La vita del mio pensiero di Adrew (/viewuser.php?uid=34701)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I: Preface ***
Capitolo 2: *** II: First Step ***
Capitolo 1 *** I: Preface ***
libro
E' strano quello che mi succede ogni giorno. Le ore passano veloci,
oppure lente, ma una cosa rimane uguale: la sfortuna sembra
perseguitarmi. Sembra una cosa buffa lo so, ma in realtà
è così. Non c'è alcunchè nella giornata che
mi vada bene. Eppure sono una persona coscienziosa, uno di quelli che
prima di fare le cose si fa centomila piani, che prova e riprova nella
sua testa ogni possibile soluzione, che tenta solo quando è
sicuro di sè stesso, che è pronto ad ogni evenienza.....
o meglio dire che crede di esserlo, perchè visto ciò che
mi succede, pronto non lo sono davvero.
Ora sono seduto, e scrivo questo diario della mia esperienza. Che poi
esperienza.... Se la durata della vita di un singolo individuo fosse
abbastanza per fornirgli l'esperienza adatta, non sbaglierebbe mai. E
tutti noi saremmo perfetti, senza il minimo errore. Ma davvero vogliamo
pensarla così? Bah.... Come ripeteva capitan Jack Sparrow
"Blatere di vuote ciance dico io". Comunque sia, anche se i miei anni
non possono servire a far apprendere agli altri tutto quello che
riguarda la vita, scrivo lo stesso. E' una cosa che mi sono
promesso di fare, ed è ciò di cui ho bisogno. Una valvola
di sfogo per far fuoriuscire i bollori che la quotidianità ti
procura. E seppure di poco, sono sicuro che qualsiasi
scritto/opera sia di insegnamento per gli altri.
Perciò ecco il motivo della biografia che sto per dire a tutti
voi. Ma non un normale resoconto della mia vita. Perchè non
è di me che si tratta, ma del mio pensiero. Ovvero vorrei
esporre l'evoluzione della mia mente. Cosa strana direte voi eh? Si, in
effetti è inusuale. Però ripeto, qualche malcapitato e
sfortunato lettore che abbia voglia di buttare tempo leggendo questo
libro potrebbe comunque trovarvi qualcosa di interessante. L'unica cosa
che chiedo a chiunque, è di proseguire con un solo accorgimento:
non travisate il contenuto del mio scritto. Quello che c'è
dentro è frutto della volontà di parlare sinceramente e
bonariamente. Qualsiasi sottigliezza troviate, tenetela per voi.
Poichè essa è più frutto del vostro ingegno che
del mio, e quindi non vorrei che magari dicendola mi fossero addossate
parole che non ho mai scritto, o pensieri che non sono i miei.
Comunque basta annoiare tutti con queste inutili introduzioni. E' ora di rendervi partecipi di quello che vi ho promesso...
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Capitolo 2 *** II: First Step ***
Libro-Cap. 2
Ho sempre pensato che il pensiero tecnico fosse quello dominante. Che
la razionalità potesse condurre noi uomini da qualche parte,
salvarci dal nostro interiore senso della natura (c'è chi la
definirebbe la "bestialità"). Insomma, che con il "lume della
ragione" avremmo potuto liberarci di tanti errori ed abbracciare una
più ampia visione del mondo, al fine di creare una
società di uomini più coscienziosi.
Ma non è proprio pensando questo che la mia mente ha iniziato il
suo percorso. Da bambina era pura ed innocente, come del resto ogni
ragazzo lo è quando è piccolo. E' sempre stata una
tipologia remissiva, ed assolutamente non espansiva. Amicizie difficili
da fare, grossi problemi di auto-stima... Insomma, ci siamo capiti no?
Beh in effetti si può dire che i primi anni di età sono
passati velocemente, e non con tante umiliazioni. Questo forse mi ha
dato la fragilità di cui anche oggi sento la presenza. Ad
esempio ricordo bene una festa di halloween. Ero piccolissimo, e
solitamente passavo i giorni come quello in casa, a vedere la tv o a
fare altro. Un anno invece andai con due amici in giro per la cittadina
dove vivo. Per me era un' emozione fortissima, essendo la prima volta
che andavo a fare io gli scherzi agli altri. Appresi in fretta tutte le
tecniche per ridere dello sconforto della gente davanti agli scherzi di
tre bambini innocenti. Il più bello di essi, era quello dello
scotch. Si prendeva un pezzo di questo materiale e lo si poneva,
pressando, sopra il campanello. In questo modo il citofono suonava di
continuo, senza la minima interruzione. Dopo aver visto come andava
fissato il nastro, toccò a me. eravamo davanti ad una bella
villetta. Classico giardino all'inglese, con l'erba verde tagliata
uniforme. Sembrava che le persone invece di camminarci sopra vi ci
aleggiassero leggiadramente ad una decina di cenimetri, senza intaccare
quella porzione di terra chiusa nei confini del possedimento. Molto
probabilmente c'era un ingresso secondario, ma avevo la mente poco
elastica e non lo avevo subito compreso. Comunque sia individuai con
velocità il campanello. Era giallo dorato, di forma rettangolare
10 x 20, e il pulsante proprio al centro. Sopra la solita targhettina
col cognome degli inquilini. Applicai lo scotch, e premetti con forza.
Ma dato che era la prima volta, non si fissò bene e cadde a
terra. Perciò il citofono fece solo un suono, interrotto poco
dopo, piuttosto che il rumore prolungato che volevo ottenere.
*Prima prova, primo fallimento. Guarda un po' cosa succede ora.*
Si affacciarono i padroni di casa, nel tentativo di vedere chi fosse la
persona che voleva entrare. Vedendo i miei due amici mettersi
accucciati dietro il muretto per nascondersi, feci la stessa cosa pure
io. E devo dire che funzionò, dato che il signore rincasò
dopo una rapida e fugace occhiata nei dintorni.
Work In Progress.
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