Dark Midnight

di Luna95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** 3 ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 5 ***
Capitolo 7: *** 6 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Jessica guardò il cielo stellato, immerso in un mare di freddo blu, con una malinconia mai provata.

Ancora stentava a credere a quello che sapeva, e quando Rex glielo aveva raccontato, aveva dato di matto.

Non era possibile, si diceva. Non poteva averle fatto questo.

Jonathan non parlava, si limitava a fissare il suo volto con espressione vuota.

Melissa non lasciava trasparire nulla, ma Jessica sapeva che era dispiaciuta almeno quanto lei e Jonathan.

Se lo sarebbe aspettato da chiunque, tranne che da lei.

Lei, che li aveva aiutati senza chiedere nulla, con spontaneità tipica dei bambini.

Una lacrima sola scivolò sulla sua guancia.

Dess… perché?

Prima che mi fustighiate... NON E' COME SEMBRA °______°. 
Come mi è venuto in mente di scrivere una schifezza simile? °-°. Non so, ma quando Madama Ispirazione chiama bisogna assecondarla, no? <3

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Capitolo 2
*** 1 ***


1

Dess fissò la lunga asta di metallo perfettamente proporzionata storcendo il naso.

Anche le tredici puntine da disegno non le dicevano più nulla. Niente di niente.
Avrebbe dovuto costruire altre armi, poiché se le erano bruciate quasi tutte, ma dopo quella sfacchinata non ne aveva proprio voglia.

Non ne poteva sinceramente più, si sentiva stanca e inutile.

Centottanta secondi alla mezzanotte.

Dess si prese la testa con le mani, coprendosi le orecchie.

Quel fastidioso ticchettio la stava facendo uscire di testa.

Nascose la sveglia sotto il cuscino.
Stava per impazzire.

Sessanta secondi…

Si morse il labbro con forza, sentendo in bocca il sapore del sangue.
Sentì solo l’arrivo possente della mezzanotte che gravava su di lei, prima di sprofondare nel buio.

 

Melissa ritrasse la mano dalla sveglia come scottata.

Sentiva il sapore secco degli antichi, ma non capiva.

Con sua immensa frustrazione non arrivava a uno sviluppo logico.

Dess sparita, la sua mente improvvisamente cancellata. Svanita nel nulla. I suoi genitori disperati, nessuno riusciva a capire dove fosse finita la ragazzina.

Nell’aria, ovunque nella sua camera, c’era un che di polveroso, che percepiva solo lei.

Dess non era di certo scappata di casa per futili motivi.

Melissa dubitava persino che fosse scappata.

L’unica cosa che la riscosse fu la mano di Rex che la prese per un braccio, dirigendola dolcemente fuori dalla casa della Polimatematica.

Ancora sentiva in bocca il sapore del sangue di Dess.

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Capitolo 3
*** 2 ***


Dess calciò un sassolino, ripassando mentalmente tutti i concetti di geometria iperbolica che conosceva. Giusto per passare il tempo. Tanto non aveva granché da fare…

Le pesanti catene di pietra antica mal levigata tintinnarono ai  suoi polsi quando portò le mani in grembo, graffiandole e penetrandole la tenera carne. Non faceva nemmeno più male; ne era troppo assuefatta per provare ancora dolore.

 

La massa nera si ritrasse, infastidita dai suoi pensieri di regole e schemi.

Erano giorni che non faceva altro che ripassare concetti matematici.
La sua mente era invasa da numeri, rassicuranti cifre che la facevano sentire al sicuro. Davvero al sicuro.

Dess riprese a sussurrare la rincuorante cifra: << Tredici, tredici, tredici, tredici… >> qualcosa la colpì come uno schiaffo, e la Polimatematica si accorse dei copiosi rivoli di sangue che scorrevano dai suoi polsi e le imbrattavano le braccia e gli abiti di rosso scuro.

Strinse i denti e continuò a contare.
I suoi amici sarebbero arrivati, alla fine.

Perlomeno, era ciò che sperava…

 

                                                                                       ***

 

Jessica Day guardò inespressiva il banco vuoto vicino al suo.
Quel vuoto le riempiva lo sguardo di desolazione.

Dess…

Gli oscuri avevano finalmente preso una midnighter. Una dei loro era stata catturata.

La lezione le parve infinita, e anche il professor Sanchez era quanto mai triste per la mancanza della sua pupilla.

La Portalefiamme uscì da Trigonometria con un’ansia indicibile addosso, che le faceva rizzare i peli sulle braccia.

Jonathan le venne incontro e la accompagnò fino in mensa senza dire una parola, rispettando la gentile ma decisa barriera che la ragazza si era creata intorno.

Fecero per sedersi al solito tavolo quando Rex, spuntato dal nulla, le afferrò un braccio facendola trasalire e le sibilò:

<< Non qui >>.

Entrambi lo seguirono in silenzio fino al tavolo più isolato della mensa, dove il bizzarro gruppo fece presto a essere dimenticato.

Già seduta, in posizione rannicchiata, c’era Melissa: stava con i piedi sulla sedia, le gambe al petto e appoggiava il mento sulle ginocchia. Niente cuffie, solo un lungo taglio ancora rossastro le percorreva il braccio destro.

Prima che chiunque potesse aprir bocca, disse in tono secco: << Non è profondo. >>;

Rex sorrise e scosse la testa.

<< Ci vuole poco per farti sanguinare, Cowgirl. >> disse Rex, comparendole alle spalle.

Grazie ad Alchimista che con pazienza infinita recensisce sempre, e... BUON ANNO A TUTTIIII!! *____*

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Capitolo 4
*** 3 ***


Melissa sorrise amaramente, e li invitò a sedersi con un cenno del capo.

<< Avete qualcosa da dirci? >> chiese Jonathan, stringendosi un po’ a Jessica, più stanco che realmente interessato alla risposta.

<< Che perspicacia Flyboy, mi stupisci >> disse la Telepate, con un velo di spossatezza nel consueto sarcasmo. 

<< Sì, Melissa ha qualcosa da dirci >> disse Rex, pacato ma curioso.

L’ignoranza di Rex rispetto alla situazione stupì i due midnighter: Rex sapeva sempre tutto prima di tutti.

<< Non sarà nulla di positivo. >> disse Melissa, spostando lo sguardo vacuo sulle grandi vetrate: l’unico elemento che differenziava la Bixby High School da un carcere minorile.

Tutti attesero con impazienza.

Melissa prese un respiro tremante, e una goccia le scivolò sulla guancia, tracciando il delicato profilo di zigomi e mento, percorrendo il candido collo con una lentezza che sembrava studiata.

<< È morta. >>.

 

I midnighters la fissarono increduli. Che stesse delirando?

<< Mel questo… questo come lo sai? >> chiese Rex, sconcertato e con un filo di voce.

<< Era lì, Rex… io l’ho visto, l’altra notte. È stato orribile… >> singhiozzò la ragazza << c’era una pozza di sangue. Il suo sangue, il sangue di Dess! >> continuò, con voce strozzata << si sentiva la paura da isolati di distanza! Io non potevo… non volevo… toccarlo sarebbe stato troppo. >> gemette Melissa. Non l’avevano mai vista così.

Rex le si avvicinò, protettivo, e le afferrò la mano nuda cercando in un qualche modo di tranquillizzarla e confortarla, ma anche lui era divorato dal dispiacere.

<< Nessuno avrebbe mai e poi mai preteso una cosa del genere da parte tua >> la rassicurò.

<< Magari non era sangue suo >> ipotizzò debolmente Jonathan.

Jessica esclamò con voce stridula: << E di chi sarebbe? È suo, e non era di certo lì per dirci “sto benone, sono viva!” era sangue, santo cielo! Oddio, oddio… >> la ragazza affondò il viso nelle mani, incapace di trattenere le lacrime.

Melissa era totalmente incurante dei suoi occhi lucidi.

I ragazzi erano meno emotivi ma ugualmente avviliti.

Avevano perduto un’amica, oltre che una Polimatematica nel gruppo dei midnighter. Si sentivano perduti.

Grazie ad Alchimista e amimy *-* vi adoro, ragazze!! Un bacione =*

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Capitolo 5
*** 4 ***


Dess strinse i denti, gemendo per il dolore.

Le catene le venivano sfilate dalla carne ancora sanguinante, e lei non si sentiva ancora del tutto lucida.

Doveva aver perso parecchio sangue: inoltre quei bastardi le iniettavano una droga che la stordiva quasi del tutto.
Che ironia: uomini come lei…

Che diavolo volevano da lei, gli oscuri?

Forse era troppo sveglia, sapeva troppe cose?

No, quanto a conoscenza Rex era messo certamente meglio di lei.

E poi gli oscuri non odiavano la matematica…?

Una volta tolta anche l’ultima catena che le stringeva in una morsa la piccola caviglia, i ragazzi se ne andarono, lasciando Dess accasciata al suolo.

Chissà quanti giorni erano passati… si sentiva così debole. Non sentiva più nulla. Era come se galleggiasse nel vuoto per la maggior parte del tempo.

Poi… tutto d’un tratto il dolore, i morsi della fame, il bruciore tremendo ai polsi e alle caviglie la erodevano poco a poco.

Chissà da quanto non mangiava e beveva… non aveva la forza di muovere un dito.

Non aveva la più pallida idea di quanto fosse passato.

La ragazza si ritrasse spaventata quando una figura femminile entrò; reggeva in mano una siringa.

 

 

La terra si fermò nel consueto tremore e, non appena tutto si tinse di blu, una sensazione colpì i quattro midnighters, così forte da fargli venire la nausea, così potente da farli barcollare, Così vera da fargli accapponare la pelle. 

“Aguzzino”.

Le loro reazioni furono le più varie, ma dopo un momento convennero tutti la stessa cosa: non c’era tempo per quelle strane sensazioni.

Il giorno dopo si sarebbe celebrato il funerale di Dess.

Con una tomba vuota.

Muhahaha... quanto sono cattiva io? Comunque dal prossimo capitolo ci sarà la svolta decisiva... baci baci :*

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Capitolo 6
*** 5 ***


I midnighter non si ritrovarono a godersi l’ora segreta, quella notte. Nemmeno la successiva, l’altra e la seguente ancora.

Si sentivano troppo vulnerabili.

Poi, una settimana dopo, finalmente si decisero.
Fecero un timido giro per la città, che sembrava così ostile, quella sera…

Tutto procedeva tranquillo, quando una figura li mise in allerta.

                                                                                                                   

                                                                                                        ***

 

Si muoveva, non era uno stoccafisso, anche se si sarebbe potuta tranquilla mente scambiare per uno di essi.

Quando si girò con uno scatto felino Melissa sobbalzò, tutti indietreggiarono e Jessica urlò.

No, diavolo, com’era possibile!? Si sbagliavano di certo… ma come potevano sbagliarsi in quattro, maledizione!

Dess li fissava da sopra una panchina, rannicchiata come un gatto.

 

                                                                                                        ***

 

<< Dess! >> gridò Jessica << Dess, Dess! Oddio, tu sei viva! >>.

Melissa la afferrò per un braccio e la tirò indietro, portandosi una mano alle tempie.

<< Mel! Non vedi? È Dess, è viva! >> esclamò la Portalefiamme.

<< Zitta, stupida! >> la fece tacere l’altra.

“Che ingenua” pensò la Telepate.

<< No, non è per niente viva. Non percepisco la sua mente, è come se fosse morta. Maledizione, non avvicinatevi! >> strillò.

 

Jessica la fissava con tanto d’occhi, consumata dallo stress; tuttavia nessuno osò contraddirla. In quel momento era l’unica che poteva esprimere un giudizio valido.

<< Jess, quanto manca alla fine della mezzanotte? >> chiese poi Rex, alludendo all’orologio che la ragazza portava di solito al polso.

La Portalefiamme guardò il piccolo quadrante come se stesse cercando di decifrare a fatica dei geroglifici, al posto dei numeri e delle lancette.

<< Trentotto minuti, all’incirca. >> disse, assente. 

<< Bene. State fermi qui, mi avvicino io. Non è pericolosa per me, sono mezzoscuro anch’i… >> ma Rex non fece in tempo a finire la frase.

Dess si era già avvicinata ad una velocità impossibile e li fissava con la testa reclinata a sinistra, negli occhi l’espressione curiosa di un bambino.

Uhuh, la scoperta *-* i guai cominciano da qui *muhahahah*... vi ringrazio tutti, un bacione :*

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Capitolo 7
*** 6 ***


Tutti trasalirono, andando indietro.

La verità era che nessuno era più sicuro che quella fosse davvero Dess: i capelli corvini le erano cresciuti di una trentina di centimetri, e il suo pallore era cadaverico, mentre gli occhi erano cerchiati da un alone blu in modo inquietante.

Il suo respiro freddo copriva il silenzio che si era creato e gli occhi viola brillavano, anche se non stava guardando la luna nera.

Jessica singhiozzò: << Mio Dio, sembra morta. >>.
Rex allungò una mano verso di lei, impassibile; Jonathan era pronto ad afferrare le mani degli amici e a saltare via in qualsiasi momento, se necessario.

Il Vedente la toccò per un secondo e lei si ritrasse di scatto, come un animale selvatico.

Rex ritirò la mano, pacato.

<< Ghiacciata. >> convenne, mordendosi il labbro.

Dess fece un ghigno maligno, scoprendo i canini che quasi le sfioravano il labbro inferiore.

“Troppo lunghi” fece osservare Melissa, mentalmente.

 

<< Come va, amici? >> chiese Dess, con una voce fredda che fece venire i brividi ai quattro midnighters come le unghie sulla lavagna.

 

<< Sentita la mia mancanza? >>.

“Quella non è Dess!” gridò con forza Melissa nella mente degli amici.


Al silenzio dei quattro la ragazza emise una risata da far accapponare la pelle.

<< Che c’è, non vi ricordate più di una vecchia amica? >>.

Melissa rifletté un attimo e fece un passo avanti, accompagnato da un gemito preoccupato di Rex.

Con lo sguardo li intimò a stare indietro.

<< Ma certo Dess >> disse, melliflua << e certamente ricorderai anche questa >>.

La Telepate tirò fuori una collanina d’acciaio.

<< Come potresti dimenticare “Dimostrazione Assolutamente Inappropriata?” era la tua preferita. >>.

Alla vista della collana e del nome Dess fece un ringhio bestiale, seguito da uno strillo acuto.

Si tappò le orecchie con le mani, nascondendosi nell’ombra con un sibilo.

 

Melissa si girò verso di loro, soddisfatta.

<< Non è più una di noi >> disse gravemente << guardatevi dal rimanere soli e senza protezione: attaccherebbe senza il minimo scrupolo. >>.

 

Dess rise dal suo angolo, tornando alla vista dei ragazzi.

Il suo sguardo si posò poi sul braccio di Melissa e l’espressione si fece famelica, gli occhi sbarrati e il respiro ansante.

Rex si fece avanti e ringhiò, affrontando Dess in una battaglia di sguardi.

<< Il taglio che mi sono fatta maneggiando Illegittimità Gratuitamente Machiavellica… >> sussurrò stupita la Telepate.

Nell’udire il nome dell’arma Dess gemette di dolore, contraendo in una smorfia disumana le labbra, ormai di un blu così scuro che tendeva al nero.

<< Rex, Rex… >> fece, con una risata folle.

<< Rex, tu potevi salvarmi. Tu sapevi. Voi sapevate… ma no, tu e Melissa eravate troppo impegnati a godere del frutto del mio lavoro; il mio, non vostro… e pensare che non ne ho ricavato niente… ma tu, tu Rex! Dopo avermi fatto questo, ti permetti ancora di ringhiarmi contro? >> disse, con un ghigno isterico e arrogante.

 

All’improvviso si voltò verso Jessica, e la sua espressione cambiò fulmineamente e diventò pura sofferenza.

<< Jess! Jess! Tu mi vuoi bene, vero Jess? >> chiese, con tono straziante << Non lasciarmi qui, non lasciarmi sola! Fa tanto male Jess, il cuore brucia! Il polso è fermo! Jess, fa tanto freddo… ti prego, non lasciarmi qui! >> gridò, implorante.

Jessica avanzò come incantata, incatenata a quello sguardo disperato, piena di sensi di colpa.

<< No! >> urlò Jonathan, fermando la ragazza.

<< Jess, lei non è Dess. Sta bleffando, lo capisci? Jess, diavolo, ascolta! >>

 

All’improvviso la luna nera calò e Dess scomparve con lei come un incubo.
La gravità ritornò a pesare come un macigno sui quattro amici, affondava le scarpe nel terreno come un peso insormontabile che gravava su di loro dopo l’esperienza di quella notte.

 

<< Ormai Dess è imprigionata nella mezzanotte. >> soffiò Rex << Qualsiasi cosa sia diventata. >>

LOL, questo capitolo si commenta da solo <3<3

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Capitolo 8
*** 8 ***


I giorni si susseguivano veloci, e nessuno aveva più il coraggio di uscire durante l’ora segreta.
Rimanevano rintanati, al sicuro, ancora troppo scossi per pensare lucidamente.

Ma… era davvero Dess, quella?

Sì, no, perché… tutti interrogativi irrisolti, e loro dovevano assolutamente fare luce su questa situazione.

Così, a scuola, presero una decisione comune.

Avrebbero indagato, a partire da quella notte.

Intanto la cronaca nera di Bixby raggiungeva livelli spaventosi, satura di morti e scarsa di spiegazioni. Una sola costante: i cadaveri aperti e dissanguati, ripuliti di tutto.

 

I midnighter ripresero a camminare per le strade di Bixby con cautela, pieni di protezioni di ogni tipo.

Giorni prima avrebbero volturo incontrare Dess, assicurarsi che non fosse morta, ma non avrebbero mai e poi mai immaginato di vederla in quelle condizioni.

Ora si preparavano al secondo incontro, con la signorina Polimatematica, armati fino ai denti.

Non fu affatto piacevole. Ancor meno del primo, anche se non ci fu il cosiddetto “effetto sorpresa”, il più delle volte determinante.

Tuttavia, nonostante si fossero preparati, un briciolo d’orrore li scosse quando scoccò l’ora blu e la videro; stava cogliendo fiori nel prato del parco, piccole e tenere margherite congelate nella mezzanotte; non appena sfioravano le sue dita pallide morivano, diventavano secche e avvizzite nelle piccole mani; lei sembrava non farci caso, e continuava a canticchiare a bocca chiusa una nenia che a Melissa risultò stranamente familiare.

 

Quando si avvicinarono, titubanti, lei sorrise, scoprendo la dentatura perfetta e inquietante, e li accolse come ospiti graditi.

Sarebbe stata un’attrice fantastica, in grado di recitare alla perfezione un ritrovo fra amici, e la scena persino credibile, se il suo aspetto non avesse avuto quel che di truculento.

<< Ragazzi! >> esclamò Dess, fintamente sorpresa << non vi aspettavo per quest’ora >> continuò, ironica, ed esplose in una risata malvagia, lasciandoli atterriti sul posto.

<< Che piacevole sorpresa. >> concluse, con un sorrisino irritante sul volto pallido.

 

<< Dess >> fece Melissa, apparentemente calma. << Che ti è successo? Hai un aspetto orribile, lasciatelo dire. >>.

Effettivamente era persino peggiorata dall’ultima volta.

Il volto era cadaverico, gli occhi cerchiati da un malsano blu scuro e le labbra erano quasi nere.

Il suo viso, tutto il suo viso, era davvero esangue, l’unico colore erano gli occhi viola.

<< Oh, ma io sto benissimo, Mel >> fece lei, melliflua << tu, piuttosto, mi sembri… pallidina. >>

Rex ringhiò, spazientito.

<< Parla, mostro! Che ne hai fatto di Dess? >> latrò, seccato.

<< Mostro? >> la ragazza piegò la testa di lato, fingendo di non capire.

<< Mostro… mi chiami così, Rex? Perché? Con quale diritto? Qui il mezzoscuro sei tu, Rex. >>

Il ragazzo deglutì a vuoto. << Quindi non sei… >> << No, non lo sono. L’unico a dover essere chiamato mostro, qui, sei tu e non io, mio caro. >>

Lui sibilò di frustrazione. Aveva ragione, maledettamente ragione…

 

La gola di Dess emise un suono strozzato, sordo, inquietante.

Un fremito la scosse e il suo corpo subì una violenta convulsione.
Prima si piegò e poi, tossendo, si rannicchiò vomitando qualcosa dall’aspetto orribile.

Jessica svenne, mentre tutti gli altri inorridirono.

Diavolo… quello era un mare di sangue!

Cari! Sono tornata dopo un luuungo soggiorno a scuola... che continua tutt'ora -.-. 
Grazie per le recensioni, care ;). A puro scopo informativo, Dess non è stata sincera al 100% con Jess... (io direi neanche un po' ma vabbé xD. Diciamo che è una brava attrice.)
Ci vediamo al prossimo capitolo!!! Kiss :*

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Capitolo 9
*** 9 ***


Dess si rialzò barcollante, come se nulla fosse, e una risata folle riecheggiò nell’aria.

Si asciugò un rivolo di sangue dalla bocca e si sedette, accovacciata su una pietra.

<< Credo che ci abbia mentito >> soffiò Rex, vicino all’orecchio di Melissa << il suo focus è fortissimo. >>

<< Io non sento niente! Dico davvero. È come se fosse un oggetto inanimato >> sibilò come risposta Melissa.

Jessica era ancora accasciata per terra, sorretta da Jonathan, e respirava affannosamente.

Dopo aver rigettato tutto quel sangue, Dess sembrava quasi livida; ma il sorriso strafottente non abbandonava mai il suo volto.

A Melissa diede come l’impressione che quella scena si fosse ripetuta già molte altre volte: l’ex-midnighter non sembrava minimamente scossa.

<< Jessica si sente poco bene? >> domandò, ironica.

Tentò di alzarsi, tremando appena, poi sfilò dalla tasca della felpa una siringa di cui s’iniettò il contenuto.
Il cambiamento fu repentino: il volto assunse quel pochissimo colore che la distingueva da un cadavere, pur restando mortalmente pallida. “Almeno non livida” si ritrovò a pensare amaramente Melissa; le labbra non erano più così nere da far pensare che si fosse messa il rossetto e il blu malsano che costantemente le circondava gli occhi si dissolse appena, rendendo comunque Dess inquietantemente simile a un morto. Gli occhi dal viola intenso iniziale passarono a un lieve lilla e la ragazza fece un profondo respiro, come sollevata. I canini non si erano ritirati. 

 

-

 

<< Dess è morta! Morta, Jessica! Maledizione, vuoi capirlo? >> la rossa stringeva ancora convulsamente il braccio di Jonathan.

Erano a casa di Jess: i suoi erano partiti per il week-end.

<< E allora cos’era? Un fantasma? >> esclamò, addolorata.

Tutti tacquero. Effettivamente non c’era una risposta logica per ciò che avevano visto.

<< Hai visto gli aloni intorno agli occhi? Le labbra nere? Il pallore cadaverico? Di solito chi risponde a queste caratteristiche abita sottoterra. E che mi dici del sangue che ha sputato? Era una quantità incredibile! >> disse Rex, apparentemente tranquillo.

In effetti, il ragazzo aveva ragione da vendere.

<< Però si muoveva >> affermò Jessica con decisione << e parlava. Quanti morti hai visto parlare? >> continuò la rossa, sicura.

<< Io ne ho visto proprio uno l’altra notte >> << Smettila, Mel. Non è divertente >> la ammonì Jonathan, abbracciando Jess.

<< Senti Flyboy, Dess non era proprio in forma. L’hai potuto vedere con i tuoi occhi. E non hai notato quella roba che si è iniettata? Si è sentita subito meglio. >> gli fece notare Melissa, accendendosi una sigaretta.

Rex sollevò un sopracciglio, scettico.

<< Da quando fumi? >> le domandò, sospirando << Da adesso >> fece la bionda, portandosela alle labbra.

Rex sospirò, scosse la testa e gliela tolse dalle mani.

<< Hey! Dammela! >> esclamò Melissa, indignata. Rex la spezzò e gliela porse, impassibile. Lei la buttò e guardò di sbieco il Vedente, imbronciandosi. A volte era davvero comica.

A un tratto la Telepate saltò in piedi, come fulminata e si portò una mano alla testa.

Era a dir poco sconvolta.

<< Mel? Cosa c’è? >> domandò Rex, come al solito preoccupato per lei.

<< Accidenti a te, Madeleine! Potevi avvisarmi prima >> sputò, tra i denti.

<< Che cosa sta succedendo? >> fece Jonathan, scattando in piedi come la ragazza, pronto a un possibile scontro.

<< Tranquillo, Acrobata >> disse Melissa, stranita << a quanto pare ci stanno venendo a trovare dei nuovi amichetti. Esattamente tra nove ore e venticinque minuti. >>.

-

Uh xD perdono! Sono secoli (per la precisione sette lunghi mesi) che non aggiorno. Mi meriterei tanti tanti insulti e magari anche un bel linciaggio, ma confido nel vostro buon cuore xD. Nei prossimi capitoli saprete con precisione cosa è successo a Dessy u.u portate un altro po' di pazienza. Vi adoro <3<3 Baci!

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Capitolo 10
*** 10 ***


La notte scese in fretta, come al solito.

Quando scoccò la mezzanotte il mondo si tinse di blu e una strana sensazione attraversò il corpo di Jessica come una scarica elettrica.

Era solo un’impressione ma era fredda come il ghiaccio, tanto da farle venire la pelle d’oca.

Guardò fuori dalla finestra pronta a scorgere Jonathan ovunque fosse; sapeva che sarebbe arrivato in due minuti.

Quel silenzio innaturale un po’ la inquietava, come in ogni Ora Blu.

Attraversarono la città con Jonathan fino ad arrivare al parco. Non sapevano perché ma era come se sentissero di dover essere lì.

Atterrarono sull’erba umida di rugiada in perfetta sincronia.

Videro Rex e Melissa che si tenevano per mano; la Telepate fece un sorrisino forzatamente ironico.

<< Finalmente siete arrivati >> sospirò Rex, sollevato. Jessica aggrottò le sopracciglia.

<< Come lo sapevate? >> domandò infine << Perché vi ho indicato io dove venire >> disse Melissa con ovvietà.

Jonathan rabbrividì, nonostante cercasse di reprimere quelle sensazioni. Contemporaneamente Melissa lasciò la mano di Rex per massaggiarsi le tempie, poi chiuse gli occhi e fiutò l’aria. Tremò leggermente prima di annunciare l’arrivo di una nuova comparsa.

Le sembrava quasi di essere finita in un film horror di serie B, troppo truculento e surreale. D’altronde l’intera Ora Blu lo era.

Voltò la testa in direzione di una figura seduta sulla solita panchina e quando ne vide una seconda indietreggiò, stordita.

<< Sorpresa, Telepate? >> domandò Dess, divertita << Sei nel panico. Qualcosa non va? >>.

Vicino a lei c’era quella che a Melissa sembrò essere una sua simile: una ragazzina di quattordici anni all’incirca, piccola e magra con lunghi capelli neri. In un secondo se le ritrovarono a un metro di distanza: Melissa sobbalzò per la vicinanza con la bambina.

<< Non vi ho ancora presentato Leila? >> ghignò la ragazza.

Melissa vide Rex stringere una lancia d’acciaio pulito con non poco fastidio, sebbene dei guanti proteggessero la sua pelle nuda.

<< Lui chi è? >> chiese la ragazza con voce flautata, indicando il Vedente.

Dess scrollò le spalle << Uno di loro. >> rispose, senza staccare gli occhi dalla lancia.

Anche Leila aveva gli occhi viola, ma Melissa percepiva qualcosa di più: una malvagità pulsante si faceva strada nel suo corpo, palpitava prepotentemente nelle sue vene quasi volesse coprire il cuore.

Era più pericolosa di Dess.

L’istinto di sopravvivenza prevalse e indietreggiò fino a finire con la schiena contro il petto di Rex. Cercò con gli occhi un lembo di pelle nuda e la sfiorò con un dito, trasmettendo al Vedente tutto ciò che aveva sentito.

Lui si posizionò davanti a lei come a volerla proteggere.

Le vibrazioni negative nell’aria si fecero più potenti, tanto che sul volto di Melissa comparve una smorfia.

<< Andiamo via >> sussurrò, rantolando. Rex le prese un polso e la portò via da Leila.

<< Lasciate già la festa? >> ridacchiò Dess << Be’, ci rivedremo. >>.

Camminarono velocemente, lasciando il parco con l’ansia addosso. Ogni tanto si voltavano per controllare che Dess e Leila fossero ancora lì.

Quando arrivarono alla strada, Melissa fece un profondo respiro e si passò la mano sul viso.

Rex la abbracciò da dietro, protettivo mentre Jessica sfiorava continuamente la sua torcia, Apprendimento, con nervosismo crescente.

Un altro evento che i midnighters non potevano prevedere.

Cominciavano a essere stanchi di tutta quella storia, ma sapevano anche che potevano solo stringere i denti e andare avanti.

Ragazze! Ciao! *schiva abilmente pietre/pomodori*. Io l'avevo detto che ci sarebbero stati dei colpi di scena xD Leila non è l'unico personaggio che voglio introdurre. Vorrei far notare il significato del nome (dato che ho fatto una faticaccia per trovare il nome giusto a ciascun personaggio -.-'):  "Leila" richiama all'oscurita, forse con il significato di 'notte' o 'nata durante la notte'. Ovviamente c'è affinità con il carattere e il fatto che fosse una midnighter, in passato.
Niente, spero vi piaccia ^^ un bacione grande grande! Love you <3

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Capitolo 11
*** 11 ***


<< Sapete la novità? >>

Tutti si girarono verso Jonathan con una smorfia; di novità, ultimamente, ce n’erano state a sufficienza… Leila metteva i brividi.

Il ragazzo fece un sorriso stanco ma negli occhi s’intravedeva comunque un guizzo di vivacità. Be’, almeno non erano cattive notizie.

<< L’ha saputo mio padre per vie traverse… oggi dovrebbe trasferirsi qui Lucy Pierce. In città non si parla d’altro! Mio zio è agente immobiliare e ha venduto alla famiglia Pierce una villa, ma più che una casa sembra un palazzo. >>

Jessica sgranò gli occhi: << Stai parlando di quella Lucy Pierce? >>

Jonathan annuì, ma Melissa non sembrava sorpresa.

<< Sì, Madeleine me l’ha detto stamattina. A quanto pare è una midnighter. >> confermò tranquillamente, giocherellando con una collanina d’acciaio.

Rex si girò verso di lei, aggrottando le sopracciglia. << E cosa aspettavi a dircelo? >>

La Telepate scrollò le spalle. << Flyboy mi ha preceduto. >>

<< Che cosa sappiamo di lei? >> domandò Rex a Jessica. Lei sgranò gli occhi, incredula.

<< Ma tu non guardi il telegiornale, Rex? >> << No, a dire il vero non guardo più televisione >> le ricordò, interrompendola.

Jessica sospirò, ma Jonathan era davvero sorpreso: << Oltre a essere la figlia di un magnate in campo del petrolio – per la cronaca, suo padre possiede più pozzi petroliferi di quanti tu possa immaginare – e mettiamo da parte il fatto che sua madre sia stata un’attrice di successo… andiamo Rex, è una bambina prodigio. Un piccolo genio. >> esclamò, scettico. Era impossibile che non la conoscesse.

Rex scrollò le spalle, come a sottolineare il fatto che non l’aveva mai sentita nominare.

<< Ha progettato e disegnato il modello di due nuovi prototipi di ali per aerei da guerra, mia madre non fa che decantare le sue incredibili capacità. >> borbottò Jessica, addentando la sua pizza. Era contenta che per una volta riuscissero a fare un discorso quasi… normale.

<< Già me la vedo. Una bambina smorfiosa e viziata >> sospirò Melissa, affranta.

<< Non dire così >> la rimproverò Rex << chi meglio di te dovrebbe sapere che non si giudica una persona prima di averla conosciuta… >>.

La Telepate scrollò le spalle, rigirandosi in mano una mela. Era suo diritto poter fare la stronza, ogni tanto, no?

La campanella suonò di nuovo e i midnighters si alzarono in sincronia.

Melissa guardò ancora per una manciata di secondi la mela, poi sospirò e la fece rotolare nella borsa. Legò i capelli biondi in uno chignon frettoloso e guardò fuori dalla vetrata, con improvviso interesse.

<< Jessica, Jonathan, credo che la nanetta frequenterà i vostri stessi corsi. >>. I due la guardarono, confusi.

<< Come, scusa? Mel, ha dodici anni! >> esclamò Jonathan, guardandola fisso per verificare che non stesse scherzando.

Ma la Telepate era serissima e solo un ghigno strafottente si disegnò sul suo viso. << Flyboy, l’hai detto tu stesso. È un piccolo genio. >> gli ricordò.

Poi si fece pensosa << Ah, hai ragione, Jess. Come faccio a sapere la sua altezza? >> sospirò, melodrammatica. 

Indicò la vetrata.

<< La vedrete al corso di biologia. Buona fortuna ragazzi… au revoir. >> rise, e s’incamminò verso l’aula di storia.

I due si guardarono, sbigottiti, poi guardarono verso la direzione indicata loro da Melissa.

Una bambina stava entrando in quel momento nel cortile della scuola, accompagnata da un uomo, il quale aveva tutta l’aria di essere un autista o un maggiordomo, che le portava la borsa.

Rex ridacchiò.

<< Chiudete la bocca, ragazzi. La vostra mascella rischia di toccare il pavimento. >>

 

                                                                                                         ***

 

Jessica e Jonathan presero posto, vicini come sempre, in fondo all’aula.

Erano in anticipo di un paio di minuti e l’aula era deserta, fatta eccezione di un paio di studentesse stacanoviste che ripassavano furiosamente.

Jonathan tenne gli occhi incollati sulla porta finché non entrò la bambina – come aveva detto Melissa, era davvero bassa e gracile – che si sedette in fondo all’aula e posò la cartella sul banco alla loro destra.

Jessica la scrutò a lungo: i capelli biondi e arricciati alla perfezione erano raccolti in un fermaglio argentato sulla nuca e indossava vestiti scelti con evidente gusto per la moda; aveva la stessa età di Beth ma i suoi occhi, di un grigio limpido screziati d’oro, riflettevano una maturità incredibile.

Tenne gli occhi bassi per tutta la lezione e prese appunti senza entusiasmo; Jessica ebbe una stretta al cuore: quel comportamento annoiato le ricordava Dess.

Quando suonò la campanella ad annunciare la fine dell’ora, Lucy prese la borsa e fece sorrisi educati ai compagni del corso che si presentavano.

Uscì con una certa fretta, diretta all’aula di trigonometria avanzata.

Jessica era piuttosto stupita: Trigonometria avanzata a dodici anni?

Lucy si girò verso di lei e per Jessica il suo sguardo fu un altro pugno nello stomaco.

Dess.

L’entrata di un’altra Polimatematica nel gruppo diede a Jessica l’impressione di tradire ciò che era rimasto della sua amica.

 

                                                                                                          ***

 

<< Parlatele domani stesso. È una ragazzina intelligente, capirà subito. Sospetta già, la fissavate in modo piuttosto eloquente. >> disse tranquillamente Madeleine, sorseggiando tè amaro.

Jessica arrossì fino alla punta dei capelli: era stata così indiscreta?

<< Inoltre è un personaggio piuttosto in vista. So che non sarà facile da gestire, ma ha ottime capacità spontanee oltre che il suo dono. Credo si sarebbe distinta comunque per la sua mente brillante. Ne ho trovato un altro, arriverà entro un mese. >>

I midnighters guardavano tutti in basso, turbati dalle visite notturne di Dess.

Madeleine fece un gesto scocciato con la mano.

<< Non è più Dess, ve l’ha detto anche Melissa; quella creatura mantiene solo il corpo della vostra amica. >>; la tranquillità con cui lo disse scatenò in Rex una voglia terribile di darle un pugno.

<< Ora andate… e non uscite. Stanotte la caccia sarà spietata. >>

Senza Dess i midnighters non riuscivano a districarsi in quella rete fitta di date e numeri.

Si alzarono in silenzio e uscirono, ognuno con i propri pensieri.

 

                                                                                                         ***

 

<< Martha? >> << Sì, signorina Pierce? >>.

Lucy si alzò con grazia dalla poltrona, stringendo un po’ di più la vestaglia sul suo corpo esile.

<< Accendi il camino, per favore. Chiama mio padre e di’ all’arredatrice di preparare tre camere per gli ospiti, due biblioteche e un laboratorio per i miei esperimenti. >>

La governante annuì, sorridendo con fare materno. << Certo, signorina. Posso fare altro? >>

Lucy si fece pensosa. << Sì. Fai portare nelle mie camere il ritratto di mia madre. Grazie, Martha. >>

La donna si congedò e la ragazza rimase a fissare a lungo la foto che ritraeva i suoi genitori che sorridevano felici: la donna teneva in braccio una bambina.

Ignorò i vari attestasti che aveva guadagnato negli ultimi due anni, tutti ordinatamente appesi sul muro del corridoio, e scese le scale.

Scartabellò le risme di fogli dedicate a Bixby e cominciò a leggere il fascicolo dedicato alla scuola.

<< Martha? >> chiamò nuovamente la ragazza.

<< Sì? >> la governante comparve nella stanza, sempre sorridente.

<< Domani avremo ospiti. >> << Va bene, signorina Pierce. >>

Lucy rimise al suo posto il fascicolo: voleva proprio conoscere quella ragazza con i capelli rossi e il suo amico.




Noticine

Credo che questo capitolo sia abbastanza chiaro (nonché noioso e mal scritto) ma ovviamente sono sempre a vostra disposizione quanto a chiarimenti! :D
Chiedo umilmente venia per il ritardo orribile, lo so, sono un mostro e mi merito tutto il peggio.
Ma voi mi volete bene, vero? *-*
Bene, sotto c'è uno spazicino per le recensioni... usatelo, anche solo per ricordarmi quando faccia schifo questa ff :D

- amimy: Oh sì, Leila non è solo cattiva... è molto cattiva xD. Davvero adori le descrizioni? A me sembravano... non so, eccessive. Se mi minacci con le tue armi credo che dovrò proprio mettere a posto questo casino, vero? xD Ah, mi spiace deludere le tue aspettative ma questo capitolo è orrendo... baci! =)

- Alchimista: Grazie cara! Ma devo dire... con Cherry ho proprio dato il mio meglio xD. Ho tutte le intenzioni di farvi stare ancora un pochino sulle spine, quindi non trattenere il fiato... a meno che tu non sia campionessa di apnea!! xD Baci!

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