Al Seguito del Sovrano

di MusaTalia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Regina Nera ***
Capitolo 2: *** De Profundis ***
Capitolo 3: *** Il Pomo della Discordia ***
Capitolo 4: *** Dono di Afrodite ***
Capitolo 5: *** Nebbia e Fulmine ***
Capitolo 6: *** Davanti allo specchio ***
Capitolo 7: *** Ode della Gelosia ***
Capitolo 8: *** Memorie Mendicate ***
Capitolo 9: *** La Tessitrice di Sentimenti ***
Capitolo 10: *** Sapore di Morte ***
Capitolo 11: *** Dolce Demonio ***
Capitolo 12: *** Soldato Immortale ***
Capitolo 13: *** Pensiero Proibito ***
Capitolo 14: *** Istinto Venatorio ***
Capitolo 15: *** Sovrano ***
Capitolo 16: *** Al seguito del sovrano ***



Capitolo 1
*** La Regina Nera ***


La regina nera

La Regina Nera

Sulpicia


Osservo, in questa radura spolverata di candida neve, le pedine che hai disposto ordinatamente con straordinaria maestria; proprio come sei solito fare nelle nostre partite.
Hai schierato torri ed alfieri neri contro lei, la Regina Bianca, che assapora da poco l'immortalità.
Nulla a cui non sia abituata.
Sai perfettamente che non c'è alcuna speranza di vittoria senza sacrificio, e tu non puoi permetterti di perdere.
Perciò non posso fare a meno di chiedermi se per vincere, questa volta, arriverai ad immolare la tua Regina Nera protetta da inutili pedoni; proprio come sei solito fare nelle nostre partite.


Spazio personale.
Eccomi qui con questa nuova impresa, nell'attesa-speranza di ritrovare l'ispirazione per terminare l'altra storia.
C'è da dire che i due lavori sono uno agli antipodi dell'altro, tuttavia era da un po' che pensavo a scrivere qualchecosina sui Volturi, che adoro. Aggiungo anche che ho letto di lavori di grandissima qualità su questi personaggi, perciò sono leggermente impaurita da questa mia nuova impresa, perchè non arriverò mai alllo stesso livello delle altre ragazze che hanno elaborato degli scritti sublimi, a mio parere.
Che dire? Mi sono impegnata al massimo per raggiungere la quota di cento parole esatte, e in teoria i conti tornano...
Ho voluto far fare a Sulpicia da apripista, dato che la Meyer le dedica solo due fugaci citazioni nel capitolo 36 di Breaking Dawn, e io invece trovo che sia uno dei quei personaggi che potrebbe parlare per ore. E' la compagna di Aro, e dunque ne deve aver visto delle belle in due millenni di esistenza. Ho immaginato che i due giocassero a scacchi, per passare il tempo e da qui la storia delle varie pedine.
A voi le ultime parole in ogni caso, anche perché questa spiegazione è più lunga della drabble!

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Capitolo 2
*** De Profundis ***


De profundis

De Profundis

Marcus



Non ho mai creduto in Dio, semplicemente perché non ne ho mai sentito la necessità.
Per secoli sono stato io la divinità venerata e temuta. Poi, nell'epoca di papi e miracoli sono persino diventato Santo protettore.
Adesso, però, davanti alla crudeltà di colui che chiamo fratello, che sta per compiere una nuova strage di innocenti, per sterminare un'intera famiglia a causa di una bambina la cui unica colpa è di essere amata, mi rivolgo a te per la seconda volta nella mia esistenza, Signore.
Ti prego come quando morì la mia Didyme: "De profundis clamavi ad te, Domine...".



Spazio personale:
Si capisce che quando questa drabble è nata la professoressa di italiano aveva appena finito di spiegare il Paradiso di Dante?
Marcus parla pochissimo nel libri della saga, e le sue parole non hanno mai lo stesso peso di quelle di Aro e Caius, non per questo ritengo i suoi pensieri siano poco interessanti. Anzi, credo sia tra i tre capi supremi quello con la personalità più... accattivante. Il fatto che si sia richiuso a riccio dopo la morte della moglie non preclude che la sua mente sia un vespaio di pensieri ed emozioni celate, almeno questo è quello che mi piace credere. Credo, inoltre, che tra i tre sia anche il più spirituale. Si rivolge a Dio perché la situazione non si trasformi in un massacro. La preghiera è il salmo 129, "Dal profondo...", di solito letto in memoria dei defunti e dunque perfetto per Didyme; ma basterà andare a cercare il testo per capire che può anche essere adatto prima di uno scontro. Anche se non si è cristaini resta in ogni caso una preghiera dalla forza straordinaria.

Ulissae: Grazie, i tuoi complimenti mi fanno molto piacere e ho seguito il tuo consiglio togliendo il grassetto. Mi ha fatto piacere che non ti sia dispiaciuta nonostante l'antipatia provata nei confronti di Sulpicia.  Per quanto riguarda la mia prima storia: hai presente Galileo? Ecco io abiuro volontariamente il mio lavoro; se solo avessi il coraggio lo eliminerei, tuttavia lo tengo ancora lì anche per ricordarmi da dove sono partita e che devo evitare di commettere certi errori. La ripetizione è voluta, per sottolineare i timori e le incertezze di Sulpicia, che ritengo ostenti una forza d'animo che non le appartiene.
OttoNoveTre: Leggere la tua recensione mi ha fatto molto molto piacere. Ho scovato la tua raccolta sui Volturi da poco e ne sono rimasta magnetizzata! Ovviamente mi trovi favorevole nei confronti di un Volturi fan-club.  Sono contenta apprezzi il mio modo di scrivere, perché hai ragione, ogni parola è calibrata con il contagocce. Per quanto riguarda Sulpicia, io credo che il problema sia Aro. Non metto in dubbio un suo sentimento d'affetto per la moglie- anche se non conto in un amore struggente!- ma ciò che Aro ama veramente sono le rarità. E' un collezionista e penso sarebbe ben pronto a fare sacrifici per un pezzo raro. Ricordiamoci che è stato lui a fara assassinare la sorella.

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Capitolo 3
*** Il Pomo della Discordia ***


il pomo della discordia

Il Pomo della Discordia

Heidi


Chiunque la guardasse credeva di trovarsi di fronte alla reincarnazione della bella Elena.
La sua era una bellezza che scatenava l'invidia delle donne e il desiderio degli uomini.
Un nobile, un giorno, le aveva regalato un pomo d'oro con incisa una dedica "Alla più bella". Un dono per una dea, l'aveva definito.
Ma in tutto questo c'era una nota stonata: come poteva essere paragonata ad Elena ed allo stesso tempo essere ritenuta una dea?
Elena era mortale, la divinità immortale. E lei era immortale.
-Più che Elena- pensò rigirandosi l'oggetto tra le mani -direi Eris-.


Spazio personale:
Tutto il mio spirito neoclassico si è messo all'opera per questa drabble. Pensando a lei mi sembrava anche leggermente scontato il paragone con la bellissima Elena del mito antico. Tuttavia il mio amore per la Elena di Euripide mi spingeva allo stesso tempo ad allontanare queste due figure di donne bellissime. Poi però l'idea del pomo della Discordia. Per chi non lo sapesse Eris in greco significa proprio Discordia. Perciò il parallelo, perché ritengo che Heidi possa scegliere due vie da seguire con la bellezza che si ritrova: farsi distruggere da questa o distruggere lei gli altri sfruttando questa sua "dote". E' evidente che la scelta è ricaduta sulla seconda opzione, ergo si trasforma da dolce fanciulla in divinità malefica.

OttoNoveTre: più che lieta che ti sia piaciuta. Anche io adoro-con molta modestia- quella drabble.

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Capitolo 4
*** Dono di Afrodite ***


Dono di Afrodite Aggiornamento lampo per festeggaire la mia patente. Se siete della provincia di Venezia non so quanto vi convenga uscire fuori di casa...

Dono di Afrodite

Athenodora


Ricordo quando da fanciulla cingevo con fiori colorati il capo del simulacro di Cipride e danzavo a piedi nudi con le mie compagne attorno a lei, pregandola.
All'epoca avevo un desiderio: sposare un uomo pari in tutto ad Achille. Forte, valoroso, bello e biondo.
Ora sorrido perché Afrodite mi ha esaudita: mi ha fatto incontrare il mio sposo, un uomo forte, valoroso, bello e biondo.
Ma lui non è come Achille, non è solo un eroe.
E' un dio, giunto da me in tutto il suo splendore per donarmi l'ambrosia e rendermi la sua amata compagna nei secoli.



Spazio personale:
Nuovamente mi sono imbattutta nel mito greco. Cosa posso farci? Mi piace troppo. Così ho pensato ad Achille, che per certo era biondo proprio come Caius- la certezza deriva dal fatto che, quando si nasconde a Sciro sotto spoglie femminili viene chiamato Pirra, cioè bionda. Inoltre questo vuole essere un piccolo sfizio per elogiare una grandissima poetessa, la prima della storia: Saffo. C'è, infatti, una bellisima poesia in cui descrive le sue fanciulle nel tiaso che incoronano le statue di Afrodite e danzano in suo onore. Così mi sono immaginata una giovane Athenodora, ancora umana, nel tiaso che sogna il principe azzurro; ma non esistendo ancora propraimente quest'ultimo, penso che si pensasse agli eroi del mito come esempi di uomini perfetti. Fine del grande vaneggio romantico. Spero di non aver dipinto Athenodora troppo frivola o smielatamente romantica, perché invece ritengo abbia un gran bel caratterino.
Ah, dimenticavo, per chi non lo sapesse l'ambrosia era il cibo degli dei che donava loro l'immortalità.

Ulissae: il mondo è bello perché è vario e l'armonia è data dalle varie visioni diverse. Lasciando perdere i grandi vaneggi filosofici, sono davvero contenta che nonostante le nostre visioni diversi le mie drabble ti piacciano. In effetti anche a me quella frase non convinceva più di tanto, però non sono riuscita a sistemarla in modo migliore. Magari, tra un po' di tempo ci rimettero mano.
Scorpiusthebest: grazie! Sono contenta ti piacciano e mi fa davvero piacere che tu condivida la mia visione, ed è davvero un peccato che siano presenti così tanti personaggi privi di una vera e propria personalità nel libro, in primis i Volturi.

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Capitolo 5
*** Nebbia e Fulmine ***


Nebbia e fulmini

Nebbia e Fulmine

Jane & Alec


Guardano fuori dalla finestra. E' un orribile giornata soleggiata.
Entrambi odiano il sole, così luminoso. Nessuno ha paura dei raggi solari caldi e rassicuranti.
Lui adora la nebbia, perché è proprio come lui. Si alza lenta, silenziosa e subdola, rendendo cieco chiunque. Tutti ne sono vittima e tutti ne hanno timore.
Lei, invece, ama il fulmine, quello che si abbatte violento, inaspettato e rapidissimo durante gli improvvisi temporali estivi, perché le assomiglia. Piomba leggiadro sul nemico colpendolo inesorabile e lasciandolo agonizzante sul terreno.
Nessuno ha paura dei raggi solari, ma tutti temono la nebbia e il fulmine, e li rispettano.


Spazio personale:
Avevo risreso in mano Breaking Dawn per scrivere solo di Alec, poi mi sono resa conto che in un certo senso non posso dividere i due fratellini. Quindi sono qui insieme e ad ognuno è legato un fenomeno atmosferico. Pensando al potere di Alec viene descritto come una sorta di nebbia che attutisce ogni senso, e questo è stato abbastanza facile. Ma Jane? Poi la folgorazione- scusate, pessimo gioco di parole... in effetti il suo potere è simile a quello dei fulmini, almeno, secondo una mia interpretazione. Infine l'opposizone con il sole, al quale non si possono nemmeno esporre visto che sbrillucherebbero come le ali delle winx... Termino qi con le mie idiozie.

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Capitolo 6
*** Davanti allo specchio ***


Davanti allo specchio

Davanti allo Specchio

Didyme



Seduta davanti al grande specchio della sua stanza, pettina i lunghi, setosi capelli corvini.
Un tenero sorriso si riflette sulla fredda superficie argentea.
Scioglie i mille dolci nodi incastonati di candide perle dell'acconciatura da regina.
E' grazie a suo fratello, protettore notturno delle arti, se ora governa con soprannaturale grazia sul popolo dei figli dell'oscurità.
Una risata di coro d'angeli si spande nell'aria. Da sempre la gioia è stata la sua più cara ed amata compagna.
E gli occhi amaranto si specchiano gai, così simili a quelli del gemello, eppure tanto differenti.
Facce diverse della stessa medaglia.



Spazio personale:
Questa volta l'ispirazione viene da Petrarca, ed in particolar modo dalla mia poesia preferita (Avea i capei d'oro a l'aura sparsi).
Questa volta dal punto di vista strutturale non è molto organica, e mi dispiace. In effetti la vedo più come una sorta di ritratto fatto in punta di pennello di questo personaggio, con il quale trovo difficile un'identificazione, anche se parziale. Inoltre- tutta colpa di Leopardi- ultimamente sono affascinata dall'idea del vago e dell'indefinito, quindi non ho voluto poi tanto scavare nella personalità di Didyme.
Un'ultima cosa, in teoria il nome Didyme significa gemella, dunque non potevo non inserirci il parallelo con il caro fratello.

Dragana: sono commossa. Grazie, grazie ed ancora grazie. sentirsi così apprezzate riempie di gioia. Davvero non ho parole per ringraziarti.

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Capitolo 7
*** Ode della Gelosia ***


Ode della gelosia

Ode della Gelosia

Caius



Non posso distogliere lo sguardo da quello lì, che ti ascolta ridere spensierata.
Sento uno strano fastidio, qulacosa che non sentivo da quando, ancora, potevo essere chiamato mortale.
Sotto la pelle si diffonde un fuoco sottile, un ringhio mi muore in gola.
Vorrei non vedere nè sentire, ma questi maledetti sensi sviluppati me lo impediscono.
Vedo solo il rosso dei tuoi occhi di stella e delle tue labbra di ciliegia che riempie l'atmosfera.
Ti alzi per raggiungermi con grazia.
-Geloso?- sussurri, ben conoscendo la mia risposta, ma consapevole che la mia bocca non ti darà mai soddisfazione dicendo -Sì-.



Spazio personale:
Eccomi di nuovo qui, vorrei prima di tutto scusarmi se i miei aggiornamenti non sono regolari, ma quest'anno sono di maturità, quindi trovare un po' di tempo per scrivere, a volte, diventa una vera e propria impresa eroica- altro che Achille e compagnia bella!
In ogni caso, questa volta vi presento Caius, divorato dalla gelosia. Mi sembra sinceramente un po' scontata come visione, visto il carattere impulsivo e facile all'ira che ci viene presentato, ma purtroppo anche di ispirazione, ultimamente, sono carente. Anche questa volta, è giusto sottolinarlo, l'ispirazione giunge dagli antichi. Nuovamente Saffo ed in seguito Catullo, che riprende un meraviglioso frammento supersite della poetessa di Lesbo, per scrivere della sua Lesbia. Vorrei anche precisare che solitamente scrivo seguendo l'ispirazione del personaggio che al momento sento più vicino, ma questa volta ho voluto realizzare la richiesta di Juliet96.

Dragana: Grazie! Leggere le tue recensioni mi riempi sempre di gioia. sono contenta che le mie drabble ti piacciano.
Juliet96: Ho accolto la tua richiesta e spero che la mia interpretazione di questo personaggio ti sia piaciuta. Grazie anche per i complimenti, sentirsi dire che mi preferiresti al tuo prof mi ha fatto ingrassare di almeno 10 kg per la soddisfazione.

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Capitolo 8
*** Memorie Mendicate ***


Memorie Mendicate

Memorie Mendicate

Santiago


Era tornato, dopo molto tempo, nella terra in cui era nato.
Sebbene fossero passati secoli, poche cose erano cambiate.
Sotto il sole del pomeriggio, all'ombra dell'alta cattedrale del quartiere gotico, un mendicante, ripiegato su se stesso, attendeva il compiersi di un destino crudele.
Un uomo facoltoso- l'odore dei soldi era talmente pregnante...- gli si avvicinò e allungò una banconota sussurrando all'orecchio parole prive di compassione.
Memorie di un passato sbiadito si riaffacciarono e sembrò che il volto dell'umano assumesse le sue sembianze.
In fondo, forse, era solo lui ad essere cambiato, sicuramente non il mondo.


Spazio personale:
di ritorno dalla gita a Barcellona è uscita fuori questa cosa qui, che nemmeno io so ben definire. Inevitabilmente ha risentito dell'esperienza negativa di essere derubati in albergo il secondo giorno. Io fortunatamente sono stata graziata... In ogni caso, vista la cripticità, una spiegazione è d'obbligo. Ho immaginato il personaggio che, ritornato a casa, rivive, vedendo il mendicante, la sua esperienza, quando ancora era umano e quando i Volturi, forse Aro in persona, l'hanno addescato per farlo entrare nella guardia. Spero che ora sia un po' più chiara.

OttoNoveTre: grazie infinite. Mi ha fatto molto piacere che la drabble ti sia piaciuta. Il mio timore è sempre di creare personaggi OCC, ma dal tuo commento mi sembra di aver capito di essere rimasta IC.

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Capitolo 9
*** La Tessitrice di Sentimenti ***


La tessitrice di sentimenti

La Tessitrice di Sentimenti

Chelsea


Con antica maestria fila, tesse e taglia i fili preziosi o comuni del grande arazzo dei sentimenti.
Dal cuore di ogni persona si diramano innumerevoli fili
, uno per ogni conoscente, di tanti colori differenti, che lei contempla tutti prima di scegliere quale impiegare: rosso d'amore, oro di compassione, ciano di amicizia, nero di disprezzo.
Con le sue dita sottili ed affilate recide i fili che le servono e li intreccia per creare un grande disegno armonico, composto di veraci passioni e sentimenti di purezza sincera.
Spera un giorno di poter contemplare la sua grande creazione: l'arazzo degli affetti.

Spazio personale:
Mi è piaciuto molto speculare sul personaggio di Chelsea. Le idee erano tantissime, molte ricondotte alla mitologia- strano, vero? Le figure a cui avvicinarla erano tante: le parche, Penelope, Aracne... poi però ho ritenuto innpportune tali associazioni, e dunque a tutte si è sostituita l'immagine della tessistrice di arazzi. Ho voluto anche giocare con i colori. Amo molto il potere di Chelsea e spero di averle reso giustizia.

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Capitolo 10
*** Sapore di Morte ***


Sapore di morte

Sapore di Morte

Afton


L'unico ricordo umano che possiede è un carretto stracarico di cadaveri maleodoranti che si allontana. Tra i corpi i suoi affetti.
La peste non possiede pietà.
Non ha provato disperazione o disgusto a quella vista.
Tutt'altro.
La caducità del corpo mortale lo ha affascinato a tal punto che ciò che in chiunque provoca orrore e paura in lui, invece, contribuisce a far risalire un brivido di piacere lungo la spina dorsale.
Ora, rinato a nuova non-vita, ha portato con sè questo gusto di morte, che fa assaporare ai suoi nemici, prima di colpire, impietoso come la peste.


Spazio personale:
Chiedo umilmente perdono se non mi sono fatta sentire per molto, molto tempo. Come scusa posso utilizzare solo tre parole: Esame di Stato!
Ora che finalmentre mi sono liberata di questo peso considerevole posso tornare a dedicarmi alla scrittura.
L'influenza di questa drabble viene in primis da Mazoni e i suoi Promessi Sposi- Manzoni è proprio l'autore che mi ha chiesto all'orale, e continuo a sognarmelo di notte!- poi c'è il libro che sto leggendo ora, "Il Profumo" di Suskind- Spettacolare!- ed infine dalla lirica greca di Leonida e il suo gusto leggermente noir.
Effettivamente è venuto fuori qualcosa di "leggermente" macabro. Tuttavia da un personaggio con un potere simile non poetvano certo venire parole dolci accompagnate da fatine ed arcobaleni. Ritengo inoltre che solo una persona con una certa dose di cinismo e insensibilità possa possedere questa capacità. Non sono propramiente soddisfatta, ma dopo oltre diue mesi di mutismo, come inizio non è neppure così pessimo... Ovviemente lascio a tutti voi l'ultima parola.
Un grazie a Dragana per il commento alla scorsa drabble! Mi riempi di entusiasmo!
Speriamo a presto...

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Capitolo 11
*** Dolce Demonio ***


Dolce demonio

Dolce Demonio

Corin



È raro sentire la tua voce. Solitamente cammini in silenzio, impalpabile come un'ombra, lungo i corridoi di Palazzo dei Priori.
Nessuno si accorge della tua presenza, che giunge inaspettata alle spalle; ma una volta fissato lo sguardo in quei grandi occhi è impossibile dimenticarsi di te, angelo demoniaco.
Quel fisico minuto, gli occhi dal taglio dolce ingannano chiunque.
Come potrebbe celarsi un assassino in un corpo all'apparenza così fragile? Sei scaltro, Corin. Hai fatto di ciò la tua forza. Sei uno degli orgogli di Volterra, una delle sue gemme più preziose. Sei un leone travestito da agnello.



Spazio personale:
Sono schifata come poco. Mi è venuta fuori questa cosa così insipida, che nemmeno io so bene come definire, e mentre la scrivevo mi ripetevo, per convincere me stessa, " In fondo, Laura, di questo personaggio sappiamo solo il nome. Non si sa bene nemmeno se è un lui o una lei. Cosa pretendi?". Questo però non giustifica di certo sto obbrobio. Risulta piuttosto banale, i giochi di contrasto, e tutto il resto. Chiedo scusa; per la prossima mi impegnerò di più.
Sabato parto per le vacanze. Spero comunque di aggiornare non appena ritorno. Non sia mai che un po' di aria di mare aiuti la mia ispirazione, che è in vacanza già da un bel po' e non ne vuole sapere di ritornare...
Un ringraziamento speciale a chi ha recensito la scorsa drabble: LAZIONELCUORE e Dragana

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Capitolo 12
*** Soldato Immortale ***


Soldato immortale

Soldato Immortale

Felix


Era un soldato. Un mercenario. Combatteva per denaro, sempre sotto una nuova bandiera, e poco gli importava chi avesse comprato le sue abilità.
Tanto in guerra non esistono buoni e cattivi, solo vinti e vincitori, e l'importante, per lui, era appartenere a quest'ultima schiera.
Quando un uomo con gli occhi di sangue e il tocco di morte gli aveva proposto di diventare un suo guerriero in cambio di forza incredibile, gloria eterna e soldi, tanti soldi, non aveva esitato un solo istante. Si era ritrovato combattente immortale di un esercito imbattibile.
Mai scelta si era rivelata più felice.


Spazio personale:
Nata proprio sotto l'ombrellone con il suono delle onde come colonna sonora e la sabbia sotto i piedi. E dire che stavo cercando di scrivere di Renata... Vabbè, forse è il caso di stendere un velo pietoso sugli improbabili percorsi della mia mente arzigogolata.
Che dire? Ho letto parecchie interpretazioni riguardo a Felix. La mia è che in passato lui fosse un mercenario, com'era di moda nel medioevo, poi incontra Aro- o un altro vampiro sempre dei Volturi- e la frittata è fatta. Involontariamente in questa drabble mi è venuto fuori un personaggio piuttosto venale, anche se l'idea di partenza non era propriamente questa; però la drabble si è quasi del tutto scritta da sola, al che ho preferito lasciarla così, senza tentare di metterci troppo le mani.
Mi mancano solo tre personaggi e non so proprio da dove cominciare. Oddio, per Renata un'ideuzza ce l'ho, ma devo lavorarci parecchio, ma per Demi (aka: Demetri) e il caro Aro sono proprio in alto mare, anzi, sto direttamente annegando...quindi non so proprio dire se riuscirò ad aggiornare tra una settimana, oppure il mese prossimo. Spero per la fine dell'estate di concludere questa raccolta...
Conclusi gli sproloqui vi lascio.
Ps. Per LAZIONELCUORE: volutamente il mio Corin è... neutro, assesuato come gli angeli, se vogliamo, proprio perché nemmeno io so ancora bene se è maschio e femmina, dunque non voleva sbilanciarmi troppo. Quasi dimenticavo: grazie!
Un grazie speciale anche a
Dragana

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Capitolo 13
*** Pensiero Proibito ***


pensiero proibito

Pensiero Proibito

Renata


Lei è sempre lì. un passo dietro di Lui, con l'esile braccio proteso verso la Sua spalla.
Strana posizione per adempiere al suo compito.
E' il Suo scudo.
Eppure nella sua testa l'mmagine che si crea a riguardo è diversa: una leonessa che lotta per i suoi cuccioli, una mamma a difesa dei figli, non una ragazzina alle spalle di un vecchio.
Ogni tanto desidera essere quella madre, spinta dall'amore, anziché dal timor reverenziale.
Desidera, ma non pensa, perché tali pensieri sono proibiti, poco grati nei confronti di chi l'ha resa uno sterile blocco di marmo.


Note finali:
Signori, che faticaccia! Devo essere sincera, quando ho iniziato questa raccolta, ormai più di sei mesi fa, Renata è stato il secondo personaggio ad essermi venuto in mente, ma tutto ciò che scrivevo mi risultava così banale, che alla fine cancellavo e mi promettevo di tornarci su il rpima possibile. Come mio solito, poiché la coerenza è una delle mie più eccelse qualità, ho praticamente aspettato la fine per lavorarci sertiamente e far  venire fuori qualcosa che non mi schifasse. Ma andiamo per ordine: punto primo, penso che tra tutte le guardie dei Volturi Renata sia quella più "vittima" poichè si trova sempre in un contatto, dubito voluto, molto ravvicinato con il grande capo Aro. Deve sentire molto la responsabilità di essere la guardia personale dell'individuo più importante del mondo vampiresco. Punto secondo; non so bene il motivo, ma la vedo molto vicina ad Esme come personalità e carattere, quindi legata al desiderio di maternità, che ben si sposa con un potere come il suo. Punto terzo; la frase sulla leonessa viene direttamente dalla canzone Mezzogiorno di Jovanotti, che è stata il mio punto di partenza.
Mi sono dilungata anche fin troppo. Mancano solo due drabble, il traguardo è vicino! Spero per l'inizio di settembre di aver finito, così di passare al mio prossimo mastodontico progetto (su un altro fandom, però).
Un grazie speciale a chi mi segue!

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Capitolo 14
*** Istinto Venatorio ***


Istinto venatorio

Istinto Venatorio

Demetri


Il brivido della caccia.
Nessun istinto è più forte e radicato in lui, non la brama di sangue e non di certo il desiderio sessuale.
Rimanere sospeso in quello stato di fremente attesa è così eccitante.
Ma tutta l'euforia scema con estrema velocità nel momento esatto in cui la preda si ritrova con le spalle al muro, senza alcuna possibilità di fuga.
Non riesce a spiegarsi perché non giunga mai l'appagamento tanto atteso e ricercato, però sa che di quel brivido non può proprio fare a meno. E' come trovarsi in una spirale, eterna, proprio come lui, sospesa ed immersa nel tempo.


Spazio personale:
Premetto che, cosa mai avvenuta fino a questo momento, la drabble si è scritta da sola, subito senza grandi modifiche, come mio solito.
Ok... Ora, vorrei autoseppellirmi! Sussistono però alcuni problemi loggistici: come faccio a riempirmi la fossa da sola se ci sono dentro ed il cumolo si trova fuori, sul suolo, tre-quattro metri sopra la mia testa?
Ho reso il personaggio dei Volturi che preferisco per la sua eleganza e compostezza, ma soprattutto per l'alone di mistero che emana, una sorta di tossicomane! Ma si può?!
Ok. Respiro profondo e mettiamo fine a questi vaneggi malsani.
Per scrivere di Demi mi sono ispirata alla filosofia di Kierkegaard, ed in particolare allo stadio estetico; cioè, secondo il filosofo il seduttore è l'esempio tipico di esteta, sempre alla ricerca di belle donne da conquistare, ma nel momento in cui riesce nel suo intento ha subito bisogno di rimettersi a "caccia". Perciò si può dire che vive in una dimensione atemporale, di eterno presente, senza possibilità di sviluppo. La smetto di fare la mestrina, ma secondo me rispecchia interamente la personalità di Demetri che è IL Cacciatore per eccellenza.
Chiudo qui...

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Capitolo 15
*** Sovrano ***


Sovrano

Sovrano

Aro


L'essere umano.
Creatura affascinante.
Ha scelto come evento di inizio della storia la nascita del figlio di un falegname e considera di poca importanza ciò che è stato precedentemente.
Ma io c'ero prima. Ho visto tutto, ho sentito tutto, ho conosciuto tutto.
Il mondo mi apparteneva ed ancora oggi, se pur nascosto nell'ombra, continuo ad esserne padrone, il sovrano che fa e dispone, il fautore del destino dell'umanità.
La mia razza superiore potrebbe eliminare gli uomini in meno di un battito di ciglia.
Ma soprattutto, a differenza di quel Gesù, io ci sono e ci sarò, sempre, per sempre.



Spazio personale:
Non so proprio se il peccato più grande di Aro sia la superbia oppure l'avarizia. Ho voluto giocare sullla sua insaziabile brama da grande collezionista, ma soprattutto ho pensato che una persona con un ego come il suo (e siamo sinceri, lui se lo può permettere...) si paragonasse a Gesù, figlio di Dio, ma che comunque è morto.
Non sono proprio soddisfatta di quest'ultima drabble, però, dopo nove mesi (lo stesso tempo di una gravidanza!) è arrivato il momento di mettere fine a questa raccolta. Quindi anche se avrei potuto fare meglio ho ritenuto più oppurtuno non aspettare chissà quando che l'idea giusta arrivasse.
Si conclude così la mia avventura di poche parole che ho voluto riservare alla famiglia reale. Voglio ringraziare chi ha recensito fino a questo momento ed anche i lettori silenziosi, sperando di avervi trasmesso qualcosa.
Ancora grazie a tutti di cuore!
Laura

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Capitolo 16
*** Al seguito del sovrano ***


Al seguito del Sovrano

Al seguito del sovrano


Memorie Mendicate-Santiago-


Era tornato, dopo molto tempo, nella terra in cui era nato.
Sebbene fossero passati secoli, poche cose erano cambiate.
Sotto il sole del pomeriggio, all'ombra dell'alta cattedrale del quartiere gotico, un mendicante, ripiegato su se stesso, attendeva il compiersi di un inesorabile destino crudele.
Un uomo facoltoso- l'odore dei soldi era talmente pregnante...- gli si avvicinò e allungò una banconota sussurrando all'orecchio parole prive di compassione.
Memorie di un passato sbiadito si riaffacciarono e sembrò , per un attimo, che il volto dell'umano assumesse le sue sembianze.
In fondo, forse, era solo lui ad essere cambiato, sicuramente non il mondo.

Pensiero Proibito- Renata-


Lei è sempre lì. Un passo dietro di Lui, con l'esile braccio proteso verso la Sua spalla.
Strana posizione per adempiere al suo compito.
È il Suo prezioso scudo.
Eppure nella sua testa l'immagine che si crea a riguardo è diversa: una leonessa che lotta per i suoi cuccioli, una mamma a difesa dei figli, non una ragazzina alle spalle di un vecchio.
Ogni tanto desidera essere quella madre, spinta dall'amore, e non dal timor reverenziale.
Desidera, ma non pensa mai , perché tali pensieri sono proibiti, poco grati nei confronti di chi l'ha resa uno sterile blocco di marmo.

Il Pomo della Discordia- Heidi-


Chiunque la guardasse credeva di trovarsi di fronte alla reincarnazione della bella Elena.
La sua era una bellezza che scatenava l'invidia di tutte donne e il desiderio di ogni uomo.
Un giovane nobile, un giorno, le aveva regalato un pomo d'oro con tanto di dedica incisa. "Alla più bella". Un dono per una dea, l'aveva definito.
Ma in tutto questo c'era una nota stonata: come poteva essere paragonata ad Elena ed allo stesso tempo essere ritenuta una dea?
Elena era mortale, mentre la divinità immortale. E lei era immortale.
-Più che Elena- pensò rigirandosi l'oggetto tra le mani -direi Eris-.

Soldato immortale- Felix-


Era un soldato. Un mercenario. Combatteva esclusivamente per denaro, ogni volta sotto una nuova bandiera, e poco gli importava chi avesse comprato le sue abilità.
Tanto in guerra non esistono buoni o cattivi, solo vinti e vincitori, e l’importante, per lui, era appartenere a quest’ultima schiera.
Quando un uomo con gli occhi di sangue e il tocco di morte gli aveva proposto di diventare un suo guerriero in cambio di forza incredibile, gloria eterna e soldi, tanti soldi, non aveva esitato un solo istante. Si era ritrovato combattente immortale di un esercito imbattibile.
Mai scelta si era rivelata più felice.


Istinto Venatorio-Demetri-


Il brivido della caccia.
Nessun istinto è più forte e radicato in lui, non la brama di sangue e non di certo il desiderio sessuale.
Rimanere sospeso in quello stato di fremente attesa è così eccitante.
Ma tutta l’euforia scema con estrema velocità nel momento esatto in cui la preda si ritrova con le spalle al muro, senza alcuna possibilità di fuga.
Non riesce a spiegarsi perché non giunga mai l’appagamento tanto atteso e ricercato, però di quel brivido non può proprio fare a meno. È come trovarsi in una spirale, eterna, proprio come lui, sospesa ed immersa nel tempo.

Dolce Demonio- Corin-


È raro sentire la tua voce, perché solitamente cammini in silenzio, impalpabile come un'ombra, lungo gli interminabili corridoi di Palazzo dei Priori.
Nessuno si accorge mai della tua presenza, che giunge inaspettata alle spalle; ma una volta fissato lo sguardo in quei grandi occhi è impossibile dimenticarsi di te, angelo demoniaco.
Quel fisico minuto, gli occhi dal taglio dolce ingannano chiunque.
Come potrebbe celarsi un assassino in un corpo all'apparenza così fragile? Sei scaltro, Corin. Hai fatto di ciò la tua forza. Sei uno degli orgogli di Volterra, una delle sue gemme più preziose. Sei un leone travestito da agnello.


Sapore di morte- Afton


L’unico ricordo umano che possiede è un carretto stracarico di cadaveri maleodoranti che si allontana. Tra i corpi i suoi affetti.
La peste non ha alcuna pietà.
Non ha provato disperazione o disgusto a quella vista.
Tutt’altro.
La caducità del corpo mortale lo ha affascinato a tal punto che ciò che in chiunque provoca orrore e paura in lui, invece, contribuisce a far risalire uno straordinario brivido di piacere lungo la spina dorsale.
Ora, rinato a nuova non-vita, ha portato con sé questo insolito gusto di morte, che fa assaporare ai suoi nemici, prima di colpire, impietoso come la peste.


La Tessitrice di Sentimenti-Chelsea-


Con antica maestria fila, tesse e taglia i fili preziosi o comuni del grande arazzo dei sentimenti.
Dal cuore di ogni persona si diramano innumerevoli fili, uno per ogni conoscente, di tanti colori differenti, che lei contempla tutti prima di scegliere quale impiegare: rosso d'amore, oro di compassione, ciano di amicizia, giallo d’invidia, nero di disprezzo.
Con le sue dita sottili ed affilate recide i fili che le servono e li intreccia per creare un grande disegno armonico, composto di veraci passioni e sentimenti di purezza sincera.
Spera un giorno di poter contemplare la sua grande creazione: l'arazzo degli affetti.


Nebbia e Fulmine- Jane & Alec-


Guardano fuori dalla finestra. E' un orribile giornata soleggiata.
Entrambi odiano il sole, così luminoso. Nessuno ha paura dei raggi solari caldi e rassicuranti.
Lui adora la nebbia, perché è proprio come lui. Si alza lenta, silenziosa e subdola, rendendo cieco chiunque. Tutti ne sono vittima e tutti ne hanno timore.
Lei, invece, ama il fulmine, quello che si abbatte violento, inaspettato e rapidissimo durante gli improvvisi temporali estivi, perché le assomiglia. Piomba leggiadro sul nemico colpendolo inesorabile e lasciandolo agonizzante sul terreno.
Nessuno ha paura dei raggi solari, ma tutti temono la nebbia e il fulmine, e li rispettano.


Davanti allo specchio -Didyme-


Seduta davanti al grande specchio della sua stanza, pettina i lunghi, setosi capelli corvini.
Un tenero sorriso si riflette sulla fredda superficie argentea.
Scioglie con delicatezza i mille dolci nodi incastonati di candide perle dell'acconciatura da regina.
E' grazie a suo fratello, protettore notturno delle arti, se ora governa con soprannaturale grazia sul popolo dei figli dell'oscurità.
Una risata di coro d'angeli si spande nell'aria. Da sempre la gioia è stata la sua più cara ed amata compagna.
E gli occhi amaranto si specchiano gai, così tanto simili a quelli del gemello, eppure tanto differenti.
Facce diverse della stessa medaglia.


De Profundis- Marcus-


Non ho mai creduto in Dio, semplicemente perché non ne ho mai sentito la necessità.
Per secoli sono stato io la divinità venerata e temuta. Poi, nell'epoca di papi e miracoli sono persino diventato Santo protettore.
Adesso, però, davanti alla crudeltà di colui che chiamo fratello, che sta per compiere una nuova strage di innocenti, per sterminare un'intera famiglia a causa di una bambina la cui unica colpa è di essere amata, mi rivolgo a te per la seconda volta nella mia esistenza, Signore.
Ti prego come quando morì la mia Didyme: "De profundis clamavi ad te, Domine. Domine, exaudi vocem...".


Dono di Afrodite- Athenodora-


Ricordo quando da fanciulla cingevo con fiori colorati il capo del simulacro di Cipride e danzavo a piedi nudi con le mie compagne attorno a lei, pregandola.
All'epoca avevo un solo desiderio: sposare un uomo pari in tutto ad Achille. Forte, valoroso, bello e biondo.
Ora sorrido perché Afrodite mi ha esaudita: mi ha fatto incontrare il mio sposo, un uomo forte, valoroso, bello e biondo.
Ma lui non è affatto come Achille, non è solo un eroe.
E' un dio, giunto da me in tutto il suo splendore per donarmi l'ambrosia e rendermi la sua amata compagna nei secoli.

Ode della Gelosia –Caius-


Non posso distogliere lo sguardo da quello lì, che ti ascolta ridere spensierata.
Sento uno strano fastidio, qualcosa che non sentivo da quando ancora potevo essere chiamato mortale.
Sotto la pelle si diffonde un fuoco sottile, un ringhio mi muore in gola.
Vorrei non vedere né sentire, ma questi maledetti sensi sviluppati me lo impediscono.
Vedo solo il rosso dei tuoi occhi di stella e delle tue labbra di ciliegia che riempie tutta l’atmosfera.
Ti alzi per raggiungermi con grazia.
«Geloso?» sussurri, ben conoscendo la mia risposta, ma consapevole che la mia bocca non ti darà mai soddisfazione dicendo «Sì».


La Regina nera- Sulpicia-


Osservo, in questa radura spolverata di candida neve, le pedine che hai disposto ordinatamente con straordinaria maestria; proprio come sei solito fare nelle nostre partite.
Hai schierato torri ed alfieri neri contro di lei, la Regina Bianca, che assapora da poco l'immortalità.
Nulla a cui io non sia abituata.
Tu sai perfettamente che non c'è alcuna speranza di vittoria senza sacrificio, e tu non puoi permetterti di perdere.
Perciò non posso fare a meno di chiedermi se per vincere, questa volta, arriverai ad immolare la tua Regina Nera protetta da inutili pedoni; proprio come sei solito fare nelle nostre partite.

Sovrano-Aro-

L’essere umano.
Creatura affascinante.
Ha scelto come evento di inizio della storia la nascita del figlio di un falegname e considera di poca importanza ciò che è stato precedentemente.
Ma io c’ero prima. Ho visto tutto, ho sentito tutto, ho conosciuto tutto.
Il mondo mi apparteneva ed ancora oggi, se pur nascosto nell’ombra, continuo ad esserne il padrone, il sovrano che fa e dispone, il fautore del destino dell’umanità.
La mia razza superiore potrebbe eliminare gli uomini in meno di un battito di ciglia.
Ma soprattutto, a differenza di quel Gesù, io ci sono e ci sarò sempre, per sempre.


Note finali:
Allora, sono consapevole che questa sia una stupidata bella buona. Avevo messo la parola fine a questa raccolta a settembre, però, riguardando le drabble mi sono accorta di piccole imprecisioni nel conteggio delle parole, perciò ho deciso di ripostarle, questa volta in un'unica tornata. Perché, vi chiederete. Ottima domanda, da proporre alle mia analista...  E' semplicemente il mio spirito pignolo e continuamente poco convinto della riuscita dei miei scritti. Ho anche cambiato l'ordine di presentazione, seguendo l'elenco di Stephenie Meyer alla fine di Breaking Dawn, al contrario. Lo so, possiedo una mente contorta, per non dire altro... Direi che dopo questa montagna di note inutili posso pure lasciarvi... Grazie a chi ha letto.
ps. spero di non aver contravvenuto al regolamento del sito, in caso mi scuso e se necessario rimuoverò questo ultimo capitolo.

ATTENZIONE! I personaggi di questa raccolta non mi appartengono, ma sono di proprietà di S.Meyer. Questa raccolta non è assolutamente scritta a scopo di lucro.

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