L'Arte dell'Impacchettare i Regali

di Princess Kurenai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** unico ***
Capitolo 2: *** 2. Il Regalo più Grande ***



Capitolo 1
*** unico ***


Titolo: I’ve got a thing about you
Titolo del Capitolo: L’Arte dell’Impacchettare i Regali
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Inghilterra (Arthur Kirkland), Liechtenstein
Genere: Introspettivo, Fluff, Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot
Conteggio Parole: 997 ()
Note: 1. Il titolo della serie è tratto dalla canzone A thing about you dei Roxette.
2. La coppia è fluffosa. Sono carini e pucchi, stanno da Dio insieme *O* e non accetto quindi critiche sul pairing ù_ù/ poi Inghilterra nelle fic etero rende particolarmente bene *ç*
3. Il nome di Liechtenstein, Lily, è quello che si usa nel fandom straniero. Non mi appartiene.
4. Partecipa al
Meme di San Valentino indetto da michiru_kaiou7. Questa fic è stata scritta per il prompt: “ Dannato Regalo.”
5. Partecipa a FiumiDiParole.

{ I’ve got a thing about you ~
- 3. L'Arte dell'Impacchettare i Regali -



Era un'arte quella dell'impacchettare i regali.
Bisognava essere precisi e perfetti per far sembrare non solo più bello il dono, ma anche più misterioso. Quella però era certamente un'arte che Inghilterra non aveva mai apprezzato né imparato - molto meglio l’arte del ricamo, decisamente.
In realtà pochi erano i regali che faceva e quei miseri doni erano sempre stati impacchettati da gentili commesse inglesi che sapevano fare il loro lavoro alla perfezione lasciando alla Nazione il solo compito di preparare il bigliettino d'auguri - un anonimo e semplice: Auguri.
Era sempre stato semplicissimo comportarsi in quel modo ma quell’anno, per San Valentino, non l’aveva potuto fare. Ammetteva senza troppi problemi di non essere una persona romantica - di romanticismo bastava e avanzava quello della stupida rana che ,ogni tanto, attraversava la Manica solo per stressarlo e controllare come andava la sua vita di coppia, pettegolo come non mai -, ma per quel 14 Febbraio aveva voluto fare un qualcosa di diverso, di speciale e di personalizzata per la Nazione con la quale stava.
Le guance a quel pensiero gli si colorarono di una leggera tonalità rossa per l'imbarazzo e l'emozione. Lui che aveva passato l'intera vita a scappare dall'Europa dove si sentiva fuori posto, aveva trovato proprio in quel Vecchio Continente una persona, Nazione, donna o essere dal sesso femminile che dir si voglia, che lo accettava per quel che era, sopracciglia e fatine comprese.
Aveva combattuto contro parecchi scheletri negli armadi prima di riuscire non solo a conquistarla - non territorialmente parlando, ovviamente - ma anche ad ammettere di essersi innamorato di lei senza confondere il sentimento con una semplice sbandata. Questo perché innamorato era una parola immensa che amavano usare i francesi anche a sproposito, ma non poteva essere altro che amore quello che sentiva e che gli riscaldava il cuore ogni volta che stava in sua compagnia.
Lei era dolce e gentile, piccola e bella come una delle sue fatine, e con quella sua innata possessività, Inghilterra, poteva dire che gli apparteneva - nel senso buono e innamorato del termine.
Per questo motivo per San Valentino si era chiuso in cucina e aveva provato a fare dei cioccolatini. Voleva che quel regalo, fatto con le sue mani, dimostrasse all'altra tutto il suo affetto e cacciando via i fantasmi americani e francesi che gli dicevano che le cose che cucinava facevano schifo, era riuscito nel suo intento. Aveva creato una decina di cioccolatini dalla semplice forma quadrata che aveva decorato con dell’altro cioccolato bianco, creando con quello faccine di coniglietti, cuoricini, gattini e tante altri disegnetti che, sapeva, facevano impazzire l’altra Nazione.
Era stato semplice alla fin fine e il vero problema era sorto nel momento in cui era stato costretto a ricorrere all’arte dell’impacchettare i regali sulla scatolina che conteneva i cioccolatini. Ci provava da mezz’ora e il risultato era sempre lo stesso: l’imperfezione. E mai Inghilterra aveva accettato un qualcosa di non perfetto, soprattutto se era lui a crearlo.
" Dannati regali!", imprecò quindi, lanciando via con rabbia la carta da regalo rossa - con assurdi cuoricini con la porporina sopra. La pallina di carta si ammucchiò vicino alle altre, ad una certa distanza dall’irritato inglese. " E ancor più dannato San Valentino!"
Non amava quella festa - non l’aveva mai festeggiata in realtà, data la sua indole per lo più solitaria - ma per lei aveva provato a fare un qualcosa di speciale e di unico e, decisamente, non sarebbe stata quella stupida carta da regalo a farlo cedere.
I suoi cioccolatini dovevano essere perfetti dentro così come nell’esterno, e il pacco era quindi compreso.
“ Dannati... dannati regali che non si auto-impaccano.”, sbottò ancora prendendo le forbici quasi con rabbia.
“ Arthur...”, la testolina bionda dell’altra Nazione, che spuntò da dietro la porta socchiusa, era accompagnata dalla tenera vocina che carezzò le orecchie dell’inglese.
“ Lily...” , mormorò in risposta Inghilterra, assumendo un’espressione truce: le aveva detto di non entrare in cucina perché non voleva che vedesse il suo regalo anzitempo.
“ Stai bene? Ti ho sentito alzare la voce.”, spiegò Liechtenstein preoccupata.
“ Sto bene.”, un po’ meno quella dannata carta: l’avrebbe bruciata. Oh yes, l’avrebbe fatto.
“ Sicuro?”, fece un passo dentro la cucina, notando non solo uno strano odore di cioccolato aleggiare nella stanza, ma anche della carta da pacchi rossa appallottolata in un angolino.
“ Mh....”, mentì, senza trattenere un broncio. Non poteva di certo cacciarla via... e quel fallimento iniziava già a bruciare nel suo orgoglio: lui, il grande e nobile Inghilterra, era stato sconfitto da quella stupida carta inanimata.
“ Hai fatto dei cioccolatini, Arthur?”, domandò gentile in risposta l’altra Nazione senza riuscire a nascondere un sorriso emozionato che le colorò le chiare guance. Non era difficile capire quel che aveva voluto fare l’inglese e quel pensiero le faceva letteralmente sentire le farfalle nello stomaco.
Yes...”, il giovane uomo prese la scatoletta rossa privata della sua carta da pacco. “ Happy Saint Valentine day, Lily.”, borbottò porgendo il dono all’altra che, tremando leggermente, lo prese.
“ Grazie...”, pigolò, faticando per l’emozione addirittura ad aprirlo e quando vide il contenuto - piccoli cioccolatini con i dolcissimi disegni dell’inglese - si nascose la bocca dietro la mano per trattenere un gemito estasiato da quella vista.
“ Ma... sono stupendi!”, dichiarò, guardando poi Inghilterra con gli occhi spalancati e umidi per la gioia.
“ Davvero?”
Liechtenstein annuì e ne prese uno - con un cuoricino disegnato sopra - e lo mangiò divertita e curiosa. Era ben conscia che quello non avrebbe mai avuto il gusto del cioccolato del fratellone Svizzera ma quello era fatto con il cuore dall’uomo che amava ed era, storse il naso, strano ma buono.
Era sempre stata dell’idea che bastava il pensiero per un bel regalo ma quello per lei li batteva tutti. Sorrise ancora e si sporse verso l’inglese, baciandogli dolcemente la guancia.
Alles Gute zum Valentinstag1.”, mormorò, strappando finalmente un sorriso ad Arthur che, guardando ancora per una volta male quella dannata carta da pacchi che gli aveva impedito di incartare degli ancor più dannati regali, si prodigò per dedicarsi completamente alla sua amata Lily.

1 Buon San Valentino in tedesco, la lingua del Liechtenstein.




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Capitolo 2
*** 2. Il Regalo più Grande ***


Titolo: I’ve got a thing about you
Titolo del Capitolo: Il Regalo più Grande
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Inghilterra (Arthur Kirkland), Liechtenstein
Genere: Introspettivo, Romantico
Rating: Giallo
Avvertimenti: Flashfic
Conteggio Parole: 277 (FiumiDiParole)
Note: 1. Il titolo della serie è tratto dalla canzone A thing about you dei Roxette. 2. Sequel di L’Arte dell’Impacchettare i Regali.
3. Sono sempre più carini** soprattutto con un pizzico di pOrn<3 4. Il nome di Liechtenstein, Lily, è quello che si usa nel fandom straniero. Non mi appartiene. 5. Partecipa al Meme di San Valentino indetto da michiru_kaiou7. Questa fic è stata scritta per il prompt: “Il regalo più grande
6. Partecipa a FiumiDiParole.

{ I’ve got a thing about you ~
- 16. Il Regalo più Grande -



Gemeva piano sotto le sue carezze e tremava ad ogni bacio donatole sulla pelle nuda e calda.
Spesso faticava a tenere gli occhi aperti - quelle sue immense iridi verdi ormai liquide per il piacere - e cercava talvolta con le mani di nascondere i versi che l'amante riusciva a strapparle. Non era la prima volta ma lei si imbarazzava sempre e, con le sue guance rosse, tentava di nascondere quei gemiti.
Era bellissima la sua Lily, delicata come un fiore e buona come la cioccolata - sicuramente e indubbiamente migliore di quella che Inghilterra aveva fatto e cercato, inutilmente, di incartare. A Liechtenstein era piaciuta ma per lui niente poteva anche solo essere paragonato al sapore della sua pelle nuda e sudata e al suono nei suoi ansiti, neanche la cioccolata più pregiata. Lily era speciale, era unica e perfetta, per Arthur non esisteva niente di più bello, neanche quando facevano l'amore ed il viso della giovane donna sbocciava in erotiche espressioni che neanche sapeva di possedere.
Avrebbe passato ore a baciarla e carezzarla, vezzeggiando ogni singolo centimetro di pelle, cercando di regalarle più piacere possibile e ringraziarla di tutta la luce e la felicità che era stata in grado di portare nella sua uggiosa vita inglese.
Ma, alla fine, il regalo più grande era sempre quello di Liechtenstein, così grande che Inghilterra si sentiva anche inadeguato e mentre lei ripeteva in un sussurro di amarlo nella sua lingua - mai la lingua tedesca gli era parsa più bella e musicale -, Arthur, poteva solo cercare di raggiungere quell'immenso dono che era l'amore incondizionato di Lily, rispondendo ad ogni suo: " Ti amo." con un altro: " Ti amo anch'io."

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