Suburbia's Light

di Pochka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Suburbia's Light ***
Capitolo 2: *** (Not) As hard as it seems ***



Capitolo 1
*** Suburbia's Light ***


Oh santo cielo, l'ho fatto di nuovo. Una fan fiction etero nella sezione Reborn?! Scherziamo?!
Tra l'altro, ero talmente presa dalla mia coppia(xD), che sono saltata alle conclusioni troppo presto, temo.
Sappiate che sono ORGOGLIOSA di questa fiction, anche se non piacerà a nessuno. *w*(Per lo meno è più bella dell'introduzione).

Era notte fonda, eppure la città era più sveglia che mai.
Il vociare della folla, le luci colorate dei pub.
Tutto si univa nel dare un po' di magia a quelle strade che durante il giorno erano così spente, trascurate e malfamate.
I locali di quella zona erano il posto adatto per uno studente universitario che cercava lavoro:
il personale scarseggiava sempre, a volte perchè qualcuno perdeva la vita in una rissa.
«Xanxus senpai, dammi una mano a pulire!»
La voce irritante e spaccatimpani del suo collega gli giunse alle orecchie.
Squalo, ventidue anni, lunghi capelli argentei legati in una coda, lo fissava con il mento appoggiato al manico della scopa.
«Vorrei tornare a casa, oggi.» sbuffò.
Xanxus sollevò la testa dal bancone e ricambiò lo sguardo.
Squalo rabbrividì. Gli faceva sempre un certo effetto venire scrutato da quegli occhi rossi e da quello sguardo da pazzo. Sembravano quelli di un demone. Un demone ventiquattrenne coi capelli neri ingellati.
Il suo senpai sbattè di nuovo la testa sul tavolo.
«Per l'ultima volta.» mugugnò. «Non è colpa mia se ieri il padrone ci ha chiusi dentro. E poi hai già finito.»
«Macchè finito! Potresti fare almeno finta di aiutarmi, invece di startene lì a bere! Ehi, mi ascolti? Ehi!» sbraitò Squalo.
Xanxus si mise a fissare la bottiglia di brandy quasi vuota.
«Sciocchezze» mormorò alzandosi «Ho bevuto solo un bicchierino...»
Prese la bottiglia, finì di berne il contenuto e la gettò.
«Datti una mossa, anch'io oggi voglio uscire prima.»
Squalo smise di colpo di lamentarsi con la scopa del fatto che era solo un povero studente, guarda dove doveva lavorare e con chi, e sul suo viso apparve un ghigno divertito.
«La signora Sawada, eh?»
Xanxus lo ignorò fingendo di sistemare le sedie.
Finirono di sistemare il locale alle tre e mezza passate e vennero prontamente cacciati fuori dal padrone.
«Che vecchiaccio arzillo.» disse Squalo accendendosi una sigaretta. «Allora oggi ci vai davvero?»
Dato che dopo tre minuti buoni non ricevette alcuna risposta, lo salutò con un "muoviti che tra poco chiude anche lei".
Lo so benissimo, che credi? pensò l'uomo, camminando svogliatamente tra la folla di ubriachi che gli ostacolava il passo.
Speriamo solo di fare in tempo.
Si fermò solo quando intravide una donna dall'aspetto gioviale dai corti capelli castani mettere alla porta un uomo con gentile decisione.
«Non preoccuparti, Hiroshi, si sistemerà tutto. Però ora devo chiudere!»
Nel sentire quella voce Xanxus ebbe un brivido. Era calda e dolce, ma anche molto determinata.
Si avvicinò alla donna mentre lei girava un cartellino sulla porta con scritto "chiuso".
«Nana.» disse, cercando di sorridere.
«Oh...»
La donna si girò, sorpresa, e subito abbracciò Xanxus.
«Ciao, come stai? Vieni, entra! Non ti ho visto ieri, mi sono preoccupata! Sai com'è, con la gente che gira da queste parti...»
Xanxus entrò nel locale poco illuminato di Nana. Era piccolo, c'erano solo un paio di tavoli ed un bancone. Tutto era pulito e ordinato, tutto il contrario di quello dove lavorava lui.
Si sedette a un tavolo, e Nana lo imitò. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Secondo lui era una donna fantastica.
Si era sposata a ventitrè anni e aveva dato alla luce un figlio, Tsunayoshi. Poco dopo la nascita del bambino, però, suo marito Iemitsu morì in un incidente sul lavoro, e lei dovette crescere Tsuna da sola.
Nonostante questo era una donna semplicemente stupenda, con il sorriso più dolce e sincero che il ragazzo avesse mai visto.
I suoi modi materni lo avevano conquistato.
Si erano conosciuti sei mesi prima, quando Xanxus aveva cominciato a lavorare in quella zona.
Stava tornando a casa dopo il lavoro quando vide un uomo che urlava che stringeva il braccio di una donna.
Ma la donna non era né spaventata né mostrava dolore. Mostrava invece una sicurezza incredibile, mantenendo un flebile sorriso.
"Ubriacarti è una tua scelta" disse "ma non puoi venire qui a insultare gli altri clienti! Non ti hanno fatto nulla!" e lo cacciò così, con tanta semplicità.
Quando Sawada Nana incrociò il suo sguardo e lo invitò ad entrare, lui capì che qualcosa era cambiato.
I due si innamorarono e iniziarono quella strana avventura, quel loro veloce incontro che durava solo un'ora al giorno.
«Nana, cosa ti è successo alla gamba...?» mormorò Xanxus notando una macchia scura poco sotto al ginocchio della sua compagna.
«Oh, questo?» disse lei, quardandosi la gamba come una bambina curiosa. «In effetti inizia a farmi un po' male... Oggi un cliente ha ben pensato di darmi un calcio.»
Xanxus si alzò di scatto, facendo quasi cadere la sedia. Senza accorgersene, stava quasi urlando.
«Come sarebbe a dire, ti ha picchiata? E ne parli con tanta leggerezza?»
Anche Nana si alzò, e gli mise le braccia attorno al collo, avvicinando il viso al suo.
«Che carino che sei a preoccuparti così per me.» ridacchiò. «In verità ho solo sbattuto contro una cassa, va tutto bene.»
«Davvero?» chiese Xanxus iniziando ad accarzzarle lo sterno. Non c'era da fidarsi di Nana, quando "andava tutto bene"
Lei lo baciò piano sul collo, iniziando a sbottonargli la camcia.
Era sempre così. Due chiacchere, magari una bevuta, sesso.

«Sono stanca, Xanxus.» sussurrò poi lei, accarezzandolo. Aveva posato la testa sul suo seno come un bambino e aveva iniziato a sonnecchiare.
«Non voglio continuare a fare tutto di nascosto. Vorrei starti più vicino. Mi ascolti?»
La sua voce suonava proprio come quella di una mamma. Xanxus mugugnò qualcosa per farle capire che non stava dormendo.
«Potresti iniziare a lavorare qui, che ne dici?»
Fu come ricevere una secchiata d'acqua fredda.
«Ve... venire a lavorare qui?» balbettò mezzo addormentato. Forse sì, era addormentato, stava sognando.
Si diede furtivo un pizzicotto. Era sveglio. Accettò senza pensarci due volte e baciò di nuovo Nana.
«Speriamo che il tuo amico non se la prenda, però!» esclamò lei, sinceramente preoccupata per Squalo. «Non si sentirà solo?»
«Chi quello? Non credo proprio.»

In una casa piuttosto lontana da lì, uno studente universitario starnutì.
«Chissà come vanno le cosa a Xanxus?» chiese al suo gatto, rigirandosi nel letto.
«Credo che prima o poi mi pianterà in asso.»
E dopo aver sonoramente sbadigliato si addormentò, pensando a quali pesanti torture avrebbe potuto infliggere al senpai se solo avesse osato abbandonarlo in quel locale per una donna.

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Capitolo 2
*** (Not) As hard as it seems ***


× Prima di cominciare con questo secondo e ultimo capitolo (avrei voluto farne un altro dove Nana moriva, ero particolarmente depressa in quel momento. Non lo farò MAI, comunque), volevo ringraziare RedFraction, che ha scirtto la mia prima recensone su efp e mi ha pure riempito di complimenti. *Nasconde coda pavonesca (?)*  Vuoi sapere come mi è venuta in mente...  Eh, lo scriverò alla fine di questo capitolo ù.ù *Muahahah!*

E non temere per Hibari. Non mi piace vederlo in coppia con qualcunA.

Suburbia's Light
(Not) as hard as it seems

«… E aggiungo che sei uno sporco traditore, insensibile ed egoista. Abbandonarmi così in quel bar puzzolente..!»
Squalo aveva voglia, come al solito, di urlare dietro alla gente durante la pausa pranzo.  
Ogni giorno sceglieva una vittima diversa: la mensa dell’università era gigantesca e non era raro pestare accidentalmente il piede a qualcuno.
Dunque Xanxus si chiedeva come cavolo fosse possibile che nessuno gli avesse ancora rovesciato del cibo addosso, in modo da salvarlo da quel capellone che camminava avanti e indietro come una tigre in gabbia.
«Senti» sbottò appoggiando rumorosamente la lattina di birra vuota sul tavolo. «che ne dici di lasciare il tuo senpai in pace? Su, vattene. Devo... studiare.» E si nascose dietro al primo libro che trovò nella borsa.
Squalo incarnò le sopracciglia, smise di sbraitare e incrociò le braccia. Inizialmente prese in considerazione l'idea di lasciarlo in pace sul serio: quando non era altro che una piccola matricola, lo aveva sorpreso più di una volta mentre tentava di appendere dei tizi dell'ultimo anno. Ma dopo aver cacciato quei brutti ricordi risalenti ad anni prima, si accorse però che Xanxus era stranamente rilassato: non si guardava attorno con sospetto come al solito, ma leggeva tutto interessato un capitolo del libro di economia. Evidentemente non si era accorto di tenerlo sottosopra. Glielo prese dalle mani, lo raddrizzò e glielo rimise davanti.
«Deduco che vada tutto bene, con la signora Sawada.» disse con non chalance, controllando l'orologio e iniziando a prendere la sua roba.
Colto alla sprovvista, Xanxus emise un debole "Mmh...".
Solo dopo qualche secondo riemerse dal suo nascondiglio con un'espressione piuttosto seria.
«Credo che suo figlio mi odi, però.»  bofonchiò il moretto.
Sentì il compagno borbottare qualcosa come "Brutto affare" mentre lo salutava e si avviava fuori dalla mensa.
Il figlio di Nana,Tsunayoshi, detto ImbranaTsuna.
Xanxus rimase francamente sorpreso mentre Nana gli spiegava, di fornte al figlio, il motivo di quello strano nomignolo.
Mentre la donna parlava e il suo nuovo compagno di vita dava segno d'ascolto solo con dei deboli "A-ah", il giovane Tsuna cercava evidentemente di sparire dalla faccia della terra, terribilmente imbarazzato.
Da allora, Tsuna non aveva mai rivolto la parola a Xanxus. Addirittura, tentava in ogni modo di non rimanere da solo con lui per più di cinque secondi.
Almeno fino ad un uggiosa giornata invernale.

«Dovrei... stare qui a curarlo finché non torni?»
«Mi faresti un grande favore!» bisbigliò Nana con un gran sorriso. «Si è preso l'influenza, poverino, ma io oggi ho un impegno molto importante... Non vorrei che si alzasse e svenisse sulle scale.»
Xanxus accettò, non sapendo se essere allibito dalla scarsa fiducia della madre nei confronti del figlio o preoccupato.
Nana lo salutò con un bacio e si chiuse la porta alle spalle, canticchiando una canzone sui ritardi.
L'uomo ebbe la strana sensazione di essere caduto nella  sua trappola.
Magari mi sveglio e scopro che è solamente un incubo.
Iniziò a salire le scale con calma, fermandosi qualche secondo ad ogni gradino.
Poteva sforzarsi quanto voleva, ma il solo affetto che porvava per Nana di sicuro non poteva bastare a bloccare i suoi istinti omicidi:  non era mai stato un asso con bambini, ragazzini e gente più piccola di lui in generale. Per questo non avrebbe mai fatto il babysitter, neanche per guadagnare qualche soldo extra.
Arrivò davanti alla porta della stanza di Tsuna, leggermente aperta e sbirciò dentro. Il ragazzo era seduto sul letto, in pigiama, con una coperta di pile attorno alle spalle e fissava fuori dalla finestra, dando le spalle all'entrata.
Xanxus entrò senza fare rumore e Tsunayoshi si spaventò non poco quando lo salutò con un semplice "Ehi". Quando si riprese, gli fece solo un cenno, e ben presto la stanza si riempì di un cupo silenzio.
Il ragazzino riprese a guardare il cielo plumbeo; solo allora Xanxus si rese conto di quanto fosse pallido. Evidentemente, non se la stava passando benissimo.
«Ehm...» incominciò.
Fantastico. Ora che faccio?
«Credo che tua madre abbia fregato entrambi.»  La frase gli era sorta spontanea e non era riuscito a trattenerla.
Tsuna si girò di nuovo a guardarlo, con gli occhi e lucidi tipici delle persone febbricitanti e lmbra di un sorriso sul volto.
«È tipico di mamma.» mormorò. «Voleva che ti parlassi, credo.»
«Devi dirmi qualcosa?» disse ingenuamente Xanxus. Non capiva un granché delle altre persone.
«Io no. Ma forse lei pensa che sia il contrario.»
Xanxus ci capiva sempre meno. Iniziò a guardare Tsuna come se gli fosse spuntata un'altra testa.
«Sì, insomma...» si apprestò ad aggiungere l'altro, intimorito. «Magari ha capito male... Cioè, avrà anche il sesto senso da mamma, ma...»
«Come mai mi eviti?»
«Eh...?»
«Insomma, fai di tutto per non rivolgermi la parola! Non è proprio un complimento, sai?»
Tsuna distolse di nuovo lo sguardo, ma stavolta aveva un'aria più assorta.
«In effeti è vero.»
Io lo strangolo.
«Non è che lo faccia apposta... E' che ho sempre avuto un po' paura.»
Xanxus mise da parte l'idea di ammazzare il figlio della sua compagna per un attimo e cercò di concentrarsi. Paura? Non capiva proprio.
«E di che cosa, per la precisione?»
Tsuna si sdraiò e chiuse gli occhi. Rimase in silenzio per alcuni minuti, tanto da sembrare addormentato.
«Ho sempre vissuto solo con mamma. Non ha mai parlato molto di mio padre...
 «Una volta, da piccolo, strappai accidentalmente la foto del suo matrimonio. Non mi sgridò e fece di tutto per sembrare tranquilla, ma si vedeva lontano un miglio quanto soffriva.  Non volevo rivederla in questo stato.
 «Credo che per me sarà dura abituarmi a vederla con un altro uomo.»
«Be', tutto qui?» sbottò Xanxus, un po' irritato da quel discorso: insomma, chi credeva che fosse?
Il ragazzino aprì gli occhi e sorrise nervosamente.
«Sì, forse è tutto qui.»
Ricevette una cuscinata in faccia e sentì la porta chiudersi.
«Non io, moccioso.» borbottò Xanxus piuttosto forte.
tsuna finalmente si addormentò, decisamente sollevato da quell'affermazione.

«Ma come, sei rimasto tutto il tempo qui?» chiese Nana, più stupita che imbronciata, vedendo Xanxus sonnecchiare sul divano del salotto.
«Mmh...» Mugugnò lui, mezzo assopito. «No, sono salito, prima.»
«Ah sì?» fece lei. «E com'è andata?»
«In che senso "Com'è andata?"?!» chiese Xanxus, improvvisamente sveglissimo.
Lei ridacchiò e si diresse verso la cucina.
«Non ti dispiace mangiare qui, oggi, vero?»
Xanxus scoprì che gli avrebbe fatto molto piacere. Eppure sembrava così difficile, una volta....




Spazio autrice
Mmmh... Questo capitolo non  dovrebbe neanche esistere. E' che Tsuna non aveva ancora detto la sua.
Ok, Squalo doveva lamentarsi con Xanxus. Tutto qui.
Squalo... cosa avrei fatto senza di lui? Quest'estate mi è venuta in mente la coppia per scherzo. Diciamo che a me piace immaginare Xanxus un po' con tutte, mi ritrovo fan XanxusChrome, XanxusBianchi, XanxusCervello, XanxusMarmon (sono dell'idea che sia femmina dalla prima apparizione, davvero. Non cambierei idea neanche fosse dimostrato il contrario.) eccetera eccetera.
Quando mi è venuta in mente Nana... basta, deciso. xD Un po' per scommessa, decisi di farla diventare una coppia vera e non solo fumo. Unico ostacolo: non sono proprio una gran scrittrice! I personaggi tendono un po' all'OOC, ma tanto è segnalato ed è pure un'AU, tiè!
Ehm, torniamo a noi. Mi ero messa in mente di scriverla, sì. Aprii word. "Fantastico, e adesso?" Mi sono venute in mente le luci della città dove vado al mare di solito, perché vederle riflesse nell'acqua è fantastico. No, non sono pazza ò-ò".
Senza volerlo mi sono messa a scrivere... E la prima battuta, nonché l'ultima... era di Squalo. Mi fermai un attimo a pensare "Che ci fa qui?", ma poi decisi che andava bene. Et voilà, in mezz'ora eccola. Una bozza con qualcosina da sistemare qua e là, niente di più.
La mia coppia.

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