Smile.

di Asia95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo arrivato. ***
Capitolo 2: *** 2capitolo. ***
Capitolo 3: *** 3capitolo. ***
Capitolo 4: *** 4capitolo. ***



Capitolo 1
*** Un nuovo arrivato. ***


Io, una ragazza normale. Amici stupendi. Genitori fantastici. E poi c’è lui, lui che amo con tutto il cuore. Lui che è la gioia dei giorni miei. Credo di essermi veramente innamorata questa volta. -Signorina Teresa vuole rispondere lei?- ecco, l’unica cosa che non andava era la scuola. Ultimo anno di medie. I miei compagni, con i quali avevo passato momenti indimenticabili, con i quali avevo riso, pianto, scherzato, mi fissavano e cercavano di suggerirmi quella risposta del quale io non sapevo nemmeno la domanda. -L’anno scorso per un pelo non rimanevi bocciata, vuoi ricommettere questo errore?- mi domanda con aria strafottente la prof di Storia. La materia più insulsa. Insomma certo, è importante sapere che ne era del nostro paese, perché siamo arrivati dove siamo. Ma, non mi cambia la vita, almeno non la mia. Ormai sono qui e non me ne frega di quello che è stato in passato. -Certo che no. Quest’anno mi impegno- le rispondo quasi ridendo, ma su questo mi anticipano i miei compagni. Poi per fortuna la bidella, la mitica Carla che mi portava la cioccolata durante la lezione, bussa alla porta, troppo rotta secondo me. Entra facendo risuonare in quell’aula il rumore dei suoi tacchi. -è appena arrivato il nuovo alunno- ma io sul momento non ascoltai molto quello che disse la prof su questo nuovo arrivato, non sentii nemmeno il suo nome. Avevo altro a cui pensare, si, a lui, il mio Simone. Ma poi Chiara mi diede una gomitata -Oh in bocca al lupo- sul momento non capii il motivo, ma dopo pochi secondi mi ritrovai vicino di banco un ragazzo castano, occhi azzurri, alto. Insomma, il solito fighettino che si sente il migliore del mondo. -Piacere Alessandro- mi allunga la mano da dove vedo spuntare sotto la manica della felpa un bracciale con una scritta che sul momento non riconosco, ma poi riesco a focalizzare che sono incise sopra due A. Non lo guardo nemmeno e mi volto a parlare con la mia compagna, quella che prima era anche la mia vicina di banco. 5 ora, l’ultima per fortuna, e per di più religione, la materia più rilassante che possa esistere. Estraggo dal borsellino viola il mio nuovo cellulare, e vedo che Simo ha risposto : poi ti vengo a prendere allora?- velocemente gli rispondo, poi lo rimetto nell’astuccio e mi ritrovo a fantasticare nel mio mondo, in quel mondo fantastico che in quei giorni era troppo stupendo,quasi stessi dormendo. -Teresa- una voce che non conosco mi chiama, e appena apro gli occhi mi accorgo che è lui, il nuovo ragazzo che mi guarda aspettandosi una mia risposta. -Che vuoi?- gli domando, e mi dispiace trattarlo così, non è colpa sua se mi hanno spostato da Chiara. -No, scusa.. cioè, io praticamente..- inizia a dirmi, e lo guardo con aria interrogativa, aspettando che finisca quella marea di parole buttate al vento.

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Capitolo 2
*** 2capitolo. ***


Finalmente suona la campanella, credo sia il rumore più bello dall’inizio della giornata. Avevo sentito già troppe urla, troppi rumori che infastidivano le mie orecchie. E poi appena uscita avrei visto lui, il ragazzo che vorrei accanto per tutta la vita. Corro velocemente giù per le scale, ma mi accorgo di aver dimenticato il braccialetto sotto il banco, così corro a riprenderlo e trovo Alessandro seduto a piangere. Vorrei andarmene, e lasciarlo solo, tanto il braccialetto avrei potuto prenderlo l’indomani. Ma lo vedo troppo triste, con la manica della felpa nera si asciuga le lacrime che non smettono di scendere dai suoi occhi azzurri, che ora sono bagnati e coperte da lacrime amare.

-Scusami.. Io.. dovevo prendere solo una cosa.- e velocemente estraggo da sotto quel banco bianco e pieno di scritte il mio bracciale rosso. Quando sto per uscire dall’aula mi volto e lo guardo.

- Nessuno può farti soffrire nella vita- gli dico cercando di tirargli su il morale, e notando che per terra, rotto in due c’era il bracciale che prima avevo visto uscirgli dal braccio.

-Eppure sono qui a piangere per lei. Lei che credevo fosse quella giusta.- e io rimango li, ad ascoltare quella storia che mi affascina.

- Ne ho avute tante, ho fatto soffrire tante ragazze. Ed ora, ora che sono io al posto loro capisco quanto si può soffrire per amore.- continua a raccontarmi quella storia, a sfogarsi. E capisco che mi ero sbagliata su di lui. Almeno ora era diverso. Ora stava soffrendo, ed io immobile che non sapevo che rispondergli. Sentii il telefono vibrare. Ed il nome di Simone illuminò in me un sorriso.

-Scusami devo andare. Ma tu smettila di piangere, non ti meritava- e con quell’ultima frase scompaio dietro la porta della classe.

Non ci credo. Mi ha lasciato, ed io da stupido sto piangendo. Ma cosa ancora più stupida è il fatto che sono andato a sfogarmi con quella ragazzina snob che mi trovo ad avere come vicina di banco. Continuo a rileggere il suo messaggio, e più rileggo quelle parole, più piango. Salgo sulla bici e mi dirigo verso casa, passando per il parco, dove mi piace andare quando ho voglia di stare solo, fermandomi a guardare le persone, una diversa dall’altra. E mentre mi fermo su di una panchina e ascolto un po’ di musica dal mio i-Pod, vedo Teresa seduta in braccio a un tipo che le sta accarezzando le guancie e poi la bacia dolcemente. Chissà come ha fatto a perdere la testa per una come quella, per una ragazzina che pensa di essere al di sopra di tutto, per una ragazzina alla quale interessa solo di se stessa. Sarà stato per i suoi capelli che scendo con boccoli castani lungo le spalle, o forse per i suoi occhi marroni che ricordano la dolcezza della nutella. No, ma che dico. Quella non ha niente di bello, ne fisicamente, e tanto meno caratterialmente. E allora perché non riesco a non pensare a lei, a non guardarla, perché vorrei andare li a staccarla da quel ragazzo.

Sono solo pazzo, pazzo d’amore per Angela. Si, il mio angelo. Colei che mi ha rapito il cuore e poi me l’ha spezzato in mille pezzi, lei che con i suoi capelli oro illuminava i miei giorni. Lei che con la sua dolcezza, la sua timidezza mi ha fatto innamorare.

-Alessandro.. Ciao- la guardo con occhi stupiti, è davanti a me sorridente che mi guarda.

-Ehm.. Ciao.- e poi mi alzo andando a prendere la bici, ma lei mi ferma prendendomi il braccio.

-Volevo darti questa- e mi pone in mano una collana, dove vedo incise una A e una T

-E che me ne faccio?- le domando fissandola negli occhi, i suoi occhi che di speciale non hanno niente, ma sono fantastici.

-Era per scusarmi di come ti ho trattato all’inizio- e continua a sorridere felice, ma io gliela rimetto in mano e salendo sopra la bici corro via verso casa. Mi dispiace averla trattata così. Ma davvero non la capisco.

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Capitolo 3
*** 3capitolo. ***


Entro in casa triste, tenendo in mano quella collana. Non lo capisco proprio, e mai più cercherò di farlo. Mi sforzo in tutti i modi di essere gentile, e lui mi tratta così?! Ma chi si crede di essere?! Ecco lo sapevo, non mi sbagliavo affatto all’inizio. Il solito stronzo che gioca con i sentimenti delle persone. Mi sdraio sul letto mentre aspetto che si accenda msn. Un nuovo contatto mi ha aggiunto. Subito gli scrivo per domandargli chi sia.

A.Angelo mio scrive: Sono Alessandro. Il tuo amato compagno di banco.

TeryBOM scrive: Amato no, visto come mi hai trattato oggi.

 Mi fa venire nervoso quel ragazzo, troppo. Decido di bloccarlo quando vedo che sta per rispondere, ma quando leggo il suo messaggio personale rimango paralizzata. “Ho paura, paura che se mi avvicino a  te, finisco per innamorarmi” Rimango immobile davanti al computer mentre tu continui a scrivermi. Esco da msn, spengo il computer e mi metto a letto, come una bambina impaurita. Mi succedono cose che non riesco a comprendere. È la prima volta che qualcuno mi lascia senza parole, la prima volta che non trovo una soluzione, la prima volta che ho paura di tutto ciò. Prima che arrivassi te, prima che ti parlassi tutto era diverso, mi sentivo sicura di me, ero convinta che nessuno fosse migliore di me. Ora non ho più la certezza, ora ti guardo e vedo i miei sogni frantumarsi, vedo le mie certezze svanire. Sento qualcuno bussare alla porta e gli grido di entrare.

-Teresa..- è lui, davanti a me. Non ci posso credere, pure a casa devo trovarlo, non crede di avermi rovinato già abbastanza la vita.

-E tu che ci fai qui?- gli domando alzandomi dal letto e asciugandomi il viso dalle lacrime salate che mi erano scese.

 -Avevo bisogno di un insegnate di canto, e tua mamma era l’unica che ho trovato da  queste parti- mi risponde abbassando lo sguardo, forse vergognandosi del fatto che ora sapevo i suoi punti deboli. Non gli rispondo sentendomi colpevole di come lo tratto. Lui esce chiudendo la porta e lasciandomi li in piedi senza fiato, senza parole, sentendo solo il cuore battere. Ma gli è caduta una lettera, che io raccolgo ed inizio ad aprirla, sentendomi colpevole nel farlo, ma con una voglia di leggerla.

pensavo esistesse solo lei, la mia Angela, che ora mia non è più. Vivevo solo per lei, per ogni suo gesto, ogni suo movimento. Ma poi sei entrata tu da quella porta e tutto iniziò a cambiare velocemente, troppo forse. In pochi istanti mi avevi già rapito il cuore, e lo avevi fatto tuo. Fino ad ora non avrei mai immaginato di poter perdere la testa così per una ragazza, eppure tu ci stai riuscendo.” Mi fermo di leggere perché un messaggio illumina il display del mio Nokia nero. Simone, e subito il mio viso diventa più luminoso del display. È giù che mi aspetta al cancello. Chiudo velocemente la lettera che metto dentro il libro di Italiano. Mi guardo allo specchio e sistemo i capelli che oggi proprio non vogliono stare bene.

Gli corro incontro abbracciandolo forte e dandogli un bacio. Mi era mancato sentirlo mio per più di 3 ore. Ma vedo che non sorride, mi guarda serio, senza incrociare i miei occhi.

-Vieni con me- e mi porta nel parchetto vicino a casa mia. Mi siedo e lui si mette vicino a me continuando a non voler guardarmi negli occhi.

-Che succede ora?- gli chiedo io non resistendo un minuto di più tra quei silenzi.

-Stanno succedendo troppe cose, e io non me la sento più di continuare- ecco, ora il cuore non lo sento più battere, sento delle pugnalate forti che me lo stanno distruggendo. E subito dopo le lacrime iniziano a scendermi lungo le guancie troppo truccate. Scendono lasciando uscire ogni mio sogno, ogni mia speranza, tutto il mio amore. L'amore, grande fregatura. Quando finalmente arriva non hai il tempo di godertelo, perchè finisce. Io, che per la prima volta mi ero veramente innamorata, ora sono qui a piangere. Sono arrabbiata con il destino, che mi ha prescritto questa fine. Sono arrabbiata con me stessa perchè l'ho lasciato andare via da me. Sono arrabbata con lui che mi sta afcendo soffrire. Sono arrabbiata con i miei sogni che mi hanno solo illuso, per poi farmi sprofondare in un mare di tristezza.

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Capitolo 4
*** 4capitolo. ***


-Perché? ho dimostrato in tutti i modi di amarti, e tu mi abbandoni così.- cerco di dirgli tra i singhiozzi, ma lui si alza dalla panchina.

-è così, e basta. Non farne una tragedia. Prima o poi doveva finire- e se ne va, lasciandomi sola tra le lacrime. Non ho la forza di alzarmi e tornare a casa, come non riesco a corrergli dietro e fermarlo. Dicono che quando ami una persona devi lasciarlo andare per far si che sia libero e felice. Si, lo amo troppo per tenerlo a me e fargli vivere periodi infelici. Ma ora come ora non riesco ad accettarlo, a parole è facile dirlo, ma con i fatti è totalmente impossibile. Sento due braccia attorno a me stringermi forte e accarezzarmi dolcemente i capelli.

-Lo hai detto tu. Nessuno è così importante da farti soffrire.- Lo stringo come fosse un pupazzo, il mio. E sentendolo vicino lascio cadere tutte quelle lacrime, sporcandogli di conseguenza la maglia bianca. Sento il suo profumo, sa di nocciola. Alzo gli occhi e lo vedo li, davanti a me che mi asciuga le lacrime.

 

Stavo tornando da lezione, ma mi accorsi che era seduta con lui, lui che le stava dicendo parole terribili. Vedevo la felicità svanire nei suoi occhi, per lasciare posto a delle lacrime. Lacrime piene di tristezza, lacrime piene d’amore. Dovevo ricambiare il suo favore, dovevo aiutarla, da sola non ce l’avrebbe fatta. Così la presi per mano e la condussi a casa. La sua mano era fredda, e stringeva forte la mia. I suoi occhi erano umidi, ma  riuscivo a stento ad incrociarli.

-Grazie- mi sussurro tra i singhiozzi dandomi un bacio leggero sulla guancia. Ed io le sorrisi non sapendo che risponderle. Poi abbassai lo sguardo e me ne andai verso casa. Ascoltando quella canzone che era diventata la nostra colonna sonora. Lei, Angela me la cantava sempre. Ed io, a forza di ascoltare la sua voce, mi innamorai di quella canzone. Una volta mentre cantava quella frase “voglio che questo non finisca mai. Per niente al mondo io vi cambierei.” mi aveva illuso, mi aveva promesso di non abbandonarmi mai. Ed ora sento di essere solo. Senza nessuno che possa capirmi.

Febbraio.

Marzo.

Aprile.

Erano passati ormai 3 mesi, e tu continuavi a tornarmi in mente. Continuavo a ricordare, senza voler dimenticare. Non volevo dimenticarmi di te. Del tuo sorriso, dei tuoi occhi, dei tuoi capelli, delle tue labbra. Non potevo comandare alla mia testa di far svanire quei ricordi che erano solo nostri. Sono al supermercato con mia mamma, e quando arriviamo alla cassa ricordo di non aver preso i cereali, così faccio una corsa. Li predo dallo scaffale, ma girandomi vado a sbattere contro la schiena di un ragazzo. Lui. Mi guarda ed io rimango immobile con una voglia di saltargli in braccio e stringerlo a me.

-Ciao- e quell’unica parola mi ferma il cuore.

-Simone.. – riesco a pronunciare solo quello, solo il suo nome. L’unica cosa che poteva essere ancora mia. Sento una voce chiamarlo, ed una ragazza corrergli incontro prendendo la sua mano.

-Dobbiamo andare. Devo passare a prendere anche il vestito- e provo una gelosia immensa. Vorrei gridarle di lasciarlo stare, che lui è mio. Ma non lo è. Ormai è suo. Avevo provato a cercarti, ma tu avevi cambiato numero. Avevo scritto a tua sorella per sentire come stavi, ma lei mi diceva che stavi male ad avermi lasciato. Quante bugie. Stavi con lei anche prima di lasciarmi.

Mentre apro la porta di casa mi arriva un messaggio. Un numero che non ho in rubrica.

 “comunque è stato bello. Ed io ti ho amato veramente” Corro in camera per non mostrare a mia madre la lacrima che mi riga il viso.

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