Discorso con un' amica

di white_kahlan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Discorso con un' amica ***
Capitolo 2: *** discorso con un'amica 2 ***
Capitolo 3: *** rivelazioni ***
Capitolo 4: *** ShikaIno versione 2 ***
Capitolo 5: *** NaruSaku ***



Capitolo 1
*** Discorso con un' amica ***


Discorso con un' amica

Shikamaru tirò un pugno al muro, sul viso un’espressione indescrivibile di rabbia e dolore.

Perché dovevano essere sempre così avventati quei due?! Maledizione.

Le porte scorrevoli di fronte a lui che recavano la scritta –vietato l’accesso ai non autorizzati- e che fissava da un’ora si aprirono all’improvviso, rivelando la sagoma di una ragazza dai capelli rosa.

“come sta, cioè, come stanno?” gli urlò quasi senza rendersene conto in faccia.

Sakura scosse il capo “non mi fanno entrare”

“come sarebbe non ti fanno entrare? Tu sei un ninja medico, maledizione!” un altro pugno al muro, prima di accasciarsi su una sedia.

Sakura prese posto accanto a lui “dicono che sono troppo coinvolta, sarei d’ostacolo. Senza contare che ho usato molto chakra per portarli fino a qui”.

La rosa guardava il pavimento, con un espressione assente.

Shikamaru stava lontano dalle finestre e continuava a fissare quella dannata porta.

D’un tratto un Choji preoccupatissimo avanzò verso di loro.

“Shika, cos’è successo?” domandò terrorizzato all’amico. Non l’aveva mai visto in quello stato.

“Naruto… e poi Ino… io… non ho potuto fare niente Cho, ti rendi conto?! Sono uno stratega, avrei dovuto sapere le caratteristiche dei componenti  della mia squadra e invece ho fatto un casino! ” urlò tirando un calcio a una poltrona, scardinandola dalle altre.

“Shikamaru non è colpa tua, io ero lì con voi e ho le tue stesse responsabilità.” Dichiarò Sakura “il fatto che sappiamo quanto siano impulsivi non toglie che loro due come al solito non pensano prima di fare le cose” sorrise amaramente.

“Sakura ha ragione Shika.. non è colpa tua..” fece l’Akimichi posandogli una mano sulla spalla, poi aggiunse “ devo partire per una missione, fammi sapere appena puoi”

Ore 17.15

“erano gravi?” chiese a bruciapelo il moro, immobile accanto alla rosa da mezz’ora.

“non erano in pericolo di vita, sono riuscita ad arginare il veleno. Naruto sta peggio. Quando si è accorto di Ino ha provato a proteggerla e lo hanno colpito con più shuriken avvelenati” disse tutto d’un fiato la ragazza dopo aver preso un bel respiro.

Avrebbe dovuto proteggerla lui. Lui doveva essere in quel letto d’ospedale, non lei, non Naruto, pensò il giovane Nara mentre soffocava per l’ennesima volta le lacrime che avvertiva salirgli agli occhi. I ninja non piangevano. Gli uomini non piangevano. Era roba da donne. Sorrise debolmente. Se lo avesse sentito Ino gli avrebbe rinfacciato che era il solito misogino.

Poi guardò Sakura.

Non l’aveva mai vista così, neanche per la partenza dell’Uchiha.

Era un uomo ma non era uno stupido.

Si era accorto che lei da qualche tempo non pronunciava più il nome dello shinobi e aumentava le attenzioni rivolte a Naruto.

E si era accorto del suo pianto silenzioso mentre riportavano l’Uzumaki e Ino al villaggio.

E scommise che anche lui aveva la sua stessa espressione in volto.

Ore 18.25

“glielo devi dire” affermò deciso

“cosa?” chiese sorpresa la Haruno

“che non ti interessa più l’Uchiha” profetizzò lui

“ma cosa diavolo stai dicendo Nara!” si arrabbiò lei, non la conosceva, come si permetteva di esprimere certi giudizi

“senti sarò un uomo e un misogino ma non sono idiota. Sono portato di istinto ad analizzare le situazioni introno a me. Certe cose fa piacere saperle. Nemmeno se Naruto avesse più capacità mentali delle mie potrebbe arrivare a capirlo senza che tu glielo dica” articolò lui

Sakura rimase sorpresa. Ma stava parlando di Naruto o di lui?

“beh.. io ..” farfugliò in imbarazzo la kunoichi prima di riprendersi

“non sono affari tuoi” ringhiò prima di tirargli un pugno in testa.

Certo lui lo schivò. Non era mica Naruto.

Ore 20.00

La tensione nella sala d’attesa si era alleggerita. Shizune aveva riferito loro che i due ninja feriti erano fuori pericolo, ma che occorreva ancora del tempo per medicarli e farli riprendere del tutto, suggerendogli di tornare l’indomani.

Di certo Shikamaru e Sakura non avevano minimamente intenzione di allontanarsi da quelle sedie. Fu di nuovo lui a interrompere il silenzio

“dimmi cosa mai potrai trovarci in quello stramaledetto Sasuke Uchiha” un’altra frecciata a freddo.

Ora che sapeva che i ragazzi erano fuori pericolo aveva deciso di insistere. Lo doveva a Naruto, che aveva protetto Ino. Doveva sdebitarsi con lui, in qualche modo. E poi lo voleva veramente sapere. Le sue abilità mentali non lo potevano far pensare come una donna. Non ancora perlomeno. In effetti c’era l’eventualità che Sakura potesse castrarlo per quest’ultima domanda.

“ancora con questa storia?” ribollì lei, seccata.

Shikamaru pensò che in quel momento assomigliasse a Ino. Incuteva lo stesso terrore.

La rosa guardò il pavimento e decise di accontentarlo. In fondo dovevano passare insieme ancora parecchie ore.

“Sasuke è.. Sasuke” iniziò lei, lui la guardò stranito, si aspettava qualcosa di più. Pensiero che venne percepito dalla rosa e che la infastidì “posso dirti quello che penso io di lui, per quello che ne pensa lei, lo devi chiedere alla diretta interessata!” ringhiò con una punta di malizia.

Bingo. Lui arrossì leggermente voltandosi dall’altro lato.

Poi lei riprese.

“è stato il primo ragazzo che ho amato. E non solo perché era bello, affascinante, tenebroso e tanti altri aggettivi che ora non mi sembra il caso di citare. Nel suo sguardo vi è sempre stato qualcosa di particolare. Nonostante sembrasse spento io ci ho sempre colto la voglia di essere amato, la voglia di essere felice, di avere una famiglia. I suoi modi evasivi li ho sempre interpretati come indifferenza dettata dalla paura di non essere accettato, non da mera affermazione di superiorità. Ha avuto un infanzia diversa dalla nostra e non ha mai avuto il carattere di Naruto.” Sorrise “io amavo la possibilità di essere la persona che un giorno gli avrebbe fatto tornare la voglia di amare, di essere colei che lo avrebbe aiutato a uscire dal buio, di essere la sua luce e la ragione di vita” concluse con tono amaro la kunoichi.

Shikamaru era imbarazzato. Non aveva mai visto Sasuke sotto questa luce e si cominciò a pentire della domanda fatta alla giovane, poco sensibile, ma non poteva immaginare una risposta del genere. Nei secondi silenziosi che seguirono la dichiarazione Shikamaru ripensò alle parole dell’amica, poi rise.

“hai usato il passato”

“cosa?” fece lei

“nel tuo discorso. I tempi erano tutti al passato.” Sottolineo lui.

Sakura ripercorse mentalmente le parole dette e Shikamaru sorrise notando la giovane assumere un’aria confusa.

“Sakura, io credo che tutto quello che mi hai detto siano cose che hai provato e pensato si, ma molto tempo fa. Sono passati sei anni dal giorno in cui Sasuke se ne è andato. Possibile che non vedi come invece Naruto ti stia accanto, come ti protegga di continuo? Come non abbia occhi che per te, per quello che dici, per quello che fai? Sakura lui è sempre stato qui. Il suo posto è sempre stato accanto a te e lui morirebbe per salvarti la vita.”

Shikamaru non sapeva cosa gli stava accadendo ma sentiva le parole uscirgli di bocca spontaneamente, senza paure o ripensamenti

“scommetto che adora specchiarsi nei tuoi occhi verdi e che coglie qualsiasi opportunità per sentire il profumo di fiori dei tuoi capelli biondi senza essere notato, e in fondo credo che adori anche le tue scenate. E che abbia un qualche spirito masochista per cui si fa tirare appositamente pugni e sberle o si prende grandi insulti in diretta solo perché sei tu a farlo. Ti stima per le tue qualità ninja e ti incoraggia sempre perché sa che puoi dare di più ma ti sa anche bloccare, se vede che stai esagerando troppo. Insomma, lui ti ama ed è proprio accanto a te, possibile che non ve ne accorgiate mai voi donne delle cose più banali da vedere!?” concluse guardando la giovane.

Lei scoppiò a ridere “ si hai ragione. Noi siamo per i ragazzi cattivi. E soprattutto personalmente credo che Naruto veneri i MIEI capelli BIONDI al profumo di FIORI…” disse marcando bene miei, biondi e fiori.

Lui si voltò imbarazzato farfugliando un “mendokuse”

Sakura guardò il soffitto “ hai ragione Shikamaru. È sorprendente come si riesca a trovare un’intesa nei momenti più inaspettati e con le persone più improbabili”

Shikamaru realizzò come fosse totalmente vero. Ci sono cose che ti senti più libero di esprimere con qualcuno che conosci da poco piuttosto che con qualcuno che conosci da tutta la vita. Sorrise e la guardò. Poi una spia rossa segnalò che finalmente potevano far visita ai loro “amici”.

Sulla soglia della camera di Naruto Sakura si voltò verso il giovane Nara,che si apprestava a entrare dalla bionda

“trattamela bene” sentenziò”Ah, e per inciso, io credo che adori farsi chiamare seccatura da TE” disse facendogli l’occhiolino.

Shikamaru scosse la testa divertito.

Il suo debito con Naruto era stato colmato.

E la sua verità inalienabile ancora una volta confermata: le donne erano proprio delle enormi seccature.

Note: 

beh che dire, dopo una giornata di traduzioni di latino sono stata stuzzicata dall'idea di far parlare Sakura e Shikamaru sui loro riapettivi amori difficili...

dopotutto a voi non è mai successo di riuscire a esprimere di più se stessi con qualcuno che non conoscete bene piuttosto che con i vostri migliori amici? 

e poi Naruto e Ino sono molto simili secondo me in certi aspetti... esuberanti, impulsivi, pazzi e bellissimi....

fatemi sapere che ne pensate!!

♥ marti ♥

 

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Capitolo 2
*** discorso con un'amica 2 ***


“S - sakura …” fu la prima parola che pronunciò, ancora con la voce impastata dal sonno.

“Sakura!” fu la seconda parola che pronunciò, perfettamente vigile e con gli occhi azzurri sgranati.

“testa quadra siamo in ospedale” lo fulminò una voce accanto a lui.

Naruto voltò lo sguardo e analizzò la situazione: letto morbido sotto di sé, braccio fasciato, testa bendata, camice ospedaliero, una Ino straordinariamente seccata nel letto vicino al suo.

“sono in ospedale Ino-chan?” domandò poco convinto.

La bionda, intenta a leggere una rivista scosse il capo. Era irrecuperabile.

“no Naruto, siamo al luna-park! Se stai bravo ti compro lo zucchero filato!” scherzò lei

“non mi piace lo zucchero filato Inoooo! Preferisco il ramen lo sai su!” disse lui offeso con le braccia incrociate.

Ma ci faceva o lo era? Ino non seppe rispondersi.

“siamo stati feriti ricordi? Io e te, che andiamo contro ai due nemici, che poi sono una ventina e ci tirano kunai avvelenati e… beh…” piccola pausa “io ti dovrei ringraziare Naruto, mi hai salvato la vita” concluse con un tono diverso da quello di partenza, imbarazzata e dispiaciuta.

Era stata di nuovo un peso per la squadra.

Un peso per Shikamaru.

Si era di nuovo mostrata inutile.

Il biondino vide il viso di lei oscurarsi e avvertendo che l’ambiente si era fatto freddo azzardò qualche parola consolatoria.

“tranquilla Ino-chan, ora siamo qui e stiamo bene!” disse contento, illuminandola con uno dei suoi sorrisi.

Lei si volse verso di lui.

“io ti invidio Naruto” ammise stringendo i pugni sulle gambe “tu non ti abbatti mai, anche se sei nettamente inferiore al nemico da battere non hai incertezze sulle tue potenzialità, sai che c’è la farai. Io non sono così… ho sempre paura di sbagliare, di essere un peso e mi sento sempre in dovere di dimostrare qualcosa a tutti voi per convincervi che valgo qualcosa…” confidò lei apertamente.

Naruto non ne rimase sorpreso.

 La guardò serio.

Non appena lei alzò lo sguardo su di lui, infastidita dal suo silenzio, il ragazzo sorrise di nuovo.

“lascia stare Naruto, fai finta che io non ti abbia detto nulla…” disse lei voltando il viso con gli occhi gonfi.

Era già stato imbarazzante quello che le era uscito di bocca.

Sarà stata la depressione post missione fallita.

Dopotutto non poteva rivelare le sue debolezze ai suoi due migliori amici, o a Shikamaru.. lei era la forte Yamanaka, non la debole Ino.

“io non la penso così” proclamò sorridente il ragazzo.

Lei rimase allibita da una risposta che non si aspettava.

Naruto sarebbe stata l’ultima persona con cui avrebbe creduto di poter mai intrattenere una conversazione seria, e Akamaru veniva prima di lui nella lista.

“tu sei speciale. Tutti lo siamo a modo nostro. Non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, le persone che ci sono accanto ci danno già la sicurezza che ci saranno sempre, se no non ci starebbero neanche ora, ti pare?” sorrise di nuovo.

Poi continuò onesto “Ognuno di noi ha le sue capacità, l’importante è continuare a svilupparle e non arrendersi mai. Noi tutti crediamo in te e nelle tue qualità ninja, anche tu dovresti farlo. Se sei la prima a smettere di credere in te stessa, come potremo farlo noi per te?”

La tranquillità e la semplicità con cui Naruto le rispose la lasciarono senza parole.

Si sentiva una sciocca.

Lei aveva intorno persone che la amavano e non le chiedevano nulla in cambio, non glielo avevano mai chiesto, eppure lei si faceva sempre mille problemi.

Si sentì un’idiota ricordando il passato complicato di Naruto. Nessuno su cui poter contare, nessuno a cui poter  chiedere, nessuno da amare.

 All’accademia li aveva conquistati con il suo modo di essere e ora non potevano più farne a meno.

Dietro quell’aria sciocca da testa quadra si nascondevano molte più cose di quanto all’apparenza si potesse credere.

Era spontaneo, era impulsivo, era diretto, era onesto, ma al contrario di quanto tutti credevano non era stupido.

Aveva una profondità d’animo illimitata.

Si sarebbe fatto uccidere per salvare la vita a tutti quanti, a lei, a Shikamaru, a Sakura, a Sasuke, all’intero villaggio della foglia.

Era una persona  meravigliosa, e se ne accorgeva solo ora.

Lei alzò gli occhi a incrociare quelli dell’amico.

 Due immagini riflesse allo specchio, cielo nel mare, sole nel fuoco; il ceruleo brillò nel celeste, una lacrima scese sulla guancia della Yamanaka

“grazie Naruto” fu tutto quello che riuscì a dire.

Poi riprese le sue abitudini dittatoriali.

“ora tu mi ascolterai attentamente” disse riducendo gli occhi a due fessure.

Naruto avrebbe indietreggiato, se avesse potuto.

“dobbiamo far si che fronte spaziosa… ehm .. cioè Sakura” un ridolino isterico accompagnò la frase “si accorga delle tue qualità nascoste” concluse fra se e sé assumendo una posa da macchina pensatrice in azione.

“davvero lo faresti Ino-chan?” disse il biondino con le stelline negli occhi e le mani incrociate sotto al mento.

La Yamanka lo guardò con una strana luce negli occhi, prima di indossare una tinozza come elmetto e tirare fuori dal nulla una grande lavagna bianca e dei pennarelli colorati. 

“dobbiamo studiare una strategia d’attacco, prendi appunti Uzumaki” fece con la voce impostata mentre cominciava a scarabocchiare figurine arancioni e rosa stilizzate.

“sissssignora signora!” obbedì il soldato semplice … cioè Naruto.

Dopo qualche minuto la situazione si ristabilì.

“eccellente, ora sei pronto per conquistare Sakura Haruno!” esordì lei festeggiando.

“yeeeeee” la imitò lui alzando un pollice alla Rock Lee in segno di vittoria.

Dopo il momentaneo istante di demenza, che Ino attribuì sfacciatamente alle medicine e al fatto che Naruto è Naruto, il giovane si fece di nuovo serio.

“ti ringrazio Ino chan, ma voglio che Sakura si senta pronta, insomma … il capitolo Sasuke per noi non è archiviato … so che voi lo reputate un traditore ma … lui è nostro fratello … è una famiglia per noi, non possiamo permetterci di dimenticarlo, finché lo penseremo, noi saremo la sua casa” disse con un sorriso un poco pensieroso osservando fuori dalla finestra.

“frena frena frena” esortò una Ino molto intenta a sdebitarsi col suo giovane salvatore “il fatto che voi amiate lui non vi impedisce di amarvi. Naruto se lui vi considera la sua casa quando tornerà sarà felice per voi, comunque stiano le cose” poi sorrise “non me l’hai appena detto tu che devi credere in te stesso, in quello che senti e che desideri?”

“beh c-credo di s-si” ostentò un Naruto imbarazzato.

Non aveva mai parlato con nessuno in quel modo e di certo non si ricordava più quello che aveva detto alla giovane poco prima.

 Lui parlava sempre senza pensare troppo alle conseguenze, la sua mente costruiva frasi con un filo diretto al cuore.

Non che non avesse mai dichiarato apertamente le sue convinzioni o i suoi sentimenti però in quel momento sentiva che i consigli che gli venivano rivolti erano veri.. dettati da un vero sentimento di amicizia e non potè che esserne felice.

“hai ragione!” esclamò infine dopo averci riflettuto un istante.

“non insisterò ma metterò in chiaro le cose!” disse deciso.

“eccellente Naruto, così si parla!” lo assecondò lei.

“chissà come sta Shikamaru!” esclamò il biondino all’improvviso, ricordandosi che nella missione vi era anche l’amico.

A quelle parole Ino sussultò.

Naruto non pensava proprio prima di parlare.

Poi i suoi pensieri si rivolgevano al compagno di team.

Chissà se lui era in pensiero per lei, se l’avrebbe rimproverata per il gesto avventato che aveva compiuto, se magari ora anche lui parlava con Sakura dandole consigli d’amore. No ripensandoci questo era veramente improbabile, era Shikamaru.

Naruto capì che qualcosa turbava nuovamente la giovane.

“Ino ma che hai? Ti fa male qualcosa?” chiese preoccupato.

Che testa quadra.

Lo nominava così, le faceva venire infarto per una visione immaginaria del Nara a cui non era preparata e poi faceva finta di nulla.

Cioè ma non si accorgeva mai di niente quel ragazzo, possibile?

“sei irrecuperabile confermo!” lo accusò lei facendo precipitare Naruto nella totale perplessità.

“ma non è che…?” iniziò lui incerto.

“che cosa, Naruto?” chiese lei spazientita, forse ci era arrivato.

“no niente” cercò di tirarsi indietro lui.

“Naruto!” puoi farcela, pensò la bionda, speranzosa. Quello non avrebbe potuto dirglielo lei, era troppo orgogliosa.

“che ti … cioè a te … insomma …”balbettò lui

“insomma Naruto parla!” esplose lei, mentre il suo ciuffo biondo cominciava a spostarsi dalla sua posa originaria. Shikamaru avrebbe capito che era ora di darsi alla fuga, ma il povero e ingenuo Naruto non si pose nemmeno il problema.

“si e.. sei.. cioè per te … questisonogiorniparticolarioppure… ?” disse tutto d’un fiato

“come dici scusa?!” chiese Ino abbassando lo sguardo verso il letto mentre il ciuffo si scomponeva definitivamente. A quest’ora di solito Shikamaru si apprestava a controllare di essere riuscito a guadagnare almeno a dieci km di distanza.

Naruto invece era a pochi centimetri.

Anche se per sua fortuna era già in un letto d’ospedale.

“Shikamaru” disse “Naruto”  pausa “mi piace” aggiunse dopo brevi pause perché impegnata a schiacciargli per bene la testa sotto il cuscino, era comunque in convalescenza anche lei, non aveva la solita violenza

“e tanto anche” annetté risedendosi sul suo letto, arrossendo visibilmente.

“oooohhhh…” fece Naruto con un’espressione simile a quella dei bambini quando gli rimetti il nasino strappato per finta, sedendosi sul letto a gambe incorciate.

Ino scosse il capo. Era proprio irrecuperabile!

“e glielo hai detto?” domanda ingenua, ma sufficiente per farla arrabbiare di nuovo.

“aaaaaaah! Ma cosa ne parlo a fare con questo baka!” urlò a sé stessa la Yamanaka scompigliandosi i capelli.

“scusa Ino non ti arrabbiare ma se non glielo dici come fa a saperlo?” domandò ancora  il biondino non capendo.

La ragazza bloccò le mani tra i capelli un istante.

Era la seconda volta che la schiettezza di Naruto, articolata o meno complessa, la colpiva.

Forse in effetti avrebbe dovuto dirgli che.. ahh ma no.

“Naruto, Naruto, Naruto… sono gli uomini che dichiarano il loro amore alle donne, non viceversa” profetizzò lei.

“è una regola scritta?” chiese curioso.

Ino si spalmò una mano in faccia pentendosi di quella rivelazione.

Era Naruto.

Non era solo irrecuperabile era proprio una testa quadra.

 

 

Note:

dunque!! Si beh i due parlano mentre Shizune nella sala d’attesa riferisce a Sakura e Naruto che gli amici sono fuori pericolo. I due biondi invece prima di venire separati riprendono conoscenza in una stanza insieme e cominciano a conoscersi. Certo l’esito della conversazione è diverso da quello degli altri due. Qui c’è solo una testa che fa pensieri maliziosi… ^^

baci

marti ♥

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Capitolo 3
*** rivelazioni ***


Rivelazioni...

Shikamaru aprì la porta lentamente, cercando di non far rumore nonostante il forte desiderio di vedere come stava la compagna di team, anzi voleva vederla e basta.

La finestra della stanzetta attirò subito la sua attenzione, era socchiusa e un timido raggio di luna illuminò il letto candido dove la cosa più simile a un angelo che lui avesse mai visto sembrava abbandonata ad un sonno glaciale.

Per un momento gli mancò il fiato, sia per la preoccupazione sia perché era veramente bellissima: i lunghi capelli biondi lasciati sciolti accarezzavano il cuscino seguendone ogni piega e assecondandone ogni curva. Per un attimo desiderò di essere quel guanciale e cercò di distogliere subito i pensieri da qualsiasi immagine che non rispecchiasse la purezza di quello che gli appariva davanti.

Si perse a osservarla riposare per qualche minuto, pensando a quanto aveva avuto paura di perderla, di come era terrorizzato all’idea di non poter più vedere il suo sorriso, tuffarsi nei suoi occhi, udire le sue urla isteriche e perdersi nella sua risata cristallina. Senza neanche rendersene conto i muscoli del suo corpo non rispondevano più ai suoi comandi. Le gambe si erano mosse in avanti e ora con una mano le accarezzava la nuca mentre sulle sue labbra affiorava un sorriso. Non appena se ne accorse si immobilizzò scrollando il capo. Se ne era innamorato, non ci voleva un genio per capirlo, nonostante lui ci avesse messo anni per ammetterlo a sé stesso. E ora quanti ce ne sarebbero voluti per ammetterlo a lei?

“ma che sto facendo … non siamo in una favola” disse sospirando prima di gettarsi su una sedia avvicinata al letto.

Fissò il pavimento per qualche istante e poi riprese a contemplarla.

Di nuovo le sue mani si mossero d’istinto e le sue dita si intrecciarono con quelle bianche della giovane adagiate sul lenzuolo.

All’improvviso la stanchezza lo assalì, si rese conto che non dormiva da quasi due giorni e la tensione lo aveva spossato. Forse avrebbe potuto chiudere gli occhi per qualche istante, pensò, e non appena le pesanti palpebre oscurarono la sua visuale Morfeo lo richiamò tra le sue braccia.

Passò qualche ora e Ino aprì lentamente gli occhi sentendosi intorpidita ma riposata.

Realizzò che doveva essere notte data l’oscurità percepibile fuori dalla finestra. Dopo alcuni secondi si accorse che la sua mano era come bloccata e spostò lo sguardo alla sua destra. Sorrise vedendo Shikamaru che la teneva stretta, con lo stesso braccio su cui aveva appoggiato la testa stanco.

Lei sorrise felice, chissà quanto si era preoccupato per lei.

Forse non provava i suoi stessi sentimenti, ma di sicuro era un buon amico, e a lei andava bene così. Voleva solo averlo vicino. Strinse leggermente le dita intorno alle sue e rimase bloccata a osservare le sue labbra dischiuse, terribilmente invitanti.

Una serie di pensieri che avevano il volto ingenuo di Naruto l’assalì. Ritrasse la mano dalla dolce presa come se si fosse scottata mentre le gote brillarono di rosso. E se Naruto avesse avuto ragione? Se fosse toccata a lei la prima mossa? Nooo! Non poteva essere vero, Ino Yamanaka non poteva far cadere così il suo orgoglio, di fronte alle prime labbra attraenti che guardava.

 Cos’era tutto quel flusso di pensieri?!

“reprimi i tuoi ormoni stupida!” si ripeté cercando di auto convincersi che non le voleva, non le poteva volere, insomma ch non doveva desiderare di baciarlo. In fondo non ne avrebbe avuto neanche il coraggio.

Anche se forse era questo il punto.

Confessargli i suoi sentimenti sarebbe stato coraggio o mancanza d’orgoglio? Due concetti opposti che nella mente della giovane si erano combattuti a lungo, il suo cuore era coraggioso ma la sua mente orgogliosa. Non poteva permettere al primo di sorpassare il secondo, si impose ancora una volta socchiudendo gli occhi lasciandosi andare sul cuscino.

Presa dai  pensieri si mise distratta ad accarezzare la guancia del giovane con la mano che prima teneva stretta alla sua. Lui si svegliò a quel lieve tocco e confuso si domandò se stesse sognando o meno.

“Ino?” farfugliò con una voce roca sexy da morire, che fece sussultare la giovane riportandola alla realtà.

“Ehm… si… io...” disse imbarazzata portandosi la mano incriminata alle guance, che sentiva bruciarle, ringraziando il buio per la poca visibilità.

“come ti senti, seccatura?” domandò stiracchiandosi.

“ehm, meglio grazie… tu stai bene invece?” chiese lei apprezzando la divagazione effettuata dal compagno di team.

“Scusami Ino” asserì lui fissandola serio “avrei dovuto impedire che ti accadesse questo, dovrei esserci io in quel letto” continuò non riuscendo a trattenere il senso di colpa in parte ammesso a Choji e Sakura.

Lei cercò di articolare qualcosa, avrebbe voluto dirgli che le dispiaceva di essere stata un peso, che per lui avrebbe dato la sua vita, che non avrebbe sopportato di perderlo, ma il cuore le batteva troppo forte, la mente vorticava in un flusso di pensieri opposti ed era annebbiata da migliaia di sensazioni.

Shikamaru si alzò voltandosi, maledicendosi per essersi addormentato, per essere stato così stupido e per aver ancora abilmente evitato di dirle cosa provava per lei, fingendo di non aver sussultato per il tocco vellutato dei suoi polpastrelli.

“sei un coniglio” sospirarono insieme i due giovani.

Shikamaru si voltò di scatto mentre Ino sgranò gli occhi fissandolo.

“no io cioè non volevo dire a te, stavo, cioè stavo pensando che… non trovi che faccia caldo qui? No perché..” la bionda cominciò a parlare istericamente a vanvera imbarazzata e incerta su quello che aveva sentito o meno, rendendosi conto di aver ormai perso ogni forma di dignità e forza caratteriale. Ma il leone che era in lei dove diavolo si era cacciato? Sicuramente era colpa delle medicine.  

Nel suo farfugliare e gesticolare senza senso Shikamaru la trovò estremamente adorabile.

Poi si chiese quante probabilità ci fossero che avessero pensato la stessa cosa e decise che non avrebbe più aspettato.

“e quindi mi chiedevo se.. dormiresti con me stanotte?” chiese lei ritrovando improvvisamente la sua esplosione di energia che la caratterizzava, prima di rendersi conto di cosa effettivamente gli avesse appena chiesto.

Shikamaru incurvò un angolo della bocca maliziosamente e fu a pochi centimetri dal viso di lei in meno di un secondo.

“io…” cercò di articolare lei sperando di trovare una improbabile soluzione.

“potrei dormire con te stanotte, seccatura?” domandò lui soffiandole sulle labbra dolcemente.

Entrambi avevano fatto il primo passo e a nessuno dei due importava chi si era mosso per primo poiché ora sapevano che non avrebbero più aspettato e nulla poteva renderli più felici.  

 

 

Note:

si.. beh.. mi è uscita un po’ sdolcinata.. forse era meglio qualcosa di più combattivo.. come lo Shika che si arrabbia con Sakura nella sala d’aspetto.. ma dopotutto c’è la stanchezza e la sventata paura di averla persa da parte di lui... mentre lei non riesce a chiarirsi i sentimenti perdendo un po’ del suo lato feroce usato con Naruto.. mah.. magari ne faccio una versione più sprint se non vi ha soddisfatto questa! ^^

grazie a chi segue, besitos!

marti♥

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Capitolo 4
*** ShikaIno versione 2 ***


Shikamaru salutò la rosa con il volto aperto in un sorriso.

Ino era fuori pericolo e tramite la chiacchierata con sakura era convinto che in fondo a lei non interessasse affatto l’Uchiha.. o meglio.. era quello che aveva deciso di credere, non avendone la totale conferma. Forse si sarebbe fatto avanti prima o poi e lo avrebbe scoperto.

Il ragazzo guardò la bionda stesa su letto. Era bellissima, non poteva negarlo, tanto che il suo volto si addolcì più di quanto non volesse far apparire.

“stai bene?” domandò avvicinandosi un poco.

“si” disse la biondina con l’aria stanca ma gli occhi luminosi.

“bene..” disse lui, prima di afflosciarsi sul pavimento.

“Shikamaru!” urlò Ino preoccupata. Saltò giù dal letto e cercò spaventata di far qualcosa, fino a quando capì che il giovane era solo crollato dal sonno. Conoscendolo, riflettè la bionda, sarà rimasto in pensiero fino ad ora.

“stupido Nara…” disse lei sorridendo dolcemente, mentre con il dorso di una mano gli accarezzava una guancia.  La giovane, debole per l’intervento subito non riuscì a trascinarlo sul letto, perciò decise di trasferire cuscino e lenzuolo accanto al suo compagno di team. Lui si era sempre preso cura di lei, e lei ne aveva sempre approfittato. Spesso si sentiva un peso per la squadra. Nonostante i consigli di Naruto le avessero fatto piacere, ci sarebbe voluto tempo per metterli in pratica. Forse lui aveva ragione anche sul fatto che il moro non conoscesse i suoi sentimenti per lui. La ragazza si sedette accanto al giovane, adagiato sul cuscino che aveva avuto la premura di procurargli. Lo fissò un istante e avvertì il cuore cominciare a batterle più forte. Se solo avesse potuto far parlare quel battito al posto suo tutto sarebbe stato più semplice, niente orgoglio, niente cervellotici pensieri, niente spiegazioni imbarazzanti.

Lentamente il giovane aprì gli occhi e vide la biondina che lo osservava. Imbarazzato si tirò su di colpo massaggiandosi la nuca e trovandosi a pochi centimetri dal viso di lei.

“ehm io.. scusa-a-m-m-i…” aveva farneticato prima di rendersi conto della mini distanza fra loro.

Lei si allontanò di scatto “sei caduto come un sacco di patate, bel modo di salutare! Ahhh… gli uomini sono delle femminucce Nara, non preoccuparti, lo so benissimo!” cercò di scherzare lei.

Shikamaru si mise a ridere tirando un sospiro di sollievo per l’avvenuto distaccamento. Non aveva mai sentito così da vicino il suo profumo di fiori e nel momento in cui lei si discostò si chiese se ci sarebbe mai stata la possibilità che fosse suo. Poi tornò in se, l’aveva forse offeso?

“ehi non è colpa mia se tu volevi farti uccidere e ci eri quasi riuscita! Sono stato sveglio due giorni per cercare di capire se eri fuori pericolo!” disse quasi sgridandola, anche se il suo tono era solo colmo di sincera preoccupazione.

“lo so che sono un incapace cosa credi? Non serve che me lo ribadisci!” disse lei cercando di alzarsi di scatto ma ottenendo solo una culata in terra.

“ehi ti sei fatta male” disse lui allungando un braccio per sfiorarla

“non mi toccare” urlò lei

“Oh come vuoi! Sei sempre la solita acida!” fece lui voltandosi dall’altra parte.

Seguirono alcuni istanti di silenzio, poi…

 “Ino, senti, io non intendevo dire…”

“oh si che intendevi caro mio! Sono un’ irresponsabile buona a nulla! Perché non chiedi a quella tinta di Suna di diventare la tua nuova compagna di team? Lei di sicuro non si farebbe ammazzare per te, non avrai nulla di cui preoccuparti!” urlò lei trattenendo le lacrime, domandandosi se avesse appena pronunciato una mezza dichiarazione o un insulto.

Shikamaru ebbe la stessa sensazione.

 Seguirono alcuni secondi di silenzio, poi lei lo ruppe alzandosi bruscamente. La sua gamba tremò prima che lei potesse proferire qualche uscita ad effetto e il giovane allungò le braccia in avanti per afferrarla.

“dovresti perfezionare le tue uscite sai cara mia?” sentenziò con tono roco e dolce incatenando gli occhi di lei ai suoi, marcando le ultime parole.

“beh io.. ma chi ti credi.. di essere.. le mie uscite sono.. sono.. bellissimi..” tentò lei cercando di divincolarsi, con poca convinzione dalla forte e sicura presa di lui, che con un braccio le cingeva le spalle mentre con l’altro le sfiorava un braccio. Il suo sedere questa volta era morbidamente atterrato fra lo spazio tra le gambe incrociate di lui, che si affrettò a spostare l’atro braccio sotto le sue ginocchia per sollevarla e portarla sul letto. Anche se non aveva poi tutta questa fretta in effetti.

“Bellissimi?” domandò allora lui sarcastico “anche danni al cervello ora seccatura?”

Lei rise, cosciente che il bellissimi le era scappato guardando i suoi occhi, mentre la mano di lui tornava indietro per punzecchiarle le guance con l’indice.

“e smettila! Stupido!” disse arrossendo afferrando il suo dito fastidioso per farlo smettere, ma prima di accorgersene le loro mani erano incrociate l’una nell’altra, così come i loro sguardi.

“Ero veramente preoccupato per te Ino. E non perché sei la mia compagna di team.” Disse serio lui.

Lei non trovò alcuna parola per rispondere, interdetta da quella specie di dichiarazione.

“e per inciso non potrei mai sopportare di cambiare compagna di squadra.” Concluse stringendo più forte la sua mano.

Lei sorrise gioiosa, prima di sciogliere la presa per passargli una mano sul viso. Lo accarezzò e lui chiuse gli occhi, inebriato dal profumo di quel gesto. Avrebbe potuto violentarla in quel momento, se ne avesse avuto la forza. Ma i suoi bollenti spiriti furono gelati dallo schiaffetto ripetuto in cui lei tramutò divertita la carezza.

“tutto qui?” chiese rallegrata e maliziosa.

“come tutto qui? non vedi? È già stato abbastanza seccante innamorarmi di te. Non voglio correre altri rischi con altre seccature.” disse arrossendo seccato volgendo lo sguardo dall’altro lato. Lei riprese a coccolarlo con la mano mentre lui finse di essere infastidito fin quando non fu costretto a girarsi.

Allora lei poggiò la fronte alla sua.

“come ho potuto innamorarmi di un’incapace nel fare dichiarazioni d’amore come te… non crederai di certo che ora sarò io a baciarti vero?” affermò maliziosa soffiandogli sulle labbra.

Il Nara non se lo fece ripetere due volte e si affrettò ad accorciare la distanza fra loro.

“così va meglio?” chiese astuto osservandola aprire dolcemente gli occhi socchiusi.

“non saprei…” rispose altrettanto maliziosamente lei “forse sono solo scomoda, magari sul letto…” disse sorridendo furba.

Il giovane la sollevò in un lampo e la adagiò dolcemente sul materasso prima di riprendere a baciarla con passione.

 “oh si, così va molto meglio” anticipò lei mettendogli un dito sulle labbra arrossate, prima di tirarlo a se per ricambiare quei baci aspettati una vita.

 

“si!” urlò qualcuno da fuori la porta prima che qualcun altro gli tirasse un pugno in testa.

“vuoi fare silenzio, testa quadra! Mica vorrai disturbarli!” fece lei socchiudendo la porta dei due innamorati.

Il biondino incrociò le braccia dietro la testa.

 “Ufffaaaaa.. e pensare che siamo corsi qui perché li abbiamo sentiti che si gridavano insulti, Sakura chan perché anche le nostre litigate non finiscono così” domandò lui prima di ricevere una raffica di pugni che gli fecero perdere conoscenza.

“me lo domando anch’io Naruto. Eh già, me lo domando anch’io” disse lei sorridendo, trascinandolo nella sua stanza.   

 

 

Note:

versione sprint eseguita! Spero sia stata piacevole!! Alla prossima!! Baci baci

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Capitolo 5
*** NaruSaku ***


Sakura sorrise per la frecciatina lanciata al ragazzo moro con cui si era appena salutata ed entrò nella stanza di Naruto socchiudendo la porta.

Il giovane era pieno di energia e la salutava agitando le braccia: si vedeva che era al settimo cielo.

“Sakura chaaaan!!” urlò prima di cambiare espressione bruscamente, ricordandosi le parole di Ino, 

che gli sembrò apparire in miniatura sulla sua spalla destra, mentre lo rimproverava da brava coscienza immaginaria.

“Naruto!

Cosa fai!

Abbiamo detto di frenare la tua solita e

sfacciata esuberanza! Sii più normale diamine!”

sbraitò lei diventando rossa in viso.

 

Naruto strabuzzò gli occhi.

“oh si certo, ora ricordo!” affermò sotto lo sguardo dubbio di Sakura, che di stranezze del biondino ne aveva viste tante, 

ma parlare da solo era strano forte anche per la sua esperienza annalistica.

Naruto non era sicuro di vedere realmente Ino, ma poco gli importava, se poteva dargli dei consigli su come comportarsi con Sakura.

“ciao Sakura chan, ti senti bene?” domandò più rilassato.

“bravo così!

Ora dille che ti dispiace”

 

“uh?”

fece lui guardandosi la spalla

“ ah si si ok” disse sottovoce prima di continuare rivolto alla rosa

“mi dispiace”

Inutile dire che Sakura stava cominciando a perdere la pazienza per quella stranezza, ma le parole pronunciate dal ragazzo la addolcirono.

“e per cosa? Per essere te?” chiese sarcastica e dolce al contempo, ormai si era rassegnata al suo modo di fare.

Il giovane sorrise imbarazzato grattandosi la nuca.

“ahahah bella questa..”

rise la Ino-coscienza.

“zitta tu” disse Naruto mascherando le parole con un colpo di tosse.

“ma come ti permetti, ma guarda te..

io son qui che ti aiuto..

comunque  dille che ti dispiace per averla messa in pericolo”

aggiunse la biondina.

“allora?” lo incitò Sakura.

“si beh.. mi spiace di averti messa in pericolo Sakura chan, di nuovo. 
E’ colpa mia. Ma io non volevo cioè non era mia intenzione… io volevo solo… proteggerti”

“però fai progressi”

commentò la mini Ino.

Sakura sorrise ricordando le parole di Shikamaru.

 “Si lo so Naruto, tu hai sempre rischiato la vita per me, ed è …  perché … sei proprio uno stupido” aggiunse volgendo lo sguardo in terra.

Il biondino la guardò affranto e lei, rialzando coraggiosa lo sguardo non poté ignorare i suoi occhi, 

che ti spogliavano di ogni menzogna, di ogni maschera, di ogni incertezza.

“non fraintendere” lo anticipò lei vedendo il giovane che si mordeva un labbro.

 “beh.. io.. volevo dire che non dovresti. Non merito un simile trattamento,
non merito le tue attenzioni, non merito di starti accanto per come ti ho sempre trattato” 

disse guardandosi mentre puntellava la punta di un piede sul pavimento e portando una mano a sostenere il gomito opposto.

 

“vi lascio soli…”

proclamò la piccola puttina

 vedendo l’espressione afflitta di Sakura.

Naruto scese dal letto e l’abbracciò con il braccio libero, accarezzandole la testa.

“ma cosa vai dicendo Sakura-chan, tu sei tutto per me, non potrei mai lasciarti morire, soprattutto senza aver mantenuto la mia promessa” 

disse con tono dolce ma al contempo deciso. Sakura non riusciva a vederlo ma sapeva che i suoi occhi cerulei si erano riempiti di determinazione per quella affermazione.

La promessa, la stramaledetta promessa di riportarlo indietro.

Lui aveva rischiato di morire per lei e per la sua PROMESSA, il suo capriccio da bambina espresso troppi anni prima, 
incosciente di cosa le avrebbe riservato il futuro.

Non fece neanche in tempo a finire il pensiero che gli occhi le si appannarono di lacrime e 
istintivamente abbracciò il biondino, che con stupore ricambiò imbarazzato. 
Il profumo dei capelli di lei era ancora chiaramente percepibile e chiuse gli occhi per assaporare appieno quel momento, 
anche se odiava vederla piangere.

“odio vederti piangere” affermò infatti deciso dopo alcuni secondi. 
Poi riprese “perdonami, davvero”

Sakura sentì la rabbia salirle addosso.

Non poteva continuare così, non poteva approfittarsi di lui a quel modo.

Farlo sentire in colpa per qualcosa che non aveva fatto, solo perché lei non aveva il coraggio di dirgli che lo amava.

Era proprio un’idiota.

“sei uno stupido Naruto, sei uno stupido SEI UNO STUPIDO!” 
disse prima sottovoce, poi sempre più forte, cominciando a tirargli deboli pugni sul petto. 
Per poi scoppiare nuovamente in lacrime lasciandosi scivolare a terra, avvolta dalle sue braccia che non misero di stringerla un istante.  

“ehi ehi ehi.. Shhhh, non fare così…” cercò di consolarla Naruto stringendola più forte.

Lei si discostò un poco da lui e il ragazzo cercò di agevolarle i movimenti, tenendo morbide le braccia, ma senza lasciarla del tutto.

Lei lo fissò con gli occhi umidi, segnati dalle notti insonni, i capelli ancora disordinati dal ritorno dalla missione, i vestiti strappati in alcuni punti dai colpi lanciati dai nemici.

“sono io che ti devo chiedere scusa, Naruto” disse con voce intermittente.

“e di cosa? Di essere te?” proferì lui con un sorriso alla Naruto, ricalcando le parole che aveva usato lei poco prima.

A Sakura si sciolse il cuore.

Non poteva più aspettare, non doveva più aspettare, quello era il momento perfetto.

Lei avvicinò il volto a quello di lui, che sentì suonare nella mente la voce di Ino, “a noi donne non piace fare il primo passo” 
e senza pensarci un momento la baciò velocemente, quasi per paura di essere scottato.

Una volta preso fiato Naruto non poté fare a meno di commentare, con un enorme sorriso stampato in faccia 
“ perlomeno non mi hai catapultato fuori dalla finestra con un pugno” 
disse spontaneo per poi mettersi in posizione fetale aspettandosi il peggio.

“oh no Sakura chan, ti prego sono ferito, risparmiami!!”  urlò il biondino coprendosi la testa.

Aspettò qualche istante e, non incassando nessun colpo, fissò stranito Sakura che era immobile davanti a lui e stava… ridendo?

E non solo, rideva proprio come una matta.

“ohh Naruto… sei proprio irrecuperabile” disse dolcemente con una nuova luce negli occhi, avvicinandosi per baciarlo ancora.

“ma che, hai parlato con Ino?...”

 “… AHIAAAAAA! Ma Sakura-chaaan!”

 

 

 

Note:

ciao a tutti!!

Chiedo perdono per la Ino coscienza ma non ho saputo resistere… fate finta di non vederla… :)

Vorrei ringraziare tutti coloro che leggono silenziosamente e non e chi ha messo la storia tra i preferiti  e i seguiti… grazie mille

un grazie speciale a ryanforever che sa quanto apprezzi le sue recensioni( ps: ci ho provato a non picchiarlo hai visto??!! ;), e anche a kiki, voi due non mi abbandonate mai, è una soddisfazione scrivere quando si sa che il tuo lavoro è apprezzato, grazie davvero, e colgo l’occasione per chiedervi di dirmi la vostra nel bene e nel male, credo possa aiutare a migliorare molto!

Un abbraccio

marti

  

 

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