Blood Line - Legami del Destino di ShunLi (/viewuser.php?uid=11154)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Casualità? ***
Capitolo 2: *** Destino ***
Capitolo 1 *** Casualità? ***
Faceva
freddo in quel luogo desolato.
Non c'era nessuno
se non qualche gatto randagio che frugava nell'immondizia.
Seri
passò di lì per tornare prima a casa, una
scorciatoia che tagliava la strada principale. Camminava piano, senza
fretta, con le cuffie del suo lettore musicale nelle orecchie.
Si avvolse ancor
di più nella sua sciarpa bianca, faceva davvero freddo
quella sera.
All'improvviso
sentì un pianto acuto, fortissimo.
Era di un
neonato, ne era sicura.
Il suo cuore
cominciò a battere velocemente, credeva di esser vittima di
uno scherzo. Ma il pianto divenne più forte, più
disperato.
Seri si tolse le
cuffie e cominciò ad avvicinarsi a quel grido tanto forte da
spaventarla.
E poi lo vide.
Era un bambino,
un piccolo maschietto avvolto in un lenzuolo. Ea sicuramente nato da
pochi giorni, ma aveva il fiato pari a quello di un adulto. Non
smetteva di reclamare attenzione, le sue guanciotte rosee erano bagnate
dal continuo scorrere delle sue lacrime.
Stringeva le
manine in piccoli pugni che parevano carichi di rabbia. Forse lo
avevano abbandonato, ma Seri non ne era certa. Si guardò
intorno, per vedere se era rimasto il passaggio di qualche altra
persona. Ma evidentemente, l'unica a passare era stata proprio lei.
Seri prese il
bambino in braccio e si accorse, nonostante il freddo che
faceva, che il piccolo era molto caldo.
Prontamente la
ragazza lo avvolse nella sua sciarpa. Ma i singhiozzi del piccolo
ancora non cessavano. Seri si fece prendere dal panico, non era molto
brava con i bambini.
Quindi si
avviò nella strada principale, ma nemmeno per di
là passava anima viva. Che cosa strana, pensò la
ragazza, eppure qualche macchina l'aveva sentita passare.
Seri
sospirò, poi guardò il bambino: era bellissimo.
Chiaro, dagli
occhi verdi e dai capelli castani. Quale madre snaturata aveva avuto il
coraggio di lasciare così una così bella creatura?
Seri gli
asciugò le lacrime con il lenzuolo e poi cominciò
a cullarlo. Il bimbo, preso alla sprovvista, smise di singhiozzare. I
suoi teneri occhi verdi cominciarono ad osservare la persona che lo
teneva in braccio. Tese una manina in avanti sfiorando il viso della
ragazza. Seri sorrise: non si spiegava il motivo, ma sentiva che quel
bambino era speciale. Istintivamente pensò ad un nome.
"Shinji?"
Il bambino
reagì sorridendo.
"Shinji?" Lo
richiamò la ragzza.
Il bambino
stavolta rise. Il suo viso era allegro e attento.
"Allora
è deciso: il tuo nome sarà Shinji Fujizare."
Disse la ragazza
e portò con sè il bambino a casa.
La prima cosa che
Seri fece, una volta rincasata con il bambino, preparò un
bagno con l'acqua calda e tirò fuori tutto il necessario per
prendersi cura di Shinji. Solo che abitava da sola e non aveva
nè biberon, nè pannolini, nè vestitini
adatti al piccolo. L'unica cosa che trovò nel suo buco
d'armadio fu una tuta in ciniglia di quando lei era piccola e un
ciuccietto.
"Chissà
se gli va questa tutina..." Si domandò, mentre si rigirava
l'indumento tra le mani. Seri aveva adagiato il piccolo sul suo letto,
circondandolo di cuscini e pupazzi, in modo tale che non cadesse.
Mentre la ragazza era in cucina a disinfettare il ciuccietto, il
piccolo giocava con i pupazzi intorno a lui.
Ormai la vasca
era piena e l'acqua calda era stata profumata con un buon detergente.
Con una mano, Seri sosteneva il bambino, mentre con l'altra lo lavava
delicatamente.
Shinji sembrava
prenderci gusto a schizzare la "mamma" che era intenta a lavarlo.
"Sei proprio un
birichino! Un birichino pulito e profumato!" Disse, mentre lo asciugava.
Seri ancora non
poteva credere che fosse davanti a lei: un bambino di una bellezza
dolcissima, nato da chissà quanti giorni, che stava per
morire assiderato in un vicolo buio della città. E lei lo
aveva salvato. Si chiese, di riflesso, perchè lo avesse
trovato proprio lei.
Per fortuna
Shinji non reclamò per la fame e il ciuccietto che aveva in
bocca lo fece addormentare. Anche la tutina gli stava bene, nonostante
fosse rosa.
L'indomani
avrebbe dovuto fare un sacco di compere per lei e per il piccolo. Solo
un dubbio la lacerava.
A chi avrebbe
potuto lasciare il piccolo Shinji?
La mattina dopo
Seri fu risvegliata da un pianto, che forte, gli rimbombava nelle
orecchie. Si alzò, frastornata da quell'insistente pianto, e
quando lo vide, l'unica cosa che sentì nel fondo del suo
cuore fu tenerezza.
"Su Shinji, non
piangere. Cosa c'è?"
Un odore non
molto gradito gli fece capire il disagio del bambino.
"E' l'ora del
bagno!" Ribadì Seri a gran voce.
Il pannolino
d'emergenza (un fazzoletto molto grande ed accuratamente piegato) fu ben
presto messo al posto dell'altro.
Il bambino ora
era più tranquillo e perlomeno non piangeva più,
ma quando sarebbe ricapitata la medesima cosa? O avrebbe lamentato per
la fame?
"Devo lasciarti a
qualcuno... Ma a chi?" Seri cominciò a pensare... Chi tra le
sue conoscenze, era abbastanza maturo da non maltrattare un bambino
come un giocattolo?
"Azure, ti
ringrazio, ti ringrazio tanto!!" Seri era al settimo cielo.
"Ma davvero hai
trovato questo bimbo nel vicolo di una strada?" Domandò
l'avvenente ragazza. Aveva gli occhi viola e i capelli platino, sfumati
d'azzurro. Teneva Shinji in modo un pò goffo, ma comunque
soddisfacente.
"Si, ed era anche
senza vestiti."
"Non capisco come
abbiano potuto lasciarlo a morire lì... Per fortuna la tua
mamma ti ha salvato!" Shinji rise, confortato dalle coccole di Azure.
Era come se capisse i loro discorsi. Seri porse al piccolo
l'orsacchiotto a cui aveva dimostrato tutta la sua morbosa affezzione e
lo abbracciò a sè.
"E' davvero un
bellissimo bambino." Disse Azure.
"Altrochè..."
Ci fu un minuto
di silenzio in cui le due ragazze guardavano il bimbo giocare con
l'orsacchiotto. Poi, ad Azure venne in mente di procurare a Seri
ciò di cui aveva bisogno.
"Sei sicura che
vuoi darli a me?"
Ora Shinji
giaceva dentro un box, gattonando e giocando con altri giocattoli
semi-nuovi.
"Certo, ormai a
me non servono. Erano di mio fratello, mia madre vorrebbe solo
sbarazzarsene." Disse Azure.
"Hai anche dei
vestiti?" Domandò Seri. Se ne stava deliberatamente
approfittando, ma in fondo sapeva che Azure sarebbe stata capace di
fargli trovare uno spicchio di luna sottocasa.
"Ma certo Seri,
tutto quello che vuoi. Ho anche i biberon ma devi comprare sempre dei
ciucci nuovi, quelli vecchi ormai saranno pieni di batteri..."
Spiegò Azure, come se fosse stata da sempre una madre.
Seri era
stupeffatta.
"Accidenti Azure,
dovresti fare tu la mamma! Io sono proprio negata per un ruolo del
genere."
"Infatti me lo
stavo chiedendo da quando sei piombata in casa mia con questo
frugoletto. Avresti potuto portarlo alla polizia e invece gli hai dato
un nome, premediti di crescerlo e di registrarlo al comune. Io so che
tu odi i bambini Seri, e ora dovrai rinunciare ai manga che ti compri
ogni mese per poter dare il latte a questa creatura."
Nelle parole di
Azure c'erano durezza e amara verità.
Ma ormai Seri
sentiva che non le importava più niente. Altro che manga,
Shinji in un giorno era diventato la sua fonte d'ispirazione, il suo
raggio di sole personale, il motivo per andare a lavorare e dare a
Shinji una vita bellissima.
"Lo so Azure. Ma
adesso, l'unica cosa che mi importa davvero sono quei suoi occhi verdi
che mi sorridono felici."
Le parole di Seri
lasciarono Azure sgomenta.
"Direi che questo
bimbo abbia fatto qualche miracolo."
"Ora il miracolo
lo devo fare io, comprando i pannolini giusti!" Disse scherzando.
Prima di andare
via, Seri diede un lieve bacio sulla fronte del piccolo.
"Tornerò
presto, fai il bravo." Gli sussurrò e Shinji la
guardò, come se avesse capito il senso della frase. A volte
Seri si chiese da dve Shinji venisse realmente.
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Capitolo 2 *** Destino ***
I
giorni, così come gli anni, trascorsero in fretta, in un
battito di ciglia. Mentre Shinji cresceva, si faceva grande,
frequentava la scuola e viveva le sue esperienze, Seri aveva la
sensazione che ormai, adesso che lo aveva cresciuto, si allontanasse da
lei. Sapeva bene che non era suo figlio biologico e poteva essere la
spiegazione più logica: ma se i motivi erano altri, Seri non
si era mai impuntata di sapere il perchè e preferiva che
fosse Shinji a parlare, in modo tale che si spiegasse. Nonostante
tutto, anche se non le sembrava ancora vero, si riteneva soddisfatta di
come aveva allevato Shinji; gli aveva dato ciò che riteneva
giusto e negato ciò che le sembrava sbagliato o immorale.
Shinji adorava
sua madre. Era stata molto più che una figura a cui
riferirsi. Poteva ritrovare in lei molti aspetti di un padre o di
un'amica, ma era sua madre e tanto bastava.
Ma quel giorno,
quel giorno si stava avvicinando. E sarebbe stato difficile separarsi
da lei. Forse l'avrebbe vista piangere, ma il loro destino era
già stato deciso, proprio dal giorno in cui Seri l'aveva
trovato e preso con sè.
"Quanti anni ha
adesso?" Chiese Azure, bevendo una tazza di caffè. Dopo
tanto tempo in cui aveva aiutato Seri nelle faccende da mamma, ora era
sua vicina di casa. La ragazza avvenente di un tempo era diventata una
donna matura e di classe.
"Credo che
pressappoco abbia 17 anni. Non posso saperlo con certezza, il suo
compleanno lo festeggia il giorno in cui lo trovai nella neve."
"Capisco..."
Azure si limitò ad annuire. Cosa che a Seri non piaceva
molto. Ormai la conosceva troppo bene per non farsi sfuggire certi
dettagli, specie dalla sua migliore amica.
"Cosa
c'è Azure? Mi devi dire altro?"
Azure
tergiversò nel dirle ciò che pensava... Ma alla
fine, credeva che Seri se ne fosse accorta.
Allontanò
la tazzina di caffè semi-vuota.
"Hai notato
quanto ti somiglia?"
Seri
scoppiò dalle risa. E pensare che si aspettava di sentire
chissà quale grave segreto!
"Che cosa dici?
Sei diventata cieca oltre che altezzosa?"
"Guarda che non
sto scherzando. Shinji ti somiglia eccome. L'altra volta una
donna che conosco mi ha detto che siete due gocce d'acqua."
Seri non aveva
mai visto Azure così seria.
La donna
scrutò un attimo nell'aspetto di Shinji. Era più
alto di lei, aveva gli occhi verdi e i capelli castani. Ma quali altri
dettagli lo facevano somigliare a lei?
*Ricordò
di quando, a quattro anni, dopo essersi mangiato il latte con i
biscotti, si mangiò anche un piattone di spaghetti aglio
olio e peperoncino. Proprio come accadde e Seri da piccola. Poi, sempre
intorno a quell'età, Shinji aiutò sua madre a
posare le uova nel frigo. Contenta di questa "novità", Seri
lo lasciò fare. Ma dopo dieci minuti, così come le aveva
posate, Shinji prendeva le uova e le faceva atterrare sul pavimento.
Proprio come aveva fatto lei...
"Seri, io non
credo nei miracoli. Ma Shinji è molto di più di
quello che abbiamo visto finora. Ti ha cambiata, per lui sei diventata
una madre esemplare. Ora è tempo di scoprire chi sia, non
credi?"
Seri non rispose.
Era troppo sconvolta o semplicemente non voleva crederci. Scoprire chi
fosse... Non sapeva nemmeno da dove cominciare.
Shinji rimase
nascosto dietro la porta, ascoltando le parole di Azure. Lei
sì che era sveglia. Ma sapeva bene che sua madre non lo
faceva perchè ormai non aveva più importanza. Ma
legami di sangue c'erano eccome.
E ormai non
poteva più trattenersi.
Non poteva
più rimanere.
Con il solo
potere della mente, Shinji congelò il tempo con il ghiaccio
ed entrò nella stanza dove sua madre, spaventata, si
alzò dalla poltrona dove sedeva.
"Shinji, che
succede?"
"Ti devo parlare,
Mamma."
"Shinji, cosa
succede?" Il vapore freddo che fuoriusciva dalla sua bocca era vero e
il gelo che le penetrava le ossa era teribile.
Chiunque avesse
fatto una cosa del genere era un folle. Ma quando notò che
solo Azure era congelata, vide Shinji.
"Ti devo parlare,
Mamma."
A quelle parole
nella testa di Seri si generarono molteplici pensieri.
E nessuno
l'avrebbe aiutata ad affrontare la verità che il figlio le
avrebbe svelato a breve.
"Chi è
stato a far questo?"
"Io." Rispose
Shinji.
"Co...Come hai
fatto?"
"Ho dei poteri
Mamma. E questo è solo uno dei tanti che posso manifestare."
"E congelare le
persone è un potere?" Disse Seri, indicando Azure, ferma
nell'atto di bere il caffè.
"Ho solo
congelato il tempo e tutto ciò che si trova nel suo spazio."
"Ma non me."
"Già.
E lo sai perchè? Perchè tu sei immune.
Perchè sei stata tu a donarmi quesi poteri.
Perchè io sono veramente tuo figlio." Shinji
sogghignò. Una risata malvagia dipingeva il suo volto.
Quello non era il figlio che Seri aveva allevato. Ora sentiva ribollire
nel sangue il richiamo del suo stesso sangue. Quello era suo figlio, ne
era certa.
"E da dove
vieni?" Chiese Seri.
"Dal futuro. Sono
stato riportato indietro da alcuni scenziati che vogliono a tutti i
costi avere il controllo sulla popolazione terrestre. Mi hanno sotratto
a te appena mi hai partorito e ti hanno ucciso, insieme a mio padre."
"Tuo padre... Chi
è tuo padre?"
"Ahahahha! Ma
come, non lo vedi nemmeno attraverso i miei occhi?"
Seri dapprima
faticò a capire cosa volesse dire. Scavò nei suoi
ricordi, nei suoi amori precedenti, ma nulla.
-I suoi occhi...-
Ripetè la donna, sempre più disorientata.
E poi, come un
fulmine a ciel sereno...
"Se dovessimo
avere un figlio erediterà di certo i tuoi occhi!"
Gli aveva detto
molti anni prima, ad un ragazzo che conosceva dai tempi dell'infanzia.
Aveva gli occhi color del cielo e una bellezza particolare incorniciava
il suo viso.
"Ma prima di
avere un figlio ci sposeremo vero?" Gli chiese il giovane.
"Si,
perchè è te che amo, baka."
Kurosawa-kun. Era
così che si chiamava.
"Kurosawa..."
Sospirò Seri, con le lacrime agli occhi.
Ora quel gelo le
arrivò rapido al cuore. Perchè? Perchè
quel meraviglioso ragazzo era così crudele?
Controllo della
Terra? Chi gli aveva fatto il lavaggio del cervello?
"Bene. Ora che
sai chi sono, perchè non provi ad uccidermi?"
"No, tu non puoi
essere malvagio." Continuò a ripetere la madre.
"Avanti Mamma."
Con un gesto dalla mano, Shinji appiccò il fuoco in un
angolo della stanza.
"Prova ad
uccidermi."
Seri
indietreggiò sino a toccare Azure, che cadde in terra,
frantumandosi in mille pezzi.
"AZURE, NO!!" La
donna si piegò sulla sua amica e nuove lacrime bagnarono i
suoi occhi.
"Oh, mi spiace
molto Mamma." Ironizzò Shinji.
"Non chiamarmi
così" Reagì Seri, dura.
Si
alzò in piedi e staccò un pezzo di ghiaccio
appuntito dal tavolo.
"Cosa ti prende
Mamma?"
"Ti ho detto di
non chaimarmi Mamma. Tu non sei mio figlio. Restituiscimi il figlio
gentile e pacato che ho cresciuto." Seri alzò il punteruolo
di ghiaccio a mezz'aria e si avicinò al ragazzo.
"Ah! Vedo che hai
preso il coraggio necessario. Avanti Mamma, voglio che tu mi uccida."
Se l'avesse
chiamata di nuovo con quell'appellativo, l'avrebbe picchiato fino a
fargli sputare sangue. Mentre la casa andava a fuoco, i due si
guardarono sfidandosi.
Seri non capiva
perchè volesse a tutti i costi che lo uccidesse.
Ma non poteva
finire così. Erano sempre madre e figlio. Seri era sempre
stata brava a convincere il figlio nelle scelte più
difficili. Ora, in quel momento, l'avrebbe ancora ascoltata?
"Shinji, ti
prego. Non è necessario. Non puoi accontentare degli
scenziati crudeli con maledetti dsideri di potere. Tu sei buno. So che
mi vuoi bene. E io ti adoro." Seri usò tutto il suo sangue
freddo e tutta la dolcezza di cui poteva disporre.
"Mi dispiace
Mamma. Ma io sono stato rimandato indietro solo per questo e io non mi
posso opporre."
"Allora vuol dire
che ti va bene così?" Seri strinse più forte il
ghiaccio che reggeva in mano. Sentiva che si stava sciogliendo sotto la
sua pressione nervosa.
Il fuoco
ivampò pian piano per tutta la casa, distruggendo tutto
ciò che Seri e Shinji avevano costruito e vissuto.
"Si, mi va bene
così." Shinji abbassò lo sguardo. Seri conosceva
bene quel comportamento.
Capendo che, per
quanto convinto fosse, suo figlio non avrebbe mai voluto arrivare a
tutto questo. Ma se era veramente sangue del suo sangue, allora avrebbe
reagito.
"Allora uccidi
me."
Shinji si
sorprese. "Cosa?"
"In questo modo
non esisterai. E non dovrai subire tutto questo. Hai vissuto qui con
me, siamo cresciuti insieme, non mi dire che anche l'amore che mi
dimostravi era tutta finzione? Avanti figlio mio..."
Seri diede il
punteruolo in mano al figlio.
"Uccidimi."
"Mamma..."
Shinji
cominciò a tremare. Perchè la madre si comportava
a quel modo? Pur di salvarlo era disposta a morire!
"No Mamma, io non
ci riesco..."
"Shinji. Ricorda
che ti voglio bene."
Il ragazzo
singhiozzò.
Calde lacrime
caddero abbondanti sulle sue guance.
"NON POSSO!!!"
E il tempo si
fermò ancora.
Il fuoco non
emanava più calore, l'ambiente intorno a loro sembrava
divenire irreale. Il mondo stava per tornare indietro di diciassette
anni.
"Shinji, cosa
fai?"
"La cosa
più giusta." Si asciugò il viso bagnato e prese
la madre per mano, guidandola in una scia creata nella discrepanza
spazio-temporale che Shinji aveva creato.
Seri
guardò meravigliata tutti gli avvenimenti del presente e del
passato accavallasi davanti ai suoi occhi, finchè non vide
quel vicolo buio e innevato, dove aveva trovato il piccolo Shinji per
la prima volta.
Capì
all'istante le intenzioni del figlio. Aveva fatto la scelta giusta.
Evitare che se
stessa lo prendesse con sè, crescerlo ed educarlo.
"Shinji..." La
sua voce era rotta dal pianto.
"Questo non
è un addio." Disse il ragazzo, lasciandosi avvolgere
dall'abbraccio della madre
"Lo so, ma mi
mancherai lo stesso."
"Sei la Mamma
migliore del mondo. Ti voglio bene."
"Anch'io te ne
voglio, piccolo mio."
E i loro corpi,
così come i loro ricordi, ritornarono ad appartenere al
tempo.
Faceva freddo in
quel luogo desolato.
Non c'era nessuno
se non qualche gatto randagio che frugava nell'immondizia.
Seri
passò di lì per tornare prima a casa, una
scorciatoia che tagliava la strada principale. All'improvviso,
nonostante avesse le cuffie del lettore MP3, sentì l'eco di
un pianto.
Si
fermò spaventata, credeva di essere vittima di uno scherzo.
Tolse le cuffie,
ma non lo risentiì, quindi concluse che fosse frutto della
sua immaginazione.
Si rimise le
cuffiette e ricominciò a camminare.
Quel bambino,
nudo e avvolto di stracci, morì nell'ultimo tentativo di
avvertire quell'unica persona che era passata in quel vicolo.
OWARI
NDA
E' un finale un
pò crudele, ma in fondo è un fantasy niente
male...
L'inizio l'avevo
scritto 2 anni fa, in ospedale, prima di essere operata all'appendicite
°__°
Penso sempre che
quando avrò il primo figlio sarà un maschio, non
so il perchè xD Spero vi piaccia :° Ja ne by Shunny!
*Gli avvenimenti
che ho fatto accadere per Shinji, così come per Seri, sono
realmente accaduti. Non so come abbia fatto a mangiare il peperoncino
dopo il latte, ma vabbè oO
Le uova invece...
Forse me ne era caduto uno e mi era piaciuto l'effetto che faceva. Oggi
adoro le frittate quindi... v.v
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