About Demetri..

di wolfin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Io sono Demetri Volturi. Sono un vampiro. Sono un segugio. Sono nato per questo, è quello che faccio, che farò sempre. E mi piace farlo, adoro farlo. Trovare la preda, vederla soffrire, vederla supplicare, se le lascio il tempo. Adoro, quella sensazione. Vivo così, in questo castello. Lo lascio quando mi mandano a cercare qualcuno, tanto so già dov’è. Di solito vado con Felix, una palla al piede, ottuso come pochi. Ora invece sono solo. Viaggio solo. È una missione, ma mi hanno mandato senza nessuno, sono convinti che il piano andrebbe in fumo se ci fosse qualcun altro. Devo andare, prelevarla e nient’altro. È lì, la sento. Siamo lontani chilometri e chilometri, ma io so dov’è. Non è più strano, ormai. Atterro, prendo la macchina. Non dovrebbe essere un lavoro difficile. Mi avvicino al luogo dove è lei, ma manca ancora qualche ora. La focalizzo dentro di me mentre guido. Finisco per perdermi in fantasie di quando l’avrò catturata. Spero di poterci giocare un po’, prima di darla a Aro. Dopotutto, il lavoro sporco lo faccio io, non so perché non mi dovrei divertire almeno un po’. La sento, ormai è vicina. Scendo dalla macchina, meglio a piedi. Sono in mezzo agli alberi, è sempre più vicina. Eccola. Ferma, là in mezzo. Avanzo verso di lei, certo che mi abbia sentito. Lei si gira e mi fissa.

Ed io non riesco più a fare nulla.



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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Per la prima volta in vita mia non riesco a fare niente. È la prima volta che mi battono. Com’è possibile? Una donna, poi. Che mi atterra, e se ne va, il più velocemente possibile.

Incomprensibilmente, non mi uccide. Io non reagisco.

Dopo un periodo di tempo che non so definire, mi rialzo. Sento il suo odore. Sento ancora la sua piccola mano nel punto dove mi ha toccato. Sul petto, per poi sbattermi per terra. Mi concentro un attimo. La sento. So dov’è. Ma.. Non voglio rapirla. Non voglio vederla soffrire. Non voglio portarla ad Aro. E ancor meno, voglio ucciderla. Solo l’idea mi disgusta.

Eppure, da lei ci voglio andare. Il perché non lo so. Voglio andare da lei. Che mi atterri di nuovo, che faccia quello che vuole. So che sa chi io sia. E probabilmente, sa che so dov’è. E sa, che la raggiungerò. E allora perché, perché non mi ha ucciso? E io, perché non ho reagito? Non è da me. In un altro momento vorrei trovarla per ucciderla, indifferentemente da quello che mi sia stato ordinato. Invece voglio trovarla per.. Non lo so neanche io, il perché. Ma voglio trovarla.
E, fortunatamente, so dove cercare.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Situazione assurda, penso, mentre vado verso il luogo in cui si trova. Io so sempre dove è lei, lei sa le mia intenzioni. Assurdo.
So che si è fermata di nuovo. Non so perché non sia su al nord e sia qui, sola. Io so solo che voglio raggiungerla, nient'altro. Chissà se lo sa, che non le farò del male. Lo spero vivamente. Non voglio che scappi ancora. No, non voglio.
Eccola. Finalmente. Mi guarda interrogativa, diffidente, scettica. -Com'è sta storia, Demetri? Non vuoi più rapirmi e portarmi da Aro?- mi chiede. Forse lo fa solo per stuzzicarmi, ma almeno lo sa. -No, non voglio- rispondo serio. Stupido. Non le lo dovevo dire. -E perché mai? Guarda che lo saprei, se stessi bluffando- ribatte lei. Non so che dire. Io il motivo non lo so, so solo che non voglio più farlo. Rimango zitto, non voglio rispondere. Dopotutto, che dovrei dire? Appena ti ho vista ho cambiato idea? No, non lo avrei detto. Rimango lì, in silenzio, con lei che mi scruta. Si gira, dandomi le spalle. -Sai dove trovarmi- dice, e corre via.
Resto a fissare il punto dove era ferma prima. Mi siedo a terra e appoggio la schiena contro un albero, continuando a tenere lo sguardo fisso su quel punto. Che sto facendo? È tutto così sbagliato. Lei ha una vita, una famiglia, un compagno.
E poi, diamine, è Alice Cullen!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


È tutto così assurdo. Non posso tornare a casa, Aro leggerebbe i miei pensieri, e chissà cosa mi farebbe. Non mi ucciderebbe probabilmente, sono troppo prezioso per lui. Ma non oso immaginare che cosa mi farebbe. Ma mi rendo conto che oltre a non potere, non voglio tornare a casa. Io voglio stare con lei, nient'altro. Perché? Perché doveva succedere a me, una cosa simile?
Lei è tornata a Forks, da quel.. Jasper. Comincio a odiarlo. Ma non è lo stesso odio che provavo prima nei suoi confronti, quello per un semplice nemico. È un odio diverso, personale, che c'entra solo con me e lui.
Per sfogarmi decido di andare a caccia. C'è una ragazza, laggiù. Chissà che ci fa, in posto così isolato. Le afferro il polso. Ma, invece che fare come al solito, vederla impaurita, che implora pietà fissando i miei occhi rossi, la uccido subito. Perché? Cos'è questa? Pietà, ecco cos'è. Quello stupido sentimento, una cosa per rammolliti. Com'era possibile che lei mi faccia un effetto del genere?
Prendo una decisione. Andrò a Forks. Sono sicuro che in questo momento lei l'ha appena scoperto, e probabilmente già lo sa anche quel impiccione di Edward. Entrò venti secondi lo sapranno tutti i Cullen. E si prepareranno a uccidermi.
Prendo la macchina e parto per il nord.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il viaggio è lungo. E per tutto penso a lei. Che mi succede? Devo essere impazzito, mi vergogno di quello che mi sta succedendo. Ma è un desiderio così insistente, così morboso, e non posso fare a meno di andare.
Quando arrivo, parcheggio fuori da Forks e vado verso la sua casa, la loro casa. Sento il suo profumo, e i loro odori. Mi guardo intorno, gli occhi rossi che colgono ogni minimo particolare. Non capisco perché sto così in allerta, dopotutto so dove sono, li tengo d'occhio. Arrivo al vialetto, posso sentire da qui la tensione che c'è in casa Cullen. A metà c'è il dottore, lo so. Mi aspetta. Ha un'espressione calma, come sempre. Non mi è mai sembrato una minaccia, ma non si sa mai, sto sull'attenti. Mi saluta, dice che mi aspettava. Vuole portarmi a fare una chiacchierata nel bosco. -Non preoccuparti, non c'è nessuno, puoi controllare tu stesso- dice. È vero, sono tutti a casa, ma non so quanto posso fidarmi. Dopotutto, è pur sempre un Cullen.
Non so cosa sappia lui, ma di sicuro sa che non l'ho aggredita, e che ho detto che non voglio più portarla via. -Allora, perché sei venuto qui?- chiede -Alice può vedere solo le azioni, non i motivi che spingono a farle-. Preciso, diretto. Vuole solo sapere per quale strano motivo la figlia è ancora viva. Scrollo le spalle prima di rispondere. -Mi andava. Non posso fare una visita di cortesia?- chiedo. Poi, mi metto in posizione di difesa. Il ficcanaso si è spostato, e a momenti arriverà qui. Lo fisso, non sembra mi voglia attaccare. Vuole solo scoprire il perché, frugando nella mia mente. Sembra di essere spiati quando si è in sua presenza. Però, ora che ci penso, anche con me.
Continuo a guardarlo, vigile. Lui ricambia il mio sguardo.
Un attimo dopo mi ritrovo a terra. Come ho potuto non sentirlo arrivare?
Sento un grido. Solo per quello sono ancora qui.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quel Jasper mi guarda, uno sguardo carico d'odio. Non posso biasimarlo, anche io farei lo stesso.
Ma ora mi chiedo il perché. Perché lei lo ha fermato? Non riesco a spiegarmelo. Io sono uno dei Volturi, e lui era così deciso. Ma sopratutto era riuscito a cogliermi di sorpresa. Cogliere di sorpresa ME. Sì, quella ragazza mi fa proprio un brutto effetto.
-Ok, ricevuto il messaggio- dico io. Sono in quattro che mi fissano: il dottore, il ficcanaso, Hale e.. e lei. Io voglio andarmene, ma non posso farlo. Voglio rimanere dove è lei, per un qualche motivo che non capisco.
Sento un ringhio. Hale. Vedo lei che guarda il ficcanaso con aria interrogativa. Lui volta la testa dall'altra parte. Non vuole dirle quello che penso. Posso ritenermi fortunato. Lei viene verso di me, tranquilla.
-Non sono molto cortesi con gli ospiti- dice, alludendo ai tre vampiri dietro di lei. -Per questo di solito me ne occupo io-. Mi strizza l'occhio. Se fossi umano arrossirei. Edward alza gli occhi al cielo. Il ringhio aumenta di volume. Sa quello che provo.
Ma non ci faccio caso. Non mi accorgo più di niente. Potrebbe esserci lo stesso Aro dietro di me, io non me ne accorgerei.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Lei mi ha portato lontano da loro, che sono ancora fermi là. Non ci possono vedere. Lei è sorridente, come sempre. Io non sorrido invece, non so neppure se so ancora farlo. Ma dentro di me sono assolutamente, infinitamente ammaliato da lei.
Lei è.. così.. così pura, limpida. È.. semplicemente perfetta.
Mi parla. Registro ogni suo minimo particolare, ogni suo minimo movimento. Non mi interessa quello che dice. Non lo sento. Sento solo quella melodia che esce dalle sue labbra. -Demetri? Demetri!? Mi stai ascoltando!?- mi chiede a un certo punto. -Scusa io.. non riesco a seguirti, scusa- dico. Lei sospira.
Poi, si avvicina a me. Le sue labbra sono vicine al mio orecchio. -Lo sai, che loro non ti vogliono. Sei uno dei Volturi, bevi sangue umano. Non ti accetteranno mai, sopratutto se sentono certi pensieri e certe sensazioni- è sveglia, ha capito tutto. Che pasticcio. -Quindi, se proprio ti sei pentito e vuoi vivere come noi o qualunque cosa tu voglia fare qui, smettila di pensare che vuoi ucciderci, e smettila di provare tutto quell'odio. Altrimenti sarai ricambiato. Sei solo contro sei, ricordalo-. Si allontana dal mio orecchio, mi sorride e se ne va.
No, non ha capito. Grazie al cielo, penso. O forse no, era meglio se lo sapeva. Mi avrebbe mandato via indignata probabilmente.
E io avrei provato solo odio. Ancora, come per tutta la vita.
Ma forse, in certi casi, è la cosa migliore.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Già, la mia vita è cambiata. Io, sono cambiato. È tutto così diverso da.. qualche giorno fa. Era solo qualche giorno fa. Quattro, per la precisione.
Vivo in casa Cullen, ora. Non so come sia successo. So solo che lei mi ha portato in una stanza per gli ospiti e mi ha detto che posso stare lì quanto voglio.
L'unico che mi sopporta forse è Emmett, o, se non mi sopporta, non lo dà a vedere. Anche Esme fa lo stesso, in realtà. È sempre molto gentile, nonostante sia io. Mi tratta come un ospite qualunque. Forse fa a finta di non vedere che sono io. Di non vedere i miei occhi rossi dal sangue umano.
Poi c'è il dottore. Lui è strano. Non sembra arrabbiato, né preoccupato. Ma ogni tanto lo colgo guardarmi strano. Sembra voglia dirmi qualcosa ma non si decida.
Ma, tra gli altri, c'è un piccolo problema. Non mangio da quattro giorni. E sono debole, questo sì, ma non sento il bisogno di andare a uccidere. Non ho voglia di andare a farlo. Ma non è che mi sono pentito di quello che sono. Non è che adesso uccidere umani mi disgusti, anzi. Solo è come se non avessi voglia per pigrizia. Anche se so che non è così.
Ma forse la compassione si sta facendo davvero strada verso di me. No, impossibile. Io sono Demetri, quel segugio spietato, che compie sempre il suo dovere, che ci gode a uccidere. No, mi sbaglio. Non è possibile, sarebbe troppo irreale.
I Cullen sembrano più tranquilli, ora che sono più debole. Jasper continua e odiarmi, basta vedere il suo sguardo. Lui ed Edward non hanno detto niente agli altri. Lo so perché, se fosse altrimenti, ormai non sarei più qui. Non so perché non l'abbiano fatto, loro vogliono che me ne vada.
Forse fa loro troppo schifo per dire ad alta voce che mi sono innamorato di Alice Cullen.

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