandò

La ragazza sospirò profondamente

 - Ormai la Greatest Revolution è alle porte... -

 - Dovresti essere contenta -

 - Lo sono, ma...non riesco a fare a meno di pensare a cosa succederebbe se... - si interruppe, tremando

(KARI! Piantala di fare la disfattista e dì a Takeru che gli vai dietro da una vita! N.d.G.)

Takeru le mise una mano sulla spalla

 - Andrà tutto bene. Ogni ribelle sa che avremo una sola possibilità, e darà il meglio di -

 - Voglio venire con voi. -

T.K. strabuzzò gli occhi, certo che Kari stesse scherzando

 - Come? -

 - Voglio venire anch’io alla base dell’ADO. Non sopporterei di restarmene qui ad aspettare -

 - Kari, sarebbe troppo pericoloso; se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai! -

La ragazza gli rivolse uno sguardo colmo di delusione

 - Non siamo più fidanzati, e mi risulta che in Francia tu ti sia completamente scordato della mia esistenza -

Negli occhi di T.K. passò un’ombra

 - Davvero credi questo? -

Le circondò le spalle con un braccio (ma cos’è, una manovra di avvicinamento? N.d.G.)(Zitta che mi deconcentri! >_< N.d.A.)

 - Ho tentato in tutti i modi di convincermi che tra noi era finita, e ho cercato qualcuno che mi amasse come avevi fatto tu. Trovai Catherine, e credetti di esserci riuscito. Ma lei non era te, sebbene io mi fossi illuso -

Prendendo il coraggio a quattro mani (e una dozzina di piedi), Takeru avvicinò il suo viso a quello di Hikari:

 - Io ti amo, Hikari - le sussurrò

 - Takeru, che cosa non ha funzionato, tra di noi? -

(No, no, NOO! Cretina, non ci arrivi a capire che lui stava tentando di baciarti? >_____< N.d.G.

Takeru si allontanò di nuovo (una grande occasione sprecata!)

 - Tu eri troppo presa dai tuoi studi, e io troppo impaziente per aspettarti -

 - Quando uno decide di fare il medico, finisce sempre per dover sacrificare la sua vita privata per fare il proprio dovere - mormorò Kari

(Davvero? O.o N.d.G.)(Non lo so, l’hanno detto a “Scrubs” e come frase mi piaceva N.d.A.)

 - Ma io non ero disposto ad essere messo da parte -

 - Ora lo saresti? -

 - Sì. -

Lo disse sottovoce, ma con una tale sincerità che Hikari si voltò a guardarlo sorpresa; felice come mai lo era stata, si alzò sulle punte dei piedi per avvicinarsi a lui

 - Saresti disposto ad amarmi, Takeru? -

 - Sì, Kari -

La voce di Ken risuonò nel corridoio

 - RAGAZZI! Izzy ci vuole tutti nel suo ufficio per... -

(NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! N.d.G. esasperata)

Takeru, sbuffando sonoramente, gli sbattè la porta della cucina in faccia

 - Ma che... -

 - al diavolo! -

Kari scoppiò a ridere, mentre T.K. respirava profondamente per calmarsi

 - Povero Ken! -

 - Povero Ken un corno! Io mica lo vado ad interrompere quando è con Yolei! -

 - Quindi dobbiamo considerarci come Ken e Yolei? - domandò maliziosa la ragazza

 - No. - rispose lui, tornando serio e passandole un braccio intorno alla vita - Come Kari e T.K. - rispose serio lui

E finalmente si baciarono.

(Ken, normalmente ti adoro. Oggi ti avrei staccato una gamba a morsi N.d.G.)

 

 

Shiori osservò la busta di carta gialla con aria triste

 - Mi sento una ladra, a prendere così i soldi di mamma e papà -

 - Non ti preoccupare, glieli renderemo tutti - rispose Koichi, nascondendo la piccola somma nello zaino che aveva con

I due erano ancora nella casa dei Minamoto, in quella che un tempo era stata la camera della bambina

 - Ora andiamo. - disse Shiori, alzandosi in piedi - Senti, Koichi-kun, tu credi che... -

Si voltò verso il fratello, ma si accorse che lui non la stava ascoltando: aveva di nuovo gli occhi persi nel vuoto, anche se si riscosse quasi subito

 - Premonizione? - domandò lei, tranquilla

 - Non ne sono sicuro...era molto confusa, diversa da tutte le altre - rispose il ragazzo, cercando di controllare il respiro

Si era appena rialzato, quando si accorse di quello che Shiori aveva detto

 - Come fai a sapere delle premonizioni? - le chiese, sbalordito

(Ma sei a scoppio ritardato? N.d.A.)

La sorellastra lo guardò con aria da cospiratore

 - Sai tenere un segreto? -

Koichi annuì

 - Succede anche a me - rivelò lei

 - Da quando? - la sorpresa del ragazzo era mischiata a preoccupazione

 - Da sempre, fin da quando ero piccola. E non è tutto - aggiunse - vedi quel pianoforte? -

Così dicendo, indicò un piccolo strumento polveroso seminascosto in un angolo. Improvvisamente, una musica si propagò per la casa, sebbene nessuno lo stesse toccando

 - Sei tu? - chiese sbalordito il diciannovenne

 - Sì. -

La porta semiscardinata crollò di schianto, ma questa volta Shiori non c’entrava nulla: era stato un DigiHunter dai capelli biondo scuro e gli occhi di ghiaccio

 - Guarda guarda, allora i vicini avevano visto giusto! -

Shiori strillò, mentre Koichi le si parava davanti (la sua attività preferita da quando aveva undici anni -.- N.d.A.): intanto, altri tre DigiHunter li circondarono

 - Shiori e Koji Minamoto - rise beffardo un altro - Tenente, il generale Euclione sarà contento di voi: avete preso un pericoloso ribelle e soprattutto... -

Il tenente sogghignò (già lo avrete capito, ma è quello che stava per cavare un occhio a Ken N.d.A.)

 - ...Soprattutto, abbiamo trovato la Veggente - concluse

 - Toccate mia sorella e ne pagherete le conseguenze! - ruggì Koichi, avventandosi contro il biondo

Il tenente lo colpì in pieno viso con il calcio della pistola, buttandolo per terra stordito e con la tempia ferita

 - Portate Minamoto a visitare le Prigioni di Tokyo - ordinò, afferrando per un braccio Shiori - A lei ci penso io! -

Due degli altri tre bravacci afferrarono per le spalle Koichi e lo sollevarono come se fosse una piuma; l’ultima cosa che il ragazzo riuscì a sentire prima di svenire fu il pianto disperato della sorellina

 

 

Pensierino della buonanotte: Belle e brutte notizie a ruota...

Gothika: Certo che, per Shiori, eravamo partite da Allie di Taken e siamo arrivate a Clara de La casa degli spiriti

Rika88: Io ho sempre adorato quel pezzo in cui Clara bambina faceva orbitare la saliera! E tu che fai passare quello stupendo libro per uno spargimento di sangue continuo!

Gothika: Va beh, passa agli spoiler che è meglio -.-

Ordunque (?): potranno i nostri eroi lasciare il povero Koichi-kun nei guai? Ma certo che no, quindi nel prossimo capitolo, oltre a scoprire chi sono i Veggenti, che cosa vuole Euclione da Shiori e come l’essere scambiato per tuo fratello gemello possa incasinarti la vita, vedremo anche l’inizio della Greatest Revolution!

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Capitolo 15
*** Veggenti ***


Capitolo quindici:

Capitolo quindici:

 

 Veggenti

 

 

La mente di Koichi era ancora annebbiata, ma riusciva vagamente a percepire che lo stavano trascinando per un lungo corridoio: aveva gli occhi bendati dal nastro adesivo, ma in breve riuscì ad avvertire dei mormorii provenienti dalle celle che superavano, nonchè il puzzo di escrementi che arrivava alle narici come un pugno e faceva contrarre lo stomaco del ragazzo dal disgusto.

Il diciannovenne dai capelli corvini si sentiva tutte le ossa a pezzi per le botte ricevute sul furgone, ma non avrebbe mai dato la soddisfazione a quel tenente arrogante di chiedere pietà.

 - Qui -

Il rumore di una porta di ferro che si apriva cigolando lo strappò dal suo torpore: pochi secondi dopo, quelle mani indelicate lo buttarono, legato e bendato, dentro una cella in cui il puzzo era ancora più forte

 - Spero che il luogo ti piaccia, Minamoto - rise malignamente il DigiHunter biondo

 - Dov’è mia sorella? Restituitemi Shiori! -

Il tenente rispose sferrandogli due calci nello stomaco che gli mozzarono il fiato. Da qualche parte, giunse un grido femminile

 - Taci! -

La porta si richiuse, e il silenzio avvolse il ragazzo: un silenzio intervallato dai sussurri degli altri prigionieri. Koichi rimase con i sensi all’erta, tentando di captare anche ciò che solo lui poteva avvertire

 - Un altro - Sarà un Digiprescelto? - Guarda com’è ridotto - Quello non resterà qui a lungo -

Dopo alcuni tentativi di liberarsi, Koichi abbandonò la testa per terra, sfinito: si sentiva in bocca il sapore del sangue e doveva avere un labbro ferito, perchè sentiva un rivolo sul lato sinistro della bocca. L’unico suono che ora udiva era il battito accelerato del suo cuore.

Improvvisamente, un rumore alle sue spalle lo avvertì che non era solo: difatti, una mano maschile lo aiutò a mettersi seduto e iniziò a sciogliere la corda che gli bloccava i polsi

 - Va tutto bene, ragazzo mio -

 - Stai bene? -

Una seconda voce, questa volta femminile, gli fece alzare la testa: mossa inutile, perchè non poteva vedere chi parlava

 - Più o meno... -

 - Fatto, sei libero -

Koichi sentì la corda allentarsi, e finalmente potè muovere le mani: si staccò il nastro dagli occhi, ritrovandosi però ancora a fissare l’oscurità, questa volta della galera

 - Che hai fatto ai capelli, Koji? -

Quella frase lo fulminò: lentamente, si voltò a guardare i suoi interlocutori. Si ritrovò a fissare un uomo alto e robusto, con corti capelli neri e crespi e il volto scavato dalle privazioni, e una donna bionda che un tempo doveva essere stata molto bella, ma la Prigione aveva lasciato la sua persona magra e spenta.

Nonostante questo, non gli ci volle molto per riconoscere suo padre e la matrigna di Koji.

Il volto del signor Minamoto si fece perplesso

 - Tu non sei Koji! - esclamò

La donna squadrò il ragazzo da più vicino

 - Eppure parlavi di Shiori... -

La mascella del padre prese a tremare impercettibilmente

 - Chi sei? - domandò la donna

Il Digiprescelto non rispose subito: chiedendosi perchè le sue premonizioni non lo avessero avvertito, sospirò pesantemente

 - Mi chiamo Koichi, Koichi Kimura. - rispose, guardando fisso l’uomo

Da parte sua, il signor Minamoto riuscì solo a spalancare la bocca senza emettere suoni

 - Koichi...Koichi? - balbettò infine

(Quanti “Koichi” conosci, emerito imbecille? -.- N.d.A.)

(Non essere tanto cattiva, magari ne conosce un altro!!!! N.d.Y.)

Il giovane annuì

 - E quando...quando hai conosciuto Shiori? -

 - La conosco da quando è nata...così come lei sa benissimo che sono il fratello gemello di Koji -

L’uomo si passò una mano tra i capelli luridi

 - Non è possibile - riuscì a sussurrare - Perchè Koji non mi ha mai detto niente? -

 - Perchè gliel’ho chiesto io. Non volevo...non volevo entrare nella vostra vita, quando tu hai fatto di tutto per sparire dalla mia -

 - Tua madre sta bene? -

Koichi sorrise

 - Sì, Koji ogni tanto viene a trovarla...quando siamo qui a Tokyo -

 - Dunque anche tu vai in quell’altra dimensione? - interloquì la donna - E sei un Digiprescelto? -

 - È grazie a Digiworld se io e Koji ci siamo conosciuti. Lui è il Padrone della Luce, io quello delle Tenebre, perchè Luce e Oscurità sono destinate a respingersi ed attrarsi per l’eternità -

(E dopo questa frase degna di Kento Sagara... N.d.G.)
(Veramente lo diceva Eraclito: gli opposti lottano tra di loro, ma non possono esistere gli uni senza gli altri N.d.A.)

(>______<***** Groar! È quasi più stressante di Lobomon! N.d.G.)

(È tutta colpa degli arretrati di filosofia! ^^””” N.d.A.)

 

 

Pleroma è un mondo stupendo, verde ed incontaminato: le sue città sono una diversa dall’altra, e si potrebbe camminare per mesi senza incontrare due persone vestite nello stesso modo.

Nuova Atene è una delle metropoli più belle: le case bianche greche e romane, i templi e il grande Partenone dedicato ad Athena Pàrtenos, rendono la vista mozzafiato.

In una grande casa di aspetto romano vicina all’agorà, due bambini stavano giocando nel peristylium, il giardino interno: la maggiore dimostrava circa tredici anni, aveva lunghi capelli di un biondo quasi bianco e grandi occhi celeste scuro: era seduta sull’erba, intenta a confezionare una ghirlanda di fiori e nello stesso tempo a controllare il fratellino più giovane di due anni, anche lui dai capelli biondi, ma con gli occhi grigi, che raccoglieva margherite per lei

 - Guarda, Cleis, questa è la più grande che sono riuscito a trovare! -

 - Attento a non cadere, Stefanos! -

Il bambino tornò correndo dalla sorella e le si sedette a fianco

 - Perchè ti devi sposare? - domandò con aria seria

 - Perchè lo ha deciso nostro padre. -

 - Anche io mi sposerò, un giorno? -

Cleis non rispose subito

 - Direi di sì, anche se... -

 - Anche se? -

 - Le mie premonizioni sono piuttosto confuse. Non ti nascondo che stento a capirle -

La giovinetta si voltò verso il fratellino, sorridendo di nuovo

 - Non è strano? Non sono mai riuscita a leggerti il futuro! -

Stefanos rispose al sorriso: era ancora troppo piccolo per capire esattamente il significato di quelle parole, ma era abituato a sentire la sorella parlarne: fin da quando era nato, era stato testimone delle stranezze della ragazzina, dalle premonizioni agli oggetti che si muovevano senza motivo.

 - Sorellina, raccontami ancora della Lapis! -

 - Di nuovo? Ma è la quarta volta! -

 - Ti prego! -

Cleis sospirò, poi ricominciò a parlare

 - La Lapis è una pietra magica creata dall’Invincibile per sigillare al suo interno le creature malvagie. Si dice che questa roccia speciale si trovi soltanto sul monte Iryon, di fronte a Nuova Atene...lo stesso su cui vive l’Invincibile, e da cui controlla questo mondo. -

 - Tu ne hai mai vista una, sorellina? -

 - No, ma mi piacerebbe -

Stefanos si alzò in piedi

 - Allora quando sarò grande salirò su quel monte e prenderò Lapis per te! -

A questo pensava Euclione, mentre osservava la piccola Shiori, seduta su una sedia di fronte a lui.

Non somigliava a sua sorella Cleis che negli occhi, e in quello strano potere che le rendeva pressochè uniche

 - Non sai da quanto tempo ti cerco, Veggente -

 - Mi...mi cercava? Perchè? -

 - Perchè solo tu mi puoi aiutare a portare a termine il mio piano -

Afferrò una pietra scura, delle dimensioni di un quaderno, che aveva sulla scrivania e la tese alla bambina

 - Solo una Veggente può riattivare la Lapis -

Shiori chiuse gli occhi, ed Euclione giurò che avesse letto nei suoi ricordi

(Beh, se Duskmon poteva, non vedo perchè non possa esserne capace anche la sorellastra N.d.A.)
(Mhhhh, forse perchè Duskmon era un pazzo psicolabile con manie fraticide? N.d.G.)

(Infimi dettagli U.U e comunque non copiarmi le battute N.d.A.)

 - Sua sorella dev’essere una persona bellissima -

L’uomo si alzò e finse di guardare fuori dalla finestra. Era troppo abituato a ciò per sentirsi a disagio

 - Sì, era la persona migliore che avessi mai conosciuto - tornò a voltarsi verso la bambina, per la prima volta senza arroganza - Morì quattro anni dopo quel fatto, durante l’epidemia di peste bianca, e con lei morirono i due bambini che aveva in grembo -

 - È strano. Noi Veggenti riusciamo sempre ad avere premonizioni quasi infallibili sugli altri, ma non possiamo prevedere il nostro futuro -

 - Cleis non poteva vedere nemmeno il mio - Euclione tornò di ghiaccio - Allora, puoi riattivare la roccia? Ho un branco di Digiseccatori che cominciano ad annoiarmi - 

Shiori rabbrividì e ricacciò indietro le lacrime: aveva capito che Euclione progettava di liberarsi definitivamente dei suoi fratelli e i loro amici, ma aveva solo sette anni, e l’idea di disobbedire a quell’uomo terribile non passò neanche per l’anticamera del suo cervello.

 

 

Koushiro mostrò di nuovo ai Digiprescelti la cartina che aveva sul computer: i pochi Stati bianchi erano diventati rossi

 - Ci siamo, la Greatest Revolution può iniziare - decretò, teso

 - Quando? - domandò T.K.

 - Non abbiamo ancora un giorno prestabilito...ma dobbiamo essere sempre pronti - Izzy si voltò verso Alice, notando che sembrava totalmente indifferente - Qualcosa non va, Alice? -

 - No, semplicemente tutto ciò mi sembra solo un’utopia -

Tutti coloro che si trovavano nella stanza la fissarono.

 - Ci credi davvero così incapaci? - domandò seccato Cody

 - Non ho detto questo. Se collaborerete con i Digiprescelti di tutto il mondo, forse ce la farete. Ma poi? -

 - Poi cosa? - Takeru alzò la voce

 - Penso di aver capito cosa intende dire Alice. - si intromise Ken, con voce pacata - Ho svolto alcune indagini, e...beh, la situazione non è a nostro favore. Per la gente comune siamo dei criminali, e la nostra azione verrebbe vista come un colpo di Stato -

Il moro era stato per quasi due ore al telefono con Fenice, cosa che succedeva sempre più spesso in quel periodo, e aveva scoperto che il problema era ancora più grosso di quel che pensava.

 - Credo che le persone nelle Prigioni dei Dannati saranno dalla vostra parte... - disse il professor Sagara, che si era fatto fare un resoconto dettagliato della situazione nelle galere dell’ADO da Loukàs

 - Un pugno di galeotti... - Davis scosse la testa - No, non basterebbero -

 - Nessuno di noi ha abbastanza voce in capitolo per tentare di aprire gli occhi alla gente - mormorò Matt

La porta della stanza si spalancò, mentre che l’aveva aperta entrava, producendo un baccano immane:

 - HELLO!!!!!!! -

I Digiprescelti, i loro Digimon e gli altri ribelli si girarono e rimasero fulminati: sulla soglia erano apparse due ragazze vestite in modo molto eccentrico, con i capelli blu una e rosa l’altra

 - S-Sora? - balbettò Tai, con gli occhi che schizzavano dalle orbite

 - Mimi? - fece eco Yolei, sbalordita

 - Hi, my friends! - strillò Mimi, togliendosi gli occhiali da sole e saltando addosso a Matt per salutarlo

(Chiamate un esorcista! N.d.Autrici)

 - Quando siete tornate dagli Stati Uniti? - chiese Davis

 - Poche ore fa - rispose Sora, scrollando la lunga chioma blu elettrico - Volevamo farvi una sorpresa! -

 - E ci siete riuscite... - mormorò Ken, alzando un sopracciglio

 - Perfetto - gli sussurrò Cody - Ora, oltre che pericolosi, ci prenderanno anche per suonati -

(Sono d’accordo con il Puffo -.- che scenetta squallida N.d.A.)

(Da Mimi me lo sarei aspettato, ma Sora... -.- N.d.G.)

 - Tornando a noi... - disse a fatica Izzy - Abbiamo ancora un problema... -

 - Lei è il professor Kento Sagara? - domandò Sora, stringendogli la mano - Si ricorda di me? Sono Sora Takenouchi -

 - Ma certo!  - si illuminò l’uomo - Takenouchi, che piacere rivederla! Una delle mie migliori allieve! -

 - Qualcuno mi può ascoltare? - piagnucolò Koushiro, sostenuto moralmente da Cody che faceva educatamente finta di prestargli attenzione

 - Ricordo ancora quella conferenza sulle somiglianze tra filosofia orientale ed occidentale...molto interessante davvero. Lei è un’autorità in proposito -

 - COME?????????????? -

Tutti guardarono Izzy, preoccupati; lui non si accorse neppure di aver urlato, e continuò

 - Professor Sagara...lei teneva conferenze! - più che una domanda, un’asserzione

 - Sì...prima di essere licenziato, ovvio -

Sul volto del Digiprescelto apparve un’espressione di trionfo. Con gesto plateale, montò su una sedia e gridò:

 - Siamo a cavallo!!! -

(O.O Abbiamo perso anche lui N.d.A.)

 - Izzy, sei sicuro di sentirti bene? - domandò Yolei, preoccupata

 - Ma non capite? Potrebbe essere il professor Sagara a parlare! Distribuiremo dei volantini, pubblicizzando un incontro... -

 - I DigiHunter bloccheranno tutto, e il professore sarà nei guai - frenò Kari

 - I DigiHunter non lo sapranno...o meglio, lo sapranno. Perchè lui fingerà di volersi rappacificare con loro. La conferenza si chiamerà “Digiprescelti”! -

 - Basterà fargli credere che parleremo male di voi e bene di loro... - ipotizzò Kento Sagara

 - Alice - iniziò Koushiro, ormai irrefrenabile - avremmo bisogno... -

 - Vi ho già detto che non vi aiuterò! -

Calò il silenzio (alla buon’ora, sembrava di essere in un pollaio N.d.A.)

 - Alice... - iniziò Ken - Sappiamo che il tuo unico scopo è far ritornare in vita Dobermon, ma non credi che ti sarebbe più facile fare le tue ricerche alla luce del sole? -

 - Parli così perchè non sai cosa ho vissuto - disse lei con rabbia, alzandosi di scatto - Voi siete diventati Digiprescelti per salvare Digiworld...io sono stata usata dai Supremi per i loro scopi. Mi è stato affidato un Digimon, dicendomi “Accompagnalo in Giappone perchè lì si deve sacrificare”. Nessuno si è preoccupato di me, dei miei sentimenti...ma cosa ne sapete voi, di cosa si prova a perdere il proprio Digimon? -

 - Lo credi davvero? - interruppe Takeru, mentre Ken abbassava gli occhi - Beh, allora sappi che ti sbagli. Io avevo sette anni quando ho visto il mio Digimon morire combattendo contro Devimon, e Ken ne aveva undici, quando Wormmon si sacrificò per salvarlo dalle tenebre che lo avevano plagiato. È la cosa più terribile che possa capitarti, è vero, ma non cambierà nulla se continuerai a chiuderti in te stessa. -

 - Noi non sappiamo - intervenne Kari - quali sono i meccanismi che regolano la rinascita. Ma, in fondo, non sarebbe meglio rendersi utili nell’attesa? -

Alice si morse un labbro, indecisa. Sàndor le si avvicinò (No, lui no! N.d.G.)

 - Facciamo un patto. Tu ci aiuti ad allestire la conferenza e magari anche la Greatest Revolution, e io in cambio, quando tutto sarà finito, ti porterò un dispositivo che abbiamo progettato noi Digiprescelti olandesi per passare al setaccio tutti i dati liberi che circolano sulla rete, che altro non sono che parti di Digimon che attendono di essere riassemblate...Ci stai? -

(Sàndor ha...ha detto qualcosa di intelligente! O.O N.d.G.)(Sembra quasi un miracolo O.O N.d.Yolei87)

Alice si voltò verso di lui

 - Davvero? - chiese, dubbiosa

 - Parola di lupetto...anzi, di Digiprescelto - rispose lui, con una strizzatina d’occhio - Non è vero, Pochimon? -

 - Pochi! Pochi! - esclamò il piccolo batuffolo digitale, saltellando sulla mano del ragazzo

 - Bene. Quando inizio? - domandò la bionda americana

 - Ehi! Nemmeno un bacetto di ringraziamento? -

 - Sàndor, piantala! - esclamò Alba, esasperata

(Inutile. Sàndor resterà cretino in saecula saeculorum!! N.d.A.)

La porta si spalancò di colpo (ancora pazzoidi?) e di nuovo si catapultò dentro. Ci volle qualche secondo per capire che si trattava di Koji Minamoto, seguito da Takuya. E che, questa volta, era successo qualcosa di grave.

Il moro lasciò cadere per terra uno zainetto che doveva essere stato pestato più volte, a giudicare dalle impronte di stivale

 - Koichi e Shiori sono stati catturati...e quei disgraziati dei miei amici ci hanno messo secoli per dirmi che erano tornati a casa dei miei genitori! -

 - Koji, - provò Takuya - te l’ho già detto che erano stati loro a... -

 - Non m’interessa! - lo zittì Koji, fuori di - posso capire mio fratello, è sempre stato un imprudente...ma che bisogno c’era di portare mia sorella? -

 - Calmi, calmi - si frappose Ken, pallido - Urlare non cambierà la situazione. Takuya, cos’è successo esattamente? -

 - Vi conoscete? - domandò perplesso Cody, indicando il diciannovenne castano, sconosciuto agli altri ragazzi

Ken sospirò

 - Sì, Cody. - rispose Takuya - Ken mi aveva aiutato, cinque anni fa, e da allora sono il suo informatore. Il mio nome in codice è Fenice -

(È LUI?? O.O N.d.G.)

(Mais oui ^_^ N.d.A.)

 

 

 - La conferenza si terrà in diretta televisiva il ventitrè agosto - disse Tai

 - Perchè in diretta? - domandò Kari

 - Almeno i DigiHunter non potranno intervenire -

 - E se tentassero di oscurarlo? -

 - Non oseranno, la gente vedrebbe subito che non c’è libertà di opinione e comincerebbe a insospettirsi -

Da tre anni, Tai lavorava tra gli studi televisivi in cui si trovava anche il padre di Matt. Grazie a lui e alla signora Takaishi, aveva intessuto una fitta rete di conoscenze in campo giornalistico e televisivo, aspettando il momento buono per farle fruttare. Quel momento, finalmente, era arrivato.

(Sakurada! Amoooore *ç* N.d.A.)(-o- N.d.Sakurada)

 - Perfetto, allora la Greatest Revolution avrà inizio il venticinque - concluse Joe

 - Perchè tutto questo tempo? Perchè? - domandò isterico Koji

 - Non possiamo farne a meno - fu la risposta del medico

Il diciannovenne si voltò vero Ken

 - Quante possibilità abbiamo di ritrovarli? - chiese, sull’orlo delle lacrime

Il moro gli appoggiò una mano sulla spalla

 - Non faranno del male ad una bambina. E sono certo che Koichi se la caverà -

 

 

Pensierino della buonanotte: Il tempo è scaduto, ora si comincia a fare sul serio!

Gothika: Sarebbe anche ora... -.-

Allora, com’era la mia parte dark?

Gothika: Interessante...ho notato che hai incentrato tutto sui pensieri e sulle sensazioni di Koichi, e a me non sarebbe mai passato neppure per l’anticamera del cervello. Spoiler?

La Greatest Revolution è ormai pronta a scatenarsi: nel prossimo capitolo i ragazzi assalteranno la Prigione dei Dannati di Tokyo per liberare i prigionieri...e sarà l’occasione per chiarire alcune cose lasciate in sospeso in Francia

Gothika: Piuttosto: sarà un caso che la Greatest Revolution inizi nel giorno in cui, dieci anni prima, Ken gettava i panni dell’Imperatore Digimon (testuali parole di Wormmon) e tornava sulla Terra?

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Capitolo 16
*** La Greatest Revolution ***


Capitolo sedici:

Capitolo sedici:

 

La Greatest Revolution

 

La vecchia condomina rilesse più volte il documento

 - Bene, mi sembra tutto a posto. Prego, signor Ichijouji, la strada la conosce -

L’uomo la ringraziò e, facendo gli scalini a due a due, arrivò sino al piano che gli interessava.

La porta dell’appartamento era sprangata da grosse assi: sopra, staccata da una parte, pendeva la targhetta dorata con su scritto “Ichijouji”.

Davanti, un uomo con una felpa scura e un cappello calcato sulla testa

 - Scusi, ma cosa...? -

Lui si tolse il berretto, rivelando una corta chioma corvina e grandi occhi grigio-celesti

 - Ken! Non ti avevo riconosciuto, ragazzo mio! - esclamò sollevato il padre

 - Era quello che speravo - rispose l’altro

Il signor Ichijouji alzò lo sguardo verso la porta

 - Io ho portato il permesso per aprire l’appartamento...come mai me lo hai chiesto proprio oggi? -

 - Stasera c’è la conferenza del professor Sagara, e i ragazzi ne hanno approfittato per ritornare a casa, prima di... -

 - Sì, ho capito. E tu dovevi proprio venire qui? -

Ken sospirò

 - Non potevo venire da voi. Qualcuno avrebbe potuto notarmi...e l’ultima cosa che voglio è mettervi nei guai -

 - E l’ultima cosa che voglio io è rivederti dietro le sbarre - il signor Ichijouji tremò leggermente, appoggiando una mano sulla spalla del figlio - Giuro che due anni fa, quando Davis è venuto a dircelo, ho creduto seriamente di morire... -

Per qualche attimo ci fu silenzio, finchè il più anziano non riprese a parlare

 - Non credo sia una buona idea entrare -

 - Perchè? - domandò perplesso il giovane

 - Quando ti arrestarono, i DigiHunter vennero ad interrogarci. Mi tennero una notte intera alla vecchia Centrale di Polizia e nel frattempo perquisirono la casa... -

 - Ho capito...hanno distrutto tutto -

Come a casa di Koji pensò rabbioso Ken, stringendo i pugni

 - Dunque? -

Il ventunenne rispose staccando un lungo pezzo di nastro adesivo che chiudeva porta

 - Capisco. Ti lascio solo -

 - Papà! -

Il signor Ichijouji si voltò di nuovo verso il figlio

 - Mi dispiace -

 - Per cosa, Ken? -

 - Per tutte le volte che vi ho fatto preoccupare -

 - Allora è inutile che ti scusi. Non ce n’è bisogno. Vedi di tornare a casa intero, dalla Greatest Revolution -

Il puzzo di chiuso investì le narici del ribelle, che impiegò qualche minuto prima che i suoi occhi si abituassero all’oscurità: la casa era appena rischiarata dalla sottile falce di luna, che rendeva tutto cupo e spettrale.

Se Ken non avesse saputo che quella era casa sua, non l’avrebbe mai riconosciuta: il divano era stato squarciato, i mobili spalancati e il loro contenuto rovesciato per terra; le porte, scardinate, giacevano per terra, simili a soldati sconfitti.

Il ventunenne si fece coraggio, ed entrò in quella che era stata la sua camera: dovette appoggiarsi allo stipite, perchè per un breve attimo sentì le gambe cedergli. Il computer giaceva per terra, sfasciato, accanto ai cassetti sventrati; il materasso si trovava sul pavimento, e una grande macchia rivelava che qualcuno vi aveva rovesciato sopra della birra, tempo prima. Probabilmente i DigiHunter dopo la perquisizione avevano alzato il gomito.

Ken vi si sedette con gesto stanco, e spostò con il piede alcuni vecchi libri dalle pagine spiegazzate e le rilegature strappate: sotto un paio di vecchi volumi ritrovò la foto di Osamu, che un tempo si trovava sulla sua scrivania. La liberò dai vetri rotti e rimase ad osservarla, meditabondo.

Non dirmi che hai paura!

Il ventunne guardò alle sue spalle, verso il letto in cui aveva dormito per anni. Osamu lo guardava, con un misto di rimprovero e sarcasmo

 - Certo che no! - esclamò irritato

Allora perchè sei venuto qui?

 - Non lo so...forse perchè ho ancora la speranza, un giorno, di tornarci -

Il fratello undicenne scosse la testa

Una casa di spiriti e fantasmi del passato...mi domando cosa ci trovi di interessante

 - Come faceva quella filastrocca che mi avevi insegnato quando eravamo piccoli? “Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia...” -

...Tu mi sembri una badìa.

Lo spirito rise, una risata bambina Non sei un po’ cresciuto per le filastrocche, Ken-chan?

 - E allora perchè continui a chiamarmi Ken-chan? Ormai non lo fa più neppure Wormmon -

Nessuno rispose: voltandosi di nuovo, Ken si accorse che non c’era più nessuno, o forse non c’era mai stato nessuno.

 

 

La conferenza di Kento Sagara aveva smosso a sufficienza gli animi, grazie anche a Alice, che aveva curato tutto nei minimi particolari (disinteressata, la ragazza...see) e a Sora, che era intervenuta (con i capelli di nuovo corti e rossi e un abito normale): il Giappone, sede dell’ADO, era spaccato in due, tra chi riteneva il professor Sagara un povero pazzo o, peggio, un alleato dei Digiprescelti, e chi invece sapeva che l’uomo era troppo serio per inventarsi qualcosa.

Il clima ideale perchè, la notte del venticinque agosto, si desse inizio alla Greatest Revolution in tutti i Paesi occupati dai DigiHunter.

Erano le tre di una mattina calda non rischiarata dalla luna, quando i ragazzi si avvicinarono alla Prigione dei Dannati di Tokyo.

 - Tutto chiaro? - domandò Davis - Io, Ken, T.K., Cody e Sàndor con i nostri Digimon entriamo e liberiamo i prigionieri. Izzy, Tai, Matt e Joe resteranno fuori di guardia. -

 - Lo so, Davis! È la terza volta che ce lo ripeti! -

 - Che succede, Ken? - domandò Sàndor - Non è da te essere nervoso -

Il ventunenne non rispose, anche perchè sarebbe stato difficile spiegare che significato avesse, per lui, quel giorno: dieci anni prima, Wormmon si sacrificava per distruggere Kimeramon, il mostro che lui stesso aveva creato, e l’Imperatore Digimon spariva definitivamente.

 - Takuya e gli altri dovrebbero arrivare a coprirvi le spalle - li informò Izzy

 

 

Kari aveva completato il quarto giro delle mura, quando Yolei la bloccò

 - Mi stai facendo venire il mal di mare! - esclamò seccata

 - Odio non poter fare niente! - piagnucolò istericamente l’altra

 - Andando con loro, saremmo solo state d’intralcio - le ricordò l’amica

 

 

Il cancello venne abbattuto dall’attacco di un Digimon simile ad un essere umano, tranne per la testa da rapace: Griphonmon, la Digievoluzione di Pochimon

 - Sei grande! - gridò Sàndor, con gli occhi che brillavano

 - Sàndor, per favore... - sospirò Cody, mentre Griphonmon si copriva gli occhi con una mano, imbarazzato

(Persino il suo Digimon si vergogna di lui -.- N.d.A.)

 - Sbrighiamoci! - ordinò perentorio Davis, iniziando a correre

 

 

Euclione era ancora sveglio, quando un DigiHunter venne a bussare alla porta della sala da cui controllava l’ADO

 - Signore - iniziò l’uomo, agitato - Rivolte in tutto il mondo. I Digiprescelti hanno preso d’assalto tutte le Prigioni delle capitali -

 - Ordina a tutti i comandanti di non risparmiare colpi. Non voglio un solo Digiprescelto in vita, all’alba di domani -

 - E qui a Tokyo, mio signore? -

 - Ci penserò io - disse una voce alle spalle del DigiHunter

Euclione alzò lo sguardo, osservando la nuova arrivata: era una donna, di circa vent’anni, vestita con la giacca, i pantaloni e il cappello blu dei DigiHunter, che contrastavano con la carnagione chiarissima, gli occhi azzurro ghiaccio e i lunghi capelli biondi.

Il generale sorrise

 - Per me va bene, ma ti avverto: se domani avrò ancora uno di quei rompiscatole tra i piedi, ne pagherai le conseguenze -

 - Nessun problema. -

 - Ah, quasi dimenticavo. Se per caso ti capitassero sotto mano i due capi giapponesi, Motomiya e Ichijouji, vedi di farli fuori...giusto perchè tutti possano vedere che fine fa chi si oppone all’ADO -

Catherine sorrise, maligna

 - Ho ancora un conto in sospeso con Ichijouji...vorrà dire che prima mi divertirò un po’ -

Si irrigidì nel saluto militare, poi scomparve.

Euclione congedò l’altro DigiHunter, poi si voltò ad osservare due piccole schegge di quello che sembrava vetro rosso, posate sulla scrivania vicino alla Lapis:

 - Il primo passo - disse tra sè - è stato trasformare i dati digitali del Seme delle Tenebre in qualcosa di reale. Il secondo...sarà usarli per distruggere definitivamente i Digiprescelti! -

 

 

Koichi si risvegliò di soprassalto: all’interno della prigione si era diffusa una strana inquietudine.

 - I Digiprescelti! - gridò qualcuno - Hanno assaltato la Prigione! -

 - Vengono a liberarci! - esultò un uomo

 - Ci metteranno tutti nei guai! - esclamò qualcun altro - l’ADO crederà che siamo dei criminali come loro! -

 - Razza di stupidi! - esclamò una voce di donna - Non avete ancora capito che i veri criminali sono i DigiHunter? Ci hanno arrestato senza prove, e ci trattano come bestie! -

 - Stà zitta! - strillò qualcuno

Le voci si propagavano per tutto il corridoio, arrivando fino alla cella solitaria in cui si trovavano Koichi, suo padre e la sua matrigna: una gabbia più piccola delle altre, con una parte di muro, subito sotto l’unica finestrella, ricostruito in fretta dopo un crollo...o una fuga, come i sensi di Koichi suggerivano.

(A questo punto avrete capito che noi abbiamo già visto questa cella...N.d.A.)

(Vi aiuto: più o meno nel capitolo quattro :-P N.d.G.)

Improvvisamente, il rumore si fece più forte: il giovane dovette concentrarsi al massimo, per riuscire ad udire dei passi affrettati nel corridoio

 - Arrivano! - disse ai due adulti, alzandosi in piedi

E infatti, pochi secondi dopo, una voce risuonò per il corridoio

 - Sei sicuro che di qui ci sia qualcuno? -

 - Una cella c’è. Che sia vuota o piena, questo non te lo so dire -

 - Sono DigiHunter! - sibilò la signora Minamoto

 - No - esultò Koichi - Sono Digiprescelti. EHI, VOI! SIAMO QUI! -

I passi si fermarono per un attimo, poi presero un andatura di corsa. Nel corridoio apparvero Takeru Takaishi e Ken Ichijouji

 - KOICHI! -

 - KEN! T.K.! -

 

 

 - Sta per venirmi una crisi isterica! - strillò Hikari

 - Kari, stai tranquilla! - esclamò esasperata Alba - Andrà tutto bene, i ragazzi torneranno sani e salvi! -

 - Ehm, mi dispiace disturbarvi... -

Miyako, Hikari e Alba, che si trovavano sulle mura, si voltarono verso il professor Kento Sagara, che stava guardando di sotto

 - Che succede? - domandò Yolei

 - Ecco, avremmo un problemino... -

Le tre ragazze si avvicinarono all’uomo...e repressero un grido.

La fortezza era circondata da centinaia di persone, tra cui si contavano anche alcuni DigiHunter.

(Ripensandoci...il nostro è un grosso problema O.o N.d.Rick O’Connel)

 

 

 - Avremmo un problemino, Ken -

(Ancora? O.O N.d.G.)

Il moro si avvicinò alla porta che il biondo stava osservando

 - Di che genere? - chiese preoccupato

 - Le altre celle avevano porte di semplici sbarre, mentre questa è completamente in ferro. Non sarà facile aprirla -

 - E Stingmon e Angemon non potranno coprirci le spalle a lungo -

 - Ken, non è che hai una forcina? -

Il ventunenne guardò Takeru con aria sarcastica

 - Certo, a secchi ne ho! - disse, ironico - Anzi, aspetta che ho un tir parcheggiato proprio qui dietro...T.K., secondo te io vado in giro con le forcine nei capelli??? -

 - Scusa! -

Sospirando, Ken estrasse dalla fondina la pistola

 - Ehi, voi! Allontanatevi! -

Il moro esplose due colpi, che rimbombarono nel corridoio

 - Delicatezza, accorri! - commentò il biondo

I due entrarono nella cella

 - State bene? - domandò T.K., aiutando la donna ad alzarsi

 - Se mi toglieste le catene dai polsi starei meglio...ma vedo che i vostri metodi sono alquanto brutali - rispose Koichi

 - Ci penso io - rispose Ken, estraendo un coltellino svizzero, da cui tirò fuori la punta di un cacciavite

Aveva appena tolto la seconda catena al diciannovenne, quando dei colpi di pistola provenienti dall’inizio del corridoio lo fecero sobbalzare

 - I nostri Digimon sono in difficoltà - esclamo Takeru - Sbrighiamoci ad uscire! -

 - Oh, non abbiate fretta... -

Quella voce gelida congelò i due ribelli (Battuta! :-D N.d.A.)(Grazie per averlo scritto, perchè era così idiota che non ci sarei mai arrivata -.- N.d.G.)(Cattiva! è.é N.d.A.), che prima ancora di voltarsi, sapevano già con chi avrebbero avuto a che fare

 - Catherine... - ruggì Takeru

 - Oui, mon amour. Lieta di vedere che vi ricordate di me quanto io di voi -

Con gesto sprezzante, buttò per terra Wormmon e Patamon, ammaccati e decisamente esausti

 - Per ordine del generale Euclione, neanche uno di voi topi uscirà di qui vivo...ma mi ha permesso di divertirmi un po’! - 

Ken si voltò verso l’amico

 - Io la distraggo, - sussurrò - tu prendi Koichi, i suoi genitori e i nostri Digimon e scappa! -

 - Non posso lasciarti solo! -

 - Non abbiamo scelta. Tranquillo, me la caverò. -

Senza aspettare risposta, Ken afferrò la DigiHunter e la disarmò

 - CORRETE! - ordinò a malincuore T.K., aprendo la porta

Catherine fece per rincorrerli, ma Ken si parò di fronte all’apertura, richiudendo la porta ormai senza serratura

 - Il tuo avversario sono io. Sbaglio o non vedevi l’ora di farmi fuori? -

La bionda lo guardò gelida

 - Sei così impaziente di morire? - domandò

 - No, infatti spero tu sia pronta a combattere -

Catherine sorrise freddamente

 - Credi di farmi paura? -

Con uno scatto improvviso, lo colpì al viso con un pugno violentissimo, buttandolo per terra

(Ken, non puoi farti atterrrare da una donnetta! è_é N.d.Autrici+Yolei87)

 - Allora, come me la cavo? -

Ken si rialzò, la guancia in fiamme

 - Non male... - le disse

 - Ti farò scontare tutto quello che hai fatto, anche se questa cella diventasse la mia tomba. Non sperare di sfuggirmi! -

 

 

Pensierino della buonanotte:  Non fatevi ingannare dal fatto che Catherine è molto più mingherlina di Ken...gli darà del filo da torcere!

Gothika: Non dimentichiamoci che è mossa da un odio a dir poco feroce verso di lui...non so se avete fatto caso, ma l'ultima volta che l'avevamo incontrata, voleva "solo" eliminare colui che credeva aver sviato i Digiprescelti. Ora, vuole eliminarli tutti; che sarà successo?

Beh, con un po' di pazienza si saprà...

Gothika: In effetti...-.- Spoilers?

Nel prossimo capitolo, Ken e Catherine se le daranno di santa ragione, mentre i ragazzi rimasti alla fortezza, circondati dalla popolazione civile di Tokyo, tenteranno il tutto per tutto arringando la loro causa e tentando di aprire loro gli occhi. Euclione continuerà il suo folle piano ma, quando tutto sembrerà perduto, un aiuto insperato darà una speranza in più ai Digiprescelti!

Gothika: Hai preparato i pop corn?

Sì, e anche la Coca Cola ^_^

 

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Capitolo 17
*** Il segreto dei Digi-Hunter ***


Nuova pagina 1

Gothika (vestita da monaco buddista): Magia magia cacciali via...magia magia cacciali via...
Rika88: Mi spieghi cosa stai combinando? O.o
Gothika: Questo è il capitolo diciassette...la sfortuna si aggira in questo file U.U
Rika88: -.- Evitiamo queste sciocche manifestazioni superstiziose...
[L'abat-jour nello stanzino delle scope di casa Kinomiya, altresì detto il covo supersegreto delle Autrici, salta in aria]
Rika88: O.O Ricomincia all'istante!

Capitolo diciassette:
 

Il segreto dei DigiHunter
 

Tra le persone ammassate intorno alla base dei ribelli, c'era anche Tai.
Poche ore prima si trovava, come ogni giorno, agli studi televisivi, dove lavorava come tecnico del suono per una cifra minima: era stato il padre di Matt, su richiesta dei figli, a farlo assumere, quando il ragazzo era stato cacciato dall'Università perchè sospettato di avere contatti con i Digiprescelti. Cosa, ovviamente, del tutto vera.
Taichi non aveva pensato subito alla posizione privilegiata in cui si trovava: allegro e rumoroso, infaticabile, nonostante i suoi sogni infranti, si era conquistato le simpatie dei tecnici e di tutti coloro che si trovavano a transitare per quei corridoi. Proprio queste conoscenze gli diedero una libertà pressochè assoluta all'interno dell'edificio, e la possibilità di origliare con largo anticipo ciò che la rigida censura e la manipolazione dei DigiHunter mandava in onda.
Quel giorno, tuttavia, la sfortuna si abbattè su di lui e, indirettamente, su tutti i ragazzi: venne svegliato nel cuore della notte dalla telefonata di Sàndor, il Digiprescelto olandese. Se, in un primo momento, Tai ebbe la tentazione di mandarlo a stendere, maledicendo il momento in cui aveva deciso di lasciargli il suo numero di telefono, questa sparì quando sentì la sua richiesta. Calmatosi e un po' stupito, rassicurò il ragazzo che stava per partire per la Greatest Revolution e, conclusa la comunicazione, si era ributtato a letto, senza tuttavia prendere sonno, impegnato com'era a meditare sulle parole del giovane.
Il risulato fu scontato: la mattina dopo, il ventiquattrenne era arrivato sul posto di lavoro in ritardo, e la sua parte era già stata svolta.
- Ti copro solo perchè sei tu! - lo aveva preso in giro un altro tecnico, mentre se ne andava
Così, Tai sentì la notizia dal telegiornale: quando ormai era troppo tardi.
Una foto, proveniente da uno dei tanti satelliti in orbita, aveva rivelato un'insolita costruzione nascosta in un bosco, a nord-ovest di Tokyo. Costruzione che, con ricerche più approfondite, si era rivelata un ingegnoso sistema di capannoni, circondato da un muro spesso, che rendeva il tutto simile ad un castello europeo.
Ai DigiHunter non ci volle molto per capire che si trattava dello stesso luogo in cui erano giunti quasi tre anni prima, attraverso un lungo passaggio che poi era stato sigillato da ignoti.
Con suo enorme raccapriccio, Tai vide la base dei ribelli. E con lui, tutto il Giappone. La voce gradevole della giornalista autorizzata (o meglio, addestrata) dall'ADO invitò la cittadinanza a non ostacolare il corpo di polizia, al momento impegnata a soffocare dei "disordini" nelle carceri.
Il panico instillato per anni nella popolazione fece il resto; quella che, in un altro contesto, sarebbe sembrata una follia, divenne una sorta di crociata contro i nemici senza volto che chiamavano i mostri da un altro mondo.
Prima che Taichi avesse il tempo materiale di prendere in mano il telefono, una folla di persone si stava già muovendo.

Un rumore fece sobbalzare Izzy, sdraiato tra l'erba alta di fronte alla Prigione, che stava già per gridare, se Agunimon non si fosse fatto vedere in tempo
- Siamo noi! - esclamò
- Appena in tempo. I DigiHunter sono troppi per noi, ci serve qualcuno che li tenga a bada -
- Siamo qui apposta - rispose Haimon
- Come li volete? Alla brace? Allo spiedo? O leggermente soffritti? - domandò ironico Eurusmon, osservando il movimento oltre la cancellata della prigione
- Semplicemente fuori combattimento. Ma cercate di non ammaccarli troppo - replicò Izzy - In fondo, non sappiamo quanti veramente abbiano idea di cosa stanno facendo -

Intanto, alla base, i Digiprescelti stavano passando il peggior momento della loro vita
- Avete qualche idea? - domandò Kari
- Se l'avessimo, l'avremmo già esposta! - rispose Alba, stringendo la mano di Estibaliz
- Dobbiamo cercare di parlare con loro - disse la diciassettenne - Per spiegare chi sono realmente i Digiprescelti -
- Secondo te ci ascolterebbero? E poi quei DigiHunter non aspettano altro che arrestarci - replicò il professor Sagara

Ken si rialzò per la terza volta, dolorante, cercando di riprendere fiato: Catherine, di fronte a lui, sembrava invece ancora perfettamente in forze
Com'è possibile? si chiese il giovane È troppo forte. Non è umano!
- Tutto qui? - domandò la bionda, con aria sarcastica
Il moro rispose con uno sguardo di ghiaccio, che fece scoppiare a ridere la francese
- Ammettilo, mi avevi sottovalutato! -
- Non ho difficoltà a farlo - disse semplicemente lui
La lotta riprese: eppure, il sospetto che ci fosse qualcosa di strano si faceva sempre più strada nella mente del giapponese. Catherine non solo era molto forte, ma anche incredibilmente veloce, una rapidità che di umano aveva poco o nulla.

Lobomon percorse uno dei lunghi corridoi senza trovare nessuno: da quando i Leggendari Guerrieri si erano divisi per esplorare ogni angolo della prigione, non aveva ancora incrociato nè DigiHunter, nè prigionieri.
Improvvisamente, dei passi affrettati provenienti da un corridoio alla sua destra lo costrinsero a mettersi in posizione di difesa; mossa inutile, comunque, perchè dall'ombra apparvero T.K., Koichi, Patamon, Wormmon e i coniugi Minamoto.
- Koji! - esclamò il fratello, avvicinandoglisi
Il gigantesco lupo si bloccò di scatto: per alcuni istanti, i suoi occhi rimasero fissi sul padre e la matrigna, prima di ricordarsi del fratello, e di quel che era successo alla sorellina.
- Tu, razza di stupido! - sbraitò, alzando la mano come per schiaffeggiarlo, ma trattenendosi in tempo - Mi hai fatto prendere un colpo - aggiunse, tentando di rimanere calmo
Koichi sospirò
- Lo so, e ho messo in pericolo Shiori-chan. Mi dispiace, ti giuro che non volevo! -
Lobomon scosse la testa
- Lascia perdere, non è stata colpa tua -
Takeru interruppe il quadretto familiare
- Usciamo in fretta, non ci vorrà molto prima che arrivino i rinforzi -
- Voi andate - fece il Digimon - Io resto a dare una mano qui -
- In fondo al corridoio c'è ancora Ken. Ha distratto una DigiHunter per permetterci di fuggire -
Inspiegabilmente, Lobomon assunse un'espressione profondamente inquieta
- Non vorrà combattere! -
Koichi lo guardò sorpreso
- Perchè? -
Il lupo mosse il pugno come se scacciasse una mosca
- Vado a riprenderlo prima di doverlo raccogliere con un cucchiaino -
- Vengo con te! - esclamò Koichi, correndogli dietro
- Koji! Koichi! -
La voce del padre dei due rimase inascoltata
- Non si preoccupi, signor Minamoto - gli disse T.K. - Ora è qui il loro posto -

Ken dovette appoggiarsi al muro per non cadere: ripulendosi il labbro dal sangue, tentò di riprendere fiato il più in fretta possibile
- Comincio ad annoiarmi. Non sei un granchè -
Il ventunenne la osservò attentamente, tentando di capire cosa ci fosse che non quadrava
- Ecco, mi hai sporcato la divisa! - esclamò lei, con voce stridula - Dovrò liberarmi di te in fretta! -
- Come fai ad essere così forte? -
La domanda non aveva il minimo senso, in quel frangente, ma Ken non poteva permettersi il lusso di restare senza fiato, quando la sua avversaria non risentiva minimamente dello scontro
- Omaggio del generale Euclione. Tutti noi siamo così -
La ragazza si scoprì il braccio e mostrò il polso destro, su cui spiccava il marchio dell'ape: era un'illusione ottica, o il disegno riluceva in modo strano?
- Non hai ancora capito? -
- Capito cosa? -
La bionda sbuffò
- Non ti facevo così tonto...e dire che hai l'originale nel collo! -

Kari continuò a guardare Alba
- Cosa? - riuscì a balbettare
- Il marchio a forma di ape - spiegò pazientemente l'altra - Non è altro che una copia indebolita del Seme delle Tenebre. I DigiHunter sono molto più forti di un essere umano comune, e oltretutto non hanno pietà alcuna -

Loewemon cercò di mantenere il passo del gemello, mentre le sue parole gli ronzavano in testa
- E Shiori? Cosa c'entra lei? - gli chiese Lobomon, interrompendo il racconto del fratello su come era stato catturato
L'altro rimase in silenzio per alcuni istanti, come per raccogliere le idee
- Un DigiHunter ha accennato al fatto che Euclione stesse cercando una cosiddetta Veggente. Ricordi cosa diceva il padre di Ichijouji sui Semi delle Tenebre? Forse i suoi poteri sono una sorta di veicolo per trasformare quei dannati ammassi di dati in qualcosa di reale... -
Lobomon strinse i pugni
- Non mi ero mai accorto di niente. - ammise, amareggiato - Shiori-chan non mi aveva mai parlato delle sue...capacità -
- Credo - ansimò il Padrone delle Tenebre, col fiato corto - che se ne vergognasse. Che temesse che tu non avresti capito. In effetti, ne ha parlato con me solo perchè si è accorta che avevamo poteri simili: solo che in lei sono innati -

- E ce lo dici ora? - strillò Yolei
- Mi dispiace, - rispose la giovane ispanica, mordendosi il labbro - non credevo avrebbe cambiato qualcosa. Volevo solo dire che qui i DigiHunter sono fuori dal campo d'influenza del marchio, quindi più deboli! -

- Campo d'influenza? -
Catherine accennò a ciò che li circondava
- Nella Prigione si trova la Lapis, la pietra creata su Pleroma per sigillare gli esseri malvagi. Essa amplifica sia il potere della Luce, sia quello delle Tenebre. -
- Perchè ti sei venduta ad Euclione, Catherine? Solo per odio nei miei confronti? -
- Mi è stata offerta la possibilità di vendicare un mondo dalla sua piaga peggiore. Un lupo che si nasconde sotto le spoglie di un agnello, che stava distruggendo lo spirito dei Digiprescelti, trasformandoli in criminali -
- Sei stata usata - rispose Ken, scuotendo la testa - Euclione non è interessato a me, lui vuole il potere assoluto su questo mondo! -
- Stà zitto! - la ragazza sferrò un pugno in pieno viso al giapponese
Ken, incurante del dolore, scattò in avanti e la bloccò contro il muro, afferrandole le spalle
- Pensi che io sia felice? Pensi che abbia fatto tutto di mia spontanea volontà? - ruggì, scrollandola violentemente - Guardati, volevi vendicarti e sei diventata esattamente com'ero io! -
Il ragazzo alzò la mano per schiaffeggiarla
- KEN! FERMO! -
(Ma porc...N.d.G.)
Voltandosi, Ken vide Lobomon e Loewemon irrompere dalla porta scardinata e fermarsi, ansimanti
- Che ci fate voi qui? -
- Credi che con uno schiaffo sistemerai tutto? - domandò il lupo, senza riuscire a nascondere il sarcasmo
Rendendosi conto di quello che stava per fare, il ventunenne respirò per calmarsi e, dopo un istante, lasciò andare la bionda.
(Uffa...N.d.A.)

Davis corse verso Izzy
- Siamo tutti fuori? - domandò, trafelato
- No. Ken, Koji e Koichi sono ancora all'interno - rispose preoccupato il rosso
- Diamogli ancora qualche minuto, - propose il giovane capo dei ribelli - poi entrerò a cercarli -

I due Semi delle Tenebre, appoggiati sopra la Lapis, la tinsero di nero
- Rinasci, creatura creata dagli umani! - declamò il generale, alzando le braccia - Il tuo nuovo padrone ti chiama! -
Approfittando della distrazione dell'uomo, Shiori scivolò oltre la porta e prese a correre, confidando nel suo sesto senso che molte volte l'aveva aiutata.
Doveva avvertire i ragazzi di quello che li aspettava.

Kento Sagara indossò in fretta la giacca
- Andrò io a parlare con quelle persone. La mia oratoria non sarà un granchè, ma non c'è molta scelta -
Estibaliz gemette, preoccupata
- Non l'ascolteranno! -
Un rumore sordo proveniente dall'entrata li zittì
- Cos'era? - domandò il professore
- Qualcuno ha aperto la porta! - gridò Gatomon
Subito, il gruppetto seguito dai Digimon corse sulle mura.
Davanti alla porta di nuovo chiusa, di fronte al centinaia di persone, si trovava un bambino solo, vestito di abiti vecchi e logori, con i corti capelli rossi e il viso lentigginoso.
Hiroto.

I Digiprescelti osservavano ansiosi l'orologio
- I cinque minuti sono passati - sentenziò Davis - Vado a vedere dove sono quei tre! -
Stava per partire, quando un'ombra tra l'erba lo fermò
- Ma quella... -
Beetlemon, il più alto tra di loro, fu il primo a riconoscerla
- È Shiori! -
- Attenti! - gridava la bambina - Euclione ha... -
Quello che aveva fatto Euclione, non lo seppero dalle parole della piccola: in quel preciso istante, l'intera Prigione fu percorsa da una violenta scossa. Il tetto dell'ala ovest, si aprì dall'interno, come un immenso uovo, lasciando uscire un gigantesco mostro alato, il cui ruggito echeggiò fino in città. La Prigione prese a collassare in più punti, per via dei movimenti dell'essere titanico.
- Izzy, dimmi che ho un'allucinazione! - pregò Davis
- Quello... - balbettò Cody - Quello è... -

Il pavimento sotto i piedi dei quattro cominciò a tremare, mentre dal soffitto caddero dei calcinacci
- Che succede adesso? - domandò Loewemon
- È la creatura maledetta. Euclione è riuscito a risvegliarla - rispose piatta Catherine - Ha usato i due Semi delle Tenebre in suo possesso, attraverso il potere della Veggente. -
Un'evoluzione del lavoro di Oikawa, rabbrividì Ken.
- Usciamo subito. La Prigione sta per crollare! - avvertì Lobomon
Non fecero in tempo a muoversi, che il pavimento crollò, rivelando una stanza segreta in cui i quattro precipitarono.

- Quello è... -
(Rika, cavoli! Prima mi lasci in sospeso sul mostro, poi su Ken! Io sto seriamente pensando di venire a picchiarti! è__é N.d.G.)(Non lo farai mai, perchè se mi picchi io non finirò la ff U.U N.d.A.)
- Cody, ti si è incantato il disco? Chi è? - domandò esasperato Sàndor
- Pensavo che lo avessimo sconfitto dieci anni fa! - gridò T.K.
In quel momento, la Prigione dei Dannati rovinò al suolo, sotto il mastodontico peso della creatura maledetta, il terribile Kimeramon.

Pensierino della buonanotte: Non sono assolutamente geniale? U.U
Gothika: E io che speravo di veder crepare Catherine sotto un cumulo di macerie...ma perchè devi mettere in mezzo anche gli altri?
Secondo te io metto stanze nascoste perchè mi diverto? Comunque, nel prossimo capitolo si meneranno un po' le mani, tanto per non perdere il vizio...

Fan di Ken: [Sguardo assatanato]
Oh, quanto siete pignole! Eppure dovrebbe essere chiaro che Ken non si fa nulla! Se ora si spatasciasse da qualche parte, io come la finisco la ff?
Gothika: Sarebbe meglio chiedersi: se Ken si spatasciasse da qualche parte, come farai a tornare a casa tutta intera?
Ecco, anche questo è un buon motivo...
A proposito del Seme delle Tenebre e di Catherine: nel lontano 13 settembre 2005, Francesca Akira89 scrisse, a proposito della profezia del remoto capitolo sei: "Oppure la cicatrice lasciata dal seme del male a qualcuno dei digiprescelti (magari Catherine)...".

Che posso dire...complimenti! Hai azzeccato il traditore e il segreto del marchio! Io e Gothika verremo personalmente a casa tua per complimentarci con te...
Gothika: Guarda che così la spaventi, poi non legge più!

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Capitolo 18
*** Ascoltando la voce di un bambino ***


Nuova pagina 2

Capitolo diciotto:


Ascoltando la voce di un bambino

 


Fuori dalle mura della base dei ribelli, Hiroto si trovava da solo a fronteggiare qualche migliaio di persone che fissava quel bambino con sbalordimento. I DigiHunter non osavano attaccare: cosa sarebbe successo, se avessero tentato di arrestare un bambino di otto anni?
Tra la folla, si fece largo un ragazzo che Kari e gli altri, dalla cima delle mura, riconobbero come Loukàs, seguito a poca distanza da Tai.
- Signori - gridò, armato di megafono, rivolgendosi alla popolazione di Tokyo - Vi devo pregare di tornare alle vostre case! -
- I Digiprescelti vogliono incendiare la città! -
- Fateli uscire, che ci pensiamo noi a quelle carogne! -
- Mandano fuori i bambini, vigliacchi! -
Il DigiHunter si volse verso le cinque figure sulle mura: lui ci aveva provato, ma la situazione era ingestibile. Grazie alla disinformazione operata dal Generale, la folla era furibonda.
Yolei fu la prima a riscuotersi
- Dobbiamo andare a prendere Hiroto! - esclamò
- Ci vado io - propose il professor Sagara
Hiroto sembrava il più calmo di tutti: si schiarì la voce, poi gridò, per sovrastare il rumore
- EHI, VOI! -
In pochi secondi calò il silenzio
- Quel bambino ha la vocazione dell'oratore... - considerò Kento Sagara, colpito suo malgrado
- Ditemi, chi credete che siano i Digiprescelti? - continuò il bambino dai capelli rossi, incrociando le braccia sul petto - Avanti, sono curioso! -
Si levarono pochi mormorii.
- Noto con piacere che non lo sapete. Interessante. Bene, ora ve lo spiego... - Hiroto si frugò in tasca, estraendo un Digivice - Per esempio, IO sono un Digiprescelto. Ho otto anni, e l'azione più grave che abbia commesso nella mia vita è stata tentare di rubacchiare del cibo per non morire di fame! -
Kari e Yolei si guardarono perplesse
- Quel bambino è matto come un cavallo! - gemette la Digiprescelta dell'Amore
- Aspetta, proviamo a lasciarlo fare... - propose Kari
- Scherzi? Quelli se lo mangiano arrosto con patate! -
- Non hai notato, Yolei? Nessuno ha replicato. Perchè nessuno sa davvero chi siamo. -
- Credo - considerò il professor Sagara - che il Generale si sia dimenticato di avvertirli. -

Catherine si guardò intorno, perplessa. Di fianco a lei, Ken, Koji e Koichi si stavano togliendo la polvere di dosso, senza peraltro molto successo, perchè veniva subito sostituita da quella che volava nell'aria.
Erano finiti in un lungo corridoio sotterraneo, rischiarato solo da alcuni buchi aperti dal crollo del pavimento. Niente luci, solo polvere e ragnatele.
- Che posto è questo? - domandò il Padrone della Luce
- Non ho mai visto nulla del genere... - rispose la DigiHunter, perplessa, dimenticando per qualche istante la rivalità.
Il gruppo avanzò di qualche metro, prima di riuscire a sentire qualcosa.
- Che cos'è questo rumore? - domandò preoccupato Koichi
- Sei tu quello che ha la premonizioni... - ribattè ironico il fratello
- Ce l'hai ancora con me? -
- Vi sembra il momento di litigare? - domandò seccato Ken
Il ventunenne si avvicinò alla fonte di quel rumore, che si faceva via via più chiaro.
Dopo qualche passo, il corridoio cominciò a restringersi, per via di grosse gabbie da uccelli addossate alle pareti. I rumori venivano da lì, ed erano ormai così forti da stordire i ragazzi
- Sono gemiti! - esclamò Koji, avvicinandosi ad una gabbia, ma tenendosi le orecchie
Quando vide cosa conteneva, gli scappò un urlo
- Venite a vedere! -
Non ce ne fu bisogno, perchè anche le altre gabbie contenevano esattamente la stessa cosa.
Digimon.


I quattro nuovi Leggendari Guerrieri seguiti da Izzy condussero i detenuti della Prigione dei Dannati lontano dal luogo della battaglia: con loro c'era anche la piccola Shiori.
- Dove li portiamo? - domandò Haimon al fratello
- Di certo non in città. - rispose Notusmon
- Potremmo andare alla base dei ribelli - propose Ophionmon - E aspettare che si calmino le acque! -
- Buona idea, Freia! - esclamò Eurusmon
Il Padrone del Metallo partì a razzo, subito ripreso da Cepheus
- Vai piano, stupido! Siamo pieni di gente che a malapena si regge in piedi! - gli urlò
- Per fortuna ci aspetta un po' di quiete... - mormorò Haimon
In quel momento, una creatura si parò di fronte a loro
- Iryon! - esclamò Haimon, riconoscendo la tigre bianca
- Com'è arrivato fin qui? - domandò il fratello, più a se stesso che gli altri
Il felino li ignorò: si mise ad annusare l'aria, prima di partire al galoppo verso la Prigione


Davis e compagni si lanciarono in uno dei buchi nel pavimento aperti dal crollo della Prigione. I Digimon, tutti regrediti al livello Intermedio, erano esausti
- Si accettano consigli! - esclamò il leader dei ribelli
- Non avevate detto di averlo già sconfitto? - domandò seccato Sàndor
- L'altra volta Veemon era ArmorDigievoluto con il Digiuovo dei Miracoli, e Wormmon gli aveva offerto la sua energia - spiegò T.K.
Cody diede le spalle agli altri
- Avete sentito? - chiese
- Cosa? - replicò Takuya
- Dei suoni...vengono da questo corridoio -
- Ora li ho sentiti anch'io! - esclamò Tommy
In quel momento, un grido si propagò nella galleria
- È la voce di Catherine! - gridò T.K., correndo nella direzione da cui veniva l'urlo


La ragazza bionda aveva sentito una voce sottile pronunciare il suo nome e, voltandosi, si era ritrovata faccia a faccia con il suo Digimon, Floramon, chiuso in una gabbia decisamente troppo piccola. Quella vista le aveva causato un tale shock da farla cadere per terra, cacciando un urlo di pura disperazione che era rimbombato per il corridoio.
Ken, Koji e Koichi, perplessi, si guardarono senza sapere che fare.
Quando i restanti ribelli irruppero nella stanza, la confusione aumentò ancora; per fortuna, Takeru riuscì a mantenersi abbastanza lucido per avvicinarsi alla ragazza e accosciarsi vicino a lei per tentare di farla ragionare.
- Facciamo uscire queste povere creature! - esclamò Cody, disgustato da quella vista
- Catherine, ti prego, abbassa la voce, o Euclione ci scoprirà! - gemette T.K.
Il grido della francese si trasformò in una specie di gemito, mentre la ragazza, con gli occhi gonfi e arrossati, continuava a scompigliarsi i capelli in un gesto che aveva qualcosa di folle
- Dov'è il generale?- domandò Koji
- Ci sta cercando...insieme al suo animaletto da compagnia - rispose cupo Sàndor
- Quale animaletto? -
- Kimeramon -
La risposta di Davis arrivò a Ken con la stessa intensità di un pugno: sbarrò gli occhi e fissò l'amico.
- Come? - domandò, rabbrividendo involontariamente
- Shiori ci ha detto che Euclione ha usato le copie del Seme delle Tenebre e la pietra in cui aveva rinchiuso i nostri Digimon per farlo tornare in vita - spiegò tristemente Takeru
- Dunque era quella la creatura maledetta... - mormorò Koji
T.K. e Floramon stavano tentando di calmare Catherine
- Non è possibile - bisbigliava istericamente la bionda - Non è possibile. Il generale voleva impedire ogni contatto tra il Mondo Reale e Digiworld, per impedire che altre persone malvagie tentassero di conquistarlo... -
- Catherine, non hai ancora capito che ti ha usata? - domandò Ken - Ha usato il tuo odio verso di me! A Euclione non interessa Digiworld, lui vuole il nostro mondo! -
La francesina si voltò verso il suo Digimon
- Perchè vi ha rinchiusi qui? - domandò
- Voleva trasformarci in una squadra di attacco - spiegò Floramon - Per eliminare i ribelli -
- Catherine, Euclione non ti ha detto tutto - spiegò gentilmente T.K. - Non ti ha detto che il marchio sul tuo braccio, il Seme delle Tenebre, è il vero motivo per cui Ken è diventato malvagio -
La ragazza parve finalmente calmarsi: rimase per qualche secondo in silenzio, con gli occhi persi nel vuoto. Infine, piegò le spalle scosse dai singhiozzi fino a nascondere il volto dietro i lunghi capelli biondi.
- Spiacente di interrompere, ma abbiamo un grosso problema che ci sta cercando, fuori di qui - ricordò JP
- Un problema con un numero esagerato di braccia, per capirci - rincarò Sàndor

Finalmente, Alba si accorse della scomparsa della sorella
- Eppure era qui fino a due minuti fa! - esclamò con disappunto, maledicendo l'abilità di Estibaliz nel non far rumore: del resto, le sue orecchie erano molto più sensibili delle loro.
La sua rabbia si trasformò in terrore, quando vide la diciassettenne apparire di fianco a Hiroto
Tai le si avvicinò, ma la ragazza non aveva bisogno di aiuti: si appoggiò al suo braccio senza esitazioni
- Grazie, ce la faccio -
Lui le avvicinò la bocca all'orecchio
- Lo so, ma mi hanno chiesto di controllare che non ti succedesse nulla di male - sussurrò
- Mia sorella...? -
- No. Sàndor, ieri. Mentre si preparava a partire. -
Arrossendo impercettibilmente, la giovane si staccò dal ragazzo
- Molte persone innocenti - dichiarò - sono rinchiuse nella Prigione dei Dannati. Molte persone innocenti hanno sofferto. E molte... - si interruppe per un istante - sono state uccise senza motivo - si passò una mano sul viso
- La famiglia di Estibaliz viveva in Spagna - spiegò Hiroto per lei - I DigiHunter credevano che nascondessero dei Digiprescelti, così appiccarono il fuoco alla loro casa. Lei e una delle sue sorelle sopravvissero, ma per anni non hanno saputo nulla l'una dell'altra -
Una donna si voltò verso un DigiHunter con aria interrogativa: gli uomini in blu mantenevano un'aria distaccata, ma, Loukàs poteva giurarlo, molti cominciavano a chiedersi perchè fossero lì. Lontano dalla base e dalla Lapis, il potere delle copie del Seme delle Tenebre si affievoliva sempre più.
In quell'istante, apparve la schiera di detenuti, guidati dai quattro Digimon.
- Per fortuna ci aspetta un po' di quiete...? - domandò Eurusmon scettico, citando la frase di Haimon
- Ma perchè non tengo mai la bocca chiusa? - si domandò lei, depressa

Catherine si alzò in piedi, voltandosi verso Ken: non aveva più quello sguardo gelido e tagliente.
I due restarono a fissarsi per qualche istante, impassibili, prima che la ragazza facesse il minimo gesto. E fu l'unico gesto che nessuno mai si sarebbe aspettato da lei.
Un profondo inchino, tipicamente orientale.
- Mi sono comportata in un modo inqualificabile - disse, senza osare alzare lo sguardo - Con tutti voi, ma soprattutto con te. Mi dispiace moltissimo, anche se dirlo non cambierà la situazione -
Dopo un attimo di smarrimento ed imbarazzo, Ken le appoggiò una mano sulla spalla, facendola rialzare: non sapeva cosa dire, forse perchè non c'era nulla da dire; si frugò in tasca e le offrì un fazzoletto per asciugarsi gli occhi. Quando Catherine tese la mano per prenderlo, tutti videro che il disegno dell'ape era scomparso.
Ma poteva il noto libertino olandese presente nella sala starsene buono?
- Così si fa! Mettiamoci una pietra sopra! A questo proposito, se stasera sei libera, conosco un ristorantino niente male... -
Catherine lo guardò perplessa, come per capire se scherzasse o meno. T.K. e Cody, invece, si scambiarono un'occhiata e alzarono gli occhi al cielo, sospirando, mentre Takuya e gli altri non poterono impedirsi di scoppiare a ridere.
Davis non aveva neppure sentito l'uscita di Sàndor: si era accorto che il corridoio terminava poco più in là in una stanza circolare, da cui proveniva una strana luce azzurra.
Anche Ken si accorse dello strano scintillio, e si affiancò all'amico
- Che cos'è? - domandò
Il bruno oltrepassò la soglia, attirando l'attenzione degli altri Digiprescelti. Attenzione che venne subito distolta da lui, a causa del ruggito che fece tremare l'intero corridoio
- Qualcosa mi dice che Euclione sta per trovarci! - fece notare Zoe
- Aspettate, qui c'è qualcosa! - gridò Davis, per farsi sentire
I Digimon dei ribelli si guardarono
- Noi potremmo digievolvere... - disse Veemon, a nome di tutti
Davis si avvicinò alla sorgente della luce
- È un pozzo... - notò
Si trattava, più che un pozzo, di una vasca d'acqua, e proprio il liquido riluceva di un azzurro intenso
- Noi sei teniamo occupato Euclione- interloquì Takuya
- Sei matto? Sai quanto è forte Kimeramon? - domandò Cody sbalordito
- Forte o meno, i vostri Digimon sono esausti! -
- Non è vero, possiamo farcela! - rimbeccò Armadillomon, ferito nell'orgoglio
- Potremmo provare a DNA-Digievolvere... - ipotizzò Patamon
Ken si era avvicinato a Davis, perplesso quanto lui
- C'è qualcosa di strano, non trovi? - gli domandò l'amico
- C'è qualcosa...sul fondo -
Veemon e Wormmon si avvicinarono ai loro Digiprescelti
- Allora? Manchiamo solo noi! - sbottò il piccolo Digimon azzurro, seccato
I due non si degnarono neppure di rispondere: qualcosa nell'acqua si muoveva...qualcosa di decisamente innaturale
- Sembra un'immagine... - mormorò Davis
- Voi andate pure - disse T.K., rivolto a Shakkoumon e ai sei Leggendari Guerrieri - Noi svegliamo quei due e vi mandiamo Imperialdramon -
Ken tentò di capire che cosa fosse quello strano riflesso: sembrava un volto umano, ma non apparteneva a nessuno di loro.
- Si sta facendo più nitido! - esclamò preoccupato Davis
Anche Catherine e Sàndor presero a fissare l'interno della vasca
- Direi che non si tratta di una ragazza... - notò l'olandese
La bionda trattenne il fiato
- È...un bambino! -
Finalmente l'immagine divenne chiara a tutti: si trattava di un bimbo biondo, con una treccina più lunga sul lato destro, e strani vestiti, somiglianti a quelli di un antico greco, bianchi corredati da una cintura e un paio di calzari di cuoio
- Stefanos! - esclamò Ken, sbalordito
- CHI? - domandarono gli altri, in coro
- È il bambino che ho visto nel Mare Oscuro! -
- Una persona amante dell'umidità... - sussurrò Sàndor, strappando un sorriso a Catherine
- Bene, ehm, se qualcuno fosse così gentile da farci digievolvere... - riprovò Wormmon, incorrendo nell'indifferenza generale
Ken immerse la mano nell'acqua: era gelida, e oltrettutto il suo braccio fu percorso da una specie di scossa. Senza sapere esattamente perchè lo stesse facendo, spinse tutto il bracio nella vasca, fino a toccare quell'immagine.
E immaginate il suo stupore, quando scoprì che la sua mano stringeva davvero il braccio del bambino!
I ragazzi si ritrassero sbalorditi, mentre il ventunenne, con uno strattone, estrasse Stefanos dall'acqua, mandando entrambi a sedere per terra.
Guardandolo bene, Ken si accorse che in effetti Stefanos non sembrava poi così reale: ricordava vagamente...il ragazzo sentì un brivido lungo la schiena.
Ricordava un fantasma.
- Che ci facevi nel pozzo? - domandò sbalordito Davis
- Non è un pozzo - rispose piatto lui - È un varco verso il Mare Oscuro -

Pensierino della buonanotte: Come al solito, da un po' di tempo, ho tirato per le lunghe...
Gothika: Alla fin fine ci troveremo con una decina di capitoli di sforo -.-
È possibile, visto che l'Invincibile sarebbe già dovuto apparire...Va beh, forse (e sottolineo FORSE) da qui in avanti non sforeremo più...anche perchè non mi sembra molto carino lasciare tutta quella gente accampata davanti alla base dei ribelli per centinaia di capitoli...

E ora avanti, miei prodi: la maturità attende!
 

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Capitolo 19
*** L'Invincibile ***


Nuova pagina 1

Capitolo diciannove:


L'Invincibile


- Un varco... per il Mare Oscuro? - ripetè incredulo T.K.
- Stefanos, rispondi alla mia domanda. - disse Ken, rialzandosi - Quando ci siamo incontrati, nel Mare Oscuro, mi hai detto che aspettavi l'altro te stesso. Parlavi di Euclione? -
Stefanos si voltò verso di lui con uno sguardo indecifrabile:
- Stefanos... Euclione... è esattamente la stessa cosa. Siamo la stessa persona. -
Cody corrugò la fronte, perplesso.
- Com'è possibile? -
Il bambino sorrise: un sorriso triste e spento.
- Questa è una lunga storia. Una storia che parla di un ragazzo di quindici anni che, per accontentare il desiderio della sorella maggiore gravemente malata, si arrampicò sul monte Iryon per cercare la Lapis, la pietra leggendaria in cui venivano sigillati i nemici dell'Invincibile, il creatore di Pleroma -
Ken annuì: Fenice, anzi, Takuya gli aveva raccontato quella storia, quando lui gli aveva domandato chi poteva aver liberato i loro Digimon dalla roccia in cui erano stati imprigionati.
- Quando l'ebbe trovata, però, - continuò il piccolo - era troppo tardi: la ragazza era già morta. Questo giovane, allora, decise di cercare una nuova dimensione in cui vivere. A Pleroma i varchi per altri mondi abbondano... ma purtroppo, lui capitò malauguratamente nel Mare Oscuro. -
- Fu... cioè, sei stato infettato dal... -
- No. - rispose Stefanos, interrompendo Davis - Stefanos decise da solo di diventare malvagio. Non c'era nessun beneficio nell'essere buoni. Sua sorella era la creatura più angelica che avesse mai conosciuto, eppure era morta ugualmente di peste bianca. -
- Dunque la peste bianca viene da Pleroma, non dai laboratori dell'ADO. - realizzò Ken.
- Fu però Euclione a portarla nel vostro mondo. -
- Comunque, tu sei rimasto nel Mare Oscuro. - riprese Ken - Come mai? -
- Non sono stato io a deciderlo. Quando Stefanos è diventato Euclione, io mi sono separato da lui. -
- Dunque tu... sei la parte buona del generale! - disse Catherine
- In pratica sì. -
- Io non capisco... - mormorò Sàndor - Perchè vuole eliminare tutti i Digiprescelti? -
(Perchè se no noi come la scrivevamo la fanfic? U.U N.d.G.)(Non è un ragionamento molto scientifico... N.d.A.)(Sempre a sindacare, tu -.- N.d.G.)
- Perchè l'Invincibile è un Digiprescelto. Uno dei primi prescelti. -
I ragazzi taquero, increduli. Takeru ricordava che Gennai, prima dello scontro con Apokarimon, aveva raccontato che c'erano stati altri Digiprescelti prima di loro, eppure di questo gruppo non si era mai saputo nulla.
- Non è possibile, Takuya e gli altri ci hanno detto che l'Invincibile è solo una leggenda! - protestò Cody
(Cosa vuoi farci... c'è chi crede a Babbo Natale, chi all'Invincibile U.U N.d.A.)
(Ora capisco perchè le battute di Sàndor sono una più cretina dell'altra -.- N.d.G.)
- Io non ne sarei così certo... - sorrise il bambino.
Un rombo fece nuovamente tremare il corridoio.
- Kimeramon! - gridò T.K., riconoscendo il ruggito.
- Temo ci abbia trovato! - fece eco Davis.
- La creatura è stata risvegliata? - domandò Stefanos, lasciando trapelare una punta di preoccupazione sotto l'aria enigmatica.
In quel momento, i ragazzi si accorsero che il corpo del bambino stava diventando sempre meno tangibile.
- Stefanos sta sparendo... - disse il ragazzino.
- Quindi, Euclione sta perdendo l'ultima parte buona di sè che gli rimaneva! - esclamò preoccupato Cody.
- Se adesso che ha ancora un minimo di cuore combina tutto questo, cosa succederà dopo? - si chiese Sàndor.
- Temo che noi non lo sapremo mai, se non facciamo qualcosa! - gridò Takeru.
- Non potete sconfiggere la creatura maledetta - replicò con voce atona Stefanos.
- Grazie per l'incoraggiamento - replicò seccato Davis - Ma l'abbiamo già fatto una volta, possiamo rifarlo -
- Davis, sveglia! - esclamò Cody, con una nota stridula nella voce - Non ti sei accorto che Kimeramon è molto più forte dell'ultima volta? -
- Vi serve l'aiuto dell'Invincibile. Solo lui può fare qualcosa, ormai - disse Stefanos.
- Conosci il suo numero di telefono? - domandò irritato Sàndor.
Nel corridoio risuonarono dei passi veloci.
- Sono i nostri Digimon? - domandò Catherine.
In effetti, apparvero i piccoli esseri Digitali, seguiti dai sei ragazzi mancanti e Iryon, la tigre bianca. I Digiprescelti, terrorizzati dal gigantesco felino, a loro sconosciuto, fecero un passo indietro.
- Il micio da dove sbuca? - pigolò Davis, impallidendo e indietreggiando inconsciamente di un passo.
- Lui è Iryon, un nostro amico - spiegò Tommy - Non preoccupatevi, è buonissimo! -
Stefanos si avvicinò all'animale. Nonostante la raccomandazione del Padrone del Ghiaccio, Davis si fece avanti per fermarlo.
Ma, improvvisamente, la grande tigre bianca venne avvolta in una sfera azzurra che illuminò a giorno l'intera stanza.
- Che succede? - gridò T.K.
La risposta giunse quando la luce si attenuò mostrando, al posto del felino, una figura molto più piccola.
- Vi presento l'Invincibile - annunciò Stefanos


(Non è possibile...ora mi sveglierò...invece è vero! GOTHIKA HA SCRITTO! Miracolo!! N.d.A.)(Mi è venuta un'idea fantastica! *.* <= espressione ispirata N.d.G.)
Improvvisamente, Kari sentì una mano batterle sulla spalla: voltandosi, si ritrovò di fronte Mimi, pallida e decisamente agitata.
- Abbiamo un problema, devi venire subito. Joe ha bisogno di te -
- Joe? Che è successo? - domandò preoccupata la Digiprescelta della Luce.
Mimi non andava mai in infermeria, perchè sveniva appena vedeva una goccia di sangue: sicuramente era rimasta con Sora e Noriko, affacciata ad una finestra, a guardare di fuori.
La ventitreenne si guardò intorno e, incontrando lo sguardo di Kento Sagara, arrossì: si avvicinò all'orecchio di Hikari e le sussurrò qualcosa.
Kari sbiancò. Corse da Yolei, affacciata alle mura:
- Devo andare da Joe. Mamma mia, che problema... - mormorò, torcendosi le mani.
- Che c'è, che succede? - chiese Miyako, disorientata.
- Noriko sta per partorire -
(EHH? E questa sarebbe "un'idea fantastica?" O.O N.d.A.)
(Certo che lo è! U.U N.d.G.)
(Siamo a posto...-.- N.d.A.)


Di invincibile quella creatura poteva anche avere il nome, ma di certo non l'aspetto: sembrava una bambina, con lunghi capelli di un biondo quasi bianco e grandi occhi celesti. A giudizio di T.K., che la stava osservando con gli occhi sbarrati al pari di tutti gli altri, somigliava vagamente a una di quelle fate ritratte nei libri di fiabe.
- P-piacere... - balbettò Sàndor, perplesso e impressionato nello stesso momento.
- Questo non ce l'avevate detto... - disse T.K. a J.P., di fianco a lui.
- In effetti non lo sapevamo neppure noi... - rispose l'altro, ancora con gli occhi sgrananti
Davis si rivolse alla figuretta:
- Dunque, tu saresti una Digiprescelta? -
L'Invincibile fissò i grandi occhioni da bambina sul ventunenne, poi annuì:
- In un certo senso sì... - rispose, con una vocetta agra e sottile - anche se, ad essere sinceri, sono una specie di Digievoluzione Spirit! - spiegò, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- Pensavo che solo i Leggendari Guerrieri potessero fare quella Digievoluzione... - mormorò Koichi, perplesso.
Per tutta risposta, la creatura mostrò al gruppo un ciondolo che teneva appeso al collo:
- La Lapis è fatta dello stesso materiale di tutte le Digiuova e i DigiSpirit. Eppure, funziona in modo diverso da entrambi. Può unire un Digimon al suo Digiprescelto - rivelò.
(Rika, si chiama "Digievoluzione Matrix", e non l'hai inventata tu! N.d.G.)
(Ma dato che in questa ff non appaiono i Digiprescelti della terza serie che la usano... N.d.A.)
(Questa ff sta diventando un riciclaggio di idee accennate nell'anime... N.d.G.)
- È per questo che solo lui può aiutarvi - ripetè Stefanos.
Cody si stupì, sentendo definire la ragazzina "lui"; poi, però, gli tornò in mente che tra i Digimon non esistevano differenze di sesso.
La creatura si guardò intorno, come cercando qualcosa o qualcuno.
- Chi di voi si offre volontario? - domandò semplicemente.
Takuya si strinse nelle spalle.
- Io lo farei, ma non ho un Digimon... -
- Non credo di avere la vocazione della cavia - disse Sàndor - Ma se proprio non c'è nessun altro... -
- Potremmo farlo noi, che riusciamo anche a DNA-Digievolvere - propose Takeru.
L'Invincibile sorrise:
- Mi sembra una buona idea, anche se... -
Così dicendo, abbassò lo sguardo verso Patamon e Armadillomon, il primo sul cappello e il secondo tra le braccia dei loro Digiprescelti.
- Loro, però, non hanno una bella cera... - fece notare poco delicatamente Zoe.
Davis battè il pugno sulla mano:
- Allora tocca a noi! - esclamò Veemon, leggendogli nella mente.
Il bruno si voltò verso Ken, che sembrava immerso nei suoi pensieri:
- Sei d'accordo, Ken? - domandò, titubante. Già contro MaloMyotismon, il moro non se l'era sentita di lottare; Davis non poteva escludere che il ragazzo fosse troppo coinvolto emotivamente per battersi contro il Digimon che lui stesso aveva creato.
(E da quando Davis arriva a questa elevatezza di pensiero? O.O N.d.Autrici)
Il ventunenne dai capelli corvini abbassò lo sguardo verso il suo Digimon: con un'occhiata, capì che erano della stessa opinione. Come sempre, del resto.
- Conta su di me, Davis! - dichiarò, stringendo le dita della mano sinistra.
- E ci sono anche io! - ricordò Wormmon, nel caso fosse necessario.
L'Invincibile sembrò soddisfatto: fece scivolare la catenella dorata che portava al collo tra i capelli, prima di porgerla al Digiprescelto del Coraggio:
- Puntate i Digivice! - ordinò, alzando l'oggetto verso i quattro.
I ragazzi obbedirono: all'inizio, i due dispositivi si illuminarono come per una normale Digievoluzione, poi presero a mandare bagliori accecanti, liberando un'energia tale che il soffitto della stanza sembrò essere investito dall'onda d'urto di un'esplosione, e iniziò a cedere. Tutti i Digiprescelti si spostarono verso le pareti cercandole a tastoni, abbagliati.
Quando, infine, poterono di nuovo vedere qualcosa, il cielo stellato svettava sopra le loro teste, e Davis, Ken, Veemon e Wormmon erano spariti, lasciando il posto ad un nuovo Digimon.
- Vi presento - disse l'Invincibile - Imperialdramon Final Mode -


Pensierino della buonanotte:
Ok, la situazione non è grave... È DISPERATA!!! Abbiamo sforato di quattro capitoli!! °O°
Gothika: Dovresti essere contenta, è la ff più lunga che tu abbia mai fatto!
Contenta un corno, di questo passo non finiremo più. Comunque, spero con tutto il cuore che Imperialdramon Final Mode non esista già da qualche parte (in inglese, c'erano solo il Dragon e il Fighter Mode da quel che ne so io): lo so, la mia originalità è pari a zero, ma ve l'ho già detto che sono negata nei nomi!
E ora, passiamo alla parte divertente:
            Francesca Akira89: Il voltafaccia di Catherine, in realtà, voleva essere forzato... mi spiego: visto che era sotto l'influsso del Seme delle Tenebre, volevo che la scena somigliasse un po' a quella dell'anime, quando Ken comprendeva che i Digimon sono esseri viventi eccetera eccetera. Ora, a me quella conversione è sempre sembrata piuttosto rapida: Ken, in fondo, quando ha conosciuto Wormmon ed è andato a Digiworld per la prima volta credo sapesse che non si trattava di un videogame, ma per colpa del Seme delle Tenebre lo aveva "dimenticato". Per Catherine la situazione è simile: nessuno, in linea teorica, penserebbe che un intero gruppo sia stato traviato da una talpa, men che meno uno affiatato come quello dei Digiprescelti; eppure, a causa dell'influenza del Seme, ha visto la realtà distorta che Euclione voleva che lei vedesse. Se non si è capito, mi dispiace, immagino di non essere riuscita nel mio intento... o di aver equivocato la serie. ^^""
            Killkenny: "Quante volte ti devo uccidere prima che tu muoia?" mi sembra di averla già sentita... anche tu contagiata da FMA? (Ehi, FILA a leggere la mia ff su FMA! È un ordine! :-P)
            Hotaru'91: Conoscendo Ken, se avesse eliminato anche solo accidentalmente Catherine non l'avrebbe più smessa con la sua paranoia... E non ho proprio bisogno di un personaggio da psicanalizzare poco prima della battaglia finale!
Grazie anche a HikariKanna, ally91, O_O (ehm... è il tuo nick?), hikary, DarkSelene89Noemi (mi spiace per Yamato...), SHUN DI ANDROMEDA (non ho mai visto The Ring, ma anche Gothika mi ha fatto notare la somiglianza... perdono!), Topomouse, Yolei87 che legge e non recensisce (EHI, PIGRONA!!) e a tutti gli altri lettori!
Oh, e grazie per esservi preoccupati per la mia maturità!

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Capitolo 20
*** Imperialdramon Final Mode ***


Nuova pagina 1

Capitolo venti:

 

Imperialdramon Final Mode

 

 

Alba e Yolei furono le prime a notarlo:

 - C’è qualcosa, laggiù! - esclamò la Digiprescelta dell’Amore, indicando un puntino nel cielo.

 - Non sembra un elicottero... - notò la rossa, strizzando gli occhi.

Il pensiero di tutti i presenti fu che si trattasse di un qualche velivolo dei DigiHunter, venuto, nel migliore dei casi ad effettuare rilevamenti aerei all’interno della base ormai scoperta, nel peggiore a raderla al suolo, ci fossero dei civili o meno; ma dopo pochi minuti, fu chiaro che la situazione era ben peggiore. Si trattava di un essere mostruoso, che i Digiprescelti avevano già visto: e fu Yolei a dare voce ai timori degli altri.

 - KIMERAMON! -

Il Digimon lanciò un potente ruggito, che risuonò lì intorno e gettò tutti i presenti nel panico, a qualunque schieramento appartenessero: pochi secondi e fu sopra di loro, atterrando infine con un sonoro tonfo, che fece tremare la terra.

La giovane Digiprescelta dagli occhiali spalancò la bocca, incapace di emettere suono: qualcosa, o meglio, qualcuno scese dalla schiena di Kimeramon, un essere umano che la ventiduenne, per un folle istante, scambiò per l’Imperatore Digimon. Si trattava invece del generale Euclione, capo supremo dell’ADO.

A parte i DigiHunter e Alba, nessuno si era mai trovato così vicino a quell’uomo: anche gli ex-detenuti non lo avevano mai visto.

Euclione passò tra la folla con la testa alta e l’aria fiera di un conquistatore, ignorando amici e nemici nella stessa misura. Il suo ego non vedeva altro che se stesso.

Il momento è giunto... ormai, liberarsi di questo branco di seccatori è una semplice formalità pensò, stagliandosi di fronte al pesante portone della base.

 - Preparatevi a sfondare il portone! - ordinò secco ai suoi.

I Digiprescelti rabbrividirono all’unisono: Izzy chiuse gli occhi, come se non volesse vedere, mentre Yamato si chiedeva se, in caso di insuccesso degli uomini (il portone era resistente, e loro non sembravano avere attrezzi adatti), Euclione avrebbe chiesto a Kimeramon di farlo, ignorando le vittime che questo avrebbe causato. La sola idea gli era insopportabile.

Tutti erano ancora immobili, quando una corrente d’aria investì la pianura, portando con se la polvere della terra riarsa: il generale si coprì il viso con il mantello per proteggersi e, quando tornò a vedere, si trovò il passo bloccato.

  

 - E quello chi è? - domandò perplesso il professor Sagara.

Le tre ragazze avevano l’aria sbalordita quanto lui.

 - Un amico! -

Una voce sconosciuta costrinse il gruppo a voltarsi, trovandosi così di fronte a Kazemon, arrivata in volo, una bizzarra creatura dall’aspetto di fata e un ragazzino trasparente come un fantasma.

 - Visto che solo io posso volare, mi hanno mandata ad avvertirvi - spiegò il Padrone dell’Aria - Ho una bizzarra storia da raccontarvi. -

  

Imperialdramon Final Mode aveva ben poco delle precedenti Digievoluzioni: soltanto la criniera bianca, più lunga e fluente. Era simile ad un essere umano, se si voleva passar sopra alle ali da libellula, con la parte superiore del volto coperta da una maschera metallica simile a quella dei Digimon angelici e, sul corpo, la stessa armatura di Magnamon.

Euclione riuscì a dissimulare in fretta la sorpresa, dietro ad un’espressione sprezzante e sicura di sé:

 - Ho visto molti Digimon, nella mia vita... ma un DigiPortinaio mi mancava! - esclamò, beffardo

Qualche DigiHunter rise, senza molta convinzione. I più avvertivano solo il desiderio di filarsela in fretta da quel posto, che si faceva ogni minuto più pericoloso.

Il Digimon rimase impassibile

 - Cos’è questa storia? Lo sanno tutti che le portinaie sono pettegole per natura! Non ha nulla da raccontarci... signorina? - continuò l’uomo, incrociando le braccia al petto.

 - Ciò che ho visto è al di là di ogni immaginazione -

Euclione non fu così pronto a nascondere lo stupore, sentendo la voce della creatura: l’avrebbe riconosciuta tra mille quella voce.

Ken Ichijouji? Com’era possibile?

 - Ho visto innocenti perseguitati ingiustamente. Ho visto esseri senza scrupoli a capo di organizzazioni criminali. Ma quel che è peggio - la voce prese un timbro diverso. Era Davis che parlava - ho visto la verità manipolata per gli scopi più disonesti, ignorando la sofferenza di migliaia di persone! -

Imperialdramon puntò il dito verso il capo dell’ADO, e con quel gesto sembrò diventare ancora più alto e minaccioso:

 - Dici di odiare i Digimon, eppure hai risvegliato il più pericoloso di tutti. - la rauca voce di ExVeemon era un’accusa senza attenuanti - Chi ti dà il diritto di fare tutto ciò? Per anni hai accusato i Digiprescelti di colpe che non hanno commesso. - Stingmon prese la parola - In realtà, ne avevi paura. Paura che fossero troppo forti, perché animati da sentimenti sinceri. Qualcosa, di cui tu ignori persino l’esistenza! -

Euclione, furioso, estrasse la pistola e la scaricò contro il Digimon: la corazza, tuttavia, deviò tutti i colpi.

 - KIMERAMON! DISTRUGGILO! - ruggì, fuori di sé.

  

 - Imperialdramon Final Mode? - ripeté Mimi, che non era certa di aver compreso.

 - Ken, Davis e i loro Digimon si sono fusi insieme? - mormorò incredula Alba.

La terra tremò di nuovo: Kimeramon stava tentando di colpire Imperialdramon che, essendo molto più piccolo e agile, riusciva ad evitare ogni attacco: gli sguardi dei presenti tornarono immediatamente alla battaglia.

 - Dobbiamo fare qualcosa - esclamò il professor Sagara - Kimeramon non sembra curarsi molto delle persone là sotto, e di certo Euclione non baderà a simili dettagli. -

Yolei, che fino ad allora era rimasta con lo sguardo fisso sui due Digimon, si accorse finalmente di T.K., Cody e gli altri ribelli di fronte alla porta: avevano dovuto sgomitare e farsi largo tra i civili assiepati là sotto, che si schiacciavano contro le mura per evitare di essere coinvolti nella battaglia. Avevano a stento riconosciuto Hiroto ed Estibaliz, nella calca.

 - Aprite! Aprite il portone! - gridava il biondo, battendovi i pugni contro.

 - Ma siete matti? I DigiHunter non aspettano altro! - rispose la ventiduenne - Siamo già stati fortunati che Estibaliz sia riuscita ad uscire senza farsi notare! -

 - T.K. ha ragione: - replicò saggiamente Cody - dobbiamo dividere quel minimo di protezione che le nostre mura offrono! -

 - Del resto, ormai... - mormorò Mimi.

Ormai, se i DigiHunter volessero catturarci, non dovrebbero fare altro che aspettare davanti al portone pensò Alba, interpretando il pensiero degli altri.

  

Imperialdramon si voltò, udendo il rumore della pesante porta richiudersi: la pianura era ora sgombra.

Dov’è Euclione? Non riesco a vederlo domandò Stingmon.

È ancora qui, sotto di noi rispose Ken.

La distrazione costò cara ad Imperialdramon: il ciclopico pugno di Kimeramon, che da solo poteva contenerlo quasi completamente, si abbattè su di lui, scagliandolo a terra.

Ken...

Scusa, Davis, non avrei dovuto distrarmi.

Imperialdramon si alzò sulle ginocchia, dolorante, trovandosi faccia a faccia con il generale Euclione.

 - Tutto qui? - domandò, prima di scoppiare in una risata sguaiata

Questo qui è fuori di testa... sospirò Davis.

Ken, guarda! Quell’ombra...

Anche il ragazzo si era accorto di ciò di cui Stingmon parlava: un’ombra nera si stagliava alle spalle del generale, simile a quella che avevano visto, dieci anni prima, circondare il corpo di Yukio Oikawa posseduto da MaloMyotismon.

In quel momento, Stefanos apparve tra i due duellanti, che trasalirono per la sorpresa.

Euclione, suo malgrado, sobbalzò, e il monocolo gli cadde dal volto.

 - Che maleficio è questo?! -

Il bambino socchiuse gli occhi, senza smettere di fissarlo.

 - Abbiamo ancora un discorso in sospeso... - gli annunciò.

Sempre meno tangibile, appoggiò una mano sulla giacca del generale.

 - ...ma presto risolveremo ogni cosa -

In quell’istante scomparve.

 - Cos’è successo? - domandò Yolei, muovendo gli occhiali sul naso come se non credesse a quel che stava succedendo.

 - L’ultima parte buona di Euclione è scomparsa - rispose T.K.

L’Invincibile strinse le labbra, gli occhi che tradivano preoccupazione.

Il capo dell’ADO, tuttavia, si riprese in fretta dalla sorpresa: dopo alcuni istanti, si fece da parte, per permettere a Kimeramon di colpire il suo avversario

 - Se volevate farmi paura con qualche trucchetto da prestigiatore, - gridò, rivolto verso le mura - Beh, non ci siete riusciti! -

Mentre Imperialdramon riprendeva il suo tentativo di evitare i colpi del nemico, si rese conto di sentirsi sempre più stanco: stava rallentando e, di conseguenza, veniva colpito sempre più spesso finché, con un pugno più forte degli altri, si ritrovò nell’impossibilità di rialzarsi.

Non aveva colpito neppure una volta il gigantesco Kimeramon.

 

L’intero forte trattenne il fiato. Yolei e Mimi si portarono le mani sulla bocca, Takeru serrò i pugni, mentre Cody serrava i denti con rabbia; Estibaliz si strinse a Sàndor, che per la prima volta parve non accorgersi della presenza di una donna a meno di trenta metri da lui e Alba si coprì gli occhi.

Loukas, che stava entrando nella base per volare dalla moglie, si voltò a guardare gli altri, preoccupato, e quasi si prese in faccia la porta che Hikari, per correre fuori, aveva spalancato.

(RIIIIKAAAA, mi stai facendo venire una crisi isterica!!!! N.d.G.)

(Tranquilla, respira profondamente e passa tutto. N.d.A.)

 

Il generale estrasse da sotto il mantello la Lapis, continuando a ghignare come un folle

 - Che ne dite di un soggiorno a tempo indeterminato qui dentro? Credo che stareste bene, sulla mia scrivania... ma da domani, potrò pretendere un trono! -

Imperialdramon si puntellò sui gomiti, per potersi alzare sulle ginocchia e fronteggiare lo sguardo dell’uomo:

 - Folle! Ora la gente saprà cosa hai fatto, e ci saranno ancora più Digiprescelti! La speranza non morirà mai! - ruggì, mettendo nel suo grido buona parte delle energie rimastigli.

 - Sognatori! All’alba non resterà nemmeno uno di voi ribelli! -

L’Invincibile si sporse dalle mura come se volesse saltare di sotto:

 - Ora basta, Stefanos! - gridò - Loro non c’entrano, sono io l’oggetto del tuo odio! -

 - Non avrò pace... - sibilò l’altro, con gli occhi fuori dalle orbite - Finché anche l’ultimo di voi non sarà scomparso per sempre! -

La Lapis si illuminò: sapendo cosa stava per succedere, Imperialdramon tentò di alzarsi in piedi, ma le gambe si rifiutarono di sorreggerlo.

Euclione lanciò un grido: qualcosa non andava per il verso giusto.

 - Che succede? Io non ho ordinato di... -

 - Sciocco! Hai creduto davvero che la creatura maledetta ti avrebbe ubbidito? - domandò l’Invincibile.

 - Vuoi dire... - balbettò Cody - Che è stato Kimeramon? -

L’altro annuì:

 - Senza dubbio. È un Digimon artificiale, senza possibilità di Digievolvere. Sicuramente ha trovato un altro modo per sfogare la sua energia. -

Il forte vento causato dalla Lapis si propagò per la pianura: raccogliendo tutta l’energia residua, Imperialdramon si levò in piedi e tentò di resistere alla corrente.

 - La Lapis! Non riesco... a farmi obbedire! -

Euclione, con il volto sfigurato dal terrore, si accorse che la pietra aveva cominciato a risucchiarlo. Imperialdramon tentò di togliergliela di mano ma, nel giro di pochi secondi, anche l’ultimo lembo del mantello del generale era scomparso, inghiottito dal terribile potere della Lapis.

Per alcuni secondi scese il silenzio, un silenzio esterrefatto. Poi Kimeramon lanciò un altro, assordante ruggito.

 

 

Pensierino della buonanotte: Io non so più che dire...

Gothika: Io sì. Che bisogno c’era di allungare ULTERIORMENTE la ff? >__<***

Lo so, lo so. Sarebbe dovuta finire con Euclione e Kimeramon risucchiati, e tanti saluti. Ma in effetti, non è un po’ strano che Kimeramon esegua gli ordini da bravo cagnolino senza tentare qualcuna della sue geniali trovate? E che la Lapis prenda a funzionare di propria iniziativa?

Gothika: Se a questo punto si scopriva che il vero nemico dietro Euclione era la Lapis, rinunciavo a farti da beta reader!

Sarebbe stato un po’ scomodo: la battaglia finale tra Imperialdramon e un sasso sarebbe entrata negli annali delle fanfic come la più noiosa mai scritta... anche se sarebbe stata, probabilmente, la più esilarante.

 

Tantissimi ringraziamenti a chi continua a leggere, e un sovrappiù a chi recensisce: Topomouse, SHUN DI ANDROMEDA (ave, o fanatica di FMA! Mi dichiaro affetta anch’io da questo morbo!), Killkenny (no... aspetta, posso spiegare... il fatto è che di solito recensiscono sempre le ragazze, e ho dato per scontato... va bene, non avrei dovuto, ma, ti prego, richiama quell’enorme essere!), Talpina pensierosa (visto che hai commentato lo scorso capitolo, ti perdono la dimenticanza :D), hikary, DenaDena (i capelli blu di Sora erano solo un intermezzo comico: sono già tornati alla normalità!), DarkSelene89Noemi (certo, certo, Daisuke è sempre intelligente... a parte alcuni momenti...), HikariKanna, dana e giusyangel. Non sapete quanto mi rendete felice!

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Capitolo 21
*** La fine di tutto, l'inizio di tutto ***


Nuova pagina 1

Capitolo ventuno(e ultimo, con un po’ di fortuna!):

 

La fine di tutto, l’inizio di tutto

 

 

Alice si avvicinò a Yolei e Mimi, togliendosi gli occhiali.

- Alla buonora! - esclamò la Digiprescelta dell’Amore, irritata - Come diavolo fai a restare attaccata a quel dannato computer mentre qui fuori succede il finimondo? -

 - La mia presenza è superflua - rispose piatta la bionda - Che ci sia o meno, non aiuterò Imperialdramon a vincere. Quindi, ritengo inutile restare qui come se stessi assistendo ad una partita di calcio. -

Così dicendo, voltò le spalle e si avviò verso l’interno della base, inseguita da Mimi che gridava:

 - Se sai di Imperialdramon, allora stavi guardando!! -

Alba sospirò, esasperata.

 - Mi spiace ammetterlo, ma Alice mi è molto antipatica! -

Estibaliz ridacchiò:

 - È solo introversa. Credo che, in fondo, anche lei sia interessata -

Improvvisamente, uno strillo prolungato riempì l’aria.

 

La luce dell’alba cominciò a rischiarare il campo di battaglia: Imperialdramon respirò profondamente, osservando il suo gigantesco ed immobile avversario.

Improvvisamente, Kimeramon si lanciò sull’altro Digimon, che riuscì a scansarsi restando sospeso in aria.

 - Luce Celeste!! -

Il raggio colpì il mostro, che ruggì per la rabbia, prima di scagliarsi contro di lui. La battaglia si trasformò in un corpo a corpo serrato, in cui il Digimon più piccolo sfuggiva agli attacchi del più grande, senza tuttavia riuscire a piazzare colpi.

Così non va! ruggì Davis Ci stiamo stancando troppo, tra poco non potremo più difenderci!

Eppure, nessuno dei nostri attacchi...

Con una mossa velocissima, Kimeramon arrivò alle spalle di Imperialdramon, colpendolo con una delle mani di SkullGreymon sulla schiena e mozzandogli il fiato: approfittando del disorientamento dell’avversario, prese a tempestarlo di colpi, fino a scagliarlo al suolo.

 

 - O ci inventiamo qualcosa - esclamò Agunimon - o siamo nei guai! -

 - Imperialdramon è appena digievoluto - fece notare Tommy - Non ha abbastanza esperienza per utilizzare al meglio i suoi attacchi. -

 - E in più deve destreggiarsi con quattro personalità distinte. - fece eco T.K.

Hikari arrivò di corsa sulle mura, trafelata:

 - Possiamo fare qualcosa? Non riesco a restarmene con le mani in mano - gemette, torcendosi le mani.

(Ma tu non eri impegnata? N.d.Tutti)

L’Invincibile rimase impassibile.

 - Kimeramon deve finire nella Lapis - dichiarò - Non deve mai più essere risvegliato -

Cody si voltò verso di lui:

 - Sei stato davvero tu a creare Pleroma? E la Lapis? -

La creatura scosse la testa, e per la prima volta la sua indifferenza parve lasciare il posto alla frustrazione.

 - Non ho creato né l’uno né l’altra. Sono una specie di... controllore. In effetti, credo che le voci intorno a me siano state amplificate... altrimenti, a quest’ora saprei cosa fare! - aggiunse, stringendo i pugni infantili - Il fatto è che il materiale di cui è composta la Lapis reagisce con i Digivice: e a Pleroma, io sono l’unico a possederne uno! -

 

Kimeramon si avventò sul nemico, disteso per terra, per finirlo, ma quello riuscì a scansarsi e librarsi in aria.

 - Luce Celeste! -

Il fascio luminoso fu così potente che il gigantesco mostro digitale venne scaraventato al suolo, formando un cratere

Sbrighiamoci, prima di esaurire completamente le energie! esclamò Ken.

Una spada apparve tra le mani di Imperialdramon, che la portò con entrambe le mani sopra la testa, pronto a vibrare il colpo.

 - Spada del Paradiso!!! -

Kimeramon gridò, facendo risuonare di nuovo la voce che aveva usato prima che la Lapis assorbisse Euclione. Imperialdramon rimase immobile, aspettando che il polverone che si era alzato dopo il suo colpo si diradasse.

Ce l’abbiamo fatta... sospirò Davis, sollevato.

Eppure...

ExVeemon non riuscì a terminare il pensiero: la gigantesca zampa di Devimon afferrò Imperialdramon, bloccandolo al suolo.

 

Yolei si illuminò:

 - Forse ho un’idea! - esclamò

 - Avanti, non tenerci sulle spine! - gridò Gatomon, agitata come tutti gli altri Digimon

 - I Digivice! - strillò convulsamente la ventiduenne, afferrando goffamente il suo e facendolo quasi cadere - La Lapis reagisce con i Digivice, no? -

 - La Luce dei Digivice, dici? Come dieci anni fa? - chiese Takeru.

 - Esatto! -

 - Ma cosa succederà? - domandò Catherine.

 - Qualcosa dovrà ben accadere! Però, per favore, tentiamo: sta per venirmi una crisi isterica! -

Tutti i Digiprescelti, sotto lo sguardo perplesso delle persone rifugiatesi nella base, estrassero i Digivice e li alzarono verso il cielo.

Tra la folla, i genitori dei Digiprescelti trattennero il fiato.

(Perché, perché non sono il padre/la madre di un normalissimo ragazzo che va in giro a rubare autoradio e scippare vecchiette??? T_T N.d.Genitori di Digiprescelti)

Dopo alcuni istanti, i piccoli apparecchi cominciarono ad illuminarsi.

Alba urlò, indicando il terreno vicino allo scontro:

 - Guardate la Lapis! -

La pietra, rimasta abbandonata nella polvere da Euclione, si era illuminata debolmente, di un bagliore che non poteva essere dovuto alla fioca luce dell’alba. L’ennesimo ruggito di Kimeramon, che già pregustava la vittoria si tramutò in un verso strozzato, di sorpresa prima, e terrore quando cominciò a venire trascinato verso la Lapis.

Imperialdramon, riverso per terra, tentò di liberarsi dalla morsa esercitata dalla zampa dell’avversario, ma non ebbe la forza di opporsi; poco dopo, si accorse con orrore di essere a sua volta attirato da quel gorgo virtuale. Convulsamente, tento di sfuggire al vortice, ma era troppo stanco e malconcio, con lividi e ferite su tutto il corpo.

Non ce la faccio pensò, arrendendosi e sparendo all’interno della pietra.

 

Un refolo d’aria sollevò la polvere del campo di battaglia, ora deserto.

(Ops... o.O N.d.Digiprescelti)

Loukàs, con un fagotto in braccio, si avvicinò, incredulo come gli altri.

 - DAVIS! KEN! -

Le voci dei ragazzi rimasero senza risposta. Il sole sorse su una pianura vuota e devastata dalla recente battaglia.

Yolei crollò in ginocchio, in lacrime, mentre Cody ripeteva: - Non doveva andare così... cos’è successo? -

I civili di Tokyo, uscendo dalla base, si guardavano intorno, stupiti; Tai, tra di loro, spostandosi una ciocca di capelli per spaziare con lo sguardo per tutto il campo di battaglia, vide distintamente il marchio dell’ape sul braccio di un DigiHunter di fianco a lui sparire in pochi attimi.

La signora Motomiya chiuse gli occhi, sperando di aver avuto un incubo, mentre la madre di Ken, mortalmente pallida, veniva sorretta da suo marito e da Eiji.

 - Che è successo? - gridò T.K., rivolto verso l’Invincibile.

 - La Lapis si è attivata, assorbendo al suo interno tutto ciò che ha trovato nel suo raggio d’azione. - la creatura si morse il labbro inferiore, il gesto più umano che le avessero visto fare.

 - Questo l’ho visto anch’io, -  ruggì il biondo, troppo fuori di sé per farsi impietosire dallo sconforto dell’altro - voglio sapere dov’è Imperialdramon, e come facciamo a farlo tornare! -

La bambina - Digimon abbassò lo sguardo, frustrata.

 - Non lo so. -

 

Ken sbatté più volte gli occhi, per abituarli alla luce troppo vivida e improvvisa: per alcuni istanti non poté fare altro che starsene impalato a raccogliere le idee, per ricordare come fosse finito lì e, soprattutto, dove si trovasse questo .

La Lapis! riuscì infine ad articolare Ma sono ancora vivo?

Beh, essere assorbiti dalla Lapis non voleva necessariamente dire morire: i loro Digimon non erano morti, la volta precedente.

Dove saranno finiti gli altri?

Provò a guardarsi intorno, a muovere qualche passo, ma si trovava in un luogo sconosciuto e indefinito, dove tutto ricordava la superficie di una bolla di sapone e non esisteva né un pavimento, né un soffitto.

 - KEEEEEN! KEEEN! -

Le voci di Wormmon e Davis lo fecero voltare verso sinistra, da dove gli altri tre erano improvvisamente comparsi.

 - State tutti bene? - domandò, preoccupato.

 - Niente di rotto! - esclamò baldanzoso Veemon.

 - Siamo all’interno della Lapis, a quanto pare - considerò Davis.

 - Già. Come ne usciamo?? - il piccolo drago azzurro si voltò con aria fiduciosa verso il proprio partner.

 - Veemon, se lo sapessimo non resteremmo qui a parlarne! -

I quattro si guardarono, preoccupati. Daisuke, messe le mani a coppa vicino alla bocca, gridò:

 - C’È NESSUUUUUUUNOOOOOOOOO???? -

Ken, nonostante tutto, fece fatica a non ridere. Tuttavia, mai si sarebbe aspettato che qualcuno rispondesse davvero, con un educato:

 - Buongiorno, Digiprescelti. -

Wormmon sobbalzò, alla vista dell’uomo dai capelli grigi e il viso magro e spigoloso, vestito con una tunica bianca: Veemon agitò il lungo indice verso il nuovo arrivato.

 - Euclione! - strillò.

 

L’Invincibile raccolse da terra la Lapis.

 - Devo tornare a Pleroma. -

 - C-cosa? - domandò Yolei.

 - Devo tornare a Pleroma. E devo portare con me la pietra. -

Cody sbiancò:

 - Ma tu sai come tirarli fuori! Sei stato tu ad aiutare i nostri Digimon, non è così? -

La bambina dai capelli azzurri lo guardò a lungo, prima di rispondere.

 - È così. Temevo che Euclione, dopo la Terra, volesse attaccare anche Pleroma, la sua terra natale. Quindi, ho deciso di aiutare voi ribelli, per quanto mi era possibile, liberando i vostri Digimon e, trasformato in Iryon, avvertendo i Dieci Leggendari Guerrieri di questa mossa. -

 - Allora che aspetti? - chiese Eiji.

 - Non posso aiutare Imperialdramon. -

 - Perché? - gridò Yolei.

 - Per due ragioni: primo, il mio potere funziona solo con i Digimon, così come il Digivice ha poteri solo su di essi. Dunque, dato che difficilmente sono riusciti a mantenere la digievoluzione, potrebbero tornare solo Veemon e Wormmon. Secondo, non ho possibilità di scegliere chi riportare fuori e chi no: dovrei far uscire anche Kimeramon. -

Il silenzio calò tra i ragazzi: neppure loro potevano davvero pretendere di ritrovarsi di fronte Kimeramon, soprattutto in quel momento, in cui i loro Digimon erano stanchi e troppa gente innocente si trovava nelle vicinanze.

 - Ti prego, almeno lasciacela! - implorò Takeru - È l’unico mezzo per riportare qui i nostri amici! -

La creatura scosse la testa.

 - So benissimo che, se ve la lasciassi, voi la terreste. E io voglio distruggerla, per evitare che finisca di nuovo in mani sbagliate. -

 - Potremmo... - iniziò Cody - Potremmo tenerla solo per qualche tempo... -

L’Invincibile lo guardò con freddezza.

 - No. - ribadì.

 

L’uomo sospirò:

 - Sarebbe più corretto da parte tua chiamarmi Stefanos, di Nuova Atene. È il mio vero nome. -

 - E il bambino? - chiese Ken, confuso. Come il piccolo Stefanos, anche questo sembrava poco più che un’ombra.

 - Io sono il bambino. Io sono Euclione. Ormai non esistono più differenze. -

 - Ormai? -

L’uomo di Pleroma annuì, rivolto verso Davis:

 - In qualche modo, quel poco che era rimasto di me si è riunito con Euclione, il mio corpo fisico. -

 - Scusi se glielo faccio notare, ma non mi pare in possesso di un... ehm... corpo fisico. -

 - Davis, piantala di fare l’impiccione! - lo rimproverò Veemon.

L’altro, invece, rise mestamente.

 - No, no, hai assolutamente ragione. Questo è tutto ciò che rimane di me, in effetti. -

 - Sei... morto? - sussurrò Ken.

 - Sì, direi di sì. Comprensibile, in un certo senso: non avevo più l’età per risvegliare Digimon artificiali malefici e tentare di controllarli. - l’ombra di un sorriso rassegnato continuava ad aleggiare sulle labbra spettrali di Stefanos - Kimeramon, per vivere, aveva bisogno di qualcuno che gli fornisse energia: in pratica, mi ha prosciugato. -

 - Terribile. - rabbrividì Wormmon, stringendosi ancora di più a Ken.

 - La considero una giusta punizione per tutto quel che Euclione ha combinato nel vostro mondo. -

 - Ma tu non sei esattamente Euclione, no? Come... -

I Digiprescelti non ebbero difficoltà a completare la frase del Digimon bruco: come l’Imperatore non era esattamente Ken.

 - Ipotesi interessante. Non la condivido, ma è gentile da parte tua considerarmi un qualcosa a parte: ne discuterei ancora, però credo che siate ansiosi di uscire da qui. -

Ken ricordò all’improvviso il problema di base:

 - E come? -

 - Che domanda: avete con voi i Digivice, vero? -

 - Sì, ma... -

 - Aspetta, Ken! - lo interruppe Davis - Eu... cioè, Stefanos ha ragione: se i Digivice hanno attivato la Lapis dall’esterno risucchiandoci, forse dall’interno attiverebbero l’effetto contrario, facendoci uscire. -

Ken gli lanciò un’occhiata perplessa:

 - In effetti... - concesse, prendendo in mano il proprio Digivice.

 

Loukàs appoggiò una mano sulla spalla di Yolei: la ventiduenne, inginocchiata nella polvere con la Lapis di fronte a sé, aveva lo sguardo perso nel vuoto, senza riuscire a capacitarsi dell’accaduto.

Cody, Takeru e Hikari le si fecero intorno, ignorando la folla radunata ancora lì, mentre l’Invincibile restava immobile a qualche metro da loro, palesemente seccato dall’impossibilità di andarsene con la pietra.

 - È inutile restare in questo stato. - fece notare lentamente il biondo - Non ce li riporterà -

Il grido sbalordito della bambina - Digimon attirò l’attenzione dei ragazzi sulla Lapis, che si era nuovamente illuminata: tutti quanti fecero un salto indietro, spaventati, ma Loukàs, spingendo Miyako, mosse bruscamente il fagotto che teneva ancora in braccio, che prese a strillare.

 

Di certo Davis si era immaginato un’accoglienza più calorosa: sta di fatto che, quando i quattro ricomparvero, trovarono gli amici distratti dalle urla della piccola Niki Seferou, che aveva monopolizzato per alcuni istanti l’attenzione.

 - Allora è nata! - esclamò Veemon.

I cinque si voltarono a scatti, sbalorditi, incapaci di spiccicare parola. Solo Loukàs riuscì a muovere le braccia, per non far cadere la povera figlia che, a poche ore di vita, ne aveva già viste di tutti i colori.

 - KEN! - riuscì a gridare dopo alcuni istanti Yolei, saltando in piedi per abbracciare il suo fidanzato e, di fatto, travolgendolo.

 - Pensavamo davvero che... - Cody si interruppe, sospirando di sollievo.

 - Grazie mille, Cody, sempre incredibilmente ottimista! - gridò Davis, fingendosi offeso.

 - Come avete fatto? - domandò Sàndor.

 - Stefanos ci ha suggerito di usare i Digivice... - spiegò Wormmon, lentamente, prima che Davis prendesse la parola per raccontare l’accaduto.

 

 - Semplicemente assurdo. - decretò alla fine l’Invincibile, evidentemente seccato dal fatto che quei ragazzi avevano scoperto qualcosa che lui ignorava.

 - Pazienza. L’importante è che abbia funzionato. - replicò T.K.

La creatura scrollò le spalle:

 - Immagino di sì. Ora, se permettere, me ne andrei. -

 - Ti serve un Digivarco? Un computer? - chiese Yolei, molto più servizievole.

 - No, grazie, posso fare da solo. -

Fece per voltare le spalle, ma fu fermata da Cody:

 - Aspetta! E la Lapis? -

 - Ci ho pensato, - rispose l’altro, scrollando le spalle - e ho deciso che potete distruggerla voi. Ne avete tutto il diritto, visto quel che vi ha causato. -

Takeru si sfregò le mani, soddisfatto:

 - Bene, allora... - si guardò intorno, cercando qualcosa per distruggere la pietra.

Catherine, arrivata in quel momento, gli porse un grosso mazzuolo.

 - E questo dove l’hai preso? - le chiese, perplesso, il Digiprescelto.

 - Trovato in giro, per la base. - fu la laconica risposta.

 - Credo che tocchi a voi due. - dichiarò il Digiprescelto della Speranza, rivolto a Davis e Ken. Il primo gli strappò praticamente il pesante attrezzo di mano, e si preparò con la cura di un giocatore di golf professionista: con le gambe divaricate per aver maggiore stabilità, sollevò il pesante martello, per poi abbassarlo con tutte le sue forze sulla Lapis, che si incrinò con un sonoro schiocco.

 - Non è poi così resistente! Ken, a te l’onore di darmi una mano! - esclamò, porgendo l’arnese all’amico.

Il ventunenne afferrò il mazzuolo e menò il fendente decisivo: la crepa creata dal primo colpo si allargò, e la pietra si spezzò, tra l’esultanza dei ragazzi e le grida della figlia di Loukàs e Noriko.

 - Come chiamerete la bambina? - domandò Ken, rialzandosi.

 - Niki, ovviamente. E Hikaru. -

 - Hikaru? -

 - Perché è nata alle prime luci dell’alba. -

 - E non ad un’alba qualsiasi! - esclamo T.K. - L’alba del venticinque agosto 2012! -

 

Fine

 

Gothika: FINALMENTEEEEEEE!!!!!

Rika88: Oh, no O.o

Go: Non dirmi che hai dimenticato qualcosa!

Rika88: Arriva! O.O

Go: Cosa?

Rika88: Buuuuuuuuuuh, ho finito la ff! T____T

Go: Di già? -.-

Rika88: Cosa posso farci? :°°°°°(

Gothy: Smetterla di dire idiozie, per esempio.

Rika88: Ho deciso!

Go: Eh?

Rika88: Faccio l’epilogo!

Gothy: NO!

Rika88: Sììììììììììììì! >:D

Ringraziamenti vivissimi a tutti quelli che hanno recensito: Talpina Pensierosa (l'Invincibile non fa nulla, per contratto. I protagonisti sono i Digiprescelti, non lui/lei...e poi, con la storia dei superpoteri e dell'invincibilità, sarebbe un protagonista noioso, non credi? :-) ), giusyangel, SHUN DI ANDROMEDA, Killkenny, Goddes of Water (neppure io volevo farla diventare così lunga, ma non potevo tagliare spiegazioni doverose... sigh), hikary, Francesca Akira89 e HikariKanna!

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