Il segreto di Kaori di Lila_88 (/viewuser.php?uid=36821)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
IL
SEGRETO DI KAORI
Capitolo 1
Stava correndo, per un corridoio lungo e buio. Era sudata, aveva paura.
Ma paura di cosa? Non lo sapeva neanche lei. Sentiva solo dei passi che
man mano si avvicinavano e la seguivano. Ad un tratto
inciampò e cadde. Spaventata, si voltò e non
potè credere ai suoi occhi. Non poteva trattarsi di lui!
Gridò e si risvegliò, quando si tirò
seduta. Era stato solo un sogno. Anzi, era stato un brutto incubo. Era
sudata. E aveva la gola secca. Si alzò, per andare in cucina
a prendere un bicchiere d’acqua. Passò davanti
alla camera di Ryo. Stranamente aveva la porta aperta. Ci
buttò un occhio e vide che il suo socio era voltato su un
lato, con le spalle rivolte verso la porta. Stava dormendo. Per fortuna
non si era accorto di nulla. Kaori si allontanò, senza
accorgersi che, in realtà, Ryo era tutt’altro che
addormentato. A svegliarlo era stato proprio l’urlo lanciato
da Kaori. E non era la prima notte che sentiva la socia urlare in piena
notte. Era un po' preoccupato per lei, a dire la verità. Non
riusciva a capire cosa le stesse accadendo.
La mattina dopo, quando Ryo scese in cucina, Kaori aveva già
preparato la colazione. Mentre la osservava posare il cibo sulla
tavola, l’uomo potè notare le occhiaie e il
colorito un po' pallido che caratterizzavano il viso della sua socia.
Aveva deciso di non chiederle niente. D’altronde, era stata
proprio lei a chiarire che il loro rapporto fosse basato sulla fiducia
dell’uno per l’altro. Ebbene, era lei che doveva
fidarsi di lui, in quell’occasione e dirgli cosa non andava.
- Buongiorno.
- Ciao Ryo.
Kaori non osava alzare gli occhi dal cibo che aveva davanti, per paura
che Ryo potesse leggere nel suo sguardo i pensieri che la tormentavano.
Lei non era mai stata brava a mentire e sapeva che lui stava iniziando
a farsi delle domande. Tuttavia non voleva coinvolgere Ryo in quella
faccenda, quindi doveva dargli meno elementi possibile su cui avanzare
delle ipotesi. Non poteva permettergli di indagare. Non questa volta.
Negli ultimi tempi, un terribile ricordo del suo passato stava
riemergendo. Si trattava di qualcosa troppo difficile da affrontare
nuovamente, sebbene sotto forma di reminescenza. Per certi versi era
anche troppo imbarazzante, non sarebbe riuscita a parlarne con Ryo per
niente al mondo.
Più tardi, al Cat’s Eye, Umibozu stava, come al
suo solito, pulendo il bancone, mentre Miki serviva ai tavoli. Ryo
entrò, stranamente cupo in volto e andò a sedersi
su uno sgabello, di fronte al suo amico. Il fatto che non avesse
accennato minimamente a importunare Miki apparve molto strano agli
occhi di Umibozu, che non si lasciò scappare
l’occasione di punzecchiare lo sweeper.
- Saeba, la tua socia ti ha per caso
buttato fuori di casa una volta per tutte?
- Taci, Umi. Non sono in vena, oggi.
Miki raggiunse i due uomini, un po' in apprensione.
- Ryo, tutto bene? E’ successo
qualcosa?
Ryo guardò Miki. Lei era la migliore amica di Kaori. Magari
sapeva qualcosa che lui ignorava.
- Miki, cosa mi dici di Kaori?
- Cosa? In che senso?
- Cioè, hai magari notato
qualcosa di strano in lei, ultimamente? Qualche comportamento insolito,
per esempio.
Miki ci pensò un attimo. In effetti, se ci pensava bene,
c’era stato un episodio strano, qualche giorno prima.
//Lei e Kaori erano a casa di Ryo, in cucina. Stavano prendendo un
tè insieme e avevano la televisione accesa. Il telegiornale
pomeridiano stava dando la notizia di un’evasione. Il
criminale fuggito dal carcere era stato arrestato anni prima per
traffico di droga e sequestro di persona. A quanto pare si trattava di
un soggetto difficile, che aveva dato diversi grattacapi al direttore
del carcere nel corso degli anni. Quando il giornalista fece il nome
del malvivente, Kaori sbiancò d’un colpo e, con
mani tremanti, aveva posato la tazza sul tavolo. Miki aveva prontamente
chiesto all’amica se stesse bene, cercando di capire a cosa
fosse dovuto quel suo turbamento, ma Kaori era stata brava a sviare le
domande insistenti, un po' meno a nascondere il suo nervosismo.//
Miki guardò Ryo negli occhi.
- Si, qualcosa ho notato.
L’altro giorno...
Nello stesso momento, Kaori stava facendo le pulizie in casa, mentre
rifletteva su quello che la tormentava da giorni, ormai. Pensava di
essersi messa il passato alle spalle, ma aveva capito che, purtroppo,
non era così. cosa avrebbe fatto se *lui* fosse tornato a
perseguitarla? Avrebbe dovuto parlarne con Ryo? E come
l’avrebbe presa, se l’avesse fatto? In un attimo
tutti i ricordi di quella orribile notte riaffiorarono nella sua mente
e delle lacrime iniziarono a scendere sulle sue guance.
Ryo stava passeggiando per le strade del suo quartiere. Stava tornando
a casa. Quello che gli aveva raccontato Miki gli fece pensare che
qualunque cosa avesse Kaori, doveva essere peggio di quello che
pensava. Doveva scoprire assolutamente di cosa si trattava.
Immaginò che chiederlo direttamente a Kaori non sarebbe
servito a nulla. Di sicuro avrebbe negato ogni evidenza, perfino la
storia degli incubi notturni. Tutto sembrava essere legato al
malvivente evaso dalla prigione. Magari poteva chiedere
l’aiuto di Saeko. Poteva farsi dare il dossier che lo
riguardava, con i crimini da lui compiuti. Forse sarebbe riuscito a
stabilire un legame con Kaori. Con questa convinzione, Ryo
cambiò strada e si diresse a passo svelto verso il
commissariato di polizia.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
Saeko era piena di lavoro, negli ultimi tempi. Non sapeva dove sbattere
la testa. Ci mancava solo la faccenda di Toshida Yamamoto, il criminale
evaso già da qualche giorno. Naturalmente di lui si erano
già perse tutte le tracce e ritrovarlo sarebbe stato molto
difficile ed impegnativo. Venne distratta da uno strano baccano
proveniente dall’esterno del suo ufficio. Quandò
udì voci femminili inveire contro un
“maniaco”, comprese chi avesse deciso di fargli
visita quel pomeriggio. Si alzò dalla sedia e quando
aprì la porta non si meravigliò di vedere Ryo
svolazzare da una scrivania all’altra delle sue colleghe.
Senza scomporsi, lo prese per la giacca e se lo trascinò
dietro fino all’ufficio, richiudendosi la porta
dietro e distribuendo scuse a destra e a manca.
- Ryo, ma insomma!!! Quando la pianterai
di fare il farfallone a questo modo?!?
-
Quando tu, mia dolce Saeko, ti deciderai a pagarmi tutti i mokkori che
mi devi!! Devo forse mostrarti la lista?? Ti avviso che, oramai,
è chilometrica!!
Saeko alzò gli occhi al cielo. Era sempre il solito.
- Sei venuto qui solo per questo?
Perché ti avverto: oggi non è giornata! Non ho il
tempo materiale di stare dietro a queste sciocchezze!!
Ricordandosi il motivo della visita, Ryo si fece serio.
- No. ho un favore da chiederti. Devi
dirmi tutto quello che sai dell’evaso fuggito
l’altra notte.
-
Stai parlando di Yamamoto? Perché ti interessa?
-
Tu dimmi solo se puoi darmi quelle informazioni. Altrimenti mi
rivolgerò a Reika.
Saeko aggrottò le sopracciglia, vedendo quanto fosse
determinato Ryo. Probabilmente non le avrebbe detto
nient’altro sui motivi che lo spingevano a voler sapere tutto
del criminale, quindi si decise a parlare.
- Toshida Yamamoto stava scontando una
pena di trent’anni di reclusione. E’ molto
pericoloso, e di lui non abbiamo più tracce. Da tempo era
particolarmente seguito per via della sua instabilità
mentale che era peggiorata.
-
Si, ma perché era in carcere? Di cosa è stato
accusato?
-
Vedi, il suo caso fu molto complesso, all’epoca dei fatti. Si
occupò Hydeyuki di questa faccenda. Yamamoto era
uno spacciatore molto potente. Venne arrestato dopo aver sequestrato
una giovane ragazza di cui non si è mai saputa, almeno
ufficialmente, l’identità. A dire la
verità, non si è mai saputo neanche cosa accadde
di preciso durante il sequestro e il successivo arresto di Yamamoto. La
questione fu insabbiata e messa a tacere. Solo l’allora capo
della polizia e Hydeyuki seppero come andarono di preciso le cose.
-
Come è possibile che non si sapesse neanche il nome della
ragazza?
-
Beh, fu tenuto rigorosamente segreto. Anche quel particolare fu
probabilmente noto solo al capo e a Maki.
-
Beh, cerca di scoprire di chi si trattava. E’ molto
importante.
-
Ma... Come faccio?
-
Senti, Saeko. Te lo ripeto: è molto importante. E tu devi
aiutarmi. Me lo devi, soprattutto dopo tutti i favori che io ho fatto a
te.
-
Va bene, ho capito. Farò il possibile.
-
Il possibile non mi basta. Devo avere quel nome.
-
E va bene! Allora farò anche l’impossibile, ok?
Però mi scalerai tutti i mokkori, non è vero?
-
Beh, tutti no, però darò una bella scorciata alla
lista.
Senza aggiungere altro, Ryo si voltò e si
avvicinò alla porta per andarsene.
- Ryo?
Lo sweeper si fermò, senza voltarsi.
- Si?
-
Perché ti sta tanto a cuore sapere quel nome?
-
Tu cercalo e basta. Per adesso non posso dirti nient’altro.
Saeko sospirò. Ma Ryo sapeva che lei avrebbe comunque fatto
di tutto per aiutarlo.
- Grazie.
Quando Ryo se n’era già andato, Saeko si mise
subito a lavoro per cercare negli archivi qualche informazione. Di rado
aveva visto Ryo così preoccupato.
Kaori stava cercando
di nascondere i segni del pianto che fino a pochi minuti prima
l’aveva scossa. Ryo non era ingenuo. Sapeva perfettamente che
lui si era già accorto che qualcosa che non andava
c’era. Kaori voleva evitare di dargli altri elementi di cui
sospettare. Proprio in quel momento udì sbattere la porta di
casa. Sapendo che ciò significava che Ryo aveva appena fatto
ritorno a casa, Kaori scese al piano inferiore. Mentre stava ancora
scendendo le scale, vide Ryo di spalle. Quando lo sweeper si
voltò verso di lei, probabilmente accortosi del suo
avvicinamento, Kaori vide davanti a sé tutta
un’altra persona. Vide il volto di colui che, in quegli anni,
aveva cercato di dimenticare per sempre, pur non riuscendoci mai. Ryo,
non comprendendo affatto cosa stesse accadendo alla socia, vide Kaori
sbiancare d’un colpo, con il corpo rigido. Vedendola
così, lui le si avvicinò. Solo quando le mise una
mano sul braccio, la donna si riscosse e si accorse che si era trattata
solo di un’allucinazione. Quello che aveva davanti era Ryo.
Quando comprese che Ryo cercava di indagare con lo sguardo, lei
abbassò gli occhi ed evitò i suoi scrutatori.
- Kaori, che cosa
c’è?
-
Ehm, niente, anzi scusami. E non preoccuparti, sto bene. Adesso devo
proprio andare. Ci vediamo dopo, ok?
-
Ma, aspetta, dove vai? E’ quasi ora di cena!
Niente. Kaori non l’aveva proprio ascoltato ed era
già scappata via. Ryo rimase per qualche secondo stupito ed
immobile. Poi decise di seguirla, preoccupato per lei.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3
Kaori stava camminando senza apparente meta, per la città.
Tanti anni al fianco di Ryo le permettevano di avere
quell’esperienza necessaria a capire che qualcuno la stava
seguendo. Tuttavia era convinta che si trattasse di Ryo, dunque non se
ne preoccupò molto e continuò il suo girovagare.
All’improvviso, una macchina le tagliò la strada.
Accadde tutto in pochi istanti, in maniera troppo concitata e veloce,
perché Kaori avesse modo di reagire. Così, quasi
senza rendersene conto, la sweeper si trovò
all’interno dell’auto, che era partita
immediatamente, a tutta velocità. Ryo era troppo
lontano e a nulla valse la sua corsa per intervenire. L’unica
cosa di utile che riuscì a fare, fu di prendere il numero di
targa. Con un gesto di stizza, girò i tacchi, per tornare a
casa e studiare un piano per salvare la collega. Appena fu rientrato,
il telefono squillò e lui si affrettò a
rispondere, pensando che potesse trattarsi del rapitore. Ma
così non fu.
- Parla Saeba, chi sei?
- Sono io, Saeko. Tutto bene, Ryo?
- Non ho tempo, è
importante?
- Si, ho le informazioni che volevi.
- Arrivo.
Il tono di Saeko non gli era per niente piaciuto, quindi Ryo decise di
andare prima a vedere di cosa si trattasse. Magari avrebbe avuto
elementi utili per trovare Kaori.
Forse per la prima volta in vita sua, Ryo entrò nel
commissariato senza neanche calcolare le donne che vi lavoravano e che,
in quel momento, lo osservarono perplesse, dirigersi a passo svelto e
sicuro verso l’ufficio di Saeko. Entrò senza
bussare e si richiuse la porta alle spalle. Andò a sedersi
di fronte a Saeko, che lo guardava con un’espressione molto
seria. In realtà, la poliziotta non sapeva da che parte
iniziare. Vedendo che lei non pareva voler aprir bocca, Ryo si
alterò.
- Saeko, maledizione! Non ho tempo da
perdere! Kaori è stata rapita!! Quindi dimmi quello che hai
scoperto subito!!
Saeko sospirò, e si decise a parlare.
- Ok, te lo dico. Ryo, è stato
Hydeyuki a chiedere di tenere nascosto il nome della ragazza coinvolta.
Ryo si fece più cupo, avendo un brutto presentimento.
- Dimmelo.
Saeko chiuse per un momento gli occhi, poi, fissandolo,
parlò.
- All’epoca aveva solo quindici
anni... Ryo, cerca di restare calmo, qualsiasi cosa tu abbia in mente
di fare.
- Saeko...
- Era Kaori.
Scrutando negli occhi di lei, Ryo seppe che Saeko non gli stava dicendo
tutto.
- Che cosa le hanno fatto?
- Ryo...
- Saeko! E’ stato solo un
sequestro di persona o c’è dell’altro?
Cosa non vuoi dirmi? Cosa le hanno fatto? L’hanno
picchiata?... L’hanno...
Finalmente intuita tutta la verità, Ryo sbatté i
pugni sulla scrivania. Furioso, con lo sguardo che gridava vendetta e
odio, si alzò, buttando un foglietto davanti a Saeko.
- Controlla questa targa. Voglio sapere a
chi appartiene.
Saeko, quasi intimorita da come Ryo stava reagendo alla notizia,
obbedì, senza dire niente. Si mise a cercare nel suo pc e
non ci mise molto a scoprire a chi appartenesse l’auto.
- E’ intestata a Yoko Takami,
la donna di Yamamoto all’epoca dei fatti.
Ryo uscì non appena avute tutte le informazioni che cercava
e Saeko provvide a chiamare Falcon, prima di inseguire Ryo.
Quando Ryo uscì da casa sua armato di tutto punto, Umibozu,
Miki e Saeko erano lì fuori ad aspettarlo. Lui
osservò i suoi amici. Capì che non avrebbe potuto
sbarazzarsi di loro se non con la forza. Quindi sospirò e
salì sulla jeep di Falcon, vicino a Saeko.
- Ho localizzato la villa dove,
probabilmente, Kaori è rinchiusa.
- Forza, allora. Andiamo.
Kaori era legata, impotente, su un letto. Aveva paura. Ryo non avrebbe
neanche saputo da dove cominciare per venire a salvarla. E tutto
perché non gli aveva voluto raccontare nulla. Probabilmente
Ryo non l’aveva affatto seguita quel pomeriggio, quindi non
sapeva neanche del suo rapimento. Stavolta si era cacciata veramente in
un brutto guaio. E non sapeva come uscirne. Sapeva solo chi
l’aveva rapita. Quel folle di Yamamoto l’aveva
già fatto in passato, strappandole, fra tante cose, anche la
sua innocenza. Kaori ci aveva messo tanto a riprendersi da quella
brutta esperienza e aveva finito con il relegare in fondo alla sua
memoria quello che era accaduto durante quel sequestro. Non ne aveva
mai parlato con nessuno e Maki, l’unico che sapeva tutto o
quasi, aveva capito fin dall’inizio che quel tasto non doveva
essere mai più toccato. La porta della camera in cui era
segregata si aprì senza gentilezza. Una risata maschile
riempì la stanza e un uomo si fece avanti.
- Felice di rivederti mia dolcissima
Kaori. Non hai idea di quanto tu mi sia mancata in tutti questi anni!!
Ma adesso che ti ho ritrovata, non ti lascerò mai
più andare. Contenta?
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
Una volta arrivati alla villa, si erano divisi. Mentre Falcon e Miki
facevano strage di guardie in giardino, Saeko e Ryo riuscirono a
intrufolarsi all’interno della villa. Saeko si
occupò di perlustrare il pian terreno, mentre Ryo
andò al piano superiore.
Sentendo passi avvicinarsi, e spari provenire dall’esterno,
Toshida, che si stava pericolosamente avvicinando a Kaori, sempre
più spaventata, si fermò, voltandosi verso la
porta che, dopo qualche secondo, si spalancò. Ryo, con
un’espressione omicida stampata in volto, teneva la sua
pistola puntata su Yamamoto.
- E tu chi saresti? E come hai fatto ad
arrivare fin qua?
Kaori era ugualmente incredula, ma anche particolarmente sollevata nel
vederlo lì.
- Hai finito di spargere terrore, amico.
E’ arrivata la tua ora.
Sentendosi in trappola, Toshida mostrò l’arma che
teneva nascosta, e la puntò su Kaori, intenzionato ad
ucciderla. Tuttavia aveva sottovalutato chi aveva davanti. Ryo non gli
dette il tempo di fare niente, sparandogli a una mano e disarmandolo.
Stupito dalla velocità di Saeba, Yamamoto cadde a terra,
tenendosi la mano sanguinante con l’altra, ancora intera.
- Tu hai fatto del male a Kaori. E, per
questo, devi pagare.
Ryo sparò all’uomo, a sangue freddo, sapendo che
meritava quella punizione. Kaori, sconvolta, scoppiò a
piangere. Non riusciva a credere che quell’incubo fosse
finito una volta per tutte.
Ryo finse di ignorare completamente il fatto che avessero privato Kaori
dei suoi vestiti, facendola rimanere in intimo. Si tolse la giacca e si
avvicinò a lei, slegandola. Poi l’avvolse nella
sua giacca e la prese fra le braccia, cullando il suo pianto.
Falcon
lasciò Ryo, con Kaori addormentata n braccio, davanti a
casa. Ryo riuscì agilmente ad aprire e richiudere la porta.
Mentre la portava al piano superiore, Kaori stropicciò gli
occhi, ma non li aprì. Si sentiva al sicuro fra le braccia
calde del socio. E poi non era sicura di riuscire a sostenere il suo
sguardo. Per essere riuscito a trovarla in così breve tempo,
Ryo doveva aver per forza scoperto qualcosa. E lei non voleva
affrontarlo. Aveva la speranza che Ryo, una volta portata in camera,
l’avrebbe lasciata sola. Cosicché avrebbe avuto
un’intera notte a disposizione per pensare a cosa avrebbe
potuto dire a Ryo il mattino seguente. Ryo, da parte sua, si era
già accorto che la socia era sveglia, ma evitò di
smascherarla. Almeno per il momento.
In camera, l’adagiò con delicatezza sul letto,
togliendole la propria giacca di dosso. Kaori, a quel gesto, non
riuscì a controllare il calore che invase le sue guance.
Sorridendo appena, Ryo decise che non valeva la pena continuare con
quella farsa.
- Kaori, perché non apri gli
occhi? So benissimo che sei sveglia.
Certo! Avrebbe dovuto immaginare che lui se ne fosse già
accorto!
- Come stai?
-
Bene...
Ryo notò come Kaori cercasse di evitare di guardarlo negli
occhi. Lui le passò una mano sulla guancia, in uno dei pochi
gesti gentili che sapeva di rivolgerle.
- Kaori... Va tutto bene, stai calma.
Adesso sei al sicuro.
-
No, non è vero che va tutto bene. Tu sai tutto, non
è vero?
Capendo subito a cosa si riferisse, il volto di Ryo si fece
più scuro. Si pentì di non aver dato una morte
abbastanza dolorosa a quel bastardo che aveva fatto del male a Kaori.
La sua socia, intanto, vedendolo rabbuiarsi a quel modo, fraintese,
pensando che adesso lei lo ripugnasse. Disperata, scoppiò di
nuovo a piangere. Ryo si sentì stringere il cuore, e
l’abbracciò.
- Non fare così, Kaori! Adesso
quel bastardo è morto e non può più
farti del male! Non permetterò più che ti accada
una cosa del genere!!
Confusa, Kaori si staccò da lui quanto bastava per guardarlo
negli occhi.
- Tu... Tu non mi odi, allora?
Ryo non potè credere che lei si sentisse in colpa per quello
che le era accaduto.
- No, certo che no!! come puoi pensare
una cosa del genere?? Tu non hai nessuna colpa in tutto questo! Io sono
disperato all’idea che ti sia accaduta una cosa
così orribile, ma ti prometto che non lascerò che
accada mai più!
Kaori si strinse a lui, continuando a piangere. Stavolta,
però, le lacrime erano di sollievo. Lasciando che si
sfogasse e aspettando che si calmasse, Ryo le accarezzava la schiena,
cercando di tranquillizzarla. Quando, poco dopo, lui cercò
di staccarsi, con l’intenzione di lasciarla riposare, lei si
oppose.
- Kaori...
Solo allora, Kaori si staccò da lui.
- E’ tardi. Hai bisogno di
riposare.
Ryo si stava alzando, ma Kaori lo fermò.
- Ryo...
-
Che cosa c’è?
Kaori era un po' in imbarazzo, per quello che voleva chiedergli.
- Ho paura. Tu... Potresti dormire qui
con me, per favore? ... Dormire e basta, chiaramente!
Ryo sorrise.
- Certo, Sugar-boy! Su, fammi spazio.
Kaori obbedì, ritirandosi in un angolo del letto. Ryo si
sdraiò vicino a lei, sotto le coperte. Allungando un
braccio, se la tirò vicina, permettendole di mettergli la
testa sulla spalla.
- Ryo?
-
Si?
-
Tu non mi abbandonerai mai, vero?
-
No, tranquilla! Sennò chi mi riempirebbe di martellate, ti
pare? E poi, sai che ti dico? Che mi piace vivere con un mezzo uomo!
Fu così che Ryo si trovò schiacciato sotto un
martello da soli 100kg.
- Idiota!
Kaori fece comunque fatica a trattenere un sorriso. Sapeva che Ryo
aveva parlato così solo per sdrammatizzare un po' e farla
stare meglio.
- Buonanotte Ryo.
-
Buonanotte socia.
Ryo si voltò, dandole un bacio sulla fronte.
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