AVVISO:vi
consiglio per snobbarla di aspettare almeno il terzo capitolo.
Se
la storia non avrà una crescita di recensioni,visite ecc la
storia
verrà CANCELLATA e mi dispiacerebbe dal momento che l'ho
appena
iniziata.
Blood
and chocolate
Ci
mise un po' per trovare l'aula di letteratura e quando la
trovò
bussò prima di entrare in aula.
-Buon
giorno sono Elizabeth Darcy(è stata una scelta puramente
casuale
,non c'entra nulla con Orgoglio e Pregiudizio
ç__ç n.d me)-si
presentò.
-Oh
si!Signorina Darcy prego si accomodi-le prese il foglio di mano,lo
firmò e glielo restituì.
L'unico
posto libero era accanto ad una ragazza dall'aria fin troppo
socievole.
-Ciao
io sono Patricia Burns tu sei Elizabeth,oh ti posso chiamare Beth?mi
piace molto questo nomignolo,tu potresti chiamarmi Patri!!sono sicura
che diventeremo grandi amiche!da dove vieni?che lavoro fanno i
tuoi?sai i miei hanno un negozio d'abbigliamento nel centro della
città!potremmo andarci insieme un giorno!-
Elizabeth
pensava che quella ragazza fosse davvero logorroica.
-Ciao,come
ben sai sono Elizabeth Darcy e vengo da Londra...-
-Su
ragazze farete conoscenza dopo-e la lezione iniziò.
L'ora
passò e finalmente poté scappare dalle grinfie di
Patricia.
Seconda
ora:Matematica.
Stesse
formalità e stessa lezione noiosa.
Anche
tutte le altre lezioni si susseguirono in modo uguale.
All'ora
di pranzo uscì,attraversò il cortile popolato da
una marea di
ragazzi,ed entrò dentro un edificio formato da molteplici
vetri che
facevano da pareti.
L'interno
era molto grande,spazioso e arioso.
Già
molti studenti si erano divisi nei tavoli a gruppi:le
Cherleader(rimpiangeva veramente Londra),gli idioti pompati della
squadra di football,e poi i vari gruppi di amici.
Di
solito,nelle altre scuole,aveva sempre evitato di entrare a contatto
con loro.
Lei
non pranzava mai:o andava in cortile a leggere in una panchina,oppure
sedeva vicino una finestra nell'angolo più isolato.
Con
suo grande rammarico l'unico tavolo libero era al centro della grande
mensa,e quella mattina per la fretta aveva dimenticato di portarsi un
libro.
Sconsolata
attraversò i tavoli fino a sedersi su una delle panche in
legno.
Dopo
nemmeno una decina di minuti si alzò,recupererò
le sue cose e si
diresse verso l'aula della penultima ora:storia.
Si
sedette all'ultimo banco vicino la finestra,in modo da poter
osservare il paesaggio circostante:la stazione,alcuni palazzi e
negozi.
Rimase
a guardare fuori la finestra per un tempo indefinito,si accorse di
quanto tempo fosse passato solo quando vide entrare tutta la classe.
La
Professoressa di storia era una donna molto
appassionata,spiegava,raccontava con sentimento,li rendeva partecipi
e questo era una cosa che apprezzava molto.
Quando
l'ora finì andò ad inglese.
L'ora
sembrava non finire mai quando finalmente,per la gioia di tutti i
presenti compreso il professore,suonò la campanella di
uscita.
Raccattarono
la loro roba e lasciarono l'edificio.
La
stazione non era lontana dalla scuola e si poteva benissimo
raggiungere a piedi.
Prese
il treno,si sedette come suo solito accanto al finestrino e
passò il
viaggio a guardare le immagini che scorrevano veloci.
Il
capolinea era ad un'altra stazione,non molto lontana da dove
abitava,un po' più piccola di quella da cui era partita.
Scese
dal treno,uscì dalla stazione e si incamminò
verso casa.
Ad
un certo punto sentì un buonissimo odore,qualcosa di dolce e
amaro
allo stesso tempo,uscire da una delle stradine .
Poi
vide uscire una donna con un sacchettino rosso con su scritto in
dorato “Chocolate dream”.
Incuriosita
imboccò la stessa strada da cui era uscita quella donna.
Seguendo
quel delizioso aroma,si fermò davanti ad un negozio rustico
all'interno che si vedeva dalla grande vetrina che esponeva delle
torte completamente ricoperte di cioccolato.
Elizabeth
ne rimase incantata.
Entrò
guardandosi ancora intorno,incredula di vedere tutto quel cioccolato
racchiuso in una stanza.
C'erano
dei frigoriferi ,ai lati del bancone in legno di noce,che
conservavano le invitanti torte,bignè e di tutto e di
più.
Dietro
al bancone si vedeva una porta ,dal quale proveniva maggiormente
l'aroma,che dava alla cucina.
E
agli angoli erano situati dei tavolini sempre in legno di noce.
-Signorina
ha bisogno di qualcosa?-le chiese una donna con un dolce sorriso ad
illuminarle il volto tondo segnato dalle leggere rughe intorno agli
occhi.
-Si.Potrei
vedere una di quelle torte?-le rispose indicando uno dei frigoriferi.
La
signora uscì da dietro il bancone ed aprì il
frigorifero tirandone
fuori una torta di piccole dimensioni completamente ricoperta di
glassa lucida marrone scuro che emanava un forte aroma di cioccolato
fondente.
-Va
bene questa?-chiese gentile la donna.
-Si
grazie-.
Le
porse il sacchetto rosso,mentre Elizabeth pagava.
-La
ringrazio,arrivederci-.
Detto
questo uscì dal negozietto.
Uscì
dalla stradina e continuò la strada per il ritorno a casa.
-Jane,Robert
sono a casa!-annunciò una volta tornata a casa.
-Tesoro
siamo in cucina!-risposero in coro.
-Ehi
tornando da scuola vi ho portato un regalino...-
Gli
occhi della donna brillarono alla parola regalo.
-Che
cos'è oh Lizzy sai che sono curiosa!!-
-E
golosa!si lo so!Per questo tornando da scuola mi sono fermata in un
negozietto molto carino e ti ho preso questa!-e le porse il sacchetto
rosso con la scritta “ Chocolate dream”.
-Ma
è una setteveli!!oh Elizabeth grazie sei un angelo!-.
Elizabeth
si rabbuiò:-sai benissimo che non lo sono
Jane-sussurrò col viso
scuro,improvvisamente rabbuiato.
L'aria
in casa si fece improvvisamente pesante.
-Mi
dispiace,perdona questa donna che non pensa prima di parlare-si
scusò
Jane abbracciandola.
Lizzy
ricambiò l'abbraccio con delicatezza.
-Allora
l'apriamo questa delizia?-ruppe il silenzio la voce allegra di
Robert.
-Certo!non
l'ho comprata per esporla in vetrina!-scherzò la ragazza.
-Com'è
andato il tuo primo giorno di scuola?-chiese Jane portandosi alla
bocca un pezzetto di torta.
-Rispetto
alla mia vecchia scuola di Londra è un po' più
piccola,ci sono
degli armadietti,la mensa è più grande ed
ariosa,e ci sono tanti
armadi pompati della squadra di football con attaccate al braccio
delle sgallettate altamente infiammabili che si divertono a
prendersela col primo malcapitato.
Poi
all'ora di letteratura mi si è letteralmente incollata una
ragazza a
dir poco logorroica che in un'ora è stata capace di
raccontarmi
tutta la sua vita,e l'unica nota positiva sui professori è
che la
Professoressa di storia è una donna in gamba:non sembra
nemmeno che
spieghi,è talmente appassionata che sembra che racconti-.
-Non
sembra esser andata tanto male..-tentò di sdrammatizzare
Robert.
-Oggi
per la fretta ho dimenticato di portarmi un libro-aggiunse Elizabeth.
-Ok...allora
è andata male-.si corresse l'uomo.
-Beh
io vado in camera a sistemare le ultime cose-si alzò,diede
un bacio
in guancia ad entrambi e salì le scale.
La
sua stanza era grande,bianca ed affacciava su una veranda.
Anche
la porta era bianca,appena entravi lungo la parete a destra trovavi
degli scaffali quasi completamente occupati da libri di ogni genere
letterario;
lungo
la parete sinistra c'era invece un armadio in vetro opaco celeste con
i bordi blu cobalto.
Un
po' più in là c'era un letto matrimoniale in
legno bianco con le
coperte leggere in azzurro.
Ai
piedi del letto c'era un tappeto indaco molto soffice al tatto.
Il
pavimento era in parche chiaro.
Accanto
al letto c'era una lampada per quando leggeva a letto.
La
quarta parete era una vetrata che faceva da porta ad una veranda dove
c'era una poltrona bianca con di fronte un tavolino sempre in legno
chiaro.
La
veranda affacciava sul giardino di casa:a fare ombra c' erano degli
alberi di ciliegio in fiore,a cui due era stata attaccata
un'amaca,difronte c'era una piscina che più di una piscina
sembrava
un laghetto artificiale dal momento che era in stile giapponese.
Al
centro della stanza c'erano diversi scatoloni con su scritto
“Lizzy”
accatastati uno sopra l'altro,mentre ancora due scatoloni erano
pieni.
Elizabeth
cominciò a svuotarli:uno conteneva un paio di libri e
l'altro
conteneva dei maglioni.
Sistemò
gli ultimi libri sugli scaffali con ordine quasi maniacale e lo
stesso fece con gli ultimi maglioni.
Prese
gli scatoloni,li schiacciò e li depositò nel
ripostiglio.
Dopodiché
andò in bagno per farsi una doccia.
La
sua immagine nuda allo specchio le ricordò che l'inferno
stava per
cominciare,che il punto fermo era inevitabilmente vicino.
Distolse
lo sguardo infilandosi sotto il getto d'acqua tentando,invano,di
allontanare tutto ciò dalla sua mente.
Il
bagnoschiuma che le odorava la pelle era al cioccolato fondente,e
ciò
la riportò al “Chocolate dream” e al
sublime sapore di quella
torta.
Decise
di ritornarci l'indomani.
ANGOLO
AUTRICE
oltre
a dire che ci sono rimasta veramente male:una recensione che tanto
recensione non è;
solo
36 lette(me l'avete proprio snobbata)
e
due preferiti. ç________ç
S
chan:ti ringrazio per non averla snobbata e spero che continuerai a
leggerla e recensirla *___* per il resto ti ho risposto x e-mail ed
anche sul brano,ti ringrazio anche per la tua utile correzione un
bacio a presto.
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