Harry Potter e la pietra di Oneiros

di RaffaLella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sogni ***
Capitolo 2: *** L'anello ***
Capitolo 3: *** Il Patto ***
Capitolo 4: *** Liti e risse ***
Capitolo 5: *** Fiducia ***
Capitolo 6: *** Sogno e Realtà ***
Capitolo 7: *** follia e paura ***
Capitolo 8: *** Le lezioni di Lupin ***
Capitolo 9: *** Riunioni Segrete ***
Capitolo 10: *** la Maia ***
Capitolo 11: *** Maschere ***
Capitolo 12: *** Scomode Verità ***
Capitolo 13: *** Grifondoro vs Serpeverde ***
Capitolo 14: *** Notte prima di Natale ***
Capitolo 15: *** Amori e Dissapori ***
Capitolo 16: *** Il Castello di Oneiros ***



Capitolo 1
*** Sogni ***


CAP1

Bene…sono tornata. Per chi si appresta a leggere questa storia, mi preme dire che essa è il proseguo di “Harry Potter e la rivolta dei mezzosangue”. Il racconto, comunque, si svolgerà in maniera tale che non si renderà necessario leggere quello precedente per la comprensione dei fatti.
Avevo deciso di non continuare la storia. Ho troppo poco tempo e troppi impegni (ho persino dovuto abbandonare, per il momento, delle bellissime ffic, che stavo leggendo), ma poiché ho deciso di diventare una scrittrice devo scrivere…scrivere…scrivere…non posso limitarmi a leggere, purtroppo!! Non sono ancora pronta per scrivere delle fic originali, per cui per esercitarmi e tentare di migliorare il mio stile e la mia sintassi continuerò a scrivere ffic. Avrei voluto scrivere su qualche altro argomento, ma non sapevo quale…magari qualche manga!!
Se qualcuno di voi ha delle idee, potrebbe comunicarmele, mi farebbe davvero un favorissimo!!

Ora dovrò studiare una nuova trama e fare un po’ di ricerche. E questo richiederà molto tempo, abbiate dunque un po’ di pazienza. Dopo il Necronomicon e Yog-Sothoth, che rappresentavano la mitologia araba, sono indecisa se basare questa nuova storia sulla mitologia celtica o su quell’egizia. Comunque rivedremo ancora elfi, vampiri, centauri, troll e introdurrò delle nuove creature magiche.
Per tutti coloro che amano la magia, anche questo sarà un vero e proprio trattato, anche se questa volta cercherò di essere meno didattica, così non sembrerà di stare a scuola.

Ripropongo il vecchio metodo della storia interattiva, per cui sarete voi a decidere: celtica o egizia? In seguito verranno gli altri quesiti.

Grazie ancora e buona lettura Lella80 .



CAP1
SOGNI

“Harry, svegliati”

Harry si rigirò nel letto. Afferrò il cuscino e lo schiacciò contro il volto, cercando di attutire il suono di quell’acuta voce di donna. Sentì la porta crepitare e percepì una presenza avvicinarsi al letto. La donna agguantò il cuscino e lo strappò dal volto del ragazzo.

“E’ tardissimo; vuoi fare tardi a scuola?” lo redarguì, fissandolo dolcemente

“Mamma ho sonno” replicò il ragazzo assonnato, con voce mesta.

“Harry, ormai hai undici anni e sei un ometto” cominciò la donna, accomodandosi al bordo del letto. “Credo siano finiti i giorni dei capricci. E poi, se non ti sbrighi, sarai costretto a prendere l’autobus. Tuo padre è già pronto e dice che se non ti spicci, non ti aspetterà” concluse divertita.

Gli scompigliò i capelli e si levò dal letto, dirigendosi verso la porta. Harry inforcò gli occhiali, poggiati sul comodino accanto al letto; li poggiò sul naso. Tentò di lisciarsi la chioma ribelle, ma era tutto inutile

“MAMMA” gridò, prima che lei poggiasse la mano sul pomello della porta

Aveva paura che scomparisse non appena avesse varcato la soglia. Voleva rivedere ancora il volto di sua madre.
La donna si voltò. Harry rimase muto e immobile a fissarla. In cuor suo si chiedeva il perché di quella strana sensazione. Sua madre era lì davanti ai suoi occhi; eppure lui aveva paura di perderla.

“Sai, è inutile che ci provi. Dacché lo conosco, tuo padre non è mai riuscito ad addomesticare i suoi capelli” affermò la donna giocosa, mentre osservava il figlio intento a stiracchiarsi una vertigine al centro della testa “E…sbrigati” aggiunse, aprendo la porta.

Quando la porta si chiuse, il ragazzo volse istintivamente lo sguardo verso la sveglia. Erano le 7:16. Era tardissimo!!!
Aprì l’armadio, prese un paio di jeans e un maglione. Si vestì più lestamente possibile e scese di corsa le scale. La tavola era riccamente imbandita. Lily Potter stava imburrando una fetta di pane, mentre James leggeva il giornale.

“Finalmente” fece la donna poggiando sul tavolo un tazzone di latte e dei corn flakes.

“Hai appena sette minuti” aggiunse il padre sorridendo “credi di farcela senza strozzarti?”

“Non preoccuparti” replicò Harry, cominciando a rimpinzarsi

“Harry!!” lo rimproverò la madre “non devi mangiare troppo velocemente…ti sentirai male”

“Ma mamma…” replicò Harry sputacchiando dappertutto

“Più cresci e più somigli a tuo padre. Mi farete impazzire prima o poi”

“Però ci ami” replicò James, abbracciandola

“Da impazzire. E voi ve ne approfittate!!” replicò con un vago cipiglio

Si baciarono, davanti agli occhi sconcertati del figlio.

“Bleah!!” reiterò Harry, alla vista di quel bacio, anche se in cuor suo si sentiva sereno, come non ricordava di essere mai stato “Io vado a lavarmi i denti. E, vedete di sbrigarvi, se non volete fare tardi a lavoro!!!”

Era felice.
Entrò in bagno. Prese spazzolino e dentifricio e levando lo sguardo, vide la sua immagine riflessa nello specchio. Si portò istintivamente la mano alla fronte.

Dov’era?

La cicatrice a forma di saetta era sparita. Il simbolo tangibile del suo legame con l’Oscuro Signore era scomparso. Quel doloroso ricordo lasciatagli da Voldemort, il mago che aveva ucciso i suoi genitori…ma i suoi genitori erano vivi.E…chi era Voldemort? Un mago?

Cosa stava accadendo?!?

Forse stava impazzendo o forse…

“HARRY…HARRY…HARRY”

*

Aprì gli occhi.

“Harry, come ti senti?” chiese zia Petunia angustiata

“Bene, perché me lo chiedi?” chiese il ragazzo stralunato, sedendosi al centro del letto

“Hai avuto la febbre alta per tre giorni di seguito. Ieri sera hai perso i sensi”

“Cioè…vuoi dire che sono svenuto?” domandò allarmato per l’imbarazzo

La donna annuì
Harry ricadde mollemente all’indietro

“C’era anche Dadley?” chiese flebilmente serrando gli occhi

“Perché….”

“Perché mi prenderà in giro per un mese, anzi per tutta la vita” la interruppe Harry amareggiato.

“Eri malato. E poi il mio Daddy non farebbe mai una cosa del genere” replicò con voce squillante

Come no?” pensò Harry fra se.

Ma sarebbe stato stupido insistere; zia Petunia era totalmente ceca e sorda quando si parlava di suo figlio.

Dudley era un grasso idiota prepotente, che amava scorrazzare in bicicletta, terrorizzando l’intero quartiere; ma per zia Petunia suo figlio era un sottile e dolce angioletto. Un tempo era proprio lui, Harry, il gioco preferito di Dudley, ma quando il cugino aveva scoperto che lui era un mago, le cose erano radicalmente cambiate. Ciò nonostante Daddy era un autentico bullo vigliacco, non aveva di certo perso le sue cattive abitudini; aveva solo spostato la sua attenzione su prede più semplici…cioè su piccoli ragazzini impauriti. Il giovane mago detestava suo cugino e se non fossero esistite le restrizioni sull’utilizzo della magia nel mondo babbano, relative ai minorenni, lo avrebbe già trasformato in un maiale…tanto Dadley era più affine ad un suino che ad un essere umano; ma quei vincoli stavano per cedere, entro poche settimane sarebbe stato il suo diciassettesimo compleanno. Sarebbe diventato maggiorenne e poi…avrebbe finalmente lasciato casa Dursley!!!
Il suo più grande sogno stava per realizzarsi, vivere per sempre nel mondo magico, lontano dai Dursley…anche se…negli ultimi tempi le cose erano cambiate. Naturalmente, continuava ad aborrire la famiglia Dursley al completo, eppure, l’anno precedente, una nuova scoperta aveva reso meno terribili i giorni passati al numero quattro di Privet Drive. Zia Petunia non odiava sua madre, come aveva sempre manifestato, ma anzi, l’amava talmente tanto da umiliarlo e maltrattarlo, pur di tenerlo lontano dal mondo della magia; da quel mondo che le aveva strappato la sua unica amata sorella. Lei non solo disprezzava la magia, ma anche James Potter; l’uomo che, a suo dire, aveva trascinato la sorella in un baratro senza fondo, che l’aveva condotta ad una morte atroce e prematura.
Harry ancora non aveva compreso i sentimenti che la donna provava nei suoi confronti. Forse lo odiava perché lui era un mago ed era praticamente la fotocopia vivente di suo padre…o forse non riusciva a detestarlo perché figlio di sua sorella. Sicuramente non lo amava!!!. Il comportamento della zia a tal proposito non lasciava dubbio alcuno nella sua mente.

“Come mai sei qui?” chiese con noncuranza il ragazzo

“Ero venuta a vedere come stavi” disse levandosi dalla sedia, posta ad un lato del letto

“Capisco” disse voltandosi

“Vado a preparati una tazza di brodo caldo, devi rimetterti in forze” replicò aspra

“Non ho fame”

La porta si chiuse.

Si rigirò e volgendo lo sguardo ai piedi del letto, vide una coperta con fantasie scozzesi riversa sul pavimento. La cosa gli parve strana…anzi stranissima. Zia Petunia era la regina dell’ordine, sarebbe morta piuttosto che lasciare qualcosa buttato al suolo.

“Chissà che ore saranno?” chiese a se stesso

Una tonda e sfavillante luna si levava alta nel cielo e faceva capolino dalla finestra chiusa. Prese l’orologio dal comodino…erano le 2:10 del mattino.
E allora…fu assalito dal rimorso. Forse era stato troppo freddo e sgarbato con sua zia, forse la donna era rimasta a vegliare il suo sonno; forse la voce che lo aveva risvegliato era la sua. La voce della zia si era sovrapposta a quella della madre e l’aveva ridestato da quel magnifico sogno. Forse era quel sogno che lo aveva turbato oltre modo e lo aveva reso tanto impassibile.
Suo padre, sua madre, la sua famiglia era tutto così reale da essere più simile ad un ricordo che non ad un sogno.

Ma era un sogno!!! Soltanto uno stupido sogno!!

Un mondo senza Voldemort, senza cicatrice, senza magia.
La magia, che egli aveva tanto amato, che gli aveva donato serenità, amici, una casa e che gli aveva restituito il ricordo dei suoi genitori; era essa stessa la causa della morte dei suoi genitori, di Cedric, di Sirius, di Neville. La magia gli aveva donato una vita d’inferno. La magia lo aveva messo continuamente di fronte a delle scelte, l’ultima delle quali aveva segnato in maniera indelebile la sua anima. Aveva dovuto scegliere tra la vita di tutte le umane genti e la vita del suo amico Neville. Come sempre, lui non aveva scelta, aveva dovuto sacrificare la vita dell’amico per il bene dell’umanità e quella scelta aveva lacerato il suo cuore per sempre.
Ora dell’amico e di quell’avventura gli era rimasto il rospo Oscar, una rara Mimbus Mibletonia e la copia originale del più potente libro di magia nera esistente al mondo, il Necronomicon. Un libro scritto da Yog-Sothoth, un dio che Harry aveva imprigionato all’interno dell’antico testo, attraverso un rito, che aveva reso il libro inutilizzabile.
Idrial, gli aveva indicato come fare. Idrial, l’elfo dei boschi che aveva giocato con la sua vita e con quella di Neville (cfr “la rivolta dei mezzosangue; chap21). Idrial che, attraverso la professoressa Cooman, l’insegnante di divinazione, aveva esposto la profezia che aveva legato lui e Voldemort

Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore....nato da chi l'ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese....l'oscuro signore lo designerà come suo uguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto...e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno può vivere se l'altro sopravvive...

Tutto per l’annientamento di Yog-Sothoth e del Necronomicon. Una distruzione, che aveva richiesto come dazio la vita di Neville. E tutto per opera del custode del libro, Idrial. Idrial, che si era condannata ad una prigionia eterna, per la salvezza di tutti i popoli della terra. Non poteva nemmeno odiarla.

Il libro, dunque, era stato distrutto, ma la profezia non si era ancora compiuta. Idrial prima di sparire aveva chiaramente riferito

Ti attende l’ultima grande battaglia, quella che ti vedrà di fronte a Voldemort. Sarà la guerra che vedrà babbani e maghi schierati contro il Signore Oscuro.

Non era ancora finita. Voldemort doveva essere distrutto;
la rivolta dei Mezzosangue era appena cominciata…e nessuno poteva conoscerne l’esito. Era spaventato, non per se stesso, ma per i suoi amici e per tutti coloro che gli erano accanto. Aveva paura del ripetersi della storia: la vita di una persona a lui cara, in cambio della sua sopravvivenza. Era questa la maledizione della sua esistenza!!!
Dopo l’ultima avventura a Hogwarts, dopo aver rischiato la vita di zia Petunia e soprattutto con la morte di Neville, aveva cominciato a desiderare una vita “normale”. Era quel suo intimo desiderio che negli ultimi tempi lo aveva portato a sognare una vita senza magia. I suoi sogni negli ultimi tempi lo avevano sempre più spesso trasportato in una realtà fatta di piccolezze, una vita di compiti di matematica e di letteratura, di scazzottate con gli amici, di partite di calcio, di gite in campagna e allo zoo. Una vita alla Dursley. Ma quei sogni non gli erano mai parsi tanto realistici come quella notte. E quella tangibilità lo aveva reso triste.
Proprio mentre nella sua mente turbinavano vorticosi tutti questi pensieri, la porta si aprì. Zia Petunia entrò, recando tra le mani un vassoio, su cui era poggiata una grossa tazza e un cucchiaio. Un delicato odore di brodo si diffuse per la stanza.
Harry si sedette. La donna appoggiò il vassoio sul letto. Raccolse la coperta dal pavimento e la piegò, poggiandola sulla sedia.

“Devi mangiarla, non guardarla” fece acida

Harry afferrò il cucchiaio e la immerse nell’intingolo. Riempì il cucchiaio e lo portò alla bocca

“E’ buono” disse entusiasta

“Cosa credevi, che ti avvelenassi?!?” replicò aspramente

“Mi dispiace di essere stato sgarbato”

“Non mi aspetto di certo che tu sia educato, viste le tue origini. Solo che pensavo di aver fatto un lavoro migliore con te!!”

Perché doveva essere sempre così…così…zia Petunia!!!

Harry era al quanto contrariato per il comportamento della donna. In silenzio proseguì a mangiare la minestra. La donna si sedette, scrutandolo incuriosita.

“Cosa c’è?” chiese Harry seccato

“Cosa stavi sognando?”

Come faceva, zia Petunia, a sapere che quel sogno lo aveva tanto turbato!? Forse era solo curiosità femminile; ed era universalmente noto che sua zia era una vera impicciona.

“Perché?” chiese Harry guardingo

“E cattiva educazione rispondere ad una domanda con un’altra domanda”

Era davvero la regina delle banalità!!!

“Ho sognato la mamma e il papà”

“Era un bel sogno?”

“Si era bellissimo. La mamma mi svegliava per andare a scuola e papà aspettava, leggendo il giornale, per accompagnarmi” erano settimane intere che faceva quei sogni ed era davvero contento di poterli dividere con qualcuno, anche se quel qualcuno era zia Petunia “Era tutto così reale. Ed io mi sentivo felice”

“E come ti accompagnava con la scopa volante?” lo schernì la zia

“No, in macchina” replicò il ragazzo flemmatico

“Una macchina volante?”

“No, una macchina normale. Era un mondo senza la magia”

“Sembri molto entusiasta?”

Il giovane mago annuì.

“Troppo entusiasta, Harry!!”

“Dovresti gioirne. Io appagato di andare ad una scuola babbana in macchina” rispose accigliato

“Tu non hai smesso di amare la magia; tu sei solo terrorizzato. Hai paura”

“IO NON HO PAURA DI NIENTE. Ho smesso di averne molto tempo fa” replicò fissando astioso la donna.

“Il tuo compito è quello di uccidere quel mostro, ragazzo. Devi vendicare la morte di tutte le persone che lui ha ucciso o che ha usato per i suoi sporchi scopi. Devi fermarlo, Harry. E non perché te lo ha detto qualcuno o perché una profezia t’impone di farlo, ma perché tu vuoi farlo, per il bene di tutti e per la fine di un incubo”

“Come fai a sapere della profezia?”

“Me lo ha detto il tuo preside” rispose concisa

“Silente?”

La donna annuì

“Io voglio uccidere Voldemort, ma come posso fare?”

“Lui è un mago. Sei riuscito a sconfiggere un Dio millenario, dovrebbe essere molto più semplice sconfiggere un uomo con una bacchetta. Non credi?”

La faceva troppo semplice!!!

“Anche se lo sconfiggessi i miei genitori e i miei amici non ritornerebbero in vita” aggiunse appoggiando il cucchiaio sul vassoio “Il fatto che desideri un mondo senza magia, non significa che mi stia arrendendo”

“Lo so, ma ricorda che hai altri amici e poi ci siamo io, Vernon e Daddy, noi siamo la tua famiglia” agguantò il vassoio “Hai ancora delle persone per cui combattere e ancora tanto da perdere, se ti arrendessi. Combatti per i vivi e ringrazia i morti”

Zia Petunia aveva ragione.

“Perché non hai voluto che Silente cancellasse la tua memoria?”

“E’ perché mai? L’incantesimo di Merlino è stato rimosso; il velo ormai è stato squarciato. La magia si sta lentamente rimescolando con il mio mondo; la gente comincia a ricordare!! Rammenti le parole della tua amica: questa guerra vedrà babbani e mezzosangue schierati contro l’Oscuro Signore. E poi i seguaci di quel pazzo non fanno che assalire le persone normali… sono tutti terrorizzati. Io, da conto mio, preferisco conoscere il potere di colui contro cui dobbiamo combattere. E poi tu sei solo un ragazzo. Sapevo che ti saresti abbattuto. Spetta a noi adulti dare buoni consigli ai giovani e il tuo preside, per quanto strano” disse storcendo il naso “era pienamente d’accordo con me”

Aprì la porta

“Buonanotte e cerca di riposare. Devi guarire al più presto. Fra due settimane verranno a prenderti”

Fissò per alcuni minuti il soffitto bianco della sua stanza per poi sprofondare in un sonno senza sogni

**

Il mattino seguente si sentiva decisamente meglio, quindi decise di scendere a fare colazione con i Dursley.

Durante le estati trascorse a casa Dursley era sempre rinchiuso nella sua stanza. I suoi zii lo temevano e lo evitavano come un appestato; lo tenevano nascosto agli occhi del mondo e avevano finanche raccontato ai vicini che frequentava il “Centro di Massima Sicurezza San Bruto per Giovani Delinquenti Irrecuperabili”. La cosa lo aveva divertito un bel po’ la prima volta; anche se gli era costato caro.
Quei lunghi giorni trascorsi a letto, lo avevano reso particolarmente insofferente; non sopportava più quelle pareti bianche. Piuttosto preferiva affrontare Dudley e zio Vernon.
Entrò in cucina.
Tutti sembravano ignorarlo. Zia Petunia, senza proferir parola, poggiò sul tavolo un piatto con uova e pancetta e un bicchiere di latte. Il silenzio incombeva come un masso sulle loro teste. Si udiva solo lo speaker del telegiornale.

“Nuovi scontri nella zona occidentale di Londra. Uomini incappucciati, nella mezzanotte di ieri, hanno aggredito 10 ragazzi, i quali sono riusciti a scappare grazie ad un gruppo di persone stranamente abbigliate” cominciò lo speaker, un uomo grasso e pelato, che portava dei piccoli occhialetti quadrati, appoggiati alla punta del naso “Alcuni testimoni affermano che i misteriosi salvatori fossero maghi. Sembra che la magia abbia nuovamente fatto ritorno nel nostro mondo. Voci di dubbia fondatezza sostengono che un Oscuro Mago, Colui-che-non-deve-essere-nominato, ha intrapreso una guerra contro la Londra non magica. I distretti di polizia londinesi e la stessa Scotland Yard, in mancanza di elementi a riprova di tali voci, consigliano ai cittadini di evitare luoghi solitari e di diffidare di uomini incappucciati, vestiti di nero. Il sindaco di Londra, il Ministro della Giustizia e quello degli Esteri, stanno cercando di contattare i maghi-amici per tentare di organizzare una difesa contro gli assalitori. Combatteremo al fianco dei nostri nuovi amici”

Sarà la guerra che vedrà babbani e maghi schierati contro il Signore Oscuro.

Idrial aveva ragione. Zia Petunia aveva ragione…la nuova grande guerra contro Voldemort era appena cominciata.

“Come ti senti? Vuoi che metta un materasso accanto a te, per attutire la caduta?” sussurrò Dadley “Pensa cosa direbbe la tua ragazza se sapesse che sei svenuto per un pò di febbre” terminò con un sorriso beffardo

Harry si avvicinò e bisbigliò “Se fossi in te non tirerei troppo la corda, o vuoi che ti trasformi in un maiale?”

“Tu non puoi farlo, non puoi usare la magia” replicò il cugino portandosi le mani sul deretano, memore del codino di maiale che gli aveva fatto spuntare Hagrid, l’insegnante di Cura delle Creature Magiche, sei anni prima.

“Invece, si”

“S-stai me-mentendo” balbettò Dudley

“La restrizione è valida solo per i maghi minorenni”

“Minorenni” ripeté il ragazzo, che cominciava a capire

“Già; la settimana scorsa è stato il tuo compleanno, vero?. Hai compiuto diciassette anni. Tuo padre ti ha regalato la macchina.”

Dudley deglutì

“Fra un po’ sarà anche il mio compleanno” proseguì Harry palesemente divertito “e mi regaleranno il permesso di usare la magia, senza alcun problema. Non credi che sia uno splendido regalo…Daddy

“Tu non lo faresti mai!!!”

“Mettimi alla prova?” disse sorridendo “magari se lo facessi davanti a Penelope, pensa la figuraccia”

“Lo dirò a mio padre!! E lui ti caccerà!!”

“Davvero…che paura!!!”

“Cosa dice il tuo strano giornale, quello con le figure che si muovono?” chiese zio Vernon mettendo fine e quella silenziosa zuffa. Il suo volto era serio e tirato.

“La Gazzetta del Profeta?” chiese Harry incuriosito

“Quanti giornali avete? Un miliardo? Cosa sai di tutta questa storia?”

Di sicuro non c'era un solo giornale...ma decise di rispndere senza tirarla per le lunghe!!

“Per il momento le cose sembrano sotto controllo, non ci sono state perdite né tra i Mezzosangue né tra gli Auror” rispose Harry laconico

“Quindi, stiamo vincendo?”

“Non ho detto questo”

“Allora?” lo incitò lo zio

“Cosa vuoi sapere?” chiese Harry, il labbro superiore contorto in una strana smorfia

“Voglio sapere se c’è una possibilità oppure se…”

“Non preoccuparti, tutti i membri del Centro di Massima Sicurezza San Bruto per Giovani Delinquenti Irrecuperabili, sta lavorando per la sicurezza delle persone normali”

“Ragazzo, E’ COLPA DI UNO COME TE SE SIAMO IN PERICOLO” urlò zio Vernon, una vena gli pulsava al lato del collo; Harry cominciò a temere che gli prendesse un ictus “QUINDI NON AMMETTO QUEL TUO INOPPORTUNO SARCASMO”

“Io non sono un mago oscuro. Io non sono Voldemort”

“La magia” sussurrò appena il corpulento uomo, mentre un brivido lo percorse per tutto il corpo “è la causa di tutto ciò. Non si può odiare e uccidere delle persone solo perché diverse”

Harry sorrise. Era proprio vero che solo quando le cose le si vive sulla propria pelle, le si può capire. Vernon Dursley lo aveva trattato, per oltre sedici anni, come un essere contagioso, come un mostro da temere e nascondere. Lo aveva odiato solo perché diverso ed ora proprio lui, il più ‘normalissimo’ dei Dursley, non capiva come si potesse odiare qualcuno, solo perché diverso.
Ironia della vita.

“I babbani hanno odiato e trucidato i maghi per secoli. La ricordi l’inquisizione. Siete voi che avete cominciato. Non è stata la magia a creare Voldemort, ma i babbani. Se non lo aveste odiato per ciò che era, forse oggi lui non tenterebbe di uccidervi, ma non preoccuparti” fissò lo sguardo su zia Petunia “Io ucciderò Voldemort, perché i miei amici e i miei genitori possano essere fieri di me. Ucciderò Voldemort per proteggere voi, la mia famiglia, i miei amici, e tutti coloro che combatteranno al mio fianco. E poi se sono riuscito a sconfiggere un Dio, cosa sarà mai uccidere un uomo con una bacchetta”

Zia Petunia lo fissò soddisfatta.!!




NdA:Il primo chap è piuttosto breve. Spero che vi piaccia e che continuiate a leggere la storia. Prima di abbandonare attendete il prossimo chap e/o l’evolversi della storia.
Credo che il mio stile di scrittura sia piuttosto noioso. Infatti, aprendo la pagina modifica storia, ho notato che delle 1322 persone che hanno aperto il racconto precedente, solo 300 sono arrivate alla fine. Forse le mie storie sono troppo pesanti. Per aiutarmi a migliorare mi raccomando, lasciate dei commenti. Se non volete lasciarli come recensione (a me non interessa fare collezioni) potete lasciarle nella mia casella di posta elettronica. Andate su autori (nel mio caso Lella80) e cliccate su “contatta” e inviatemi il vostro giudizio, soprattutto se critico (naturalmente parlo di critica costruttiva). Per coloro che non sono iscritti a EFP forse dovrei lasciare il mio indirizzo di posta, ma non mi sembra molto sicuro….magari creo una casella per l'occasione
Anche questa storia, così come la precedente e come i racconti della stessa JK Rowling, è un giallo. Ho lascito indizi già da questo primo capitolo…buona caccia.
Mi raccomando fatemi sapere se preferite in questa storia miti celtici o egizi...

Infine vorrei ringraziare Chiara (pesciolina04) per aver letto la bozza del primo chap e avermi dato consigli utili per rendere la storia più comprensibile e scorrevole...

Grazie e alla prossima settimana Lella80

EFP

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Capitolo 2
*** L'anello ***


CAP2

Scusate per il ritardo…cercherò di essere più puntuale nelle scadenze; almeno ci proverò!!!

In questi giorni è finalmente uscito “Harry Potter e il principe mezzo-sangue”. Ho deciso di non leggerlo in inglese, ma di aspettare la traduzione italiana. Quando ho cominciato a leggerli c’era già la traduzione di tutti e cinque…non avrebbe senso ora avere solo questa copia in inglese. E poi mi sono affezionata ai nomi italiani.
Ma sono troppo curiosa!!
Sono sicura solo di una cosa che anche in questo libro morirà qualcuno…ormai è diventato un cliché della Rowling, la morte di un personaggio importante negli ultimi capitoli. Purtroppo credo di sapere a chi toccherà questa volta…se qualcuno l’ha letto, vi prego di non dire nulla, mi rovinereste la sorpresa.

Ora veniamo a questa ffic: secondo capitolo…La parte più difficile di ogni storia è proprio l’inizio!! Direi i primi tre capitoli. Il giallo continua…e ho lasciato un altro indizio.

Volevo ringraziare tutte le persone che hanno lasciato una recensione, amici nuovi e vecchi: Maripotter, (poiché sei la prima persona che ha recensito ho deciso di farti un regalino…deciderai tu la seconda coppia di questa nuova ffic…fai tu!!) The Black Magician, (Grazie…ho deciso di intraprendere la stessa strada e soprattutto di rendere la storia ancora più dark…a me piacciono molto i noir e Harry Potter si presta bene ad un interpretazione di questo genere, spero che continuerà a piacerti) Caillean, (se non accontento te che sei la mia autrice preferita…speriamo di non deluderti) Marco, (Grazie e crepi il lupo…sono contenta che il sogno ti sia piaciuto. Ci saranno molti altri sogni, spero che ti piaceranno tutti, e…saranno un po’ particolari!!! Speriamo bene) Pescilina04, (Grazie di tutto…questa storia esiste soprattutto grazie a te) Alessia, (Grazie…sai è veramente difficile descrivere i sentimenti di personaggi che non sono tuoi. Grazie per averlo sottolineato. Ma soprattutto sono contenta di sapere che hai già una tua ipotesi sul proseguo della storia; ho lasciato altri indizi…spero possano esserti utili) Domy (Tu sei in assoluto il mio fan numero uno. Grazie infinite, piccolo, sono veramente lusingata. Comunque, per inciso, non sono poi tanto diversa dagli altri, le regole le stravolgo anche io, come tutti. Nessuno può veramente interpretare un personaggio meglio di chi lo crea e nessuno di noi è JK Rowling. Basta solo cercare di fare del proprio meglio. Infondo lo scopo delle ffic non è quello di creare un libro fotocopia dell’originale. Io sono dell’opinione che, si può stravolgere la storia, ma mai stravolgere i personaggi, perché a questo punto tanto vale rischiare e scrivere una ffic originale. E ti posso assicurare che questa è una cosa difficilissima, ecco perché poche persone si cimentano e ben poche riescono a scriverne una decente. Ora sono finite le scuole, magari quando hai un po’ di tempo va un po’ in giro per EFP e ti renderai conto di come è difficile costruire una buona trama) Chiara (Guarda che ti prendo sul serio…quindi se ho dubbi mi rivolgerò a te. Grazie di esserci ancora). Ed infine Petronilla, cavoli sono contentissima che la storia continui a piacerti e soprattutto sono contenta di aver azzeccato qualcosa del sequel della Rowling...anche se sono sicura di non aver indovinato il morto. Appena avrò tempo sicuramente leggerò la tua storia, che trovo bellissima e che consiglio a tutti

Grazie a tutti e buona lettura Lella80 .



CAP2
L'ANELLO

Quella notte a Privet Drive, spirava un piacevole zefiro. I giorni precedenti erano stati terribilmente caldi e afosi. Inoltre l’elevato tasso d’umidità aveva reso le temperature ancora più opprimenti.

“E poi se sono riuscito a sconfiggere un Dio, cosa sarà mai uccidere un uomo con una bacchetta”

Disteso sul letto, mentre la brezza notturna, leggera e fresca, carezzava il suo volto accaldato, Harry Potter ripensò a quanto aveva promesso a zia Petunia.
Perché…quella era la sua promessa, Un giuramento solenne fatto dal suo cuore ai suoi genitori, a Cedric, a Sirius e a Neville.
Le sue parole forse erano state troppo avventate, ma erano sincere. Certo aveva paura ed era arrabbiato. Paura per un futuro incerto, arrabbiato per un destino imposto. Ma la paura e la rabbia, erano parte della sua essenza…ora lo sapeva.
La paura e la rabbia, lo avevano cacciato in innumerevoli guai e avevano tormentato il suo spirito fino a logorarlo, ma erano stati quei sentimenti a tenerlo in vita per sette anni, in un mondo a lui sconosciuto. Ed ora la paura e la rabbia, gli avevano dato la forza e il coraggio per affrontare Voldemort. La paura di perdere i suoi cari e la rabbia per la sorte subita da tutti coloro che erano stati trucidati dal mago oscuro, gli avevano donato il coraggio per affrontare il suo destino.

Ma egli avrà un potere a lui sconosciuto

Le parole della Cooman erano le parole di Idrial. Ed Harry aveva imparato a proprie spese che le parole dell’Elfo dei boschi non erano semplici profezie, ma un metodo arcano ed enigmatico per esprimere eventi futuri. Quindi egli aveva il “potere”. Lui aveva qualcosa che il più oscuro mago di tutti i tempi temeva, perché quel potere lo avrebbe sconfitto definitivamente…e questa volta lui, Harry, non avrebbe fallito. La sua mano e il suo cuore sarebbero stati fermi nel momento decisivo, non sarebbe stato sopraffatto dalla rabbia e dalla paura, ormai era determinato nella sua nuova missione. Eppure…

“QUALE SARÀ QUESTO POTERE?” ruggì ad alta voce, levandosi dal letto.

Percorse impetuosamente la stanza. Incedeva nervoso da un capo all’altro, si sentiva un animale in trappola. Se solo avesse conosciuto la natura di quel potere, allora avrebbe cercato Voldemort, lo avrebbe stanato in qualunque anfratto della terra, e lo avrebbe sconfitto per sempre; liberando il mondo intero da quell’orribile mostro.
Ma come poteva sconfiggere L’Oscuro Signore con un potere che egli stesso ignorava?!?!

L'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno può vivere se l'altro sopravvive

La profezia non era individuata in un tempo definito…forse era un potere che avrebbe acquisito col tempo!! L’unica certezza era che la sua vita dipendeva dalla disfatta di Voldemort.
Un sibilo lo fece voltare, distogliendolo dalle sue riflessioni.
Un bellissimo gufo scarlatto era appena entrato dalla finestra aperta.

“Ciao, Enae, come stai?” disse Harry rivolgendosi al fiero animale.

Si avvicinò e raccolse il pacco che il gufo gli aveva recapitato. Era pesante. Sorrideva, mentre con la mano sinistra carezzava delicatamente l’animale.
Si sedette alla scrivania e aprì il pacco. All’interno c’era un grosso tomo e una lettera.
Era una lettera di Hermione.
Il gufo si appollaiò accanto a Edvige.



Ciao Harry

Come stai? Grazie ancora per il regalo, Enae è bellissimo. E stato il regalo più bello che abbia ricevuto per il mio compleanno. E poi va molto d’accordo con Grattastinchi. Sai quando ho detto a mio padre che Enae era un tuo dono, credo che si sia ingelosito. Ha tenuto il broncio per tutta la giornata. Chissà perché?
Alcuni giorni fa ho comprato un libro utilissimo “Smaterializzarsi in 12 lezioni” di Marius Svanitus, ho già letto i primi capitoli e credo che non avrò grosse difficoltà a smaterilzzarmi…almeno spero!! Sono sicura che anche tu starai cercando il modo migliore per superare l’esame di smaterializzazione che si terrà alla fine del mese. Comunque ho preso una copia del libro anche per te e per Ron. Spero possa esserti utile
Mi manchi tanto. Non vedo l’ora di rivederti

Tua per sempre Hermione

PS: Ho saputo da Ron, che sua madre sta organizzando una festa per il tuo dicisìassettesimo compleanno.


Poggiò la lettera sulla scrivania e, con aria avvilita, ricordò l’esame di Smaterializzazione. Doveva superarlo ad ogni costo, la smaterializzazione era un’ottima magia, non solo per spostarsi da un luogo all’altro, ma anche per fuggire repentinamente in caso di necessità. Purtroppo, preso da altri problemi, aveva completamente dimenticato che senza superare l’esame non gli sarebbe stato concesso di utilizzare l’incantesimo. Cominciò a massaggiarsi meccanicamente le tempie. Gli doleva la testa.
Aprì il cassettino alla destra della scrivania e vi ripose la lettera. Il tiretto era pieno di missive. Hermione e Ron gli avevano scritto, praticamente, tutti i giorni e anche Luna e Ginny non si erano risparmiate. Le prime lettere che aveva ricevuto da ognuno dei suoi amici, erano cariche di tristezza e di amarezza per quanto era accaduto a Neville. Tutti avevano cercato di tirarlo su e forse quello era stato il modo migliore per sfogare anche il loro dolore. Col tempo, e quasi senza accorgersene quelle lettere erano diventate sempre meno tristi. Gli argomenti erano incentrati su scempiaggini quotidiane, su cui egli ormai non riusciva più a soffermare la sua attenzione. Ma forse Hermione e gli altri avevano ragione, non doveva permettere a Voldemort di rovinargli la vita. Quel mostro lo aveva già spogliato della propria infanzia strappandolo dall’affetto sincero dei suoi genitori e catapultandolo in un incubo chiamato “Dursley”. Non gli avrebbe concesso null’altro della sua vita; ora avrebbe fatto di tutto per godere di quelle piccolezze di cui aveva necessità il suo cuore: dei suoi amici, di Hermione e di quell’esame di smaterializzazione!!!
Richiuse il cassetto.
Contemplò il libro per alcuni secondi, osservando l’immagine di un uomo che lo salutava divertito. Era sicuramente Marius Svanitus, l’autore del libro. Era un uomo giovane sui trent’anni, dai capelli biondi e dagli occhi penetranti, anche se…non sembrava avere un’aria molto intelligente. Ad Harry ricordò Gilderoy Allock, il professore di Difesa Contro le Arti Oscure del secondo anno…un vero imbecille!!

Prefazione
La smaterializzazione è una finissima arte magica che consente la dislocazione del mago in qualsiasi luogo egli desideri andare, sempre che il luogo in questione non sia protetto da particolari magie. In questo caso è necessario un potere superiore alla magia di protezione. In caso contrario è necessario servirsi di altri utili mezzi di trasporto.


Da quanto era scritto nelle prime pagine del libro, sembrava che in qualche modo la magia che proteggeva Hogwarts poteva essere elusa. L’antico maniero era difeso da arcaiche magie, rafforzate dai professori e dal preside, ma da quanto era scritto in quel libro, un potente mago poteva tranquillamente smaterializzarsi a Hogwarts. E…Voldemort era un mago potente…molto potente; quindi se non era mai riuscito ad eludere la magia di protezione della scuola di magia, allora Silente era molto più potente di lui.
Perché allora non affrontava Voldemort?
Il mago oscuro lo temeva, lo aveva chiaramente sentito quel giorno all’Ufficio Misteri, quando egli aveva preso possesso del suo corpo e soggiogato i suoi pensieri.
Forse quella domanda sarebbe rimasta senza risposta o forse, come accade nei libri, l’enigmatico Silente avrebbe nell’ultimo capitolo svelato il segreto che gli impediva di uccidere Voldemort.
Scrollò la testa, per scacciare quei pensieri dalla sua mente.
Sfogliò rapidamente le pagine.

“Ma quanto è lunga questa prefazione?” sbuffò, ormai giunto alla ventiduesima pagina “Bene” esclamò, mentre il suo occhio cadde sulla scritta. Capitolo I.

CAPITOLO I
La concentrazione
Per poter usufruire al massimo della magia della smaterializzazione, il mago deve innanzitutto essere capace di liberare la propria mente da ogni pensiero, cercando di focalizzare l’attenzione sul luogo nel quale vuole dislocare. Il luogo deve essere ben definito nella mente del traslocante, un errore dettato da false immagini può essere causa di falli fatali


Mentre leggeva cominciò a perdere il filo del discorso.

“False immagini…falli fatali!!! Ma cosa significavano quelle parole?”

Quel libro era praticamente incomprensibile. Sfogliò velocemente le pagine, che frusciavano rapide sotto il suo sguardo.

CAPITOLO II
Il Luogo
Il luogo da raggiungere e la distanza coperta dall’incantesimo dipende unicamente dal potere intrinseco del mago, il quale in tutta coscienza decide del proprio viaggio attraverso…


Nuovamente si perse in un fiume di parole. Scorse rapido tutte le pagine.

“Ottocentocinquantaquattro pagine!!” esclamò sgranando gli occhi “Quest’uomo deve essere pazzo”

Chiuse il pesante libro.
Aveva sempre saputo che Smaterializzarsi non era una cosa facile, Bill Weasley, il fratello maggiore di Ron, aveva ripetuto l’esame tre volte prima di superarlo. E Bill era uno in gamba. Ma leggendo il libro e osservando attentamente quel volto stolto sorridergli, giunse alla conclusione che quel Marius Svanitus era un vero idiota. Forse era il fratello gemello di Gilderoy Allock. E Magari li avevano separati da piccoli!!
Decise di scendere in cucina per prendere un bicchiere d’acqua e qualcosa da mangiare. Magari se si rifocillava con un po’ d’acqua e uno spuntino, il libro gli sarebbe sembrato meno ostico. Forse!!
Scese in cucina.
La liberazione di zia Petunia dalle grinfie del mago cattivo, aveva arrecato a Harry alcuni benefici in casa Duesley, uno di questi era appunto gironzolare per casa…ma senza esagerare, come si era apprestato ad aggiungere zio Vernon.
La linda cucina di zia Petunia era vuota.
Aprì il frigorifero e prese una busta di latte. Afferrò un bicchiere dalla credenza. Si sedette; versò il latte nel bicchiere.
L’indomani sarebbe stato il suo diciassettesimo compleanno e avrebbe detto addio a quella casa per sempre. Aspettava e bramava da…tutta una vita di lasciare quella prigione dorata; in certe occasioni aveva finanche dubitato di poterci riuscire eppure ora, così tanto vicino alla meta, non riusciva a gioirne.
Perché?
Si levò per prendere dalla credenza un barattolo di biscotti. Quando si voltò, vide il volto aguzzo e pallido di zia Petunia. La donna lo fissava con un palese cipiglio.

“Domani è il tuo compleanno” disse con la sua voce fredda e stridula; si sedette

Harry annuì indifferente. Si sedette e cominciò a sgranocchiare i biscotti allo zenzero.

“Non dovresti mangiare fuori pasto, ti rovinerai l’appetito!!” aggiunse acida

Era proprio la zia Petunia di sempre. Duddley si ingozzava a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma il suo adorato maiale con la parrucca poteva ogni cosa…certo più grasso di com’era doveva solo straripare dai vestiti!!

“Non preoccuparti” replicò asciutto

La donna gli porse un pacchettino logorato e sformato. Un tempo avrebbe dovuto essere rosso, ma ora sembrava un pacchetto con il morbillo.

“Cos’è?” chiese Harry, fissandolo

“E’ per te!!”

Un regalo di compleanno da parte di zia Petunia? Forse era questo gesto che le aveva causato un travaso di bile e un aumento dei suoi soliti livelli di acidità. Non aveva mai ricevuto un regalo vero, da lei…se si escludeva il sacchettino appartenuto a sua madre, che la donna le aveva regalato l’anno prima, e nel quale aveva racchiuso il sigillo di Yog-Sototh. Ma quello era un regalo vero, chiuso in un pacchetto. Certo l’involucro non lasciava ben sperare, ma, infondo era sempre un regalo di Petunia Dursley.

“Non lo apri?”

Harry giocherellava con la scatolina, quasi temesse di scoprirne il contenuto.

“Lo aprirò domani, insieme agli altri regali”

“Preferirei che lo aprissi ora”

Sarebbe stato inutile insistere. Il giovane mago lo aprì con mano tremante. Certo non avrebbe potuto esserci una bomba, ma la faccia contrita della zia, gli incuteva una strana ed innaturale apprensione. Sapeva per istinto che in quella scatolina c’era rinchiuso qualcosa da cui la donna avrebbe preferito non separarsi.
Lo aprì. Era un anello. Aveva la forma di un drago che si mordeva la coda. Al posto dell’occhio era incastonato un brillantissimo smeraldo. L’anello era piccolo e delicato, sembrava un gingillo femminile. Lui era un uomo…cosa se ne faceva di un anello da donna, pensò irritato.

“Era della mamma?” domandò, quasi senza rendersene conto

“Non proprio, ma avrebbe dovuto essere suo”

“Cosa vuoi dire?”

“E’ un antico ricordo di famiglia. La nonna lo custodiva gelosamente. Lo si è tramandato per farne dono al mago che avrebbe dato lustro alla nostra famiglia” Rimase immobile fissando l’anello per alcuni istanti; poi con un sorriso amaro proseguì “Prima di morire la nonna mi chiese di darlo a Lily. Avrei voluto esaudire il suo ultimo desiderio, ma quella testarda di tua madre aveva deciso di sposare quel Potter” il suo volto divenne duro e gelido.

Era sempre così quando parlava di James Potter; l’odio che provava per lui era solo pari all’amore che nutriva per la sorella.

“Non ci siamo più riviste…se non per litigare, ovviamente. La vicinanza con quel Potter la rendeva sempre meno normale. E alla fine di ogni discussione dimenticavo di darle l’anello”

“Avresti sempre potuto darmelo prima!!” pensò il ragazzo, irritato

Perché zia Petunia non aveva alcuna considerazione per i suoi sentimenti?
Infondo “quel Potter” era pur sempre suo padre; non riusciva più ad ascoltare il suo ciarlare.

“Se quello stupido non fosse entrato nella vita di mia sorella, lei sarebbe ancora viva e…”

“Ed io non sarei mai nato!!”

E pensare che per una frazione di secondo si era quasi rammaricato di lasciare casa Dursley. Ma il fatto che sua zia non odiasse la sorella, non significava certo che amasse il nipote. Quanto era stato stupido!!

“…orgoglioso di te”

Quelle parole lo riportarono alla realtà.

“Cosa?” domandò intontito

“Lei sarebbe stata molto orgogliosa di te. Tu sei un mago potente. La nonna avrebbe voluto che quest’anello fosse della donna che tu sceglierai per moglie”

“Moglie?”

“Già…vorresti portarlo tu?” replicò la donna incredula

Nel normalissimo mondo di Petunia Dursley, questo sarebbe stato anche peggio dell’essere un mago!!

“No, di certo!!” si apprestò a sottolineare il nipote

“Naturalmente sei troppo giovane per pensare a queste cose. Tu e il mio piccolo Daddy siete ancora dei bambini. Anche se credo che tu abbia poche ammiratrici” aggiunse, scrutandolo sdegnosa

“Certo mica sono bello come Dadley Dursley” considerò tra se, ripensando al volto porcino del cugino; sorrise

“Cosa ti rende tanto allegro?” chiese la donna stringendo gli occhi

“Nulla...Penso solo che tu abbia ragione” rispose Harry asciutto

Harry si levò dalla sedia. Lavò il bicchiere e ripose i biscotti nella credenza. Si volse, per prendere l’anello e l’astuccio, ma in quel momento, notò il volto della zia ancora fisso su di lui.

“Che altro c’è?” chiese seccato.

Avrebbe tanto voluto non essere sgarbato con la donna, ma non conosceva altro modo per rivolgersi a lei; e d’altro canto la zia non ostentava di certo modi migliori nei suoi confronti.

“Hai un posto dove andare?”

Harry la fissò sgomento.

“La scuola è finita. E quindi potrai abbandonare questa casa, se vorrai”

“Già!!”

La donna rimase muta, fissando i suoi occhi scuri, in quelli verdi del ragazzo. Nel cuore di Harry, in quel momento si combatteva una guerra, che egli stesso non avrebbe mai pensato potesse lambire i suoi pensieri.
Cosa doveva fare?
Nel bene o nel male i Dursley erano tutta la sua famiglia. E zia Petunia era l’unica sorella di sua madre. Silente aveva ragione. Non importava quali fossero le motivazioni che l’avevano indotta a tale decisione, né tanto meno il modo in cui era stato trattato in tutti quegli anni. Lei lo aveva accolto…riluttante…titubante…maldisposta, ma l’aveva accolto. Suggellando quel patto di sangue, che lo aveva tenuto in vita fino a diciassette anni.
“Forse” disse, mentre ancora quei pensieri gli agitavano l’anima “finché non avrò sconfitto Voldemort, credo che la cosa migliore sia rimanere qui con voi”

“Cosa sto dicendo?”

“Il tuo sangue mi ha protetto finora. Quindi se per voi non è un problema” aggiunse indifferente

“Sono impazzito!!! Mi sto condannando ad una vita relegato in una stanza. E con i Dursley a giudicare ogni mio passo….forse posso ritrattare!!!”

“In questo momento la tua vita è preziosa. Se ti accadesse qualcosa, metterei in pericolo la mia famiglia e il mio piccolo Dadley. Se solo ripenso all’anno scorso, quando un Dissennatore stava per dargli il bacio della morte!!” i suoi occhi si velarono e istintivamente si portò le mani alla bocca “Non c’è alcun dubbio che tu debba rimanere qui. Io devo proteggere mio figlio” proseguì risoluta

Le motivazioni date da zia Petunia, per il suo strambo comportamento, erano sempre egoistiche ed imperscrutabili per Harry…e per chiunque fosse normale!!
Harry sorrise atterrito, da ciò che aveva avventatamente compiuto. Un gesto di autentico suicidio.

“Naturalmente solo finché questa faccenda non sarà risolta!!” aggiunse

Harry abbasso il capo.
“Certo” sussurrò

Zia Petunia lasciò la cucina altera e fiera per la decisione presa. Sembrava che avesse salvato il mondo da un’immane catastrofe.

“Non importano le motivazioni…” sussurrò Harry a se stesso

*

La mattina seguente Harry si svegliò di buon ora. Ripose le ultime cose nel baule. Assicurò la scopa ad un angolo di esso. Di tanto in tanto ripensava al gesto avventato che aveva compiuto, ma ormai era fatta!!
Sistemò Edvige nella sua gabbia e Oscar in un contenitore trasparente. Infilò la bacchetta nella tasca dei jeans e scese a fare colazione.
Come al solito, fu totalmente ignorato, come pure fu ignorato il fatto che fosse il suo compleanno. Ma questo non aveva importanza alcuna per Harry, di qui a poche ore sarebbe stato a casa Weasley a festeggiare il suo diciassettesimo compleanno e avrebbe messo chilometri di distanza tra lui e i Dursley.
Si sedette e consumò la sua colazione in silenzio. Ogni tanto levava lo sguardo dal piatto, osservando zio Vernon leggere il giornale o Dudley che fissava il suo piatto di fiocchi d’avena con aria indefinita. Nonostante la dieta ferrea, suo cugino non riusciva a perdere peso. Zia Petunia era disperata, lo avevano sottoposto ad un’infinità di analisi, ma la verità era che Dadley Dursley, mangiava di nascosto. Harry, una volta, lo aveva visto trangugiarsi un intero pacco di mega-patatine in un secondo. Il cugino lo aveva ripetutamente minacciato di tenere la bocca chiusa, ma a Harry se lui mangiava di nascosto non interessava nulla. Infondo non erano affari suoi se l’unico scopo della vita di Dadley era quello di trasformarsi in un “maiale vero”. A volte gli sembrava quasi che grugnisse.
Poi il campanello al numero 4 di Privet Drive suonò.
Zio Vernon si levò per andare ad aprire.

“Chi può essere?” pensò Harry

La casa degli zii non era di certo famosa per le visite mattutine.
Solitamente il postino passava verso le 9. Il ragazzo del latte e quello del giornale erano già passati da circa un ora. La strana signora Finch, con i suoi innumerevoli gatti, veniva a trovarlo, sempre nel pomeriggio.
Chi poteva essere?
Poi le grida raccapriccianti di Vernon Dursley gli fecero subito trarre le giuste conclusioni.

“COME OSATE PRESENTARVI DINNANZI CASA MIA COSI’ INDEGNAMENTE VESTITI”

Harry, Dudley e zia Petunia accorsero all’ingresso.
Il giovane mago riuscì a malapena a trattenere una sonora risata. Non sapeva se fosse più ridicolo zio Vernon, che urlava come un forsennato, con il volto rosso cremisi, perfettamente in tono con la sua vestaglia bordeaux, oppure il signor Weasley vestito come uno appena fuggito da un manicomio criminale. Il mago, infatti, indossava una divisa da carcerato, con tanto di strisce e numero di matricola. Inoltre portava una bombetta nera e un elegantissimo papillon blu con tante stelle luccicanti.
Zia Petunia fissava l’uomo sbigottita, Harry pensò che, a breve, avrebbero dovuto raccoglierla dal pavimento. Dudley, invece, se la rideva di gusto

“Mio Dio…ma sono tutti…così strani…nel tuo mondo” singhiozzò, con le lacrime agli occhi

“Signor Weasley, Ron, svelti entrate” disse Harry concitato

I due si apprestarono ad entrare.

“Che ti dicevo che eri vestito strano” assentì Ron fissando il padre

“Mi dispiace tantissimo” aggiunse l’uomo, evidentemente mortificato per la sua goffaggine “Ma non ho ancora ben chiare le usanze relativa ai costumi del vostro mondo”

Zio Vernon, levò la testa di fuori e cominciò a scrutare se nei dintorni ci fosse qualcuno che avesse assistito alla scena o che avesse notato che quello strano uomo aveva messo piede nella sua normalissima casa. Quando si fu accertato che nessuno, aveva miracolosamente assistito all’accaduto, chiuse la porta e riprese il suo consueto colorito rosa porcino.
Posò uno sguardo iracondo su Harry e con apparente calma aggiunse ”Muovetevi”.

Si allontanò lesto.
Anche Petunia e Dudley Dursley si accomiatarono con la stessa rapidità. Sembrava quasi temessero un qualsiasi tipo di contatto con i nuovi ospiti.

“Come mai avete bussato al campanello e non vi siete direttamente materializzati in casa?”

“Papà ha pensato che sarebbe stato meno traumatico per i tuoi zii” ringhiò Ron

“Non pensavo che tuo zio si sarebbe arrabbiato per i miei vestiti. Li ho comprati appositamente in un negozio di abiti babbani”

“Era un negozio per abiti di Halloween?” aggiunse Harry curioso

“Il nome del negozio era ‘Da Mimì, un abito per ogni occasione’. Ho chiaramente spiegato al commesso che volevo sembrare un normale babbano e lui gentilmente mi ha consigliato questi vestiti”

“Forse non si è spiegato abbastanza chiaramente” azzardò Harry fissando l’uomo

“Ho forse ti ha preso in giro!!!” aggiunse ilo figlio ironico “Avremmo dovuto usare il camino oppure una passaporta”

“Allora...Come siete arrivati, fin qui?” domandò Harry sbalordito

In treno!!!” sbottò l’amico

“In treno?” ribadì Harry “Un viaggio un po’ lungo, mi pare?”; in realtà non aveva mai capito dove si trovasse casa Weasley, l’unica cosa che era chiara nella sua mente era…che si trovava in periferia.

Lungo?” ribattè Ron, ancora chiaramente agitato “Lungo? Siamo in viaggio da due giorni. Abbiamo sbagliato treno!!! Poi siamo saliti su almeno cinque autobus diversi. E, naturalmente, mio padre che non conosce il denaro babbano, non sapeva nemmeno dare il resto. Si sono presi tutti i nostri soldi e…abbiamo dormito per strada” scrutò il padre accigliato “Quando la mamma lo saprà!!”

“Però siamo arrivati?” disse il padre incoraggiante

“Gia!!! Siamo arrivati, ma ora dobbiamo tornare a casa” coprì il volto con le mani “E ci aspetta un altro viaggio da incubo” borbottò

“Abbiamo una passaporta”

“Cosa?”

“Abbiamo una passaporta” ripetè afferrando un grosso doblone d’argento luccicante

“PERCHE’ NON L’ABBIAMO USATA?” urlò il ragazzo preso dalla disperazione

“Volevo provare come era possibile spostarsi senza usare la magia” spiegò con calma il mago “E credo che i babbani, abbiano delle risorse illimitate. Sono dei geni, dei veri strateghi” continuò infervorato “riescono a superare ogni difficoltà, riescono a volare, a curare i loro mali, a ricoprire velocemente lunghe distanze, superano montagne, mari e ogni genere di difficoltà solo con il loro ingegno. Sono delle creature stupende”

Harry rimase in silenzio assistendo alla comica scena che si dipanava innanzi ai suioi occhi. Non aveva mai visto Ron tanto arrabbiato e il sig. Weasley tanto contento.

“Io non riuscirei a vivere senza magia” replicò Ron interdetto “E dopo questa avventura non ho più dubbi a tal proposito!!” poi volgendo lo sguardo verso il padre, aggiunse “Torniamo a casa”

Ron e Arthur Weasley affiancarono Harry. <

“Scusa Harry” soggiunse l’amico, che sembrava essersi calmato

Il padre di Ron con aria mite e cordiale, e con un ampio sorriso si rivolse al giovane Potter

“Buongiorno, Harry. Pronto per tornare a casa?”

Harry annuì soddisfatto. Volse un rapido sguardo intorno, quasi volesse imprimere nella sua mente ogni centimetro della linda cucina di Petunia Dursley.
Tutti e tre sfiorarono appena la moneta e in un batter d’occhio si ritrovarono ai piedi di una collina. Proprio accanto a casa Weasley.
Erano trascorsi due anni dall’ultima visita e non era cambiato assolutamente niente. Casa Weasley era rimasta immutata, aveva l’aria di un grosso porcile di pietra a cui erano stati aggiunti diversi piani. Sul tetto rosso facevano capolino quattro o cinque comignoli e su un’insegna sbilenca fissata a terra era incisa la scritta “La Tana”.
E già, non era cambiato veramente nulla!!!
Finanche le galline…marroni e pasciute beccavano qua e là.
Sembrava un quadro; ad Harry parve per un attimo che tutto ciò sarebbe rimasto immutato per l’eternità. Come in un ricordo infinito.
Entrarono in casa.




NdA: Cosa frena la mano di Silente? Quale sarà il misterioso potere di Harry? Harry riuscirà a superare l’esame di smaterializzazione?
PS: per chiunque abbia letto HP6 e/o fosse venuto a conoscenza di qualche spoiler, ricordo che questa è una ffic, per cui la storia si discosta dall’originale per ragioni pratiche. Se qualcuno volesse dare risposta a queste domande (cosa che mi renderebbe felice, visto che questa è una ffic interattiva) vi prego di farlo in relazione ai primi cinque libri e alla mia ffic precedente.

Indizio: Provate a riflettere sulla profezia della Cooman e lasciatemi dei commenti su quello che pensate, analizzatela a fondo…sarà quella profezia il perno di questa nuova storia…buona caccia…

Poiché devo cominciare a studiare direi che vince la mitologia egizia su quella celtica…ringrazio tutti quelli che hanno risposto al quesito…infondo questa è la nostra storia.

Ci vediamo fra due settimane. Baci a tutti Lella

EFP

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Capitolo 3
*** Il Patto ***


CAP3

Scusate il ritardo biblico, ma non potete immaginare i casini che ho avuto col computer e con il mio nuovo lavoro. Spero di farmi perdonare nei prossimi chap. Cercherò di recuperare…devo anche recuperare delle bellissime ffic che stavo leggendo!!

SCUSATE… SCUSATE… SCUSATE… SCUSATE… SCUSATE…

Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno recensito il capitolo precedente: MaryPotter (Vada per la Ron/Luna; spero che l’inizio ti vada bene), Kalindra (che nick originale…qual è il significato?), Caillien (detto da te che sono brava è il migliore dei complimenti…spero di diventare brava come te un giorno. Ho cominciato a leggere la tua storia: la Maledizione Suprema. Bellissima. Tra qualche giorno troverai le mie recensioni), Hermione75 (perdona il mio terribile ritardo nell’aggiornamento, ma è stato un periodo nerissimo!!), marco (ottimo ragionamento…per la profezia!! Scommetto che se ci rifletti arriverai alle mie stesse conclusioni. Se per te non è un problema prenderò come spunto uno dei tuoi suggerimenti), chiara (ti prendo sulla parola per l’aiuto; la tua amica quasi-egittologa li sa decifrare i geroglifici?), Pesciolina04 (brava; l’anello avrà un peso rilevante nella storia…), anonimo (magari fossi capace di scrivere un libro…lascerei il mio lavoro subitissimo!! Ma grazie tante per il complimento), Domy (troppo buono come al solito), Petronilla (bravissima, era quella l’idea, uno stemma nobiliare. Infondo era il simbolo della famiglia Evans) ed infine Diego (sono contenta che la prima ff ti sia piaciuta. Proverò ad essere meno rigida e noiosa, cercando però di mantenere l’idea che mi ero prefissata con la prima storia e cioè di creare una sorta di trattato di magia. Le cose che ho scritto sono tutte documentate. E cercherò di essere più romantica. Anche perché, hai perfettamente ragione: in queste storie sono coinvolti degli adolescenti!!). Grazie a tutti e…. spero di ritrovarvi tutti…

SCUSATE ANCORA PER IL RITARDO
Buona lettura a tutti. Baci Lella



CAP3
IL PATTO

Prima che il signor Weasley rintoccasse il chiavistello, l’uscio si era già aperto ed una donna bassa e grassoccia si era avvinghiata al suo corpo. Quel calore, quel profumo che scaturiva da ogni angolo del corpo di quella meravigliosa “mamma”… della signora Weasley. Quel profumo…era lo stesso che aveva sentito nel suo sogno, era lo stesso odore di sua madre.

come faceva a ricordare quell’odore?
Come faceva ad avere memoria di un qualcosa che non aveva mai sentito prima?


“Buon compleanno, Harry, caro. Come stai?” chiese la donna liberandolo dalla stretta “Ti vedo così sciupato, ma ora ci sarà tutto il tempo per rimetterti in sesto prima di ritornare a Hogwarts” poi volgendo lo sguardo verso il figlio aggiunse “Non credete di averci messo troppo? Ero piuttosto preoccupata”

“Non dirlo a me!! Chiedilo a papà!!” replicò storcendo il naso

“Arthur, scommetto che con la tua mania di giocare al ‘piccolo babbano’ hai reso il viaggio ai miei ragazzi insopportabile”

“Già” annuì Ron ancora esasperato

“Non è stato poi tanto male” aggiunse Harry in soccorso del padre dell’amico

“Tu non c’eri, infatti, a te è toccata la parte comoda del viaggio, quella con la passaporta. Non hai dovuto dormire su un prato” si lagnò Ron esausto

Un prato un prato…” sibilò la donna, avvicinandosi all’uomo, che sembrava al quanto intimorito dall’imperiosità della moglie “e se fossero sopraggiunti dei Dissennatori o dei mangiamorte, cosa avreste fatto?…ARTHUR WEASLEY SEI UN INCOSCIENTE…NOI SIAMO IN GUERRA E TU…TU…”

“Harry andiamo!!” fece Ron facendogli strada

“Ma…”

“Lascia che se la sbrighino da soli!! E poi, papà ha bisogno di una bella strapazzata” lo fissò divertito “forse smetterà di comportarsi come un bambino”

Harry seguì l’amico e pensò, con un pizzico d’invidia, che Ron era davvero fortunato ad avere due genitori come i suoi. Forse non erano perfetti, forse la sua casa non era perfetta, ma nulla di tale imperfezione aveva da invidiare alla linda casa dei Dursley o allo sfarzoso maniero dei Malfoy. Perché i Weasley erano perfetti nel loro amore, ma forse questo Ron non lo avrebbe mai pienamente compreso e apprezzato e forse nella stessa situazione nemmeno lui lo avrebbe apprezzato come doveva.
Attraversarono la cucina piccola e ingombra. Mentre usciva il suo sguardo si posò meccanicamente sul grosso orologio con nove lancette e senza numeri. Lo aveva visto tante volte, ma questa volta era diverso… come sempre, ogni lancetta indicava un membro della famiglia, ma questa volta ognuna di esse puntava su pericolo mortale. Ora che la guerra era finalmente arrivata al suo culmine era ovvio che fossero tutti in pericolo mortale, pensò fra se inquieto.

Ma non durerà per sempre. Metterò fine a tutto questo terrore!!” concluse risoluto

Superarono uno stretto corridoio fino ad una scala zigzagante che conduceva ai piani superiori. Al terzo c’era una porta chiusa. Era la stanza di Ginny. Si fermò ritto innanzi a quella porta chiusa, esitante e sgomento.

“Come mai non è scesa a salutarmi?”

“Ultimamente è strana e assente” replicò Ron a malincuore

“Credi sia di nuovo a causa di…” tentennò Harry esitante

“Non dirlo nemmeno!! Non pronunciare il nome di quel… quel… ”

“Idiota? Presuntuoso?” aggiunse Harry con fare saccente

“Mangiamorte!!” concluse seccamente l’amico “Ma non credo sia per lui, credo si senta sola senza Hermione e Luna. Poi la scomparsa di Neville l’ha molto turbata. Inoltre, non sopporta Fleur. Non sopporta che giri per casa, che stia con Bill e soprattutto che si sposeranno”.

Fleur Delacour. Harry si ricordava molto bene della strega francese che aveva partecipato insieme a lui al torneo Tre Maghi. Mai avrebbe dimenticato la sua vivida bellezza di Veela, i suoi capelli biondo argenteo e i suoi occhi azzurro intenso.

Notando che l’amico era poco propenso a parlare di sua sorella e di Draco Malfoy, Decise di cambiare argomento

“Si sposano?” domandò incuriosito

“Certo!!” rispose, mentre si allontanava dalla porta “E non so dargli torto”

Sembrava voler assumere un’aria tranquilla e divertita, ma Harry si rese conto che il suo migliore amico era preoccupato per la sua sorellina. Ma Ginny non era più la timida bambina di un tempo. In tutti quegli anni aveva dato prova di essere forte, coraggiosa e matura. Una strega potente e astuta; ma in verità anche lui era molto preoccupato per lei. L’amore rende cechi e forse Ginny non era sufficientemente lucida per giudicare assennatamente Malfoy ed una loro improbabile storia d’amore. E poi… Harry e Ron odiavano il Serpeverde e nonostante l’avventura vissuta l’anno prima, per salvare il mondo da Yogh-Sothot, non avevano mutato idea sul loro nemico dichiarato. Malfoy era malvagio, ciò era ovvio come il sole splendente d’agosto o le nevi perenni sull’Everest. Ma né lui, né Ron potevano fare molto per aiutarla, dovevano solo attendere che le ferite del cuore di Ginny si rimarginassero in fretta.
Salirono due rampe di scale, fino a raggiungere una porta scrostata con una targa che diceva “Ronald Weasley”.
Entrarono.
Erano cresciuti talmente negli ultimi anni, che ormai dovevano camminare con la testa bassa per non urtare contro il tetto a spiovente. La stanza era così come la ricordava. Tutto era di un arancio acceso: il copriletto, le pareti e persino il soffitto. Completamente tappezzata di poster dei Cannoni di Chudley. I libri di scuola erano ammonticchiati sul letto accanto ad una copia di “Smaterializzarsi in 12 lezioni”. In un angolino assolato tubava Leotordo. Appollaiata su un altro trespolo c’era la sua candida Edvige, che sonnecchiava. Mentre Oscar, il rospo del suo amico Neville, gracidava e saltellava per tutta la stanza.
Harry si accosto al suo baule, lo aprì e vi estrasse la Mimbus Mimbletonia. La appoggiò sul davanzale e poi si sedette sul letto. Si stiracchiò e cominciò a fissare l’amico, che nel frattempo si era catapultato sul letto vicino, sprofondando il volto nel cuscino arancione.

“Sono distrutto” la sua voce era appena un sussurro che si levava dal cuscino “Credo che impiegherò anni per riprendermi!! Rimpiango le rilassanti lezioni di Hagrid… gli schiopodi… Fierobecco… persino Aragog… ”

Aragog… certo che il viaggio di Ron doveva essere stato veramente terribile, se sentiva anche la mancanza di un Acrumantola. Ron odiava i ragni!!

“Ormai è passata” azzardò Harry consolatorio

“Già” fece l’amico sollevandosi rapidamente” Hai già cominciato a leggere il libro sulla smaterializzazione che ti ha inviato Hermione?”

Harry notò con sollievo che nella voce di Ron c’era una leggera traccia di scetticismo… sembrava anche alquanto nauseato.

“Diciamo che ci ho provato!!” replicò Harry arricciando il naso

“Anche tu lo trovi… come dire? Noioso?”

“Noioso? Diciamo pure incomprensibile!!”

“Si; direi che calza a pennello. E poi quel tipo… Svanitus!!!”

“Somiglia al professor Allock, non sembra anche a te?”

“Scommetto che se facciamo una ricerca sulla famiglia di quei due viene fuori che sono parenti”

“Io avevo pensato che fosse il gemello abbandonato”

“Certo, visto Allock i genitori avranno pensato che uno era più che sufficiente” reiterò Ron divertito. Si avvicinò alla sua scrivania e diede il libro ad Harry.

“Credo che solo Hermione possa capire cosa c’è scritto” disse Harry angustiato “Forse dovremmo aspettarla per cominciare a studiare seriamente la smaterializzazione?”

Il suo cuore sussultò. Aveva così tanta voglia di rivederla, di riabbracciarla, di sentire il suo delicato odore di gelsomini e muschio, di riassaporare le sue labbra al sapore di lamponi. Arrossì.

“Arriverà tra poco” lo rassicurò Ron

Sembrava avergli letto nel pensiero, ma Harry provava ancora imbarazzo nel parlare di Hermione con Ron.

“Quando comincerà la mia festa a sorpresa?” disse sfogliando distrattamente il libro di Marius Svanitus

“Comincerà stasera. Però non sarà una vera festa. E’ più un banchetto. Questa volta non abbiamo invitato molte persone, la mamma ha pensato che dopo la morte di Neville tu avresti preferito una cosa più… intima. Però ci saranno Tonks, Lupin, Hagrid, i miei genitori, tutti i miei fratelli -tranne quell’idiota di Percy- Fleur e… Luna” concluse imbarazzato.

“Luna Lovegood. Sono contento che ci sia anche lei. E’ un po’ bizzarra, ma ha la caratteristica innata di dire le cose più ovvie con l’ingenuità di un bambino”

“Già, la trovo molto divertente”.

Harry annuì.



Passarono la mattinata a cacciare gnomi dal giardino di casa Weasley. Consumarono un pasto fugace, visto che la mamma di Ron era troppo indaffarata negli ultimi preparativi. In fine, seduti sul pavimento cominciarono un tema di 54cm su “Come utilizzare il timo in filtri e pozioni” in attesa che arrivassero gli invitati

“Forse dovremmo provare a leggere quello” cominciò Ron indicando il libro di Svanitus poggiato sul letto “invece di perdere tempo con il compito di Piton” concluse, appoggiando la pergamena sul pavimento e fissandola con diffidenza.

“Già, ma conviene finire tutti i compiti delle vacanze prima di cominciare con la smaterializzazione”

“Bene, se lo dici tu?”

Harry pensò che nemmeno Ron fosse molto contento di cominciare quel… libro. La qualcosa era avallata dall’impegno profuso nel compito di pozioni. Loro detestavano pozioni, almeno quanto detestavano Piton, l’insegnante di quella detestata materia!!!
Ripresero, quindi, la stesura del tema.
Dopo alcune ore, le grida della signora Weasley li riportò alla realtà

“RAGAZZI…E’ ARRIVATA HERMIONE”

Il cuore di Harry sussultò. Si erano sempre scritti durante quelle settimane di separazione, ma rivederla dopo tutto quel tempo gli metteva addosso una strana inquietudine. Non riusciva a capire cosa fosse, aveva desiderava riabbracciarla, baciarla, ma nello stesso tempo aveva paura. Ma non capiva di cosa avesse paura…

“Che ci fai li a terra imbambolato!! Guarda che se non ti muovi sarò io il primo a salutarla”

Uscirono dalla stanza. E cominciarono a scendere rapidamente i gradini, ma arrivati davanti alla stanza di Ginny una chioma fulva li spintonò scapicollando lungo la scalinata. Quando giunsero in cucina, videro Ginny ed Hermione che si abbracciavano. La signora Weasley le guardava rasserenata. Harry sapeva che la donna non poteva conoscere le motivazioni della malinconia che Ginny aveva mostrato in quei giorni. E forse se solo l’avesse immaginato l’avrebbe rinchiusa in casa per sempre… ma l’arrivo di Hermione avrebbe reso tutto più semplice!!

“Bene, io vado” disse la donna discretamente

Ginny si stacco dall’amica con riluttanza. Harry notò che aveva gli occhi arrossati e il viso stanco. E lo stesso sguardo malinconico che aveva sul treno per Hogwarts, mentre sentiva la voce di Malfoy, che si allontanava lungo i corridoi.

“Ci sono ancora molte cose da fare” proseguì la madre di Ron “Hermione, cara, ti prego di fare come fossi a casa tua. Naturalmente resterai qui con noi e con Harry, fino all’inizio della scuola. E dormirai in camera con Ginny. Lo sai tu sei come una sorella per lei” e si allontanò radiosa

“Ciao, ragazzi” fece Hermione sorridente

“Ciao” replicò Ron, avvicinandosi per abbracciarla

“Ciao” disse Harry timidamente

Hermione si avvicinò e lo baciò.

“Mi sei mancato” disse Hermione, cingendogli le braccia al collo

“Mi sei mancata tanto anche tu” replicò Harry stringendola a se e assaporando quell’odore di muschio e gelsomino, che emanava il corpo della sua ragazza.

La ragazza si divincolò dalla stretta di Harry, si avvicinò a Ginny e poggiandole la mano sulla spalla disse

“Scusatemi… io e Ginny abbiamo molte cose di cui parlare”

“Ma…”

“Ron!! Sono cose da donna”

Le due ragazze si allontanarono lentamente

Harry potè distintamente udire la voce consolatoria di Hermione

“Non puoi piangere per… lui”

“Non piango per lui… io… vorrei solam… ”

Ma ormai erano troppo lontane perché potesse udire qualcosa. Le voci andarono scemando lungo le scale.

“Andiamo, Harry. Le hai sentite no. Cose da donne, mi sa che ne avranno per ore!! Ed io che speravo che mi correggesse il compito di Lupin”

“Abbiamo ancora molto tempo”

“Certo, ma dobbiamo cominciare a leggere quel coso se vogliamo avere qualche possibilità di smaterializzarci”

“Ron non preoccuparti”

“Dici bene tu. Ma se non ci riesco i gemelli mi prenderanno in giro per sempre!!”

“Ron… quei due tra il negozio ‘Tiri Vispi’, le missioni per l’ordine e qualche ragazza non credo che abbiano tempo per prendere in giro il loro fratellino minore”

“Certo… forse… ” replico poco convinto

*

Era ormai calata la sera quando Hermione entrò nella stanza di Ron. I due amici erano seduti sul pavimento giocando una partita di scacchi magici.

“Finalmente” fece Ron alzando lo sguardo dalla scacchiera, mentre la sua regina prendeva a randellate una pedina di Harry

“Allora?” domandò stringendo gli occhi

“Allora, cosa?”

“Hermione?”

“Ron?”

“Basta!!!” li interruppe Harry sbigottito. A volte aveva come l’impressione che il suo compito all’interno del trio fosse sedare le liti tra Ron e Hermione

“Perché non le chiedi cosa vuoi sapere” concluse secco

“Hermione sa benissimo cosa voglio chiederle”

“E tu sai benissimo che non posso dirtelo”

“Si tratta di lui?”

“Ron. Ti prego… ”

“Hermione” la sua voce era lenta e limpida “non ti sto chiedendo di raccontarmi i segreti di mia sorella, ma solo se avete parlato di Draco Malfoy”

Hermione avanzò a passo lento. Si sedette mollemente sul letto. Sembrava esausta. Chiuse gli occhi, come tentando di raccogliere le idee.

“Non-posso-dirti-nulla” sillabò tristemente

Ron si levò con tale impeto dal pavimento da rovesciare la scacchiera.

“Quindi per te è molto più importante mantenere il silenzio piuttosto che pensare a quello che è più importante per Ginny”

“Sai che non è così”

“Allora devi…”

“No!!” lo interruppe brusca

“Sono sicuro che Ginny non corre alcun pericolo” si intromise Harry, cercando di far ragionare l’amico “Altrimenti Hermione non sarebbe tanto risoluta nel suo mutismo!! Perché non cerchiamo di avere fiducia in lei e in Ginny”

“Lei non è tua sorella!!!”

“Lei è una mia carissima amica. Voi siete la mia famiglia. Tu sei come un fratello per me e Ginny è come una sorella. E poi io mi fido del giudizio di Hermione. Sono in gamba, amico, bisogna ammetterlo. Sono state loro a scoprire Camelot. Ci hanno aiutato a recuperare il Necronomicon e…se non fosse stato per Ginny…se non mi avesse fermato dal mio proposito di resuscitare tutti coloro che erano stati uccisi da Voldemort… a quest’ora il mondo sarebbe l’inferno di Yog-Sothoth”

“Lui è un mangiamorte. Ed è pericoloso!!”

Harry rimase pensieroso nella sua mente fece capolino la scena del bacio tra Malfoy e Ginny. Ma soprattutto rammentò le parole che il giovane Serpeverde pronunciò quel giorno e che gli fecero capire che per quanto pericoloso, non lo sarebbe mai stato per Ginny


“Noi abbiamo un modo di vedere le cose, totalmente antitetico. Non possiamo stare insieme, per quanto lo si possa volere, ci farebbe solo male. Perché…perché mi fa star male litigare con te!! Torno nella mia stanza a pezzi dopo i nostri appuntamenti!! Non riesco a dormire. E nonostante questo non vedo l’ora di rivederti!! Credo che non sia giusto…per nessuno dei due!! E penso che la cosa migliore sia troncare questa cosa finché siamo in tempo!! Io ho già preso la mia decisione”


Senza saperlo con quelle parole Draco Malfoy si era guadagnato la stima di Harry Potter. Anche se, il giovane Grifondoro si era ben guardato dal confessare a qualcuno il suo personale giudizio sul suo nemico di sempre.

“Lui non farebbe mai del male a tua sorella. A rischiato la sua vita per aiutarci e sicuramente non l’ha fatto per salvare noi due!!”

“Credi che sia tanto stupido!! So bene che quello lì a messo gli occhi su mia sorella. Non è lui che mi preoccupa, ma il suo paparino e Vo-Vo-lde-mort. A quest’ora, avranno già scoperto che quell’idiota ha una cotta per Ginny!! Potrebbero farle del male per punirlo o per ricattarlo o solo perché magari non condividono la loro… cosa

“Ron non esiste nessuna…cosa fra Ginny e Malfoy. Te lo posso assicurare, se ciò può tranquillizzarti!!” aggiunse Hermione esausta

“Sono solo preoccupato. Non so come aiutarla!!”

“Sei un bravo fratello, Ron. Sono molto orgogliosa di te” confermò l’amica, mentre un delicato sorriso le increspava il volto

“Scusa se ho insistito, non volevo metterti in difficoltà, ma… ”

“Non pensarci!!” replicò sorridendo la ragazza

In quel momento la porta si aprì.

“La mamma dice di scendere, vi stanno tutti aspettando" poi volgendo uno sguardo dolce e tenero su Harry aggiunse "Buon Compleanno, Harry. Ron sbrigati che Luna ha chiesto di Ronald…lo conosci?” disse Ginny sorridendo.

“Stupida…” grugnì Ron, le cui orecchie erano diventate di un acceso rosso cremisi perfettamente in tinta con l’arancione acceso della sua camera

Ginny corse sorridente per le scale. Hermione era stata davvero provvidenziale.

Chissà come ha fatto” pensò Harry meravigliato

Si avviarono verso la porta.

“Tu mi diresti se loro due…” tentennò Ron, rivolgendo lo sguardo supplichevole verso l’amica

“Ron… ” contestò Hermione puntando i piedi

Harry afferrò la ragazza per la mano, trascinandola lontano, così da impedire una nuova infruttuosa discussione.

Arrivarono nella cucina di casa Weasley, il regno indiscusso di Molly Weasley. La stanza sembrava molto più grande, forse perché non c’erano più tutte quelle ingombranti pentole e quei massicci mobili da cucina in muratura, o forse semplicemente perché era stata incantata, per l’occasione. C’erano davvero tutti… almeno tutti quelli che si aspettava, dopo il resoconto di Ron.

“Ciao, piccioncini” Fred Weasley diede una grossa pacca sulla spalla di Harry, facendolo barcollare.

“Vedo che camminate come due innamorati… mano nella mano” aggiunse George ironico.

“Stupidi!!!” esclamò la ragazza palesemente irritata.

Hermione trascinò via Harry senza lasciargli il tempo di controbattere, lasciò rapidamente la mano di Harry.

“Scusa, non volevo che ti prendessero in giro per questa cosa” sussurrò fissandosi la mano.

Harry si avvicinò, le carezzò il volto e le afferrò la mano.

“A me piace essere preso in giro, quindi mi sa che dovrai sopportare la mia mano sudaticcia per un bel po’”

“HEY, RAGAZZI” gridò Tonks, per attirare l’attenzione dei fidanzatini su di se. I due ragazzi si avviarono verso la giovane donna. Harry scrutò incuriosito il suo pallido volto a forma di cuore e i suoi occhi scuri. I capelli della giovane Auror erano dapprima di un intenso colore viola, ma quando giunsero accanto a lei erano cangiati in un pallido rosa antico. Il giovane mago era molto affascinato dalla capacità di Tonks di cambiare il suo aspetto a proprio piacimento; sarebbe stato molto conveniente avere quell’attitudine, ma lei era un Metamorfomagus, era una capacità innata, lui non avrebbe potuto acquisirla nemmeno se avesse passato metà della sua vita a Hogwarts.

“Non vi allontanate troppo e soprattutto non cercate di appartarvi” la sua voce era appena un sussurro

Il volto di Hermione avvampò. Istintivamente Harry lasciò la mano della ragazza.

“Cosa vorresti dire?” strepitò Hermione indignata

“Hermione, so benissimo cosa vuol dire essere innamorati” ad Harry sembrò che lo sguardo di Tonks si posasse furtivamente sul professor Lupin “Quanto si desideri stare da soli, abbracciati” la sua voce era dolce e malinconica “ma tutto ciò potrebbe essere molto rischioso, soprattutto per Harry”

“Io non voglio che Voldemort limiti la mia vita. Sono stanco di avere paura” bofonchiò Harry

“Volevo solo mettervi in guardia… siamo tutti molto preoccupati! Severus è sicuro che colui-che-non-deve-essere-nominato voglia saldare i conti!!” confessò Tonks inquieta

“Io non ho paura!! Sono pronto da molto tempo… sono sette anni ormai che mi sto preparando per lo scontro finale!!!”

Afferrò nuovamente la mano di Hermione e si allontanarono sotto lo sguardo attonito dell’Auror. Attraversavano la stanza per raggiungere Ginny, che chiacchierava divertita con Luna.

La ragazza indossava un vestito molto leggero di un intenso turchese. Al collo portava un’appariscente collana color ambra, sembravano semi di bulbotubero, e conoscendo Luna “lunatica” Lovegood la probabilità che lo fossero era elevatissima.

“Avete visto mio fratello?” domandò Ginny, quando i due ragazzi si avvicinarono

“Non ti stava rincorrendo?” ribatté Hermione

“Così mi era parso!!! Poi si è dileguato”

“Forse avrà avuto un affare importante da… ”

“Luna” la interruppe Ginny “Ron non sa nemmeno cosa sia un affare importante!!”

“Forse è scappato” sostenne Hermione divertita

“Già, lo credo anch’io. E proprio un vigliacco” assentì Ginny accigliata

“Uomini!!”

“Forse il problema sono io” lo sguardo di Luna sembrava più perso del solito “Sicuramente ha capito tutto e… ”

Harry si sentì fuori luogo. Sembrava uno di quei discorsi tra donne a cui gli uomini non erano invitati.
Si erano dimenticati della sua presenza!!
Tossì con veemenza, cercando di ricordare alle astanti la sua impercettibile figura. Le ragazze lo fissarono esterrefatte. Non sapeva più che cosa fare. Allora per uscire da quell’imbarazzante silenzio

“Scappare? E da cosa?” domandò incuriosito

Lui, certo, conosceva Ron meglio di loro.
Se l’amico era spaventato da qualcosa lui, Harry, lo avrebbe sicuramente saputo!!

“La domanda giusta è… da chi?”

Se l’amico era spaventato da qualcuno lui, Harry, lo avrebbe sicuramente saputo!!

“Mi dispiace deluderti, Ginny, ma Ron non sta scappando da nessuno. Lui è il mio migliore amico, lo saprei se ci fosse qualche problema!!!”

Harry avrebbe preferito scappare a gambe levate da quella singolare situazione, ma Hermione stringeva ancora la sua mano!!

“Si certo!! Come no?” replicò ironicamente Ginny

“Harry” la voce di Hermione era stranamente ammiccante “Vieni con me?”

Una domanda sciocca, visto che sembravano due gemelli siamesi… praticamente attaccati per le mani.
Il ragazzo annuì. Hermione lo trascinò fino alla porta che dava sul giardino. Stava per aprire la porta, ma la sua mano sembrava essersi fermata a mezz’aria. Forse aveva ricordato le parole di Tonks. Ma Harry era davvero risoluto a vivere la sua vita, senza farla ruotare attorno ai propositi del Mago Oscuro. Ormai era stanco!! Gli aveva già rubato l’infanzia, non gli avrebbe porto la sua adolescenza su un piatto d’argento!!! Era lui l’unico artefice della sua vita.
Aprì la porta. Uscirono.
La leggera e fresca brezza della sera gli sferzò il volto arrossato dal calore della casa, dalla vicinanza della ragazza di cui era innamorato e dalla bizzarra circostanza da cui sembrava essere svicolato per miracolo.

“Tonks ha ragione. Potrebbe essere pericoloso” Hermione ruotava velocemente lo sguardo, in cerca di qualche pericolo celato dietro ogni angolo e cespuglio.

Udirono uno sfregare di foglie. Si voltarono verso il punto da cui sembrava provenire lo stropiccio. Era sicuramente uno gnomo, ma prima che potesse voltarsi Hermione aveva già estratto la bacchetta.

“Metti giù la bacchetta” ordinò risoluto. Si avvicinò alla ragazza e le abbassò la mano “E’ solo uno gnomo” la sua voce era di nuovo dolce e carezzevole “Il giardino dei Weasley ne è praticamente invaso. E poi, dubito che Voldemort possa architettare un assalto nel giardino dei Weasley, con tutto l’ordine al completo. Ti pare?”

Harry voleva tranquillizzarla, Hermione tremava come una foglia!!
La abbracciò, stringendola fortemente al suo corpo.

“Calmati, ti prego” le sussurrò

“Ho paura, Harry”

“Non devi avere paura. Io sono con te. Non permetterò che Vodemort e i suoi scagnozzi possano farti del male”

Hermione si divincolò dal suo abbraccio

“Io non ho paura di Voldemort. Io non ho paura per me. Ho solo paura di non essere sufficientemente forte per proteggerti!!”

“Dovrei essere io a proteggere te!!” replicò Harry divertito “ma ora non mi va di parlare di questo. Cosa dovevi chiedermi?” chiese, mentre con la mano le carezzava il viso.

Hermione lo fissava silenziosa.
Lui accosto le sue labbra a quelle di Hermione, baciandola delicatamente.

“Hey, piccola. Devo cominciare a pregarti?”

“E che mi sembra una sciocchezza!!”

“Per favore. Non possiamo parlare solo di Voldemort, Mangiamorte e divinità malefiche. Mi piacerebbe parlare di sciocchezze, soprattutto con te”

Hermione sorrise. Il cuore di Harry palpitò all’impazzata. Non pensava che la stessa ragazza, che per sei anni era stata la sua migliore amica, ora potesse regalargli tranquillità e contemporaneamente infondergli una tale agitazione.

“Sai… a Luna piace molto Ron”

Forse era meglio parlare di Voldemort, Mangiamorte e divinità malefiche

“Io e Ginny pensiamo che anche Ron non sia indifferente”

“Non chiedermelo” pensò Harry allarmato

“Se tu indagassi… ”

“E pensare che qualche anno prima, Hermione detestava Luna Lovegood e le sue stravaganze”

“…naturalmente senza che lui se ne accorga!! Sai come è fatto Ron”

“Certo che so come è fatto… come tutte le persone normali che non vogliono che gli amici ficchino il naso nelle loro faccende private”

“E magari se potessi spronarlo ad agire. Luna potrebbe cominciare a guardarsi intorno e Ron potrebbe perdere l’occasione della sua vita”

“L’occasione della sua vita… al quanto esagerata!!”

“Hermione, non sono affari nostri”

“Ti prego”

“Non mi sembra molto corretto. E poi è la sua vita privata!!”

“Per favore” la sua voce sembrava quella di una bambina, che chiede le caramelle alla mamma. Gli saltò al collo e cominciò a baciarlo sulla guancia.

“Ti prego…ti prego…ti prego…ti prego…”

Poi le sue labbra scivolarono su quelle del ragazzo. Ogni sillaba era seguito da un bacio. Harry era molto risoluto sulla decisione presa, ma quei baci, l’odore della ragazza, il sapore delle sue labbra e la sua vicinanza; lo rendevano sempre più debole e meno determinato. Poi i baci finirono.
Hermione lo fissò. Le braccia dietro la schiena

“Allora?”

“Non posso” pensò

“Va bene” disse sconfitto

La ragazza gli saltò al collo. Gli diede un bacio fugace

“Grazie, sei fantastico”

“Già”

“Entriamo?”

Harry annuì.
Non appena furono dentro, Hermione corse verso Ginny e Luna, ignorandolo completamente.
Rimase a fissarla dubbioso. Era così cambiata!! Si domandò se quella Hermione tenera come una bambina e graffiante come una gattina, che lo aveva convinto con tanta facilità in giardino, era davvero la sua amica Hermione. La saccente sgobbona che per anni gli aveva dato consigli su…tutto!! La stessa Hermione che aveva litigato con Ron a causa di Malfoy. Era sbigottito.

“E’ questo il potere che usano le donne sugli uomini?” contemplò fra se.

Una mano leggera come quella di un fantasma gli sfiorò la spalla. Harry trasalì. Era Lupin, il professore di Difesa contro le Arti Oscure, con i suoi vestiti grigio topo e il volto stanco e solcato da grosse occhiaie. Il ragazzo stentava a credere che quell’uomo un tempo poteva essere stato giovane e sereno. Ogni anno lo vedeva sempre più abbattuto. Anche se aveva notato una nuova scintilla nei suoi occhi…forse anche lui era innamorato!!

“Soprappensiero?” disse con tono paterno

Quell’uomo maldestro, rappresentava il suo unico legame con un passato che egli stesso ignorava. L’unico legame con i suoi genitori.

“Si… mi scusi professore, ha visto Ron?”

“Si, stava confabulando con Bill”

“Ci sono problemi?” chiese il professore preoccupato

“Non più del solito!! Scusi, vado a cercare Ron”

Si allontanò. Volse lo sguardo sul ridanciano terzetto di amiche e mentre si avvicinava a Ron e Bill

“Donne” farfugliò

In quale guaio si era cacciato!!!

“Che fine hai fatto?” domandò Harry seccato

“Tu che fine hai fatto?”

“Scusa. Hai già salutato Luna? Hermione mi ha detto che ti ha cercato”

“Davvero? Te l’ha detto Hermione? E come ha detto?”

Harry lo guardò inebetito. Forse Ginny e Hermione avevano ragione.

“Forse dovresti andare a salutarla” aggiunse Bill divertito

Si accomiatarono da Bill e si avvicinarono al terzetto. Le orecchie di Ron cambiarono nuovamente colore.

“Ciao, Luna” salutò intimorito

“Ciao, Ronald” rispose raggiante la ragazza

Ginny e Hermione sembravano molto soddisfatte.
Ma prima di poter dire qualsiasi cosa, sulle loro teste planarono almeno una decina di gufi, che lasciarono cadere altrettanti pacchetti. Erano i regali di tutti i suoi amici. Erano passati i tempi in cui il suo unico regalo era un calzino usato o una palla sgonfia. Non era più solo, non lo era più da tanto tempo. Anche Hermione, Ron, Ginny e tutti i membri dell’ordine gli porsero i loro doni.
C’era di tutto: libri d’incantesimi, scherzi dei “Tiri vispi”, ogni tipo di ghiottoneria, e strani oggetti, il cui utilizzo avrebbe scoperto col tempo!! Ma il regalo che più di tutti gli sfiorò il cuore fu quello della nonna di Neville. Era incartato alla meno peggio. Era accompagnato da una lettera, con una grafia piccola e regolare

Mio Piccolo Harry

Oggi è il compleanno del mio Neville. Tu e lui siete nati nello stesso giorno; quindi vorrei farti i miei migliori auguri. Molly mi ha scritto che stai bene e che sei risoluto e deciso. Mi ha confermato che la morte di mio nipote ti ha reso ancora più determinato. Non ti nascondo che ero un po’ preoccupata, sei ancora così giovane. Sono molto orgogliosa di te, così come lo ero del mio povero nipote. Spero che il mio regalo ti piaccia e che possa esserti utile.

Valentiana Paciock

Era commosso. Ripose la lettera in tasca e aprì il pacchetto. All’interno c’era una piccola piantina dalle foglioline rosse a forma di cuore, che emanava un delicato odore di Sandalo e tulipani.

“WOW!! Credo sia una Curata malfuliaris” disse Ginny eccitata

Curata malfugiaris? Cos’è?”

“La sua linfa viene utilizzata nelle pozioni di Curatio Perpetua” aggiunse Hermione

“Curatio Perpetua?” interrogò Ron dubbioso

“Si, Ronald, la pozione che può curare tutti gli stati alterati” aggiunse Luna

“Funziona come un Bezoar?”

“Proprio così, Harry. Solo che è molto più efficace!”

“E’ una pianta rarissima, deve avere penato molto per riuscire a trovarla” concluse Hermione meravigliata.

“Credo mi sarà utilissima. La nonna di Neville vuole proteggerci!! Quando saremo a Hogwarts, cominceremo a prepararla. Ognuno di noi ne avrà un’ampolla che porterà sempre con se”

“Sono necessari molti altri ingredienti e ci vuole molto tempo e un eccellente pozionante”

“Hermione, sei riuscita a preparare una perfetta pozione polisucco ed eri appena al secondo anno, noi tutti siamo sicuri che riuscirai anche questa volta. E poi ti daremo una mano!! Vero, ragazzi?”

“Certo, sarà la migliore Curatio Perpetua che si sia vista negli ultimi mille anni!”

“Grazie, Ron”

Gli amici sigillarono il patto con un abbraccio.
L’avventura era cominciata e Voldemort non li avrebbe trovati impreparati questa volta!!



NdA: Riusciranno i nostri amici a preparare una perfetta Curatio Perpetua? Harry riuscirà a capire cosa prova Ron per Luna e soprattutto riuscirà a dargli dei buoni consigli?

Non conoscendo il nome della nonna di Neville l’ho inventato!!! Però se qualcuno di voi lo sa, mi piacerebbe molto venirne a conoscenza… Grazie, per la pazienza

Nel prossimo chap Harry, Ron ed Hermione faranno l’esame di smaterializzazione. E finalmente ritoremo ad Hogwarts…ritroveremo vecchie e nuovi amici e ci saranno un po’ di lezioni sull’antico Egitto e sulle origini della magia…note importanti per il proseguo della storia e per il gran finale!! E ricordatevi che la storia la scriviamo insieme…per cui:

Malfoy fuori o dentro il gruppo?

Fatemi sapere se volete che Draco Malfoy rientri nel gruppetto…con i suoi modi beffardi e furbeschi (non ho intenzione cmq di farlo diventare buono o amico di Harry, perché perderebbe il suo charme!!) o se debba stare per fatti suoi a risolvere i danni fatti con il Necronomicon nella storia precedente.
Non nego che mi piacerebbe tenerlo dentro, perché trovo il personaggio particolarmente comico e lui e Ron sono due perfette spalle per Harry, ma preferisco deciderla con voi questa cosa.

Alla prossima, Lella80

EFP

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Capitolo 4
*** Liti e risse ***


CAP4

Questa volta credo di essere stata davvero una scheggia rispetto ai mesi precedenti… spero di mantenere questo ritmo, ma non assicuro nulla. Comunque sto già scrivendo il prossimo chap, quindi non dovrete aspettare molto.

Innanzitutto volevo ringraziare, come sempre, tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente: Stranight (grazie, sei troppo buona/o; cmq non credo di scrivere benissimo, commetto ancora troppi errori, ma migliorerò!!!), Lyla (“ingegnosa, interessante e per niente noiosa”… sono davvero confusa per i tuoi complimenti. Mi farebbe piacere che tu leggessi la rivolta dei mezzosangue, ma comunque posso assicurarti che i riferimenti all’altra storia sono terminati. Se decidi di leggerla fammi sapere se ti è piaciuta), pesciolina04 (grazie chiara… grazie di recensire, grazie di corregere le bozze e... grazie di tutto!! Solitamente così convinco il mio ragazzo, ho pensato che poteva andare bene anche per Hermione), Nayachan (questa volta aggiorno prestissimo!! Una Ginny/Draco probabilmente sarà oggetto di votazione, anche se non per il momento. Cmq viste le altre recensioni credo che ci siano buone speranze per un ritorno di fiamma. Se decidi di leggere la rivolta dei mezzosangue fammi sapere che ne dici di come ho gestito la Ginny/Draco), peppe (Sono contenta di essere una bella notizia… il più bel complimento che abbia mai ricevuto, direi!! Un Draco che non ha paura del padre, non ci sono problemi, ma per il resto lo lascio simile all’originale, altrimenti perderebbe il suo fascino e poi non vorrei staccarmi troppo dal carattere originale dei personaggi) Kalindra (grazie per i complimentissimi. Il tuo nick mi piace davvero tantissimo, mi permetti di inserire un personaggio con il tuo nome nella mia ffic?), Diego (grazie per il supporto e soprattutto per l’attenzione con cui hai analizzato il capitolo… queste sono cose che mi servono per migliorare. Visto che sei così attento, se trovi errori e discrepanze nei caratteri dei personaggi, fammelo presente, così mi correggo), herm88 (A me piacciono tantissimo i thriller... e credo che Harry Potter sia al confine tra fantasy e giallo. Quindi...infondo... infondo piacciono anche a te. Sono contentissima che ti piaccia la storia anche se non è il tuo genere, spero continuerà a piacerti e spero che ti piaccia anche "la rivolta dei mezzosangue"), chiara (Esaudita: Malfoy dentro e cattivo- ma non troppo- come nella storia precedente. Per i geroglifici, mi dici una mail a cui posso mandarti delle cose...), Sophie_85 (grazie per il “molto, molto brava” e per aver letto tutta la storia precedente e questa in soli due giorni. So di essere stata “scolastica”, la mia idea era che ciò avrebbe dato più risonanza e importanza alla storia. Anche perché tutto ciò che ho descritto è documentato, per cui nulla vieta di crederci… era questo il mio proposito; ma poiché in molti mi hanno fatto notare di essere stata troppo “cattedratica” evidentemente non ci sono riuscita. E questo è il mio limite!!! Non preoccuparti non rompi!! Si svelerò il perchè della smisurata fiducia di Silente in Piton… naturalmente il mio perché) ed infine Domy (grazie per l'informazione e soprattutto grazie per i complimenti)

GRAZIE… per esserci sempre!!
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!! Buona Lettura, lella80



CAP4
LITI E RISSE

“PERCHE’??” gridò Harry furente

“Smettila di gridare come un pazzo” sfuriò Lily Evans, fissandolo superba “avevamo deciso che terminata la scuola estiva saremmo andati con tuo padre al Cairo e poi… -senza fare capricci da neonato- saremmo andati al centro di Londra a comprare tutto ciò che ti servirà per andare al campus!!!”

“Perché volete liberarvi di me? Che cosa ho fatto di male?” sbottò il ragazzo irritato

“Harry, tesoro. Noi non vogliamo liberarci di te!! Vogliamo il meglio per te e il King’s è il meglio. Ci siamo stati anche io e tuo padre; è lì che ci siamo conosciuti ed è lì che ci siamo innamorati. E’ un posto bellissimo. Troverai nuovi amici, imparerai tante nuove cose e dopo sette anni sarai pronto per Cambridge od Oxford”

Sette annisette anni… “ si lagnò il ragazzo “mamma, potrei anche morirci in quel posto, prima di arrivare a Cambridge od Oxford”

“Harry, non morirai!! E soprattutto andrai al campus!!”

“Perché non posso andare in una scuola normale!!”

“Il King’s è una scuola normale… non ti stiamo mandando in un riformatorio di massima sicurezza per giovani delinquenti irrecuperabili!!”

“Già… il San Bruto”

“Il San Bruto? Cos’è il San Bruto?” domandò la mamma incuriosita

Cos’era il San Bruto?

“Non lo so… “ bofonchiò Harry

“Sono stanca di discutere Harry Potter, fra poco arriverà tuo padre e ho ancora molte cose da fare!! Ed è quasi ora di cena”

“Non ho fame!”

“Bene… fra un’ora la cena sarà pronta, se ti andrà di mangiare il tuo piatto sarà in tavola”

La donna si apprestò con passo rapido verso la porta e la chiuse fragorosamente dietro di se.

La mamma era davvero arrabbiata questa volta!!

Harry, rimasto solo, si sedette alla sua scrivania. Era stracolma di mappe e cartine dell’antico Egitto. Era stato davvero un viaggio fantastico!! L’Egitto era fantastico!! Con le sue piramidi, le sfingi, il Nilo, i geroglifici e i suoi tanti misteri.
Afferrò un libro che giaceva coperto da numerose cartoline di tutte le tonalità dell’arancio, del marrone e del verde…una vera apoteosi di colori e bellezza!!

“Iside e le origini della magia” enunciò ad alta voce il titolo del testo

Era da sempre affascinato da quelle strane cose!! I suoi genitori non cercavano di distoglierlo in alcun modo da quelle fantasie, ma lui stesso le scacciava dalla sua mente con forza. Sapeva che erano solo sciocchezze, ma ne era abbagliato e nello stesso tempo impaurito.
Fissò la copertina del libro con avidità. Quella copertina che ostentava tutte le tonalità del deserto: dal marrone all’ambra. E poi… quegli strani simboli che non capiva. Ogni cellula del suo corpo sembrava attratta dal desiderio di aprire il libro per apprendere i misteri e le origini delle arti magiche. Ma ciò che più di ogni altra cosa sembrò attrarre la sua attenzione era l’immagine di un serpente che sgusciava vicino ad un sasso!!



Cosa significava quel simbolo nell’antica arte egizia della scrittura?

Potrebbero utilizzarlo quelli di Serpeverde come nuovo blasone!” pensò divertito

Ma chi erano i Serpeverde?

Da qualche tempo si ritrovava spesso a pensare a fatti e persone che non conosceva… forse era pazzo!! Ma la sua mamma diceva che era normale per gli adolescenti perdersi nelle proprie fantasie, che quella era una caratteristica delle persone intelligenti. Allora lui era davvero un genio…
Decise di soprassedere per l’ennesima volta su quelle stravaganze!!
Aprì il libro febbricitante per l’emozione. Il tizio che lo aveva venduto a suo padre aveva detto che era un edizione rarissima… certo gli aveva mostrato una serie di patacche, ma James Potter aveva fatto una cernita e aveva scelto quelli che a suo avviso erano pezzi da collezione!! E suo padre era un famosissimo archeologo, famoso come Indiana Jones.
Il suo papà aveva scelto due pezzi, uno l’aveva tenuto per sé e l’altro, il libro, l’aveva donato ad Harry e se lo diceva suo padre allora quel testo doveva essere molto prezioso.
Sfogliò le prime pagine.

Iside o Isis o Isi (in lingua egiziana Aset), originaria del Delta, dea della maternità e della fertilità ” cominciò a leggere ad alta voce “Sorella e sposa di Osiride. Secondo il mito con l'aiuto della sorella Nefti assemblò le parti del corpo di Osiride, riportandolo alla vita. Per questo era considerata una divinità associata alla magia ed all'oltretomba

Un'unica divinità associata alla magia e all’oltretomba!!

"Sono stati ritrovati, nel corso dei secoli, numerosi papiri magici racchiudenti formule ritenute capaci di prolungare la vita, fornire aiuto in questioni amorose e combattere i mali. È attestata anche la credenza nella cerimonia magica dell'apertura della bocca, per mezzo della quale si riteneva possibile conferire un'anima a statuette, utilizzate come controfigure magiche dei defunti

Nuovamente l’associazione tra magia e aldilà… forse non era una casualità!!

Il picchiettare alla porta lo ridestò dal suo torpore.

“Ciao, figliolo” James Potter, richiuse la porta dietro di se e si accostò alla scrivania dove sedeva il figlio “vedo che hai cominciato a leggerlo. Come ti sembra?”

Harry scostò leggermente la sedia per osservare meglio suo padre

“Interessante, ma forse troppo complicato per un ragazzino di undici anni!”

“Forse!!  Sempre che quel ragazzino non sia un piccolo genio, come il mio Harry” replicò il padre scompigliandogli i capelli

“PAPA’!!” grugnì Harry irritato “non sono più un bambino!! Quando la smetterete di trattarmi come se avessi tre anni!!”

Il padre si sedette sul letto del ragazzo, osservandolo mentre cercava di sistemarsi la chioma ribelle.
“Forse se tu non facessi i capricci come un bambino di tre anni, io e la mamma potremmo cominciare a trattarti da adulto”

“Non preoccuparti, se siete così desiderosi di mandarmi via, allora andrò in quello stupido campus!!”

“Harry, non ti costringeremo ad andarci se non ti va”

“Avete cambiato tattica… scommetto che tu fai la parte del poliziotto buono, visto che la mamma è di tutt’altra opinione”

“La mamma era arrabbiata” replicò pazientemente l’uomo

Harry chiuse lentamente il libro, fissando il padre dubbioso.

“Io e la mamma non vogliamo costringerti a fare qualcosa che non vuoi” cominciò con voce ferma e pacata “Il King’s è un’ottima scuola secondaria e sono sicuro che ti piacerà molto. Ha degli ottimi professori, il preside è stato il mio insegnante di Storia. Un uomo colto, che mi ha insegnato ad amare il nostro passato.  Sono diventato archeologo grazie a lui… e ora siamo buoni amici!!”

“Se siete tanto amici perché non è mai venuto a trovarci” esclamò sarcastico

“Perché il professor Albus Silente è un uomo molto impegnato”

Silente… Silente… Silente… dove aveva sentito quel nome?

“Albus Silente? Ho già sentito questo nome”

“E’ un uomo molto famoso. Lo avrai visto in televisione”

“Che bello… al King’s c’è anche una celebrità!!” ironizzò il ragazzo, dondolandosi sulla sedia “Hai già smesso di elencare le meraviglie del campus?”

“Hanno anche un’ottima squadra di calcio. Al terzo anno, quando ero capitano, vincemmo la coppa interscolastica. Io e Sirius, festeggiammo tutta la notte, mentre Remus tentava di tenerci calmi. Quell’anno conobbi tua madre. Era bellissima… ”

“Lo zio Sirius e lo zio Remus sono stati al King’s?” sottolineò Harry stupefatto

“Certo… siamo stati a scuola insieme… non ricordi?”

Forse, il King’ non sarebbe stato tanto male?” pensò Harry; ma non voleva darla vinta tanto facilmente al padre “E se a me non piacesse stare in questa meravigliosa scuola?”

“Allora verrò a prenderti di corsa”

“Promesso?”

“Promesso!! Ora però scendiamo; la cena si sarà freddata e la mamma sarà in pena per il nostro stomaco”

Harry rimase per un attimo a fissare il viso gioioso del padre.

*

Quando i raggi del sole mattutino accarezzarono il suo volto, Harry indugiò per alcuni secondi. Restò con gli occhi chiusi cercando di catturare gli ultimi istanti di quel sogno!! Il volto di suo padre, l’odore della mamma. Erano sensazioni nuove per lui. C’erano delle assonanze tra quei sogni e la sua realtà. C’erano Silente, Lupin, Sirius… e forse c’era anche Hogwarts… forse il King’s rappresentava la scuola di magia!! Era come se il suo mondo fosse, magicamente, traslato in una realtà babbana. Quanto forte era il suo desiderio di ritornare a dormire.

“Harry sei sveglio?” bisbigliò Ron

Harry sentì il frusciare delle lenzuola. Probabilmente l’amico stava rigirandosi nel letto o forse si era alzato.

“Harry sei sveglio?”

Certo che se continuava a chiamarlo, seppur addormentato, si sarebbe comunque svegliato…
“Si… è già ora di alzarsi?” domandò rigirandosi nel letto e volgendo lo sguardo verso l’amico.

Ron sedeva al centro del letto con le gambe incrociate e il libro di Svanitus appoggiato sulle ginocchia
“No… è molto presto!! E’ che non ho dormito per niente stanotte. Tu, invece, hai dormito beatamente” provocò invidioso

“Non sarai rimasto per tutta la notte con quel libro in mano?”

“Come fai ad essere così tranquillo? Tra qualche ora abbiamo l’esame di smaterializzazione o l’hai dimenticato? E se non lo superassimo?”

Harry si coprì il volto con le lenzuola
“Ron… torna a dormire!! Superermo brillantemente anche questa prova… e se anche non ci riuscissimo proveremmo ancora!!”

“Io devo riuscire”


Quando si risvegliò, riaprendo gli occhi scorse Ron nella medesima posizione in cui l’aveva trovato, sembrava imbalsamato!!
“Ron” brontolò alzandosi e tastando sul comodino in cerca degli occhiali “sei rimasto sveglio tutta la notte a leggere quel libro?”

L’amico annuì debolmente. Il suo volto mostrava tutte le caratteristiche di una notte in bianco. Espressione assente, marcate occhiaie e aria sbattuta.

“Sei impazzito!!” asserì, mettendosi seduto

“Non riuscivo a dormire; allora ho pensato che la cosa migliore fosse ripassare!”

Harry lo fissò confuso. Senza proferir parola si levò dal letto, avvicinandosi flemmaticamente all’amico; strappò il libro di Svanitus dalle sue grinfie e lo poggiò sulla scrivania.
“Alzati” lo spronò paziente “Andiamo a fare colazione. Fra poco tuo padre ci porterà in città per sostenere l’esame di Smaterializzazione”

Ron si levò pigramente dal letto e lo seguì senza fare storie.

Lui ed Hermione fecero un’abbondante colazione, mentre Ron non riuscì a toccare cibo.

“Ron, non puoi stare così… male per uno stupido esame, potrai sempre rifarlo!!” bofonchiò Ginny

“Tu non puoi capire” si lagnò il fratello

“Io capisco benissimo invece” reiterò la sorella “tu e questa stupida paura che hai di essere giudicato!! Forse alla tua età dovresti superarla”

“Io non ho paura di essere giudicato”

“Se non superi l’esame di smaterializzazione Fred e Gorge ti prenderanno in giro per tutta la vita. E’ questo il problema, non è così?”

“Ginny smettila di tormentare tuo fratello” pungolò la signora Weasley indaffarata “E voi sbrigatevi che fra poco arriveranno quelli del ministero per scortarvi”

“Quelli del ministero?” esclamò Harry sbigottito

“Certo, è molto pericoloso aggirarsi per Londra senza scorta!!” rispose imbarazzata la signora Weasley

“E’ molto pericoloso… per me” replicò Harry ironico

“E’ molto pericoloso… per tutti” asserì la signora Weasley duramente “E poi, credo che con tutti i pasticci commessi dal ministero, sia il minimo che vi scortino fino a Londra!!”

“Ci saranno degli Auror?” domandò Hermione curiosa

“Si, Hermione. Ci saranno Kingsley Shacklebolt e Dedalus Lux”

Harry ricordava benissimo entrambi. L’uno alto e calvo con una voce calda e profonda, l’altro basso, con i capelli d’argento e la voce affannosa.

“E’ arrivata” annunciò entrando il signor Weasley “presto sbrighiamoci!!”

I ragazzi uscirono affrettatamente.
L’auto era parcheggiata proprio nel giardino di casa Weasley, davanti al cartello “La Tana”. Era una vecchia vettura fuori moda, di colore amaranto, alla cui guida c’era un uomo grassoccio con una divisa rosso rubino. In piedi accanto alla portiera aperta, attendeva un mago con lunghi capelli argentati e una bombetta color viola tra le mani. Harry lo riconobbe come Dedalus Lux.

“Svelti ragazzi” enfatizzò con voce ansante il mago

“Buongiorno, Dedalus” esclamò il signor Weasley, mentre entrava in auto.

I ragazzi lo seguirono diligentemente.

“Fate del vostro meglio ragazzi e state molto attenti” raccomandò la signora Weasley, mentre la macchina si metteva in moto, Il giovane Grifondoro, scorse dal finestrino aperto la donna che si guardava sospettosa tutt’intorno. Poi la macchina sfrecciò lungo il selciato verso nord.

Ron e Harry non spiccicarono parola per tutto il viaggio, mentre Hermione discorreva tranquilla con i due Auror e con il signor Weasley. Harry pensò che Hermione, la sua Hermione, era davvero una ragazza speciale. Ma nello stesso tempo considerò che… era davvero irritantemolto irritante quella sua tranquillità.
Certo che seppur lui non avesse superato l’esame non sarebbe successo nulla di particolarmente grave, ma la verità era che doveva superare quell’esame di smaterializzazione!! E non perché era un’ottima magia per sfuggire Voldemort, ne tanto meno perché i gemelli o Malfoy lo avrebbero preso in giro, ma semplicemente perché Hermione lo avrebbe sicuramente superato!!! Che figura ci avrebbe fatto se la sua ragazza avesse superato l’esame e lui fosse stato bocciato!! Per lei sicuramente non ci sarebbero stati problemi, ma lui non riusciva nemmeno ad immaginare una tale probabilità.
Il luogo dell’esame era praticamente a pochi passi dal Ministero della Magia. Proprio di fianco alla cabina del telefono rossa e al lato di un muro tutto ricoperto di graffiti. Sembrava uno sgabuzzino, ma come tutto in quel mondo, nulla era ciò che appariva.

“Noi vi aspettiamo qui” disse laconico il mago di colore.

Harry notò che il viso di Kingsley Shacklebolt era scavato e stanco. Doveva essere davvero dura essere un Auror in un periodo difficile come quello in cui stavano vivendo.
Il signor Weasley entrò all’interno dello stambugio con disinvoltura, a ruota lo seguirono Ron, Hermione e Harry. Attraversarono un lungo e angusto corridoio ed infine si ritrovarono in un ampio salone. Il padre di Ron dopo aver mostrato loro la strada si accomiatò con discrezione. Il salone in cui si trovavano doveva essere una sala d’aspetto.

“Ciao, ragazzi” proruppe una voce nota

“Ciao, Dean” replicò Hermione cordialmente

“Ciao, Seamus” aggiunse Harry notando l’avvicinarsi del suo compagno di stanza.

“Belle vacanze?” chiese Seamus rompendo il silenzio

“Si… grazie” rispose conciso

“Come mai tanto silenzioso, Ron” domandò incuriosito Seamus

“Sono molto concentrato!!”

“Ron, non preoccuparti” cominciò Hermione materna ”ci siamo esercitati per due settimane. Tonks e Bill ci hanno mostrato come fare e non abbiamo avuto alcun problema… quindi… non capisco il tuo nervosismo”

“Io-non-sono-nervoso Hermione”

“Michel Bertrond, Marcel Bishop, Beatrix Bristol e Lavanda Brown” elencò con voce atona un uomo dai capelli rossi e posticci e dalla pelle quasi trasparente, prima di scomparire rapidamente dietro una porta ricoperta di graffiti.

“Chiamano quattro persone alla volta” spiegò Dean Thomas “In ordine alfabetico… io e Seamus abbiamo chiesto a Hanna Abbot e Susan Bones in cosa consisteva l’esame ed entrambe hanno confermato che è piuttosto semplice. Ti fanno stare all’interno di un cerchio e bisogna smaterializzarsi in un altro cerchio, a pochi metri di distanza”

“Il problema è che non bisogna dimenticarsi alcun pezzo dall’altro lato!!” aggiunse divertito Seamus

I ragazzi cominciarono a discorrere di quidditch per smorzare la tensione. L’argomento trattato risollevò il morale di Ron che cominciò a discorrere e a chiacchierare con estrema leggerezza, anche Harry si sentì più sereno. Hermione, invece, sembrava poco attenta ai loro discorsi, e dopo un po’ si allontanò dirigendosi verso un gruppetto di ragazze, in cui Harry scorse anche Calì e Padma Patil.

“Justin Finch-Fletchley, Seamus Finnigan, Herbert Frigestorn e Mary-Jane Frog“ elenco nuovamente il mago diafano.

“Devo andare” comunicò sbrigativo Seamus

“In bocca al lupo” lo incitò Ron titubante

I tre ragazzi attesero silenziosi e trepidanti il ritorno dell’amico.
Proprio in quel momento Harry notò da lontano il volto pallido e sorridente di Draco Malfoy, circondato dai suoi tirapiedi, Tyger e Goyle. Al braccio del giovane Malfoy era aggrappata Pansy Parkinson, che rideva ad ogni sua battuta!! Certo che era davvero stupida!! Come poteva Ginny struggersi per un “tipo” che sapeva circondarsi solo di persone stupide, senza una personalità e soprattutto senza cervello. Gli ritornò alla mente il volto stanco e disperato della piccola Weasley, i suoi occhi arrossati e la sua continua malinconia. Un moto di rabbia gli salì alla testa. Istintivamente volse lo sguardo verso Ron. Anche l’amico aveva gli occhi fissi su Malfoy e dal colore delle orecchie, Harry immaginò che ciò che passava nella sua mente non doveva essere molto dissimile da ciò che stava pensando lui. Malfoy dovette notare i loro sguardi di sfida e di disgusto, perché dopo alcuni minuti si avvicinò al gruppetto, seguito dai suoi attendenti e dalla Parkinson.

“Cosa c’è Lenticchia, siccome la mezzosangue ti ha rubato il fidanzato, ora vuoi provarci con me? Mi dispiace, ma purtroppo io ho altri gusti… “ mormorò con voce strascicata il giovane Malfoy, suscitando le risa di scherno degli altri Serpeverde.

Ron stava per lanciarsi addosso a Draco Malfoy, ma Harry lo trattenne per un braccio

“Non farlo, Ron. Non ne vale la pena!!!” disse serafico

“Gia” assentì Dean

“Hey, sfregiato. Hai qualche problema?” sbiascicò Malfoy ironico

“Nessun problema, Malfoy” replicò Harry cercando di mantenere la calma “Perché non ci lasci in pace e torni a proferire sciocchezze alla tua fidanzata?”

Pansy Parkinson ridacchiò.

“Vedo che sei a corto d’improperi, Potter. Ti ricordavo molto più acuto“

“Vattene, Malfoy” inveì Harry

“Stiamo solo cercando di evitarti con finezza, idiota” mugugnò Ron indispettito

“Finezza!! I Weasley non conoscono la finezza… voi siete dei pezzenti

“Mia sorella ti ha molto sopravvalutato. Tu sei solo uno sporco Mangiamorte” replicò Ron disgustato

“Tua sorella è l’unica della famiglia ad avere buon gusto”

“Sta lontano da lei, Malfoy!!!”

“Io non prendo ordini da te, Weasley” si divincolò dalla stretta di Pansy Parkinson e si avvicinò ai due Grifondoro “E poi… “ sussurrò appena “…è tua sorella che mi segue come un cagnolino!! Ma d’altronde cosa ci si poteva aspettare da una famiglia di cani traditori!!”

“Sei morto Malfoy!!” intimò Ron, infilando la mano destra nelle tasche

IMPEDIMENTA!!” gridò Malfoy, prima che Ron riuscisse ad estrarre la bacchetta

“PROTEGO” replicò prontamente Ron

“EXPELLIARMUS” urlò Harry facendo sobbalzare la bacchetta del Serpeverde

“PIETRIFICUS TOTALIS” ululò Ron, ma l’incantesimo mancò Malfoy colpendo il mago diafano incaricato della convocazione all’esame pratico di smaterializzazione.

Erano nei guai…in grossi guai!!
Hermione accorse verso il gruppetto che si era formato intorno al mago pietrificato.

“Siete impazziti!!” esclamò inquieta avvicinandosi agli amici

“Ora siete davvero nei guai” cominciò Pansy Parkinson, mentre porgeva la bacchetta a Malfoy “Questa volta non la passerete liscia. Qui non c’è Silente a salvarvi”

“Tu sta zitta”reclamò Hermione “Qui non c’è nemmeno Piton, quindi anche Malfoy è in grossi guai”

Proprio in quel momento entrò nel salone un giovane mago dai lunghi capelli biondi. Indossava un elegantissimo abito verde smeraldo trapuntato di stelle arancioni. Harry riconobbe subito lo sguardo penetrante di Marius Svanitus

“Cosa succede qui?” irruppe con voce flautata

“Signore” si apprestò a spiegare Pansy Parkinson “Harry Potter e Ronald Weasley hanno cercato di colpire alle spalle Draco Malfoy e invece hanno… “

“Parkinson” la interruppe Hermione furente “Sai benissimo che le cose non sono andate così”

“Tu non eri nemmeno presente, Granger. Come fai a sapere come sono andate le cose?!?”

“Harry e Ron non avrebbero mai colpito Malfoy alle spalle… è stato lui a cominciare”

“Stai cercando di difendere il tuo amico e il tuo fidanzato… ma sei patetica”

Hermione la guardò disgustata “Tu sei patetica Parkinson… stai cercando di elemosinare… “

“Ora Basta” vociò Svanitus irritato “Non sono affatto interessato a queste sciocchezze!!” Colpì il mago con la punta della sua bacchetta, spezzando l’incantesimo di Ron “I signori Potter, Weasley e Malfoy sono pregati di allontanarsi da questa sede, visto che preferiscono battibeccare fra loro, piuttosto che sostenere l’esame di smaterializzazione”

“Ma signore… “ contestò Ron disperato

“Mi dispiace, ma non sono ammesse repliche!!” asserì Svanitus, mentre aiutava il mago diafano a rialzarsi “proseguiamo pure”

Rientrò senza aggiungere altro. 

“Matilde Gallician, Robert Gambran Raphael Ganaliricus e Hermione Granger” elencò il mago serafico, come se nulla fosse accaduto.

Hermione rimase impietrita accanto a Ron

“Ti hanno chiamata” disse Harry freddamente, rivolgendosi a Hermione

“Ma… Harry… “ balbettò timidamente

“Vai” ordinò perentorio il ragazzo

Hermione seguì gli altri esaminati con aria mesta. Harry contemplò sconsolato i volti lividi di Ron e Malfoy.

*

Dopo l’incidente, il tempo era trascorso lento e inesorabile. Harry e Ron avevano deciso di non parlare con nessuno delle cause che avevano indotto la lite.  Ed a nulla erano valse le insistenze dei signori Weasley e di Ginny. Hermione da canto suo aveva deciso di non fare domande. Alla fine la cocciutaggine dei ragazzi aveva avuto la meglio e tutti avevano preso la cosa come un fatto dovuto.
Al termine di quella settimana infinita erano tutti pronti, valigie in spalla per la partenza!! Il viaggio fino a King’s Cross fu silenzioso e tranquillo. Il Ministero aveva concesso loro nuovamente l’ausilio dell’utilizzo delle macchine ministeriali e una scorta di Auror. Questa volta c’erano Tonks, che mostrava una divertentissima pettinatura giallo canarino e Malocchio Moody, con il suo occhio sinistro che roteava all’impazzata!!

Era davvero impressionate!!

Arrivarono alla stazione in netto anticipo; gli autisti del Ministero trovarono dei carrelli, scaricarono i bauli, salutarono il signor Weasley e gli Auror sfiorandosi il cappello e ripartirono.
Gli Auror scortarono i ragazzi fin dentro la stazione. Il gruppetto si avvicinò alla barriera che separava i binari nove e dieci con aria attenta. Poi in gruppi di due attraversarono la transenna, ritrovandosi sul binario nove e tre quarti, davanti all’espresso per Hogwarts. Harry fissò la sua attenzione sul treno a vapore scarlatto, che sbuffava fumo su un binario affollato di streghe e maghi che salutavano i loro figli.
I due Auror aprirono la strada verso la coda del treno, oltre una serie di scompartimenti affollati. Si fermarono innanzi alla prima carrozza vuota. I ragazzi caricarono i bauli, sistemarono Edvige, Leotordo e Grattastinchi sulla reticella, Harry appoggiò la Mimbus Mimbletonia e la Curata malfuliaris su un sedile vuoto. Malocchio Moody e Tonks rimasero sul treno e cominciarono a ispezionare gli scompartimenti, mentre i ragazzi tornarono sulla banchina per salutare i signori Weasley.
La madre di Ron salutò tutti con un bacio e cominciò a fare mille raccomandazioni a Ginny e Ron che la fissavano imbarazzati.

“Bene, Molly” la interruppe il signor Weasley frettoloso “E ora di andare, il treno partirà tra pochi minuti, lascia che si preparino per la partenza”

La donna annuì a malincuore

“Ora andate” li spronò con occhi umidi

Harry sapeva che la signora Weasley era molto preoccupata. La donna era consapevole che i suoi figli erano dei bersagli, in quanto amici di Harry Potter e sostenitori di Albus Silente, ma sapeva che Hogwarts era il posto più sicuro per la loro incolumità.
Hermione e Ginny salirono sul treno, mentre i signori Weasley si allontanavano lentamente.
Harry aveva notato che la giovane Weasley aveva cambiato espressione appena arrivata alla stazione. Inoltre guardava continuamente tutt’intorno in cerca di qualcosa… probabilmente di qualcuno… sicuramente di Draco Malfoy. Senza Dubbio le ragazze si erano allontanate per parlare di quelle “cose di donne”, che lui aveva scoperto preferiva ignorare!! Anche Ron guardava furtivamente intorno… poi, improvvisamente, afferrò il braccio di Harry e lo trascinò dietro un muretto in un angolo isolato della banchina, in cui era possibile vedere il treno in tutta la sua lunghezza.

“Cosa stiamo facendo?” chiese Harry concitato

“Ci stiamo nascondendo!!”

“Da chi?” domandò Harry apprensivo

“Da lei” replicò Ron, indicando una ragazza dai lunghi capelli biondi

“Ci stiamo nascondendo da… Luna?” esclamò Harry atterrito, dopo aver riconosciuto l’amica “E posso chiederti… Perché?”

“Sai… ehm… per quella storia dell’esame di smaterializzazione… ehm… che non abbiamo superato!! Non vorrei pensasse male di me!!”

“Ron” cominciò Harry sarcastico “E il tuo astutissimo piano sarebbe di nasconderti da lei per tutto l’anno scolastico? E poi per inciso noi non siamo stati bocciati, non abbiamo sostenuto l’esame!!”

“Harry, mi spaventi” replicò Ron sardonico “somigli sempre più a Hermione ogni giorno che passa!”

Harry era sbigottito!!

Si sentì un fischio acuto.

“Ron, il treno sta per partire!!” rammentò Harry frettoloso

“Aspettiamo che salga”

Poi… l’attenzione di Harry fu attratta da una figura velata dal buio.

“Guarda lì” disse rivolto a Ron

“Lì, dove?”

“Dietro quel paletto!!”

“Malfoy?” proruppe Ron amareggiato “Cosa ci fa Malfoy, nascosto dietro quel paletto?”

“Non lo so, ma voglio scoprirlo!!”

“Harry, Luna è salita e il treno sta partendo. Stanno già passando i controllori per chiudere le porte. Non possiamo perdere tempo!!”

“Mancano ancora molte porte” Harry si allontanò avvicinandosi furtivamente a Malfoy. Ron lo seguiva a distanza ravvicinata. Ma a pochi passi dal giovane Serpeverde, Ron inciampò in una bottiglia vuota, si scapicollò su Harry e i due caddero rovinosamente su Malfoy, il quale rimase schiacciato e intontito sotto il loro peso.
Il treno partì.
I tre ragazzi si rialzarono frettolosamente e inseguirono il treno in corsa, ma era troppo tardi!!
La stazione era ormai deserta, sulla banchina non era rimasto più nessuno. Solitari contemplavano lo sbuffo del treno che sembrava beffeggiarli, mentre si allontanava sempre di più.

“E’ sempre colpa tua, Malfoy” brontolò Ron

“Voi mi avete impedito di salire sul treno; mi sembra di ricordare” replicò il Serpeverde infastidito

“Se non ti fossi nascosto come un ladro, noi non avremmo dovuto preoccuparci di cosa tu stessi combinando!!”

Draco Malfoy fissò Ron con aria sbalordita.

“Weasley, credo di averti da sempre sopravvalutato… tu sei il re della stupidità!”

“Tu… “

“Ora Basta!!” sbraitò Harry “Invece di perdere tempo con queste sciocchezze perché non troviamo un modo per arrivare a Hogwarts”

“Pensavo che il superbo Potter avesse già qualche splendida idea da suggerire. Oppure senza Granger non sei capace”

“Dobbiamo tornare alla Tana” replicò Ron, ignorando volutamente Malfoy “E farci portare a Hogwarts da mio padre”

“Mi sembra l’unica soluzione possibile” approvò Harry affranto

“Potremmo sempre materializzarci a Hogwarts”

“A parte il fatto che non è possibile materializzarsi a Hogwarts. Ti ricordo che noi non abbiamo superato l’esame di smaterializzazione” fece presente Ron irritato

“Non dicevo di materializzarci a Hogwarts, ma a Hogsmeade. E poi raggiungere la scuola a piedi” spiegò semplicemente il Serpeverde “E… per inciso noi non siamo stati bocciati, non abbiamo sostenuto l’esame!!”

“Già, per colpa tua!!”

“Voi mi avete punzecchiato e poi mi avete attaccato… “

“Tu hai offeso mia sorella e la mia famiglia!!”

“Io non ho offeso Ginny, io non… ehm… “ tossicchiò imbarazzato “Cosa avete deciso di fare?” domandò, cambiando palesemente discorso

“Noi torniamo alla Tana, Malfoy” asserì Harry con freddezza

“Cosa c’è… hai paura? Potter

“Io non ho paura di niente!!”

“Allora dimostrami il contrario”

“Harry, non dobbiamo prestargli attenzione” sbuffò Ron “pensa se non riuscissimo, sicuramente lui ne approfitterebbe per ucciderci”

“Allora? Potter” lo incitò Malfoy beffardo

Non poteva tirarsi indietro!!



NdA: Cosa decideranno di fare Harry e Ron?

Quasi all’unanimità direi Malfoy dentro… sono davvero contenta di questa vostra scelta, in quanto agevola fortemente il mio lavoro. Draco Malfoy è un bellissimo personaggio che secondo me JK non sfrutta abbastanza… ma la maestra è lei!!

In questo capitolo ci sono tre indizi fondamentali per capire che piega prenderà la storia, perché non provate ad indovinare quali sono? (aiutino: il libro non c'entra nulla!! Altrimenti sarei ripetitiva...)
E.... qualcuno di voi ha capito qual è l’altro oggetto nelle mani di James Potter?

Non sarà facile trovare i tre indizi, mentre sarà semplicissimo indovinare l’oggetto!!
Chiunque risponda ai quesiti, mi faccia sapere, anche, cosa vorrebbe che accadesse nella storia. Alla fine di questa ffic (credo saranno circa 20chap) chi avrà indovinato riceverà come regalo ciò che ha chiesto!!

NB: Il simbolo del serpente e del sasso è uno degli epiteti di Osiride, si legge DJET e il suo significato è: ETERNITA’

Ci si vede fra una decina di giorni,
Un abbraccio, Lella80

EFP

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Capitolo 5
*** Fiducia ***


CAP18

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente: Diego (Questi sono ancora capitoli introduttivi, e per me è un po’ difficile gestirli. Non avevo assolutamente pensato ad un Horcux, però splendida idea! Posso usarla? Magari la Rowling ha tratto l’idea da una leggenda simile, c’è ne un’infinità in giro di queste storie. Comunque concordo con te appieno per la scena che introduce Malfoy era un po’ forzata. Avevo un po’ di difficoltà ad introdurre il personaggio. E non volevo che risultasse scontato. Grazie per le annotazioni, sono veramente utilissime!!), marco (I sogni avranno un ruolo fondamentale in questa storia, spero col cuore che continuino a piacerti. Alcuni sogni saranno molto particolari…. Gli esami li sosterranno a metà corso… che ne dici della reazione di Hermione? E’ abbastanza in linea con il personaggio originale?), Domy (grazie per l’annotazione… hai ragione è strano!! Solo che mi era sfuggito. Quindi ora Malfoy ha un nuovo segreto. Come mai non è stato punito da Voldemort?), sophie_85 (Grazie tante per il “quanto sei brava”… mi farebbe piacere che provassi con gli indizi!! Basta solo un po’ di attenzione, sono sicura che non sei una frana), Kalindra (Grazie tantissime… userò il tuo nick per un personaggio che ti piacerà sicuramente. Non pensavo che Harry fosse rintronato, mi spieghi meglio perché, altrimenti non posso capire in cosa sbaglio) ed infine pesciolina04 (grazie tante, chiara… senza di te questo chap sarebbe stato un disastro)

Grazie tantissime a tutti per il supporto, l’incoraggiamento e soprattutto per le annotazioni che fate, senza le quali questa storia avrebbe un sacco di incongruenze. Ricordate sempre che la storia la scriviamo insieme!!
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!! Buona Lettura, lella80



CAP5
FIDUCIA


Harry rimase silenzioso fissando un punto imprecisato all’orizzonte. Il treno era ormai scomparso dalla loro vista.
Sapeva che, forse per la prima volta nella sua vita, Ron aveva preso la decisione più razionale: ritornare alla Tana e farsi accompagnare dal signor Weasley a Hogwarts. Erano tempi troppo pericolosi per lasciarsi trascinare dagli istinti e da stupidi battibecchi tra ragazzi.
Lo sapeva; ne era pienamente cosciente!!! Nella sua mente rimbombava la vocina di Hermione che lo spronava a fare la cosa giusta:

Harry, non puoi farti manovrare da Malfoy come una pedina di scacchi magici!! Ora sei sufficientemente grande da non lasciarti coinvolgere in stupide liti tra ragazzini

Avrebbe voluto con tutto se stesso seguire Ron, ma… non poteva assolutamente rifiutare la sfida che gli aveva lanciato il Srepeverde. Era qualcosa che andava contro ogni logica, ma non poteva permettere a quell’imbecille di sbeffeggiarlo davanti all’intera scuola.
Era molto più di una stupida lite tra ragazzini… era una questione di principio!!
Era in gioco la sua reputazione!!

“Harry, dobbiamo andare!!” lo incitò Ron

“Ron” cominciò Harry, avvicinandosi all’amico “non possiamo tirarci indietro” la sua voce era appena un sussurro
“Sono d’accordo con te, ma… non so perché non mi sembra una buona idea. Ho come l’impressione che ci stiamo ficcando in un grosso guaio. E se fosse una trappola?”

Il giovane Grifondoro fissava l’amico pensieroso.
“Io non mi fido di quello lì!! Lui è un servo di Vo-Voldemort” aggiunse rabbrividendo. Nonostante, ormai, riuscisse a pronunciarne il nome; il corpo di Ron reagiva sempre con acuti spasmi al suono delle lettere legate al Mago Oscuro.

Una trappola?!?

Un servo di Voldemort?!?

La sua mente, in nessun momento era stata lambita da tali pensieri. Eppure, lui sapeva che Ron era nel giusto. Draco Malfoy era un Mangiamorte. Egli stesso aveva visto il marchio nero impresso sul suo braccio. Lui era un servo di Voldemort!!
Effettivamente era stato molto strano il comportamento di Malfoy.

Perché si stava nascondendo?

A chi stava sfuggendo?

Harry cercò di riportare alla mente il volto del Serpeverde, nel momento in cui lo aveva scorto dietro quel maledetto paletto. Non rammentò quel viso sfiorato da spavento o terrore, dunque probabilmente non cercava di sfuggire a qualcuno… forse…

“Potresti avere ragione, ma…” disse, dando voce ai suoi pensieri

“Ma, cosa? Non dobbiamo lasciarci ingannare” rinnovò Ron
… forse…

Stava spiando qualcuno!!

Ma… chi?

E… Perché?

“Lui andrà comunque… che figura ci faremmo noi due?” obiettò Harry “E poi per ritornare alla tana, dovremmo usare mezzi di trasporto babbani… pensavo che ti fosse bastata l’esperienza dell’altra volta”

Aveva trovato le giuste motivazioni da esporre all’amico. Ron, sembrava molto pensieroso. Il suo volto era la chiara espressione di ciò che si agitava nel suo animo. Una lotta intestina tra ragione e sentimento…
Ed Harry sapeva benissimo che quella era una lotta che la ragione non avrebbe mai potuto vincere quando c’era in ballo Draco Malfoy!! Era la solita storia: Grifondoro contro Serpeverde. Bastava solo una piccola spinta da parte del rivale… ed era fatta!!

“Hey, femminucce!! Avete deciso?” interruppe Malfoy spazientito

Era sicuro che Malfoy non lo avrebbe deluso…
“Mangiamorte” soffiò Ron, volgendo uno sguardo carico di disprezzo sul giovane Serpeverde “Noi siamo pronti!!!”

“Bene, allora, andiamo” ordinò serafico

“Noi non prendiamo ordini da te!!”

Il viso di Draco Malfoy fu attraversato da un ghigno malefico

“Potter, cosa ne dici di ordinare al tuo cagnolino di andare?”

“Malfoy, non tirare troppo la corda!!” minacciò Harry

“Ok… quando siete pronti” disse, sedendosi a gambe incrociate sulla banchina vuota “fatemi sapere. Possibilmente prima che faccia buio… Granger e Ginny saranno molto preoccupate”

Harry registrò un’inflessione di dolcezza nella voce del ragazzo.

“Io non mi fido di lui” ripeté Ron “dobbiamo stare molto attenti! Forse c’è qualche Mangiamorte che ci attende a Hogsmeade! Forse dovremmo scegliere una meta diversa da quella proposta da Malfoy”

“No, Hogsmeade andrà benissimo”

“Harry, hai troppa fiducia in quel tipo!”

“Io non ho alcuna fiducia in lui” bofonchiò Harry poco convinto.

“Ne sei davvero sicuro?” domandò Ron curioso

Sicuro?

Certo che ne era sicuro!!

Ma… il giovane Grifondoro sapeva benissimo che le cose erano radicalmente mutate. Dopo l’avventura vissuta nei sotterranei di Hogwarts alla ricerca del libro maledetto, l’odio smisurato che Harry provava nei confronti di Malfoy si era lentamente affievolito, lasciando il posto ad una sana e stimolante competizione. Draco Malfoy non sarebbe mai stato il suo più caro amico, ma sarebbe stato per sempre il suo migliore avversario. E con la maturità Harry avrebbe compreso che gli amici ed i rivali hanno entrambi ruoli fondamentali per lo sviluppo di un essere umano.

“Ron, non si tratta di fiducia”

“E, allora? Qual è il tuo problema?” chiese Ron preoccupato

“Qual è il tuo problema?” replicò Harry con espressione severa

“Le vostre liti somigliano sempre più a quelle di due fidanzatini!!” li schernì Malfoy divertito “Potter, se fossi nella tua fidanzata mezzosangue comincerei a preoccuparmi. Weasley ti lancia degli sguardi molto eloquenti”

“Sta zitto, idiota” protestò Ron iracondo

“Basta così!!” ordinò Harry perentorio “E… Malfoy, se fossi in te, eviterei di utilizzare appellativi poco carini quando parli della mia ragazza, sempre che tu tenga alla vita, naturalmente!!”

“Mi stai minacciando, Potter!!”sibilò il Serpeverde

“Le minacce sono cose da Mangiamorte!! E’ solo un avvertimento!!” i suoi occhi incrociarono quelli del rivale. Senza distogliere lo sguardo “Siamo pronti” concluse secco

Malfoy si levò dal tappeto di cemento che ricopriva la banchina e si avvicinò al gruppetto.

“Sta lontano da me” soffiò Ron, rivolto al ragazzo

“Weasley, ti ho già detto che non sei il mio tipo”

“Ron, smettila di farti provocare da lui” esclamò Harry esausto “Per smaterializzarti hai bisogno di concentrarti al massimo. Una piccola distrazione e chissà dove potresti finire”

“E’ questo il tuo piano vero, Malfoy?” enfatizzò Ron serio

“Io non ho nessun piano, lenticchia”

“… si ora capisco ogni cosa” sembrava parlare a se stesso ignorando completamente il ragazzo “… certo, ora è tutto chiaro. Tu vuoi che io mi perda in qualche luogo desolato della terra, così tu potrai fare i tuoi comodi con mia sorella!!”

“Tu sei pazzo!! Weasley” affermò Malfoy perplesso

“Ti piacerebbe, ma non farò il tuo gioco”

Malfoy poggiò teatralmente la mano sulla fronte e scosse mollemente il capo.

“Non essere sciocco” esalò Harry “Non perdiamoci in chiacchiere e vediamo di sbrigarci, non vorrei che il treno arrivasse prima di noi!!”

Chiuse gli occhi, respirando la leggera brezza di fine estate. Liberò la mente da ogni pensiero e si concentrò sulla propria destinazione: Hogs…, ma prima che riuscisse a formulare il pensiero, avvertì una mano serragli il braccio.
Poi d’improvviso tutto diventò nero; si sentì premere da tutte le parti, non riusciva a respirare come se fasce di ferro gli stringessero il petto; le pupille gli vennero ricacciate nella testa e i timpani premuti più a fondo nel cranio, come se fosse stato infilato a forza in un tubo di gomma molto stretto e poi… aprì gli occhi lacrimanti, ritrovandosi seduto su un freddo e duro selciato. Si sollevò lentamente, massaggiandosi la testa

“Dove siamo?” domandò intontito

Non aveva consapevolezza di dove si trovasse, né tanto meno di chi gli fosse accanto. Non aveva notato la presenza dei due compagni di avventura, ma in qualche modo sapeva che non era solo.

“Siamo a Notturn Alley” esclamò secco Malfoy

“E perché mai siamo a Notturn Alley?” farfugliò Ron

“Non ne ho assolutamente idea Weasley. Prima che riuscissi a focalizzare il luogo, qualcuno mi ha afferrato il braccio e…”

“Scommetto che tu centri qualcosa” lo interruppe il giovane Weasley furente, poi volse lo sguardo verso Harry con l’aria tipica di colui che sta per formulare la seguente affermazione: Te l’avevo detto!!

“Credo invece che lui abbia ragione” replicò Harry pensoso “Anch’io ho avuto la stessa sensazione!! Ho sentito chiaramente che qualcuno si aggrappava al mio braccio”

“Quindi se non sono stato io e non è stato Potter… “ investigò Malfoy serrando i suoi occhi verde chiaro “Lenticchia resti solo tu!!”

Ron fissò esterrefatto il Serpeverde

“Tu non gli credi, vero?” indagò Ron rivolgendosi all’amico

“Certo che no” confermò Harry sicuro “Perché mai ci avresti trascinati a Notturn Alley?”

“Potter, secondo te perché è così importante la concentrazione per smaterializzarsi?”

“Dove vuoi arrivare, Malfoy”

“Rispondi alla domanda” intimò il ragazzo avvicinandosi ai due Grifondoro

“Perché ci si potrebbe ritrovare in un luogo qualsiasi”

“Esatto… ecco perché è necessario liberare la mente. Un solo piccolo ricordo di un luogo che si sovrapponga alla meta che si vuole raggiungere ed il gioco è fatto!! Magari ti ritrovi con la testa in Cina e le gambe in Italia. Allora Weasley cosa hai da dire? Perché mi hai afferrato il braccio?”

“Ho visto un’ombra che si avvicinava” cominciò Ron angustiato “Ho pensato che potesse trattarsi di un dissennatore o di un Mangiamorte e istintivamente vi ho afferrati per allontanarvi e poi… “

“Poi… ? “ lo sollecitò Harry

“Poi ho pensato di scappare in un posto sicuro!!”

“Notturn Alley è un posto sicurissimo!!” lo canzonò Draco Malfoy

“Per te è più che sicuro… sei praticamente a casa!!” replicò Ron risentito

“Ma perché Notturn Alley?” domandò Harry perplesso

“Io avevo pensato a Diagon Alley, non capisco perché ci troviamo qui!!”

“L’unica cosa da fare è trovare un posto sicuro e poi riprovare a smaterializzarci” propose Malfoy

“E’ troppo pericoloso” si ostinò Ron “Ci siamo ritrovati a Notturn Alley senza nemmeno desiderarlo, non vi sembra strano? E se fosse una trappola? Se… “

“Ora, Ron, l’unica cosa da fare è allontanaci da questo posto” tagliò corto Harry

I tre giovani maghi avanzarono circospetti lungo strade buie e solitarie. Notturn Alley era un posto agghiacciante avvolto in un silenzio angosciante!! Già prima dell’inizio del conflitto tra Voldemort e il mondo babbano, quelle vie erano deserte e inquietanti ed erano luoghi visitati solo da maghi oscuri, ma con l’avvento della seconda grande guerra quelle strade sembrarono agli occhi di Harry ancora più tenebrose!
Era molto spaventato. I suoi passi divennero sempre più rapidi.
Ad ogni fruscio… ad ogni scricchiolio… ad ogni sibilo si voltava inquieto. Per un istante posò lo sguardo sui due ragazzi che lo seguivano a distanza ravvicinata. I loro volti cupi ostentavano il suo stesso timore.
Poi una sagoma incappucciata tagliò loro la strada e si eclissò in una stretta viuzza laterale. Era sicuramente un Mangiamorte. E doveva essere molto assorto per non accorgersi della presenza di tre ragazzi che correvano per le vie deserte di Notturn Alley. Soprattutto se uno dei tre ragazzi, aveva una cicatrice a forma di saetta sul volto.

Dove stava andando?

C’era qualcosa di familiare in quel luogo!! Era stato una sola volta a Notturn Alley ed aveva visitato un solo negozio… forse… era lì che si dirigeva il Mangiamorte.

“Dove siamo? Malfoy” domandò fermandosi all’incrocio con il vicolo.

“Siamo ancora a Notturn Alley, ma tra due isolati arriveremo a Diagon Alley nei pressi del Paiolo Magico”

“Siamo vicini al negozio Magie Sinister?”

“Si… come fai a saperlo?” domandò curioso “pensavo che fossi un bravo ragazzo” aggiunse sarcastico

Magie Sinister vendeva un’ampia gamma di oggetti inquietanti. Quel Mangiamorte doveva essersi recato sicuramente nel negozio di Sinister.

“Andiamo!”

“Andiamo, dove?” sbuffò Ron

“Non credo sia una buona idea!!” replicò Malfoy intuendo le intenzioni del giovane Griofondoro.

Harry, ignorando le repliche dei due compagni d’avventura, imboccò la stradina che sembrava aver inghiottito lo scagnozzo di Voldemort. Ricordava benissimo il tragitto, era lo stesso che aveva percorso anni addietro e che lo aveva condotto davanti al negozio di magia oscura.
Si fermò ansante a pochi metri dall’ingresso della bottega.

“Sei impazzito, Harry?” sussurrò Ron inquieto “Prima ascoltiamo i consigli di Draco Malfoy, poi ci mettiamo a inseguire un Mangiamorte nel cuore di Notturn Alley… “

“Weasley ha ragione, Potter” sibilò Malfoy “Dobbiamo andare. Questo è un posto molto pericoloso, soprattutto per te! Il Signore Oscuro ti sta dando la caccia”

“Ti preoccupi per me Malfoy?”

“No… ma se mi vedono con te questa volta non la passo liscia!! “

“Già, mi sono chiesto spesso come mai sei ancora vivo dopo quello che è successo l’anno scorso” indagò Ron dimentico del pericolo “Vo-Voldemort ha ucciso per molto meno. Come mai non ti è stato torto un capello?”

“Forse perché gli sono utile”

“E’ quello che penso anch’io!!”

Il silenzio calò come un macigno. Anche Harry si era posto la stessa domanda molte volte. Quel quesito aveva lambito spesso i suoi pensieri soprattutto nei giorni trascorsi alla Tana. Le lacrime versate da Ginny, per il timore della sorte in cui imperversava il ragazzo di cui era innamorata, avevano annidato preoccupazione anche nel suo animo. Invece, nella sala d’attesa all’esame di materializzazione, lo aveva visto sorridente e circondato dai suoi sottoposti, come se nulla fosse accaduto… tutto ciò non aveva logica!! Voleva saperne di più, ma quello non era il momento né il luogo adatto per mettersi a discutere. Avrebbero solo attirato l’attenzione e corso inutili pericoli e poi… voleva a tutti i costi capire chi era il Mangiamorte che si celava dietro quel cappuccio e soprattutto cosa ci faceva nel negozio di Magie Sinister.

“Ora non è il momento, Ron”

“Ma, Harry?”

“Vuoi che ci scoprano, Weasley” intimò Malfoy “allora ascolta il tuo amicone”

Sembrò essere trascorso un tempo infinito e soprattutto cominciava a fare buio

“Harry, forse dovremmo andare” azzardò Ron

“Ancora un minuto!”

Era stanco e stava per rinunciare, ma poi Sinister e la figura incappucciata apparvero sulla soglia. Il signor Sinister, un uomo curvo dai capelli unti, osservava il Mangiamorte con una curiosa espressione, un misto di rancore e paura. Per un attimo quel volto misterioso fu illuminato dalla luce dei fiochi lampioni che cominciarono ad accendersi lungo la via. Era una donna. Dal cappuccio si intravedeva una ciocca di capelli scuri. Le sue palpebre erano grevi e la mascella pronunciata. Era Bellatrix Lastrange, la donna che aveva ucciso Sirius un anno prima.

Cosa ci faceva lì?

E soprattutto… perché era rimasta tanto tempo da Sinister?

La donna si guardò intorno. I ragazzi si schiacciarono contro il muro. Harry sperò con tutto se stesso che la donna non li scorgesse. La strega si allontanò e Sinister rientrò.

“Ora possiamo andare? Potter” domandò Malfoy conciso

“No, prima tu entri là dentro e chiedi cosa ci faceva Bellatrix Lastrange in quel posto!”

“E’ un negozio di magia, cosa credi ci sia andata a fare?” lo canzonò il Serpeverde “Non ha comprato nulla”

“Come fai ad esserne tanto sicuro?”

“Non aveva nessun pacchetto in mano”

“Poteva averlo nascosto sotto il mantello” propose Ron

“Avremmo notato qualche protuberanza sotto il mantello” replicò risoluto

Rimasero per un po’ a fissarsi.
“Ok… ma qualunque sia la risposta di Sinister poi andremo a Diagon Alley e ci smaterializzeremo ad Hogsmeade. Intesi?”

Harry annuì.
Il ragazzo si diresse verso il negozio di Magie Sinister. Entrò. Harry udì il tintinnio di una campanella.

“Ti fidi di lui?” domandò Ron “potrebbe tradirci e rivelare la nostra presenza”

“Avrebbe potuto farlo prima” replicò secco Harry

Attesero alcuni minuti. Poi di nuovo quello scampanellio. Malfoy era uscito dal negozio e recava in mano un pacchetto nero e verde.

“Non ha comprato niente” disse appena raggiunti i due Grifondoro

“Questo lo sapevamo già” esalò Ron

“A chiesto di alcuni oggetti che Sinister non aveva”

“Quali oggetti?” domandò Harry

“Non lo so… avrei dato troppo nell’occhio se avessi chiesto!!” si giustificò il Serpeverde “Ho anche fatto acquisti” aggiunse sorridente, mostrando orgoglioso il tetro pacchetto che recava in mano

“Acquisti?”

“Si… Sinister ha degli oggetti davvero utili”

“Cosa hai comprato?” chiese Ron curioso

“Se permetti questi sono affari miei, Weasley” replicò acido

“Scommetto niente di buono!!” bisbigliò il giovane Weasley

“Ora come promesso dobbiamo andare”

Senza replicare Harry si diresse verso Diagon Alley. I suoi pensieri vorticavano attorno ad un unico quesito.

Cosa cercava Bellatrix Lastrange?

E da questa domanda ne scaturivano tante altre: Quali oggetti rari e oscuri anelava con tanto bramosia da cancellare tutto ciò che le stava intorno? Quali oggetti che Sinister non possedeva? Ma soprattutto… Perché li cercava? A cosa potevano servire? Era stato Voldemort a darle quella missione?

Poi quei pensieri furono interrotti da… Diagon Alley.
Diagon Alley era cambiata. Era desolata e buia, proprio come Notturn Alley. Le colorate, scintillanti vetrine stracolme di libri di magia erano interamente coperte da grandi cartelloni del ministero della Magia e da foto in bianco e nero di pericolosi Mangiamorte ricercati. Lucius Malfoy sghignazzava dalla facciata della farmacia più vicina. Alcune vetrine erano sprangate, comprese quelle della gelateria di Florian Fortebraccio.

“C’è aria di famiglia, in questa foto, vero Malfoy” canzonò Ron “tu padre è molto fotogenico!!”

“Guardati sempre le spalle, Weasley”

“Credo… ” disse Harry, ignorando l’ennesima lite tra i due ragazzi “qui possa bene. Siamo sufficientemente nascosti. Riproviamo”

“Harry?”

“Ron… concentrati e non ci saranno problemi” lo rassicurò l'amico

Chiuse gli occhi e liberò la mente da ogni pensiero, concentrandosi sulla propria destinazione: Hogsmeade.

La solita sensazione di buio e oppressione al petto e nuovamente le pupille gli vennero ricacciate nella testa e i timpani premuti più a fondo nel cranio. Aprì gli occhi lacrimanti, ritrovandosi nel cuore di una buia High street a Hogsmeade. Istintivamente volse lo sguardo tutt’intorno in cerca di Ron e Malfoy. Cominciò a correre avanti e indietro sperando di vederli sbucare da qualche angolo. Ma sembravano essere stati risucchiati nel nulla.

Dove si erano cacciati quei due?

Poi la sua attenzione fu attratta da delle grida che provenivano da un viottolo che dava proprio su High street

“MALEDIZIONE, WEASLEY, VUOI TOGLIERTI DI DOSSO, MI STAI SCHIACCIANDO”

“CREDI CHE MI STIA DIVERTENDO?”

Quando Harry vide la scena rimase davvero senza parole… Malfoy giaceva al suolo con Ron disteso su di lui!! La scena sarebbe stata molto meno comica se solo non ci fosse stata un’enorme insegna lampeggiante che li teneva incollati al suolo.
Il giovane mago non riuscì più a trattenere le risa.

“SMETTILA DI RIDERE, SFREGGIATO!!” urlò Malfoy

“…E AIUTACI” aggiunse Ron che si dimenava

“Scusate… ma… “ singhiozzò Harry piegato in due “… ma… siete troppo comici… se qualcuno vi vedesse!!!”

“WEASLEY, FINISCILA DI AGITARTI, MI FAI MALE!!”

Più si dibattevano, più l’insegna sfavillava “TUTTI I GUSTI+UNO” e più Harry si sbellicava dalle risate!!
“REPARO” gridò il giovane Grifondoro in lacrime

L’insegna ritornò al suo posto ed i due ragazzi furono finalmente liberi di muoversi.
“Weasley… “ borbottò Malfoy caustico “stai comodo?”

Ron si alzò frettolosamente; liberatosi dalla morsa anche Malfoy si sollevò spolverandosi i vestiti.

“Andiamo?” suggerì Harry che ancora sghignazzava

“Non mi sembra tanto divertente!!”

“Invece, Ron, ti sbagli. Era la scena più comica alla quale abbia mai assistito!!”

“Tutta colpa tua, idiota” asserì Malfoy puntandogli contro la bacchetta

“Dai Malfoy, non è il caso di arrabbiarsi tanto” esclamò Harry

“Se smetterai di ridere riporrò la bacchetta, altrimenti giuro che gli impongo un incantesimo proibito. E, Potter, cerca di tenere la bocca chiusa… altrimenti ti ammazzo”

“OK… Andiamo” bofonchiò Harry, cominciando ad avanzare per la strada buia “non avete alcun senso dell’umorismo”

Malfoy ripose con un ghigno la bacchetta nelle tasche.

“Bella mossa, Malfoy” sogghignò Ron

Seguirono Harry, attraversando un buio viottolo serpeggiante. La strada lastricata di ciottoli era impraticabile, ma i ragazzi avanzarono nell’oscurità senza mai fermarsi. La sera era calata da molte ore, il cielo era cupo e minacciava pioggia. Harry sentiva uno strano gelo nelle ossa, eppure l’aria era tiepida, nonostante i bigi nuvoloni che celavano le stelle e la luna. Spirava una leggera brezza.
Harry si sentiva stranamente osservato, come se mille occhi fossero puntati su di lui!! Eppure tutte le finestre erano chiuse; tutte le porte sprangate e non c’era il benché minimo rumore in quelle vie desolate. Certo che la cosa era alquanto bizzarra. Hogsmeade, l’unica città interamente magica d’Inghilterra, un importante centro di ritrovo di migliaia di maghi e streghe sembrava un… deserto.

“Ho un brutto presentimento” esclamò Malfoy fissando nel buio

“Dobbiamo sbrigarci!!” replicò Harry preoccupato

“Credi che qualcuno ci segua?” bisbigliò Malfoy affiancando Harry

“Non sono sicuro… ma potrebbero essere Dissennatori” propose Harry girando lo sguardo tutt’intorno.

Come avrebbe desiderato possedere un occhio magico, come quello di Malocchio Moody!!

Dissennatori?” ululò Ron “Sapevo che lui ci avrebbe condotto in una trappola”

“Ron, non perdiamo tempo con queste sciocchezze e vediamo di arrivare sani e salvi a Hogwarts.

Quella strada sembrava infinita!!!

Le loro speranze andavano affievolendosi. La paura di un incontro-scontro con i dissenatori o con i tirapiedi di Voldemort rendeva quel cammino ancora più lungo e faticoso. Poi quasi senza accorgersene giunsero ai muri di cinta che circondavano il parco di Hogwarts. Costeggiarono le mura, fino ad arrivare al cancello d’ingresso. Da quella posizione potevano scorgere non solo i giardini in tutta la loro magnificenza, ma anche i bastioni merlati e la torre di astronomia.

“Ora… cosa facciamo?” domandò Ron

“Bussiamo?” rispose laconico Harry

“Come… bussiamo?” replicò Malfoy “Non credo sia una buona idea avvicinarsi alle grate del cancello. E poi… non vedo chiavistelli”

“Sei stato tu a convincerci a venire fin qua… “ lo sfidò Ron “Che soluzione suggerisci?”

“Non avevo pensato a questo!!”

“Complimenti Malfoy. Sei un vero stratega”

Malfoy pose il suo sguardo carico di disprezzo sul lentigginoso volto del giovane Weasley.

“Però… “ cominciò pensieroso Harry, interrompendo il battibecco tra i due rivali “Sirius era riuscito ad entrare senza problemi, quindi non dovrebbe essere difficile”

“Sirius era un’Animagus” puntualizzò Ron

“Probabilmente Black era entrato per un caso fortuito. Nessuno può eludere gli incantesimi di protezione posti da quel babbanofilo di Silente” “Ok… “ esordì Harry spazientito “Se sei così bravo, perché non ci fai entrare tu?”

“Potter, devo per forza approvare le tue elucubrazioni per esprimere la mia opinione?” replicò Draco con aria di sufficienza

“No, Malfoy“ sibilò il giovane Grifondoro ”ma potresti cercare di essere più costruttivo e tentare di proporre qualche idea, piuttosto che bocciare tutte le mie soluzioni”

“Non è colpa mia se le tue idee sono ridicole” ululò il Serpeverde avvicinandosi a Harry

“Almeno io ci provo… ” grugnì a pochi centimetri dal volto di Malfoy

“Ragazzi” li interruppe Ron

“Ron, non ora” replicò Harry infuriato “sono stanco di sentire… “

“HARRY!!”

“Cosa vuoi, Ron?” protestò Harry volgendo il capo verso l’amico

“Sta arrivando qualcuno!!”

“Mi sembra la McGrannitt” aggiunse Malfoy.

Effettivamente era proprio Minerva McGrannitt, la responsabile della casa di Grifondoro e vicepreside di Hogwarts. La donna si avvicinava lesta, con il suo pomposo vestito che strusciava sull’erba. Arrivata al cancello, lo aprì e…

“Svelti, entrate” incitò i ragazzi

Varcarono la soglia spediti. Il pesante cancello si chiuse fragorosamente alle loro spalle. Erano arrivati alla scuola di magia e soprattutto erano salvi.

Ma come sapeva la McGrannitt della loro venuta?

“Seguitemi” ordinò perentoria

Il volto della donna era deformato dalla rabbia. Avrebbe sicuramente tolto almeno cinquemila punti alla casa di Grifondoro; forse era furente anche per questo.
Attraversarono i giardini ed entrarono all’interno del castello. Cominciarono a salire le scale, superarono la Sala Grande e avanzarono lungo il corridoio che portava alle stanze dei professori. Doveva essere molto tardi, la cerimonia di assegnazione era sicuramente già terminata. Di certo erano tutti nei loro rispettivi dormitori, visto il silenzio che incombeva nei corridoi. Gli unici rumori erano lo scalpiccio delle scarpe della McGrannitt e il frusciare del suo vestito blu notte.
Erano giunti nei pressi della statua di pietra dalla forma di Gargoyle, l’ingresso dello studio di Silente!!

“Robitopoli” disse la McGrannitt.

Robitopoli? Cosa sono i robitopoli?” pensò Harry curioso.

Il gargoyle di pietra prese vita e si spostò per lasciarli passare. Varcarono l’apertura dietro la statua. Salirono una ripida scala a chiocciola di pietra, che si avvolgeva salendo pendente verso l’alto. Man mano che avanzavano numerose porte si chiudevano alle loro spalle. Infine giunsero davanti ad un’enorme porta con i battenti in ottone. La McGrannitt picchiò con un colpo secco e la porta si aprì.
Silente li attendeva seduto alla sua scrivania. Quella stanza era proprio come la ricordava…la scrivania, il tavolino, i quadri dei vecchi presidi di Hogwarts che ricoprivano le pareti. Nulla era cambiato.

Tutto sembrava immobile!!

Alcuni degli uomini ritratti si voltarono all’ingresso del silenzioso gruppetto.
“Bentornato a Hogwarts, giovane Potter” lo salutò un uomo corpulento dal naso rosso, ritratto in un quadro collocato dietro la scrivania di Silente.

“Giovane Malfoy” sobillò la fredda voce di Phineas Nigellus “Non dovresti mischiarti con certa gente!! Harry Potter, per quanto ti circondi di persone dabbene resterai sempre un ragazzaccio, non potrò mai dimenticare la tua sfuriata in quest’ufficio. Silente è troppo permissivo con te, io… ”

“Phineas, ti prego di lasciar fare a me!!” replicò secco Silente

Harry volse lo sguardo tutt’intorno, non aveva il coraggio di reggere il piglio scontento del preside. Non era la prima volta che faceva qualcosa d’avventato. Gli ultimi sette anni della sua vita erano stati una collezione d’imprudenze, ma questa volta la situazione era molto più delicata… erano in guerra e il Mago Oscuro gli stava dando la caccia. Se avesse avuto delle valide motivazioni, non si sarebbe sentito così in colpa… ma lui non aveva alcuna valida motivazione, in realtà non aveva nemmeno una motivazione. Persino Ron, che era assolutamente incapace di controllare i propri istinti aveva cercato di dissuaderlo, ma ormai era fatta!!!

“Bene, ragazzi. Non vi chiederò per quale ragione avete deciso di arrivare a Hogwarts utilizzando un mezzo alternativo al treno… ”

“Forse non era di loro gradimento” aggiunse una voce fredda e sibilante.

Prima ancora di voltarsi, Harry sapeva già a chi apparteneva quella voce… a Severus Piton, il professore di pozioni.

“Professore, noi… ” tentò debolmente Harry “noi… “

“Signor Potter, credo che sia assurdo ricordare proprio a lei i pericoli che voi tutti avete corso arrivando fin qui senza una scorta adeguata” li redarguì la McGrannitt “Hogsmeade non è più tanto sicura come un tempo”

“Già c’erano dei Dissennatori” argomentò Ron

“Siete sicuri?” domandò Silente

“Si, signore” affermò Harry

“Li avete visti?”

“No, signore, ma i Dissennatori non possono nascondere facilmente la loro presenza”

Il silenzio piombò nuovamente nella stanza. Il volto della McGrannitt si era irrigidito e Silente sembrava particolarmente pensieroso, solo Piton si mostrava calmo e tranquillo.

"Prima di arrivare a Hogsmeade ci siamo smaterializzati a Notturn Alley" titubò il giovane Grifondoro. Aveva pensato inizialmente di non raccontare a Silente dell'incontro con la Mangiamorte, ma non voleva tralasciare particolari che potevano essere utili all'Ordine della Fenice o agli Auror del Ministero "Abbiamo visto Bellatrix Lastrange entrare nel negozio di Sinister. Ha chiesto di alcuni oggetti che lui non possedeva!"

"Come fa a dirlo con tanta sicurezza, signor Potter?" osservò la professoressa di Trasfigurazione

"Ma credo che non sia plausibile" aggiunse Harry, ignorando positamente il quesito della McGrannitt "E' rimasta nella bottega per moltissimo tempo. Credo stia architettando qualcosa di molto pericoloso!!" Il preside lo fissò con aria serena. Probabilmente il professore aveva un idea ben chiara di ciò che stava accadendo. L'uomo sembrava stanco, ma per niente preoccuopato per le rivelazioni che gli aveva fatto su Bellatrix. Si era mostrato maggiormente turbato per la presenza dei Dissennatori a Hogsmeade. Probabilmente sapeva, o quanto meno immaginava, ciò che la donna e il suo padrone stavano pianificando... “Possiamo andare?” azzardò Ron timidamente

“Non così in fretta, Weasley” sogghignò Piton “Il Ministero della Magia ci aveva informati che tre studenti di Hogwarts” e posò rapidamente lo sguardo su tutti e tre i ragazzi “avevano usato la smaterializzazione senza alcuna autorizzazione”

“Ho assicurato ai funzionari del ministero che ci saremmo occupati della situazione, per cui ho chiesto hai direttori delle vostre case di prendere i dovuti provvedimenti”

La McGrannitt li avrebbe strapazzati, mentre Malfoy, il cocco di Piton, se la sarebbe cavata con una pacca sulle spalle!!
Anche Ron dovette pensare la stessa cosa, solo che ebbe l’imprudenza di esplicitare il suo pensiero ad alta voce.
“Non è giusto, noi, in questo modo, avremmo una punizione più dura di quella di Malfoy”

Harry notò il volto di Piton deformarsi per la rabbia.

“Se crede che io possa essere più severa del professor Piton” argomentò la McGrannit “allora lui si occuperà della vostra punizione, mentre io penserò al signor Malfoy”

“NO!!” gridò Ron esterrefatto

“Neanche questa soluzione è di tuo gradimento, Weasley?” punzecchiò Piton

Questa soluzione era sicuramente la migliore per il professore di pozioni; Harry notò un ghigno beffardo sul suo volto. Forse non l’aveva visto così contento da quel giorno in cui… effettivamente non l’aveva mai visto così contento!!!
“Allora signor Weasley, lei ritiene che dobbiate essere puniti per la vostra bravata?”

“Si… ehm… certo professoressa, ma… “

“Bene” interruppe la professoressa di Trasfigurazione “allora credo che possiate andare” si voltò a fissare il preside, l’uomo fece un leggero cenno col capo e la donna proseguì “In Sala Grande potrete trovare qualcosa da mangiare. Vi prego solo di non tardare, domani sarà il primo giorno di scuola e, vi ricordo che per voi tre questo è l’anno dei M.A.G.O.”

I tre ragazzi uscirono silenziosi. Ripercorsero la strada a ritroso senza rivolgersi la parola. Poi il silenzio fu rotto dai mugugni di Ron.

“Di cosa ti lamenti? E’ stata tutta colpa tua!!” lo rimproverò Harry arrabbiato

Una punizione data da Piton era una sorta di condanna a morte, gli avrebbe fatto fare delle cose abominevoli che non voleva fare nessuno… era una vera condanna a morte.

Cosa poteva esserci di peggio?!?

“Sarebbe stato meglio per tutti se per una volta avessi tenuto il becco chiuso” rincarò Malfoy

“La tua punizione sarà una passeggiata rispetto alla nostra” si lagnò Ron

“Gia, ma almeno io non ho peggiorato la situazione. Questo è il minimo che ti poteva accadere idiota!!”

Arrivarono in Sala Grande, ma prima ancora che Harry potesse rendersene conto si ritrovò con la guancia attaccata a quella di Ron stretto in un abbraccio soffocante!!

“Oh!! Sono stata così in pensiero per voi due!! Come state?” gemette Hermione

Harry sentì le calde lacrime di Hermione bagnare la pelle del suo collo. Istintivamente le carezzò i capelli. Ron la stringeva forte

“Stiamo bene!!!” sussurrò il giovane Weasley dolcemente

Quando la ragazza li sciolse dal suo abbraccio il suo volto era duro e seccato.
“Come avete fatto a perdere il treno?” indagò sospettosa

“Noi… ehm… veramente… “ balbettò Harry

Non poteva certo dire che Ron si nascondeva da Luna. Che insospettito dal comportamento di Malfoy, aveva deciso di spiarlo e che poi gli erano rovinosamente caduti addosso e… Era ridicola come spiegazione, forse una bugia sarebbe sembrata più credibile!!

“Allora?” insistette lei

“Che cos’è un interrogatorio?” domandò divertito Malfoy

“Non sono affari tuoi Malfoy” replicò Hermione irritata

Il ragazzo le passò davanti e si sedette. Agguantò un pezzo di pane al sesamo e lo inzuppò in un intingolo di patate e cipolle.
“La McGrannitt ci ha detto di non fare troppo tardi, visto che domani cominceranno le lezioni!!”

Harry non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe stato grato a Draco Malfoy per qualcosa.
Lui e Ron si sedettero di fronte al Serpeverde e lo imitarono. Hermione, Ginny e Luna presero posto accanto a loro

“E da quando sei diventato così diligente?” replicò Hermione, fissando Malfoy

“Sono sempre stato molto diligente, Granger!!” sorrise il ragazzo

“Comunque, non avete ancora risposto alla mia domanda” insistette Hermione

“E’ una storia lunga, Hermione” cominciò Harry, sperando che la ragazza desistesse “Preferirei parlarne in un altro momento”

La ragazza li fissò circospetta, aggrottò le sopracciglia ed esclamò
“Ok, ne riparleremo domani”

Il peggio sembrava essere passato. Se avesse continuato a mangiare, fissando il piatto con indifferenza, probabilmente sarebbe arrivato nella sua stanza senza ulteriori danni!!

“Come avete fatto ad arrivare fin qui?” domandò Luna con aria svampita

Perché Luna doveva fare una domanda così sciocca? Perché mai le interessava sapere come erano arrivati? E soprattutto cosa ci faceva lì… perché non era nella sala comune di Corvonero?
Quella serata era destinata a concludersi nel peggiore dei modi. Se Hermione avesse scoperto che si erano smaterializzati, li avrebbe linciati!! Doveva trovare una scusa plausibile ed anche in tempo breve…

“Vi ha accompagnati papà?” aggiunse Ginny poggiando la testa sulle braccia incrociate poggiate sul tavolo

“Non proprio!!” si affrettò Harry

Il signor Weasley avrebbe sicuramente confessato di non essere stato lui ad accompagnarli a Hogwarts, non era tanto valida come scusante.

“Siete arrivati con delle scope?”

Era proprio una buona idea!!! Coma aveva fatto a non pensarci prima!! Certo non era contento di mentire a Hermione e alle sue amiche; ma la ragazza non gli aveva dato molta scelta. Preferiva mentire, ma arrivare indenne alla fine di quella interminabile serata.

“Ginny” replicò Malfoy stupefatto “Lo credi possibile?”

“E allora come avete fatto?”

Ma perché quella sera erano tutti nella Sala Grande?

“Veramente… “

Cosa doveva dire?

Qualcuno mi aiuti?” pensò; volse lo sguardo verso Ron e cercò supplichevole di chiedergli “Trova una scusa!!, Inventati qualcosa

L’amico girava nervosamente il cucchiaio in un piatto vuoto, sembrava partecipare ad una caccia al tesoro, solo che c’erano ben poche possibilità di trovare la pietra filosofale o un bezoar in un piatto vuoto.

“Quante storie!! Ci siamo smaterializzati” svelò Malfoy

“COSA… COSA… “ urlò Hermione annichilita

“Non alzare la voce Hermione… “ la supplicò Ginny

“Come avete potuto fare una cosa tanto sciocca!!!” replicò accigliata “Voi… “

Harry si preparò alla sfuriata e al predicozzo della ragazza.

“… siete impazziti!! Non avete nemmeno superato l’esame, non potevate farlo. E se vi foste ritrovati in Congo… e se non foste riusciti e se… “

“Ma ci siamo riusciti!!” la interruppe Harry

Il viso di Hermione divenne vermiglio dalla rabbia

“Ma non è possibile smaterializzarsi a Hogwarts” confermò Luna ammirata

“Infatti, ci siamo materializzati a Hogsmeade” si pavoneggiò Ron, come se l’idea fosse stata sua

<“Hogsmeade? Hogsmeade?” squittì Hermione “Avete letto la Gazzetta del Profeta nelle ultime settimane? Hogsmeade è un posto molto pericoloso. La maggior parte degli abitanti l’hanno abbandonata, perché ormai è territorio di Mangiamorte e Lupi Mannari, per non parlare di Vampiri e Dissennatori, naturalmente. E’ un miracolo che siate riusciti ad arrivare fin qui!! Ron come hai potuto, sai benissimo che Harry è un bersaglio, non dovresti fargli correre rischi inutili!!”

Tutte quelle storie per Hogsmeade... e se avesse saputo di Notturn Alley?

Ron?… “ replicò irritato il giovane Weasley “io non c’entro nulla in questa storia. Ho cercato di dissuadere Harry. Cosa credi che sia scemo… è stata tutta colpa di Malfoy”

“Io non vi ho costretto!!” si affrettò a rispondere il Serpeverde

“Tu, li hai sfidati… non è così Draco?” domandò Ginny

“Non ricordo una cosa simile. Ho solo detto che io l’avrei fatto e loro hanno detto che andava bene… anzi che era un’idea brillante”

“Non era affatto un’idea brillante. Avrebbe potuto essere molto pericoloso. Se aveste incontrato dei… “

“Mangiamorte” lo interruppe brusco il ragazzo

“Ero solo preoccupata per te” replicò la ragazza, fissando gli occhi freddi del giovane Serpeverde

“Nessuno te lo ha chiesto!!” poi il suo sguardo e la sua voce si addolcirono improvvisamente “Non voglio che ti preoccupi per me, Ginny. Io ero al sicuro!!!”

“Tu forse eri al sicuro” argomentò Hermione, interrompendo il dialogo tra i due ragazzi “ma Harry e Ron hanno rischiato grosso. E tutto per una stupida lite tra ragazzini”

“Ora basta, Hermione” cominciò Harry “E’ stata una mia decisione”

“Una decisione avventata!!”

Hermione aveva ragione, Harry sapeva benissimo che era stata una decisione affrettata. Ma era stanco di essere continuamente trattato come un bambino. “Si, avventata… errata… assurda, ma mia. Non vado fiero di ciò che ho fatto, so di aver commesso un errore, ma non avevo scelta!! Lo avrebbe fatto chiunque al mio posto!! Perché non provi a capirmi?”

“Capirti? Hai ragione la verità è che lo avrebbe fatto chiunque… non stesse rischiando la propria vita, ma tu ti credi invulnerabile, vero Harry?”

Il silenzio cadde tra gli astanti.

“E questo che pensate?” chiese Harry fissando i volti accondiscendenti di tutti

“Forse lo sei davvero, tu sei il prescelto” disse Ron

“Non guardare me” aggiunse Malfoy “Ho sempre pensato che tu ti ritenessi un eroe invincibile!”

“Voldemort ti ha dato la caccia per diciassette anni senza mai riuscire a farti del male, molte persone sono morte perché tu sopravvivessi. Credo che sia logico cominciare a pensarlo!! Lo penserebbe chiunque” aggiunse Luna flemmatica

“NON IO!!” ululò Harry “credete davvero che renderei vana la morte dei miei genitori, di Sirius, di Neville e di Cedric” terminò ansante

Hermione si avvicinò a Harry e gli afferrò la mano, il ragazzo la scostò sgarbatamente
“Harry, io mi preoccupo per te” disse Hermione serrando le mani sul petto

“Io non ho bisogno di questo. Non voglio che tu ti preoccupi per me, io vorrei che tu ti fidassi di me”

“Io mi fido di te”

“No. Io mi fido di te, ma tu non ti sei mai fidata di me”

“Come puoi solo pensare una cosa del genere?”

Harry si voltò e senza rispondere si allontanò dalla Sala Grande.

La ragazza lo aveva molto ferito con i suoi dubbi e le sue incertezze.

Perché doveva sempre trattarlo come un deficiente?

Non fare quello, non fare questo… non era mica sua madre? E poi perché doveva sempre temere le reazioni di Hermione. Infondo non aveva fatto nulla di male. Erano arrivati a Hogwarts senza riportare alcun danno!!
In tutti quegli anni avevano superato avventure più pericolose. Aveva affrontato un Drago, un Troll, un Gigante, Acrumantole, Centauri, un Basilisco, Dissennatori, Tritoni, Sirene, Mangiamorte, e la lista poteva estendersi per pagine intere. L’anno prima aveva affrontato addirittura un Dio, relegandolo per sempre nel libro maledetto.
Come poteva essere pericoloso o rischioso attraversare Hogsmeade!!!

Quisquiglie!!

Se doveva cominciare ad avere paura di tutto, allora avrebbe dovuto rintanarsi nella dimora dei Black per tutta la vita. Il suo compito era affrontare Voldemort, come poteva opporsi al mago oscuro se aveva paura di tutto. Se aveva paura di morire!!!

“Io non morirò” esclamò ad alta voce “Non ti sembra un po’ tardi per girovagare per la scuola?” cantilenò una voce nota “Parola d’ordine?




NdA: Cosa cercava Bellatrix Lastrange nel negozio di Sinister?
Perché Malfoy si stava nascondendo?
Quale sarà la punizione che Piton infliggerà a Ron e Harry?

Volevo sinceramente ringraziare Chiara (pesciolina04) per aver corretto la bozza di questo capitolo. Il suo apporto è stato veramente determinante per la stesura del quinto capitolo di questa ffic.

Alla prossima, Lella80

EFP

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Capitolo 6
*** Sogno e Realtà ***


CAP6

Sono mortificata! Mi dispiace tantissimo per il lungo tempo intercorso, ma non riuscivo più a scrivere nemmeno un rigo. Credetemi se vi dico che mi dava la nausea rileggere ciò che avevo scritto, per cui mi era praticamente impossibile terminare il capitolo. Avevo seriamente considerato di abbandonare la storia. Poi grazie a Chiara (pesciolina04) sono riuscita non solo a terminare questo chap, ma anche a scriverne altri tre. Quindi sarò più veloce nei prossimi tempi.
Spero che ci siate tutti e che la storia possa interessare altre persone.
Come sempre vorrei ringraziare tutti quelli che hanno commentato il capitolo precedente: Petronilla (il mio scopo sarà creare confusione in voi e in Harry e direi che inquietante è la parola giusta. E’ questo che vorrei trasmettere inquietudine e dubbio!! Spero di riuscirci. Scusa se non riesco a terminare segreti dal futuro, ma non riesco più a trovare il tempo. Ti prometto che appena posso lo completerò…nel frattempo consiglio a tutte le persone che passano per questa storia di dare un occhiata a Segreti dal futuro di Petronilla. Sono sicurissima che vi piacerà da morire. Grazie per aver inserito la mia storia nel vostro forum sono davvero lusingata), Domy (Chi può dirlo se sarà qualcosa di importante però sarà una cosa molto utile, anche se non indispensabile), marco (scusa marco, non penso che per aggiorna presto tu intendessi dopo sei mesi… spero che il capitolo ti piaccia così magari mi perdoni! E scopriremo presto del perché l’ha lasciato in vita. In questo tipo di racconto mai le cose sono ciò che sembrano), desdeus (Grazie, il pezzo dell’insegna è piaciuto molto anche a me… e concordo sul fatto che Harry abbia esagerato con hermione., ma qualcuno glielo farà notare. Questo capitolo è stato particolarmente difficile da scrivere e credo sia difficile da leggere in esso c’è praticamente tutto l’incipit della fine!! Poiché hai un buon senso critico fammi sapere se era troppo complicato), Kalindra (Harry per quanto perfetto è un ragazzo di diciassette anni… le ragazze sono molto più attente a certe sfumature rispetto ai maschi. A certi ragazzi bisognerebbe fare dei disegni per spiegare le cose che a noi ragazze sembrano più che ovvie!! Cmq il personaggio che porterà il tuo nome appare in questo chap, anche se non sa ancora che avrà il tuo nome; avremo poi modo di conoscerlo meglio), Kagomechan (Grazie per aver letto la rivolta dei mezzosangue e per aver continuato a seguire la mia ffic. Sono contenta che ti piaccia e che tu sia una mia accanita lettrice. Ho letto il sesto libro della saga del giovane maghetto e sinceramente a me non è piaciuto, l’ho trovato “arronzato”, molto meno avventuroso e assolutamente fuori dagli schemi presedenti. Speravo meglio visto che il quinto era un autentico capolavoro!! Ma sono sicuro che il settimo sarà bellissimo anche se ho saputo che il prossimo morto potrebbe essere Ron o Hermione) e sam carter (ciao chiara, ben tornata!! Anch’io ho avuto un sacco di problemi per cui anche la mia assenza è stata immensa… sono contenta che tu sia ritornata e spero che i tuoi problemi si siano risolti per il meglio. Per le traduzioni mi faccio viva, mq sappi che non sarà facile, visto che dovrai tradurmi un intero papiro di almeno 2pagine). Inoltre vorrei ringraziare riru che ha lasciato un commento giusto un anno dopo la conclusione di Harry Potter e la rivolta dei mezzosangue. Grazie riru di averla letta e grazie per i complimenti. Il mio desiderio era appunto di riuscire a mantenermi in linea con i personaggi della Rowling e sono lieta di esserci riuscita. Soprattutto grazie di ritenere la storia degna di essere pubblicata su un libro vero… credo che sia un po’ esagerato, ma fa sempre paicere sentirselo dire.

In questo capitolo vorrei inoltre ringraziare tre gentilissime ragazze che hanno letto un raccontino in quattro capitoli che ho scritto un po’ di tempo fa (Un patto d’Amore), probabilmente non leggono questa storia, ma magari ci passano a dare un’occhiata e io ci tenevo davvero a ringraziare tutti quelli che mi sostengono, perché sono le persone che leggono le tue storie che, nel bene o nel male, ti fanno continuare a scrivere. Vorrei ringraziare damynex (sono contenta che la storia ti sia piaciuta, il finale effettivamente è un po’ “strano”, ma questa non era una storia d’amore classica. Ho provato solo a cimentarmi in un genere che non mi piace introducendo un qualcosa che è più vicino al mio genere. Proverò a scrivere una nuova storia… perando di ritrovarti), Maria.. (Grazie non ho parole, non è facile “far salire le lacrime agli occhi” e non e facile far ridere le persone con le parole piuttosto che con le immagini. Quindi magari la prossima storia invece di essere struggente sarà comica, così vedo se riesco a far ridere. Infondo scrivere è una sfida continua) e Yuki (quando una storia ti piace tanto da rileggerla allora deve averti veramente colpita. Quindi le tue parole sono più che sufficienti per non farmi mai smettere di scrivere).
Sentivo davvero la necessità di ringraziarle ora, dopo il periodo di buio totale che ho attraversato, non avevo avuto modo di farlo e i lettori sono la ragion d’essere di coloro che scrivono.

Un abbraccio forte a tutti.




CAP6
Sogno e Realtà

“Parola d’ordine?”

Nella fretta di lasciare la Sala Grande aveva completamente dimenticato di chiedere alle ragazze quale fosse la parola d’ordine. E purtroppo, dopo la iattanza ostentata pochi minuti prima, non poteva certamente ritornare sui propri passi e domandare agli amici: “scusate potreste dirmi la parola d’ordine?”

L’unica soluzione era convincere la signora Grassa a farlo entrare, ma Harry sapeva che sarebbe stata un’ardua impresa.
“Non la ricordo, ma magari se potesse fare una piccola eccezione ” argomentò speranzoso

“Se non la conosci, non posso farti entrare” cinguettò la donna del ritratto “mi dispiace Harry, ma sono le regole”

“Regole… regole… regole” ripeté stizzito “sono stanco delle vostre stupide regole. Sono sette anni che frequento Hogwarts; perché dovrebbe essere necessaria una parola d’ordine per essere riconosciuto? Mi ha anche chiamato Harry, quindi sa benissimo chi sono”

“Mi dispiace” ribatté la donna rammaricata “le regole esistono per tutelare la sicurezza di voi studenti”

“Certo, ma non bisogna seguirle se le si giudica stupide!!”

“Sono regole antiche. Esistono da quando Hogwarts venne fondata. Non sei tu a poterle giudicare stupide. Se non conosci la parola d’ordine non posso farti entrare”

“Maledizione” sbottò Harry dando un calcio al bordo del ritratto.

Lo scossone fece tremare il paesaggio alle spalle della donna. La signora Grassa rimase impassibile, attendendo che il ragazzo formulasse le magiche parole

“Oneiros” enunciò una voce alle sue spalle.

Il ritratto si aprì. Harry si voltò e vide Ron che lo fissava accigliato.

“Credo che tu abbia esagerato. La signora Grassa ha ragione, avresti anche potuto essere un impostore. E credo che tu sia stato ingiusto anche con Hermione” rincarò l’amico

“Lo so” replicò Harry oltrepassando l’apertura “Ero arrabbiato. E poi vorrei vedere te al mio posto!! Cosa faresti se la tua ragazza non avesse fiducia in te?”

“Lei si fida di te!!” rispose Ron seguendolo

“Allora dovrebbe cominciare a dimostrarmelo. Comunque ora non mi va di parlarne, sono stanco. E’ stata una dura giornata” tagliò corto il ragazzo

Attraversarono silenziosamente la Sala Comune, salirono le scale che conducevano ai dormitori maschili ed entrarono nella loro stanza.
Dean Thomas e Seamus Finnigan dormivano beati. Il letto di Neville era vuoto, nessuno aveva occupato il suo posto. Il cuore di Harry fu assalito da una cocente malinconia!! E la rabbia che gli aveva offuscato la ragione svanì d’incanto.

“Come sta Hermione?” sussurrò all’amico, che nel frattempo stava tirando fuori dal suo baule una copia di ‘100 Pozioni per 1000 occasioni

“Mi ha chiesto di raggiungerti e di dirti la parola d’ordine. Era molto angosciata”

Harry notò che nella voce dell’amico c’era una leggera flessione di dolcezza. Ron era ancora molto legato ad Hermione. Un moto di gelosia gli montò alla testa.
“E come mai non sei rimasto a consolarla?” replicò risentito

“Veramente stavo litigando con Malfoy” espose l’amico “E poi non era sola, con lei c’erano Ginny e Luna. Quelle tre sono diventate inseparabili!!”

Era troppo teso!!
Quell’avventura fuori programma l’aveva reso sospettoso e nervoso. Aveva reagito in malo modo all’apprensione di Hermione e alla legittima intransigenza della signora Grassa ed ora aveva male interpretato l’ansia di Ron nei confronti dell’amica. Se continuava in quel modo avrebbe fatto terra bruciata in torno a se, senza nemmeno l’aiuto di Voldemort!
“Come mai litigavi con Malfoy?” bisbigliò

“Per la solita ragione. Lui e Ginny, sembrano troppo intimi… la cosa comincia a preoccuparmi!!” farfugliò ansioso “La mamma morirà di crepacuore… i gemelli lo uccideranno ed io darò volentieri loro una mano. E papà, quando saprà che il nome dei Weasley sarà accomunato a quello di Mangiamorte e assassini come i Malfoy, perderà la ragione. La sua carriera al ministero sarà rovinata irrimediabilmente” concluse Ron in tono melodrammatico

“Non credi di correre troppo. Non sappiamo nemmeno se tra quei due c’è qualcosa e a sentire te… praticamente ‘oggi sposi’”

“Bene, Harry. Il nostro compito sarà pedinare quei due per capire se devo cominciare a preoccuparmi”

Sarebbe stato un anno molto duro!!
Doveva non solo cercare di superare i M.A.G.O., se anelava ad una qualche possibilità di diventare Auror. Ma aveva anche tre missioni da portare a termine: capire se Ron provava interesse per Luna, come gli aveva chiesto Hermione. Scoprire se Ginny e Draco Malfoy avevano una tresca, come gli aveva appena domandato Ron. Ed infine, tentare di fermare Voldemort ed i suoi scagnozzi, come gli richiedeva il suo destino.
La vita era già abbastanza dura per un adolescente di diciassette anni, perché la sua doveva essere ulteriormente complicata da un pazzo assassino assetato di potere e vendetta?
Quanto era stato sfortunato!!

“Sarebbe meglio riparlarne domani a mente fresca” sentenziò Harry “Sono molto stanco”

“Lo sono anch’io” asserì Ron, distendendosi sul letto “Ma non dobbiamo permettere a mia sorella di impelagarsi in qualcosa con quello lì” terminò sbadigliando

“Certo” replicò Harry assonnato.

Si cambiarono velocemente per la notte, e poi si distesero stancamente sul letto.

“Harry, dobbiamo farlo per Ginny” ricominciò Ron preoccupato “So che le vuoi bene come una sorella, quindi so che lo farai… non possiamo lasciarla in balia di… idiota… mangiamorte… “

E cullato dalla voce di Ron sprofondò in un sonno agitato.

*

Harry si svegliò alle cinque, ma era troppo nervoso per riaddormentarsi. Si alzò e si infilò i jeans, non voleva arrivare alla stazione con la divisa del college: si sarebbe poi cambiato in treno. Controllò l’elenco che gli era stato inviato dal King’s, per accertarsi di avere tutto quello che gli serviva. E cominciò a passeggiare per la stanza, in attesa che i suoi genitori si svegliassero.
Era molto agitato!!
Per la prima volta si sarebbe allontanato da casa. Per la prima volta avrebbe dovuto cavarsela da solo, senza l’aiuto dei suoi genitori. Sapeva che non sarebbe stato facile, anche perché i suoi genitori si aspettavano molto da lui e non voleva deluderli. Ma lui era un Potter… non si sarebbe mai fatto prendere dallo sconforto.
Guardò l’orologio erano già le cinque e quindici minuti. Il tempo sembrava essersi ghiacciato. Scese in cucina, augurandosi che sgranocchiare qualcosa lo avrebbe aiutato a sopportare meglio l’attesa. Ma mentre si avvicinava alla linda cucina di sua madre, udì un mesto parlottare. Aprì lentamente la porta.

“Non preoccuparti, amore, vedrai che Harry si troverà benissimo”

“Forse avremmo dovuto iscriverlo ad una scuola più vicina, così…” replicò la madre affranta

Non si erano accorti della sua presenza!

“Così… avrebbe potuto stare qui con noi?” il marito terminò il pensiero della donna, un pensiero che era anche suo.

“Si. E poi lui non voleva neanche andarci. Forse non avrei dovuto insistere così tanto. E se gli succedesse qualcosa?”

“Cosa vuoi che gli succeda, Lilly?” ribatté il padre divertito “sta andando nel più rinomato college d’Inghilterra, non in Afghanistan. Il massimo che gli possa accedere è che il suo nemico dichiarato gli lanci dei gessetti nei capelli”

Gessetti nei capelli?
Suo padre si era ammattito!! Lui non avrebbe mai permesso che qualcuno lo umiliasse in quel modo. Avrebbe venduto cara la pelle… in fondo lui era…

“Lui è un Potter” argomentò serio “E poi non può succedere nulla nella scuola di Silente”

Harry richiuse la porta e ritorno nella sua stanza. Si sentiva stranamente sereno. Era felice… il fatto che i suoi genitori non stessero festeggiando per la sua partenza, ma che fossero preoccupati e tristi lo rendeva orgoglioso.
I suoi genitori lo amavano.
L’angoscia che aveva provato stava dissipandosi lentamente. In fondo il King era un’ottima scuola. I suoi genitori si erano conosciuti là. Inoltre lo zio Sirius, lo zio Remus e il suo papà avevano vissuto delle fantastiche avventure in quel periodo della loro vita e poi…

“Silente è un grand’uomo” borbottò il ragazzo raggiungendo la sua stanza.

Due ore dopo suo padre aveva già caricato il suo bagaglio in macchina.
Dopo un’abbondante colazione, la famiglia Potter si diresse verso la stazione “King cross” di Londra. Harry era agitatissimo. Stava cominciando per lui una nuova avventura. In macchina non riuscì a spiccicare una parola e osservava incantato i viali e le case che sfrecciavano veloci attraverso i finestrini. I suoi pensieri erano accarezzati dalle voci rassicuranti dei suoi genitori.

Cosa avrebbe fatto se loro fossero…morti?

Perché quella paura costante di perderli? Sua madre lo aveva spesso rassicurato.
“Molti adolescenti hanno paura che i genitori muoiano” gli rispondeva ogni volta la donna dolcemente
Ma lui in alcune occasioni aveva avuto come la sensazione lancinante e straziante di essere orfano, prigioniero di un incubo infinito.

“Harry, tesoro, forse dovresti scendere se non vuoi perdere il treno?” lo ridestò la madre

Il ragazzo scese dall’auto e aiutò il padre a poggiare il pesante e voluminoso bagaglio su un carrello, spingendolo poi personalmente fin dentro la stazione.
Il treno sarebbe partito dal binario nove.
Attraversarono la stazione affollata di persone di ogni nazionalità, Londra era una grande città multietnica. Si fermarono innanzi ad un binario su cui torreggiava un grosso numero nove in plastica.
Il treno era lì. Immobile e lucido, che attendeva di partire per la città di Cambridge. Le prime due carrozze erano già gremite di studenti, alcuni si sporgevano dai finestrini per parlare con i familiari, altri si litigavano un posto. Harry e suo padre spinsero il carrello lungo il binario in cerca di un vagone libero. C’erano moltissime persone, molte più di quante immaginasse. E tutti quei ragazzi sarebbero stati i suoi compagni di scuola… alcuni sarebbero stati suoi compagni di corso e magari tra loro ci sarebbe stato il suo migliore amico. Mentre formulava quel pensiero, proprio dietro di lui, passò un gruppo di persone, e lui colse un brandello della loro conversazione.

“…pieno zeppo di ricconi, figurarsi…”

Harry si voltò di scatto.
Quella voce di donna… dove l’aveva già sentita?
A parlare era stata una signora grassa che si rivolgeva a quattro ragazzi dai capelli rosso fiamma. Ciascuno spingeva un carrello ricolmo di bagagli come quello di Harry.

“C’è davvero tantissima gente” disse Lilly Potter.

Il marito annuì compiaciuto, poi rivolgendosi al figlio “Sono sicuro che incontrerai tanti ragazzi simpatici e troverai molti amici”

Proprio in quel momento passarono accanto ad un ragazzo dalla faccia tonda che stava dicendo: “Nonna non voglio andare in quello stupido college”

“Oh, Neville” udì sospirare l’anziana signora.

Quel nome gli strinse il cuore.

“Lo credo anch’io” replicò Harry distratto

I Potter si fecero largo tra la folla, finché non trovarono uno scompartimento vuoto verso la coda del treno. James aiutò il figlio a sollevare il bagaglio e a sistemarlo sul convoglio e subito dopo i due ridiscesero sulla banchina per ricongiungersi a Lilly. La donna strinse il figlio in un caldo e stretto abbraccio. Harry si perse in quella malinconica stretta, avvolto dal suo profumo. Ma poi ridestatosi da quella insolita sensazione di tenerezza si divincolò con forza

“Mamma” mugolò “Non davanti a tutti!! Mi prenderanno in giro per tutta la vita”

“Nessuno prende in giro un figlio che abbraccia sua madre” replicò la donna seccata

“Non vedo nessuna madre che sta abbracciando suo figlio… “

“Ora basta!!” reiterò James “La prossima volta vi rivedrete per le vacanze di Natale… volete davvero salutarvi con uno dei vostri soliti battibecchi?”

“Non stiamo litigando” replicarono all’unisono fissando l’uomo sorridente

“Forse dovremmo andare Lilly e lasciare che Harry salga sul treno. O vuoi riportarlo a casa?”

Avrebbe tanto voluto che la madre rispondesse si…

“Papà ha ragione” rispose mentre si sollevava “E’ meglio che tu vada!!”

Harry inaspettatamente avvolse le braccia attorno al caldo corpo della madre
“Ti voglio bene!” le sussurrò all’orecchio

“Ti voglio bene anch’io, tesoro”

Si sciolsero dall’abbraccio. James si avvicinò al figlio e alla moglie, poi porgendo la mano al ragazzo disse

“Fatti onore, figliolo. Noi siamo molto orgogliosi di te!!”

Harry strinse l’enorme mano dell’uomo, o almeno così gli sembrava

“Grazie, papà”

L’uomo tirò a se il corpo del figlio e lo abbraccio “ti aspettiamo per le vacanze di Natale” disse dandogli affettuosi colpi sulle spalle
Il suo cuore palpitò di gioia. Era felice…

Salì sul treno e si sedette accanto al finestrino dove, seminascosto, poteva osservare i suoi genitori che mano nella mano attendevano la partenza del treno. A pochi metri da loro c’era la famiglia pel di carota al completo. In quel momento apparve il maggiore dei fratelli. Si era già cambiato ed indossava l’uniforme bordeaux del King college. Harry notò che sul petto gli brillava un distintivo d’argento con su incisa la lettera P. Parlavano in maniera piuttosto animata. Poi la donna grassa abbraccio il più piccolo dei ragazzi. Il ragazzino si divincolò dalla stretta e Harry notò che le sue orecchie erano diventate tutte rosse.

Come lo capiva… ma allora le mamme erano davvero tutte uguali?!?!
Di nuovo volse lo sguardo nel punto in cui si trovavano i suoi genitori. Erano ancora là. Sapeva che finché il treno non sarebbe partito loro sarebbero rimasti immobili… l’uno accanto all’altra… in attesa che il loro bambino prendesse il volo, ma con la consapevolezza che prima o poi sarebbero di nuovo ritornati una famiglia. Ma questa consapevolezza che non era la sua. Lui invece viveva nella certezza che li avrebbe persi… che li avrebbe nuovamente persi…

Il treno si mosse. Harry vide i suoi genitori allontanarsi e diventare due puntolini fino a scomparire del tutto dietro la prima curva. Dal finestrino vedeva le case, gli alberi e le colline erbose sfrecciare veloci. Sentì un fremito di eccitazione. Non sapeva bene a cosa stesse andando incontro… ma certamente sarebbe stato stupendo.
Poi, la porta dello scompartimento si aprì ed entrò il più giovane dei ragazzi coi capelli rossi.

“Quel posto è occupato?” chiese indicando il sedile di fronte a Harry “il treno è pieno zeppo…”

Harry scosse la testa in senso di diniego e il ragazzo si sedette, lanciandogli una rapida occhiata. Il ragazzino dai capelli rossi lo fissava curioso, ma quando Harry volse lo sguardo su di lui si mise subito ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino, facendo finta di non averlo guardato. Harry era molto imbarazzato e cominciò a fissare anch’egli il paesaggio che si stagliava rapido attraverso i finestrini del treno.
Poi la sua attenzione fu catturata da una voce stridula

“Io sono Ronald Weasley” si presentò il ragazzo fissando Harry

Ronald Weasley... Ronald Weasley… Ron

“Il mio nome è Harry Potter. Piacere di conoscerti Ronald

“Piacere mio, Harry. Ma chiamami Ron. Credo che Ronald sia un po’ altisonante. Hai fratelli?”

Non si aspettava certo rulli di tamburo o squilli di tromba, ma Ron sembrava assolutamente ignorare il fatto che lui fosse HARRY POTTER… anche se sfuggiva anche a lui il perché Ron dovesse conoscere le memorabili imprese di Harry Potter… quali imprese poi?

“Io sono figlio unico”

“Beato te!!” soffiò stancamente “Noi siamo in sette. Io sono il sesto della nostra famiglia a frequentare il King. Puoi ben dire che mi tocca essere all’altezza di un sacco di aspettative. Bill e Charlie hanno già finito… adesso style='color:#DC2300'> Bill lavora in banca, mentre Charlie fa il veterinario, ora si trova in Australia, lui è un esperto di animali esotici. Ai tempi della scuola Bill era capoclasse e Charlie capitano della squadra di calcio. E adesso Percy è prefetto. Fred e George sono un po’ dei perdigiorno, ma hanno ottimi voti e tutti li trovano davvero spiritosi. In famiglia ci si aspetta che io sia all’altezza degli altri, ma se poi ci riesco, nessuno la considererà una grande impresa, visto che loro hanno fatto prima di me. E poi con cinque fratelli non riesci mai a metterti un vestito nuovo…”

Le orecchie gli erano diventate rosse, forse pensava di aver detto troppo.

“Siete tutti maschi?”

“No, c’è anche mia sorella Ginny, ma lei è più piccola di me di un anno”

“Io, invece, credo che debba essere bello avere tanti fratelli. Sono sicuro che vi volete un gran bene!”

“Certo. Tuo padre è James Potter?”

“Conosci mio padre?”

“Certamente. Io sono un appassionato di archeologia e tuo padre è il mio mito. Mio padre lavora al ministero e dice che spesso il ministro dei Beni Culturali gli concede dei fondi per fare dei viaggi e trovare tesori sepolti”

“Forse tuo padre esagera un pò” sentenziò Harry

“Non credo, la maggior parte dei reperti archeologici presenti al British Museum sono stati recuperati da lui. Dovresti essere molto orgoglioso di avere un padre come lui”

Non pensava che il viaggio potesse essere così piacevole, la conversazione con Ron avrebbe potuto durare per giorni senza che gli pesasse minimamente.
Ron sarebbe diventato il suo migliore amico. Non aveva dubbi!!
Proprio mentre la sua mente formulava quel pensiero, entrarono un ragazzo biondo dal viso paffuto e una ragazzina dai folti capelli bruni e con i denti davanti piuttosto grandi.

“Io sono Hermione Granger” disse con tono autoritario “Lui, invece, è Neville Paciock” aggiunse indicando il ragazzo grassoccio al suo fianco. Harry rammentava benissimo il ragazzino che aveva visto sulla banchina insieme all’anziana nonna.

“Avete visto il gattino di Neville? Se lo trovassero i prefetti lo espellerebbero prima ancora che entri al King. Gli avevo detto che il regolamento lo vieta, ma lui ha voluto fare di testa sua. Articolo 123, comma 12 ‘Non è autorizzata l’introduzione di alcun animale all’interno dell’Istituto previa autorizzazione di una commissione giudicatrice. Pena: espulsione immediata’” disse tutto di un fiato

“Capperi, hai imparato tutto il regolamento a memoria?” domandò stupefatto Ron

“Certo. Mio padre dice sempre che la legge non ammette ignoranza”

“Tuo padre è avvocato?” si informò Ron

“No, i miei genitori sono impiegati statali”

“Strano” si intromise Harry “pensavo fossero dentisti”

Ron e Neville sghignazzarono.

“Non sei affatto spiritoso” replicò acida Hermione “Allora l’avete visto?”

“No, però se lo troviamo vi avviseremo subito” replicò Harry cordialmente

“Vi faccio notare che non vi siete neanche presentati” ribatté la ragazzina brusca

Era davvero antipatica!!
“Io sono Ronald Weasley” si apprestò Ron seccato

“Io sono Harry Potter”

“Harry Potter?”

“Si”

“Il figlio di James Potter? Quel James Potter?”

“Sssi” rispose titubante il ragazzo, aveva notato uno strano scintillio negli occhi della ragazza
Hermione si sedette accanto a Harry e lo fissò ammirata

“Tuo padre è un grande… anzi è il più grande archeologo di tutti i tempi”

“Più di Indiana Jones?” fece scherzosamente Harry

“Si” rispose seriamente la ragazza “più di qualsiasi personaggio reale o inventato. Ha esplorato la tomba di Tutankamon e le piramidi di Cheope ed è stato sull’isola di Pasqua e ha attraversato indenne il triangolo delle bermuda e poi è stato in Tibet e lì il Dalai Lama gli ha indicato la via da seguire per trovare i tre sutra della luce. Tuo padre è un mito. Da grande voglio fare l’archeologa come lui, ecco perché sono al King. Anche tu vuoi fare l’archeologo da grande?”

“Non lo so. Non ci ho mai pensato!”

“Mi fa davvero paura…” sussurrò Ron avvicinandosi a Harry

I due ragazzi cominciarono a sghignazzare dopo essersi fissati qualche minuto negli occhi.
Ron, invece, era davvero simpatico. Sarebbe sicuramente stato un buon amico.

“Cosa avete voi due da ridere?” replicò stizzita Hermione

 “Veramente… “ balbettò Ron intimorito

Il silenzio calò sui presenti, intervallato solo dai mugolii di Ronald Weasley che tentava in malo modo di dare una spiegazione esaustiva alla ragazza palesemente irritata.

“Ron, i tuoi fratelli hanno tutti frequentato questa scuola” fece Harry ponendo fine a quell’imbarazzante situazione “quindi saprai sicuramente come saremmo suddivisi!!”

“Certo… “

“Le case sono quattro” interruppe Hermione saccente “Corvo, Tasso, Grifone e Serpente. La suddivisione viene operata dopo un colloquio preventivo con alcuni insegnati della scuola e i prefetti. Dicono che la migliore sia Grifone. Non per niente sia il professore Silente, sia il tuo papà sono stati dei Grifoni. La casa del Serpente è assolutamente da evitare. In realtà la loro casa sembra essere molto selettiva. I Serpenti appartengono solitamente alle più nobili e rinomate famiglie d’Inghilterra e non ammettono persone di basso lignaggio”

“Già sono dei veri fanatici…” aggiunse Ron disgustato

“Mia nonna dice sempre che bisogna stare lontana da quei nazzisti camuffati da persone perbene” replicò Neville scuotendo il capo, per dare maggior enfasi alle sue parole

“E comunque” concluse Hermione con sufficienza “per inciso, non è necessario avere fratelli che hanno frequentato il King per conoscerne le regole”

Harry fu invaso da un’inaspettata condizione di disagio. Infondo anche suo padre aveva frequentato il King e lui non sapeva assolutamente nulla della scuola. Invece quella strana ragazzina, che probabilmente era la prima della sua famiglia a frequentare il college, sembrava avere una risposta ad ogni sua domanda. Sapeva tutto sul King e su… suo padre. Probabilmente sapeva più lei di James Potter che lui, suo figlio, con cui condivideva lo stesso bagno da undici anni.
Era arrabbiato e nello stesso tempo ammirato da quella Hermione Granger. Forse anche lui avrebbe dovuto prendere la storia del college più seriamente, così come sembravano fare i suoi compagni di viaggio.
Mentre questi pensieri turbinavano nella sua mente si aprì bruscamente la porta dello scompartimento.
Sulla porta apparve un ragazzino dai capelli biondi e il volto affilato. I suoi occhi erano grigi e freddi. Sul suo volto sembrava stampato un ghigno perenne. Ai suoi lati c’erano due enormi sagome tarchiate con un’aria molto cattiva. Sembravano due giovani guardie del corpo.

“Buongiorno, tu devi essere Harry Potter” fece rivolto a Harry; ed ignorando totalmente gli altri continuò “Io sono Draco Malfoy. Sicuramente conosci mio padre Lucius. La famiglia di mio padre e quella di mia madre sono tra le più ricche e potenti di Londra e naturalmente tra le più antiche. Questi due invece…“ indicò con un molle gesto della mano i due energumeni che erano dietro di lui “… sono Tiger e Goyle. I miei sottoposti. Vedo che invece i tuoi lasciano molto a desiderare” concluse serrando gli occhi per meglio osservare le stesse persone che un attimo prima aveva appena degnato di uno sguardo fugace.

“Sottoposto sarà tuo padre“ replicò Ron rosso in volto

“Non c’è bisogno che chieda a te come ti chiami. Mio padre mi ha detto che tutti i Weasley hanno capelli rossi, lentiggini, vestiti smessi e più figli di quanti si possano permettere” si rivolse nuovamente ad Harry “Non tarderai a capire che certe famiglie sono migliori di altre, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le persone sbagliate? In questo posso aiutarti io.”

Allungò la mano per stringere quella di Harry, ma il ragazzo non la prese.

“Sono sufficientemente grande da decidere da solo”

“Davvero… non mi sembra proprio!! Un grassone, un poveraccio e… “ si avvicinò lentamente a Hermione “… una femmina. Davvero un bel gruppo, molto selezionato!!”

“I miei amici sono un mio affare!!”

“Però è molto carina… se non fosse per i dentoni, sarebbe il mio tipo!” argomentò Malfoy

“Ma tu non sei affatto il mio!!! Stupido, spocchioso, mostriciattolo” rispose Hermione sdegnata

“Lasciala in pace, Malfoy” intervenne Harry furente

Perché era così arrabbiato?

“Fossi in te ci penserei bene prima di rivolgerti a me con quel tono impertinente!”

“Perché altrimenti cosa fai?”

“Siamo tre contro uno, Potter. E come vedi i miei amici sono belli grossi”

“Non è affatto solo” affermarono all’unisono Ronald Weasley e Neville Paciock

“Sei un vigliacco, Malfoy” replicò Hermione

“Hai bisogno che una femmina parli per te?”

“Sei morto Malfoy” provocò Harry

Malfoy si avvicinò minaccioso

“No” Hermione si frappose fra i due ragazzi “Sareste nei guai prima ancora di arrivare!!!”

“Mi fa piacere notare che ti preoccupi per me!!”

“Non mi preoccupo affatto per te!!” esclamò la ragazza stizzita

“Allora ti preoccupi per lui” reiterò indicando Harry con un leggero cenno del capo “Ti piace vero?”

Lo sguardo di Harry corse veloce a cercare quello di Ron…
Anche a Ron piaceva Hermione… la loro amicizia sarebbe finita!!
Ron… Hermione… lui, Harry!!

Quella era una questione conclusa...
Hermione aveva scelto lui e Ron si era innamorato di Luna Lovegood. E quel Malfoy aveva un’assurda cotta per la sorellina di Ron, Ginny. E invece Neville… lui… lui…



**

“Vi sono tre tipi di sogni: sogni a carattere religioso, in cui un dio appare e richiede un atto di devozione; sogni rivelatori, che predicono eventi futuri; ed infine sogni che forniscono informazioni chiare… “ la voce monotona del professor Joshua Cabbot risuonava nell’aula e nella sua testa. Era intontito. Quegli strani sogni lo fiaccavano e lo confondevano. Col tempo erano diventati sempre più realistici e lo lasciavano triste e depresso. Ma qualsiasi bellissimo sogno facesse alla fine era sempre interrotto dalla dura realtà. E oggi aveva una noiosa lezione di Scritture Originali.
Il professor Cabbott era l’insegnante di Scritture Originali. Era un uomo troppo alto e troppo magro, con naso e zigomi innaturalmente pronunciati. Non era molto gradevole da vedersi. Inoltre la sua voce aveva una sgradevole intonazione nasale. A Scritture Originali c’erano numerosi studenti di Serpeverde. Lui e Ron erano gli unici Grifondoro presenti in aula. Avevano deciso di seguire Scritture Originali l’anno precedente, quando erano venuti a conoscenza dell’esistenza del Necronomicon. Da allora era passato molto tempo e il Necronomicon ormai non esisteva più. Ma nonostante ciò avevano comunque continuato a seguire quella materia, perché nonostante la presenza di quello strano uomo che gli metteva inquietudine, la materia era davvero interessante e se volevano diventare Auror sarebbe stata molto utile. 

“Esistono numerosi libri dei sogni, in tutte le maggiori civiltà, sia magiche che babbane. I babbani non potendo ricorrere a formule di protezione e di divinazione, danno una notevole importanza ai sogni, quindi la maggior parte dei testi che saranno studiati durante questo corso saranno per lo più testi non magici”

“Non magici? Che sarebbe come dire babbani!!” argomentò sarcastica una voce acuta

“Signorina Parkinson. Forse lei non sa chi sono la Maia e il Primo Guardiano, non è così?”

“Non capisco cosa c’entri?”

“La Maia è una ninfa proveniente dal mondo della Veglia” rispose Harry con voce monotona “essa viene rinnovata ad ogni nuovo ciclo del Sogno, circa ogni 400 anni. Il suo compito è quello di custodire le chiavi dei cancelli di Keras e di Elephas. Il Primo Guardiano…

“Bravissimo signor Potter, ma vorrei un attimo aggiungere una cosa…” interruppe Cabbott meravigliato

“Come fai a saperlo?” bisbigliò Ron incuriosito

“Non lo so… e come se lo avessi sempre saputo” sussurrò Harry perplesso

Come faceva a saperlo?
“Prima che il signor Potter ci racconti del Primo Guardiano vorrei spiegarvi brevemente cosa sono i due cancelli di cui ci accennava. Innanzitutto, introduciamo un nuovo concetto, quello dei Nexus. I Nexus sono zone di esistenza al di fuori dello spazio e del tempo, nelle quali nessuna legge né potere funzionano. Sono una specie d’iper-archetipo, un limbo”

Una mano si levò
“Nessun potere?” domandò Malfoy interessato

“Si, signor Malfoy, nessuno. Nemmeno un potere infinito” reiterò il professor Cabbott serio “Ebbene i Nexus si dividono in due piani astrali ognuno dei quali è limitato da un cancello. Il cancello di colore nero si chiama Keras, la Porta di Corno, il cui nome deriva dal greco Karanoo , avverarsi. Attraverso di esso si accede a tutti i sogni veritieri e profetici. Il cancello di colore bianco si chiama Elephas, la Porta di Avorio, il cui nome deriva dal greco Elephairo, ingannare. Attraverso di essa si accede a tutti gli incubi e sogni ingannatori. Una volta scelta, la Maia viene condotta a bere le acque del fiume Lete che le permettono di dimenticare la sua vita passata. Terminato il periodo di 400 anni la Maia è libera di scegliere tra tornare a vivere una nuova vita o essere trasformata in Imago e rimanere nell'Anima. Signor Potter… ” concluse, facendo cenno ad Harry di continuare.

“Il Primo Guardiano affianca e protegge la Maia. Egli viene scelto tra i babbani ogni 400 anni. Anch’egli si abbevera nelle acque del Lete. Al termine del suo servizio può scegliere anche lui tra rimanere nell'Anima o tornare nel Corpus”

Ma come diavolo faceva a saperlo?

“Benissimo. Dieci punti a Grifondoro” aggiunse ammirato “Quindi, signorina Parkinson, come avrà ben capito, un mondo in cui non esistono poteri magici e in cui uno dei guardiani dei cancelli è un babbano… ”

“Deve essere davvero un mondo inutile” lo schernì Blaise Zabini.

“Le ricordo signor Zabini che se vuole parlare deve alzare la mano. E comunque lo crede davvero?”

“Certo… “ rispose il ragazzo con arroganza

“Allora sei più stupido di quel che pensavo!!” pensò Harry

“… E” continuò Zabini alzando la mano “… penso che debba essere un lavoro facile se il compito è affidato ad un babbano e ad una stupida creatura inferiore come una ninfa”
“Se i due cancelli venissero aperti contemporaneamente, il caos invaderebbe il Nexus e una schiera di sogni incontrollati inizierebbe a filtrare nel nostro mondo, confondendo i confini tra sogno e realtà, tra verità ed inganno. E le posso assicurare che questa non sarebbe affatto una cosa consigliabile. La Maia e il Primo Guardiano svolgono un ruolo unico e fondamentale”

Una mano si levò.
“Dica pure signor Potter”

“Se la Maia o il Primo Guardiano non fossero sostituiti?”

“Essi vengono sempre sostituiti!!”

“Ma se così non fosse?” insistette Harry fremente

Doveva sapere!!

“Le porte non restano mai sguarnite. E’ impossibile”

“E se rimanesse uno solo dei guardiani?”

Il silenzio sembrava quasi annaspare nella stanza. Tutti sembravano in attesa di una risposta che avrebbe messo inesorabilmente fine al loro mondo.

“La porta che custodisce rimarrebbe sguarnita. Se fosse Keras, alcuni potrebbero accedere a sogni profetici o veritieri. Se fosse Elephas i sogni di alcuni potrebbero essere incubi ingannatori. In entrambi i casi quando ciò si protrae per lungo tempo la persona può giungere alla follia”

“Perché mai?” domandò Harry timoroso della risposta… che già sembrava conoscere

“Perché comincerebbe a confondere realtà e sogno”

Cosa cavolo gli stava accadendo?




NdA: Cosa sta succedendo a Harry? La Maia e il Primo Guardiano sono veramente implicati negli strani sogni che lo perseguitano? Forse scopriremo qualcosa nel prossimo chap.

Poiché tutti si chiedono cosa avrà comprato Malfoy, allora ho deciso che sarete voi a rispondere alla domanda: Cosa ha comparto Malfoy? A chi riesce farò un bel regalo… un bellissimo regalo…

Grazie a tutti per la pazienza… e spero che il nuovo chap sia stato di vostro gradimento. Con la promessa di postare al più presto il prossimo, vi abbraccio tutti nuovi e vecchi amici. Baci Lella80

EFP

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Capitolo 7
*** follia e paura ***


CAP7 CAP7

Come ormai mia consuetudine vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto la storia e soprattutto: desdeus (sai che apprezzo molto i tuoi commenti perchè sono sempre molto utili e mi aiutano a riflettere sulla storia e sui miei errori... questa volta però vorrei dissentire e vorrei farti notare che la parte che trovi noiosa e la trasposizione, quasi letterale, di parte del primo libro della Rowling, in un mondo privo di magia. E' un mondo reale privo di magia è appunto noioso... tu che ne pensi? Magari è questo il mio scopo?!), marco (grazie per la proposta d'aiuto, ma ho già un betareader per questa storia ed è pesciolina04. Mi dispiacerebbe un sacco sostituirla, anche perchè è molto brava e attenta! Però se mi mandi una mail magari posso averne due di correttori di bozze oppure quando Chiara non è disponibile potrei approfittare della tua gentilezza. Sai mi sarebbe davvero utile; infatti questo chap purtroppo l'ho postato senza la fondamentale e necessaria supervisione di Chiara, quindi spero non sia pieno di strafalcioni) ed infine Kalindra (fra qualche capitolo spiegherò come è suddiviso il mondo onirico quindi molte delle tue domande avranno una risposta... altre troveranno risposta verso la fine quando il mistero dei sogni sarà svelato! Cmq bravissima ai letto il capitolo talmente bene che hai notato un errore che non avevamo visto nè io nè Chiara e cioè... Se la Maia deve custodire entrambi i cancelli come può Harry chiedere se possa essere lasciato incustodito un solo cancello? ... bene a questa domanda per il momento non saprei rispondere, perchè è un errore!! Ma nel corso della storia cercherò di trovare una spiegazione plausibile, spero che poi mi farai sapere se ti sembra valida come risposta! Infine Si... il personaggio che avrà il tuo nome sarà la Maia e non immagini quanto sarà importante). Grazie tante ragazzi per aver lasciato i vostri utilissimi commenti

Un abbraccio forte a tutti.




CAP7
Follia e Paura


Cosa cavolo gli stava accadendo?

Questa domanda echeggiava in ogni meandro del suo cervello, rimbalzando attraverso le sinapsi e raggiungendo ogni luogo noto o sconosciuto della mente umana. Non vi aveva ancora trovato una risposta; né tanto meno era riuscito a trovare una logica a quegli insoliti sogni che oramai lo turbavano nel sonno quanto nella veglia, ma fatto sta che la lezione di Cabbott aveva aperto uno squarcio nella sua testa.

“La porta che custodisce rimarrebbe sguarnita. Se fosse Keras, alcuni potrebbero accedere a sogni profetici o veritieri. Se fosse Elephas i sogni di alcuni potrebbero essere incubi ingannatori. In entrambi i casi quando ciò si protrae per lungo tempo la persona può giungere alla follia…. Perché comincerebbe a confondere realtà e sogno”

Era questo ciò che gli stava accadendo? Stava forse impazzendo?
Quei sogni non potevano essere semplici sogni, dovevano essere qualcosa di diverso. Forse Voldemort era implicato in qualche modo oppure…
Era successo qualcosa ai guardiani delle porte del Nexus.
Se era vero allora la porta dell’Elephas doveva essere sicuramente sguarnita, ed i suoi erano sogni ingannatori. Ma non sarebbe impazzito, perché lui era capace di distinguere uno stupido sogno, per quanto meraviglioso, dalla realtà.

“Potter… Potter… “

Quella voce riportò il giovane mago alla realtà interrompendo il filo dei suoi pensieri
“Forse, a Harry Potter” principiò una voce ipocritamente carezzevole “il più grande mago di tutti i tempi, non serve seguire una lezione sull’utilizzo della mandragola nelle Pozioni di Guarigione, poiché egli conoscerà sicuramente metodi più opportuni… non è così?”

Harry fissava il pallido volto del professor Piton, incorniciato da unti capelli neri, su cui imperava un lungo naso adunco.

Era a Lezione di Pozioni!?!
Non ricordava come avesse raggiunto l’aula di Pozioni, figurarsi se sapeva di cosa stesse parlando Piton. Aveva completamente perso cognizione di spazio e tempo.

“Hai forse perso la lingua, Potter?” insisté il professore

“No” replicò asciutto

“No… signore” puntualizzò l’uomo

“No… signore” ribadì Harry pungente

“Credo di averti fatto una domanda… allora?”

“Non ho ben capito la domanda, professore

Il silenzio era opprimente.
Sentiva lo sguardo dei suoi compagni e il parlottare dei Serpeverde. Riusciva quasi a sentire l’ansietà di Ron e la preoccupazione di Hermione. E soprattutto era palpabile il godimento di Piton.

“Supponiamo Potter che uno dei tuoi amici sia attaccato da un Mangiamorte e che sia ferito; come credi di riuscire ad essergli utile?”

“ferito?”

“Si… Potter, ferito? Gli incantesimi possono arrecare anche ferite fisiche.” iniziò con tono pedante “In questi casi le Pozioni Disincantanti, non possono fare molto. Alcuni tipi d’incantesimi possono procurare potenti emorragie, lesioni più o meno gravi oppure distruggere totalmente il sistema scheletrico, credo che tu abbia qualche piacevole ricordo di tali magie”

Harry rammentava benissimo il regalino fattogli da quell’imbranato di Gilderoy Allock cinque anni prima. Ricordava ancora il dolore lancinante causato dalla scomparsa delle sue ossa, sembrava una bambola di gomma. Madama Chips impiegò molte settimane per rimetterlo in sesto.
“Non saprei, signore” rispose seccamente Harry

“Allora, poiché la tua incapacità è solo pari alla tua arroganza, dovresti seguire con più attenzione le mie lezioni.” Il suo sguardo era risolutamente fisso sul giovane
Potter “Non vorrei essere costretto a chiedere al professor Silente di esimerti dalle mie lezioni; in quanto elemento considerevolmente importuno” terminò l’uomo increspando gli angoli della bocca in un beffardo sorriso

Hermione strinse il suo braccio con forza.

Il giovane mago ben sapeva cosa volesse chiedergli la sua ragazza “Ti prego, Harry chiedigli scusa

Mai!!!

L’uomo lo fissava astioso e divertito. Stava giocando con lui come un gatto gioca con un topo.

Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederlo umilitato!!!
Poi pensò che se il professore di Pozioni avesse dato opera alle sue minacce, il suo sogno di diventare Auror si sarebbe dissolto come neve al sole e in quel caso, Piton, avrebbe goduto ancora di più!! Forse il male minore era proprio domandargli scusa… o almeno provarci!!

“Cercherò di essere più attento la prossima volta!” replicò con tono arrogante

“Lo spero… venti punti in meno a Grifondoro“ si girò e cominciò a grandi passi a percorrere la buia e umida aula di Pozioni “Bene, signor Malfoy potrebbe rispondere lei alla domanda che avevo posto a Potter?”

“La Mandragora è un elemento fondamentale in tutte le pozioni guaritrici, eccetto che negli infusi di cipresso, in cui può essere sostituito con la bardana. In questo caso però l’effetto cauterizzante è inferiore”

Draco Malfoy era a dir poco gongolante

“Ottimo, signor Malfoy. Dieci punti per Serpeverde”

Poi volgendo nuovamente uno sguardo carico di sdegno su Harry domandò apaticamente “Cos’è la bardana, Potter?“

“La bardana è una pianta con grosse radici che si infossano in verticale sino ad un metro di profondità. Ha proprietà diuretiche e depuratorie, antisettiche e cicatrizzanti. Nelle pozioni viene utilizzata la sola radice che raccoglie in sé tutti i poteri di guarigione e protezione della pianta madre”

“Quali sono gli utilizzi dell’infuso di cipresso, signor Potter?” proseguì l’uomo irritato

Perché queste maledette lezioni di pozioni dovevano essere sempre così dure per lui? Ogni volta era una guerra… che avrebbe avuto fine solo se uno dei due fosse morto!! Chissà forse la profezia della Cooman aveva valenza universale!!

“Gli infusi di cipresso vengono da sempre utilizzati come cicatrizzanti, antiemorragici e antisettici”

“Quale altra caratteristica peculiare a questo tipo di infuso?”

“Presso i Mesopotamici era considerato uno dei componenti essenziali per la preparazione degli incensi esorcistici, mentre il popolo egizio…”

“La lezione è finita” interruppe il professore visibilmente seccato “In ogni modo Potter il fatto che tu sappia queste cose, ma che non abbia risposto alla domanda precedente è solo indicativo della tua stoltezza”

Il professore di Pozioni uscì dall’aula con la sua solita aria di sussiego

“Avrebbe dovuto darti almeno dieci punti… “ bofonchiò Ron, mentre riponeva il testo di Pozioni nella borsa

“Se mi avesse dato dieci punti, poi avrebbe dovuto togliere almeno cinquanta punti a Grifondoro per sentirsi soddisfatto” replicò Harry irritato “Avrei voluto dargli un pugno!!!”

“Io invece sono molto contenta che tu sia riuscito a controllarti” si intromise Hermione radiosa

“E’ stata molto dura”

“Sono molto orgogliosa di te” soggiunse la ragazza, levandosi sulle punte e scoccandogli un sonoro bacio sulle labbra “E ora mio eroe sei pronto per la lezione di Antiche Rune?”

“Non so!! E’ stata una dura giornata, forse avrei bisogno di qualche altro incentivo”

“Io vado a lezione di Storia della Magia. Voi due se continuate di questo passo arriverete in ritardo a Rune

Il giovane Weasley si allontanò. Harry non sapeva se fosse divertito oppure indispettito.

“Non capisco come mai abbia scelto Storia della Magia” disse Hermione mentre uscivano dall’aula.

“Sai, Hermione, alle lezioni del professor Ruf si dorme una favola. Credimi se non avessi avuto troppe materie l’avrei scelto anch’io”

“Ma, Harry” squittì Hermione “Ora basta… Ron ha ragione. Andiamo Harry Potter” afferrò la mano del suo fidanzato e lo trascinò lungo il corridoio, ingombro di studenti di tutte le età carichi di libri.

“Ma più tardi che ne dici di riprendere il discorso di prima?” argomentò Harry

“Solo se mi renderai nuovamente fiera di te!!”

“Ok… “ sbuffò il ragazzo “farò del mio meglio”

Cosa non si fa per una donna!!!” pensò sconsolato

*

Le ore, i giorni e le settimane trascorsero rapide. Le lezioni erano gravose ed inoltre, sembrava che tutti i professori fossero convinti che la loro materia fosse unica e fondamentale per la buona riuscita degli esami finali e per il loro lavoro futuro. Tutti erano ossessionati dai M.A.G.O…. rofessori, studenti, persino Gazza era più inquieto del solito. I M.A.G.O., la guerra contro Voldemort, la presenza di Mangiamorte e creature oscure a Hogsmeade, rendevano tutti ancora più nervosi. Non c’erano molti svaghi, erano praticamente rinchiusi nell’unico posto sicuro di tutta l’Inghilterra magica, Hogwarts. Ma questo non faceva che accrescere il loro spasmodico desiderio di studiare, quasi volessero cancellare gli orrori che erano a pochi passi, cercando di mantenere una parvenza di normalità. Erano tutti ossessionati dallo studio, davvero tutti, persino lui e Ron. Hermione, poi, passava gran parte del suo tempo tra compiti di Pozioni, Antiche Rune e Artimanzia, a volte era completamente sommersa dietro rotoli di pergamene. Era sempre rintanata in biblioteca a svolgere la ricerca più importante della sua vita. Si sentiva un po’ trascurato, ma la verità era che anche lui tra i compiti, le lezioni e gli impegni con la squadra di quidditch, non aveva molto tempo da dedicarle. Sicuramente passava più tempo con Ron e Ginny.
Riusciva a vedere Hermione solo a pranzo, dove erano circondati da un centinaio di studenti o in sala comune dove erano circondati da decine di Grifondoro. Non erano mai soli!! E questo era un gran problema, almeno per lui! Certe volte avrebbe voluto stringerla a se, sentire il suo odore di sandalo e vaniglia, e baciarla fino a farsi mancare il respiro. Ma l’unica cosa che facevano insieme erano scambiarsi fugaci effusioni, nascosti dietro lunghissime pergamene di Incantesimi e Trasfigurazioni. E poi lei era un Prefetto, non poteva dare scandalo…

scandalo

come se fosse scandaloso essere innamorati. Certo che le idee di Hermione erano davvero assurde, ma lui la amava anche per questo! Lui l’amava perché lei era rimasta la sua Hermione. Inizialmente il giovane mago era abbastanza preoccupato di come gestire il rapporto con lei. Essere amici era un conto, essere fidanzati era tutt’altro. Era inesperto in faccende amorose, ma era chiaro anche per lui che il cambiamento sarebbe stato inevitabile. Eppure l’inevitabile cambiamento non c‘era stato. Con Hermione era stato tutto semplicissimo. Era tutto come prima, anzi molto meglio: molto più stimolante ed… interessante.
Una sola volta si erano addormentati stretti sul divano della sala comune e quei maledetti sogni avevano turbato anche quel ricordo per lui unico e irripetibile.

Quei sogni tormentavano costantemente il suo sonno. All’inizio aveva vaghi ricordi al suo risveglio, ma poi col trascorrere del tempo quei sogni erano sempre più vividi nella sua mente. Quegli strani sogni avevano una ben definita connotazione spazio-temporale, attraverso quei sogni stava ripercorrendo la sua vita… dal principio!
Eppure rammentava pochissimo del principio: lui bambino che correva nel giardino di casa inseguendo un terranova marrone. Spruzzi d’acqua. Suo padre che cercava di lavare il cane, rincorrendolo con una pompa. Le risate cristalline della sua mamma.
E poi… le sue lacrime e quelle di sua madre, quando il papà era disperso. Quella casa vuota e buia, quell’attesa infinita e poi la gioia per averlo ritrovato. E poi… i regali di Natale, la scuola, le visite ai nonni, suo cugino Dudley, con cui litigava continuamente… l’antipatia per Dudley Dursley era l’unica costante dei due mondi!!

Erano tutti ricordi confusi… come i ricordi di un bambino.

Poi le cose erano cambiate. I sogni erano diventati più vividi, chiari, carichi di particolari, forse anche troppi e forse alcuni un po’ imbellettati… come i ricordi di un ragazzo.
Hermione, Ron, Neville, Ginny, Draco, Sirius, Lupin, Silente… il King.
Ricordava ogni particolare dell’Istituto in cui aveva passato tanti anni della sua vita. L’ingresso in stile neo-gotico, i giardini, le ampie stanze con i letti a baldacchino. E soprattutto la cappella di Saint Nicholas, ne ricordava ogni angolo: la volta a ventaglio più grande del mondo, le finestre con vetrate ed il dipinto "L'adorazione dei Magi" di Peter Paul Rubens.
E poi… le voci soavi dei coristi della scuola. Il coro cantava durante le messe quasi tutti i giorni nei periodi di lezione. Spesso addirittura si esibiva in concerti, che erano registrati e trasmessi da radio e televisione. Ron fu così orgoglioso, quando Luna per la prima volta partecipò al Nine Lessons and Carols, trasmesso sulla BBC dalla cappella la Vigilia di Natale.

“La Cappella è considerata uno dei simboli più importanti di Cambridge” ripeteva continuamente la McGrannitt impettita. La voce dell’arcigna professoressa di Arte Figurativa, gli rimbombava ancora nella testa.

Ma i suoi ricordi più belli erano le serate passate con Ron al Cellar Bar, una piccola stanza nei sotterranei del college, che spesso ospitava gruppi musicali e serate. C’era anche un altro bar, il Vacation Bar, anzi il "vac bar", come lo battezzarono gli studenti degli anni precedenti. Ma niente era come il Cellar Bar, quanti ricordi… lì lui e Ron avevano preso la loro prima sbronza, se sua madre lo avesse scoperto lo avrebbe ucciso!! Il giorno dopo si sentiva uno straccio, aveva il più terrificante mal di testa di tutta la sua vita, non aveva fame e aveva un orribile saporaccio in bocca. Ripromise a se stesso che non lo avrebbe più fatto; anche perché altrimenti avrebbe dovuto uccidere Hermione!!
Tutta colpa di quel Malfoy!! Lui e la sua stupida sfida!!

“Hey, poppante facciamo a chi ne beve di più?” lo aveva sbeffeggiato il rivale levando in alto una bottiglia di birra “O forse devi chiedere il permesso alla mamma? Prima però dovresti chiedere alla tua bella fidanzatina!!”

La vocina di Hermione si sovrapponeva a quella di sua madre. Sembravano fondersi in un unico rimprovero
Harry, non puoi farti manovrare da Malfoy come una pedina di scacchi!! Ora sei sufficientemente grande da non lasciarti coinvolgere in stupide liti tra ragazzini

Sua madre ed Hermione erano proprio uguali, ma loro erano femmine, non potevano capire!!!
Non poteva tirarsi indietro!!

“Lenticchia ti va di aiutare il tuo amichetto del cuore?” rincarò il Serpeverde

Non potevano assolutamente tirarsi indietro!!

Alla fine erano talmente ubriachi, tutti e tre, che dovettero trascinarli in spalla nelle loro stanze… se ne parlò per settimane!! Se fosse giunto alle orecchie di qualche professore sarebbero stati sicuramente espulsi!!
Hermione era furiosa, non gli parlò per un mese. Luna invece era stata molto più comprensiva con Ron, dopo due settimane aveva cominciato ad insultarlo per quella bravata che non aveva fatto ridere nessuno. E Malfoy… beh, lui e Ginny avevano rotto per la centoventunesima volta, anche se quella sembrava proprio la volta buona. Era l’unica nota positiva di quella terrificante esperienza.

Erano sogni, non era la realtà. Lo sapeva, ma la verità era che cominciava a confondersi. Quegli strani sogni lo allontanavano dalla sua realtà.


“… quando ciò si protrae per lungo tempo la persona può giungere alla follia…. Perché comincerebbe a confondere realtà e sogno”


Doveva parlarne con qualcuno, doveva parlarne con Silente, altrimenti, in cuor suo, sapeva che sarebbe impazzito!!

**

Arrivò innanzi alla statua di pietra dalla forma di Gargoyle, posta all’ingresso dello studio di Silente. Quante volte si era fermato accanto a quella statua, quante sensazioni diverse si erano susseguite accanto a quel simulacro di roccia: paura, angoscia, rabbia ed ora ecco arrivata anche la confusione.

“Pastrocchio” disse Harry rivolto alla statua.

Una nuova parola d’ordine!

E questa non era l’unica novità. C’erano nuove direttive a Hogwarts, una di queste declamava che ogni due settimane, per la sicurezza degli studenti, sarebbe cambiata la parola d’ordine per accedere ai dormitori e alla stanza del Preside. La parola d’ordine dei dormitori sarebbe stata preventivamente comunicata ai Prefetti, mentre quella dello studio del preside sarebbe stata comunicata esclusivamente ai responsabili delle case. Per cui alcuni giorni prima aveva parlato con la professoressa McGrannitt, il responsabile della casa di Grifondoro, e aveva chiesto alla donna la parola d’ordine per arrivare alla stanza di Silente.

“Cosa hai Harry?” gli domandò la donna preoccupata

“Nulla, sto bene non si preoccupi” gli aveva risposto meccanicamente, ma sapeva che non era così. Mentiva. Stava mentendo a tutti, a Hermione, a Ron, a Ginny, a Luna e ora mentiva anche alla McGrannitt… infondo, mentiva anche a se stesso!!

“Credo che tu non dorma abbastanza!” constatò la donna con inusitata dolcezza.

“Ho solo qualche problema a prendere sonno. Sa, lo studio. i M.A.G.O., i Mangiamorte, la guerra, Voldemort. Sono solo un po’ stanco, ma nulla di cui preoccuparsi. Volevo parlare con il professore Silente.”

“Bene, signor Potter. Sono sicura che il nostro preside saprà come rassicurarla” aveva riacquistato il suo sguardo duro, ma Harry sapeva che la sua professoressa di Trasfigurazione era molto preoccupata. “Provi con Pastrocchio, sono sicura che funzionerà” concluse allontanandosi.

Ed ora eccolo nel cuore della notte, dopo l’ennesimo incubo, accanto alla statua del Gargoyle che si spostava per lasciarlo passare. Oltrepassò l’apertura e cominciò a salire lungo la scala a chiocciola che si avvolgeva salendo ripida verso l’alto. Quando giunse davanti all’enorme porta con i battenti in ottone, rimase immobile. A quell’ora sicuramente Silente dormiva, ma qualcosa lo spinse a bussare tre colpi decisi. La porta si aprì. Silente lo stava aspettando seduto alla scrivania. La scrivania, il tavolino, i quadri dei vecchi presidi di Hogwarts... sempre tutto uguale. Il ragazzo notò che alcuni dei quadri erano vuoti. C’erano solo due uomini che ancora permanevano nelle loro posizioni: un uomo corpulento dal naso rosso che sonnecchiava con il capo reclinato da un lato e Phineas Nigellus, lo zio di Sirius. Quest’ultimo lo fissava con sguardo gelido senza proferire parola, sembrava molto preoccupato.

“Ciao Harry” disse Silente dolcemente.

“Buonasera Professore” rispose Harry imbarazzato

“Cosa succede? Come mai da queste parti?”

“Mi scusi per l’ora, signore”

“Non preoccuparti, noi vecchi dormiamo molto poco”

“Lei non è mica vecchio!!” asserì Harry convinto, anche se negli ultimi tempi lo aveva visto invecchiare sempre più rapidamente.

“Cosa volevi chiedermi?”

“Come vanno le cose, signore?”

“Sappiamo che Voldemort sta radunando nuovi proseliti. Il nostro ministero ha già contattato il nuovo Ministro babbano per organizzare la difesa del mondo non-magico. Severus pensa che Voldemort stia macchinando qualcosa, ma pare che l’unica a conoscerne i piani sia Bellatrix Lastrange”

“Bellatrix?”

“Si, Harry. Stiamo cercando di capire cosa gli abbia commissionato”

“Noi l’abbiamo vista a Notturn Alley, quando è iniziata la scuola. L’abbiamo vista entrare nel negozio di Sinister”

“Sinister?” ripeté aggrottando le sopracciglia.

“Si” aggiunse il ragazzo pensoso “E’ rimasta venti minuti. Gli ha chiesto alcuni oggetti, ma pare che lui non li avesse. Purtroppo non siamo riusciti a sapere cosa stesse cercando”

“Naturalmente non ti chiederò cosa ci facevi a Notturn Alley” replicò divertito il preside “Ottimo lavoro, comunque, Harry. Ottimo lavoro!! Sai, Tonks e Malocchio se la sono lasciata scappare, ma non farne parola con lui, sai… era furibondo!!” asserì strizzandogli l’occhio

“Signore, Voldemort vuole ucciderla?” proruppe il ragazzo improvviso

“Si, Harry” rispose serafico

“Tutte queste misure di sicurezza: gli Auror che girano per la scuola, la parola d’ordine d’’ingresso nei dormitori e al suo ufficio che cambiano ogni due settimane, e poi i Prefetti che devono controllare che tutti siano rientrati nei dormitori entro le venti, non sono per proteggere noi, ma lei!” affermò sicuro

“Me e voi”

“Si, ma lui sa che l’unico modo di arrivare a me è uccidere lei!!”

“Cosa posso fare per te, Harry? Sembri molto stanco” replicò l’uomo cambiando discorso

Harry decise di non insistere ulteriormente. In quei lunghi anni aveva imparato a conoscere Albus Silente, quindi sapeva benissimo che il Preside lo avrebbe messo a conoscenza della faccenda non appena fosse stato possibile.

“Non riesco a dormire bene ultimamente. Faccio strani sogni” espose il ragazzo senza alcun preambolo

Il vecchio Preside lo osservava curioso. Si levò gli occhiali a mezzaluna e li pulì con l’orlo del vestito turchese, trapuntato di stelle verde smeraldo.

“Che tipo di sogni?” disse alzandosi e girando intorno alla scrivania.

“Sogno un mondo senza magia. C’erano tutti, anche Hogwarts, solo che si chiama King college school. E poi… “ fece una breve pausa “c’erano i miei genitori, Neville, Sirius e anche i miei nonni erano tutti vivi e… “ era raggiante “era stupendo. Certo non è tutto rose e fiori, è difficile vivere senza magia… “aveva smesso di parlare al passato “anche se senza Voldemort forse è possibile vivere tranquillamente senza. L’unico problema e Malfoy. Io e Ron lo detestiamo però a Ginny piace e allora ci tocca sopportarlo. Sapeva che mi sono ubriacato! Mamma che sensazione terribile” fissò il preside per alcuni secondi poi “Sono pazzo vero, signore?”

“No, Harry. Non sei pazzo!”

“Allora perché faccio questi sogni?” irruppe angosciato

“Sono solo sogni” replicò flemmatico “E dimmi io che faccio nel tuo sogno?” domandò compiaciuto

“Il Preside del King college school, naturalmente” replicò Harry divertito “Lo so che sono solo sogni, professore… ma io sento che sono ricordi!!! Il professor Cabbott ha parlato del Nexus e dei cancelli. Egli dice che se succedesse qualcosa ai custodi, i sogni si riverserebbero sulla terra creando scompiglio. Alla fine le persone non riuscirebbero più a distinguere il sogno dalla realtà e impazzirebbero. E quello che mi sta succedendo! Quindi forse è successo qualcosa alla Maia e al Primo Guardiano!!” puntò gli occhi su Silente

“Non credo, Harry. Se fosse così, altri avrebbero il tuo stesso problema”

“Allora, potrebbe essere Voldemort… sta cercando di indebolirmi!”

“Sono sicurissimo che l’Occlumanzia per te non ha più segreti. Severus era molto soddisfatto dei tuoi progressi”

Chi Piton?

“Mi sbaglio forse?”

“No, signore, dopo aver studiato la legilimanzia, ora per me è ancora più semplice schermare la mia mente!”

“Cercheremo di capire cosa ti sta succedendo”

“E nel frattempo?”

“Impegnati negli studi. E poi, se non sbaglio, fra due settimane sarà Halloween e Miranda Cooman sta organizzando una bellissima festa in maschera per il 31 ottobre”

La festa di Halloween era l’ultimo dei suoi problemi!!

“Io vorrei smettere di sognare, almeno finché non capiremo cosa sta succedendo” affermò deciso

“Harry, non è una buona idea. Non bisogna eliminare il dolore, ma la sua causa”

“La prego” supplicò il giovane Potter

“Parlerò con Severus e ti farò preparare una Pozione Acchiappasogni se è ciò che desideri”

“Grazie, signore”

“Ora e meglio che tu vada. Le nuove restrizioni non ti permettono di girovagare liberamente per la scuola a quest’ora di notte. Se ti scoprono la signorina Granger e il signor Weasley potrebbero passare qualche guaio”

Harry indossò il suo mantello dell’invisibilità e si allontanò.
Arrivato nella sala comune di Grifondoro si spogliò del mantello; stava per salire al dormitorio maschile, quando una voce femminile lo fermò

“Harry”

Il ragazzo si voltò. Hermione era avvolta in una calda vestaglia di flanella porpora. Il suo viso era stanco e preoccupato.

“Dove sei stato?”

“Da Silente”

“Oh, Harry. Cosa sta succedendo? Io e Ron siamo molto angosciati. Avevamo sperato che prima o poi tu ci raccontassi qualcosa, ma più il tempo passa e più peggiori e poi stanotte, ti ho visto uscire e… “
Piangeva, con il volto nascosto tra le mani

“Non piangere per me, Hermione” scostò le mani dal volto della ragazza e le asciugò il viso “non preoccuparti” le afferrò la mano e la guidò fino al divano. Si sedettero e Harry continuò “Ultimamente non sono riuscito a dormire bene. Faccio strani sogni, che mi lasciano stranamente turbato e confuso”

“Sogni?”

“Si, sogni. Sogno una sorta di realtà parallela in cui vivo gli stessi eventi, solo senza magia. E… mia madre, mio padre, Sirius e Neville non sono morti”

“Oh, Harry” ansimò la ragazza accarezzandogli il volto

“Solo che per me non sono sogni, ma ricordi. Ultimamente ho un po’ di difficoltà a distinguere la realtà dal sogno”

“Cosa credi che stia succedendo? Cosa ti ha detto Silente? Credi che Voldemort… “

“Non sappiamo cosa possa essere, ma esclude che c’entri Voldemort. Indagheranno. Nel frattempo Piton preparerà una Pozione Acchiappasogni.”

“Non è una buona idea!!” proruppe la ragazza

“Hermione, non capisci, se continuo a fare questi sogni alla fine impazzirò”

“Impazzirai anche se non sogni. Sognare è necessario!!”

“Non smetterò mica di sognare per sempre. Solo finché non capiranno cosa mi sta succedendo!” rassicurò il ragazzo

“Bene” Hermione si alzò e fissando il suo ragazzo negli occhi affermò “Domani riunione nella Stanza delle Necessità. Cercheremo di capire cosa sta succedendo”

“Tutti insieme?” fece Harry divertito

“L’anno scorso siamo riusciti a scoprire dove si trovava Camelot. Sono sicura che dopo un po’ di ricerche in biblioteca riusciremo a trovare qualcosa. Non ti lasceremo solo Harry. Io ti amo”

Era la prima volta che sentiva quelle tre paroline pronunciate da Hermione. Il suo cuore cominciò a battere veloce e il suo volto si imporporò. Hermione si accoccolò tra le braccia del ragazzo e lui istintivamente l’abbracciò. Quando Hermione sollevò il volto per guardarlo le loro labbra si incontrarono e quasi timorosi cominciarono a baciarsi. Era davvero una sensazione piacevole constatò Harry stringendosi alla ragazza… molto piacevole. Ma come tutte le cose belle sono destinate a finire presto. Troppo presto!! Hermione aveva interrotto improvvisamente il contatto!!!

“Ora andiamo. E’ tardi. Domani abbiamo due ore di Difesa Contro le Arti Oscure. Lupin dice che la lezione sarà molto interessante… “

“Se stessimo ancora un pochino?” obiettò tirandola a se

“Non essere sciocco!! Andiamo”

Si divincolò dall’abbraccio di Harry e mentre saliva le scale aggiunse

“E poi non vorrei che ti venissero strani pensieri”

E corse via…

Strani pensieri?




NdA: Una Pozione Acchiappasogni è davvero la soluzione giusta? E cosa faranno i nostri amici... riusciranno anche questa volta a risolvere un enigma che sembra non avere soluzione? Ma soprattutto qual'è il significato degli strani sogni che turbano le notti di Harry Potter?
Domani nel pomeriggio potrete conoscere il seguito di questa storia che, vi assicuro, comincerà ad ingarbugliarsi sempre di più!

Baci a tutti
Lella80

EFP

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Capitolo 8
*** Le lezioni di Lupin ***


CAP7 CAP8

CAP8
Le lezioni di Lupin


Il primo giorno di scuola è sempre un evento nuovo e straordinario, anche se queste sono cose che si intendono meglio quando stringi la mano di tuo figlio, rimpiangendo poi di non averlo assaporato appieno. Ma per il giovane Harry Potter ogni giorno della sua vita era un dono indescrivibile.

Quel giorno in classe c’era molta agitazione. Harry non capiva cosa stesse accadendo, ma le sue compagne erano eccitatissime. Persino Hemione, che solitamente era la quinta essenza della compostezza, confabulava con Lavanda Brown e Calì Patil; e pensare che a mala pena si erano rivolte la parola l’anno precedente. Doveva essere sicuramente una circostanza sensazionale perché si verificasse un evento tanto raro.
Raggiunse il suo posto accanto a Ron con la lentezza di un bradipo. Sperava in questo modo di riuscire a carpire qualcosa da quel fitto parlottare, ma quel suo goffo investigare non portò ad alcun risultato. Le donne, si sa, hanno un loro modo di confabulare quasi in codice, in grado di essere compreso solo da coloro che appartengono al loro mondo, fatto di sussurri e mezze parole.

“Cosa sta succedendo?” domandò a Ron

L’amico lo fissò indispettito.
“Ma come, non lo sai. Non si parla d’altro da ieri sera… anzi sul treno era un brusio continuo!!”

“Non ho sentito nulla, stavo parlando con Baston di come organizzare quest’anno la squadra del Grifondoro.” cominciò entusiasta “Se riusciamo a vincere la coppa intra-scolastica la maggior parte di noi farà parte della squadra del Cambridge. Capisci, i vincitori parteciperanno al campionato giovanile, sarebbe fantastico”

“Harry, mi spaventi! Ogni giorno che passa somigli sempre di più a Baston!! Esistono altre cose oltre al calcio”

“Si lo so… ci sono anche la scuola e le ragazze. Ma con la scuola non ho grossi problemi, se non teniamo conto di Piton e delle sue stupide lezioni di chimica. Io odio la chimica e odio Piton. E per quanto riguarda le ragazze non mi sento ancora pronto ad affrontare l’argomento! Siamo troppo giovani!!”

Ron lo fissò aggrottando le sopracciglia

“Certe volte ci vorrebbe una laurea per seguire i tuoi vaneggiamenti! Comunque è arrivato il nuovo insegnante di ginnastica. Gilderoy Allock. Sai di chi parlo?”

“Gilderoy Allock,” ripeté il ragazzo indignato “lo stesso Allock che conduce quella vergognosa trasmissione di fitness su chanel 2”

“Già, proprio lui. Pare che abbia anche scritto un libro”

“Un libro?”

“Si… Come perdere 10 chili in 7 giorni… una vera scemenza!!”

“E tutto questo ciarlare è per quell’idiota?”

“Già, mia sorella dice che ha un sedere da favola e Hermione non solo approva ma l’ho sentita affermare che il suo libro è fantastico”

“Sono impazzite?”

“No, sono femmine!!” sbuffò esasperato

Proprio in quel momento la porta si aprì, ponendo fine al fastidioso brusio. Entrò un uomo magro e dal viso asciutto. I suoi vestiti erano lindi, ma forse un po’ troppo “informale” per un istituto come il King’s collage school. Effettivamente più che un professore del più rinomato college dell’Inghilterra sembrava un predatore di tombe del basso Egitto. Piton non faceva che sottolineare quanto quel particolare modo di vestire fosse fuori luogo, ma al professore di Storia non importava granché del giudizio altrui. Lui era uno che si era fatto da solo e doveva essere molto orgoglioso di essere com’era. E poi lo zio Remus era uno dei migliori amici di suo padre e del suo padrino, Sirius Black.
“Buongiorno, ragazzi”

“Buongiorno, professore” risposero gli studenti alzandosi in piedi

"State pure seduti” girò intorno alla scrivania e si appoggiò ad un angolo “Nelle lezioni precedenti abbiamo parlato della storia dell’Egitto. Vi ho descritto la loro geografia territoriale e politica nel periodo compreso tra 6000 AC e il 343 AC. Delle dinastie che lo hanno reso grande e di quelle che ne hanno determinato la caduta. Caduta comunque inevitabile. Infatti come c’insegna la storia: nulla è eterno. Concetto estremamente vero nella sua tragicità. Prima di andare avanti vorrei che qualcuno si offrisse volontario per raccontare ciò di cui abbiamo parlato nelle lezioni precedenti”

Raccontare era la parola preferita dello zio Remus. Le lezioni dello zio Remus, cioè del professor Lupin, erano sempre molto interessanti, riusciva a catturare l’attenzione di chiunque lo seguisse. Sembrava davvero essere nei luoghi di cui raccontava, per cui alla fine tutti avevano ottimi voti nella sua materia, e non certo come credevano in molti perché fosse “generoso di voti”, ma semplicemente perché era bravo. Il più bravo!!
Molte mani si alzarono. Lui lì osservava soddisfatto. Certo quale riconoscimento più grande per un professore!
“Signor Paciock, vuole cominciare lei?”

"Certo, professore. La storia egiziana è suddivisa in differenti periodi. Le date sono ancora oggetto di studio e molte di esse sono state ricavate interpolando dati storici, archeologici e astronomici. Comunemente si parla di periodo predinastico, precedente al 3200 AC” Neville Paciock s’interruppe per alcuni secondi, poi fissando il professore di Storia con i suoi occhi limpidi aggiunse “Devo elencarli tutti?”

“Non è un test, Neville” la sua voce era calda e carezzevole “stiamo solo raccontando… decidi tu?”

“Ok… “ dopo un lungo respiro proseguì “ Periodo Arcaico che include la prima e la seconda dinastia, 3150 AC - 2700 AC. L’Antico Regno che comprende la terza e la quarta, anno 2700 AC - 2200 AC. Il Primo Periodo Intermedio che va dalla settima alla decima dinastia, anno 2200 AC - 2040 AC. Il Medio Regno che comprende l’undicesima e la dodicesima dinastia, anno 2040 AC - 1790 AC. Il Secondo Periodo Intermedio che va dalla tredicesima alla diciassettesima dinastia, dall’anno 1790 AC al 1540 AC. Il Nuovo Regno, diciottesima e ventesima dinastia, che va dal 1530 AC al 1080 AC. Il Terzo Periodo Intermedio che va dalla ventunesima alla venticinquesima dinastia, inclusa tra il 1080 AC e il 672 AC. Ed infine il Periodo Tardo che comprende dalla ventiseiesima alla trentesima dinastia, anno 672 AC al 343 AC. Questo fu l'ultimo periodo in cui un egiziano nativo regnò in Egitto. La breve restaurazione dei Persiani è conosciuta come XXXI dinastia. ”

“Bravissimo Neville, veramente bravo”

“Grazie, signore” replicò il ragazzo arrossendo visibilmente “Nella lezione precedente abbiamo parlato della loro architettura, in particolar modo delle piramidi”

“Le piramidi” ripeté enfatico il professore sognante “degli oggetti architettonici meravigliosi”

“La piramide fu, molto probabilmente un’evoluzione della mastaba. Infatti, quella che è considerata la più antica tra esse, la piramide a gradoni di Djoser non è altro che una serie di mastabe sovrapposte”

“Signor Malfoy potrebbe dirci cos’è una mastaba?”

“Erano delle tombe coperte da una struttura a forma di gradone che sovrasta la camera funeraria”

“Bravissimo, Draco. Continua pure Neville”

“Le piramidi furono costruite soprattutto nel periodo dell’Antico Regno, le più famose sono tre: i monumenti funebri di Khufu, di Khefren, a cui si deve anche la Sfinge e di Mikerinos. La piramide di Khufu, detta anche grande piramide venne considerata già dagli antichi una tra le sette meraviglie del mondo. Complessivamente si contano più di cento piramidi, tra grandi e piccole, sebbene solo una piccola parte sia tuttora in discrete condizioni.”

“Basta così! Ci sono domande prima di proseguire? L’argomento che tratteremo sarà molto vasto per cui vorrei che fosse tutto chiaro”

Una mano si levò.
“Mi dica signorina Granger”

“Trovo che le piramidi siano un lascito unico, ma crede davvero che la costruzione di una tomba valga la vita di migliaia di schiavi?”

“Allora, non nego che la civiltà egizia, così come molte altre civiltà, prima e dopo di essa, fondava parte della sua economia sull’utilizzo di schiavi. Ma ritengo, e ti assicuro che non sono l’unico, che questa teoria sia dovuta più che altro ai racconti di Erodoto. L’utilizzo di migliaia di schiavi catturati in battaglia è molto suggestivo, ma probabilmente queste costruzioni erano erette da operai specializzati, aiutati da contadini provenienti da tutto l'Egitto. Soddisfatta?”

“Si, professore” replicò Hermione ammirata

“Come vi avevo accennato la settimana scorsa, oggi parleremo della religione egizia, cioè quella stessa che ha informato e ispirato gran parte delle successive religioni.” cominciò pacato “Per fare questo dobbiamo, però, liberarci dei preconcetti e dei più scontati luoghi comuni che ce la fanno apparire come una selva intricata di dèi dalle mostruose teste animalesche, distaccata da ogni istanza umana ed ottenebrata da un angoscioso terrore dell'aldilà. Dobbiamo ripercorrere quei momenti di smarrimento e di estasi, di dubbio e di fede che travagliano l'uomo nella ricerca della verità, nel tentativo di dare un senso alla realtà apparente, una ragione alla nostra stessa vita ed a quella dell'universo. Vi avevo detto di fare delle ricerche e di estrinsecare i vostri dubbi in aula. Allora, avete domande?”

Una mano si levò.
“Si, signor Potter?”

“Potrebbe spiegarmi il concetto del Ka?”

“Un concetto particolarmente ascetico… il Ka è l'elemento di contatto tra il corpo fisico ed i principi spirituali. Diciamo pure che è una specie di "corpo astrale". Esso si manifesta solo dopo la morte. Per sopravvivere, il Ka ha necessita di un supporto fisico.”

“Un supporto fisico… cioè la mummia?” interruppe Ron curioso

Il professore annuì.

“Quindi senza supporto fisico il Ka non può esistere?” domandò Lavanda Brown

“Esattamente”

“E’ un po’ quello che succede nella nostra religione?”

“Qualcosa di molto simile!!”

“Se una persona non fosse morta, ma neanche viva, cosa farebbe il suo Ka?” domandò Harry

“Bellissima domanda, Harry” i suoi occhi luccicavano di gioia e stupore “Il Ka non è dotato di capacità dinamiche ed evolutive e la sua vita è la continuazione, ad infinitum, di quella che il defunto conduceva sulla terra. Ma se non esistesse alcun ‘defunto’ il corpo astrale dovrebbe convivere con il corpo terreno

“Non è possibile. Non possono convivere!” obiettò Hermione

“Perché, Hermione?” domandò Lupin sorridente

“Lo ha detto lei prima” argomentò la ragazza “perché il Ka ha una vita propria, che però è quella del defunto… non possono condividere la stessa vita, non per sempre, almeno. O uno o l’altro”

“Molto bene!!”

“Combatterebbero fino alla distruzione di uno dei due?” chiese Harry perplesso

“Si… e combatterebbero senza tregua”

“Chi ha più probabilità di sopravvivere?” domandò Dean Thomas

“il Ka” rispose senza alcun dubbio il professore di Storia

“Perché mai?” domandò Seamus Finnighan “infondo hanno lo stesso potere, sono la stessa cosa. Teoricamente dovrebbero combattere all’infinito!!”

“Certo, ma il non-morto, deve combattere non solo contro il proprio ka, ma anche contro la morte stessa. Ed in particolare contro il dio Apep. Egli è il simbolo del demonio e nella iconografia egizia è rappresentato come un serpente o un drago. Apep ogni giorno tenta di contrastare il cammino delle forze della luce e sono necessarie le arti magiche di Iside per evitare che Apep prevalga.”

“Arti magiche… l’occhio di Udjat, andrebbe bene?” propose Harry teso

*

“Hai di nuovo fatto quegli strani sogni?” s’informò Hermione preoccupata

“No” rispose Harry poco convinto, mentre addentava una fetta di toast

“Harry, per favore non è il caso di mentirmi. Anche perché la tua faccia non lascia molto spazio all’immaginazione” replicò Hermione, appoggiando la mano sul braccio del suo ragazzo

“Quali sogni?” si intromise Ron curioso, mentre giocherellava con un cucchiaio nel suo piatto di fiocchi d’avena

Harry chinò il capo e strinse la mano di Hermione.

“Stasera riunione nella stanza delle necessità” esclamò la ragazza decisa

“Perché?” chiese Ginny “cosa è successo?”

“Ne parliamo stasera. Facciamo alle nove?”

“Ti ricordo che alle sette c’è il coprifuoco” azzardò Ginny

“Già, ma questa cosa è molto più importante!!”

“Mi stai spaventando” replicò Ron angustiato, il suo sguardo correva rapido da Harry a Hermione “Cosa ci siamo persi?”

“Ginny, per favore, avvisa Luna. Abbiamo bisogno di tutto il vostro aiuto”

Ginny si alzò rapidamente dal tavolo dei Grifondoro e con passo svelto si accostò a quello dei Corvonero, cercando Luna Lovegood con lo sguardo. La giovane maga di Corvonero la scorse e sollevò un braccio per richiamare l’attenzione dell’amica. Ginny si avvicinò e chinò il capo avvicinandolo all’orecchio di Luna. Harry notò il reclinare del capo dell’amica, Luna posò per alcuni istanti lo sguardo su di lui e poi assentì con un sorriso.

“Allora?” reclamò Ron

“Preferirei parlarne stasera” rispose Harry perentorio “Ora dobbiamo andare; fra poco c’è la lezione di Difesa Contro le Arti Oscure. Lupin ha detto che a fine lezione avrebbe portato una sorpresina”

Si alzò. Hermione e Ron lo seguirono visibilmente angosciati. L’una perché sapeva, l’altro perché ignorava, le ragioni del tormento di Harry.
Entrarono silenziosi nella rumorosa aula. Presero posto e si sedettero in attesa dell’arrivo del professor Lupin, ognuno assorto nei propri pensieri.

“Buongiorno ragazzi”

“Buongiorno, professore” risposero all’unisono

Il professore di Difesa Contro le Arti Oscure, girò intorno alla scrivania e si appoggiò ad un angolo.
Proprio come nel sogno!!

Ma come possono essere così realistici dei sogni?” pensò spaventato
Non doveva pensarci… non doveva pensarcinon doveva pensarci!!

NON-DOVEVA-PENSARCI!!!!!!

“… zombi. Qualcuno sa cos’è uno zombi?” la calda voce di Lupin si fece spazio tra i suoi pensieri, aprendo uno squarcio in quella sua ossessione

La mano di Hermione si levò alta, ma non era l’unica. C’era un’altra mano che sventolava nella stanza gremita di studenti. La mano di Draco Malfoy.

“Draco” assentì il professore

“Gli zombi sono corpi senza anima” cominciò flemmatico “nell’immaginario collettivo gli zombi sono creature morte che continuano a camminare, senza più volontà, spinti solo da una fame innaturale di carne fresca. In realtà la loro origine è haitiana e nulla sembra avere in comune con la tradizione occidentale”

“E’ molto informato” bisbigliò Ron “scommetto che ne ha uno sotto il letto!”

“Già” confermò Harry distratto

“Benissimo, Draco” approvò il professore soddisfatto “Secondo una credenza diffusa nell'isola di Haiti” cominciò il professore passando con lentezza tra i banchi “gli zombi sarebbero persone portate in uno stato di morte apparente per opera di uno stregone, il bokor, del culto vodoo. Dopo la sepoltura, il bokor trafugherebbe il corpo del presunto defunto riportandolo in vita, solo per mantenerlo schiavo nelle sue piantagioni. Lo zombi continuerebbe a vivere muovendosi, parlando e pensando con difficoltà. Sembra che la storia avesse inizio con uno stregone di nome Machandal, il quale era riuscito a scappare da una persecuzione babbana, raggiungendo un villaggio nascosto; qui, iniziò a studiare una particolare arte magica. Con questa magia, in breve, egli compì una vera e propria ecatombe di babbani. Ma il mondo magico e quello babbano cooperarono per la cattura e l’uccisione del mago nero. Da questo momento ben definito, i maghi haitiani iniziarono a praticare il Voodo, che trovava il massimo della espansione con gli Houngan, ovvero maghi che erano in grado di praticare arti magiche oscure tra cui il processo per rendere zombi un uomo. E poi… “concluse con rammarico “ la magia nera si espanse a macchia d’olio fino a raggiungere l’Europa”

“Magia nera?” interruppe Hermione sdegnata, aveva parlato ad alta voce senza nemmeno rendersi conto di aver interrotto la lezione

“Proprio così, Hermione”

La ragazza arrossì.

“Magia Oscura” proseguì Lupin in tono greve “Una delle più potenti magie proibite, di cui si sono perse le tracce, fortunatamente” aggiunse tranquillo. “Anche se alcuni anni fa un famoso negromante, Walter Daviston, riuscì a procurarsi un campione di una polvere misteriosa che i bokor usano nei riti di zombificazione. Uno degli ingredienti della polvere sono parti del pesce palla o del pesce istrice, ma non si conosce altro della composizione della pozione né del rito ad esso associato. Deviston, però, nelle sue ricerche scoprì che la pratica consiste nel commissionare il processo ad un Houngan che, preparato l’infuso magico, lo somministra ai soggetti, creandogli una morte apparente; successivamente alla tumulazione della salma, il mago provvede alla riesumazione e poi somministra un forte antitodo. In più, con l’utilizzo di alcune erbe magiche, annulla la coscienza del mal capitato facilitando il processo di zombizzazione fino ad annullarne la volontà”

Harry pensò che aveva un immagine un po’ diversa degli zombi, forse un po’ troppo cinematografica!!
“Come si elimina uno zombi?” domandò il giovane mago

“Questo sarà il vostro compito per la prossima lezione” replicò il professor Lupin “Vorrei però darvi un consiglio. Ricordate che queste creature non sono mostri spaventosi, ma poveri infelici vaganti senza meta, ridotti a seguire senza propria volontà tutti i comandi impartitigli”

“Un corpo senz’anima e come un Ka?” pensò Harry distrattamente

“Il Ka?” ripeté il professore confuso

“Mi scusi professore, stavo solo pensando ad alta voce” si apprestò Harry mortificato

“Non preoccuparti Harry. Solo che… “l’uomo attraversava a grandi passi l’aula di Difesa contro le arti oscure, visibilmente preoccupato “Un concetto particolarmente ascetico… il Ka è l'elemento di contatto tra il corpo fisico ed i principi spirituali. Diciamo pure che è una specie di "corpo astrale". Esso si manifesta solo dopo la morte. Per sopravvivere, il Ka ha necessità di un supporto fisico.”

Le stesse parole!!

“Quindi senza supporto fisico il Ka non può esistere?” domandò Lavanda Brown

“Esattamente”

“Se una persona non fosse morta, ma neanche viva, cosa farebbe il suo Ka?” domandò Harry

Aveva posto la stessa domanda! Perché?

“Bellissima domanda, Harry. Il Ka non è dotato di capacità dinamiche ed evolutive e la sua vita è la continuazione, ad infinitum, di quella che il defunto conduceva sulla terra. Ma se non esistesse alcun ‘defunto’ il corpo astrale dovrebbe convivere con il corpo terreno

“Non è possibile. Non possono convivere!” obiettò Hermione

“Perché, Hermione?” domandò Lupin sorridente

Non erano sogni… quelli che faceva non erano semplici sogni. Ora ne era sicuro!! Non aveva dubbi!!

“Lo ha detto lei prima” argomentò la ragazza “perché il Ka ha una vita propria, che però è quella del defunto… non possono condividere la stessa vita, non per sempre, almeno. O uno o l’altro”

Uno o l’altro…


Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore....nato da chi l'ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese....l'oscuro signore lo designerà come suo uguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto...e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno può vivere se l'altro sopravvive...


Perché proprio ora gli affiorava alla mente la profezia della Cooman?

“Molto bene!!” asserì il professore compiaciuto

“Combatterebbero fino alla distruzione di uno dei due?” chiese Harry meccanicamente

“Si… e combatterebbero senza tregua”

“Chi ha più probabilità di sopravvivere?” domandò Dean Thomas

“il Ka” rispose senza alcun dubbio il professore di Difesa Contro le Arti Oscure

“Perché mai?” domandò Seamus Finnighan “infondo hanno lo stesso potere, sono la stessa cosa. Teoricamente dovrebbero combattere all’infinito!!”

“Certo, ma il non-morto, deve combattere non solo contro il proprio ka, ma anche contro la morte stessa”

“L’occhio di Udjat, andrebbe bene?” propose Harry teso

Aveva quasi paura di svegliarsi … ma doveva sapere!!

“L’occhio di Udjat?” replicò il professore perplesso

Il silenzio si dipanò rapidamente attraverso l’aula. Harry percepiva la tensione del professore, ma sembrava essere l’unico ad essersi accorto dell’apprensione che solcava il volto dell’uomo. Ma nel momento in cui volse lo sguardo sui suoi compagni notò che anche i loro volti erano turbati.

“Un antica leggenda babbana, di origine egiziana, racconta…” cominciò il professore di Difesa, dopo aver ripreso il controllo “…che nel combattimento con Seth, dio della nefandezza e del male, Horus, dio della luce e della bontà, perse un occhio, poi ritrovato da Thot, il dio della saggezza. La religione egizia attribuisce molti poteri magici all'occhio di Horus, definito anche occhio di Udjat. La capacità di difendere dalle malattie e di riportare in vita i defunti, sono solo alcuni dei suoi poteri . Inoltre assicura forza e vigore, alle persone che lo indossano.”

“Dove si trova?” chiese Harry

“Te l’ho detto Harry, è solo una leggenda babbana”

“Anche la Pietra Filosofale era una leggenda babbana” argomentò accalorato “e la magia stessa è una leggenda babbana. Eppure nessuno ne mette in dubbio l’esistenza”

“Stiamo parlando di due cose ben diverse” si apprestò il professore

“Invece parliamo della stessa cosa!!” stava perdendo il controllo “L’anno scorso Cabbott dubitava dell’esistenza del Necronomicon. Lo stesso inesistente e leggendario Necronomicon che è costato la vita di Neville”

“Ora calmati, Harry” cominciò l’uomo pacatamente “Hai ragione, affermare l’inesistenza di un oggetto solo perché non lo si conosce è stolto ed effettivamente potrebbe creare dei problemi. Ma le notizie che abbiamo sull’occhio di Udjat sono poche e lacunose; e questo ha portato tutti noi a ritenere che non possa trattarsi che di una leggenda”

“Ma se esistesse?”

Se esistesse, l’occhio di Udjat potrebbe togliere energia al Ka e mantenere il corpo originale in vita per tempi infiniti. In questo caso la lotta continuerebbe ad infinitum

“Per sempre?” replicò Harry, ormai sempre più angustiato

“Almeno finché il corpo originale resterebbe in vita”

“Ed in quel caso?”

“La lotta finirebbe”

“E il Ka potrebbe prendere il sopravvento?” aggiunse Harry

Ormai era diventato un vero e proprio monologo tra il professore visibilmente agitato e l’allievo chiaramente preoccupato.

“Harry, il Ka non può esistere senza il corpo originale!”

“E allora perché combattere una guerra per il possesso di una vita che non può appartenerti?”

“Semplicemente perché il Ka non ha una propria vita! E deve utilizzare quella del corpo originale per poter esistere”

“E cosa dovrebbe fare il corpo originale per riprendere possesso della propria esistenza?”

“Non so Harry. Queste sono magie che non conosco!”

I due si fissarono per alcuni lunghi e interminabili minuti. Nell’aula non si udiva neppure un fruscio, anche l’aria sembrava essersi immobilizzata.

“Bene” proseguì il professore distogliendo lo sguardo “vi avevo promesso una sorpresa”

agitò la bacchetta nell’aria e sulla scrivania si materializzò una piccola cassetta in legno con delle sottili e fitte sbarre d’oro “questa è una Fays

Attraverso la gabbietta svolazzava un moscerino argentato.
L’aula era finalmente ritornata in vita…

“E’ una fata?” chiese Hermione tentando di acuire lo sguardo per capire la forma di quello strano insetto luccicante

“Si. Hermione. Le Fays sono conosciute più comunemente come fate. Questi dispettosi spiriti possono essere piccoli come un moscerino o grandi come una persona umana, dipende dal tipo di fays e dalla sua storia

“Dispettosi?” apostrofò Lavanda Brown “pensavo fossero spiriti buoni della natura”

“Le Fays non sono catalogabili in una lista di buoni o cattivi: ogni fata contiene in se entrambe le componenti; è come se fosse un prototipo della natura stessa, dolce e crudele, gioiosa e triste allo stesso tempo. Queste creature sono dei veri e propri concentrati di energia e in realtà non hanno forme stabili. Quella che vedete ora è solo una forma transitoria. Infatti, le Fays possono cambiare aspetto o anche elemento a seconda dell'ambiente che le circonda e delle aspettative che una persona nutre nei loro confronti. Ognuno di noi le può vedere o percepire in maniera assolutamente soggettiva. Ecco perché tutti noi la percepiamo come un moscerino, perché è ciò che noi vogliamo vedere. L’unica cosa che percepiamo di esse è il loro colore. Infatti, il colore definisce ciò che la Fays rappresenta: quelle dorate facilitano la trasmissione di energia; quelle viola aiutano a formare le strutture degli esseri viventi; quelle verdi sono gli spiriti dei boschi e quelle bianche sono gli spiriti dell'aria.”

“Quindi” interruppe Draco Malfoy, indicando la gabbia “quella è uno spirito dell’aria”

“Esattamente. Le Fays bianche sono spiriti dell’aria, dotate di incommensurabili poteri magici. E non è per niente facile catturarle!”

“E allora come mai è chiusa in quella gabbia?” chiese divertito Ron

“Ho detto che non è facile catturarle” replicò compiaciuto “non ho detto che è impossibile. Anche se è bene non disturbare gli spiriti della natura. Non è consigliabile!!” terminò aggrottando la fronte

“Perché allora catturare una Fays?” domandò Hermione curiosa

“Perché la polvere di fata viene utilizzata in molte pozioni, in particolare la polvere delle Fays bianche è utilizzata nelle Pozioni Acchiappasogni. Nella prossima lezione proverete ad acchiappare una Fays, senza farle del male. Potrebbe in alcuni casi rendersi necessario catturarne una e preferirei che voi foste in grado di farlo. Il professor Piton nella prossima lezione v’insegnerà a produrre pozioni utilizzando polvere di fata”

“Lezioni comparate” sussurrò Hermione eccitata

“Tra Piton e Lupin? Non c’è più religione” aggiunse Ron incredulo

“Già” asserì Harry sbalordito

“Ragazzi, credo che possiate andare, la lezione è finita” terminò il professore facendo scomparire la gabbia di legno

Lezione interessante!!… molto interessante” pensò Harry raccattando le sue cose.

Mentre i tre amici si apprestavano verso l’uscita “Harry, Ron” la voce di Lupin li fermò sull’uscio

“Ci vediamo in sala comune” esclamò Hermione allontanandosi.

“Ragazzi, il professor Piton vorrebbe vedervi stasera subito dopo cena”

“Pi…ton? Sta…sera?” farfugliò Ron

“Ha finalmente trovato la giusta punizione per quella faccenda della smaterializzazione?!” aggiunse Harry acido

“Harry, converrete che non è stata una grande idea la vostra!! Sono sicuro che Severus v’imporrà una giusta punizione” osservò l’uomo serafico

“Giusta!! Piton non sa nemmeno cosa sia la giustizia! Lui ci infliggerà una punizione e basta!” obiettò Harry seccato “E godrà da morire, su questo non ho dubbi”

“Già, magari ci manderà nella foresta proibita per recuperare crini di centauro o penne di grifoni!” aggiunse Ron

“Qualsiasi punizione sarà giusta!” ripeté il professore

“Ok, credo sia inutile discuterne” replicò Harry

“Ma… come facciamo per la ritirata. Sa per le sette dovremmo essere tutti in dormitorio per la nostra sicurezza” argomentò Ron speranzoso

“Vorrà dire che solo per stasera potrete girovagare tranquillamente per Hogwarts” asserì il professore di Difesa Contro le Arti Oscure “senza usare il mantello dell’invisibilità o la mappa dei malandrini”

“Che fortuna!” esultò falsamente Ron

I due giovani maghi si avviarono nuovamente verso l’uscita.
Ma prima di allontanarsi Harry si voltò ed esclamò con un largo sorriso

“Bella lezione professore”

“Grazie, Harry” replicò l’uomo ricambiando il sorriso

Era davvero il miglior professore che avesse mai avuto!!

**

“Non ci voleva proprio!!”

Questo avevano pensato sia Harry che Ron, quando Lupin li aveva informati dell’incontro con Piton. Certo che non potevano rifiutare un tanto gradito invito. Avevano cercato di convincere Ginny e Hermione a rimandare la riunione nella Stanza delle Necessità, ma le ragazze si erano mostrate irremovibili.
Le ricerche dovevano cominciare al più presto, era necessario tempo che non avevano, quindi non potevano perdere nemmeno un attimo. I M.A.G.O., la festa di Halloween e poi, come aveva fatto notare Ginny, dopo Halloween c’era la prima partita di quidditch. Serpeverde contro Grifondoro.
“Bisogna allenarsi… allenarsi… allenarsi…“ argomentò la ragazza, imitando scherzosamente la voce di Harry, ovvero Baston il ritorno “Non possiamo permettere ai Serpeverde di vincere!!”

I ragazzi avevano cercato di obiettare, ma fu tutto inutile. Dopo pochi vani tentativi, elaborarono un piano e decisero di vedersi alla fine dell’incontro con Piton.
“Ma potremmo metterci un sacco di tempo” obiettò in ultimo Ron

“Non preoccuparti, Ron, vorrà dire che vi aspetteremo parlando di cose da donne”

Anche quest’ultima fievole replica era miseramente crollata. Se parlavano di cose da donne avrebbero potuto aspettarli per ore… anzi forse per giorni!!
Inoltre poiché quella sera avrebbero avuto il permesso di girovagare liberamente per Hogwarts, decisero di dare loro il mantello dell’invisibilità e la mappa dei malandrini.

Sarà una dura serata” pensò Harry

Doveva affrontare la punizione di Piton, affrontare i suoi amici e la sua paura di diventare matto e doveva affrontare Ron. Infatti, Hermione lo aveva preso da parte e gli aveva chiesto di domandare a Ron di invitare Luna alla festa di Halloween. E anche a questa richiesta non aveva trovato nulla da contestare, ovvero Hermione non gli aveva nemmeno concesso di contestare!!
Harry sapeva benissimo che non poteva chiedere a Ron di invitare Luna alla Festa di Halloween nella Stanza delle Necessità, proprio davanti a lei. Ron sarebbe diventato tutto rosso e poi sarebbe scappato via a gambe levate, avrebbe solo creato inutili imbarazzi. E poi Hermione lo avrebbe sbranato!! Quindi il giovane mago decise di affrontare l’argomento prima di arrivare nella stanza delle torture di Piton.

“La settimana prossima ci sarà la Festa di Halloween organizzata dalla Cooman” cominciò distrattamente “Hermione sembra molto eccitata”

“Anche Ginny, non fa che parlare della festa in maschera”

“Non ricordavo fosse una festa in maschera” replicò Harry

“Se è per i vestiti non preoccuparti” cominciò l'amico dopo aver osservato il volto ansioso di Harry “devi solo dire alla mamma cosa ti serve. Tu e Hermione avete già deciso i personaggi che incarnerete?”

“Non ne abbiamo ancora parlato. Io avevo assolutamente rimosso che si trattasse di una festa in maschera!!” ribadì lievemente agitato

Quegli stupidi sogni gli stavano facendo perdere ogni contatto con la realtà.

“Ma credo che Hermione abbia le idee ben chiare sulle nostre maschere” aggiunse divertito “Hai già invitato Luna alla festa?” domandò con fare distratto

“Come?” fece Ron, mentre le orecchie gli erano diventate tutte rosse

“Ron, ti ho chiesto se hai invitato Luna”

“No! Perché credi che dovrei farlo?”

“Non lo so! A te piace Luna?”

“Si, almeno credo” rispose a capo chino

Harry si fermò e fissando l’amico disse “Allora credo che tu debba invitarla, almeno capisci se ti piace davvero!”

“Ok. Glielo dirò oggi stesso!”

Una era andata… ed era stato più facile del previsto!
“Bravo Ron. Fatti onore!” aggiunse, dandogli una manata amichevole sulla spalla “E ora andiamo ci aspetta una lunga… lunghissima serata”

Senza accorgersene erano ormai arrivati davanti alla porta chiusa della stanza del professore di Pozioni.

Sarebbe stata davvero una lunga serata!!




NdA: Credo che entrambe le lezioni siano state abbastanza interessanti...
In cosa consisterà la punizione di Piton? E sarà davvero utile la riunione nella stanza delle necessità?
Vi aspetto per dare risposta a queste domande e per introdurre nuovi enigmi!

Un bacio a tutti voi e ci vediamo fra un paio di settimane!!
Lella80

EFP

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Capitolo 9
*** Riunioni Segrete ***


CAP9

Non ho parole! ma credo che ormai mi debba rassegnare al fatto di non riuscire più ad avere molto tempo per scrivere questa fanfic.
Vi chiedo scusa!!!
Come al solito prima di cominciare vorrei ringraziare le persone che hanno commentato i capitoli precedeti: desdeus (sono contenta che la storia ti piaccia e soprattutto che "l'evoluzione dei pensieri di Harry" sia stata notata ed apprezzata. Concordo con te sul fatto che, effettivamente, la vita dei sogni potrebbe essere noiosa, ma rispecchia la vita reale... che diverrebbe irreale se ad una persona gli capitasse sempre qualcosa!!! Non credi?), Giuly93 (grazie tantissime... sono sempre contenta quando ci sono nuove persone a cui piace la storia) marco (a questo punto credo che tu ti sia rassegnato ai miei tempi biblici. Spero di farmi perdonare con questo nuovo capitolo e... proverò a dare più spazio alla vita privata dei personaggi!! Ma non ci mettere il pensiero perchè sono negata su certe cose. Però ci provo, naturalmente restando nel raiting della mia storia e di quella della Rowling) ed infine grazie a Domy (Nel frattempo il settimo libro è uscito... e spero che tu abbia trpvato altre storie interessanti perchè la mia fra un pò farà la fine dei Miserabili di Victor Hugo, il quale ha impiegato trent'anni per scriverlo!)

Grazie ancora a tutti e... buona lettura




CAP9
Riunioni segrete

Harry bussò delicatamente alla porta, sperando che il suo tocco passasse inosservato. I due amici attesero alcuni secondi poi Ron esordì
“Credo non ci sia nessuno. Forse si sarà dimenticato!” terminò speranzoso

“O forse, chissà, aveva qualcosa di molto più importante da fare!?” propose Harry frettoloso

“Già magari è impegnatissimo e non vuole essere disturbato. Che dici se per una volta nella vita gli facciamo un favore e andiamo via?”

“Mi sembra un’ottima idea” replicò secco Harry

Nel momento preciso in cui si voltarono, un lieve scricchiolio fermò il loro passo. In realtà Harry avrebbe voluto scappare, proprio come quando da bambino lui e suo cugino Dadley bussavano alla porta di casa della signora Figg, la loro stramba vicina amante dei gatti, ma che sembrava detestare i ragazzini e soprattutto i palloni!!
Ma… la signora Figg era una magonò… e poi… lui e Dadley non avevano mai bussato alla sua porta per poi scappare. Lui e Dudley Dursley non avevano nemmeno mai giocato insieme, figurarsi giocare a palla!!

Stupidi sogni!!

“Benvenuti” li salutò una falsa voce carezzevole

“Buonasera, professore” salutò Harry gelido, fissando gli occhi astuti del professore di Pozioni

“Dove stavate andando, Potter?”

“Da nessuna parte!!”

“Allora credo che possiamo cominciare!”

L’uomo chiuse la porta dietro le loro spalle.
“Andiamo” proferì secco

“Andiamo… dove?” domandò Ron allarmato

Ma il professore di Pozioni ignorando totalmente la domanda e i timori del giovane Weasley, avanzò rapido lungo i bui e desolati corridoi di Hogwarts. Sembrava quasi di essere in una scuola fantasma, c’era un silenzio tombale. Si udiva solo la voce roca di Pix arrivare da qualche piano più in alto. La presenza dei fantasmi che pattugliavano i corridoi rendeva la sensazione ancora più vivida. La nera figura di Piton, che penetrava il buio senza fenderlo, era inquietante e nello stesso tempo completamente intonato allo scenario che si dipanava davanti ai suoi occhi.
Sembrava di vivere in un film dell’orrore.
Scesero le scale, che rapidamente si spostavano sotto i loro piedi. E dopo un cammino che sembrava infinito, raggiunsero il portone che dava ai giardini e…
“Stiamo andando nella foresta proibita, signore?” farfugliò Ron

“No, Weasley” replicò l’uomo appoggiando la bacchetta sulla serratura “Non stanotte... almeno

La porta si aprì.

“Ha usato il potere della mente” bisbiglio Ron avvicinandosi a Harry

“il potere della mente?”

“Si, la capacità di eseguire una magia senza formulare le parole magiche! Ne ha parlato il professor Vitious a lezione di Incantesimi

“Se non ricordo male le parole vanno pensate senza però pronunciarle, così da ottenere l’effetto sorpresa”

“Appunto, ma ha discapito del potere della magia” argomentò Ron, cercando di tenere il passo di Piton

“Vitious ha affermato che i grandi maghi come Merlino non avevano problemi di questo tipo”

“Harry” domandò Ron scrutando timoroso nel buio “secondo te dove stiamo andando?”

“Non so. Dovresti chiederlo a Piton”

“Siamo arrivati” annunciò Piton compiaciuto

Erano giunti alle porte della serra
“La professoressa Sprite ha chiesto di ripulire la serra dai parassiti”

“Che genere di parassiti?”

“Vermuncoli e Germille”

“Conosco i vermuncoli, ma cosa sono le germille, signore?” domandò Ron ansioso

“Nulla di particolarmente pericoloso Weasley” replicò l’uomo arricciando lievemente il labbro inferiore “sono solo erbacce!”

Se erano solo erbacce perché sembrava tanto soddisfatto e divertito
Harry si avvicinò lentamente a Ron
“Non mi fido” sussurrò

“Nemmeno io, ma non mi pare abbiamo molta scelta” aggiunse Ron depresso

“Già!”

“Invece di perdere tempo in chiacchiere datemi subito le vostre bacchette” disse seccamente il professore di Pozioni rivolgendosi ai due giovani maghi

“Come?” domandò Harry sconcertato

“Hai capito benissimo, Potter. Voglio le vostre bacchette magiche” ripeté allungando la mano destra “non avete bisogno della magia per liberare la serra da vermi ed erbacce”

“Non useremo la magia se non sarà necessario!” confermò Harry freddo

“Forse non ti è chiaro, Potter” sibilò il mago “ma questo è un ordine. Tu devi sottostare, non ti è concesso proporre alternative”

“Signore, credo allora di dover disobbedire. Siamo in periodi oscuri in cui abbandonare la propria bacchetta significa rischiare la vita”

“Hogwarts è un posto sicuro” reiterò il professore

“Non per me!!”

Si fissarono per pochi ma infiniti secondi. Poi senza distogliere lo sguardo il professore replicò
“Bene, Potter. Se credi tieni pure la bacchetta, ma consiglio vivamente ad entrambi di evitare l’uso della magia. Lancerò un incantesimo alla porta della serra, e solo quando avrete eliminato tutti i vermuncoli e le germille la porta si aprirà. Prima di uscire dovrete recuperare 12 foglie di Somnia Sulfurea. La professoressa Sprite mi ha concesso di prenderne alcune foglie in cambio della disinfestazione della sua serra”

“E se non ci riuscissimo?” balbettò Harry

”La porta resterà chiusa finché il primo raggio di sole non colpirà la vetrata rivolta ad oriente. Così non farete tardi a lezione”

L’uomo si spostò di lato invitando i ragazzi ad entrare. Non appena i due varcarono l’ingresso della serra la porta si chiuse dietro di loro.



*

Uscirono dalla serra quando ormai la luna era già alta nel buio cielo notturno. In quel momento la loro paura più grande era di scorgere nelle tenebre non centauri e ragni giganti, ma l’odiato volto del professore di Pozioni. Ma fortunatamente non c’era!
“Detesto i vermuncoli!!” borbottò Ron esausto “ma nulla è paragonabile all’odio che provo per le germille”

Cominciò a ripulire gli abiti tutti imbrattati di terriccio e di muco verde
“Tergo” bisbigliò

“Io, invece, odio Piton” aggiunse Harry stremato “e questo è appena l’inizio”

“Mi domando cosa ci chiederà di trovare nella foresta proibita?!”

“Non voglio nemmeno pensarci” mugolò Ron “andiamo alla stanza delle necessità. Le ragazze cominceranno a pensare che Piton ci ha ucciso”

Avanzarono sicuri nel buio dirigendosi verso il castello di Hogworts.
“Secondo te, come mai non ci attendeva fuori per godere del suo primo successo?” sussurrò Ron attraversando il lungo androne

“Forse era convinto che non ci saremmo mai riusciti prima dello spuntare del sole. A quel punto avrebbe dovuto passare una notte in bianco per pochi secondi di soddisfazione”

“Se ci fossero stati Malfoy, Tiger e Goyle chiusi nella serra a combattere con vermuncoli e germille, TU, non avresti atteso per tutta una notte pur di vederli nello stato in cui eravamo noi pochi minuti fa?”

“Non se avessi tante altre notti e tante altre umiliazioni da propinargli”

“Forse hai ragione… anche se io non mi sarei mai persa il momento. Avrei provato ad immortalarlo” replicò Ron mentre salivano la terza rampa di scale

“Ecco ci siamo” disse Harry toccando la parete, mentre una porta appariva davanti ai loro occhi
Entrarono e la porta si richiuse rapidamente dietro di loro. Voci femminili concitate parlottavano e ridacchiavano fra di loro, ma lo sguardo dei due giovani maghi si posò sul volto pallido di Draco Malfoy che ronfava sonoramente dall’altro capo della stanza coricato svogliatamente su un morbido sofà fuxia e verde, rifinito di pizzi e merletti. Tanta ricercatezza era sicuramente opera di Luna, ed i due amici non avrebbero avuto dubbi se solo lo avessero notato. Draco Malfoy aveva conquistato tutta la loro attenzione. Il giovane mangiamorte aveva un libro poggiato sulle ginocchia ed un braccio che penzolava. La sua mano perlacea sfiorava appena il pavimento.
“E’ morto?” domandò Ron visibilmente irritato

“I morti non russano, Ron” gli fece notare Hermione

“Lo so, Hermione, ero sarcastico. Perché è qui?”

“Potrebbe esserci utile”

“Potrebbe essere pericoloso!” reiterò Ron minaccioso

“Finora non lo è stato” argomentò timidamente Ginny

“Ginny, lui-è-pericoloso!! Non so come fartelo capire. Il fatto che fino a questo momento non ci abbia traditi non significa che possiamo fidarci di lui”

“Ma… Ron… “

“Ron ha ragione… lui è un mangiamorte. Ginny, i sentimenti che tu provi per lui non possono metterci tutti in pericolo. Lui ci odia”

“Ma ama Ginny” aggiunse Luna con enfasi, mentre con le mani si lisciava i lunghi e biondi capelli.

“Nessuno ama nessuno” mugugnò Ron isterico. Era in iperventilazione

“Ron ti prego, calmati” fece Hermione, avvicinandosi inquieta all’amico “non mi sembra il caso di agitarsi così. Infondo Luna non ha detto nulla di terribile”

“E poi, se Silente si fida di Piton” continuò Luna flemmatica “perché noi non dovremmo fidarci di Malfoy? Credo che per far funzionare le cose forse sia necessario un mangiamorte traditore nel gruppo”

“Come una specie di amuleto?” replicò Hermione aggrottando le sopracciglia

“Io non ce lo voglio” puntualizzò Ron ostinato

“Non sei tu a decidere” replicò Ginny risoluta e avvicinandosi fiera al fratello continuò “Si decide tutti insieme. Perché tutti insieme abbiamo sempre rischiato. Quindi se la maggioranza decide… ”

“No” l’interruppe Hermione “mi dispiace, Ginny, sai che sono dalla tua parte e sai che credo che Malfoy possa essere un valido aiuto, ma l’unico che può decidere e Harry. Voldemort vuole lui non noi” volse lo sguardo verso il ragazzo “Qualsiasi cosa tu decida per noi andrà bene” il suo sguardo adagio si posò su Ginny “Per tutti noi

“Per tutti noi” ripetè Ginny tristemente

Cosa doveva fare?
Odiava Malfoy e non si fidava totalmente di lui. Ma il suo odio non era ceco di fronte all’effettiva utilità del nemico di sempre. Certo un mangiamorte non poteva essere considerato un amuleto, ma di certo non se ne poteva mettere in discussione l’utilità. Ma doveva fidarsi di lui… perché se fosse trapelata una qualsiasi informazione, sarebbero stati guai grossi per tutti. Non se la sentiva di rischiare la vita dei suoi amici, e se si fosse sbagliato? Eppure in tutti quegli anni e in tante innumerevoli avventure era sempre stato il fattore rischio a determinare la riuscita dei loro strampalati piani. Ed il fattore rischio era aumentato col tempo e con l’età, ma era quel fattore rischio che aveva portato alla morte di Cedric, di Sirius e di Neville. A chi sarebbe toccato questa volta, a Ron, a Hermione, a Ginny o a Luna?
Doveva esserci una soluzione!
E se avesse trovato un metodo per impedire a Malfoy di tradirli? un incantesimo che lo vincolasse a loro! Un incantesimo che gli impedisse, anche sotto tortura, di raccontare ciò che aveva saputo!
“Io credo che Malfoy potrebbe essere utile” il suo volto era serio e tirato

“Harry, credi davvero che… ” contestò Ron

“Ma” lo interruppe Harry con voce greve “dobbiamo impedirgli di raccontare ciò che potrebbe scoprire, altrimenti non solo noi, ma anche quelli dell’Ordine della Fenice saranno in pericolo!!!”

“In che modo?” domandò Hermione

“Siamo maghi Hermione e siamo anche piuttosto bravi”

“Un incantesimo Divincolo?” propose Luna dubbiosa

“Noi non abbiamo mai fatto un incantesimo Divincolo” controbatté Hermione debolmente

“Non credo sia molto difficile” assentì Ron “credo sia solo necessario un giuramento e una rinuncia. Più grande è il giuramento più grande deve essere la rinuncia”

“E’ un incantesimo proibito, Ron” ribadì Hermione

“Hermione ha ragione” replicò Luna appoggiando l’amica

“Ma se sei stata tu a proporlo?” si arrabbiò Ron, avvicinandosi a lei

“E’ stato Harry” ribadì calma la bionda Corvonero “io ho solo proposto il tipo di incantesimo più appropriato, ma credo che Hermione abbia ragione!”

“Credi che abbia ragione solo per partito preso”

“Ronald, Hermione-ha-ragione”

“Credo che sia inutile che litighiate” li interruppe Ginny “Per utilizzare un incantesimo Divincolo, Draco dovrebbe essere d’accordo e non credo che si sottoponga ad un incantesimo proibito in cui debba rinunciare a qualcosa per… niente”

“Potrei stupirti Ginny Weasley” sbottò la voce melliflua di Draco Malfoy

“Hai origliato?” replicò Ronn accigliato

Il giovane mago si avvicinò minaccioso al mangiamorte. Il quale puntando lo sguardo fiero negli occhi del suo nemico aggiunse
“Non origliavo, idiota. Eravate a due passi da me e non parlavate proprio a bassa voce!”

“E cosa aspettavi a farci sapere che eri sveglio”

“Eravate così carini mentre litigavate per me” commentò divertito “E poi speravo che, finalmente, tra un litigio e l’altro avessi il coraggio di chiedere alla svampita di venire con te alla festa di Halloween”

Il volto e le orecchie di Ron divennero dello stesso colore dei suoi capelli. Abbassò lo sguardo strinse il pugno e dopo aver afferrato il Serpeverde per il bavero della camicia
“Tu sei morto, Malfoy”

“Lascialo, Ron” disse Harry autorevole

Ron mollò il colletto del ragazzo e volgendo lo sguardo verso l’amico attese ciò che d’importante c’era da dire. Il silenziò piombò come un macigno sulla testa degli astanti.
“Cosa hai deciso, Malfoy?”

Il giovane Mangiamorte si allontanò, dirigendosi verso il sofà sul quale pochi istanti prima dormiva beatamente. Si chinò e afferrò il libro che era riverso sul pavimento. Ritornò sui propri passi e porse il libro a Harry.
“Enciclopedia degli incanti proibiti” lesse Harry ad alta voce “Una magia proibita per ogni occasione” Harry fissò il giovane mangiamorte incredulo
“Proprio così, Sfreggiato. Ci avevo pensato prima di te!!”

“Perché?” replicò scettico

Ma non era l’unico che fissava inebetito e scettico quel libro e… Draco Malfoy. Si erano dunque sbagliati su di lui!
“Se l’Oscuro Signore mi interrogasse ed io non riuscissi con l’Occlumanzia a chiudere la mia mente, voglio che tutto ciò svanisca”

“Stai cercando di rimanere in vita?”

“Si, Potter, come voi d’altronde!”

“Come mai vuoi tradire il tuo padrone?” domandò Harry

“Io non ho padroni, Potter. Credo nei precetti dell’Oscuro Signore” argomentò sicuro  “Penso che i babbani vadano torturati e uccisi e penso che la magia debba essere proibita ai Mezzosangue come te e la tua ragazza, ma non condivido il suo modo di farlo. Lui deve essere fermato e se tu sei l’unico che può farlo, allora, io ti aiuterò! Ma poi nemici come prima. Perché io ti odio, Potter!!!”

“Sentimento reciproco, Malfoy” confermò Harry

“Sai che ciò a cui rinuncerai verrà cancellato dalla tua mente per sempre?” reiterò Hermione

“Lo so, Granger! Ma questi sono affari miei”

“Meglio farlo subito non credi” disse Harry

“Mi sembra un ottima idea” rispose Malfoy

Harry fissava il libro proibito con aria dubbiosa. Hermione prese il libro dalle sue mani e aprì il testo sulla pagina del Divincolo. Il suo sguardo si muoveva rapido lungo le righe.
“Devi farlo tu, Harry” replicò la ragazza porgendogli il libro “Sei stato tu ad avere l’idea e tu sei il nostro capo”

“Ok… “ afferrò il libro e dopo aver letto continuò “Allontanatevi”

I ragazzi si allontanarono lasciando i due nemici di sempre uno di fronte all’altro. Harry prese la bacchetta e cominciò a concentrarsi. Le lucerne che illuminavano l’enorme stanza si abbassarono di colpo e dalla bacchetta fuoriuscì una fievole luce azzurrina. Il giovane Grifondoro disegnò con quel bagliore incantato una stella a cinque punte, la quale cominciò ad ingrandirsi circondando Draco Malfoy. La stella scese lungo il suo corpo fino a fissarsi al pavimento di legno intarsiato e una velata luce azzurrina permeò completamente il mangiamorte.
“La tenue luce delle stelle” cominciò Harry “sarà testimone immemore della tua promessa di silenzio e fedeltà verso ciò che è legato a me, Harry Potter. Nulla di ciò che a me appartiene potrà uscire dalle tue labbra senza che esso svanisca dalla tua mente insieme al tuo bene più prezioso. Sei pronto Draco Malfoy a promettere e a rinunciare?”

“Lo sono” asserì Malfoy ad occhi chiusi

“Cosa prometti?”

“Prometto che nulla che verrà detto in queste riunioni verrà svelato”

“A cosa rinunci?”

“…”

“A cosa rinunci?”

“Rinuncia a mia sorella!!!” suggerì Ron serio

“Se il giuramento non è pari alla rinuncia l’incantesimo non sarà valido” replicò scettica Hermione volgendo lo sguardo su Ron

“Rinuncio a Ginny Weasley” asserì il mangiamorte riaprendo gli occhi

Nello stesso momento la stella e la luce svanirono e tutto fu nuovamente illuminato.
Ginny si avvicinò al ragazzo e con la mano gli accarezzò il volto stanco
“Oh, Draco” sospirò la ragazza fissando i suoi occhi in quelli gelidamente grigi del ragazzo che amava

“Non è come pensi… lentiggini” replicò Malfoy scostando la mano della ragazza, ma continuando a stringerla “Solo che non sapevo a cosa rinunciare che non fosse la magia o la mia famiglia e rinunciare a te mi sembrava un buon compromesso” ma la sua voce nel pronunciare quelle parole era dolce, come Harry non l’aveva mai sentita prima d’allora

“La magia non avrebbe funzionato se non avessi realmente tenuto a ciò a cui stavi per rinunciare e qualsiasi cosa tu dica io so di essere importante per te” sostenne Ginny mestamente

“Sono stupefatta Ron” sussurrò Hermione “sapevi che li avresti riavvicinati in questo modo! Sei stato un buon fratello!! Sono molto fiera di te”

“Certo che sono un buon fratello. Non posso continuare a negare ciò che c’è fra loro… sarebbe stupido e deleterio. Lui ci tradirà, Hermione, e noi lo sappiamo altrimenti questo giuramento non avrebbe senso. Credo che anche lui sia consapevole che violerà la promessa, così finalmente mi libererò di lui”

Si allontanò da Hermione e rivolgendosi ad Harry proseguì
“Se stasera vogliamo concludere qualcosa credo che dovremmo cominciare, non abbiamo molto tempo” e andò a sedersi sul lungo tavolo di legno posto al centro della stanza.
Hermione e Harry cominciarono a raccogliere numerosi e voluminosi libri dagli scaffali dell’enorme biblioteca che tappezzava i tre lati della Stanza delle Necessità, deponendoli sul tavolo. Anche Ginny e Luna, contribuirono a colmare interamente l’enorme tavolo di mogano. Gli unici che sembravano non mostrare interesse alcuno per la faccenda erano Ron e Draco Malfoy, entrambi persi nei loro pensieri.
“Allora” cominciò Harry stancamente, poggiando sul tavolo l’ultimo tomo “ultimamente faccio strani sogni”

“E noi siamo qui ad infrangere tutte le più elementari regole di Hogwarts perche lo Sfregiato fa strani sogni?” ribadì Draco sarcastico

“Sta zitto, Malfoy” rimbrottò Hermione

“Sono sogni molto strani?”

“Strani in che senso?” domandò Ginny curiosa

“In realtà non sarebbero strani. Cioè… voglio dire… sogno degli eventi accaduti, ma li rivivo in maniera diversa. In questi sogni rivivo ciò che abbiamo fatto, ma in un mondo senza magia”

“Ma è terribile” disse Ron “io non potrei vivere in un mondo senza magia”

“Forse, Ron, in un mondo senza Voldemort, ed in cui sono ancora tutti vivi: i tuoi genitori, Cedric, Sirius e Neville, magari rinunceresti anche a qualche comodità” commentò Harry “Magari si potrebbe rinunciare ad un mondo in cui a 17anni non bisogna rinchiudersi in una stanza invisibile per capire se stai impazzendo o per creare una pozione che ti tenga in vita nel caso in cui un pazzo scatenato, che gira per il mondo uccidendo innocenti, voglia ucciderti per una profezia nascosta in una sfera di vetro. Magari si potrebbe, invece, desiderare, un mondo in cui parlare solo di feste, di ragazze, di sesso e magari scappare per un weekend al mare senza dire nulla a mamma e a papà rubando una macchina, fumando sigarette, per il gusto del proibito!!”

Hermione fissava Harry stupefatta ed impaurita.
“Forse dovresti andare da un buon dottore!?!” consigliò Malfoy scuotendo la testa

A quella osservazione quasi comica tutti cominciarono a sbellicarsi dalle risate, Harry incluso.
“Ok… credo che quindi possiamo riallacciarci a quello che è stato detto in aula da Cabbott” osservò Ron

“Di che state parlando?” domandò Luna

“Di questo” disse Harry aprendo un grosso tomo foderato in pelle azzurrina tempestata di brillantini
Al regno dei sogni è associata una vita della veglia e una vita onirica” Harry cominciò la lettura con voce atona “Naturalmente i due mondi coesistono nell'Uomo, ma la maggior parte di essi percepisce solo uno dei due Munda, la Veglia. Alcuni individui, spesso inconsapevolmente, riescono a percepire l'esistenza del mondo di Oneiros. Ed essi sono conosciuti come Pontifex, fin dalla notte dei tempi, questi grandi maghi, riuscivano a fungere da tramite tra Veglia e Oneiros, tra realtà e sogno.
I due munda sono collegati tra loro dai Nexus, zone di esistenza al di fuori dello spazio e del tempo, nelle quali nessuna legge ne' potere funzionano. Dei tre nexus il più facile da raggiungere è quello che collega il corpus con l'anima. Il suo nome è Luz o Città di Pietra e rappresenta la concretizzazione dell'inconscio collettivo, deposito di tutti gli archetipi. In questo luogo è conservata una pietra magica verde e levigata sulla quale si riflette la luce fluorescente dell'eterna luna piena che risplende alta in un cielo blu cobalto privo di stelle. La visione periferica rivela l'esistenza di infiniti mondi (sogni) al confine tra realtà e fantasia, saggezza e follia. Due strade bianche e polverose si allontanano da Luz ai capi opposti della città. Una delle due strade porta ad un labirinto di altre infinite strade bianche dalle quali si può accedere, per chi conosce il modo, a qualsiasi sogno. Esse sono le Piste del Sogno o Vie dei Canti. Attraversano sia il mondo dei sogni che quello della veglia e consistono in una serie di punti di contatto tra i due Munda. Nei nodi, punti di incrocio tra due o più Vie, si può passare da svegli da un mondo all'altro. I nodi più importanti che si affacciano nel Corpus sono: il Tempio di Memphis in Egitto, il Santuario di Apollo a Delphi, il Tempio di Epidauro in Grecia, il tempio di Shieoh in Palestina, il Tempio Shintoista di Usa nell'isola di Kyushu, l'Ayers Rock in Australia, la perduta Avalon in Cornovaglia, il dimenticato Castello di Camelot in Inghilterra, le Colonne Ashoka in uno dei cortili del Qut'b Minar a Delhi in India


“Di nuovo Camelot. Hogwarts dovrebbe essere uno dei Nodi” sottolineò Hermione cattedratica “Dunque un Pontifex che si trovasse nel castello potrebbe accedere a qualsiasi sogno e manovrarlo a suo piacimento”

“Non credo sia possibile manipolarli a tal punto. Dovrebbe essere un Pontifex molto potente suppongo, e poi i miei sogni sono cominciati a Privet Drive non ad Hogwarts" aggiunse il giovane Grifondoro "Inoltre dubito che la casa dei miei zii sia uno dei Nodi“ poi dopo una breve pausa, proseguì nella lettura “L'altra strada serpeggia attraverso immensi prati, chiusi ai lati da boschi di alte conifere, habitat dei sogni dei folli. Questa strada bianca termina ai piedi di due enormi cancelli chiusi circondati da una nube di nebbia violetta che confonde la vista. Il cancello di colore nero si chiama Keras, la Porta di Corno, il cui nome deriva dal greco Karanoo , avverarsi. Attraverso di esso si accede a tutti i sogni veritieri e profetici . Il cancello di colore bianco si chiama Elephas, la Porta di Avorio, il cui nome deriva dal greco Elephairo , ingannare. Attraverso di esso si accede a tutti gli incubi e sogni ingannatori. Gli abitanti del Nexus sono i protettori dei viandanti del sogno. Il più potente tra tutti è Oneiros, il Signore del Sogno, che ha potere di vita e di morte nell'ambito dell'Anima. La bellissima Mamu, il suo alter ego, ha il compito, invece, di contrastare il suo illimitato potere. Per mantenere l’equilibrio, la Maia, una ninfa proveniente dal mondo della Veglia, custodisce le chiavi dei due Cancelli, Keras ed Elephas. Se i due cancelli venissero aperti contemporaneamente, il caos dell'Anima invaderebbe il Nexus e una schiera di sogni incontrollati inizierebbe a filtrare nel Corpus, confondendo i confini tra sogno e realtà, tra verità e inganno. Una volta scelta, la Maia viene condotta a bere le acque del fiume Lete che le permettono di dimenticare la sua vita passata nel Corpus e la rendono longeva. Terminato il periodo di 400 anni la Maia è libera di scegliere tra tornare a vivere una nuova vita nel Corpus o di essere trasformata in Imago e rimanere nell'Anima. Il Primo Guardiano, fedele a Morfeo, affianca e protegge la Maia. Egli viene scelto tra i mortali ogni 400 anni e beve le acque del Lete e al termine del suo servizio può scegliere anche lui tra rimanere nell'Anima o tornare nel Corpus” terminò la lettura, ma il suo sguardo rimase fermo sulle pagine blu vergate da parole dorate.

“Forse tu sei un Pontifex?” argomentò Luna “forse è successo qualcosa ai guardiani e i sogni ingannatori stanno vagando liberamente”

“Ci avevo pensato anch’io, ma Cabbott dice che ciò è impossibile”

“Credo che abbia ragione, perché in questo caso non dovresti avere solo tu questo problema, ma dovrebbe riguardare tutti noi!” concordò Hermione

“Magari un Pontifex potrebbe semplicemente accorgersene prima” questionò Ron

“Forse se sei effettivamente un Pontifex” aggiunse Draco Malfoy pensoso “Potresti uscire dal sogno e cercare la Maia e il Primo Guardiano, per scoprire cosa sta succedendo. Quando ero piccolo mia madre mi raccontava che i viandanti dei sogni sono quei sognatori coscienti di sognare. Ogni volta che un sognatore diventa cosciente dell'esistenza dell'Anima e del fatto che lui esiste contemporaneamente come Dormiente nel Corpus e come Doppio Onirico nell'Anima, un guardiano gli consegna un oggetto, simbolo di potere onirico, da quel momento in poi il sognatore diventa un Viandante a tutti gli effetti e può attraversare il mondo dei sogni”

“Molto interessante!” disse Harry “Ora però credo sia meglio andare. Per oggi abbiamo scoperto abbastanza. Ora credo di sapere cosa fare”

“Naturalmente devi ringraziare me se non stai vagando per verdi campi di conifere”

“Malfoy, sei un idiota” considerò Ron

“Andremo in gruppi di due” osservò Harry “Andranno prima Hermione e Ginny, poi Malfoy e Luna ed in ultimo io e Ron, visto che siamo gli unici ad avere il permesso di girovagare quasi liberamente per Hogwarts”

“Perché io debbo andare con la pazza?” bofonchiò il giovane Mangiamorte “Facci andare Lenticchia così la invita alla festa della Cooman… me le sono sorbite per tutta la sera che ridacchiavano… “

“Draco, sta zitto!” ordinò perentoria Ginny “Se non vuoi che ti lanci una fattura ti conviene non aggiungere altro”

“Andate” sollecitò Harry

“Sei avvisato” minacciò Ginny prima di indossare il mantello dell’invisibilità

“Ci vediamo in dormitorio” disse Hermione appoggiando le sue labbra su quelle di Harry, poi coprendosi col mantello si allontanò insieme a Ginny  

“Questa è la mappa dei Malandrini, Luna” fece Harry porgendole la vecchia e fidata pergamena “mi raccomando state attenti a non farvi beccare da Gazza e dalla sua gatta

“Va bene” replicò Luna aprendo la mappa

“Ron spiegale come usarla. Malfoy tu vieni con me!!”

“Cosa c’è non ti fidi di me?”

“Certo che non mi fido di te! Che domanda sciocca, ti ho anche sottoposto ad un incantesimo Divincolo, perché credi l’abbia fatto perché sei il mio preferito?” battibeccò allontanandosi, tenendo però lo sguardo fisso su Luna e Ron

“Quanto sarcasmo! Sarà la vicinanza della Granger?”

“Invece la vicinanza di Ginny proprio non ti rende migliore, o forse si?”

“Non parlare di ciò che non conosci, Mezzosangue” avvertì il Serpeverde “Questi sono affari miei. E poi smettila di fissare quei due. Ronald Weasley è un fallito, non riuscirà mai a chiederle di uscire”

“Invece credo proprio ci sia riuscito, guarda come è raggiante!!”

“Forse hai ragione” commentò Draco Malfoy arcuando un sopracciglio “gli hai fatto un incantesimo di Coraggio?”

“Certo che no” replicò Harry incredulo “Non si può nascondere ciò che si ha dentro per troppo tempo alla fine esplodi. E a Ron piace molto Luna… è solo questione di tempo”

Perché parlava con Draco Malfoy come se non fosse il suo peggior nemico, ma un conoscente a cui fare una confidenza? Era troppo tardi… era proprio ora di tornare nei dormitori e cercare di riposare almeno qualche ora prima di cominciare un’altra dura giornata!!!
“Andiamo Malfoy!”

“Sono d’accordo con te, Potter, non vorrei che sostituissi Lenticchia con me! Credo di avervi già detto che ho altri gusti!”

Ma come faceva un tale idiota a piacere così tanto alla piccola Ginny!!

Si avvicinarono lentamente ai due ragazzi
“Credo sia ora che andiate” fece Harry risoluto “ci vediamo domani”

“Cioè stai dicendo che lo strazio continua?” chiese ansioso Malfoy

“Non per il momento!! Noi ci vediamo domani, non tu!! Ti faremo sapere quando ci sarà un’altra riunione; nel frattempo ognuno di noi eseguirà delle ricerche e magari si chiarirà le idee su quello che sta succedendo. Chiunque scopra qualcosa di nuovo avvertirà gli altri con il solito metodo della moneta! Chiaro Malfoy?”

“Si... Sfregiato! Solo una cosa non riesco a capire?”

“Cosa?”

“Chi ha deciso che tu sei il capo?”

“Quando anche tu avrai una cicatrice a forma di saetta e farai sogni strani, allora il capo sarai tu”

“Non mi sembra… ”

Ma prima che potesse concludere Luna afferrò la mano del Mangiamorte e lo trascinò fuori

“Allora?” domandò Harry rivolto all'amico, con la mano ancora appoggiata alla maniglia

“La tua domanda si riferisce a se Luna ha capito come funziona la Mappa dei Malandrini o se le ho chiesto di venire con me alla festa di Halloween organizzata dalla Cooman?” osservò divertito

“Diciamo, pure, tutte e due”

“Mettiamola così… non credo avranno problemi a raggiungere i loro dormitori e lei mi ha detto che si vestirà da Ninfa, le è piaciuta la storia della Maia che custodisce le chiavi dei cancelli del Nexus!”

“Tu potresti vestire da Primo Guardiano, allora?”

“Ottima idea… ma come si veste un Primo Guardiano?”

“Non ne ho idea, ma lo scoprirò!”

NdA: Grazie a tutti e… spero che il nuovo chap vi sia piaciuto. Volevo intitolare il capitolo "Indizi" poi alla fine ho optato per "Riunioni segrete"... cmq in questo capitolo e nei prossimi due vi darò tutti gli indizi per la risoluzione del mistero. Vi lascio con la promessa di postare al più presto il prossimo, vi abbraccio tutti. Tanti bacini Lella80

EFP

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Capitolo 10
*** la Maia ***


CAP10

Credo questa volta di essere stata brava... velocissima per i miei ultimi standard.
Come sempre ringrazio tutte le persone che hanno letto e commentato il capitolo precedente: granger90 (grazie di aver letto tutto ... certo che la continuerò. Dovessi impiegarci trent'anni!! Nel caso finiranno di leggerla i tuoi nipotini ;-)), Hastatus (grazie per i commenti tecnici che come tutti sanno io apprezzo tantissimo... infondo sono quelli che ti migliorano. Spero questa volta di aver eliminato tutti gli errori di battitura e ho cercato di contenere la quantità smisurata di punti esclamativi, che effettivamente possono essere fastidiosi ed in certi casi sono anche inutili)e sam carter (ciao Chiara, come stai? Bentornata anche a te, sono felice di ritrovare i tuoi commenti. Ricordo benissimo la tua proposta, solo che è passato un sacchissimo di tempo e quindi non ho più il tuo indirizzo email, me lo rimandi, così quando rientro dalle vacanze ti invio un pò di materiale! Grazie ancora).
Vorrei fare un piccolo appunto prima di iniziare... il capitolo che seguirà è piuttosto complicato, ma è fondamentale per il proseguimento della storia. Per cui nonostante la pesantezza vi chiedo di avere pazienza, anche perchè trovo (so che non dovrei dirlo io) che sia veramente bello, anche se molto poco scorrevole!

Sperando che non risulti troppo noioso... buona lettura a tutti




CAP10
La Maia

“Dobbiamo portare queste foglie di Somnia Sulfurea a Piton” disse Ron appoggiandole sul lungo tavolo della Sala Grande “prima che appassiscano. Ma a cosa gli serviranno?” concluse rimpinzandosi di uova strapazzate

“Perché devi sempre riempirti di cibo come se dovessi sfamarti dopo anni di digiuno?” osservò Hermione imperturbabile, mentre si spalmava della marmellata di lamponi su del croccante pane tostato “Credo stia preparando una Pozione Acchiappasogni” concluse caustica

“Come fai ad esserne tanto sicura?” domandò Harry

“Perché lo hai chiesto a Silente e lui ti ha detto che ti avrebbe aiutato. Piton è il miglior pozionante di Hogwarts e Silente si fida ciecamente di lui" certo il discorso non faceva una grinza "Poi nella Stanza delle Necessità, mentre aspettavamo, ho trovato la formulazione della pozione e le foglie di Somnia Sulfurea sono essenziali per la sua preparazione”

“Cosa altro serve?” chiese Ron interessato

“Perché lo chiedi? Non dobbiamo prepararla noi!”

“Credo, però, dimmi Ron se interpreto bene il tuo pensiero, che tutti gli ingredienti li dovremmo trovare noi” aggiunse Harry

“Vedo che mi leggi nel pensiero amico!”

Hermione alzò gli occhi al cielo e continuò “Allora se non ricordo male servivano: Lavanda, Verbena, Timo, Valeriana, Tiglio, Papavero, Luppolo e Sambuco. E naturalmente povere di Fays dell’aria”

“Dovrebbero essere tutti ingredienti presenti nel suo armadio e la fays dell’aria è bella impacchettata nella stanza di Lupin” commentò Ron

“Credo però manchi qualcosa! Mi pare che le foglie di Somnia Sulfurea e tutte queste altre erbe debbano macerare in acqua di Rosa Canina per un plenilunio e poi dopo aver aggiunto la povere di fata la pozione deve riposare fino alla luna nuova”

“Ma come fa?” borbottò Ron stupefatto

“Non lo so, ma mi piace tanto quando fa così” disse Harry divertito

“Quando cambia colore” proseguì ignorandoli “dovrebbe diventare ambrato, bisogna aggiungere una piuma di Grifone”

“Di cosa?” chiese Ron impietrito

“Grifoni!” ripeté Hermione

“Ecco perché quel sorriso mentre diceva che saremmo andati nella Foresta Proibita” farfugliò Ron fra se, lasciando cadere pesantemente la forchetta nel piatto. Sembrava che il suo corpo fosse stato improvvisamente percorso da una forte scarica elettrica

“Di cosa stai parlando, Ron?” chiese Harry, notando il disappunto dell’amico

“Tu non sai cosa è un Grifone, vero, Harry?”

“E’ un animale” rispose placido il Grifondoro

“Un animale? Direi che è riduttivo definirlo così!” latrò l’amico

“Di cosa state parlando?” domandò Seamus Finnigan curioso, mentre agguantava del pudding posto proprio accanto a Ron

“Di Grifoni”

“Fantastici” sottolineò Seamus affascinato

“Raccapriccianti vorrai dire?”

“Sono il simbolo della nostra casa, forse ‘raccapricciante’ è un po’ forte come epiteto! Non credi?” sostenne Harry contrariato

“Harry, tu non sai di cosa parliamo!” rimbrottò Ron

“Effettivamente” aggiunse Seamus “non si può dire che siano degli animali ‘gradevoli’. Hanno il corpo di leone e la testa d'aquila. E credo abbiano anche lunghe orecchie equine. Inoltre, se non sbaglio, le femmina hanno ali simili a quelle delle aquile”

“Ti sei dimenticato che al posto della coda hanno un serpente” aggiunse Ron

“Effettivamente direi che sembrano un pò bruttini!” considerò Harry arricciando il naso

“Hanno enormi poteri, però” replicò Hermione saccente “Molti maghi utilizzavano gli artigli di Grifone come coppe per la loro peculiarità di cambiare colore in presenza di veleno. Per non parlare delle proprietà terapeutiche delle scaglie e delle piume, vengono utilizzate in numerosi decotti magici”

“Già. Peccato che siano tra le creature magiche più aggressive e meno avvezze alla presenza umana” sbuffò Ron “Credo che finalmente Piton abbia avuto l’autorizzazione di Silente per farci fuori”

“Ron, non essere idiota!”

“Certo parli bene tu che non devi scandagliare la foresta proibita in cerca di una stupida piuma di Grifone”

“Sono solo supposizioni!” puntualizzò Hermione alzandosi

“Hermione, ci sono poche cose di cui un uomo può essere certo nella propria vita. E posso assicurati che questa è una di quelle”

“Andrete nella foresta proibita in cerca di Grifoni?” chiese Seamus eccitato

“E’ la punizione che ci infliggerà Piton!” confermò Harry

“Dobbiamo andare” osservò Hermione “Non credo che Piton aspetterà che la lezione sulle piume di Grifoni di Ronald Weasley abbia termine?” voltò le spalle e si allontanò lasciando i tre ragazzi perplessi

“La odio quando fa così” replicò Ron rosso in volto

“Però ha ragione” considerò Harry, poi dopo aver addentato una fetta di torta di prugne, spronò i suoi amici a sbrigarsi “Andiamo, non vorremo fare aspettare il nostro amato professore di Pozioni?” ironizzò

I giovani Grifondoro si affrettarono tra i corridoi di Hogwarts. Arrivarono nell’aula di Pozioni trafelati, ma in tempo. Proprio nel momento in cui si sedettero e levarono i libri dalle borse entrò il professore di Pozioni. L’uomo tutto vestito di nero con il suo naso adunco, che lo faceva somigliare ad un avvoltoio, richiuse sonoramente la porta alle sue spalle
“Oggi” cominciò con voce atona “prepareremo una Pozione Medianica. La professoressa Cooman mi ha chiesto di preparargliene un vasetto per accentuare le sue capacità divinatorie! Ma ritengo che potremmo essergli maggiormente utili preparandogliene un fusto” le sue labbra si arcuarono in una risata sardonica

“Mi dispiace ammetterlo, ma sono d’accordo con lui!” sussurrò Ron divertito
Hermione lo fissò accigliata.
“Lo so, lo so” bisbigliò il Grifondoro

“Weasley ci illustrerà gli ingredienti per la preparazione di una Pozione Medianica… funzionante” disse il professore fissando il suo sguardo gelido sul giovane Weasley

“Veramente… io… “ deglutì sonoramente

“Weasley, quando non si è sufficientemente bravi da rispondere ci si dovrebbe occultare” fissò il ragazzo per qualche istante come se fosse un sacco di fetido letame e continuò “10 punti in meno a Grifondoro. Qualcuno conosce gli ingredienti per una Pozione Medianica?”

Il silenzio calò sulla buia e umida aula di Pozioni. Nessuna mano si levò.
“Credo che quest’anno nessuno di voi riuscirà a superare i M.A.G.O. se non riuscite a rispondere nemmeno ad una domanda tanto semplice. Una domanda da G.U.F.O.”

Era gongolante.

“Vediamo un po’ chi potrebbe rispondere a questa domanda senza detrarre 50 punti alla sua casa”

Non era gongolante… era letteralmente esultante.
Avrebbe fatto una strage tra i Grifondoro. Avrebbero passato l’intero anno a recuperare i punti persi in una sola giornata… anzi in una sola ora! Non solo avrebbero perso la coppa delle case, ma si sarebbero trascinati dietro per mesi l’odio di tutte le altre classi dei Grifondoro.
Era fatta!! Dopo anni di tentativi, Piton avrebbe avuto la sua gongolante soddisfazione e rivincita non solo sulla McGrannitt, ma su tutti i Grifondoro.
“Da chi potremmo cominciare?”

Girava nell’aula come il nero avvoltoio cui somigliava; poi scelse la preda…
“Granger”

Oh no… Hermione sarebbe morta per l’umiliazione!

“Fiori di Artemisia, foglie di Frassino e di Tarassaco e, infine, polvere di Fays dell’aria” rispose sicura

Il professore di Pozioni la esaminò sorpreso, ma senza lasciare trapelare alcun sentimento di rancore nei confronti della ragazza che aveva così facilmente rovinato il suo trastullo, scosse il capo e disse “continua pure, Granger”

“I fiori di Artemisia vanno essiccati per dodici notti, poi sbriciolati e la polvere viene aggiunta al decotto di foglie di Frassino”

“Al quanto imprecisa” puntualizzò Piton

“Mi scusi professore” replicò la ragazza tranquillamente “cercherò di essere più precisa. Allora per un ampolla di circa cento millilitri sette fiori di Artemisia, essiccati per dodici notti, vengono aggiunti ad un decotto preparato in precedenza con ventiquattro foglie di Frassino e nove di Tarassaco. La Pozione deve bollire per due ore otto minuti e tredici secondi. A questo punto bisogna girare per sei volte in senso orario e due volte e mezzo in senso antiorario. La consistenza cambierà da molto liquida a leggermente densa e il colore passerà da verde a cobalto. Dopo l’aggiunta della polvere di Fays dell’aria la pozione ritorna molto liquida e diventa trasparente”

Piton ormai la fissava con lo stesso odio con cui per anni aveva fissato Harry.

“Dimenticavo. Il suo odore è acre e il suo sapore leggermente dolciastro” concluse soddisfatta

“Come mai non hai alzato la mano come tuo solito, Granger?” domandò accigliato

“Perché lei dice sempre che non devo mettermi in mostra. Ho semplicemente seguito il suo utile consiglio” rispose la ragazza con aria candida, ma trionfante

E’ proprio vero” pensò Harry “che le donne ne sanno una più del diavolo

L’uomo sconfitto scrutò l’aula con un evidente cipiglio, poi sorridente domandò con voce melliflua
“Draco, vorrei che mi elencassi le proprietà terapeutiche e magiche dell’Artemisia e del Frassino”

“L’Artemisia” cominciò il giovane Serpeverde ”ha soprattutto proprietà digestive deve essere comunque usata con precauzione perché in dosi eccessive può rivelarsi tossica. Per quanto riguarda l’utilizzo magico, bruciata da sola o aggiunta ad altre erbe appropriate sviluppa dei principi attivi che favoriscono gli stati medianici ed i poteri psichici. I suoi fiori,  infatti, sono parte integrante di rituali evocatori e spiritici. Le sue foglie, invece, sono utilizzata per scacciare malefici e negatività. Gli infusi di Artemisia sono indispensabile per pulire e magnetizzare sfere e specchi magici. Il Frassino è utilizzato negli stati gottosi e per combattere reumatismi e artriti. L’utilizzo magico è limitato soprattutto alla magia nordica, nei rituali di guarigione, di salute e di protezione. Le foglie di Frassino, inoltre, favoriscono i sogni profetici. Il legno di frassino è il migliore per la preparazione delle bacchette magiche”

“Bene” gongolò “Molto bene signor Malfoy” poi fissando Hermione aggiunse “Trenta punti a Serpeverde! Granger, quali sono invece le proprietà terapeutiche e magiche del Tarassaco?”

“Il Tarassaco ha proprietà diuretiche e lassative. Le fumigazioni di Tarassaco, utilizzate nella magia, accentuano la volontà e stimolano le doti spirituali. Da tempo la tradizione popolare associa questa particolare pianta alla veggenza e alle sedute spiritiche”

“Dieci punti a Grifondoro” poi con fare presuntuoso continuò “ed ora cominciamo a preparare la pozione per la vostra professoressa di Divinazione

Nessuno ebbe gravi problemi nella preparazione della infuso magico, dopo quasi due ore tutti avevano riempito le loro ampolle di Pozione Medianica e ne avevano riversato il contenuto in un grosso calderone posto al centro dell’aula. Riuscirono quasi a riempirlo tutto. I ragazzi abbandonarono l’aula ancor più stremati di quanto vi erano giunti. Ed era appena l’inizio di una lunga giornata.

“Come facevi a saperlo?” domandò Ron entusiasta

“Semplice” rispose calma, mentre riponeva libri e pergamene nella grossa borsa “Lupin aveva detto che Piton ci avrebbe fatto preparare delle pozioni con la polvere di fays. Ieri sera mentre aspettavo il vostro arrivo ho cominciato a spulciare un libro di Pozioni per vedere tutte gli infusi che si preparano con la polvere delle Fays dell’aria. E oltre alla Pozione Acchiappasogni c’era anche la Pozione Medianica

“Ma se Malfoy ha detto che avete chiacchierato per tutto il tempo” replicò scettico

“Ron, io sono una ragazza, riesco a fare benissimo più cose contemporaneamente!!” puntualizzò la ragazza

“Certo come no! La verità è che tu studi anche mentre dormi. Comunque Piton è stato molto ingiusto con te. Ha dato trenta punti a quell’idiota di Malfoy e a te dieci miseri punti” esclamò Ron seccato, mentre si avviavano verso l’uscita

“Avrebbe anche potuto non darmeli!! A modo suo non è stato così ingiusto”

“Come mai non sei arrabbiata?” domandò Harry mentre si avviavano lungo il corridoio “Io sarei un po’ infuriato”

“E perché mai!! Mi sono presa la mia bella soddisfazione, anche se mi avesse tolto cinquanta punti sarei stata comunque contenta”

“Quanto ti capisco!!” enfatizzò Ron estasiato



*

Era stata una lunga e stressante giornata. Piton con la sua maledetta Pozione Medianica, tutte quelle ore sprecate. La Cooman non avrebbe fatto una divinazione nemmeno se ci fosse annegata in un mare di quell’intruglio. Nella sua vita era stata capace di formulare una sola profezia… quella che gli aveva rovinato la vita. E poi c’era stata la McGrannitt con i suoi incantesimi di trasfigurazione… dovevano trasfigurare loro stessi in animali. Probabilmente, dopo che era venuta fuori la storia che suo padre, Sirius e Codalisca erano degli animagus, che per giunta non avevano mai comunicato al ministero il loro stato, pensavano in questo modo di tenere il fenomeno sotto controllo. E poi c’era stato il piccolo professor Vitious che gli stava insegnando l’utilizzo delle magie mute, cioè senza proferire le formule magiche. E questa era una cosa che Harry riteneva tanto utile quanto complicata

“Gli incantesimi vanno solo pensati” aveva ripetuto per tutta la lezione il professore d’Incantesimi
Come se fosse facile!!
Ma anche quella terribile giornata era giunta al termine. E dopo una lauta cena e una buona mezz’oretta di meritata pausa in sala comune, trascorsa a chiacchierare con gli amici si era finalmente ritirato nella sua stanza. Catapultato sul letto era sprofondato, cullato dai rumori e dai silenzi della notte, in un sonno profondo e agitato.

“ … “

“ … ”

Sentiva da lontano strani rumori estranei ad Hogwarts.
Un frastuono, delle urla concitate e dentro di se c’era ansia e rabbia…
Cos’era?!?

“Perché non posso!!”  era la sua voce, la sua rabbia… una rabbia inesplosa

“Non puoi perché sei in punizione” replicò la madre calma

“Manco se avessi ucciso qualcuno”

Stava sognando?
E poi fu nuovamente prigioniero di quel mondo; invaso da ricordi che non sembravano suoi…

“Avresti potuto” reiterò James Potter furente.

L’uomo ormai spossato dalla lunga discussione si levò lentamente gli occhiali e poggiandoli sullo scrittoio accanto alla finestra, cominciò a massaggiarsi gli occhi. Guardò fuori per qualche istante. La fredda luce di un tiepido sole autunnale colpiva impalpabile la quercia che per anni aveva troneggiato su quello ormai scarno giardino. Erano anni che non se ne prendeva più cura, non aveva più tempo. Eppure quel giardino era per lui e per la sua famiglia una fonte inesauribile di ricordi.
La verità era, però, che non aveva più tempo per troppe cose e forse il comportamento di Harry era quello di un qualsiasi adolescente di diciassette anni che doveva fare i conti con un padre che non aveva più tempo nemmeno per lui.
Quando erano cambiate le cose? Da quanto tempo suo figlio era diventato così grande? Erano mesi ormai che si chiedeva chi era quell’estraneo con cui divideva la casa!

“Avresti potuto” ripeté l’uomo, ma il suo tono era diverso.

Harry percepì chiaramente quella flebile differenza tra rabbia e delusione. Non voleva far arrabbiare suo padre, né tanto meno deluderlo. Ma non riusciva a non farlo, sapeva che ciò che aveva fatto richiedeva un duro e inflessibile castigo. Ma chi era quell’uomo per imporgli una qualsiasi forma di punizione? Come poteva un uomo che negli ultimi anni era andato in cerca di una stupido oggetto trascurando lui, sua madre e la sua sorellina pretendere di avere voce in capitolo? Solo ora si era ricordato di essere suo padre?

Che ritornasse pure alla ricerca dell’occhio di Udjat!

L’occhio di Udjat… era diventato un incubo per suo padre. Ne sapeva più lui che qualunque archeologo o professore di storia dell’antico Egitto al mondo. Era diventata la sua missione e la sua ossessione. Un pensiero soffocante. Un tormento continuo. Un incubo senza fine che lo aveva portato da un capo all’altro dell’Egitto, dalle grandi capitali ai più piccoli villaggi sulle sponde del Nilo. Dal Cairo a Tebe, da Menfi a Zagazig, da Abu Simbel ad Alessandria. Aveva setacciato ogni anfratto di ogni mausoleo egizio: dalle piramidi di Saqqara e Giza alle necropoli di Menfi e Tebe; dalle tombe della valle dei re e delle regine ai templi di Dendera, Tell el Amarna, Abydos, Luxor, Karnak; dallo splendore di Abu Simbel alla magia di Assuan; dai templi di Edfu ed Esna a quello di Kom Ombo; dalla maestosità delle piramidi di Cheope, Khepren e Mykerinos al tempio di Ramses II e della sua sposa Nefertari; dalla tomba di Tutankhamon al tempio di Horus. Era sicuro che lo avrebbe trovato lì.

Il tempio di Horus… A 26 km da El-Kab, sulla sponda occidentale del Nilo dove sorgeva l’antica Thot, la odierna Edfu, si ergeva in tutta la sua maestosità. La sua costruzione durò circa un paio di secoli, dal 237a.C. al 57a.C… ad Harry era sembrato un tempo infinito per costruire un tempio, ma forse era la maledizione legata a quel tempio ad aver tenuto suo padre lontano da lui per oltre due anni. Non un natale, non un compleanno, né tanto meno la nascita della piccola Katrin lo avevano distolto dalla sua ricerca, solo poche righe una volta al mese per ricordare a tutti loro che era ancora vivo. Nelle sue lettere c’erano solo freddi saluti e poi i racconti dettagliati di ciò che aveva davanti agli occhi
… ricalca i canoni dei templi faraonici più antichi, costituendo una vera e propria copia di quelli eretti due millenni prima… l'ingresso al tempio è situato sul grande pilone decorato con vasti rilievi che raffigurano Tolomeo III accanto a Horus e Hathor… il vasto cortile interno è circondato su tre lati da 32 colonne… l'accesso alla prima sala ipostila è anticipato da una statua di granito raffigurante un falco che indossa le corone dell'Alto e Basso Egitto…

A lui non importava nulla di templi faraonici, di rilievi, di statue di graniti!!! Come faceva il più famoso archeologo del Regno Unito a non capire una cosa tanto elementare.

Eppure erano questi i ricordi che condivideva con suo padre degli ultimi 6 anni della sua vita. Se non ci fossero stati sua madre e sua sorella  e… Hogwarts, sarebbe impazzito per la lontananza di suo padre. Ron, Hermione, Ginny, Luna, Neville, lo zio Lupin e persino Draco Malfoy, avevano alleviato il senso di vuoto lasciato da quell’uomo che da bambino egli venerava come un dio.
Ricordava ancora il giorno in cui suo zio Sirius era entrato nello studio del suo grande amico James Potter per proporgli la ricerca dell’occhio di Udjat.

l'Udjat... ricordava la voce entusiastica del padre mentre raccontava a Lily del sacro amuleto
“Noi cerchiamo l'occhio del dio falco Horus, l’antica divinità del cielo” aveva cominciato eccitato come un bambino “non una copia, ma l’occhio del Dio” principiò a raccontare il mito per rendere la sua storia più credibile “La versione più antica di questo mito appare nei Testi delle Piramidi e narra il combattimento tra Horus l'Antico e Seth, nel corso del quale Seth strappa all'avversario l'occhio sinistro, quello che rappresentava la luna. Ma Horus con l’aiuto di Thot riesce a ritrovarlo e lo ripone al suo posto, dandogli il nome di udjat colui che è in buona salute” e poi ne decantò i misteriosi poteri “Era considerato un vero e proprio amuleto contro il male, un'importante talismano contro ogni elemento negativo e venne ampiamente usato in religione e in magia, dove era legato al concetto di integrità e di protezione fisica. Difendeva dalle malattie e aveva il potere di riportare in vita l'uomo. Nel rito della mummificazione, l'occhio di Horus veniva posto sopra l'incisione da dove gli imbalsamatori avevano estratto gli organi interni”
Harry ricordava ancora, come se non fossero passati tutti quegli anni, il volto triste e sconsolato della madre che spronava il marito a non arrendersi e a cercare ciò che tanto desiderava. Ma lui non aveva bisogno del consenso di sua moglie o della sua famiglia, voleva solo che non ci fossero scene strappa lacrime o scenate isteriche che potessero impedire la sua partenza.
Ed era andato alla ricerca dell’occhio di Udjat.
E… dopo anni di ricerca, lo aveva finalmente trovato. Aveva avuto una vera e propria folgorazione. Aveva studiato miti e leggende per tentare di comprendere la giusta locazione dell’agognato oggetto e alla fine aveva trovato un papiro in cui era raccontata la storia della dea Hathor. Quel papiro egli lo tenne per se. Non ne denunciò il ritrovamento, voleva tenere per se quella pergamena di canna di palude che lo aveva liberato da un ossessione durata oltre sei anni, che lo aveva restituito alla sua famiglia.
Nella mente di Harry erano impresse a fuoco le parole, anzi i geroglifici, incisi sul papiro che narravano la storia della sfortunata sposa

L’occhio di Horus dopo il combattimento con Seth venne frantumato in 64 pezzi sparsi per l’intero Egitto. La sua sposa, Hathor, insieme al dio Thot scandagliarono l’intero Egitto per ricostituire l’occhio e restituirlo al legittimo proprietario. La triste Hathor, raminga per l’Egitto, era giunta alla fine del suo lungo peregrinare, sapeva dove si trovava l’ultimo pezzo. Ma proprio quando ormai era certa di poter ritornare vittoriosa dal suo sposo, degli uomini si impadronirono del frammento e quando si rifiutarono di restituirglielo ella si scagliò contro di loro con tale ferocia che dopo averli scovati nel deserto, li uccise, compiacendosi alla vista del sangue delle sue vittime. La collera divina sembrava davvero inarrestabile ma Shu e Thot, i messaggeri celesti inviati da suo padre Ra, riuscirono ad avvicinare la terribile fiera e a intrattenerla con affascinanti racconti. La dea si commosse e decise di fare ritorno a casa ma non poteva certo entrare in Egitto nei panni di una leonessa sanguinaria. Thot allora calmò la rabbia della divinità versando vino nelle acque di Philae, dove essa si abbeverava. Costei, scambiando il vino per sangue, ne bevve fino a placare la sete, si ubriacò e finalmente si calmò. Al suo risveglio aveva riacquistato il suo aspetto positivo e fu così accolta in Egitto come dea Hathor con grandi feste e onori. Ma al suo ritorno il suo sposo non c’era più… Aveva speso la sua vita alla ricerca di un oggetto che non sarebbe più servito a nessuno!
Proprio come suo padre!!!
Ma da questa storia ebbe la folgorazione… l’occhio di Udjat non era nel tempio di Horus, come era in tutte le iscrizioni, ma in quello di Hathor, il cui nome appunto significava “tempio del dio Horus”. Ed era nel tempio di Hathor a Dendera che ebbe fine la sua ricerca e la sua ossessione.
Era ritornata a casa… ma…

Bene papà! Ora è troppo tardi per darti pena per noi… noi ce la caviamo benissimo anche senza di te” pensò fra sé, e fissando il volto stanco e deluso di suo padre disse “Non ho ucciso nessuno, ero solo un po’ ubriaco! Non accadrà più”

“Non pensi a tua madre e a tua sorella?” replicò James Potter

“Forse ci somigliamo più di quanto pensi” la sua voce era fredda e il suo animo ricolmo di rabbia e rancore.

Chiuse sonoramente la porta alle sue spalle.
E’ un sogno!!!
Io sono Harry Potter e vivo al numero 5 di Privet Drive insieme ai Darsley
Intorno a lui scomparvero pezzo dopo pezzo: le scale, i tappeti, le luci

E’ un sogno!!!
Cosa aveva detto Malfoy?
…se sei effettivamente un Pontifex, potresti uscire dal sogno e cercare la Maia e il Primo Guardiano, per scoprire cosa sta succedendo
E tutto fu avvolto dalle tenebre.

E’ un sogno!!!
… Quando ero piccolo mia madre mi raccontava che i viandanti dei sogni sono quei sognatori coscienti di sognare.
E tutto fu avvolto dal silenzio.

E’ un sogno!!!
... Ogni volta che un sognatore diventa cosciente dell'esistenza dell'Anima e del fatto che lui esiste contemporaneamente come Dormiente nel Corpus e come Doppio Onirico nell'Anima, un guardiano gli consegna un oggetto, simbolo di potere onirico
E nel buio spiccò una luce dorata. Era talmente buio che non riusciva a vedere se stesso, ma quando dalla sua tasca estrasse l’anello che gli aveva regalato zia Petunia, il buio scomparve.

E’ un sogno!!!
… da quel momento in poi il sognatore diventa un Viandante a tutti gli effetti e può attraversare il mondo dei sogni
E il silenzio fu rotto da una voce di donna
“Harry Potter” lo chiamò una voce flautata

“Chi sei? Dove sono?”

“Percorri il viale dorato e raggiungi i cancelli, li troverai risposta alle tue domande”

E fu nuovamente silenzio.
Davanti a lui c’era un gigantesco piazzale di sabbia in cui si dipanava un insieme armonico di edifici sovrastati da archi, pinnacoli, cupole, torri, vicoli, balconi, guglie, spigoli, sfere, colonne, ponti, fontane prosciugate, tutto costruito in pietra grigia e liscia sulla quale si rifletteva la fredda luce di una enorme luna piena che risplendeva alta in un cielo blu cobalto privo di stelle. Sussurri e fruscii remoti aleggiavano nell'aria immota e profumata di gelsomino. Era quello il Luz, la città di Pietra, di cui aveva letto insieme ai suoi amici nella Stanza delle Necessità? O forse era stata sua madre a parlargliene tanti anni addietro?
Qual’era la realtà?!?
Due strade bianche e polverose si allontanavano dal Luz ai capi opposti della città. Decise di andare sulla sinistra dove si stendeva una lunga strada bianca che serpeggiava attraverso immensi prati, chiusi ai lati da boschi di alte conifere. Larghe foglie dorate pendevano dalle secolari conifere poste ai lati del viale, foglie che riflettevano la luce argentea della luna. Dopo tutto quel buio quella luce era quasi accecante. Sapeva che doveva avanzare, doveva trovare quella donna, doveva trovare le risposte. Dopo ore di cammino, almeno così gli era sembrato, cominciò a dubitare che quel viale avesse una fine, gli dolevano le caviglie ed aveva nella testa un milione di domande, prima fra tutte

“Sono pazzo?”

Poi si ritrovò ai piedi di due enormi cancelli chiusi, uno di colore nero e uno di colore bianco.
Dovrebbero essere Keras e Elephas” pensò

I due cancelli erano immersi in una nube di nebbia violetta, che gli confondeva la mente. Alzò lo sguardo per analizzare meglio le due mastodontiche porte completamente ricoperte di geroglifici.
Riusciva a leggerlo… sapeva cosa c’era inciso.
Poi un canto flautato di donna attrasse la sua attenzione distogliendolo da quella illuminante lettura.
Una donna dai lunghi capelli indaco e dalle sinuose forme lo fissava con intensi occhi turchesi. Il suo corpo era appena ricoperto da un trasparente drappo azzurro che seguiva le forme del suo corpo, lasciando ben poco all’immaginazione. Ad Harry sembrava nuda e pericolosamente bella, il suo canto era simile al fruscio dell’acqua di un fiume e al tintinnare di una goccia nel mare, ma forte come lo scroscio di una cascata.
Il canto cessò.

“Benvenuto Viandante” salutò la donna con voce carezzevole

Chi era quella donna che gli agitava l’anima?

“Sei la custode dei cancelli?” domandò incerto

“Si”

“Sei tu la Maia?”

“Il mio nome è Kalindra”

“Sei bella” le sue labbra non riuscirono a trattenere l’affermazione. Era fortemente attratto da quella sensuale figura. Non aveva mai provato nulla di così intensamente carnale per una donna, ma gli sembrava la cosa più naturale del mondo “Chi sei?”

“Io sono una Ninfa dell’acqua, una naiade. E’ la mia natura mortale che ti affascina e ti seduce”

“Una Naiade?”

“Si, una Creniade per essere più precisa. Sono una Ninfa delle fonti”

“Quindi questo rumore che sento?”

“E’ la fonte da cui traggo i miei poteri”

“Quali poteri?”

“Fai molte domande” replicò placidamente la ragazza

Harry abbassò lo sguardo “Scusa”

“Non domandare scusa è mio dovere rispondere alle domande dei viandanti che giungono ai cancelli” si avvicinò al ragazzo e gli afferrò la mano “guarigione e profezie… questi sono i poteri delle Neiadi”

Harry fu invaso da uno strano calore che dallo stomaco gli invadeva l’intero corpo. Si sentiva percorso da corrente ad alto voltaggio. Dovette staccarsi da quel contatto perché si sentiva totalmente ottenebrato dal desiderio.
La ragazza sorrise ammiccante.
Dio quanto era bella!

“Ciò che devi sapere, giovane Pontifex è che ogni viandante possiede, entro i confini dell'Anima, particolari poteri chiamati Facoltà, le cui caratteristiche sono legate alle sue capacità elementali”

“Cosa intendi con capacità elementali?” domandò Harry distogliendo lo sguardo da quello di lei

“Tu sei il fuoco… ecco perché sei tanto attratto da me che incarno il potere delle acque. E’ questo potere unito all’anello che porti con te che ti ha aperto la strada e ti ha condotto a me”

“Cosa sta succedendo? Dov’è il Guardiano?”

“Il Guardiano ha finito il suo tempo”

“Quindi deve essere sostituito?”

“Si”

“Io… “ balbettò il giovane grifondoro

“I Pontifex non possono essere scelti quali guardiani” lo interruppe la donna accarezzandosi i capelli

“Allora perché sono qui?” domandò incerto

“Perché è giunto il tuo tempo Harry Potter!”

“Cosa vuoi dire?” replicò sgomento

“Lo capirai quando sarà il momento ma ora svegliati e ritorna nel tuo mondo”

E in un lampo il buio avvolse tutto. Sentiva il suo corpo pesante ed immobile. Non riusciva a muovere le gambe e le braccia e non riusciva ad aprire gli occhi. Sentiva il panico che lo pervadeva. Udiva il battito celere del suo cuore e il suo respiro affannoso. E poi intravide una luce che si stagliava nel buio ed una voce di donna che proveniva da esso.

'“Harry torna da me” sussurrava una voce malinconica

Chi era?

Era come cieco, ma il suo udito sembrava amplificare ogni singolo rumore… sentiva rumori di vetri, uno strusciare di lenzuola, un frusciare di pagine e lo zampillio di una goccia che cadeva eternamente. Un’infinita tristezza ed un dolore tangibile pervasero improvvisamente il suo cuore ed in quel momento qualcosa di caldo gli sfiorò le guancie.
“Harry”

Aprì gli occhi e vide un soffitto bianco.

“Harry”

Di nuovo quella disperata voce di donna
Chiuse gli occhi, per allontanare quella sofferenza. Per un attimo non capì dove si trovasse, poi voltandosi su un lato, da lontano, nella tenue luce del mattino intravide la rossa testa di Ron che contrastava con le bianche lenzuola

“Sono a casa” sospirò



NdA: Con questo capitolo finiscono i sogni... ormai Harry ha varcato la soglia fra veglia e sogno!!
Ci vediamo dopo l'estate e vi lascio con alcune domande:
Quali sono i reali poteri dell'anello? Chi è la Maia? Qual'è la sua vera natura? E dov'è il primo Guardiano? Ma soprattutto, cosa significano questi sogni? Ed infine... che fine ha fatto Voldemort?
Grazie e buone vacanze a tutti
Lella80


EFP

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Capitolo 11
*** Maschere ***


CAP11 ringrazio di cuore tutte le persone che hanno recensito il capitolo precedente: Marco (come vedi ogni tanto mi rifaccio viva. In questo chap ho messo un pò di Harry/Hermione, però tieni presente che non è facile descrivere e raccontare di due persone che stanno insieme senza risultare noiosi. E' molto più facile e stimolante parlare di amori contrastati; comunque spero di averti accontentato!), granger90 (che dici subito dopo le vacanze estive ti sembra troppo lunga come attesa? ;-D), jessica (grazie per l'informazione, anche se credo di essere l'unica a non sapere che la nonna di Neville si chiamasse Augusta...:-(. Spero che la "rivolta dei mezzosangue" ti sia piaciuta e aspetto le tue recensioni e soprattutto i tuoi consigli su questa storia) ed infine Hastatus (Grazie per i complimenti... condivido pienamente il tuo commento su Hermione e Piton... è piaciuto tanto anche a me e mi sono divertita molto a scrivere quel pezzo!! Che fine ha fatto Voldemort?... fra qualche capitolo si mostrerà in tutto il suo potere e la sua crudeltà... e la storia diventerà molto molto dark!)

Grazie a tutti e buona lettura.
Lella80



CAP11
Maschere

Dall’incontro con la Maia erano passati molti giorni e quei sogni non avevano più turbato le sue notti. L’abboccamento con quella splendida donna lo aveva impensierito e affascinato più di qualsiasi sogno o fantasia. Era come sospettava; in qualche modo, in quegli strani incubi, erano coinvolti la Maia e il Primo Guardiano. Quella donna tanto attraente e sensuale gli aveva confermato che le porte erano incustodite e che il guardiano messo a sua difesa doveva essere sostituito. Forse era quella la causa di quelle strane visioni, perché non poteva trattarsi solo di sogni, ora ne era sicuro! In tanti anni nessun sogno gli aveva lasciato tanta inquietudine.
Quindi, quelli non erano sogni!
Doveva trattarsi di qualche altra cosa. Di qualcosa che metteva in pericolo la sua vita e il suo mondo e ci avrebbe scommesso qualsiasi cosa che in tutto ciò era implicato Voldemort!!

“Grazie per avermi prestato i tuoi abiti babbani” ringraziò Ron mentre s’infilava un grosso maglione arancione.

“Figurati”, replicò Harry, ormai distolto dalle sue elucubrazioni “chi l’avrebbe mai detto che una festa in maschera di maghi consisteva nel travestirsi da babbani” notò divertito.

“Tu da cosa sei mascherato?”

“Da pittore” rispose mentre si sistemava un buffo cappello “Sai cosa indosseranno le ragazze?”

“Non ne ho la più pallida idea! Luna voleva mascherarsi da Maia, ma dopo la descrizione che ne hai dato, dubito che lo faccia”

“Credo anch’io! Credo turberebbe i sogni dei più piccoli per molto tempo”

“Turberebbe anche i nostri” aggiunse Ron irritato “E comunque non credo mi farebbe molto piacere”

“Sei geloso?” indagò Harry interessato

“Lo saresti anche tu se la tua ragazza girasse mezza nuda per la Sala Grande di Hogwarts” puntualizzò Ron.

“E da quanto state insieme tu e Luna Lovegood?” indagò Harry

Il volto di Ron divenne di un delicato rosa salmone
“In realtà la cosa non è ancora ben definita!”

“Vi siete già baciati?”

“Harry, scusa se te lo chiedo, ma come mai tanto interesse nella mia vita privata?”

“Perché siamo amici e poi perché… “

“Perché?” incitò il giovane Weasley

Oops!
Stava per raccontargli che Hermione quasi ogni sera gli faceva il terzo grado su quello che Ron provava per Luna.
Ormai era diventato un incubo

Avrebbe tanto voluto dirgli “Ti prego amico, datti una mossa se vuoi che io ne esca psicologicamente indenne da questa storia

Ma non poteva tradire la fiducia di Hermione. E poi... se avesse raccontato a Ron delle macchinazioni cui lui si era prestato che figura ci avrebbe fatto. Un giorno glielo avrebbe sicuramente raccontato. Ma un giorno lontano, un giorno molto lontano, magari quando lui e Luna erano prossimi a festeggiare la nascita del loro ottavo… nipote.
“Perché credo che tu a Luna piaccia molto e mi sembra stupido che tu abbia tanti dubbi”

“A me Luna piace tantissimo, ma non so perché quando le sono vicino non riesco a fare mai la cosa giusta”

“Anch’io avevo gli stessi problemi con Hermione”

“Credo che la situazione fosse un po’ diversa” asserì Ron dubbioso

Effettivamente non era proprio la stessa cosa. Lui e Hermione erano amici. Lui aveva paura di rovinare la loro amicizia e poi temeva di perdere l’amicizia di Ron.
“Se provassi a parlarne con Hermione?” consigliò Harry, mentre avvicinandosi a Ron gli sistemava le cinghie delle bretelle al pantalone.

“Non so. Lei è Luna sono molto amiche. Non vorrei che… “

“Ron” lo interruppe Harry amabilmente “Hermione può anche essere molto affezionata a Luna, ma sarà sempre la tua migliore amica. E penso che in certi casi sia un bene avere un’amica femmina che ti dia dei buoni consigli sulle ragazze”

“Credo che tu abbia ragione” confermò Ron sollevato

“Bene, siamo pronti” osservò Harry squadrando Ron “Che ne dici se andassimo a prendere Ginny e Hermione in sala comune”

“Regola numero uno: non bisogna mai fare aspettare delle donne” replicò Ron ironico

I due amici si diressero in Sala Comune, aspettarono le ragazze per quasi mezz’ora. Nell’attesa davanti ai loro occhi si era attuata una vera e propria sfilata di costumi babbani. Medici, ortolani, dentisti, galeotti, neonati, studenti, avvocati, gladiatori, soldati, c’erano tutte le professioni, inquadrate in tutti i periodi storici: dall’Antica Roma ai Barbari del nord Europa, dalle guerre puniche alla seconda guerra mondiale, non mancava assolutamente niente e nessuno. Ad Harry sembrò di essere catapultato in un mondo babbano senza barriere spaziali e temporali.
E mentre era perso nei suoi pensieri, Ginny e Hermione discesero lentamente le scale.

Erano bellissime!!

Hermione era mascherata da sibilla. Aveva un lungo abito bianco che le scendeva morbido accarezzandole il corpo. In vita portava una cintura di corda che arrivava quasi a metà vestito e si perdeva tra le pieghe della lunga gonna. Ai piedi calzava dei sandali di cuoio marrone. I capelli le cadevano soffici e lisci lungo le spalle.
La piccola Ginny, che non sembrava più tanto piccola, era mascharata da soldatessa della seconda guerra mondiale. Indossava una blusa bianca e una gonna verde leggermente tendente al marrone, che le scendeva morbida fin sotto le ginocchia. Una corta giacca avvitata e un grazioso cappellino marrone completavano l'uniforme. Infine a rendere tutto ancor più perfetto, la giovane Weasley, calzava scarpe in cuoio marrone con tacco basso e indossava pesanti calze color carne. I lunghi e ricci capelli rossi erano raccolti dietro la nuca in uno stretto chignon. Il suo splendido volto perlaceo tempestato di piccole efelidi era perfettamente intonato con l'abito ed i suoi colori. Tanta dovizie di particolari era sicuramente opera di Hermione.
Avrebbe sfidato chiunque a battere Ginny Weasley in bellezza quella sera, persino la bellezza della sua Hermione sembrava impallidire dinnanzi a lei.
Harry si avvicinò alla sua ragazza e con voce carezzevole le sussurrò
"Sei così bella, sono il ragazzo più fortunato della terra"

La ragazza con il volto leggermente imporporato replicò
"Sono io ad essere fortunata, Harry Potter"

Ron accostatosi alla sorella gli porse elegantemente il braccio e disse
"Andiamo, sorellina?"

"Si, fratellone" rispose la giovane Weasley mentre appoggiava la mano sul braccio del fratello maggiore.

Abbandonarono rapidi la Sala Comune e si inoltrarono nei corridoi del fatiscente maniero di Hogwarts. Quando raggiunsero la Sala Grande Harry rimase colpito dall'atmosfera di intimità che riscaldava l'enorme stanza. Le luci erano soffuse, ma illuminavano ogni angolo. Grosse zucche, di un intenso colore arancio, galleggiavano a diverse altezze sulle loro teste.
Alcune poteva quasi toccarle!
I grossi tavoli di legno che riempivano l'immensa sala erano stati sostituiti da graziosi tavoli tondi su cui c'era una piccola zucca che fungeva da lampada. Ai quattro angoli erano, invece, disposti degli enormi banconi ricoperti da eleganti tovaglie di pizzo, sulle quali sembrava essere stato poggiato ogni tipo di pietanza noto al mondo. Gli elfi domestici dovevano aver passato giorni interi a preparare tutte quelle cose.
Infine dei lenti e romantici brani facevano da sottofondo. Harry riconobbe subito i brani dei Gemelli Portombrelli. Un gruppo di quattro maghi, quattro gemelli, che andavano per la maggiore nel mondo magico, soprattutto tra le ragazze. 

"Dove sono?" chiese Ron rivolgendosi a Harry

"Dove sono, chi?" ribattè il giovane Grifondoro

"Dove sono cosa? vorrai dire"

"Ok..." replicò Harry interdetto "Dove sono cosa?"

"Gli stendardi delle case"

Già, dov'erano gli arazzi con gli stemmi delle case? 
Era talmente intento ad osservare i particolari che non aveva notato ciò che per sette anni era stato costantemente sotto i suoi occhi.
"Forse oggi non sono necessari" disse semplicemente Ginny volgendo lo sguardo tutt'intorno in cerca di qualcuno.

Chi stava cercando?
Poi cominciò a tirare il fratello verso un tavolo posto quasi al centro della sala, dove una ragazza bionda sventolava una mano per attirare la loro attenzione.
Era Luna "lunatica" Lovegood.

"Ciao, Luna" salutò Hermione sedendosi difronte all'amica.

Harry si sedette tra le due. Anche Ginny si era seduta accanto ad Hermione. Era rimasto un unico posto vuoto accanto alla giovane Corvonero. Posto che tutti loro avevano istintivamente lasciato libero per Ron, il quale rimaneneva in piedi come una statua di sale, visibilmente imbarazzato.
"Sei molto carina" azzardò Ron con lo sguardo fisso sulla piccola zucco-lampada "Da cosa sei mascherata?" domandò titubante, mentre prendeva posto accanto alla ragazza

"Da figlia dei fiori" rispose con la sua solita aria sognante "Hermione mi ha suggerito il travestimento. Dice che è molto vicino al mio stile"

"Cosa sono i figli dei fiori?" chiese Ron

"Erano gli aderenti al movimento hippie. Un movimento pacifista che si sviluppò negli Stati Uniti tra gli anni sessanta e settanta. I loro ideali erano di amore e di pace" rispose Hermione

"Amore e Pace" ripetè Ginny meravigliata "Mi sembrano dei bellissimi ideali"

"Erano persone particolari" continuò Hermione saccente "senza schemi, quasi senza regole, se non quelle imposte dal buon senso e dalla natura. Ma erano persone in grado di combattere per ciò in cui credevano senza mai lasciarsi abbattere dai conflitti culturali dell'epoca. Forse fu per questo che il loro movimento si diffuse a macchia d'olio in tutto il mondo occidentale"

"Sembra abbastanza calzante" confermò Harry osservando Luna "E poi questi abiti ti donano veramente tanto"

"Gia questa camicietta turchese mette in evidenza i tuoi capelli biondi" aggiunse Ginny

"Vi ringrazio tanto" fece Luna emozionata da tanti complimenti "Siete troppo gentili"

In quel momento la loro attenzione fu attirata dalla risata di Draco Malfoy che al suo tavolo, circondato da alcuni studenti di Serpeverde, rideva di gusto. Harry volse istintivamente lo sguardo preoccupato verso Ginny, la quale sembrava non essersi resa conto della presenza del ragazzo, ne tantomeno della sua baldanza. Ma soprattutto sembrava ignorare il fatto che Pansy Parkinson era praticamente incollata al braccio sinistro di Draco Malfoy
"Ginny ti va di ballare?" chiese Harry dolcemente alla piccola Weasley

"Si" accettò la ragazza raggiante "Ti ringrazio"

Si allontanarono e giunti al centro della sala cominciarono a ballare. Da lontano il ragazzo vide che Ron e Hermione si erano alzati dal tavolo e si erano avvicinati al buffet. Egli notò, che mentre Hermione riempiva due piatti, che le galleggiavano accanto, parlottava fittamente con Ron.
"Grazie, Harry" ringraziò Ginny mentre affondava il volto nel petto del ragazzo

"E' solo un idiota" sbottò Harry irritato

"Non ti preoccupare, va bene così"

"Invece, non va bene per niente. Dovresti arrabbiarti e mandarlo a... "

"Non è così semplice" lo interruppe la ragazza tristemente

"Se solo riuscissi a vederlo per com'è davvero, forse sarebbe molto più semplice. Non puoi aiutare le persone che non lo vogliono. E non puoi amare chi non lo merita" si fermò e fissando la ragazza aggiunse "Non è giusto" la sua voce era appena un sussurro

"Harry, non è semplice vedere oltre le maschere che indossiamo" poi staccandosi dal ragazzo "Che ne dici se tornassimo al tavolo? Ho una fame!!" gli prese la mano e gaia lo trascinò verso il tavolo dove erano seduti gli altri.

Ginny aveva rimesso la sua maschera di felicità!
Harry si sedette è addentò un pezzo di pane alle olive. Era davvero buono. Non aveva mai mangiato una tale specialità. Notò che Ron conversava con Luna senza più mostrare imbarazzo. Forse i discorsetti di Hermione erano serviti.
La serata proseguì tranquillamente tra balli chiacchiere e qualche piccola zuffa tra i serpeverde e... tutti gli altri. Liti facilmente sedate dai professori che vigilavano costantemente. E, in cuor suo, Harry ringraziò la professoressa di Divinazione per quei frangenti di normalità che aveva regalato ad una Hogwarts ormai in balia degli eventi.
Dopo qulache ora nella sala erano rimasti in pochi e al loro tavolo erano rimasti lui ed Hermione. Ron e Luna si erano allontanati per poter parlare un pò da soli, mentre Ginny ballava con Justin Fintch-Flachley. Un ragazzo di Corvonero che aveva conosciuto al suo quinto anno ad Hogwarts, nonchè membro dell'ES. Justin non aveva tolto gli occhi di dosso a Ginny Weasley per un solo attimo durante l'intera serata, e probabilmente se Ron fosse stato nel pieno delle sue facoltà mentali lo avrebbe baciato e ringraziato e... chissà cos'altro!

"Smettila di fissarla così" fece Hermione irritata "Harry, tu e Ron con questa vostra mania di proteggerla finirete per allontanarla da voi"

"Mi dispiace. Solo che... "

"Siete preoccupati per lei. Lo so, credi che io non lo sia?" rimbrottò la giovane maga di Grifondoro "Ma non possiamo cancellare Malfoy dal suo cuore, perchè per quanto strano lui è innamorato e lei. E lei lo sa. Se lui le avesse detto che la odia, che è innamorato di quella stupida della Parkinson allora lei si sarebbe rassegnata e avrebbe girato pagina. Ma per il momento non può. E tormentarla non è la cosa giusta da fare"

"Mi sembra tutto così semplice eppure non lo è"

"No, non lo è affatto. Per il momento lasciamo che le cose vadano per il loro verso. Io credo che Ron abbia ragione, penso che Malfoy ci tradirà e a quel punto le cose saranno più semplici"

"Lui dimenticherà Ginny, ma lei?"

"Anche lei lo dimenticherà" la ragazza abbassò lo sguardo e continuò "vorrei che ciò che sto per dirti restasse fra noi"

"Dimmi" sollecitò il ragazzo preoccupato

"Prima devi promettere"

"Lo prometto. Cosa è successo?" domandò allarmato dal volto triste di Hermione

"Ginny lo dimenticherà perchè io le ho lanciato una Maledizione di Legame"

Harry la fissava con aria interrogatoria

"Nelle Maledizioni di Legame se la persona di cui sei innamorata smette di amarti allora quella persona viene automaticamente cancellata dal tuo cuore"

"Lei lo sa?" domandò, ma intuiva dal volto corrucciato della ragazza che la sua era una domanda retorica

Hermione fece un cenno di diniego con la testa
"Non me lo avrebbe permesso" aveva gli occhi lucidi.

Harry conosceva troppo bene Hermione per non rendersi conto della devastante lotta che si era svolta tra il suo cuore e la sua mente. Tra la razionalità, e dunque la possibilità di lasciare a Ginny capacità di discernimento e di pena. Ed il sentimento, e dunque l'incapacità di vederla piangere e soffrire.
E quest'ultimo aveva avuto la meglio... ma a quale prezzo?
"Ti amo, Hermione" pronunciò queste prime parole con enfasi "e so che hai fatto ciò che ritenevi più giusto. Non essere triste e soprattutto non essere arrabbiata con te stessa. Nessuno ti giudicherebbe male per ciò che hai fatto, quindi non vedo perchè debba farlo tu"

"Perchè a volte siamo giudici severi con noi stessi"

"So che forse non è il posto adatto" replicò frugando nelle tasche dell'enorme camicia da pittore a striscia azzurre "ma credo che questo sia il momento migliore"

"Per cosa?"

"Per questo!" disse porgendole un pacchetto

"Non è il mio compleanno e per Halloween non si fanno regali" fece prendendo il regalo "E comunque non dovevi... " continuò osservandolo con trepidazione "Davvero Harry... "

"Perchè non lo apri?" la interruppè Harry dolcemente

La ragazza cominciò a scartare il pacchettino
"Ma è bellissimo! Ti sarà costato tantissimo" esclamò in contemplazione del dono

"Era della mamma"

Era l'anello di sua madre, il regalo di zia Petunia.

"Non posso accettarlo è uno dei pochi ricordi che hai di tua madre"

"Lei avrebbe voluto così"

"Harry... " ribattè debolmente "forse potresti aspettare ancora un pò"

"Aspettare cosa? Io ti amo e quest'anello deve portarlo la donna che un giorno sarà mia moglie. Ed un giorno noi due ci sposeremo e avremmo dei figli... è nel nostro destino" insistette perentorio

"E solo per la profezia di Idrial? Solo perchè sono la donna del Karma?" domandò inquieta

"No... Idrial mi ha insegnato che il destino può essere cambiato. Ma anche se non accadesse, anche se fra qualche anno mi lascerai per un altro, sono sicuro che mia madre sarà felicissima che una maga potente e dal cuore nobile come te possa portare il suo anello"

"Io non ti lascerò mai per un altro!" sbottò la ragazza "e se tu provi a guardare un'altra ragazza ti infliggerò una Maledizione Perpetua" concluse divertita

Harry si alzò prese l'anello dalle mani della sua ragazza e infilandolo all'indice della mano sinistra replicò
"Allora mi sa che dovremmo stare insieme per sempre"

Si baciarono e... proprio in quel momento cominciò a dolergli la cicatrice

"Scusate... ehm...se vi disturbiamo" l'interruppe la voce di Ron

Si allontanarono, malvolentiri, l'uno dall'altra

"Dov'eravate andati?" chiese Harry vago, con il volto imporporato

"A fare due passi, ma vedo che non vi siamo mancati molto!" notò Ron divertito "Se volete torniamo più tardi" concluse ironico

"Per questa volta potete restare" commentò Hermione allegra

Harry sedendosi osservò che Luna e Ron si tenevano per mano. E il volto rilassato dei due ragazzi lasciava ben sperare. Ron era radioso e lo fu ancora di più quando Ginny chiese loro se Justin poteva restare al tavolo con loro.
"Certo" assentì Ron stringendogli la mano "Justin amico, se vuoi ti prendo una sedia"

"Non è necessario" rispose il ragazzo imbarazzato da tanta premura.

Ma... era troppo tardi, il fratello maggiore di Ginny aveva già sollevato la bacchetta facendo levitare una sedia e mettendola al fianco della giovane Weasley
"Siedi pure accanto a Ginny" invitò con sguardo ammiccante "E dimmi da quanto frequenti mia sorella?"

"Ron!" sbuffò Ginny

Justin lo scrutò perplesso.

"Scusate, queste sono domande troppo personali. Allora parliamo un pò di noi... io credo che tu sia un ottimo mago. L'anno scorso ti ho osservato alle riunione dell'ES"

"E ti dirò" proseguì Harry "Il tuo Patrono sembrava molto potente"

Nonostante le occhiatacce di Luna e di Hermione, Ron prosegui per l'intera serata a corteggiare il giovane Corvonero. E, in verità, Harry non fu da meno. Sembrava quasi che lui e Ron dovessero contendersi a "singolar tenzone" il cuore di Justin Fintch-Flachley ed il ragazzo dovette essere tratto d'impaccio in più di un occasione da Ginny.
Era una situazione così comica da sembrare surreale!
Ma nonostante la piacevole e divertente serata la cicatrice gli doleva sempre di più. Non riusciva più a sopportare tutte quelle sensazioni, poteva sentire la gioia di Voldemort. L'Oscuro Signore sembrava essere impazzito dalla felicità; ora sarebbe finalmente riuscito ad ottenere ciò che per anni gli era sfuggito. Il respiro gli divenne pesante e prima di svenire per il dolore e per le forti emozioni si accomiatò dalla compagnia

"Ti accompagno?" chiese premurosa Hermione

"No, resta pure con loro. Ho solo bisogno di prendere un pò d'aria fresca" la tranquillizzò

Era molto sereno ed era riuscito a trasmettere quella stessa serenità ad Hermione. La ragazza senza controbbattere lo lasciò andare sulla terrazza a prendere un pò d'aria. Non voleva rovinare la festa ai suoi amici. In fin dei conti nulla sarebbe cambiato se gli avesse raccontato l'indomani ciò che gli stava accadendo. Aprì la finestra della terrazza ed in quel momento una fredda brezza invernale gli sferzò il volto. Cominciò a massaggiarsi la fronte e le tempie, ma il dolore non spariva.
Voldemort era vicino!
Forse Bellatrix Lastrange era riuscita a trovare quello che gli aveva commissionato il suo padrone. Ecco perchè era tanto contento! Doveva entrare nella mente di quel mostro per sapere cosa aveva trovato.

"NON STASERA" urlò al vento

"Ora parli anche da solo" commentò la voce strascicata di Draco Malfoy "Al San Mungo reparto malattie mentali i medi-maghi hanno già una stanza per te"

Harry si voltò, per rispondergli per le rime, ma vide che il ragazzo era seduto a terra con le spalle appoggiate alla ringhiera del balcone, il suo volto era imperlato di sudore e con la mano destra si massaggiava il braccio sinistro.

"Lui è qui, vero Malfoy?" domandò Harry dopo qualche istante di esitazione

"L'Oscuro Signore non è qui Potter, però ci sta chiamando! Ho visto Piton avvicinarsi a Lupin ed allontanarsi velocemente"

"E tu perchè sei qui? Perchè non sei da lui?"

"Perchè non mi va... " poi abbassano lo sguardo "... non stasera"

Forse erano più simili di quanto egli stesso pensasse.
"La Lastrange deve aver trovato ciò che lui stava cercando; ecco perchè vi chiama"

"Come puoi esserne tanto sicuro?" esaminò il giovane Mangiamorte dubbioso

"Perchè a te ha fatto quel marchio sul braccio e a me questa cicatrice sulla fronte" esclamò indicando la cicatrice a forma di saetta

"E tu perchè non sei corso da Silente?"

"Perchè lui lo avrà già saputo" asserì sicuro

"Da Piton?"

"..."

"Dai Potter ora sono legato a te da un Incantesimo Divincolo, se anche me lo dici non potrei dirlo a nessuno. E se lo facessi cancellerei dalla mia mente ogni cosa"

"Si... Piton deve aver informato Lupin non appena Voldemort vi ha adunati. Fra poco sapranno di cosa si tratta!"

"Sapevo che era un traditore. Mio padre aveva ragione" il giovane Serpeverde era raggiante "Ma come ha fatto a nasconderlo all'Oscuro Signore?"

"Piton è un ottimo occlumante"

"Dì pure il migliore" confermò Malfoy

Ma dopo aver confessato questa verità al giovane erede dei Malfoy, cominciò a temere per la vita dell'insegnante di Pozioni. Lui odiava Piton, ma non voleva certo che fosse torturato e ucciso da Voldemort
"Malfoy se succede qualcosa a Piton" minacciò Harry, dopo essersi avvicinato a lui con fare di sfida.

"Non pensavo ti stesse tanto a cuore" enfatizzò ironico, stringendosi l'avambraccio "Non devi minacciarmi, Sfreggiato, credo di avertelo gia detto"

"Ok, Mangiamorte, ed io ti ripeto che non sono minaccie. Se solo viene torto un capello a Piton rimpiangerai che non sia stato Voldemort a torturarti"

"Che paura!!" si alzò con difficoltà "Potter, non dirò nulla di Piton e non perchè io abbia paura di te" si reggeva il braccio "Perchè per quanto tutti credano che tu sia un grande eroe, io so benissimo che sei solo uno stupido bamboccio aiutato dal destino, dai tuoi amici, dai membri di un ordine segreto e da quel babbanofilo di Silente"

Forse Malfoy aveva ragione, forse la sua maschera era quella dell'eroe!!
Nei momenti difficili era sempre stato aiutato, ma da solo aveva fatto le sue scelte! Da solo era sempre riuscito a sfuggire Voldemort...
Ma il turbine vorticoso dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce di Draco Malfoy
"Io amo Ginny Weasley e non voglio perdere questo sentimento. E solo per lei che non dirò nulla"

Si era dunque calato la maschera.

"Non vuoi perdere lei, vorrai dire!?!"

"Certo che non voglio perderla" lo fissò contrariato "come non voglio perdere quel sentimento di dolcezza che lei ha nei miei confronti. Ma quello che non voglio perdere è questa sensazione di calore che mi da lo starle accanto, questo desiderio di proteggerla, questa paura di perderla"

Erano questi sentimenti che tenevano legata Ginny a Malfoy e che vincolavano lui a loro.
"E credi sia giusto tenerla legata a te pur sapendo che non riuscirai mai a renderla felice?"

"Potter, stupido idiota, la vicinanza di Lenticchia peggiora notevolmente il tuo acume. Sono venuto qui con Pansy e ho ostentato per tutta la sera la nostra relazione, cosa credi che debba fare? Fare sesso con lei mentre Ginny ci guarda?" era palesemente irritato

"Così la fai soffrire inutilmente"

"Credi voglia che lei soffra. Non so che fare, non so come comportarmi" sembrava disperato "Ma visto che sembri così bravo... quale sarebbe la tua brillante idea?"

Era forse diventato il migliore amico di Malfoy?
Il Mangiamorte conosceva ben poche persone con cui parlare del suo sentimento per Ginny Weasley. Se i serpeverde, figli di Mangiamorte, l'avessero saputo lo avrebbero rinnegato, per non parlare di suo padre, Lucius Malfoy, lo avrebbe  sicuramento diseredato o avrebbe ucciso Ginny per liberare il figlio da quella autentica maledizione chiamata 'Amore'. Già se l'avessero scoperto anche Ginny poteva essere in pericolo. Voldemort e i suoi scagnozzi potevano usare questo sentimento di Malfoy per minacciarlo e fargli fare cose abominevoli, anche se Harry era convinto che le cose abominevoli le avrebbe fatte comunque.
Certo, però, che era ridotto proprio male se si confidava con lui e gli chiedeva anche un consiglio.
"Devi dirgli che non provi più niente per lei"

"Non posso mentirle"

Harry era basito

"Potter, sei assolutamente inutile!!" il dolore gli strappò un sordo lamento "Non riesco a mentirle quando le sono accanto"

Anche la ferita di Harry doleva in maniera inimmaginabile
"E se provaste a viverla senza troppi problemi?"

Forse stava impazzendo a causa del dolore

"La scuola finirà e tu e Ginny non avrete più grosse occasioni di rivedervi" continuò

No... non c'era dubbio era proprio pazzo!!

"Nel frattempo potreste vivere la cosa senza che vengano a saperlo proprio tutti"

Se Ron lo avesse saputo!?!?!

Malfoy cominciò a ridere di gusto
"Cos'hai da ridere, Idiota?"

Lui stava mettendo a repentaglio la sua amicizia con Ron e... quell'idiota rideva. Certo che doveva prorpio avergli fatto una gran pena per aver solo lontanamente pensato di aiutarlo!

"Se raccontassi a Lenticchia" cominciò ascigandosi le lacrime "che mi hai consigliato di avere una tresca con sua sorella?"

Ron lo avrebbe ucciso!!

"Per il momento non gli dirò niente. La tua idea mi piace"

"Se fai... "

"Si... si... " lo interruppe bruscamente il Serpeverde "me la farai pagare! Stai tranquillo Ginny e in ottime mani" esclamò ammiccante

Si allontanò serio

Cosa aveva creato??

"E ora dove vai?" domandò Harry fissando il volto serio e tirato del ragazzo

"Vado a dare una bella lezione a quella nullità di Flachley e... "

Aveva creato un mostro!

"... poi vado all'adunata dell'Oscuro Signore. Domani sera riunione nella Stanza delle Necessità!"

Quando era stato nominato capo??



NdA: Voldemort è riapparso e cosa sta combinando lo scopriremo nel prossimo capitolo!!
E scopriremo tante altre cose...
tanti bacini
Lella80

EFP

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Capitolo 12
*** Scomode Verità ***


CAP12

Questo capitolo mi è venuto piuttosto lungo, però è abbastanza scorrevole. Spero vi piaccia!
Prima di lasciarvi alla lettura del dodicesimo capitolo di questa fanfic, vorrei salutare e ringraziare tutti quelli che hanno letto il capitolo precedente e soprattutto quelli che hanno lasciato un commento: Kalindra (Meno male che hai ritrovato la strada, mi sarebbe molto dispiaciuto se non avessi conosciuto il personaggio che porta il tuo nome! E come promesso il tuo personaggio sarà determinante per il proseguo della storia. Volevo che sapessi che ho scaricato la fanfic che hai scritto su EFP... ho letto solo il pimo chap, ed è ben scritto! non appena la finisco, ti lascio una recensione dettagliata. Nel frattempo vorrei consigliare il tuo racconto a tutti quelli che passano per la mia storia) e granger90 (grazie per le recensioni e soprattutto grazie per essere sempre la prima a recensire).
Tanti tanti bacini e buona lettura
Lella80




CAP12
Scomode Verità


"Forse non dovremmo!" esplicitò Hermione secca

"Cosa non dovremmo?" domandò Ron caustico, disteso sul pavimento con la testa poggiata sulle gambe di Luna

"Non dovremmo indagare su Voldemort, sulla Maia, su questo misterioso Guardiano scomparso e soprattutto non dovremmo essere qui, nel cuore della notte, ad attendere l'arrivo di Malfoy per conoscere i piani di quel pazzo!"

Harry la fissava silenzioso. La ragazza percorreva a grandi passi nervosi la Stanza delle Necessità.

"Hermione non stiamo facendo assolutamente nulla di male!" la tranquillizzò Luna

Hermione la osservò basita
"Niente di male?" sibilò astiosa "Ne sei così sicura?"

"Sai cosa intendevo"

"No, invece, non lo so. Forse dovresti spiegarmelo"

"Perchè fai così?" chiese Harry "Cosa ti succede?"

"Ho riflettuto, Harry" la sua marcia sembrava essersi arrestata "E credo che tu sia un veggente"

"Io non sono un veggente, Hermione"

"Invece lo sei!" insistette la ragazza tenendo i suoi occhi fissi in quelli del ragazzo

"Lo saprei se lo fossi! Non credi?"

"Tu lo sei" affermò sicura "Solo che non sei ancora cosciente di esserlo"

"Un veggente" disse pensierosa Luna "è colui che intravede le cose future"

"Le intravede anche se non le comprende" puntualizzò Hermione

"Ma io non intravedo un bel niente" controbatté il giovane mago

"Effettivamente potrebbe anche esserlo" asserì Ginny, seduta a gambe incrociate su un morbido cuscino arancione "però i veggenti intravedono ed Harry ha ragione... lui non intravede nulla"

"Ecco hai sentito!" affermò contento

"Harry cerca di stare calmo"

"Io sono calmissimo, Hermione"

"Ok!! Io credo che se la profezia della Cooman è stata fatta da Idrial, allora vuol dire che lei non ha intravisto un bel niente. Probabilmente gli unici capaci di conoscere eventi futuri sono quelle creature che vivono tra la realtà e il sogno, tra la vita e la morte, tra un confine ed un altro. E Harry è in grado, attraverso i suoi sogni, di comunicare con loro e di venire a conoscenza di questi eventi"

"Credo che tu abbia ragione" acconsentì Luna

"Quindi" rifletté Ginny, volgendo lo sguardo rapido da Harry a Hermione "Harry non ha visione del futuro, ma glielo racconta chi lo vede"

"Non chi lo vede, Ginny, chi lo conosce" puntualizzò Hermione

"Ok, nei miei sogni mi appaiono strane creature che mi aggiornano su cose che forse potrebbero avverarsi. E allora?"

"Ricordi cosa ti ha detto la Maia?" domandò Hermione, ma il suo tono era di chi già conosce le risposte

"Veramente non abbiamo parlato molto!"

"Si, ma ha avuto il tempo di dirti che era giunto il tuo tempo e questo nella mia lingua ha un unico significato"

"Kalindra non è Idrial. Lei è una Ninfa non un Elfo"

"Forse non ha i poteri di un Elfo, ma anche le Ninfe hanno facoltà divinatorie"

"La divinazione non è una scelta esatta... lo sai benissimo" replicò Harry

"Dopo le parole di Idrial, dopo la morte di Neville" proferì la ragazza con enfasi "Io non ho più dubbi sul valore profetico dei tuoi sogni"

Harry era rimasto senza fiato dopo le parole di Hermione, forse la sua ragazza non aveva tutti i torti, ma lui non aveva scelta... non ne aveva mai veramente avuta. Il suo destino era quello di combattere fino alla fine contro l'Oscuro Signore perchè...


Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore... nato da chi l'ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese… l'Oscuro Signore lo designerà come suo uguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto... e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perchè nessuno può vivere se l'altro sopravvive...


Questo era il suo destino e la sua maledizione

"Noi però non sappiamo se questa Ninfa" cominciò Luna, interrompendo il corso dei suoi pensieri "è veramente ha conoscenza del futuro"

"E se lo fosse?" argomentò la ragazza accalorata

"Cosa cambierebbe?" pronunciò Harry avvicinandosi lentamente alla ragazza "Ricordi le ultime parole di Idrial, lei aveva preannunciato l'inizio della grande guerra. Questo è il mio destino Hermione, ed io non posso e non voglio sottrarmi"

"Il destino può essere cambiato. Lei ce lo ha insegnato!"

Piangeva. Ancora una volta le lacrime bagnavano il suo volto dolce e morbido. Ancora una volta la ragazza cha amava stava piangendo per lui. Forse non era poi così diverso da Draco Malfoy, anche lui era un eterna sofferenza per Hermione così come Malfoy lo era per la piccola Ginny. Forse doveva rinunciare a lei!
"Vorrei non essere causa di tanta sofferenza" accarezzò il volto umidiccio della ragazza e sentì il cuore stringersi nel petto "Vorrei sempre vederti ridere, ma se stiamo insieme continuerò a farti soffrire, forse è egoistico da parte mia tenerti legata a me"

Il silenzio cadde come un macigno sugli astanti.
Ron e Luna si levarono in piedi, mentre Ginny a capo chino sembrava immersa nei suoi pensieri. Hermione sgranò gli occhi, sembrava sull'orlo di una crisi di nervi. La ragazza più calma e fredda che lui avesse mai conosciuto lo fissava incredula.
La prima della classe, la ragazza che aveva una risposta per ogni domanda ed un incantesimo per ogni situazione, la giovane maga che al secondo anno aveva preparato una pozione Polisucco perfetta, che al suo sesto anno era riuscita a scoprire l'ubicazione di Camelot, che era riuscita a tenere testa a maghi come Piton, Lucius Malfoy e lo stesso Voldemort ora sembrava vulnerabile e indifesa proprio come tutte le altre ragazze del mondo, proprio come gli era sembrata Cho Chang dopo la morte di Cedric.

"Cosa vorresti dire" sussurrò Hermione riprendendo fiato "che siccome non sono sufficientemente forte da sopportare il fatto che probabilmente verrai ucciso nello scontro con Voldemort è meglio... " non riusciva nemmeno a terminare la frase

"Non è così! Penso solo che, forse, questo non è il momento migliore per stare insieme" replicò inquieto, continuando ad asciugare le lacrime che grondavano copiose dagli occhi di Hermione

La ragazza sottraendosi alle carezze di Harry si coprì il volto con le mani, sprofondando il suo dolore in un milione di piccoli singulti.
Ron si avvicinò all’amica e abbracciandola asserì "Harry, non credo sia una buona idea" era visibilmente agitato "Forse dovresti ripensarci"

"Ti assicuro amico che ci ho pensato abbastanza e poi lascia decidere a me cosa è meglio per noi"

"Forse dovreste decidere insieme" argomentò Luna concitata "e forse dovrebbero essere cose private. Forse avreste dovuto discuterne da soli senza una platea"

Harry non aveva mai visto Luna tanto irritata.
La porta si aprì, ma nessuno sembrava essersi accorto dell'ingresso di Malfoy
"Cosa succede?" domandò il Serpeverde posando lo sguardo su Ron e Hermione

"Non sono affari tuoi, Malfoy" ruggì Harry irritato

"Invece credo proprio che siano affari miei, Potter, visto che l'unica che ha un pò di sale in zucca in questo gruppo è in uno stato a dir poco pietoso. E ridotta così credo che serva a ben poco!"

"Io sto benissimo, Malfoy" replicò Hermione staccandosi dal caldo e rassicurante abbraccio di Ron e asciugandosi il volto con le maniche del golfino rosa salmone, che indossava sotto la divisa scolastica.

"Infatti, ora che ti vedo meglio, sei proprio in gran forma Granger!" osservò ironico "Ripeto cosa è successo, Granger? Potter ti ha lasciato per cominciare una nuova vita con Lenticchia?"

Altre lacrime rigarono il volto della giovane maga, ma questa volta rimase impassibile fissando il Serpeverde.
Perchè le stava facendo tanto male?
Perchè non faceva che farla soffrire?
Forse sarebbe stato molto più semplice per tutti se lei avesse scelto Ron!

"Allora ci ho preso!" sogghignò Malfoy divertito "Ho sempre pensato che foste... "

Ma non ebbe tempo di terminare la frase che
"Stupeficium"

Harry lo aveva schiantato. Il giovane Serpeverde riverso sul pavimento lo fissava con astio. Harry era furente.
Come poteva quel viscido individuo infierire con tale cattiveria sul dolore della sua Hermione?
Il Mangiamorte rimase per qualche secondo attonito, ma dopo aver ripreso il controllo, lentamente infilò le mani nelle tasche e afferrò la bacchetta. Non appena si rimise in piedi e la ebbe puntata contro il giovane Grifondoro

"Expelliarmus"

"Malfoy, sei solo!! Qui non ci sono Tyger e Goyle a guardarti le spalle ne a fare il tuo sporco gioco" asserì Ron puntandogli la bacchetta "Nessuno ti permetterà di offendere impunemente Hermione"

"Non credo che Granger stesse piangendo per me. Quindi credo che te la stai prendendo con la persona sbagliata, idiota di un Weasley. Volevo solo tentare di capire cosa stesse accadendo perchè una falla nel sistema può mandare facilmente tutto in malora!" terminò scrollandosi i vestiti per allontanare la polvere

Ginny raccolse la bacchetta del Mangiamorte "Vuoi sapere cosa è successo?" domandò frapponendosi tra Harry e il fratello maggiore

"Ginny?"

"Io credo che lui debba sapere, Luna. Forse potrà dare qualche utile consiglio a Harry!" il suo volto era fermo e deciso "Harry vuole mollare Hermione solo perché lei è preoccupata per lui. Solo perché non vuole vederla piangere e soffrire"

"Non mi sembra una cosa così grave!!” replicò afferrando la bacchetta dalle mani della giovane Weasley “Credo che questa sia l'unica cosa intelligente che abbia fatto dacché lo conosca"

“E credi davvero che lei possa smettere di piangere e di soffrire per lui, solo perché non stanno più insieme? Credi davvero che sia meno pericoloso per lei? Stiamo cercando di opporci a Voldemort, il più oscuro e potente mago di tutti i tempi, cosa vuoi che cambi se lo affrontano insieme o se lo fanno come amici”

Forse la piccola Ginny aveva ragione. Anche se non stavano più insieme, lui e Hermione non avrebbero mai smesso di volersi bene e di preoccuparsi l’uno per l’altra. La sofferenza era inevitabile, non sarebbe cambiato niente anche se si fossero lasciati, anche se non si fossero mai messi insieme, anche se lei avesse scelto Ron o se non avesse scelto nessuno. Niente avrebbe mai potuto cancellare l’affetto che provavano l’una per l’altro.

“Ginny, forse se nessuno sapesse che sono amici lui non dovrebbe preoccuparsi anche di lei, ma solo di se stesso” sostenne premuroso

Ma di chi stavano parlando?

“Certe cose sono troppo difficili da nascondere. Credi davvero che ci sia qualcuno che non lo sospetti”

“I sospetti sono solo supposizioni. Ed io sono il figlio di Lucius Malfoy; potrebbero anche essere solo malignità di qualcuno invidioso della mia famiglia”

Harry volse istintivamente lo sguardo su Ron. Il volto dell’amico era furente e lasciava trapelare una grossa vena di preoccupazione.

“Perché non capisci che questa tua testardaggine non fa che rendere le cose solo più complicate per entrambi” supplicò la ragazza

“Vuoi davvero vedere cosa sarebbe più complicato?” intimò il giovane Serpeverde, avvicinandosi a Ron “Io sono innamorato di tua sorella, Lenticchia”

L'espressione di Ron non lasciava spazio a congetture, il suo viso era pallido come un lenzuolo.
“Io ti ammazzo, Malfoy” deglutì il ragazzo scagliandosi contro il Serpeverde.

Ron con tutta la sua forza crollò rovinosamente sul pavimento insieme a Malfoy. Gli fermò le braccia con le ginocchia e cominciò a percuoterlo con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo. Il giovane Serpeverde rimase inerme sotto i suoi furiosi colpi. E in quel momento Harry ebbe l’impressione che quella dell’amico non sarebbe stata una semplice minaccia, ma una certezza assoluta; se non avesse fatto qualcosa Ron lo avrebbe realmente ammazzato. Persuasosi di tale convincimento si lanciò nella mischia tentando di bloccare il suo migliore amico e sedare cosi la rissa. Con difficoltà riuscì ad allontanare il giovane Weasley dal Mangiamorte; ma l’amico sembrava come posseduto da qualche entità maligna… la preoccupazione per la vita e l’incolumità della sorella minore gli conferivano una forza disumana.

“FERMATI RON” urlò Harry cercando di tenere fermo il recalcitrante amico “NON VORRAI AMMAZZARLO SUL SERIO?!?!”

“LASCIAMI!!”

Le ragazze osservavano la scena impaurite e sgomente, ma nessuna di loro osava in alcun modo placare la furiosa lite; sembravano come impietrite davanti a tanta violenza. Nel frattempo Draco Malfoy con il volto tumefatto e imporporato dal sangue si era rialzato e fissava con aria di sfida il suo avversario.

“Lascialo, Potter!!” ordinò Malfoy perentorio, asciugandosi il volto dal sangue

“Sei impazzito?” replicò il ragazzo senza mollare la presa

“Questi non sono affari tuoi! Lascialo!” ribadì flemmatico

Cosa voleva dimostrare?

“No, Harry. Non lasciarlo ti prego” sussurrò appena Ginny “Per favore” supplicò accorata

“Ron cerca di ragionare” azzardò Hermione disperata “Cosa credi di risolvere in questo modo?”

Ma Ron sembrava sordo ad ognuna di quelle parole.

“Ronald” Luna si era avvicinata e fissando i suoi occhi in quelli del ragazzo cominciò “Anche se continuassi a picchiarlo fino ad ammazzarlo, Ginny non smetterà di volergli bene, così come Hermione non smetterà di preoccuparsi per Harry solo perché lui l’ha allontanata” gli accarezzava dolcemente il viso “Non è possibile soffocare i propri sentimenti, se fosse possibile credi che Draco Malfoy avrebbe scelto tua sorella? Se fosse semplice strappare dal proprio cuore la persona che si ama credi che io non lo farei con te?”

La rabbia del ragazzo sembrava essere sfumata come per incanto. Harry allentò la presa
“Io… Luna… io“ balbettò il ragazzo

“Sei ancora troppo legato a Hermione per amarmi come io vorrei. Io ti voglio bene, Ronald Weasley, e purtroppo quando ami qualcuno non vuoi dividere il suo cuore con nessun altro, anche se la persona in questione è una delle tue migliori amiche” sospirò come se si fosse liberata di un enorme peso “So che è solo questione di tempo… ed io aspetterò, così come Ginny aspetterà Draco e come Hermione aspetterà Harry. I grandi amori sono sempre intervallati da lunghe attese”

Ron si liberò dall’ormai debole presa di Harry e dopo aver appoggiato le sue labbra su quelle di Luna si avvicinò a Malfoy. Il Serpeverde lo fissava con astio. Il giovane Weasley sembrava essersi calmato, ma Harry era ancora preoccupato, temeva che quella potesse essere la quiete prima della tempesta.
Ginny si frappose fra il ragazzo che amava e il fratello. Malfoy appoggiò la sua mano sulla spalla della ragazza
"Togliti di mezzo!" sbraitò "Questi sono affari miei e di tuo fratello"

"Cosa stai cercando di fare? Vuoi farti uccidere?" sbottò la ragazza accigliata

"I Weasley non hanno sufficiente potere per poter uccidere un Malfoy. Non riusciresti ad uccidere nemmeno uno dei nostri Elfi Domestici con il tuo misero potere" canzonò rivolgendosi a Ron

"Non sfidarmi Malfoy, questo Weasley che hai davanti potrebbe stupirti" replicò Ron serrando i pugni "Non è necessario nemmeno usare la magia con uno come te"

"Non credere sia così facile mettermi a tappeto. Non ho voluto reagire... altrimenti ti assicuro che la tua brutta faccia lentigginosa non sarebbe intatta"

"SMETTILA DI PROVOCARLO" urlò Ginny disperata "Cosa stai cercando di dimostrare?"

"Che ciò che tu vuoi è impossibile!!!" sentenziò Malfoy placido "E dall'anno scorso che non faccio che ripeterti la stessa cosa... io e te non possiamo stare insieme"

"Allora perché non mi dici di no? Perché non ti allontani da me?"

"Perché tu non me lo permetti!"

"Perché questo non è quello che tu vuoi?" reiterò la ragazza caparbiamente

"Ma non riesci a capire che non sempre si può fare ciò che si vuole? Non capisci che ci sono volte in cui bisogna accettare la realtà delle cose? Eppure sei una Weasley" sottolineò ironico

"Non rinuncio a te solo perché sei... solo perché sei... "

"Un Mangiamorte, figlio di un Mangiamorte assassino" completò Ron serio "Io ti odio Malfoy e credo che tu sia la cosa peggiore che potesse capitare a mia sorella, ma purtroppo io non posso cancellarti dal suo cuore e farti la guerra non ha senso. Neanche se ti uccidessi cambierebbe qualcosa, ma io disapprovo qualsiasi cosa potrà mai esserci tra voi due e non credo che sarò l'unico!"

"Hai visto... ora hai capito!!" fece rivolgendosi a Ginny "Sei sicura di essere sufficientemente forte da riuscire ad affrontare tutto questo?"

La condizione di Ginny Weasley e Draco Malfoy era molto più seria e complicata della sua. Pensò Harry turbato. Loro avrebbero dovuto combattere non solo contro Voldemort durante la Grande Guerra tra babbani, mezzosangue e maghi, ma anche a guerra finita avrebbero dovuto combattere contro una società che non avrebbe mai accettato l'unione tra una ragazza povera e un giovane dell'alta società magica. Così come nessuno avrebbe accettato l'amore tra un mago appartenente ad una famiglia di Mangiamorte ed una strega la cui famiglia era interamente costituita da Auror. La loro storia non avrebbe affatto sfigurato innanzi a quella shakespeariana di Romeo e Giulietta.

"Si" sostenne risoluta "io sono pronta ad affrontare tutto ciò. Il problema non sono io... il problema e che tu non sei sicuro di riuscire ad affrontare il mondo esterno"

"Si, forse non sono sicuro di riuscirci" confermò il ragazzo punto sul vivo

"Allora perché non rinunci?" domandò Hermione serafica

"Ti piacerebbe vero, Granger" sbottò "Decido io quando rinunciare!!"

"Capuleti contro Montecchi" pensò Harry tra se "Serpeverde contro Grifondoro" mormorò appena

"Serpeverde contro Grifondoro?" ripeté Hermione confusa "Cosa c'entra una partita di quidditch"

Una partita di quidditch?
Perché no... era quella la soluzione!

"Fra tre settimane ci sarà la prima partita di quiddicth della stagione" spiegò il giovane Grifondoro soddisfatto "Sono cinque anni che noi vinciamo il titolo. E se si esclude l'anno del Torneo Tremaghi, i Grifondoro non hanno mai perso un torneo di quidditch da quando gioco come cercatore"

"E con ciò?! Dobbiamo stare qui ad ascoltare le imprese di super-Potter?"

"E se il premio in palio per la prossima partita fosse un patto?"

"Che genere di patto?" domandò scettico

"Un patto d'onore, Malfoy! Se vinciamo noi, tu rinuncerai a Ginny e lei smetterà di inseguirti. Se vincono i Serpeverde terminerai questo tira e molla e potrai tranquillamente frequentare Ginny, naturalmente senza la nostra approvazione, ma nessuno di noi si intrometterà nella vostra vita"

"Non si può decidere una cosa così importante con una stupida partita di quidditch" protestò Ginny

"Ci sto" accettò Malfoy "Ma se perdo voglio essere sottoposto ad un incantesimo di cancellazione"

"Cosa?"

"Ginny, farò di tutto per vincere, ma se devo rinunciare a te, allora preferisco cancellarti dal mio cuore!"

"Molto comodo, Malfoy" ironizzò Luna

"Potrei consigliarti la stessa cura, Lovegood. Forse ti farebbe bene, struggersi per Lenticchia Weasley non mi sembra una gran cosa!!!"

"Va bene” assentì Ron “Naturalmente, sorellina, dovrai dare il meglio di te durante la partita"

"Do sempre il meglio di me in ogni partita"

"I Serpeverde batteranno i Grifondoro senza alcun trucco" apostrofò Malfoy

Mentre Ron e Malfoy battibeccavano, Harry si avvicinò lentamente a Hermione e abbracciandola disse

"Perdonami, amore. Non sarei mai capace di rinunciare a te, ma non riesco a sopportare il fatto che tu possa piangere per me"

"Scusami. E' solo colpa mia e della mia continua ansia che ti accada qualcosa, forse sono un pò paranoica"

"Devo affrontare Voldemort, Hermione, e vorrei che voi foste al mio fianco. Perché Harry Potter non esisterebbe senza i suoi amici"

Hermione affondò ancora di più tra le braccia del suo ragazzo
"Io sarò sempre al tuo fianco!" sussurrò stringendosi a lui

"Se conosciamo tutte le mosse del nostro nemico" cominciò Luna agguerrita "sarà più semplice affrontarlo. Dalla nostra parte non ci sono solo le informazioni che potrà darci Malfoy, ma anche gli eventi futuri che potrà raccontarci la Maia attraverso i sogni di Harry"

"Domani informerò Silente della Maia e del Primo Guardiano" annunciò Harry staccandosi con riluttanza dalla ragazza amata "Dobbiamo trovare un modo per rincontrarla, ci sarà una pozione che amplifichi le mie capacità oniriche” poi rivolgendosi a Draco “Ora Malfoy raccontaci quello che sai"

I ragazzi si sedettero a cerchio sui morbidi cuscini arancione, buttati dappertutto sul pavimento della Stanza delle Necessità. E mentre Ginny cercava, con dei semplici incantesimi di guarigione, di curare il volto di Malfoy, il Serpeverde cominciò
"Non so cosa sia successo perché l’Oscuro Signore non ci ha ragguagliati sui particolari, ma ora lui può raggiungerti, Potter" le sue parole fendettero il pesante silenzio "Vuole ucciderti e lo farà non appena riuscirà a varcare le porte di Hogwarts e poi evocherà il Dio del Caos"

"Voldemort non può attraversare i cancelli di Hogwarts" sentenziò Ron "quindi non può raggiungere Harry!!"

"Lui ha un piano" asserì grave il Mangiamorte

"Vuole la vita di Silente" azzardò Hermione fissando penetrante il mangiamorte "Uccidere il preside di Hogwarts significa abbassare le difese della Scuola di Magia" la sua voce era lenta

"Ma lui non può entrare" replicò Ron

"Lui no" disse Harry tenendo lo sguardo fisso su Malfoy "ma tutti i Mangiamorte e i seguaci di Voldemort che si trovano ad Hogwarts possono raggiungere Silente facilmente. Vi ha ordinato di ucciderlo?"

"Si" assentì il Serpeverde

"Chi?"

"Non lo so"

"Come puoi non saperlo?" domandò Ron scettico

"Perché l'Oscuro Signore è furbo, sa che ci sono dei traditori, e ha affidato il compito ad una sola persona"

"Quindi solo chi ucciderà Silente, sa come, dove e quando accadrà?

"Si, Granger"

"Cosa possiamo fare?" chiese Ginny nervosa

"Per il momento nulla" rispose Harry "L'Ordine proteggerà Silente meglio di quanto potremmo fare noi. Piton li avrà già informati, noi dobbiamo occuparci di altro"

Ron fissò Harry sgomento

"Lui sa di Piton, gliel'ho detto io un pò di tempo fa" rassicurò il giovane mago

"ma... ?"

"Ron, Malfoy è legato a me da un incantesimo Divincolo, se ci tradirà dalla sua mente questo ricordo verrà cancellato, così come i suoi sentimenti per Ginny. Ed in questo momento il suo amore per lei è la nostra unica arma"

"Non la metterei proprio in questi termini, Potter"

"Sta zitto, Malfoy" ordinò Harry "Hai parlato di un Dio del Caos"

"Se non impari ad essere più gentile mi troverò costretto a non rivelarti ciò che so"

"Malfoy" proruppe Luna "Non credi che sia alquanto puerile sottilizzare su certe cose?"

"Decido io su cosa sottilizzare, Lovegood, visto che sono l'unico a rischiare in questa nostra allegra combriccola"

"Ok" disse Harry con aria rassegnata "ci sarebbe molto utile se tu ci mettessi al corrente di ciò che Voldemort vi ha detto durante l'ultima adunata di Mangiamorte cui hai partecipato. Credi che così possa andare?"

"Sicuramente meglio, anche se magari potresti imparare ad inserire nel tuo solenne ciarlare un per favore e un grazie, qualche volta. Sempre che i babbani con cui vivi te lo abbiano insegnato” blaterò gongolante “Te l'ho detto, vuole uccidere Silente, vuole uccidere te e poi vuole evocare il Dio del Caos. Credo di essere stato abbastanza chiaro"

"Vuole evocare nuovamente un Dio, come col Necronomicon. Quindi è una divinità che può concedergli un potere infinito e l'immortalità. Chi è questo Dio del Caos?"

"Non esiste un Dio del Caos" pontificò Hermione "Ne sono più che sicura. Dal caos si originò la vita, ma non c'è alcuna divinità ascritta esclusivamente al disordine cosmico"

"L'Oscuro Signore ha parlato di un antica divinità Egizia preposta al Caos" cominciò Malfoy "Una creatura di pura malvagità"

Luna si era alzata ed insieme ad Hermione si erano dirette verso l'enorme biblioteca a muro che percorreva l'intera parete dell'ampia stanza.

"Il nome della divinità è Seth" continuò Malfoy "Ha descritto il Caos come una forza seducente capace di corrompere chiunque persino le persone più inclini al bene e con grande forza di volontà"

"Ecco" fece Hermione sedendosi accanto a Malfoy. Appoggiò un grosso tomo in pelle verde sulle ginocchia "dovrebbe essere qui" cominciò a sfogliare il libro velocemente "Allora... Nella religione egiziana sono diversi i miti che riguardano la creazione del mondo" lesse ad alta voce "ma la più accreditata, riportata nei Testi delle Piramidi, racconta che in principio era il Caos… vedi non è una divinità” precisò soddisfatta, poi proseguì “… rappresentato dalle acque di Nun, nelle cui profondità giaceva addormentato lo spirito del creatore, Atum-ra, il Sole. Atum-ra… ”

Si fermò. Il suo volto era di un acceso rosso porpora.

“Perché ti sei fermata?” domandò Harry

“Questa cosa non posso leggerla!” bisbigliò imbarazzata

“Perché cosa c’è scritto?” fece Ron ansioso temendo il peggio

Malfoy le strappò il libro dalle mani e proseguì nella lettura ‘tenendo il fallo in pugno ed eiaculando diede vita ai gemelli Shu (dio dell'aria) e Tefnut (dio dell'umidità)’ "Interessante" osservò il ragazzo divertito "Molto interessante"

"Sei un pervertito" lo apostrofò Hermione disgustata

"Guarda che non sono l'unico a trovarlo divertente" fece il Mangiamorte indicando Ron e Harry

I due ragazzi sogghignavano.
"Uomini" commentò Hermione riprendendo possesso del testo e proseguendo non curante nella lettura "Dai due gemelli nascono Nut (il cielo) e Geb (la terra). Da Geb e Nut nascono: Osiride, Seth, Iside e Nefhti che insieme a Horus (figlio di Osiride ed Iside) costituiscono l'Enneade. Le leggende riportate nei Testi delle Piramidi raccontano che quando gli Dei camminavano sulla terra era il tempo delle dinastie e Osiride era il quarto Dio che regnava in terra, dopo Ra, Shu e Geb. I suoi predecessori si erano ritirati in cielo stanchi e scoraggiati per non essere riusciti ad educare gli uomini"

"Chi può biasimarli" commentò Luna pungente

"Solo Osiride, accettando di condividere le sofferenze e la morte segnata nel destino dell'uomo, con l'aiuto della moglie, la sorella Iside, insegnò agli uomini a coltivare il grano, a fare la farina e il pane, a pigiare l'uva, a fare con l'orzo una specie di birra e a fabbricare armi" proseguì la ragazza immersa nella lettura e nel mitico mondo egizio "Osiride, affiancato dal Dio Thot delle arti e della scienza, inventò i segni della scrittura e si prestò a civilizzare il resto del mondo, lasciando al governo dell'Egitto la moglie Iside"

Osiride... Iside... Dove aveva sentito questi nomi?

"Quando Osiride fece ritorno a casa il fratello Seth insieme ad Aso, la regina dell'Etiopia, avevano ordito una congiura contro di lui: Egli fu invitato ad un banchetto e Seth organizzò un gioco. Fece costruire un magnifico baule tutto ornato d'oro, con le misure corporee del fratello; questo sarebbe appartenuto a chiunque fosse riuscito ad entrarci del tutto. Ovviamente gli invitati provarono a stendersi nella cassa ma non erano della taglia giusta, ma quando toccò a Osiride tutti notarono che vi entrava a meraviglia. A quel punto i complici di Seth si avventarono sulla cassa sigillandola con il faraone vivo al suo interno. Il baule fu quindi gettato nelle acque del Nilo da dove raggiunse le spiagge del Biblo ai piedi di una tamerice. Intanto Iside, venuta a sapere dell'accaduto, raggiunse Biblo e cominciò la ricerca del forziere, quando lo trovò riprese la via del ritorno. Ma nel momento in cui aprì il grosso scrigno vide il voltò ormai spento del adorato marito, le sue lacrime e il suo dolore non riuscirono a riportarlo in vita; dunque ella decise di resuscitarlo con la magia.

"Conosceva una magia che era in grado di riportare i morti in vita?" osservò Ginny

"Magie proibite e pericolose" puntualizzò Luna

I pensieri di Harry si affollarono rapidi su quanto raccontato da Lupin durante la sua lezione di Difesa contro le Arti Oscure: zombi di Haiti e Ka.

L’ascetico concetto del Ka egiziano, che lo tormentava nei suoi sogni che lo aveva ghermito nella sua realtà, ora si era insinuato come un cataclisma nel suo destino.

"Iside usò tutte le possibili formule magiche per richiamare in vita lo sposo, ma nulla cambiò; allora la Dea nascose la cassa in un luogo presso Buto tra le paludi del Delta. Ma per caso Seth, andando a caccia di notte, lo trovò e apertolo, tagliò il corpo del fratello in 14 pezzi che sparpagliò per tutto l'Egitto. Iside, saputolo, ricominciò la ricerca e riuscì a ricomporre il corpo con l'aiuto della sorella Nefti, Thot e Anubi. Iside si trasformò in nibbio... "

"Era una specie di animagus!" notò Ron

"... e sbattè le ali per restituire il soffio della vita al defunto e si posò al posto del… “

Di nuovo la lettura si arrestò.

“Cosa c’è Granger un'altra scena piccante” la schernì Malfoy “Vuoi che prosegua io?” domandò ammiccante

“… sesso scomparso di Osiride, facendolo riapparire ed esserne così fecondata" lesse Hermione velocemente

"La storia si fa sempre più interessante e tu la racconti veramente bene Granger, con una tale intensità" la beffeggiò il giovane Mangiamorte

"Idiota... Anubi imbalsamò il corpo di Osiride che divenne il signore del regno dei morti. Sui muri del sepolcro furono incise le formule magiche di rito e accanto al sarcofago fu deposta una statua a lui somigliante

“Oltretomba e magia” rifletté Harry
Un deja-vu!!
Ricordava di aver già fatto questa associazione…
Ma in quale occasione?
E, soprattutto, perché questo collegamento di idee lo turbava tanto?

Compiuto il rito della sepoltura, Iside ritornò a nascondersi nelle paludi per proteggere il nascituro dalle vendette di Seth” continuò Hermione “Horo nacque e fu allevato e protetto dagli uomini. Quando divenne adulto Osiride tornò sulla terra per farne un soldato. Radunati tutti i suoi fedeli, partì alla ricerca di Seth per vendicare il padre. La battaglia durò tre giorni e tre notti: Horo mutilò Seth, ma questo si trasformò in un enorme maiale nero e ingoiò l'occhio sinistro di Horo"

"L'occhio di Udjat?" sussurrò Harry

Hermione richiuse il grosso tomo.

“Voi sapete cos’è l’occhio di Udjat?” domandò Ginny curiosa

“Lupin ce ne ha parlato a lezione” principiò Harry “E’ una specie di talismano. Nell’antico Egitto era considerato un vero e proprio amuleto contro il male, un'importante simbolo magico contro ogni elemento negativo. Difendeva dalle malattie e aveva il potere di riportare in vita l'uomo.” poi improvvisamente la sua voce cambiò, sembrava come in trans “L’occhio di Horus dopo il combattimento con Seth venne frantumato in 64 pezzi sparsi per l’intero Egitto. La sua sposa, Hathor, insieme al dio Thot scandagliarono l’intero Egitto per ricostituire l’occhio e restituirlo al legittimo proprietario. La triste Hathor, raminga per l’Egitto, era giunta alla fine del suo lungo peregrinare, sapeva dove si trovava l’ultimo pezzo. Ma proprio quando ormai era certa di poter ritornare vittoriosa dal suo sposo, degli uomini si impadronirono del frammento e quando si rifiutarono di restituirglielo ella si scagliò contro di loro con tale ferocia che dopo averli scovati nel deserto, li uccise, compiacendosi alla vista del sangue delle sue vittime. La collera divina sembrava davvero inarrestabile ma Shu e Thot, i messaggeri celesti inviati da suo padre Ra, riuscirono ad avvicinare la terribile fiera e a intrattenerla con affascinanti racconti. La dea si commosse e decise di fare ritorno a casa ma non poteva certo entrare in Egitto nei panni di una leonessa sanguinaria. Thot, allora, calmò la rabbia della divinità versando vino nelle acque di Philae, dove essa si abbeverava. Costei, scambiando il vino per sangue, ne bevve fino a placare la sete, si ubriacò e finalmente si calmò. Al suo risveglio aveva riacquistato il suo aspetto positivo e fu così accolta in Egitto come dea Hathor con grandi feste e onori. Ma al suo ritorno il suo sposo non c’era più… Aveva speso la sua vita alla ricerca di un oggetto che non sarebbe più servito a nessuno!”

“Queste cose Lupin non le ha mai dette” affermò Ron basito “Come fai a saperle?”

“Era nei miei sogni” asserì Harry ridestandosi da quella strana sensazione “Io credo di aver avuto l’Occhio di Udjat tra le mie mani” fissava morbosamente le sue mani come se ancora potesse stringerlo con avidità

“Forse era questo ciò che cercava Voldemort?” manifestò Ron “Forse era l’Occhio di Udjat che stava cercando Bellatrix Lastrange nel negozio di Sinister?”

“Se è quello ciò che stava cercando allora lo ha trovato” assicurò Harry fermo

“Come fai ad esserne così sicuro?”

“Te l’ho già detto Malfoy, io so tutto ciò che passa per la mente di Voldemort. E so che ha ottenuto ciò che desiderava”

“Probabilmente” avanzò titubante Hermione “l’Occhio di Udjat è più di un semplice amuleto, probabilmente servirà per evocare questo Dio del Caos

“Forse c’è qualcosa su questo libro” illustrò Luna aprendo un piccolo libretto su cui erano incise ‘Culti pagani e leggende babbane’. Scorse velocemente le pagine “C’è poco, ma almeno possiamo farcene un idea…  Seth: dio del caos, "del sole che prosciuga", della sete febbrile che uccide, del tramonto del giorno e della distruzione delle cose. E’ il dio della guerra e della forza bruta. Nella iconografia egizia. Il Dio indossava vesti straniere, che lo qualificavano come sovrano dei paesi stranieri e che lo facevano somigliare al dio siro-palestinese Baal o all'hittita Teshub”

“Baal?” notò inquieta Ginny “Era uno dei Primi Maligni collegati al Necronomicon

“E non è finita” aggiunse preoccupata Luna “qui dice che… con il passare del tempo il culto di Seth diminuisce, ed egli diviene una divinità minore, realmente crudele e malvagia, che slitterà poi, con la tradizione cristiana, nella figura di Satana

“Satana… Caos… “ balbettò Ron “Ma cosa sta cercando di fare quel pazzo?”

“Vuole riportare la Magia del Caos!” asserì Malfoy “E’ ciò che ha sempre voluto. Nella Prima Grande Guerra tu lo hai fermato” volse lo sguardo su Harry “Poi nuovamente l’anno scorso sei riuscito ad impedire il ritorno di Yog ed il realizzare del suo sogno. Ma ora sa che tu sei l’unico ostacolo per raggiungere il suo obbiettivo”

“Cos’è la Magia del Caos?”

“Non so con precisione cosa sia. Credo non lo sappia nessuno. Mio padre… “

“Dunque una fonte autorevole di magia nera e proibita” ironizzò Ron

“Almeno mio padre è autorevole in qualcosa” ironizzò il Serpeverde, poi riprese la sua cronaca “La Magia del Caos si basa su un culto mostruoso di divinità oscure e diaboliche con cui è possibile entrare in contatto attraverso riti e cerimoniali. Per i maghi caoisti nulla è vero e tutto è permesso… effettivamente un concetto molto affascinante”

“Certo” asserì Ginny “Un sistema che non ha nessun codice morale mette il mago oscuro in condizione di agire liberamente e senza alcun freno inibitore. Molto comodo, ma molto pericoloso”

“Proprio così, Ginny” confermò Malfoy “Troppo pericoloso!! Io ritengo sia impossibile assoggettare una divinità ai propri voleri. Ma l’Oscuro Signore reputa di poterci riuscire mettendo così a repentaglio il mondo così come lo conosciamo”

“E’ questo che ti ha spinto ad unirti a noi, non è così, Malfoy?” domandò acido Ron

“Credevi che mi fossi preso una cotta per te, Weasley? Se Potter è l’unico che lui teme e che può fermarlo non ho molta scelta!”

L’unico che può fermarlo!” pensò Harry

Ma come?

Doveva assolutamente rincontrare Kalindra.

“Hermione” incitò Harry greve “devi assolutamente trovare un modo perché io incontri nuovamente la Maia”



NdA: Finito!
Veramente lunghissimo, però era necessario mettere ordine tra i ragazzi e nella storia. Come spesso dico le storie in qualche modo si scrivono da sole, avevo cominciato il capitolo con una lite tra Harry e Hermione e alla fine mi sono ritrovata con Luna che decide di dare altro tempo a Ron, tempo per comprendere cosa realmente provi per lei (anche perchè era assurdo che un ragazzo che aveva amato Hermione per tanto tempo, fino a litigare con il suo migliore amico, poi improvvisamente si fosse innamorato di un'altra ragazza! Senza nemmeno un dubbio). Per quanto riguarda Ginny e Draco non so ancora come andrà a finire. Il personaggio di Malfoy mi piace troppo perchè, non essendo buono, è spesso pungente e molto comico!
Inoltre poichè questa, nei suoi limiti, continua ad essere una storia interattiva, nel prossimo capitolo ci sarà l'incontro di quidditch "Grifondoro vs Serpeverde" e vorrei che foste voi a decidere come finirà la partita tenendo anche conto che da questo dipende la storia tra Draco e Ginny.
Aspetto le vostre preferenze... perchè come sempre questa storia la scriviamo insieme!

Per finire la storia è ormai entrata nel vivo. Voldemort è tornato ed ora sappiamo cosa, forse, stesse cercando e soprattutto quali siano i suoi piani! L'evocazione di un nuovo Dio, un Dio molto più potente, questa volta una divinità preposta al Caos... un Dio associato a Baal e a Satana!
Ma in questo chap c'è molto più di quanto sembra...

Questa volta impiegherò un pò di più a scrivere il chap, in quanto mi serve tempo per conoscere le vostre opinioni sull'incontro Grifondoro vs Serpeverde e quindi sulla coppia Draco/Ginny. Devo dare a tutti (anche ai ritardatari) la possibilità di esprimere la loro preferenza.
bacini e... a prestissimo
Lella80

EFP

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Capitolo 13
*** Grifondoro vs Serpeverde ***


CAP13

Anche questo capitolo mi è venuto piuttosto lungo.
La scorsa volta avevo proposto un sondaggio sulla partita e tutti avete optato per una vittoria dei Serpeverde... spero che il risultato vi piaccia!!
Prima di cominciare, come sempre, ringrazio le persone che hanno lasciato un commento e che hanno lasciato una risposta al mio sondaggio. Come dico sempre, le storie si scrivono da sole e quello che non scrivono loro lo facciamo insieme. Quindi un ringraziamento speciale a marco (non ti preoccupare non li faccio lasciare, la coppia Harry/Hermione l'avete decisa in tanti nella storia precedente quindi ben lungi da me separli. Spero che anche questo capitolo ti piaccia e nel prossimo chap ti faccio un regalino!!), granger90 (In questo capitolo Ron comincia un pò a riflettere su Luna e su Hermione... cosa non facile d'altronde, ma come hai notato anche tu... necessario), k94 (Innanzitutto grazie tante per il complimento. Volevo rassicurarti sul fatto che Draco e Ginny, almeno per il momento sono innamorati, per cui sono sicura che resisteranno anche a questa ennesima prova...) ed infine Kalindra (Grazie per il lungo commento... tral'altro utilissimo... per quanto riguarda Seth: diciamo che solitamente quando mi discosto da ciò che leggo avviso i lettori dell'incongruenza dettata dalla trama. Effettivamente Seth, non era esclusivamente una divinità interamente malvagia, e questa è la ragione per cui alcuni faraoni ne portano il nome. Nel periodo predinastico era una divinità benigna dei morti, poi, se non ricordo male, la sua importanza diminuisce quando i re dell' Alto Egitto unificano le Due Terre ed impongono il loro dio, Horus, come divinità principale... il culto di Seth venne sostituito da quello di Horus e quindi le due divinità si anteposero divenendo l'una l'incarnazione del bene e l'altra il male ad esso contrapposto. Quindi la devozione nei confronti di Seth si attenua, fino a trasformarsi gradualmente in demonizzazione: ciò avvenne soprattutto in seguito alla sempre crescente importanza del culto di Osiride e al crescente atteggiamento ostile nei confronti degli stranieri... In realtà la storia è abbastanza complicata, perchè ci sono periodi in cui Seth coesiste con Horus e col fratello Osiride, mantenendo anche delle potenzialità benigne, ma col tempo scompaiono anche quelle. Comunque quando proseguiremo con la ffic farò spiegare da Lupin la vera natura di Seth, così magari è più semplice)
Grazie ancora... buona lettura a tutti
Lella80




CAP13
Grifondoro vs Serpeverde


Dal giorno dell'ultima riunione nella Stanza delle Necessità erano passati alcuni giorni e si erano creati nuovi equilibri all'interno del ”allegra combriccola”, così com’era stata sarcasticamente ribattezzata da Draco Malfoy. I giovani maghi tentarono, per quanto concesso dalla loro inesperienza, di evitare inutili risse e liti e di concentrarsi, non solo sui loro problemi adolescenziali, ma su un bene superiore: la salvezza dell’umanità!
Ma… non era facile!!
Per Harry ed i suoi amici era abbastanza gravoso pensare “alla salvezza dell’umanità”, mentre erano totalmente soggiogati dai loro infiniti drammi adolescenziali. I nostri giovani eroi combattevano ogni giorno con i loro fantasmi e i loro piccoli tormenti e non sempre la salvezza dell’umanità era la loro priorità. E, in certe occasioni, come la partita di Quidditch più importante e più attesa della stagione, Serpeverde contro Grifondoro, i problemi dell’umanità passavano almeno per qualche ora in secondo piano o meglio… erano delicatamente accantonati nell’angolo più buio e nascosto delle loro menti. Naturalmente era impossibile dimenticare che Lord Voldemort voleva uccidere Silente e Harry per poter aprire le porte di un nuovo mondo dominato dalla magia del Caos e dall’ennesimo malvagio Dio. Eppure vincere quest’incontro avrebbe ridato loro un fugace sorriso.
Per la maggior parte dei Grifondoro, vincere contro la squadra verde-argentea, significava solo vincere il Torneo di Quidditch per l’ennesima volta, un fulgido obiettivo d’altronde, ma per Harry e Ron, la vittoria trascendeva la vittoria stessa. Allontanare Draco Malfoy dalla vita di Ginny Weasley, era questo il loro vero obiettivo ed era un incentivo più che sufficiente per dare il massimo nella partita che avrebbe visto Mangiamorte contro Auror.
Volevano vincereDovevano vincere… non per la salvezza di tutta l’umanità, ma solo per la salvezza di Ginny.
I loro allenamenti erano diventati dei veri e propri massacri psico-fisici. Nell’ultima settimana si erano allenati per ore ed ore, giocando ininterrottamente sotto fiumi di pioggia scrosciante. A volte la pioggia sferzava così forte sui loro volti che potevano sentire il dolore di sottili aghi contro la pelle ghiacciata. I temerari giocatori del Grifondoro continuavano ad allenarsi senza remore e senza tregua, contro le intemperie della natura. Il demone, che aveva posseduto Baston ed Angelina, sembrava dominare la mente è il corpo non solo di Harry ma anche di Ron. A nulla erano valse le lamentele dei membri più giovani della squadra, impegnati nei G.U.F.O., a nulla erano valse le parole di Luna e di Hermione, perché nulla li avrebbe distolti dalla loro missione…
La loro lotta contro il male, incarnato nella figura di Draco Malfoy, venne interrotta solo dalla seconda serata di punizione nella stanza del professore di Pozioni

“Se ci ha fatti entrare” azzardò Ron, buttando lo sguardo sulle ampolle ricolme di intrugli di vario colore che erano ordinatamente disposte sui numerosi scaffali “allora… forse… non dovremmo andare in giro di notte nella foresta proibita alla ricerca di qualcosa di particolarmente schiattoso!!!”

“Sono sicuro” notò una voce falsamente carezzevole “che Minerva McGrannitt sarebbe molto orgogliosa di constatare il coraggio degli studenti della sua casa”

Senti chi parla!!” pensò Harry indignato, fissando la nera figura del professore di Pozioni “proprio lui che per salvare la propria pelle fa il doppio gioco

“Hai qualcosa da ridire, Potter?” domandò l’uomo fissando lo sguardo sul giovane mago

“No, signore” replicò Harry asciutto

“Bene” cominciò flemmatico voltandogli le spalle “stanotte preparerete una Pozione Acchiappasogni” estrasse la bacchetta e con un tocco aggraziato fece apparire, davanti ai due ragazzi, un grosso calderone, delle ampolle di diverso colore, una piuma dorata e della polvere argentea “Qui c’è tutto quello che vi serve, vi rammento che questa pozione va preparata in tempi ben precisi. Alcune di queste erbe devono macerare per un intero plenilunio”

“Ma… oggi comincia il plenilunio” obiettò Ron accigliato

“Perché credi di essere qui stanotte, Weasley, per cogliere margherite?” ironizzò il professore “Il nostro preside mi ha chiesto di preparare una pozione Acchiappasogni per te, Potter. Ho pensato che potesse essere utile ad entrambi esercitarvi nella preparazione di una pozione, visto gli scarsi risultati ottenuti durante le lezioni regolari. Ho pensato“ commentò, aggrottando le sopracciglia e inarcando le labbra in un sorriso tirato “che se aveste avuto un incentivo vi sarebbe stato più semplice applicarvi”

“Incentivo?”

“Si, Potter. Il Professor Silente mi ha raccontato dei tuoi strani sogni e del tuo desiderio di catturarli. Quindi se è una cosa a cui tieni tanto, magari profonderai un impegno maggiore. E’ noto che le persone con scarso intuito ed intelligenza, hanno bisogno di molti stimoli per riuscire anche nelle cose più semplici”

“In realtà non credo, in questo momento, di aver bisogno di un Pozione Acchiappasogni, Signore”

“Come dicevo, le persone con scarso intuito ed intelligenza hanno bisogno di molti stimoli per riuscire anche nelle cose più semplici. Sono stato informato da Remus che hai incontrato una Ninfa nei tuoi sogni. La Maia che si trova a guardia dei Cancelli dei Sogni”

Ma perché dovevano sempre raccontargli tutto?
Se nessuno si fidava di lui perché tenerlo al corrente di notizie tanto delicate?

“Una Maia di nome Kalindra” continuò indolente “Il professor Silente ritiene che tu debba rincontrarla ed io condivido il suo pensiero. La Pozione Acchiappasogni libera la mente dai sogni aprendola a tutto ciò che è al confine tra la realtà e il sogno.” I suoi occhi erano diventati due strette fessure e le sue labbra s’incurvarono leggermente verso l’alto mimando una sorte di empio ghigno “Questi sono infusi potenti, stupido ragazzo, il cui potere è pari solo ad alcune magie proibite”

Era questa la ragione per cui Silente era inizialmente contrario all’utilizzo di una Pozione Acchiappasogni.?

“E come tutte le magie proibite e una magia molto pericolosa” terminò secco l’uomo

Sorrideva!!

Perché sorrideva?

“Vuol dire che Harry potrebbe morire nel caso in cui la bevesse?” domandò Ron allarmato

“Diciamo che se non viene preparata correttamente la morte è istantanea!” puntualizzò l’odiato professore

“Quindi” Harry deglutì temendo il peggio “noi dovremmo preparare la pozione, senza il suo aiuto e poi io dovrei berla?”

“Si, Potter, forse non hai fiducia nelle tue capacità ed in quello del tuo fedele amico”

“E dove si trova la formulazione dell’infuso?”

“E’ qui” toccò il muro vuoto davanti a se facendo apparire una biblioteca immensa stracolma di vecchi libri impolverati, praticamente tutti uguali “Spero che riusciate a trovare al più presto il libro giusto”

Era impossibile!! Avrebbero dovuto essere i ragazzi più fortunati dell’intero mondo magico e babbano per poterlo trovare nei tempi giusti. La luna piena brillava alta in un cielo terso e stellato, quindi dovevano essere intorno alle dieci di sera e loro avrebbero dovuto mettere a macerare le erbe nelle giuste proporzioni prima del calar della luna. Ed in quello scaffale c’erano più di trecento libri… Era impossibile!!!

“Se non ci da un indicazione sulla collocazione del libro, probabilmente passeremo tutta la notte a cercarlo e domani c’è l’incontro Serpeverde contro Grifondoro!!” protestò Ron

“La partita è nel primo pomeriggio”

“Ma domani mattina abbiamo le lezioni e quest’anno ci sono i M.A.G.O, non possiamo saltare i corsi”

“Questi non sono affari miei, Weasley” replicò l’uomo seccato

Il professore di Pozioni si voltò e si avvicinò ad una grossa porta nascosta dietro un enorme armadio appena socchiuso. Appoggiò la mano alla maniglia in ottone e aggiunse
“Cercate di non fare troppo rumore, domani mattina dovrei svegliarmi presto” il suo volto era nuovamente illuminato da un riso beffardo “Nel caso in cui riusciate a trovare il libro, lasciate pure le erbe a macerare in questo armadio“ indicò l’armadio alla sua destra “Buonanotte” disse aprendo la porta

“Mi scusi, Signore” Harry tentò di attirare l’attenzione dell’uomo

“Cosa c’è, Potter?” domandò il mago visibilmente infastidito

“E se preparassimo una corretta Pozione Acchiappasogni?”

L’uomo cominciò a ridere di gusto.
Ma allora voleva davvero vederlo morto!!
“Naturalmente dubito fortemente che possiate riuscire a preparare una buona pozione senza l’aiuto della cara Granger”

“Ma se riuscissimo?” insistette il giovane Grifondoro

“Cosa vuoi sapere, Potter?” chiese il professore non riuscendo a capire dove il ragazzo volesse andare a parare

“Quali sono i rischi?”

“Pensavo che il coraggioso Potter non temesse alcuna cosa. Il bambino sopravvissuto con la cicatrice a forma di saetta sulla fronte…”

Ma… lo stava prendendo in giro?

“Il bambino che appena in fasce ha sconfitto l’Oscuro Signore e che lo ha affrontato l’anno scorso, rovinando tutti i suoi meravigliosi sogni di gloria.” L’uomo si fermò per alcuni secondi fissando i suoi occhi scuri in quelli verdi e cristallini di Harry. Sembrava assaporare morbosamente ogni attimo dell’esitazione del giovane ed odiato Grifondoro “Il nostro eroe ha paura di bere una pozione?”

“Dovrei averne?” domandò Harry noncurante

“Certo che dovresti averne, Potter” sibilò “Le pozioni Acchiappasogni catturano i sogni, ma se la Maia ti mostrasse ciò che si nasconde dietro i cancelli che custodisce, potresti confondere la realtà con la fantasia e rimanere prigioniero del Mondo di Oneiros. Per sempre”

Harry lo osservava sgomento. Le parole, così come le infinite domande che aveva da porgli, gli morirono in gola rimanendo prigioniere del vuoto che per qualche istante inondò la sua mente.

“Questo vuol dire che morirebbe?” replicò Ron dando voce alla sua paura più grande

“Non ascolti, Weasley. Non morirebbe sarebbe per sempre prigioniero del mondo dei sogni!” replicò l’uomo chiudendo fragorosamente la porta dietro di se

“Tu ci hai capito qualcosa?” domandò Ron volgendo lo sguardo su Harry

“Ron, sta solo cercando di spaventarci” replicò asciutto, cercando di tranquillizzare il giovane Weasley “L’unica cosa vera che ha detto, probabilmente, è che dovremmo testare la pozione su di noi e se non è preparata correttamente dubito che ci faccia granché bene… ” poi cercando di tranquillizzare più se stesso che l’amico, “… ma di certo non ci ucciderà! Silente non lo permetterebbe mai” puntualizzò sicuro “Piuttosto cominciamo a cercare questo maledetto libro”

Non ci riusciremo mai” squittì Ron disperato, alzando la testa verso l’alto e scrutando, con lo sguardo, l’enorme pila di libri che si dipanava dinanzi ai suoi occhi.


*

Passarono gran parte della serata levitando a destra e a manca in cerca di un libro, di cui cominciarono a dubitarne l’esistenza.
“Non c’è” disse Ron accasciandosi stancamente al suolo

“C’è” assicurò Harry “sono sicuro che c’è! E poi ne mancano appena un centinaio… forse qualcosina in più!!”

“Ora ti fidi anche di Piton?”

“Ron, Piton non trasgredirebbe mai un ordine di Silente. Se gli ha chiesto di preparare la pozione lui la preparerà. Sta solo cercando di renderci il compito più difficoltoso” terminò, avvicinandosi all’amico e sedendosi al suo fianco con le gambe incrociate e il volto fisso sull’enorme libreria.

“Harry, mancano poche ore al calar della luna”

“Dobbiamo sapere cosa cercare, altrimenti potremmo cercare per giorni”

“Se ci fossero Hermione e Luna, sarebbe tutto più semplice, loro sanno sempre dove si trova il libro giusto!”

“Sono così simili” osservò Harry

“Già” assentì Ron malinconico

“E per questo che ti piace?” domandò Harry serrando lr ginocchia contro il petto

“E’ quello che lei mi ha rimproverato!” sembrava parlare a se stesso “All’inizio credo che mi piacesse perché mi ricordava tanto Hermione!!” il suo volto era dolce “Ma Luna è diversa. Lei è forte, dolce, allegra, intelligente, proprio come la nostra Hermione, però Luna ha un modo di dire le cose e di portele in maniera così semplice da essere disarmante”

“Sei ancora innamorato di Hermione?”

“Me lo sono chiesto spesso, soprattutto dopo che mi ero accorto di provare per Luna qualcosa di più di una semplice amicizia” i suoi occhi erano fissi in quelli di Harry “Ma non lo so! In queste occasioni mi piacerebbe essere una ragazza, loro sono più brave di noi in queste cose introspettive!”

Harry chinò la testa, dimentico del libro, della pozione Acchiappasogni e della luna che era quasi calante

“Io sono contento” continuò Ron “che tu e Hermione stiate insieme; davvero!!! Voi due siete i miei migliori amici. In questi giorni ho molto parlato con Hermione e lei mi ha detto che per non far soffrire Luna devo fare chiarezza nei miei sentimenti”

“Ci vuole tempo per fare chiarezza nei propri sentimenti” lo consolò Harry appoggiandogli una mano sulla spalla

“Ho solo paura che lei non mi aspetti. E se qualcun’altro me la portasse via?”

Harry notò che l’amico era visibilmente preoccupato
“Ha detto che ti avrebbe aspettato!” asserì flemmatico

“Sono cose che si dicono”

“Credi che Luna sia una ragazza che dice le cose tanto per dire?”

“No” replicò Ron con un sorriso “Se lo ha detto allora mi aspetterà! Mi manca così tanto, so che forse ti sembrerà strano che possa essermi innamorato così velocemente di un’altra ragazza, sembra così strano anche a me! E’ che… è come… ”

“So benissimo cosa vuoi dire amico” lo interruppe Harry “l’ho provato anch’io prima di te! E come qualcosa che ti entra dentro lentamente. Senza nemmeno accorgertene cominci a vedere quella persona con occhi diversi e le cose cambiano, vorresti vederla sempre, sentirne la voce. Il cuore ti batte all’impazzata quando sai di doverla vedere e poi si ferma di colpo se entra nella tua stessa stanza. E’ la prima persona a cui pensi la mattina e l’ultima a cui volgi il tuo ultimo pensiero prima di dormire. Non sai perché… ma è così… succede e basta”

“Hai proprio colto nel segno!” confermò Ron

“Devi solo essere tranquillo e avere fiducia di quello che provi. Vedrai che sarà più semplice di quello che pensi. E poi è successo a me e a Ginny, perché non dovrebbe succedere anche a te?”

“Tu ti sei innamorato di Hermione, ma quando è successo per Cho Chang non provavi più nulla da molto tempo. Io mi sono avvicinato a Luna perché abbiamo molte cose in comune; poi lei è una ragazza molto carina oltre ad essere dolce ed intelligente. Forse quello che provavo per Hermione non era molto diverso da quello che provo per mia sorella, non lo so ancora, ma sicuramente nessuna delle nostre situazioni è paragonabile con quella di mia sorella e… quello lì”

Era furibondo!

“Ron, loro due sono innamorati” chiarì Harry intimorito

Ron lo fissò torvo “Lei era prima innamorata di te, del bambino sopravvissuto, poi di quell’idiota di Corvonero, Michael Corner poi di Dean. Harry mia sorella non è innamorata proprio di nessuno, lei ha solo la sindrome del MediMago”

“Sindrome del MediMago?” replicò perplesso

“Già!! Gli piacciono quelli che deve aiutare, che deve salvare”

Ah… un analogo della sindrome della crocerossina del mondo babbano!” pensò fra se

“Ora, ha solo deciso di salvare Draco Malfoy dal suo doloroso destino di Mangiamorte” proseguì Ron infervorato “e poi come tutte le donne è attratta dal bello e dannato”

“Trovi che Malfoy sia bello?” domandò Harry basito

“Non è il mio tipo, ma non si può dire che sia brutto” replicò Ron divertito “perché tu lo trovi brutto?”

Si fissarono per alcuni secondi, esplodendo poi in una sonora risata, ma repentinamente entrambi zittirono ricordando che si trovavano ancora nella stanza del professore di Pozioni e che la luna ormai calante, stava per lasciare spazio ad un nuovo giorno.
“Dobbiamo trovare quel libro” suggerì Harry “ma dobbiamo cercare di limitare la ricerca! Continuare alla rinfusa non porterà ad alcun risultato”

“Se provassimo per ingredienti? Polvere di fays e piume di Grifone sono gli elementi fondamentali. Proviamo prima con queste”

“Ok” assentì Harry “Io cerco la piuma di Grifone, tu la polvere di Fays. Abbiamo poco tempo, Ron… molto poco”

“Lo so! Ma ci riusciremo”

Si scapicollarono lungo l’intero scaffale, volteggiando da un lato all’altro. Sfogliavano i testi velocemente. Tomi sudici e scintillanti, vecchi e nuovi, malandati e ben tenuti, non trascurarono nessun testo nel cui titolo c’era un richiamo seppur vago a: sogni, fays o Grifoni. Mancava pochissimo, il cielo ormai aveva perso da molto tempo il suo intenso colore blu quasi tendente al nero della notte inoltrata, per lasciare il posto ad uno sbiadito manto stellato, in cui appena percettibile era l’orsa maggiore. In quella buia stanza non potevano scorgere i particolari della notte, ma era chiaro che il buio diventava sempre meno intenso e attraverso la finestra, che ricopriva l’intera parete di fronte alla libreria, trapelava una tenue luce azzurrina che lasciava chiaramente intuire il finire della notte. Avevano quasi perso la speranza quando Ron notò tra i libri, nella parte più alta della libreria, un piccolo libro rilucente di un bagliore verdognolo.

“TROVATO” gridò il ragazzo entusiasta, mentre frettoloso si avvicinava all’amico

“Non urlare” sussurrò Harry

“Scusa, ma non riesco a crederci. E’ stato un vero colpo di fortuna” replicò aprendo il grazioso libello che recava iscritto sulla copertina soltanto ‘Polvere di Fays’ “Eccola! Pozione Acchiappasogni: Lavanda, Verbena, Timo, Valeriana, Tiglio, Papavero, Luppolo, Sambuco, Somnia Sulfurea e ovviamente polvere di Fays dell’aria e piuma di Grifone” elencò soddisfatto per l’impresa “Le erbe dovrebbero essere tutte nell’armadio” fece indicando la credenza alla sua sinistra “le altre cose sono accanto al calderone. Tu pensa a preparare il paiolo, io mi occupo delle erbe”

Harry si apprestò a preparare il grosso pentolone. Dopo pochi minuti Ron si accostò a lui carico di vasetti ricolmi di erbe triturate e intere, ponendoli al suo fianco.
Ron cominciò a leggere porgendo volta per volta i vasetti all’amico,
“Aggiungere al paiolo tre grossi mestoli di acqua di Rosa Canina” Harry afferrò un’ampolla di colore perlaceo la stappò e verso tre grossi mestoli nel recipiente di rame “Poi aggiungi tre foglie di Lavanda, due manciate di Verbena” mentre Ron proseguiva lento nella sua lettura, Harry eseguiva impeccabile ogni istruzione con inusitata perizia “otto foglie di Timo e dodici di Valeriana, una manciata di Tiglio, tre semi di Papavero e nove di Luppolo, due cucchiaini di succo di Sambuco ed infine tre foglie di Somnia Sulfurea. Lasciare a macerare per un plenilunio” Ron fissò Harry gioioso “Per il momento abbiamo finito domani bisogna aggiungere la Polvere di fays dell’aria e poi la pozione deve riposare fino alla luna nuova”

“Finito” fece Harry buttando l’ultima foglia di Sominia Sulfurea nel calderone

Nel cielo ormai le stelle erano sparite, ma la luna era ancora visibile. La notte stava lentamente lasciando spazio ad un nuovo giorno. Era fatta! Ma quella corsa contro il tempo li aveva stremati. Crollarono esausti l’uno accanto all’altro sprofondando in un pesante sonno rasserenante. Trasalirono, alcune ore dopo, risvegliati dal tossire nervoso di Piton che cercava di attirare la loro attenzione.
Quando Harry aprì gli occhi vide il professore di Pozioni che con aria stupita osservava il contenuto del pentolone. Nell’aria c’era un delicato odore di lavanda e timo e un morbido retrogusto floreale. Se non fosse stato per i pacati insulti di Severus Piton, sarebbe stato un dolce risveglio. Ma quell’uomo era sempre capace di rovinare tutto. Al termine degli improperi dovettero correre nei loro dormitori, scapicollarsi nelle loro stanze raccattare i libri e apprestarsi alla lezione della McGrannitt. Entrambi trascorsero l’intera lezione cercando di restare svegli, mentre Hermione dispensava gomitate a destra e a manca nel mero tentativo di tenerli desti. Fu una vera impresa arrivare alla fine della lezione, ma ancora più difficile fu cercare di arrivare alla fine della giornata. Le due ore di Incantesimi del piccolo professor Vitious sembrarono le più lunghe della loro vita. Dovevano cercare di concentrarsi per eseguire una magia senza l’ausilio delle loro bacchette. Ma per entrambi la cosa era assolutamente fuori discussione, dovevano già concentrarsi per stare svegli, figurarsi se potevano compiere incantesimi senza bacchetta. Era improponibile!!! Sonnecchiarono finanche alla lezione di Lupin e ad ora di pranzo Ron stava quasi per spiaccicarsi in un piatto di trippa con patate. Erano letteralmente distrutti.

“Fra un’ora abbiamo due ore di Pozioni” fece notare Hermione, mentre beveva del succo di pomodoro

Due ore di Pozioni” mugugnò Ron disperato, poggiando la testa tra le mani e scompigliandosi nervosamente i capelli come per destarsi da uno stato di torpore.

“E non è ancora finita! C’è anche la partita di Quidditch contro i Serpeverde. Faremo una figuraccia” rincarò Harry desolato
br> “Vinceremo” replicò Ron con gli occhi iniettati di sangue, per il sonno arretrato e per la determinazione nel proteggere la sorella “Non ci lasceremo mai battere dai Serpeverde. E poi noi dobbiamo schiacciare quel Mangiamorte di un Malfoy”

“Ben detto amico” replicò Harry deciso

Hermione e Ginny li fissavano sconcertate e…
“… forse non hanno tutti i torti” pensò Harry sfiancato

**

Miracolosamente riuscirono a restare svegli durante le due ore di Pozioni. Crollarono solo per alcuni minuti nello spogliatoio dei Grifondoro. Harry era troppo stanco anche per fare il consueto discorso d’incoraggiamento pre-partita alla Baston. Ebbe appena la forza di dire a Ginny di ricapitolare gli schemi che avrebbero dovuto usare. E cullato dalla gentile voce della ragazza si assopì per un tempo che gli sembrò un infinitesimo di secondo. Ma in quella frazione di secondo, la sua mente lo riportò ad antichi ricordi; a Baston e alle sue riunioni di fine ottobre per discutere delle tattiche per il nuovo campionato. Quanto tempo era passato da allora ed ora questo era il suo ultimo campionato scolastico. E pensare che quando era arrivato nel mondo magico nemmeno sapeva cosa fosse il Quidditch!!!
Il Quidditch: una squadra di quidditch era formata da sette giocatori: tre Cacciatori, il cui compito consisteva nel segnare punti facendo passare la Pluffa (una palla rossa grande come un pallone da calcio) in uno degli anelli posti all’altezza di quindici metri alle due estremità del campo; due Battitori, provvisti di mazze robuste per respingere i Bolidi (due pesanti palle nere che sfrecciavano in giro cercando di colpire i giocatori); un Portiere, che difende le reti e il Cercatore, che aveva il compito più difficile, quello di prendere il Boccino d’Oro, una pallina alata grossa come una noce la cui cattura poneva fine alla partita e guadagnava alla squadra del Cercatore centocinquanta punti extra.
La squadra dei Grifondoro era forte nonostante fosse formata quasi esclusivamente da elementi nuovi. Jack Sloper e Andrew Kirke erano i Battitori. Lilia Hamster, Samantha Carter e Ginny Weasley erano i Cacciatori. Ron Weasley era il Portiere e lui, Harry Potter era il Cercatore e il Capitano. L’anno prima era stata molto dura tenuto conto dell’inesperienza e della giovinezza della squadra, ma nonostante tutto erano comunque riusciti a vincere il campionato, quest’anno non sarebbero stati da meno e poi… dovevano salvare Ginny.

“Harry” chiamò Ginny

“Harry osservò, uno per uno, i suoi giocatori e poi con sguardo fiero disse:
“Ok, è ora, andiamo… “

Uscirono in campo, accolti da un’ondata di fragoroso entusiasmo. Harry notò che lo stadio scintillava di coccarde e bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra; ben pochi erano invece i tifosi di Serpeverde. Infatti, dietro la porta della squadra verde-argentea, erano schierate appena duecento persone in verde, il serpente argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, ed il professor Piton era seduto in prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia il solito sorriso sgradevole.
Tra gli spalti c’era la sua Hermione, che indossava una sciarpa oro e rosso, e al suo fianco c’era Luna Lovegood, la quale invece indossava un enorme maglione su cui lampeggiava la scritta ‘LA COPPA AI LEONI’.
La partita stava per cominciare. Colin Canon, prese la bacchetta, la avvicinò alla gola
“Sonor” sussurrò.

La sua voce si amplificò.
“Signori e Signore, benvenuti alla prima partita del campionato”

I giocatori si posero uno di fronte all’altro

“Alla vostra sinistra la squadra di GRIFONDORO, con indosso i colori scarlatti della casa di appartenenza” urlò Colin Canon, che aveva sostituito dall’anno prima Lee Jordan nella cronaca della partita “HAMSTER, CARTER, WEASLEY, WEASLEY, SLOPER, KIRKE ed il nostro capitano HAAARRYYYY POOOTTEEEER”. Al nome di Harry gli applausi divennero assordanti.

La McGrannitt, seduta al fianco del giovane Grifondoro, tossicchiò rumorosamente, e scrutò il ragazzo con aria corrucciata. Il quale con finta noncuranza proseguì nella sono-cronaca
“Alla vostra destra la squadra di Serpeverde, con indosso la solita casacca verde. Tutti piuttosto grossi tranne il capitano: Tyger, Goyle, Zabini, Berton, Kornwel, Montague e il loro capitano Draco Malfoy”.

Certo che c’era poco da domandarsi per quale squadra parteggiasse il piccolo Colin Canon.

“I capitani si diano la mano!” disse Madama Bumb.

Harry e Draco si avvicinarono
“Vinceremo, Malfoy” decretò Harry porgendogli la mano “Per noi questa è più di una partita”

“Prenderò il boccino prima di te questa volta” replicò Draco stringendogli la mano “Perché anche per me questa è più di una partita”

“In sella alle scope” disse Madama Bumb.

Il fischio d’inizio andò perso nell’urlo della folla, mentre quattordici scope si libravano a mezz’aria. Harry sentì il vento pungente di novembre lambirgli il viso; si guardò intorno, vide Malfoy che lo tallonava e accelerò in cerca del Boccino.
“La Pluffa è nelle mani di Lilia Hamster che la passa rapidamente a Carter. Samantha Carter evita con una finta un Bolide scagliato da Goyle, ma… perde la palla che però è subito recuperato da Ginny Weasley. Avanza. Avanza ancora e tira… Si, HA BATTUTO IL PORTIERE!!! Gorge Kornwel , non l’ha neanche vista!!! Ginny sei bravissima!!! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO”

Pluffa al centro la partita era ripresa.

“Per il momento il risultato e dieci a zero. La palla e di nuovo nelle mani di Grifondoro. Ragazzi stiamo andando alla grandissima”

“Ehm… ehm… “ tossicchiò la McGrannitt

“Mi scusi professoressa” disse Colin riprendendo però rapidamente il controllo della situazione “Carter si avvicina agli anelli. Kirke allontana un Bolide… Sloper ne allontana un altro! Samantha è vicinissima all’anello destro, ma Kornwel sembra aver capito le sue intenzioni, ma… era una finta Carter lancia la Pluffa a Hamster che mette la Pluffa in rete. VENTI A ZERO PER GRIFONDORO”

Harry sfrecciava intorno al campo, cercando il Boccino con lo sguardo, tampinato da Draco Malfoy, ma ben attento a non perdere una parola del commento di Colin.

“Ancora Grifondoro in possesso, no, è Serpeverde… no, di nuovo la Pluffa è nelle mani di Ginny Weasley, che risale il campo ad una velocità impressionante e… FALLO!!! FALLO!!! MADAMA FACCIA QUALCOSA!”

Zabini aveva scartato avanti Ginny, però invece di prendere la Pluffa, con un forte strattone, l’aveva disarcionata dalla scopa anche se la ragazza era rimasta tenacemente attaccata al manico. Come una furia Ron volò verso Zabini e, con la determinazione del fratello maggiore, strappò la mazza dalle mani del Serpeverde e lo colpì in testa. Il naso di Zabini cominciò a sanguinare copiosamente. Il fischietto diMadama Bumb sibilò per due volte.
Harry si accostò a Malfoy e lo udì imprecare contro il compagno di squadra
“Zabini, stupido gorilla, me la pagherai!!”

“E’ così che vuoi vincere, Malfoy?” lo schernì Harry “Ma noi siamo i più forti e non abbiamo bisogno di sporchi trucchetti”

“Pensa al Boccino Potter, ricorda che la partita finirà solo quando lo troveremo” e si allontanò velocemente

“Basta così!!” strillò la donna sfrecciando fra Zabini e Ron “Rigore a Grifondoro per deliberata aggressione al suo Cercatore e rigore a Serpeverde per fallo di reazione del Portiere”

“Ma non è giusto Madama Bumb” protestò Ron

Madama Bumb soffiò il fischietto e Ginny Weasley scattò in avanti per battere il rigore.

“Forza Ginny” ululò Colin, la sua era l’unica voce che rompeva il silenzio… poi… “SI!! HA BATTUTO QUELL’IDIOTA DI KORNWEL”

“SIGNOR COLIN” vociò la McGrannitt “SE CONTINUA COSI’ LA PROSSIMA SONO-CRONACA CHE FARA’ SARA QUELLA DELLE GARE DI GUFI”

“Mi scusi professoressa” bisbigliò; poi compostamente proseguì” trenta a zero per Grifondoro”

Harry voltò bruscamente la Firebolt e vide Zabini che si apprestava a battere il rigore. Ron accovacciato davanti alla porta seguiva attentamente ogni movimento dell’avversario. Il suo volto era teso e tirato e denotava una grande concentrazione.

“Ronald Weasley l’anno scorso ha dato prova di essere un ottimo portiere” commentò Colin sommessamente mentre la folla trepidante attendeva il fischio di Madama Bumb “Stupendo tiro di Zabini… Weasley sembra aver intuito la traiettoria della Pluffa e… SI… SI… SI… L’HA PARATA!!! BRAVISSIMO RON”

Un’ovazione si levò dallo stadio, insieme a cori di incitazione per Ron e per i Grifondoro; seguiti da fischi e ‘buuu’ per la pessima esibizione che stavano mostrando i i loro avversari di sempre. Sollevato Harry sfrecciò via in cerca del Boccino. Poi, improvvisamente la vide... la piccola pallina dorata era proprio accanto a Malfoy, ma quello stupido non l’aveva nemmeno vista. Avrebbe potuto facilmente prenderlo, in tanti anni aveva dimostrato d’essere molto bravo. Aveva ottimi riflessi e nonostante cavalcasse scope dalla metà del tempo degli altri ragazzi, Harry sembrava essere nato su di un manico di scopa. Ma, il capitano di Grifondoro, aveva deciso che quella doveva essere una goleada. I suoi giocatori si stavano comportando benissimo, quindi perché mai interrompere ora la partita più bella che si fosse mai disputata tra Grifondoro e Serpeverde. Inizialmente temeva che Ginny per amore potesse giocare male favorendo Malfoy, ma lei stava giocando molto meglio che in altre occasioni e poi Ron, nonostante la stanchezza e il nervosismo, era superlativo. Non solo aveva parato il rigore, ma intercettava ogni Pluffa senza alcuna difficoltà, sulla porta dei Grifondoro sembrava esserci un incantesimo Inviolabile. Come poteva con quei presupposti mettere fine alla partita con la cattura dell’alata pallina? La partita doveva finire in maniera inequivocabile. Trecentodieci a zero. Centosessanta punti partita, più centocinquanta punti per il Boccino.
In maniera inequivocabile!!!

“SLOPER SPARA UN BOLIDE CONTRO BERTON FACENDOGLI PERDERE LA PLUFFA… GINNY WEASLEY LA PRENDE AL VOLO E… SEGNA!!!” ululò Colin “QUARANTA A ZERO PER GRIFONDORO”

“Forza ragazzi” gridò Harry “possiamo fare ancora meglio”

“Samantha Carter è in possesso della Pluffa e avanza verso la porta dei Serpeverde. Goyle e Tiger lanciano Bolidi in direzione di Samantha, ma non riescono a fermare la sua corsa… dai Sam… DAI!!”

Harry si voltò. Ogni singolo giocatore di Serpeverde, esclusi il portiere e Malfoy si diressero furiosi verso Samantha nel tentativo di fermarla. Il capitano dei Grifondoro puntò la Firebolt, si chinò tanto da aderire al manico e la spronò in avanti, come un proiettile filò verso i Serpeverde disperdendoli, ma Goyle colpì la bionda Cacciatrice di Grifondoro con la sua mazza. Samantha prima di cadere rovinosamente dalla scopa buttò la palla in rete

“FALLO! FALLO!” reclamò Colin “CINQUANTA A ZERO E FALLO ASSEGNATO AI GRIFONDORO”

Harry si avvicinò alla sua giocatrice cercando di capire l’entità del danno
“Come stai, Samy?” domandò Harry aiutandola ad alzarsi

“Benissimo capitano” lo rassicurò la ragazza “E poi i nostri allenamenti sono cento volte più duri di questa partita. Non preoccuparti vai a prendere il Boccino” lo incitò la Cacciatrice premurosa.

Harry ritornò in posizione e notò che Malfoy si era avvicinato a Goyle. Parlavano fittamente e Goyle sembrava spaventato e mortificato.
Cosa gli aveva detto?
Effettivamente quella avrebbe potuto essere la partita più sporca a cui avesse mai preso parte. Stavano giocando contro i Serpeverde e questi ultimi stavano perdendo per cinquanta a zero, eppure la partita nel limite del possibile era stata più che corretta.

“GINNY WEASLEY SEGNA ANCORA SU RIGORE. SESSANTA A ZERO PER I GRIFONDORO”

Stava divagando… doveva concentrarsi sulla partita!

“Di nuovo Lilia Hamster in possesso della Pluffa. Passa a Samantha Carter. Avanza, schiva un bolide, schiva Zabini, schiva un Bolide di Tiger. Passa a Ginny Weasley. Un bolide le sfreccia davanti agli occhi. Il bolide è allontanato da Jack Sloper. Ma Ginny è sbilanciata e passa a Hamster…Carter…Weasley… TIRA… SI… ANCORA… SETTANTA A ZERO”

Settanta a zero… altri novanta punti!
Potevano farcela. Nuovamente il Boccino d’Oro sfrecciò a pochi metri da lui e nuovamente Harry lo ignorò. Per distrarre Malfoy schizzò dalla parte opposta fingendo di aver individuato la pallina. Malfoy, come previsto gli si affiancò immediatamente.

“Questa volta sono i Serpeverde ad essere in possesso di palla. Kirke gli lancia un Bolide… il Serpeverde lo evita, ma ecco apparire dal nulla Ginny Weasley, che afferrà la Pluffa e la passa a Samantha… Hamster la prende.. e … DI NUOVO RETE… OTTANTA A ZERO! UNA PARTITA DAVVERO MIRABILE”

Potevano farcela. Doveva solo avere un altro po’ di pazienza, non doveva avere fretta di prendere il Boccino.
Poi i tiri in porta si susseguirono rapidamente.

“NOVANTA A ZERO”
I Serpeverde erano ormai alla mercé dei Grifondoro, travolti dal loro spirito battagliero…

“CENTO A ZERO!!”
… e dalla loro tecnica superlativa

“CENTODIECI A ZERO”
Senza i loro sporchi trucchetti, i Serpeverde non avevano alcuna speranza contro i Grifondoro. E Malfoy non era alla sua altezza come Cercatore.

“CENTOVENTI A ZERO”
Lo sguardo di Harry era fisso su Draco Malfoy mentre le sue orecchie erano attentamente sintonizzate sulle urla concitate di Colin.

“CENTOTRENTA A ZERO”
Non doveva perdere la concentrazione. Doveva assolutamente trovare il Boccino e tenerlo d’occhio fino al momento in cui lo avrebbe stretto tra le sue mani.

“CENTOQUARANTA A ZERO”
Tutti lo avrebbero acclamato! Quella che avrebbe dovuto essere la partita più difficile della loro vita, vista la posta in palio, si era dimostrata semplice come rubare caramelle ad un bambino.

“CENTOCINQUANTA A ZERO”
Una altra rete… e poi la partita sarebbe finita!

WHOOSH
Un bolide gli sfrecciò accanto all’orecchio sinistro. Ed in quel momento Harry aveva nuovamente visto il Boccino d’Oro, ma questa volta non era l’unico, anche Malfoy l’aveva visto ed entrambi si erano lanciati verso la luce dorata.
E non erano gli unici ad essersi accorti del Boccino d’Oro. L’attenzione dell’intero stadio era ora rivolta su i due Cercatori che si strattonavano violentemente

“Harry Potter e Draco Malfoy sgusciano velocemente attraverso il campo e tra i loro amici ed avversari. Sono all’inseguimento del Boccino d’Oro, che potrebbe finalmente porre fine a questa goleada dei Grifondoro” Colin commentava meticolosamente ogni movimento dei due avversari “SONO VELOCISSIMI. SONO SPALLA A SPALLA. E SONO SEMPRE PIÙ VICINI AL TERRENO DI GIOCO”

Si avvicinavano pericolosamente al suolo, ma nessuno dei due voleva mollare. Entrambi si schiacciarono sui loro manici di scopa cercando così di diminuire l’attrito e aumentare la loro velocità.
“Lascia perdere, Malfoy. Non puoi battermi”

“Prenderò quel maledetto Boccino, Potter, anche se dovessi schiantarmi al suolo”

“STANNO PER SCHIANTARSI!!!”

Il silenzio piombò sullo stadio. Gli occhi di tutti erano puntati sui due ragazzi. Entrambi allungarono la mano cercando di afferrare la pallina alata. Harry l’aveva quasi presa, le aveva sfiorato le delicate ali dorate, ma per evitare il suolo, dovette appoggiare ambedue le mani al manico di scopa e tirarlo verso l’alto. Risalì rapidamente.

“HARRY EVITA LO SCHIANTO CON UNA FINTA WRONSKY… SPETTACOLARE” commentò Colin ammirato “MA ORMAI SIAMO ABITUATI ALLE IMPRESE DEL NOSTRO GRANDE CAPITANO”

Draco Malfoy si era schiantato.

“NIENTE DA FARE INVECE PER IL CAPITANO DI SERPEVERDE CHE E’ RIVERSO AL SUOLO”

Harry si voltò. Volgeva lo sguardo tutt’intorno al campo in cerca del Boccino d’Oro, ma non riusciva ad individuarlo!
Dov’era?
Madama Chips accorse per soccorrere Draco Malfoy.

“Il ragazzo ha preso il Boccino d’Oro” gridò la donna cercando di attirare l’attenzione di Madama Bumb.

Cosa?
Il capitano di Serpeverde si sollevò aiutato da Madama Chips e, levando il braccio al cielo, mostrò il Boccino che stringeva ancora tra le mani.

“Centocinquanta a Centocinquanta” sussurrò Colin incredulo “Parità. Che peccato era stata una partita davvero bellissima in cui i Grifondoro hanno dato il meglio di se. E’ UNA VERA INGIUSTIZIA” ululò il giovane cronista deluso

“Signor Colin” replicò compostamente la McGrannitt “Io invece credo sia stata una partita straordinaria”

Harry ancora incredulo si accostò al terreno e scendendo dalla scopa osservò Malfoy basito.
Come era potuto accadere?

“Non si preoccupi Madama Chips sto bene!” disse il Serpeverde staccandosi bruscamente dalla donna “Posso benissimo farcela da solo” poi rivolgendosi ad Harry proseguì “Ti avevo detto che l’avrei preso” lo apostrofò con un ghigno “Mi hai sottovalutato, Potter. E non bisogna mai sottovalutare un avversario”

Ed ora gli dava anche lezioni di vita!!
Nel frattempo anche Ron e Ginny si erano avvicinati. Mentre Mdadama Chips si allontanò borbottando “Questi ragazzi, credono di essere indistruttibili”

“Bella partita Weasley” disse fissando il suo sguardo su Ginny “Hai giocato veramente bene!”

“Dovevamo vincere” replicò la ragazza sorridendo “Ed è stata una partita corretta, proprio come mi avevi promesso”

“Già… niente trucchi” replicò il ragazzo

“Però abbiamo pareggiato, quindi l’accordo salta” puntualizzò Ron

“Ron, credi davvero che se avessimo perso avrei rinunciato a lui” sussurrò appena la sorella minore “Non avrei mai lasciato decidere ad una partita della mia vita”

Harry penso che forse Ginny non aveva tutti i torti.
“Andiamo, i ragazzi ci stanno aspettando nello spogliatoio” disse Harry incitando Ginny e Ronald Weasley.

Passarono accanto a Draco Malfoy che, fermo al centro del campo, stringeva ancora tra le mani la pallina dorata. Ginny si accostò appena al ragazzo e prima di allontanarsi gli sussurrò
“Io ti amo Draco Malfoy”

Il ragazzo afferrò il braccio della ragazza, sembrava volesse dirle qualcosa. Harry notò il volto risentito di Ron, in contrasto con quello pieno di speranza di Ginny. Il capitano di Grifondoro d’altro canto, era molto preoccupato. Malfoy e Ginny, in quell’ultima fase della partita, avevano ostentato troppo quello che provavano l’uno per l’altra. Certo, da lontano, sarebbe anche potuto sembrare un semplice alterco tra Grifondoro e Serpeverde… uno dei tanti. Ma ad una più attenta osservazione era chiaramente una vera e propria dichiarazione d’amore.
Proprio mentre Malfoy stava avvicinandosi pericolosamente a Ginny, arrivò Tiger

“Tutt’apposto, Malfoy?”

“Lasciami, Malfoy” ruggì Ginny cercando di divincolarsi

“Lascia stare mia sorella, Idiota!” ululò Ron

“Tieni la lingua a freno, Weasley” ribadì, lasciando il braccio della giovane maga “Volevo solo fare due chiacchiere in privato con tua sorella”. Esplose in una sonora risata

“Sei morto, Malfoy” lo minacciò Harry afferrando il braccio di Ginny e trascinandola verso gli spogliatoi.

Erano riusciti appena in tempo ad evitare una vera e propria tragedia.
Chissà se quello stupido di Tiger aveva capito qualcosa?
Certo che quel suo sguardo perso nel vuoto non dava adito a nessuna nefasta supposizione. E poi Malfoy era stato molto astuto e lui e Ron erano stati prontissimi; per non parlare di Ginny avrebbero dovuto darle l’oscar del mondo magico, come miglior attrice protagonista… comunque almeno per il momento la partita era finita.




NdA: Entro la luna nuova la Pozione Acchiappasogni sarà pronta e Harry rincontrerà la Ninfa Kalindra. Nei prossimi capitoli avremmo altre informazioni sul Dio e sulla magia del Caos e sui piani di Voldemort.
Cmq il prossimo capitolo sarà molto molto leggero... farò un breve riassunto, così cominceremo a tirare le somme (ho previsto circa venti capitoli per cui bisogna cominciare a mettere un pò di punti)! E... anche per i nostri amici giungerà Natale, un pò di pace, e... un pò di romanticismo (almeno ci provo!!)
Infine vorrei ringraziare Kalindra per la splendida idea del pareggio, ho preferito però dare un momento di gloria anche a Draco Malfoy, vista la sua scarsa inclinazione per il Quidditch nell'opera della Rowling; spero che per te vada bene lo stesso. Inoltre mi piacerebbe che continuassi con i tuoi suggerimenti anche nel proseguo della storia. Chi ha seguito la Rivolta dei Mezzosangue sa che spesso seguo i suggerimenti dei lettori, quindi ogni buona idea è ben accetta.
Il prossimo capitolo dovrebbe essere pronto fra quindici giorni quindi.... a prestissimo e baci a tutti
Lella80

EFP

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Capitolo 14
*** Notte prima di Natale ***


CAP14

Ciao a tutti... avevo promesso un pò di romanticismo in questo capitolo, ma alla fine ho fatto solo una brevissima ricapitolazione, ma il prossimo chap credo proprio che soddisferà i più, si intitolerà "Piccoli doni di Natale" e con uno schema leggermente diverso da quello usato fino ad ora (nelle mie storie su HP) sarà esclusivamente un capitolo romantico...
Prima di lasciarvi alla lettura del 14° capitolo ringrazio granger90 per essere sempre la prima a lasciare una recensione (in questo caso addirittura l'unica). Poichè sei una romanticona sono sicura che il prossimo capitolo ti piacerà tantissimo. Per il momento spero che anche questo chap vi piaccia, credo che piacerà soprattutto ai fan della coppi Ginny/Draco
bacini e buona lettura a tutti
Lella80




CAP14
Notte prima di Natale


Il tempo trascorreva celere nel maniero di Hogwarts: tra compiti, punizioni, allenamenti e baci rubati, anche quel grigio e piovoso autunno aveva ceduto il passo ad un rigido inverno. I viali alberati che attorniavano l’antico castello, che alcune settimane prima erano tempestati di foglie rosse e gialle, ora erano ricoperti da una bianca e soffice coltre di neve. Natale si stava avvicinando e tutta Hogwarts era affaccendata per quella lieta e tanto attesa ricorrenza. Attraversando i corridoi della scuola già si potevano scorgere addobbi e stelle argentate, che a mezz’aria brillavano intermittenti. E, in sottofondo, in alcuni angoli del castello si potevano udire scampanellii che tinnivano malinconiche melodie natalizie.

"Il Natale è alle porte” disse Harry fissando Gazza che sistemava un addobbo natalizio.

"Mi piace così tanto il Natale” replicò Hermione stringendo ancora di più la mano del suo ragazzo “E’ una festa così romantica”

Harry le sorrise dolcemente “Piace molto anche a me”

E pensare che da bambino lui detestava il Natale. Erano periodo tristi quelli in cui Dadley riceveva regali costosi, mentre lui doveva accontentarsi di palle sgonfie o calzini bucati. Quei tristi Natali, passati in solitudine, rinchiuso in un sottoscala, erano solo un lontano ricordo. Ora aveva amici, regali, amore… certo c’era anche un Mago Oscuro che stava cercando il modo migliore per ucciderlo, ma per il momento era al sicuro tra le mura dell’antica Camelot. Su quel Maniero i maghi più potenti avevano lanciato incantesimi di protezione che avevano tenuto Voldemort lontano per tutto quel tempo, quindi almeno per il momento, era al sicuro.
"Io e Ron avevamo pensato di rimanere a Hogwarts quest’anno” disse alla ragazza, mentre varcavano la porta dell’aula di Antiche Rune

"Resterò anch’io” esclamò la ragazza gentile “Hogwarts è un posto sicuro e poi questo sarà il nostro ultimo Natale in questa scuola, sarebbe bello stare qui tutti insieme”

Harry annuì
"Mi sembra un’ottima idea”

Tra una lezione di Trasfigurazione e una di Pozioni la mattinata era trascorsa rapidamente, il tempo ormai sembrava scivolargli tra le dita. Ad ora di pranzo, mentre intingeva un pezzo di pane in una profumata crema di funghi si accordarono sull’ultima riunione nella Stanza delle Necessità, prima che Draco Malfoy, il loro informatore, partisse per ritornare tra le braccia del suo adorato fuggiasco paparino. Ma all’incontro mancavano ancora alcune ore e l’ultima lezione dell’anno di Difesa Contro le Arti Oscure .
Quando lui, Ron e Hermione varcarono la buia aula di Difesa, notarono con stupore che il professor Lupin era già in aula. Quando anche le ultime due studentesse, Padma Patil e Lavanda Brown, entrarono in aula l’uomo cominciò la sua lezione.

“In questi mesi abbiamo approfondito le nostre conoscenze sugli zombi e sulle pratiche haitiane“ principiò il Mago passando tra i banchi e osservando le facce attente dei suoi studenti “Abbiamo cercato di capire quali siano le caratteristiche che un Bakor cerca in un uomo che deve essere trasformato in zombi e vi ho dato tutta una serie di informazioni che potranno esservi utili oggi per rispondere alla domanda che uno di voi” posò il suo sguardo benevolo su Harry “a posto un po’ di tempo fa. Come si elimina uno zombi?”
Si fermò e appoggiandosi elegantemente alla scrivania aggiunse “Qualcuno di voi è giunto ad una conclusione?”

Una sola mano si levò.
“Se non ricordo male” iniziò Hermione “Aveva anche detto che queste creature non sono mostri spaventosi, ma poveri infelici”

“Esattamente, Hermione” esclamò sorridente il professore di Difesa

“Quindi, eliminarli non è la cosa giusta da fare” aggiunse la ragazza soddisfatta

“Cosa consiglieresti, allora?”

"Si potrebbe eliminare la fonte di potere che lo controlla”

"Quindi suggerisci di eliminare il bokor?” domandò scettico Draco Malfoy

"Potrebbe essere un’idea” replicò fiera la ragazza

"Non credo sia così semplice eliminare un bokor!” puntualizzò Dean Tohmas

"Credo che Dean abbia ragione, Hermione” rafforzò Ron “il bokor è un Mago Oscuro, con grandissimi poteri, se è in grado di eseguire una magia persa nel tempo, come quella di resuscitare i morti, credo sia molto difficile eliminarlo”

Non sembrava una lezione, sembrava una tavola rotonda a cui erano chiamati a partecipare dei grandi luminari delle arti oscure, riuniti per trovare la soluzione ad un gran dilemma.
Come era possibile distruggere un esercito di zombi capeggiati da un potente bokor?
Era questo che aveva trasfuso il professor Lupin nella sua lezione? Era questa la domanda a cui i ragazzi stavano cercando di dare una risposta, mentre lui li osservava compiaciuto?

"Non esiste nessuno difficile da eliminare” precisò la ragazza

"Noto con piacere, Granger, che anche tu hai un lato oscuro” replicò Draco sarcastico

"Non dire sciocchezze, Malfoy!” ruggì la giovane maga “Dico solo che eliminare il bokor non è un’idea da scartare”

"Prima bisognerebbe trovarlo, però” reiterò il giovane Serpeverde “Ed un mago che si serve di un esercito di zombi non deve essere il massimo del coraggio. Si nasconderebbe bene; quindi, la strategia più semplice sarebbe eliminare il suo esercito e poi scovarlo”

"Hai ragione” concordò Hermione

"Il professor Lupin nella scorsa lezione” aggiunse Hannah Abbott “ ha spiegato che il bokor prepara un infuso magico e lo somministra a soggetti solitamente babbani, creandogli una morte apparente. Dopo la sepoltura il mago riesuma la salma e le somministra un antidoto. Poi con l’utilizzo di alcune erbe magiche ne annulla la coscienza, facilitando il processo di zombizzazione, fino ad annullarne la volontà. Potremmo cercare di ridargli la volontà perduta”

“Questa mi sembra un’ottima idea” asserì Harry

“Quali sono le erbe che accrescono la volontà?” domandò Malfoy rivolgendo lo sguardo su Hermione Granger

Il professor Lupin esaminava ogni loro mossa e sembrava molto soddisfatto delle modalità con cui procedeva la lezione. Ma non era l’unico. Vincent Tiger osservava, con il suo sguardo perso nel vuoto, ogni movimento senza, apparentemente, partecipare al dibattito.
"Mmh… mmh… fammi pensare” rifletté Hermione “Incenso, Lauro, Mastice, Verbena, Menta e Sandalo, sia rosso sia bianco”

"Erbe facilmente reperibili” pensò Malfoy ad alta voce

“E’ inutile Mafoy! Non si risvegliano gli zombi con delle semplici erbe per migliorare le capacità volitive. E’ per questo che avevo proposto di uccidere il Bokor” fece notare la giovane maga

"Ed è sufficiente uccidere il Bokor per ridare agli zombi la volontà perduta? “domandò Terry Steval scettico

"No… “ si intromise il professore impacciato, probabilmente avrebbe preferito che la lezione proseguisse senza alcuna ingerenza da parte sua “Dovete cambiare strategia; uccidere il Bokor eviterebbe che quest’ultimo faccia nuovi proseliti, ma gli zombi resteranno tali finché non vengono risvegliati”

"Quindi possono essere risvegliati?" incalzò il Corvonero

Il professore di Difesa Contro le Arti Oscure annuì, senza aggiungere alcuna parola a quel semplice cenno del capo. I ragazzi compresero, quasi d'istinto, che l'uomo aveva dato loro un aiuto dall'esterno, ma che da soli avrebbero dovuto trarre le dovute conclusioni da quella faccenda.
Harry, dunque, cominciò a riflettere sugli zombi e sulla possibilità di risvegliarli. Ma era sicuro che fossero sulla strada giusta... Lupin non li aveva mai interrotti finché discutevano sulla possibilità di svegliare i morti viventi con delle erbe, mentre era prontamente intervenuto quando Hermione aveva puntualizzato l'ineffcienza di piante megiche. Harry fu il primo a rompere quell'innaturale silenzio
"Forse dovremmo rivalutare la possibilità dell'utilizzo di erbe che accrescono la volontà" suggerì Harry

"Quindi" osservò Seamus Finnigan, scompigliandosi i capelli color sabbia "suggerisci di preparare una pozione e di darla a questi esseri? In che modo?"

"Ma poi stiamo parlando di pochi zombi? Oppure di un esercito?" domandò scettico Justin Finch-Fletchley di Tassorosso

"Facciamo pure un esrcito" pungolò Malfoy, chiaramente divertito "Direi che potremmo provare ad addormentarli o immobilizarli con dei semplici incantesimi e poi una volta imprigionati potremmo dargli la pozione"

"Ma queste pozioni aumentano solo la capacità volitive, non restituiscono la volontà perduta!" specificò Hermione

"Credo sia sufficiente" osservò Harry come folgorato da un'idea

"Per cosa, Potter?" sibilò Millicent Bulstrode "Non hai sentito la Mezzosangue; è inutile!"

Harry stava per levarsi dalla sedia e lanciarla sulla testa di quella odiosa Serpeverde, ma prima che potesse reagire in qualsiasi modo, Remus Lupin intervenne serafico
"Venti punti in meno a Serpeverde!"

"Perchè?" protestò Pansy Parkinson indignata

"Perchè, signorina Parkinson" replicò l'uomo pacatamente "in quest'aula e durante le mie lezioni non approvo un linguaggio inadeguato" poi fissando il suo sguardo su Harry, lo invitò a continuare

"Forse, basta solo far ricordare loro ciò che sono stati" proseguì Harry "E per fare questo una Pozione Volevus è più che sufficiente"

"Come sarebbe possibile?" chiese Ron incerto "Non potremmo mai conoscere la vita di un esercito di zombi?"

"Forse potrebbe essere necessario ricordare loro delle sensazioni generiche" intervenne Lavanda Brown "Un fiore, un bacio, il primo appuntamento, un colore, il vagito di un bambino... "

"Lavanda ha ragione" incalzò Padma Patil "alcune sensazioni sono così forti e a tal punto indefinite da essere assolutamente universali"

"E cosa accadrebbe a questi esseri quando li avremmo risvegliati?" domandò Hannah Abbott

"Sono morti... " precisò Malfoy freddamente "quindi suppogo che una volta ritrovata la via moriranno e quelli che riuscissero a rimanere legati alla vita terrena probabilmente impazzirebbero"

Tutta l'aula rimase muta in attesa di una parola di assenso del professore, il quale soddisfatto cominciò:
"Ottima soluzione ragazzi. Siete stati bravissimi. Brillante l'idea dell'utilizzo di erbe magiche che amplificano la volontà... quindi venti punti a Tassorosso per l'idea di Hannah. Dieci punti a Corvonero per l'acume del Terry, per aver intuito che l'uccisione del Bokor non avrebbe ridato la libertà agli essere da lui assoggettati. Dieci punti a Serpeverde per la perfetta strategia proposta da Draco ed infine venti punti a Grifondoro, dieci ad Harry per aver compreso in che modo utilizzare le erbe e dieci a Lavanda per aver suggerito in che modo raggiungere il cuore di queste infelici creature"

"Signore, mi scusi" domandò Hannah "Ma Malfoy... "

"Si, Hannah" la interruppe Lupin addolorato "Per certi versi la zombizzazione è molto simile ad un incantesimo Imperius, ma la ragione per cui questa antica magia oscura è anche peggiore è proprio legata a ciò. L'Imperius può essere cancellata, la zombizzazione, no. La morte e la pazzia sono le due uniche soluzioni!"

"E allora, perchè risvegliarli?" osservò Hermione sconcertata

"Quando abbiamo parlato degli zombi, abbiamo anche affrontato l'argomento del Ka. E come ricorderete esso è l'elemento di contatto tra il corpo fisico ed i principi spirituali. Quindi lo zombi è teoricamente il Ka per eccellenza. Se quest'ultimo non viene liberato, il principio spirituale stesso non può essere liberato, restando per sempre prigioniero di un corpo che putridisce, senza mai morire. Quindi ciò che per te sembra inutile per loro rappresenta la libertà!"

"Quindi la sua unica salvezza è la morte?" considerò Harry pensoso

"Per uno zombi, si, ma esso rappresenta un estremizzazione di un concetto molto più vasto" si voltò e dirigendosi verso la grossa cattedra di legno posta a pochi centimetri dal muro, disse "La lezione è finita. Auguro da oggi un Buon Natale a tutti quelli di voi che raggiungeranno le loro famiglie, con tutti gli altri ci vedremo al banchetto natalizio organizzato dalla Minerva McGrannitt. E... grazie a tutti voi per lo splendido regalo che mi avete concesso: Una delle più belle lezioni della mia vita"

"E' davvero un ottimo professore" pensò Harry ammirato "ed è soprattutto un'ottima persona"

Però... c'erà qualcosa che gli sfuggiva... ma, cosa?

**

"Sapete quanto mi faccia piacere partecipare a questi lauti banchetti” li apostrofò Draco Malfoy addentando una fetta di delizioso strudel di mele “Ma qual’è la ragione di questa riunione?”

Dovevano essere quasi le undici; la pendola aveva suonato dieci rintocchi da molto tempo. Si erano riuniti nella Stanza delle Necessità per cercare di precisare meglio la situazione e soprattutto per pianificare lo scorrere degli eventi che avrebbe seguito le vacanze natalizie.
"Sta zitto e ascolta” replicò Hermione

"Spero, Granger, che non mi abbiate fatto venire qui, nel cuore della notte, rischiando un’altra punizione, solo per ascoltare le vostre solite sciocchezze”

"Forse dovresti ascoltare prima di decidere che sono sciocchezze!” esclamò Luna seriosa

"Ok, Lovegood, ascolterò il tuo arguto consiglio” concesse stranamente Draco

Cosa stava nascondendo?
Perché era tanto accondiscendente?
Harry a gambe incrociate, con le braccia appoggiate sulle ginocchia e gli occhi chiusi, cercò di mettere ordine nei suoi pensieri. Durante le lunghe notti che erano trascorse dopo la partita contro i Serpeverde, aveva riflettuto molto su tutta quella strana faccenda dei sogni. Le parole di Draco Malfoy, che stringeva ancora il Boccino d’Oro tra le mani, gli erano risuonate per notte intere come un grave ammonimento

"Mi hai sottovalutato, Potter. E non bisogna mai sottovalutare un avversario”

Draco Malfoy aveva ragione, avrebbe potuto chiudere la partita in qualunque momento, ma era stato troppo sicuro nelle sue capacità per riuscire a vedere chiaramente la situazione e, in quel modo, aveva dato un vantaggio al suo avversario. Era da sempre stato quello il suo vero errore, sottovalutare il suo avversario. Aveva sottovalutato Voldemort, non l’aveva mai realmente temuto, perché ogni volta che lo aveva affrontato ne era uscito vincitore e questo lo aveva reso imprudente. Quelle imprudenze che avevano arrischiato la vita di due persone a lui care: Sirius Black e Neville Paciock. Non l’avrebbe più fatto, non avrebbe sottovalutato Voldemort, concedendogli un vantaggio, che sarebbe, questa volta costato la sua vita e quella di Silente e forse dell’intero mondo magico. Ma soprattutto non avrebbe trascurato il valore profetico di quei sogni perché tutto era cominciato così… con quelle due parole pronunciate dalla voce più dolce che avesse mai lambito le sue orecchie

“Harry, svegliati”

Quelle parole erano state caldamente pronunciante da sua madre e gli erano rimaste impresse nella mente come un marchio a fuoco. La forza, con cui erano state pronunciate, lo aveva catapultato in un mondo che nella sua banalità gli aveva donato la più grande delle magie, la restituzione dei suoi genitori ed un’infanzia rubata. Dopo un tempo che gli sembrò immemore, cominciò

“La Pozione Acchiappasogni è pronta. Ron ed io, l’abbiamo provata la scorsa settimana e siamo ancora vivi” esclamò divertito “fra qualche giorno, insieme a Piton e Silente, la userò per rincontrare Kalindra. Il Preside mi ha chiesto di mettere ordine nella mia mente prima di incontrarla, così da essere sufficientemente forte da comprendere ciò che mi verrà mostrato”

“Come fa a sapere che ti mostrerà qualcosa?” domandò Ginny scettica

“Perché lei è la Ninfa che custodisce i Cancelli. Silente crede che me ne mostrerà le vie”

“Quali vie?” chiese Hermione preoccupata

“Keras e Elephas” rispose Malfoy “La via che porta alla verità e quella che conduce all’inganno. Vogliono essere sicuri che tu riesca a ritornare”

“Esattamente, saranno lì con me così da aiutarmi in caso di necessità”

“In che modo?” domandò Hermione

“Se non riuscirò a tornare da solo, uno dei due entrerà nel mio sogno e mi aiuterà ad uscirne”

“Come?” incalzò la ragazza

“La Pozione Acchiappasogni presenta nella sua formulazione” spiegò Harry “anche foglie di Timo che servono per propiziare i sogni e la Somnia Sulfurea che accresce le capacità associative tra menti in comunicazione”

“Cavoli Harry, sembra di sentir parlare Piton!” lo apostrofò Ron turbato

Tutti risero di gusto alla sincera e calzante affermazione del giovane Weasley.
“Quindi, vediamo se ho ben capito la natura di questa riunione” principiò Draco Malfoy accigliato “Noi dovremmo aiutarti a mettere ordine nella mente?”

Harry annuì
“Potter, questa è una cosa in cui possono esserti utili i tuoi sfigatissimi amici. Io non appartengo al gruppo. Quindi credo che vi lascerò soli soletti...” si era alzato e fissava Harry annoiato “...a mettere ordine e nel frattempo io andrò a fare un bel pisolino, vista l’ora tarda”

“Io vorrei che restassi, invece”

“Tu vorresti cosa?” protestò Ron sbigottito

“Vorrei che restasse”

“Perché?” domandarono all’unisono il Serpeverde ed il Grifondoro

“Perché sei sveglio e arguto e questo potrebbe essere molto utile in questo momento”

“Utile a te!” esclamò Malfoy

“Utile a tutti!” replicò “Se riesco a comprendere ciò che sta accadendo sarà più semplice per me capire quale strada scegliere. So che i miei sogni sono collegati ai piani di Voldemort e così potrei riuscire a fermarlo” fissò attentamente i penetranti occhi di Malfoy “Ricordi cosa hai detto alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure? La strategia più semplice non è distruggere il bokor, ma eliminare il suo esercito di zombi e poi scovarlo. Credo che tu abbia ragione. Non bisogna scovare Voldemort, ma togliergli il potere e poi affrontarlo”

Malfoy si sedette e senza replicare ricominciò a mangiare avidamente

"Tutto è cominciato con i tuoi strani sogni” esordì Luna pensierosa “Sogni in cui sono tutti in vita ed in cui non esiste la magia”

"Potrebbe semplicemente significare, che sei a tal punto desideroso di ridare la vita a tutti quelli che l’hanno sacrificata per te, che sacrificheresti la magia per riaverli” propose Ginny

"Se così fosse non ci sarebbero particolari tanto vivi nei miei sogni” insistette Harry

"Spesso nei sogni non si sa di stare sognando” incalzò Ginny

"Ho incontrato la Ninfa dei Sogni, ho visto i cancelli, la stele che si trova davanti ad essi, quindi dubito, Ginny, che ciò che sogno sia semplicemente un’illusione”

Fissò i volti dei suoi amici, cercando di capire se credevano a ciò di cui egli stesso dubitava… ed in loro non vi scorse incertezza.
"Inoltre” proseguì Luna “Voldemort vuole uccidere Silente, per poter arrivare ad Harry e poi richiamare in vita il Dio egizio del Caos”

"Mi sembra un ottimo riassunto” assentì Harry “Ma ora mi chiedo: cosa hanno in comune queste due cose?”

"Seth” spiegò Hermione “dio del Caos, ma anche del tuono e della tempesta”

"Conosciamo già la storia, Granger. L’hai letta con tanta enfasi la scorsa volta che è rimasta impressa nella mia mente” assentì carezzevole il giovane Mangiamorte
"Sei un cretino, Draco Malfoy” sibilò la ragazza con le guance imporporate, ma dopo aver ripreso il suo consueto sangue freddo proseguì “Su di un altro testo ho trovato che nel periodo predinastico era considerata una divinità benigna dei morti. Seth era preposto alla protezione delle anime dei defunti, mentre questi traghettavano attraverso il fiume che conduce all’oltretomba, proteggendole da un enorme serpente, Apep, che voleva divorarle”

“E cosa potrebbe avere in comune questa storia con la Ninfa delle Fonti ed i cancelli?” obiettò Ron

"Ho letto che il Dio Oneiros, la personificazione greca del Sogno, vivesse in un palazzo che aveva porte rivestite di corno e d'avorio” illustrò Luna inquieta “Dalla prima, trasparente, sarebbero usciti i sogni veritieri; dall'altra opaca, quelli ingannevoli”

"Quindi si riprende lo stesso mito” sottolineò Ron

"Già… ma nel mito greco s’immaginava che lo sfarzoso palazzo si trovasse nei pressi dell'Inferno”

"Quindi abbiamo trovato il nesso” osservò Malfoy freddo “Il nesso pare sia il regno dei morti”

Il silenziò calò pesante sui ragazzi
"Ora è chiaro perché Silente e Piton siano così preoccupati” esaminò Harry “probabilmente, hanno trovato la connessione prima di noi. Forse la via che sceglierò mi condurrà al palazzo di Oneiros e quindi all'inferno”

"Credo che per oggi sia più che sufficiente” fece notare Malfoy rialzandosi dal cuscino

"Se hai tanta fretta di andare a preparare le valigie, va pure noi resteremo qui finché non avremo trovato una soluzione”

"Credo che, Malfoy abbia ragione” lo interruppe Harry “E’ inutile scervellarsi a questo punto. Quasi certamente, una volta incontrata la Maia, dovrò scegliere la via da seguire per arrivare innanzi al Dio”

"E cosa farai una volta arrivato?” domandò Ron

"Cercherò Oneiros”

"Harry e Draco, hanno ragione, Ron” incalzò Ginny “Credo sia meglio cominciare ad andare!”

Ron la guardò sottecchi “Cosa mi nascondi?” domandò timoroso

"Non aver paura, Lenticchia” lo rassicurò Malfoy “Tua sorella non passerà la notte nella mia stanza per salutarmi prima della partenza”

"TU… TU… “ urlò Ron scagliandosi contro il Mangiamorte

"FERMO” gridò Harry trattenendolo con tutte le sue forze

"Draco” squittì Ginny esasperata “quante volte devo ripeterti che devi smetterla di punzecchiarlo”

"Lo so… lo so… ma è così divertente!” borbottò indolente

"Straccione, volevo solo dire che non partirò per Manor Malfoy. Resterò qui con tutti voi” concluse con uno strano sorriso

"Con tutti noi?” replicò irritato Ron “Vorrai dire con mia sorella!”

"Potrebbe essere pericoloso” fece notare Harry “Potrebbero sospettare cosa c’è tra te e Ginny se restassi. Sembrerebbe molto strano e poi… dopo tutto quello che è successo l’anno scorso non lasceresti dubbio alcuno sulla vera ragione”

"Non c’è ASSOLUTAMENTE NULLA tra loro due!” chiarì Ron ormai in piena crisi isterica

"Naturalmente avrei preferito tornare a casa” precisò il giovane Malfoy “Nel qual caso, Ginny sarebbe venuta con me per conoscere mia madre”

"IO LO AMMAZZO”

"… solo che l’Oscuro Signore ha ordinato ai Mangiamorte di non lasciare Hogwarts” proseguì ignorando le urla del rivale

"Presumibilmente” rifletté Harry, cercando di trattenere Ron che si dibatteva tra le sue braccia “il periodo natalizio potrebbe essere un buon momento per arrivare a Silente. Forse dovremmo avvisarlo”

"Non credo, Potter. Gli unici Mangiamorte presenti a Hogwarts siamo io e Piton, e nessuno dei due ammazzerebbe Silente”

"E, allora!?”

"Quando verrà dato l’ordine ci comporteremo di conseguenza” tagliò corto il Serpeverde “Andiamo Ginny” disse avvicinandosi alla ragazza e afferrandole la mano sinistra

"An… da… re do… ve?” balbettò Ron esausto

"A conoscere mia madre!” replicò indubbio

"Lasciami, Harry” supplicò Ron “Ti prego, voglio solo dargli un pugno in mezzo agli occhi. Per favore!”

"Draco Malfoy, smettila” ordinò perentoria Ginny Weasley

"Perché Ginny non vorresti conoscere mia madre?” domandò il ragazzo serio

"Certo, ma non è questo il momento di parlarne” poi abbassando il capo sussurrò a mezza bocca “E poi non le piacerei”

"Invece le piaceresti” replicò il ragazzo con fervore, accarezzandole il viso “Sei bella, sei dolce, sei intelligente e caparbia e poi sei una purosangue. Certo sei una Weasley, ma potrai sempre rinnegare la tua famiglia! Per mio padre sarà un po’ più difficile ma forse se uccidessi qualcuno dei tuoi fratelli ti accoglierebbe a braccia aperte”

"Stai scherzando vero?” esclamò sbigottita la ragazza

"Certo!” reiterò il Serpeverde “Mio padre non ti accetterà mai, anche se sterminassi tutta la tua famiglia" poi volgendo lo sguardo su Ron "Che ti prende Weasley? Guarda che se ti accasci così al suolo non è più divertente!!”

Ron raggomitolato su se stesso borbottava in monotono “Diventerà una Malfoy, ci rinnegherà e poi mi ucciderà. Sara una Mangiamorte… devo ucciderlo prima che ciò accada!”

Sembrava sul punto di perdere la ragione
"Ron” Hermione lo pungolava con un dito nel tentativo di ridestarlo “Hey! Ron, Ginny farebbe mai una cosa del genere”

"Non se fosse in se”

"Io sono in me, Ron” lo rassicurò la sorella minore

"Ti sei innamorata di quello lì” fece sollevando appena il capo e fissandolo con occhi spiritati “quindi non sei affatto in te!”

"Ma non vi ucciderebbe mai!” puntualizzò Luna “Come puoi dubitarne?”

"Ora non lo farebbe, ma sotto un Incantesimo Imperius… “

"E’ una magia proibita”

"Luna, mia ingenua Luna, credi che un Malfoy con un serpente tatuato sul braccio, abbia paura di infliggere un incantesimo proibito su mia sorella?” ruggì stranito

"Io non lo permetterei mai” precisò Malfoy “Io amo tua sorella perché è una lentigginosa, stracciona Weasley. Se cercassi di cambiarla, la trasformerei in Pansy Parkinson e se volevo Pansy mi sarei presa Pansy e non mi sarei reso la vita difficile scegliendo di stare con tua sorella”

"Con chi è che stai?” domandò Ginny con un filo di voce

"Con te!” rispose lui baciandola sulla fronte “Comunque sono sicuro che a mia madre piaceresti”

"Ne sei sicuro?” la voce della ragazza era appena un sussurro tremolante

"Certo… a lei piace tutto quello che piace a me! Ed io ti amo”

Ron si era minacciosamente avvicinato ai due ragazzi. Harry notò che il volto dell’amico era teso e preoccupato. Era chiaramente sconvolto dalla plateale dichiarazione del Mangiamorte, che sembrava ben deciso sui suoi sentimenti per Ginny e sul suo futuro con la ragazza. Ma quella sua decisione avrebbe messo Ginny e tutta la famiglia Weasley in una situazione di pericolo costante. E anche quando il pericolo fosse cessato, Harry dubitava fortemente che un Malfoy sarebbe stato capace di accettare nella propria famiglia una Weasley e… dubitava anche, che un qualsiasi membro della famiglia Weasley, seppur più tolleranti, avessero mai accettato Draco Malfoy, il figlio unico di Lucyus Malfoy nel loro numeroso nucleo familiare.
"Tu, dovrai guardarti le spalle d’ora in poi!!” minacciò Ron “E non solo da Voldemort e dai suoi scagnozzi”

Ginny si voltò disperata, mentre con gli occhi umidi replicò “Dovresti essere felice per me! Ed, invece… “

"Ed invece cosa?” reiterò furibondo “Io ti voglio bene, e se ci fossimo ritrovati in un’altra situazione, se non fossimo in guerra contro il suo Oscuro Signore; se orde di Mangiamorte non volessero sterminare i nostri amici e le nostre famiglie… Io ti avrei appoggiato. Perché infondo Malfoy mi piace! Certo non era ciò che desideravo per te, ma lui ti ama”

"E’ impazzito” pensò Harry “Deve essere stato il contraccolpo

"E per me questo sarebbe stato sufficiente” proseguì cupo “Ma ora non basta che ami te! Se vuole te, deve accettare tutti noi e la nostra causa”

Fissava Draco Malfoy, nell’attesa di una risposta, che sapeva non sarebbe mai arrivata ed invece…
"Credo di averlo fatto, Lenticchia” replicò serio il giovane Mangiamorte “Ho accettato tutti voi e la vostra causa disperata per amore di Ginny. Sto tradendo colui-che-non-deve-essere-nominato, sto tradendo la fiducia di mio padre e, soprattutto, ho tradito i miei ideali di purezza della razza, stimando la genialità della Granger e… sto rischiando la pelle. A questo punto non saprei cos’altro fare e sinceramente nemmeno mi interessa!”

"Non devi giustificarti” sostenne Ginny greve “Perché tanto per lui non cambierebbe nulla!”

"Non essere ingiusta, Ginny” controbatté Luna “Tuo fratello è solo preoccupato per te”

"Non glielo ho chiesto io! Se gli accadesse qualcosa, Ron… io morirei con lui!”

Era seria… era troppo seria…

"NON DIRLO NEMMENO PER SCHERZO!!” urlarono all’unisono il Mangiamorte e l’Auror

Per un attimo i loro sguardi s’incrociarono.
"Tu devi vivere!” latrò Draco Malfoy stringendole le spalle con le sue grandi mani “Seppure mi succedesse qualcosa, Ginny Weasley… TU-DEVI-VIVERE!”

"Io… “ balbettò la ragazza con il fiato in gola

"Non c’è nessun io… Tu devi vivere. Promettimelo!”

"… “

"PROMETTILO!!”

"… “

"Prometti, Ginny, altrimenti preferisco lasciarti libera”

"Non puoi… non sei tu che decidi della mia libertà”

"No, ma decido della mia. E se non prometti, allora mi fidanzerò con Pansy”

"Ma se la detesti” replicò la ragazza stizzita “Se devi sostituirmi potresti anche scegliere qualcosa di meglio!!”

"Le tue amiche sono in gamba, ma sono già impegnate con questi due falliti” fece, indicando i due giovani Grifondoro “E per quel che riguarda Pansy, credo sia una stupida” precisò il ragazzo alzando un sopracciglio “Ma ha un corpo veramente niente male”

"Prometto!” giurò Ginny. Poi trattenendo il ragazzo per il lungo maglione aggiunse “Ma se provi solo a farti vedere in giro sotto braccio di quell’oca giuliva, io ti lancerò una fattura di quelle senza rimedio”

Draco Malfoy sorrise e posandole la mano sulla testa, come quando si tranquillizza un bambino che ha paura di perdere i genitori, replicò “Cercherò di scrollarmela di dosso”

"Naturalmente” precisò Hermione, avvicinandosi a i due ragazzi “Nessuno, per il momento, dovrà sapere che voi due state insieme”

Ginny annuì
"So che sarete prudenti” aggiunse, fissando il suo sguardo su Malfoy “Perché so che siete consapevoli della pericolosità della situazione”

"Non preoccuparti Granger, non metterei mai a repentaglio la vita di Ginny, ne tanto meno la mia e… forse nemmeno la vostra!”




NdA: Il prossimo capitolo esulerà leggemente dalla storia, non darò indizi e soprattutto sarà tutto improntato su Harry/Hermione, Ron/Luna e Ginny/Draco... per il momento vi lascio
A prestissimo
Lella80

EFP

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Capitolo 15
*** Amori e Dissapori ***


CAP15

Come promesso, anche se con un pò di ritardo, un capitolo tutto dedicato alle coppie di questa ffic (H/Hr, D/G e R/L). Volevo ringraziare, come sempre, tutti quelli che hanno letto il capitolo precedente e soprattutto granger90 (grazie per esserci sempre) e marco (grazie per le tue rensioni). Sono contenta che ad entrambi sia piaciuto Draco, che non nascondo essere uno dei miei personaggi preferiti, per la sua enorme duttilità!
Questo capitolo lo dedico a voi, anche perchè tutta la prima parte è interamente incentrata sulla vostra coppia preferita Harry/Hermione.
Buona lettura a tutti.
Tanti bacini, Lella80




CAP15
Amori e Dissapori


Natale era arrivato in tutto il suo splendore e con i suoi intensi e scintillanti colori. Hogwarts si era del tutto svuotata, erano ben pochi gli studenti che erano rimasti all’interno dell’antico maniero. La maggior parte dei ragazzi aveva lasciato il castello per potersi riunire alle loro famiglie e trascorrere, nelle loro calde e accoglienti dimore, quei giorni di festa. Ma non tutti erano ritornati alle loro case, alcuni, come Harry ed i suoi amici, erano rimasti per tentare di imprimere nelle loro menti gli ultimi fotogrammi di una incancellabile parentesi di vita.
Harry era insolitamente rilassato. Per alcuni giorni la sua mente si era alleggerita di tutti i pensieri relativi alla Maia, a Voldemort, ad Oneiros, agl’Inferi ed al viaggio nel mondo dei non-vivi che avrebbe dovuto compiere di lì a poco, onde cercare di fermare l’Oscuro Signore per l’ennesima volta. Nei giorni precedenti, a quest’insperata ed inusitata calma, la sua mente aveva compiuto i più disparati voli di fantasia, si era visto affrancato dal giogo che lo teneva legato al mago oscuro e finalmente libero di pensare al proprio futuro senza la paura del domani. Perché ciò di cui ormai era sempre più convinto, nonostante cercasse in tutti i modi di allontanare quel terribile pensiero, era che la sua vita fosse indissolubilmente legata a quella di Voldemort, la cui morte avrebbe chiesto come pegno un’altra vita e questa volta sarebbe stata la sua. Conscio di ciò che sarebbe accaduto e ormai stanco di continuare ad avere paura, aveva smesso di cercare un modo per arrivare al suo acerrimo nemico. I loro destini erano tali che nulla potevano fare per cambiare le loro sorti. La bella Idrial gli aveva insegnato che il destino può essere cambiato, ma ella stessa le aveva mostrato che gli esseri umani camminano lungo vie prestabilite, dalle quali ci si può allontanare per un po’, ma poi si è destinati a tornarci ed ivi attendere che il loro destino si compia. Il bellissimo Elfo dei boschi e il suo amico Neville, che gli avevano salvato la vita, gli avevano anche rivelato la più grande delle verità: che per proteggere chi ami bisogna compiere enormi sacrifici.
Più grande è la missione; più grande è il sacrificio. E questa missione avrebbe reclamato come sacrificio: la sua vita.
Quando ormai questo pensiero aveva fatto breccia nel suo cuore, la sua mente smise di tremare al pensiero di lasciare quel mondo con i suoi amici, i suoi zii, la sua Hermione, e cominciò a pensare che forse, in un mondo lontano, potesse esistere un luogo in cui finalmente sarebbe stato felice. Quei pensieri allietavano il suo spirito da qualche giorno e l’aria natalizia, pervasa da canti e dolci odori, non faceva che accrescere in lui questo stato di pace e serenità.

“A cosa pensi?” domandò Hermione accoccolandosi tra le braccia di Harry

Era molto tardi… erano le undici e nella sala comune di Grifondoro non era rimasto più nessuno. Ron e Ginny avevano deciso di lasciare i loro amici un po’ soli. Si erano ritirati l’uno affermando di essere troppo stanco e l’altra con la scusa di dover cominciare a pensare a cosa indossare per la festa di Natale organizzata dalla McGrannitt, che si sarebbe tenuta la sera successiva. I due innamorati avevano ben capito le intenzioni dei fratelli Weasley; ed Harry in cuor suo li aveva ringraziati per avergli regalato quegli attimi d’intimità con la sua Hermione. Ed ora, affondati nel divano di fronte al camino, aspettavano lo scoccare della mezzanotte per potersi porgere gli auguri di Natale e scambiarsi i regali.

“A te” replicò lui annusandole i capelli

Lei sollevò il capo e con voce inquisitoria “davvero?” disse serrando gli occhi, come a cercare di scrutare oltre la mente del suo ragazzo

“Mi hai scoperto!” rispose il giovane mago pensieroso, fissando il suo sguardo in quello di Lei “Stavo pensando a Padma, non trovi che sia diventata veramente bella?”

Accennò un sorriso.
“Harry Potter” sibilò la ragazza avvicinando minacciosa il suo volto a quello del ragazzo “stai rischiando veramente grosso. Io potrei anche... ” ma non riuscì nemmeno a completare la frase che la sua bocca venne messa a tacere dalla bocca di Harry.

Le loro bocche si cercavano con ansia, e le mani di Harry scorrevano con estenuante lentezza lungo le braccia e il nudo collo della ragazza. Il corpo di Hermione si spingeva contro il suo e questo movimento gli faceva mancare il respiro. Gli sembrava di sentire il cuore della ragazza palpitare ad ogni suo tocco, ad ogni sua carezza, ad ogni suo bacio. Anche il respiro di Hermione era stranamente affannoso, come se ognuno di quei baci e di quelle carezze costasse ad entrambi una fatica indicibile. Harry sentiva di non riuscire più a controllare il suo corpo, aveva come la chiara percezione che ogni sua sensazione fosse amplificata a dismisura. Quel calore che spesso aveva avvertito quando era vicino a Lei, quando sfiorava la sua bocca, quando la stringeva a se, ormai era diventato un fuoco incontenibile.

“Ti amo” sussurrò la ragazza mordicchiandogli un orecchio

Le mani di Harry scivolarono sotto l’enorme maglione che indossava la ragazza. Quando sfiorirò la calda pelle di Lei, sentì un fremito di intenso piacere corrergli lungo la schiena.
“Ti amo anch’io” bisbigliò appena, mentre con le labbra umide le baciava il collo all’altezza dell’orecchio sinistro

Cosa gli stava accadendo?
I suoi pensieri erano confusi e la sua mente era completamente obnubilata; ogni suo neurone sembrava esclusivamente impegnato ad esplorare con il tatto e con le labbra il corpo di Hermione, per poter riuscire a formulare un pensiero di senso compiuto… anzi un pensiero di qualsiasi genere che non fosse ‘Hermione’
Non riusciva a credere che si potessero provare delle sensazioni così violente e nello stesso tempo così dolci, ma soprattutto non riusciva a credere che un tale turbinio d’emozioni potesse scaturire da un unico essere umano: desiderio, paura, piacere, incertezza, dolcezza, felicità, risolutezza, agitazione, confusione e pace.
Sensazioni così diverse eppure tutte accomunate da un'unica parola: amore.
Perché era questo sentimento tanto forte e tenero, che provava nei confronti di Hermione, a spingerlo ad esplorare con tanta smania il corpo della ragazza anelata ed amata. E Hermione provava sicuramente le medesime sensazioni; non aveva cercato di fermarlo e anche le sue mani scandagliavano ansiose il corpo di Harry e poi… tutti quei gemiti… lo stavano facendo impazzire!

Din… Don… Din… Din… Don… Din… Don… Din... Don
La pendola stava tintinnando i dodici rintocchi che annunciavano la mezzanotte e con essi l’arrivo dell’agognato Natale.

Din… Don… Din… Din… Don… Din… Don… Din... Don
Ma il dodicesimo rintocco aveva anche messo fine a quegli attimi di estasi.

“Buon Natale” gli augurò Hermione ricomponendosi

Aveva la camicia leggermente sbottonata, da cui s’intravedeva un reggiseno di pizzo rosa. La ragazza cercava con un certo contegno di chiudere i bottoni, ma le mani le tremavano.
Dio quant’è bella” pensò Harry senza levare lo sguardo dall’incavo del suo seno
Ma… quando le aveva sbottonato la camicia?
Ricordava vagamente di averle sfilato il maglione, ma non ricordava di aver cominciato a sbottonarle anche la camicia. Aveva un vago ricordo dei suoi gesti, ma ricordava con ancor troppa nitidezza le sensazioni provate mentre sfiorava la calda pelle di Fermione, per poter rispondere all’augurio della ragazza senza un certo cipiglio.

“Sei arrabbiato?” domandò la ragazza ansiosa

“Perché dovrei?” replicò lui seccato

Perché era tanto irritato?

“Perché” cominciò Hermione rossa in volto “perché… siamo andati molto avanti questa volta e forse tu ti aspettavi che lo avremmo fatto”

“Fatto cosa?” domandò falsamente
Sapeva benissimo cosa voleva dire la giovane maga, ma voleva sentire con le sue stesse orecchie ciò che credeva solo un parto della sua fantasia.

“Fatto… quello” bisbigliò la ragazza fissando le sue mani

“Che cos’ è? Un’altra parola proibita dopo Voldemort”

“Fatto l’amore” disse Lei tutto d’un fiato, fissando i suoi occhi in quelli di Harry

“Scusa, Hermione” si giustificò Harry affranto “Forse ci avevo sperato. E’ che lo desidero così tanto”
Era la prima volta che esprimeva questo desiderio. E forse, prima di quei momenti, non avrebbe nemmeno mai supposto di desiderare fare sesso con lei con tanta bramosia.

“Anche per me è lo stesso” convenne la ragazza tormentata

“Allora, se è una cosa che desideriamo entrambi perché rinunciare?”

“Perché siamo troppo giovani” argomentò la ragazza seria

“Ma come” rimbrottò Harry “non siamo troppo giovani per affrontare Voldemort ed il suo esercito di Mangiamorte, però siamo troppo giovani per fare sesso?”

“Detto così sembra un’assurdità”

“E’ un’assurdità, Hermione”

“Ed invece lo siamo Harry” principiò Hermione accorata “Siamo troppo giovani per affrontare Voldemort, divinità folli, centauri, eserciti di Mangiamorte, di Giganti, di Vampiri e di Zombi, ma purtroppo, per quanto giovani, non possiamo sottrarci al nostro destino. Ed il tuo destino è essere la preda preferita di tutte le cose schiattose esistenti sull’intero globo terrestre ed il mio più grande desiderio è quello di essere al tuo fianco, in qualsiasi momento. Il sesso non è il nostro destino è una nostra volontà”

“Quindi tu non vuoi?”

“Scusa hai capito qualcosa del discorso che ti ho fatto?” replicò la maga basita “Ho hai capito solo che non lo facciamo?”

“Ho capito benissimo” sbottò il giovane Grifondoro “però il succo di ciò che hai detto è… non se ne fa niente!”

Hermione avvicinò teatralmente la mano alla fronte borbottando:
“Maschi!!” poi riprendendo la calma e cercando di spiegargli la situazione, il più semplicemente possibile, proseguì “Harry, non-sono-pronta. Siamo ancora troppo giovani per affrontare il sesso e tutto ciò che comporta. Hai ragione, forse è meno pericoloso che non affrontare Voldemort e divinità deliranti, ed è sicuramente più bello e dolce che non rischiare la vita in una guerra contro orde di Mangiamorte. Ma, non so come spiegarti. Ho sempre pensato che sarebbe stato naturale come mordere un frutto. Io vivo ogni mia emozione con… “ fece una lunga pausa, come a cercare la parola che più di tutte potesse spiegare quel suo tentennamento “ …la Ragione. Se qualcuno mi domandasse: sei Ragione o Sentimento? Io non avrei dubbi e risponderei: Io sono Ragione!”

“Quindi la ragione ti porta a credere che io non sono l’uomo adatto?”

“No” lo rassicurò Lei accarezzandogli la mano “Tu sei l’unico ragazzo con cui lo farei e anche se non ci fosse stata la profezia di Idrial, io vorrei che tu fossi il primo”

“… e l’unico” puntualizzò Harry dolcemente

“E l’unico!” ripeté la ragazza scoccandogli un sonoro bacio sulla guancia destra “ma finché quella vocina dentro di me non smetterà di parlare o non mi dirà che il frutto è ormai maturo, allora io non sarò pronta”

“Sembrava che lo fossi!” precisò Harry suadente “Finché il rintocco della pendola non ci ha riportati alla realtà i nostri corpi vibravano in piena armonia”

“In quel momento la vocina taceva” replicò la ragazza

“In quel momento se qualcuno te l’avesse chiesto avresti risposto: Io sono Sentimento” fece Harry sorridente “E non eri niente male” terminò ammiccante

“Mi vorresti diversa, vero? Forse, se avessi scelto una ragazza con meno difficoltà e meno… “ ribatté dispiaciuta

“Meno cosa, Hermione?” la interruppe il ragazzo “Io ti amo e se tu cambiassi una sola cosa di te… io potrei solo amarti di meno. E non m’importa il tempo che impiegherai per mettere a tacere quella vocina. Aspetterò tutto il tempo che sarà necessario” poi sorridendo aggiunse “Spero, comunque, di non diventare troppo vecchio nel frattempo, una volta raggiunta la pace dei sensi non avrebbe più… senso”

Hermione lo abbracciò e con voce trillante disse:
Ti amo tanto… tanto… tanto… tanto

Il ragazzo la strinse a se e le carezzò dolcemente i morbidi capelli
“Buon Natale, Hermione” augurò con tenerezza

La giovane maga si discostò dal suo innamorato e chinandosi prese una scatolina da sotto il divano. Era un piccolo pacchetto turchese con un grosso nastro blu notte, tempestato di numero stelline scintillanti. Il giovane Grifondoro lo prese e prima di cominciare a scartarlo proferì: “Accio regalo Hermione”
Un grosso pacchetto rosso volò tra le braccia di Hermione. I due ragazzi cominciarono a scartare i rispettivi pacchetti. Harry aveva ricevuto un set di piume di colori differenti. Insieme al diario che la ragazza gli aveva regalato il natale precedente ora poteva finalmente dedicarsi alla stesura delle sue memorie: Reminiscenze di un eroe… si lo avrebbe sicuramente intitolato così!

“Sono bellissime” asserì Harry entusiasta

Ma nulla era in quel momento paragonabile allo stupore e alla turbamento di Hermione, innanzi al suo regalo
“Come facevi a saperlo?” domandò confusa

“Non lo so!”
Ormai erano diventate veramente troppe le cose che ignorava di se!

Hermione osservava sbigottita la copertina del libro “Ragione e Sentimento” di Jane Austen.

“Grazie, Harry. E’ il regalo più azzeccato che abbia mai ricevuto!” ringraziò abbracciandolo.

Niente domande, niente dubbi e soprattutto niente perplessità legate ai suoi sogni o alla sua capacità di presagire alcuni eventi. Niente di tutto ciò che avrebbe reso “poco-normale” quella serata, per lui tanto speciale. E stringendo il libro al petto la giovane Grifondoro si accoccolò tra le sue braccia osservando con sguardo perso il fuoco scoppiettante. E rimasero, per tutta la notte, abbracciati, cullati e riscaldati l’uno dal cuore dell’altra.


*

“Buon Natale” augurò Luna sedendosi al lato di Ginny

“Buon Natale anche a te, Luna” replicò Ron dolcemente e prima ancora che tutti potessero proferir parola “Questo e per te” aggiunse frettoloso porgendogli un enorme pacchetto verde smeraldo

“Grazie, Ron” ringraziò la giovane Corvonero afferrando la grossa scatola “Questo, invece, è per te. Spero ti piaccia” soggiunse, tendendogli una scatoletta rettangolare molto sottile.

Harry fissava incuriosito il regalo di Ron, mentre le ragazze si erano strette attorno a Luna per scoprire ciò che gli era stato donato. In realtà anche Lui era curioso di saperlo. L’amico aveva impiegato una vita per decidere cosa comprarle e aveva interrogato più volte ognuno di loro, mancava solo che interrogasse un oracolo per acquistarle uno stupido regalo di Natale. Ma per Ron quel dono sembrava il dono della vita. Harry ne era quasi spaventato e poi l’amico… senza dire nulla a nessuno, aveva trovato ciò che cercava. Si era interrogato per alcuni giorni su cosa impegnasse il giovane Weasley con tanta solerzia, e spinto dalla curiosità aveva cercato di carpire quel segreto in mille modi diversi, anche poco puliti. Lo aveva persino minacciato di rompere la loro amicizia. Ma a nulla erano valsi i suoi numerosi sforzi; il segreto rimaneva tale. Alla fine, per forza di cose, aveva dovuto arrendersi; ma finalmente avrebbe placato la sua curiosità e non solo la sua. Ginny e Hermione sembravano addirittura più emozionate della stessa Luna. E Ron aveva smesso da un pezzo di scartare il suo regalo, per osservare lo sguardo meravigliato di Luna quando avrebbe aperto il suo regalo.

“E’ bellissimo” fece Luna raggiante “Sfogliando ogni pagina con lenta attenzione”

Ma che cos’era?
Un libro?
La copertina era in pelle nera e sopra era vergato in argento la scritta ‘Il Cavillo’. Il giovane Grifondoro si avvicinò al gruppetto di ragazze e si sporse per leggere ciò che tutte osservavano ammirate. Era una pagina ingiallita che portava incisa una data vecchia di oltre vent’anni e poi quell’articolo…


IL MONDO MAGICO IN GUERRA
Nere figure osservano ogni nostro movimento

Intendeva, forse, i Mangiamorte?

L’intera comunità magica vanamente continua ad ignorare che nell’ombra si muovono tenebrose figure ammantate di nere vesti, le quali nascoste dalle tenebre osservano ogni nostro movimento. Esse attendono solo un cenno dal loro Oscuro Signore, per cominciare una guerra contro il mondo babbano. Numerose fonti ormai confermano che i ripetuti attacchi contro i babbani, che si sono verificati negli ultimi mesi, non possono essere attribuiti a folli ed isolati atti discriminatori, ma ad una vera e propria organizzazione criminale. Numerosi dei nostri lettori, ormai concordano che qualcuno trama nel buio. E nonostante le assicurazioni del Ministero della Magia, noi sappiamo che le cose non sono così tranquille. Ma a difesa della nostra incolumità e di quella della comunità non-magica, è stato istituito un gruppo di Auror, a cui è stato dato il nome di “Ordine della Fenice”. In onore, forse, del quasi estinto uccello, il quale possiede la peculiare caratteristica di risorgere dalle proprie ceneri. A questi eroi va tutta la nostra fiducia e la speranza che possano porre fine ai piani di colui-di-cui-ignoriamo-il-nome”

In calce c’era una firma: M. Lovegood

“Il primo articolo de ‘Il Cavillo’… il primo articolo di mio padre” pronunciò Luna commossa

“Aveva previsto ciò che sarebbe successo, mesi prima dell’inizio della guerra” sottolineò Ron ammirato “Tuo padre è un ottimo giornalista. Ha seguito ogni passo della guerra contro Voldemort”

Tutti lo ascoltavano ammaliati.
“E mentre La Gazzetta del Profeta, in alcuni momenti, aveva titubato ed evitava di schierarsi apertamente contro il Mago Oscuro, tuo padre, con il suo giornaletto di serie B, ha appoggiato l’Ordine della Fenice e ha denunciato ciò che tutti fingevano di non vedere”

Luna sfogliava rapida le pagine, soffermandosi su alcuni articoli piuttosto che altri. La maggior parte dei trafiletti raccontava di storie al limite dell’umana fantasia, dei veri e propri deliri. Si enumeravano di eserciti di Goole (strani mostri a metà tra una scimmia e un Thestral… un animale assurdo; difficile anche da immaginarsi) nelle mani dei Mangiamorte o di fantomatiche associazioni tra Giganti e babbani. Ma ciò che trapelava da ogni riga, era la chiara presa di posizione della testata ‘Il Cavillo’ contro Voldemort ed il suo esercito di Mangiamorte. Sempre a favore di Silente e dei babbani. C’erano numerosi articoli nella raccolta composta da Ron, ed Harry scorse con nostalgia anche quello dedicato al suo padrino Sirius Black


SIRIUS BLACK
NERO COME LO SI DIPINGE?

Famigerato terrorista o innocente star musicale?


Il padre di Luna era l’unico che in quel periodo aveva dubitato della veridicità di ciò in cui tutti credevano e cioè, che Sirius Black avesse ucciso quattordici babbani e il mago Peter Minus. Certo aveva avanzato anche l’assurda possibilità che in realtà il fuggitivo di Azkaban fosse una star musicale, un certo Subby Boardman, il solista di un popolare gruppo corale Gli Hobgoblin. Però aveva avuto il coraggio di esporre i propri dubbi. E poi era anche stato l’unico giornale che si era posto al fianco di Silente, quando quest’ultimo aveva comunicato il ritorno di Voldemort e l’inizio di una nuova guerra. Si era schierato contro Cornelius Caramel e il Mistero della Magia; parlando di complotti per screditare il preside di Hogwarts ed il Bambino sopravvissuto.
Era davvero un uomo coraggioso il padre della sua amica Luna; anche perché ci voleva proprio un bel coraggio a pubblicare certe cose, pensò divertito! E poi… Ron aveva fatto davvero un buon lavoro.
Luna aveva smesso di sfogliare il plico e rimase a fissare alcune pagine bianche.

“Ho lasciato alcune pagine in cui potrai inserire altri articoli di tuo padre e magari qualche cosa di tuo” aggiunse Ron un po’ imbarazzato “Sono sicuro che un giorno sarai una giornalista anche più brava di tuo padre”

Luna poggiò delicatamente la raccolta di articoli sul tavolo e cominciò ad accarezzare lentamente la nera copertina. Poi le sue dita si soffermarono per alcuni secondi sulla grossa C della parola cavillo e con la stessa lentezza principiò a seguire i contorni di tutte le lettere che costituivano il nome della testata giornalistica di cui suo padre era il direttore: Il Cavillo. Una lacrima cadde sulla copertina e la ragazza singhiozzando disse:
“Il giorno prima che mia madre morisse avevo litigato con papà. I miei amici mi prendevano in giro per le storie che scriveva sul Cavillo. Lei mi disse che dovevo essere molto orgogliosa di mio padre” fece una breve pausa, poi dopo aver tirato su col naso continuò “che era un uomo coraggioso, perché non aveva mai paura di dire ciò che pensava. Mi raccontò che anche quando era molto giovane soleva riferire a tutti strane storie. A volte la gente lo derideva, ma Lui non si scoraggiava mai. Mi disse che un giorno lo avrei capito e lo avrei amato così come lo amava lei, perché era l’unico, fra tutti gli uomini che avesse mai conosciuto, ad avere più dubbi che certezze. La mamma mi disse di diffidare delle persone con troppe certezze e mi augurò di incontrare, un giorno, un uomo che mi amasse così come Lui amava Lei”

Singhiozzava rumorosamente nascondendo il volto tra le mani. Ron si era avvicinato e con dolcezza l’abbracciò e le carezzò i lunghi capelli biondi, nel tentativo di tranquillizzarla.
“Vorrei che lei sapesse che sono molto orgogliosa di papà e che aveva ragione, su tutto. E che ero solo una stupida ragazzina capricciosa”

“Lei lo sa” la consolò Harry “Non smettono mai di starci accanto, anche quando a noi sembra di essere rimasti soli”

“E non eri affatto una ragazzina capricciosa, eri solo una bambina” la giustificò Hermione stringendole la spalla destra con la mano

“Tuo madre sarebbe molto orgogliosa di te” aggiunse Ginny accorata “Perché anche tu sei una ragazza coraggiosa. La ragazza più coraggiosa che abbia mai conosciuto”

Luna si distaccò dall’abbraccio del ragazzo e fissò lo sguardo su ciascuno dei suoi amici

“Grazie tante, ragazzi” disse asciugandosi le lacrime “Sono davvero fortunata ad avere degli amici come voi” poi immersa negli occhi di Ron “Grazie, Ronald è il regalo più bello che potessi farmi”

Ron, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, replicò:
“Non so se potrò amarti come tuo padre amava tua madre o come si amano i miei genitori. Non so cosa accadrà domani, fra un anno o fra dieci anni, perché in me non ci sono molte certezze, ma so cosa provo oggi per te. Io voglio stare con te Luna, io ti amo”

Luna Lovegood lo fissava attonita. Ron appoggiò delicatamente le sue labbra su quelle della ragazza e accarezzandole il volto aggiunse “Non devi rispondermi subito. Aspetterò tutto il tempo che vorrai, così come tu hai aspettato me”

La ragazza si perse tra le braccia di Ron in mutua contemplazione. Proprio in quel momento, alcuni gufi cominciarono a volare lasciando cadere numerosi pacchi colorati. Erano i regali di natale inviati dai familiari degli studenti rimasti ad Hogwarts.
Ron terminò di scartare il regalo di Luna; un costosissimo set completo, in argento, per la manutenzione della scopa.
Raccolti tutti i loro regali si diressero alla Sala Comune di Grifondoro, accompagnati ormai dall’inseparabile Luna. Passarono l’intero pomeriggio a scartare regali: i soliti maglioni inviati dalla signora Weasley (questa volta ne aveva confezionato uno anche per Luna. E la ragazza era a dir poco raggiante per quel maglione sformato. “Ora fai davvero parte della famiglia” farfugliò Ron rosso in volto), libri di Magia, Dolci, Rune e Talismani di protezione, pergamene e piume. Ma i regali più graditi furono una scopa nuova di zecca, una Nimbus 2000, donata a Ron con una colletta operata da Hermione, Harry e Ginny; ed un maglione nuovo, di lana turchese, regalato a Harry dai suoi zii. Era il primo regalo ‘nuovo’ che avesse ricevuto, in tutta la sua vita, dalla famiglia Dursley.

E’ proprio vero che a Natale può accadere qualsiasi miracolo” pensò esterrefatto

Il regalo, che invece scosse tanta pace e serenità, fu quello ricevuto dalla piccola Ginny da Draco Malfoy: Una scopa Firebolt 8200, ultimo modello completa di set in oro per la manutenzione.

“Glielo devi restituire!” ordinò Ron perentorio

“Perché mai?” ribatté la sorella indignata

“Credo che Malfoy abbia un po’ esagerato” fece notare Hermione preoccupata “E’ un regalo molto costoso”

“Gli avevo detto di non esagerare quando mi ha chiesto se poteva farmi un regalo per Natale”

“Mano male che glielo hai detto… altrimenti cosa ti avrebbe regalato un castello?” puntualizzò Luna incredula

“Effettivamente ha esagerato” replicò Ginny passandosi una mano tra i lunghi capelli rossi “ma non posso restituirgli il regalo, si offenderebbe. E poi è un ottima scopa”

“La migliore” sottolineò Harry “ma come credi di giustificare un regalo tanto costoso”

“Potrei dire che è il regalo di un ammiratore segreto”

“Mi sembra una buona idea” asserì Hermione soddisfatta

“A me non sembra per niente una buona idea” precisò Ron “Malfoy è uno stupido ragazzino viziato che pensa di comprare mia sorella con il denaro. E poi è un imprudente”

“Non ha bisogno di comprarmi con il denaro” chiarì Ginny risoluta “Draco sa benissimo che io lo amo. E non sarà una Firebolt 8200 a farmelo amare di più”

“Draco Malfoy è abituato a comprare tutto, lui non potrà mai capire che ci possono essere cose che il denaro non possa compare”

Questa era una delle poche certezze che avevano tutte le persone in quella stanza, inclusa Ginny Weasley.
“Ma con l’aiuto di Ginny, io sono sicura che anche un bastardo come Draco Malfoy potrà cominciare a capire” si pose in sua difesa Hermione.

“Gli restituirò la scopa” asserì Ginny

“Sei sicura?” domandò Luna

“Si. E’ la cosa giusta da fare! Se l’accettassi potremmo creare dei problemi e finché la guerra non sarà finita, Io e Draco fingeremo di odiarci” poi fissando il fratello continuò “Ma quando tutto ciò avrà avuto fine Io lo amerò senza riserva alcuna e vorrei che tu fossi al mio fianco quando lo dirò a mamma e a papà”

“Certo sorellina, sarò al tuo fianco” la sua voce ebbe un inflessione di paura “anche se sono sicuro che mi ripudieranno! Ti rinchiuderanno nella torre più alta di Hogwarts mentre io dovrò andare ramingo per il mondo senza più una dimora ed una famiglia

“Non preoccuparti Ron, sarò io la tua famiglia” esplicitò Luna candidamente

“E poi non essere sempre così tragico. Sono sicurissima che Malfoy sarà ben lieto di ospitarti nel suo maniero” reiterò scherzosa Hermione

“… magari dormirete nella stessa cameretta e vi racconterete tutti i vostri segreti” enfatizzò Harry sarcastico

Ron fissò gli amici con aria ostile e minacciandoli disse:
“Se ciò accadrà noi tutti divideremo la cameretta con Malfoy”

Tutti esplosero in una sonora risata.
Ma improvvisamente l’attenzione di Luna fu attratta da un piccolo pacchetto lacero e nero, su cui era poggiato un bigliettino “Per Ginny Weasley con affetto D. M.” , lo raccolse e lo porse alla piccola Weasley
“Credo che manchi ancora un regalo da aprire”

Harry lo riconobbe subito era lo stesso pacchetto che Draco Malfoy teneva tra le mani, quando era uscito dal negozio di Magie Sinister.

“E’ di Draco!”

“Un altro?” replicò Ron timoroso

“La scatolina sembra piuttosto piccola... sarà l’anello di fidanzamento” lo schernì Hermione
Ron si voltò di scatto e la fissò sgomento

“Ron sto scherzando” lo rassicurò l’amica “Ginny, ti prego, aprì quel pacchetto prima che a tuo fratello venga un infarto” aggiunse sedendosi stancamente sul divano

Ginny, con le gambe incrociate ed il volto riscaldato e illuminato dal fuoco scoppiettante del camino, aprì lentamente la scatolina. Dentro c’era una graziosa spilla su cui erano appuntati tre ciclamini bianchi.
La ragazza sorrise e dopo aver letto il bigliettino lo porse al fratello.
“Questo è il Draco Malfoy che non smetterò mai di amare”

Con una scrittura piccole e regolare Malfoy scriveva

Alla mia piccola Lentiggini
Mi piacerebbe che accettassi la scopa e il set per la manutenzione, ma so che i tuoi amici e soprattutto quel rompiscatole di Lenticchia (ma sei sicura di volerlo per fratello?) ti consiglieranno di rifiutare. Ed Io condivido la vostra decisione… solo che sai quanto mi piace tentarti, almeno quanto mi piace stuzzicare quell’imbecille di tuo fratello


“Lo odio” sbottò Ron indignato “E poi cosa intende dire con quel ‘mi piace tentarti’?”
“Sta zitto Ron!” lo apostrofò Hermione seccata

Questo è il mio vero regalo di Natale. Non appena l’ho visto ho pensato subito a te. Sia per il significato del fiore che lo compone, sia perché intriso di una delle più potenti magie di protezione note nel mondo magico. Per essere sinceri è una delle magie “oscure” più antiche e potenti che si conosca per la protezione del suo depositario. So che detesti tutte le magie oscure, ma ti supplico di accettarlo, per la mia tranquillità. Vorrei solo che questa spilla proteggesse il mio fiore più prezioso.

Tuo Draco


Draco Malfoy che supplicava!
“Com’è romantico” replicò Luna rapita

“Cosa hai intenzione di fare?” domandò Ron indefinito

“Accettare, naturalmente. E qualsiasi cosa tu abbia da ridire su… “

“Per me va benissimo” la interruppe Ron serio “Lui vuole proteggerti e anch’io” affermò porgendogli il bigliettino

Ginny lo afferrò
“Qual è il significato del Ciclamino nel linguaggio dei fiori?” domandò Hermione curiosa

“Amore senza pretese”

“Tu non conosci il linguaggio dei fiori e dubito che possa conoscerlo uno stupido Mangiamorte” sbottò Ron

“Invece ti sbagli, Narcissa Malfoy ama molto i fiori e ha insegnato a Draco il loro significato. Qualche mese fa abbiamo litigato e per fare pace mi ha regalato un Tulipano giallo ed un libricino ‘un fiore per dire ciò che provi’”

“Un Tulipano Giallo?”

“Si, Harry. Amore disperato”




NdA: Con questo capitolo, un po’ fuori dal mio stile, termina la caratterizzazione delle storie d’amore. Dal prossimo capitolo riaffronteremo Voldemort e ci addentreremo nella trama cercando di risolvere un po’ di enigmi. Vi anticipo che nel prossimo capitolo Harry ritroverà Kalindra che lo guiderà nelle terre di Oneiros.
Prima di lasciarvi volevo precisare che la scena un po’ audace tra Harry e Hermione, forse potrebbe non essere adatta ad un raiting giallo, ma come mi fu fatto notare un po’ di tempo fa, da uno di voi, (in una recensione) si tratta pur sempre di una storia tra adolescenti e il sesso è un dilemma che qualsiasi adolescente prima o poi deve affrontare. Naturalmente, come avete avuto modo di leggere, Harry e Hermione decidono di aspettare fino a che saranno pronti. Perché c’è un momento giusto per ogni cosa e non bisogna mai anticipare i tempi…
Infine, non so ancora quando posterò il prossimo chap, questo perchè ho notato una netta diminuzione delle persone che leggono questa storia. Il fatto che lasciate o meno recensioni (che sono sempre meno tra le altre cose!) non ha molta importanza, certo non nego che mi faccia molto, molo, molto piacere riceverne. Ma se invece di 5 recensioni ne trovo una, per me non è un problema! Però se la storia la legge un decimo delle persone che hanno terminato la storia precedente e circa trenta volte meno rispetto alla prima pagina, allora forse c'è qualcosa che non va nella trama... per cui per un pò sarò in meditazione per risolvere il problema
Grazie a tutti
Alla prossima, Lella80

EFP

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Capitolo 16
*** Il Castello di Oneiros ***


CAP16 Ciao a tutti... è passato molto tempo dall'ultimo aggiornamento, spero comunque di ritrovarvi tutti. Non avevo molta voglia nè tanta ispirazione nel proseguire questa soria... soprattutto perchè ho sempre detto che qualsiasi racconto si scrive da solo, ebbene questa storia non lo faceva più!!! Poi l'ho riletta, ho cominciato il sedicesimo capitolo e... pensavo peggio, ma è stato facile! Spero che il capitolo vi piaccia
Prima di lasciarvi al capitolo, vorrei ringraziare Marco per avermi aiutato a rendere la storia più scorrevole ed essere stato capace di vedere ciò che a me era sfuggito

Grazie a tutti per la pazienza e buona lettura.
Lella80



CAP16
Il castello di Oneiros

Quella notte Harry fissava il bianco soffitto della sua stanza come se da esso potessero scaturire tutte le risposte alle sue domande.
Era molto stanco: le lezioni, le riunioni, le liti e il pensiero che da lì a poche ore avrebbe incontrato la Maia, non gli concedevano quel rilassamento necessario per l’agognato riposo. Quella splendida donna, in tutto il suo rifulgere, gli avrebbe rivelato la natura dei suoi sogni e avrebbe finalmente dato risposte all’unico quesito che offuscava la sua mente:

Sono davvero solo sogni?

Non aveva desiderio di domandare cosa sarebbe stato della sua vita e del mondo magico…
Non aveva desiderio di scoprire quale sarebbe stata la strategia migliore per sconfiggere Voldemort…
Non aveva desiderio di scoprire dove fosse l’occhio di Udjat e se Bellatrix Lastrange l’avesse recuperato per il suo oscuro padrone… 
Il suo unico desiderio era solo scoprire se ciò che vedeva era frutto o meno della sua fervida attività onirica o, come ormai sospettava da mesi, non fossero altri che ricordi di un altro Harry.
Già… perché non potevano essere sogni, non lo erano mai stati.

Lui lo sapeva… lo aveva sempre saputo…

Troppo vividi!!! Troppo reali!!
Erano ricordi… non suoi… ma ricordi!!! Ci aveva riflettuto per settimane, per mesi e alla fine era giunto all’unica conclusione possibile: doveva esistere una realtà differente da quella che aveva conosciuto, una realtà alternativa in cui i suoi genitori non erano morti, in cui Voldemort non esisteva, in cui non esisteva la magia. L’unica cosa che sembravano avere in comune i due mondi era l’occhio di Udjat. Forse era stato l’antico talismano ad aprire un varco spazio temporale tra i due mondi, ma tutto questo non aveva importanza… se aveva i ricordi di quel Harry probabilmente poteva anche entrare nel suo mondo e riabbracciare i suoi genitori, per il momento era questa l’unica cosa importante!!
Quando la luce fece timidamente capolino nella sua stanza si sentì stranamente eccitato e contento. Saltò giù dal letto come se carboni ardenti pulsassero tra le lenzuola e quando Ron si svegliò era già in piedi da un pezzo. Immobile sul suo letto fissava un invisibile punto non ben identificato tra lo stipite della porta e l’armadio.

“Sei caduto giù dal letto?” domandò Ron strofinandosi teatralmente gli occhi.

“Riflettevo” fu la sua laconica risposta

“Su cosa?” replicò il giovane Grifondoro sedendosi.

“Su questi strani sogni” aveva pronunciato quest’ultima parola con un’innaturale lentezza.

“Hai di nuovo fatto qualche strano sogno?”

“No… è molto tempo ormai che non faccio più quei sogni. L’ultima volta Io e mio padre stavamo litigando e sono uscito sbattendo la porta”

“Questo tuo modo di raccontare” lo apostrofò Ron mentre si infilava un pantalone di velluto cachi “comincia a darmi i brividi”

“Non dirlo a me!!” replicò l’amico tenendosi la testa tra le mani “Sono stanco, Ron; ma so che questa sera Kalindra mi rivelerà la verità… anche se… “

“Anche se?”

“Io credo di saperla”

“E… ? “ lo incitò Ron avvicinandosi

“Preferisco prima ascoltare quanto mi dirà”

Ron non insistette oltre, aveva chiaramente notato la risolutezza di Harry e sapeva che qualsiasi insistenza sarebbe stata inutile e poi, di lì a poche ore la verità sarebbe stata rivelata a tutti.
La giornata trascorse rapida tra lezioni di Pozioni e di Trasfigurazione; Harry non riusciva a mantenere l’attenzione su nulla e le lezioni gli sembrarono lunghe e tediose. Anche la cena gli era sembrata troppo lunga.

“Harry, sei tra noi?” una voce distante lo ridestò dal suo torpore.

“Scusa?”

“Ron ti ha chiesto se gli passi del pudding” replicò Hermione seccata.

“Sì, certo” rispose il giovane mago allungando il braccio destro in cerca del grosso piatto da portata che era proprio di fronte a lui. “Ecco” aggiunse porgendo la pietanza all’amico.

“Grazie, amico” ringrazio il giovane mago afferrando il piatto “Sei un po’ distratto, oggi”

“Non riesco a smettere di pensare a Kalindra”

“Se non fosse un sogno… comincerei ad essere gelosa” replicò Hermione acida “anche se forse dovrei cominciare ad esserlo visto che non fai altro che decantare la sua bellezza”

“Hermione, non credi di esagerare?” sottolineò Ginny fissandola.

“Hai ragione. Scusa Harry è che sono molto preoccupata”

“Non sto mica andando ad affrontare Voldemort” la schernì il ragazzo afferrandole delicatamente la mano. Il solo contatto sembrò rassicurare la ragazza.

“Sì, ma se la Maia ti mostrasse ciò che si nasconde dietro i cancelli che custodisce e se tu non fossi sufficientemente forte potresti confondere la realtà con la fantasia e rimanere prigioniero del Mondo di Oneiros. Per sempre”

Le stesse parole di Piton… ma lei e il professore di Pozioni avevano gli stessi gusti in fatto di lettura?

Harry la fissò sgomento, poi istintivamente posò lo sguardo su Ron.
“Non guardare me, amico… Io non le ho detto nulla” si giustificò repentino il ragazzo.

“Hermione, non confonderò la realtà con la fantasia e non resterò prigioniero di quel mondo” la rassicurò il giovane Grifondoro.

“Non ne sarei così sicura… sei ancora molto confuso e il tuo desiderio di rivedere i tuoi genitori potrebbe essere un problema”

“Il desiderio di rivedere i miei genitori non è mai stato un problema e non lo diventerà ora” si giustificò Harry contrariato.

“Promettimi solo che se ti sentirai smarrito e se avrai dei dubbi non ti lascerai guidare dall’istinto, ma cercherai la vera via” supplicò con il volto serio.

Harry la fissava basito… certo, Hermione aveva ragione: desiderava rivedere i suoi genitori, ma aveva ben chiaro quale fosse la sua realtà e la realtà alternativa dell’altro Harry. Non si sarebbe confuso. In quei lunghi mesi aveva imparato a conoscere la vita e la mente dell’Harry non-mago. Avevano avuto esperienze molto simili, ma erano due persone completamente diverse. Lui sapeva benissimo chi era. L’altro Harry era un adolescente arrabbiato con la vita… con i suoi genitori … con suo padre. Certo anche Lui era un adolescente arrabbiato con la vita… ma Lui aveva tutte le ragioni, infondo “la vita” non era stata molto generosa nei suoi riguardi. Non solo gli aveva sottratto i genitori quando era ancora piccolo, ma aveva anche tracciato un destino di morte innanzi a Lui, un destino che lo avrebbe condotto ad uccidere o ad essere ucciso dal più grande mago Oscuro di tutti i tempi.
Lui era il prescelto!
Lui sapeva benissimo chi era !!!

“Non preoccuparti, Hermione. Non smarrirò la via. Non dimenticherò chi sono”

Hermione lo guardò raggiante ed in quel momento il suo cuore pensò che se anche si fosse smarrito il sorriso della donna che amava gli avrebbe illuminato la strada verso casa.



*

“Mi raccomando Harry” la voce del preside era rassicurante e calda come sempre “Non lasciarti ingannare dalle sue parole”

“Sì, signore” annuì il giovane mago ingollando lentamente un’intera pinta di Pozione Acchiappasogni

“E ricorda, Potter” aggiunse un’irritabile voce melliflua “il Viandante dei Sogni è l’unico che può controllare i propri sogni”

“Sì, signore” replicò nuovamente Harry

Si distese sul durissimo e scomodissimo letto che Piton aveva fatto apparire nella stanza del preside e si rannicchiò cullato dalla voce del Preside e dalla falsa e ossequiosa litania del professore di Pozioni.


Una lunga strada buia si dipanava rapida davanti ai suoi occhi… rapida… sempre più rapida!! La velocità era tale che ne vedeva a mala pena i contorni.

“Harry, tuo padre è solo preoccupato per te” lo redarguì una voce femminile.

Si voltò. Era Hermione. Il suo volto era tirato e visibilmente preoccupato. Riportò lo sguardo sulla strada.
“Forse avrebbe dovuto preoccuparsi per me quando glielo chiedevo, non ora. Ora non ho più bisogno di nessuno; me la cavo benissimo da solo”

“Davvero?”

“Cosa vorresti dire?” replicò irritato
Tutta quella rabbia… tutto quell’odio. Non aveva mai provato sensazioni così forti.

“Siamo su una strada buia e tu stai correndo come un pazzo... guarda" disse indicando la strada davanti a loro " non si distingue nemmeno quella maledetissima linea tratteggiata... sembra continua" ansimò nervosa "A quanto stiamo andando?” il suo tono era ritornato calmo ed il suo respiro regolare, ma nella sua voce c’era una crescente nota di terrore “E sono spaventata; Harry. E poi… sei ubriaco… di nuovo

“Io ti spavento?” la sua voce era lenta e carezzevole “Tesoro, almeno sono ancora capace di farti provare qualche emozione. Sei sempre così fredda con me!!!”

“Harry, non mi sembra il momento di discutere di queste faccende… ora!!! Sei ubriaco, lascia che guidi Io” supplicò la ragazza mentre si aggrappava tenacemente alla maniglia della portiera pregando che non accadesse niente.

Ubriaco?

“Hermione ha ragione. Potrei guidare Io” aggiunse una voce timorosa, proveniente dalle sue spalle.

Chi c’era in macchina? Lui conosceva quella voce?

Si voltò.
“GUARDA LA STRADA!!!” tuonò Hermione

Era… Neville!!

“Io non-sono -ubriaco e sto guardando la strada. E poi non andiamo tanto veloce… ” replicò calmo “E tu Neville dovresti solo ringraziarmi per esserti amico. Ti trascino alle feste come un cagnolino… tu sei un fallito e nessuno vuole esserti amico, nessuno tranne Io e Ron, ma lui fa solo quello che gli dico io… ”

Perché diceva quelle cose terribili a Neville?
Lui gli voleva bene!! Ma non riusciva a dominare l’ira che gli martellava dentro, sentiva solo desiderio di distruggere tutto ciò che di bello ancora c’era in Lui.
E poi... aveva la bocca impastata e la testa gli pulsava… forse Hermione aveva ragione, era troppo ubriaco!!

“Non ascoltarlo, Neville. E’ ubriaco e non è te che vuole ferire”

“NON SONO UBRIACO” urlò disperato schivando l’ennesima macchina

“Invece lo sei ed Io sono stanca di raccogliere i tuoi cocci. Harry, comportandoti così non ferisci solo tuo padre, ma tutti quelli che ti sono stati vicini in questi anni. Se continui così resterai solo... HARRY...RALLENTA" gridò Hermione disperata.

Il ragazzo era riuscito a schivare una macchina per il rotto della cuffia. Per qualche istante sembrò perdere il controllo della vettura, ma riprendendo nuovamente velocità, replicò:
“Te l’ho già detto, amore, Io-non-ho-bisogno-di-nessuno!! Nemmeno di te

Perché aveva detto quelle cose?
Lui non le pensava!
Lui amava Hermione!

“Io non ti amo più Hermione. Ci siamo divertiti, ma ora non mi diverto più. Io ho bisogno di una donna con cui scopare non di una madre… mi manca un padre non una madre!!!”

Come poteva trattare la donna che amava in quel modo?!
Si voltò per fissare il volto della donna che un tempo aveva amato e desiderato più di ogni altra cosa; della donna per cui aveva messo a repentaglio la sua amicizia con Ron; della donna a cui aveva donato il suo anello ed il suo cuore.

“Io non ti amo più da tanto tempo, Harry Potter” disse Lei fissando la strada.
Sentiva che non gli importava nulla… di nulla. Si sentiva vuoto e incapace di provare sentimenti, ma quelle parole, quella voce fredda gli stavano lacerando l’anima.
“Non è rimasto più nulla di quel ragazzino che amavamo tutti” aggiunse la ragazza fissandolo con un amaro sorriso.

 “L’occhio di Udjat ha ucciso quel ragazzino” sentenziò pensieroso, prima di chiudere gli occhi


Quando li riaprì si ritrovò al bivio tra le due strade bianche e polverose che si allontanavano dal Luz. Era stremato da tutto quel rancore. Era consapevole che Lui non avrebbe mai rivolto quelle parole a Hermione e a Neville. Lui amava Hermione e stimava Neville, erano suoi amici da sempre e non avrebbe mai fatto o detto nulla per ferirli. Ma era ancora pieno della rabbia che gli aveva vomitato addosso. Ora… però, quel incubo era finito.
Lui sapeva chi era!!!
Non poteva soffermarsi su quanto erano i ricordi dell’altro Harry, doveva andare avanti; doveva nuovamente parlare con Kalindra.
Aveva già percorso quella strada… imboccò quella sulla sinistra dove si stendeva una lunga strada bianca che serpeggiava attraverso immensi prati, chiusi ai lati da boschi di alte conifere. Larghe foglie dorate pendevano dalle secolari conifere poste ai lati del viale, foglie che riflettevano la luce argentea della luna. Sapeva che doveva avanzare, doveva trovare quella donna, doveva trovare le risposte e finalmente rivide… i due cancelli. Alzò lo sguardo ed innanzi alle due mastodontiche porte sedeva una donna dai lunghi capelli color indaco e dalle sinuose forme. Quella splendida figura femminile lo fissava con intensi occhi turchesi.
Sembrava stesse aspettando le sue parole; parole che Harry non riusciva a pronunciare. La sua mente sembrava vagare nel nulla, dinnanzi a tanta sensuale bellezza..

“Io posso esaudire ogni tuo desiderio, Viandante” disse la donna con voce voluttuosa.

“Qualsiasi desiderio?“ domandò Harry smanioso.
Tutto il suo essere era in piena tempesta ormonale.

La donna si avvicinò. Il suo profumo di rosa e gelsomino era inebriante.
“Qualsiasi” ripete la Ninfa avvinghiandosi al giovane mago.

Era così soffice.
La strinse a se, cosicchè i loro corpi potessero aderire completamente.

“Io so cosa desideri, Viandante” proseguì languidamente, appoggiando la sua bocca su quella dischiusa di Harry. Quelle labbra morbide e calde emanavano un odore che mai aveva sentito nel suo mondo. Non riusciva a resistere a tanta pulsione. Quella donna era come una sirena capace di attirare con la sua bellezza e il suo canto gli ignari marinai, portandoli ad un dolce naufragio. E anch’egli voleva naufragare nei suoi splendidi occhi colore del mare; la desiderava come mai aveva desiderato altra donna e ormai succube del suo potere, avvicinò il suo volto a quello di Lei. Accarezzò le sue labbra prima con un dito e infine la baciò.

E poi tutto divenne ineluttabile… le loro mani e le loro lingue andarono rapide alla scoperta di nuovi piaceri. Lei era perfetta: la sua pelle era vellutata e liscia come una succosa pesca ed emanava un intenso odore di vaniglia. I suoi setosi capelli, che ricadevano morbidi sui seni, profumavano di gelsomini. I suoi occhi risplendevano come stelle e le sue labbra erano rossi petali strappati ad una rosa. Era perfetta… l’opera di un Dio. I suoi sensi sembravano acuirsi minuto dopo minuto. Non solo sentiva il gemito del vento che accarezzava i loro corpi, ma poteva chiaramente percepire lo sfrigolio delle foglie che si sminuzzavano sotto il loro peso. E mentre si muoveva ritmicamente dentro di Lei desiderò di perdersi in quel mondo al confine tra sogno e realtà in cui quella donna regnava sovrana.

Nulla aveva più importanza … quei ricordi non suoi, Voldemort, la magia, suo padre… nulla aveva più importanza.

Poi quella voce…

“Non è rimasto più nulla di quel ragazzino che amavamo tutti”
Il sorriso amaro di Hermione.
Era forse nel suo destino dare dolore alla donna che amava?

“Perché ti sei fermato?” domandò la donna carezzando il volto sudato del ragazzo.

“Non posso… non è questa la ragione per cui sono qui”

“Ma è ciò che desideri”

“Desidero molte cose Kalindra” si distaccò dal corpo nudo della donna, ormai libero dal suo incanto, e si sedette serrando le gambe tra le braccia “Io amo Hermione e amo questo mondo”

“In questo modo Viandante hai scelto di percorrere la via” disse la giovane donna ancora distesa sull’erba.
La sua voce sembrava essere diventata fredda e distante. Quanta differenza rispetto a quella calda e seducente di pochi istanti prima.

“Quale via?” domandò il mago

“Quella per cui sei giunto qui. Avevi due scelte, Harry Potter. Conoscere i piaceri del mondo o accettare il peso delle sue sofferenze. Se ti fossi lasciato andare fino in fondo, se insieme avessimo raggiunto l’orgasmo della carne saresti ritornato a Lei ed al mondo che oggi ti appartiene, ma tu hai scelto di percorrere la via verso il castello di Oneiros. Egli ti rivelerà la verità che tanto desideri conoscere, ma che ti condurrà a scegliere fra la tua vita e la vita di molti altri”

“Non capisco cosa vuoi dire” protestò Harry confuso.

“Lo capirai!!” la giovane donna si alzò ed indicando la strada davanti a sé aggiunse “Viandante dei Sogni, percorri il lastricato d’argento che divide la via degli alberi. Alla fine di esso troverai un castello e nel Dedalo della Spada troverai il Signore di questo mondo. Egli ti rivelerà il tuo destino e ti chiederà di oltrepassare Keras od Elephas per ritornare nel tuo mondo”

“Pensavo che fosse sufficiente svegliarsi per ritornare alla mia realtà?”

“Tu sei un Viandante dei Sogni, Harry Potter. E’ questo il mondo che ti appartiene e questa la tua realtà ora”

“Quindi sono prigioniero di questo mondo?”

“I Viandanti dei Sogni possono attraversare Keras ed Elephas. Potresti farlo ora, i cancelli sono davanti a te… e se sei fortunato potresti ritornare nel mondo che ritieni tuo”

Harry la fissava basito e poi volgendo lo sguardo sui cancelli in un soffio di voce recitò:
“Attraverso il cancello di colore nero si accede a tutti i sogni veritieri e profetici, mentre attraverso il cancello di colore bianco si accede a tutti gli incubi e sogni ingannatori. Non dovrebbe essere così difficile scegliere la via”

“Se è ciò che ritieni giusto non sarò Io a fermare il tuo passo. Attraversa pure il cancello che desideri” ribatté la Maia accondiscendente “ma il mio consiglio è di incontrare il Dio, solo Lui può indicare la via giusta da percorrere. Oltre ad essere un Viandante e ad avere il potere di attraversare il mondo dei sogni tu sei anche un Pontifex; e solo i Pontifex, fin dalla notte dei tempi, possono fungere da tramite tra gli uomini e i loro Dei”

“Va bene, se questo è il consiglio della Maia; attraverserò il lastricato e giungerò da Oneiros“ replicò il giovane mago con glaciale distacco.

Raccolse gli abiti che erano sparsi sull’erba e quando alzò lo sguardo, Kalindra era scomparsa. Ora non aveva altra scelta che proseguire lungo la via argentea che gli aveva indicato la custode dei cancelli. Cominciò a seguire il sentiero, inoltrandosi in una specie di parco. Tutto sembrava immutabile. Sentiva un vento fresco accarezzargli la pelle, ma le cime degli alberi erano immoti e la brezza era muta ad orecchio umano. Giunse ad un sentiero. Siepi perfette ne segnavano i limiti esterni e dietro di essi grandi e secolari alberi si curvavano, assumendo la forma di un tetto ad arco tra foglie e rami. Nonostante la terra fosse ricoperta di foglie, il camminare lungo questo viale non produceva alcun rumore, gli sembrava di camminare ad un millimetro dalla superficie. L'aria era calda ed accogliente ed un senso di pace e serenità invase improvviso il suo cuore. Una dorata nebbiolina fluttuava leggera lungo il percorso alberato. Sentiva i sensi confondersi e la vista appannarsi. Aveva il corpo completamente intorpidito e le gambe erano diventate due pesanti tronchi… ma doveva andare avanti, non poteva fermarsi!
Aveva sonno… avrebbe voluto chiudere gli occhi e sdraiarsi, ma una voce nella sua mente gli ricordava continuamente di restare sveglio e di avanzare.
Quando ormai i suoi sensi erano appannati, i suoi occhi scorsero una luce dorata. Cercò di schiarirsi la vista in ogni modo e poi lo vide. Era proprio dinanzi a lui: un enorme e dorato castello e lui si trovava proprio davanti all’immenso portone d’ingresso.

Entrò.

Non c’era nessuno all’interno del maniero, ma sentiva voci, rumore di passi, tintinnare di piatti e di bicchieri, il rintocco di una pendola… ed, ancora,odore di cibo e profumo di persone. Dovevano esserci molte persone in quel posto, c’era un’intensa vita in quelle stanze, ma lui non riusciva a scorgere nessuno… solo alloggiamenti vuoti. Cominciò a salire scale, ad aprire porte ed armadi, ad attraversare sale e saloni finemente arredati. Provò ad inseguire quelle voci, ma ogni qual volta sentiva di averle raggiunte esse si allontanavano. In un’occasione gli era persino sembrato che qualcuno lo avesse sfiorato.

“Forse è un castello infestato da fantasmi?” pensò ad alta voce

Decise di continuare a cercare e di provare ad arrivare nella sala del trono… se il Dio dei Sogni era il sovrano di quel posto probabilmente lo avrebbe trovato seduto su un trono.
“Sempre che ci sia qualcuno in questo posto” aggiunse sfiduciato.

Era un vero labirinto. Quello doveva essere il Dedalo della Spada era lì che si trovava il Signore del mondo dei sogni… così gli aveva detto la Maia.
Dopo ore di cammino giunse in uno smisurato salone. La sala era rettangolare e alla fine di essa era disposto, su una pedana circolare, un enorme trono dorato in cui vi erano incastonate migliaia di pietre verdi.
Ma il trono era vuoto, proprio come la sala. Sentiva un intenso vociare e della musica come se si stesse svolgendo, proprio intorno a Lui, un’animata festa da ballo, eppure non vedeva alcun re e alcuna regina, ne tanto meno allegre dame e aitanti cavalieri, ma solo rumori immersi nel vuoto.

“DOVE SIETE TUTTI?” urlò disperato “DOVE MI TROVO?”

A quel grido seguì il silenzio. Non poteva vederli, ma a quanto pareva loro riuscivano a sentirlo proprio come Lui sentiva Loro.
“DOVE SIETE? CHI SIETE?”

Nuovamente il silenzio, anche se questa volta gli sembrava di udire il fruscio di voci che parlottavano tra loro.
Perché non rispondevano?
Si voltò intorno confuso.
Cosa doveva fare?
Un attimo… se potevano sentirlo forse anche Oneiros poteva sentirlo.
“ONEIROS” gridò supplichevole “SONO GIUNTO IN QUESTO POSTO PER POTERTI PARLARE. TI PREGO MOSTRATI”

Nulla. La sua preghiera sembrava essere inascoltata. Forse non doveva supplicare forse doveva sfidarlo.
“UN DIO POTENTE COME TE NON DOVREBBE NASCONDERSI”

Ancora nessuna risposta.
“MI TEMI COSI’ TANTO?!?”

Le divinità non temono gli uomini” replicò una voce nella sua testa.

“ALLORA PERCHE’ TI NASCONDI?”

Non sono Io a nascondermi, sei tu a farlo

“IO NON MI NASCONDO AFFATTO, SONO QUI AL CENTRO DELLA SALA. SENTO DELLE VOCI, MA NON RIESCO A VEDERVI”

Viviamo su due dimensioni diverse. I Viandanti dei Sogni possono passare da una dimensione all’altra; se riuscissi a farlo potresti vedere gli abitanti del castello. Ma credo che mi mostrerò a te senza che tu debba saltare nella nostra dimensione… “

Mentre nella sua testa giungevano le parole del Dio, innanzi a Lui si mostrò un ragazzo molto giovane, doveva avere dodici o tredici anni. Aveva capelli ed occhi neri come la notte, ma in essi luccicava la luce dei desideri. La sua pelle era bianca e liscia come l’alabastro e dietro le sue spalle si spiegavano candide ali… sembrava un angelo.

“… richiederebbe un tempo ed un potere che in questo momento non ti sono concessi”

Era dunque Lui il Dio che stava cercando… colui che gli avrebbe indicato la via?

“Chi sei?” domandò Harry incerto

Il ragazzo sorrise
“Dovrei essere Io a porti questa domanda giovane Pontifex”

Giovane? Ma se era più piccolo di Lui!!  

“Io sono Morfeo o Oneiros, se è così che preferisci. Sono il Signore del Sogno. Figlio di Ipno e della Notte”

“Ipno?”

“Sei al quanto ignorante per essere un Pontifex”

Ignorante? Quel moccioso gli aveva dato dell’ignorante? 

“Ipno è il Dio del sonno e il fratello gemello di Tànato, dio della morte. Ma non credo che tu abbia attraversato la via del Sogno solo per parlare della mia famiglia? Chi sei giovane Pontifex?”

“Tu sei un Dio… dovresti sapere chi sono e perché sono qui”

“Perché?” domandò il ragazzo con sguardo sincero.

“Forse perché solitamente un Dio sa tutto?” ribattè perplesso

“Perché dovrei sapere tutto di te? Non credi sia alquanto presuntuoso da parte tua ritenere una cosa del genere?”
Ma era davvero un Dio?

Il ragazzino gli voltò le spalle e si diresse verso la pedana dove era disposto il trono. Harry pensava che stesse per sedersi sul simbolo del suo potere invece si sedette sugli scalini ai piedi del soglio regale. E lo fissò in attesa di qualcosa…
“Io sono Harry Potter e sono un mago”

“So chi sei, Harry Potter e conosco il tuo potere”

Ma se aveva detto…
“Scusa non avevi detto che non mi conoscevi?” ribatte stizzito.

“Infatti non ti conosco, ma conosco il tuo nome ed i tuoi sogni”

Quel ragazzino era veramente irritante.

“Erano secoli che un Pontifex non arrivava al mio cospetto. Sei molto potente Harry Potter per essere giunto fin qui attraverso il sentiero dei sogni e per essere riuscito a superare la serva di Mamu”

“La serva di Mamu? Intendi Kalindra?”

Sorrise nuovamente, ma questa volta sembrava un sorriso lascivo che poco s’intonava sul suo viso angelico.

“Kalindra… quale intima confidenza! Comunque sei davvero ignorante Harry Potter. Forse dovrò spiegarti un po’ di cose, prima di proseguire in questa sempre più interessante conversazione. Questo è il mio regno giovane Potter, al confine tra sogno e realtà. Solo i Viandanti dei Sogni possono raggiungerlo. I Viandanti dei Sogni sono quei sognatori coscienti di sognare. Ogni volta che un sognatore diventa cosciente dell'esistenza dell'Anima e del fatto che lui esiste contemporaneamente come Dormiente nel Corpus e come Doppio Onirico nell'Anima, il Dio Elementale a lui più consono, durante una semplice cerimonia detta Cerimonia del Nome, che ha luogo nella caverna dell'Ouroboros, gli consegna un oggetto, simbolo di potere onirico, e un nome archetipico che spesso rispecchia il carattere del sognatore. Da quel momento in poi il sognatore diventa un Viandante a tutti gli effetti”

“Io non sono stato sottoposto ad alcuna cerimonia” obiettò Harry, stanco di ascoltare tante inutili parole “Non mi sembra di averti detto che potevi interrompermi!” replicò la divinità seccamente “Come ti ho detto tu hai immensi poteri”

Il ragazzino aprì la mano e sul suo palmo Harry notò che vi era poggiato un anello… un drago che si mordeva la coda, con una grossa pietra verde al posto degli occhi.

“Questo è l’anello di mia madre, quello che mi ha dato zia Petunia”

“Questo è l’oggetto che ti ha concesso di attraversare il confine”

“Ma Io non l’ho più. L’ho donato a Hermione”

“Il simbolo onirico serve solo per mostrare la via che conduce al confine. Una volta raggiunto, il Viandante non ne ha più bisogno. Inoltre, nel tuo caso non è stata necessaria alcuna cerimonia perché il tuo potere trascende questo mondo”

“Ok… ho il potere di entrare nel tuo mondo e a cosa mi serve? Non certo a sconfiggere Voldemort”

“Sottovaluti questo mondo giovane Pontifex. In ogni modo,i Viandanti dei Sogni non solo attraversano il confine, ma hanno altre interessanti capacità: sono in grado di entrare nei sogni degli altri umani e alcuni hanno poteri precognitivi. Ma tu sei anche un Pontifex, e cioè hai l’onore di parlare con me”

“Quale onore!!” sbuffò Harry deluso

“Per il momento ignorerò il tuo sarcasmo… sono un Dio molto generoso. Mi pare che stessimo parlando di Mamu. Mamu è la dea babilonese dei sogni. Quella stupida contrasta i miei disegni per puro divertimento. Sono millenni, ormai, che Mamu non calca più questa mia terra, ma come sua rappresentante ha lasciato la Maia, una ragazza proveniente dal mondo della Veglia. Non credo che dovrò parlarti di Lei, scommetto che hai avuto modo di conoscerla molto intimamente. Si sente così sola da quando il mio servo, il Primo Guardiano, non è più al suo fianco. Come saprai sto cercando un valido sostituto”

“Lei mi ha detto che il Primo Guardiano non può essere scelto tra i Pontifex”

“Effettivamente sarebbe uno spreco utilizzare tanto potere come trastullo sessuale di una Ninfa, ma nel tuo caso potrei fare uno strappo alla regola”

Essere il giocattolo sessuale della Ninfa e il leccapiedi di quel moccioso arrogante sono proprio i miei sogni inconfessati" pensò fra sé , disgustato da quell'indegna ed insolente proposta, e poi replicò “No grazie. Non mi interessa”

“Peccato, mentre ti rotolavi con lei sul viale accanto alle porte sacre non sembravi tanto poco interessato”

Se non si toglieva quel risolino dalla faccia lo avrebbe preso a pugni.
“Non erano scene per ragazzini” lo schernì Harry

“Non lasciarti ingannare dal mio aspetto… Io sono qui da prima dell’avvento dell’uomo. E comunque, Potter, Io non ho mai lasciato una donna senza donarle il piacere che cercava”

“Pensavo che tu fossi in grado di aiutarmi, che potessi dare risposta alle mie domande, però alla luce di ciò che ho visto credo che il mio viaggio sia stato del tutto inutile. Kalindra dice che tu sei l’unico che possa indicarmi la via per ritornare nel mio mondo. Quindi perché non mi dici come fare?”

Sorrideva ancora… ma dietro quel sorriso c’era qualcosa di strano.
“Solo Io posso indicarti la via per tornare al tuo mondo? Non è così difficile: attraverso il cancello di colore nero si accede a tutti i sogni veritieri e profetici, mentre attraverso il cancello di colore bianco si accede a tutti gli incubi e sogni ingannatori” aveva pronunciato quelle parole come un bambino, un bambino dispettoso che recita una poesia di Natale.

“Se non c’era alcun inganno in quelle parole, perché la Maia aveva voluto che giungesse da Oneiros… da un Dio inutile e arrogante?” pensò confuso

“Semplicemente perché Lei è molto più intelligente di te!!”

“Puoi leggere nel pensiero?” domandò perplesso

Umani…” replicò sarcastico “le divinità non leggono nel pensiero, sono i vostri pensieri che arrivano alle nostre orecchie”

“Quindi mi hai preso in giro fino ad ora?”

“Mi piace sollazzarmi con voi piccoli esseri umani… siete così semplici”

“Allora cosa ne diresti di dirmi cosa sta succedendo?”

“Nulla… in questo mondo non succede mai nulla di interessante”

“Non nel tuo mondo idiota, ma nel mio”

“Rivolgersi così ad un Dio… posso essere molto vendicativo se voglio” il suo volto aveva assunto un poco rassicurante cipiglio.

Forse non era una grande idea schernire così un Dio, anche se aveva le fattezze di un ragazzino.
“Mi scusi sua divinità," cominciò con tono vagamente beffardo "ma ho fatto un lungo viaggio per avere delle risposte e credo che tu possa essere l’unico a darmele”

“Ora va molto meglio, giovane Pontifex. Poni la tua domanda”

Questo era veramente troppo… erano ore che formulava sempre la stessa domanda…
Ma è un Dio ritardato? Sarà per questo che non è cresciuto” pensò seccato e divertito dallo stesso tempo

“Non sono ritardato Potter, solo che ho già risposto alla tua domanda di prima: non sta succedendo assolutamente nulla né in questo, né in altri mondi”

“Allora perché faccio quegli strani sogni? Perché riesco a vedere ciò che accade nell’altra realtà? Come mai sono entrato in contatto con la realtà alternativa di un altro Harry?”

“Belle parole, ma assolutamente impossibili. I viandanti non possono attraversare differenti realtà, ma solo entrare nei sogni di altri sognatori”

“Forse sono riuscito ad entrare nel sogno di un sognatore appartenente ad un’altra realtà”

“Impossibile Potter. In effetti esistono realtà alternative come dici, ma solo un Dio può attraversarle e nonostante i tuoi immensi poteri di Pontifex non sei ancora diventato un Dio”

“Quindi?”

“Lo hai detto… sono solo sogni

Harry lo fissava ed in quel momento un dubbio balenò rapido nella sua mente, ma prima ancora di riuscire a formularlo…

“Esattamente” confermò Oneiros raggiante “Ecco perché Lei non ti ha lasciato attraversare i cancelli”

“Perché il sogno potrebbe essere sia questo mondo che l’altro” disse con voce tremante.

“Ti ripeto... ache se odio ripetermi... sei un Pontifex molto potente”

“Tu sai qual è la verità?” domandò Harry in uno stato catatonico.

“Anche tu la conosci… quindi va e attraversa il cancello che desideri”


Promettimi solo che se ti sentirai smarrito, se avrai dei dubbi non ti lascerai guidare dall’istinto, ma cercherai la vera via
Ma quale era la vera via?
Lui chi era veramente?




NdA: spero che tanta attesa sia valsa la pena. Anche questa volta ho cambiato titolo all'ultimo momento... il prossimo si intitolerà "la via"... e vedremo quale strada Harry deciderà di imboccare per ritornare nel suo mondo!!!
Ci approssimiamo alla fine della storia... spero di riuscire a svilupparla e a concluderla in tre capitoli... e spero che il finale possa essere di vostro gradimento. Infondo la parte più bella dei libri è spesso il finale...

Per ora vi lascio con la promessa di postare al più presto il prossimo, vi abbraccio tutti.
Tanti bacini
Lella80

EFP

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