Heather

di faithandmisery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io Sono Io ***
Capitolo 2: *** Non sono più io ***
Capitolo 3: *** Amico ***
Capitolo 4: *** Ti voglio bene...? ***
Capitolo 5: *** Confusion ***
Capitolo 6: *** Addio ***
Capitolo 7: *** Nuova vita ***
Capitolo 8: *** Destino ***



Capitolo 1
*** Io Sono Io ***


Heather

Nota: Riferimenti a fatti, luoghi o persone realmente esistenti sono puramente casuali. I personaggi sono di mia pura invenzione.


Io Sono Io


Io sono Heather.
Non amo parlare, tanto meno non amo parlare di me, trovo che sia una cosa completamente inutile, visto poi gli argomenti che piacciono alla gente.
Sono una ragazza di quattordici anni, capelli castani, occhi grigi, piuttosto alta e magra. Sono la classica persona che molti definirebbero "asociale".
Sciocchezze, io sono come sono. Nessuno mi può dare una definizione certa.
Non ho ambizioni, né interessi, so soltanto che la vita che faccio è monotona e noiosa. Mai qualcosa di divertente.
Non so chi siano i miei genitori, in quanto sono morti quando avevo circa un anno. Non so nemmeno se ho fratelli, nonni, zii...
Ho vissuto in un orfanotrofio, adesso c'è una famiglia che mi vorrebbe adottare, ma poi, sono sicura che, appena mi conosceranno meglio, se ne andranno tirando fuori le scuse meno credibili. Scema, è questo che credono che sia.
Ma, peccato per loro, io non lo sono. Credo anche di cogliere più particolari e finezze, che nessun altra adolescente della mia età, o forse, anche più grande, possa notare.
Nell'orfanotrofio, e nella scuola, sono famosa perché con una persona non reggo un discorso che duri più di cinque, o dieci minuti. Pettegole le ragazze. Approfittatori i ragazzi. Non c'è motivo per cui io debba sprecare il mio tempo con loro.
Alzo lo sguardo: un albero spoglio, come quelli spesso ritratti nei quadri Romantici, è fuori dalla finestra. Mi piace. Ritrae malinconia, la natura di cui l'uomo ha paura, la morte, a mio parere. L'unica differenza tra noi e gli alberi, è che gli alberi, sembrano morti, negli inverni freddi, nudi, senza una foglia che possa mettere allegria o speranza, ma non lo sono. No, perché la primavera successiva si riempiono di gioia  colore. Gli esseri umani, una volta morti, lo rimangono.
La mia stanza è di un azzurro spento, nessuna foto, nessun quadro, niente. Solo il mio zaino, un letto dalla coperta dello stesso colore del muro, l'armadio con i miei vestiti, e pochi giocattoli.
Prendo la mia borsa di scuola ed estraggo un album da disegno. Prendo anche l'astuccio, per la matita e la gomma. Inizio a tracciare linee confuse.
Alla fine, la mia mano sinistra, chiamata anche "mano del Diavolo", mi ha portata a creare un disegno che ritrae un albero spoglio sotto la pioggia, simile a quello che ho davanti. Solo che qui non piove.
Dimenticavo un dettaglio: nel mio pavimento sono presenti tantissimi fogli, in bianco e nero, con vari paesaggi e soggetti, che ritraggo ogni qual volta ho l'ispirazione. Sono molti. Non do un giudizio, perché so che il mio sarebbe sbagliato. Ma non lo chiederò a nessun altro, perché non m'importa niente.
Qualcuno bussa alla porta. Io non rispondo, e quella si apre.
-La cena è pronta.- dice Billy, uno dei tanti che lavora qui.
Io, silenziosamente, mi alzo, ed esco. Varco il lungo corridoio fino alla porta più grande che c'è di fronte a me. Entro.
Il caos più totale. Questi ragazzini sono indisciplinati.
Mi siedo al tavolino più isolato, il solito, insomma. Carl, un altro lavoratore, mi serve un piatto con della carne arrosto, sembra felice. Forse sa che la carne è il cibo che preferisco, soprattutto quella arrosto.
-Umpf...- borbotto, e lui se ne va, soddisfatto, sa che, interpretata da me, quella sottospecie di parola, ha un enorme significato.
Inizio a mangiare, lentamente. Molti mi guardano, ma ormai ci sono abituata: ti guardano e confabulano tra di loro, ti stanno criticando, come se poi non vedesse.
Tipico.
Finita la cena. Me ne torno in camera. Mi siedo al centro della stanza, e penso. La cosa che amo più al mondo. Rifletto, su tutto quello che mi è accaduto durante la giornata, che poi, è sempre la stessa cosa. A scuola, durante la spiegazione, mi metto a disegnare su dei fogli o sul banco, mentre tengo lo sguardo puntato sul professore, e, se l'argomento non mi sembra più noioso del solito, mi metto anche ad ascoltare.
Ricreazione: il caos più totale, come la mensa, qui all'orfanotrofio, con la differenza che, con solo venti persone, c'è lo stesso chiasso che ne fanno circa ottocento.
Sarebbe il momento ideale per parlare con qualche amico, ma non ho amici. Non condivido le idee di quegli scalmanati senza cervello, che si credono chi sa chi.
Prendo un altro foglio dall'album, e sopra ci disegno il volto di un ragazzo, inventato, ma non mi interessa che somigli a qualcuno, se è così.
Credo che siano le ventidue passate. Lo so perché, ho notato, che una stella particolare brilla nel cielo soltanto dopo le ventidue.
Mi corico nel letto.
Se fossi una ragazza come le altre, volgerei il mio pensiero a quello che potrei sognare. Ma, per quanto mi riguarda, potrei anche sognare il nulla.

Fine capitolo

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Capitolo 2
*** Non sono più io ***


Heather_Cap.2
Non sono più io

Siamo a Settembre, domani ricomincia la scuola. Come pensavo, quella famiglia interessata a me, ha inventato una stupida scusa, dicendo che non erano ancora pronti per un impegno grande come mantenere una ragazzina. Non è vero, è che mi trovano troppo strana per i loro gusti.

Sono stata promossa con il massimo dei voti in ogni materia, più la condotta.
Le materie sono così noiose...
Non sono ancora stati scoperti dati sulla mia famiglia e, mi sembra strano, che nessuno abbia una nipote, magari anche parente lontana, scomparsa.
Non vale la pena di rimuginarci su, comunque.
Prendo un foglio da disegno, e inizio a tracciare linee. Questa volta ho ritratto un giardino pieno di fiori. Forse è perché sono più felice degli altri giorni, perché domani non rimarrò chiusa qui, anche se non ho nessuno da rincontrare.
Mi sono comprata un portatile, piccolo, sugli undici pollici. E' carino. Peccato però, che non mi permettano di usare Internet, sono curiosa.
Ma che succede? Come mai mi sto interessando a delle sciocchezze?
Saranno le crisi adolescenziali, spero, almeno.
I miei disegni sono aumentati tantissimo, e ormai, ricoprono ogni millimetro di pavimento della stanza.
Con Carl, e Billy, adesso scambio, non sempre, qualche parola, non sono così male, dopotutto.
Mi corico nel letto, e spengo la luce: il buio più totale, è così che dormo. Altrimenti, non riesco a prendere sonno.
Dopo circa mezz'ora riesco ad addormentarmi.

Che noia. Il solito trillio della sveglia interrompe il mio sogno. Anche se non mi ricordo cosa stavo sognando.
Fatto sta, che, per un qualche strano motivo, stavo dormendo bene, per la prima volta in tutto quest'anno.
Mi lavo nel mini-bagno che comunica con la camera a fianco, che tanto è vuota, e mi vesto: indosso un paio di jeans non attillati, e una maglietta a maniche corte arancione di due taglie in più. In quest'estate sono cresciuta, e le mie curve sono... Molto più visibili rispetto a prima... Odio mostrarmi agli altri, quindi non metto mai roba stretta.
Prendo il cellulare e lo metto in tasca. So già che nessuno mi chiamerà. Volendo, potrei anche metterlo a volume altissimo, non squillerebbe mai, tanto.
Sono cresciuti anche i capelli, ora mi superano le spalle, e sono diventati ricci, prima invece, li avevo mossi e a caschetto.
Prendo lo zaino, ed esco dalla mia stanza.
La colazione la faccio in mensa, stamattina servono latte e biscotti, non mi piacciono molto i biscotti.
Andy, l'autista dell'istituto, prende in macchina noi che andiamo alle scuole superiori, e ci porta nei vari licei.
Mi sorprendo, non appena vedo che hanno completamente ristrutturato l'edificio: la tinta ora è gialla, hanno costruito uno scivolo, per i disabili, sicuramente, e ora ci sono le ringhiere nelle scalinate, non che servano a qualcosa, però.
Con lo sguardo individuo i miei compagni di classe: Mary, un'oca completamente fuori di testa, sta chiacchierando col suo solito gruppetto di ragazze, mentre non fa altro che mangiarsi con gli occhi ogni ragazzo che le passa davanti. Peccato che a lei non la guardi nessuno.
Sally e Keira, che, invece, conversano animatamente, probabilmente si raccontano come hanno passato le vacanze estive.
Infine, i maschi: stanno sempre a confabulare cose senza senso, e in ogni frase che dicono c'è sempre di mezzo un doppio senso.
In tutto i ragazzi della mia classe  sono dieci, mentre le ragazze, compresa me, sono otto.
La campana suona, odio quel rumore acuto, mi fa venire il mal di testa.
Una massa studentesca entra dentro. Io aspetto che ci sia più calme, dopodiché, vado anch'io.

Sono sistemata in uno degli ultimi banchi, vicino alla finestra. Sono sola, per fortuna. Non mi piacciono i miei compagni. Fanno discorsi poco interessanti, e noiosi.
Qualcuno bussa alla porta: sarà la bidella, che porta delle circolari.
Ma dalla porta non è entrata una bidella. E' entrato un ragazzo, dall'aria piuttosto pestifera, capelli biondi e occhi blu.
-Scusi il ritardo, prof!- esclama, grattandosi la testa.
Il professore di Inglese si alza, e dice -Ragazzi, questo è il vostro nuovo compagno: Francisco Aiyame!
-Ciao a tutti!- esclama di nuovo lui.
Mary lo sta mangiando con gli occhi, come fa con tutti. Lui, però, non la degna di uno sguardo, ma guarda me. Perché mi sta guardando?
No, vuole sedersi qui... Uff... Tanto vale che mi ci abitui.
-Ciao!- sorride, buttandosi a peso morto sulla sedia. Devo dire che è piuttosto carino. Ma che penso?
Dov'è la Heather di sempre? Quella fredda e distaccata, senza interessi?
-Umh...- mugugno, magari faccio pensieri diversi dal solito, ma non mi scomporrò mai.
-Io sono Francisco, tu?- mi chiede.
Io lo guardo, il colore dei miei occhi lo sorprende un po' -Heather.
-Non hai un cognome?
-No.
E' molto invadente.
-Come mai?- decisamente, invadente.
-Sono orfana. E vivo in un orfanotrofio.
La sua espressione si rabbuia molto.
-Anch'io... Però, vivo con i miei zii.
Non avrei mai detto che fosse orfano. E' completamente diverso da me.
-Sei giapponese?- gli chiedo. E mi stupisco di me.
-Non proprio, mio padre, lo era. Da cosa l'hai capito?- strano. Non ha nessun lineamento asiatico.
-Il tuo cognome.
Silenzio. Il professore sta spiegando il congiuntivo, ma io lo so, come si forma.
-Quanti anni hai?- riprende a parlare. Lui non mi da fastidio, al contrario degli altri. Ha una bella voce.
-Quattordici.- mormoro.
-Ancora? Io quindici!- questa volta ha alzato troppo la voce. Il professore, si gira, e ci dice di smetterla di parlare.
In sottofondo si forma un ronzio di voci, che sicuramente dicono di quanto sia incredibile che io stia parlando col uovo arrivato.
Passiamo un quarto d'ora ad ascoltare, mentre faccio qualche disegno. Mi accorgo che Francisco mi osserva, quasi incantato. Allora lo guardo e inarco il sopracciglio sinistro.
Lui intuisce.
-Disegni benissimo.- sospira, mentre poggia la testa nel banco, e continua a fissare i movimenti delle mie mani.
Le due ore di Inglese sono passate, ora c'è la ricreazione.
-Hey, Heather...- odio quella voce. Non mi giro. Tanto so che è Alex.
Mi sento prendere i fianchi da dietro, ed essere attirata dalla stessa parte. Ma che sta facendo? E' impazzito?
Solo ora mi rendo conto che professore non c'è.
Mi sta abbracciando, e ora mi sta baciando il collo. Che schifo.
-Smettila. Mi fai schifo.
Dico, atona, ma lui continua.
Tutta la classe ci guarda, e sto per reagire, quando...
-Lasciala!- Francisco?
Ma Alex continua. Allora, il biondo si avvicina, pronto ad una rissa, glielo si legge negli occhi.
Ma io mi giro di scatto, e do una forte ginocchiata nell'inguine, a quel pervertito.
-Ti avevo avvisato.
A quel punto lascio tutti con la bocca aperta, tranne che quell'idiota, che si è accasciato a terra, lamentandosi malamente.
La campanella suona di nuovo. Ora mi aspettano Italiano, Spagnolo, e Francese.

Esco dalla scuola, oggi devo tornare da sola all'orfanotrofio. Andy deve fare un giro diverso.
Cammino piuttosto velocemente, con lo zaino nella spalla sinistra. Mi guardo intorno e osservo.
Delle famiglie apparentemente felici, un nonno che accompagna la propria nipotina a prendere qualcosa all'edicola, automobili ferme e in movimento... Francisco che mi raggiunge e si mette a camminare al mio fianco.
No, questa è un'allucinazione, per forza.
-Ciao, Heather!- non era un'allucinazione.
-Umh.- sospiro, ormai rassegnata.
-Non sei una ragazza di molte parole tu, vero?- no, non lo sono, non amo parlare.
Faccio un cenno col capo.
-Fai bene. Non sei come le altre ragazze. Ora, non vorrei avere pregiudizi, ma mi sembrano un po' oche.- da quando i maschi sono così svegli?
Forse lui non è come gli altri.
-Comunque... Sei stata grande alla ricreazione!
Per me è stata una cosa da niente, così non si avvicinerà più a me. Mi giro verso di lui.
-Il colore dei tuoi occhi è strano... Non ho mai visto nessuno con gli occhi grigi. A parte i ciechi, ovviamente.
Io sto zitta, è vero, non c'è molta gente con gli occhi grigi, ma non è poi così raro.
Lui deve avere interpretato male il mio silenzio, stavolta -... Sei cieca?
Ma come faccio ad essere cieca?
-No.
-Secondo me dovresti provare a parlare di più, a volte è piacevole, parlare con qualcuno...
Prima era stato lui, a dirmi che facevo bene a parlare poco.
-Ok... Cambiamo discorso... Ce l'hai la Play Station? O comunque, qualche videogioco?
-No. Non ho mai usato videogiochi, non m'interessano.
-Secondo me, una volta che provi, ti piacciono!
-Non credo.
-Allora vieni a casa mia, e facciamo una scommessa. Se alla fine ti piacciono, allora verrai da me a fare delle partite almeno una volta a settimana, altrimenti allora non ti chiedo più di provare videogiochi o roba simile... Ci stai?- e mi porse la mano.
-Oggi ho impegni.
-Allora vieni domani!- che scocciatura...
Gli stringo la mano.

Oggi sono strana. E anche molto, Carl e Billy se ne sono accorti: dicevano che oggi ero più... Dolce e socievole del solito, anche se la differenza dagli altri giorni era minima.
Credo, in fondo, di essermi affezionata almeno un poco a loro. Sono gli unici che, malgrado il mio carattere, mi trattano da persona normale, e mi considerano.
Oggi comunque non sono io, sono diversa, e non so perché.
Metto in terra l'ennesimo foglio disegnato, e spengo la luce.
Mi addormento subito, stranamente.

Continua...

ANGOLO AUTRICE: Ok, ho scombussolato la trama, e ho anche cambiato il genere, come avrete notato.
Siccome soffro di multipla personalità, quando ho scritto il primo capitolo avevo la personalità fredda e distaccata, un po' come Neji... Io ho cercato di farla così, ma non sono riuscita, poiché quella personalità, affiora meno rispetto alle altre tre, e menomale U.U...
Ok, ho visto che le storie "Originali" hanno pochissimi lettori, rispetto alle altre.
Quindi sarei grata, ai pochi lettori, se mi dessero una piccola opinione sulla fic, anche se negativa.
Grazie mille, ciao!

&21

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Capitolo 3
*** Amico ***


Heather_Cap.3
Amico

Tre mesi. Ecco quanto è passato, dal primo giorno di scuola. Oggi è il 18 Dicembre.

Sono riuscita a rimandare gli inviti di Francisco, con delle scuse, ma oggi sono costretta ad andare, non ci sono svincoli.
Mi vesto con una maglia azzurra, con delle strisce più scure. I jeans larghi, le scarpe sportive.
Alex non si è più avvicinato a me, dopo quella vicenda: io gliel'avevo detto di smetterla.
Mi guardo allo specchio, i miei occhi sono inespressivi, il mio viso anche, come al solito, insomma.
Mary sta diventando sempre più antipatica con me, forse è gelosa del fatto che quell'idiota ci avesse provato con me. Non m'interessa, se si avvicina a me, sono capace di fare la stessa cosa che ho fatto ad Alex, anche a lei, o a chiunque altro.
Mi carico lo zaino sulle spalle, ed esco. Con Andy ho deciso di andare e tornare sempre da sola, da scuola, e ho avvisato anche Carl e Billy, che oggi andrò a casa di Francisco.
Ci sono rimasti di sasso, non se lo sarebbero mai aspettati, nemmeno io, però...

-Ciao, Heather!!
Non. Ci. Credo.
-Come va?-
Francisco... Ma dove abita?
Gli rispondo con un cenno del capo.
-Anch'io sto bene, grazie!
Mi sta forse provocando?
-Dove abiti?- gli chiedo io. Anche se la mia bocca ha parlato senza che io lo volessi.
-Qui dietro.- e indica un vicolo poco lontano da noi.
-E tu? Cioè... Dov'è il tuo orfanotrofio?
Gli indico la strada che c'è in fondo. Credo che si sia trasferito qui da poco, altrimenti l'avrebbe saputo, dove stava.
-Oh...- fa una piccola pausa e si mette a pensare -Allora, stasera facciamo un gioco di auto, ok?
-Per me è uguale.
Gli rispondo con disinteresse. Però... Con lui parlo di più che con gli altri... E' tutto diverso... Lui non mi da fastidio come le altre persone.

E' l'ora di Informatica. Credo di saperne più io della professoressa.
Il mio compagno di Computer? Francisco... Meglio degli altri, comunque.
Ci sta "insegnando" ad usare un programma di nome "Power Point", che avrò usato migliaia di volte. Come esercitazione dobbiamo fare una Presentazione, e io la finisco in poco tempo. Poi Francisco si è messo ad aggiungere altri effetti, oltre che quelli che avevo già messo io, con la sua voce.
Quando li ho sentiti la mia bocca si è piegata in un sorriso, impercettibile per gli altri, ovvio. Però quel biondino ha sorriso... Che abbia notato?

Finite le cinque ore, tutta la massa studentesca era nel giardino della scuola. Io, invece, seguita come al solito da quel ragazzo, andavo avanti silenziosa.
-Allora, mia zia ha preparato brasato di tacchino. E lei lo fa magnificamente, è una maga in cucina! Ti piace il brasato?
-Umh...
-Sì! Lo sapevo che ti piaceva!
Sono così prevedibile?
Senza accorgermene, siamo arrivati di fronte ad una villa, direi piuttosto bella: un grande giardino con tante piante, un ingresso curato,...
Devono essere per forza benestanti.
-Dai, entra!- esclama Francisco, mentre si rimette le chiavi in tasca, e mi invita a sorpassare il cancello. Io lo faccio, e l'interno non è da meno del giardino. Quadri costosi e mobili di buon gusto. Una televisione gigante cattura la mia attenzione, avrà almeno cinquanta pollici.
-Ti piace?
Non rispondo, un ambiente così mi stordisce un po': è così... Strano.
Poi si dirige verso una porta scorrevole. Non l'avevo notato, ma l'intera casa è in formato giapponese.
-Ehy, zia! Sono a casa! C'è anche Heather!
Allora si sentono dei passi veloci, provenienti dall'altra parte della porta, quella si apre,  e appare una ragazza veramente bella, dai capelli neri e ricci, e gli occhi leggermente a mandorla.
-Ciao Francisco... Tu devi essere Heather, molto piacere.- dice la donna, mentre mi porge la mano.
Io l'accetto, e la saluto.
-Io sono la zia di Francisco, mi chiamo Kurumi Aiyame.- allora è la sorella di suo padre... Ma non sembra giapponese di linea pura.
Per le successive due ore rimango in silenzio, e anche a pranzo. Però non ho visto suo zio, forse è a lavoro. Però il pranzo era buono, Francisco aveva ragione.

-Allora... Dobbiamo fare Geografia... Una presentazione sul Giappone!- aveva scelto lui quale nazione dell'Asia fare, e comunque, a me non dispiaceva fare quello. L'unica cosa che mi destava curiosità, e che lo fa ancora, è sempre stato il Giappone.
-Umh.
-Heather.- per qualche motivo non mi accorgo che mi chiama.
-Heather...!- nemmeno adesso.
-Heather!!!
-Che c'è?!- esclamo, non accorgendomi di aver perso il controllo.
-Scusa, ma io ti ho chiamato tre volte. E comunque, tu che parte vuoi ripetere?- io però, non rispondo, e sto guardando qualcosa dietro di lui. Allora si gira, e chiede -Che stai guardando?
Poi si accorge che appese al muro ci stanno delle foto di lui da bambino.
-Quello sono io... E quelli, erano i miei genitori...- la sua espressione si fa cupa. La sua mamma, una ragazza bionda, dagli occhi azzurri, e uno sguardo birbante, tiene in braccio Francisco. Il padre, invece, sta abbracciando la ragazza, e lui presenta tutti i tratti caratteristici giapponesi.
Gli scende una lacrima da un occhio, che mi fa restringere il cuore. Non lo so perché, ma vederlo così  mi fa quest'effetto.
-Voglio ripetere la cultura.- dico io.
-Va bene!- in un attimo è tornato quello di sempre.

-Ok, ora ti faccio vedere come si gioca!
Francisco prende un apparecchio, il joystick, mi pare si chiami, e inizia a spiegare.
-Con questo prendi la direzione di guida... Questo ti serve per partire e continuare a correre... E con questo invece fai retromarcia... Capito?
Io lo guardo annoiata. Poi inserisce un dischetto nella Play Station, e partono dei loghi. Poi seleziona qualcosa nel menu' principale.
-Allora tu sei l'auto nera che sta giù, mentre io sono quella rossa di sopra. Lo scopo del gioco è arrivare per primi al traguardo del terzo giro, ok?
-Mh.
-Al tre parti!
Sono partita. La mia auto inizia a girare su se stessa... Credo che non sia la cosa giusta da fare. Allora mi fermo, e proseguo, ma sbatto su qualcosa e vibra il joystick. Allora riprovo, ma risulto contromano. E' proprio noioso...
-Evvai! Ho vinto!!- esclama il biondo, ma poi incontra il mio sguardo, e si ricompone.
-Allora...- si avvicina a me e mi si mette dietro, mettendo le sue mani sopra le mie, guidando per me -Questa che ho messo adesso è la modalità Allenamento. Qui, anche se sbagli, non puoi perdere.
Il cuore mi batte forte, e le guance mi rodono. Ma che mi succede?
-Guarda, quando incontri una parete, giri, e poi cerchi di stare sempre al centro della corsia, in modo che se c'è una curva improvvisa, sei pronta a girare.
Dopo un paio di minuti ho finito i tre giri, e allora lui si rimette nella sua postazione, e da il via alla nuova gara.
Questa volta ho il totale controllo della macchina e, quando taglio il traguardo prima di lui, Francisco rimane letteralmente a bocca aperta.
-Avevi ragione. E' divertente.- gli ghigno, mentre lui fa il finto arrabbiato e mi propone la rivincita.
Inutile, tanto ho vinto di nuovo.
-Beh, allora è assicurato che anche la prossima settimana vieni qui.- sorride.
Sì, è vero, non mi dispiace, però.

Sono le ora 17.00, ho altre tre ore per stare in questa casa.
Sono in camera di Francisco, e parliamo. O almeno, lui parla, io ogni tanto annuisco e mormoro qualcosa.
-Quindi ora mio zio se n'è andato in America per lavoro. Fa il ricercatore informatico. Ovviamente, non per sempre, per un mese circa.
-Umh...
-Dimmi, Heather...
Io inarco un sopracciglio, come per incitarlo a continuare.
Lui fa un ghigno che non mi piace -Tu lo soffri...
Si avvicina a me, spero che non abbia in mente quello penso io.
-... Il solletico?
No, il solletico no! Tutto tranne quello!
Io mi preoccupo, mi alzo da letto,  indietreggio, mentre lui avanza, però così mi sono intrappolata al muro, e non ho via d'uscita.
Siamo vicinissimi, allora lui mi afferra, e inizia a farmi solletico dappertutto.
Io inizio a ridere e ad agitarmi, sbatto la testa sul muro, cado a terra. Mi fa male la pancia, ma quant'è che mi fa il solletico?
Involontariamente gli do un calcio in pieno stomaco. Allora lui la smette e si piega dal dolore. Non l'ho fatto apposta...
Ripreso il fiato, vado da lui.
-Scusa.- gli dico, sono dispiaciuta, non avrei voluto fargli male.
-Sai... Sei bellissima, quando ridi.
Io arrossisco, e mi giro dall'altra parte, per non farmi notare.
-E anche quando arrossisci.
Si rialza, e apre la finestra, per chiudere le persiane, ormai è tutto buio.
-Heather, mettiti la giacca e vai fuori, subito!- quasi mi urla, ma che succede?
Allora mi avvicino, e sgrano gli occhi: sta nevicando, e fuori è tutto bianco. Non ho mai visto la neve, e adesso, ce n'è tanta.
Faccio subito quello che mi ha detto, e anche lui.
-Zia, presto, c'è la neve!- esclama Francisco, mentre scende, di corsa, le scale.
Ma non risponde.
Quando siamo fuori, la vediamo già in giardino, ad osservare il cielo.
-Perché non ci hai avvisato, zia?- domanda il mio amico. Sì, lo definisco amico, per quanto possa sembrare strano.
-Sono appena scesa... Credo che ritornerò dentro, ho freddo...- ha sempre un'aria tristissima, quella donna.
Dopo che se n'è andata, Francisco mormora qualcosa tipo -E' sempre triste...
-Perché?- mi è venuto istintivo, chiederglielo.
-Da quando è morto mio padre, nonché suo fratello, non è più la stessa...- sussurra -Ma lo supererà.
-Ora... Ti va di fare una battaglia?
Una battaglia? No. Non sono il tipo, non m'interessa.
-N..- ma non finisco di rispondere, che una palla bianca ghiacciata mi arriva in piena faccia.
E siccome, io rendo ogni cosa che mi viene data, gliene ritiro almeno tre, e lo colpisco tutte le volte.
Nel mentre che è distratto, mi nascondo tra le piante, e ne preparo un po'.
Sento che mi cerca, e infatti vengo colpita in piena testa. E' dietro di me.
-Ti arrendi?- mi chiede.
Non rispondo, non mi sono mai arresa, non vedo perché dovrei cominciare proprio ora.
Lentamente prendo una palla di neve, e gliela lancio, ma essendo girata dall'altra parte non lo prendo.
In compenso, me ne arrivano circa cinque nella schiena.
-Hai perso.- mi sussurra all'orecchio, trionfante.
Detesto, ammetterlo.

Sono strane le sensazioni che ho provato oggi... Prima per me erano sconosciute.
Sono nella mia stanza, e disegno; disegno me e Francisco, sulla neve, quando lui si è avvicinato a me, e mi ha sussurrato che avevo perso.
Per caso, ritrovo il disegno che avevo fatto qualche mese fa: ritrae un ragazzo, che è uguale a lui.
Lo considero mio amico, e questo vuol dire che ci tengo a lui: non sono come gli altri ragazzini, che per amico definiscono la persona che li sopporta o che li aiuta quando hanno bisogno, senza mai ricambiare, e poi magari, quando quella persona definita "amico" ha bisogno di aiuto, loro non ci sono mai.
Quando definisco una persona "amico", significa che lo è per davvero.
Mi corico sul mio letto, e mi copro bene, ho freddo. Spengo la luce, e dopo non so quanto tempo, mi addormento.

Continua...

Ok, ecco il continuo XD... Spero che vi sia piaciuto =)
E ripeto quello che avevo detto *scritto* nel precedente capitolo: potreste recensire per favore? Potete scrivere anche "E' una bella storia" oppure "Non mi piace, è noiosa", non costa niente U.U
Infatti, ringrazio immensamente...
-sarawinky, che ha messo la fic tra le seguite, e ha recensito: davvero tu e Heather vi somigliate? Sono felice ^^... Comunque non è che sia allegra e socievole, e credo che non lo diventerà mai, una persona come lei hehe... Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo =)
-mothintheshell, che anche lei ha messo la fic tra le seguite, e ha recensito: per carità! Non ho preso il tuo commento come rimprovero ^^ Anzi, sono felicissima che tu mi abbia dato questi consigli =)
Anch'io la penso come te, infatti con Francisco si sta instaurando un legame xP Ti è piaciuto questo capitolo?
Spero di sì, e grazie ancora ^.^
-tutti quelli che recensiranno e leggeranno la fic.
Ciao!
&21

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Capitolo 4
*** Ti voglio bene...? ***


Heather_Cap.4
Ti voglio bene...?

Sono passati due anni, sono in quinta superiore. Sono reputata la miglior studentessa della scuola, poiché eccello in ogni materia, che sia pratica o no.
Ora, la mia vita da quasi diciassettenne, è uguale a quella di prima. Tranne che per un particolare: Francisco.
Quel ragazzo, in questi anni ha dimostrato di tenerci, a me, non come tutte le altre persone... Con lui ora parlo di più, e ogni tanto mi scappa una risata, ma questo raramente.
Almeno una volta alla settimana vado a casa sua. Almeno una volta alla settimana lo batto ai videogiochi. Almeno una volta alla settimana riesco a toccare una piccola parte di felicità, con la punta delle dita.
All'orfanotrofio, invece, nessuno ha mostrato interesse per adottarmi, insomma, la solita storia.
Oggi è il dodici Gennaio. Domani compio diciassette anni, e non so ancora quali potrebbero essere i miei genitori.
Carl e Billy mi hanno regalato un set di pennelli e colori vari, perché dicono che ogni tanto dovrei colorare i miei "capolavori", come li chiamano loro...
Mi guardo intorno: le pareti grigie non lo sono più, perché tutto il grigio è coperto dai fogli disegnati che, in quest'arco di tempo, sono aumentati a dismisura.
Ora ho finito il mio disegno di un cimitero desolato. Quello dove probabilmente stanno sepolti i miei antenati, però non so ancora in che luogo di trovi.
Ho sonno. Spengo la luce.

La sveglia suona. Sarà anche il mio compleanno, ma è anche sabato, e devo andare a scuola.
Mi metto una maglietta sformata nera, e dei pantaloni dello stesso colore, oggi c'è educazione fisica, all'ultima ora.
Esco dall'orfanotrofio, e dopo poco vengo raggiunta da Francisco.
-Auguriii!!!!- quasi quasi mi sfonda i timpani, e mi abbraccia.
Poi si stacca e fruga nel suo zaino... Un attimo, cos'è quello?
Non è che per caso è...
-Ecco, questo è per te, dopo la figuraccia dell'anno scorso... Mi sono rifatto!- io balbetto un "Grazie", e prendo il pacchetto in mano: è pesante.
Ricordo la vicenda dell'anno scorso, quel giorno avevo compiuto sedici anni, e nessuno lo sapeva, nemmeno Francisco.
Quando sono tornata a "casa", Carl mi ha detto Auguri ancora, piccolina!", mentre mi accarezzava la testa.
Allora lui ci è rimasto a bocca aperta, e mi ha fatto gli auguri, anche se era imbarazzato.
In un anno non si era chiesto quando compissi gli anni... Ma poco mi importava.
Quindi mi aveva promesso che si sarebbe rifatto l'anno successivo.
-Che aspetti, aprilo!- sorride, mentre mi sveglia dal blackout causato dai ricordi.
Io allora faccio quello che mi ha detto, e trovo una PSP dell'ultimo modello.
Sorrido lievemente, ma in seguito ritorno subito seria -Francisco, questo regalo mi piace molto, ma non posso accettarlo.
-Perché?
-Perché costa molto, e di certo non riceverai da me cose altrettanto belle...
Lui fa un'espressione delusa e arrabbiata, come se mi volesse dire che non devo preoccuparmi.
-Ne abbiamo già parlato... Non m'importa se tu non mi potrai restituire una cosa del genere, perché non devi, è un regalo, o no?
Io lo guardo scocciata -Restituiscilo.
-Non voglio, e non posso... Perché dietro c'è qualcos'altro...
Allora io giro la piccola console, e vedo un'incisione:
"Auguri Heather!!
Francisco"
Non ci posso credere...
-Accettalo, non è difficile, devi solo sorridere, e poi lo devi provare!- ridacchia, adesso non ho più scuse.
Sorrido, e lo provo -Grazie...
E' molto divertente il gioco, senza contare che a parte quello, ci sono moltissime altre funzioni.
Non ho mai incontrato nessuno generoso quanto lui.
-Adesso però dobbiamo andare, altrimenti arriviamo in ritardo, e il professore ci spenna vivi!

Siamo riusciti ad arrivare in orario, e ora è arrivato un nuovo ragazzo nella nostra classe: Tony.
E' un ragazzo alto, dai capelli neri e gli occhi azzurri, quasi come il ghiaccio, molto simile a me, di carattere.
Subito Alex e i suoi scagnozzi hanno cercato di inserilo nel loro gruppo, ma invano.
Mary e le sue amiche invece cercavano di avvicinarlo, dicendogli pettegolezzi, e sicuramente, parlandogli male di me, non sarebbe la prima volta.
Ma si è isolato completamente da tutti.
-Ehy, socievole, Tony, vero?- chiede scettico il mio amico.
-Mh.- non presto nemmeno molta attenzione a lui, perché sto completando un disegno, direi astratto.
Francisco si avvicina pericolosamente, e mi chiede cosa ritrae il disegno.
-Tutto e niente.- rispondo, ed è vero.
-Ehy, siamo nell'altra pagina.- non ho riconosciuto quella voce, perché era quella di Tony. Allora giro la pagina del libro.
Non capisco cosa possa fregargliene, se seguo o no, tanto ascolto lo stesso.
E' suonata la campanella, e ora dobbiamo andare in palestra.
Arrivati, la professoressa ci fa cambiare le scarpe e, a poco a poco, il grande spazio attrezzato si riempie di noi ragazzi.
Dobbiamo fare sei giri del campo di corsa e, come sempre, sono l'unica ragazza che li fa, le altre si mettono da una parte in fondo al campo, come al solito.
-Prof, che facciamo oggi?- chiede Francisco, curioso.
-Calcio, Alex e Peter, fate voi le squadre.- improvvisamente le altre ragazze, che si erano avvicinate, sperando che facessimo pallavolo, tornano indietro e si siedono.
Peter è il miglior amico di Alex, si somigliano molto, solo che lui è meno montato.
-Heather.- ecco. Proprio quello che non volevo... Cammino svogliatamente e mi dirigo dietro Alex.
-Francisco.- devono essersi messi d'accordo per dividerci.

Io sono il portiere, e per il momento non ho fatto passare nessuna palla nella porta. Nemmeno quelle che tirava Francisco.
E' anche fin troppo noioso. Non ho voglia di stare in porta, così chiedo tempo, e al posto mio faccio andare Paul in porta, mentre io vado in attacco.
Dribblo tre persone, delle quali una penso fosse Francisco, ma non ho visto bene, e faccio goal.
La palla viene rimessa in gioco dal portiere avversario, la rubo ad un ragazzo dell'altra squadra e avanzo, ma qualcuno, prendendomi la palla, mi fa cadere. Alzo lo sguardo: Tony.
Mi guarda con quegli occhi quasi glaciali, e poi prosegue, per poi segnare il primo goal della squadra di Peter.
Ora so solo che la prossima volta devo rimanere in porta.

-Sei stata grande! Hai parato tutti i miei goal! E ne hai segnato tre! La prossima volta vieni con me in squadra! Non ti avevo mai vista giocare a calcio!- mi sta assordando, è troppo iperattivo, Francisco.
-Perché non abbiamo mai giocato a calcio qui a scuola.
-Giusto... Però anche quel Tony è forte, vero?
-Umh.
-Ok, allora... Vieni a casa mia? Così festeggiamo il tuo compleanno!
-Ok...- avevo già avvisato all'orfanotrofio che sarei andata da Francisco, è prevedibile. E poi, anche se dicessi di no lui insisterà fino allo sfinimento, è fatto così.

-Ciao zia! Ciao zio! C'è Heather, qui, oggi è il suo compleanno!!- esclama, quasi urlando, e i suoi zii escono dalla cucina per salutarci.
-Salve...- mormoro io. Lo zio, Luigi, è italiano, ed è spesso in viaggio per lavoro. Ha gli occhi azzurri e i capelli neri, che porta sempre cortissimi.
-Auguri!- esclamano entrambi all'unisono.
-Grazie...
-Tutto bene a scuola?- domanda Kurumi, con tono molto dolce, sembra essersi ripresa un pochino, dalla morte del fratello.
Io annuisco, mentre il mio amico si mette a raccontare di tutte le mie "bellissime azioni" nel campo da calcio, e gli zii rimanono sbalorditi.

-Heather?- mi chiama lui, allora mi giro di scatto, e mi vedo arrivare un flash in pieno volto.
Non è quello che penso io, vero?
-Sei uscita benissimo!- mi ha fatto una foto con la PSP. Allora mi avvicino è la guardo: sono uscita malissimo, ma lo sapevo di non essere fotogenica per niente. Non capisco dove veda che sono uscita bene...
-Cancellala.
-No!- mi sta facendo la linguaccia.
Non sopporto quando fa così, la tentazione di picchiarlo è dolce, ma resisto, in fondo, lui è l'unico che mi sopporta.
-Francisco...- lo guardo in modo da fargli capire che non sono in vena di scherzi, e lui sembra comprendere.
Si avvicina a me.
-Ok...- si ferma un attimo, e preme dei pulsanti sulla PSP -Ma prima una insieme!!
Una frazione di secondo e mi ritrovo con lui che mi da un bacio sulla guancia, che mi abbraccia, e che ci fa una foto: questo.è.il.mio.limite.
-FRANCISCO!!!!
La prima volta in vita mia in cui ho urlato, e non l'ho fatto nemmeno apposta.
Lui invece sembra un cucciolo impaurito, forse ho urlato troppo... Però sulla mia faccia si dipinge un ghigno tutt'altro che dispiaciuto.
-Co-così m-mi f-fai paura...
Incrocio le braccia e chiudo gli occhi, come per rimproverarlo, ma alla fine, quando li riapro, è già di fronte a me.
-E se non ci fossimo mai conosciuti?
Questa domanda che mi ha posto mi ha dato una fitta al cuore... Non so perché... Ma improvvisamente mi mancano le forze e cado sul letto.
Se non ci fossimo mai conosciuti...
Io non avrei conosciuto il divertimento, la felicità, l'affetto, l'amore... No, l'amore no, che dico?
O forse... No! Non è possibile! Non ho ancora conosciuto l'amore!
Oppure sì.
No.
-Beh, ma ci siamo conosciuti, che importa?
-Già... E se invece non fossi mai venuto qui?
L'istinto mi dice di abbracciarlo io, per una volta, ma la ragione mi dice non farlo. Per una volta seguirò l'istinto, e lo abbraccio: lui rimane sorpreso, molto sorpreso.
-Sei qui e questo importa.
Mi stringe a sé, sto così bene...
Dopo quei secondi interminabili, apro gli occhi, è guardo l'orologio: le 20.30... Merda!
-Francisco... Devo andare...
Lui mi lascia andare, triste -Oh... Ti accompagno...

Devo dire che oggi ho provato sensazioni ancora nuove... Ma io non posso amare Francisco, io gli voglio bene, ma... Uff, le crisi adolescenziali! Ogni volta che ti fai una domanda su qualcosa e cerchi la risposta, te ne poni altre mille!
Ho fatto un disegno... E' un manga, il primo che faccio, sono abbastanza soddisfatta, e questa volta, lo coloro.
Vado a fare una doccia nel bagno qui a fianco, ho voglia di stare sotto l'acqua fredda, anche se siamo in pieno inverno.

Sono avvolta nell'asciugamano, e mi pettino i capelli ricci, ancora umidi, quando un rumore di serrature mi fa sobbalzare.
Qualcuno è entrato nel bagno, dall'altra stanza: mi giro di scatto e sto all'erta, anche se con solo un telo addosso non è il massimo.
Una figura maschile con dei jeans larghi, senza maglietta, e con uno spazzolino in mano, capelli neri, occhi penetranti...
-Tony?!
Cerco di coprirmi di più, ma se non sto attenta l'asciugamano potrebbe scivolarmi di dosso, e addio.
-... Heather?!
Entrambi arrossiamo, e interrompo il silenzio -Cosa ci fai qui?
-Mia madre ha ucciso mio padre e mio fratello. Accoltellati. Ora è in prigione con l'ergastolo. Quindi sono stato portato qui, per rimanerci finché non avrò diciotto anni.
Una storia peggiore della mia.
-Tu?
-I miei genitori sono morti quando avevo un anno, o anche meno. Nessuno mi ha cercata, nessuno sapeva niente, non ho radici.
-Umh.
-Se non ti dispiace, c'ero io per prima qui, quindi vorrei finire.
Lui se ne va, senza emettere un fiato, e io l'ho finita con un nuovo vicino di stanza.
Che palle...

Continua...

Scusate l'immane ritardo... Prima mi si è rotto il pc, e poi la connessione internet...
Grazie 1000 a tutti i lettori!

E ora, le risposte ai commenti ^_^
*VaMpIrA89----> sono contenta che ti piacciano sia la storia che Heather, questo chappy ti è piaciuto? Spero di sì ^-^ P.S.: grazie per aver aggiunto la fic alle seguite =)
*sarawinky----> ok, ora ho capito ^_^ Somigli proprio a Heather! =) Spero che anche a te sia piaciuto il capitolo xD Cmq sì, Francisco vive solo con gli zii U.U
Baci
&ry

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Capitolo 5
*** Confusion ***


Heather_Cap. 5
Confusion

Col passare delle settimane ho instaurato un piccolo rapporto con Tony.
La sera lui viene nella mia stanza, o io vado nella sua, e ci facciamo compagnia.
Non parliamo molto, non fa parte del nostro carattere.
Per quanto riguarda Francisco... Boh, quando sono con lui mi sento in un modo strano, confuso, e odio essere confusa.
Esco dall'edificio, insieme a Tony, e poi poco dopo ci raggiunge Francisco.
-Hey ragazzi! Come va?
-Uhm.
Rispondiamo io e lui all'unisono. Siamo decisamente simili, anche troppo.
-Che allegria oggi, ma che avete?
-Niente. Mi da solo fastidio quest'odore...
E non so nemmeno da dove provenga. Però mi da un fastidio incredibile.
-Ho io quell'odore. Si chiama profumo maschile.
Tony? Lo aveva lui e io non me n'ero neanche accorta? Oggi sono proprio sballata...


-Heather, la uno, com'è?
Bisbiglia il mio amico, generalmente capita che ai compiti in classe non sappia qualche domanda, e quindi me la chiede. Non mi dispiace affatto però.
Stacco un foglietto dal diario, e scrivo la risposta. Poi mi alzo, e consegno al professore di Storia il mio compito.
Ci ho messo dieci minuti, in un compito che gli altri fanno in due ore, generalmente.
Adesso lo consegna anche Tony, poi mi giro verso Francisco: è ancora alla seconda domanda, e sembra si stia scervellando.
Devo ammettere che è buffo.
Ora mi sento le guance roventi... Forse è la mia immaginazione.
Riprendo il mio diario e inizio a disegnare.
Le ore passano, e la quarta campana suona, ora le due ore dedicate alla verifica sono finite. E tutti consegnano il loro foglio, molte facce sono deluse.
-Beh?
Chiedo a Francisco, curiosa.
-Credo che mi beccherò almeno un Sette!
Sorride soddisfatto, come solo lui può essere, perché per lui un Sette equivale a un Dieci e Lode. Si accontenta di poco, è unico...
E ora perché mi vengono in mente pensieri così?
Boh, crisi adolescenziali... Spero.
Non mi accorgo che l'insegnante è entrata, mentre mi chiama almeno un paio di volte.
-Heather!- grida un'ennesima volta, allora io alzo lo sguardo e inarco il sopracciglio sinistro, facendola irrigidire.
Non so perché, ma faccio quest'effetto a molte persone.
-Leggi il tuo riassunto di Antologia...- mormora, incerta.
Questo è un esempio di una persona rammollita, che spaventi anche con uno sguardo.
Ho imparato a capire il carattere delle persone dal loro sguardo, o da come stringono la mano.


Il resto della giornata passa molto lentamente. Troppo lentamente.
Finiti i compiti, ho passato il tempo a non far niente.
Francisco è dovuto andare con gli zii in un'altra città per una questione di lavoro, non tornerà tra meno di una settimana...
Tsk. Certe cose non le capisco.
Ho finito per la ventitreesima volta un videogioco che mi ha regalato lui, ora non ho più voglia.
Volgo uno sguardo alla finestra, il Sole sta tramontando.
Mi sto effettivamente annoiando.

La porta comunicante col bagno scricchiola, ed entra Tony.
Non mi stupisco.
Quando non ha niente da fare viene da me, e ci osserviamo, in silenzio, negli occhi.
-Cinque settimane fa.
Con mia sorpresa inizia a parlare.
-In bagno.
Sta parlando del nostro primo incontro.
-Scusa.
Umpf. Va beh, poteva risparmiarselo.
Tanto lo sapevo già che non sapesse che io fossi la sua vicina di stanza. Come io non sapevo di lui.
-Posso dormire qui?
Cosa? Questa non me l'aspettavo. Dopo qualche secondo alzo lo sguardo.
-Perché?
-Il temporale.
Non riesco a capire.
-I tuoni.
Ha paura dei tuoni? Beh, da lui non me lo sarei aspettata.
-Umh. Però dormi per terra.- faccio una piccola pausa -In un materasso.
Di certo non ho intenzione di dormire con lui. Proprio per niente.


Mi sento scuotere lentamente.
Ma non ho voglia di reagire.
Allora tiro un pugno verso l'alto, e colpisco qualcosa. Sento un lamento, e Tony imprecare.
Sarò anche asociale, ma odio essere svegliata prima del tempo.
Però ormai sono sveglia, e decido di sedermi sul letto.
-'Giorno.- mi dice Tony, con tono offeso.
Io lo saluto con un cenno del capo.
-Potevi avvisarmi che sei irritabile, quando dormi.- continua lui.
-Non me l'hai chiesto.- rispondo semplicemente.
Guardo l'orologio: sono le 05.13, chiunque si sarebbe arrabbiato.
Fra tre ore andremo a scuola... Un'altra monotona giornata scolastica.


Nel precedente compito in classe sia io che il mio vicino di stanza abbiamo preso il massimo, Francisco 8+, per lui è un bellissimo voto, però.
Mi viene da sorridere, e Tony lo nota.
-Perché sorridi?
Non rispondo niente, perché non so cosa dire, se dicessi "Così!" allora capirebbe subito che non è normale, e sospetterebbe qualcosa.
-Francisco?
Io mi giro verso di lui -C-come...?
-Si nota da lontano, almeno, io l'ho notato subito.
Sono messa male.
-Diglielo.
E' matto?
Non so come potrebbe reagire, secondo me mi odierebbe a vita.
E poi, cosa dovrei dirgli? Stavo pensando scemenze, non devo dirgli niente!
Perché io per lui provo solo affetto... O forse...
No!
-Sei confusa e vuoi risposte, vero?
Ma da quand'è che mi legge nel pensiero?
-Falla finita, Tony.


Ho paura che sarà una settimana molto lunga, con questo sapientone...

Continua...

Scusate di nuovo il ritardo U.U
Non mi veniva ispirazione, e non mi è venuta, quindi ho buttato giù solo scemenze U.U
Grazie a...
*SignoraOscura91, che ha aggiunto la fic tra le preferite, e ha aggiunto me tra gli autori preferiti! Grazie mille! Non saprò mai come sdebitarmi ^.^
*sarawinky, hai ragione, Heather prima non provava imbarazzo, ma stava iniziando a sentire qualcosa di strano, e spero che adesso le cose si siano chiarite =) Spero anche che Tony ti piaccia come personaggio, perché avrà un ruolo importante ^__^
Ti ringrazio immensamente per avermi sempre fatto sapere le tue opinioni =)
Ciao!
*Only_Me, che mi ha aggiunta anche lei tra gli autori preferiti =) Grazie mille anche a te! Non riuscirò mai a sdebitarmi =)=)
Ciao!
*Tutti quelli leggono la mia fic, anche se non mi fanno sapere niente, ma vi sarei comunque grata se, se mi state seguendo, di aggiungere la fic alle seguite, o comunque una piccola recensione =) Basta anche un "Bella fic" oppure "Brutta fic" ok?

Grazie a tutti!
Ciao!
&ry

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Capitolo 6
*** Addio ***


Heather_Cap.6
Addio

Ho finito la quinta superiore, mi sono diplomata, e sono ancora all'orfanotrofio, non ho nessun posto dove andare.

-Vattene, presto!- mi esclama Tony, mentre apre la finestra della mia stanza, per farmi scappare.
Mi stavo per mettere il pigiama, ma non capisco perché me ne devo andare.
-Hai sentito quegli spari? Non sono petardi, sono pistole! Quelli sono degli scagnozzi di un tizio contro cui ho testimoniato anni fa. E ora stanno venendo qui per uccidermi. E uccideranno anche tutte le persone che stanno nell'orfanotrofio.
Io sgrano gli occhi, è impossibile.
-Quindi scappa tu, salvati!- esclama ancora.
-Vieni con me...- inizio a piangere, non so perché, ma ho l'impulso di farlo.
-No. Mi hanno spiato in tutto questo tempo. Me ne sono accorto. Cercheranno te se non mi trovano.
Io lo abbraccio, e lo stringo forte, molto forte, tanto che si lamenta.
-Heather... Tu sei come una sorella per me... Non permetterei mai che ti succeda qualcosa.
Un colpo al cuore, no... Anche lui per me è come un fratello, ma non voglio che lo ammazzino!
-Non lascierò che ti uccidano!- esclamo tra i singhiozzi, mentre lo stringo ancora di più.
Poi vedo la sua mano alzarsi in aria, e colpirmi in un punto imprecisato della parte superiore del mio corpo.
Non capisco più niente e svengo.


Quando mi sveglio trovo la stanza tutta in disordine, mi aveva nascosta sopra l'armadio, e me ne accorgo solo perché cado giù.
No!
Merda!
Cazzo no!
Non può essere!!
-... Tony...
Urlo, forte, un grido di disperazione, sono distrutta, voglio distruggere.
Mi accuccio al suo corpo sanguinante, una ferita al cuore.
Lui mi ha salvata.
Mi giro, e vedo una scritta di sangue...
Riesco a leggere la parola «Black Dragon»
Non so cosa significhi, ma l'ha scritto Tony, prima di morire, e io devo scoprire cosa voglia dire.
Sento delle voci che mormorano qualche parola. Ma capisco che stanno cercando una ragazza dagli occhi grigi, che frequentava Tony.
Vado da Francisco.

Ha cambiato casa, e sta in un appartamento di questa città.
Quando apre la porta gli salto addosso, e sfogo tutto il mio pianto su di lui.
Non capisce cosa stia succedendo, ma dato che non mi ha mai vista così, mi lascia fare.
-Tony...
-Cosa?- chiede lui, sentendo il suo nome.
-E'... E' mo... Morto...- gli do un pugno sul petto, e lui non reagisce nemmeno questa volta, ma sento che ci è rimasto di sasso.
Mi porta dentro casa, e io, dopo essermi tranquillizzata, dico:
-Me ne devo andare. Mi stanno cercando, l'ha detto Tony.
-C-Come te ne vai?
-Ho abbastanza soldi per un biglietto dell'aereo... Devo andare in un posto dove nessuno mi possa trovare.
-Non andartene. Ti nascondo io...
-No... Tony ha detto che se lui sarebbe rimasto vivo mi avrebbero cercata, ma mi cercano lo stesso... Se mi nascondessi risalirebbero a te.
-Ma...
-No... Ora io vado... Nemmeno tu dovrai sapere dove andrò... E' per il tuo bene.


Devo andare in un posto dove nessuno mi cercherebbe mai.
Devo andare in un posto insospettabile.
Guardo un'altra volta il planisfero dell'aeroporto e decido.
Andrò in Italia... Un volo da Londra alla regione delle Marche non dovrebbe costare più di tanto.
Lì mi costruirò una nuova vita.
Ho già i documenti falsi pronti.
Solo la mia data di nascita rimane invariata.

 
Continua...


Scusate il ritardooo!!!
Non mi veniva ispirazione!!
Comunque credo di riuscire a fare il prossimo capitolo, che sarà anche l'ultimo, antro la fine delle vacanze pasquali...

*sarawinky, ti ringrazio tantissimo di avermi seguita fino a questo punto. Sono felice che Tony ti stia simpatico... Spero non mi ucciderai e l'ho fatto morire, ma altrimenti non si sarebbe potuta concludere la storia... E la conclusione la vedrai alla prossima =)
Prova a indovinare come andrà a finire XD

Un bacio a tutti, le recensioni sono accettate da parte di tutti ovviamente, esprimete le vostre opinioni!!!

&ry

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Capitolo 7
*** Nuova vita ***


Heather_Cap. 7
Nuova vita


Sono già passati dei mesi da quando mi sono trasferita qui, nelle Marche. Vivo in un paesino non troppo abitato, e il mio nome ora è Naomi Sparkle.
Sono stata presa come supplente di lingua inglese in una scuola media...
Guadagno piuttosto bene, e credo che mi daranno la cattedra, visto che l'altra insegnante, per quello che ho visto, non ha insegnato un bel niente ai ragazzi.
All'inizio non mi rispettavano, poiché ho compiuto da poco i diciotto anni, ma poi si sono ricreduti.
Io non amo essere derisa, per niente.


Sto tornando nel mio appartamento, ma due uomini vestiti in nero, davanti alla porta, mi bloccano l'entrata, quindi chiedo loro gentilmente di spostarsi.
Uno di loro mi prende il polso sinistro, l'altro quello destro.
Stringono, e forte. Mi fanno anche male.
Non posso sopportare più di così.
Mi abbasso, e li porto giù con me, mentre faccio loro uno sgambetto, portandoli a terra.
Quando sto per dare un colpo alla testa con un calcio ad uno di loro, l'altro mormora -Ha passato l'esame.
Esame? Che esame?
Di che parlano?
Li lascio e li guardo con aria interrogativa.
-Seguici.
Quello di sinistra, mentre si alza, mi propone una sigaretta.
-Non fumo, grazie.
Io odio il fumo.
Iniziano a camminare, e mi portano in una limousine nera.


Dai vetri oscurati vedo un edificio, molto alto, siamo in un'altra città.
Scendiamo, e mi portano all'ultimo piano.
-Il capo ti vuole vedere.
Non ci ho ancora capito niente, ma mi dirigo verso la stanza di fronte a me, e vi entro, mentre quei due si mettono di guardia nella porta.
-Lei chi è?
Domando io, mentre un ragazzo, a cui io darei la mia età, si alza dalla sua postazione alla scrivania e mi viene incontro.
-Heather. Tu non mi riconosci, vero?
Mi chiede, con aria un po' amareggiata.
-Dovrei?
-No.
-Come conosce il mio nome?
-Dammi del tu. Sei nata il tredici gennaio di diciotto anni fa, e sei stata trovata davanti all'orfanotrofio, con la data del tuo compleanno e il nome "Heather" in un bigliettino.
La parte del bigliettino non la conoscevo.
-Come lo sai?
-Per ora non te lo voglio dire. Veniamo al dunque, tu hai un QI sopra la norma, hai una forza strabiliante, e sei professionale.
-Non ho un QI sopra la norma. Non ho una forza strabiliante. Ma sì, sono professionale.
-Oh sì, tu hai un QI sopra la norma, e una forza fuori dal comune, te lo posso assicurare.
-Come fai a saperlo?
-Non te lo dico. Non adesso. Comunque se vuoi puoi fare dei test.


-Avevo ragione.- mormora il ragazzo, mentre legge un rapporto sui miei test.
Inarco un sopracciglio.
-Hai un QI pari a duecento, e una forza fuori dalla norma, nonché hai abbattuto venti dei miei migliori uomini.
Beh, ma Francisco mi batteva. Francisco... Ripensando a lui, mi scende una lacrima, che però camuffo con la manica della giacca, cercando di toglierla.
-Perché piangi?
-Non ti interessa. E non sto piangendo.
-Anche orgogliosa...
Mi da sui nervi.
Mi consegna un foglio.
-Devi fare esattamente ciò che c'è scritto qui. Se la missione andrà bene, allora riceverai dei soldi come ricompensa.
Lo leggo: c'è scritto, in poche parole, che devo infiltrarmi in un'azienda che vende alimentari, e scoprire se il presidente fa lavoro sporco.
-Dimmi almeno per chi sto lavorando.
-Lavori per Daniel, il presidente dell'associazione anti-crimine A.A.C.
Mi giro, per andarmene.
-Quest'associazione è assolutamente segreta. Se non mantieni il segreto, passerai guai.


Tre mesi, mi sono infiltrata, e ho scoperto che il capo sfruttava delle persone clandestine per aumentare la produttività dell'azienda. Adesso quel tizio è nelle prigioni dell'A.A.C.
Mi hanno pagata 10'000 euro.
La mia carriera di insegnante procede bene, e come avevo calcolato, mi hanno dato la cattedra.
E' più semplice del previsto.
Qualche missione, ogni tanto, e il ricavato mi basta per fare una vita agiata, ma ovviamente sto attenta ad usare i soldi, a qualcuno potrebbero venire sospetti.
Riordinando la casa, perché ora me ne sono comprata una, in una collina, nella periferia del paese, mi capita di prendere la PSP che tempo fa mi aveva regalato Francisco...
Ogni giorno penso a lui, e soffro... Mi manca, e se lo rivedessi ora non so come reagirei, potrei anche saltargli addosso, non me ne importerebbe niente dell'orgoglio tanto...
Ogni volta che lo penso almeno una lacrima scende pestifera dai miei occhi.
Una perché vorrei ancora stare a Londra, con lui, con Tony, nell'orfanotrofio...
Una perché so che questo non sarà mai possibile...
Sotto la mia maschera di indifferenza si nasconde una tristezza inconsolabile, e rabbia, voglia di vendetta.
Io volevo bene a Tony, lui era come un fratello, e prima o poi, troverò quel Black Dragon, e lo distruggerò, che sia una cosa, o un essere vivente.


Una anno, e ho diciannove anni, continuo ad avere una doppia vita.
Non sono riuscita contattare Francisco, perché se lo facessi verrei subito rintracciata, e potrebbero minacciarmi prendendolo in ostaggio. Non posso rischiare di perderlo.
Non lui. Non voglio perdere anche lui.
E comunque adesso mi avrà sicuramente dimenticata.
A volte penso di essere... I-Innamorata... Di lui... Forse... Probabilmente... Sicuramente... E' un dato di fatto...
Va beh, comunque non posso pensare a lui, ora come ora.
Sono le 20.00 e devo andare alla sede dell'A.A.C.
Un'altra missione.
La leggo.
Non poteva capitare nulla di più bello: devo eliminare Jack White, soprannominato "Black Dragon", il capo di un'associazione segreta di criminali.
Posso avere la mia vendetta.
Indosso la mia tuta nera, con la maschera, ognuno dei componenti dell'A.A.C. ne possiede una.


Questo weeck-end di agosto ho deciso di trascorrerlo per eseguire la mia missione, ho portato tre uomini con me.
Siamo in Turchia, e Black Dragon, oltre ad essere un criminale, sfrutta delle povere ragazze, e le fa fare il lavoro di prostitute, prendendo il loro ricavato, e dando loro l'1% di esso.
Entriamo nella grande villa, dobbiamo uccidere soltanto lui, poiché la società cadrà con la sua morte.
Non vado molto fiera del mio lavoro, credo che non sia giusto decidere del Destino di una persona, ma il desiderio di vendicarmi è più forte di ogni mio principio.
Un gatto attraversa il giardino, e subito viene attivato un allarme, e dei laser inseguono l'animale.
Per fortuna si è salvato, mi piacciono i gatti.
-Luca, fermo!- lo prendo per la giacca, prima che entri nell'area controllata dall'allarme.
-Ho notato che chiunque entri in quest'area viene identificato con degli allarmi, e dei laser lo colpiscono, a meno che, non riesca ad uscire molto velocemente da quest'aera.
Continuo io, mentre lui inghiottisce sonoramente, gli ho salvato la vita.
-Marco, dammi gli occhiali infrarossi.
Lui esegue, mentre io esamino la situazione: nella casa ci sono allarmi del genere, ma credo che non siano a laser, non converrebbe, credo che siano normali con suono. Anche il padrone di casa altrimenti ci potrebbe finire arrosto.
Ci dev'essere un congegno che rende attivi gli allarmi esterni, quindi controllo tutta la proprietà.
Trovata. 
Poco furbo, questo Jack. Io la metterei in camera mia, personalmente.
Ora devo solo trovare il modo di farlo uscire fuori e di far sembrare la sua morte naturale, o almeno incidentale.
Per farlo uscire di casa non c'è problema, basta far suonare l'allarme della sua auto, sono sicura che uscirà per controllare che succede.
Per far sembrare la sua morte naturale, questo sarà più difficile.
Anzi no.
Ho trovato.
-Nicola, tu sei un esperto in tecnologie, no?
-S-Sì, Naomi.
-Bene. Vedi quella "scatola" lì? Bene, quella è il congegno che fa funzionare l'allarme esterno. Manomettila in modo che non possa essere disattivata.
-Ok.
Dopo che l'ha fatto torna da noi.
-Luca, vedi quell'auto rossa davanti al cancello principale?
-Sì.
-Dalle un colpo, senza armi mi raccomando, e fai suonare l'allarme. In questo modo nessuno si accorgerà che il suono è stato provocato volontariamente.
Lui è andato, e ha fatto quello che gli ho chiesto.
Jack è uscito di casa, ha disattivato l'allarme esterno (secondo lui), e ha disattivato quello della sua auto, visto che si è accorto che era tutto normale.
Non si è accorto però, che il laser l'ha puntato sulla testa. Pochi secondi, e lui è stato abbattuto.
-Troppo prevedibile.
Ghigno io, mentre ricevo sguardi esterrefatti.
-Nicola, potresti rimettere a posto l'allarme?
Continuo, e lui titubante va, e lo rimette a posto.
Come primo omicidio, non è andato tanto male.
Come vendetta, è stata perfetta.
Ma non voglio più ricevere missioni del genere.


-Lavoro perfetto, Naomi.- dice Daniel, mentre mi fa leggere il titolo della prima pagina del giornale.
«Uomo d'affari ucciso dal proprio allarme»
-Bene. Ma non accetterò più missioni del genere. Non m'importa quanto mi pagate.- non mi piace uccidere, anche se per questo ingaggio ho ricevuto mezzo milione di euro.
-E perché hai accettato, questa volta?
-Lo sai. Pura e semplice vendetta. E ora me ne vado a casa, se permetti.


Qualche mese dopo, mi infiltro nello studio di Daniel, ha troppi segreti che voglio scoprire.
Guardo nei suoi documenti.
«Nome: Daniel
Cognome: Tiger
Origine: Inghilterra
Data di nascita: 13/01
Età: 19 anni
Parenti: Heather Tiger (sorella gemella), ignoti»
E questo mi basta per farmi rabbrividire.
Troppe coincidenze, stessa data di nascita, parenti ignoti, sorella gemella dal mio stesso nome...
-Brava, hai scoperto tutto.
Questa volta mi ha beccata, infatti, Daniel è entrato, accendendo le luci.
-Perché non mi hai detto che sono tua sorella?
Gli dico con rabbia.
-Per lo stesso motivo per cui tu sei venuta qui. E per lo stesso motivo per cui Tony si è sacrificato.
-Io mi so difendere benissimo, lo sai.
-Non rimani sveglia ventiquattro ore su ventiquattro. Anche tu hai i tuoi punti deboli. Questa notizia non deve uscire da questa stanza.
Io annuisco, e lo abbraccio, e forte.
Ho un fratello, e anche se è un "mezzo" criminale, sono contenta di averlo trovato alla fine.
-Sei uno stronzo.- gli dico sottovoce.
-Lo so...- risponde, mentre mi accarezza i capelli.
Ora che ci penso, abbiamo gli stessi occhi, lo stesso colore dei capelli, la stessa forma delle labbra, la stessa corporatura,...
Forse anche lo stesso QI, visto che lui è il presidente di un'associazione così importante, e segreta allo stesso tempo.
Direi... Di essere... Felice e triste, se lo si può essere in questo mondo.

Continua...

Ok, ecco il penultimo capitolo...
E' una schifezza, ma almeno non sono in ritardo come al solito xD La notizia più strabiliante del millennio!

*sarawinky, grazie per la recensione =), ok, comunque, beh, ho rimandato l'ultimo capitolo, ho voluto seguire (almeno un po') il tuo consiglio, anche se non credo sia quello che intendevi tu, perché io sono scema e non mi riesce mai niente U.U Basta vedere come scrivo xD
Spero comunque che sia di tuo gradimento anche questo capitolo, e spero mi farai sapere come ti sembra...
Comunque non devi ringraziare, anzi direi che dovrei essere io a dover ringraziare te, visto che ogni volta mi fai sapere la tua opinione =)
Per me è molto importante xD
Ne approfitto anche per dirti BUONA PASQUA!!! ... Anche se era ieri =.="
Sempre che tu sia cattolica, altrimenti non servono a niente gli auguri ù.ù

Grazie anche a tutti quelli che mi stanno seguendo anche se non mi dicono se la fic piace o dovrei migliorarla, e vi faccio tantissimi auguri di BUONA PASQUA!!! Anche a voi =), anche se era ieri U.U

&ry

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Capitolo 8
*** Destino ***


Heather_Cap. 8
Destino


Il tempo passa velocemente...
Ho già ventuno anni...
Nessuno può sapere che Daniel è mio fratello...
La situazione nell'A.A.C. è perfetta...
Ricevo almeno dieci richieste di lavoro al giorno...
I miei colleghi di scuola sono gelosi di me, perché io sono giovane e ho già tanta fama...
Non disegno più, è come se l'ispirazione mancasse...
Mi sono comprata un cane e un gatto, Taco e Joe... Sono piccoli, e per questo stanno instaurando un rapporto di amicizia fraterna fra loro.
E... Sono ancora innamorata di Francisco.
Ma non posso contattarlo, ovviamente, sempre per lo stesso motivo.
Sul lavoro ho acquisito un nome falso (tecnicamente anche l'altro lo è, ma tutti mi conoscono con il nome di Naomi), come ce l'hanno tutti quelli dell'associazione.
Lì mi chiamano Kristal.
L'utilità del nome falso è che se qualcuno dovesse sentire i nostri nomi, allora ci potrebbe facilmente rintracciare, ma con nomi falsi è più complicato.
Però mi sono stufata di nomi falsi.
Vorrei tornare ad essere solo Heather... Ma ora ho fatto un casino, e non posso rimediare...
Anche se vorrei.
A volte penso di essere cambiata da quando stavo in Inghilterra, nell'orfanotrofio, anche se interiormente, poiché la mia barriera di indifferenza c'è sempre.
Non mi voglio più affezionare a nessuno, ho sofferto troppo.
Mi sono resa conto che cercando vendetta avevo un obiettivo, che ho raggiunto prima del previsto, "Grazie al tuo QI" mi ripete mio fratello. Ma ora...
Non ho obiettivi, non ho ambizioni, non ho vita privata, niente.
Il piccolo Taco, un pastore tedesco, mi viene incontro e mi salta nel ventre, deve aver avvertito la mia tristezza, è tipico di questi animali.
Joe invece dorme.
Il cucciolo di cane mi lecca la parte di pancia lasciata scoperta dalla maglietta, facendomi solletico.
Inizio a ridere, a ridere e a ridere, finché non mi viene in mente la frase "Sai... Sei bellissima, quando ridi."
L'aveva detto Francisco, una volta, dopo avermi fatto il solletico, e dopo essersi preso un calcio in pieno stomaco.
Le lacrime non tardano a cadere dai miei occhi.
Do un bacio alla testa di Taco, e lo rimetto a terra, in modo da potermi alzare.
Me ne vado a dormire, visto che è l'una.


Il sole penetra dalle finestre, e subito mi sveglio, non sono cambiata sotto questo punto di vista, la luce mentre dormo mi da sempre fastidio.
Sono le 7.15, ma visto che è domenica, non devo andare a scuola.
Il cellulare squilla, mi è arrivato un messaggio.
Lo apro, è da parte di mio fratello, e c'è scritto che ha una nuova missione per me.
Do da mangiare ai miei animali, e mi reco all'A.A.C.
Come al solito Daniel è già nel suo studio, e vi è dalle 5.00, come sempre.
-Ciao.
-Ciao.
-Che missione devo fare?
Lui mi consegna un foglietto, il solito foglietto di carta, con stampati i dati della missione, destinato ad essere bruciato subito dopo averne registrato il contenuto nel cervello.
Wow...
-Ma sei sicuro?
Lui annuisce col capo.
-Sei la più adatta per questo, e non lo dico perché sei mia sorella.
Non pensavo mi desse un incarico così importante.
-Hai un gran carisma, riesci a persuadere chiunque.
-Sarà, ma non ne sono sicura...
Non mi ha detto nient'altro, e se n'è tornato a compilare moduli di cui non conosco il contenuto.
-Comunque sia... Ti affido Taco e Joe per sabato prossimo: lo dedicherò alla missione.


-Prof., dobbiamo scrivere anche le domande, o direttamente le risposte?- mi chiede un alunno, mentre solleva in aria il foglio del compito.
-Come volete, se volete sprecare tempo, copiatele.- rispondo, forse sono stata un po' troppo antipatica, ma stasera... Non ho proprio voglia di svolger quella missione.
Sono alunni di terza media, ma non hanno ancora capito che le domande del test possono anche non copiarle, ma scrivere direttamente la risposta..
Devono scrivere una lettera ad un amico, che può essere immaginario o meno, descrivendo il contenuto più le loro opinioni su un libro che hanno letto.
I ragazzi della mia classe hanno almeno un 7 come voto in pagella, solo una ragazza ha l'insufficienza, ma mi ha consegnato sempre fogli bianchi come compiti.
Se non studia peggio per lei.
Mah... Nelle altre materie invece solo pochi alunni raggiungono il 7, secondo i colleghi è perché io incuto terrore.
Boh...


Ho una ventina di compiti da correggere.
Joe e Taco stanno mangiando, ne approfitto per quello.
Questo ragazzino ha sbagliato anche come si scrive "Caro", tsk...
Un'altra ha sbagliato completamente il tempo...
Altri hanno fatto un compito non attinente al tema...
Joe mi salta addosso, è spaventato, e molto anche.
Mi avvicino alla veranda, e vedo Taco che lotta contro una... Biscia?
-Taco, fermo!- esclamo, con tono di comando.
Allora lui si gira, e con il "piccolo" serpente tra i denti.
-Sei sempre il solito...- sorrido leggermente: nonostante sia affettuoso, è un adorabile combattente, e l'ha fatto per il fratello, sicuramente.
Questo mi fa pensare a Tony... Mi manca, anche se lui non era il mio vero fratello, che grazie al "caso", definiamolo così, ho incontrato.
Daniel sostiene che niente succede per caso, se accade qualcosa, anche la più banale, quella avrà un valore importantissimo nella nostra vita.
Non so se sia così o meno...


Il cellulare squilla, è quasi ora dell'incontro per la missione: io dovrei incontrare un tizio, per fare accordi segreti tra l'A.A.C. e lui, per fargli mantenere il silenzio.
A quanto pare ha scoperto l'associazione.
Apro il messaggio.
E' Daniel, dice che viene lui a casa mia, di non scomodarmi, dice che così perderei tempo.
Il campanello suona.
E' stato più veloce del previsto, deve aver scritto il messaggio in macchina.
-Ciao Daniel.
-Ciao Heather.
Non ha fatto in tempo a varcare la soglia che Taco e Joe gli sono saltati addosso, si sono affezionati anche a lui...
-Sto andando.
-Ciao!
Con la solita tuta nera e la maschera, mi reco all'indirizzo indicato nel foglietto della missione.
Mi stupisco quando vedo che il posto è l'attico di un Hotel a cinque stelle.


Sono seduta nel divano, sono due ore che sono qui, e se quel tizio non arriva me ne vado.
Mi sono rotta di aspettare.
Un conto è cinque, dieci minuti, ma due ore no!
Mi alzo con uno sbuffo, e mi dirigo verso la porta.
Due braccia forti mi cingono la vita, provo a liberarmi ma non ce la faccio.
Le mani risalgono il mio corpo fino agli occhi, e li coprono, mi fanno girare, e poi mi liberano la vista.
Rimango di sasso.
Impossibile.
Non ci credo.
Allucinazione.
-Sono io.
Senza riflettere scoppio a piangere, e lo abbraccio,  lo stringo forte, lui fa lo stesso.
E poi lo bacio.
Già lo bacio.
Una cosa che non mi sarei mai aspettata da me stessa.
Lui è sorpreso, ma poi ricambia, con foga e dolcezza allo stesso tempo.
Si stacca da me e mi toglie la maschera.
-Heather...
-Francisco...
E' cresciuto. Ora è più alto di me, ha il corpo tonico e asciutto, ha sempre i capelli biondi, e gli stessi occhi di tre anni fa...
Sto per dirgli una cavolata, che per me però non lo è affatto.
-Ti amo.
Ecco, l'ho detto.
Chiudo gli occhi, non sapendo quale potrebbe essere la sua reazione.
Ma lui mi stringe a sé, con una dolcezza che mai avrei creduto potesse esistere in questo mondo.
Poi mi bacia il collo, prima teneramente, poi appassionatamente, facendo accendere una fiamma dentro di me.
Mi sbatte al muro, e pesto la testa, emettendo un lamento.
-Scusa...
Ma io riprendo a baciarlo.
Infila le mani sotto la maglietta, facendomi rabbrividire.
Mi toglie la maglietta, io gli slaccio la camicia.
Ha addominali ben scolpiti.
Mi toglie i pantaloni, e io lo faccio rimanere in boxer.
In seguito mi toglie il reggiseno, lasciando libera la mia terza.
-Sei bellissima...
A quelle parole arrossisco, mi sento viola.


Ci uniamo, per la prima volta nella nostra vita.
Io divento donna davvero.
E per la prima volta mi sento viva.


Mi sveglio tra le coperte del letto dell'appartamento dell'Hotel.
Una testa bionda è appoggiata al mio braccio,
Francisco dorme ancora.
Quasi non ci credo che ci siamo ritrovati, e ancora meno che ho passato la notte con lui...
Sono... Felice... Mi sembra di poter toccare il Paradiso con le mani...
Se ci penso...
Certo! E' tutta opera di Daniel, lui deve aver aiutato Francisco!
Tutto quadra...
Lo devo ringraziare.
Prendo il telefono, che è finito per terra, e compongo un semplice messaggio.

Grazie, Daniel

E lo invio.
Mi sento stringere il braccio, mentre mi accorgo che lui si è svegliato.
-Anch'io...
Sussurra dolcemente, per poi sbadigliare dal sonno.
-Come?
-Anch'io ti amo...
Mi si ferma il cuore quasi, è una bellissima sensazione sentirselo dire.

Forse Daniel aveva ragione: le cose accadono sempre per un motivo, anche se sono banali, tristi, o orribili.
Forse era Destino


Fine


Eccomi nell'ultimo capitolo U.U
Spero che sia piaciuto almeno un po', anche se è più "caldo" degli altri.
Che dire, direi di aver aggiornato presto O.o xD

*sarawinky, ovviamente grazie per avermi seguita fino alla fine, non sai quanto ti ringrazio ^^, davvero lo scorso capitolo era a livello di una storia Thriller? O.o che bello!!! ^^
Comunque, no non ho letto Millemium, anzi non la conosco proprio xD, di cosa parla?
Spero che questo capitolo non sia stato deludente U.U Almeno alla fine Francisco è tornato xD
Il mistero di Tony... L'ho voluto lasciare mistero, perché lui era misterioso in sé xD
Grazie mille del suggerimento per il precedente capitolo, appena l'ho visto una marea di dati contorti hanno iniziato a vagare nel mio cervello xD (succede sempre così, a me basta dire qualcosa, e tipo un computer lo collego ad un altro milione di cose U.U)
Grazie per gli auguri, anche se non sei cattolica =)
Spero che magari, se pubblicherò qualcos'altro, ti possa capitare di buttarci uno sguardo =)
Un bacio
Ciao!

*Tutti quelli che mi hanno seguita =)=)

Ciao!

&ry

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