My life is only you

di baby dark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** sweet remenbar ***
Capitolo 2: *** A STANGE PERSON ***
Capitolo 3: *** LIFE'S ROAD ***
Capitolo 4: *** A STEAL KISS ***
Capitolo 5: *** THE BEST IN ME ***
Capitolo 6: *** I DON'T BELIEVE IN YOU ***
Capitolo 7: *** MY TRIAL OF LOVE ***
Capitolo 8: *** MY ONLY LOVE FOR YOU ***
Capitolo 9: *** my dark life ***
Capitolo 10: *** I'm incomplete whitout you ***
Capitolo 11: *** YOUR IMPRINTS IN MY MIND ***
Capitolo 12: *** at the airport ***



Capitolo 1
*** sweet remenbar ***


Nuova pagina 1

Eccomi qui con una nuova ff come promesso. Non vi dico niente, solo RECENSITE!!!!!!!!

P.s. le parti di questo colore sono i ricordi

 

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My life is only you

 

1° capitolo-  sweet remember

Quella mattina, il sole splendeva luminosa nel cielo limpido primaverile. Io e Ryan eravamo seduti ad un tavolino di un bar fuori città,in campagna. Sorseggiavamo spensierati i nostri succhi di frutta.

D’un tratto, Ryan si voltò e prese ad ammirare il paesaggio circostante, così rigoglioso e fresco, rinato dopo l’inverno.

R: ti ricordi. L’anno scorso, io e te, al caffè…

I ricordi cominciarono a riaffiorare.

S: ricordo perfettamente tutto. Come potrei dimenticare…

Ryan raccolse un giglio bianco dal vaso vicino a lui e me lo porse. Lo annusai. Quel profumo mi aprì la mente e, insieme a Ryan, cominciai a ricordare quel giorno…

 

In occasione della sconfitta di Profondo Blu, al Caffè Mew Mew era stata organizzata una festa.

Arrivai lì, stranamente in anticipo, infatti non era arrivato ancora nessuno. Mi sedetti ed incrociai le gambe contrariata.

Passarono pochi minuti in cui la mia pazienza cominciò a vacillare. All’improvviso, dalla scale, scese Ryan. Fui estasiata dalla visione che mi si presentò davanti: era semplicemente meraviglioso nel suo smoking nero. Mi sorrise.

Uno di quei sorrisi radiosi e disarmanti che solo lui aveva la possibilità di fare. Da quando l’avevo conosciuto, ho sempre creduto che la bellezza dei suoi sorrisi risiedeva proprio nella loro rarità. Poiché solo i sorrisi che vengono direttamente dal cuore possono risplendere di tale lucentezza.

Mi accorsi che ero rimasta imbambolata a guardarlo, come in trance.

Mi ricomposi e sperai che lui non se fosse accorto.

Venne verso di me. Incrociai i suoi occhi, belli come il mare di Giugno. Non riuscii a sostenere il suo sguardo e chinai il capo arrossendo, stupendomi del mio stesso comportamento.

R: perché non mi guardi negli occhi?

S: non è vero! Ti sto…guar…guardando!

R: dicono che quando qualcuno non guarda negli occhi una persona, vuol dire che ha qualcosa da nasconderle.

S: ti sbagli! – controbattei irritata- Non ho nulla da nasconderti!

R: sarà…- non sembrò tanto convinto della mia risposta-

 

I suoi occhi color nocciola, non riuscivano a guardarmi. Mi nascondeva qualcosa. Mi consolai al pensiero che non  era la sola.

Ciò pensato a lungo e ho deciso che le dirò cosa provo al più presto possibile. Mi libererò finalmente di questo macigno che mi opprime il cuore.

Lei intanto si era voltata e guardava nel voto. Vedendola così indifesa, fragile, mi veniva voglia di stringerla a me. Di sentire la sua pelle vellutata contro la mia.

Quante notti l’avevo desiderata. Avrei potuto prenderla e fare di lei ciò che avrei voluto. Ma il mio problema, se così si può definire, e che avevo troppo rispetto di lei per farlo.

Ho soppresso i miei sentimenti. L’ ho fatto per troppo tempo. Ho vissuto nella sofferenza, ma una parte di me era felice, perché lo era lei. Ormai la mia vita è legata ad ogni suo sguardo, che sia felice, triste, lunatico…ad ogni suo sorriso anche se non è per me.

Ci ho pensato a lungo.

Devo dirle quello che provo.

Devo aprirle il mio cuore.

Forse soffrirò. Forse soffrirà. Ma alla fine sarò stato sincero.

Mi avvicinai. Lei non se ne accorse. La abbracciai, la strinsi a me più forte che potevo. Quasi a farle male.

 

Rimasi pietrificata. Il contatto della sua pelle mi infondeva sensazioni fino ad allora sconosciute.

Nella mia mente regnava il caos più totale. Il mio cuore era come impazzito. Rischiava di uscirmi fuori dal petto. Tutte le mie certezze crollarono. Forse avevo sbagliato tutto. Io stavo con Mark, ma le emozioni che Ryan mi provocava anche con un semplice abbraccio non potevano essere sorvolate.

Sino ad allora, avevo sempre pensato che la mia vita fosse perfetta, che la mia storia con Mark fosse perfetta. Ma forse non lo era.

Mi voltai verso Ryan e li tirai il collo della camicia per avvicinarlo a me. A quel punto lo baciai. Un bacio tenero ma allo steso tempo passionale. Le nostre labbra si erano allungo cercate e desiderate, e adesso, finalmente, potevano soddisfare la voglia dell’altro.

Credo che in quel momento provai un sentimento forte e travolgente, amore? Credo proprio di si! Un amore bugiardo, celato dietro un’amicizia. Ugualmente, bello e puro come la neve.

Forse è questa la mia strada, adesso. Forse è questa la cosa giusta da fare. forse era lui il ragazzo che ho sempre amato…

 

Continuammo a baciarci con sempre maggior desiderio, tanto da far diventare i nostri respiri irregolari.

Fui sorpreso dalla sua reazione. Mi sembrava un sogno. era troppo bello e sensuale per essere la realtà, ma era ciò d’altronde are. Lei mi aveva baciato…potevo toccare il cielo con un dito…

Fummo interrotti da un rumore appartenente ad un motore, proveniente dal piazzale davanti al caffè. Giuro che chiunque fosse stato, l’avrei pestato a sangue.

Smettemmo di baciarci e dopo pochi8 istanti fece capolino dalla porta principale, un super gasato Kail.

 

Divenni paonazza, al solo pensiero che Kail ci avrebbe potuto scoprire. Ryan sbuffò visibilmente e girò sui tacchi per dirigersi vero la cucina.

Non avemmo modo di parlare per tutta la festa, con Mark che mi seguiva come un cane. Non lo sopportavo più. Ma riconoscevo che non era colpa sua. Lui si comportava come si era sempre comportato, sempre iper protettivo. Ero io che mi ero stancata. In tutto il trambusto della festa notai con piacere, per quanto poteva essere possibile, che a Ryan il comportamento di Mark dava enormemente fastidio. A dire la verità anche a me.

 

Non lo sopportavo più. Sempre tra i piedi a fare il coglione. Sorrisi. Dopo tutto in tutta quella faccenda qual cosa di positivo c’era. Mi accorsi di aver provato per la prima volta in tutta la mia vita la gelosia, e tutto questo grazie a quella buffa ragazzina che mi aveva fatto conoscere il dolce e il salato dell’amore.

 

Giunse finalmente la fina della festa. Tutti ce ne andammo e come da copione, una volta usciti dal caffè, Mark mi marcò stretto impedendomi di filarmela.

M: vuoi che ti accompagni a casa?

S: no, grazie lo stesso. Sai se, mi padre ci vede insieme ci fa una scenata e preferirei evitare.

M: ho capito. Ci vediamo domani però, ok?

S: certo.

Mark mi si avvicinò e fece per baciarmi. Io dovetti rispondere e lo baciai a mia volta. Il bacio fu a fior di labbra, molto casto.

Mi consolai nel sentire, in quei pochi attimi, ancora il profumo di vaniglia delle labbra di Ryan.

Vedendolo allentarsi, provai per Mark un profondo senso di colpa. Ma ormai avevo preso la mia decisione: l’indomani l’avrei lasciato.

Giunta davanti a casa, mi accorsi che non avevo più con me la borsetta. Forse l’avevo lasciata al caffè? Cominciai a correre come una matta. Dopo una lunga corsa, arrivai finalmente a destinazione. Tutte le luci erano spente e sull’edificio regnava il silenzio. Entrai, cercando di fare il meno rumore possibile.

 

Appena terminata la festa, mi era diretto spedito, nella mia camera. Cominciai a giocare con una pallina da basball.

Mentre la pallina rimbalzava sul muro davanti e mi ritornava , realizzai ciò che era accaduto. Forse lei, adesso, mi considerava più di un amico. Poteva perfino amarmi.

Smisi di giocare e chiusi gli occhi, cercando di rivivere quel bacio.

 

Riuscii a trovare la mia borsetta nonostante l’assenza di illuminazione. Stava cercando di uscire facendomi strada a tentoni. Urtai per caso una sedia che cadendo ne urtò altre due facendo cadere anch’esse. Caddi anch’io.

 

Fui svegliato da un forte fragore proveniente dal piano di sotto. Scesi di corsa, non curante di essere a torso nudo. Una volta sceso accesi la luce e vidi Strawberry per terra con l’immagine del terrore sul volto. Scoppiai a ridere. Era troppo buffo.

 

Lui scese dalle scale e accese la luce. Mi vide per terra sconvolta e scoppiò a ridere. Non lo avevo mai visto ridere così di gusto. La sua allegria mi travolse e in poco anch’io mi ritrovai a ridere. Improvvisamente mi accorsi che indossava solo un pantalone di tuta. Arrossii per questo e lui se ne accorse.

 

Ancora in preda alle risa, notai che lei si era accorta che io non avevo la maglia e si era ammutolita arrossendo.

S: senti, io...doveri dirti…ecco…una cosa importante…

R: guarda, se vuoi chiedermi di dimenticare quello che è successo prima, non ci sono problemi.

Lei mi guardò allucinata.

S: ma cosa dici??!! Io volevo solo dirti…TI AMO!

Fui sconvolto. Mi sentii mancare e cercai una sedia dove potermi sedere. La trovai e mi ci sedetti, mantenendomi la testa con la mano.

 

Nel vedere la sua reazione, alcune lacrime galeotte cominciarono a percorrermi il viso. Forse il mio sentimento non era corrisposto come credevo.

Poi, all’improvviso,lui ricominciò a ridere. Questo mi irritò molto.

 

Cominciai a ridere. Tutta quella situazione era troppo inverosimile. Sollevai lo sguardo verso di lei.   Stava piangendo. In quel momento realizzai che l’avevo ferita. Mi sentii un verme.

Ritornai serio e mi diressi verso di lei. Le presi il mento con le dita e la baciai. Con il pollice le asciugai le lacrime.

R: mi dispiace. Questa situazione è così surreale che…

S: ho capito! Non c’è bisogno che mi dici altro!

Con i noduli alla gola continuai a parlare.

S: evidentemente il ragazzo dolce e sensibile di cui mi sono innamorata nojn esiste. È stata una follia pensare che Ryan Shirogane non sia soltanto freddo e cinico. TI ODIO!!!

 

Quelle parole mi ferirono più di mille spade. Le corsi dietro e la voltai bruscamente e la guardai. Lei scattò in avanti e mi baciò.

 

Tutto il mondo scomparve. In quel momento c’eravamo solo io e lui. tutta la mia tristezza,il mio risentimento, il mio odio, verso di lui svanirono solo guardandolo negli occhi, come per magia.

R: ti amo.

S: meglio tardi che mai.

 

Cominciai ad accarezzarle il volto. A quel contatto lei rabbrividì. Lei in quel momento mi fermò.

 

Non so perché lo feci, ma lo fermai. Quando mi toccava, un irrefrenabile desiderio di diventare sua per sempre, mi inondava.  Ero sicura che non sarebbe stato solo sesso, sarebbe stato amore…

S: voglio farlo!

R: cosa?!

S: voglio essere parte di te, stanotte.

R: non vorrei che dopo te ne pentissi…

S: non succederà.

Detto questo, mi baciò e mi prese in braccio. Salimmo al piano di sopra e mi adagiò sul letto. Ci guardammo e lui mi cominciò a baciare il collo.

Io invece, li morsi affettuosamente l’orecchio e poi passai la mano sui suoi pettorali scolpiti.

 

Cominciai a toglierle il vestito e rimase soltanto con la biancheria intima. Poi lei, ancora impacciata, mi tolse i pantaloni. Lei arrossì.

Per toglierla dall’imbarazzo, mi avvicinai e li slacciai il reggiseno. Le lo tolsi e li accarezzai il seno.  Al contatto lei rabbrividì.

Mi fermai e ammiri il suo corpo perfetto. Quel corpo, tanto bramato e desiderato, metteva a dura prova la mia lucidità.

 

Dopo esserci tolti gli  ultimi indumenti a vicenda, lui mi guardò…

R: sei sicura? Puoi ancora tirarti indietro.

S: non ci pensare neanche. Avanti!

Lui mi sorrise armoniosamente e mi baciò, incoraggiandomi. Mi fece stendere e mi rimontò. Mi guardò ancora prima di entrare in me. Diventammo una cosa sola.

Fu molto dolce. Non sentii alcun dolore.

 

La mattina seguente mi svegliai presto. Lei era addormentata al mio fianco. Mi alzai senza svegliarla e scesi giù in cucina.

Preparai la colazione, come piaceva a lei: cappuccino e cornetto al cioccolato.

Ritornai di sopra. Lei stava ancora dormendo. Mi curvai e con un bacio la svegliai. Lei sbadigliò e sorridendomi mi disse “buon giorno”.

Le mostrai il vassoio e i suoi occhi brillarono di felicità.

Fu quella la prima volta che mi sentii importante per una persone. La prima in tutta la mia vita che facevo sorridere di gioia qualcuno e fui contento che sia proprio lei: il sole nella mia vita. 

 

 

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Capitolo 2
*** A STANGE PERSON ***


Eccomi qua

Eccomi qua. Sto postando velocemente questi capitoli visto che starete due mesi senza alcun aggiornamento da parte mia…comunque bando alle ciance, questo è il primo e vero capitolo poiché adesso si entra nel vivo della storia. Leggete e recensite. Baci  a tutti!!!!!

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2° capitolo: A strange person

Dopo quella settimana in cui io e Ryan eravamo andati per una breve vacanza in campagna, tornammo a Tokio, poiché, come da un anno a questa parte usavamo incontrarci con le altre Mew , con Kail e anche con Mark. Era come una tradizione, era un pretesto per ritrovarci e parlare di come la vita fosse cambiata dalla conclusione del progetto. Quest’anno, come l’anno scorso, Ryan aveva dato una festa che si sarebbe tenuta nell’ex caffè Mew Mew che adesso aveva cambiato gestione e si chiamava White Angel.

Arrivammo e il caffè era deserto. Non era arrivato ancora nessuno. Ci sedemmo e notai che oltre io, Ryan e i camerieri non c’era alcun cliente.

S: Ryan?

R: si.

S: hai notato che non c’è nessun altro all’infuori di noi. E non mi riferisco ai nostri amici.

R: in effetti…ho affittato il locale solo per noi.

S: cosa hai fatto??!!!

R: perché ti scaldi tanto?

S: lo sai che odio quando fai queste cose da ricco sfondato!

R: a si…non mi risultava questo, quando ti ho comprato quel vestito di Gucci, ieri.

Ryan mi su uno di quei sorrisi beffardi, da sfida, che mi facevano andare in bestia, ma aveva ragione.

Quella mezza litigata tra di noi finì tra le risate. Fui contenta. Tutti ci dicevano che io e Ryan eravamo simili, ed era vero. Molte volte entriamo in contrasto, ma alla fine tutto finisce con un sorriso, con un bacio o a letto…

 R: vorrei farti vedere una cosa.

Mi prese per il braccio e mi portò su per le scale. Mi sorprese il fatto che c’erano ancora. Ma ancora di più mi sorprese il fatto che c’era ancora la camera in cui Ryan dormiva ai tempi del progetto Mew.

Vi entrammo e lui mi guardò maliziosamente.

R: ti ricordi?

S: cosa? Feci finta di non capire.

R: forse è necessaria una ripassatina.

Così dicendo mi prese di peso e mi buttò sul letto. Dove ci baciammo.

Saremmo andati oltre se non fosse stato per la voce del cameriere che ci chiamò. Ci sistemammo e scendemmo.

Cameriere: sono arrivati il signor Asaka e la signorina Midorykaua .

R: certo, li faccia entrare.

I nostri due amici entrarono mano nella mano. Io e Ryan sorridemmo. Quella coppia si sarebbe dovuta fare sin dall’inizio.

K: buon giorno!

Kail era cambiato. Si era tagliato i capelli e adesso li portava a spazzola, scompigliati dal gel. Mentre Lory, portava i capelli lungi sino alle spalle e le lenti a contatto. Stavano proprio bene insieme.

Mentre Ryan, sotto mio ordine chiedeva a Kail informazioni sulla storia con Lory, lei mi si avvicinò.

L: ma voi due…

S: si!

Lei mi sorrise. Un sorriso sincero. Sapevo che ai tempi del progetto Mew aveva avuto una cotta per Ryan, ma evidentemente le era passata.

L: sono proprio contenta per voi.

S: anch’io!

Dopo qualche minuto arrivarono anche Paddy e Pam seguita a ruota da Mina.

Ci salutammo tutti affettuosamente. A turno tutte mi chiesero se io e Ryan ci fossimo messi insieme. Nell’udire la mia risposta quasi tutte non ci cedettero, tranne ovviamente Pam che mi di guardò e mi disse semplicemente: “era ora!”.

Ci mancava poco che firmassi gli autografi.

Poi arrivò Mark. Tra i presenti calò il silenzio. Ryan, con gran stupore da parte di tutti, fu il primo ad andarlo a salutare, seguito a ruota da me e dagli altri, i quali non sapevano come ci fossimo lasciati…

Dopo aver fatto colazione, spiegai a Ryan che avevo un appuntamento con Mark. Lui si surriscaldò.

R: cosa???!!!

S: calmati.

La sua reazione mi fece ridere.

S: devo andare a dirli che adesso sto con te.

R: allora, se la metti così, vai pure. Ma ti vango a prendere. Dove andate?

S: al bar vicino alla scuola.

R: ho capito! Ci vediamo più tardi.

Mi vestii e andai di corsa all’appuntamento. Ero già in enorme ritardo.

Arrivai lì e Mark mi stava aspettando. Mi avvicinai.

M: ciao.

S: ciao.

Lui si stava piegando per baciarmi ma io girai il volto e li diedi con bacio sulla guancia.

Lui rimase un po’ sorpreso ma non ci fece caso. Entrammo nel locale…

S: senti Mark, oggi sono qui, per dirti una cosa…

M: dimmi!

S: Ecco…vedi…io ieri sera…dopo la festa, sono ritornata al caffè perché ci avevo lasciato la borsetta…e …MI SONO ACCORTA DI AMARE UN ALTRO!!

Lo gridai. Quella frase uscì dalla mia bocca come un fiume in piena. Temevo la reazione di Mark. Lui rimase impassibile. Anzi, i suoi occhi diventarono leggermente lucidi. Ma poi parlò…

M: è Ryan, vero?

S: si! Ma come fai a saperlo.

M: certe cose si sentono. Mettevi molta più passione quando litigavi con lui che quando mi baciavi. Poi non hai mai visto le occhiatacce che mi mandava quando stavamo insieme, o quando ti guardava, mentre parlavi, ti muovevi…

Comunque ricorda che prima di essere il tuo ragazzo sono tuo amico. Quindi vai e si felice con colui che ami.

S: grazie! Sei davvero una persona speciale. Sono fortunata ad avere un amico come te!

Detto questo uscii dal bar.

Lo vidi. Era sulla strade di fronte. Mi sorrideva. Quel sorriso mi disarmò. Li corsi incontro e mi aggrappai al collo. Lui mi mise giù e dalla mano che aveva dietro la schiena mi porse una rosa rossa. Io la presi e lo baciai.

 

Eravamo tutti, lì e ricordare il passato e ad informare gli altri del nostro presente. Quando all’improvviso le porte del caffè si aprirono e vi fece ingresso un ragazzo con degli occhiali da sole neri,i capelli castano chiari e vestito tipo un surfista.

Il cameriere li corse subito incontro.

Cameriere: mi scusi, ma oggi il locale è riservato. Mi dispiace.

Ragazzo: voglio solo sapere se qui c’è…Ryan Shirogane.

Ryan si alzò e andò incontro a quello strano individuo.

R: sono io.

Il ragazzo si tolse gli occhiali. A quella vista tutti ci sbalordimmo, ma mai quanto Ryan. Il ragazzo avevo i suoi stessi occhi celesti come diamanti. A vederlo bene, era quasi identico a Ryan se non fosse stato per il colore e l’acconciatura dei capelli che portava lunghi sino alle spalle.

Ragazzo: io sono Richard…Richard Shirogane. Tuo fratello.

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Capitolo 3
*** LIFE'S ROAD ***


Nuova pagina 1

 

 

3° capitolo- Life’s road 

Tutti rimasero senza parole, spiazzati completamente da quella dichiarazione, fatta dallo strano ragazzo con una naturalezza sovrumana. Era sereno, mi assomigliava anche in questo.

La prima reazione che ho avuto quando il ragazzo mi disse di essere mio fratello, fui sicuramente quella di non crederli. Dopotutto, io ero un giovane ragazzo miliardario senza genitori. Era troppo facile costruire una tale messinscena. Ma qualcosa mi diceva che quel surfista da strapazzo non mentiva. Era quasi identico a me.

Rimasi a fissare il vuoto per un po’ cercando di realizzare la situazione e il da farsi. 

Strawberry, ,mi si avvicinò e mi abbracciò. Cercava di darmi forza. Quella ragazza era fantastica. Mi sussurrò all’orecchio… “segui quello che ti dice il cuore. Se lui ti dice di credere a questo ragazzo, allora, fallo!”

R:lo farò.

Lei si allontanò, ma io la presi per mano e andammo insieme incontro a quel ragazzo.

R: ciao! Senti, qualcosa mi dice che potresti essere veramente mio fratello. Ma, non vorrei passare per stupido, quindi, avrai qualche prova.

Ri:solo questa.

Mi porse una lettere. La carta era ingiallita dal tempo. Ciò non mi impedì di riconoscere la persona che aveva scritto quella lettera: mia madre.

La lessi…vi era scritto:

Caro Richard,

probabilmente quando leggerai questa lettera, sarai già un uomo. Ho dato personalmente l’incarico alla tua mamma adottiva di dartela solo quando avrai compiuto 18 anni.

Penserai che ti abbia abbandonato perché non ti abbia voluto. Ma sbagli.

La storia della tua nascita è molto semplice, sei nato da l’amore tra me e un ragazzo che poco dopo diventò mio marito. Solo che, quando ho scoperto di essere in cinta, eravamo entrambi troppo giovani per badare ad un neonato, così mi presi l’incarico di cercarti una mamma ed un pappa che avrebbero potuto prendersi cura di te. L’ ho trovato e  devo molto ai tuoi genitori.

Sarai arrabbiato con me, forse mi odi, però ricorda che sei parte della mia vita. So che vivere con persone che non sono davvero i tuoi genitori po’ essere difficile,ma separarsi da un  figlio non è da meno.

Comunque questa lettera ha un obbiettivo preciso, ti chiedo di cercare tuo fratello Ryan una volta grande e maturo. Il mio sogno è che tu e lui possiate essere felici e alleviarvi a vicenda le vostre sofferenze. Sai, anche lui ha sofferto molto.

Ti prego di esaudire il mio desiderio. Fallo come se fossero le mie ultime volontà.

                                                                                                        Con amore Katrine 

 

Fui sorpreso da quelle parole. Mia madre sapeva di andare incontro alla morte seguendo il progetto di mio padre. Comunque ho intenzione di esaudire il suo desiderio, sarà come averla di nuovo qui con me.

Sorrisi a Richard e li feci segno di assenso con la testa. Dal suo volto trasparì tutta la felicità che provò in quel momento. Venne verso di me e mi abbracciò. Era proprio un surfista.

Ri: grazie fratello!

Quando si fu staccato, li presentai Strawberry, che durante tutto il tempo mi aveva stretto la mano sicura e fiduciosa di me.

R: questa è la mia ragazza: Strawberry.

Lui fece uno strano inchino…

Ri: incantato. E le baciò la mano. Lei arrossì. Lei arrossiva per niente. Forse era emozionata quanto me.

Mentre Richard andava a presentarsi a gli altri, tirai  Strawberry verso di me cingendoli la vita e la baciai.

R: ti amo, lo sai?

S: certo e mi rendo conto di essere fortunata.

R: hai ragione!

Le passai una mano suo capelli color porpora e le li scompigliai.

 

La giornata trascorse felicemente, raccontai a mio fratello del progetto mew. Lui si volle soffermare su come io e Strawberry ci fummo messi insieme. Lei arrossiva ogni volta che io dicevo che era bellissima o che era una frana perché non aveva mai voglia di lavorare.

Fui contento di aver trovato mio fratello. Forse insieme a lui e a Strawberry potevo iniziare una nuova vita, dimenticando i dolori del passato.

 

 

To be continued …

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Capitolo 4
*** A STEAL KISS ***


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4° capitolo- A steal kiss

Quando io e Ryan passeggiamo è normale che qualche ragazza faccia degli apprezzamenti su di lui. Ma questo non mi turba minimamente. So che lui è innamorato di me e ha la mia più totale fiducia poiché mi ha dimostrato più di qualche volta che non farebbe mai qualcosa che potrebbe ferirmi, tipo quella di tradirmi con qualcuna di quelle puttanelle che li girano intorno.

 

Non credo di essere mai stata invidiosa perché mi ritengo una ragazza abbastanza fortunata, anzi, molto fortunata. Ho vissuto nella mia vita cose che le altre mie coetanee possono solo lontanamente immaginare.

 

Allora perché per la prima volta in vita mia ho provato questi due stati d’animo terribili. È successo tutto per colpa di quel Richard. Da quando è arrivato, è come se vuole portarmi via Ryan.

Capisco che è suo fratello, capisco che Katrine ha espresso il desiderio di vederli insieme, ma questo è troppo.

Stavo guardando fuori dalla finestra della mia camera. Era primavera, tuttavia la giornata era uggiosa. Vi era una pioggerellina quasi impercettibile.

Forse Richard vuole allontanare da me Ryan perché crede che io non sia la ragazza adatta per lui. Se è questo che pensa è proprio un sciocco che ha sbagliato in pieno.

Guardo l’orologio. Dovrebbe essere ancora in albergo.

Adesso gli ne dico quattro a quel ficcanaso.

Scesi come una furia per le scale, presi il giubbotto di Jeans e uscii di casa. Aveva finito di piovere e approfittandone cominciai a correre.

Arrivai a destinazione. Mi sorpresi nel vedere che l’edificio era lussuosissimo. È pure uno scroccone, se lo sarà fatto pagare da Ryan…

Entrai.

S: mi scusi? Può chiedere al Signor Shirogane di scendere. Sono la fidanzata del fratello.

Albergatore: certo. Attenda un attimo.

L’albergatore si voltò e chiamò la stanza. Non riuscii a sentire ciò che disse. Dopo un paio di minuti attaccò la cornetta e venne verso di me dicendomi che potevo salire e che la camera era la 354.

Mi congedò e io mi diressi verso l’ascensore. Ero assorta nei miei pensieri, quando il rumore delle porte che si aprirono mi riportò con i piedi per terra. Uscii dall’ascensore.

La camera era poco più avanti. Arrivai dinanzi alla porta e bussai sicura di me. Non ricevetti nessuna risposta. Cercai di aprirla e con grande stupore vidi che la porta era aperta. Entrai. Era una camera lussuosissima.

Vidi che era deserta.

Si diverte anche a prendermi in giro! Contrariata stavo per andarmene,quando una mano mi girò bruscamente e mi trovai faccia a faccia con quello sbruffone.

Ri: sai che sei proprio maleducata! Non si entra senza bussare! Il suo sorriso beffardo mi mandava in bestia. Era lo stesso di Ryan.

S: io ho bussato! Se tu sei sordo non è colpa mia! Voleva la guerra e l’avrebbe avuta!

Ri: che caratterino! Forse è questo che piace tanto a mio fratello!

S: cosa!!? Lavati la bocca prima di nominare Ryan.

Ri: perché dovrei!

S: perché un essere spregevole come te non merita neanche di pronunciarlo!

Ri: e cosa avrei fatto per meritarmi questa etichetta: ESSERE SPREGEVOLE?

S: lo sai bene! Vuoi che io e Ryan ci lasciamo per tenertelo tutto per te e fare la bella vita a sue spese! Il tono della mia voce era leggermente aumentato come la pressione.

Ri: sei proprio stupida!

Quella frase mi fece uscire di testa. Come si permetteva di darmi della stupida!

Senza pensarci due volte, gli diedi uno schiaffo in piena gota. Lui ne fu sorpreso e prese a massaggiarsi la parte lesa con il capo chino.

Poi alzò il capo mi prese violentemente per un braccio tirandomi a se. Io non ebbi il tempo neanche di reagire che lui aveva gia posato le sue labbra sulle mie e la sua lingua stava già cercando di incontrare la mia. Serrai le labbra e li morsi le sue. Lui si staccò e mi sorrise.

Fuggii in lacrime. Ma prima di varcare la soglia mi girai verso di lui e li rivolsi uno sguardo di disgusto. Lui per tutta risposta mi continuò a sorridere beffardo e mi fece un cenno di saluto con la mano, per poi leccarsi le labbra.

Io disgustata corsi via più lontano che potevo da quel mostro. Non mi accorsi neanche di essere uscita dall’albergo e di essermi ritrovata davanti a casa di Ryan.

Pensai che non potevo raccontarli tutto. Non perché lui non mi avrebbe creduto, ma perché potrei passare per quella che rovina la famiglia. Non li dirò niente. Non credo che quel porco ci riproverà. Almeno credo…

 

 

 

To be continued    

 

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Capitolo 5
*** THE BEST IN ME ***


Innanzi tutto scusatemi per il ritardo

Innanzi tutto scusatemi per il ritardo, ma non ho proprio avuto tempo di postare il nuovo capitolo.  Questa è un capitolo a song fiction. La canzone è “the best in me” dei Blue. A mio avviso è bellissimo. Quando l’ ho riletto, mi sono commossa…leggete e recensite…

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5°capitolo: the best in me

Ero intento a terminare del lavoro, fortunatamente potevo farlo comodamente in casa con il computer portatile.

Mi levai per un attimo gli occhiali. Mi dondolai sulle gambe posteriori della sedia e presi a guardare fuori dalla finestra che era poco distante da me.

Vidi che aveva ricominciato a piovere.

Mi sarei addormentato tanta che era la stanchezza, ma fortunatamente il suono del campanello della porta d’ingresso mi riportò sulla terra.

Mi sorpresi. Non aspettavo nessuno. Scesi e aprii la porta ansioso. Mi ritrovai davanti Strawberry. Era bagnata fradicia.

Nei suoi occhi c’era un misto tra malinconia e timore. Senza farle domande, la feci entrare subito in casa. Tremava come una foglia.

Presi dalla camera degli ospiti una coperta e le l’avvolsi intorno. Lei ci si raggomitolò dentro…

 

Non so perché avevo bussato alla sua porta. Era l’ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento. Mi sentivo sporca. Non mi meritavo i suoi sguardi pieni d’amore. Non meritavo un ragazzo così. Non meritavo lui…

Senza farmi domande sul perché fossi in quello stato, mi fece entrare e mi porse una calda coperta dove mi riscaldai.

Quella sensazione di tepore era bellissima e dolcissima. Improvvisamente quello strano calore mi percosse le labbra. Ma non era grazie alla coperta. Aprii gli occhi e vidi Ryan piegato verso di me e le sue labbra aderenti alle mie.

Forse è questa la vera natura dell’amore. Il calore che esso emana è pari ad un focolare nel ghiaccio.

Io lo abbracciai stringendomi a lui, appoggiando il mio viso sul suo petto.

Potevo sentire i battiti irregolari del suo cuore. Sorrisi. Anche lui poteva emozionarsi…

 

Lei appoggiò il suo viso angelico sul mio petto. Io presi ad accarezzarli le gote ancora fredde. Poi la feci sollevare dal mio petto e toccò a me sentire i battiti del suo cuore. Appoggiai la testa sul suo seno sinistro e potei sentire incontrastati i battiti di quel grande piccolo cuore che batteva per me.

Rimanemmo abbracciati per ore. Il tempo sembrava esserci amico. Sembrava essersi fermato per noi, per farci godere questo momento pieno di amore.

 

Era una sensazione piacevole stare tra le sue braccia. Erano forti di amore e grandi di tenerezza. Presa da un’irrefrenabile voglia di lui lo baciai, liberandomi contemporaneamente della coperta che adesso mi faceva sentire ancora più caldo.

Lo spinsi all’indietro, costringendolo a sdraiarsi, ripresi a baciarlo. Dio solo sapeva quanto lo amavo…

 

Mi spinse all’indietro e mi fece distendere sul divano. Si portò sopra di me e mi continuò a baciare…

 

From the moment I met you I just knew you'd be mine

 

Dal momento in cui ti ho incontrato, ho sempre saputo,

che saresti stata mia

 

La fermai. Lei mi guardò stupita. Avrei pagato per sapere cosa le stava passando per la testa. Ma i suoi dubbi presto lasciarono la sua mente poiché la presi in braccio. Salimmo le scale e la adagiai sul letto. Lei mi sorrise maliziosa e io feci altrettanto…

 

Per un momento di sotto, avevo pensato che non mi volesse più. Ma poi fu spiegato il motivo per cui mi aveva fermata. Avevo un gran desiderio di amarlo. Avevo bisogno di sentirlo per essere sicura di ciò che provavo per lui. Solo così quello che avevo fatto poche ore prima svaniva dalla mia mente…

Una volta giunti sul letto io gli sorrisi maliziosa e gli tolsi la maglietta che aveva, lasciando scoperti i suoi addominali scultorei.

 

Lei mi tolse la maglia e dopo un attimo di euforia collettiva, io presi l’iniziativa e le sbottonai la camicetta…sorrisi. Il suo reggiseno era rosa con dei gattini neri…

Fingendosi scocciata della mia scoperta, quasi per ripicca, mi tolse i jeans…

 

You touched my hand
And I knew that this was going to be our time

 

Mi prendevi la mano e sapevo che

questo sarebbe stato il nostro tempo

    

Rimanemmo entrambi soltanto con la biancheria intima. La mente mi riportò alla prima volta che l’avevamo fatto…avevo un’ immagine di me, in quella situazione, buffa ed impacciata. Ma adesso diciamo che avevo fatto “molta pratica”…ero sicura di tutto…ero pronta per amarlo veramente…

 

I don't ever want to lose this feeling
I don't want to spend a moment apart

 

Non voglio perdere questo sentimento

Non voglio vivere un momento a parte

 

Li slacciai il reggiseno e cominciai ad accarezzare il suo contenuto…poi, presi a baciarli il collo lasciandoli dei piccoli succhiotti sulla pelle. Baciandola, scesi sino al suo  ventre piatto e le lo accarezzai…

La guardai cercando un segno di assenso per toglierle l’ultimo indumento che la copriva. Lei mi fece di si, con la testa e io svolsi il comando…

 

Because  you bring out the best in me

 

Perché tu tiri fuori il meglio di me

 

Io li tolsi i boxer e rimanemmo entrambi nudi…mi avvicinai e dopo averli mordicchiato affettuosamente l’orecchio, li sussurrai che volevo diventare sua, questa volta più che mai…

Mi baciò sulle labbra, cercando la mia lingua che non faticò ad incontrare la sua…

 

like no-one else can do

 

Come nessun altro può fare

 

La baciai. Non so perché lo feci. Forse per darle sicurezza, ma non sembrava averne bisogno. Ma forse più semplicemente, perché lo volevo…volevo sentire il dolce profumo delle sue labbra…le nostre labbra si separarono ed io entrai in lei.

 

That's why I'm by your side

and that's why I love you

 

Ed è perché sono al tuo fianco

Ed è perché ti amo

 

Ryan entrò in me. Potevo sentirlo muoverlo dentro di me. Quella dolce sensazione che provai in quel momento era la prova di quello che sentivo. Dell’amore che ci legava con il sottile filo rosso della passione…

 

Every day that I'm here with you
I know that it feels right
And I've just got to be near you every day and every night

 

Ogni giorno in cui sono qui con te

Avrei voglia soltanto di starti vicino

Ogni giorno ed ogni notte

 

Dei timidi raggi di sole entrarono dalla finestra. La vidi ancora dormiente. Era bellissima. Risplendeva d’amore, quell’amore che poche ore fa le avevo donato…

La baciai a fior di labbra…lei sorrise e contraccambiò il mio bacio…

Ci sedemmo sul letto ed osservammo abbracciati il sorgere del nuovo giorno…insieme…come sempre avevamo fatto e come sempre faremo…

 

And you know that we belong together
It just had to be you and me

 

E lo sai che, entrambi ci apparteniamo,

siamo solamente io e te…

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Capitolo 6
*** I DON'T BELIEVE IN YOU ***


Allora

Allora, questo capitolo ha il compito di far capire quali sono i sentimenti di Richard e quelli di Strawberry…buona lettura…e recensite!!!!!!!!!!!!

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6° capitolo-I don’t believe in you

Sono stato uno stupido…non avrei dovuto baciarla…adesso mi considererà un maniaco…forse lo sono. Ma cosa ci posso fare se mi sono innamorato di lei dalla prima volta che l’ ho incontrata…perché? Perché? È solo questa la domanda che mi passa per la mente…perché mi sono innamorato ancora una volta della ragazza sbagliata?

Con il suo sorriso lei ha fatto breccia nel mio cuore…è entrata nella mia vita con la medesima velocità di come è entrata nel mio cuore.

Credo di capire come mai Ryan ha avuto la forza di aspettarla per due anni, durante i quali ha sopportato la sua relazione con un altro ragazzo…

Io non la merito. Ma non è questo il problema…

Quello per cui io mi maledico in questa stupida stanza d’albergo è che io voglio fare sesso con lei più di ogni altra cosa.

Vorrei svegliarmi domani mattina e vederla distesa sul letto al mio fianco…

Vorrei svegliarmi e vederla sorridere per me…

Vorrei avere la certezza che lei ricambi i miei sentimenti…

Ma so che nessuno di questi desideri potrà mai essere esaudito…

Ma una cosa posso farla. Sebbene mi rendo conto che è sbagliata.

Che rovinerà per sempre il rapporto ancora fragile che c’è con mio fratello.

Voglio fare l’amore con lei. Solo per una notte. Non mi sembra di chiedere così tanto.

La desidero con tutto me stesso e l’unico modo di togliermela dalla testa è questo…

Senza neanche accorgermene esco dall’albergo e in un batter d’occhio mi trovo a camminare per le strade di Tokio.

Arrivo davanti a casa sua. Alzo lo sguardo e mi accorgo che la finestra della sua camera è aperta e dall’interno viene emanata una luce non troppo forte, ma sufficiente per essere notata dall’esterno.

Prendo il coraggio a due mani e suono il campanello.

Sento dei passi scendere velocemente le scale. Poco dopo me la ritrovo davanti.

 

Tutti avrei pensato di vedere sul l’uscio della mia porta meno che lui. Quel   lurido porco era davanti a me e sembrava avere la faccia di uno che sta andando a morte. Sapeva recitare bene, non c’è che dire…

Ri:prima che tu mi chiuda la porta in faccia, vorrei dirti una cosa…mi dispiace per quello che ho fatto ieri in hotel.

Cercai di sostenere l’atteggiamento da dura…ma il suo stato d’animo mi metteva inaspettatamente tristezza…ma non riuscivo a capire neanche io il motivo di quel mio sentirmi colpevole per quello che Richard stava passando…ieri avrei pagato per vederlo in quello stato, ma adesso, mi fa tenerezza…

S: entra, su!

Li aprii la porta. Forse una bella chiacchierata servirà per giustificare quello che è successo…

Ci sedemmo sul divano e cominciammo a parlare del più e del meno…scoprii che lui non era un surfista come pensavo ma studiava legge in america. Mi parlò della sua triste infanzia trascorsa nell’orfanotrofio di una piccola cittadina del Canada e solo all’età di 13anni era stato adottato da coloro che lo anno allevato sino a quando la morte non gli ha portati via, circa due mesi fa. La sua storia mi commosse. Era raro vedere un ragazzo che ha passato un infanzia tanto difficile, crescere così sereno…guardandolo mi ricordai il giorno in cui Kail mi raccontò la storia di Ryan e di come abbia dovuto sopportare il peso della morte dei genitori avvenuta proprio davanti ai suoi occhi. Ma, al contrario di Richard, Ryan si è isolato, si è creato una maschera di fredda indifferenza per proteggersi dal mondo in cui i sentimenti rappresentavano per lui una minaccia. Non nascondo che forse Ryan ha dovuto sopportare un peso maggiore di quello di Richard, perché lui, a differenza del fratello, i suoi genitori li ha conosciuti e ci ha vissuto insieme per 8 anni. Inoltre li ha visti morire. E, nei primi tempi che io e lui stavamo insieme, nel sonno riviveva sempre la scena della sua casa che insieme ai suoi genitori andava a fuoco, e lui che vorrebbe andare a salvarli viene bloccato da Kail…ma credo che in questo senso io lo abbia reso felice. Credo che innamorarsi di me li abbia fatto bene, e se un domani deciderà di lasciarmi per un futuro migliore io sarò la prima ad incoraggiarlo perché lo amo e farei di tutto pur di vederlo felice anche se per questo dovrò rinunciare alla mia di felicità…

Ri: non vorrei che pensi ancora che io voglia vivere alle spalle di Ryan. Credimi non è così. Non invidio niente a mio fratello anche se lui ha potuto conoscere i nostri genitori e anche se a lui è andato tutto il loro patrimonio. Anzi, pensarci pene c’è solo una cosa che io vorrei ma è lui il solo a possederla…

S: che cosa?

Ri: forse sarebbe meglio dire: chi? Se tu…

Nella casa, per qualche minuto che sembrarono qualche ora, il silenzio regnò incontrastato. Era tutto così strano e inverosimile…Richard che si è innamorato di me?!!ma no, che dico, avrò capito male.

Vedendo la mia faccia ironica,lui si irritò e mi guardò come se mi stesse sfidando…

Ri: pensi che io stia mentendo?

Sorrisi…

S: certo! Adesso basta con li scherzi…!

Non riuscivo a trattenere le risate. D’un tratto, lui si sollevò dalla parte di divano ,in cui poco prima era seduto, per avvicinarsi a me. Mi guardò ancora una volta sfidante e poi appoggiò le sue labbra sulle mie.

A differenza di quello che avrei provato immaginandomelo, quel bacio fu strano. Io non risposi, ma lui fece tutto da solo. Ritornando con i piedi per terra, mi accorsi che quella situazione mi faceva estremamente schifo. Lui mi faceva schifo.

Serrai le labbra e gli morsi le sue. In preda al dolore lui si staccò e mi guardò sorridente.

Ri: hai capito adesso che non sto scherzando?

S: fin troppo bene.

Adirata come non mai, presi tutta la forza che possedevo e lo condussi minacciosamente verso la porta. Lo sbattei fuori ma prima di chiuderli la porta su quel brutto muso, lo guardai in cagnesco…

S: MI FAI SOLO SCHIFO!!!

SBAM!!!!!

Adesso si che le l’ ho chiusa sul naso…

Soddisfatta del mio operato mi diressi verso il piano superiore per farmi quel bagno che lo zoticone mi aveva fatto interrompere… 

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piaciuto?? Per una volta Strawberry ha fatto la figura della ragazza matura…comunque nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle! Eh eh eh eh eh eh eh eh!!!!!! ( voleva essere una risata satanica)

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Capitolo 7
*** MY TRIAL OF LOVE ***


Nuova pagina 1

Ho postato subito questo capitolo perché avevo tempo e l’ ho scritto anche perché la prossima settimana non potrò proprio postare quindi godetevi questi capitoli e aspettate il resto…recensite mi raccomando!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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7° capitolo-  My trial of love (la mia prova d’amore)

Ero in ufficio. La caterva di scartoffie da firmare per poco non mi sorreggeva. Io amavo fare le ricerche sul campo, andare in laboratorio ed essere in prima fila nelle varie sperimentazioni, il lavoro da dirigente non faceva per me.

Mentre mi crogiolavo nell’autocommiserazione, il mio computer segnalò sul display che era appena arrivata un e-mail. La lessi. Il mio colorito cambiò nel leggere quelle poche righe, dieci in tutto.

Era ormai una consuetudine nella mia vita: ogni volta che mi sentivo bene e avevo qualcosa per cui valeva la pena lottare, succede un non so che rovina tutto. Mi stavo meravigliando che non fosse ancora accaduto niente. Ma mi sbagliavo di grosso.

In preda alla confusione più profonda, uscii dal mio ufficio e in poco mi trovai a passeggiare per le strade di Tokio. Volevo riflettere ma nel rumore della metropoli non ci riuscivo. Decisi che c’era solo un posto che faceva al mio caso. L’unico in cui riesco a pensare senza influenze esterne e dove il mio spirito si sente libero…la spiaggia.

Quando arrivo il sole sta ormai tramontando. Le nuvole intorno ad esso si colorano di mille sfumature dall’arancione al lilla.

Tenebre e luce si incontrano in un abbraccio destinato a consumarsi in pochi minuti. È proprio quello che fa del tramonto la parte della giornata che preferisco. Il suo veloce passaggio da uno stato ad un altro è stupenda. Spesso ho guardato con Strawberry questo spettacolo e sempre proviamo la stessa cosa…amore. Sia a me che a lei questo momento ci ispira amore. All’apparenza possiamo sembrare folli, ma non è così. c’è un motivo preciso per cui amiamo questo momento: il fatto è che ci immedesimiamo nei due attori principali di questo spettacolo: luce e tenebre.

Ma oggi, stranamente da gli altri giorni, non sono qui per riflettere su Strawberry. In un certo senso c’entra anche lei, ma è principalmente una decisione che riguarda me e quello che posso essere in futuro…

Devo essere rimasto scalzo, seduto sulla sabbia umida per un bel po’, visto che ormai nel cielo è alta la luna. Devo tornare a casa. Devo vederla per trovare la forza di fare o non fare ciò che il destino mi offre su un piatto d’argento. Ho finalmente capito che è inutile stare da solo e riflettere nel medesimo stato. Ho deciso di amare una persona e di fare parte della sua vita come lei mi fa partecipe della sua.

Solo con lei potrò rispondere all’interrogativo che vaga incessante nella mia mente. Solo così potrò fare la cosa giusta…

Quando arrivo davanti a casa sua le luci sono spente, apparentemente. Dalla sua finestra si può scorgere una flebile luce che è per me come un faro che mi guida verso lei…

Decido che è inutile suonare il campanello e svegliare tutti. Mi arrampico sull’edera che si snoda su tutto il muro esterno sino alla sua camera.

Giunto davanti alla finestra la vedo. È seduta sul letto. Ha l’aria preoccupata. Mi sento colpevole per quello. Busso alla finestra. Lei si volta e mi sorride come se abbia visto dell’oro.

Entro nella sua camera e il sorriso sulla sua faccia, fa posto ad espressione di rimprovero. Comincio a preoccuparmi…

S: ma dove cavolo sei finito?

R: avevo bisogno di riflettere!

S. mi sono preoccupata! Ti ho chiamato un casino di volte sul cellulare ma risulta spento.

R: lo so! L’ ho spento io!

S: e si può sapere perché?!

R: te l’ ho detto! Avevo bisogno di starmene da solo. Sono andato sulla spiaggia.

S: scusami…non avrei dovuto aggredirti!

Il suo sguardo era sinceramente pentito. Quello mi faceva male, perché lei non aveva nessuna colpa.

R: sai oggi mi è arrivata un e-mail dall’America. È difficile da dire.

S: non preoccuparti! Me lo dirai quando sarai pronto!

Era davvero una ragazza speciale. Aveva capito che per me era difficile e adesso cerca di mettermi a mio agio con quel sorriso sicuro, determinato, ma allo stesso tempo dolce.

R: no! Te lo devo dire adesso! Mi hanno proposto di dirigere il laboratorio della più importante azienda nel campo dell’ingenieria genetica. È il lavoro che ho sempre sognato! Tu più di chiunque, sai che il mio posto non è dietro una scrivania, ma a diretto contatto con le mie ricerche.

 

Mentre parlava di quell’ingaggio, gli si illuminavano gli occhi. Aveva detto bene: io più di chiunque altro sapevo che quello non era il suo posto, ma non mi riferivo solo al lavoro.

All’improvviso alzò lo sguardo verso di me. Il suoi meravigliosi occhi turchesi mi guardavano pieni di amore e di speranza…

R: vorrei che tu venissi con me a New York. Senza di te lo sai che non mi moverò mai di qui.

La sua voce era ferma e piena di speranza. Sperava che io dicessi di si, sebbene sapeva che io non li avrei mai dato la risposta che lui si sarebbe voluto sentirsi dire.

In fondo avevo solo 17 anni e non avevo tutta la forza di lasciare tutto per seguirlo. O forse non volevo…forse quella degli anni era solo una scusa. La verità e che io volevo che lui se ne andasse verso un mondo migliore. Verso il suo mondo.

Lui continuava a fissarmi. Ma ormai avevo preso la mia decisione. Questa sarebbe stata la mia prova d’amore…l’avrei lasciato andare. Ma non avevo intenzione di spezzarli il cuore, anche se sapevo bene che era l’unica cosa da fare per allontanarlo da me…

S: ti prometto che ci penserò…

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non comment! È inutile che mi scrivete di non far partire Ryan perché sono irremovibile! Vi dico solo due cose:  1) il prossimo capitolo si intitolerà: A false love ( un amore falso). 2) questa storia sarà lunga in tutto 10 capitoli, quindi, ne mancano ancora 3, nei miei piani c’era l’intenzione di farla più lunga ma ho in cantiere un ff su Orphen ( non so se conoscete l’anime) a cui mi dedicherò durante l’estate e che vedrete su questo sito a settembre, ma credo che se avrò tempo, farò un continuo di questa ff per accontentarvi…non so…

Adesso che vi ho detto tutte queste cose merito un premio: tante recensioni!!!!!!!!!!!!!!!

P.S. scrivetemi, già che ci siete, se volete vedere un seguito a questa storia. Ve lo chiedo adesso così in caso adatterò il finale… 

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Capitolo 8
*** MY ONLY LOVE FOR YOU ***


Nuova pagina 1

Eccomi qui, con un nuovo capitolo. Credo che vi piacerà…

Per maron-chan92: mi dispiace ma da ardua sostenitrice (come te del resto) della coppia più bella del mondo (ovviamente Ryan-Strawberry) la mia storia non finirà per niente come pensi tu. La cosa che c’è da vedere e il modo in cui finirà…  

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8°capitolo- My only love for you

Mi stavo concedendo un nuotatina di svago nella piscina che si trovava al piano inferiore della mia villa.

Ero immerso in quel liquido incolore che mi teneva sollevato. Tutti i miei pensieri furono portati via da ogni onda ,provocata dal movimento delle mie braccia, che si infrangeva a bordo vasca.

Per la prima volta in tutta la mia vita avevo paura. Una fottutta paura di perdere l’unica persona per me veramente importante. L’unica che amo. L’unica che mi ama e che mi sta accanto.

Ho paura che per un mio capriccio lei si allontani da me. Temo questo come niente al mondo. Solo il pensiero di svegliarmi la mattina e non vedere il suo splendido sorriso, di andare sotto casa sua per prenderla e vede la sua finestra chiusa, di non poterla più stringere, non poter violare le sue candide labbra,   di non poter condividere con lei la mie tristezze e le mie gioie, mi fa male.

Ogni volta che penso all’eventualità che lei possa non seguirmi in America, avverto una stretta al cuore. Un dolore che mi squarcia l’anima, lacerando ogni fibra del suo essere.

Cameriera: signor Shirogane! C’è vostro fratello al telefono!

Fui riportato alla realtà dalla voce della mia cameriera. Mi ci volle un po’ per realizzare cosa dovessi fare.Ma alla fine capii. Uscii dalla piscina e indossai l’accappatoio turchese. Mentre lo indossavo un profumo, che conoscevo si troppo bene, mi avvolse. Riconobbi il suo profumo, quello dolce ma allo stesso tempo selvatico delle fragole di bosco. Subito cercai di ricordare come mai il suo profumo si fosse depositato sul mio accappatoio. L’altra sera, infatti, Stawberry era passata da me. E come tutte le volte che lo fa, siamo finiti in piscina a baciarci. Ma quella volta, per sbaglio, lei indossò il mio accappatoio. Sorrisi, movendomi verso la cameriera che sembrava spazientita. Presi la cornetta…

R: pronto?

Ri: si, Ryan, ti ho chiamato per sapere se più tardi hai da fare.

R: ma hai visto che ore sono, sono le 23.00, più tardi quando?

Ri: facciamo tra un oretta davanti al mio hotel?

R: va bene!ma è successo qualcosa?

Ri: no!cioè, si!comunque ho bisogno di parlarti!

R: ok! Tra un ora ci si vede!

Riagganciai e corsi a vestirmi. Non so perché, ma qualcosa dentro di me mi diceva che quello che Richard mi avrebbe detto, mi avrebbe preoccupato. Anzi mi preoccupava già da adesso.

Come da accordo, mi trovai alle 24 in punto davanti all’ hotel dove alloggiava Richard. Non dovetti aspettare tanto, Richard non tardò a farsi vivo e mi fece segno di dirigermi verso la pineta. Così ci dirigemmo verso il piccolo boschetto. La cosa non mi tranquillizzava affatto…

Dopo aver fatto qualche passo, lui, che fino a quel momento era rimasto davanti, si girò bruscamente.

Nei suoi occhi si poteva scorgere timore ma anche tristezza. Sembrava stesse per confessare chi sa che.

Ri: sai, Ryan, ti ho fatto venire qui all’improvviso, perché dovrei parlarti. E sono consapevole del fatto che se non riuscirò a dirti quello che ho dentro, stasera, probabilmente non ne troverò più la forza.

R: dimmi! Sono pronto!

Il mio tono era deciso e coraggioso. Ma questo aspetto esteriore serviva solo a nascondere il timore che in realtà provavo dentro per ciò che di lì a poco mi sarebbe stato rivelato.

Ri: mi sono innamorato di Strawberry!

Il suo era quasi un sussurro, nonostante ciò io lo recepii bene, anzi, benissimo. Il flebile tono con cui aveva pronunciato quella frase fu come un urlo per me.

Dopo avermi detto quello per cui mi aveva chiamato sembrò più sollevato. Una spinta, quasi estranea al mio cervello, mosse il mio braccio verso di lui. li stampai un gancio destro in pieno viso.

Tutta la tensione accumulata dalla sua chiamata ,un’ora prima, si concentrò in quel pugno che fu tanto forte da scaraventarlo per terra…anch’io adesso mi sentivo meglio.

Dopo aver dato un ultimo sguardo a quell’individuo che ormai non sentivo più legato a me in nessun modo se non dall’odio e dal ribrezzo, mi voltai e mi diressi verso l’uscita del boschetto.

Non avevo più voglia di vederlo. Mai più.

Contrariamente a ciò che la mia testa mi diceva, cioè di starmene da solo, il mio cuore mi diceva di andare da lei… Non sapevo il perché ma seguii ciò che in quel momento il mio cuore mi sussurrò di fare. o forse il motivo era che avevo bisogno di vederla per essere sicuro che i sentimenti di mio fratello fossero a senso unico.

Non me ne accorsi neanche ma la mia moto era poco distante da casa sua. Svoltai l’angolo e intravidi una sagoma affacciata alla finestra. La fiocca luce della luna illuminò quella sagoma che rivelò la sua vera identità. Era lei. Bella come non mai. Sembrava risplendere di luce propria.

Lei non mi vide. Io mi portai di fronte a lei, e solo allora mi feci notare. Lei mi sorrise e anch’io lo feci. Le mandai un bacio volante, affidandoli il compito di portare il mio amore e di sussurrarle “buona notte”.

Mi bastò guardarla da lontano. Mi bastò vedere il suo sorriso per capire che i miei timori erano infondati. Adesso ero sicuro che lei mi amava, forse quanto l’amavo io…

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mi piacciono troppo queste scene da film, infatti come avrete notato ne metto tante nelle mie ff , e non avete visto ancora niente…comunque, vorrei ringraziare Hermy6 perché una sua recensione mi ha ispirata a scrivere questo capitolo, ma non è esattamente come mi ha suggerito, è leggermente diversa…comunque avevo una voglia matta di far fare a botte Ryan e visto che il mio bersaglio preferito in questa storia l’ ho fatto fuori prima ( mi riferisco al Pirla , Mark)e quindi ecco qui che è uscito questo cap.

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Capitolo 9
*** my dark life ***


Nuova pagina 1

 

Secondo i miei calcoli la ff non sarà di 10 capitoli, come avevo precedentemente detto, ma sarà di 11. adesso vi lascio a questo capitolo. Un avvertenza: non uccidetemi!

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9°capitolo- My dark life  

Il nuovo giorno è sta ormai per iniziare. Timidi raggi di sole entrano dalla finestra e mi colpiscono in pieno viso. Mi raggomitolo ancora un po’ nelle coperte come se tra quelle lenzuola potessi stare al sicuro. Apro la finestra e una ventata di fresca rugiada mi invade. in qualsiasi altra mattina.Comincio ad osservare i primi mattinieri che corrono o passeggiano per la strada. Li invidio. Invidio tutto a tutti. Mi domando cosa abbia fatto per meritarmi tale sofferenza. Ma l’idea che la mia sofferenza potrà dare felicità alla persona che amo, mi tiene in vita. Mi da la forza di sopportare questo grave macigno. Richiudo la finestra. Il mio sguardo ,come tutte le mattine, si va a posare sul calendario appeso sulla parete. Mancano cinque giorni alla partenza di Ryan e non li ho ancora dato la mia risposta.

Non so dove trovai il coraggio, ma mi vestii e con passo deciso mi stavo dirigendo verso l’hotel di Richard. Ero consapevole che quello che stavo facendo era subdolo e meschino, ma lo facevo per lui.

Appena arrivata chiesi di Richard al portinaio ma lui mi rispose che aveva lasciato la stanza un ora fa.

Sconsolata e depressa ancora di più mi diressi verso la spiaggia poco distante dall’edificio da cui ero appena uscita. Arrivai e la mia speranza di poter restare sola fu subito cancellata alla vista di una sagoma seduta poco più avanti sul bagnasciuga.

Avevo il sole contro e perciò, sino al momento in cui non la ebbi di fonte, non riuscii a capire chi potesse essere l’individuo che aveva rovinato i miei piani.

Quando lo scorsi, ebbi un tuffo al cuore. Era Ryan. Mi parve di vedere i suoi capelli dorati scompigliati dal vento marino. Mi avvicinai e lo abbracciai. Sussurrando il suo nome…

Ri: mi sarebbe piaciuto essere lui. ma non lo sono.

All’udire quella voce mi scostai subito dal petto di colui che stavo abbracciando, come se stesse ardendo.

Ero imbarazzata. Ma almeno lo avevo trovato, anche se non nel modo in cui speravo…

S: scusami! Ma capiti proprio a fagiolo. Ero venuta a cercare proprio te.

Ri: e perché?

Mi accorsi che il tono beffardo che l’aveva caratterizzato da quando l’avevo conosciuto era scomparso. Adesso era il tono di un uomo vissuto, pieno di saggezza, di colui che ha delle cicatrici profonde nell’animo…ma ritornai a ciò che avrei dovuto chiederli…

S: è difficile dirlo, ma, dovrei chiederti un favore.

Ri: sarò felice di aiutarti. È il minimo che possa fare dopo tutto il fastidio che ti ho arrecato.

S: bada bene che sarà difficile. Ti capirò se deciderai di non aiutarmi.

Ri: deve preoccuparti molto. Ci stai girando intorno da quando ai iniziato a parlarne.

S: in effetti…comunque ho bisogno di te per farmi lasciare da Ryan…

Ri: e perché mai?

Li spiegai tutto con tutta la chiarezza che avevo a disposizione. Mi stupii il fatto che lui non batté ciglio sul fatto di fare del male a suo fratello. Li  chiesi il motivo,ma lui mi disse solo che avevano litigato, nulla di più…

Come previsto la sera, poco prima che Ryan ritornasse da lavoro, ci mettemmo mezzi nudi sotto le coperte che coprivano il mio letto, in attesa che, come tute le sere, Ryan passasse a darmi la buona notte…

 

Come tutte le sere, dopo esser uscito da lavoro, ero passato da casa di Stawberry. Bussai ma nessuno rispose, tuttavia notai che la luce della sua stanza era accesa quindi era in casa. Pensai che probabilmente stava facendo la doccia e non aveva sentito il campanello. Mi ricordai che avevo le chiavi. Le presi e le inserii nella toppa della porta di ingresso.

Salii di sopra. Arrivai di fonte alla sua camera. La porta era socchiusa e, con una leggera spinta la aprii.

La testa mi cominciò a girare. Avrei vomitato se solo ne avessi avuto qualcosa da vomitare. Non potevo credere ai miei stesi occhi. Strawberry, la mia Stawberry con mio fratello!!?? Doveva essere un incubo. Se era così, volevo svegliarmi, al più presto!

Non parlai. Il mio viso rimase impassibile. Volevo prenderlo di nuovo a pugni, ma non lo feci. Volevo prendere Strawberry e abbracciarla, perché il mio cuore rifiutava quella triste realtà, ma non lo feci.

Mi limitai a guardarli con lo sguardo più disgustato che possedevo e me ne andai…non sapevo dove sarei andato, ma una cosa era sicura, non volevo rivedere mai più nessuno dei due.

 

Vederlo così mi dilaniò l’anima. Non lo sopportai. Mi stavo per alzare e correrli dietro e baciarlo, ma Richard mi fermò ricordandomi i motivi della mia scelta. Rimasi lì a vederlo uscire dalla mia vita, per sempre.

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preferisco non commentare. Ringrazio tutti quelli che mi recensiscono ma anche quelli che, anche senza recensire, leggono e apprezzano la mia storia.

P.S. cercasi amica a cui piace l’anime Orphen. Se qualcuno è interessato mi mandi un e-mail a: ilarialopez@libero.it    

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Capitolo 10
*** I'm incomplete whitout you ***


Mi sono impegnata molto per fare questo capitolo

Mi sono impegnata molto per fare questo capitolo, perché le sensazioni di Ryan che in questo momento dovevo descrivere ero difficili. Credo, però, di aver fatto un buon lavoro. Ma, come sempre, spetta a voi l’ardua sentenza…recensite, mi raccomando!

La canzone è “incomplete” dei Backstreet Boys. Buona lettura.

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10° capitolo: I’m incomplete without you

Mi ritrovo a scappare per la prima volta in vita mia. Non posso dire di essere triste, perché vorrebbe dire che sento qualcosa, ma niente. Il mio corpo è come atrofizzato. Non sento più niente ad eccezione del vento che mi passa tra i capelli mentre corro a tutta velocità sulla moto. Il mio cuore non batte più. Mi illudo di essere morto, ma è solo un dolce desiderio che scompare subito non trovando fondamento. Sono vivo, purtroppo. Pagherei per morire, adesso, qui.

Ma, io sono già morto pochi minuti fa. Ho lasciato tutto in quella stanza: il mio cuore, la mia mente, la mia anima, il mio amore.

Mi ritrovo ancora sulla spiaggia. Sarà forse destino? Non credo. Sono qui perché ho bisogno di stare solo. Contrariamente a quanto faccio di solito, non sono venuto qui a riflettere. Solo a ricordare…

 

Empty spaces fill me up with holes
Distant faces with no place left to go
Without you within me I can’t find no rest

 

Dentro di me è pieno di spazi vuoti

Volti distanti che non hanno nessuno posto

Dove andare

Senza di te accanto,

non riesco a trovare pace.

 

Sorrido nel pensare al modo in cui ci siamo incontrati. Quando per la prima volta ti ho stretta a me. Quando ti ho guardato negli occhi è ho letto per la prima volta nella mia vita la parola “amore”. A pensarci non ti ho chiesto mai scusa per come ti ho trattato appena hai finito di combattere contro il tuo primo chimero. Forse perché mi hai paralizzato e l’unica cosa che ho saputo fare è stata trattarti come una qualunque. Ma sapevo che eri speciale, l’ ho sempre saputo…

 

I’ve tried to go on like I never knew you
I’m awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I’m going to be is incomplete

 

Ho cercato di andare avanti

Come se non avessi mai saputo.

Sono sveglio, ma il mio mondo

È mezzo addormentato

Prego affinché questo cuore non si spezzi

Ma senza di te

Tutto quello che sarò

È incompleto.

 

Non posso fare almeno di ricordarti come una bambina. La mia bambina. Tu non hai mai capito quello che c’era dietro alla mia indifferenza. Eppure sei stata l’unica che ha voluto scoprirlo e sopportare il peso di questo segreto…

Qualunque scena ricordi, tu sei sempre lì. Se non lo sei fisicamente, comunque c’è sempre un piccolo particolare che mi fa pensare a te… anche questa sabbia fine che accarezza i miei piedi nudi mi ricorda te.

 

Voices tell me I should carry on
But I am swimming in an ocean all alone
Baby, my baby
It’s written on your face
You still wonder if we made a big mistake

 

Le voci mi dicono che dovrei andare avanti

Ma sto nuotando in un oceano da solo.

Tesoro, sul tuo viso c’è scritto

che sei il mio tesoro.

 

Ancora adesso, c’è quella parte di cuore che mi suggerisce di venire da te. Di chiederti spiegazioni o semplicemente di vederti sorridere. Ma ogni volta che sono sul punto di alzarmi, l’immagine di te e Richard nel letto, mi riporta alla realtà e tutto il mio coraggio si scioglie come neve al sole.

 

I’ve tried to go on like I never knew you
I’m awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I’m going to be is incomplete

 

Non ho intenzione di tirare avanti così

Ma non posso fare in modo che tu vada via

Non voglio che tu affronti

Questo mondo da sola

Non voglio lasciarti andare.

 

Sei stata la mia unica ragione di vita. Sei stata la mia luce. Ti sei rivelata, oltre che alla mia fidanzata, anche la mia migliore amica. Il tuo sorriso mi perseguita come uno spettro. Forse perché sono io che le lo permetto. Forse non voglio che quello spettro vada via, perché vorrà dire che ti ho dimenticata. Ed io non voglio dimenticarti. Voglio ricordarti come il mio unico, vero, grande amore.

Guardo il tramonto e sorrido. Ma non sorrido di gioia. Il mio è un sorriso amaro se ciò può essere possibile. Forse perché ho realizzato quello che tu hai veramente fatto. Per la prima volta cuore e mente pensano all’unisono. Credo, a questo punto, che tra te e Richard non ci sia stato niente. Credo che tu abbia inscenato tutto per farti lasciare e fare in modo che io partissi da solo. Penso che tu non abbia avuto il coraggio di dirmi che non volevi venire con me. Ma la tua non è stata una vigliaccata. Hai capito che se tu mi avresti detto che non saresti venuta con me in America, io non mi sarei mosso da qui. Forse in tutto questo grigio un raggio mi abbaglia. Finalmente ho tutto chiaro. Tu volevi che io partissi da solo dopo averti lasciato in modo da non essere legato a niente e poter essere libero. Forse in tutto quello che è successo, ho scoperto che tu mi ami. Il mio cuore già lo sapeva, ma ha avuto un ulteriore prova. Tuttavia hai deciso. Vuol dire che partirò da solo. Spero che tu sia felice…GOOD BYE MY SWEET STRAWBERRY…

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adesso non ricordo chi me lo ha scritto, comunque in una recensione,questo qualcuno mi ha detto che Strawberry non avrebbe fatto mai una cosa del genere a Ryan. Sono d’accordo, ma dio, che abbia ormai capito quale è il mio obbiettivo. Scriverò due righe a questo proposito alla fine della storia, ma solo alla fine, altrimenti rischio di svelarvi il finale…hehehehehehehehehehe!!!!!!!!! Sempre grazie a tutti quelli che mi recensiscono e che leggono la mia storia.

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Capitolo 11
*** YOUR IMPRINTS IN MY MIND ***


Nuova pagina 1

Volevate un capitolo strappa lacrime? Eccolo qui. Vi devo dire che in questo capitolo ci ho messo anima e cuore quindi spero che a voi piaccia come è piaciuto a me. Questa volta non ho inserito nessuna canzone. Ho dato libero sfogo alla mia depressione che ultimamente mi affligge ed ecco qui i pensieri di colei che ha perso l’uomo che ama…a voi, come sempre, l’ardua sentenza.

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11° capitolo - Your imprints in my mind ( le tue impronte nella mia mente)

Rimango immobile sul letto per non so quanto tempo. Improvvisamente,però, mi comincia a mancare l’aria. Mi rivesto ed esco, senza meta.

Sembro un automa. Cammino, ma non sento i miei piedi ,so solo che loro si muovono verso una meta a me sconosciuta.

Le voci della gente mi disturbano. Quel continuo vociare. Non lo sopporto. Mi volto e seduti ad una panchina, vedo una coppietta che si sbaciucchia. Sorrido, Ryan odiava baciarsi davanti a tutti. Diceva che non aveva bisogno di provare al mondo i suoi sentimenti. L’importante che lui sapeva cosa provava.

Il suo sguardo di disgusto continua a rivivere ogni volta nella mia mente, come un film che si ripete, ora, dopo ora, minuto dopo minuto, attimo dopo attimo.

All’improvviso non sento più il parlottare della gente. Il silenzio che mi circonda è come una coperta che mi conforta. Guardo il posto in cui i miei piedi mi avevano condotta. La spiaggia è davanti a me. Non c’è nessuno.

Lui amava venire qui. Non credo che sia una coincidenza che io sia qui. Mi tolgo le scarpe e comincio a passeggiare.

Sulla sabbia sono visibili ancora delle impronte che proseguono sino al bagnasciuga. Una timida speranza in me pensa che siano le sue. La cancello subito dalla mia mente.

 

Ricordo ancora quando la tua aria da “so tutto io” mi dava enormemente fastidio. Io, che riuscivo a capire sempre tutti, con te, invece, non riuscivo. Sembravi così distante da tutti. All’inizio credevo fosse un modo di comportarsi, come per dire che tu eri superiore. Mai avrei pensato che dietro a quell’aria forte e autoritaria, poteva celarsi un bambino cresciuto troppo in fretta. Un ragazzo diventato troppo presto uomo per i tragici imprevisti della vita. Da allora ti vidi con occhi diversi. Non con la compassione che credevi, ma con ammirazione. Ti osservavo da lontano quando ti sedevi sulla sedia vicino alla cucina e rimanevi lì per ore a fissare il vuoto pensando a chissà che. Ammiravo tutto di te. Ti guardavo                               sentendomi anche in colpa. Mi sentivo in colpa perché tu eri cresciuto così in fretta, mentre io, pur avendo 15 anni, ero rimasta per certi versi una bambina.

 

Poi, un giorno, come se mi fossi svegliata solo allora da un lungo letargo, mi sono accorta che quello che provavo per te ero di più di semplice ammirazione. Era più di una amicizia. Scoprii di amarti. A ripensare a come reagii quel giorno mi viene da ridere. Sembravo una pazza isterica. Però, ricordo, che quel giorno il mio atteggiamento ti fece ridere. La tua bocca che ride è impressa nella mia mente. Mi accorsi di essere importante, perché , io la Strawberry buona a nulla, riusciva a far ridere di gusto Ryan Shirogane. Solo io ci riuscivo e questo me lo ripetevi sempre, anche se non sempre con parole gentili, ma ne ero abituata. Sapevo che quello era il tuo modo di dire “grazie”.

 

Non sei stato capace di grandi dimostrazioni d’amore. Ma non perché non volevi, ma perché ti piaceva tenere le tue emozioni per te e per me. Dicevi sempre che quello che provavi giorno per giorno ti serviva per affrontare il giorno successivo. Forse fu proprio questo che mi spinse a lasciare Mark, che era diventato il Cavigliere Blu per proteggermi, per te. Avevo bisogno, più che una guardia del corpo, di un ragazzo da amare. L’ ho trovato, ma come una stupida lo abbandonato. La mia favola è finita. Ormai gia scorrono i titoli di coda. Non ci sarà per noi un “e vissero felici e contenti”. Questo racconto non avrà un lieto fino. Non per me.

 

 

A pensare a quello che ti ho fatto passare mi sento un verme. Non meritavi di essere trattato in quel modo.

Spero che tu un giorno, ricordando  questa situazione, sorrida, magari con una ragazza che possa capire i tuoi desideri e magari condividerli. Spero che tu capisca il motivo per cui ho fatto quello che ho fatto. Perché so che una parte di te crede in me. Mi basterà vederti felice. Ed io sarò felice. Guarderò questi giorni bui come un investimento.  Ricorda solo una cosa: io ti ho amato, ti amo e ti amerò, per come sei. Non crearti problemi di inferiorità perché sei unico e speciale, mentre di stupide ragazzine come me c’è ne sono migliaia. Non devi più pensarmi. Dimenticami e vivi la tua vita con il sorriso sulle tue meravigliose labbra guardando con spensieratezza il mondo da quelli incredibili occhi blu. Ricordando che nel mondo c’è una ragazzina che grazie a te è diventata una donna, che ti ama.

 

Intanto un ragazzo dalla chioma dorata era imbambolato a fissare la finestra di quella casa…

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piaciuto? Il prossimo, vi ricordo che sarà l’ultimo capitolo, o il penultimo…bho! Comunque siamo agli sgoccioli, ma ho deciso che farò un seguito, dopo però aver scritto la mia ff su Orphen. Recensite !!!!!!!!!!!!!

 

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Capitolo 12
*** at the airport ***


Nuova pagina 1

 12° capitolo: at the airport

La luce solare illuminò il mio viso. Quel viso bagnato dalle lacrime amare versate la sera precedente. Non ricordo di essermi addormentata. Non ricordo di aver smesso di piangere. Infatti credo di aver pianto anche durante il sonno. Guardo il calendario. Il cuore mi si stringe e l’aria scompare dai miei polmoni. Oggi Ryan avrebbe preso l’aereo delle 11.00 verso l’ America e sarebbe uscito per sempre dalla mia vita. Mi avvolsi nuovamente nelle morbide coperte che emanavano un odore dolcissimo. Inebriata da quel profumo, mi riaddormentai.

Mi svegliai di soprassalto. Mi sembrava di aver dormito per pochi minuti, invece erano passate ben due ore, erano le dieci e un quarto.

In preda ad uno stato ansioso inspiegabile, mi diressi verso le finestra. Spostai la tenda rosa che copriva la visuale e presi a guardare il paesaggio metropolitano. Qualcosa mi diceva che non era la solita visuale di tutti i giorni. Qualcosa non quadrava, ma non riuscivo a capire cosa. Richiusi la tenda  e mi sedetti sulla sedia a crogiolarmi nei miei interrogativi.

Improvvisamente, quasi mossa da una forza esterna, mi diressi di nuovo alla finestra spostai nuovamente la tenda e riguardai fuori. Passarono alcuni secondi prima che il mio sguardo si posasse sul muro che era proprio di fronte a casa mia. Quel muro, che era stato per anni ed anni di un bianco immacolato, adesso era diverso. Mi strofinai gli occhi perché pensavo fosse un allucinazione, uno scherzo della mia vista ancora assonnata. Li riaprii. Ma la scritta su quel muro era ancora lì. Forse non era un allucinazione.

La scritta blu che deturpava quel muro diceva: CHIEDIMI DI RESTARE !

Rimasi imbambolata lì per non so quanto tempo. Poi ebbi uno scatto e in niente mi ritrovai per strada, gia vestita, che correvo verso l’aeroporto con una miriade di  interrogativi: lo voglio davvero perdere? Sono sicura che lo faccio per lui? sono sicura che io non voglia rinunciare a lui solo perché ho paura dei miei sentimenti? Improvvisamente, come se avessi avuto un illuminazione divina, tutto mi fu chiarito. La  verità era che io avevo fatto tutto quello che avevo fatto, solamente perché avevo paura. Una fottuta paura di amare Ryan. I miei stessi sentimenti mi facevano paura. Il fatto che non avessi mai provato simili sentimenti, era come saltare nel vuoto. Ma adesso sono sicura. Sono pronta ad amarlo come non ho mai amato in vita mia…

 

Ero davanti all’entrata dell’aeroporto. Ero appoggiato alla porta automatica quando qualcuno mi chiamò da dietro. Mi voltai. Mio fratello era lì impalato, con un aria da pentito. Quanto avrei voluto prenderlo a pugni, ma non lo feci. Mi limitai a guardarlo come se fosse il peggiore dei traditori.

Ri: fammi dire quello che devo dire e poi mi prenderai a pugni, ma prima ti devo confessare che con Strawberry non è successo niente. Non dovrei dirtelo, ma non voglio che entrambi rimpiangiate questo stupido errore per tutta la vita. Lei lo ha fatto solo per te. Voleva che tu te ne andassi libero da ogni legame, così non saresti tornato. Sperava che tu in America avresti trovato una ragazza adatta a te, visto che, secondo lei stessa, lei non lo era. Mi dispiace. Non mi sarei dovuto prestare, ma l’amore a volte tira brutti scherzi, tu lo dovresti sapere. Nel mio cuore c’era una speranza. La speranza che standoli vicino dopo la tua partenza, lei, avrebbe imparato ad amarmi. Ma, quando ho visto i suoi occhi piangere dopo che tu te ne sei andato, anche quella speranza è svanita.

Quasi commosso, mi diressi verso di lui e lo abbracciai. Un abbraccio sincero,un abbraccio tra fratelli.

R: grazie.ma adesso è ormai tardi. Non c’ entra più niente quello che è successo tra di voi. Lei, anche se con le più nobili intenzioni nei miei confronti, ha fatto la sua scelta, ed io non posso far altro che accettarla. Ma tu dove andrai? Vedo che hai una valigia.

R: come hai detto tu, lei ha fatto la sua scelta: ha scelto te. Io sto semplicemente scappando. Me ne andrò in Australia. In questo periodo lì ci sono delle onde magnifiche.

Nel mio cuore, adesso, c’era solo un rimpianto: non aver trascorso più tempo con quel simpatico tizio che era mio fratello. Spero che avremo altre circostanze per essere fratelli, adesso che ci siamo realmente ritrovati.  Entrambi ci dirigemmo verso i nostri rispettivi imbarchi. Prendemmo strade opposte, ma sapevamo tutti e due che tutta questa storia, anche se solo alla fine, ci aveva riuniti.

 

Ero finalmente arrivata all’aeroporto. Attraversai le porte scorrevoli. Il panico si impossessò di me. Mi maledii per essermi ritrovata in quella situazione. Avevo perso ogni speranza. Stavo per girare i tacchi e andarmene, quando vidi dei capelli dorati. I suoi capelli dorati.

S: RYAN!!! RYAN!!!

Lui non mi udì. Raccogliendo le ultime tracce di voce che mi erano rimaste, urlai ancora una volta il suo nome.

Fu solo allora che lui si voltò per vedere chi lo stesse chiamando. Nel vedermi i suoi occhi si illuminarono. La stessa luce che li animò quando io gli dissi per la prima volta ti amo.

 

Ero tra una miriade di persone ad attendere il biglietto. Improvvisamente, sentii una voce che mi chiamava. Non so chi guidò la mia testa, ma si voltò verso la fonte delle urla. Era lì, con i capelli tutti arruffati per la corsa, il fiato corto per le urla. Nel momento stesso in cui la vidi tutti i miei buoni propositi svanirono.

S: te lo sto chiedendo! Rimani!

Lasciai cadere a terra la valigia e le corsi incontro. Lei fece lo stesso. Ci abbracciammo e, come se non ci vedessimo da chissà quanto tempo, ci baciammo. Non badammo a gli occhi di tutti i presenti che erano puntati su di noi. Esistevamo solo io e lei. Nessun altro. Ci allontanammo l’una dall’altro e vidi che lei stava piangendo. Le asciugai le lacrime con il pollice e, non resistendo all’impulso, la baciai di nuovo.

Solo dopo ci accorgemmo che tutti ci stavano guardando. Sorridemmo imbarazzati mentre tutti cominciarono ad applaudire.

S: la prossima volta, non imbrattare nessun muro, ci siamo intesi?

La presi imbraccio e le sussurrai all’orecchio…

R: non credo ci sarà una prossima volta…

 

Perché, ogni storia decente deve avere il suo lieto fine, con il solito, ma intramontabile, “E vissero felici e contenti”

 

 

spero vi sia piaciuta, scrivetemi tante recensioni, ditemi anche cosa ne pensate della ff intera! arrivederci alla prossima!

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