Dark Midnight di Luna95 (/viewuser.php?uid=72507)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** 3 ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 5 ***
Capitolo 7: *** 6 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Jessica
guardò il cielo stellato, immerso in un mare di
freddo blu, con una malinconia mai provata.
Ancora
stentava a credere a quello che sapeva, e quando Rex
glielo aveva raccontato, aveva dato di matto.
Non
era possibile, si diceva. Non poteva averle fatto
questo.
Jonathan
non parlava, si limitava a fissare il suo volto con
espressione vuota.
Melissa
non lasciava trasparire nulla, ma Jessica sapeva che
era dispiaciuta almeno quanto lei e Jonathan.
Se
lo sarebbe aspettato da chiunque, tranne che da lei.
Lei,
che li aveva aiutati senza chiedere nulla, con
spontaneità tipica dei bambini.
Una
lacrima sola scivolò sulla sua guancia.
Dess…
perché?
Prima
che mi fustighiate... NON E' COME SEMBRA
°______°.
Come
mi è venuto in mente di scrivere una schifezza simile?
°-°. Non so, ma quando Madama Ispirazione chiama
bisogna assecondarla, no? <3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 1 ***
1
Dess
fissò la lunga
asta di metallo perfettamente proporzionata storcendo il naso.
Anche
le tredici
puntine da disegno non le dicevano più nulla. Niente di
niente.
Avrebbe dovuto costruire altre armi, poiché se le erano
bruciate quasi tutte,
ma dopo quella sfacchinata non ne aveva proprio voglia.
Non
ne poteva
sinceramente più, si sentiva stanca e inutile.
Centottanta
secondi
alla mezzanotte.
Dess
si prese la testa
con le mani, coprendosi le orecchie.
Quel
fastidioso
ticchettio la stava facendo uscire di testa.
Nascose
la sveglia
sotto il cuscino.
Stava per impazzire.
Sessanta
secondi…
Si
morse il labbro con
forza, sentendo in bocca il sapore del sangue.
Sentì solo l’arrivo possente della mezzanotte che
gravava su di lei, prima di
sprofondare nel buio.
Melissa ritrasse la mano
dalla sveglia come scottata.
Sentiva il sapore secco
degli antichi, ma non capiva.
Con sua immensa
frustrazione non arrivava a uno sviluppo
logico.
Dess sparita, la sua mente
improvvisamente cancellata.
Svanita nel nulla. I suoi genitori disperati, nessuno riusciva a capire
dove
fosse finita la ragazzina.
Nell’aria,
ovunque nella sua camera, c’era un che di
polveroso, che percepiva solo lei.
Dess non era di certo
scappata di casa per futili motivi.
Melissa dubitava persino
che fosse scappata.
L’unica cosa che
la riscosse fu la mano di Rex che la prese
per un braccio, dirigendola dolcemente fuori dalla casa della
Polimatematica.
Ancora sentiva in bocca il
sapore del sangue di Dess.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 2 ***
Dess
calciò un
sassolino, ripassando mentalmente tutti i concetti di geometria
iperbolica che
conosceva. Giusto per passare il tempo. Tanto non aveva
granché da fare…
Le
pesanti catene di
pietra antica mal levigata tintinnarono ai
suoi polsi quando portò le mani in grembo,
graffiandole e penetrandole
la tenera carne. Non faceva nemmeno più male; ne era troppo
assuefatta per
provare ancora dolore.
La
massa nera si
ritrasse, infastidita dai suoi pensieri di regole e schemi.
Erano
giorni che non
faceva altro che ripassare concetti matematici.
La sua mente era
invasa da numeri, rassicuranti cifre che la facevano sentire al sicuro.
Davvero
al sicuro.
Dess
riprese a
sussurrare la rincuorante cifra: << Tredici, tredici,
tredici, tredici…
>> qualcosa la colpì come uno schiaffo, e la
Polimatematica si
accorse dei copiosi rivoli di sangue che scorrevano dai suoi polsi e le
imbrattavano le braccia e gli abiti di rosso scuro.
Strinse
i denti e
continuò a contare.
I suoi amici sarebbero arrivati, alla fine.
Perlomeno,
era ciò che
sperava…
***
Jessica Day
guardò inespressiva il banco vuoto vicino al
suo.
Quel vuoto le riempiva lo sguardo di desolazione.
Dess…
Gli oscuri avevano
finalmente preso una midnighter. Una dei
loro era stata catturata.
La lezione le parve
infinita, e anche il professor Sanchez
era quanto mai triste per la mancanza della sua pupilla.
La
Portalefiamme uscì da Trigonometria
con un’ansia indicibile
addosso, che le faceva rizzare i peli sulle braccia.
Jonathan le venne incontro
e la accompagnò fino in mensa
senza dire una parola, rispettando la gentile ma decisa barriera che la
ragazza
si era creata intorno.
Fecero per sedersi al
solito tavolo quando Rex, spuntato dal
nulla, le afferrò un braccio facendola trasalire e le
sibilò:
<< Non qui
>>.
Entrambi lo seguirono in
silenzio fino al tavolo più isolato
della mensa, dove il bizzarro gruppo fece presto a essere dimenticato.
Già seduta, in
posizione rannicchiata, c’era Melissa: stava
con i piedi sulla sedia, le gambe al petto e appoggiava il mento sulle
ginocchia. Niente cuffie, solo un lungo taglio ancora rossastro le
percorreva
il braccio destro.
Prima che chiunque potesse
aprir bocca, disse in tono secco:
<< Non è profondo. >>;
Rex sorrise e scosse la
testa.
<< Ci vuole
poco per farti sanguinare, Cowgirl.
>> disse Rex, comparendole alle spalle.
Grazie
ad Alchimista
che con pazienza infinita recensisce sempre, e... BUON ANNO A
TUTTIIII!! *____*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 3 ***
Melissa sorrise
amaramente, e li invitò a sedersi con un
cenno del capo.
<< Avete
qualcosa da dirci? >> chiese Jonathan,
stringendosi un po’ a Jessica, più stanco che
realmente interessato alla
risposta.
<< Che
perspicacia Flyboy, mi stupisci >> disse la Telepate,
con un velo di
spossatezza nel consueto sarcasmo.
<<
Sì, Melissa ha qualcosa da dirci >> disse
Rex, pacato ma curioso.
L’ignoranza di
Rex rispetto alla situazione stupì i due
midnighter: Rex sapeva sempre tutto prima di tutti.
<< Non
sarà nulla di positivo. >> disse Melissa,
spostando lo sguardo vacuo sulle grandi vetrate: l’unico
elemento che
differenziava la Bixby High
School da un carcere minorile.
Tutti attesero con
impazienza.
Melissa prese un respiro
tremante, e una goccia le scivolò sulla
guancia, tracciando il delicato profilo di zigomi e mento, percorrendo
il
candido collo con una lentezza che sembrava studiata.
<<
È morta. >>.
I midnighters la fissarono
increduli. Che stesse delirando?
<< Mel
questo… questo come lo sai? >> chiese
Rex, sconcertato e con un filo di voce.
<< Era
lì, Rex… io l’ho visto,
l’altra notte. È stato
orribile… >> singhiozzò la ragazza
<< c’era una pozza di sangue. Il
suo sangue, il sangue di Dess! >> continuò,
con voce strozzata <<
si sentiva la paura da isolati di distanza! Io non potevo…
non volevo… toccarlo
sarebbe stato troppo. >> gemette Melissa. Non
l’avevano mai vista così.
Rex le si
avvicinò, protettivo, e le afferrò la mano nuda
cercando in un qualche modo di tranquillizzarla e confortarla, ma anche
lui era
divorato dal dispiacere.
<< Nessuno
avrebbe mai e poi mai preteso una cosa del
genere da parte tua >> la rassicurò.
<< Magari
non era sangue suo >> ipotizzò
debolmente Jonathan.
Jessica esclamò
con voce stridula: << E di chi sarebbe?
È suo, e non era di certo lì per dirci
“sto benone, sono viva!” era sangue,
santo cielo! Oddio, oddio… >> la ragazza
affondò il viso nelle mani,
incapace di trattenere le lacrime.
Melissa era totalmente
incurante dei suoi occhi lucidi.
I ragazzi erano meno
emotivi ma ugualmente avviliti.
Avevano perduto
un’amica, oltre che una Polimatematica nel
gruppo dei midnighter. Si sentivano perduti.
Grazie
ad Alchimista e amimy *-* vi adoro, ragazze!! Un bacione =*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 4 ***
Dess
strinse i denti,
gemendo per il dolore.
Le
catene le venivano
sfilate dalla carne ancora sanguinante, e lei non si sentiva ancora del
tutto
lucida.
Doveva
aver perso
parecchio sangue: inoltre quei bastardi le iniettavano una droga che la
stordiva quasi del tutto.
Che ironia: uomini come lei…
Che
diavolo volevano
da lei, gli oscuri?
Forse
era troppo
sveglia, sapeva troppe cose?
No,
quanto a
conoscenza Rex era messo certamente meglio di lei.
E
poi gli oscuri non
odiavano la matematica…?
Una
volta tolta anche
l’ultima catena che le stringeva in una morsa la piccola
caviglia, i ragazzi se
ne andarono, lasciando Dess accasciata al suolo.
Chissà
quanti giorni
erano passati… si sentiva così debole. Non
sentiva più nulla. Era come se
galleggiasse nel vuoto per la maggior parte del tempo.
Poi…
tutto d’un tratto
il dolore, i morsi della fame, il bruciore tremendo ai polsi e alle
caviglie la
erodevano poco a poco.
Chissà
da quanto non
mangiava e beveva… non aveva la forza di muovere un dito.
Non
aveva la più
pallida idea di quanto fosse passato.
La
ragazza si ritrasse
spaventata quando una figura femminile entrò; reggeva in
mano una siringa.
La terra si
fermò nel consueto tremore e, non appena tutto
si tinse di blu, una sensazione colpì i quattro midnighters,
così forte da
fargli venire la nausea, così potente da farli barcollare,
Così vera da fargli
accapponare la pelle.
“Aguzzino”.
Le loro reazioni furono le
più varie, ma dopo un momento
convennero tutti la stessa cosa: non c’era tempo per quelle
strane sensazioni.
Il giorno dopo si sarebbe
celebrato il funerale di Dess.
Con una tomba vuota.
Muhahaha...
quanto sono cattiva io? Comunque dal prossimo capitolo ci
sarà la svolta decisiva... baci baci :*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 5 ***
I midnighter non si
ritrovarono a godersi l’ora segreta,
quella notte. Nemmeno la successiva, l’altra e la seguente
ancora.
Si sentivano troppo
vulnerabili.
Poi, una settimana dopo,
finalmente si decisero.
Fecero un timido giro per la città, che sembrava
così ostile, quella sera…
Tutto procedeva
tranquillo, quando una figura li mise in
allerta.
***
Si muoveva, non era uno
stoccafisso, anche se si sarebbe
potuta tranquilla mente scambiare per uno di essi.
Quando si girò
con uno scatto felino Melissa sobbalzò, tutti
indietreggiarono e Jessica urlò.
No, diavolo,
com’era possibile!? Si sbagliavano di certo… ma
come potevano sbagliarsi in quattro, maledizione!
Dess li fissava da sopra
una panchina, rannicchiata come un
gatto.
***
<< Dess!
>> gridò Jessica << Dess, Dess!
Oddio, tu sei viva!
>>.
Melissa la
afferrò per un braccio e la tirò indietro,
portandosi una mano alle tempie.
<< Mel! Non
vedi? È Dess, è viva! >>
esclamò la Portalefiamme.
<< Zitta,
stupida! >> la fece tacere l’altra.
“Che
ingenua” pensò la Telepate.
<< No, non
è per niente viva. Non percepisco la sua
mente, è come se fosse morta. Maledizione, non
avvicinatevi! >> strillò.
Jessica la fissava con
tanto d’occhi, consumata dallo
stress; tuttavia nessuno osò contraddirla. In quel momento
era l’unica che
poteva esprimere un giudizio valido.
<< Jess,
quanto manca alla fine della mezzanotte?
>> chiese poi Rex, alludendo all’orologio che
la ragazza portava di
solito al polso.
La
Portalefiamme guardò il piccolo
quadrante come se stesse
cercando di decifrare a fatica dei geroglifici, al posto dei numeri e
delle
lancette.
<< Trentotto
minuti, all’incirca. >> disse,
assente.
<< Bene.
State fermi qui, mi avvicino io. Non è pericolosa
per me, sono mezzoscuro anch’i… >>
ma Rex non fece in tempo a finire la
frase.
Dess si era già
avvicinata ad una velocità impossibile e li
fissava con la testa reclinata a sinistra, negli occhi
l’espressione curiosa di
un bambino.
Uhuh,
la scoperta *-* i guai cominciano da qui *muhahahah*... vi ringrazio
tutti, un bacione :*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** 6 ***
Tutti trasalirono, andando
indietro.
La verità era
che nessuno era più sicuro che quella fosse
davvero Dess: i capelli corvini le erano cresciuti di una trentina di
centimetri, e il suo pallore era cadaverico, mentre gli occhi erano
cerchiati
da un alone blu in modo inquietante.
Il suo respiro freddo
copriva il silenzio che si era creato
e gli occhi viola brillavano, anche se non stava guardando la luna
nera.
Jessica
singhiozzò: << Mio Dio, sembra morta.
>>.
Rex allungò una mano verso di lei, impassibile; Jonathan era
pronto ad
afferrare le mani degli amici e a saltare via in qualsiasi momento, se
necessario.
Il Vedente la
toccò per un secondo e lei si ritrasse di
scatto, come un animale selvatico.
Rex ritirò la
mano, pacato.
<<
Ghiacciata. >> convenne, mordendosi il
labbro.
Dess fece un ghigno
maligno, scoprendo i canini che quasi le
sfioravano il labbro inferiore.
“Troppo
lunghi” fece osservare Melissa, mentalmente.
<<
Come va, amici? >>
chiese Dess, con una voce fredda che fece venire i brividi ai quattro
midnighters come le unghie sulla lavagna.
<<
Sentita la mia mancanza?
>>.
“Quella
non è Dess!” gridò con
forza Melissa nella mente degli amici.
Al silenzio dei quattro la ragazza emise una risata da far accapponare
la
pelle.
<<
Che c’è, non vi
ricordate più di una vecchia amica? >>.
Melissa
rifletté un attimo e fece
un passo avanti, accompagnato da un gemito preoccupato di Rex.
Con lo
sguardo li intimò a stare
indietro.
<<
Ma certo Dess >>
disse, melliflua << e certamente ricorderai anche questa
>>.
La Telepate
tirò fuori una
collanina d’acciaio.
<<
Come potresti
dimenticare “Dimostrazione Assolutamente
Inappropriata?” era la tua preferita.
>>.
Alla vista
della collana e del
nome Dess fece un ringhio bestiale, seguito da uno strillo acuto.
Si
tappò le orecchie con le mani,
nascondendosi nell’ombra con un sibilo.
Melissa si
girò verso di loro,
soddisfatta.
<<
Non è più una di noi
>> disse gravemente << guardatevi dal
rimanere soli e senza
protezione: attaccherebbe senza il minimo scrupolo. >>.
Dess rise dal suo angolo,
tornando alla vista dei ragazzi.
Il suo sguardo si
posò poi sul braccio di Melissa e
l’espressione si fece famelica, gli occhi sbarrati e il
respiro ansante.
Rex si fece avanti e
ringhiò, affrontando Dess in una
battaglia di sguardi.
<< Il taglio
che mi sono fatta maneggiando
Illegittimità Gratuitamente Machiavellica…
>> sussurrò stupita la Telepate.
Nell’udire il
nome dell’arma Dess gemette di dolore,
contraendo in una smorfia disumana le labbra, ormai di un blu
così scuro che tendeva
al nero.
<< Rex,
Rex… >> fece, con una risata folle.
<< Rex, tu
potevi salvarmi. Tu sapevi. Voi
sapevate… ma no, tu e Melissa
eravate troppo impegnati a godere del frutto del mio lavoro; il mio,
non
vostro… e pensare che non ne ho ricavato niente…
ma tu, tu Rex! Dopo avermi
fatto questo, ti permetti ancora di ringhiarmi contro? >>
disse, con un
ghigno isterico e arrogante.
All’improvviso
si voltò verso Jessica, e la sua espressione
cambiò fulmineamente e diventò pura sofferenza.
<< Jess!
Jess! Tu mi vuoi bene, vero Jess? >>
chiese, con tono straziante << Non lasciarmi qui, non
lasciarmi sola! Fa
tanto male Jess, il cuore brucia! Il polso è fermo! Jess, fa
tanto freddo… ti
prego, non lasciarmi qui! >> gridò,
implorante.
Jessica avanzò
come incantata, incatenata a quello sguardo
disperato, piena di sensi di colpa.
<< No!
>> urlò Jonathan, fermando la ragazza.
<< Jess, lei
non è Dess. Sta bleffando, lo capisci?
Jess, diavolo, ascolta! >>
All’improvviso
la luna nera calò e Dess scomparve con lei come
un incubo.
La gravità ritornò a pesare come un macigno sui
quattro amici, affondava le
scarpe nel terreno come un peso insormontabile che gravava su di loro
dopo
l’esperienza di quella notte.
<< Ormai
Dess è imprigionata nella mezzanotte.
>> soffiò Rex << Qualsiasi cosa
sia diventata. >>
LOL,
questo capitolo si commenta da solo <3<3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** 8 ***
I giorni si susseguivano
veloci, e nessuno aveva più il
coraggio di uscire durante l’ora segreta.
Rimanevano rintanati, al sicuro, ancora troppo scossi per pensare
lucidamente.
Ma… era davvero
Dess, quella?
Sì, no,
perché… tutti interrogativi irrisolti, e loro
dovevano assolutamente fare luce su questa situazione.
Così, a scuola,
presero una decisione comune.
Avrebbero indagato, a
partire da quella notte.
Intanto la cronaca nera di
Bixby raggiungeva livelli
spaventosi, satura di morti e scarsa di spiegazioni. Una sola costante:
i
cadaveri aperti e dissanguati, ripuliti di tutto.
I midnighter ripresero a
camminare per le strade di Bixby
con cautela, pieni di protezioni di ogni tipo.
Giorni prima avrebbero
volturo incontrare Dess, assicurarsi
che non fosse morta, ma non avrebbero mai e poi mai immaginato di
vederla in
quelle condizioni.
Ora si preparavano al
secondo incontro, con la signorina
Polimatematica, armati fino ai denti.
Non fu affatto piacevole.
Ancor meno del primo, anche se non
ci fu il cosiddetto “effetto sorpresa”, il
più delle volte determinante.
Tuttavia, nonostante si
fossero preparati, un briciolo
d’orrore li scosse quando scoccò l’ora
blu e la videro; stava cogliendo fiori
nel prato del parco, piccole e tenere margherite congelate nella
mezzanotte;
non appena sfioravano le sue dita pallide morivano, diventavano secche
e
avvizzite nelle piccole mani; lei sembrava non farci caso, e continuava
a
canticchiare a bocca chiusa una nenia che a Melissa risultò
stranamente
familiare.
Quando si avvicinarono,
titubanti, lei sorrise, scoprendo la
dentatura perfetta e inquietante, e li accolse come ospiti graditi.
Sarebbe stata
un’attrice fantastica, in grado di recitare
alla perfezione un ritrovo fra amici, e la scena persino credibile, se
il suo
aspetto non avesse avuto quel che di truculento.
<< Ragazzi!
>> esclamò Dess, fintamente sorpresa
<< non vi aspettavo per quest’ora
>> continuò, ironica, ed esplose
in una risata malvagia, lasciandoli atterriti sul posto.
<< Che
piacevole sorpresa. >> concluse, con un
sorrisino irritante sul volto pallido.
<< Dess
>> fece Melissa, apparentemente calma.
<< Che ti è successo? Hai un aspetto orribile,
lasciatelo dire. >>.
Effettivamente era persino
peggiorata dall’ultima volta.
Il volto era cadaverico,
gli occhi cerchiati da un malsano
blu scuro e le labbra erano quasi nere.
Il suo viso, tutto il suo
viso, era davvero esangue, l’unico
colore erano gli occhi viola.
<< Oh, ma io
sto benissimo, Mel >> fece lei,
melliflua << tu, piuttosto, mi sembri…
pallidina. >>
Rex ringhiò,
spazientito.
<< Parla,
mostro! Che ne hai fatto di Dess? >>
latrò, seccato.
<< Mostro?
>> la ragazza piegò la testa di lato,
fingendo di non capire.
<<
Mostro… mi chiami così, Rex? Perché?
Con quale
diritto? Qui il mezzoscuro sei tu, Rex. >>
Il ragazzo
deglutì a vuoto. << Quindi non sei…
>> << No, non lo sono. L’unico a
dover essere chiamato mostro, qui,
sei tu e non io, mio caro. >>
Lui sibilò di
frustrazione. Aveva ragione, maledettamente
ragione…
La gola di Dess emise un
suono strozzato, sordo,
inquietante.
Un
fremito la scosse e il suo corpo subì una violenta
convulsione.
Prima si piegò e poi, tossendo, si rannicchiò
vomitando qualcosa dall’aspetto
orribile.
Jessica svenne, mentre
tutti gli altri inorridirono.
Diavolo… quello
era un mare di sangue!
Cari!
Sono tornata dopo un luuungo soggiorno a scuola... che continua
tutt'ora -.-.
Grazie
per le recensioni, care ;). A puro scopo informativo, Dess non
è stata sincera al 100% con Jess... (io direi neanche un po'
ma vabbé xD. Diciamo che è una brava attrice.)
Ci
vediamo al prossimo capitolo!!! Kiss :*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** 9 ***
Dess si rialzò
barcollante, come se nulla fosse, e una
risata folle riecheggiò nell’aria.
Si asciugò un
rivolo di sangue dalla bocca e si sedette,
accovacciata su una pietra.
<< Credo che
ci abbia mentito >> soffiò Rex,
vicino all’orecchio di Melissa << il suo focus
è fortissimo. >>
<< Io non
sento niente! Dico davvero. È come se fosse
un oggetto inanimato >> sibilò come risposta
Melissa.
Jessica era ancora
accasciata per terra, sorretta da
Jonathan, e respirava affannosamente.
Dopo aver rigettato tutto
quel sangue, Dess sembrava quasi
livida; ma il sorriso strafottente non abbandonava mai il suo volto.
A Melissa diede come
l’impressione che quella scena si fosse
ripetuta già molte altre volte: l’ex-midnighter
non sembrava minimamente
scossa.
<< Jessica
si sente poco bene? >> domandò,
ironica.
Tentò di
alzarsi, tremando appena, poi sfilò dalla tasca
della felpa una siringa di cui s’iniettò il
contenuto.
Il cambiamento fu repentino: il volto assunse quel pochissimo colore
che la
distingueva da un cadavere, pur restando mortalmente pallida.
“Almeno non
livida” si ritrovò a pensare amaramente Melissa;
le labbra non erano più così
nere da far pensare che si fosse messa il rossetto e il blu malsano che
costantemente le circondava gli occhi si dissolse appena, rendendo
comunque
Dess inquietantemente simile a un morto. Gli occhi dal viola intenso
iniziale
passarono a un lieve lilla e la ragazza fece un profondo respiro, come
sollevata. I canini non si erano ritirati.
-
<< Dess
è morta! Morta, Jessica! Maledizione, vuoi
capirlo? >> la rossa stringeva ancora convulsamente il
braccio di
Jonathan.
Erano a casa di Jess: i
suoi erano partiti per il week-end.
<< E allora
cos’era? Un fantasma? >> esclamò,
addolorata.
Tutti tacquero.
Effettivamente non c’era una risposta logica
per ciò che avevano visto.
<< Hai visto
gli aloni intorno agli occhi? Le labbra
nere? Il pallore cadaverico? Di solito chi risponde a queste
caratteristiche
abita sottoterra. E che mi dici del sangue che ha sputato? Era una
quantità
incredibile! >> disse Rex, apparentemente tranquillo.
In effetti, il ragazzo
aveva ragione da vendere.
<<
Però si muoveva >> affermò Jessica
con
decisione << e parlava. Quanti morti hai visto parlare?
>> continuò
la rossa, sicura.
<< Io ne ho
visto proprio uno l’altra notte >>
<< Smettila, Mel. Non è divertente
>> la ammonì Jonathan,
abbracciando Jess.
<< Senti
Flyboy, Dess non era proprio in forma. L’hai
potuto vedere con i tuoi occhi. E non hai notato quella roba che si
è
iniettata? Si è sentita subito meglio. >> gli
fece notare Melissa,
accendendosi una sigaretta.
Rex sollevò un
sopracciglio, scettico.
<< Da quando
fumi? >> le domandò, sospirando
<< Da adesso >> fece la bionda,
portandosela alle labbra.
Rex sospirò,
scosse la testa e gliela tolse dalle mani.
<< Hey!
Dammela! >> esclamò Melissa, indignata.
Rex la spezzò e gliela porse, impassibile. Lei la
buttò e guardò di sbieco il
Vedente, imbronciandosi. A volte era davvero comica.
A un tratto la Telepate
saltò in piedi, come fulminata e si portò una
mano
alla testa.
Era a dir poco sconvolta.
<< Mel? Cosa
c’è? >> domandò Rex, come
al solito
preoccupato per lei.
<< Accidenti
a te, Madeleine! Potevi avvisarmi prima
>> sputò, tra i denti.
<< Che cosa
sta succedendo? >> fece Jonathan,
scattando in piedi come la ragazza, pronto a un possibile scontro.
<<
Tranquillo, Acrobata >> disse Melissa,
stranita << a quanto pare ci stanno venendo a trovare dei
nuovi
amichetti. Esattamente tra nove ore e venticinque minuti.
>>.
-
Uh xD
perdono! Sono secoli (per la precisione sette lunghi mesi) che non
aggiorno. Mi meriterei tanti tanti insulti e magari anche un bel
linciaggio, ma confido nel vostro buon cuore xD. Nei prossimi capitoli
saprete con precisione cosa è successo a Dessy u.u portate
un altro po' di pazienza. Vi adoro <3<3 Baci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** 10 ***
La notte scese in fretta,
come al solito.
Quando scoccò
la mezzanotte il mondo si tinse di blu e una
strana sensazione attraversò il corpo di Jessica come una
scarica elettrica.
Era solo
un’impressione ma era fredda come il ghiaccio,
tanto da farle venire la pelle d’oca.
Guardò fuori
dalla finestra pronta a scorgere Jonathan
ovunque fosse; sapeva che sarebbe arrivato in due minuti.
Quel silenzio innaturale
un po’ la inquietava, come in ogni
Ora Blu.
Attraversarono la
città con Jonathan fino ad arrivare al
parco. Non sapevano perché ma era come se sentissero di
dover essere lì.
Atterrarono
sull’erba umida di rugiada in perfetta
sincronia.
Videro Rex e Melissa che
si tenevano per mano; la Telepate fece un
sorrisino forzatamente ironico.
<<
Finalmente siete arrivati >> sospirò Rex,
sollevato. Jessica aggrottò le sopracciglia.
<< Come lo
sapevate? >> domandò infine <<
Perché vi ho indicato io dove venire >> disse
Melissa con ovvietà.
Jonathan
rabbrividì, nonostante cercasse di reprimere quelle
sensazioni. Contemporaneamente Melissa lasciò la mano di Rex
per massaggiarsi
le tempie, poi chiuse gli occhi e fiutò l’aria.
Tremò leggermente prima di
annunciare l’arrivo di una nuova comparsa.
Le sembrava quasi di
essere finita in un film horror di
serie B, troppo truculento e surreale. D’altronde
l’intera Ora Blu lo era.
Voltò la testa
in direzione di una figura seduta sulla
solita panchina e quando ne vide una seconda indietreggiò,
stordita.
<< Sorpresa,
Telepate? >> domandò Dess,
divertita << Sei nel panico. Qualcosa non va?
>>.
Vicino a lei
c’era quella che a Melissa sembrò essere una
sua simile: una ragazzina di quattordici anni all’incirca,
piccola e magra con
lunghi capelli neri. In un secondo se le ritrovarono a un metro di
distanza:
Melissa sobbalzò per la vicinanza con la bambina.
<< Non vi ho
ancora presentato Leila? >> ghignò
la ragazza.
Melissa vide Rex stringere
una lancia d’acciaio pulito con
non poco fastidio, sebbene dei guanti proteggessero la sua pelle nuda.
<< Lui chi
è? >> chiese la ragazza con voce
flautata, indicando il Vedente.
Dess scrollò le
spalle << Uno di loro. >>
rispose, senza staccare gli occhi dalla lancia.
Anche Leila aveva gli
occhi viola, ma Melissa percepiva
qualcosa di più: una malvagità pulsante si faceva
strada nel suo corpo,
palpitava prepotentemente nelle sue vene quasi volesse coprire il cuore.
Era più
pericolosa di Dess.
L’istinto di
sopravvivenza prevalse e indietreggiò fino a
finire con la schiena contro il petto di Rex. Cercò con gli
occhi un lembo di
pelle nuda e la sfiorò con un dito, trasmettendo al Vedente
tutto ciò che aveva
sentito.
Lui si
posizionò davanti a lei come a volerla proteggere.
Le vibrazioni negative
nell’aria si fecero più potenti,
tanto che sul volto di Melissa comparve una smorfia.
<< Andiamo
via >> sussurrò, rantolando. Rex le
prese un polso e la portò via da Leila.
<< Lasciate
già la festa? >> ridacchiò Dess
<< Be’, ci rivedremo. >>.
Camminarono velocemente,
lasciando il parco con l’ansia
addosso. Ogni tanto si voltavano per controllare che Dess e Leila
fossero
ancora lì.
Quando arrivarono alla
strada, Melissa fece un profondo
respiro e si passò la mano sul viso.
Rex la
abbracciò da dietro, protettivo mentre Jessica
sfiorava continuamente la sua torcia, Apprendimento, con nervosismo
crescente.
Un altro evento che i
midnighters non potevano prevedere.
Cominciavano a essere
stanchi di tutta quella storia, ma
sapevano anche che potevano solo stringere i denti e andare avanti.
Ragazze!
Ciao! *schiva abilmente pietre/pomodori*. Io l'avevo detto che ci
sarebbero stati dei colpi di scena xD Leila non è l'unico
personaggio che voglio introdurre. Vorrei far notare il significato del
nome (dato che ho fatto una faticaccia per trovare il nome giusto a
ciascun personaggio -.-'): "Leila" richiama all'oscurita,
forse con il significato di 'notte' o 'nata durante la notte'.
Ovviamente c'è affinità con il carattere e il
fatto che fosse una midnighter, in passato.
Niente,
spero vi piaccia ^^ un bacione grande grande! Love you <3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** 11 ***
<< Sapete la
novità? >>
Tutti si girarono verso
Jonathan con una smorfia; di novità,
ultimamente, ce n’erano state a sufficienza… Leila
metteva i brividi.
Il ragazzo fece un sorriso
stanco ma negli occhi
s’intravedeva comunque un guizzo di vivacità.
Be’, almeno non erano cattive
notizie.
<<
L’ha saputo mio padre per vie traverse… oggi
dovrebbe trasferirsi qui Lucy Pierce. In città non si parla
d’altro! Mio zio è
agente immobiliare e ha venduto alla famiglia Pierce una villa, ma
più che una
casa sembra un palazzo. >>
Jessica sgranò
gli occhi: << Stai parlando di quella
Lucy Pierce? >>
Jonathan annuì,
ma Melissa non sembrava sorpresa.
<<
Sì, Madeleine me l’ha detto stamattina. A quanto
pare è una midnighter. >> confermò
tranquillamente, giocherellando con una
collanina d’acciaio.
Rex si girò
verso di lei, aggrottando le sopracciglia.
<< E cosa aspettavi a dircelo? >>
La Telepate
scrollò le spalle. << Flyboy mi ha preceduto.
>>
<< Che cosa
sappiamo di lei? >> domandò Rex a
Jessica. Lei sgranò gli occhi, incredula.
<< Ma tu non
guardi il telegiornale, Rex? >>
<< No, a dire il vero non guardo più
televisione >> le ricordò,
interrompendola.
Jessica
sospirò, ma Jonathan era davvero sorpreso: <<
Oltre a essere la figlia di un magnate in campo del petrolio
– per la cronaca,
suo padre possiede più pozzi petroliferi di quanti tu possa
immaginare – e
mettiamo da parte il fatto che sua madre sia stata un’attrice
di successo…
andiamo Rex, è una bambina prodigio. Un piccolo genio.
>> esclamò,
scettico. Era impossibile che non la conoscesse.
Rex scrollò le
spalle, come a sottolineare il fatto che non
l’aveva mai sentita nominare.
<< Ha
progettato e disegnato il modello di due nuovi
prototipi di ali per aerei da guerra, mia madre non fa che decantare le
sue
incredibili capacità. >> borbottò
Jessica, addentando la sua pizza. Era
contenta che per una volta riuscissero a fare un discorso
quasi… normale.
<<
Già me la vedo. Una bambina smorfiosa e viziata
>> sospirò Melissa, affranta.
<< Non dire
così >> la rimproverò Rex
<< chi
meglio di te dovrebbe sapere che non si giudica una persona prima di
averla
conosciuta… >>.
La Telepate
scrollò le spalle, rigirandosi in mano una mela. Era
suo diritto poter fare la stronza, ogni tanto, no?
La campanella
suonò di nuovo e i midnighters si alzarono in
sincronia.
Melissa guardò
ancora per una manciata di secondi la mela,
poi sospirò e la fece rotolare nella borsa. Legò
i capelli biondi in uno
chignon frettoloso e guardò fuori dalla vetrata, con
improvviso interesse.
<< Jessica,
Jonathan, credo che la nanetta frequenterà
i vostri stessi corsi. >>. I due la guardarono, confusi.
<< Come,
scusa? Mel, ha dodici anni! >> esclamò
Jonathan, guardandola fisso per verificare che non stesse scherzando.
Ma la Telepate
era serissima e solo un ghigno strafottente si
disegnò sul suo viso. << Flyboy,
l’hai detto tu stesso. È un piccolo
genio. >> gli ricordò.
Poi si fece pensosa
<< Ah, hai ragione, Jess. Come
faccio a sapere la sua altezza? >> sospirò,
melodrammatica.
Indicò la
vetrata.
<< La
vedrete al corso di biologia. Buona fortuna
ragazzi… au revoir.
>> rise, e
s’incamminò verso l’aula di storia.
I due si guardarono,
sbigottiti, poi guardarono verso la
direzione indicata loro da Melissa.
Una bambina stava entrando
in quel momento nel cortile della
scuola, accompagnata da un uomo, il quale aveva tutta l’aria
di essere un
autista o un maggiordomo, che le portava la borsa.
Rex ridacchiò.
<< Chiudete
la bocca, ragazzi. La vostra mascella
rischia di toccare il pavimento. >>
***
Jessica e Jonathan presero
posto, vicini come sempre, in
fondo all’aula.
Erano in anticipo di un
paio di minuti e l’aula era deserta,
fatta eccezione di un paio di studentesse stacanoviste che ripassavano
furiosamente.
Jonathan tenne gli occhi
incollati sulla porta finché non
entrò la bambina – come aveva detto Melissa, era
davvero bassa e gracile – che
si sedette in fondo all’aula e posò la cartella
sul banco alla loro destra.
Jessica la
scrutò a lungo: i capelli biondi e arricciati
alla perfezione erano raccolti in un fermaglio argentato sulla nuca e
indossava
vestiti scelti con evidente gusto per la moda; aveva la stessa
età di Beth ma i
suoi occhi, di un grigio limpido screziati d’oro,
riflettevano una maturità
incredibile.
Tenne gli occhi bassi per
tutta la lezione e prese appunti
senza entusiasmo; Jessica ebbe una stretta al cuore: quel comportamento
annoiato le ricordava Dess.
Quando suonò la
campanella ad annunciare la fine dell’ora,
Lucy prese la borsa e fece sorrisi educati ai compagni del corso che si
presentavano.
Uscì con una
certa fretta, diretta all’aula di trigonometria
avanzata.
Jessica era piuttosto
stupita: Trigonometria avanzata a
dodici anni?
Lucy si girò
verso di lei e per Jessica il suo sguardo fu un
altro pugno nello stomaco.
Dess.
L’entrata di
un’altra Polimatematica nel gruppo diede a
Jessica l’impressione di tradire ciò che era
rimasto della sua amica.
***
<< Parlatele
domani stesso. È una ragazzina
intelligente, capirà subito. Sospetta già, la
fissavate in modo piuttosto
eloquente. >> disse tranquillamente Madeleine,
sorseggiando tè amaro.
Jessica arrossì
fino alla punta dei capelli: era stata così
indiscreta?
<< Inoltre
è un personaggio piuttosto in vista. So che
non sarà facile da gestire, ma ha ottime capacità
spontanee oltre che il suo
dono. Credo si sarebbe distinta comunque per la sua mente brillante. Ne
ho
trovato un altro, arriverà entro un mese. >>
I midnighters guardavano
tutti in basso, turbati dalle
visite notturne di Dess.
Madeleine fece un gesto
scocciato con la mano.
<< Non
è più Dess, ve l’ha detto anche
Melissa; quella
creatura mantiene solo il corpo della vostra amica. >>;
la tranquillità
con cui lo disse scatenò in Rex una voglia terribile di
darle un pugno.
<< Ora
andate… e non uscite. Stanotte la caccia sarà
spietata. >>
Senza Dess i midnighters
non riuscivano a districarsi in
quella rete fitta di date e numeri.
Si alzarono in silenzio e
uscirono, ognuno con i propri
pensieri.
***
<< Martha?
>> << Sì, signorina Pierce?
>>.
Lucy si alzò
con grazia dalla poltrona, stringendo un po’ di
più la vestaglia sul suo corpo esile.
<< Accendi
il camino, per favore. Chiama mio padre e
di’ all’arredatrice di preparare tre camere per gli
ospiti, due biblioteche e
un laboratorio per i miei esperimenti. >>
La governante
annuì, sorridendo con fare materno. <<
Certo, signorina. Posso fare altro? >>
Lucy si fece pensosa.
<< Sì. Fai portare nelle mie
camere il ritratto di mia madre. Grazie, Martha. >>
La donna si
congedò e la ragazza rimase a fissare a lungo la
foto che ritraeva i suoi genitori che sorridevano felici: la donna
teneva in
braccio una bambina.
Ignorò i vari
attestasti che aveva guadagnato negli ultimi
due anni, tutti ordinatamente appesi sul muro del corridoio, e scese le
scale.
Scartabellò le
risme di fogli dedicate a Bixby e cominciò a
leggere il fascicolo dedicato alla scuola.
<< Martha?
>> chiamò nuovamente la ragazza.
<<
Sì? >> la governante comparve nella stanza,
sempre sorridente.
<< Domani
avremo ospiti. >> << Va bene,
signorina Pierce. >>
Lucy rimise al suo posto
il fascicolo: voleva proprio
conoscere quella ragazza con i capelli rossi e il suo amico.
Noticine
Credo
che questo capitolo sia abbastanza chiaro (nonché noioso e
mal scritto) ma ovviamente sono sempre a vostra disposizione quanto a
chiarimenti! :D
Chiedo
umilmente venia per il ritardo orribile, lo so, sono un mostro e mi
merito tutto il peggio.
Ma
voi mi volete bene, vero? *-*
Bene,
sotto c'è uno spazicino per le recensioni... usatelo, anche
solo per ricordarmi quando faccia schifo questa ff :D
-
amimy: Oh
sì, Leila non è solo cattiva... è molto
cattiva xD. Davvero adori le descrizioni? A me sembravano... non so,
eccessive. Se mi minacci con le tue armi credo che dovrò
proprio mettere a posto questo casino, vero? xD Ah, mi spiace deludere
le tue aspettative ma questo capitolo è orrendo... baci! =)
-
Alchimista:
Grazie
cara! Ma devo dire... con Cherry ho proprio dato il mio meglio xD. Ho
tutte le intenzioni di farvi stare ancora un pochino sulle spine,
quindi non trattenere il fiato... a meno che tu non sia campionessa di
apnea!! xD Baci!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=446551
|