White rose

di fabyd
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo ***
Capitolo 2: *** Cap II ***
Capitolo 3: *** Cap III ***
Capitolo 4: *** Cap IV ***



Capitolo 1
*** L'arrivo ***


cap I

Capitolo I

 

“Informiamo i signori passeggeri che tra pochi minuti  arriveremo alla stazione di Tokyo, grazie per aver scelto la nostra compagnia . “

La  flebile voce metallica si espanse per tutti i vagoni del treno super rapido, incitando così gli ormai stremati viaggiatori, a prepararsi per l’ultima fase del viaggio. Il treno decelerò non appena  si addentrò nella stazione di Tokyo  fino ad arrestarsi completamente  in prossimità della banchina. Un  brusio sommesso e  confuso  delle persone che si accingevano a prendere i bagagli , aiutare il prossimo e a salutare i vicini di viaggio  invase completamente lo scompartimento n 15 . Una ragazza dalla testa mielata spense il lettore mp3 che l’aveva accompagnata per tutta la durata del viaggio  e lo ripose nella borsetta.  Si alzò di scatto dal sedile  verde pistacchio e infilò rapidamente la giacca nera liberando i capelli che erano rimasti all’interno.

 Come tutti i presenti al’interno del reparto, protese le braccia verso la cappelliera per recuperare il suo bagaglio. Non ebbe difficoltà ad afferrare la maniglia della sua valigia blu elettrico, nella sua vecchia scuola si vantava di essere tra le più alte della sua classe, ma non aveva fatto i conti con il volume considerevole della valigia .

-“Maledizione si è incastrata ”imprecò  tirando malamente il bagaglio , sbilanciandosi pericolosamente all’indietro. Continuò così per due minuti pieni ma senza ottenere i risultati sperati.

-“Ti faccio vedere io maledetta” la minacciò mentalmente lasciandosi cadere a peso morto sul sedile sottostante per riprendere fiato.

-“Uff, come vorrei avere anche io un ragazzo” si lamentò guardando  un bellimbusto  alla fine dello scompartimento che scendeva, senza sforzo alcuno, il bagaglio della sua  probabile ragazza. Per un attimo l’istinto di sopravvivenza  le suggerì di chiedere aiuto, ma il suo orgoglio prevalse immediatamente impedendole di continuare i suoi pensieri.

-“Non sia mai che Miho Mouri chieda aiuto a qualcuno” si sgridò con gli occhi infuocati. Non perse tempo, in meno di un secondo  liberò il viso, paonazzo per lo sforzo, dai capelli che le si erano appiccicati alla fronte e agilmente, a mo di scimmia, si arrampicò alla valigia tirandola con tutta la sua forza. Sfortunatamente, per uno scherzo crudele del destino, quest’ultima fece lo stesso gioco della ragazza facendosi cadere nel vuoto. Il suo corpo venne sbalzato all’indietro così rapidamente che non ebbe neanche il tempo di reagire in modo adeguato, l’unica cosa che riuscì a fare in quell’attimo di smarrimento fu  allungare le mani in avanti per deviare così la traiettoria  della pesante valigia che altrimenti le sarebbe finita in pieno volto deturpandoglielo  e serrare gli occhi, come se sperasse di non sentire il dolore che da li a poco avrebbe provato sbattendo contro il i sedile dietro stanti. Ma il dolore non arrivò mai. Si sentì afferrare saldamente  per le spalle e la sua testa  si flesse all’indietro sbattendo contro la scapola di qualcuno

-“Ehi tutto a posto?” le chiese una voce maschile. Confusa aprì con titubanza gli occhi per controllare la situazione . A pochi millimetri dal suo viso un ragazzo dall’aria spavalda la osservava con un’espressione mista tra il preoccupato e il divertito.

Le guance le si colorarono di rosso fiammeggiante non appena si rese conto dell’imbarazzante situazione in cui si era cacciata.

-“Oh mamma mia mi scusi tanto” disse scollandosi rapidamente dalla presa del ragazzo e creando una certa distanza tra lei e il suo interlocutore. Il ragazzo la guardò con un cipiglio divertito .

-“ Nessun problema dolcezza, una ragazza carina come te non dovrebbe fare sforzi del genere…” le disse ammiccando,  raccogliendo la valigia da terra e continuando  a snocciolare complimenti. Ma lei non lo sentì assolutamente , la sua mente si era impuntata su una parolina che non le era andata a genio

-“Dolcezza? Mi ha detto dolcezza??ma come si permette questo presuntuoso babbuino??” pensò irritata e iniziando a surriscaldarsi

-“Allora andiamo?” le chiese il ragazzo riportandola alla realtà

-“Dove?” gli domandò stralunata ritornando sulla terra

-“Bè dovremo scendere no” le disse con fare divertito “A meno che tu non voglia ritornare a Kyoto ^^”

 

-“Grazie ma so cavarmela da sola, ti saluto u.u” gli disse strappandogli la valigia dalle mani e dirigendosi  verso la scalinata.

-“Se lo dici tu ,allora ci vediamo dolcezza” rispose lui  facendole l’occhiolino e scendendo dal treno. Miho non ebbe il tempo di controbattere che quello era già scomparso tra la folla.

-“Ma guarda tu, che insopportabile sbruffone” pensò irritata  scendendo dal treno. La fredda aria di ottobre le penetrò fino alle ossa ,ma lei non ci fece caso,intenta com’era a guardare il circondario.

-“Finalmente, da quanto tempo” pensò nostalgica

-“Ehi ciao Miho” disse qualcuno poggiandole delicatamente una mano sulla spalla e distogliendola dai suoi pensieri.

 Si voltò di scatto  riconoscendo la voce che l’aveva chiamata e sfoggiando un bellissimo sorriso .

Una ragazza longilinea dai capelli lunghi e  castani le sorrideva allegramente.

-“Ran ” esclamò euforica abbracciando la ragazza.

-“Che bello rivederti Miho” disse Ran ricambiando calorosamente l’abbraccio “Sai mi ero preoccupata non vedendoti scendere”

-“Ah..ecco ho avuto dei problemi tecnici”  disse imbarazzata mentre nella mente si faceva vivo il volto arrogante del ragazzo di prima.

Lo sguardo di Miho cadde sul bambino occhialuto che accompagnava Ran

-“E tu dovresti essere Conan vero? Ran mi ha molto parlato di te”chiese abbassandosi all’altezza del bambino e poggiandogli una mano sulla testolina.

Le guance del piccolo Shinichi si tinsero di scarlatto al contatto con la mano affusolata di Miho.

“Proprio così lui è Conan, sai aiuta mio padre con le indagini “la informò Ran solare

-“Oh bè allora tanto piacere Conan” disse felice Miho sorridendo al bambino

-“Il piacere è tutto mio” cantilenò con finto fare infantile il diciassettenne grattandosi  la testa.

-“Allora conviene andare mio padre ci sta aspettando in macchina” disse Ran afferrando la valigia di Miho e allungando la maniglia del trolley.

-“Allora è venuto anche lo zio?” chiese Miho sorpresa.

-“Ma certo che è venuto, era entusiasta all’idea di rivedere la sua nipotina preferita dopo tutto questo tempo” le comunicò Ran mentre uscivano dalla stazione e si dirigevano al parcheggio.

 

 

Il rientro verso casa fu molto piacevole. Kogoro non appena  scorse la nipote l’abbracciò con foga, togliendole il respiro e  riempirla di domande durante il viaggio verso casa e beccandosi i rimproveri da parte della figlia.

A Miho ,al contrario, non dispiaceva affatto tutto quell’interesse da parte dello zio.

Non appena arrivarono all’agenzia Kogoro si recò di corsa sbattendo la porta nel suo studio privato per vedere lo speciale di Yoko Okino la star di cui era un fan sfegatato mentre i ragazzi salirono al piano superiore.

 Ran mostrò la camera che avrebbero condiviso durante la sua permanenza .

-“Bene ti lasciamo sistemare la tua roba , io e Conan siamo di la a preparare la cena, se hai bisogno sai dove trovarci”la informò  Ran uscendo dalla stanza.

-“Ah finalmente sono a casa” esclamò Miho lanciandosi supina sul letto comodo e soffice dinnanzi a lei. L’odore di lavanda della trapunta le invasero le narici infondendole un senso di quiete. Ripensò a tutti gli eventi che nel corso delle ultime settimane le avevano sconvolto la vita ma adesso si poteva ritenere più che soddisfatta della situazione che si era venuta a creare.

-“Ok basta perere tempo mettiamoci al lavoro” si disse afferrando la valigia che tanto l’aveva fatta dannare e mettendola sul letto. Tirò la zip della valigia con veemenza e  spalancò quest’ultima con malagrazia quasi a volergliela fare pagare per quello che aveva dovuto subire. Quello che vi trovò la lasciò spiazzata: tra le magliette che aveva piegato diligentemente giaceva  una fresca rosa rossa dal lungo gambo verde,.

-“E questa come ci è finita qua?” si chiese raccogliendola e rigirandosela tra le dita osservandola attentamente, stando attenta a non ferirsi con le spine. All’estremità inferiore del  gambo pendeva un piccolo bigliettino. Lo aprì e lesse ad alta voce:

Questa rosa è un piccolo omaggio per te, dolcezza

 

 Salve a tutti. Questa è la mia primissima ff su Detective Conan. Fatemi sapere cosa ne pensate^^

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Capitolo 2
*** Cap II ***


cap ii


 Ed ecco qui il secondo capitolo^^ devo dire che mi ha fatto piacere vedere in quanti avete  letto la mia ff. ma mi farebbe ancora più piacere sapere cosa ne pensate. Critiche e consigli sono bene acetti(ma non siate troppo cattivi)

Bene adesso vi auguro buona lettura alla prossima                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              Capitolo II



Era passato più di un mese dal trasferimento di Miho a casa dello zio,e la ragazza si era adattata più che bene al cambiamento di vita. Era stata iscritta all’istituto Teitan , lo stesso che frequentava Ran ,ma  era stata assegnata ad una classe diversa .Ovviamente lei, per come era fatta, non si perse d’animo.

Appena messo piede nella sua nuova classe era stata presa in antipatia dalle sue compagne di classe, mentre i maschi l’avevano guardata con grande ammirazione. Miho,infatti, aveva ereditato le fattezze della madre, di origine americana. Il suo fisico, slanciato e  snello,veniva  a messo in risaltava  dall’uniforme scolastica . I capelli, che teneva legati in una morbida coda di cavallo, le arrivavano fino alle spalle ed erano di un insolito colore miele. Infine la pelle nivea era messa in risalto da due occhi verde smeraldo. Sebbene fosse una bella ragazza, Miho non ne dava importanza e grazie al suo carattere eccentrico e solare aveva eliminato l’odio dal cuore delle sue compagne e le aveva conquistate entrando in perfetta sintonia con esse.

  Era proprio questa sua gradevole qualità che spinse Akemi Yokohama, ragazza timida e introversa, a rivolgersi a Miho per una questione della massima importanza.

Era successo durante l’ora del pranzo di un martedì . Miho era in classe intenta a parlare con le sue compagne sulla lezione che si era svolta l’ora precedente, quando Akemi, racimolato tutto il coraggio che aveva, si intromise nella conversazione tra Miho e le altre.

-“Scusa Mouri se ti disturbo, ma avrei bisogno di parlarti in privato” disse imbarazzata fissandosi le punte dei piedi.

La biondina non mostrò il minimo fastidio per il disturbo,anzi sfoggiò uno splendido sorriso che fece arrossire la ragazza.

-“Ma certo ” disse  allontanando la sedia dal banco e alzandosi -“Scusate ragazze torno subito”

-“Va bene Miho ti aspettiamo” risposero all’unisono le amiche.

 

                                               o-o-o-o-o-o-o-o-o

 

Quando la campana che annunciava la fine delle lezioni iniziò a suonare, il cielo stava  già iniziando a tingersi degli tenui e brillanti  colori del crepuscolo. Tra quella baraonda di ragazzi che correvano e urlavano per la fine della lezione  tre ragazze si allontanavano lentamente dall’edificio.

-“Ah finalmente anche questa giornata è finita u.u” sospirò Sonoko tendendo le braccia al cielo e striracchiandosi.

-“Già infatti, sono sfinita, gli allenamenti di karate sono diventati davvero estenuanti” replicò Ran accarezzandosi la spalla dolorante.

Ran e Sonoko continuarono a chiacchierare del più e del meno per gran parte del tragitto di rientro. Miho invece si estraniò completamente dalla situazione. Nella  testa le frullava ancora il colloquio avuto con Akemi quella mattina. Istintivamente aggrottò la fronte ricordando la richiesta dell’amica, cose che non sfuggì all’occhio vigile della cugina che la riscosse dai suoi pensieri

-“Ehi Miho va tutto bene?” domandò Ran con una nota di preoccupazione nella voce, attirando l’attenzione di Sonoko.

-“Ah, si si Ran va tutto bene^^”

-“Sarà, è da quando siamo uscite da scuola che mi sembri strana, è successo qualcosa che ti preoccupa? Con me puoi parlarne lo sai”

-“M-ma no Ran che vai a pensare, va tutto bene ti dico”

-“Ehi guardate la” trillò eccitata Sonoko interrompendo la discussione tra le due cugine e puntando il dito dall’altra parte della strada.

Le due ragazze volsero di scatto la testa verso la direzione indicata dall’amica.

Di fronte a loro all’interno di una piccola e stretta traversa, seduto su un consunto sgabelletto di legno, c’ era un anziano signore, magro  dalla lunga barba grigia e da sopraciglia foltissime, del medesimo colore, che gli coprivano gli occhi spioventi. Il suo corpo magro,  nascosto da  abiti pomposi ed e dai colori appariscenti, era inarcato in avanti e poggiava su un traballante tavolinetto verde. Intorno a lui stava un gruppo di ragazze  della loro stessa scuola che osservavano eccitate il vecchio mentre mescolava dei tarocchi consunti, mentre una ragazzetta dinnanzi a lui attendeva preoccupata il responso.

-“Cosa c’è di così eccitante?”domandò indifferente Miho lanciando uno sguardo a Ran, la quale aveva assunto un’espressione altrettanto sconcertata.

-“Ma come non lo conoscete? Quel signore è il mago Yamato” rispose  Sonoko intrecciando le dita e lanciando dagli occhi  stelline multicolore.

-“Chi?” domandarono in coro le due.

-“Ma insomma è possibile che vi devo spiegare sempre tutto! Il mago Yamato è il più grande indovino di Tokyo, molte ragazze innamorate vanno da lui per sapere come andranno a finire le  loro storie d’amore” rispose Sonoko

–“Ran che ne dici se andiamo a farci predire il futuro” propose  Sonoko prendendo le mani dell’amica e continuando a lanciare stelline dagli occhi.

-“Bè ecco…non saprei, il fatto è che sono già le cinque e dovrei preparare la cena” disse la moretta guardando l’orologio da polso.

-“Ma che dici Ran  ..non sei curiosa di sapere se tu Shinichi siete destinati a stare insieme”

-“Ma cosa dici Sonoko… 0//-//0”                      

-“Ok allora è decisoooo andiamo a sentire cosa ci riserva il futuro, Miho vieni anche tu vero?”

-“Se proprio devo -.-” replicò sconsolata la biondina.

Sonoko per la contentezza prese le due cugine sotto braccio e , dopo che il semaforo divenne verde, attraversarono la strada dirigendosi verso l’anziano. Attesero pazientemente il loro turno e quando la moltitudine di ragazze fu smaltita Sonoko si precipitò dal mago.

-”Buon pomeriggio, signor Yamato, vorremo che ci leggesse il futuro” ululò Sonoko con voce così squillante che Miho fu costretta a tapparsi le orecchie.

Il vecchio non si scompose minimamente dall’atteggiamento esuberante della ragazza, si limitò solo a indicare con la mano rinsecchita una minuscola seggiola sulla quale Sonoko di lanciò.

-“Deve essere abituato a questo genere di cose ” pensò Miho

Il mago predisse un roseo destino amoroso per Sonoko, cosicché la ragazza soddisfatta per il responso si alzò euforica dalla sedia cedendo il posto a Ran.

La moretta rimase tesa e immobile con lo sguardo fisso sui tarocchi che il vecchio mescolava con maestria. A Miho sembrò che stesse trattenendo il respiro mentre volgeva a pancia in su le cinque carte che aveva posto ordinatamente sul tavolino.

-“Mmm interessante, vedo che sei innamorata di un ragazzo che al momento è distante da te” affermò l’anziano senza distogliere lo sguardo dalle carte.

-“Ma come fa a saperlo” domandò incredula Ran diventando paonazza.

-“Te l’avevo detto che era un grande mago” le sussurrò soddisfatta Sonoko.

-“Vedo che questa lontananza non è destinata a durare molto, tu e questo ragazzo siete legati dal filo rosso” riprese solennemente il mago ignorando le considerazioni di Ran e Sonoko.

Gli occhi azzurri di Ran si illuminarono nel sentire quelle parole e Sonoko le diede una forte pacca sulla spalla per l’eccitazione. L’unica a guardare con occhio poco convinto la situazione era Miho.

-“Hai visto Ran te lo dicevo che tu e Shinichi siete fatti l’uno per l’altro”

-“Bene ora che siete soddisfatte possiamo andare?” domando un po’ irritata Miho incocciando le braccia e voltandosi per andare.

-“Ma come Miho tu non vuoi farti leggere il futuro?” domandò Ran

-“Io non credo a queste sciocchezze, e poi al momento non c’è nessuno nel mio cuore  quindi…”

-“Sei sicura di questa tua scelta?” la interruppe il vecchio riprendendo a mescolare le carte e tenendo lo sguardo fisso su di esse.

-“E da quando sei arrivata che percepisco delle strane onde provenire dalla tua anima, secondo me dovresti permettermi di dirti quello che ti capiterà, poiché cambierà radicalmente la tua vita”

-“Ah si?” chiese atona Miho inarcando un sopraciglio per l’irritazione. Era chiaro come la luce del sole che il suo unico scopo era quello di poter aumentare il suo guadagno. La biondina era decisamente seccata dall’atteggiamento del vecchio, in più il sole era calato da un pezzo e un vento freddo si era alzato facendole tremare le gambe scoperte.

Decise comunque di cedere alla richiesta del vecchio, anche perché sapeva che se non l’avesse fatto le due ragazze l’avrebbero  stressata per tutta la sera.

Il vecchio le regalò un sorriso mentre prendeva posto sulla sedia, dopodiché  prese a mischiare con vigore i tarocchi per poi disporli nuovamente  paralleli sul tavolo. Rimase parecchi minuti a scrutarli senza proferire parola.

-“Chissà cosa sta cercando di inventarsi ” pensò scettica Miho cominciando a muore il piede destro per il nervosismo e lanciando uno sguardo alle due amiche, che al contrario di lei, riponevano molta fiducia nei poteri divinatori del mago.

-“Bene ascolta bene le mie parole” irruppe il mago sollevando la testa e guardando la biondina. Gli occhi di Ran e Sonoko si accesero di eccitazione, mentre Miho mantenne la sua espressione scettica.

“Vedo un passato pieno di dolore e tragedie che hanno indurito il tuo animo e che celi sotto un velo di falsità. Ma  ricorda, quando la luna avrà fatto un giro completo, un angelo bianco scenderà dal cielo notturno. Solo in lui risiede il potere di guarire  le ferite che dimorano  nel tuo cuore e ….” Miho si alzò di scatto dalla sedia interrompendo il vaticinio del vecchio. Una rabbia irrazionale l’aveva presa facendola tremare da capo a piedi, gli occhi verdi pieni di ira fissarono quelli del mago che al contrario la guardava tranquillamente. Senza proferire parola aprì la borsa di scatto, ne estrasse il borsellino rosso, prese la cifra pattuita e la depose con violenza sul tavolo facendolo traballare.

-“Ma Miho” la rimproverò Ran indignata, ma la biondina si era già allontanata a grandi falcate dal gruppetto.

-“La prego di scusarla signore”  disse mortificata Ran  inchinandosi.

-“Oh non vi preoccupate sono abituato a questo genere di scene” disse sorridendo serenamente  il mago agitando le mani.

-“Piuttosto sareste così gentili da riferire alla ragazza l’ultima parte della mia profezia?”

-“Ma certamente ” dissero all’unisono Ran e Sonoko illuminandosi di gioia.

-“Molto bene, ditele che  ruberà all’angelo qualcosa di notevole importanza per lui ”

-“E cioè?”

-“Il suo cuore”

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Cap III ***


cap3

Dopo la scenata da parte di Miho, Ran aveva salutato Sonoko ed in tutta fretta era corsa alla ricerca della cugina, trovandola ferma d’avanti a un distributore di bibite intenta a selezionare una bevanda.

Era rimasta di sasso nel vedere che la cugina aveva riacquistato il suo carattere pacata e sorridente, tanto che credette per un momento di aver immaginato quell’improvviso attacco di collera.

-“Perdonami Ran se me ne sono andata in quel modo” si scusò la ragazza quando ormai erano in  prossimità di casa

 -“Ma quel vecchio mi ha fatto proprio innervosire, quante assurdità sono stata costretta a sentire”  

-“Bhè si mi rendo conto ma anche tu hai reagito in modo esagerato^^’, a proposito mi ha chiesto di dirti che…”

“No no no non mi interessa niente” disse prendendo  le chiavi dallo zaino e infilandole nella toppa “Non ne parliamo più va bene?” disse sorridendo affabilmente.

-“Va bene, se proprio insisti”

-“Siamo a casa” annunciò Miho entrando in casa insieme a Ran.

-“Bentornate ”le salutò atono  Kogoro, steso sul divano marrone posizionato di fronte alla porta principale ,senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Quel mese era stato abbastanza infruttuoso per il detective,tanto che aveva deciso di smaltire la sua depressione standosene in canottiera e pantaloni sul divano a guardare tutti gli speciali della star che tanto amava.

-“Ma insomma papà” lo rimproverò Ran indignata posando la borsa e incominciando a raccogliere dal parquet e dai soprammobili l’immondizia che il padre aveva lasciato sparpagliata per la stanza.

-“ E mai possibile che debba ridurti sempre così quando non lavori”

-“Uff Ran lasciami stare” replicò il detective grattandosi il naso “A proposito non è che mi porteresti una birretta?”domandò docilmente sventolando dalla sua posizione la lattina vuota di birra. Ran gonfiò i polmoni pronta ad esibirsi in una delle sue performance più eclatanti, quando Miho andò in soccorso dello zio.

-“Su , su Ran non fare così ^^, ci penso io allo zio tu vai pure di la a preparare la cena”  le disse serenamente Miho.

La moretta  malvolentieri decise di seguire il consiglio della cugina e se ne andò brontolando sommessamente.

Miho tirò un sorriso di sollievo per lo scampato pericolo, dopodiché il sorriso fece spazio a un’espressione sadica e serpentina che avrebbe spaventato il più coraggioso degli uomini.

 Con passo pesante  e deciso  si frappose tra lo zio e lo schermo mettendo le mani sui fianchi e guardando lo zio con uno sguardo omicida.

-“Miho, non riesco a vedere se ti metti di mezzo” piagniucolò Kogoro ma le parole le morirono in gola alla vista della nipote.

-“Zietto caro avrei bisogno di parlarti di una cosa importante” disse con finta calma .A Kogoro quelle parole risuonarono come una minaccia,. si sentì congelare le ossa comprendendo che la ragazza era addirittura più pericoloso della figlia decise di zittirsi.

-“Ma certo sono tutto orecchi^^”

In quel momento Conan entrò in casa  e, incuriositosi dalla strana  atmosfera che regnava nella stanza , decise di rimanere a vedere lo svolgimento della scena.

“Allora Miho che cosa devi dirmi?” domandò Kogoro spegnendo il televisore e mettendosi a sedere.

-“Bene zietto caro mettiamola così diciamo che hai…più o meno quindici minuti per raderti e vestirti come si deve, tra poco arriverà un cliente con un caso da esporti.”

-“Che cooosa un cliente a quest’ora”  si lamentò Kogoro guardando l’orologio della scrivania che faceva le 18.55.

Miho fece appello a tutta la sua calma per non affogare lo zio e riprese facendo prima un profondo respiro.

-“Non fare tante storie e va a prepararti, MUOVITI” ordinò la ragazza con tono minaccioso che non lasciava presagire niente di buono.

-“Uff che noia, adesso qui abbiamo due Ran” pensò depresso  il detective alzandosi di malavoglia  dal divano e  si rinchiuse nel bagno.  Miho sorrise compiaciuta non appena udì lo scroscio dell’acqua proveniente dalla stanza adiacente.

 -“Ehi ciao piccolo detective come stai? ” domandò Miho regalandogli un dolce sorriso e abbracciandolo forte. Era letteralmente innamorata di quel bimbo così carino.

-“Be-bene grazie o///o”

-“Mi fa piacere^^ sai tra poco arriverà una mia amica con suo padre  per esporre allo zio un caso davvero interessante. Ti piacerebbe prenderne parte?”

-“Molto volentieri” rispose allegro il bimbo.

-“Molto bene, ma adesso dovremo sistemare un po’ questa stanza u_u” osservò la biondina guardandosi intorno seccata.

 

o-o-o-o-o

 

Quando il suono del campanello risuonò nella casa Miho aveva da poco finito di cambiarsi di abito. Grazie all’aiuto di Conan, che adesso se ne stava seduto sfinito su una poltrona, avevano dato una bella strigliata alla casa. La biondina accolse educatamente i due ospiti baciando Akemi sulle guance ,che la guardò imbarazzata,  e stringendo decisa la mano  del signor Yokohama .

 -“Mio zio sarà qui a momenti, nel frattempo accomodatevi pure” disse cordialmente indicando il divano di pelle marrone posto al centro della stanza .

-“Grazie, lei è davvero gentile signorina, e scusi se siamo venuti senza un giusto preavviso” cominciò l’uomo mettendosi a sedere.

-“Non si deve preoccupare, Akemi mi ha spiegato la situazione” replicò cordialmente Miho lanciando un sorriso alla ragazza seduta che per tutta risposta arrossì ricambiandoglielo.

 Dopo pochi secondi Kogoro  fece il suo teatrale ingresso in sala venendo accolto da un sussulto di eccitazione da parte del signor Yokohama che sgranò gli occhietti porcini nel vederlo. Si sollevò rapidamente dal divano e accorse verso il detective  afferrandogli la mano e scuotendogliela con vigore .

-“E’ un piacere e un grande onore per me fare la sua conoscenza detective Mouri, sono il signor Yokohama e questa è mia figlia Akemi”disse  indicando la ragazza occhialuta che  fece un cenno di saluto con il capo.

-” Sono lieto che lei abbia voluto ricevermi con  così poco preavviso”  

“I-il piacere è tutto mio” replicò spiazzato il detective lanciando uno sguardo strano alla nipote che gli sorrise ingenuamente. Conan, seduto su una poltroncina verde osservava divertito la scena. Kogoro prese qualche manciata di secondi per studiarlo. Il Signor Yokohama era più basso di lui di una spanna e mezzo e aveva una costituzione abbastanza robusta. Una folta e ben ordinata zazzera nera gli incorniciava il volto paffuto e rosato sul quale erano incastonati dei minuscoli occhietti neri.

-“Bene allora mi dica signor Yokohama cosa posso fare per lei?” domandò con fare professionale il detective  accomodandosi su una poltrona verde posta di fronte al divano.

-“Bene detective Mouri” iniziò il signor Yokohama sedendosi e sbilanciando il busto in avanti cominciando a torturarsi i bottoni della giacca blu notte. La sua espressione in viso si era fatta grave .

-“Prima di esporle il problema sarà bene che le racconta la storia da principio” cominciò con un tono profondo.

“Deve sapere la nostra famiglia vanta di discendere dal clan degli Oda e più precisamente da un figlio illegittimo del grande Oda Nobunaga. Seiji Oda,il nostro antenato, non era malvagio e disumano  come il padre bensì  era mosso da sentimenti di generosità e bontà verso il prossimo. Durante la grande guerra di Kyoto, Seiji risparmiò la vita a un giovane nobile il quale per sdebitarsi  gli diede in dono la gemma purpurea che si secondo la leggenda si diceva fosse nata dal sangue di un nobile dragone.  La gemma è stata tramandata nella mia famiglia di generazione in generazione, ma adesso qualcuno minaccia di portarcela via.”  Fece un respiro per riprendere fiato.

“Akemi, per favore, mostra al detective il biglietto che abbiamo trovato.”

 Akemi aprì  la sua  borsetta rossa  e ne estrasse un biglietto rettangolare porgendolo al detective.

Istintivamente Conan, durante quello scambio, allungò il collo per osservarlo meglio,ma riuscì a intravedere solo due parole.

 

Kaitou Kid

 

In meno di due secondi scese dalla poltrona e si  catapultò su Kogoro frapponendo la sua testolina castana tra il biglietto e Kogoro.

-“Quando Ofelia lascerà …” cominciò a leggere mentalmente il piccoletto  ma venne interrotto bruscamente da un sonoro pugno in testa che gli venne assestato dal detective .

-“Levati di mezzo moccioso” urlò prendendo il bambino stordito dalla collottola e gettandolo malamente a terra .

-“MA ZIOOO” urlò inviperita Miho andando in soccorso di Conan e aiutandolo ad alzarsi.

-“Sei diventato pazzo, gli hai fatto male”

Ma il detective non le prestò attenzione. Il suo sguardo era fisso sulle parole stampate sul biglietto, mentre la mano destra accarezzava il mento segno che stava ragionando a fondo su quanto era scritto.

-“Interessante” disse interrompendo il silenzio che si era venuto a creare.

–“Quindi detective lei cosa ne pensa?” domandò ansioso il signor Yokohama sporgendo ancora di più il busto in avanti.

-“Mmm è davvero insolito come messaggio” rispose di rimando Kogoro.

-“Mi tolga una curiosità, dove si trova al momento questa gemma purpurea ?”

-“Per concessione della mia famiglia si trova al Museo Nazionale di Tokyo, dopo aver ricevuto la lettera di Kid avevamo pensato di riportarla a casa ma il direttore  ci ha consigliato di lasciarla al museo, visto che il sistema di sicurezza è più sofisticato”

-“Capisco”

-“La prego di aiutarmi, so che già in precedenza ha lavorato al caso Kid ed è riuscito a decifrare i suoi messaggi ” irruppe il signor Yokohama.

-“Può stare tranquillo. Io Kogoro Mouri decifrerò il messaggio e proteggerò la gemma purpurea. ahahahahah”

-“Grazie mille detective, sapevo di poter contare su di lei” disse felice il signor Yokohama abbracciando il detective e facendogli cadere di mano il biglietto. Conan ne approfittò per leggere la parte mancante del messaggio.

 

Quando Ofelia lascerà il mondo terreno verrò a prendere la gemma purpurea.

 

Un sorriso sornione si formò sulle labbra di Conan .

-“Kaitou Kid presto ci rivedremo”

Bene ecco a voi il terzo capitolo. Ringrazio di cuore chi legge la mia storia e chi la commenta grazie mille a Sara85, Roe e alla mia Alexandra mi ha fatto veramente piacere avere il vostro parereJ alla prossima…

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Capitolo 4
*** Cap IV ***


cap IV

Cooooosa? Kaitou Kid ha intenzione di fare un colpo??

-“Shh abbassa la voce Sonoko, la faccenda deve rimanere top secret i media non devono essere assolutamente informati, altrimenti si scatenerebbe il putiferio” soffiò  Ran a bassa voce  guardandosi nervosamente intorno per assicurarsi che nessuno avesse sentito l’amica. Per fortuna la caffetteria Makoto, una delle più famose caffetterie della zona,  dove quel pomeriggio lei Sonoko e Miho avevano deciso di andare  per rilassarsi dopo la pesante giornata scolastica ,era abbastanza gremita e la voce altisonante di Sonoko era stata coperta dal forte brusio.

-“Si si scusami tanto” riprese euforica la ragazza abbassando la voce  -“Ma dimmi di più, e non tralasciare il minimo dettaglio”

Ran raccontò all’amica dell’incontro avvenuto la sera prima, chiedendo spesso conferma a Miho che era stata presente durante il colloquio.

 In realtà Miho non le stava ad ascoltare, occupata com’era ad ammirare, e mangiare, il perfetto triangolo di torta al cioccolata con tanto di ciliegina che aveva d’avanti agli occhi, e si limitava a fare un cenno di assenso ogni volta che la cugina che chiedeva conferma.

-“Adesso mio padre si è recato al museo  per rendersi conto della situazione e già da ieri ha cercato di risolvere l’enigma senza venirne a capo, purtroppo”

-“Non ti preoccupare Ran” intervenne Miho infilandosi un pezzo di torta in bocca -” lo zio è in gamba e risolverà in breve tempo l’enigma”

-“Speriamo bene” disse Ran lanciando uno sguardo a Sonoko che era rimasta in silenzio, lo sguardo basso e le mani tremanti posate sulle gambe.

-“Ehi Sonoko tutto bene” domandò Ran.

La brunetta fece un profondo respiro dopodiché congiunse la mani assumendo un atteggiamento sognante mentre dietro di lei si veniva a creare uno sfondo rosato pieno di cuorinici pulsanti  e stelle .

-“Oh no ecco che ricomincia  -.-” pensò sconsolata Miho poggiando la testa sulla mano e mordicchiando la forchettina .

-“Ahh, il mio Kid è sempre il migliore, Ran noi andremo il giorno che verrà per il colpo. Non vedo l’ora, magari riuscirò a dichiarargli il mio amore e a diventare la sua ragazza.” Disse più a se stessa che all’amica Sonoko mentre immaginava il suo bello che la teneva stretta tra le braccia .Ran che ormai era abituata alle stranezze di Sonoko si limitò a sorridere un po’ imbarazzata mentre  Miho sbuffò scetticamente disgustata e senza rendersene conto si ritrovo a commentare un po’ troppo ad alta voce

-“Che assurdità” commentò cacciandosi la forchettina dalla bocca e rigirandosela fra le dita

-“Come scusa?” chiese subito irritata Sonoko ritornando  alla realtà e lanciando uno sguardo furente a Miho, che accortasi di aver dato fiato ai suoi pensieri si era messa una mano d’avanti alla bocca sussultando.

-“No, no niente Sonoko” replicò Miho impacciata agitando le mani.

-“Ti ho sentito sai, hai detto che sono assurda vero? Chi ti credi di essere mocciosa per insultare le persone?” Miho non si trattenne più. Di norma lei non adorava i litigi, anzi era sempre la prima a cercare di mettere pace durante una  lite ma sinceramente Sonoko non la reggeva. Se la brunetta avesse lasciato sorvolare la questione sarebbe finita li, ma visto come si erano messe le cose, Miho non voleva passare dalla parte della ragazzetta spaventata che si fa sottomettere. Conficcò aspramente la forchettina sulla ciliegina rimasta sul piatto e assunse un’espressione glaciale che però non spaventò minimamente Sonoko –

“Non sto dicendo che sei assurda” rispose  con fare risoluto Miho “Sto solo dicendo che la tua cotta,  e quella dell’intera popolazione femminile, verso un fuorilegge è assurda”  

-“Ma come ti permetti mocciosa” l’aggredì  furiosa Sonoko alzandosi di scatto dalla sedia facendola rumorosamente strisciare con il lastricato di ceramica e sbattendo pesantemente la mano sulla tavolino di ferro facendo tintinnare le stoviglie.  Questa volta la voce della ragazza era riuscita a sopraffare il chiacchiericcio all’interno del locare ed ad attirare gli sguardi dei curiosi

-“Su su basta così” intervenì Ran un po’ imbarazzata  cercando di riappacificare le due.

-“Ma l’hai sentita Ran?”

-“Su Sonoko non fare così, Miho non aveva intenzione di offenderti, non è vero Miho?” chiese la moretta  lanciandole uno sguardo severo alla cugina che non si era minimamente scomposta. 

-“Certo che no, perdonami Sonoko per quello che ho detto”  disse mantenendo un atteggiamento strafottente e alzandosi dalla sedia.

-“Ora se non vi dispiace avrei una cosa urgente da fare, ci vediamo” mentre si infilava la giacca.

-“Sai tua cugina e abbastanza strana”osservò indispettita Sonoko incrociando le braccia mentre la ragazza usciva dal locale. Ran era rimasta ancora una volta di sasso. Sin da piccola Miho era stata una ragazza dolce e tranquilla, non aveva mai litigato con nessuno neanche per le cose serie, mentre adesso non faceva altro che infuriarsi per ogni minima sciocchezza.

Ran abbassò leggermente la testa dispiaciuta per il comportamento della biondina.

Miho perché ti comporti così”                       

 

                                   o-o-o-o

 

Miho camminò con passo spedito per le strade della città. Molto spesso aveva urtato pesantemente delle persone che le avevano urlato contro e che per tutta risposta aveva ignorato . Voleva arrivare prima possibile a casa e farsi una bella doccia per levarsi le tracce di rabbia che le appesantivano l’animo. Sonoko non le era mai stata particolarmente simpatica la riteneva una ragazza frivola e arrogante  ma non aveva mai voluto darlo a vedere, ma questa volta Miho non era più riuscita a trattenersi e le aveva sputato in faccia tutto quello che pensava.

Quella stupida oca di Sonoko “magari riuscirò a dichiarargli il mio amore e a diventare la sua ragazza” ma si può essere più sceme. Cosa ci sarà di bello ad avere a che fare con un tipo come lui poi, non lo capirò mai”  questi pensieri l’accompagnarono durante la sua marcia fin quando non fu di fronte al portone d’ingresso. Infilò malamente la chiave nella toppa e la le girò facendo scattare la serratura. Improvvisamente una voce infantile la chiamò da lontano.

-“Ehi Miho”

La biondina  volto la testa biondina verso il piccolo Conan che si avvicinava correndo verso di  lei, seguito a ruota da quattro bambini.

-“Ehila ciao Conan” disse Miho eliminando completamente dal viso le traccia di rabbia e mostrando un sorriso dolcissimo.

-“Ma dov’è Ran?”domandò con finta ingenuità il piccolo detective notando l’assenza di Ran.

-“Ah, è rimasta con Sonoko ma tra poco tornerà a casa” rispose facendosi per un attimo cupa ricordando il battibecco avuto con Sonoko -” Ma chi sono questi bambini, i tuoi compagni di classe?” domandò curiosa  guardando i quattro bambini che riprendevano fiato per la pesante corsa.

-“Ah si loro sono Mitsuiko Ayumi, Genta e Ai”  la informò Conan indicandoli.

-“Piacere di conoscerla ” cantilenarono in i tre bambini facendo un educato inchino alla ragazza, mentre Ai si limitò a incrociare le braccia e a soffiare un semplice salve.

-“Il piacere è tutto mio bambini^^, senti Conan perché non invitiamo i tuoi amici a prendere una bella tazza di cioccolata calda?” gli propose Miho sorridendo

-“Bè ecco… perché no, a voi va ragazzi” chiese educatamente Conan voltandosi verso i suoi amici che avevano assunto un atteggiamento trasognato  alla parola cioccolato.

-“Siiii”

 

 

Rieccomi qui si lo so il capitolo è un po’ corto ma purtroppo al momento non ho molto tempo e fantasia per scivere.. ringrazio molto tutti voi che leggete e commentante la mia storia alla prossima^^

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