The Family Man

di Thumbelina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La vita post ***
Capitolo 2: *** Risveglio ***
Capitolo 3: *** Elisa ***
Capitolo 4: *** Il piano di Elisa ***
Capitolo 5: *** Elfi domestici e doccia fredda ***
Capitolo 6: *** Lavello e somiglianze ***
Capitolo 7: *** Fratelli, pannolini, conoscenze e Clayton Nott ***
Capitolo 8: *** L'Onorevole ***
Capitolo 9: *** Qualcosa di strano ***



Capitolo 1
*** La vita post ***


la vita post

Ricco, bello, potente, influente e tremendamente sexy, cinque aggettivi che vi sarebbero venuti immediatamente in mente se aveste conosciuto Draco Malfoy nell’anno in cui cambiò la sua vita.
Draco Malfoy, nei suoi quarant'anni, lo scapolo d’oro di tutto il mondo magico e no, aveva circa trentasette amanti, contando solo quelle non a pagamento, ed era il sogno erotico di qualunque donna di questo pianeta.
Era inoltre diventato un grande politico, unico vero oppositore del Ministro della Magia Harry Potter, che opponeva alla politica moderata e integralista di quest’ultimo, schermi conservatori che avrebbero portato i mezzosangue alla perdita della bacchetta e del diritto di voto; fortuna volle che, seppur di pochi punti, Potter vinse sempre su di lui nelle elezioni, conservando la carica di Primo Ministro per quasi vent’anni.
Aveva cinque ville una più bella dell’altra, sette macchine, otto autisti, camerieri, domestici, cuochi, giardinieri, parcheggiatori, segretarie eccetera eccetera.
Aveva rotto del tutto i rapporti con i suoi genitori, in particolare con suo padre, e la loro divisione era arrivata al punto che non si mandavano neppure gli auguri a Natale, cosa che faceva disperare la povera Narcissa, straziata dalla separazione dei suoi unici due uomini della sua vita.
Quindi, ricapitolando: milioni di donne ai suoi piedi, una grande carriera, una vita piena di lussi senza più il peso dei suoi genitori; Draco Malfoy era convinto che la sua vita fosse perfetta.
Quindi, contento che il suo partito avesse appoggiato l’ultimo dei suoi schemi, entrò nel bar che era solito frequentare per la colazione (bar in cui, fra l’altro, lavorava da cameriera una delle trentasette ragazze di cui vi ho parlato prima).
Si sedette, come era solito fare, al migliore dei tavoli, ed aspettò che la ragazza corresse a servirlo, aprendo il suo giornale a pagina dieci.
- cosa vuole ordinare, signore? – fece Jennifer, la cameriera, corsa al suo tavolo subito dopo aver sistemato al meglio la gonna - un caffé italiano. Nero. Amaro. Con dentro un dito di menta. In fretta. – ordinò Draco, freddo, senza alzare gli occhi dal suo giornale.
- Subito – rispose la ragazza e, piegando il capo in quello che poteva assomigliare ad un inchino, si diresse verso il banco per riferire al cuoco le ordinazioni di Draco Malfoy.
L’uomo, dal canto suo, continuò a leggere, interessato, l’articolo dedicato al Quidditch, saltando volontariamente le tre righe che parlavano della vittoria che il capitano dei bulgari Victor Krum aveva dedicato alla sua fidanzata Hermione Granger. Aveva appena voltato pagina per vedere se Potter avesse commesso qualche errore di cui avrebbe potuto approfittarsi che un movimento vicino al suo tavolo lo distrasse e, credendo che si trattasse della cameriera che tornava con la sua colazione, scostò silenziosamente il giornale.
- salve, Draco. – lo salutò una donna sulla trentina, i capelli biondi e lunghi, gli occhi persi – sono contenta di rivederti.
- Luna Lovegood? – ipotizzò Draco guardandola sospetto,
- Già, - rispose la ragazza – proprio io.
- Che ci fai qui? – domandò il Malfoy
- Oh, questo è il mio tavolo – rispose Luna, - sai, vengo molto spesso qui
- Ci vengo spesso anch’io – fece Draco – eppure non ti ho mai vista prima d’ora qui.
- Forse – ipotizzò la ragazza – era destino che ci incontrassimo oggi.

Mentre Draco ritornava a casa, quella sera, maledisse circa un centinaio di volte quel diabolico incontro con Luna Lovegood lo aveva davvero sconvolto. Le assurdità che quella pazza aveva pronunciato gli rimbombavano nella mente.
“Sei felice, Draco? Ne sei sicuro?” gli aveva chiesto dopo essersi informata di come andasse la sua vita. Draco, ovviamente, le aveva risposto di sì, e la fronte di lei si era increspata di rughe ed aveva detto qualcosa di altamente mistico e suggestivo che ora Draco non ricordava più molto bene, qualcosa del tipo: “Hai fatto molte scelte nella tua vita, Draco Malfoy, scelte che ti rendono felice, e quindi scelte giuste. Ma forse un te che non sei tu in un mondo che non è il nostro mondo ha fatto scelte diverse dalle tue, e forse saresti ancora più felice, se tu avessi fatto invece delle tue scelte le scelte che ha fatto quello che non sei tu in un mondo che non è il tuo mondo.” Dopo ciò Draco le aveva dato della pazza, le aveva detto che la sua vita era già fantastica com’era e che quel ragionamento era deviato e contorto, e aveva fatto per andarsene dal locale, ma la voce della ragazza lo aveva nuovamente raggiunto con un: “saresti più felice, Draco, se avessi fatto le scelte che ha fatto lui; e te lo proverò.”

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Capitolo 2
*** Risveglio ***


Risveglio


Quando Draco Malfoy si svegliò quella mattina gli sembrò di aver bevuto molto più del solito, dato che non ricordava neppur lontanamente come, dove, quando e con chi fosse andato a dormire quella notte. Strano. Si guardò intorno stropicciandosi ripetutamente gli occhi, e mise a fuoco una stanza da letto dalle pareti color rosa salmone, con un armadio non troppo spazioso attaccato alla parete, due comodini, un lampadario piuttosto discreto e sobrio, una luminosa finestra con balconcino e un letto a due piazze dalle coperte color avorio e carta da zucchero sotto le quali doveva aver dormito fino ad allora nudo con una donna nuda al suo fianco. Si girò verso di lei. La donna glia dava le spalle, e dormiva beatamente, e Draco, dalla sua posizione, poteva vedere solo i capelli lunghi e mossi che le coprivano la schiena bianca. “Chissà come l’ho passata questa notte” pensava Draco fra se e se, sbirciando sotto le coperte per dare un’occhiata al corpo della donna con cui, a quanto pare, aveva dormito “E chissà come si chiama questa. Forse, se è stata brava, potrei richiamarla. Ma come faccio a sapere se è stata brava o no? Hum… forse è una delle mie… no, i capelli così lunghi ce li ha solo Mary Jane, ma Mary Jane non ha le gambe così lunghe ed anche il resto del corpo… no, non è Mary Jane. Chissà perché siamo andati a casa sua, di solito le ragazze le porto a casa mia… boh, devo aver davvero esagerato con l’alcol. Chissà che cosa ho bevut...” e Draco non fece neppure in tempo a finire di formulare quest’ultimo pensiero che il pianto di un neonato destò la sua attenzione.
- Mamma, Matthew sta piangendo! – la voce di una ragazza, fuori dalla stanza, giunse chiara e forte alle sue orecchie.
La donna che gli stava accanto aprì gli occhi. Era una donna alta, formosa, dal fisico slanciato, le sue troppe gravidanze non sembravano aver traumatizzato troppo il suo grembo. Si alzò in piedi indossando in fretta e furia una vestaglia attaccata con una stampella all’armadio, e poi si voltò verso di lui, per la prima volta.
- Granger???!?!?!?!?!? – sussultò Draco sbalordito
- E da quando hai ripreso a chiamarmi per cognome? – gli domandò lei sbadigliando
- Cioè tu ed io… - cercò di ricapitolare Draco, alquanto inorridito – e dov’è Krum??
- Krum?? – domandò ancora la donna – di chi stai parlando?
- Sì, Victor Krum, il cercatore, il capo della squadra bulgara – le spiegò Draco
- ah, quel Krum. Ed io che ne so? Starà in Bulgaria o a fare qualche partita, sei tu quello che segue il quidditch, mica io!
- Ma… - stava per domandare ancora Draco
- Mamma! Mamma! Sbrigati! Sbrigati! Matthew continua a piangere! – chiamò ancora la stessa voce che pochi secondi prima aveva svegliato la Granger
- “Mamma”?!?! – chiese ancora, sbigottito, Draco Malfoy – tu hai dei figli????
- Credo che tu non ti sia ancora svegliato del tutto, amore, – gli disse Hermione, e poi si rivolse alla figlia che la chiamava dall’altra stanza – arrivo, tesoro!
E detto ciò uscì dalla stanza.
Draco aspettò per più di venti minuti che la donna rientrasse per farsi spiegare la situazione, poi annoiato, infilò un paio di pantaloni e una T-shirt trovati in quello che avrebbe dovuto essere l’armadio di Krum (che, stranamente, gli stavano a pennello) e si mosse anche lui lasciando quella camera e si diresse, camminando alla cieca per il corridoio di quella casa a lui sconosciuta, arrivando fino alla cucina, stanza in cui si era riunita, per la colazione, quella che doveva essere l’intera famiglia Krum.
I conti non gli tornavano. Insomma, lui sapeva che Hermione e Victor si fossero messi insieme da due, massimo tre anni, ma lì seduti intorno al tavolo bambini/ragazzi era ben 1,2,3,4,5,6!!!! Com’era possibile?!?!?!
- finalmente ti sei alzato – lo canzonò la Granger scuotendo la testa, mentre il più piccolo dei sei suoi figli succhiava il latte dai suoi seni. - Dovresti vestirti: lo sai che fra cinque minuti devi andare a prendere Elisa
- Elisa??? – chiese Draco
- Sì, Elisa, - rispose Hermione – tu ti ricordi che tua figlia è andata a dormire da alcune amiche questa notte, vero??
- Mia figlia???!?!? – domandò ancora e sempre più confuso e terrorizzato Draco
- Sì, tua figlia Elisa, quella che è andata a dormire da Jovanna ed Emily questa sera: dovresti andarla a prendere.
- Andarla a prender… - e Draco stava appunto mettendo a fuoco quell’ultima nozione che un’altra ragazza, di circa quattordici anni, gli gettò le braccia al collo.
- Buona mattina, papà! – lo salutò, e da quel saluto Draco riconobbe la voce che aveva svegliato Hermione quella mattina
- Papà! papà! – gli corsero incontro due bambini identici di circa sette anni, travolgendo quasi completamente il più che austero Draco Malfoy
- Ciao, papà! – lo salutò con un sorriso, rimanendo seduto al proprio posto un altro ragazzo, molto più grande della prima, di circa diciotto anni.
- C-c-c-c-c-ci-ci-ci-ci-ciao p-p-p-pa-p-p-p-p-papà – balbettò una ragazzina di forse otto anni e poco più.
Sì, pensò Draco, la situazione doveva essergli notevolmente sfuggita di mano!!!!!

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Capitolo 3
*** Elisa ***


Strano. Tutto era tremendamente strano. Insopportabilmente strano. Draco Malfoy non aveva mai avuto un’esperienza simile in vita sua. Sì, quella sera doveva aver davvero bevuto troppo.
Dove si trovava adesso? Nella sua macchia (ossia in quella che Hermione sosteneva che lo fosse), che era una semplicissima utilitaria.
Io guido una ferrari, aveva ripetuto più volte, ma Hermione aveva sempre continuato a ridere e così si era rassegnato.
Salito in macchina per andare a prendere quella ragazza che, secondo la mente quanto mai contorta di Hermione, avrebbe dovuto essere sua figlia.
Vi chiedete se Draco stesse cercando di capire la situazione? Beh sì, è ovvio che ci stesse provando. Era arrivato a pensare che il ragazzo di Hermione fosse uguale identico a lui, e che lei li avesse scambiati, ma ciò non avrebbe comunque spiegato perché mai l’insopportabile Hermione Granger si fosse sposata ed avesse fatto figli con un uomo uguale identico al suo nemico storico Draco Malfoy. Un’altra opzione che gli era venuta in mente era che quello fosse tutto uno scherzo, organizzatogli forse da Blaise Zabini (il più grande dei suoi soci, nonché suo braccio destro in politica), ma restava comunque da capire come mai Hermione Granger si fosse prestata a quel gioco, sempre che non pensasse di potersi vendicare in quel modo di tutte quelle che Draco le aveva fatto passare durante gli anni della scuola…
Stava per pensare a come Blaise avesse fatto a contattare la sua pseudo moglie che civico e via comunicarono a Draco Malfoy che era appena arrivato a destinazione.
Attese.
Dopo due minuti o cinque, una ragazza di circa sedici anni, con lunghi capelli castani sciolti morbidi sulle spalle e due penetranti occhi azzurrini, entrò nella macchina senza degnarlo di uno sguardo. Stava parlando a telefono.
Draco la squadrò da cima a fondo: per essere una sedicenne, Elisa non era notevolmente alta, pur mantenendo comunque una discreta statura, un viso bambino con labbra da Geisha , ed un corpo magro e perfetto di cui lamentarsi.
- no, non mi dire – faceva parlando animatamente con un non so chi all’altro capo della cornetta – e lui? no. E tu? fantastico. E lei? incredibile! Ma sai se… Sì, hai ragione tu. No, mai nella vita. Io? Ma ti pare?!? No, non lo conosco. Con quella? E chi l’avrebbe mai detto, sai se…?
- No – rispose secco Draco togliendole di mano il telefono e riattaccando bruscamente – non lo sa.
- Papà! – si lamentò Elisa voltandosi verso di lui, e quando l’ebbe visto: - Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh! – urlò – chi sei tu?
- Non lo so – piagnucolò Draco, ormai incretinito dalla situazione (che caduta di stile XD) – io sono andato a dormire e mi sono svegliato con moglie e figli! Non è colpa mia! Io ho sempre usato i preservativi, non ho mai messo in cinta una donna in vita mia, non so nemmeno che vuol dire “matrimonio”! questa non è la mia vita! Io non so nulla di tutto questo, non so neppure chi sia tu!
- Ed allora che ci fai qui? – gli chiese Elisa, se possibile più spaventata di lui
- Io non lo so!! mi ci ha mandato tua madre, mi ha detto di venirti a prendere e mi ha indicato la strada, non sapevo che cosa fare io…
- Capisco, capisco – affermò la sedicenne cominciando a calmarsi – quindi tu non sei Draco Malfoy, giusto?
- Io sono Draco Malfoy! – rispose Draco – l’unico e il solo, Draco Malfoy esistente sulla faccia del pianeta, io…
- Ma non è possibile – lo interruppe Elisa – mio padre è Draco Malfoy, l’unico e il solo, e se lo sei pure tu questo vuol dire che… - e si girò a guardarlo.
A Draco ci volle qualche secondo per capire quale ipotesi stesse opzionando il cervello della ragazza.
- No… - si schernì allontanandosi per quanto il suo sedile lo consentisse da lei – non è possibile… è scientificamente improbabile… è essenzialmente infattibile… è…
- Successo. – sancì Elisa con un tono alquanto enigmatico - Strano, vero? Quello che mi chiedo è perché sia successo, hai fatto qualcosa di strano? Un incantesimo, una pozione, un filtro? Nulla di nulla?
- Nulla – rispose Draco
- Nessun incontro strano? Nessuna manifestazione inconsueta?
- Nulla. Nulla di nulla – rispose ancora Draco – non mi ricordo nulla di ieri. Nulla.
- Uff. – sbottò la ragazza – la tua memoria deprecabile rende le cose più difficili
- Tu dici?
- Già. – e lì la ragazza si fermò a ricapitolare un momento – e così, - fece all’alias padre – tu non hai idea di chi siamo io e i miei fratelli, vero?
- Esatto
- E non sai i nostri nomi, né i nostri compleanni, né i nostri gusti alimentari e né quanto ci dai di paghetta, giusto?
- Giusto
- Perfetto, - commentò Elisa in tono malizioso - in questo caso sappi che la mia paghetta è di cento euro a settimana, chiaro?
- Certo che no, cara – rispose Draco – confuso sì ma deficiente no!
- Come hai fatto a capirlo? – gli chiese Elisa alquanto delusa che il suo piano geniale non avesse funzionato
- Beh, se avessi cento euro a settimana da buttare via, suppongo che non andrei in giro con una macchina come questa
- Risposta intelligente – commentò la ragazza – sei più sveglio del previsto. Ma la furbizia non ti basterà se vuoi uscire vivo da questa storia, credimi. Hum… suppongo che dovrò darti qualche lezione…
- Lezione? E su cosa?
- Su Draco Malfoy, ovviamente
- “Su Draco Malfoy”??? ma è una follia! Io sono Draco Malfoy e so tutto su di me!
- Già, e sei sveglio, ricco e donnaiolo. Ora dovrai però prendere lezioni riguardo a un altro Draco Malfoy, un Draco Malfoy fedele a sua moglie, padre affettuoso dei suoi figli ed un procuratore legale mal pagato, allora, sei sicuro di sapere tutto anche su di lui???
Lo sguardo penetrante e malizioso della ragazza lo penetrò completamente.
- no. – ammise infine Draco Malfoy – io non so proprio nulla del Draco Malfoy di cui parli tu.
- perfetto! – concluse Elisa – in questo caso le tue lezioni cominciano adesso!!

Stavano camminando in quel giardino da qualche ora ormai, e Draco Malfoy non aveva ancora imparato nulla di nulla.
- allora, ripeti con me – gli ordinò Elisa per quella che doveva essere la settantesima volta – Marcos ha diciotto anni, è stato un Serpeverde, giocatore nella squadra di quidditch e si è diplomato con il massimo dei voti. Il suo colore preferito è il rosso ed il suo compleanno è il diciotto gennaio, chiaro?
- Hum… diciotto anni, diciotto gennaio, Serpeverde e quidditch, il colore preferito è… è… no, non dirmelo, è il blu, vero? No, non è il blu è l’arancione o il viola, il viola? No, è il giallo, no, non è il giallo, è il…
- Il rosso. – lo interruppe Elisa – è la diciottesima volta che te lo ripeto. È il rosso, il rosso. Il rosso.
- Il rosso, ho capito, ce l’avevo sulla punta della lingua
- Sì, sì, come no
- Ok, ok, non lo sapevo, ma, rosso a parte, ho detto tutto, vero?
- No, mancava il massimo dei voti nel diploma
- Vabbè, ma non è una cosa importante
- Per te! Per Marcos è una cosa davvero molto importante, lui tiene molto allo studio, capito?
- Capito. Su Lavinia comunque so tutto.
- Perfetto, fammi sentire.
- Beh, è una Serpeverde, ha quattordici anni, veste di moda, è nata a luglio, gioca nella squadra di quidditch e il suo colore preferito è qualunque colore vada di moda. Mi chiede continuamente di aumentarle la paghetta, ma per il resto il nostro rapporto è pari a zero, dato che lei è un’adolescente e si confida con Hermione e non con me, giusto?
- Giusto, fai passi avanti. Ok, ora parlami di Camilla.
- Camilla? D’accordo, Camilla. Camilla è balbuziente, ha questo problema fin dalla nascita e frequenta uno psicologo. Ha problemi ad interagire con gli altri bambini. Il suo colore preferito è il giallo.
- Perfetto. E quanti anni ha?
- Nove?
- No, otto, ma fa lo stesso, mese e giorno di nascita?
- Dodici maggio
- Stupefacente! Ora parlami di William e Colin
- Sono gemelli, sono pestiferi ed adorano mettere sottosopra il mondo. Hanno cinque anni e li compiono ad aprile, il sette aprile.
- Bene, ed infine Matthew.
- È il più piccolo, ha circa un anno ed ancora non parla. È solito svegliarsi di notte e piangere svegliandoci tutti. È nato il due giugno, giusto?
- Giusto. Ed infine io, avanti.
- Tu ti chiami Elisa, sei una Grifondoro ed hai sedici anni, sei brava a scuola, sei nata dodici dicembre e non mi viene nulla in mente.
- Sono una frana nel quidditch, ma per il resto hai detto tutto. E mamma?
- Hermione?
- Sì, esatto
- Che cosa vuoi sapere di lei?
- Tutto. Come vi siete avvicinati, da quanti anni state insieme, dove vi siete sposati, eccetera eccetera eccetera?
- Hum… credo che per questo ci vorranno delle lezioni suplementari!

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Capitolo 4
*** Il piano di Elisa ***


Il piano di Elisa


Elisa Malfoy era comodamente stesa su una panchina del parco, mentre Draco e Malfoy andava in su e in giù disegnando venticinque volte o quasi la circonferenza di un cerchio a raggio ottanta centimetri.
- che cosa intendi dire con “non ne ho idea”? – ripeté alla figlia per quella che doveva essere la centesima volta
- che non ne ho idea – rispose la ragazza
- ma perché non lo hai mai chiesto a tua madre? – la rimproverò Draco
- hai ragione, è colpa mia – rispose sarcastica Elisa – avrei dovuto chiedere alla mamma quando, dove e come vi siete innamorati con il senno di poi che tu saresti stato mandato a sostituire mio padre e avresti avuto bisogno di sapere come fossero andate le cose fra te e mamma!
- Ok, ok calma – fece Draco – sai almeno in che giorno ci siamo sposati?
- No – rispose spiacente Elisa – so che il mese è giugno, ma non so dirti di più
- Ok. Il mese è abbastanza – sentenziò Draco – sei che anniversario celebriamo quest’anno?
- La mamma dice che l’anno prossimo celebrate il ventesimo – tentò di ricordare Elisa – quindi facendo un calcolo voi due dovreste esservi sposati all’età di ventuno anni
- Già – commentò Draco – e da allora abbiamo avuto prima Marcos e poi te, Lavinia, Camilla, William, Colin e Matthews… wow, sembra che in questa vita io ignori del tutto l’esistenza dei preservativi!
- Ti dispiace evitare? – fece Elisa alquanto disgustata – sai, pensare al sesso fra i miei genitori mi fa un po’ schifo
- Tuoché
- Comunque posso provare ad informarmi, - propose Elisa – tentare di strappare qualche informazione alla mamma, ma non posso pressarla o capirà che il mio agire ha un secondo fine, quindi dovrai aspettare un po’: dovrò agire con lentezza e circospezione
- Hai tutto il tempo del mondo – rispose il padre
- Perfetto, - commentò Elisa - e contemporaneamente dovremo lavorare anche su un altro punto
- E cioè?
- E cioè sul come mai tu sia qui al posto di mio padre – rispose Elisa
- Giusto. – fece Draco – sai, - espose poi - io avevo pensato ad una sorta di scambio fra due universi che ha portato me a venire nel tuo e tuo padre, forse, ad andare nel mio. Che ne pensi? – chiese infine sorridendo alquanto fiero della sua ipotesi
- Io penso… - rispose Elisa – che questa sia l’idea più assurda del mondo. Diciamolo: è una cretinata e sarebbe stata irrealizzabile.
- Tu credi? – chiese Malfoy alquanto smontato
- Già, ma sono aiuto bibliotecaria alla biblioteca che fornisce libri alla biblioteca di hogwarts, quindi posso spulciare qua e là, magari sui libri c’è qualcosa che fa al caso nostro
- Perfetto, - commentò Draco – quindi fai tutto tu, giusto?
- No, sbagliato – rispose Elisa – tu dovrai fare un enorme sforzo di memoria e tentare di ricordare più cose possibili riguardo a ieri, capito?
- Ok, d’’accordo, farò del mio meglio. Possiamo andare adesso? – chiese Malfoy
- Sì, ma ricorda, non parlare se non quando ti faccio segno io e quando mi gratto il mento con l’anulare vuol dire che stai sbagliando tutto e quindi dovrai tacere all’istante e lasciar parlare me, che proverò a risolvere la situazione. E poi c’è un’altra cosetta, ossia…
- Aspetta, aspetta – fece Draco
- Che c’è?
- Ho una domanda da farti
- Cioè?
- Beh – fece Draco – come hai fatto tu a riconoscermi?
- Che vuoi dire? – chiese Elisa
- Voglio dire che nessuno dei tuoi fratelli mi ha riconosciuto, e nemmeno Hermione, e quindi non capisco come abbia fatto tu
- Beh non so – rispose Elisa
- Forse sarebbe stato più normale se mi avessero riconosciuto Marcos e Lavinia che sono Serpeverde, Marcos soprattutto dato che è il mio primogenito, ma tu… non capisco
- Nemmeno io, - fece Elisa – fatto sta che dovremmo collaborare noi due, ed io ho qualche condizione…
- Condizione?
- Già, condizione. Punto primo: non voglio che tu faccia sesso con mia madre, sai, è la mia mamma e tu non sei davvero mio padre quindi non voglio che tu la tocchi
- Si può fare – commentò Draco – posso avere donne cento volte più belle di Hermione Granger
- Punto secondo: non voglio che tu tradisca la mamma con altre donne
- Che cosa?!? – fece Draco
- Tu sei mio padre teoricamente e se mamma ti scopre non voglio che il mio vero padre finisca nei guai per colpa tua, chiaro?
- Chiaro un cavolo!! Insomma, non posso farmi la Granger, non posso portarmi a letto le altre donne, come credi che dovrei…
- Non ho finito – lo interruppe Elisa – punto terzo: voglio un aumento della paghetta ed una modifica al mio orario di copri fuoco
- Ma è uno sporco ricatto! – la rimproverò Draco
- Sì, lo è – rispose Elisa porgendogli la mano – allora, ci stai o no?
Draco la squadrò per un attimo in silenzio, dubbioso sul da farsi, poi avvicinò la mano a quella della ragazza e la strinse dicendo:
- Ci sto!

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Capitolo 5
*** Elfi domestici e doccia fredda ***


Elfi domestici e doccia fredda

L’immagine di lei lì in piedi che aggiungeva sale al sugo doveva essere l’immagine doveva essere la più strana e suggestiva che gli fosse mai capitata di vedere negli ultimi dieci anni.
Era molto che l’osservava.
Hermione Granger, madre dei suoi figli, stava preparando la cena, e lui, Draco Malfoy, suo marito, sembrava provare un piacere sadico nel guardarla.
Stava cucinando per lui. La mezzosangue stava cucinando per lui. Indossava anche una parannanza a quadri che le copriva il vestitino azzurro, e portava i capelli raccolti in modo scomposto e disordinato con un mollettone bianco. Sebbene le finestre fossero aperte ed il ventilatore acceso, ciò sembrava non bastare ad alleviare il caldo in quel giugno così afoso, e la pelle abbronzata della donna era unta di sudore da tutte le parti. Malfoy, ridendo fra i denti, pensò che la donna gli ricordava terribilmente il suo elfo domestico. Stava cucinando per lui. Hermione Granger stava cucinando per lui. Hermione Granger era diventata la sua serva! Sì, lo so, sulla carta era sua moglie ma in sostanza…
E se la immaginava già, il nostro Draco, mentre in ginocchio gli lucidava le scarpe prima che lui uscisse per andare al lavoro, mentre stirava le sue camicie, mentre, ginocchioni a terra, lavava i pavimenti che lui un momento prima le aveva scordato.
Quella situazione cominciava a farsi alquanto divertente.
- che cosa fai?
La voce di Hermione fece riemergere Draco dai propri pensieri.
- nulla – le rispose lui, - pensavo
- davvero? – fece lei prestando più attenzione alla pentola della pasta che a suo marito – e a che cosa?
- Hum… a nulla – si limitò a rispondere Draco, e poi mise in pratica ciò il cui pensiero lo aveva così tanto divertito – però sai, domani ho una causa importante e non ho nemmeno una giacca stirata ed in più oggi non mi va la pasta con il sugo, preferirei un pollo alle mandorle e qui, qui sul pavimento – e ciò dicendo indicò un punto nel vuoto – beh qui credo che ci sia una macchia di sporco.
La donna si girò a guardarlo e mantenne un’espressione alquanto interdetta per qualche secondo, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
- che cosa c’è? cos’hai da ridere tanto? – le chiese il marito
- “pollo alle mandorle”? – chiese la donna ridendo ancora – e da dove me lo dovrei tirare fuori io un pollo alle mandorle alle sette di sera?!? Che idea assurda! Comunque se proprio ne hai voglia va’ a comprarlo al ristorante cinese qui vicino, così evito di cucinare cosa che, come tu ben sai, odio terribilmente, e credo che ciò si noti dato che sono una pessima cuoca. Spero che questo sugo sia almeno commestibile… - e mentre sua moglie pronunciava quest’ultima frase Draco ebbe l’impressione che Hermione stesse parlando più a se stessa che a lui – comunque, se devi stirarti la giacca il ferro sta lì, e lo straccio per il pavimento è fuori alla finestra, vicino alla scopa.
- Ma… - fece Draco alquanto stupita – cosa intendi con “se devi stirarti la giacca”? Vuoi dire che di solito le giacche me le stiro da solo?
- No! Assolutamente no! – rispose lui Hermione – di solito quando hai una camicia stropicciata o una giacca da stirare ci pensa Cenerentola, ma sai, la settimana scorsa si è sposata con il principe azzurro, ed ora sono in viaggio di nozze nel paese di molto molto lontano, quindi non può venire, ma non preoccuparti: mi ha dato il numero della sua amica Biancaneve!
- Che battuta fantastica, mamma! – esordì Elisa entrando nella stanza con una finta risata e tirando subito Draco via di lì – scusami, ma non riesco a finire la relazione di Pozioni e mi serve l’aiuto di papà, posso rubartelo un attimo?
- Fai pure – rispose Hermione – buon lavoro!
- Grazie – rispose Elisa, e corse via in camera trascinandosi dietro lo sventurato Draco Malfoy.
La ragazza lo trasportò in una stanza alquanto graziosa che si apriva alla fine di un corridoio. L’arredamento era semplice, i colori pastello, la luminosità spettacolare.
Elisa chiuse a chiave la porta.
- Che cosa stavi facendo con mia madre? – chiese a Draco
- Io mi stiro da solo le camicie? – le domandò Draco ancora stordito da quella notizia
- Certo che sì – rispose la figlia – cosa ti aspettavi? Che mia madre fosse una disperate housewife?!
- Io mi stiro da solo le camicie? – chiese di nuovo l’uomo i cui occhi si erano persi nel vuoto, mentre le parole uscivano da sole in un tono di voce totalmente piatto e insapore dalla sua bocca, sotto shock
- Capisco. – commentò Elisa – comunque sappi che non è così: lavorando sia tu che la mamma infatti voi due vi dividete le faccende domestiche, chiaro?
- Io mi stiro da solo le camicie?
- Sì, esatto, e di solito lavi i piatti e spesso sei tu a cucinare al posto della mamma dato che lei è totalmente negata e tu sei piuttosto bravo, anche se nulla batte le grigliate del non…
- Io mi stiro da solo le camicie?
- La cosa ti ha shockato, vero?
- Io mi stiro da solo le camice?
- Hai intenzione di finirla?
- Io mi stiro da solo le camice?
- Ok, ora basta
- Io mi stiro da solo le camice?
- Ho detto basta
- Io mi stiro da solo le camice?
- Il gioco è divertente quando dura poco e la cosa ormai ha stufato
- Io mi…
- DRACO!!!
- Ok, ok – rinvenne l’uomo – sto bene, dato acquisito, anche se non capisco ancora come mai sia potuto succedere che il sottoscritto si sia abbassato a fare le faccende domestiche. Sai, nella mia vita reale ho un sacco di servitori io, e fanno tutto loro per me. Ho due chef e sette cuoche bravissime che cucinano per me, ho governanti, parcheggiatori e cameriere che mi stirano le camicie, ho persino dei servi che mi lucidano le scarpe prima che io esca di casa la mattina
- Capisco. – commentò la ragazza – ed immagino che tu non abbia le braccia nella tua vita reale – fece osservando severa lo sguardo smarrito di Draco Malfoy – perché immagino che se ce le avessi le scarpe potresti pulirtele anche da solo.
E ciò detto, senza cancellare quell’espressione così matura e severa dal proprio viso, la sedicenne uscì dalla stanza, lasciando solo il grande Malfoy, ancora intento a mettere a fuoco le sue parole e a trovare a queste una risposta, anche se la più sensata che gli veniva in mente era un mediocre “ma io ce le avevo le braccia”…

Ciao, lettori, spero che questo mio capitolo vi sia piaciuto perchè a me piace molto. Allora, come forse avrete capito da questo capitolo io sono una grande femminista (non a caso infatti il titolo del capitolo è colorato di giallo - per chi non lo sapesse colore di rappresentanza dell'emancipazione femminile) e quindi non potevo assolutamente permettere che la nostra Hermione facesse le faccende domestiche mentre Draco segue udienze in tribunale. Spero che vi sia piaciuta la doccia fredda (da qui il motivo del titolo) che il purosangue ha avuto alla notizia che in questa vita lui non è il re del mondo servito e riverito ma che spartisce addirittura le faccende domestiche con sua moglie! Inoltre volevo avvisarvi che riguardo all'ultima frase del discorso di Elisa (quella suelle braccia) mi sono ispirata a "La bambola a transistor", novella di Gianni Rodari. Baci a tutti. Giulia.

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Capitolo 6
*** Lavello e somiglianze ***


Lavello e somiglianze

Quando Lavinia, canticchiando, ebbe tolto da tavolo anche l’ultima posata, Draco Malfoy capì che infine era giunto quel momento che aveva temuto per tutta la serata. Quel suo terrore angosciante non gli aveva neppure concesso di godersi la cena, pasto che però non si sarebbe comunque potuto godere, dato che Hermione cucinava veramente da schifo. Il sapore di quel sugo, che la donna aveva definito “commestibile”, faceva chiedere a Draco se mangiare quel cibo fosse davvero una soluzione migliore del morire di fame. Eppure finì la sua cena. Quell’ansia però, quell’ansia non l’aveva mai abbandonato, e il cibo schifoso cucinato da sua moglie non era neppure atterrato nel suo intestino, risucchiato dal buco che ora gli si era aperto nello stomaco.
L’uomo sperò che a Lavinia cadesse quella posata di mano, in modo che, tempo di raccoglierla, la distanza fra di lui e la sua pena sarebbe seppur di poco aumentata.
E invece no, la bellissima Lavinia non fece cadere a terra la posata che aveva in mano, e la portò sana e salva al lavello.
Draco Malfoy rivolse allora lo sguardo ad Elisa, sperando ed implorando che almeno lei potesse salvarlo, ma la figlia lo fulminò con un’occhiata che voleva dire “no, non mi impietosisci, non laverò i piatti al tuo posto”.
- allora? – chiese Hermione guardandolo perplessa – hai intenzione di alzarti di lì o no?
No, avrebbe voluto rispondere Draco, ma quella era solo una domanda retorica, e non si poteva rispondere di no.
- hum, certo – grugnì allontanando la sedia dal tavolo ed alzandosi pian piano.
Si avvicinò lentamente al lavello. No, non poteva credere che lo avrebbe fatto. Guardò schifato la pila di piatti ammucchiati sull’orlo, ed un conato di vomito gli salì su per la gola.
- devi solo lavare dei piatti – lo ammonì a bassa voce Elisa andando a posizionarsi accanto a lui – quindi non comportarti da femminuccia
- io non mi comporto da femminuccia – si schernì lui – ma questi piatti sono… sporchi
- beh – commentò lei – se fossero puliti non ci sarebbe bisogni di lavarli, giusto?
Draco la fulminò con lo sguardo e la ragazza di allontanò ridendo da lui, lasciandolo solo ai suoi piatti.

- Sei la persona più sgradevole del mondo – sancì l’uomo spalancando infuriato la porta della camera di Elisa.
Questa sembrava non aver mai smesso di ridere dal momento in cui l’aveva lasciato vicino al lavello.
- sei particolarmente bello con le mani intorpidite da acqua fredda e detersivo, sai? – disse la ragazza ridendo e tirandogli contro un cuscino.
- Davvero spiritosa – commentò Draco – e questo pessimo senso dell’umorismo l’hai ereditato da me o da tua madre?
- Da entrambi, suppongo – rise lei. – ed ai piatti sarà meglio che ti abitui: dovrai lavarli tu all’incirca tutte le sere.
- Potresti darmi una mano
- Potresti aumentarmi la paghetta
- Ma te l’ho già aumentata
- Questo vuol dire che me l'aumenterai di nuovo
- Tu giochi sporco
- Allora siamo in due, mister "io non lavo i piatti"
- Io la paghetta non te l'aumento
- Bene, allora, puoi scordarti il mio aiuto
Draco Malfoy desistette dalla voglia di strangolarla e strinse forte la propria testa fra le mani, colpendosi ripetutamente.
- Tu, - disse inveendo contro la figlia - tu, tu sei come tua madre, sputata, tale e quale a lei.
- Davvero? - disse ridendo la ragazza - strano: tutti mi dicono che assomiglio a te!

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Capitolo 7
*** Fratelli, pannolini, conoscenze e Clayton Nott ***


Fratelli, pannolini, conoscenze e Clayton Nott

Elisa era nel prato ad intrecciare i capelli di sua sorella Camilla, i gemelli si rincorrevano intorno a loro, tracciando nell’erba e nei fiori il percorso della propria corsa.
- E-e-el-l-l-isa – balbettò la bambina sistemandosi meglio gli occhiali sul naso – è-è-è f-f-fin-n-nit-ta l-la t-t-t-t-t-t-t-r-tr-tre-cc-cc-ccia?
- Non ancora, tesoro – rispose la sedicenne accarezzandole una guancia.
La bambina annuì accennando ad un sorrisino, e poi il suo sguardo deviò verso nuovi orizzonti.
Giusto alla fine del prato, infatti, due ragazzi giocavano a rincorrersi. Uno dei due, una ragazza, correva agile e snella e rotolava sull’erba, sperando e non sperando di farsi prendere. Dietro di lei, a rincorrerla, il ragazzo si muoveva velocemente, e rallentava a volte per farle provare le brezza d’essere la più veloce, ma poi rotolava a terra anch’esso, stringendo la ragazza fra le sue braccia, e ridendo con lei. Poi, la ragazza si rialzava aggiustandosi la maglietta e riassumendo contegno, sgrullava l’erba via dai suoi jeans e faceva la finta scocciata, tenendo il muso, fingendosi seria e disinteressata a quel gioco. Ma sia lei che il ragazzo sapevano che, fra non più di appena cinque minuti, sarebbe tornata a stuzzicarlo. Era il loro gioco.
Elisa si accorse con un sorriso di dove fosse andato a perdersi lo sguardo della sua sorellina, e, fermando con fermacapelli rosa la treccia ormai conclusa, mosse la testa in quella direzione, invitando la sorella ad andare, in caso avesse voluto, a giocare con i due.
La bambina sorrise, le diede un bacio sulla guancia, e poi si rialzò in piedi, correndo verso di loro.
- hey, principessa! – esclamò il ragazzo prendendola in braccio e giocando a farle un po’ di solletico
- M-m-m-m-m-m-m-m-m-m-m-m-m-m-ma-m-m-m-ma-marcos smett-tt-tti-l-la! – fece la bambina cercando di allontanarlo da se – L-l-la-l-l-lav-v-vin-n-n-ia aiut-t-to!
La ragazzo sorrise alla chiamata, ed corse prontamente in suo aiuto.
- Lascia subito stare la mia sorellina! – disse sottraendo Camilla dalle braccia del fratello, e prendendola fra le proprie. – tutta mia! – disse stringendola forte forte, e stampandole un bacino sulle labbra – Camilla è tutta mia, tutta mia!
Poi Lavinia rimise a terra la sorellina, e tenendosi per mano, le due si misero a correre rincorse da Marcos.
Elisa, immersa nei propri felici pensieri, li guardava giocare, consapevole che fra un po’ anche William e Colin si sarebbero uniti alla corsa, per supportare Marcos, e che lei sarebbe dovuta correre in aiuto di Lavinia e Camilla. E questo sarebbe accaduto precisamente fra dieci, nove, otto, sett…
- Elisa! – la chiamò Draco correndo sconvolto verso di lei
- Che c’è adesso? – domandò scocciata questa, riemergendo dai propri pensieri
- Tua madre vuole che io… - rispose Draco – che io… che io…
- Che tu cosa?
- Che io… che io… lei vuole che io… che io cambi il pannolino a Matthew!
Elisa, dopo aver messo nella propria mente a fuoco il problema e il concetto, scoppiò in una fragorosissima risata.
- non c’è niente da ridere – la rimproverò Draco – e poi io non ho mai cambiato il pannolino a un bambino: non ho idea di come fare
- ed in che modo la sottoscritta potrebbe aiutarti? – chiese Elisa trattenendo le sue risate
- insegnami a cambiare un pannolino – la pregò Draco
- ma io non ne sono capace
- cosa vuoi dire con “non ne sono capace”? Non hai mai cambiato il pannolino a tuo fratello?
- No, mai, quelli che cambiano i pannolini siete tu e la mamma
- Oh no! Ed ora come faccio? Non posso andare da Hermione e chiederle “come faccio a cambiare il pannolino a nostro figlio?” sono perduto!!
- No, non è detto – lo rincuorò Elisa, i cui occhi erano andati a fissarsi per l’appunto sui suoi fratelli, in particolare su Marcos, il cui cellulare aveva appena squillato – ti fidi di me?
- No, non totalmente almeno – rispose Draco
- Ed allora non ti aiuto
- Ok, ok, mi fido di te, mi fido di te.
- Perfetto – esclamò compiaciuta la ragazza – allora siediti comodo e guarda un vero genio in azione
E ciò detto, con un’aria di infinita modestia si alzò e corse verso i suoi fratelli.
Al centro del cerchio c’era Marcos, impegnato nella sua telefonata.
- E’ Nott? È Nott? – insisteva Lavinia, saltandogli intorno con aria speranzosa, mordendosi le unghie
Marcos annuì sbuffando e fulminandola con un’occhiata ed ordinandole con lo sguardo di tacere.
- Ti ha chiesto di me? Ti ha chiesto di me? Ti ha chiesto di me? – chiese dopo l’ultima risposta del fratello Lavinia, continuando a saltargli intorno, insistendo ancora di più
- Scommettiamo non ha fatto neppure accenno a te? – si intromise Elisa guardando dall’alto in basso la sorella
Lavinia si rabbuiò, ma continuò a guardare speranzosa il fratello maggiore.
- Nott non ti si fila proprio – continuò Elisa, provocando la sorella
- Questo non è vero – fece Lavinia – Nott mi guarda e come, anzi, è quasi sul punto di essere innamorato di me
- Sì, certo – disse sbottando a ridere Elisa, mentre Marcos, attappandosi le orecchie, si allontanava dalla loro discussione rumorosa. – e poi si dichiarerà, vi sposerete ed avrete cinque figli: nei tuoi sogni! Scommettiamo che Nott non farà neppure allusione alla frivola ed insulsa Lavinia Malfoy?
- Sei una serpe!
- No, cara, sei tu la serpe, io sono un grifone! Allora, scommettiamo o sei già sicura di perdere?
- Certo che scommettiamo – rispose Lavinia – scommetto quello che vuoi che Nott chiederà di me a Marcos
- Ok, - concluse Elisa – allora facciamo che chi perde cambia il pannolino a Matthew, ci stai?
- Ci sto.
Marcos intanto, lontano tre metri da loro, concluse la sua telefonata riattaccando il cellulare.
- allora, - chiese Elisa, con aria da sbruffona – ti ha chiesto di Lavinia o no?
- Sì, Marcos – confermò Lavinia – Nott ti ha chiesto di me o no?
Marcos le squadrò un momento.
- no – rispose infine il ragazzo guardando Lavinia – non ha chiesto di te
Lavinia si morse le labbra, trattenendo le lacrime negli occhi, e poi, con aria stizzita, si rivolse ad Elisa.
- e brava, sorellina – le disse in tono acido – hai vinto tu, cambio il pannolino a Matthew, ma non pensare di aver vinto.
E ciò detto alzo i tacchi e si diresse scocciata verso casa. Elisa gettò un’occhiata a Draco e con questa fece segno di seguire Lavinia, e l’uomo capì era dalla ragazza che avrebbe dovuto osservare ed apprendere come si cambiassero i pannolini. Sì alzò quindi e la seguì fin dentro casa.

- Sei una stronza – decretò severo Marcos, guardando male Elisa
- Lo so – rispose lei – conosco me stessa quasi quanto conosco voi e te, e so di per certo che Nott ti aveva chiesto e come di lei, giusto, Marcos?
- Già – rispose lui
- E non glielo hai detto perché non vuoi che la tua sorellina preferita cada fra le braccia, o per meglio dire fra le lenzuola, del dannatissimo Clayton Nott, vero?
- Vero, e tu questo lo sapevi fin dall’inizio, giusto, sorellina?
- Esatto, come ho già detto: io vi conosco molto bene, troppo bene.

Draco guardava attentamente sua figlia Lavinia pulire e cambiare il piccolo Matthew.
- dove hai imparato? – le chiese, mentre lei, ancora incavolata, continuava a sbuffare
- a fare cosa?
- A cambiare i bambini
- Me lo hai insegnato tu, papà, non ti ricordi?
- Hum… no. Ma perché te l’ho insegnato?
- Perché io te l’ho chiesto
- E allora perché me lo hai chiesto?
- Perché voglio diventare una mamma un giorno, e quindi voglio imparare fin da subito come prendermi cura di un bambino, per questo spesso mi piace occuparmi di Matthew, per fare pratica. E poi spero che Nott vorrà avere dei bambini e così noi… - e allora la ragazza si rese conto di ciò che stava per dire e tacque, finendo di cambiare il suo fratellino - Ok, ho finito – concluse buttando il pannolino nel secchio e posizionando Matthew fra le braccia del padre. – torno a giocare, ciao papà.

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Capitolo 8
*** L'Onorevole ***


L'Onorevole

- Parlami di Clayton Nott – chiese Draco Malfoy a sua figlia Elisa, al momento intenta a spalmarsi lo smalto sulle unghie
- Che ne sai tu di Clayton Nott? – chiese lei a sua volta
- Me ne ha parlato Lavinia, anche se ho capito ben poco – spiegò Draco – quindi, se vuoi farmi la cortesia di raccontarmi tutta la faccenda da capo…
- Ok, ok – fece Elisa – Clayton Nott è un bastardo don Giovanni Serpeverde che la chiede e la ottiene da tutte, di cui Lavinia è pazzamente innamorata. Ovviamente tutti noi la stiamo scoraggiando e sabotando, Marcos soprattutto, è davvero molto protettivo nei suoi confronti…
- A me Lavinia sembrava davvero molto determinata – commentò Draco
- Beh, noi siamo più determinati di lei! – rispose Elisa – e tu da che parte stai?
- Ma se non so nemmeno chi sono io!!
- Va bene, va bene, calmati, ho scoperto come mai tu ti trovi qui
- Davvero? – chiese Draco strabuzzando gli occhi
- Esatto – rispose la figlia con fare saccente – Per quanto ne so è un incantesimo alquanto complicato, e consiste nel prendere al bivio una via differente a quella che nella vita reale si è presi. Chiaro?
- No. Un bivio? Ma di quale bivio stai parlando? Io non ricordo bivi
- Un bivio in senso figurato!!!! Voglio dire solamente che la nostra vita è fatta di scelte, e qualcuno si è divertito a modificare le tue, cambiando di conseguenza tutta la tua vita.
- Quindi un bastardo ha cambiato tutte le scelte della mia vita, giusto?
- No. Sarebbe stato troppo complicato e suppongo che ci sarebbe voluto un grandissimo potere per farlo: io credo che quel qualcuno si sia limitato a modificare una ed una sola scelta della tua vita, e che tutte le altre siano cambiate di conseguenza
- E quale folle matta pazza scelta modificata mi avrebbe mai portato a sposare la Granger?
- Di questo non ne ho idea, ma domani vado ad accompagnare i gemellini dal dentista insieme a mamma, forse riesco a strapparle qualche informazione in sala d’attesa
- Già, ottima idea – commentò Draco – ed inoltre forse mi sono ricordato qualcosa riguardo a cosa è successo prima che io venissi trasportato qui
- E cioè? – chiese lui sua figlia Elisa
- Cioè ricordo di aver parlato con qualcuno, un vecchio compagno di scuola, mi pare, ma non ricordo chi fosse, né dove l’ho incontrato, né perché.
- Ok, continua a lavoraci su, ed inoltre ho anche un’altra fantastica notizia
- Quale?
- C’è un modo molto facile per infrangere l’incantesimo che ti è stato fatto
- E cioè?
- Beh, una persona che ha voluto bene o amato una persona che a causa di scelte capovolte è totalmente cambiata o scomparsa dovrebbe comunque riuscire a riconoscerla, capisci?
- Ma allora è fatta! – esclamò Draco entusiasta
E, senza curarsi della figlia, prese la giacca e si precipitò fuori.
Aveva avuto tantissime amanti nella sua vita passata, pensava, e tutte lo avrebbero sicuramente riconosciuto: sarebbe stato così facile!!
Corse verso il bar lì vicino, era sicuro che lì lavorasse Jennifer, una di quelle, e così vi entrò entusiasta, e, vedendola con l’abitino da cameriera in dosso, pensò che non fosse mai stata più bella, e corse verso di lei, e la strinse fra le sue braccia, e la baciò con passione e…
- Un maniaco!! – gridò lei divincolandosi da quella stretta – un maniaco! Un maniaco!!
- Ma di che cosa stai parlando? – le chiese Draco – sono io, sono l’Onorevole Malfoy, non ricordi?
- Un maniaco!! – continuò imperterrita lei – un maniaco! Blaise, aiutami! Aiutami!
Ed un uomo che fino ad allora era rimasto compostamente seduto al proprio tavolo ripiegò il quotidiano che soleva leggere a quell’ora del mattino ed arrivò in suo aiuto.
- Sono l’Onorevole Blaise Zabini – si presentò guardando Draco in modo minaccioso – capo del partito conservatore, e noi non gradiamo le molestie, quindi lasci in pace la signorina
- Blaise? – chiese Draco guardandolo incredulo – tu sei Blaise? Il mio braccio destro Blaise? Non ti ricordi di me?! Sono Draco, sono io il capo del partito, tu sei il mio braccio destro, non ricordi, Blaise, non ricordi?
- Draco? – chiese quello guardandolo un po’ stordito, riconoscendo finalmente quello che ai tempi della scuola era stato il suo migliore amico – Draco Malfoy? Tu sei Draco Malfoy? Quello di hogwarts? Quel Draco Malfoy?
- Sì – rispose Draco, entusiasta e sollevato dal fatto che finalmente qualcuno fosse riuscito a riconoscerlo. Era convinto infatti, Draco Malfoy, che il suo braccio destro Blaise Zabini lo avrebbe riconosciuto come suo superiore rompendo così l’incantesimo, ed invece…
- Non credevo che avessi ancora i soldi per pagarti una colazione al bar – commentò Blaise, sprezzante
- Che cosa intendi dire? – gli chiese Draco
- Sei diventato più pezzente dei Weasley – rise Blaise – insomma, sposare una mezzosangue, se avessi provato a molestare una ragazza molti anni fa forse adesso non saresti ridotto così, Draco, mi sembri quello sfigato di tuo padre
- No Blaise, non capisci – cercò di scagionarsi il Malfoy – io non l’ho sposata, è stato un altro io non centro nulla, qualcuno mi ha fatto un incantesimo, io non centro nulla io…
E Blaise Zabini continuava a guardarlo, con una smorfia di disgusto sulla bocca, un aria di disprezzo negli occhi, e lo interruppe ridendo, chiamando il buttafuori per far uscire quel pazzo dal locale, informandolo infine che questo loro ultimo inaspettato incontro gli era servito soltanto ad appurare quanto fosse vero che la vicinanza con i mezzosangue infetti la gente, che forse avrebbe usato l’argomento nella sua prossima campagna elettorale, e dopo aver continuato a dimenarsi fra le braccia del buttafuori ed aver continuato ad implorare Blaise di riconoscerlo, il biondo si ritrovò scaraventato sul marciapiede gelido, sua figlia Elisa l’unica a consolarlo, passandogli un fazzoletto sul labbro sanguinante.
- Ma come…? – provò a chiedere Draco, incredulo, le lacrime agli occhi
- Non erano innamorate di te – spiegò la figlia con un’espressione di compatimento e tenerezza sulle labbra, - loro erano innamorate dell’Onorevole, ed in questa vita non sei tu
- Ma…? E Blaise…?
- Nel tuo tempo ha vissuto tutta la vita nella tua ombra, nel mio ti ha cancellato dalla sua lista al momento in cui hai scelto di stare con la mamma
- Ma... eravamo amici, come…? Che cosa…? Come è potuto accadere?
- Non lo riconosci, Draco? Lui è lo stesso Blaise Zabini che hai lasciato nel tuo tempo, altezzoso, sprezzante, sei tu quello che è cambiato (anche se non per tua volontà), non lui.


Ciao, allora, Blaise in questa ff non sarà come in tutte le altre l'amico buono, il cupido o chessoio, come avete notato, è uno stronzo. Inoltre nel capitolo precedente ho ricevuto poche recensioni, non vi è piaciuto? fatemelo sapere così che io possa migliorare di volta in volta! Ok, io ora vado. Baci. Giulia.

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Capitolo 9
*** Qualcosa di strano ***


Qualcosa di strano

Hermione se ne stava comodamente seduta sul suo letto quando Draco entrò nella sua, anzi nella loro, stanza. Teneva Matthew stretto fra le braccia e lo stava allattando al seno.
- Cazzo, Granger, che cosa fai??!! – chiese lui schifato quando il suo sguardo andò involontariamente a posarsi sulla mammella di lui – ma ti sembra questo il modo di stare in casa? Come minimo chiudi a chiave la porta quando devi fare queste… cose! Che schifo! Avvertimi quando hai finito, io vado a farmi la barb…
- Draco, - lo interruppe Hermione guardandolo interrogativa – di che cosa diamine stai parlando?
- Il tuo seno si… si… si vede.
- E allora?!!!??!? – sbottò a ridere lei – avrai visto il mio seno più di un milione di volte, e non solo durante l’allattamento, se sai cosa intendo… - aggiunse maliziosa mentre Draco tratteneva un conato di vomito al pensiero di lui con la Granger – e quindi perché ora fai tutte queste storie?
- Io… io… non… non lo so, amore, ma devo farmi la barba lo stesso, quindi io vado, d’accordo?
- No, Draco, non è d’accordo. C’è qualcosa che non và in te, è da un po’ di giorni che… non so, non ti riconosco più, io…
- Non c’è nulla, Hermione, io… dico davvero, è solo che il lavoro è stancante, tutto qui
- Già, capisco che fare l’avvocato d’ufficio non era quello che ti aspettavi ai tempi di hogwarts ma se hai avuto qualche ripensamento su di noi penso che dovremmo parlarne perché… Draco, tu non mi stai tradendo, non è vero?
- Hum… no, assolutamente, io non lo farei mai nella vita, amore. Ma devo farmi la barba e…
- Draco, per favore, smettila di tirare in ballo quella fottutissima barba, sto parlando seriamente. Insomma, in questi ultimi tempi ti vedo… freddo e distaccato e…
- Ti giuro che non c’è nulla che non và, Hermione, è solo il lavoro, il lavoro stancante. E tu, come va con gli alunni?
- Va tutto benissimo, amore, ma non stavamo parlando di me e…
- Insomma, nemmeno tu avresti mai pensato, all’epoca di hogwarts, di andare ad insegnare in un asilo babbano, o sbaglio?
- No, non sbagli ma mi piace e… ehi tu stai provando a cambiare discorso! Senti, Draco, io…
- Senti, Hermione, non hai davvero nulla di che preoccuparti, d’accordo? Ed io devo assolutamente andare a farmi la barba, ci vediamo, ok?
E ciò detto lasciò la stanza, lasciando un’ultima occhiata vuota a sua moglie.
No, pensò Hermione, c’era sicuramente qualcosa di strano.

Lo so, questo capitolo è alquanto frivolo e piatto, ma dal prossimo comincia per il meglio il rapporto fra Draco/Hermione/Progenie.

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