Harry Potter e la pietra di Oneiros di RaffaLella (/viewuser.php?uid=1837)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sogni ***
Capitolo 2: *** L'anello ***
Capitolo 3: *** Il Patto ***
Capitolo 4: *** Liti e risse ***
Capitolo 5: *** Fiducia ***
Capitolo 6: *** Sogno e Realtà ***
Capitolo 7: *** follia e paura ***
Capitolo 8: *** Le lezioni di Lupin ***
Capitolo 9: *** Riunioni Segrete ***
Capitolo 10: *** la Maia ***
Capitolo 11: *** Maschere ***
Capitolo 12: *** Scomode Verità ***
Capitolo 13: *** Grifondoro vs Serpeverde ***
Capitolo 14: *** Notte prima di Natale ***
Capitolo 15: *** Amori e Dissapori ***
Capitolo 16: *** Il Castello di Oneiros ***
Capitolo 1 *** Sogni ***
CAP1
Bene…sono tornata. Per chi si
appresta a leggere questa storia, mi preme dire che essa è il proseguo di
“Harry Potter e la rivolta dei mezzosangue”. Il racconto, comunque, si svolgerà
in maniera tale che non si renderà necessario leggere quello precedente per la
comprensione dei fatti.
Avevo deciso di non continuare la storia. Ho troppo poco tempo e
troppi impegni (ho persino dovuto abbandonare, per il momento,
delle bellissime ffic, che stavo leggendo), ma poiché ho deciso di diventare
una scrittrice devo scrivere…scrivere…scrivere…non posso limitarmi a leggere,
purtroppo!! Non sono ancora pronta per scrivere delle fic originali, per cui
per esercitarmi e tentare di migliorare il mio stile e la mia sintassi
continuerò a scrivere ffic. Avrei voluto scrivere su qualche altro argomento,
ma non sapevo quale…magari qualche manga!!
Se qualcuno di voi ha delle idee, potrebbe comunicarmele, mi
farebbe davvero un favorissimo!!
Ora dovrò studiare una nuova trama e fare un po’ di ricerche. E
questo richiederà molto tempo, abbiate dunque un po’ di pazienza. Dopo il Necronomicon
e Yog-Sothoth, che rappresentavano la mitologia araba, sono indecisa se basare
questa nuova storia sulla mitologia celtica o su quell’egizia. Comunque
rivedremo ancora elfi, vampiri, centauri, troll e introdurrò delle nuove
creature magiche.
Per tutti coloro che amano la magia, anche questo sarà un vero e
proprio trattato, anche se questa volta cercherò di essere meno didattica, così
non sembrerà di stare a scuola.
Ripropongo il vecchio metodo della
storia interattiva, per cui sarete voi a decidere: celtica o egizia? In seguito
verranno gli altri quesiti.
Grazie ancora e buona lettura
Lella80 .
CAP1
SOGNI
“Harry, svegliati”
Harry si rigirò nel letto. Afferrò il cuscino e lo
schiacciò contro il volto, cercando di attutire il suono di quell’acuta voce di
donna. Sentì la porta crepitare e percepì una presenza avvicinarsi al letto. La
donna agguantò il cuscino e lo strappò dal volto del ragazzo.
“E’ tardissimo; vuoi fare tardi a scuola?”
lo redarguì, fissandolo dolcemente
“Mamma ho sonno” replicò il ragazzo
assonnato, con voce mesta.
“Harry, ormai hai undici anni e sei un ometto” cominciò la
donna, accomodandosi al bordo del letto. “Credo siano finiti i giorni dei
capricci. E poi, se non ti sbrighi, sarai costretto a prendere l’autobus. Tuo
padre è già pronto e dice che se non ti spicci, non ti aspetterà” concluse
divertita.
Gli scompigliò i capelli e si levò dal letto, dirigendosi
verso la porta. Harry inforcò gli occhiali, poggiati sul comodino accanto al
letto; li poggiò sul naso. Tentò di lisciarsi la chioma ribelle, ma era tutto
inutile
“MAMMA” gridò, prima che lei poggiasse la mano sul pomello
della porta
Aveva paura che scomparisse non appena avesse varcato la
soglia. Voleva rivedere ancora il volto di sua madre.
La donna si voltò. Harry rimase muto e immobile a
fissarla. In cuor suo si chiedeva il perché di quella strana sensazione. Sua
madre era lì davanti ai suoi occhi; eppure lui aveva paura di perderla.
“Sai, è inutile che ci provi. Dacché lo conosco, tuo padre
non è mai riuscito ad addomesticare i suoi capelli” affermò la donna giocosa,
mentre osservava il figlio intento a stiracchiarsi una vertigine al centro
della testa “E…sbrigati” aggiunse, aprendo la porta.
Quando la porta si chiuse, il ragazzo volse istintivamente
lo sguardo verso la sveglia. Erano le 7:16. Era tardissimo!!!
Aprì l’armadio, prese un paio di jeans e un maglione. Si
vestì più lestamente possibile e scese di corsa le scale. La tavola era
riccamente imbandita. Lily Potter stava imburrando una fetta di pane, mentre
James leggeva il giornale.
“Finalmente” fece la donna poggiando sul tavolo un tazzone
di latte e dei corn flakes.
“Hai appena sette minuti” aggiunse il padre sorridendo
“credi di farcela senza strozzarti?”
“Non preoccuparti” replicò Harry, cominciando a
rimpinzarsi
“Harry!!” lo rimproverò la madre “non devi mangiare troppo
velocemente…ti sentirai male”
“Ma mamma…” replicò Harry sputacchiando dappertutto
“Più cresci e più somigli a tuo padre. Mi farete impazzire
prima o poi”
“Però ci ami” replicò James, abbracciandola
“Da impazzire. E voi ve ne approfittate!!” replicò con un
vago cipiglio
Si baciarono, davanti agli occhi sconcertati del figlio.
“Bleah!!” reiterò Harry, alla vista di quel bacio, anche
se in cuor suo si sentiva sereno, come non ricordava di essere mai stato “Io
vado a lavarmi i denti. E, vedete di sbrigarvi, se non volete fare tardi a
lavoro!!!”
Era felice.
Entrò in bagno. Prese spazzolino e dentifricio e levando
lo sguardo, vide la sua immagine riflessa nello specchio. Si portò
istintivamente la mano alla fronte.
Dov’era?
La cicatrice a forma di saetta era sparita. Il simbolo
tangibile del suo legame con l’Oscuro Signore era scomparso. Quel doloroso
ricordo lasciatagli da Voldemort, il mago che aveva ucciso i suoi genitori…ma i
suoi genitori erano vivi.E…chi era
Voldemort? Un mago?
Cosa stava accadendo?!?
Forse stava impazzendo o forse…
“HARRY…HARRY…HARRY”
*
Aprì gli occhi.
“Harry, come ti senti?” chiese zia Petunia angustiata
“Bene, perché me lo chiedi?” chiese il ragazzo stralunato,
sedendosi al centro del letto
“Hai avuto la febbre alta per tre giorni di seguito. Ieri
sera hai perso i sensi”
“Cioè…vuoi dire che sono svenuto?” domandò allarmato per
l’imbarazzo
La donna annuì
Harry ricadde mollemente all’indietro
“C’era anche Dadley?” chiese flebilmente serrando gli
occhi
“Perché….”
“Perché mi prenderà in giro per un mese, anzi per tutta la
vita” la interruppe Harry amareggiato.
“Eri malato. E poi il mio Daddy non farebbe mai una cosa
del genere” replicò con voce squillante
“Come no?” pensò Harry fra se.
Ma sarebbe stato stupido insistere; zia Petunia era
totalmente ceca e sorda quando si parlava di suo figlio.
Dudley era un grasso idiota prepotente, che amava
scorrazzare in bicicletta, terrorizzando l’intero quartiere; ma per zia Petunia
suo figlio era un sottile e dolce angioletto. Un tempo era proprio lui, Harry,
il gioco preferito di Dudley, ma quando il cugino aveva scoperto che lui era un
mago, le cose erano radicalmente cambiate. Ciò nonostante Daddy era un
autentico bullo vigliacco, non aveva di certo perso le sue cattive abitudini;
aveva solo spostato la sua attenzione su prede più semplici…cioè su piccoli
ragazzini impauriti. Il giovane mago detestava suo cugino e se non fossero
esistite le restrizioni sull’utilizzo della magia nel mondo babbano, relative
ai minorenni, lo avrebbe già trasformato in un maiale…tanto Dadley era più
affine ad un suino che ad un essere umano; ma quei vincoli stavano per cedere,
entro poche settimane sarebbe stato il suo diciassettesimo compleanno. Sarebbe
diventato maggiorenne e poi…avrebbe finalmente lasciato casa Dursley!!!
Il suo più grande sogno stava per realizzarsi, vivere per
sempre nel mondo magico, lontano dai Dursley…anche se…negli ultimi tempi le cose
erano cambiate. Naturalmente, continuava ad aborrire la famiglia Dursley al
completo, eppure, l’anno precedente, una nuova scoperta aveva reso meno
terribili i giorni passati al numero quattro di Privet Drive. Zia Petunia non
odiava sua madre, come aveva sempre manifestato, ma anzi, l’amava talmente
tanto da umiliarlo e maltrattarlo, pur di tenerlo lontano dal mondo della
magia; da quel mondo che le aveva strappato la sua unica amata sorella. Lei non
solo disprezzava la magia, ma anche James Potter; l’uomo che, a suo dire, aveva
trascinato la sorella in un baratro senza fondo, che l’aveva condotta ad una
morte atroce e prematura.
Harry ancora non aveva compreso i sentimenti che la donna
provava nei suoi confronti. Forse lo odiava perché lui era un mago ed era
praticamente la fotocopia vivente di suo padre…o forse non riusciva a
detestarlo perché figlio di sua sorella. Sicuramente non lo amava!!!. Il
comportamento della zia a tal proposito non lasciava dubbio alcuno nella sua
mente.
“Come mai sei qui?” chiese con noncuranza il ragazzo
“Ero venuta a vedere come stavi” disse levandosi dalla
sedia, posta ad un lato del letto
“Capisco” disse voltandosi
“Vado a preparati una tazza di brodo caldo, devi
rimetterti in forze” replicò aspra
“Non ho fame”
La porta si chiuse.
Si rigirò e volgendo lo sguardo ai piedi del letto, vide
una coperta con fantasie scozzesi riversa sul pavimento. La cosa gli parve
strana…anzi stranissima. Zia Petunia era la regina dell’ordine, sarebbe morta
piuttosto che lasciare qualcosa buttato al suolo.
“Chissà che ore saranno?” chiese a se stesso
Una tonda e sfavillante luna si levava alta nel cielo e
faceva capolino dalla finestra chiusa. Prese l’orologio dal comodino…erano le
2:10 del mattino.
E allora…fu assalito dal rimorso. Forse era stato troppo
freddo e sgarbato con sua zia, forse la donna era rimasta a vegliare il suo
sonno; forse la voce che lo aveva risvegliato era la sua. La voce della zia si
era sovrapposta a quella della madre e l’aveva ridestato da quel magnifico
sogno. Forse era quel sogno che lo aveva turbato oltre modo e lo aveva reso
tanto impassibile.
Suo padre, sua madre, la sua famiglia era tutto così reale
da essere più simile ad un ricordo che non ad un sogno.
Ma era un sogno!!! Soltanto uno stupido sogno!!
Un mondo senza Voldemort, senza cicatrice, senza magia.
La magia, che egli aveva tanto amato, che gli aveva donato
serenità, amici, una casa e che gli aveva restituito il ricordo dei suoi
genitori; era essa stessa la causa della morte dei suoi genitori, di Cedric, di
Sirius, di Neville. La magia gli aveva donato una vita d’inferno. La magia lo
aveva messo continuamente di fronte a delle scelte, l’ultima delle quali aveva
segnato in maniera indelebile la sua anima. Aveva dovuto scegliere tra la vita
di tutte le umane genti e la vita del suo amico Neville. Come sempre, lui non
aveva scelta, aveva dovuto sacrificare la vita dell’amico per il bene
dell’umanità e quella scelta aveva lacerato il suo cuore per sempre.
Ora dell’amico e di
quell’avventura gli era rimasto il rospo Oscar, una rara Mimbus Mibletonia
e la copia originale del più potente libro di magia nera esistente al mondo, il
Necronomicon. Un libro scritto da Yog-Sothoth, un dio che Harry
aveva imprigionato all’interno dell’antico testo, attraverso un rito, che aveva
reso il libro inutilizzabile.
Idrial, gli aveva indicato come fare. Idrial, l’elfo dei
boschi che aveva giocato con la sua vita e con quella di Neville (cfr “la rivolta dei mezzosangue;
chap21). Idrial che,
attraverso la professoressa Cooman, l’insegnante di divinazione, aveva esposto
la profezia che aveva legato lui e Voldemort
Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro
Signore....nato da chi l'ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del
settimo mese....l'oscuro signore lo designerà come suo uguale, ma egli avrà un
potere a lui sconosciuto...e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché
nessuno può vivere se l'altro sopravvive...
Tutto per l’annientamento di Yog-Sothoth e del Necronomicon.
Una distruzione, che aveva richiesto come dazio la vita di Neville. E tutto per
opera del custode del libro, Idrial. Idrial, che si era condannata ad una
prigionia eterna, per la salvezza di tutti i popoli della terra. Non poteva nemmeno odiarla.
Il libro, dunque, era stato distrutto, ma la profezia non
si era ancora compiuta. Idrial prima di sparire aveva chiaramente riferito
Ti attende l’ultima grande
battaglia, quella che ti vedrà di fronte a Voldemort. Sarà la guerra che vedrà babbani e maghi schierati
contro il Signore Oscuro.
Non era ancora finita. Voldemort
doveva essere distrutto; la rivolta dei Mezzosangue era appena
cominciata…e nessuno poteva conoscerne l’esito. Era
spaventato, non per se stesso, ma per i suoi amici e per tutti coloro che gli
erano accanto. Aveva paura del ripetersi della storia: la vita di una persona a
lui cara, in cambio della sua sopravvivenza. Era questa la maledizione della
sua esistenza!!!
Dopo l’ultima avventura a Hogwarts, dopo aver rischiato la
vita di zia Petunia e soprattutto con la morte di Neville, aveva cominciato a
desiderare una vita “normale”. Era quel suo intimo desiderio che negli ultimi
tempi lo aveva portato a sognare una vita senza magia. I suoi sogni negli
ultimi tempi lo avevano sempre più spesso trasportato in una realtà fatta di
piccolezze, una vita di compiti di matematica e di letteratura, di scazzottate
con gli amici, di partite di calcio, di gite in campagna e allo zoo. Una vita
alla Dursley. Ma quei sogni non gli erano mai parsi tanto realistici come
quella notte. E quella tangibilità lo aveva reso triste.
Proprio mentre nella sua mente turbinavano vorticosi tutti
questi pensieri, la porta si aprì. Zia Petunia entrò, recando tra le mani un
vassoio, su cui era poggiata una grossa tazza e un cucchiaio. Un delicato odore
di brodo si diffuse per la stanza.
Harry si sedette. La donna appoggiò il vassoio sul letto.
Raccolse la coperta dal pavimento e la piegò, poggiandola sulla sedia.
“Devi mangiarla, non guardarla” fece acida
Harry afferrò il cucchiaio e la immerse nell’intingolo.
Riempì il cucchiaio e lo portò alla bocca
“E’ buono” disse entusiasta
“Cosa credevi, che ti avvelenassi?!?” replicò aspramente
“Mi dispiace di essere stato sgarbato”
“Non mi aspetto di certo che tu sia educato, viste le tue
origini. Solo che pensavo di aver fatto un lavoro migliore con te!!”
Perché doveva essere sempre così…così…zia Petunia!!!
Harry era al quanto contrariato per il comportamento della
donna. In silenzio proseguì a mangiare la minestra. La donna si sedette,
scrutandolo incuriosita.
“Cosa c’è?” chiese Harry seccato
“Cosa stavi sognando?”
Come faceva, zia Petunia, a sapere che quel sogno lo aveva
tanto turbato!? Forse era solo curiosità femminile; ed era universalmente noto
che sua zia era una vera impicciona.
“Perché?” chiese Harry guardingo
“E cattiva educazione rispondere ad una domanda con
un’altra domanda”
Era davvero la regina delle banalità!!!
“Ho sognato la mamma e il papà”
“Era un bel sogno?”
“Si era bellissimo. La mamma mi svegliava per andare a
scuola e papà aspettava, leggendo il giornale, per accompagnarmi” erano
settimane intere che faceva quei sogni ed era davvero contento di poterli
dividere con qualcuno, anche se quel qualcuno era zia Petunia “Era tutto così
reale. Ed io mi sentivo felice”
“E come ti accompagnava con la scopa volante?” lo schernì
la zia
“No, in macchina” replicò il ragazzo flemmatico
“Una macchina volante?”
“No, una macchina normale. Era un mondo senza la magia”
“Sembri molto entusiasta?”
Il giovane mago annuì.
“Troppo entusiasta, Harry!!”
“Dovresti gioirne. Io appagato di andare ad una scuola
babbana in macchina” rispose accigliato
“Tu non hai smesso di amare la magia; tu sei solo
terrorizzato. Hai paura”
“IO NON HO PAURA DI NIENTE. Ho smesso di averne molto
tempo fa” replicò fissando astioso la donna.
“Il tuo compito è quello di uccidere quel mostro, ragazzo.
Devi vendicare la morte di tutte le persone che lui ha ucciso o che ha usato
per i suoi sporchi scopi. Devi fermarlo, Harry. E non perché te lo ha detto
qualcuno o perché una profezia t’impone di farlo, ma perché tu vuoi farlo, per
il bene di tutti e per la fine di un incubo”
“Come fai a sapere della profezia?”
“Me lo ha detto il tuo preside” rispose concisa
“Silente?”
La donna annuì
“Io voglio uccidere Voldemort, ma come posso fare?”
“Lui è un mago. Sei riuscito a sconfiggere un Dio
millenario, dovrebbe essere molto più semplice sconfiggere un uomo con una
bacchetta. Non credi?”
La faceva troppo semplice!!!
“Anche se lo sconfiggessi i miei genitori e i miei amici
non ritornerebbero in vita” aggiunse appoggiando il cucchiaio sul vassoio “Il
fatto che desideri un mondo senza magia, non significa che mi stia arrendendo”
“Lo so, ma ricorda che hai altri amici e poi ci siamo io,
Vernon e Daddy, noi siamo la tua famiglia” agguantò il vassoio “Hai ancora
delle persone per cui combattere e ancora tanto da perdere, se ti arrendessi.
Combatti per i vivi e ringrazia i morti”
Zia Petunia aveva ragione.
“Perché non hai voluto che Silente cancellasse la tua
memoria?”
“E’ perché mai? L’incantesimo di Merlino è stato rimosso;
il velo ormai è stato squarciato. La magia si sta lentamente rimescolando con
il mio mondo; la gente comincia a ricordare!! Rammenti le parole della tua
amica: questa guerra vedrà babbani e mezzosangue schierati contro l’Oscuro
Signore. E poi i seguaci di quel pazzo non fanno che assalire le persone
normali… sono tutti terrorizzati. Io, da conto mio, preferisco conoscere il
potere di colui contro cui dobbiamo combattere. E poi tu sei solo un ragazzo.
Sapevo che ti saresti abbattuto. Spetta a noi adulti dare buoni consigli ai
giovani e il tuo preside, per quanto strano” disse storcendo il naso “era
pienamente d’accordo con me”
Aprì la porta
“Buonanotte e cerca di riposare. Devi guarire al più
presto. Fra due settimane verranno a prenderti”
Fissò per alcuni minuti il soffitto bianco della sua
stanza per poi sprofondare in un sonno senza sogni
**
Il mattino seguente si sentiva decisamente meglio, quindi
decise di scendere a fare colazione con i Dursley.
Durante le estati trascorse a casa Dursley era sempre
rinchiuso nella sua stanza. I suoi zii lo temevano e lo evitavano come un
appestato; lo tenevano nascosto agli occhi del mondo e avevano finanche
raccontato ai vicini che frequentava il “Centro di Massima Sicurezza San Bruto
per Giovani Delinquenti Irrecuperabili”. La cosa lo aveva divertito un bel po’
la prima volta; anche se gli era costato caro.
Quei lunghi giorni trascorsi a letto, lo avevano reso
particolarmente insofferente; non sopportava più quelle pareti bianche.
Piuttosto preferiva affrontare Dudley e zio Vernon.
Entrò in cucina.
Tutti sembravano ignorarlo. Zia Petunia, senza proferir
parola, poggiò sul tavolo un piatto con uova e pancetta e un bicchiere di
latte. Il silenzio incombeva come un masso sulle loro teste. Si udiva solo lo
speaker del telegiornale.
“Nuovi scontri nella zona occidentale di Londra. Uomini
incappucciati, nella mezzanotte di ieri, hanno aggredito 10 ragazzi, i quali
sono riusciti a scappare grazie ad un gruppo di persone stranamente abbigliate”
cominciò lo speaker, un uomo grasso e pelato, che portava dei piccoli
occhialetti quadrati, appoggiati alla punta del naso “Alcuni testimoni
affermano che i misteriosi salvatori fossero maghi. Sembra che la magia abbia nuovamente fatto ritorno nel nostro
mondo. Voci di dubbia fondatezza sostengono che un Oscuro Mago,
Colui-che-non-deve-essere-nominato, ha intrapreso una guerra contro la Londra
non magica. I distretti di polizia londinesi e la stessa Scotland Yard, in
mancanza di elementi a riprova di tali voci, consigliano ai cittadini di evitare
luoghi solitari e di diffidare di uomini incappucciati, vestiti di nero. Il
sindaco di Londra, il Ministro della Giustizia e quello degli Esteri, stanno
cercando di contattare i maghi-amici per tentare di organizzare una difesa
contro gli assalitori. Combatteremo al fianco dei nostri nuovi amici”
Sarà la guerra che vedrà
babbani e maghi schierati contro il Signore Oscuro.
Idrial aveva ragione. Zia Petunia aveva ragione…la nuova
grande guerra contro Voldemort era appena cominciata.
“Come ti senti? Vuoi che metta un materasso accanto a te,
per attutire la caduta?” sussurrò Dadley “Pensa cosa direbbe la tua ragazza se
sapesse che sei svenuto per un pò di febbre” terminò con un sorriso beffardo
Harry si avvicinò e bisbigliò “Se fossi in te non tirerei
troppo la corda, o vuoi che ti trasformi in un maiale?”
“Tu non puoi farlo, non puoi usare la magia” replicò il
cugino portandosi le mani sul deretano, memore del codino di maiale che gli
aveva fatto spuntare Hagrid, l’insegnante di Cura delle Creature Magiche,
sei anni prima.
“Invece, si”
“S-stai me-mentendo” balbettò Dudley
“La restrizione è valida solo per i maghi minorenni”
“Minorenni” ripeté il ragazzo, che cominciava a capire
“Già; la settimana scorsa è stato il tuo compleanno,
vero?. Hai compiuto diciassette anni. Tuo padre ti ha regalato la macchina.”
Dudley deglutì
“Fra un po’ sarà anche il mio compleanno” proseguì Harry
palesemente divertito “e mi regaleranno il permesso di usare la magia, senza
alcun problema. Non credi che sia uno splendido regalo…Daddy”
“Tu non lo faresti mai!!!”
“Mettimi alla prova?” disse sorridendo “magari se lo
facessi davanti a Penelope, pensa la figuraccia”
“Lo dirò a mio padre!! E lui ti caccerà!!”
“Davvero…che paura!!!”
“Cosa dice il tuo strano giornale, quello con le figure
che si muovono?” chiese zio Vernon mettendo fine e quella silenziosa zuffa. Il
suo volto era serio e tirato.
“La Gazzetta del Profeta?” chiese Harry incuriosito
“Quanti giornali avete? Un miliardo? Cosa sai di tutta
questa storia?”
Di sicuro non c'era un solo giornale...ma decise di rispndere senza tirarla per le lunghe!!
“Per il momento le cose sembrano sotto controllo, non ci
sono state perdite né tra i Mezzosangue né tra gli Auror” rispose Harry
laconico
“Quindi, stiamo vincendo?”
“Non ho detto questo”
“Allora?” lo incitò lo zio
“Cosa vuoi sapere?” chiese Harry, il labbro superiore
contorto in una strana smorfia
“Voglio sapere se c’è una possibilità oppure se…”
“Non preoccuparti, tutti i membri del Centro di Massima
Sicurezza San Bruto per Giovani Delinquenti Irrecuperabili, sta lavorando per
la sicurezza delle persone normali”
“Ragazzo, E’ COLPA DI UNO COME TE SE SIAMO IN PERICOLO”
urlò zio Vernon, una vena gli pulsava al lato del collo; Harry cominciò a
temere che gli prendesse un ictus “QUINDI NON AMMETTO QUEL TUO INOPPORTUNO
SARCASMO”
“Io non sono un mago oscuro. Io non sono Voldemort”
“La magia” sussurrò appena il corpulento uomo, mentre un
brivido lo percorse per tutto il corpo “è la causa di tutto ciò. Non si può
odiare e uccidere delle persone solo perché diverse”
Harry sorrise. Era proprio vero che solo quando le cose le
si vive sulla propria pelle, le si può capire. Vernon Dursley lo aveva
trattato, per oltre sedici anni, come un essere contagioso, come un mostro da
temere e nascondere. Lo aveva odiato solo perché diverso ed ora proprio lui, il
più ‘normalissimo’ dei Dursley, non capiva come si potesse odiare qualcuno,
solo perché diverso.
Ironia della vita.
“I babbani hanno odiato e trucidato i maghi per secoli. La
ricordi l’inquisizione. Siete voi che avete cominciato. Non è stata la magia a
creare Voldemort, ma i babbani. Se non lo aveste odiato per ciò che era, forse
oggi lui non tenterebbe di uccidervi, ma non preoccuparti” fissò lo sguardo su
zia Petunia “Io ucciderò Voldemort, perché i miei amici e i miei genitori
possano essere fieri di me. Ucciderò Voldemort per proteggere voi, la mia
famiglia, i miei amici, e tutti coloro che combatteranno al mio fianco. E poi
se sono riuscito a sconfiggere un Dio, cosa sarà mai uccidere un uomo con una
bacchetta”
Zia Petunia lo fissò soddisfatta.!!
NdA:Il primo chap è piuttosto
breve. Spero che vi piaccia e che continuiate a leggere la storia. Prima di
abbandonare attendete il prossimo chap e/o l’evolversi della storia.
Credo che il mio stile di
scrittura sia piuttosto noioso. Infatti, aprendo la pagina modifica storia, ho
notato che delle 1322 persone che hanno aperto il racconto precedente, solo 300
sono arrivate alla fine. Forse le mie storie sono troppo pesanti. Per aiutarmi
a migliorare mi raccomando, lasciate dei commenti. Se non volete lasciarli come
recensione (a me non interessa fare collezioni) potete lasciarle nella mia
casella di posta elettronica. Andate su autori (nel mio caso Lella80) e
cliccate su “contatta” e inviatemi il vostro giudizio, soprattutto se critico
(naturalmente parlo di critica costruttiva). Per coloro che non sono iscritti a
EFP forse dovrei lasciare il mio indirizzo di posta, ma non mi sembra molto
sicuro….magari creo una casella per l'occasione
Anche questa storia, così come
la precedente e come i racconti della stessa JK Rowling, è un giallo. Ho
lascito indizi già da questo primo capitolo…buona caccia.
Mi raccomando fatemi sapere se preferite in questa storia miti celtici o egizi...
Infine vorrei ringraziare Chiara (pesciolina04) per aver letto la bozza del primo chap
e avermi dato consigli utili per rendere la storia più comprensibile e scorrevole...
Grazie e alla prossima settimana Lella80
EFP |
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Capitolo 2 *** L'anello ***
CAP2
Scusate per il
ritardo…cercherò di essere più puntuale nelle scadenze; almeno ci
proverò!!!
In questi giorni è finalmente uscito “Harry Potter e il
principe mezzo-sangue”. Ho deciso di non leggerlo in inglese, ma di aspettare la
traduzione italiana. Quando ho cominciato a leggerli c’era già la traduzione di
tutti e cinque…non avrebbe senso ora avere solo questa copia in inglese. E poi
mi sono affezionata ai nomi italiani. Ma sono troppo curiosa!! Sono
sicura solo di una cosa che anche in questo libro morirà qualcuno…ormai è
diventato un cliché della Rowling, la morte di un personaggio importante negli
ultimi capitoli. Purtroppo credo di sapere a chi toccherà questa volta…se
qualcuno l’ha letto, vi prego di non dire nulla, mi rovinereste la sorpresa.
Ora veniamo a questa ffic: secondo capitolo…La parte più difficile di
ogni storia è proprio l’inizio!! Direi i primi tre capitoli. Il giallo
continua…e ho lasciato un altro indizio.
Volevo ringraziare tutte le
persone che hanno lasciato una recensione, amici nuovi e vecchi:
Maripotter, (poiché sei la prima persona che ha recensito ho deciso di
farti un regalino…deciderai tu la seconda coppia di questa nuova ffic…fai tu!!)
The Black Magician, (Grazie…ho deciso di intraprendere la stessa strada e
soprattutto di rendere la storia ancora più dark…a me piacciono molto i noir e
Harry Potter si presta bene ad un interpretazione di questo genere, spero che
continuerà a piacerti) Caillean, (se non accontento te che sei la mia
autrice preferita…speriamo di non deluderti) Marco, (Grazie e crepi il
lupo…sono contenta che il sogno ti sia piaciuto. Ci saranno molti altri sogni,
spero che ti piaceranno tutti, e…saranno un po’ particolari!!! Speriamo bene)
Pescilina04, (Grazie di tutto…questa storia esiste soprattutto grazie a
te) Alessia, (Grazie…sai è veramente difficile descrivere i sentimenti di
personaggi che non sono tuoi. Grazie per averlo sottolineato. Ma soprattutto
sono contenta di sapere che hai già una tua ipotesi sul proseguo della storia;
ho lasciato altri indizi…spero possano esserti utili) Domy (Tu sei in
assoluto il mio fan numero uno. Grazie infinite, piccolo, sono veramente
lusingata. Comunque, per inciso, non sono poi tanto diversa dagli altri, le
regole le stravolgo anche io, come tutti. Nessuno può veramente interpretare un
personaggio meglio di chi lo crea e nessuno di noi è JK Rowling. Basta solo
cercare di fare del proprio meglio. Infondo lo scopo delle ffic non è quello di
creare un libro fotocopia dell’originale. Io sono dell’opinione che, si può
stravolgere la storia, ma mai stravolgere i personaggi, perché a questo punto
tanto vale rischiare e scrivere una ffic originale. E ti posso assicurare che
questa è una cosa difficilissima, ecco perché poche persone si cimentano e ben
poche riescono a scriverne una decente. Ora sono finite le scuole, magari quando
hai un po’ di tempo va un po’ in giro per EFP e ti renderai conto di come è
difficile costruire una buona trama) Chiara (Guarda che ti prendo sul
serio…quindi se ho dubbi mi rivolgerò a te. Grazie di esserci ancora). Ed infine
Petronilla, cavoli sono contentissima che la storia continui a piacerti e
soprattutto sono contenta di aver azzeccato qualcosa del sequel della
Rowling...anche se sono sicura di non aver indovinato il morto. Appena avrò
tempo sicuramente leggerò la tua storia, che trovo bellissima e che consiglio a
tutti
Grazie a tutti e buona lettura Lella80 .
CAP2 L'ANELLO
Quella notte a Privet
Drive, spirava un piacevole zefiro. I giorni precedenti erano stati
terribilmente caldi e afosi. Inoltre l’elevato tasso d’umidità aveva reso le
temperature ancora più opprimenti.
“E poi se sono riuscito a
sconfiggere un Dio, cosa sarà mai uccidere un uomo con una
bacchetta”
Disteso sul letto, mentre la brezza notturna, leggera e
fresca, carezzava il suo volto accaldato, Harry Potter ripensò a quanto aveva
promesso a zia Petunia. Perché…quella era la sua promessa, Un giuramento
solenne fatto dal suo cuore ai suoi genitori, a Cedric, a Sirius e a
Neville. Le sue parole forse erano state troppo avventate, ma erano sincere.
Certo aveva paura ed era arrabbiato. Paura per un futuro incerto, arrabbiato per
un destino imposto. Ma la paura e la rabbia, erano parte della sua essenza…ora
lo sapeva. La paura e la rabbia, lo avevano cacciato in innumerevoli guai e
avevano tormentato il suo spirito fino a logorarlo, ma erano stati quei
sentimenti a tenerlo in vita per sette anni, in un mondo a lui sconosciuto. Ed
ora la paura e la rabbia, gli avevano dato la forza e il coraggio per affrontare
Voldemort. La paura di perdere i suoi cari e la rabbia per la sorte subita da
tutti coloro che erano stati trucidati dal mago oscuro, gli avevano donato il
coraggio per affrontare il suo destino.
Ma egli avrà un potere a lui
sconosciuto
Le parole della Cooman erano le parole di Idrial. Ed
Harry aveva imparato a proprie spese che le parole dell’Elfo dei boschi non
erano semplici profezie, ma un metodo arcano ed enigmatico per esprimere eventi
futuri. Quindi egli aveva il “potere”. Lui aveva qualcosa che il più
oscuro mago di tutti i tempi temeva, perché quel potere lo avrebbe sconfitto
definitivamente…e questa volta lui, Harry, non avrebbe fallito. La sua mano e il
suo cuore sarebbero stati fermi nel momento decisivo, non sarebbe stato
sopraffatto dalla rabbia e dalla paura, ormai era determinato nella sua nuova
missione. Eppure…
“QUALE SARÀ QUESTO POTERE?” ruggì ad alta voce,
levandosi dal letto.
Percorse impetuosamente la stanza. Incedeva nervoso
da un capo all’altro, si sentiva un animale in trappola. Se solo avesse
conosciuto la natura di quel potere, allora avrebbe cercato Voldemort, lo
avrebbe stanato in qualunque anfratto della terra, e lo avrebbe sconfitto per
sempre; liberando il mondo intero da quell’orribile mostro. Ma come poteva
sconfiggere L’Oscuro Signore con un potere che egli stesso ignorava?!?!
L'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno può vivere se
l'altro sopravvive
La profezia non era individuata in un tempo
definito…forse era un potere che avrebbe acquisito col tempo!! L’unica certezza
era che la sua vita dipendeva dalla disfatta di Voldemort. Un sibilo lo fece
voltare, distogliendolo dalle sue riflessioni. Un bellissimo gufo scarlatto
era appena entrato dalla finestra aperta.
“Ciao, Enae, come stai?” disse
Harry rivolgendosi al fiero animale.
Si avvicinò e raccolse il pacco che
il gufo gli aveva recapitato. Era pesante. Sorrideva, mentre con la mano
sinistra carezzava delicatamente l’animale. Si sedette alla scrivania e aprì
il pacco. All’interno c’era un grosso tomo e una lettera. Era una lettera di
Hermione. Il gufo si appollaiò accanto a Edvige.
Ciao Harry
Come
stai? Grazie ancora per il regalo, Enae è bellissimo. E stato il regalo più
bello che abbia ricevuto per il mio compleanno. E poi va molto d’accordo con
Grattastinchi. Sai quando ho detto a mio padre che Enae era un tuo dono, credo
che si sia ingelosito. Ha tenuto il broncio per tutta la giornata. Chissà
perché? Alcuni giorni fa ho comprato un libro utilissimo “Smaterializzarsi
in 12 lezioni” di Marius Svanitus, ho già letto i primi capitoli e credo che non
avrò grosse difficoltà a smaterilzzarmi…almeno spero!! Sono sicura che anche tu
starai cercando il modo migliore per superare l’esame di smaterializzazione che
si terrà alla fine del mese. Comunque ho preso una copia del libro anche per te
e per Ron. Spero possa esserti utile Mi manchi tanto. Non vedo l’ora di
rivederti
Tua per sempre Hermione
PS: Ho saputo da Ron, che sua madre sta organizzando una
festa per il tuo dicisìassettesimo compleanno.
Poggiò la lettera sulla
scrivania e, con aria avvilita, ricordò l’esame di Smaterializzazione. Doveva
superarlo ad ogni costo, la smaterializzazione era un’ottima magia, non solo per
spostarsi da un luogo all’altro, ma anche per fuggire repentinamente in caso di
necessità. Purtroppo, preso da altri problemi, aveva completamente dimenticato
che senza superare l’esame non gli sarebbe stato concesso di utilizzare
l’incantesimo. Cominciò a massaggiarsi meccanicamente le tempie. Gli doleva la
testa. Aprì il cassettino alla destra della scrivania e vi ripose la lettera.
Il tiretto era pieno di missive. Hermione e Ron gli avevano scritto,
praticamente, tutti i giorni e anche Luna e Ginny non si erano risparmiate. Le
prime lettere che aveva ricevuto da ognuno dei suoi amici, erano cariche di
tristezza e di amarezza per quanto era accaduto a Neville. Tutti avevano cercato
di tirarlo su e forse quello era stato il modo migliore per sfogare anche il
loro dolore. Col tempo, e quasi senza accorgersene quelle lettere erano
diventate sempre meno tristi. Gli argomenti erano incentrati su scempiaggini
quotidiane, su cui egli ormai non riusciva più a soffermare la sua attenzione.
Ma forse Hermione e gli altri avevano ragione, non doveva permettere a
Voldemort di rovinargli la vita. Quel mostro lo aveva già spogliato della
propria infanzia strappandolo dall’affetto sincero dei suoi genitori e
catapultandolo in un incubo chiamato “Dursley”. Non gli avrebbe concesso
null’altro della sua vita; ora avrebbe fatto di tutto per godere di quelle
piccolezze di cui aveva necessità il suo cuore: dei suoi amici, di Hermione e di
quell’esame di smaterializzazione!!! Richiuse il cassetto. Contemplò il
libro per alcuni secondi, osservando l’immagine di un uomo che lo salutava
divertito. Era sicuramente Marius Svanitus, l’autore del libro. Era un uomo
giovane sui trent’anni, dai capelli biondi e dagli occhi penetranti, anche
se…non sembrava avere un’aria molto intelligente. Ad Harry ricordò Gilderoy
Allock, il professore di Difesa Contro le Arti Oscure del secondo anno…un vero
imbecille!!
Prefazione La smaterializzazione è una finissima arte
magica che consente la dislocazione del mago in qualsiasi luogo egli desideri
andare, sempre che il luogo in questione non sia protetto da particolari magie.
In questo caso è necessario un potere superiore alla magia di protezione. In
caso contrario è necessario servirsi di altri utili mezzi di trasporto.
Da quanto era scritto nelle prime pagine del libro, sembrava che in
qualche modo la magia che proteggeva Hogwarts poteva essere elusa. L’antico
maniero era difeso da arcaiche magie, rafforzate dai professori e dal preside,
ma da quanto era scritto in quel libro, un potente mago poteva tranquillamente
smaterializzarsi a Hogwarts. E…Voldemort era un mago potente…molto potente;
quindi se non era mai riuscito ad eludere la magia di protezione della scuola di
magia, allora Silente era molto più potente di lui. Perché allora non
affrontava Voldemort? Il mago oscuro lo temeva, lo aveva chiaramente
sentito quel giorno all’Ufficio Misteri, quando egli aveva preso possesso del
suo corpo e soggiogato i suoi pensieri. Forse quella domanda sarebbe rimasta
senza risposta o forse, come accade nei libri, l’enigmatico Silente avrebbe
nell’ultimo capitolo svelato il segreto che gli impediva di uccidere
Voldemort. Scrollò la testa, per scacciare quei pensieri dalla sua mente.
Sfogliò rapidamente le pagine.
“Ma quanto è lunga questa prefazione?”
sbuffò, ormai giunto alla ventiduesima pagina “Bene” esclamò, mentre il suo
occhio cadde sulla scritta. Capitolo I.
CAPITOLO I La
concentrazione Per poter usufruire al massimo della magia della
smaterializzazione, il mago deve innanzitutto essere capace di liberare la
propria mente da ogni pensiero, cercando di focalizzare l’attenzione sul luogo
nel quale vuole dislocare. Il luogo deve essere ben definito nella mente del
traslocante, un errore dettato da false immagini può essere causa di falli
fatali
Mentre leggeva
cominciò a perdere il filo del discorso. “False
immagini…falli fatali!!! Ma cosa significavano quelle parole?”
Quel libro
era praticamente incomprensibile. Sfogliò velocemente le pagine, che frusciavano
rapide sotto il suo sguardo.
CAPITOLO II Il Luogo Il luogo da
raggiungere e la distanza coperta dall’incantesimo dipende unicamente dal potere
intrinseco del mago, il quale in tutta coscienza decide del proprio viaggio
attraverso…
Nuovamente si perse in un fiume di parole. Scorse rapido
tutte le pagine.
“Ottocentocinquantaquattro pagine!!” esclamò sgranando
gli occhi “Quest’uomo deve essere pazzo”
Chiuse il pesante libro.
Aveva sempre saputo che Smaterializzarsi non era una cosa facile, Bill
Weasley, il fratello maggiore di Ron, aveva ripetuto l’esame tre volte prima di
superarlo. E Bill era uno in gamba. Ma leggendo il libro e osservando
attentamente quel volto stolto sorridergli, giunse alla conclusione che quel
Marius Svanitus era un vero idiota. Forse era il fratello gemello di Gilderoy
Allock. E Magari li avevano separati da piccoli!! Decise di scendere in
cucina per prendere un bicchiere d’acqua e qualcosa da mangiare. Magari se si
rifocillava con un po’ d’acqua e uno spuntino, il libro gli sarebbe sembrato
meno ostico. Forse!! Scese in cucina. La liberazione di zia Petunia dalle
grinfie del mago cattivo, aveva arrecato a Harry alcuni benefici in casa
Duesley, uno di questi era appunto gironzolare per casa…ma senza esagerare, come
si era apprestato ad aggiungere zio Vernon. La linda cucina di zia Petunia
era vuota. Aprì il frigorifero e prese una busta di latte. Afferrò un
bicchiere dalla credenza. Si sedette; versò il latte nel bicchiere.
L’indomani sarebbe stato il suo diciassettesimo compleanno e avrebbe detto
addio a quella casa per sempre. Aspettava e bramava da…tutta una vita di
lasciare quella prigione dorata; in certe occasioni aveva finanche dubitato di
poterci riuscire eppure ora, così tanto vicino alla meta, non riusciva a
gioirne. Perché? Si levò per prendere dalla credenza un barattolo
di biscotti. Quando si voltò, vide il volto aguzzo e pallido di zia Petunia. La
donna lo fissava con un palese cipiglio.
“Domani è il tuo compleanno”
disse con la sua voce fredda e stridula; si sedette
Harry annuì
indifferente. Si sedette e cominciò a sgranocchiare i biscotti allo zenzero.
“Non dovresti mangiare fuori pasto, ti rovinerai l’appetito!!” aggiunse
acida
Era proprio la zia Petunia di sempre. Duddley si ingozzava a
qualsiasi ora del giorno e della notte, ma il suo adorato maiale con la parrucca
poteva ogni cosa…certo più grasso di com’era doveva solo straripare dai
vestiti!!
“Non preoccuparti” replicò asciutto
La donna gli porse
un pacchettino logorato e sformato. Un tempo avrebbe dovuto essere rosso, ma ora
sembrava un pacchetto con il morbillo.
“Cos’è?” chiese Harry,
fissandolo
“E’ per te!!”
Un regalo di compleanno da parte di zia
Petunia? Forse era questo gesto che le aveva causato un travaso di bile e un
aumento dei suoi soliti livelli di acidità. Non aveva mai ricevuto un regalo
vero, da lei…se si escludeva il sacchettino appartenuto a sua madre, che la
donna le aveva regalato l’anno prima, e nel quale aveva racchiuso il sigillo di
Yog-Sototh. Ma quello era un regalo vero, chiuso in un pacchetto. Certo
l’involucro non lasciava ben sperare, ma, infondo era sempre un regalo di
Petunia Dursley.
“Non lo apri?”
Harry giocherellava con la
scatolina, quasi temesse di scoprirne il contenuto.
“Lo aprirò domani,
insieme agli altri regali”
“Preferirei che lo aprissi ora”
Sarebbe
stato inutile insistere. Il giovane mago lo aprì con mano tremante. Certo non
avrebbe potuto esserci una bomba, ma la faccia contrita della zia, gli incuteva
una strana ed innaturale apprensione. Sapeva per istinto che in quella scatolina
c’era rinchiuso qualcosa da cui la donna avrebbe preferito non separarsi. Lo
aprì. Era un anello. Aveva la forma di un drago che si mordeva la coda. Al posto
dell’occhio era incastonato un brillantissimo smeraldo. L’anello era piccolo e
delicato, sembrava un gingillo femminile. Lui era un uomo…cosa se ne faceva di
un anello da donna, pensò irritato.
“Era della mamma?” domandò, quasi
senza rendersene conto
“Non proprio, ma avrebbe dovuto essere
suo”
“Cosa vuoi dire?”
“E’ un antico ricordo di famiglia. La
nonna lo custodiva gelosamente. Lo si è tramandato per farne dono al mago che
avrebbe dato lustro alla nostra famiglia” Rimase immobile fissando l’anello per
alcuni istanti; poi con un sorriso amaro proseguì “Prima di morire la nonna mi
chiese di darlo a Lily. Avrei voluto esaudire il suo ultimo desiderio, ma quella
testarda di tua madre aveva deciso di sposare quel Potter” il suo volto
divenne duro e gelido.
Era sempre così quando parlava di James Potter;
l’odio che provava per lui era solo pari all’amore che nutriva per la
sorella.
“Non ci siamo più riviste…se non per litigare, ovviamente. La
vicinanza con quel Potter la rendeva sempre meno normale. E alla fine di ogni
discussione dimenticavo di darle l’anello”
“Avresti sempre potuto
darmelo prima!!” pensò il ragazzo, irritato
Perché zia Petunia non
aveva alcuna considerazione per i suoi sentimenti? Infondo “quel
Potter” era pur sempre suo padre; non riusciva più ad ascoltare il suo
ciarlare.
“Se quello stupido non fosse entrato nella vita di mia sorella,
lei sarebbe ancora viva e…”
“Ed io non sarei mai nato!!”
E
pensare che per una frazione di secondo si era quasi rammaricato di lasciare
casa Dursley. Ma il fatto che sua zia non odiasse la sorella, non significava
certo che amasse il nipote. Quanto era stato stupido!!
“…orgoglioso di
te”
Quelle parole lo riportarono alla realtà.
“Cosa?” domandò
intontito
“Lei sarebbe stata molto orgogliosa di te. Tu sei un mago
potente. La nonna avrebbe voluto che quest’anello fosse della donna che tu
sceglierai per moglie”
“Moglie?”
“Già…vorresti portarlo tu?”
replicò la donna incredula
Nel normalissimo mondo di Petunia Dursley,
questo sarebbe stato anche peggio dell’essere un mago!!
“No, di certo!!”
si apprestò a sottolineare il nipote
“Naturalmente sei troppo giovane per
pensare a queste cose. Tu e il mio piccolo Daddy siete ancora dei bambini. Anche
se credo che tu abbia poche ammiratrici” aggiunse, scrutandolo sdegnosa
“Certo mica sono bello come Dadley Dursley” considerò tra se,
ripensando al volto porcino del cugino; sorrise
“Cosa ti rende tanto
allegro?” chiese la donna stringendo gli occhi
“Nulla...Penso solo che tu
abbia ragione” rispose Harry asciutto
Harry si levò dalla sedia. Lavò il
bicchiere e ripose i biscotti nella credenza. Si volse, per prendere l’anello e
l’astuccio, ma in quel momento, notò il volto della zia ancora fisso su di
lui.
“Che altro c’è?” chiese seccato.
Avrebbe tanto voluto non
essere sgarbato con la donna, ma non conosceva altro modo per rivolgersi a lei;
e d’altro canto la zia non ostentava di certo modi migliori nei suoi
confronti.
“Hai un posto dove andare?”
Harry la fissò
sgomento.
“La scuola è finita. E quindi potrai abbandonare questa casa,
se vorrai”
“Già!!”
La donna rimase muta, fissando i suoi occhi
scuri, in quelli verdi del ragazzo. Nel cuore di Harry, in quel momento si
combatteva una guerra, che egli stesso non avrebbe mai pensato potesse lambire i
suoi pensieri. Cosa doveva fare? Nel bene o nel male i Dursley
erano tutta la sua famiglia. E zia Petunia era l’unica sorella di sua madre.
Silente aveva ragione. Non importava quali fossero le motivazioni che l’avevano
indotta a tale decisione, né tanto meno il modo in cui era stato trattato in
tutti quegli anni. Lei lo aveva accolto…riluttante…titubante…maldisposta, ma
l’aveva accolto. Suggellando quel patto di sangue, che lo aveva tenuto in vita
fino a diciassette anni. “Forse” disse, mentre ancora quei pensieri gli
agitavano l’anima “finché non avrò sconfitto Voldemort, credo che la cosa
migliore sia rimanere qui con voi”
“Cosa sto dicendo?”
“Il
tuo sangue mi ha protetto finora. Quindi se per voi non è un problema” aggiunse
indifferente
“Sono impazzito!!! Mi sto condannando ad una vita
relegato in una stanza. E con i Dursley a giudicare ogni mio passo….forse posso
ritrattare!!!”
“In questo momento la tua vita è preziosa. Se ti
accadesse qualcosa, metterei in pericolo la mia famiglia e il mio piccolo
Dadley. Se solo ripenso all’anno scorso, quando un Dissennatore stava per dargli
il bacio della morte!!” i suoi occhi si velarono e istintivamente si portò le
mani alla bocca “Non c’è alcun dubbio che tu debba rimanere qui. Io devo
proteggere mio figlio” proseguì risoluta
Le motivazioni date da zia
Petunia, per il suo strambo comportamento, erano sempre egoistiche ed
imperscrutabili per Harry…e per chiunque fosse normale!! Harry sorrise
atterrito, da ciò che aveva avventatamente compiuto. Un gesto di autentico
suicidio.
“Naturalmente solo finché questa faccenda non sarà risolta!!”
aggiunse
Harry abbasso il capo. “Certo” sussurrò
Zia Petunia
lasciò la cucina altera e fiera per la decisione presa. Sembrava che avesse
salvato il mondo da un’immane catastrofe.
“Non importano le
motivazioni…” sussurrò Harry a se stesso
*
La mattina
seguente Harry si svegliò di buon ora. Ripose le ultime cose nel baule. Assicurò
la scopa ad un angolo di esso. Di tanto in tanto ripensava al gesto avventato
che aveva compiuto, ma ormai era fatta!! Sistemò Edvige nella sua gabbia e
Oscar in un contenitore trasparente. Infilò la bacchetta nella tasca dei jeans e
scese a fare colazione. Come al solito, fu totalmente ignorato, come pure fu
ignorato il fatto che fosse il suo compleanno. Ma questo non aveva importanza
alcuna per Harry, di qui a poche ore sarebbe stato a casa Weasley a festeggiare
il suo diciassettesimo compleanno e avrebbe messo chilometri di distanza tra lui
e i Dursley. Si sedette e consumò la sua colazione in silenzio. Ogni tanto
levava lo sguardo dal piatto, osservando zio Vernon leggere il giornale o Dudley
che fissava il suo piatto di fiocchi d’avena con aria indefinita. Nonostante la
dieta ferrea, suo cugino non riusciva a perdere peso. Zia Petunia era disperata,
lo avevano sottoposto ad un’infinità di analisi, ma la verità era che Dadley
Dursley, mangiava di nascosto. Harry, una volta, lo aveva visto trangugiarsi un
intero pacco di mega-patatine in un secondo. Il cugino lo aveva ripetutamente
minacciato di tenere la bocca chiusa, ma a Harry se lui mangiava di nascosto non
interessava nulla. Infondo non erano affari suoi se l’unico scopo della vita di
Dadley era quello di trasformarsi in un “maiale vero”. A volte gli sembrava
quasi che grugnisse. Poi il campanello al numero 4 di Privet Drive
suonò. Zio Vernon si levò per andare ad aprire.
“Chi può
essere?” pensò Harry
La casa degli zii non era di certo famosa per le
visite mattutine. Solitamente il postino passava verso le 9. Il ragazzo del
latte e quello del giornale erano già passati da circa un ora. La strana signora
Finch, con i suoi innumerevoli gatti, veniva a trovarlo, sempre nel pomeriggio.
Chi poteva essere? Poi le grida raccapriccianti di Vernon Dursley
gli fecero subito trarre le giuste conclusioni.
“COME OSATE PRESENTARVI
DINNANZI CASA MIA COSI’ INDEGNAMENTE VESTITI”
Harry, Dudley e zia Petunia
accorsero all’ingresso. Il giovane mago riuscì a malapena a trattenere una
sonora risata. Non sapeva se fosse più ridicolo zio Vernon, che urlava come un
forsennato, con il volto rosso cremisi, perfettamente in tono con la sua
vestaglia bordeaux, oppure il signor Weasley vestito come uno appena fuggito da
un manicomio criminale. Il mago, infatti, indossava una divisa da carcerato, con
tanto di strisce e numero di matricola. Inoltre portava una bombetta nera e un
elegantissimo papillon blu con tante stelle luccicanti. Zia Petunia fissava
l’uomo sbigottita, Harry pensò che, a breve, avrebbero dovuto raccoglierla dal
pavimento. Dudley, invece, se la rideva di gusto
“Mio Dio…ma sono
tutti…così strani…nel tuo mondo” singhiozzò, con le lacrime agli
occhi
“Signor Weasley, Ron, svelti entrate” disse Harry
concitato
I due si apprestarono ad entrare.
“Che ti dicevo che eri
vestito strano” assentì Ron fissando il padre
“Mi dispiace tantissimo”
aggiunse l’uomo, evidentemente mortificato per la sua goffaggine “Ma non ho
ancora ben chiare le usanze relativa ai costumi del vostro mondo”
Zio
Vernon, levò la testa di fuori e cominciò a scrutare se nei dintorni ci fosse
qualcuno che avesse assistito alla scena o che avesse notato che quello strano
uomo aveva messo piede nella sua normalissima casa. Quando si fu accertato che
nessuno, aveva miracolosamente assistito all’accaduto, chiuse la porta e riprese
il suo consueto colorito rosa porcino. Posò uno sguardo iracondo su Harry e
con apparente calma aggiunse ”Muovetevi”.
Si allontanò lesto. Anche
Petunia e Dudley Dursley si accomiatarono con la stessa rapidità. Sembrava quasi
temessero un qualsiasi tipo di contatto con i nuovi ospiti.
“Come mai
avete bussato al campanello e non vi siete direttamente materializzati in
casa?”
“Papà ha pensato che sarebbe stato meno traumatico per i tuoi zii”
ringhiò Ron
“Non pensavo che tuo zio si sarebbe arrabbiato per i miei
vestiti. Li ho comprati appositamente in un negozio di abiti
babbani”
“Era un negozio per abiti di Halloween?” aggiunse Harry
curioso
“Il nome del negozio era ‘Da Mimì, un abito per ogni occasione’.
Ho chiaramente spiegato al commesso che volevo sembrare un normale babbano e lui
gentilmente mi ha consigliato questi vestiti”
“Forse non si è spiegato
abbastanza chiaramente” azzardò Harry fissando l’uomo
“Ho forse ti ha
preso in giro!!!” aggiunse ilo figlio ironico “Avremmo dovuto usare il camino
oppure una passaporta”
“Allora...Come siete arrivati, fin qui?” domandò
Harry sbalordito
“In treno!!!” sbottò l’amico
“In treno?”
ribadì Harry “Un viaggio un po’ lungo, mi pare?”; in realtà non aveva mai capito
dove si trovasse casa Weasley, l’unica cosa che era chiara nella sua mente
era…che si trovava in periferia.
“Lungo?” ribattè Ron, ancora
chiaramente agitato “Lungo? Siamo in viaggio da due giorni. Abbiamo
sbagliato treno!!! Poi siamo saliti su almeno cinque autobus diversi. E,
naturalmente, mio padre che non conosce il denaro babbano, non sapeva nemmeno
dare il resto. Si sono presi tutti i nostri soldi e…abbiamo dormito per
strada” scrutò il padre accigliato “Quando la mamma lo saprà!!”
“Però siamo arrivati?” disse il padre incoraggiante
“Gia!!! Siamo
arrivati, ma ora dobbiamo tornare a casa” coprì il volto con le mani “E ci
aspetta un altro viaggio da incubo” borbottò
“Abbiamo una
passaporta”
“Cosa?”
“Abbiamo una passaporta” ripetè afferrando un
grosso doblone d’argento luccicante
“PERCHE’ NON L’ABBIAMO USATA?” urlò
il ragazzo preso dalla disperazione
“Volevo provare come era possibile
spostarsi senza usare la magia” spiegò con calma il mago “E credo che i babbani,
abbiano delle risorse illimitate. Sono dei geni, dei veri strateghi” continuò
infervorato “riescono a superare ogni difficoltà, riescono a volare, a curare i
loro mali, a ricoprire velocemente lunghe distanze, superano montagne, mari e
ogni genere di difficoltà solo con il loro ingegno. Sono delle creature
stupende”
Harry rimase in silenzio assistendo alla comica scena che si
dipanava innanzi ai suioi occhi. Non aveva mai visto Ron tanto arrabbiato e il
sig. Weasley tanto contento.
“Io non riuscirei a vivere senza magia”
replicò Ron interdetto “E dopo questa avventura non ho più dubbi a tal
proposito!!” poi volgendo lo sguardo verso il padre, aggiunse “Torniamo a
casa”
Ron e Arthur Weasley affiancarono Harry. <
“Scusa Harry”
soggiunse l’amico, che sembrava essersi calmato
Il padre di Ron con aria
mite e cordiale, e con un ampio sorriso si rivolse al giovane Potter
“Buongiorno, Harry. Pronto per tornare a casa?”
Harry annuì
soddisfatto. Volse un rapido sguardo intorno, quasi volesse imprimere nella sua
mente ogni centimetro della linda cucina di Petunia Dursley. Tutti e tre
sfiorarono appena la moneta e in un batter d’occhio si ritrovarono ai piedi di
una collina. Proprio accanto a casa Weasley. Erano trascorsi due anni
dall’ultima visita e non era cambiato assolutamente niente. Casa Weasley era
rimasta immutata, aveva l’aria di un grosso porcile di pietra a cui erano stati
aggiunti diversi piani. Sul tetto rosso facevano capolino quattro o cinque
comignoli e su un’insegna sbilenca fissata a terra era incisa la scritta “La
Tana”. E già, non era cambiato veramente nulla!!! Finanche le
galline…marroni e pasciute beccavano qua e là. Sembrava un quadro; ad Harry
parve per un attimo che tutto ciò sarebbe rimasto immutato per l’eternità. Come
in un ricordo infinito. Entrarono in casa.
NdA:
Cosa frena la mano di Silente? Quale sarà il misterioso potere di Harry? Harry
riuscirà a superare l’esame di smaterializzazione? PS: per chiunque
abbia letto HP6 e/o fosse venuto a conoscenza di qualche spoiler, ricordo che
questa è una ffic, per cui la storia si discosta dall’originale per ragioni
pratiche. Se qualcuno volesse dare risposta a queste domande (cosa che mi
renderebbe felice, visto che questa è una ffic interattiva) vi prego di farlo in
relazione ai primi cinque libri e alla mia ffic
precedente.
Indizio: Provate a riflettere sulla profezia della
Cooman e lasciatemi dei commenti su quello che pensate, analizzatela a
fondo…sarà quella profezia il perno di questa nuova storia…buona
caccia…
Poiché devo cominciare a studiare direi che vince la mitologia
egizia su quella celtica…ringrazio tutti quelli che hanno risposto al
quesito…infondo questa è la nostra storia.
Ci vediamo fra due settimane.
Baci a tutti Lella
EFP
|
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Capitolo 3 *** Il Patto ***
CAP3
Scusate il ritardo biblico, ma non potete immaginare i casini che ho
avuto col computer e con il mio nuovo lavoro. Spero di farmi perdonare nei
prossimi chap. Cercherò di recuperare…devo anche recuperare delle bellissime
ffic che stavo leggendo!!
SCUSATE… SCUSATE… SCUSATE… SCUSATE…
SCUSATE…
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno recensito il capitolo
precedente: MaryPotter (Vada per la
Ron/Luna; spero che l’inizio ti vada bene), Kalindra (che nick originale…qual è il significato?), Caillien (detto da te che sono brava è il migliore dei
complimenti…spero di diventare brava come te un giorno. Ho cominciato a leggere
la tua storia: la Maledizione Suprema. Bellissima. Tra
qualche giorno troverai le mie recensioni), Hermione75 (perdona il mio terribile ritardo nell’aggiornamento, ma è stato un
periodo nerissimo!!), marco (ottimo
ragionamento…per la profezia!! Scommetto che se ci rifletti arriverai alle mie
stesse conclusioni. Se per te non è un problema prenderò come spunto uno dei tuoi suggerimenti), chiara (ti prendo
sulla parola per l’aiuto; la tua amica
quasi-egittologa li sa decifrare i geroglifici?), Pesciolina04 (brava;
l’anello avrà un peso rilevante nella
storia…), anonimo (magari fossi
capace di scrivere un libro…lascerei il mio lavoro subitissimo!! Ma grazie
tante per il complimento), Domy (troppo buono
come al solito), Petronilla (bravissima,
era quella l’idea, uno stemma nobiliare. Infondo era il simbolo della famiglia
Evans) ed infine Diego (sono contenta
che la prima ff ti sia piaciuta. Proverò ad essere meno rigida e noiosa,
cercando però di mantenere l’idea che mi ero prefissata con la prima storia e
cioè di creare una sorta di trattato di magia. Le cose che ho scritto sono
tutte documentate. E cercherò di essere più romantica. Anche perché, hai
perfettamente ragione: in queste storie sono coinvolti degli adolescenti!!).
Grazie a tutti e…. spero di ritrovarvi tutti…
SCUSATE ANCORA PER IL RITARDO
Buona lettura a tutti. Baci Lella
CAP3
IL PATTO
Prima che il signor Weasley rintoccasse il
chiavistello,
l’uscio si era già aperto ed una donna bassa e grassoccia si era avvinghiata al
suo corpo. Quel calore, quel profumo che scaturiva da
ogni angolo del corpo di quella meravigliosa “mamma”… della signora Weasley. Quel profumo…era lo stesso che aveva
sentito nel suo sogno, era lo stesso odore di sua madre.
come faceva a ricordare quell’odore?
Come
faceva ad avere memoria di un qualcosa che non aveva mai sentito prima?
“Buon compleanno, Harry, caro. Come stai?” chiese la donna
liberandolo dalla stretta “Ti vedo così sciupato, ma ora ci sarà tutto il
tempo per rimetterti in sesto prima di ritornare a Hogwarts” poi volgendo lo
sguardo verso il figlio aggiunse “Non credete di averci messo troppo? Ero
piuttosto preoccupata”
“Non dirlo a me!! Chiedilo a papà!!” replicò
storcendo il naso
“Arthur, scommetto che con la tua mania di
giocare al ‘piccolo babbano’ hai reso il viaggio ai miei ragazzi
insopportabile”
“Già” annuì Ron ancora esasperato
“Non è stato poi tanto male” aggiunse Harry
in soccorso del padre dell’amico
“Tu non c’eri, infatti, a te è toccata la
parte comoda del viaggio, quella con la passaporta. Non hai dovuto dormire su
un prato” si lagnò Ron esausto
“Un prato… un prato…” sibilò la donna,
avvicinandosi all’uomo, che sembrava al quanto intimorito dall’imperiosità
della moglie “e se fossero sopraggiunti dei Dissennatori o dei mangiamorte,
cosa avreste fatto?…ARTHUR WEASLEY SEI UN INCOSCIENTE…NOI SIAMO IN GUERRA E
TU…TU…”
“Harry andiamo!!” fece Ron facendogli
strada
“Ma…”
“Lascia che se la sbrighino da soli!! E
poi, papà ha bisogno di una bella strapazzata” lo fissò divertito “forse
smetterà di comportarsi come un bambino”
Harry seguì l’amico e pensò, con un pizzico
d’invidia, che Ron era davvero fortunato ad avere due genitori come i suoi.
Forse non erano perfetti, forse la sua casa non era perfetta, ma nulla di tale
imperfezione aveva da invidiare alla linda casa dei Dursley o allo sfarzoso
maniero dei Malfoy. Perché i Weasley erano perfetti nel loro amore, ma forse
questo Ron non lo avrebbe mai pienamente compreso e apprezzato e forse nella
stessa situazione nemmeno lui lo avrebbe apprezzato come doveva.
Attraversarono la cucina piccola e
ingombra. Mentre usciva il suo sguardo si posò meccanicamente sul grosso
orologio con nove lancette e senza numeri. Lo aveva visto tante volte, ma
questa volta era diverso… come sempre, ogni
lancetta indicava un membro della famiglia, ma questa volta ognuna di esse puntava su pericolo mortale. Ora che la guerra era
finalmente arrivata al suo culmine era ovvio che fossero tutti in pericolo
mortale, pensò fra se inquieto.
“Ma
non durerà per sempre. Metterò fine a tutto questo terrore!!” concluse
risoluto
Superarono uno stretto corridoio fino ad
una scala zigzagante che conduceva ai piani superiori. Al terzo c’era una porta
chiusa. Era la stanza di Ginny. Si fermò ritto innanzi a quella porta chiusa,
esitante e sgomento.
“Come mai non è scesa a salutarmi?”
“Ultimamente è strana e assente” replicò
Ron a malincuore
“Credi sia di nuovo a causa di…” tentennò
Harry esitante
“Non dirlo nemmeno!! Non pronunciare il
nome di quel… quel… ”
“Idiota? Presuntuoso?” aggiunse Harry con fare saccente
“Mangiamorte!!” concluse seccamente l’amico “Ma non credo sia per lui, credo si senta sola
senza Hermione e Luna. Poi la scomparsa di Neville l’ha molto turbata. Inoltre,
non sopporta Fleur. Non sopporta che giri per casa, che stia con Bill e
soprattutto che si sposeranno”.
Fleur Delacour. Harry si ricordava molto
bene della strega francese che aveva partecipato insieme a lui al torneo Tre
Maghi. Mai avrebbe dimenticato la sua vivida bellezza di Veela, i suoi capelli biondo argenteo e i suoi occhi azzurro
intenso.
Notando che l’amico era poco propenso a
parlare di sua sorella e di Draco Malfoy, Decise di cambiare argomento
“Si sposano?” domandò incuriosito
“Certo!!” rispose, mentre si allontanava
dalla porta “E non so dargli torto”
Sembrava voler assumere un’aria tranquilla
e divertita, ma Harry si rese conto che il suo migliore amico era preoccupato
per la sua sorellina. Ma Ginny non era più la timida bambina di un tempo. In
tutti quegli anni aveva dato prova di essere forte, coraggiosa e matura. Una
strega potente e astuta; ma in verità anche lui era molto preoccupato per lei.
L’amore rende cechi e forse Ginny non era sufficientemente lucida per giudicare
assennatamente Malfoy ed una loro improbabile storia d’amore. E poi… Harry e
Ron odiavano il Serpeverde e nonostante l’avventura vissuta l’anno prima, per
salvare il mondo da Yogh-Sothot, non avevano mutato idea sul loro nemico
dichiarato. Malfoy era malvagio, ciò era ovvio come il sole splendente d’agosto
o le nevi perenni sull’Everest. Ma né lui, né Ron potevano fare molto per
aiutarla, dovevano solo attendere che le
ferite del cuore di Ginny si rimarginassero in fretta.
Salirono due rampe di scale, fino a raggiungere
una porta scrostata con una targa che diceva “Ronald Weasley”.
Entrarono.
Erano cresciuti talmente negli ultimi anni,
che ormai dovevano camminare con la testa bassa per non urtare contro il tetto
a spiovente. La stanza era così come la ricordava. Tutto era di un arancio
acceso: il copriletto, le pareti e persino il soffitto. Completamente
tappezzata di poster dei Cannoni di Chudley. I libri di scuola erano
ammonticchiati sul letto accanto ad una copia di “Smaterializzarsi in 12
lezioni”. In un angolino assolato tubava Leotordo. Appollaiata su un altro
trespolo c’era la sua candida Edvige, che sonnecchiava. Mentre Oscar, il rospo
del suo amico Neville, gracidava e saltellava per tutta la stanza.
Harry si accosto al suo baule, lo aprì e vi estrasse la
Mimbus Mimbletonia. La appoggiò sul davanzale e poi si sedette sul letto. Si
stiracchiò e cominciò a fissare l’amico, che nel frattempo si era catapultato
sul letto vicino, sprofondando il volto nel cuscino arancione.
“Sono distrutto” la sua voce era appena un
sussurro che si levava dal cuscino “Credo che impiegherò anni per riprendermi!!
Rimpiango le rilassanti lezioni di Hagrid… gli schiopodi… Fierobecco… persino
Aragog… ”
Aragog… certo che il viaggio di Ron doveva essere
stato veramente terribile, se sentiva anche la mancanza di un Acrumantola. Ron
odiava i ragni!!
“Ormai è passata” azzardò Harry
consolatorio
“Già” fece l’amico sollevandosi
rapidamente” Hai già cominciato a leggere il libro sulla smaterializzazione che
ti ha inviato Hermione?”
Harry notò con sollievo che nella voce di
Ron c’era una leggera traccia di scetticismo… sembrava
anche alquanto nauseato.
“Diciamo che ci ho provato!!” replicò Harry
arricciando il naso
“Anche tu lo trovi… come dire? Noioso?”
“Noioso? Diciamo pure incomprensibile!!”
“Si; direi che calza a pennello. E poi quel
tipo… Svanitus!!!”
“Somiglia al professor Allock, non sembra
anche a te?”
“Scommetto che se facciamo una ricerca
sulla famiglia di quei due viene fuori che sono parenti”
“Io avevo pensato che fosse il gemello abbandonato”
“Certo, visto Allock i genitori avranno
pensato che uno era più che sufficiente” reiterò Ron divertito. Si avvicinò
alla sua scrivania e diede il libro ad Harry.
“Credo che solo Hermione possa capire cosa
c’è scritto” disse Harry angustiato “Forse dovremmo aspettarla per cominciare a
studiare seriamente la smaterializzazione?”
Il suo cuore sussultò. Aveva così tanta
voglia di rivederla, di riabbracciarla, di sentire il suo delicato odore di
gelsomini e muschio, di riassaporare le sue labbra al sapore di lamponi.
Arrossì.
“Arriverà tra poco” lo rassicurò Ron
Sembrava avergli letto nel pensiero, ma
Harry provava ancora imbarazzo nel parlare di Hermione con Ron.
“Quando comincerà la mia festa a sorpresa?”
disse sfogliando distrattamente il libro di Marius Svanitus
“Comincerà stasera. Però non sarà una vera
festa. E’ più un banchetto. Questa volta non abbiamo invitato molte persone, la
mamma ha pensato che dopo la morte di Neville tu avresti preferito una cosa
più… intima. Però ci saranno Tonks, Lupin,
Hagrid, i miei genitori, tutti i miei fratelli -tranne quell’idiota di Percy-
Fleur e… Luna” concluse imbarazzato.
“Luna Lovegood. Sono contento che ci sia
anche lei. E’ un po’ bizzarra, ma ha la caratteristica innata di dire le cose
più ovvie con l’ingenuità di un bambino”
“Già, la trovo molto divertente”.
Harry annuì.
Passarono la mattinata a cacciare gnomi dal
giardino di casa Weasley. Consumarono un pasto fugace, visto che la mamma di
Ron era troppo indaffarata negli ultimi preparativi. In fine, seduti sul
pavimento cominciarono un tema di 54cm su “Come utilizzare il timo in filtri e
pozioni” in attesa che arrivassero gli invitati
“Forse dovremmo provare a leggere quello”
cominciò Ron indicando il libro di Svanitus poggiato sul letto “invece di perdere
tempo con il compito di Piton” concluse, appoggiando la pergamena sul pavimento
e fissandola con diffidenza.
“Già, ma conviene finire tutti i compiti
delle vacanze prima di cominciare con la smaterializzazione”
“Bene, se lo dici tu?”
Harry pensò che nemmeno Ron fosse molto
contento di cominciare quel… libro. La qualcosa era avallata dall’impegno
profuso nel compito di pozioni. Loro detestavano pozioni, almeno quanto
detestavano Piton, l’insegnante di quella detestata
materia!!!
Ripresero, quindi, la stesura del tema.
Dopo alcune ore, le grida della signora
Weasley li riportò alla realtà
“RAGAZZI…E’ ARRIVATA HERMIONE”
Il cuore di Harry sussultò. Si erano sempre
scritti durante quelle settimane di separazione, ma rivederla dopo tutto quel
tempo gli metteva addosso una strana inquietudine. Non riusciva a capire cosa
fosse, aveva desiderava riabbracciarla, baciarla, ma nello stesso tempo aveva
paura. Ma non capiva di cosa avesse paura…
“Che ci fai li a terra imbambolato!! Guarda
che se non ti muovi sarò io il primo a salutarla”
Uscirono dalla stanza. E cominciarono a
scendere rapidamente i gradini, ma arrivati davanti alla stanza di Ginny una
chioma fulva li spintonò scapicollando lungo la scalinata. Quando giunsero in
cucina, videro Ginny ed Hermione che si abbracciavano. La signora Weasley le
guardava rasserenata. Harry sapeva che la donna non poteva conoscere le
motivazioni della malinconia che Ginny aveva mostrato in quei giorni. E forse
se solo l’avesse immaginato l’avrebbe rinchiusa in casa per sempre… ma l’arrivo di Hermione avrebbe reso tutto
più semplice!!
“Bene, io vado” disse la donna
discretamente
Ginny si stacco dall’amica con riluttanza.
Harry notò che aveva gli occhi arrossati e il viso stanco. E lo stesso sguardo
malinconico che aveva sul treno per Hogwarts, mentre sentiva la voce di Malfoy,
che si allontanava lungo i corridoi.
“Ci sono ancora molte cose da fare”
proseguì la madre di Ron “Hermione, cara, ti prego di fare come fossi a casa
tua. Naturalmente resterai qui con noi e con Harry, fino all’inizio della
scuola. E dormirai in camera con Ginny. Lo sai tu sei come una sorella per lei”
e si allontanò radiosa
“Ciao, ragazzi” fece Hermione sorridente
“Ciao” replicò Ron, avvicinandosi per
abbracciarla
“Ciao” disse Harry timidamente
Hermione si avvicinò e lo baciò.
“Mi sei mancato” disse Hermione,
cingendogli le braccia al collo
“Mi sei mancata tanto anche tu” replicò
Harry stringendola a se e assaporando quell’odore di muschio e gelsomino, che
emanava il corpo della sua ragazza.
La ragazza si divincolò dalla stretta di Harry,
si avvicinò a Ginny e poggiandole la mano sulla spalla disse
“Scusatemi… io
e Ginny abbiamo molte cose di cui parlare”
“Ma…”
“Ron!! Sono cose da donna”
Le due ragazze si allontanarono lentamente
Harry potè distintamente udire la voce
consolatoria di Hermione
“Non puoi piangere per… lui”
“Non piango per lui… io… vorrei solam… ”
Ma ormai erano troppo lontane perché
potesse udire qualcosa. Le voci andarono scemando lungo le scale.
“Andiamo, Harry. Le hai sentite no. Cose da
donne, mi sa che ne avranno per ore!! Ed io che speravo che mi correggesse il
compito di Lupin”
“Abbiamo ancora molto tempo”
“Certo, ma dobbiamo cominciare a leggere
quel coso se vogliamo avere qualche possibilità di smaterializzarci”
“Ron non preoccuparti”
“Dici bene tu. Ma se non ci riesco i
gemelli mi prenderanno in giro per sempre!!”
“Ron… quei
due tra il negozio ‘Tiri Vispi’, le missioni per l’ordine e qualche ragazza non
credo che abbiano tempo per prendere in giro il loro fratellino minore”
“Certo… forse… ” replico poco convinto
*
Era ormai calata la sera quando Hermione entrò nella
stanza di Ron. I due amici erano seduti sul pavimento giocando una partita di
scacchi magici.
“Finalmente” fece Ron alzando lo sguardo
dalla scacchiera, mentre la sua regina prendeva a randellate una pedina di
Harry
“Allora?” domandò stringendo gli occhi
“Allora, cosa?”
“Hermione?”
“Ron?”
“Basta!!!” li interruppe Harry sbigottito.
A volte aveva come l’impressione che il suo compito all’interno del trio fosse
sedare le liti tra Ron e Hermione
“Perché non le chiedi cosa vuoi sapere”
concluse secco
“Hermione sa benissimo cosa voglio
chiederle”
“E tu sai benissimo che non posso dirtelo”
“Si tratta di lui?”
“Ron. Ti prego… ”
“Hermione” la sua voce era lenta e limpida
“non ti sto chiedendo di raccontarmi i segreti di mia sorella, ma solo se avete
parlato di Draco Malfoy”
Hermione avanzò a passo lento. Si sedette
mollemente sul letto. Sembrava esausta. Chiuse gli occhi, come tentando di
raccogliere le idee.
“Non-posso-dirti-nulla” sillabò tristemente
Ron si levò con tale impeto dal pavimento
da rovesciare la scacchiera.
“Quindi per te è molto più importante mantenere il silenzio
piuttosto che pensare a quello che è più importante per Ginny”
“Sai che non è così”
“Allora devi…”
“No!!” lo interruppe brusca
“Sono sicuro che Ginny non corre alcun
pericolo” si intromise Harry, cercando di far ragionare l’amico “Altrimenti
Hermione non sarebbe tanto risoluta nel suo mutismo!! Perché non cerchiamo di
avere fiducia in lei e in Ginny”
“Lei non è tua sorella!!!”
“Lei è una mia carissima amica. Voi siete
la mia famiglia. Tu sei come un fratello per me e Ginny è come una sorella. E
poi io mi fido del giudizio di Hermione. Sono in gamba, amico, bisogna
ammetterlo. Sono state loro a scoprire Camelot. Ci hanno aiutato a recuperare
il Necronomicon e…se non fosse stato per Ginny…se non mi avesse fermato dal mio
proposito di resuscitare tutti coloro che erano stati uccisi da Voldemort… a
quest’ora il mondo sarebbe l’inferno di Yog-Sothoth”
“Lui è un mangiamorte. Ed è pericoloso!!”
Harry rimase pensieroso nella sua mente
fece capolino la scena del bacio tra Malfoy e Ginny. Ma soprattutto rammentò le
parole che il giovane Serpeverde pronunciò quel giorno e che gli fecero capire
che per quanto pericoloso, non lo sarebbe mai stato per Ginny
“Noi abbiamo un modo di vedere le cose, totalmente antitetico. Non
possiamo stare insieme, per quanto lo si possa volere, ci farebbe solo male.
Perché…perché mi fa star male litigare con te!! Torno nella mia stanza a pezzi
dopo i nostri appuntamenti!! Non riesco a dormire. E nonostante questo non vedo
l’ora di rivederti!! Credo che non sia giusto…per nessuno dei due!! E penso che
la cosa migliore sia troncare questa cosa finché siamo in tempo!! Io ho già
preso la mia decisione”
Senza saperlo con quelle parole Draco Malfoy si era
guadagnato la stima di Harry Potter. Anche se, il giovane Grifondoro si era ben
guardato dal confessare a qualcuno il suo personale giudizio sul suo nemico di
sempre.
“Lui non farebbe mai del male a tua
sorella. A rischiato la sua vita per aiutarci e sicuramente non l’ha fatto per
salvare noi due!!”
“Credi che sia tanto stupido!! So bene che
quello lì a messo gli occhi su mia sorella. Non è lui che mi preoccupa, ma il
suo paparino e Vo-Vo-lde-mort. A quest’ora, avranno già scoperto che
quell’idiota ha una cotta per Ginny!! Potrebbero farle del male per punirlo o
per ricattarlo o solo perché magari non condividono la loro… cosa”
“Ron non esiste nessuna…cosa fra Ginny e Malfoy. Te lo posso
assicurare, se ciò può tranquillizzarti!!” aggiunse Hermione esausta
“Sono solo preoccupato. Non so come
aiutarla!!”
“Sei un bravo fratello, Ron. Sono molto
orgogliosa di te” confermò l’amica, mentre un delicato sorriso le increspava il
volto
“Scusa se ho insistito, non volevo metterti
in difficoltà, ma… ”
“Non pensarci!!” replicò sorridendo la
ragazza
In quel momento la porta si aprì.
“La mamma dice di scendere, vi stanno tutti
aspettando" poi volgendo uno sguardo dolce e tenero su Harry aggiunse "Buon Compleanno, Harry.
Ron sbrigati che Luna ha chiesto
di Ronald…lo conosci?” disse Ginny
sorridendo.
“Stupida…” grugnì Ron, le cui orecchie
erano diventate di un acceso rosso cremisi perfettamente in tinta con
l’arancione acceso della sua camera
Ginny corse sorridente per le scale.
Hermione era stata davvero provvidenziale.
“Chissà
come ha fatto” pensò Harry meravigliato
Si avviarono verso
la porta.
“Tu mi diresti se loro due…” tentennò Ron,
rivolgendo lo sguardo supplichevole verso l’amica
“Ron… ” contestò Hermione puntando i piedi
Harry afferrò la ragazza per la mano,
trascinandola lontano, così da impedire una nuova infruttuosa discussione.
Arrivarono nella cucina di casa Weasley, il
regno indiscusso di Molly Weasley. La stanza
sembrava molto più grande, forse perché non c’erano più tutte quelle ingombranti
pentole e quei massicci mobili da cucina in muratura, o forse semplicemente
perché era stata incantata, per l’occasione. C’erano davvero tutti… almeno
tutti quelli che si aspettava, dopo il resoconto di Ron.
“Ciao, piccioncini” Fred Weasley diede una
grossa pacca sulla spalla di Harry, facendolo barcollare.
“Vedo che camminate come due innamorati…
mano nella mano” aggiunse George ironico.
“Stupidi!!!” esclamò la ragazza palesemente
irritata.
Hermione trascinò via Harry senza
lasciargli il tempo di controbattere, lasciò rapidamente la mano di Harry.
“Scusa, non volevo che ti prendessero in
giro per questa cosa” sussurrò fissandosi la mano.
Harry si avvicinò, le carezzò il volto e le
afferrò la mano.
“A me piace essere preso in giro, quindi mi
sa che dovrai sopportare la mia mano sudaticcia per un bel po’”
“HEY, RAGAZZI” gridò Tonks, per attirare
l’attenzione dei fidanzatini su di se. I due ragazzi si avviarono verso la
giovane donna. Harry scrutò incuriosito il suo pallido volto a forma di cuore e
i suoi occhi scuri. I capelli della giovane Auror erano dapprima di un intenso
colore viola, ma quando giunsero accanto a lei erano cangiati in un pallido
rosa antico. Il giovane mago era molto affascinato dalla capacità di Tonks di
cambiare il suo aspetto a proprio piacimento; sarebbe stato molto conveniente
avere quell’attitudine, ma lei era un Metamorfomagus, era una capacità innata,
lui non avrebbe potuto acquisirla nemmeno se avesse passato metà della sua vita
a Hogwarts.
“Non vi allontanate troppo e soprattutto
non cercate di appartarvi” la sua voce era appena un sussurro
Il volto di Hermione avvampò.
Istintivamente Harry lasciò la mano della ragazza.
“Cosa vorresti dire?” strepitò Hermione
indignata
“Hermione, so benissimo cosa vuol dire
essere innamorati” ad Harry sembrò che lo sguardo di Tonks si posasse
furtivamente sul professor Lupin “Quanto si desideri stare da soli,
abbracciati” la sua voce era dolce e malinconica “ma tutto ciò potrebbe essere
molto rischioso, soprattutto per Harry”
“Io non voglio che Voldemort limiti la mia
vita. Sono stanco di avere paura” bofonchiò Harry
“Volevo solo mettervi in guardia… siamo
tutti molto preoccupati! Severus è sicuro che
colui-che-non-deve-essere-nominato voglia saldare i conti!!” confessò Tonks
inquieta
“Io non ho paura!! Sono pronto da molto
tempo… sono sette anni ormai che mi sto preparando per lo scontro finale!!!”
Afferrò nuovamente la mano di Hermione e si
allontanarono sotto lo sguardo attonito dell’Auror. Attraversavano la stanza
per raggiungere Ginny, che chiacchierava divertita con Luna.
La ragazza indossava un vestito molto
leggero di un intenso turchese. Al collo portava un’appariscente collana color
ambra, sembravano semi di bulbotubero, e conoscendo Luna “lunatica” Lovegood la
probabilità che lo fossero era elevatissima.
“Avete visto mio fratello?” domandò Ginny,
quando i due ragazzi si avvicinarono
“Non ti stava rincorrendo?” ribatté
Hermione
“Così mi era parso!!! Poi si è dileguato”
“Forse avrà avuto un affare importante da… ”
“Luna” la interruppe Ginny “Ron non sa
nemmeno cosa sia un affare importante!!”
“Forse è scappato” sostenne Hermione
divertita
“Già, lo credo anch’io. E proprio un
vigliacco” assentì Ginny accigliata
“Uomini!!”
“Forse il problema sono io” lo sguardo di
Luna sembrava più perso del solito “Sicuramente ha capito tutto e… ”
Harry si sentì fuori luogo. Sembrava uno di
quei discorsi tra donne a cui gli uomini non erano invitati.
Si
erano dimenticati della sua presenza!!
Tossì con veemenza, cercando di ricordare
alle astanti la sua impercettibile
figura. Le ragazze lo fissarono esterrefatte. Non sapeva più che cosa fare.
Allora per uscire da quell’imbarazzante silenzio
“Scappare? E da cosa?” domandò incuriosito
Lui, certo, conosceva Ron meglio di loro.
Se l’amico era spaventato da qualcosa lui, Harry, lo avrebbe
sicuramente saputo!!
“La domanda giusta è… da chi?”
Se l’amico era spaventato da qualcuno lui, Harry, lo avrebbe
sicuramente saputo!!
“Mi dispiace deluderti, Ginny, ma Ron non
sta scappando da nessuno. Lui è il mio migliore amico, lo saprei se ci fosse
qualche problema!!!”
Harry avrebbe preferito scappare a gambe
levate da quella singolare
situazione, ma Hermione stringeva ancora la sua mano!!
“Si certo!! Come no?” replicò ironicamente
Ginny
“Harry” la voce di Hermione era stranamente
ammiccante “Vieni con me?”
Una domanda sciocca, visto che sembravano
due gemelli siamesi… praticamente attaccati per le mani.
Il ragazzo annuì. Hermione lo trascinò fino
alla porta che dava sul giardino. Stava per aprire la porta, ma la sua mano
sembrava essersi fermata a mezz’aria. Forse aveva ricordato le parole di Tonks.
Ma Harry era davvero risoluto a vivere la sua vita, senza farla ruotare attorno
ai propositi del Mago Oscuro. Ormai era stanco!! Gli aveva già rubato
l’infanzia, non gli avrebbe porto la sua adolescenza su un piatto d’argento!!!
Era lui l’unico artefice della sua vita.
Aprì la porta. Uscirono.
La leggera e fresca brezza della sera gli
sferzò il volto arrossato dal calore della casa, dalla vicinanza della ragazza
di cui era innamorato e dalla bizzarra circostanza da cui sembrava essere
svicolato per miracolo.
“Tonks ha ragione. Potrebbe essere
pericoloso” Hermione ruotava velocemente lo sguardo, in cerca di qualche
pericolo celato dietro ogni angolo e cespuglio.
Udirono uno sfregare di foglie. Si
voltarono verso il punto da cui sembrava provenire lo stropiccio. Era
sicuramente uno gnomo, ma prima che potesse voltarsi Hermione aveva già
estratto la bacchetta.
“Metti giù la bacchetta” ordinò risoluto.
Si avvicinò alla ragazza e le abbassò la mano “E’ solo uno gnomo” la sua voce
era di nuovo dolce e carezzevole “Il giardino dei Weasley ne è praticamente
invaso. E poi, dubito che Voldemort possa architettare un assalto nel giardino
dei Weasley, con tutto l’ordine al completo. Ti pare?”
Harry voleva tranquillizzarla, Hermione
tremava come una foglia!!
La abbracciò, stringendola fortemente al
suo corpo.
“Calmati, ti prego” le sussurrò
“Ho paura, Harry”
“Non devi avere paura. Io sono con te. Non
permetterò che Vodemort e i suoi scagnozzi possano farti del male”
Hermione si divincolò dal suo abbraccio
“Io non ho paura di Voldemort. Io non ho
paura per me. Ho solo paura di non essere sufficientemente forte per
proteggerti!!”
“Dovrei essere io a proteggere te!!”
replicò Harry divertito “ma ora non mi va di parlare di questo. Cosa dovevi
chiedermi?” chiese, mentre con la mano le carezzava il viso.
Hermione lo fissava silenziosa.
Lui accosto le sue labbra a quelle di
Hermione, baciandola delicatamente.
“Hey, piccola. Devo cominciare a pregarti?”
“E che mi sembra una sciocchezza!!”
“Per favore. Non possiamo parlare solo di
Voldemort, Mangiamorte e divinità malefiche. Mi piacerebbe parlare di
sciocchezze, soprattutto con te”
Hermione sorrise. Il cuore di Harry palpitò
all’impazzata. Non pensava che la stessa ragazza, che per sei anni era stata la
sua migliore amica, ora potesse regalargli tranquillità e contemporaneamente
infondergli una tale agitazione.
“Sai… a Luna piace molto Ron”
Forse era meglio parlare di
Voldemort, Mangiamorte e divinità malefiche
“Io
e Ginny pensiamo che anche Ron non sia indifferente”
“Non chiedermelo” pensò Harry allarmato
“Se
tu indagassi… ”
“E pensare che qualche anno prima, Hermione detestava Luna Lovegood e le sue stravaganze”
“…naturalmente
senza che lui se ne accorga!! Sai come è fatto Ron”
“Certo che so come è fatto… come
tutte le persone normali che non vogliono che gli amici ficchino il naso nelle
loro faccende private”
“E
magari se potessi spronarlo ad agire. Luna potrebbe cominciare a guardarsi
intorno e Ron potrebbe perdere l’occasione della sua vita”
“L’occasione della sua vita… al quanto esagerata!!”
“Hermione,
non sono affari nostri”
“Ti
prego”
“Non
mi sembra molto corretto. E poi è la sua vita privata!!”
“Per
favore” la sua voce sembrava quella di una bambina, che chiede le caramelle
alla mamma. Gli saltò al collo e cominciò a baciarlo sulla guancia.
“Ti
prego…ti prego…ti prego…ti prego…”
Poi le sue labbra scivolarono su quelle del ragazzo. Ogni
sillaba era seguito da un bacio. Harry era molto risoluto sulla decisione
presa, ma quei baci, l’odore della ragazza, il sapore delle sue labbra e la sua
vicinanza; lo rendevano sempre più debole e meno determinato. Poi i baci
finirono.
Hermione lo fissò. Le braccia dietro la
schiena
“Allora?”
“Non
posso” pensò
“Va bene” disse sconfitto
La ragazza gli saltò al collo. Gli diede un
bacio fugace
“Grazie, sei fantastico”
“Già”
“Entriamo?”
Harry annuì.
Non appena furono dentro, Hermione corse
verso Ginny e Luna, ignorandolo completamente.
Rimase a fissarla dubbioso. Era così
cambiata!! Si domandò se quella Hermione tenera come una bambina e graffiante come
una gattina, che lo aveva convinto con tanta facilità in giardino, era davvero
la sua amica Hermione. La saccente sgobbona che per anni gli aveva dato
consigli su…tutto!! La stessa
Hermione che aveva litigato con Ron a causa di Malfoy. Era sbigottito.
“E’ questo il potere che usano le donne
sugli uomini?” contemplò fra se.
Una mano leggera come quella di un fantasma
gli sfiorò la spalla. Harry trasalì. Era Lupin, il professore di Difesa contro le Arti Oscure, con i suoi
vestiti grigio topo e il volto stanco e solcato da grosse occhiaie. Il ragazzo
stentava a credere che quell’uomo un tempo poteva essere stato giovane e
sereno. Ogni anno lo vedeva sempre più abbattuto. Anche se aveva notato una
nuova scintilla nei suoi occhi…forse anche lui era innamorato!!
“Soprappensiero?” disse con tono paterno
Quell’uomo maldestro, rappresentava il suo
unico legame con un passato che egli stesso ignorava. L’unico legame con i suoi
genitori.
“Si… mi scusi professore, ha visto Ron?”
“Si, stava confabulando con Bill”
“Ci sono problemi?” chiese il professore
preoccupato
“Non più del solito!! Scusi, vado a cercare
Ron”
Si allontanò. Volse lo sguardo sul
ridanciano terzetto di amiche e mentre si avvicinava a Ron e Bill
“Donne” farfugliò
In
quale guaio si era cacciato!!!
“Che fine hai fatto?” domandò Harry seccato
“Tu che fine hai fatto?”
“Scusa. Hai già salutato Luna? Hermione mi
ha detto che ti ha cercato”
“Davvero? Te l’ha detto Hermione? E come ha
detto?”
Harry lo guardò inebetito. Forse Ginny e
Hermione avevano ragione.
“Forse dovresti andare a salutarla”
aggiunse Bill divertito
Si accomiatarono da Bill e si avvicinarono
al terzetto. Le orecchie di Ron cambiarono nuovamente colore.
“Ciao, Luna” salutò intimorito
“Ciao, Ronald” rispose raggiante la ragazza
Ginny e Hermione sembravano molto soddisfatte.
Ma prima di poter dire qualsiasi cosa,
sulle loro teste planarono almeno una decina di gufi, che lasciarono cadere
altrettanti pacchetti. Erano i regali di tutti i suoi amici. Erano passati i
tempi in cui il suo unico regalo era un calzino usato o una palla sgonfia. Non
era più solo, non lo era più da tanto tempo. Anche Hermione, Ron, Ginny e tutti
i membri dell’ordine gli porsero i loro doni.
C’era di tutto: libri d’incantesimi, scherzi dei “Tiri
vispi”, ogni tipo di ghiottoneria, e strani oggetti, il cui utilizzo avrebbe
scoperto col tempo!! Ma il regalo che più di tutti gli sfiorò il cuore fu
quello della nonna di Neville. Era incartato alla meno peggio. Era accompagnato
da una lettera, con una grafia piccola e regolare
Mio Piccolo Harry
Oggi è il compleanno del mio Neville. Tu e lui siete nati nello stesso
giorno; quindi vorrei farti i miei migliori auguri. Molly mi ha scritto che
stai bene e che sei risoluto e deciso. Mi ha confermato che la morte di mio
nipote ti ha reso ancora più determinato. Non ti nascondo che ero un po’
preoccupata, sei ancora così giovane. Sono molto orgogliosa di te, così come lo
ero del mio povero nipote. Spero che il mio regalo ti piaccia e che possa
esserti utile.
Valentiana Paciock
Era commosso. Ripose la lettera in tasca e
aprì il pacchetto. All’interno c’era una piccola piantina dalle foglioline
rosse a forma di cuore, che emanava un delicato odore di Sandalo e tulipani.
“WOW!! Credo
sia una Curata malfuliaris” disse
Ginny eccitata
“Curata
malfugiaris? Cos’è?”
“La sua linfa viene utilizzata nelle
pozioni di Curatio Perpetua” aggiunse Hermione
“Curatio Perpetua?” interrogò Ron dubbioso
“Si, Ronald, la pozione che può curare
tutti gli stati alterati” aggiunse Luna
“Funziona come un Bezoar?”
“Proprio così, Harry. Solo che è molto più
efficace!”
“E’ una pianta rarissima, deve avere penato
molto per riuscire a trovarla” concluse Hermione meravigliata.
“Credo mi sarà utilissima. La nonna di
Neville vuole proteggerci!! Quando saremo a Hogwarts, cominceremo a prepararla.
Ognuno di noi ne avrà un’ampolla che porterà sempre con se”
“Sono necessari molti altri ingredienti e
ci vuole molto tempo e un eccellente pozionante”
“Hermione, sei riuscita a preparare una
perfetta pozione polisucco ed eri appena al secondo anno, noi tutti siamo
sicuri che riuscirai anche questa volta. E poi ti daremo una mano!! Vero,
ragazzi?”
“Certo, sarà la migliore Curatio Perpetua
che si sia vista negli ultimi mille anni!”
“Grazie, Ron”
Gli amici sigillarono il patto con un
abbraccio.
L’avventura era cominciata e Voldemort non
li avrebbe trovati impreparati questa volta!!
NdA: Riusciranno i nostri amici a preparare una
perfetta Curatio Perpetua? Harry riuscirà a capire cosa prova Ron per Luna e
soprattutto riuscirà a dargli dei buoni consigli?
Non
conoscendo il nome della nonna di Neville l’ho inventato!!! Però se qualcuno di
voi lo sa, mi piacerebbe molto venirne a conoscenza… Grazie, per la pazienza
Nel prossimo
chap Harry, Ron ed Hermione faranno l’esame di smaterializzazione. E finalmente
ritoremo ad Hogwarts…ritroveremo vecchie e nuovi amici e ci saranno un po’
di lezioni sull’antico Egitto e sulle origini della magia…note importanti per
il proseguo della storia e per il gran finale!! E ricordatevi che la storia la
scriviamo insieme…per cui:
Malfoy fuori
o dentro il gruppo?
Fatemi
sapere se volete che Draco Malfoy rientri nel gruppetto…con i suoi modi
beffardi e furbeschi (non ho intenzione cmq di farlo diventare buono o amico di
Harry, perché perderebbe il suo charme!!) o se debba stare per fatti suoi a
risolvere i danni fatti con il Necronomicon nella storia precedente.
Non nego che
mi piacerebbe tenerlo dentro, perché trovo il personaggio particolarmente
comico e lui e Ron sono due perfette spalle per Harry, ma preferisco deciderla
con voi questa cosa.
Alla
prossima, Lella80
EFP |
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Capitolo 4 *** Liti e risse ***
CAP4
Questa volta credo di essere stata davvero una
scheggia rispetto ai mesi precedenti… spero di mantenere questo ritmo, ma non
assicuro nulla. Comunque sto già scrivendo il prossimo chap, quindi non dovrete aspettare molto.
Innanzitutto volevo ringraziare, come sempre,
tutti quelli che hanno recensito il capitolo precedente: Stranight (grazie, sei troppo buona/o; cmq non
credo di scrivere benissimo, commetto ancora troppi errori, ma migliorerò!!!),
Lyla (“ingegnosa, interessante e per niente
noiosa”… sono davvero confusa per i tuoi complimenti. Mi farebbe piacere che tu
leggessi la rivolta dei mezzosangue, ma comunque posso assicurarti che i
riferimenti all’altra storia sono terminati. Se decidi di leggerla fammi sapere
se ti è piaciuta), pesciolina04
(grazie chiara… grazie di recensire, grazie di corregere le bozze e... grazie
di tutto!! Solitamente così convinco il mio ragazzo, ho pensato che poteva
andare bene anche per Hermione), Nayachan (questa volta aggiorno prestissimo!! Una Ginny/Draco
probabilmente sarà oggetto di votazione, anche se non per il momento. Cmq viste
le altre recensioni credo che ci siano buone speranze per un ritorno di fiamma.
Se decidi di leggere la rivolta dei mezzosangue fammi sapere che ne dici di
come ho gestito la Ginny/Draco), peppe (Sono contenta di essere una bella notizia… il più bel complimento che
abbia mai ricevuto, direi!! Un Draco che non ha paura del padre, non ci sono
problemi, ma per il resto lo lascio simile all’originale, altrimenti perderebbe
il suo fascino e poi non vorrei staccarmi troppo dal carattere originale dei
personaggi) Kalindra
(grazie per i
complimentissimi. Il tuo nick mi piace davvero tantissimo, mi permetti di
inserire un personaggio con il tuo nome nella mia ffic?),
Diego (grazie per il supporto e soprattutto per
l’attenzione con cui hai analizzato il capitolo… queste sono cose che mi
servono per migliorare. Visto che sei così attento, se trovi errori e
discrepanze nei caratteri dei personaggi, fammelo presente, così mi correggo), herm88
(A me piacciono tantissimo i thriller... e credo che Harry Potter sia al confine tra fantasy e
giallo. Quindi...infondo... infondo piacciono anche a te.
Sono contentissima che ti piaccia la storia anche se non è il tuo genere, spero continuerà a piacerti e
spero che ti piaccia anche "la rivolta dei mezzosangue"), chiara (Esaudita: Malfoy dentro e cattivo- ma non troppo- come nella
storia precedente. Per i geroglifici, mi dici una mail a cui posso mandarti delle cose...), Sophie_85
(grazie per il “molto,
molto brava” e per aver letto tutta la storia precedente e questa in soli due
giorni. So di essere stata “scolastica”, la mia idea era che ciò avrebbe dato
più risonanza e importanza alla storia. Anche perché tutto ciò che ho descritto
è documentato, per cui nulla vieta di crederci… era questo il mio proposito; ma
poiché in molti mi hanno fatto notare di essere stata troppo “cattedratica”
evidentemente non ci sono riuscita. E questo è il mio limite!!! Non
preoccuparti non rompi!! Si svelerò il perchè della smisurata fiducia di
Silente in Piton… naturalmente il mio perché) ed infine Domy (grazie per l'informazione e
soprattutto grazie per i complimenti)
GRAZIE… per esserci sempre!!
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia!!
Buona Lettura, lella80
CAP4
LITI E RISSE
“PERCHE’??” gridò Harry furente
“Smettila di gridare come un pazzo” sfuriò
Lily Evans, fissandolo superba “avevamo deciso che terminata la scuola estiva
saremmo andati con tuo padre al Cairo e poi… -senza fare capricci da neonato-
saremmo andati al centro di Londra a comprare tutto ciò che ti servirà per
andare al campus!!!”
“Perché volete liberarvi di me? Che cosa ho
fatto di male?” sbottò il ragazzo irritato
“Harry, tesoro. Noi non vogliamo liberarci
di te!! Vogliamo il meglio per te e il King’s è il meglio. Ci siamo
stati anche io e tuo padre; è lì che ci siamo conosciuti ed è lì che ci siamo
innamorati. E’ un posto bellissimo. Troverai nuovi amici, imparerai tante nuove
cose e dopo sette anni sarai pronto per Cambridge od Oxford”
“Sette anni… sette
anni… “ si lagnò il ragazzo “mamma, potrei anche morirci in quel
posto, prima di arrivare a Cambridge od Oxford”
“Harry, non morirai!!
E soprattutto andrai al campus!!”
“Perché non posso andare in una scuola normale!!”
“Il King’s è una scuola normale… non ti
stiamo mandando in un riformatorio di massima sicurezza per giovani delinquenti
irrecuperabili!!”
“Già… il San Bruto”
“Il San Bruto? Cos’è il San Bruto?” domandò
la mamma incuriosita
Cos’era il San Bruto?
“Non lo so… “ bofonchiò Harry
“Sono stanca di discutere Harry Potter, fra poco arriverà
tuo padre e ho ancora molte cose da fare!! Ed è quasi ora di cena”
“Non ho fame!”
“Bene… fra un’ora la cena sarà pronta, se
ti andrà di mangiare il tuo piatto sarà in tavola”
La donna si apprestò con passo rapido verso
la porta e la chiuse fragorosamente dietro di se.
La mamma era davvero arrabbiata questa
volta!!
Harry, rimasto solo, si sedette alla sua
scrivania. Era stracolma di mappe e cartine dell’antico Egitto. Era stato
davvero un viaggio fantastico!! L’Egitto era fantastico!! Con le sue piramidi,
le sfingi, il Nilo, i geroglifici e i suoi tanti misteri.
Afferrò un libro che giaceva coperto da
numerose cartoline di tutte le tonalità dell’arancio, del marrone e del
verde…una vera apoteosi di colori e bellezza!!
“Iside e le origini della magia”
enunciò ad alta voce il titolo del testo
Era da sempre affascinato da quelle strane cose!!
I suoi genitori non cercavano di distoglierlo in alcun modo da quelle fantasie,
ma lui stesso le scacciava dalla sua mente con forza. Sapeva che erano solo
sciocchezze, ma ne era abbagliato e nello stesso tempo impaurito.
Fissò la copertina del libro con avidità.
Quella copertina che ostentava tutte le tonalità del deserto: dal marrone
all’ambra. E poi… quegli strani simboli che non capiva. Ogni cellula del suo
corpo sembrava attratta dal desiderio di aprire il libro per apprendere i
misteri e le origini delle arti magiche. Ma ciò che più di ogni altra cosa
sembrò attrarre la sua attenzione era l’immagine di un serpente che sgusciava
vicino ad un sasso!!
Cosa significava quel simbolo nell’antica
arte egizia della scrittura?
“Potrebbero utilizzarlo quelli di
Serpeverde come nuovo blasone!” pensò divertito
Ma chi erano i Serpeverde?
Da qualche tempo si ritrovava spesso a
pensare a fatti e persone che non conosceva… forse era pazzo!! Ma la sua mamma
diceva che era normale per gli adolescenti perdersi nelle proprie fantasie, che
quella era una caratteristica delle persone intelligenti. Allora lui era
davvero un genio…
Decise di soprassedere per l’ennesima volta
su quelle stravaganze!!
Aprì il libro febbricitante per l’emozione.
Il tizio che lo aveva venduto a suo padre aveva detto che era un edizione
rarissima… certo gli aveva mostrato una serie di patacche, ma James Potter
aveva fatto una cernita e aveva scelto quelli che a suo avviso erano pezzi da
collezione!! E suo padre era un famosissimo archeologo, famoso come Indiana
Jones.
Il suo papà aveva scelto due pezzi, uno
l’aveva tenuto per sé e l’altro, il libro, l’aveva donato ad Harry e se lo
diceva suo padre allora quel testo doveva essere molto prezioso.
Sfogliò le prime pagine.
“Iside
o Isis o Isi (in lingua
egiziana Aset), originaria del Delta, dea della maternità e della
fertilità ” cominciò a
leggere ad alta voce “Sorella e sposa di Osiride. Secondo il mito con l'aiuto
della sorella Nefti assemblò le parti del corpo di Osiride, riportandolo alla
vita. Per questo era considerata una divinità associata alla magia ed
all'oltretomba”
Un'unica divinità associata alla magia e
all’oltretomba!!
"Sono stati ritrovati, nel corso dei secoli,
numerosi papiri magici racchiudenti formule ritenute capaci di prolungare la
vita, fornire aiuto in questioni amorose e combattere i mali. È attestata anche
la credenza nella cerimonia magica dell'apertura della bocca, per mezzo della
quale si riteneva possibile conferire un'anima a statuette, utilizzate come
controfigure magiche dei defunti”
Nuovamente l’associazione tra magia e
aldilà… forse non era una casualità!!
Il picchiettare alla porta lo ridestò dal suo torpore.
“Ciao, figliolo” James Potter, richiuse la
porta dietro di se e si accostò alla scrivania dove sedeva il figlio “vedo che
hai cominciato a leggerlo. Come ti sembra?”
Harry scostò leggermente la sedia per
osservare meglio suo padre
“Interessante, ma forse troppo complicato per
un ragazzino di undici anni!”
“Forse!! Sempre che quel ragazzino non sia
un piccolo genio, come il mio Harry” replicò il padre scompigliandogli i
capelli
“PAPA’!!” grugnì Harry irritato “non sono
più un bambino!! Quando la smetterete di trattarmi come se avessi tre anni!!”
Il padre si sedette sul letto del ragazzo,
osservandolo mentre cercava di sistemarsi la chioma ribelle.
“Forse se tu non facessi i capricci come un
bambino di tre anni, io e la mamma potremmo cominciare a trattarti da adulto”
“Non preoccuparti, se siete così desiderosi
di mandarmi via, allora andrò in quello stupido campus!!”
“Harry, non ti costringeremo ad andarci se
non ti va”
“Avete cambiato tattica… scommetto che tu
fai la parte del poliziotto buono, visto che la mamma è di tutt’altra opinione”
“La mamma era arrabbiata” replicò
pazientemente l’uomo
Harry chiuse lentamente il libro, fissando
il padre dubbioso.
“Io e la mamma non vogliamo costringerti a
fare qualcosa che non vuoi” cominciò con voce ferma e pacata “Il King’s è un’ottima
scuola secondaria e sono sicuro che ti piacerà molto. Ha degli ottimi
professori, il preside è stato il mio insegnante di Storia. Un uomo colto, che
mi ha insegnato ad amare il nostro passato. Sono diventato archeologo grazie a
lui… e ora siamo buoni amici!!”
“Se siete tanto amici perché non è mai
venuto a trovarci” esclamò sarcastico
“Perché il professor Albus Silente è un
uomo molto impegnato”
Silente… Silente… Silente… dove aveva
sentito quel nome?
“Albus Silente? Ho già sentito questo nome”
“E’ un uomo molto famoso. Lo avrai visto in televisione”
“Che bello… al King’s c’è anche una celebrità!!” ironizzò
il ragazzo, dondolandosi sulla sedia “Hai già smesso di elencare le meraviglie
del campus?”
“Hanno anche un’ottima squadra di calcio. Al terzo anno,
quando ero capitano, vincemmo la coppa interscolastica. Io e Sirius,
festeggiammo tutta la notte, mentre Remus tentava di tenerci calmi. Quell’anno
conobbi tua madre. Era bellissima… ”
“Lo zio Sirius e lo zio Remus sono stati al King’s?”
sottolineò Harry stupefatto
“Certo… siamo stati a scuola insieme… non ricordi?”
“Forse, il King’ non sarebbe stato tanto male?”
pensò Harry; ma non voleva darla vinta tanto facilmente al padre “E se a me non
piacesse stare in questa meravigliosa scuola?”
“Allora verrò a prenderti di corsa”
“Promesso?”
“Promesso!! Ora però scendiamo; la cena si sarà freddata e
la mamma sarà in pena per il nostro stomaco”
Harry rimase per un attimo a
fissare il viso gioioso del padre.
*
Quando i raggi del sole mattutino accarezzarono il suo
volto, Harry indugiò per alcuni secondi. Restò con gli occhi chiusi cercando di
catturare gli ultimi istanti di quel sogno!! Il volto di suo padre, l’odore
della mamma. Erano sensazioni nuove per lui. C’erano delle assonanze tra quei sogni e la sua realtà. C’erano Silente, Lupin, Sirius… e forse c’era anche
Hogwarts… forse il King’s rappresentava la scuola di magia!! Era come se il suo
mondo fosse, magicamente, traslato in una realtà babbana.
Quanto forte era il suo desiderio di ritornare a dormire.
“Harry sei sveglio?” bisbigliò Ron
Harry sentì il frusciare delle lenzuola. Probabilmente
l’amico stava rigirandosi nel letto o forse si era alzato.
“Harry sei sveglio?”
Certo che se continuava a chiamarlo, seppur addormentato,
si sarebbe comunque svegliato…
“Si… è già ora di alzarsi?” domandò rigirandosi nel letto
e volgendo lo sguardo verso l’amico.
Ron sedeva al centro del letto con le gambe incrociate e
il libro di Svanitus appoggiato sulle ginocchia
“No… è molto presto!! E’ che non ho dormito per niente
stanotte. Tu, invece, hai dormito beatamente” provocò invidioso
“Non sarai rimasto per tutta la notte con quel libro in
mano?”
“Come fai ad essere così tranquillo? Tra qualche ora
abbiamo l’esame di smaterializzazione o l’hai dimenticato? E se non lo
superassimo?”
Harry si coprì il volto con le lenzuola
“Ron… torna a dormire!! Superermo brillantemente anche
questa prova… e se anche non ci riuscissimo proveremmo ancora!!”
“Io devo riuscire”
Quando si risvegliò, riaprendo gli occhi scorse Ron nella
medesima posizione in cui l’aveva trovato, sembrava imbalsamato!!
“Ron” brontolò alzandosi e tastando sul comodino in cerca
degli occhiali “sei rimasto sveglio tutta la notte a leggere quel libro?”
L’amico annuì debolmente. Il suo volto mostrava tutte le
caratteristiche di una notte in bianco. Espressione assente, marcate occhiaie e
aria sbattuta.
“Sei impazzito!!” asserì, mettendosi seduto
“Non riuscivo a dormire; allora ho pensato che la cosa
migliore fosse ripassare!”
Harry lo fissò confuso. Senza proferir parola si levò dal
letto, avvicinandosi flemmaticamente all’amico; strappò il libro di Svanitus
dalle sue grinfie e lo poggiò sulla scrivania.
“Alzati” lo spronò paziente “Andiamo a fare colazione. Fra
poco tuo padre ci porterà in città per sostenere l’esame di Smaterializzazione”
Ron si levò pigramente dal letto e lo seguì senza fare
storie.
Lui ed Hermione fecero un’abbondante colazione, mentre Ron
non riuscì a toccare cibo.
“Ron, non puoi stare così… male per uno stupido
esame, potrai sempre rifarlo!!” bofonchiò Ginny
“Tu non puoi capire” si lagnò il fratello
“Io capisco benissimo invece” reiterò la sorella
“tu e questa stupida paura che hai di essere giudicato!! Forse alla tua età
dovresti superarla”
“Io non ho paura di essere giudicato”
“Se non superi l’esame di smaterializzazione Fred e Gorge
ti prenderanno in giro per tutta la vita. E’ questo il problema, non è così?”
“Ginny smettila di tormentare tuo fratello” pungolò la
signora Weasley indaffarata “E voi sbrigatevi che fra poco arriveranno quelli
del ministero per scortarvi”
“Quelli del ministero?” esclamò Harry sbigottito
“Certo, è molto pericoloso aggirarsi per Londra senza
scorta!!” rispose imbarazzata la signora Weasley
“E’ molto pericoloso… per me” replicò Harry
ironico
“E’ molto pericoloso… per tutti” asserì la signora Weasley
duramente “E poi, credo che con tutti i pasticci commessi dal ministero, sia il
minimo che vi scortino fino a Londra!!”
“Ci saranno degli Auror?” domandò Hermione curiosa
“Si, Hermione. Ci saranno Kingsley Shacklebolt e Dedalus
Lux”
Harry ricordava benissimo entrambi. L’uno alto e calvo con
una voce calda e profonda, l’altro basso, con i capelli d’argento e la voce
affannosa.
“E’ arrivata” annunciò entrando il signor Weasley “presto
sbrighiamoci!!”
I ragazzi uscirono affrettatamente.
L’auto era parcheggiata proprio nel giardino di casa
Weasley, davanti al cartello “La Tana”. Era una vecchia vettura fuori moda, di
colore amaranto, alla cui guida c’era un uomo grassoccio con una divisa rosso
rubino. In piedi accanto alla portiera aperta, attendeva un mago con lunghi
capelli argentati e una bombetta color viola tra le mani. Harry lo riconobbe
come Dedalus Lux.
“Svelti ragazzi” enfatizzò con voce ansante il mago
“Buongiorno, Dedalus” esclamò il signor Weasley, mentre
entrava in auto.
I ragazzi lo seguirono diligentemente.
“Fate del vostro meglio ragazzi e state molto attenti”
raccomandò la signora Weasley, mentre la macchina si metteva in moto, Il
giovane Grifondoro, scorse dal finestrino aperto la donna che si guardava
sospettosa tutt’intorno. Poi la macchina sfrecciò lungo il selciato verso nord.
Ron e Harry non spiccicarono parola per tutto il viaggio,
mentre Hermione discorreva tranquilla con i due Auror e con il signor Weasley.
Harry pensò che Hermione, la sua Hermione, era davvero una ragazza
speciale. Ma nello stesso tempo considerò che… era davvero irritante… molto
irritante quella sua tranquillità.
Certo che seppur lui non avesse superato l’esame non
sarebbe successo nulla di particolarmente grave, ma la verità era che doveva
superare quell’esame di smaterializzazione!! E non perché era un’ottima magia
per sfuggire Voldemort, ne tanto meno perché i gemelli o Malfoy lo avrebbero
preso in giro, ma semplicemente perché Hermione lo avrebbe sicuramente
superato!!! Che figura ci avrebbe fatto se la sua ragazza avesse superato
l’esame e lui fosse stato bocciato!! Per lei sicuramente non ci sarebbero stati
problemi, ma lui non riusciva nemmeno ad immaginare una tale probabilità.
Il luogo dell’esame era praticamente a pochi passi dal
Ministero della Magia. Proprio di fianco alla cabina del telefono rossa e al
lato di un muro tutto ricoperto di graffiti. Sembrava uno sgabuzzino, ma come
tutto in quel mondo, nulla era ciò che appariva.
“Noi vi aspettiamo qui” disse laconico il mago di colore.
Harry notò che il viso di Kingsley Shacklebolt era scavato
e stanco. Doveva essere davvero dura essere un Auror in un periodo difficile
come quello in cui stavano vivendo.
Il signor Weasley entrò all’interno dello stambugio con
disinvoltura, a ruota lo seguirono Ron, Hermione e Harry. Attraversarono un
lungo e angusto corridoio ed infine si ritrovarono in un ampio salone. Il padre
di Ron dopo aver mostrato loro la strada si accomiatò con discrezione. Il
salone in cui si trovavano doveva essere una sala d’aspetto.
“Ciao, ragazzi” proruppe una voce nota
“Ciao, Dean” replicò Hermione cordialmente
“Ciao, Seamus” aggiunse Harry notando l’avvicinarsi del
suo compagno di stanza.
“Belle vacanze?” chiese Seamus rompendo il silenzio
“Si… grazie” rispose conciso
“Come mai tanto silenzioso, Ron” domandò incuriosito
Seamus
“Sono molto concentrato!!”
“Ron, non preoccuparti” cominciò Hermione materna ”ci
siamo esercitati per due settimane. Tonks e Bill ci hanno mostrato come fare e
non abbiamo avuto alcun problema… quindi… non capisco il tuo nervosismo”
“Io-non-sono-nervoso Hermione”
“Michel Bertrond, Marcel Bishop, Beatrix Bristol e Lavanda
Brown” elencò con voce atona un uomo dai capelli rossi e posticci e dalla pelle
quasi trasparente, prima di scomparire rapidamente dietro una porta ricoperta di
graffiti.
“Chiamano quattro persone alla volta” spiegò Dean Thomas
“In ordine alfabetico… io e Seamus abbiamo chiesto a Hanna Abbot e Susan Bones
in cosa consisteva l’esame ed entrambe hanno confermato che è piuttosto
semplice. Ti fanno stare all’interno di un cerchio e bisogna smaterializzarsi
in un altro cerchio, a pochi metri di distanza”
“Il problema è che non bisogna dimenticarsi alcun pezzo
dall’altro lato!!” aggiunse divertito Seamus
I ragazzi cominciarono a discorrere di quidditch per
smorzare la tensione. L’argomento trattato risollevò il morale di Ron che
cominciò a discorrere e a chiacchierare con estrema leggerezza, anche Harry si
sentì più sereno. Hermione, invece, sembrava poco attenta ai loro discorsi, e
dopo un po’ si allontanò dirigendosi verso un gruppetto di ragazze, in cui
Harry scorse anche Calì e Padma Patil.
“Justin Finch-Fletchley, Seamus Finnigan, Herbert
Frigestorn e Mary-Jane Frog“ elenco nuovamente il mago diafano.
“Devo andare” comunicò sbrigativo Seamus
“In bocca al lupo” lo incitò Ron titubante
I tre ragazzi attesero silenziosi e trepidanti il ritorno
dell’amico.
Proprio in quel momento Harry notò da lontano il volto
pallido e sorridente di Draco Malfoy, circondato dai suoi tirapiedi, Tyger e
Goyle. Al braccio del giovane Malfoy era aggrappata Pansy Parkinson, che rideva
ad ogni sua battuta!! Certo che era davvero stupida!! Come poteva Ginny
struggersi per un “tipo” che sapeva circondarsi solo di persone stupide, senza
una personalità e soprattutto senza cervello. Gli ritornò alla mente il volto
stanco e disperato della piccola Weasley, i suoi occhi arrossati e la sua
continua malinconia. Un moto di rabbia gli salì alla testa. Istintivamente
volse lo sguardo verso Ron. Anche l’amico aveva gli occhi fissi su Malfoy e
dal colore delle orecchie, Harry immaginò che ciò che passava nella sua mente
non doveva essere molto dissimile da ciò che stava pensando lui. Malfoy dovette
notare i loro sguardi di sfida e di disgusto, perché dopo alcuni minuti si
avvicinò al gruppetto, seguito dai suoi attendenti e dalla Parkinson.
“Cosa c’è Lenticchia, siccome la mezzosangue ti ha rubato
il fidanzato, ora vuoi provarci con me? Mi dispiace, ma purtroppo io ho altri
gusti… “ mormorò con voce strascicata il giovane Malfoy, suscitando le risa di
scherno degli altri Serpeverde.
Ron stava per lanciarsi addosso a Draco Malfoy, ma Harry
lo trattenne per un braccio
“Non farlo, Ron. Non ne vale la pena!!!” disse serafico
“Gia” assentì Dean
“Hey, sfregiato. Hai qualche problema?” sbiascicò Malfoy
ironico
“Nessun problema, Malfoy” replicò Harry cercando di
mantenere la calma “Perché non ci lasci in pace e torni a proferire sciocchezze
alla tua fidanzata?”
Pansy Parkinson ridacchiò.
“Vedo che sei a corto d’improperi, Potter. Ti ricordavo
molto più acuto“
“Vattene, Malfoy” inveì Harry
“Stiamo solo cercando di evitarti con finezza, idiota”
mugugnò Ron indispettito
“Finezza!! I Weasley non conoscono la finezza… voi siete
dei pezzenti”
“Mia sorella ti ha molto sopravvalutato. Tu sei solo uno
sporco Mangiamorte” replicò Ron disgustato
“Tua sorella è l’unica della famiglia ad avere buon gusto”
“Sta lontano da lei, Malfoy!!!”
“Io non prendo ordini da te, Weasley” si divincolò dalla
stretta di Pansy Parkinson e si avvicinò ai due Grifondoro “E poi… “ sussurrò
appena “…è tua sorella che mi segue come un cagnolino!! Ma d’altronde cosa ci
si poteva aspettare da una famiglia di cani traditori!!”
“Sei morto Malfoy!!” intimò Ron, infilando la mano destra
nelle tasche
IMPEDIMENTA!!” gridò Malfoy, prima che Ron riuscisse ad
estrarre la bacchetta
“PROTEGO” replicò prontamente Ron
“EXPELLIARMUS” urlò Harry facendo sobbalzare la bacchetta
del Serpeverde
“PIETRIFICUS TOTALIS” ululò Ron, ma l’incantesimo mancò
Malfoy colpendo il mago diafano incaricato della convocazione all’esame pratico
di smaterializzazione.
Erano nei guai…in grossi guai!!
Hermione accorse verso il gruppetto che si era formato
intorno al mago pietrificato.
“Siete impazziti!!” esclamò inquieta avvicinandosi agli
amici
“Ora siete davvero nei guai” cominciò Pansy Parkinson,
mentre porgeva la bacchetta a Malfoy “Questa volta non la passerete liscia. Qui
non c’è Silente a salvarvi”
“Tu sta zitta”reclamò Hermione “Qui non c’è nemmeno Piton,
quindi anche Malfoy è in grossi guai”
Proprio in quel momento entrò nel salone un giovane mago
dai lunghi capelli biondi. Indossava un elegantissimo abito verde smeraldo
trapuntato di stelle arancioni. Harry riconobbe subito lo sguardo penetrante di
Marius Svanitus
“Cosa succede qui?” irruppe con voce flautata
“Signore” si apprestò a spiegare Pansy Parkinson “Harry
Potter e Ronald Weasley hanno cercato di colpire alle spalle Draco Malfoy e
invece hanno… “
“Parkinson” la interruppe Hermione furente “Sai benissimo
che le cose non sono andate così”
“Tu non eri nemmeno presente, Granger. Come fai a sapere
come sono andate le cose?!?”
“Harry e Ron non avrebbero mai colpito Malfoy alle spalle…
è stato lui a cominciare”
“Stai cercando di difendere il tuo amico e il tuo
fidanzato… ma sei patetica”
Hermione la guardò disgustata “Tu sei patetica Parkinson…
stai cercando di elemosinare… “
“Ora Basta” vociò Svanitus irritato “Non sono affatto
interessato a queste sciocchezze!!” Colpì il mago con la punta della sua
bacchetta, spezzando l’incantesimo di Ron “I signori Potter, Weasley e Malfoy
sono pregati di allontanarsi da questa sede, visto che preferiscono
battibeccare fra loro, piuttosto che sostenere l’esame di smaterializzazione”
“Ma signore… “ contestò Ron disperato
“Mi dispiace, ma non sono ammesse repliche!!” asserì
Svanitus, mentre aiutava il mago diafano a rialzarsi “proseguiamo pure”
Rientrò senza aggiungere altro.
“Matilde Gallician, Robert Gambran Raphael Ganaliricus e
Hermione Granger” elencò il mago serafico, come se nulla fosse accaduto.
Hermione rimase impietrita accanto a Ron
“Ti hanno chiamata” disse Harry freddamente, rivolgendosi
a Hermione
“Ma… Harry… “ balbettò timidamente
“Vai” ordinò perentorio il ragazzo
Hermione seguì gli altri esaminati con aria mesta. Harry
contemplò sconsolato i volti lividi di Ron e Malfoy.
*
Dopo l’incidente, il tempo era trascorso lento e
inesorabile. Harry e Ron avevano deciso di non parlare con
nessuno delle cause che avevano indotto la lite. Ed a nulla erano valse
le insistenze dei signori Weasley e di Ginny. Hermione da canto suo aveva
deciso di non fare domande. Alla fine la cocciutaggine dei ragazzi aveva avuto
la meglio e tutti avevano preso la cosa come un fatto dovuto.
Al termine di quella settimana infinita erano tutti
pronti, valigie in spalla per la partenza!! Il viaggio fino a King’s Cross fu
silenzioso e tranquillo. Il Ministero aveva concesso loro nuovamente l’ausilio
dell’utilizzo delle macchine ministeriali e una scorta di Auror. Questa volta
c’erano Tonks, che mostrava una divertentissima pettinatura giallo canarino e Malocchio Moody, con il suo occhio sinistro che roteava all’impazzata!!
Era davvero impressionate!!
Arrivarono alla stazione in netto anticipo; gli autisti
del Ministero trovarono dei carrelli, scaricarono i bauli, salutarono il signor
Weasley e gli Auror sfiorandosi il cappello e ripartirono.
Gli Auror scortarono i ragazzi fin dentro la stazione. Il
gruppetto si avvicinò alla barriera che separava i binari nove e dieci con aria
attenta. Poi in gruppi di due attraversarono la transenna, ritrovandosi sul
binario nove e tre quarti, davanti all’espresso per Hogwarts. Harry fissò la
sua attenzione sul treno a vapore scarlatto, che sbuffava fumo su un binario
affollato di streghe e maghi che salutavano i loro figli.
I due Auror aprirono la strada verso la coda del treno,
oltre una serie di scompartimenti affollati. Si fermarono innanzi alla prima
carrozza vuota. I ragazzi caricarono i bauli, sistemarono Edvige, Leotordo e
Grattastinchi sulla reticella, Harry appoggiò la Mimbus Mimbletonia
e la Curata malfuliaris su un sedile vuoto. Malocchio Moody e Tonks
rimasero sul treno e cominciarono a ispezionare gli scompartimenti, mentre i
ragazzi tornarono sulla banchina per salutare i signori Weasley.
La madre di Ron salutò tutti con un bacio e cominciò a
fare mille raccomandazioni a Ginny e Ron che la fissavano imbarazzati.
“Bene, Molly” la interruppe il signor Weasley frettoloso
“E ora di andare, il treno partirà tra pochi minuti, lascia che si preparino
per la partenza”
La donna annuì a malincuore
“Ora andate” li spronò con occhi umidi
Harry sapeva che la signora Weasley era molto preoccupata.
La donna era consapevole che i suoi figli erano dei bersagli, in quanto amici
di Harry Potter e sostenitori di Albus Silente, ma sapeva che Hogwarts era il
posto più sicuro per la loro incolumità.
Hermione e Ginny salirono sul treno, mentre i signori
Weasley si allontanavano lentamente.
Harry aveva notato che la giovane Weasley aveva cambiato
espressione appena arrivata alla stazione. Inoltre guardava continuamente
tutt’intorno in cerca di qualcosa… probabilmente di qualcuno… sicuramente di
Draco Malfoy. Senza Dubbio le ragazze si erano allontanate per parlare di
quelle “cose di donne”, che lui aveva scoperto preferiva ignorare!! Anche Ron
guardava furtivamente intorno… poi, improvvisamente, afferrò il braccio di
Harry e lo trascinò dietro un muretto in un angolo isolato della banchina, in
cui era possibile vedere il treno in tutta la sua lunghezza.
“Cosa stiamo facendo?” chiese Harry concitato
“Ci stiamo nascondendo!!”
“Da chi?” domandò Harry apprensivo
“Da lei” replicò Ron, indicando una ragazza dai lunghi
capelli biondi
“Ci stiamo nascondendo da… Luna?” esclamò Harry
atterrito, dopo aver riconosciuto l’amica “E posso chiederti… Perché?”
“Sai… ehm… per quella storia dell’esame di
smaterializzazione… ehm… che non abbiamo superato!! Non vorrei pensasse male di
me!!”
“Ron” cominciò Harry sarcastico “E il tuo astutissimo
piano sarebbe di nasconderti da lei per tutto l’anno scolastico? E poi per inciso
noi non siamo stati bocciati, non abbiamo sostenuto l’esame!!”
“Harry, mi spaventi” replicò Ron sardonico “somigli sempre
più a Hermione ogni giorno che passa!”
Harry era sbigottito!!
Si sentì un fischio acuto.
“Ron, il treno sta per partire!!” rammentò Harry
frettoloso
“Aspettiamo che salga”
Poi… l’attenzione di Harry fu attratta da una figura
velata dal buio.
“Guarda lì” disse rivolto a Ron
“Lì, dove?”
“Dietro quel paletto!!”
“Malfoy?” proruppe Ron amareggiato “Cosa ci fa Malfoy,
nascosto dietro quel paletto?”
“Non lo so, ma voglio scoprirlo!!”
“Harry, Luna è salita e il treno sta partendo. Stanno già
passando i controllori per chiudere le porte. Non possiamo perdere tempo!!”
“Mancano ancora molte porte” Harry si allontanò
avvicinandosi furtivamente a Malfoy. Ron lo seguiva a distanza ravvicinata. Ma
a pochi passi dal giovane Serpeverde, Ron inciampò in una bottiglia vuota, si
scapicollò su Harry e i due caddero rovinosamente su Malfoy, il quale rimase
schiacciato e intontito sotto il loro peso.
Il treno partì.
I tre ragazzi si rialzarono frettolosamente e inseguirono
il treno in corsa, ma era troppo tardi!!
La stazione era ormai deserta, sulla banchina non era
rimasto più nessuno. Solitari contemplavano lo sbuffo del treno che sembrava
beffeggiarli, mentre si allontanava sempre di più.
“E’ sempre colpa tua, Malfoy” brontolò Ron
“Voi mi avete impedito di salire sul treno; mi sembra di
ricordare” replicò il Serpeverde infastidito
“Se non ti fossi nascosto come un ladro, noi non avremmo
dovuto preoccuparci di cosa tu stessi combinando!!”
Draco Malfoy fissò Ron con aria sbalordita.
“Weasley, credo di averti da sempre sopravvalutato… tu sei
il re della stupidità!”
“Tu… “
“Ora Basta!!” sbraitò Harry “Invece di perdere tempo con
queste sciocchezze perché non troviamo un modo per arrivare a Hogwarts”
“Pensavo che il superbo Potter avesse già qualche
splendida idea da suggerire. Oppure senza Granger non sei capace”
“Dobbiamo tornare alla Tana” replicò Ron, ignorando
volutamente Malfoy “E farci portare a Hogwarts da mio padre”
“Mi sembra l’unica soluzione possibile” approvò Harry
affranto
“Potremmo sempre materializzarci a Hogwarts”
“A parte il fatto che non è possibile materializzarsi a
Hogwarts. Ti ricordo che noi non abbiamo superato l’esame di smaterializzazione”
fece presente Ron irritato
“Non dicevo di materializzarci a Hogwarts, ma a Hogsmeade.
E poi raggiungere la scuola a piedi” spiegò semplicemente il Serpeverde “E… per
inciso noi non siamo stati bocciati, non abbiamo sostenuto l’esame!!”
“Già, per colpa tua!!”
“Voi mi avete punzecchiato e poi mi avete attaccato… “
“Tu hai offeso mia sorella e la mia famiglia!!”
“Io non ho offeso Ginny, io non… ehm… “ tossicchiò
imbarazzato “Cosa avete deciso di fare?” domandò, cambiando palesemente
discorso
“Noi torniamo alla Tana, Malfoy” asserì Harry con
freddezza
“Cosa c’è… hai paura? Potter”
“Io non ho paura di niente!!”
“Allora dimostrami il contrario”
“Harry, non dobbiamo prestargli attenzione” sbuffò Ron
“pensa se non riuscissimo, sicuramente lui ne approfitterebbe per ucciderci”
“Allora? Potter” lo incitò Malfoy beffardo
Non poteva tirarsi indietro!!
NdA: Cosa
decideranno di fare Harry e Ron?
Quasi all’unanimità direi Malfoy dentro… sono davvero
contenta di questa vostra scelta, in quanto agevola fortemente il mio lavoro.
Draco Malfoy è un bellissimo personaggio che secondo me JK non sfrutta
abbastanza… ma la maestra è lei!!
In questo capitolo ci sono tre indizi
fondamentali per capire che piega prenderà la storia, perché non provate ad
indovinare quali sono? (aiutino: il libro non c'entra nulla!! Altrimenti
sarei ripetitiva...)
E.... qualcuno di voi ha capito qual è l’altro oggetto nelle mani di
James Potter?
Non sarà facile trovare i tre indizi, mentre sarà semplicissimo
indovinare l’oggetto!!
Chiunque risponda ai quesiti, mi faccia sapere, anche, cosa
vorrebbe che accadesse nella storia. Alla fine di questa ffic (credo saranno
circa 20chap) chi avrà indovinato riceverà come regalo ciò che ha chiesto!!
NB: Il
simbolo del serpente e del sasso è uno degli epiteti di Osiride, si legge DJET
e il suo significato è: ETERNITA’
Ci si vede fra una decina di giorni,
Un abbraccio, Lella80
EFP
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Capitolo 5 *** Fiducia ***
CAP18
Ringrazio
tutti coloro che hanno recensito il capitolo precedente: Diego
(Questi sono ancora capitoli introduttivi, e per me è un po’ difficile
gestirli. Non avevo assolutamente pensato ad un Horcux, però splendida idea! Posso
usarla? Magari la Rowling ha tratto l’idea da una leggenda simile, c’è ne
un’infinità in giro di queste storie. Comunque concordo con te appieno per la
scena che introduce Malfoy era un po’ forzata. Avevo un po’ di difficoltà ad
introdurre il personaggio. E non volevo che risultasse scontato. Grazie per le
annotazioni, sono veramente utilissime!!), marco (I sogni avranno un
ruolo fondamentale in questa storia, spero col cuore che continuino a piacerti.
Alcuni sogni saranno molto particolari…. Gli esami li sosterranno a metà corso…
che ne dici della reazione di Hermione? E’ abbastanza in linea con il
personaggio originale?), Domy (grazie per l’annotazione… hai ragione
è strano!! Solo che mi era sfuggito. Quindi ora Malfoy ha un nuovo segreto.
Come mai non è stato punito da Voldemort?), sophie_85 (Grazie tante
per il “quanto sei brava”… mi farebbe piacere che provassi con gli indizi!!
Basta solo un po’ di attenzione, sono sicura che non sei una frana), Kalindra
(Grazie tantissime… userò il tuo nick per un personaggio che ti piacerà sicuramente.
Non pensavo che Harry fosse rintronato, mi spieghi meglio perché, altrimenti
non posso capire in cosa sbaglio) ed infine pesciolina04
(grazie tante, chiara… senza di te questo chap sarebbe stato un disastro)
Grazie
tantissime a tutti per il supporto, l’incoraggiamento e soprattutto per le
annotazioni che fate, senza le quali questa storia avrebbe un sacco di
incongruenze. Ricordate sempre che la storia la scriviamo insieme!!
Spero
che questo nuovo capitolo vi piaccia!! Buona Lettura, lella80
CAP5
FIDUCIA
Harry rimase silenzioso fissando un punto
imprecisato all’orizzonte. Il treno era ormai scomparso dalla loro vista.
Sapeva che, forse per la prima volta nella
sua vita, Ron aveva preso la decisione più razionale: ritornare alla Tana e
farsi accompagnare dal signor Weasley a Hogwarts. Erano tempi troppo pericolosi
per lasciarsi trascinare dagli istinti e da stupidi battibecchi tra ragazzi.
Lo sapeva; ne era pienamente cosciente!!!
Nella sua mente rimbombava la vocina di Hermione che lo spronava a fare la cosa
giusta:
“Harry, non puoi farti manovrare da
Malfoy come una pedina di scacchi magici!! Ora sei sufficientemente grande da
non lasciarti coinvolgere in stupide liti tra ragazzini”
Avrebbe voluto con tutto se stesso seguire Ron, ma… non
poteva assolutamente rifiutare la sfida che gli aveva lanciato il Srepeverde.
Era qualcosa che andava contro ogni logica, ma non poteva permettere a
quell’imbecille di sbeffeggiarlo davanti all’intera scuola.
Era molto più di una stupida lite tra ragazzini… era una
questione di principio!!
Era in gioco la sua reputazione!!
“Harry, dobbiamo andare!!” lo incitò Ron
“Ron” cominciò Harry, avvicinandosi
all’amico “non possiamo tirarci indietro” la sua voce era appena un sussurro
“Sono d’accordo con te, ma… non so perché
non mi sembra una buona idea. Ho come l’impressione che ci stiamo ficcando in
un grosso guaio. E se fosse una trappola?”
Il giovane Grifondoro fissava l’amico
pensieroso.
“Io non mi fido di quello lì!! Lui è un
servo di Vo-Voldemort” aggiunse rabbrividendo. Nonostante, ormai, riuscisse a
pronunciarne il nome; il corpo di Ron reagiva sempre con acuti spasmi al suono
delle lettere legate al Mago Oscuro.
Una trappola?!?
Un servo di Voldemort?!?
La sua mente, in nessun momento era stata lambita da tali pensieri. Eppure, lui
sapeva che Ron era nel giusto. Draco Malfoy era un Mangiamorte. Egli stesso
aveva visto il marchio nero impresso sul suo braccio. Lui era un servo di
Voldemort!!
Effettivamente era stato molto strano il
comportamento di Malfoy.
Perché si stava nascondendo?
A chi stava sfuggendo?
Harry cercò di riportare alla mente il
volto del Serpeverde, nel momento in cui lo aveva scorto dietro quel maledetto
paletto. Non rammentò quel viso sfiorato da spavento o terrore, dunque
probabilmente non cercava di sfuggire a qualcuno… forse…
“Potresti avere ragione, ma…” disse, dando
voce ai suoi pensieri
“Ma, cosa? Non dobbiamo lasciarci
ingannare” rinnovò Ron
… forse…
Stava spiando qualcuno!!
Ma… chi?
E… Perché?
“Lui andrà comunque… che figura ci faremmo
noi due?” obiettò Harry “E poi per ritornare alla tana, dovremmo usare mezzi di
trasporto babbani… pensavo che ti fosse bastata l’esperienza dell’altra volta”
Aveva trovato le giuste motivazioni da
esporre all’amico. Ron, sembrava molto pensieroso. Il suo volto era la chiara
espressione di ciò che si agitava nel suo animo. Una lotta intestina tra
ragione e sentimento…
Ed Harry sapeva benissimo che quella era
una lotta che la ragione non avrebbe mai potuto vincere quando c’era in ballo
Draco Malfoy!! Era la solita storia: Grifondoro contro Serpeverde. Bastava solo
una piccola spinta da parte del rivale… ed era fatta!!
“Hey, femminucce!! Avete deciso?” interruppe Malfoy spazientito
Era sicuro che Malfoy non lo avrebbe
deluso…
“Mangiamorte” soffiò Ron, volgendo uno
sguardo carico di disprezzo sul giovane Serpeverde “Noi siamo pronti!!!”
“Bene, allora, andiamo” ordinò serafico
“Noi non prendiamo ordini da te!!”
Il viso di Draco Malfoy fu attraversato da
un ghigno malefico
“Potter, cosa ne dici di ordinare al tuo
cagnolino di andare?”
“Malfoy, non tirare troppo la corda!!”
minacciò Harry
“Ok… quando siete pronti” disse, sedendosi
a gambe incrociate sulla banchina vuota “fatemi sapere. Possibilmente prima che
faccia buio… Granger e Ginny saranno molto preoccupate”
Harry registrò un’inflessione di dolcezza
nella voce del ragazzo.
“Io non mi fido di lui” ripeté Ron
“dobbiamo stare molto attenti! Forse c’è qualche Mangiamorte che ci attende a
Hogsmeade! Forse dovremmo scegliere una meta diversa da quella proposta da
Malfoy”
“No, Hogsmeade andrà benissimo”
“Harry, hai troppa fiducia in quel tipo!”
“Io non ho alcuna fiducia in lui” bofonchiò
Harry poco convinto.
“Ne sei davvero sicuro?” domandò Ron
curioso
Sicuro?
Certo che ne era sicuro!!
Ma… il giovane Grifondoro sapeva benissimo che le cose
erano radicalmente mutate. Dopo l’avventura vissuta nei sotterranei di Hogwarts
alla ricerca del libro maledetto, l’odio smisurato che Harry provava nei
confronti di Malfoy si era lentamente affievolito, lasciando il posto ad una
sana e stimolante competizione. Draco Malfoy non sarebbe mai stato il suo più
caro amico, ma sarebbe stato per sempre il suo migliore avversario. E con la
maturità Harry avrebbe compreso che gli amici ed i rivali hanno entrambi ruoli
fondamentali per lo sviluppo di un essere umano.
“Ron, non si tratta di fiducia”
“E, allora? Qual è il tuo problema?” chiese Ron
preoccupato
“Qual è il tuo problema?” replicò Harry con
espressione severa
“Le vostre liti somigliano sempre più a quelle di due
fidanzatini!!” li schernì Malfoy divertito “Potter, se fossi nella tua
fidanzata mezzosangue comincerei a preoccuparmi.
Weasley ti lancia degli sguardi molto eloquenti”
“Sta zitto, idiota” protestò Ron iracondo
“Basta così!!” ordinò Harry perentorio “E… Malfoy, se
fossi in te, eviterei di utilizzare appellativi poco carini quando parli della
mia ragazza, sempre che tu tenga alla vita, naturalmente!!”
“Mi stai minacciando, Potter!!”sibilò il Serpeverde
“Le minacce sono cose da Mangiamorte!! E’ solo un
avvertimento!!” i suoi occhi incrociarono quelli del rivale. Senza distogliere
lo sguardo “Siamo pronti” concluse secco
Malfoy si levò dal tappeto di cemento che ricopriva la
banchina e si avvicinò al gruppetto.
“Sta lontano da me” soffiò Ron, rivolto al ragazzo
“Weasley, ti ho già detto che non sei il mio tipo”
“Ron, smettila di farti provocare da lui” esclamò Harry
esausto “Per smaterializzarti hai bisogno di concentrarti al massimo. Una
piccola distrazione e chissà dove potresti finire”
“E’ questo il tuo piano vero, Malfoy?” enfatizzò Ron serio
“Io non ho nessun piano, lenticchia”
“… si ora capisco ogni cosa” sembrava parlare a se stesso
ignorando completamente il ragazzo “… certo, ora è tutto chiaro. Tu vuoi che io
mi perda in qualche luogo desolato della terra, così tu potrai fare i tuoi
comodi con mia sorella!!”
“Tu sei pazzo!! Weasley” affermò Malfoy perplesso
“Ti piacerebbe, ma non farò il tuo gioco”
Malfoy poggiò teatralmente la mano sulla fronte e scosse
mollemente il capo.
“Non essere sciocco” esalò Harry “Non perdiamoci in chiacchiere
e vediamo di sbrigarci, non vorrei che il treno arrivasse prima di noi!!”
Chiuse gli occhi, respirando la leggera brezza di fine
estate. Liberò la mente da ogni pensiero e si concentrò sulla propria
destinazione: Hogs…, ma prima che riuscisse a formulare il pensiero,
avvertì una mano serragli il braccio.
Poi d’improvviso tutto diventò nero; si sentì premere da
tutte le parti, non riusciva a respirare come se fasce di ferro gli
stringessero il petto; le pupille gli vennero ricacciate nella testa e i
timpani premuti più a fondo nel cranio, come se fosse stato infilato a forza in un tubo di gomma molto
stretto e poi… aprì gli occhi lacrimanti, ritrovandosi seduto su un freddo e
duro selciato. Si sollevò lentamente, massaggiandosi la testa
“Dove siamo?” domandò intontito
Non aveva consapevolezza di dove si trovasse, né tanto
meno di chi gli fosse accanto. Non aveva notato la presenza dei due compagni di
avventura, ma in qualche modo sapeva che non era solo.
“Siamo a Notturn Alley” esclamò secco Malfoy
“E perché mai siamo a Notturn Alley?” farfugliò Ron
“Non ne ho assolutamente idea Weasley. Prima che riuscissi
a focalizzare il luogo, qualcuno mi ha afferrato il braccio e…”
“Scommetto che tu centri qualcosa” lo interruppe il
giovane Weasley furente, poi volse lo sguardo verso Harry con l’aria tipica di
colui che sta per formulare la seguente affermazione: Te l’avevo detto!!
“Credo invece che lui abbia ragione” replicò Harry pensoso
“Anch’io ho avuto la stessa sensazione!! Ho sentito chiaramente che qualcuno si
aggrappava al mio braccio”
“Quindi se non sono stato io e non è stato Potter… “
investigò Malfoy serrando i suoi occhi verde chiaro “Lenticchia resti solo
tu!!”
Ron fissò esterrefatto il Serpeverde
“Tu non gli credi, vero?” indagò Ron rivolgendosi
all’amico
“Certo che no” confermò Harry sicuro “Perché mai ci
avresti trascinati a Notturn Alley?”
“Potter, secondo
te perché è così importante la concentrazione per smaterializzarsi?”
“Dove vuoi arrivare, Malfoy”
“Rispondi alla domanda” intimò il ragazzo avvicinandosi ai
due Grifondoro
“Perché ci si potrebbe ritrovare in un luogo qualsiasi”
“Esatto… ecco perché è necessario liberare la mente. Un
solo piccolo ricordo di un luogo che si sovrapponga alla meta che si vuole
raggiungere ed il gioco è fatto!! Magari ti ritrovi con la testa in Cina e le
gambe in Italia. Allora Weasley cosa hai da dire? Perché mi hai afferrato il
braccio?”
“Ho visto un’ombra che si avvicinava” cominciò Ron
angustiato “Ho pensato che potesse trattarsi di un dissennatore o di un
Mangiamorte e istintivamente vi ho afferrati per allontanarvi e poi… “
“Poi… ? “ lo sollecitò Harry
“Poi ho pensato di scappare in un posto sicuro!!”
“Notturn Alley è un posto sicurissimo!!” lo canzonò Draco
Malfoy
“Per te è più che sicuro… sei praticamente a casa!!”
replicò Ron risentito
“Ma perché Notturn Alley?” domandò Harry perplesso
“Io avevo pensato a Diagon Alley, non capisco perché ci
troviamo qui!!”
“L’unica cosa da fare è trovare un posto sicuro e poi
riprovare a smaterializzarci” propose Malfoy
“E’ troppo pericoloso” si ostinò Ron “Ci siamo ritrovati a
Notturn Alley senza nemmeno desiderarlo, non vi sembra strano? E se fosse una
trappola? Se… “
“Ora, Ron, l’unica cosa da fare è allontanaci da questo
posto” tagliò corto Harry
I tre giovani maghi avanzarono circospetti lungo strade
buie e solitarie. Notturn Alley era un posto agghiacciante avvolto in un
silenzio angosciante!! Già prima dell’inizio del conflitto tra Voldemort e il
mondo babbano, quelle vie erano deserte e inquietanti ed erano luoghi visitati
solo da maghi oscuri, ma con l’avvento della seconda grande guerra quelle
strade sembrarono agli occhi di Harry ancora più tenebrose!
Era molto spaventato. I suoi passi divennero sempre
più rapidi.
Ad ogni fruscio… ad ogni scricchiolio… ad ogni sibilo si
voltava inquieto. Per un istante posò lo sguardo sui due ragazzi che lo
seguivano a distanza ravvicinata. I loro volti cupi ostentavano il suo stesso
timore.
Poi una sagoma incappucciata tagliò loro la strada e si
eclissò in una stretta viuzza laterale. Era sicuramente un Mangiamorte. E
doveva essere molto assorto per non accorgersi della presenza di tre ragazzi
che correvano per le vie deserte di Notturn Alley. Soprattutto se uno dei tre
ragazzi, aveva una cicatrice a forma di saetta sul volto.
Dove stava andando?
C’era qualcosa di familiare in quel luogo!! Era stato una sola
volta a Notturn Alley ed aveva visitato un solo negozio… forse… era lì
che si dirigeva il Mangiamorte.
“Dove siamo? Malfoy” domandò fermandosi all’incrocio con
il vicolo.
“Siamo ancora a Notturn Alley, ma tra due isolati
arriveremo a Diagon Alley nei pressi del Paiolo Magico”
“Siamo vicini al negozio Magie Sinister?”
“Si… come fai a saperlo?” domandò curioso “pensavo che
fossi un bravo ragazzo” aggiunse sarcastico
Magie Sinister vendeva un’ampia gamma di oggetti
inquietanti. Quel Mangiamorte doveva essersi recato sicuramente nel negozio di
Sinister.
“Andiamo!”
“Andiamo, dove?” sbuffò Ron
“Non credo sia una buona idea!!” replicò Malfoy intuendo
le intenzioni del giovane Griofondoro.
Harry, ignorando le repliche dei due compagni d’avventura,
imboccò la stradina che sembrava aver inghiottito lo scagnozzo di Voldemort.
Ricordava benissimo il tragitto, era lo stesso che aveva percorso anni addietro
e che lo aveva condotto davanti al negozio di magia oscura.
Si fermò ansante a
pochi metri dall’ingresso della bottega.
“Sei impazzito, Harry?” sussurrò Ron
inquieto “Prima ascoltiamo i consigli di Draco Malfoy, poi ci mettiamo a
inseguire un Mangiamorte nel cuore di Notturn Alley… “
“Weasley ha ragione, Potter” sibilò Malfoy “Dobbiamo
andare. Questo è un posto molto pericoloso, soprattutto per te! Il Signore
Oscuro ti sta dando la caccia”
“Ti preoccupi per me Malfoy?”
“No… ma se mi vedono con te questa volta non la passo
liscia!! “
“Già, mi sono chiesto spesso come mai sei ancora vivo dopo
quello che è successo l’anno scorso” indagò Ron dimentico del pericolo
“Vo-Voldemort ha ucciso per molto meno. Come mai non ti è stato torto un
capello?”
“Forse perché gli sono utile”
“E’ quello che penso anch’io!!”
Il silenzio calò come un macigno. Anche Harry si era posto
la stessa domanda molte volte. Quel quesito aveva lambito spesso i suoi
pensieri soprattutto nei giorni trascorsi alla Tana. Le lacrime versate da
Ginny, per il timore della sorte in cui imperversava il ragazzo di cui era
innamorata, avevano annidato preoccupazione anche nel suo animo. Invece, nella
sala d’attesa all’esame di materializzazione, lo aveva visto sorridente e
circondato dai suoi sottoposti, come se nulla fosse accaduto… tutto ciò non
aveva logica!! Voleva saperne di più, ma quello non era il momento né il luogo
adatto per mettersi a discutere. Avrebbero solo attirato l’attenzione e corso
inutili pericoli e poi… voleva a tutti i costi capire chi era il Mangiamorte che
si celava dietro quel cappuccio e soprattutto cosa ci faceva nel negozio di
Magie Sinister.
“Ora non è il momento, Ron”
“Ma, Harry?”
“Vuoi che ci scoprano, Weasley” intimò Malfoy “allora
ascolta il tuo amicone”
Sembrò essere trascorso un tempo infinito e soprattutto
cominciava a fare buio
“Harry, forse dovremmo andare” azzardò Ron
“Ancora un minuto!”
Era stanco e stava per rinunciare, ma poi Sinister e la
figura incappucciata apparvero sulla soglia. Il signor Sinister, un uomo curvo
dai capelli unti, osservava il Mangiamorte con una curiosa espressione, un
misto di rancore e paura. Per un attimo quel volto misterioso fu illuminato
dalla luce dei fiochi lampioni che cominciarono ad accendersi lungo la via. Era
una donna. Dal cappuccio si intravedeva una ciocca di capelli scuri. Le sue
palpebre erano grevi e la mascella pronunciata. Era Bellatrix Lastrange, la
donna che aveva ucciso Sirius un anno prima.
Cosa ci faceva lì?
E soprattutto… perché era rimasta tanto tempo da
Sinister?
La donna si guardò intorno. I ragazzi si schiacciarono
contro il muro. Harry sperò con tutto se stesso che la donna non li scorgesse.
La strega si allontanò e Sinister rientrò.
“Ora possiamo andare? Potter” domandò Malfoy conciso
“No, prima tu entri là dentro e chiedi cosa ci faceva Bellatrix
Lastrange in quel posto!”
“E’ un negozio di magia, cosa credi ci sia andata a fare?”
lo canzonò il Serpeverde
“Non ha comprato nulla”
“Come fai ad esserne tanto sicuro?”
“Non aveva nessun pacchetto in mano”
“Poteva averlo nascosto sotto il mantello” propose Ron
“Avremmo notato qualche protuberanza sotto il mantello”
replicò risoluto
Rimasero per un po’ a fissarsi.
“Ok… ma qualunque sia la risposta di Sinister poi andremo
a Diagon Alley e ci smaterializzeremo ad Hogsmeade. Intesi?”
Harry annuì.
Il ragazzo si diresse verso il negozio di Magie Sinister.
Entrò. Harry udì il tintinnio di una campanella.
“Ti fidi di lui?” domandò Ron “potrebbe tradirci e
rivelare la nostra presenza”
“Avrebbe potuto farlo prima” replicò secco Harry
Attesero alcuni minuti. Poi di nuovo quello scampanellio.
Malfoy era uscito dal negozio e recava in mano un pacchetto nero e verde.
“Non ha comprato niente” disse appena raggiunti i due
Grifondoro
“Questo lo sapevamo già” esalò Ron
“A chiesto di alcuni oggetti che Sinister non aveva”
“Quali oggetti?” domandò Harry
“Non lo so… avrei dato troppo nell’occhio se avessi
chiesto!!” si giustificò il Serpeverde “Ho anche fatto acquisti” aggiunse
sorridente, mostrando orgoglioso il tetro pacchetto che recava in mano
“Acquisti?”
“Si… Sinister ha degli oggetti davvero utili”
“Cosa hai comprato?” chiese Ron curioso
“Se permetti questi sono affari miei, Weasley” replicò
acido
“Scommetto niente di buono!!” bisbigliò il giovane Weasley
“Ora come promesso dobbiamo andare”
Senza replicare Harry si diresse verso Diagon Alley. I
suoi pensieri vorticavano attorno ad un unico quesito.
Cosa cercava Bellatrix Lastrange?
E da questa domanda ne scaturivano tante altre: Quali
oggetti rari e oscuri anelava con tanto bramosia da cancellare tutto ciò che le
stava intorno? Quali oggetti che Sinister non possedeva? Ma soprattutto… Perché
li cercava? A cosa potevano servire? Era stato Voldemort a darle quella
missione?
Poi quei pensieri furono interrotti da… Diagon Alley.
Diagon Alley era cambiata. Era desolata e buia, proprio
come Notturn Alley. Le colorate, scintillanti vetrine stracolme di libri di
magia erano interamente coperte da grandi cartelloni del ministero della Magia
e da foto in bianco e nero di pericolosi Mangiamorte ricercati. Lucius Malfoy
sghignazzava dalla facciata della farmacia più vicina. Alcune vetrine erano
sprangate, comprese quelle della gelateria di Florian Fortebraccio.
“C’è aria di famiglia, in questa foto, vero Malfoy”
canzonò Ron “tu padre è molto fotogenico!!”
“Guardati sempre le spalle, Weasley”
“Credo… ” disse Harry, ignorando l’ennesima lite tra i due
ragazzi “qui possa bene. Siamo sufficientemente nascosti. Riproviamo”
“Harry?”
“Ron… concentrati e non ci saranno problemi” lo rassicurò l'amico
Chiuse gli occhi e liberò la mente da ogni pensiero,
concentrandosi sulla propria destinazione: Hogsmeade.
La solita sensazione di buio e oppressione al petto e
nuovamente le pupille gli vennero ricacciate nella testa e i timpani premuti
più a fondo nel cranio. Aprì gli occhi lacrimanti, ritrovandosi nel cuore di
una buia High street a Hogsmeade. Istintivamente volse lo sguardo tutt’intorno
in cerca di Ron e Malfoy. Cominciò a correre avanti e indietro sperando di
vederli sbucare da qualche angolo. Ma sembravano essere stati risucchiati nel nulla.
Dove si erano cacciati quei due?
Poi la sua attenzione fu attratta da delle grida che
provenivano da un viottolo che dava proprio su High street
“MALEDIZIONE, WEASLEY, VUOI TOGLIERTI DI DOSSO, MI STAI
SCHIACCIANDO”
“CREDI CHE MI STIA DIVERTENDO?”
Quando Harry vide la scena rimase davvero senza parole…
Malfoy giaceva al suolo con Ron disteso su di lui!! La scena sarebbe stata
molto meno comica se solo non ci fosse stata un’enorme insegna lampeggiante che
li teneva incollati al suolo.
Il giovane mago non riuscì più a trattenere le risa.
“SMETTILA DI RIDERE, SFREGGIATO!!” urlò Malfoy
“…E AIUTACI” aggiunse Ron che si dimenava
“Scusate… ma… “ singhiozzò Harry piegato in due “… ma…
siete troppo comici… se qualcuno vi vedesse!!!”
“WEASLEY, FINISCILA DI AGITARTI, MI FAI MALE!!”
Più si dibattevano, più l’insegna sfavillava “TUTTI I
GUSTI+UNO” e più Harry si sbellicava dalle risate!!
“REPARO” gridò il giovane Grifondoro in lacrime
L’insegna ritornò al suo posto ed i due ragazzi furono
finalmente liberi di muoversi.
“Weasley… “ borbottò Malfoy caustico “stai comodo?”
Ron si alzò frettolosamente; liberatosi dalla morsa anche
Malfoy si sollevò spolverandosi i vestiti.
“Andiamo?” suggerì Harry che ancora sghignazzava
“Non mi sembra tanto divertente!!”
“Invece, Ron, ti sbagli. Era la scena più comica alla
quale abbia mai assistito!!”
“Tutta colpa tua, idiota” asserì Malfoy puntandogli contro
la bacchetta
“Dai Malfoy, non è il caso di arrabbiarsi tanto” esclamò
Harry
“Se smetterai di ridere riporrò la bacchetta, altrimenti
giuro che gli impongo un incantesimo proibito. E, Potter, cerca di tenere la
bocca chiusa… altrimenti ti ammazzo”
“OK… Andiamo” bofonchiò Harry, cominciando ad avanzare per
la strada buia “non avete alcun senso dell’umorismo”
Malfoy ripose con un ghigno la bacchetta nelle tasche.
“Bella mossa, Malfoy” sogghignò Ron
Seguirono Harry, attraversando un buio viottolo
serpeggiante. La strada lastricata di ciottoli era impraticabile, ma i ragazzi
avanzarono nell’oscurità senza mai fermarsi. La sera era calata da molte ore,
il cielo era cupo e minacciava pioggia. Harry sentiva uno strano gelo nelle
ossa, eppure l’aria era tiepida, nonostante i bigi nuvoloni che celavano le
stelle e la luna. Spirava una leggera brezza.
Harry si sentiva stranamente osservato, come se mille
occhi fossero puntati su di lui!! Eppure tutte le finestre erano chiuse; tutte
le porte sprangate e non c’era il benché minimo rumore in quelle vie desolate.
Certo che la cosa era alquanto bizzarra. Hogsmeade, l’unica città interamente
magica d’Inghilterra, un importante centro di ritrovo di migliaia di maghi e
streghe sembrava un… deserto.
“Ho un brutto presentimento” esclamò Malfoy fissando nel
buio
“Dobbiamo sbrigarci!!” replicò Harry preoccupato
“Credi che qualcuno ci segua?” bisbigliò Malfoy
affiancando Harry
“Non sono sicuro… ma potrebbero essere Dissennatori”
propose Harry girando lo sguardo tutt’intorno.
Come avrebbe desiderato possedere un occhio magico, come
quello di Malocchio Moody!!
“Dissennatori?” ululò Ron “Sapevo che lui ci avrebbe
condotto in una trappola”
“Ron, non perdiamo tempo con queste sciocchezze e vediamo
di arrivare sani e salvi a Hogwarts.
Quella strada sembrava infinita!!!
Le loro speranze andavano affievolendosi. La paura di un
incontro-scontro con i dissenatori o con i tirapiedi di Voldemort rendeva quel
cammino ancora più lungo e faticoso. Poi quasi senza
accorgersene giunsero ai muri di cinta che circondavano il parco di Hogwarts.
Costeggiarono le mura, fino ad arrivare al cancello d’ingresso. Da quella
posizione potevano scorgere non solo i giardini in tutta la loro magnificenza,
ma anche i bastioni merlati e la torre di astronomia.
“Ora… cosa facciamo?” domandò Ron
“Bussiamo?” rispose laconico Harry
“Come… bussiamo?” replicò Malfoy “Non credo sia una buona
idea avvicinarsi alle grate del cancello. E poi… non vedo chiavistelli”
“Sei stato tu a convincerci a venire fin qua… “ lo sfidò
Ron “Che soluzione suggerisci?”
“Non avevo pensato a questo!!”
“Complimenti Malfoy. Sei un vero stratega”
Malfoy pose il suo sguardo carico di disprezzo sul
lentigginoso volto del giovane Weasley.
“Però… “ cominciò pensieroso Harry, interrompendo il
battibecco tra i due rivali “Sirius era riuscito ad entrare senza problemi,
quindi non dovrebbe essere difficile”
“Sirius era un’Animagus” puntualizzò Ron
“Probabilmente Black era entrato per un caso fortuito.
Nessuno può eludere gli incantesimi di protezione posti da quel babbanofilo di
Silente”
“Ok… “ esordì Harry spazientito “Se sei così bravo, perché
non ci fai entrare tu?”
“Potter, devo per forza approvare le tue elucubrazioni per
esprimere la mia opinione?” replicò Draco con aria di sufficienza
“No, Malfoy“ sibilò il giovane Grifondoro ”ma
potresti cercare di essere più costruttivo e tentare di proporre qualche idea,
piuttosto che bocciare tutte le mie soluzioni”
“Non è colpa mia se le tue idee sono ridicole” ululò il
Serpeverde avvicinandosi a Harry
“Almeno io ci provo… ” grugnì a pochi centimetri dal volto
di Malfoy
“Ragazzi” li interruppe Ron
“Ron, non ora” replicò Harry infuriato “sono stanco di
sentire… “
“HARRY!!”
“Cosa vuoi, Ron?” protestò Harry volgendo il capo verso
l’amico
“Sta arrivando qualcuno!!”
“Mi sembra la McGrannitt” aggiunse Malfoy.
Effettivamente era proprio Minerva McGrannitt, la
responsabile della casa di Grifondoro e vicepreside di Hogwarts. La donna si
avvicinava lesta, con il suo pomposo vestito che strusciava sull’erba. Arrivata
al cancello, lo aprì e…
“Svelti, entrate” incitò i ragazzi
Varcarono la soglia spediti. Il pesante cancello si chiuse
fragorosamente alle loro spalle. Erano arrivati alla scuola di magia e
soprattutto erano salvi.
Ma come sapeva la McGrannitt della loro venuta?
“Seguitemi” ordinò perentoria
Il volto della donna era deformato dalla rabbia. Avrebbe
sicuramente tolto almeno cinquemila punti alla casa di Grifondoro; forse era
furente anche per questo.
Attraversarono i giardini ed entrarono all’interno del
castello. Cominciarono a salire le scale, superarono la Sala Grande e
avanzarono lungo il corridoio che portava alle stanze dei professori. Doveva
essere molto tardi, la cerimonia di assegnazione era sicuramente già terminata.
Di certo erano tutti nei loro rispettivi dormitori, visto il silenzio che
incombeva nei corridoi. Gli unici rumori erano lo scalpiccio delle scarpe della
McGrannitt e il frusciare del suo vestito blu notte.
Erano giunti nei pressi della statua di pietra dalla forma
di Gargoyle, l’ingresso dello studio di Silente!!
“Robitopoli” disse la McGrannitt.
“Robitopoli? Cosa sono i robitopoli?” pensò
Harry curioso.
Il gargoyle di pietra prese vita e si spostò per lasciarli
passare. Varcarono l’apertura dietro la statua. Salirono una ripida scala a
chiocciola di pietra, che si avvolgeva salendo pendente verso l’alto. Man mano
che avanzavano numerose porte si chiudevano alle loro spalle. Infine giunsero
davanti ad un’enorme porta con i battenti in ottone. La McGrannitt picchiò con
un colpo secco e la porta si aprì.
Silente li attendeva seduto alla sua scrivania. Quella
stanza era proprio come la ricordava…la scrivania, il tavolino, i quadri dei
vecchi presidi di Hogwarts che ricoprivano le pareti. Nulla era cambiato.
Tutto sembrava immobile!!
Alcuni degli uomini ritratti si voltarono all’ingresso del
silenzioso gruppetto.
“Bentornato a Hogwarts, giovane Potter” lo salutò un uomo
corpulento dal naso rosso, ritratto in un quadro collocato dietro la scrivania
di Silente.
“Giovane Malfoy” sobillò la fredda voce di Phineas
Nigellus “Non dovresti mischiarti con certa gente!! Harry Potter, per quanto ti
circondi di persone dabbene resterai sempre un ragazzaccio, non potrò mai
dimenticare la tua sfuriata in quest’ufficio. Silente è troppo permissivo con
te, io… ”
“Phineas, ti prego di lasciar fare a me!!” replicò secco
Silente
Harry volse lo sguardo tutt’intorno, non aveva il coraggio
di reggere il piglio scontento del preside. Non era la prima volta che faceva
qualcosa d’avventato. Gli ultimi sette anni della sua vita erano stati una
collezione d’imprudenze, ma questa volta la situazione era molto più delicata…
erano in guerra e il Mago Oscuro gli stava dando la caccia. Se avesse avuto
delle valide motivazioni, non si sarebbe sentito così in colpa… ma lui non
aveva alcuna valida motivazione, in realtà non aveva nemmeno una
motivazione. Persino Ron, che era assolutamente incapace di controllare i
propri istinti aveva cercato di dissuaderlo, ma ormai era fatta!!!
“Bene, ragazzi. Non vi chiederò per quale ragione avete
deciso di arrivare a Hogwarts utilizzando un mezzo alternativo al treno… ”
“Forse non era di loro gradimento” aggiunse una voce fredda
e sibilante.
Prima ancora di voltarsi, Harry sapeva già a chi
apparteneva quella voce… a Severus Piton, il professore di pozioni.
“Professore, noi… ” tentò debolmente Harry “noi… “
“Signor Potter, credo che sia assurdo ricordare proprio a
lei i pericoli che voi tutti avete corso arrivando fin qui senza una scorta
adeguata” li redarguì la McGrannitt “Hogsmeade non è più tanto sicura come un
tempo”
“Già c’erano dei Dissennatori” argomentò Ron
“Siete sicuri?” domandò Silente
“Si, signore” affermò Harry
“Li avete visti?”
“No, signore, ma i Dissennatori non possono nascondere
facilmente la loro presenza”
Il silenzio piombò nuovamente nella stanza. Il volto della
McGrannitt si era irrigidito e Silente sembrava particolarmente pensieroso,
solo Piton si mostrava calmo e tranquillo.
"Prima di arrivare a Hogsmeade ci siamo smaterializzati a Notturn Alley" titubò il giovane Grifondoro.
Aveva pensato inizialmente di non
raccontare a Silente dell'incontro con la Mangiamorte, ma non voleva tralasciare particolari che potevano essere
utili all'Ordine della Fenice o agli Auror del Ministero "Abbiamo visto Bellatrix Lastrange entrare nel negozio di Sinister.
Ha chiesto di alcuni oggetti che lui non possedeva!"
"Come fa a dirlo con tanta sicurezza, signor Potter?" osservò la professoressa di Trasfigurazione
"Ma credo che non sia plausibile" aggiunse Harry, ignorando positamente il quesito della McGrannitt
"E' rimasta nella bottega per moltissimo tempo. Credo stia architettando qualcosa di molto pericoloso!!"
Il preside lo fissò con aria serena. Probabilmente il professore aveva un idea ben chiara di ciò che stava accadendo.
L'uomo sembrava stanco, ma per niente preoccuopato per le rivelazioni che gli aveva fatto su Bellatrix. Si era mostrato
maggiormente turbato per la presenza dei Dissennatori a Hogsmeade. Probabilmente
sapeva, o quanto meno immaginava, ciò che la donna e il suo padrone stavano pianificando...
“Possiamo andare?” azzardò Ron timidamente
“Non così in fretta, Weasley” sogghignò Piton “Il Ministero
della Magia ci aveva informati che tre studenti di Hogwarts” e posò rapidamente
lo sguardo su tutti e tre i ragazzi “avevano usato la smaterializzazione senza
alcuna autorizzazione”
“Ho assicurato ai funzionari del ministero che ci saremmo
occupati della situazione, per cui ho chiesto hai direttori delle vostre case
di prendere i dovuti provvedimenti”
La McGrannitt li avrebbe strapazzati, mentre Malfoy, il
cocco di Piton, se la sarebbe cavata con una pacca sulle spalle!!
Anche Ron dovette pensare la stessa cosa, solo che ebbe
l’imprudenza di esplicitare il suo pensiero ad alta voce.
“Non è giusto, noi, in questo modo, avremmo una punizione
più dura di quella di Malfoy”
Harry notò il volto di Piton deformarsi per la rabbia.
“Se crede che io possa essere più severa del professor
Piton” argomentò la McGrannit “allora lui si occuperà della vostra punizione,
mentre io penserò al signor Malfoy”
“NO!!” gridò Ron esterrefatto
“Neanche questa soluzione è di tuo gradimento, Weasley?”
punzecchiò Piton
Questa soluzione era sicuramente la migliore per il
professore di pozioni; Harry notò un ghigno beffardo sul suo volto. Forse non
l’aveva visto così contento da quel giorno in cui… effettivamente non l’aveva
mai visto così contento!!!
“Allora signor Weasley, lei ritiene che dobbiate essere
puniti per la vostra bravata?”
“Si… ehm… certo professoressa, ma… “
“Bene” interruppe la professoressa di Trasfigurazione
“allora credo che possiate andare” si voltò a fissare il preside, l’uomo fece
un leggero cenno col capo e la donna proseguì “In Sala Grande potrete trovare
qualcosa da mangiare. Vi prego solo di non tardare, domani sarà il primo giorno
di scuola e, vi ricordo che per voi tre questo è l’anno dei M.A.G.O.”
I tre ragazzi uscirono silenziosi. Ripercorsero la strada
a ritroso senza rivolgersi la parola. Poi il silenzio fu rotto dai mugugni di
Ron.
“Di cosa ti lamenti? E’ stata tutta colpa tua!!” lo
rimproverò Harry arrabbiato
Una punizione data da Piton era una sorta di condanna a
morte, gli avrebbe fatto fare delle cose abominevoli che non voleva fare
nessuno… era una vera condanna a morte.
Cosa poteva esserci di peggio?!?
“Sarebbe stato meglio per tutti se per una volta avessi
tenuto il becco chiuso” rincarò Malfoy
“La tua punizione sarà una passeggiata rispetto alla
nostra” si lagnò Ron
“Gia, ma almeno io non ho peggiorato la situazione. Questo
è il minimo che ti poteva accadere idiota!!”
Arrivarono in Sala Grande, ma prima ancora che Harry
potesse rendersene conto si ritrovò con la guancia attaccata a quella di Ron
stretto in un abbraccio soffocante!!
“Oh!! Sono stata così in pensiero per voi due!! Come
state?” gemette Hermione
Harry sentì le calde lacrime di Hermione bagnare la pelle
del suo collo. Istintivamente le carezzò i capelli. Ron la stringeva forte
“Stiamo bene!!!” sussurrò il giovane Weasley dolcemente
Quando la ragazza li sciolse dal suo abbraccio il suo
volto era duro e seccato.
“Come avete fatto a perdere il treno?” indagò sospettosa
“Noi… ehm… veramente… “ balbettò Harry
Non poteva certo dire che Ron si nascondeva da Luna. Che
insospettito dal comportamento di Malfoy, aveva deciso di spiarlo e che poi gli
erano rovinosamente caduti addosso e… Era ridicola come spiegazione, forse una
bugia sarebbe sembrata più credibile!!
“Allora?” insistette lei
“Che cos’è un interrogatorio?” domandò divertito Malfoy
“Non sono affari tuoi Malfoy” replicò Hermione irritata
Il ragazzo le passò davanti e si sedette. Agguantò un
pezzo di pane al sesamo e lo inzuppò in un intingolo di patate e cipolle.
“La McGrannitt ci ha detto di non fare troppo tardi, visto
che domani cominceranno le lezioni!!”
Harry non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe stato
grato a Draco Malfoy per qualcosa.
Lui e Ron si sedettero di fronte al Serpeverde e lo
imitarono. Hermione, Ginny e Luna presero posto accanto a loro
“E da quando sei diventato così diligente?” replicò
Hermione, fissando Malfoy
“Sono sempre stato molto diligente, Granger!!” sorrise il
ragazzo
“Comunque, non avete ancora risposto alla mia domanda”
insistette Hermione
“E’ una storia lunga, Hermione” cominciò Harry, sperando
che la ragazza desistesse “Preferirei parlarne in un altro momento”
La ragazza li fissò circospetta, aggrottò le sopracciglia
ed esclamò
“Ok, ne riparleremo domani”
Il peggio sembrava essere passato. Se avesse continuato a
mangiare, fissando il piatto con indifferenza, probabilmente sarebbe arrivato
nella sua stanza senza ulteriori danni!!
“Come avete fatto ad arrivare fin qui?” domandò Luna con
aria svampita
Perché Luna doveva fare una domanda così sciocca? Perché
mai le interessava sapere come erano arrivati? E soprattutto cosa ci faceva lì…
perché non era nella sala comune di Corvonero?
Quella serata era destinata a concludersi nel peggiore dei
modi. Se Hermione avesse scoperto che si erano smaterializzati, li avrebbe
linciati!! Doveva trovare una scusa plausibile ed anche in tempo breve…
“Vi ha accompagnati papà?” aggiunse Ginny poggiando la testa
sulle braccia incrociate poggiate sul tavolo
“Non proprio!!” si affrettò Harry
Il signor Weasley avrebbe sicuramente confessato di non
essere stato lui ad accompagnarli a Hogwarts, non era tanto valida come
scusante.
“Siete arrivati con delle scope?”
Era proprio una buona idea!!! Coma aveva fatto a non
pensarci prima!! Certo non era contento di mentire a Hermione e alle sue
amiche; ma la ragazza non gli aveva dato molta scelta. Preferiva mentire, ma
arrivare indenne alla fine di quella interminabile serata.
“Ginny” replicò Malfoy stupefatto “Lo credi possibile?”
“E allora come avete fatto?”
Ma perché quella sera erano tutti nella Sala Grande?
“Veramente… “
Cosa doveva dire?
“Qualcuno mi aiuti?” pensò; volse lo sguardo verso
Ron e cercò supplichevole di chiedergli “Trova una scusa!!, Inventati
qualcosa”
L’amico girava nervosamente il cucchiaio in un piatto
vuoto, sembrava partecipare ad una caccia al tesoro, solo che c’erano ben poche
possibilità di trovare la pietra filosofale o un bezoar in un piatto vuoto.
“Quante storie!! Ci siamo smaterializzati” svelò Malfoy
“COSA… COSA… “ urlò Hermione annichilita
“Non alzare la voce Hermione… “ la supplicò Ginny
“Come avete potuto fare una cosa tanto sciocca!!!” replicò
accigliata “Voi… “
Harry si preparò alla sfuriata e al predicozzo della
ragazza.
“… siete impazziti!! Non avete nemmeno superato l’esame,
non potevate farlo. E se vi foste ritrovati in Congo… e se non foste riusciti e
se… “
“Ma ci siamo riusciti!!” la interruppe Harry
Il viso di Hermione divenne vermiglio dalla rabbia
“Ma non è possibile smaterializzarsi a Hogwarts” confermò
Luna ammirata
“Infatti, ci siamo materializzati a Hogsmeade” si
pavoneggiò Ron, come se l’idea fosse stata sua
<“Hogsmeade? Hogsmeade?” squittì Hermione “Avete letto la Gazzetta del Profeta
nelle ultime settimane? Hogsmeade è un posto molto pericoloso. La maggior parte
degli abitanti l’hanno abbandonata, perché ormai è territorio di Mangiamorte e
Lupi Mannari, per non parlare di Vampiri e Dissennatori, naturalmente. E’ un
miracolo che siate riusciti ad arrivare fin qui!! Ron come hai potuto, sai
benissimo che Harry è un bersaglio, non dovresti fargli correre rischi
inutili!!”
Tutte quelle storie per Hogsmeade... e se avesse saputo di Notturn Alley?
“Ron?… “ replicò irritato il giovane Weasley “io
non c’entro nulla in questa storia. Ho cercato di dissuadere Harry. Cosa credi
che sia scemo… è stata tutta colpa di Malfoy”
“Io non vi ho costretto!!” si affrettò a rispondere il
Serpeverde
“Tu, li hai sfidati… non è così Draco?” domandò Ginny
“Non ricordo una cosa simile. Ho solo detto che io l’avrei
fatto e loro hanno detto che andava bene… anzi che era un’idea brillante”
“Non era affatto un’idea brillante. Avrebbe potuto essere
molto pericoloso. Se aveste incontrato dei… “
“Mangiamorte” lo interruppe brusco il ragazzo
“Ero solo preoccupata per te” replicò la ragazza, fissando
gli occhi freddi del giovane Serpeverde
“Nessuno te lo ha chiesto!!” poi il suo sguardo e la sua
voce si addolcirono improvvisamente “Non voglio che ti preoccupi per me, Ginny.
Io ero al sicuro!!!”
“Tu forse eri al sicuro” argomentò Hermione, interrompendo
il dialogo tra i due ragazzi “ma Harry e Ron hanno rischiato grosso. E tutto
per una stupida lite tra ragazzini”
“Ora basta, Hermione” cominciò Harry “E’ stata una mia
decisione”
“Una decisione avventata!!”
Hermione aveva ragione, Harry sapeva benissimo che era stata una decisione affrettata. Ma era stanco di essere continuamente
trattato come un bambino.
“Si, avventata… errata… assurda, ma mia. Non vado fiero di
ciò che ho fatto, so di aver commesso un errore, ma non avevo scelta!! Lo
avrebbe fatto chiunque al mio posto!! Perché non provi a capirmi?”
“Capirti? Hai ragione la verità è che lo avrebbe fatto
chiunque… non stesse rischiando la propria vita, ma tu ti credi invulnerabile,
vero Harry?”
Il silenzio cadde tra gli astanti.
“E questo che pensate?” chiese Harry fissando i volti accondiscendenti
di tutti
“Forse lo sei davvero, tu sei il prescelto” disse Ron
“Non guardare me” aggiunse Malfoy “Ho sempre pensato che
tu ti ritenessi un eroe invincibile!”
“Voldemort ti ha dato la caccia per diciassette anni senza
mai riuscire a farti del male, molte persone sono morte perché tu
sopravvivessi. Credo che sia logico cominciare a pensarlo!! Lo penserebbe
chiunque” aggiunse Luna flemmatica
“NON IO!!” ululò Harry “credete davvero che renderei vana
la morte dei miei genitori, di Sirius, di Neville e di Cedric” terminò ansante
Hermione si avvicinò a Harry e gli afferrò la mano, il
ragazzo la scostò sgarbatamente
“Harry, io mi preoccupo per te” disse Hermione serrando le
mani sul petto
“Io non ho bisogno di questo. Non voglio che tu ti
preoccupi per me, io vorrei che tu ti fidassi di me”
“Io mi fido di te”
“No. Io mi fido di te, ma tu non ti sei mai fidata di me”
“Come puoi solo pensare una cosa del genere?”
Harry si voltò e senza rispondere si allontanò dalla Sala
Grande.
La ragazza lo aveva molto ferito con i suoi dubbi e le sue
incertezze.
Perché doveva sempre trattarlo come un deficiente?
Non fare quello, non fare questo… non era mica sua
madre? E poi perché doveva sempre temere le reazioni di Hermione. Infondo
non aveva fatto nulla di male. Erano arrivati a Hogwarts senza riportare alcun
danno!!
In tutti quegli anni avevano superato avventure più
pericolose. Aveva affrontato un Drago, un Troll, un Gigante, Acrumantole,
Centauri, un Basilisco, Dissennatori, Tritoni, Sirene, Mangiamorte, e la lista
poteva estendersi per pagine intere. L’anno prima aveva affrontato addirittura
un Dio, relegandolo per sempre nel libro maledetto.
Come poteva essere pericoloso o rischioso attraversare
Hogsmeade!!!
Quisquiglie!!
Se doveva cominciare ad avere paura di tutto, allora
avrebbe dovuto rintanarsi nella dimora dei Black per tutta la vita. Il suo
compito era affrontare Voldemort, come poteva opporsi al mago oscuro se aveva
paura di tutto. Se aveva paura di morire!!!
“Io non morirò” esclamò ad alta voce
“Non ti sembra un po’ tardi per girovagare per la scuola?”
cantilenò una voce nota “Parola d’ordine?”
NdA: Cosa cercava Bellatrix Lastrange nel negozio di Sinister?
Perché Malfoy si stava nascondendo?
Quale sarà la punizione che Piton infliggerà a Ron e Harry?
Volevo sinceramente ringraziare Chiara (pesciolina04) per
aver corretto la bozza di questo capitolo. Il suo apporto è stato veramente
determinante per la stesura del quinto capitolo di questa ffic.
Alla prossima, Lella80
EFP |
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Capitolo 6 *** Sogno e Realtà ***
CAP6
Sono mortificata! Mi dispiace
tantissimo per il lungo tempo intercorso, ma non riuscivo più a scrivere
nemmeno un rigo. Credetemi se vi dico che mi dava la nausea rileggere ciò che
avevo scritto, per cui mi era praticamente impossibile terminare il capitolo.
Avevo seriamente considerato di abbandonare la storia. Poi grazie a Chiara (pesciolina04)
sono riuscita non solo a terminare questo chap, ma anche a scriverne altri tre.
Quindi sarò più veloce nei prossimi tempi.
Spero che ci siate tutti e che la
storia possa interessare altre persone.
Come sempre vorrei ringraziare tutti
quelli che hanno commentato il capitolo precedente: Petronilla (il mio
scopo sarà creare confusione in voi e in Harry e direi che inquietante è la
parola giusta. E’ questo che vorrei trasmettere inquietudine e dubbio!! Spero
di riuscirci. Scusa se non riesco a terminare segreti dal futuro, ma non riesco
più a trovare il tempo. Ti prometto che appena posso lo completerò…nel
frattempo consiglio a tutte le persone che passano per questa storia di dare un
occhiata a Segreti dal futuro di Petronilla. Sono sicurissima che vi piacerà da
morire. Grazie per aver inserito la mia storia nel vostro forum sono davvero
lusingata), Domy (Chi può dirlo se sarà qualcosa di importante però sarà
una cosa molto utile, anche se non indispensabile), marco (scusa marco,
non penso che per aggiorna presto tu intendessi dopo sei mesi… spero che il
capitolo ti piaccia così magari mi perdoni! E scopriremo presto del perché l’ha
lasciato in vita. In questo tipo di racconto mai le cose sono ciò che
sembrano), desdeus (Grazie, il pezzo dell’insegna è piaciuto molto anche
a me… e concordo sul fatto che Harry abbia esagerato con hermione., ma qualcuno
glielo farà notare. Questo capitolo è stato particolarmente difficile da
scrivere e credo sia difficile da leggere in esso c’è praticamente tutto
l’incipit della fine!! Poiché hai un buon senso critico fammi sapere se era
troppo complicato), Kalindra (Harry per quanto perfetto è un ragazzo di
diciassette anni… le ragazze sono molto più attente a certe sfumature rispetto
ai maschi. A certi ragazzi bisognerebbe fare dei disegni per spiegare le cose
che a noi ragazze sembrano più che ovvie!! Cmq il personaggio che porterà il
tuo nome appare in questo chap, anche se non sa ancora che avrà il tuo nome;
avremo poi modo di conoscerlo meglio), Kagomechan (Grazie per aver letto
la rivolta dei mezzosangue e per aver continuato a seguire la mia ffic. Sono
contenta che ti piaccia e che tu sia una mia accanita lettrice. Ho letto il
sesto libro della saga del giovane maghetto e sinceramente a me non è piaciuto,
l’ho trovato “arronzato”, molto meno avventuroso e assolutamente fuori dagli
schemi presedenti. Speravo meglio visto che il quinto era un autentico
capolavoro!! Ma sono sicuro che il settimo sarà bellissimo anche se ho saputo
che il prossimo morto potrebbe essere Ron o Hermione) e sam carter (ciao
chiara, ben tornata!! Anch’io ho avuto un sacco di problemi per cui anche la
mia assenza è stata immensa… sono contenta che tu sia ritornata e spero che i
tuoi problemi si siano risolti per il meglio. Per le traduzioni mi faccio viva,
mq sappi che non sarà facile, visto che dovrai tradurmi un intero papiro di
almeno 2pagine). Inoltre vorrei ringraziare riru che ha lasciato un
commento giusto un anno dopo la conclusione di Harry Potter e la rivolta dei
mezzosangue. Grazie riru di averla letta e grazie per i complimenti. Il mio
desiderio era appunto di riuscire a mantenermi in linea con i personaggi della
Rowling e sono lieta di esserci riuscita. Soprattutto grazie di ritenere la
storia degna di essere pubblicata su un libro vero… credo che sia un po’
esagerato, ma fa sempre paicere sentirselo dire.
In questo capitolo vorrei inoltre
ringraziare tre gentilissime ragazze che hanno letto un raccontino in quattro
capitoli che ho scritto un po’ di tempo fa (Un patto d’Amore), probabilmente
non leggono questa storia, ma magari ci passano a dare un’occhiata e io ci
tenevo davvero a ringraziare tutti quelli che mi sostengono, perché sono le
persone che leggono le tue storie che, nel bene o nel male, ti fanno continuare
a scrivere. Vorrei ringraziare damynex (sono contenta che la storia ti
sia piaciuta, il finale effettivamente è un po’ “strano”, ma questa non era una
storia d’amore classica. Ho provato solo a cimentarmi in un genere che non mi
piace introducendo un qualcosa che è più vicino al mio genere. Proverò a
scrivere una nuova storia… perando di ritrovarti), Maria.. (Grazie non
ho parole, non è facile “far salire le lacrime agli occhi” e non e facile far
ridere le persone con le parole piuttosto che con le immagini. Quindi magari la
prossima storia invece di essere struggente sarà comica, così vedo se riesco a
far ridere. Infondo scrivere è una sfida continua) e Yuki (quando una
storia ti piace tanto da rileggerla allora deve averti veramente colpita.
Quindi le tue parole sono più che sufficienti per non farmi mai smettere di
scrivere).
Sentivo davvero la necessità di
ringraziarle ora, dopo il periodo di buio totale che ho attraversato, non avevo
avuto modo di farlo e i lettori sono la ragion d’essere di coloro che scrivono.
Un abbraccio forte a tutti.
CAP6 Sogno e Realtà
“Parola d’ordine?”
Nella fretta di lasciare la Sala Grande aveva completamente dimenticato di chiedere alle ragazze quale fosse la parola
d’ordine. E purtroppo, dopo la iattanza ostentata pochi minuti prima, non
poteva certamente ritornare sui propri passi e domandare agli amici: “scusate
potreste dirmi la parola d’ordine?”
L’unica soluzione era convincere la signora
Grassa a farlo entrare, ma Harry sapeva che sarebbe stata un’ardua impresa.
“Non la ricordo, ma magari se potesse fare
una piccola eccezione ” argomentò speranzoso
“Se non la conosci, non posso farti
entrare” cinguettò la donna del ritratto “mi dispiace Harry, ma sono le regole”
“Regole… regole… regole” ripeté stizzito
“sono stanco delle vostre stupide regole. Sono sette anni che frequento
Hogwarts; perché dovrebbe essere necessaria una parola d’ordine per essere
riconosciuto? Mi ha anche chiamato Harry, quindi sa benissimo chi sono”
“Mi dispiace” ribatté la donna rammaricata
“le regole esistono per tutelare la sicurezza di voi studenti”
“Certo, ma non bisogna seguirle se le si
giudica stupide!!”
“Sono regole antiche. Esistono da quando
Hogwarts venne fondata. Non sei tu a poterle giudicare stupide. Se non conosci
la parola d’ordine non posso farti entrare”
“Maledizione” sbottò Harry dando un calcio
al bordo del ritratto.
Lo scossone fece tremare il paesaggio alle
spalle della donna. La signora Grassa rimase impassibile, attendendo che il
ragazzo formulasse le magiche parole
“Oneiros” enunciò una voce alle sue spalle.
Il ritratto si aprì. Harry si voltò e vide
Ron che lo fissava accigliato.
“Credo che tu abbia esagerato. La signora
Grassa ha ragione, avresti anche potuto essere un impostore. E credo che tu sia
stato ingiusto anche con Hermione” rincarò l’amico
“Lo so” replicò Harry oltrepassando
l’apertura “Ero arrabbiato. E poi vorrei vedere te al mio posto!! Cosa faresti
se la tua ragazza non avesse fiducia in te?”
“Lei si fida di te!!” rispose Ron
seguendolo
“Allora dovrebbe cominciare a
dimostrarmelo. Comunque ora non mi va di parlarne, sono stanco. E’ stata una
dura giornata” tagliò corto il ragazzo
Attraversarono silenziosamente la Sala Comune, salirono le scale che conducevano ai dormitori maschili ed entrarono nella loro
stanza.
Dean Thomas e Seamus Finnigan dormivano
beati. Il letto di Neville era
vuoto, nessuno aveva occupato il suo posto. Il cuore di Harry fu assalito da
una cocente malinconia!! E la rabbia che gli aveva offuscato la ragione svanì
d’incanto.
“Come sta Hermione?” sussurrò all’amico,
che nel frattempo stava tirando fuori dal suo baule una copia di ‘100
Pozioni per 1000 occasioni’
“Mi ha chiesto di raggiungerti e di dirti
la parola d’ordine. Era molto angosciata”
Harry notò che nella voce dell’amico c’era
una leggera flessione di dolcezza. Ron era ancora molto legato ad Hermione. Un
moto di gelosia gli montò alla testa.
“E come mai non sei rimasto a consolarla?”
replicò risentito
“Veramente stavo litigando con Malfoy”
espose l’amico “E poi non era sola, con lei c’erano Ginny e Luna. Quelle tre
sono diventate inseparabili!!”
Era troppo teso!!
Quell’avventura fuori programma l’aveva
reso sospettoso e nervoso. Aveva reagito in malo modo all’apprensione di Hermione
e alla legittima intransigenza della signora Grassa ed ora aveva male
interpretato l’ansia di Ron nei confronti dell’amica. Se continuava in quel
modo avrebbe fatto terra bruciata in torno a se, senza nemmeno l’aiuto di
Voldemort!
“Come mai litigavi con Malfoy?” bisbigliò
“Per la solita ragione. Lui e Ginny,
sembrano troppo intimi… la cosa comincia a preoccuparmi!!” farfugliò
ansioso “La mamma morirà di crepacuore… i gemelli lo uccideranno ed io darò
volentieri loro una mano. E papà, quando saprà che il nome dei Weasley sarà
accomunato a quello di Mangiamorte e assassini come i Malfoy, perderà la
ragione. La sua carriera al ministero sarà rovinata irrimediabilmente” concluse
Ron in tono melodrammatico
“Non credi di correre troppo. Non sappiamo
nemmeno se tra quei due c’è qualcosa e a sentire te… praticamente ‘oggi sposi’”
“Bene, Harry. Il nostro compito sarà
pedinare quei due per capire se devo cominciare a preoccuparmi”
Sarebbe stato un anno molto duro!!
Doveva non solo cercare di superare i
M.A.G.O., se anelava ad una qualche possibilità di diventare Auror. Ma aveva
anche tre missioni da portare a termine: capire se Ron provava interesse per
Luna, come gli aveva chiesto Hermione. Scoprire se Ginny e Draco Malfoy avevano
una tresca, come gli aveva appena domandato Ron. Ed infine, tentare di fermare
Voldemort ed i suoi scagnozzi, come gli richiedeva il suo destino.
La vita era già abbastanza dura per un
adolescente di diciassette anni, perché la sua doveva essere ulteriormente
complicata da un pazzo assassino assetato di potere e vendetta?
Quanto era stato sfortunato!!
“Sarebbe meglio riparlarne domani a mente
fresca” sentenziò Harry “Sono molto stanco”
“Lo sono anch’io” asserì Ron, distendendosi
sul letto “Ma non dobbiamo permettere a mia sorella di impelagarsi in qualcosa
con quello lì” terminò sbadigliando
“Certo” replicò Harry assonnato.
Si cambiarono velocemente per la notte, e
poi si distesero stancamente sul letto.
“Harry, dobbiamo farlo per Ginny”
ricominciò Ron preoccupato “So che le vuoi bene come una sorella, quindi so che
lo farai… non possiamo lasciarla in balia
di… idiota… mangiamorte… “
E cullato dalla voce di Ron sprofondò in un
sonno agitato.
*
Harry si svegliò alle cinque, ma era troppo
nervoso per riaddormentarsi. Si alzò e si infilò i jeans, non voleva arrivare
alla stazione con la divisa del college: si sarebbe poi cambiato in treno.
Controllò l’elenco che gli era stato inviato dal King’s, per accertarsi di
avere tutto quello che gli serviva. E cominciò a passeggiare per la stanza, in attesa
che i suoi genitori si svegliassero.
Era molto agitato!!
Per la prima volta si sarebbe allontanato
da casa. Per la prima volta avrebbe dovuto cavarsela da solo, senza l’aiuto dei
suoi genitori. Sapeva che non sarebbe stato facile, anche perché i suoi
genitori si aspettavano molto da lui e non voleva deluderli. Ma lui era un Potter…
non si sarebbe mai fatto prendere dallo sconforto.
Guardò l’orologio erano già le cinque e
quindici minuti. Il tempo sembrava essersi ghiacciato. Scese in cucina, augurandosi
che sgranocchiare qualcosa lo avrebbe aiutato a sopportare meglio l’attesa. Ma
mentre si avvicinava alla linda cucina di sua madre, udì un mesto parlottare.
Aprì lentamente la porta.
“Non preoccuparti, amore, vedrai che Harry
si troverà benissimo”
“Forse avremmo dovuto iscriverlo ad una
scuola più vicina, così…” replicò la madre affranta
Non si erano accorti della sua presenza!
“Così… avrebbe potuto stare qui con noi?”
il marito terminò il pensiero della donna, un pensiero che era anche suo.
“Si. E poi lui non voleva neanche andarci.
Forse non avrei dovuto insistere così tanto. E se gli succedesse qualcosa?”
“Cosa vuoi che gli succeda, Lilly?” ribatté
il padre divertito “sta andando nel più rinomato college d’Inghilterra, non in
Afghanistan. Il massimo che gli possa accedere è che il suo nemico dichiarato
gli lanci dei gessetti nei capelli”
Gessetti nei capelli?
Suo padre si era ammattito!! Lui non
avrebbe mai permesso che qualcuno lo umiliasse in quel modo. Avrebbe venduto
cara la pelle… in fondo lui era…
“Lui è un Potter” argomentò serio “E poi
non può succedere nulla nella scuola di Silente”
Harry richiuse la porta e ritorno nella sua
stanza. Si sentiva stranamente sereno. Era felice… il fatto che i suoi genitori
non stessero festeggiando per la sua partenza, ma che fossero preoccupati e
tristi lo rendeva orgoglioso.
I suoi genitori lo amavano.
L’angoscia che aveva provato stava
dissipandosi lentamente. In fondo il King era un’ottima scuola. I suoi genitori
si erano conosciuti là. Inoltre lo zio Sirius, lo zio Remus e il suo papà
avevano vissuto delle fantastiche avventure in quel periodo della loro vita e
poi…
“Silente è un grand’uomo” borbottò il
ragazzo raggiungendo la sua stanza.
Due ore dopo suo padre aveva già caricato
il suo bagaglio in macchina.
Dopo un’abbondante colazione, la famiglia
Potter si diresse verso la stazione “King cross” di Londra. Harry era
agitatissimo. Stava cominciando per lui una nuova avventura. In macchina non
riuscì a spiccicare una parola e osservava incantato i viali e le case che
sfrecciavano veloci attraverso i finestrini. I suoi pensieri erano accarezzati
dalle voci rassicuranti dei suoi genitori.
Cosa avrebbe fatto se loro fossero…morti?
Perché quella paura costante di perderli?
Sua madre lo aveva spesso rassicurato.
“Molti adolescenti hanno paura che i
genitori muoiano” gli rispondeva ogni volta la donna dolcemente
Ma lui in alcune occasioni aveva avuto come
la sensazione lancinante e straziante di essere orfano, prigioniero di un
incubo infinito.
“Harry, tesoro, forse dovresti scendere se
non vuoi perdere il treno?” lo ridestò la madre
Il ragazzo scese dall’auto e aiutò il padre
a poggiare il pesante e voluminoso bagaglio su un carrello, spingendolo poi
personalmente fin dentro la stazione.
Il treno sarebbe partito dal binario nove.
Attraversarono la stazione affollata di
persone di ogni nazionalità, Londra era una grande città multietnica. Si
fermarono innanzi ad un binario su cui torreggiava un grosso numero nove in
plastica.
Il treno era lì. Immobile e lucido, che
attendeva di partire per la città di Cambridge. Le prime due carrozze erano già
gremite di studenti, alcuni si sporgevano dai finestrini per parlare con i
familiari, altri si litigavano un posto. Harry e suo padre spinsero il carrello
lungo il binario in cerca di un vagone libero. C’erano moltissime persone,
molte più di quante immaginasse. E tutti quei ragazzi sarebbero stati i suoi
compagni di scuola… alcuni sarebbero stati suoi compagni di corso e magari tra
loro ci sarebbe stato il suo migliore amico. Mentre formulava quel pensiero,
proprio dietro di lui, passò un gruppo di persone, e lui colse un brandello
della loro conversazione.
“…pieno zeppo di ricconi, figurarsi…”
Harry si voltò di scatto.
Quella voce di donna… dove l’aveva già
sentita?
A parlare era stata una signora grassa che
si rivolgeva a quattro ragazzi dai capelli rosso fiamma. Ciascuno spingeva un
carrello ricolmo di bagagli come quello di Harry.
“C’è davvero tantissima gente” disse Lilly
Potter.
Il marito annuì compiaciuto, poi rivolgendosi
al figlio “Sono sicuro che incontrerai tanti ragazzi simpatici e troverai molti
amici”
Proprio in quel momento passarono accanto
ad un ragazzo dalla faccia tonda che stava dicendo: “Nonna non voglio andare in
quello stupido college”
“Oh, Neville” udì sospirare l’anziana
signora.
Quel nome gli strinse il cuore.
“Lo credo anch’io” replicò Harry distratto
I Potter si fecero largo tra la folla,
finché non trovarono uno scompartimento vuoto verso la coda del treno. James
aiutò il figlio a sollevare il bagaglio e a sistemarlo sul convoglio
e subito dopo i due ridiscesero sulla banchina
per ricongiungersi a Lilly. La donna strinse il figlio in un caldo e stretto
abbraccio. Harry si perse in quella malinconica stretta, avvolto dal suo
profumo. Ma poi ridestatosi da quella insolita sensazione di tenerezza si
divincolò con forza
“Mamma” mugolò “Non davanti a tutti!! Mi
prenderanno in giro per tutta la vita”
“Nessuno prende in giro un figlio che
abbraccia sua madre” replicò la donna seccata
“Non vedo nessuna madre che sta
abbracciando suo figlio… “
“Ora basta!!” reiterò James “La prossima
volta vi rivedrete per le vacanze di Natale… volete davvero salutarvi con uno
dei vostri soliti battibecchi?”
“Non stiamo litigando” replicarono
all’unisono fissando l’uomo sorridente
“Forse dovremmo andare Lilly e lasciare che
Harry salga sul treno. O vuoi riportarlo a casa?”
Avrebbe tanto voluto che la madre
rispondesse si…
“Papà ha ragione” rispose mentre si
sollevava “E’ meglio che tu vada!!”
Harry inaspettatamente avvolse le braccia
attorno al caldo corpo della madre
“Ti voglio bene!” le sussurrò all’orecchio
“Ti voglio bene anch’io, tesoro”
Si sciolsero dall’abbraccio. James si
avvicinò al figlio e alla moglie, poi porgendo
la mano al ragazzo disse
“Fatti onore, figliolo. Noi siamo molto
orgogliosi di te!!”
Harry strinse l’enorme mano dell’uomo, o
almeno così gli sembrava
“Grazie, papà”
L’uomo tirò a se il corpo del figlio e lo
abbraccio “ti aspettiamo per le vacanze di Natale” disse dandogli affettuosi
colpi sulle spalle
Il suo cuore palpitò di gioia. Era felice…
Salì sul treno e si sedette accanto al
finestrino dove, seminascosto, poteva osservare i suoi genitori che mano nella
mano attendevano la partenza del treno. A pochi metri da loro c’era la famiglia
pel di carota al completo. In quel momento apparve il maggiore dei fratelli. Si
era già cambiato ed indossava l’uniforme bordeaux del King college. Harry notò
che sul petto gli brillava un distintivo d’argento con su incisa la lettera P.
Parlavano in maniera piuttosto animata. Poi la donna grassa abbraccio il più
piccolo dei ragazzi. Il ragazzino si divincolò dalla stretta e Harry notò che
le sue orecchie erano diventate tutte rosse.
Come lo capiva… ma allora le mamme erano
davvero tutte uguali?!?!
Di nuovo volse lo sguardo nel punto in cui
si trovavano i suoi genitori. Erano ancora là. Sapeva che finché il treno non
sarebbe partito loro sarebbero rimasti immobili… l’uno accanto all’altra… in
attesa che il loro bambino prendesse il volo, ma con la consapevolezza che
prima o poi sarebbero di nuovo ritornati una famiglia. Ma questa consapevolezza
che non era la sua. Lui invece viveva nella
certezza che li avrebbe persi… che li avrebbe nuovamente persi…
Il treno si mosse. Harry vide i suoi
genitori allontanarsi e diventare due
puntolini fino a scomparire del tutto
dietro la prima curva. Dal finestrino vedeva le
case, gli alberi e le colline erbose sfrecciare veloci. Sentì un fremito di
eccitazione. Non sapeva bene a cosa stesse andando incontro… ma certamente
sarebbe stato stupendo.
Poi, la porta dello scompartimento si aprì
ed entrò il più giovane dei ragazzi coi capelli rossi.
“Quel posto è occupato?” chiese indicando
il sedile di fronte a Harry “il treno è pieno zeppo…”
Harry scosse la testa in senso di diniego e
il ragazzo si sedette, lanciandogli una rapida occhiata. Il ragazzino dai
capelli rossi lo fissava curioso, ma quando Harry volse lo sguardo su di lui si
mise subito ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino, facendo finta di
non averlo guardato. Harry era molto imbarazzato e cominciò a fissare anch’egli
il paesaggio che si stagliava rapido attraverso i finestrini del treno.
Poi la sua attenzione fu catturata da una
voce stridula
“Io sono Ronald Weasley” si presentò il
ragazzo fissando Harry
Ronald Weasley... Ronald Weasley… Ron
“Il mio nome è Harry Potter. Piacere di
conoscerti Ronald”
“Piacere mio, Harry. Ma chiamami Ron. Credo
che Ronald sia un po’ altisonante. Hai fratelli?”
Non si aspettava certo rulli di tamburo o
squilli di tromba, ma Ron sembrava assolutamente ignorare il fatto che lui
fosse HARRY POTTER… anche se sfuggiva anche a lui il perché Ron dovesse
conoscere le memorabili imprese di Harry Potter… quali imprese poi?
“Io sono figlio unico”
“Beato te!!” soffiò stancamente “Noi siamo
in sette. Io sono il sesto della nostra famiglia a frequentare il King. Puoi
ben dire che mi tocca essere all’altezza di un sacco di aspettative. Bill e
Charlie hanno già finito… adesso style='color:#DC2300'> Bill lavora
in banca, mentre Charlie fa il veterinario, ora si trova in Australia, lui è un
esperto di animali esotici. Ai tempi della scuola Bill era capoclasse e Charlie
capitano della squadra di calcio. E adesso Percy è prefetto. Fred e George sono
un po’ dei perdigiorno, ma hanno ottimi voti e tutti li trovano davvero
spiritosi. In famiglia ci si aspetta che io sia all’altezza degli altri, ma se
poi ci riesco, nessuno la considererà una grande impresa, visto che loro hanno
fatto prima di me. E poi con cinque fratelli non riesci mai a metterti un
vestito nuovo…”
Le orecchie gli erano diventate rosse,
forse pensava di aver detto troppo.
“Siete tutti maschi?”
“No, c’è anche mia sorella Ginny, ma lei è
più piccola di me di un anno”
“Io, invece, credo che debba essere bello
avere tanti fratelli. Sono sicuro che vi volete un gran bene!”
“Certo. Tuo padre è James Potter?”
“Conosci mio padre?”
“Certamente. Io sono un appassionato di
archeologia e tuo padre è il mio mito. Mio padre lavora al ministero e dice che
spesso il ministro dei Beni Culturali gli concede dei fondi per fare dei viaggi
e trovare tesori sepolti”
“Forse tuo padre esagera un pò” sentenziò
Harry
“Non credo, la maggior parte dei reperti
archeologici presenti al British Museum sono stati recuperati da lui. Dovresti
essere molto orgoglioso di avere un padre come lui”
Non pensava che il viaggio potesse essere
così piacevole, la conversazione con Ron avrebbe potuto durare per giorni senza
che gli pesasse minimamente.
Ron sarebbe diventato il suo migliore
amico. Non aveva dubbi!!
Proprio mentre la sua mente formulava quel
pensiero, entrarono un ragazzo biondo dal viso paffuto e una ragazzina dai
folti capelli bruni e con i denti davanti piuttosto grandi.
“Io sono Hermione Granger” disse con tono
autoritario “Lui, invece, è Neville Paciock” aggiunse indicando il ragazzo
grassoccio al suo fianco. Harry rammentava benissimo il ragazzino che aveva
visto sulla banchina insieme all’anziana nonna.
“Avete visto il gattino di Neville? Se lo
trovassero i prefetti lo espellerebbero prima ancora che entri al King. Gli
avevo detto che il regolamento lo vieta, ma lui ha voluto fare di testa sua.
Articolo 123, comma 12 ‘Non è autorizzata l’introduzione di alcun animale
all’interno dell’Istituto previa autorizzazione di una commissione
giudicatrice. Pena: espulsione immediata’” disse tutto di un fiato
“Capperi, hai imparato tutto il regolamento
a memoria?” domandò stupefatto Ron
“Certo. Mio padre dice sempre che la legge
non ammette ignoranza”
“Tuo padre è avvocato?” si informò Ron
“No, i miei genitori sono impiegati
statali”
“Strano” si intromise Harry “pensavo
fossero dentisti”
Ron e Neville sghignazzarono.
“Non sei affatto spiritoso” replicò acida
Hermione “Allora l’avete visto?”
“No, però se lo troviamo vi avviseremo
subito” replicò Harry cordialmente
“Vi faccio notare che non vi siete neanche
presentati” ribatté la ragazzina brusca
Era davvero antipatica!!
“Io sono Ronald Weasley” si apprestò Ron
seccato
“Io sono Harry Potter”
“Harry Potter?”
“Si”
“Il figlio di James Potter? Quel James Potter?”
“Sssi” rispose titubante il ragazzo, aveva
notato uno strano scintillio negli occhi della ragazza
Hermione si sedette accanto a Harry e lo
fissò ammirata
“Tuo padre è un grande… anzi è il più
grande archeologo di tutti i tempi”
“Più di Indiana Jones?” fece scherzosamente
Harry
“Si” rispose seriamente la ragazza “più di
qualsiasi personaggio reale o inventato. Ha esplorato la tomba di Tutankamon e
le piramidi di Cheope ed è stato sull’isola di Pasqua e ha attraversato indenne
il triangolo delle bermuda e poi è stato in Tibet e lì il Dalai Lama gli ha
indicato la via da seguire per trovare i tre sutra della luce. Tuo padre
è un mito. Da grande voglio fare l’archeologa come lui, ecco perché sono al
King. Anche tu vuoi fare l’archeologo da grande?”
“Non lo so. Non ci ho mai pensato!”
“Mi fa davvero paura…” sussurrò Ron
avvicinandosi a Harry
I due ragazzi cominciarono a sghignazzare
dopo essersi fissati qualche minuto negli occhi.
Ron, invece, era davvero simpatico. Sarebbe
sicuramente stato un buon amico.
“Cosa avete voi due da ridere?” replicò
stizzita Hermione
“Veramente… “ balbettò Ron intimorito
Il silenzio calò sui presenti, intervallato
solo dai mugolii di Ronald Weasley che tentava in malo modo di dare una
spiegazione esaustiva alla ragazza palesemente irritata.
“Ron, i tuoi fratelli hanno tutti
frequentato questa scuola” fece Harry ponendo fine a quell’imbarazzante
situazione “quindi saprai sicuramente come saremmo suddivisi!!”
“Certo… “
“Le case sono quattro” interruppe Hermione
saccente “Corvo, Tasso, Grifone e Serpente. La suddivisione viene operata dopo
un colloquio preventivo con alcuni insegnati della scuola e i prefetti. Dicono
che la migliore sia Grifone. Non per niente sia il professore Silente, sia il
tuo papà sono stati dei Grifoni. La casa del Serpente è assolutamente da
evitare. In realtà la loro casa sembra essere molto selettiva. I Serpenti
appartengono solitamente alle più nobili e rinomate famiglie d’Inghilterra e
non ammettono persone di basso lignaggio”
“Già sono dei veri fanatici…” aggiunse Ron
disgustato
“Mia nonna dice sempre che bisogna stare
lontana da quei nazzisti camuffati da persone perbene” replicò Neville scuotendo
il capo, per dare maggior enfasi alle sue parole
“E comunque” concluse Hermione con
sufficienza “per inciso, non è necessario avere fratelli che hanno frequentato
il King per conoscerne le regole”
Harry fu invaso da un’inaspettata
condizione di disagio. Infondo anche suo padre aveva frequentato il King e lui
non sapeva assolutamente nulla della scuola. Invece quella strana ragazzina,
che probabilmente era la prima della sua famiglia a frequentare il college,
sembrava avere una risposta ad ogni sua domanda. Sapeva tutto sul King e su…
suo padre. Probabilmente sapeva più lei di James Potter che lui, suo figlio,
con cui condivideva lo stesso bagno da undici anni.
Era arrabbiato e nello stesso tempo
ammirato da quella Hermione Granger. Forse anche lui avrebbe dovuto prendere la
storia del college più seriamente, così come sembravano fare i suoi compagni di
viaggio.
Mentre questi pensieri turbinavano nella
sua mente si aprì bruscamente la porta dello scompartimento.
Sulla porta apparve un ragazzino dai
capelli biondi e il volto affilato. I suoi occhi erano grigi e freddi. Sul suo
volto sembrava stampato un ghigno perenne. Ai suoi lati c’erano due enormi
sagome tarchiate con un’aria molto cattiva. Sembravano due giovani guardie del
corpo.
“Buongiorno, tu devi essere Harry Potter”
fece rivolto a Harry; ed ignorando totalmente gli altri continuò “Io sono Draco
Malfoy. Sicuramente conosci mio padre Lucius. La famiglia di mio padre e quella
di mia madre sono tra le più ricche e potenti di Londra e naturalmente tra le
più antiche. Questi due invece…“ indicò con un molle gesto della mano i due
energumeni che erano dietro di lui “… sono Tiger e Goyle. I miei sottoposti.
Vedo che invece i tuoi lasciano molto a desiderare” concluse serrando gli occhi
per meglio osservare le stesse persone che un attimo prima aveva appena degnato
di uno sguardo fugace.
“Sottoposto sarà tuo padre“ replicò Ron
rosso in volto
“Non c’è bisogno che chieda a te come ti
chiami. Mio padre mi ha detto che tutti i Weasley hanno capelli rossi,
lentiggini, vestiti smessi e più figli di quanti si possano permettere” si
rivolse nuovamente ad Harry “Non tarderai a capire che certe famiglie sono
migliori di altre, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le persone
sbagliate? In questo posso aiutarti io.”
Allungò la mano per stringere quella di
Harry, ma il ragazzo non la prese.
“Sono sufficientemente grande da decidere
da solo”
“Davvero… non mi sembra proprio!! Un
grassone, un poveraccio e… “ si avvicinò lentamente a Hermione “… una femmina.
Davvero un bel gruppo, molto selezionato!!”
“I miei amici sono un mio affare!!”
“Però è molto carina… se non fosse per i
dentoni, sarebbe il mio tipo!” argomentò Malfoy
“Ma tu non sei affatto il mio!!! Stupido,
spocchioso, mostriciattolo” rispose Hermione sdegnata
“Lasciala in pace, Malfoy” intervenne Harry
furente
Perché era così arrabbiato?
“Fossi in te ci penserei bene prima di
rivolgerti a me con quel tono impertinente!”
“Perché altrimenti cosa fai?”
“Siamo tre contro uno, Potter. E come vedi
i miei amici sono belli grossi”
“Non è affatto solo” affermarono
all’unisono Ronald Weasley e Neville Paciock
“Sei un vigliacco, Malfoy” replicò Hermione
“Hai bisogno che una femmina parli per te?”
“Sei morto Malfoy” provocò Harry
Malfoy si avvicinò minaccioso
“No” Hermione si frappose fra i due ragazzi
“Sareste nei guai prima ancora di arrivare!!!”
“Mi fa piacere notare che ti preoccupi per
me!!”
“Non mi preoccupo affatto per te!!” esclamò
la ragazza stizzita
“Allora ti preoccupi per lui” reiterò
indicando Harry con un leggero cenno del capo “Ti piace vero?”
Lo sguardo di Harry corse veloce a cercare
quello di Ron…
Anche a Ron piaceva Hermione… la loro
amicizia sarebbe finita!!
Ron… Hermione… lui, Harry!!
Quella era una questione conclusa...
Hermione aveva scelto lui e Ron si era
innamorato di Luna Lovegood. E quel Malfoy aveva un’assurda cotta per la
sorellina di Ron, Ginny. E invece Neville… lui… lui…
**
“Vi sono tre
tipi di sogni: sogni a carattere religioso, in cui un dio appare e richiede un
atto di devozione; sogni rivelatori, che predicono eventi futuri; ed infine
sogni che forniscono informazioni chiare… “ la voce monotona del professor
Joshua Cabbot risuonava nell’aula e nella
sua testa. Era intontito. Quegli strani sogni lo fiaccavano e lo confondevano.
Col tempo erano diventati sempre più realistici e lo lasciavano triste e
depresso. Ma qualsiasi bellissimo sogno facesse alla fine era sempre interrotto
dalla dura realtà. E oggi aveva una noiosa lezione di Scritture Originali.
Il professor Cabbott era l’insegnante di Scritture
Originali. Era un uomo troppo alto e troppo magro, con naso e zigomi
innaturalmente pronunciati. Non era molto gradevole da vedersi. Inoltre la sua
voce aveva una sgradevole intonazione nasale. A Scritture Originali
c’erano numerosi studenti di Serpeverde. Lui e Ron erano gli unici Grifondoro
presenti in aula. Avevano deciso di seguire Scritture Originali l’anno
precedente, quando erano venuti a conoscenza dell’esistenza del Necronomicon.
Da allora era passato molto tempo e il Necronomicon ormai non esisteva
più. Ma nonostante ciò avevano comunque continuato a seguire quella materia,
perché nonostante la presenza di quello strano uomo che gli metteva
inquietudine, la materia era davvero interessante e se volevano diventare Auror
sarebbe stata molto utile.
“Esistono numerosi libri dei sogni, in
tutte le maggiori civiltà, sia magiche che babbane. I babbani non potendo
ricorrere a formule di protezione e di divinazione, danno una notevole
importanza ai sogni, quindi la maggior parte dei testi che saranno studiati
durante questo corso saranno per lo più testi non magici”
“Non magici? Che sarebbe come dire
babbani!!” argomentò sarcastica una voce acuta
“Signorina Parkinson. Forse lei non sa chi
sono la Maia e il Primo Guardiano, non è così?”
“Non capisco cosa c’entri?”
“La Maia è una ninfa proveniente dal
mondo della Veglia” rispose Harry con voce monotona “essa viene
rinnovata ad ogni nuovo ciclo del Sogno, circa ogni 400 anni. Il suo compito è
quello di custodire le chiavi dei cancelli di Keras e di Elephas. Il Primo
Guardiano…”
“Bravissimo signor Potter, ma vorrei un
attimo aggiungere una cosa…” interruppe Cabbott meravigliato
“Come fai a saperlo?” bisbigliò Ron
incuriosito
“Non lo so… e come se lo avessi sempre
saputo” sussurrò Harry perplesso
Come faceva a saperlo?
“Prima che il signor Potter ci racconti del
Primo Guardiano vorrei spiegarvi brevemente cosa sono i due cancelli di
cui ci accennava. Innanzitutto, introduciamo un nuovo concetto, quello dei Nexus.
I Nexus sono zone di esistenza al di fuori dello spazio e del tempo,
nelle quali nessuna legge né potere funzionano. Sono una specie
d’iper-archetipo, un limbo”
Una mano si levò
“Nessun potere?” domandò Malfoy interessato
“Si, signor Malfoy, nessuno. Nemmeno un
potere infinito” reiterò il professor Cabbott serio “Ebbene i Nexus si
dividono in due piani astrali ognuno dei quali è limitato da un cancello. Il
cancello di colore nero si chiama Keras, la Porta di Corno, il cui nome deriva dal greco
Karanoo
, avverarsi. Attraverso di esso si accede a
tutti i sogni veritieri e profetici. Il cancello di colore bianco si chiama
Elephas, la Porta di Avorio, il cui nome deriva dal greco
Elephairo,
ingannare. Attraverso di essa si accede a tutti gli incubi e sogni ingannatori.
Una volta scelta, la Maia viene condotta a bere le acque del fiume Lete
che le permettono di dimenticare la sua vita passata. Terminato il periodo di
400 anni la Maia è libera di scegliere tra tornare a vivere una nuova vita o
essere trasformata in Imago e rimanere nell'Anima. Signor Potter… ” concluse,
facendo cenno ad Harry di continuare.
“Il Primo Guardiano affianca e
protegge la Maia. Egli viene scelto tra i babbani ogni 400 anni.
Anch’egli si abbevera nelle acque del Lete. Al termine del suo servizio può
scegliere anche lui tra rimanere nell'Anima o tornare nel Corpus”
Ma come diavolo faceva a saperlo?
“Benissimo. Dieci punti a Grifondoro”
aggiunse ammirato “Quindi, signorina Parkinson, come avrà ben capito, un mondo
in cui non esistono poteri magici e in cui uno dei guardiani dei cancelli è un
babbano… ”
“Deve essere davvero un mondo inutile” lo
schernì Blaise Zabini.
“Le ricordo signor Zabini che se vuole
parlare deve alzare la mano. E comunque lo crede davvero?”
“Certo… “ rispose il ragazzo con arroganza
“Allora sei più stupido di quel che pensavo!!”
pensò Harry
“… E” continuò Zabini alzando la mano “… penso che debba
essere un lavoro facile se il compito è affidato ad un babbano e ad una stupida
creatura inferiore come una ninfa”
“Se i due cancelli venissero aperti
contemporaneamente, il caos invaderebbe il Nexus e una schiera di sogni
incontrollati inizierebbe a filtrare nel nostro mondo, confondendo i confini
tra sogno e realtà, tra verità ed inganno. E le posso assicurare che questa non
sarebbe affatto una cosa consigliabile. La Maia e il Primo Guardiano svolgono
un ruolo unico e fondamentale”
Una mano si levò.
“Dica pure signor Potter”
“Se la Maia o il Primo Guardiano non fossero sostituiti?”
“Essi vengono sempre sostituiti!!”
“Ma se così non fosse?” insistette Harry
fremente
Doveva sapere!!
“Le porte non restano mai sguarnite. E’
impossibile”
“E se rimanesse uno solo dei guardiani?”
Il silenzio sembrava quasi annaspare nella
stanza. Tutti sembravano in attesa di una risposta che avrebbe messo
inesorabilmente fine al loro mondo.
“La porta che custodisce rimarrebbe
sguarnita. Se fosse Keras, alcuni potrebbero accedere a sogni profetici o
veritieri. Se fosse Elephas i sogni di alcuni potrebbero essere incubi
ingannatori. In entrambi i casi quando ciò si protrae per lungo tempo la
persona può giungere alla follia”
“Perché mai?” domandò Harry timoroso della
risposta… che già sembrava conoscere
“Perché comincerebbe a confondere realtà e
sogno”
Cosa cavolo gli stava accadendo?
NdA:
Cosa sta succedendo a Harry? La Maia e il Primo Guardiano sono veramente
implicati negli strani sogni che lo
perseguitano? Forse scopriremo qualcosa nel prossimo chap.
Poiché tutti si chiedono cosa avrà
comprato Malfoy, allora ho deciso che sarete voi a rispondere alla domanda:
Cosa ha comparto Malfoy? A chi riesce farò un bel regalo… un bellissimo regalo…
Grazie a tutti per la pazienza… e
spero che il nuovo chap sia stato di vostro gradimento. Con la promessa di
postare al più presto il prossimo, vi abbraccio tutti nuovi e vecchi amici.
Baci Lella80
EFP
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Capitolo 7 *** follia e paura ***
CAP7
CAP7
Come ormai mia consuetudine vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto la storia e soprattutto:
desdeus (sai che apprezzo molto i tuoi commenti perchè sono sempre molto utili e mi aiutano a
riflettere sulla storia e sui miei errori... questa volta però vorrei dissentire e vorrei farti notare
che la parte che trovi noiosa e la trasposizione, quasi letterale, di parte del primo libro
della Rowling, in un mondo privo di magia. E' un mondo reale privo di magia è appunto noioso... tu che ne pensi? Magari è questo il mio scopo?!),
marco (grazie per la proposta d'aiuto, ma ho già un betareader per questa storia ed è pesciolina04. Mi dispiacerebbe un sacco sostituirla,
anche perchè è molto brava e attenta! Però se mi mandi una mail magari posso averne due di correttori di bozze oppure quando Chiara non è
disponibile potrei approfittare della tua gentilezza. Sai mi sarebbe davvero utile; infatti questo chap purtroppo l'ho postato senza la
fondamentale e necessaria supervisione di Chiara, quindi spero non sia pieno di strafalcioni) ed infine Kalindra (fra qualche capitolo spiegherò come è suddiviso il
mondo onirico quindi molte delle tue domande avranno una risposta... altre troveranno risposta verso la fine quando il mistero dei
sogni sarà svelato! Cmq bravissima ai letto il capitolo talmente bene che hai notato un errore che non avevamo visto nè io nè Chiara e cioè...
Se la Maia deve custodire entrambi i cancelli come può Harry chiedere se possa essere lasciato incustodito un solo cancello? ...
bene a questa domanda per il momento non saprei rispondere, perchè è un errore!! Ma nel corso della storia cercherò di
trovare una spiegazione plausibile, spero che poi mi farai sapere se ti sembra valida come risposta!
Infine Si... il personaggio che avrà il tuo nome sarà la Maia e non immagini quanto sarà importante). Grazie tante ragazzi per aver lasciato i vostri utilissimi commenti
Un abbraccio forte a tutti.
CAP7 Follia e Paura
Cosa cavolo gli stava accadendo?
Questa domanda echeggiava in ogni meandro del suo
cervello, rimbalzando attraverso le sinapsi e raggiungendo ogni luogo noto o
sconosciuto della mente umana. Non vi aveva ancora trovato una risposta; né tanto
meno era riuscito a trovare una logica a quegli insoliti sogni che oramai lo
turbavano nel sonno quanto nella veglia, ma fatto sta che la lezione di Cabbott
aveva aperto uno squarcio nella sua testa.
“La porta che custodisce rimarrebbe sguarnita. Se fosse
Keras, alcuni potrebbero accedere a sogni profetici o veritieri. Se fosse
Elephas i sogni di alcuni potrebbero essere incubi ingannatori. In entrambi i
casi quando ciò si protrae per lungo tempo la persona può giungere alla
follia…. Perché comincerebbe a confondere realtà e sogno”
Era questo ciò che gli stava accadendo? Stava forse impazzendo?
Quei sogni non potevano essere semplici sogni, dovevano
essere qualcosa di diverso. Forse Voldemort era implicato in qualche modo
oppure…
Era successo qualcosa ai
guardiani delle porte del Nexus.
Se era vero allora la porta dell’Elephas
doveva essere sicuramente sguarnita, ed i suoi erano sogni ingannatori. Ma non
sarebbe impazzito, perché lui era capace di distinguere uno stupido sogno, per
quanto meraviglioso, dalla realtà.
“Potter… Potter… “
Quella voce riportò il giovane mago alla realtà interrompendo il filo dei suoi pensieri
“Forse, a Harry Potter” principiò una voce
ipocritamente carezzevole “il più grande mago di tutti i tempi, non serve
seguire una lezione sull’utilizzo della mandragola nelle Pozioni di
Guarigione, poiché egli conoscerà sicuramente metodi più opportuni… non è
così?”
Harry fissava il pallido volto del
professor Piton, incorniciato da unti capelli neri, su cui imperava un lungo
naso adunco.
Era a Lezione di Pozioni!?!
Non ricordava come avesse raggiunto l’aula
di Pozioni, figurarsi se sapeva di cosa stesse parlando Piton. Aveva
completamente perso cognizione di spazio e tempo.
“Hai forse perso la lingua, Potter?”
insisté il professore
“No” replicò asciutto
“No… signore” puntualizzò l’uomo
“No… signore” ribadì Harry pungente
“Credo di averti fatto una domanda…
allora?”
“Non ho ben capito la domanda, professore”
Il silenzio era opprimente.
Sentiva lo sguardo dei suoi compagni e il
parlottare dei Serpeverde. Riusciva quasi a sentire l’ansietà di Ron e la
preoccupazione di Hermione. E soprattutto era palpabile il godimento di Piton.
“Supponiamo Potter che uno dei tuoi amici
sia attaccato da un Mangiamorte e che sia ferito; come credi di riuscire ad essergli
utile?”
“ferito?”
“Si… Potter, ferito? Gli incantesimi
possono arrecare anche ferite fisiche.” iniziò con tono pedante “In questi casi
le Pozioni Disincantanti, non possono fare molto. Alcuni tipi
d’incantesimi possono procurare potenti emorragie, lesioni più o meno gravi
oppure distruggere totalmente il sistema scheletrico, credo che tu abbia
qualche piacevole ricordo di tali magie”
Harry rammentava benissimo il regalino
fattogli da quell’imbranato di Gilderoy Allock cinque anni prima. Ricordava ancora
il dolore lancinante causato dalla scomparsa delle sue ossa, sembrava una
bambola di gomma. Madama Chips impiegò molte settimane per rimetterlo in sesto.
“Non saprei, signore” rispose seccamente
Harry
“Allora, poiché la tua incapacità è
solo pari alla tua arroganza, dovresti seguire con più attenzione le mie
lezioni.” Il suo sguardo era risolutamente fisso sul giovane
Potter “Non vorrei essere costretto a chiedere al professor Silente di esimerti
dalle mie lezioni; in quanto elemento considerevolmente importuno” terminò
l’uomo increspando gli angoli della bocca in un beffardo sorriso
Hermione strinse il suo braccio con forza.
Il giovane mago ben sapeva cosa volesse
chiedergli la sua ragazza “Ti prego, Harry chiedigli scusa”
Mai!!!
L’uomo lo fissava astioso e divertito. Stava giocando con
lui come un gatto gioca con un topo.
Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di
vederlo umilitato!!!
Poi pensò che se il professore di Pozioni avesse
dato opera alle sue minacce, il suo sogno di diventare Auror si sarebbe
dissolto come neve al sole e in quel caso, Piton, avrebbe goduto ancora di
più!! Forse il male minore era proprio domandargli scusa… o almeno provarci!!
“Cercherò di essere più attento la prossima volta!”
replicò con tono arrogante
“Lo spero… venti punti in meno a Grifondoro“ si girò e
cominciò a grandi passi a percorrere la buia e umida aula di Pozioni
“Bene, signor Malfoy potrebbe rispondere lei alla domanda che avevo posto a
Potter?”
“La Mandragora è un elemento fondamentale in tutte le
pozioni guaritrici, eccetto che negli infusi di cipresso, in cui può essere
sostituito con la bardana. In questo caso però l’effetto cauterizzante è
inferiore”
Draco Malfoy era a dir poco gongolante
“Ottimo, signor Malfoy. Dieci punti per Serpeverde”
Poi volgendo nuovamente uno sguardo carico di sdegno su
Harry domandò apaticamente “Cos’è la bardana, Potter?“
“La bardana è una pianta con grosse radici che si
infossano in verticale sino ad un metro di profondità. Ha proprietà diuretiche
e depuratorie, antisettiche e cicatrizzanti. Nelle pozioni viene utilizzata la
sola radice che raccoglie in sé tutti i poteri di guarigione e protezione della
pianta madre”
“Quali sono gli utilizzi dell’infuso di cipresso, signor
Potter?” proseguì l’uomo irritato
Perché queste maledette lezioni di pozioni dovevano
essere sempre così dure per lui? Ogni volta era una guerra… che avrebbe avuto
fine solo se uno dei due fosse morto!! Chissà forse la profezia della
Cooman aveva valenza universale!!
“Gli infusi di cipresso vengono da sempre utilizzati come
cicatrizzanti, antiemorragici e antisettici”
“Quale altra caratteristica
peculiare a questo tipo di infuso?”
“Presso i Mesopotamici
era considerato uno dei componenti essenziali per la preparazione degli incensi
esorcistici, mentre il popolo egizio…”
“La lezione è finita” interruppe il professore
visibilmente seccato “In ogni modo Potter il fatto che tu sappia queste cose,
ma che non abbia risposto alla domanda precedente è solo indicativo della tua
stoltezza”
Il professore di Pozioni
uscì dall’aula con la sua solita aria di sussiego
“Avrebbe dovuto darti almeno dieci punti… “ bofonchiò
Ron, mentre riponeva il testo di Pozioni nella borsa
“Se mi avesse dato dieci punti, poi avrebbe dovuto
togliere almeno cinquanta punti a Grifondoro per sentirsi soddisfatto” replicò
Harry irritato “Avrei voluto dargli un pugno!!!”
“Io invece sono molto contenta che tu sia riuscito a
controllarti” si intromise Hermione radiosa
“E’ stata molto dura”
“Sono molto orgogliosa di te” soggiunse la ragazza,
levandosi sulle punte e scoccandogli un sonoro bacio sulle labbra “E ora mio
eroe sei pronto per la lezione di Antiche Rune?”
“Non so!! E’ stata una dura giornata, forse avrei bisogno
di qualche altro incentivo”
“Io vado a lezione di Storia della Magia. Voi due
se continuate di questo passo arriverete in ritardo a Rune“
Il giovane Weasley si allontanò. Harry non sapeva se
fosse divertito oppure indispettito.
“Non capisco come mai abbia scelto Storia della Magia”
disse Hermione mentre uscivano dall’aula.
“Sai, Hermione, alle lezioni del professor Ruf si dorme
una favola. Credimi se non avessi avuto troppe materie l’avrei scelto anch’io”
“Ma, Harry”
squittì Hermione “Ora basta… Ron ha ragione. Andiamo Harry Potter” afferrò la
mano del suo fidanzato e lo trascinò lungo il corridoio, ingombro di studenti
di tutte le età carichi di libri.
“Ma più tardi che ne dici di riprendere il discorso di
prima?” argomentò Harry
“Solo se mi renderai nuovamente fiera di te!!”
“Ok… “ sbuffò il ragazzo “farò del mio meglio”
“Cosa non si fa per una donna!!!” pensò sconsolato
*
Le ore, i giorni e le settimane trascorsero rapide. Le
lezioni erano gravose ed inoltre, sembrava che tutti i professori fossero
convinti che la loro materia fosse unica e fondamentale per la buona riuscita
degli esami finali e per il loro lavoro futuro. Tutti erano ossessionati dai
M.A.G.O…. rofessori, studenti, persino
Gazza era più inquieto del solito. I M.A.G.O., la guerra contro Voldemort, la
presenza di Mangiamorte e creature oscure a Hogsmeade, rendevano tutti ancora
più nervosi. Non c’erano molti svaghi, erano praticamente rinchiusi nell’unico
posto sicuro di tutta l’Inghilterra magica, Hogwarts. Ma questo non faceva che
accrescere il loro spasmodico desiderio di studiare, quasi volessero cancellare
gli orrori che erano a pochi passi, cercando di mantenere una parvenza di
normalità. Erano tutti ossessionati dallo studio, davvero tutti, persino lui e
Ron. Hermione, poi, passava gran parte del suo tempo tra compiti di Pozioni,
Antiche Rune e Artimanzia, a volte era completamente
sommersa dietro rotoli di pergamene. Era sempre rintanata in biblioteca a
svolgere la ricerca più importante della sua vita. Si sentiva un po’
trascurato, ma la verità era che anche lui tra i compiti, le lezioni e gli
impegni con la squadra di quidditch, non aveva molto tempo da dedicarle.
Sicuramente passava più tempo con Ron e Ginny.
Riusciva a vedere Hermione solo a pranzo, dove erano
circondati da un centinaio di studenti o in sala comune dove erano circondati
da decine di Grifondoro. Non erano mai soli!! E questo era un gran
problema, almeno per lui! Certe volte avrebbe voluto stringerla a se, sentire
il suo odore di sandalo e vaniglia, e baciarla fino a farsi mancare il respiro.
Ma l’unica cosa che facevano insieme erano scambiarsi fugaci effusioni,
nascosti dietro lunghissime pergamene di Incantesimi e Trasfigurazioni.
E poi lei era un Prefetto, non poteva dare scandalo…
scandalo…
come se fosse scandaloso essere innamorati. Certo
che le idee di Hermione erano davvero assurde, ma lui la amava anche per
questo! Lui l’amava perché lei era rimasta la sua Hermione. Inizialmente
il giovane mago era abbastanza preoccupato di come gestire il rapporto con lei.
Essere amici era un conto, essere fidanzati era tutt’altro. Era inesperto in
faccende amorose, ma era chiaro anche per lui che il cambiamento sarebbe stato
inevitabile. Eppure l’inevitabile cambiamento non c‘era stato. Con Hermione era
stato tutto semplicissimo. Era tutto come prima, anzi molto meglio: molto più
stimolante ed… interessante.
Una sola volta si erano addormentati stretti sul divano
della sala comune e quei maledetti sogni avevano turbato anche quel ricordo per
lui unico e irripetibile.
Quei sogni tormentavano costantemente il suo sonno.
All’inizio aveva vaghi ricordi al suo risveglio, ma poi col trascorrere del
tempo quei sogni erano sempre più vividi nella sua mente. Quegli strani sogni
avevano una ben definita connotazione spazio-temporale, attraverso quei sogni
stava ripercorrendo la sua vita… dal principio!
Eppure rammentava pochissimo del principio: lui bambino
che correva nel giardino di casa inseguendo un terranova marrone. Spruzzi
d’acqua. Suo padre che cercava di lavare il cane, rincorrendolo con una pompa.
Le risate cristalline della sua mamma.
E poi… le sue lacrime e quelle di sua madre,
quando il papà era disperso. Quella casa vuota e buia, quell’attesa infinita e
poi la gioia per averlo ritrovato. E poi… i regali di Natale, la scuola,
le visite ai nonni, suo cugino Dudley, con cui litigava continuamente…
l’antipatia per Dudley Dursley era l’unica costante dei due mondi!!
Erano tutti ricordi confusi… come i ricordi di un
bambino.
Poi le cose erano cambiate. I sogni erano diventati più
vividi, chiari, carichi di particolari, forse anche troppi e forse alcuni un
po’ imbellettati… come i ricordi di un ragazzo.
Hermione, Ron, Neville, Ginny, Draco,
Sirius, Lupin, Silente… il King.
Ricordava ogni particolare dell’Istituto in
cui aveva passato tanti anni della sua vita. L’ingresso in stile neo-gotico, i
giardini, le ampie stanze con i letti a baldacchino. E soprattutto la cappella
di Saint Nicholas, ne ricordava ogni angolo: la volta a ventaglio più grande
del mondo, le finestre con vetrate ed il dipinto "L'adorazione dei
Magi" di Peter Paul Rubens.
E poi… le voci soavi dei coristi della scuola. Il coro cantava
durante le messe quasi tutti i giorni nei periodi di lezione. Spesso
addirittura si esibiva in concerti, che erano registrati e trasmessi da radio e
televisione. Ron fu così orgoglioso, quando Luna per la prima volta partecipò
al Nine Lessons and Carols, trasmesso sulla BBC dalla cappella la
Vigilia di Natale.
“La Cappella è considerata uno dei simboli
più importanti di Cambridge” ripeteva continuamente la McGrannitt impettita. La
voce dell’arcigna professoressa di Arte Figurativa, gli
rimbombava ancora nella testa.
Ma i suoi ricordi più belli erano le serate
passate con Ron al Cellar Bar, una piccola stanza nei sotterranei del
college, che spesso ospitava gruppi musicali e serate. C’era anche un altro
bar, il Vacation Bar, anzi il "vac bar", come lo
battezzarono gli studenti degli anni precedenti. Ma niente era come il Cellar
Bar, quanti ricordi… lì lui e Ron avevano preso la loro prima sbronza, se
sua madre lo avesse scoperto lo avrebbe ucciso!! Il giorno dopo si sentiva uno
straccio, aveva il più terrificante mal di testa di tutta la sua vita, non
aveva fame e aveva un orribile saporaccio in bocca. Ripromise a se stesso che
non lo avrebbe più fatto; anche perché altrimenti avrebbe dovuto uccidere
Hermione!!
Tutta colpa di quel Malfoy!! Lui e la sua
stupida sfida!!
“Hey, poppante facciamo a chi ne beve di
più?” lo aveva sbeffeggiato il rivale levando in alto una bottiglia di birra “O
forse devi chiedere il permesso alla mamma? Prima però dovresti chiedere alla
tua bella fidanzatina!!”
La vocina di Hermione si sovrapponeva a
quella di sua madre. Sembravano fondersi in un unico rimprovero
“Harry, non puoi farti manovrare da
Malfoy come una pedina di scacchi!! Ora sei sufficientemente grande da non
lasciarti coinvolgere in stupide liti tra ragazzini”
Sua madre ed Hermione erano proprio uguali,
ma loro erano femmine, non potevano capire!!!
Non poteva tirarsi indietro!!
“Lenticchia ti va di aiutare il tuo
amichetto del cuore?” rincarò il Serpeverde
Non potevano assolutamente tirarsi indietro!!
Alla fine erano talmente ubriachi, tutti e
tre, che dovettero trascinarli in spalla nelle loro stanze… se ne parlò per
settimane!! Se fosse giunto alle orecchie di qualche professore sarebbero stati
sicuramente espulsi!!
Hermione era furiosa, non gli parlò per un
mese. Luna invece era stata molto più comprensiva con Ron, dopo due settimane
aveva cominciato ad insultarlo per quella bravata che non aveva fatto ridere
nessuno. E Malfoy… beh, lui e Ginny avevano rotto per la centoventunesima
volta, anche se quella sembrava proprio la volta buona. Era l’unica nota
positiva di quella terrificante esperienza.
Erano sogni, non era la realtà. Lo sapeva,
ma la verità era che cominciava a confondersi. Quegli strani sogni lo
allontanavano dalla sua realtà.
“… quando ciò si protrae per lungo tempo la
persona può giungere alla follia…. Perché comincerebbe a confondere realtà e
sogno”
Doveva parlarne con qualcuno, doveva
parlarne con Silente, altrimenti, in cuor suo, sapeva che sarebbe impazzito!!
**
Arrivò innanzi alla statua di pietra dalla
forma di Gargoyle, posta all’ingresso dello studio di Silente. Quante volte si
era fermato accanto a quella statua, quante sensazioni diverse si erano
susseguite accanto a quel simulacro di roccia: paura, angoscia, rabbia ed ora
ecco arrivata anche la confusione.
“Pastrocchio” disse Harry rivolto alla
statua.
Una nuova parola d’ordine!
E questa non era l’unica novità. C’erano
nuove direttive a Hogwarts, una di queste declamava che ogni due settimane, per
la sicurezza degli studenti, sarebbe cambiata la parola d’ordine per accedere
ai dormitori e alla stanza del Preside. La parola d’ordine dei dormitori
sarebbe stata preventivamente comunicata ai Prefetti, mentre quella dello
studio del preside sarebbe stata comunicata esclusivamente ai responsabili
delle case. Per cui alcuni giorni prima aveva parlato con la professoressa
McGrannitt, il responsabile della casa di Grifondoro, e aveva chiesto alla
donna la parola d’ordine per arrivare alla stanza di Silente.
“Cosa hai Harry?” gli domandò la donna
preoccupata
“Nulla, sto bene non si preoccupi” gli
aveva risposto meccanicamente, ma sapeva che non era così. Mentiva. Stava
mentendo a tutti, a Hermione, a Ron, a Ginny, a Luna e ora mentiva anche alla
McGrannitt… infondo, mentiva anche a se stesso!!
“Credo che tu non dorma abbastanza!”
constatò la donna con inusitata dolcezza.
“Ho solo qualche problema a prendere sonno.
Sa, lo studio. i M.A.G.O., i Mangiamorte, la guerra, Voldemort. Sono solo un
po’ stanco, ma nulla di cui preoccuparsi. Volevo parlare con il professore
Silente.”
“Bene, signor Potter. Sono sicura che il
nostro preside saprà come rassicurarla” aveva riacquistato il suo sguardo duro,
ma Harry sapeva che la sua professoressa di Trasfigurazione era molto
preoccupata. “Provi con Pastrocchio, sono sicura che funzionerà” concluse
allontanandosi.
Ed ora eccolo nel cuore della notte, dopo
l’ennesimo incubo, accanto alla statua del Gargoyle che si spostava per
lasciarlo passare. Oltrepassò l’apertura e cominciò a salire lungo la scala a
chiocciola che si avvolgeva salendo ripida verso l’alto. Quando giunse davanti
all’enorme porta con i battenti in ottone, rimase immobile. A quell’ora
sicuramente Silente dormiva, ma qualcosa lo spinse a bussare tre colpi decisi.
La porta si aprì. Silente lo stava aspettando seduto alla scrivania. La
scrivania, il tavolino, i quadri dei vecchi presidi di Hogwarts... sempre tutto
uguale. Il ragazzo notò che alcuni dei quadri erano vuoti. C’erano solo due
uomini che ancora permanevano nelle loro posizioni: un uomo corpulento dal naso
rosso che sonnecchiava con il capo reclinato da un lato e Phineas Nigellus, lo
zio di Sirius. Quest’ultimo lo fissava con sguardo gelido senza proferire
parola, sembrava molto preoccupato.
“Ciao Harry” disse Silente dolcemente.
“Buonasera Professore” rispose Harry
imbarazzato
“Cosa succede? Come mai da queste parti?”
“Mi scusi per l’ora, signore”
“Non preoccuparti, noi vecchi dormiamo
molto poco”
“Lei non è mica vecchio!!” asserì Harry
convinto, anche se negli ultimi tempi lo aveva visto invecchiare sempre più
rapidamente.
“Cosa volevi chiedermi?”
“Come vanno le cose, signore?”
“Sappiamo che Voldemort sta radunando nuovi
proseliti. Il nostro ministero ha già contattato il nuovo Ministro babbano per
organizzare la difesa del mondo non-magico. Severus pensa che Voldemort stia
macchinando qualcosa, ma pare che l’unica a conoscerne i piani sia Bellatrix
Lastrange”
“Bellatrix?”
“Si, Harry. Stiamo cercando di capire cosa
gli abbia commissionato”
“Noi l’abbiamo vista a Notturn Alley, quando
è iniziata la scuola. L’abbiamo vista entrare nel negozio di Sinister”
“Sinister?” ripeté aggrottando le
sopracciglia.
“Si” aggiunse il ragazzo pensoso “E’
rimasta venti minuti. Gli ha chiesto alcuni oggetti, ma pare che lui non li
avesse. Purtroppo non siamo riusciti a sapere cosa stesse cercando”
“Naturalmente non ti chiederò cosa ci
facevi a Notturn Alley” replicò divertito il preside “Ottimo lavoro, comunque,
Harry. Ottimo lavoro!! Sai, Tonks e Malocchio se la sono lasciata scappare, ma
non farne parola con lui, sai… era furibondo!!” asserì strizzandogli l’occhio
“Signore, Voldemort vuole ucciderla?”
proruppe il ragazzo improvviso
“Si, Harry” rispose serafico
“Tutte queste misure di sicurezza: gli Auror
che girano per la scuola, la parola d’ordine d’’ingresso nei dormitori e al suo
ufficio che cambiano ogni due settimane, e poi i Prefetti che devono
controllare che tutti siano rientrati nei dormitori entro le venti, non sono
per proteggere noi, ma lei!” affermò sicuro
“Me e voi”
“Si, ma lui sa che l’unico modo di arrivare
a me è uccidere lei!!”
“Cosa posso fare per te, Harry? Sembri
molto stanco” replicò l’uomo cambiando discorso
Harry decise di non insistere
ulteriormente. In quei lunghi anni aveva imparato a conoscere Albus Silente,
quindi sapeva benissimo che il Preside lo avrebbe messo a conoscenza della
faccenda non appena fosse stato possibile.
“Non riesco a dormire bene ultimamente.
Faccio strani sogni” espose il ragazzo senza alcun preambolo
Il vecchio Preside lo osservava curioso. Si
levò gli occhiali a mezzaluna e li pulì con l’orlo del vestito turchese,
trapuntato di stelle verde smeraldo.
“Che tipo di sogni?” disse alzandosi e
girando intorno alla scrivania.
“Sogno un mondo senza magia. C’erano tutti,
anche Hogwarts, solo che si chiama King college school. E poi… “ fece una breve
pausa “c’erano i miei genitori, Neville, Sirius e anche i miei nonni erano
tutti vivi e… “ era raggiante “era stupendo. Certo non è tutto rose e fiori, è
difficile vivere senza magia… “aveva smesso di parlare al passato “anche se
senza Voldemort forse è possibile vivere tranquillamente senza. L’unico
problema e Malfoy. Io e Ron lo detestiamo però a Ginny piace e allora ci tocca
sopportarlo. Sapeva che mi sono ubriacato! Mamma che sensazione terribile”
fissò il preside per alcuni secondi poi “Sono pazzo vero, signore?”
“No, Harry. Non sei pazzo!”
“Allora perché faccio questi sogni?”
irruppe angosciato
“Sono solo sogni” replicò flemmatico “E
dimmi io che faccio nel tuo sogno?” domandò compiaciuto
“Il Preside del King college school,
naturalmente” replicò Harry divertito “Lo so che sono solo sogni, professore…
ma io sento che sono ricordi!!! Il professor Cabbott ha parlato del Nexus
e dei cancelli. Egli dice che se succedesse qualcosa ai custodi, i sogni si
riverserebbero sulla terra creando scompiglio. Alla fine le persone non
riuscirebbero più a distinguere il sogno dalla realtà e impazzirebbero. E
quello che mi sta succedendo! Quindi forse è successo qualcosa alla Maia
e al Primo Guardiano!!” puntò gli occhi su Silente
“Non credo, Harry. Se fosse così, altri
avrebbero il tuo stesso problema”
“Allora, potrebbe essere Voldemort… sta
cercando di indebolirmi!”
“Sono sicurissimo che l’Occlumanzia
per te non ha più segreti. Severus era molto soddisfatto dei tuoi progressi”
Chi Piton?
“Mi sbaglio forse?”
“No, signore, dopo aver studiato la legilimanzia,
ora per me è ancora più semplice schermare la mia mente!”
“Cercheremo di capire cosa ti sta
succedendo”
“E nel frattempo?”
“Impegnati negli studi. E poi, se non
sbaglio, fra due settimane sarà Halloween
e Miranda Cooman sta organizzando una
bellissima festa in maschera per il 31 ottobre”
La
festa di Halloween era l’ultimo dei suoi problemi!!
“Io vorrei smettere di sognare, almeno
finché non capiremo cosa sta succedendo” affermò deciso
“Harry, non è una buona idea. Non bisogna
eliminare il dolore, ma la sua causa”
“La prego” supplicò il giovane Potter
“Parlerò con Severus e ti farò preparare
una Pozione Acchiappasogni se è ciò che desideri”
“Grazie, signore”
“Ora e meglio che tu vada. Le nuove
restrizioni non ti permettono di girovagare liberamente per la scuola a
quest’ora di notte. Se ti scoprono la signorina Granger e il signor Weasley
potrebbero passare qualche guaio”
Harry indossò il suo mantello
dell’invisibilità e si allontanò.
Arrivato nella sala comune di Grifondoro si
spogliò del mantello; stava per salire al dormitorio maschile, quando una voce
femminile lo fermò
“Harry”
Il ragazzo si voltò. Hermione era avvolta
in una calda vestaglia di flanella porpora. Il suo viso era stanco e
preoccupato.
“Dove sei stato?”
“Da Silente”
“Oh, Harry. Cosa sta succedendo? Io e Ron
siamo molto angosciati. Avevamo sperato che prima o poi tu ci raccontassi
qualcosa, ma più il tempo passa e più peggiori e poi stanotte, ti ho visto
uscire e… “
Piangeva, con il volto nascosto tra le mani
“Non piangere per me, Hermione” scostò le
mani dal volto della ragazza e le asciugò il viso “non preoccuparti” le afferrò
la mano e la guidò fino al divano. Si sedettero e Harry continuò “Ultimamente
non sono riuscito a dormire bene. Faccio strani sogni, che mi lasciano
stranamente turbato e confuso”
“Sogni?”
“Si, sogni. Sogno una sorta di realtà
parallela in cui vivo gli stessi eventi, solo senza magia. E… mia madre, mio
padre, Sirius e Neville non sono morti”
“Oh, Harry” ansimò la ragazza
accarezzandogli il volto
“Solo che per me non sono sogni, ma
ricordi. Ultimamente ho un po’ di difficoltà a distinguere la realtà dal sogno”
“Cosa credi che stia succedendo? Cosa ti ha
detto Silente? Credi che Voldemort… “
“Non sappiamo cosa possa essere, ma esclude
che c’entri Voldemort. Indagheranno. Nel frattempo Piton preparerà una Pozione
Acchiappasogni.”
“Non è una buona idea!!” proruppe la
ragazza
“Hermione, non capisci, se continuo a fare
questi sogni alla fine impazzirò”
“Impazzirai anche se non sogni. Sognare è
necessario!!”
“Non smetterò mica di sognare per sempre.
Solo finché non capiranno cosa mi sta succedendo!” rassicurò il ragazzo
“Bene” Hermione si alzò e fissando il suo
ragazzo negli occhi affermò “Domani riunione nella Stanza delle Necessità.
Cercheremo di capire cosa sta succedendo”
“Tutti insieme?” fece Harry divertito
“L’anno scorso siamo riusciti a scoprire
dove si trovava Camelot. Sono sicura che dopo un po’ di ricerche in biblioteca
riusciremo a trovare qualcosa. Non ti lasceremo solo Harry. Io ti amo”
Era la prima volta che sentiva quelle tre
paroline pronunciate da Hermione. Il suo cuore cominciò a battere veloce e il
suo volto si imporporò. Hermione si accoccolò tra le braccia del ragazzo e lui
istintivamente l’abbracciò. Quando Hermione sollevò il volto per guardarlo le
loro labbra si incontrarono e quasi timorosi cominciarono a baciarsi. Era
davvero una sensazione piacevole constatò Harry stringendosi alla ragazza…
molto piacevole. Ma come tutte le cose belle sono destinate a finire presto. Troppo presto!!
Hermione aveva
interrotto improvvisamente il contatto!!!
“Ora andiamo. E’ tardi. Domani abbiamo due
ore di Difesa Contro le Arti Oscure. Lupin dice che la lezione sarà
molto interessante… “
“Se stessimo ancora un pochino?” obiettò
tirandola a se
“Non essere sciocco!! Andiamo”
Si divincolò dall’abbraccio di Harry e
mentre saliva le scale aggiunse
“E poi non vorrei che ti venissero strani
pensieri”
E corse via…
Strani pensieri?
NdA: Una Pozione Acchiappasogni è davvero la soluzione giusta? E cosa faranno i nostri amici... riusciranno anche questa volta
a risolvere un enigma che sembra non avere soluzione? Ma soprattutto qual'è il significato degli strani sogni che
turbano le notti di Harry Potter?
Domani nel pomeriggio potrete conoscere il seguito di questa storia che, vi assicuro, comincerà ad ingarbugliarsi sempre di più!
Baci a tutti
Lella80
EFP
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Capitolo 8 *** Le lezioni di Lupin ***
CAP7
CAP8
CAP8 Le lezioni di Lupin
Il primo giorno di scuola è sempre un evento nuovo e
straordinario, anche se queste sono cose che si intendono meglio quando stringi
la mano di tuo figlio, rimpiangendo poi di non averlo assaporato appieno. Ma
per il giovane Harry Potter ogni giorno della sua vita era un dono indescrivibile.
Quel giorno in classe c’era molta agitazione. Harry non
capiva cosa stesse accadendo, ma le sue compagne erano eccitatissime. Persino
Hemione, che solitamente era la quinta essenza della compostezza, confabulava
con Lavanda Brown e Calì Patil; e pensare che a mala pena si erano rivolte la
parola l’anno precedente. Doveva essere sicuramente una circostanza
sensazionale perché si verificasse un evento tanto raro.
Raggiunse il suo posto accanto a Ron con la
lentezza di un bradipo. Sperava in questo modo di riuscire a carpire qualcosa
da quel fitto parlottare, ma quel suo goffo investigare non portò ad alcun
risultato. Le donne, si sa, hanno un loro modo di confabulare quasi in codice,
in grado di essere compreso solo da coloro che appartengono al loro mondo,
fatto di sussurri e mezze parole.
“Cosa sta succedendo?” domandò a Ron
L’amico lo fissò indispettito.
“Ma come, non lo sai. Non si parla d’altro
da ieri sera… anzi sul treno era un brusio continuo!!”
“Non ho sentito nulla, stavo parlando con
Baston di come organizzare quest’anno la squadra del Grifondoro.” cominciò
entusiasta “Se riusciamo a vincere la coppa intra-scolastica la maggior parte
di noi farà parte della squadra del Cambridge. Capisci, i vincitori
parteciperanno al campionato giovanile, sarebbe fantastico”
“Harry, mi spaventi! Ogni giorno che passa
somigli sempre di più a Baston!! Esistono altre cose oltre al calcio”
“Si lo so… ci sono anche la scuola e le
ragazze. Ma con la scuola non ho grossi problemi, se non teniamo conto di Piton
e delle sue stupide lezioni di chimica. Io odio la chimica e odio Piton. E per
quanto riguarda le ragazze non mi sento ancora pronto ad affrontare
l’argomento! Siamo troppo giovani!!”
Ron lo fissò aggrottando le sopracciglia
“Certe volte ci vorrebbe una laurea per
seguire i tuoi vaneggiamenti! Comunque è arrivato il nuovo insegnante di
ginnastica. Gilderoy Allock. Sai di chi parlo?”
“Gilderoy Allock,” ripeté il ragazzo
indignato “lo stesso Allock che conduce quella vergognosa trasmissione di
fitness su chanel 2”
“Già, proprio lui. Pare che abbia anche
scritto un libro”
“Un libro?”
“Si… Come perdere 10 chili in 7 giorni…
una vera scemenza!!”
“E tutto questo ciarlare è per
quell’idiota?”
“Già, mia sorella dice che ha un sedere da
favola e Hermione non solo approva ma l’ho sentita affermare che il suo libro è
fantastico”
“Sono impazzite?”
“No, sono femmine!!” sbuffò esasperato
Proprio in quel momento la porta si aprì,
ponendo fine al fastidioso brusio. Entrò un uomo magro e dal viso asciutto. I
suoi vestiti erano lindi, ma forse un po’ troppo “informale” per un istituto
come il King’s collage school. Effettivamente più che un professore del più
rinomato college dell’Inghilterra sembrava un predatore di tombe del basso
Egitto. Piton non faceva che sottolineare quanto quel particolare modo di
vestire fosse fuori luogo, ma al professore di Storia non importava granché del
giudizio altrui. Lui era uno che si era fatto da solo e doveva essere molto
orgoglioso di essere com’era. E poi lo zio Remus era uno dei migliori amici di
suo padre e del suo padrino, Sirius Black.
“Buongiorno, ragazzi”
“Buongiorno, professore” risposero gli
studenti alzandosi in piedi
"State
pure seduti” girò intorno alla scrivania e si appoggiò ad un angolo “Nelle
lezioni precedenti abbiamo parlato della storia dell’Egitto. Vi ho descritto la
loro geografia territoriale e politica nel periodo compreso tra 6000 AC e il
343 AC. Delle dinastie che lo hanno reso grande e di quelle che ne hanno
determinato la caduta. Caduta comunque inevitabile. Infatti come c’insegna la
storia: nulla è eterno. Concetto estremamente vero nella sua tragicità. Prima
di andare avanti vorrei che qualcuno si offrisse volontario per raccontare
ciò di cui abbiamo parlato nelle lezioni precedenti”
Raccontare era la
parola preferita dello zio Remus. Le lezioni dello zio Remus, cioè del
professor Lupin, erano sempre molto interessanti, riusciva a catturare
l’attenzione di chiunque lo seguisse. Sembrava davvero essere nei luoghi di cui
raccontava, per cui alla fine tutti avevano ottimi voti nella sua materia, e
non certo come credevano in molti perché fosse “generoso di voti”, ma
semplicemente perché era bravo. Il più bravo!!
Molte
mani si alzarono. Lui lì osservava soddisfatto. Certo quale riconoscimento più
grande per un professore!
“Signor
Paciock, vuole cominciare lei?”
"Certo,
professore. La storia egiziana è suddivisa in differenti periodi. Le date sono
ancora oggetto di studio e molte di esse sono state ricavate interpolando dati
storici, archeologici e astronomici. Comunemente si parla di periodo
predinastico, precedente al 3200 AC” Neville Paciock s’interruppe per alcuni
secondi, poi fissando il professore di Storia con i suoi occhi limpidi aggiunse
“Devo elencarli tutti?”
“Non è un
test, Neville” la sua voce era calda e carezzevole “stiamo solo raccontando…
decidi tu?”
“Ok… “
dopo un lungo respiro proseguì “ Periodo Arcaico che include la prima e
la seconda dinastia, 3150 AC - 2700 AC. L’Antico Regno che comprende la
terza e la quarta, anno 2700 AC - 2200 AC. Il Primo Periodo Intermedio
che va dalla settima alla decima dinastia, anno 2200 AC - 2040 AC. Il Medio
Regno che comprende l’undicesima e la dodicesima dinastia, anno 2040 AC -
1790 AC. Il Secondo Periodo Intermedio che va dalla tredicesima alla diciassettesima
dinastia, dall’anno 1790 AC al 1540 AC. Il Nuovo Regno, diciottesima e ventesima dinastia, che va dal
1530 AC al 1080 AC. Il Terzo Periodo Intermedio che va dalla ventunesima
alla venticinquesima dinastia, inclusa tra il 1080 AC e il 672 AC. Ed infine il
Periodo Tardo che comprende dalla ventiseiesima alla trentesima
dinastia, anno 672 AC al 343 AC. Questo fu l'ultimo periodo in cui
un egiziano nativo regnò in Egitto. La breve restaurazione dei Persiani è
conosciuta come XXXI dinastia. ”
“Bravissimo
Neville, veramente bravo”
“Grazie,
signore” replicò il ragazzo arrossendo visibilmente “Nella lezione precedente
abbiamo parlato della loro architettura, in particolar modo delle piramidi”
“Le
piramidi” ripeté enfatico il professore sognante “degli oggetti architettonici
meravigliosi”
“La
piramide fu, molto probabilmente un’evoluzione della mastaba. Infatti,
quella che è considerata la più antica tra esse, la piramide a gradoni
di Djoser non è altro che una serie di mastabe sovrapposte”
“Signor
Malfoy potrebbe dirci cos’è una mastaba?”
“Erano
delle tombe coperte da una struttura a forma di gradone che sovrasta la camera
funeraria”
“Bravissimo,
Draco. Continua pure Neville”
“Le
piramidi furono costruite soprattutto nel periodo dell’Antico Regno, le più
famose sono tre: i monumenti funebri di Khufu, di Khefren, a cui
si deve anche la Sfinge e di Mikerinos. La piramide di Khufu, detta
anche grande piramide venne considerata già dagli antichi una tra le
sette meraviglie del mondo. Complessivamente si contano più di cento piramidi,
tra grandi e piccole, sebbene solo una piccola parte sia tuttora in discrete
condizioni.”
“Basta
così! Ci sono domande prima di proseguire? L’argomento che tratteremo sarà
molto vasto per cui vorrei che fosse tutto chiaro”
Una mano
si levò.
“Mi dica
signorina Granger”
“Trovo
che le piramidi siano un lascito unico, ma crede davvero che la costruzione di
una tomba valga la vita di migliaia di schiavi?”
“Allora,
non nego che la civiltà egizia, così come molte altre civiltà, prima e dopo di
essa, fondava parte della sua economia sull’utilizzo di schiavi. Ma ritengo, e
ti assicuro che non sono l’unico, che questa teoria sia dovuta più che altro ai
racconti di Erodoto. L’utilizzo di migliaia di schiavi catturati in battaglia è
molto suggestivo, ma probabilmente queste costruzioni erano erette da operai
specializzati, aiutati da contadini provenienti da tutto l'Egitto.
Soddisfatta?”
“Si,
professore” replicò Hermione ammirata
“Come vi
avevo accennato la settimana scorsa, oggi parleremo della religione egizia,
cioè quella stessa che ha informato e ispirato gran parte delle successive
religioni.” cominciò pacato “Per fare questo dobbiamo, però, liberarci dei
preconcetti e dei più scontati luoghi comuni che ce la fanno apparire come una
selva intricata di dèi dalle mostruose teste animalesche, distaccata da ogni
istanza umana ed ottenebrata da un angoscioso terrore dell'aldilà. Dobbiamo
ripercorrere quei momenti di smarrimento e di estasi, di dubbio e di fede che
travagliano l'uomo nella ricerca della verità, nel tentativo di dare un senso
alla realtà apparente, una ragione alla nostra stessa vita ed a quella
dell'universo. Vi avevo detto di fare delle ricerche e di estrinsecare i vostri
dubbi in aula. Allora, avete domande?”
Una mano si levò.
“Si, signor Potter?”
“Potrebbe spiegarmi il concetto del Ka?”
“Un concetto particolarmente ascetico… il Ka
è l'elemento di contatto tra il corpo fisico ed i principi spirituali. Diciamo
pure che è una specie di "corpo astrale". Esso si manifesta solo dopo
la morte. Per sopravvivere, il Ka ha necessita di un supporto fisico.”
“Un supporto fisico… cioè la mummia?”
interruppe Ron curioso
Il professore annuì.
“Quindi senza supporto fisico il Ka
non può esistere?” domandò Lavanda Brown
“Esattamente”
“E’ un po’ quello che succede nella nostra
religione?”
“Qualcosa di molto simile!!”
“Se una persona non fosse morta, ma neanche
viva, cosa farebbe il suo Ka?” domandò Harry
“Bellissima domanda, Harry” i suoi occhi
luccicavano di gioia e stupore “Il Ka non è dotato di capacità dinamiche
ed evolutive e la sua vita è la continuazione, ad infinitum, di quella
che il defunto conduceva sulla terra. Ma se non esistesse alcun ‘defunto’ il corpo
astrale dovrebbe convivere con il corpo terreno”
“Non è possibile. Non possono convivere!”
obiettò Hermione
“Perché, Hermione?” domandò Lupin
sorridente
“Lo ha detto lei prima” argomentò la
ragazza “perché il Ka ha una vita propria, che però è quella del
defunto… non possono condividere la stessa vita, non per sempre, almeno. O uno
o l’altro”
“Molto bene!!”
“Combatterebbero fino alla distruzione di
uno dei due?” chiese Harry perplesso
“Si… e combatterebbero senza tregua”
“Chi ha più probabilità di sopravvivere?”
domandò Dean Thomas
“il Ka” rispose senza alcun dubbio il
professore di Storia
“Perché mai?” domandò Seamus Finnighan
“infondo hanno lo stesso potere, sono la stessa cosa. Teoricamente dovrebbero
combattere all’infinito!!”
“Certo, ma il non-morto, deve combattere
non solo contro il proprio ka, ma anche contro la morte stessa. Ed in
particolare contro il dio Apep. Egli è il simbolo del demonio e nella
iconografia egizia è rappresentato come un serpente o un drago. Apep ogni
giorno tenta di contrastare il cammino delle forze della luce e sono necessarie
le arti magiche di Iside per evitare che Apep prevalga.”
“Arti magiche… l’occhio di Udjat, andrebbe
bene?” propose Harry teso
*
“Hai di
nuovo fatto quegli strani sogni?” s’informò Hermione preoccupata
“No”
rispose Harry poco convinto, mentre addentava una fetta di toast
“Harry,
per favore non è il caso di mentirmi. Anche perché la tua faccia non lascia
molto spazio all’immaginazione” replicò Hermione, appoggiando la mano sul
braccio del suo ragazzo
“Quali sogni?”
si intromise Ron curioso, mentre giocherellava con un cucchiaio nel suo piatto
di fiocchi d’avena
Harry
chinò il capo e strinse la mano di Hermione.
“Stasera
riunione nella stanza delle necessità” esclamò la ragazza decisa
“Perché?”
chiese Ginny “cosa è successo?”
“Ne
parliamo stasera. Facciamo alle nove?”
“Ti
ricordo che alle sette c’è il coprifuoco” azzardò Ginny
“Già, ma
questa cosa è molto più importante!!”
“Mi stai
spaventando” replicò Ron angustiato, il suo sguardo correva rapido da Harry a Hermione
“Cosa ci siamo persi?”
“Ginny,
per favore, avvisa Luna. Abbiamo bisogno di tutto il vostro aiuto”
Ginny si
alzò rapidamente dal tavolo dei Grifondoro e con passo svelto si accostò a
quello dei Corvonero, cercando Luna Lovegood con lo sguardo. La giovane maga di
Corvonero la scorse e sollevò un braccio per richiamare l’attenzione
dell’amica. Ginny si avvicinò e chinò il capo avvicinandolo all’orecchio di
Luna. Harry notò il reclinare del capo dell’amica, Luna posò per alcuni istanti
lo sguardo su di lui e poi assentì con un sorriso.
“Allora?”
reclamò Ron
“Preferirei
parlarne stasera” rispose Harry perentorio “Ora dobbiamo andare; fra poco c’è
la lezione di Difesa Contro le Arti Oscure. Lupin ha detto che a fine
lezione avrebbe portato una sorpresina”
Si alzò.
Hermione e Ron lo seguirono visibilmente angosciati. L’una perché sapeva,
l’altro perché ignorava, le ragioni del tormento di Harry.
Entrarono
silenziosi nella rumorosa aula. Presero posto e si sedettero in attesa
dell’arrivo del professor Lupin, ognuno assorto nei propri pensieri.
“Buongiorno
ragazzi”
“Buongiorno, professore” risposero
all’unisono
Il
professore di Difesa Contro le Arti Oscure, girò intorno alla scrivania
e si appoggiò ad un angolo.
Proprio
come nel sogno!!
“Ma
come possono essere così realistici dei sogni?” pensò spaventato
Non
doveva pensarci… non doveva pensarci… non doveva pensarci!!
NON-DOVEVA-PENSARCI!!!!!!
“… zombi.
Qualcuno sa cos’è uno zombi?” la calda voce di Lupin si fece spazio tra i suoi
pensieri, aprendo uno squarcio in quella sua ossessione
La mano
di Hermione si levò alta, ma non era l’unica. C’era un’altra mano che
sventolava nella stanza gremita di studenti. La mano di Draco Malfoy.
“Draco”
assentì il professore
“Gli
zombi sono corpi senza anima” cominciò flemmatico “nell’immaginario collettivo
gli zombi sono creature morte che continuano a camminare, senza più volontà,
spinti solo da una fame innaturale di carne fresca. In realtà la loro origine è
haitiana e nulla sembra avere in comune con la tradizione occidentale”
“E’ molto
informato” bisbigliò Ron “scommetto che ne ha uno sotto il letto!”
“Già”
confermò Harry distratto
“Benissimo,
Draco” approvò il professore soddisfatto “Secondo una credenza diffusa
nell'isola di Haiti” cominciò il professore passando con lentezza tra i banchi
“gli zombi sarebbero persone portate in uno stato di morte apparente per opera
di uno stregone, il bokor, del culto vodoo. Dopo la sepoltura, il bokor
trafugherebbe il corpo del presunto defunto riportandolo in vita, solo per
mantenerlo schiavo nelle sue piantagioni. Lo zombi continuerebbe a vivere
muovendosi, parlando e pensando con difficoltà. Sembra che la storia avesse
inizio con uno stregone di nome Machandal, il quale era riuscito a scappare da
una persecuzione babbana, raggiungendo un villaggio nascosto; qui, iniziò a
studiare una particolare arte magica. Con questa magia, in breve, egli compì
una vera e propria ecatombe di babbani. Ma il mondo magico e quello babbano
cooperarono per la cattura e l’uccisione del mago nero. Da questo momento ben
definito, i maghi haitiani iniziarono a praticare il Voodo, che trovava il
massimo della espansione con gli Houngan, ovvero maghi che erano in grado di
praticare arti magiche oscure tra cui il processo per rendere zombi un uomo. E
poi… “concluse con rammarico “ la magia nera si espanse a macchia d’olio fino a
raggiungere l’Europa”
“Magia
nera?” interruppe Hermione sdegnata, aveva parlato ad alta voce senza nemmeno
rendersi conto di aver interrotto la lezione
“Proprio
così, Hermione”
La
ragazza arrossì.
“Magia
Oscura” proseguì Lupin in tono greve “Una delle più potenti magie proibite, di
cui si sono perse le tracce, fortunatamente” aggiunse tranquillo. “Anche
se alcuni anni fa un famoso negromante, Walter Daviston, riuscì a procurarsi un
campione di una polvere misteriosa che i bokor usano nei riti di
zombificazione. Uno degli ingredienti della polvere sono parti del pesce palla
o del pesce istrice, ma non si conosce altro della composizione della pozione
né del rito ad esso associato. Deviston, però, nelle sue ricerche scoprì che la
pratica consiste nel commissionare il processo ad un Houngan che, preparato
l’infuso magico, lo somministra ai soggetti, creandogli una morte apparente;
successivamente alla tumulazione della salma, il mago provvede alla
riesumazione e poi somministra un forte antitodo. In più, con l’utilizzo di
alcune erbe magiche, annulla la coscienza del mal capitato facilitando il
processo di zombizzazione fino ad annullarne la volontà”
Harry
pensò che aveva un immagine un po’ diversa degli zombi, forse un po’ troppo
cinematografica!!
“Come si
elimina uno zombi?” domandò il giovane mago
“Questo
sarà il vostro compito per la prossima lezione” replicò il professor Lupin
“Vorrei però darvi un consiglio. Ricordate che queste creature non sono mostri
spaventosi, ma poveri infelici vaganti senza meta, ridotti a seguire senza
propria volontà tutti i comandi impartitigli”
“Un corpo
senz’anima e come un Ka?” pensò Harry distrattamente
“Il Ka?”
ripeté il professore confuso
“Mi scusi
professore, stavo solo pensando ad alta voce” si apprestò Harry mortificato
“Non preoccuparti Harry. Solo che… “l’uomo
attraversava a grandi passi l’aula di Difesa contro le arti oscure,
visibilmente preoccupato “Un concetto particolarmente ascetico… il Ka è
l'elemento di contatto tra il corpo fisico ed i principi spirituali. Diciamo
pure che è una specie di "corpo astrale". Esso si manifesta solo dopo
la morte. Per sopravvivere, il Ka ha necessità di un supporto fisico.”
Le stesse parole!!
“Quindi senza supporto fisico il Ka
non può esistere?” domandò Lavanda Brown
“Esattamente”
“Se una persona non fosse morta, ma neanche
viva, cosa farebbe il suo Ka?” domandò Harry
Aveva posto la stessa domanda! Perché?
“Bellissima domanda, Harry. Il Ka
non è dotato di capacità dinamiche ed evolutive e la sua vita è la
continuazione, ad infinitum, di quella che il defunto conduceva sulla
terra. Ma se non esistesse alcun ‘defunto’ il corpo astrale dovrebbe
convivere con il corpo terreno”
“Non è possibile. Non possono convivere!”
obiettò Hermione
“Perché, Hermione?” domandò Lupin
sorridente
Non erano sogni… quelli che faceva non
erano semplici sogni. Ora ne era sicuro!! Non aveva dubbi!!
“Lo ha detto lei prima” argomentò la
ragazza “perché il Ka ha una vita propria, che però è quella del
defunto… non possono condividere la stessa vita, non per sempre, almeno. O uno
o l’altro”
Uno o l’altro…
Ecco giungere il solo col
potere di sconfiggere l'Oscuro Signore....nato da chi l'ha tre volte sfidato, nato
sull'estinguersi del settimo mese....l'oscuro signore lo designerà come suo
uguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto...e l'uno dovrà morire per
mano dell'altro, perché nessuno può vivere se l'altro sopravvive...
Perché proprio ora gli affiorava alla mente
la profezia della Cooman?
“Molto bene!!” asserì il professore
compiaciuto
“Combatterebbero fino alla distruzione di
uno dei due?” chiese Harry meccanicamente
“Si… e combatterebbero senza tregua”
“Chi ha più probabilità di sopravvivere?”
domandò Dean Thomas
“il Ka” rispose senza alcun dubbio il
professore di Difesa Contro le Arti Oscure
“Perché mai?” domandò Seamus Finnighan
“infondo hanno lo stesso potere, sono la stessa cosa. Teoricamente dovrebbero
combattere all’infinito!!”
“Certo, ma il non-morto, deve combattere
non solo contro il proprio ka, ma anche contro la morte stessa”
“L’occhio di Udjat, andrebbe bene?” propose
Harry teso
Aveva quasi paura di svegliarsi
… ma doveva sapere!!
“L’occhio di Udjat?” replicò il professore
perplesso
Il silenzio si dipanò rapidamente attraverso l’aula. Harry
percepiva la tensione del professore, ma sembrava essere l’unico ad essersi
accorto dell’apprensione che solcava il volto dell’uomo. Ma nel momento in cui
volse lo sguardo sui suoi compagni notò che anche i loro volti erano turbati.
“Un antica leggenda babbana, di origine
egiziana, racconta…” cominciò il professore di Difesa, dopo aver ripreso
il controllo “…che nel combattimento con Seth, dio
della nefandezza e del male, Horus, dio della luce e della bontà, perse un
occhio, poi ritrovato da Thot, il dio della saggezza. La religione egizia
attribuisce molti poteri magici all'occhio di Horus, definito anche occhio di
Udjat. La capacità di difendere dalle malattie e di riportare in vita i
defunti, sono solo alcuni dei suoi poteri . Inoltre assicura forza e vigore,
alle persone che lo indossano.”
“Dove si trova?” chiese Harry
“Te l’ho detto Harry, è solo una leggenda
babbana”
“Anche la Pietra Filosofale era una
leggenda babbana” argomentò accalorato “e la magia stessa è una leggenda
babbana. Eppure nessuno ne mette in dubbio l’esistenza”
“Stiamo parlando di due cose ben diverse”
si apprestò il professore
“Invece parliamo della stessa cosa!!” stava
perdendo il controllo “L’anno scorso Cabbott dubitava dell’esistenza del Necronomicon.
Lo stesso inesistente e leggendario Necronomicon che è costato la vita
di Neville”
“Ora calmati, Harry” cominciò l’uomo
pacatamente “Hai ragione, affermare l’inesistenza di un oggetto solo perché non
lo si conosce è stolto ed effettivamente potrebbe creare dei problemi. Ma le
notizie che abbiamo sull’occhio di Udjat sono poche e lacunose; e questo ha
portato tutti noi a ritenere che non possa trattarsi che di una leggenda”
“Ma se esistesse?”
“Se esistesse, l’occhio di Udjat
potrebbe togliere energia al Ka e mantenere il corpo originale in vita
per tempi infiniti. In questo caso la lotta continuerebbe ad infinitum”
“Per sempre?” replicò Harry, ormai sempre
più angustiato
“Almeno finché il corpo originale resterebbe in vita”
“Ed in quel caso?”
“La lotta finirebbe”
“E il Ka potrebbe prendere il sopravvento?”
aggiunse Harry
Ormai era diventato un vero e proprio
monologo tra il professore visibilmente agitato e l’allievo chiaramente
preoccupato.
“Harry, il Ka non può esistere senza
il corpo originale!”
“E allora perché combattere una guerra per
il possesso di una vita che non può appartenerti?”
“Semplicemente perché il Ka non ha
una propria vita! E deve utilizzare quella del corpo originale per poter
esistere”
“E cosa dovrebbe fare il corpo originale
per riprendere possesso della propria esistenza?”
“Non so
Harry. Queste sono magie che
non conosco!”
I due si fissarono per alcuni lunghi e
interminabili minuti. Nell’aula non si udiva neppure un fruscio, anche l’aria
sembrava essersi immobilizzata.
“Bene” proseguì il professore distogliendo
lo sguardo “vi avevo promesso una sorpresa”
agitò la bacchetta nell’aria e sulla
scrivania si materializzò una piccola cassetta in legno con delle sottili e
fitte sbarre d’oro “questa è una Fays”
Attraverso la gabbietta svolazzava un
moscerino argentato.
L’aula era finalmente ritornata in vita…
“E’ una fata?” chiese Hermione tentando di acuire lo
sguardo per capire la forma di quello strano insetto luccicante
“Si. Hermione. Le Fays sono conosciute più
comunemente come fate. Questi dispettosi spiriti possono essere piccoli come un
moscerino o grandi come una persona umana, dipende dal tipo di fays e dalla sua
storia
“Dispettosi?” apostrofò Lavanda Brown
“pensavo fossero spiriti buoni della natura”
“Le Fays non sono catalogabili in una lista di buoni o
cattivi: ogni fata contiene in se entrambe le componenti; è come se fosse un
prototipo della natura stessa, dolce e crudele, gioiosa e triste allo stesso
tempo. Queste creature sono dei veri e propri concentrati di energia e in realtà non hanno forme
stabili. Quella che vedete ora è solo una forma transitoria. Infatti, le Fays
possono cambiare aspetto o anche elemento a seconda dell'ambiente che le
circonda e delle aspettative che una persona nutre nei loro confronti. Ognuno di
noi le può vedere o percepire in maniera assolutamente soggettiva. Ecco perché
tutti noi la percepiamo come un moscerino, perché è ciò che noi vogliamo
vedere. L’unica cosa che percepiamo di esse è il loro colore. Infatti, il
colore definisce ciò che la Fays rappresenta: quelle dorate facilitano la
trasmissione di energia; quelle viola aiutano a formare le strutture degli
esseri viventi; quelle verdi sono gli spiriti dei boschi e quelle bianche sono
gli spiriti dell'aria.”
“Quindi” interruppe Draco Malfoy,
indicando la gabbia “quella è uno spirito dell’aria”
“Esattamente. Le Fays bianche sono
spiriti dell’aria, dotate di incommensurabili poteri magici. E non è per niente
facile catturarle!”
“E allora come mai è chiusa in quella
gabbia?” chiese divertito Ron
“Ho detto che non è facile catturarle”
replicò compiaciuto “non ho detto che è impossibile. Anche se è bene non
disturbare gli spiriti della natura. Non è consigliabile!!” terminò aggrottando
la fronte
“Perché allora catturare una Fays?”
domandò Hermione curiosa
“Perché la polvere di fata viene
utilizzata in molte pozioni, in particolare la polvere delle Fays bianche è
utilizzata nelle Pozioni Acchiappasogni. Nella prossima lezione
proverete ad acchiappare una Fays, senza farle del male. Potrebbe in alcuni
casi rendersi necessario catturarne una e preferirei che voi foste in grado di
farlo. Il professor Piton nella prossima lezione v’insegnerà a produrre pozioni
utilizzando polvere di fata”
“Lezioni comparate” sussurrò Hermione
eccitata
“Tra Piton e Lupin? Non c’è più
religione” aggiunse Ron incredulo
“Già” asserì Harry sbalordito
“Ragazzi, credo che possiate andare, la
lezione è finita” terminò il professore facendo scomparire la gabbia di legno
“Lezione
interessante!!… molto interessante” pensò Harry raccattando le sue
cose.
Mentre i
tre amici si apprestavano verso l’uscita “Harry, Ron” la voce di Lupin li fermò
sull’uscio
“Ci
vediamo in sala comune” esclamò Hermione allontanandosi.
“Ragazzi,
il professor Piton vorrebbe vedervi stasera subito dopo cena”
“Pi…ton?
Sta…sera?” farfugliò Ron
“Ha
finalmente trovato la giusta punizione per quella faccenda della smaterializzazione?!”
aggiunse Harry acido
“Harry,
converrete che non è stata una grande idea la vostra!! Sono sicuro che Severus
v’imporrà una giusta punizione” osservò l’uomo serafico
“Giusta!!
Piton non sa nemmeno cosa sia la giustizia! Lui ci infliggerà una punizione e
basta!” obiettò Harry seccato “E godrà da morire, su questo non ho dubbi”
“Già,
magari ci manderà nella foresta proibita per recuperare crini di centauro o
penne di grifoni!” aggiunse Ron
“Qualsiasi
punizione sarà giusta!” ripeté il professore
“Ok,
credo sia inutile discuterne” replicò Harry
“Ma… come
facciamo per la ritirata. Sa per le sette dovremmo essere tutti in dormitorio per
la nostra sicurezza” argomentò Ron speranzoso
“Vorrà
dire che solo per stasera potrete girovagare tranquillamente per Hogwarts”
asserì il professore di Difesa Contro le Arti Oscure “senza usare il
mantello dell’invisibilità o la mappa dei malandrini”
“Che
fortuna!” esultò falsamente Ron
I due
giovani maghi si avviarono nuovamente verso l’uscita.
Ma prima di allontanarsi Harry si voltò ed esclamò con un largo sorriso
“Bella
lezione professore”
“Grazie,
Harry” replicò l’uomo ricambiando il sorriso
Era davvero
il miglior professore che avesse mai avuto!!
**
“Non ci
voleva proprio!!”
Questo
avevano pensato sia Harry che Ron, quando Lupin li aveva informati
dell’incontro con Piton. Certo che non potevano rifiutare un tanto gradito
invito. Avevano cercato di convincere Ginny e Hermione a rimandare la riunione
nella Stanza delle Necessità, ma le ragazze si erano mostrate
irremovibili.
Le
ricerche dovevano cominciare al più presto, era necessario tempo che non
avevano, quindi non potevano perdere nemmeno un attimo. I M.A.G.O., la festa di
Halloween e poi, come aveva fatto notare Ginny, dopo Halloween c’era la prima
partita di quidditch. Serpeverde contro Grifondoro.
“Bisogna
allenarsi… allenarsi… allenarsi…“ argomentò la ragazza, imitando scherzosamente
la voce di Harry, ovvero Baston il ritorno “Non possiamo permettere ai
Serpeverde di vincere!!”
I ragazzi
avevano cercato di obiettare, ma fu tutto inutile. Dopo pochi vani tentativi,
elaborarono un piano e decisero di vedersi alla fine dell’incontro con Piton.
“Ma
potremmo metterci un sacco di tempo” obiettò in ultimo Ron
“Non
preoccuparti, Ron, vorrà dire che vi aspetteremo parlando di cose da donne”
Anche
quest’ultima fievole replica era miseramente crollata. Se parlavano di cose da
donne avrebbero potuto aspettarli per ore… anzi forse per giorni!!
Inoltre
poiché quella sera avrebbero avuto il permesso di girovagare liberamente per
Hogwarts, decisero di dare loro il mantello dell’invisibilità e la mappa dei
malandrini.
“Sarà
una dura serata” pensò Harry
Doveva
affrontare la punizione di Piton, affrontare i suoi amici e la sua paura di
diventare matto e doveva affrontare Ron. Infatti, Hermione lo aveva preso da
parte e gli aveva chiesto di domandare a Ron di invitare Luna alla festa di
Halloween. E anche a questa richiesta non aveva trovato nulla da contestare,
ovvero Hermione non gli aveva nemmeno concesso di contestare!!
Harry
sapeva benissimo che non poteva chiedere a Ron di invitare Luna alla Festa di
Halloween nella Stanza delle Necessità, proprio davanti a lei. Ron sarebbe
diventato tutto rosso e poi sarebbe scappato via a gambe levate, avrebbe solo
creato inutili imbarazzi. E poi Hermione lo avrebbe sbranato!! Quindi il
giovane mago decise di affrontare l’argomento prima di arrivare nella stanza
delle torture di Piton.
“La
settimana prossima ci sarà la Festa di Halloween organizzata dalla Cooman”
cominciò distrattamente “Hermione sembra molto eccitata”
“Anche
Ginny, non fa che parlare della festa in maschera”
“Non
ricordavo fosse una festa in maschera” replicò Harry
“Se è per
i vestiti non preoccuparti” cominciò l'amico dopo aver osservato il volto
ansioso di Harry “devi solo dire alla mamma cosa ti serve. Tu e Hermione avete
già deciso i personaggi che incarnerete?”
“Non ne
abbiamo ancora parlato. Io avevo assolutamente rimosso che si trattasse di una
festa in maschera!!” ribadì lievemente agitato
Quegli
stupidi sogni gli stavano facendo perdere ogni contatto con la realtà.
“Ma credo
che Hermione abbia le idee ben chiare sulle nostre maschere” aggiunse divertito
“Hai già invitato Luna alla festa?” domandò con fare distratto
“Come?”
fece Ron, mentre le orecchie gli erano diventate tutte rosse
“Ron, ti
ho chiesto se hai invitato Luna”
“No!
Perché credi che dovrei farlo?”
“Non lo
so! A te piace Luna?”
“Si,
almeno credo” rispose a capo chino
Harry si
fermò e fissando l’amico disse “Allora credo che tu debba invitarla, almeno
capisci se ti piace davvero!”
“Ok.
Glielo dirò oggi stesso!”
Una era
andata… ed era stato più facile del previsto!
“Bravo
Ron. Fatti onore!” aggiunse, dandogli una manata amichevole sulla spalla “E ora
andiamo ci aspetta una lunga… lunghissima serata”
Senza
accorgersene erano ormai arrivati davanti alla porta chiusa della stanza del
professore di Pozioni.
Sarebbe
stata davvero una lunga serata!!
NdA: Credo che entrambe le lezioni siano state abbastanza interessanti...
In cosa
consisterà la punizione di Piton? E sarà davvero utile la riunione nella stanza delle necessità?
Vi aspetto per dare risposta a queste domande e per introdurre nuovi enigmi!
Un bacio a tutti voi e ci vediamo fra un paio di settimane!! Lella80
EFP
|
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Capitolo 9 *** Riunioni Segrete ***
CAP9
Non ho parole! ma credo che ormai mi debba rassegnare al fatto di non riuscire più ad avere molto tempo
per scrivere questa fanfic. Vi chiedo scusa!!!
Come al solito prima di cominciare vorrei ringraziare le persone che
hanno commentato i capitoli precedeti: desdeus (sono contenta che la storia ti piaccia e soprattutto
che "l'evoluzione dei pensieri di Harry" sia stata notata ed apprezzata. Concordo con te sul fatto che, effettivamente,
la vita dei sogni potrebbe essere noiosa, ma rispecchia la vita reale... che diverrebbe irreale se ad una persona gli capitasse sempre qualcosa!!!
Non credi?), Giuly93 (grazie tantissime... sono sempre contenta quando ci sono nuove persone a cui piace la storia)
marco (a questo punto credo che tu ti sia rassegnato ai miei tempi biblici. Spero di farmi
perdonare con questo nuovo capitolo e... proverò a dare più spazio alla vita privata dei personaggi!! Ma non ci mettere
il pensiero perchè sono negata su certe cose. Però ci provo, naturalmente restando nel raiting della mia storia e di
quella della Rowling) ed infine grazie a Domy (Nel frattempo il settimo libro è uscito... e spero che tu abbia
trpvato altre storie interessanti perchè la mia fra un pò farà la fine dei Miserabili di Victor Hugo, il quale ha impiegato trent'anni per scriverlo!)
Grazie ancora a tutti e... buona lettura
CAP9 Riunioni segrete
Harry bussò delicatamente alla porta, sperando che il suo
tocco passasse inosservato. I due amici attesero alcuni secondi poi Ron esordì
“Credo non ci sia nessuno. Forse si sarà dimenticato!”
terminò speranzoso
“O forse, chissà, aveva qualcosa di molto più importante da
fare!?” propose Harry frettoloso
“Già magari è impegnatissimo e non vuole essere disturbato.
Che dici se per una volta nella vita gli facciamo un favore e andiamo via?”
“Mi sembra un’ottima idea” replicò secco Harry
Nel momento preciso in cui si voltarono, un lieve
scricchiolio fermò il loro passo. In realtà Harry avrebbe voluto scappare,
proprio come quando da bambino lui e suo cugino Dadley bussavano alla porta di
casa della signora Figg, la loro stramba vicina amante dei gatti, ma che
sembrava detestare i ragazzini e soprattutto i palloni!!
Ma… la signora Figg era una magonò… e poi… lui e Dadley non
avevano mai bussato alla sua porta per poi scappare. Lui e Dudley Dursley non
avevano nemmeno mai giocato insieme, figurarsi giocare a palla!!
Stupidi sogni!!
“Benvenuti” li salutò una falsa voce carezzevole
“Buonasera, professore” salutò Harry gelido, fissando gli
occhi astuti del professore di Pozioni
“Dove stavate andando, Potter?”
“Da nessuna parte!!”
“Allora credo che possiamo cominciare!”
L’uomo chiuse la porta dietro le loro spalle.
“Andiamo” proferì secco
“Andiamo… dove?” domandò Ron allarmato
Ma il professore di Pozioni ignorando totalmente la
domanda e i timori del giovane Weasley, avanzò rapido lungo i bui e desolati
corridoi di Hogwarts. Sembrava quasi di essere in una scuola fantasma, c’era un
silenzio tombale. Si udiva solo la voce roca di Pix arrivare da qualche piano
più in alto. La presenza dei fantasmi che pattugliavano i corridoi rendeva la
sensazione ancora più vivida. La nera figura di Piton, che penetrava il buio
senza fenderlo, era inquietante e nello stesso tempo completamente intonato
allo scenario che si dipanava davanti ai suoi occhi.
Sembrava di vivere in un film dell’orrore.
Scesero le scale, che rapidamente si spostavano sotto i loro
piedi. E dopo un cammino che sembrava infinito, raggiunsero il portone che dava
ai giardini e…
“Stiamo andando nella foresta proibita, signore?” farfugliò
Ron
“No, Weasley” replicò l’uomo appoggiando la bacchetta sulla
serratura “Non stanotte... almeno”
La porta si aprì.
“Ha usato il potere della mente” bisbiglio Ron avvicinandosi
a Harry
“il potere della mente?”
“Si, la capacità di eseguire una magia senza formulare le
parole magiche! Ne ha parlato il professor Vitious a lezione di Incantesimi”
“Se non ricordo male le parole vanno pensate senza però
pronunciarle, così da ottenere l’effetto sorpresa”
“Appunto, ma ha discapito del potere della magia” argomentò
Ron, cercando di tenere il passo di Piton
“Vitious ha affermato che i grandi maghi come Merlino non
avevano problemi di questo tipo”
“Harry” domandò Ron scrutando timoroso nel buio “secondo te
dove stiamo andando?”
“Non so. Dovresti chiederlo a Piton”
“Siamo arrivati” annunciò Piton compiaciuto
Erano giunti alle porte della serra
“La professoressa Sprite ha chiesto di ripulire la serra dai
parassiti”
“Che genere di parassiti?”
“Vermuncoli e Germille”
“Conosco i vermuncoli, ma cosa sono le germille, signore?”
domandò Ron ansioso
“Nulla di particolarmente pericoloso Weasley” replicò l’uomo
arricciando lievemente il labbro inferiore “sono solo erbacce!”
Se erano solo erbacce perché sembrava tanto soddisfatto e
divertito
Harry si avvicinò lentamente a Ron
“Non mi fido” sussurrò
“Nemmeno io, ma non mi pare abbiamo molta scelta” aggiunse
Ron depresso
“Già!”
“Invece di perdere tempo in chiacchiere datemi subito le
vostre bacchette” disse seccamente il professore di Pozioni rivolgendosi ai due
giovani maghi
“Come?” domandò Harry sconcertato
“Hai capito benissimo, Potter. Voglio le vostre bacchette
magiche” ripeté allungando la mano destra “non avete bisogno della magia per
liberare la serra da vermi ed erbacce”
“Non useremo la magia se non sarà necessario!” confermò Harry
freddo
“Forse non ti è chiaro, Potter” sibilò il mago “ma questo è
un ordine. Tu devi sottostare, non ti è concesso proporre alternative”
“Signore, credo allora di dover disobbedire. Siamo in periodi
oscuri in cui abbandonare la propria bacchetta significa rischiare la vita”
“Hogwarts è un posto sicuro” reiterò il professore
“Non per me!!”
Si fissarono per pochi ma infiniti secondi. Poi senza
distogliere lo sguardo il professore replicò
“Bene, Potter. Se credi tieni pure la bacchetta, ma consiglio
vivamente ad entrambi di evitare l’uso della magia. Lancerò un incantesimo alla
porta della serra, e solo quando avrete eliminato tutti i vermuncoli e le
germille la porta si aprirà. Prima di uscire dovrete recuperare 12 foglie di
Somnia Sulfurea. La professoressa Sprite mi ha concesso di prenderne alcune
foglie in cambio della disinfestazione della sua serra”
“E se non ci riuscissimo?” balbettò Harry
”La porta resterà chiusa finché il primo raggio di sole non
colpirà la vetrata rivolta ad oriente. Così non farete tardi a lezione”
L’uomo si spostò di lato invitando i ragazzi ad entrare. Non
appena i due varcarono l’ingresso della serra la porta si chiuse dietro di
loro.
*
Uscirono dalla serra quando ormai la luna era già alta nel buio
cielo notturno. In quel momento la loro paura più grande era di scorgere nelle
tenebre non centauri e ragni giganti, ma l’odiato volto del professore di Pozioni.
Ma fortunatamente non c’era!
“Detesto i vermuncoli!!” borbottò Ron esausto “ma nulla è
paragonabile all’odio che provo per le germille”
Cominciò a ripulire gli abiti tutti imbrattati di terriccio e
di muco verde
“Tergo” bisbigliò
“Io, invece, odio Piton” aggiunse Harry stremato “e questo è
appena l’inizio”
“Mi domando cosa ci chiederà di trovare nella foresta
proibita?!”
“Non voglio nemmeno pensarci” mugolò Ron “andiamo alla stanza
delle necessità. Le ragazze cominceranno a pensare che Piton ci ha ucciso”
Avanzarono sicuri nel buio dirigendosi verso il castello di
Hogworts.
“Secondo te, come mai non ci attendeva fuori per godere del
suo primo successo?” sussurrò Ron attraversando il lungo androne
“Forse era convinto che non ci saremmo mai riusciti prima
dello spuntare del sole. A quel punto avrebbe dovuto passare una notte in
bianco per pochi secondi di soddisfazione”
“Se ci fossero stati Malfoy, Tiger e Goyle chiusi nella serra
a combattere con vermuncoli e germille, TU, non avresti atteso per tutta una
notte pur di vederli nello stato in cui eravamo noi pochi minuti fa?”
“Non se avessi tante altre notti e tante altre umiliazioni da
propinargli”
“Forse hai ragione… anche se io non mi sarei mai persa il
momento. Avrei provato ad immortalarlo” replicò Ron mentre salivano la terza
rampa di scale
“Ecco ci siamo” disse Harry toccando la parete, mentre una
porta appariva davanti ai loro occhi
Entrarono e la porta si richiuse rapidamente dietro di loro.
Voci femminili concitate parlottavano e ridacchiavano fra di loro, ma lo
sguardo dei due giovani maghi si posò sul volto pallido di Draco Malfoy che
ronfava sonoramente dall’altro capo della stanza coricato svogliatamente su un
morbido sofà fuxia e verde, rifinito di pizzi e merletti. Tanta ricercatezza
era sicuramente opera di Luna, ed i due amici non avrebbero avuto dubbi se solo
lo avessero notato. Draco Malfoy aveva conquistato tutta la loro attenzione. Il
giovane mangiamorte aveva un libro poggiato sulle ginocchia ed un braccio che
penzolava. La sua mano perlacea sfiorava appena il pavimento.
“E’ morto?” domandò Ron visibilmente irritato
“I morti non russano, Ron” gli fece notare Hermione
“Lo so, Hermione, ero sarcastico. Perché è qui?”
“Potrebbe esserci utile”
“Potrebbe essere pericoloso!” reiterò Ron minaccioso
“Finora non lo è stato” argomentò timidamente Ginny
“Ginny, lui-è-pericoloso!! Non so come fartelo capire. Il
fatto che fino a questo momento non ci abbia traditi non significa che possiamo
fidarci di lui”
“Ma… Ron… “
“Ron ha ragione… lui è un mangiamorte. Ginny, i sentimenti
che tu provi per lui non possono metterci tutti in pericolo. Lui ci odia”
“Ma ama Ginny” aggiunse Luna con enfasi, mentre con le mani
si lisciava i lunghi e biondi capelli.
“Nessuno ama nessuno” mugugnò Ron isterico. Era in
iperventilazione
“Ron ti prego, calmati” fece Hermione, avvicinandosi inquieta
all’amico “non mi sembra il caso di agitarsi così. Infondo Luna non ha detto
nulla di terribile”
“E poi, se Silente si fida di Piton” continuò Luna flemmatica
“perché noi non dovremmo fidarci di Malfoy? Credo che per far funzionare le
cose forse sia necessario un mangiamorte traditore nel gruppo”
“Come una specie di amuleto?” replicò Hermione aggrottando le
sopracciglia
“Io non ce lo voglio” puntualizzò Ron ostinato
“Non sei tu a decidere” replicò Ginny risoluta e
avvicinandosi fiera al fratello continuò “Si decide tutti insieme. Perché tutti
insieme abbiamo sempre rischiato. Quindi se la maggioranza decide… ”
“No” l’interruppe Hermione “mi dispiace, Ginny, sai che sono
dalla tua parte e sai che credo che Malfoy possa essere un valido aiuto, ma
l’unico che può decidere e Harry. Voldemort vuole lui non noi” volse lo sguardo
verso il ragazzo “Qualsiasi cosa tu decida per noi andrà bene” il suo sguardo
adagio si posò su Ginny “Per tutti noi”
“Per tutti noi” ripetè Ginny tristemente
Cosa doveva fare?
Odiava Malfoy e non si fidava totalmente di lui. Ma il suo
odio non era ceco di fronte all’effettiva utilità del nemico di sempre. Certo
un mangiamorte non poteva essere considerato un amuleto, ma di certo non se ne
poteva mettere in discussione l’utilità. Ma doveva fidarsi di lui… perché se
fosse trapelata una qualsiasi informazione, sarebbero stati guai grossi per
tutti. Non se la sentiva di rischiare la vita dei suoi amici, e se si fosse
sbagliato? Eppure in tutti quegli anni e in tante innumerevoli avventure era
sempre stato il fattore rischio a determinare la riuscita dei loro strampalati
piani. Ed il fattore rischio era aumentato col tempo e con l’età, ma era quel
fattore rischio che aveva portato alla morte di Cedric, di Sirius e di Neville.
A chi sarebbe toccato questa volta, a Ron, a Hermione, a Ginny o a Luna?
Doveva esserci una soluzione!
E se avesse trovato un metodo per impedire a Malfoy di
tradirli? un incantesimo che lo vincolasse a loro! Un incantesimo che gli
impedisse, anche sotto tortura, di raccontare ciò che aveva saputo!
“Io credo che Malfoy potrebbe essere utile” il suo volto era
serio e tirato
“Harry, credi davvero che… ” contestò Ron
“Ma” lo interruppe Harry con voce greve “dobbiamo impedirgli
di raccontare ciò che potrebbe scoprire, altrimenti non solo noi, ma anche
quelli dell’Ordine della Fenice saranno in pericolo!!!”
“In che modo?” domandò Hermione
“Siamo maghi Hermione e siamo anche piuttosto bravi”
“Un incantesimo Divincolo?” propose Luna dubbiosa
“Noi non abbiamo mai fatto un incantesimo Divincolo”
controbatté Hermione debolmente
“Non credo sia molto difficile” assentì Ron “credo sia solo
necessario un giuramento e una rinuncia. Più grande è il giuramento più grande
deve essere la rinuncia”
“E’ un incantesimo proibito, Ron” ribadì Hermione
“Hermione ha ragione” replicò Luna appoggiando l’amica
“Ma se sei stata tu a proporlo?” si arrabbiò Ron,
avvicinandosi a lei
“E’ stato Harry” ribadì calma la bionda Corvonero “io ho solo proposto il tipo di
incantesimo più appropriato, ma credo che Hermione abbia ragione!”
“Credi che abbia ragione solo per partito preso”
“Ronald, Hermione-ha-ragione”
“Credo che sia inutile che litighiate” li interruppe Ginny
“Per utilizzare un incantesimo Divincolo, Draco dovrebbe essere d’accordo e non
credo che si sottoponga ad un incantesimo proibito in cui debba rinunciare a
qualcosa per… niente”
“Potrei stupirti Ginny Weasley” sbottò la voce melliflua di
Draco Malfoy
“Hai origliato?” replicò Ronn accigliato
Il giovane mago si avvicinò minaccioso al mangiamorte. Il
quale puntando lo sguardo fiero negli occhi del suo nemico aggiunse
“Non origliavo, idiota. Eravate a due passi da me e non
parlavate proprio a bassa voce!”
“E cosa aspettavi a farci sapere che eri sveglio”
“Eravate così carini mentre litigavate per me” commentò
divertito “E poi speravo che, finalmente, tra un litigio e l’altro avessi il
coraggio di chiedere alla svampita di venire con te alla festa di Halloween”
Il volto e le orecchie di Ron divennero dello stesso colore
dei suoi capelli. Abbassò lo sguardo strinse il pugno e dopo aver afferrato il Serpeverde
per il bavero della camicia
“Tu sei morto, Malfoy”
“Lascialo, Ron” disse Harry autorevole
Ron mollò il colletto del ragazzo e volgendo lo sguardo verso
l’amico attese ciò che d’importante c’era da dire. Il silenziò piombò come un
macigno sulla testa degli astanti.
“Cosa hai deciso, Malfoy?”
Il giovane Mangiamorte si allontanò, dirigendosi verso il
sofà sul quale pochi istanti prima dormiva beatamente. Si chinò e afferrò il
libro che era riverso sul pavimento. Ritornò sui propri passi e porse il libro
a Harry.
“Enciclopedia degli incanti proibiti” lesse Harry ad alta
voce “Una magia proibita per ogni occasione” Harry fissò il giovane mangiamorte
incredulo
“Proprio così, Sfreggiato. Ci avevo pensato prima di te!!”
“Perché?” replicò scettico
Ma non era l’unico che fissava inebetito e scettico quel
libro e… Draco Malfoy. Si erano dunque sbagliati su di lui!
“Se l’Oscuro Signore mi interrogasse ed io non riuscissi con
l’Occlumanzia a chiudere la mia mente, voglio che tutto ciò svanisca”
“Stai cercando di rimanere in vita?”
“Si, Potter, come voi d’altronde!”
“Come mai vuoi tradire il tuo padrone?” domandò Harry
“Io non ho padroni, Potter. Credo nei precetti dell’Oscuro
Signore” argomentò sicuro “Penso che i babbani vadano torturati e uccisi e
penso che la magia debba essere proibita ai Mezzosangue come te e la tua ragazza,
ma non condivido il suo modo di farlo. Lui deve essere fermato e se tu sei
l’unico che può farlo, allora, io ti aiuterò! Ma poi nemici come prima. Perché
io ti odio, Potter!!!”
“Sentimento reciproco, Malfoy” confermò Harry
“Sai che ciò a cui rinuncerai verrà cancellato dalla tua
mente per sempre?” reiterò Hermione
“Lo so, Granger! Ma questi sono affari miei”
“Meglio farlo subito non credi” disse Harry
“Mi sembra un ottima idea” rispose Malfoy
Harry fissava il libro proibito con aria dubbiosa. Hermione prese
il libro dalle sue mani e aprì il testo sulla pagina del Divincolo. Il
suo sguardo si muoveva rapido lungo le righe.
“Devi farlo tu, Harry” replicò la ragazza porgendogli il
libro “Sei stato tu ad avere l’idea e tu sei il nostro capo”
“Ok… “ afferrò il libro e dopo aver letto continuò
“Allontanatevi”
I ragazzi si allontanarono lasciando i due nemici di sempre
uno di fronte all’altro. Harry prese la bacchetta e cominciò a concentrarsi. Le
lucerne che illuminavano l’enorme stanza si abbassarono di colpo e dalla
bacchetta fuoriuscì una fievole luce azzurrina. Il giovane Grifondoro disegnò
con quel bagliore incantato una stella a cinque punte, la quale cominciò ad
ingrandirsi circondando Draco Malfoy. La stella scese lungo il suo corpo fino a
fissarsi al pavimento di legno intarsiato e una velata luce azzurrina permeò
completamente il mangiamorte.
“La tenue luce delle stelle” cominciò Harry “sarà testimone
immemore della tua promessa di silenzio e fedeltà verso ciò che è legato a me,
Harry Potter. Nulla di ciò che a me appartiene potrà uscire dalle tue labbra
senza che esso svanisca dalla tua mente insieme al tuo bene più prezioso. Sei
pronto Draco Malfoy a promettere e a rinunciare?”
“Lo sono” asserì Malfoy ad occhi chiusi
“Cosa prometti?”
“Prometto che nulla che verrà detto in queste riunioni verrà
svelato”
“A cosa rinunci?”
“…”
“A cosa rinunci?”
“Rinuncia a mia sorella!!!” suggerì Ron serio
“Se il giuramento non è pari alla rinuncia l’incantesimo non
sarà valido” replicò scettica Hermione volgendo lo sguardo su Ron
“Rinuncio a Ginny Weasley” asserì il mangiamorte riaprendo
gli occhi
Nello stesso momento la stella e la luce svanirono e tutto fu
nuovamente illuminato.
Ginny si avvicinò al ragazzo e con la mano gli accarezzò il
volto stanco
“Oh, Draco” sospirò la ragazza fissando i suoi occhi in
quelli gelidamente grigi del ragazzo che amava
“Non è come pensi… lentiggini” replicò Malfoy scostando la
mano della ragazza, ma continuando a stringerla “Solo che non sapevo a cosa
rinunciare che non fosse la magia o la mia famiglia e rinunciare a te mi
sembrava un buon compromesso” ma la sua voce nel pronunciare quelle parole era
dolce, come Harry non l’aveva mai sentita prima d’allora
“La magia non avrebbe funzionato se non avessi realmente
tenuto a ciò a cui stavi per rinunciare e qualsiasi cosa tu dica io so di
essere importante per te” sostenne Ginny mestamente
“Sono stupefatta Ron” sussurrò Hermione “sapevi che li
avresti riavvicinati in questo modo! Sei stato un buon fratello!! Sono molto
fiera di te”
“Certo che sono un buon fratello. Non posso continuare a
negare ciò che c’è fra loro… sarebbe stupido e deleterio. Lui ci tradirà,
Hermione, e noi lo sappiamo altrimenti questo giuramento non avrebbe senso.
Credo che anche lui sia consapevole che violerà la promessa, così finalmente mi
libererò di lui”
Si allontanò da Hermione e rivolgendosi ad Harry proseguì
“Se stasera vogliamo concludere qualcosa credo che dovremmo
cominciare, non abbiamo molto tempo” e andò a sedersi sul lungo tavolo di legno
posto al centro della stanza.
Hermione e Harry cominciarono a raccogliere numerosi e
voluminosi libri dagli scaffali dell’enorme biblioteca che tappezzava i tre
lati della Stanza delle Necessità, deponendoli sul tavolo. Anche Ginny e Luna,
contribuirono a colmare interamente l’enorme tavolo di mogano. Gli unici che
sembravano non mostrare interesse alcuno per la faccenda erano Ron e Draco
Malfoy, entrambi persi nei loro pensieri.
“Allora” cominciò Harry stancamente, poggiando sul tavolo l’ultimo
tomo “ultimamente faccio strani sogni”
“E noi siamo qui ad infrangere tutte le più elementari regole
di Hogwarts perche lo Sfregiato fa strani sogni?” ribadì Draco sarcastico
“Sta zitto, Malfoy” rimbrottò Hermione
“Sono sogni molto strani?”
“Strani in che senso?” domandò Ginny curiosa
“In realtà non sarebbero strani. Cioè… voglio dire… sogno
degli eventi accaduti, ma li rivivo in maniera diversa. In questi sogni rivivo
ciò che abbiamo fatto, ma in un mondo senza magia”
“Ma è terribile” disse Ron “io non potrei vivere in un mondo
senza magia”
“Forse, Ron, in un mondo senza Voldemort, ed in cui sono
ancora tutti vivi: i tuoi genitori, Cedric, Sirius e Neville, magari rinunceresti
anche a qualche comodità” commentò Harry “Magari si potrebbe rinunciare ad un mondo
in cui a 17anni non bisogna rinchiudersi in una stanza invisibile per capire se
stai impazzendo o per creare una pozione che ti tenga in vita nel caso in cui
un pazzo scatenato, che gira per il mondo uccidendo innocenti, voglia ucciderti
per una profezia nascosta in una sfera di vetro. Magari si potrebbe, invece,
desiderare, un mondo in cui parlare solo di feste, di ragazze, di sesso e magari
scappare per un weekend al mare senza dire nulla a mamma e a papà rubando una
macchina, fumando sigarette, per il gusto del proibito!!”
Hermione fissava Harry stupefatta ed impaurita.
“Forse dovresti andare da un buon dottore!?!” consigliò
Malfoy scuotendo la testa
A quella osservazione quasi comica tutti cominciarono a
sbellicarsi dalle risate, Harry incluso.
“Ok… credo che quindi possiamo riallacciarci a quello che è
stato detto in aula da Cabbott” osservò Ron
“Di che state parlando?” domandò Luna
“Di questo” disse Harry aprendo un grosso tomo foderato in
pelle azzurrina tempestata di brillantini
Al
regno dei sogni è associata una vita della veglia e una vita onirica”
Harry cominciò la lettura con voce atona “Naturalmente i due mondi
coesistono nell'Uomo, ma la maggior parte di essi percepisce solo uno dei due
Munda, la Veglia. Alcuni individui, spesso inconsapevolmente, riescono a
percepire l'esistenza del mondo di Oneiros. Ed essi sono conosciuti come Pontifex,
fin dalla notte dei tempi, questi grandi maghi, riuscivano a fungere da tramite tra Veglia e
Oneiros, tra realtà e sogno.
I due munda sono collegati tra loro dai Nexus, zone di
esistenza al di fuori dello spazio e del tempo, nelle quali nessuna legge ne'
potere funzionano. Dei tre nexus il più facile da raggiungere è quello che
collega il corpus con l'anima. Il suo nome è Luz o Città di
Pietra e rappresenta la concretizzazione dell'inconscio collettivo,
deposito di tutti gli archetipi. In questo luogo è conservata una pietra magica
verde e levigata sulla quale si riflette la luce fluorescente dell'eterna luna
piena che risplende alta in un cielo blu cobalto privo di stelle. La visione
periferica rivela l'esistenza di infiniti mondi (sogni) al confine tra realtà e
fantasia, saggezza e follia. Due strade bianche e polverose si allontanano da
Luz ai capi opposti della città. Una delle due strade porta ad un labirinto di
altre infinite strade bianche dalle quali si può accedere, per chi conosce il
modo, a qualsiasi sogno. Esse sono le Piste del Sogno o Vie dei Canti. Attraversano
sia il mondo dei sogni che quello della veglia e consistono in una serie di
punti di contatto tra i due Munda. Nei nodi, punti di incrocio tra due o più
Vie, si può passare da svegli da un mondo all'altro. I nodi più importanti che
si affacciano nel Corpus sono: il Tempio di Memphis in Egitto, il Santuario di
Apollo a Delphi, il Tempio di Epidauro in Grecia, il tempio di Shieoh in
Palestina, il Tempio Shintoista di Usa nell'isola di Kyushu, l'Ayers Rock in
Australia, la perduta Avalon in Cornovaglia, il dimenticato Castello di Camelot
in Inghilterra, le Colonne Ashoka in uno dei cortili del Qut'b Minar a Delhi in
India”
“Di nuovo Camelot. Hogwarts dovrebbe essere uno dei Nodi”
sottolineò Hermione cattedratica “Dunque un Pontifex che si trovasse nel
castello potrebbe accedere a qualsiasi sogno e manovrarlo a suo piacimento”
“Non credo sia possibile manipolarli a tal punto. Dovrebbe
essere un Pontifex molto potente suppongo, e poi i miei sogni sono cominciati a
Privet Drive non ad Hogwarts" aggiunse il giovane Grifondoro "Inoltre dubito che la casa dei miei zii
sia uno dei Nodi“ poi dopo una breve pausa, proseguì nella lettura “L'altra strada serpeggia
attraverso immensi prati, chiusi ai lati da boschi di alte conifere, habitat
dei sogni dei folli. Questa strada bianca termina ai piedi di
due enormi cancelli chiusi circondati da una nube di nebbia violetta che confonde
la vista. Il cancello di colore nero si chiama Keras, la Porta di Corno, il cui
nome deriva dal greco Karanoo
, avverarsi. Attraverso di esso si accede a tutti i sogni
veritieri e profetici . Il cancello di colore bianco si chiama Elephas, la
Porta di Avorio, il cui nome deriva dal greco Elephairo
, ingannare. Attraverso di esso si accede a tutti gli incubi e
sogni ingannatori. Gli abitanti del Nexus sono i protettori dei viandanti del
sogno. Il più potente tra tutti è Oneiros, il Signore del Sogno, che ha
potere di vita e di morte nell'ambito dell'Anima. La bellissima Mamu, il
suo alter ego, ha il compito, invece, di contrastare il suo illimitato potere. Per
mantenere l’equilibrio, la Maia, una ninfa proveniente dal mondo della Veglia, custodisce
le chiavi dei due Cancelli, Keras ed Elephas. Se i due cancelli venissero
aperti contemporaneamente, il caos dell'Anima invaderebbe il Nexus e una
schiera di sogni incontrollati inizierebbe a filtrare nel Corpus, confondendo i
confini tra sogno e realtà, tra verità e inganno. Una volta scelta, la Maia
viene condotta a bere le acque del fiume Lete che le permettono di dimenticare
la sua vita passata nel Corpus e la rendono longeva. Terminato il periodo di
400 anni la Maia è libera di scegliere tra tornare a vivere una nuova vita nel
Corpus o di essere trasformata in Imago e rimanere nell'Anima.
Il Primo Guardiano, fedele a Morfeo,
affianca e protegge la Maia. Egli viene scelto tra i mortali ogni 400 anni
e beve le acque del Lete e al termine del suo servizio può scegliere anche lui
tra rimanere nell'Anima o tornare nel Corpus” terminò la lettura, ma il suo sguardo
rimase fermo sulle pagine blu vergate da parole dorate.
“Forse tu sei un Pontifex?” argomentò Luna “forse
è successo qualcosa ai guardiani e i sogni ingannatori stanno vagando
liberamente”
“Ci avevo pensato anch’io, ma Cabbott dice
che ciò è impossibile”
“Credo che abbia ragione, perché in questo
caso non dovresti avere solo tu questo problema, ma dovrebbe riguardare tutti
noi!” concordò Hermione
“Magari un Pontifex potrebbe semplicemente
accorgersene prima” questionò Ron
“Forse se sei effettivamente un Pontifex”
aggiunse Draco Malfoy pensoso “Potresti uscire dal sogno e cercare la Maia e il
Primo Guardiano, per scoprire cosa sta succedendo. Quando ero piccolo mia madre
mi raccontava che i viandanti dei sogni sono quei sognatori coscienti di
sognare. Ogni volta che un sognatore diventa cosciente dell'esistenza
dell'Anima e del fatto che lui esiste contemporaneamente come Dormiente nel
Corpus e come Doppio Onirico nell'Anima, un guardiano gli consegna un oggetto,
simbolo di potere onirico, da quel momento in poi il sognatore diventa un
Viandante a tutti gli effetti e può attraversare il mondo dei sogni”
“Molto interessante!” disse Harry “Ora però
credo sia meglio andare. Per oggi abbiamo scoperto abbastanza. Ora credo di
sapere cosa fare”
“Naturalmente devi ringraziare me se non
stai vagando per verdi campi di conifere”
“Malfoy, sei un idiota” considerò Ron
“Andremo in gruppi di due” osservò Harry “Andranno
prima Hermione e Ginny, poi Malfoy e Luna ed in ultimo io e Ron, visto che
siamo gli unici ad avere il permesso di girovagare quasi liberamente per
Hogwarts”
“Perché io debbo andare con la pazza?” bofonchiò
il giovane Mangiamorte “Facci andare Lenticchia così la invita alla festa della
Cooman… me le sono sorbite per tutta la sera che ridacchiavano… “
“Draco, sta zitto!” ordinò perentoria Ginny
“Se non vuoi che ti lanci una fattura ti conviene non aggiungere altro”
“Andate” sollecitò Harry
“Sei avvisato” minacciò Ginny prima di
indossare il mantello dell’invisibilità
“Ci vediamo in dormitorio” disse Hermione
appoggiando le sue labbra su quelle di Harry, poi coprendosi col mantello si
allontanò insieme a Ginny
“Questa è la mappa dei Malandrini, Luna”
fece Harry porgendole la vecchia e fidata pergamena “mi raccomando state
attenti a non farvi beccare da Gazza e dalla sua gatta
“Va bene” replicò Luna aprendo la mappa
“Ron spiegale come usarla. Malfoy tu vieni
con me!!”
“Cosa c’è non ti fidi di me?”
“Certo che non mi fido di te! Che domanda
sciocca, ti ho anche sottoposto ad un incantesimo Divincolo, perché credi
l’abbia fatto perché sei il mio preferito?” battibeccò allontanandosi, tenendo però
lo sguardo fisso su Luna e Ron
“Quanto sarcasmo! Sarà la vicinanza della
Granger?”
“Invece la vicinanza di Ginny proprio non ti
rende migliore, o forse si?”
“Non parlare di ciò che non conosci,
Mezzosangue” avvertì il Serpeverde “Questi sono affari miei. E poi smettila di
fissare quei due. Ronald Weasley è un fallito, non riuscirà mai a chiederle di
uscire”
“Invece credo proprio ci sia riuscito,
guarda come è raggiante!!”
“Forse hai ragione” commentò Draco Malfoy
arcuando un sopracciglio “gli hai fatto un incantesimo di Coraggio?”
“Certo che no” replicò Harry incredulo “Non
si può nascondere ciò che si ha dentro per troppo tempo alla fine esplodi. E a
Ron piace molto Luna… è solo questione di tempo”
Perché parlava con Draco Malfoy come se non
fosse il suo peggior nemico, ma un conoscente a cui fare una confidenza?
Era troppo tardi… era proprio ora di tornare nei dormitori e cercare di
riposare almeno qualche ora prima di cominciare un’altra dura giornata!!!
“Andiamo Malfoy!”
“Sono d’accordo con te, Potter, non vorrei
che sostituissi Lenticchia con me! Credo di avervi già detto che ho altri
gusti!”
Ma come faceva un tale idiota a piacere
così tanto alla piccola Ginny!!
Si avvicinarono lentamente ai due ragazzi
“Credo sia ora che andiate” fece Harry risoluto
“ci vediamo domani”
“Cioè stai dicendo che lo strazio continua?”
chiese ansioso Malfoy
“Non per il momento!! Noi ci vediamo domani,
non tu!! Ti faremo sapere quando ci sarà un’altra riunione; nel frattempo
ognuno di noi eseguirà delle ricerche e magari si chiarirà le idee su quello
che sta succedendo. Chiunque scopra qualcosa di nuovo avvertirà gli altri con
il solito metodo della moneta! Chiaro Malfoy?”
“Si... Sfregiato! Solo una cosa non riesco
a capire?”
“Cosa?”
“Chi ha deciso che tu sei il capo?”
“Quando anche tu avrai una cicatrice a
forma di saetta e farai sogni strani, allora il capo sarai tu”
“Non mi sembra… ”
Ma prima che potesse concludere Luna
afferrò la mano del Mangiamorte e lo trascinò fuori
“Allora?” domandò Harry rivolto all'amico, con la mano ancora appoggiata alla maniglia
“La tua domanda si riferisce a se Luna ha capito
come funziona la Mappa dei Malandrini o se le ho chiesto di venire con me alla
festa di Halloween organizzata dalla Cooman?” osservò divertito
“Diciamo, pure, tutte e due”
“Mettiamola così… non credo avranno problemi
a raggiungere i loro dormitori e lei mi ha detto che si vestirà da Ninfa, le è piaciuta
la storia della Maia che custodisce le chiavi dei cancelli del Nexus!”
“Tu potresti vestire da Primo Guardiano,
allora?”
“Ottima idea… ma come si veste un Primo
Guardiano?”
“Non ne ho idea, ma lo scoprirò!”
NdA:
Grazie a tutti e…
spero che il nuovo chap vi sia piaciuto. Volevo intitolare il capitolo "Indizi" poi alla fine ho optato per
"Riunioni segrete"... cmq in questo capitolo e nei prossimi due vi darò tutti gli indizi per la risoluzione del mistero.
Vi lascio con la promessa di
postare al più presto il prossimo, vi abbraccio tutti.
Tanti bacini Lella80
EFP
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Capitolo 10 *** la Maia ***
CAP10
Credo questa volta di essere stata brava... velocissima per i miei ultimi standard.
Come sempre ringrazio tutte le persone che hanno letto e commentato il capitolo precedente: granger90
(grazie di aver letto tutto ... certo che la continuerò. Dovessi impiegarci trent'anni!! Nel caso finiranno
di leggerla i tuoi nipotini ;-)), Hastatus (grazie per i commenti tecnici che come tutti sanno io apprezzo
tantissimo... infondo sono quelli che ti migliorano. Spero questa volta di aver eliminato tutti gli errori di battitura
e ho cercato di contenere la quantità smisurata di punti esclamativi, che effettivamente possono essere fastidiosi
ed in certi casi sono anche inutili)e sam carter (ciao Chiara, come stai? Bentornata anche a te, sono felice di ritrovare
i tuoi commenti. Ricordo benissimo la tua proposta, solo che è passato un sacchissimo di tempo e quindi non ho più il tuo
indirizzo email, me lo rimandi, così quando rientro dalle vacanze ti invio un pò di materiale! Grazie ancora).
Vorrei fare un piccolo appunto prima di iniziare... il capitolo che seguirà è piuttosto complicato,
ma è fondamentale per il proseguimento della storia. Per cui nonostante la pesantezza vi chiedo di
avere pazienza, anche perchè trovo (so che non dovrei dirlo io) che sia veramente bello, anche se molto poco scorrevole!
Sperando che non risulti troppo noioso... buona lettura a tutti
CAP10 La Maia
“Dobbiamo portare queste foglie di Somnia Sulfurea
a Piton” disse Ron appoggiandole sul lungo tavolo della Sala Grande “prima che
appassiscano. Ma a cosa gli serviranno?” concluse rimpinzandosi di uova
strapazzate
“Perché devi sempre riempirti di cibo come se
dovessi sfamarti dopo anni di digiuno?” osservò Hermione imperturbabile, mentre
si spalmava della marmellata di lamponi su del croccante pane tostato “Credo
stia preparando una Pozione Acchiappasogni” concluse caustica
“Come fai ad esserne tanto sicura?” domandò Harry
“Perché lo hai chiesto a Silente e lui ti ha detto
che ti avrebbe aiutato. Piton è il miglior pozionante di Hogwarts e Silente si fida ciecamente di lui" certo il discorso non
faceva una grinza "Poi nella Stanza delle Necessità, mentre aspettavamo,
ho trovato la formulazione della pozione e le foglie di Somnia Sulfurea sono
essenziali per la sua preparazione”
“Cosa altro serve?” chiese Ron interessato
“Perché lo chiedi? Non dobbiamo prepararla noi!”
“Credo, però, dimmi Ron se interpreto bene il tuo
pensiero, che tutti gli ingredienti li dovremmo trovare noi” aggiunse Harry
“Vedo che mi leggi nel pensiero amico!”
Hermione alzò gli occhi al cielo e continuò “Allora
se non ricordo male servivano: Lavanda, Verbena, Timo, Valeriana, Tiglio,
Papavero, Luppolo e Sambuco. E naturalmente povere di Fays dell’aria”
“Dovrebbero essere tutti ingredienti presenti nel
suo armadio e la fays dell’aria è bella impacchettata nella stanza di Lupin”
commentò Ron
“Credo però manchi qualcosa! Mi pare che le foglie
di Somnia Sulfurea e tutte queste altre erbe debbano macerare in acqua di Rosa
Canina per un plenilunio e poi dopo aver aggiunto la povere di fata la pozione
deve riposare fino alla luna nuova”
“Ma come fa?” borbottò Ron stupefatto
“Non lo so, ma mi piace tanto quando fa così” disse
Harry divertito
“Quando cambia colore” proseguì ignorandoli
“dovrebbe diventare ambrato, bisogna aggiungere una piuma di Grifone”
“Di cosa?” chiese Ron impietrito
“Grifoni!” ripeté Hermione
“Ecco perché quel sorriso mentre diceva che
saremmo andati nella Foresta Proibita” farfugliò Ron fra se, lasciando cadere
pesantemente la forchetta nel piatto. Sembrava che il suo corpo fosse stato
improvvisamente percorso da una forte scarica elettrica
“Di cosa stai parlando, Ron?” chiese Harry,
notando il disappunto dell’amico
“Tu non sai cosa è un Grifone, vero, Harry?”
“E’ un animale” rispose placido il Grifondoro
“Un animale? Direi che è riduttivo definirlo
così!” latrò l’amico
“Di cosa state parlando?” domandò Seamus Finnigan curioso,
mentre agguantava del pudding posto proprio accanto a Ron
“Di Grifoni”
“Fantastici” sottolineò Seamus affascinato
“Raccapriccianti vorrai dire?”
“Sono il simbolo della nostra casa, forse
‘raccapricciante’ è un po’ forte come epiteto! Non credi?” sostenne Harry contrariato
“Harry, tu non sai di cosa parliamo!” rimbrottò
Ron
“Effettivamente” aggiunse Seamus “non si può dire
che siano degli animali ‘gradevoli’. Hanno il corpo di leone e la testa
d'aquila. E credo abbiano anche lunghe orecchie equine. Inoltre, se non
sbaglio, le femmina hanno ali simili a quelle delle aquile”
“Ti sei dimenticato che al posto della coda hanno
un serpente” aggiunse Ron
“Effettivamente direi che sembrano un pò
bruttini!” considerò Harry arricciando il naso
“Hanno enormi poteri, però” replicò Hermione
saccente “Molti maghi utilizzavano gli artigli di Grifone come coppe per la loro
peculiarità di cambiare colore in presenza di veleno. Per non parlare delle proprietà
terapeutiche delle scaglie e delle piume, vengono utilizzate in numerosi
decotti magici”
“Già. Peccato che siano tra le creature magiche
più aggressive e meno avvezze alla presenza umana” sbuffò Ron “Credo che
finalmente Piton abbia avuto l’autorizzazione di Silente per farci fuori”
“Ron, non essere idiota!”
“Certo parli bene tu che non devi scandagliare la
foresta proibita in cerca di una stupida piuma di Grifone”
“Sono solo supposizioni!” puntualizzò Hermione
alzandosi
“Hermione, ci sono poche cose di cui un uomo può
essere certo nella propria vita. E posso assicurati che questa è una di quelle”
“Andrete nella foresta proibita in cerca di
Grifoni?” chiese Seamus eccitato
“E’ la punizione che ci infliggerà Piton!”
confermò Harry
“Dobbiamo andare” osservò Hermione “Non credo che
Piton aspetterà che la lezione sulle piume di Grifoni di Ronald Weasley abbia
termine?” voltò le spalle e si allontanò lasciando i tre ragazzi perplessi
“La odio quando fa così” replicò Ron rosso in
volto
“Però ha ragione” considerò Harry, poi dopo aver
addentato una fetta di torta di prugne, spronò i suoi amici a sbrigarsi
“Andiamo, non vorremo fare aspettare il nostro amato professore di Pozioni?” ironizzò
I giovani Grifondoro si affrettarono tra i
corridoi di Hogwarts. Arrivarono nell’aula di Pozioni trafelati, ma in tempo.
Proprio nel momento in cui si sedettero e levarono i libri dalle borse entrò il
professore di Pozioni. L’uomo tutto vestito di nero con il suo naso adunco, che
lo faceva somigliare ad un avvoltoio, richiuse sonoramente la porta alle sue
spalle
“Oggi” cominciò con voce atona “prepareremo una Pozione
Medianica. La professoressa Cooman mi ha chiesto di preparargliene un
vasetto per accentuare le sue capacità divinatorie! Ma ritengo che
potremmo essergli maggiormente utili preparandogliene un fusto” le sue labbra
si arcuarono in una risata sardonica
“Mi dispiace ammetterlo, ma sono d’accordo con
lui!” sussurrò Ron divertito
Hermione lo fissò accigliata.
“Lo so, lo so” bisbigliò il Grifondoro
“Weasley ci illustrerà gli ingredienti per la
preparazione di una Pozione Medianica… funzionante” disse il professore
fissando il suo sguardo gelido sul giovane Weasley
“Veramente… io… “ deglutì sonoramente
“Weasley, quando non si è sufficientemente bravi
da rispondere ci si dovrebbe occultare” fissò il ragazzo per qualche istante
come se fosse un sacco di fetido letame e continuò “10 punti in meno a
Grifondoro. Qualcuno conosce gli ingredienti per una Pozione Medianica?”
Il silenzio calò sulla buia e umida aula di
Pozioni. Nessuna mano si levò.
“Credo che quest’anno nessuno di voi riuscirà a
superare i M.A.G.O. se non riuscite a rispondere nemmeno ad una domanda tanto
semplice. Una domanda da G.U.F.O.”
Era gongolante.
“Vediamo un po’ chi potrebbe rispondere a questa
domanda senza detrarre 50 punti alla sua casa”
Non era gongolante… era letteralmente esultante.
Avrebbe fatto una strage tra i Grifondoro. Avrebbero
passato l’intero anno a recuperare i punti persi in una sola giornata… anzi in
una sola ora! Non solo avrebbero perso la coppa delle case, ma si sarebbero
trascinati dietro per mesi l’odio di tutte le altre classi dei Grifondoro.
Era fatta!! Dopo anni di tentativi, Piton avrebbe
avuto la sua gongolante soddisfazione e rivincita non solo sulla McGrannitt, ma
su tutti i Grifondoro.
“Da chi potremmo cominciare?”
Girava nell’aula come il nero avvoltoio cui
somigliava; poi scelse la preda…
“Granger”
Oh no… Hermione sarebbe morta per l’umiliazione!
“Fiori di Artemisia, foglie di Frassino e di
Tarassaco e, infine, polvere di Fays dell’aria” rispose sicura
Il professore di Pozioni la esaminò sorpreso, ma
senza lasciare trapelare alcun sentimento di rancore nei confronti della
ragazza che aveva così facilmente rovinato il suo trastullo, scosse il capo e
disse “continua pure, Granger”
“I fiori di Artemisia vanno essiccati per dodici
notti, poi sbriciolati e la polvere viene aggiunta al decotto di foglie di
Frassino”
“Al quanto imprecisa” puntualizzò Piton
“Mi scusi professore” replicò la ragazza
tranquillamente “cercherò di essere più precisa. Allora per un ampolla di circa
cento millilitri sette fiori di Artemisia, essiccati per dodici notti, vengono
aggiunti ad un decotto preparato in precedenza con ventiquattro foglie di
Frassino e nove di Tarassaco. La Pozione deve bollire per due ore otto minuti e
tredici secondi. A questo punto bisogna girare per sei volte in senso orario e
due volte e mezzo in senso antiorario. La consistenza cambierà da molto liquida
a leggermente densa e il colore passerà da verde a cobalto. Dopo l’aggiunta
della polvere di Fays dell’aria la pozione ritorna molto liquida e diventa
trasparente”
Piton ormai la fissava con lo stesso odio con cui
per anni aveva fissato Harry.
“Dimenticavo. Il suo odore è acre e il suo sapore
leggermente dolciastro” concluse soddisfatta
“Come mai non hai alzato la mano come tuo solito,
Granger?” domandò accigliato
“Perché lei dice sempre che non devo mettermi in
mostra. Ho semplicemente seguito il suo utile consiglio” rispose la ragazza con
aria candida, ma trionfante
“E’ proprio vero” pensò Harry “che le
donne ne sanno una più del diavolo”
L’uomo sconfitto scrutò l’aula con un evidente cipiglio,
poi sorridente domandò con voce melliflua
“Draco, vorrei che mi elencassi le proprietà
terapeutiche e magiche dell’Artemisia e del Frassino”
“L’Artemisia” cominciò il giovane Serpeverde ”ha soprattutto proprietà digestive deve essere comunque usata con
precauzione perché in dosi eccessive può rivelarsi tossica. Per quanto riguarda
l’utilizzo magico, bruciata da sola o aggiunta ad altre erbe appropriate
sviluppa dei principi attivi che favoriscono gli stati medianici ed i poteri
psichici. I suoi fiori, infatti, sono parte integrante di rituali evocatori e
spiritici. Le sue foglie, invece, sono utilizzata per scacciare malefici e
negatività. Gli infusi di Artemisia sono indispensabile per pulire e
magnetizzare sfere e specchi magici. Il Frassino è utilizzato negli stati
gottosi e per combattere reumatismi e artriti. L’utilizzo magico è limitato
soprattutto alla magia nordica, nei rituali di guarigione, di salute e di protezione.
Le foglie di Frassino, inoltre, favoriscono i sogni profetici. Il legno di
frassino è il migliore per la preparazione delle bacchette magiche”
“Bene” gongolò “Molto bene signor Malfoy” poi
fissando Hermione aggiunse “Trenta punti a Serpeverde! Granger, quali sono
invece le proprietà terapeutiche e magiche del Tarassaco?”
“Il Tarassaco ha proprietà
diuretiche e lassative. Le fumigazioni di Tarassaco, utilizzate nella magia, accentuano
la volontà e stimolano le doti spirituali. Da tempo la tradizione popolare
associa questa particolare pianta alla veggenza e alle sedute spiritiche”
“Dieci punti a Grifondoro” poi
con fare presuntuoso continuò “ed ora cominciamo a preparare la pozione per la
vostra professoressa di Divinazione”
Nessuno ebbe gravi problemi
nella preparazione della infuso magico, dopo quasi due ore tutti avevano
riempito le loro ampolle di Pozione Medianica e ne avevano riversato il
contenuto in un grosso calderone posto al centro dell’aula. Riuscirono quasi a
riempirlo tutto. I ragazzi abbandonarono l’aula ancor più stremati di quanto vi
erano giunti. Ed era appena l’inizio di una lunga giornata.
“Come facevi a saperlo?”
domandò Ron entusiasta
“Semplice” rispose calma,
mentre riponeva libri e pergamene nella grossa borsa “Lupin aveva detto che
Piton ci avrebbe fatto preparare delle pozioni con la polvere di fays. Ieri
sera mentre aspettavo il vostro arrivo ho cominciato a spulciare un libro di
Pozioni per vedere tutte gli infusi che si preparano con la polvere delle Fays
dell’aria. E oltre alla Pozione Acchiappasogni c’era anche la Pozione Medianica”
“Ma se Malfoy ha detto che
avete chiacchierato per tutto il tempo” replicò scettico
“Ron, io sono una ragazza,
riesco a fare benissimo più cose contemporaneamente!!” puntualizzò la ragazza
“Certo come no! La verità è che
tu studi anche mentre dormi. Comunque Piton è stato molto ingiusto con te. Ha
dato trenta punti a quell’idiota di Malfoy e a te dieci miseri punti” esclamò
Ron seccato, mentre si avviavano verso l’uscita
“Avrebbe anche potuto non
darmeli!! A modo suo non è stato così ingiusto”
“Come mai non sei arrabbiata?”
domandò Harry mentre si avviavano lungo il corridoio “Io sarei un po’
infuriato”
“E perché mai!! Mi sono presa
la mia bella soddisfazione, anche se mi avesse tolto cinquanta punti sarei
stata comunque contenta”
“Quanto ti capisco!!” enfatizzò
Ron estasiato
*
Era stata una lunga e stressante giornata. Piton
con la sua maledetta Pozione Medianica, tutte quelle ore sprecate. La Cooman non avrebbe fatto una divinazione nemmeno se ci fosse annegata in un mare di
quell’intruglio. Nella sua vita era stata capace di formulare una sola
profezia… quella che gli aveva rovinato la vita. E poi c’era stata la McGrannitt con i suoi incantesimi di trasfigurazione… dovevano trasfigurare loro stessi in
animali. Probabilmente, dopo che era venuta fuori la storia che suo padre,
Sirius e Codalisca erano degli animagus, che per giunta non avevano mai
comunicato al ministero il loro stato, pensavano in questo modo di tenere il
fenomeno sotto controllo. E poi c’era stato il piccolo professor Vitious che
gli stava insegnando l’utilizzo delle magie mute, cioè senza proferire le formule
magiche. E questa era una cosa che Harry riteneva tanto utile quanto complicata
“Gli incantesimi vanno solo pensati” aveva
ripetuto per tutta la lezione il professore d’Incantesimi
Come se fosse facile!!
Ma anche quella terribile giornata era giunta al
termine. E dopo una lauta cena e una buona mezz’oretta di meritata pausa in
sala comune, trascorsa a chiacchierare con gli amici si era finalmente ritirato
nella sua stanza. Catapultato sul letto era sprofondato, cullato dai rumori e
dai silenzi della notte, in un sonno profondo e agitato.
“ … “
“ … ”
Sentiva da lontano strani rumori estranei ad
Hogwarts.
Un frastuono, delle urla concitate e dentro di se
c’era ansia e rabbia…
Cos’era?!?
“Perché non posso!!” era la sua voce, la sua
rabbia… una rabbia inesplosa
“Non puoi perché sei in punizione” replicò la
madre calma
“Manco se avessi ucciso qualcuno”
Stava sognando?
E poi fu nuovamente prigioniero di quel mondo;
invaso da ricordi che non sembravano suoi…
“Avresti potuto” reiterò James Potter furente.
L’uomo ormai spossato dalla lunga discussione si
levò lentamente gli occhiali e poggiandoli sullo scrittoio accanto alla
finestra, cominciò a massaggiarsi gli occhi. Guardò fuori per qualche istante.
La fredda luce di un tiepido sole autunnale colpiva impalpabile la quercia che
per anni aveva troneggiato su quello ormai scarno giardino. Erano anni che non
se ne prendeva più cura, non aveva più tempo. Eppure quel giardino era per lui
e per la sua famiglia una fonte inesauribile di ricordi.
La verità era, però, che non aveva più tempo per
troppe cose e forse il comportamento di Harry era quello di un qualsiasi
adolescente di diciassette anni che doveva fare i conti con un padre che non aveva
più tempo nemmeno per lui.
Quando erano cambiate le cose? Da quanto tempo suo
figlio era diventato così grande? Erano mesi ormai che si chiedeva chi era
quell’estraneo con cui divideva la casa!
“Avresti potuto” ripeté l’uomo, ma il suo tono era
diverso.
Harry percepì chiaramente quella flebile
differenza tra rabbia e delusione. Non voleva far arrabbiare suo padre, né
tanto meno deluderlo. Ma non riusciva a non farlo, sapeva che ciò che aveva
fatto richiedeva un duro e inflessibile castigo. Ma chi era quell’uomo per
imporgli una qualsiasi forma di punizione? Come poteva un uomo che negli ultimi
anni era andato in cerca di una stupido oggetto trascurando lui, sua madre e la
sua sorellina pretendere di avere voce in capitolo? Solo ora si era ricordato
di essere suo padre?
Che ritornasse pure alla ricerca dell’occhio di
Udjat!
L’occhio di Udjat… era diventato un
incubo per suo padre. Ne sapeva più lui che qualunque archeologo o professore
di storia dell’antico Egitto al mondo. Era diventata la sua missione e la sua
ossessione. Un pensiero soffocante. Un tormento continuo. Un incubo senza fine
che lo aveva portato da un capo all’altro dell’Egitto, dalle grandi capitali ai
più piccoli villaggi sulle sponde del Nilo. Dal Cairo a Tebe, da Menfi a Zagazig,
da Abu Simbel ad Alessandria. Aveva setacciato ogni
anfratto di ogni mausoleo egizio: dalle piramidi di Saqqara e Giza alle
necropoli di Menfi e Tebe; dalle tombe della valle dei re e delle regine ai
templi di Dendera, Tell el Amarna, Abydos, Luxor, Karnak; dallo splendore di
Abu Simbel alla magia di Assuan; dai templi di Edfu ed Esna a quello di Kom
Ombo; dalla maestosità delle piramidi di Cheope, Khepren e Mykerinos al tempio di
Ramses II e della sua sposa Nefertari; dalla tomba di Tutankhamon al tempio di
Horus. Era sicuro che lo avrebbe trovato lì.
Il tempio di Horus… A 26 km da El-Kab, sulla sponda occidentale del Nilo dove sorgeva l’antica Thot, la odierna Edfu, si ergeva
in tutta la sua maestosità. La sua costruzione durò circa un paio di secoli,
dal 237a.C. al 57a.C… ad Harry era sembrato un tempo infinito per costruire un
tempio, ma forse era la maledizione legata a quel tempio ad aver tenuto suo
padre lontano da lui per oltre due anni. Non un natale, non un compleanno, né
tanto meno la nascita della piccola Katrin lo avevano distolto dalla sua
ricerca, solo poche righe una volta al mese per ricordare a tutti loro che era
ancora vivo. Nelle sue lettere c’erano solo freddi saluti e poi i racconti
dettagliati di ciò che aveva davanti agli occhi
“… ricalca i canoni dei templi faraonici più
antichi, costituendo una vera e propria copia di quelli eretti due millenni prima…
l'ingresso al tempio è situato sul grande pilone decorato con vasti rilievi che
raffigurano Tolomeo III accanto a Horus e Hathor… il vasto cortile interno è
circondato su tre lati da 32 colonne… l'accesso alla prima sala ipostila è
anticipato da una statua di granito raffigurante un falco che indossa le corone
dell'Alto e Basso Egitto… “
A lui non importava nulla di templi faraonici, di
rilievi, di statue di graniti!!! Come faceva il più famoso
archeologo del Regno Unito a non capire una cosa tanto elementare.
Eppure erano questi i ricordi che condivideva con
suo padre degli ultimi 6 anni della sua vita. Se non ci fossero stati sua madre
e sua sorella e… Hogwarts, sarebbe impazzito per la lontananza di suo padre.
Ron, Hermione, Ginny, Luna, Neville, lo zio Lupin e persino Draco Malfoy,
avevano alleviato il senso di vuoto lasciato da quell’uomo che da bambino egli
venerava come un dio.
Ricordava ancora il giorno in cui suo zio Sirius
era entrato nello studio del suo grande amico James Potter per proporgli la
ricerca dell’occhio di Udjat.
l'Udjat... ricordava la voce entusiastica del padre mentre raccontava a Lily del sacro
amuleto
“Noi cerchiamo l'occhio del dio falco Horus,
l’antica divinità del cielo” aveva cominciato eccitato come un bambino “non una
copia, ma l’occhio del Dio” principiò a raccontare il mito per rendere la sua
storia più credibile “La versione più antica di questo mito appare nei Testi
delle Piramidi e narra il combattimento tra Horus l'Antico e Seth, nel corso
del quale Seth strappa all'avversario l'occhio sinistro, quello che
rappresentava la luna. Ma Horus con l’aiuto di Thot riesce a ritrovarlo e lo
ripone al suo posto, dandogli il nome di udjat
colui che è in buona salute” e poi ne decantò i misteriosi poteri “Era
considerato un
vero e proprio amuleto contro il male, un'importante talismano
contro ogni elemento negativo e venne ampiamente usato in religione e in magia,
dove era legato al concetto di integrità e di protezione fisica. Difendeva
dalle malattie e aveva il potere di riportare in vita l'uomo. Nel rito della
mummificazione, l'occhio di Horus veniva posto sopra l'incisione da dove gli
imbalsamatori avevano estratto gli organi interni”
Harry ricordava ancora, come se non fossero
passati tutti quegli anni, il volto triste e sconsolato della madre che
spronava il marito a non arrendersi e a cercare ciò che tanto desiderava. Ma
lui non aveva bisogno del consenso di sua moglie o della sua famiglia, voleva
solo che non ci fossero scene strappa lacrime o scenate isteriche che potessero
impedire la sua partenza.
Ed era andato alla ricerca dell’occhio di
Udjat.
E… dopo anni di ricerca, lo aveva
finalmente trovato. Aveva avuto una vera e propria folgorazione. Aveva studiato
miti e leggende per tentare di comprendere la giusta locazione dell’agognato
oggetto e alla fine aveva trovato un papiro in cui era raccontata la storia
della dea Hathor. Quel papiro egli lo tenne per se. Non ne denunciò il
ritrovamento, voleva tenere per se quella pergamena di canna di palude che lo
aveva liberato da un ossessione durata oltre sei anni, che lo aveva restituito
alla sua famiglia.
Nella mente di Harry erano impresse a fuoco
le parole, anzi i geroglifici, incisi sul papiro che narravano la storia della
sfortunata sposa
“L’occhio di Horus dopo il combattimento con
Seth venne frantumato in 64 pezzi sparsi per l’intero Egitto. La sua sposa,
Hathor, insieme al dio Thot scandagliarono l’intero Egitto per ricostituire
l’occhio e restituirlo al legittimo proprietario. La triste Hathor, raminga per
l’Egitto, era giunta alla fine del suo lungo peregrinare, sapeva dove si
trovava l’ultimo pezzo. Ma proprio quando ormai era certa di poter ritornare
vittoriosa dal suo sposo, degli uomini si impadronirono del frammento e quando
si rifiutarono di restituirglielo ella si scagliò contro di loro con tale
ferocia che dopo averli scovati nel deserto, li uccise, compiacendosi alla
vista del sangue delle sue vittime. La collera divina sembrava davvero
inarrestabile ma Shu e Thot, i messaggeri celesti inviati da suo padre Ra, riuscirono
ad avvicinare la terribile fiera e a intrattenerla con affascinanti racconti.
La dea si commosse e decise di fare ritorno a casa ma non poteva certo entrare
in Egitto nei panni di una leonessa sanguinaria. Thot allora calmò la rabbia
della divinità versando vino nelle acque di Philae, dove essa si abbeverava.
Costei, scambiando il vino per sangue, ne bevve fino a placare la sete, si
ubriacò e finalmente si calmò. Al suo risveglio aveva riacquistato il suo
aspetto positivo e fu così accolta in Egitto come dea Hathor con grandi feste e
onori. Ma al suo ritorno il suo sposo non c’era più… Aveva speso la sua vita
alla ricerca di un oggetto che non sarebbe più servito a nessuno!”
Proprio come suo padre!!!
Ma da questa storia ebbe la folgorazione… l’occhio
di Udjat non era nel tempio di Horus, come era in tutte le iscrizioni, ma in
quello di Hathor, il cui nome appunto significava “tempio
del dio Horus”. Ed era nel tempio di Hathor a Dendera che ebbe fine la sua
ricerca e la sua ossessione.
Era ritornata a casa… ma…
“Bene papà! Ora è troppo tardi per darti pena
per noi… noi ce la caviamo benissimo anche senza di te” pensò fra sé, e
fissando il volto stanco e deluso di suo padre disse “Non ho ucciso nessuno,
ero solo un po’ ubriaco! Non accadrà più”
“Non pensi a tua madre e a tua sorella?” replicò
James Potter
“Forse ci somigliamo più di quanto pensi” la sua
voce era fredda e il suo animo ricolmo di rabbia e rancore.
Chiuse sonoramente la porta alle sue spalle.
E’ un sogno!!!
Io sono Harry Potter e vivo al numero 5 di Privet
Drive insieme ai Darsley
Intorno a lui scomparvero pezzo dopo pezzo: le
scale, i tappeti, le luci
E’ un sogno!!!
Cosa aveva detto Malfoy?
…se sei effettivamente un Pontifex,
potresti uscire dal sogno e cercare la Maia e il Primo Guardiano, per scoprire
cosa sta succedendo
E tutto fu avvolto dalle tenebre.
E’ un sogno!!!
… Quando ero piccolo mia madre mi
raccontava che i viandanti dei sogni sono quei sognatori coscienti di sognare.
E tutto fu avvolto dal silenzio.
E’ un sogno!!!
... Ogni volta che un sognatore diventa
cosciente dell'esistenza dell'Anima e del fatto che lui esiste
contemporaneamente come Dormiente nel Corpus e come Doppio Onirico nell'Anima,
un guardiano gli consegna un oggetto, simbolo di potere onirico
E nel buio spiccò una luce dorata. Era
talmente buio che non riusciva a vedere se stesso, ma quando dalla sua tasca
estrasse l’anello che gli aveva regalato zia Petunia, il buio scomparve.
E’ un sogno!!!
… da quel momento in poi il sognatore
diventa un Viandante a tutti gli effetti e può attraversare il mondo dei sogni
E il silenzio fu rotto da una voce di
donna
“Harry Potter” lo chiamò una voce
flautata
“Chi sei? Dove sono?”
“Percorri il viale dorato e raggiungi
i cancelli, li troverai risposta alle tue domande”
E fu nuovamente silenzio.
Davanti a lui c’era un gigantesco piazzale di
sabbia in cui si dipanava un insieme armonico di edifici sovrastati da archi,
pinnacoli, cupole, torri, vicoli, balconi, guglie, spigoli, sfere, colonne,
ponti, fontane prosciugate, tutto costruito in pietra grigia e liscia sulla
quale si rifletteva la fredda luce di una enorme luna piena che risplendeva
alta in un cielo blu cobalto privo di stelle. Sussurri e fruscii remoti aleggiavano
nell'aria immota e profumata di gelsomino. Era quello il Luz, la città di
Pietra, di cui aveva letto insieme ai suoi amici nella Stanza delle Necessità?
O forse era stata sua madre a parlargliene tanti anni addietro?
Qual’era la realtà?!?
Due strade bianche e polverose si allontanavano dal
Luz ai capi opposti della città. Decise di andare sulla sinistra dove si
stendeva una lunga strada bianca che serpeggiava attraverso immensi prati,
chiusi ai lati da boschi di alte conifere. Larghe foglie
dorate pendevano dalle secolari conifere poste ai lati del viale, foglie che riflettevano
la luce argentea della luna. Dopo tutto quel buio quella luce era quasi
accecante. Sapeva che doveva avanzare, doveva trovare quella donna, doveva trovare
le risposte. Dopo ore di cammino, almeno così gli era sembrato, cominciò a
dubitare che quel viale avesse una fine, gli dolevano le caviglie ed aveva
nella testa un milione di domande, prima fra tutte
“Sono pazzo?”
Poi si ritrovò ai piedi di due enormi
cancelli chiusi, uno di colore nero e uno di colore bianco.
“Dovrebbero essere Keras e Elephas”
pensò
I due cancelli erano immersi in una nube di
nebbia violetta, che gli confondeva la mente. Alzò lo sguardo per analizzare
meglio le due mastodontiche porte completamente ricoperte di geroglifici.
Riusciva a leggerlo… sapeva cosa c’era
inciso.
Poi un canto flautato di donna attrasse la
sua attenzione distogliendolo da quella illuminante lettura.
Una donna dai lunghi capelli indaco e dalle
sinuose forme lo fissava con intensi occhi turchesi. Il suo corpo era appena
ricoperto da un trasparente drappo azzurro che seguiva le forme del suo corpo,
lasciando ben poco all’immaginazione. Ad Harry sembrava nuda e pericolosamente
bella, il suo canto era simile al fruscio dell’acqua di un fiume e al
tintinnare di una goccia nel mare, ma forte come lo scroscio di una cascata.
Il canto cessò.
“Benvenuto Viandante” salutò la donna con
voce carezzevole
Chi era quella donna che gli agitava
l’anima?
“Sei la custode dei cancelli?” domandò
incerto
“Si”
“Sei tu la Maia?”
“Il mio nome è Kalindra”
“Sei bella” le sue labbra non riuscirono a
trattenere l’affermazione. Era fortemente attratto da quella sensuale figura.
Non aveva mai provato nulla di così intensamente carnale per una donna, ma gli
sembrava la cosa più naturale del mondo “Chi sei?”
“Io sono una Ninfa dell’acqua, una naiade.
E’ la mia natura mortale che ti affascina e ti seduce”
“Una Naiade?”
“Si, una Creniade per essere più precisa.
Sono una Ninfa delle fonti”
“Quindi questo rumore che sento?”
“E’ la fonte da cui traggo i miei poteri”
“Quali poteri?”
“Fai molte domande” replicò placidamente la
ragazza
Harry abbassò lo sguardo “Scusa”
“Non domandare scusa è mio dovere
rispondere alle domande dei viandanti che giungono ai cancelli” si avvicinò al
ragazzo e gli afferrò la mano “guarigione e profezie… questi sono i poteri
delle Neiadi”
Harry fu invaso da uno strano calore che
dallo stomaco gli invadeva l’intero corpo. Si sentiva percorso da corrente ad
alto voltaggio. Dovette staccarsi da quel contatto perché si sentiva totalmente
ottenebrato dal desiderio.
La ragazza sorrise ammiccante.
Dio quanto era bella!
“Ciò che devi sapere, giovane Pontifex è
che ogni viandante possiede, entro i confini dell'Anima, particolari poteri
chiamati Facoltà, le cui caratteristiche sono legate alle sue capacità
elementali”
“Cosa intendi con capacità elementali?”
domandò Harry distogliendo lo sguardo da quello di lei
“Tu sei il fuoco… ecco perché sei tanto
attratto da me che incarno il potere delle acque. E’ questo potere unito
all’anello che porti con te che ti ha aperto la strada e ti ha condotto a me”
“Cosa sta succedendo? Dov’è il Guardiano?”
“Il Guardiano ha finito il suo tempo”
“Quindi deve essere sostituito?”
“Si”
“Io… “ balbettò il giovane grifondoro
“I Pontifex non possono essere scelti quali
guardiani” lo interruppe la donna accarezzandosi i capelli
“Allora perché sono qui?” domandò incerto
“Perché è giunto il tuo tempo Harry
Potter!”
“Cosa vuoi dire?” replicò sgomento
“Lo capirai quando sarà il momento ma ora
svegliati e ritorna nel tuo mondo”
E in un lampo il buio avvolse tutto. Sentiva
il suo corpo pesante ed immobile. Non riusciva a muovere le gambe e le braccia
e non riusciva ad aprire gli occhi. Sentiva il panico che lo pervadeva. Udiva
il battito celere del suo cuore e il suo respiro affannoso. E poi intravide una
luce che si stagliava nel buio ed una voce di donna che proveniva da esso.
'“Harry torna da me” sussurrava una voce
malinconica
Chi era?
Era come cieco, ma il suo udito sembrava
amplificare ogni singolo rumore… sentiva rumori di vetri, uno strusciare di
lenzuola, un frusciare di pagine e lo zampillio di una goccia che cadeva
eternamente. Un’infinita tristezza ed un dolore tangibile pervasero
improvvisamente il suo cuore ed in quel momento qualcosa di caldo gli sfiorò le
guancie.
“Harry”
Aprì gli occhi e vide un soffitto bianco.
“Harry”
Di nuovo quella disperata voce di
donna
Chiuse gli occhi, per allontanare quella
sofferenza. Per un attimo non capì dove si trovasse, poi voltandosi su un lato,
da lontano, nella tenue luce del mattino intravide la rossa testa di Ron che
contrastava con le bianche lenzuola
“Sono a casa” sospirò
NdA: Con questo capitolo finiscono i sogni...
ormai Harry ha varcato la soglia fra veglia e sogno!!
Ci vediamo dopo l'estate e vi lascio con alcune domande:
Quali sono i reali poteri dell'anello? Chi è la Maia? Qual'è la sua vera natura? E dov'è il primo Guardiano? Ma soprattutto,
cosa significano questi sogni? Ed infine... che fine ha fatto Voldemort?
Grazie e buone vacanze a tutti
Lella80
EFP
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Capitolo 11 *** Maschere ***
CAP11
ringrazio di cuore tutte le persone che hanno recensito il capitolo precedente: Marco
(come vedi ogni tanto mi rifaccio viva. In questo chap ho messo un pò di Harry/Hermione, però tieni presente che non è facile descrivere
e raccontare di due persone che stanno insieme senza risultare noiosi. E' molto più facile e stimolante
parlare di amori contrastati; comunque spero di averti accontentato!), granger90 (che dici subito dopo le vacanze estive
ti sembra troppo lunga come attesa? ;-D), jessica (grazie per l'informazione, anche se credo di essere l'unica a non sapere che
la nonna di Neville si chiamasse Augusta...:-(. Spero che la "rivolta dei mezzosangue" ti sia piaciuta e aspetto le tue
recensioni e soprattutto i tuoi consigli su questa storia) ed infine Hastatus (Grazie per i complimenti... condivido pienamente il tuo
commento su Hermione e Piton... è piaciuto tanto anche a me e mi sono divertita molto a scrivere quel pezzo!! Che fine ha fatto
Voldemort?... fra qualche capitolo si mostrerà
in tutto il suo potere e la sua crudeltà... e la storia diventerà molto molto dark!)
Grazie a tutti e buona lettura.
Lella80
CAP11
Maschere
Dall’incontro con la Maia erano
passati molti giorni e quei sogni non avevano più turbato le sue notti.
L’abboccamento con quella splendida donna lo aveva impensierito e affascinato
più di qualsiasi sogno o fantasia. Era come sospettava; in qualche modo, in
quegli strani incubi, erano coinvolti la Maia e il Primo Guardiano. Quella
donna tanto attraente e sensuale gli aveva confermato che le porte erano
incustodite e che il guardiano messo a sua difesa doveva essere sostituito.
Forse era quella la causa di quelle strane visioni, perché non poteva trattarsi
solo di sogni, ora ne era sicuro! In tanti anni nessun sogno gli aveva lasciato
tanta inquietudine.
Quindi, quelli non erano
sogni!
Doveva trattarsi di qualche
altra cosa. Di qualcosa che metteva in pericolo la sua vita e il suo mondo e ci
avrebbe scommesso qualsiasi cosa che in tutto ciò era implicato Voldemort!!
“Grazie per avermi prestato i
tuoi abiti babbani” ringraziò Ron mentre s’infilava un grosso maglione
arancione.
“Figurati”, replicò Harry,
ormai distolto dalle sue elucubrazioni “chi l’avrebbe mai detto che una festa
in maschera di maghi consisteva nel travestirsi da babbani” notò divertito.
“Tu da cosa sei mascherato?”
“Da pittore” rispose mentre si
sistemava un buffo cappello “Sai cosa indosseranno le ragazze?”
“Non ne ho la più pallida idea!
Luna voleva mascherarsi da Maia, ma dopo la descrizione che ne hai dato, dubito
che lo faccia”
“Credo anch’io! Credo turberebbe
i sogni dei più piccoli per molto tempo”
“Turberebbe anche i nostri”
aggiunse Ron irritato “E comunque non credo mi farebbe molto piacere”
“Sei geloso?” indagò Harry
interessato
“Lo saresti anche tu se la tua
ragazza girasse mezza nuda per la Sala Grande di Hogwarts” puntualizzò Ron.
“E da quanto state insieme tu e
Luna Lovegood?” indagò Harry
Il volto di Ron divenne di un
delicato rosa salmone
“In realtà la cosa non è ancora
ben definita!”
“Vi siete già baciati?”
“Harry, scusa se te lo chiedo,
ma come mai tanto interesse nella mia vita privata?”
“Perché siamo amici e poi
perché… “
“Perché?” incitò il giovane
Weasley
Oops!
Stava per raccontargli che
Hermione quasi ogni sera gli faceva il terzo grado su quello che Ron provava
per Luna.
Ormai era diventato un incubo
Avrebbe tanto voluto dirgli “Ti
prego amico, datti una mossa se vuoi che io ne esca psicologicamente indenne da
questa storia”
Ma non poteva tradire la
fiducia di Hermione. E poi... se avesse raccontato a Ron delle macchinazioni
cui lui si era prestato che figura ci avrebbe fatto. Un giorno glielo avrebbe
sicuramente raccontato. Ma un giorno lontano, un giorno molto lontano, magari
quando lui e Luna erano prossimi a festeggiare la nascita del loro ottavo…
nipote.
“Perché credo che tu a Luna
piaccia molto e mi sembra stupido che tu abbia tanti dubbi”
“A me Luna piace tantissimo, ma
non so perché quando le sono vicino non riesco a fare mai la cosa giusta”
“Anch’io avevo gli stessi
problemi con Hermione”
“Credo che la situazione fosse
un po’ diversa” asserì Ron dubbioso
Effettivamente non era proprio
la stessa cosa. Lui e Hermione erano amici. Lui aveva paura di rovinare la loro
amicizia e poi temeva di perdere l’amicizia di Ron.
“Se provassi a parlarne con
Hermione?” consigliò Harry, mentre avvicinandosi a Ron gli sistemava le cinghie
delle bretelle al pantalone.
“Non so. Lei è Luna sono molto
amiche. Non vorrei che… “
“Ron” lo interruppe Harry
amabilmente “Hermione può anche essere molto affezionata a Luna, ma sarà sempre
la tua migliore amica. E penso che in certi casi sia un bene avere un’amica
femmina che ti dia dei buoni consigli sulle ragazze”
“Credo che tu abbia ragione”
confermò Ron sollevato
“Bene, siamo pronti” osservò
Harry squadrando Ron “Che ne dici se andassimo a prendere Ginny e Hermione in
sala comune”
“Regola numero uno: non bisogna
mai fare aspettare delle donne” replicò Ron ironico
I due amici si diressero in
Sala Comune, aspettarono le ragazze per quasi mezz’ora. Nell’attesa davanti ai
loro occhi si era attuata una vera e propria sfilata di costumi babbani.
Medici, ortolani, dentisti, galeotti, neonati, studenti, avvocati, gladiatori,
soldati, c’erano tutte le professioni, inquadrate in tutti i periodi storici:
dall’Antica Roma ai Barbari del nord Europa, dalle guerre puniche alla seconda
guerra mondiale, non mancava assolutamente niente e nessuno. Ad Harry sembrò di
essere catapultato in un mondo babbano senza barriere spaziali e temporali.
E mentre era perso nei suoi
pensieri, Ginny e Hermione discesero lentamente le scale.
Erano bellissime!!
Hermione era mascherata da
sibilla. Aveva un lungo abito bianco che le scendeva morbido accarezzandole il
corpo. In vita portava una cintura di corda che arrivava quasi a metà vestito e
si perdeva tra le pieghe della lunga gonna. Ai piedi calzava dei sandali di
cuoio marrone. I capelli le cadevano soffici e lisci lungo le spalle.
La piccola Ginny, che non
sembrava più tanto piccola, era mascharata da soldatessa della seconda guerra
mondiale. Indossava una blusa bianca e una gonna verde leggermente tendente al
marrone, che le scendeva morbida fin sotto le ginocchia. Una corta giacca
avvitata e un grazioso cappellino marrone completavano l'uniforme. Infine a
rendere tutto ancor più perfetto, la giovane Weasley, calzava scarpe in cuoio
marrone con tacco basso e indossava pesanti calze color carne. I lunghi e ricci
capelli rossi erano raccolti dietro la nuca in uno stretto chignon. Il suo
splendido volto perlaceo tempestato di piccole efelidi era perfettamente
intonato con l'abito ed i suoi colori. Tanta dovizie di particolari era
sicuramente opera di Hermione.
Avrebbe sfidato chiunque a
battere Ginny Weasley in bellezza quella sera, persino la bellezza della sua
Hermione sembrava impallidire dinnanzi a lei.
Harry si avvicinò alla sua
ragazza e con voce carezzevole le sussurrò
"Sei così bella, sono il
ragazzo più fortunato della terra"
La ragazza con il volto
leggermente imporporato replicò
"Sono io ad essere
fortunata, Harry Potter"
Ron accostatosi alla sorella
gli porse elegantemente il braccio e disse
"Andiamo, sorellina?"
"Si, fratellone"
rispose la giovane Weasley mentre appoggiava la mano sul braccio del fratello
maggiore.
Abbandonarono rapidi la Sala
Comune e si inoltrarono nei corridoi del fatiscente maniero di Hogwarts. Quando
raggiunsero la Sala Grande Harry rimase colpito dall'atmosfera di intimità che
riscaldava l'enorme stanza. Le luci erano soffuse, ma illuminavano ogni angolo.
Grosse zucche, di un intenso colore arancio, galleggiavano a diverse altezze
sulle loro teste.
Alcune poteva quasi toccarle!
I grossi tavoli di legno che
riempivano l'immensa sala erano stati sostituiti da graziosi tavoli tondi su
cui c'era una piccola zucca che fungeva da lampada. Ai quattro angoli erano,
invece, disposti degli enormi banconi ricoperti da eleganti tovaglie di pizzo,
sulle quali sembrava essere stato poggiato ogni tipo di pietanza noto al mondo.
Gli elfi domestici dovevano aver passato giorni interi a preparare tutte quelle
cose.
Infine dei lenti e romantici
brani facevano da sottofondo. Harry riconobbe subito i brani dei Gemelli
Portombrelli. Un gruppo di quattro maghi, quattro gemelli, che andavano per la
maggiore nel mondo magico, soprattutto tra le ragazze.
"Dove sono?" chiese
Ron rivolgendosi a Harry
"Dove sono, chi?"
ribattè il giovane Grifondoro
"Dove sono cosa?
vorrai dire"
"Ok..." replicò Harry
interdetto "Dove sono cosa?"
"Gli stendardi delle
case"
Già, dov'erano gli arazzi
con gli stemmi delle case?
Era talmente intento ad
osservare i particolari che non aveva notato ciò che per sette anni era stato
costantemente sotto i suoi occhi.
"Forse oggi non sono
necessari" disse semplicemente Ginny volgendo lo sguardo tutt'intorno in
cerca di qualcuno.
Chi stava cercando?
Poi cominciò a tirare il
fratello verso un tavolo posto quasi al centro della sala, dove una ragazza
bionda sventolava una mano per attirare la loro attenzione.
Era Luna "lunatica"
Lovegood.
"Ciao, Luna" salutò
Hermione sedendosi difronte all'amica.
Harry si sedette tra le due.
Anche Ginny si era seduta accanto ad Hermione. Era rimasto un unico posto vuoto
accanto alla giovane Corvonero. Posto che tutti loro avevano istintivamente
lasciato libero per Ron, il quale rimaneneva in piedi come una statua di sale,
visibilmente imbarazzato.
"Sei molto carina"
azzardò Ron con lo sguardo fisso sulla piccola zucco-lampada "Da cosa sei
mascherata?" domandò titubante, mentre prendeva posto accanto alla ragazza
"Da figlia dei fiori"
rispose con la sua solita aria sognante "Hermione mi ha suggerito il
travestimento. Dice che è molto vicino al mio stile"
"Cosa sono i figli dei
fiori?" chiese Ron
"Erano gli aderenti al movimento hippie. Un movimento
pacifista che si sviluppò negli Stati Uniti tra gli anni sessanta e settanta. I loro ideali erano di amore e di pace" rispose Hermione
"Amore e Pace" ripetè
Ginny meravigliata "Mi sembrano dei bellissimi ideali"
"Erano persone
particolari" continuò Hermione saccente "senza schemi, quasi senza
regole, se non quelle imposte dal buon senso e dalla natura. Ma erano persone
in grado di combattere per ciò in cui credevano senza mai lasciarsi abbattere dai
conflitti culturali dell'epoca. Forse fu per questo che il loro movimento si
diffuse a macchia d'olio in tutto il mondo occidentale"
"Sembra abbastanza
calzante" confermò Harry osservando Luna "E poi questi abiti ti
donano veramente tanto"
"Gia questa camicietta
turchese mette in evidenza i tuoi capelli biondi" aggiunse Ginny
"Vi ringrazio tanto"
fece Luna emozionata da tanti complimenti "Siete troppo gentili"
In quel momento la loro
attenzione fu attirata dalla risata di Draco Malfoy che al suo tavolo, circondato
da alcuni studenti di Serpeverde, rideva di gusto. Harry volse istintivamente
lo sguardo preoccupato verso Ginny, la quale sembrava non essersi resa conto
della presenza del ragazzo, ne tantomeno della sua baldanza. Ma soprattutto
sembrava ignorare il fatto che Pansy Parkinson era praticamente incollata al
braccio sinistro di Draco Malfoy
"Ginny ti va di
ballare?" chiese Harry dolcemente alla piccola Weasley
"Si" accettò la
ragazza raggiante "Ti ringrazio"
Si allontanarono e giunti al
centro della sala cominciarono a ballare. Da lontano il ragazzo vide che Ron e
Hermione si erano alzati dal tavolo e si erano avvicinati al buffet. Egli notò,
che mentre Hermione riempiva due piatti, che le galleggiavano accanto,
parlottava fittamente con Ron.
"Grazie, Harry"
ringraziò Ginny mentre affondava il volto nel petto del ragazzo
"E' solo un idiota"
sbottò Harry irritato
"Non ti preoccupare, va
bene così"
"Invece, non va bene per
niente. Dovresti arrabbiarti e mandarlo a... "
"Non è così semplice"
lo interruppe la ragazza tristemente
"Se solo riuscissi a
vederlo per com'è davvero, forse sarebbe molto più semplice. Non puoi aiutare
le persone che non lo vogliono. E non puoi amare chi non lo merita" si
fermò e fissando la ragazza aggiunse "Non è giusto" la sua voce era appena un sussurro
"Harry, non è semplice
vedere oltre le maschere che indossiamo" poi staccandosi dal ragazzo
"Che ne dici se tornassimo al tavolo? Ho una fame!!" gli prese la
mano e gaia lo trascinò verso il tavolo dove erano seduti gli altri.
Ginny aveva rimesso la sua
maschera di felicità!
Harry si sedette è addentò un
pezzo di pane alle olive. Era davvero buono. Non aveva mai mangiato una tale
specialità. Notò che Ron conversava con Luna senza più mostrare imbarazzo.
Forse i discorsetti di Hermione erano serviti.
La serata proseguì
tranquillamente tra
balli chiacchiere e qualche piccola zuffa tra i serpeverde e... tutti gli
altri. Liti facilmente sedate dai professori che vigilavano costantemente. E,
in cuor suo, Harry ringraziò la professoressa di Divinazione per quei
frangenti di normalità che aveva regalato ad una Hogwarts ormai in balia degli
eventi.
Dopo qulache ora nella sala
erano rimasti in pochi e al loro tavolo erano rimasti lui ed Hermione. Ron e
Luna si erano allontanati per poter parlare un pò da soli, mentre Ginny ballava
con Justin Fintch-Flachley. Un ragazzo di Corvonero che aveva conosciuto
al suo quinto anno ad Hogwarts, nonchè membro dell'ES. Justin non aveva tolto
gli occhi di dosso a Ginny Weasley per un solo attimo durante l'intera serata,
e probabilmente se Ron fosse stato nel pieno delle sue facoltà mentali lo
avrebbe baciato e ringraziato e... chissà cos'altro!
"Smettila di fissarla
così" fece Hermione irritata "Harry, tu e Ron con questa vostra mania
di proteggerla finirete per allontanarla da voi"
"Mi dispiace. Solo che...
"
"Siete preoccupati per
lei. Lo so, credi che io non lo sia?" rimbrottò la giovane maga di
Grifondoro "Ma non possiamo cancellare Malfoy dal suo cuore, perchè per
quanto strano lui è innamorato e lei. E lei lo sa. Se lui le avesse detto che
la odia, che è innamorato di quella stupida della Parkinson allora lei si
sarebbe rassegnata e avrebbe girato pagina. Ma per il momento non può. E
tormentarla non è la cosa giusta da fare"
"Mi sembra tutto così
semplice eppure non lo è"
"No, non lo è affatto. Per
il momento lasciamo che le cose vadano per il loro verso. Io credo che Ron
abbia ragione, penso che Malfoy ci tradirà e a quel punto le cose saranno più
semplici"
"Lui dimenticherà Ginny,
ma lei?"
"Anche lei lo dimenticherà"
la ragazza abbassò lo sguardo e continuò "vorrei che ciò che sto per dirti
restasse fra noi"
"Dimmi" sollecitò il
ragazzo preoccupato
"Prima devi
promettere"
"Lo prometto. Cosa è
successo?" domandò allarmato dal volto triste di Hermione
"Ginny lo dimenticherà
perchè io le ho lanciato una Maledizione di Legame"
Harry la fissava con aria
interrogatoria
"Nelle Maledizioni di
Legame se la persona di cui sei innamorata smette di amarti allora quella
persona viene automaticamente cancellata dal tuo cuore"
"Lei lo sa?" domandò,
ma intuiva dal volto corrucciato della ragazza che la sua era una domanda
retorica
Hermione fece un cenno di
diniego con la testa
"Non me lo avrebbe permesso" aveva gli occhi
lucidi.
Harry conosceva troppo bene
Hermione per non rendersi conto della devastante lotta che si era svolta tra il
suo cuore e la sua mente. Tra la razionalità, e dunque la possibilità di
lasciare a Ginny capacità di discernimento e di pena. Ed il sentimento, e
dunque l'incapacità di vederla piangere e soffrire.
E quest'ultimo aveva avuto la
meglio... ma a quale prezzo?
"Ti amo, Hermione"
pronunciò queste prime parole con enfasi "e so che hai fatto ciò che
ritenevi più giusto. Non essere triste e soprattutto non essere arrabbiata con
te stessa. Nessuno ti giudicherebbe male per ciò che hai fatto, quindi non vedo
perchè debba farlo tu"
"Perchè a volte siamo
giudici severi con noi stessi"
"So che forse non è il
posto adatto" replicò frugando nelle tasche dell'enorme camicia da pittore a striscia azzurre "ma credo che questo sia il momento migliore"
"Per cosa?"
"Per questo!" disse
porgendole un pacchetto
"Non è il mio compleanno e
per Halloween non si fanno regali" fece prendendo il regalo "E
comunque non dovevi... " continuò osservandolo con trepidazione
"Davvero Harry... "
"Perchè non lo apri?"
la interruppè Harry dolcemente
La ragazza cominciò a scartare
il pacchettino
"Ma è bellissimo! Ti sarà
costato tantissimo" esclamò in contemplazione del dono
"Era della mamma"
Era l'anello di sua madre, il
regalo di zia Petunia.
"Non posso accettarlo è
uno dei pochi ricordi che hai di tua madre"
"Lei avrebbe voluto
così"
"Harry... " ribattè
debolmente "forse potresti aspettare ancora un pò"
"Aspettare cosa? Io ti amo
e quest'anello deve portarlo la donna che un giorno sarà mia moglie. Ed un
giorno noi due ci sposeremo e avremmo dei figli... è nel nostro destino" insistette perentorio
"E solo per la profezia di
Idrial? Solo perchè sono la donna del Karma?" domandò inquieta
"No... Idrial mi ha
insegnato che il destino può essere cambiato. Ma anche se non accadesse, anche
se fra qualche anno mi lascerai per un altro, sono sicuro che mia madre sarà
felicissima che una maga potente e dal cuore nobile come te possa portare il
suo anello"
"Io non ti lascerò mai per
un altro!" sbottò la ragazza "e se tu provi a guardare un'altra
ragazza ti infliggerò una Maledizione Perpetua" concluse divertita
Harry si alzò prese l'anello
dalle mani della sua ragazza e infilandolo all'indice della mano sinistra
replicò
"Allora mi sa che dovremmo
stare insieme per sempre"
Si baciarono e... proprio in
quel momento cominciò a dolergli la cicatrice
"Scusate... ehm...se vi
disturbiamo" l'interruppe la voce di Ron
Si allontanarono, malvolentiri,
l'uno dall'altra
"Dov'eravate andati?"
chiese Harry vago, con il volto imporporato
"A fare due passi, ma vedo
che non vi siamo mancati molto!" notò Ron divertito "Se volete
torniamo più tardi" concluse ironico
"Per questa volta potete
restare" commentò Hermione allegra
Harry sedendosi osservò che
Luna e Ron si tenevano per mano. E il volto rilassato dei due ragazzi lasciava
ben sperare. Ron era radioso e lo fu ancora di più quando Ginny chiese loro se
Justin poteva restare al tavolo con loro.
"Certo" assentì Ron
stringendogli la mano "Justin amico, se vuoi ti prendo una sedia"
"Non è necessario"
rispose il ragazzo imbarazzato da tanta premura.
Ma... era troppo tardi, il
fratello maggiore di Ginny aveva già sollevato la bacchetta facendo levitare
una sedia e mettendola al fianco della giovane Weasley
"Siedi pure accanto a
Ginny" invitò con sguardo ammiccante "E dimmi da quanto frequenti mia
sorella?"
"Ron!" sbuffò Ginny
Justin lo scrutò perplesso.
"Scusate, queste sono
domande troppo personali. Allora parliamo un pò di noi... io credo che tu sia
un ottimo mago. L'anno scorso ti ho osservato alle riunione dell'ES"
"E ti dirò" proseguì
Harry "Il tuo Patrono sembrava molto potente"
Nonostante le occhiatacce di
Luna e di Hermione, Ron prosegui per l'intera serata a corteggiare il giovane
Corvonero. E, in verità, Harry non fu da meno. Sembrava quasi che lui e Ron
dovessero contendersi a "singolar tenzone" il cuore di Justin
Fintch-Flachley ed il ragazzo dovette essere tratto d'impaccio in più di un
occasione da Ginny.
Era una situazione così comica
da sembrare surreale!
Ma nonostante la piacevole e
divertente serata la cicatrice gli doleva sempre di più. Non riusciva più a
sopportare tutte quelle sensazioni, poteva sentire la gioia di Voldemort.
L'Oscuro Signore sembrava essere impazzito dalla felicità; ora sarebbe
finalmente riuscito ad ottenere ciò che per anni gli era sfuggito. Il respiro
gli divenne pesante e prima di svenire per il dolore e per le forti emozioni si
accomiatò dalla compagnia
"Ti accompagno?"
chiese premurosa Hermione
"No, resta pure con loro.
Ho solo bisogno di prendere un pò d'aria fresca" la tranquillizzò
Era molto sereno ed era
riuscito a trasmettere quella stessa serenità ad Hermione. La ragazza senza
controbbattere lo lasciò andare sulla terrazza a prendere un pò d'aria. Non
voleva rovinare la festa ai suoi amici. In fin dei conti nulla sarebbe cambiato
se gli avesse raccontato l'indomani ciò che gli stava accadendo. Aprì la
finestra della terrazza ed in quel momento una fredda brezza invernale gli
sferzò il volto. Cominciò a massaggiarsi la fronte e le tempie, ma il dolore
non spariva.
Voldemort era vicino!
Forse Bellatrix Lastrange era
riuscita a trovare quello che gli aveva commissionato il suo padrone. Ecco
perchè era tanto contento! Doveva entrare nella mente di quel mostro per sapere
cosa aveva trovato.
"NON STASERA" urlò al
vento
"Ora parli anche da solo"
commentò la voce strascicata di Draco Malfoy "Al San Mungo reparto
malattie mentali i medi-maghi hanno già una stanza per te"
Harry si voltò, per
rispondergli per le rime, ma vide che il ragazzo era seduto a terra con le
spalle appoggiate alla ringhiera del balcone, il suo volto era imperlato di
sudore e con la mano destra si massaggiava il braccio sinistro.
"Lui è qui, vero
Malfoy?" domandò Harry dopo qualche istante di esitazione
"L'Oscuro Signore non è
qui Potter, però ci sta chiamando! Ho visto Piton avvicinarsi a Lupin ed
allontanarsi velocemente"
"E tu perchè sei qui?
Perchè non sei da lui?"
"Perchè non mi va...
" poi abbassano lo sguardo "... non stasera"
Forse erano più simili di
quanto egli stesso pensasse.
"La Lastrange deve aver
trovato ciò che lui stava cercando; ecco perchè vi chiama"
"Come puoi esserne tanto
sicuro?" esaminò il giovane Mangiamorte dubbioso
"Perchè a te ha fatto quel
marchio sul braccio e a me questa cicatrice sulla fronte" esclamò
indicando la cicatrice a forma di saetta
"E tu perchè non sei corso
da Silente?"
"Perchè lui lo avrà già
saputo" asserì sicuro
"Da Piton?"
"..."
"Dai Potter ora sono
legato a te da un Incantesimo Divincolo, se anche me lo dici non potrei
dirlo a nessuno. E se lo facessi cancellerei dalla mia mente ogni cosa"
"Si... Piton deve aver informato
Lupin non appena Voldemort vi ha adunati. Fra poco sapranno di cosa si
tratta!"
"Sapevo che era un
traditore. Mio padre aveva ragione" il giovane Serpeverde era raggiante "Ma come ha fatto a
nasconderlo all'Oscuro Signore?"
"Piton è un ottimo
occlumante"
"Dì pure il migliore"
confermò Malfoy
Ma dopo aver confessato questa
verità al giovane erede dei Malfoy, cominciò a temere per la vita
dell'insegnante di Pozioni. Lui odiava Piton, ma non voleva certo che
fosse torturato e ucciso da Voldemort
"Malfoy se succede
qualcosa a Piton" minacciò Harry, dopo essersi avvicinato a lui con fare
di sfida.
"Non pensavo ti stesse
tanto a cuore" enfatizzò ironico, stringendosi l'avambraccio "Non
devi minacciarmi, Sfreggiato, credo di avertelo gia detto"
"Ok, Mangiamorte, ed io ti
ripeto che non sono minaccie. Se solo viene torto un capello a Piton
rimpiangerai che non sia stato Voldemort a torturarti"
"Che paura!!" si alzò
con difficoltà "Potter, non dirò nulla di Piton e non perchè io abbia
paura di te" si reggeva il braccio "Perchè per quanto tutti credano
che tu sia un grande eroe, io so benissimo che sei solo uno stupido bamboccio
aiutato dal destino, dai tuoi amici, dai membri di un ordine segreto e da quel
babbanofilo di Silente"
Forse Malfoy aveva ragione, forse la sua maschera era quella dell'eroe!!
Nei momenti difficili era sempre stato aiutato, ma da solo aveva fatto le sue scelte! Da solo era sempre riuscito a sfuggire
Voldemort...
Ma il turbine vorticoso dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce di Draco Malfoy
"Io amo Ginny Weasley e non voglio
perdere questo sentimento. E solo per lei che non dirò nulla"
Si era dunque calato la
maschera.
"Non vuoi perdere lei,
vorrai dire!?!"
"Certo che non voglio
perderla" lo fissò contrariato "come non voglio perdere quel sentimento di
dolcezza che lei ha nei miei confronti. Ma quello che non voglio perdere è
questa sensazione di calore che mi da lo starle accanto, questo desiderio di
proteggerla, questa paura di perderla"
Erano questi sentimenti che
tenevano legata Ginny a Malfoy e che vincolavano lui a loro.
"E credi sia giusto
tenerla legata a te pur sapendo che non riuscirai mai a renderla felice?"
"Potter, stupido idiota,
la vicinanza di Lenticchia peggiora notevolmente il tuo acume. Sono venuto qui
con Pansy e ho ostentato per tutta la sera la nostra relazione, cosa credi che
debba fare? Fare sesso con lei mentre Ginny ci guarda?" era palesemente
irritato
"Così la fai soffrire
inutilmente"
"Credi voglia che lei soffra. Non so che fare, non so come comportarmi" sembrava disperato "Ma visto che sembri così bravo...
quale sarebbe la tua brillante
idea?"
Era forse diventato il
migliore amico di Malfoy?
Il Mangiamorte conosceva ben
poche persone con cui parlare del suo sentimento per Ginny Weasley. Se i
serpeverde, figli di Mangiamorte, l'avessero saputo lo avrebbero rinnegato, per
non parlare di suo padre, Lucius Malfoy, lo avrebbe sicuramento diseredato o
avrebbe ucciso Ginny per liberare il figlio da quella autentica maledizione
chiamata 'Amore'. Già se l'avessero scoperto anche Ginny poteva essere in
pericolo. Voldemort e i suoi scagnozzi potevano usare questo sentimento di
Malfoy per minacciarlo e fargli fare cose abominevoli, anche se Harry era
convinto che le cose abominevoli le avrebbe fatte comunque.
Certo, però, che era ridotto
proprio male se si confidava con lui e gli chiedeva anche un consiglio.
"Devi dirgli che non provi
più niente per lei"
"Non posso mentirle"
Harry era basito
"Potter, sei assolutamente
inutile!!" il dolore gli strappò un sordo lamento "Non riesco a
mentirle quando le sono accanto"
Anche la ferita di Harry doleva
in maniera inimmaginabile
"E se provaste a viverla senza troppi problemi?"
Forse stava impazzendo
a causa del dolore
"La scuola finirà e tu e
Ginny non avrete più grosse occasioni di rivedervi" continuò
No... non c'era dubbio era proprio pazzo!!
"Nel frattempo
potreste vivere la cosa senza che vengano a saperlo proprio tutti"
Se Ron lo avesse saputo!?!?!
Malfoy cominciò a ridere di
gusto
"Cos'hai da ridere,
Idiota?"
Lui stava mettendo a repentaglio la sua amicizia con Ron e... quell'idiota rideva. Certo che doveva prorpio avergli
fatto una gran pena per aver solo lontanamente pensato di aiutarlo!
"Se raccontassi a
Lenticchia" cominciò ascigandosi le lacrime "che mi hai consigliato
di avere una tresca con sua sorella?"
Ron lo avrebbe ucciso!!
"Per il momento non gli
dirò niente. La tua idea mi piace"
"Se fai... "
"Si... si... " lo
interruppe bruscamente il Serpeverde "me la farai pagare! Stai tranquillo
Ginny e in ottime mani" esclamò ammiccante
Si allontanò serio
Cosa aveva creato??
"E ora dove vai?"
domandò Harry fissando il volto serio e tirato del ragazzo
"Vado a dare una bella
lezione a quella nullità di Flachley e... "
Aveva creato un mostro!
"... poi vado all'adunata
dell'Oscuro Signore. Domani sera riunione nella Stanza delle Necessità!"
Quando era stato nominato
capo??
NdA:
Voldemort è riapparso e cosa sta combinando lo scopriremo nel prossimo capitolo!!
E scopriremo tante altre cose...
tanti bacini
Lella80
EFP
|
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Capitolo 12 *** Scomode Verità ***
CAP12
Questo capitolo mi è venuto piuttosto lungo,
però è abbastanza scorrevole. Spero vi piaccia!
Prima di lasciarvi alla lettura del dodicesimo capitolo di questa fanfic, vorrei salutare e ringraziare
tutti quelli che hanno letto il capitolo precedente e soprattutto quelli che hanno lasciato un commento:
Kalindra (Meno male che hai ritrovato la strada, mi sarebbe molto dispiaciuto se non avessi conosciuto il personaggio
che porta il tuo nome! E come promesso il tuo personaggio sarà determinante per il proseguo della storia. Volevo che
sapessi che ho scaricato la fanfic che hai scritto su EFP... ho letto solo il pimo chap, ed è ben scritto!
non appena la finisco, ti lascio una recensione dettagliata. Nel frattempo vorrei consigliare il tuo racconto a tutti quelli che
passano per la mia storia) e granger90 (grazie per le recensioni e soprattutto grazie per essere sempre la prima a recensire).
Tanti tanti bacini e buona lettura
Lella80
CAP12 Scomode Verità
"Forse non
dovremmo!" esplicitò Hermione secca
"Cosa non
dovremmo?" domandò Ron caustico, disteso sul pavimento con la testa poggiata
sulle gambe di Luna
"Non
dovremmo indagare su Voldemort, sulla Maia, su questo misterioso Guardiano
scomparso e soprattutto non dovremmo essere qui, nel cuore della notte, ad
attendere l'arrivo di Malfoy per conoscere i piani di quel pazzo!"
Harry la fissava
silenzioso. La ragazza percorreva a grandi passi nervosi la Stanza delle
Necessità.
"Hermione
non stiamo facendo assolutamente nulla di male!" la tranquillizzò Luna
Hermione la
osservò basita
"Niente
di male?" sibilò astiosa "Ne sei così sicura?"
"Sai cosa
intendevo"
"No,
invece, non lo so. Forse dovresti spiegarmelo"
"Perchè fai
così?" chiese Harry "Cosa ti succede?"
"Ho
riflettuto, Harry" la sua marcia sembrava essersi arrestata "E credo
che tu sia un veggente"
"Io non
sono un veggente, Hermione"
"Invece lo
sei!" insistette la ragazza tenendo i suoi occhi fissi in quelli del
ragazzo
"Lo saprei
se lo fossi! Non credi?"
"Tu lo
sei" affermò sicura "Solo che non sei ancora cosciente di
esserlo"
"Un
veggente" disse pensierosa Luna "è colui che intravede le cose
future"
"Le intravede
anche se non le comprende" puntualizzò Hermione
"Ma io non
intravedo un bel niente" controbatté il giovane mago
"Effettivamente
potrebbe anche esserlo" asserì Ginny, seduta a gambe incrociate su un
morbido cuscino arancione "però i veggenti intravedono ed Harry ha
ragione... lui non intravede nulla"
"Ecco hai
sentito!" affermò contento
"Harry
cerca di stare calmo"
"Io sono
calmissimo, Hermione"
"Ok!! Io
credo che se la profezia della Cooman è stata fatta da Idrial, allora vuol dire
che lei non ha intravisto un bel niente. Probabilmente gli unici capaci di
conoscere eventi futuri sono quelle creature che vivono tra la realtà e il
sogno, tra la vita e la morte, tra un confine ed un altro. E Harry è in grado,
attraverso i suoi sogni, di comunicare con loro e di venire a conoscenza di
questi eventi"
"Credo che
tu abbia ragione" acconsentì Luna
"Quindi"
rifletté Ginny, volgendo lo sguardo rapido da Harry a Hermione "Harry non
ha visione del futuro, ma glielo racconta chi lo vede"
"Non chi lo
vede, Ginny, chi lo conosce" puntualizzò Hermione
"Ok, nei
miei sogni mi appaiono strane creature che mi aggiornano su cose che forse
potrebbero avverarsi. E allora?"
"Ricordi
cosa ti ha detto la Maia?" domandò Hermione, ma il suo tono era di chi già
conosce le risposte
"Veramente
non abbiamo parlato molto!"
"Si, ma ha
avuto il tempo di dirti che era giunto il tuo tempo e questo nella mia lingua
ha un unico significato"
"Kalindra
non è Idrial. Lei è una Ninfa non un Elfo"
"Forse non
ha i poteri di un Elfo, ma anche le Ninfe hanno facoltà divinatorie"
"La
divinazione non è una scelta esatta... lo sai benissimo" replicò Harry
"Dopo le
parole di Idrial, dopo la morte di Neville" proferì la ragazza con enfasi
"Io non ho più dubbi sul valore profetico dei tuoi sogni"
Harry era
rimasto senza fiato dopo le parole di Hermione, forse la sua ragazza non aveva
tutti i torti, ma lui non aveva scelta... non ne aveva mai veramente avuta. Il
suo destino era quello di combattere fino alla fine contro l'Oscuro Signore
perchè...
Ecco giungere
il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore... nato da chi l'ha tre
volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese… l'Oscuro Signore lo
designerà come suo uguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto... e l'uno
dovrà morire per mano dell'altro, perchè nessuno può vivere se l'altro
sopravvive...
Questo era il
suo destino e la sua maledizione
"Noi però
non sappiamo se questa Ninfa" cominciò Luna, interrompendo il corso dei
suoi pensieri "è veramente ha conoscenza del futuro"
"E se lo fosse?"
argomentò la ragazza accalorata
"Cosa
cambierebbe?" pronunciò Harry avvicinandosi lentamente alla ragazza
"Ricordi le ultime parole di Idrial, lei aveva preannunciato l'inizio
della grande guerra. Questo è il mio destino Hermione, ed io non posso e non
voglio sottrarmi"
"Il destino
può essere cambiato. Lei ce lo ha insegnato!"
Piangeva. Ancora
una volta le lacrime bagnavano il suo volto dolce e morbido. Ancora una volta
la ragazza cha amava stava piangendo per lui. Forse non era poi così diverso da
Draco Malfoy, anche lui era un eterna sofferenza per Hermione così come Malfoy
lo era per la piccola Ginny. Forse doveva rinunciare a lei!
"Vorrei non
essere causa di tanta sofferenza" accarezzò il volto umidiccio della
ragazza e sentì il cuore stringersi nel petto "Vorrei sempre vederti
ridere, ma se stiamo insieme continuerò a farti soffrire, forse è egoistico da
parte mia tenerti legata a me"
Il silenzio
cadde come un macigno sugli astanti.
Ron e Luna si
levarono in piedi, mentre Ginny a capo chino sembrava immersa nei suoi
pensieri. Hermione sgranò gli occhi, sembrava sull'orlo di una crisi di nervi.
La ragazza più calma e fredda che lui avesse mai conosciuto lo fissava
incredula.
La prima della
classe, la ragazza che aveva una risposta per ogni domanda ed un incantesimo
per ogni situazione, la giovane maga che al secondo anno aveva preparato una
pozione Polisucco perfetta, che al suo sesto anno era riuscita a scoprire
l'ubicazione di Camelot, che era riuscita a tenere testa a maghi come Piton,
Lucius Malfoy e lo stesso Voldemort ora sembrava vulnerabile e indifesa proprio
come tutte le altre ragazze del mondo, proprio come gli era sembrata Cho Chang
dopo la morte di Cedric.
"Cosa
vorresti dire" sussurrò Hermione riprendendo fiato "che siccome non
sono sufficientemente forte da sopportare il fatto che probabilmente verrai
ucciso nello scontro con Voldemort è meglio... " non riusciva nemmeno a
terminare la frase
"Non è
così! Penso solo che, forse, questo non è il momento migliore per stare
insieme" replicò inquieto, continuando ad asciugare le lacrime che
grondavano copiose dagli occhi di Hermione
La ragazza
sottraendosi alle carezze di Harry si coprì il volto con le mani, sprofondando
il suo dolore in un milione di piccoli singulti.
Ron si avvicinò
all’amica e abbracciandola asserì "Harry, non credo sia una buona
idea" era visibilmente agitato "Forse dovresti ripensarci"
"Ti
assicuro amico che ci ho pensato abbastanza e poi lascia decidere a me cosa è
meglio per noi"
"Forse
dovreste decidere insieme" argomentò Luna concitata "e forse
dovrebbero essere cose private. Forse avreste dovuto discuterne da soli senza
una platea"
Harry non aveva
mai visto Luna tanto irritata.
La porta si
aprì, ma nessuno sembrava essersi accorto dell'ingresso di Malfoy
"Cosa
succede?" domandò il Serpeverde posando lo sguardo su Ron e Hermione
"Non sono
affari tuoi, Malfoy" ruggì Harry irritato
"Invece
credo proprio che siano affari miei, Potter, visto che l'unica che ha un pò di
sale in zucca in questo gruppo è in uno stato a dir poco pietoso. E ridotta
così credo che serva a ben poco!"
"Io sto
benissimo, Malfoy" replicò Hermione staccandosi dal caldo e rassicurante
abbraccio di Ron e asciugandosi il volto con le maniche del golfino rosa
salmone, che indossava sotto la divisa scolastica.
"Infatti,
ora che ti vedo meglio, sei proprio in gran forma Granger!" osservò
ironico "Ripeto cosa è successo, Granger? Potter ti ha lasciato per
cominciare una nuova vita con Lenticchia?"
Altre lacrime
rigarono il volto della giovane maga, ma questa volta rimase impassibile
fissando il Serpeverde.
Perchè le stava
facendo tanto male?
Perchè non
faceva che farla soffrire?
Forse sarebbe
stato molto più semplice per tutti se lei avesse scelto Ron!
"Allora ci
ho preso!" sogghignò Malfoy divertito "Ho sempre pensato che foste...
"
Ma non ebbe
tempo di terminare la frase che
"Stupeficium"
Harry lo aveva
schiantato. Il giovane Serpeverde riverso sul pavimento lo fissava con astio.
Harry era furente.
Come poteva quel
viscido individuo infierire con tale cattiveria sul dolore della sua Hermione?
Il Mangiamorte
rimase per qualche secondo attonito, ma dopo aver ripreso il controllo,
lentamente infilò le mani nelle tasche e afferrò la bacchetta. Non appena si
rimise in piedi e la ebbe puntata contro il giovane Grifondoro
"Expelliarmus"
"Malfoy,
sei solo!! Qui non ci sono Tyger e Goyle a guardarti le spalle ne a fare il tuo
sporco gioco" asserì Ron puntandogli la bacchetta "Nessuno ti
permetterà di offendere impunemente Hermione"
"Non credo
che Granger stesse piangendo per me. Quindi credo che te la stai prendendo con
la persona sbagliata, idiota di un Weasley. Volevo solo tentare di capire cosa
stesse accadendo perchè una falla nel sistema può mandare facilmente tutto in
malora!" terminò scrollandosi i vestiti per allontanare la polvere
Ginny raccolse
la bacchetta del Mangiamorte "Vuoi sapere cosa è successo?" domandò frapponendosi
tra Harry e il fratello maggiore
"Ginny?"
"Io credo
che lui debba sapere, Luna. Forse potrà dare qualche utile consiglio a
Harry!" il suo volto era fermo e deciso "Harry vuole mollare Hermione
solo perché lei è preoccupata per lui. Solo perché non vuole vederla piangere e
soffrire"
"Non mi
sembra una cosa così grave!!” replicò afferrando la bacchetta dalle mani della
giovane Weasley “Credo che questa sia l'unica cosa intelligente che abbia fatto
dacché lo conosca"
“E credi davvero
che lei possa smettere di piangere e di soffrire per lui, solo perché non
stanno più insieme? Credi davvero che sia meno pericoloso per lei? Stiamo
cercando di opporci a Voldemort, il più oscuro e potente mago di tutti i tempi,
cosa vuoi che cambi se lo affrontano insieme o se lo fanno come amici”
Forse la piccola
Ginny aveva ragione. Anche se non stavano più insieme, lui e Hermione non
avrebbero mai smesso di volersi bene e di preoccuparsi l’uno per l’altra. La
sofferenza era inevitabile, non sarebbe cambiato niente anche se si fossero
lasciati, anche se non si fossero mai messi insieme, anche se lei avesse scelto
Ron o se non avesse scelto nessuno. Niente avrebbe mai potuto cancellare
l’affetto che provavano l’una per l’altro.
“Ginny, forse se
nessuno sapesse che sono amici lui non dovrebbe preoccuparsi anche di lei, ma
solo di se stesso” sostenne premuroso
Ma di chi
stavano parlando?
“Certe cose sono
troppo difficili da nascondere. Credi davvero che ci sia qualcuno che non lo
sospetti”
“I sospetti sono
solo supposizioni. Ed io sono il figlio di Lucius Malfoy; potrebbero anche
essere solo malignità di qualcuno invidioso della mia famiglia”
Harry volse
istintivamente lo sguardo su Ron. Il volto dell’amico era furente e lasciava
trapelare una grossa vena di preoccupazione.
“Perché non
capisci che questa tua testardaggine non fa che rendere le cose solo più
complicate per entrambi” supplicò la ragazza
“Vuoi davvero
vedere cosa sarebbe più complicato?” intimò il giovane Serpeverde,
avvicinandosi a Ron “Io sono innamorato di tua sorella, Lenticchia”
L'espressione di
Ron non lasciava spazio a congetture, il suo viso era pallido come un lenzuolo.
“Io ti ammazzo,
Malfoy” deglutì il ragazzo scagliandosi contro il Serpeverde.
Ron con tutta la
sua forza crollò rovinosamente sul pavimento insieme a Malfoy. Gli fermò le
braccia con le ginocchia e cominciò a percuoterlo con tutta la forza e la
rabbia che aveva in corpo. Il giovane Serpeverde rimase inerme sotto i suoi
furiosi colpi. E in quel momento Harry ebbe l’impressione che quella dell’amico
non sarebbe stata una semplice minaccia, ma una certezza assoluta; se non
avesse fatto qualcosa Ron lo avrebbe realmente ammazzato. Persuasosi di tale
convincimento si lanciò nella mischia tentando di bloccare il suo migliore
amico e sedare cosi la rissa. Con difficoltà riuscì ad allontanare il giovane
Weasley dal Mangiamorte; ma l’amico sembrava come posseduto da qualche entità
maligna… la preoccupazione per la vita e l’incolumità della sorella minore gli conferivano
una forza disumana.
“FERMATI RON”
urlò Harry cercando di tenere fermo il recalcitrante amico “NON VORRAI
AMMAZZARLO SUL SERIO?!?!”
“LASCIAMI!!”
Le ragazze
osservavano la scena impaurite e sgomente, ma nessuna di loro osava in alcun
modo placare la furiosa lite; sembravano come impietrite davanti a tanta
violenza. Nel frattempo Draco Malfoy con il volto tumefatto e imporporato dal
sangue si era rialzato e fissava con aria di sfida il suo avversario.
“Lascialo, Potter!!”
ordinò Malfoy perentorio, asciugandosi il volto dal sangue
“Sei impazzito?”
replicò il ragazzo senza mollare la presa
“Questi non sono
affari tuoi! Lascialo!” ribadì flemmatico
Cosa voleva
dimostrare?
“No, Harry. Non
lasciarlo ti prego” sussurrò appena Ginny “Per favore” supplicò accorata
“Ron cerca di
ragionare” azzardò Hermione disperata “Cosa credi di risolvere in questo modo?”
Ma Ron sembrava
sordo ad ognuna di quelle parole.
“Ronald” Luna si
era avvicinata e fissando i suoi occhi in quelli del ragazzo cominciò “Anche se
continuassi a picchiarlo fino ad ammazzarlo, Ginny non smetterà di volergli
bene, così come Hermione non smetterà di preoccuparsi per Harry solo perché lui
l’ha allontanata” gli accarezzava dolcemente il viso “Non è possibile soffocare
i propri sentimenti, se fosse possibile credi che Draco Malfoy avrebbe scelto
tua sorella? Se fosse semplice strappare dal proprio cuore la persona che si
ama credi che io non lo farei con te?”
La rabbia del
ragazzo sembrava essere sfumata come per incanto. Harry allentò la presa
“Io… Luna… io“ balbettò
il ragazzo
“Sei ancora
troppo legato a Hermione per amarmi come io vorrei. Io ti voglio bene, Ronald
Weasley, e purtroppo quando ami qualcuno non vuoi dividere il suo cuore con
nessun altro, anche se la persona in questione è una delle tue migliori amiche”
sospirò come se si fosse liberata di un enorme peso “So che è solo questione di
tempo… ed io aspetterò, così come Ginny aspetterà Draco e come Hermione
aspetterà Harry. I grandi amori sono sempre intervallati da lunghe attese”
Ron si liberò
dall’ormai debole presa di Harry e dopo aver appoggiato le sue labbra su quelle
di Luna si avvicinò a Malfoy. Il Serpeverde lo fissava con astio. Il giovane
Weasley sembrava essersi calmato, ma Harry era ancora preoccupato, temeva che
quella potesse essere la quiete prima della tempesta.
Ginny si
frappose fra il ragazzo che amava e il fratello. Malfoy appoggiò la sua mano
sulla spalla della ragazza
"Togliti di
mezzo!" sbraitò "Questi sono affari miei e di tuo fratello"
"Cosa stai
cercando di fare? Vuoi farti uccidere?" sbottò la ragazza accigliata
"I Weasley
non hanno sufficiente potere per poter uccidere un Malfoy. Non riusciresti ad
uccidere nemmeno uno dei nostri Elfi Domestici con il tuo misero potere"
canzonò rivolgendosi a Ron
"Non
sfidarmi Malfoy, questo Weasley che hai davanti potrebbe stupirti" replicò
Ron serrando i pugni "Non è necessario nemmeno usare la magia con uno come
te"
"Non
credere sia così facile mettermi a tappeto. Non ho voluto reagire...
altrimenti ti assicuro che la tua brutta faccia lentigginosa non sarebbe
intatta"
"SMETTILA
DI PROVOCARLO" urlò Ginny disperata "Cosa stai cercando di
dimostrare?"
"Che ciò
che tu vuoi è impossibile!!!" sentenziò Malfoy placido "E dall'anno
scorso che non faccio che ripeterti la stessa cosa... io e te non possiamo
stare insieme"
"Allora perché
non mi dici di no? Perché non ti allontani da me?"
"Perché tu
non me lo permetti!"
"Perché
questo non è quello che tu vuoi?" reiterò la ragazza caparbiamente
"Ma non
riesci a capire che non sempre si può fare ciò che si vuole? Non capisci che ci
sono volte in cui bisogna accettare la realtà delle cose? Eppure sei una
Weasley" sottolineò ironico
"Non
rinuncio a te solo perché sei... solo perché sei... "
"Un
Mangiamorte, figlio di un Mangiamorte assassino" completò Ron serio
"Io ti odio Malfoy e credo che tu sia la cosa peggiore che potesse
capitare a mia sorella, ma purtroppo io non posso cancellarti dal suo cuore e
farti la guerra non ha senso. Neanche se ti uccidessi cambierebbe qualcosa, ma
io disapprovo qualsiasi cosa potrà mai esserci tra voi due e non credo che sarò
l'unico!"
"Hai
visto... ora hai capito!!" fece rivolgendosi a Ginny "Sei sicura di
essere sufficientemente forte da riuscire ad affrontare tutto questo?"
La condizione di
Ginny Weasley e Draco Malfoy era molto più seria e complicata della sua. Pensò
Harry turbato. Loro avrebbero dovuto combattere non solo contro Voldemort
durante la Grande Guerra tra babbani, mezzosangue e maghi, ma anche a guerra
finita avrebbero dovuto combattere contro una società che non avrebbe mai
accettato l'unione tra una ragazza povera e un giovane dell'alta società
magica. Così come nessuno avrebbe accettato l'amore tra un mago appartenente ad
una famiglia di Mangiamorte ed una strega la cui famiglia era interamente
costituita da Auror. La loro storia non avrebbe affatto sfigurato innanzi a
quella shakespeariana di Romeo e Giulietta.
"Si" sostenne
risoluta "io sono pronta ad affrontare tutto ciò. Il problema non sono
io... il problema e che tu non sei sicuro di riuscire ad affrontare il mondo
esterno"
"Si, forse
non sono sicuro di riuscirci" confermò il ragazzo punto sul vivo
"Allora perché
non rinunci?" domandò Hermione serafica
"Ti
piacerebbe vero, Granger" sbottò "Decido io quando rinunciare!!"
"Capuleti
contro Montecchi" pensò Harry tra se "Serpeverde contro
Grifondoro" mormorò appena
"Serpeverde
contro Grifondoro?" ripeté Hermione confusa "Cosa c'entra una partita
di quidditch"
Una partita di quidditch?
Perché no... era quella la
soluzione!
"Fra tre
settimane ci sarà la prima partita di quiddicth della stagione" spiegò il giovane Grifondoro soddisfatto
"Sono cinque anni
che noi vinciamo il titolo. E se si esclude l'anno del Torneo Tremaghi, i
Grifondoro non hanno mai perso un torneo di quidditch da quando gioco come
cercatore"
"E con ciò?!
Dobbiamo stare qui ad ascoltare le imprese di super-Potter?"
"E se il
premio in palio per la prossima partita fosse un patto?"
"Che genere
di patto?" domandò scettico
"Un patto
d'onore, Malfoy! Se vinciamo noi, tu rinuncerai a Ginny e lei smetterà di
inseguirti. Se vincono i Serpeverde terminerai questo tira e molla e potrai
tranquillamente frequentare Ginny, naturalmente senza la nostra approvazione,
ma nessuno di noi si intrometterà nella vostra vita"
"Non si può
decidere una cosa così importante con una stupida partita di quidditch"
protestò Ginny
"Ci
sto" accettò Malfoy "Ma se perdo voglio essere sottoposto ad un
incantesimo di cancellazione"
"Cosa?"
"Ginny,
farò di tutto per vincere, ma se devo rinunciare a te, allora preferisco
cancellarti dal mio cuore!"
"Molto
comodo, Malfoy" ironizzò Luna
"Potrei
consigliarti la stessa cura, Lovegood. Forse ti farebbe bene, struggersi per
Lenticchia Weasley non mi sembra una gran cosa!!!"
"Va bene”
assentì Ron “Naturalmente, sorellina, dovrai dare il meglio di te durante la
partita"
"Do sempre
il meglio di me in ogni partita"
"I
Serpeverde batteranno i Grifondoro senza alcun trucco" apostrofò Malfoy
Mentre Ron e
Malfoy battibeccavano, Harry si avvicinò lentamente a Hermione e abbracciandola
disse
"Perdonami,
amore. Non sarei mai capace di rinunciare a te, ma non riesco a sopportare il
fatto che tu possa piangere per me"
"Scusami.
E' solo colpa mia e della mia continua ansia che ti accada qualcosa, forse sono
un pò paranoica"
"Devo
affrontare Voldemort, Hermione, e vorrei che voi foste al mio fianco. Perché
Harry Potter non esisterebbe senza i suoi amici"
Hermione affondò
ancora di più tra le braccia del suo ragazzo
"Io sarò
sempre al tuo fianco!" sussurrò stringendosi a lui
"Se
conosciamo tutte le mosse del nostro nemico" cominciò Luna agguerrita
"sarà più semplice affrontarlo. Dalla nostra parte non ci sono solo le
informazioni che potrà darci Malfoy, ma anche gli eventi futuri che potrà
raccontarci la Maia attraverso i sogni di Harry"
"Domani
informerò Silente della Maia e del Primo Guardiano" annunciò Harry
staccandosi con riluttanza dalla ragazza amata "Dobbiamo trovare un modo
per rincontrarla, ci sarà una pozione che amplifichi le mie capacità oniriche”
poi rivolgendosi a Draco “Ora Malfoy raccontaci quello che sai"
I ragazzi si
sedettero a cerchio sui morbidi cuscini arancione, buttati dappertutto sul
pavimento della Stanza delle Necessità. E mentre Ginny cercava, con dei
semplici incantesimi di guarigione, di curare il volto di Malfoy, il Serpeverde
cominciò
"Non so
cosa sia successo perché l’Oscuro Signore non ci ha ragguagliati sui
particolari, ma ora lui può raggiungerti, Potter" le sue parole fendettero
il pesante silenzio "Vuole ucciderti e lo farà non appena riuscirà a
varcare le porte di Hogwarts e poi evocherà il Dio del Caos"
"Voldemort
non può attraversare i cancelli di Hogwarts" sentenziò Ron "quindi
non può raggiungere Harry!!"
"Lui ha un
piano" asserì grave il Mangiamorte
"Vuole la
vita di Silente" azzardò Hermione fissando penetrante il mangiamorte "Uccidere il preside di Hogwarts
significa abbassare le difese della Scuola di Magia" la sua voce era lenta
"Ma lui non
può entrare" replicò Ron
"Lui
no" disse Harry tenendo lo sguardo fisso su Malfoy "ma tutti i Mangiamorte e i seguaci
di Voldemort che si trovano ad Hogwarts possono raggiungere Silente facilmente.
Vi ha ordinato di ucciderlo?"
"Si"
assentì il Serpeverde
"Chi?"
"Non lo
so"
"Come puoi
non saperlo?" domandò Ron scettico
"Perché
l'Oscuro Signore è furbo, sa che ci sono dei traditori, e ha affidato il
compito ad una sola persona"
"Quindi
solo chi ucciderà Silente, sa come, dove e quando accadrà?
"Si,
Granger"
"Cosa
possiamo fare?" chiese Ginny nervosa
"Per il
momento nulla" rispose Harry "L'Ordine proteggerà Silente meglio di
quanto potremmo fare noi. Piton li avrà già informati, noi dobbiamo occuparci
di altro"
Ron fissò Harry
sgomento
"Lui sa di
Piton, gliel'ho detto io un pò di tempo fa" rassicurò il giovane mago
"ma...
?"
"Ron,
Malfoy è legato a me da un incantesimo Divincolo, se ci tradirà dalla
sua mente questo ricordo verrà cancellato, così come i suoi sentimenti per
Ginny. Ed in questo momento il suo amore per lei è la nostra unica arma"
"Non la
metterei proprio in questi termini, Potter"
"Sta zitto,
Malfoy" ordinò Harry "Hai parlato di un Dio del Caos"
"Se non
impari ad essere più gentile mi troverò costretto a non rivelarti ciò che
so"
"Malfoy"
proruppe Luna "Non credi che sia alquanto puerile sottilizzare su certe
cose?"
"Decido io
su cosa sottilizzare, Lovegood, visto che sono l'unico a rischiare in questa nostra
allegra combriccola"
"Ok"
disse Harry con aria rassegnata "ci sarebbe molto utile se tu ci mettessi
al corrente di ciò che Voldemort vi ha detto durante l'ultima adunata di
Mangiamorte cui hai partecipato. Credi che così possa andare?"
"Sicuramente
meglio, anche se magari potresti imparare ad inserire nel tuo solenne ciarlare
un per favore e un grazie, qualche volta. Sempre che i babbani con cui vivi te
lo abbiano insegnato” blaterò gongolante “Te l'ho detto, vuole uccidere
Silente, vuole uccidere te e poi vuole evocare il Dio del Caos. Credo di
essere stato abbastanza chiaro"
"Vuole
evocare nuovamente un Dio, come col Necronomicon. Quindi è una divinità che può
concedergli un potere infinito e l'immortalità. Chi è questo Dio del Caos?"
"Non esiste
un Dio del Caos" pontificò Hermione "Ne sono più che sicura.
Dal caos si originò la vita, ma non c'è alcuna divinità ascritta esclusivamente
al disordine cosmico"
"L'Oscuro
Signore ha parlato di un antica divinità Egizia preposta al Caos"
cominciò Malfoy "Una creatura di pura malvagità"
Luna si era
alzata ed insieme ad Hermione si erano dirette verso l'enorme biblioteca a muro
che percorreva l'intera parete dell'ampia stanza.
"Il nome della divinità è
Seth" continuò Malfoy "Ha descritto il Caos come una forza
seducente capace di corrompere chiunque persino le persone più inclini al bene
e con grande forza di volontà"
"Ecco" fece Hermione
sedendosi accanto a Malfoy. Appoggiò un grosso tomo in pelle verde sulle
ginocchia "dovrebbe essere qui" cominciò a sfogliare il libro
velocemente "Allora... Nella religione egiziana sono diversi i miti che
riguardano la creazione del mondo" lesse ad alta voce "ma la
più accreditata, riportata nei Testi delle Piramidi, racconta che in principio
era il Caos… vedi non è una divinità” precisò soddisfatta, poi proseguì “… rappresentato
dalle acque di Nun, nelle cui profondità giaceva addormentato lo spirito del
creatore, Atum-ra, il Sole. Atum-ra… ”
Si fermò. Il suo volto
era di un acceso rosso porpora.
“Perché ti sei fermata?”
domandò Harry
“Questa cosa non posso
leggerla!” bisbigliò imbarazzata
“Perché cosa c’è scritto?” fece
Ron ansioso temendo il peggio
Malfoy le strappò il libro
dalle mani e proseguì nella lettura ‘tenendo il fallo in pugno ed eiaculando
diede vita ai gemelli Shu (dio dell'aria) e Tefnut (dio dell'umidità)’ "Interessante"
osservò il ragazzo divertito "Molto interessante"
"Sei un pervertito"
lo apostrofò Hermione disgustata
"Guarda che non sono
l'unico a trovarlo divertente" fece il Mangiamorte indicando Ron e Harry
I due ragazzi sogghignavano.
"Uomini" commentò
Hermione riprendendo possesso del testo e proseguendo non curante nella lettura
"Dai due gemelli nascono Nut (il cielo) e Geb (la terra). Da Geb e Nut
nascono: Osiride, Seth, Iside e Nefhti che insieme a Horus (figlio di Osiride
ed Iside) costituiscono l'Enneade. Le leggende riportate nei Testi delle
Piramidi raccontano che quando gli Dei camminavano sulla terra era il tempo
delle dinastie e Osiride era il quarto Dio che regnava in terra, dopo Ra, Shu e
Geb. I suoi predecessori si erano ritirati in cielo stanchi e scoraggiati per
non essere riusciti ad educare gli uomini"
"Chi può
biasimarli" commentò Luna pungente
"Solo
Osiride, accettando di condividere le sofferenze e la morte segnata nel destino
dell'uomo, con l'aiuto della moglie, la sorella Iside, insegnò agli uomini a
coltivare il grano, a fare la farina e il pane, a pigiare l'uva, a fare con
l'orzo una specie di birra e a fabbricare armi" proseguì la ragazza
immersa nella lettura e nel mitico mondo egizio "Osiride, affiancato
dal Dio Thot delle arti e della scienza, inventò i segni della scrittura e si
prestò a civilizzare il resto del mondo, lasciando al governo dell'Egitto la
moglie Iside"
Osiride...
Iside... Dove aveva sentito questi nomi?
"Quando
Osiride fece ritorno a casa il fratello Seth insieme ad Aso, la regina
dell'Etiopia, avevano ordito una congiura contro di lui: Egli fu invitato ad un
banchetto e Seth organizzò un gioco. Fece costruire un magnifico baule tutto
ornato d'oro, con le misure corporee del fratello; questo sarebbe appartenuto a
chiunque fosse riuscito ad entrarci del tutto. Ovviamente gli invitati
provarono a stendersi nella cassa ma non erano della taglia giusta, ma quando
toccò a Osiride tutti notarono che vi entrava a meraviglia. A quel punto i
complici di Seth si avventarono sulla cassa sigillandola con il faraone vivo al
suo interno. Il baule fu quindi gettato nelle acque del Nilo da dove raggiunse
le spiagge del Biblo ai piedi di una tamerice. Intanto Iside, venuta a sapere
dell'accaduto, raggiunse Biblo e cominciò la ricerca del forziere, quando lo
trovò riprese la via del ritorno. Ma nel momento in cui aprì il grosso scrigno
vide il voltò ormai spento del adorato marito, le sue lacrime e il suo dolore
non riuscirono a riportarlo in vita; dunque ella decise di resuscitarlo con la
magia.
"Conosceva
una magia che era in grado di riportare i morti in vita?" osservò Ginny
"Magie
proibite e pericolose" puntualizzò Luna
I pensieri di
Harry si affollarono rapidi su quanto raccontato da Lupin durante la sua
lezione di Difesa contro le Arti Oscure: zombi di Haiti e Ka.
L’ascetico
concetto del Ka egiziano, che lo tormentava nei suoi sogni che lo aveva
ghermito nella sua realtà, ora si era insinuato come un cataclisma nel suo
destino.
"Iside
usò tutte le possibili formule magiche per richiamare in vita lo sposo, ma
nulla cambiò; allora la Dea nascose la cassa in un luogo presso Buto tra le
paludi del Delta. Ma per caso Seth, andando a caccia di notte, lo trovò e
apertolo, tagliò il corpo del fratello in 14 pezzi che sparpagliò per tutto
l'Egitto. Iside, saputolo, ricominciò la ricerca e riuscì a ricomporre il corpo
con l'aiuto della sorella Nefti, Thot e Anubi. Iside si
trasformò in nibbio... "
"Era una
specie di animagus!" notò Ron
"... e
sbattè le ali per restituire il soffio della vita al defunto e si posò al posto
del… “
Di nuovo la
lettura si arrestò.
“Cosa c’è
Granger un'altra scena piccante” la schernì Malfoy “Vuoi che prosegua io?”
domandò ammiccante
“… sesso
scomparso di Osiride, facendolo riapparire ed esserne così fecondata" lesse
Hermione velocemente
"La storia
si fa sempre più interessante e tu la racconti veramente bene Granger, con una
tale intensità" la beffeggiò il giovane Mangiamorte
"Idiota... Anubi
imbalsamò il corpo di Osiride che divenne il signore del regno dei morti. Sui
muri del sepolcro furono incise le formule magiche di rito e accanto al
sarcofago fu deposta una statua a lui somigliante”
“Oltretomba e
magia” rifletté Harry
Un deja-vu!!
Ricordava di aver
già fatto questa associazione…
Ma in quale
occasione?
E, soprattutto,
perché questo collegamento di idee lo turbava tanto?
“Compiuto il
rito della sepoltura, Iside ritornò a nascondersi nelle paludi per proteggere
il nascituro dalle vendette di Seth” continuò Hermione “Horo nacque e fu
allevato e protetto dagli uomini. Quando divenne adulto Osiride tornò sulla
terra per farne un soldato. Radunati tutti i suoi fedeli, partì alla ricerca di
Seth per vendicare il padre. La battaglia durò tre giorni e tre notti: Horo
mutilò Seth, ma questo si trasformò in un enorme maiale nero e ingoiò l'occhio
sinistro di Horo"
"L'occhio
di Udjat?" sussurrò Harry
Hermione
richiuse il grosso tomo.
“Voi sapete
cos’è l’occhio di Udjat?” domandò Ginny curiosa
“Lupin ce ne ha
parlato a lezione” principiò Harry “E’ una specie di talismano. Nell’antico
Egitto era considerato un vero e proprio amuleto
contro il male, un'importante simbolo magico contro ogni elemento negativo.
Difendeva dalle malattie e aveva il potere di riportare in vita l'uomo.” poi
improvvisamente la sua voce cambiò, sembrava come in trans “L’occhio di Horus
dopo il combattimento con Seth venne frantumato in 64 pezzi sparsi per l’intero
Egitto. La sua sposa, Hathor, insieme al dio Thot scandagliarono l’intero
Egitto per ricostituire l’occhio e restituirlo al legittimo proprietario. La
triste Hathor, raminga per l’Egitto, era giunta alla fine del suo lungo
peregrinare, sapeva dove si trovava l’ultimo pezzo. Ma proprio quando ormai era
certa di poter ritornare vittoriosa dal suo sposo, degli uomini si
impadronirono del frammento e quando si rifiutarono di restituirglielo ella si
scagliò contro di loro con tale ferocia che dopo averli scovati nel deserto, li
uccise, compiacendosi alla vista del sangue delle sue vittime. La collera
divina sembrava davvero inarrestabile ma Shu e Thot, i messaggeri celesti
inviati da suo padre Ra, riuscirono ad avvicinare la terribile fiera e a
intrattenerla con affascinanti racconti. La dea si commosse e decise di fare
ritorno a casa ma non poteva certo entrare in Egitto nei panni di una leonessa
sanguinaria. Thot, allora, calmò la rabbia della divinità versando vino nelle
acque di Philae, dove essa si abbeverava. Costei, scambiando il vino per sangue,
ne bevve fino a placare la sete, si ubriacò e finalmente si calmò. Al suo
risveglio aveva riacquistato il suo aspetto positivo e fu così accolta in
Egitto come dea Hathor con grandi feste e onori. Ma al suo ritorno il suo sposo
non c’era più… Aveva speso la sua vita alla ricerca di un oggetto che non
sarebbe più servito a nessuno!”
“Queste cose Lupin non le ha mai dette” affermò Ron basito
“Come fai a saperle?”
“Era nei miei sogni” asserì Harry ridestandosi da quella
strana sensazione “Io credo di aver avuto l’Occhio di Udjat tra le mie mani”
fissava morbosamente le sue mani come se ancora potesse stringerlo con avidità
“Forse era questo ciò che cercava Voldemort?” manifestò Ron
“Forse era l’Occhio di Udjat che stava cercando Bellatrix Lastrange nel negozio
di Sinister?”
“Se è quello ciò che stava cercando allora lo ha trovato”
assicurò Harry fermo
“Come fai ad esserne così sicuro?”
“Te l’ho già detto Malfoy, io so tutto ciò che passa per la
mente di Voldemort. E so che ha ottenuto ciò che desiderava”
“Probabilmente” avanzò titubante Hermione “l’Occhio di
Udjat è più di un semplice amuleto, probabilmente servirà per evocare questo
Dio del Caos”
“Forse c’è qualcosa su questo libro” illustrò Luna aprendo
un piccolo libretto su cui erano incise ‘Culti pagani e leggende babbane’. Scorse
velocemente le pagine “C’è poco, ma almeno possiamo farcene un idea… Seth:
dio del caos, "del sole che prosciuga", della sete febbrile che
uccide, del tramonto del giorno e della distruzione delle cose. E’ il dio della
guerra e della forza bruta. Nella iconografia egizia. Il Dio indossava
vesti straniere, che lo qualificavano come sovrano dei paesi stranieri e che lo
facevano somigliare al dio siro-palestinese Baal o all'hittita Teshub”
“Baal?” notò
inquieta Ginny “Era uno dei Primi Maligni collegati al Necronomicon”
“E non è finita”
aggiunse preoccupata Luna “qui dice che… con il passare del tempo il culto
di Seth diminuisce, ed egli diviene una divinità minore, realmente crudele e
malvagia, che slitterà poi, con la tradizione cristiana, nella figura di Satana”
“Satana… Caos… “
balbettò Ron “Ma cosa sta cercando di fare quel pazzo?”
“Vuole riportare
la Magia del Caos!” asserì Malfoy “E’ ciò che ha sempre voluto. Nella
Prima Grande Guerra tu lo hai fermato” volse lo sguardo su Harry “Poi
nuovamente l’anno scorso sei riuscito ad impedire il ritorno di Yog ed il
realizzare del suo sogno. Ma ora sa che tu sei l’unico ostacolo per raggiungere
il suo obbiettivo”
“Cos’è la Magia
del Caos?”
“Non so con
precisione cosa sia. Credo non lo sappia nessuno. Mio padre… “
“Dunque una
fonte autorevole di magia nera e proibita” ironizzò Ron
“Almeno mio
padre è autorevole in qualcosa” ironizzò il Serpeverde, poi riprese la sua
cronaca “La Magia del Caos si basa su un culto mostruoso di divinità
oscure e diaboliche con cui è possibile entrare in contatto attraverso riti e
cerimoniali. Per i maghi caoisti nulla è vero e tutto è permesso…
effettivamente un concetto molto affascinante”
“Certo” asserì
Ginny “Un sistema che non ha nessun codice morale mette il mago oscuro in
condizione di agire liberamente e senza alcun freno inibitore. Molto comodo, ma
molto pericoloso”
“Proprio così,
Ginny” confermò Malfoy “Troppo pericoloso!! Io ritengo sia impossibile
assoggettare una divinità ai propri voleri. Ma l’Oscuro Signore reputa di
poterci riuscire mettendo così a repentaglio il mondo così come lo conosciamo”
“E’ questo che
ti ha spinto ad unirti a noi, non è così, Malfoy?” domandò acido Ron
“Credevi che mi
fossi preso una cotta per te, Weasley? Se Potter è l’unico che lui teme e che
può fermarlo non ho molta scelta!”
“L’unico che
può fermarlo!” pensò Harry
Ma come?
Doveva
assolutamente rincontrare Kalindra.
“Hermione”
incitò Harry greve “devi assolutamente trovare un modo perché io incontri
nuovamente la Maia”
NdA: Finito!
Veramente lunghissimo, però era necessario mettere ordine tra i ragazzi e nella storia.
Come spesso dico le storie in qualche modo si scrivono da sole, avevo cominciato il capitolo con una lite tra Harry e Hermione e alla fine
mi sono ritrovata con Luna che decide di dare altro tempo a Ron, tempo per comprendere cosa
realmente provi per lei (anche perchè era assurdo che un ragazzo che aveva amato Hermione per tanto tempo,
fino a litigare con il suo migliore amico, poi improvvisamente si fosse innamorato di un'altra ragazza!
Senza nemmeno un dubbio). Per quanto riguarda Ginny e Draco non so ancora come andrà a finire.
Il personaggio di Malfoy mi piace troppo perchè, non essendo buono, è spesso pungente e molto comico!
Inoltre poichè questa, nei suoi limiti, continua ad essere una storia interattiva, nel prossimo capitolo ci sarà l'incontro di
quidditch "Grifondoro vs Serpeverde" e vorrei che foste voi a decidere come finirà la partita tenendo anche conto che da questo dipende
la storia tra Draco e Ginny.
Aspetto le vostre preferenze... perchè come sempre questa storia la scriviamo insieme!
Per finire la storia è ormai entrata nel vivo. Voldemort è tornato ed ora sappiamo cosa, forse, stesse cercando e soprattutto
quali siano i suoi piani! L'evocazione di un nuovo Dio, un Dio molto più potente, questa volta una divinità
preposta al Caos... un Dio associato a Baal e a Satana!
Ma in questo chap c'è molto più di quanto sembra...
Questa volta impiegherò un pò di più a scrivere il chap, in quanto mi serve tempo per conoscere le
vostre opinioni sull'incontro Grifondoro vs Serpeverde e quindi sulla coppia Draco/Ginny. Devo dare a tutti (anche ai ritardatari) la possibilità
di esprimere la loro preferenza.
bacini e... a prestissimo
Lella80
EFP
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Capitolo 13 *** Grifondoro vs Serpeverde ***
CAP13
Anche questo capitolo mi è venuto piuttosto lungo.
La scorsa volta avevo proposto un sondaggio sulla partita e tutti avete optato per una vittoria dei Serpeverde...
spero che il risultato vi piaccia!!
Prima di cominciare, come sempre, ringrazio le persone che hanno lasciato un commento e che hanno lasciato
una risposta al mio sondaggio. Come dico sempre, le storie si scrivono da sole e quello che non scrivono loro lo facciamo insieme.
Quindi un ringraziamento speciale a marco (non ti preoccupare non li faccio lasciare, la coppia Harry/Hermione l'avete decisa in tanti nella storia precedente
quindi ben lungi da me separli. Spero che anche questo capitolo ti piaccia e nel prossimo chap ti faccio un regalino!!), granger90 (In questo capitolo Ron comincia
un pò a riflettere su Luna e su Hermione... cosa non facile d'altronde, ma come hai notato anche tu... necessario), k94 (Innanzitutto grazie tante per il complimento.
Volevo rassicurarti sul fatto che Draco e Ginny, almeno per il momento sono innamorati, per cui sono sicura che resisteranno anche a questa ennesima prova...)
ed infine Kalindra (Grazie per il lungo commento... tral'altro utilissimo... per quanto riguarda Seth: diciamo che solitamente quando mi discosto da
ciò che leggo avviso i lettori dell'incongruenza dettata dalla trama. Effettivamente Seth, non era esclusivamente una divinità
interamente malvagia, e questa è la ragione per cui alcuni faraoni ne portano il nome. Nel periodo predinastico
era una divinità benigna dei morti, poi, se non ricordo male, la sua importanza diminuisce quando i re dell' Alto Egitto unificano le Due Terre ed impongono il loro dio, Horus,
come divinità principale... il culto di Seth venne sostituito da
quello di Horus e quindi le due divinità si anteposero divenendo l'una l'incarnazione del bene e l'altra il male ad esso contrapposto.
Quindi la devozione nei confronti di Seth si attenua, fino a trasformarsi gradualmente in demonizzazione: ciò avvenne soprattutto in
seguito alla sempre crescente importanza del culto di Osiride e al crescente atteggiamento ostile nei confronti degli stranieri... In realtà la storia è abbastanza complicata, perchè ci sono
periodi in cui Seth coesiste con Horus e col fratello Osiride, mantenendo anche delle potenzialità benigne, ma col tempo
scompaiono anche quelle. Comunque quando proseguiremo con la ffic
farò spiegare da Lupin la vera natura di Seth, così magari è più semplice)
Grazie ancora... buona lettura a tutti
Lella80
CAP13 Grifondoro vs Serpeverde
Dal giorno
dell'ultima riunione nella Stanza delle Necessità erano passati alcuni giorni e
si erano creati nuovi equilibri all'interno del ”allegra combriccola”, così
com’era stata sarcasticamente ribattezzata da Draco Malfoy. I giovani maghi
tentarono, per quanto concesso dalla loro inesperienza, di evitare inutili
risse e liti e di concentrarsi, non solo sui loro problemi adolescenziali, ma
su un bene superiore: la salvezza dell’umanità!
Ma… non era
facile!!
Per Harry ed i suoi
amici era abbastanza gravoso pensare “alla salvezza dell’umanità”, mentre erano
totalmente soggiogati dai loro infiniti drammi adolescenziali. I nostri giovani
eroi combattevano ogni giorno con i loro fantasmi e i loro piccoli tormenti e
non sempre la salvezza dell’umanità era la loro priorità. E, in certe
occasioni, come la partita di Quidditch più importante e più attesa della
stagione, Serpeverde contro Grifondoro, i problemi dell’umanità passavano
almeno per qualche ora in secondo piano o meglio… erano delicatamente
accantonati nell’angolo più buio e nascosto delle loro menti. Naturalmente era
impossibile dimenticare che Lord Voldemort voleva uccidere Silente e Harry per
poter aprire le porte di un nuovo mondo dominato dalla magia del Caos e
dall’ennesimo malvagio Dio. Eppure vincere quest’incontro avrebbe ridato loro
un fugace sorriso.
Per la
maggior parte dei Grifondoro, vincere contro la squadra verde-argentea,
significava solo vincere il Torneo di Quidditch per l’ennesima volta, un
fulgido obiettivo d’altronde, ma per Harry e Ron, la vittoria trascendeva la
vittoria stessa. Allontanare Draco Malfoy dalla vita di Ginny Weasley, era
questo il loro vero obiettivo ed era un incentivo più che sufficiente per dare
il massimo nella partita che avrebbe visto Mangiamorte contro Auror.
Volevano
vincere … Dovevano
vincere… non per la salvezza di tutta l’umanità, ma solo per la salvezza di
Ginny.
I loro
allenamenti erano diventati dei veri e propri massacri psico-fisici. Nell’ultima
settimana si erano allenati per ore ed ore, giocando ininterrottamente sotto
fiumi di pioggia scrosciante. A volte la pioggia sferzava così forte sui loro
volti che potevano sentire il dolore di sottili aghi contro la pelle
ghiacciata. I temerari giocatori del Grifondoro continuavano ad allenarsi senza
remore e senza tregua, contro le intemperie della natura. Il demone, che aveva
posseduto Baston ed Angelina, sembrava dominare la mente è il corpo non solo di
Harry ma anche di Ron. A nulla erano valse le lamentele dei membri più giovani
della squadra, impegnati nei G.U.F.O., a nulla erano valse le parole di Luna e
di Hermione, perché nulla li avrebbe distolti dalla loro missione…
La loro
lotta contro il male, incarnato nella figura di Draco Malfoy, venne interrotta
solo dalla seconda serata di punizione nella stanza del professore di Pozioni
“Se ci ha
fatti entrare” azzardò Ron, buttando lo sguardo sulle ampolle ricolme di
intrugli di vario colore che erano ordinatamente disposte sui numerosi scaffali
“allora… forse… non dovremmo andare in giro di notte nella foresta proibita
alla ricerca di qualcosa di particolarmente schiattoso!!!”
“Sono
sicuro” notò una voce falsamente carezzevole “che Minerva McGrannitt sarebbe molto
orgogliosa di constatare il coraggio degli studenti della sua casa”
“Senti
chi parla!!” pensò Harry indignato, fissando la nera figura del professore
di Pozioni “proprio lui che per salvare la propria pelle fa il doppio gioco”
“Hai
qualcosa da ridire, Potter?” domandò l’uomo fissando lo sguardo sul giovane
mago
“No,
signore” replicò Harry asciutto
“Bene” cominciò
flemmatico voltandogli le spalle “stanotte preparerete una Pozione
Acchiappasogni” estrasse la bacchetta e con un tocco aggraziato fece apparire,
davanti ai due ragazzi, un grosso calderone, delle ampolle di diverso colore,
una piuma dorata e della polvere argentea “Qui c’è tutto quello che vi serve,
vi rammento che questa pozione va preparata in tempi ben precisi. Alcune di
queste erbe devono macerare per un intero plenilunio”
“Ma… oggi
comincia il plenilunio” obiettò Ron accigliato
“Perché
credi di essere qui stanotte, Weasley, per cogliere margherite?” ironizzò il
professore “Il nostro preside mi ha chiesto di preparare una pozione
Acchiappasogni per te, Potter. Ho pensato che potesse essere utile ad entrambi
esercitarvi nella preparazione di una pozione, visto gli scarsi risultati
ottenuti durante le lezioni regolari. Ho pensato“ commentò, aggrottando le
sopracciglia e inarcando le labbra in un sorriso tirato “che se aveste avuto un
incentivo vi sarebbe stato più semplice applicarvi”
“Incentivo?”
“Si,
Potter. Il Professor Silente mi ha raccontato dei tuoi strani sogni e del tuo
desiderio di catturarli. Quindi se è una cosa a cui tieni tanto, magari
profonderai un impegno maggiore. E’ noto che le persone con scarso intuito ed
intelligenza, hanno bisogno di molti stimoli per riuscire anche nelle cose più
semplici”
“In realtà
non credo, in questo momento, di aver bisogno di un Pozione Acchiappasogni,
Signore”
“Come
dicevo, le persone con scarso intuito ed intelligenza hanno bisogno di molti
stimoli per riuscire anche nelle cose più semplici. Sono stato informato da
Remus che hai incontrato una Ninfa nei tuoi sogni. La Maia che si trova a
guardia dei Cancelli dei Sogni”
Ma
perché dovevano sempre raccontargli tutto?
Se nessuno
si fidava di lui perché tenerlo al corrente di notizie tanto delicate?
“Una Maia
di nome Kalindra” continuò indolente “Il professor Silente ritiene che tu debba
rincontrarla ed io condivido il suo pensiero. La Pozione Acchiappasogni libera
la mente dai sogni aprendola a tutto ciò che è al confine tra la realtà e il
sogno.” I suoi occhi erano diventati due strette fessure e le sue labbra
s’incurvarono leggermente verso l’alto mimando una sorte di empio ghigno “Questi
sono infusi potenti, stupido ragazzo, il cui potere è pari solo ad alcune magie
proibite”
Era questa la ragione per cui Silente era inizialmente
contrario all’utilizzo di una Pozione Acchiappasogni.?
“E come
tutte le magie proibite e una magia molto pericolosa” terminò secco l’uomo
Sorrideva!!
Perché
sorrideva?
“Vuol dire
che Harry potrebbe morire nel caso in cui la bevesse?” domandò Ron allarmato
“Diciamo
che se non viene preparata correttamente la morte è istantanea!”
puntualizzò l’odiato professore
“Quindi”
Harry deglutì temendo il peggio “noi dovremmo preparare la pozione, senza il
suo aiuto e poi io dovrei berla?”
“Si,
Potter, forse non hai fiducia nelle tue capacità ed in quello del tuo fedele
amico”
“E dove si
trova la formulazione dell’infuso?”
“E’ qui”
toccò il muro vuoto davanti a se facendo apparire una biblioteca immensa stracolma
di vecchi libri impolverati, praticamente tutti uguali “Spero che riusciate a
trovare al più presto il libro giusto”
Era
impossibile!! Avrebbero
dovuto essere i ragazzi più fortunati dell’intero mondo magico e babbano per
poterlo trovare nei tempi giusti. La luna piena brillava alta in un cielo terso
e stellato, quindi dovevano essere intorno alle dieci di sera e loro avrebbero
dovuto mettere a macerare le erbe nelle giuste proporzioni prima del calar
della luna. Ed in quello scaffale c’erano più di trecento libri… Era
impossibile!!!
“Se non ci da un
indicazione sulla collocazione del libro, probabilmente passeremo tutta la
notte a cercarlo e domani c’è l’incontro Serpeverde contro Grifondoro!!”
protestò Ron
“La partita
è nel primo pomeriggio”
“Ma domani
mattina abbiamo le lezioni e quest’anno ci sono i M.A.G.O, non possiamo saltare
i corsi”
“Questi non
sono affari miei, Weasley” replicò l’uomo seccato
Il
professore di Pozioni si voltò e si avvicinò ad una grossa porta nascosta
dietro un enorme armadio appena socchiuso. Appoggiò la mano alla maniglia in
ottone e aggiunse
“Cercate di
non fare troppo rumore, domani mattina dovrei svegliarmi presto” il suo volto
era nuovamente illuminato da un riso beffardo “Nel caso in cui riusciate a
trovare il libro, lasciate pure le erbe a macerare in questo armadio“ indicò
l’armadio alla sua destra “Buonanotte” disse aprendo la porta
“Mi scusi,
Signore” Harry tentò di attirare l’attenzione dell’uomo
“Cosa c’è,
Potter?” domandò il mago visibilmente infastidito
“E se
preparassimo una corretta Pozione Acchiappasogni?”
L’uomo
cominciò a ridere di gusto.
Ma allora
voleva davvero vederlo morto!!
“Naturalmente
dubito fortemente che possiate riuscire a preparare una buona pozione senza
l’aiuto della cara Granger”
“Ma se
riuscissimo?” insistette il giovane Grifondoro
“Cosa vuoi
sapere, Potter?” chiese il professore non riuscendo a capire dove il ragazzo
volesse andare a parare
“Quali sono
i rischi?”
“Pensavo
che il coraggioso Potter non temesse alcuna cosa. Il bambino sopravvissuto con
la cicatrice a forma di saetta sulla fronte…”
Ma… lo
stava prendendo in giro?
“Il bambino
che appena in fasce ha sconfitto l’Oscuro Signore e che lo ha affrontato l’anno
scorso, rovinando tutti i suoi meravigliosi sogni di gloria.” L’uomo si fermò
per alcuni secondi fissando i suoi occhi scuri in quelli verdi e cristallini di
Harry. Sembrava assaporare morbosamente ogni attimo dell’esitazione del giovane
ed odiato Grifondoro “Il nostro eroe ha paura di bere una pozione?”
“Dovrei
averne?” domandò Harry noncurante
“Certo che
dovresti averne, Potter” sibilò “Le pozioni Acchiappasogni catturano i sogni,
ma se la Maia ti mostrasse ciò che si nasconde dietro i cancelli che
custodisce, potresti confondere la realtà con la fantasia e rimanere
prigioniero del Mondo di Oneiros. Per sempre”
Harry lo
osservava sgomento. Le parole, così come le infinite domande che aveva da
porgli, gli morirono in gola rimanendo prigioniere del vuoto che per qualche
istante inondò la sua mente.
“Questo
vuol dire che morirebbe?” replicò Ron dando voce alla sua paura più grande
“Non
ascolti, Weasley. Non morirebbe sarebbe per sempre prigioniero del mondo
dei sogni!” replicò l’uomo chiudendo fragorosamente la porta dietro di se
“Tu ci hai
capito qualcosa?” domandò Ron volgendo lo sguardo su Harry
“Ron, sta solo
cercando di spaventarci” replicò asciutto, cercando di tranquillizzare il
giovane Weasley “L’unica cosa vera che ha detto, probabilmente, è che dovremmo
testare la pozione su di noi e se non è preparata correttamente dubito che ci
faccia granché bene… ” poi cercando di tranquillizzare più se stesso che
l’amico, “… ma di certo non ci ucciderà! Silente non lo permetterebbe mai”
puntualizzò sicuro “Piuttosto cominciamo a cercare questo maledetto libro”
“Non ci
riusciremo mai” squittì Ron disperato, alzando la testa verso l’alto e
scrutando, con lo sguardo, l’enorme pila di libri che si dipanava dinanzi ai
suoi occhi.
*
Passarono
gran parte della serata levitando a destra e a manca in cerca di un libro, di
cui cominciarono a dubitarne l’esistenza.
“Non c’è”
disse Ron accasciandosi stancamente al suolo
“C’è”
assicurò Harry “sono sicuro che c’è! E poi ne mancano appena un centinaio…
forse qualcosina in più!!”
“Ora ti
fidi anche di Piton?”
“Ron, Piton
non trasgredirebbe mai un ordine di Silente. Se gli ha chiesto di preparare la
pozione lui la preparerà. Sta solo cercando di renderci il compito più
difficoltoso” terminò, avvicinandosi all’amico e sedendosi al suo fianco con le
gambe incrociate e il volto fisso sull’enorme libreria.
“Harry,
mancano poche ore al calar della luna”
“Dobbiamo
sapere cosa cercare, altrimenti potremmo cercare per giorni”
“Se ci
fossero Hermione e Luna, sarebbe tutto più semplice, loro sanno sempre dove si
trova il libro giusto!”
“Sono così
simili” osservò Harry
“Già”
assentì Ron malinconico
“E per
questo che ti piace?” domandò Harry serrando lr ginocchia contro il petto
“E’ quello
che lei mi ha rimproverato!” sembrava parlare a se stesso “All’inizio credo che
mi piacesse perché mi ricordava tanto Hermione!!” il suo volto era dolce “Ma
Luna è diversa. Lei è forte, dolce, allegra, intelligente, proprio come la
nostra Hermione, però Luna ha un modo di dire le cose e di portele in maniera
così semplice da essere disarmante”
“Sei ancora
innamorato di Hermione?”
“Me lo sono
chiesto spesso, soprattutto dopo che mi ero accorto di provare per Luna
qualcosa di più di una semplice amicizia” i suoi occhi erano fissi in quelli di
Harry “Ma non lo so! In queste occasioni mi piacerebbe essere una ragazza, loro
sono più brave di noi in queste cose introspettive!”
Harry chinò
la testa, dimentico del libro, della pozione Acchiappasogni e della luna che
era quasi calante
“Io sono
contento” continuò Ron “che tu e Hermione stiate insieme; davvero!!! Voi due
siete i miei migliori amici. In questi giorni ho molto parlato con Hermione e
lei mi ha detto che per non far soffrire Luna devo fare chiarezza nei miei
sentimenti”
“Ci vuole
tempo per fare chiarezza nei propri sentimenti” lo consolò Harry appoggiandogli
una mano sulla spalla
“Ho solo
paura che lei non mi aspetti. E se qualcun’altro me la portasse via?”
Harry notò
che l’amico era visibilmente preoccupato
“Ha detto
che ti avrebbe aspettato!” asserì flemmatico
“Sono cose
che si dicono”
“Credi che
Luna sia una ragazza che dice le cose tanto per dire?”
“No”
replicò Ron con un sorriso “Se lo ha detto allora mi aspetterà! Mi manca così
tanto, so che forse ti sembrerà strano che possa essermi innamorato così
velocemente di un’altra ragazza, sembra così strano anche a me! E’ che… è come…
”
“So
benissimo cosa vuoi dire amico” lo interruppe Harry “l’ho provato anch’io prima
di te! E come qualcosa che ti entra dentro lentamente. Senza nemmeno
accorgertene cominci a vedere quella persona con occhi diversi e le cose
cambiano, vorresti vederla sempre, sentirne la voce. Il cuore ti batte
all’impazzata quando sai di doverla vedere e poi si ferma di colpo se entra
nella tua stessa stanza. E’ la prima persona a cui pensi la mattina e l’ultima
a cui volgi il tuo ultimo pensiero prima di dormire. Non sai perché… ma è così…
succede e basta”
“Hai
proprio colto nel segno!” confermò Ron
“Devi solo
essere tranquillo e avere fiducia di quello che provi. Vedrai che sarà più
semplice di quello che pensi. E poi è successo a me e a Ginny, perché non
dovrebbe succedere anche a te?”
“Tu ti sei
innamorato di Hermione, ma quando è successo per Cho Chang non provavi più
nulla da molto tempo. Io mi sono avvicinato a Luna perché abbiamo molte cose in
comune; poi lei è una ragazza molto carina oltre ad essere dolce ed
intelligente. Forse quello che provavo per Hermione non era molto diverso da
quello che provo per mia sorella, non lo so ancora, ma sicuramente nessuna
delle nostre situazioni è paragonabile con quella di mia sorella e… quello lì”
Era
furibondo!
“Ron, loro
due sono innamorati” chiarì Harry intimorito
Ron lo
fissò torvo “Lei era prima innamorata di te, del bambino sopravvissuto, poi di
quell’idiota di Corvonero, Michael Corner poi di Dean. Harry mia sorella non è
innamorata proprio di nessuno, lei ha solo la sindrome del MediMago”
“Sindrome
del MediMago?” replicò perplesso
“Già!! Gli
piacciono quelli che deve aiutare, che deve salvare”
“Ah… un
analogo della sindrome della crocerossina del mondo babbano!” pensò fra se
“Ora, ha
solo deciso di salvare Draco Malfoy dal suo doloroso destino di Mangiamorte”
proseguì Ron infervorato “e poi come tutte le donne è attratta dal bello e
dannato”
“Trovi che
Malfoy sia bello?” domandò Harry basito
“Non è il
mio tipo, ma non si può dire che sia brutto” replicò Ron divertito “perché tu
lo trovi brutto?”
Si
fissarono per alcuni secondi, esplodendo poi in una sonora risata, ma
repentinamente entrambi zittirono ricordando che si trovavano ancora nella
stanza del professore di Pozioni e che la luna ormai calante, stava per
lasciare spazio ad un nuovo giorno.
“Dobbiamo
trovare quel libro” suggerì Harry “ma dobbiamo cercare di limitare la ricerca!
Continuare alla rinfusa non porterà ad alcun risultato”
“Se
provassimo per ingredienti? Polvere di fays e piume di Grifone sono gli
elementi fondamentali. Proviamo prima con queste”
“Ok”
assentì Harry “Io cerco la piuma di Grifone, tu la polvere di Fays. Abbiamo
poco tempo, Ron… molto poco”
“Lo so! Ma
ci riusciremo”
Si
scapicollarono lungo l’intero scaffale, volteggiando da un lato all’altro.
Sfogliavano i testi velocemente. Tomi sudici e scintillanti, vecchi e nuovi,
malandati e ben tenuti, non trascurarono nessun testo nel cui titolo c’era un
richiamo seppur vago a: sogni, fays o Grifoni. Mancava pochissimo, il cielo
ormai aveva perso da molto tempo il suo intenso colore blu quasi tendente al
nero della notte inoltrata, per lasciare il posto ad uno sbiadito manto
stellato, in cui appena percettibile era l’orsa maggiore. In quella buia stanza
non potevano scorgere i particolari della notte, ma era chiaro che il buio
diventava sempre meno intenso e attraverso la finestra, che ricopriva l’intera
parete di fronte alla libreria, trapelava una tenue luce azzurrina che lasciava
chiaramente intuire il finire della notte. Avevano quasi perso la speranza
quando Ron notò tra i libri, nella parte più alta della libreria, un piccolo
libro rilucente di un bagliore verdognolo.
“TROVATO”
gridò il ragazzo entusiasta, mentre frettoloso si avvicinava all’amico
“Non
urlare” sussurrò Harry
“Scusa, ma
non riesco a crederci. E’ stato un vero colpo di fortuna” replicò aprendo il
grazioso libello che recava iscritto sulla copertina soltanto ‘Polvere di Fays’
“Eccola! Pozione Acchiappasogni: Lavanda, Verbena, Timo, Valeriana, Tiglio,
Papavero, Luppolo, Sambuco, Somnia Sulfurea e ovviamente polvere di Fays
dell’aria e piuma di Grifone” elencò soddisfatto per l’impresa “Le erbe
dovrebbero essere tutte nell’armadio” fece indicando la credenza alla sua
sinistra “le altre cose sono accanto al calderone. Tu pensa a preparare il
paiolo, io mi occupo delle erbe”
Harry si
apprestò a preparare il grosso pentolone. Dopo pochi minuti Ron si accostò a
lui carico di vasetti ricolmi di erbe triturate e intere, ponendoli al suo
fianco.
Ron
cominciò a leggere porgendo volta per volta i vasetti all’amico,
“Aggiungere
al paiolo tre grossi mestoli di acqua di Rosa Canina” Harry afferrò un’ampolla
di colore perlaceo la stappò e verso tre grossi mestoli nel recipiente di rame
“Poi aggiungi tre foglie di Lavanda, due manciate di Verbena” mentre Ron
proseguiva lento nella sua lettura, Harry eseguiva impeccabile ogni istruzione
con inusitata perizia “otto foglie di Timo e dodici di Valeriana, una manciata
di Tiglio, tre semi di Papavero e nove di Luppolo, due cucchiaini di succo di
Sambuco ed infine tre foglie di Somnia Sulfurea. Lasciare a macerare per un
plenilunio” Ron fissò Harry gioioso “Per il momento abbiamo finito domani
bisogna aggiungere la Polvere di fays dell’aria e poi la pozione deve riposare fino
alla luna nuova”
“Finito”
fece Harry buttando l’ultima foglia di Sominia Sulfurea nel calderone
Nel cielo
ormai le stelle erano sparite, ma la luna era ancora visibile. La notte stava
lentamente lasciando spazio ad un nuovo giorno. Era fatta! Ma quella corsa
contro il tempo li aveva stremati. Crollarono esausti l’uno accanto all’altro
sprofondando in un pesante sonno rasserenante. Trasalirono, alcune ore dopo, risvegliati
dal tossire nervoso di Piton che cercava di attirare la loro attenzione.
Quando Harry aprì gli
occhi vide il professore di Pozioni che con aria stupita osservava il contenuto
del pentolone. Nell’aria c’era un delicato odore di lavanda e timo e un morbido
retrogusto floreale. Se non fosse stato per i pacati insulti di Severus Piton,
sarebbe stato un dolce risveglio. Ma quell’uomo era sempre capace di rovinare
tutto. Al termine degli improperi dovettero correre nei loro dormitori,
scapicollarsi nelle loro stanze raccattare i libri e apprestarsi alla lezione
della McGrannitt. Entrambi trascorsero l’intera lezione cercando di restare
svegli, mentre Hermione dispensava gomitate a destra e a manca nel mero
tentativo di tenerli desti. Fu una vera impresa arrivare alla fine della
lezione, ma ancora più difficile fu cercare di arrivare alla fine della
giornata. Le due ore di Incantesimi del piccolo professor Vitious sembrarono le
più lunghe della loro vita. Dovevano cercare di concentrarsi per eseguire una
magia senza l’ausilio delle loro bacchette. Ma per entrambi la cosa era
assolutamente fuori discussione, dovevano già concentrarsi per stare svegli,
figurarsi se potevano compiere incantesimi senza bacchetta. Era
improponibile!!! Sonnecchiarono finanche alla lezione di Lupin e ad ora di
pranzo Ron stava quasi per spiaccicarsi in un piatto di trippa con patate.
Erano letteralmente distrutti.
“Fra un’ora
abbiamo due ore di Pozioni” fece notare Hermione, mentre beveva del succo di
pomodoro
“Due ore
di Pozioni” mugugnò Ron disperato, poggiando la testa tra le mani e
scompigliandosi nervosamente i capelli come per destarsi da uno stato di
torpore.
“E non è ancora
finita! C’è anche la partita di Quidditch contro i Serpeverde. Faremo una
figuraccia” rincarò Harry desolato br>
“Vinceremo”
replicò Ron con gli occhi iniettati di sangue, per il sonno arretrato e per la
determinazione nel proteggere la sorella “Non ci lasceremo mai battere dai
Serpeverde. E poi noi dobbiamo schiacciare quel Mangiamorte di un Malfoy”
“Ben detto
amico” replicò Harry deciso
Hermione e
Ginny li fissavano sconcertate e…
“… forse
non hanno tutti i torti” pensò Harry sfiancato
**
Miracolosamente
riuscirono a restare svegli durante le due ore di Pozioni. Crollarono solo per
alcuni minuti nello spogliatoio dei Grifondoro. Harry era troppo stanco anche
per fare il consueto discorso d’incoraggiamento pre-partita alla Baston. Ebbe
appena la forza di dire a Ginny di ricapitolare gli schemi che avrebbero dovuto
usare. E cullato dalla gentile voce della ragazza si assopì per un tempo che
gli sembrò un infinitesimo di secondo. Ma in quella frazione di secondo, la sua
mente lo riportò ad antichi ricordi; a Baston e alle sue riunioni di fine
ottobre per discutere delle tattiche per il nuovo campionato. Quanto tempo era
passato da allora ed ora questo era il suo ultimo campionato scolastico. E
pensare che quando era arrivato nel mondo magico nemmeno sapeva cosa fosse il
Quidditch!!!
Il
Quidditch: una squadra di quidditch era formata da sette giocatori: tre
Cacciatori, il cui compito consisteva nel segnare punti facendo passare la
Pluffa (una palla rossa grande come un pallone da calcio) in uno degli anelli
posti all’altezza di quindici metri alle due estremità del campo; due
Battitori, provvisti di mazze robuste per respingere i Bolidi (due pesanti
palle nere che sfrecciavano in giro cercando di colpire i giocatori); un Portiere,
che difende le reti e il Cercatore, che aveva il compito più difficile, quello
di prendere il Boccino d’Oro, una pallina alata grossa come una noce la cui
cattura poneva fine alla partita e guadagnava alla squadra del Cercatore
centocinquanta punti extra.
La squadra
dei Grifondoro era forte nonostante fosse formata quasi esclusivamente da
elementi nuovi. Jack Sloper e Andrew Kirke erano i Battitori. Lilia Hamster,
Samantha Carter e Ginny Weasley erano i Cacciatori. Ron Weasley era il Portiere
e lui, Harry Potter era il Cercatore e il Capitano. L’anno prima era stata
molto dura tenuto conto dell’inesperienza e della giovinezza della squadra, ma nonostante
tutto erano comunque riusciti a vincere il campionato, quest’anno non sarebbero
stati da meno e poi… dovevano salvare Ginny.
“Harry”
chiamò Ginny
“Harry
osservò, uno per uno, i suoi giocatori e poi con sguardo fiero disse:
“Ok, è ora,
andiamo… “
Uscirono in campo, accolti da un’ondata di
fragoroso entusiasmo. Harry notò che lo stadio scintillava di coccarde e
bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra; ben pochi erano
invece i tifosi di Serpeverde. Infatti, dietro la porta della squadra
verde-argentea, erano schierate appena duecento persone in verde, il serpente
argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, ed il professor Piton
era seduto in prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia il
solito sorriso sgradevole.
Tra gli
spalti c’era la sua Hermione, che indossava una sciarpa oro e rosso, e al suo
fianco c’era Luna Lovegood, la quale invece indossava un enorme maglione su cui
lampeggiava la scritta ‘LA COPPA AI LEONI’.
La partita
stava per cominciare. Colin Canon, prese la bacchetta, la avvicinò alla gola
“Sonor”
sussurrò.
La sua voce
si amplificò.
“Signori e
Signore, benvenuti alla prima partita del campionato”
I giocatori
si posero uno di fronte all’altro
“Alla
vostra sinistra la squadra di GRIFONDORO, con indosso i colori scarlatti della
casa di appartenenza” urlò Colin Canon, che aveva sostituito dall’anno prima
Lee Jordan nella cronaca della partita “HAMSTER, CARTER, WEASLEY, WEASLEY,
SLOPER, KIRKE ed il nostro capitano HAAARRYYYY POOOTTEEEER”. Al nome di Harry
gli applausi divennero assordanti.
La
McGrannitt, seduta al fianco del giovane Grifondoro, tossicchiò rumorosamente,
e scrutò il ragazzo con aria corrucciata. Il quale con finta noncuranza proseguì
nella sono-cronaca
“Alla
vostra destra la squadra di Serpeverde, con indosso la solita casacca verde. Tutti
piuttosto grossi tranne il capitano: Tyger, Goyle, Zabini, Berton, Kornwel,
Montague e il loro capitano Draco Malfoy”.
Certo che
c’era poco da domandarsi per quale squadra parteggiasse il piccolo Colin Canon.
“I capitani
si diano la mano!” disse Madama Bumb.
Harry e
Draco si avvicinarono
“Vinceremo,
Malfoy” decretò Harry porgendogli la mano “Per noi questa è più di una partita”
“Prenderò
il boccino prima di te questa volta” replicò Draco stringendogli la mano
“Perché anche per me questa è più di una partita”
“In sella
alle scope” disse Madama Bumb.
Il fischio
d’inizio andò perso nell’urlo della folla, mentre quattordici scope si
libravano a mezz’aria. Harry sentì il vento pungente di novembre lambirgli il
viso; si guardò intorno, vide Malfoy che lo tallonava e accelerò in cerca del
Boccino.
“La Pluffa
è nelle mani di Lilia Hamster che la passa rapidamente a Carter. Samantha
Carter evita con una finta un Bolide scagliato da Goyle, ma… perde la palla che
però è subito recuperato da Ginny Weasley. Avanza. Avanza ancora e tira… Si, HA
BATTUTO IL PORTIERE!!! Gorge Kornwel , non l’ha neanche vista!!! Ginny sei
bravissima!!! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO”
Pluffa al
centro la partita era ripresa.
“Per il
momento il risultato e dieci a zero. La palla e di nuovo nelle mani di
Grifondoro. Ragazzi stiamo andando alla grandissima”
“Ehm… ehm…
“ tossicchiò la McGrannitt
“Mi scusi
professoressa” disse Colin riprendendo però rapidamente il controllo della
situazione “Carter si avvicina agli anelli. Kirke allontana un Bolide… Sloper
ne allontana un altro! Samantha è vicinissima all’anello destro, ma Kornwel
sembra aver capito le sue intenzioni, ma… era una finta Carter lancia la Pluffa
a Hamster che mette la Pluffa in rete. VENTI A ZERO PER GRIFONDORO”
Harry
sfrecciava intorno al campo, cercando il Boccino con lo sguardo, tampinato da
Draco Malfoy, ma ben attento a non perdere una parola del commento di Colin.
“Ancora
Grifondoro in possesso, no, è Serpeverde… no, di nuovo la Pluffa è nelle mani
di Ginny Weasley, che risale il campo ad una velocità impressionante e…
FALLO!!! FALLO!!! MADAMA FACCIA QUALCOSA!”
Zabini
aveva scartato avanti Ginny, però invece di prendere la Pluffa, con un forte
strattone, l’aveva disarcionata dalla scopa anche se la ragazza era rimasta
tenacemente attaccata al manico. Come una furia Ron volò verso Zabini e, con la
determinazione del fratello maggiore, strappò la mazza dalle mani del
Serpeverde e lo colpì in testa. Il naso di Zabini cominciò a sanguinare
copiosamente. Il fischietto diMadama Bumb sibilò per due volte.
Harry si
accostò a Malfoy e lo udì imprecare contro il compagno di squadra
“Zabini,
stupido gorilla, me la pagherai!!”
“E’ così
che vuoi vincere, Malfoy?” lo schernì Harry “Ma noi siamo i più forti e non
abbiamo bisogno di sporchi trucchetti”
“Pensa al
Boccino Potter, ricorda che la partita finirà solo quando lo troveremo” e si
allontanò velocemente
“Basta
così!!” strillò la donna sfrecciando fra Zabini e Ron “Rigore a Grifondoro per deliberata aggressione al suo Cercatore
e rigore a Serpeverde per fallo di reazione del Portiere”
“Ma non è
giusto Madama Bumb” protestò Ron
Madama Bumb
soffiò il fischietto e Ginny Weasley scattò in avanti per battere il rigore.
“Forza
Ginny” ululò Colin, la sua era l’unica voce che rompeva il silenzio… poi… “SI!!
HA BATTUTO QUELL’IDIOTA DI KORNWEL”
“SIGNOR
COLIN” vociò la McGrannitt “SE CONTINUA COSI’ LA PROSSIMA SONO-CRONACA CHE
FARA’ SARA QUELLA DELLE GARE DI GUFI”
“Mi scusi
professoressa” bisbigliò; poi compostamente proseguì” trenta a zero per
Grifondoro”
Harry voltò
bruscamente la Firebolt e vide Zabini che si apprestava a battere il rigore.
Ron accovacciato davanti alla porta seguiva attentamente ogni movimento
dell’avversario. Il suo volto era teso e tirato e denotava una grande
concentrazione.
“Ronald
Weasley l’anno scorso ha dato prova di essere un ottimo portiere” commentò
Colin sommessamente mentre la folla trepidante attendeva il fischio di Madama
Bumb “Stupendo tiro di Zabini… Weasley sembra aver intuito la traiettoria della
Pluffa e… SI… SI… SI… L’HA PARATA!!! BRAVISSIMO RON”
Un’ovazione
si levò dallo stadio, insieme a cori di incitazione per Ron e per i Grifondoro;
seguiti da fischi e ‘buuu’ per la pessima esibizione che stavano mostrando i
i loro avversari di sempre. Sollevato Harry sfrecciò via in cerca del Boccino. Poi,
improvvisamente la vide... la piccola
pallina dorata era proprio accanto a Malfoy, ma quello stupido non l’aveva
nemmeno vista. Avrebbe potuto facilmente prenderlo, in tanti anni aveva
dimostrato d’essere molto bravo. Aveva ottimi riflessi e nonostante cavalcasse
scope dalla metà del tempo degli altri ragazzi, Harry sembrava essere nato su
di un manico di scopa. Ma, il capitano di Grifondoro, aveva deciso che quella
doveva essere una goleada. I suoi giocatori si stavano comportando benissimo,
quindi perché mai interrompere ora la partita più bella che si fosse mai
disputata tra Grifondoro e Serpeverde. Inizialmente temeva che Ginny per amore
potesse giocare male favorendo Malfoy, ma lei stava giocando molto meglio che
in altre occasioni e poi Ron, nonostante la stanchezza e il nervosismo, era superlativo.
Non solo aveva parato il rigore,
ma intercettava ogni Pluffa senza alcuna difficoltà, sulla porta dei Grifondoro
sembrava esserci un incantesimo Inviolabile. Come poteva con quei presupposti
mettere fine alla partita con la cattura dell’alata pallina? La partita doveva
finire in maniera inequivocabile. Trecentodieci a zero. Centosessanta punti
partita, più centocinquanta punti per il Boccino.
In
maniera inequivocabile!!!
“SLOPER
SPARA UN BOLIDE CONTRO BERTON FACENDOGLI PERDERE LA PLUFFA… GINNY WEASLEY LA
PRENDE AL VOLO E… SEGNA!!!” ululò Colin “QUARANTA A ZERO PER GRIFONDORO”
“Forza
ragazzi” gridò Harry “possiamo fare ancora meglio”
“Samantha
Carter è in possesso della Pluffa e avanza verso la porta dei Serpeverde. Goyle
e Tiger lanciano Bolidi in direzione di Samantha, ma non riescono a fermare la
sua corsa… dai Sam… DAI!!”
Harry si
voltò. Ogni singolo giocatore di Serpeverde, esclusi il portiere e Malfoy si
diressero furiosi verso Samantha nel tentativo di fermarla. Il capitano dei
Grifondoro puntò la Firebolt, si chinò tanto da aderire al manico e la spronò
in avanti, come un proiettile filò verso i Serpeverde disperdendoli, ma Goyle
colpì la bionda Cacciatrice di Grifondoro con la sua mazza. Samantha prima di
cadere rovinosamente dalla scopa buttò la palla in rete
“FALLO!
FALLO!” reclamò Colin “CINQUANTA A ZERO E FALLO ASSEGNATO AI GRIFONDORO”
Harry si
avvicinò alla sua giocatrice cercando di capire l’entità del danno
“Come stai,
Samy?” domandò Harry aiutandola ad alzarsi
“Benissimo
capitano” lo rassicurò la ragazza “E poi i nostri allenamenti sono cento volte
più duri di questa partita. Non preoccuparti vai a prendere il Boccino” lo
incitò la Cacciatrice premurosa.
Harry
ritornò in posizione e notò che Malfoy si era avvicinato a Goyle. Parlavano
fittamente e Goyle sembrava spaventato e mortificato.
Cosa gli
aveva detto?
Effettivamente
quella avrebbe potuto essere la partita più sporca a cui avesse mai preso
parte. Stavano giocando contro i Serpeverde e questi ultimi stavano perdendo
per cinquanta a zero, eppure la partita nel limite del possibile era stata più
che corretta.
“GINNY
WEASLEY SEGNA ANCORA SU RIGORE. SESSANTA A ZERO PER I GRIFONDORO”
Stava
divagando… doveva concentrarsi sulla partita!
“Di nuovo
Lilia Hamster in possesso della Pluffa. Passa a Samantha Carter. Avanza, schiva
un bolide, schiva Zabini, schiva un Bolide di Tiger. Passa a Ginny
Weasley. Un bolide le sfreccia
davanti agli occhi. Il bolide è allontanato da Jack Sloper. Ma Ginny è
sbilanciata e passa a Hamster…Carter…Weasley… TIRA… SI… ANCORA… SETTANTA A
ZERO”
Settanta
a zero… altri novanta punti!
Potevano
farcela. Nuovamente il Boccino d’Oro sfrecciò a pochi metri da lui e nuovamente
Harry lo ignorò. Per distrarre Malfoy schizzò dalla parte opposta fingendo di
aver individuato la pallina. Malfoy, come previsto gli si affiancò immediatamente.
“Questa
volta sono i Serpeverde ad essere in possesso di palla. Kirke gli lancia un
Bolide… il Serpeverde lo evita, ma ecco apparire dal nulla Ginny Weasley, che
afferrà la Pluffa e la passa a Samantha… Hamster la prende.. e … DI NUOVO RETE…
OTTANTA A ZERO! UNA PARTITA DAVVERO MIRABILE”
Potevano
farcela. Doveva solo avere un altro po’ di pazienza, non doveva avere fretta di
prendere il Boccino.
Poi i tiri
in porta si susseguirono rapidamente.
“NOVANTA A
ZERO”
I
Serpeverde erano ormai alla mercé dei Grifondoro, travolti dal loro spirito
battagliero…
“CENTO A
ZERO!!”
… e dalla
loro tecnica superlativa
“CENTODIECI
A ZERO”
Senza i
loro sporchi trucchetti, i Serpeverde non avevano alcuna speranza contro i
Grifondoro. E Malfoy non era alla sua altezza come Cercatore.
“CENTOVENTI
A ZERO”
Lo sguardo
di Harry era fisso su Draco Malfoy mentre le sue orecchie erano attentamente
sintonizzate sulle urla concitate di Colin.
“CENTOTRENTA
A ZERO”
Non doveva
perdere la concentrazione. Doveva assolutamente trovare il Boccino e tenerlo
d’occhio fino al momento in cui lo avrebbe stretto tra le sue mani.
“CENTOQUARANTA
A ZERO”
Tutti lo
avrebbero acclamato! Quella che avrebbe dovuto essere la partita più difficile
della loro vita, vista la posta in palio, si era dimostrata semplice come
rubare caramelle ad un bambino.
“CENTOCINQUANTA
A ZERO”
Una altra
rete… e poi la partita sarebbe finita!
WHOOSH
Un bolide
gli sfrecciò accanto all’orecchio sinistro. Ed in quel momento Harry aveva
nuovamente visto il Boccino d’Oro, ma questa volta non era l’unico, anche
Malfoy l’aveva visto ed entrambi si erano lanciati verso la luce dorata.
E non erano
gli unici ad essersi accorti del Boccino d’Oro. L’attenzione dell’intero stadio
era ora rivolta su i due Cercatori che si strattonavano violentemente
“Harry
Potter e Draco Malfoy sgusciano velocemente attraverso il campo e tra i loro
amici ed avversari. Sono all’inseguimento del Boccino d’Oro, che potrebbe
finalmente porre fine a questa goleada dei Grifondoro” Colin commentava
meticolosamente ogni movimento dei due avversari “SONO VELOCISSIMI. SONO SPALLA
A SPALLA. E SONO SEMPRE PIÙ VICINI AL TERRENO DI GIOCO”
Si
avvicinavano pericolosamente al suolo, ma nessuno dei due voleva mollare.
Entrambi si schiacciarono sui loro manici di scopa cercando così di diminuire
l’attrito e aumentare la loro velocità.
“Lascia
perdere, Malfoy. Non puoi battermi”
“Prenderò
quel maledetto Boccino, Potter, anche se dovessi schiantarmi al suolo”
“STANNO PER
SCHIANTARSI!!!”
Il silenzio
piombò sullo stadio. Gli occhi di tutti erano puntati sui due ragazzi. Entrambi
allungarono la mano cercando di afferrare la pallina alata. Harry l’aveva quasi
presa, le aveva sfiorato le delicate ali dorate, ma per evitare il suolo, dovette
appoggiare ambedue le mani al manico di scopa e tirarlo verso l’alto. Risalì
rapidamente.
“HARRY
EVITA LO SCHIANTO CON UNA FINTA WRONSKY… SPETTACOLARE” commentò Colin ammirato
“MA ORMAI SIAMO ABITUATI ALLE IMPRESE DEL NOSTRO GRANDE CAPITANO”
Draco
Malfoy si era schiantato.
“NIENTE DA
FARE INVECE PER IL CAPITANO DI SERPEVERDE CHE E’ RIVERSO AL SUOLO”
Harry si
voltò. Volgeva lo sguardo tutt’intorno al campo in cerca del Boccino d’Oro, ma
non riusciva ad individuarlo!
Dov’era?
Madama
Chips accorse per soccorrere Draco Malfoy.
“Il ragazzo
ha preso il Boccino d’Oro” gridò la donna cercando di attirare l’attenzione di
Madama Bumb.
Cosa?
Il capitano
di Serpeverde si sollevò aiutato da Madama Chips e, levando il braccio al
cielo, mostrò il Boccino che stringeva ancora tra le mani.
“Centocinquanta
a Centocinquanta” sussurrò Colin incredulo “Parità. Che peccato era stata una
partita davvero bellissima in cui i Grifondoro hanno dato il meglio di se. E’
UNA VERA INGIUSTIZIA” ululò il giovane cronista deluso
“Signor
Colin” replicò compostamente la McGrannitt “Io invece credo sia stata una
partita straordinaria”
Harry
ancora incredulo si accostò al terreno e scendendo dalla scopa osservò Malfoy
basito.
Come era
potuto accadere?
“Non si
preoccupi Madama Chips sto bene!” disse il Serpeverde staccandosi bruscamente
dalla donna “Posso benissimo farcela da solo” poi rivolgendosi ad Harry
proseguì “Ti avevo detto che l’avrei preso” lo apostrofò con un ghigno “Mi hai
sottovalutato, Potter. E non bisogna mai sottovalutare un avversario”
Ed ora
gli dava anche lezioni di vita!!
Nel
frattempo anche Ron e Ginny si erano avvicinati. Mentre Mdadama Chips si
allontanò borbottando “Questi ragazzi, credono di essere indistruttibili”
“Bella
partita Weasley” disse fissando il suo sguardo su Ginny “Hai giocato veramente
bene!”
“Dovevamo
vincere” replicò la ragazza sorridendo “Ed è stata una partita corretta,
proprio come mi avevi promesso”
“Già…
niente trucchi” replicò il ragazzo
“Però
abbiamo pareggiato, quindi l’accordo salta” puntualizzò Ron
“Ron, credi
davvero che se avessimo perso avrei rinunciato a lui” sussurrò appena la
sorella minore “Non avrei mai lasciato decidere ad una partita della mia vita”
Harry penso
che forse Ginny non aveva tutti i torti.
“Andiamo, i
ragazzi ci stanno aspettando nello spogliatoio” disse Harry incitando Ginny e
Ronald Weasley.
Passarono
accanto a Draco Malfoy che, fermo al centro del campo, stringeva ancora tra le
mani la pallina dorata. Ginny si accostò appena al ragazzo e prima di
allontanarsi gli sussurrò
“Io ti amo
Draco Malfoy”
Il ragazzo
afferrò il braccio della ragazza, sembrava volesse dirle qualcosa. Harry notò
il volto risentito di Ron, in contrasto con quello pieno di speranza di Ginny.
Il capitano di Grifondoro d’altro canto, era molto preoccupato. Malfoy e Ginny, in quell’ultima fase
della partita, avevano ostentato troppo quello che provavano l’uno per l’altra.
Certo, da lontano, sarebbe anche potuto sembrare un semplice alterco tra
Grifondoro e Serpeverde… uno dei tanti. Ma ad una più attenta osservazione era
chiaramente una vera e propria dichiarazione d’amore.
Proprio
mentre Malfoy stava avvicinandosi pericolosamente a Ginny, arrivò Tiger
“Tutt’apposto,
Malfoy?”
“Lasciami,
Malfoy” ruggì Ginny cercando di divincolarsi
“Lascia
stare mia sorella, Idiota!” ululò Ron
“Tieni la
lingua a freno, Weasley” ribadì, lasciando il braccio della giovane maga
“Volevo solo fare due chiacchiere in privato con tua sorella”. Esplose in una
sonora risata
“Sei morto,
Malfoy” lo minacciò Harry afferrando il braccio di Ginny e trascinandola verso
gli spogliatoi.
Erano riusciti
appena in tempo ad evitare una vera e propria tragedia.
Chissà
se quello stupido di Tiger aveva capito qualcosa?
Certo che
quel suo sguardo perso nel vuoto non dava adito a nessuna nefasta supposizione.
E poi Malfoy era stato molto astuto e lui e Ron erano stati prontissimi; per
non parlare di Ginny avrebbero dovuto darle l’oscar del mondo magico, come
miglior attrice protagonista… comunque almeno per il momento la partita era
finita.
NdA: Entro la luna nuova la Pozione Acchiappasogni sarà pronta e Harry rincontrerà la Ninfa Kalindra. Nei prossimi
capitoli avremmo altre informazioni sul Dio e sulla magia del Caos e sui piani di Voldemort.
Cmq il prossimo capitolo sarà molto molto leggero... farò un breve riassunto, così cominceremo a tirare le somme (ho previsto circa
venti capitoli per cui bisogna cominciare a mettere un pò di punti)! E... anche per i nostri amici giungerà Natale, un pò di pace, e...
un pò di romanticismo (almeno ci provo!!)
Infine vorrei ringraziare Kalindra per la splendida idea del pareggio, ho preferito però dare
un momento di gloria anche a Draco Malfoy, vista la sua scarsa inclinazione per il Quidditch nell'opera della Rowling;
spero che per te vada bene lo stesso. Inoltre mi piacerebbe che continuassi con i tuoi suggerimenti anche
nel proseguo della storia. Chi ha seguito la Rivolta dei Mezzosangue sa che spesso seguo i suggerimenti dei lettori, quindi ogni buona idea
è ben accetta.
Il prossimo capitolo dovrebbe essere pronto fra quindici giorni quindi.... a prestissimo e baci a tutti
Lella80
EFP
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Capitolo 14 *** Notte prima di Natale ***
CAP14
Ciao a tutti... avevo promesso un pò di romanticismo in questo capitolo, ma alla fine
ho fatto solo una brevissima ricapitolazione, ma il prossimo chap credo proprio che soddisferà i più, si intitolerà "Piccoli doni di Natale" e
con uno schema leggermente diverso da quello usato fino ad ora (nelle mie storie su HP) sarà esclusivamente un capitolo romantico...
Prima di lasciarvi alla lettura del 14° capitolo ringrazio granger90 per essere sempre la
prima a lasciare una recensione (in questo caso addirittura l'unica). Poichè sei una romanticona sono sicura che il prossimo
capitolo ti piacerà tantissimo. Per il momento spero che anche questo chap vi piaccia,
credo che piacerà soprattutto ai fan della coppi Ginny/Draco
bacini e buona lettura a tutti
Lella80
CAP14 Notte prima di Natale
Il tempo trascorreva celere nel maniero di
Hogwarts: tra compiti, punizioni, allenamenti e baci rubati, anche quel grigio e
piovoso autunno aveva ceduto il passo ad un rigido inverno. I viali alberati
che attorniavano l’antico castello, che alcune settimane prima erano tempestati
di foglie rosse e gialle, ora erano ricoperti da una bianca e soffice coltre di
neve. Natale si stava avvicinando e tutta Hogwarts era affaccendata per quella
lieta e tanto attesa ricorrenza. Attraversando i corridoi della scuola già si
potevano scorgere addobbi e stelle argentate, che a mezz’aria brillavano
intermittenti. E, in sottofondo, in alcuni angoli del castello si potevano
udire scampanellii che tinnivano malinconiche melodie natalizie.
"Il Natale è alle porte” disse Harry
fissando Gazza che sistemava un addobbo natalizio.
"Mi piace così tanto il Natale” replicò
Hermione stringendo ancora di più la mano del suo ragazzo “E’ una festa così
romantica”
Harry le sorrise dolcemente “Piace molto
anche a me”
E pensare che da bambino lui detestava il
Natale. Erano periodo tristi quelli in cui Dadley riceveva regali costosi,
mentre lui doveva accontentarsi di palle sgonfie o calzini bucati. Quei tristi
Natali, passati in solitudine, rinchiuso in un sottoscala, erano solo un lontano
ricordo. Ora aveva amici, regali, amore… certo c’era anche un Mago Oscuro che
stava cercando il modo migliore per ucciderlo, ma per il momento era al sicuro
tra le mura dell’antica Camelot. Su quel Maniero i maghi più potenti avevano
lanciato incantesimi di protezione che avevano tenuto Voldemort lontano per
tutto quel tempo, quindi almeno per il momento, era al sicuro.
"Io e Ron avevamo pensato di rimanere a
Hogwarts quest’anno” disse alla ragazza, mentre varcavano la porta dell’aula di
Antiche Rune
"Resterò anch’io” esclamò la ragazza
gentile “Hogwarts è un posto sicuro e poi questo sarà il nostro ultimo Natale
in questa scuola, sarebbe bello stare qui tutti insieme”
Harry annuì
"Mi sembra un’ottima idea”
Tra una lezione di Trasfigurazione e una di
Pozioni la mattinata era trascorsa rapidamente, il tempo ormai sembrava
scivolargli tra le dita. Ad ora di pranzo, mentre intingeva un pezzo di pane in
una profumata crema di funghi si accordarono sull’ultima riunione nella Stanza
delle Necessità, prima che Draco Malfoy, il loro informatore, partisse per
ritornare tra le braccia del suo adorato fuggiasco paparino. Ma all’incontro
mancavano ancora alcune ore e l’ultima lezione dell’anno di
Difesa Contro le Arti Oscure
.
Quando lui, Ron e Hermione
varcarono la buia aula di Difesa, notarono con stupore che il professor Lupin
era già in aula. Quando anche le ultime due studentesse, Padma Patil e Lavanda
Brown, entrarono in aula l’uomo cominciò la sua lezione.
“In questi mesi abbiamo
approfondito le nostre conoscenze sugli zombi e sulle pratiche haitiane“
principiò il Mago passando tra i banchi e osservando le facce attente dei suoi
studenti “Abbiamo cercato di capire quali siano le caratteristiche che un Bakor
cerca in un uomo che deve essere trasformato in zombi e vi ho dato tutta una
serie di informazioni che potranno esservi utili oggi per rispondere alla
domanda che uno di voi” posò il suo sguardo benevolo su Harry “a posto un po’
di tempo fa. Come si elimina uno zombi?”
Si fermò e appoggiandosi
elegantemente alla scrivania aggiunse “Qualcuno di voi è giunto ad una
conclusione?”
Una sola mano si levò.
“Se non ricordo male” iniziò
Hermione “Aveva anche detto che queste creature non sono mostri spaventosi, ma
poveri infelici”
“Esattamente, Hermione” esclamò
sorridente il professore di Difesa
“Quindi, eliminarli non è la
cosa giusta da fare” aggiunse la ragazza soddisfatta
“Cosa consiglieresti, allora?”
"Si potrebbe eliminare la fonte di potere
che lo controlla”
"Quindi suggerisci di eliminare il bokor?”
domandò scettico Draco Malfoy
"Potrebbe essere un’idea” replicò fiera la
ragazza
"Non credo sia così semplice eliminare un
bokor!” puntualizzò Dean Tohmas
"Credo che Dean abbia ragione, Hermione”
rafforzò Ron “il bokor è un Mago Oscuro, con grandissimi poteri, se è in grado
di eseguire una magia persa nel tempo, come quella di resuscitare i morti,
credo sia molto difficile eliminarlo”
Non sembrava una lezione, sembrava una
tavola rotonda a cui erano chiamati a partecipare dei grandi luminari delle
arti oscure, riuniti per trovare la soluzione ad un gran dilemma.
Come era possibile distruggere un esercito
di zombi capeggiati da un potente bokor?
Era questo che aveva trasfuso il professor
Lupin nella sua lezione? Era questa la domanda a cui i ragazzi stavano cercando
di dare una risposta, mentre lui li osservava compiaciuto?
"Non esiste nessuno difficile da
eliminare” precisò la ragazza
"Noto con piacere, Granger, che anche tu
hai un lato oscuro” replicò Draco sarcastico
"Non dire sciocchezze, Malfoy!” ruggì la
giovane maga “Dico solo che eliminare il bokor non è un’idea da scartare”
"Prima bisognerebbe trovarlo, però” reiterò
il giovane Serpeverde “Ed un mago che si serve di un esercito di zombi non deve
essere il massimo del coraggio. Si nasconderebbe bene; quindi, la strategia più
semplice sarebbe eliminare il suo esercito e poi scovarlo”
"Hai ragione” concordò Hermione
"Il professor Lupin nella scorsa lezione”
aggiunse Hannah Abbott “ ha spiegato che il bokor
prepara un infuso magico e lo somministra a soggetti solitamente babbani,
creandogli una morte apparente. Dopo la sepoltura il mago riesuma la salma e le
somministra un antidoto. Poi con l’utilizzo di alcune erbe magiche ne annulla
la coscienza, facilitando il processo di zombizzazione, fino ad annullarne la
volontà. Potremmo cercare di ridargli la volontà perduta”
“Questa mi sembra un’ottima
idea” asserì Harry
“Quali sono le erbe che
accrescono la volontà?” domandò Malfoy rivolgendo lo sguardo su Hermione
Granger
Il professor Lupin esaminava ogni loro
mossa e sembrava molto soddisfatto delle modalità con cui procedeva la lezione.
Ma non era l’unico. Vincent Tiger osservava, con il suo sguardo perso nel
vuoto, ogni movimento senza, apparentemente, partecipare al dibattito.
"Mmh… mmh… fammi pensare” rifletté Hermione
“Incenso, Lauro, Mastice, Verbena, Menta e Sandalo, sia rosso sia bianco”
"Erbe facilmente reperibili” pensò Malfoy
ad alta voce
“E’
inutile Mafoy! Non si risvegliano gli zombi con delle semplici erbe per
migliorare le capacità volitive. E’ per questo che avevo proposto di uccidere
il Bokor” fece notare la giovane maga
"Ed è sufficiente uccidere il Bokor per
ridare agli zombi la volontà perduta? “domandò Terry Steval scettico
"No… “ si intromise il professore
impacciato, probabilmente avrebbe preferito che la lezione proseguisse senza
alcuna ingerenza da parte sua “Dovete cambiare strategia; uccidere il Bokor
eviterebbe che quest’ultimo faccia nuovi proseliti, ma gli zombi resteranno
tali finché non vengono risvegliati”
"Quindi possono essere risvegliati?" incalzò il Corvonero
Il professore di Difesa Contro le Arti Oscure annuì, senza aggiungere alcuna parola a quel
semplice cenno del capo. I ragazzi compresero, quasi d'istinto, che l'uomo aveva dato loro un aiuto dall'esterno,
ma che da soli avrebbero dovuto trarre le dovute conclusioni da quella faccenda.
Harry, dunque, cominciò a riflettere sugli zombi e sulla possibilità di risvegliarli. Ma era sicuro che fossero
sulla strada giusta... Lupin non li aveva mai interrotti finché discutevano sulla possibilità di svegliare i morti viventi
con delle erbe, mentre era prontamente intervenuto quando Hermione aveva puntualizzato l'ineffcienza di piante megiche.
Harry fu il primo a rompere
quell'innaturale silenzio
"Forse dovremmo rivalutare la possibilità dell'utilizzo di erbe che accrescono la volontà" suggerì Harry
"Quindi" osservò Seamus Finnigan, scompigliandosi i capelli color sabbia "suggerisci di preparare una pozione e di darla a
questi esseri? In che modo?"
"Ma poi stiamo parlando di pochi zombi? Oppure di un esercito?" domandò scettico Justin Finch-Fletchley di Tassorosso
"Facciamo pure un esrcito" pungolò Malfoy, chiaramente divertito "Direi che potremmo provare ad addormentarli o immobilizarli
con dei semplici incantesimi e poi una volta imprigionati potremmo dargli la pozione"
"Ma queste pozioni aumentano solo la capacità volitive, non restituiscono la volontà perduta!" specificò Hermione
"Credo sia sufficiente" osservò Harry come folgorato da un'idea
"Per cosa, Potter?" sibilò Millicent Bulstrode "Non hai sentito la Mezzosangue; è inutile!"
Harry stava per levarsi dalla sedia e lanciarla sulla testa di quella odiosa Serpeverde, ma prima che potesse
reagire in qualsiasi modo, Remus Lupin intervenne serafico
"Venti punti in meno a Serpeverde!"
"Perchè?" protestò Pansy Parkinson indignata
"Perchè, signorina Parkinson" replicò l'uomo pacatamente "in quest'aula e durante le mie lezioni non approvo un linguaggio
inadeguato" poi fissando il suo sguardo su Harry, lo invitò a continuare
"Forse, basta solo far ricordare loro ciò che sono stati" proseguì Harry "E per fare questo una Pozione Volevus
è più che sufficiente"
"Come sarebbe possibile?" chiese Ron incerto "Non potremmo mai conoscere la vita di un esercito di zombi?"
"Forse potrebbe essere necessario ricordare loro delle sensazioni generiche" intervenne Lavanda Brown "Un fiore, un bacio,
il primo appuntamento, un colore, il vagito di un bambino... "
"Lavanda ha ragione" incalzò Padma Patil "alcune sensazioni sono così forti e a tal punto indefinite da essere assolutamente
universali"
"E cosa accadrebbe a questi esseri quando li avremmo risvegliati?" domandò Hannah Abbott
"Sono morti... " precisò Malfoy freddamente "quindi suppogo che una volta ritrovata la via moriranno e quelli che riuscissero a
rimanere legati alla vita terrena probabilmente impazzirebbero"
Tutta l'aula rimase muta in attesa di una parola di assenso del professore, il quale soddisfatto cominciò:
"Ottima soluzione ragazzi. Siete stati bravissimi. Brillante l'idea dell'utilizzo di erbe magiche che amplificano la volontà...
quindi venti punti a Tassorosso per l'idea di Hannah. Dieci punti a Corvonero per l'acume del Terry, per aver
intuito che l'uccisione del Bokor non avrebbe ridato la libertà agli essere da lui assoggettati. Dieci punti a Serpeverde per
la perfetta strategia proposta da Draco ed infine venti punti a Grifondoro, dieci ad Harry per aver compreso in che modo
utilizzare le erbe e dieci a Lavanda per aver suggerito in che modo raggiungere il cuore di queste infelici creature"
"Signore, mi scusi" domandò Hannah "Ma Malfoy... "
"Si, Hannah" la interruppe Lupin addolorato "Per certi versi la zombizzazione è molto simile ad un incantesimo Imperius,
ma la ragione per cui questa antica magia oscura è anche peggiore è proprio legata a ciò. L'Imperius può essere cancellata, la
zombizzazione, no. La morte e la pazzia sono le due uniche soluzioni!"
"E allora, perchè risvegliarli?" osservò Hermione sconcertata
"Quando abbiamo parlato degli zombi, abbiamo anche affrontato l'argomento del Ka.
E come ricorderete esso è l'elemento di contatto tra il corpo fisico ed i principi spirituali. Quindi lo zombi è teoricamente il
Ka per eccellenza. Se quest'ultimo non viene liberato, il principio spirituale stesso non può essere liberato, restando
per sempre prigioniero di un corpo che putridisce, senza mai morire. Quindi ciò che per te sembra inutile per loro rappresenta la libertà!"
"Quindi la sua unica salvezza è la morte?" considerò Harry pensoso
"Per uno zombi, si, ma esso rappresenta un estremizzazione di un concetto molto più vasto" si voltò e dirigendosi verso la
grossa cattedra di legno posta a pochi centimetri dal muro, disse "La lezione è finita. Auguro da oggi un Buon
Natale a tutti quelli di voi che raggiungeranno le loro famiglie, con tutti gli altri ci vedremo al banchetto natalizio
organizzato dalla Minerva McGrannitt. E... grazie a tutti voi
per lo splendido regalo che mi avete concesso: Una delle più belle lezioni della mia vita"
"E' davvero un ottimo professore" pensò Harry ammirato "ed è soprattutto un'ottima persona"
Però... c'erà qualcosa che gli sfuggiva... ma, cosa?
**
"Sapete quanto mi faccia piacere
partecipare a questi lauti banchetti” li apostrofò Draco Malfoy addentando una
fetta di delizioso strudel di mele “Ma qual’è la ragione di questa riunione?”
Dovevano essere quasi le undici; la pendola aveva suonato dieci rintocchi da molto tempo.
Si erano riuniti nella Stanza delle Necessità per cercare di precisare meglio la situazione e
soprattutto per pianificare lo scorrere degli eventi che avrebbe seguito le vacanze natalizie.
"Sta zitto e ascolta” replicò Hermione
"Spero, Granger, che non mi abbiate fatto
venire qui, nel cuore della notte, rischiando un’altra punizione, solo
per ascoltare le vostre solite sciocchezze”
"Forse dovresti ascoltare prima di decidere
che sono sciocchezze!” esclamò Luna seriosa
"Ok, Lovegood, ascolterò il tuo arguto
consiglio” concesse stranamente Draco
Cosa stava nascondendo?
Perché era tanto accondiscendente?
Harry a gambe incrociate, con le braccia
appoggiate sulle ginocchia e gli occhi chiusi, cercò di mettere ordine nei suoi
pensieri. Durante le lunghe notti che erano trascorse dopo la partita contro i
Serpeverde, aveva riflettuto molto su tutta quella strana faccenda dei sogni.
Le parole di Draco Malfoy, che stringeva ancora il Boccino d’Oro tra le mani,
gli erano risuonate per notte intere come un grave ammonimento
"Mi hai
sottovalutato, Potter. E non bisogna mai sottovalutare un avversario”
Draco Malfoy aveva ragione,
avrebbe potuto chiudere la partita in qualunque momento, ma era stato troppo
sicuro nelle sue capacità per riuscire a vedere chiaramente la situazione e, in
quel modo, aveva dato un vantaggio al suo avversario. Era da sempre stato
quello il suo vero errore, sottovalutare il suo avversario. Aveva sottovalutato
Voldemort, non l’aveva mai realmente temuto, perché ogni volta che lo aveva
affrontato ne era uscito vincitore e questo lo aveva reso imprudente. Quelle
imprudenze che avevano arrischiato la vita di due persone a lui care: Sirius
Black e Neville Paciock. Non l’avrebbe più fatto, non avrebbe sottovalutato
Voldemort, concedendogli un vantaggio, che sarebbe, questa volta costato la sua
vita e quella di Silente e forse dell’intero mondo magico. Ma soprattutto non
avrebbe trascurato il valore profetico di quei sogni perché tutto era cominciato così… con quelle due parole
pronunciate dalla voce più dolce che avesse mai lambito le sue orecchie
“Harry, svegliati”
Quelle parole erano state
caldamente pronunciante da sua madre e gli erano rimaste impresse nella mente
come un marchio a fuoco. La forza, con cui erano state pronunciate, lo aveva
catapultato in un mondo che nella sua banalità gli aveva donato la più grande
delle magie, la restituzione dei suoi genitori ed un’infanzia rubata. Dopo un
tempo che gli sembrò immemore, cominciò
“La Pozione Acchiappasogni
è pronta. Ron ed io, l’abbiamo provata la scorsa settimana e siamo ancora vivi”
esclamò divertito “fra qualche giorno, insieme a Piton e Silente, la userò per
rincontrare Kalindra. Il Preside mi ha chiesto di mettere ordine nella mia
mente prima di incontrarla, così da essere sufficientemente forte da
comprendere ciò che mi verrà mostrato”
“Come fa a sapere che ti
mostrerà qualcosa?” domandò Ginny scettica
“Perché lei è la Ninfa che
custodisce i Cancelli. Silente crede che me ne mostrerà le vie”
“Quali vie?” chiese Hermione
preoccupata
“Keras e Elephas” rispose
Malfoy “La via che porta alla verità e quella che conduce all’inganno. Vogliono
essere sicuri che tu riesca a ritornare”
“Esattamente, saranno lì con me
così da aiutarmi in caso di necessità”
“In che modo?” domandò Hermione
“Se non riuscirò a tornare da
solo, uno dei due entrerà nel mio sogno e mi aiuterà ad uscirne”
“Come?” incalzò la ragazza
“La Pozione Acchiappasogni
presenta nella sua formulazione” spiegò Harry “anche foglie di Timo che servono
per propiziare i sogni e la Somnia Sulfurea che accresce le capacità
associative tra menti in comunicazione”
“Cavoli Harry, sembra di sentir
parlare Piton!” lo apostrofò Ron turbato
Tutti risero di gusto alla
sincera e calzante affermazione del giovane Weasley.
“Quindi, vediamo se ho ben
capito la natura di questa riunione” principiò Draco Malfoy accigliato “Noi
dovremmo aiutarti a mettere ordine nella mente?”
Harry annuì
“Potter, questa è una cosa in
cui possono esserti utili i tuoi sfigatissimi amici. Io non appartengo al
gruppo. Quindi credo che vi lascerò soli soletti...” si era alzato e fissava Harry
annoiato “...a mettere ordine e nel frattempo io andrò a fare un bel pisolino,
vista l’ora tarda”
“Io vorrei che restassi,
invece”
“Tu vorresti cosa?” protestò
Ron sbigottito
“Vorrei che restasse”
“Perché?” domandarono
all’unisono il Serpeverde ed il Grifondoro
“Perché sei sveglio e arguto e
questo potrebbe essere molto utile in questo momento”
“Utile a te!” esclamò Malfoy
“Utile a tutti!” replicò “Se
riesco a comprendere ciò che sta accadendo sarà più semplice per me capire
quale strada scegliere. So che i miei sogni sono collegati ai piani di
Voldemort e così potrei riuscire a fermarlo” fissò attentamente i penetranti
occhi di Malfoy “Ricordi cosa hai detto alla lezione di Difesa Contro le
Arti Oscure? La strategia
più semplice non è distruggere il bokor, ma eliminare il suo esercito di zombi
e poi scovarlo. Credo che tu abbia ragione. Non bisogna scovare Voldemort, ma
togliergli il potere e poi affrontarlo”
Malfoy si sedette e senza replicare
ricominciò a mangiare avidamente
"Tutto è cominciato con i tuoi strani
sogni” esordì Luna pensierosa “Sogni in cui sono tutti in vita ed in cui non
esiste la magia”
"Potrebbe semplicemente significare, che
sei a tal punto desideroso di ridare la vita a tutti quelli che l’hanno
sacrificata per te, che sacrificheresti la magia per riaverli” propose Ginny
"Se così fosse non ci sarebbero particolari
tanto vivi nei miei sogni” insistette Harry
"Spesso nei sogni non si sa di stare
sognando” incalzò Ginny
"Ho incontrato la Ninfa dei Sogni, ho visto
i cancelli, la stele che si trova davanti ad essi, quindi dubito, Ginny, che
ciò che sogno sia semplicemente un’illusione”
Fissò i volti dei suoi amici, cercando di
capire se credevano a ciò di cui egli stesso dubitava… ed in loro non vi scorse
incertezza.
"Inoltre” proseguì Luna “Voldemort vuole
uccidere Silente, per poter arrivare ad Harry e poi richiamare in vita il Dio
egizio del Caos”
"Mi sembra un ottimo riassunto” assentì
Harry “Ma ora mi chiedo: cosa hanno in comune queste due cose?”
"Seth” spiegò Hermione “dio del Caos, ma
anche del tuono e della tempesta”
"Conosciamo già la storia, Granger. L’hai
letta con tanta enfasi la scorsa volta che è rimasta impressa nella mia mente”
assentì carezzevole il giovane Mangiamorte
"Sei un cretino, Draco Malfoy” sibilò la
ragazza con le guance imporporate, ma dopo aver ripreso il suo consueto sangue
freddo proseguì “Su di un altro testo ho trovato che nel periodo
predinastico era considerata una divinità benigna dei morti. Seth era preposto
alla protezione delle anime dei defunti, mentre questi traghettavano attraverso
il fiume che conduce all’oltretomba, proteggendole da un enorme serpente, Apep,
che voleva divorarle”
“E
cosa potrebbe avere in comune questa storia con la Ninfa delle Fonti ed i
cancelli?” obiettò Ron
"Ho letto che il Dio Oneiros, la
personificazione greca del Sogno, vivesse in un palazzo che aveva porte
rivestite di corno e d'avorio” illustrò Luna inquieta “Dalla prima, trasparente,
sarebbero usciti i sogni veritieri; dall'altra opaca, quelli
ingannevoli”
"Quindi si riprende lo stesso mito”
sottolineò Ron
"Già… ma nel mito greco s’immaginava che lo
sfarzoso palazzo si trovasse nei pressi dell'Inferno”
"Quindi abbiamo trovato il nesso” osservò
Malfoy freddo “Il nesso pare sia il regno dei morti”
Il silenziò calò pesante sui ragazzi
"Ora è chiaro perché Silente e Piton siano
così preoccupati” esaminò Harry “probabilmente, hanno trovato la connessione
prima di noi. Forse la via che sceglierò mi condurrà al palazzo di Oneiros e quindi all'inferno”
"Credo che per oggi sia più che
sufficiente” fece notare Malfoy rialzandosi dal cuscino
"Se hai tanta fretta di andare a preparare
le valigie, va pure noi resteremo qui finché non avremo trovato una soluzione”
"Credo che, Malfoy abbia ragione” lo
interruppe Harry “E’ inutile scervellarsi a questo punto. Quasi certamente, una
volta incontrata la Maia, dovrò scegliere la via da seguire per arrivare
innanzi al Dio”
"E cosa farai una volta arrivato?” domandò
Ron
"Cercherò Oneiros”
"Harry e Draco, hanno ragione, Ron” incalzò
Ginny “Credo sia meglio cominciare ad andare!”
Ron la guardò sottecchi “Cosa mi nascondi?”
domandò timoroso
"Non aver paura, Lenticchia” lo rassicurò
Malfoy “Tua sorella non passerà la notte nella mia stanza per salutarmi prima
della partenza”
"TU… TU… “ urlò Ron scagliandosi contro il
Mangiamorte
"FERMO” gridò Harry trattenendolo con tutte
le sue forze
"Draco” squittì Ginny esasperata “quante
volte devo ripeterti che devi smetterla di punzecchiarlo”
"Lo so… lo so… ma è così divertente!”
borbottò indolente
"Straccione, volevo solo dire che non
partirò per Manor Malfoy. Resterò qui con tutti voi” concluse con uno strano
sorriso
"Con tutti noi?” replicò irritato Ron
“Vorrai dire con mia sorella!”
"Potrebbe essere pericoloso” fece notare
Harry “Potrebbero sospettare cosa c’è tra te e Ginny se restassi. Sembrerebbe
molto strano e poi… dopo tutto quello che è successo l’anno scorso non lasceresti
dubbio alcuno sulla vera ragione”
"Non c’è ASSOLUTAMENTE NULLA tra loro due!”
chiarì Ron ormai in piena crisi isterica
"Naturalmente avrei preferito tornare a
casa” precisò il giovane Malfoy “Nel qual caso, Ginny sarebbe venuta con me per
conoscere mia madre”
"IO LO AMMAZZO”
"… solo che l’Oscuro Signore ha ordinato ai
Mangiamorte di non lasciare Hogwarts” proseguì ignorando le urla del rivale
"Presumibilmente” rifletté Harry, cercando
di trattenere Ron che si dibatteva tra le sue braccia “il periodo natalizio
potrebbe essere un buon momento per arrivare a Silente. Forse dovremmo
avvisarlo”
"Non credo, Potter. Gli unici Mangiamorte
presenti a Hogwarts siamo io e Piton, e nessuno dei due ammazzerebbe Silente”
"E, allora!?”
"Quando verrà dato l’ordine ci comporteremo
di conseguenza” tagliò corto il Serpeverde “Andiamo Ginny” disse avvicinandosi
alla ragazza e afferrandole la mano sinistra
"An… da… re do… ve?” balbettò Ron esausto
"A conoscere mia madre!” replicò indubbio
"Lasciami, Harry” supplicò Ron “Ti prego,
voglio solo dargli un pugno in mezzo agli occhi. Per favore!”
"Draco Malfoy, smettila” ordinò perentoria
Ginny Weasley
"Perché Ginny non vorresti conoscere mia
madre?” domandò il ragazzo serio
"Certo, ma non è questo il momento di
parlarne” poi abbassando il capo sussurrò a mezza bocca “E poi non le piacerei”
"Invece le piaceresti” replicò il ragazzo
con fervore, accarezzandole il viso “Sei bella, sei dolce, sei intelligente e
caparbia e poi sei una purosangue. Certo sei una Weasley, ma potrai sempre
rinnegare la tua famiglia! Per mio padre sarà un po’ più difficile ma forse se
uccidessi qualcuno dei tuoi fratelli ti accoglierebbe a braccia aperte”
"Stai scherzando vero?” esclamò sbigottita
la ragazza
"Certo!” reiterò il Serpeverde “Mio padre non ti accetterà mai, anche se sterminassi tutta la
tua famiglia" poi volgendo lo
sguardo su Ron "Che ti prende Weasley? Guarda che se ti accasci così al suolo non
è più divertente!!”
Ron raggomitolato su se stesso borbottava
in monotono “Diventerà una Malfoy, ci rinnegherà e poi mi ucciderà. Sara una
Mangiamorte… devo ucciderlo prima che ciò accada!”
Sembrava sul punto di perdere la ragione
"Ron” Hermione lo pungolava con un dito nel
tentativo di ridestarlo “Hey! Ron, Ginny farebbe mai una
cosa del genere”
"Non se fosse in se”
"Io sono in me, Ron” lo rassicurò la
sorella minore
"Ti sei innamorata di quello lì” fece
sollevando appena il capo e fissandolo con occhi spiritati “quindi non sei
affatto in te!”
"Ma non vi ucciderebbe mai!” puntualizzò
Luna “Come puoi dubitarne?”
"Ora non lo farebbe, ma sotto un
Incantesimo Imperius… “
"E’ una magia proibita”
"Luna, mia ingenua Luna, credi che un
Malfoy con un serpente tatuato sul braccio, abbia paura di infliggere un
incantesimo proibito su mia sorella?” ruggì stranito
"Io non lo permetterei mai” precisò Malfoy
“Io amo tua sorella perché è una lentigginosa, stracciona Weasley. Se cercassi
di cambiarla, la trasformerei in Pansy Parkinson e se volevo Pansy mi sarei
presa Pansy e non mi sarei reso la vita difficile scegliendo di stare con tua
sorella”
"Con chi è che stai?” domandò Ginny con un
filo di voce
"Con te!” rispose lui baciandola sulla
fronte “Comunque sono sicuro che a mia madre piaceresti”
"Ne sei sicuro?” la voce della ragazza era
appena un sussurro tremolante
"Certo… a lei piace tutto quello che piace
a me! Ed io ti amo”
Ron si era minacciosamente avvicinato ai
due ragazzi. Harry notò che il volto dell’amico era teso e preoccupato. Era
chiaramente sconvolto dalla plateale dichiarazione del Mangiamorte, che
sembrava ben deciso sui suoi sentimenti per Ginny e sul suo futuro con la
ragazza. Ma quella sua decisione avrebbe messo Ginny e tutta la famiglia
Weasley in una situazione di pericolo costante. E anche quando il pericolo
fosse cessato, Harry dubitava fortemente che un Malfoy sarebbe stato capace di
accettare nella propria famiglia una Weasley e… dubitava anche, che un
qualsiasi membro della famiglia Weasley, seppur più tolleranti, avessero mai
accettato Draco Malfoy, il figlio unico di Lucyus Malfoy nel loro numeroso
nucleo familiare.
"Tu, dovrai guardarti le spalle d’ora in
poi!!” minacciò Ron “E non solo da Voldemort e dai suoi scagnozzi”
Ginny si voltò disperata, mentre con gli
occhi umidi replicò “Dovresti essere felice per me! Ed, invece… “
"Ed invece cosa?” reiterò furibondo “Io ti
voglio bene, e se ci fossimo ritrovati in un’altra situazione, se non fossimo
in guerra contro il suo Oscuro Signore; se orde di Mangiamorte non volessero
sterminare i nostri amici e le nostre famiglie… Io ti avrei appoggiato. Perché
infondo Malfoy mi piace! Certo non era ciò che desideravo per te, ma lui ti
ama”
"E’ impazzito” pensò Harry “Deve
essere stato il contraccolpo”
"E per me questo sarebbe stato sufficiente”
proseguì cupo “Ma ora non basta che ami te! Se vuole te, deve accettare tutti
noi e la nostra causa”
Fissava Draco Malfoy, nell’attesa di una
risposta, che sapeva non sarebbe mai arrivata ed invece…
"Credo di averlo fatto, Lenticchia” replicò
serio il giovane Mangiamorte “Ho accettato tutti voi e la vostra causa disperata
per amore di Ginny. Sto tradendo colui-che-non-deve-essere-nominato, sto
tradendo la fiducia di mio padre e, soprattutto, ho tradito i miei ideali di
purezza della razza, stimando la genialità della Granger e… sto rischiando la
pelle. A questo punto non saprei cos’altro fare e sinceramente nemmeno mi
interessa!”
"Non devi giustificarti” sostenne Ginny
greve “Perché tanto per lui non cambierebbe nulla!”
"Non essere ingiusta, Ginny” controbatté
Luna “Tuo fratello è solo preoccupato per te”
"Non glielo ho chiesto io! Se gli accadesse
qualcosa, Ron… io morirei con lui!”
Era seria… era troppo seria…
"NON DIRLO NEMMENO PER SCHERZO!!” urlarono
all’unisono il Mangiamorte e l’Auror
Per un attimo i loro sguardi
s’incrociarono.
"Tu devi vivere!” latrò Draco Malfoy stringendole
le spalle con le sue grandi mani “Seppure mi succedesse qualcosa, Ginny
Weasley… TU-DEVI-VIVERE!”
"Io… “ balbettò la ragazza con il fiato in
gola
"Non c’è nessun io… Tu devi vivere.
Promettimelo!”
"… “
"PROMETTILO!!”
"… “
"Prometti, Ginny, altrimenti preferisco
lasciarti libera”
"Non puoi… non sei tu che decidi della mia
libertà”
"No, ma decido della mia. E se non
prometti, allora mi fidanzerò con Pansy”
"Ma se la detesti” replicò la ragazza
stizzita “Se devi sostituirmi potresti anche scegliere qualcosa di meglio!!”
"Le tue amiche sono in gamba, ma sono già
impegnate con questi due falliti” fece, indicando i due giovani Grifondoro “E
per quel che riguarda Pansy, credo sia una stupida” precisò il ragazzo alzando
un sopracciglio “Ma ha un corpo veramente niente male”
"Prometto!” giurò Ginny. Poi trattenendo il
ragazzo per il lungo maglione aggiunse “Ma se provi solo a farti vedere in giro
sotto braccio di quell’oca giuliva, io ti lancerò una fattura di quelle senza
rimedio”
Draco Malfoy sorrise e posandole la mano
sulla testa, come quando si tranquillizza un bambino che ha paura di perdere i
genitori, replicò “Cercherò di scrollarmela di dosso”
"Naturalmente” precisò Hermione,
avvicinandosi a i due ragazzi “Nessuno, per il momento, dovrà sapere che voi
due state insieme”
Ginny annuì
"So che sarete prudenti” aggiunse,
fissando il suo sguardo su Malfoy “Perché so che siete consapevoli della
pericolosità della situazione”
"Non preoccuparti Granger, non metterei mai
a repentaglio la vita di Ginny, ne tanto meno la mia e… forse nemmeno la vostra!”
NdA: Il prossimo capitolo esulerà leggemente dalla storia, non darò indizi e soprattutto sarà tutto improntato su Harry/Hermione,
Ron/Luna e Ginny/Draco... per il momento vi lascio
A prestissimo
Lella80
EFP
|
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Capitolo 15 *** Amori e Dissapori ***
CAP15
Come promesso, anche se con un pò di ritardo,
un capitolo tutto dedicato alle coppie di questa ffic (H/Hr, D/G e R/L). Volevo ringraziare, come sempre, tutti quelli che hanno
letto il capitolo precedente e soprattutto granger90 (grazie per esserci sempre) e marco (grazie per le tue rensioni).
Sono contenta che ad entrambi sia piaciuto Draco, che non nascondo essere uno dei miei personaggi preferiti, per la sua enorme duttilità!
Questo capitolo lo dedico a voi, anche perchè tutta la prima parte è interamente incentrata sulla vostra coppia preferita
Harry/Hermione.
Buona lettura a tutti.
Tanti bacini, Lella80
CAP15 Amori e Dissapori
Natale era arrivato in tutto il suo
splendore e con i suoi intensi e scintillanti colori. Hogwarts si era del tutto
svuotata, erano ben pochi gli studenti che erano rimasti all’interno
dell’antico maniero. La maggior parte dei ragazzi aveva lasciato il castello
per potersi riunire alle loro famiglie e trascorrere, nelle loro calde e
accoglienti dimore, quei giorni di festa. Ma non tutti erano ritornati alle
loro case, alcuni, come Harry ed i suoi amici, erano rimasti per tentare di
imprimere nelle loro menti gli ultimi fotogrammi di una incancellabile
parentesi di vita.
Harry era insolitamente rilassato. Per
alcuni giorni la sua mente si era alleggerita di tutti i pensieri relativi alla
Maia, a Voldemort, ad Oneiros, agl’Inferi ed al viaggio nel mondo dei non-vivi
che avrebbe dovuto compiere di lì a poco, onde cercare di fermare l’Oscuro
Signore per l’ennesima volta. Nei giorni precedenti, a quest’insperata ed
inusitata calma, la sua mente aveva compiuto i più disparati voli di fantasia,
si era visto affrancato dal giogo che lo teneva legato al mago oscuro e
finalmente libero di pensare al proprio futuro senza la paura del domani.
Perché ciò di cui ormai era sempre più convinto, nonostante cercasse in tutti i
modi di allontanare quel terribile pensiero, era che la sua vita fosse
indissolubilmente legata a quella di Voldemort, la cui morte avrebbe chiesto
come pegno un’altra vita e questa volta sarebbe stata la sua. Conscio di ciò che
sarebbe accaduto e ormai stanco di continuare ad avere paura, aveva smesso di
cercare un modo per arrivare al suo acerrimo nemico. I loro destini erano tali
che nulla potevano fare per cambiare le loro sorti. La bella Idrial gli aveva
insegnato che il destino può essere cambiato, ma ella stessa le aveva mostrato
che gli esseri umani camminano lungo vie prestabilite, dalle quali ci si può
allontanare per un po’, ma poi si è destinati a tornarci ed ivi attendere che
il loro destino si compia. Il bellissimo Elfo dei boschi e il suo amico
Neville, che gli avevano salvato la vita, gli avevano anche rivelato la più
grande delle verità: che per proteggere chi ami bisogna compiere enormi
sacrifici.
Più grande è la missione; più grande è il
sacrificio. E questa missione avrebbe reclamato come sacrificio: la sua vita.
Quando ormai questo pensiero aveva fatto
breccia nel suo cuore, la sua mente smise di tremare al pensiero di lasciare
quel mondo con i suoi amici, i suoi zii, la sua Hermione, e cominciò a pensare che forse, in un mondo
lontano, potesse esistere un luogo in cui finalmente sarebbe stato felice. Quei
pensieri allietavano il suo spirito da qualche giorno e l’aria natalizia,
pervasa da canti e dolci odori, non faceva che accrescere in lui questo stato
di pace e serenità.
“A cosa pensi?” domandò Hermione
accoccolandosi tra le braccia di Harry
Era molto tardi… erano le undici e nella
sala comune di Grifondoro non era rimasto più nessuno. Ron e Ginny avevano
deciso di lasciare i loro amici un po’ soli. Si erano ritirati l’uno affermando
di essere troppo stanco e l’altra con la scusa di dover cominciare a pensare a
cosa indossare per la festa di Natale organizzata dalla McGrannitt, che si
sarebbe tenuta la sera successiva. I due innamorati avevano ben capito le intenzioni
dei fratelli Weasley; ed Harry in cuor suo li aveva ringraziati per avergli
regalato quegli attimi d’intimità con la sua Hermione. Ed ora, affondati nel
divano di fronte al camino, aspettavano lo scoccare della mezzanotte per
potersi porgere gli auguri di Natale e scambiarsi i regali.
“A te” replicò lui annusandole i capelli
Lei sollevò il capo e con voce inquisitoria
“davvero?” disse serrando gli occhi, come a cercare di scrutare oltre la mente
del suo ragazzo
“Mi hai scoperto!” rispose il giovane mago
pensieroso, fissando il suo sguardo in quello di Lei “Stavo pensando a Padma,
non trovi che sia diventata veramente bella?”
Accennò un sorriso.
“Harry Potter” sibilò la ragazza
avvicinando minacciosa il suo volto a quello del ragazzo “stai rischiando
veramente grosso. Io potrei anche... ” ma non riuscì nemmeno a completare la
frase che la sua bocca venne messa a tacere dalla bocca di Harry.
Le loro bocche si cercavano con ansia, e le
mani di Harry scorrevano con estenuante lentezza lungo le braccia e il nudo
collo della ragazza. Il corpo di Hermione si spingeva contro il suo e questo
movimento gli faceva mancare il respiro. Gli sembrava di sentire il cuore della
ragazza palpitare ad ogni suo tocco, ad ogni sua carezza, ad ogni suo bacio.
Anche il respiro di Hermione era stranamente affannoso, come se ognuno di quei
baci e di quelle carezze costasse ad entrambi una fatica indicibile. Harry
sentiva di non riuscire più a controllare il suo corpo, aveva come la chiara
percezione che ogni sua sensazione fosse amplificata a dismisura. Quel calore
che spesso aveva avvertito quando era vicino a Lei, quando sfiorava la sua
bocca, quando la stringeva a se, ormai era diventato un fuoco incontenibile.
“Ti amo” sussurrò la ragazza
mordicchiandogli un orecchio
Le mani di Harry scivolarono sotto l’enorme
maglione che indossava la ragazza. Quando sfiorirò la calda pelle di Lei, sentì
un fremito di intenso piacere corrergli lungo la schiena.
“Ti amo anch’io” bisbigliò appena, mentre
con le labbra umide le baciava il collo all’altezza dell’orecchio sinistro
Cosa gli stava accadendo?
I suoi pensieri erano confusi e la sua
mente era completamente obnubilata; ogni suo neurone sembrava esclusivamente
impegnato ad esplorare con il tatto e con le labbra il corpo di Hermione, per
poter riuscire a formulare un pensiero di senso compiuto… anzi un pensiero di
qualsiasi genere che non fosse ‘Hermione’
Non riusciva a credere che si potessero
provare delle sensazioni così violente e nello stesso tempo così dolci, ma
soprattutto non riusciva a credere che un tale turbinio d’emozioni potesse
scaturire da un unico essere umano: desiderio, paura, piacere, incertezza,
dolcezza, felicità, risolutezza, agitazione, confusione e pace.
Sensazioni così diverse eppure tutte
accomunate da un'unica parola: amore.
Perché era questo sentimento tanto forte e
tenero, che provava nei confronti di Hermione, a spingerlo ad esplorare con
tanta smania il corpo della ragazza anelata ed amata. E Hermione provava
sicuramente le medesime sensazioni; non aveva cercato di fermarlo e anche le
sue mani scandagliavano ansiose il corpo di Harry e poi… tutti quei gemiti… lo
stavano facendo impazzire!
Din… Don… Din…
Din… Don… Din… Don… Din... Don
La pendola stava tintinnando i dodici
rintocchi che annunciavano la mezzanotte e con essi l’arrivo dell’agognato
Natale.
Din… Don… Din…
Din… Don… Din… Don… Din... Don
Ma il dodicesimo rintocco aveva anche messo
fine a quegli attimi di estasi.
“Buon Natale” gli augurò Hermione
ricomponendosi
Aveva la camicia leggermente sbottonata, da
cui s’intravedeva un reggiseno di pizzo rosa. La ragazza cercava con un certo
contegno di chiudere i bottoni, ma le mani le tremavano.
“Dio quant’è bella” pensò Harry
senza levare lo sguardo dall’incavo del suo seno
Ma… quando le aveva sbottonato la camicia?
Ricordava vagamente di averle sfilato il
maglione, ma non ricordava di aver cominciato a sbottonarle anche la camicia.
Aveva un vago ricordo dei suoi gesti, ma ricordava con ancor troppa nitidezza
le sensazioni provate mentre sfiorava la calda pelle di Fermione, per poter
rispondere all’augurio della ragazza senza un certo cipiglio.
“Sei arrabbiato?” domandò la ragazza
ansiosa
“Perché dovrei?” replicò lui seccato
Perché era tanto irritato?
“Perché” cominciò Hermione rossa in volto
“perché… siamo andati molto avanti questa volta e forse tu ti aspettavi che lo
avremmo fatto”
“Fatto cosa?” domandò falsamente
Sapeva benissimo cosa voleva dire la
giovane maga, ma voleva sentire con le sue stesse orecchie ciò che credeva solo
un parto della sua fantasia.
“Fatto… quello” bisbigliò la ragazza
fissando le sue mani
“Che cos’ è? Un’altra parola proibita dopo
Voldemort”
“Fatto l’amore” disse Lei tutto d’un fiato,
fissando i suoi occhi in quelli di Harry
“Scusa, Hermione” si giustificò Harry
affranto “Forse ci avevo sperato. E’ che lo desidero così tanto”
Era la prima volta che esprimeva questo
desiderio. E forse, prima di quei momenti, non avrebbe nemmeno mai supposto di
desiderare fare sesso con lei con tanta bramosia.
“Anche per me è lo stesso” convenne la
ragazza tormentata
“Allora, se è una cosa che desideriamo
entrambi perché rinunciare?”
“Perché siamo troppo giovani” argomentò la
ragazza seria
“Ma come” rimbrottò Harry “non siamo troppo
giovani per affrontare Voldemort ed il suo esercito di Mangiamorte, però siamo
troppo giovani per fare sesso?”
“Detto così sembra un’assurdità”
“E’ un’assurdità, Hermione”
“Ed invece lo siamo Harry” principiò
Hermione accorata “Siamo troppo giovani per affrontare Voldemort, divinità
folli, centauri, eserciti di Mangiamorte, di Giganti, di Vampiri e di Zombi, ma
purtroppo, per quanto giovani, non possiamo sottrarci al nostro destino. Ed il
tuo destino è essere la preda preferita di tutte le cose schiattose esistenti
sull’intero globo terrestre ed il mio più grande desiderio è quello di essere
al tuo fianco, in qualsiasi momento. Il sesso non è il nostro destino è una
nostra volontà”
“Quindi tu non vuoi?”
“Scusa hai capito qualcosa del discorso che
ti ho fatto?” replicò la maga basita “Ho hai capito solo che non lo facciamo?”
“Ho capito benissimo” sbottò il giovane
Grifondoro “però il succo di ciò che hai detto è… non se ne fa niente!”
Hermione avvicinò teatralmente la mano alla
fronte borbottando:
“Maschi!!” poi riprendendo la calma e
cercando di spiegargli la situazione, il più semplicemente possibile, proseguì
“Harry, non-sono-pronta. Siamo ancora troppo giovani per affrontare il sesso e
tutto ciò che comporta. Hai ragione, forse è meno pericoloso che non affrontare
Voldemort e divinità deliranti, ed è sicuramente più bello e dolce che non
rischiare la vita in una guerra contro orde di Mangiamorte. Ma, non so come
spiegarti. Ho sempre pensato che sarebbe stato naturale come mordere un frutto.
Io vivo ogni mia emozione con… “ fece una lunga pausa, come a cercare la parola
che più di tutte potesse spiegare quel suo tentennamento “ …la Ragione.
Se qualcuno mi domandasse: sei Ragione o Sentimento? Io non avrei dubbi e
risponderei: Io sono Ragione!”
“Quindi la ragione ti porta a credere che
io non sono l’uomo adatto?”
“No” lo rassicurò Lei accarezzandogli la
mano “Tu sei l’unico ragazzo con cui lo farei e anche se non ci fosse stata la
profezia di Idrial, io vorrei che tu fossi il primo”
“… e l’unico” puntualizzò Harry dolcemente
“E l’unico!” ripeté la ragazza scoccandogli
un sonoro bacio sulla guancia destra “ma finché quella vocina dentro di me non
smetterà di parlare o non mi dirà che il frutto è ormai maturo, allora io non
sarò pronta”
“Sembrava che lo fossi!” precisò Harry
suadente “Finché il rintocco della pendola non ci ha riportati alla realtà i
nostri corpi vibravano in piena armonia”
“In quel momento la vocina taceva” replicò
la ragazza
“In quel momento se qualcuno te l’avesse
chiesto avresti risposto: Io sono Sentimento” fece Harry sorridente “E non eri
niente male” terminò ammiccante
“Mi vorresti diversa, vero? Forse, se
avessi scelto una ragazza con meno difficoltà e meno… “ ribatté dispiaciuta
“Meno cosa, Hermione?” la interruppe il
ragazzo “Io ti amo e se tu cambiassi una sola cosa di te… io potrei solo amarti
di meno. E non m’importa il tempo che impiegherai per mettere a tacere quella
vocina. Aspetterò tutto il tempo che sarà necessario” poi sorridendo aggiunse
“Spero, comunque, di non diventare troppo vecchio nel frattempo, una volta
raggiunta la pace dei sensi non avrebbe più… senso”
Hermione lo abbracciò e con voce trillante
disse:
“Ti amo tanto… tanto… tanto… tanto”
Il ragazzo la strinse a se e le carezzò
dolcemente i morbidi capelli
“Buon Natale, Hermione” augurò con
tenerezza
La giovane maga si discostò dal suo
innamorato e chinandosi prese una scatolina da sotto il divano. Era un piccolo
pacchetto turchese con un grosso nastro blu notte, tempestato di numero
stelline scintillanti. Il giovane Grifondoro lo prese e prima di cominciare a
scartarlo proferì: “Accio regalo Hermione”
Un grosso pacchetto rosso volò tra le
braccia di Hermione. I due ragazzi cominciarono a scartare i rispettivi
pacchetti. Harry aveva ricevuto un set di piume di colori differenti. Insieme
al diario che la ragazza gli aveva regalato il natale precedente ora poteva
finalmente dedicarsi alla stesura delle sue memorie: Reminiscenze di un eroe…
si lo avrebbe sicuramente intitolato così!
“Sono bellissime” asserì Harry entusiasta
Ma nulla era in quel momento paragonabile
allo stupore e alla turbamento di Hermione, innanzi al suo regalo
“Come facevi a saperlo?” domandò confusa
“Non lo so!”
Ormai erano diventate veramente troppe le cose che ignorava di se!
Hermione osservava sbigottita la copertina
del libro “Ragione e Sentimento” di Jane Austen.
“Grazie, Harry. E’ il regalo più azzeccato
che abbia mai ricevuto!” ringraziò abbracciandolo.
Niente domande, niente dubbi e soprattutto
niente perplessità legate ai suoi sogni o alla sua capacità di presagire alcuni
eventi. Niente di tutto ciò che avrebbe reso “poco-normale” quella serata, per
lui tanto speciale. E stringendo il libro al petto la giovane Grifondoro si
accoccolò tra le sue braccia osservando con sguardo perso il fuoco
scoppiettante. E rimasero, per tutta la notte, abbracciati, cullati e
riscaldati l’uno dal cuore dell’altra.
*
“Buon Natale” augurò Luna sedendosi al lato
di Ginny
“Buon Natale anche a te, Luna” replicò Ron
dolcemente e prima ancora che tutti potessero proferir parola “Questo e per te”
aggiunse frettoloso porgendogli un enorme pacchetto verde smeraldo
“Grazie, Ron” ringraziò la giovane
Corvonero afferrando la grossa scatola “Questo, invece, è per te. Spero ti
piaccia” soggiunse, tendendogli una scatoletta rettangolare molto sottile.
Harry fissava incuriosito il regalo di Ron,
mentre le ragazze si erano strette attorno a Luna per scoprire ciò che gli era
stato donato. In realtà anche Lui era curioso di saperlo. L’amico aveva
impiegato una vita per decidere cosa comprarle e aveva interrogato più volte
ognuno di loro, mancava solo che interrogasse un oracolo per acquistarle uno
stupido regalo di Natale. Ma per Ron quel dono sembrava il dono della
vita. Harry ne era quasi spaventato e poi l’amico… senza dire nulla a
nessuno, aveva trovato ciò che cercava. Si era interrogato per alcuni giorni su
cosa impegnasse il giovane Weasley con tanta solerzia, e spinto dalla curiosità
aveva cercato di carpire quel segreto in mille modi diversi, anche poco puliti.
Lo aveva persino minacciato di rompere la loro amicizia. Ma a nulla erano valsi
i suoi numerosi sforzi; il segreto rimaneva tale. Alla fine, per forza di cose,
aveva dovuto arrendersi; ma finalmente avrebbe placato la sua curiosità e non
solo la sua. Ginny e Hermione sembravano addirittura più emozionate della
stessa Luna. E Ron aveva smesso da un pezzo di scartare il suo regalo, per
osservare lo sguardo meravigliato di Luna quando avrebbe aperto il suo regalo.
“E’ bellissimo” fece Luna raggiante
“Sfogliando ogni pagina con lenta attenzione”
Ma che cos’era?
Un libro?
La copertina era in pelle nera e sopra era
vergato in argento la scritta ‘Il Cavillo’. Il giovane Grifondoro si avvicinò
al gruppetto di ragazze e si sporse per leggere ciò che tutte osservavano
ammirate. Era una pagina ingiallita che portava incisa una data vecchia di
oltre vent’anni e poi quell’articolo…
IL MONDO
MAGICO IN GUERRA
Nere figure
osservano ogni nostro movimento
Intendeva, forse, i Mangiamorte?
L’intera comunità magica vanamente continua
ad ignorare che nell’ombra si muovono tenebrose figure ammantate di nere vesti,
le quali nascoste dalle tenebre osservano ogni nostro movimento. Esse attendono
solo un cenno dal loro Oscuro Signore, per cominciare una guerra contro il
mondo babbano. Numerose fonti ormai confermano che i ripetuti attacchi contro i
babbani, che si sono verificati negli ultimi mesi, non possono essere
attribuiti a folli ed isolati atti discriminatori, ma ad una vera e propria
organizzazione criminale. Numerosi dei nostri lettori, ormai concordano che
qualcuno trama nel buio. E nonostante le assicurazioni del Ministero della
Magia, noi sappiamo che le cose non sono così tranquille. Ma a difesa della
nostra incolumità e di quella della comunità non-magica, è stato istituito un
gruppo di Auror, a cui è stato dato il nome di “Ordine della Fenice”. In onore,
forse, del quasi estinto uccello, il quale possiede la peculiare caratteristica
di risorgere dalle proprie ceneri. A questi eroi va tutta la nostra fiducia e
la speranza che possano porre fine ai piani di colui-di-cui-ignoriamo-il-nome”
In calce c’era una firma: M. Lovegood
“Il primo articolo de ‘Il Cavillo’… il
primo articolo di mio padre” pronunciò Luna commossa
“Aveva previsto ciò che sarebbe successo,
mesi prima dell’inizio della guerra” sottolineò Ron ammirato “Tuo padre è un ottimo
giornalista. Ha seguito ogni passo della guerra contro Voldemort”
Tutti lo ascoltavano ammaliati.
“E mentre La Gazzetta del Profeta, in
alcuni momenti, aveva titubato ed evitava di schierarsi apertamente contro il
Mago Oscuro, tuo padre, con il suo giornaletto di serie B, ha appoggiato
l’Ordine della Fenice e ha denunciato ciò che tutti fingevano di non vedere”
Luna sfogliava rapida le pagine,
soffermandosi su alcuni articoli piuttosto che altri. La maggior parte dei
trafiletti raccontava di storie al
limite dell’umana fantasia, dei veri e propri deliri. Si enumeravano di
eserciti di Goole (strani mostri a metà tra una scimmia e un Thestral… un
animale assurdo; difficile anche da immaginarsi) nelle mani dei Mangiamorte o
di fantomatiche associazioni tra Giganti e babbani. Ma ciò che trapelava da
ogni riga, era la chiara presa di posizione della testata ‘Il Cavillo’ contro
Voldemort ed il suo esercito di Mangiamorte. Sempre a favore di Silente e dei
babbani. C’erano numerosi articoli nella raccolta composta da Ron, ed Harry
scorse con nostalgia anche quello dedicato al suo padrino Sirius Black
SIRIUS BLACK
NERO COME LO SI
DIPINGE?
Famigerato
terrorista o innocente star musicale?
Il padre di Luna era l’unico che in quel
periodo aveva dubitato della veridicità di ciò in cui tutti credevano e cioè,
che Sirius Black avesse ucciso quattordici babbani e il mago Peter Minus. Certo
aveva avanzato anche l’assurda possibilità che in realtà il fuggitivo di
Azkaban fosse una star musicale, un certo Subby Boardman, il solista di un
popolare gruppo corale Gli Hobgoblin. Però aveva avuto il coraggio di esporre i
propri dubbi. E poi era anche stato l’unico giornale che si era posto al fianco
di Silente, quando quest’ultimo aveva comunicato il ritorno di Voldemort e l’inizio
di una nuova guerra. Si era schierato contro Cornelius Caramel e il Mistero
della Magia; parlando di complotti per screditare il preside di Hogwarts ed il
Bambino sopravvissuto.
Era davvero un uomo coraggioso il padre
della sua amica Luna; anche perché ci voleva proprio un bel coraggio a
pubblicare certe cose, pensò divertito! E poi… Ron aveva fatto davvero un buon
lavoro.
Luna aveva smesso di sfogliare il plico e
rimase a fissare alcune pagine bianche.
“Ho lasciato alcune pagine in cui potrai
inserire altri articoli di tuo padre e magari qualche cosa di tuo” aggiunse Ron
un po’ imbarazzato “Sono sicuro che un giorno sarai una giornalista anche più
brava di tuo padre”
Luna poggiò delicatamente la raccolta di
articoli sul tavolo e cominciò ad accarezzare lentamente la nera copertina. Poi
le sue dita si soffermarono per alcuni secondi sulla grossa C della parola
cavillo e con la stessa lentezza principiò a seguire i contorni di tutte le
lettere che costituivano il nome della testata giornalistica di cui suo padre
era il direttore: Il Cavillo. Una lacrima cadde sulla copertina e la ragazza
singhiozzando disse:
“Il giorno prima che mia madre morisse
avevo litigato con papà. I miei amici mi prendevano in giro per le storie che
scriveva sul Cavillo. Lei mi disse che dovevo essere molto orgogliosa di mio
padre” fece una breve pausa, poi dopo aver tirato su col naso continuò “che era
un uomo coraggioso, perché non aveva mai paura di dire ciò che pensava. Mi
raccontò che anche quando era molto giovane soleva riferire a tutti strane
storie. A volte la gente lo derideva, ma Lui non si scoraggiava mai. Mi disse
che un giorno lo avrei capito e lo avrei amato così come lo amava lei, perché
era l’unico, fra tutti gli uomini che avesse mai conosciuto, ad avere più dubbi
che certezze. La mamma mi disse di diffidare delle persone con troppe certezze
e mi augurò di incontrare, un giorno, un uomo che mi amasse così come Lui amava
Lei”
Singhiozzava rumorosamente nascondendo il
volto tra le mani. Ron si era avvicinato e con dolcezza l’abbracciò e le
carezzò i lunghi capelli biondi, nel tentativo di tranquillizzarla.
“Vorrei che lei sapesse che sono molto
orgogliosa di papà e che aveva ragione, su tutto. E che ero solo una stupida
ragazzina capricciosa”
“Lei lo sa” la consolò Harry “Non smettono
mai di starci accanto, anche quando a noi sembra di essere rimasti soli”
“E non eri affatto una ragazzina
capricciosa, eri solo una bambina” la giustificò Hermione stringendole la
spalla destra con la mano
“Tuo madre sarebbe molto orgogliosa di te”
aggiunse Ginny accorata “Perché anche tu sei una ragazza coraggiosa. La ragazza
più coraggiosa che abbia mai conosciuto”
Luna si distaccò dall’abbraccio del ragazzo
e fissò lo sguardo su ciascuno dei suoi amici
“Grazie tante, ragazzi” disse asciugandosi
le lacrime “Sono davvero fortunata ad avere degli amici come voi” poi immersa
negli occhi di Ron “Grazie, Ronald è il regalo più bello che potessi farmi”
Ron, che fino a quel momento era rimasto in
silenzio, replicò:
“Non so se potrò amarti come tuo padre
amava tua madre o come si amano i miei genitori. Non so cosa accadrà domani,
fra un anno o fra dieci anni, perché in me non ci sono molte certezze, ma so
cosa provo oggi per te. Io voglio stare con te Luna, io ti amo”
Luna Lovegood lo fissava attonita. Ron
appoggiò delicatamente le sue labbra su quelle della ragazza e accarezzandole
il volto aggiunse “Non devi rispondermi subito. Aspetterò tutto il tempo che
vorrai, così come tu hai aspettato me”
La ragazza si perse tra le braccia di Ron
in mutua contemplazione. Proprio in quel momento, alcuni gufi cominciarono a
volare lasciando cadere numerosi pacchi colorati. Erano i regali di natale
inviati dai familiari degli studenti rimasti ad Hogwarts.
Ron terminò di scartare il regalo di Luna;
un costosissimo set completo, in argento, per la manutenzione della scopa.
Raccolti tutti i loro regali si diressero
alla Sala Comune di Grifondoro, accompagnati ormai dall’inseparabile Luna.
Passarono l’intero pomeriggio a scartare regali: i soliti maglioni inviati
dalla signora Weasley (questa volta ne aveva confezionato uno anche per Luna. E
la ragazza era a dir poco raggiante per quel maglione sformato. “Ora fai
davvero parte della famiglia” farfugliò Ron rosso in volto), libri di Magia,
Dolci, Rune e Talismani di protezione, pergamene e piume. Ma i regali più
graditi furono una scopa nuova di zecca, una Nimbus 2000, donata a Ron con una
colletta operata da Hermione, Harry e Ginny; ed un maglione nuovo, di lana
turchese, regalato a Harry dai suoi zii. Era il primo regalo ‘nuovo’ che avesse
ricevuto, in tutta la sua vita, dalla famiglia Dursley.
“E’ proprio vero che a Natale può
accadere qualsiasi miracolo” pensò esterrefatto
Il regalo, che invece scosse tanta pace e
serenità, fu quello ricevuto dalla piccola Ginny da Draco Malfoy: Una scopa
Firebolt 8200, ultimo modello completa di set in oro per la manutenzione.
“Glielo devi restituire!” ordinò Ron
perentorio
“Perché mai?” ribatté la sorella indignata
“Credo che Malfoy abbia un po’ esagerato”
fece notare Hermione preoccupata “E’ un regalo molto costoso”
“Gli avevo detto di non esagerare quando mi
ha chiesto se poteva farmi un regalo per Natale”
“Mano male che glielo hai detto… altrimenti
cosa ti avrebbe regalato un castello?” puntualizzò Luna incredula
“Effettivamente ha esagerato” replicò Ginny
passandosi una mano tra i lunghi capelli rossi “ma non posso restituirgli il
regalo, si offenderebbe. E poi è un ottima scopa”
“La migliore” sottolineò Harry “ma come
credi di giustificare un regalo tanto costoso”
“Potrei dire che è il regalo di un
ammiratore segreto”
“Mi sembra una buona idea” asserì Hermione
soddisfatta
“A me non sembra per niente una buona
idea” precisò Ron “Malfoy è uno stupido ragazzino viziato che pensa di
comprare mia sorella con il denaro. E poi è un imprudente”
“Non ha bisogno di comprarmi con il denaro”
chiarì Ginny risoluta “Draco sa benissimo che io lo amo. E non sarà una
Firebolt 8200 a farmelo amare di più”
“Draco Malfoy è abituato a comprare tutto,
lui non potrà mai capire che ci possono essere cose che il denaro non possa
compare”
Questa era una delle poche certezze che
avevano tutte le persone in quella stanza, inclusa Ginny Weasley.
“Ma con l’aiuto di Ginny, io sono sicura
che anche un bastardo come Draco Malfoy potrà cominciare a capire” si
pose in sua difesa Hermione.
“Gli restituirò la scopa” asserì Ginny
“Sei sicura?” domandò Luna
“Si. E’ la cosa giusta da fare! Se
l’accettassi potremmo creare dei problemi e finché la guerra non sarà finita,
Io e Draco fingeremo di odiarci” poi fissando il fratello continuò “Ma quando
tutto ciò avrà avuto fine Io lo amerò senza riserva alcuna e vorrei che tu
fossi al mio fianco quando lo dirò a mamma e a papà”
“Certo sorellina, sarò al tuo fianco” la
sua voce ebbe un inflessione di paura “anche se sono sicuro che mi
ripudieranno! Ti rinchiuderanno nella torre più alta di Hogwarts mentre io
dovrò andare ramingo per il mondo senza più una dimora ed una famiglia”
“Non preoccuparti Ron, sarò io la tua
famiglia” esplicitò Luna candidamente
“E poi non essere sempre così tragico. Sono
sicurissima che Malfoy sarà ben lieto di ospitarti nel suo maniero” reiterò
scherzosa Hermione
“… magari dormirete nella stessa cameretta
e vi racconterete tutti i vostri segreti” enfatizzò Harry sarcastico
Ron fissò gli amici con aria ostile e
minacciandoli disse:
“Se ciò accadrà noi tutti divideremo la cameretta
con Malfoy”
Tutti esplosero in una sonora risata.
Ma improvvisamente l’attenzione di Luna fu
attratta da un piccolo pacchetto lacero e nero, su cui era poggiato un
bigliettino “Per Ginny Weasley con affetto D. M.” , lo raccolse e lo porse alla piccola Weasley
“Credo che manchi ancora un regalo da
aprire”
Harry lo riconobbe subito era lo stesso
pacchetto che Draco Malfoy teneva tra le mani, quando era uscito dal negozio di
Magie Sinister.
“E’ di Draco!”
“Un altro?” replicò Ron timoroso
“La scatolina sembra piuttosto piccola... sarà l’anello di fidanzamento” lo schernì
Hermione
Ron
si voltò di scatto e la fissò sgomento
“Ron sto scherzando” lo rassicurò l’amica
“Ginny, ti prego, aprì quel pacchetto prima che a tuo fratello venga un
infarto” aggiunse sedendosi stancamente sul divano
Ginny, con le gambe incrociate ed il volto
riscaldato e illuminato dal fuoco scoppiettante del camino, aprì lentamente la
scatolina. Dentro c’era una graziosa spilla su cui erano appuntati tre
ciclamini bianchi.
La ragazza sorrise e dopo aver letto il
bigliettino lo porse al fratello.
“Questo è il Draco Malfoy che non smetterò
mai di amare”
Con una scrittura piccole e regolare Malfoy
scriveva
Alla mia piccola Lentiggini
Mi piacerebbe che accettassi la scopa e il set per la manutenzione, ma so che i
tuoi amici e soprattutto quel rompiscatole di Lenticchia (ma sei sicura di
volerlo per fratello?) ti consiglieranno di rifiutare. Ed Io condivido la
vostra decisione… solo che sai quanto mi piace tentarti, almeno quanto mi piace
stuzzicare quell’imbecille di tuo fratello
“Lo odio” sbottò Ron indignato “E poi cosa
intende dire con quel ‘mi piace tentarti’?”
“Sta zitto Ron!” lo apostrofò Hermione
seccata
Questo è il mio vero regalo di Natale. Non
appena l’ho visto ho pensato subito a te. Sia per il significato del fiore che
lo compone, sia perché intriso di una delle più potenti magie di protezione
note nel mondo magico. Per essere sinceri è una delle magie “oscure” più
antiche e potenti che si conosca per la protezione del suo depositario. So che
detesti tutte le magie oscure, ma ti supplico di accettarlo, per la mia
tranquillità. Vorrei solo che questa
spilla proteggesse il mio fiore più prezioso.
Tuo Draco
Draco Malfoy che supplicava!
“Com’è romantico” replicò Luna rapita
“Cosa hai intenzione di fare?” domandò Ron
indefinito
“Accettare, naturalmente. E qualsiasi cosa
tu abbia da ridire su… “
“Per me va benissimo” la interruppe Ron
serio “Lui vuole proteggerti e anch’io” affermò porgendogli il bigliettino
Ginny lo afferrò
“Qual è il significato del Ciclamino nel
linguaggio dei fiori?” domandò Hermione curiosa
“Amore senza pretese”
“Tu non conosci il linguaggio dei fiori e
dubito che possa conoscerlo uno stupido Mangiamorte” sbottò Ron
“Invece ti sbagli, Narcissa Malfoy ama
molto i fiori e ha insegnato a Draco il loro significato. Qualche mese fa
abbiamo litigato e per fare pace mi ha regalato un Tulipano giallo ed un
libricino ‘un fiore per dire ciò che provi’”
“Un Tulipano Giallo?”
“Si, Harry. Amore disperato”
NdA: Con questo
capitolo, un po’ fuori dal mio stile, termina la caratterizzazione delle storie
d’amore. Dal prossimo capitolo riaffronteremo Voldemort e ci addentreremo nella
trama cercando di risolvere un po’ di enigmi. Vi anticipo che nel prossimo
capitolo Harry ritroverà Kalindra che lo guiderà nelle terre di Oneiros.
Prima di
lasciarvi volevo precisare che la scena un po’ audace tra Harry e Hermione,
forse potrebbe non essere adatta ad un raiting giallo, ma come mi fu fatto
notare un po’ di tempo fa, da uno di voi, (in una recensione) si tratta pur
sempre di una storia tra adolescenti e il sesso è un dilemma che qualsiasi
adolescente prima o poi deve affrontare. Naturalmente, come avete avuto modo di
leggere, Harry e Hermione decidono di aspettare fino a che saranno pronti.
Perché c’è un momento giusto per ogni cosa e non bisogna mai anticipare i
tempi…
Infine, non so ancora quando posterò il prossimo chap, questo perchè ho notato una netta diminuzione delle persone
che leggono questa storia. Il fatto che lasciate o meno recensioni (che sono sempre meno tra le altre cose!) non ha molta importanza, certo
non nego che mi faccia molto, molo, molto piacere riceverne. Ma se invece di 5 recensioni ne trovo una, per me non è un problema! Però se la storia
la legge un decimo delle persone che hanno terminato la storia precedente e circa trenta volte meno rispetto alla prima pagina, allora
forse c'è qualcosa che non va nella trama... per cui per un pò sarò in meditazione per risolvere il problema
Grazie a tutti
Alla prossima, Lella80
EFP
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Capitolo 16 *** Il Castello di Oneiros ***
CAP16
Ciao a tutti... è passato molto tempo dall'ultimo aggiornamento, spero comunque di ritrovarvi tutti.
Non avevo molta voglia nè tanta ispirazione nel proseguire questa soria... soprattutto perchè ho sempre detto che qualsiasi
racconto si scrive da solo, ebbene questa storia non lo faceva più!!! Poi l'ho riletta, ho cominciato il sedicesimo capitolo
e... pensavo peggio, ma è stato facile! Spero che il capitolo vi piaccia
Prima di lasciarvi al capitolo, vorrei ringraziare Marco per avermi aiutato a rendere la storia più scorrevole ed essere stato capace
di vedere ciò che a me era sfuggito
Grazie a tutti per la pazienza e buona lettura.
Lella80
CAP16
Il castello di Oneiros
Quella
notte Harry fissava il bianco soffitto della sua stanza come se da esso
potessero scaturire tutte le risposte alle sue domande.
Era molto
stanco: le lezioni, le riunioni, le liti e il pensiero che da lì a poche ore
avrebbe incontrato la Maia, non gli concedevano quel rilassamento necessario
per l’agognato riposo. Quella splendida donna, in tutto il suo rifulgere, gli
avrebbe rivelato la natura dei suoi sogni e avrebbe finalmente dato risposte
all’unico quesito che offuscava la sua mente:
Sono
davvero solo sogni?
Non aveva
desiderio di domandare cosa sarebbe stato della sua vita e del mondo magico…
Non aveva
desiderio di scoprire quale sarebbe stata la strategia migliore per sconfiggere
Voldemort…
Non aveva
desiderio di scoprire dove fosse l’occhio di Udjat e se Bellatrix Lastrange
l’avesse recuperato per il suo oscuro padrone…
Il suo
unico desiderio era solo scoprire se ciò che vedeva era frutto o meno della sua
fervida attività onirica o, come ormai sospettava da mesi, non fossero altri
che ricordi di un altro Harry.
Già…
perché non potevano essere sogni, non lo erano mai stati.
Lui lo
sapeva… lo aveva sempre saputo…
Troppo
vividi!!! Troppo reali!!
Erano
ricordi… non suoi… ma ricordi!!! Ci aveva riflettuto per settimane, per mesi e
alla fine era giunto all’unica conclusione possibile: doveva esistere una
realtà differente da quella che aveva conosciuto, una realtà alternativa in cui
i suoi genitori non erano morti, in cui Voldemort non esisteva, in cui non
esisteva la magia. L’unica cosa che sembravano avere in comune i due mondi era
l’occhio di Udjat. Forse era stato l’antico talismano ad aprire un varco spazio
temporale tra i due mondi, ma tutto questo non aveva importanza… se aveva i
ricordi di quel Harry probabilmente poteva anche entrare nel suo mondo e
riabbracciare i suoi genitori, per il momento era questa l’unica cosa
importante!!
Quando la
luce fece timidamente capolino nella sua stanza si sentì stranamente eccitato e
contento. Saltò giù dal letto come se carboni ardenti pulsassero tra le
lenzuola e quando Ron si svegliò era già in
piedi da un pezzo. Immobile sul suo letto fissava un invisibile punto non ben
identificato tra lo stipite della porta e l’armadio.
“Sei
caduto giù dal letto?” domandò Ron strofinandosi teatralmente gli occhi.
“Riflettevo”
fu la sua laconica risposta
“Su
cosa?” replicò il giovane Grifondoro sedendosi.
“Su
questi strani sogni” aveva pronunciato quest’ultima parola con
un’innaturale lentezza.
“Hai di
nuovo fatto qualche strano sogno?”
“No… è
molto tempo ormai che non faccio più quei sogni. L’ultima volta Io e mio padre
stavamo litigando e sono uscito sbattendo la porta”
“Questo
tuo modo di raccontare” lo apostrofò Ron
mentre si infilava un pantalone di velluto cachi “comincia a darmi
i brividi”
“Non dirlo
a me!!” replicò l’amico tenendosi la testa tra le mani “Sono stanco, Ron; ma so
che questa sera Kalindra mi rivelerà la verità… anche se… “
“Anche
se?”
“Io credo
di saperla”
“E… ? “
lo incitò Ron avvicinandosi
“Preferisco
prima ascoltare quanto mi dirà”
Ron non
insistette
oltre, aveva
chiaramente notato la risolutezza di Harry e sapeva che qualsiasi insistenza
sarebbe stata inutile e poi, di lì a poche ore la verità
sarebbe stata rivelata a tutti.
La
giornata trascorse rapida tra lezioni di Pozioni e di Trasfigurazione; Harry
non riusciva a mantenere l’attenzione su nulla e le lezioni gli sembrarono
lunghe e tediose. Anche la cena gli era sembrata troppo lunga.
“Harry,
sei tra noi?” una voce distante lo ridestò dal suo torpore.
“Scusa?”
“Ron ti ha
chiesto se gli passi del pudding” replicò Hermione seccata.
“Sì,
certo” rispose il giovane mago allungando il braccio destro in cerca del grosso
piatto da portata che era proprio di fronte a lui. “Ecco” aggiunse porgendo la
pietanza all’amico.
“Grazie,
amico” ringrazio il giovane mago afferrando il piatto “Sei un po’ distratto,
oggi”
“Non
riesco a smettere di pensare a Kalindra”
“Se non
fosse un sogno… comincerei ad essere gelosa” replicò Hermione acida “anche se
forse dovrei cominciare ad esserlo visto che non fai altro che decantare la sua
bellezza”
“Hermione,
non credi di esagerare?” sottolineò Ginny fissandola.
“Hai
ragione. Scusa Harry è che sono molto preoccupata”
“Non sto mica andando ad affrontare Voldemort” la schernì il
ragazzo afferrandole delicatamente
la mano. Il solo
contatto sembrò rassicurare la ragazza.
“Sì, ma se la Maia ti mostrasse ciò che si nasconde dietro i
cancelli che custodisce e se tu non fossi sufficientemente forte potresti
confondere la realtà con la fantasia e rimanere prigioniero del Mondo di
Oneiros. Per sempre”
Le stesse parole di Piton… ma lei e il professore di Pozioni
avevano gli stessi gusti in fatto di lettura?
Harry la fissò sgomento, poi istintivamente posò lo sguardo su Ron.
“Non guardare me, amico… Io non le ho detto nulla” si giustificò
repentino il ragazzo.
“Hermione, non confonderò la realtà con la fantasia e non resterò prigioniero
di quel mondo” la rassicurò il giovane Grifondoro.
“Non ne sarei così sicura… sei ancora molto confuso e il tuo
desiderio di rivedere i tuoi genitori potrebbe essere un problema”
“Il desiderio di rivedere i miei genitori non è mai stato un
problema e non lo diventerà ora” si giustificò Harry contrariato.
“Promettimi solo che se ti sentirai smarrito e se avrai dei dubbi
non ti lascerai guidare dall’istinto, ma cercherai la vera via” supplicò con il
volto serio.
Harry la fissava basito… certo, Hermione aveva ragione: desiderava
rivedere i suoi genitori, ma aveva ben chiaro quale fosse la sua realtà e la
realtà alternativa dell’altro Harry. Non si sarebbe confuso. In quei
lunghi mesi aveva imparato a conoscere la vita e la mente dell’Harry non-mago.
Avevano avuto esperienze molto simili, ma erano due persone completamente
diverse. Lui sapeva benissimo chi era. L’altro Harry era un adolescente arrabbiato
con la vita…
con i suoi genitori
… con suo padre. Certo anche Lui era
un adolescente arrabbiato con la vita…
ma Lui aveva tutte le ragioni, infondo “la vita” non era stata molto generosa
nei suoi riguardi. Non solo gli aveva sottratto i
genitori
quando era ancora
piccolo, ma aveva anche tracciato un destino di morte innanzi a Lui, un destino
che lo avrebbe condotto ad uccidere o ad essere ucciso dal più grande mago
Oscuro di tutti i tempi.
Lui era il prescelto!
Lui sapeva benissimo chi era
!!!
“Non preoccuparti, Hermione. Non smarrirò la via. Non dimenticherò
chi sono”
Hermione lo guardò
raggiante ed in quel momento il suo cuore
pensò che se anche si fosse smarrito il sorriso della donna che amava gli
avrebbe illuminato la strada verso casa.
*
“Mi
raccomando Harry” la voce del preside era rassicurante e calda come sempre “Non
lasciarti ingannare dalle sue parole”
“Sì, signore” annuì il giovane mago ingollando
lentamente un’intera pinta di Pozione Acchiappasogni
“E
ricorda, Potter” aggiunse un’irritabile voce melliflua “il Viandante dei Sogni
è l’unico che può controllare i propri sogni”
“Sì, signore” replicò nuovamente Harry
Si
distese sul durissimo e scomodissimo letto che Piton aveva fatto apparire nella
stanza del preside e si rannicchiò cullato dalla voce del Preside e dalla falsa
e ossequiosa litania del professore di Pozioni.
Una
lunga strada buia si dipanava rapida davanti ai suoi occhi… rapida… sempre più
rapida!! La velocità era tale che ne vedeva a mala pena i contorni.
“Harry,
tuo padre è solo preoccupato per te” lo redarguì una voce femminile.
Si
voltò. Era Hermione. Il suo volto era tirato e visibilmente preoccupato.
Riportò lo sguardo sulla strada.
“Forse
avrebbe dovuto preoccuparsi per me quando glielo chiedevo, non ora. Ora non ho
più bisogno di nessuno; me la cavo benissimo da solo”
“Davvero?”
“Cosa
vorresti dire?” replicò irritato
Tutta
quella rabbia… tutto quell’odio. Non aveva mai provato sensazioni così forti.
“Siamo
su una strada buia e tu stai correndo come un
pazzo... guarda" disse indicando la strada davanti a loro "
non si distingue nemmeno quella maledetissima linea
tratteggiata... sembra continua" ansimò nervosa "A quanto stiamo
andando?” il suo tono
era ritornato calmo ed il suo respiro regolare, ma nella sua voce c’era una crescente nota di terrore “E sono
spaventata; Harry. E poi… sei ubriaco… di nuovo”
“Io
ti spavento?” la sua voce era lenta e carezzevole “Tesoro, almeno sono ancora
capace di farti provare qualche emozione. Sei sempre così fredda con me!!!”
“Harry,
non mi sembra il momento di discutere di queste faccende… ora!!! Sei
ubriaco, lascia che guidi Io” supplicò
la ragazza
mentre si aggrappava tenacemente alla maniglia della portiera
pregando che non accadesse niente.
Ubriaco?
“Hermione
ha ragione. Potrei guidare Io” aggiunse una voce timorosa, proveniente dalle
sue spalle.
Chi c’era in macchina? Lui
conosceva quella voce?
Si
voltò.
“GUARDA
LA STRADA!!!” tuonò Hermione
Era…
Neville!!
“Io
non-sono
-ubriaco e sto guardando la strada. E poi non
andiamo tanto veloce… ” replicò calmo “E tu Neville dovresti solo
ringraziarmi per esserti amico. Ti trascino alle feste come un cagnolino… tu
sei un fallito e nessuno vuole esserti amico, nessuno tranne Io e Ron, ma lui
fa solo quello che gli dico io… ”
Perché diceva quelle cose
terribili a Neville?
Lui
gli voleva bene!! Ma non riusciva a dominare l’ira che gli martellava dentro,
sentiva solo desiderio di distruggere tutto ciò che di bello ancora c’era in
Lui.
E poi... aveva la bocca impastata e la testa gli pulsava… forse Hermione
aveva ragione, era troppo ubriaco!!
“Non
ascoltarlo, Neville. E’ ubriaco e non è te che vuole ferire”
“NON
SONO UBRIACO” urlò disperato
schivando
l’ennesima macchina
“Invece
lo sei ed Io sono stanca di raccogliere i tuoi cocci. Harry, comportandoti così
non ferisci solo tuo padre, ma tutti quelli che ti sono stati vicini in questi
anni. Se continui così resterai solo... HARRY...RALLENTA" gridò Hermione disperata.
Il ragazzo era riuscito a schivare una macchina per il rotto della cuffia. Per qualche istante sembrò perdere il controllo della vettura, ma
riprendendo nuovamente velocità, replicò:
“Te
l’ho già detto, amore, Io-non-ho-bisogno-di-nessuno!! Nemmeno di te”
Perché
aveva detto quelle cose?
Lui
non le pensava!
Lui
amava Hermione!
“Io
non ti amo più Hermione. Ci siamo divertiti, ma ora non mi diverto più. Io ho
bisogno di una donna con cui scopare non di una madre… mi manca un padre non
una madre!!!”
Come
poteva trattare la donna che amava in quel modo?!
Si
voltò per fissare il volto della donna che un tempo aveva amato e desiderato
più di ogni altra cosa; della donna per cui aveva messo a repentaglio la sua
amicizia con Ron; della donna a cui aveva donato il suo anello ed il suo cuore.
“Io
non ti amo più da tanto tempo, Harry Potter” disse Lei fissando la strada.
Sentiva
che non gli importava nulla… di nulla. Si sentiva vuoto e incapace di provare
sentimenti, ma quelle parole, quella voce fredda gli stavano lacerando l’anima.
“Non
è rimasto più nulla di quel ragazzino che amavamo tutti” aggiunse la ragazza
fissandolo con un amaro sorriso.
“L’occhio
di Udjat ha ucciso quel ragazzino” sentenziò pensieroso, prima di chiudere
gli occhi
Quando li
riaprì si ritrovò al bivio tra le due strade bianche
e polverose che si allontanavano dal Luz. Era stremato da tutto quel rancore.
Era consapevole che Lui non avrebbe mai rivolto quelle parole a Hermione e a
Neville. Lui amava Hermione e stimava Neville, erano suoi amici da sempre e non
avrebbe mai fatto o detto nulla per ferirli. Ma era ancora pieno della rabbia
che gli aveva vomitato addosso. Ora… però, quel incubo era finito.
Lui sapeva chi era!!!
Non poteva soffermarsi su quanto erano i ricordi dell’altro Harry,
doveva andare avanti; doveva nuovamente parlare con Kalindra.
Aveva già percorso quella strada… imboccò quella sulla sinistra
dove si stendeva una lunga strada bianca che serpeggiava attraverso immensi
prati, chiusi ai lati da boschi di alte conifere. Larghe foglie dorate
pendevano dalle secolari conifere poste ai lati del viale, foglie che
riflettevano la luce argentea della luna. Sapeva che doveva avanzare, doveva
trovare quella donna, doveva trovare le risposte e finalmente rivide… i due
cancelli. Alzò lo sguardo ed innanzi alle due mastodontiche porte sedeva una
donna dai lunghi capelli color indaco e dalle sinuose forme. Quella splendida
figura femminile lo fissava con intensi occhi turchesi.
Sembrava stesse aspettando le sue parole; parole che Harry non
riusciva a pronunciare. La sua mente sembrava vagare nel nulla, dinnanzi a
tanta sensuale bellezza..
“Io posso esaudire ogni tuo desiderio, Viandante” disse la donna
con voce voluttuosa.
“Qualsiasi desiderio?“ domandò Harry smanioso.
Tutto il suo essere era in piena tempesta ormonale.
La donna si avvicinò. Il suo profumo di rosa e gelsomino era
inebriante.
“Qualsiasi” ripete la Ninfa avvinghiandosi al giovane mago.
Era così soffice.
La strinse a se, cosicchè i loro corpi potessero aderire completamente.
“Io so cosa desideri, Viandante” proseguì languidamente, appoggiando la sua bocca su quella dischiusa di Harry.
Quelle labbra morbide e calde emanavano un odore che mai aveva sentito nel suo
mondo. Non riusciva a resistere a tanta pulsione. Quella donna era come una
sirena capace di attirare con la sua bellezza e il suo canto gli ignari marinai,
portandoli ad un dolce naufragio. E anch’egli voleva naufragare nei suoi
splendidi occhi colore del mare; la desiderava come mai aveva desiderato altra
donna e ormai succube del suo potere, avvicinò il suo volto a quello di Lei. Accarezzò
le sue labbra prima con un dito e infine la baciò.
E poi
tutto divenne ineluttabile… le loro mani e le loro lingue andarono rapide alla
scoperta di nuovi piaceri. Lei era
perfetta: la sua
pelle era vellutata e liscia come una succosa pesca ed emanava un intenso odore
di vaniglia. I suoi setosi capelli, che ricadevano morbidi sui seni,
profumavano di gelsomini. I suoi occhi risplendevano come stelle e le sue
labbra erano rossi petali strappati ad una rosa. Era perfetta… l’opera
di un Dio. I suoi sensi sembravano acuirsi minuto dopo minuto. Non solo sentiva
il gemito del vento che accarezzava i loro corpi, ma poteva chiaramente
percepire lo sfrigolio delle foglie che si sminuzzavano sotto il loro peso. E
mentre si muoveva ritmicamente dentro
di Lei
desiderò di perdersi in quel mondo al confine tra sogno e realtà in cui quella
donna regnava sovrana.
Nulla aveva più importanza
… quei ricordi non
suoi, Voldemort, la magia, suo padre… nulla aveva più importanza.
Poi
quella voce…
“Non è
rimasto più nulla di quel ragazzino che amavamo tutti”
Il
sorriso amaro di Hermione.
Era forse
nel suo destino dare dolore alla donna che amava?
“Perché
ti sei fermato?” domandò la donna carezzando il volto sudato del ragazzo.
“Non
posso… non è questa la ragione per cui sono qui”
“Ma è ciò
che desideri”
“Desidero
molte cose Kalindra” si distaccò dal corpo nudo
della donna, ormai libero dal suo incanto, e si sedette serrando le gambe tra le
braccia “Io amo Hermione e amo questo mondo”
“In
questo modo Viandante hai scelto di percorrere la via” disse la giovane donna
ancora distesa sull’erba.
La sua voce
sembrava essere diventata fredda e distante. Quanta differenza rispetto a
quella calda e seducente di pochi istanti prima.
“Quale
via?” domandò il mago
“Quella
per cui sei giunto qui. Avevi due scelte, Harry Potter. Conoscere i piaceri del
mondo o accettare il peso delle sue sofferenze. Se ti fossi lasciato andare
fino in fondo, se insieme avessimo raggiunto l’orgasmo della carne saresti
ritornato a Lei ed al mondo che oggi ti appartiene, ma tu hai scelto di
percorrere la via verso il castello di Oneiros. Egli ti rivelerà la verità che
tanto desideri conoscere, ma che ti condurrà a scegliere fra la tua vita e la
vita di molti altri”
“Non
capisco cosa vuoi dire” protestò Harry confuso.
“Lo
capirai!!” la giovane donna si alzò ed indicando la strada davanti a sé
aggiunse “Viandante dei Sogni, percorri il lastricato d’argento che divide la
via degli alberi. Alla fine di esso troverai un castello e nel Dedalo della
Spada troverai il Signore di questo mondo. Egli ti rivelerà il tuo destino e ti
chiederà di oltrepassare Keras
od Elephas per ritornare nel tuo mondo”
“Pensavo che fosse sufficiente svegliarsi per ritornare alla mia
realtà?”
“Tu sei un Viandante dei Sogni, Harry Potter. E’ questo il mondo
che ti appartiene e questa la tua realtà ora”
“Quindi
sono prigioniero di questo mondo?”
“I Viandanti dei Sogni possono attraversare
Keras ed Elephas.
Potresti farlo ora, i cancelli sono davanti a te… e se sei fortunato potresti
ritornare nel mondo che ritieni tuo”
Harry la fissava basito e poi volgendo lo sguardo sui cancelli in
un soffio di voce recitò:
“Attraverso il cancello di colore nero si accede a tutti i sogni
veritieri e profetici, mentre attraverso il cancello di colore bianco si accede
a tutti gli incubi e sogni ingannatori. Non dovrebbe essere così difficile
scegliere la via”
“Se è ciò che ritieni
giusto non sarò Io a fermare il tuo passo. Attraversa pure il cancello che
desideri” ribatté
la Maia accondiscendente “ma il mio consiglio è di incontrare il Dio, solo Lui
può indicare la via giusta da percorrere. Oltre ad essere un Viandante e ad
avere il potere di attraversare il mondo dei sogni tu sei anche un Pontifex; e
solo i
Pontifex,
fin dalla notte dei tempi, possono fungere da tramite tra gli uomini e i loro Dei”
“Va bene, se questo è il consiglio della Maia; attraverserò il
lastricato e giungerò da Oneiros“ replicò il giovane mago con glaciale distacco.
Raccolse gli abiti che erano sparsi sull’erba e quando alzò lo
sguardo, Kalindra era scomparsa. Ora non aveva altra scelta che proseguire
lungo la via argentea che gli aveva indicato la custode dei cancelli.
Cominciò
a seguire il sentiero, inoltrandosi in una specie di parco. Tutto sembrava immutabile.
Sentiva un vento fresco accarezzargli la pelle, ma le cime degli alberi erano immoti
e la brezza era muta ad orecchio umano. Giunse ad un
sentiero. Siepi perfette ne segnavano i limiti esterni e dietro di essi grandi
e secolari alberi si curvavano, assumendo la forma di
un tetto ad arco tra foglie e rami. Nonostante la terra fosse ricoperta di foglie, il camminare lungo questo viale non produceva
alcun rumore, gli sembrava di camminare ad un millimetro dalla superficie.
L'aria era calda ed accogliente ed un senso di pace e serenità invase
improvviso il suo cuore. Una dorata nebbiolina fluttuava leggera lungo il percorso
alberato. Sentiva i sensi confondersi e la vista appannarsi. Aveva il
corpo completamente intorpidito e le gambe erano diventate due pesanti tronchi…
ma doveva andare avanti, non poteva fermarsi!
Aveva
sonno… avrebbe voluto chiudere gli occhi e sdraiarsi, ma una voce nella sua
mente gli ricordava continuamente di restare sveglio e di avanzare.
Quando
ormai i suoi sensi erano appannati, i suoi occhi scorsero una luce dorata.
Cercò di schiarirsi la vista in ogni modo e poi lo vide. Era proprio dinanzi a
lui: un enorme e dorato castello e lui si trovava proprio
davanti all’immenso portone d’ingresso.
Entrò.
Non c’era
nessuno all’interno del maniero, ma sentiva voci, rumore di passi, tintinnare
di piatti e di bicchieri, il rintocco di una pendola…
ed, ancora,odore di cibo e profumo di persone. Dovevano esserci molte
persone in quel posto, c’era un’intensa vita in quelle stanze, ma lui non
riusciva a scorgere nessuno… solo alloggiamenti vuoti.
Cominciò a salire scale, ad aprire porte ed armadi, ad attraversare sale e saloni finemente arredati. Provò ad
inseguire quelle voci, ma ogni qual volta sentiva di averle raggiunte esse si
allontanavano. In un’occasione gli era persino sembrato che qualcuno lo avesse
sfiorato.
“Forse è
un castello infestato da fantasmi?” pensò ad alta voce
Decise di
continuare a cercare e di provare ad arrivare nella sala del trono… se il Dio
dei Sogni era il sovrano di quel posto probabilmente lo avrebbe trovato seduto
su un trono.
“Sempre
che ci sia qualcuno in questo posto” aggiunse sfiduciato.
Era un
vero labirinto. Quello doveva essere il Dedalo della Spada era lì che si
trovava il Signore del mondo dei sogni… così gli aveva detto la Maia.
Dopo ore
di cammino giunse in uno smisurato salone. La sala era rettangolare e alla fine
di essa era disposto, su una pedana circolare, un enorme trono dorato in cui vi
erano incastonate migliaia di pietre verdi.
Ma il
trono era vuoto, proprio come la sala. Sentiva un intenso vociare e della
musica come se si stesse svolgendo, proprio intorno a Lui, un’animata festa da
ballo, eppure non vedeva alcun re e alcuna regina, ne tanto meno allegre dame e
aitanti cavalieri, ma solo rumori immersi nel vuoto.
“DOVE
SIETE TUTTI?” urlò disperato “DOVE MI TROVO?”
A quel
grido seguì il silenzio. Non poteva vederli, ma a quanto pareva loro riuscivano
a sentirlo proprio come Lui sentiva Loro.
“DOVE
SIETE? CHI SIETE?”
Nuovamente
il silenzio, anche se questa volta gli sembrava di udire il fruscio di voci che
parlottavano tra loro.
Perché non rispondevano?
Si voltò
intorno confuso.
Cosa doveva fare?
Un
attimo… se potevano sentirlo forse anche Oneiros poteva sentirlo.
“ONEIROS”
gridò supplichevole “SONO GIUNTO IN QUESTO POSTO PER POTERTI PARLARE. TI PREGO
MOSTRATI”
Nulla. La
sua preghiera sembrava essere inascoltata. Forse non doveva supplicare forse
doveva sfidarlo.
“UN DIO
POTENTE COME TE NON DOVREBBE NASCONDERSI”
Ancora
nessuna risposta.
“MI TEMI
COSI’ TANTO?!?”
“Le
divinità non temono gli uomini” replicò una voce nella sua testa.
“ALLORA
PERCHE’ TI NASCONDI?”
“Non
sono Io a nascondermi, sei tu a farlo”
“IO NON
MI NASCONDO AFFATTO, SONO QUI AL CENTRO DELLA SALA. SENTO DELLE VOCI, MA NON
RIESCO A VEDERVI”
“Viviamo
su due dimensioni diverse. I Viandanti dei Sogni possono passare da una
dimensione all’altra; se riuscissi a farlo potresti vedere gli abitanti del
castello. Ma credo che mi mostrerò a te senza che tu debba saltare nella nostra
dimensione… “
Mentre
nella sua testa giungevano le parole del Dio, innanzi a Lui si mostrò un
ragazzo molto giovane, doveva avere dodici o tredici anni. Aveva capelli ed
occhi neri come la notte, ma in essi luccicava la luce dei desideri. La sua
pelle era bianca e liscia come l’alabastro e dietro le sue spalle si spiegavano
candide ali… sembrava un angelo.
“… richiederebbe
un tempo ed un potere che in questo momento non ti sono concessi”
Era
dunque Lui il Dio che stava cercando… colui che gli avrebbe indicato la via?
“Chi
sei?” domandò Harry incerto
Il
ragazzo sorrise
“Dovrei
essere Io a porti questa domanda giovane Pontifex”
Giovane?
Ma se era più
piccolo di Lui!!
“Io sono
Morfeo o Oneiros, se è così che preferisci. Sono il Signore del Sogno. Figlio
di Ipno e della Notte”
“Ipno?”
“Sei al
quanto ignorante per essere un Pontifex”
Ignorante?
Quel moccioso gli aveva dato dell’ignorante?
“Ipno è
il Dio del sonno e il fratello gemello di Tànato, dio della morte. Ma
non credo che tu abbia attraversato la via del Sogno solo per parlare della mia
famiglia? Chi sei giovane Pontifex?”
“Tu sei
un Dio… dovresti sapere chi sono e perché sono qui”
“Perché?”
domandò il ragazzo con sguardo sincero.
“Forse
perché solitamente un Dio sa tutto?” ribattè perplesso
“Perché dovrei
sapere tutto di te? Non credi sia alquanto presuntuoso da parte tua ritenere
una cosa del genere?”
Ma era
davvero un Dio?
Il
ragazzino gli voltò le spalle e si diresse verso la pedana dove era disposto il
trono. Harry pensava che stesse per sedersi sul simbolo del suo potere invece
si sedette sugli scalini ai piedi del soglio regale. E lo fissò in attesa di
qualcosa…
“Io sono
Harry Potter e sono un mago”
“So chi
sei, Harry Potter e conosco il tuo potere”
Ma se
aveva detto…
“Scusa
non avevi detto che non mi conoscevi?” ribatte stizzito.
“Infatti
non ti conosco, ma conosco il tuo nome ed i tuoi sogni”
Quel
ragazzino era veramente irritante.
“Erano
secoli che un Pontifex non arrivava al mio cospetto. Sei molto potente Harry
Potter per essere giunto fin qui attraverso il sentiero dei sogni e per essere
riuscito a superare la serva di Mamu”
“La serva
di Mamu? Intendi Kalindra?”
Sorrise
nuovamente, ma questa volta sembrava un sorriso lascivo che poco s’intonava
sul suo viso angelico.
“Kalindra…
quale intima confidenza! Comunque sei davvero ignorante Harry Potter. Forse
dovrò spiegarti un po’ di cose, prima di proseguire in questa sempre più
interessante conversazione. Questo è il mio regno giovane Potter, al confine
tra sogno e realtà. Solo i Viandanti dei Sogni possono raggiungerlo. I
Viandanti dei Sogni sono quei sognatori coscienti di sognare. Ogni volta che
un sognatore diventa cosciente dell'esistenza dell'Anima e del fatto che lui
esiste contemporaneamente come Dormiente nel Corpus e come Doppio Onirico
nell'Anima, il Dio Elementale a lui più consono, durante una semplice cerimonia
detta Cerimonia del Nome, che ha luogo nella caverna dell'Ouroboros, gli
consegna un oggetto, simbolo di potere onirico, e un nome archetipico che
spesso rispecchia il carattere del sognatore. Da quel momento in poi il
sognatore diventa un Viandante a tutti gli effetti”
“Io non
sono stato sottoposto ad alcuna cerimonia” obiettò Harry, stanco di ascoltare tante
inutili parole
“Non mi
sembra di averti detto che potevi interrompermi!” replicò la divinità seccamente “Come
ti ho detto tu hai immensi poteri”
Il
ragazzino aprì la mano e sul suo palmo Harry notò che vi era poggiato un
anello… un drago che si mordeva la coda, con una grossa pietra verde al posto
degli occhi.
“Questo è
l’anello di mia madre, quello che mi ha dato zia Petunia”
“Questo è
l’oggetto che ti ha concesso di attraversare il confine”
“Ma Io
non l’ho più. L’ho donato a Hermione”
“Il
simbolo onirico serve solo per mostrare la via che conduce al confine. Una volta
raggiunto, il Viandante non ne ha più bisogno. Inoltre, nel tuo
caso non è stata necessaria alcuna cerimonia perché il tuo potere trascende
questo mondo”
“Ok… ho
il potere di entrare nel tuo mondo e a cosa mi serve? Non certo a sconfiggere
Voldemort”
“Sottovaluti
questo mondo giovane Pontifex. In ogni modo,i
Viandanti dei Sogni non solo attraversano il confine, ma hanno altre
interessanti capacità: sono in grado di entrare nei sogni degli altri umani e
alcuni hanno poteri precognitivi. Ma tu sei anche un Pontifex, e cioè hai
l’onore di parlare con me”
“Quale
onore!!” sbuffò Harry deluso
“Per il
momento ignorerò il tuo sarcasmo… sono un Dio molto
generoso. Mi pare che stessimo parlando di Mamu. Mamu è la dea babilonese dei
sogni. Quella stupida contrasta i miei disegni per puro divertimento. Sono
millenni, ormai, che Mamu non calca più questa mia terra, ma come sua
rappresentante ha lasciato la Maia, una ragazza proveniente dal mondo della
Veglia. Non credo che dovrò parlarti di Lei, scommetto che hai avuto modo di
conoscerla molto intimamente. Si sente così sola da quando il mio servo, il
Primo Guardiano, non è più al suo fianco. Come saprai sto cercando un valido
sostituto”
“Lei mi
ha detto che il Primo Guardiano non può essere scelto tra i Pontifex”
“Effettivamente
sarebbe uno spreco utilizzare tanto potere come trastullo sessuale di una
Ninfa, ma nel tuo caso potrei fare uno strappo alla regola”
Essere il giocattolo sessuale della Ninfa e
il leccapiedi di quel moccioso arrogante sono proprio
i miei
sogni inconfessati" pensò fra sé , disgustato da quell'indegna ed insolente proposta,
e poi replicò “No
grazie. Non mi interessa”
“Peccato,
mentre ti rotolavi con lei sul viale accanto alle porte sacre non sembravi
tanto poco interessato”
Se non si
toglieva quel risolino dalla faccia lo avrebbe preso a pugni.
“Non erano scene per ragazzini” lo schernì Harry
“Non
lasciarti ingannare dal mio aspetto… Io sono qui da prima dell’avvento
dell’uomo. E comunque, Potter, Io non ho mai lasciato una donna senza donarle
il piacere che cercava”
“Pensavo
che tu fossi in grado di aiutarmi, che potessi dare risposta alle mie domande,
però alla luce di ciò che ho visto credo che il mio viaggio sia stato del tutto
inutile. Kalindra dice che tu sei l’unico che possa indicarmi la via per
ritornare nel mio mondo. Quindi perché non mi dici come fare?”
Sorrideva
ancora… ma dietro quel sorriso c’era qualcosa di strano.
“Solo Io
posso indicarti la via per tornare al tuo mondo? Non è così difficile: attraverso il cancello di colore nero si accede a tutti i
sogni veritieri e profetici, mentre attraverso il cancello di colore bianco si
accede a tutti gli incubi e sogni ingannatori” aveva pronunciato quelle parole
come un bambino, un bambino dispettoso che recita una poesia di Natale.
“Se non c’era alcun inganno in quelle parole, perché la Maia aveva voluto che giungesse da Oneiros… da un Dio inutile e arrogante?” pensò confuso
“Semplicemente perché Lei è molto più intelligente di te!!”
“Puoi leggere nel pensiero?” domandò perplesso
“Umani…” replicò sarcastico “le divinità non leggono nel
pensiero, sono i vostri pensieri che arrivano alle nostre orecchie”
“Quindi mi hai preso in giro fino ad ora?”
“Mi piace sollazzarmi con voi piccoli esseri umani… siete così
semplici”
“Allora
cosa ne diresti di dirmi cosa sta succedendo?”
“Nulla…
in questo mondo non succede mai nulla di interessante”
“Non nel
tuo mondo idiota, ma nel mio”
“Rivolgersi
così ad un Dio… posso essere molto vendicativo se voglio” il suo volto aveva
assunto un poco rassicurante cipiglio.
Forse non
era una grande idea schernire così un Dio, anche se aveva le fattezze di un
ragazzino.
“Mi scusi
sua divinità," cominciò con tono vagamente beffardo "ma ho fatto un lungo viaggio per avere delle risposte e
credo che tu possa essere l’unico a darmele”
“Ora va
molto meglio, giovane Pontifex. Poni la tua domanda”
Questo era
veramente troppo… erano ore che formulava sempre la stessa domanda…
“Ma è
un Dio ritardato? Sarà per questo che non è cresciuto”
pensò seccato
e divertito
dallo stesso tempo
“Non sono
ritardato Potter, solo che ho già risposto alla tua domanda di prima: non sta
succedendo assolutamente nulla né in questo, né in altri mondi”
“Allora
perché faccio quegli strani sogni? Perché riesco a vedere ciò che accade
nell’altra realtà? Come mai sono entrato in contatto con la realtà alternativa
di un altro Harry?”
“Belle
parole, ma assolutamente impossibili. I viandanti non possono attraversare
differenti realtà, ma solo entrare nei sogni di altri sognatori”
“Forse
sono riuscito ad entrare nel sogno di un sognatore appartenente ad un’altra
realtà”
“Impossibile
Potter. In
effetti esistono realtà alternative come dici,
ma solo un Dio può attraversarle e nonostante i tuoi immensi poteri di Pontifex
non sei ancora diventato un Dio”
“Quindi?”
“Lo hai
detto… sono solo sogni”
Harry lo
fissava ed in quel momento un dubbio balenò rapido nella sua mente, ma prima
ancora di riuscire a formularlo…
“Esattamente”
confermò Oneiros raggiante “Ecco perché Lei non ti ha lasciato attraversare i
cancelli”
“Perché
il sogno potrebbe essere sia questo mondo che l’altro” disse con voce tremante.
“Ti ripeto... ache se odio ripetermi...
sei un Pontifex molto potente”
“Tu sai
qual è la verità?” domandò Harry in uno stato catatonico.
“Anche tu
la conosci… quindi va e attraversa il cancello che desideri”
“Promettimi
solo che se ti sentirai smarrito, se avrai dei dubbi non ti lascerai guidare
dall’istinto, ma cercherai la vera via”
Ma quale era la vera via?
Lui chi era veramente?
NdA:
spero che tanta attesa sia valsa la pena. Anche questa volta ho cambiato titolo all'ultimo momento...
il prossimo si intitolerà "la via"... e vedremo quale strada Harry deciderà di imboccare per ritornare nel suo mondo!!!
Ci approssimiamo alla fine della storia... spero di riuscire a svilupparla e a concluderla in tre capitoli... e spero che il finale possa essere
di vostro gradimento. Infondo la parte più bella dei libri è spesso il finale...
Per ora vi lascio con la promessa di
postare al più presto il prossimo, vi abbraccio tutti.
Tanti bacini Lella80
EFP
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