La vita del mio pensiero

di Adrew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I: Preface ***
Capitolo 2: *** II: First Step ***



Capitolo 1
*** I: Preface ***


libro E' strano quello che mi succede ogni giorno. Le ore passano veloci, oppure lente, ma una cosa rimane uguale: la sfortuna sembra perseguitarmi. Sembra una cosa buffa lo so, ma in realtà è così. Non c'è alcunchè nella giornata che mi vada bene. Eppure sono una persona coscienziosa, uno di quelli che prima di fare le cose si fa centomila piani, che prova e riprova nella sua testa ogni possibile soluzione, che tenta solo quando è sicuro di sè stesso, che è pronto ad ogni evenienza..... o meglio dire che crede di esserlo, perchè visto ciò che mi succede,  pronto non lo sono davvero.  
Ora sono seduto, e scrivo questo diario della mia esperienza. Che poi esperienza.... Se la durata della vita di un singolo individuo fosse abbastanza per fornirgli l'esperienza adatta, non sbaglierebbe mai. E tutti noi saremmo perfetti, senza il minimo errore. Ma davvero vogliamo pensarla così? Bah.... Come ripeteva capitan Jack Sparrow "Blatere di vuote ciance dico io". Comunque sia, anche se i miei anni non possono servire a far apprendere agli altri tutto quello che riguarda la vita,  scrivo lo stesso. E' una cosa che mi sono promesso di fare, ed è ciò di cui ho bisogno. Una valvola di sfogo per far fuoriuscire i bollori che la quotidianità ti procura.  E seppure di poco, sono sicuro che qualsiasi scritto/opera sia di insegnamento per gli altri.
Perciò ecco il motivo della biografia che sto per dire a tutti voi. Ma non un normale resoconto della mia vita. Perchè non è di me che si tratta, ma del mio pensiero. Ovvero vorrei esporre l'evoluzione della mia mente. Cosa strana direte voi eh? Si, in effetti è inusuale. Però ripeto, qualche malcapitato e sfortunato lettore che abbia voglia di buttare tempo leggendo questo libro potrebbe comunque trovarvi qualcosa di interessante. L'unica cosa che chiedo a chiunque, è di proseguire con un solo accorgimento: non travisate il contenuto del mio scritto. Quello che c'è dentro è frutto della volontà di parlare sinceramente e bonariamente. Qualsiasi sottigliezza troviate, tenetela per voi. Poichè essa è più frutto del vostro ingegno che del mio, e quindi non vorrei che magari dicendola mi fossero addossate parole che non ho mai scritto, o pensieri che non sono i miei.
Comunque basta annoiare tutti con queste inutili introduzioni. E' ora di rendervi partecipi di quello che vi ho promesso...

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Capitolo 2
*** II: First Step ***


Libro-Cap. 2 Ho sempre pensato che il pensiero tecnico fosse quello dominante. Che la razionalità potesse condurre noi uomini da qualche parte, salvarci dal nostro interiore senso della natura (c'è chi la definirebbe la "bestialità"). Insomma, che con il "lume della ragione" avremmo potuto liberarci di tanti errori ed abbracciare una più ampia visione del mondo, al fine di creare una società di uomini più coscienziosi.
Ma non è proprio pensando questo che la mia mente ha iniziato il suo percorso. Da bambina era pura ed innocente, come del resto ogni ragazzo lo è quando è piccolo. E' sempre stata una tipologia remissiva, ed assolutamente non espansiva. Amicizie difficili da fare, grossi problemi di auto-stima... Insomma, ci siamo capiti no?
Beh in effetti si può dire che i primi anni di età sono passati velocemente, e non con tante umiliazioni. Questo forse mi ha dato la fragilità di cui anche oggi sento la presenza. Ad esempio ricordo bene una festa di halloween. Ero piccolissimo, e solitamente passavo i giorni come quello in casa, a vedere la tv o a fare altro. Un anno invece andai con due amici in giro per la cittadina dove vivo. Per me era un' emozione fortissima, essendo la prima volta che andavo a fare io gli scherzi agli altri. Appresi in fretta tutte le tecniche per ridere dello sconforto della gente davanti agli scherzi di tre bambini innocenti. Il più bello di essi, era quello dello scotch. Si prendeva un pezzo di questo materiale e lo si poneva, pressando, sopra il campanello. In questo modo il citofono suonava di continuo, senza la minima interruzione. Dopo aver visto come andava fissato il nastro, toccò a me. eravamo davanti ad una bella villetta. Classico giardino all'inglese, con l'erba verde tagliata uniforme. Sembrava che le persone invece di camminarci sopra vi ci aleggiassero leggiadramente ad una decina di cenimetri, senza intaccare quella porzione di terra chiusa nei confini del possedimento. Molto probabilmente c'era un ingresso secondario, ma avevo la mente poco elastica e non lo avevo subito compreso. Comunque sia individuai con velocità il campanello. Era giallo dorato, di forma rettangolare 10 x 20, e il pulsante proprio al centro. Sopra la solita targhettina col cognome degli inquilini. Applicai lo scotch, e premetti con forza. Ma dato che era la prima volta, non si fissò bene e cadde a terra. Perciò il citofono fece solo un suono, interrotto poco dopo, piuttosto che il rumore prolungato che volevo ottenere.
*Prima prova, primo fallimento. Guarda un po' cosa succede ora.*
Si affacciarono i padroni di casa, nel tentativo di vedere chi fosse la persona che voleva entrare. Vedendo i miei due amici mettersi accucciati dietro il muretto per nascondersi, feci la stessa cosa pure io. E devo dire che funzionò, dato che il signore rincasò dopo una rapida e fugace occhiata nei dintorni.


Work In Progress.

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