Behind Blue Eyes

di c l a i r e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** This is the life. ***
Capitolo 3: *** Suspects. ***
Capitolo 4: *** Out of my hands. ***
Capitolo 5: *** Put your hands into the fire. ***
Capitolo 6: *** The best part of me. ***
Capitolo 7: *** Alle mie lettrici ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo

Prologo

What hurts the most

Is being so close

And having so much to say

And watching you walk away

And never knowing

What could have been

And not seeing that loving you

Is what I was trying to do



Viaggiavamo senza meta, l'abitacolo della macchina era riscaldato dall'aria calda che usciva dai bocchettoni sul cruscotto dell'Impala  presa in prestito dal fratello.
Accanto a me Sam stringeva il volante ben saldo fra le mani, assumendo una posizione rigida.
 La sua espressione rifletteva i suoi pensieri: era teso, frustrato e...sofferente.
"Non puoi dire sul serio Sadie tu..mi stai lasciando!"
Rimasi in silenzio, aveva centrato il punto.
"Anzi no, tu mi stai sbattendo fuori dalla tua vita...cos'è,vi siete messi d'accordo tu e mio padre?!" proseguì con un sorriso beffardo e velato dall'amarezza.
"Non mi sembra il caso di essere melodrammatici..."
"Ha detto che se vado a Stanford non dovrò scomodarmi a tornare."  mi interruppe  a denti stretti.
I suoi occhi erano fissi sulla strada e non accennavano a cambiare posizione.
"Pensavo che almeno tu mi avresti appoggiato..."
"Sam tu vuoi diventare un avvocato  e in questo ti appoggio ma non ho mai detto che ti avrei seguita a Stanford. Il college non fa per me.." Accostò precipitosamente e sii girò verso di me.
"Come fai a dirlo? Potresti sempre provare!"  Alzai gli occhi al cielo.
"Maledizione Sam, parli come se non mi conoscessi! Sai che non sono fatta per stare chiusa fra quattro pareti di un'aula.  E poi è ..complicato."
"Non sei stata tu a dire di desiderare una vita normale?"
"Hai ragione.  Le nostre vite sono incasinate e frenetiche  e ciò che facciamo è folle . E' proprio per questo che  non posso abbandonare Chris. E' mio fratello ed è stato come un padre per me, non se lo merita."  dissi mantenedo lo sguardo fisso di fronte a me. Sam allungò una mano e  mi fece voltare delicatamente.
Ebbi una fitta allo stomaco quando i nostri occhi si incontrarono:quegli occhi da cucciolo che avevano il potere di sciogliermi. No Sadie, non puoi permetterti di farti condizionare.
"Ti amo Sam, ma non posso smettere di essere quello che sono." Vidi dipingersi sul suo volto la confusione , la rabbia e consapevolezza di ciò che gli stavo dicendo.  Sapevo che questa versione fredda e cinica di me lo spaventava ma d'altro canto sapevo che non c'era un modo indolore per separarci.
Sam sarebbe andato a Stanford, si sarebbe fatto dei nuovi amici magari -il solo pensiero mi fece gelare il sangue nelle vene- mi avrebbe rimpiazzato con una studentessa figlia di papà e sarebbe diventato un avvocato. E a quel punto Sadie Blender , la caccia e tutti gli orrori e i rischi connessi ad essa, non sarebbero stati altro che un pallido ricordo legato al suo passato.
Sam si meritava una vita sicura e felice e, consapevole del fatto che non avrei mai  potuto offrirgli niente di tutto ciò, mi feci da parte.
Lo baciai , assaporando - o almeno così credevo-  per l'ultima volta le sue labbra e il suo profumo. Poi mi staccai  e uscii dalla macchina. Camminavo senza voltarmi indietro. Continuavo a camminare con la consapevolezza di aver perso una parte di me ma avevo fatto la mia scelta.
Addio Sam Winchester, è stato bello averti nella mia vita.



-claire's corner:
Premetto che questa è la prima ff che scrivo. A dir la verità è da un bel po' che ce l'ho in mente ma non riuscivo a trovare le parole adatte per iniziare. Poi ieri ho pensato:"perchè non iniziare con un flashback?!"
E così è stato. La storia vera e propria avrà inizio a partire  prossimo capitolo che sarà ambientato 2 anni  dopo rispetto al tempo del prologo (verso l'inizio della prima stagione per capirci).
Detto ciò spero che queste prime righe vi piacciano (: sono aperta anche alle critiche,meglio ancora se crostruttive. Fatemi sapere cosa ne pensate ^^

claire


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Capitolo 2
*** This is the life. ***


Capitolo 1 Image and video hosting by TinyPic  «Per ognuno di noi c'è un cammino diverso, ma il viaggio inizia sempre nel cuore

-claire's corner:

Inizio col ringraziare jo ste e gigia942, spero di ritrovare ancora le vostre recensioni (:
Questo è il primo capitolo,spero vi piaccia. A partire da prossimo darò avvia alla storia vera e propria.
Come sempre i commenti sono ben accetti.

Questa me la paga, ripetei a me stessa per l'ennesima volta, sul serio. Sta volta l'hai fatta grossa Dean Winchester.
Se n'era andato all'improvviso dicendomi che doveva risolvere una faccenda  dalle parti di Palo Alto e, nonostante il mio primo pensiero fosse stato che quella città era sospettosamente vicina a Stanford, decisi di lasciar correre e non indagai.  
Invece avrei dovuto fidarmi del mio istinto perchè ora, a distanza di circa 2 anni, mi ero ritrovata di nuovo faccia a faccia con suo fratello Sam. Tecnicamente però lui non si era accorto della mia presenza perchè appena avevo visto i due fratelli scendere dall'Impala avevo fatto dietro front verso un angolo del parcheggio del motel dove alloggiavano per poi inviare un sms a Dean chiedendogli di raggiungermi.
"Ehi dolcezza! Sei arrivata prima di quanto credessi." mi salutò un sorridente ed entusiasta Dean.
"Ti sei fatto sentire,dopo una settimana che non avevo più tue notizie,per dirmi di precipitarmi quì. Che cosa avrei dovuto fare?!" ribattei senza smettere di guardarlo in cagnesco.
"Ah e per inciso non credevo di trovare con te anche Sam!"
"Già...bè forse avrei dovuto parlartene." gli rivolsi un'occhiata eloquente che aveva tutta l'aria di voler significare: Ma non mi dire!!
"Volevo metterlo al corrente della sparizione di papà. Poi le cose di sono complicate..." disse diventando improvvisamente serio.
"Cosa è successo?"
"Mentre cercavamo informazioni sui movimenti di papà siamo incappati in un caso: un "fantasma autostoppista"..niente di difficile. Sam è tornato a Stanford una volta risolto..." fece una pausa "E ha trovato Jessica morta. Lei era..la sua ragazza." pronunciò le ultime due parole con discrezione ma nonostante ciò provai una sensazione abbastanza sgradevole nel sentirle. Subito dopo mi sentii in colpa dal momento che quella ragazza aveva perso la vita.
Mi schiarii la voce. "Com'è successo?"
"Bruciata viva sul soffitto della sua stanza." Sgranai gli occhi, la madre di Sam e Dean era morta nello stesso identico modo e John, il loro padre, da quel momento aveva iniziato la sua crociata personale per trovare e uccidere il demone responsabile della morte di sua moglie Mary.
"Immagino che Sam ora voglia vendicarsi." Dean annuì.
Era comprensibile, anche io avrei fatto lo stesso anche se mi auguravo di non trovarmi mai in una situazione simile.
"Avanti, vieni dentro con me a salutarlo." disse interrompendo i miei pensieri.
"Che cosa?! No, non mi sembra il caso..." Dean alzò gli occhi al cielo.
"Non essere sciocca Sadie, gli farà piacere rivederti." disse afferrandomi per un polso costringedomi a seguirlo.
A ben poco valsero le mie proteste perchè in breve tempo mi ritrovai davanti alla porta della loro camera.
"Sam?" chiamò aprendo la porta. "Stavo per venire a cercarti. Ma che fine avevi fatto?" chiese una voce maschile e un secondo dopo ecco uscire dalla stanza adiacente un ragazzo alto dai capelli castani e gli occhi verde muschio che,alla mia vista, si spalancarono.
"Sadie?!" disse fermandosi sorpreso.
"Già..ciao Sam!" lo salutai a disagio.
"L'ho trovata che gironzolava per il parcheggio." si intromise Dean osservandoci divertito.
"In realtà è stato lui a chiamarmi ma non preoccuparti, non mi tratterrò molto." ribattei lanciandogli un'occhiataccia.
"Ma no aspetta...mi fa piacere rivederti." disse Sam con un sorriso sincero sulle labbra.
Quelle parole ebbero il potere di liberarmi da un peso di 100 kg dallo stomaco fatto principalmente di preoccupazioni.
Temevo che mi avrebbe sbattuto la porta in faccia e in vece se ne stava lì tranquillo e molto più a suo agio di me.
Era sempre il solito vecchio Sam e la cosa non mi dispiaceva affatto.

Dopo quella specie di "riconciliazione" Dean disse di dover fare una telefonata, il che era palesemente una scusa e uscì dalla stanza lasciandoci soli.
Sam mi domandò di mio fratello Chris e gli risposi che era da diverso tempo che non lo vedevo. Gli dissi che si era trovato una ragazza e che per questo aveva deciso di prendersi una pausa dalla caccia,il che era vero solo a metà.Io e Dean invece avevamo deciso di cacciare insieme e,contro ogni aspettativa, ci eravamo rivelati una bella squadra.
"Da quant'è che lo sopporti??" mi chiese divertito.
"Da un anno circa." risposi con un sorriso. In effetti Dean quando ci si metteva sapeva essere davvero insopportabile.
"Comunque..." feci una pausa " mi dispiace per quello che è successo a Jessica." dissi e vidi i suoi occhi velarsi di tristezza e rabbia per un attimo.
"Dean ti ha detto com'è morta?"
"Sì. Ora che hai intenzione di fare? Tornerai a cacciare?" annuì.
"Prima di tutto dobbiamo trovare papà. Tu ci aiuterai?"
"Bè sì, se vuoi." risposi, sorpresa da quella domanda.
Tenevo lo sguardo basso sulle mie all stars nere così rimasi interdetta quando mi sentii avvolgere in un abbraccio.
Alzai la testa e mi ritrovai i capelli castani di Sam in faccia.
Mi strinse per oltre un minuto,in un silenzio che nessuno dei due sembrava intenzionato a rompere per non rovinare quel momento.
"Grazie Sadie."




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Capitolo 3
*** Suspects. ***


Capitolo 2 Image and video hosting by TinyPic  «You say life is a dream where we can't say what we mean
Maybe just some roadside scene that we're driving past.
»

Il nostro piccolo momento d'intimità ebbe vita breve, infatti sfuggii alla stretta di Sam non appena sentii la porta aprirsi.

Dean, intuendo di averci colti in un attimo di debolezza, sorrise sornione e si andò a sedere su una delle poltrone.
"Allora.." intervenni per smorzare l'imbarazzo che si era creato "l'hai fatta questa telefonata?"
"No, non c'era campo." buttò lì come scusa.
"Però ho esaminato il diario di papà e guardate cos'ho trovato." ci avvicinammo per vedere di cosa si trattasse.
C'era una scritta sulla pagina: DEAN 35-111.
"Potrebbero essere coordinate.." ipotizzai.
"Sì. E' tipico di papà utilizzare questi trucchetti da ex marine." intervenne Sam per poi allontanarsi.
Frugò nel suo borsone e si avvicinò con una cartina degli Stati Uniti spiegata.
"Le coordinate corrispondono a BlackWater Ridge, nel Colorado." disse.
Osservai la planimetria del posto.
"Perchè vuole che ci andiate? C'è solo un'immensa foresta lì.." avevo seri dubbi che John potesse trovarsi in quel posto dimenticato da Dio. A meno che non ci fosse stato un caso da seguire da quelle parti.
Entrambi i fratelli rifletterono ma fu Dean in primo a parlare.
"Non lo so ma domani mattina ci metteremo in viaggio per scoprirlo." sentenziò alzandosi dalla poltrona e richiudendo il diario.

Dopo quella scoperta andammo a cena in un locale vicino al motel, dove Dean non mancò occasione di provarci con la cameriera. Sam scosse la testa di fronte al suo comportamente, io d'altro canto ero quasi riuscita a farci l'abitudine e non ci feci più di tanto caso.
"Non montarti la testa. Ci ha provato con te solo perchè questa pizza è immangiabile. Evidentemente i proprietari di questo locale puntano su altri espediente per tenersi i clienti." lo zittii facendo sfumare tutto il suo entusiasmo per aver ottenuto il numero della ragazza.
Dal canto suo Sam scoppiò a ridere, tossendo perchè la bibita che stava bevendo gli era andata di traverso.
"Sadie ha ragione, il cibo è davvero pessimo!"
"1 a 0" puntualizzai con un sorriso smagliante.
"Dolcezza, credo che tu sia gelosa." commentò Dean con un sorriso spavaldo.
"Sei fuori strada." ribattei e presi in mano le posate concentrandomi sulla mia pizza. Speravo che il discorso di chiudesse lì.
"Sul serio?!" insistette con un sorriso beffardo.
"Sì Dean sul serio! E ora scusatemi ma sono stanca, vado a riposarmi." dissi alzandomi dal tavolo, ignorando le occhiate indagatrici che mi stava lanciando Sam.
"Puoi prendere il mio letto. Per una volta posso dormire anche sul divano." si offrì spontaneamente Dean, la cosa sorprese non poco Sam.
"Ma che cosa vi prende, si può sapere?" chiese ad entrambi. Il suo sguardo però era fisso sui miei occhi.
"Niente Sam, fa tutto parte della routine, tranquillo." lo rassicurai con un sorriso.
"Buona notte!" salutai e uscii dal locale.
Arrivata al motel mi infilai la canottiera e i pantaloncini che usavo per dormire e mi infilai in quello che, a giudicare dalle lenzuola in disordine, sembrava essere il letto di Dean.
Quando i fratelli rientrarono mantenni gli occhi chiusi, fingendo di dormire. Dopo un po' sentii la porta del bagno chiudersi e qualcuno, non sapevo se Sam e Dean, si sedette sul bordo del letto accanto a me.
"Sadie? Lo so che non stai dormendo." sussurò il maggiore dei Winchester.
Aprii gli occhi.
"Ti sei già pentito di avermi ceduto il tuo letto?" chiesi stiracchiandomi, la prospettiva di dormire sul divano non mi allettava proprio.
"No tranquilla." sorrise  e rimase in silenzio abbassando lo sguardo.
"Cosa c'è?" chiesi tirandomi su a sedere.
"Hai intenzione di dire a Sam quello che è successo fra di noi?" mi chiese con un'espressione indecifrabile.
"No." risposi immediatamente "anche perchè non c'è niente fra di noi. E' stato sempre stato solo sesso. Erano questi i patti: niente legami." Era per questo che avevo reagito male a cena. Credevo che Dean volesse metterlo al corrente del fatto che eravamo stati, spesso fra l'altro, a letto insieme. La cosa mi pesava ma non riuscivo a trovare le parole per dirglielo, era pur sempre suo fratello.
"Già" disse  "..quindi d'ora in poi dormiremo tassativamente in letti separati."
Alzai gli occhi al cielo.
"A differenza di te Dean, io possiedo una cosa che si chiama autocontrollo."
"Va bene Miss Autocontrollo, domattina sveglia all'alba. Sono quasi 1000 miglia da quì in Colorado."
Mi coricai nuovamente.
"Buona notte." disse mentre si alzava dal letto. Poco dopo Sam uscì dal bagno, riconobbi i suoi passi delicati sulla moquette e pensai che era meglio che rimanesse all'oscuro. Non mi ero pentita di ciò che era successo con Dean ma il fatto che Sam, nonostante tutto, non mi odiasse mi rendeva così felice che non avrei permesso a nulla di incrinare quest'equilibrio che si era creato.
In fondo, pensai, è stato solo sesso.






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Capitolo 4
*** Out of my hands. ***


Capitolo 3 Image and video hosting by TinyPic  «Quante volte si dicono parole che vorresti subito cαncellαre e nαscono bαrriere che non cαdono più ferendo chi ci αmα come hαi fαtto tu. Quαnte volte αnche i più grαndi αmori soffrono le pene di questi errori e quαnte volte ci, ci si perde così in stupidi rαncori per poi ritrovarsi soli.»

Innanzitutto vi ringranzio per i vostri commenti,mi fate davvero felice (: non credevo che qualcuno potesse apprezzare questa ff! Ecco quì un nuovo capitolo..vi preannuncio che ci sarà un incontro/scontro. Spero vi piaccia! Buona lettura.

Eravamo in viaggio da due ore. Sam sedeva sul sedile anteriore accanto al fratello, un posto che gli spettava di diritto, mentre io me ne stavo dietro con la fronte appoggiata al finestrino, il freddo del vetro serviva a schiarirmi le idee. Ad eccezione della musica dei Led Zeppelin che riempiva l'abitacolo dell'Impala, nessuno di noi parlava. Sam non aveva aperto bocca dall'inizio del viaggio e parlava solo se interpellato, rispondendo comunque con una certa freddezza e un certo distacco, soprattutto se a rivolgergli la parola ero io. Le motivazioni plausibili erano due: o Dean gli aveva spifferato qualcosa (ipotesi che avevo quasi immediatamente accantonato) o Sam aveva ascoltato il nostro discorso della sera prima.

Mi voltai verso lo specchietto dove intercettai lo sguardo di Dean: capii che condivideva i miei stessi pensieri.
Ben presto persi la cognizione del tempo e non appena la macchina si fermò aprii la portiera e uscii, mi mancava l'aria.
Sam e Dean andarono ad interrogare la guardia forestale e scoprirono che c'erano state diverse sparizioni sospette nell'area di BlackWater Ridge, compresa una recente di un ragazzo del posto.
"Qualunque cosa sia responsabile di queste sparizioni, dovremmo addentrarci in quella foresta per scoprirlo." osservò Sam. "Forse dovremmo noleggiare una guida.." ipotizzò.
"No, non sappiamo di che creatura si tratti. Probabilmente è un black dog ma se fosse qualcosa di più pericoloso? Non gli faremo correre un rischio inutile." rispose Dean serio, poi un sorriso entusiasta gli si dipinse sul volto.
"Ragazzi, si va in campeggio!" esclamò dando una pacca sulla spalla a me e a Sam.
Fantastico, io odio il campeggio! pensai mentre il mio umore, già cupo di per sè, calava a picco.
"Vado a procurarmi un paio di bussole e una mappa dell'area." annunciai allontanandomi.

Una ventina di minuti dopo stavamo affrontando i pendii di quella montagna con lo zaino in spalla.
In quella zona la vegetazione era davvero fitta così, mentre seguivo Dean che era in testa con la bussola, il mio sguardo vagava continuamente da un ramo all'altro degli alberi che ci accerchiavano, preoccupata di trovarci qualche insetto: era più forte di me, non li sopportavo, specialmente i ragni!
Occupata com'ero, non mi accorsi che il terreno stava diventando scosceso: mi scivolò un piede e la mia schiena sbattè contro qualcosa di ampio e incredibilmente tonico che si rivelò essere il torace di Sam,dietro di me. Le sue mani si erano chiuse prontamente sui miei polsi per evitare che cadessi.
I nostri sguardi si incrociarono e dopo qualche secondo di sorpresa Sam allentò la presa e mi rimisi in piedi.
"Grazie." ringraziai a disagio.
"Di niente." rispose freddo.
Mi voltai per rimettermi "in marcia",maledicendo la mia momentanea goffaggine e superai Dean che con un sorriso complice esclamava.
"Andateci piano ragazzi, finirete per farvi male!"
Da quel momento in poi il viaggio proseguì silenzioso e senza intoppi. Dopo non so quante ore di cammino, finalmente arrivammo in vetta.
"Questo è il punto indicato dalle coordinate." osservò Sam. Mi guardai intorno:ci trovavamo in un vasto spiazzo fra gli alberi ma non c'era nulla che indicasse la presenza di John. Rimanemmo in silenzio ad ascoltare.
"C'è qualcosa di strano quì.." osservai.
"Già, nessun rumore." commentò Sam guardandosi intorno.
"Io vado a dare un'occhiata in giro, per vedere se ci sono tracce di papà. Voi intanto montate la tenda." disse Dean prima di allontanarsi.
Fu così che ci ritrovammo soli, io e Sam. Nessuno dei due parlava e il silenzio era reso ancora più opprimente dal fatto che regnava una quiete irreale in quella zona. Sam aveva tirato estratto dallo zaino una tenda e ora armeggiava per montarla, dandomi le spalle.
Lo chiamai.
"Che vuoi?" mi rispose con astio voltandosi.
"Sai, ho trovato molto interessante la conversazione tua e di Dean, ieri sera." continuò.
"Non volevo che lo scoprissi così." confessai.
"Perchè, avevi forse intenzione di dirmelo?" domandò con un sorriso beffardo sul volto. "No, da quanto ho sentito."
"Ti sbagli Sam, io volevo dirtelo. Sinceramente però non mi sembrava il momento più opportuno, con quello che stai passando e poi avresti di sicuro frainteso le cose." Alzò gli occhi al cielo.
"Cosa c'è da fraintendere? Sei andata a letto con mio fratello. Punto. Ed ora ho capito..." fece una pausa, i suoi occhi brillavano di una strana consapevolezza.
"Che cosa?" domandai seria.
"Ho capito perchè mi hai lasciato quando ho deciso di andare a Stanford."
No Sam, non lo dire, non farmi questo.
"Era Dean quello che ti interessava, non io. Ma con me fra i piedi non eravate liberi di vivere la vostra storia giusto?!"
Sentii il mondo crollarmi addosso, non credevo alle mie orecchie. Sam era arrivato alla conclusione che temevo e stava mettendo in dubbio i sentimenti che avevo provato per lui. Non avevo parole per esprime quanto mi avesse deluso e offeso nel dire quelle cose.
"E' questo che pensi?!" esclamai, punta nell'orgoglio.
"Non pensavo che mi giudicassi una persona tanto squallida. Se le cose stanno così, non ho intenzione di dirti altro."
"Bene, perchè non cambierò idea!" ribattè.
Quello fu il colpo di grazia. Mi voltai e cominciai a camminare. Sentii alle mie spalle Sam tirare un calcio alla tenda. Quando fui fuori dalla sua vista aumentai l'andatura. Non sapevo dove stessi andando ma non me ne curai, niente in quel momento aveva importanza per me.
Mi ritrovai a correre e,senza che me ne rendessi conto,grosse e calde lacrime iniziarono a rigarmi le guance.
Se Sam era stato in grado di regalarmi tante belle emozioni in passato, in 5 minuti era riuscito a stravolgermi completamente e a ferirmi.
Un sorriso beffardo mi si dipinse sul volto, nonostante non avessi alcuna voglia di ridere, quando capii il motivo che, inconsapevolmente, mi stava spingendo a quella corsa folle.
Ero una sciocca: credevo davvero di riuscire a scappare dal passato e dal presente?

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Capitolo 5
*** Put your hands into the fire. ***


Capitolo 4 Image and video hosting by TinyPic


«A moment, a love, a dream aloud, a kiss, a cry..
Our rights, our wrongs. Won’t stop til it’s over.
»

Grazie ancora per i commenti che mi lasciate <3 

Questo capitolo è ispirato alla puntata 1x2 (come avrete capito anche dal capitolo precedente) anche se a dir la verità l'ho stravolto un po' xD
Verso la fine emergerà anche una "qualità" un po' particolare di Sadie.. Buona lettura!


Me ne stavo seduta a terra,con la schiena appoggiata al tronco di un albero. Mi ero stancata di correre ma soprattutto la delusione si era trasformata in irritazione.
Mi faceva rabbia che Sam fosse saltato a conclusione del genere senza prima chiedermi spiegazioni.
Lui che era stato il mio primo amore.
Lui a cui avevo detto Ti amo per la prima volta, credendoci.
Lui che mi aveva trasformata in una donna, in quella notte che conserverò per sempre nel mio cuore come la più importante e la più dolce della mia vita.
Lui con cui avevo condiviso emozioni e difficoltà e che sapeva come prendermi.
Era lui che stavo perdendo, di nuovo, per la seconda volta.
Mi alzai di scatto da terra. Speravo che la creatura, qualunque cosa fosse, mi trovasse: ucciderla sarebbe stato un buon modo per scaricare la rabbia.
Istintivamente il mio sguardo si posò su uno dei tronchi che mi circondavano.
C'erano delle incisione nette e profonde che avevano tutta l'aria di essere state lasciate da un paio di artigli lunghi e affilati.
Mi guardai intorno e ne riconobbi altre poco distanti.
Iniziai a pensare che probabilmente quello non era un black dog ma piuttosto un Wendigo, un essere umano che preogressivamente aveva perso la sua umanità, trasformandosi in un cannibale e successivamente in una creatura immortale e selvaggia.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni, intenzionata a mettere al corrente i ragazzi della mia scoperta.
"Dannazione!" sibilai irritata: non c'era campo.
Non sarei mai stata in grado di tornare indietro fino alla tenda così decisi di fare di testa mia.
Seguire quella pista però fu abbastanza complicato: le tracce, alcune più vecchie di altre, erano confuse e via via più rade. Era chiaro che il Wendigo non voleva essere seguito e quà e là notai anche alcune macchie di sangue, probabilmente umano.
Alla fine giunsi di fronte all'ingresso di quella che sembrava essere una miniera in disuso: entrai.
L'interno era un labirinto di corridoi immersi nella penombra. Mantenni la guardia alta e cominciai a camminare, se quella era la tana del wendigo doveva pur esserci un posto in cui teneva le sue vittime.
Continuai così per diversi minuti ma all'improvviso sentii un rumore di passi.
Mi appiatii contro la parete,pistola in mano,in attesa.
Quando i passi si fecero vicini uscii allo scoperto puntando la pistola nell'oscurità.
"Sadie!" riconobbi il timbro di voce di un Sam colto di sorpreso.
"Se al mio posto ci fosse stato il Wendigo, perchè è di questo che si tratta, saresti morto." osservai con una vena di acidità nella voce mentre riponevo la pistola.
Sam mi lanciò un'occhiataccia.
"Anche tu, quella pistola non gli farà nulla, l'unica cosa in grado di ucciderlo è.."
"Il fuoco, sì lo so." dissi interrompendo la sua "lezioncina".
"Un momento, dov'è Dean?" chiesi notando solo in quel momento la sua assenza.
"Era andato a cercarti e  il Wendigo l'ha catturato." rispose con una certa apprensione nella voce.
Fantastico, in un modo o nell'altro finivo sempre per essere la causa dei guai dei fratelli Winchester!
"Andiamo allora..."  

Arrivammo in uno stanzone:c'erano diversi corpi di persone ferite attaccate al soffitto per i polsi.
Corsi accanto ad uno di loro per verificare che fosse vivo.
"Dean!" esclamò Sam raggiungendo il fratello e liberandolo.
"Stai bene?" domandò aiutandolo ad appoggiarsi alla parete.
"Starò meglio quando questo figlio di puttana sarà ridotto ad un mucchio di cenere." sibilò.
"Aiutatemi a tirarlo giù!" li esortai riferendomi ad un ragazzo che,sebbene ferito e quasi del tutto incosciente,respirava ancora.
Quando fummo pronti per uscire da quella sorta di prigione, un ringhio selvaggio risuonò fra le pareti: il Wendigo stava venendo a reclamare la sua cena.
"Portalo fuori di quì." dissi a Sam che manteneva di peso il ragazzo in piedi.
"E tu coprilo." dissi a Dean. "Io mi occupo del Wendigo."
Entrambi mi guardarono contrariati. "Muovetevi!" li esortai,anticipando Dean che stava per ribattere qualcosa.
"Ok, tieni questo però." disse e presi il lanciarazzai che mi porgeva.
Attesi che si allontanassero un po' e mi diressi nella direzione opposta.
"Ehi bello?? E' l'ora della pappa!" gridai per attirarlo nella mia direzione.
"Sono un bel bocconcino sai? Avanti vieni a prendermi!" continuai.
Feci qualche passo e poi mi bloccai, avvertendo una presenza alle mie spalle.
Il Wendigo ruggì e io mi voltai di scatto sparando un colpo.
Maledizione! imprecai quando questo mancò l'obiettivo:era troppo buio.
Riuscii a schiavare un suo attacco con cui però riuscì a disarmarmi.
Ok non mi lasci altra scelta, pensai.
Mi concentrai e dopo pochi secondi la creatura iniziò a bruciare per poi essere completamente avvolta nelle fiamme.
Sam arrivò proprio in quell'istante.
Il suo sguardo vagava confuso e incredulo fra me, il wendigo ormai carbonizzato e il lancia razzi distante diversi metri dalla mia posizione.
E questo ora come lo spiegavo??



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Capitolo 6
*** The best part of me. ***


Capitolo 4 Image and video hosting by TinyPic


«When you left I lost a part of me and it is so hard to believe.»
(We Belong Together - Mαriαh Cαrey)


Ecco quì il nuovo capitolo, spero vi piaccia (: scusate il ritardo ma la scuola mi da il tormento .___."

"Come hai fatto?!" chiese Sam fissando il suo sguardo su di me.
Lo guardai interrogativa, pur comprendendo perfettamente la sua perplessità.
"Ad uccidere il wendigo? Gli ho sparato col lanciarazzi un attimo prima di essere disarmata." risposi prontamente.
Capii che non era del tutto convinto anche perchè la creatura che stava bruciando non aveva ferite da arma da fuoco e questo lui l'aveva notato.
Aprì la bocca per controbattere ma non gliene lasciai il tempo.
"Sam, non ho intenzione di darti spiegazioni." dissi e mi allontanai verso l'uscita dalla caverna.
Volevo andarmene il più in fretta possibile da quella foresta, aveva portato solo guai e complicazioni.

Quando ci rimettemmo in viaggio l'atmosfera era, se possibile, ancora più cupa che all'andata.
I ragazzi erano delusi e un po' abbattutti per il fatto che non avevano trovato prove tangibili della presenza di John.
D'altra parte fra me e Sam c'era ancora più tensione dopo l'episodio della caverna, che andava ad aggiungersi alla lunga lista di incomprensioni sorte negli ultimi giorni.
Quando arrivammo al motel più vicino era notte fonda.Presi una stanza singola per evitare l'imbarazzo di dividere la camera con Sam.
Dopo avergli dato la buona notte, a cui praticamente rispose solo il maggiore dei fratelli, mi coricai nella mia stanza.
Speravo prendere sonno in fretta, avevo bisogno di riposarmi e di scaricare la mente dalle tensioni, ma la stanchezza non accennava a prendere il sopravvento. Mi ritrovai a fissare il soffitto mentre il tempo passava: i secondi si trasformarono in minuti e i minuti in ore.
L'orologio digitale fissato al comodino segnava le 4 del mattino quando sentii bussare alla mia porta.
Scesi immediatamente dal letto e rimasi in ascolto.
Chi mai poteva essere a quell'ora??
I colpi alla porta erano sempre più insistenti.
"Sadie, apri!" Rimasi sorpresa di sentire la voce di Sam.
Girai le chiavi nella toppa e aprii la porta.
Sam era di fronte a me, la fronte madida di sudore e il respiro accelerato.
Mi spostai di lato per farlo entrare.
"Cosa c'è?" risposi mantenendo un tono di voce piatto.
"Io..devo sapere cos'è successo oggi nella caverna."
"Non ho nulla da dirti al riguardo e comunque non mi sembra il caso di parlarne a quest'ora di notte."
"No,tu non capisci!" disse agitato. Si passò una mano sul volto e abbassò lo sguardo, come se stesse cercando di organizzare un discorso.
"Ok.." iniziò riportando l'attenzione su di me "..io ho.. degli incubi, ne ho avuto uno anche poco fa."
Non ci vedevo nulla di strano ma attesi, immaginavo ci fosse di più.
"Alcuni di questi incubi di avverano..." sgranai gli occhi.
"Che cosa?! Ma da quanto tempo hai questi incubi?!"
"Sono iniziati mesi fa ma non gli avevo dato molto peso fino a che... Jessica non è morta."
Fece una pausa, il dolore della sua perdita era ancora troppo grande per poterne parlare, lo capivo.
"Ho sognato che bruciava sul soffitto della nostra camera diverse volte prima che accadesse."
"Sam.." mi avvicinai e gli poggiai una mano sul braccio.
"...conoscendoti ora ti senti responsabile della sua morte ma..non è così,non è colpa tua."
"Avrei dovuto proteggerla!" disse più a sè stesso che a me e abbassò lo sguardo.
La tentazione di abbracciarlo era così tanta che mi formicolavano le mani.
Immaginavo i quei suoi occhi da cucciolo perdersi nel rimpianto di non essere riuscito a salvarla.
"Lo so che è difficile da accettare ma non possiamo salvare tutti. Siamo pur sempre esseri umani."
"Ho le premonizioni, dimmi te che cosa c'è di umano in questo!" Sospirai.
"Questo non cambia chi sei Sam!" esclamai, possibile che non riuscisse a capire quanto fosse speciale? Era una persona fondamentalmente buona e altruista ma evidentemente riteneva queste sue caratteristiche trascurabili.
"Ascolta, io non so perchè tu hai queste premonizioni o perchè io riesco a controllare il fuoco..." serrò le labbra di fronte alla mia confessione "ma andremo fino in fondo a questa storia...insieme."
"Sadie io.." iniziò ma lo interruppi con un cenno della mano.
"Per la cronaca, non ti ho lasciato perchè avevo una storia con Dean. La prima volta che siamo andati a letto insieme è stato molto tempo dopo la tua partenza e comunque è sempre stato solo sesso." Puntualizzai.
"Gli voglio un bene dell'anima ma i miei sentimenti per te erano diversi." Feci una piccola pausa.
"Io ti amavo Sam e che tu ci creda o no la decisione di lasciarti è stata forse una delle più difficili della mia vita."
"E allora perchè l'hai fatto?" chiese,ma la sua voce non era ostile,non mi stava attaccando.
"Eri così entusiasta di essere stato ammesso a Stanford!" esclamai e notai che la mia voce si stava incrinando pericolosamente.
"Sarei stata una bastarda a chiederti di rinunciare ma soprattutto volevo che tu avessi una vita normale e felice ma allo stesso tempo ero consapevole di non poterti dare tutto ciò." trattenni il fiato bloccando le lacrime che minacciavano di uscire, ripensare a quel periodo della mia vita mi faceva ancora male.
"Mi dispiace...io..non avrei mai voluto che te ne andassi ma non vedevo altra soluzione." dissi fra i singhiozzi, maledicendomi perchè dovevo apparire come una bambinetta ridicola in quel momento. Sam era l'unico in grado di far emergere quel lato sensibile di me che ero stata abituata a nascondere al mondo intero perchè,come diceva mio padre,era un segno di debolezza e una cacciatrice non deve permettere ai sentimenti di prendere il sopravvento.
Sentii le braccia di Sam avvolgermi e affondai il volto nel suo petto.
"Calmati Sadie,è tutto a posto." mi sussurrò dolcemente mentre le sue mani mi accarezzavano la schiena.
"Separarmi da te è stato tremendo ma ora sei quì e ne sono felice." alzai lo sguardo verso di lui e,nonostante tutto ciò che gli stesse capitando,sorrideva.
"Ti chiedo scusa." Continuò "Non so perchè ma sospetto sempre il peggio."
Scossi la testa.
"Non importa,i tuoi dubbi erano legittimi." risposi.

Fu così che terminò quella serata fatta di confessioni. Stanchi ma col cuore un po' più leggero,ci addormentammo nella mia stanza, abbracciati. Proprio come ai vecchi tempi.

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Capitolo 7
*** Alle mie lettrici ***


Mi scuso per non aver aggiornato da diverso tempo.
Purtroppo la scuola è un inferno ultimamente e mi porta via moltissimo tempo.
E' per questo che ho deciso di sospendere,almeno momentaneamente,la scrittura di questa ff.
Spero comunque che continuerete a seguirmi se e quando dovessi aggiornare di nuovo o,ipotesi non così tanto remota,
dovessi iniziare una nuova ff.
A presto
Claire (:

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