Nasocomio Orfei di gendarmiaNY (/viewuser.php?uid=51854)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***
Capitolo 1 *** Uno. ***
Capitolo
uno.
“Ciao
zia! Come va oggi la situazione?”. Bellatrix
chiamò casa Jonas alle cinque del mattino.
“Bella,
cara, sai che ore sono?”
“Mmmhm... no, perché?”
“Perché
è molto molto presto, e ancora non si è svegliato
nessuno, e stavamo tutti dormendo, e ancora c'è pace e
tranquillità in questa casa e vorrei che durasse almeno fino
a
mezzogiorno...”
Uuuueeeeeee
uuuueeeeee, la quiete della casa era andata in frantumi.
Qualcuno
faceva il verso dell'ambulanza a squarciagola. Fate passare
fate
passare, emergenzaaa!
Dal
corridoio provenivano urla e passi affrettati.
“Si
è svegliato Nick...”. Denise Jonas si
alzò dal letto
immusonita. “Grazie Bella!”. Chiuse la cornetta ed
andò di
là.
Kevin
Sr invece rimase sotto le coperte, sbattendosene altamente
dell'ambulanza che gli
correva per casa.
La
stanza dei tre fratelli era divisa a metà, anzi in tre
parti.
Due di queste erano perfettamente ordinate, quelle di Kevin e Joe; la
terza era un nido di gatti di ogni razza e colore e un miscuglio di
giocattoli e coperte, non si capiva dove iniziasse e finisse il letto
o qualunque altra cosa ci fosse nascosta là sotto. Frankie,
per la sua incolumità, aveva una stanza tutta sua.
Nick
era sveglio proprio come aveva intuito Denise, e correva dalla camera
al bagno e viceversa con un secchio di acqua bucato: l'ambulanza. Era
il rito con cui era solito svegliarsi il ricciolino. Così la
madre ogni giorno si metteva le mani nei capelli perché
doveva
asciugare metà del corridoio e buona parte della camera dei
figli dopo aver sparato a una decina di gatti perché non ne
volevano sapere di andare a fare la pennichella mattutina da un'altra
parte.
Dlin
dlon. Il
campanello? Alle cinque
di mattina? '-'
Denise
scese le scale a fatica ed andò ad aprire.
“Ciao
zia!”
“Bellatriiix!”
gridò. Tutto il vicinato la sentì. E tutto il
vicinato
probabilmente odiò Bella tanto quanto mamma Jonas la odiava
in
quel minuto.
Dov'è
il mio mappuccino? Schiava, il mio mappuccino! gridava
intanto qualcuno in casa.
“E
adesso si è svegliato pure Joe! Povera me... entra Bella,
entra” disse tetra la nostra super mamma.
“Indovina...
buone nuove zia!” disse sorridente Bella mentre si sedeva al
tavolo
della cucina. Intanto
dal piano superiore continuavano a provenire urla del tipo uuuueeeeee
e schiavaaa!.
Denise
aveva i nervi a pezzi. Nonostante questo, si mise a preparare il
mappuccino per Joe e del caffè per sè. Bella
invece era
perfettamente sveglia e lucida e stringeva in mano un cartoncino
plastificato colorato.
“Non
ce la fai più a ritrovarti pazzi per casa? Non sai che fare
e
ti mangi le mani dalla mattina alla sera? La tua pace interiore
è
minata dall'instabilità altrui?” lesse con il
solito tono
sorridente e solare che usavano le presentatrici di Media Shopping.
“Che
è?” chiese super D.
“Una
pubblicità”
L'avevo
intuito =.=
pensò mamma
Jonas. “Sì, Bella... intendevo, di cosa?”
“Di
Media Shopping”. [“Aaaaah, allora ecco
perché quella
leggeva così!” NdLettori; “Nono, lei
legge così
qualsiasi cosa -.-''” NdAutrice]. Bella buttò la
pubblicità
plastificata nel cestino della spazzatura.
“Zia,
ho trovato questo pezzo di carta sotto al portico, davanti alla
porta”
Denise
guardò il pezzo di carta.
“Questa, Bella, si chiama lettera. Non è un comune
pezzo di
carta”. Aprì la busta e dentro vi trovò
effettivamente un pezzo di carta: un piccolo rettangolare bianco
biglietto da visita. Nasocomio Orfei
vi era scritto sopra, nosocomio
per star. Portaci i tuoi figli! Via delle Oche Giulive di Giugno sui
Campi Elisi davanti all'Antico Circo Caduto Abbattuto e Triturato
Offerto a Giove di Giovedì, numero millantanove ma visto che
Capodanno è già passato millantadieci.
Denise mandò
all'aria mappuccino e caffè e corse in camera a preparare le
valigie ai figli. Finalmenteeee!
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Capitolo 2 *** Capitolo due. ***
Capitolo
due.
Quando
arrivarono davanti al centro Orfei, rimasero spiazzati nel vedere un
circo allestito in un campo di banane. Eh?
“Siamo
sicuri che questo sia un nosocomio?” chiese Kevin Sr a Denise.
“Era
scritto così sul biglietto” intervenne Bellatrix
spuntando
dal portabagagli della macchina.
“Oddio
Bella! Che ci fai qui?” chiesero spaventati i signori Jonas.
“Sono
venuta a salutare i miei cugini” rispose lei con un sorriso
enorme
stampato in viso.
Denise
scosse la testa e scese dalla macchina. “Vado io per prima...
ehm,
vado a chiedere informazioni volevo dire”
Si
avviò così, insicura, verso quello strano posto.
Scavalcò il cancello ed un bambino vestito tutto rosso e
verde
la fermò. “Hai con te il biglietto da
visita?”
“Come?”
chiese spaventata.
“Il
biglietto, il biglietto!” ripetè lui iniziando a
saltare.
“Ah
certo certo”. Iniziò a rovistare nella borsa e lo
tirò
fuori.
“Aaaaah!
– gridò il ragazzino – L'hai portato
bianco?!”. Si mise
a strapparsi i capelli e a pestare a terra.
“Lo
dovevo portare colorato?” chiese Denise preoccupata e
spaventata
dagli improvvisi capricci.
“Aaaaah!”
continuò lui gridando e pestando i piedi a terra.
“Okay
okay okay! - iniziò a gridare lei - Ora te lo
coloro!”.
Denise prese una foglia dalle erbacce che crescevano accanto al
cancello e la stropicciò sul biglietto da visita, lasciando
una leggera scia di verdognolo appassito sul pezzetto di carta
bianco.
Il
bambino si calmò immediatamente. “Benvenuta!
Prego, da
questa parte...” disse con la cortesia che sembrava
appartenere
alla grande esperienza di una segretaria.
Super
D lo seguì spaventata dentro il grande campo di banane.
Il
bambino l'accompagnò in una stanza a primo piano
dell'edificio
adibita a studio e la fece accomodare ad una poltrona posta di fronte
alla scrivania del direttore. Poi se ne andò.
La
poltrona oltre la scrivania si voltò e comparì
così,
seduto su di quella, George Clooney in camice bianco. Eh??
“Dottore?”
chiese sorpresa.
“Buongiorno
cara signora! - disse questo prendendo la penna dal taschino del
camice e aprendola con un click – Lei è?”
“Denise,
Denise Jonas” disse lei titubante.
“La
madre dei Jonas Brothers?” chiese George con un sorriso
languido.
“Sì”
disse la donna aprendosi in un sorriso felice di poter annoverare tra
i fan dei suoi figli una star del calibro di George Clooney.
“Non
li conosco” disse lui.
Mamma
Jonas rimase interdetta.
“Allora
allora... - disse lui aprendo l'agenda di fronte a sé -
Aveva
un appuntamento?”
“N-no”
rispose titubante.
“Ah
male male! Provvediamo subito... - chiuse di scatto l'agenda e si
alzò – Claaaank, Claaaank! - sbraitò -
Bernadette,
Oliver! Dove siete razza di fannulloni?!”
Due
giovani interamente vestiti di bianco si precipitarono nella stanza e
sollevarono di peso George.
“Eccoti
finalmente!” esclamò uno dei due.
Entrò
anche una ragazza.
“Eccovi
ragazzi – disse George mentre lo trasportavano via
– Grazie per
aver fatto così in fretta. La signora...”. I due
giovani lo
portarono via mentre dava spiegazioni.
“Lo
scusi – intervenne la signorina – Gli piace fare la
parte del
direttore. Il dottor Milazzo sarà da lei a breve”
Detto
questo, uscì di corsa, lasciando Denise da sola e ancora
sbigottita.
Me.
Okay ragazzi, non fate caso all'ora tarda in cui pubblico questo
capitolo, ma sono sintonizzata sulla Notte degli Oscar e un concerto in
diretta dei Jonas Brothers esattamente dall'altra parte del mondo, e
non posso assolutamente dormire! Wahahah :D
Mi sento importante, sssssì! xD
Soprattutto perchè non dormo da... stamattina dai, e non
dico che la stanchezza incomincia a farsi sentire, ma c'è, e
soprattutto c'è la
pazzììììììa
:D
Vado vado vado... pubblicherei anche gli aggiornamente di altre due ff
che ho attualmente in 'continuo', ma proprio stasera non ho i capitoli
sul pc e dovrei passare prima tutto dalla carta, e certo stanotte non
lo vado a fare! Wahahah Oscarsss, wait meee! JBsss, Im all yoursss!
Byeee :D
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Capitolo 3 *** Capitolo tre. ***
Capitolo
tre.
Un
distinto signore entrò finalmente nella stanza.
“Buonasera”
disse.
Denise
guardò fuori della finestra e vide che il sole era ancora
alto. “Buongiorno” disse educatamente.
Il
distinto signore non sentì le sue parole.
“Buonasera!”
disse un po' più forte sedendosi dietro la scrivania e
osservandola.
“B-buongiorno!”
disse la donna leggermente più forte.
L'uomo
vide che la nostra Super D muoveva le labbra, ma non riuscì
a
capire di nuovo le sue parole. Così fece segno di attendere
un
attimo e rovistò fra i cassetti, tirando finalmente fuori un
cornetto acustico, che posizionò accanto al suo orecchio.
“Buonasera” alitò di nuovo, ancora
più forte.
Denise
lo guardò perplessa, poi rispose a tono.
“Buongiorno!”
“Come?
È un bel giorno? Sìsì, lo vedo! -
disse allegro
il distinto signore – Con chi ho il piacere di
parlare?”
“Denise
Jonas”
“Come?
Lei è una cojona? E che ci posso fare io, mi
scusi?”
La
donna lo guardò perplessa. “Lei è il
dottor Milazzo?”
“Come?
Se mi incazzo? Nono, non si preoccupi. Oggi ho già preso gli
antidepressivi, sono a posto così”
Denise
alzò gli occhi al cielo. Poi tornò a guardare il
distinto signore. “Chi è lei distinto
signore?”
We,
io lo chiamo distinto signore, non tu!
“Come?
Chi è che parla?” chiese la donna guardandosi
attorno.
Santa
Teresa!
“Come?
Santa Teresa?”
Sì.
“Che
ci fa da queste parti onorevole e santa donna?” chiese
mettendosi
in ginocchio.
Ti
prendo per il culo.
“Cooosa?”
Sì,
ti prendo per il culo. Problemi?
“Ma
una santa non dovrebbe...?”
Non
sono Santa Teresa, scema!
“Come?
E chi?”
L'autrice,
ovvio.
“Ah.”
Denise si rialzò, con questa faccia: -.-”
Come
sarebbe a dire ah?
“Niente.
Che vuol dire ah? Ah, punto.”
Mi
prendi per il culo?
“Sì”
Lo
sapevo che sei una brava... Aspetta un attimo! Hai detto che mi
prendi per il culo?
“Sì”
Tu,
brutta...! Non ti permettere, sai?
“Perché?
Tu non lo fai?”
Io
sono l'autrice.
“Embè?”
Embè...
ehm, beh! Io ho il potere di veto!
“Sì,
nel Senato!” Faccia: -.-”
Brutta
vacca odiosa, io...!
“Senti,
brutta vacca c'è tua sorella!”
Come
come come? Hai osato offendere mia sorella?!
“Ne
hai una?”
No.
“E
allora?”
E
allora non lo fare più!
“Ma
neanche ce l'hai!”
Non
sono affari tuoi.
“Me
l'hai appena detto”
Non
sono affari tuoi.
“Allora?
Andiamo avanti con questa storia?”
Non
sono affari tuoi.
“Come?
Certo che sono affari miei! Devo recitare!”
Non
sono affari tuoi.
Denise
sbattè le palpebre. Faccia: '-'
Non
sono aff... Scusa, mi si era inceppato il disco.
“Ah,
bene”. Faccia: -.-”
Senti,
vedi di fare poco la spiritosa, sennò ti sbatto fuori!
“Fammi
vedere!”
Denise
volò via dalla finestra sotto gli occhi increduli del dottor
Milazzo.
“No
che non mi incazzo! Ma perché fate sempre tutti questa
domanda?” chiese il distinto signore.
È
arrivato l'altro. -.-”
“Chi
è l'altro? Io non vedo nessuno”
Dottore?
“Sììì?”
Prrrrr!
“Ma
porc.... haiufiuhdhfoisj!”
Ahahahah.
“Molto
divertente” disse indignato.
Giàààà!
Ah, dottore?
“Sììì?”
Prrrrr!
“Ihygjifsjclkdjfij!”
Uahahahah,
che fesso! Comunque dottore...
“Mi
dica”
Prrrrrrrr!
“Ma
porca spupazza trota gallineee!”
Eeeeh?
“Prrrr!”
Uahahahah,
che fessa!
“Cioè,
si prende in giro da sola?
Problemi?
“Nono,
per carità...” disse educatamente.
Senti,
per carità lo vai a dire a tua sorella!
“Ma
per carità non è un'offesa...”
Vedi
che ti sbatto fuori!
“Ma
io non ho fatto nient...”
Il
dottor Milazzo non fece in tempo a finire la frase che volò
via dalla finestra, seguendo il destino di Denise Jonas.
Uahahahahah!
L'autrice rise sguaiatamente per tutto il resto della giornata. -
Sguaiata
ci sei tuuu!
– -.-”
E i tre Jonas furono bookati – uuuh
che parolona! E dilla in italiano!
–
...furono accettati e iscritti – era
una scuola di danza?
–
...al Nosocomio Nasocomio Orfei. Fine.
Della
puntata, mica della storia, eh!
Non
è un film.
Embè?
Embè
fine del capitolo.
Sìsì,
giusto, giusto. Fine. Del capitolo.
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