I "Pensieri" di Elinor Woods

di Silice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Savelma ***
Capitolo 2: *** Malfoy, Draco Malfoy ***
Capitolo 3: *** Danze e scioglimenti ***
Capitolo 4: *** Hogsmeade ***
Capitolo 5: *** Falling on a date ***
Capitolo 6: *** Regole e appuntamenti ***
Capitolo 7: *** Avviso!! ***



Capitolo 1
*** Savelma ***


SAVELMA

 

Salve a tutti! E grazie per essere arrivati fin qui, è già tanto. Ordunque vediamo, che dire... so che questo argomento è trito e ritrito, ma quest’idea era nascosta nei meandri della mia mente già da un po’, dunque era giunto il momento di tirarla fuori.

Dedico l’intera fic a mio fratello, che mi ascolta pazientemente ogni volta, senza lamentarsi (più o meno) e che finge di ridere e di trovarla carina anche quando non glielo chiedo esplicitamente. Naturalmente ringrazio J.K.Rowling, che ci ha regalato questi splendidi personaggi con i quali io sono cresciuta e che continuano ad accompagnarmi ogni giorno.

Spero di riuscire ad aggiornare una volta alla settimana, credo tutti i venerdì, a partire da questo. Il primo capitolo è un po’ corto, e serve come introduzione, ma prometto che i prossimi saranno più lunghi. Adesso che ci penso, mi sto rivolgendo a interlocutori immaginari, puro prodotto della mia fantasia, dal momento che non credo proprio che qualcuno sia arrivato fin qui a leggere… nel caso siate stati cosi masochisti, buona lettura!! J

 

 Lunedì 30 settembre 1995

Sala comune

h. 20.46

 

Eccomi qui. Ancora non riesco a credere di essere davvero ad Hogwarts. Cioè. HOGWARTS. Oh, adesso rende meglio l’idea. Suona così… così… importante. Prestigioso. Altisonante. Eccitante. Terrificante.

Prima di iniziare con le mie interminabili e interessantissime divagazioni vorrei spiegare le ragioni per le quali ho deciso di iniziare questo diario. No, non diario. Diario suona così infantile. Meglio… memorie. Autobiografia improvvisata. Oppure potrei chiamarli “Pensieri” o “Sulla natura” come se fossi un’importante filosofa. Sisi. I “Pensieri”. Perfetto.

Comunque… dov’ero rimasta? Ah si. Le ragioni. Allora. Ehm ehm. Meglio fare un elenco:

1-    Fra una trentina d’anni, quando sarò vecchia, sola, cicciona e senza capelli potrò rileggere i “Pensieri” e ricordarmi che ho avuto una vita piena e soffisfacente.

2-   OPPURE: ipotesi molto più ottimistica e realizzabile (…) quando sarò una venerata regina e/o capo di stato illustre, potrò far studiare a scuola i miei “Pensieri” e concedere ai miei fedeli sudditi il privilegio di conoscere i dettagli più intimi e scabrosi della mia personalità, perché dovrà essere molto interessante scoprire come una persona fantastica ed eclettica come me sia diventata così importante e potente partendo dal nulla.

3-   In questo momento non ho amici e mi sento sola come un cane, piena di paura per le lezioni della settimana, e senza la più pallida idea di come raggiungere la Sala Grande (ed ecco spiegato perché ho mangiato un pacchetto di caramelle gommose vecchio di una settimana da sola in camera. M. deprimente. E adesso ho pure una fame terribile).

Ok, l’ultima ragione è un po’ deprimente ed estremamente imbarazzante. Devo ricordarmi di cancellarla se per caso si realizza la seconda ipotesi. Non esalterebbe molto le mie capacità di leader, amata da tutti e lodata fino all’inverosimile.

Però c’è da dire che è vero. In questo momento sono sola, e sinceramente sono terrorizzata. Ho l’impressione che tutti mi stiano fissando, anche se sono seduta su una poltroncina, in disparte da tutto e tutti. In realtà posso capirli, non deve essere molto comune che una ragazza entri ad Hogwarts direttamente al quinto anno.

Quando sono arrivata qui è stato terribile. Sul serio. Non tutta la giornata, in realtà.

Stamattina, ad esempio, quando mi sono svegliata nel mio letto caldo a casa mia, a Londra, e non pensavo a cosa sarebbe successo, ancora persa nel mondo dei sogni, andava tutto benissimo. Dopo si sono complicate le cose. Ho iniziato lentamente a elaborare a occhi chiusi, e il mio stomaco si è stretto in una morsa di paura: il mio primo giorno di scuola. Fa così luogo comune, aver paura del primo giorno di scuola. Cioè, non sono una bambina di sei anni, ma la verità è che io non sono mai andata a scuola. Sì. Mai andata. Tutto per colpa di mamma è papà, che un bel giorno hanno deciso di viaggiare per il mondo, e di portarmi con sé, e dato che 11 anni sono troppo pochi per vivere senza alcuna notizia dei genitori, gli ho sempre seguiti diligentemente.

Ora però che mi hanno insegnato tutto quello che sapevano in campo magico e non, è venuto il momento di andare a scuola. All’inizio ero emozionata all’idea ma ora…

Insomma, ho paura. Adesso mi sono tranquillizzata un po’, ma prima… non so se è stato peggio indossare quello stupido cappello parlante nell’ufficio del Preside (è un po’ strano, ma simpatico. Il Preside, non il cappello. Il cappello è profondamente antipatico. Mentre lo indossavo ha cominciato a ridere, poi è diventato tutto serio, e mi ha tenuta lì, seduta sullo sgabello, per circa un’ora. Bah), oppure quando quella strana strega con il cappello a punta, gli occhiali e il naso aguzzo (Mc Graner? Mc Gonitt? La mia assoluta incapacità di memorizzare i nomi mi crea non pochi problemi) mi ha portato nella mia nuova “casa”, Grifondoro (dicono che sia la migliore, ma ha una combinazione di colori assolutamente orrenda: giallo e rosso. Ma dico. Avrei preferito argento e blu, e anche verde e nero, al confronto) e mi ha presentato al resto dei miei compagni, che mi osservavano in un religioso e inquietante silenzio, con un semplice e conciso: “Questa è Elinor Woods. È appena arrivata a Hogwarts. Accoglietela con un comportamento degno del nobile spirito Grifondoro”, e poi si è voltata e se n’è andata senza dire una parola, lasciandomi lì da sola. Ho blaterato qualcosa che suonava come un misto fra un “Salve” o un “Selma”, al che tutti avranno creduto che sono vittima di una strana crisi di identità, o una grave forma di dislessia, e ho trascinato il mio baule fino alle scale, dove l’ho fatto levitare verso quella che la Mc Qualcosa mi aveva detto che sarebbe stata la mia stanza. E ora sono qui.

Allora, facciamo un bel piano di buoni proposito per l’anno venturo. Direi di cominciare con

 

20.57

AAAAAARGH!!!!

Un idiota con i capelli rossi ha fatto esplodere qualcosa pericolosamente vicino alla mia poltrona. Adesso c’è un’enorme macchia di inchiostro proprio sotto la parola “con”. Mmm. Dov’ero arrivata?

Ah già.

LISTA DEI BUONI PROPOSITI:

1- scrivere e tenere aggiornato il diario.

2- non scrivere soltanto boiate.

3- ambientarsi nella nuova scuola. E smetterla con atteggiamenti da ansiosa/timida/nevrotica. È solo una scuola, non una prigione.

4- imparare correttamente i nomi di tutte le persone che mi vengono presentate. E imparare a pronunciare il mio in modo che si capisca.

5- disfare il baule e tenere in ordine la stanza.

6- essere carina, cortese, e socializzare con i nuovi compagni. Ma soprattutto evitare i commentini sadici e sarcastici da pazza nevrotica su gente che nemmeno conosco.

7- naturalmente, perdere 10 kg.

8- tenere SEMPRE unghie perfettamente curate e truccarsi tutti i giorni.

9- non prendersi cotte di alcun tipo. Soprattutto quelle che implicano ragazzi-belli-che-neanche-ti-guardano e ragazzi-ti-voglio-bene-ma-solo-come-amica. Soprattutto quelli.

10- Studiare. E prendere bei voti.

 

21.03

Bene, mi sembra di aver scritto proprio tutto. Sono sicura che sarà l’inizio di un anno fantastico.

 

Ah, dimenticavo. Devo anche capire dov’è la Sala Grande.

 

Aiuto.

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Capitolo 2
*** Malfoy, Draco Malfoy ***


Ebbene, eccomi qua di nuovo, questa volta con un capitolo un po’ più lunghetto, che spero possa piacere. La mia cara Elinor è un po’ persa nei suoi “Pensieri”, e finalmente entreranno in scena altri importanti personaggi… ^^ buona lettura!!

 

MALFOY, DRACO MALFOY

 

Martedì 31 Settembre 1995

Camera

h.04.55

AAAAAAAAA dove sono??

 

h.05.15

Disastro. Mi sono svegliata e volevo andare in bagno, ho fatto per alzarmi, ho messo un piede dove non dovevo et voilà, sono caduta dentro il baule. DENTRO.

Ho mal di testa. E non riesco a dormire. E ho paura per le lezioni di domani. Ho ridato un occhiata al mio orario, appoggiato sul comodino, e avrò pozioni, storia, aritmanzia… il Preside mi ha assicurato che per le prime settimane non dovrò fare granchè, solo ambientarmi, ascoltare e prendere appunti, però ciò non toglie che sia un po’ (pochettino, eh) spaventata. Le mie compagne di stanza sono molto gentili, frequentano i miei stessi corsi, e si sono offerte di farmi da guida per i prossimi giorni. Se non sbaglio una si chiama Calì (come la divinità indù?), una Lavanda (ahah ho dovuto impegnarmi per nascondere una risata. Cioè. LAVANDA. Neanche mi piace, la lavanda) e l’altra Hermione. Sembrano simpatiche, ieri si sono presentate e mi sono trovata a mio agio con loro. Speriamo che vada tutto bene.

 

Orsù, un po’ di ottimismo. Devo pensare con spirito positivo alla mia giornata. Insomma, ho vissuto in Siberia per tre mesi all’età di sette anni, in un semideserto di ghiaccio, senza anima viva oltre ai miei genitori, mangiando carne e verdura in scatola ogni santo giorno.

Potrò affrontare anche questo, no? Devo solo ricordami di…

 

O8.45

Yawn. Che ore sono?

 

Merda.

 

11.03

Oh, mamma.

SONO ANCORA VIVAAA!!!

Ok, meglio ricomporsi. Ehm ehm.

La mattinata è iniziata che peggio non si poteva. Prima di tutto, mi sono svegliata in un ritardo catastrofico. A quanto pare mi sono addormentata senza mettere la sveglia. Quando ho chiesto alle mie care compagne di stanza perché non mi avessero svegliata, mi hanno detto che avevo detto loro che ero perfettamente sveglia e che mi stavo solo riposando ancora un po’ prima di scendere. Effettivamente, potrebbe anche essere vero. Sono un essere imbarazzante.

Comunque. Ho saltato la colazione, e mi sono fiondata giù per le scale con ben poca eleganza. Avevo infilato solo una calza, non avevo la cravatta e sentivo che qualcosa mi stava pungendo la schiena. Lì sotto ho trovato Hermione che mi stava venendo a prendere con una tazza di caffè fumante in mano. La amo già.

Ebbene, siamo arrivate correndo ai sotterranei con soli cinque minuti di ritardo. Insomma, un record. Stavo già per entrare nella puzzolente e umida cantina dove abbiamo lezione di Pozioni (un posto orribile, buio, pieno di muffa e di sostanze pericolose e non ben identificabili), ero tutta sorridente (insomma, essere pronta senza gravi danni in meno di 20 minuti è una cosa per cui vale la pena sorridere), quando mi sono accorta che Hermione non sorrideva granchè. Anzi. Sembrava preoccupata e serissima, e mentre apriva la porta mi ha fatto cenno di stare zitta. Stavo giusto per chiedergli perché, quando, entrando, colsi una voce sgradevolissima che proveniva dal fondo dell’aula.

“Woods, Granger. Bene bene. Venti punti in meno a Grifondoro.”

Ora, a quell’epoca (eheh, ormai sono una studentessa ben navigata, dopo stamattina), non sapevo cosa fossero i punti, però sembrava una cosa abbastanza grave. E soprattutto quella voce. Così… viscida. Bleah. Mi fa ancora venire i brividi. Insomma, sono rimasta lì gelata, sul posto, senza muovermi. Finchè Hermione, strattonandomi per un braccio, non mi ha fatto sedere di fianco a lei all’ultimo banco.

“Ma professore, Elinor è nuova, e non sapeva…”

“Altri cinque punti in meno, Granger. E non si azzardi a ribattere di nuovo, se no diventeranno cinquanta”.

Hermione si è subito zittita.

Credo che sia avvenuto in quell’istante. In quell’esatto momento ho iniziato a detestare con tutte le mie forze il Professore di Pozioni, tale Professor Piton.

È odioso, ha un naso enorme, capelli neri e unticci e una voce viscida (devo smetterla con tutte queste ripetizioni. Però, effettivamente è viscida).

“Allora, lei deve essere la nuova studentessa.” Ha continuato quella specie di verme mal cresciuto, avvicinandosi verso il nostro banco. Poi si è fermato a fissarmi, in silenzio.

Ho biascicato un “sì”, ma devo dire che la sua espressione mi faceva dubitare persino della mia risposta. Tutti mi stavano fissando. Di nuovo. Volevo sotterrarmi, davvero. Ho sentito una risatina provenire da qualche banco più avanti, ma ho tentato di non farci caso.

Silenzio.

Non che mi aspettassi una risposta, sia chiaro. Ma un qualcosa. Non tipo “Benvenuta!” o “Come ti trovi?” ma anche solo “non presentarti più in ritardo” andava bene.

Invece no. Se ne stava lì, a fissarmi come se fossi uno sgorbio, uno scherzo della natura finito nella sua classe per puro caso. Mi stavo chiedendo se era il caso di uscire dall’aula urlando o di tendergli la mano con un cordialissimo e formale “Piacere, Elinor Woods”, ed ero quasi arrivata alla conclusione di aggiungere un “Mi scusi per il ritardo” alla non molto elaborata risposta di prima quando lui, che sembrava ancora profondamente irritato e schifato, ha parlato:

Affascinante.”

E poi si è voltato e, come un pipistrello, ha risalito volteggiando il breve corridoio tra i banchi.

Signore e signori, ecco un inizio particolarmente promettente.

 

Allora. Perché sto scrivendo proprio ora? Eheh. La risposta è semplice. Mi sono rifugiata in bagno. Sono fuggita qua prima che finisse la lezione di pozioni (Piton non mi sembrava particolarmente scontento di lasciarmi andare), e ora Hermione mi sta aspettando qua fuori con quei due suoi amici, Ron e Harry. Sembrano simpatici. Dopo che Piton mi aveva trattato in quel modo senza alcuna remora, loro mi hanno sorriso, dimostrandomi il loro sostegno. Ron è simpatico: mi ha riempito tutta la lezione di domande sul perché sono qui, come mi trovo ecc. ecc., e mi ha offerto di stare vicino a loro durante i pasti; Harry mi è sembrato più taciturno, ma non per questo meno simpatico: ho provato una grandissima solidarietà nei suoi confronti quando Piton si è avvicinato al suo calderone e ha sentenziato che la sua pozione faceva pena. Non era assolutamente vero. Oh.

 

20.33

Sto facendo le valigie.

 

Ok, non le sto davvero facendo. Ma se non le sto facendo è solo perché sono troppo pigra. Se no, lo farei eccome. Credo che questa giornata sia stata la peggiore della mia vita. Forse solo dopo quella in cui mi sono persa nella Foresta Nera al in Bulgaria. Sì, lì è stato tremendo.

Ma oggi è stato disastroso.

Dopo pranzo (PROMEMORIA: cancellare “perdere 10 chili dalla lista”. Impossibile.), siamo andati al campo di Quidditch (fantastico. Non sono una particolare fan del Quidditch in generale, ma è un campo davvero spettacolare.).  Comunque ci siamo andati perché Harry, che è cercatore, aveva il suo primo allenamento. E’ davvero bravissimo, e da quel che mi è parso di capire, anche Ron vorrebbe provare a entrare nella squadra, come portiere. Non vedo l’ora di vedere la loro prima partita.

Ma non è questo il punto. Allora. Ero lì, sulle gradinate insieme a Hermione e Ron, che ci gustavamo quell’oretta di pace, dopo tanta Storia della Magia e Pozioni: Hermione è davvero bravissima, sa di tutto, e a quanto pare è la migliore dell’intero anno, se non dell’intera scuola. Parlare con lei è fantastico, sono sicura che diventeremo ottime amiche. Trovo simpatico anche Ron, mi fa ridere. Ho scoperto che il ragazzo che ieri sera ha fatto un’esplosione vicino alla mia poltrona era suo fratello, Fred. Dice che è una cosa abituale, e che mi presenterà i suoi fratelli il prima possibile. Cosa che mi inquieta non poco.  

Ebbene, eravamo lì, sedute, immerse fra libri e Cioccorane, a goderci gli ultimi raggi di Sole di Settembre. La più completa tranquillità. Mi sentivo bene, anche se un po’ scombussolata. Il primo momento in cui non desideravo essere a casa, via da questa scuola.

E, naturalmente, non è durato molto.

“Mezzosangue, Carota.  Che piacere. E l’illustrissimo signor Potter dov’è?”

Ero sdraiata a prendere il sole, quando all’improvviso questa voce è sbucata dal nulla. Mi sono messa a sedere, e ho rivolto, come Ron e Hermione, gli occhi verso un gruppetto di cinque o sei ragazzi che si era avvicinato a noi senza farsi sentire. Erano vestiti con divise da Quidditch verde e argento, che, grazie alle poche cose apprese oggi, ho subito riconosciuto come Serpeverde.

“Toglietevi dalla nostra strada”. Ha detto poi un ragazzo biondo, pallido, rivolgendosi a noi.

In quel momento non capivo bene se stesse scherzando o cosa. Insomma, in tutte le gradinate non c’eravamo che noi. Per giunta, sapevo che gli spogliatoi non erano affatto da quella parte.

“Scusa?”

Non è un granchè come risposta lo so, ma era il meglio che sono riuscita a tirare fuori in quel momento, senza metterci dentro insulti e parolacce.

Perché io sono una donna fine e di mondo, che cavolo.

Lui si è lentamente voltato verso di me. A quanto pare, non mi aveva neanche notata.

“Tu dovresti essere quella nuova. Una nuova Grifondoro. È davvero una tragedia che quelli come voi aumentino.”

Mi sono alzata in piedi. A volte sono dotata di un notevole spirito battagliero.

“Ma come diamine osi??? E chi saresti tu per…”

“Piacere, Malfoy. Draco Malfoy. E tu chi saresti?”

Non mi aveva neanche lasciato finire la frase. Prima di scrivere cosa ho risposto c’è da dire che:

a) ero notevolmente sconvolta dalle parole di quel… quel… ah, non ci sono modi per descriverlo.

b) avevo preso tanto sole e ero un po’ annebbiata.

c) sono appena arrivata a Hogwarts e già mi sono ritrovata a guerreggiare con gente che nemmeno conosco. Insomma, una paladina alle prime armi.

d) avevo già sentito parlare di Draco Malfoy. Tutti conoscono suo padre, Lucius, un po’ perché ricchissimo e molto fiero delle sue origini, un po’ perché molto vicino al Ministero, un po’ perché si dice che sia un po’ più esperto di arti oscure di quanto dovrebbe.

e) i capelli di quella specie di insignificante caccola mi stavano accecando. Non sono biondi. Sono un misto fra giallino pallido e bianco. E riflettono il sole. O brillano di luce propria, non saprei dire.

 

“Malfoy… Draco Malfoy….”

(quando hanno distribuito i cervelli ero evidentemente assente)

 

“Sono felice di sapere che siamo omonimi”.

Hanno riso tutti.

Effettivamente, sbagliare il proprio nome, e ripetere quello della persona che ti sta di fronte (specialmente se quest’ultima è un essere spregevole e viscido) è un tantino imbarazzante. Giusto un po’.

“Vattene via, Malfoy.” È intervenuta Hermione, con un semplice e chiaro intervento. Lei sì che è intelligente. E brava a parlare.

“La mezzosangue ha ragione, Draco, andiamocene”. Ha detto uno dei compagni del biondino, un moro che, pur essendo un Serpeverde (ormai ho esteso le insopportabili caratteristiche di Malfoy a tutta la Casa), sembrava cordiale e stranamente tranquillo. Nel suo aspetto e nella sua voce trasparivano una calma e una fermezza tali che non ho potuto fare a meno di notarle, anche se era la prima volta che lo vedevo.

Malfoy è sembrato quasi svegliarsi a quelle parole, e seguendo il consiglio del suo amico, se n’è andato, trascinandosi dietro tutto il gruppetto.

 

Che Serpe.

Che Serpe.

Che Serpe.

Lo detesto già.

 

23.56

Carissimi “Pensieri”, lo so che è un po’ tardino e dovrei già essere a dormire, ma scrivo solo questo, poi basta: stasera, a cena, il Preside ha annunciato all’intera scuola che (cito quasi testualmente) “avremo la fantastica opportunità di ripetere l’esperienza dell’anno scorso, dal momento che ha riscosso molto successo ecc.ecc.” e “che la presenza delle Sorelle Stravagarie è quasi assicurata ecc.ecc.”. A quel punto ho alzato gli occhi dalla fantastica torta lamponi e cioccolato che mi stava davanti (..sbav..) e ho chiesto a Hermione di che cosa stava parlando, anche perché un certo mormorio si era diffuso lungo tutta la Sala, senza che però io fossi riuscita a capire se si trattava di contentezza o di sgomento. Lei, con una faccia molto preoccupata, mi ha risposto qualcosa che finiva con “Ceppo” o “Cerbo”, il che mi lascia presagire che si avrà a che fare con la legna, con qualcosa di acerbo o simile a Cerbero (che dev’essere un personaggio mitologico, giusto?), e con la musica.

Magari taglieremo legna mangiando limoni a suon di musica. Il tutto insieme a Cerbero.

Sto dando i numeri, mi sa che è meglio se vado a dormire. Le preoccupazioni meglio lasciarle a domani.

 

01.55

Un attimo.

 

“E l’illustrissimo signor Potter dov’è?”

 

Ha detto POTTER?!?!?!?!

Oh zeus.

 

 

 

 

Nota di Jane93:

sisisi *applaude e saltella sola soletta* finalmente sono arrivati anche loro, Draco e Blaize… ho come l’impressione che il finale non sia ben chiaro, ma ben presto verrà spiegato in un modo un po’ più esplicito. Intanto Elinor va avanti, ma non sa che il futuro le riserva non poche sorprese…*muhahahaha (risata malvagia)*

Byebye!!   J.

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Capitolo 3
*** Danze e scioglimenti ***


DANZE E SCIOGLIMENTI

 

Hello people!!! Non avendo molto tempo causa verifica di Dante e letteratura (sigh) posto semplicemente, e rimando le risposte alle recensioni al prossimo capitolo. Però, vi prego, recensite!!! Soprattutto se vi fa schifo (ma anche se non ve lo fa eheh)

Al prossimo venerdì, J. ^^

P.s. scusate per il titolo, ma come ripeto, NON HO TEMPO di pensarci come converrebbe. La prossima volta mi inventerò di meglio, promesso.

 

 

Giovedì 2 Ottobre

Camera

07:34

 

Occhei.

Un secondo. Cominciare con “occhei” quella che dovrebbe essere l’entusiasmante e scoppiettante cronaca della mia vita non è proprio azzeccato.

Ricominciamo.

 

Ehm ehm.

 

Buongiorno!

 (così è NOTEVOLMENTE meglio)

Dato che sono innamorata degli elenchi, facciamo il punto della situazione elencando le cose più importanti che mi sono capitate in questi ultimi giorni:

1) ho finalmente capito come arrivare ai sotterranei da sola. Senza perdermi. Notevole.

2) sono andata alla capanna di Hagrid, il guardiacaccia, con Harry, Ron e Hermione. Hagrid è simpatico, e un po’ buffo, ma credo che mi apprezzi, già solo perché sono amica di loro tre.

3) ho capito che Harry è HARRY POTTER. Lo so lo so. È pazzesco, sia che lo sia effettivamente (cioè, è il ragazzo che è sopravvissuto, per l’amor del cielo), sia che io l’abbia capito così tardi, e grazie a Malfoy. In realtà, non è che questo mi cambi granchè, mi stava simpatico anche prima, e la mia opinione su di lui non è cambiata.

4) Ho iniziato a capire qualcosa di più sulle gerarchie, o comunque rapporti, all’interno della scuola, grazie anche a Ginny, sorella di Ron, che mi ha gentilmente illustrato la situazione: lei sta con un tale, chiamato Dean Thomas. Non so perché, ma non credo che sia davvero innamorata di lui. Tra l’altro, nessuno lo sa e deve saperlo, rischio linciaggio da parte di Ron.

Draco Malfoy, detestato dai miei tre nuovi amici, sembra essere il playboy della scuola. Al contrario, il suo migliore amico, Blaize Zabini, che ha anche lui il suo notevole stuolo di ammiratrici, sembra un tipo un po’ più… come dire.. romantico? Moderato? Comunque. Anche se i Grifondoro sostengono (ipocritamente, a quanto pare) di essere anti-serpi, un numero non indifferente di ragazze sbava dietro a entrambi. Basti pensare che quando entrano nella Sala Grande si sentono sempre bisbiglii e risatine provenienti da ogni tavolo.

La superficialità è un male diffuso.

 La persona più detestata di Serpeverde, dopo Malfoy, è una tale Pansy Qualcosa, che sembra essere la sua fidanzata storica, che lui riprende e molla fra una ragazza e l’altra. Mi dicono che sia incredibilmente stronza (e davvero, sembra così: fisico da star, capelli neri, fluenti eccecc che ti guarda come se tu fossi una cacca o un insetto particolarmente fastidioso), ma a me sinceramente fa un po’ pena. Si vede che SBAVA dietro a quell’essere abominevole. Povera.

 

Comunque, ho lasciato da parte la peggiore notizia.

L’orrore.

Il ballo.

 

Il ballo. Il ballo. Il ballo. Orrore.

Praticamente, sembra che l’anno scorso abbiano fatto un ballo, con quei vestiti lunghi, tacchi etcetc, e che quest’anno si voglia ripetere l’esperienza.

L’ho già detto che  è ORRIBILE??

E io come farò? Insomma, non so ballare, non so camminare sui tacchi, non sono quella che propriamente è definita una stangona, quindi il vestito mi starà da schifo, e soprattutto nessuno si sognerà nemmeno per scherzo di invitarmi.

Sigh.

In più, le prove iniziano oggi. Un’ora e mezza di valzer e pestamenti di piedi, di cui ho il terrore semplicemente per il fatto che quando dovrò ballare con qualcuno nessuno mi chiederà di ballare con lui, sarà imbarazzatissimo e dovrò ballare con la Mc Granitt.

Oh, per l’amor del cielo.

A dopo. Spero.

 

h. 20.45

Che giornata.

(AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA)

(urlo liberatorio)

Voi, miei cari sudditi che leggerete i miei “Pensieri” e vi illuminerete grazie alle mie fantastiche riflessioni, non crederete mai a quello che sto per dirvi.

È stato così.. inaspettato.

Allora. Ricomincio da capo. Sono andata con gli altri alle sei nella Sala Grande, dove i tavoli erano tutti spariti, e erano stati sostituti da un piano, un giradischi e le pareti erano state completamente tappezzati di specchi. Un incubo.

Mentre scendevamo, Hermione mi ha detto che l’anno scorso lei è andata al ballo con Victor Krum, che a quanto pare ha frequentato per un po’. Non ci potevo credere, ma poi anche Ginny mi ha confermato la storia. Victor Krum. Non riesco neanche a esprimere quale sia la mia reazione a ciò.

Siamo arrivate, e la lezione è iniziata. La Mc Granitt ha illustrato i vari passi con l’ausilio di Gazza (l’unico essere forse più rivoltante di Piton e Malfoy messi insieme) e con il Prof. Vicious al piano. E fin qui tutto bene. Eravamo in piedi ai lati della Sala, tutti gli studenti del quinto anno, di tutte le Case.

 

Finchè non arrivò il momento. Quel momento. Quell’orribile, odiato, temutissimo momento in cui avremmo dovuto ballare.

In coppia.

In quello stesso istante, ho udito la fantastica voce di quella che è ora la mia professoressa preferita, che ha detto, con tono autoritario e un tantino intimidatorio:

“le coppie le faccio io”.

 

·         Reazione di tutte le ragazze, nonché mia esteriormente: NOOOOOO!!!! Orrore!! Potremmo finire a ballare che ne so… con Paciock o con Goyle!!

 

·         Reazione mia (interiormente) : SIIIIIII!!!!! Almeno qualcuno con cui ballare ce l’avrò, anche se brutto e antipatico (anche se è sempre gradito che non corrisponda esattamente a un orco bruto e rozzo).

 

La McGranitt, dunque, con volto arcigno, si è guardata intorno, e il mormorio che si era diffuso in seguito alla sua affermazione è calato improvvisamente, sostituito da un opprimente clima di puro terrore.

Dopo un paio di minuti, molte delle coppie erano già formate, fra cui Harry-Pansy, Ernie (di Tassorosso, simpatico, ma un po noioso)-Hermione, Ron-Lavanda…

Rimanevamo solo io, un paio di ragazze a me sconosciute, Blaise Zabini, Draco Malfoy, e Neville Paciock.

Fra i tre, avrei preferito sicuramente il terzo che, anche se un po’ strano a volte, sembra gentile e simpatico.

E invece…

 

“Signor Zabini, lei ballerà con la Signorina Woods”.

 

Dentro di me si era formato intanto un miscuglio di emozioni e sensazioni non indifferenti: Zabini era di Serpeverde, nonché migliore amico di Malfoy, quindi sicuramente paragonabile per moralità a una cacchetta di Sternocorno Zannuto. C’era però da dire che non lo conoscevo granchè, e l’unica volta in cui eravamo venuti a contatto aveva portato Malfoy lontano e non aveva infierito in alcun modo.

 

Tutte queste mie riflessioni, o meglio “Pensieri”, sono state subito spazzate via quando Blaise mi ha preso per il braccio e mi ha trascinato al centro della Sala senza che neanche me ne accorgessi (quando sto pensando ho i riflessi paragonabili a quelli di un bradipo. Sul serio.).

 

E, fra le varie cose che pensavo di lui, ho dovuto aggiungere l’aggettivo “bellissimo”.

 

Non sto scherzando. È davvero davvero davvero bello. Ha i capelli neri, gli occhi scuri, non è altissimo, ma neppure basso. Possiede una grazia innata, e un modo di muoversi così affascinante… ma soprattutto, cosa molto più importante, non sembrava totalmente schifato da me, come invece sembrava Malfoy, che, quando io e Blaise abbiamo iniziato a ballare, ci osservava con uno sguardo a metà fra lo stupore e il disgusto.

Insomma, mi ha preso, e abbiamo ballato. Ovvero, lui guidava, con una grazia e una dolcezza infinite, e io invocavo una qualche divinità della danza che mi concedesse di non pestargli i piedi. Io, come un ebete, mi fissavo i piedi, ma ogni tanto sollevavo lo sguardo, per vedere il suo volto e la sua espressione. Lui all’inizio sembrava impassibile, assorto fra i suoi pensieri, mentre facevamo i primi passi di Valzer come tutte le altre coppie nella Sala.

Poi sono successe due cose incredibili: mi ha sorriso e mi ha parlato.

“Ti piace ballare?”

La sua voce è così… calda. Ammaliante. Seducente. Ohhhh

“Si, cioè, in realtà no… cioè, non è che non mi piace ballare con te, insomma, però…”

Mi ha guardata come se stessi parlando arabo, e mi sono accorta che dovevo finire quella frase sconclusionata.

“No, non mi piace ballare. A te?”

“Neanche a me. Sono una frana.” ha detto con un mezzo sorriso. Ha un sorriso sghembo, semplicemente bellissimo.

Persa nell’ammirazione per il suo sorriso, ci ho messo un po’ a elaborare il significato delle sue parole. Lui, Blaize Zabini, Serpeverde, uno dei ragazzi con più ammiratrici di tutta la scuola, aveva appena detto di non essere bravo a fare qualcosa.

Il che, per inciso, non è affatto vero.

 

Anche io ho sorriso, e gli ho detto che non era vero. Ero consapevole del fatto che tutti ci stavano guardando, soprattutto Harry, Ron e Hermione, che, come mi hanno riferito dopo, si stavano chiedendo come fosse possibile che Zabini mi stesse rivolgendo la parola, dal momento che sono una Grifondoro. Ci siamo messi a chiacchierare delle lezioni, di Piton, di come trovassi la nuova scuola, dell’assurdità del ballo, e non mi sono neanche accorta che ormai c’eravamo solo più noi in mezzo alla Sala. Uno strillio acuto di Pansy mi ha riportato alla realtà:

“Ma guarda, si vede benissimo che lei non sa assolutamente muoversi!”

Allora mi sono svincolata dal braccio che Blaize teneva attorno alla mia vita (…), e mi sono voltata verso di lei. Lei e Malfoy, si erano fermati da un po’ e quel furetto (Harry e Ron mi hanno raccontato una storia troppo divertente su Malfoy, ma non ho tempo di scriverla, perché fra un po’ devo scendere nella Sala Comune) ci stava fissando con aria omicida. Incapace di dire alcunché, stavo già per andarmene quando Blaize mi ha preso di nuovo per il polso e mi ha detto quasi sussurrando: “non ti preoccupare per Pansy, vuole solo attirare l’attenzione di Draco”, e poi mi ha sorriso di nuovo.

Ho abbassato gli occhi, gli ho detto “non importa”, e me ne sono tornata dagli altri.

 

In realtà, mi stavo sciogliendo.

 

Mi sa tanto che ho appena infranto la regola n°9. Orsù, basta un po’ di determinazione e autocontrollo.

 

NON POSSO PRENDERMI UNA COTTA PER UN SERPEVERDE.

NON POSSO PRENDERMI UNA COTTA PER UN SERPEVERDE.

NON POSSO PRENDERMI UNA COTTA PER UN SERPEVERDE.

NON POSSO PRENDERMI UNA COTTA PER UN SERPEVERDE.

NON POSSO PRENDERMI UNA COTTA PER UN SERPEVERDE.

 

Non funzionerà mai. Oh, merlino.

 

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Capitolo 4
*** Hogsmeade ***


HOGSMEADE

 

Mi dispiace!!! Questa č davvero l’unica cosa che riesco a dire.. sono una frana totale, non ho aggiornato, ma fra la scuola e un’altra fic (che, spero, pubblicherō presto), non c’č l’ho proprio fatta… ma vi prometto che non  succederā pių. Tenterō di essere molto pių puntuale, e magari di lasciare capitoli un po’ pių lunghi di questo (che č decisamente corto, ahimč).. le risposte alle recensioni sono al fondo. Grazie alle persone che hanno inserito questa storia fra i preferiti e le seguite, grazie davvero.

A presto, J.

 

Sabato 4 Ottobre

h. 12.45

Hogsmeade.

Questo č il mio programma per oggi pomeriggio.

Bello, né?

Hogsmeade č una cittadina vicino ad Hogwarts, che, come mi hanno riferito, dovrebbe essere piena di negozi, pub, studenti di Hogwarts e quant’altro. E cosa c’č di pių bello di passeggiare fra le stradine di una graziosa e accogliente cittadina, con un sacco di foglie marroni e rosse per terra, bevendo una cioccolata fumante, scherzando e ridendo con i tuoi amici, che portano tutti tipici vestiti autunnali, cappotti, sciarpe, guanti, ma tutti abbinati, con colori caldi, allegri ma non troppo, tipici di un autunno allegro e spumeggiante, ma al tempo stesso rilassato?

 

Forse vedo troppi film.

 

Comunque, vediamo di sfruttare al meglio il mio spirito ottimista e pieno di iniziativa (nonché di immaginazione) per mettere a frutto una tattica. L’appuntamento con gli altri č alle 15.00 di fronte al cancello. Ordunque vediamo:

 

12.45-13.30 = doccia + capelli

13.30-14.00 = mi asciugo i capelli

14.00-14.30 = mi vesto

14.30-14.45 = mi trucco e magari do anche un’occhiata alle unghie.

 

Oh, che piano perfetto.

 

h.12.53

Ora che ci penso, perché fare una doccia quando si ha la possibilitā di farsi un bagno nella mega vasca del piano (che tra l’altro non ho ancora provato)?

 

h.13.40

E’ stato fantastico. Sublime. Ora sono tutta pulita e profumata. Ahhhh.

Il relax.

Oh, cavolo, sono in ritardo di dieci minuti.

Oh, chissenefrega. Ora che sono rilassata, perderō molto meno tempo che invece userei a incavolarmi o a fare l’ansiosa alla ricerca di una cosa stupida, come lo smalto.

Andrā tutto liscio… liscio…oh, quanto sono rilassata.

 

h.14.05

Non trovo pių la spazzola. Pazienza, i capelli li asciugherō dopo. Ora meglio se mi vesto.

 

h.14.08

Non ho nulla da mettermi.

 

h.14.10

Ok, calma e concentrazione. Cosa si mettono le persone che sorseggiano caffč nelle strade di una autunnalissima e graziosa cittadina piena di cottages e piccoli e intimi pub?

 

14.15

Tabula rasa.

 

14.35

Ma dove diamine ho messo la gonna?? Quella nera a balze, corta. Dove cavolo č?? Dov’č?? Dove si č nascosta quella…

 

14.45

Ok, ora sono perfettamente pronta. Se non si conta che ho i capelli bagnati e non trovo gli stivali marroni. Ma sono sicurissima che mi basteranno due minuti. Tutto ciō che conta ora č ritrovare la pace interiore e la fiducia in se stessi e nelle proprie capacitā.

 

15.05

MERDA!!!!!!

 

h. 18.45

Camera

 

I love Hogsmeade. Č diventato il mio posto preferito, dopo oggi.

Oh, non sto pių nella pelle. Voglio andare a cena, perché… beh si, perché ho fame.

Ma a chi voglio darla a bere??? Insomma, si sa benissimo il vero perché voglio andare a cena.

Ohhhhh (suono onomatopeico che dovrebbe rappresentare un sospiro).

Oggi č stato molto molto bello. Se non si conta il fatto che ero in un catastrofico ritardo, ma fortunatamente Hermione aveva avvertito tutti di arrivare una mezzoretta dopo (se fossi un uomo, la sposerei, sul serio).

Eravamo io, Hermione, Harry, Ron, Ginny e una sua amica, che credo che si chiami Luna. Quando siamo arrivati a Hogsmeade abbiamo incontrato Dean e un suo amico. A quel punto Hermione, dicendo che voleva assolutamente farmi vedere la Stamberga Strillante, ha portato me, Ron e Harry a fare un giro, in modo da lasciare Ginny e Dean da soli.

Davvero, che cosa ne sarebbe del mondo senza di lei?

Comunque. Prima di andare alla Stamberga siamo passati in un pub, dove abbiamo preso delle Burrobirre. Č stato molto carino, mi stavo davvero divertendo tantissimo.

La parte pių, come dire, interessante della giornata č stata proprio quando siamo arrivati in quel luogo buio, lontano e per nulla allegro (alla faccia della rilassata gioia autunnale) a cui č stato affibiato, e non senza un motivo, il nome di Stamberga Strillante.

E ditemi, cari sudditi, cari pigri alunni del futuro che avete l’obbligo  di studiare molto diligentemente i miei Pensieri, secondo voi, chi ci troviamo?

 

Le Serpi, naturalmente.

Malfoy, Blaise, Parkinson, Nott e Greengrass se ne stavano lė, seduti su qualche pietra o appoggiati a un albero, a fumare e chiacchierare. Noi stavamo per girare i tacchi e andarcene, quando una palla di neve ha colpito Ron sulla schiena. Con un po’ di buon senso avrebbe dovuto continuare a camminare come se nulla fosse, invece si č girato e ha scagliato una manciata di neve a Malfoy.

Non l’avesse mai fatto. Ron e Harry hanno iniziato una lotta furibonda a suon di palle di neve con Malfoy e Nott. Blaise (non c’č nulla di male nel chiamarlo per nome, no?) invece se ne stava in disparte a osservare la scena. La Parkinson e la Greengrass ridevano. La loro risata sembra cosė… argentina. Squillante. Fa venire i brividi. Hanno denti bianchissimi e sono cosė belle… la Greengrass soprattutto: va in giro tutto il giorno a far svolazzare la sua chioma bionda, sculettando e mostrando le gambe in tutta la sua lunghezza.

Giā non mi piace.

Comunque. Io e Hermione eravamo lė, che urlando cercavamo di far smettere Ron e Harry di continuare quella assurda gara a chi prendeva pių volte in faccia l’altro con la neve ghiacciata. Non ci ascoltava nessuno, naturalmente.

Ad un certo punto si č alzata la voce di Blaise. Aveva un tono calmo ma deciso. Ha detto “basta cosė”, e in un attimo Nott si č fermato, mentre Malfoy si č calmato solo quando l’amico gli ha messo una mano sul braccio. Un secondo, e Blaise era diventato padrone della situazione.

La lotta era finita, e Blaise ha alzato lo sguardo verso di me. Ho dovuto abbassarlo subito, sperando che non si fosse accorto del fatto che lo stavo fissando.

“Ragazzi, ora basta.” Ha detto, ignorando le proteste di Malfoy. Poi, calmo, ha fatto un gesto alle due oche che assistevano ridacchiando allo spettacolo, e tutti e cinque se ne sono andati. E mentre si incamminava, mi ha lanciato un’altra occhiata e mi ha detto un “ciao” appena pronunciato a fior di labbra.

 

Quel ragazzo mi sorprende, davvero.

E con questo non voglio assolutamente dire che mi piaccia o cosa. Semplicemente, mi incuriosisce, il che č pių che normale, dal momento che, essendo io nuova in questa scuola, sono incuriosita da tutto.

Non c’č nulla dunque.

 

Ora perō corro a cena.

 

h. 22.04

Blaise non c’era.

Non c’era porca miseria.

E con questo non c’č nulla di personale si intende. Ma come faccio io a analizzare il comportamento e la psiche delle persone che mi circondano se non ho l’opportunitā di osservarle? Insomma, la mia attivitā di etnologa (etnologa? Bah, suona bene) alle prime armi dovrebbe essere coltivata con un po’ pių di impegno e serietā, ma soprattutto dovrebbe offrirmi spunti e possibilitā maggiori.

Ma perché non c’era? Insomma, stava bene oggi pomeriggio, o sbaglio? O forse quel “ciao” era semplicemente una richiesta di aiuto del tipo “sto male” o “ho mal di pancia” e io non ho capito e ora morirā in infermeria per una mia stupida negligenza o cecitā?

 

Ma che sto dicendo?

 

Se Blaise c’č o non c’č a cena non mi interessa. Sopravviverō benissimo anche senza sapere che cos’ha. Inoltre, non posso pensare a una persona (come amico, si capisce) solo perché mi ha salutato una volta e ha ballato con me, essendo addirittura obbligato a farlo.

 

Soprattutto se questa persona č un Serpeverde. Perciō, basta pensarci.

 

h. 11.56

Elinor Zabini…

Suona cosė bene!

 

 

 

RISPOSTE ALLE RECENSIONI:

 

Shenhazai: grazie mille! Sono contenta che ti piaccia… questa mia storia non ha alcunissima pretesa, e ti capisco bene per quel che riguarda quelle fic con presunte figlie di Voldemort e compagnia bella… se devo essere sincera, anche io avevo pensato di scriverne una del genere, ma credo che la mia etā (11 anni) mi giustificasse. Non importa se non recensisci (io sono la prima la cui pigrizia le impedisce anche questo piccolissimo sforzo) ma ogni tanto fammi sapere se ti piace o no… baci J.

 

GioH__xX: sai che ti dico?? Anche tu mi piaci un sacco!! XD Grazie grazie grazie!! Finalmente qualcuno a cui piace quest’idea un po’ ingarbugliata del diario… mi raccomando lasciami qualche piccola recensione!! Bacioni J.

 

 milka_boh: risponderti alla recensione mi sembra inutile e imbarazzante, dal momento che ogni cosa che scrivo non č nemmeno lontanamente paragonabile a ciō che scrivi tu… dunque GRAZIE MILLE (e sta lontana dalle mie fan fiction mi raccomando… sono seria.)

 

renesmee cullen: grazie! Lo so che l’abito non fa il monaco, ma io (che sono un essere deplorevole, effettivamente) non tocco una fan fiction se il titolo non mi incuriosisce.. dunque sono la prima a preoccuparmene (anche se gli effetti non si notano pių di tanto). Ho un debole per Pansy anch’io, e spero di trovarle un posticino nella storia… in quanto a Blaise, beh, non ho idea di come siano i suoi occhi, se vuoi immaginarteli blu fa pure, io ho un debole per gli occhi marroni.. tanto sono belli lo stesso, no? ;) volevo trovarti un altro bel detto o proverbio di quei babbani per risponderti, ma purtroppo non me ne sono vanuti in mente, perciō.. alla prossima! J.

 

Imperfect_ angel: thanks!! Tanto entusiasmo mi commuove… J in quanto alle domande, mi dispiace, ma non posso risponderti, dovrai per forza aspettare i prossimi capitoli per scoprire i sentimenti e le reali intenzioni dei due personaggi.. continua a leggere e a recensire, mi raccomando!!! Baci J.

 

Grazie mille di nuovo a tutte colore che hanno recensito o semplicemente letto, e scusate di nuovo per il mio colossale ritardo.

A presto, love ya all!

J.

 

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Capitolo 5
*** Falling on a date ***


Lalalalà buongiorno!!

Posto questo capitolo con  allegria, questa volta, anche perché non sono in ritardo come al solito; questa piacevole eccezione dalla regola mi ha dato il tempo di formulare una trama un po’ più precisa, dunque, ecco a voi una svolta decisiva nella vita della nostra carissima e imbranatissima Elinor… o più o meno.

Mi sono appena accorta che ho dato lo stesso nome alle protagoniste di entrambe le mie fanfictions, che peraltro non si assomigliano affatto.

Ho davvero molta fantasia.

È ora di darci un taglio con tutte queste mie divagazioni e di augurarvi buona lettura (e mi raccomando, recensite! Abbiate pietà di questa povera “scrittrice” alle prime armi, e lasciatemi qualche consiglio o commento, vi assicuro che per me è di vitale importanza…)

A presto (o meglio, al fondo del capitolo),

J.

 

FALLING ON A DATE

 

Mercoledì 9 Ottobre

 

13.42

Sto scrivendo durante la pausa pranzo. Lo so, non è normale, e anche molto pericoloso, ma oggi Harry e Ron (che tra l’altro è stato preso nel ruolo di portiere, anche se credo che Hermione ci abbia messo lo zampino) hanno una riunione della squadra, mentre Hermione sta dando una mano a Ginny per una ricerca di Erbologia. Mi hanno proposto di andare con loro, ma io ho rifiutato, quando ho scoperto che si trattava delle Mandragole. Se c’è qualcosa che proprio non sopporto, sono quegli odiosissimi esserini urlanti. E brutti, pure.

 

Il mio fiore preferito è la rosa. Ogni tipo di rosa: bianca, rossa, gialla… ho imparato ad amare le rose in Francia, quando io e mia madre le coltivavamo sul balcone del nostro piccolo appartamentino di Parigi: avevo solo sette anni, ma posso ricordare il loro profumo come se fosse ieri. Ho amato davvero quella città, e ci tornerei subito, se potessi. Mi sono sempre immaginata a bere tè guardando il tramonto dall’alto di un balcone del mio appartamentino a Parigi, mentre osservo il paesaggio della città, in cui spicca la Tour Eiffel. Magari in primavera, quando fa abbastanza caldo da poter stare fuori a guardare il sole scomparire, io che chiudo gli occhi, mi rilasso, e mi godo il profumo delle mie amate rose.

Se devo essere sincera, non credo che accadrà mai. La cosa più probabile è che io mi ritrovi a trent’anni a fare l’impiegata sottopagata in un oscuro sottodipartimento del Ministero, avendo come ufficio una minuscola scrivania in uno sgabuzzino sprovvisto di finestra, e che ogni giorno io ritorni nel mio minuscolo e squinternato monolocale di periferia (magari pure vicino a una ferrovia) e mi riduca a mangiare broccoli e tonno in scatola guardando la TV, il tutto da sola, essendo io single. E niente rose, al massimo qualche cactus spelacchiato.

 

Oh, mamma.

(devo ricordarmi di limitare questi interventi senza né capo né coda all’interno dei Pensieri, perché potrei fare brutta impressione sui miei futuri sudditi).

 

14.15

Mentre mi stavo avviando verso l’aula di Trasfigurazione, Blaise mi ha salutata.

Lo so che non è un fatto degno di nota, insomma, non è l’unica persona che mi saluta qui, ma comunque credo che sia giusto scriverlo nei miei Pensieri, dal momento che è assolutamente lecito prendere nota dei progressi che faccio nelle relazioni inter-personali.

Cavolo, devo assolutamente ricordarmi di portare uno specchietto con me, da domani. E se gli avessi sorriso avendo qualcosa incastrato fra i denti?? È necessario prendere provvedimenti.

 

17.45

Cavolo. La McGranitt ci ha appioppato una fantastica  ricerca (quattro rotoli di pergamena, porca miseria!) sul regolamento per la Trasfigurazione degli Animagus Non Permanenti, e poi un sottotitolo lunghissimo di cui non ho capito una parola. Hermione mi ha offerto il suo aiuto, ma ho rifiutato. Voglio dimostrare al mondo che posso essere un’ottima studentessa, non ho bisogno di nessuno, io.

Figuriamoci. Stiamo parlando di me, Elinor Marianne Woods.

 

18.06

Questa biblioteca è ENORME. Ci sono un sacco di vecchi libri ammuffiti, e Ron mi ha addirittura detto che qualcuno morde, e che devo fare attenzione.

Chissà se stava scherzando.

Ok, mettiamoci all’opera. In che reparto dovrei cercare? Creature magiche, Leggi e Pratiche sulla Magia, o forse dovrei dare un’occhiata alla Storia?

Ho voglia di una bella tazza di tè fumante.

 

18.23

Sono davanti allo scaffale più alto che io abbia mai visto. La bibliotecaria dagli occhiali più enormi di sempre (più di quelli di Harry, per intenderci) mi ha detto che ciò che sto cercando potrebbe essere sull’ultimo ripiano. E che devo prenderlo con le mie mani, perché con questi libri “accio” non funziona.

Mmm.

Che faccio, mi arrampico?

Naaa.

Potrei sempre scagliare un incantesimo di Levitazione su di me.

Ottima idea. Sono un genio. Sì, senza dubbio.

 

19.03

Oh, per l’amor del cielo.

Elinor, RIPRENDITI.

Ehm ehm.

Dunque. Sono svolazzata verso il ripiano più alto, sperando che nessuno mi vedesse (ho la gonna, e non avevo alcunissima intenzione di dare spettacolo) e ho trovato un volume ricoperto di polvere dal poco rassicurante titolo: “Regolamentazioni sull’uso di trasfigurazioni transitorie e fortuite”. L’ho afferrato e ho tirato, ma non voleva saperne di venire fuori. Ho tirato e tirato finchè… ho perso l’equilibrio e ho cominciato a cadere.

Il mio cuore ha smesso di battere e ho chiuso gli occhi, in attesa di sentire il freddo pavimento battere sulle mie povere ossa.

E invece…

… mi sono ritrovata tra le braccia di Blaise Zabini.

E il colpo che mi è venuto è stato ancora peggio di quello che avevo provato quando avevo cominciato a cadere.

“Ciao” ho blaterato, ancora fra le sue braccia. Lui sembrava tenermi senza sforzo, nonostante, lo ammetto, io non sia proprio una piuma.

“Ciao.” Ha risposto lui, con un sorriso. “Stai bene? Ma che ci facevi lassù?”

“Ehm…” sono scesa dalla sua forte presa (a malincuore) e mi sono rassettata la gonna. “Stavo cercando un libro… sai, per la ricerca per la McGranitt”.

“Anche tu devi fare quella roba?” mi ha chiesto, passandosi una mano fra i capelli. Mamma mia, quanto è bello. “Io non ho capito un accidente della sua spiegazione.” Ha aggiunto. Vedete? Siamo pure sulla stessa lunghezza d’onda. A parte il fatto che lui è sicuramente troppo modesto, sono sicura che ha capito tutto benissimo.

“Neanche io” ho detto, con un sorriso. Al diavolo la maledetta paura di avere qualcosa fra i denti.

Mi si è avvicinato. Pericolosamente vicino. Non c’era nessuno in quella parte della biblioteca, e avevo una paura incredibile che riuscisse a sentire il mio cuore che batteva ad un ritmo spropositato.

“Senti…” ha cominciato lui, con voce suadente. È così… affascinante. “Che ne diresti di darci una mano a vicenda con ‘sta ricerca? Potremmo… collaborare.” Ha conculso, guardandomi negli occhi.

Io ho abbassato lo sguardo, prudentemente. (leggi: cercando inutilmente di nascondere il rossore che mi stava facendo diventare un pomodoro.)

“Allora che ne dici di domani, nella pausa pranzo? Porto anche qualcosa da mangiare, sperando che la vecchia non ci veda.”

Ho aperto la bocca in un’espressione imbecille che mi si addice benissimo. Sono qui solo da poco più di una settimana, e un ragazzo bellissimo e affascinante, anche se di Serpeverde, mi sta chiedendo di uscire. O quasi. In ogni caso, stentavo a credere alle mie orecchie.

Stavo proprio per formulare una risposta coerente, quando una specie di verme dai capelli biondi è sbucato dal nulla.

Che Malfoy sia dannato.

“Blaise, ti stavo cercando…” si è bloccato quando mi ha visto, e ha notato che io e il suo amico stavamo parlando. A quel punto non ha avuto al reazione che mi aspettavo da lui: nessun commento sarcastico, o frecciatina di qualche tipo. Si è limitato a ignorarmi tranquillamente e a posare uno sguardo contrariato (ma che dico, FURIOSO)  su Blaise. Sicuramente, il fatto che Blaise Zabini, suo migliore amico, uno dei Principi delle Serpi, stesse parlando con me, che,  oltre a essere di Grifondoro, non sono neanche un granchè per i suoi standard, non gli ha fatto molto piacere.

Di nuovo, maledetto Malfoy.

“Arrivo subito, Draco.” Ha risposto Blaise., con il suo solito tono tranquillo. Mi ha guardata per la seconda volta negli occhi. “Allora a domani, Elinor. Ci conto.”

E se n’è andato con il suo amico, che mi ha semplicemente gettato un’occhiata gelida.

 

Merlino.

Devo assolutamente raccontarlo a Ginny e Hermione.

 

 

 

 

h. 22.34

Ho raccontato tutta la scena alle ragazze, che, prudentemente mi hanno consigliato di non dire nulla a Harry e Ron, che sarebbero capaci di lanciarmi un Petrificus Totalus pur di non farmi incontare una delle Serpi. Le reazioni delle due sono state alquanto differenti: Hermione mi ha detto che, dal canto suo ha sempre sospettato che Blaise fosse diverso dalle altre Serpi, ma mi ha comunque consigliato di fare attenzione, non ci si può mai fidare di nessuno di loro; Ginny invece si è dilungata su una quantità spropositata di consigli su come mi devo comportare o su come mi devo vestire domani (come se avessi scelta, dal momento che siamo costretti a indossare le uniformi). Ha anche aggiunto che trova che Blaise sia un figo da paura, ma credo che Ginny abbia quest’opinione della maggior parte della popolazione maschile di Hogwarts.

 

Meglio andare a dormire adesso. Domani devo avere un’aria riposata, non quella da dipendente-da-caffè che ho di solito, con le occhiaie e l’aria svagata.

Domani è un giorno importante.

 

Buonanotte, mondo fantastico.

 

 

Rieccomi qui!!

Dunque, eccovi le risposte alle recensioni, e mi scuso in anticipo per la loro modesta lunghezza.

Imperfect_ angel

Carissima!!! Mi rivolgo a te con la più cordiale simpatia perché i tuoi commenti sono sempre bellissimi, dunque GRAZIE. Spero che questo capitolo ti piaccia, e spero di farti piacere annunciandoti che nei prossimi capitoli i rapporti fra Elinor e Malfoy si faranno sempre più aspri… ma non ti anticipo nulla, ihih. Bacioni, J.

 

Shenhazai

Sono contenta di aver riprodotto una scena di vita, per così dire, quotidiana. Ahimè, non sei l’unica. Io stessa inizio a prepararmi qualche ora prima, per poi capitolare e farmi una coda alla meglio per nascondere i capelli che non ho avuto il tempo di lisciare come si deve, o arrivo cinque minuti prima a togliere con veemenza i residui dello smalto della settimana prima, senza avere il tempo di aggiustarmi le unghie… ma si sa, c’est la vie! J kisses, J.

 

renesmee cullen

mi vergogno immensamente. Sono seria. Non ho idea di dove cominciare per rispondere alla tua fantastica recensione con una risposta di eguale lunghezza. Mmm…. Che dire? Grazie!! Sicuramente vorrei avere la tua capacità di far parlare i personaggi dentro la mia testa, ma non ce l’ho, dunque ti rispondo con un banalissimo Grazie, al quale ti consiglio di aggiungere con l’immaginazione una dettagliatissima conversazione fra me, Malfoy e Blaise nel quale lodiamo tutti insieme la tua bravura nel lasciare recensioni e la mia totale mancanza di capacità di risposta.

Thank you veryveryveryvery much!! <3 J.

P.s. ti ho aggiunta su Fb J

 

__woah scorps

Hello! Grazie mille per aver letto e aver inserito fra le seguite, nonostante non sia il tuo genere… per rispondere alla tua recensione, anche io ho notato questa mancanza della struttura del diario, e ti assicuro che è estremamente difficile far capire sentimenti e emozioni, non soltanto della protagonista, ma soprattutto degli altri personaggi, al lettore, e me ne dispiace. Infatti, per provare a scrivere qualcosa di diverso, un po’ più completo da questo punto di vista, avevo intrapreso una Dramione che è finita nel cestino, semplicemente perché non sono i personaggi giusti per me. Il diario, lo so bene, è un genere difficile e impegnativo, ma che al tempo stesso mi permette di usare un linguaggio meno formale, e di grande sincerità, molto diverso da quello usato nella mia altra fic. Per quanto riguarda Blaise, anche io lo ricordavo nero ecc. ( e anzi, di tutto questo fascino e bellezza nel libro non c’è traccia), ma a volte è necessario stravolgere un po’ i personaggi per adattarli alle proprie esigenze… se stai leggendo questa fan fiction solo per Blaise, ti avverto, ci sarà qualche colpo di scena, che, temo ti sconvolgerà e ti porterà a odiarmi. In ogni caso, grazie lo stesso J J.

 

  Dal momento che non ho più tempo, prometto a _FrancySoffi_ e  Tzvetana che risponderò alle loro recensioni a voce. Vi voglio bene. (no, non è vero, odio Tzvetana per aver recensito e soprattutto LETTO QUESTA PORCATA) I lov u!! <3

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Regole e appuntamenti ***


REGOLE E APPUNTAMENTI

 

HELLO!!! Dunque, finalmente ci siamo… l’appuntamento. Quando lo leggerete sono sicura che rimarrete deluse, ma ahimè non posso farci nulla. Fidatevi, è meglio così, e il perché sarà spiegato in seguito. Vi ho incuriosito? Che domande, certo che no. Pazienza, dovrò rassegnarmi all’idea di non saper scrivere né inventare storie entusiasmanti… Evviva me.

Beh, buona lettura. J.

 

Giovedì 10 Ottobre

 

h.05.01

Allora, parliamoci chiaro.

Ho una paura boia. Sostanzialmente, questa paura deriva dal fatto che, beh, come dire, mmm.

 

Insomma, non ho mai avuto alcun appuntamento con alcun tipo di ragazzo. Mai.

 

Mi immagino già i miei fedeli sudditi che, sghignazzando, chiudono i miei “Pensieri” con commenti tipo “Che sfigata” o “Ti pareva”.

Beh, che vi aspettavate? Ho vissuto in mezzo mondo, insieme ai miei genitori, in paesi di cui non conoscevo nemmeno la lingua, figuriamoci comunicare con l’altro sesso e farmi invitare fuori.

Sfido, io.

Ma insomma, questo non è un appuntamento vero e proprio, giusto? Sì, ecco, dobbiamo solo fare una ricerca insieme, giusto? E poi, comunque, anche se io non gli piacessi, o mi trovasse antipatica, grassa e un po’ sfigata, perché dovrebbe interessarmi? È solo un Serpeverde, che diamine. Un bellissimo, affascinantissimo, gentilissimo Serpeverde.

 

Oh, che cavolo.

 

h.07.45

Dunque.

Se non conto che lo smalto fresco sulle mie dita si è trasformato in un orrendo agglomerato di grumi, che i miei capelli sono dotati di vita propria, che non sono riuscita a togliermi dalla faccia i residui di trucco di ieri (che però ho coperto con una bella passata di mascara, eheh), che ho delle occhiaie spaventose (anche qui, il fondotinta mi ha salvato. Spero.), che mi tremano le gambe, e che non ho idea di come sia il mio alito, sono pronta.

Sarà una giornata fantastica, e il mio pseudo-appuntamento andrà benissimo.

Anzi, di più. Stupirò tutti entrando in Sala Grande con passo trionfale, come se fossi una altezzosa, ma in realtà buona, principessa misteriosa e bellissima (un po’ come Daphne Greengrass, ecco), e Blaise rimarrà così colpito da me dopo pranzo che mi chiederà un eterno appuntamento con lui per la vita.

Olè.

 

h.08.14

Perché Lavanda e Calì mi hanno detto “in bocca al lupo” ridacchiando?? Perché??

 

h.13.38

Panico.

Le mie gambe non vogliono sapere di starsene ferme. Ho dei terribili brividi lungo tutta la schiena, ho già le guance rosse e il mio stomaco mi impedisce di mangiare alcunché.

Sono in Sala Grande, e in teoria dovrei mangiare. Nella pratica, sto pregando il mio corpo di perdere cinque- sei chili in un’ora, e Ginny ha appena finito di ricordarmi le sue quattro R per gli appuntamenti:

·        Rilassati: ok, questo ce la posso fare. Fra un po’.

·        Respira: mmm. Difficile, ma credo di poter fare anche questo. Non se lui mi guarda negli occhi, però. Ginny in ogni caso, mi ha detto di fare attenzione, una buona circolazione di ossigeno alla testa ti permette di rimanere concentrata e di non diventare rossa (o blu).

·        Reagisci: se lui dice qualcosa, o ti dà qualcosa, o comunque fa qualcosa, tu devi essere pronta, e non rimanere a fissarlo inibetita, magari pure con la bocca aperta, o, peggio, con un sorriso ebete mentre immagini te e lui mano nella mano in una fantastica spiaggia hawaiana.

·        Rifletti: prima di parlare chiaramente. Questa è impossibile. Non ce la posso fare, non ce la posso fare…

 

Ok, sono pronta e concentrata. Posso affrontare qualsiasi Blaise Zabini di questo mondo. Perché dovrei essere spaventata? Sono Elinor Marianne Woods, io.

 

Cari sudditi, mi dispiace che non possiate leggere i miei “Pensieri” per la cattiva calligrafia, e voglio che sappiate che il tremore alla mano non è affatto dovuto al mio pseudo-appuntamento. Nossignore.

 

In bocca al lupo a me.

 

h.14.31

E’ in ritardo. È vero, non mi aveva detto un’ora precisa, ma mi sono fatta l’idea che fossero le 14.30.

Oddio, mi ha dato buca.

Ecco, lo sapevo. Tutta colpa di quei stupidissimi tre chili che ho messo su senza una ragione (non può essere stato a causa della cioccolata calda con Marshmallow che bevo ogni pomeriggio, perché quella, in fondo, ha tanto calcio che fa bene alle ossa…). E poi, cosa mi aspettavo? Cioè, per i ragazzi d’oggi (in questo momento mi sento una vecchia e grassa quarantenne, con le rughe e tanti, tantissimi rotoli di ciccia), insomma per i ragazzi d’oggi con “domani” s’intende un futuro generico, come può essere la parola “poi” o “la prossima volta”. Come ho fatto a pensare che “domani” fosse proprio oggi, e non un qualsiasi altro giorno? E poi, chi mi dice che stesse parlando davvero con me, e non con qualcuno alle mie spalle? Ma se fosse così, ora ci sarebbe qualcuno qui come me ad aspettarlo, invece ci sono soltanto io, a meno che quel qualcuno non sia stato più intelligente di me e abbia capito che con quel “domani” lui intendeva…

 

h.17.12

Blaise è appena andato via.

Wow.

Quando è arrivato stavo scrivendo, e ho dovuto subito chiudere il diario, lasciando la frase a metà. Spero che non si sia accorto di questo diario, e che l’abbia scambiato per un comune quaderno.

Comunque… era bellissimo. Aveva la camicia leggermente sbottonata, la cravatta lievemente allentata, i capelli neri spettinati, e quando mi ha salutato con un semplice “ciao” e un sorriso ho creduto che sarei svenuto lì, sul posto.

Mmm. Magari mi avrebbe portato in infermeria in braccio. Devo considerarlo come una possibilità per la prossima volta.

In ogni caso, ci siamo seduti a un tavolo, abbiamo tirato fuori pergamene e piume, abbiamo selezionato qualche volume (lui lo faceva; io lo guardavo mentre tirava i volumi giù dagli scaffali con tutta quella sua forza ed eleganza), poi abbiamo iniziato a fare la ricerca vera e propria. La R di “Rifletti” (e, devo ammettere, anche quella di “Respira”) è stata particolarmente difficile: quando cercavo di distogliere l’attenzione dagli sguardi curiosi e accusatori delle persone che ci vedevano, avevo pure l’inconveniente che lui si trovava vicino, maledettamente vicino, a me.

Dopo un po’ abbiamo smesso di parlare di quella roba incredibilmente noiosa e ha iniziato a chiedermi un sacco di cose riguardo a dove ho vissuto, che cosa mi piace fare, cosa ne pensavo della scuola, eccetera. Non c’è che dire, lui sembra complementare a me. Ad un certo punto mi ha detto che sembro una persona interessante, e che gli piacerebbe studiare il mio carattere, cercare di focalizzarlo, ha detto. Allora ha iniziato a cercare di indovinare alcuni aspetti del mio carattere: ha indovinato il mio colore preferito, il blu, il mio fiore preferito, la rosa, e quando ha tirato fuori il cibo aveva portato…torta cioccolato e lamponi!! la mia preferita, naturalmente.

Quel ragazzo mi capisce, davvero.

È anche sulla mia stessa lunghezza d’onda. Come fa a sapere, a capire così tante cose di me dopo così poco tempo, soltanto guardandomi? È come se mi leggesse dentro.

È poi è così premuroso, così dolce, così attento…

E bello, naturalmente.

 

Comunque, non è successo niente di che, fra noi. Non per ora, almeno. Mi ha semplicemente ricordato che fra sue giorni ci sono le prove del ballo, e che non vedeva l’ora di vedermi lì (a quel punto sono quasi caduta dalla sedia). Ha continuato a farmi complimenti, a parlare con la sua voce suadente, e a passarsi le mani fra i capelli neri, fissandomi con quei suoi occhi così profondi, fino a qualche minuto fa, quando ha detto di avere un impegno, e che doveva scappare. Sembrava dispiaciuto.

 

Credo che cancellerò “Non prendersi cotte di alcun tipo” dalla lista dei buoni propositi.

 

 

NOTE AUTRICE

So, here I am. Sinceramente questo capitolo non mi convinceva granchè, ed è più che altro il capitolo introduttivo alla storia, che sta finalmente prendendo forma…

Adesso Elinor e Blaise si metteranno insieme e saranno sempre felici e contenti.

 

SCHERZO!!!!!

Eheh vi piacerebbe… purtroppo le vicende sfortunate (?) di Elinor non sono mica finite qui…

 

A Martedì 20 Aprile.

J.

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Avviso!! ***


AVVISO

Sono emozionata. Sto davvero scrivendo un avviso.

Uh.

In ogni caso, volevo informarvi, gentili lettori, che, così come non ho postato la scorsa settimana (ahimè per me, probabilmente non per voi), non posterò neanche questa, ma si dovrà aspettare almeno una o due settimane.

La ragione? Beh, innanzitutto c’entra il fatto che il capitolo che avevo preparato è ancora peggiore di quello scorso, e quello scorso faceva pietà.

Non voglio essere accusata di aver ammazzato di noia o di disgusto tante innocenti, giusto? Inoltre, credo di aver bisogno di un po’ di tempo per mandare avanti e migliorare la storia, alla quale, mi rincresce ammetterlo, non mi sono mai dedicata con la giusta dose di impegno che essa richiedeva. Insomma, Elinor mi sta simpatica, perché dovrei subordinarla all’altra Elinor, quella di Artemis Fowl? (eh si, sono un genio con una fervida immaginazione in quanto a nomi). Dunque, in attesa di un racconto che sia degno di questo nome, e che dunque non sia una completa scemenza, mi dedicherò con un po’ più di impegno a quello che ho già iniziato.. e per farlo ho bisogno di tempo e concentrazione, non di scribacchiare frasi buttate lì per caso durante le ore di filosofia (su fogli volanti pieni di circonferenze, per giunta)

Tra l’altro, ho intenzione di rispondere alle recensioni (ovazione, prego) nel prossimo capitolo, che, ripeto, pubblicherò in quindici giorni. Al massimo.

Nel frattempo, au revoir.

Non vi lascio uno spoiler perché non ce n’è uno che vada bene. E poi, chissà, visto il successo che sta avendo Blaise fra di voi magari potrei anche decidere di cambiare la trama. Chissà, per l’appunto.

Tante care cose,

J.

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