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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Once upon a time? Oh, Grow up baby! *** Capitolo 2: *** It's a little bit like hell . *** Capitolo 3: *** can you hear me? ***
Capitolo 1 *** Once upon a time? Oh, Grow up baby! ***
Once upon
a Time? Oh, Grow up Baby!
- Greengrass Daphne ?
Esordì
una voce femminile, di una donna con una certa età, in piedi accanto ad uno
sgabello in legno scuro, su cui posava un vecchio cappello apparentemente
malmesso. La donna gettò uno sguardo verso gli studenti con le loro tuniche
nere, quelli seduti al tavolo dai colori verde argento, che drizzarono
immediatamente la testa, in attesa della ragazzina chiamata per lo smistamento.
Tutto sapevano chi erano le Greengrass, tutti aspettavano che la primogenita
varcasse finalmente i cancelli del castello. Ed ora eccola lì, che saliva i due
scalini che la separavano dal Cappello Parlante. Emanava già la tipica bellezza
delle Greengrass, con quei capelli castani che le ricadevano sulle spalle, quei
due grandi occhi azzurri che brillavano d’una luce superba. La ragazzina si sedette
sullo sgabello in attesa che il Cappello le venisse posato sulla testa. Passarono
pochi secondi prima che esso alzi la sua voce ed esclami a chiare lettere la
parola – Serpeverde ! –
Compiaciuta
si alzò, dirigendosi a passo fiero verso il tavolo cui sapeva già di
appartenere. Le venne fatto posto in mezzo ai ragazzi più grandi, in mezzo ai
principi Serpeverde: Malfoy, Zabini e la Parkinson, già al secondo anno. Era ovvio che
avrebbe fatto parte di quell’ elite di cui tanto si parlava. Era stato il suo
cognome ad aprirle tutte le porte necessarie e sarebbe stato così, sempre.
Sedeva fiera, con il volto illuminato dalle candele lì intorno mentre tutto il
tavolo mormorava di lei. Finalmente era arrivata. Tutti l’aspettavano ed
inutile dire che l’attesa veniva ricompensata dal meraviglioso arrivo. Era
splendida, sebbene avesse soltanto undici anni. Come poteva non esserlo? Figlia
di Elettra Greengrass, la vedova nera, non poteva che essere l’emblema della
perfezione. Ma lei non faceva neanche caso a tutti i ragazzi che la guardavano
con ammirazione, alle ragazze che la squadravano continuamente in un misto di
invidia ed inferiorità. Lei aveva occhi soltanto per una persona: Blaise
Zabini. L’aveva già visto da lontano, appena entrata, mentre rideva ad una
battuta sicuramente sporca dell’amico Malfoy. Inutile dire che quel momento,
quegli sguardi che si incrociarono, segnarono per sempre la vita della
bellissima ed astuta Greengrass.
-
Benvenuta, sembrava che non saresti arrivata mai, Greengrass.
Eccola lì
quella voce, quello sguardo penetrante, come mille lame nell’anima. Lui la
guardava, seduto di fronte a lei nel tavolo. La guardava con un leggero
sorrisetto dipinto sulle labbra, con uno sguardo colmo di mille sottintesi.
- Zabini,
quale onore parlare con te. Se non mi fossi fatta attendere avreste potuto
credere di avere a che fare con una qualsiasi Serpeverde.
Rispose
di tutto tono, con un che di ironico.
- Ed a
quanto pare non è così. Bene, vedremo se sei davvero diversa dalle altre o se
sono soltanto parole.
Daphne lo
guardò. Aveva capito. Il gioco era appena iniziato.
La
ragazza dai lunghi capelli castani sedeva su quel letto avvolta dalle candide
lenzuola che odoravano di quella passione da poco consumatasi.Con quegl’occhi che brillavano d’azzurro
osserva ai movimenti del ragazzo che dormiva lì accanto. Era bello, bello da
morire, ogni minuto che passava irradiava quella luce di perfetta superiorità
che avrebbe fatto sentire piccolo perfino il più importante della scuola.
Daphne sorrideva appena. Ogni notte, dopo il sesso, restava a guardarlo
dormire, accarezzandogli i capelli castano scuro, esaminando ogni suo movimento.
Gli piaceva più di quanto potesse ammettere. Gli piaceva da sempre, fin dalla
sera dello Smistamento. Lui era Blaise Zabini, come poteva non piacerle? Lui
era la perfezione fatta persona. Andava ormai avanti così da qualche mese: ogni
sera Daphne si recava nella camera di Blaise e lì facevano scintille, nel vero
senso della parola. La mattina presto lei se ne tornava in camera sua e per il
resto della giornata si scambiavano soltanto qualche sguardo malizioso, o
qualche acida battutina. Erano fatti così, non stavano insieme, erano solo
sesso. Daphne non era la tipa da soffrire per una cosa del genere, anche lei in
fondo voleva solo quello, ma la differenza tra i due era che la ragazza di era
ripromessa di non donare il suo corpo a nessun altro. Blaise era stato il primo
e sarebbe stato l’unico, almeno per un po’ di tempo.
La
ragazza si alzò delicatamente, cercando di non fare rumore, così da non
svegliare l’altro. Indossò i vestiti gettati poco più in là, si sistemò i
capelli specchiandosi e lasciò un bacio sulle labbra del ragazzo. Poi, di
soppiatto uscì e corse fino alla sua camera. Aveva bisogno di dormire,
tremendamente bisogno.
Sbadigliando,
la mattina successiva, la
Greengrass si alzò. Fece una doccia veloce ed una volta
pronta si diresse verso la Sala Grande
dove si sarebbe tenuta la colazione. Una volta giunta lì si sedette al solito
posto di fronte a Blaise che la guardava con sguardo assolutamente pieno di
sottintesi ed accanto a Pansy. Draco, accanto a Blaise, guardava la scena semi
divertito.
- Insomma
Daph, chi sarà il tuo cavaliere per il ballo?
La Serpeverde alzò il sopracciglio. Non aveva
pensato che la sera stessa si sarebbe tenuto il ballo scolastico. Sbuffò
appena. Chiedere a Blaise sarebbe stato ammettere che gli piaceva e così non
poteva fare.
- Pansy
si farà accompagnare da Theodore e il nostro caro Blaise porterà Arsenia. –
La
forchetta le cadde di mano all’udire le parole dell’amico. Cosa diamine voleva
dire che Blaise avrebbe portato Arsenia al ballo? Arsenia era sua sorella e per
di più era soltanto al secondo anno. Tossì appena e si ricompose
immediatamente. Era la guerra che Blaise voleva? E guerra avrebbe avuto.
- Sai
Draco, avevo pensato di andarci con te.
- Dovrò
disdire un paio di appuntamenti ma direi che non potevi trovare soluzione
migliore. Ah, il sangue Greengrass.
Daphne
sorrise. Certo, portare Draco non era ciò che realmente voleva ma di sicuro
sarebbe stato meglio che non andarci. Zabini li guardava di sottecchi cercando
di nascondere un leggero fastidio che avvertiva. Non credeva assolutamente che
Daphne sarebbe andata al ballo con qualcun altro, ma spesso perfino lui
riusciva a sottovalutare la sua splendida amante.
Erano
ormai le 19:30 della stessa sera e la nostra principessa si guardava allo
specchio, sistemando gli ultimi dettagli, lisciandosi il vestito blu addosso, e
obbligando i capelli a restare perfetti in quella complicata acconciatura.
Ovviamente era splendida, come sempre d’altronde.
Puntualmente
Draco aprì la porta della camera, facendo il suo ingresso. Era perfetto in un
elegantissimo abito scuro, i capelli rigidamente sistemati all’indietro e
recava in mano una rosa, che porse alla Greengrass, inchinandosi.
- Ma cosa
siamo galanti Malfoy! Poi mi dovrai spiegare come hai fatto entrare in camera,
visto e considerato che le chiavi le ho solo io.
- Segreti
del mestiere Greengrass.
Insieme
uscirono dalla stanza. Il percorso che li separava dal luogo del ballo, la
Sala Grande, era piuttosto breve e
fortunatamente non c’erano troppe scale da fare, altrimenti i vertiginosi
tacchi della Serpeverde avrebbero potuto creare qualche problema, forse. Fecero
il loro ingresso per ultimi, il principe e la principessa dei Serpeverde e
tutti si voltarono ad ammirarli. Emanavano quella sensazione di perfezione e
distacco che avrebbe potuto fare invidia a chiunque. Insieme incarnavano lo
spirito della loro Casata, del loro sangue, delle loro famiglie. Raggiunsero in
poco tempo gli altri, che li aspettavano vicino al tavolo dei drink. Pansy era
raggiante nel suo abito color lavanda e Theodore lì accanto sembrava aver
realizzato il sogno della sua vita. Vi erano anche Zabini e la piccola
Greengrass, che ridacchiavano sommessi complici di un qualcosa in cui Arsenia
non sarebbe neanche dovuta entrare. Lei indossava un abito esageratamente
sofisticato di un bel color amaranto e lui era assolutamente splendido. Fu come
se una lama trapassò il cuore di Daphne.
- Daphne,
finalmente sei arrivata.
- Già
Arsenia, finalmente sono arrivata.
I
discorsi per quella sera finirono lì con l’acidità delle sorelle Greengrass che
si detestavano con tutto il cuore. Blaise era riuscito ad avere ciò che voleva,
la conferma di un qualcosa che pensava già da tempo. E figurarsi cosa gliene
importava a lui di Arsenia, non faceva per lui. Era troppo esagerata e
sofisticata, troppo simile a sua madre. E Blaise odiava Elettra Greengrass con
tutto il cuore. Ma aveva iniziato una cosa ed ormai doveva portarla a termine.
Iniziarono
le danze, ma nessuna delle coppie Serpeverde volle ballare. Non faceva per
loro. Soltanto la Parkinson
e Nott decisero di mischiarsi alla folla. Quella era la loro serata. Draco si
appoggiò al muro in pietra alle loro spalle, cingendo con il braccio la vita
della sua dama.
- Che ne
pensi di andarcene da qui?
Chiese
lui con tono annoiato. Effettivamente la festa era un vero mortorio, un
balletto per quegli idioti Grifondoro che non erano neanche in grado di
rendersi conto cosa volesse veramente dire partecipare ad una festa. I due si
allontanarono ridendo mentre Zabini, poco lontano li osservava andare via,
conscio del fatto che Draco voleva soltanto una cosa da Daphne, ciò che aveva
voluto anche lui dall’inizio della scuola.Scosse la testa, concentrandosi su Arsenia che lo guardava con sguardo
interrogativo. Aveva capito tutto anche lei, ma come poteva ammette di essere
inferiore a sua sorella? No, non poteva.
Nella
Sala Comune dei Serpeverde i due, scappati prontamente dalla festa, sedevano
sul divanetto in pelle verde, davanti al camino, sorseggiando due bicchieri di
champagne “rubati” alla festa. Ridevano, tranquilli. Per Daphne Draco era
soltanto un amico, una persona con cui passare il tempo a chiacchierare
serenamente mentre per lui Daphne rappresentava un desiderio che non era ancora
riuscito a saziare. L’aveva desiderata da sempre, provava una specie di invidia
verso l’amico che era riuscito ad averla.
Poi
accadde, senza che la ragazza riuscisse realmente a rendersene conto. In un
attimo Draco la baciò e le fu sopra. Daphne, che non si aspettava tale gesto
rimase inizialmente spiazzata. Cercò di divincolarsi ma il ragazzo era più
forte di lei. Si sentì assolutamente impotente e si maledisse per aver lasciato
la bacchetta in camera. Le mani di Draco giunsero fino a sotto la gonna,
accarezzandole la gambe. Non che a lei Malfoy dispiacesse,era uno dei ragazzi
più belli della scuola, ma come poteva anche solo paragonarlo a Blaise?
- Non
voglio farti del male, Daph, stai tranquilla. Non credo che tu non voglia
scopare con me no? Però chissà perché non l’hai mai fatto. Bene, ora che
succederà non te ne pentirai.
Una
lacrima le rotolò giù per la guancia, mentre il Serpeverde le sfilò le
mutandine. Ormai si era data per persa; chiuse gli occhi e si lasciò andare.
Cosa doveva fare? Ribellarsi non poteva, non aveva abbastanza forza, tanto
valeva dargli ciò che desiderava.
D’improvviso
la porta della Sala Comune si spalancò. Draco si fermò immediatamente, volgendo
lo sguardo verso la persona che era entrata. Daphne non aveva neanche la forza
di alzare lo sguardo, così rimase immobile, con gli occhi socchiusi ed il viso
ormai inondato dalle lacrime. Malfoy si alzò in piedi, rivestendosi, a sguardo
alto.
- sei
venuto ad assistere allo spettacolo?
Ma con
chi diavolo stava parlando?
- sei
caduto così in basso Draco, violentare una ragazza?
E poi
quella voce. Ma sì, era proprio la voce di Blaise. Allora era arrivato, che
fosse arrivato per salvarla? Quel pensiero diede la forza a Daphne. Lei non era
la persona che si doveva fare salvare, lei era una Greengrass, era abbastanza forte
di per sé. Si alzò in piedi, sistemandosi il vestito e guardando la scena.
Blaise, furioso era faccia a faccia con Draco che aveva sul volto
un’espressione compiaciuta.
- Cosa
c’è Blaise, perché ti dai tanta pena per lei? Non hai l’esclusiva, nessuna ha
detto che puoi scopartela solo tu.
Zabini
divenne livido, impugnò la bacchetta e la puntò alla gola del suo migliore
amico. Non avevano mai litigato così per una ragazza.
- Lei è
mia.
E furono
soltanto tre parole, tre parole uscite dalla sua bocca che sconvolsero il cuore
della Greengrass, che rimaneva immobile, senza sapere cosa fare. Draco rise e
si allontanò dal ragazzo. Raccolse la giacca da terra e si avviò verso le
scale, deciso così ad andare nella sua stanza. Rimasero dunque Daphne e Blaise,
che non avevano neanche il coraggio di guardarsi negli occhi. Zabini si sentì a
disagio. Sapeva che non avrebbe dovuto dire quelle parole ma gli erano uscite
dalla bocca senza che neanche lui se ne accorgesse.
- Daph,
ciò che ho detto..
-
Tranquillo Blaise, l’hai fatto per difendermi e per far tacere Draco, non ho
creduto neanche per un istante che le pensassi davvero. Non temere.
Il
ragazzo rimase spiazzato. E pensare che stava per dirle che anche se lo pensava
avrebbe dovuto tenersi per sé quel pensiero! Ed invece Daphne pensava che lui
non pensasse che le gli appartenesse. Scosse la testa. Ancora una volta aveva
sottovalutato una Greengrass. Tremendo errore.
- Ti va
di dormire con me stasera?
- Zabini
io non sono in grado di fare sesso stasera, non me la sento, mi dispiace.
Chiedi se Arsenia è disponibile, sicuramente ti dirà di sì.
- Non
voglio fare sesso, voglio soltanto dormire con te. E poi cosa credi che me ne
freghi di Arsenia?