Blood Line - Legami del Destino

di ShunLi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Casualità? ***
Capitolo 2: *** Destino ***



Capitolo 1
*** Casualità? ***


Faceva freddo in quel luogo desolato.
Non c'era nessuno se non qualche gatto randagio che frugava nell'immondizia.
Seri passò di lì per tornare prima a casa, una scorciatoia che tagliava la strada principale. Camminava piano, senza fretta, con le cuffie del suo lettore musicale nelle orecchie.
Si avvolse ancor di più nella sua sciarpa bianca, faceva davvero freddo quella sera.
All'improvviso sentì un pianto acuto, fortissimo.
Era di un neonato, ne era sicura.
Il suo cuore cominciò a battere velocemente, credeva di esser vittima di uno scherzo. Ma il pianto divenne più forte, più disperato.
Seri si tolse le cuffie e cominciò ad avvicinarsi a quel grido tanto forte da spaventarla.
E poi lo vide.
Era un bambino, un piccolo maschietto avvolto in un lenzuolo. Ea sicuramente nato da pochi giorni, ma aveva il fiato pari a quello di un adulto. Non smetteva di reclamare attenzione, le sue guanciotte rosee erano bagnate dal continuo scorrere delle sue lacrime.
Stringeva le manine in piccoli pugni che parevano carichi di rabbia. Forse lo avevano abbandonato, ma Seri non ne era certa. Si guardò intorno, per vedere se era rimasto il passaggio di qualche altra persona. Ma evidentemente, l'unica a passare era stata proprio lei.
Seri prese il bambino in braccio e si accorse, nonostante il freddo che  faceva, che il piccolo era molto caldo.
Prontamente la ragazza lo avvolse nella sua sciarpa. Ma i singhiozzi del piccolo ancora non cessavano. Seri si fece prendere dal panico, non era molto brava con i bambini.
Quindi si avviò nella strada principale, ma nemmeno per di là passava anima viva. Che cosa strana, pensò la ragazza, eppure qualche macchina l'aveva sentita passare.
Seri sospirò, poi guardò il bambino: era bellissimo.
Chiaro, dagli occhi verdi e dai capelli castani. Quale madre snaturata aveva avuto il coraggio di lasciare così una così bella creatura?
Seri gli asciugò le lacrime con il lenzuolo e poi cominciò a cullarlo. Il bimbo, preso alla sprovvista, smise di singhiozzare. I suoi teneri occhi verdi cominciarono ad osservare la persona che lo teneva in braccio. Tese una manina in avanti sfiorando il viso della ragazza. Seri sorrise: non si spiegava il motivo, ma sentiva che quel bambino era speciale. Istintivamente pensò ad un nome. "Shinji?"
Il bambino reagì sorridendo.
"Shinji?" Lo richiamò la ragzza.
Il bambino stavolta rise. Il suo viso era allegro e attento.
"Allora è deciso: il tuo nome sarà Shinji Fujizare."
Disse la ragazza e portò con sè il bambino a casa.

La prima cosa che Seri fece, una volta rincasata con il bambino, preparò un bagno con l'acqua calda e tirò fuori tutto il necessario per prendersi cura di Shinji. Solo che abitava da sola e non aveva nè biberon, nè pannolini, nè vestitini adatti al piccolo. L'unica cosa che trovò nel suo buco d'armadio fu una tuta in ciniglia di quando lei era piccola e un ciuccietto.
"Chissà se gli va questa tutina..." Si domandò, mentre si rigirava l'indumento tra le mani. Seri aveva adagiato il piccolo sul suo letto, circondandolo di cuscini e pupazzi, in modo tale che non cadesse. Mentre la ragazza era in cucina a disinfettare il ciuccietto, il piccolo giocava con i pupazzi intorno a lui.
Ormai la vasca era piena e l'acqua calda era stata profumata con un buon detergente. Con una mano, Seri sosteneva il bambino, mentre con l'altra lo lavava delicatamente.
Shinji sembrava prenderci gusto a schizzare la "mamma" che era intenta a lavarlo.
"Sei proprio un birichino! Un birichino pulito e profumato!" Disse, mentre lo asciugava.

Seri ancora non poteva credere che fosse davanti a lei: un bambino di una bellezza dolcissima, nato da chissà quanti giorni, che stava per morire assiderato in un vicolo buio della città. E lei lo aveva salvato. Si chiese, di riflesso, perchè lo avesse trovato proprio lei.
Per fortuna Shinji non reclamò per la fame e il ciuccietto che aveva in bocca lo fece addormentare. Anche la tutina gli stava bene, nonostante fosse rosa.
L'indomani avrebbe dovuto fare un sacco di compere per lei e per il piccolo. Solo un dubbio la lacerava.
A chi avrebbe potuto lasciare il piccolo Shinji?

La mattina dopo Seri fu risvegliata da un pianto, che forte, gli rimbombava nelle orecchie. Si alzò, frastornata da quell'insistente pianto, e quando lo vide, l'unica cosa che sentì nel fondo del suo cuore fu tenerezza.
"Su Shinji, non piangere. Cosa c'è?"
Un odore non molto gradito gli fece capire il disagio del bambino.
"E' l'ora del bagno!" Ribadì Seri a gran voce.

Il pannolino d'emergenza (un fazzoletto molto grande ed accuratamente piegato) fu ben presto messo al posto dell'altro.
Il bambino ora era più tranquillo e perlomeno non piangeva più, ma quando sarebbe ricapitata la medesima cosa? O avrebbe lamentato per la fame?
"Devo lasciarti a qualcuno... Ma a chi?" Seri cominciò a pensare... Chi tra le sue conoscenze, era abbastanza maturo da non maltrattare un bambino come un giocattolo?

"Azure, ti ringrazio, ti ringrazio tanto!!" Seri era al settimo cielo.
"Ma davvero hai trovato questo bimbo nel vicolo di una strada?" Domandò l'avvenente ragazza. Aveva gli occhi viola e i capelli platino, sfumati d'azzurro. Teneva Shinji in modo un pò goffo, ma comunque soddisfacente.
"Si, ed era anche senza vestiti."
"Non capisco come abbiano potuto lasciarlo a morire lì... Per fortuna la tua mamma ti ha salvato!" Shinji rise, confortato dalle coccole di Azure. Era come se capisse i loro discorsi. Seri porse al piccolo l'orsacchiotto a cui aveva dimostrato tutta la sua morbosa affezzione e lo abbracciò a sè.
"E' davvero un bellissimo bambino." Disse Azure.
"Altrochè..."
Ci fu un minuto di silenzio in cui le due ragazze guardavano il bimbo giocare con l'orsacchiotto. Poi, ad Azure venne in mente di procurare a Seri ciò di cui aveva bisogno.
"Sei sicura che vuoi darli a me?"
Ora Shinji giaceva dentro un box, gattonando e giocando con altri giocattoli semi-nuovi.
"Certo, ormai a me non servono. Erano di mio fratello, mia madre vorrebbe solo sbarazzarsene." Disse Azure.
"Hai anche dei vestiti?" Domandò Seri. Se ne stava deliberatamente approfittando, ma in fondo sapeva che Azure sarebbe stata capace di fargli trovare uno spicchio di luna sottocasa.
"Ma certo Seri, tutto quello che vuoi. Ho anche i biberon ma devi comprare sempre dei ciucci nuovi, quelli vecchi ormai saranno pieni di batteri..." Spiegò Azure, come se fosse stata da sempre una madre.
Seri era stupeffatta.
"Accidenti Azure, dovresti fare tu la mamma! Io sono proprio negata per un ruolo del genere."
"Infatti me lo stavo chiedendo da quando sei piombata in casa mia con questo frugoletto. Avresti potuto portarlo alla polizia e invece gli hai dato un nome, premediti di crescerlo e di registrarlo al comune. Io so che tu odi i bambini Seri, e ora dovrai rinunciare ai manga che ti compri ogni mese per poter dare il latte a questa creatura."
Nelle parole di Azure c'erano durezza e amara verità.
Ma ormai Seri sentiva che non le importava più niente. Altro che manga, Shinji in un giorno era diventato la sua fonte d'ispirazione, il suo raggio di sole personale, il motivo per andare a lavorare e dare a Shinji una vita bellissima.
"Lo so Azure. Ma adesso, l'unica cosa che mi importa davvero sono quei suoi occhi verdi che mi sorridono felici."
Le parole di Seri lasciarono Azure sgomenta.
"Direi che questo bimbo abbia fatto qualche miracolo."
"Ora il miracolo lo devo fare io, comprando i pannolini giusti!" Disse scherzando.
Prima di andare via, Seri diede un lieve bacio sulla fronte del piccolo.
"Tornerò presto, fai il bravo." Gli sussurrò e Shinji la guardò, come se avesse capito il senso della frase. A volte Seri si chiese da dve Shinji venisse realmente.

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Capitolo 2
*** Destino ***


I giorni, così come gli anni, trascorsero in fretta, in un battito di ciglia. Mentre Shinji cresceva, si faceva grande, frequentava la scuola e viveva le sue esperienze, Seri aveva la sensazione che ormai, adesso che lo aveva cresciuto, si allontanasse da lei. Sapeva bene che non era suo figlio biologico e poteva essere la spiegazione più logica: ma se i motivi erano altri, Seri non si era mai impuntata di sapere il perchè e preferiva che fosse Shinji a parlare, in modo tale che si spiegasse. Nonostante tutto, anche se non le sembrava ancora vero, si riteneva soddisfatta di come aveva allevato Shinji; gli aveva dato ciò che riteneva giusto e negato ciò che le sembrava sbagliato o immorale.

Shinji adorava sua madre. Era stata molto più che una figura a cui riferirsi. Poteva ritrovare in lei molti aspetti di un padre o di un'amica, ma era sua madre e tanto bastava.
Ma quel giorno, quel giorno si stava avvicinando. E sarebbe stato difficile separarsi da lei. Forse l'avrebbe vista piangere, ma il loro destino era già stato deciso, proprio dal giorno in cui Seri l'aveva trovato e preso con sè.

"Quanti anni ha adesso?" Chiese Azure, bevendo una tazza di caffè. Dopo tanto tempo in cui aveva aiutato Seri nelle faccende da mamma, ora era sua vicina di casa. La ragazza avvenente di un tempo era diventata una donna matura e di classe.
"Credo che pressappoco abbia 17 anni. Non posso saperlo con certezza, il suo compleanno lo festeggia il giorno in cui lo trovai nella neve."
"Capisco..." Azure si limitò ad annuire. Cosa che a Seri non piaceva molto. Ormai la conosceva troppo bene per non farsi sfuggire certi dettagli, specie dalla sua migliore amica.
"Cosa c'è Azure? Mi devi dire altro?"
Azure tergiversò nel dirle ciò che pensava... Ma alla fine, credeva che Seri se ne fosse accorta.
Allontanò la tazzina di caffè semi-vuota.
"Hai notato quanto ti somiglia?"
Seri scoppiò dalle risa. E pensare che si aspettava di sentire chissà quale grave segreto!
"Che cosa dici? Sei diventata cieca oltre che altezzosa?"
"Guarda che non sto scherzando. Shinji ti somiglia eccome. L'altra volta  una donna che conosco mi ha detto che siete due gocce d'acqua."
Seri non aveva mai visto Azure così seria.
La donna scrutò un attimo nell'aspetto di Shinji. Era più alto di lei, aveva gli occhi verdi e i capelli castani. Ma quali altri dettagli lo facevano somigliare a lei?
*Ricordò di quando, a quattro anni, dopo essersi mangiato il latte con i biscotti, si mangiò anche un piattone di spaghetti aglio olio e peperoncino. Proprio come accadde e Seri da piccola. Poi, sempre intorno a quell'età, Shinji aiutò sua madre a posare le uova nel frigo. Contenta di questa "novità", Seri lo lasciò fare. Ma dopo dieci minuti, così come le aveva posate, Shinji prendeva le uova e le faceva atterrare sul pavimento. Proprio come aveva fatto lei...

"Seri, io non credo nei miracoli. Ma Shinji è molto di più di quello che abbiamo visto finora. Ti ha cambiata, per lui sei diventata una madre esemplare. Ora è tempo di scoprire chi sia, non credi?"
Seri non rispose. Era troppo sconvolta o semplicemente non voleva crederci. Scoprire chi fosse... Non sapeva nemmeno da dove cominciare.
Shinji rimase nascosto dietro la porta, ascoltando le parole di Azure. Lei sì che era sveglia. Ma sapeva bene che sua madre non lo faceva perchè ormai non aveva più importanza. Ma legami di sangue c'erano eccome.
E ormai non poteva più trattenersi.
Non poteva più rimanere.
Con il solo potere della mente, Shinji congelò il tempo con il ghiaccio ed entrò nella stanza dove sua madre, spaventata, si alzò dalla poltrona dove sedeva.
"Shinji, che succede?"
"Ti devo parlare, Mamma."

"Shinji, cosa succede?" Il vapore freddo che fuoriusciva dalla sua bocca era vero e il gelo che le penetrava le ossa era teribile.
Chiunque avesse fatto una cosa del genere era un folle. Ma quando notò che solo Azure era congelata, vide Shinji.
"Ti devo parlare, Mamma."
A quelle parole nella testa di Seri si generarono molteplici pensieri.
E nessuno l'avrebbe aiutata ad affrontare la verità che il figlio le avrebbe svelato a breve.
"Chi è stato a far questo?"
"Io." Rispose Shinji.
"Co...Come hai fatto?"
"Ho dei poteri Mamma. E questo è solo uno dei tanti che posso manifestare."
"E congelare le persone è un potere?" Disse Seri, indicando Azure, ferma nell'atto di bere il caffè.
"Ho solo congelato il tempo e tutto ciò che si trova nel suo spazio."
"Ma non me."
"Già. E lo sai perchè? Perchè tu sei immune. Perchè sei stata tu a donarmi quesi poteri. Perchè io sono veramente tuo figlio." Shinji sogghignò. Una risata malvagia dipingeva il suo volto. Quello non era il figlio che Seri aveva allevato. Ora sentiva ribollire nel sangue il richiamo del suo stesso sangue. Quello era suo figlio, ne era certa.
"E da dove vieni?" Chiese Seri.
"Dal futuro. Sono stato riportato indietro da alcuni scenziati che vogliono a tutti i costi avere il controllo sulla popolazione terrestre. Mi hanno sotratto a te appena mi hai partorito e ti hanno ucciso, insieme a mio padre."
"Tuo padre... Chi è tuo padre?"
"Ahahahha! Ma come, non lo vedi nemmeno attraverso i miei occhi?"
Seri dapprima faticò a capire cosa volesse dire. Scavò nei suoi ricordi, nei suoi amori precedenti, ma nulla.
-I suoi occhi...- Ripetè la donna, sempre più disorientata.
E poi, come un fulmine a ciel sereno...
"Se dovessimo avere un figlio erediterà di certo i tuoi occhi!"
Gli aveva detto molti anni prima, ad un ragazzo che conosceva dai tempi dell'infanzia. Aveva gli occhi color del cielo e una bellezza particolare incorniciava il suo viso.
"Ma prima di avere un figlio ci sposeremo vero?" Gli chiese il giovane.
"Si, perchè è te che amo, baka."
Kurosawa-kun. Era così che si chiamava.
"Kurosawa..." Sospirò Seri, con le lacrime agli occhi.
Ora quel gelo le arrivò rapido al cuore. Perchè? Perchè quel meraviglioso ragazzo era così crudele?
Controllo della Terra? Chi gli aveva fatto il lavaggio del cervello?
"Bene. Ora che sai chi sono, perchè non provi ad uccidermi?"

"No, tu non puoi essere malvagio." Continuò a ripetere la madre.
"Avanti Mamma." Con un gesto dalla mano, Shinji appiccò il fuoco in un angolo della stanza.
"Prova ad uccidermi."
Seri indietreggiò sino a toccare Azure, che cadde in terra, frantumandosi in mille pezzi.
"AZURE, NO!!" La donna si piegò sulla sua amica e nuove lacrime bagnarono i suoi occhi.
"Oh, mi spiace molto Mamma." Ironizzò Shinji.
"Non chiamarmi così" Reagì Seri, dura.
Si alzò in piedi e staccò un pezzo di ghiaccio appuntito dal tavolo.
"Cosa ti prende Mamma?"
"Ti ho detto di non chaimarmi Mamma. Tu non sei mio figlio. Restituiscimi il figlio gentile e pacato che ho cresciuto." Seri alzò il punteruolo di ghiaccio a mezz'aria e si avicinò al ragazzo.
"Ah! Vedo che hai preso il coraggio necessario. Avanti Mamma, voglio che tu mi uccida."

Se l'avesse chiamata di nuovo con quell'appellativo, l'avrebbe picchiato fino a fargli sputare sangue. Mentre la casa andava a fuoco, i due si guardarono sfidandosi.
Seri non capiva perchè volesse a tutti i costi che lo uccidesse.
Ma non poteva finire così. Erano sempre madre e figlio. Seri era sempre stata brava a convincere il figlio nelle scelte più difficili. Ora, in quel momento, l'avrebbe ancora ascoltata?
"Shinji, ti prego. Non è necessario. Non puoi accontentare degli scenziati crudeli con maledetti dsideri di potere. Tu sei buno. So che mi vuoi bene. E io ti adoro." Seri usò tutto il suo sangue freddo e tutta la dolcezza di cui poteva disporre.
"Mi dispiace Mamma. Ma io sono stato rimandato indietro solo per questo e io non mi posso opporre."
"Allora vuol dire che ti va bene così?" Seri strinse più forte il ghiaccio che reggeva in mano. Sentiva che si stava sciogliendo sotto la sua pressione nervosa.
Il fuoco ivampò pian piano per tutta la casa, distruggendo tutto ciò che Seri e Shinji avevano costruito e vissuto.
"Si, mi va bene così." Shinji abbassò lo sguardo. Seri conosceva bene quel comportamento.
Capendo che, per quanto convinto fosse, suo figlio non avrebbe mai voluto arrivare a tutto questo. Ma se era veramente sangue del suo sangue, allora avrebbe reagito.

"Allora uccidi me."
Shinji si sorprese. "Cosa?"
"In questo modo non esisterai. E non dovrai subire tutto questo. Hai vissuto qui con me, siamo cresciuti insieme, non mi dire che anche l'amore che mi dimostravi era tutta finzione? Avanti figlio mio..."
Seri diede il punteruolo in mano al figlio.
"Uccidimi."
"Mamma..."
Shinji cominciò a tremare. Perchè la madre si comportava a quel modo? Pur di salvarlo era disposta a morire!
"No Mamma, io non ci riesco..."
"Shinji. Ricorda che ti voglio bene."
Il ragazzo singhiozzò.
Calde lacrime caddero abbondanti sulle sue guance.
"NON POSSO!!!"
E il tempo si fermò ancora.
Il fuoco non emanava più calore, l'ambiente intorno a loro sembrava divenire irreale. Il mondo stava per tornare indietro di diciassette anni.
"Shinji, cosa fai?"
"La cosa più giusta." Si asciugò il viso bagnato e prese la madre per mano, guidandola in una scia creata nella discrepanza spazio-temporale che Shinji aveva creato.
Seri guardò meravigliata tutti gli avvenimenti del presente e del passato accavallasi davanti ai suoi occhi, finchè non vide quel vicolo buio e innevato, dove aveva trovato il piccolo Shinji per la prima volta.
Capì all'istante le intenzioni del figlio. Aveva fatto la scelta giusta.
Evitare che se stessa lo prendesse con sè, crescerlo ed educarlo.
"Shinji..." La sua voce era rotta dal pianto.
"Questo non è un addio." Disse il ragazzo, lasciandosi avvolgere dall'abbraccio della madre
"Lo so, ma mi mancherai lo stesso."
"Sei la Mamma migliore del mondo. Ti voglio bene."
"Anch'io te ne voglio, piccolo mio."
E i loro corpi, così come i loro ricordi, ritornarono ad appartenere al tempo.

Faceva freddo in quel luogo desolato.
Non c'era nessuno se non qualche gatto randagio che frugava nell'immondizia.
Seri passò di lì per tornare prima a casa, una scorciatoia che tagliava la strada principale. All'improvviso, nonostante avesse le cuffie del lettore MP3, sentì l'eco di un pianto.
Si fermò spaventata, credeva di essere vittima di uno scherzo.
Tolse le cuffie, ma non lo risentiì, quindi concluse che fosse frutto della sua immaginazione.
Si rimise le cuffiette e ricominciò a camminare.

Quel bambino, nudo e avvolto di stracci, morì nell'ultimo tentativo di avvertire quell'unica persona che era passata in quel vicolo.

OWARI


NDA
E' un finale un pò crudele, ma in fondo è un fantasy niente male...
L'inizio l'avevo scritto 2 anni fa, in ospedale, prima di essere operata all'appendicite °__°
Penso sempre che quando avrò il primo figlio sarà un maschio, non so il perchè xD Spero vi piaccia :° Ja ne by Shunny!

*Gli avvenimenti che ho fatto accadere per Shinji, così come per Seri, sono realmente accaduti. Non so come abbia fatto a mangiare il peperoncino dopo il latte, ma vabbè oO
Le uova invece... Forse me ne era caduto uno e mi era piaciuto l'effetto che faceva. Oggi adoro le frittate quindi... v.v

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