Suburbia's Light di Pochka (/viewuser.php?uid=84681)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Suburbia's Light ***
Capitolo 2: *** (Not) As hard as it seems ***
Capitolo 1 *** Suburbia's Light ***
Oh santo cielo, l'ho fatto di nuovo. Una fan fiction etero nella sezione Reborn?! Scherziamo?! Tra l'altro, ero talmente presa dalla mia coppia(xD), che sono saltata alle conclusioni troppo presto, temo. Sappiate che sono ORGOGLIOSA di questa fiction, anche se non piacerà a nessuno. *w*(Per lo meno è più bella dell'introduzione).
Era
notte fonda, eppure la città era più sveglia che
mai.
Il vociare della folla, le luci colorate dei pub.
Tutto si univa nel dare un po' di magia a quelle strade che durante il
giorno erano così spente, trascurate e malfamate.
I locali di quella zona erano il posto adatto per uno studente
universitario che cercava lavoro:
il personale scarseggiava sempre, a volte perchè qualcuno
perdeva la vita in una rissa.
«Xanxus senpai, dammi una mano a pulire!»
La voce irritante e spaccatimpani del suo collega gli giunse alle
orecchie.
Squalo, ventidue anni, lunghi capelli argentei legati in una coda, lo
fissava con il mento appoggiato al manico della scopa.
«Vorrei tornare a casa, oggi.» sbuffò.
Xanxus sollevò la testa dal bancone e ricambiò lo
sguardo.
Squalo
rabbrividì. Gli faceva sempre un certo effetto venire
scrutato da
quegli occhi rossi e da quello sguardo da pazzo. Sembravano quelli di
un demone. Un demone ventiquattrenne coi capelli neri ingellati.
Il suo senpai sbattè di nuovo la testa sul tavolo.
«Per l'ultima volta.» mugugnò.
«Non è colpa mia se ieri il padrone ci ha chiusi
dentro. E poi hai già finito.»
«Macchè finito! Potresti fare almeno finta di
aiutarmi, invece di startene lì a bere! Ehi, mi ascolti?
Ehi!» sbraitò Squalo.
Xanxus si mise a fissare la bottiglia di brandy quasi vuota.
«Sciocchezze» mormorò alzandosi
«Ho bevuto solo un bicchierino...»
Prese la bottiglia, finì di berne il contenuto e la
gettò.
«Datti una mossa, anch'io oggi voglio uscire prima.»
Squalo
smise di colpo di lamentarsi con la scopa del fatto che era solo un
povero studente, guarda dove doveva lavorare e con chi, e sul suo viso
apparve un ghigno divertito.
«La signora Sawada, eh?»
Xanxus lo ignorò fingendo di sistemare le sedie.
Finirono di sistemare il locale alle tre e mezza passate e vennero
prontamente cacciati fuori dal padrone.
«Che vecchiaccio arzillo.» disse Squalo
accendendosi una sigaretta. «Allora oggi ci vai
davvero?»
Dato che dopo tre minuti buoni non ricevette alcuna risposta, lo
salutò con un "muoviti che tra poco chiude anche lei".
Lo so benissimo, che
credi? pensò l'uomo, camminando svogliatamente
tra la folla di ubriachi che gli ostacolava il passo.
Speriamo solo di fare in
tempo.
Si
fermò solo quando intravide una donna dall'aspetto gioviale
dai corti
capelli castani mettere alla porta un uomo con gentile decisione.
«Non preoccuparti, Hiroshi, si sistemerà tutto.
Però ora devo chiudere!»
Nel sentire quella voce Xanxus ebbe un brivido. Era calda e dolce, ma
anche molto determinata.
Si avvicinò alla donna mentre lei girava un cartellino sulla
porta con scritto "chiuso".
«Nana.» disse, cercando di sorridere.
«Oh...»
La donna si girò, sorpresa, e subito abbracciò
Xanxus.
«Ciao, come stai? Vieni, entra! Non ti ho visto ieri, mi sono
preoccupata! Sai com'è, con la gente che gira da queste
parti...»
Xanxus
entrò nel locale poco illuminato di Nana. Era piccolo,
c'erano solo un
paio di tavoli ed un bancone. Tutto era pulito e ordinato, tutto il
contrario di quello dove lavorava lui.
Si sedette a un tavolo, e Nana lo imitò. Non riusciva a
toglierle gli occhi di dosso. Secondo lui era una donna fantastica.
Si
era sposata a ventitrè anni e aveva dato alla luce un
figlio,
Tsunayoshi. Poco dopo la nascita del bambino, però, suo
marito Iemitsu
morì in un incidente sul lavoro, e lei dovette crescere
Tsuna da sola.
Nonostante questo era una donna semplicemente stupenda, con il sorriso
più dolce e sincero che il ragazzo avesse mai visto.
I suoi modi materni lo avevano conquistato.
Si erano conosciuti sei mesi prima, quando Xanxus aveva cominciato a
lavorare in quella zona.
Stava tornando a casa dopo il lavoro quando vide un uomo che urlava che
stringeva il braccio di una donna.
Ma la donna non era né spaventata né mostrava
dolore. Mostrava invece una sicurezza incredibile, mantenendo un
flebile sorriso.
"Ubriacarti
è una tua scelta" disse "ma non puoi venire qui a insultare
gli altri
clienti! Non ti hanno fatto nulla!" e lo cacciò
così, con tanta
semplicità.
Quando Sawada Nana incrociò il suo sguardo e lo
invitò ad entrare, lui capì che qualcosa era
cambiato.
I due si innamorarono e iniziarono quella strana avventura, quel loro
veloce incontro che durava solo un'ora al giorno.
«Nana, cosa ti è successo alla
gamba...?» mormorò Xanxus notando una macchia
scura poco sotto al ginocchio della sua compagna.
«Oh,
questo?» disse lei, quardandosi la gamba come una bambina
curiosa. «In
effetti inizia a farmi un po' male... Oggi un cliente ha ben pensato di
darmi un calcio.»
Xanxus si alzò di scatto, facendo quasi cadere la sedia.
Senza accorgersene, stava quasi urlando.
«Come sarebbe a dire, ti ha picchiata? E ne parli con tanta
leggerezza?»
Anche Nana si alzò, e gli mise le braccia attorno al collo,
avvicinando il viso al suo.
«Che carino che sei a preoccuparti così per
me.» ridacchiò. «In verità ho
solo sbattuto contro una cassa, va tutto bene.»
«Davvero?» chiese Xanxus iniziando ad accarzzarle
lo sterno. Non c'era da fidarsi di Nana, quando "andava tutto bene"
Lei lo baciò piano sul collo, iniziando a sbottonargli la
camcia.
Era sempre così. Due chiacchere, magari una bevuta, sesso.
«Sono
stanca, Xanxus.» sussurrò poi lei, accarezzandolo.
Aveva posato la
testa sul suo seno come un bambino e aveva iniziato a sonnecchiare.
«Non voglio continuare a fare tutto di nascosto. Vorrei
starti più vicino. Mi ascolti?»
La sua voce suonava proprio come quella di una mamma. Xanxus
mugugnò qualcosa per farle capire che non stava dormendo.
«Potresti iniziare a lavorare qui, che ne dici?»
Fu come ricevere una
secchiata d'acqua fredda.
«Ve... venire a lavorare qui?» balbettò
mezzo addormentato. Forse sì, era addormentato, stava
sognando.
Si diede furtivo un pizzicotto. Era sveglio. Accettò senza
pensarci due volte e baciò di nuovo Nana.
«Speriamo che il tuo amico non se la prenda,
però!» esclamò lei, sinceramente
preoccupata per Squalo. «Non si sentirà
solo?»
«Chi quello? Non credo proprio.»
In una casa piuttosto lontana da lì, uno studente
universitario starnutì.
«Chissà come vanno le cosa a Xanxus?»
chiese al suo gatto, rigirandosi nel letto.
«Credo che prima o poi mi pianterà in
asso.»
E
dopo aver sonoramente sbadigliato si addormentò, pensando a
quali
pesanti torture avrebbe potuto infliggere al senpai se solo avesse
osato abbandonarlo in quel locale per una donna.
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Capitolo 2 *** (Not) As hard as it seems ***
× Prima di cominciare con questo secondo e ultimo capitolo
(avrei voluto farne un altro dove Nana moriva, ero particolarmente
depressa in quel momento. Non lo farò MAI, comunque), volevo
ringraziare RedFraction, che ha scirtto la mia prima recensone su efp e
mi ha pure riempito di complimenti. *Nasconde coda pavonesca
(?)* Vuoi sapere come mi è venuta in
mente... Eh, lo scriverò alla fine di questo
capitolo ù.ù *Muahahah!*
E non temere per Hibari. Non mi piace vederlo in coppia con qualcunA.
Suburbia's
Light
(Not) as hard as it seems
«… E aggiungo che sei uno sporco traditore,
insensibile ed egoista. Abbandonarmi così in quel bar
puzzolente..!»
Squalo aveva voglia, come al solito, di urlare dietro alla gente
durante la pausa pranzo.
Ogni giorno sceglieva una vittima diversa: la mensa
dell’università era gigantesca e non era raro
pestare accidentalmente il piede a qualcuno.
Dunque Xanxus si chiedeva come cavolo fosse possibile che nessuno gli
avesse ancora rovesciato del cibo addosso, in modo da salvarlo da quel
capellone che camminava avanti e indietro come una tigre in gabbia.
«Senti» sbottò appoggiando rumorosamente
la lattina di birra vuota sul tavolo. «che ne dici di
lasciare il tuo senpai in pace? Su, vattene. Devo...
studiare.» E si nascose dietro al primo libro che
trovò nella borsa.
Squalo incarnò le sopracciglia, smise di sbraitare e
incrociò le braccia. Inizialmente prese in considerazione
l'idea di lasciarlo in pace sul serio: quando non era altro che una
piccola matricola, lo aveva sorpreso più di una volta mentre
tentava di appendere dei tizi dell'ultimo anno. Ma dopo aver cacciato
quei brutti ricordi risalenti ad anni prima, si accorse però
che Xanxus era stranamente rilassato: non si guardava attorno con
sospetto come al solito, ma leggeva tutto interessato un capitolo del
libro di economia. Evidentemente non si era accorto di tenerlo
sottosopra. Glielo prese dalle mani, lo raddrizzò e glielo
rimise davanti.
«Deduco che vada tutto bene, con la signora
Sawada.» disse con non chalance, controllando l'orologio e
iniziando a prendere la sua roba.
Colto alla sprovvista, Xanxus emise un debole "Mmh...".
Solo dopo qualche secondo riemerse dal suo nascondiglio con
un'espressione piuttosto seria.
«Credo che suo figlio mi odi,
però.» bofonchiò il moretto.
Sentì il compagno borbottare qualcosa come "Brutto affare"
mentre lo salutava e si avviava fuori dalla mensa.
Il figlio di Nana,Tsunayoshi, detto ImbranaTsuna.
Xanxus rimase francamente sorpreso mentre Nana gli spiegava, di fornte
al figlio, il motivo di quello strano nomignolo.
Mentre la donna parlava e il suo nuovo compagno di vita dava segno
d'ascolto solo con dei deboli "A-ah", il giovane Tsuna cercava
evidentemente di sparire dalla faccia della terra, terribilmente
imbarazzato.
Da allora, Tsuna non aveva mai rivolto la parola a Xanxus. Addirittura,
tentava in ogni modo di non rimanere da solo con lui per più
di cinque secondi.
Almeno fino ad un uggiosa giornata invernale.
«Dovrei... stare qui a curarlo finché non
torni?»
«Mi faresti un grande favore!» bisbigliò
Nana con un gran sorriso. «Si è preso l'influenza,
poverino, ma io oggi ho un impegno molto importante... Non vorrei che
si alzasse e svenisse sulle scale.»
Xanxus accettò, non sapendo se essere allibito dalla scarsa
fiducia della madre nei confronti del figlio o preoccupato.
Nana lo salutò con un bacio e si chiuse la porta alle
spalle, canticchiando una canzone sui ritardi.
L'uomo ebbe la strana sensazione di essere caduto nella sua
trappola.
Magari mi sveglio e scopro che è solamente un incubo.
Iniziò a salire le scale con calma, fermandosi qualche
secondo ad ogni gradino.
Poteva sforzarsi quanto voleva, ma il solo affetto che porvava per Nana
di sicuro non poteva bastare a bloccare i suoi istinti
omicidi: non era mai stato un asso con bambini, ragazzini e
gente più piccola di lui in generale. Per questo non avrebbe
mai fatto il babysitter, neanche per guadagnare qualche soldo extra.
Arrivò davanti alla porta della stanza di Tsuna, leggermente
aperta e sbirciò dentro. Il ragazzo era seduto sul letto, in
pigiama, con una coperta di pile attorno alle spalle e fissava fuori
dalla finestra, dando le spalle all'entrata.
Xanxus entrò senza fare rumore e Tsunayoshi si
spaventò non poco quando lo salutò con un
semplice "Ehi". Quando si riprese, gli fece solo un cenno, e ben presto
la stanza si riempì di un cupo silenzio.
Il ragazzino riprese a guardare il cielo plumbeo; solo allora Xanxus si
rese conto di quanto fosse pallido. Evidentemente, non se la stava
passando benissimo.
«Ehm...» incominciò.
Fantastico. Ora che
faccio?
«Credo che tua madre abbia fregato
entrambi.» La frase gli era sorta spontanea e non
era riuscito a trattenerla.
Tsuna si girò di nuovo a guardarlo, con gli occhi e lucidi
tipici delle persone febbricitanti e lmbra di un sorriso sul volto.
«È tipico di mamma.» mormorò.
«Voleva che ti parlassi, credo.»
«Devi dirmi qualcosa?» disse ingenuamente Xanxus.
Non capiva un granché delle altre persone.
«Io no. Ma forse lei pensa che sia il contrario.»
Xanxus ci capiva sempre meno. Iniziò a guardare Tsuna come
se gli fosse spuntata un'altra testa.
«Sì, insomma...» si apprestò
ad aggiungere l'altro, intimorito. «Magari ha capito male...
Cioè, avrà anche il sesto senso da mamma,
ma...»
«Come mai mi eviti?»
«Eh...?»
«Insomma, fai di tutto per non rivolgermi la parola! Non
è proprio un complimento, sai?»
Tsuna distolse di nuovo lo sguardo, ma stavolta aveva un'aria
più assorta.
«In effeti è vero.»
Io lo strangolo.
«Non è che lo faccia apposta... E' che ho sempre
avuto un po' paura.»
Xanxus mise da parte l'idea di ammazzare il figlio della sua compagna
per un attimo e cercò di concentrarsi. Paura? Non capiva
proprio.
«E di che cosa, per la precisione?»
Tsuna si sdraiò e chiuse gli occhi. Rimase in silenzio per
alcuni minuti, tanto da sembrare addormentato.
«Ho sempre vissuto solo con mamma. Non ha mai parlato molto
di mio padre...
«Una volta, da piccolo, strappai accidentalmente la
foto del suo matrimonio. Non mi sgridò e fece di tutto per
sembrare tranquilla, ma si vedeva lontano un miglio quanto
soffriva. Non volevo rivederla in questo stato.
«Credo che per me sarà dura abituarmi a
vederla con un altro uomo.»
«Be', tutto qui?» sbottò Xanxus, un po'
irritato da quel discorso: insomma, chi credeva che fosse?
Il ragazzino aprì gli occhi e sorrise nervosamente.
«Sì, forse è tutto qui.»
Ricevette una cuscinata in faccia e sentì la porta chiudersi.
«Non io, moccioso.» borbottò Xanxus
piuttosto forte.
tsuna finalmente si addormentò, decisamente sollevato da
quell'affermazione.
«Ma come, sei rimasto tutto il tempo qui?» chiese
Nana, più stupita che imbronciata, vedendo Xanxus
sonnecchiare sul divano del salotto.
«Mmh...» Mugugnò lui, mezzo assopito.
«No, sono salito, prima.»
«Ah sì?» fece lei. «E
com'è andata?»
«In che senso "Com'è andata?"?!» chiese
Xanxus, improvvisamente sveglissimo.
Lei ridacchiò e si diresse verso la cucina.
«Non ti dispiace mangiare qui, oggi, vero?»
Xanxus scoprì che gli avrebbe fatto molto piacere. Eppure
sembrava così difficile, una volta....
Spazio autrice
Mmmh... Questo capitolo non dovrebbe neanche esistere. E' che
Tsuna non aveva ancora detto la sua.
Ok, Squalo doveva lamentarsi con Xanxus. Tutto qui.
Squalo... cosa avrei fatto senza di lui? Quest'estate mi è
venuta in mente la coppia per scherzo. Diciamo che a me piace
immaginare Xanxus un po' con tutte, mi ritrovo fan XanxusChrome,
XanxusBianchi, XanxusCervello, XanxusMarmon (sono dell'idea che sia
femmina dalla prima apparizione, davvero. Non cambierei idea neanche
fosse dimostrato il contrario.) eccetera eccetera.
Quando mi è venuta in mente Nana... basta, deciso. xD Un po'
per scommessa, decisi di farla diventare una coppia vera e non solo
fumo. Unico ostacolo: non sono proprio una gran scrittrice! I
personaggi tendono un po' all'OOC, ma tanto è segnalato ed
è pure un'AU, tiè!
Ehm, torniamo a noi. Mi ero messa in mente di scriverla, sì.
Aprii word. "Fantastico, e adesso?" Mi sono venute in mente le luci
della città dove vado al mare di solito, perché
vederle riflesse nell'acqua è fantastico. No, non sono pazza
ò-ò".
Senza volerlo mi sono messa a scrivere... E la prima battuta,
nonché l'ultima... era di Squalo. Mi fermai un attimo a
pensare "Che ci fa qui?", ma poi decisi che andava bene. Et
voilà, in mezz'ora eccola. Una bozza con qualcosina da
sistemare qua e là, niente di più.
La mia coppia.
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