Io sono Tom! Io sono Bill!

di _Lollipop_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1-brutte notizie! ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2-berlino eccomi! ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3-benvenuta a scuola ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4- io sono Tom! Io sono Bill! ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5- ora basta! ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6- che succede adesso? ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7- può andare peggio di così? ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8-brutta t***a! ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9- concordo! ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10-un momento orribile! ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 13-nuove conoscenze! ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 14-si comincia! ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 15-si comincia (parte 2) ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 16-l'inizio della fine ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 17: l'inizio della fine 2 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 18: PRIMI SOSPETTI ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 19- Helen, la scelta e... Devilish ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 20: FEBBRE ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 21: Come fosse droga ***
Capitolo 20: *** Capitolo 22: Rivelazioni... ***
Capitolo 21: *** Capitolo 23: Beccata ***
Capitolo 22: *** Capitolo 24: Sorpresa per entrambi ***
Capitolo 23: *** Capitolo 25: La verità ***
Capitolo 24: *** Capitolo 26: Durch den Monsun ***
Capitolo 25: *** Capitolo 27: Amore? ***
Capitolo 26: *** Capitolo 27:Segreti ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1-brutte notizie! ***


 

1° CAPITOLO BRUTTE NOTIZIE!!

 

-Sara!!! dobbiamo parlarti!!- urlò mamma dal salotto.

"che palle, cazzo vogliono ora?!?!" pensai.

-arrivo!- dissi stropicciandomi gli occhi durante un sonoro sbadiglio. Ero stanchissima e la voglia di alzarmi era pari a 0! Ieri sono uscita di nascosto con amici e sono tornata tardi.

Trovai i miei seduti al tavolo mentre mio fratello giocava con i lego sul tappeto.

"che cazzo è successo di cosi importante da tirarmi su a quest ora?!?!"

-Sara dobbiamo dirti una cosa molto importante!- dissero i miei; avevano un espressione seria e preoccupata.

"merda! E se mi hanno sgamata?!?!"

-è successo qualcosa??- chiesi seria.

-papà è stato trasferito in un altro aereoporto- mi disse mamma abbassando lo sguardo.

-ah ok quindi andrai a Malpensa??- chiesi girandomi verso papà.

-emm... no più lontano- continuò lui.

"ma che dice?! Non ci sono altri aereoporti qui intorno"

-ah, non sapevo ci fossero altri aereoporti da queste parti!-

-mi hanno trasferito a quello di...- abbassò lo sguardo -Berlino- continuò con un fil di voce.

Sbarrai gli occhi; non so se per lo stupore, la tristezza o la rassegnazione. Il tedesco lo sapevo a tratti, sapevo solo delle parole, per il resto se mi trovavo davanti un tedesco gli sputavo in un occhio per i nervi che mi dava quelal lingua cosi complicata.

-quindi vorresti dire che ci trasferiremo là?!?- dissi con gli occhi pieni di lacrime. Non volevo trasferirmi, avrei dovuto lasciare tutto e tutti, amici, famiglia, scuola, andare in un posto nuovo con una lingua che conoscevo a malapena.

-veramente...mamma e tuo fratello staranno qua e...ad andare a Berlino sarò io; tu dovrai andare in una città chiamata magdeburgo a casa di un amica di nonna che è come una seconda mamma per me!-

"coooooooooosaaaaaaaaa??? non basta lasciare tutto qui compresa la mia normale vita, devo anche passarne il resto da una signora che neanchee ho mai visto!!!"

-ma io non posso andare!- dissi mentre ormai le lacrime mi rigavano il viso.

-lo so tesoro che è difficile e mi dispiace molto! Siamo andati in tribunale per chiedere di farci trasferire tutti ma hanno detto che con questa crisi di lavoro che c'è possiamo andare solo noi-

-quando partiamo???- chiesi con un fil di voce.

-questa sera!- ormai le lacrime scendevano come un fiume in piena.

Corsi fuori, presi la bici e mi diressi a casa della mia migliore amica Valeria.

-mi chiamerai vero??-

-ovvio- mi disse piangendo.

-addio-

-addio-

-Sara! Sara è ora di andare!- disse papà dalla macchina

-non voglio-

-lo so ma dobbiamo andare-

 

Arrivati all' aereoporto salutai tutti e partii per quello stupidissimo viaggio. Non parlai tutto il tempo forse per protesta! Pur sapendo che era inutile!

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2-berlino eccomi! ***


 

2° CAPITOLO BERLINO ECCOMI!!

 

Arrivati a Berlino papà mi salutò.

-dove vai??- gli chiesi.

-devo andare dal capo. Mi assegnerà la stanza e l'area di lavoro.-

-ma come, di già??-

-si so che è presto. Tu devi andare con quella signora, ciao tesoro!-

-ciao papà vienimi a trovare presto!-

-appena possibile- e detto questo si avviò. Io camminai lentamente verso la signora.

-ciao bellissima!-

"Ehy, cos' è tutta questa confidenza?! Neanche ti conosco! Vabbè mi ospiterà, meglio essere gentili!"

-salve signora io sono Sara- o almeno ci posso provare!

-cara io sono Janet ma tu puoi chiamarmi nonna o se preferisci nonna Jany!-

-ok nonna Jany!-

Stettimo in silenzio entrambe per tutto il viaggio. Finchè lei non girò in una lunga via di case attaccate a due a due e divise da un giardino.

-eccoci alla tua nuova casa tesoro!-

Caspita appena la vidi mi si spalancò la mascella! Era E – NO – RME!!

Era davvero bellissima.

-tesoro vestiti comoda e lascia le valige nella tua camera che è già pronto!-

-grazie nonna Jany, arrivo!-

Mi misi la mia tuta preferita viola e stravagante ma comoda comoda.

Ingurgitai la cena a tempo di record e tornai in camera mia. Avevo già nostalgia di casa cosi mi misi sul letto per cercare di dormire.

Stavo per addormentarmi quando una musica assordante mi fece fare un salto dal letto!

Mi legai i capelli con l'elastico che avevo al polso mentre scendevo le scale pestando i piedi e ignorando le chiamate di Janet. Uscii sbattendo la porta e mi diressi a passo di marcia verso la casa dei vicini bussando così forte che credetti di buttarla giù! Mi aprì un ragazzo che dire che era alto e magro era dir poco!

-abbassa questa fottuta musica!!!- gli urlai.

Lui si girò verso un altro ragazzo urlandogli qualcosa in tedesco. Penso di abbassare la musica perchè dopo il ragazzo la spense. Poi il ragazzo che mi aprì mi guardò e mi chiese qualcosa in tedesco. Mi venne in mente una frase tipo: "cogliona sei in Germania!" mi misi una mano sulla fronte e ridendo me ne tornai indietro pensando alla figura di merda che avevo appena fatto! Entrai in casa e andai in camera ignorando nuovamente le chiamate di Janet. Che stupida, sono in Germania e mi metto a urlare in italiano a un ragazzo in casa sua!!!

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3-benvenuta a scuola ***


 

3° CAPITOLO BENVENUTA A SCUOLA!

 

-Sara! Sara, tesoro, devi andare a scuola!- ma come sono appena arrivata e già devo andare a scuola! Non so spiaccicare una parola in tedesco! (ovviemente è una scusa ma potrebbe funzionare!)

-dai nonna Jany ma come faccio?!?-

-su su niente storie!!-

 

Arrivata a scuola mi accolse il preside. Mi disse qualcosa in tedesco e io lo guardai con un espressione che sembrava dire: "ma che cazzo stai dicendo??"

Lui mi guardò per un pò e finalmente cominciò a parlare italiano o almeno un italiano un pò masticato!

-ah tu no tedesca?!?!-

-lei parla italiano?!-

-io studiato un anno italiano per lavoro!-

-uuu meno male!-

-ho detto che io sono preside e...-

Fu interrotto da un botto che lo scostò da vicino a me.

Due ridardatari li erano finiti addosso e stavano correndo verso la classe quando uno di loro mi guardò e sorridendo maliziosamente disse:

-ehy ciao!- continuando a correre. Vidi l'altro girarsi e tirarli un pugno sulla spalla e dopo aver urlato un leggero "scusi" disse:

-muoviti Tom!-

-Kaulitz!- urlò il preside mentre lo aiutavo ad alzarsi -guardate che vi ho visti! È inutile che scappate!-

Mi scappò un sorriso. Tutte le scuole erano uguali!

Poi si girò verso di me dicendo:

-spero che ti ambienterai bene anche senza queste cattive influenze!-

A me sembravano simpatici!

Gli abbozzai un leggero sorrisino. Dopo almeno dieci minuti che parlava, e dove io mi persi dopo la terza affermazione su quei 2 "pestiferi" che scoprii essere due gemelli, arrivammo alla mia classe.

-questa tua classe!- disse a fatica.

"finalmente" sospirai tra me e me. Una signora alla cattedra intenta a spiegare si fermò quando ci vide alla porta.

-salve signor preside! Questa dev'essere la nuova alunna- mi tradusse il preside più o meno.

-ah è italiana!- disse ma io non l'ascotai, ero impegnata a guardare gli altri ragazzi e sorrisi automaticamente quando vidi che nei banchi infondo erano seduti i due ragazzi di prima. E trattenni una vera e propria risata quando notai che erano i ragazzi con qui avevo fatto quella figura di merda ieri sera.

-meno male che sei arrivata! Sei capitata proprio al momento giusto!-

"oddio cazzo ha i mente questa?"

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4- io sono Tom! Io sono Bill! ***


 

CAPITOLO 4 IO SONO TOM, IO SONO BILL

 

 

-ho un posto speciale per te- disse ovviemente in inglese. Non so se essere consolata dal fatto che nessuno parla italiano cosi da dire tutto quello che mi pare senza che capiscano o sentirmi ristretta dato che non potevo fare amicizie.

-cara ti dispiace se ti mettiamo tra due maschiacci??-

Tra due ragazzi?!? wow iniziamo bene hihi questa scuola comincia a piacermi! Hihi. Alzai le spalle abbozzando un sorrisino indifferente.

-bene! allora, Kaulitz! Dividetevi!-

Sentii il ragazzo che mi salutò prima sussurrare "troia" alla prof e l'altro un "merda" rassegnato.

Sono le prime parole che ho imparato in tedesco hihi. Mi scappò un sorrisino sia per lciò che loro avevano appena detto sia per quello che mi trasmettevano. Erano diversi da tutti gli altri, direi strani ma però mi stavano simpatici! Erano magri magri e molto alti; uno aveva lunghi rasta biondi tenuti dietro al viso da una fascia e un cappellino della NY, con maglia XXL e pantaloni pure ed era proprio un bel ragazzo, l'altro i capelli neri neri neri con un ciuffo piastrato sugli occhi contornati da matita nera, portava una maglietta e dei pantaloni attillatissimi. Mi sedetti tra di loro sorridendo e il ragazzo con le treccine mi guardava leccandosi il pearcing. Non lo guardai, anche se avrei potuto stare a fissarlo per tutto il tempo da quanto era bello, mi girai invece verso il gemello anche lui era molto bello. Notai che aveva anche lo smalto nero. Non mi sembravano sti grandi pestiferi vabbè magari sono timidi (anche se proprio non ci scometterei, sopratutto su quello con i rasta!!) però li dò una settimana.

-io sono Tom- disse il ragazzo biondo. Evvai avevo capito qualcosa in tedesco!

-io sono Sara- cercai di ripetere.

-lui è Bill- disse indicando il gemello. Mi girai verso di lui. Mi porse la mano.

-ciao Sara- mi disse con un leggero sorriso. Entrambi ne hanno uno in grado di farmi sciogliere.

Ma la prof non sembrava essere daccordo.

-Kaulitz!- urlò -già disturbate la nuova arrivata?!?- loro si difesero con parole che non capii.

-bene visto che vi piace parlare venite alla lavagna! E la ragazza con voi!-

Li guardai con una faccia come per dire "che ha detto??" e loro mi fecero segno di alzarmi e mi indicarono la lavagna. "oooo fantastico! Siccome io sono un asso in matematica! Poi quella tedesca ancora meglio!" pensai. Mi avvicinai alla lavagna e andai di fianco a loro, la prof mi offrì il gessetto e io cominciai a scrivere. Poco dopo urlò qualcosa e io dissi in italiano "fanculo", Bill e Tom capirono e sogghignarono e anche io mi feci scappare un sorriso. Lei mi guardò e a momenti non diventò viola. Disse qualcos' altro, mi girai verso i ragazzi cercando aiuto e loro mi indicarono la porta. Oh che bello mi ha ordinato di uscire! Di bene in meglio! Così non sarei dovuta stare attenta! Magnifico! Lanciai il gessetto indietro e urlai "evvai" uscendo e sbattendo la porta. Gironzolai un pò per i corridoi in cerca di qualcosa da fare. Finalmente suonò la tanto attesa campanella della pausa pranzo. Continuai a camminare per vedere se trovavo qualcuno di interessante, in realtà stavo cercando Bill e Tom. Notai che tutti mi guardavano non sò bene se storto o cosa, magari perchè ero la ragazza nuova.

A un certo punto sentii una mano posarsi sui miei occhi e una voce familiare dire:

-what is?- io risposi:

-idiot's, who is! So...you are Tom!!- hihihi comiciai a ridere. Mi girai, ci avevo azzeccato, era Tom e aveva messo il broncio! Hihi era così buffo!

-non vale- disse -ti approfitti del mio inglese scadente per capire chi sono- continuai a ridere. Mi saltò addosso e mi fece il solletico. Quando si fermò, tutti ci guardarono molto male. Forse avevo capito, loro erano gli emarginati della scuola, probabilmente per il loro look così stravagante! Che cosa ingiusta però! Io li trovavo fantastici!

Passarono delle ragazze che lo salutarono in modo, come dire..., provocatorio e Tom rispose sorridendogli maliziosamente.

-amiche tue??- gli dissi.

-più o meno!- mi rispose guardandomi e leccandosi il pearcing. Ma che aveva in mente?? In quel momento sentii qualcosa pesare sulle mie gambe e lo vidi mettersi su di me e baciarmi. Mi scostai di colpo da lui un pò confusa, che cavolo stava facendo? Lui si alzò e mi disse:

-che fai?- io gli tirai un ceffone e lui mi guardò confuso posando la mano sulla guancia colpita.

-tu sei scemo!- gli dissi e me ne andai. Ora capisco perchè quelle ragazze lo guardavano così, altro che amiche sue! Quelle erano le tipe che si era portato a letto! Lui era quello che tutte volevano mentre Bill era il tipo dolce e timido. Poi mi venne un flash! Ma Bill dov'era? Come mai non era con il fratello?

 

Non mi accorsi del tempo che passava e avevo ormai perso 20 minuti a pensare a quello che aveva fatto Tom! Come aveva potuto?!? Non era nemmeno un giorno che ci conoscevamo! Per colpa di quei pensieri la fame mi passò completamente. Così decisi di andare in bagno. Sentii delle forti risate e urli dal altra parte del giardino ma non ci feci molto caso. Dopo circa 10 minuti trovai il bagno, ci entrai e rimasi a bocca aperta per la scena che mi trovai davanti....

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5- ora basta! ***


 

CAPITOLO 5 ORA BASTA!

 

 

Vidi Bill seduto sul pavimento del bagno con il viso tra le ginocchia e le braccia strette intorno, mentre Tom stava di fianco lui. Era in piedi, con la schiena appoggiata al muro mentre si massaggiava la guancia viola e il labbro sanguinante. Nel vederli ispirai rumosamente e mi portai una mano alla bocca. Bill alzò lo sguardo e vidi che anche lui aveva il labbro sanguinante e il naso pure mentre la matita, ormai andata a puttane, colava sulle guance. Tom quando mi vide girò la testa dall' altra parte per la vergogna. Io mi avvicinai a loro finchè non gli arrivai a 10 passi di distanza.

-chi è stato?- chiesi a Tom. Ma non ebbi risposta se non che Bill riabbassò la testa e Tom la girò di più. Presi dei fazzoletti dal mio zaino, mi avvicinai al lavandino e li bagniai per bene. Mi misi davanti a Tom, che ancora non si era deciso a guardarmi, e li asciugai il sangue dal labbro con il fazzoletto . Quando il sangue si fermò glielo misi sulla guancia che ormai era diventata nera e gli feci segno di tamponarsela. Incrociai il suo sguardo per un attimo e vidi che era nuovamente confuso. Sorrisi leggermente e mi avvicinai a Bill. Sembrava le avesse prese di brutto. Anche lui non voleva guardarmi, continuava a tenere il viso tra le ginocchia. Lo costrinsi a guardarmi tirandogli su il mento con l'indice. Riuscii ad alzarli il viso ma continuava a guardare di fianco a lui, a me comunque bastava che il viso fosse alzato così da poterlo pulire. Gli tolsi il sangue dal naso e dal labbro, ci misi un pò per farlo fermare, il naso non aveva intenzione di smetterla. Quando finalmente il sangue si fermò presi l'altro fazzoletto e li tolsi il trucco colato, poi presi una matita e cercai di rimettergliela il più possibile simile a prima. Andai a vedere Tom, che stava ancora tamponandosi con il fazzoletto, gli tolsi la mano, li guardai la botta e scherzando gli dissi:

-sopravviverai!- lui mi guardò, mi fece un sorrisino e poi disse grazie guardando verso il basso.

-va che puoi anche guardarmi, non mangio mica!- sorrise di nuovo. Poi mi guardò e disse:

-danke- gli risposi sorridendo a mia volta. Mi girai verso Bill e gli dissi:

-ti ho truccato bene???- lui mi guardò e ridendo rispose:

-QUASI meglio di me- scandendo bene il quasi. Sorrisi. Quei ragazzi erano davvero simpatici. Mi voltai nuovamente verso di Tom, che probabilmente si aspettava una domanda simile:

-ragazzi ma cosa è successo???-

-la solita storia: Bill come stai bella?? Allora femminuccia?? Perchè non reagisci?? Vieni dai che ti faccio divertire! Poi arrivo io: lasciatelo stare! Stendo il più grande che poi s'incazza e ci pestano tutti insieme appassionatamente finchè non riesco a fuggire trascinandomi dietro mio fratello!- disse senza guardarmi negli occhi ma, continuando invece, a fissare dispiaciuto Bill che a sua volta fissava il pavimento.

-ragazzi ma è terribile! Da quanto va avanti questa storia??- chiesi sconvolta.

-da un pò ormai- continuò Tom. Mi inginocchiai davanti a Bill:

-Bill lasciali perdere! Non sanno che ragazzo meraviglioso sei! Bhe in realtà neanche io ma dopo una giornata, anche se sembra poco; credo proprio, anzi, sono sicura, sia così!!- dissi sorridendogli. Lui mi guardò e mi buttò le braccia al collo abbracciandomi. Dio solo sa quanto mi ha fatto pena in quel momento e quanto mi ha fatto venir voglia di spaccare quelle facce di merda che si ritrovano quei ragazzi. Sono dei cagasotto che vanno in giro in gruppo per fare gli sbruffoni e poi se li becchi da soli si cagano in mano!

-danke!- disse Bill a voce bassisima. Io lo strinsi a me, sembrava così fragile! Non resistetti più! Mi staccai e uscii senza dire una parola. Camminai pestando i piedi fino ad arrivare al giardino dove trovai i ragazzi che li avevano picchiati. Li riconobbi dato che quello più grande aveva segni di pugni sul viso. Anche Tom gliele aveva date di santa ragione! Mi avvicinai a loro e quando mi videro il più grosso disse:

-ehy bellezza! Possiamo fare qualcosa per te??-

-si!- dissi sorridendo sfacciatamente -per prima cosa devi lasciar stare Bill...- mi interroppero delle risate collettive.

-e perchè dovremmo??-

-bhe sai se vuoi continuare a ridere ti servono i denti e di conseguenza ti serve lasciar stare Bill!-

notai che i gemelli si erano messi dietro a un tavolo e mi guardavano. Bhe almeno gli avevo tirato su il morale dato che sorridevano divertiti nel vedermi tenere testa in quel modo a quei bulli e anche del fatto che non sembravo aver paura ma anzi ero molto sicura di me!

-assi? Quindi tu hai intenzione di sfondarmi i denti giusto?-

-uuu ci sei arrivato!! Allora sei bravo!!- dissi con sguardo assassino e sicuro di me

-e sentiamo come avresti intenzione di fare??- continuò lui tranquillo. Feci un ghigno alzando il sopracciglio.

-facile... così!-. Gli sputai in un occhio e gli pestai il piede così che si trovasse davanti a me con il viso dato che era POOOOCO più alto di me e dissi:

-così può bastare come dimostrazione o vuoi che continui??-. Lui si alzò e disse:

-brutta troietta...- prendendomi per la maglietta e alzandomi. Io per risposta continuavo a guardarlo male e quando vidi Tom che stava per correre verso di me, con la mano li feci segno di star fermo.

-continua...- gli dissi sicura. Lui continuò:

-sei solo una troia! Proprio come la tua amichetta Bill!-. A quelle parole diventai nera di rabbia. Gli tirai una gomitata nello stomaco che lo fece indietreggiare costringendolo a lasciarmi e quando fui per terra alzai la gamba di scatto colpendolo in pieno nei......bhe capito! Il tipo si piego per terra.

-fai ancora qualcosa a Bill o prova solo ad offenderlo che giuro ti faccio passare la voglia di vedere la luce del sole!! Ti sveglierai direttamente in ospedale se solo proverai a pensare di sfottere Bill ci siamo capiti??- dissi incazzata nera. I suoi amici lo aiutarono ad alzarsi e lo portarono via. Sentii alzarmi da dietro e farmi roteare. Mi girai e vidi Tom che rideva come un bambino in un negozio di caramelle.

-tu sei pazza!!- mi disse ancora ridendo.

-se non lo fossi stata non avrei fatto quello che ho fatto!- dissi io ridendo a mia volta.

-non avresti dovuto. Potevano farti male!- disse Bill.

-non preoccuparti, non ci sarebbero riusciti!- dissi sicura.

-bhe comunque... grazie infinite!- continuò.

-se ti faranno ancora qualcosa promettitmi che mi chiamerai!- in risposta lui mi sorrise.

-bhe ragazzi, non per dire ma... abbiamo saltato l'ora di filosofia!- ci interruppe Tom portandoci alla realtà. Osti aveva ragione! Tutta colpa di quei bulli!

-porca troia!- dissi.

-oh bhe tanto ormai i prof ci sono abituati!- continuò. Ihih, sarebbe nata una bella amicizia!

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6- che succede adesso? ***


 

CAPITOLO 6 CHE SUCCEDE ADESSO?

 

Suonò la campanella e una mandria di ragazzi urlanti uscì di corsa da scuola andando incontro ai rispettivi amici. Io e i gemelli eravamo già fuori da un pò, avendo saltato l'ora di filosofia, e stavamo andando verso casa. Mi fermai.

-io abito qui!- dissi mettendo una mano sul cancelletto di metallo.

-COSAAAA??- esclamarono insieme.

-allora sei stata tu ad urlarci dietro ieri sera!!- continuò Bill.

-ah già! Sì!- ridacchiai.

-ti avevamo preso per pazza! Volevamo chiamare il manicomio!- sorrise Tom mentre io continuavo a ridere.

-vabbè và! Lasciamo perdere!- ci interruppe Bill – vieni da noi? Nostra madre non c'è!- ci pensai un pò. Tanto che avevo da fare?

-massi dai! Aspettate qui, avverto nonna Jany!-

-ok ma muoviti non abbiamo mica tutto il giorno per te!- ridacchiò Tom.

-ti voglio bene anche io Tom!- dissi sarcastica mandandoli un bacio in aria. Corsi in casa chiamando Jany. Nessuna risposta. La cercai per tutta casa e dopo 5 minuti buoni mi rispose.

-Sara? Tesoro siamo qui, vieni!- mi chiamò dal giardino di fianco. Che ci faceva a casa dei gemelli?

Uscii e trovai Bill e Tom ad aspettarmi e stavano discutendo. Arrivai davanti a loro e nemmeno se ne accorsero da quanto erano immersi nel discorso.

-non glielo possiamo dire noi! Lo faranno loro!-

-ma abbiamo il dovere di avvertirla! Sai, per non farli prendere un colpo!-

-smettila Tom! Glielo diranno loro! Chiudi la bocca!-

-che cosa dovrebbero dirmi?-

-cazzo Bill! Sei grande!-disse Tom alzando gli occhi al cielo.

-emmh...niente!- svicolò Bill.

-o bhe! Jany è da voi, ha detto di andare là!-

-fantastico! Hanno già fatto!- disse Tom sorridendo. Feci per chiederli che voleva dire quando Bill annunciò che eravamo arrivati.

-benvenuta, signorina, nella nostra umile dimora!- disse Tom mettendosi davanti alla porta per aprirla e facendomi un inchino per farmi passare. Io piegai le ginocchi facendo finta di alzare una gonna invisibile e rispondendoli:

-la ringrazio messere! La sua gentilezza e disponibilità sono molto apprezzate!- ridacchiai.

-ma muoviti Tom! Tu e la galanteria non andate molto daccordo!- rise Bill. Tom li fece una linguaccia e lo spinse dentro. Nonna Jany e una signora dai capelli biondi stavano parlando al tavolo della cucina.

-ah Sara! Eccoti qua! Vedo che hai fatto amicizia con Bill e Tom!- loro mi si misero di fianco. Tom mi cinse le spalle con un braccio e Bill mi lanciò uno dei suoi migliori sorrisi.

-oddio ragazzi! Che avete fatto?- la bionda si alzò dal tavolo e corse dai gemelli che subito girarono la testa mettendo la mano sul viso. Poveri!

-smettila mamma! Non è niente!- disse Tom scocciato scostando la mano della madre dal viso.

-ragazzi basta! Ditemi cos' è successo!-

-cazzo mamma smettila! Non è successo niente! È la solita storia! Beccano Bill e lo pestano finchè non arrivo io e poi pestano anche me!- disse senza pensare e beccandosi una bella gomitata nel finaco dal fratello che lo fece piegare. La donna sbarrò gli occhi.

-CHE COOOOSA?!?! E VOI NON MI AVETE MAI DETTO NIENTE?!?!- sbottò la madre. I gemelli se ne andarono come se niente fosse lasciandomi da sola con le due donne che guardavano nella direzione dove i gemelli erano spariti.

-non è colpa loro! Hanno preso di mira Bill e Tom cerca solo di difenderlo!- non gli lasciai il tempo di rispondere. Corsi nella direzione dei gemelli. Bussai alla porta dove loro erano entrati e mi risposero dei mugugni. Entrai nella camera e trovai Bill sdraiato a pancia in giù, con il viso immerso nel cuscino e Tom che gli stava di fianco con la mano sulla sua schiena che gli diceva frasi del tipo: "tu non ne hai colpa!" o roba simile. Mi sedetti vicino a lui mettendoli una mano sulla spalla. Mi guardò con uno sguardo che implorava aiuto. Guardai Bill e appoggiai la guancia sulla sua schiena.

-Bill, che hai?- gli dissi triste. Lui si tirò su leggermente e mi guardò in faccia. Aveva pianto di nuovo.

-è colpa mia! È colpa mia se Tom continua a prenderle ed è colpa mia se mamma lo ha sgridato!-

-no Bill no! Non dire così! Non è colpa tua se tuo fratello ha una faccia da schiaffi!- cercai di sdrammatizzare. Bill rise.

-ah ah ah! Ma come sei simpatica!- disse Tom facendomi una linguaccia.

-ma dai! Sai che ti voglio bene!- sorrisi e lui mi tirò un pizzicotto sorridendo.

-siete come cae e gatto! Stareste bene insieme!- diventai rossa e abbassai lo sguardo. Anche Tom lo fece e Bill lo notò.

-carri loro! Si vergognano!- ridacchiò. Tom li fece un coppino e poi ci guardammo.

-noi?! Ma vaaa!- dissimo in coro. Subito dopo abbassammo lo sguardo.

-Saraaaa! Scendi un attimo!- guardai i ragazzi alzando gli occhi al cielo.

-vengo con te!- Tom scese dal letto seguendomi. Arrivati alla porta Bill ci sorpassò dicendo:

-andate voi! Io vado in bagno a sistemarmi!- detto questo sparì nel bagno lì di fronte. Stavo per scendere quando Tom mi afferrò il polso e mi sussurrò all'orecchio:

-mi dispiace per oggi! Io pensavo....anzi no, non stavo pensando.....ma volevo....- li misi l'indice sulle labbra.

-non preoccuparti! Ho capito la tua "RISPETTABILE" e "INVIDIATA" reputazione!- dissi con il sopracciglio alzato e l'espressione delusa.

-mi dispiace...- io feci finta di niente e scesi le scale.

-eccovi finalmente! Dov'è Bill?-

-è in bagno a riconporsi!- rispose Tom.

-Sara dobbiamo dirti una cosa...-

 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7- può andare peggio di così? ***


 

 

Ciao a tutte! Spero che questo capitolo vi piaccia però vorrei che commentaste anche solo per farmi sapere che ne pensate! Ah per informazione: la frase "ragazzi....correte!" è una delle mie frasi preferite che uso anche nella realtà quindi la troverete molto spesso! Ciao a tutte e grandi baci!

 

CAPITOLO 7: Può ANDARE PEGGIO DI COSì?

 

Io e Tom eravamo di fronte a Janette e alla loro madre, che ho scoperto chiamarsi Simone. Cosa poteva essere successo di peggio? Guardai Tom, non aveva ne un espressione perplessa ne interrogativa, anzi! Aveva un lungo sorriso stampato in faccia, uno di quelli come per dire "e adesso chi la sente?!?!".

-che succede?-

-non preoccuparti! Niente di grave! Solo che mi ha chiamato mio fratello, sua moglie ha partorito.-

-ah bello! Sono felice per voi!- esclamai poco convinta. Mi sinceramente....cazzo mene?

-non troppo convinta!- ridacchiò Tom beccandosi un mia occhiataccia.

-ma non ho finito. Ora c'è la parte migliore! Mio fratello abita a Torino e io devo andare a trovarlo- e siamo sempre al punto di prima! Cazzo meneeeeeeee?? Bhe ma vuol dire.....

-e quindi io starò a casa da sola?!?!- esclamai con un sorriso a 35793659 denti. Lei ridacchiò.

-se! Come se lascio la mia casa in mano a una squinternata come te! Ho parlato con Simone....- NO! NO! Ti prego non dire quello che penso che stai perdire- resterai con i gemelli!- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! Io con uno come Tom in casa 24 ore su 24 non ci sto! No ma aspetta che vuol dire....

-Jany ma cosa intendi con "i gemelli"?- sbarrai gli occhi.

-sì! Simone verrà con me!- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!! NO! NO! NO! NO! NO! E NO! Mi rifiuto!

-ma...ma non c'è bisogno! Sò badare a me stessa!- vedi di convincerti e in fretta!

-ma su! Noi siamo felici di averti qui con noi!- Tom se non chiudi quella cazzo di bocca giuro che ti perseguiterò durante la notte!

-non vorrei dare disturbo!-

-ma va laaaaa! Nessun disturbo!- cazzo, ecco ci voleva solo Bill! Ma non poteva metterci un pò di più, non sò, cadendo nel water magari!

-ormai abbiamo deciso e ci sono anche le tue robe qui ormai!- porca puttana, Janyyyy! Non puoi farmi questo! La mia vita è un inferno! Prima lascio la mia famiglia, i miei amici, la scuola (anche se quello non mi era dispiaciuto molto vista la mia "mitica" condotta) e ora che incontro una persona decente se ne và per lasciarmi con dei ragazzi di cui uno sopporto così poco da oggi che gli sputerei su quella faccia da sbruffone!

-fantastico!- sorrisi sforzatamente.

-ma tu rispondi sempre così convinta o è una mia impressione?- Tom dichiarati ufficialmente morto perchè dopo che sarà sgombrata la sala e non ci saranno testimoni..... ti ammazzo!

-ragazzi fateli vedere la stanza- stanza? Oddio ma quanto se ne stanno via?

-ma quanto starete via?-

-un mesetto se non di più- miiiiii! Non uscirò viva di qui! Meglio che preparo il mio testamento.

I ragazzi erano davanti a me a chiaccherare mentre io li seguivo sulle scale senza dare importanza a ciò che dicevano. Si fermarono davanti a una grande porta scura immezzo ad altre due graffittate. Non ne ero sicura, ma sembrava ci fossero scritti i loro nomi.

-lì c'è la camera di Tom, di là la mia e questa invece è la tua- Bill indicò tutte le stanze mentre parlava. Fantastico, pure immezzo devo stare io!

-voi lo sapevate vero?!?!- dissi gurdandoli entrambi con gli occhi stretti a una fessura e lo sguardo minaccioso. Bill fece finta di niente, guardò in alto e girando la testa a destra e sinistra mentre Tom... bhe in quel momento sembrò che le sue scarpe erano molto più interessanti della mia domanda!

-mi dichiaro colpevole!- ridacchiò Tom. Ora te la faccio passare quella voglia di ridere brutto °#*§/ç @ che non sei altro!

-ragazzi....- li guardai con uno sguardo e il viso da angioletto- correte!- cambiai di corsa espressione trasformandola in una minacciosa. Se mi capitavano tra le mani li avrei mangiati vivi e loro lo capirono subito dal tono che assunsi. Corsero giù dalle scale urlando come forsennati seguiti da me che, per la rabbia, non mi accorsi di sbraitarli dietro parolacce in italiano, e meno male perchè se le avessero capite sarebbe stato un problema.

-ragazzi vedete di correre più veloce perchè se andate avanti di questo passo vi raggiungo e vi massacro!-

-calma! Calma! Allora che ne dici di parlarne?- caro , povero, dolce, incompreso Bill.

-ok! Parliamone!- mi fermai e feci un profooooooondo respiro – parliamo di come vi rovino quel bel visino appena vi ho tra le mani!!- dissi alzando il tono di voce e ricominciando a rincorrerli.

-ragazzi ora basta! Gli avete fatto vedere la stanza?- esclamò Simone.

-no....non.....abbiamo......avuto.....il.....tempo.....tra....una....corsa....e....l'altra!- esclamò Tom esausto cercando di ripredere fiato. Si accasciò sul divano a peso morto mentre il gemello gli si buttò sopra.

-cazzo Bill! Sarai pure magro ma non sei una piuma!- Tom scaraventò il gemello sul tappeto.

-forza ragazzi a mangiare!- corsi in cucina. I gemelli tentarono di muoversi ma senza successo.

-dovreste fare un pò di esercizio fisico! Sapete, state ingrassando!- ridacchiai. Tom mi sussurrò "con te faccio i conti dopo!" in tono così basso che dovetti leggere il labiale. Ridacchiai e mi sedetti al tavolo. Quando i gemelli arrivarono in cucina vidi nonna Jany scendere le scale vestita e con le valige in mano.

-che fai con quelle valige in mano?- chiesi preoccupata.

-oh oh! Io torno di là!- disse Tom dirigendosi in cucina, seguito da Bill.

-partiamo adesso! I gemelli non te lo hanno detto?!?!- sgranai gli occhi e guardai con occhi omicidi verso i gemelli scuotendo la testa come per dire "questa è la volta buona che vi ammazzo!". Afferrarono i miei pensieri e corsero su per le scale.

-Bill! Tom! Correte finchè avete ancora le gambe! Chiudervi in camera non servirà a pararvi il culo! Dobbiamo stare assieme un mese dovrete uscire prima o poi!- urlai con tutto il fiato che avevo in gola. Jany e Simone ridevano a crepapelle.

-ragazzi scendete! Non mi venite a salutare?- esclamò la madre.

-si ragazzi venite a salutare vostra madre!-

-NO!- esclamarono in coro.

-su di che avete paura?- dissi con un sorriso diagonale.

-di perdere quel poco di dignità che ci è rimasto!- continuò Tom.

-forza scendete- sospirai. Bill si affacciò verso il salotto guardandomi scettico.

-potremmo rimetterci qualche parte fondamentale del nostro organismo?- mi domandò.

-nooooooooo! Ma per chi mi hai preso? Non vi farò niente!- non sono mica stupida io! Ho due testimoni che potrebbero mettermi nei casini! Non li farei nulla! Ma non assicuro niente per quando se ne andranno! I gemelli scesero lentamente le scale, quasi impauriti. Bene....bene! Fate bene ad avere paura! Saltarono al collo della madre abbracciandola. Mi portò alla mente mia madre e mio fratello che stavano in Italia e mi rattristai. Andai a sdraiarmi sul divano affondando la testa nel cuscino. Quanto ancora sarei riuscita a mantenere l'immagine della me forte? Ok, quell'immagine si distruggerà giusto......3.....2.....1.....ora! Le lacrime cominciarono a scendermi rigandomi il viso, aspre, amare, dolorose. Cercai di reprimere i singhiozzi ma senza riuscirci. Erano più forti di me e nel lasciarli uscire mi sentii più leggera ma sicuramente non meglio. Una mano si posò sulla mia schiena.

-hey tutto bene?- alzai lo sguardo. Era Bill e dietro c'era Tom. Entrambi mi guardavano preoccupati. Non volevo mi vedessero piangere così abbassai lo sguardo cercando di far sparire le lacrime nel cuscino. Che illusa! Sono 15 anni che convivo con i miei occhi e sò benissimo che quando inizio a piangere, pur riuscendo a trattenere le lacrime, il rosso rimane a contornare il verde smeraldo dell'iride.

-si! Benissimo!- dissi alzando lo sguardo e sorridendogli cercando di sembrare più convincente possibile. Tom si sedette di fianco a me.

-sei sicura? Perchè piangi?- mi chiese accarezzandomi la guancia. Da dove è uscita tutta questa gentilezza? Fortunatamente Jany mi salvò da una situazione imbarazzante.

-tesoro non vieni a salutarmi?- mi chiese allargando le braccia.

-arrivooooooo!- mi alzai sospirando e camminando verso di lei ignorando i gemelli. L'abbracciai forte dandole un bacio alla guancia.

-ciao tesoro e bada bene e questi due pazzoidi!- mi disse loro madre – e voi due non fatela disperare!-

E anche loro se ne andarono. Dopo quell'episodio la fame mi era passata del tutto.

-ragazzi io vado a dormire ce la fate ad arrangiarvi da soli?- ero parecchio depressa ma se li avessi abbandonati a loro mi sarebbero sicuramente morti di fame in pochi giorni. Però non ero decisamente dell'umore giusto.

-Sara tut...-

-si Sara, vai pure! Ci arrangiamo, buona notte!- disse Bill interrompendo il gemello.

-grazie! Notte!- risposi dirigendomi in camera. Era grande e ben arredata. Mi stesi sul letto enorme e mi lasciai ad un interrotto pianto che continuò per ore.

Guardai l'ora: le 23.37. Domani c'è scuola se non mi addormento subito, domani sembrerò una rincoglionita o per lo meno una morta in piedi. A distorgliermi dai pensieri fu un rumore secco proveniente dalla porta. Qualcuno stava bussando.

-avanti!- dissi con la poca voce non strozzata dal pianto. Tom entrò e mi si sedette di fianco. Non avevo il coraggio di guardarlo e lui non diceva niente, si limitava a accarezzarmi la schiena girata verso di lui. Quel gesto era molto meglio di mille parole.

-Sara se non vuoi dirmi cos'hai non ci sono problemi, ma dimmi almeno se stai bene o se posso fare qualcosa per te!-

-mi basta questo Tom-

-va bene- si sdraiò di fianco a me accarezzandomi i capelli e il viso. Controllai di nuovo l'orologio: 00.03. E' davvero tardi.

-Tom mi sà che è meglio che vai, è tardi.-

-hai ragione! Domani scuola! Buona notte!- mi diede un bacio sulla guancia ed uscì. Dopo tanti giri e rigiri riuscii ad addormentarmi finchè verso le 3 mi sentii chiamare. Mi girai verso la voce e cercai di mettere a fuoco l'immagine. Bill mi stava chiamando e mi scuoteva. Che ha a quest' ora? Mi sembrava di essere stata chiara quando ho detto che se non cade il sole o se non c'è la fine del mondo nessuno mi deve svegliare.

-umm...che c'è Bill? Sta andando a fuoco la casa?- dissi ancora mezza addormentata.

-no!-

-alloro torno a dormire!-

-Sara?!-

-ummm??-

-ho fatto un brutto sogno, sono andato da Tom ma mi ha cacciato....posso stare con te?- ma carri luiiiii!!

-vieni dai!- dissi spostandomi e alzando le coperte.

-mi abbracci?-

-massi che ti abbraccio tenerone!- ma quanto è dolce Bill?!?!

-grazie Sara! Buona notte!-

-notte Bill!-



Commentate! Commentate please!

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8-brutta t***a! ***


 

 

CAPITOLO 8: BRUTTA T***A!

 

DRIIIIIIIN

DRIIIIIIIIIIIIIIIN

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN

"brutta fottuta bastarda di una sveglia!” tastai a vuoto in cerca di quell'apparecchio che fin dal primo giorno di elementari ho odiato con tutta me stessa. La trovai e riuscii a spegnarla dopo parecchi tentativi. Aprii leggermente gli occhi arrossati e doloranti per il troppo pianto. Cercai di alzarmi ma qualcosa me lo impedii. Osservai il mio ventre. Bill riposava beatamente. Lo scossi leggermente chiamandolo per nome. NON SI MOSSE DI UNA VIRGOLA! Ci riprovai. Ancora niente! Ok ora finiamola! Li diedi uno spintone e a momenti non mi volò dal letto.

-che cazzo...? ci attaccano! Al riparo! Via via sgombrare!- alzò la testa urlando. Io mi rotolavo per terra dal ridere.

-ah ah molto divertente!-

-si sei molto buffo! Dovevi vederti!- dissi ridendo ancora.

-ma che cazzo....?- un Tom assonnato fece irruzione nella stanza.

-che cosa ci fa Bill qui?- disse con la fronte corrugata.

-non riuscivo a dormire.-

-potevi venire da me!-

-sono venuto ma mi hai cacciato!-

-ah già!-

-scusate? Mi dispiace interrompere questo bel momento di rivelazioni ma la scuola ci sta aspettando!- sorrisi diagonalmente. Loro si guardarono curiosi.

-perchè ri...?- non li diedi il tempo di finire. Mi catapultai nel bagno.

-perchè in bagno ci vado prima io!- ridacchiai.

-fantastico!- disse Tom sarcastico alzando gli occhi al cielo.

-hey! Ma io mi devo truccare!- disse Bill. Gli aprii la porta.

-vieni!- li sorrisi. Lui si lanciò chiudendo la porta alle sue spalle.

-hey! Perchè lui lo fai entrare?- mi disse Tom dal corridoio.

-perchè siamo dentro con lo stesso scopo!- ridacchiai. Lui sbuffò sonoramente in risposta. Del leggero mascara, una leggera linea di eye-liner e ombretto rosa. Finito!

-Bill esci!-

-perchè?-

-perchè mi devo vestire!-

-a scusa!- disse uscendo. Misi la divisa: gonna (un po' troppo corta secondo me) e canotta a mezze maniche. Esco dal bagno e trovo i ragazzi ad aspettarmi.

-ce l'hai fatta!-

-sta zitto Tom!- l'autobus arrivò subito dopo.

 

Arrivati a scuola la classe era già tutta dentro. Una prof alquanto irritata ci accolse.

-ah! Kaulitz! Lena! Appena in tempo! Si stava proprio parlando di voi!-

-ovvio prof! Si parla sempre di noi!- “Tom sempre modesto mi raccomando!”

-è un bene che hai questa voglia di sorridere perchè ti servirà ora che verrete divisi!- sorrise.

-COOOOOOOOSAAAAAAA?!?!?!- urlammo tutti e tre in coro.

 

Scusate la minutezza (xD) del capitolo ma continuerò abbastanza presto! Penso che lunedì riuscirò a postare! Ciao ciao e commentate please!

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9- concordo! ***


CAPITOLO 9: CONCORDO!

 

Tom: è uno scherzo vero!-

Prof: no! Cari ragazzi dovete andare subito dal preside che vi deve dividere nelle classi!-

Bill: ma prof...non possono! Perfavore!-

Prof: ah certo Kaulitz, ora fate le vittime! Vediamo se divisi smetterete di fare casino!- ridacchò.

Tom: prof! Lei non capisce non...- tentò di spiegare.

Prof: basta adesso! Forza andate nell'ufficio del preside!-

Tom:ma buttati sotto un pulman, troia!-gli urlò prima di sbattersi la porta alle spalle.

Sara: perchè ci devono separare?-

Tom: merda! Perchè sono dei bastardi! Io e Bill insieme facciamo troppo casino e da quando sei arrivata tu abbiamo solo peggiorato così invece di sospenderci, facendoci un grande favore, ci hanno diviso! Fanculo!- disse tutto di un fiato.

Bill: Tom smettila! Andiamo dai, sennò il preside si arrabbia-

Sara: dai Tom, ha ragione Bill. È inutile incazzarsi ormai, non servirà a niente!-

Tom: lo hanno fatto apposta! Ne sono sicuro! E adesso come farò a proteggerlo dai bulli e dagli altri?- urlò più a se stesso che a noi. Li misi una mano sulla spalla.

Sara: forza Tom. Andrà tutto bene! Andiamo dai!-

Ci incamminammo verso la presidenza dove un preside scocciato ci stava aspettando. “E che cavolo! Stanno tutti incazzati oggi?!?! Sapete...una bella camomilla non guasta!”

Preside: Kaulitz! Lena! Vi stavo proprio aspettando!- “e ma allora si sono messi d'accordo!”

Preside: allora....la professoressa Schreiber vi avrà già informato non è vero?-

Tom: si per la sua felicità!- Bill gli tirò una gomitata.

Preside: che hai detto Kaulitz?-disse minaccioso.

Sara: no niente signor preside, stava dicendo che ce l'ha...riferito...per...metà!- dissi poco convinta e aggrottando le sopracciglia.

Preside: umm...comunque...molti professori si sono lamentati del vostro comportamento e del rendimento scolastico.-

Tom: e te pareva!-

Preside: hanno chiesto di dividervi in diverse classi per limitare i comportamenti scorretti.-

Tom: puff! Come se cambiasse qualcosa!- Bill e io lo fulminammo con lo sguardo.

Preside: bhe vedete di cambiare modi e tu....-indicò Tom- vedi di rallentare la tua sfacciataggine!- Tom imitò la sua voce quando il preside si abbassò per aprire un cassetto della scrivania in legno ed estrarci tre fogli.

Preside: allora Kaulitz tu vai nella E-

Tom: io ero rimasto a chiamarmi Tom e non Tu!- ma il preside fece finta di niente.

Preside: Kaulitz tu vai nella F-

Tom: fantastico, ora oltre ad essere uguali abbiamo anche lo stesso nome?-

Preside: Kaulitz chiudi quella bocca! Lena tu rimani nella D. Andate forza!- uscimmo incazzati come non mai! “Ci hanno pure messi in classi lontane! Ma sono stronzi forti!”

Tom: va bene! Allora..ci vediamo dopo! Bill dopo all'intervallo passo da te, così veniamo da te Sara, e vedi di non nasconderti in bagno ok?- Bill e io annuimmo e ci incamminammo verso le nostre classi. Aprii la porta e ignorai i commenti della prof e dei compagni finché uno non disse un cosa che mi fece scattare in piedi.

Ragazzo: era ora che se ne andassero quei due frocetti!-

Sara: brutto demente ritira subito quello che hai detto o ti arriva un bel pugno dritto in faccia!- dissi alzandoli la maglia e tirando indietro il braccio chiuso in pugno.

Sara: Bill e Tom sono froci proprio come tu sei intelligente razza di idiota!-

Prof: Lena! Lascia subito il Maier!-

Sara: non finchè non ritira quello che ha detto! Hanno rotto a me i vostri commenti, figuratevi a loro! Siete solo delle femminucce gelose! E lei prof...invece di aiutarli li da contro! Si vergogni! Ha ragione Tom, lei è proprio una puttana!-

Prof: Lena! Come ti permetti?! Fila subito...-

Sara: in presidenza? Non si preoccupi non c'è bisogno, ci vado da sola!- sbattei la porta alle mie spalle e andai in presidenza. Bussai e, dopo aver sentito l'avanti del preside, entrai. C'era seduto qualcuno sulla sedia ,girato ancora verso il preside, che sbuffava scocciato.

Preside: Lena! Avanti! La professoressa mi ha informato su quello che hai fatto!- quando sentii il mio nome il ragazzo si girò di scatto.

T&S: che ci fai tu qui?- urlammo insieme io e Tom.

Preside: La signorina ha detto alla prof che tu, Kaulitz, avevi ragione a darli della puttana!-

Tom: assi?- sorrise. Io arrossii leggermente.

Preside: si! Pare che un ragazzo abbia dato, a te e tuo fratello, dei “froci”; lei si è alzata e lo ha minacciato di tirarli un pugno e, quando la prof gli ha ordinato di fermarsi, lei gli ha detto che dovrebbe vergognarsi a darvi contro e che avevi ragione a darli della puttana!- Tom sbarrò gli occhi e la bocca e io arrossii ancora di più cercando di evitare il suo sguardo.

Sara: tu invece che hai fatto?-

Tom: ho tirato un pugno a uno perchè ha dato del mio fratello del frocio.-

Preside: ditemi...ma vi siete messi d'accordo?!- io e Tom sorrisimo.

 

Dopo una ramanzina, che sembrò infinita a entrambi, la campanella annunciante l'intervallo suonò e io e Tom scappammo letteralmente dalla presidenza ignorando il preside. Tom mi prese la mano e si mise a correre verso la F, dove doveva trovarsi Bill. Entrò cercando il fratello ma, non trovandolo, cominciò a guardare in giro per i corridori.

Tom: vieni sarà in bagno! Se lo hanno picchiato ancora li ammazzo! Quanto è vero che sono suo fratello!- tornammo a correre verso il bagno ma non era nemmeno lì.

Tom: bhe almeno non lo hanno picchiato!-

Sara: CAZZO!- dissi guardando, fuori dalla finestra, il cortile con gli occhi sbarrati.

 

 

Che cosa avrà visto Sara? Dove sarà Bill? Starà bene? Su su! Fate le vostre considerazioni! Ciao ciao!

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10-un momento orribile! ***


 

 

CAPITOLO 10: UN MOMENTO ORRIBILE

 

Presi Tom per un braccio e lo trascinai letteralmente fuori dalla scuola, verso il giardino. Continuavo a ignorare le domande di Tom che, arrivati davanti al cortile impuntò i piedi costringendomi a fermarmi.

Tom: Sara mi vuoi spiegare che hai?-

Sara: cazzo Tom! Guarda!- dissi catapultandomi al centro del prato. Tom appena vide verso dove corsi capì e mi seguii di corsa. Mi lanciai letteralmente su Bill che giaceva per terra. Lo abbracciai più forte che potei.

Sara: Bill! Bill! Bill apri gli occhi! Ti prego Bill!- cominciai a piangere mentre arrivò Tom che si inginocchiò in corsa davanti al fratello e cominciò a scuoterlo.

Tom: Bill! Bill svegliati! Fratellino svegliati!- aveva anche lui gli occhi lucidi ed aveva la voce a scatti per il nervoso. Bill perdeva sangue dal labbro e dal naso, era pieno di botte e aveva la maglia strappata.

Sara: Tom! Calmati! Ascoltami! Vai a cercare aiuto! Chiama il preside! Un professore! Chiunque lo possa aiutare!- Tom si alzò e corse all'interno dell'edificio. Bill ancora non si svegliava. Era sdraiato a terra con gli occhi chiusi mentre io lo abbracciavo e lo chiamavo con la voce strozzata dalle lacrime. Poco dopo sentii delle braccia deboli circondarmi le spalle. Allontanai Bill dall'abbraccio per guardarlo negli occhi.

Sara: Bill!- urlai con quanto fiato avevo in gola abbracciandolo forte.

Sara: Bill ascoltami! Tuo fratello è andato a chiamare aiuto! Non preoccuparti! Oh Bill eravamo così preoccupati!-

Bill: Sara?-

Sara: dimmi! Cos'hai? Qualcosa non va? Bill?-

Bill: Sara vattene!-

Sara: cosa?- esclamai scoppiando a piangere più forte.

Bill: Sara ti prego vattene- lo vidi lanciare lo sguardo dietro di me per poi guardarsi le scarpe. Approfittai di un momento, che usò per asciugarsi il labbro sanguinante, per guardare con la coda dell'occhio alle mie spalle. Vidi un ombra dietro di me, seguita da altre. “ok ora basta!”. Mi girai di scatto e riconobbi i ragazzi che ieri avevano picchiato Bill.

Bill: Sara ascoltami! Ti ho detto di andartene!- disse evitando il mio sguardo.

R1: Si puttanella! Ascolta la tua compagna di statale! Vattene se non vuoi farti male!-

R2: hey Ben! Ma questa non è la tizia che ieri te le ha suonate?!- Ben mi guardò bene avvicinandosi al mio viso. Mi prese la maglia e la alzò portando su anche me.

Ben: TU! Brutta puttana, tu mi hai fatto fare una figura di merda davanti a tutti!- io lo guardai con gli occhi stretti, sprezzanti odio e disprezzo, e gli sputai in faccia. Lui mi guardò con gli occhi sbarrati dalla rabbia e mi diede uno schiaffo in pieno viso. Mi portai una mano sulla guancia colpita e continuai a guardarlo con occhi stretti. Bill cercò di alzarsi, pur essendo davvero distrutto, ma gli amici del primo lo tenevano fermo.

Bill: lasciatela! È con me che ce l'avete lei dovete lasciarla!-

Ben: assi? Ci tieni così tanto a lei? Bene! Sarà più divertente!-

Bill: se mio fratello dovesse arrivare adesso vi ammazzerebbe!-

Ben: giusto! Tuo fratello! Mi sembra che lui la prenda particolarmente in simpatia questa troietta!

Ragazzi venite! Ora ci si diverte!- mi mise giù poi, prendendomi per un braccio, mi trascinò lontano dal cortile seguito dai suoi amici. Cercai inutilmente di divincolarmi, ma la sua presa era troppo forte. Cominciai ad avere paura. Ben mi scaraventò contro il muro della scuola e lui, insieme ai suoi amici, mi accerchiò velocemente. Era una via stretta e buia, non l'avevo ancora vista, e non c'era nessuno nei paraggi. Mi alzò in malo modo e mi mise con le spalle al muro. Le lacrime uscirono da sole, cominciavo ad avere una gran paura. Spinse il suo corpo sul mio facendomi appoggiare completamente al muro. Cominciò a muovere le mani sotto la mia maglia e mi strinse violentemente il sedere.

Ben: umm...che bel culo hai! Non vedo l'ora di sbattertelo dentro! Ragazzi volete fare voi?- sentii le risate divertite dei 3 ragazzi. Cercai di divincolarmi, ma più ci provavo più quel verme mi teneva stretta al muro. Mi strappò lembi di maglia violentemente mentre sentivo le mani degli altri ragazzi da per tutto ormai, nella mia gonna, tra i bottoni della maglia, dovunque. Vidi uno di loro cominciare a sbottonarsi i jeans mentre Ben mi abbassò violentemente la testa facendomi finire con metà del corpo piegato. Ormai piangevo automaticamente, nemmeno provavo a reprimere le lacrime, una scossa di brividi si impossessò di me. Uno dei ragazzi si avvicinò al mio fondo schiena e mi prese violentemente per i fianchi cercando di togliermi la gonna. Poi una forte botta mi fece cadere atterra. Mi coprii il viso con le mani istintivamente per poi guardare il ragazzo di prima. “TOM! Oddio Tom sei la mia salvezza! Non ti ringrazierò mai abbastanza!”. Gli era saltato sulla schiena colpendolo con una raffica di colpi fortissimi. Che era incazzato nero non c'erano dubbi! Gli altri arrivarono ad aiutare l'amico. Corsi verso l'uscita della viottola urlando aiuto. Nessuno mi rispose. Vidi un professore passare di li con i libri in mano, gli andai incontro correndo e gli chiesi di aiutarmi. Lui mi seguì nella viottola e quando i ragazzi lo videro si fermarono tutti tranne Tom, che, come un furia, continuava a tirarli colpi di una forza micidiale. Li corsi incontro cercando di fermarlo. Mi buttai tra le sue braccia e, quando se ne accorse, lascio stare i bulli e si lanciò su di me abbracciandomi forte. Mi lasciai cadere atterra tra le sue braccia e cominciai a piangere stringendolo di più a me, entrambi inginocchiati sul terreno. Il professore portò via i ragazzi lasciandoci li da soli.

Io stretta, a lui, mi sentii protetta rassicurata, mentre il mio cuore ancora andava ad una velocità impressionante.

Sara: Tom?- dissi con la voce strozzata.

Tom: dimmi.- lo guardai negli occhi. Delle lacrime stavamo rigando anche il suo di viso.

Sara: grazie! Senza di te non so...- dissi ricominciando a piangere. Lui mi mise un dito sulle labbra.

Tom: sssh....basta! È tutto finito! Tranquilla!- disse abbracciandomi di nuovo.

 

 

Ciao! Scusate la situazione che sembra essere uscita dalla mente contorta di uno psicopatico ma ero in un momento di crisi e mi è uscito questo bagaglio di roba! xD xD spero comunque che vi piaccia e recensite per farmi sapere che ne pensate please!

 

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 13-nuove conoscenze! ***


 

CAPITOLO 13: NUOVE CONOSCENZE

 

 

Quel giorno li cambiò completamente. Diventarono un gruppo davvero affiatato. Stavano sempre per conto loro, loro e nessun altro. Nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi perchè gli avrebbero risposto a modo loro, nessuno voleva averli come amici perchè li reputavano strani, ma a loro andava benissimo così. Tra di loro si trovavano bene! Insieme erano forti e si sentivano invincibili e questa sicurezza l'avevano notata anche gli altri ragazzi che li temevano e non li provocavano. Passavano per i corridoi della scuola loro tre, insieme, sicuri, sempre seri e indisturbati. Nessuno voleva stare con loro o parlare con loro e loro non volevano che nessuno li si avvicinasse o li desse noia. In poche parole volevano stare soli. Con Ben e la sua banda si scontravano ogni tanto ma dopo quel giorno non avevano avuto più problemi perchè non avevano il coraggio di darglieli. Bill prese sicurezza in se stesso e riuscì ad affermarsi per quello che era! Era un ragazzo dolce e sensibile ma Sara e il fratello riuscirono a tirarli fuori una parte a lui sconosciuta. Ora, dopo una settimana da quell'episodio, quella parte di lui era affiorata e se qualcuno si azzardava a sfiorarlo o farli qualcosa che a lui non andava a genio non aveva più bisogno dell'aiuto del fratello! Aveva imparato a difendersi da solo. Sapeva rispondere a dovere e sapeva quando l'indifferenza era il modo migliore di reagire. Insomma erano cambiati molto! Tutti e tre! Quel giorno li fece maturare e farli diventare quelli che erano dopo una settimana che si conoscevano.

 

La sveglia suonò alle 6.30. Tutti e tre i ragazzi raggiunsero la cucina, presero una merendina velocemente ed entrarono nelle rispettive camere per vestirsi. Tom prese uno dei tanti pantaloni e maglietta XXL azzurra; Bill una maglietta nera con al centro un teschio e spruzzi di colore intorno e dei pantaloni anch'essi neri, il tutto attillatissimi; Sara una maglietta nera molto attillata, con un abbondante scollatura e brillantini al centro che formavano la parola schrei e dei jeans a sigaretta anch'essi con dei brillantini. So cosa state pensando! E io vi rispondo dicendovi che i ragazzi vennero chiamati talmente tante volte dal preside che ormai diventò quasi un loro amico e, quando gli proposero di abolire la divisa scolastica elencando varie ragioni buttate lì tanto per convincerlo, lui, come sospettavano i ragazzi, accettò di buon grado! Così ora si trovavano a essere ancora più diversi di prima riuscendo così a esprimere quello che erano e che sentivano. Finito di vestirsi, Tom cominciò a correre per tutta la casa imprecando e cercando un dannato libro che si era nascosto in una parte remota di quel castello che loro chiamavano casa; Bill e Sara invece si recarono, come d'abitudine, in bagno per truccarsi. Sara era praticamente sconvolta e confusa quando Bill si offrì di truccarla qualche giorno prima. Dopo svariate suppliche, da parte di Bill alla mora, lei accettò di malavoglia. Lui la osservò per parecchi minuti da ogni angolazione e volendo far risaltare i suoi occhi, che in quel periodo avevano una splendida tonalità grigia-azzurra, decise di contornarli con la matita nera nel suo stesso modo solo che lasciandola più delicata e lei rimase più che sorpresa dal risultato ottenuto! I suoi occhi spiccavano come una stella spicca nel cielo nero! Si fece mostrare dal ragazzo la tecnica per metterla come gli aveva fatto lui e da quel giorno adottò sempre e solo quel trucco! Quel giorno, come gli altri, si truccarono insieme davanti allo specchio enorme attaccato alla parete. Bill concluse con del gel sui capelli e Sara con del lucidalabbra alla ciliegia e fard rosa chiaro per dare un po' di colore al suo viso pallido. I capelli, sciolti e lasciati liberi, erano leggermente mossi verso le punte. Scesero le scale insieme velocemente e trovarono Tom ancora intento a imprecare e a chiamare il suo libro! Bill, quando lo vide, si schiaffò una mano sulla fronte.

-non posso credere che sia mio fratello! Voglio l'esame del DNA!- esclamò scuotendo la testa, ma il gemello non li diede ascolto e continuò la sua ricerca al libro perduto.

-Tom, non ti è per caso passato nella mente di cercare il libro dove teniamo tutti gli altri?- chiese Sara come se fosse la cosa più ovvia del mondo...

-e cioè?- domandò con una faccia di uno che è ancora nel mondo dei sogni.

-ma, chessò...che ne dici della libreria?- continuò lei facendo capire che la cosa era davvero ovvia.

-giusto!- si fiondò in salotto ritornando con il libro in mano sventolandolo come fosse un trofeo.

-oh per la miseria!- disse Bill sconvolto dal comportamento del fratello.

Dopo aver finalmente trovato quel dannatissimo libro riuscirono ad uscire di casa e a prendere l'autobus appena in tempo. Salirono di dietro e quando videro dei ragazzi seduti ai posti che loro ormai avevano catalogato come i loro non ci pensarono due volte a farli alzare.

-hey, voi! Siete seduti ai nostri posti!- disse Sara attirando la loro attenzione. I due ragazzi si guardarono in faccia con il sopracciglio alzato. Erano poco più grandi di loro, di uno o due anni. Uno aveva i capelli castani completamente piastrati che ricadevano sulle spalle, occhi sul verde ed era vestito in modo classico: jeans e maglietta; l'altro era piuttosto normale: capelli corti biondini coperti da un cappellino nero e maglia e pantaloni normalissimi.

-non ci vedo i vostri nomi scritti sopra!- rispose il piastrato.

-è perchè ancora non li sai!- continuò Tom. Bill vide delle bacchette nella cartella del biondo e una custodia che sembrava essere di una chitarra vicino al piastrato.

-suonate degli strumenti?- intervenì indicando ciò che aveva appena visto sotto gli sguardi omicidi del fratello e della mora. I due ragazzi si calmarono dopo quella domanda.

-si! Io suono il basso e lui la batteria!-rispose sorridendo e aprendo la sua custodia per mostrare ai ragazzi lo strumento.

-fantasticoooooo!- continuò Tom con gli occhi che li brillavano.

-voi suonate qualcosa?- per la prima volta parlò il ragazzo biondo. Sembrava molto timido e insicuro.

-io canto e mio fratello suona la chitarra!- rispose Bill.

-fratello?- chiesero in coro in due ragazzi con gli occhi spalancati.

-sia siamo fratelli! Anzi gemelli!- continuò. Intanto Tom sembrava entrato in una specie di trans. Stava analizzando ogni angolo di quello strumento con lo sguardo e il bassista se ne accorse.

-lo vuoi provare?- gli chiese riportandolo alla realtà.

-grazie!-rispose. I ragazzi alzarono le cartelle dai sedili e li lasciarono sedere. Sara sarebbe rimasta in piedi così il bassista gli chiese se voleva sedersi in braccio. Tom intervenì subito...

-no!....cioè....non preoccuparti! La prendo io!-

-ma tu devi suonare!- continuò.

-allora la prendo io!- intervenì Bill. Lei gli sorrise e li si sedette sulle sue ginocchia.

-io sono Georg!- si presentò poco dopo il bassista porgendo la mano a tutti e tre.

-e io Gustav!- seguì lo stesso procedimento il biondo.

-io sono Tom!-

-io Sara!-

-e io Bill!- risposero gli altri tre.

-sapete di essere parecchio strani?- continuò il moro.

-ja! Ce lo dicono in tanti!- rispose Sara con un sorriso diagonale.

Arrivarono poco dopo all'ultima fermata. I gemelli e la ragazza scesero annunciando che sarebbero andati a destra e le due G a sinistra. Si salutarono velocemente essendo come al solito in ritardo e i tre ragazzi corsero nelle rispettive classi dandosi appuntamento, come d'abitudine, nella via dietro al giardino. La loro via segreta di cui ne erano solo loro a conoscenza e che avevano scoperto per caso...

 

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Eccomi ragazze! Ho postato! E per questo devo ringraziare solo voi:

 

-tokia483

-tom_rockgirl

-Saltellina14

-tatina91

-BlackStreetV

-hermionemalfoy96

-SuperEle46

-tom_bill kaulitz89

 

grazie mille a tutte voi per avermi sostenuto e supportato (e sopportato!! ihih)

Spero vi piaccia questo capitolo e che commenterete!! Mille baci a tutte voi! Siete grandi!

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 14-si comincia! ***


 

 

CAPITOLO 14: SI COMINCIA!

 

Alla prima ora mi aspettava matematica. Come al solito non stavo ascoltando, ero intenta a scarabocchiare su un foglio schizzi di un graffito a cui stavo lavorando da un po. Completamente immersa nel disegno, non mi accorsi della prof che stava cercando di richiamare la mia attenzione. La mia compagna di banco mi diede una gomitata, non poco violenta, che mi riportò giù dalle nuvole.

-Lena, quando hai finito di fare i tuoi comodi potresti dedicare un attimo di tempo alla classe per mostrarci quello che ho appena spiegato?- mi domandò la prof.

-si prof quando ho finito li faccio sapere!- le lanciai un sorrisino e tornai con la testa nel mio mondo per lavorare alla mia creazione.

-Lena! Vieni subito qui!- sbottò. Sbuffai sonoramente e sbattei la sedia alzandomi e dirigendomi alla lavagna.

-risolvi questa equazione!- “un equazione?!?! Tutto qui?!?! E che ci vuole! È l'unica cosa che sono capace di fare in matematica!”. Gli strappai il gessetto dalle mani e velocemente risolsi la scrittura alla lavagna sotto gli occhi stupiti della prof e dei miei compagni.

-a lei!- dissi lanciandoli il gessetto che l'impedita si fece sfuggire dalle mani. Tornai al mio posto in fondo continuando il mio graffito. La prof stava per avere una delle sue solite crisi di nervi ma per sua fortuna, dato che anche a me quel giorno stavano parecchio girate, la campanella della seconda ora suonò. Prese la sua borsa e i suoi libri e uscì dalla classe furiosa. Tutti si alzarono mentre io rimasi al mio posto come al solito. La sedia della mia compagna di banco, che già da un po era corsa in bagno per rifarsi il trucco (-.-”), si spostò facendoci sedere qualcuno a cui io non badai.

-non sapevo fossi brava in matematica!- esclamò poco dopo quel qualcuno. Alzai il viso indifferente almeno per capire chi mi stava parlando. Lukas era anche lui un ragazzo straniero, della Gran Bretagna forse, sinceramente non me ne importava un cavolo, però era abbastanza carino: capelli biondi, occhi verdi, alto e ben piazzato. Li sorrisi sempre con indifferenza tanto per farlo contento.

-senti...mmm....ti va di....bhe.....- si grattò nervosamente la testa.

-ne hai per molto? Sai avrei altre cose a cui pensare!- risposi acida come al solito.

-scusa...emm....bhe ti andrebbe di darmi ripetizioni?- gli scoppiai a ridere in faccia.

-io? Ripetizioni? Di matematica?- risi di nuovo tenendomi la pancia.

-che succede qui?- alzai lo sguardo trovandomi davanti Tom spazientito.

-Tom!...mi ha chiesto....di darli ripetizioni.....di matematica!- continuai a ridere. Vidi la faccia di Tom cercare di trattenere una risata, ma poco dopo scoppiò anche lui.

-ma che ti sei fatto?- gli chiese.

-bhe...ha risolto un equazione in meno di un minuto davanti alla prof!- l'espressione di Tom cambiò immediatamente diventando seria.

-che hai fatto?- mi chiese sgranando gli occhi. Mossi la mano in segno di indifferenza.

-ecco perchè ho visto la prof uscire dalla classe in presa ad una crisi isterica!- continuò tornando a ridere. Dalla finestra vidimo il prof avvicinarsi, Tom mi salutò velocemente, diede una frecciata a Lukas e uscì dalla classe.

 

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Le altre due ore passarono rapidamente e io riuscii finalmente a finire il mio capolavoro! La campanella dell'intervallo suonò e io mi precipitai fuori dalla classe ma Lukas mi bloccò di nuovo.

-emm..Sara?...per la proposta di prima? Cosa ne dici?-

-Lucas senti....passo già abbastanza tempo sui libri e non ho voglia di passarne altro per te! Scusa!- lui fece per dire qualcosa ma qualcuno mi prese per un braccio trascinandomi lontano da lui.

-Tom! Cazzo lasciami! Mi fai male!- quando fummo lontani da tutti me lo lasciò.

-perchè cazzo non mi hai detto che stavi con quel rospo?- mi urlò.

-che?- risposi guardandolo confusa.

-perchè non mi avevi detto che eri la sua ragazza?- continuò indicando Lukas.

-ma hai la febbre?- dissi mettendoli la mano sulla fronte.

-smettila di scherzare! Ora rispondimi!-

-primo: abbassa il tono carino! Secondo: non so chi ti abbia detto questa cosa ma è un enorme stronzata!-

-come? Cosa?-

-Tom ma mi pigli per il culo per caso?- cominciai a spazientirmi.

-quindi tu non sei la sua ragazza?-

-ma certo che no! Ma ti pare! E prima di dare ascolto alle voci che girano se vieni a chiedere a me ti risparmi queste scenate isteriche!- lo superai arrabbiata e me ne tornai in classe, tanto poco dopo sarebbe suonata la campana...e infatti....

 

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Finite le lezioni mi diressi alla solita via trovandoci Bill, seduto su una panchina, che scarabocchiava su un foglio. Mi sedetti a fianco a lui sbirciando sul suo foglio.

-che fai?-

-improvviso una canzone!-

-forte! E come sta venendo?-

-una merda! So cosa vorrei esprimere e il messaggio che vorrei mandare ma non riesco a farlo uscire con delle parole!- mi rispose prendendosi la testa tra le mani lasciando, così, cadere il foglio. Lo presi cominciando a leggere delle frasi buttate in giro.

-mmm....ma guarda che non sono male! È un inizio! Vediamo....cosa vorresti esprimere?-

-bhe, vedi...non sopporto più questa stupida scuola! Tutti ti dicono cosa fare, quando, dove e come! Non sopporto questa cosa! Poi ce un sacco di gente che non si fa gli affari suoi e che si impiccia e io....uuu...!- sbottò tornando a tenersi la testa con le mani.

-mmm...ok...ho capito! Allora, fai una cosa....pensa alle cose di tutti i giorni, di come ti accadono queste cose e di quello che ti da fastidio e senti! Devi cercare di esprimere quello che senti dentro di te! Prendi spunto da ciò che ti circonda!-

-ad esempio?-

-mmm...ad esempio....bhe mi sembra che queste cose ti rendano parecchio nervoso, che cosa fai quando sei nervoso?-

-mmm...- cominciò a guardarsi in giro cercando di pensare e il suo occhi cadde sulla mia maglietta. -che ne dici di schrei?-

-schrei?-

-si! Schrei! Ok! Fermi tutti! Ho l'ispirazione!- mi prese il foglio dalle mani e cominciò a scriverci qualcosa. Lo lasciai lavorare un attimo dedicandomi a guardare il paesaggio. Vidi qualcuno venire verso di noi. “sarà Tom!”. E infatti Tom si avvicinò a noi e quando fu abbastanza vicino da vederlo in faccia notai una cosa che lui tentava di nascondere con la mano.

-che cazzo hai fatto all'occhio?- mi alzai di scatto andandoli incontro.

-niente! Sono andato a sbattere!-

-ma a chi la racconti! Fa un po vedere!- li girai il viso con la mano.

-si nota tanto?- mi chiese alzando il lato del labbro.

-si! Ma ormai ci siamo abituati a vederti con gli occhi neri! Non fai altro che prenderle! Sai ogni tanto dovresti provare anche a darle!- mi fece una smorfia e si sedette accanto al fratello.

-hey! Non ci provare nemmeno! C'ero io lì!- li puntai il dito contro.

-hai detto bene! C'ERI!- lo guardai con gli occhi stretti.

-alza il culo Kaulitz!-

-forza Lena! Vieni!- disse battendo le mani sulle sue gambe. Mi sedetti sopra e li guardai un altra volta l'occhio.

-ma chi è stato?-

-il rospo!-

-il rospo? Aaaah! Lukas! Lukas? Perchè ti ha picchiato?- chiesi sbarrando gli occhi.

-non mi ha picchiato! Mi ha preso alla sprovvista!- alzò il viso altezzosamente. Io alzai gli occhi al cielo.

-vabbè! Comunque...mi vuoi rispondere?-

-perchè gli ho detto no!-

-a che cosa?- chiesi sbarrando gli occhi.

-non pensare male stupida! Mi ha detto di lasciarti perdere perchè tu sei sua!- disse alzando un sopracciglio e stringendo la mano in pugno sulle mie ginocchia. Io scoppiai a ridere.

-ti ha detto questo?-

-si!- risi più forte.

-si ridi ridi! Intanto il pugno me lo sono beccato io!- non gli risposi, le risate me lo impedivano.

-tanto per dire...perchè a mio fratello non gliene frega niente che ho un occhio nero?-

-FINITO!- urlò Bill scattando in piedi e facendo un orribile balletto, se così si può chiamare, che in quel momento mi fece sperare non lo facesse mai in pubblico pur essendo simpatico e divertente!

-finito che?- li chiese Tom.

-la canzone! L'ho finita!- urlò ancora in fibrillazione.

-noooo! Fa vedere!- dissi strappandogliela di mano. Tom appoggiò il mento sulla mia spalla così da poter leggere anche lui.

-Bill è fantastica!- urlai saltando giù dalle gambe di Tom e abbracciandolo.

-è stupenda fratellino!-

-grazie ragazzi! Ora però corriamo a casa che la dobbiamo assolutamente provare!- disse prendendoci la mano e correndo verso il pullman che era appena arrivato...

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 15-si comincia (parte 2) ***


 

 

CAPITOLO 15: SI COMINCIA (PARTE 2)

 

Salimmo sul pullman velocemente. Era già pieno ma nessuno si sarebbe azzardato a prendere i nostri posti dietro. Gli altri ci fecero spazio per poter passare. Era incredibile come in una settimana fossimo riusciti a farci temere così tanto dagli altri ragazzi. Io ero davanti e finalmente raggiunsi i nostri posti. Vidi i due ragazzi della mattina seduti su di essi.

-ehilà ragazzi!- li salutai con la mano.

-ciao Sara! Spero non vi dispiaccia se ci siamo seduti ai vostri posti ma gli altri erano pieni!- rispose Gustav.

-ma no Gustav non preoccuparti!- gli sorrisi facendoli l'occhiolino. Lui e Georg alzarono le loro cartelle permettendoci di sederci intanto io avevo perso i gemelli nell'ammasso di gente.

-porca di quella troia se ora non mi si apre la strada lancio mio fratello in mezzo al folla!- sentimmo urlare Tom dall'altra parte del mucchio di ragazzi.

-hey! Trova qualcosa di meno importante da lanciare!- gli rispose Bill. Scoppiai a ridere seguita dagli altri due ragazzi.

-ma fanno sempre così?- chiese Georg.

-e ancora non avete visto niente!- intanto il mucchio si era aperto lasciandoli passare.

-hey ragazzi! Tutto bene?- li salutò Tom.

-ecco i sopravvissuti!- dissi io ridendo ancora.

-sta zitta va!- sbuffò lui facendomi segno di alzarmi.

-vi siete fatti riconoscere subito anche da loro!- Tom alzò una mano in segno di indifferenza sedendosi sul sedile e tirandomi giù su di lui per i fianchi.

-che hai fatto all'occhio?- chiese Gustav guardando Tom.

-è colpa sua!- rispose indicandomi.

-hey! Che centro io! Siete voi che mi avete messo in mezzo!-

-cioè...le hai prese da lei?- chiese Georg.

-ma va la!- rispose sistemandosi il cappellino.

-cioè si le ha prese anche da me, ma questa volta io non centro!- risposi ridacchiando.

-ma perchè che hai fatto all'occhio?- chiese Bill cadendo dalle nuvole. Tom si schiaffò una mano sulla fronte prendendosi l'occhio.

-ahia! Cazzo!- continuò. Io scoppiai a ridere.

-sempre fine Tom mi raccomando!- mi fece una linguaccia.

-che guardi Bill?- chiese Georg vedendolo intento a leggere ancora il foglio.

-ho scritto una canzone e la stavo riguardando!- rispose lui sorridendo tutto esaltato per aver potuto dire che l'aveva scritta lui.

-bello! Possiamo vederla?- continuò Gustav. Bill gliela porse tutto sorridente. Io mi ero praticamente sdraiata sopra di Tom che mi stringeva per la vita.

-comoda stronza?- chiese ad un tratto.

-comodissima bastardo!- risposi ed entrambi cominciammo a ridere.

-ma cos'hanno adesso? Prima si stavano per picchiare e ora ridono e scherzano tranquilli abbracciandosi?!?!- sussurrò Georg a Bill che alzò gli occhi al cielo sorridente.

-quei due non vogliono ammetterlo ma hanno una gran bella intesa! Sono molto più simili di quanto credono!- rispose spostando il suo sguardo su di noi.

-Bill è stupenda!- esclamò Gustav finendo di leggerla.

-non dirli cosììììììì! - urlai – già prima ha fatto un orribile balletto! Non voglio che lo ripeta ora che ci possono vedere!-

-sapete...abbiamo una reputazione da difendere...almeno....io e lei ce l'abbiamo!- continuò Tom. Bill ci fece la linguaccia e poi scattò in piedi.

-ho un idea meravigliosa!-

-fantastico!- esclamò il fratello facendosi scivolare di più sul sedile.

-che ne dite di venire a casa da noi?- le due G si guardarono per un attimo e poi alzarono le spalle.

-perchè no! Sarebbe divertente!- esclamarono sorridendo.

Arrivati alla nostra fermata scendemmo tutti e 5 dirigendoci alla casa dei gemelli che si trovava li davanti. Entrai lanciando le scarpe vicino alla porta e mi buttai sul divano estraendo il mio foglio con disegnato il graffito. Bill corse nella cantina dove tenevano tutti gli strumenti seguito da Georg e Gustav. Mancava solo Tom. Non avevo idea di dov'era finito ma non ci badai in quel momento, volevo solo andare a fare il mio graffito. Andai in camera mia aprendo l'armadio e prendendo la mia borsetta segreta. Uscii di casa dirigendomi al parco che a quell'ora era come al solito vuoto. Infondo c'era un muro lasciato li a se stesso, brutto e grigio....come avrei potuto non aiutarlo?!?! Aprii la mia borsa estraendoci tutte le 6 bombolette. Il disegno ormai lo sapevo a memoria così presi la prima bomboletta e cominciai a spruzzare. In quei momenti mi sentivo davvero me stessa, libera, capace di tutto! Ero nel mio mondo dove io decidevo come le cose dovevano andare. In meno di 5 minuti lo finii. Era un capolavoro. Volevo esprimere la libertà con tutti quei colori e ci riuscii benissimo.

-è bello!- una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare. Mi girai di scatto.

-Tom! Cretino mi hai fatto venire un infarto!- dissi mettendo una mano al petto. Lui ridacchiò.

-scusa! Non volevo farti spaventare!- rispose avvicinandosi.

-dicevi davvero?- chiesi ad un tratto.

-che cosa?- continuò guardandomi in faccia.

-ti piace davvero?- “oddio! Da quando io sono imbarazzata? E da quando ho modi così dolci? Che cazzo mi sta accadendo?”

-no! Ma ti pare!- abbassai lo sguardo sulle mie scarpe facendo sparire il mio sorriso improvvisamente. Lo sentii avvicinarsi e mi alzò il viso con l'indice.

-stavo scherzando! Certo che mi piace!- sorrise. Sorrisi anchio nel vederlo sorridere.

-mi piace molto!- a quel punto il mio sorriso arrivò da un orecchio all'altro.

-mi stavi spiando?- chiesi poi incrociando le braccia al petto e aggrottando le sopracciglia.

-forse! Vado a parcheggiare il motorino! Tu non muoverti!- disse sparendo dietro agli alberi. Misi le bombolette nella borsa e mi fermai di nuovo davanti al muro quando una voce mi interruppe.

-ehilà bellezza!- una voce che ormai conoscevo bene seguita da altre risate così amare da farti accapponare la pelle.

 

CONTINUA...

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 16-l'inizio della fine ***


 

 

CAPITOLO 16: L'INIZIO DELLA FINE

 

-hey bellissima che fai qua tutta sola?- mi girai lentamente. Ben e la sua banda erano dietro di me. Si avvicinarono. Cercai di mantenere la calma pur essendo difficile. Sentivo la paura crescere dentro di me.

-dipingo!- risposi girandomi per prendere la borsetta.

-bhe ma queste cose non si fanno! Sei una mascalzoncella, dovresti essere punita!- continuarono ridacchiando.

-lo ricorderò a mamma!- dissi mettendomi a tracolla la borsa e, con un respiro molto profondo, cercai di andarmene provando a sembrare più tranquilla possibile. I ragazzi mi accerchiarono molto velocemente e li cominciai davvero ad avere paura. Ormai era buio e nessuno avrebbe sentito i miei richiami.

-non c'è fretta tesoro! Resta con noi!-

-bhe....si...oh no! Mi dispiace molto ma devo andare a pulire il cesso! Volete darmi una mano?- cercai di mantenere la mia sfacciataggine per mascherare la paura che riaffiorava dopo l'ultima volta. I ragazzi scoppiarono a ridere.

-sei sempre così simpatica! Mi dispiace però! Sei forte, ma anche così non puoi competere con tutti noi! Siamo troppi anche per una ragazzina coraggiosa come te! E poi....non ci sono i tuoi amichetti ad aiutarti...questa volta...agiremo indisturbati!- continuò Ben con un ghigno. Incuteva una gran paura e la cosa peggiore era che aveva ragione! Non sarei mai riuscita a evitare quello che stava per accadere da sola! Erano troppi!

-ragazzi......prendetela!- provai a correre ma erano tanti e mi avevano accerchiata. Tre di loro mi presero di peso e mi trascinarono in mezzo al boschetto. Tentai di divincolarmi ma erano troppo forti per me! Non mi sarei arresa così anche se ormai...sapevo cosa sarebbe successo. Non mi importava di niente. Provai a calciare, a tirare schiaffi e pugni ma loro non mi mollavano. Mi lasciarono cadere sul terreno. Sentii un calcio. Le mani di uno di loro mi strapparono la maglietta violentemente. Sentivo le loro mani sul mio corpo. Avevo paura, molta. Le lacrime cominciarono a scendere dal mio viso. Provai ad estraniarmi da quello che stava succedendo. Non volevo saperlo. Portai il viso tra le mani lasciando via libera alle lacrime. Sentii i miei pantaloni venire velocemente sfilati. Rumore di zip. Poi sentii qualcosa a cui all'inizio non badai. Ma poi alzai la testa di scatto cercando di sentire meglio....

-Tom...- sussurrai.

-Sara? Sara? Dove sei finita?- avrei voluto urlare che ero qui. Avrei voluto urlare qualsiasi cosa così che potesse sentirmi e trascinarmi fuori da quell'incubo ma dalla mia bocca non uscii altro che piccole lettere strozzate. Ben si abbassò arrivando a un soffio dal mio viso che cercavo di nascondere.

-se vuoi che non li accada niente.......devi tenere la bocca chiusa!- cosa potevo fare? Non potevo chiederli aiuto! Li avrebbero fatto del male! Non potevo permetterlo! E così li lascia fare. Tenetti la bocca chiusa. Sentii il rumore di una cintura che sbatteva atterra, sentivo i richiami di Tom che si facevano più impauriti e preoccupati. “scusami Tom.....lo faccio per te!”. Nemmeno il tempo di terminare questi pensieri che un dolore lancinante mi fece piegare ancora di più. Un grido di dolore stava per uscire automaticamente dalla mia bocca ma uno di loro mi poggiò una mano sopra prima che quell'urlo potesse echeggiare nell'aria. Le lacrime scesero ancora più veloci. Era un dolore che non avevo mai provato, un dolore che nemmeno al mio peggior nemico avrei raccomandato. Il tempo sembrò non passare mai. Sentivo come un orologio battere i secondi nella mia testa davanti a me mentre la mia vista cominciò a offuscarsi. Sentivo le loro risate, sentivo dei gemiti, sentivo dolore, un dolore incredibile.....poi......buio.

Mi svegliai lentamente. In giro solo la luce della luna. Mi guardai intorno. Vidi i miei vestiti sparsi per terra. Sentii ancora dolore al basso ventre e sentivo il sangue scorrere sulle mie gambe. La testa mi pulsava forte. Strisciando raggiunsi i miei vestiti e me li infilai con delicatezza. Rimasi ferma ancora qualche istante. Infilai la mano in tasca estraendo il cellulare e schiacciai un qualsiasi tasto per far si che il display si illuminasse e mi mostrasse l'orario. Erano passate solo 2 ore. 2 ore sembrate interminabili. Le 2 ore peggiori della mia vita. Quei bastardi mi avevano lasciata li, da sola, nuda, dolorante e sanguinante. Una voce echeggiò nella mia testa.......Tom..........solo poco dopo mi accorsi che non era la mia immaginazione, ma era davvero lui che mi stava ancora chiamando. Non potevo! Non potevo dirli cos'era successo! Nessuno lo avrebbe saputo. Piano piano riuscii ad alzarmi con non so quale forza e camminai lentamente, sentendo dolori da per tutto, verso il muro di prima. Quel muro con cui volevo segnalare libertà. Sentivo la voce di Tom farsi più vicina. Camminavo piano e a testa bassa. Alzai lo sguardo vedendolo poco distante da me. Cominciai a piangere. Era rimasto per 3 ore a cercarmi e io cosa gli avrei detto adesso? Lo vidi girarsi verso di me. Io abbassai la testa. Sentii abbracciarmi.

-dio mio Sara! Ma dove cavolo eri finita? Mi hai fatto preoccupare da matti! Non lo fare mai più per favore! Credevo ti fosse successo qualcosa!- lo abbracciai forte trattenendo i gemiti di dolore.

-scusami!- dissi piangendo.

-dai non piangere!- disse asciugandomi una lacrima.

-dai su! Abbracciami!- continuò. E chi se lo fece ripetere due volte? Io no di certo! Affondai il viso nel sul incavo del collo.

-andiamo a casa....a Bill non ho detto niente!- gli sorrisi. Salimmo sulla moto e ci dirigemmo verso casa. “si Tom....l'ho fatto per te!”.

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 17: l'inizio della fine 2 ***


 

 

CAPITOLO 16: L'INIZIO DELLA FINE 2

 

In poco tempo arrivammo a casa. Ora c'era un problema però! Al buio non si capiva cosa mi fosse accaduto, ma alla luce non ci sarebbe voluto molto! Bill stava davanti alla porta ad aspettarci e quando ci vide entrare nel garage con la moto tirò un sospiro di sollievo.

-siete due matti! Mi avete fatto preoccupare! Avvertire che uscivate no?- urlò verso di noi ancora spaventato. Lo sorpassai velocemente, salendo le scale e chiudendomi in bagno. Sentii Bill urlare di sotto.

-Sara! Scusami! Non volevo farti piangere! Sara! Dai...io....- non lo ascoltai. L'unica cosa che volevo era farmi una doccia. Così che tutto mi sarebbe scivolato giù. Il pensiero di avere ancora le mani di quei bastardi addosso mi fece rabbrividire. Aprii l'acqua della vasca. Preparai l'asciugamano, mettendolo lateralmente, e mi tolsi i vestiti immergendomi velocemente. Chiusi gli occhi piangendo in silenzio. Tutti i miei pensieri lentamente svanirono. Mi lasciai cullare dall'acqua e dalle bollicine di sapone che mi circondavano. Tirai un lungo sospiro. Odiavo quel posto. La mia vita era diventata una merda da quando ero arrivata lì. L'unica cosa buona? Aver incontrato i gemelli! Un rumore strano mi distrasse dai miei pensieri. Aprii gli occhi lentamente e mi guardai intorno. Notai un movimento vicino alla finestra, cercai di mettere meglio a fuoco. Mi si raggelò il sangue. Vidi Ben e gli altri affacciati alla finestra. Sorrisero. I miei occhi si riempirono di lacrime e il mio cuore aumentò i battiti. Mi fece segno di stare zitta con l'indice e poi sparirono. E adesso come avrei spiegato la mia assenza di due ore ai ragazzi? Uscii dall'acqua e mi coprii con l'asciugamano. Tirai via il tappo della vasca e lasciai scorrere l'acqua sporca di sangue. Mi infilai l'intimo e il pigiama e uscii dal bagno. I gemelli erano seduti sulle scale, con la testa tra le mani, ad aspettare che io uscivo. Appena mi sentirono si alzarono in piedi e Bill venne verso di me.

-Sara, mi dispiace! Non volevo farti piangere! Scusa!- disse abbassando lo sguardo sulle scarpe.

-non preoccuparti Bill! Non era per te!-

-ah meno male!....Sara ma.....che hai fatto in faccia?- chiese scrutando il mio viso. Mi coprii con la mano in volto e feci qualche passo indietro.

-niente...sono.....caduta prima....Buona notte!- risposi. Mi affrettai a entrare in camera mia e mi lanciai sul letto ricominciando a piangere. Tom non aveva aperto bocca per tutto il tempo. Era rimasto immobile davanti a me a guardarmi dritto negli occhi. Sollevai le coperte e mi infilai sotto. Chiusi gli occhi e strinsi il cuscino al mio volto, come se volessi fermare le lacrime, ma inutilmente. Bussarono alla porta. Non risposi, rimasi immobile a guardare fuori dalla finestra. La porta si aprii. Mi girai a guardare chi era.

-posso entrare?- mi chiese Tom.

-certo, è casa tua questa!- risposi con menefreghismo. Si sedette sul letto di fianco a me.

-dove sei andata in quelle due ore?- mannaggia a lui! Non sapevo cosa risponderli così inventai una balla davvero banale.

-a fare un giro nel bosco- risposi rigirando le mani tra di loro per il nervosismo.

-a fare....un giro....nel bosco?!?!.....- continuò guardandomi con il sopracciglio alzato. Non c'era cascato. “è certo una balla più penosa non potevi inventartela!”. Ed ecco che la mia coscienza di fa spazio tra i miei contorti pensieri.

-e cosa avresti fatto due ore nel bosco tu?- chiese sempre meno convinto.

-sono caduta!-

-ah bello!.....seriamente Sara! Dove sei stata? Perchè non mi rispondevi?- “merda! E mò?”

-Tom sono stanca adesso e vorrei dormire!- “grande! Geniale! Finalmente un idea buona!” ma cuciti quella boccaccia!

-certo!....tanto ne riparliamo domani!- “dou!” (prendetela come l'esclamazione di Homer Simpson xD che però non so come si scrive!! xD). Merda! Fece per alzarsi ma lo fermai tenendolo per la manica.

-dove vai?- gli chiesi spaventata. Non volevo rimanere da sola, avevo paura.

-a dormire....perchè?- chiese scrutandomi con il sopracciglio alzato.

-resti con me questa notte?- lo guardai con gli occhi da cucciolo, peccato che non li stavo facendo apposta, erano così a furia di piangere. Rimase a fissarmi ancora un po, poi alzò la coperta e si infilò sotto con me. Mi strinsi più vicina a lui che mi avvolse con le braccia e io infilai la testa tra i suo collo e la sua spalla.

-me lo dirai cosa è successo prima o poi!- esclamò. Non risposi. Mi strinsi di più a lui e chiusi gli occhi per addormentarmi.

-Tom grazie!-

-non preoccuparti!- rispose. Mi addormentai poco dopo, sentendomi al sicuro tra le sue braccia.

 

Quella stessa notte feci un incubo. Sognai quello che successe la sera. Mi muovevo agitata nel letto. Arrivata al momento cruciale della serata, mi alzai di colpo dal letto, mettendomi a sedere, e tirai un urlo. Anche Tom si alzò sentendomi. Mi guardò.

-Biiiiiiiiiiiiiiiiiill!- urlò. Il fratello arrivò di corsa.

-che è successo? Ho sentito urlare!- si girarono a guardarmi. Avevo lo sguardo fisso davanti a me, perso nel vuoto, che guardavo un punto indefinito.

-ma cos'ha?-

-non ne ho idea!....ho sentito prima che scalciava , poi ha tirato un urlo e......- i gemelli non sapevano cosa fare. Io mi ritirai di nuovo sotto le coperte portandomele fino al naso e mi guardavo intorno con le lacrime agli occhi.

-qui c'è qualcosa che non va!- esclamò Tom. Mi strinsi di più a lui, abbracciandolo. Continuavo ad avere quelle immagini fisse nella testa.

-chiamo un dottore? O qualcuno....?- chiese Bill.

-no! Lascia stare!- rispose il fratello tornando sotto le coperte e abbracciandomi di nuovo.

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 18: PRIMI SOSPETTI ***


 

 

 

CAPITOLO 18: PRIMI SOSPETTI

 

 

Sbattei le palpebre più e più volte mentre quell'infernale aggeggio continuava a suonare la sua musichetta assordante. Continuava ininterrottamente da cinque minuti finchè io non la spensi con un colpo. Guardai il corpo dormiente di Tom al mio fianco. Sorrisi. Il suo volto, rilassato e tranquillo, in quel momento mi mise serenità. Con lo sguardo analizzai i suoi dolci lineamenti e, quasi senza accorgermene, allungai una mano al suo volto, prendendo ad accarezzarglielo. Gli occhi serrati, le guance leggermente arrossate, la pelle distesa, le labbra socchiuse, il naso slanciato, tutto in quel ragazzo mi sembrava perfetto quella mattina. Mi alzai a sedere sentendo una strana sensazione di bagnato intorno a me. Alzai di poco la coperta per controllare. Sangue. Intorno a me c'era una macchia di sangue. Mi alzai velocemente, cercando comunque di non svegliarlo, e feci scivolare lentamente il lenzuolo giù dal letto. Mi catapultai in bagno. Lo infilai nella vasca e feci scorrere l'acqua. Aprii il cassetto del comodino, sotto al lavello e ne estrassi un assorbente. Mi vestii e mi lavai. Non avevo ne la voglia ne la forza di truccarmi quella mattina, così misi solo un filo di eye-liner sopra la palpebra. Uscii dal bagno trovando Tom che si stava vestendo.

-scusa...- dissi imbarazzata. Lui sorrise, finì di infilarsi la maglietta e mi venne incontro.

-buongiorno- rispose dolcemente baciandomi la guancia. Precisamente quella dolorante. Contrassi il viso in una smorfia di dolore che non sfuggì a Tom.

-che hai fatto qua?- mi chiese quasi urlando e sfiorandomi appena, e con infinita delicatezza, la guancia.

-niente....non è...niente di grave...-mi affrettai a rispondere poco convinta.

-mi spighi cosa cazzo è successo? No perchè io non ciò capito niente! Prima sparisci per due ore! Ti chiamo e non mi rispondi! Tutto d'un tratto rispunti da non so dove! Ti chiudi in bagno! Mi dici di restare a dormire con te perchè hai paura! Hai la guancia viola e....e....cos'è quello?- concluse, questa volta, urlando e indicando le mie mani sporche di sangue.

-niente...- continuai ritraendole di colpo dietro alla schiena e cercando di mandare via quelle macchie. Tom mi prese il polso e mi costrinse a mostrarli le mani.

-Sara...questo...è sangue?!?!- esclamò di nuovo. Abbassai lo sguardo mentre una lacrima mi rigava il viso.

-adesso mi spieghi immediatamente cosa cazzo è successo ieri sera!- urlò più forte ancora.

-Toooooom! Saraaaaaaaaaa! Muovetevi! Siamo in ritardo!- ci richiamò Bill da sotto. Mi girai per scendere ma Tom mi fece voltare di nuovo verso di lui. Mi guardava dritto negli occhi. Sostenni il suo sguardo per pochi secondi, poi fu costretta a cedere. Quegli occhi nocciola.....così profondi e penetranti....sembravano volermi leggere dentro. Scesi le scale raggiungendo Bill. Uscimmo di casa e ci incamminammo verso la fermata del pullman. Tom camminava qualche passo più indietro di noi, con la testa bassa e persa a pensare. Bill lo guardò un paio di volte e poi si girava a guardare me. Arrivato il pullman salimmo trovando già Gustav e Georg ai nostri posti ad aspettarci. Io e Bill li raggiungemmo per primi, lui si sedette di fronte a Gustav e mi fece cenno di accomodarmi sulle sue gambe. Così feci. Subito dopo arrivò Tom.

-hey Kaulitz..... Sara!- si salutarono con una pacca sulla spalla e poi batterono il pugno chiuso sul mio. Tom si sedette di fronte a Georg poi guardò me e il fratello con un sopracciglio alzato.

-no scusate...mi sono perso qualcosa?- chiese poi. Io e Bill ci guardammo confusi.

-da quando tu ti siedi in braccio a lui...di solito sei in braccio a me....guarda che Io mica ti faccio del male!- esclamò poi scandendo bene l'IO. Abbassai lo sguardo mentre gli occhi confusi del fratello e dei due amici ci scrutavano. Mi alzai e mi sedetti in braccio a lui.

-contento ora?- dissi freddamente. Non rispose. Avvolse le sue braccia intorno alla mia vita facendomi quasi sdraiare, per poi appoggiare la sua testa sulla mia schiena. Rimasi un attimo interdetta da quel comportamento ma poi mi rilassai, sentendomi ancora una volta, al sicuro tra le sue braccia.

-dimmi che è successo...-insistette di nuovo al mio orecchio.

-no...smettila Tom...-

-lo sai che non la smetterò...- stavo per aprire la bocca per rispondere quando Georg ci distrasse dalla nostra discussione.

-hey! Che avete tanto da parlottare voi due?-

-niente!- esclamammo in coro. I tre ragazzi ci guardarono alzando un sopracciglio poi il piastrato riprese parola.

-vi stavamo chiedendo se avevate sentito la canzone di Bill...è stupenda!- entrambi ci girammo a guardare il diretto interessato.

-hai già preparato tutta la canzone? E che sei Roger Cicero? (nda sorry ragazze, sono andata a prendere il nome di un cantante tedesco, l'ho preso a caso, dicono che è bravo...non so nemmeno chi sia ma se dovevo infilarci un nome!! xD)- chiesi stupita. Tutti e tre si misero a ridere, tutti tranne Tom che continuava a fissarmi mettendomi non poco in soggezzione.

-oggi pomeriggio me la devi far sentire!- esclamai poi sorridendo, facendo esaltare Bill.

 

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Ringrazio infinitamente:

-BlackStreetV: ti ringrazio infinitamente per i complimenti! Mi dispiace di averci messo tanto ma avevo avuto un leggero vuoto! Scusa tanto cara! Un bacio! Fammi sapere! ^^

-tom_rockgirl: grazie mille!! ^^ Ma sai..la nostra protagonista è un po' testarda e orgogliosa...assomiglia al nostro Tom in un certo senso! xD chissà se glielo dirà!! xD ti lascio con il dubbio!! xD fammi sapere!! ^^ bacio!!

-svampy1996: ciao cara!! scusa se ci ho messo tanto!! grazie comunque per le tue 2 reensioni! Grazie mille ancora tesorooo!! ^^ un baciooo!! fammi sapere!

-tatina91: ciao cara! E si povera mi dispiace per lei...oh..aspetta...ma sono io che scrivo come procede!! xD ops!! xD direi che Tom potrebbe costrarli!! u.u xDxD un bacioo!! fammi sapere!! ^^

-giuly_the princess: oh grazie mille cara!! *.* mi ha fatto molto piacere il tuo commento!! ^^ *.* anche se corto è stato bellissimo leggerlo! Fammi sapere che ne pensi!! ^^ un bacio!!

 

e tutte quelle che hanno letto la storia, messa tra le seguite o preferite!! ^^ un bacio!!

 

Sara.

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 19- Helen, la scelta e... Devilish ***


 

 

 

CAPITOLO 19: Helen, la scelta e... Devilish

 

Arrivati a scuola attraversammo il corridoio principale a passo sicuro e sguardo fiero. Tipo i soldati sotto il controllo del comandante. Era così da settimane ormai. Io in mezzo e leggermente più avanti dei gemelli che camminavano al mio fianco. Tutti gli altri ragazzi si spostavano dal centro lasciandoci passare con una scintilla di leggero timore e disprezzo, allo stesso tempo, negli occhi. Continuammo indisturbati per i nostri passi quando una figura appena spuntata dall'altro corridoio mi costrinse a fermarmi. I gemelli mi scrutarono interrogativi mentre io non distoglievo lo sguardo dai ragazzi che stavano venendo nella nostra direzione. Ben sorrideva guardando la mia espressione e io mi allungai involontariamente verso di Tom che continuava a guardarmi sempre più confuso.

-Buongiorno troietta- Ben mi passò di fianco suscitando le risate dei suoi amici.

-Che cazzo hai detto?- ringhiò Tom avanzando verso di lui. Lo fermai per un braccio trattenendolo e lui rimase interdetto. Ben rise e con l'indice mi fece cenno di avvicinarsi. I suoi amici si allontanarono sparendo in un altro angolo della scuola mentre i gemelli mi fissavano sconvolti mentre avanzavo impaurita verso di lui.

-Non avrei immaginato di vederti a scuola stamattina- un sorriso oserei dire crudele. Parlava a voce bassa, forse con lo scopo di non farsi sentire dai gemelli. Io non gli risposi, mi limitai a guardarlo con angoscia e disprezzo.

-Bene, veniamo al sodo... ti aspetto all'intervallo al bagno... non tardare...- si girò come per andarsene.

-Cosa? Che vuol dire?- la mia voce lo fermò facendolo girare.

-Quello che ho detto-

-Ma... perchè?-

-Devo proprio spiegartelo?- questa volta sorrise malizioso. Lo stupore e l'angoscia mi sopraffò nuovamente.

-Ma... no... non voglio-

-Non è importante ciò che tu vuoi... o vuoi che i tuoi amici arrivino a casa con qualche osso rotto?- il sorriso, costantemente presente sul suo volto, mi dava sui nervi e mi metteva in soggezione al tempo stesso.

-Ma... non... - le lacrime minacciavano di scendermi da un momento all'altro. Ma non gliel'avrei data vinta di nuovo. Non mi avrebbe rivista più debole.

-Guarda oggi mi sento buono, ti sto dando una scelta... o ti fai trovare in bagno suonato l'intervallo... o mi basta mandare un messaggio ai miei amici dell'altra scuola per fare la festa al tuo amico e credimi quelli non scherzano. Il tuo amichetto con i rasta potrebbe non arrivare a casa intero... e tu non vuoi questo vero?- mi chiese retoricamente. Fu in quel momento che capì. Mi aveva in pugno. Sapeva che non avrei obbiettato. Un nodo mi prese la gola. Non riuscivo più a parlare. Scossi la testa per fargli capire comunque la mia scelta.

-Bene, allora ci vediamo in bagno... so che verrai... - si voltò e continuò a camminare. Rimasi un attimo bloccata a pensare a ciò che avevo appena fatto. Era stato come sigillare un patto con il diavolo. Ero succube di un bullo. Ma non di quelli che ti aspettano alla entrata e ti riempiono di botte, no. Ero succube sessualmente. Si, ora dovevo aspettare tre ore e poi in bagno si sarebbe ripetuta la scena di ieri sera. La campanella mi distolse dai miei pensieri e come al solito ero in ritardo per la lezione. Assorta com'ero, a pensare, nemmeno mi accorsi dei gemelli che mi si erano affiancanti e mi riempivano di domande.

-Dai ragazzi siamo in ritardo andiamo!-

-Tanto siamo sempre in ritardo!- sbuffò rassegnato Bill.

-No non andiamo da nessuna parte finchè non mi dici cosa ti ha detto quel bastardo!- ero nel panico. Non sapevo cosa rispondergli e Tom aspettava impaziente che io parlassi invece.

-Tom non sono affari tuoi quello che io faccio con gli altri! E ora andiamo che siamo in ritardo!- camminai con passo svelto verso la classe e Tom non aprì bocca per tutta l'andata. La prima classe era la mia, nel corridoio a destra quella di Tom mentre quella di Bill era qualche classe più avanti sempre sul mio stesso lato.

-Ci vediamo all'intervallo Saretta- con una mano Bill mi scompigliò i capelli. Sapeva benissimo che mi imbestialivo.

-Cazzo Bill! Ti strappo la mano a morsi se ci riprovi!- lui scoppiò a ridere e tirò dritto verso la sua classe.

-A dopo!- Tom mi salutò velocemente e incredibilmente serio.

-Veramente...- entrambi i gemelli si girarono a osservarmi curiosi -io... sono in punizione... non posso uscire all'intervallo... sono bloccata in classe... ci vediamo all'uscita...- lo sguardo di Tom pesantemente addosso mi intimidiva costringendomi a non fissarlo.

-All'uscita allora- rispose Bill. Tom si voltò semplicemente e se ne andò verso sua aula. Tirai un sospiro di sollievo. Aprì la porta ed entrai trovando già la prof pronta a sbraitarmi contro.

-Lena! Sei in ritardo! Come al solito naturalmente!- non la calcolai minimamente e presi posto posto negli unici banchi liberi in fondo.

-Come stavo dicendo... oggi abbiamo una nuova compagna...- si girò in direzione della porta che poco dopo si aprì mostrando una figura snella e abbastanza alta. La ragazza entrò timidamente affiancandosi alla prof senza guardare nessuno.

-Ragazzi... questa è Helen... si appena trasferita qui da noi... siate gentili con lei!- “se come no! Non sono mai stati gentili con i nuovi arrivati e non lo diventeranno ora!”. La ragazza si avvicinò a una mia compagna della terza fila che era seduta da sola e sull'altra sedia teneva lo zaino. Helen la guardò come per chiederli il permesso. Questa scoppiò a ridere e si girò a parlare con le ragazze dietro. La nuova ragazza abbassò lo sguardo e continuò fino a che non arrivò al mio fianco. Ripeté la scena. Io la guardai, le sorrisi e spostai il mio zaino permettendole di sedersi. Lei sorrise di ricambio e cominciò a sistemare gli astucci e il diario sul banco.

-Ciao, io sono Sara- le porsi la mano e lei la strinse sorridendo.

-Piacere Sara, io sono Helen- la conversazione finì li. Non sono mai stata molto aperta con gli estranei, ma sapevo come ci si sentiva ad essere la ragazza nuova così cercai per lo meno di metterla a suo agio.

Le tre ore passarono stranamente in fretta, troppo in fretta. Mancavano dieci minuti alla fine dell'intervallo e io ero più silenziosa e mogia del solito. Decisi di uscire prima per evitare che i gemelli mi vedessero appena suonata la campana.

-Prof vado in bagno- esclamai senza dare importanza alla sua risposta.

-Lena! Mancano dieci minuti all'intervallo!- uscì e mi chiusi la porta alle spalle per entrare poi nel bagno. Mi guardai allo specchio. Il viso pallido, gli occhi spenti, i capelli più scompigliati del solito e i lividi piuttosto visibili. Dieci minuti dopo la campanella suonò. Già, l'ora era arrivata.

 

***

 

All'uscita trovai già i gemelli ad attendermi. Insieme ci dirigemmo alla fermata del pullman. Mentre Bill parlava tranquillo con Georg e Gustav, Tom tenendo un tono basso mi fece una domanda.

-Non è vero che eri in punizione. All'intervallo sono passato da te, tu non c'eri... dov'eri?- bum. Una coltellata in pieno petto. Non sapevo cosa inventarmi, non sapevo cosa rispondere. Forse sarebbe stato meglio dire la semplice verità...

-Al bagno-

-Sei stata al bagno per un quarto d'ora intero?- chiese scettico.

-Sai bene come siamo fatte noi ragazze- gli risposi con una punta di disgusto quasi. Si, lui sapeva tutto delle ragazze.

-Le altre ragazze si, ma tu non sei come loro... non sei capace di stare un quarto d'ora in bagno... piuttosto affronteresti una flebo- già, era vero.

-Bè stavolta dovevo starci-

-Tu stai mentendo!-

-Cazzo Tom ho detto che ero in bagno vuoi anche sapere che ci ho fatto?- alzai la voce di qualche ottava attirando anche l'attenzione degli altri su di noi. Tom non mi rivolse più la parola. Mi dispiaceva vederlo così. Ma alla fine lo facevo per lui.

Arrivati a casa Bill mi trascinò giù nella sala con gli strumenti. Vennero con noi anche Georg e Gustav. Bill scendeva le scale continuando a parlare e io già non lo ascoltavo più, Georg e Gustav lo seguivano, poi c'ero io e dietro di me Tom. Mi prese per il polso costringendomi a fermarmi.

-Sbaglio o questo livido non lo avevi questa mattina?- indicò una macchia scura che occupava gran parte del mio avambraccio. Non gli risposi per l'ennesima volta e, sciogliendomi dalla sua presa, continuai inviperita a scendere le scale. Con lui nei paraggi ero tremendamente sotto pressione, temevo che potesse scoprirmi da un momento all'altro.

-Sà siediti li nel frattempo- Bill era completamente euforico. Partito! Non stava calmo un secondo. Mi accomodai sul divanetto mezzo tappezzato vicino alla parete e, incrociando le gambe, attesi che cominciassero a suonare. Il mio sguardo si posò subito su Tom. Si sedette sullo sgabello a fianco a Bill e osservò attentamente gli spartiti che gli porse. Gli fece qualche modifica e poi finalmente cominciarono a suonare accompagnati dalla voce di Bill. Il modo in cui Tom imbracciava la chitarra, accarezzava le corde, era tutto così armonioso. Dolce. Mi mostrò un lato di lui che non conoscevo ancora. Rimasi quasi incantata. Lo fissai per tutta la durata della canzone. Ogni tanto spostavo lo sguardo verso Bill che, più attivo che mai, si muoveva intonando alla perfezione le note. Tutti erano completamente concentrati. Tutti persi nel loro mondo. Tom alzò lo sguardo osservando la mia espressione e sorrise dolcemente tornando a contemplare la sua chitarra. Ero decisamente immersa in quella meravigliosa melodia.

La canzone terminò e tutti i presenti spostarono lo sguardo dai loro strumenti a me attendendo un parere.

-Oddio è meravigliosa!- esclamai saltando al collo di Bill che rise di gusto.

-Ragazzi siete bravissimi! Perchè non mettete su una band?- tutti si guardarono in faccia come illuminati da una nuova idea. Le due G annuirono sorridendo, Bill spostò lo sguardo verso il gemello che fece lo stesso e infine fissò me sorridendo sornione.

-è un idea fantastica! È deciso! Siamo una band!- si abbracciarono e poi corsero ad abbracciare me.

-Ma non abbiamo un nome- ricordò Georg.

-è vero... bè a quello penseremo!-

-Qualcosa vi verrà in mente piccoli diavoletti!- con una mano scompigliai i capelli a Bill sapendo che anche lui lo odiava.

-Sà cazzo! Togli quella mano!-

-Adesso siamo pari!- esclamai ridendo di gusto mentre lui assunse un espressione imbronciata che divertì tutti.

-Hey hey hey... fermi tutti... hai avuto un idea fantastica!- Bill mi guardò con gli occhi spalancati e euforici.

-Io?- chiesi confusa.

-Si! Devilish! Ci chiameremo Devilish!-

 

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Ringrazio infinitamente tutte le coloro che leggono la mia storia! Gradirei un commentino per sapere se la storia piace o meno! ^^ Grazie a tutte comunque!

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 20: FEBBRE ***


 

 

CAPITOLO 20: FEBBRE

 

Camera di Sara. Ore 6.45.

 

La sveglia continuava imperterrita a suonare da ben cinque minuti. La ragazza sdraiata scompostamente sul letto e innervosita da quel suonò si alzò dirigendosi allo specchio. Gli occhi ridotti a due fessure e ancora impastati dal sonno le impedivano di vedere chiaramente a un palmo dal suo naso. E a momenti non cadde all'indietro scivolando su una maglietta abbandonata sul pavimento quando osservò il suo riflesso. La massa di capelli scuri che aveva sulla testa durante la notte aveva formato un groviglio di nodi facendole quasi credere di essere reduce inconsapevole da una qualche guerra. Si diresse al bagno dove si lavò la faccia con acqua fredda e cercò in una qualche maniera di sistemarsi la chioma. Tolse la maglietta azzurra XXL che usava unicamente come pigiama e si infilò i vestiti accuratamente preparati la sera prima sulla lavatrice. Una semplice maglietta a maniche corte grigia e un paio di jeans scuri a sigaretta. Diede un ultima occhiata all'immagine nello specchio sistemandosi il trucco e camminò a passo svelto verso la camera di Bill.

 

Aprì la porta con un colpo secco e gli si affiancò al letto. La sveglia appoggiata al comodino non smetteva di suonare mentre il ragazzo continuava a ronfare beatamente. Sara se lo immaginò con una bolla al naso pronto per essere ritratto in un fumetto. Dopo aver scacciato quei pensieri alquanto strambi decise di svegliarlo con calma per evitare che gli venisse un attacco di cuore. Lo scuotè debolmente dopo averlo privato del lenzuolo che lo copriva. Ma il moro non dava segni di vita apparte quel continuo russare imperterrito. Sara alzò gli occhi al cielo. Quel giorno non aveva la pazienza di aspettare che l'amico si alzasse e si preparasse con calma così dovette prendere una decisione piuttosto drastica. Fece un balzo felino finendo esattamente sul corpo inerme di Bill.

-Bill se non alzi immediatamente quel culo giuro che ti ammazzo!- esclamò continuando a saltare sul corpo del moro che appena sentì il peso dell'amica fece un balzo cadendo a culo in terra sul tappeto.

-Ma sei scema?- quando Bill si riprese dallo spavento si rialzò massaggiandosi il fondoschiena sotto lo sguardo divertito della mora che si teneva la pancia dal ridere rotolando sul letto -mi hai fatto venire un infarto!-

-Muoviti va!- Sara cercò di ricomporsi e appena ci riuscì lanciò i vestiti all'amico che, ancora mezzo addormentato e con i riflessi di un bradipo in letargo, lasciò cadere ai suoi piedi.

Ora veniva la parte più complicata: svegliare il gemello rastuto. Oltrepassò la sua camera dirigendosi in quella di Tom. Il ragazzo dormiva ben stravaccato sul suo letto. Le lenzuola praticamente disfatte fecero pensare alla mora che Tom non avesse avuto una nottata proprio tranquilla. La sveglia non emetteva alcun suono, probabilmente lui si era svegliato e l'aveva spenta. Sara gli si avvicinò sedendosi al suo fianco. Gli diede un leggero scossone cercando di svegliarlo. Il rasta grugnì qualcosa che le orecchie di lei non percepirono.

-Tom è già tardi non costringermi a saltarti addosso come ho fatto con tuo fratello!- lo informò la mora.

-Non mi sento bene- la voce di Tom era piuttosto bassa e rauca, cosa che non sfuggì alla ragazza.

-Che vuol dire che non ti senti bene? Forza alzati!- Tom alzò lentamente la testa dal cuscino mettendosi a sedere con la velocità fraterna del bradipo che aveva interpretato Bill. Sara quasi non sobbalzò. Gli occhi di Tom erano lucidi e rossi, il naso anche, la fronte imperlata di sudore e il viso pallido, molto più del solito.

-Caspita Tom ma tu stai male!- esclamò sorpresa.

-No, non è vero!-

-Tu hai la febbre te lo dico io!-

-Smettila, non ho la febbre!- rispose testardo.

-Fa sentire- lei gli prese il volto tra le mani con delicatezza e lentamente appoggiò le labbra soffici sulla sua fronte. Lui sussultò chiudendo gli occhi e lasciandosi sfuggire un sospiro.

-Oddio ma tu scotti! Hai la febbre! Aspetta qui!- Tom riaprì di scatto gli occhi temendo di essere stato scoperto. Lei invece si affacciò al corridoio richiamando Bill.

-Chiama un dottore tuo fratello ha la febbre!-

-Subito! Ah Sara?-

-Che c'è?-

-Vuol dire che non andremo a scuola?-

-No dobbiamo controllare tuo fratello!- il moro esultò saltellando nel bagno.

-Sei un grande Tomi!- il gemello storse il labbro in una smorfia maledicendo la stupidità di Bill. Lei invece scosse la testa sorridendo e si avvicinò nuovamente al letto.

-Forza sdraiati e riposati sennò non ne esci più- Sara gli sorrise dolcemente appoggiando le mani sulle sue spalle spingendo delicatamente per invitarlo a sdraiarsi.

-Mi farai tu da infermiera?-

-Non ti ci abituare!-

-Bè in questo caso la febbre potrebbe durare giorni o settimane, o chissà forse mesi- sorrise furbo sdraiandosi meglio sul letto.

-Se non fossi malato ti avrei già preso a pugni!- lo informò lei alzandosi per controllare Bill, ma questo la precedette mostrandosi all'entrata della camera rischiando tra l'altro di sbattere contro la ragazza.

-Ha detto il medico che non è niente di grave e gli ha prescritto questa medicina- le mostrò un foglietto su cui c'era scarabocchiato il nome del medicinale.

-Perfetto, vai tu o io in farmacia?-

-Vado io tu controlla l'infermo!- Tom gli fece una linguaccia e il fratello si dileguò dalla camera. Lei si voltò a guardare il rasta che gli fece segno di sedersi accanto a lui. Si sdraiò al suo fianco osservandolo negli occhi. Lui sbuffò passandosi una mano sulla fronte sudata.

-Ma sono io o qua si muore dal caldo?!?!-

-Sei tu- ridacchiò lei. Tom si alzò un poco e si sfilò l'enorme maglia del pigiama lasciando la mora a occhi aperti. Non lo aveva mai visto senza maglia e, quando il giorno prima, lo aveva visto cambiarsi, non aveva avuto tutto quel tempo di osservarlo come invece stava facendo ora. Aveva un corpo davvero meraviglioso, se pure ancora immaturo e giovane. Ora era davanti a lei, con addosso solo un paio di boxer e lei non riusciva a smettere di fissarlo.

-Ti senti bene?- le chiese lui notando la sua espressione. Lei si riprese prendendosi mentalmente a calci da sola e dandosi dell'idiota.

-Si sto bene, ora dovresti dormire. Ti sveglio io per prendere la medicina- lei gli sorrise teneramente e lui ricambiò.

-Rimani qui?-

-Si curo io che non escano mostri dall'armadio pronti ad aggredirti- gli rispose lei per evitare l'imbarazzo. Lui rise contagiando anche lei. Poi si sistemò meglio sul letto e si mise a pancia in giù fissando la mora seduta al suo fianco. Lei abbassò lo sguardo imbarazzata sentendo le gote arrossarsi. Lui allungò una mano arrotolandosi una ciocca dei suoi capelli scuri intorno al dito.

-Grazie- le sussurrò con voce flebile. Poco dopo lei notò il suo respiro farsi più regolare e capì che si era addormentato. Fissò il suo torace alzarsi e abbassarsi, la schiena leggermente ricoperta anche essa da una patina di sudore, la pelle liscia e priva di imperfezioni. Rimase lì, ferma a fissarlo. E anche se i minuti passavano, lei non si stancava.

 

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Note dell'autrice:

Salve a tutte! Sono tornata con un nuovo capitolo. Ho cercato di farlo un po' più divertente visto che con gli altri mi stavo auto deprimendo ç.ç xD. Spero vi sia piaciuto anche questo ^^. Vi ho messo la foto di lei ma sinceramente non so se si vede xD volevo anche chiedere se qualcuna di voi sa come si tagga. Grazie comunque a tutte!! ^^ e un grazie speciale alle ragazze che hanno recensito:

 

 babyroby: Grazie mille!! ^^ Si lui lo scoprirà ma ancora non so dirti se qui o nel sequel ^^ Grazie ancora!! ^^ Un bacio!!

 

 

 

 

 SweetStrawberry: Io ti ringrazio infinitamente per i comlpimenti!! ^^ Mi fa piacere che hai letto anche le altre e si, "Una vita da ricostruire" l'ho tolta perchè non sapevo più come continuarla. Può darsi che la continuerò più avanti!! Grazie mille ancora!! ^^ Un bacio!!

 

 

 

 

 

meky94: Spero di aver postato abbastanza presto!! ^^ Mi fa molto piacere che ti piaccia!! ^^ Spero che apprezzerai anche questo!! ^^ Un bacio!!

 

 

 

 

 jacobina lupetta: *-* Ma guarda chi si rivede!! *-* Ciao tesoro mio!! *-* Oddio mi fa piacere ritrovarti anche qua!! *-* Si vedrai che più avanti Tom scoprirà tutto e li tesoro mio, saranno cazzi xD Spero ti sia piaciuto il capitolo!! *-* Un grande bacio!! ^^

 

 

 

Ringrazio infinitamente tutte quante!! ^^ Un grande bacio!!

Sara.

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 21: Come fosse droga ***



CAPITOLO 21: COME FOSSE DROGA

 

Alcuni giorni dopo, Tom era completamente guarito dalla febbre ed era tempo di tornare a scuola. Per un altra settimana Sara continuò a presentarsi nel bagno all'orario stabilito all'insaputa dei gemelli. Tom sospettava qualcosa ma, ogni volta che toccava l'argomento, lei cercava in tutti i modi di evitarlo. Non riusciva a strapparle una parola e non trovava una spiegazione abbastanza plausibile, e questo lo innervosiva parecchio. Lei aveva stretto amicizia con Helen. Si trovavano piuttosto bene insieme, avevano poche cose in comune e un carattere molto diverso, ma questo non faceva che renderle più felici insieme. Si completavano. Una era timida, solare e sempre in movimento, l'altra era sfacciata, pigra ma sempre allegra. O quasi sempre. Quando la campanella che richiamava l'intervallo suonava, lei si incupiva tutta di un colpo. E ad Helen sembrava strano perchè ogni singolo ragazzo nella scuola a quel suono associava il paradiso. Ma lei non aveva mai osato fare domande. Lasciava che si alzasse e sparisse per quel quarto d'ora senza sapere dove andava. Aveva anche notato che due ragazzi la aspettavano sempre all'uscita. Non sapeva se uno di loro fosse il suo ragazzo o erano solo amici ma aveva capito che tra loro c'era una forte unione, anche se, nell'ultimo periodo, la vedeva spesso discutere con il ragazzo biondo. Ma, com'era nel suo carattere, decise di farsi i fatti suoi.

Quello era un giovedì. I ragazzi erano da poco tornati da scuola. Con loro erano venuti a casa anche Georg e Gustav, come succedeva da giorni ormai. La storia del gruppo l'avevano presa molto sul serio. Ogni giorno, dopo scuola, venivano a casa e si rintanavano nel garage a suonare e i due ragazzi se ne andavano solo alla sera. Bill aveva scritto altre due canzoni stupende: “Leb' die sekunde” e “Freunde bleiben”. Il rapporto tra Sara e Tom era un po' sbilenco nell'ultimo periodo. Le discussioni erano all'ordine del giorno e gli altri nemmeno sapevano per cosa. Ma non avevano il coraggio ne la voglia di informarsi. Come si era infuriato Tom il giorno che ritornarono a scuola dopo la sua malattia. Sara era tornata completamente piena di lividi. Persino gli altri se ne erano accorti. Lei si era inventata una balla davvero banale che aveva accontentato tutti, tranne Tom. Siccome era stata a casa qualche giorno Ben si era arrabbiato e... bè è chiaro cosa successe dopo. Lei non sapeva più che risposte inventarsi alle domande del biondo. Sapeva benissimo che non poteva dire niente ma le faceva male litigare con lui. Però sapeva che le avrebbe fatto ancora più male vederlo sanguinante o con qualche osso rotto.

Erano circa le tre. I ragazzi erano, come al solito, di sotto intenti a fare le prove. Ma Sara quel pomeriggio non riusciva a concentrarsi e continuava a pensare a Tom. Pensava a come avrebbe portato avanti quella storia. A cosa avrebbe potuto fare. E se il suo rapporto con lui sarebbe del tutto degenerato. Decise di salire in cucina a bersi un bicchiere d'acqua per calmarsi un po'. Aspettò che la canzone finisse, si complimentò e fece notare gli errori dando alcuni consigli, poi finalmente salì le scale diretta in cucina. Prese un bicchiere dal lavello e lo ripulì sotto il getto dell'acqua, poi prese la bottiglia dal ripiano di destra e lo riempì d'acqua. Rimase ferma a sorseggiare il liquido fresco fissando il giardino fuori dalla finestra di fronte a lei. Ripose il bicchiere dove lo aveva preso e si girò per tornare di sotto. La figura alta di Tom appoggiata allo stipite della porta la fece spaventare portandosi una mano al petto.

-Ma sei scemo? Mi hai fatto venire un infarto!- esclamò tornando a respirare regolarmente. Lui mosse alcuni passi verso di lei fermandosi di fianco al tavolo.

-Devo farti una domanda- il suo tono era fermo, serio, faceva quasi paura.

-E certo! Oggi ancora non abbiamo litigato!- rispose lei alzando gli occhi al cielo.

-Le nostre non sono litigate... semplici discussioni-

-Si chiamale come vuoi ma oggi ancora non le abbiamo affrontate!-

-Perchè non me lo dici?- lei lo guardò inarcando le sopracciglia cercando di capire cosa intendesse.

-Che cosa?-

-Non lo so! Come faccio a saperlo se non vuoi parlarmene?!?! L'unica cosa che so è che sono tuo amico ma tu non mi rendi partecipe dei tuoi problemi!- alzò le braccia al cielo con fare esasperato aspettando che lei capisse la sua frustrazione e si decidesse a parlargliene.

-Tom...- sospirò – lo so che vorresti aiutarmi... ma non posso parlartene... ti prego, non insistere-

-Cazzo! Come puoi pretendere che io non insista! Non puoi chiedermi di restarne fuori! Hai un problema per la miseria! Puoi negare e continuare a inventarti balle con gli altri ma con me non puoi! Mi torni a casa ogni giorno con un livido nuovo, non sei più allegra e solare come una volta! Siamo stati a casa da scuola per circa una settimana e i lividi ti stavano sparendo, poi torniamo a scuola e ti ritornano quasi il doppio in un solo giorno! Ho capito che il tuo problema centra con qualcuno della scuola ma non capisco perchè cazzo non vuoi parlarmene! Ti voglio aiutare porca troia non riesco più a vederti tornare a casa massacrata! Non puoi chiedermi di fare finta di niente! Non puoi pretendere che me ne resti fuori a guardare!- in suo tono di voce si alzò arrivando quasi a urlare, ma non poteva farci niente. Era esasperato e stufo. Non avrebbe resistito a lungo.

-Tom... lo so che vorresti aiutarmi... ma non puoi...- lo sguardo puntato sulla punta delle scarpe e le lacrime che minacciavano da un momento all'altro di uscire. Il rasta sbatté con forza il pugno contro il tavolo facendolo tremare. Lei sussultò per il colpo stringendo gli occhi. Lui sospirò. Non ce la faceva più. Sapeva che sarebbe scoppiato da un momento all'altro. Si avvicinò ancora di più a lei finendole davanti.

-Giuro che mi sto incazzando! Sono tuo amico merda! Smettila di dire così! Non puoi affrontare tutto da sola! Spiegami cosa cazzo succede!-

-Ho detto di no Tom cazzo non insistere!- i loro toni erano alti, molto alti. Ed erano sicuri che anche di sotto li stessero sentendo, ma se ne fregavano. In quel momento lui voleva assolutamente sapere cosa stesse accadendo e lei voleva solo trovare un modo per non dirglielo.

-Nemmeno le prostitute che stanno sulla strada qua vicino vengono a casa con certi lividi!-

-Cosa vorresti dire con questo?-

-Che cazzo ne so! Mi fai pensare che non vieni picchiata ma che vai tu a cercartele!-

-Cos'è mi stai dando della puttana?-

-Si cazzo mi fai pensare persino che fai la puttana a scuola a sto punto!- urlò. Un potente schiaffo lo colpì sulla guancia facendogli persino voltare il viso. Lei lo guardò con le lacrime agli occhi. Si sentiva indignata, offesa e stupida. Stava passando tutte quelle pene, tutte quelle sofferenze solo per non farne patire altre a lui. E lui la ripagava dandole della prostituta. Lui la guardò portando una mano sulla guancia colpita. Sara si girò e corse verso l'uscita della cucina diretta in camera “sua” ma una mano la afferrò per il polso con una stretta decisa. La strattonò facendola finire dritta tra le sue braccia che l'avvolsero quasi con prepotenza tentando di non farla scappare. Lei provò a reagire.

-Lasciami! Lasciami Tom! Sei uno stronzo! Sei solo uno stronzo! Lasciami! Lasciami cazzo Tom!- sferrò dei pugni contro il suo torace cercando di divincolarsi mentre le lacrime scorrevano liberamente dai suoi occhi. Lui la lasciò fare, si limitò ad avvolgerle di più le braccia intorno imprigionandola del tutto. Lei si rassegnò facendo pesantemente ricadere le braccia sui suoi fianchi. Si lasciò stringere ancora di più fino a essere completamente attaccata al suo petto. Affondò il viso nella sua maglia stringendola tra le mani e continuando a piangere silenziosamente, lasciandosi sfuggire ogni tanto dei singhiozzi. Lui con una mano le accarezzò i capelli dolcemente e con l'altra la schiena. Appoggiò una guancia sulla sua testa lasciando che si sfogasse. Lei alzò le braccia stringendole intorno al corpo del ragazzo e affondando di più il volto sulla sua maglia come per fermare le lacrime. Lasciò che il suo profumo le inebriasse le narici. Lui dal canto suo faceva lo stesso. Aspirò la fragranza che emanavano i suoi capelli come fosse droga. Ci stampò un bacio e lei sembrò calmarsi un poco. Riappoggiò con delicatezza le labbra alla sua fronte dirigendosi poi alla tempia. Lentamente scese lasciando una scia di baci umidi sulla sua guancia, la mandibola, il collo. Ne voleva ancora. Voleva assaggiare ogni lembo della sua pelle morbida e delicata. Sembrava fosse droga per davvero. Ne voleva di più. Sentiva di averne bisogno. Voleva sentire il suo profumo, la sua morbidezza, la sua pelle licia sotto le sue labbra. E per lei era lo stesso. Voleva sentire le sue soffici labbra poggiarsi con dolcezza sulla sua pelle. Ma entrambi sapevano che un bacio avrebbe sconvolto tutto quanto e loro erano solo amici. Un bacio avrebbe cambiato le cose. Sentivano che la loro era un intesa forte, diversa da una semplice amicizia, ma avevano paura. Non potevano fare un passo simile. E lei in quel momento capì perchè continuava ad obbedire a Ben e perchè non voleva che a lui succedesse niente di male. Ormai ci era cascata. Lui, invece, capì perchè si ostinava tanto a voler sapere cosa o chi provocasse in lei quella sofferenza e perchè sentiva quel forte desiderio di prendere a pugni chiunque fosse la causa. Ormai ci era cascato anche lui. La sua mano, dalla schiena, scese infiltrandosi sotto la maglietta con lentezza disarmante. Voleva assaporare ogni attimo e voleva vedere la sua reazione. Lei invece chiuse gli occhi abbandonandosi completamente a quel tocco delicato. Sentiva un irreprimibile desiderio di baciarlo, di sentire la morbidezza delle sue labbra sulle sue, di sentire quell'anellino di metallo che le solleticava la pelle, di accarezzare la sua guancia liscia. Nessuno dei due aveva mai avuto così tanta voglia dell'altro. La sua mano sfiorò la pelle candida della ragazza provocandoli piccoli e piacevoli brividi. Si appoggiò teneramente sulla sua schiena delineando la sua piccola vita e la spina dorsale mentre al suo passaggio la pelle diventava bollente. I suoi occhi nocciola fissi in quelli verdi di lei. I loro sguardi che si fondevano ed esprimevano tutta la voglia che stava avendo il sopravvento sulla loro volontà. Lui si abbassò di nuovo lasciandole un altro bacio sotto il lobo che la fece rabbrividire.

-Scusami- sussurrò questa unica parola. Una parola piena di significato e dolcezza. La voce roca e spezzata da quella voglia di impossessarsi delle sue labbra rosee. Rialzò il viso tornando a fissarla. Lei allungò una mano sulla sua guancia, esitando un secondo, poi la toccò. La accarezzò con dolcezza fissandolo dal basso verso l'altro. Le mani di lui che non avevano smesso un attimo di accarezzarle la schiena. Ormai conoscevano ogni suo lembo di pelle. Avevano perso il controllo, ne erano consapevoli, ma nessuno dei due era in grado di fermarsi oramai. Lui spinse il suo corpo contro quello di lei costringendola a indietreggiare fino a finire bloccata tra lui e il muro. I loro sguardi fusi l'uno dentro l'altra. Non riuscivano a staccarsi e nessuno dei due voleva interrompere quel contatto visivo. Erano come tenuti insieme da una forza immaginaria. Lui piegò il volto leggermente fino a sfiorare il suo. I loro nasi si toccavano, i loro respiri si univano infrangendosi contro le loro labbra e...


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Salve ragazze!! Sono tornata a rompere le balle!! xD Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto perchè è preso praticamente da un sogno che ho fatto l'altra sera. Vorrei tanto sapere cosa ne pensate!! ^^ Intanto ringrazio di cuore i miei piccoli angioletti che hanno recensito!! *-* E Anche chi legge soltanto!! ^^ Un bacio.

Sara.

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Capitolo 20
*** Capitolo 22: Rivelazioni... ***


 

 

 

 

Capitolo 22: Rivelazioni

 

 

 

Shawty's like a melody in my head
That I can't keep out
Got me singin' like
Na na na na everyday
It's like my iPod stuck on replay, replay-ay

 

 

Una suoneria conosciuta fece tornare la ragazza con i piedi per terra, quasi con prepotenza. Riuscì a riprendere il controllo dei suoi sensi. Alzò le mani, poggiandole contro il suo petto e fece una leggera pressione cercando di allontanarlo. Ma tutti i suoi tentativi risultavano vaghi. Così, giro il volto dalla parte opposta puntando gli occhi verso il basso. Il viso di lui si voltò cercando nuovamente le sue labbra.

-T-Tom... devo... rispondere...-

-Lascialo squillare- la voce decisa, roca e allo stesso tempo così sexy rischiò di mandarla di nuovo in tilt.

-M-magari è importante...- ritentò.

-Se è importante, richiameranno- parole semplici e chiare. Così decise da stupire lei persino.

-Tom... spostati dai...- sgattaiolò dalle sue braccia dirigendosi a passi svelti verso il salotto. Si passò una mano sulla fronte sospirando e cercando di riprendere aria. Le guance rosse sembrava stessero andando a fuoco. Afferrò il cellulare abbandonato sul divano e se lo portò all'orecchio.

-Sì?- intanto il rasta l'aveva raggiunta. Si era seduto sul divano con il volto girato nella sua direzione ad ascoltare le sue parole.

-Chi?-

-Lukas? Ah, Lukas- Tom si irrigidì di colpo stringendo i pugni fino a farsi diventare bianche le nocche al suono di quel nome.

-Sì, emm... ciao-

-Cosa?-

-Ah, emm... no mi dispiace...-

-Si sono occupata...- alzò gli occhi al cielo con fare scocciato mentre il ragazzo continuava a seguire la conversazione innervosito.

-No, cioè... non lo so... senti ora devo andare...-

-Si, certo, ciao- riattaccò di corsa preparandosi a una sfuriata dell'amico. Cercava con lo sguardo qualcosa da poter fissare per evitare i suoi occhi.

-Ho capito chi era non c'è bisogno che fai finta di nulla, ora voglio sapere Cosa voleva- affermò spostando lo sguardo verso il televisore spento.

-Mah, niente di interessante-

-Vuoi tenermi nascosto anche questo?- lei si morse il labbro con fare nervoso prima di decidersi a rispondere.

-Mi ha chiesto se volevo andare a prendere un gelato con lui-

-E come mai non hai accettato?- chiese quasi svogliatamente.

-E perchè avrei dovuto accettare?-

-Te l'ho chiesto prima io- lei sbuffò non sapendo cosa rispondere.

-Non mi andava- disse infine scrollando le spalle. Lui picchiò una mano al suo fianco facendole segno di sedersi. Lei guardò prima il posto occupato dalla sua mano, poi il suo viso ancora rivolto allo schermo nero prima di accettare la sua richiesta. Al che lui si girò guardandola finalmente negli occhi e facendola sussultare. Ogni volta che quel nocciola così profondo incontrava i suoi occhi non poteva fare a meno di rabbrividire.

-Ti va di raccontarmi un po' di te?- la sua voce era tornata dolce e quasi rilassata.

-Non lo so Tom... mi rende un po' triste parlarne- rispose abbassando lo sguardo. Lui si avvicinò ancora un po' e abbassò a sua volta il viso per poterla osservare meglio.

-Ehi... se non ti va non importa... anzi sai cosa? Ti parlo un po' io di me!- lei rialzò lo sguardo fissando il suo dolce sorriso rassicurante.

-Alloooora... Sono nato Venerdì primo settembre millenovecentottantanove....- lei scoppiò a ridere contagiando anche lui.

-No ok, scherzi a parte.... La nostra non è mai stata una famiglia molto unita, ad eccezione di me e Bill... infatti un po' di anni fa i nostri genitori si separarono... io e mio fratello ne abbiamo sofferto molto, ma insieme ci siamo fatti forza e l'abbiamo superata... Bill è sempre stato quello un po' più debole tra noi e io cercavo di essere forte per stargli vicino e confortarlo... Poi abbiamo iniziato la scuola, e lì i problemi aumentarono. Ognuno di noi prese una strada diversa e adottò il suo stile. Bill cominciò a truccarsi ed a vestirsi più attillato, io mi feci i rasta e comprai vestiti di tre taglie più grandi. All'inizio erano solo offese. Certo anche quelle fanno male, soprattutto a Bill che è particolarmente sensibile, ma dopo un po' ci fai l'abitudine. Nemmeno te ne accorgi. Appena varcata la soglia del liceo, però, le offese diventarono botte. Con me durarono piuttosto poco, sapevo farmi rispettare e rispondevo al loro medesimo modo. Con Bill era più difficile. Lui non sapeva difendersi e i bulli ne approfittavano. Non sopportavo di vederlo così, allora cercavo di non lasciarlo un secondo da solo, dove c'era lui c'ero io e i bulli gli stavano alla larga. Poi sei arrivata tu. La prima vera amica che ci ha accettati per quello che siamo ignorando il nostro aspetto. Ci hai aiutati. E noi te ne siamo davvero grati- lei ascoltò ogni parola che il ragazzo pronunciava. Era la loro prima vera amica. Ed era molto orgogliosa di esserlo. Lo abbracciò sorprendendo persino lui.

-Non mi interessa quello che dicono gli altri, io sono orgogliosa di essere vostra amica- lui la strinse più forte. Era la prima volta che si confidava con qualcuno che non fosse suo fratello. Non sapeva perchè lo aveva fatto, ma lo faceva stare bene. Si sentiva più libero, come se si fosse tolto un peso opprimente dal petto. Lei si staccò e fece un profondo respiro.

-Ok, se tu sei riuscito a confessarmi queste cose, io posso confessarti le mie...- chiuse gli occhi prendendo un altra boccata d'aria prima di cominciare a parlare.

-Sai, lì dove abitavo prima, io ero molto popolare. Ero la classica stronza, dal cuore di ghiaccio, senza sentimenti, chiusa in sé stessa, quella che tutti vogliono avvicinare, farsi amica per la sua popolarità e non per altro, ma che in fondo temono. Bé io quel ruolo me lo ero sudato. Mi ero fatta in quattro per essere rispettata e temuta, per farmi una reputazione, e l'avevo ottenuta. Tutti avevano paura di me, mi rispettavano, tutti credevano che io ero la cattiva che non parlava con nessuno ma con cui tutti volevano parlare. Poi avevo la mia compagnia, ma la mia reputazione spiccava anche lì. Nessuno ha mai cercato di capirmi realmente. Nessuno ha mai tentato davvero di conoscermi per quello che sono. Tutti puntavano alla popolarità. E sai come sono riuscita a passare per la ragazza fredda che calpesta i sentimenti di tutti? È incredibile quello che possono fare la tristezza e la depressione. È stato facile. E il merito è dei miei genitori. Circa tre anni fa, ho scoperto di essere stata adottata. I miei genitori erano alcolizzati, mi hanno abbandonata in un cassonetto. Fabio, per mia fortuna, passava di lì quel giorno per andare a lavoro. Sentì i miei lamenti, mi trovò avvolta in un sacco di tela in pieno dicembre ed a soli 2 mesi. Mi portò immediatamente in ospedale. Credevano non ce l'avrei fatta. Ma lui è stato sempre lì, di fianco a me. Continuava a ripetermi: non mollare piccola, ce la puoi fare. E io ho lottato. Ho lottato per sopravvivere. E ci riuscì. Mi guadagnai la mia vita. Fabio mi portò a casa con lui e sua moglie che mi accolse come fossi figlia sua. Capisci? Ero stata abbandonata e loro mi adottarono e crebbero come fossi loro figlia. Perchè i miei veri genitori non lo hanno fatto? Ero loro figlia maledizione! Sangue del loro sangue. Ma loro preferivano l'alcool a me. Poi, l'aeroporto dove lavorava Fabio cadde in malora, e ci costrinse a trasferirci qui. Solo io e lui. Dana e suo figlio, quello che io chiamo fratello perchè lo considero comunque come tale, sono dovuti rimanere lì. Così non posso nemmeno vedere la donna che mi ha accolto in casa sua e l'uomo che mi ha salvato la vita. Deve rimanere rinchiuso in quel fottuto aeroporto di Berlino per lavorare il doppio e mantenere me e la sua famiglia! E...- le lacrime scorrevano liberamente sul suo viso senza che nemmeno se ne accorgesse. Gesticolava di continuo sfogando il nervosismo. La voce interrotta dalla tristezza e dai singhiozzi. Tom era rimasto immobile a fissare i suoi occhi mentre lei raccontava. Il suo cuore si era stretto a quella rivelazione. Aveva capito molte cose di lei. In un gesto quasi automatico l'abbracciò come lei aveva fatto poco prima tentando di calmarla. Sara si abbandonò tra le sue braccia lasciandosi cullare dolcemente. Lo strinse anche lei affondando di nuovo il volto nel suo petto. Stare tra le sue braccia era un sensazione meravigliosa. Le sembrava quasi di librarsi in aria e volare. Si sentiva libera con lui. E per la prima volta, aveva rivelato le sue emozioni e la sua storia a una persona. Le sembrava tutto così strano. Si sentiva più vulnerabile e indecisa. Ma tra le sue braccia, tutto era più facile.

 

 

 

 

Image and video hosting by TinyPic (Questo è Lukas)

 

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Ok, premetto che questo capitolo mi fa leggermente (un po' di più) schifo e non so perchè. Non mi convince. Vabbè l'ho voluto postare ugualmente per farvi capire la storia della nostra protagonista. Non penso ve lo aspettavate. Intanto ringrazio le tre ragazze che con le loro recensioni mi hanno riempita di gioia:

 

SweetStrawberry: Io ti ringrazio davvero infinitamente. Mi fa molto piacere che ti piaccia. Anche perchè a quel capito ci tengo molto. Spero vivamente che anche questo ti sia piaciuto. Un grande bacio.

 

Splash_BK: Una nuova lettriceeeeeeeeeeeeeeee *O* ciao carissima io sono Sara! Non preoccuparti, sono comunque felice che tu hai deciso di leggerla! *O* Grazie dei complimenti! *-* Sì, la vita della ragazza è molto strana, e in questo capitolo lo diventa anche di più. I contatti con la famiglia riprederanno presto tranquilla ;) c'è qualcosa sotto xD io non faccio mai le cose a caso xD e per il compagno di classe ci avevo già pensato xD Mah, chissà se arriverà il lieto fine xD Buahahahhaha come sono crudele xD Spero davvero tanto ti sia piaciuto anche questo capitolo! Un grande bacio!

 

Meky94: Grassie milleeeee *-* Spero sia abbastanza presto e che anche questo ti sia piaciuto! Un grande bacio! *-*

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Capitolo 21
*** Capitolo 23: Beccata ***


 

 

Capitolo 23: Beccata

 

Si svegliò di soprassalto avvertendo una forte stretta al suo fianco. Si guardò intorno cercando di mettere a fuoco l'ambiente ancora mezza assonnata. Era la sua camera, e fin qui tutto ok. Era nel suo letto, e anche qui tutto ok. Un altra morsa al suo fianco. Voltò di colpo il viso, spaventata, notando qualcuno vicino a lei. Strano, le sembrava di essere andata a letto da sola. Osservò il corpo dormiente al suo fianco. Una schiena liscia e chiara che si muoveva ritmicamente al respiro, dei rasta biondi malamente scompigliati. Non c'erano dubbi, era Tom. Sorrise dolcemente, quant'era bello anche così. Scese con lo sguardo. Il suo braccio le circondava la vita e la stringeva a sé. Si mise a sedere per controllare l'orario sulla radiosveglia dall'altra parte del corpo del ragazzo. Le sette e mezza.

-Merda- imprecò. Il pullman sarebbe arrivato dieci minuti dopo. Si era dimenticata di mettere la sveglia. Lo scuotè leggermente per evitare di fargli prendere un colpo.

-Tom- tentò di chiamarlo ma il biondo non accennava a svegliarsi. Gli schioccò un bacio sulla guancia tentando di nuovo. Sta volta sembrò riuscirci, il ragazzo mosse le palpebre per poi aprirle. Guardò la ragazza e sorrise.

-Buongiorno- disse stropicciandosi gli occhi e stiracchiandosi con uno sbadiglio.

-Si, buongiorno sto paio di balle, alzati e muoviti che siamo in un ritardo pazzesco- si alzò arraffando i vestiti che trovava in giro e infilandosi alla rinfusa arrivata al bagno. Tom guardò l'orario e si alzò a sua volta correndo in camera di Bill per svegliarlo. Lei nel frattempo si preparò, afferrò lo zaino e scese le scale di corsa. I gemelli arrivarono subito dopo catapultandosi alla porta. Arrivarono appena in tempo alla fermata per prendere il pullman. Salirono trovando al solito posto i loro due amici. Si salutarono e lei si sedette in braccio a lui, come sempre.

-Cosa ci facevi nel mio letto sta mattina?- le sussurrò lei all'orecchio dopo che si ricordò del risveglio brusco.

-Sono venuto sta notte a farti compagnia. Perchè ti è dispiaciuto?- chiese con un sorriso sghembo.

-Non ho detto questo- rispose scrollando le spalle -Ma mi hai fatto spaventare, mi stavi stritolando- il ragazzo arrossì improvvisamente facendola sorridere.

-Ooooooh, Tom Kaulitz è arrossito! Notizia del secolo!- affermò ridacchiando.

-Se non ti tappi quella bocca te la tappo io a modo mio!- la informò deciso. A quel punto fu lei ad arrossire abbassando il viso.

-Ooooooh, e poi chi è che arrossisce?-

-Deficiente!-

-E tu sei troppo carina quando ti incazzi!- rispose lui sorridendo.

-Ammazzati!-

-E poi chi ti stringe la notte?-

-Vuoi dire chi mi soffoca vero?-

-Eddai non ti stavo stringendo forte!-

-Ma se avevo il fianco che aveva preso la forma del tuo braccio!-

-Ma come siamo drammatiche!-

-Ti correggo! Si dice realiste!- Tom sbuffò incrociando le braccia al petto.

-Avevo fatto un brutto sogno ok?- sbottò stizzito. Lei lo guardo con tenerezza.

-Oh cucciolo!-

-Cosa?- chiese sorpreso.

-Niente!-

-Come mi hai chiamato?-

-Chi?-

-Tu!-

-Io?-

-Sì! Mi hai appena chiamato cucciolo!- affermò sorridendo.

-Non è vero!-

-Sì invece!

-No!-

-Sì-

-No!-

-Sì-

-Oooooh e va bene!- sbuffò lei. Lui sorrise di nuovo, soddisfatto.

-Cos'hai sognato?- gli chiese poi.

-Niente di che-

-Se sei venuto da me e hai quasi tentato di soffocarmi qualcosa era!-

-Ma no niente!-

-Dai dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo dimmelo-

-Ok va bene basta che ti tappi quella boccaccia!- lei annuì sorridente facendogli segno di continuare.

-Ho sognato te- sussurrò con voce flebile e il viso basso, tanto che lei non lo sentì.

-Che?-

-Ho sognato te!- ripeté un po' più forte.

-Me?- domandò stupita.

-Sì. Ho sognato che... beh... che ti picchiavano- lei deglutì rumorosamente sentendosi in trappola.

-Ah... capisco-

-Ti stringevo perchè volevo convincere me stesso che potevo proteggerti- rimase a fissarlo ancora qualche secondo e poi aprì la bocca per rispondere, ma Bill li interruppe.

-Volete scendere o restate lì a scaldare i sedili?- Sara si alzò e scese dal pullman seguita da Tom ed entrarono a scuola senza proferire parola.

 

***

 

Le tre ore passarono troppo in fretta per i suoi gusti. In meno di un minuto si ritrovò in bagno ad attendere nervosamente l'arrivo di Ben.

 

***

 

La campanella avvertì la fine dell'intervallo. La ragazza spense la sigaretta con la punta della scarpa e tornò al suo posto. Si sedette e cominciò a tirare fuori i libri per la lezione di storia. La prof entrò chiudendosi la porta alle spalle. Ma dov'era Sara? Doveva essere già arrivata. La professoressa, una donna carina sui trentacinque anni con capelli rossi e occhi scuri, aprì il registro sulla cattedra cominciando l'appello.

-Lena- Helen guardò il posto vuoto al suo fianco. Dove cavolo si era cacciata? La donna alzò gli occhi dal registro cercando la ragazza con lo sguardo.

-Lena?- ripeté con più vigore. Ma nessuno rispose. La signorina Wulner osservò la compagna di banco dell'alunna chiedendoli con lo sguardo dove fosse. Lei scrollò le spalle.

-Signorina Weide mi farebbe il piacere di andare a cercare la sua compagna?- chiese gentilmente sorridendole.

-Certo professoressa- Helen si alzò e uscì dalla classe cercando la ragazza tra i corridoi. Ma non la trovò, il corridoio era deserto a quell'ora.

Probabilmente, fece la curva troppo velocemente perchè, prima di capire cosa fosse successo, si ritrovò a culo atterra. Si massaggiò una chiappa con poca grazia per poi osservare l'individuo che l'aveva appena urtata. La prima cosa che vide fu un paio di anfibi neri allacciati a metà. Alzando lo sguardo notò un paio di pantaloni a quadri rossi e neri.

-Oh scusa, non ti avevo vista!- una voce cristallina la inondò e una mano smaltata si allungò davanti a lei. L'afferrò decisa scegliendo mentalmente che tipo di insulti lanciare a quella ragazza imbranata.

-Scusa un corno, vuoi che ti compri un paio di occhiali?- staccò malamente la mano dalla sua e si sistemò i pantaloni spiegazzati. Alzò lo sguardo e aprì la bocca per lanciargli un altro paio di insulti ma qualcosa la bloccò di colpo. Dei capelli neri, corti e rialzati dal gel, un ciuffo perfettamente piastrato che ricadeva sull'occhio sinistro, uno spesso strato di matita nera a contornare due luminosi occhi nocciola e un piercing al sopracciglio. Quella ragazza aveva un qualcosa di piuttosto strano.

-Beh,che hai da guardare?- esclamò poi stizzita vedendo che quella tipa strana la fissava.

-Niente, scusa. Ti ho fatto male?-

-Senti bella vai a dare fastidio a qualcun altro, io sono impegnata- una risata fragorosa arrivò alle sue orecchie.

-Beh che ci trovi di tanto divertente?-

-No niente, apparte che non sono una ragazza- Helen lo fissò sorpresa e imbarazzata.

-O mio dio scusami, non volevo!- cercò di giustificarsi mentre le sue gote diventavano rosse. Ecco che aveva di strano.

-Non preoccuparti, non sei la prima, comunque piacere, Bill- le tese la mano che lei timidamente strinse. Era proprio carino ora che sapeva che non era una ragazza.

-Io sono Helen- un piccolo flash le passò per la testa.

-Ma... aspetta io ti ho già visto... tu non sei uno dei ragazzi che di solito aspetta Sara fuori all'ingresso?-

-Sì, l'altro è mio fratello gemello Tom. Sei un'amica di Sara?-

-Sì, mi sono trasferita da poco e lei è stata l'unica a stringere amicizia con me-

-Già lei è molto brava in questo- esclamò con un sorriso- senti... non è che per caso tu sai cosa le sta succedendo?-

-Come scusa?-

-No, perchè... mio fratello pensa abbia un problema ma lei non vuole dirglielo... litigano spesso su questo argomento...-

-Sì, anche io ho notato qualcosa di strano, ma sinceramente non so di che problema possa essere. So solo che ogni volta che suona la campanella dell'intervallo lei si incupisce di colpo e sparisce. Torna solo quando la lezione rincomincia-

-Davvero?- domandò sorpreso Bill. Helen annuì convinta e poi continuò.

-Ora la prof mi ha mandato a cercarla perchè ancora non è rientrata- lo informò. In quel momento dei gemiti strozzati interruppero la loro conversazione. I due ragazzi si guardarono in faccia preoccupati. Dei singhiozzi.

-Vengono dal bagno- affermò convinto Bill facendo cenno alla bionda di seguirlo. Arrivarono davanti alla porta del bagno. Bill tese l'orecchio. Sì, era certo che qualcuno stesse piangendo.

-Su, che aspetti? Aprila- esclamò Helen. Bill aprì la porta entrando, seguito da lei. Un urlo strozzato, quello di Helen; Bill ispirò rumorosamente; Sara si girò, colta in flagrante.

 

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Ciao ragazze! Ok, questo capitolo davvero mi è uscito male, lo so lo so. Ma non ero in vena. Però dovevo postare per forza oggi perchè poi parto per due settimane e non posso scrivere! ç___________ç Perdonatemi! E intanto ringrazio i miei dolci tesori:

 

meky94: Grazie mille! Mi fa piacere che ti sia piaciuto! Beh spero questo non ti deluda poi tanto anche se a me non piace! Ci sentiamo tra due settimane! Grazie ancora! Un bacio! ^^

 

jacobina lupetta: Aaaah grazie mille! Guarda può essere che questo capitolo illuda un po' perchè...no xD Tom non verrà a saperlo molto presto xD ci vorrà ancora un po' xD Grazie ancora i tuoi commenti mi riempiono sempre di gioia! Un grande bacio! Spero ti piaccia anche questo! ^^

 

Splash_BK: Ahaha bà chi lo sa! XD Magari sono così crudele da farla finire tragicamente la storia xD Beh apparte questo... mi dispiace seriamente per te, però non ti chiedo cosa ti sia successo, non vorrei sembrarti scortese e invadente e suppongo non ti renda felice parlarne quindi io non te lo chiedo. :) Sìììì io adoro quell'uomo! Fabio è un grande xD Ahahaha si c'è qualcosa xD lo scoprirai tra due settimane .-. nel prossimo capitolo .-. Tom è dolce lì vero? *o* lo adoro in questi capitoli xD Grazie milleeeeee! *O* Spero che anche questo non ti abbia deluso nonostante mi faccia pena -.- Un grande bacio! ^^ Grazie ancora *-*

 

SweetStrawberry: Oh. Mio. Dio. Mi hai davvero commossa giuro! *-* Mamma mia te ne sono davvero immensamente grata! *-* Mi hai reso felice *-* Spero che anche questo non ti deluda anche se mi fa schifo -.- Un grande bacio! E mille grazie ancora! *-*

 

Ringrazio anche tutte quelle che leggono senza recensire. Un bacio.

Sara.

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Capitolo 22
*** Capitolo 24: Sorpresa per entrambi ***


 

 

Capitolo 24: Sorpresa per entrambi

 

La ragazza giaceva a terra. Le ginocchia strette al petto, le guance rigate dalle lacrime e dalla matita nera colata insieme, i singhiozzi la scuotevano, alcune gocce di sangue marcavano le piastrelle, gli abiti leggermente rovinati.

-Cristo! Helen corri! Chiama l'infermiera! Veloce!- la bionda uscì dal bagno di corsa e Bill corse incontro alla mora stringendola tra le braccia dove lei si rintanò piangendo animatamente. Strinse la sua maglietta tra le dita continuando a singhiozzare.

-Non dirlo a Tom, ti prego- lui le accarezzava i capelli incitandola a stare calma -Non dirglielo, per favore-

L'infermiera entrò in bagno e, aiutata da Helen e Bill, portò Sara in infermeria mentre lei ripeteva quell'unica frase al ragazzo, pregandolo. Dentro, la donna le consigliò di farsi accompagnare al pronto soccorso per un controllo sicuro. Nel corridoio i due ragazzi attesero impazienti la sua uscita. Quando li arrivò davanti non ripeté ciò che la donna le aveva raccomandato, ma riferì semplicemente che non era nulla di grave. Bill e Helen non si bevvero assolutamente quella scusa e cercarono in tutti i modi di farsi dire cos'era successo in quel bagno, ma lei fu molto sbrigativa. Accennò qualcosa su una rissa con un paio di ragazze su cui lei ebbe la peggio. La professoressa, vedendo le sue condizioni, le permise di uscire prima e incaricò Bill di accompagnarla a casa. Per tutto il viaggio di ritorno, non fece altro che guardarla di sottecchi mentre lei fissava il paesaggio oltre in finestrino dell'autobus.

-Lo sai che non me la sono bevuta vero?- Sara distolse la sua attenzione dal paesaggio solo per un secondo, girandosi a guardarlo per poi spostare nuovamente lo sguardo fuori.

-Sì-

-E quindi?-

-E quindi niente-

-Cazzo! Mi spieghi cosa è successo realmente là dentro?- seguì una piccola pausa in cui Bill sperava che lei stesse solo cercando le parole giuste ma dovette ricredersi alla domanda successiva.

-Tom?-

-Che centra Tom ora?-

-Dov'è?-

-Aveva un torneo di basket oggi, torna al solito per l'una- lei si limitò ad annuire. Un altra pausa. Bill stava rodendosi le mani dai nervi, se le sue unghie non fossero state perfettamente laccate di nero se le sarebbe di certo mangiate.

-Ovviamente sai anche che Tom non si accontenterà di questa tua scusa-

-Sì-

-Dio santo! La smetti di rispondermi a monosillabi? Mi fai innervosire!- lei scrollò le spalle mantenendo lo sguardo fuori.

-Fa come ti pare! Quando avrai intenzione di farti aiutare chiamami!- si strinse nel giubbotto di pelle e si sistemò meglio sul sedile guardando dalla parte opposta alla sua. Sara sospirò. Doveva trovare al più presto una scusa da esporre a Tom. Tom. Già. Era per lui che quel giorno era conciata peggio del solito. Come cavolo aveva fatto Ben a sentire il suo profumo addosso a lei non le era ancora chiaro. E nemmeno perchè si fosse infuriato in quel modo. Non poteva andare avanti così. Bill sapeva, Helen sapeva, Tom sapeva, altro che se sapeva. Solo non sapevano chi la picchiava e che, non solo la picchiava, ma la violentava anche. E oltre tutto, si sentiva incredibilmente debole e vulnerabile. L'autobus si fermò alla loro fermata. Bill la aiutò a scendere e la sorresse fino a sotto casa. Appena entrata si catapultò in bagno a farsi una doccia, eliminando i pensieri e ogni residuo del passaggio di quel verme sul suo corpo. E la scusa con Tom? Si sarebbe arrangiata, tanto lui non si sarebbe bevuto nulla di ciò che avrebbe inventato. Si trascinò fino al letto nella sua camera e si lasciò scivolare sotto le lenzuola dove si addormentò fregandosene anche di pranzare.

 

***

 

Bill entrò in camera scuotendola di fretta.

-Sara! Svegliati cazzo!- la ragazza aprì piano gli occhi maledicendo quel pezzo di porcospino rompi palle e si mise a sedere.

-Che vuoi?-

-Sì, scusa se ti ho svegliato così ma è urgente! Muoviti, alzati, corri in bagno e riempiti il viso di fondotinta!-

-Cosa? Bill ma che...- il moro non la lasciò finire e la spinse fin dentro al bagno dove richiuse la porta dietro sé. Si strinse nelle spalle e si girò a osservarsi nello specchio. Santo dio! A momenti non le prese un infarto! Afferrò la scatoletta e la spugna passandoselo velocemente sotto gli occhi e su tutto il viso. Ok, ora andava meglio. Aveva certe occhiaie e certi lividi da far invidia a uno zombie. Aprì la porta e scese le scale.

-SORPRESAAAAAAAAAAAAAA!!!- palloncini colorati che volavano, trombette che suonavano, stelle filanti che addobbavano. Ok, forse aveva sbagliato casa.

-Amore mio!-

-M-mamma?!?!- non stava diventando pazza. Davanti a lei c'erano Fabio e Dana con il piccolo Daniele che gattonava sul tappeto cercando inutilmente di andarle incontro. Corse giù fino a lanciarsi letteralmente tra le loro braccia piangendo di gioia, finalmente. Sul divano, Tom guardava la scena sorridendo soddisfatto. Accanto a lui, Janet e Simone facevano la stessa cosa.

-Cosa fate qui?-

-Tom mi ha chiamata durante il viaggio e mi ha chiesto di portare qua la tua famiglia-

-Jany cazzo! Ti avevo chiesto di non dirglielo!-

-Tom!- Sara si lanciò nuovamente in corsa sul divano ricadendo il braccio al ragazzo che la prese prontamente.

-Sei una merda!- gli disse con le lacrime agli occhi abbracciandolo stretto.

-Ti voglio bene anche io!- le sussurrò all'orecchio sorridendo.

-Ehi ehi! Con calma ragazzo! Non allungare troppo le mani- la ragazza rise di gusto tornando tra le braccia di Fabio che la strinse di nuovo.

-Mi sei mancata!-

-Anche voi mi siete mancati tanto!-

-Ora non dovremo più stare divisi!-

-Come?-

-Janet e Simone ci hanno gentilmente aiutato a trovare un lavoro qui a Berlino. Un loro amico ci ha offerto 1.300 euro a testa ogni mese per lavorare nel suo bar. Inutile dire che abbiamo accettato subito-

-Quindi resteremo qua?-

-Rimarrete a casa mia tesoro!- Sara abbracciò dolcemente anche Janet, l'unica che mancava, insieme a Simone. Sarebbe rimasta lì, a Magdeburgo, con accanto i suoi migliori amici e nella stessa casa con la famiglia. Già era un passo avanti.

 

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Già, già, già! Sono tornata con un capitolo corto corto e schifoso schifoso per l'ennesima volta -.-! Peeeeeeeeeeeeeerciò... vi lasciò con un secondo capitolo ahahahaha. E suppongo questo lo preferite xD capirete alla fine perchè xD Vi chiederete perchè io non li abbia semplicemente attaccati... bè non fatelo perchè non ne ho idea nemmeno io!! Ahahaha! Ci si risente infondooooo! XD

 

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Una settimana passò. Sara riuscì a nascondere i lividi ai genitori e a Janet con scarsi successi. Già, pure loro ormai la tormentavano di domande. Sentiva che sarebbe scoppiata da un momento all'altro. Bill aveva- sotto sua supplica- mantenuto il silenzio su quanto successo quella mattina. Helen sapeva. Già, aveva bisogno di confidarsi con qualcuno e lei era la persona giusta. Era rimasta sconvolta e aveva subito tentato di aiutarla ma la mora le aveva esplicitamente detto di non voler essere aiutata in quel modo, ma solo ascoltata. Diceva che prima o poi ne sarebbe uscita, ma non voleva l'aiuto di nessuno e non voleva soprattutto mettere in mezzo a quella situazione le persone a cui voleva bene. Che fosse Helen, che fosse Bill o che fosse Tom non voleva saperne di metterli in mezzo.

Quel pomeriggio Tom venne a casa sua. Il giorno dopo aveva un compito importante di matematica e Sara si offrì per aiutarlo a studiare.

-Vedi la x? Questa è la variabile. Quella che può avere un qualsiasi valore. Quindi questo numero devi spezzarlo e...- erano due ore che gli spiegava sempre quello stesso paragrafo. E lui non si degnava minimamente di ascoltarla. Era decisamente impegnato ad osservare ogni piccola sfumatura di verde dei suoi occhi. Era decisamente in trans, quegli occhi la incantavano. Ne era decisamente affascinato. Scese a osservare quel nasino piccolo e slanciato, decisamente grazioso. Le guance leggermente rosate e lisce. La bocca. Quella bocca fantastica. Con il labbro superiore leggermente più piccolo di quello inferiore, più carnoso. Aveva sognato tante volte di baciarla ma non ne aveva mai avuto l'occasione. Un improvviso calore alla mano seguito da un leggero brivido lo destò dai suoi ragionamenti. Osservò le dita della ragazza accarezzare in dorso della sua mano.

-Tom? Mi stai ascoltando?-

-No, veramente no- lei sospirò.

-Tom, il test di domani influirà sul voto finale. Se non ti concentri e non prendi almeno un sei ti rimanderanno- lui la osservò. Erano due ore che ripeteva sempre lo stesso paragrafo. Povera, stava sprecando il suo tempo per lui- visto che lei era capace di fare quei calcoli- e lui non si degnava nemmeno di ascoltarla.

-Hai ragione. Ora ci provo- lei sorrise dolcemente ripetendo per la millesima volta il procedimento e- sorprendentemente- lui rimase attento ad ascoltarla. Sara lo incoraggiò a chiedere se non capiva qualcosa, lo avrebbe ripetuto finchè lui non avesse capito. Ricorse anche all'aiuto di qualche oggetto per fargli comprendere . E tutto con il sorriso sulle labbra. E se lui, dopo la trentesima volta che lei ripeteva, diceva di non aver capito, lei non lo mandava a quel paese, non diceva arrangiati, non sbuffava, non lo lasciava lì come un baccalà andandosene, invece gli sorrideva dolcemente rispondendo di non preoccuparsi e rimaneva qualche secondo in silenzio per trovare un metodo più semplice per fargli capire. Lo incoraggiava, e, grazie a lei, tre giorni dopo Tom tornò a casa con un foglio in mano e un bel “6 1/2” scritto in biro rossa sull'angolo destro.

-Tom sei stato fantastico!- lo abbracciò lei fiera del suo voto. Ma- al contrario da come pensava- lui non era molto allegro, e questo le faceva paura.

-C-che succede?- lui rimase fermo a fissarla. Sembrava che dalle sue orecchie dovesse fuoriuscire fumo da un momento all'altro.

-Che succede? Che succede mi chiedi? Succede che oggi, dopo aver battuto uno degli amici di Ben alla partita di basket, mi ha detto: “ringrazia la tua ragazza se hai ancora le gambe altrimenti non avresti vinto questa gara”. E ora non accetto scuse! Mi spieghi assolutamente cosa cazzo succede che io non so!- sbottò.

 

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Ok, mi sembra di perdere colpi perchè sto decisamente scrivendo da cani, me ne rendo conto! Bè spero di riprendermi e che vi sia piaciuto comunque. Un commentino mi farebbe piacere ^^. Intanto ringrazio le ragazze che hanno recensito ^^:

 

meky94: *O* grazie infinite mi fa piacere che ti piaccia *O*!! Ti ringrazio davvero con il cuore in mano!! xD sempre la solita drammatica io .-. xD Già è decisamente dolcissimo *O* grazie dell'augurio :) Spero ti sia piaciuto anche questo, un grande bacio!

 

DarksideOfNana: *O* Una nuova pulcettinaaaaaa!! *O* Ma quale onore!! xD Io sono Sara *-* *me si inchina* ti ringrazio per questa tua improvvisa voglia di carità xD grazie ancora per i complimenti! *O* non temere xD il momento sta per arrivare xD spero ti sia piaciuto, un grande bacio!

 

Splash_BK: Mi fa piacere che ti sia piaciuto ma credo sinceramente di perdere colpi xD quest'ultimo fa pena xD si Tom è troppo coccolo nei miei capitoli *O* forse anche troppo xD si ho preso spunto dalle mie dolci mattine xD se dimentico la sveglia e sono costretta a fare tutto di corsa divento una belva xD ecco bè quel che c'è sotto è tutta colpa di Tom xD che ha sbandierato ai quattro venti la sua situazione familiare xD spione xD grazie mille per l'augurio! Spero comunque ti sia piaciuto! Adoro le tue recensioni lunghe lunghe xD un bacione!!

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Capitolo 23
*** Capitolo 25: La verità ***


 

 

Capitolo 25: La verità

 

Forse era giunto il momento di dire la verità. Come poteva continuare in quel modo? E un aiuto le avrebbe fatto seriamente comodo. Non poteva continuare con una falsa a cui nessuno credeva. E quando pensava a queste piccole soluzioni, ecco che il viso di Tom appariva davanti ai suoi occhi, destandola da quei pensieri. Preferiva andare avanti all'infinito piuttosto che farlo soffrire.

-Sto aspettando!- la voce arrabbiata del ragazzo arrivò alle sue orecchie confermando ulteriormente la sua, già presa, decisione. Si voltò e, con una velocità fulminea, scappò in camera chiudendola a chiave.

-Sara! Apri, cazzo! Non puoi continuare a deviare il discorso!- ma a lei non importava delle sue parole e nemmeno dei pugni che tirava contro la porta . Si lasciò scivolare con la schiena contro il legno fino a sedersi sul pavimento freddo. Fissava il vuoto di fronte a lei mentre una lacrima scivolò sul suo viso senza che lei se ne accorgesse, immersa com'era nei suoi pensieri. C'erano due possibilità: la prima, e più difficile, consisteva nel raccontare tutto a Tom e rimanere in disparte mentre si picchiavano; la seconda, e più facile, continuare a mantenere il segreto e soffrire in silenzio. Sì, la seconda ispirava decisamente di più.

-Sara per favore, apri. Ho bisogno di parlarti. Non ce la faccio più...- la sua voce si era decisamente addolcita. Aveva quasi un che di implorante.

-No- le lacrime che ormai si era moltiplicate continuando a solcare imperterrite il suo volto.

-Piccola...- il suo cuore fece una capovolta. Aveva soffiato quel nome con una dolcezza e un tono tanto implorante che non gli aveva mai sentito usare. L'aveva chiamata piccola. Rischiava di sciogliersi da un momento all'altro. Ma non poteva aprire. Avrebbe ceduto. Si sarebbe tuffata tra le sue braccia piangendo e avrebbe confessato tutto. E non poteva farlo.

-No- ripeté. Tom sospirò.

Sentiva la schiena del ragazzo, dall'altra parte del legno, scivolare verso il basso fino a trovarsi nella sua stessa posizione. Nascose il viso tra le ginocchia e continuò a piangere.

Erano passati dieci minuti e, da dietro la porta, non si sentiva più alcun rumore. Un nodo la prese alla gola. Possibile che aveva rinunciato così presto? Si diede un leggero schiaffo alla guancia. Doveva sentirsi fortunata se aveva già rinunciato. Non gli avrebbe dovuto dare spiegazioni. Dei rumori appena accennati provenivano dalla finestra infondo alla parete. Si allarmò leggermente. Cautamente camminò seguendo la direzione dei rumori. Si affacciò alla finestra che dava sul giardino. Nulla. Poi un leggero rumore di passi. Sara non fece in tempo a girarsi che una mano le tappò la bocca mentre un braccio le circondò la vita attirandola a quel corpo. Voleva urlare, ma la mano era saldamente incollata alle sue labbra. Il braccio del ragazzo era ancora allacciato intorno al suo bacino e sentiva quello del ragazzo premere contro di lei. Eppure quel profumo lo aveva già sentito. Il suo respiro caldo si infrangeva sul suo collo. Poi, sentì la sua bocca avvicinarsi al suo orecchio.

-Non avrai davvero creduto che me ne fossi andato così...- la voce calda e sensuale. Come non riconoscerla. La mano che le tappava la bocca lasciò lentamente la presa.

-Tom! Razza di idiota mi hai fatto prendere un colpo!- tentò di girarsi, per tirargli un ceffone, ma la mano che le teneva la vita ancora non si era scollata e, appena lei si spostò, lui la riattirò al suo bacino stringendola con entrambe le braccia. Rimase un attimo spiazzata da quel gesto. Avvertì le labbra del chitarrista sfiorarle la pelle del collo provocandole piccoli brividi.

-T-Tom...- soffiò quasi come una richiesta. Sapeva che avrebbe ceduto.

-Sssh- il respiro caldo che la solleticava leggermente. Come poteva lasciarlo fare? Si slacciò lentamente dalla sua presa e lo avvertì sospirare.

-Scusa- fece poi sedendosi sul letto a fianco della ragazza.

-E di che?-

-Di essermi lasciato andare... è solo che...- mosse le mani nervosamente tentando di spiegare un concetto che non era chiaro nemmeno a lui.

-Non devi scusarti...- lo rassicurò.

-Ti prego, spiegami cosa succede...- la ragazza si lasciò sfuggire un sospiro. Si alzò dal materasso e si avvicinò al centro della stanza.

-Ti ho chiesto per favore di non insistere Tom...-

-Ti sto implorando...-

-Non posso...-

-Ma si può sapere perchè? Cazzo- sbottò alzandosi in piedi.

-Perchè non voglio ti succeda qualcosa!- urlò esasperata da tutte quelle domande. Si accorse solo dopo di quello che avevo detto e, maledicendosi mentalmente, si schiaffò una mano in viso.

-C-cosa intendi?- domandò Tom guardandola accigliato.

-Niente- si affrettò a rispondere.

-Adesso basta! O me lo spieghi o giuro che per me tu non esisti più, ok?- era con le spalle al muro. Ormai non poteva più mentire. Sospirò di nuovo mentre una lacrima le scivolava sulla guancia.

-Siediti- gli ordinò tornando sul materasso. Lui obbedì sedendosi al suo fianco e guardandola- mentre si rigirava le mani -attendendo che parlasse.

-È cominciato tutto quella sera al parco. Quando sono sparita per due ore.. Beh... Mentre tu sei andato a legare il motorino, io stavo mettendo via le mie cose e...-

-E?-

-E...- un altra lacrima le sfuggì -Ben...- fu l'unica cosa che riuscì a dire prima che altre lacrime seguirono la prima.

-Lo sapevo!- scattò in piedi -Io giuro che lo ammazzo quel pezzo di merda! Gli faccio vedere io! Ha osato metterti le mani addosso! Razza di idiota! Prima mio fratello, adesso te! No ma questa non gliela faccio passare!-

-Tom siediti-

-No, ora vado lì e lo ammazzo, gli farò vedere io!-

-Tom siediti cazzo, non ho ancora finito!- urlò. Tom la osservò curioso e si risedette aspettando nuovamente che la mora parlasse.

-È arrivato con i suoi amici. Mi hanno presa di forza... e... mi... mi hanno... violentata...- alzò lo sguardo per osservare la reazione di Tom. Aveva gli occhi puntati su di lei, ma lo sguardo era perso nel vuoto.

Violentata violentata violentata violentata violentata violentata... quella parola gli rimbombava in testa. No, non poteva essere vero. Doveva scherzare, era ovvio. Non potevano averlo fatto davvero. Non potevano essere davvero così crudeli. Non poteva essere. Lui aveva promesso di proteggerla. E invece aveva continuato a tormentarla chiedendole cos'avesse e perchè si comportava così. Non aveva cercato di andarle in contro. Non aveva cercato di capire cosa le fosse davvero successo. Una lacrima scivolò sul suo volto. Non sapeva nemmeno lui a cosa era dovuta. Frustrazione, rabbia, tristezza, vergogna, delusione, sorpresa... erano tante le possibili cause.

-Quando sono tornata a scuola... Ben mi ha detto di venire in bagno appena suonato l'intervallo... io non capivo per cosa... beh, tu puoi immaginare perchè... così, ogni giorno, all'intervallo andavo in bagno e lui... beh... poteva continuare indisturbato...- un altra lacrima. Lei veniva violentata ogni giorno, a pochi metri da lui, e nessuno si era mai accorto di nulla, LUI non si era mai accorto di nulla.

-P-perchè non me lo hai detto?- chiese in un soffio, decisamente sconvolto. La vide abbassare lo sguardo ancora più di quanto già lo avesse basso.

-Perchè... non volevo ti succedesse nulla...-

-C-come?-

-Quando al parco ho sentito la tua voce chiamarmi, ho pensato che fossi la mia salvezza. Che era tutto finito. Ancora non erano riusciti a spogliarmi... ma Ben mi disse... che se volevo che non ti succedesse nulla... avrei dovuto chiudere la bocca... e il giorno dopo, a scuola, mi diede una scelta... potevo presentarmi in bagno suonato l'intervallo, oppure... non era sicuro che tu tornassi a casa con tutte le ossa intatte....- questa volta non si limitò a una lacrima. Due, tre, quattro, cinque di fila. Si sentiva una merda. Si faceva schifo da solo. Lei pativa quelle sofferenze da un mese e più e lui non aveva fatto altro che aggredirla e darle persino della prostituta. Faceva schifo. Sembrava di essere finito in un incubo. Non voleva mostrare le sue lacrime. Ma infondo... chissene frega! La ragazza a cui teneva più di ogni altra era stata violentata più volte sotto ai suoi occhi e per colpa sua. Come poteva non piangere. Alzò lo sguardo lentamente impuntandoli nei suoi. La vide sbarrare gli occhi lucidi appena vide le sue lacrime.

-Piccola...- le buttò le braccia al collo stringendola forte al suo petto. Sara strinse la sua maglietta tra le dita lasciandosi andare ad un pianto liberatorio, trattenuto per troppo tempo. La stringeva talmente forte che temeva di soffocarla. Ma non importava a nessuno dei due. Avevano un bisogno irrefrenabile di quell'abbraccio. E non si vergognava di piangere. Non piangeva perchè ora le avrebbe prese, di quello non gli importava un fico secco, piangeva perchè gli avevano toccato la sua perla più preziosa.

 

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Ciao ragazze! Oggi ho dato l'esame per il debito in latino (palleeeeeeeeeee -.-) e, appena tornata, mi sono subito messa a scrivere! Spero tanto vi sia piaciuto visto che finalmente la verità è venuta a galla! E vi avverto che nel prossimo succederà qualcosa di bello :) chissà se qualcuna indovina xD aspetto le vostre deduzioni xD ringrazio le mie pulcettine:

SweetStrawberry: Ma cara non ti preoccupare, anzi spero ti sia divertita :) mi fa molto piacere che i capitoli ti incuriosiscano :) grazie mille di tutti i complimenti ** Mi rendi sempre felicissima ** e i invogli a scrivere ogni volta ** spero davvero che non ti abbia deluso :) ma anticipo che il prossimo sarà mooooooooolto più potente xD ciao ciao un grande bacio!

 

Spalsh_BK: Ciaooooo :D mi fa molto piacere che tu ti sia immaginata la scena *O* sì penso proprio che si siano presi un grosso spavento. Penso che ormai non ci sia bisogno di fare due più due! Finalmente quella zuccona ha tirato fuori la verità u.u io glielo dicevo ma lei non mi ascoltava .-. ok basta xD ahahahahaha l'ultimo pezzo mi ha fatto morire dal ridere xD grazie ancora dei complimenti! Ciao ciao un bacione!

 

DarksideOfNana: Sì direi che tra un paio di capitoli si vedrà quanto è riduttivo quel “arrabbiato” xD io non ti ho detto niente è!! xD puoi immaginare da sola! XD spero ti sia piaciuto il capitolo *O* ciao ciao e un grande bacio!

 

meky94: Scusa se ci ho messo un po' ma sai sta scuola del caz... emm cavolo xD mi toglie tutto il tempo -.-! sì direi che finalmente ha tirato fuori sta benedetta verità! Ecchekaulitz u.u grazie mille quell'ultima frase mi ha commossa *O* spero seriamente che ti sia piaciuto anche questo! Un grande bacio!

 

Phantom Rider: Una nuova pulcettinaaaaaaaa *O* tanto piacere io sono Sara! *me si inchina u.u* oddio i tuoi complimenti mi hanno sinceramente lusingata e commossa! :')) Mi hanno fatto un gran piacere! ** grazie ancora e spero ti sia piaciuto tanto anche questo! Un grande bacio!

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Capitolo 24
*** Capitolo 26: Durch den Monsun ***


 

 

Capitolo 26: Durch den Monsun

 

Tom guardò la ragazza stretta al suo petto, ancora scossa dai singhiozzi, e la sensazione che provò era quasi indescrivibile. Rabbia, tristezza, tenerezza. Tutto era confuso nella sua mente. Si alzò scrollandosi la mora di dosso, aprì la porta e attraversò il soggiorno in preda a una crisi di nervi. Doveva spaccare la faccia a quello schifoso o sarebbe decisamente impazzito.

-Tom?- la ragazza lo richiamò. Si alzò e lo seguì, non udendo risposta.

-Tom?- niente. Il ragazzo continuava a camminare ed era quasi arrivato alla porta di ingresso -Dove vai?-

-Ho un conto in sospeso con quel bastardo!- fu la risposta del biondo. Sara allungo il passò, raggiungendolo. Afferrò il suo braccio, cercando di fermarlo.

-Tom...- Tom si limitò a fermarsi e scrollare il braccio, costringendola a mollare la presa, e uscì dalla porta d'ingresso. Sara, nel momento che perse la presa, perse anche l'equilibrio, inciampando e cadendo sul pavimento freddo del salotto. Tom attraversò il vialetto e si fermò di colpo. Ma che diamine aveva fatto? Girò i tacchi e corse nuovamente dentro la casa. Lei era ancora seduta sul pavimento e piangeva. Si inginocchiò davanti a lei e prese il suo volto tra le mani, costringendola a guardarlo.

-Mi dispiace- mormorò poggiando la fronte sulla sua, guardandola dritto negli occhi tristemente. Lei guardò lui e poi le sue labbra. Il suo volto era vicino, troppo vicino. Le sue labbra erano vicine, troppo vicine. E se ne accorse anche lui, da come guardava goloso quelle della ragazza, indeciso se baciarla o no. Ma vaffanculo -pensò. Come diceva la loro canzone... Leb die sekunde. Avvicinò ulteriormente la sua bocca fino a sentire il suo respiro caldo sulle labbra e poi, chiusero insieme gli occhi nel momento in cui finalmente si incontrarono. Una catena i brividi attraversò la loro spina dorsale. Un bacio casto e veloce. Appena accennato. Si staccarono guardandosi negli occhi. E no. Non era abbastanza. Sara intrecciò le braccia intorno alla nuca del ragazzo. Sfiorò le labbra con le sue prima di riappoggiarcele definitivamente. Assaporò la loro morbidezza e il leggero sapore del burrocacao al cocco in un bacio più appassionato e bramato. Il loro primo bacio. Tom si alzò lentamente, costringendo la mora a fare lo stesso, senza staccarsi minimamente. Sfiorò dolcemente la pelle dei suoi fianchi attraverso la maglia extralarge che la copriva. Schiusero le labbra lasciando che le loro lingue si incontrassero, e i loro sapori si mescolassero. Non seppero quante scosse li scuoterono, persero il conto dopo i primi venti secondi di quel momento meraviglioso. Tom fece una leggera pressione contro il corpo della ragazza che avvertì presto il muro contro la sua schiena. Spinse il bacino verso quello di lei, facendola sospirare sulle sue labbra. I loro corpi aderivano perfettamente, lasciando che entrambi sentissero ogni forma e ogni loro curva. Tom fece scivolare le mani sopra i fianchi e poi scese accarezzando le sue cosce nude. Fece pressione dietro al ginocchio della ragazza e portò le sue gambe a cingergli la vita. Per fortuna che i genitori di Sara non c'erano. Il ragazzo allacciò le braccia intorno ai suoi fianchi e l'aiutò a rimanere su, tornando in camera fino a raggiungere il letto. La lasciò cadere con dolcezza sul materasso e salì immediatamente su di lei, non volendo perdere nemmeno per un secondo il contatto con le sue labbra perfette. Ma dovette staccarsi sentendo il bisogno di sfiorare ogni piccolo lembo della sua pelle candida. Scese ad accarezzargli il collo con le labbra. La sentì sospirare mentre i baci aumentarono di intensità.

-Tom?- chiamò.

-Dimmi piccola- alzò di poco il volto, quanto bastava per notare la sua espressione. Non riusciva a decifrarla. Forse intimorita, o magari preoccupata. Ma sapeva, comunque, a cos'era legata.

-Piccola, ti fidi di me?- la vide annuire leggermente mentre i suoi occhi si facevano lucidi -Allora lasciati andare... se non vuoi continuare, voglio che me lo dici. Se senti male, voglio che me lo dici. Ma se decidi di andare avanti, voglio che farai ciò che ti dico, ok?- annuì di nuovo, più convinta. Tom le sorrise alzandosi di poco per accarezzargli una guancia. Gli diede un ultimo bacio a fior di labbra e poi tornò ad assaporare il suo collo, profumato di vaniglia. Le mani le accarezzavano il ventre da sotto la maglia provocandoli leggeri sospiri. Salì con le mani facendo alzare anche la parte inferiore della maglietta, fino a sfilargliela completamente. Gettò la sua maglia e i suoi pantaloni vicino all'indumento della ragazza. Ora erano entrambi in intimo, l'uno davanti all'altra. Si tuffò sul suo petto lasciandoci delle scie umide e sfiorò il suo seno con le labbra, attraverso il tessuto.

-Rilassati- mormorò sentendola irrigidirsi. Sara fece alcuni sospiri profondi pensando che quello era Tom, non Ben. Sembrò funzionare perchè i suoi muscoli si rilassarono e uno strano calore si fece largo più in basso mentre Tom la baciava sul basso ventre. Tornò sul suo volto riappoggiando le labbra alle sue e leccandogli leggermente il labbro inferiore. Lasciò scivolare la mano dietro la sua schiena, facendogliela leggermente inarcare, e armeggiando con i ferretti del suo reggiseno. Aveva un intimo che lo fece sorridere. Decisamente dolce. Non come quello che era abituato a vedere sulle altre ragazze. Non portava perizomi mostruosi e reggiseni di pizzo. Ma dell'intimo adatto a una giovane donna della sua età. Quando riuscì a slacciarlo lo gettò sul pavimento tuffandosi tra le sue curve. Baciò prima il suo seno destro, appoggiandoci dolcemente le labbra fino ad arrivare al suo capezzolo. La sentì sospirare più volte e poi passò all'altro. Si alzò per osservarla in volto. Era davvero bellissima... con i capelli scompigliati sul cuscino, gli occhi chiusi, le guance rosse e i denti che mordevano il suo labbro inferiore. Allungò una mano ai suoi slip sfilandoli dolcemente. Sara arrossì sommessamente cercando di nascondersi con il lenzuolo. Tom le sorrise intenerito e gli lasciò un dolce bacio sotto il lobo.

-Sei bellissima- sussurrò -non hai motivo di vergognarti- concluse accarezzandole la guancia per rassicurarla. Lei allungò il collo baciandogli le labbra, in un bacio che si fece via via più appassionato. Tom si staccò, dopo un tempo indefinito, solo per tornare ad appostarsi al suo orecchio.

-Ti voglio- quella voce roca, sexy e calda la mandò in tilt.

-Allora fammi tua- quelle parole le uscirono con una voce strana. Eccitata forse? Non lo sapeva, ma sapeva che le erano uscite da sole, tutte quelle emozioni e attenzioni la stavano facendo cadere in un universo parallelo. Chiuse gli occhi quando vide Tom togliersi i boxer che ancora lo coprivano.

-Ehi, che fai ti vergogni?- chiese divertito mentre si infilava la protezione. Lei sorrise diventando ancora più rossa.

-Dammi la mano- le ordinò.

-No, mi devi guardare. Voglio che mi guardi negli occhi- lei fece come le aveva detto. Aprì gli occhi e strinse la sua mano con la sua. Tom si sistemò meglio fra le sue gambe, facendogliele piegare leggermente. Si allungò su di lei appoggiando la fronte alla sua. Si specchiarono nei loro stessi occhi. Tom strinse la sua mano facendogli capire che il momento era arrivato. Spinse cauto e dolce dentro di lei, attento a non fargli male. Avvertì le dita della ragazza stringere la presa e si fermò immediatamente.

-Ti faccio male?- chiese premuroso.

-No, ti prego continua- mormorò. Voleva sentirsi sua. Non voleva che si fermasse. Desiderava solo che quel momento non terminasse mai. Tom tornò a spingere piano e finalmente entrò in lei. Sospirarono entrambi serrando gli occhi. Era fatta. Lui era suo, lei era sua. Un solo corpo. Insieme. Uniti. Rimase immobile per alcuni secondi, cercando di fare abituare la mora a quella situazione. Appena l'avvertì rilassarsi, sotto di lui, comincio a spingere dolcemente. Appoggiò il viso nell'incavo del suo collo sospirando di tanto in tanto. Sara lasciò la presa della sua mano e portò le braccia ad allacciargli il torace leggermente sudato. Cinse la vita del ragazzo con le gambe sentendolo meglio dentro di lei. Lo strinse forte volendolo sentire aderire al suo corpo perfettamente. Provava piacere. Tanto piacere. Ed era la prima volta. Non aveva mai provato piacere. Una lacrima scese sul suo volto.

-Promettimi che non mi abbandonerai. Promettimi che resterai con me-

-Te lo prometto piccola. Sarò sempre al tuo fianco, per sempre-

-Il per sempre non esiste Tom-

-Per sempre adesso piccola, per sempre adesso- le ultime parole prima di arrivare al limite. Insieme.

Tom rimase immobile per qualche altro secondo. Ancora dentro di lei, non volendo perdere quel contatto. Poi uscì piano e si sdraiò al suo fianco cercando di riprendere fiato. La mora non le diede il tempo di toccare il materasso che subito si strinse al suo petto, aspettando che le braccia del rasta la avvolsero. E questo non tardò ad esaudire il suo desiderio. Con la mano gli solleticava la pelle del braccio. Lei lo guardò negli occhi e sorrise. Tom ricambiò prima di schioccarle un bacio sulla tempia.

-Ci credi se ti dico che è stata la mia prima volta?- sussurrò.

-Nemmeno se me lo giuri sulla tua chitarra!- rispose sarcastica.

-Beh ma è così. Magari non la prima volta che sono andato a letto con una ragazza, ma la prima volta che ci ho fatto l'amore- continuò dolcemente.

-Anche per me. È la prima volta che ho provato piacere. E non dolore-

-Però avrei voluto essere il primo- soffiò tristemente.

-Ma tu lo sei. Abbiamo fatto l'amore- lui sorrise accarezzandole una guancia e posandogli un casto bacio sulle labbra.

-Ora dormi principessa. Buona notte-

-Buona notte- ripeté prima di chiudere gli occhi e accoccolarsi meglio al suo petto. Tom accompagnò le sue carezze sui capelli a una melodia che, guardando la ragazza, gli era venuta in mente. Cominciò a canticchiare dolcemente le note mentre la mora al suo fianco si addormentava, con un sorriso beato, tra le sue braccia. Preso dalla canzone che si stava formando nella sua mente, scese dal letto, si infilò i boxer e si sedette sulla sedia imbracciando la chitarra della ragazza- che non aveva mai avuto la voglia di imparare a usare. Prese un foglio e una penna dalla scrivania di fronte e cominciò ad accarezzare le corde producendo una melodia decisamente gradevole. Scarabocchiò le note sul pezzo di carta velocemente e, infilata in bocca la penna, tornò a produrre quel suono meraviglioso. Gli bastava uno sguardo alla ragazza sdraiata sul letto che le note gli venivano da sé. Poi le parole. Le parole entrarono nella sua testa accompagnando la melodia. Appuntò ogni particolare e provò e riprovò finchè non reputò quella canzone perfetta. Un ultimo sguardo al testo e un ultimo alla ragazza. Sì, davvero perfetta. Un bip conosciuto lo distrasse. Infilò la mano nella tasca dei pantaloni- buttati sul pavimento- e ne estrasse il cellulare. Osservò curioso il display: undici chiamate.

-Merda- imprecò. Guardò il destinatario: Bill, Bill, Bill, Bill, Bill, mamma, mamma, Bill, Bill, Bill, Bill. Schiacciò il tasto verde deciso a richiamare suo fratello. Sei squilli. Stava per spegnere quando sentì la voce di Bill dall'altro capo del telefono.

-Dove cazzo sei razza di deficiente?-

-Buona sera anche a te fratellino- rispose ironico.

-Fa poco lo spiritoso va! Si può sapere cosa avevi di così importante da fare da chiamarmi alle tre di notte?-

-Affacciati al terrazzo di camera mia- attaccò il telefono senza attendere risposta. Prese sotto braccio la chitarra e i fogli e aprì la portafinestra, uscendo nel terrazzino. Si sedette sulla ringhiera, lasciando la chitarra ai suoi piedi e attendendo l'arrivo del fratello. Sorrise quando vide la luce della sua camera accendersi e la figura di suo fratello aprire la finestra fino ad entrare nel terrazzino e fissarlo con aria stupita.

-Ma che fai a casa di Sara a quest'ora?- domandò confuso.

-Sono venuto qui per parlarle...-

-E come sei finito in boxer a parlarle?- chiese di nuovo sorridendo.

-Mi ha raccontato una cosa che... vabbè te la racconto domani... poi, beh...- a suo fratello l'avrebbe detto ovviamente. Loro due si dicevano tutto -Siamo stati a letto insieme...-

-Hai fatto sesso con lei?- il tono di voce sfiorava di poco un urlo.

-Non urlare deficiente! No, non hai capito! Ho detto che ci sono andato a letto, non che ci ho fatto sesso. Io ci ho fatto l'amore- lo corresse imbarazzato. Alzò lo sguardo verso il fratello che sorrideva dolcemente.

-Ma non ti ho detto di venire qui per questo...- continuò.

-E perchè?-

-Ho scritto una canzone, volevo fartela sentire...-

-Hai scritto una canzone?- chiese stupito per l'ennesima volta. Ma Tom lo zittì con un gesto della mano per poi imbracciare lo strumento. Accarezzò dolcemente le corde e poi aggiunse la sua voce.

 

Das Fenster öffnet sich nicht mehr

hier drin ist es voll von dir und mehr

und vor mir geht die letzte Kerze aus.

ich warte schon ne Ewigkeit endlich ist es jetzt soweit

da draußen ziehen die schwarzen Wolken auf.

Ich muss durch den Monsun

Hinter die Welt

Ans Ende der Zeit bis kein Regen mehr fällt

Gegen den Sturm am Abgrund entlang

und wenn ich nicht mehr kann denk ich daran

 

Irgendwann laufen wir zusamm

durch den Monsun

Ein halber Mond versinkt vor mir war der eben noch bei dir?

Und hält er wirklich was er mir verspricht.

Ich weiss das ich dich finden kann

Hör deinen Namen im Orkan

Ich glaub noch mehr dran glauben kann ich nicht

 

Ich muss durch den Monsun

Hinter die Welt

Ans Ende der Zeit bis kein Regen mehr fällt

Gegen den Sturm am Abgrund entlang

und wenn ich nicht mehr kann denk ich daran

Irgendwann laufen wir zusamm

Weil uns einfach nichts mehr halten kann

Durch den Monsun

 

Hey

 

Hey

 

Ich kämpf mich durch die Mächte

hinter dieser Tür

werde sie besiegen

Und dann führn sie mich zu dir

 

Dann wird alles gut

Dann wird alles gut

Wird alles gut

Alles gut

 

Ich muss durch den Monsun

Hinter die Welt

Ans Ende der Zeit bis kein Regen mehr fällt

Gegen den Sturm am Abgrund entlang

und wenn ich nicht mehr kann denk ich daran

Irgendwann laufen wir zusamm

Weil uns einfach nichts mehr halten kann

Durch den Monsun

Durch den Monsun

 

Dann wird alles gut

Durch den Monsun

Dann wird alles gut

 

Tom terminò la canzone e osservò il gemello aspettando un parere. Bill lo osservava letteralmente rapito da quello che aveva appena udito. Non immaginava che suo fratello potesse scrivere cose simili.

-Allora?- chiese imbarazzato.

-Tom è... semplicemente... meravigliosa... come ci sei riuscito?-

-La guardavo dormire tra le mie braccia e... mi è venuta da sola...- Bill sorrise di nuovo.

-Domani voglio i dettagli! Ora andiamo a dormire che domai c'è scuola!-

-Hai ragione! Buona notte fratellino-

-Buona notte fratellone- un ultimo sorriso insieme e Bill rientrò in camera. Quando Tom vide la luce spegnersi si decise a scendere dalla ringhiera. Prese la chitarra e rientrò nella stanza della ragazza. Chiuse la porta finestra e appoggiò a terra lo strumento prima di sentire la voce di Sara dietro di lui con il lenzuolo avvolto addosso.

-Come mai eri fuori?- chiese stropicciandosi un occhio stancamente. Si girò sorridendole.

-Bill era preoccupato, mi ha chiamato molte volte e allora gli ho detto di uscire. Ma tu che fai in piedi piccola?- le chiese avvicinandosi. Gli faceva una tenerezza vedere il suo visino addormentato con i capelli scompigliati e gli occhi piccoli.

-Mi sono girata e non eri al mio fianco- lui le sorrise dolcemente stringendole i fianchi.

-Torniamo a letto- consigliò baciandole la fronte.

-Che facevi con la chitarra?-

-Niente piccola, niente- rispose accarezzandogli i capelli e tornando sotto il lenzuolo -Vieni qui- le ordinò allargando le braccia. Lei si accoccolò nuovamente al suo petto e presto si addormentò, mentre Tom canticchiava quella canzoncina che, anche se lei non lo sapeva, era scritta per lei.

 

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Ciao a tutte ragazze xD allora mi sa che non era come ve lo aspettavate visto che solo una delle mie pulcettine ha indovinato :D purtroppo non ho il tempo di ringraziarvi singolarmente visto che ho mio padre che mi tiene il fucile puntato addosso. Non vuole che uso internet -.- e poi mi devo togliere sta tinta che ho in testa xD ho cercato di farlo lungo però è scritto velocemente. Spero comunque che vi sia piaciuto. Ringrazio ancora tutte le mie lettrice e tutte le gentili ragazze che mi lasceranno un commentino :) un grande bacio e al prossimo capitolo :)

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Capitolo 25
*** Capitolo 27: Amore? ***


 

 

Capitolo 27: Amore?

 

Sara aprì gli occhi sentendo un piacevole calore avvolgerla ovunque. Alzò un poco il volto trovandosi quello di Tom, beatamente addormenato, a pochi centimentri di distanza. Sorrise automaticamente e allungò la mano ad accarezzargli una guancia. Si liberò dalla sua presa, stando attenta a non svegliarlo, e scese dal letto, afferrando i vestiti sparsi sul pavimento e rintanandosi nel bagno decisa a farsi una doccia.

Tom si svegliò sentendo dell'aria fredda colpirgli il busto. Aprì lentamente gli occhi notando il posto vuoto al suo fianco. Stancamente si alzò mettendosi a sedere e, stropicciandosi un occhio, si guardò intorno, in cerca della ragazza. Pochi secondi dopo, la porta di fronte si aprì mostrando la mora con indosso solo l'intimo.

-Ehi piccola- la salutò sorridendo.

-Buongiorno- gli rispose sorridendo sorniona.

-Non ti trovavo- le fece notare.

-Ero andata a farmi una doccia- Tom batté la mano vicino al suo fianco indicandole di sedersi. Lei obbedì senza esitazioni, sedendosi sul materasso di fianco a lui. Tom allungò un po' il braccio fino a circondarle le spalle e accompagnarla al suo petto dove lei si rintanò volentieri. La strinse regalandole un dolce bacio sulla testa.

-Buongiorno- ripeté lui sorridendo. Lei ricambiò allegra per poi dargli una pacca sulla spalla.

-Su, ora alza il tuo fondoschiena piatto e vai a farti una doccia che dobbiamo andare a scuola!- gli occhi di Tom lentamente si spalancarono fino a raggiungere la dimensione massima.

-Scusa?!?! Il mio fondoschiena non è piatto!- affermò, offeso, incrociando le braccia al petto.

-Perchè tu lo vedi da lassù! Se lo guardi dal mio punto di vista non diresti così!- continuò lei gesticolando per spiegare meglio il concetto.

-Ma non è vero!-

-Eccome!- ridacchiò. In pochi secondi si ritrovò il corpo del ragazzo addosso che, immobilizzandola sotto di lui, cominciò a farle il solletico.

-Allora? Sei sicura che il mio fondoschiena è piatto?- domandò il biondo continuando a solleticare la pelle della ragazza.

-Ok ok, hai ragione!- esclamò la ragazza continuando a ridere.

-E?-

-E il tuo fondoschiena non è piatto!-

-E?- chiese di nuovo.

-E cos'altro vuoi che ti dica?-

-Non so qualcosa come: Tom sei il migliore, il più bello, il più simpatico e...-

-Sì e sei il sostituto del sole anche! Puff! Ma per favore!- fece lei riuscendo a sciogliersi dalla sua presa e lasciando seduto un Tom piuttosto pensieroso.

-Sai che non è male come idea!- ridacchiò -Tom Kaulitz, il sostituto del sole. Sì mi piace!- confermò.

-Sì, forza sostituto del sole muoviti che dobbiamo andare a scuola!- gli disse mentre gironzolando per la stanza afferrava alcuni vestiti dall'armadio, lasciando che il ragazzo si incamminasse verso il bagno.

-Tom smettila di guardarmi il fondoschiena!- esclamò poi mantenendo la testa tra i suoi abiti.

-Ma io non stavo...- cercò di giustificarsi.

-Davanti a me c'è uno specchio, volpe!- lo informò nascondendo un sorriso. Tom si portò una mano dietro alla nuca, sorridendo nervosamente, mentre le gote gli si arrossavano.

-Emm... io vado...sè...- si chiuse la porta alle spalle e si infilò velocemente in doccia. La mora si lasciò scappare un sorrisino divertito. Trovati i vestiti che voleva indossare aprì la porta del bagno sistemandosi davanti allo specchio. Si infilò i jeans, la maglietta, la cintura e gli accessori.

-Tom?- lo richiamò con un tono di voce abbastanza alto per superare il rumore dell'acqua.

-È?-

-Hai avvertito tua mamma?-

-No, ho chiamato Bill, l'avvertirà lui!- rispose.

-Ma se di prima mattina può svegliarsi anche dentro la tazza del water pensando che sia normale!- esclamò ironicamente.

-Beh se non se lo ricorda ce lo annego nella tazza del water!- la ragazza si abbandonò a una risata. E di certo quella non era la battuta più bella che lui avesse mai fatto, ma stargli vicino le faceva quell'effetto. Ed era parecchio tempo che non era così allegra.

-Piccola mi passi l'asciugamano?- chiese Tom aprendo leggermente l'antina della doccia.

-Kaulitz, non vedi che sono impegnata!- esclamò altezzosa.

-Sì ad impiastricciarti la faccia! Eddai passami l'asciugamano!- continuò alzando gli occhi al cielo.

-No! Ti arrangi!-

-Se non me lo passi tu esco nudo a prendermelo!- la minacciò. In un secondo la ragazza sia allungò dietro di lei e prese l'asciugamano porgendolo al ragazzo.

-Ecco brava!- Tom si avvolse l'asciugamano addosso e uscì dal box doccia infilandosi i boxer e i vestiti ripiegati a fianco della ragazza.

-Hai intenzione di prenderti tutto lo specchio o mi lasci un po' di spazio?-

-Casa mia, specchio mio!- affermò la ragazza dando un altra spazzolata alle ciglia.

-Oh cavolo se non c'è Bill ci sei tu!-

-Allora vai a letto con Bill la prossima volta, se lo preferisci!- esclamò facendo l'offesa. Lui sorrise e le strinse i fianchi da dietro lasciandole un tenero bacio sul collo.

-Non credo proprio-

-Ok, per sta volta sei perdonato- affermò la mora tornando davanti allo specchio.

-Mi spieghi perchè ti trucchi? Sei bellissima così al naturale...- chiese prendendo un pennellino di mascara e rigirandolo tra le mani come fosse un oggetto alieno.

-Va bene, Mister oggihoilcomplimentofacile, ora mi vuoi lasciare preparare in pace?- esclamò senza nascondere un sorriso divertito.

-Ehi! Ma è vero! Sei bellissima senza trucco!-

-Tom...-

-Ehi? Che c'è?- chiese vedendola incupirsi d'improvviso.

-Ecco... tu... mi vuoi bene?- domandò alzando il volto verso il ragazzo che, rimase spiazzato appena calcolato il senso di quella domanda.

-Certo che ti voglio bene piccola befana- rispose prendendole il viso tra le mani e appoggiando la fronte alla sua. La guardò negli occhi leggendoci sincera serenità, così, unirono le loro labbra in un bacio veloce seguito da un sorriso sincero.

 

-Tra cinque minuti suona al campanello ok?- il ragazzo le sollevò il pollice e uscì dalla finestra dirigendosi a casa sua. Sara prese lo zaino e scese velocemente le scale.

-Giorno- salutò gli altri, entrata in cucina.

-Giorno tesoro. Come mai così allegra oggi?- domandò Dana con uno sguardo indagatrice.

-Bah... mi sono svegliata allegra- rispose afferrando una merendina ed addentandola mentre si dirigeva alla porta.

-Sara?- la richiamò Dana seguendola nel salotto.

-Sì?- si girò ad osservare curiosa la donna.

-Sta notte, Tom è venuto a trovarti?- la ragazza rimase spiazzata da quella domanda.

-Emm... sì-

-E... voi... avete...?- domandò la donna un impacciatamente.

-Emm... veramente...sì-

-Oh... capisco...ed...era la prima volta?-

-No... veramente no...emm... ora devo andare a scuola...-

-Un ultima domanda... siete insieme?-

-Non lo so... penso di sì... ciao a tutti!- uscì di corsa senza nemmeno aspettare che Tom suonasse il campanello. Attraversò il vialetto trovando Bill, davanti al suo cancello, con Tom al suo fianco, pronto per suonare il campanello.

-Ciao Bill!- lo salutò la mora saltandogli al collo.

-Ciao mostriciattolo!- scherzò il ragazzo approfittando del buon umore dell'amica.

-Andiamo?- domandò Tom retoricamente cominciando ad avviarsi.

-Mi prendi in spalla?- fece la ragazza camminando qualche passo dietro di lui.

-Sì, per farmi spezzare la schiena dal tuo dolce peso? Non ci pensare nemmeno!- ridacchiò senza voltarsi.

-Ma non fare lo stronzo! Una ragazza devi sempre accontentarla!- intervenì Bill in sua difesa.

-Accontentarla? Mica è incinta!- affermò.

-Allora io vado in braccio a Bill- esclamò la ragazza facendo voltare entrambi i ragazzi verso di lei.

-Non ci pensare nemmeno! È Tom che deve accontentarti mica io!- rispose il moro incrociando le braccia.

-Che palle!- sbuffò lei continuando a camminare. Tom si fermò, aspettando che la ragazza lo raggiungesse, e le mise un braccio intorno alle spalle.

-Forza mia piccola befana, non ci vuole tanto ad arrivare alla fermata- lei incrociò le braccia al petto fingendosi offesa e facendo scappare una risatina al biondo. Il pullman arrivò cinque minuti dopo e i tre ragazzi salirono andando incontro ai loro due amici.

-Georg! Gustav!- esclamò la mora saltellando fino ai due ragazzi per poi buttarglisi addosso, facendo votare tutti i presenti sul pullman verso di lei. I due amici si guardarono sorpresi.

-Ehi bellissima! Come mai tutta questa allegria?- domandò il bassista incuriosito dal comportamento dell'amica.

-Oh, Tom dovreste andare a letto più spesso se poi è così allegra!- sussurrò Bill al gemello dandogli una pacca affettuosa sulla spalla.

-È bello vederla felice- rispose fissandola amorevolmente. Bill e Tom presero posto accanto ai due amici e subito la mora si accomodò sulle gambe del chitarrista.

-Allora? Ci spiegate perchè siete così allegri?- domandò Gustav visibilmente curioso.

-Beh...- cominciò Tom -Io e Sara stiamo insieme- rispose di getto mentre le sue gote si coloravano di un sospettoso rossiccio e lo sguardo sorpreso della mora si posava su di lui.

-Oh caspita! Ma è fantastico!- esclamò Gustav seguito da Georg.

-E ora abbiamo noi una notizia! Ieri è venuto a cena da noi un amico di mamma. Ha un locale qui in centro. Beh in poche parole ci ha offerto di suonare lì alcune sere- spiegò il bassista decisamente eccitato all'idea. Le mascelle dei due gemelli si spalancarono in contemporanea.

-Fantastico!- esplose la ragazza abbracciando Tom quasi fino a farlo soffocare.

-Meraviglioso!- continuarono i due ragazzi. Il resto del viaggio continuò tra organizzazioni per la serata, battute, risate e dispetti tra Sara e Tom che poi si concludevano con le coccole. Per quei attimi tutti si dimenticarono dei rispettivi problemi. Scesero arrivati alla fermata e i tre ragazzi si incamminarono tra i corridoi della scuola. Accompagnarono prima Sara davanti alla sua classe. Fuori, appoggiato allo stipite, Lukas aspettava il suo arrivo.

-Ehi, ciao Sara-

-Oh, ciao Lukas-

-Senti, volevo sapere se ti andava di fare un giro oggi pomeriggio- domandò un po' impacciato.

-Non credo proprio- si affrettò a rispondere Tom per lei, sorpassandola e sovrastando minacciosamente il corpo del ragazzo con il suo metro e settanta.

-Scusa Tom ma non ho chiesto a te di uscire-

-Come puoi vedere me ne frega poco e niente-

-E perchè mai non dovrebbe uscire con me?- domandò leggermente scocciato.

-Perchè lei è la mia ragazza ora! E se prima non volevo che la toccavi, ora non devi nemmeno pensare di provarci ok?- fece minacciosamente. Sara notò il suo nervosismo e si affrettò a dividere i due ragazzi.

-Va tutto bene Tom. Lukas, Tom ha ragione. Mi dispiace- si girò verso il suo ragazzo e gli sorrise dolcemente. Tom sembrò calmarsi e rispose al sorriso della ragazza abbracciandola.

-Passo all'intervallo ok? Tu non ti muovere di qui! È tutto finito ok? Non succederà più nulla!- la rassicurò il ragazzo accarezzandole teneramente la guancia. Lukas, inviperito entrò in classe, ma la mora non lo degnò di uno sguardo persa com'era nella voce del chitarrista. Annuì convinta per poi schioccare un bacio sulle labbra del ragazzo ed entrare in classe prima della prof. Tom accompagnò il fratello alla sua classe e, nel tragitto, gli raccontò tutto. Visibilmente sconvolto e dispiaciuto, Bill entrò in classe con gli occhi lucidi e senza riuscire a seguire nemmeno un nanosecondo della lezione.

 

La campanella dell'intervallo suonò destando la mora dai suoi pensieri. Per la prima volta in quei mesi si ritrovò a sorridere al suono di quell'aggeggio. Si alzò, sistemandosi la t-shirt, e si diresse alla porta dove aspettava l'arrivo di Tom. Due minuti dopo non era ancora arrivato e Sara rimase delusa. Alle sue spalle, Lukas era rimasto ad osservarla.

-Perchè stai con quello?- sbottò infine, facendo spaventare la ragazza, che si girò a fissarlo con aria interrogativa.

-Cosa vorresti dire?- chiese spazientita.

-Andiamo, non ti merita! Tu meriti molto di più-

-Non sta a te decidere con chi devo stare o chi devo...- la ragazza si fermò appena in tempo per riflettere sulle sue parole. Amare? Stava per dire amare? Non ebbe il tempo di ragionare su quella situazione poiché si ritrovò le braccia di Bill a scuoterla violentemente.

-Sà! Muoviti! Devi venire subito!- urlò il ragazzo riportandola alla realtà.

-Che? Cosa succede?- domandò lei confusa.

-Tom! Ben! Devi venire!- Sara sbiancò al suono di quel nome. Non poteva avergli fatto del male. Non se lo sarebbe mai perdonato. Si ritrovò a correre insieme al ragazzo verso il cortile cercando di trattenere le lacrime. Un gruppo di ragazzi in cerchio oscuravano la visuale. Sara si fece spazio tra la folla spingendo e fregandosene di quelli che la guardavano male, già si immaginava il peggio. Ma quello che trovò fu diverso da ciò che si aspettava. Ben era steso a terra, il sangue che scendeva copioso dal suo naso e dalla bocca. Di fronte a lui Tom sferrava calci di una potenza allucinante riempendolo di insulti.

-Ti sei divertito vero lurido bastardo? Beh che dici ora, ti stai divertendo?- e ogni volta arrivava un calcio. Uno nello stomaco, uno sul petto, uno in faccia. Ben tossì sputando sangue. Fu a quel punto che Sara si avvicinò velocemente al ragazzo, trascinandolo indietro per le braccia con l'aiuto del fratello. Una professoressa arrivò in quell'istante rimanendo inorridita nel vedere quella scena dove Tom non sembrava volesse fermarsi.

-Kaulitz basta! Smettila!- urlò la donna nel panico.

-Questo bastardo figlio di puttana ha picchiato e stuprato la mia ragazza per un mese! Cazzo!- sbottò fuori di sé.

-Basta Tom! Non è così che l'aiuterai!- cercò di farlo ragionare il fratello.

-Tom! Guardami! Basta! Non ti abbassare al suo livello! So che non sei come lui!- continuò Sara con tono calmo. Anche Tom, sentendo la calma della sua voce, si fermò rilassandosi per un istante.

-È vero quello che ha detto?- chiese la prof rivolta alla ragazza. Lei guardò Tom che le annuì e lo imitò.

-Benissimo. Tu vieni con me dal preside. Signorina, le consiglio di sporgere denuncia. Lo trascineremo in tribunale. Non si preoccupi. Noi siamo dalla sua parte e l'aiuteremo- fece la donna sorridendo cordialmente. Sara sorrise. Era libera finalmente. E, cosa più importante, Tom era fuori pericolo.

 

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Scusatemi ragazze ma non ho veramente il tempo di ringraziarvi una per una. Il capitolo è anche scritto mega velocemente e quindi non è un gran che. Spero comunque che vi piaccia. Grazie infinite a tutte quante! Un bacione!

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Capitolo 26
*** Capitolo 27:Segreti ***


 

 

Capitolo 28: Segreti

 

La finestra si aprì, sbattendo violentemente contro la parete. La ragazza sobbalzò avvertendo un ondata di aria fredda alle sue spalle. Si alzò cautamente dal letto, abbandonando su di esso il libro di storia, e ci si avvicinò intenzionata a chiuderla. Scrollò lo spalle avvicinando le dita alla maniglia, quando una mano afferrò il suo polso facendole salire il cuore alla gola.

-Tom! Razza di moccio vileda rimbecillito! Mi hai fatto perdere un battito!- strillò portandosi una mano al petto. Il ragazzo, sorridente, le schioccò un dolce bacio sulle labbra.

-Forza, vestiti!- le ordinò spingendola in casa.

-Per andare a dormire?- domandò sarcastica.

-Sì ovvio, per cosa sennò?!?! Muoviti va, ti porto al bar! Non hai mai perso una prova, di certo non perderai la nostra prima esibizione!- Sara si illuminò, ricordandosi improvvisamente dell'impegno con il bar. Sorrise sommessamente e si precipitò a vestirsi, sotto lo sguardo divertito del chitarrista che scuoteva la testa.

 

Seduta su una degli sgabelli del bar, attorno a un tavolino, aspettava nervosa l'entrata dei quattro ragazzi. All'ingresso, aveva notato un piccolo cartello:

 

Esibizione di questa sera:

 

Devilish

 

Ore 21.30”

 

Faceva un effetto strano quel cartello. Era felice, felice per loro. Spostò nuovamente lo sguardo sul piccolo palchetto che avevano preparato per loro, avvertendo un lieve brusio misto ad applausi. Un sorriso radioso comparve sul suo volto quando un piccolo cerchio di luce bianca si posò nel mezzo del palchetto, illuminando le figure dei suoi quattro amici. Georg fu il primo ad entrare, seguito da Gustav, Tom e in coda Bill che, truccato e pettinato, sorrideva alle persone presenti con quell'aria da divo che già possedeva da ragazzino. Bill si posizionò alla fine del palchetto, inforcando il suo microfono, e, mentre attendeva che gli altri inforcassero i loro strumenti, si rivolse al pubblico.

-Buona sera a tutti! Il mio nome è Bill e insieme a mio fratello Tom e ai nostri amici Georg e Gustav, abbiamo fondato i Devilish- un applauso di incoraggiamento non poté fare altro che levarsi tra il pubblico- Noi abbiamo un sogno, vorremo portare la nostra amata Germania con noi, sfondando nel campo musicale. La musica è ciò che ci accomuna, la musica è ciò che ci scorre nelle vene. Per questo siamo qui questa sera, davanti a tutti voi, e per la nostra prima esibizione abbiamo deciso di rischiare con il nostro nuovo pezzo. Tutti noi speriamo che possa piacervi- l'ennesimo applauso avvolse la piccola saletta mentre pian piano le luci si offuscavano e le prime note inondarono l'aria. Sara corrugò la fronte non riuscendo a riconoscere la canzone. Le parole le suonavano quasi famigliari. Come se le avesse già sentite. Lasciò che la melodia le entrasse nella testa ascoltando le dolci parole che la voce di Bill cantava. Osservò le persone intorno a sé come rapite da quella melodia, e la sua attenzione venne catturata da un uomo. Piuttosto giovane, doveva avere intorno ai trent'anni. Sembrava quasi assorto nei suoi pensieri ma allo stesso tempo incuriosito e attento ai ragazzi sul palco. Osservò i ragazzi che con un inchino ringraziavano le persone entusiaste. La canzone era finita. Solo l'uomo rimase impassibile. Continuava a fissare il gruppo con sguardo pensieroso. Bill ricominciò a parlare.

-C'è una persona tra di voi che ci sta particolarmente a cuore e a cui dobbiamo la nostra unione. Una persona a noi speciale che ci ha seguito e accompagnato durante il nostro cammino. Beh, a questa persona vogliamo solo dire: grazie di tutto!- una lacrima solcò il volto della ragazza. Il gruppo fece un ultimo saluto e ringraziarono un ultima volta prima di scendere dal palco e sparire dalla vista dei presenti. Le luci si illuminarono e le persone continuarono a commentare. Chi la canzone- e la maggior parte della gente sembrava contenta, soprattutto riconoscendo il talento di ragazzi tanto giovani-, chi parlava del loro look- chi bene e chi male ma, d'altronde si sa, non tutti possono apprezzare un look così stravagante. Si voltò verso il tavolino curiosa di sapere la reazione dell'uomo di prima. Non c'era. Se n'era andata. “Che tipo strano” pensò.

 

Un mese dopo, la band era ormai fissa in quel bar. Niente da dire, la gente li adorava. Erano così talentuosi e carismatici che sembrava impossibile fossero dei quindicenni. Sara non mancò nemmeno ad una esibizione. I ragazzi crebbero come gruppo. Le canzoni erano meravigliose. E il loro rapporto non andava che migliorando. Ogni tanto vedeva quell'uomo entrare dalla porta principale e poi svanire come era entrato. O beh, poco importava.

Quel giorno Sara non riusciva a studiare. Aveva bisogno di Tom. Era come una droga. Non riusciva ad aspettare fino a sera. Aveva bisogno di lui. Uscì dalla finestra dirigendosi a quella accanto. Bussò un paio di volte sul vetro, sfregandosi le braccia per scaldarsi, in attesa che il ragazzo le aprisse. La finestra si aprì e la calda voce di Tom l'avvolse.

-Ehi piccola, che fai qui? Vieni dentro, fa un freddo cane!- la afferrò per un braccio aiutandola a scavalcare. La voce di Tom le suonava strana, come triste.

-Allora? Come mai sei qui?- domandò una volta entrati in camera.

-Avevo bisogno di vederti- sussurrò stringendosi al suo petto con dolcezza. Il ragazzo sospirò, stringendola a sé con fare protettivo e baciandole i capelli.

-Piccola ho una cosa da dirti...- ed ecco che lì nascevano le preoccupazioni.

-C-che succede?- domandò timorosa, sciogliendo l'abbraccio.

-Ecco vedi...- cominciò torcendo tra loro le mani, con fare nervoso-...io... ho bisogno di te...- sussurrò infine, allacciandole la vita con le braccia. C'era qualcosa che non voleva dirle. Era certa di questo. I suoi occhi erano velati di una strana malinconia.

-Come?- chiese stupita.

-Ho bisogno di te... di sentirti di nuovo mia...- continuò con la voce tremante. La mora allungò una mano ad accarezzarle una guancia. Il viso di Tom si avvicinò ulteriormente. Poteva sentire il suo respiro accelerato sulle sue labbra, finchè finalmente non rientrarono in contatto. Un lungo bacio li unì facendoli cadere in un vortice di emozioni sovrapposte. Sembrava di volare, librarsi in aria oltre le nuvole, l'arcobaleno. Solo loro due. E quando si unirono di nuovo, finalmente, a entrambi sembrava che il tempo passasse troppo in fretta. E Tom si concentrava per durare il più a lungo possibile. Non voleva interrompere quel momento così incredibilmente magico.

Si sdraiò, al suo fianco, sudato e ancora scosso da quelle emozioni così grandi. La strinse al suo petto più forte che poteva. Amava stringerla tra le sue braccia. Amava sentire il calore dei loro corpi fondersi. Amava semplicemente loro due insieme. Una lacrima rigò il suo volto perfetto mentre sentiva la ragazza al suo fianco cadere nel mondo dei sogni. E ora? Come avrebbe fatto?

 

Il pomeriggio del giorno dopo, era una fresca domenica. Sara ripose i suoi compiti nella libreria e corse nel salotto. Uscì di casa dirigendosi a quella di fianco. Suonò il campanello impaziente di saltare al collo del biondo. Simone apparì sull'uscio della porta, accogliendola con uno splendido sorriso, perfettamente truccata e pettinata.

-Ciao tesoro-

-Ciao Simone! Tom?- la donna la guardò sorpresa e confusa.

-Tom non è qui, tesoro- rispose con fare ovvio.

-Oh, e sai dov'è andato?-

-Ma... non ti ha detto niente?- domandò stranita.

-C-cosa doveva dirmi?- chiese la mora visibilmente intimorita dalla risposta.

-Tom è ad Amburgo, con la band. Un uomo importante li ha contattati, un certo David Jost. L'Universal li ha dato un contratto e la possibilità di diventare famosi. Stanno lavorando a un album- quelle parole la trafissero come tante lame. Erano ad Amburgo. Avevano un contratto. La possibilità di diventare famosi. E non le avevano detto niente. Niente. Perchè? Le aveva promesso che sarebbe sempre stato al suo fianco, che non l'avrebbe mai abbandonata, è invece è stata la prima cosa che ha fatto.

 

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Buona sera ragazze! Sono tornata, dopo un lungo ritardo! Ma dopo il sequestro del mio pc da parte dei miei genitori ho potuto mettermi al lavoro solo ora! Purtroppo il capitolo non è dei migliori e, in caso non aveste capito, è l'ultimo. Già, so di non averlo annunciato, ma non era previsto. Comunque ho preferito finirlo ora. Ma non temete, sto già pensando a un sequel. Spero continuerete a seguirmi. È stato un piacere scrivere per voi! Ringrazio vivamente tutte le ragazze che hanno commentato la mia storia e mi hanno sostenuta durante tutti i capitoli! Spero di ritrovarvi anche nel sequel che, però, non ho ancora idea di come si chiamerà! Ma lo capirete ;) Un bacione enorme! Grazie di tutto ragazze!

Sara. 

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