Ciao
a tutti!
Ho
deciso di cimentarmi in una coppia nuova, che mi piace, ma che trovo
difficile da descrivere: Mu e Shaka.
Dunque,
due parole su questi due personaggi le dirò.
Secondo
me, Mu in questa coppia è decisamente attivo e per i
seguenti motivi:
-Nonostante
la loro altezza si equivalga, Mu pesa due chili in più di
Shaka;
-Shaka
è troppo innocente dal punto di vista sessuale, per dirla
tutta se è un saggio eremita in ogni aspetto, per quanto
riguarda il sesso è sicuramente come un bambino,
perchè non mi sembra il personaggio che ha già
diverse esperienze sulle spalle;
-Mu
è più grande di Shaka di alcuni mesi, visto che
Mu è nato il 27 marzo e Shaka il 19 settembre;
-Mu
è un fabbro, mestiere decisamente poco da uke;
-Shaka
è completamente estraneo, quindi possiede una purezza non
indifferente, al mondo e l'unico suo amico è Mu, gli altri
nutrono fin troppo rispetto verso di lui e non riescono neppure ad
avvicinarsi.
Anche
se è un pò diversa dalla sua coppia preferita,
visto che lei lo vede uke l'Ariete, è una specie di dono per
la mia "Arietina" Preferita!
Ci
sentiamo nuovamente a fine capitolo.
Era una piacevole mattinata di primavera.
Un giovane dai corti capelli scarmigliati e di color castano scuro
entrò di corsa in un Templio sicuramente antico e di origine
greca.
Il ragazzo, Aiolia del Leone, giunse nella casa di Aries dopo una lunga
corsa dalla sua Casa, la Quinta.
*Mu! Dove sei?*
Disse entrando nel luogo, carico di silenzio.
Raramente dove giungeva il leone vi era silenzio: era decisamente
troppo impulsivo e troppo frettoloso.
Un ragazzo dalla chioma di un color biondo paglierino apparve dal nulla
esattamente davanti al giovane.
"Continua la meditazione, Kiki."
Disse tra sè.
Un lungo sbuffo giunse in risposta da un ragazzino.
Era evidente che quel fugace pensiero altro non era che un ordine e
Kiki lo aveva ricevuto e non era d'accordo nell'obbedire, difatti poco
dopo scappò bello felice per andare a trovare Shiryu di
Dragon e ShunRei.
Il biondo guerriero dai tratti squisitamente orientali volse il viso e
gli occhi di un profondo e bellissimo verde smeraldo verso il viso del
suo coetaneo.
*Aiolia di Leo, come mai tutta questa confusione?*
Chiese tranquillo.
Solo allora il giovane Mu di Aries notò uno sguardo stranito
negli occhi di Aiolia.
*E' successo qualcosa?*
Chiese con una leggera nota di preoccupazione nella voce, solitamente
tranquilla.
Aiolia annuì un paio di volte e poi cominciò a
parlare con voce esagitata.
*Mu, Shaka non sta bene! E' caduto dal fiore su cui medita sempre ed
ora è a terra, rosso in viso, sudato ed ansimante.*
Spiegò Aiolia.
*Ero andato a trovare Milo e quando sono sceso dall'Ottava Casa, l'ho
trovato in queste condizioni. L'ho lasciato con Milo e sono venuto a
chiamarti, sapendo che vi lega amicizia e che sicuramente Shaka
preferisce la tua vicinanza rispetto a quella nostra.*
Proseguì con tono di voce ansiosa.
Shaka aveva la medesima età di Aiolia, ma quest'ultimo era
talmente abituato a vederlo nella sua perfezione, che non si aspettava
potesse star male.
Non eran rari i giovani guerrieri che definivano il bel biondino di
nazionalità indiana un "santone" o un "autonoma", in
particolare erano Aphrodite e Death Mask a chiamarlo così,
gli altri si limitavano ad ignorarlo o ad andare a chiedere consiglio
ed aiuto.
Mu riflettè che neppure lui aveva mai visto il suo amico
stare male, anche se conoscendo Shaka era probabile e verosimile, che
ogni volta che stava male, si rinchiudeva nelle sue Stanze Private e
non si muoveva più da lì fino a quando non si era
ripreso completamente.
Era troppo orgoglioso per ammettere di aver bisogno d'aiuto e troppo
timido per chiederne.
Anche se non sembrava, Mu sapeva che Shaka, esattamente come Camus,
aveva un animo molto gentile, ma era timido e non amava mostrare le
proprie insicurezze a nessuno, neppure all'unico amico che aveva.
Mu era giunto alla conclusione che il giovane della Vergine avesse la
febbre, ma decise di seguire Aiolia, anzi preoccupato comunque per il
giovane indiano candido, si teletrasportò alla Sesta.
Ivi giunto, trovò Shaka in condizioni ben peggiori rispetto
a quanto si era aspettato.
Non era solo Milo ad occuparsi di lui, ma anche Camus era giunto fin
lì per raffreddare le tempie bollenti del biondino, mentre
Aphrodite preparava una tazza di the.
Mu si avvicinò a Camus e guardò il viso accaldato
del biondino.
*E' molto caldo. Milo mi ha chiesto di raffreddarlo.*
Spiegò senza neppure alzare lo sguardo l'algido Camus,
spiegando anche il motivo della sua venuta.
Era cosa rara che Camus si recasse in visita da qualcuno, che non fosse
Milo.
Evidentemente quello era un giorno ricco di sorprese, perchè
giunse addirittura dalla Quarta Casa, scortato da Milo in persona il
Gold Saint del Cancro, Death Mask.
*Che cazzo volete tutti quanti? Minchia..il Santone ha la febbre e chi
se ne fotte?*
Ed ecco la brillante entrata in scena del possessore del termometro.
Aphrodite uscì dalla cucina e sbuffò nel sentire
la lunghissima fila di insulti.
*Insomma non ti hanno insegnato a non dire parolacce i tuoi genitori,
brutto cafone?*
Sbottò con voce irritata il bellissimo biondo.
*Li ho accoppati prima che potessero insegnarmelo, Sirenetta!*
Replicò con un ghigno sardonico il giovane dalla chioma
argentea.
*Aphro, anche brutto cafone è una parolaccia.*
Disse, invece un giovane dai corti e scarmigliati capelli neri, uscito
dalla cucina subito dopo Aphrodite.
Death Mask lanciò il termometro a Mu, che fortunatamente,
causa telepatia aveva visto il gesto dell'italiano ed era riuscito a
prenderlo al volo.
L'italiano si avvicinò ai suoi due amici d'infanzia.
*Muovetevi, stronzi, vi offro un the.*
Disse allo svedese e allo spagnolo, palesando anche il suo interesse
verso il custode della Sesta Casa moribondo.
Lo svedese sorrise, visto che era una novità: Death Mask mai
aveva offerto qualcosa a qualcuno, e lo seguì.
Lo spagnolo si guardò un momento attorno: Milo era accanto a
Camus e teneva una bottiglia d'acqua sia per bere sia per far bere il
francese; Camus stava usando il proprio Cosmo per abbassare l'alta
temperatura dell'indiano, che era appoggiato tra le sue braccia ed era
ancora privo di sensi; Mu si stava occupando di misurare la temperatura.
Il cervello fondamentalmente misantropo dello spagnolo
osservò la scena con la convinzione che in quel luogo lui
non dovesse fare niente e si affrettò a seguire i due amici.
"E' circondato da tantissime persone..non avranno bisogno di me."
Pensò solamente, mentre con un paio di balzi raggiungeva i
due.
Death Mask circondò con le braccia le spalle di Aphrodite e
di Shura, stringendoli a sè e continuò a
camminare.
Mu misurò la temperatura al suo amico, carezzando di quando
in quando la chioma perfetta anche in quel momento del suo amico e
beandosi del suo vago profumo di fior di loto.
Quando vide il termometro, a Mu andò di traverso la saliva.
Guardò meglio e passò il termometro a Milo come
per confermare ciò che aveva visto lui.
*Camus! Aumenta il freddo. E' a 42! E' altissima!*
Camus nel sentire quelle parole aumentò il potere del
proprio Cosmo.
Milo dovette uscire.
Non era abituato e gli dava fastidio tutto quel freddo.
Mu batteva i denti, ma resisteva a quel gelo.
*Shaka..*
Sussurrò solamente.
Passarono alcune ore e la temperatura di Shaka si abbassò
notevolmente, anche se il biondino non accennava a volersi riprendere
ancora.
Ormai era sera e Camus, stanco, interruppe il potere del proprio cosmo.
Non riusciva a concentrarsi ulteriormente, era tanto ciò che
aveva fatto.
Milo entrò nella Sesta Casa e guardò il suo
ragazzo.
Era più pallido del solito.
Si avvicinò e lo sollevò con un braccio solo.
*Cam..andiamo nella tua Casa. Hai bisogno di riposare.*
Disse solamente, caricandosi il braccio di Camus attorno alle spalle.
Mu rimase solo in compagnia del biondo.
Sembrava stesse meglio, anche se ancora non aveva degnato il mondo
della sua illuminata presenza.
Gli occhi di smeraldo seguirono la linea del viso teneramente.
Era bellissimo.
Era dolce.
Sembrava un piccolo principino.
Lo sollevò, aiutandosi anche al teletrasporto.
Lo aveva portato nella sua camera.
Lo distese sul letto morbido e si perse ad ammirare ancora il giovane
indiano.
I morbidi capelli biondi, gli occhi celati da sottili palpebre e
circondati da lunghe ciglia, il viso dolce e delicatissimo era perso
nel sonno.
*L'uomo più vicino agli dei.*
Così era definito il giovane sopito, ma non era solo per la
vicinanza del Cosmo a quello delle divinità, era anche per
il suo aspetto simile ad angelo.
Il corpo di pochi chili più sottile del suo, per nulla
avvezzo al lavoro pesante: era evidente che Shaka non era abituato al
lavoro, troppo delicato e coi muscoli troppo poco evidenti, poi era
troppo pallido per aver anche solo pensato di lavorare, ma del resto
lui era già in possesso dell'Ottavo senso quando Mu stesso
aveva appena conosciuto il Settimo.
Divino.
Era l'unica parola che il Grande Mu aveva nella mente in quel momento.
"Kiki, Shaka non sta bene e rimango nella sua Casa a vegliare su di
lui. Tu fai il bravo, anche se ti è difficile!"
Disse al discepolo, in verità senza neppure aprire la bocca.
Rimase fermo a guardare quel viso dolce e bello addormentato.
Sorrise leggermente, mentre guardava quel volto splendido.
Verso mezzanotte con un sussulto, Shaka si destò, anche se
gli occhi rimasero celati dalle palpebre sottili.
*Mu?*
Disse solamente, quando si accorse che il movimento aveva attirato la
presenza di Mu al suo capezzale.
Mu rispose.
*Sì, Shaka. Perdona l'intromissione, ma non sei stato bene
per tutto il pomeriggio. Hai fatto stare in pena molte persone, amico
mio.*
Spiegò il bel guerriero dell'ariete, parlando quasi con
rimprovvero al giovane appena sveglio.
*Perdona se ti ho fatto stare in pensiero.*
Replicò solamente il biondo, mentre si metteva seduto,
aiutato da Mu.
L'abitante dello Yamir scosse la testa negativamente, come per dire che
non contava.
Shaka si alzò in piedi.
Sembrava in buona salute ed andò in cucina, seguito da Mu.
*Non temere...ora sto meglio.*
Disse solamente, come se avesse avvertito la presenza dell'altro.
*Lo vedo, ma sarei più tranquillo se mi dessi il permesso di
stare con te stanotte.*
Replicò con un caldo sorriso il giovane.
Shaka si volse ad occhi aperti e sgranati, in verità poteva
tenerli aperti, se non sprigionava cosmo, ma per abitudine li teneva
chiusi.
Mu notò che le guancie candide si tinsero di rosso, come
ogni volta che qualcuno diceva o faceva qualcosa di gentile nei
confronti della sua persona.
Avendo sempre scacciato tutti, grazie a quel carattere chiuso e poco
propenso all'amicizia, ma ben più facile ad un giudizio,
Shaka non era più abituato agli atteggiamenti d'amicizia nei
suoi confronti.
Non disse niente, distolse lo sguardo, chiudendo le palpebre, cosa che
faceva per sfuggire anche dagli altri ed annuì una sola
volta.
Mu sospirò di sollievo.
Era difficile essere amici di Shaka.
Era difficile ferirlo, come era difficile offenderlo e non era proprio
disponibile al perdono.
Vide che camminava nella cucina.
Mu si avvicinò appena in tempo per prenderlo al volo: era
inciampato.
Shaka quasi provò a staccarsi dal fanciullo dai capelli
biondi paglierino, ma questo lo strinse a sè con forza,
senza fargli male.
*Shaka...fidati di me. Sono tuo amico.*
Sussurrò solo nelle candide e piccole orecchie.
Non vi era molta differenza fisica tra i due, quindi Shaka
annuì per far comprendere che si fidava, ma poi si
staccò appena dal ragazzo per non pesare troppo su di lui.
Fu in quel momento che Mu fece una cosa che lo lasciò
inebetito: gli posò le labbra sui morbidi capelli e
baciò.
Non fece niente, solo sollevò lo sguardo ancora celato negli
occhi di Mu.
Solo in quel momento si accorse della vicinanza tra il suo viso e
quello di Mu.
Arrossì, ma fu solo un attimo.
Mu posò le labbra su quelle del biondino in un bacio casto e
delicato.
Non voleva che Shaka scappasse ancora e quindi aveva baciato piano per
non turbarlo.
Shaka si separò da quel contatto con aria preoccupata.
Non gli aveva dato fastdio, anzi, però gli sembrava strano e
non era ancora convinto di quello che poteva succedere.
Guardò con viso incerto Mu, il quale semplicemente sorrise
candido ed innocente.
*Shaka, non devi fare niente. Tu mi piaci da anni, ma non sei costretto
a ricambiare.*
Spiegò tranquillo.
Shaka dovette riflettere un momento prima di dare risposta.
*Credo tu mi piaccia, Mu. Sei il mio più caro amico: l'unico
con cui riesco a parlare, ma non so ancora cosa provo nei tuoi
confronti.*
Disse aprendo gli occhi azzurri incredibili, purissimi e splendidi, che
esprimevano tutta la loro inquietudine momentanea e la
verità.
Mu sorrise e lo ribaciò tranquillo.
*Stai tranquillo, Shaka. Non angustiare il tuo animo con pensieri che
non ti competono. Hai già detto che credi io ti piaccia e
questo mi va bene.*
Disse dolcemente.
Solo in quel momento si ricordò che Shaka era stato male
tutto il pomeriggio.
*Torniamo a letto. Devi riposare.*
Riprese con il medesimo tono e sguardo dolce ed affettuoso.
Shaka uscì dalla cucina seguito da vicino da Mu, che voleva
assicurarsi di prenderlo con la telecinesi nel caso in cui fosse caduto.
Note
Dell'Autrice:
Ho
deciso di sviluppare da una One-Shot una storia composta da tre
capitoli, ancora non ho idea di quale raiting mettere, visto che gli
altri due capitoli non sono ancora stati scritti.
Chiedo
venia a chiunque aspetti "Amore Perverso", ma mi è venuta in
mente questa storia e soprattutto non avevo ancora scritto niente su di
loro.
Spero
vi piaccia!
Un
bacione!
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