Hikari, la croce dei vampiri.

di fabiomason
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Conoscenza ***
Capitolo 3: *** Guida ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


capitolo 1

          

Il volto mascherato dell’uomo parve pensieroso, i due uomini dietro di lui lo scrutarono , per quanto potevano vedere di lui dietro la corazza dorata che lo nascondeva , il più basso dei tre si avvicino all’uomo dalla corazza dorata.

“Signore c’è qualche problema?” l’uomo dalla corazza dorata fece un piccolo scatto con la testa, i pensieri che lo avevano catturato si erano sciolti.

“No, è … tutto apposto” si poteva percepire l’aria tesa che li percorreva, l’uomo dorato cominciò a camminare verso il lungo corridoio buio di pareti di pietra, i due uomini dalla corazza argentata lo seguirono, continuarono a camminare per un lasso di tempo quasi interminabile , il silenzio regnava in quel corridoio senza fine , fino a quando la voce sottile di uno dei due soldati spezzò il silenzio.

“Signor Mizuumi … siamo vicini a quello che cerchiamo?”, Mizuumi sembrava non ascoltare le parole del soldato, era più interessato alla sfera di vetro piena di liquido rosso che teneva tra le mani.

Mizuumi iniziò a rispondergli, ma all’improvviso fece uno scatto, l’ago dentro la sfera rossa si era mosso e puntava in avanti , Mizuumi iniziò a correre mentre l’aria lo colpiva nel viso , i suoi occhi azzurri risplendevano nel buio “Presto muovetevi!”.

L’ago iniziava a tremare sempre di più ed emetteva un bagliore rosa, Mizuumi continuava a correre nel buio seguito dai due uomini, arrivarono fino ad una porta dorata, i due uomini rimasero pietrificati, mentre gli occhi di Mizuumi s’illuminarono.

Mizuumi toccò l’enorme porta, sentiva il calore dietro la porta , di scatto si tolse l’elmo che copriva la sua testa mostrando un ciuffo biondo che gli copriva l’occhio destro e i capelli, che  arrivavano fino alle spalle.

Aprì la porta delicatamente , la luce li assalì , al contrario dei corridoi freddi, la stanza era ben illuminata  e scaldata da un camino situato nell’angolo.

La stanza era immensa, nel pavimento marmoreo vi era situato un tappeto quadrato rosso sangue.

Mizuumi fece il primo passo verso la stanza, era certamente aristocratica e di stile francese, poi notò una sagoma vicino al camino, era una donna, si voltò verso di loro, aveva i capelli argentati legati in un’unica treccia, il suo vestito era dorato e pieno di pizzi bianchi, una grossa  gonna gli copriva le gambe ed i piedi, i suoi occhi erano di un rosso scuro , aveva la pelle molto pallida , l’unico colore che illuminava il suo splendido viso era il rosso acceso delle sue labbra.

“Posso offrirvi qualcosa signori?” la sua voce era molto pulita e formale, aveva la voce di un angelo.

“No grazie mia signora, siamo solo venuti per porle un saluto” il volto della donna si trasformò in un ghigno, “Come sono addolorata, avete percorso così tanta strada, posso almeno darle una pietanza per saziare la vostra fame?” il ghigno non era ancora scomparso , “Come vuole , mia signora” , Mizuumi fece un sorriso e si avvicino alla donna.

Lei arretrò e si avvicinò ad un giradischi molto antico e mise un disco, lo strumento iniziò ad emettere una melodia molto lenta composta di violini, “Mi concede questo ballo?” la donna si avvicinò a Mizuumi e gli porse la mano nella spalla, Mizuumi contraccambiò porgendoli la mano nel fianco ed i due iniziarono a ballare un lento sotto gli occhi pietrificati dei due soldati.

“Allora, come procedono le campagne per la disinfestazione?”

“Oh molto bene, siamo riusciti ad ucciderne un gruppo proprio 3 giorni fa” i due fecero una giravolta e continuarono il ballo “Mmm…mi fa piacere sapere che potrò dormire con i sogni tranquilli e senza temere di diventare un mostro”.

Il sorriso di Mizuumi si spense e si fece serio “Non si preoccupi mia signora, presto estirperemo dal mondo queste distrazioni di Dio”.

“Distrazioni di Dio?”, Mizuumi fece di nuovo un ghigno “Come può considerare quei mostri una cosa umana?” continuarono a ballare con passi lenti e decisi.

Mizuumi fissò il volto della donna, mostrava un sorriso sincero, C’era riuscito.

Mizuumi contraccambiò il sorriso e continuò a parlare, mentre l’ago nella sfera situata nella tasca tremava sempre di più.

“La vedo strana mia signora , non è d’accordo con la mia idea? Crede davvero di essere un’UMANA?”.

Il volto della donna si trasformò in un viso devastato dalla paura , Mizuumi la scaraventò con la mano posizionata nel fianco la donna.

La donna cadde vicino ad un armadio, era troppo tardi, quando Mizuumi scoprì che era solo nella stanza insieme alla donna, ora lo aveva capito , era tutta una trappola e lui ci era cascato come il topo che cade nella trappola del formaggio , la donna intanto si avvicinò verso di lui , non si era fatta nemmeno un livido.

“Credi davvero che mi lasci sopraffare da un misero umano come te?” , Mizuumi estrasse dalla tasca posteriore una sfera , questa era diversa dalla precedente , era metallica ed aveva quattro buchi.

La sua mano s’illuminò di un bagliore argentato , nella sua mano all’improvviso comparve una falce a tre punte a forma di croce.

Mizuumi corse verso la donna con sguardo feroce impugnando la falce, la donna con movimenti veloci, ma allo stesso tempo aggraziati si muoveva intorno alla stanza, fino a quando non si fermò davanti al camino , Mizuumi rimase là a fissarla con la falce puntata verso di lei.

La donna fece una risata terrorizzante ed estrasse dal fuoco che ardeva nel camino una frusta incendiata, intanto il giradischi continuava a produrre quella dolce musica da sala classica.

I due nello stesso tempismo iniziarono a correre , i loro corpi erano divorati dalla ferocia.

Si scontrarono, una serie di attacchi a vicenda , sembravano dei danzatori che schivavano l’arma dell’avversario , il salone si riempì di una sinfonia metallica generata dalla falce che con tutta la forza che sprigionava , mieteva tutto quello a cui andava incontro.

Ancora attacchi, ancora quella sinfonia, ancora quei passi aggraziati , la donna non sembrava affatto in difficoltà , anzi , sembrava divertita , Mizuumi al contrario iniziava  a perdere le forze , la sua stanchezza era percettibile.

Con un balzo indietro, Mizuumi corse sul lato opposto della stanza , con voce roca si rivolse alla donna per niente stanca “Sei un osso duro sai? Che duello all’ultimo sangue …” , La donna con un ghigno rispose sempre col sua voce angelica e formale “Forse si è dimenticato”.

Un balzo in avanti e la pallida faccia della donna poteva riflettersi sugli occhi di Mizuumi “Noi non abbiamo sangue” , ancora una sinfonia metallica “qui , l’unico sangue che sarà versato temo sarà il suo”.

Mizuumi corse verso la porta e la sigillò per bene, s’inginocchiò per terra ed estrasse dalla sacca che teneva dietro il mantello un’ampolla con del liquido simile ad acqua, lo gettò per terra, tuttavia non ebbe il tempo di fare un’altra azione che la frusta della donna lo colpì alla guancia destra.

Mizuumi cadde per terra, la donna era sopra di lui, questa volta, però aveva uno sguardo diverso da quello splendido che aveva prima , delle venature erano comparse nella sua fronte , il suo volto non era più angelico e dolce come prima , era un volto divorato dalla sete.

Mizuumi impugno con la mano libera la falce,  gli colpi la faccia lasciandogli un segno sul suo viso marmoreo e pallido , rimase pietrificato , una crepa si formò esattamente dove la aveva colpita.

Riuscì a liberarsi e con gran fatica corse verso il camino , prese dal fuoco ardente un pezzo di legno infuocato e lo lanciò sopra la pozza circolare che circondava la parete della porta.

Il Liquido prese fuoco e comparve all’istante una barriera di fuoco azzurro, gli occhi della donna si svegliarono dallo stato di trance in cui erano caduti per capire la gravità della situazione.

Mizuumi fece un ghigno e si lanciò, di nuovo, all’attacco della donna, ancora quella sinfonia che stava diventando sempre più alta, quasi fino a coprire la sinfonia che il giradischi emetteva.

Il fuoco si avvicinava sempre di più e prendeva sempre più parte della stanza, erano rimasti in un cerchio, dietro, il fuoco turchese che li avvolgeva.

“Mmm … sacrificheresti la tua vita insieme alla mia? Voi umani siete proprio sciocchi…”.

Il ghigno di Mizuumi scomparse per diventare un volto serio.

“Sono disposto a tutto, a tutto, per espellervi dall’intera faccia della terra, per non vedere più il vostro lurido e pallido viso vagare nel mondo”.

E poi, il fuoco fece padrone quella stanza , il giradischi aveva smesso di emettere quella dolce sinfonia , ma l’eco riecheggiava nel salone , infine , un rumore metallico ruppe l’eco , la falce cadde nel pavimento e la notte inghiottì quella grande stanza.

 

 

Questo è il prologo della trama ^-^ fatemi sapere se vi piace o no ^-^ ci vediamo al secondo capitolo!

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Capitolo 2
*** Conoscenza ***


Capitolo 2

 

“Signorina Itomi?”, la voce della professoressa mi sciolse dallo stato trance che mi aveva incatenata , confusa risposi distrattamente “ehm … si?”.

La professoressa dai suoi occhiali a mezza luna mi scrutò “parlami delle  gilde del demonio”.

Con un leggero sbuffo mi alzai dal banco per iniziare quella noiosa storiella utile per l’insonnia, odiavo le ore di religione, le consideravo inutili, specie se avevamo una professoressa troppo appassionata alla materia, per quanto io pensavo fosse noiosa.

“Le gilde del demonio sono tre, Gémissement, Loran ed Homusho, i Gémissement sono la collera, sono le bestie più vicine al demonio e temibili, i Loran invece sono i nomadi, la specie che esegue gli ordini del demonio in incognito e sono dispersi nelle fondamenta della terra, gli Homusho sono i bugiardi, tentano di vivere come noi e si ribellano alla loro natura”.

La professoressa mi scrutò ancora una volta dai suoi occhiali a mezza luna, capì che non avevo intenzione di continuare e annuì in senso d’approvazione.

Perché proprio a me? Certe volte penso che era meglio se fossi nata in una famiglia sconosciuta invece di ricevere comportamento e  sorrisi falsi da quasi tutta Tokyo.

L’ora finì velocemente per mia fortuna, presi la sacca e mi voltai verso la porta come tutti i miei compagni.

“Hikari Itomi?” speravo che non fosse proprio quella voce, mi girai  ed eccola di nuovo là a guardarmi , oggi non voleva darmi tregua.

“Gradirei più attenzione nelle mie ore di lezione” sbuffai, ancora una volta “Mi scusi professoressa, e solo che ultimamente sono molto … stanca” la professoressa si alzò e si mise a guardare la finestra, poi si volto verso di me “Una ragazza come te dovrebbe prestare molta più attenzione a queste lezioni , cerca di essere più attenta nelle prossime lezioni , puoi andare.”.

Rimasi zitta e me ne andai verso il corridoio , avevo altro a cui pensare , cose ben più importanti , le mie mani tremavano ancora , era impossibile , pensavo di essermi ripresa , ma non ci riuscivo , avevo paura per l’operazione di mio fratello , Sciocca, non devo pensare subito al peggio, ma non riuscivo a non pensare se qualcosa sarebbe andato storto.

Con le lacrime agli occhi presi un fazzoletto dal taschino della gonnella  e  mi pulì , “Dopo tutto è un trapianto di cuore “ la maggior parte sopravvive , pensai , ma cosa potevo pensare? Non ne sapevo nulla sui trapianti, tanto meno su quelli di cuore.

Alzai lo sguardo cercando di non pensarci, poi vidi lui, si avvicinava sempre di più verso la mia direzione con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.

“Hikari!” alzò la mano per salutarmi, non odiavo Shin, è uno dei miei amici più cari , ma ultimamente era pesante , ma guardare il suo sorriso splendente mi dava sempre allegria , un’ottima persona contro le paranoie mentali.

“Hai programmi per Sabato?” mi voltai verso di lui , i suoi capelli biondi mi accecavano gli occhi , erano lunghi fino alle spalle , in confronto , i miei capelli nero corvo potevano essere comparati ad una scopa.

“Non saprei, devo vedere, ultimamente ho troppo da fare, compiti ed altro …” cercai di restare sul vago , non volevo ferirlo.

“Ah, okay ,  poi avvisami per la tua decisione” il sorriso a trentadue denti non era scomparso per fortuna , continuammo a camminare , in un silenzio che stava per cadere in un imbarazzo collettivo.

“La pazza di religione continua a…” lo zittì subito rispondendogli “Si , è una cosa incredibile , è veramente pesante e noiosa , non capisce che a me non me ne frega niente della sua materia , questo e il secondo anno di scuola che ho lei per insegnante di Religione ma ancora non ha capito che  a me non me ne frega della mia storia , e non ha ancora capito che sono atea”.

“Dovresti dirlo a tua madre” rispose Shin in tono di sfida verso la pazza di religione, “Mia madre? Oh per carità, mia madre è ancora peggio della Professoressa Itsume, non vogliono staccarsi dal passato, è assurdo, e poi credono al demonio, agli angeli ecc. ci mancano solo le fatine dei boschi” Conclusi con un sospiro.

Lui mi guardò come se fossi una pazza, avevo perso le staffe.

Ci avvicinammo all’aula di Algebra , due splendide lezioni di Algebra ci aspettavano , ero così felice che potevo benissimo spararmi con una pistola alla tempia.

Shin non osò entrare oltre la porta dell’aula “Io taglio, di che mi sono sentito male e sono … andato a casa”, lo guardai ancora una volta, sembrava convinto, annui ed entrai dentro l’aula, il professor Green , un americano venuto ad insegnare in Giappone , mi guardò torvo.

Mi sedetti al mio solito posto, l’ultimo in fondo all’angolo a destra, dove vi era una grande finestra con una mensola in cui appoggiavo il gomito.

Le due ore furono estenuanti , sembravano non finir mai.

Non ero concentrata sulla lezione, ma sulla pazza insegnante che ancora una volta non mi lasciava respirare, perché ancora pensava a cose di 100 anni fa se non più? Se pensava che un giorno sarei diventata una mietitrice si sbagliava altamente.

Rimasi pensierosa per tutta la lezione, solo l’entrata di un nuovo ragazzo nell’aula riuscì a distogliere l’attenzione dai miei pensieri, era un ragazzo alto, con i capelli neri corvo, come i miei, il suo corpo era pallido e i capelli facevano contrasto, finalmente il “belloccio americano” come lo chiamavano le mie compagne, era arrivato.

Il professor Green non gli disse nulla , odiava i ritardatari , non gli concedeva nemmeno il tempo delle spiegazioni , si avvicinò verso l’unico banco libero , e quale non poteva essere se non il mio?

Si sedette e rimase zitto, i capelli gli coprivano gli occhi, per tutta l’ora non ci scambiammo uno sguardo, era arrivato da circa una settimana e non ricordavo nemmeno il suo nome , non aveva legato con nessuno , durante il cambio di ora se ne stava da solo con un ragazzo del Quarto anno.                                                                                 

 “Scusa” mi voltai sorpresa, sapeva parlare “Mi puoi prestare una penna?” intravidi dai suoi capelli l’occhio sinistro castano scuro, muta presi la penna blu di scorta che tenevo nell’astuccio e gliela porsi, con una risposta bassa quasi come un sussurro, ricominciai a buttarmi nei miei pensieri.

“Scusa” ancora “Ma quei libri sono di Anne Rice?” disse puntando il dito verso il mio zaino aperto.

Mi ero completamente dimenticata di quei libri, li avevo iniziati a leggere un paio di giorni fa, ma la polvere stava vincendo contro la mia curiosità.

“Ehm si” risposi disinteressata, comparve un timido sorriso sulle sue labbra “Posso?” indicò ancora una volta lo zaino “Ehm certo” risposi silenziosamente per non farci scoprire dal professor Green , estrasse 3 libri delle cronache dei vampiri ed uno dalla saga delle streghe Mayfair.

Guardo la copertina del libro delle streghe Mayfair, ma scartò subito l’idea di aprirlo , invece , era molto interessato dai tre libri delle cronache dei vampiri.

Iniziò a fissare la copertina di Il vampiro Marius , poi passò a fissare Intervista col vampiro , infine arrivò all’ultimo libro , Scelti dalle tenebre.

“Ti piace la mitologia dei vampiri?” mi rispose , “Ultimamente leggo molto … e mi sono capitati in mano questi libri … sono stanca dei libri dei maghetti” fece una risata soffocata per non farsi scoprire dal Professor Green.

“E a te?” risposi con un sorriso, era incredibile , ero riuscita  a parlare con la statua  , o meglio ,  Anne Rice ci era riuscita.

“Mi piacciono molto, più che altro e mio padre che mi costringe a leggere questi libri, è uno scrittore e quindi pensa che siano libri scritti molto bene, anche mio padre sta scrivendo un libro sui vampiri

“E così a tuo padre piace la mitologia dei vampiri” rispose con un sorriso meno timido dell’altro “Beh si … ne è affascinato , la mia famiglia si è trasferita più volte per la sua passione , esplora tutti i luoghi in cui ci siano leggende relative ai succhia sangue” rispose infine sarcastico , feci una risata soffocata , “Quindi vi siete trasferiti qua per questo …” , rispose con un lungo sospiro “Si , certe volte odio mio padre , nel momento in cui ho stretto amicizia a scuola o con amici , decide di trasferirsi, sembra fatto apposta” chiuse la risposa  con un altro sospiro , poi un suono proveniente dal piano sopra di noi , la campanella della salvezza.

Chiusi la cartella con cura rimettendo dentro tutti i libri, quando mi rialzai, lui era già sparito , ma poco mi importava ero riuscita  a parlare con la statua , mi corressi di nuovo , Anne Rice ci era riuscita , ma di sicuro io ero riuscita fare un’altra cosa , a trovare un nuovo amico.

 

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Capitolo 3
*** Guida ***


Capitolo 3

 

 

Ritornai a casa fradicia , la pioggia non cessava, abito al terzo piano di un condominio, o meglio, abitavo.

Mia madre mi soccorse subito con aria preoccupata, mia madre, l’unica persona in grado ci capirmi, anche se devo ammettere, certe volte mi fa impazzire.

“Tesoro mio, oggi ti sei dimenticata l’ombrello!”iniziò ad asciugarmi con un asciugamano, “Va tutto bene mamma, ora vado a farmi un bagno caldo” andai verso il  corridoio mentre mamma mi parlava ancora.

“Tesoro, oggi puoi anche mangiare in camera tua, io sono a lavoro, magari questo pomeriggio vai a trovare tuo fratello all’ospedale, Otano dovrebbe essere già là, ora vado, tornerò tardi perciò non aspettarmi, ci vediamo domani tesoro”.

La salutai e così andai verso il bagno e chiusi la porta a chiare, finalmente la pace, presi uno dei giornaletti di gossip dal comodino vicino al gabinetto e scaldai l’acqua.

Mi immersi in quella calda acqua che per me era il paradiso, ero completamente rilassata, finalmente.

Continuai a leggere il giornalino con interesse, il concerto di Miyavi, tra 3 settimane, sapevo già la risposta di mia madre quindi con un sospiro voltai pagina, non trovai più nulla di interessante, intere pagine dedicate ai Tokio Hotel, rimasi con gli occhi spalancati quando poi vidi la copertina che non avevo nemmeno guardato, “Tokio Hotel Magazine”venti pagine su di loro, una di queste, la prima, parlava dei concerti degli altri artisti, questo magazine non era mia, lo avrà dimenticato Risa.

Chiusi gli occhi e mi rilassai, l’acqua calda mi rigenerava, rimasi per circa mezz’oretta, erano le 2:00 del pomeriggio.

Alla fine, decisi di uscire dalla vasca, corsi verso il forno a microonde ancora con l’accappatoio, andai verso il telefono e composi il numero.

“Pronto” una voce calda ed allegra mi rispose.

“Ciao Shin, ascolta, io questo pomeriggio vado all’ospedale a trovare mio fratello per…beh sai cosa, ti va di venire con me? Posso chiedere ad Otano di chiamare Risa”

Sentivo la felicità nella sua voce, Shin aveva un debole per mia cugina Risa.

“Certo che vengo! Ci vediamo per le 4:00 sotto casa tua?” rispose felice.

“Ehm certo” Risposi, lo salutai e riattaccai, presi dalla mensola le pizze da fare al forno, ne misi due nel forno a microonde ed aspettai, pensando.

La faccia di quel ragazzo mi ritornò in mente, il suo occhio castano scuro, che stupida, non gli avevo nemmeno chiesto come si chiamava.

Iniziai a divorare le pizzette appena scongelate dal forno a microonde, poi, corsi verso la mia camera alzando il volume dello stereo che avevo appena acceso, “Cassis” dei The GazettE mi fece rilassare come quando ero nella vasca.

Mi buttai nel letto, muta, tra i miei pensieri, non avevo nulla da fare, e quando non avevo nulla da fare di solito andavo nella stanza chiusa a chiave dove la mamma teneva tutti i nostri vecchi oggetti e cimeli di famiglia, la stanza non era grande, ma non ero mai riuscita a guardarla tutta, c’erano troppe cose, forse oggi, finalmente, sarei riuscita ad esplorarla completamente.

Presi la chiave sotto il materasso della stanza da letto di Mamma, se c’era una cosa che non sapeva fare mia madre, era quella di nascondere le cose.

Mi avvicinai ed aprii la porta, il buio e le ragnatele incombevano in tutta la stanza, grandi scatoloni erano davanti a me e  sbarravano la strada verso gli scatoloni mai aperti, decisi di far uscire tutta la mia forza e cercai di spostare i pacchi che erano posizionati uno sopra l’altro.

Continuai a farmi strada tra i pacchi cercando di aprirmi un varco, mi sentii come Indiana Jones , “Hikari Itomi e i tesori dei pacchi” pensai, poteva diventare un film cult.

Dopo molti sforzi, la via era libera,  mi avvicinai ai tre pacchi che non avevo ancora aperto, mi avvicinai all’ultimo a destra, dentro vi erano i giochi di quando io e Toma eravamo piccoli, la mia mente iniziò a viaggiare verso ricordi lontani, dopo il momento “Ricordi Gioiosi” mi avvicinai al Pacco al centro, dentro vi erano foto di quando eravamo piccoli.

Guardai il secondo album fotografico, dove c’era anche papà, era esattamente prima che morisse nell’incidente.

Nella mia guancia scese una lacrima, iniziai a strofinarmi la guancia con l’accappatoio, papà mi diceva sempre che dovevo sorridere, anche nei suoi ultimi istanti di vita all’ospedale, non voleva morire con impresso nella memoria il mio volto triste, non voleva ricordarmi così.

Chiusi il pacco, troppi ricordi, ma al contrario del primo pacco erano ricordi spiacevoli.

Iniziai ad esaminare il terzo ed ultimo pacco, quello a sinistra, e finalmente trovai il tesoro, i cimeli di famiglia che tanto desideravo vedere, erano davanti a me.

Quei cimeli potevano essere anche vecchi di Centro anni fa, e probabilmente, lo erano.

Mi avvicinai verso un oggetto che attirò la mia attenzione, non perché lo trovavo interessante, ma perché non sapevo che cosa era, se qualcuno mi avesse chiesto che cosa era, io potevo dirgli che era una sfera color oro, grossa quanto il pugno di una mano, con quattro buchi di cui nei bordi vi erano delle decorazioni raffiguranti un lungo drago.

Iniziai a toccarla con interesse, cianfrusaglia inutile?

Tuttavia aveva un nonsoche di intrigante, guardai i quattro buchi e notai dopo che non erano esattamente buchi, qualcosa li tappava, certo ma era in profondita, come se fossero  tasti schiacciati.

Presi la sfera e la misi nella tasca grossa dell’accappatoio, rivolsi la mia attenzione sui manoscritti legati con cura ad un elastico, guardai il primo manoscritto, raffigurava un uomo in armatura, con aria spavalda sopra un cadavere, una falce a croce, era puntata sulla testa del cadavere, sotto si poteva vedere una piccola scritta: “Mizuumi Itomi, Giappone”.

Oh, finalmente lo potevo vedere, il nostro ammazza succhiasangue, la persona che la mia professoressa stima così tanto, ecco cosa stima, un semplice uomo di latta con manie di protagonismo, patetico, stavo per chiudere il pacco quando vidi un piccolo libretto sotto tutti i manoscritti, “Memoria dei vampiri, uno studio approfondito sulla loro cultura, le loro origini e le loro varie specie”.

E così l’uomo di latta scriveva anche un libro, interessante, presi anche questo insieme alla sfera e tornai nella mia stanza per cambiarmi, ormai i miei capelli che avevo lasciato bagnati  erano asciutti, ed avevano un leggero effetto mosso che mi piaceva.

Guardai l’orologio, erano le 3:30 spaccate.

Dato che mancava ancora mezz’ora, potevo sbirciare nel libretto dell’uomo di latta, giusto per curiosità e per ammazzare il tempo.

Capitolo 1, Introduzione ai vampiri.

I vampiri sono la specie più vicina al demonio, il clero, li ha sempre considerati i soldati del demonio, venuti sulla terra per portare il male.

Sembrava una storia da tipico videogame fantasy.

Pochi sono i modi per riuscire a distruggere queste creature del demonio, una di queste è l’acqua santa, l’acqua della purificazione dell’anima è in grado di bruciare la creatura, un altro modo per sconfiggere queste creature è utilizzare armi a forma di croce, questo simbolo, non si sa come faccia, ma riesce a indebolire la creatura in modo da renderla più vulnerabile agli attacchi.

Strano, nessun riferimento alla luce del sole, probabilmente, il Dracula di Hollywood aveva creato un altro metodo per uccidere i vampiri.

Continuai a legger il librettino dalla copertina nera.

Capitolo 2, tratti essenziali del vampiro.

Per scoprire se una persona è effettivamente un vampiro, bisogna osservare le sue abitudini, il suo comportamento e le varie azioni che esegue.

I vampiri possono essere riconosciuti per la loro pelle pallida e il loro corpo gracile, tuttavia vi possono essere anche delle eccezioni alla regola.

Il vampiro evita assolutamente l’acqua, gli causa disagio, poiché gli ricorda l’acqua purificatrice.

Il vampiro può camminare alla luce del sole, ma non può fissarlo per più di cinque secondi.

Continuavo a leggere quel librettino, quando squillò il citofono di casa, Shin era arrivato, presi il librettino e la sfera e li misi nella borsa gigante che mi aveva regalato la nonna e corsi verso il citofono.

Subito dopo corsi verso le scale.

 

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