Washing Machine di magica_cricchia (/viewuser.php?uid=88222)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** Cap. 1 -On- ***
Capitolo 3: *** Cap. 2 -Prewash- ***
Capitolo 4: *** Cap. 3 -Wash- ***
Capitolo 5: *** Cap. 4 -Rinse- ***
Capitolo 6: *** Cap. 5 -Centrifuge- ***
Capitolo 7: *** Cap.6 -washing finished- ***
Capitolo 8: *** Cap. 7 -Filthy Rags- ***
Capitolo 9: *** Cap. 8 -Bush- ***
Capitolo 10: *** Cap. 9 -detergent- ***
Capitolo 11: *** Cap. 10 -Fabric softener- ***
Capitolo 12: *** Cap. 11 -hang- ***
Capitolo 13: *** Cap. 12 -New Wash- ***
Capitolo 1 *** Intro ***
Prima
ff che pubblico!! Non ho mai avuto il coraggio di pubblicare... cmq
l'ho scritta di getto alle 2 e mezza di notte, chiedo venia per
eventuali erroracci! mi piacerebbe sapere come vi sembra l'inizio! Vi
dico solo che ci saranno degli sviluppi...particolari! Quindi
commentate! commentate!
Quando
ti convinci che tutto ciò che hai è perfetto,
quando
cominci a pensare che non ti occorre più niente ed accetti
la
tua vita così com'è, allora, in quel momento,
capita
irrimediabilmente qualcosa che ti fa rendere conto che non avevi
capito nulla della perfezione e della felicità.
Tutto
ciò che avevi rinunciato a cercare ti trova autonomamente.
Il
mio appartamento non è uno squallido tugurio. Si,
è
vecchio, l'angolo cottura ha i fornelli incrostati e neri, il divano
è sfondato, la lavatrice è rotta e il water
è
troppo vicino alla parete di fronte per potercisi sedere dritte. Ma
l'ho riempito di colore! La parete dietro il divano è rossa,
con attaccata una mega stampa della mappa della metropolitana di
Milano, su cui ho appiccicato sopra dei post-it verdi che segnano i
miei spostamenti quotidiani, cuscini di colori differenti sul divano,
pupazzi e pianeti che pendono dal soffitto, un frigo verde acido
colorato da me, la camera ha un mega armadio a muro giallo,
è
ampia e ci sta comodamente il letto ad una piazza e mezza ricoperto
da cuscini a forma di mostriciattoli, pecorelle di cotone e carta
pendono dal soffitto, insomma, è una casa simpatica.
Vivo
sola, non ho coinquilini disordinati e rompiscatole, il casino lo
creo tutto io, sono fortunata, pago una miseria di affitto dato che
l'appartamento è di proprietà di un amico di mio
nonno.
Le
serate le passo qui da sola, eccetto le rare uscite con il mio
fratellasto, lui vive con degli amici, gli sta bene così e a
me va più che bene.
Come
al solito, accendo il mio computer portatile e cerco di chiamare via
skype il mio ragazzo. Dico “cerco”
perchè ultimamente quel
disgraziato non riesce mai a collegarsi. Troppo impegnato tra studio
e lavoro, come me d'altronde ma almeno io riesco a ritagliarmi le
serate libere. Lui studia in Olanda, in una prestigiosa
università
di design, in cui prendono solo 25 studenti l'anno, essendo un genio
talentuoso è entrato senza problemi. Io sono rimasta in
Italia
e mi sono spostata qui a Milano per proseguire i miei studi e
lavorare in uno studio di comunicazione come stagista. In pratica
preparo molti caffè che non bevo.
Anche
stasera come volevasi dimostrare non è in linea, chiamo mia
madre per sentire com'è andata la sua giornata e mi ricorda
che le manco tanto, di stare attenta, girare con il fischietto al
collo e non muovermi la sera da sola. Le rispondo di si a tutto, sa
benissimo che a parte il fatto che le manco, tutte le altre
raccomandazioni non le seguo minimamente.
Prima
di andare a dormire accedo alla mia home page di Twitter. Mi prende
un colpo quando vedo quanti si sono iscritti alla mia pagina da un
giorno all'altro, “wow!” penso, poi noto che
qualcuno mi ha
scritto:
@brain_hunter
Hahaha genius! So funny!
Oh
mio Dio... Jared Leto mi ha risposto!
Un
paio di giorni fa sono uscita con Edoardo, il mio fratellastro, sono
stata in appartamento da lui a festeggiare il compleanno di un suo
coinquilino. A metà serata Edo era talmente sbronzo che ha
cominciato a cantare inginocchiato ai miei piedi “The
Kill” dei
30 Seconds To Mars.
Solitamente
ha una bella voce, canta e suona la chitarra in una band che tra
l'altro è composta quasi interamente dai suoi coinquilini.
Comunque, il risultato è stato talmente patetico/esilarante
che ho tirato fuori il mio cellulare e gli ho fatto un video. Aveva
tutta la faccia rossa, le vene ingrossate, in pratica era troppo
convinto e stonato. Ieri ho caricato il video incriminato su Youtube
e l'ho inviato con Twitter a Jared Leto. Non pensavo mi rispondesse e
neanche ci speravo. Volevo solo sputtanare Edo a livello mondiale per
divertirmi!
Invece...
wow! Per un momento penso di godermi questo attimo di “gloria
per
estensione” senza rispondere. Poi però penso che
sarebbe un
peccato... cioè non è che mi abbia fatto una
domanda
che necessita di una risposta, ma dato che mi ha scritto... ho
deciso, provo a scrivergli di nuovo!
Gli
rispondo in un improbabile inglese scolastico, spiegandogli che
quello nel video è mio fratello, anche lui è un
cantante e... per quanto assurdo possa sembrare se non è
ubriaco canta bene.
Poi
chiudo il computer e mi preparo per andare a dormire, una doccia
veloce nel minuscolo box doccia, piccolo anche per me che sono
piuttosto minuta. Spazzolo i capelli lunghi e lisci color caramello,
ispeziono il mio viso alla ricerca di imperfezioni e metto la
crema idratante da
notte, sono una maniaca abitudinaria. Infilo il pigiama pulito,
fresco di lavanderia self-service, dato che quella stupida lavatrice
è “entrata in sciopero” e mi infilo a
letto abbracciando
un cuscino.
Sotto
le coperte non posso fare a meno di pensare “Ma guarda te...
una
rock star trova il tempo di rispondermi ad uno stupito Twit... mentre
quel cretino del mio ragazzo no! Cattivo... stanotte cerco di sognare
Jared Leto! Altro che te!!”
|
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Capitolo 2 *** Cap. 1 -On- ***
Non
conosco Jared Leto, né i 30STM, i fatti da me raccontati
sono
pura fantasia!! ecc.. ecc..
Allora
questo primo vero capitolo lo dedico a Nicole che è stata
così
cara da incoraggiarmi a continuare! Detto da te che sei una
“boss”
non può che caricarmi! Quindi grazie! ^_^
ora...
ATTENZIONE!! le parti in corsivo sono in inglese!!!
Fatemi
sapere che ne pensate vi prego mi basta anche un
“ok!” o “bleah!”
tra le recensioni!! Tanto per sapere che il numerino che indica le
visite corrisponde a persone vere! ^^
La
sveglia parte in ripetizione per la seconda volta, alzarmi mi costa
un notevole sforzo di volontà, il letto è
talmente
caldo ed invitante che prima di uscirne, comincio a strofinare i
piedi sul materasso con un piccolo movimento circolare, una coccola
fai-da-te. Stavo facendo un bel sogno, non me lo ricordo più
ma la sensazione che mi ha lasciato è così
piacevole.
Mi stiracchio e allungo le mani fino a toccare con il palmo il muro,
il freddo della parete è come una scarica che parte dalle
mani
ed arriva alla testa svegliandomi completamente. Tiro su le coperte e
poggio i piedi sul tappetino di pelliccia sintetica accanto al letto,
vado in bagno e mi infilo sotto la doccia. Le mie giornate cominciano
e finiscono sempre con una doccia ma i capelli li lavo solo al
mattino. Sotto il getto d'acqua calda sfoglio mentalmente il mio
armadio, giusto per velocizzare la procedura di vestizione.
Opto
per un abito comodo, stivali e pantacollant, nulla di impegnativo.
Sciacquo
i capelli dal balsamo al cocco e mentre mi accarezzo la testa mi
sento bruciare gli occhi, mi viene da piangere, non può
essere
crisi premestruale dato che ho finito il ciclo da poco, il balsamo
non mi è finito negli occhi, solo, ho tanta voglia di
piangere.
Singhiozzo
sotto la doccia come una bambina, seduta sul piatto doccia con le
gambe raccolte al petto. Sono cinque giorni che non riesco a
contattare Giacomo, il mio ragazzo, forse è solo che mi
manca... ma non voglio farglielo pesare, ho promesso che non sarei
stata apprensiva per la lontananza, quindi quando ci sentiremo
sarò
solare e non saprà mai nessuno di questo sfogo personale.
Rimango li a terra e alzo il viso, lasciando che l'acqua porti con
sé, giù per lo scarico, le mie vergognose
lacrime. Poi
mi rialzo ed esco dalla doccia, infilo l'accappatoio e annodo
l'asciugamano tra i capelli. Sento che la tristezza di poco fa
è
scivolata via, mi guardo allo specchio e stendendo la crema da giorno
mi dico: “Di che mi lamento?! Io sono proprio una ragazza
fortunata!”, sorrido al mio riflesso con convinzione e vado
in
camera a vestirmi.
Sono
convinta della mia fortuna, il mio ragazzo è bello,
intelligente, dolce e soprattutto innamorato di me. Mia madre mi
adora. Ho un fratellastro che è come un miglior amico.
Studio
e faccio il lavoro che mi piace. Ho questo appartamento che adoro
tutto per me... Poi giro la testa e mentre mi sparo il phon tra i
capelli guardo in cagnesco la lavatrice: “Ecco... il mio
unico
problema sei tu! ...maledetta..”.
Esco
di casa pronta per la giornata, oggi vado in studio, passo per la
facoltà e poi a casa... ah... mi toccherà anche
portare i panni sporchi alla lavanderia self-service... stupida
lavatrice incapace!.
Scendo
saltellando le scale della metro e prendo per un soffio il treno in
transito.
Dentro
al mezzo mi siedo accanto ad una ragazza sicuramente molto
più
giovane di me anche se più “imponente”,
avrà 16
anni, se ne sta con gli occhi chiusi e gli auricolari infilati nelle
orecchie. Ha i capelli tinti di nero appena sotto le spalle, indossa
dei jeans attillati con le tasche eccessivamente sporgenti, non le
donano molto. Sopra porta un piumino nero semplice, noto che dalla
manica spunta un braccialetto che sembra di plastica, rosso e lucido
con dei simboli in bianco. Sorrido tra me e me, dev'essere una
Echelon. Tendo l'orecchio per provare a sentire cosa sta ascoltando
ma il frastuono della metro copre qualunque rumore. Ah... se sapesse
che Jared Leto mi ha Re-Twittato... Poi le lancio uno sguardo di
sbieco... beh... magari se lo sapesse mi salterebbe alla gola. Mi
corre un brivido per la schiena a quel pensiero, credo che sia il
caso di tenerlo per me, tanto nessuno dei miei amici usa Twitter,
l'ho fatto solo per avere news in tempo reale sui 30STM.
Uscita
dalla metropolitana il freddo mi anestetizza le guance, alito nella
sciarpa per scaldarmi un po' mentre frugo nella borsa a caccia del
pacchetto di sigarette. Finalmente le trovo e ne sfilo una, me la
porto alla bocca, umida di burrocacao e la accendo. La prima boccata
della giornata sembra sempre pesante e densa, allo stesso tempo
però
è estremamente appagante.
Il
tragitto per arrivare allo studio in Corso San Gottardo dalla metro,
è di circa 20 minuti a passo lento. Me la prendo comoda dato
che sono in anticipo e ne approfitto per guardare le scintillanti
vetrine natalizie, l'odore di pane caldo e brioches si diffonde per
le strade dai vari bar e panetterie facendomi venire l'acquolina in
bocca, comunque resisto al loro richiamo, non sono a dieta,
semplicemente sono taccagna sul cibo.
Le
persone che fanno come me il tragitto verso San Gottardo sono tutte
frenetiche, solo io sembro muovermi al rallentatore. Una donna mi
supera, cellulare nella mano sinistra all'orecchio e valigetta 24 ore
nella mano destra, è molto alta e porta anche dei tacchi
vertiginosi, eppure i suoi piedi sembrano non toccare terra, la
velocità e l'agilità con cui si muove nonostante
quelle
armi improprie ai piedi è disarmante! La guardo allontanarsi
e
mi chiedo se un giorno sarò così, elegante ed
impegnata
ma felice quanto lo sono ora.
Arrivo
al palazzo in cui è situato lo studio, supero il portone di
legno che porta al giardino interno e salgo la rampa di scale sulla
destra, nascosta da una giungla di edera rampicante. La porta di
ingresso è al primo piano, entro ed un'ondata di caldo mi
informicola mani e guance: “Buongiorno!” saluto
Claudia la
segretaria, lei è la prima ad arrivare per aprire lo studio,
io la seconda come al solito, “Buongiorno Cami!!”
mi risponde lei
euforica, “Arrivi sempre prestissimo tu eh?! Ti piace proprio
stare
qui!”, effettivamente potrei arrivare più tardi,
non ho
molti obblighi di orari ma dato che mi divido tra lavoro e
università, cerco di perdere il minor tempo possibile.
“Beh...
considerato che esco sempre prima tra una cosa e l'altra, non vale la
pena che perda tempo a dormire, anche se mi piace un sacco! Quindi
vengo presto e mi porto avanti con il lavoro che mi danno!”
“Ah...
Camilla cara Camilla...” mi risponde teatralmente
“...alla tua
età dovresti dormire di giorno e festeggiare di notte! Sei
troppo responsabile! A me basterebbe che le mie figlie fossero mature
la metà di te... invece... quelle disgraziate rientrano
sempre
alla mattina dalla discoteca! Guarda, non so più cosa fare!
Se
almeno si impegnassero nello studio...”
Parla
con quella finta preoccupazione tipica delle mamme comprensive,
somiglia molto alla mia mamma caratterialmente.
“Ma
dai! Alla fine sono brave ragazze... nel week end si sfogano!
Comunque anch'io fino a due anni fa facevo quella vita! Vedrai che si
stancheranno anche loro come è capitato a me! È
una
fase normale...” In realtà non sono mai stata il
tipo che
usciva ogni sera per andare a locali, solo a qualche rara festa
universitaria, incitata da mia madre.. e solo a qualche concerto,
trascinata da mio fratello.
Raggiungo
la mia postazione con il grande Mac bianco fisso e mi sento eccitata
nel constatare che ho diverso lavoro da fare, lo capisco dai post-it
che Ale, il direttore creativo, mi ha lasciato attaccati allo
schermo.
Accendo
il computer e mentre aspetto che si carichino le impostazioni preparo
un caffè per Claudia e un thè per me. Mi siedo
davanti
allo schermo con la tazza calda tra le mani e mi metto al lavoro
mentre lo studio comincia a riempirsi di gente.
Ale
arriva circa mezz'ora dopo. Guardandolo in faccia si capisce subito
che il piccolo Tommy, il suo bimbo di 3 mesi, deve avergli fatto
passare una nottata d'inferno. Si siede stancamente alla sua
postazione, vicino alla mia, si incanta per un paio di secondi
davanti allo schermo spento, sembra catatonico. “Buongiorno
Ale!”
gli faccio, “Abbiamo fatto le ore piccole eh?! Già
a far
festa con Tommy?” rido.
Ale
alza gli occhi castani dallo schermo e mi guarda “Cami... non
ne
parliamo va... se sapevo che era così rompicoglioni non lo
facevo mica uscire da Monica, anzi, ce lo ricaccerei molto
volentieri!” scherza. In realtà Ale adora quel
bambino, lui
e la sua ragazza, erano 2 anni che ci provavano e finalmente tre mesi
fa, la cicogna ha consegnato il pacco.
Ale
è un ragazzo sulla trentina, dico ragazzo perchè
sembra
molto più giovane e giocherellone rispetto a ciò
che
definisco un “uomo”. Spesso le persone creative
mantengono nel
tempo il lato bambinesco e si mantengono giovani più a
lungo,
almeno questo è quello che ho sempre pensato per
giustificare
anche me stessa.
Continuo
a lavorare su alcuni esecutivi che serviranno alla tipografia per la
stampa, fino a mezzogiorno e mezzo, poi assieme agli altri tiro fuori
il mio pasto a base di riso in bianco con qualche verdura a vapore e
salsa di soia dalla borsa, un avanzo della sera prima, apro il
tupperware lo scaldo al microonde e forchetta alla mano comincio a
mangiucchiare davanti al computer. In pausa pranzo di solito vado su
Facebook a chattare con gli amici del mio paese d'origine e i vari ex
compagni di corso della laurea triennale conseguita a Venezia. Apro
anche la pagina di Twitter tanto per vedere se i miei followers sono
aumentati... e... ODDIO! Ieri erano diventati circa 200 da quando Mr.
Leto mi ha degnata di una risposta, ma oggi hanno quasi raggiunto i
500! Rido davanti allo schermo. Laura, un'altra designer dello
studio, dalla sua postazione mi fa: “Cami! Che
c'è? Fai
ridere anche me!” io mi giro e timidamente le dico:
“Ah...
nulla... solo un... emm... una barzelletta... emm... si di un mio
amico... nel suo stato...” non voglio far sapere a tutti
nello
studio che mi sono fatta Twitter solo per seguire il mio gruppo
musicale preferito, come farebbe una teenager. “Eddaiii!
Raccontacela!” continua Laura, è simpatica e
sicuramente non
vorrebbe mettermi in difficoltà, evidentemente ci ha proprio
creduto e vuole sentire sta barzelletta maledizione! “si...
allora...” penso rapidamente a qualche freddura che conosco,
“ecco...muore il
signor mollica,era un pezzo di pane!”; Laura ride appena
“Ma
questa la conoscevo! È vecchia!”, “Io
no! e mi fa ridere
perchè è stupida!” mento spudoratamente
e ritorno a
Twitter. Ho di nuovo un twit per me, controllo e non appena vedo chi
mi ha scritto, sgrano gli occhi e mi sento le tempie pulsare per
l'eccitazione.
Jared
Leto mi ha risposto di nuovo! Ecco perchè i miei followers
continuano ad aumentare!
Cerco
di non far notare a tutti nello studio che ho cominciato a tremare,
respiro a fondo, è la seconda volta che mi risponde, penso
che
la probabilità che questo accada sia l'equivalente di
vincere
alla lotteria due volte di seguito.
Leggo
il suo messaggio.
@brain_hunter
Hahaha!
Tuo fratello non ha un link dove lo posso sentire cantare quando non
ha bevuto? E complimenti per la tua foto personale! Mi piace molto!
Rimango
con la bocca aperta a fissare il monitor, voglio godermi questo
momento allucinante.
Dopo
circa un minuto, riprendo parte delle mie facoltà mentali e
fisiche, ci metto mezz'ora a rispondere, continuo a sbagliare,
cancellare e riscrivere fino alla fine della pausa pranzo. Invio al
“mio amico Jared”, ora lo chiamerò
così! Ho
deciso!, il link del MySpace di Edo e la sua band, lo ringrazio per
il complimento e gli rispondo che la foto l'ho scattata io, poi
chiudo Twitter e visibilmente troppo euforica continuo a lavorare.
Verso
le 15.00 comincio a recuperare le mie cose dalla scrivania, devo
passare in facoltà per seguire un corso che comincia alle 16
e
finisce alle 18, purtroppo per questo la frequenza è
obbligatoria. Prima di andare vado alla postazione di Ale per
consegnargli le stampe del lavoro svolto e ricevere delle eventuali
correzioni.
“Ecco
qui Ale! Io ora devo andare all'università ma se
c'è
qualcosa di sbagliato posso correggerlo anche stasera a casa se
vuoi!” Ale guarda e mi fa “Ah ok Cami! Si... le
guardo con calma
e poi te le lascio sulla scrivania con le correzioni, non
preoccuparti! Stasera vai a divertirti che è
meglio!” Mi
sorride come farebbe un fratello maggiore.
“Ah...
ma tanto, Ale, stasera devo fare il bucato, quindi non uscirei lo
stesso...”
“Ma
tu ragazza mia sei vecchia dentro...” continua Ale,
“per fare il
bucato non esci??”
“Ho
la lavatrice rotta e devo andare in lavanderia, ne farei a meno ma
ormai ho quasi tutto da lavare, non so più cosa mettermi la
mattina!” rido.
Ale
mi guarda divertito “Ma potevi dirmelo! Mio papà
riparava
elettrodomestici, quindi ci capisco qualcosa anch'io! Se vuoi stasera
quando hai finito all'università passo da te e ci do
un'occhiata!”. Lo guardo incredula “Davvero?? ma
non vorrei
disturbare...” - “Ma figurati! avviso
già Monica che
arrivo un po' tardi, così se lo tiene lei stasera quel
piccolo
isterico di mio figlio!” Ridiamo entrambi, poi saluto tutti e
vado
verso la fermata del tram.
Nell'aula
universitaria il caldo è insopportabile, ci saranno
più
di 150 persone a seguire questo corso, quindi l'aria è
viziata
e pesante di conseguenza la lezione, anche se interessante, diventa
soporifera. Tengo la mano a sollevarmi la testa mentre scarabocchio
animaletti e mostri nel mio quadernetto degli appunti. Ad
interrompere quel momento di catalessi è la vibrazione del
mio
cellulare, Edo mi sta chiamando, eppure sa che ho lezione al
Venerdì
sera! Rifiuto la chiamata... lo richiamerò io quando esco.
A
lezione finita saluto i pochi compagni di corso che conosco e faccio
per andarmene verso la fermata del tram, per arrivare a casa mia devo
prendere un tram e due metropolitane.
Poco
prima di uscire mi ferma Paolo, un mio compagno.
“Ciao
Camilla!”
“Oh
ciao Paolo...” rispondo laconica.
“Senti...
ci sarebbe una bella festa al Plastic stasera... lo conosci??”
“Si
certo lo conosco!”
“Bene
allora sei dei nostri? Noi adesso andiamo a prendere l'aperetivo
all'Iguana e poi andiamo li... se vuoi...”, mi guarda
timidamente,
è un bravo ragazzo con la faccia pulita, occhi verde scuro e
riccioli neri ribelli.
“Mi
piacerebbe molto ma stasera proprio non posso, viene un mio amico a
riparare la lavatrice che s'è rotta... averlo saputo prima
mi
sarei organizzata...”
“Oh...
si è stato deciso tutto oggi praticamente...”
-sembra quasi
deluso- “Bè la prossima volta organizziamo per
tempo e te lo
faccio sapere su Facebook ok?” mi sfodera un sorriso sincero
e
bellissimo, così gli sorrido anch'io “Certo!
Volentieri! Ora
scusami Paolo ma devo proprio andare, se non mi trova a casa il mio
amico, come fa a ripararmi la lavatrice? E ti assicuro che ne ho
assolutamente bisogno!” rido, lo saluto agitando la mano come
una
bambina e corro verso il tram che sta per passare.
In
tram mi squilla di nuovo il cellulare, maledizione é Edo,
dovevo richiamarlo.
“Pronto?”
“Dove
diavolo sei??” la voce di Edoardo sembra piuttosto agitata,
spero
che non sia successo niente di grave.
“Sono
in tram, sto tornando a casa... ma che cavolo ti è successo?
Sai che al Venerdì ho lezione!”
“Senti...
è capitata una cosa... ti...all......co...”
“Pronto!
Pronto! Edo... non ti sento! Edo!!” Termino la chiamata, il
cellulare non prende bene in questa zona, vorrà dire che lo
sentirò più tardi, probabilmente vorrà
raccontarmi dell'ennesima ragazza che ha conosciuto, sicuramente una
bomba ecc...ecc...
Arrivo
a casa alle 19.10 circa, Ale è già arrivato e mi
aspetta seduto sulla sua vespa con uno zaino in spalla, spero che non
mi stia aspettando da molto.
“Ciao
Ale! Scusa se ti ho fatto aspettare!!” ho il fiato corto per
la
corsetta di 25 metri fatta dalla metro a qui, di questo
“ringrazio”
le sigarette.
“Guarda
sono appena arrivato! Ho provato a suonare e poi ti ho vista girare
l'angolo!”
“Uff...
per fortuna!” tiro fuori le chiavi di casa e apro il portone
di
vetro e ferro battuto.
Saliamo
in casa mia, Ale è gia stato qui, mi ha aiutato a portare
alcuni mobili quando mi sono trasferita, è sempre gentile e
disponibile.
“Allora...
vediamo sta malandrina perchè non vuole
funzionare!”, apre
lo zaino, ne estrae una cassetta degli attrezzi incasinatissima e si
mette all'opera. Io intanto apro il frigo e riempio due bicchieri di
coca-cola, quando gliela porgo lui mi ringrazia e prova a far partire
la lavatrice. Si sente uno “stock” dall'interno
della macchina e
una serie di spie cominciano a lampeggiare. “Umm...
ok!” fa Ale,
apre l'oblò di vetro e ci infila la testa dentro. Rimane un
po' li, poi lo sento dire “Ah-ah!” esce, prende una
pinza e
rientra.
Riemerge
dalla lavatrice tenendo stretto tra la pinza un ferretto di
reggiseno! Mi metto a ridere “Oddio Ale!! vuoi dirmi che per
colpa
di quell'affare mi sono lavata i vestiti in lavanderia per 2
settimane??”
“Eh
già cara! Sai quante volte può capitare?! In
officina
da mio padre era la prima cosa che controllavamo!”
“Aaaah...
quindi ora funziona!” sono felicissima, basta gettoni, basta
attese
su squallide seggioline di plastica, la mia vita è di nuovo
perfetta!
“grazie-grazie-grazie
Ale!!!”
“Per
cosa??” risponde lui noncurante “Ordinaria
amministrazione!!”
ride, poi si fa più serio, “Piuttosto Camilla...
va tutto
bene?”, lo guardo con un punto di domanda sulla testa,
“Te lo
chiedo perchè ultimamente mi sembri... come dire... meno
allegra del solito! Ci sono problemi con il tuo fidanzato...Giacomo?
Non vorrei essere invadente ma immagino che sia dura per dei giovani
una storia a distanza...”
“No!
Cioè... ultimamente non ci sentiamo spessissimo, abbiamo
orari
diversi... l'unico problema era la lavatrice ma a quanto pare
super-Ale mi ha salvata!” rido, “Comunque grazie
Ale anche per
l'interessamento, è dura ma non impossibile! Diciamo che
è
fattibile!”.
Saluto
Ale che deve tornare dalla compagna e dal piccolo Tommy per la cena,
almeno non gli ho fatto perdere troppo tempo. Gli prometto in cambio
una super colazione servita direttamente in studio, lui mi risponde
con il solito “Ma figurati...”, tanto lo so che ci
spera.
Poco
dopo sto già caricando la lavatrice di panni sporchi, faccio
partire il programma di lavaggio veloce e mi siedo per terra a
guardare dall'oblò la biancheria che gira con l'acqua e il
sapone. Il mio bagno è praticamente un corridoio, quindi sto
con la schiena appoggiata alle piastrelle fresche, palmi a terra e
gambe leggermente piegate con i piedi sui lati dell'oblò
della
macchina. È stato semplice ripararla e ne sono felice, mi
chiedo se sia sempre così facile aggiustare qualcosa che si
rompe, so benissimo che non è così, comincia ad
assalirmi di nuovo l'inquietudine di stamattina ma è solo un
attimo, a salvarmi è il campanello. Che Ale si sia
dimenticato
qualcosa? Non mi sembra...
Vado
ad aprire, è Edoardo, cavoli oggi mi dimentico sempre di
lui... Lo faccio salire.
Sento
Edoardo fare le scale di corsa, oggi è proprio agitato,
entra
in casa chiudendo la porta.
“Stai
cercando di evitarmi??” sembra esaltato, fuori di
sé... non
capisco cos'ha, “No..no! Scusa!! è stata una
giornata
strapiena... In tram ho perso la linea, dovevo richiamarti ma poi mi
è passato di mente...”
“shhhhh!”
Mi fa lui “Hai mandato al tizio dei 30 Seconds To Mars QUEL
video e
gli hai dato il link della pagina Myspace del mio gruppo??”
Improvvisamente
mi sento sbiancare, non mi sento mai in colpa per gli scherzi che
faccio a Edo, lui è uno che ci ride su... ma stavolta sembra
fuori di sé, quindi sento un peso allo stomaco che
è
pari solo all'idea di mangiare un milione di biglie di ferro.
“Eee...
Edo... si... Scusami davvero... voleva essere uno scherzo, tanto tu
per lui sei uno sconosciuto, ma ora sei uno sconosciuto con nome e
cognome... e... emm... non ci ho pensato... davvero! Scusa!”.
Edoardo
mi guarda incredulo, l'ho fatta proprio grossa stavolta... ad un
tratto si mette a ridere e mi abbraccia! “Di cosa dovrei
scusarti
scusa??” rimango perplessa “Grazie a questa storia
ci hanno
chiesto di fargli da gruppo di supporto al concerto di Milano in
Marzo!! è favoloso!! ed è tutto grazie a
te!!!”, mi
salgono le lacrime agli occhi, un misto di gioia e tensione sciamata,
abbraccio forte Edo stando in punta di piedi, affondo il viso nella
massa scura dei suoi capelli lunghi fino alle spalle e leggermente
mossi.
“Sono
felicissima Edo! È un'occasione unica!”
singhiozzo, Edo mi
fa calmare un po' e poi mi invita a casa sua per festeggiare con gli
altri del gruppo. Non me lo faccio ripetere due volte, vado in bagno
e comincio a risistemarmi il viso, gli occhi sono tutti arrossati.
Mentre
procedo al restauro facciale, Edo comincia a raccontarmi nei
dettagli, la conversazione avuta con “il mio amico
Jared” tramite
mail.
“Ti
rendi conto?!” Edo è su di giri, “Ha
cercato il nostro
contatto e ci ha scritto! Lui in persona!!” Io rido e gli
rispondo
“Si! Ho capito! È la quarta volta che lo
dici!”, poi Edo
mi fa una domanda che mi spiazza completamente...
“Ah...
Mi vuoi dire come mai Jared Qualcosa... mi ha chiesto un tuo contatto
privato??”.
Se
vi è piaciuto commentate! Se non vi è piaciuto
commentate comunque! Vi prrrrrego!
|
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Capitolo 3 *** Cap. 2 -Prewash- ***
Non conosco i 30STM (purtroppo)
i fatti da me raccontati sono solo il frutto della mia
galoppante fantasia! ^_^
Nuovo
capitolo! POV diverso! Hehe! Sorpreeeesa!
Grazie
a Pierrot e Nicole per i commenti! Vi ho risposto cliccando su
“contatta” spero che abbiate letto le mie risposte!
Grazie
anche a candidalametta e
anna_freud per aver messo tra le “seguite” la mia
ff! Spero di
non deludervi! ^^”
Le
parti in corsivo sono in inglese!
Come
al solito... commentate! Cia!
Quando
ho deciso di trasferirmi in questa città non è
stato
per cercare fama, lavoro o divertirmi alle feste con le modelle. Non
è stata la naturale ricerca di indipendenza per un giovane
ribelle con un diploma in Belle Arti... è stato per lei.
La
"lei" a cui mi riferisco non sarà mai mia, questo lo so e
non
mi
importa. Voglio solo proteggerla, vederla felice e bearmi del suo
sorriso. Non so se si possa definire Amore. Forse la mia è
più
un'ossessione. Sì. Sono Ossessionato da lei, dalle sue
maschere, dai
suoi gesti. La controllo e la studio, aspettando il giorno in cui si
toglierà nuovamente la maschera per ritornare la ragazza dal
carattere oscuro che ho conosciuto circa 10 anni fa. A quel tempo era
un'altra persona. Tuttora non so quale sia la sua vera
identità.
“Ah...
Mi vuoi dire come mai
Jared Qualcosa... mi ha chiesto un tuo contatto privato”.
Quando le
faccio la domanda, distoglie l'attenzione dallo specchio tra lo
stupito e l'incredulo, mi guarda negli occhi, con i suoi, grandissimi
e di un colore indefinibile, come lei. A volte verdi, altre grigi
fino a sfiorare le più tenui tinte dell'azzurro. In questo
momento la luce del bagno li colora di un tetro grigio-verde.
“Cosa??
Non ne ho la più
pallida idea!!”. Ora sembra divertita, come se le stessi
facendo
uno scherzo.
“No,
dico sul serio! Ho
pensato che ti credesse la nostra agente, che tu ti fossi presentata
come tale e volesse prendere altri accordi con te! Gli ho dato la tua
e-mail!!”, mi sento infastidito, preso in giro, mi sono
lasciato
trasportare dall'eccitazione del momento e non ho pensato alla sua
sicurezza. “Se non è per questo... a che gli
serviva la tua
mail?”.
“Ma
non lo so Edo! Forse pensa
davvero che io sia una vostra agente o... come si dice? promotrice??
che ne so...
magari mi vuole semplicemente ringraziare per avergli passato il
vostro link e si rende conto che se lo fa su Twitter poi vengo
assalita, di nuovo, da altri followes!”, sembra sincera... ma
con
lei non si può mai dire...
“follo...che???”
le domando,
sembra che si riferisca a dei mostri o demoni.
“Followers!
...vabbè...
lascia stare... se non conosci Twitter non puoi capire...”,
mi
liquida e ritorna allo specchio.
Mentre lei
finisce di dimostrare
i suoi 25 anni con il trucco, mi stravacco sul divano e faccio un po'
di zapping alla tv fermandomi sul canale musicale e guarda caso,
parli del diavolo... trasmettono l'ultimo video dei 30 Seconds To
Mars.
Camilla dal
bagno mi urla “Alza!
Alza!!”, non lo faccio, giusto per farle un
dispetto.
La
sento
uscire dal bagno e venire verso la sala, si piazza davanti alla tv
con la faccia imbambolata.
“Oh...Non
sei mica
trasparente! E poi hai già l'album! Ascoltati
quello!”, le
tiro un cuscino sulla testa ma continua a non spostarsi.
“Si
ma alla tv posso vedermelo
per bene il mio amico Jared!”, sporgo la testa da dietro di
lei e
guardo lo schermo, deve piacerle proprio questo tipo.
Effettivamente,
non mi sono mai
interessato a che faccia avessero questi, ora che li vedo devo dire
che lui mi ricorda una vecchia conoscenza, una persona che non si
può
nominare davanti a Camilla.
“Così
questo è
il tuo tipo??”, le domando punzecchiandola, voglio vedere la
sua
reazione, ma lei non si scompone, anzi, sembra divertita dalla mia
insinuazione.
“Scherzi?!
...questo è
il tipo di qualunque donna sana di mente! È uno degli uomini
più sexy del mondo! ...le riviste parlano chiaro!”
“Mah...
se lo dici tu...
secondo me ce ne sono di meglio... Io per esempio!!” Mi metto
a
ridere e le faccio una faccia buffa tirando fuori la lingua, lei
finalmente si gira verso di me, voglio che guardi me. Raccoglie il
cuscino che le avevo tirato in testa e me lo scaraventa in faccia
dicendo “La vedo dura finché fai quelle facce da
scemo!!”,
cerca si scappare in bagno ma io la blocco e me la carico su una
spalla, è leggerissima, spengo la tv pensando “Per
stasera
ne ho avuto abbastanza di te Jared!”. Prendo i nostri
cappotti
dall'appendiabiti e la sua borsa con le chiavi di casa, il tutto con
l'unica mano libera. Lei continua a ridere e a dibattersi con la
testa capovolta, i suoi capelli lunghissimi si muovono morbidamente,
come una sciarpa di seta profumata lasciata libera di svolazzare.
Così facendo, chiudo la porta e mi avvio giù per
le
scale, con lei che mi urla “Ehi! Aspetta!! non ho vuotato la
lavatrice... dovrò rilavare tutto...”.
Arriviamo
al mio condominio a
piedi, dista solo una fermata di metropolitana, quindi ne
approfittiamo per fumare una sigaretta. Come al solito la scrocco da
lei.
Prima di
aprire la porta
sentiamo il vociare dei miei coinquilini casinisti, hanno cominciato
la festa senza di noi, l'idea di suonare davanti ad una platea di
ragazzine urlanti li ha gasati di brutto.
La stanza
è immersa nel
fumo, bottiglie di birra e vino, piene e vuote, ricoprono il tavolino
del soggiorno. Quando entriamo, Max, il mio batterista fuori di
testa, urla “Weeey!! ce l'avete fatta! Edo fammi abbracciare
quella
splendida creatura di tua sorella... io la AMO! La AMO!
Cioè TI AMO!!” l'ultimo “ti
amo” lo dice rivolto verso
di lei, che ride e si nasconde il viso tra le mani. A quel punto Max
con la sua figura taurina la abbraccia sollevandola e lasciandole i
piedi a penzoloni, rispetto a lui è talmente piccola da
sembrare veramente una bambina.
“Ok!
Ok! Max... mi soffochi!
Bastaaaaa!” La sua voce è attutita dalla felpa
grigia di
Max, a quel punto la lascia andare “Oh oh oh! Scusami
piccola...
non controllo la mia potenza!” ride lui. “Ma quale
potenza... sei
solo un cinghiale imbottito di steroidi!” scherza Nico, il
bassista, è il più giovane del gruppo e piace
molto
alle ragazze per la sua aria da sbarbatello ingenuo, in
realtà
è il più pericoloso e stronzo essere che una
donna
possa incontrare. È l'ultimo arrivato nel gruppo, dopo che
Marco, il nostro vecchio bassista, ha preferito non trasferirsi qui a
Milano insieme a noi. È anche l'unico che non vive qui ma
ancora dai genitori, giustamente, prima deve finire il quinto anno di
liceo, queste sono le condizioni dei suoi se vuole continuare a
suonare.
“Scusalo
Cami... non si sa
proprio comportare con le donne.” Commenta Nico, guardando
leziosamente Camilla.
“Ehi...
piccolo bastardo! Non
sono mica un animale!” Sbraita Max, con aria divertita.
“State
zitti un secondo e fate
salutare Camilla anche a me?” Finalmente interviene Fede, il
chitarrista, il più calmo e karmico del gruppo, mette tutti
a
tacere e con i suoi soliti modi d'altri tempi, bacia la mano di
Camilla.
“Allora
Cami... questa volta
siamo proprio in debito con te!” Fede usa un tono moderato,
parla
in italiano correttamente e non ha accenti o cadenze particolari del
Nord-Est, ho sempre pensato che fosse il più adatto a
Camilla,
caratterialmente parlando.
Ho comunque
messo in chiaro con
tutti, all'interno del gruppo, che mia sorella non si tocca. Neanche
per scherzo. Già mi tocca digerire quel fidanzato inamidato
e
sempre assente che si è trovata...
“Veramente
ragazzi io non ho
fatto niente di particolare... Davvero! Il merito è della
performance fatta da Edo durante il compleanno di Nico! Ho inviato il
video al mio amico Jared e lui ha voluto il vostro link di MySpace!
Certo... complice anche una buona dose di culo!” Ride
deliziosamente, sollevando leggermente il mento e mostrando i
denti perfetti.
“Il
tuo amico Jared??”
chiede Max, divertito “Si! Dato che mi ha risposto, ho deciso
per
gioco che mi rivolgerò a lui sempre
così!” Ridiamo
tutti, sembra che si rivolga a questo Jared come se fosse “il
suo
amico bidello”, “il suo amico benzinaio”
o “il suo amico
immaginario”.
Camilla si
prende una birra dal
tavolino, scegliendo la marca più decente, noi beviamo di
tutto ma lei no. La vedo cercare l'apribottiglie in mezzo al caos del
cucinino così vado ad aiutarla. “Non lo troverai
mai qui in
mezzo!”, le prendo la bottiglia di mano e me la porto alla
bocca,
togliendo il tappo a corona con i denti. “Ma Edo! Lo sai che
non
voglio che fai così! Se ti rompi un dente che fai? Guarda
che
il dentista costa un occhio della testa!” chiosa lei.
Io faccio
finta di niente e vado
a sedermi su una poltrona a sacco in salotto, lei mi segue e si siede
sul divano tra Fede e Nico. Rimaniamo li a scherzare e bere. Max si
lancia sul divano schiacciando Nico e Camilla che lo prendono a calci
nel sedere, praticamente nudo, a causa dei pantaloni portati troppo
bassi.
“Ehi
che schifo Max! Tirati su
quei pantaloni! Sono stanco di vedere il tuo culo peloso
ovunque!!”
Gli urla Nico con la faccia schifata. Max gli risponde “Se
fosse il
culo di Camilla non ti lamenteresti marmocchio! ...questa è
discriminazione!” Gli fa gli occhioni languidi ed il labbro
tremulo, come al solito Max è esilarante.
“Ma
che discorsi! Quello di
Camilla è un bel vedere...” lo fulmino con lo
sguardo e lui
si corregge “...nel senso che è pur sempre un
sedere
femminile! Dai Edo! Non ho detto niente di male!” Prendo un
sorso
di birra cercando di non darci peso, comunque Camilla è
off-limits per chiunque.
“Edo
è molto protettivo
nei miei confronti ragazzi, quindi moderate i toni davanti a
lui!”
ride “...dovevate vederlo come ha incenerito Giacomo quando
l'ha
conosciuto! Per non parlare del terzo grado che gli ha fatt.... oh!
Dio! Edo posso usare il tuo pc?” Si è
improvvisamente
agitata, la faccia le si è sbiancata di colpo.
“Certo...
vai in camera da
letto, è in stand-by sulla scrivania...butta pure per terra
i
vestiti che trovi sulla sedia.” La vedo alzarsi e muoversi
velocemente verso la mia camera, gli altri la guardano sparire dietro
la porta in silenzio.
“Mi
sono perso qualcosa?” mi
chiede Fede. È sempre stato il più sensibile e
probabilmente anche lui come me ha intuito la situazione.
“No...”
gli rispondo
ticchettando sulla bottiglia di birra e guardando il vuoto
“...solo
un animale che deve imparare a pisciare fuori dal mio
territorio!”.
Avverto lo
spiazzamento degli
altri senza guardarli, la mia uscita è stata
incontrollabile,
cerco di cambiare argomento parlando dell'ultimo pezzo che stiamo
scrivendo, dobbiamo assolutamente finirlo per poterlo suonare anche
al concerto.
Mentre
discuto con Fede sulla
possibilità di inserire un assolo di chitarra, sento Camilla
alzare la voce dalla camera, mi ammutolisco e tendo l'orecchio per
cercare di capire cosa stia dicendo. Sembra piuttosto incazzata e la
cosa mi piace. Se desse un calcio in culo a quel manichino inamidato
la mia gioia sarebbe totale. Non c'è un motivo particolare a
giustificare il mio odio verso di lui se escludiamo l'ossessione che
ho per Camilla. L'idea che quel verme la baci, che tocchi il suo
corpo nudo o vestito che sia, mi fa andare via di testa.
Quando
Camilla ritorna in
salotto, ha gli occhi lucidi per la rabbia e il viso arrossato.
“Che
cos'ha fatto quel
coglione?”, le chiedo. Gli altri si alzano e cominciano a
fare
qualcos'altro, giusto per non sembrare degli impiccioni, ma
guardandoli si capisce benissimo che stanno allungando le orecchie.
“Giacomo...
si è
arrabbiato perchè non ero su skype! Ma io dico... sono
cinque
giorni che cerco di contattarlo e lui non è mai reperibile!
Io
cerco sempre di essere comprensiva, di capire! Lui invece pretende
che io rimanga in casa ad aspettare i suoi comodi?! Che vada a quel
paese...”, cammina avanti e indietro per la stanza,
freneticamente,
si accende una sigaretta, fa un tiro e si stropiccia gli occhi.
Sì,
è agitata, ma non ha ancora gettato la maschera, si sta
controllando.
“L'hai
mollato?”, vomito speranzosamente la domanda.
“No...”,
continua a
camminare, fumare e mordersi le dita. Forse stavolta riesco a farla
uscire allo scoperto.
“Perchè?”,
non appena
lo chiedo lei si ferma, comincia a respirare più
profondamente, lo vedo anche se mi dà le spalle.
“Perchè
lui mi ama... è stressato, quindi, se la prende per nulla.
Si
è scusato... e mi sono scusata per la sfuriata, non si deve
urlare in nessun caso.”. Stringo i pugni fino a sentire le
braccia
tremare. Perchè? Perchè ti nascondi dietro questa
maschera di banalità e buoni sentimenti? Perchè
non
riesco a farti tornare quella che eri? Sto per esplodere lo sento.
Max
interviene prima che io
possa dire cose di cui potrei pentirmi. “Hei ragazzi
guardate!
Riesco a sputare in aria la gomma e a riprenderla con la
bocca!!”.
Camilla recupera completamente il sorriso, è come se si
fosse
dimenticata di quello che stavamo dicendo ed ora ride, mentre Max si
dimostra il cretino che è. Ad un certo punto Nico chiede a
Camilla “Senti Cami... già che eri al computer hai
controllato se ti ha scritto novità Jared Leto?”,
se avessi
una fiocina ed una gamba di legno, probabilmente, Nico in questo
momento sarebbe la balena bianca. “Ah Cavoli! No!! Se volete
lo
faccio subito!”. Nico lancia un acuto
“Siiiiiiiiiii!!! ti
prego!!”, lo odio quando fa la checca isterica. La vedo
praticamente correre verso la camera, sembra una bambina che sta per
salire sulle giostre. I ragazzi la seguono facendo a gara a chi entra
per primo, Max spinge via Nico e lo supera. Possibile che quel
ragazzo con i suoi 24 anni si debba sempre mettere al livello di un
18enne?!.
Li seguo anch'io, anche se a questo punto della serata ho
solo voglia di uscire e sfogarmi, magari scopandomi qualche ragazza
appena
conosciuta.
Camilla
è già
seduta davanti al mio computer, i ragazzi la sovrastano. Sono sicuro
che quel tipo non si è messo a scriverle, quindi sono
tranquillo. Mi appoggio sul muro freddo dietro di loro con la birra
in mano.
“C'è
una nuova mail...
ed è sicuramente sua!!!! Waaaaa!!!”, alle parole
di Camilla mi
sento
cadere una mattonata sulla testa. “Leggi! Leggi!”
la incita Nico,
è eccitato forse più di lei.
“Allora
l'indirizzo è jfm@gmail.com...
vediamo...”
Hello!
:)
Da:
|
jfm@gmail.com
|
Inviato:
|
venerdì 18 dicembre 2009 17.23.54
|
A:
|
c.lombardi@live.it
|
Ciao
Brain_Hunter!
Strano
nickname! Non è
proprio femminile, infatti mi ha depistato inizialmente!...
“Il
tuo nickname è
Brain_Hunter?? Ma che razza di nome è?!” le chiedo
tra il
divertito e l'isterico. “A me fa ridere...” mugugna
lei. “Non
capirò mai il tuo senso dell'umorismo e la tua passione per
le
freddure...” la prendo in giro. “Shhhhhh! Vogliamo
finire di
leggere sta mail o no?!” Nico è completamente
fuori di sé,
ha gli occhi fuori dalle orbite.
...La
conferma che sei una
ragazza me l'ha data tuo fratello quando mi ha dato questo indirizzo,
si è rivolto a te come sua sorella!...
Ok
è ufficiale. Sono
proprio un coglione!
...Ti
scrivo per ringraziarti
di avermi fatto conoscere i “washing machine”. Era
da un po che
cercavamo un valido gruppo europeo di supporto. Se rispetteranno le
nostre aspettative contiamo di portarli con noi per il resto del tour
europeo...
“Grandeeeeeee!!
ragazzi è
pazzesco!” Urla Nico, seguito a ruota da Max che alza la mano
piegando l'anulare e il medio,“Washing Machine rulezzzz!!
Yeah!!”.
“Visto?! Te l'avevo detto che voleva scrivermi per
ringraziarmi...”
Mi ammonisce Camilla.
...Volevo
anche congratularmi
con te per la tua bravura come fotografa, se l'hai scattata veramente
te quella foto che usi su Twitter, devo dire che come immagine
è
molto affascinante... e non mi riferisco solo alla modella! ;)...
“Che
diavolo di foto hai
messo?!” Le sbraito contro. “Ma una foto che ho
fatto... quella
dei capelli...” Sembra una bambina rimproverata che si
arrampica
sugli specchi. “Parli di quella fatta con la prolunga per il
pulsante di scatto?” Lei muove su e giù la testa
piano. “Ma
in quella foto sei tu la modella!! Ti avevo chiesto di non mettere
mai in internet foto tue! Sai quanti maniaci ci sono in giro?! Tu
vivi sola! Devi stare più attenta!!”.
“Ma
non mi si vede neanche in
quella foto!!”, si difende.
Prima che
io possa controbattere
ci interrompe Fede, “Ora basta! Edo lo so che è
dura da
accettare... ma tua sorella è adulta, anche se non sembra...
e
vaccinata! Lasciale un po di respiro!”. Cerco di
giustificarmi con
un “Ehi... lo dico anche per il suo lavoro! Quelle foto sono
molto
belle... se le mette in internet rischia di farsele rubare...”
...Se
vorrai contattarmi non
esitare a farlo qui, io risponderò quando posso!
Naturalmente
ti chiedo di non
divulgare questo indirizzo altrimenti dovrei cambiarlo.
Teniamoci
in contatto per gli
accordi sul concerto. Comunque informeremo tutta la band al nostro
arrivo in Europa.
P.S.
Mio
fratello Shan continua a
dire che il batterista dei washing maschine è una bomba!! Io
aggiungo che a parer mio, tutto il gruppo lo è, sia
strumentalmente che vocalmente!...
“Ha-ah!
Sono una bombaaa!!
L'ha detto Shannon! Hai sentito marmocchio?!” Max sgomita
sulle
costole di Nico che arriccia la bocca come per dire “E adesso
chi
lo sgasa questo?!”.
“Sì...
ma il mio amico Jared, ha
detto che siete tutti una bomba!” conclude Camilla con aria
soddisfatta.
...Ah...
non mi dispiacerebbe
conoscere il tuo vero nome! Non vorrei continuare a chiamarti
“Brain_Hunter” o “sorella di Edoardo dei
Washing Machine!”
Provehito
In Altum!
JJ.
Spero
che questo capitolo vi piaccia! Come sempre spero in commenti e
suggerimenti!
Per
il personaggio di Edoardo mi sono ispirata a Kevin Zegers nella foto
qui
sotto.
Per
il sound dei “Washing Machine” invece ho usato gli
Alter Bridge.
Una
canzone che Jared ha sentito sul MySpace (quella per cui Shannon ha
lodato Max) è questa nel link! Cliccate ed ascoltate! A me
piacciono molto!
Http://www.youtube.com/watch?v=cq9j5JaMEEU
|
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Capitolo 4 *** Cap. 3 -Wash- ***
Intanto
volevo specificare (me ne sono dimenticata nel cap. precedente) che
per l'indirizzo di posta di Jared ho usato quello inventato da Nicole
per “A letter by a little Echelon!” Spero non ti
dispiaccia! In
caso lo cambio!! Eccomi con il nuovo capitolo! È stato
più
difficile degli altri perchè ho voluto dargli “una
mossa”!
Accadono molte molte cose...
Intanto
ringrazio Aglaja per aver commentato ogni singolo capitolo... mi hai
incoraggiata un sacco a continuare e sei riuscita a capire benissimo
i personaggi! sei un tesoro piccola! *_*
Un
grazie anche a miky_483, mylifeabeautifullie, MokaAkashiya, rodney,
shasca e sine_nomine. Se non commentate faccio morire un personaggio
principale! (scherzo! XD)
Sbarabau
a tutti! ^__^
Sono
trascorsi un paio di mesi da quando la mia corrispondenza interattiva
con “il mio amico Jared” è cominciata.
Ricordo che quando
ho visto la sua mail ero talmente su di giri che le mani, avevano
cominciato a sudare freddo e il cuore, schizzava letteralmente il
sangue nelle vene, tanto da farmi sentire le tempie pesanti e
doloranti.
Ahhhh!
Se solo penso che potrebbe pronunciare il mio nome assieme agli altri
della band, come se fossi una loro normale conoscenza, mi viene da
piangere dalla gioia, entrare in chiesa e urlare tutto il mio amore
per Dio!
I
ragazzi dei Washing Machine mi hanno eletta loro portavoce, dato che,
parole di Max “Il tipo si sentirà più
invogliato a
scrivere ad una ragazza! E non dobbiamo assolutamente lasciar
scappare l'occasione di diventare la loro band di supporto
stabile!”.
Edoardo non era molto contento della cosa, come al solito, è
esageratamente apprensivo.
Io
e Jared, “il mio amico Jared”! Ci siamo scritti
ufficialmente per
Natale, il suo compleanno e Capodanno. Poi io ho continuato questa
improbabile corrispondenza senza rendere conto a Edoardo.
Jared
mi ha risposto sempre, a volte nell'arco della giornata, considerando
il fuso orario, a volte con un paio di giorni di ritardo.
Comunque
si può dire che, assurdamente, ho più contatti
con una
Rock-Star che con il mio ragazzo. Infatti la situazione con Giacomo
non è migliorata molto, neanche con le vacanze di Natale.
È
tornato al nostro paese d'origine per due settimane, come me e Edo,
ma ci siamo visti pochissimo. Entrambi con la scusa di stare con la
famiglia, anche se le case dei nostri genitori distano 5 minuti di
macchina l'una dall'altra. Solo la sera, riuscivamo a stare insieme.
Non gli ho parlato dei 30STM sotto richiesta di Edoardo, non vuole
che si sappia in giro finché la cosa non è certa.
Io
e Giacomo ci siamo conosciuti all'università di
Design&Arti
di Venezia, durante il corso di laurea triennale. Entrambi
provenienti dallo stesso paese in provincia di Padova. Prendevamo
ogni giorno il treno alla stessa ora ma non c'eravamo mai parlati.
Il
fatto che lui piacesse a molte ragazze in corso, mi faceva desistere
dal provare a conoscerlo. Mi intimidiva e non cercavo la
competizione.
Poi
un giorno, me ne stavo in aula computer a smanettare con un programma
di grafica 3D. Le lezioni erano terminate ma non avevo voglia di
tornare a casa. Improvvisamente una voce mi ha fatto sobbalzare sulla
sedia, distogliendomi dalla concentrazione che avevo rivolto allo
schermo. Era Giacomo. Conosceva il mio nome, anche se non mi ero
presentata. Mi chiedeva a che ora prendessi il treno, così
da
poterlo prendere insieme a me.
Di
li a poco, oltre che all'università e in treno, abbiamo
cominciato a vederci anche per studiare, andare al cinema o solo per
un bicchiere di vino bianco e due chiacchiere. Alla fine senza
rendercene conto, eravamo una coppia. Insomma, non è stato
un
romantico “colpo di fulmine”. Quando ci siamo
laureati, circa un
anno dopo. Sapevamo che da quel momento, mantenere una storia a
distanza sarebbe stata dura. Lui sarebbe andato a fare la
specializzazione in Design del Prodotto in Olanda, io invece, Design
della Comunicazione al Politecnico di Milano. Prima di partire, mi ha
regalato un anello d'argento con due ametiste, separate da un giglio
stilizzato. L'ha progettato lui stesso e commissionato all'orafo.
Questo anello era il suo modo per dirmi “A dividerci
sarà
solo la speranza per un futuro ancora più felice
insieme”.
Edoardo ha commentato la cosa con un “...da
carie...”. L'ho morso
sullo stinco!.
Ma
torniamo a Jared, l'unico che si merita la mia attenzione in questi
tempi di carestia ormonale. Ma soprattutto, l'unica via di fuga
dall'angoscia che mi assale ogni volta che penso a Giacomo.
Nell'ultima
mail mi annunciava che presto, per l'esattezza stasera alle 21.00, ci
contatterà la Emi, la loro casa discografica. Sembra che
abbiano deciso di anticipare la partecipazione dei Washing Machine al
tour, fin dal 1 Marzo a Bruxelles. Ovviamente i ragazzi, quando li ho
chiamati per comunicarglielo erano fuori di sé dalla gioia,
tutti, tranne Nico.
Nico
è all'ultimo anno di superiori e i suoi genitori sono stati
chiari riguardo la partizione del tempo tra scuola e musica. Se
questo concerto a Bruxelles andrà bene c'è la
possibilità che i ragazzi si ritrovino in giro per l'Europa
per tutto il mese di Marzo. Quindi Nico dovrebbe saltare un intero
mese di scuola, rischiando di compromettere l'esito del suo esame di
stato. Sostituire un bassista nel giro di un mese è arduo,
per
non parlare di quanto sia triste nei suoi confronti...
È
per questo che sono qui! In questo momento mi trovo davanti a casa di
Nico. Devo convincere i suoi genitori a lasciarlo partire e... so che
mi cacceranno a calci nel sedere dandomi dell'eretica! Ma voglio
provare.
Sono
quasi le 19.00. Prima di suonare il campanello aspetto che Edo mi
raggiunga, non voglio salire da sola.
Fa
molto freddo e il mio cappottino verde salvia non ripara un
granché
dalle folate di vento gelido. Batto i piedi sul marciapiede cercando
di riattivarne la circolazione, maledicendo Edo per il suo ritardo
ingiustificato. Finalmente alzo gli occhi e lo vedo arrivare in sella
alla sua moto da cross blu e nera. Vorrebbe cambiarla con una da
strada ma ahimè... i soldi sono sempre una tragedia. La
lascia
accanto al cancello d'entrata e la issa sul cavalletto come se
pesasse quanto una bicicletta. Si toglie il casco liberando i capelli
color miele e scuotendoli leggermente.
Lo
guardo e capisco il perché del suo ritardo. Indossa dei
jeans
immacolati, non i soliti logori, scarpe Superga bianche pulitissime,
cappotto nero che arriva a metà coscia ed una sciarpa a
scacchi bianchi e neri. È perfettamente sbarbato e
profumato,
immagino che sotto a quel cappotto ci sia pure la camicia nuova che
gli ho regalato a Natale e il Cardigan nero che gli ha regalato
mamma.
“Ciao!”
mi fa, mentre con un elastico si raccoglie i capelli dietro la nuca,
in una codina di appena 3 centimetri.
“Ciao
Edo!” Gli sorrido, sta proprio bene così.
È bello. Lo
è sempre stato.
“Devi
fare bella impressione eh?!” lo prendo un po' in giro, tanto
per
sdrammatizzare. Ovviamente è molto preoccupato per Nico, non
lo vuole sostituire. Conoscendolo sarebbe disposto a rinunciare
all'occasione della vita, pur di non tradire l'amico e compagno di
gruppo.
“Eh...
Direi...”, poi fa un respiro profondo “Ok!
Suona!”.
Al
citofono risponde Nico, ha la voce spenta di chi è quasi
certo
del verdetto negativo della giuria. “Ah... Ciao...
Salite...”.
Povero, che tenerezza mi fa. I 18 anni sono una fregatura, sei
abbastanza grande per essere incriminato e perseguito legalmente...
ma non lo sei abbastanza per decidere della tua vita.
In
casa di Nico l'atmosfera è ben diversa da quella che ci
aspettavamo. Incensi, piccoli e grandi Buddha, tappezzeria e mobili
etnici. Decisamente tutto molto New-Age.
La
madre di Nico ci accoglie con addosso un camicione in stile
marocchino, bianco. Ha i capelli crespi e biondo cenere, ai lobi
porta pesanti orecchini d'argento.
“Finalmente
conosco il famoso Edo e la sua splendida sorella! Io sono Letizia...
Ma chiamatemi Lety!” è sorridente, non mi sembra
la rigida
madre descritta da Nico. Arrossisco appena “Piacere
Camilla...”.
Ci fa accomodare in salotto, non appena passo accanto a Nico, lui mi
sussurra “Tu punta al mio vecchio, è lui l'ex
musicista di
casa!”.
In
salotto, il padre di Nico è seduto sul divano con il
giornale
aperto tra le mani. “Oh! Chi si vede! Nicola i tuoi amici
qui...
hai finalmente smesso di vergognarti dei tuoi genitori
allora!!” Se
la madre mi era sembrata particolare era perché non avevo
ancora visto il padre. Non servono molte descrizioni, avete presente
Gandalf del “Signore degli Anelli”? Ecco!
Accorciategli un po'
barba e capelli e il gioco è fatto!
“No
papà... sono qui per parlare con voi di roba
seria!” Gli
risponde il figlio laconico.
“Se
è per le canne... lo sai che noi approviamo! Potevi
dirglielo
tu stesso! La Marijuana ragazzi è un'erba medicinale resa
illegale solo per colpa delle case farmaceuti...”
“NO!
Papà ascolta!!!” Urla Nico interrompendo il
vaneggio del
padre. Io mi sto mordendo le guance dall'interno per non ridere,
giuro che sto facendo uno sforzo sovrumano! Penso a Edoardo tutto
profumato e ben vestito. Potevamo venire qui a rollarci una canna in
allegria e allora si che il permesso per Nico arrivava. Eccome se
arrivava!
“Ecco
Signor Eugenio...” comincia Edoardo, interrotto dal padre di
Nico
“Signor Eugenio?? chiamami solo Genio... lo
preferisco!” sorride
con occhi furbi. Io ho davanti un Gandalf di nome Eugenio che si fa
chiamare Genio! Mio Dio! È come guardarsi Ace-Ventura
cercando
di non ridere!.
“Ok!
Genio... parlerò chiaro. Abbiamo l'opportunità di
suonare in giro per l'Europa come band di supporto ad una delle band
più popolari dell'ultimo periodo. Quasi sicuramente dopo
questa esperienza troveremo un'etichetta che produca il nostro album.
Ma... perché ciò accada Nico deve venire con noi,
so
che dovrebbe perdere un mese di scuola se la cosa va in porto e mi
rendo conto che, come suoi genitori, voi non siate d'accordo... ma
un'esperienza come questa è unica! Volete davvero privare
vostro figlio di questa opportunità?! Saremmo spesati di
tutto.. non dovrà metter mano al portafoglio... ”.
Ha
parlato bene, tutto d'un fiato. Ma bene.
Genio
lo guarda, poi guarda suo figlio e dice “Ecco
perché oggi
sembrava che ti avesse morso la tarantola!” Nico rimane in
silenzio, guarda il pavimento. Alza uno sguardo solo per lanciarmi
un'occhiata di rassegnazione. “Nicola... la musica ormai
è
solo sporco denaro... se ami suonare lo puoi fare anche qui, senza
arricchire le tasche di qualche magnate senza scrupoli”.
Eugenio
guarda il figlio con l'aria, disillusa e tragica, di chi ha coltivato
e fallito lo stesso sogno.
“Genio...”
solo a pronunciarne il nome mi viene da ridere “...capisco
cosa
vuole dire... ha ragione!”, Edoardo e Nicola mi guardano come
se
fossi una scimmia impazzita che corre libera nel salotto. “Il
mondo
della musica è così... ma è anche vero
che suo
figlio potrà essere... un Cavallo di Troia!”,
Genio ora è
perplesso, “Le spiego... avendo successo attraverso la
musica, suo
figlio potrà diffondere il suo messaggio e il suo pensiero
di
vita, molto più che dall'interno della sua cameretta. Pensi
al
'68! Tutto il movimento giovanile studentesco è partito
dalla
musica! Perché non prova a credere che suo figlio possa fare
qualcosa in merito... concretamente?!”
Gli
occhi azzurri dell'uomo ora mi studiano, mi trapassano. Sorride e
accarezzandosi la barba dice “Beh figlio mio... che amici ti
sei
trovato...” rimaniamo zitti, pronti al verdetto finale
“Ok....
Alla giustificazione con la scuola e a tua madre ci penso io, tu
prepara le valigie e trasformati in uno splendido Cavallo di
Troia!”
poi aggiunge “...ma quando torni... ti rinchiudi in camera a
studiare fino al diploma, altrimenti giuro che ti farò
provare
l'esperienza della denutrizione! E tu sai che sono capace di
farlo!”
“Ancora
non riseco a spiegarmi come cazzo ci sei riuscita!!”, esclama
Max a
voce decisamente troppo alta all'imbarco dell'aeroporto.
“Uff...
quante volte l'ho detto in questi 10 giorni? In media 3 volte? 3 x 10
uguale 30! 30 volte in media Max! Non-lo-so! Ho visto il tipo e mi
sono inventata un discorso!” non riesco a spiegarmi neanch'io
come
sia stato possibile, ma considerando che stiamo per andare a
Bruxelles dove conoscerò tutti i 30STM... comincio a credere
che sia possibile anche toccarsi il gomito con la lingua! “Ma
poi
Nico... perché non ci hai detto che i tuoi sono
così...
emm... hippy?” chiedo a Nico, mentre sfoggia un sorriso
radioso a
tutte le ragazze che incontra in aeroporto. “Ma li hai visti?
E poi
ti assicuro che sono così liberali solo in
apparenza...” mi
risponde salutando un gruppetto di ragazze biondissime, sicuramente
nordiche, che ricambiano il saluto con dei risolini isterici. Le vedo
indicare anche Edoardo e mangiarselo dalla testa ai piedi ma lui
sembra non accorgersene. “Una cosa è
certa...” continua
Nico, “...se non era una bella ragazza a fargli tutto quel
discorso... col cavolo che quel porcello di mio padre
accettava!!”
ride mentre porge la carta d'imbarco ad una giovane addetta
al gate che sembra non subire il suo fascino da
“Giovane
Holden”, ma che invece, sembra piuttosto interessata a
Edoardo.
Tanto da passarmi allo scanner quando lui prende il mio bagaglio a
mano assieme al suo con una mano e mi cinge le spalle con l'altra. Il
mio bel fratello è motivo d'orgoglio. Mi crogiolo
nell'invidia
delle ragazze che lo guardano affamate e non immaginano minimamente
quale sia il vero legame che ci unisce.
Per
poter partire ho chiesto 15 giorni di permesso in studio.
Naturalmente me li hanno dati senza problemi. Sono stagista, senza
contratto e sottopagata per i compiti e le responsabilità
che
mi assegnano. Quindi per questo viaggio ho preparato un bel piano
d'azione.
Oggi
è sabato 27 Febbraio, il concerto è il 1 marzo.
Rimango
per le tappe di Bruxelles ed Amsterdam. Poi da li prendo un treno per
Heindoven, dove vive e studia Giacomo. Gli faccio una sorpresa e
passiamo 3 giorni insieme, non mi fermo di più dato che
avrà
molto da fare. Raggiungo gli altri prima del concerto di Dusseldorf.
Infine, il 14 Marzo me ne ritorno a Milano. Saranno due settimane
strepitose! Insomma... incontrerò i 30STM,
passerò del
tempo con Giacomo, cosa che sarà sicuramente un toccasana
per
il nostro rapporto, e vedrò Edo su di un magnifico palco.
Sì.
Sono sicuramente la ragazza più fortunata della terra.
Quando
tornerò a Milano, entrerò al duomo per accendere
una
candela come ringraziamento. Non sono cattolica praticante ma mi
piacciono questi riti. Poi giuro che salirò tutti i 201
scalini che portano alla terrazza e conterò una ad una le
135
guglie. Lo giuro! Non che sia uno sforzo... la terrazza del Duomo
è
il luogo che preferisco di Milano, oltre casa mia.
Prendere
l'aereo non mi entusiasma affatto. La pressione mi tappa le orecchie
e mi fa sempre venire il mal di testa, inoltre, l'idea di stare
all'interno di un grande siluro di metallo che sfreccia nell'aria
grazie a principi a me sconosciuti non mi piace per niente.
Il
volo dura circa un ora e mezza quindi ne approfitto per riposare.
Spero di addormentarmi così eviterò il fastidioso
bisogno di fumare che mi attanaglia quando sono agitata. Accendo il
mio I-pod nano selezionando la playlist più rilassante che
possiedo e chiudo gli occhi. La prima canzone che parte è
“Nutshell” degli Alice In Chains. Adoro questa
canzone ma la
ascolto raramente. Risveglia dei ricordi che preferirei rimanessero
sopiti per sempre, una parte della mia vita che ho completamente
cancellato. Appoggio la testa sulla spalla di Edoardo che è
seduto al mio fianco. Lui mi passa le dita tra i capelli,
pettinandomeli. Ecco, questa è la cosa che mi piace di
più
al mondo, se fossi un gatto farei le fusa. É una fortuna
avere
al mio fianco Edoardo. Lui adora accarezzare i capelli, mentre io,
prendo sonno immediatamente quando me li toccano. Dopo appena pochi
secondi tutto diventa ovattato, dai suoni alle immagini. Riesco a
percepire solo il bacio che Edoardo mi da sulla testa prima di
scivolare completamente nel sonno.
“Camilla!
Cami!! Ti svegli nanerottola?!”. Apro di colpo gli occhi
mentre
Edoardo mi scuote. “Shi... shono... ok...
sveglia...” lo guardo
sbadigliando.
“Brutto
sogno Cami?” Fede si sporge per superare il corpo di Edo e
guardarmi. “mmm... non mi ricordo.
Perchè?” gli chiedo
massaggiandomi il collo. “Piangevi...” Edoardo ha
l'aria
preoccupata. “Davvero? Mah... era solo un brutto sogno! Non
devi
mica stare in pensiero per un brutto sogno Edo! Di certo Freddy
Kruger di Nightmare non mi ucciderà stavolta!”, la
butto sul
ridere, mi sento già abbastanza imbarazzata, spero solo di
non
aver parlato nel sonno. Evidentemente non mi ha fatto bene
addormentarmi con “Nutshell” come sottofondo. Me lo
ricorderò
per il futuro.
“Ok,
comunque allacciati le cinture! Stiamo per atterrare!” Edo mi
aiuta
a capire come chiudere la maledetta cintura. Ma farle più
semplici ste cinture no eh?! Con tutto il tempo che si impiega per
chiuderle, se l'aereo precipita le persone fanno a tempo a smaltarsi
sui finestrini.
Sento
l'aereo abbassare il muso, ecco il momento peggiore... l'atterraggio!
Comincio a parlare a raffica con Edo per distrarmi “Ehi Edo!
Sai
qual'è un superpotere superinutile? Il volo in volo! L'hai
capita? Nel senso che si può volare solo all'interno di un
mezzo in volo! Non ti fa ridere? A me fa ridere!” Edo mi
interrompe, “Camilla... o ti fai passare questa mania per le
freddure o giuro che ti strozzo!!”. Mi rilasso solo quando
sento
l'aereo poggiarsi completamente sul carrello di atterraggio. Ora devo
solo spegnere la vocina nel mio cervello che continua a ripetere
“Sigaretta! Sigaretta! Sigaretta!”.
Il
recupero dei bagagli è stato più veloce del
previsto,
qui a Bruxelles sono ben organizzati.
Ci
incamminiamo verso l'uscita del Duty-Free. Edoardo porta il mio
beauty case rosso mela, la sua chitarra e la sua valigia rigida blu
elettrico. Anche gli altri sono belli carichi di roba. Io trascino il
mio trolley rosso, come il beauty, dietro di loro stancamente.
Neanche fosse pieno di pietre. Non capisco dove trovano tutta questa
energia... poi vedo la porta a vetri dell'uscita e penso a
ciò
che ci aspetta lì fuori. Improvvisamente recupero le forze.
Mi
ritrovo a camminare al loro fianco, con l'adrenalina che mi carica a
mille.
Fuori
dal Duty-Free ci guardiamo intorno spaesati. Dobbiamo cercare
qualcuno della EMI con un cartello su cui è scritto il nome
della band. Io rimango incollata a Edo, c'è troppa gente e
non
vedo nulla, rischio solo di perdermi. Poi Max esclama “Ecco!!
lì!!”. Edo mi trascina con se tra la massa di
corpi e
valigie, facendomi scudo con il suo corpo. Al di là della
transenna c'è una ragazza bionda dal viso slavato e
piuttosto
stanco. Regge un foglio stampato su cui si legge “WASHING
MACHINE”,
guarda il vuoto mezza addormentata.
Quando
ci avviciniamo dicendo “Siamo noi!”, si anima
improvvisamente.
“Piacere ragazzi, io sono Emma, l'assistente personale di
Jared.
Qui fuori ci sta aspettando il tour bus. Seguitemi!”, non ci
da
neanche il tempo di presentarci e si avvia verso l'esterno, con noi
come cagnolini dietro.
Fuori
dall'aeroporto respiro l'aria di Bruxelles solo per un secondo, poi
frugo nella tasca alla ricerca delle sigarette e me ne infilo una in
bocca, tremante l'accendo, facendo una grossa boccata. Dio... non
resistevo più! Che brutta cosa la dipendenza da nicotina.
Finisco
di fumare la sigaretta mentre i ragazzi caricano, alla buona, i
bagagli nel bus.
Emma
ci aspetta a bordo, parla al cellulare guardando fuori dal
finestrino. Non appena si accorge che siamo saliti alza gli occhi e
ci sorride, invitandoci a sedere con un veloce gesto della mano.
Prendo posto di fronte a lei e riesco a cogliere solo l'ultimo
frammento di conversazione telefonica “Sì! Sono
arrivati
tutti... ciao!”, poi chiude la conversazione e ritorna a
sorridermi. Mentre il bus parte, Emma si mette in piedi e si rivolge
a tutti noi “Allora ragazzi! I 30STM vi stanno aspettando
all'hotel!” è più rilassata rispetto a
quando l'ho
vista all'interno dell'aeroporto, “...comincio con il
ringraziarvi
per esservi uniti al nostro tour e... beh credo che i ragazzi
sapranno ringraziarvi a fatti più che a parole! Non vedevano
l'ora che voi arrivaste per cominciare a far festa!”, ridiamo
tutti, poi Emma continua “Arriveremo all'hotel tra 40 minuti
circa,
intanto rilassatevi, le presentazioni ufficiali le faremo quando
saremo tutti presenti!”. Emma si siede e mi guarda felice
“Sono
proprio contenta che ci sia una ragazza! Sono veramente stanca di
stare sempre in mezzo a maschi! In questo bus di solito c'è
troppa concentrazione di testosterone!”, non me la immaginavo
così
giovane e simpatica, ci rimango di sale e continuo a guardarla con
gli occhi sbarrati, “Piacere... io sono
Camilla...”.
Durante
tutto il tragitto ho chiacchierato amichevolmente con Emma, credevo
di essere arrugginita in inglese dalle superiori, invece, mi rendo
conto che faccio molta più fatica con lo scritto. In terza
superiore sono partita per il Texas, ho fatto uno scambio culturale
organizzato dalla scuola, sono stata via 9 mesi. Quando sono tornata
parlavo un ottimo inglese con un pesante accento texano. Negli anni
ho cercato di correggermi, ma è dura esercitarsi nella
dizione
di una lingua straniera. Specialmente se non hai nessuno con cui
farlo. Anche Edo ha fatto la mia stessa esperienza, durante il suo
terzo anno. Lui però è stato più
fortunato.
L'hanno spedito in Australia e da quel che so... si dev'essere dato
molto da fare con le australiane.
L'Hotel
Radisson ha una
splendida facciata in stile Art Deco dal design affascinante,
è
un hotel 5 stelle di lusso, idealmente situato al centro di Bruxelles,
nel cuore del quartiere che ospita le istituzioni europee. Siamo
sconcertati all'idea che soggiorneremo proprio li. Mentre i ragazzi
scaricano i bagagli, mi rendo conto che non mi sono neanche
controllata il trucco. Devo sembrare un panda dopo il viaggio.
Armeggio nella piccola borsa di pelle ed estraggo rapida lo
specchietto, mi do una veloce sbirciata, sembra che il trucco abbia
resistito abbastanza bene. Passo velocemente del burrocacao sulla
bocca e chiedo a Edo “Sinceramente... sono presa tanto
male??”,
Edo mi guarda e ride, “Sei come sempre!”.
Maledizione,
sto per incontrare Jared Leto! Il mio amico Jared!! non posso essere
come sempre, devo essere al top! Mi rassegno e seguo gli altri
trascinando il trolley rosso. Spero di avere il tempo di darmi una
vera sistemata prima di incontrarlo.
La
hall dell'hotel è molto ariosa, il bancone della reception
è
in legno color carruba. Accanto c'è un piccolo salotto/bar
con
poltroncine in pelle, probabilmente firmate da qualche designer.
Nell'angolo c'è una splendida lampada ad Arco disegnata da
Castiglioni. Il marmo bianco alla base della lampada crea un forte
contrasto con le poltroncine in pelle nera. Emma ci fa sedere li,
mentre porta i nostri documenti alla receptionist. Un ragazzotto sui
20 anni si avvicina a noi con un carrello, su cui carica i nostri
bagagli, esclusi gli strumenti e ci comunica, con un buon inglese,
che saranno portati nelle nostre camere.
Dopo
aver finito con la burocrazia Emma ci raggiunge, “Allora
avete
sete? Potete ordinare quello che volete ragazzi! Non fate
complimenti!”. Io prendo un tè caldo, gli altri
l'immancabile caffè. Emma rimane con noi. Non so se sia per
tenerci d'occhio o cosa, so solo che vorrei chiudermi nella stanza
per un accurato restauro facciale, il problema è che ancora
non ci ha dato le chiavi e continua a chiacchierare con Edo.
Decido
di smuovere un po' la situazione “Ehi Emma! Vorrei fumare una
sigaretta... sai dove posso andare?” Emma si alza e mi fa
“Certo!
Per la sigaretta puoi andare fuori di la... Anzi... Andiamo tutti dai
che anch'io ne ho voglia! Tanto dobbiamo aspettare che ci diano le
chiavi delle vostre stanze! La burocrazia è lenta
ovunque!”.
I
ragazzi abbandonano gli strumenti alla reception. E si avviano con
noi verso l'uscita dell'hotel. Ad un tratto sento Emma dire
“Oh! Ma
allora non stavate dormendo!”. Ad una decina di metri da noi,
Jared, Shannon e Tomo stanno fumando una sigaretta.
Sento
il mio cuore perdere un colpo. Jared è bellissimo. Indossa
dei
Jeans slim neri, stretti fino alla caviglia, un cappotto grigio da
cui esce un cappuccio di felpa nero. Non indossa occhiali da sole ed
i suoi occhi sembra che emanino una straordinaria luce. Si confondono
con il cielo azzurro di Bruxelles. Anche Shannon e Tomo sono vestiti
di scuro, ma non riesco a concentrarmi troppo su di loro. Quegli
occhi sono tanto belli da spaventarmi. Improvvisamente perdo tutto il
coraggio, la fiducia in me stessa. Ero convinta che avendoli davanti
avrei dovuto controllare l'impulso di saltargli al collo per
abbracciarli, invece, mi ritrovo a nascondermi dietro la schiena di
Edoardo. Non posso fare a meno di sentirmi inferiore. Penso a tutti i
miei difetti estetici, sono bassa, ho una cicatrice sul sopracciglio
sinistro, il mio labbro inferiore è decisamente
più
carnoso di quello superiore e via discorrendo.
Da
dietro Edoardo sento la voce di Jared, la riconosco “Ehi
Ragazzi!!
siete già qui! Emma dovevi avvisarci subito!”,
Emma ribatte
“Alla reception mi hanno detto che non volevate essere
disturbati,
quindi ne ho dedotto che steste dormendo!”. Jared le risponde
“Non
volevamo essere disturbati da altri! Ma loro li stavamo aspettando
con ansia!”. Un'altra voce rispetto a quella di prima si
avvicina
“Grande! Tu devi essere Max! Grandissimo!! Suonerai la mia
batteria
quindi non battermela troppo!” Shannon dà una
forte stretta
di mano a Max, li sbircio, sono simili come corporatura, ma forse Max
supera leggermente Shannon in altezza. Sento Edoardo dire
“Piacere!
Io sono Edoardo... ma chiamatemi Edo!”. C'è uno
“stringimano” generale. Nico, strano a dirsi,
è senza
parole.
“Scusa
Edo...”, Jared pronuncia il nome di Edo piuttosto bene, si
sente
che non è la classica pronuncia italiana ma mi aspettavo
peggio, “...Dov'è Camila? Non è
venuta??”. Il mio
nome invece lo pronuncia “Camila” con una sola
“L”, ti
pareva...
“Veramente
è qui nascosta...” Edo si sposta appena e lascia
che io
sbuchi da dietro di lui. Jared mi guarda sorpreso, lo sapevo che
sarebbe stato deluso nel conoscermi. Con una mano mi stringo forte al
cappotto di Edo fino a sentire male alle dita. Sono irrigidita, Jared
si piega verso di me fino ad arrivare con la faccia alla mia altezza.
Lo vedo avvicinare una mano a me, all'altezza del mio ombelico e
raccogliere una ciocca dei miei capelli, la tira appena e la bacia,
chiude gli occhi e ne aspira a fondo il profumo. Poi mi sorride
mostrandomi quei bellissimi denti bianchi con gli incisivi
leggermente più lunghi degli altri. Sono morta e questo
è
il paradiso? Tutto mi sembra rallentato. “Questi capelli...
sono
quelli della foto... quindi sei tu la modella... speravo proprio di
poterli toccare...”, tiene ancora tra le dita la mia ciocca
“...sono esattamente come me li immaginavo al
tatto!”. Sono senza
parole, esattamente come gli altri, ma ho recuperato un po' di
fiducia, non è deluso da me. Gli sorrido socchiudendo
leggermente gli occhi “Ciao Jared! Io sono
Camilla!”, pronuncio
il mio nome calcando sulle “L”.
Jared
si rimette dritto, sempre sorridendo mi risponde “Ciao
Camilllla!!!”, ride, arriccia leggermente le lebbra perfette
e dice
“Solo una cosa... Ti immaginavo più...”,
ecco lo sapevo ho
cantato vittoria troppo presto, “...più... come
posso
dire... adulta!”.
Un
vento gelido mi attraversa, la mia maledizione. Faccio la domanda a
testa bassa “Quanti anni pensavi che avessi?”,
risponde senza
neanche pensarci, “Più o meno l'età di
Edo...avevo
capito che eri all'università! Ma forse mi sono
confuso...”.
Ormai il mio tono è di rassegnazione, pensa che io sia una
bambina o al massimo una ragazzina del liceo. “Jared... io
sono
all'università... e sono più grande di un anno
rispetto
a Edo...”. Edoardo, Max, Nico e pure Fede si mettono a ridere
di
gusto. Che imbarazzo. Mi sento avvampare. Anche Shannon e Tomo
ridono, l'unico confuso è proprio Jared. Shannon gli mette
una
mano sulla spalla e gli dice “Ehi fratellino... bella figura
di
merda!”.
Ma
Jared non sembra imbarazzato e ribatte “Oooh fottiti Shan!
Ok... ho
sbagliato a darle l'età... ma cosa ci posso fare?!
È
carina da matti!”. Edo smette di ridere, mentre io sto per
perdere
conoscenza.
Come
può farmi questo effetto? Ha solo detto che sono carina. In
tanti me lo dicono, è l'aggettivo più gettonato
per
descrivermi. Carina. Non mi è mai piaciuto, ho sempre
pensato
che carino/a, si adattasse meglio ad un animaletto domestico. Invece
pronunciato da lui, mentre sorride e si passa la lingua sulle labbra
per inumidirle, mi manda letteralmente in estasi. Morirò per
un attacco cardiaco giovane, lo so.
A
voi il link di “nutshell” degli Alice in Chains,
dolcissima e
tremendamente triste.
Http://www.youtube.com/watch?v=G2_hNCu4iak
Fatemi
sapere se volete vedere la foto del profilo di Twitter di Camilla...
^__-*
|
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Capitolo 5 *** Cap. 4 -Rinse- ***
NON
POSSIEDO I 30STM, a meno che non vogliano farsi possedere da me, tutto
ciò che scrivo è inventato... ecc... ecc...
A gran richiesta ecco a voi il
link della foto di Camilla (o Camila come la chiama
Jared...)
spero vi piaccia... l'ho fatta io... è in bianco e nero,
molto
contrastata, quindi i capelli sembrano scuri...
http://img4.imageshack.us/img4/6000/capelli2.jpg
Allora
intanto ringrazio tutti quelli che hanno messo la mia ff tra le
preferite e le seguite! *_* mi inchino a voi... grazie!
Alla
fine del capitolo ci sono le risposte ai commenti dello scorso!
Aglaja
ti dedico il capitolo dato che ti interessa il passato di Camilla e
Edo... qui ne verrà svelata una parte!
ATTENZIONE al cambio di POV in questo capitolo!
Ciau!
Devi
volerti bene. Devi volerlo tu. Non posso credere che tu viva alzando
barriere intorno a te. Sei tutto ciò che conta per me. Il
tuo
sorriso, la tua pelle trasparente, i tuoi occhi che cambiano colore
in base alla luce e al tempo, i tuoi capelli lunghi e morbidi, il tuo
corpo di donna nascosto da vestiti da bambola di porcellana. Tutto di
te mi attrae. Tutto di te mi distrugge. Non posso continuare a
vederti e non posso smettere di farlo. Non ti rendi conto del potere
che hai, non più almeno... Tu attrai le persone che ti
stanno
intorno come una calamita. La mia condanna è proprio questa.
Sono stato talmente tanti anni attaccato a te che ora, a differenza
di altri, credo non ci sia altro posto al mondo migliore per me. Il
perchè è semplice in fondo... tu rendi il mio
mondo
migliore.
“Queste
sono le chiavi delle vostre stanze.. sono una singola e due
doppie!”
Emma lascia tintinnare le chiavi davanti ai nostri occhi,
“Mmm...
scusa Emma... ma la singola sarebbe per..??” le chiedo.
“Beh ma
per Camilla naturalmente...” mi risponde lei,
“...dopotutto è
una ragazza, ha bisogno della sua privacy! No?”. Tutti mi
guardano
come se avessi chiesto una cosa ovvia. “Perchè lo
chiedi
Edo? Hai qualche problema?” mi chiede Camilla. “A
dire il vero
credo che faresti meglio a restare in camera con me..” lancio
un
veloce sguardo a Jared che sembra stranito dalla mia uscita,
“...sì
perchè è più sicuro per
te...”, continuo. A
questa mia uscita Camilla sgrana gli occhi, “Ma che stai
dicendo?
Io vivo sola anche a Milano!”, sembra imbarazzata.
“Sì ma
qui non siamo a Milano! E poi scusa che problemi ti fai? Siamo
fratello e sorella no?! Abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto per
almeno 8 o 9 anni!”, cerco di rigirarle la domanda in modo da
distogliere l'attenzione dalle mie intenzioni e metterla in una
situazione di ovvietà. Camilla mi risponde a denti stretti
in
italiano, per non farsi capire dai 30STM ed Emma che ci stanno ancora
guardando ammutoliti “Si può sapere che diavolo ti
prende?
Non farmi fare la figura della ragazzina ritardata!”. Alzo
gli
occhi al cielo e poi guardo Fede che mi fa “Dai Edo di che
hai
paura? Ti preoccupi esageratamente! Cosa vuoi che le
succeda?”, Max
e Nico si uniscono al coro, possibile che nessuno si faccia i cazzi
propri in sta band? “Il mio problema è il tizio
qui...”
evito di dire il nome, anche se ora stiamo parlando in italiano se lo
nomino capisce che sto parlando di lui, “Avete visto come la
guarda?! Potrebbe entrarle in camera di notte, sto
maniaco...”. Si
mettono tutti a ridere e Camilla sfoggia un faccino rosso ma
divertito “Ma fammi il piacere Edo... a parte il fatto che
uno come
lui può averne di meglio... io mi chiudo in camera di notte!
E
sai... non credo che tra le tante cose che sa fare, abbia fatto pure
un corso da scassinatore...”,mi rimprovera
“Già... ma sei
tu che potresti aprirgli la porta se capitasse!”, non
demordo.
“Invece ti sbagli... lo ammiro. sì. È
bellissimo,
praticamente perfetto. vero anche questo! Ma io sono fidanzata! E
dovresti conoscermi abbastanza dal sapere che sono fedele e non
rischio la mia storia per una notte con Ja...”, si
interrompe,
sempre più rossa, all'idea che possa capire che stiamo
parlando proprio di lui. Non posso fare altro che accettare la
situazione a questo punto. “Ok! Problema risolto!”,
esclamo in
inglese, terminando la discussione che avevo cominciato,
“Bene!
allora andiamo a darci una rinfrescata? Che dite??” chiedo a
tutti.
“Certo!”
interviene Jared, “ci vediamo tra un'ora qui nella hall
così
venite con noi a provare al “Vorst Nationaal”, dove
si terrà il concerto!”. Ci saluta e lancia un
sorrisetto malizioso a Camilla, “Ci vediamo tra un'ora
Camila...”. Lei gli risponde con un sorriso ed un imbarazzato
“Sì!”. Giuro che sto tipo prima della
fine del mese lo anniento.
Chiamiamo
l'ascensore mentre sento la voce del batterista, quello Shannon, dire
al fratello sottovoce “Jay... lascia perdere per cortesia! La
ragazza ha la guardia del corpo! Non metterci nei casini...”.
Entriamo nell'ascensore e penso “Almeno un Leto ha capito il
messaggio...”.
In
ascensore, Camilla canticchia una canzone che non conosco,
“Spero
di non dovermene pentire...” le dico appena le porte si
riaprono,
lei mi guarda e mi fa una linguaccia. La adoro quando fa la
dispettosa. Max e Nico fanno a gara nel corridoio dell'hotel a chi
arriva primo alla stanza, per scegliere il letto. La moquette blu
scuro attutisce i loro passi pesanti.
Io
e Fede camminiamo tranquillamente con Camilla che si guarda intorno,
estasiata dal lussuoso albergo. La sua stanza è a due camere
di distanza dalla nostra. Speravo almeno che fosse subito attaccata.
“Ok ragazzi io vado a rendermi una signorina presentabile...
fate
lo stesso anche voi... soprattutto tu Max! Cominci a puzzare da
scimmione!” ride. “Ehi bella! Questo è
odore di uomo
vero!”, risponde Max, alzando il braccio e annusandosi
l'ascella.
“Bene allora cerca di essere meno uomo Max...” lo
ammonisce Nico
dall'interno della camera, ormai avrà già preso
possesso del letto che preferisce, approfittando della distrazione di
Max. Saluto Camilla, raccomandandole di chiudere la porta ed entro
nella mia stanza con Fede.
La
stanza è arredata in uno stile moderno e lussuoso dal design
esclusivo, già mi immagino Camilla saltellare per la stanza
dalla gioia, lei apprezza molto più di me queste cose. Tutte
le stanze hanno un gigantesco bagno con doccia o vasca idromassaggio,
minibar, frigobar, telefono diretto, televisione satellitare a
schermo piatto e connessione Internet wireless. In tutti i viaggi
che ho fatto, non sono mai stato in un posto che non fosse un ostello
della gioventù o una casa privata. Quindi tutte queste
comodità mi sembrano assurde per restare solo un paio di
giorni. Fede invece ne sembra entusiasta, estrae subito dalla borsa
il portatile e si collega alla rete dell'hotel. Vedendolo
così
preso, decido di farmi la doccia per primo. Devo fare in fretta ed
andare da Camilla con la scusa di vedere la sua camera. Almeno la
tengo d'occhio per quanto possibile, non è che non mi fidi
di
lei. È una ragazza con la testa sulle spalle e credeva
davvero
nelle cose che mi ha detto nella hall, come la fedeltà al
manichino con la scopa nel sedere. Anche se di lui me ne fotto
altamente e godrei nel vederla mollarlo... almeno metà dei
mosconi che le girano intorno lasciano perdere sapendola impegnata.
Ma quel Jared... non mi pare il tipo da farsi problemi per una cosa
del genere. Inoltre conoscendo Camilla, sicuramente in qualche mail
gli avrà accennato al fatto che ha il ragazzo, quindi il
tipo
non può neanche far finta di non sapere che è
già
impegnata.
Sotto
la doccia ripenso a come era la prima volta che l'ho incontrata.
Era
il mio primo giorno di liceo, non ero molto spaventato, anzi, ero
emozionato all'idea di incontrare belle ragazze più grandi
di
me. Il mio obbiettivo non sarebbero state di certo le mie sciocche
coetanee. Entrato nel cancello dell'edificio, nel parco, erano
già
chiare le distinzioni tra i vari gruppi di studenti. Quelli
dell'ultimo anno stavano in una panchina in fondo al giardino
tranquilli, stanchi di vedersi nonostante la pausa estiva. Il quarto,
il terzo ed il secondo anno facevano comunella, divisi in sottogruppi
di metallari e rockettari, skater, griffati e secchioni. A parte i
secchioni e qualche rara eccezione la cosa che accomunava tutti erano
le canne o spinelli come li vogliamo chiamare.
Poi
l'ho notata. Era l'unica che passava da un gruppo all'altro senza
problemi. Parlava con tutti, salutava tutti senza distinzione. E a
loro volta tutti sembravano felici di vederla e parlarle. Era
sicuramente la ragazza più bella che avessi visto in quel
cortile. Letteralmente magnetica. I suoi capelli scintillavano sotto
la luce del sole settembrino e nonostante non fosse per nulla alta
emergeva dalla massa come se potesse camminare a venti centimetri da
terra. Nei suoi occhi glaciali c'era sicurezza, forza, fermezza e un
lieve senso di superiorità. In quel momento, solo a
guardarla
tutta la mia autostima era finita sotto i piedi.
All'interno
dell'edificio, la prima cosa che ho notato, sono state le varie
scritte su muri, banchi e persino i corrimano delle scale. Per la
maggior parte recitavano cose tipo “Camilla sei
figa!”, “Camilla
1°H 2000-2001 ti amo!” e qualche “Camilla
tiratela meno!!!”.
Facendo il calcolo, questa famosa Camilla doveva frequentare il
secondo anno, mentre io stavo al primo. Senza che nessuno me lo
dicesse avevo già capito chi fosse la fantomatica Camilla.
I
nostri genitori si sono conosciuti durante il ricevimento generale
degli insegnanti. Mia madre è morta di cancro quando avevo 5
anni. Quindi mio padre si è sempre occupato di me da solo.
Non
si è mai preoccupato di trovarsi un'altra donna per rispetto
nei miei confronti, anche se non ero io a chiederglielo. Non sentivo
molto la mancanza di mamma, non l'ho praticamente conosciuta, dato
che, nei miei primi anni di vita era sempre in ospedale. Con me
c'è
sempre stato solo papà e mi dispiaceva vederlo solo anche se
giovane.
Quando
mi raccontò di questa bellissima donna divorziata,
conosciuta
al ricevimento, ero davvero felice. Lo fui un po' meno quando seppi
che era la madre di Camilla. Saremmo diventati fratellastri, quindi
tutte le seghe che mi sparavo pensando a lei diventavano incestuose.
Col tempo cominciai a non preoccuparmi della cosa, magari non sarebbe
durata la storia di mio padre. E poi Camilla aveva già un
ragazzo. Un tipo che sembrava la brutta copia di Kurt Cobain e
passava a prenderla a scuola ogni giorno con una gigantesca moto.
Iniziai così ad interessarmi alle moto, sperando di farmi
notare da lei.
Camilla
non mi aveva mai rivolto uno sguardo, nonostante avessi un certo
successo con le ragazze più grandi, l'unica che mi
interessava
davvero non mi cagava minimamente. Le cose cambiarono quando i nostri
genitori organizzarono una cena per presentarsi come coppia vera e
propria. Ricordo che ero agitato ed emozionato all'idea di passare la
serata con lei, allo stesso tempo, mi sentivo impaurito. Di cosa le
avrei potuto parlare? Ci sarebbero stati silenzi imbarazzanti??.
Contro ogni mia previsione Camilla si dimostrò solare e
allegra, sempre pronta alla conversazione, anche con me. Da quel
giorno, a scuola, mi prese sotto la sua “ala
protettiva”. Non ero
molto simpatico ai ragazzi della mia classe o a quelli delle altre,
forse perchè facevo il cazzone anche con le ragazze degli
altri. D'altronde erano loro a venire da me e sarebbe stato scortese
rifiutarle. Erano un ottimo passatempo per scacciare il pensiero
dell'unica ragazza che non mi permettevo di toccare. Ad ogni modo,
nessuno mi importunava più. Camilla mi inserì nel
suo
giro di amicizie, quelli più grandi e più fighi.
Tutti
avevano il massimo rispetto per lei, quasi timore. Ne capii il motivo
un giorno, quando l'ultima ragazza con cui ero stato, provò
a
scrivere sul muro del bagno “Edoardo sei un coglione bastardo
figlio di puttana!”. Era la ricreazione e stavo andando verso
la
classe di Camilla per scendere con lei in cortile. La maggior parte
dei ragazzi delle aule vicine erano tutti ammassati davanti alla
porta del bagno delle ragazze, da cui si sentiva chiara e nitida la
voce di Camilla. “Scusa di cosa ti lamenti?! Se non sbaglio
non ti
ha mica forzata e non ti ha promesso nulla... sei stata tu a
dargliela come una puttanella... o sbaglio?! Non sbaglio
vero?!”.
“N-no...” la ragazza gemeva a terra, Camilla nel
momento in cui
l'aveva trovata intenta a scrivere quella frase, l'aveva spinta
contro il muro, facendole sbattere la faccia contro l'inchiostro,
ancora fresco sulle piastrelle. La parola “puttana”
le si era
stampata specularmente sulla faccia. “Non ho conosciuto la
madre di
Edoardo, ma dubito che sia stata una puttana come te... o forse...
non dirmi che sei tu sua madre!! ma si... devi essere per forza tu se
Edoardo è un figlio di puttana!”, Camilla la
prendeva in
giro, infieriva su di lei davanti ai compagni. È stata una
scena agghiacciante. Lei era lì, in piedi, ferma, con quegli
occhi gelidi e carichi di disprezzo riusciva a manovrare chiunque.
Quando arrivò un professore, allarmato dallo scompiglio
formatosi fuori dal bagno, Camilla lo accolse con gli occhi lucidi
“Professore... non sono riuscita a trattenermi quando ho
visto che
scriveva quelle cose sul muro... Edoardo presto diventerà il
mio fratellastro a tutti gli effetti. Ha insultato sia lui che mia
madre!!”. Rigirò al professore la storia che le
faceva più
comodo, nessuno la contraddisse. Neanche l'interessata che temeva
altre ripercussioni a scuola finita.
Quando
il professore disperse tutti, per rimproverare lui stesso la ragazza
che stava imbrattando il muro, Camilla parlò ai presenti,
senza un minimo di rimorso o di finte lacrime mostrate
all'insegnante, “Che sia ben chiaro... Edo ormai è
parte
della mia famiglia! Se offendete lui... offendete me! Alla troietta
qui dentro è andata di lusso...”. Alla fine
Camilla se la
cavò con una nota per aver spinto una studentessa, anche se
questa non si era fatta veramente male. Mentre la ragazza in
questione si beccò una nota ed una lettera di richiamo che
avrebbe influito sul suo voto nell'esame di stato.
Camilla
non è mai stata perfida, semplicemente odiava le
ingiustizie.
Era una che non le mandava a dire, diretta e fiera fino alla fine. Le
persone a lei care, le proteggeva con le unghie e con i denti.
Nessuno voleva esserle nemico a scuola, lei era molto popolare,
sapeva difendersi a parole e aveva molte persone disposte a
proteggerla anche fisicamente. Poteva permettersi di fare o dire
quello che le pareva perchè tutti non potevano fare a meno
di
amarla. Chi suscitava le sue ire era immancabilmente, agli occhi
degli altri, nel torto più totale.
Un
paio di mesi dopo, i nostri genitori si sposarono e andammo tutti a
vivere sotto lo stesso tetto.
La
madre di Camilla, è una bellissima donna. Le somiglia molto
ma
non è bassa e i suoi occhi sono più dolci, color
cioccolato. Oltre che bella ha uno spiccato intelletto e una gran
sensibilità nei confronti dei giovani, dovuto probabilmente
al
suo lavoro come assistente sociale per giovani disadattati. Non
c'è
voluto molto perchè mi affezionassi a lei e
perchè
cominciassimo a comportarci da vera famiglia. Anche Camilla adorava
mio padre, ma data la sua diffidenza nei confronti delle figure
paterne, causata da un padre fuggiasco che ha abbandonando lei e sua
madre quando era molto piccola, non gli si è mai aperta
completamente. Pur rispettandolo.
Vivendo
con Camilla cominciai ad assimilare le cose che le piacevano, la
musica per esempio. Suonava la chitarra e cantava divinamente,
è
stata lei la mia prima insegnante.
Il
sosia di Kurt Cobain mal riuscito, il suo ragazzo, era anche lui un
musicista. Aveva un gruppetto chiamato “Frozen
Embryos”. Quando cominciai ad uscire con loro capii chi
copriva le
spalle fisicamente a Camilla, erano dei tipi tosti.
Anche lui alimentò il mio amore per la musica insieme a
Camilla. Eppure mi disgusta doverlo ringraziare per questo.
È
stato lui ad uccidere la mia Camilla.
Spengo
l'acqua della doccia, disgustato dal mio ultimo pensiero. Non voglio
neanche pensare a quel viscido pezzo di merda!
Mi
asciugo velocemente e mi vesto comodo. Lascio Fede, che nel frattempo
ha messo su un po' di sana musica rock, in camera da solo a lavarsi e
mi avvio verso la stanza di Camilla.
Busso
alla porta e la sento urlare da dentro
“Arrivooo...”. Mi spalanca
la porta con addosso l'accappatoio dell'hotel e le ciabattine
coordinate. “Edo! Entra entra...”, con un
asciugamano si strofina
i capelli bagnati, sento il profumo dello shampoo ad ogni suo
movimento. “Ma ti pare il modo di venire ad aprire? Conciata
così??” le sbraito contro, cercando di non pensare
al suo
corpo nudo a contatto con la spugna dell'accappatoio. “Sapevo
che
eri tu... chi altri poteva essere?!”, mi chiede divertita.
“Magari
era uno dei ragazzi o peggio... quel tale Jared! Devi sempre e
comunque chiedere chi...è...ehi!!! Che diavolo stai
facendo!?”, la vedo sfilarsi davanti ai miei occhi
l'accappatoio,
per poco non mi viene il sangue al naso. Sotto l'accappatoio porta un
paio di culottes con un panda sul sedere e la canottiera abbinata.
“Che ti credevi che fossi nuda??” ride mentre
lancia
l'asciugamano su una sedia. “Comunque non è che ti
puoi...
vestire davanti a me così... sono pur sempre un ragazzo!
Dovresti avere un minimo di pudore!”, cerco di distogliere lo
sguardo ma i miei occhi non mi rispondono “...e poi che
cavolo di
mutande... ci credo che poi ti prendono per una mocciosa!”.
Lei si
imbroncia e ribatte “A me piacciono un sacco i panda! E poi
di che
ti lamenti? L'hai detto tu che siamo fratelli no?! Volevi addirittura
dividere la stanza con me per starmi alle calcagna! Come pensavi che
avremmo fatto per cambiarci?!”.
“Non
ci saremmo mai cambiati!” ribatto secco. “Che
schifo Edo! Non
esiste! E comunque mi hai vista un sacco di volte in intimo o in
costume da bagno... non capisco che cosa cambi...”. Rimango
li a
mugugnare tra me e me, cazzo, per me cambia il fatto che per un
momento ho pensato di vederla nuda.
Dopo
la doccia, scegliere cosa indossare è la parte
più
complicata. Voglio dimostrarmi graziosa ma con stile. Prendo dalla
valigia degli shorts di jeans a cavallo e vita bassi, mi infilo sotto
dei pantacollant blu e sopra metto un lupetto grigio a collo alto e
una caglia di cotone senza maniche che si stringe al seno e cade a
“palloncino” sui fianchi. Completo tutto con la mia
sciarpona di
seta grezza a righe verdi e blu. Edoardo mi osserva in tutto il
procedimento, dice sempre che mi vesto come una bambolina, con strati
su strati. A me personalmente piace il mio stile, si addice alla mia
corporatura.
Corro
in bagno ad asciugarmi i capelli mentre Edo brontola “Uffa...
quanto ci metti a prepararti... tra 10 minuti bisogna essere di
sotto...”, io non gli do retta ma cerco comunque di
sbrigarmi,
soprattutto perchè voglio passare più tempo
possibile
con i Mars. “...e poi mi spieghi come si fa a definire questa
una
stanza singola? Hai un letto enorme... è praticamente
matrimoniale!”, esco dal bagno tirando il cordone del Phon,
“Vogliono che riposi bene immagino... è un hotel
di lusso,
dubito che ci siano letti ad una misera piazza!”.
Edo
mi raggiunge nel lussuoso bagno, dove troneggia la vasca ad
idromassaggio. La guarda e poi mi dice “Certo... vorranno che
il
signorino Leto abbia tutti i comfort anche quando passerà la
notte con te...”, gli tiro la spazzola in testa,
“Non fare il
porco! Non accadrà proprio nulla del genere... te lo posso
assicurare...”. Edo bofonchia un
“sì..sì...” e se
ne ritorna a sedersi sul mio letto. Io finisco di asciugare la massa
dei miei capelli, tenendoli volutamente scompigliati. Passo un
leggero tocco di fard sulle guance, la matita nera sugli occhi e del
rimmel. Esco dal bagno passandomi il burrocacao sulla bocca dicendo
“...sono pronta!”. Edo mi guarda e dice
“Sembri una mocciosa
emo con quel ciuffo scompigliato sugli occhi”, lo mando
mentalmente
a cagare e mi infilo gli stivali di pelle consumata blu con i
bottoncini sui lati. Usciamo dalla mia camera e ci dirigiamo verso la
hall, io non posso fare a meno di saltellare per i corridoi, come un
folletto il primo giorno di primavera.
Nella
hall ci sono tutti, o quasi, manca Jared. Shannon ride e scherza con
Max e Nico. Tomo sembra sempre impegnato in discussioni prolisse e
tecniche con Fede. Il quadretto che mi si presenta davanti è
quello di “una allegra combriccola di amici”, ne
sono estasiata.
Shannon interrompe la battaglia a chi ha il tatuaggio più
appariscente con Max e si avvicina a noi. “Ciao ragazzi,
scusate ma
dobbiamo aspettare Jay, è sempre in ritardo...
però vi
assicuro che sul lavoro è un vero professionista e...oh...
eccolo finalmente!”. Mi giro di colpo, Jared si stava
avvicinando,
sorriso stampato in faccia, capelli spettinati con perfezione
geometrica e naturalmente quegli occhi che grazie al cielo ora sono
coperti da un bel paio di occhiali Ray-Ban. “Jared ce ne hai
messo
di tempo per pettinarti... come al solito...” lo rimprovera
Shannon, “Beh... abbiamo ospiti fratellino... devo pur fare
buona
impressione no?!”, sento il suo sguardo da sotto le lenti
scure su
di me. “Camila... mi piace come ti stanno i
capelli!”, mi sento
nuovamente in imbarazzo, mi volto verso Edo e gli dico
“Visto?! Lui
si che se ne intende...”, Edo sbuffa ma non aggiunge
commenti. Emma
entra nella hall, era fuori ad aspettarci sul tour bus e ci intima di
muoverci. Usciamo dall'hotel ed entriamo nel tour bus,
“Strano che
non ci siano Echelon in giro... no?!” chiedo a Jared mentre
salgo
gli scalini del bus guardandomi i piedi. “Veramente non sanno
che
siamo già qui... siamo arrivati a Bruxelles in anticipo
sulla
nostra tabella di marcia proprio per incontrarvi!”, mi
risponde lui
da dietro.
Nel
bus faccio per sedermi accanto a Edo ma Jared mi tira la manica del
cappotto e mi invita a sedermi vicino a lui “Devi raccontarmi
molte
cose di te Camila... meglio non perdere tempo...”. Edo mi
incenerisce con uno sguardo, io lo guardo e faccio spallucce come per
dirgli “Che ci posso fare... non posso rifiutare!”.
Mi
siedo accanto a Jared, la sensazione della mia spalla attaccata al
suo braccio mi fa provare un brivido di piacere giù per la
schiena. Serro la mascella per la tensione.
Jared
si gira verso di me appoggiando la schiena al finestrino, con la coda
dell'occhio lo vedo osservarmi con un sorrisetto sghembo.
“Allora
Camila... sono veramente contento di avere qui la sconosciuta a cui
ho mandato tutte quelle mail! Ma ora che sei qui davanti a me...
sai... sono troppo curioso di sapere chi sei veramente... chi
è
Camila?”, mi giro appena verso di lui, cercando di non
guardarlo
negli occhi, respiro profondamente tenendo la bocca aperta e
sorridendo, “Sai... è interessante che tu mi
faccia questa
domanda...” Jared inclina leggermente la testa, senza
distogliere
lo sguardo da me, “... a dire il vero è una
domanda a cui
non so rispondere neanch'io...”, giro per un secondo la testa
verso
Edoardo che mi guarda meravigliato, so bene a cosa sta pensando. Lui
è l'unico forse che riesce a capire quello che voglio dire.
Lo
so. “...sai Jared...”, “Chiamami
Jay!” mi interrompe lui,
“Ok, sai... Jay... credo che dovresti accontentarti di
conoscere la
Camilla che hai qui... non credo ti piacerebbe l'altra Camilla... non
piace a nessuno fidati!” Gli sorrido stringendo gli occhi.
Sento
Edo borbottare qualcosa ma quando lo guardo, rivolge lo sguardo
dall'altra parte, fuori dal suo finestrino.
“Interessante...”,
interviene Jared, “...mi stai sottovalutando...non
credi?”.
Questa volta lo guardo negli occhi, non sento più la
vergogna
o la paura “No! Ti sbagli! Sono sicura di quello che dico...
per il
momento posso farti conoscere questa Camilla!”.
Jared
sembra meravigliato “Sai credo di aver appena intravisto
l'altra
Camila...”. Arrossisco violentemente e riporto lo sguardo sui
pugni
che tengo in grembo, come ha fatto con poche parole a farmi superare
le mie stesse barriere senza che me ne rendessi conto? Come fa a
leggermi dentro con così tanta facilità? Fino ad
oggi
pensavo che l'unico fosse Edoardo.
“Cambiamo
argomento... questo magari lo affronteremo più
avanti...” Mi
strizza l'occhio e si passa velocemente la lingua sulle labbra. Non
mi ero mai accorta che avesse questa mania. Lo fa veramente
spessissimo. Sembra quasi un tic, anche se come tic devo dire che
è
estremamente sexy.
“Allora...
se non sbaglio in una mail mi dicevi che ci abbandonerai per un paio
di giorni per andare a trovare... quel tuo ragazzo... no?!”,
lo
dice grattandosi il naso e guardando la strada fuori dal bus, come se
fosse una cosa di poca importanza, quasi fastidiosa.
“Sì!”
sorrido, “...starò un paio di giorni con lui!
Voglio fargli
una sorpresa...”.
“Capisco...
e come intendi andare a trovarlo?” mi chiede. Non riesco
proprio a
capire il senso della domanda. “Beh... vado in treno! Ci
metterò
solo un'oretta ad arrivare ad Eindhoven!”, lui si gira verso
di me,
distogliendo l'attenzione da ciò che accade sulla strada con
un'espressione allibita, “Oh ma andiamo! Credi davvero che ti
permetterò di girare in treno in un paese che non conosci...
da sola? Una ragazza come te? Chissà cosa potrebbe
capitarti... e sono sicuro che Edo sia d'accordo su questo!”.
Edoardo interviene nella discussione “Ci puoi
giurare!”. Cosa? Un
attimo... Edo è d'accordo con Jared? L'hanno lobotomizzato??
“Scusate non capisco quale sia il problema... ho 25 anni...
ricordate??”.
“Si
ma sei pur sempre una ragazza indifesa...” continua Jared,
“non
sarà un problema accompagnarti, verremo io ed Edo, ti
portiamo
lì, salutiamo il tuo ragazzo così posso anche
togliermi
la curiosità su chi sia e poi raggiungiamo gli altri... Ci
basteranno 3 orette al massimo... sempre se Edo è
d'accordo...”. “D'accordissimo!” risponde
Edo.
Allora,
prima avevo un fratellastro apprensivo al seguito, ora mi ritrovo ad
avere anche una sexy rock-star che si preoccupa della mia
incolumità?
Possibile che sembro così incapace??
Il
Vorst
Nationaal è un gigantesco teatro. All'esterno è
completamente bianco con qualche vetrata circolare a specchio. Quando
scendiamo li davanti siamo senza parole. Almeno i ragazzi dei Washing
Machine lo sono. A Nico dallo stupore cade il lecca lecca che stava
mangiando dalla bocca. Naturalmente per i 30STM è normale
amministrazione.All'interno lo spazio sembra ancora più
imponente. La platea conterrà
tranquillamente 3000 persone. Nico continua a saltellare balbettando
“Suoneremo qui! Suoneremo qui! Suoneremo qui! Suoneremo
qui!”, per
farlo smettere c'è voluto un pugno sul cranio da parte di
Max e
Shannon. I due vanno molto d'accordo, oltre che musicalmente, anche
nell'infierire sul povero Nico che si ritrova ad interpretare il ruolo
della preda.
Tim il nuovo bassista che ha preso il posto di Matt lo
conosciamo sul posto mentre fa il sound-check. Era andato prima degli
altri per provare di più, dato che sembra terrorizzato da
Jared. Non
scambia molte parole con noi, evidentemente non vede l'ora di
cominciare a provare con tutto il gruppo.
Io decido di non seguire
le prove, preferisco godermi il concerto vero e proprio. Non voglio
guastarmi la sorpresa di vedere i miei due gruppi del cuore sullo
stesso palco, nella stessa serata. Andrò con Emma a prendere
un caffè e
le terrò compagnia mentre fa alcune telefonate di lavoro.
Saluto i
ragazzi dei Washing Machine e i 30STM. Schiocco un bacio sulla guancia
di Edo augurandogli buona fortuna. “Spacca tutto anche nelle
prove! Mi
raccomando!” Lui mi sorride e mi risponde “Come al
solito!”. Poi si
allontana per raggiungere gli altri. Io seguo Emma che è
appena uscita
da una porta di servizio, prima di aprirla mi giro, Jared mi sta
venendo incontro. “Peccato... non rimani per le
prove...”, sembra
davvero dispiaciuto “No... ma sarò al concerto!
Non voglio rovinarmi la
sorpresa...” gli sorrido, è veramente bellissimo.
“Ok... ma almeno
salutami come si deve!” si avvicina a me e approfittando
della
distrazione di Edoardo, mi bacia la guancia pericolosamente vicino
all'angolo della bocca. “Sai non mi sembrava giusto che a Edo
si... e a
me no!” mi sorride camminando all'indietro e passandosi
ancora la
lingua sul labbro inferiore.
Mi giro verso la porta facendo finta di
niente, esco e la richiudo dietro di me. OHMIODIOO!!!! Comincio a
saltellare sul posto, mimando un ridicolo balletto di esultazione e
soffocando grida di gioia. Solo quando mi sono tranquillizzata vedo
Emma guardarmi come se fosse preoccupata di rimanere sola con una pazza
scatenata.
“Eh..Ehm... Emma! Sono talmente contenta per mio fratello
da non riuscire a trattenermi...”, alzo gli occhi al cielo
fingendo
noncuranza per quello che mi ha visto fare. Lei sembra sollevata
“Oh
beh! È un'opportunità più unica che
rara... quindi... immagino!” mi
risponde, leggermente in imbarazzo.
Speriamo non lo racconti a nessuno... che grandissima figura di merda!
Ma ne è valsa la pena, eccome se ne è valsa!!
Rodney:
per l'entusiasmo con cui ha commentato il capitolo! Sono felice che
tu l'abbia trovato divertente... rido anch'io quando lo rileggo! XD
Nicole:
Sono felice che tu abbia notato i miglioramenti! Quando mi danno un
consiglio cerco di seguirlo il più possibile! Grazie Grazie
Grazie! Smack!
Candidalametta:
Grazie per il commento, sono ancora agli inizi ma cercherò
di
migliorare!
Aglaja:
Che dire... Ti adoro! Immagino che per te sia una situazione strana,
ma approfitto del tuo commento per svelare che ogni personaggio dei
Washing Machine è reale! Io sono stagista, esattamente nella
situazione lavorativa di Camilla e ti dirò che prendersi 2
settimane non è un gran problema, specialmente in uno studio
in cui si lavora “a progetto”. (In pratica ti
pagano solo i
progetti che esegui e porti a termine) Quindi se in quel determinato
periodo non c'è molto lavoro c'è gran poco da
fare!
Per
Nico mi sono ispirata ad un mio ex compagno di liceo, era un
batterista però, non un bassista! All'ultimo anno gli
è
stato fatto fare dalla preside un permesso di circa 1 mese per andare
a Roma a conseguire il diploma di conservatorio!! 0__0 Quindi ho
pensato fosse possibile... (volevo troppo inserire un ragazzino nei
Washing Machine!! Per convincere i suoi genitori avrei dovuto
scrivere un intero capitolo, ma poi avevo paura di diventare
pallosa... >_<
Fatemi
sempre sapere cosa ne pensate! Un saluto speciale a luxu2!!
Sarò
un po' più lenta per il prossimo capitolo credo... devo dare
l'esame di FISICAAAA!!
|
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Capitolo 6 *** Cap. 5 -Centrifuge- ***
Ecco
il nuovo capitolo! soffro di insonnia quindi studio di giorno e
scrivo di notte... in effetti in questo periodo ho le occhiaie da
panda... =_=
Lo
stress mi sta pure facendo perdere le tette... hahahaha!! Grazie a
tutti quelli che hanno messo la mia ff tra le preferite e le seguite!
Wow!
Alla fine ci sono i ringraziamenti nello specifico!
ATTENZIONE ai cambi di POV!!
Da
quanto tempo non mi capitava? Sono passati troppi anni ormai. Quella
sensazione di felicità assoluta che non ti fa smettere di
sorridere come una cretina e che ti strozza le parole in gola...
Quella voglia di saltare e correre. Quel sentimento che sai di avere
dentro perchè ne avverti la presenza fisica, come se fosse
un'entità che ti si è inserita nello stomaco. Ne
avverti il calore all'interno perchè le braccia, le gambe,
le
mani e i piedi ti sembrano troppo freddi. Come se non fossero parte
del tuo corpo. La testa poi... si fa mille viaggi senza controllo.
Credevo
fossero emozioni che non si possono provare più di una volta
nella vita. Ne ero veramente convinta e rassegnata.
Stare
con Emma è molto divertente, è spiritosa e molto
gentile. Per non parlare del fatto che è tremendamente brava
nel suo mestiere. Riesce ad avere sotto controllo tutta l'agenda di
Jared senza problemi. La vedo trafficare con il Black Berry in
continuazione, invia e riceve mail a cui riesce a rispondere facendo
altre cose contemporaneamente. Telefona e riceve telefonate di
continuo, anche se durano pochi secondi.
Ora
siamo nel bar proprio di fronte al Vorst Nationaal. Emma ordina il
solito caffè che sembra una brodaglia nera, io invece un
infuso ai frutti di bosco. Detesto il caffè, espresso o
americano che sia, lo detesto.
Finalmente
poggia il Black Berry sul tavolo insieme ad un plico di scartoffie
che non cerco neanche di identificare.
“Camilla
mi dispiace non essere molto di compagnia... durante questi tour
tutti pensano che il lavoro più grande lo facciano gli
artisti... ma ti confido un segreto... IO mi faccio il mazzo tutto il
giorno! LORO suonano e fanno baldoria!”, ride.
“Ci
credo! Emma, conosci quel detto che dice: Dietro ad un grande uomo
c'è sempre una grande donna?”, lei annuisce
divertita.
“Nel
tuo caso ce ne sono ben 4 di uomini! Altro che gran donna... sei una
super-donna!”, ridiamo entrambe mentre prendiamo un sorso
dalle
rispettive bevande calde. Solitamente prendo un tè o un
infuso, specialmente in inverno, per scaldarmi. Ma con quello che
è
successo con Jared poco prima, mi ci vorrebbe una bevanda ghiacciata.
Mi sento tutta accaldata e l'infuso così bollente diventa
quasi fastidioso da bere.
“Senti
Camilla... posso farti una domanda personale?”, Emma smette
di
ridere ma mantiene un sorrisetto di complicità tra donne.
“Certo!
Dimmi pure!”, le rispondo sottovoce e sorridendo per
mantenere il
clima di intimità.
“Allora...
tuo fratello Edoardo... ma è veramente tuo fratello?
Perchè,
cioè... non vi somigliate per niente, oltretutto lui
è
così protettivo nei tuoi confronti da sembrare quasi geloso!
Come un fidanzato per intenderci!”, Emma sembra divertita
dalla sua
stessa domanda. Le rispondo senza problemi, mescolando la bevanda
nella tazza per farla raffreddare.
“Effettivamente
siamo fratellastri, o una specie insomma... non abbiamo legami di
sangue ma i nostri rispettivi genitori si sono sposati ed hanno avuto
una bambina! Oltretutto abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto per
così tanto tempo... che mi sembra naturale considerarlo un
fratello!”. Emma mi guarda sorpresa, di certo non si
aspettava che
la nostra famiglia fosse così particolare.
“Cavoli!
Quindi avete una sorella in comune!?”
“Sì,
è carinissima te lo assicuro! Ha il colore di capelli di
Edoardo e suo padre, gli occhi di mia madre e la mia corporatura
minuscola, sembra una fatina! Ora ha 4 anni!”, sorrido
beatamente
pensando alla piccola Margherita.
“...purtroppo
non la vediamo molto ma la riempiamo di regali! Edo pensa ai
giocattoli io invece ai vestitini! Adoro vestirla come una bambolina!
Di solito quando io e Edo torniamo a casa la portiamo al parco a
giocare e i genitori che ci sono lì ci scambiano per la sua
mamma e il suo papà! È esilarante vederli
confabulare
sul fatto che siamo troppo giovani!”, Emma mi guarda
deliziata
all'idea del bel quadretto familiare.
“Ma
scusa Camilla, non è stato difficile all'inizio questa
situazione? Tu ed Edoardo vi conoscevate già?”,
sembra molto
interessata.
“Eravamo
compagni di scuola, ma non c'eravamo mai parlati... cioè io
sapevo chi era, cavoli era al primo anno ed era già uno dei
ragazzi più popolari! Tutte gli correvano
dietro...”
“Anche
tu?”, mi interrompe Emma.
“Ah...
no... Io non ho mai perso la testa per ragazzi che... emm.. potevano
piacere alle altre, odio la competizione!”, prendo un sorso
dalla
tazza, ormai è tiepida.
“Però
esteticamente lo trovavi bello... no?!”, Emma sembra spingere
il
discorso sempre verso Edoardo, mi incuriosisce.
“Certo...
era bello... è bello!” le rispondo cercando di
sembrare
indifferente.
“Eccome
se lo è!”, mi risponde lei ridendo.
“Sì!
ma come fai a trovarlo bello tu? Cioè... tu lavori per Jared
Leto! Ormai dovresti avere gli occhi assuefatti dalla bellezza
maschile...”, cerco di cambiare argomento, parlare in questi
termini di Edo mi mette un po' a disagio.
“Uff...
Jared Leto... che ci troverete tutte?! Sarà che io ce l'ho
sempre attaccato, piagnucoloso e petulante, ma non è il mio
tipo nonostante quello che dicono in giro... preferisco suo fratello!
Shannon è un vero uomo come piace a me! Anche tuo fratello
è
il mio tipo... peccato sia troppo giovane...”, Emma
è
veramente divertente, non ricordo di essermi mai trovata
così
bene con un'altra donna, solitamente sono circondata solo da
testosterone.
“Piuttosto...
non eri tu quella che non ama la competizione?!”, mi chiede
Emma.
“Beh...
sì... perchè?” le chiedo mentre prendo
un sorso al
sapore di fragola e lampone.
“Ma
per Jared! Con lui ce n'è eccome di
competizione...” Per
poco non mi strozzo con il cucchiaino.
“Ma
cosa centra... ho solo detto che è un gran... bel ragazzo!
Mica ci voglio provare... mi ci vedi?!”, rido ma i miei
pensieri mi
riportano al suo bacio tra la guancia e la bocca e mi sento
avvampare.
“E
poi ho un ragazzo... ci vediamo poco ma ce l'ho!”, quando
parlo di
Giacomo improvvisamente avverto un senso di colpa, se sapesse come ho
gioito per il bacio di Jared... e che bacio poi! Tutt'altro che
amichevole.
“Ah
già il tuo ragazzo! Ma anche lui è un bel tipo mi
dicevi... no?!”.
“Sì,
ma nel suo caso è stato lui a venire da me. Quindi penso che
per avermi scelta tra le tante e per continuare questa storia a
distanza, deve amarmi davvero...” le rispondo poggiando la
tazza
sul piattino.
“Te
l'ha mai detto?”, Emma si appoggia al tavolo con il gomito e
si
regge la testa con la mano.
“Non
è un tipo che ama esternare a parole... queste
cose...”, so
cosa starà pensando, ma si sbaglia, ci sono cose che non
occorre dire a parole, si sanno e basta.
“E
tu lo ami?”, odio quando mi fanno questa domanda, odio dover
rispondere sempre così, ma non sono proprio in grado di
rispondere diversamente.
“Amo
il fatto che lui mi ami!”, lei mi guarda meravigliata.
“Non
mi sembra una risposta da 25enne, cioè.. è molto
matura
come risposta... ma alla tua età... sembri
rassegnata...”,
forse lo sono, ma va bene così. Se posso essere sicura di
avere qualcuno al mio fianco che non mi farà soffrire,
questa
è la vita che fa per me. Rimango in silenzio a guardare la
tazza che ho davanti. Emma interrompe i miei pensieri, evidentemente
ha avvertito la mia inquietudine.
“Comunque...
tornando al discorso di prima... quindi, secondo la tua filosofia, se
Jared venisse da te e ti scegliesse tra le milioni di ragazze che lo
adorano... tu ci staresti! Ovviamente se non fossi già
impegnata...”, oh cavoli! non ci avevo pensato. Il suo
ragionamento
non fa una piega.
Quando
ritroviamo i ragazzi alla fine delle prove sono tutti gasatissimi,
sia i W.M. che i 30STM.
Mi
accorgo subito che Shannon sembra aver disconosciuto Jared come
fratello, rimpiazzandolo con Max!
“Il
fratello che non ho mai avuto! Il fratello che non ho mai
avuto!!!”
continua a ripetere, mentre lancia lo zaino di Nico a Max e questi
glielo rilancia, mentre Nico, il “capretto
sacrificale” come lo
chiamano loro, cerca di recuperarlo.
Vado
ad abbracciare Edo e gli chiedo come sono andate le prove, sono
sicura della sua risposta ma voglio farmi raccontare più
particolari.
“Una
bomba! Ti giuro! Il suono qui dentro è una cosa pazzesca,
poi
con tutta la loro strumentazione è da panico... Davvero!
Potrei morire adesso!”, è tutto sudato, deve
averci dato
proprio dentro come se fosse in concerto.
“E
poi Jay... è bravissimo! Avevi ragione! Mi ha aiutato a
sistemare il ritornello dell'ultima canzone che abbiamo scritto...
quel tipo è forte!”, ok, calma, cosa hanno fatto
al vero
Edoardo? Perchè è evidente che questo qui
è un
clone con un cervello differente rispetto a quello di mio fratello.
“Ehi
Camila! Ti ha raccontato Edo? Sono fottutamente bravi!” Jared
ci
raggiunge e batte una mano sulla spalla di Edoardo, sembrano due
amiconi.
“Sì,
mi ha raccontato... andate d'accordo eh?!”, lo dico come se
fosse
la cosa più strana del mondo, al pari di un maiale volante.
I
ragazzi continuano a scherzare tra loro mentre saliamo sul tour bus,
faccio per sedermi accanto ad Emma che sembra impegnata in una
discussione telefonica più lunga delle solite, ma Jared mi
strattona ancora per il cappotto, facendomi capire che è
meglio lasciarla lavorare. Naturalmente mi fa sedere di nuovo accanto
a lui. Stavolta Edoardo non fa una piega, è troppo impegnato
a
fare combriccola con tutti gli altri e probabilmente ora non
considera Jared una minaccia per il mio onore di donna. Quanto si
sbaglia.
Ancora
accanto a Jared ed ancora lo stesso brivido di piacere per la
schiena: se fossi in Giacomo mi ucciderei. Tutti i pensieri e le
emozioni che sto provando sono uno smacco alla fedeltà di
coppia.
“Allora
Camila... ti sei annoiata in compagnia di Emma?”, mi chiede
Jared,
prima di formulare la domanda si passa ancora la lingua sulle labbra.
Ma la vuole smettere? Mi sta facendo andare via di testa! Sembra
così
lussurioso come gesto che se non la smetto di guardargli la bocca
rischio di farmi venire il sangue al naso.
“Certo!”,
respiro profondamente, sgombero la mente e cerco di immaginarmi a
parlare con Ale, il direttore creativo dello studio dove lavoro.
Scelgo lui perchè è quanto di più
simile ad un
amico, oltre a Edoardo che però è lì
vicino,
quindi la simulazione sarebbe ancora più difficile.
“Siamo
state a bere qualcosa di caldo al bar e abbiamo chiacchierato un
sacco! È molto simpatica!”, sorrido guardando il
vuoto alle
sue spalle. Jared fa una faccia delusa e poi fa una cosa che fa
sfumare tutti i miei propositi di concentrazione zen. Si avvicina a
me e mi sussurra all'orecchio, soffiandoci leggermente dentro,
“Quindi
non ti sono mancato neanche un po'?”. Mi allontano di scatto,
fingendo di aver perso qualcosa dalla tasca, mi piego per cercare
questo oggetto inesistente. Intanto mi sento l'orecchio bruciare
letteralmente. Cerco di non mostrargli il mio viso fino a quando il
battito non si è regolarizzato, altrimenti si
renderà
conto che in viso sono fluorescente.
Quando
ritorno seduta composta, lui continua a guardarmi, sfregandosi il
labbro inferiore con il pollice e l'indice. Lo vedo mentre cerca di
nascondere il suo sorrisetto malizioso. É evidente che ha
capito che non mi è per nulla indifferente e la cosa mi fa
vergognare da morire. Così cerco di prenderlo in contropiede.
“Effettivamente
Jared mi sei mancato! Quante opportunità si hanno di stare a
contatto con il proprio cantante preferito? Quindi devo sfruttare
questa occasione!”, la frase mi scivola letteralmente fuori
dalle
labbra, come se non fossi io a parlare. Mi congratulo con me stessa
per il mio autocontrollo.
“Davvero?!
Ne sono felice! Allora ti aiuterò a sfruttare al massimo
questa occasione...”, questa cosa detta da lui sembra uscita
da un
film soft-porno. Ma quanto manca all'hotel maledizione!?
Mi
piace vedere come si controlla. Arrossisce che è un piacere
e
poi... è terribilmente carina. Insomma di modelle e attrici
bellissime ne conosco e ne ho ospitate molte nel mio letto. Eppure
questa ragazza... c'è qualcosa in lei che mi impedisce di
lasciarla perdere, non riesco a capirlo. Non è nessuno in
fondo. Certo, ha del talento come fotografa, è carina, anzi,
è
proprio bella. Eppure è strano che io mi intestardisca su
una
come lei. È come se volessi vederle dentro. Forse
è la
curiosità per questo suo carattere insolito, sembra
così
dolce e gentile, eppure ha gli occhi di una che non è sempre
stata così. Anche esteticamente parlando sembra nascondere
quella che è, sembra una bambina e sono curioso di sapere se
il suo corpo sotto quei vestiti che ne celano le forme, è
effettivamente quello di una bambina.
Sono
arrivato persino a chiedere ad Emma di informarsi sul suo rapporto
con il fratello, anzi, più tardi le devo ricordare di
aggiornarmi.
Il
tragitto fino all'hotel è troppo corto, vorrei poterla
stuzzicare un altro po' adesso che il fratello è impegnato,
ma
appena il bus si ferma lei si alza in piedi e raggiunge l'uscita,
neanche volessi mangiarla. Anche se in effetti...
Scendiamo
dal tour bus e raccogliamo le nostre cose, prima di entrare fumiamo
una sigaretta. Sono conscio di quanto faccia male alle mie corde
vocali ma, maledizione! Ne sento la necessità
disperatamente.
Devo pur appagarmi in qualche modo.
Continuiamo
a parlare di come sono andate le prove: i ragazzi dei W.M. Sono
proprio bravi, potrebbero farci concorrenza un giorno. Edoardo
è
il classico leader per antonomasia. È bravo, affascinante e
sa
come gestire un palco. Sono sicuro che non ci metterà molto
a
diventare un idolo per le ragazze. E poi è giovane, mi sento
un po' invidioso nei suoi confronti. Cazzo! Eppure sono io la star!
Shannon
sembra aver trovato il mio sostituto in quel Max: bene! Almeno ha
qualcuno da tormentare oltre a me. Anche se mi dispiace per il
ragazzino, Nico, che alla fine del tour sarà pieno di lividi
per gli
scherzi di quei due.
“Ehi
Shan! Lascialo un po' in pace! Gli farete male prima o poi!”,
rimprovero mio fratello che sembra non ascoltarmi, il ragazzino
però
non sembra dispiaciuto delle botte, continua a ridere.
“Oh
insomma ragazzi! Lasciate in pace questo cucciolotto!”
Camilla li
interrompe abbracciando Nico.
“Non
è mica il vostro giocattolo, gli fate male...”,
gli
accarezza la testa come se ne fosse la mamma, anche se è
effettivamente troppo piccola per esserlo, vedere il ragazzino
protetto da lei è comico.
“Camilla
lasciaci il nostro capretto sacrificale!”, le dice Max, con
Shannon
che non smette di ridere sadicamente.
“Guarda
che ce la prendiamo anche con te... eh piccola?!”, la
intimidisce
mio fratello. Sembra ancora più piccola circondata da loro.
“Ok
è tutto vostro!”, Camilla lascia Nico nelle mani
dei due.
Lui la guarda con finta disperazione facendole il labbro tremulo
mentre lei ride di gusto.
É
decisamente deliziosa mentre ride, ha dei denti bellissimi. Quando
ride socchiude appena gli occhi e il viso le si illumina. Sembra un
piccolo fiore baciato dal sole. La fisso intensamente cercando di
attirare la sua attenzione, quando si accorge di me, distoglie lo
sguardo e smette di ridere, mantenendo un sorrisetto a labbra chiuse.
Posso vedere le sue guance cambiare colore e diventare più
rosate. Bene. Così mi piace ancora di più. L'idea
che
il sangue le arrivi alla testa per causa mia mi fa provare un brivido
di eccitazione.
“Ehi
Jay... dove mangiamo stasera? I ragazzi non hanno praticamente
mangiato a pranzo...”
Tim,
che si è unito a Tomo, Edo ed il ragazzo tranquillo (Fede se
non sbaglio) in una delle loro conversazioni tecniche e prolisse,
interrompe i miei pensieri. Vorrei maledirlo.
“Non
saprei, immagino siano stanchi per stasera e non vogliano
uscire...”,
Edoardo e Fede sembrano d'accordo.
“Possiamo
restare tranquillamente in hotel a mangiare... e poi ci possiamo bere
una birretta in compagnia... no?!”, propone Tomo.
Evidentemente è
lui stesso a non voler uscire. Vorrà passare la serata al
telefono con la sua ragazza e sa che se ce ne andiamo in qualche
locale a lei potrebbe venire una crisi di gelosia.
“Per
me va benissimo! Voi ragazzi che ne dite?” mi rivolgo a tutti.
“Ottimo!”
Shannon e Max rispondono all'unisono, mentre provano a sollevare il
ragazzino prendendolo per il cappuccio della felpa, giusto per
dimostrare quanto sono potenti i loro muscoli.
“Perfetto
anche per me!” Conclude Edoardo.
“Tu
Camila... che dici? Preferivi uscire?”, le chiedo, sfoggiando
il
tono più gentile che conosco.
“No!
Così va benissimo!”, mi sorride innocentemente.
Forse non si
rende conto di quanto sia più pericoloso per lei rimanere
qui.
Ci
dirigiamo direttamente verso il ristorante dell'hotel,
così
da evitare gli altri clienti dell'albergo. Mangiamo presto anche
perchè i ragazzi dei W.M. sono digiuni da tutto il giorno
praticamente.
Ordiniamo
qualche bottiglia di buon vino, Camilla predilige quello bianco,
quindi ne faccio portare una solo per lei.
“Ma
sei impazzito Jay? Se bevo tutto questo, poi in camera non ci torno
con le mie gambe!” mi dice ridendo, mentre le riempio
decisamente
troppo, il bicchiere.
“Lo
spero!”, le rispondo in labiale perchè il fratello
non mi
senta. Ho già inquadrato il tipo, se voglio arrivare da
qualche parte con lei, devo andarci cauto. La vedo distogliere lo
sguardo da me e concentrarsi sul bicchiere.
“Sì,
tu che ti ubriachi Camilla... come se fosse possibile...”, le
dice
il fratello.
“Perchè?
Non beve mai o lo regge bene?”, gli chiedo io, incuriosito
dalla
sua uscita.
“Se
lo regge bene? A parte il fatto che al Nord Italia siamo famosi per
le bevute, quindi siamo piuttosto abituati... Questa piccoletta qui
potrebbe scolarsi una cisterna di Mojito e rimanere del tutto
sobria!”, ridiamo tutti.
“Insomma
Edo! Non farmi passare per un'ubriacona!”, gli mugugna
imbarazzata
Camilla.
“Ma
è vero! Non ho detto che sei un'ubriacona... solo che lo
reggi
bene per la tua stazza!”
Camilla
gli mette un finto broncio. Io mi sento un po' deluso, speravo che
con l'alcol in corpo avrebbe perso qualche inibizione, almeno per
vedere come si sarebbe comportata.
“Peccato!”
le sussurro, ma questa volta non sono sicuro che abbia capito cosa
volevo dirle, continua a sorridere beata.
La
cena prosegue, mio fratello si abbuffa come un animale insieme a Max,
mangiano anche parte del cibo di Nico senza che lui possa fare nulla.
Camilla
è seduta di fronte a me, tra Emma e suo fratello. Sono
rimasto
sorpreso nello scoprire che è vegetariana anche lei, la
madre
l'ha cresciuta così. Invece il fratello va di bistecca che
è
un piacere. Strano.
La
osservo attraverso i bicchieri che ho davanti, mentre mi abbasso sul
mio piatto: mangia in modo composto ed elegante. Tiene la schiena ben
dritta e mastica lentamente e minuziosamente a bocca chiusa. Deve
aver avuto un'educazione particolarmente rigida.
Il
fratello al contrario è scomposto, normale insomma, come
tutti
noi. Strano anche questo. Che nella sua famiglia ci sia un tipo di
educazione diverso tra femmine e maschi?
A
cena finita decidiamo di salire in camera di Shan a bere un po' di
birra e a chiacchierare.
“Ragazzi
vi raggiungo dopo, vado un attimo in camera mia!” ci comunica
Camilla mentre usciamo dall'ascensore.
“Che
devi fare?”, le chiede Edoardo.
“Devo
avvisarti anche quando vado in bagno??”, gli risponde lei con
un
sorrisetto di rimprovero.
“Io
invece mi sa che vado a dormire... sono morta!” dice Emma.
“Ah...
ok... Emma vengo un secondo con te devi aggiornarmi per
domani!”,
le dico, sperando che capisca la metafora. Lei mi guarda con la
faccia di chi vuole dire “finalmente si è deciso a
maturare!”, ma alla mia espressione capisce quali sono i miei
veri
motivi e mi risponde:
“Oh
certo!!”
Non
appena gli altri sono entrati in camera di Shan lei comincia a
passarmi il più velocemente possibile le informazioni che ha
ottenuto da Camilla nel pomeriggio.
“E
così non sono veramente fratelli...”, concludo io.
“Già...
Bene! Io ti ho detto tutto, ora se mi permetti vorrei rispondere alle
ultime mail e andare a letto... mi stai facendo lavorare il doppio in
questi giorni! Pure la spia mi tocca fare! Voglio un aumento!”
“Sì
certo... ne parleremo!”. Saluto Emma che se ne va in camera
facendomi la linguaccia.
Mi
sembrava strana come situazione. Non si somigliano, la loro
educazione è ben diversa e lui non sembra geloso di lei come
sorella, ma come donna.
Faccio
per rientrare in camera di Shan, sento il vociare che viene da dentro
e il rumore di bottiglie di birra che si toccano per un brindisi. Mi
fermo e mi giro. Vado verso la camera di Camilla.
Busso
appena e mi si apre subito la porta.
“Uffa
Edo sto arriva...”, si blocca quando mi vede.
“Oh...
um... ciao Jay! Adesso vi raggiungo... volevo mettermi una tuta da
ginnastica per stare comoda...”, è completamente
spiazzata.
Si è tolta la maglia, indossa ancora i Jeans corti le calze
e
gli stivali, ma sopra è rimasta con una canottiera lunga a
righine, con un piccolo panda sul seno sinistro. Anche la sua
biancheria è da bambina, ma quello che riesco a vedere sotto
quella canottiera mi piace.
“Umm...
secondo me terza!”, le dico guardandola e sfregandomi il
mento.
“Co...
ma... Jay! Fuori di qui! Ora arrivo!”, mi sbatte fuori dalla
camera, chiudendomi la porta in faccia, mi viene da ridere, era rossa
come un peperone. Ne valeva la pena rischiare la castrazione da parte
di Edo ed andarle a bussare alla porta. Almeno ho la conferma che
sotto i vestiti è proprio donna. Al 100% direi. Ed
è
anche piuttosto sexy.
Raggiungo
gli altri fischiettando il motivetto di “Kill Bill”
per il
corridoio. Poco dopo ci raggiunge Camilla, ora indossa dei pantaloni
della tuta adidas, neri con le righe bianche ai lati e una felpa
bianca con il pelo all'interno del cappuccio, a cui sono attaccate
due orecchiette da cagnolino. Quando mio fratello la vede le va
incontro, le alza il cappuccio ed esclama:
“Che
amoooore!!”, la stritola in un abbraccio, da cui
però non si
dibatte.
“Ehi
Shan! Solo io posso soffocare Camilla! Vero Edo?!” Max si
rivolge
al suo cantante con espressione divertita.
“Nessuno
deve soffocarla! Ma almeno così imparerà a
vestirsi da
persona adulta quale è!”, risponde Edoardo,
prendendo un
grosso sorso di birra.
“Ma
questa felpa è carina... vero Shan?!”, Camilla si
rivolge a
mio fratello sgranando gli occhioni.
“Cazzo!
Sì che è carina e ti sta benissimo!”,
Shannon deve
aver bevuto troppo per stasera.
Camilla
evita il mio sguardo e si siede accanto ad Edoardo, per terra ai
piedi del letto, raccogliendo le ginocchia al petto. Seduta
così
riesco ad intravedere la curva del suo sedere, non male anche quello.
Con i pantaloncini di oggi non si capiva, erano troppo larghi.
Comunque dovrò verificare più... accuratamente.
Per
il resto della serata cerco di guardarla il meno possibile, voglio
vedere che reazione le provoca questa cosa. Le lancio degli sguardi
veloci solo per controllare se mi sta guardando. Non lo fa, quasi
mai, solo quando prendo la parola. Questa cosa è snervante.
Come fa ad ignorarmi così questa ragazzina?.
La
serata finisce quando Shannon si addormenta sbavando e russando
accompagnato da Max. Un bel duetto non c'è che dire. Vanno a
ritmo anche in questo.
Nessuno
prova a svegliare Max, decidiamo di lasciarli dormire insieme
così
domattina al risveglio potremo prenderli allegramente per il culo.
Organizzerò un bello scherzone a Shan, potrei fargli credere
che lui e Max se la intendevano, nei deliri dell'alcool.
Camilla
dà la buonanotte a tutti, senza baciare nessuno e se ne va
in
camera. Io saluto Tomo, che sostiene un Tim leggermente alticcio, ed i
restanti membri dei Washing Machine. Lo reggono eccome l'alcol. Il
ragazzino, Nico, ha bevuto più di Tim ed è fresco
come
una rosa. Solo Max ne è uscito stroncato, evidentemente la
stazza non è tutto.
In
camera non riesco a darmi pace, continuo a pensare a Camilla. Non mi
ha mai parlato stasera, che si sia offesa per prima? Mi dà
fastidio scervellarmi per una ragazzina e mi infastidisce ancora di
più il pensiero che ci possa essere qualcosa di
più che
fraterno tra lei ed Edoardo. Mentre stavano seduti vicini lui le
accarezzava i capelli e lei se ne stava lì beata a prendersi
tutte le sue attenzioni.
Non
riesco a mettermi calmo, vado in bagno e mi lavo i denti. Con la
bocca piena di sciuma mi guardo allo specchio e penso che ho bisogno
di vederla ancora. Ora! Subito!
Sputo
il dentifricio nel lavandino e mi risciacquo velocemente la bocca.
L'acqua sembra ancora più fredda con il sapore di menta
forte.
Mi asciugo ed esco praticamente di corsa dalla stanza.
Raggiungo
la sua porta, mi guardo intorno neanche fossi un ladro. Mi decido a
bussare piano, nessuna risposta. Busso ancora un po' più
forte
e finalmente mi risponde.
“Chi
è?” questa volta non apre subito la porta.
“Camila...
sono Jay... vorrei scusarmi per prima...” le dico sottovoce,
parlando praticamente attaccato alla porta, vedo il mio alito
appannarla leggermente.
“Oh...
ok! Nessun problema Jay, davvero! Buonanotte!”, maledizione!
Non mi
apre.
“Senti
potresti aprirmi?”
“....”
Silenzio.
“Camilla
mi senti?”
“Hai
pronunciato il mio nome correttamente!”, ma cosa c'entra? Si
preoccupa di questo??
“Sì
Camilla, so pronunciare il tuo nome, sono un attore anche, quindi ho
fatto lezione di dizione... ora però dovresti aprirmi! Sta
arrivando qualcuno... potrebbero essere paparazzi!”
Camilla
mi apre improvvisamente la porta allarmata, io le sorrido, ed entro
nella sua camera. Lei mi chiude la porta alle spalle, rimanendo
attaccata alla maniglia per ascoltare i rumori all'esterno.
“Sei
proprio una credulona sai?!” le dico ridendo.
“Mi
hai preso in giro!”, la faccia le è diventata
tutta rossa,
un misto di rabbia ed imbarazzo.
“Sì
ma altrimenti non mi avresti aperto!”, mentre lo dico mi
siedo sul
suo letto.
“Ehi
non ti ho detto di metterti comodo... e poi perchè se sai
pronunciare correttamente il mio nome hai continuato a chiamarmi
“Camila” tutto il giorno?!”, non posso
fare a meno di notare
che indossa un pigiama con degli orsetti colorati, la maglia
è
attillata con su scritto “Care Bears made in the
80's”, i
pantaloni sono rosa, più larghi. È proprio un
amore.
“Questo
sarebbe il tuo pigiama?!”, le chiedo divertito.
“Non
hai risposto alla mia domanda!” mi riprende lei.
“Così...
non c'è un motivo... volevo farti arrabbiare forse! Mi
sembrava divertente!”, continuo a sorriderle. Ho notato che
quando
mi inumidisco le labbra rivolge lo sguardo altrove.
“Ok,
ci sei riuscito! Mi hai preso in giro abbastanza... scuse accettate!
Ora è meglio se vai Jared...”, non sembra
arrabbiata,
piuttosto divertita. È una che apprezza gli scherzi.
“Posso
darti il bacio della buonanotte?”, le chiedo, alzandomi dal
suo
letto ed avvicinandomi a lei che è ancora davanti alla porta.
“Co...no...
cioè sulla guancia certo...”, ora sono davanti a
lei, le
prendo le spalle e mi piego su di lei stampandole un bacio
più
vicino alla bocca che alla guancia.
Lei
si scosta lievemente ed abbassa la testa, dev'essere rossa da morire.
Apre la porta e aspetta che io esca. È un attimo. Agisco
prima
di pensare. Il bacio che le ho dato vicino alla bocca ha fatto da
catalizzatore. Ne voglio di più. Le passo una mano dietro la
schiena e la sollevo leggermente. Sembra così leggera. Le
stampo un bacio sul labbro inferiore, trattenendolo appena tra le mie
labbra. Poi mi stacco da lei e le sorrido.
“Questo
è perchè per tutta la sera non mi hai
parlato!” le
dico, esco dalla sua camera e chiudo la porta alle mie spalle.
Rientro nella mia camera decisamente più rilassato. Ha un
buon
sapore la sua bocca. Vuoi vedere che usa pure un dentifricio alla
fragola?
OH
MIO DIO! OH MIO DIO!, le mie ginocchia non mi reggono, lui è
appena uscito ed io crollo letteralmente sulla moquette.
Cos'è
successo? Ho tradito Giacomo?? no...no... niente lingua, niente
tradimento! Lo diceva sempre una mia compagna di corso durante la
laurea triennale. Niente lingua, niente tradimento. Però non
riesco a non sentirmi un'adolescente al suo primo bacio.
Qui
c'è il link di un disegno che ho fatto di Jared... Nella
foto
che ho usato per il ritratto è da bava alla bocca... ho uno
stile da fumetto occidentale si può dire...
http://img191.imageshack.us/img191/3613/jay.gif
Adesso
vi saluto velocemente:
Per_Aspera_Ad_Astra:
Grazieeee! *___* sono contenta che ti piaccia così tanto
questa mia prima ff!!
Rodney:
come sempre entusiasta! Grazie!!! continua a seguire la storia
perchè
sarà lunghetta e particolare!
SimplyLily:
Adesso si che followi quella giusta! Hahaha! Ciao e grazie!
Aglaja:
Ma quanto sei sensibile come ragazza?! Cogli ogni tormento...
è
un piacere leggere i tuoi commenti! Bacione!
Nicole:
Hahaha! I Frozen Embryos!! io di quel telefilm ho solo visto qualche
puntata su Youtube... voglio vederlo tuttooooo!! >_<
Grazie per
i commenti! Come sempre mi fido del tuo giudizio!
Lucia/luxu2:
Grazie per il betaggio! Abbiamo una visione di Jared simile! Ma forse
il tuo è più divertente! City Hunter! Hahahaha!
Che
bella pensata!
|
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Capitolo 7 *** Cap.6 -washing finished- ***
NON
conosco i 30STM e non mi appartengono le canzoni citate. Mi
appartiene però la lavatrice!
Allora... Capitolo che termina un ciclo di lavaggio... ma la storia continua!!
In questo capitolo succedono mooooolte cose... quindi preparatevi!!
Attenzione:
le parti in corsivo sono conversazioni dall'altra parte di un
citofono/telefono.
Alla
fine del capitolo ci sono i link delle canzoni citate dei W.M., vi
consiglio di ascoltarle!! Una in particolare... cercate la traduzione
se siete curiose... altrimenti lasciate perdere...
I
ringraziamenti, nello specifico, alla fine... come sempre!
È la sera del
concerto. È la grande sera. Posso sentire le urla della
folla
da dietro il backstage. Tutte queste persone sono qui perchè
amano i 30 Seconds To Mars. Non conoscono minimamente i Washing
Machine, anzi, probabilmente li reputano un'inutile perdita di tempo
prima che Jared e gli altri salgano sul palco. O magari un sistema
per rendere l'attesa più eccitante.
Ma sono sicura che non
si aspettano minimamente la realtà che attende tutti loro.
Si
innamoreranno della loro musica. Questa è una
verità.
Un dato di fatto. Quando sono così sicura di una cosa, non
mi
sbaglio, no di certo.
Dopo il bacio di Jared, il bacio senza
lingua, a fior di labbra, quindi, SENZA tradire il mio ragazzo. Jared
si è comportato come se nulla fosse successo. Quindi anch'io
di conseguenza ho cercato di prenderlo come uno scherzo di un amico
che gioca in modo pesante. Ho comunque cercato di evitare il
più
possibile di stargli troppo vicino o rimanere sola con lui. Edo si
è
meravigliato del fatto che non era più lui a dovermi stare
alle calcagna, ero io piuttosto, a stargli avvinghiata come un
pipistrello sulla testa. Non l'ho mollato un secondo.
Prima di
arrivare al Vorst Nationaal ci siamo accorti di una piccola folla di
Echelon formatasi fuori dall'hotel. All'arrivo dei ragazzi erano
tutte eccitatissime, quelle più giovani sembrava stessero
per
piangere, quelle più mature cercavano il contatto con loro
con
più dignità. Non ho potuto fare a meno di notare
gli
sguardi che ci hanno rivolto quando siamo usciti dall'hotel insieme
ai Mars. Sembravano piuttosto incuriosite. Qualcuna mi ha guardato
con una certa invidia, ma poi vedendomi avvinghiata ad Edoardo mi ha
ignorata completamente. Per fortuna che ora come ora Edo non
è
nessuno ai loro occhi, se un giorno diventerà qualcuno per
me
sarà dura. Subirò tutto l'odio che subisce Emma,
con la
differenza che lei c'ha fatto il callo e la prende con filosofia, io
invece, già mi vedo in un ipotetico futuro, piagnucolosa e
depressa.
Siamo saliti sul tour bus per primi, mentre i 30STM
finivano di firmare autografi e si concedevano a foto di gruppo.
Dal
finestrino del bus
guardo fuori, passo il dito sul vetro appannato per sbirciare meglio.
Jared è impegnato a firmare autografi e a farsi fotografare
con un gruppetto di Echelon dignitose. Sono delle ragazze carine e
mature. Una porta i capelli riccioluti e biondi, le ricadono lunghi
sulla schiena.
L'altra sembra piuttosto giovane, deve avere l'età
di Nico, è magra ed ha un visino arguto ed innocente
Un'altra
ha i capelli castani e porta gli occhiali, è in completo
Echelon style, con tanto di bandiera italiana sulla schiena.
“Ehi
ragazzi!”, richiamo l'attenzione dei Washing Machine.
“Ci sono
delle Echelon italiane lì fuori!”.
“Davvero?” Nico si
avvicina al mio finestrino e sbircia anche lui in direzione di
Jared.
“Hai ragione! Fichissimo! Così magari faranno
passaparola a casa e per il concerto di Milano avremo qualche
ammiratrice!”.
Nel frattempo anche gli altri si sono avvicinati
per guardare le nostre connazionali.
“Quella piccoletta e
magretta mi ispira...”, dice Nico.
“E ci credo, è
l'unica che ha la tua età e con cui puoi sperare di avere
qualche possibilità... le altre figurati se ti
filano!”, lo
schernisce Max e poi continua,
“A me ispira la mora con la
bandiera... deve avere un bel paio di tette...”, conclude Max
con
un sorrisetto sornione.
“Ma pensi sempre a quello?! Comunque
dubito che ti si fili... il suo tipo dev'essere più un
Jared!
Guarda con che occhi lo guarda! Se lo sta mangiando!”, lo
prendo un
po' in giro io. Anche se devo dire che la ragazza lì fuori,
ha
tutte le ragioni del mondo. Jared è di una bellezza
mozzafiato.
“...tu Edo che dici? Quale preferisci? A Fede non lo
chiedo neanche... non mi da mai soddisfazione!”, interviene
Nico.
Fede lo guarda con sufficienza e poi ritorna leggere la sua rivista
con una scrollatina di spalle. Fede è un tipo che non si
perde
in apprezzamenti inutili, se gli interessa una ragazza la corteggia
alla vecchia maniera. Purtroppo però non è mai
stato
particolarmente fortunato con le sue conquiste. Quindi dev'essere
leggermente sfiduciato nei confronti dell'altro sesso.
“..Mmmm...
la bionda riccia!”, decide Edoardo, “Sì,
sembra piuttosto
dolce e poi è carinissima!”
“Già... Bene
ragazzi! Ora basta giocare al 'supermercato della gnocca '! Tanto
quelle ragazze sono qui per i 30STM, non per voi signori
nessuno!”,
dico io e mi becco una sfregata di cuoio capelluto da parte di Edo,
che ride e mi lascia i capelli tutti scompigliati.
Mentre cerco di
sistemarmi i capelli elettrizzati con le dita e tutta trafelata,
Jared e gli altri decidono di salire sul bus, salutando con la mano
le Echelon che ora cominciano a disperdersi per raggiungere il luogo
del concerto.
Jared mi guarda per un secondo con un mezzo sorriso
e poi si siede accanto a suo fratello. Devono concentrarsi per
l'esibizione. Io guardo Edoardo, non sembra particolarmente agitato,
non come gli altri almeno. Chiude gli occhi con il sorriso sulle
labbra. Io mi accoccolo sotto il suo braccio, mentre Edo, con un
movimento calmo e regolare mi accarezza la testa.
Oggi tutti
sapranno quanto sei speciale. Penso tra me e me.
Il
concerto sta per
cominciare. I Washing Machine al completo, prendono possesso del
palco. Un faretto di luce bianca, tendente all'azzurro li illumina da
sopra. Rendendo le loro figure quasi angeliche. Le facce dei buffoni
che sono abituata a vedere, ora sono sostituite da affascinanti
espressioni professionali e controllate.
Comincia il primo giro di
chitarra di Fede, riconosco la canzone, è “Feels
Like
Tonight”, la loro canzone più tranquilla e porta
fortuna,
con cui cominciano la maggior parte delle serate.
Parte la voce di
Edoardo, sensuale, limpida, pulita, per poi diventare improvvisamente
potente durante il ritornello.
Edoardo sembra nato per stare li.
Mentre canta il ritornello con vigore, afferra il microfono e si
sposta dietro l'orecchio una ciocca di capelli. Stacca il microfono
dall'asta e si muove per il palco, sciolto come se fosse solo una
prova.
Sono bravissimi. Da dietro il backstage guardo la folla di
ragazze e ragazzi. Dopo un po' che la canzone è cominciata
li
vedo apprezzare la musica ballando e muovendo le braccia a ritmo.
Alcune ragazze guardano Edoardo con un sorrisetto malizioso e
complice, probabilmente affascinate da quel giovane leader di
bell'aspetto e dalla voce tanto seducente.
Rimango a fissarlo
incantata da quanto sia diventato bravo, grande e perfetto in ogni
movimento. Mi sembra ieri quando, seduti sul letto in camera mia, gli
insegnavo i primi accordi. Lui però ora è
lì a
godersi un piccolo successo. Io invece, non ho più
imbracciato
la chitarra. Non dopo quello che è successo. No. Non voglio
pensarci. Allontano dal mio cuore quel ricordo troppo doloroso che
comincia ad urlare alla porta del mio cuore. Più forte della
batteria di Max, della chitarra di Fede, del basso di Nico e della
voce di Edoardo. No. Respira Camilla. Respira.
Quando comincia la
quarta ed ultima canzone di quella sera dei Washing Machine, quasi mi
viene da urlare. È una vecchia canzone che Edoardo scrisse
per
me. Lo so. Non pensavo che avrebbe suonato questa, erano anni che non
la metteva nel repertorio. La canzone si intitola “Better
Than Me”.
I think you
can do much better than me
After all the lies that I made you
believe
Guilt kicks in and I start to see
The edge of the
bed
Where your nightgown used to be
I told myself I won't miss
you
But I remember
What it feels like beside you
I really
miss your hair in my face
And the way your innocence tastes
And
I think you should know this
You deserve much better than me
Sento
gli occhi bruciare.
La gola mi si secca. Il ricordo, il mostro, dentro di me, ruggisce
con violenza.
While
looking through your old box of notes
I found those pictures I
took
That you were looking for
If there's one memory I don't
want to lose
That time at the mall
You and me in the dressing
room
I told myself I won't miss you
But I remember
What it
feels like beside you
I really miss your hair in my face
And
the way your innocence tastes
And I think you should know this
You
deserve much better than me
Chiudo gli
occhi, non voglio più
guardare, non voglio ricordare. Respiro. Mi passo la lingua a
sfregarmi il palato e mi rendo conto che sono un corpo composto da
carne, ossa, muscoli. Sono un corpo tangibile e non posso farmi
atterrare da un ricordo, che per quanto urli forte deve rimanere
sepolto. Per sempre. Per sempre.
The bed I'm
lying in is getting colder
Wish I never would've said it's
over
And I can't pretend... I won't think about you when I'm
older
Cause we never really had our closure
This can't be the
end
I really miss your hair in my face
And the way your
innocence tastes
And I think you should know this
You deserve
much better than me
I really miss your hair in my face
And the
way your innocence tastes
And I think you should know this
You
deserve much better than me
(And I think you should know
this)
(You deserve much better than me)
Sento
che sto per svenire.
Non doveva farmi questo. Non doveva cantare questa canzone, doveva
cancellarla per sempre. Mentre sento una lacrima fare capolino, mi
metto a ridere istericamente. È incredibile come la musica,
nella mia vita, sia riuscita a ferirmi, ad amarmi, a proteggermi, a
confortarmi e a volte anche a mutarmi completamente.
Sto per
abbandonarmi completamente, sento un prurito alla nuca che presagisce
il crollo finale, quando, fortuna nella sfortuna, Jared mi compare
alle spalle.
“Hei Camilla... che ti prende?”
Mi afferra il
viso tra le mani e mi guarda negli occhi cercando di
tranquillizzarmi. Non voglio guardare i suoi occhi, mi terrorizzano.
Chiudo gli occhi e lascio che con i pollici mi sfreghi le guance. Ora
non sento più quella musica e riesco a respirare.
“Niente...
forse solo un po' di emozione...”, riesco a balbettare in
risposta
a Jared, che ora mi stringe la testa al suo petto.
“Oh
piccolina... che tenera sei...”, mi sorride.
“Ero venuto a
cercarti per avere il mio 'in bocca al lupo', dato che adesso siamo
di scena noi... ma non me la sento di stuzzicarti... non con te in
queste condizioni...”, mi rivolge un sorriso preoccupato e
dolce,
il primo che gli vedo fare. Non mi sembra che stia recitando
perciò
rispondo con slancio al sorriso, infondo è riuscito a
tranquillizzarmi.
“D'essere un grande sforzo per te rinunciare a
tormentarmi!”, gli rispondo.
“Eh sì signorina! Mi devi
un favore!”.
Si stacca da me e comincia ad allontanarsi. Lo
osservo, indossa dei Jeans slim attillati fino alla caviglia, una
maglietta lunga e slabbrata bianca e l'immancabile giacca in finta
pelle con il “triangolo” in bianco sulla schiena,
quella che
indossa anche nel video di “Kings&Queens”.
Poi si ferma e mi
dice:
“Spero di emozionarti anch'io così... solo in
maniera un po' più positiva!”, mi sorride e si
avvia verso i
compagni di gruppo che ora mi salutano con la mano. Shannon accortosi
probabilmente dei miei occhi lucidi mi prende in giro facendomi il
labbro tremulo. Io rido in tutta risposta.
Alla fine
dell'esibizione Edoardo si ferma, guarda tutto il pubblico ed urla:
“WE ARE THE WASHING MACHINE!”, poi abbandona il
palco, seguito a
ruota da tutti gli altri componenti del gruppo e da uno stuolo di
applausi ed urla scroscianti. Un successo. È stato un
successo. Ora non mi resta che riacquistare la mia solita maschera e
fingere che quell'ultima canzone sia stata solo una canzone, come
tante, delle loro.
Edoardo mi raggiunge e mi abbraccia, facendomi
roteare.
“Allora?! Come siamo andati? Hai visto che pubblico?
Hai sentito che suono? Sono in delirio!”
Mi sommerge
letteralmente di domande a cui rispondo con sorrisi e risolini.
Gli
altri ragazzi sono gasati all'inverosimile, Max continua a
bacchettare con le bacchette della batteria qualunque cosa gli capiti
a tiro. Testa di Nico compresa.
Io cerco di distaccarmi dal
gruppo.
“Ora ragazzi state buoni che voglio seguire il concerto
dei 30STM!”. Lo dico più che altro per evitare gli
sguardi
di attesa di Edoardo, che sembra mi stia chiedendo una reazione
particolare. Non voglio dargli questa soddisfazione. Non posso. Non
ora.
Jared entra in
scena salutando il pubblico. Si alza un boato assordante. Gli
applausi per i Washing Machine non erano niente al confronto.
È
qui che si evidenzia la distinzione tra “astro
nascente” e
“star”.
Le ragazze sono in delirio quando attaccano con
“Attack”. Jared è un macchina da
palcoscenico.
Con la
sua voce potente e seducente, così simile e diversa da
quella
di Edoardo mi fa provare delle sensazioni totalmente differenti
rispetto a quelle provate prima.
Vengo investita nuovamente da
emozioni disarmanti, positive, proprio come voleva Jared.
Le
Echelon sono in delirio davanti al loro leader, il loro comandante
d'armi.
A differenza di Edoardo che sembrava aggredire il palco,
Jared, si muove sinuoso, con la grazia di una lince. Tremendamente
bello. Tremendamente sexy. Tremendamente proibito ai miei
desideri.
Continuano alternando brani del vecchio e del nuovo
album.
Ascoltando “The kill” mi ritorna in mente il primo
momento in cui l'ho ascoltata, distrattamente, per radio. Pensai che
quella canzone riuscisse ad esprimere con parole estremamente
semplici i miei tormenti interiori. “Seppelliscimi!
Seppelliscimi!
Tutto ciò che volevo eri tu!” Sentire Jared
cantarla dal
vivo mi fece stare bene. Era una canzone triste ma l'idea che
qualcuno l'avesse scritta mi faceva pensare che i miei mali non erano
gli unici al mondo. Altri come me, prima o dopo di me, avevano
provato quelle sensazioni descritte nella canzone. Era il giusto
equilibrio di verità e metafore.
Eravamo tutti concentrati
dalla performance dei 30 Seconds To Mars. Edo guardava Jared come se
fosse il suo maestro Jedi da cui doveva imparare il più
possibile, lo stesso facevano gli altri.
A differenza di loro i
miei occhi, per Jared, erano carichi non solo di ammirazione. C'era
qualcosa in più. Nel guardarlo cercavo di immaginare la
donna
che avrebbe amato un giorno, sarebbe stata fortunata. Non solo
perchè
è indiscutibilmente bello. Ma sotto quella faccia da
schiaffi,
sotto quel ragazzino giocherellone e petulante, si nascondeva il
dolce ragazzo che mi aveva accarezzato il viso con grazia, che aveva
baciato i miei capelli. Ed ora. Carico di adrenalina si lanciava tra
il pubblico, saltava sul palco, faceva il suo show interagendo
direttamente con il suo “esercito”.
“E' questo che lo fa
amare...”. Sentenzia sottovoce Edoardo. Neanche mi stesse
leggendo
nei pensieri.
Ad un certo punto della serata i toni si stemperano
leggermente. Jared comincia con “A Modern Myth”.
Canto insieme a
lui piano. Dimenticando tutto ciò che mi circonda. Quando
inizia con “...The secret is out...The secret is
out..” Jared
rivolge uno sguardo verso di me. Mi spavento, come se fosse possibile
che lui possa aver scoperto qualcosa. Eppure quegli occhi sanno
leggermi dentro troppo velocemente. Mi trapassano come schegge di
vetro. Sono belli da fare male. Come i suoi... No. Sono più
belli di quel... No. Non pensare più. Per stasera basta
pensare al passato. Non voglio rovinarmi questa serata. Ho sprecato
troppi pensieri in quella direzione. Non ne vale la pena.
A fine
concerto, dopo aver aspettato che il più della folla si
allontanasse, usciamo dal retro per entrate nel tour bus. Sono
rimaste solo una decina di Echelon ad attendere l'uscita dei loro
idoli. Tra cui le ragazze italiane. Rimangono piacevolmente sorprese
nello scoprire che noi siamo italiani.
La ragazza con i riccioli
biondi dopo aver assalito Jared e gli altri di complimenti si
avvicina a noi, in particolare diretta verso Edoardo.
“Ciao!”,
gli rivolge un sorriso radioso, rivelando degli splendidi occhi
nocciola da cerbiatta.
“Ciao!”, la saluta Edoardo, felice di
poter parlare in italiano, con qualcuno che non fossimo
noi.
“Complimenti! Non avrei mai pensato foste italiani... la
pronuncia nelle canzoni è impeccabile!”
“Sono stato un
anno in Australia e ho mantenuto molti amici all'estero... quindi
l'inglese lo mastico bene!”, le risponde lui con uno dei suoi
famosi sorrisi ammaliatori.
“Oh capisco! Beh.. Bravi davvero!”,
sembra leggermente imbarazzata. Ma non tanto quanto davanti a
Jared.
“Sentite... potreste farmi un autografo?”, chiede,
tirando fuori dalla borsa un taccuino con relativo pennarello
nero.
Edoardo la guarda tra lo stupefatto e l'imbarazzato.
“Ma...
che te ne fai?!”, le chiede ridendo.
“Per ora nulla! Ma non si
sa mai... un giorno potrei dire che io c'ero alla vostra prima
esibizione.. e ne avrei la prova!”, gli sorride, conscia del
fatto
che ora è lui in imbarazzo.
“E' la prima volta che ne
faccio uno...sarà orribile!”, ribatte Edo,
prendendole il
taccuino dalle mani.
“Meglio! Ha ancora più valore! È
addirittura il primo autografo!”, gli sorride
incoraggiandolo.
Edoardo le chiede il nome, senza guardarla negli
occhi.
“Nicole!”, risponde lei.
Edo le scrive una veloce
dedica, firma il taccuino, aggiungendo il link del MySpace dei
Wascing Machine.
La ragazza si riprende il taccuino e saluta
tutti, allontanandosi con le amiche.
“Edo... che sapore ha la
fama?”, gli chiedo guardando le ragazze che si allontanano
felici.
“Il sapore non lo so... ma odora di neve!”
Quella
sera Bruxelles si coprì di un manto bianco di appena tre
centimetri. Ce ne andammo tutti a letto, consci del fatto che il
giorno dopo dovevamo essere ad Amsterdam.
Non parlai molto, andai
solo a dormire.
Quando qualcuno bussò alla mia porta, poco
prima di addormentarmi, feci finta di niente. Non mi interessava
sapere chi poteva essere, se Edo o Jared. Volevo solo perdermi in un
lungo ed appagante sogno. Uno di quelli in cui puoi sempre decidere
se svegliarti prima della fine.
Un altro giorno
passa, un altro concerto alla sera. Ad Amsterdam Edoardo non
cantò
quella canzone. Ne fece altre, il loro repertorio è vasto.
Una
di quelle che apprezzo di più “Broken
wings” ed altre
altrettanto pestate e adrenaliniche.
I 30STM invece ripeterono la
stessa scaletta, ma questa volta su “A Modern Myth”
Jared non mi
degnò di uno sguardo, probabilmente anche il giorno prima me
l'ero solo immaginato.
Quella sera avevamo però
l'opportunità di fare un po' di festa tra di noi e svagarci,
dato che avremmo avuto un giorno in più prima di arrivare
alla
tappa di Lille. Io comunque decisi di andare a letto presto, il
giorno dopo dovevo essere ad Eindhoven da Giacomo.
Jared si era
offerto di accompagnarmi insieme ad Edoardo, ma poi non ne ha
più
parlato. Quindi conto sul fatto che se ne sia dimenticato e che
abbiano troppi impegni e troppa stanchezza alle spalle per
intromettersi nei miei piani.
Dopo una cena veloce a base di zuppa
di verdure, esattamente come Jared, mi congedo salutando tutti e me
ne vado in camera.
Non avevo nessuna intenzione di ricordare ad
Edoardo che il giorno dopo sarei partita, gli avrei lasciato un
biglietto attaccato alla porta della camera e quando si sarebbe
svegliato, naturalmente troppo tardi, io me ne sarei già
stata
sul treno, o forse addirittura ad Eindhoven.
In camera mi concedo
un bagno profumato e rilassante, con tanto di maschera facciale al
cetriolo. Non posso presentarmi a Giacomo scialba, mi vede
così
poco, almeno deve avere sempre una buona immagine di me in testa.
Finisco la mia personale serata di bellezza e riposo depilandomi
(ovunque) e lavandomi i denti. Perfetto. Mi infilo il pigiama e mi
metto sotto le coperte accendendo la super televisione della nuova
stanza d'albergo. Non saprei dire quale è più
bella tra
questa e quella di ieri. So solo che i campioncini di shampoo sono
stupendamente colorati e ne ho già fatto man bassa.
Mentre
guardo un canale musicale indiano, sento bussare alla porta. Faccio
ancora finta di niente ma la voce dietro alla porta mi intima di
aprire.
“Camilla... so che sei sveglia... riesco a sentire
questa orribile nenia venire dalla tua stanza...”,
è Jared,
stancamente sollevo la coperta soffice ed infilo le ciabattine. Mi
ero appena scaldata maledizione.
Apro la porta e mi trovo Jared in
tuta da ginnastica, con T-shirt e ferpa con la zip rigorosamente
nera.
“Allora posso entrare?”, mi chiede sornione.
“Dipende!”,
gli rispondo roteando gli occhi.
“Da cosa?”
“Da come ti
comporti... prometti di non prendermi in giro e di non mettermi in
imbarazzo come al solito?”
“Prometto di non prenderti in
giro... per l'imbarazzo però dipende da te e da cosa ti
imbarazza!”
“Ok! Puoi andare... 'notte Jay!”, faccio per
chiudere la porta.
“No! No! ok... dai! Voglio solo stare con
qualcuno che non ha intenzione di bere stasera! E poi vorrei davvero
vedere...”, si allunga sbirciando la tv alle mie spalle,
“...il
canale di musica indiano... Ma che cavolo guardi?!?”, lo dice
con
un'espressione tra l'allibito e l'inorridito. Mi viene subito da
ridere.
“Facevo zapping e mi sono fermata su questo canale... mi
piacciono i colori degli abiti! E poi non trovi divertente che in
ogni momento ci sia un venticello che scuote i capelli del belloccio
indiano di turno?! Anche al coperto!”, ridiamo entrambi.
Senza
accorgermene lascio che Jared entri in camera e si posizioni seduto
sul letto davanti alla tv assieme a me. Lui se ne sta fuori dalle
coperte, io invece sotto.
“Edoardo cosa sta facendo?”, gli
chiedo all'ennesimo ballo di gruppo nel video musicale.
“E' con
gli altri qui sotto, giocano a poker...”
“E non si è
preoccupato del fatto che tu ti allontanassi senza tenermi
d'occhio?”, lo dico senza rendermene conto, Jared non sa
della
gelosia che prova Edo per me nei suoi confronti. Mi mordo la lingua
ma faccio finta di niente, ormai è andata.
“...te lo
chiedo perchè di solito... non si fida degli
sconosciuti...”,
sistemo la mia uscita alla buona, anche se poco credibile.
Jared
non ne sembra per nulla sorpreso, continua a guardare la tv, anche
lui come me è ipnotizzato dai veli colorati delle danzatrici
che si muovo a ritmo di musica.
“No, gli ho chiesto il permesso
di passare da te per darti la buonanotte e per mettermi d'accordo per
domani... gli ho detto di non preoccuparsi... e dato che sono stato
sincero... credo si sia fidato!”.
“D-Domani?? quindi ve lo
ricordate?!”, gli chiedo decisamente allarmata.
“Certo!
Speravi di andartene di soppiatto come una ladra?”, ora mi
guarda
divertito.
“A dire il vero sì... ci speravo!”,
sbuffo.
“Senti mi sono già accordato con l'autista,
partiamo per le 8.30 di mattina, così io e Edo torniamo in
tempo per le prove e per un paio di mie interviste...”
“Jay...
guarda che non occorre che vi alziate così presto... sarete
stanchi!”
“Naaa... non ti preoccupare, avrò tempo di
dormire quando sarò morto!”, ridiamo, è
divertente
passare la serata con Jared, quando non cerca di giocare con me come
il gatto con il topo.
Continuiamo a guardare i video del canale
indiano ridendo e scherzando, poi verso mezzanotte e mezza decido che
è ora di dormire.
“Tu aspetterai di essere morto, ma io
di dormire ne ho bisogno adesso! Quindi fuori di qui super star dei
miei stivali!”, gli tiro scherzosamente un calcio sulla
schiena.
Lui fa per alzarsi ma mi afferra la gamba, deciso a
vendicarsi.
“Tu piccola nana! Hobbit che non sei
altro!”
“Hobbit?? Non ho mica dei piedi enormi e pelosi!!”
“Lo
so ma io detesto gli hobbit! Chiedi ad Elijah Wood!!” Scoppio
a
ridere, da qualche parte in effetti, ho letto di quando ha preso a
calci nel sedere il povero hobbit, dopo che aveva fatto commenti poco
carini nei confronti della sua band.
“Quella volta hai fatto
bene! Ma adesso io che c'entro?”, Jared continua a tirarmi
per la
gamba, facendomi il solletico dietro al ginocchio. Ho le lacrime agli
occhi dal ridere.
Mi ritrovo sul pavimento, in preda agli spasmi
da quanto ho riso e con un male alla mandibola perforante.
Jared,
anche lui a terra mi fa:
“Tu... mi fai tornare bambino! Si
rischia di regredire stando in tua compagnia!”, ha il fiato
corto
dal ridere anche lui.
Poi mi aiuta ad alzarmi, prendendomi per i
fianchi. Mi metto in piedi dritta davanti a lui, gli occhi ancora
lucidi per la risata fatta. Ad un certo punto mi rendo conto che non
lascia andare la mia vita. Alzo gli occhi per vederlo in viso,
è
improvvisamente serio, nulla delle risate appena fatte gli è
rimasto in volto. Sento che mi avvicina a lui, la sua presa
è
d'acciaio, o forse sono i suoi occhi che, magnetici, mi impediscono
di ribellarmi. Chiudo gli occhi ed improvvisamente riesco a vedere il
viso di Giacomo che mi guarda deluso. Alzo di scatto una mano e
gliela metto davanti alla bocca.
“Scusami Jay... Non posso!”,
gli sorrido chiudendo gli occhi per non perdermi nei suoi, sicura del
fatto che la sua bocca è protetta dalla mia mano.
“Ma non
lo saprà nessuno!”, mugugna lui con la mia mano
davanti.
Scuoto la testa tanto da sentire i miei capelli frustarmi
le guance. Poi mi blocco tenendo lo sguardo incollato ai miei piedi
nudi.
“Io sto con un ragazzo che mi ama. Non posso rischiare di
rovinare tutto per una notte...”
“Ma...”, prova ad
interrompermi, ma io gli premo più forte la mano sulla
bocca.
“Probabilmente hai ragione, non lo saprebbe nessuno. Ma
sarò io a saperlo! Come potrei continuare a guardarlo in
faccia? Come potrei continuare a stare con lui dopo che sarò
stata con te? Come puoi desiderare di farmi provare la perfezione...
quando dovrai strapparmela troppo presto dalle mani?”,
l'ultima
domanda la faccio più a me stessa, in un sussurro.
Jared si
stacca da me. Continua a sorridermi non sembra offeso dal mio
rifiuto.
“Capisco... Giacomo è fortunato!”, ora
Jared
mi accarezza i capelli, come di solito fa Edoardo.
“Ora sono
ancora più curioso di conoscerlo...”
“Edoardo lo
odia...”, dico io vergognosamente.
“Io non sono Edoardo,
giudicherò domani!”
Gli rivolgo l'ultimo sorriso della
sera.
“Buonanotte mia dolce Camilla!”, mi sorride come se
nulla fosse.
“Buonanotte caro Jay!”, gli rispondo di
rimando.
La porta si chiude davanti ai miei occhi, rimango
immobile a fissarla per un buon minuto e mezzo, sperando quasi di
vederlo riapparire. Poi sento una voce nella mia testa urlare:
“SCEMAAAAA!!!”
No, anzi, brava! Sono stata forte, non ho
ceduto agli impulsi. Il controllo che ho tenuto stasera è
pari
solo all'idea di un tossico di eroina che prova a disintossicarsi con
una partita di roba davanti agli occhi. Eppure guardando il cuscino
stropicciato da Jay, non posso fare a meno di sentirmi sola.
Il
giorno seguente, dopo
essere stata buttata giù dal letto da un Jared,
eccessivamente
eccitato all'idea della piccola gita in macchina, carico i miei
bagagli nella vettura che Emma ci ha prenotato, con autista
annesso.
Durante il tragitto Edoardo è più
scorbutico del solito, so che l'idea che io li abbandoni per un paio
di giorni, per stare con il “manichino” Giacomo, lo
infastidisce.
Forse, più semplicemente, ha dormito poco e gli scoccia
dovermi fare da accompagnatore per tutto il tragitto.
In compenso
Jared è un vulcano di allegria. Mi fa piacere, come se non
fosse successo proprio nulla ieri. Raccontiamo a Edoardo la
trasmissione che abbiamo visto sul canale indiano ed anche lui
allora, fatica a non ridere.
Nel complesso il tragitto è
un'oretta di macchina, con la piacevole compagnia di due bei ragazzi
che mi fanno da body-guard. Meglio di così?!
L'autista ci
comunica che siamo quasi arrivati, il navigatore satellitare non
sbaglia un colpo. Arrivati al palazzo di Giacomo, Edo scarica i miei
bagagli, mentre l'autista si piazza in una zona dove può
sostare. Mi metto davanti al portone di vetro camera a guardare i
campanelli dorati. Suono il campanello di Giacomo, eccitata all'idea
della faccia che farà vedendomi, dalla sorpresa nel vedere
che
il leader di uno dei nostri gruppi preferiti è sotto casa
sua
fino a comunicargli che Edo è in tour... beh... quello
magari
non gli interessa. Tanto non si possono vedere.
Mi risponde la
voce di Giacomo:
“ja...”, ha la voce stanca ma
non ci
faccio caso. Gli rispondo in italiano.
“Indovina chi sono?!?
SORPRESAAAAA!!!”, mi metto letteralmente a saltellare al
citofono,
con Jay che non riesce a trattenere le risate, anche se non capisce
cosa ho detto, devo aver fatto una faccia buffissima.
“Ca-Camilla??
cos-cosa ci fai qui?”
“Cattivo! Aprimi scemo! Avevo voglia
di vederti! E poi ho una sorpresa per te! Dai muoviti!!”, mi
metto
a scalpitare alla porta. In quel momento una signora anziana esce dal
palazzo, Jay la aiuta ad aprirla con un sorriso cordiale, lei lo
guarda come se fosse un criminale e si allontana alla svelta. Edoardo
si mette a ridere e gli dice :”Ah Jay... la saggezza delle
nonne...
loro sanno quali sono i tipi poco raccomandabili!”, Jared in
tutta
risposta ride, tenendo la porta ancora aperta.
“Insomma Jack
Jack...”, chiamo affettuosamente Giacomo, “...mi
vuoi aprire? Sei
svenuto??”.
“N-no... sono spiazzato! Potevi
avvisare...”,
in sottofondo
ad un certo punto
mi giunge una voce estranea, “Jakieeeee
chi è?”.
La voce si
rivolge a lui in
inglese, sembra femminile. Improvvisamente mi giro verso Edoardo, con
il fiato corto ed uno sguardo omicida. Lui si fa subito serio
“Oh
mio Dio...” sono le ultime parole che gli sento dire, prima
di
prendere di corsa la porta, lasciata aperta da Jared e salire le
scale come una furia.
Arrivo davanti alla sua porta mentre questa
si apre, ed una ragazza con un caschetto biondissimo ne viene
sbattuta fuori in intimo, con ancora gli abiti in mano. Prima di
perdere definitamente il controllo di me, sento i passi affannati di
Edoardo e Jared alle mie spalle.
“Bene...
Jay... volevi conoscere la vera Camilla il primo giorno?! Mi sa che
sarai accontentato... proprio... adesso!”, gli dice Edoardo,
con il
fiato corto ed una vena di ironia nella voce.
Ha ragione, so che
ha ragione. Il mostro sta uscendo e non ho intenzione di fermarlo.
Mentre
salivo le scale, non sapevo esattamente cosa aspettarmi. Non capivo
la conversazione di Camilla al citofono. Pensavo solo che ci stava
mettendo un po' troppo ad aprire questo tipo. Poi arriviamo qui
davanti alla sua porta e ci troviamo una ragazza semi nuda, non
bella, appariscente. Anzi, pacchiana e basta. Sento Camilla respirare
a fondo, il suo respiro è amplificato dall'eco delle scale.
Collego tutto e mi sento male per lei. E per lui. Considerando quanto
Edoardo sia apprensivo nei confronti di Camilla, non mi stupirei se
spaccasse la faccia a quel poveretto. La situazione si fa pericolosa,
non voglio essere coinvolto durante il tour in una rissa. Guardo
Edoardo ma non mi sembra arrabbiato, solo divertito. Poi lui mi dice:
“Bene... Jay... volevi conoscere la vera Camilla il primo
giorno?!
Mi sa che sarai accontentato... proprio... adesso!”. Rimango
basito
dalle sue parole e guardo Camilla.
Improvvisamente già da
dietro sembra un'altra persona, si tiene bene eretta. Si avvicina
alla ragazza che la guarda intimidita, con un portamento aggraziato,
a passo lento.
La vedo bussare dolcemente alla porta senza dire
una parola. Quando la porta si apre, ne esce la testa di un bel
ragazzo biondiccio, con un taglio di capelli corto e perfetto, degli
occhi celesti e la faccia pulita e sbarbata. Sorride, ma
improvvisamente sbianca vedendo la ragazza seminuda ancora sul
pianerottolo proprio accanto a Camilla.
“Scusa
Jack Jack... che ospitalità è questa? Ci fai
entrare?”,
la sua voce è melliflua, parla in inglese per farsi capire
da
tutti.
Il ragazzo apre la porta con indosso solo i Jeans, scalzo.
Guarda Edoardo con terrore, sicuro della bastonata che lo aspetta.
Poi guarda me con aria interrogativa ma comunque spaventata.
Starà
sicuramente pensando che saremo in due a dargliele di santa
ragione.
In realtà Edoardo continua a guardare la scena
divertito.
“Edoardo...
accompagna l'ospite di Jack Jack dentro... dobbiamo fare le dovute
presentazioni... e naturalmente anche tu Jay... vieni
dentro!”,
continua Camilla.
Quando Camilla si gira verso di noi per darci
istruzioni, mi rendo conto di quanto sia diverso il suo viso.
Sorride, ma non come sempre, le sue labbra sono rivolte in una specie
di ghigno, i suoi occhi invece, taglienti ed inespressivi. Grigi come
due lame di rasoio.
Edoardo accompagna la ragazza semi nuda
all'interno dell'appartamento, io li seguo leggermente preoccupato.
Pronto a fermare qualunque attacco fisico.
L'appartamento è
piuttosto squallido e spoglio, non rispecchia per niente il suo
giovane proprietario.
La moquette marrone è stesa perfino
sotto l'angolo cottura, sembra sudicia. Il resto del mobilio
appartiene probabilmente agli anni '50 ed è di un bianco
ingiallito dai vari detersivi e dagli anni.
Non appena dentro,
Camilla si toglie il cappotto in silenzio, si ravviva i lunghi
capelli e si guarda un po' in torno.
Vedo Giacomo guardarla, perso
in un mondo di ragionamenti a cui lui nemmeno, riesce a venire a
capo. Poi Camilla si avvicina al lavello, prende uno strofinaccio,
quello che sembra più pulito e comincia a pulire una sedia
dal
sudiciume. Vi si siede con grazia, accavallando le gambe. Ha degli
stivali bassi, come sempre, eppure più la guardo,
più
mi sembra “alta”.
“Allora
Jack-Jack... immagino vorrai presentarci la tua ospite...”,
continua a parlare in inglese e a fissarlo negli occhi, lui ne esce
completamente sconfitto. Abbassa lo sguardo e si passa una mano sulla
nuca.
“Camilla...
lei è
Rachel... una mia amica...”, le risponde Giacomo.
La ragazza in
questione, sentendosi nominare alza gli occhi, probabilmente sperando
di essere congedata. Ma Camilla dissipa ogni sua speranza.
“Oh
Rachel! Come quella di F.R.I.E.N.D.S.!! Sei la prima Rachel che
conosco... cara!!”, Rachel e Giacomo la guardano come se
fosse
impazzita, Edoardo si sta trattenendo dal ridere.
“Ma
Jack-Jack tesoro... siamo in presenza di ospiti che non capiscono
l'italiano...” indica me e Rachel, “...quindi
dovresti proprio
parlare in inglese! Non fare il maleducato su! La tua mamma non ne
sarebbe contenta...”.
A Edoardo scappa un risolino. Io sono
confuso dalla scena, mi aspettavo urla, botte e tutte quelle cose da
scena di gelosia da film. Non questo!.
“Rachel
cara, piacere! Io sono Camilla!”, si alza e le tende la mano.
La
ragazza ha un po di problemi a porgergliela, le sue mani sono
impegnate a tenere i vestiti che la coprono. Riesce a liberare una
mano, rossa fino alla punta delle orecchie, la porge a Camilla che la
stringe forte, fino a farle comparire sul viso una smorfia di
dolore.
Poi Camilla aggiunge:
“Rachel,
credo che sia il caso che tu ti vada a vestire, sei nordica ma non
sei una foca... anche se con quel corpo.... beh comunque potresti
prenderti un malanno... su dai ti accompagno!”
Non riesco a
trattenere una risata neanche io. Edoardo ha gli occhi lucidi a furia
di trattenersi. Quando Camilla si allontana con la ragazza, Giacomo
fa per seguirle allarmato. In quel momento Camilla si gira e lancia
uno sguardo glaciale in direzione di Edoardo che blocca Giacomo e lo
fa sedere sul divano.
“Lasciamo
che le signore si preparino...”, lo ammutolisce e lo blocca
lì
seduto, dandogli una pacca sulla spalla e continuando a ridere. Poi
si rivolge a me.
“Jay...
non perderti lo spettacolo... segui Camilla...”. Non riesco
ad
oppormi, un po' per paura nei confronti della ragazza, un po' per
curiosità, mi avvio verso la zona notte
dell'appartamento.
Rimango fuori dalla stanza ad osservare le due
ragazze. Camilla ha piazzato la ragazza davanti allo specchio, le
gira intorno osservandola dalla testa ai piedi. Questa cerca di
vestirsi in fretta per uscire dalla situazione imbarazzante e scomoda
ma Camilla la blocca.
“Piano...
con calma Rachel... rischi di cadere se ti infili quei Jeans
così
attillati in fretta...”.
Guardo la ragazza, ad un primo momento
avevo notato quanto fosse pacchiana con quei capelli ossigenati che
sembrano una parrucca, gli occhi con il trucco colato e quelle
terribili unghie di almeno un centimetro e mezzo dipinte di fucsia.
Sembra una prostituta. Ora mentre si riveste noto come il suo corpo
riesca a fatica e per miracolo ad entrare in quei jeans, che le
stanno orridamente.
Se normalmente guardando Camilla si pensa che
è carina, accanto a quella ragazza sembra una modella vera e
propria. In più questo suo insolito comportamento, il
portamento, lo sguardo... sembra proprio bella e terribile. Quasi
dannata.
Camilla cinge le spalle della ragazza e si mette ad
osservarla attraverso lo specchio, accanto a lei.
“Rachel
cosa vedi?”
“E-em...
io...e te...”
“Su
Rachel! Vedi solo questo? Nient'altro??”
“...”
la ragazza rimane in silenzio, non sapendo cosa dire.
“Dai...
su! Metti in moto il tuo cervellino ossigenato!”
“...”,
ancora silenzio imbarazzante.
“OK!
Ti aiuto io! Allora lì c'è una ragazza a cui
piace la
roba usata da altre, ed una che invece si disfa delle cose vecchie...
indovina tu chi sei?”
“...”
“Oh
andiamo ragazza mia... non vuoi giocare? Facciamo così... se
giochi con me posso procurarti anche il mio vecchio tostapane, il
vecchio registratore e persino un paio di mie mutande usate! Allora??
ti va?”
“...”
la
ragazza continua a rimanere in silenzio, evitando gli occhi grigi di
Camilla. Nonostante la sua stazza sia due volte Camilla, sembra farsi
sempre più piccola.
“Sai
una cosa... io lo dico per te... credi davvero che il ragazzo che
c'è
di là, voglia fare seriamente con te? Credi di essere meglio
di me?”
La ragazza scuote violentemente la testa e finalmente
riesce a parlare.
“Lui
mi ha detto che a Natale ti ha mollata!!”, la sua voce
è
stridula, non mi aspettavo che se ne uscisse con quella
novità.
Camilla fa di nuovo quel ghigno simile ad un
sorriso inespressivo.
“Ti
ringrazio per la tua onestà...”.
Aspetta che la ragazza
si rivesta e poi esce dalla stanza assieme a lei. Mi passano davanti
ignorandomi completamente. Sono agghiacciato dalla freddezza e dal
controllo di Camilla.
In sala Camilla indossa il cappotto, Edoardo
si alza dal divano insieme a Giacomo, che ora è
bianco-giallognolo come il mobilio della casa.
Mi avvio verso la
porta seguendo Camilla ed Edoardo. Giacomo prova a dire qualcosa a
Camilla ma lei lo blocca e gli dice:
“Sai
Jack-Jack... credo che tu abbia confuso la merda con il cioccolato!
Entrambe sono marroni... ma è questione di gusti decidere
quale mangiare!”.
Edoardo per poco non si soffoca dal ridere.
Camilla poi alza la mano e mostra un anellino d'argento con due
pietre viola.
“Questo
non te lo ridò! Me lo tengo... è bello! Sei bravo
come
designer... ma a letto ho sempre simulato l'orgasmo!” Poi con
una
scrollatina di spalle si avvia giù per le scale, nel
pianerottolo, dove la attendono le sue valigie con cui
ritornerà
al nostro tour.
SimplyLily
: Ehi “twitter
compagna”!
Sono felice che i disegni e il capitolo precedente ti siano
piaciuti... avrei un altro disegno pronto, in cui si vede la faccia
di Camilla, ma sono indecisa se pubblicarlo o meno!
Luxu2:
La mia strepitosa beta che
scrive alla velocità della luce!! molte delle domande che mi
hai fatto via mail avranno risposta nel prossimo capitolo!!! hihihi
Aglaja:
Grazie come sempre per i
commenti! Hai captato subito la frase chiave del precedente
capitolo! Brava! (detective Conan!!) Non so se hai notato in questo
capitolo, ma mi sono ispirata a te per la Echelon che attrae Nico!!
^^
floriana333:
WOW! Tutta d'un fiato?? grazie
per i Kissssssss! Spero che continui a piacerti sta storia!
Per_Aspera_Ad_Astra:
Mi piace che definisci Jared un
“incantatore di serpenti”!! mi sa che te la frego e
la inserisco
nel prossimo capitolo!! grazie ancora! ^^
rodney:
Ma grazie come sempre!! Non ho
nessuna intenzione di liberarmi di te! Anzi, continua a commentare
che mi fa piacere!! ^^
Grazie
anche a tutte le persone che seguono o che hanno messo la storia tra
i preferiti!!
Ecco a
voi i link:
“Feels
like tonight” di Chris Daughtry --->
http://www.youtube.com/watch?v=fITz-y09Cbg
“Better
than Me” di Hinder ---------------->
http://www.youtube.com/watch?v=caAzX3rtSEw
Ultima
cosa poi giuro che non rompo più, almeno fino al prossimo
capitolo!
Ho
pubblicato una One-Shot: “Come la panna per le
fragole”, mi
piacerebbe avere un vostro parere. È triste come storia ma
ci
sono particolarmente legata... mi fareste felice! ^___^
baci a
tutte!!
cri.
|
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Capitolo 8 *** Cap. 7 -Filthy Rags- ***
wm filthy rags
Filthy
rags
Ok
l'attesa è
stata lunga! Ma ci siamo!! ecco il nuovo capitolo!
Ah... a tutti/e
coloro che me l'hanno chiesto: ho passato l'esame di fisica!!
Wa-hooo!!!!
peccato che ho
iniziato subito a lavorare all'università come assistente e
non mi sono riposata...
Dedico questo
capitolo alle ragazze della Venice Mythra Division
che mi
hanno accolta come una sorella! Ebbene sì.. sono una
soldatina
a tutti gli effetti! ^_^
Baci care!!!
I soliti
ringraziamenti a fine capitolo.
filthy rags
Mi ha attratto subito
qualcosa in
quell'immagine. Un misto di ingenuità e timidezza, tradita
dalla luce che si spezza a metà dei suoi occhi. Quel bianco
e
quel nero in netto contrasto, sembravano sovrapposti in una lotta
alla medesima condizione.
Enunciava sé stessa. Tramite
quella fotografia offriva, velatamente, le chiavi per
l'interpretazione del suo animo. Eppure non sono stato in grado di
coglierle.
Pensavo di aver capito tutto di lei
avendola davanti, non avevo capito che avrei ottenuto molto di
più
osservando con più attenzione. È vero... a volte
un'immagine parla più di mille parole.
“Camilla possiamo parlare di quello
che è successo?”.
Siamo in macchina e stiamo raggiungendo
gli altri. Camilla, dopo l’accaduto a casa di Giacomo, sembra
un
misto di allegria e indifferenza. Il suo atteggiamento è
rimasto quello che si è rivelato pochi minuti fa. Quella
compostezza, quella freddezza nello sguardo, quel sorriso spietato
sulle labbra e quel portamento eretto e carico di
superiorità.
“Mah! Jay non c'è niente di
cui parlare... piuttosto... averlo saputo prima mi sarei fatta una
dormita decente!”, parla con ironia, con quello strano
sorriso
mentre tiene gli occhi semichiusi cercando di riposare. Per il
ritorno ha preferito sedersi sul posto del passeggero, accanto
all'autista, così da poter reclinare meglio il sedile per
dormire.
“Tranquillo Jay... Camilla sta
benone!”, mi rassicura Edoardo. Non riesco a spiegarmi come
riesca
a rimanere così calmo. Non è forse lui il
più
apprensivo nei confronti di Camilla?. Eppure da quando è
cominciata questa specie di semi-tragedia, non fa che ridere.
È
raggiante.
Mi volto verso il finestrino e guardo
il paesaggio schizzarmi accanto. Un debole sole cerca di fare
capolino tra le nuvole, mentre il vento le spazza via. Senza le
nuvole la temperatura si abbasserà notevolmente di
più.
Stasera ci sarà da congelare.
“E tu come ti chiami?”, Camilla
rompe il silenzio rivolgendosi maliziosa, all'autista al suo fianco.
“...Dominik signorina!”, l'uomo
avrà circa una cinquantina d'anni e sembra apprezzare
l'attenzione riservatagli da Camilla.
“Dominik eh... mi piace come
suona...”. Camilla regala un seducente sorriso all'autista
che per
poco sbanda.
Poco dopo il respiro regolare di
Camilla, ci fa capire che si è addormentata. La guardiamo
dai
sedili posteriori. Dorme beata. Come una ragazzina che ha passato la
giornata a divertirsi con gli amici e abbraccia il sonno in modo
sereno.
Non posso aspettare di essere in
albergo e comincio a parlare con Edoardo dell'accaduto, approfittando
dell'incoscienza di Camilla.
“Come fa ad essere così
serena? E tu... come fai a gioire così di questa situazione?
Pensavo che tu per primo avresti sofferto per lei... invece...
possibile che solo io mi senta malissimo??”
“Tu non puoi capire...”, Edoardo
guarda fuori dal suo finestrino con gli occhi socchiusi, infastiditi
dal sole e un sorrisetto appagato sulla faccia.
“No... non posso capire... quindi
spiegami! Voglio sapere e capire a cosa ho assistito! Cos'era?! Una
brutale iniziazione?”
“No... era solo Camilla... quella
vera...”, ora si è girato verso di me e mi guarda
freddo,
negli occhi.
“Ancora non capisco cosa intendi!”,
sono quasi esasperato da questi segreti. Da questi strani fratelli.
“Sai Jay... contro ogni previsione tu
mi piaci. Mi sono accorto di come punzecchi Camilla, del tuo modo di
guardarla... e beh... devo ammettere che in un paio di giorni, sei
riuscito più tu a far vacillare la sua maschera che io in
tanti anni...quindi va bene! Ti spiegherò chi è
Camilla...”
Rimango in silenzio ad osservare
Edoardo. Aspettando che lui cominci ad illuminarmi sulle cose che non
riuscivo a vedere, mentre a lui erano evidentemente così
chiare.
“Come immagino, avrai capito... o
saputo che io e Camilla non siamo fratelli di sangue. I nostri
genitori si sono sposati quando lei era al secondo anno di scuola
superiore ed io al primo. A quel tempo ero molto affascinato da
Camilla... come ragazza intendo. Era popolare e dannatamente sexy.
Ad ogni modo, complice il matrimonio
dei nostri genitori ed il fatto che fosse già fidanzata, ho
cercato di reprimere l'attrazione che provavo per lei. Era una
ragazza forte, sicura di sé, combattiva. In pratica non era
per niente quella che è oggi. Sì certo, rimane
bellissima ai miei occhi e a quelli di molti altri, ma ha perso quel
suo magnetismo che la caratterizzava. Si comporta e si veste come una
bambina, ricerca sempre protezione anche se finge di sapersela
cavare, cerca di rimanere il più in ombra
possibile...”,
Edoardo mi guarda, distoglie gli occhi da me solo per giocherellare
con un pesante braccialetto a catena d'argento, mentre continua il
suo racconto.
“...Il suo cambiamento è
avvenuto in maniera repentina. Come ti ho già detto era
fidanzata con questo ragazzo, Alex, sembrava il Kurt Cobain dei
poveri... Per conquistarla le era stato dietro per mesi e mesi.
Nonostante lo invidiassi per essere riuscito lì dove io non
avrei mai potuto sperare di arrivare, lo accettai. Lui e Camilla sono
stati i miei primi insegnanti di musica...”, Edoardo nel
rievocare
questa figura del passato tradiva nella voce una sorta di rabbia.
“Camilla suona??”, gli chiesi
d'istinto.
“Suonava... e cantava... ma ora non
più... ti spiegherò...”, mi risponde,
mentre mi
ammutolisco ed aspetto che continui.
“Comunque, ti dicevo... inizialmente
lui sembrava più preso da lei che lei di lui, ma col tempo
Camilla sviluppò una specie di ossessione nei suoi
confronti,
era morbosa, preoccupata, nervosa.
Non riuscivo a capire cosa le stesse
prendendo e le chiesi chiarimenti... lei cercava di cambiare
argomento ogni volta. Solitamente mi raccontava tutto, ma quando si
parlava di lui non voleva sentire ragioni... fino alla sera in cui
Camilla, la mia Camilla è morta...”. Edoardo ora
aveva gli
occhi lucidi dalla rabbia. Serra con forza le dita intorno al
braccialetto fino a farle diventare bianche.
“...Cosa le è successo?”,
vomitai la domanda, temendo la risposta.
“...era uscita con lui e basta, una
serata tra fidanzati...normale. Verso fine serata però
cominciarono a discutere... e la causa era proprio il motivo che
tormentava Camilla. Lui faceva abitualmente uso di eroina.
Inizialmente non se la iniettava, la fumava, poi ha cominciato a
sniffarla... il passaggio alla vena è stato breve. Comunque
quella sera dopo la discussione con lei, lui aveva bisogno della sua
“dose”. Camilla naturalmente non era d'accordo, non
voleva si
facesse del male. Lo amava. Erano in macchina e lui senza ascoltarla
si diresse verso la più famosa via di spaccio di Padova, la
nostra città natale. Camilla gli urlava di girare la
macchina
e lasciarla a casa, lo minacciò di lasciarlo
perchè era
stufa di dover mentire a tutti sul perchè fosse sempre
nervosa
e preoccupata, non voleva stare con un tossico. Dal detto al fatto
lui la colpì, rompendole il sopracciglio, perse molto
sangue... le è rimasta una piccola cicatrice... lei la
maschera bene comunque...” Edoardo smette per un attimo di
parlare
ma riprende subito, come se volesse scrollarsi di dosso quel ricordo
il più velocemente possibile.
“Ad ogni modo... non contento, la
trascinò fuori dalla macchina, esattamente al centro di
quella
zona di spaccio, la abbandonò lì... dicendole che
se
non stava con lui poteva anche morire...
È una zona pericolosa, ora meno,
ma al tempo... una ragazza ferita sia nel corpo che nell'anima, sola,
di notte... beh... non può finire bene...”, si
passa la mano
tra i capelli, arpionandoli.
“Un gruppo di spacciatori le si è
avvicinato, cercando di molestarla... fortunatamente, allarmato dalle
urla di Camilla, è sceso in strada un uomo tunisino, era il
medico della zona, quindi molto rispettato, una persona buona che
curava tutti quei disadattati, rifiutati dalla società,
senza
storcere il naso come facevano la maggior parte dei nostri medici.
Aiutò Camilla e ce la riportò a casa... non volle
nulla
in cambio... ma siamo diventati buoni amici e lo andiamo spesso a
trovare...”, ero senza parole, sentivo il respiro
strozzarmisi in
gola. Non potevo immaginare. Non potevo.
“Dopo quella sera Camilla si rifiutò
di mangiare e di bere, sua madre voleva far partire una denuncia nei
confronti di Alex, ma Camilla si rifiutava categoricamente. Decise
che non avrebbe più suonato... le ricordava troppo Alex. Si
rinchiuse nella sua camera per giorni, non andava a scuola, ne usciva
solo di notte per sdraiarsi sul divano e rivedere vecchi video-tape
di lei da bambina con la madre e il suo vero padre. Era terrorizzata
da qualunque cosa. A scuola, cominciarono a girare voci false sul
fatto che fosse lei l'eroinomane che aveva portato Alex alla
dipendenza. Non presentandosi a scuola era impossibile smentirle.
Decisi di andare io stesso da Alex. Lo pestai e lo riportai a casa
dai suoi, dicendo loro che era il caso di fare le analisi del sangue
al figlio. Mi bastò mostrare l'incavo del braccio ai suoi,
per
essere creduto. Era ricoperto di punture. Anche sul collo e sotto le
unghie.
Quella notte, quando sentii Camilla
uscire dalla sua stanza, la raggiunsi sul divano. Mi sdraiai accanto
a lei e le spiegai che Alex sarebbe stato chiuso in una casa di cura
per disintossicarsi. Aveva lo sguardo di un cucciolo ferito, mi
abbracciò e la presi in braccio per portarla a letto. Era
dimagrita in una maniera spaventosa. Mi misi a letto con lei
abbracciandola e baciandola. Passammo la notte insieme senza fare
sesso, solo baci, teneri... profondi. Non potevo essere più
felice. Le promisi che l'avrei sempre protetta, sarei stato al suo
fianco... e così feci... lei però era diventata
la
caricatura di sé stessa, era regredita a bambina. A scuola
era
diventata una vittima... solo io le stavo accanto. Poi i nostri
genitori ci annunciarono che avremmo avuto una sorella in comune,
Margherita. A quel punto la piccola Margherita era diventata il
nostro legame di sangue. Non potevamo continuare a nascondere che
stavamo cominciando una relazione ben più profonda del
semplice legame fraterno. Decisi che dovevo fare qualcosa, per
Camilla, per me, per Margherita e i nostri genitori. Dovevo dire
addio a Camilla... e lo feci con una canzone...”
“...Better Than Me...”, dissi in un
soffio.
“Esattamente Jay... non ti è
sfuggita vedo...”
“No... è che Camilla al
concerto... quando la stavate suonando era...strana...”
“Già...era una mia personale
provocazione per lei... vedi una settimana dopo la nostra 'rottura'
per forze maggiori, Camilla annunciò di aver aderito allo
scambio culturale, partì per il Texas con la ferma
intenzione
di dimenticare tutto. In un anno lei ce la fece, se così si
può dire. Ritornò che era ancora più
bambina di
prima, ancora più bisognosa d'affetto, ma almeno aveva
dimenticato noi... io lo feci l'anno seguente, ancora non ero pronto
a vivere sotto il suo stesso tetto... Poi la storia dovresti
conoscerla. Ha conosciuto Giacomo. Io ho formato i Washing Machine e
quando si è trasferita a Milano per studiare l'ho seguita.
Non
potevo lasciarla sola, dopotutto avevo promesso di proteggerla
sempre... e nei due anni in cui siamo rimasti separati non l'ho
fatto. Dovevo recuperare...”. Edoardo ora mi guarda negli
occhi,
con un sorriso appena accennato.
“E allora perchè
stuzzicarla... se è solo per questo?!”
“Perchè non ho mai rinunciato
alla mia Camilla. Io voglio la vera Camilla, quella che hai visto
oggi... ho provato ad allontanarmi da lei anche per questo. Volevo
vederla ritornare quella che era...”
“Quindi non l'hai fatto per vostra
sorella Marg...”, provo a pronunciare il nome della bambina
ma è
difficile.
“Margherita”, mi ripete Edoardo,
“Sì, certo... come ti ho già detto
Margherita è
stata il movente principale. È complicato ma vedi spesso gli
uomini vogliono quello che non possono avere...Per me Camilla
è
questo. So che non la posso avere, ma il desiderarla rende migliore
la mia vita... e la Camilla che desideravo è proprio quella
che oggi è tornata... per questo sono felice. A lei in fondo
non è mai importato nulla di quel tale Giacomo, aveva solo
bisogno di sapere che c'era qualcuno che la amava, per controllare la
sua personalità...'mostruosa' come la definisce
lei...”
“Perchè vuole controllarsi?
Questo non lo capisco...”
“Perchè... lei si è
convinta che se Alex ha cominciato a farsi... è stato per
colpa sua... del suo carattere...”
“Ma è assurdo...”
“Lo so...”. Rimango incredulo a
guardare Edoardo, che mi guarda con un’espressione tra il
rassegnato e il preoccupato.
“Un'ultima cosa Edo... tu sei
veramente sicuro che questa, cioè quella che oggi abbiamo
visto in azione fosse la vera Camilla?”
“Certo! Che domande... quando l'ho
conosciuta era così...”, parla trasognante.
“Ma hai anche detto che la conosci da
10 anni circa...”
“Sì... e allora?”
“Stavo pensando... Camilla di anni ne
ha 25... non puoi sapere com'era prima che la conoscessi…
potrebbe
aver subito un trauma precedente, simile a quello di oggi, che
l’ha
fatta diventare quella che hai conosciuto…”
“No… non credo… è questa
la vera Camilla!”
“… convinto te…”.
Sapevo che questo giorno
sarebbe
arrivato. In fondo al mio cuore lo sentivo. Rivedere la Camilla
controllata e sicura ha risvegliato in me i desideri di un
adolescente. La mia Camilla...La mia adorata Camilla.
Quando arriviamo all'hotel, gli altri
sono ancora nelle rispettive camere, tranne Fede e Tomo, che se ne
stanno al bar a fare colazione con caffè espresso per
entrambi
e cornetto.
Li raggiungiamo al loro tavolo. Camilla
cammina davanti a noi con grazia, si apre in uno di quei sorrisi
mozzafiato che mi sono tanto mancati.
“Buongiorno!”, li saluta e si siede
in mezzo a loro.
“Ma tu non dovevi partire oggi?”,
le chiede Tomo, masticando l'ultimo pezzo di cornetto.
Anche Fede sembra sorpreso, sposta gli
occhi da Camilla a me in continuazione, conoscendolo non gli
sarà
sfuggita la diversità di Camilla rispetto a ieri.
“Oh... sono già stata da lui!
Ma l'appartamento era troppo sporco perchè potessi rimanere!
Così l'ho lasciato a fare le pulizie...”, Camilla
poggia i
gomiti sul tavolino, inarcandosi verso Tomo e guardandolo
maliziosamente.
“Ah... em.. ok! Meglio così!
Jay ne sarà sicuramente contento!” Tomo sembra
spiazzato,
deve aver capito che è successo qualcosa, ma è un
tipo
troppo riservato per fare domande.
“Naturale! Vero Jay?!” Camilla si
rivolge a Jared con aria ammiccante. Mi sento geloso delle attenzioni
che ora ha verso tutti ma d'altronde questo è il prezzo da
pagare.
Jay si siede al tavolo in silenzio e mi
invita a sedermi. Facciamo colazione in compagnia di Tomo e Fede.
Dopo circa mezz'ora ci raggiunge Emma:
“Jay sei arrivato in tempo per
fortuna! Hai un intervista nella hall tra poco... ma... Camilla che
ci fai qui??”, Emma invece sembra felicissima di vedere
Camilla.
“Ho pensato che ti potesse far comodo
un po' di supporto femminile... Così sono tornata con
loro!”
“Hai fatto benissimo! Volevo giusto
fare shopping prima di arrivare a Lille e mi serve una
compagna!”
“Conta su di me!”, risponde Camilla
alzandosi con una piroetta lenta e raggiungendo Emma.
“Ti vedo in forma oggi!”, le fa
notare Emma.
“Non sai quanto...”. Vero. Solo io
potevo capire quanto.
“Emma l'intervista... quando mi
aspettano?”, Jay riporta Emma al suo lavoro.
“Oh sì giusto... puoi già
avviarti verso la hall, sono già arrivati...”.
Jay si allontana dal bar, si gira solo
poco prima di sparire dietro la porta, per lanciare un ultimo sguardo
a Camilla che però non ricambia. Troppo impegnata nella
conversazione con Emma.
Camilla ed Emma ci salutano per
dedicare un paio di ore allo shopping, in alcuni negozi di Amsterdam.
Non appena anche Tomo si congeda per
andare a svegliare Shannon, che a sua volta sveglierà Max
per
augurare il 'non-buongiorno' a Nico. Racconto a Fede cosa è
successo.
“L'hai massacrato di botte vero?!”,
mi chiede lui.
“Figurati! Non potrei essergli più
grato... grazie a questa storia Camilla è ritornata quella
di
un tempo!”
“Ho notato una certa differenza di
atteggiamento... ma sei sicuro sia una cosa positiva che sia capitato
proprio durante il tour?”
Effettivamente, potrebbe essere un
problema. Ma è un rischio che sono disposto a correre.
Un'ora e mezza dopo, siamo pronti per
andare a provare nello stesso posto dove la sera prima avevamo fatto
il concerto. Emma ci raggiunge mentre stiamo per salire sul toubus.
“Dov'è Camilla??”, Jay
anticipa la mia domanda.
“Oh lei aveva ancora un paio di
commissioni da fare... ci raggiungerà dopo le prove in
albergo!”
“E quali commissioni??”, chiedo io.
“È una sorpresa... e poi sono
fatti suoi!!”, ci liquida Emma, sedendosi nel bus e
ritornando al
suo Blackbarry.
Mi sento un po' irrequieto a saperla da
sola, non sono più abituato alla Camilla indipendente.
Al resto del gruppo non racconto di
Giacomo, preferisco che sia Camilla a metterli al corrente, se
vorrà.
Durante le prove mi concentro su di
lei, tiro fuori il massimo. Mi sento appagato, non vedo l'ora di
vederla. Ho una paura fottuta che ritorni la 'Camilla bambina' dal
detto al fatto, ho desiderato troppo questo giorno ed ora non riesco
ancora a capacitarmene.
Al contrario di me, Jay, durante le
prove sembra fiacco, svogliato. Temo che l'identità di
Camilla
lo abbia scosso più del dovuto. O forse è stato
il mio
racconto in macchina, sul passato mio e di Camilla. È la
prima
persona a cui racconto tutti i nostri segreti. Non so perchè
ho scelto proprio lui sinceramente. Forse volevo solo che si
disinteressasse a lei. Tuttavia temo di aver solo peggiorato la
situazione. L'ho notato al bar, quando l'ha guardata prima di
allontanarsi per l'intervista. Era uno sguardo diverso rispetto a
quelli che le riservava prima. Non so dire in che modo lo era. Credo
di aver visto in lui, il me stesso di anni fa. Quando avevo maturato
la concezione che Camilla stava radicalmente cambiando. Entrambi
siamo attratti dalla stessa moneta, ma da facce opposte.
Non appena rientriamo in
albergo
Camilla ci viene incontro. Rimaniamo tutti spiazzati. Si avvicina con
passo deciso. Un abitino di cotone aderente blu notte che le arriva
sopra il ginocchio, stivali di cuoio con un bel tacco largo e alto
almeno 10 centimetri, sopra, porta uno spolverino beige semplice.
È
donna. Ma non sono i suoi abiti il motivo principale di
incredulità,
i suoi capelli, ha cambiato colore. Ora sono di un paio di gradazioni
più chiari, un bel color miele. Sembrano luminosi.
“TA-DAAAAN! Ecco la sorpresa!!”, ci
dice Emma.
“Bentornati ragazzi! Come sto??”,
ci chiede raggiante, girando su sé stessa.
“Che figa...”, a Max scappa il
commento, mentre io lo raggelo con uno sguardo.
“Sei appariscente... ma a me piaceva
molto anche il tuo colore naturale...”, interviene Jared,
laconico.
“Mi ero stancata... era un colore
così anonimo!”, gli risponde Camilla avvicinandosi
a lui.
“Non è vero... era tuo!”, le
risponde Jay, guardandola negli occhi serio.
Stempro la tensione che si sta creando
tra i due, intromettendomi nel discorso.
“Sei bellissima Camilla! Più
del solito!”, le dico accarezzandole i capelli. Lei si scosta
appena al mio contatto. È vero. La vera Camilla non ama
essere
coccolata e toccata, devo rifarci l'abitudine.
“Grazie Edo!”, mi sorride convinta
della mia verità, con quell'espressione di
superiorità
che mi fa impazzire. È bella da fare male. Quegli occhi,
quel
corpo che finalmente valorizza con abiti da donna, quella bocca
rosa... Improvvisamente comincio a ricordare il sapore di quelle
labbra. Sento il mio corpo reagire ancora al suo profumo. La desidero
ancora di più, anche se so che è sbagliato.
Non capisco il mio masochistico
desiderio di rivederla così. Non avevo pensato a quanto ne
avrebbe risentito il mio autocontrollo.
Gli altri ragazzi la guardano come dei
bambini davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli. Tutti.
Tranne Jared che fissa un punto a terra alla sua destra. Come se non
volesse guardarla.
“Stavo pensando che stasera si
potrebbe andare in qualche locale... No?!”, propone Camilla.
“Sì è una buona idea!”,
le va dietro Shannon e Max di conseguenza.
“Non rischiamo di creare scompiglio
in un locale pubblico?”, chiede Tomo.
“Ma figurati! Io ho bisogno di
uscire!”, lo ragguaglia Shannon.
“Andate voi... io non me la sento di
uscire oggi...”, dice Jay al fratello.
“Jay sei il solito rompiballe
guastafeste! Cos'hai da fare di meglio piuttosto che uscire con
noi?!”
“Sono fottuti cazzi miei!”. Jay se
ne va, verso l'ascensore che lo porterà alla sua camera.
Rimaniamo basiti dal suo comportamento,
poi Shannon dice:
“Sarà nervoso perchè le
prove non sono state il massimo oggi... ma tanto domani gli
sarà
passata e si pentirà di non essere venuto!”, ride.
Io ho il presentimento che dietro a
questo suo atteggiamento non ci siano le prove.
Dopo essere usciti dall'hotel senza
attirare troppo l'attenzione, ci facciamo scortare in un launge-bar
tranquillo e moderno.
Camilla attira l'attenzione di tutti
gli uomini nel locale, che non la avvicinano solo perchè
attorniata da tutti noi.
“Camilla... sfida?!”, le chiede
Nico.
“E sfida sia!”, risponde lei.
Ordinano una serie di “shortini” di
un liquore a base di assenzio, che bevono in piccoli bicchierini di
cristallo, prendendoli direttamente dal tavolo con la bocca ed
inclinando rapidamente le testa all'indietro per far scivolare
giù
per l'esofago il liquido alcolico.
“We-hey! Ma qui siamo in presenza di
due professionisti!”, ride Shannon.
“Ragazzi non vi farà male?
Domani sera c'è il concerto...”, li mette in
guardia Tomo,
guardando allarmato Camilla che, come se niente fosse, tracanna il
quinto bicchierino. Il primo che finisce vince. Nulla naturalmente.
Solo la gloria o la capacità di far scontare una penitenza
all'altro.
“Non mi preoccuperei per loro Tomo,
sono quelli che lo reggono meglio anche se non sembra...” lo
tranquillizza Fede. Io invece non riesco a staccare gli occhi da
Camilla, quando una goccia di liquore le scivola fuori dall'angolo
della bocca, devo trattenermi dal leccargliela e mi limito a passarle
una salvietta.
“Ehi! Però è veramente
sexy vedere una ragazza che beve come un uomo!”, esclama Tim.
“Attento Tim... non fare troppi
commenti di questo tipo su Camilla se non vuoi incorrere nella feroce
rabbia di Edo!” lo mette in guardia Max, mentre sorseggia la
sua
havana-cola.
“Oh... scusate! Ho notato che sei
molto protettivo nei confronti di tua sorella... e ... beh... chi non
lo sarebbe con una sorella così!”, si rivolge a me
con un
tono divertito, ma stronco subito la sua allegria.
“Sorellastra!!!”, gli ringhio
contro.
“Finiscila Edo! Non ho bisogno di
protezione! E poi sono tua sorella... anni fa lo hai ribadito ti
ricordo!”, Camilla mi raggela con uno sguardo e mi
ammutolisco.
Ferito da quegli occhi. Spaventato ed eccitato da quello sguardo.
Nico approfitta della distrazione della
rivale tracannando ancora più velocemente gli ultimi
bicchieri, per poi urlare: “FINITOOOOO!!!”
Camilla lo guarda mutando espressione
rispetto a come guardava me e gli rivolge un sorrisetto sornione.
“Bravo Nico... ora puoi chiedermi
quello che vuoi!”
“Davvero??”, chiede lui sgranando
gli occhi, con ancora quell'espressione vittoriosa sul viso.
“Certo!”, risponde lei, avvicinando
il viso al suo dall'altra parte del tavolo.
“Beh... ci sarebbe una cosa che
chiedo alle ragazze quando vinco...”, mi guarda con una vena
di
timore, “... un bacio... anche piccolo piccolo...”
termina senza
guardarmi in faccia. Sento la rabbia per quel piccolo mentecatto
crescere.
“Mi pare una giusta richiesta!”,
gli risponde lei e prima che io possa dire qualcosa lo afferra per la
testa egli dà un bacio in bocca. Rimaniamo di sale. Prima
che
io possa lanciare il tavolo per aria, Fede mi tira per il braccio e
mi sussurra:
“Fai finta di nulla!!!”. Lo
ascolto, è saggio, Camilla mi sta facendo un dispetto.
Giocherò al suo gioco, non le darò soddisfazione.
Quando si staccano Nico sembra il più
sorpreso di tutti. Improvvisamente comincia a sentire gli effetti
dell'alcol, non si regge in piedi.
“Ragazzi credo che la serata finisca
qui...”, conclude Fede. Max e Shannon sono ancora
imbambolati,
passano gli occhi da lui a lei increduli a ciò a cui hanno
appena assistito.
Camilla ride, sembra piuttosto brilla,
ma si alza ed infila il cappotto senza problemi.
“Andiamo allora! Dovete riposare per
domani...”, poi si interrompe un secondo, guarda Nico e gli
dice:
“... Ora puoi anche chiudere la
bocca...”, gli strizza l'occhio e si avvia verso l'uscita del
locale seguita da tutti noi e da un Nico piuttosto barcollante.
Quando ho deciso di
rimanere in albergo
l'ho fatto per pensare. Avevo bisogno di ritagliarmi qualche ora per
far chiarezza nell'anima. Di persone strane, particolari, pazze ne ho
conosciute nella mia vita e non mi hanno mai turbato più di
tanto. Anzi, io per primo mi sono sempre considerato una persona
fuori dagli schemi.
Non riesco a fare a meno di provare una
sorta di invidia per Edoardo e Camilla. Non ho mai visto un simile
legame, così tormentato. Pensavo di non aver troppi problemi
nell'inserirmi nella loro vita, in quella di Camilla in particolare.
Non ho mai considerato il suo ragazzo, ormai ex, un problema. Ma
Edoardo lo è a tutti gli effetti. É come se
avessero un
mondo tutto per loro, circondato da una muraglia che mi impedisce di
entrare, e questo, non posso sopportarlo.
Ho messo in sottofondo l'album dei Nine
Ink Niles a basso volume e me ne sto sdraiato su questo letto troppo
grande, da solo, a leggere un vecchio libro. Eppure non riesco a
concentrarmi sulla lettura. Rileggo in continuazione le stesse righe,
il pensiero continua a scivolare in direzione di Camilla.
Mi manca il non riuscire a farla
arrossire, a stuzzicarla, ed è passata solo una giornata.
Non
posso pensare che Edoardo abbia sopportato una situazione simile a
questa, se non più grave, per anni.
Dove è finita la ragazza con lo
sguardo timido e dolce? Quella ragazza così bella ed
insicura
allo stesso tempo, ha veramente abbandonato il suo corpo?.
E quelle labbra che profumano di
fragola hanno mantenuto la stessa fragranza o sono cambiate, come i
suoi occhi che feriscono come lame ad ogni sguardo?
Mi rigiro nel letto, senza trovare una
posizione comoda.
Forse per stasera dovrei cercare una
compagnia femminile, potrebbe aiutarmi a resettare questi pensieri.
Probabilmente con un bel corpo nudo di donna tra le mie braccia,
ricomincerei a fregarmene di loro. Mi sembra di essere una persona
qualsiasi, ed io odio sentirmi così.
Durante le prove, le parole delle
canzoni mi si strozzavano in gola. Non riuscivano ad uscire.
Continuavo ad avere flash di Camilla da ragazza. Lei in lacrime in
mezzo alla strada, abbandonata dal suo amore. La sua paura. Il
conforto da parte di Edoardo. I loro baci. Il nuovo abbandono. Il
bacio che le ho dato pochi giorni fa. Il tradimento subito dal suo
ragazzo, verso il quale si impegnava a rimanere fedele.
Sono sicuro che dentro il suo cuore non
può essere così fredda ed indifferente.
È come
se avesse rinchiuso la parte di sé che ha subito l'ultima
ferita, in uno stanzino stretto e buio, nei meandri del suo cuore.
Per non soffrire, per non subire l'umiliazione. Edoardo dice che
questa è la vera Camilla. Ma io non ne sono convinto. Lui
è
affascinato da questa versione, io forse dall'altra. Ma cosa dico?!
Camilla è Camilla. Mi piacerebbe che trovasse un equilibrio
tra queste personalità. Sarebbe perfetta.
Guardo l'orologio, sono le 2.30 di
notte. Spero che non facciano troppo tardi. Domani abbiamo il
concerto e devono essere riposati.
Non faccio a tempo a pensare a cosa
starà facendo Camilla che sento bussare alla mia porta.
Metto il libro da parte, fregandomene
del segnalibro, tanto non ho capito molto di quello che stavo
leggendo.
“Chi è?”, chiedo rivolto
alla porta.
“Camilla...”, sento un tuffo al
cuore, cazzo, mi sembra di essere un fottuto ragazzino di quattordici
anni.
Apro la porta, lei è appoggiata
allo stipite e mi guarda, con quel sorriso, quel sorriso crudele e
malizioso che
ho scoperto solo quella mattina.
“Ciao Jay!”, la sua bocca è
illuminata da un leggero velo di lucidalabbra, sembra succosa, da
mordere. I denti bianchissimi, scintillano, come i suoi occhi.
“Ciao Camilla... è successo
qualcosa?”
“No! Perchè me lo chiedi?”
“Perchè non sei mai passata
dalla mia camera di tua iniziativa...”
“Volevo avvisarti che siamo tornati
e... darti la buonanotte!”
“Ah... ok... grazie!”, non riesco a
guardarla in faccia, quanto mi da fastidio!
“Non mi fai entrare? se non disturbo
ovviamente...”, butta l'occhio alle mie spalle, come se fosse
convinta che fossi in compagnia, probabilmente per la musica bassa e
la luce soffusa della stanza.
“Entra pure...”
Mi passa accanto, sento un misto di
odori, il suo profumo, sigaretta ed alcol. Deve aver bevuto
abbastanza. Ma sembra sufficientemente sobria per muoversi con la sua
innata grazia.
Chiudo la porta dietro di lei e quando
mi giro me la ritrovo faccia a faccia.
Mi passa una mano fresca sulla guancia,
la percorre fino ad arrivare ai miei capelli. Non mi guarda negli
occhi, sembra incantata a guardare la sua mano che accarezza il mio
viso. Non appena arriva dietro la mia nuca, mi attira verso di
sé.
Mi bacia delicatamente le labbra, poggia la fronte sulla mia e mi
soffia un “Buonanotte Jay...”, ad occhi chiusi. Poi
fa per
allontanarsi ma io non voglio che lo faccia. La blocco per il polso e
la tiro verso di me, vicina come prima. Mi sento bene ad averla
attaccata a me. Lei poggia l'altra mano sull'altra mia guancia e mi
bacia di nuovo, questa volta a labbra socchiuse. Tiene il mio labbro
inferiore tra le sue. Non riesco a farne a meno, è
più
forte di me. Le cingo la vita portandole il braccio che le avevo
afferrato per trattenerla, dietro la schiena bloccandola
definitivamente a me. Dischiudo le labbra e rendo il bacio
più
profondo e appassionato. Sento il suo respiro. Il sapore di fragola
delle sue labbra è rimasto. Leggermente coperto dall'alcol e
dal fumo. Mi stacco appena dalla sua bocca e la guardo per un
secondo, è bellissima. Non posso fare a meno di continuare
ad
insistere sulla bocca. Un nuovo bacio, ancora più profondo
del
precedente, le passo la lingua sul labbro superiore e poi cerco la
sua. Non voglio che questo bacio finisca. Ma poi lei si stacca da me
e si allontana un poco per guardarmi. La vedo lasciar cadere a terra
lo spolverino beige, mentre non distoglie gli occhi dai miei.
“Cosa vuoi fare?”, le chiedo,
meravigliandomi della mia stessa domanda.
“Secondo te?!”, di nuovo quel sorriso malizioso e
freddo. Non vorrei farlo, ma lei non mi da scelta, non
posso resisterle. La prendo in braccio, la distendo sul letto e mi
sdraio su di lei. Camilla ride mentre con la barba le solletico
l'incavo del collo, continuando a baciarlo e leccarlo. Con una mano
abbasso una spallina del vestito blu, accarezzandole una spalla. La
sua pelle è morbida, profuma di pulito. Lascio che la mia
mano
scivoli in basso, che passi sul suo seno fino ad arrivare al fianco,
da cui sollevo il vestito accarezzandole la coscia. Poi ritorno a
coprire la sua bocca con la mia. Mi stacco un secondo, un fatale
secondo, per guardarla in viso. Noto la piccola cicatrice sul
sopracciglio. Sento di nuovo un pugno allo stomaco e non posso
trattenere le parole.
“Raccontami come te la sei fatta!”,
le dico guardandola negli occhi.
“Cosa??” Non sembra capire.
“Quella cicatrice sul
sopracciglio...”. Lei smette di ridere e mi guarda negli
occhi
fredda.
“Sono cazzi miei come me la sono
fatta...”
“Voglio che mi racconti i cazzi tuoi
allora!”, insisto.
“Ne hai bisogno per eccitarti?”
“No voglio saperlo e basta!”,
voglio che si apra a me completamente, come fa con Edoardo.
“Invece io volevo farlo e basta! Ma
tu devi sempre complicare le cose vero?!”, mi sposta da sopra
di
lei e si rialza, sistemandosi il vestito.
“Io però non voglio farlo e
basta!”, le mie parole risuonano come una supplica, sembro
patetico.
“Già... è per questo
che è il caso che vada!”, raccoglie da terra il
suo
spolverino e si avvia verso l'uscita della mia stanza.
“Buonanotte Jay!”. Non si gira
nemmeno per dirmelo, prende la porta e la chiude dietro di
sé.
Rimango sul letto, nella posizione in
cui mi ha lasciato, immobile. Poi allungo la mano e prendo un cuscino
immergendovi la faccia. A volte sono proprio coglione.
Ordunque...
che
ne pensate della nuova (anche più bionda) Camilla??
Non so se avete
notato ma in questo capitolo non c'è il suo POV... cosa
proverà?
Da chi è
veramente attratta??
Rispondete...datemi
il vostro parere!!!
Ora
ringrazio la
mia beta luxu2, tempestiva come sempre! Aglaja
per i
suggerimenti e per l'incoraggiamento, sei il mio guru emozionale!
Nicole:
Sei
la prima Echelon con cui mi sono scritta, non potevo non infilarti
nello scorso capitolo! ;) Sono felice che ti sia piaciuta!!
SimplyLily:
è vero devo ancora postare quel disegno... ma proprio non mi
convince!! >_< giuro che ne faccio uno migliore!! Conto
però
di ricevere un tuo nuovo commento eh?!?
Rituccia993:
WOW! Sono felice che ti
piaccia!! Grande?!? chi io?!? no ti assicuro che sono piuttosto bassa
come Camilla! Hahaha!! infatti in questa storia ho voluto spezzare
una lancia in favore delle nanerottole! (nella botte piccola
c'è
il vino buono..... ma sa di tappo! Hahaah)
Rodney:
eh già! Giacomo era un PDM (pezzo di mer... XD) Sai la frase
che ti è piaciuta?! “hai scambiato la merda x il
cioccolato...” beh... l'ho usata davvero nella vita reale
qualche
anno fa... con il mio ex! O__O
Per_Aspera_Ad_Astra:
Wahoooo! Grazie cara mi hai
reso felicissima con il tuo commento! Userò la tua frase
quando ritornerà il POV di Camilla... non aggiungo altro
altrimenti vi mando spoiler! XD Spero con questo capitolo di aver
saziato parte della tua curiosità sul carattere di Camilla!
A
presto giovani
donne!! rispondete alle domande eh!?
Baci Cri.
PS
Se vi piace
particolarmente questa ff potete votarla a questo concorso:
NEVER
ENDING STORY AWARDS
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Capitolo 9 *** Cap. 8 -Bush- ***
WM bush
Salve donzelle e
donzelli (se ce ne sono!). Questa volta sono sta brava e vi ho fatto
aspettare meno!!
Intanto vi piazzo
qui una foto di come appare Edoardo in questo capitolo durante il
concerto. Il modello a cui mi sono ispirata è Kevin Zegers.
:Q___
A fine capitolo
come al solito, ringraziamenti e risposte a domande!
Baci e buona
lettura!
Un raggio di sole
particolarmente
dispettoso si insinua nella mia camera, tagliando di netto i miei
occhi. Mi sono addormentato nella stessa posizione in cui Camilla mi
ha lasciato ieri sera.
Perchè sono così
fottutamente curioso di sentire la sua versione? Perchè ho
questa fissazione di diventare una figura cardine della sua vita come
Edoardo? Non potevo accontentarmi di farci sesso? No, non potevo.
Quando lei ha detto che voleva “farlo e basta”
è stata una
mattonata. E senza rendermene conto le ho pure detto che non volevo
“farlo e basta”. Cazzo! Sto diventando una fottuta
femminuccia.
Ma come ho fatto a dirle così? Dio... che patetico. Non mi
stupirei di perdere anche quel minimo di ascendente che avevo su di
lei.
Alzarmi dal letto non è mai
stato così pesante. Neanche dopo qualche festa a base di
alcol
e donne. Mi sento svuotato ed intimorito all'idea di vederla oggi.
Non so come comportarmi. Mi metto a sedere sul letto e mi sfrego la
testa. Sono ancora con la tuta che indossavo ieri sera. Il libro che
tentavo di leggere giace abbandonato sul pavimento. È
strano.
Quando lo tenevo tra le mani non potevo immaginare come sarebbe
finita la serata. È stato testimone silenzioso di tutta la
mia
pateticità. Un testimone scomodo che devo eliminare. Lo
raccolgo e lo lancio contro al muro proprio sopra il cestino, in cui
finisce dentro. Un libro che non finirò mai di leggere
perchè
mi riporta alla mente ricordi scomodi.
Sono le 10 del mattino, e dobbiamo
partire per Lille. Altro concerto, altre interviste e altri Echelon.
Perfetto. Le valigie sono pronte, devo solo cacciarci dentro la tuta
che indosso ed infilare i vestiti che ho tenuto fuori ieri sera per
il viaggio.
Mi faccio una doccia sperando di
scrollarmi di dosso l'odore di lei. Me lo sento addosso. Ma forse
sono solo condizionato dal pensiero di quello che è successo
ieri. Infilo gli abiti puliti e lascio i capelli giù, senza
spararli in aria. Non sono proprio in vena. Inforco i miei fedeli
Ray-Ban e scendo con la valigia in direzione del bar. Ho una fame
atroce. Nervosa.
Nel bar trovo Tomo, Emma e Fede, sono
sempre i più mattinieri. Di Camilla ancora non
c'è
traccia e mi sento quasi sollevato all'idea di ritardare il mio
momento di imbarazzo.
“Mio Dio Jay! Ma che hai fatto? Come
mai non sei ancora di sopra a sistemarti geometricamente i capelli?!
Ormai mi ero abituata al 'Super-Sayan Mode'!”, mi canzona
Emma.
“Tanto mi metto un cappello...”, le
rispondo con poco entusiasmo.
“Meglio così!”, continua
Tomo, “Secondo me sono troppo lunghi per portarli in
piedi!”
“Secondo me tu ti devi fare un panino
di cazzi tuoi!”, gli rispondo di getto.
“Ehi! Siamo nervosetti
stamattina...”, commenta lui.
“Si... scusa... Dormito male...”,
gli sillabo.
Ordino una spremuta d'arancia al
cameriere e mi siedo con loro.
Poco dopo ci raggiunge Shan con Max e
Nico. Stanno diventando morbosamente inseparabili quei tre. Il peggio
è che mio fratello ha circa 15 anni più di loro
ma
sembrano coetanei.
“Ehi Jay!”
“Ciao Shan...”, non ho voglia di
far conversazione quindi cerco il giornale, lo afferro e cerco di
capirci qualcosa. Più che altro guardo le immagini.
Naturalmente è inutile, mio fratello invece, di fare
conversazione ne ha voglia eccome.
“Ah Jay! Dovevi venire ieri! Non sai
che ti sei perso!!”, Shan sembra entusiasta.
“mmm... si...”, mugugno, cercando
di fargli capire il mio poco interesse.
“Quello che se l'è spassata di
più è stato questo piccoletto qua!”, da
una pacca
sulla schiena a Nico che sobbalza visibilmente.
“mmm... bene...”, non distolgo lo
sguardo dal giornale, prima o poi si stancherà di parlare
con
un interlocutore disinteressato.
“Pensa che ha vinto la gara di bevute
con Camilla e poi le ha chiesto un bacio! E lei senza fare una piega
glielo ha dato!”
“mmm... ok..co... cosa?!”, forse ho
capito male.
“Sì! È riuscito a
baciare Camilla! Pensa che lei gli piace da un annetto ormai, non
pensava di aver speranze... invece...”, mio fratello
dà una
gomitata al fianco di Nico, che ride imbarazzato ma soddisfatto.
“Prima devo sperare di non essere
ucciso da Edo!”, esclama Nico in risposta a Shan.
Non ci posso credere. Sento un misto di
rabbia e gelosia crescere. Come può aver baciato questo
moccioso e poi essere venuta da me? Quindi ieri sera, per lei, uno
valeva l'altro. Almeno ora so che non sono io a dovermi sentire in
imbarazzo. Un peso in meno. Eppure non mi sento più leggero.
“Io non mi farei troppi viaggi se
fossi in te Nico...”, gli risponde pacatamente Fede.
“Camilla era abbastanza brilla per i
suoi standard, inoltre probabilmente voleva fare un dispetto proprio
a Edoardo, che si preoccupa eccessivamente per lei... Ieri è
stata una giornata dura per lei, come avrete intuito, voleva
sfogarsi. Dubito che abbia qualche intenzione nei tuoi riguardi.
Senza offesa eh?!”. Nico si ammutolisce e rimane imbambolato
a
fissare Fede.
“Quindi mi ha usato...”
“Temo di si...”
“....FANTASTICO! Sono stato usato da
una bella ragazza! Speriamo che lo faccia di nuovo!!”
Pensavo che il ragazzino si sarebbe
abbattuto dopo l'uscita di Federico, invece sembra ancora
più
eccitato. Il suo entusiasmo mi fa quasi ridere.
Edoardo e Camilla ci raggiungono al
bar. Lei è raggiante, fresca come una rosa, a differenza di
me
che sembro passato sotto una schiacciasassi.
“Buongiorno ragazzi! Dormito bene?!”,
che domanda, ma mi vedi?! Come diavolo posso aver dormito? Merda!.
È
completamente indifferente, come se non fosse successo nulla. Decido
di stare al suo gioco. Tanto è lei che è venuta
da me,
non il contrario, ed è sempre lei ad aver pomiciato con un
ragazzino.
“Buongiorno Camilla!”, le rivolgo
uno dei miei sorrisi migliori, sperando che gli occhiali coprano la
mia anima in tormento, riflessa nei miei occhi.
Lei mi fa un sorriso piuttosto
indifferente ed ordina il suo tè al limone. Quando mi ha
rivolto lo sguardo non sono riuscito a vedere nei suoi occhi nessuna
traccia di noi. Evidentemente ha scelto di cancellare la cosa
completamente. Devo cercare di fare lo stesso.
Dopo aver caricato gli ultimi bagagli
sul tourbus, ci mettiamo in viaggio alla volta di Lille. Camilla se
ne sta per i fatti suoi, al massimo scambia qualche parola con Emma,
quando questa non è impegnata dal suo BlackBarry. Nico cerca
inutilmente di attirare la sua attenzione, ma lascia perdere con la
coda tra le gambe, ad un suo chiaro sguardo di disinteresse.
Edoardo le rivolge qualche rapida
occhiata mentre discute in italiano con l'amico Federico. Li sento
nominare qualche titolo delle loro canzoni ed intuisco il tema della
comversazione.
Io mi infilo le cuffiette ed guardo il
panorama sfrecciarmi fuori dal finestrino. I luoghi cominciano a
sembrare tutti uguali da questa angolazione.
Dopo tre ore di viaggio siamo arrivati
a destinazione, siamo in ritardo sulla tabella di marcia ed Emma
è
infervorata.
“Tutto perchè voi dovete
dormire! E guai a me se vi sveglio poi!!”, continua a
ripetere.
Ci facciamo lasciare direttamente sul
luogo in cui si terrà il concerto, dobbiamo sistemare gli
strumenti e provare. Emma tramite il suo fedele BlackBarry fa
spostare una noiosa intervista a dopo il concerto. Camilla invece
decide per un altro giro di shopping, spero solo che non mi ritorni
rasata a zero stavolta. Anzi. Quasi quasi lo spero. Magari se si
imbruttisse un poco, riuscirei a smettere di guardarla non appena
è
distratta. Ed io ritornerei quello di sempre.
Stavolta le prove ed il sound-check non
vanno male. Mi sfogo facendo uscire tutto quello che ieri mi sono
tenuto dentro.
Anche i Washing Machine sono piuttosto
carichi. Edo però sembra volersi vendicare sul suo bassista
per il bacio a Camilla e non fa che riprenderlo in continuazione. Il
ragazzino gira come una trottola, cercando di assecondare il suo
leader. Bisogna dargliene atto almeno, è un tipo tenace.
Il concerto è
iniziato. I
Washing Machine sono già sul palco ad esibirsi. Camilla
sembra
che non sia ancora arrivata. Loro sono alla penultima canzone e noi
siamo già pronti a prendere il loro posto. Edoardo lancia
frequentemente occhiate verso di noi, cercandola con lo sguardo. Ma
di lei nessuna traccia. L'ultima canzone è “Better
Than Me”,
Edoardo si rivolge alla folla dedicando la canzone: “Alla
ragazza
che non mi sta ascoltando”.
Sentendo la sua voce sofferta, quelle
parole che descrivono la profondità del sentimento che lo
lega
inesorabilmente a Camilla, sento la gelosia salire. Non riesco a
rimanere qui ad ascoltarlo.
“Shan vado in camerino!”, dico
rapido a mio fratello.
“Ma Jay... dopo questa tocca noi!”,
ribatte lui lamentoso.
“Vorrà dire che quando sarà
finita tornerò qui!”.
Mi avvio verso il corridoio in
penombra, illuminato solo parzialmente dalle luci del palco, verso il
camerino, a passo veloce. Mi concentro sul 'non sentire'. In fondo
alla stretta corsia, vedo due figure scure in lontananza, la prima
sembra una donna è seduta su di un amplificatore a quattro
coni, con le gambe cinge un ragazzo. Mi avvicino per cercare di
distinguere bene le figure che amoreggiano.
È Camilla. Indossa dei Jeans a
vita bassa, aderenti come una seconda pelle fino alla caviglia, le
scarpe sono modello parigina, con un bel tacco e i lacci. Sopra porta
una camiciola nera aderente con una profonda scollatura. Il ragazzo
che cinge con le gambe dev'essere un tecnico del suono, giovane e
piuttosto alto. Indossa ancora le cuffie, ma le porta leggermente
calate sulla nuca. Le ha scostato il colletto della camicia e le sta
baciando il collo con avidità. Provo una gelosia ed una
rabbia
disperata. Mi avvicino furiosamente a loro e spingo via il ragazzo.
“Jay che Cazzo fai!?”, mi urla
Camilla. Il ragazzo sembra piuttosto agitato, mi guarda con timore e
balbetta un “So-Sorry..” per poi darsi alla fuga,
terrorizzato
all'idea di perdere il lavoro.
“Che cazzo faccio io?? che cazzo stai
facendo tu!”, le urlo di rimando.
“Sto cercando solo di divertirmi! Ci
saresti potuto essere tu al suo posto... ma ieri hai preferito farti
i cazzi miei che usare il tuo!”, mi guarda sprezzante.
“Oh... Andiamo! Ti ho fatto una
domanda!! e tu te ne sei andata come una furia!”
“Potevi non insistere... ma tu volevi
dell'altro oltre al sesso no?!”, adesso sembra che voglia
prendermi
in giro, ho la tentazione di schiaffeggiarla ma mi trattengo cercando
di sviare la converzazione.
“Edoardo ti sta dedicando una
canzone! E tu sei qui con una nullità a farti sbavare
addosso!”
“La sta dedicando alla ragazza che
non lo sta ascoltando! Io le orecchie le ho mi sembra... e anche se
mi sbavano addosso riesco a sentire! Quindi non la sta dedicando a
me!”
“Sì invece! E tu lo sai!”
“Ok... allora vedila così...
non sono interessata! Odio questa canzone!”, è
talmente
fredda ed indifferente da farmi paura.
“Che fine a fatto la Camilla che ho
conosciuto? Che fine ha fatto la mia Camilla?”, le chiedo con
tono
quasi disperato.
“La mia Camilla di qua... la mia
Camilla di la... Io sono Camilla! Appartengo solo a me stessa! Non
sono la Camilla di nessuno! Né tua, né di
Edoardo!
Volete piantarla tutt...”
La faccio tacere affondando le mie
labbra nelle sue. Un bacio violento, disperato. Tengo saldo il suo
viso a me con una mano e la costringo a rispondere al bacio.
Voglio togliere dalla sua bocca il
sapore del ragazzo di prima e rimpiazzarlo con il mio. Lei mi
risponde cingendomi il collo con le braccia sottili. Le sue gambe,
prima avvinghiate ad un altro ora sono intorno a me. Le accarezzo i
capelli e lei si abbandona completamente. Lascia che la testa le
scivoli indietro permettendomi di passare la lingua sul suo collo
fino all'incavo dei seni. Ritorno alla sua bocca mentre con una mano
mi infilo sotto la camicetta sottile. Com'è morbida. Il suo
profumo è un afrodisiaco. Mi procura piacere fisico.
La voce di mio fratello mi riporta alla
realtà.
“Ehi Jay! Hanno finit..oh....”,
rimane completamente immobile a guardarci. Io mi scosto da lei
imprecando sottovoce.
“Ok Shan... sono qui! Arrivo... e...
beh... teniamo questo momento per noi ok?!”
“Certo fratellino! Non voglio vederti
morire giovane!”, ride e con una scrollata di spalle
raggiunge gli
altri, massaggiandosi il collo. Fa sempre così quando
qualcosa
lo preoccupa.
“Camilla ora devo andare...”, mi
giro verso di lei e le accarezzo una guancia con l'indice.
“Certo!” risponde lei, balzando giù
dall'amplificatore su cui era seduta, ed atterrando con grazia sui
tacchi.
“Dopo il concerto ho delle
interviste... ma possiamo darci appuntamento in camera mia subito
dopo...”, la butto io.
“Può essere...”
“Bene!”, faccio per andarmene e lei
mi tira a sé per darmi un ultimo bacio veloce sulla bocca.
Non posso fare a meno di sorriderle ed
accarezzarle la guancia ancora. Poi mi allontano senza dire una
parola.
Sono arrabbiato, frustrato
e stanco. La
nostra esibizione è stata buona ma non mi sento appagato
come
al solito. Non sono riuscito a vedere Camilla. Non so che fine ha
fatto e sono quasi sicuro che non abbia sentito una sola canzone. I
30 Seconds To Mars prendono il nostro posto sul palco. Solitamente
Jared mi fa i complimenti e mi dà una pacca sulla spalla non
appena mi incrocia nel backstage. Stavolta no. Non mi ha neanche
guardato. Da quando gli ho raccontato il passato mio e di Camilla
è
strano, me ne sono accorto.
Credo sia ancora sconvolto dal
cambiamento di Camilla. Pazienza. Se ne farà una ragione
prima
o poi.
Finalmente vedo Camilla. È
appoggiata alla porta del camerino e ci aspetta. Dio quanto
è
sexy vestita così. Finalmente si dimostra la donna che
è.
“Ciao ragazzi!”, ci saluta.
“Dov'eri?”, le chiedo indispettito.
“Qui naturalmente! Vi ho ascoltati
seduta su quell'amplificatore!”
“Ma da li non si vede nulla!”
“A che mi serve guardarvi?! Vi ho
davanti agli occhi ogni santo giorno! L'importante è
ascoltare... no?!”, inclina leggermente la testa per dare
più
enfasi all'ovvietà che ha appena detto.
“Certo...”, le rispondo deluso.
“Grazie Edo, per l'ultima canzone
intendo...se era per me ovviamente!”
“Oh... prego... certo che era per
te!”, le sorrido come un bambino che ha appena preso un bel
voto
all'interrogazione.
“Però Edo... preferirei che tu
non la facessi più...”, sento qualcosa rompersi
dentro.
“Perchè?”, le chiedo
strozzando un lamento.
“Perchè parla del passato,
cioè... è una bella canzone... ma è
troppo
personale... mi coinvolge in prima persona e mi
imbarazza...”, non
c'è emozione nella sua voce.
“Come vuoi...”, la supero e mi
chiudo nel camerino. Sono passati troppi anni da quando era
così
fredda. Ancora non riesco ad abituarmici. Non riesco a gestire la
cosa. Quando era così non ho mai attirato la sua attenzione,
cosa mi fa pensare che ora possa essere diverso? E soprattutto...
cosa ho intenzione di fare se riuscissi a conquistarla di nuovo?
Siamo ancora fratellastri, legati da una sorella in comune. Le cose
non potranno mai cambiare. Eppure non riesco a mettermi il cuore in
pace. Ogni giornata che passo ad osservarla scrive un capitolo
emozionale della mia vita. Ho paura che se smettessi di farlo,
smetterei anche di provare qualsiasi emozione.
Sento la voce potente di Jared
attraverso la porta. Sta dando il massimo in questo concerto, sembra
motivato. Tutt'altra cosa rispetto alle prove di ieri. Forse l'avere
il pubblico davanti lo aiuta. Personalmente non mi sono mai sentito
tanto solo come sul palco stasera.
Mi strucco gli occhi cerchiati di nero,
non mi piace molto truccarmi, è più che altro un
elemento scenico. Rimango a fissare la mia immagine riflessa nello
specchio.
“Che cazzo sto facendo...”, mi
dico.
Cerco di riposarmi buttandomi sul
divanetto, gli altri sono fuori ad ascoltare l'esibizione dei 30
Seconds To Mars. Posso approfittare di un minuto di semi-pace per
chiudere gli occhi.
Mi addormento e sogno Camilla, indossa
un abito di sangallo bianco ed è seduta in mezzo all'erba.
Io
la guardo in lontananza, sembra una fata. I suoi occhi sono dello
stesso colore del paesaggio che la circonda. Lei dice qualcosa ma non
riesco a sentirla, è troppo lontana. Cerco di raggiungerla
ma
l'erba intorno a me comincia a crescere. Mi trattiene. Cerco di
divincolarmi con tutte le forze che ho e finalmente arrivo nel punto
dove prima c'era lei. Ma... non è sola un altro me la
abbraccia e la bacia. Lei si gira verso di me, mi sorride e poi dice
“l'amore è solo questione di
tempistica!”.
Con questa frase mi sveglio di colpo,
nell'esatto momento in cui Max, Nico e Fede entrano nel camerino.
“Edo!! che faccia hai? Sembri fatto
di crack!”, scherza Max.
“Mi sono addormentato un attimo e mi
sono svegliato di colpo...”, rispondo pettinandomi i capelli
con
una mano.
“Credo tu sia la prima persona che si
addormenta ad un concerto!”, continua Max.
“Brutto sogno?”, mi chiede Fede,
sedendosi accanto a me.
“Mi leggi nel pensiero?”, gli
chiedo io.
“No... sei più facile da
leggere di quanto pensi...”
“Solo per te...”
“Sarà... ma stai attento... i
cantanti con un velo di mistero hanno più
successo!”, mi
sorride.
“Allora se tu fossi il cantante
saresti già famoso in tutto il mondo!”, rido.
“Può essere... ora
prepariamoci... credo che fuori ci siano una marea di Echelon e...
non vorrei sbagliare ma tra il pubblico mi sembra di aver visto le
nostre prime fans!”
“Davvero?? Parli delle Echelon
italiane del primo concerto?”
“Proprio loro!”, mi risponde con un
velo di malizia.
“Non me n'ero accorto...”
“Ci credo... eri su un altro
pianeta!”
“Marte?”
“... Marte!”, ridiamo entrambi.
Sono rari questi momenti con Fede, deve avermi visto piuttosto
giù
di corda. È un amico ed è il migliore che abbia
al
momento.
Quando finalmente i ragazzi dei 30STM
si decidono ad uscire dal retro della sala concerti, sono rimaste
diverse Echelon. Naturalmente tutte le più grandi. Le
ragazzine, le fangirls, sono tornate a casa con mamma o papà
grazie al cielo. Le si riconosce per l'abbigliamento decisamente
inadeguato ad un concerto. Sembra che vogliano fare colpo a tutti i
costi, ignare del fatto che sarà impossibile essere notate,
si vestono come per la sera di capodanno.
Riconosciamo la bandiera italiana che
spicca, legata al collo della Echelon che piace tanto a Max, per le
sue forme prorompenti. Ci avviciniamo e dietro di lei vedo sbucare la
testolina bionda e riccia della ragazza a cui ho fatto il primo
autografo. Camilla rimane in disparte, ci osserva tutti ed aspetta
che finiamo saluti ed autografi, fumando una sigaretta.
“Nicole vero?!”
“Wow ti ricordi!”
“Certo”, rido, “Il mio primo
autografo l'ho fatto a te!”
“Già! Sai credo che stia
acquistando valore!”, mi sorride.
“Speriamo... Ma voi vi fate tutto il
tour?”
“Magari... Comunque no! Solo qualche
data in giro per l'Europa! Bisogna anche lavorare!”, sospira.
“Mi sembra giusto!”, rido, mi sento
un cretino a ridere in continuazione.
“Che lavoro fai Nicole?”, le chiedo
appoggiandomi alla ringhiera e dedicandole uno dei miei sorrisi
più
seducenti.
“Scrivo... ho pubblicato un
romanzo!”, dice con poca importanza.
“Fantastico! E vende?”
“Non ha importanza...”, è
decisamente una ragazza particolare.
Intanto Max cerca di attirare
l'attenzione della ragazza formosa, che però non ha occhi
che
per Jay, magari se Jared non fosse nei paraggi, avrebbe qualche
possibilità.
“E tu non vai a caccia
dell'attenzione dei tuoi idoli?”, chiedo alla biondina.
“Per il momento li vedo piuttosto
impegnati... non sono il tipo da buttarsi nella mischia per attirare
l'attenzione... e poi... con uno ci sto già
parlando!”
Mi scappa una fragorosa risata.
“Io? Idolo?? No no... mi spiace
deluderti! Ma sono ancora un signor nessuno!”.
“Lo diventerai... Mr. Nobody!”, mi
risponde lei sostenendo il mio sguardo.
Decisamente accattivante la ragazza.
Acuta.
“Dimmi una cosa... dove dormi
stasera?”, le chiedo a bruciapelo.
“Io e le mie amiche dormiamo in
macchina... domani partiamo...”, non si scompone.
“È l'ultima data che fate?”
“No... saremo anche al concerto di
Vienna e poi a Milano!”
“Bene... sai non credo ci facciano
molti problemi se vi ospitiamo in albergo con noi... certo dovrete
stare nelle nostre stanze! Quelle di Jared e gli altri sono
off-limits!”, sparo.
“Non sarebbe male... ma la tua
ragazza è d'accordo?”, mi chiede lanciando uno
sguardo alle
mie spalle, in direzione di Camilla che sembra distratta
nell'osservare le nuvolette di fumo che le escono dalla bocca.
“Non è la mia ragazza... è
mia sorella...”, dico a denti stretti.
“Oh... non sembra... non vi
somigliate! Cioè... siete belli tutti e due, ma bellezze
differenti...”, osserva.
“Sì... ce lo dicono in molti!”
“Ok.. allora se l'invito è
valido informo le mie due amiche...”
“Certo! Sapete come raggiungere
l'albergo?”
“Naturale... siamo Echelon!”, mi
risponde scrollando le spalle.
“Allora ci vediamo lì...
lascio detto di farvi salire alle nostre stanze!”
“Ok! Grazie e a dopo!”, fa per
allontanarsi ma poi si gira verso di me, scuotendo la folta chioma
riccioluta.
“Ah... Edoardo... non ti aspetti una
ricompensa vero?!”, chiede corrucciandosi.
“Solo il piacere della vostra
compagnia!”, rispondo con un sorriso sincero.
Lei mi sorride a sua volta e si unisce
alle amiche, per l'ultimo saluto ai 30 Seconds To Mars.
“Hai invitato le
ragazze italiane a
dormire da noi???”, Max ha gli occhi fuori dalle orbite,
mentre il
tourbus ci porta in albergo.
“Sì... tanto domani partiamo
tutti! E poi staranno nelle nostre camere, non daranno nessun
fastidio a Jared e gli altri, li ho già informati!”
“E cosa ti hanno detto?”
“Jay sembrava particolarmente
contento e Shan si è messo a ridere dicendomi 'Ben
fatto!'”
“Emma?”, chiede Fede.
“Per lei non è un grosso
problema, non deve fare da balia a noi...” ridiamo tutti.
“Stasera la tizia con la bandiera è
mia!”, commenta Max.
“Stasera ci comporteremo da
gentiluomini...”, lo ammonisco io, “Stiamo solo
aiutando delle
compatriote a passare la notte al caldo!”
“Ma tra le mie braccia c'è
tanto caldo!”, continua Max facendo il suo celebre labbro
tremulo.
“E tra le tue gambe c'è
qualcosa di poco elegante...”, lo freddo io. Ridiamo tutti.
La
tristezza di prima la sento sciamare piano piano. Forse questo
è
quello che mi ci vuole, concentrare le mie energie su una ragazza che
non sia Camilla mi fa sentire meglio. La guardo. Sta per i fatti
suoi, guarda fuori dal finestrino con lo sguardo vuoto. Sembra una
bambola di porcellana. Probabilmente questa storia la infastidisce ma
non lo ammetterà mai conoscendola. Prima di rigirarmi non mi
sfugge lo sguardo tenero che le rivolge Jared, mi sento geloso per un
attimo. Scaccio il pensiero pensando alla mia nuova 'amica' che
starà
in mia compagnia stasera.
L'albergo è
l'ennesimo tripudio
di lusso sfrenato. Decisamente inutile per un'unica notte. Lascio
detto all'uomo alla reception che stanno per raggiungerci delle
amiche. Lui mi guarda con aria maliziosa e mi assicura che le
condurrà personalmente alla nostra stanza.
Camilla senza salutare nessuno, si
dirige in ascensore insieme ad Emma. Poco dopo facciamo lo stesso.
La camera è spaziosa e i letti
sono ad una piazza e mezza, riusciremo a starci comodamente in
quattro, una delle ragazze dovrà dormire nella stanza di Max
e
Nico. Non invidio la povera sfortunata, Max quando dorme sembra un
compressore.
Nell'attesa delle nostre ospiti, mi
faccio una doccia, così da lavare via il sudore del
concerto.
Il getto d'acqua è caldo e potente. Mi rilasso e ripenso al
sogno in cui ho visto Camilla. Non si può dire fosse un
brutto
sogno, in fondo stava baciando me. Eppure quel me stesso, non
sembravo io. Esco dal bagno con l'asciugamano in vita, Fede prende il
mio posto. Strofino l'asciugamano trai capelli, tentando di eliminare
più tracce possibili d'acqua. Ad un certo punto sento la
porta
bussare. Vado ad aprire così come sono. Le tre ragazze sono
arrivate ed ora mi stanno guardando con gli occhi fuori dalle orbite.
“Prego entrate pure!”, sorrido io.
“Ma-magari aspettiamo che ti finisci
di vestire...”, risponde Nicole, ora sembra imbarazzata
rispetto a
prima, fuori dalla sala concerti.
“Oh no! Io entro adesso!”, decide
la ragazza formosa. Le altre la seguono più timidamente.
“Piacere Edoardo!”, dico alle
amiche di Nicole.
“Piacere! Io sono Monica!”, mi
risponde la più intraprendente.
“Io Claudia!”, anche lei è
una ragazza carina, porta i capelli corti e scuri, ha un viso che si
armonizza bene con il taglio di capelli.
“In bagno c'è Fede, il nostro
chitarrista... scusate ma dopo il concerto una doccia ci vuole! Fate
come se fosse la vostra stanza!”, dico cordiale.
Fede ci raggiunge dopo una ventina di
minuti con addosso una tuta da ginnastica e dopo di lui, Max e Nico
bussano alla porta.
“Ok ragazze, vi avviso che sono
arrivati i casinisti... se diventano molesti ditemelo pure... ci
penso io a metterli in riga!”, rido.
Nicole sembra essersi rilassata, deve
aver capito che non ho cattive intenzioni.
La serata prosegue tra chiacchiere e
qualche birra, presa dal frigo bar. Monica si comporta come una
sorellona nei confronti di Nico, lo coccola come un bambino, mentre
finalmente parla amabilmente con Max che, noto, continua a buttare
l'occhio sul suo decolletè.
Fede ha trovato una buona
interlocutrice, la ragazza di nome Claudia. Li sento filosofeggiare
tra di loro. Fede è raro che parli così tanto con
una
ragazza, di qualcosa che non sia la musica.
Io sono qui, seduto sul pavimento ai
piedi del letto con Nicole accanto.
“Dimmi una cosa... chi è la
ragazza a cui dedichi sempre quell'ultima straziante
canzone?”, mi
chiede lei a bruciapelo.
“Ah... te ne sei accorta...”
“Sai credo che una canzone del genere
si scriva dopo cha si ha avuto una certa esperienza... quindi ne ho
dedotto che esista la ragazza in questione...”
“Sì esiste... ma è
storia vecchia ormai!”
“Non credo che sia una storia vecchia
se non riesci a dimenticarla...”, Nicole tiene le ginocchia
raccolte al petto mentre si dondola leggermente.
“Vedila così... non è
una storia fattibile!”
“Ummm... Sei per caso innamorato di
tua sorella?”
“Co-cosa? Com-come fai a....”
“Tranquillo! Me ne sono accorta già
la prima volta che vi ho visti... Quando oggi mi hai detto che
è
tua sorella non mi hai convinto...”, sorride lei.
“Scusa avrei dovuto essere più
chiaro...”, dico massaggiandomi il collo.
“Perchè? Non sei mica
costretto a parlarmi dei fatti tuoi!”
“Lo so... ma mi trovo bene a parlare
con te... quindi forse , avrei dovuto spiegare meglio... ecco vedi in
realtà Camilla, la ragazza che hai visto oggi, è
la mia
sorellastra... non abbiamo legami di sangue, se non contiamo la
sorella che abbiamo in comune!”, dico leggermente in
imbarazzo.
“Che storia complicata!”, mi guarda
lei.
“Già...”
“E tu ne sei innamorato...”
“Diciamo che più che altro ne
sono ossessionato... sono fatto così... devo trovare
un'altra
ossessione per cercare di dimenticare la precedente!”, le
sorrido.
Monica si è addormentata tra Max e Nico. Fede e Claudia se
ne
stanno sul letto con un auricolare a testa, probabilmente anche loro
si stanno avviando verso il sonno.
“Sai Edo... credo che Camilla sia
molto fortunata...”
“In che senso?”
“Beh vedila così...”, alza
gli occhi al cielo, “...diciamo che non dev'essere male
essere
l'ossessione di uno come te!”.
Senza rendermene conto, allungo una
mano e le accarezzo i capelli morbidi sorridendo. Sono così
diversi da quelli di Camilla, lisci come quelli di un'indiana. I
capelli di Nicole sono voluminosi e riccioluti, vi si può
immergere la mano. La tiro verso di me e le blocco il collo con
l'altra mano. Le do un tenero bacio sulla bocca. La vedo chiudere gli
occhi e proseguo ne baciarle il mento ed il collo. Poi lei si ritrae
un attimo.
“Scusa Edo... ma non sono il tipo da
'cose di una notte', vorrei, ma domani non riuscirei più a
riconoscermi...”, dice in un soffio.
“Certo!”, le sorrido, “Forse è
il caso che ora dormiamo... domani dobbiamo alzarci tutti presto... e
a quanto pare dovremo dormire in sei in questa stanza!”, le
dico
indicando le sue amiche e i miei amici che sembrano morti. Lei ride
piano. Poi ci accoccoliamo in un angolo, vicino a Fede e Claudia, la
tengo vicina a me. Sento il disperato bisogno di un contatto umano.
Lei sembra accorgersene e comincia ad accarezzarmi la mano. Sento una
lacrima fare capolino ed infilarsi tra i suoi capelli, sotto al mio
viso. Questa ragazza sconosciuta riesce a leggermi dentro,
più
di Camilla. Anzi, Camilla non se n'è mai preoccupata, sono
sempre stato io a tentare di capirla ed ascoltarla. Per una volta
è
piacevole essere quelli protetti. E questa ragazza mi fa sentire
così.
Quando Edoardo mi ha
parlato delle
ragazze italiane che ha invitato in albergo, non potevo essere
più
contento. Sarebbe stato impegnato, quindi io mi sarei potuto dedicare
indisturbato a passare la serata con Camilla. Ho cercato di
liquidare, il più in fretta possibile le due interviste nel
backstage.
Nella prima il mio intervistatore era
un uomo di mezz'età che sembrava non conoscere minimamente
la
band. Nella seconda una giornalista piuttosto giovane ed
eccessivamente entusiasta. Non faceva che mangiarsi le parole e
cercare il contatto fisico con me. Ho recitato alla perfezione la
parte del professionista, dedicandole qualche ammiccamento, giusto
per gonfiare il mio ego. In realtà non vedevo l'ora che
levasse le tende per poter vedere Camilla.
Eppure quando l'ho rivista sembrava
distratta, staccata. Era quasi infastidita dalla situazione.
Ora sono nella mia bella camera
d'albergo.
Ho già fatto la doccia e mi sono
vestito comodo. I capelli sono ancora un po' bagnati, me li pettino
indietro con la mano, lasciando schizzare minuscole goccioline
d'acqua qua e la.
Camilla ancora non si fa viva.
Rimpiango il fatto di aver gettato il
libro di ieri, ma tutto sommato forse non sarei in grado di leggere
una sillaba. Per non parlare del fatto che probabilmente porta sfiga.
Non riesco a rimanermene qui seduto
senza far niente e decido di provare a bussare alla sua porta. Dal
corridoio sento il vociare delle ragazze nella stanza di Edoardo.
Almeno qualcuno si sta divertendo. Io spero di farlo tra poco.
Busso alla camera di Camilla.
Nessuna risposta.
Busso con più insistenza. Due.
Tre. Quattro volte.
Finalmente comincio a sentire dei passi
avvicinarsi verso la porta.
“Chi è?”, sento la sua voce.
“Secondo te?”
“Oh ciao Jay... che c'è?”,
come sarebbe a dire 'che c'è?', c'è che ti sto
aspettando allupato come pochi!
“Non dovevamo vederci in camera
mia?!”, le rispondo trattenendo la voce.
“Ti ho risposto che poteva essere...
ma dato che sono stanca credo che dormirò!”,
cosa?, non
esiste!
“Camilla aprimi!”, le ordino.
“Non sono ancora vestita!”
“Ti ho detto di aprirmi!”, comincio
veramente ad incazzarmi.
“NO!”
“Aprimi o giuro che comincio ad
urlare! E poi dovrai spiegarlo tu ad Edoardo!”.
Finalmente si decide ad aprire la
porta. Indossa solo un asciugamano bianco. I capelli le ricadono
bagnati lungo la schiena. Sarebbe la cosa più bella che io
abbia mai visto se i suoi occhi non fossero così gonfi e
rossi. Il rossore ne accentua la sfumatura verde.
“Stavi piangendo...”, le dico
incredulo.
“No...”, risponde lei.
“Allora è vero... tu ami
Edoardo...”, nel dirlo mi sale un conato di vomito.
“Non c'entra nulla Edoardo!”, mi
risponde lei guardandomi negli occhi.
“Parlami Camilla... ti prego...
spiegami... io sono qui ed ho bisogno di sapere...”, le
accarezzo
il viso, bagnato di acqua e lacrime. Sono convito che ora si
ritrarrà
da me e mi sbatterà la porta in faccia. Invece. Scoppia in
un
pianto convulso e mi abbraccia.
“Perchè...Perchè...
tutti gli uomini importanti della mia vita mi abbandonano?
Perchè
alla fine sono sempre io quella che rimane sola? Ho provato tutto...
a dare... a non dare! Ma alla fine sbaglio sempre tutto! È
tutto inutile! Anche tu farai lo stesso! Finirai il tour e te ne
andrai per sempre!”, parla convulsamente, immergendo il viso
nella
mia felpa. I pugni stretti a stringere la stoffa.
Io la cingo con le braccia.
“Camilla... io sono qui... ora! Non
ho nessuna intenzione di abbandonarti!”, le dico
avvicinandomi ai
suoi capelli.
“Ma lo farai! Lo fanno tutti...”,
singhiozza.
La prendo in braccio e la stendo sul
letto.Mi sdraio al suo fianco, tenendola stretta a me. Il suo corpo
profuma di bagnoschiuma, è ancora umido. La copro con le
coperte e le passo la mano tra i capelli bagnati.
Le giro il viso verso di me e la bacio
con passione. Scosto l'asciugamano e posso sentire il suo corpo nudo
aderire al mio. Non ho intenzione di fare sesso con lei. Non stasera.
Non con lei in queste condizioni. Voglio solo farle capire che la mia
presenza è qui al suo fianco. Sono un corpo composto da
carne,
ossa e spirito. Sono un corpo fisico che non può scomparire
se
non morendo.
“Camilla se vorrai... potrai venire
con me... ovunque...”, le sussurro baciandole gli occhi.
“sì...”, dice in un soffio e
si addormenta tra le lacrime e le mie braccia. Sfinita.
Non so chi ho confortato stasera. Non
sembrava la Camilla bambina, né la Camilla fatale. Sembrava
solo una semplice ragazza che conserva nel cuore tanta tristezza e
dolore. È in questo momento che guardandola penso per la
prima
volta veramente “...sei nata per me...”.
Allora
intanto
grazie Nicole per avermi ispirata per questo
capitolo (e per i
prossimi a venire), sono contenta di essere riuscita a
“catturarti”
il carattere per un personaggio... e sono contenta che ti ci ritrovi!
:)
Grazie
alla mia
cara Lucia per il betaggio e ad Aglaja
come sempre per
l'approvazione! Vi adoro!!
Ora:
SimplyLily:
Si la nuova Camilla è una faccia da poker ma dopo questo
capitolo finalmente riuscirà a scoprirsi. Lo scopo
principale
è trovare il proprio equilibrio, ma soprattutto trovare la
persona in grado di aiutarti a farlo... chissà per lei chi
sarà... Continua a commentare mi raccomando! Aspetto i tuoi
pareri!!
Rituccia993:
Hahahahahaha! Ho trovato una collega elfa! Dai a natale ci vestiamo
di verde ed aiutiamo Babbo Natale a consegnare i doni! Almeno abbiamo
una professione assicurata! E dobbiamo lavorare solo una volta
all'anno!! :P devo ancora leggere il tuo ultimo capitolo! Appena lo
faccio ti lascio un commentino! :)
Rodney:
cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo-cavolo!!!!
hahahahaha! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo!! e vedrai cosa
riserveranno i prossimi!!! :D bacioni cara!! continua a seguirmi eh!
Non voglio liberarmi di voi mie fedeli!!
Aglaja:
Già finalmente Camilla esce da quel suo guscio di
nocciolina!
Anch'io prediligo i capelli scuri come te, ma per Camilla mi sono
ispirata al mio modo di sopportare il dolore. (Io cambio qualcosa ai
miei capelli quando qualcosa non va...) e il suo cambiamento doveva
essere per forza di colore, non me la sentivo di farle tagliare i
capelli! Grazie per essere sempre pronta ad aiutarmi! Un abbraccio
forte!
Vi
ricordo che se
vi piace particolarmente questa ff potete votarla a questo concorso:
NEVER
ENDING STORY AWARDS
per ora non c'ha
manco un voto! XD
|
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Capitolo 10 *** Cap. 9 -detergent- ***
Ce
l'ho fattaaaaa!!! sono riuscita a postare!! Vi prego non odiatemi se
vi faccio aspettare ma i miei tempi ultimamente sono ristrettissimi!!
WASHING
MACHINE ha vinto il BEST FLUFF al nono turno dei NESA! Grazieee! *_*
In pratica le mie ff sono dolci da far venire le carie ai denti!!
hahaha! Grazie-grazie-grazie!!
Per
chi volesse, il decimo turno dei nesa valuta le ff sui telefilm.
Iscrivetevi!!
Vi
ringrazio come sempre e spero che questo capitolo (è stato
difficilissimo giuro!!) sia di vostro gradimento!
Risposte
ai commenti alla fine (come sempre!)
Il sole filtra tra le
tende appese alla finestra. Jared è seduto sul letto accanto
a
me, ha lo sguardo perso nel vuoto. Appena si accorge che il mio
respiro non è più regolare, capisce che mi sono
svegliata. Si gira verso di me regalandomi un sorriso. La luce gli
illumina metà del viso, riflettendosi sugli occhi che
sembrano
trasparenti come vetro e sui denti bianchissimi.
Tocco il suo viso. A
guardarla sotto questa luce, la sua pelle sembra d'avorio, eppure al
contatto si dimostra piacevolmente umana.
“Sto tenendo davvero il
tuo viso tra le mani?”, chiedo, non distogliendo lo sguardo
da quei
lineamenti perfetti.
Lui continua a sorridermi,
con una mano mi pettina i capelli arruffati.
“Sì...”, non
servono altre parole.
“Sei reale...”, dico
senza pensare.
“Direi di
sì!”,
esclama divertito.
Continuo a guardare quel
viso, quella luce che lo illumina.
Come ci sono finita qui?
Cos'ho mai fatto di tanto buono, per meritare un premio simile?
Sembra che tutta le luce
dell'universo sia esplosa in questa stanza. Sento gli occhi
inumidirsi. Dove sono stata fino ad oggi? Avevo mai visto la luce?
Jared smette di sorridere,
si passa la lingua sul labbro superiore ed avvicina la sua bocca alla
mia. Tengo ancora le mani sulle sue guance quando le nostre labbra si
sfiorano. Il brivido arriva fino alle mani, che si irrigidiscono sul
suo viso, per poi rilassarsi quando il bacio diventa più
profondo. Le lascio scivolare dietro le sue orecchie, tra i capelli.
Districando dei piccoli nodi. Anche se porta i capelli corti, sono
così folti e sottili che sembra di immergere la mano in un
liquido caldo.
“Buongiorno...”, mi
dice teneramente.
Non rispondo e ritorno,
avida, sulla sua bocca. Continuo a baciarlo con passione.
Voracemente. Sento il suo respiro farsi pesante come il mio mentre
lascio che l'accappatoio, con cui mi sono addormentata la sera prima,
scivoli giù dalle spalle fino ai fianchi. Mi spingo verso di
lui, sdraiandolo sotto al mio peso. Ho bisogno di sentirlo ancora
più
reale e umano. Le sue mani mi stringono le spalle, prima di piacere e
poi con l'intento di fermarmi. Lo guardo stralunata.
“Non mi vuoi
più...?”,
chiedo timidamente, abbassando la testa.
“Non è questo...
oh Dio... Si che ti voglio...”, dice lui, distogliendo lo
sguardo
dal mio corpo praticamente nudo.
“E allora... cosa...”,
non faccio a tempo a finire la domanda che lui mi risponde.
“Camilla, io voglio solo
sapere con chi sono adesso... in questi giorni mi sembra di aver
avuto a che fare con tre persone diverse... l'innocente e timida, la
spietata e fredda ed infine quella che ho davanti ora. Sono confuso.
E dato che non riesco a considerarti una nullità con cui
fare
sesso una volta, per sfizio, vorrei prima capirti. Io voglio
conoscerti Camilla... voglio scoprirti... Ogni volta che penso di
essere vicino alla soluzione del rebus che sei, fai qualcosa che mi
spiazza completamente e fa cadere ogni mia certezza...”,
parla con
calma, seduto sul letto a testa bassa, dandomi le spalle.
“Tu quale Camilla
vuoi?”, chiedo quasi rassegnata. Ormai conosco la storia a
memoria.
Tutti si aspettano qualcosa da me. Tutti hanno delle preferenze sugli
aspetti del mio carattere.
“Ma non capisci
Camilla?! Non è importante quale sei... io voglio te! In
qualunque forma ti presenti, purché tu sia felice! Sei
sempre
tu e ne sono consapevole... solo... voglio capire cosa scatena una o
l'altra personalità...”, le sue parole riescono a
toccare
quelle parti del mio animo di cui nessuno si è mai
preoccupato, neanche Edoardo.
“Sembra che ti riferisci
a me come una pazza dalle molte personalità...”,
cerco di
sdrammatizzare.
“Ma lo sei!”, ride,
“...avrei mai potuto interessarmi ad una ragazza normale??
Dio...
sono Jared Leto!”, coglie la mia ironia e scherza di
conseguenza,
ridiamo entrambi.
Finalmente ritorna a
guardarmi negli occhi, come se volesse cogliere ogni cambio della mia
espressione.
“Non lo so... Sai Jay...
Io credo di essere tutte e nessuna! È complicato... ma credo
che quella che si avvicina di più a ciò che sono,
sia
quella che hai davanti. Non credo di essermi mai vista così
come sono ora... è una sensazione strana...”,
mentre parlo,
mi ricopro con l'accappatoio.
“La famiglia di mia
madre è una famiglia “bene”, quindi sono
cresciuta con
un'educazione piuttosto severa. Mi sono sempre dovuta preoccupare di
assecondare le aspettative degli altri. In questa situazione ci sono
cresciuta ed ho imparato ad abituarmici... anche se a volte risulta
stressante. Mio padre invece non c'è mai
riuscito...”, una
lacrima mi scivola senza preavviso sulla guancia.
“Non mi hai mai
accennato a tuo padre...” commenta Jared.
“Non c'è molto da
dire... era un artista di strada... lui e la mamma si sono conosciuti
a Venezia ad una mostra d'arte. Dopo pochi mesi che stavano insieme
sono stata concepita io. Lui è rimasto con noi per quattro
anni... ma poi non è riuscito a sopportare l'idea del legame
familiare e se n'è andato. Non ha lasciato recapiti, solo
una
lettera di scuse a mia madre. Quando mamma l'ha trovata era mattina,
ero molto piccola ma l'immagine di lei seduta sul divano in lacrime
con il foglio in mano, non sono mai riuscita a cancellarla...
Papà
giocava molto con me... Anche mamma lo faceva, ma le figlie femmine
hanno sempre una strana adorazione per il padre... quando ho capito
che non sarebbe tornato a casa ho smesso di parlare per quasi due
anni. A scuola pensavano che il trauma dell'abbandono mi avesse
causato dei ritardi mentali... Credo sia stato quel periodo il
principio dei miei “cambi di
personalità”, ho iniziato a
crearmi delle controfigure che potessero assorbire i colpi al posto
mio e, allo stesso tempo, accontentare le aspettative di tutti... Non
volevo che mamma fosse triste... non volevo più vederla su
quel divano a piangere...”
“...hai più
sentito tuo padre?”, chiede Jared deglutendo.
“No... ma io gli scrivo
spesso lettere che non spedisco! Le raccolgo tutte in una scatola...
magari se un giorno dovessi trovarmelo davanti, potrei
consegnargliele tutte...”, rispondo con un sorriso forzato.
Lo vedo
arrovellarsi in una serie di pensieri che non oso neppure immaginare.
Distolgo lo sguardo dal suo e continuo a raccontargli tutto.
“...Dopo che papà
se n'era andato era diventata molto fragile, così mi sono
rimboccata le maniche e ho cercato di essere forte per entrambe.
Crescendo, quella forza d'animo, si è trasformata in un
atteggiamento di superiorità, volevo essere rispettata. Mio
nonno, il padre di mia madre, è un uomo molto severo, mi ha
educata lui e non ci ha mai fatto mancare nulla, a patto che
prendessi il suo cognome. Così ho fatto. Ma era difficile
gestire emotivamente la situazione. Alla prima delusione d'amore sono
crollata... Edoardo era lì... ma non ha saputo frenare la
mia
caduta libera. Sono partita per l'America e lì ho notato che
con il nuovo atteggiamento timido e pacato attiravo le simpatie e
l'affetto delle persone. Così ho continuato a comportarmi
così... Edoardo non l'ha mai accettato... lui preferiva la
mia
versione aggressiva e forte... ”
“...Ora mi sembra un po'
più chiaro...”, dice piano.
“E... di Edoardo che mi
dici?”, chiede.
“Cosa vuoi sapere?”
“Sei innamorata di
lui?”, sospira visibilmente. Sono incerta sulla risposta da
dare,
non so come potrebbe prenderla, ma ho deciso di essere sincera e lo
sarò fino alla fine.
“Lo ero... e tanto... ma
quando sembrava che stesse per nascere qualcosa tra noi, lui ha fatto
marcia indietro, attaccandosi al fatto che, con Margherita, abbiamo
un legame di sangue...”
“Quindi tu non l'hai
accettato...”
“No, cioè
sì...
Diciamo che come legame, non essendo diretto, io ero disposta a
passarci sopra pur di stare con lui. Invece per lui è stato
più semplice chiudere la storia, piuttosto che affrontarla
insieme. Questo mi ha fatto capire quanto, in realtà, ai
suoi
occhi fossi solo un'ossessione adolescenziale e non...
l'amore...”
“Come fai ad esserne
certa? Non sai quanto è stato difficile per lui...”
“Già... non lo
so... ma tu sì a quanto pare...”
“No... cioè...
l'ho capito dalle canzoni che ti dedica...”
“Le canzoni eh... vuoi
che ti dica cosa ne penso a riguardo? Quella canzone l'ha scritta
quando ha visto che io me n'ero fatta una ragione, quando ho deciso
di ricominciare a vivere ed ho cominciato la relazione con Giacomo. A
Edoardo non stava in tasca il fatto che l'avessi dimenticato!
Finchè
è lui a puntare ad un rapporto
“fraterno” gli va bene, ma
quando ho iniziato io a vederlo sotto questa luce... ha cominciato a
torturarmi cercando di farmi rivivere quei ricordi. Edoardo
è
geloso di me in quanto non concepisce l'idea che io l'abbia
dimenticato.”, dico con rabbia.
“Ma tu non l'hai
dimenticato...vero?!”
“Oh Dio... sì...
cioè ora come ora gli voglio bene, sono anche gelosa di
lui...
ma non riesco e non voglio puntare ad altro! Non fa che
confondermi... So per certo che lui è interessato solo ad
una
parte del mio carattere... quella parte che mi spaventa! Io non
voglio essere tutta la vita quel tipo di persona! Quindi non posso
pretendere che lui stia con me! Mi basta solo sapere che in futuro mi
rimarrà vicino... perchè per me è un
elemento
fondamentale della mia vita! Ho paura che un giorno ci allontaneremo
e... non ci vedremo più...”
“Credi che adesso che
con Giacomo è finita... lui vorrà
riprovarci?”
“Non lo so... il suo
atteggiamento mi sconcerta... a volte lo penso... ma poi mi torna in
mente il motivo per cui è finita e penso che il
“problema”
persiste ancora...”
“E di me Camilla? Cosa
mi dici di me? Cosa provi nei miei confronti?”, ora la sua
voce si
è fatta tremendamente seducente. Si sporge verso di me con
un
sorriso appena accennato. Mi ipnotizza con quegli occhi, sembra un
incantatore di serpenti.
“Di te...”, raccolgo i
pensieri e distolgo lo sguardo per concentrarmi su ciò che
devo dire, “...penso che prima di conoscerti mi attraeva il
tuo
aspetto, i testi delle tue canzoni. Mi aspettavo che tu fossi uno
stronzo egocentrico. Invece... sei l'unica persona che sia mai
riuscita a farmi uscire allo scoperto. Quello che provo nei tuoi
confronti mi spaventa perchè non so come
descriverlo...”
“...sei speciale
Camilla... questo lo penso ogni volta che ti guardo...”.
Jared mi bacia, tiene le
mani fredde sulle mie guance bollenti. Mi costringe sul letto, sotto
al suo peso. Ora con una mano mi sorregge la nuca, massaggiandomi il
collo con il pollice, mentre, con l'altra mano si insinua sotto al
mio accappatoio, cingendomi il fianco e risalendo fino a toccare
prima la schiena e poi il mio seno destro. Il suo tocco è
delicato. Le sue mani grandi e fredde mi fanno rabbrividire. Mi sento
completamente di sua proprietà. Mentre mi bacia i miei
pensieri sono tutti per lui. Non esiste nient'altro. Mi sento felice
come non mi sentivo da troppo tempo. Forse di più. Non mi
importa del domani, non mi importa se questo momento brucerà
come un fuoco di paglia, non mi importa di essere una sua conquista.
Voglio viverlo. Voglio sapere di essere stata sua anche se per poco.
Lo squillo del suo
BlackBarry ci riporta alla realtà.
“...ignoralo!”, mi
dice, mentre lo scaraventa sul comodino, per poi sfilarsi la
maglietta bianca e ritornare su di me. Il suo corpo inizia a farsi
più caldo, lo sento dal contatto del suo petto contro il
mio.
Con una mano mi stringe entrambe le mani sopra la testa per poi
scivolare lungo il mio collo con la lingua, mi bacia all'altezza
delle clavicole fino a raggiungere il seno. Con la mano libera apre
completamente il mio accappatoio, mi accarezza il ventre e prosegue
sfiorandomi la coscia, per poi afferrarla con decisione. Fatico a
respirare per l'eccitazione.
Il suo BlackBarry
ricomincia a squillare.
“Jay... forse è
importante...”, gemo.
“Più importante
di questo?”, chiede lui senza fermare quella dolce tortura.
Io non rispondo, chiudo
gli occhi e cerco di estraniarmi completamente dal mondo che ci
circonda.
Squilla anche il mio
telefono.
“Merda!!”, esclama
Jared rialzandosi, “Che cazzo succede oggi?”.
Mentre è in
piedi posso godere della sua splendida figura a petto nudo.
È
perfetto.
“Jay... che ore sono?
Forse ti stanno cercando... e non ti hanno trovato in camera...
nessuno sa che sei qui... vero?!”, chiedo apprensiva, mentre
raccolgo il cellulare.
“È Shannon...
come mai chiama me?”, chiedo nuovamente.
“Ecco probabilmente lui
avrà intuito che sono qui...”, dice grattandosi la
testa.
“Merda...”, mi esce
spontaneo. Rispondo al telefono con il tono più tranquillo,
e
falso, che so fare.
“Pronto?”
“Ciao Camilla sono
Shan...”
“Oh... ciao Shan! Cosa
succede??”
“Succede che abbiamo
un tour da continuare... Jay è lì vero?”
“Cosa?? e perchè
dovrebbe??”
“Perchè non
è
in camera sua... beh... avvisalo che Edo sta salendo in camera tua
per chiamarti a rapporto... non credo che sia il caso che lo trovi
lì... non vorrei diventare figlio unico!”
“Oh... grazie Shan!”,
riattacco il telefono nel panico. Mi sembra di essere una ragazzina
colta col dito nella marmellata.
“Edo sta salendo!
Vestiti! Veloce!!!”, dico telegraficamente.
“Cosa?! Che problemi ci
sono?? basta che tu gli dica come stanno le cose!”
“Ti giuro che voglio
farlo! Ma non ora! Non voglio scombussolarlo emotivamente
più
di quanto non abbia già fatto in questi giorni! Non ora che
è
nel mezzo del periodo più importante della sua
vita!!”,
mentre parlo comincio ad infilare alla velocità della luce i
vestiti preparati la sera prima. Nell'infilarmi i jeans saltello su
un piede solo. Mai avrei pensato che mi sarei trovata in una
situazione del genere con Jared Leto davanti. Mi sento ridicola.
Quando Jared apre la porta
ci ritroviamo davanti Edoardo. Silenzio imbarazzante. Edoardo ha gli
occhi fuori dalle orbite per la sorpresa.
“Come mai qui Jay?”,
gli chiede buttando l'occhio verso l'interno della camera.
Fortunatamente il letto è sfatto solo da un lato.
“È venuto a
chiamarmi come hai fatto te! Ma ti ha battuto sul tempo!”,
rido.
Falsa.
“Oh... Ok... di sotto ci
stanno aspettando per partire...”, dice poco convinto.
Probabilmente non appena
saremo soli mi farà il terzo grado, ed io non me la sento di
mentirgli ancora, quindi devo evitare di rimanere sola con Edo o di
dargli la possibilità di farmi domande.
Perchè provo questo
fastidioso senso di nausea all'idea di parlargli?
***
Nicole se n'è
andata assieme alle sue amiche alle primi luci dell'alba. Ci siamo
accordati per il concerto di Vienna, spero di riuscire a farle
passare per il backstage. Quando l'ho vista allontanarsi con le
amiche e salutarmi con la mano, una parte di me l'ha seguita.
È incredibile come,
a volte, si incontra una persona che ti sembra di conoscere da
sempre. Per me lei è questo, un'amica speciale. Una persona
a
me affine. Compatibile.
Nella hall ci siamo tutti,
mancano solo Jared, il solito ritardatario, e Camilla, che invece
solitamente è puntuale.
Shannon prova a chiamare
il fratello ma non risponde. Probabilmente ha il sonno pesante.
Camilla decido di andare a chiamarla personalmente. Spero di chiarire
i malintesi di ieri. Non voglio che si faccia strani viaggi mentali.
Voglio solo ritornare ad un sereno clima di “pace
fraterna”,
quella che lei preferisce. Dopotutto non posso continuamente
scombussolarle l'esistenza in base ai miei desideri che non posso
realizzare. È vero che non posso stare con lei. Ma
è
anche vero che devo mettermi in testa di non condizionare le sue
scelte. A suo tempo la decisione di rompere è stata mia. Per
il suo bene e per quello della nostra famiglia. Sono ancora della
stessa idea, anche se una parte di me vorrebbe fregarsene.
Arrivo alla sua porta e
prima di bussare questa si apre. Al suo interno, oltre a Camilla,
c'è
anche Jared. Che cazzo ci fa qui?? Guardo dentro ma non mi sembra di
cogliere gli indizi di una notte di passione. Eppure lui è
in
tuta da ginnastica, non è vestito di tutto punto. Sembra la
tenuta con cui dorme. Camilla mi risponde che è venuto a
chiamarla prima di me. Mi sembra strano. Ad ogni modo non mi sento di
farle una predica o chiederle spiegazioni. Dopotutto io ho dormito
con quella che per lei è una perfetta sconosciuta. Non
abbiamo
fatto nulla oltre a dormire e coccolarci. Se invece Camilla l'ha
fatto, beh... non lo voglio di certo sapere. Preferisco fare lo
struzzo in questa situazione.
Jared mi saluta
indifferente, come se fosse una situazione normale.
“Buongiorno Edo! Vado a
prendere la valigia e partiamo?!”
“Si...” gli rispondo
distogliendo lo sguardo da Camilla. Poi prendo la valigia di lei e la
aiuto a portarla al piano di sotto.
“Dormito bene?”, mi
chiede lei in ascensore.
“Relativamente...”,
rispondo disinteressato.
“Spero che questa
ragazza me la presenterai... non come le altre!” Mi guarda
con aria
di rimprovero. Vorrei risponderle a tono e chiederle di 'Jared e
lei', ma proprio non me la sento. Credo che l'abbia intuito,
altrimenti non avrebbe aperto l'argomento. Non ha l'atteggiamento di
una con “la coda di paglia”, quindi comincio a
rilassarmi.
Oggi Camilla è
serena. Non come una donna che lo è grazie ad una notte di
sesso appagante. Solo serena. Diversa ancora una volta. Mi mostra una
nuova faccia. Decisa, ma umana. Affascinante ma non provocante.
Adulta, ma non fredda.
“Probabilmente te la
presenterò a Milano... è un'amica per il
momento...”,
le rispondo. Mi sento bene nel parlare di Nicole. Mi sento bene anche
in sua compagnia. Decisamente, quella ragazza è una figura
positiva, come poche se ne trovano.
“Ma dov'è
adesso?”, chiede.
“È già
partita! Avrebbe voluto rimanere di più... ma una delle sue
amiche doveva tornare al lavoro entro domani mattina...
quindi...”,
dico leggermente imbarazzato.
“Che peccato... mi
avrebbe fatto piacere incontrarla!”, mi sorride sincera.
Eppure
quel sorriso mi ferisce come uno schiaffo. Proprio perchè
sembra sincero.
La
tappezzeria del tour
bus è di un bel blu notte. È soffice sotto le
dita e
piacevole al tatto. Striscio delicatamente l'indice avanti e indietro
per assaporarne la sensazione, mentre ascolto uno dei pezzi che
suoneremo stasera dalle cuffiette dell'I-pod.
Il dondolio del mezzo
combinato al calore dell'abitacolo ed al panno vellutato sotto la mia
mano mi spingono direttamente tra le braccia di quel bastardo di
Morfeo.
Sogno.
Sono nuovamente in mezzo
all'erba. C'è tanto verde intorno a me. Questa volta i fili
d'erba sono più alti della mia testa. Mi sembra di essere
una
formica. Cammino a fatica, l'erba è tagliente ma non voglio
rimanere fermo in quel punto. Sento delle risate in lontananza. Cerco
di raggiungerle, sembra la voce di Camilla. Qualcosa di bianco mi
sfreccia davanti agli occhi. È Camilla. Corre senza
difficoltà
divertita in mezzo al verde. La inseguo spostando i pesanti fili
d'erba che ormai hanno assunto l'aspetto di canne di bambù.
La
chiamo. Ma lei continua a ridere senza rispondermi. Mi avvicino
sempre di più alla sua figura. Indossa quell'abito bianco di
sangallo che la fa somigliare ad una fata. La pigmentazione dei suoi
occhi, li fa sembrare buchi nella testa da quanto si confondono con
il verde del paesaggio che la circonda. Riesco ad afferrarla.
È
fredda, sembra inconsistente. Improvvisamente smette di ridere.
“Sei sicuro di ciò
che vuoi?” mi chiede.
“Non lo so...”
rispondo.
Improvvisamente tutto il
paesaggio diventa grigio ed i suoi occhi pure. L'erba o
bambù
che ci circonda diventa di pietra. Gelida. Camilla comincia a
diventare trasparente mentre una lacrima le cade dal viso pesante
come una biglia di vetro. Cerco di abbracciarla per tenerla con me,
urlo e la stringo ma lei sparisce. Intorno a me rimangono solo piante
pietrificate e ai miei piedi qualcosa luccica. La lacrima di Camilla
è una sfera di cristallo perfetta, grande un centimetro. La
raccolgo e piango portandomela al petto. “Perdonami...
Perdonami!”
urlo.
Con quest'ultima immagine
ritorno alla realtà.
Mi massaggio gli occhi e
li sento umidi, spero che nessuno si sia accorto di me e del mio
brutto sogno. Sembra di no. Sono tutti comatosi.
“Ragazzi tra cinque
minuti ci siamo!”, ci urla Emma.
Queste tre ore di viaggio
non le ho praticamente sentite, ho dormito tutto il tempo.
Scorgo Jared e Camilla sul
lato opposto del tourbus, guardano fuori dal finestrino. Jared sta
facendo un mini tour a Camilla, le indica locali e monumenti
spiegandole a quando risalgono. Condisce tutte le spiegazioni
arricchendole di aneddoti sull'ultima volta che è stato a
Parigi. Jared sembra amare particolarmente Parigi. Io la trovo
eccessivamente melensa.
Camilla lo ascolta
divertita. Le brillano gli occhi e Jared non sembra da meno. La
tensione che si era creata i giorni precedenti sembra sparita
completamente assieme alla freddezza di Camilla.
***
“Dopo
cena ti aspetto in
camera mia!”, le sussurro nell'orecchio mentre le porte
dell'ascensore si aprono. Camilla mi rivolge uno sguardo malizioso e
al contempo imbarazzato.
“Ok...”, mi risponde
in labiale.
La guardo passare il
passepartout e sparire dietro la porta della sua camera, ondeggiando
i lunghi capelli. Sono eccitato come un adolescente al suo primo
amore. O almeno credo che sia così che ci si senta, quando
si
è adolescenti. In quegli anni non mi interessavo molto alle
ragazze, ero troppo concentrato sulla musica, sull'arte e sulla
carriera. Non trovavo nessuna alla mia altezza. Pensavo che ci fosse
'sempre qualcosa di meglio'. Ora posso dire che il 'meglio'
è
relativo. Di bambolone vuote ne ho avute a bizzeffe, mi sono
stancato. Ora voglio una persona vera, tangibile. Voglio sentirmi in
grado di proteggerla e Camilla risveglia in me un lato protettivo che
mi è del tutto nuovo. È indipendente ma allo
stesso
tempo è bisognosa di cure emotive che voglio saperle dare.
Mi faccio una doccia e
decido di radermi la barba che ormai ha raggiunto il mezzo centimetro
di lunghezza. Mi vesto comodo, giusto per cenare con tutti gli altri.
A cena fingerò di essere di cattivo umore per fare in modo
che
mi lascino in pace in camera mia. Camilla dovrà inventarsi
qualcosa. Non che questa situazione mi piaccia, ma comincio a
trovarla quasi eccitante. Non voglio scatenare un putiferio con
Edoardo, allo stesso tempo però vorrei poter fare le cose
alla
luce del sole se mi va.
La
cena ci viene servita
tra le occhiate curiose degli altri ospiti dell'hotel. Come sempre,
cena vegetariana per me e Camilla. Shannon ormai ha rinunciato
all'idea di diventare vegetariano, dice che altrimenti non ha
abbastanza energie per suonare la batteria. È una scusa
patetica ma divertente. Tutto sommato l'idea che si cibi di legumi mi
spaventa. Potrebbe mettere in pericolo la razza umana!.
Durante la cena rimango
incantato dai modi, sempre raffinati, di Camilla. Lei e Edoardo sono
proprio come il giorno e la notte.
Molte bottiglie di vino
dopo, la tavolata si fa più chiassosa. Alla frase di Shan:
“Bene ed ora ragazzi
troviamo un posto dove continuare la serata!!”
Decido di mettere in
pratica il mio talento di attore. Fingo di irritarmi con Shannon per
il fatto che, in questo tour, si sta dando troppo alla 'pazza gioia'
con l'alcol. Sa quanto ci tengo. Gli spiegherò tutto con
calma
al telefono più tardi.
“Cristo Shan! Non hai
bevuto abbastanza per stasera?!”, sbotto.
“Uh... non è mai
abbastanza!!”, risponde lui battendo la mano a Max.
“Fai come vuoi... io
sono stanco e me ne vado a letto!”
“Ma dai Jay! Stasera
abbiamo la serata libera... andiamo a divertirci!”
Non visto gli lancio
un'occhiata eloquente.
“Fottiti Shan... No!”.
Mio fratello capisce al
volo.
“Ok... come non detto!
Vai pure a dormire... a volte non capisco chi di noi due è
il
fratello maggiore! Noi invece andiamo! Siamo a Parigi e le parigine
ci attendono... vero ragazzi?!”
Un boato di risate e
consensi lo fanno compiacere.
“Io ho promesso a Vicky
che stasera l'avrei passata al telefono con lei...”, mugugna
Tomo
imbarazzato.
“Uff... Vicky di qua,
Vicky di là... che si fotta per una sera Tomo!”,
ride Shan.
“Ehi!!”, lo ammonisce
Tomo.
“Ok... come non
detto!”,
Shan si arrende, alzando le mani.
“Voi altri invece ci
state??”, chiede Shan al resto della crew.
Lo vedo rivolgere uno
sguardo indagatore a Camilla.
“Ecco... io veramente
non me la sento... dormire continuamente su letti diversi è
stressante, non riesco mai a riposarmi... mi sta venendo mal di testa
e considerato che domani avete il concerto, preferirei essere fresca
come una rosa! E poi io non ho bisogno di andare a caccia di
parigine!”, sorride stancamente Camilla. Mentre parla non
guarda
Edoardo, è evidente che le pesa dovergli mentire.
Emma si associa a Camilla
rendendo la sua scusa più veritiera. A questo punto Shannon
sentenzia:
“Ok... allora i nonni e
'quelli con il guinzaglio corto'...”, si riferisce a Tomo che
di
tutta risposta lo manda a fanculizzarsi con il medio alzato,
“...se
ne rimangono in albergo! Il resto mi segua!!”
Torniamo tutti alle
camere, io per rimanerci, gli altri per prepararsi per la serata.
Rimango attaccato alla
porta della mia cercando di sentire quando il corridoio è
sgombro, Camilla mi raggiungerà solo quando il campo
sarà
libero. Mi viene in mente che devo ringraziare Shan per avermi retto
il gioco. Provo a chiamarlo ma non risponde né al cellulare,
né in camera. Che se ne sia già andato
dimenticando il
telefono? Esco dalla mia camera per assicurarmene, giusto in tempo
per vedere mio fratello entrare nella stanza di Camilla. Cosa diavolo
ci va a fare da lei?!
Mi avvicino alla porta di
Camilla poco dopo che lui è entrato e rimango davanti alla
porta, incerto se bussare anch'io.
Tendo l'orecchio cercando
di cogliere i frammenti della conversazione che sta avvenendo
all'interno.
“Devi
chiarirlo...”
“Lo so... e ti
prometto che lo farò!”
“Come intendi farlo?
Cerca di essere delicata con lui ti prego... si sta facendo tutti i
viaggi possibili!”
“Ma come... non
c'è
stato praticamente nulla tra di noi!”
“Si ma per lui ha
significato tanto!”
“Ok e cosa gli dovrei
dire? Qualcosa tipo...Scusami ma sai non posso assecondare le
tue aspettative??”
“Non so... ma cerca
di non ferirlo... gli voglio bene...”
“Lo so Shan... sei il
fratello maggiore che tutti vorrebbero avere...”
Sento
le dita intorpidirsi e diventare fredde fino ad informicolarsi. Cosa
stanno dicendo?!
Il mio
cuore batte dolorosamente. Non avevo capito nulla.
Forte.
Pulsa talmente forte da togliermi le energie e farmi girare la testa.
Stupido. Ti sei fatto prendere per il culo da una ragazzina.
Ritorno
alla mia camera con la testa che gira. Devo fare la mia mossa. Non ne
uscirò da perdente.
Prendo
il telefono e chiamo la reception.
“Salve
sono Mr. Leto.”
“Salve!
Posso aiutarla?”
“Credo
di si. Vorrei compagnia stanotte... non so se mi spiego...”
“Certo
signore! Ha preferenze?”
“Si.
Due, bionde, alte e atletiche se possibile.”
“Farò
il possibile signore!”
“...Anche
l'impossibile spero...”
“Certo!
Anche l'impossibile!”
“...e
in fretta!”
“Subito
signore!”.
Mi
butto sul letto guardando il soffitto. In realtà vorrei
rimanere da solo. Ma questo è necessario. Sento la rabbia
montare. Questa non la passa liscia, è ora che tiri fuori il
Jared con le palle. Basta cazzate da adolescente.
***
Ormai
gli altri se ne saranno andati. Jared mi sta aspettando ed io sono
troppo eccitata. Shannon mi ha assicurato che si sarebbero trovati
nella hall alle 23.00 in punto. Aspetto quei 10 minuti in
più
per sicurezza, prima di mettere il naso fuori dalla porta della mia
stanza. Solitamente sono tutti puntuali, tranne Jared, che
però
stasera non deve andare da nessuna parte. Deve solo aprirmi la porta!
Prima
di uscire mi riguardo allo specchio. Sto bene, sono carina. Certo
però se penso a Jared, comincio a chiedermi cosa ci trovi in
me quell'uomo. Può avere chiunque.
Scuoto
la testa cercando di allontanare da me questi pensieri negativi.
Stasera non mi serviranno.
Arrivo
davanti alla porta di Jay e busso. In quel momento le porte
dell'ascensore si aprono. Ne escono due bambolone bionde, finte come
i soldi del monopoli. Sembrano delle volgari ragazze squillo. Si
piazzano dietro di me.
“Bisogno
di qualcosa?”, chiedo alzando il mento per poterle guardare
in
faccia, hanno delle gambe da fenicottero.
“Siamo
state chiamate in questa stanza!” civetta una delle due. Non
riesco
a trovare differenze tra di loro. Non sembrano gemelle, sembra solo
che facciano di tutto per assomigliarsi a vicenda.
“No...
non credo sia possibile... ci dev'essere un errore!”, le
ammonisco
io.
La
porta della camera si apre, ne esce un Jared con solo i pantaloni
della tuta nera, consumata, addosso. Sento le due ragazze dietro di
me compiacersi dello spettacolo che hanno davanti.
“Nessun
errore!”, dice cristallino. Con quella faccia assurdamente
bella e
da schiaffi.
“Come?”,
chiedo io con gli occhi fuori dalle orbite.
“Entrate
ragazze...” ci invita lui. Io rimango sulla soglia
imbambolata. Le
bambolone bionde mi superano per raggiungerlo. Vedendoli insieme mi
rendo conto di quanto sia fuori posto.
Mi
guardano e mentre una delle due sfiora la guancia di Jay passandosi
la lingua tra le labbra, l'altra dice:
“Non
pensavo saremmo stati in quattro...”, si avvicina a me per
accarezzarmi il viso, ma mi volto di scatto.
“Mi
hai detto tu di venire...”, dico rivolta a Jay.
“Si
ma poi ho cambiato idea, su come passare la serata!”, lo
prenderei
a schiaffi. Una delle biondone gli si struscia intorno lentamente,
l'altra è ancora sulla porta accanto a me ad osservarmi.
“Ok...
è evidente che avevo capito male! Scusami...
buonanotte...”.
Giro i
tacchi e me ne vado.
Quando
sento la porta chiudersi alle mie spalle, corro verso la mia stanza.
Apro violentemente la porta e mi lascio andare. Che stupida sono
stata. Come potevo pensare di potermi anche solo avvicinare al sole
senza scottarmi. Stupida.
È
diverso rispetto a quando ho trovato Giacomo con quella ragazza. In
quel momento sentivo la rabbia portare fuori tutta la freddezza e la
determinazione che posseggo. In questo momento mi sento solo triste.
Come se avessi avuto la cosa più bella tra le mani, per
troppo
poco tempo. Ora vederla tra le mani di altri mi distrugge.
Non
posso rimanere qui. Sento il suo odore su di me, su tutti i miei
vestiti. So che probabilmente è solo uno scherzo della mia
mente ma non riesco a non sentirlo.
Devo
andarmene.
Devo
tornare tra le pareti colorate del mio appartamento.
Devo
tornare al mio lavoro.
Cosa
sto facendo qui? Sono completamente inutile ora!
Afferro
la mia moleskine e la mia stilografica. Strappo una pagina dalla
moleskine e ci scrivo poche righe.
Si.
Questa deve essere per forza la scelta più giusta.
Lo so.
Ringrazio:
Lucia la mia betuccia, Aglaja
per essere sempre pronta
a commentare ed approvare il capitolo, Nicole per
le minacce
di morte se non mi decidevo a postare (scherzo!) e per il sostegno
nella mia settimana “sentimentalmente cruda”. Mando
un bacio e
dico “BENVENUTA!” alla mia Giuly!
Soldatina come me nella
Venice! Brava stellina la tua FF è arrapante!!! :Q___
Aglaja:
Si nello scorso capitolo i personaggi hanno dovuto lasciarsi
trasportare dalla tempesta senza reagire. A volte è l'unico
modo per sopravvivere. Comunque le cose si stanno un po alla volta
incastrando. Nico è un ragazzino, per lui mi sono ispirata
ad
un amico di mio fratello minore. Cercava di attirare sempre la mia
attenzione, non perchè gli piacessi, semplicemente
perchè
essendo più grande di lui provava una sorta di ammirazione!
XD
è tanto simpatico caro! *_* grazie per la dritta sul
“passepartout”
XD non avevo
idea di come si scrivesse e poi mi sono dimenticata di cercarlo in
internet!! fiuu!
Monica
(Princes): *___* GRAZIE! Oltre al tuo fan nella storia, io
sono
una tua fan!!! quel racconto che mi hai mandato poi... slurp... dopo
che ho postato ti scrivo una dettagliata mail, me lo sono pure
stampato per rileggermelo in autobus e cacciarci qualche commento!^^
AAAArgh... tra te e Giulia mi fate morireeeee!! Non si
può...
non si può! Sto sempre con la testa tra le nuvole e la bava
alla bocca per colpa vostra! Spero che dopo questo capitolo riuscirai
ad odiare meno Camilla... poraccia... ^^” baci tesor!!! al
22!!
Yeheah!!
Nicole:
Tesoro! Quando sei sparita da Twitter sta settimana mi hai patto
prendere un colpo! Ecco a te il nuovo capitolo! Poi mi dirai che ne
pensi eh?! (Il tuo ruolo NON è finito) hihihihih.
Ho
letto letter e IDOOD.... bravissima stella! Vorrei riuscire a creare
un Jared come lo crei tu! :*
Lucia:
Hai visto che buon gusto che ho in fatto di uomini?? :Q__ Quello che
ho scelto per il ruolo di Edo non è per niente (ma proprio
per
niente) da buttare direi!!! Peccato che alla fine mi prendo le mele
marce per me! ù.ù bacioni Lucia! E voglio leggere
Sons!!!! ^___________^
SimplyLily:
HAHAHAHA!! Siiiii!! ho fatto il mio dovere di echelon! Ho diffuso il
verbo Mars! Ora tu sei una marziana dipendente!! hahahahaha!!!
*risata malefica*. Scherzi a parte,
grazie per i complimenti! Dici che sono migliorata un sacco!? Lo
spero tantissimo!!!Sai che del tuo giudizio mi fido eh!? È
uno
dei più importanti!! Baci stellina!!! Continua a seguirmi!!
plz!!
Rodney:
Spero che il risveglio di Camilla e Jay ti sia piaciuto. Si lo so...
nulla di troppo piccante. XD Spero che questo capitolo chiarisca un
poco le cose. Grazie per essere sempre qui con i tuoi commenti! Ormai
mi sono affezionata!! ^^ ci sarai al concerto del 22 spero!? Baci
cara!!
Giuly:
Mi hai citata *__*!!! amore!!! si come ti ho scritto nel commentino
al nuovo capitolo, quella frase è molto significativa per
me.
Ricordo anche il momento in cui l'ho pensata per la prima volta.
Stavo male e l'idea di essere proprio un corpo fisico, mi faceva
sentire in trappola. Grazie per averla colta!! sei dolcissima! :***
Ok
tra un po dovrò scrivere capitoli solo per le risposte!!
hahahahah! Ma è uno dei momenti che adoro!! mi piace
commentare con voi alla fine di un capitolo... fatemi sapere che ne
pensate anche stavolta!
Bacioniiiiiii!
|
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Capitolo 11 *** Cap. 10 -Fabric softener- ***
Eccomi
di ritorno con la
lavatrice!! Vi prego Vi prego non odiatemi!! Ci sono un sacco di
motivi per cui potrei vedervi fuori da casa mia con forconi e torce:
-
C'ho messo una
vita a pubblicare sto capitolo!! ma in mia discolpa posso dire che a
fine aprile devo laurearmi. In più sono DOVUTA andare al
concerto dei 30STM a Milano! (non che volessi eh... è stato
solo per fare delle ricerche inerenti alla FF... ;P) *sto mentendo!
È stato bellissimoooooo!!! non me lo sarei persa per nulla
al mondo! Jay era... era... :Q_____ ci siamo spiegate?!?*
-
Questo capitolo
non è tutto pucci pucci... anzi è deprimente!! e
un po' strano... non so come giudicarlo... non so se vi
piacerà...
Ringrazio
giuliechelon90 la mia
tesora! LEGO POWER
Monica
aka Princes per le varie
mail pucci che ci siamo mandate e per il fatto che come lei... sento
la mancanza dei marziani! :°°(
Shanna_b
per avermi tenuta sveglia
a leggere kiltman fino alle 4.30 del mattino!!!
Le
risposte ai commenti sono di sotto!!
Buona
lettura!!
ATTENZIONE!!!!
mentre leggete... se volete calarvi nel capitolo, consiglio l'ascolto
di questa canzone ----> http://www.youtube.com/watch?v=29gg3cy7Jco
La
stazione di Milano.
Alzo gli occhi al
soffitto. È altissimo. Una ragnatela di ferro, vetro e
pietra.
Respiro a pieni polmoni tra una boccata di sigaretta e l'altra. La
mia mano trema e il mio cuore batte forte. Sembra che tutti possano
sentirlo.
Sono a casa. Questa città
è la mia casa. Accelero il respiro e mi viene da piangere.
Mi
è mancata così tanto Milano. Il mio nido. Il mio
mondo.
Le persone che mi passano
accanto sono molte, si muovono veloci come ombre. Nessuno si accorge
di me, nessuno sa nulla. Sono una formica in un formicaio. L'idea di
tutti questi sconosciuti che mi circondano mi conforta. Non mi sento
sola qui.
Spengo la sigaretta nel
posacenere più vicino e mi dirigo a passo sicuro verso la
metropolitana.
Solo un paio di fermate e
sarò a casa. Tra le cose a me care. Tutti i giorni passati,
cominciano a sfocarsi, lasciando il posto alle immagini che mi
scorrono ora davanti. Alla sensazione di pace che provo ora che sono
a casa.
Non
sono stata via molto.
Eppure stare a casa mia mi
sembra una novità.
Nei film, i personaggi
quando tornano a casa da un viaggio o una vacanza, non fanno che
ripetere quanto tutto sia rimasto sempre lo stesso. Quanto non sia
cambiato nulla. Né le persone, né i luoghi.
A me invece, fin da quando
ero bambina, allontanarmi da casa significava che al ritorno si
sarebbe giocato a 'trova le differenze'. Mi accorgo di particolari
che non avevo mai notato prima. Come la crepa su di una piastrella
del bagno. La gigantesca ragnatela, carica di uova di ragno, sul
solaio delle scale. Il cestino dell'immondizia rotto all'ingresso
della metro. Magari queste cose erano già prima
così.
Ma avendole davanti ogni santo giorno, non ci avevo mai fatto caso.
Abbandono la valigia e il
borsone in camera da letto.
Fa freddo.
Accendo il riscaldamento e
metto a bollire dell'acqua. Mi serve un thè caldo.
Svuoto la valigia e butto
gli indumenti scuri dentro la lavatrice, insieme a detersivo e
ammorbidente. La aziono.
Mi siedo sul pavimento e
fisso il mio riflesso sul vetro dell'oblò.
Sto piangendo.
Ma da quando? Non lo so...
Non me n'ero accorta.
Gli indumenti vorticano
tra schiuma e acqua. Spero di riuscire a togliere tutto il suo odore.
Spero di dimenticare.
Vorrei che ci fosse in
vendita una lavatrice di anime, così potrei buttarci dentro
la
mia. Come lavo i miei panni, potrei lavare la mia anima dal suo
ricordo. Vorrei davvero che fosse così semplice. Azionare un
tasto ed uscirne puliti e felici.
Invece sono qui. Con la
terribile consapevolezza che nulla avrà più
sapore dopo
di lui.
In
questi momenti c'è
solo un posto che può, più di casa mia, lenire i
miei
tormenti.
Prendo la metropolitana.
Sono solo quattro le fermate che mi separano dal mio luogo speciale.
Ma durante tutto il tragitto mi rendo conto che non sono in grado di
respirare. O meglio, respiro ma l'ossigeno non mi basta, non mi
appaga.
Esco dal treno sotterraneo
di corsa, come se fossi in apnea.
Salgo i primi scalini che
mi portano all'esterno tenendo gli occhi alzati verso il cielo.
Finalmente sento l'aria entrare massiccia nei miei polmoni. La
facciata bianca del Duomo copre tutto, mi sovrasta, mi culla, mi
protegge.
Mi blocco e assaporo
l'aria. È vero. Qui a Milano c'è un altissimo
tasso di
inquinamento. Il cielo è perennemente grigio. Molti dicono
che
è una città triste. Ma io qui sto veramente bene.
È
come se la città intera mi rispecchiasse.
Non ho bisogno di vivere
in un luogo perennemente alla luce, tra i buoni sentimenti e le
amicizie. Mi sentirei fuori posto.
Sono
201 gli scalini che
portano alla terrazza del Duomo. Li salgo senza fatica. Quasi
correndo. La scala è una chiocciola di pietra tra il bianco
e
il grigio. Quando arrivo in cima la mia testa gira.
Non ci sono molti turisti
oggi.
Percorro il perimetro
della terrazza e trovo il mio posto. Un angolino tra le guglie in cui
non viene quasi mai nessuno. Mi siedo e il freddo della pietra mi
trapassa i Jeans.
Le folate di vento mi
scompigliano i capelli e mi intirizziscono le guance.
Rimarrò
qui fino a quando non ne potrò più. Fino a quando
comincerò a non sentirmi più il corpo.
Improvvisamente tutto il
dolore si congela nel mio cuore.
Ciao
Edo!
Ho
ricevuto una mail
dallo studio... Mi richiamano all'ordine dato che c'è stato
un
lavoro imprevisto con un importante cliente. Vorrei aspettare il tuo
ritorno ma rischio di perdere il treno diretto che parte tra un'ora.
Ci vediamo per il
concerto di Milano.
Non preoccuparti... sul
serio eh!?
Camilla
Poche
righe e lei non c'è più.
Camilla
è sempre stata una stacanovista ma non pensavo che avrebbe
abbandonato un'occasione così ghiotta.
Ha
scritto tutto piuttosto di fretta dalla grafia. Mi domando
perchè
non abbia provato a telefonarmi. Mi sembra tutto strano.
Abbandono
il foglietto con le poche righe sul comodino, mentre Fede con faccia
allarmata mi chiede che cosa è successo.
“Camilla
è dovuta tornare urgentemente a casa per
lavoro...”, gli
rispondo.
“Davvero??
che pacco... strano però... mi dispiace Edo...”,
sta
rimuginando. Il suo cervello acuto probabilmente starà
variando un sacco di ipotesi che io neanche mi sogno di prendere in
considerazione.
Provo
a telefonarle.
Al
terzo squillo mi risponde con voce assonnata.
“Pronto...”
“Cami...
che storia eh? Che è successo di così
urgente?”
-silenzio-
“...nulla... quello
che ti ho scritto... si tratta di lavoro...”
“Ok...
ma perchè non mi hai chiamato?”
“Non volevo
allarmarti... e conoscendoti avresti cercato di impedirmelo... tutto
qui!”
“...sei
strana...”
“...sono
stanca...”
“Volevo
che rimanessi...”
“Devo pensare anche
al mio di futuro Edo...”
“Sì...
è vero... mi chiami quando arrivi a casa? Così
non sto
in pensiero...”
“Non è la
prima volta che viaggio sola...”
“Chiamami
lo stesso!”
“Ok... In bocca al
lupo per i prossimi concerti!”
“Crepi
il lupo... ci sarai però a quello di Milano...
vero?!”
“Spero...”
“Ci
sarai!”
“Può
essere...”
“Avviso
per te gli altri... ok?!”
-silenzio-
“Camilla??”
“Emm... sì...
certo... scusa sono mezza addormentata...”
“Mmm...
ok... Chiamami eh?!”
“...sì...
Buonanotte Edo... ti voglio bene...”
-Click-
“Io
invece ti voglio più che bene...”, dico tra me e
me, a
conversazione terminata.
La
mattina seguente scendiamo per la colazione.
Camilla
mi ha invitato un messaggio per avvisarmi del suo arrivo. Poteva
anche telefonare direttamente.
Jared
è stranamente già seduto al tavolo. Porta gli
occhiali
da sole. Mi sono sempre chiesto come diavolo facciano i vip a
portarli anche al chiuso o di sera, senza sembrare ridicoli.
“Buongiorno...”,
dico a tutti i presenti.
“Buongiorno!”,
mi risponde Shan, radioso per la serata precedente. Non ha un segno
di stanchezza che sia uno.
“Camilla
tra quanto scende?”, mi chiede Emma.
“Veramente
Camilla non scende proprio... ieri notte è dovuta partire e
tornare a casa... questioni di lavoro...”, dico con un mezzo
broncio.
Non mi
sfugge lo scatto della testa di Jared nella mia direzione. Poi
però
senza dire una parola ritorna a stendere la marmellata sulla sua
fetta biscottata.
“Cosa???
Ma no! Non può!!”, Emma sembra disperata,
“Ecco... mi
tocca sopportarvi da sola!”, mette il broncio e ritorna alla
colazione.
“Ma
dai!! Ma che palle!!”, Max sembra incazzato.
“Non
poteva farne proprio a meno??”, chiede Nico.
“No
ragazzi. Le ho parlato al telefono e mi ha detto è per un
cliente importante... o una cosa del genere... non so... mi sembra
strano... ma d'altronde è una stacanovista...”
Jared
è l'unico a non dire una parola.
È
strano. Ero convinto che sarebbe stato il più dispiaciuto,
invece è l'unico a non aver detto una parola. La cosa mi
puzza.
“Ehi
Jay!”, attiro la sua attenzione sedendomi vicino a lui.
“Ehi...”,
risponde laconico.
“Dopo
ti va se chiamiamo Camilla così la salutiamo!?”,
ora dalla
sua risposta potrei capire molte cose.
“...certo...
ma prima devo fare un po' di cose... la chiamo io quando ho un attimo
libero!”, mi sorride dietro le lenti scure.
“Ah..
ok...”, Non ho capito una mazza dalla sua risposta.
È un
attore, se non vuole farmi capire nulla ci sta riuscendo. Eppure...
è tutto troppo strano. Sento che lui c'entra qualcosa. Non
può
essere partita in fretta e furia solo per il lavoro. Avrebbe potuto
dormire e partire stamattina. Invece è praticamente scappata.
Non
posso fare a meno di notare, lo sguardo indagatore che Shannon
rivolge al fratello attraverso le lenti scure. Evidentemente neanche
lui ha mangiato la foglia.
Se le
ha fatto qualcosa di male... lo ammazzo.
Se n'è
andata. Una piena ammissione di colpa direi.
La
cosa peggiore però è che quando Edoardo ha dato
la
notizia, mi sono sentito male.
Evidentemente
devo ancora disintossicarmi.
Probabilmente,
non avrò più occasione di vederla e anche se mi
si
dovesse presentare la possibilità, posso evitarla facilmente.
“Ho
sentito che ieri sera hai avuto compagnia...”, mi soffia
Shan, con
un filo di voce.
“...nulla
di speciale..”, lo liquido e chiudo la conversazione. Non mi
sono
sfuggite le sue occhiate. Non capisco se siano di rimprovero o di
pietà.
La
seconda, sarebbe decisamente più irritante.
Le
prove filano lisce. A lei non voglio proprio pensare. Chi diavolo
è
quella ragazzina? Solo una povera pazza.
Eppure
mentre proviamo “Hurricane” penso a lei e sento un
dolore, un
peso, alla bocca dello stomaco. Mi accorgo che i miei respiri si
fanno tremanti. Ma scaccio il suo sorriso dalla mente e ritorno a
respirare regolarmente.
Il
concerto parigino è stasera. Amo questa città e
non
lascerò che delle stupide paranoie stiano in agguato dietro
l'angolo. Le devo esorcizzare. LA devo esorcizzare.
Le
Echelon parigine sono estremamente calorose, certo, non come quelle
italiane. Ma la serata mi inebria. Sul palco mi diverto. Sono al
centro dell'attenzione e non posso fare a meno di pensare che
qualunque donna mi perda, lo rimpiangerà per il resto della
vita. Non ho bisogno di chi non mi vuole.
Guardo
le facce delle ragazze in prima fila.
Bramano
ogni mio sguardo.
Seguono
ogni mio movimento. Ipnotizzate.
Non mi
trattengo e alla fine della canzone urlo al microfono:
“Sono
single e disponibile!!”.
Un
boato mi investe. Rido e dentro, ringrazio Dio. Dimenticarla
sarà
semplice per me in fondo.
“Che
diavolo era quell'uscita Jay?!”, mi chiede Shannon alla fine
del
concerto, nel backstage.
“Quale
scusa??”, gli rispondo con un sorrisetto di sfida.
“Quella
del 'sono single' ecc.. ecc.. boiate varie!”, sembra
incazzato.
“Avevo
voglia di dire così! Non credo ci sia nulla di male! Seguo
il
tuo consiglio di ieri sera sulle parigine... no?!”
“Oh
Jay! Lo sai che l'ho detto per lasciarti il campo libero con
Camilla!”
“Non
nominarmela...”
“Perchè?”
“Perchè
non voglio averci a che fare!”
“Avete
litigato?”
“No..
per niente...”
“Allora
cosa? Perchè se n'è andata??”
“Affari
suoi...”
“Jay...
sei arrabbiato perchè se n'è dovuta andare o...
se n'è
andata perchè ti sei arrabbiato?”
“Se
n'è andata perchè doveva! E ha fatto
bene!”
“Oh
fottiti Jay! Se non mi parli come cazzo faccio ad aiutarti?!”
“Non
devi fare proprio niente per aiutarmi... e comunque dovresti saperlo
bene anche tu il motivo per cui mi sta sulle palle e non voglio
più
vederla!”, Sannon mi guarda con un gigantesco punto di
domanda
sulla testa. Corruga le sopracciglia ed incrocia le braccia al petto.
“...mi
puoi illuminare?”, mi chiede bilanciandosi sui due piedi e
mettendosi eretto davanti a me.
“Oh
andiamo!! vuoi prendermi per il culo anche tu??”, ringhio.
“No
fratellino! Voglio che mi spieghi a cosa ti riferisci,
perchè
sinceramente non ci sto capendo un emerito cazzo!”
“OK...
Parlo della discussione che hai avuto con Camilla in camera sua ieri
sera! Lei sosteneva che non c'era stato nulla tra di noi... tu le hai
parlato delle mie aspettative e le hai consigliato di tagliare i
ponti con delicatezza senza farmi soffrire! Dato che comunque a lei
di me non importa un cazzo! Probabilmente mi sollazzava solo per
aiutare il fratello a sfondare! Fratello che per altro lei ama e ha
sempre amato!!”, urlo tutto in faccia a Shan. Solo dopo che
ho
finito mi rendo conto di avere la faccia infuocata. La vena del collo
mi si è ingrossata, come quella sotto l'occhio. Di solito mi
succede solo quando canto. Non sono mai stato così furente
da
assumere questo aspetto anche in una conversazione con mio fratello.
Shannon
mi guarda inizialmente perplesso. Poi assume un'espressione
indecifrabile.
“Mio
Dio... sei un completo IDIOTA!”
“Come??”
“Ho
detto che sei idiota! Un totale deficiente!! Un completo cretino!! e
non ti do del figlio di buona donna solo perchè sei mio
fratello e così facendo offenderei anche mia
madre!!!”
Rimango
paralizzato. Mi aspettavo qualunque altra cosa. Scuse. Parole di
conforto. Una dolorosa pacca sulla spalla... Ma questa serie di
insulti proprio no.
“Immagino
che avrai origliato male ed a conversazione iniziata! Brutto
cretino...”
“C-come?”,
balbetto.
“Indovina
di chi stavo parlando con Camilla?! Non di te, idiota. Non sei sempre
al centro di ogni discorso!”
“M-Ma...”
“M-Ma
cosa??? Stavo parlando con Camilla di Nico!!”
“N-no...
tu hai detto “affezionato” e lei ha parlato di
“fratello
maggiore”...”
Shannon
mi guarda con un'espressione che sembra dire “Sei un idiota
che
proprio non ci arriva!”
E
capisco tutto.
È
vero.
Sono
un povero idiota.
“T-Tu
ti sei affezionato a Nico... con lui ti comporti come un fratello
maggiore...”, Shannon mi fissa in silenzio, le braccia ancora
incrociate.
“Nico
ha sempre avuto una cotta per Camilla... l'aveva detto anche quel
giorno a colazione...”, dico a me stesso, con un filo di voce.
“Già...
e dopo quella volta ha cominciato a farsi una serie di viaggi
mentali... così io, sapendo che tu e Camilla ve la stavate
intendendo, le ho chiesto di chiarire a Nico la situazione!”.
“Oh...
DIO!!”, mi appoggio al muro. Mi nascondo il viso tra le mani,
tremano visibilmente. Shannon mi si avvicina.
“Dai...
stai tranquillo... prova a chiamarla subito e spiegale il
malinteso...”
“Shan...
ho fatto una cazzata...”
“Ma
dai... cosa vuoi aver fatto?! Un litigio può capitare... a
meno che tu non l'abbia ammazzata!”, ride.
“No...
non capisci... mentre l'aspettavo in camera ho chiamato due tipe,
giusto perchè lei se le trovasse davanti. Le ho detto che ho
cambiato piani per la serata e... le ho fatto intendere che preferivo
scoparmi quelle due...”
Shannon
manda giù la saliva rumorosamente.
“Ok...
direi che sei fottuto...”
“Ma
non c'ho fatto nulla con queste!!”
“Certo...
e lei ti crederà sicuramente!”
Mi
lascio scivolare sul pavimento. Mi siedo.
Poi
prendo il telefono e la chiamo, mentre sento le lacrime spingere per
uscire.
“Camillaaaa
ti squilla il cellulare!!”, Monica la moglie di Ale, mi
richiama
dalla cucina.
Sono
venuta a cena da Ale e Monica. Quando ha saputo che ero tornata, Ale
mi ha invitata da lui per avere un bel dettagliato resoconto dei
concerti a cui ho assistito. Ho ripercorso i giorni passati stendendo
una densa nebbia sui ricordi più dolorosi. Ho raccontato,
senza darmi troppa pena, della rottura con Giacomo. Giusto per
sentirmi dire da Ale che a perderci è stato lui. Un povero
imbecille. Ho glissato sui commenti di Monica riguardo Jared. Quanto
è bello!. Ma è veramente così bello?.
Ecc..
ecc... Nessuno deve mai sapere cosa è successo. Non voglio
finire su un giornale di gossip con sopra un gigantesco titolone in
“impact” che recita “La nuova scappatella
di Leto Jr.!”.
Corro
in cucina ad afferrare il cellulare che avevo abbandonato sul
bancone. Monica sta tagliando la torta che ho comprato alla
pasticceria “Da Princes”, la miglior pasticceria di
tutta Milano.
Cioccolato fondente e panna. Si scioglie in bocca che è un
piacere.
Mi
concentro sulla torta, mi fa venire l'acquolina in bocca e per poco
non mi dimentico del cellulare.
“Che
fai Cami?! Non rispondi??”, mi richiama all'ordine Monica con
il
coltello in mano.
“Oh
g-giusto!”, guardo il display e mi sento mancare. Il
cellulare mi
cade di mano e con un tonfo cade a terra. Mi appoggio al bancone per
non cadere.
“Cami!!
tutto bene?!”, Ale viene in mio soccorso.
“Si...
un giramento di testa...”, rispondo con un lieve sorriso.
Fisso il
cellulare ai miei piedi. Lo schermo è ancora illuminato e
continua a suonare. Continuo a fissarlo finchè non smette.
“Qualcuno
ti sta importunando?”, mi chiede Monica apprensiva.
“N-no...
è stato solo un giramento... era un amico che... emmm...
probabilmente vuole una mano a studiare... se ha bisogno urgentemente
richiamerà... non c'è problema! È una
serata
libera... quindi ora spengo il cellulare!”. Detto. Fatto.
Spengo il
piccolo arnese bianco e ritorno a sedermi a tavola.
“Dopo
questa bella fetta di torta vedrai che non avrai più
giramenti!”, ride Monica, riferendosi agli zuccheri ed alle
calorie
che stiamo per ingerire.
Con la
piccola forchettina mi metto un piccolo pezzo di torta in bocca.
È
buonissima come ricordavo. Ma... all'improvviso sembra salata.
“Camilla....”,
Ale mi guarda con espressione triste, mentre Monica mi passa un
fazzoletto.
Sto
ancora piangendo e non me n'ero accorta.
Le
lacrime salate mi arrivano fino alla bocca, mescolandosi al sapore di
cioccolato.
Ti
prego. Non torturarmi più.
Ho già
volato troppo in alto. Come Icaro, ho cercato di avvicinarmi al sole
ma sono precipitata.
Tornata
a casa, dopo le raccomandazioni di Ale, ho cancellato il mio account
di Twitter. Ho cambiato mail, avvisando tutti quelli che dovevano
saperlo. Non lui ovviamente.
Domani
cercherò una soluzione per il telefono. Forse
cambierò
numero. Devo cancellare. Cancellarmi. Cancellarlo.
Nella
solitudine, nel colore della mia casa che in queste ore notturne
diventa tetro. Mi infilo sotto le coperte. Vuota. Sola. Stupida.
Nessun pensiero si forma. Solo il bisogno di dormire e
l'incapacità
di farlo.
Egwine:
OMG! OMG! Quanti complimenti in una volta sola!! sono ingrassata di
10 kg dopo aver letto la tua recensione! Che bello una nuova lettrice
che sbava per i capitoli lunghi!! ^_^
Ti
chiedo perdono per il ritardo nel postare... ma.. emmm... come ho
già
spiegato sopra... forze marziane maggiori me l'hanno impedito! In
compenso i prossimi scorreranno più veloci!!
Sono
contenta che ti sia piaciuta tanto “better than
me”! La adoro! Se
vuoi posso consigliarti un sacchissimo di altre canzoni poco
conosciute ma stupende! Baci mega!! e grazie ancora! :***
rodney:
Hai visto che imbecille Mister-figone-Leto???
Ora le cose devono sistemarsi.... anche perchè altrimenti
già
ti vedo con un tizzone ardente disegnarmi i gliphi sulla schiena!
Hahaha XD...non lo faresti... vero?! O_O Ah.... il
concerto............ ti faccio solo una faccina :Q____
ero
tra la prima e la seconda fila... centrale!! tutto quel popò
davanti.... omg...omg...omg.... ormoni a 1000!!!
Per_Aspera_Ad_Astra:
Non posso falciarti altrimenti perdo una lettrice cara!!! :°(
hahahaha! XD figurati stella! Commenta quando vuoi! Io sono sempre
contenta e non smetterò mai di ringraziarvi abbastanza!! Te
l'avevo detto che usavo la tua frase no?! Detto... Fatto!! ha-ah!
Mica parlo a vanvera! Ti prego non linciarmi per questo capitolo!!!!
:°(
talita:
Ed ecco a voi... tattarattatatatattttaaaratatatata... la vincitrice
del concorso “Indovina di chi stavano parlando Shannon e
Camilla”... TALITA!!! eh... cara... se c'è Shan di
mezzo le
tue antennine scattano!! eccome se scattano! A Milano Shan è
stato il più puccio! È uscito a fare autografi...
*_*
caro lui... quasi quasi tradisco Jay... hahahahaha! XD ...scherzo
naturalmente.... anche se..... ;D
Monica
aka Princes: Hahahahaha! Noooo povera fagianona! Non sei
sfigata
anche nelle FF... sei solo una super pasticcera!! ligia al dovere!!
;D Eh... cara... come prima moglie di Leto Jr. dovresti ben sapere
che lui NON SBAGLIA MAI!!! Che Camilla è scema lo sapevamo
già... hihihi!
E
le biondone.... ti piace come le ho descritte?? è stato
molto
semplice... mi è bastato pensare alle tipe di cui si
circonda
il nostro prode eroe... -__-” pfui.... mai na volta che
voglia
provare il “made in italy”....
Luxu2
aka Lucia: Non ci siamo viste a Milano...
:°°°°°(
me triste.... uffiiiiiiiiiii!!!!!!! Ma almeno su una cosa l'ho avuta
vinta.... hai pubblicato SONS!!!! siiiii!!! yeheah!! grande la mia
betuccia!! :**
ripensi
mai al concerto?? quando Jay è saluto sulla ringhiera
(praticamente sopra di me! :Q___) ho sentito il suo ODORE!!! e l'ho
toccato!!! quell'uomo ha sesso che gli scorre nelle vene... non
sangue!
SimplyLily:
Annina bella!!! *__* non so se questo capitolo sarà
all'altezza delle tue aspettative... è duro scrivere cose
poco
pucce!! :°( Cmq... sappi che per l'hineken devi venire con
me!!!
Ti passo a prendere a casa e ti carico sulle mie piccole spalle da
hobbit se necessario!!! capito?!... Cmq... potendo scegliere
preferirei che non mi uccidessi per il chappy precedente!! è
tutto necessario! Giuro!! baci stella bella!! :*****
Blue_moon
aka Nicole: Si... ti ho fatto aspettare... me
colpevoleeeee!!!
Allora.... è abbastanza MASOCHISTA per i tuoi gusti il
nostro
Jay?! :P So che stai aspettando il tuo ritorno... posso solo dirti
che lo farai... in grande stile!!!! bacio tesoro!! :******* Ci
sentiamo su Skype!!!! yuhuuu!
Aglaja:
Emmmm.... si... c'era l'ossigeno... c'era la serenità.... e
come al solito ho trasformato tutto in tragedia!!! Ma sono STRAFELICE
che ti sia piaciuto!!!!! Ah che bello! È sempre un piacere
avere la tua approvazione! Soprattutto perchè so che
è
sincera! Adoro il fatto che non “le mandi a
dire”!!! Grazie
bella!! un bacio mega!!!! :****
Giuliechelon90:
a te penso di aver già detto tutto e anche più!!!
hahaha la mia tesora Lego!!!! Andiamo a bere e a parlare mini-J??
hahaha baci stellina!!! ti adoro! :*******
(dobbiamo
iniziare QUELLA cosa....!!!)
|
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Capitolo 12 *** Cap. 11 -hang- ***
Purtroppo
non conosco i 30stm e non li posseggo, le cose raccontate sono solo
frutto della mia fantasia galoppante... Conosco ma non possiedo le
Echelon citate! ^_^ I Washing Machine e Camilla invece sono mie
creazioni! (infatti sono i più psicolabili...)
Capitolo
molto più lungo dei precedenti! Ve lo dovevo! Con questo si
conclude la Prima parte di questa storia. Ma rimanete collegate! La
storia non finisce qui!!
Vi
ringrazio per le recensioni, e vi prego di continuare a seguirmi e ad
incoraggiarmi!
Vi
prometto mooooolti cambiamenti dal prossimo capitolo...
Ah...
dimenticavo... vi ringrazio per aver apprezzato anche “Twenty
Centimetres”, storia demenziale che scrivo a 4 mani con la
mia Lego
giuliechelon90!!
Le
risposte sono a fine chappy!
L'hai
davvero scordato.
Il
tuo braccio intrecciato al mio,
un
piacere smisurato.
Dalla
tua mano alla mia.
Dalla
tua bocca alla mia.
Il
male che a vicenda ci siamo fatti
il
tempo lo cancella, lo dimentica il cuore;
ma
le ore felici si fermano per sempre
in
un interminabile splendore.
“Edo!!!”,
Nicole mi corre incontro, superando abilmente l'uomo della sicurezza,
prima che possa dirgli di lasciarle passare.
Mi
salta al collo. Le brillano gli occhi. Evidentemente aspettava con
ansia questa data.
L'uomo
della sicurezza, allarmato, si tranquillizza subito ad un mio cenno.
Le
amiche di Nicole ci raggiungono leggermente in imbarazzo.
“E'
la prima volta che stiamo nel backstage ad un concerto!”,
grida di
gioia Nicole.
“Ah!
Ecco perchè sei così contenta! Ed io che per un
momento
ho pensato fosse per la mia magnifica presenza!”, scherzo.
“Beh...
non montarti la testa 'oh signore di tutte le lavartici'!”,
mi
canzona lei.
Poi
si guarda intorno spaesata, come per cercare qualcuno.
“I
30STM sono ancora in camerino...”, la anticipo.
“No...
veramente non cercavo loro... vorrei conoscere tua sorella...
Camilla... l'altra volta non ci sono riuscita... mi
incuriosisce...”
“Mi
spiace... ma è tornata in Italia in anticipo... per lavoro
sembra...”, abbasso lo sguardo, poco convinto delle mie
parole e mi
passo una mano tra i capelli.
“Oh...
peccato! Non riesco mai a conoscerla...”, dice delusa.
“Com'è
che ti interessa Camilla?”
“Beh...
ne avevamo parlato a lungo quella sera in hotel... è solo
curiosità... e poi... quando l'ho vista... non so... aveva
un'espressione sofferente ma vuota...”, dice fissando un
punto
imprecisato alle mie spalle.
“...Oh...
beh... non c'è che dire... hai proprio l'animo della
scrittrice!”, le sorrido.
“Scemo!
Mi prendi in giro??”, ride.
Intanto
le sue amiche si sono fatte più vicine.
“Ciao
ragazze! Come va??”, chiedo cortese. Non voglio che pensino
che
sono un maleducato, stronzo, che caga solo Nicole.
“Ma
ciao Edo! Tutto bene, anche se avrei voluto farmi tutte le altre date
del tour... maledetto lavoro... Comunque... mi chiedevo... Max
dov'è?”, rimango scioccato dalla domanda di
Monica. Pensavo
che di Max non le importasse un fico secco, invece la vedo cercarlo
alle mie spalle con lo sguardo.
“In
camerino... seconda porta a destra! Vai pure! Ne sarà
contento!”, le sorrido. Monica si congeda alla
velocità
della luce, seguita a ruota dalla terza ragazza, quella più
silenziosa e timida.
Rimango
con Nicole. Dopo un breve silenzio, riprende a parlare.
“Non
mi sembri sicuro...”
“Cosa
intendi??”
“Ogni
volta che dici qualcosa di cui non sei sicuro, o che ti turba, ti
passi una mano tra i capelli...”
“C-cosa?”
Rimango
spiazzato. Quante volte ci siamo visti io e lei? Due? Tre?? Riesce
già a capire così tanto di me?
“Accidenti...
sei un'attenta osservatrice!”
“Lo
so!”
“Non
ti si può nascondere niente eh?!”
“Guai
a provarci!”, sorride, portandosi l'indice alla bocca.
“Già...
e se posso sapere... che cosa, di quello che ho detto, ti ha poco
convinta?”
“Tutto
quello che riguarda Camilla... perchè non è
qui... per
esempio”
Sbuffo
di nuovo sonoramente.
“Più
che altro è una sensazione... il modo in cui se
n'è
andata... di notte! Ha fatto tutto di fretta e quella del lavoro mi
è
sembrata una scusa...”
“Umm...
credi che le sia successo qualcosa... che non ti ha voluto
dire?”
“Ne
sono quasi certo...”, dico leggermente preoccupato.
“Stai
tranquillo... vedrai che ti spiegherà tutt...”,
Nicole non
fa a tempo a finire la frase, che veniamo letteralmente investiti da
un Jared allucinato, visibilmente agitato. In questi giorni
è
sempre stato strano. Mi sembra che ogni giorno che passa, peggiori
sempre più.
“Scusate!”,
ci interrompe.
Ha
gli occhi fuori dalle orbite.
“Ehi
Jay! Lei è la mia amica Nicole... ti ricordi??”,
chiedo,
cercando di mettere Nicole a proprio agio davanti al suo idolo.
“Oh...
si certo! Ciao! Tutto bene?”, la saluta e le fa la domanda
per pura
formalità.
“Senti
Edo ho bisogno di te un secondo!”, si rivolge a me senza
aspettare
la risposta di Nicole.
“Oh...
Certo... Nicole aspettami pure in camerino insieme ai ragazzi...
è
dove sono entrate le altre... e scusa... faccio subito!”
“Non
ti preoccupare Edo! Capisco benissimo! E... ciao Jay!”, lo
saluta
appena, leggermente imbarazzata, per poi fiondarsi dietro la porta in
cui erano scomparse poco prima le sue amiche.
“Ok...
dimmi tutto Jay!”, dico sbuffando.
“Non
qui... vieni nel mio camerino!”, mi trascina afferrandomi la
spalla.
È
dal camerino che si capisce chi è la star e chi, il gruppo
do
supporto. Jay ha a disposizione, solo per sé, una stanza ben
più grande di quella assegnata a tutti noi Washing Machine.
Non
appena entriamo, Jay chiude la porta alle nostre spalle e vi si
appoggia, respirando profondamente.
“Allora
Jay... cos'è successo?”, chiedo, il suo
comportamento
comincia ad agitarmi.
“Ecco... Edo non è che
per caso... tu hai sentito Camilla di recente?”, mi chiede.
Ora mi
dà le spalle.
Rimango un po' spiazzato alla sua
domanda.
“L'ultima volta è
stata
stamattina... Perchè? L'hai sentita e le è
successo
qualcosa??”, mi agito improvvisamente.
“No... tranquillo... non che io
sappia almeno... anzi ne sai più tu! Non lo mai sentita...
volevo... volevo solo sapere da te... come sta?”, continua a
darmi
le spalle. La sua testa è ricurva in avanti, come se si
stesse
guardando le scarpe.
“Se vuoi saperlo...
perchè
non la chiami? Le farebbe piacere...”
“Lo farei... ma non
posso...”
“Cosa? Ma se stai sempre con
quel diavolo di telefono in mano?? Il suo numero ce l'hai
no?!”
“Si... diciamo che il suo numero
ce l'ho... ma non mi viene consentita la chiamata...”
“Strano... vuoi usare il mio
cellulare?”, mi frugo nella tasca per cercare il mio
scassatissimo,
ma funzionante, telefonino.
“No...”, Jared batte
rabbiosamente il pugno contro la parete.
Il colpo mi fa sussultare. Non
l'ho mai visto così. Non pensavo neanche che fosse in grado
di
avere questi scatti d'ira improvvisa.
“Jared...”, richiamo la
sua
attenzione, lui si volta verso di me. Ha gli occhi vitrei.
“...cosa è successo
tra
te e Camilla?”, finalmente riesco a fare quella domanda che
mi
tortura da troppi giorni. Mi esce dalle labbra come una mosca
intrappolata in un bicchiere. E prima che possa metabolizzare il
fatto di essere riuscito a porgliela, ricevo la mia risposta.
Direttamente e dolorosamente come un pugno nello stomaco.
“L'ho baciata ed ho passato la
notte con lei.”
“...Quindi avete
scopato?!”,
sono un misto tra incredulità e rabbia.
“No... abbiamo solo dormito...
in effetti non posso dire che sia successo poi molto...”.
“Quindi è per causa
tua
che se n'è andata... fuggiva da te!”
“In un certo senso
sì...
ma c'è stat...”, non lo lascio continuare. Lo
afferro per i
bavero della giacca borchiata e in meno di un secondo siamo faccia a
faccia. Occhi negli occhi.
“Cosa le hai fatto??”,
sono
glaciale. La mia voce ferisce come un rasoio.
Dal canto suo, Jared mi affronta.
Non distoglie le sue iridi grigio-azzurre dalle mie, verdi.
“Senza volere l'ho ferita... e
senza volere... l'ho persa... temo...”.
“Spiega!!”, gli ordino.
“Sarò felice di
farlo...
ho bisogno di togliermi questo peso...”.
Spiego
tutto l'accaduto a Edoardo.
Nel farlo, cerco di non guardarlo in faccia. Non risparmio nulla.
Sono sicuro che Camilla non sarebbe d'accordo, preferirebbe farlo
lei. Ma il suo silenzio in questi giorni mi sta uccidendo. Non so
cosa devo fare e spero che parlarne a Edoardo, per quanto rischioso
sia, mi aiuti a capire come devo agire. Non riesco a contattare
Camilla in nessun modo, le mail mi tornano indietro, ha cancellato
twitter e il suo operatore telefonico non mi permette di inoltrarle
la chiamata. Posso solo sperare che Edoardo mi aiuti a contattarla.
“Quindi l'hai
ferita...”, alla
fine del mio discorso, le parole di Edoardo mi attraversano la testa
come un martello pneumatico.
“Non sapevo di essermi
sbagliato... non ne avevo idea! Pensavo che fosse lei a ferire me...
è stato un meccanismo di autodifesa!”, mi
giustifico.
Edoardo rimane in silenzio.
Ogni secondo che passa muto, a
guardare il pavimento, accresce la mia ansia.
“Dì qualcosa per
favore!!”, gli chiedo.
“...e cosa dovrei dire? Prego
accomodati... ti sei fatto Camilla alle mie spalle ed io come un
povero ebete non me ne sono accorto??”, le sue parole sono
quasi
divertite. Ironiche. Rimango in silenzio.
“Sai qual'è la cosa
che
mi fa più rabbia??”, continua Edoardo,
“...che nonostante
tutto non riesco ad odiarti... che non riesco a non ammirarti come
artista... che non riesco a immaginarmi mentre ti spacco la
faccia!”
“Edo... mi dispiace... io...
io...volevo dirtelo... ma Camilla era preoccupata per la tua
reazione! Lei... beh... non voleva sabotarti il tour... e poi non
abbiamo fatto sesso... solo sentivamo dell'attrazione
reciproca!”,
mi sento da schifo, eppure mi sono liberato del fardello che mi
portavo fastidiosamente dentro.
“E quindi?”, chiede lui.
“Cosa?”, rispondo.
“Come mai adesso hai deciso di
parlarmene?”
“...Perchè spero che
tu
riesca a spiegarle il malinteso... io non posso contattarla.. ma tu
sì!”. Edoardo mi guarda incredulo.
“Tu vorresti che io facessi
cosa??”, dalla sua domanda capisco di aver perso tempo. Forse
addirittura ho peggiorato le cose.
“Camilla e più che 'la
mia famiglia'... Camilla è parte del mio universo! Camilla
è... è...”, si interrompe sbuffando
rumorosamente.
Poi continua.
“...Sai una cosa? In fondo io ti
ringrazio... Grazie a te ho capito che avevo rinunciato troppo
facilmente... e non sono disposto a farlo! Io voglio lei! Io sono
l'unico che può stare con lei!”, a queste parole
lo guardo
incredulo.
“Non puoi costringerla a stare
con te!”, sibilo.
“Non ho intenzione di farlo!
Sarà lei a scegliere me... Andiamo... In fondo lo sai anche
tu
Jay... tu non hai modo di contattarla! Io sì! L'affetto che
prova per me non si è mai esaurito... quindi sarà
facile per lei, trasformare quell'affetto in qualcosa di
più,
quando le parlerò a cuore aperto!”, ora sorride,
sembra
impazzito.
“Ti sbagli! Per lei sei solo un
fratello! Me l'ha detto lei!”, ribatto. Voglio togliere quel
sorrisetto impertinente dalla sua faccia.
“E come mai siete arrivati a
parlare di me in questi termini?”, chiede.
“Gliel'ho chiesto io!!”
“Già... immaginavo...
Jay... vuoi sapere perchè le hai fatto questa domanda?
Perchè
in fondo tu avevi capito che c'era un legame troppo profondo tra di
noi... un legame che sapevi di non essere in grado di
spezzare!”,
rimango ammutolito. Ha ragione.
“Comunque dato che sono
corretto... non accennerò a questo discorso con lei
telefonicamente... al concerto di Milano, sono sicuro che ci
sarà!
Il primo di noi che riuscirà a vederla e parlarle...
probabilmente vincerà!”
“...Camilla non è un
premio...”, dico rabbioso.
“Ti prego... non fare il
melodrammatico... sappiamo entrambi che lo
diventerà...”,
detto questo Edoardo si congeda, salutandomi con un sorriso, esce dal
camerino.
Io rimango solo con tutti i miei
sbagli.
Milano
- Palasharp 21/03/2010
ore 22.30
Non so
cosa mi abbia spinto ad
uscire di casa per venire qui a quest'ora.
Forse è stata l'incapacità
di rimanere a casa sola.
Forse il rumore dell'acqua che
gocciola dal rubinetto della cucina. Un rumore tanto insignificante e
ritmico che diventa insopportabile.
Forse la lavatrice, che senza
sosta, continua il suo ciclo di lavaggio indisturbata.
Magari il fatto che alla
televisione trasmettono solo “programmi spazzatura”.
O forse, il martellante pensiero
che una piccola folla di persone, si è già
radunata
qui, nel luogo dove domani sera ci sarà il loro concerto.
Persone che li adorano, li seguono. Li ammirano senza conoscerli di
persona. Li amano incondizionatamente.
Arrivo e chiedo a chi di dovere,
di mettermi in lista. Mi scrivono il numero sul dorso della mano.
Sono il numero 48.
Per questo concerto ho comprato il
biglietto. Non mi va di far sapere che ci sarò, anche se
sono
sicura che Edoardo lo sospetti. Probabilmente sto facendo una
cazzata. Vedere Jared non so come sarà. Soffrirò?
Forse... Ma ho bisogno di vederlo un'ultima volta. Non importa che
lui mi veda. Anzi, è meglio non farsi vedere da lui. Non
sopporterei ancora quel suo sguardo. Quello sguardo sprezzante che mi
ha riservato l'ultima volta che l'ho visto.
L'aria è densa e carica
d'acqua. Ad ogni respiro milioni di goccioline mi entrano nelle
narici, solleticandomele.
Stendo un sacchetto di nylon su di
un muretto, proprio nel parcheggio davanti all'ingresso e mi ci
siedo.
Rimango lì da sola ad
ascoltare la musica dal mio I-Pod. Fumo un paio di sigarette. Poi un
gruppo di ragazze mi si avvicina. Sono Echelon.
“Ciao! Di che Divisione
sei?”,
mi chiede una di loro, ha i capelli scuri con riflessi tra il rosso e
il viola. I suoi occhi brillano ed ispirano tenerezza e simpatia.
“Oh... nessuna Divisione... sono
sola!”, dico con un sorriso imbarazzato.
“Coraggiosa! Sola tutta la notte
ti annoierai! Piacere! Io sono Michela! Noi siamo le Echelon della
Divisione di Venezia!”, avevo riconosciuto la cadenza veneta,
così
diversa da quella milanese.
Rivolgo loro un ampio sorriso.
“Anch'io sono veneta! Ma studio
e lavoro qui!”, ci mettiamo a ridere alludendo a quanto
è
piccolo il mondo.
Poi le altre ragazze si
presentano.
“Giulia! Piacere!”, la
ragazza
mi sorride. Ha dei lineamenti raffinati, delle labbra carnose e
bellissime.
Mi giro poi verso la terza ragazza
per presentarmi. Rimango basita nel guardarla. Anche lei sembra
sorpresa. Ci guardiamo ammutolite per un paio di secondi, poi decido
di rompere il silenzio dicendo esattamente quello che mi sta passando
per la testa.
“Ci somigliamo! Capelli...
altezza...”
“Sì...Magari!!!”,
esclama lei.
“...solo quelli purtroppo! Oltre al fatto che abbiamo lo
stesso
cappotto!”, ride.
Arrossisco al complimento e cerco
di minimizzare.
“Piacere Cristina!”.
“Camilla... Piacere!”
Passo la
serata con le ragazze
della Divisione veneta e friulana. Non riesco a trovare antipatie.
Sono un gruppo di pazzoidi simpaticissime. Era da tanto che non mi
capitava di prendere confidenza così facilmente con delle
persone appena conosciute.
“Ehi Camilla! Vuoi vedere le
foto del concerto di Vienna?!”, mi chiede Giulia.
“Oh... siete state anche a
Vienna??”
“Sì! Sapevi che il
nuovo
gruppo di supporto dei Mars è italiano?!”
“Emm... Ah
sì??”, lo so
eccome, preferisco comunque non farlo sapere. Sono qui in incognito.
“Sì! Devono essere di
Milano... Monica li ha conosciuti insieme a due sue amiche! Sono pure
rimaste a vedere il concerto dal backstage!”
“Davvero?!”, guardo
Monica e
provo un brivido. Lei è la ragazza “con la
bandiera” che
abbiamo visto ad uno dei concerti in giro per l'Europa. Una delle sue
amiche dev'essere la famosa Nicole di Edoardo. Spero solo che non mi
riconoscano.
Mi guardo attorno ma non mi sembra
di riconoscere la ragazza riccia e bionda. D'altronde ci siamo viste
di sfuggita quella volta. Neanche Monica sembra avermi riconosciuta.
Addirittura, a suo tempo, forse non mi ha neanche vista. La sua
attenzione era tutta per Jared, giustamente.
Mi rivolgo a Monica.
“Emm.. Ciao! Mi hanno detto che
tu sei stata al concerto di Vienna! Com'è stato vederlo da
dietro le quinte?”, chiedo curiosa, spero che mi indichi la
“famosa” Nicole.
I suoi occhi si illuminano,
probabilmente eccitata all'idea di potersi sfogare in un lungo e
dettagliato resoconto dell'esperienza.
“Bellissimo! Siamo riuscite ad
andare nel backstage grazie al gruppo spalla italiano, sono dei tipi
simpaticissimi. Poi non ti dico il batterista... mmm... mi ispira un
sacco! Oltretutto credo di non essergli indifferente!!Ti dico... Jay
non era al massimo della forma... era strano... scazzato! Shannon
pure... Poi c'è stato un momento tragico durante il
concerto...”
“Cos'è
successo?!”,
chiedo allarmata.
“Beh... hai presente la
maglietta preferita da Jared? Quella con la scritta 'too much
pressure'?”
“Sì...”, la
ricordo
bene quella maglietta, la indossava quella sera.
La sera che abbiamo passato
insieme.
L'ultima sera che abbiamo passato
insieme.
“Beh delle fan-girls viennesi
gliel'hanno letteralmente strappata di dosso!”.
Per un momento ho pensato che
qualcuno si fosse fatto male. Invece è solo sparito il
ricordo
tangibile di quella magica serata nella mia camera.
“Oh... che peccato...”
“Già... puoi
dirlo!”,
rincara lei.
“E... con chi eri dietro alle
quinte?”, spero di vedere Nicole.
“Oh... con due mie amiche che
però non sono qui adesso! Arriveranno domani!”,
non so se
essere delusa o sollevata. Delusa perchè avrei voluto
conoscerla. Sollevata perchè sono sicura che quest'ultima mi
avrebbe riconosciuta. L'ho vista osservarmi da lontano.
La nottata prosegue in
chiacchiere. Non chiudiamo occhio. Solo per una mezz'ora riusciamo a
riposare, sedute nella macchina di Monica.
Chiudo gli occhi mentre, in
sottofondo, la voce di Jared che esce dalle casse dello stereo canta
“Valhalla”.
“You're
the reason I can't control myself
You are the reason I can't
control myself
You're the reason I can't control myself
You
are the reason I can't control myself
I can't control myself...”
Milano
- Palasharp 22/03/2010
ore 19.20
Dopo
un'estenuante coda mi ritrovo
all'interno del Palasharp. Tre file di persone mi separano dal
palcoscenico. Le Echelon conosciute la sera prima sono in prima fila.
I loro numeri erano tra i primi. Nel trambusto per l'ingresso al
Palasharp non sono riuscita a vedere se la famosa Nicole è
arrivata. In parte me ne sono anche dimenticata. Presa da questioni
che attualmente mi turbano maggiormente. Come, per esempio, l'idea di
rivedere Jared. Questa volta però come una perfetta
nullità.
Come una presenza in un mare di anime.
Qui in mezzo per lui sarà
impossibile vedermi.
Qui in mezzo sarò solo un
paio di mani alzate tra le tante altre.
Mi guardo attorno. Sono troppo
bassa e non riesco a vedere quanta gente ha riempito il Pala.
Accanto a me c'è una
coppia. Un uomo ed una donna. Lui le cinge la vita amorevolmente, con
fare protettivo. Non mi sfuggono le fedi alle loro dita.
"Posso gridargli che e'
frocio?", le chiede lui scherzosamente.
"Certo! dammi prima le chiavi
della macchina, perchè non mi va di cercarle in mezzo alla
poltiglia in cui ti ridurrò se solo ci provi!", lo
incenerisce lei.
“Dai Lucia! Lo sai che
scherzo... anche se per me... frocio rimane!”, non mi
trattengo e
mi scappa una risata. Si accorgono di me e ridono anche loro di
conseguenza.
“Scusalo... lui è mio
marito ed è solo geloso!”, mi dice.
“Figurati se sono geloso di
quello lì!” ribatte lui.
Lei alza gli occhi al cielo,
invocando qualche santo probabilmente. Poi mi porge la mano e si
presenta.
“Ciao! Io sono Lucia!”
“Camilla!”, le stringo
la mano
e proprio in quel momento, una luce illumina il palco.
I Washing Machine prendono
possesso della scena.
Vederli da questa posizione mi fa
tutto un altro effetto.
Edoardo è bellissimo.
Sensuale. Sento i commenti delle ragazze vicine.
“E questo figo chi
è?”
“E' il gruppo spalla italiano!
Ma non pensavo che il cantante fosse così bello! Fa
concorrenza a Jared e Shannon!”, ridono due ragazze davanti a
me.
“Apperò!”,
Lucia, al
mio fianco, ha gli occhi sgranati.
“Che c'è adesso?? ti
piace anche questo?”, le chiede il marito.
“Beh non è da buttare
via
per niente!”, questa volta è lui a sollevare gli
occhi al
cielo e ad invocare qualche santo.
“Ciao
Milano! Siamo a casa! Noi
siamo i Washing Machine!!”, Edoardo urla al microfono. Un
boato di
approvazione si alza.
La musica comincia. La prima
canzone è “Feels like tonight”.
Tutti cominciano a saltare, ad
agitare il pugno in aria. Le loro canzoni non sono conosciute ma il
pubblico li segue. Edoardo corre da una parte all'altra del palco.
I suoi capelli illuminati dalle
luci colorate si tingono di mille riflessi diversi.
Il suo corpo è aggressivo.
I suoi movimenti sono rapidi e sinuosi, come quelli di un felino.
Max pesta sulla batteria, suda. Il
suo viso cambia espressione in base all'intensità con cui
batte lo strumento.
Nico non perde occasione di
lanciare sguardi languidi in direzione di qualche ragazza della prima
fila e, persino Fede, sembra un'altra persona. Accattivante e sexy,
immerso nel suo alone di mistero.
Eppure Edoardo domina la scena
alla perfezione. Mantiene l'attenzione su sé stesso.
È
un catalizzatore.
Sono l'unica che conosce le loro
canzoni e le canto a squarciagola.
Lucia, accanto a me, mi guarda
sorpresa. Mi si avvicina e mi chiede:
“Ma tu conosci le loro
canzoni?”
“Sì... li seguo da
prima
che diventassero il supporto dei Mars!”, mi sorride e
continua a
scatenarsi, assieme al marito che pare indemoniato da quanto salta.
È completamente diverso un
concerto da questa prospettiva. Non solo devi gestire le tue
sensazioni, ma assimili anche quelle delle persone che ti circondano.
La prova inconfutabile mi viene data quando Edoardo presenta l'ultima
canzone.
“Vorrei dedicare, come
sempre,
questa canzone ad una ragazza che probabilmente è qui in
mezzo... Ma questa volta... voglio farle sapere che io... non mi
arrendo! E voglio combattere! This is War!”, la citazione
dell'album dei Mars, scatena un boato tra la folla. Per quanto mi
riguarda invece, sono tutte le altre parole di Edoardo a far
esplodere qualcosa dentro di me.
E finalmente capisco quella
canzone.
E finalmente non mi viene da
piangere.
Finalmente ascolto e capisco cosa
vuole dirmi Edoardo.
Perchè in fondo mi è
sempre stato vicino senza chiedermi nulla in cambio. Perchè
ha
sempre cercato di fare le cose “per il mio bene”.
Perchè
sono sempre stata solo concentrata su me stessa e sulle mie
sofferenze, senza preoccuparmi delle sue.
Perchè mi sono crogiolata
in quell'egocentrismo che ormai ha radicato nella mia persona
imbruttendola da dentro. Lui, ha potuto vedere tutto l'orrore che mi
caratterizza, senza rimanerne disgustato. Perchè lui, forse,
mi ama come mai nessuno potrebbe fare. Edoardo è la mia
realtà, eppure è stato così difficile
accorgersene.
Il tesoro più prezioso
rimane nascosto, se messo davanti agli occhi di chi non lo cerca.
Mi ammutolisco e mi godo la mia
canzone.
Durante i minuti in cui i Washing
Machine hanno suonato, quel dolore persistente che , in questi
giorni, ho sentito alla bocca dello stomaco si è bloccato.
Forse è questa la medicina. Forse è la cura
all'aver
provato la perfezione per poi perderla troppo in fretta.
I ragazzi lasciano il palco e
penso che, a questo punto posso anche andarmene. Ero venuta per
rivedere Jared. Almeno un'ultima volta. Ma non ne sento più
il
bisogno. Anzi. Ho paura che un solo sguardo verso di lui, possa
annullare la sensazione di benessere che Edoardo è riuscito
a
regalarmi. Rimango indecisa quando la tenda nera cala sul palco.
Tornare indietro e fingere che il
concerto sia finito? No.
Devo sapere cosa provo nel
vederlo. Altrimenti non lo saprò mai.
Un'ultima volta.
I
piedi e le gambe sono doloranti, cerco di sgranchirmele come posso.
L'attesa è snervante. Sento la testa che mi gira come se
fossi
ubriaca. A furia di fissare quella tenda nera imbambolata sto
perdendo la vista.
Improvvisamente le luci
cambiano. Illuminano qualcosa dietro la tenda. Una figura che si
staglia dietro l'asta del microfono. Le spinte della folla sono
tremende mentre si diffondono le note di “Escape”.
Poi
la sua voce.
Time to escape
La voce cristallina di
Jared, mi suggerisce cosa devo fare.
The clutches of a name
Diretta nelle mie orecchie.
No this is not a game
(It's just a)
Da lui a me.
I don't believe in faith
Da lui a noi
But the bottom line
It's time to pay
Mio Dio questa tenda nera quando sparisce?
You know
you've got it
This is war
Al coro che intona la battuta
finale di “Escape”,
un'esplosione di luci fa cadere la tenda nera.
Cade a terra come una cascata nera, creando delle
piccole onde regolari.
Dietro la tenda, Jared è in piedi, dietro
l'asta del microfono con un braccio alzato. Indossa degli occhiali da
sole dalla montatura rossa, i capelli non sono in piedi nella ormai
celebre cresta ma spettinati con rigore. Porta un chiodo di pelle
ricoperto di piccole borchie argentate nella fascia centrale, quei
pantaloni neri attillati che sembrano una seconda pelle, sul suo
fisico atletico e asciutto e gli ormai immancabili guanti rossi senza
dita.
La luce bianca, leggermente azzurrata lo illumina
completamente. Troppo perfetto per essere vero. Troppo etereo.
Troppo.
Con Night of the Hunter il pubblico si scalda ancora
di più. Mi sento soffocare. Eppure sono ipnotizzata da lui.
Vorrei guardare anche Shannon, Tomo e Tim. Ma è impossibile
per me distogliere lo sguardo da lui. Voglio imprimermi, nella
memoria, i suoi lineamenti il più possibile. Voglio
catturare
una millesima parte della sua essenza e portarmela a casa. Come
monito.
L'apice viene raggiunto quando sale sulla ringhiera.
Le mani che si sporgono per toccarlo non si contano. Sembrano dei
dannati nella fossa che si dimenano, cercando di raggiungere l'angelo
che li riscalda con la sua luce. Rispetto a lui siamo grotteschi.
Anche se sono immersa in quel mare di corpi, odori e
rumori. Solo il fatto di vederlo, mi riporta alla memoria il ricordo
del suo profumo. Lo sento nell'aria. Non ho dubbi. Profuma di bucato.
Lo vedo elargire un sorriso alle ragazze della prima
fila. Quei sorrisi non mi appartengono più. Questo pensiero
ha
già strappato, in parte, la mia anima.
Non sono infelice ma non riesco a sorridere. Conosco
le canzoni ma non riesco a cantare. Lui è lì.
È
reale, io lo so bene. È un umano. Ma appartiene
completamente
ad un altro mondo.
Ho dovuto vederlo da qui, in mezzo al pubblico, per
rendermene conto.
Come ho potuto anche solo pensare che da me volesse
altro? È un attore. Le belle parole le sa usare se vuole. Ed
io mi sono lasciata manipolare spesso e volentieri, nei giorni
passati con loro.
La sua espressione di quell'ultima sera in albergo
ormai è indelebile. Mi fa ancora soffrire.
Arretro. Avanzare verso il palco è
impossibile, ma sprofondare verso l'ultima fila, lasciandosi
inglobare dai corpi di migliaia di sconosciuti, è
estremamente
facile.
Il concerto è finito.
All'interno del Palasharp è rimasto solo un
terzo della gente che c'era prima. Io mi sento stremata.
Mentre parlo con le Echelon conosciute la sera prima,
ci accorgiamo di un gruppetto di ragazze che circonda qualcuno. Sono
agitate ed armate di macchina fotografica. Scorgo i Washing Machine
ed Edoardo. Mi avvicino.
Non appena Edoardo mi vede si fa strada in mezzo al
gruppo che lo circonda. Mi prende per un braccio e mi trascina dietro
una porta in cui un cartello recita “Ingresso riservato solo
al
personale addetto ai lavori”. Mentre sparisco con lui, mi
accorgo
delle facce basite delle ragazze che erano in mia compagnia.
Al di là della porta, la stanza è buia.
Edoardo mi sbatte al muro, appoggia i gomiti ai lati della mia testa.
“Questa volta io non
rinuncio!”, mi bacia. Un
bacio che non lascia scampo. Che mi toglie il respiro.
Poi...il vuoto.
“Shan io devo
andare!!!”, urlo a mio fratello.
“Sei impazzito?? c'è
ancora troppa gente là
fuori! Ti ammazzeranno e non riuscirai a trovarla!”
“Ma Edoardo è
già lì!”
“Jay... tu non puoi... fattene
una ragione! Loro
ancora non sono abbastanza famosi da rischiare la vita!”,
Shan
cerca di farmi ragionare.
“Maledizione!!!”,
sbatto il pugno contro la porta
del camerino.
“Senti Jay... tra poco andremo
sul retro... magari
lei sarà lì...”, cerca di consolarmi,
inutilmente,
mio fratello.
“Probabilmente sarà
troppo tardi...”, mi
lascio cadere sul divanetto. Mi tengo la faccia tra le mani. Mio
fratello si siede accanto a me e mi poggia un braccio sulle spalle.
“Vedrai... non tutti i mali
vengono per
nuocere...”, decisamente poco consolatorio.
“Ehi Shan! Abbiamo trovato
Camilla!”, la voce di
Max da dietro la porta del camerino mi fa salire il sangue alla
testa. Mi alzo di scatto, procurandomi un giramento, ed esco dalla
porta.
La saliva mi si azzera e vengo investito da un
pesante senso di nausea.
Camilla viene avanti accompagnata da Edoardo. Lui le
tiene la mano ed appena mi vede, le scocca un bacio tra i capelli,
rivolgendomi uno dei suoi più spietati sorrisi di vittoria.
“Ciao Jay! Ho trovato
Camilla!”, lei non mi
guarda. O meglio, guarda nella mia direzione ma sembra non vedermi.
Poi Edoardo continua.
“...e sai Jay c'è una
novità!
Vogliamo provare a stare di nuovo insieme! Non sei felice per
noi?!”,
lei arrossisce appena ed accenna un sorriso.
“E' vero?”, chiedo
rivolto a lei.
“Sì...”, mi
risponde in un soffio.
“Bene! Ora propongo di andare a
festeggiare!”,
dice Edoardo, cingendole le spalle ed allontanandola da me.
Io le prendo il polso. Edoardo mi fulmina, mentre lei
ne sembra sorpresa.
“Dobbiamo parlare
Camilla!”, le dico.
Edoardo cerca di trascinarla via senza darmene la
possibilità, ma lei lo tranquillizza posandogli una mano sul
petto.
“Lascia Edo... intanto raggiungi
gli altri... io
arrivo subito!”, gli scocca un bacio veloce sulle labbra e
lui si
allontana, non senza avermi scoccato l'ennesima occhiata di
avvertimento.
La invito ad entrare in camerino, ma lei rifiuta.
Così rimaniamo sulla porta. In mezzo al via vai dei vari
tecnici.
“C'è stato un
malinteso... quella sera...”,
lei mi interrompe alzando una mano.
“Non ha importanza Jay... Edo mi
ha già
spiegato ogni cosa!”
“Ma ti ha spiegato la sua
versione! Edo ha fatto il
suo gioco!”, lei rimane un attimo in silenzio. Poi affronta
il mio
sguardo. Affonda i suoi occhi verdi nei miei.
“Non avremmo avuto comunque
futuro insieme...
Sarebbe stata una pessima storia d'amore...”, mi sorride.
Accarezza
il mio viso e mi bacia la guancia.
“Ciao Jay...”, si
allontana.
Quel “Ciao” suonava come un addio.
Nel prossimo capitolo di Washing
Machine ------>
5 anni dopo.
Ok Ok...
ve lo aspettavate?
No?? Prima che mi ammazziate vi ricordo che la storia non finisce
qui...
Bene!
Ora passiamo all'angolino
del comarò!!!
Giuliechelon90:
Lego del
mio cuore!! Sono felice che ti piaccia questa storia! E ti ringrazio
anche qui per essere la pazza pervertita che sei! Senza il tuo
“ormone” 20 centimetres sarebbe ancora in fase
larvale!! Ti
adoro!!
Aglaja/Claudia:
Stellina
mia! Grazie per i complimenti nel vecchio capitolo. Nell'incipit, con
l'arrivo a Milano, mi sono basata sulle mie sensazioni, che provo
ogni volta che vengo a Milano. Città che amo proprio
perchè
caotica. Grazie per essere sempre critica in maniera costruttiva!!
Spero che questo capitolo non sia esageratamente stucchevole.
Luxu2/Lucia:
Lucia!!! hahaha! È stato divertente immaginare te e tuo
marito
al concerto! (tra l'altro lui dev'essere una sagoma da quanto
è
simpatico!) Guarda che all'HJF sei mia eh!? Mi raccomando!!!
Piuttosto a Milano, mentre ero in coda, ho visto una coppia di
sposini... ma non ero sicura fossi tu... io indossavo un trashissimo
gilet fuxia ed una camicia a quadretti bianchi e blu elettrico...
magari abbigliata così mi hai vista! XD
SimplyLily/Anna:
Ecco un'altra che attendo all'HJF!!! Ci divertiremo un saccoooo!!!
Spero ti piaccia anche questo capitolo lungo! E poi, dopo aver letto
quello che scrivi tu... cavoli... SEI BRAVISSIMA!!! Al prossimo
concorso di FF sui 30stm devi partecipare! Quindi scrivi che sono
curiosa!!!
talita:
emmm... io forse ero uno degli avvoltoi! Hihihi! Dovevo dargli il
regalino della mia Divisione! Ma ho compiuto la mia prima missione
con successo! Pensa che ho dovuto ripetergli 3 volte che era per
loro!! e l'ho guardato dritto dritto negli occhi! :Q_______ che bel
micione!
Princes/Monica:
Ci sono 2 “Monica” in questa FF. Tu naturalmente
sei “quella
con la bandiera” che se la fa con Max! L'altra è
davvero la
moglie di Ale, che tra l'altro esiste ed è realmente il
direttore creativo di uno studio di design di Milano! Ed è
pure un gran figone! Grazie fagiana mia!! *__* quanti complimenti! Ma
dal prossimo capitolo si cambia musica! Sono eccitata! ^__^
chissà
se vi piaceranno gli sviluppi!
Blue_moon/Nicole:
Sono felice che ti piaccia il mio Shannon. Io me lo immagino
così...
dev'essere tanto caro... specialmente per sopportare quel maniaco
perfezionista del fratello! :P e poi e una figura che mi ispira
protezione... Allora... Il tuo ruolo principale comincerà
presto cara... quindi preparati! Dal prossimo capitolo..........
eh... basta mica posso dirti altro! :P
Rodney/Simona:
Oh cavolo, oh cavolo! Ebbene sì! Ho sorretto quel ben di
Dio!
Ma era troppo grande per metterselo in tasca e scappare... in
più
mi avrebbe inseguita l'intero Pala!! hahahah! Ora... riguardo questo
capitolo... non uccidermi! La storia deve andare avanti e le sorprese
non sono finite! Spero di stupirti con effetti speciali se non l'ho
già fatto in questo “fine prima parte”!
Alla
prossima e mi raccomando! Fammi sapere che ne pensi!
BACI
A TUTTE!!!
nel
prossimo si vede Camilla........
|
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Capitolo 13 *** Cap. 12 -New Wash- ***
Salve
gente!!! disgraziatamente per voi sono ancora viva ed intenzionata a
tediarvi con questa storia! Hahaha! XD
Chiedo
scusa per l'imperdonabile ritardo.. ma per chi non lo sapesse ero
sotto tesi! Ora però sono libera come una farfalla! A parte
il
fatto che lavoro all'università... uff... neanche il tempo
di
respirare... Comunque sono una dottoraaaaaaa!!!! yeeeeaah! Non vi
dico neanche quanto mi sono ubriacata alla mia festa di laurea...
-__-”
Ora
la storia riparte! Spero non vi faccia schifo! Personalmente non amo
molto questo capitolo... è di assestamento... ditemi che ne
pensate!
E come al solito... risposte alla fine!
Camilla
Lombardi: sola
per le vie di Manhattan.
Dove
ha lasciato, l'ormai celebre fidanzato, leader dei Washing Machine?
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Camilla
Lombardi (31 anni), è la più celebre ed invidiata
italiana a New York.
Questo
perchè conosciuta come la storica fidanzata di Edoardo
Castiglioni, in arte “Eddy” o
“Edo”, leader del gruppo
Washing Machine, nonché bello e dannato.
“Siamo a NY per
promuovere il
nostro album di debutto...”,
ha dichiarato Eddy nell'ultima intervista, “...il
lavoro
da fare è tanto, ma possiamo contare sulla vicinanza delle
persone a noi care!”.
Che tutto
questo lavoro, tolga alla povera Camilla le attenzioni del suo
impegnatissimo fidanzato?
Ad ogni
modo, con il compagno, con cui convive da quando si sono trasferiti
negli USA, le cose non sembrano andare per il verso giusto. Il
cantante viene avvistato sempre più spesso solo soletto in
locali notturni. Mentre lei, passa le giornate da sola per le vie di
Manhattan. Del suo uomo, neanche l'ombra.
E pensare
che è passato così poco tempo da quando si sono
ufficialmente fidanzati. Con tanto di anello, che Camilla sfoggia
nella foto sopra.
Staremo a
vedere se convoleranno a nozze o uno dei due scapperà prima
di
arrivare all'altare.
“Pronto?”
“Sì?”
“Ciao Giuly...
sono Camilla!”
“Oh... Ciao Cami! Che
succede?”
“Nulla... sono in
giro e dei paparazzi mi stanno fotografando!”
“Beh... cara che ci vuoi
fare...”
“Ma devono per
forza fotografare me?? Non sono mica io quella famosa!”
“Ma tesoro... tu stai
con uno dei ragazzi più
popolari del momento... cosa ti aspettavi?! E poi è
diventato
famoso che già stava con te... è ovvio che la
cosa
attiri le attenzioni dei curiosi! Siete un po' come Bono Vox e
Ali!”
“Con la differenza
che Bono non si comporta da imbecille...”
“Oddio... cosa ha
combinato stavolta?”
“...senti... sei
impegnata? Ti va se ci vediamo per parlarne... mi scoccia al
telefono...”
“Ma certo tesoro! Dimmi
dove e quando!”
“Ora!
Ci vediamo allo Starbucks sulla 7th Avenue...”
“Ok... dammi il tempo di
vestirmi e prendere un
taxi...”
“Eri ancora a letto? Che diavolo
ci facevi a
quest'ora?!”
“...Ginnastica...”
“Oh... ok non indago...”
“Meglio! A tra poco
tesoro!”
“Ciao!”
Chiudo la comunicazione con Giulia e salgo nel Taxi.
Non appena mi siedo nell'abitacolo che odora di acqua stagnante,
indico la destinazione al conducente, un indiano di circa
cinquant'anni, che ha molta voglia di parlare.
“Signorina lei è
famosa?”, mi chiede con
un sorriso solare, i suoi denti sembrano bianchissimi in contrasto
con la pelle scura.
“Se davvero lo fossi, lei mi
conoscerebbe...”,
sorrido, infilando gli occhiali da sole.
“Mi scusi ma non ho buona memoria
quando si parla
di celebrità!”, continua a sorridermi, spiando le
mie
espressioni dallo specchietto retrovisore.
“Le assicuro che non sono
nessuno... mi creda...”,
rispondo laconica, guardando la strada scorrere dal finestrino. Mi
rigiro il telefonino nelle mani e carezzo lo schermo liscio con il
pollice.
“Eppure aveva un bel po' di
fotografi alle
calcagna! Magari è una modella?! Una bella ragazza come
lei...”, cerca di fare il simpatico, solitamente reggerei il
gioco
e continuerei a fare qualche battuta sarcastica, però
stamattina non è nata bene come giornata, come del resto mi
capita sempre più spesso ultimamente.
“No... non sono nessuno...
è solo che
conosco gente famosa... quindi “godo” di una fama
per
estensione...”, rispondo probabilmente troppo secca, tanto
che il
povero conducente capisce che non sono in vena di parlare. Rimane
zitto fino alla fine della corsa. Fino a quando gli allungo la
banconota da 20 dollari.
“Grazie Signorina... ma ascolti
un mio consiglio,
qualunque cosa le abbia fatto perdere il sorriso... va
eliminata!”,
rispondo con un sorriso di circostanza e penso: “facile a
dirsi...”.
Nello Starbucks sulla settima, non c'è mai
molta gente che si siede. La maggior parte della gente entra ed
ordina al volo. Quindi non mi è difficile trovare un buon
posto a sedere, lontano dalle vetrate. Ordino un frappuccino al
caramello mentre aspetto che Giulia arrivi. Apro la borsa e ne
estraggo una rivista italiana di musica. Me le faccio spedire dalla
mia famiglia, giusto per sapere cosa si dice nell'ambiente musicale
in Italia, riguardo i Washing Machine.
Mentre sfoglio le pagine patinate, la cameriera mi
serve il mio bibitone, ne prendo subito un generoso sorso. Sono la
vergogna degli italiani. Odio il nostro caffè espresso, ma
annegherei in quelle bevande zuccherosissime e pesantissime da
digerire.
Ad un tratto, volto pagina e mi ritrovo una
gigantesca foto di piazza Duomo, gremita di gente. L'articolo parla
di TRL Italia, non mi soffermo sulle parole scritte, né mi
interesso dell'ennesimo ospite della trasmissione televisiva
musicale. Mi soffermo sulla facciata bianca del Duomo, sulle sue
guglie che puntano il cielo e ne squarciano l'azzurro. Sento gli
occhi bruciarmi e volto pagina prima che una lacrima birichina mi
cada da sotto gli occhiali da sole.
In quel momento sento una voce chiamarmi.
“Camilla tesoro!”,
Giulia è arrivata e mi
sorride. Vedo però il suo sorriso svanire non appena si
accorge della lacrima che mi bagna la guancia.
“Ehi tesoro... che
succede?”, mi chiede seria,
sedendosi di fronte a me.
“Oh nulla! Nulla!”,
rispondo passandomi una mano
sulla guancia per eliminare le tracce di lacrime.
“...Ti fa ancora male
vero?”, mi chiede. Rimango
un po' perplessa alla sua uscita e mi accorgo che sta fissando la
rivista aperta sul tavolo. Avevo voltato pagina e non mi ero accorta
che i protagonisti della trasmissione di cui si parlava nell'articolo
erano i 30STM. Davanti a me troneggiava una gigantesca foto di Jared
con i capelli a spazzola. Sento il cuore perdere un battito.
È
sempre bellissimo. Rimango in silenzio a fissare la foto. Sorride
sulla terrazza della trasmissione. Guardo quel sorriso, quei denti
perfetti e quelle labbra sottili. Per un attimo la mia mente vaga,
ripescando i ricordi dei suoi baci. Solo per un attimo.
Mi riscuoto dal torpore di quei ricordi e rispondo a
Giulia.
“Oh..No! No! Non è
come pensi! Cioè
ho provato nostalgia ma non per questa foto... per quella
precedente...”, velocemente volto pagina per mostrarle la
foto del
Duomo.
“Solo nostalgia di
casa...”, dico con un sorriso
tirato.
“Oh... ok..”, risponde
poco convinta.
Giulia è l'unica a cui ho raccontato quello
che c'è stato fra me e Jared. Cioè non molto.
Quando
sembrava potesse accadere qualcosa è finito tutto.
Inspiegabilmente.
“Prima di raccontarmi cosa ha
combinato Edo
stavolta... posso farti una domanda?”, mi chiede
interrompendo i
miei pensieri.
“Certo! Non devi mica chiedermi
il permesso... lo
sai!”, le sorrido incuriosita dalla domanda che mi sta per
fare.
“Però devi essere
sincera!”, mi punta il
dito contro in segno di ammonimento.
“Lo sono sempre...”, la
vedo sgranare gli occhi
come se volesse contraddirmi, quindi mi affretto ad aggiungere
“...con te!”, mi concede un sorriso di approvazione.
“Pensi mai a come sarebbe andata
con Jared? Cioè...
se avessi scelto lui?”, sorrido divertita e prendo un
generoso
sorso di frappuccino.
“Non dovevo scegliere proprio
nulla! ...Ricordi? A
lui non interessavo poi molto..”, lo dico agitando la mano,
come se
fosse una risposta scontata e di poca importanza, ma dentro sento
ancora un fastidio alla bocca dello stomaco ripensando alla sua
faccia, davanti alla porta della sua camera d'albergo, mentre le
bellone bionde facevano il loro ingresso. In questi anni sono
riuscita “miracolosamente” a non trovarmelo mai di
fronte. I
Washing Machine, essendo stati scoperti da loro hanno mantenuto un
bel rapporto di amicizia. Hanno continuato a collaborare con i Mars.
Io invece ho sempre cercato di evitarli, o meglio, di evitarlo. Mi
è
capitato di incontrare Shannon, Tomo e Tim. Lui mai. Evidentemente lo
sforzo è stato da parte di entrambi.
“Si ok... me l'hai già
detto... eppure mi
sembra strano... insomma nei giorni successivi al concerto di Milano,
dopo che tu ti sei messa con Edo, Jared era catatonico! E poi come mi
spieghi la cover che ha fatto di Bad romance?
Perchè
proprio quella? Hai visto il video della registrazione...”,
Giulia
sembra serissima, era e rimane una Echelon convinta, era presente al
concerto di Milano. È stata una delle ragazze Echelon che ho
conosciuto la notte prima del concerto. Incredibilmente per me,
abbiamo stretto una solida amicizia in breve tempo, ed anche se
è
l'assistente dei Washing Machine, qualunque cosa riguardi i Mars
è
quasi impossibile che le sfugga.
“Probabilmente era stanco per il
tour... è
stato molto stressante... per quanto riguarda la cover, non so... in
quel periodo era il Leto-Gaga! Forse gli piaceva... cosa vuoi che ne
sappia!?”, eppure neanche a me era sfuggito il suo stato
d'animo
quando ho visto il video della trasmissione radiofonica, in cui un
Jared con occhiali a mascherina scuri e cappello calato sulla faccia,
cantava una canzone struggente. Non mi ero mai resa conto di quanto
fosse triste il testo di quella canzone. Improvvisamente mi
tornò
in mente l'ultima frase che dissi a Jared a Milano, dopo che mi ero
convinta che stare con Edoardo fosse la scelta migliore:
“...sarebbe
stata una pessima storia d'amore...”. Che ci fosse una
connessione?
No. Ormai è passato così tanto tempo che sarebbe
sciocco, anzi assurdo, ripensare a questi particolari.
“...secondo me aveva
pianto...”, la buttà
lì Giulia, mettendo un finto broncio e scrutandomi di
sottecchi.
“Ma figurati! Secondo me aveva
fatto festa fino a
tardi e non voleva farsi vedere con occhiaie e capelli in
disordine!”, ribatto buttandola sul ridere.
Giulia fa spallucce e lascia cadere l'argomento
fortunatamente. Ripensare a Jared non mi fa mai bene. Mi ha fatto
provare la gioia ed il piacere più totale quasi
contemporaneamente alla tristezza più assoluta. Troppe
emozioni forti in poco tempo che però, mi hanno aiutata a
maturare ed a capire che tipo di persona volevo essere. In effetti
credo di essergli debitrice.
“Ad ogni modo non sono corsa qui
per parlare del
tuo (invidiabile) passato...” dice ironica, “...ma
del tuo
sciocco presente! Che cosa ha combinato Edo stavolta?”, mi
chiede
con aria apprensiva.
Edoardo in questo periodo sembra in un altro mondo.
Ormai non riesco più a capirlo. Ho il terrore che il
successo
gli stia dando alla testa. Da quando ci siamo fidanzati ufficialmente
lo sento allontanarsi da me sempre di più.
“...sai ieri sera è
tornato a casa
ubriaco... di nuovo...”, mi soffermo mescolando la bevanda
schiumosa con la cannuccia.
“Ancora??”, chiede
Giulia sbalordita.
“Si... O meglio credo fosse
ubriaco perchè
puzzava da alcol, non so se faccia uso di qualcos'altro...”
“Che ti ha fatto?”, mi
interrompe.
Prima di risponderle respiro profondamente,
aggrottando la fronte.
“Oh... beh... nulla di grave...
in fondo è
il mio fidanzato... cioè non mi è piaciuto
molto... ma
stamattina gliele ho cantate... cioè non deve farlo
più!”,
parlo ma non la guardo negli occhi.
“No...”, la sento
sussurrare, “...ti ha
forzata... a farlo?”
“Si... cioè no... in
fondo siamo
fidanzati...”
“Cosa c'entra?? è
violenza domestica!”,
Giulia si sta agitando.
“Ah beh... tanto ha concluso
poco...”, le dico
con un sorrisetto malizioso e facendo un risolino.
La vedo tranquillizzarsi e farmi un mezzo sorriso.
“È crollato
vero?!”
“Sì... giusto in
tempo! Ma è stato il
modo in cui voleva... farlo! Era rabbioso... insomma non era
più
lui... mi ha spaventata un po'... non vorrei davvero facesse uso di
qualche droga... e poi... viene sempre avvistato i quei localetti
notturni da quattro soldi... tra donne...”, faccio
un'espressione
disgustata.
“Hai provato a chiedere a chi era
con lui ieri? Ai
ragazzi??”, mi chiede.
“Non ancora... nel pomeriggio
provo a sentire Fede,
magari ha qualche novità... ultimamente li vedo tutti
pochissimo...”
“Ah lui non sa
nient...”, Giulia si porta la mano
alla bocca come se le fosse scappato qualcosa che non doveva dire per
nessuna ragione.
“E tu come lo sai?”, le
chiedo stranita.
“Ma... è una
supposizione...”, la vedo
arrossire fino alla punta delle orecchie.
“Giuly... pensi sia
scema?”, stavolta sono io che
la guardo di sottecchi. Una piccola rivincita per l'interrogatorio di
prima.
Giulia si guarda intorno, come se dovesse rivelare il
codice top secret per sganciare una bomba nucleare.
“Ok... ma nulla è
certo e/o ufficiale...
dovevo dirtelo prima... lo so... ma non sapevo come! E poi tu
ultimamente sei nei casini con Edo... cioè non mi sembrava
il
caso...”
“Giuly sputa!!”, le
ordino.
“Ok...
mi-sto-frequentando-con-Fede!”, dice tutto
d'un fiato.
La guardo sorpresa, forse un po' troppo sorpresa
perchè comincia a darmi delle giustificazioni assurde che
comprendono: i bei capelli di Fede, il suo buon odore, i suoi modi
raffinati, il fatto che gli opposti si attraggono... ecc.. ecc..
“Giuly non ti devi giustificare!
Ti piace?”
“Molto...” dice con
aria sognante.
“Bene!”, sorrido
felice, finalmente mi esce un
sorriso sincero.
“Quindi stamattina eri con lui
nel... Oddio...
stavate facendo quella ginnastica! Oddio... scusa scusa scusa!! Fede
mi odierà!”, mi sento imbarazzatissima ora che
riesco a
visualizzare la conosciuta faccia di Fede, tra le lenzuola di Giulia.
“Tranquilla!! Sei mia amica! E
poi Fede ti vuole un
gran bene... sai... anche lui mi dice spesso che Edo ti sta facendo
dannare... è in pensiero per te...”, mi rassicura
stringendomi la mano fra le sue. Le sue mani sono così
calde,
un netto contrasto con le mie, perennemente gelide.
Giulia è mia amica, ma si comporta come una
mamma nei miei confronti. Vicino a lei riesco a sentire meno la
mancanza di casa.
“Grazie...”, le
sussurro.
“E di che? Tanto avevamo appena
finito quando hai
chiamato!” mi fa una linguaccia e scoppiamo a ridere.
Dopo aver lasciato Giulia, perchè tornasse fra
le braccia di Fede per un secondo round mattutino, mi avvio a piedi
verso la Broadway. Non ho voglia di ritornare a casa. Mi aspetterebbe
l'ennesima discussione con Edoardo e, probabilmente, sarà di
pessimo umore per il mal di testa post-sbornia.
Cammino guardando le scintillanti vetrine, ma non ci
faccio caso più di tanto. I miei pensieri sono rivolti al
primo discorso fatto con Giulia. Ripenso al video in cui Jared canta
Bad romance. Comincio
a
canticchiare tra me e me la vecchia canzone di successo:
(...)
Voglia
la tua pessima storia d’amore
Voglio la tua bruttezza
Voglio
il tuo male
Voglio tutto quello che hai
Finchè non ha
prezzo
Voglio il tuo amore
Amore-amore-amore
Voglio il tuo
amore
Voglio il tuo dramma
Il tocco della tua cura
Voglio il
tuo sporco bacio di pelle in scena
E voglio il tuo amore
Sai
che ti voglio
Amore-amore-amore
Voglio il tuo
amore
Amore-amore-amore
Voglio il tuo amore
Sai che ti
voglio
E sai che ho bisogno di te
Davvero tanto
Tanto
tanto
Voglio il tuo amore
E voglio la tua vendetta
Tu ed io,
mettiamo su una pessima storia d’amore
Voglio il tuo amore
Il
tuo amore è una completa vendetta
Tu e ed io, mettiamo su
una pessima storia d’amore
(...)
Voglio la tua pessima storia
d’amore
Voglio il tuo orrore
Voglio il tuo piano
Perchè
sei una criminale
Fino a che sarai mia
Voglio il tuo
amore
Amore-amore-amore
Voglio il tuo amore
Voglio la tua
pazzia
Stai accendendo questa miccia
Ti voglio in questa
stanza
Tesoro è da malati
(...)
Non voglio esserti amico
Ho detto
che voglio il tuo amore
E voglio la tua vendetta
Voglio il tuo
amore
Non voglio esserti amico
Sono intrappolato in
una pessima storia d’amore
(...)
Ad un tratto mi blocco.
Ricordo bene le ultime parole che
gli ho detto a Milano: “..sarebbe stata una pessima
storia
d'amore...”
“oh cazzo... non può
essere che stesse parlando a me!”, mi dico ad alta voce,
attirando
gli sguardi dei passanti. Scuoto la testa e mi riprometto di
cancellare queste supposizioni, o al massimo, di chiuderle a chiave
nel cassetto più remoto del mio cuore.
“Cazzo...”.
Mi rigiro nel letto. Sento la
testa esplodere. La bocca è impastata da un disgustoso
sapore
amaro.
Ieri c'ho dato dentro troppo. Ho
esagerato, come ultimamente faccio spesso.
Guardo la porzione di letto libera
al mio fianco. Camilla dev'essere già uscita.
Afferro il suo cuscino e me lo
porto sulla faccia. Si sente il suo profumo. Un netto contrasto
rispetto all'odore che emana il mio corpo. Alcol, fumo, sudore mio e
di altri.
I ricordi sono frammentati e più
cerco di ricostruire mentalmente la serata di ieri, più il
dolore alla testa aumenta.
Sono stanco.
Ad un tratto mi balena negli occhi
l'immagine di lei che si sveglia di soprassalto con me sopra, mi urla
di “smetterla subito”. Ora oltre al mal di testa,
mi sento
nauseato.
Spero di non aver fatto lo stronzo
con Camilla ieri notte. Ma purtroppo temo di conoscere la risposta.
Mi alzo stancamente dal letto.
Tutti i muscoli sono doloranti, come se avessi fatto una giornata
intera in palestra senza essermi mai allenato prima.
Vado in bagno e mi ficco sotto la
doccia.
Voglio togliermi tutti questi
odori di dosso.
Mi odio e non voglio più
fare serate del genere, il giorno dopo si sta sempre peggio. Eppure
sono conscio del fatto che tra qualche ora, quando Max mi
suonerà
per andare alle prove avrò ancora voglia di ripetere gli
stessi sbagli.
A casa non riesco a stare.
Non riesco più a guardare
Camilla. Ogni volta che incrocio il suo sguardo mi sembra che i suoi
occhi mi giudichino. Attraverso il suo volto riesco a vedere me
stesso, e quello che vedo non mi piace per niente.
Mi capita spesso di pensare di
ritornare in Italia.
Lei sarebbe più felice. Ma
poi ripenso a quello che sono qui. Se tornassi in Italia prenderei
brutalmente coscienza di tutti i miei errori.
Spengo l'acqua e rimango a
fissarmi i piedi.
Grosse gocce d'acqua cadono dai
miei capelli, rimango a fissarle mentre si infrangono contro il
piatto della doccia.
Penso a Camilla.
Sono dispiaciuto per lei. Per il
mio atteggiamento nei suoi confronti.
Non vorrei essere così.
L'ho desiderata tanto ed ora che siamo ad un passo dal matrimonio, mi
rendo conto di quanto siamo diversi.
Mi rendo conto che il mio cuore
non batte più ad un suo sorriso.
Ci provo e ci riprovo.
Ci penso e ci ripenso.
Ma per quanto mi sforzi nel
ripensare a lei, alle espressioni del suo viso, al suo corpo... il
mio cuore rimane muto e fermo. Non sento nulla. Solo una semi
angoscia che però riguarda più me che lei.
Dopo la
doccia mi dirigo nella
mini cucina. Quella in cui viviamo non è casa nostra ma un
bell'appartamento che ci ha trovato la EMI. La cucina non la usiamo
un granchè, non mangiamo mai a casa da soli. A dire il vero
non ricordo l'ultima volta in cui abbiamo pranzato o cenato insieme
io e Camilla.
Io sono sempre con i ragazzi, lei
non ho idea di come passi le sue giornate. Mi si stringe lo stomaco
ad immaginarmela da sola in quella piccola cucina a mangiare.
Conoscendola poi non mangerà molto. Non le è mai
piaciuto preparare solo per se stessa.
A questo pensiero mi passa
l'appetito. Addio colazione.
Sul bancone del cucinino noto una
montagna di scartoffie, per lo più corrispondenza varia e
documenti. In una pila ordinata accanto ad un portafrutta di
cristallo ci sono una serie di inviti ad eventi. Inizio a spulciarli.
Solitamente non me ne interesso, tanto Giulia ci organizza tutto
nella sua agenda e mi ricorda gli impegni gradualmente, giusto per
non farmi sentire oberato di cose da fare.
L'invito ad una mostra d'arte, ad
una serata di beneficenza, alla prima di un film, al party di una
famosa stazione radiofonica... Si prospetta un periodo pieno.
Ma l'invito che attira
maggiormente la mia attenzione è quello dedicato ad un party
per la trasposizione cinematografica di un libro che è
diventato un best-seller anche qui negli Stati Uniti.
Un libro che ho già letto
con piacere, di un'autrice che conosco con altrettanto piacere.
Nicole.
Non trattengo un sorriso nel
leggere il suo nome sulla carta avorio.
Con il pollice accarezzo la carta.
Poi prendo subito il cellulare e
chiamo Giulia. Squilla un paio di volte e poi mi risponde. Sembra
affannata.
“Buongiorno
capo!”
“Ciao Giulia! Ti prendo in un
brutto momento? Disturbo??”
“No! E comunque lavoro
per
voi... quindi in teoria non dovresti chiedermi il permesso di
disturbarmi...!”, ride. Non riesco proprio ad
abituarmi
all'idea di avere qualcuno che lavora alle mie dipendenze.
“Si... beh... non mi piace
essere invadente comunque...”, sdrammatizzo.
“Ok...ok... allora lo
sarò
io al posto tuo! Oggi hai le prove fino alle 17, poi c'è
un'intervista con Rock Mag. all'hotel Palace, la sera cenerete con
D.J. che vuole produrre un singolo con voi...”
“Ok aspetta!!...”,
interrompo
Giulia, se si mette d'impegno sa come toglierti il respiro, e non
parlo solo del suo seno mozzafiato.
“...ti ho chiamata per sapere se
è stata confermata la nostra presenza al party per il libro
di
Nicole...”
“Beh... Camilla ha detto
che
sicuramente ci tenevi ad andarci personalmente... quindi ho
confermato per voi due... ho fatto male?”
“No... no...
benissimo!”,
Camilla mi conosce. Sa che questo è uno di quegli eventi a
cui
non potrei mancare. Mi ha visto leggere e rileggere il libro di
Nicole fino a consumarne la copertina. Ecco che un altro senso di
colpa si aggiunge nei confronti di Camilla.
“Bene! Camilla ha
già
preparato gli abiti che vi metterete, che io sappia...ma tanto la
devo incontrare tra poco da starbucks, se vuoi le chiedo...”
“Oh.. non fa nulla...dovete
vedervi??”
“Sì... ah...
Edo hai
combinato qualcosa?!”
“Quando??”
“Ieri sera...”
“Ah... non lo so... Giuly ero
ubriachissimo... sai com'è Max quando usciamo...”,
mi sembra
di aver mangiato un sacco della spesa, colmo di biglie di ferro. Che
diavolo ho combinato ieri sera?.
“Mmm... ok... Edo io non
potrei farti la ramanzina... ci tengo al mio lavoro.. mi piace! Ma
sono anche amica di Camilla e te lo devo dire... Non ti stai
comportando bene con lei ultimamente...”
“Lo so....”, non riesco
ad
aggiungere altro. Ora le biglie di ferro nel mio stomaco, hanno
cominciato ad agitarsi dolorosamente.
“Ciao”,
mi saluta lei.
“Ciao Giuly...”, chiudo
la
comunicazione con la mia assistente e vado a vestirmi. Non appena
apro l'armadio trovo un sacco appeso con un post-it giallo
appiccicato sopra. La scrittura è quella elegante ed
ordinata
di Camilla. “ABITI PER IL PARTY DI NICOLE!”.
Stacco il post-it, lo osservo e
poi lo riattacco dove stava.
Camilla pensa sempre a me. Dovevo
prendermi cura di lei, invece è lei che si preoccupa sempre
per me. Come la sto ripagando?
Batto la fronte contro la portella
dell'armadio per evitare di pensare.
Il freddo della superficie laccata
mi arriva alle sinapsi. Mi concentro sulla sensazione di benessere
che provoca al mio mal di testa e decido di prepararmi per le prove
con il gruppo.
“Ehi
Jay! Hai visto qui? Pare
che tra Edo e Camilla le cose non vadano alla grande...”.
Siamo al trucco per un servizio
fotografico e Shannon, non ha nulla di meglio da fare che mettersi a
leggere delle stupide riviste di gossip per passare il tempo.
Esattamente come una vecchia pettegola dal parrucchiere.
“Shan... si può sapere
quando la pianterai di credere a tutto quello che scrivono in quei
giornalacci?”, gli chiedo, mentre l'acconciatrice plasma i
suoi
capelli con un leggero strato di pasta modellante.
“Ma questa non sembra essere una
di quelle notizie gonfiate e campate per aria! Scrivono solo che lui
passa le serate per i fatti suoi e lei di giorno è sempre in
giro da sola! Insomma... in pratica non stanno mai
insieme...”, mi
dice con una punta di malizia nella voce.
Gli strappo dalle mani il giornale
e guardo l'articolo in questione. Un paio di scatti di Camilla mentre
parla al telefono, bastano ad incuriosirmi. È da molto che
non
la vedo. Sembra più adulta, più matura. Il suo
viso
rimane comunque bellissimo. Sembra di porcellana.
Anche se è solo una foto si
riesce a percepire l'eleganza, lo stile. È sempre stata
raffinata, anche quando si vestiva casual.
Il titolone dell'articolo recita:
“Camilla
Lombardi: sola per le vie di Manhattan.
Dove
ha lasciato, l'ormai celebre fidanzato, leader dei Washing Machine?”
Leggo
rapidamente l'articolo. Non dice nulla di eclatante. Ma quando leggo
del fidanzamento, guardo subito la foto, e lo vedo lì. Al
suo
dito. L'anello che sancisce il legame tra Camilla ed Edoardo. Per
quanto siano in “crisi”, comunque Camilla continua
a portare
l'anello.
Poi
al pensiero che Edoardo la lasci sola ogni sera per uscire a locali,
dove si sa, capita di tutto, mi monta una rabbia incontrollabile.
Scaravento il giornale nel cestino.
“Ehi!
Io non avevo ancora finito di leggerlo tutto!”, mi urla Shan.
“...è
solo spazzatura... e tra la spazzatura deve stare!”, lo
zittisco
solo per poco purtroppo.
“Si
può sapere che problema hai?? Ti brucia ancora quella storia
vero?!”
“Quale
storia scusa??”
“Quella
di te e Camilla! Il fatto che per una cazzata te la sei fatta
soffiare da Edo... se vuoi un mio parere non ti sei mai sforzato
più
di tanto! Cioè non hai mai combattuto veramente per lei...
ti
sei semplicemente seduto sulla riva del fiume a guardare la corrente
che passa...”
“Come
sei profondo oggi Shan... dimmi... dov'è mio
fratello??”,
cerco di sdrammatizzare, ripensare a quel periodo, alle
incomprensioni ed agli sbagli non è piacevole.
“Non
fare l'idiota! Quello di solito è il mio ruolo! Sto parlando
seriamente Jay... Non se la stanno passando bene... me l'ha detto
pure Max l'ultima volta che siamo usciti... Lui esce spesso con Edo e
mi ha detto che quando esce di casa sembra un'altra persona. Cerca di
distrarsi in qualunque modo possibile... e sappiamo bene a cosa si
riferisce...”, Shannon ha una vena di rimprovero nella voce.
Io
faccio spallucce, cercando di dimostrarmi disinteressato.
“Cosa
vuoi che ti dica?! Non sono problemi nostri... Sono adulti e
decideranno loro come è giusto che vada avanti la loro
relazione...”
“Sì
questo è vero... ma è anche vero che Camilla
potrebbe
ritrovarsi libera da un momento all'altro...”
“Ma
figurati... Edo non la mollerebbe mai...”
“Io
non ne sarei tanto sicuro... e poi comunque potrebbe essere lei
stessa a mettere fine a questa relazione...”, le parole di
Shannon
stavano solleticando un desiderio che non si è mai spento.
Un
desiderio che semplicemente tentavo di tenere rinchiuso al buio in un
cassetto.
“Hai
per caso sentito tu stesso Edoardo parlare della cosa?”
“No...
ma Max continua a ripetere che secondo lui sono agli
sgoccioli...”
“Senti
Shan... ok... può essere che le cose tra loro vadano male...
ma comunque io cosa c'entro con loro.? ..mi infastidisce anche
parlarne!”, recupero la mia giacca e faccio per uscire dal
camerino
in cui Shannon sta terminando trucco e parrucco.
“Ehi
Jay... prima ti ho detto che non hai mai combattuto per lei...
Potresti provare a farlo ora...”, quelle erano le parole che
temevo
di sentire. Infatti a quelle parole la mia mente cominciava a
rivangare quei momenti passati con lei. Pochi ma preziosi.
Bellissimi.
“Sai
cosa ti dico Shan?! Perchè no?!”, Shannon sembra
sorpreso
dalla mia risposta. Riesco ancora a stupirlo. Mi rivolge un sorriso
malizioso.
“Ok
fratellino! Allora io faccio il tifo per te! Basta che non ti ritrovo
depresso come dopo il concerto di Milano... c'hai fatto pure suonare
Bad
Romance!”,
ora ride.
Mi
sento le tempie pulsare a quel ricordo, avevo scelto quella canzone
proprio perchè mi ricordava le sue ultime parole. Proprio
perchè quella canzone diceva quello che volevo dirle io. Non
sarei stato in grado di trovare parole migliori.
“Lady
Gaga ha talento per i testi...” dico tra me e me.
“...peccato
abbia poco seno...”, commenta Shan.
“Ah
Jay... se ti interessa, Max mi ha detto che Edoardo e Camilla saranno
al party di quella scrittrice la prossima settimana...”, lo
dice
con finta noncuranza, rimirando l'acconciatura sparata allo specchio.
“Mh...
ok!”, gli rispondo leggero.
Poi
prima di uscire dal camerino mi volto verso mio fratello, gli
sorrido.
“Grazie
Shan...”.
SimplyLily:
Ciao Anna!!! si è passato un bel po'... ops! Ho dovuto
prendermi una pausa per forze maggiori... ma ora riprendo con
regolarità (spero) a postare! Heheheh ripeto... tutto
è
necessario! Cmq sì siamo a metà! E di cose ne
devono
succedere prima della fine! Come hai potuto notare anche Edo sa
essere alquanto bastardo! ;) Baci stellina!
Rodney:
hahahahah Simona! Siamo tutte amanti di Jay!! ecco come vedi la
storia riparte... tutti si sono fatti più adulti... (in
teoria). Camilla è fidanzata con Edo, ma come hai potuto
leggere lui la voleva tanto, come se fosse un gioco, ed ora si
è
stancato di lei. Vedremo cose si sistemeranno le cose! Intanto devo
dire che il Jay che mi immagino tra 5 anni è nella versione
di
“Attack”. :Q_________ uno stile pulito, sexy e
maturo!
Per_Aspera_Ad_Astra:
no no no! Non voglio farti morireeeee!!! Edo non è
cattivo...
è solo umano! Sa essere bastardo se vuole... Ha combattuto x
ciò che voleva e l'ha ottenuto! Jay ha fatto un po' il
“patata”... speriamo si svegli fuori ora! ^^
talita:
Caraaaaa *____* sono felice di averti sorpresa! E grazie anche per i
continui incoraggiamenti!! Ora sono Dottoraaaa!!! hahahahha che
bello... senza pensieri! Presto aggiorneremo anche 20cm.!! Baci
stella!
Egwine:
ma ciaoooo! Che piacere leggere le tue recensioni!!! Lo so che ti ho
fatta aspettare tanto ma sono un'assente giustificata! È la
vita... ah... il cattivo Edo... l'ha messa in quel posto al povero
Jay... e adesso non è neanche soddisfatto! Mannaggia a lui!!
Princes/Monica:
Lo so... questa versione di Edo ha spiazzato pure me che l'ho
creato... a volte mi sembra che i personaggi si scrivano da soli...
bha... sono pazza!!
Cmq...
Fagianaaaaaaaa!!!!! Domenica ti festeggiamoooo!!! che bello... mi
mancate un sacco ragazze!! Non vedo l'ora di
vedervi/fotografarvi/passare il tempo con voi senza apprensioni
varie! Baci tesoro!
Giuly:
Ed ecco che fa un ingresso inaspettato la nuova guest-star! Giuly!!!
l'assistente dei Washing Machine!!! Yeeeee!!! tesoro non vedo l'ora
di rivederti! Grazie per il sostegno pre-laurea e post-crisi da
tu_sai_chi! Ti amo! Ah... e se non ti accorgi che sei gnocca... gli
occhiali te li devi mettere tu!! :P
Jeja83:
Emmmm... non è arrivato presto sto capitolo... chiedo
umilmente scusa... U.U cmq... Grazie mille!!! sono felicissima che ti
sia piaciuto! Il prossimo lo posterò presto! Continua a
seguirmi!! baci!!
Nicole:
hahahah! Addirittura i lucciconi?!? allora sono stata brava! *_*
grazie!!! e dal prossimo capitolo fai il tuo ingresso trionfale....
come vedi sembra che Edo non ti abbia dimenticata.......
hihiiihihhiih
Luxu2:
Luciaaaaa!!!! caraaaaa.... hai visto sono viva!! Non vedo l'ora che
arrivi l'HJF!!! *___* sono in astinenza da Mars!!!! grazie per i
complimenti ai capitoli precedenti... Jared non poteva dimenticarsi
di Camilla... dopotutto i Washing Machine hanno continuato a
frequentare i Mars... e la sconfitta contro Edo... brucia! Un bacio
mega!!
Aglaja:
Si sono tornata a tormentarti! Hihihihi! Ora spero che ti piaccia la
piega che sta prendendo la situazione... sono troppo felice di
rileggere i tuoi ultimi commenti! Purtroppo nell'ultimo periodo mi
sono persa un sacco di ultimi capitoli pubblicati... (i tuoi
compresi...) devo quindi andare a rileggermi tutta la tua FF! (che
personalmente ho trovato molto poetica e per nulla volgare) e poi
commenterò! Un Bacio mega stella! Magari potresti venire
all'HJF!
Ultima
cosa... poi giuro che non rompo più... Se vi piacciono le FF
sui Mars, in particolare, se avete voglia di leggere qualche OS
inedita , andate in questa pagina:
http://dreamswriters.forumfree.it/?t=47808805
potete leggere e votare! In questo contest veniva pubblicata una foto
ispiratrice, in base a quella abbiamo scritto le nostre storie.
Può
votare anche chi non ha partecipato al contest!! mi raccomando....
c'è anche una mia OS che si intitola “Il cimitero
sull'acqua”, poi c'è la mia Giuly, Princes,
Nicole, Shanna
ecc... ci siamo tutte noi svitate! Quindi GO!
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