42 di Sugar818 (/viewuser.php?uid=80562)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Piccolo, insignificante segreto ***
Capitolo 3: *** Rissa ***
Capitolo 4: *** L'ultimo annuncio ***
Capitolo 5: *** Disgraziata fortuna. ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
I don’t
wanna be in love
,,prologo
''It's a beautiful lie
It's the perfect denial
Such a beautiful lie to believe in
So beautiful, beautiful it makes me..''
La voce di Jared Leto urlava nelle cuffie del mio fidato I-Pod,
accompagnata mentalmente dalla mia, capace di fargli
concorrenza sia per potenza che per furia.
Nella mia mente, il nulla.
Non avevo il bisogno di pensare. O forse era un lusso che non potevo
permettermi.
La canzone esprimeva esattamente ciò che da troppo
tempo avevo dentro, ma che non potevo assolutamente pronunciare ad alta
voce.
Si, una bella bugia. Come la mia vita.
Il mio riflesso mi guardava con espressione indecifrabile
dall’altra parte della vetrata dell’ennesimo Hilton
Hotel.
Nessuna espressione.
Silenzio.
Un dipendendente della hall, passandomi accanto mi sfiorò la
borsa a tracolla, facendo cadere il fascicolo appallottolato per terra.
Lentamente, senza mostrare alcuna espressione, tranne la perenne
apatia, lo presi dalle mani dell’uomo, ignorando le sue scuse
e il suo luminoso sorriso, e voltandomi nuovamente verso
l’immacolata vetrata.
Con tempismo perfetto, la berlina nera costeggiò davanti al
lussuoso edificio.
Frettolosamente uscì, come sempre a testa bassa, e, come
sempre, ignorando i fotografi accostati ai margini
dell’entrata, che scattarono sull’attenti appena
aprii la porta.
Le macchine fotografiche furono abbassate subito dopo, quando videro
che dalla hall non uscì chi attendevano.
Passai indisturbata fra di loro, mentre mormorii e imprecazioni mi
arrivavano alle orecchie.
Loro sarebbero rimasti lì ad aspettare. Impazienti di
scorgere una buona volta la chioma dorata di Rachel Gray.
Mentre mi avvicinavo alla macchina, uno di loro, un giovane ragazzo, mi
sorrise vedendomi. Lo superai con calma, incurante del suo sguardo
insistente, che però fu subito distratto dalle porte che
nuovamente si aprivano.
Di nuovo, un falso allarme.
Di nuovo imprecazioni.
Questa volta però, fui io a sorridere, appena salita sui
sedili posteriori della berlina.
Lo sguardo fisso sulla parrucca dorata nella mia borsa.
___________________________________________________________
Allors…che dire. Finalmente mi sono decisa a postare una fan
fiction. Miracolo.
È una storia spuntata dal nulla mentre mi perdevo come al
solito nei miei lunghi viaggi mentali.
Roba da brividi. Ho lanciato l’I-Pod per aria e sono corsa al
computer. Ho messo radici lì fino a tarda notte. E
inutilmente aggiungerei, dato la brodaglia che ho il coraggio di
chiamare storia. fa acqua da tutte le parti... avanti, indietro, per
laterale…ehm…comunque.. Come dicevo, prima di
schizzare come al solito, la storia è scritta lasciando
correre la mia alquanto bizzarra fantasia.
La trama è un tantino, ino ino, complicata come vi
accorgerete nei prossimi capitoli, che spero di scrivere in questi
giorni.
Ok. Detto tutto. Penso.
Oh, Gesù. Dunque. Non conosco nessun Robert Pattinson, non ancora, perlomeno. Non so come passi il suo tempo libero, non ho idea di chi sia realmente innamorato....(di me, di me, di me!!!), e non conosco nessun suo amico, apparte il vecchio caro Tom, col quale ho appena finito di chiacchierare amichevolamente al talefono..no, non conosco nemmeno lui, tranquille. Perciò, con questa mia filippica intendo spiegare che ciò che succede qua dentro, si qua dentro(nella mia testa..che pensieri sconci! Scandalo!), avvenimenti o riferimenti a fatti realmente accaduti, ed ogni qualità assegnatogli, sono puramente casuali. Di mia invenzione. Punto. Ora ho veramente finito.
Perciò ora vi lascio in pace, liberi per giudicare,
criticare, insultare, o qualunque sia la reazione a questa storia un
po’…come dire? Un po’ stramba.
Piuttosto riduttivo direi.
Tanti cari saluti,
Sugar
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Capitolo 2 *** Piccolo, insignificante segreto ***
Capitolo 1
~ piccolo, insignificante segreto
Mi stavo leggermente innervosendo.
Non che fosse una novità, in queste occasioni, ma stavolta
la voglia di prendere quel giornalista a calci nel muso era
più forte che mai. Il che era preoccupante.
-Ci sarà qualche tuo collega che non ti va proprio a
genio..in fondo, come dire…siamo tutti esseri umani, no?-
Comodamente seduti su poltroncine di pelle beige, nella mia camera
d’albergo, io, Leslye e l’essere più
squallido che avessi mai conosciuto in tutta la mia esistenza, stavamo
parlando tranquillamente, sorseggiando di tanto in tanto il
caffè più amaro dell‘intera Los
Angeles.
-Come ho detto prima, non ho alcun problema con nessuno. I miei
colleghi sono tutti delle persone fantastiche che amano il proprio
lav..-
-Eppure, a me risulta che tu abbia avuto una piccola discussione con
uno dei nuovi compositori della tua casa discografica ..-
-È vero , ma la quest..-
-E inoltre in una delle tue ultime interviste hai menzionato qualcosa a
proposito dell’incapacità di alcune persone nel
tuo staff di Los Angeles…-
Silenzio.
-Se non sbaglio-, continuò l’uomo con una
tranquillità allarmante, -Adam Stradey, il giovane
compositore in questione, fa parte proprio della sezione musicale di
Los Angeles che la casa discografica ha appena rivoluzionato..-
-La questione è diversa. Si è trattata di una
piccola incomprensione che è stata immediatamente
chiarita…-
-Quindi, è una coincidenza il fatto che siate stati
avvistati insieme due giorni fa, davanti all’hotel in cui
alloggiavi al momento…-
Stronzo.
-..mentre sembrava stavate litigando furiosamente..?-
Altro che stronzo.
Questo è bastardo forte!
-Io e Adam siamo amici, e qualche volta capita di litig..-
-Eppure fonti certe affermano di avervi sentito litigare in ascensore,
per poi smettere misteriosamente appena aperte le porte che davano
nella hall…- mi guardò compiaciuto. Con uno di
quegli sguardi che ti mandano la bile al cervello. Quell’uomo
era nato per fare il giornalista di gossip-spacca-coglioni.
Probabilmente aveva preso lezioni dal Diavolo in persona.
Andrew Morton. Giornalista che evidentemente non aveva mai sentito, o
perlomeno compreso, la parola “privacy”. Si vedeva
chiaramente che amava scrivere, oltre a rompere le scatole e
distruggere la vita di molte celebrità con quelle che lui
chiamava “verità”, ma che infondo erano
solo delle stupide voci infondate.
Biografie su biografie, scritte con ardore piuttosto crudo e spietato
in alcuni casi, dalle più acclamate star alle persone
più influenti.
Semplicemente, non stava molto simpatico a noi gente dello showbiz.
Chissà perché lo chiamavano Mr Volpe, poi. Il
mistero del secolo.
Tra i suoi vari articoli pubblicati su di me, albergava un aula di
elettricità. Aveva sempre cercato di trovare qualcosa, un
piccolo sbaglio, una piccola macchia nella mia vita. Un nascosto
dettaglio.
Ma sfortunatamente per lui, non c’era mai riuscito. Fino a
quel momento.
-Ehm… era un semplice litigio fra amici. Capita, no?-
risposi, ad un livello piuttosto alto di decibel.
Il suo sopracciglio si alzò sarcasticamente, mentre il suo
volto sfoggiava ora un aperto sorriso di cortesia. Falso, di certo. Non
poteva mica rivelare il mostro assetato di scandali che imprigionava
dentro ogni qualvolta si trovava davanti a telecamere o registratori.
-Ovviamente..- disse con una lentezza da brividi.
-Ora, Rachel, perché non ci parli del tuo nuovo singolo,
“Over my soul“? Da quanto hai detto, è
una delle canzoni che più ti rappresenta. Ma la domanda
è: perché?-
-Beh..diciamo che racconta una parte molto importante della mia vita.-
risposi evasiva, mentre lui aggrottava le sopracciglia, chiaramente
confuso.
-Una parte della tua vita? Non.. Non mi sembra che possa
“raccontare”, dato che è completamente
zuppa di paragoni, metafore e frasi alquanto..discordanti fra loro.
-ribadì stranito.
Puntai i miei occhi verdi aldilà della finestra della mia
camera d’albergo. Il cielo luminoso. Il sole splendente.
Con la coda dell’occhio potevo scorgere Leslye, rientrata in
camera dopo una telefonata, di nuovo seduta sul divano, mentre mi
osservava pensierosa.
Cosa avrei potuto rispondere? Cosa dire?
Sicuramente non la verità.
Almeno non tutta. Non potevo lasciar cadere i muri, che imponenti
sorgevano in mezzo alla mia vita, facendomi da barriera a
ciò che mi circondava. Le mie emozioni. Troppe. Talmente
intense da farti morire, dentro. Lentamente, annegando nella
più totale disperazione.
-Le parole del testo mi sono venute spontanee. La canzone sembra non
avere un senso, è vero. Ma ha senso per me…e per
chi vuole veramente capirla.-conclusi sorridendo.
Morton mi osservava accigliato, mentre cercava sicuramente una di
quelle domande che non lasciano scampo, ma proprio in quel momento
Leslye decise di mettere fine a quel quarto d’ora infernale
che era stata l’intervista.
Mi alzai sospirando dalla poltroncina beige. Ero stanca. E non solo per
il fatto che mi fossi svegliata alle 4:30 del mattino per prendere
l’aereo da Las Vegas, e quindi per aver dormito 3 ore e mezza
quella notte.
No. La mia era anche stanchezza mentale. A causa del casino che
sembrava regnare sovrano nella mia vita.
-Allora, signorina Gray..ci vedremo alla tua prossima performance.
Sarò presente ai MTV Music Award a San Diego, questa
settimana. Sono molto curioso di sentirti intonare questa tua
misteriosa canzone…chissà che scorgerò
qualche cosa sotto le righe.- disse sorridendo furbescamente.
Salutai Morton con estrema gentilezza, rispondendo al suo squallido
sorriso e alla sua stretta di mano.
-Vaffanculo, vaffanculo e vaffanculo!!- sbraitai piuttosto furiosa,
appena chiusa la porta . La mia gentilezza era andata a fare un bagno
nel mar Baltico.
Affondai le mani nella mia disordinata parrucca bionda e me la tirai
con forza, facendo rompere tutte le forcine di sicurezza.
Ero seriamente stufa di indossarla. Inoltre la frangetta scalata
cominciava a darmi fastidio durante i concerti. Avevo
un’incontenibile voglia di buttarla nel cesso.
Essere Rachel Gray era veramente fastidioso. A volte desideravo
solamente salire sul palco, buttare via quei capelli finti, afferrare
il microfono e cantare tutta la notte per come ero veramente. Libera da
ogni pregiudizio, criterio e problema. Libera come l’aria che
respiravo. Libera di scatenarmi al ritmo della mia musica, cantando a
squarciagola quello che sentivo veramente.
Quello che Caroline Crawford sentiva veramente.
Chi osa, vince. Me l’ero sempre detto.
Ma nella realtà, nella mia realtà… se
avessi osato, avrei perso.
Leslye mi venne vicino e mi guardò preoccupata,
alternando gli occhi neri fra la parrucca stritolata nelle mie fragili
mani ed il mio viso.
-Cary.. Che ti prende?- domandò tranquilla la mia
fidata manager.
-Quel..damerino schizzato!! Non mi ha dato tregua. Non mi lasciava
neanche finire di parlare..Morton diventa più stronzo ogni
giorno che passa.- risposi inacidita.
-È un giornalista, Cary.. Sono fatti così. -
rispose sospirando. -L’importante è che tu non
abbia parlato troppo, soprattutto sulla faccenda di Adam.-
Chiusi gli occhi e mi buttai a peso morto sul divano. Non mi sentivo
più braccia e gambe da quanto ero stanca.
Nella suite regnava il silenzio, rotto solo dai fastidiosi tic
dell’enorme orologio dorato appeso alla parete sulla mia
destra.
-Cary..-mi chiamò sottovoce Leslye, dopo un paio di minuti,
come per paura di farsi sentire da quelle quattro mura ingioiellate di
quadri e costosi mobili in salotto.
Nel nostro mondo anche i muri avevano orecchie.
-Mmmh…?-
-Non mi avevi detto di aver visto di nuovo Adam questi giorni.- mi
disse seriamente preoccupata. Il suo solito tono tranquillo aveva
ceduto il posto a quello ansioso.
-È venuto, mi ha trovata e mi ha praticamente uccisa con le
parole. Contenta?- risposi sarcastica. Ero nervosa, stanca, ancora
arrabbiata per la pessima intervista con Mr Volpe e pure affamata, dopo
un pranzo saltato e quel disgustoso caffè.
-Dobbiamo prendere provvedimenti. È la terza volta che
succede. Non può continuare a sbraitarti contro..-disse
pensierosa.
-E ricorda che è la terza volta che lo vedo da quasi tre
anni.- aggiunsi ridendo istericamente.
-Ufffff…- sbuffò -Basta. Quel ragazzo
sarà la mia rovina. Devi parlargli e farlo calmare, prima
che finiate in prima pagina su “OK“.
Subito.-ordinò risoluta.
-Sisi..-bofonchiai io.
-Non c’è tempo da perdere.- insistette.
-Mmh, mmh...-
Sinceramente a quel punto non me ne fregava un beneamato cavolo, dato
che ero mezza immersa nel mondo dei sogni. Nel mio mondo. Quello senza
confini.
-Cerca di chiamarlo stasera..- disse.
-Mmmh, mmh..-annuii io appisolata sul divano.
-E non….Cary, ma mi ascolti?! Sveglia, caprona!- mi
sgridò sonoramente.
Nemmeno due secondi che sentii uno dei tanti giornali del tavolino
battere sulla mia fronte. Bofonchiai qualcosa di incoerente mentre
sorridevo divertita a occhi chiusi.
Sospirando, Leslye prese posto sul divano, ai miei piedi.
-Cary…devi farlo stare zitto. Se parla..la tua vita
è rovinata.- mi disse dolcemente.
Aprii gli occhi di scatto, improvvisamente sveglia e reattiva.
Ma soprattutto ansiosa e impaurita.
**********************************************************
ok. vi prego, state calmi. lo so che più si va avanti e meno
si capisce, ma vedrete che col tempo verrà tutto alla luce
del sole.
in questo capitolo spuntano fuori alcuni personaggi, come la nostra
cara manager, Leslye, e poi, naturalmente, il caro e vecchio volpone,
Mr Morton.
quello darà un pò di problemi.
ora vi starete chiedendo: ma che succede qui? come si chiama
la protagonista?!?!
ineffetti la storia è un pochino, ino ino, complicata, ma
rettifico: lo capirete presto, anche se la cosa è
sottointesa già in questo capitolo.
ok. detttttto tuttttto. credo. ^^
aspetto le vostre opinioni. fanno molto comodo, dato che questa storia
è abbastanza ..stramba.
oh. dimenticavo. il punto più importante in effetti: Robert.
beh, si. dove cavolo è finito?
state tranquille, madamigelle...arriverà presto...e anche in
maniera piuttosto singolare. XDD
Ora che veramente ho detto tutto, vi lascio in pace.
adioss, girlss!! <3
Sugar
ele ele:
fratellozza!! grazie, sempre gentile tu!! ineffetti non mi ero
dilungata stamattina. comunque sono contenta che ti piaccia. hai
priprio indovinato: viene dal cuore-manomale non dalla testa,
altrimenti sai che casini..!?!?- è una storia ..istintiva.
certo che sono stramba forte, eh?! con altre due fan fiction, una delle
quali all'ottavo capitolo, mi decido di postare questa, appena scritta.
ma vabbeè..tanto ci sei abituata alle mie pazzie. baci
LilithNoKaze:
elee!!! garzie di cuore. mi fa piacere che tu l'abbia apprezzata. molto
piacere. e sono contenta che tu sia curiosa di leggere il resto. spero
di non deluderti, andando avanti. :) bacioniiii^^
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Capitolo 3 *** Rissa ***
Capitolo
2.
~ Rissa
-Un consiglio:
fatti revisionare il cervello.-
-Gentile come
al solito, Rayan.- risposi piuttosto scocciata.
-Guarda che
dico sul serio. Come t’è venuto in mente di farlo
entrare in camera tua?! Di sera, poi! Mentre eri sola..- Mi
guardò male, rimproverandomi con quegli occhi scuri
così simili a quelli di nostra madre. Lo stesso taglio
allungato. Ma soprattutto lo stesso colore: marrone scuro, denso,
profondo. Caldo.
All’improvviso
fermò quell’irritante passo avanti e indietro, che
era cominciato più o meno mezz’ora fa. Non si era
più fermato. Aveva ascoltato in silenzio il racconto del mio
ultimo incontro con Adam. Un silenzio rotto solo dal rumore dei suoi
passi, all’inizio leggeri, e via via più
frettolosi e pesanti verso la fine,quando ero arrivata alla parte delle
minacce.
Si sedette
come un fulmine davanti a me, sul divano.
Era furioso,
lo sentivo. Furioso con me e con se stesso.
Verso Adam
pareva provare qualcos’altro che non potevo definire
chiaramente.
Una rabbia
omicida, direi.
-Hai 22 anni,
Cary..non sei più una bambina.- disse scuotendo la
testa.-Non ricordi cosa diceva Mamma quando eri piccola?!
“State attenti agli estranei”..beh…la
regola vale anche adesso! Estranei, Cary! E lui, ormai è un
estraneo per te…per noi.- finì in un sospiro.
Sapevo quanto
ci stava male. L’avevo sempre saputo. E mi faceva male.
Sapere che in
fondo era colpa mia se lui e Adam avevano rotto il loro rapporto
d’amicizia.
Un rapporto
profondo che era nato fin dalle scuole elementari.
Adam Stradey e
Rayan Crawford. Migliori amici da una vita.
Due dei
ragazzi più acclamati della Barners Theatre Company, e in
seguito all’OSO, Old Sorting Office Arts Centre insieme a Tom
e...Robert.
Scossi
frettolosamente la testa, come se potessi scacciare i pensieri che
avevano appena fatto capolino nella mia mente.
I pensieri. O
per lo meno il pensiero tabù.
Non mi ero
resa conto di aver abbassato lo sguardo finchè non rialzai
gli occhi incontrando quelli di mio fratello.
Aveva
un’aria molto preoccupata.
-Cary..cosa ti
ha chiesto esattamente alla fine? In fondo non è un
atteggiamento da lui…non si era mai spinto fino a questo.-
mi domandò lentamente, nascondendo dietro a quella apparente
calma tutto il nervosismo e l’ansia che si erano impossessati
di lui.
-Il
solito..-sospirai frustrata.-Solo che stavolta lo ha fatto
ricattandomi.-
Spostai lo
sguardo, nervosa, arrabbiata e in parte impaurita.
Rayan aveva
ragione. Adam non si era mai comportato così. Tranne quella
maledetta sera, tre anni fa.
Un attimo e i
ricordi presero il sopravvento.
Il
buio regnava sovrano su Londra, quella sera di fine inverno.
Davanti
al Road House, la fila di gente sembrava non finire mai.
L’enorme insegna illuminava quasi tutta la strada di fronte.
Le persone, stanche e spossate, aspettavano ancora davanti
all’entrata con la speranza che da un momento all'altro i
buttafuori avrebbero lasciato finalmente
libera l’entrata.
Io
uscii in fretta, nel freddo serale di febbraio, mentre guardavo
l’orologio.
Erano
le 23:17 e quei quattro non erano ancora ritornati dentro. Era passata
quasi mezz'ora. Ormai dovevano aver finito di parlare di quella cosa
tanto misteriosa e segreta di cui ormai tutti erano a conoscenza, e che
io sapevo solo da qualche giorno.
Una
ragazza. Una ragazza! Ma si poteva litigare così per una
semplice ragazza?!?
A
quel punto potevo tranquillamente affermare che mio fratello, il mio
migliore amico e quei due cretini dei loro seguaci-amici avevano una
cosa fuori dal comune: un broccolo per cervello.
Da
una parte però ero contenta. Adam era stato meno appiccicoso
nelle ultime settimane. Sapeva che non provavo e che non avrei mai
potuto provare nulla nei suoi confronti, tranne la semplice amicizia.
Aveva cercato tante volte di baciarmi, ma non c’era mai
riuscito. Un tempo era piuttosto opprimente. Fastidioso, a volte.
Specie quando mi si attacava come una ventosa.
Ma
a quanto pare aveva cambiato idea. Per mia fortuna.
La
strada era illuminata grazie ad alti lampioni. La lunga fila, dietro di
me faceva chiasso.
Brutti
cavernicoli deficienti senza un briciolo di serietà. Avrei
voluto sparare in testa a tutti e quattro, per poi tritarli a cubetti e
darli in pasto agli orsi.
Mi
lasciavano da sola nel locale, già stanca dopo la sera
precedente di cui non ricordavo nulla per colpa della sbronza
più sbronza del secolo, preda di quegli stupidi maniaci
alcolizzati dentro il locale, per andare a decidere chi si
prenderà cura dell’acclamata donzella, chiunque
lei sia.
Appunto.
Non sapevo chi fosse. Non me ne avevano fatto parola, fino a qualche
giorno prima in cui, per puro caso, avevo sentito il nuovo pettegolezzo
da Bill, il batterista della mia band, mentre lo raccontava sottovoce e
inspiegabilmente ansioso al nostro bassista, James.
Due
frasi in croce, dette di soppiatto e con l’evidente paura di
farsi sentire, ma erano bastate a farmi capire la situazione. A parte
il fatto di non conoscere il nome della sfortunata ragazza.
Quindi
quegli idioti dei miei compagni di scorribande erano in contrasto tra
loro, e questo spiegava il loro strano atteggiamento nelle ultime due
settimene, per colpa di una ragazza. Quando James, appoggiando uno
degli spartiti a terra vicino a lui, mi aveva vista dietro di Bill,
confusa e curiosa mentre ascoltavo la notizia, aveva sgranato gli occhi
dando un pugno piuttosto forte nello stomaco dell‘amico, nel
chiaro intento di farlo tacere.
Non
avevano in nessun modo voluto dirmi il nome della famosa ragazza, causa
degli starni comportamenti di Rayan, Adam, Tom e soprattutto Robert. Da
un paio di settimane a quella parte il mio migliore amico era diventato
un po’ strano, nervoso. A volte capitava di sentirlo
imprecare sottovoce senza alcun motivo.
La
sua allegria, la sua contagiosa simpatia autoironica si era andata a
far benedire.
Mi
guardavo intorno, sfregandomi le braccia per il freddo,
nell’inutile intento di trovarli.
Ma
di loro nessuna traccia.
Mi
avviai nuovamente verso l’entrata principale del locale, ma
la fila era decisamente aumentata. Se prima ero riuscita ad uscire
sbattendo di qua e di là, a quel punto l’unica
soluzione per rientrare sarebbe stata passandoci sopra o sotto.
Allora
optai per un’altra soluzione, più comoda che mi
avrebbe perlomeno fatta arrivare integra nel locale.
Mi
incamminai verso il retro del grande palazzo, dove una porta, di solito
chiusa, era aperta in serate come questa per far passare i clienti
abituali. Seguiva un piccolo corridoio che dava nelle sale da bagno,
per poi uscire direttamente nella sala principale del pub. Alla fine
del corridoio c’era Rey, un buttafuori amico di mio fratello.
Bastava far vedere la stampa sulla mano come lasciapassare.
Stavo
per svoltare l’angolo quando una voce familiare mi persuase
dall’andare avanti.
-..fatto
niente. Era solo un bacio, vi dico! Non me la sono mica portata a
letto, cazzo!-
Mi
pietrificai sul posto. Non avevo mai sentito Adam in preda a una
collera simile.
-Non
puoi fare di testa tua, Adam.-lo apostrofò Tom, decisamente
più calmo, ma con una certa ansia nella voce.
-A
letto?!?! Ma certo, come potevi portartela a letto?!?!? In fondo
eravate in una camera al buio, al piano di sopra, con la parta chiusa a
chiave!!!- sbraitò Rayan, decisamente incazzato.
-Ti
ripeto che non volevo farle niente! È lei che si è
tolta la maglietta...io non..-
-Bastardo
che non sei altro…- lo interruppe una voce a dir poco
furiosa, una voce talmente fredda e piena di rabbia repressa che sul
momento non potei riconoscerla.
-..gli
hai tolto pure la maglia..?!?!?- il tono freddo di prima era esploso in
un ringhio alla fine della frase.
Inconsciamente
avevo svoltato l’angolo. Davanti a me si presentava una scena
a cui mai avrei pensato di assistere.
Robert
teneva Adam per il colletto della camicia scura, guardandolo
dall’alto in basso con una ferocia capace di farmi gelare il
sangue nelle vene.
Era
stato lui, prima, a parlare.
Lentamente,
senza accorgermene, cominciai ad andargli incontro.
Non
avevo mai visto Robert così adirato, mai, in quei sei anni
di conoscenza.
E
quella vista spezzò qualcosa, dentro di me.
Non
capivo perché, ma in quel momento un enorme dolore
sbocciò al centro del mio petto. Un dolore atroce, acuto,
intenso.
La
vista di Robert che difendeva quella semplice ragazza, conosciuta solo
qualche giorno addietro, con tanto ardore e determinazione, con il
fuoco che inesorabile bruciava nei suoi occhi azzurri, mi fece sentire
male.
Le
mie guance si bagnarono di lacrime ancora prima degli occhi, spalancati
e puntati su quello che sembrava un incubo.
E
non capivo perché.
Loro
non mi notarono, ero per metà nascosta dietro
all’enorme cassonetto grigio, nell’angolo buio.
-Anche
se fosse, non è di tua proprietà,
Rob…- sibilò Adam dopo almeno un minuto in
silenzio, senza scostarsi dalla presa di Robert, continuando a fissarlo
negli occhi.-Non è tua…- terminò
minacciosamente.
Rayan
e Tom spalancarono gli occhi, forse intuendo ciò che di
lì a poco successe.
Il
pugno di Robert, con sorprendente agilità, colpì
Adam in pieno volto, facendolo cadere a terra davanti a se.
A
quel punto non ci vidi più dalla rabbia, un rabbia insensata
e immotivata. Non sapevo ciò che stavo facendo.
Rapidissima,
come solo io sapevo essere, uscì dal buio frapponendomi tra
Robert e Adam, a terra con il naso insanguinato.
Appena
mi videro, i ragazzi spalancarono gli occhi.
Tutti
tranne Rob. Come mi vide, si rilassò improvvisamente. I suoi
occhi erano incatenati ai miei, ma erano imperscrutabili. Un brivido mi
percorse la schiena, e stavolta non era il vento la causa.
Adam
era come congelato.
Tom
sembrava impaurito, mentre sentivo che Rayan aveva smesso di respirare.
Robert
non distoglieva gli occhi dai miei, come incantato. Il suo sguardo
trasmetteva qualcosa di troppo intenso, intimo e allo stesso tempo
impaziente e sollevato. Sembrava guardarmi dentro.
Il
silenzio regnava rotto solo dai nostri respiri.
Non
sapevo perché, ma il mio era scandito da una collera mai
provata prima. Collera, frustrazione, dolore e delusione. Ma il motivo
di tale rabbia mi era oscuro.
Era
istintiva.
-Che
ha fatto di male se l’ha baciata?!!- domandai quasi urlando a
Robert, che non si muoveva davanti a me.
A
quelle mie parole si rianimò. Gli occhi si spalansarono e la
rabbia sembrò essere sostituita dal dolore e dalla delusione.
Vedevo
chiaramente Rayan, alla mia sinistra, e Tom, dietro a Robert, scioccati
dalle mie parole. Tom aveva la bocca aperta dallo stupore.
Io
continuavo a guardare lui, che non aveva tolto lo sguardo da me da
quando ero comparsa in scena.
Nei
suoi occhi sembrava essersi spenta quella scintilla che li
caratterizzava, che li distingueva.
-Quindi..tu
eri…-cominciò a bassa voce mentre sembrava quasi
soffocare.-tu sei d’accordo?- finì un
po’ più calmo, cercando evidentemente di
riprendere il controllo.
La
brezza serale giocava coi suoi capelli biondo
scuro, facendoli ricadere continuamente sul suo bellissimo
volto.
Mi
stupì del mio stesso pensiero. Avevo sempre ritenuto Robert
un bellissimo ragazzo, ma stavolta quell’aggettivo aveva una
sfumatura possessiva, nuova per me.
-Non
capisco cosa ci sia di male, se la ragazza l’ha
ricambiato.-dissi piuttosto tagliente.
La
sua espressione cambiò di nuovo, diventando confusa.
L’istante dopo pensierosa e infine stranita.
-Cioè..
vuoi dire che anche se er.... anche se lei era ubriaca, si rendeva
conto di quello che faceva? E quindi avrebbe ricambiato lo
stesso?-domandò con una strana ansia, appena percepibile.
-Certo…-risposi
sicura di me. Non sapevo perché, ma quella ragazza doveva
provare qualcosa per Adam. Di sicuro. Doveva stare con Adam. Lei amava
Adam. Tutto qui. Semplice.
La
cosa importante era che stesse lontana da Rob.
-Anche
se fosse stata ubriaca fradicia, nessuna ragazza avrebbe baciato un
ragazzo che non gli interessa. In nessun modo.- continuai sicura di me
e delle mie bugie.
Lui
mi guardò ancora per qualche secondo, poi improvvisamente,
chiuse gli occhi.
Quando
li riaprì, mi rivolse lo sguardo più intimo e
intenso che essere umano non avesse mai fatto fino allora.
-Capito.-
disse semplicemente.
Subito
dopo, si girò e s’incamminò verso la
strada, nel buio. Dietro di lui, solo il silenzio.
Due
giorni dopo, partì per gli States.
Nessun
saluto da parte sua.
*********************************************************
Ciao!!
Come dire.??!
Ah, si.
Cavolo! Non mi
sento più le dita.
Comunque non
importa. Viva o morta porterò avanti questa fan fiction.
Certo, se non
dovesse piacere, me la terrò per me, non
c’è problema. ^^
Ora, passiamo
a cose serie.
Finalmente
Robert è entrato in scena. wooooooowww ;)
Era anche
l’ora. Beh. In modo singolare, direi. Ma la storia vuole
così.
Ora, siccome
mi sono spremuta le meningi per scrivere questo capitolo, aspetto
ansiosa i vostri commenti prima di postare il prossimo capitolo, sempre
che mi risvegli domattina. Cosa assai incerta dato il sonno che ho.
Altro che Bella Addormentata nel bosco. Manco i cannoni servirebbero.
Ehm…
pardon. Sono pazza, ma questo già si sa. XDD
Volevo
sinceramente ringraziare le persone che hanno messo questa f.f. tra i
preferiti e i seguiti.
Ora vi
abbandono ai vostri, spero, caldi e dolci giudizi.
Perché,
donzelle, se terribili e crudeli fossero, io ne morirei
assai…
Io
l’avevo detto che non sono normale…XD
Vi saluto,
Ragaaaaaaaaa ***
Sugar
ele ele: fratellozza,
grazie!! <3 e vedrai che mi ringrazierai anche tu, domani, dato
che finalmente il dio greco, la perfezione in persona ecc, come avevi
detto tu...è finalmente sceso in terra. cioè
nella fan fiction.
è lo stesso, anche se è un ricordo, no? ^^
basta che ci sia, così che tu ti possa deliziare
dellla sua presenza...hihihih
vedrai che gli combino, a Rob!! altro che risse!!! bacioni,
belllllla! <3 <3 <3
|
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Capitolo 4 *** L'ultimo annuncio ***
Capitolo
3
~
l'ultimo
annuncio
Il ritmo della
batteria stava lentamente abbassandosi mentre, accompagnato dal timbro
della mia voce, andava avanti finendo armoniosamente nel silenzio degli
applausi.
Un turbine di
sensazioni, la scarica di energia appena bruciata.
L’adrenalina
scorreva ancora nelle mie vene, mentre alzavo la mano sinistra per
salutare il pubblico davanti a me, tenendo saldo il microfono nella
destra.
Flash. Applausi.
Urla. Mormorii.
-La mia biondina!-
Esclamò Russel Brand ridendo, con il suo solito ironico
accento inglese -Rachel Gray, Signori, con “Over my
soul”!-
Ero agli MTV Video
Music Awards 2010. La mia prima esibizione a questo tipo di evento,
sacro per ogni artista dello showbiz.
Lentamente scesi le
scalette del palco, attenta a non cadere di fronte a quella miriade di
star. Sarebbe stata l’ultima cosa che avrei fatto prima di
prendere una pistola e spararmi in testa.
Le luci si
abbassarono leggermente, concentrandosi invece sul palco, dandomi modo
di passare, seguita da alcune telecamere, tra le
interminabili file di vip che curiose mi scrutavano, chi con ovvia
curiosità per la rivelazione dell'ultimo anno e mezzo, e
chi, colleghi soprattutto, che ostentavano verso Rachel Gray il loro
affetto, entusiasmo, educazione o, per alcuni in particolare,
semplice indifferenza.
Mi lasciai cadere
pesantemente sul sedile rosso vicino a Mandy, la mia migliore amica,
mentre lei mi abbracciava calorosamente, emozionata quanto me.
-Sei stata
fenomenale.-mi sussurrò all’orecchio.
Gli sorrisi,
stringendola a me per quel che potevo, ancor provata
dall’emozione della mia prima esibizione agli MTV Music
Awards.
-Grazie. Di tutto.-
Mi guardò
sorridendo, con la sua tipica espressine da “tu sei
scema!”, per poi prestare attenzione al palco, sul quale
Russel si stava allegramente sgolando nell’annunciare i
prossimi vip che sarebbero saliti sul palco.
-È
finalmente arrivato il momento cinema della nostra serata!
Perciò, io chiamo qui sul palco il vampiro e il licantropo,
e con il vostro permesso, me la svigno con Bella..-continuò
scherzando mentre dalla folla si sollevarono applausi e grida- In
anteprima internazionale, il trailer di Breaking Down, presentato da
Robert Pattinson, Kristen Stewart e Taylor Lautner!-
annunciò concitato.
Urla. Grida.
Il suo nome a
confondersi con l’aria.
Il dolore nel mio
petto.
Mentre lo vidi
entrare in scena.
Mentre lo vidi
girarsi verso i suoi due amici.
Mentre lo vidi
sorridere.
Tre anni. Tre anni
che non lo vedevo dal vivo, beandomi inconsciamente della luce dei suoi
occhi.
In quel momento lo
guardai forse per la prima volta, con la piena consapevolezza di
esserne stata, in passato, innamorata.
Mi sforzai di
applaudire quando mi accorsi delle telecamere che inquadravano la
reazione di alcuni vip, tra cui anche me.
-Che voi siate per il
Team Edward o per il Team Jacob, il quarto film della saga di Twilight
è arrivato!- urlò Kristen sorridendo.
La folla
aumentò il volume, gli applausi si moltiplicarono, ma i miei
occhi, fissi, non si staccarono da lui.
-È con
questo trailer, in anteprima mondiale..- ed eccola, la sua voce. Mi
sorpresi di sorridere. Mi aspettavo solo lacrime.- ..che vogliamo
ringraziare in anticipo tutti i fan che ci hanno sostenuto in questi
due anni. - finì Robert con un timido sorriso a labbra
chiuse.
La sua voce,
così calda e armoniosa, non era cambiata nel tempo..il
timbro vocale si era indurito ’, aveva perso un po’
dell’accento britannico..ma restava la sua voce, in tutto e
per tutto.
-Ed ecco a voi, il
Trailer di Breaking Dawn!- Annunciò Taylor girandosi verso
lo schermo alle sue spalle, mentre le luci lentamente si affievolivano
fino a sparire.
Ero cosciente
dell’internazionale successo della Saga,
dell’incredibile, ma sempre più in aumento,
entusiasmo delle giovani adolescenti innamorate di essa.
Avevo già
partecipato ad alcuni aventi in comune con Kristen, Nikky, Ashley,
Taylor, perciò conoscevo la portata del fenomeno.
Ma mai avrei creduto
di ritrovarmi in mezzo a indefiniti strilli dei miei colleghi di
lavoro, quelli che dovrebbero saper gestire la fama, che dovrebbero
saper gestire l’entusiasmo..per lo meno in pubblico.
In un pubblico del
genere poi.
Non mi sorpresi della
faccia da beota di Taylor mentre guardava fisso Paris Hilton che
sembrava ballare la conga sul suo seggiolino rosso amarena.
Subito dopo il
Trailer, ci fu la pubblicità. Questo ci consentiva
più o meno 6-7 minuti di pausa.
Mentre fissavo una
figura longilinea, di spalle, che si stava allontanando dal
palcoscenico, un tecnico mi si avvicinò imbarazzato.
-Mi scusi, Signorina
Gray?- domandò cortese. Sembrava inquieto.
-Si?- lo guardai
bene. Dovevo distrarmi. In qualsiasi modo, ma non potevo dare modo ai
ricordi di sopraffarmi, proprio quella sera, proprio lì.
Era un ragazzo sulla
trentina, castano. Portava la solita apparecchiatura dei tecnici
scenografici, gli occhiali e un microfono al lato destro del viso.
Inoltre teneva un foglio in mano.
-Mi manda Josh, il
mio capo...- cominciò lui.
-Certo, dica.-
-Vede, siamo in un
terribile ritardo, più di quanto possiamo permetterci e
purtroppo siamo costretti a tagliare alcune presentazioni..-
-Capisco, non
c’è problema, davvero..- risposi.
Avevo capito dove
voleva arrivare, e stranamente non potevo che esserne contenta.
-Tra le ultime due
performances dal vivo e il video di Eminem ci sono rimaste solo due
categorie, e lei dovrebbe presentare la penultima insieme a
Taylor Lautner, come pianificato e provato..- continuò
pratico.
- Si esatto. Se non
c’è tempo posso tranquillamente rinunciare, non ci
sono problemi.-
-In
verità, mi hanno mandato qui perché
c’è stata una modifica. Nelle presentazioni delle
stars, si cerca di equilibrare la coppia con una di portata giovanile e
una internazionale, comprende? Siccome lei è quella di
portata internazionale, non possiamo rinunciare ad averla come
presentatrice, anche perché non si è presentata
nemmeno agli MTV Movies Awards dell’anno scorso,
perciò..-
Oh-Oh.
-Russel
annuncerà il vincitore della categoria Best Live Act, in
fretta senza nessuna battuta d’eccesso..a parte le sue solite
uscite, ovvio.-disse sorridendo.
Non risposi al
sorriso, perché ero rimasta pietrificata.
-Questo significa che
lei, ed ecco qua..-mi porse il foglio che aveva nella mano destra
-..annuncerà il vincitore dell’ultima categoria,
Best Song, insieme a Robert Pat-
-NO!- forse avevo
esagerato nell’alzare la voce, d’altronde non
potevo dimenticare di esercitare la professione della
cantante, perciò la voce, quando serviva non mancava. O
spesso, era di troppo.
E in effetti, tutte
le teste che si girarono verso di me, una decina circa, esclusa quella
della mia amica, ancora più scioccata di me, avendo capito
tutto, e del ragazzo che mi stava di fronte e che in quel momento mi
fissava stupito e alquanto perplesso, ne erano la prova
concreta.
-Cioè..non
c’è bisogno. C’è Meg alla
presentazione di quella categoria, no?- risposi cercando di salvare il
salvabile. Naturalmente insalvabile.
-La signorina Fox le
ha ceduto volentieri il posto, dopo aver parlato con Josh. Aveva
già presentato nelle precedenti edizioni a quanto ricordo.-
insistette convinto.
-Si, ma…mi
dispiace!- colpo di genio. -Io non so la parte.- affermai sicura
sorridendo, mentre disinvolta facevo spallucce.
Lo avevo sempre
saputo che i veri geni non avevano bisogno del 10 a matematica, andava
bene anche il 9.
-Non si preoccupi, la
parte è relativamente semplice.- mi rassicurò
sorridendo.
-Ma..- cercai una
scusa, una qualunque del mio vasto repertorio, ma non me ne venne in
mente nessuna.
-Ah, si..il Signor
Pattinson ha detto che è disponibile per provare 5 minuti
prima dell’andata in scena…e con questo, credo sia
tutto. Ha ancora..-guardò l’orologio ignorando la
mia espressione terrorizzata. Una visita dall’oculista,
oppure ero migliorata nella recitazione. -..3-4 minuti circa,
prima dell’inizio dello show, e altri 21, 22 prima di salire
sul palco.- mi guardò gentile.
Io lo guardavo.
In agonia.
-Buona fortuna, e
scusi il disturbo. Per qualunque problema, c‘è
Josh. -mi ricordò sorridendomi, mentre si voltava sparendo
dalla mia vista.
Merda.
-Cary?-
-Cary?!-
-Sveglia idiota!!-
sbraitò sottovoce Mandy.
-Eh?- risposi,
risvegliandomi dal tepore.
Mi ero
incantata a fissare quel foglio, che fermo se ne stava tra le mie mani.
Inconscio di avermi provocato un attacco di panico in piena regola.
Non avevo seguito
granché lo show, per imparare 6-7 righe di quello che
sarebbe stato un disastro in piena regola.
-Che
c’è?- chiesi scocciata, mentre Beyoncè
urlava al mondo intero la sua passione per la danza.-Sto ripassando,
non vedi?-
Ero letteralmente terrorizzata. Tramavo. Ma non riuscivo a
capire..perché?
Perché lo
avrei rivisto? Perché avevo timore che mi scoprisse, e
quindi paura della sua reazione?
O
semplicemente..avevo i brividi, nel sapere di averlo vicino dopo tanto
tempo?
No. Io lo avevo
dimenticato. Di questo ero certa.
-Sisi, faccio finta
di crederti..-rispose, sarcastica. -Fatto sta che dovresti andare.-
concluse sospirando preoccupata.
-Hem..io non so se
è una buona idea..-dissi aguzzando lo sguardo verso
l’uscita di sicurezza posta alla destra della sala.
-Non lo è,
infatti, ma è l’unica.- disse lei.
-Questo lo dici tu.-
ribadii voltandomi nuovamente verso di lei e alzando un
sopracciglio.-Fatto sta..- la citai -che quella porta là in
fondo ha un non so che di misterioso che mi attira. Urgentemente. E tu
sai che non so dire di no ai richiami d’urgen..ahhh.- finii
dolorosamente perplessa dopo il pugno nello stomaco di quella che si
spacciava per mia sorella “non di sangue ma di
scelta“.
Perché
dopo aver sgranato i suoi piccoli occhi marroni chiaro, più
o meno verso “dire di no”, avevo visto quegli
stessi occhi attraversati da una strana luce, come un lampo.
Panico.
Dopo il suo attacco,
però, si era rannicchiata su se stessa, voltando il viso
dall’altra parte e lasciando che i lunghi capelli castani lo
ricoprissero completamente.
-Ma che cavolo..?-
-Scusate?-
Oh-oh.
Perché,
quando mi serve un bazuka, mi devo accontentare di un misero cazzotto?
*************************************************
Hem.
Va bene, lo
ammetto, sono in ritardo, ma ho una scusa!
Sono in punizione.
Senza colpa d’altronde, lo ammettono perfino loro, ma dicono
che il computer mi distrae dagli studi, e siccome soffro di emicrania,
e sono rimasta indietro a scuola, vogliono aiutarmi.
Come?
Togliendomi
computer cellulare tutto tutttoooo!!!
I miei libri,
la mia musica!
Dio solo sa la
fatica nel scrivere questo capitolo.
Bè, ce l’ho
fatta, no?
So
che le cose appaiono ancora poco chiare, ma col tempo tutto
verrà alla luce del sole.
Prometto.
Giuro.
Ok, ora non
esageriamo, toh.
Cary si trova
in un bel guaio, ora. Perché sicuramente avrete intuito di
chi è la voce che ha interrotto il giocoso discorso tra lei
e la sua amica. Eh, già.
Cosa
farà?
No, non ve lo
dico.
Per chi fosse interessato o in qualche modo affezzionato, ai personaggi
originali di questa storia, prego leggere sotto.
Pagina
Facebook di Caroline/Rachel.
Ora, ragazze,
la bomba è in mano vostra. Aspetto le vostre opinioni, e
soprattutto…non è colpa mia se lo show
è in ritardo! XD
Un bacio,
Sugar
Sfosfy4ever: Scusa, scusa, scusa,
scusa!!! Mi dispiace tanto di aver tardato nel postare, ma non avevo
avuto proprio modo fino ad oggi. Ti ringrazio davvero per
ciò che hai detto. Mi fa veramente piacere che la storia ti
coinvolga così tanto. Il tuo entusiasmo è
contagioso! Per quanto riguarda la ragazza, hai ragione. Era lei quella
sera..ma naturalmente non ricorda nulla, complice la sbronza! Si,
infatti, non si sono più visti, purtroppo. Lei è
andata aventi con la sua vita, diventando ciò che
è adesso. Avrai capito che Cary, è Rachel sotto
mentite spoglie. Ma prima o poi dovevano rincontrarsi di nuovo non
credi? Lavorano nel mondo dello spettacolo entrambi, insomma..okok, non
divaghiamo. ^^
Prometto che non
farò più così tardi! Parola di scout!
A presto, spero! Un
bacio!
Cery.
dodd.:
Eh? Ti fo dannare?
Ma..lo devo prendere come
un complimento? XD
Grazie mille! Sei
troppo gentile..ed esagerata, su! Come volevi, la reazione di Robert
è vicina vicina!! Ti prego, però…non
mi strangolare!! Con il Marshmellow poi!! Lo adoro!!
Sei troppo forte! Un
bacio!
Cery
Alice1993: Grazie mille, sei molto
gentile.. Sono contenta che ti piaccia! Stai tranquilla, la tua
curiosità sarò ripagata! E scusa il ritardo!! ^^
Un bacio.
Kritz: Chiaraaaa!!! Sisi! Finalmente
è arrivatooo!! S’innalzi il coro
dell’alleluia!! Era anche l’ora, insomma..Ora si
vede che la sfiga non è cieca come la fortuna!
Grazie per i
complimenti! Sei molto gentile. Vedrai che stavolta non dovrai
aspettare un mese e mezzo, su!!
Un bacione grande
grande!
Cery
|
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Capitolo 5 *** Disgraziata fortuna. ***
~
disgraziata fortuna.
Oh merda.
Lentamente, fissando rigorosamente il pavimento, mi voltai di due
millimetri verso di lui.
Perché era lui. Lo vedevo per metà, nascosta per
bene dalla mia frangetta color oro.
Era venuto a chiamarmi per provare, non c’era ombra di
dubbio. Non lo avevo visto alzarsi. Certo, era seduto due file dietro
di me, ma..
Dio.
- Si? -, cercai di risultare il più naturale possibile, ma
l’emozione sembrava stringermi il cuore in una morsa
soffocante.
Usa la voce di Rachel, Cary, usa la voce di Rachel.
- Rachel, giusto? Piacere, Robert. -, affermò sorridendo, lo
intuivo dalla sua voce. Era più calda, più
morbida, rispetto al tipico timbro da palco, freddo e distaccato.
Non sembrava curarsi delle poche persone curiose che ci guardavano,
dello show che continuava, dell’anormalità della
situazione. Forse, perché non lo sapeva. Forse,
perché ignorarlo sarebbe stato più facile.
No, questo valeva per me, solo per me.
E mi offrì la mano.
La mano…
La mano…
La mano, cazzo, la mano!
- Hem.. -
Oh dio. Dov’è finita la mano? Sta aspettando la
mia mano!
Cercai di riprendere quel briciolo di controllo che ormai sapevo
scappato alle Hawaii in preda ad un’estasi mistica, ma non mi
diedi per vinta, e, mezza accecata della frangia, con un coraggio da
leoni, forte e fiera di essere me stessa, gli porsi la mano destra, o
per meglio dire due dita.
Mi aspettavo di incontrare la sua calda mano, ma, per la fretta e
l’incontrollabile tremolio dettato dal nervosismo
mi schiantai inevitabilmente contro la cinghia dei pantaloni. Dei suoi
pantaloni.
- Porca oca! -, dissi alzando definitivamente la testa, mentre il mio
viso si colorava di rosso.
Ridacchiò imbarazzato, mentre nella mia mente passavano
indisturbate varie diapositive sui vari metodi di suicidio e
sugli ingredienti necessari per metterli a punto. Non mi guardava negli
occhi, e per questo avrei dovuto ringraziare tutti i santi che
conoscevo.
- Dobbiamo andare a provare..si..hem..sai, la presentazione... -, disse
sorridendo nervoso, per l’imbarazzo che alleggiava
nell’aria, che per quanto mi riguardava, respiravo a fatica.
Abbassai la testa, attenta a non incrociare i suoi occhi, che tanto mi
erano mancati. Quel cangiante colore che mi aveva tenuto compagnia
nelle più belle ed orribili giornate. Capaci di confondermi,
di farmi perdere alla deriva come nessun’altra cosa era mai
riuscita a fare, eppur l’unica in grado di riprendermi,
tenendomi ancorata a sé.
- Certo, scusami.. -, proferii seria, in tono grave. Sperai solo che
non riconoscesse il timbro vocale. Sarebbe stata la fine.
- Comunque sono Rachel, piacere mio. -, proseguii ancora, lugubre.
L’unico modo che avevo era di essere l’opposto di
ciò che ero stata. Lasciai correre la mancata stretta di
mano e lentamente mi alzai dalle comode poltroncine rosse.
Lo osservai di sottecchi, attenta ad ogni sua reazione, che non
tardò ad arrivare.
Mi guardava in maniera strana. Non seppi decifrare la sua espressione
se non…inquieta?
Che ho fatto, ora? Pensai allarmata.
- Si..ok, andiamo allora. -, Il suo sorriso aveva chiaramente qualcosa
che non andava. Era piuttosto teso, e dalla rigidità con cui
si voltò verso l’uscita laterale a sinistra, capii
che la mia naturalezza non lo aveva ingannato, almeno non del tutto.
Era veramente a disagio. La mano destra stava torturando i capelli.
Prima di seguirlo attraverso la fila alla nostra sinistra, incrociai lo
sguardo di Mandy. Con gli occhi al cielo scuoteva lentamente la testa.
Mi sarebbe tanto piaciuto sapere il perché, ma al momento
l’unica parte del mio cervello che era riuscita a rinvenire
dalla paralizzazione definitiva, era concentrata su di lui, e sul suo
passo disordinato.
Confusa, nervosa e irrequieta più che mai, mi apprestai a
seguire Robert, con la futile speranza che, una volta incrociati
definitivamente i suoi occhi, la mia debole barriera dorata restasse
intatta.
- Eccovi! -, Josh Koultz era piuttosto agitato. Il suo viso arrossato
era impregnato di piccole gocce di sudore, che lente colavano
giù per la sua guancia non rasata.
Il backstage era sempre stato uno dei luoghi che preferivo.
L’agitazione, il nervosismo e la frenesia mischiati
all’eccitazione dell’attesa rendevano il posto vivo
ed emozionante. Una vera magia per artisti sensibili anche alle
più sottili emozioni.
Il disordine, il caos, l’isteria dei responsabili, le urla,
la fretta, i ritardi, le imprecazioni degli addetti, le luci, il buio,
la musica vicina come non mai, l’aria satura di
elettricità. La gioia di aver portato lo spettacolo a
termine, dovere e piacere, mentre le urla entusiaste dei fan chiudevano
puntualmente la serata. Ti faceva sentire vivo e cosciente di te
stesso, sempre.
Metterci piede era sempre stata un’emozione. Inimitabile.
Ma, si sa. Le emozioni umane sono dettate dalle singole situazioni. Le
scelte dalle singole emozioni. E le emozioni, influiscono su tutto il
resto.
Varcando l’enorme porta grigia, le uniche emozioni che
sentivo erano paura e dolore.
Paura per l’inevitabile, per ciò che avevo
sfuggito. Paura del destino, che infame, ci riservava infinite
sorprese. Paura di me stessa, e delle mie stesse emozioni.
Dolore. Perché lo stavo finalmente guardando negli occhi.
Un istante di distrazione, tutto qui. Semplicemente la mano di Josh che
mi indicava, chiedendo al ragazzo al mio fianco se ci fossimo
già presentati. La mia stupida curiosità, che
peccando d’ingenuità, mi fece scattare e puntare,
seppur timidamente, lo sguardo su di lui. E scoprire che lui stava
facendo lo stesso, nel medesimo momento, spaccando il secondo, e con
esso tutte le mie futili speranze di uscire indenne, almeno
superficialmente, da questa situazione.
I walk a lonely road
The only one that I have
ever known
Don't know where it goes
But it's home to me and
I walk alone
Today is gonna be the
day that they're gonna throw it back to you..
La musica, ancora una volta, mi aveva salvato la vita.
Mentre la suoneria del cellulare spezzava l’atmosfera
ipnotica che da parte mia si sarebbe senza dubbio creata, e
inevitabilmente i Green Day cominciarono a cantare seguiti dagli Oasis
in quella che era la mia canzone preferita, la mia mente
realizzò all’istante di essere sopraffatta dalla
sensazione di disorientamento ed eccitazione, sensazioni che mi avevano
solo vagamente sfiorato negli ultimi tre anni.
Il cellulare, nella mia borsetta, squillava da qualche secondo. Fu
grazie alla musica che riuscì a spezzare il contatto visivo.
Ma uno sguardo restò puntato su di me.
- Pron..? -
- Ti hanno mai detto che sei un’idiota? -, mi chiese
l’inconfondibile voce di Mandy dall’altra parte
della linea.
- Si, tu. L’hai fatto prima, e presumo che tu lo stia
insinuando anche adesso. -
- Esatto. E questo perché è vero, ricordatelo.
Comunque, lasciando perdere la tua anormalità, volevo
chiederti una cosa. -
- E lo devi fare proprio adesso? -, risposi a denti stretti.
- Mah..fai come vuoi. -, disse pomposa, - Se ci tieni a collezionare
figuracce stasera, la cosa riguarda solo te, è la tua vita,
no? -
- Ma che vai farneticando? -, domandai piuttosto confusa.
- Sto parlando del tuo tono di voce da morto in stato di putrefazione!
-, chiarì a bassa voce.
- In che senso, scusa? -.
- Ho capito che Robert non deve riconoscere il tuo timbro vocale e
tutto, ma almeno evita di parlare come una reduce dal proprio funerale!
-, spiegò spazientita.
- Ah. Ecco perché..ok, ho capito. Grazie Ma.. Mamma! Ci
vediamo dopo, se riesci a trovarmi. -, Dissi distratta, mentre pensavo
alla faccia di Robert, che apparentemente confusa ed infastidita, si
poteva scorgere facilmente a pochi metri da me, puntata nella mia
direzione.
- Se riesco a trovarti..? No, Cary! No! Hai il dovere di partecipare!
Hai anche vinto due premi, non puoi mancare! Li farai incazzare,
stavolta, non puoi fare di tes..-
- Si, lo so, ma non mi va. Ci vediamo in macchina, altrimenti a casa
mia. Dato che ci vai, chiedi al chitarrista degli Aerosmith di fare un
autografo per Ryan se lo becchi. Ciao! -
Riuscì a chiudere a metà del suo grazioso invito
verso il paese dei balocchi, appena in tempo, perché Robert
si stava avvicinando pericolosamente.
L’aria era tesa, granitica. Respirare non mi era mai sembrato
così difficile.
- Sei pronta? Possiamo provare? -, chiese gentilmente.
- Certo. -, evidentemente stavolta la voce non era il mortorio di
prima, perché lo vidi sgranare impercettibilmente gli occhi,
prima di sorridermi.
Ops.
- Oh! Scusami! Non l’ho fatto apposta, giuro! -.
La situazione stava degenerando. E io non avevo il numero di Superman
per il pronto intervento.
- Tranquilla, non è niente. -, proferì
cominciando a guardarsi intorno alla ricerca del suo manager, mentre
con la mano destra teneva la manica della camicia grondante di
cioccolata calda lontano dai pantaloni.
Che figura da oscar. E non avevo potuto prendere nemmeno un sorso della
bevanda, dato l’imprevisto e subitaneo rovesciamento sul
completo di Robert appena me l’avevano portata.
- Scusa. Dev.. dev’essere il nervosismo, ecco. -, dissi
guardandolo negli occhi per un istante di troppo. Lo vidi distintamente
mentre si corrucciava in un’espressione concentrata,
studiandomi mentre cercavo di riparare il danno con un fazzolettino
preso dalla borsetta.
- Ma tu.. Sei una cantante. Non dovresti sentirti a tuo agio sul palco?
-. Aveva cambiato tono di voce, e senza ombra di dubbio argomento, dopo
quell’esitazione quasi infinitesimale.
- Beh..si, ma non ci penso più di tanto. Canto. Solo questo.
Quando sono sul palco canto e basta, non bado eccessivamente alla
folla. Cioè..non ne divento paranoica, proprio
perché cantare mi rilassa e mi fa sentire..-, fui interrotta
dalla sua mano che sembrava essersi protesa verso il mio viso, e che
invece mi passò vicino alla guancia destra.
- Come ti fa sentire? -. Mi stava ancora guardando. Nella sua mano
altri fazzoletti e la voce di un uomo che di sfuggita annunciava
l’arrivo della camicia di riserva.
- Ah..ecco, rilassata. In armonia col mondo. -, mi allontanai per
fargli spazio mentre il suo manager scartava l’involucro
della camicia blu notte nuova di zecca vicinissimo a noi. - Ma solo
quando canto. -, aggiunsi a bassa voce.
- Solo quando canti. -, mormorò il ragazzo davanti a me, in
tono sottile.
- Allora. Sei pronta? -
- Prontissima, grazie. -
Era questione di minuti e ci avrebbero chiamati sul palco.
In situazioni come questa un potere alternativo avrebbe fatto comodo.
Che so, magari il teletrasporto. O direttamente
l’autodistruzione.
- Ah..ricordati di guardare scettica verso di me, quando ti faccio la
battutaccia, ok? -, mi disse un po’ nervoso.
- Sisi, certo. Scettica..si. -. No non ero nervosa. Per niente.
Se solo avesse saputo che il motivo di tale nervosismo era lui, e non
tanto il fatto di dover annunciare il vincitore di una categoria davanti a centinaia di divi dello spettacolo di tutto il mondo.
- E ora, gente, l’ultimo premio della serata, il
più..-, Russel aveva appena cominciato a parlare del Best
Song.
La scenetta. Si, nessun problema. La battutina acida,
l’occhiata scettica, la risata finale..
Ero talmente nervosa e percettiva che sentivo ogni suo respiro,
movimento, suono. Talmente concentrata su di lui che non mi ero accorta
di star lentamente distruggendo il braccialetto al mio polso destro,
che, per grazia divina e amore dei cieli, dimostrandomi ancora una
volta come la fortuna sia sempre stata dalla mia parte, sempre e
comunque, si aprì e mi rimase nella mano destra, tranquillo,
dondolando leggermente.
- Accidenti! -,cercai inutilmente di agganciare la sicura di bronzo, ma
effettivamente non dovevo essere molto convincente, dato che un attimo
dopo Robert pensò bene di intervenire prendendo la mia mano
tra le sue per avvicinarla e agganciare quel maledetto inutile
accessorio.
- E stasera sono qui con noi, per annunciare il fortunato vincitore,
due star dalla portata intern..- Russel continuava, imperterrito.
-Ecco, ci siamo quas..-. Robert si blocco d’improvviso, la
mia mano tra le sue, i suoi occhi fissi sul minuscolo tatuaggio a
stella posizionato a lato destro del mio polso.
- Oh mio dio..-
Non riuscii a sentire nient’altro che quel sussurro. In una
frazione di secondo mi ero già portata avanti a lui, e
mentre l’incriminato bracciale toccava il pavimento, tra me e
Robert ci fu tempo solo per lo spazio di un istante, uno sguardo.
Tremendamente consapevole.
-..Signori, Robert Pattinson e Rachel Gray! - Russel Brand ebbe appena
il tempo di pronunciare la mia sentenza di morte, che il coro degli
applausi e flash ci investì ancor prima di aver messo bene i
piedi sul palco.
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Sono passati mesi, lo so. Mesi interi.
Non starò qui a giustificarmi, ma le mie scuse ve le devo,
per principio.
Quindi, ragazzuole..Mi scuso infinitamente per questo mostruoso ritardo.
E so che avete il diritto di prendermi a randellate fino a farmi
dimenticare il mio nome, ma pensateci bene prima di saltarmi addosso:
poi chi la conclude la storia?
Scherzi a parte, volevo ringraziarvi tutti quanti. Sembra che
l’ispirazione sia allergica al tempo libero, dato che appare
solo quando di tempo non ne ho. Ma come ho detto una volta,
porterò avanti la storia, costi quel che costi.
Come vedete, i nostri protagonisti si sono incontrati. E, ve lo dico in
partenza: occhio ai dettagli! La trama si complicherà un
po’, dal momento che d’ora in poi entreranno in
gioco altri personaggi. Ma non temete: Robert ci sarà
costantemente d’ora in poi, anche se devo annunciare una
possibile entrata in gioco di Kristen.
Per ultimo: non ho idea di chi potrebbe vincere il premio Best Song
quest’anno. Perciò..via con i suggerimenti!
E già che ci sono, ne aprofitto per dirvi che gli aggiornamenti delle altre storie arriveranno presto! Grazie di cuore.
Con affetto,
Sugar.
Lola_:
Tesoro, eccolo finalmente! Ci ho messo una vita, ma abbi. Pace. Ho
ideato un gran finale, però, eh? Ora vediamo quando pubblico
il prossimo! I love u, darling! I hope you like it! P.s.: No,
non mi menare, ti scongiuro!
RiceGrain:
Ele, ma tu mi lusinghi! Spero che tu non mi abbia dimenticata
già, anche se me lo meriterei. Ho passato tutta
l’estate a ispirazione zero, mentre ora sembra volermi
violentare, disgraziata lei. Comunque, sei tu il genio non io. E dopo
tanto tempo devo anche riprendere a leggere e recensire la tua
storiella, perché sono tremendamente indietro, e sono
preoccupata per Sugar!
Hem, supplico umilmente perdono! Ma vedrai che col prossimo capitolo mi
faccio perdonare di sicuro!
A presto Ele, un bacione.
Sfosfy4ever:
Cara, grazie dei complimenti. Sei davvero troppo gentile.
Però non esagerare, potrei montarmi la testa!
So di essere stata una strega cattiva, per non aver postato per tutta
l’estate. Ma mi farò perdonare, stanne certa!
Beh..ora
hai visto le loro reazioni, perciò, che dici? Ho
detto anche troppo in
questo capitolo. Mi sono fatta perdonare almeno un po’ per
l’assenza? E
scusa, se ti faccio soffrire, con questa suspense da brivido, il fatto
è che nonostante tutto ti capisco perfettamente! A presto,
tesoro!
exceptions: Oddio,
grazie. Sei veramente gentile! E non me lo merito, dopo tutto questo
tempo. Beh, si. Hai ragione, può sembrare strano, ma la
febbre Pattinson non mi ha mai contagiata più di tanto. Era
il personaggio che interpretava, ad affascinarmi. Ma ormai continuo la
storia, e ci metto dentro il Robert che mi immagino io. Spero ti sia
piaciuto, questo capitolo. Finalmente è arrivato. A presto,
Ex.
_Miss_:
Accidenti se c’hai preso. In pieno. Ormai per te sarebbe
inutile leggerla, questa storia! Grazie dei complimenti! Spero che dopo
tutto questo tempo la storia t’attizzi lo stesso! Un bacione!
Saruxxa: Oh,
cara! Scusa, Eri arrivata nel momento sbagliato, ma spero tu possa
perdonarmi per il tempo perso! Di solito, no, non ci metto mesi.
Vedrai! Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Un bacio!
Dodd: Grazie
mille, Dodd. Spero di essermi fatta perdonare, con questo capitolo. No,
non sei la prima a chiamarmi Miss Sadica 2010. Evidentemente
c’è veramente qualcosa che non va. Un bacio.
Krisz: Cara,
scusami! Ci ho messo una vita, ma alla fine ci sono arrivata! E come
incontro non è poi così male, no? Dimmi te, poi.
A presto! E grazie per i complimenti!
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