Potere mortale.

di CucciLoverZ
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mago e strega. (prologo) ***
Capitolo 2: *** Strega, Mago e principe. ***
Capitolo 3: *** Maghi e Principi. ***
Capitolo 4: *** Principi e Comandanti. ***
Capitolo 5: *** Il drago e le visioni. ***
Capitolo 6: *** La battaglia e la Morte. ***
Capitolo 7: *** Gelosia e Responsabilità. ***
Capitolo 8: *** Il passato e la storia ***
Capitolo 9: *** Il malocchio E il Re folle. ***
Capitolo 10: *** Il Re, la futura Regina e il cadavere. ***
Capitolo 11: *** Gli inganni della foresta e il mostro. ***
Capitolo 12: *** I litigi e il coraggio. ***
Capitolo 13: *** Le tombe e le lacrime. ***
Capitolo 14: *** Il Destino e le decisioni decisive. ***
Capitolo 15: *** Le nebbie e l'allegra musica. ***
Capitolo 16: *** Il nuovo potere e il compito svolto. ***



Capitolo 1
*** Mago e strega. (prologo) ***


 

Pianure innevate si estendevano per miglia e miglia mentre i fiocchi di neve vorticavano in danze millenarie. Il cielo di un bianco latte si apriva uniforme fino all’orizzonte, senza una macchia o una variazione. L’inverno quell’anno si era abbattuto con una forza mostruosa; nelle terre vicine i villaggi si erano mutati in cimiteri all’aperto, bambini morivano accanto ai topi, in mezzo alle strade, senza che nessuno sapesse come fronteggiare la Regina dei Ghiacci.

A est di tutto ciò, in cima a una collina solitaria due figure duellavano nella neve, il rumore delle spade accompagnato dalle risa e dalle grida.

La ragazza si girò di colpo parando il colpo dell’uomo, a sua volta scaraventò lo scudo di quercia cercando di colpirlo sulla fronte.

A guardarli duellare nessuno avrebbe mai potuto definirli fratelli di sangue. Lui era bello come il sole in mezzo al gelo, il lungo mantello regale ondeggiava a tempo degli affondi, lo scudo manovrato come il disco di Apollo e i lunghi capelli biondi si sfoggiavano di ossa e denti delle innumerevoli vittime che la sua spada aveva assaggiato.

Accanto, la sorella. Duellante con la grazia di un felino.

-perché ti trattieni sorellina?- le piantò la lama piatta nel fianco, facendola barcollare all’indietro – potrei dire la stessa cosa di te, mio caro!-

Prese la ricorsa per colpirlo con un calcio quando si bloccò di colpo assottigliando gli occhi- vattene Warenxo.-

Si girò lanciandogli la pesante spada, poi voltandogli le spalle lo lasciò correre via.

Di fronte a lei una donna la fissava, tra di loro la tempesta di neve faceva vorticare mille fiocchi ghiacciati, impedendo alle due di scorgersi perfettamente.

-sei molto coraggio o molto stupida per venire qui da sola…- la ragazza continuò a fissarla, le braccia nude lungo i fianchi, poi però si voltò allontanandosi nella direzione presa dal fratello

-non osare voltarmi le spalle, mostro assassino!-

Si fermò, piegando leggermente il capo per fissarla al di sopra della spalla ossuta- chiami me assassina…eppure tu stessa sei venuta qui per uccidermi. Non sei migliore di me. –

-hai ucciso mio padre e tutti i miei fratelli! Meriti la morte!-

-è la guerra…se avessi avuto il coraggio di prenderne parte, ora saresti nel mondo dei morti con loro, e non ti sentiresti così sola…- guardò il cielo in silenzio, senza badare alla sconosciuta che nel mentre stava estraendo un pugnale dalla cintura. E a un certo punto, la principessa scoppiò a ridere – vuoi davvero sfidarmi con quello?-

Sorrise per qualche attimo, poi urlò. Con le mani si toccò il petto, dolorante come se qualcuno gli avesse dato fuoco, e allora con gli occhi sgranati si voltò.

Il pugnale gocciolava sangue, scarlatto sul candore del ghiaccio, la mano tagliata appoggiata al cuore della straniera – che tu possa morire per mano della tua stessa magia, io ti maledico strega! Cadrai tra le mani di coloro che ami-

Poi fu il nulla, solo neve e freddo.

 

 

 

 

Merlino fai questo, Merlino fai quell’altro, Merlino ti uccido, Merlino sei inutile, Merlino, Merlino, Merlino…passo la vita a lavorare io…-

Il ragazzo camminava con la sacca sulla spalla, ricolma di strani funghi che Gaius gli aveva chiesto di raccogliere nel bosco. Saltò con agilità un masso, atterrando nel fango invernale. Le mani infreddolite tenute strette sotto le ascelle, le guance di solito chiare spiccavano in un rosa acceso, dovuto al freddo pungente, gli alberi spogli lo sormontavano come tanti spettri scheletrici. Poco più avanti con una smorfia superò la carcassa di un cavallo sventrato.

-che schifo…quest’anno i lupi si sono dati decisamente da fare- si passo una mano tra i capelli ribelli, cercando di darsi una calmata, distogliendo gli occhi dalla carne congelata del destriero. Ma cosa ci faceva un cavallo da quelle parti? Quasi tutti gli esemplari appartenevano a Camelot…questo voleva dire che qualcuno si era perso nella foresta…o peggio ancora…

A interrompere i pensieri del ragazzo fu il grugnito alle sue spalle, accompagnato da una nuvola di tanfo, voltandosi molto lentamente Merlino sorrise, per non piangere

- ma buongiorno signor troll…ho per caso oltrepassato il cancello di casa sua? In quel caso, mi scusi…ora, me ne vado…-

Per tutta risposta la creatura prese un ramo secco scaraventandolo nella sua direzione. Cominciò a correre, inciampando in tutte le radici della foresta- per fortuna i troll non sono veloci, ma avanti, corri…correre..-

La luce più intensa segnava la fine della foresta, uscendo sarebbe stato in salvo; nessuna creatura magica aveva il coraggio di mostrarsi apertamente in quelle terre ove era bandita la magia.

Con un ultimo sforzo superò gli ultimi arbusti, gettandosi nell’erba bagnata. Gattonando ancora un poco si mise al sicuro in cima alla collina, e sedendosi si voltò senza fiato a fissare la foresta in cui i gemiti del troll echeggiavano ancora.

-fiu…salvo anche questa volta…Gaius però me la paga…-

Si tastò le spalle in cerca della sacca e un gemito gli uscì dalle labbra, si accasciò sul prato appoggiandosi un braccio sugli occhi –  mi ucciderà…- l’aveva sicuramente persa durante la corsa, ma chi aveva il coraggio di tornarci li dentro?

Un sibilo nell’aria lo fece destare dai drammatici pensieri, togliendo il braccio si alzò a sedere poi cominciò a urlare. Arpionando la terra cercò di trascinarsi all’indietro mentre il masso, della grandezza di un manzo, volava verso di lui, scagliato dal troll.

Cercò di formulare l’incantesimo per bloccarlo, troppo tardi.

Chiuse gli occhi pronto all’impatto. Che brutta fine, e lui che sperava di morire in modo un pochino più dignitoso…

Ma nulla accadde.

Era già morto? Aprì prima un occhio, poi l’altro e con maggior stupore di prima si fermò a contemplare il sasso sospeso a pochi centimetri dalla sua faccia.

Alla sua destra  un paio di gambe nude, guardando per qualche secondo in alto distolse subito lo sguardo, deglutendo.

Una ragazza completamente vestita di pelli e pellicce stava tenendo sospeso un masso senza nemmeno muovere un dito, solo gli occhi la rivelavano. Erano completamente bianchi, eccetto la pupilla.

Voltandosi verso Merlino lo fissò con impassibilità- perché ti trattieni?-

-è vietato..- la voce gli uscì simile a uno squittio, e dovette tossire prima di riuscire a parlare, alternando lo sguardo dalla ragazza al masso pronto a ridurlo in gelatina- è vietato usare la magia, possono ucciderti per..per…-

La ragazza lo trafisse con gli occhi spettrali, poi li serrò e il masso si spostò di lato, cadendo nel fango poco distante, inondando il giovane mago di melma e acqua dal colore molto equivoco – mi sbaglio…tu non ti stai trattenendo: tu proprio non sei capace di usare la tua forza magica…-

-tu…tu..ci conosciamo?-

Lei piegò la testa di lato, facendo scivolare la lunga chioma corvina sulla spalla e sul seno, la pelliccia bianca in contrasto con essi – dove mi trovo giovane mago?- e gli occhi tornarono normali, di un grigio bello come l’argento, ma dentro di essi c’era qualcosa di sbagliato.

 

 

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Capitolo 2
*** Strega, Mago e principe. ***


Ve l’ho già spiegato! Quella ragazza ha sollevato un masso con la sola forza del pensiero, senza nemmeno dover sbattere le ciglia!-

Il vecchio medico si appoggiò di più al tavolo, sporgendosi per fissare con occhi sospettosi il ragazzo corvino seduto di fronte. Le mani appoggiate sul libro che stava leggendo poco tempo prima, quando ancora regnava un po’ di calma nella casa.

-quindi tu mi stai dicendo che la ragazza che è ora seduta sul tuo letto mezza nuda, in verità è una strega e ha salvato la vita a te?-

Merlino si alzò esasperato, tenendosi la testa tra le mani, cercando qualche modo per convincere non solo Gaius, ma anche se stesso di quella assurda faccenda – e non è tutto! Sa dei miei poteri, sebbene io non abbia usato nessun tipo di magia! Le è bastato guardarmi, e mi ha anche obbligato a dirle dove ci troviamo, non sapeva nemmeno esistesse Camelot!-

-perdona la mia curiosità Merlino…ma perché allora sei ricoperto di letame?-

- non è letame! È fango!-

Inarcando le sopracciglia il medico lanciò un ultima occhiata al ragazzo per poi alzarsi lentamente dirigendosi alla porta con la schiena leggermente rivolta in avanti; il freddo era davvero troppo per le sue povere ossa. Aprendo la porta sospirò nel sentire le folate di vento ghiacciato – dove state andando!? Non vorrete lasciarmi qui con quella!

-tu l’hai trovata e tu ora sistemi le cose Merlino, e ricorda…nessuno deve sapere che c’è una strega in più a Camelot- e così dicendo si avvio, sbattendo la porta in faccia al mago che disperato guardò il legno del portone, poi quello della sua stanza…aperta? La porta l’aveva lasciata chiusa.

-e così ti chiami Merlino…-

Sobbalzando si voltò verso il fuoco ove la ragazza si era appostata fissandolo con quegli strani occhi grigi, freddi come la neve. Ora che la guardava bene poteva ben notare lo strano abbigliamento della sconosciuta. Portava una gonna troppo corta con aperture su più lati, gli stivali avevano inserti di metallo e pelo e il ventre piatto spiccava sotto strati di pellicce sormontate da quella più vistosa, bianca come il latte, avvolta sopra la spalla destra, ricadente come un mantello fino a metà gamba. I capelli erano neri come quelli di Lady Morgana, ma a differenza dell’ultima li portava sciolti e lisci, adornati solo da qualche treccina – sono ossi quelli che hai trai i capelli?-

Per quando si fosse ripetuto di mantenere un tono di voce normale in presenza di lei, anche questa volta gli era uscito solo uno squittio.

-intendi forse queste Merlino?- con una mano si sfiorò una treccina, forse la più vistosa- sono ossa di drago…perché cielo e terra possano convivere nelle mie vene sempre-e accompagnò quelle parole di profezia con un regale gesto delle mani rivolgendosi al cielo.

-certo che sei strana forte tu…qual è il tuo nome?Ormai il mio lo conosci…-

Nervosamente guardò fuori da una delle finestre, sperando in tutti gli dei del mondo che la ragazza non usasse la magia come poche ore prima, perché a quel punto avrebbero perso la testa entrambi- Mi chiamo Felina…-

Il fuoco scoppiettò e un tizzone ardente finì esattamente su uno straccio vecchio che subito iniziò a fumare, subito una cascatella d’acqua ci cadde sopra e a quel punto la ragazza scoppiò a ridere, cristallina come un coltello sulla pietra- e poi dici a me che non devo usare la magia!-

-shhh!- Merlino le si avvicinò di colpo intimandole con gli occhi sgranati di abbassar la voce, poi si guardò attentamente attorno – c’è la pena di morte per gli stregoni e le streghe! Non faccio apposta...a volte, succede e basta…quando sono agitato..o simile-

- perché non sei capace di isolare potere e pensiero-

-tu la fai tanto facile! Hai sollevato un masso che era grosso come un cavallo senza nemmeno stancarti…ma da quanto tempo hai questi poteri?-

La ragazza lo fissò inarcando le sopracciglia, poi andò verso le finestre, iniziando a chiuderle una a una, molto lentamente, con gesti fluidi e con le pellicce ondeggianti sulla sua esile figura- sono nata così…a tre anni sapevo sputare fuoco come un drago e a quattro bloccavo perfino la pioggia- con l’ultima finestra serrata l’oscurità si diffuse per la stanza, il camino come sola fonte di luce- ma che stai facendo Felina?- Merlino deglutì vistosamente indietreggiando, forse con il terrore di vederla davvero sputare fuoco- non dovresti vestire in quel modo, sei…un po’…sconvenie…-

Si bloccò quando lei lo tirò giù, obbligandolo a inginocchiarsi di fronte a lei, imitandola. Prendendo le mani del giovane le incrociò con le sue, poi chinò la testa- chiudi gli occhi-

Senza sapere perché con un po’ di riluttanza eseguì l’ordine della corvina e lentamente calmò il respiro, rabbrividendo al contatto freddo delle mani; era gelata come un morto…-hai freddo?-

-fa silenzio e concentrati sulla tavola-

Merlino non rispose e per qualche attimo fu sul punto di aprire gli occhi e mandare all’aria quella messa in scena, poi però sospirò e iniziò a visualizzare nella mente il tavolo, con tutto ciò che c’era sopra – ora isola gli oggetti appoggiati…cancella il supporto della tavola, pensa solo alle stoviglie e ai libri…e alzali-

-come faccio ad alzarli se  non li guardo!-

-concentrati! Alza i libri, alzali!-

Trattenendo il fiato Merlino si concentrò e seguì passo a passo ciò che Felina gli aveva detto, visualizzò gli oggetti e poi pensò nella mente la formula per farli volare e con sua grande sorpresa, gli oggetti opposero resistenza, sollevandosi solo di pochi centimetri pesanti come massi. Gli sfuggì un gemito di apprensione sentendosi debole, senza forze.

Lentamente le dita di lei si strinsero di più tra le sue mani, accoglienti e grandi in confronto a quelle di lei e con una scossa una forza palpabile si diffuse in lui, come un fuoco caldo e potente. Sorrise, inondato da quel potere sconosciuto.

Esistevano soltanto lui e lei, uniti da qualcosa al di là della ragione…così…

-MERLINO!-

Aprendo gli occhi di colpo si stacco cadendo all’indietro. Una montagna di libri, frutta, boccettine di vetro si scagliò al suolo facendo una caduta di diversi metri disintegrandosi in mille pezzi sul pavimento.

 La porta si spalancò di colpo. Il principe si fermò a fissarlo con la sua solita aria di superiorità, incrociando le braccia sul petto- Merlino…so che mi darai una spiegazione molto valida sul tuo ritardo al pulirmi il cavallo…e anche sul fatto che sei sdraiato a terra ricoperto di sterco con una ragazza mezza nuda-

-certo…una spiegazione..ma certo…il fatto è…che non è sterco, è fango-

Gli occhi di Artù lanciarono fiamme mentre fissava il servo a terra, poi però l’attenzione si spostò su Felina- e lei chi sarebbe?-

-perché non ti rivolgi a me, al posto di far finta che io sia trasparente?-

Lentamente si alzò fronteggiandolo, non troppo alta con il mento ben piantato per aria, per fissarlo negli occhi.

-ma tu lo sai chi sono io?- Artù sorrise, pronto a dare una bella punizione alla ragazza, i capelli biondi ricoperti da fiocchi di neve che lentamente si stavano sciogliendo al calore della stanza, il mantello stretto attorno al corpo snello e muscoloso per proteggerlo dall'inverno.

- e tu mio caro, sai chi sono io?-

E fu lei la prima a estrarre l’arma, nascosta sotto le innumerevoli pellicce. Puntando la corta lama alla gola del biondo si presentò- sono la padrona della lama che scalfirà la tua pelle-

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Capitolo 3
*** Maghi e Principi. ***


Tu vorresti sfidarmi con un pugnale?-

il volto di Artù,in parte divertito, guardava con attenzione la ragazza che sguainava la corta lama ad altezza del volto di lui, puntandoglielo dritto tra gli occhi, la gamba sinistra piazzata ben saldamente dietro l'altra, nella tipica posizione da duello, e per quanto femmina, sapeva duellare, e lui era disarmato.

-Felina...che stai facendo??- Merlino cercò di attirare l'attenzione dei due, continuando a spostare gli occhi da falco dalla ragazza al principe- finirai nei guai...-

allungando la mano prese il braccio libero di Felina, ma nel momento stesso in cui cercò di strattonarla verso di se una scossa lo percorse obbligandolo a mollare la presa di colpo, con un esclamazione di dolore e per un attimo lei si voltò verso di lui, gli occhi di una freddezza spettarle e il volto contratto in una smorfia, ma infine abbassò l'arma, rimettendosela sotto la pesante pelliccia-  giovane...uomo, a quanto pare da queste parti non sono lecite le usanze del mio popolo-

si rivoltò verso Artù, incrociandone lo sguardo allibito, poi si girò facendo sventolare i capelli corvini accompagnati da un lieve suono tintinnante, proveniente dalle ossa tra le svariate ciocche.

Merlino, ora tu trovi alla svelta una soluzione...o giuro che ci finisci tu infilzato da un pugnale- il dito medio del principe si avvicino pericolosamente al volto del mago che con un sorriso tirato in volto iniziò ad indietreggiare molto lentamente. 

– sono la principessa Felina..e Merlino mi ha salvato la vita nella foresta...uno spaventoso mostro ha cercato di mangiarmi, e lui si è coraggiosamente messo in mezzo, facendolo fuggire- per un attimo un silenzio complice regnò nella stanza mentre i due corvini sorridevano dentro di se, poi però il biondo scoppiò a ridere rimettendosi a fissarla con fare assolutamente divertito- ma da dove diamine siete uscita? Non avete di certo l'aspetto di una principessa...e poi, Merlino coraggioso?? mi sa che vi state sbagliando...-

-e a  voi principe, perchè per quanto possiate nasconderlo il vostro spirito trasuda sangue reale, non vi ha mai insegnato nessuno a portare rispetto a una ragazza, per di più nobile?-

-perdonatemi...ma volevate uccidermi fino a pochi attimi fa, mi è un po' difficile fidarmi di voi- la ragazza si girò lentamente verso di lui piegando il collo per fissarlo attentamente, poi però scosse il capo e si avvicinò a Merlino, disperatamente appoggiato a un tavolo di quercia – Artù...suvvia...è solo una ragazza...-

Le sopracciglia del biondo si inarcarono e le braccia si incrociarono sul petto, non smettendo mai di fissarla con sospetto.  Lei però cadde e Artù Si getto a prenderla mentre il corpo  si afflosciava al suolo, raggiungendola  a pochi centimetri dal pavimento, l'accompagnò   adagiandola sulle proprie braccia mentre si inginocchiava a terra– Merlino! Prendi dell'acqua!-

-eh, si subito..- corse verso un secchio da cui prese una coppa d'acqua pulita. Chinandosi poi  accanto ai due l'accostò alla bocca di Felina, svenuta. Agli occhi di Merlino la cosa risultò abbastanza tragica...insomma, quella ragazza poche ore prima aveva tirato su un masso, e ora era a terra senza forze...fredda come la morte. 

-mettiamola sul tuo letto...aiutami- prendendola da sotto le ginocchia e sotto le spalle la sollevò senza problemi aspettando che Merlino aprisse la piccola porta della stanza, poi l'adagiò sul  ruvido materasso allontanandosi di qualche metro, fissandola insieme al moro – davvero le hai salvato la vita  Merlino?-

-ehm...si, però...cosa pensate le sia successo? Come ha fatto a giungere qui se dice di esser  la principessa di un regno molto distante da qui?-

-non ne ho idea, so soltanto che non si è ancora ripresa, quindi va a chiamare Gaius, e alla svelta...- si bloccò un attimo, pensieroso- fai in fretta...è pallida come un morto-

-ma sto sempre a correre io?-

-muoviti!- Corse via percorrendo la stanza a grandi passi, scavalcando un sacco di erbe strane, superatala porta si fermò qualche secondo per guardarsi indietro, poi si incamminò. Sempre guai. 


Nella stanza da letto Artù rimase a fissarla ancora per parecchi minuti, lunghi come ore...in alcuni momenti gli occhi ricadevano in zone nude del corpo della ragazza, accompagnati da pensieri vaganti e poco appropriati alla situazione...lentamente si avvicinò e sedendosi sul bordo del letto prese un lembo della pelliccia bianca e la coprì di più. 

Meno di dieci secondi dopo Felina si alzò di colpo, urlante e con gli occhi sbarrati, iniziando a dimenarsi tenendosi il volto tra le mani contratte

-calma mia signora....state calma...- Artù la bloccò dolcemente, obbligandola a fissarlo negli occhi – va tutto bene...siete al sicuro a Camelot...-

La corvina si bloccò di colpo, velocemente si guardò attorno, poi sorrise piuttosto malinconicamente- ora ho capito tutto...-

-che cosa avete capito?-

-datemi del tu...non sono poi così vecchia...-

si guardarono per qualche altro secondo, contemplandosi come vecchi amanti ritrovati – va bene Felina...- 





Gaius constatò che il mancamento di lei aveva cause inspiegabili, forse semplicemente la paura accumulatasi per il lungo viaggio e diede l'ordine di farla riposare il più possibile. Artù se ne andò solo a notte inoltrata continuando a rimandare il ritorno nelle sue stanze, cercando di convincere Felina a spostarsi in luoghi più accoglienti del castello. 

Fu però presa la decisione di farla dormire nella stanza di Merlino così che in caso di bisogno ci fosse lui a poterla soccorrere, ma la verità era che lo stesso mago non voleva perdersi un attimo di compagnia di una ragazza che potesse capirlo, essendo lei una strega.

La notte stessa, in quella disordinata e piccola stanza, Merlino cominciò a urlare dimenandosi nel letto. Alzandosi di colpo con il fiatone e gli occhi spalancati si voltò verso di lei, seduta sul davanzale a guardare fuori dalla piccola finestrella- so che cosa hai visto...Merlino...era tutto nella mia mente...- con il dito indice si toccò la fronte, senza però fissare il ragazzo, consapevole di essere   

studiata- perché sei qui?- 

-non ti è dato saperlo...non oggi, ne domani...nemmeno a me è dato saperlo...presumo però che ormai i nostri destini siano uniti, e essendo io unita a te..lo sono anche col principe Artù...-

-come fai  a sapere che sono legato a lui?- si mise seduto sul materasso, appoggiando i gomiti sulle ginocchia per far da appoggio alla testa 

-lo vedo...siete così nitidi nella mie mente assieme...siete una cosa sola...- con un colpo di reni scese dal davanzale raggiungendolo, piegandosi leggermente in avanti gli prese il mento tra le dita della destra e gli fece alzare il viso- tu hai paura del tuo futuro...perché?- 

non volle aspettare la risposta, semplicemente con un balzo felino salì sul letto accanto a lui, sdraiandosi sul fianco allungò le mani, trascinandolo giù, insieme a lei – Felina...che stai facendo??!!-

-non avere paura di me Merlino, sei uno dei pochi che può dirlo...- imbarazzato come quando stava troppo tempo assieme ad Artù il giovane mago si girò verso la ragazza ad occhi chiusi, i capelli di lei come doppio cuscino...e lentamente, stringendosi sul bordo di quel piccolo spazio, cercando ogni modo per non toccarla nemmeno con un piede...cadde in un dormiveglia senza sogni...

“ Merlino...dove si trova il drago?” udì quella domanda nella sua testa, un eco lontano della voce di Felina.

Sgranò gli occhi da falco, poi si addormentò.

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Capitolo 4
*** Principi e Comandanti. ***


Nevicava A Camelot, le bianche torri della fortezza reale spiccavano di un candore spettrale mentre il cielo scuro da giorni riversava la sua furia, spargendo sottili e gelidi fiocchi di neve. La foresta era diventata color latte, i rami delle piante scricchiolavano sotto il peso del ghiaccio e ogni tanto qualche cumulo di neve si abbatteva al suolo, facendo scansare il nero destriero di Artù. Il principe cavalcava ad andatura costante sul sentiero principale, gli occhi vigili e una mano sull'impugnatura della spalla. Sebbene fosse coperto dal lungo mantello rosso le guance spiccavano una tonalità più rosea del solito mentre sbuffi di vapore gli uscivano dalle labbra, a ogni respiro.

-ma non preferisci andare a cavallo?-

pochi metri più avanti Felina correva tra la neve. Agile come un felino a caccia saltava tra i vari tronchi morti, gli stivali di pelo immersi quasi completamente nella neve e la pelliccia che di solito stava su una spalla sola ora le stava arrotolata sulle spalle e sul ventre, come una lunga cappa di pelo. I capelli neri ondeggiavano e il bastone, donatelo da Merlino, poggiava sulla spalla sinistra.

-no, mi dispiace principe..io non sono schizzinosa come voi, preferisco correre- si fermò un attimo a fissarlo, poi sorridendo ricominciò ad avanzare seguita a ruota da Artù, a sua volta divertito – vorrei tanto sapere da dove vieni in realtà...non sembri turbata dal brutto tempo, anzi...proprio oggi che nevica, mi hai chiesto di accompagnarti a fare due passi-

scoppiò a ridere, affiancando il cavallo dovette alzare il viso pallido per poter scorgere il ragazzo in volto, poi alzò una mano e raccolse qualche fiocco di neve che lentamente si sciolsero a contatto con il calore umano- ti sbagli, io ho solo detto che volevo andare nella foresta e tu hai insistito per farmi da guardia del corpo-

-ho fatto forse male?-

gli occhi di lei si incupirono velocemente, poi affrettò il passo saltando una pozza ghiacciata – forse avevo bisogno di un po' di intimità...forse avevo bisogno di pensare-

Artù smise di sorridere, per un attimo il cavallo si fermò, poi partì a un trotto tranquillo per affiancarla di nuovo- perdonatemi Felina...vi ho mancato di rispetto, deve essere dura per voi...essere così lontana da casa e per di più non sapere il perché...-

-no, non darmi del voi...mi fa sentire vecchia e spocchiosa...-

-Felina, raccontami della tua Terra...sono curioso-

La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo. Senza accorgersene avevano raggiunto il lago che ora spiccava come una gigantesca lastra di ghiaccio, attorno ad esso le piante erano quasi tutte aghifoglie, ancora verdi e vive sorgevano maestose di fronte a loro.

-colline innevate a perdita d'occhio...ecco com'è la mia terra. D'inverno il cielo si oscura e tempeste d'avorio riempiono l'aria, le  case dei villaggi mostrano i fuochi perennemente accessi e acconto ad essi i lupi ululano richiamando la luna...e l'estate, quando gli dei del sole tornano a noi...le distese si fanno verdi e le cascate, alte come giganti, ricominciano a vivere proiettando i colori dell'arcobaleno su di noi. Il cielo azzurro si cosparge di luce....-

-si potrebbe dire un luogo magico...- Artù rimase a contemplare la foresta, cercando di immaginarsi le Terre descritte, gli occhi ricolmi del desiderio di vedere un giorno paesi sconosciuti...lontani

-devo forse offendermi principe? Non è forse nelle terre di tuo padre che è bandito il potere magico? Definire magica la mia terra è forse una forma di disprezzo da parte tua?-

-no...mi hai frainteso, dicevo che deve esser davvero un bel luogo- giocò per qualche secondo con il pomo della spada, la fissò, poi tornò alla foresta

-scendi da cavallo Artù, figlio del Re...è ora che io ti sfidi seriamente-

-ma perché vuoi farti battere da me! Non voglio farti del male Felina, non l'hai ancora capito? Pensavo che dopo oggi ti fosse chiaro che...le mi intenzioni verso di te sono le migliori- scese comunque da cavallo, avvicinandosi a lei con le braccia tese, forse per prenderle le spalle e obbligarla a guardarlo, per farle capire che non voleva duellare con lei, ma fu inutile, si scansò via fissandolo con gli occhi grigi divertiti, i capelli neri lunghi cadevano sul seno e sulla pelliccia pesante che con una mano si slacciò e poi brandì il bastone- non è una sfida all'ultimo sangue Artù, ma devi batterti con me, o non sarò mai sicura della tua vera forza -

-ma ti sei fatta proteggere da Merlino!- ormai il tono della voce di Artù si era alzato di parecchio, ma in essa c'era una nota dolente, come se davvero fosse preoccupato  per le conseguenze di quello scontro- da Merlino! Che non sa nemmeno brandire un coltello da cucina!- si passo le dita tra i capelli biondi, serrando le labbra

-ti fidi così tanto della mia parola?- lei sembrò divertita e mentre aspettava con il bastone alzato camminava avanti e indietro, come un lupo pronto ad attaccare

-Merlino si fida di te!- ormai erano vere e proprie urla quelle del principe che per pura disperazione estrasse la spada, facendola ridere di più – te e Merlino...Merlino e te...che grande dimostrazione di fiducia...di lealtà!- e dicendo questo scaraventò il bastone verso la faccia di Artù che parò il colpo con la spada, indietreggiando. Facendo volteggiare il legno lo scagliò una seconda volta, più forte, poi una terza fino a quando la lama della spada finalmente le si avvicinò pericolosamente al ventre che si spostò per pararla – finalmente!- Ricominciò il duello: infinito. Lei non sembrava stancarsi, lui non riusciva a colpirla, anche per quella maledetta paura di farle del male; poi ad un certo punto Felina fece passare il bastone dietro la testa di lui. Prendendolo alle due estremità con un forte strattone obbligò Artù ad avvicinarsi a pochi centimetri dalla sua faccia, mettendogli le labbra molto vicino al volto, deglutì- ho vinto Felina- la lama della spada si infilò tra i due e si appoggiò delicatamente sulla gola della corvina- mi dispiace...ma ti sbagli-  e infilando una gamba tra quelle di lui, con un calcio sui talloni lo fece volare per terra, mollando il bastone in modo tale da un cadere a sua volta. Lo guardò dall'alto mentre lui se ne stava sdraiato allibito- devo piantarla di battermi con le donne..siete troppo...- e alzando una mano cercò la parola appropriata, senza trovarla- ci rinuncio!-

-ho avuto ciò che desideravo...- senza provare nemmeno ad aiutarlo ad alzarsi si avvicinò al cavallo, accarezzandogli il muso – allora principe delle nevi, che ne dici di portarmi a Camelot sul tuo forte destriero?-

alzandosi Artù la guardò piuttosto male e raccogliendo la spada e il bastone lanciò l'ultimo alla ragazza che lo prese senza problemi – dove hai imparato a combattere?-

-io e te siamo più simili di quanto tu possa pensare- avvicinandosi a sua volta al cavallo lo slegò- oh, io non credo proprio di esser come te, per prima cosa non mi vestirei mai in modo così vistoso- la prese il braccio issandola sulla sella, questo sembrò non esser gradito dalla straniera che lo ghiacciò con gli occhi freddi- so salire su un cavallo!-

-ehi ehi, non ti offendere Felina, mi hai detto tu di portarti a Camelot a cavallo, e se vuoi farmi fare il principe fammelo fare decentemente...- si issò a sua volta sul morello, sistemandosi dietro di lei e prendendo le redini le passò le braccia attorno alla vita impellicciata, facendo partire il cavallo al passo- e allora dimmi, in che cosa saremmo simili io e te?-
-sono comandante dell'esercito  di mio padre e quindi sua prima guardia del corpo... qui tu forse non lo sei del re?-
- ma sei solo una ragazza, come ha potuto tuo padre metterti a capo dell'esercito!- il cavallo fece due tempi di galoppo spaventato dopo che un grosso cumulo di neve si abbatté al suolo, insieme a un ramo marcio – mio padre è il più grande guerriero che io abbia mai visto sulla terra...ed il più grande conquistatore.- fece una pausa, come se i ricordi della famiglia le fossero dolorosi. Mentre parlava gli occhi le si cerchiarono di bianco, ma essendo Artù dietro di lei non lo notò e continuò ad ascoltarla in silenzio- non siamo un popolo pacifico...la gente ci teme, e il nostro esercito ha marciato su territori di metà mondo...l'unico motivo per cui non ci sono stati problemi qui a Camelot è perché siamo assai distanti. -

-ora come ora non riesco a vederti come una persona capace di uccidere qualcuno...anche se sei riuscita a mettermi al tappeto-
-tu non sai molte cose su di me...Artù- gli occhi completamente bianchi si scurirono appena giunti davanti alle porte del castello. Lì Merlino correva loro incontro come un forsennato, la giacca sventolante sotto i fiocchi di neve che avevano ricominciato a scendere copiosi, quando li raggiunse il cavallo si impennò spaventato, e il mago si appoggiò alle ginocchia per riprendere fiato
- che succede Merlino?-
- Sir Enilot marcia su Camelot, il re ha giustiziato suo figlio per stregoneria e lui ha giurato di vendicarsi -

-che cosa!?-

Felina saltò giù dal cavallo, la testa lievemente penzolante come se fosse in stata in trance, camminò verso il servo, e affiancandolo si fermò verso di lui, fissandolo “ il tuo amico...mi chiama”

-chi ti chiama Felina?!-

-di che stai parlando Merlino?! C'è una battaglia prossima e tu ti inventi le cose?-
- inventato? ma...-

Capì in quell'attimo che la voce della scorsa notte proveniva dalla strega, capace di parlargli nel pensiero.
“ il drago!”

 

 

 

 

Un ringraziamento vivissimo a TESAR per i commenti e il sostegno che mi da! Si, i draghi centrano eccome, ma tutto verrà svelato a tempo debito...Merlino ed Artù si ritroveranno in situazioni molto focose.. e ci saranno molti intrecci tra i destini dei 3. Per quanto riguarda i vestiti di lei, mi dispiace, non ho nessun link da poterti passare, ho preso spunto da un mio vecchissimo disegno...però l'idea di metter le pellicce sul corpo mezzo nudo di Felina  mi sembrava un buon paragone al carattere di lei, in continua contraddizione ( si noterà di più nei prossimi capitoli). Spero ti siano piaciuti anche questi nuovi capitoli!

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Capitolo 5
*** Il drago e le visioni. ***


Corse con quanto fiato aveva in gola, correndo tra la folla sgusciò tra la gente come uno spettro, le pesanti vesti fluttuanti dietro di lei, gli occhi grigi fissi in punto come se non fossero più collegati a questo mondo. Dentro di lei la strada per raggiungerlo era segnata come se fosse già vissuta in quella Terra, in una vita passata. Ma la verità era che avrebbe sentito la presenza di un drago anche a mille miglia; ne sentiva il respiro, la magia, il potere, la sofferenza. Ogni sensazione provata dalla creatura le inondava le membra come una droga, e dietro di se la voce urlante di Merlino chela incitava a fermarsi, senza riuscire a starle dietro.

Raggiunse l'entrata che cercava, la superò velocemente senza il bisogno di accendere nessuna torcia. Arrestò la corsa solo nel momento in cui avvertì la presenza di due uomini, e quindi, appoggiandosi alla dura pietra sussurrò parole in una lingua più antica della Terra stessa, e senza dover controllare superò i due soldati riversi al suolo, preda alle convulsioni.

Corse, il bastone tra le mani si accese di luce propria mentre i pesanti stivali sfidavano il terriccio umido delle gallerie. Infine raggiunse la grotta, ed ad attenderla Lui.

Si fissarono per parecchi minuti, lei in piedi con il bastone piantato nella terra, i capelli neri cadenti come fili di seta volavano a ogni battito d'ali del Drago che, possente e maestoso restava sospeso a pochi metri dalla straniera, gli occhi gialli attenti, e la pesante catena legata alla zampa.

-è triste la tua sorte antico Drago!- Dovette urlare per sovrastare il frastuono delle gigantesche ali, ma lui sembrò sentirla senza nessun problema e appoggiandosi sulla pietra fece tremare la grotta – non più triste della tua, signora del nord-

-non cerco compassione ne voglio dartene, eppure non nego che la cosa mi diverti! Un drago incatenato da un semplice re...-

in risposta il vecchio Drago ringhiò alzandosi di nuovo in volo, vorticando di fronte a lei con fare nervoso, quasi furioso – no, tu non sei venuta per la compassione, sei venuta perché hai bisogno di risposte da me-
- non nego nemmeno questo!- il Drago si riposizionò sulla pietra che tanto sembrava amare, sventolando la possente coda come un gatto infuriato- è curioso come una maledizione imposta in un luogo così lontano da Camelot possa invece avere dei riscontri così potenti su questo regno, e tu principessa ora sei segnata, e nulla potrà cambiare le cose, che tu lo voglia o no il tuo destino è ora intrecciato con il giovane Pendragon, e soprattutto con Merlino-

-quindi ciò che mi hai fatto vedere è vero! Ciò che ho visto mentre sfioravo Artù è ciò che dovrà avvenire, è ciò che succederà!-

il Drago annuì solennemente, ricambiando lo sguardo della giovane donna che lentamente lasciò cadere il bastone che sbattendo a terra si riversò sul fondo della grotta, spegnendosi nella caduta. Il buio attanagliò il luogo, l'unica fonte di luce sembravano gli occhi della creatura, puntati su Felina, immobile e silenziosa come una statua – dentro di te lo hai sempre saputo. Possiedi una saggezza pari quasi alla mia, quindi ora mi stupisce il tuo sgomento, e soprattutto il tuo dolore...soffri principessa, lo percepisco molto bene-

-compirò il mio destino, e che la somma Dea possa sorreggermi in questo incarico.- la voce le si ruppe e qualcosa tremò nell'aria circostante alla donna, come una lieve luce, ma nelle parole di lei la sicurezza era svanita, lasciando spazio alla rabbia- aiuterò Merlino...con il mio aiuto diventerà il più potente mago al mondo vero? Sotto il suo aspetto goffo si cela vera magia antica...-

-rammenta strega! Non puoi salvarne uno solo.- la creatura si fermò a fissarla nel buoi, senza problemi a vedere in quella oscurità infernale- per quanto possa sembrare già pronto il giovane Pendragon avrà bisogno di Merlino per tutta la vita... essi sono come una persona sola, e se tu deciderai di salvarne solo uno...allora sarà tutto inutile. Non possono vivere separati- queste parole echeggiarono nella mente di Felina come una folata d'aria gelida, poi digrignò i denti e con occhi bianchi urlò parole celtiche, allungando una mano davanti a se alcune rocce si ruppero in mille pezzi e una potente scossa percorse la terra raggiungendo la superficie, poi riabbassò l'arto e voltò le spalle al Drago incamminandosi verso l'uscita della grotta, tra le dita una piccola fiammella come fiaccola. Fermandosi all'entrata del passaggio girò il volto, poi chiuse gli occhi e una ciocca di corvini le cadde davanti al volto

-hai ucciso i soldati, eppure non sembri avere molti rimorsi...una vita per una vita, rammenta sempre. -

-uno più...uno in meno, ho smesso di contare le persone che ho ucciso Drago... ma ho solo diciassette anni...-e detto ciò si allontanò con il suo passo felino, silenziosa come uno spettro ripercorse il lungo corridoio roccioso, ad attenderla all'uscita Merlino, chino sui due soldati, ormai immobili come statue di marmo.

 

 

-non avevi il diritto di uccidere le guardie!-

Merlino la fissava con uno sguardo furioso, continuando a far avanti e indietro nella sua piccola stanza, saltando ogni tanto qualche indumento lasciato a marcire sul pavimento. Lei ricambiava gli sguardi dal davanzale, la gamba destra penzoloni e i piedi nudi. Infatti per la prima volta da quando era giunta aveva deciso di spogliarsi dalla pesante pelliccia bianca e dagli stivali metallici. Una mano era appoggiata al ginocchio della sinistra, ripiegato e appoggiato contro la finestra – non puoi uccidere le persone per divertimento! Non ti avevano fatto nulla, e per di più hai usato la Magia per farlo! Non posso nasconderti al Re se tu vai in giro a sperperare per Camelot i tuoi poteri!-
-sperperare? Tu chiami sperperare i poteri il voler parlare con una creatura millenaria e che merita il rispetto di un dio in terra?-
con un balzo scese dal davanzale, facendosi puntare il dito contro senza nemmeno badarci più di tanto- c'erano altri modi! Non si può usare la Magia per uccidere la gente, è sbagliato!-
- giusto e sbagliato...è tutta una questione di punti di vista, tu uccideresti chiunque per salvare Artù, e non negarlo...se dovessi minacciarlo ora, non indugeresti a ferirmi a morte con le arti magiche- Merlino aprì bocca per ribattere, poi però essendo rimasto con le spalle al muro abbasso il dito indice e strinse le labbra voltandosi a tirare un calcio al letto- come posso fidarmi di te?-

-puoi semplicemente fidarti...-

-tu ti fideresti di un'assassina?- si voltò a guardarla con gli occhi ricolmi di delusione, forse per l'aver constatato di essersi fidato di una pazza e malvagia strega- io mi fido di te Merlino. Non ho bisogno di giuramenti o patti di sangue per sapere che non mi denuncerai a Uther-fece una delle sue tante pause posando gli occhi sul freddo muro, una mano a pettinarsi i lunghi capelli, dei gesti freddi, come se dentro di sé stesse ribollendo della rabbia, pensieri contorti e pericolosi, ma gli occhi rimasero del solito colore grigio ghiaccio- perché ti sei messo al servizio di Artù?-

-devo proteggerlo- la guardò negli occhi, prendendo coraggio da quell'affermazione, il petto gonfio e lo sguardo fiero
-e ora però gli vuoi anche bene...ti sei affezionato a lui. Ma la cosa che mi stupisce è il fatto che tu gli voglia bene sapendo che lui, se scoprisse il tuo segreto, ti considererebbe un MOSTRO- l'ultima parola fu sibilata da lei, e nella stanza sembrò calare per qualche secondo l'oscurità.

-non è detto!- punto sul vivo Merlino si girò verso la porta raggiungendola a grandi passi, aprendola  la richiuse subito dopo, rivoltandosi verso Felina che nel mentre si stava sistemando di nuovo il lungo mantello di pelo bianco -devo andare da Artù, non osare più far del male a nessun abitante di Camelot, o giuro che troverò il modo di toglierti dimezzo con le mie stesse mani-

-giuro su me stessa e su mio fratello che non toccherò più nessun abitante del luogo- e toccandosi il petto con il palmo aperto sorrise nel vederlo arrossire e uscire di corsa dalla camera.

 

 

 

Merlino corse su per le scale del castello, saltando ogni tanto qualche gradino per riuscire a calmarsi un poco. Non riusciva a comprendere il turbamento che provava, dopo tutto...lo sapeva pure lui, lo aveva sempre saputo che i maghi agli occhi del principe erano dei mostri. E allora perché c'era rimasto così male?

Aprendo la porta della camera di Artù la chiuse anche fin troppo forte il che fece alzare la testa al biondo che nel mentre se ne stava seduto a bere da un calice, lo sguardo decisamente cupo- Merlino, se rompi la porta poi io ti rompo ripetutamente la testa, è chiari?-

-scusatemi...state bene?- avanzando per la stanza raccolse il mantello rosso, lasciato malamente sul letto e piegandolo si rigirò- come è andata da vostro padre?-

-come vuoi che si andata Merlino! La sua lotta contro la Magia lo sta rendendo folle!- alzandosi in piedi fece cadere il calice da cui stava bevendo, facendo cadere il vino a terra. Tanto non era di certo compito sui ripulire. Portandosi alla finestra si appoggiò al muro per fissare fuori, le braccia incrociate sul petto muscoloso- devo partire con i soldati per bloccare l'avanzamento dei soldati del mago, che a quanto pare...ha ucciso già due nostre guardie.-

Il corvino sbiancò a quelle parole ma non disse nulla, affiancando il principe- ma se è davvero un mago non ce la farete mai a sconfiggerlo! Sarà una carneficina, non potete andare!-

-è il mio dovere, quindi ci andrò anche a costo di rimetterci la vita-

-ma non potete!-

il principe estrasse la spada puntandola alla gola del mago che si ritrasse per istinto, anche sapendo che non gli avrebbe fatto nulla- se hai così paura non venire Merlino!Ma se quello stregone dovesse mettere piede a Camelot sarebbe la fine di tutti, e io non posso permetterlo!-

Merlino non rispose, rimase solo a guardarlo in silenzio- beh che cos'hai da guardare??? finisci di pulire e poi lucidami l'armatura...io devo andare dai cavalieri-

 

 

 

La notte era scesa su Camelot e l'oscurità aveva portato con se il gelido abbraccio della neve. Le strade erano impraticabili e il ghiaccio scendeva dai portici come lunghe lame; decisamente degli ornamenti poco amichevoli. Le nuvole nere nascondevano le stelle e la luna, piena, ma nascosta come se fosse stata troppo timida per mostrarsi agli occhi del popolo.

Nella sua stanza Merlino continuava a rigirarsi nel letto senza riuscire a prendere sonno. La  fronte ricoperta di sudore freddo e la testa dolorosa come se qualcuno la stesse tenendo sotto una morsa d'acciaio.

Per l'ennesima volta si rigirò nel letto schiacciando il volto nello scomodo cuscino, attorno a se il vento ululava portando il freddo nelle sue ossa.

Si alzò guardandosi attorno, ma come aveva già potuto osservare Felina non era lì quella tetra notte. Avrebbe voluto dormirci ancora assieme, avrebbe voluto vederla fare magie più potenti delle sue, ma dopo quel pomeriggio non era nemmeno più tanto sicuro di chi fosse in realtà quella ragazza del Nord. Mettendosi la giacca si alzò e si diresse verso la porta, entrando nello studio di Gaius per un attimo fu convinto di scorgere il vecchio russare, poi si ricordò che come ormai faceva da più di un mese, la notte la passava dai più bisognosi, ammalati e deperiti per via di quell'inverno dalla morsa così potente. Come se fosse frutto della magia...quell'affermazione lo colpì bruscamente, di colpo. E mentre si teneva la testa dolorante si avvicinò al secchio dell'acqua pulita. Prendendo una ciotola la immerse dentro per poter bere.  Sorseggiando lentamente gli occhi da falco gli si posarono un attimo nella superficie dell'acqua che per un attimo gli sembrò più chiara, quasi bianca. Inginocchiandosi ci riguardò dentro, sentì un forte colpo alla testa che gli fece cadere la ciotola in legno per terra, riversandosi sulla superficie del secchio strinse i bordi con forza.

L'acqua si era tramutata in immagini che pian piano lo avvolsero completamente. Una parte di lui sentiva ancora il pavimento premuto sulle ginocchia, ma gran parte di Merlino si trovava ormai a mille miglia da Camelot.

I soldati morivano e si dimenavano sotto una tempesta di frecce infuocate. Il terreno fangoso e bagnato impediva ai cavalli di muoversi agilmente ed essi si riversavano sulle persone nitrendo dolorosamente. Una figura incappucciata parlava dall'alto della collina, riversando il vento sulle persone. I mantelli rossi di Camelot sventolavano macchiati di sangue.

Merlino cercò di chiudere gli occhi sentendo ormai la bile salirgli in gola, ma più cercava di staccarsi più la visione lo attirava a se. Le immagini continuarono a defluire, come lontani ricordi Sentendosi ormai parte di essa scorse nella lotta un bagliore argenteo. Si mise a correre per cercare di raggiungere Artù. Combatteva il principe, circondando da creature al di là dell'immaginazione umana, creature della magia antica.

Cercò di urlare il suo nome, ma prima di riuscirci una freccia si conficcò nel petto di Artù. L'urlo del Pendragon lo raggiunse penetrandogli lo spirito, senza accorgersene ricambiò le urla. Gli occhi  ormai di un giallo accesso mentre  il corpo non rispondeva più a nessuno dei suoi comandi, le mani continuavano a serrarsi contro i bordi del secchio cercando un sostegno nelle visioni.

Urlavano tutti, non c'era altro che chiasso. Artù era sdraiato a terra boccheggiante, vedeva se stesso cercare di sorreggerlo, pulendogli dalle labbra il sangue che fluiva copioso. Gli occhi del ferito persi    nel vuoto a causa del dolore. Quelli che sarebbero dovuti essere occhi di un colore limpido erano opachi e rossi. Continuava ad urlare a qualcuno che però non poteva scorgere, continuava a piangere.

Delle mani lo strinsero a se e con uno strattone qualcuno lo staccò dal secchio che si riversò a terra. Merlino cadde di schiena sul pavimento, accanto a se Felina sussurrava parole antiche passandogli le mani sul volto sudato. Ansimante si guardò attorno, senza riuscire a riconoscere per qualche attimo le stanze di Gaius

-Merlino...torna da me...Merlino, è tutto a posto, è passato-

deglutendo sentì in gola il sapore di vomito e voltando la testa tossì più volte prima di riuscire a parlare- Artù! Dobbiamo salvare Artù, sta morendo, Artù..ti prego salva Artù.-

Continuando a sussurrare parole magiche tracciò sulla fronte del corvino dei simboli, poi si avvicinò ad esso, guardandogli negli occhi- Merlino, era una visione...nulla di ciò che hai visto è reale, Artù è ora nelle sue stanze a dormire-

-No! No no!- Merlino si alzò di colpo barcollante per la febbre alta. Ogni muscolo gli doleva, ogni centimetro di corpo bruciava come se fosse stato immerso nell'olio bollente- Artù sta morendo!-

Felina lo prese per una mano trattenendolo, fregandosene degli strattoni da lui impartiti, alzandosi a sua volta prese una pesante coperta di lana e l'avvolse attorno al corpo tremante e sconvolto del ragazzo -ti porto da Artù-

Prendendolo da un braccio lo condusse velocemente nei corridoio del palazzo, a ogni curva sorreggeva il mago barcollante, cercando di non farlo cadere, ma lui continuava ad avanzare con passo spedito. Raggiunta la porta del principe ci cadde praticamente sopra e con uno sforzo Felina lo attirò a se, abbracciandolo e sbattendo le spalle contro la porta, in modo da aprirla.

All'interno passò per l'ennesima volta la mano sulla faccia di Merlino, pallido come uno spettro. Sentendo poi il rumore di una spada si voltò di colpo estraendo il suo pugnale per fronteggiare Artù, mezzo svestito e con il volto assonnato- Felina! Cosa cavolo ci fai qui a quest'ora?-

-è per Merlino!- Voltandosi dalla parte del servitore per un attimo gli occhi del cavaliere si accesero di stupore, ricambiati da quelli del mago che sembrò rilassarsi un attimo nel fissare il ragazzo sano e salvo, poi cadde in avanti senza forza, sorretto da Artù- cosa gli è successo?ha un aspetto terribile--portalo sul letto, devi farlo sdraiare- correndo per sistemare i cuscini morbidi aspetto che il corpo fosse adagiato per controllarlo di nuovo con le mani esperte- deve essersi ammalato durante la notte. Ha la febbre alta e le allucinazioni, l'unica cosa che sono riuscita a capire nei suoi borbottii...è che voleva vederti- e voltandosi a fissarlo lo incitò con gli occhi ghiacciati di non fare commenti acidi in proposito- deve aver avuto degli incubi...-

-Artù...siete vivo..Artù..- le parole erano impastate e gli occhi del giovane spenti, seppur il biondo fosse proprio di fronte  a lui- sono qui Merlino!- si mise a camminare avanti e indietro passandosi le mani tra i capelli, la spada lasciata cadere in un angolo- si riprenderà? Ma dov'è Gaius?!-

-non temere giovane principe, Merlino entro domani starà come nuovo...è solo scosso e ha bisogno che la febbre gli si abbassi, così che possa dormire sonni tranquilli, quindi per favore...vammi a prendere dell'acqua fredda e degli stracci...- silenziosa scostò una ciocca di capelli neri dal volto del mago. Sentendo la porta sbattere non le ebbe bisogno di voltarsi per capire che ormai erano riamasti soli nella stanza-perché ho visto quelle cose nell'acqua Felina?perché? Erano...così reali...-

-perché hai avuto una visione...solo che non eri preparato a riceverla, ma sei troppo stanco e non è il momento di parlare-

Merlino la prese per mano, bloccandola e obbligandola a stare seduta, gli occhi colmi di lacrime- ho bisogno di sapere! Ti prego...sei l'unica che...- un gemito gli scaturì dalle labbra dopo l'ennesimo brivido. Felina controllò la porta che fosse ben chiusa, poi sospirò- quando i maghi hanno le visioni parte del loro Io viaggia nella dimensione del tempo, mentre il corpo rimane come tramite..per non perdere la ragione. Ma se la persona in questione non è preparata esse possono esser molto pericolose. Se non mi fossi intromessa molto probabilmente ti saresti perso per sempre nell'altra dimensione...ancora adesso il tuo corpo soffre-
-sto malissimo...mi sento tutte le ossa rotte e la testa, la testa...continuo a vederli. Sento le loro grida, il sangue...e Artù!- bloccandolo lo fece stendere per la millesima volta, cercando di calmarlo-ora sei salvo...dormirai sogni tranquilli sta notte.-

-ma se ciò che ho visto è una visione, Artù morirà! E io ero lì...ero lì e non potevo fare nulla.-

-il futuro non è certo! Nulla di ciò che hai visto dovrà per forza avverarsi, è solo una traccia...- abbassandosi gli baciò la fronte- sei un potente mago, lo dimostra il fatto che sei sopravvissuto a una visione così lunga senza impazzire...-
- ho paura...-
-linche bern uitner saran Merlino dormiet esan teoren- le parole furono sussurrate e sibilate, e le fiamme delle candele danzarono all'unisono per qualche attimo poi Merlino si addormentò di colpo, finalmente calmo. La porta si aprì poco dopo e un secchio d'acqua fu posato ai piedi della principessa che allungò la mano per prendere lo straccio tra le mani di Artù- come sta? -
-ora dorme...avrà bisogno di assistenza, molto probabilmente vomiterà anche...- il biondo inarcò le sopracciglia fissandola stranito- tu sei piena di sorprese Felina. Da quand'è che una principessa si occupa di medicina? - lei si alzò tirandogli un pugno sul petto – da quando ogni tanto prende qualche libro e legge-
immergendo il panno nel secchio bagnò la fronte di Merlino che rispose con un mugolio assonnato- veglierò io su di lui sta notte...hai già fatto abbastanza Felina, vai a dormire.-
-resterò finché non sarò certa delle sue condizioni!-
- va bene va bene..- alzando le mani in segno di resa prese una sedia e ci si sedette sopra, appoggiando la schiena comodamente- non vorrai mica rimanere in piedi tutta la notte, mi metti ansia!-
- te l'ho già detto, io non sono viziata come te...- sbuffando Artù accavallò le ginocchia, e in silenzio si mise a fissare Merlino, pallido e dormiente tra i suoi cuscini.

Poco dopo, quando il sonno cominciava a farsi sentire si appoggiò al materasso, chiudendo gli occhi, la testa chinata verso il mago, le braccia incrociate a formare un cuscino provvisorio. Avvinandosi a lui Felina gli passò una mano tra i capelli e abbassandosi sussurrò qualcosa nell'orecchio regale di lui, poi alzando le mani il corpo muscoloso di lui si alzò a sua volta, volteggiando per un attimo fino a stendersi accanto a Merlino.
-dormite ora e che il mio potere vi protegga dagli incubi in questa notte d'inverno.- slacciandosi il mantello di pelo bianco lo stese sui due coprendoli per bene. Vedendoli rilassarsi entrambi sorrise per qualche secondo, mostrando i denti bianchi. Affiancandosi a Merlino gli posò l'indice sulla fronte e prendendo un profondo respiro chiuse gli occhi, accogliendo dentro di se le visioni spaventose del corvino.
Sussultando si staccò, posandosi una mano sul petto ansimò poi, si raddrizzò e si diresse alla porta. Prendendo il mantello rosso di Artù si allontanò con passo deciso all'uscita della città, scomparendo nell'oscurità della notte, come un fantasma.

Nella camera i due giovani si sfiorarono nel sonno, ed entrambe le teste si toccarono, come a volersi sorreggere a vicenda.

 

 

 

 

 

 

NOTE:

Ringrazio tutti coloro che mi hanno aggiunto tra i preferiti! Chiedo anche perdono per il ritardo nell’aggiornare questo capitolo, ma mi trovavo in Spagna e non ho potuto scrivere. Baci a tutti.

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Capitolo 6
*** La battaglia e la Morte. ***


La luce del sole filtrava attraverso i pesanti tendaggi della camera da letto. Per la prima volta dopo giorni le nuvole si stavano aprendo lasciando spazio a un po' di calore; il ghiaccio con lentezza si scioglieva lasciando il posto a fangosi e marroni strati di acquitrino per le strade di Camelot.

Con un sospiro assonnato Merlino si girò nel sonno accucciandosi di più sotto la coperta, assolutamente calda e confortevole. Anche il letto quella mattina gli sembrava più comodo del solito; in media alla mattina si sentiva tutte le ossa indolenzite, ma quella volta il restare piacevolmente sdraiati gli dipingeva un sorrisetto sulle labbra rilassate. La sua quiete fu interrotta bruscamente quando un qualcosa lo colpì duramente in faccia e aprendo gli occhi contrariato si ritrovò un braccio sul volto...un braccio stranamente famigliare. Girando gli occhi da falco alla sua destra per un attimo rimase senza parole: accanto a se il principe Artù dormiva beatamente spaparanzato con gambe e braccia divaricate, lasciando al mago un piccolissimo spazio a lato. Cercando di alzarsi una fitta lo colpì spargendosi per tutto il corpo. Aveva per caso fatto a botte con qualcuno? Poi si ricordò della spaventosa notte passata e un brivido lo percorse dalla testa ai piedi. Con una mano tastò la coperta, condivisa con il principe. Sentendone la tipica consistenza del pelo chiuse gli occhi con un sospiro. Quella non era una coperta, era il pesante e perfetto mantello di Felina, quindi da qualche parte nella stanza doveva esserci anche lei. Ora doveva semplicemente alzarsi senza far rumore, in modo tale da non svegliare Artù. Prese un profondo respiro poi delicatamente cercò di spostare il braccio che lo sovrastava, ma dopo il primo movimento il braccio si mosse in direzione della sua gola, stringendolo in una morsa d'acciaio.

-Merlino?!- mollando la presa Artù si ributtò a capofitto tra i cuscini- dimmi che non è successo davvero, dimmi che non abbiamo dormito assieme nello stesso letto.-

Il corvino si alzò di colpo scendendo dal letto, un gemito gli uscì dalle labbra quando le ossa urlarono per il brusco movimento, però questo non gli impedì di sorridere a 32 denti- io non mi ricordo quasi nulla di ieri sera, non è colpa mia-

-si che è colpa tua!- a sua volta si alzò dal letto puntandolo con sguardo assassino- io ero sulla sedia, quella sedia- e indicò il seggio posizionato vicino al letto- non mi sono mai sdraiato, dovevo vegliarti mentre avevi la febbre! Quindi è colpa tua!-
Merlino inarcò le sopracciglia, sorridendo di nuovo- voi stavate vegliando su di me? Mi sa che il sonno vi ha giocato un brutto scherzo- Artù fece per correre e prenderlo per la gola in che fece correre a sua volta il mago che si allontanò da lui a gambe levate- avanti Artù calmatevi, non mi sembrava steste dormendo poi così male- il principe si bloccò come a voler ragionare su quell'affermazione, piegando la testa di lato con le labbra arricciate- hai ragione Merlino, era da tanto che non dormivo così bene...a proposito, dov'è Felina? Ieri notte era con noi- gli occhi si posarono sulla pelliccia bianca, soffice come velluto- non ne ho idea, ve l'ho già detto...non ricordo quasi nulla della scorsa notte, però di una cosa sono certa, se ha lasciato qui il suo inseparabile mantello, non sarà andata molto lontana-
il silenzio calò nella stanza mentre Merlino apriva le tende per far passare maggior luce possibile- finalmente il sole...è davvero una giornata perfetta per una..-
-BATTAGLIA!- L'urlo di Artù lo fece sussultare, poi tornò a mente anche lui. Quel giorno stesso i cavalieri di Camelot sarebbero dovuti partire per sconfiggere il mago, assetato di vendetta. -preparami immediatamente l'armatura Merlino, sistemami il mantello e dai immediatamente l'allarme per i soldati, dobbiamo partire immediatamente! Ah e prepara il mio cavallo!- Merlino corse verso l'armadio poi si bloccò a fissarlo- Merlino! Che stai facendo, muoviti!-
-ma Artù, non trovo il vostro mantello...l'avevo appoggiato qui ieri!- sbattendosi una mano sulla fronte il principe cercò in tutti i modi di trattenersi-muoviti idiota!-
-subito!-

 

 

In poco tempo venti dei soldati migliori di Camelot galoppavano a Nord delle montagne, diretti alle colline Di Nume ove avrebbero incrociato i nemici, tagliandogli così l'accesso alla città. A capo della spedizione Artù cavalcava con sguardo cupo, cercando di dirigere il destriero nello zone più asciutte del sentiero che si era tramutato in un mare di fango ghiacciato. Dopo l'ennesimo inciampo dell'animale alzò il braccio per far rallentare il gruppo, sospirando- di questo passo non arriveremo mai...- la voce si era mantenuta ferma, ma Merlino al suo fianco sapeva perfettamente che era preoccupato. A sua volta guardava con rammarico la strada fangosa, rammentando perfettamente le visioni della notte precedente – Merlino, stai tremando talmente tanto che il cavallo quasi non si regge in piedi- il sorriso di Artù era teso, ma lanciando un'occhiata al suo fianco cercò di calmare il servitore, pallido come uno straccio- andrà tutto bene...siamo i migliori soldati di mio padre, per ora nessuno è mai riuscito a sconfiggerci-
-nessuno di umano...ma stiamo andando incontro a uno stregone...e per di più assetato di vendetta per la decapitazione del figlio- deglutì a fatica e per poco non cadde dalla sella quando il castrone inciampò in una pozza, schizzando fango ovunque.- al posto di preoccuparti della battaglia, preoccupati del fatto che sono senza mantello a causa tua!- continuando a camminare raggiunsero infine un'altura da cui si poteva scorgere bene l'inizio delle colline, ancora perfettamente bianche. - io non vi ho rubato il mantello! Sapete, ci terrei molto a rivederlo anche io visto che lo devo rammendare e pulire ogni volta- Artù scoppiò a ridere e con i talloni spronò il cavallo a scendere a un trotto leggero – e dimmi Merlino, vorrei tanto sapere perché allora non mi hai voluto dare il mantello di Felina, visto che si congela-
-sapete, non mi sembrava giusto darvi qualcosa che non vi appartiene...non che vi sarebbe stato male, sia chiaro. Secondo me sareste stato benissimo con un indumento femminile addosso- a sua volta sorrise, poi però tornò decisamente serio quando si accorse dello sguardo di lui- come non detto-
Quando tutti i cavalieri furono scesi dall'altura si guardarono attorno con ansia, la pianura era un'intera distesa di fango e dove un tempo scorreva un fiume adesso c'era una palude mortalmente gelata e profonda. La posizione era decisamente sfavorevole a loro, ma dovevano contare sulla forza della cavalleria. Se davvero il mago aveva intenzione di attaccare, lo avrebbe fatto con il suo piccolo esercito e a quel punto la pianura seppure allagata avrebbe favorito la carica a cavallo- in formazione cavalieri di Camelot! E che la paura non si impadronisca di voi, qualunque cosa succeda, sappiate che saremo i vincitori!- E urlando questo Artù prese l'elmo, tenendolo sotto il braccio aspettando che i cavalieri lo circondassero pronti alla battaglia- avrebbero dovuto già essere qua...-
-paura Merlino? Forse dopo oggi non dovrai più badare al mio mantello- si voltò verso di lui, il cavallo sotto di lui irrequieto continuava a muoversi, nitrendo, gli occhi sgranati- e nemmeno più alla vostra armatura!- sorrisero entrambi, guardando davanti a se le bianche colline, il sole splendente nel cielo-se dovesse succedere qualcosa..Merlino, promettimi che ti prenderai cura di Ginevra...e anche di Felina-
- vi dispiace di non aver potuto salutarla? Intendo Felina...-poi si bloccò, guardando il cielo un attimo-non lo sentite anche voi questo rumore?-
tutti i cavalieri guardarono il cielo e in un attimo l'azzurro si coprì di una tempesta di frecce infuocate, togliendo ai cavalieri anche il tempo di mettersi l'elmo e di sguainare le spade- disperdetevi, disperdetevi!-

i cavalli furono spronati al galoppo nella pianura, Merlino avanzò insieme agli altri; la furia delle frecce si scagliò con una tale potenza che per un attimo il frastuono di esse sormontò le grida di dolore. Una freccia colpì il cavallo di Merlino che cadde a terra con un nutrito straziante facendo cadere il sevo nel fango. Sbattendo la testa per un attimo rimase senza fiato, poi gemendo si scostò appena in tempo per evitare gli zoccoli del cavallo che annaspando nel fango cercavano di portarsi via dalla battaglia. Alzandosi frastornato nel pantano Merlino cercò con gli occhi la figura di Artù, e quando con lo sguardo di falco incontrò una figura incappucciata sulla collina si rese conto di essere  nella battaglia mostratasi in visione.

Prendendo a correre in mezzo alla folla non badò più a nulla. A nessun cavallo morente, a nessun mantello rosso insanguinato, a nessuno dei soldati nemici che si erano riversati su di loro come formiche spingendoli verso il fiume, a nessun mago...correndo cercava solo qual bagliore argenteo che gli avrebbe mostrato il suo principe. Lo avrebbe raggiunto prima della freccia, l'avrebbe salvato. Cadde nel fango e arpionando la melma con le mani si rialzò, continuando a correre. Qualcuno lo colpì sul fianco, ma voltandosi con un urlo respinse il soldato-Artù dove siete?! Artù?!- voltandosi verso le colline infine lo vide, eroico mentre combatteva contro troppi nemici, senza più lo scudo, i capelli e il viso sporchi di sangue. Aumentando l'andatura si accorse della freccia in tempo. Buttandosi contro il principe lo fece precipitare a terra , obbligandolo con una mano a stare con il volto sul terreno freddo, e con un sibilo la freccia si ficcò a pochi centimetri dal volto di Artù. Merlino sorrise, disperato ma felice di averlo salvato, a differenza di come gli si era mostrato il futuro. Erano rimasti solo loro, in mezzo all'esercito del mago che ancora sfoggiava la balestra dall'alto della collina, con il cappuccio a coprirgli il volto.
“proteggi Artù,conducilo al sicuro” e come una doccia fredda la voce di Felina lo riportò al presente  e alzandosi con uno sforzo lo prese per le spalle muscolose- dobbiamo andare!-

-no! Non posso arrendermi!-

ma prima che potesse riprendere la spada in mano la figura femminile di lei gli si parò davanti, come comparsa dal nulla, o forse dal cielo. Voltandosi verso di loro sorrise ad entrambi, poi piantando il possente arco a terra lo tese e il suono della corda in tensione si sparse per tutta la zona- cihetendokantara...in nome dell'aria, dell'acqua, del fuoco e della terra, filantes moriente n dare!- e la freccia scoccata con un sibilo spaventoso si tramutò in una scia di magia pura che spazzò via la maggior parte degli uomini di fronte a se, voltandosi in pochi secondi ne scoccò altre quattro per poi   brandire l'arco come arma, facendola volteggiare attorno a se, combattendo con mostruosa maestria, disintegrando ogni uomo in un mare di fuoco.

Nemmeno le sentì le grida di Artù che furioso prendeva la spada uccidendo chiunque si trovasse tra lui e la principessa, cercando di raggiungerla in quell'inferno di fango e fiamme. Merlino rimasto indietro si voltò cercando di trattenerlo, schivò una fiammata senza nemmeno accorgersene. Camminava tra i cadaveri, perché c'erano solo urla.

Vide Artù prendere Felina da un braccio facendola cadere a terra, la vide in ginocchio di fronte a lui senza forze far cadere l'arco, alto quanto un cavallo-bugiarda!- lo sentì urlare come se fossero a chilometri di distanza, ma in verità erano pochi metri. La mente di Merlino era lontana, solo le gambe continuavano a muoversi tra i cadaveri. Con un urlo protese una mano come per cercare di prendere la freccia che a rallentatore si muoveva in direzione di Artù. E poi l'armatura cedette e i capelli biondi caddero nel fango insieme ad Artù.

Quel che accadde dopo fu troppo confuso. Attingendo da una forza dentro di se si voltò con rabbia verso la figura incappucciata e urlando parole fino da allora sconosciute vide la propria magia scontrarsi con quella del potente mago. Sentì le mani di Felina sorreggerlo mentre le gambe gli cedevano nel fango e come quella volta a Camelot sentì il potere di Felina penetralo con il più dolce dei calori. E con un ultimo sforzo il mago morì.

Il silenzio cadde sulla pianura infuocata, staccandosi dalla ragazza si precipitò in ginocchio accanto al corpo di Artù, ormai pallido. Togliendosi la bandana cercò di pulirgli il sangue che scendeva a fiotti dalla bocca del principe, gli occhi spenti, il petto che si alzava a fatica sotto gli effetti della morte imminente.

Le lacrime iniziarono a scendere rigandogli il viso- vi prego Artù..non morite, per favore...per favore- si accasciò sul petto dell'amico, entrambe le mani gli coprivano il volto impedendogli di guardare la sofferenza del ferito

-ci tieni così tanto a lui?-

Voltandosi dovette sbattere più volte le palpebre per riuscire a scorgere Felina attraverso il velo di lacrime, ma la vista di lei affaticata e in ginocchio non lo rassicurò, anzi lo fece piangere di più- salvalo..se ne hai la forza salvalo...ti darò tutto ciò che vuoi in cambio, tutto!-

Lei sembrò per un attimo spaventata mentre fissava Artù- è una freccia avvelenata...-

-TI PREGO!-

Poi lei abbasso il capo e con un gemito si alzò. Raggiungendoli affiancò il giovane mago, appoggiando le mani sul petto quasi immobile di Artù che sebbene avesse gli occhi aperti non sembrava scorgere nessuno- quando avrò finito prendi il cavallo bianco, è ferito ma può ancora galoppare...porta Artù a Camelot il più in fretta possibile perché dopo il mio aiuto sarà comunque troppo debole per poter stare fuori...non sopravviverebbe a una notte invernale.- Merlino annuì fissandola in silenzio, asciugandosi le lacrime con gesti agitati.

Passando le mani sul petto di lui Felina si abbassò su di lui appoggiando le labbra ad altezza del cuore, poi sussurrando una formula magica stacco la bocca avvicinandola a quella insanguinata di lui e posando le labbra tra esse ci soffiò dentro. Staccandosi insieme a lui una nuvola nera si alzò dal corpo di Artù che fu scosso da dei potenti tremiti, poi l'ombra entrò nella bocca insanguinata della principessa che assorbì il veleno con la testa piegata ad osservare il cielo. Tossendo si tenne il ventre dolorante-ora va Merlino...cavalca più forte del vento...-

Con un ultimo sforzo sorrise al mago cercando di dargli speranza, e vedendolo galoppare via si sentì per la prima volta sola.

Accasciandosi nel fango si raggomitolò con le braccia strette attorno al corpo ormai ricoperto di ematomi neri. Chiudendo gli occhi non pensò alla neve che ricominciava a cadere gelida su di lei, cercò semplicemente di combattere contro il veleno che con dolorosa lentezza si stava diffondendo dentro di se.

 

 

 

 

 

Artù riposava nel suo letto. Dalla battaglia non aveva più ripreso conoscenza ma Gaius aveva assicurato il re che si sarebbe svegliato presto. Che la causa di quel male non era altro che la freccia conficcatasi nella spalla, di certo non mortale...anzi un colpo decisamente mal riuscito da parte degli sconfitti. Tutta Camelot in segno di lutto per i cavalieri aveva acceso fiaccole ad ogni porta della città e una processione di donne affrante pregava affinché le anime dei poveri sventurati potessero trovare la pace. Nella camera Artù era vegliato da una Ginevra speranzosa, il corpo ormai pulito e profumato senza più nessuna traccia della battaglia. Era lui l'eroe della città, era il sopravvissuto alla magia, acerrima nemica del Regno.

Sotto la neve un cavallo bianco galoppava il più forte possibile scivolando sopra la neve. Merlino coperto dal mantello di pelo di lei cavalcava con lo sguardo deciso e scivolando nella pianura scese con un salto dal cavallo ancora in corsa che si arrestò alla vista dei morti. Camminando tra i cadaveri mezzi bruciati e mezzi congelati si guardò attorno in cerca dell'unica figura femminile. La trovò poco dopo, sedendole accanto le sorresse il viso tra le mani, stringendola a se con un sorriso triste nel sentirla fredda come un morto, ma ancora viva- ti porterò via da qui Felina...- spalancando gli occhi bianchi lei lo fissò con gratitudine, passò le braccia attorno al collo del mago e svenne.

Coprendola interamente con la pesante pelliccia bianca la sollevò da terra portandola in braccio, accorgendosi di quanto fosse in verità piccola e fragile tra le sue braccia maschili.

-Merlino...-

guardandola aprire gli occhi per una seconda volta le sorrise, appoggiandole il mento sul capo, continuando a camminare- ti porto a casa Felina...-

Issandola sul cavallo si voltò per tornare a Camelot, dentro di se la consapevolezza della morte di lei.

 Perché tornati in città l'avrebbero giustiziata per stregoneria.

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Capitolo 7
*** Gelosia e Responsabilità. ***


Il sangue le sie era incrostato sulle guance e il mente riportava ancora il segno delle colate scarlatte. Dove un tempo c'era la sua pelle lattea e giovanile ora c'era una maschera di sporco. I capelli le ricadevano pesanti e piedi di fango ai lati della faccia, come tende nere. Gli ossi di drago tintinnavano ogni volta che scuoteva il capo per cercare di visualizzarsi su ogni lato, seppur lo specchio fosse alquanto nero e vecchio, per non parlare della crepa che lo divideva in due...ma quella era opera della sua rabbia.

Fuori dalla finestra iniziava ora ad albeggiare e la luce penetrava leggera nella stanza del servo Merlino. Si voltò verso di lui, le mani ancora a tenere lo specchio.

Che illuso era stato..aveva davvero creduto che sarebbe morta per così poco? Come poteva adempiere al suo destino se poi quello stolto rischiava di farsi ammazzare in atti di eroismo nei suoi confronti? Scosse il capo, ricominciando a rimirarsi...si passò il dito indice sulla guancia...la macchia era sparita.

Già, Merlino si era dimostrato un idiota, ma di certo, un idiota gentile.

L''aveva trovato addormentato accanto a se durante la notte...e allora l'aveva adagiato sul letto e ora dormiva come un bambino; dopo tutto, il suo amato Artù era salvo...

Sentendolo mormorare qualcosa si rigirò a guardarlo, posando lo specchio sul mobiletto in legno. Si alzò lentamente e con gesti meccanici chiuse la pelliccia bianca in modo tale da coprirsi il ventre piatto. Si sedette sul bordo del letto ricambiando lo sguardo assonnato del mago- eri in fin di vita...-

-serve be altro per togliermi di mezzo...- non le sfuggirono gli occhi di lui che a quelle parole si erano posati per qualche attimo sulla porta della stanza per poi tornare su di lei, sperando di non esser visto- lo so...- alzandosi incamminò fino al muro, ove si appoggiò con calma piatta, incrociando le braccia sotto il petto. Con un cenno del capo indicò la porta- tra poco verranno a prendermi vero?-

-no, non lo permetterò!- alzandosi di colpo la raggiunse quasi di corsa per poi bloccarsi a pochi centimetri, senza sapere bene che fare e questo la fece sorridere. Allungando una mano passò le sottili dita sul volto del ragazzo, scrostando del fango dalla fronte- non so te...ma io ho un assoluto bisogno di acqua pulita, potresti andare a prendere un secchio?-

scoppiò a ridere ancora di più quando Merlino lo fece comparire dal nulla e posano la testa sul muro continuò piegata in due dalle risate- ma cosa c'è da ridere?- anche lui stava sorridendo,finalmente rilassato.

-passami l'acqua...-

-aspetta...ti do una mano- e immergendo uno straccio nel secchio allungò una mano per passarlo sul volto pallido della donna che però stava ancora ridendo, dimenandosi come una pazza per cercare di trattenersi mentre Merlino cercava di bloccarla ridendo a sua volta- ma se non stai ferma come faccio a darti una mano!- per cercare di fermare i movimenti di Felina per sbaglio però le appoggiò una mano sul ventre, coperto dalla pelliccia. Con un gemito si scostò di colpo, raggomitolandosi verso il muro, le braccia ora strette attorno alla pancia e lo sguardo dolorante, non più sorridente- tu non stai bene...-

-sto benissimo Merlino!-

avvicinandosi provò ad aprirle il mantello, di risposta lei gli tirò un calcio nel fianco talmente forte da farlo piegare in due con le lacrime agli occhi-ti ho detto che sto bene!-

-se davvero..- prese fiato cercando di raddrizzarsi dopo il colpo subito-...stai bene, apri il mantello e fammi vedere-

con uno sbuffo irritato slegò il laccio facendo scivolare via la pelliccia che cadde ai suoi piedi. Il ventre scoperto, liscio e magro come quello di una ballerina, presentava una gigantesca macchia nera che si spandeva dal fianco destro fino ai seni, coperti da altrettante pelli.- posso esser potente finché voglio giovane mago, ma pure io ho dei limiti e un veleno mortale posso si sconfiggerlo, ma mi ci vuole del tempo-

raccogliendo la pelliccia la gettò sul letto del ragazzo ove si sdraiò in silenzio, un braccio piegato a sorreggere la testa e i lunghi capelli tenuti appoggiati su una spalla. Si lasciò guardare da Merlino che era rimasto senza parole, lo straccio ancora in mano- è doloroso?-

-ho patito di peggio...- sorrise lievemente buttando la testa sullo scomodo cuscino, le gambe piegate   lasciavano intravedere gran parte delle cosce nude, e ora che la fissava meglio, Merlino poté scorgere una lunga cicatrice sulla destra, ma prima di poter formulare una domanda al riguardo la porta si spalancò e Artù fece capolinea nella stanza.

-TU!-

-io-non si degnò nemmeno di guardarlo, rimanendo con gli occhi di ghiaccio chiusi, le mani congiunte sul ventre ferito. Con un impeto di rabbia il principe estrasse la spada puntandola alla gola della ragazza, Merlino allora si precipitò a fermarlo, bloccandogli il braccio-non fatele del male! Vi ha salvato la vita-

-vattene da qui Merlino! Non immischiarti in cosa che non ti riguardano se non vuoi finire sulla forca!- con un forte strattone si liberò dalla presa del servitore che rimase comunque nella stanza- non è malvagia!-

-ti ho detto di andartene!- ormai Pendragon urlava, la lama puntata alla gola della donna che non sembrava volersi muovere dalla comoda posizione supina- Merlino...- la voce risuonò tranquilla, e quando aprì gli occhi per fissare il mago essi erano stranamente docili- lasciaci soli...-

-vi ucciderà!-

-è una maledetta strega, merita la morte!-

-no che non la merita!- prendendo la spada con le mani la scostò dal proprio collo e con un balzo felino si mise in piedi sul letto, le mani intatte seppur avessero toccato la lama, con un gesto secco delle dita  chiuse di colpo le finestre della stanza- esci, e questa volta giuro che se non lo fai ti porto fuori a calci-

-non osare dare ordini a Merlino!-

scoppiò a ridere cristallina, e la risata si espanse come un'eco, facendo tremare perfino il mantello rosso del principe, poi lo schiaffo partì e colpì in pieno la faccia di Artù che per un attimo rimase con la bocca semiaperta, tenendosi la guancia rossa- io non dovrei fare che cosa?! Dare ordini a Merlino?! Passi la tua vita a trattarlo come un cane, e ora mi vieni anche a dire che gli do degli ordini!-

Essendo troppo intenta a cercare di tirargli un secondo schiaffo per un attimo non si accorse delle braccia di Merlino che la trattenevano, in una sorta di abbraccio- ti prego Felina...- e continuando a tenerla si voltò verso Artù, urlando- guardatele la pancia! Ha rischiato di morire per salvarvi la vita e se non fosse stata una strega sareste morto!-

Tutto il corpo di lei sembrò tendersi sotto le braccia del mago, poi lentamente si rilassò. Girando di poco il volto pallido gli baciò lievemente una guancia rosea, poi sospirò- esci...-

Con riluttanza Merlino si avviò verso la porta, passando accanto ad Artù sembrò volesse aggiungere dell'altro, ma si limitò ad uscire in silenzio. In cuor suo sapeva che la questione si sarebbe sistemata pacificamente, ma allo stesso tempo, uscendo da quella porta si sentì sopraffatto dalla sensazione di esser di troppo...o peggio ancora, di non esser abbastanza.

E chiudendo si lasciò scivolare con la schiena sul pesante legno della porta, appoggiando un orecchio ad esso.

All'interno della stanza Felina guardava con attenzione il principe davanti a se, come se volesse leggergli la mente, poi si avvicinò di un passo e aprendo le braccia per dimostrare la sua resa chinò la testa all'indietro, donandogli il collo sottili, da cigno- uccidimi-

-e così sia...- deglutendo Artù alzò la possente spada facendola roteare una volta, poi alzandola sopra la testa la fece calare con forza sulla figura di lei.

Poi la lama cadde a terra con un suono stridente e metallico. Il biondo fissava le proprie dita schiuse, ancora alzate, poi se le passò sulla faccia-non posso...-

indietreggiando di colpo andò a sbattere contro la fredda parete bianca-mio padre mi ha sempre detto che siete dei mostri! Che esistete solo per sabotare il regno di Camelot e portare il caos, e allora perché tu mi hai salvato la vita? Se sei una strega perché non hai ancora fatto nulla per distruggerci?!-

gli si avvicinò allungando le mani come per sorreggerlo, ma lui si ritrasse come se le mani della donna fossero avvelenate-non sempre i padri hanno ragione...-bloccato dal muro e dal corpo di lei Artù sembrò un bambino colto in flagrante e quando le braccia di lei riuscirono a trovarlo finalmente si irrigidì come un pezzo di legno, per poi afflosciarsi sulle fragili spalle della ragazza, decisamente più bassa di lui. Abbracciandola come se fosse l'ultima volta rimasero in quella posizione per parecchio tempo. Lei in punta di piedi aveva il mento posato sulla spalla profumata dell'uomo, ma gli occhi erano puntati nel nulla...come se per lei quel gesto fosse più doloroso di quanto potesse sembrare in apparenza. Sussultò di un poco quando Artù ricominciò a parlare, con voce bassa, quasi un sussurro- mio padre è l'unico parente che ho...l'unico su cui fare affidamento. Se devo diffidare anche del suo giudizio...di chi mai potrò fidarmi? Chi mai potrà aiutarmi?- in quelle parole erano impresse tutte le incertezze del principe, tutti i dispiaceri causatigli dallo stesso padre...folle tiranno, ma pur sempre suo padre

-Merlino ci sarà sempre per te...e ora, adesso qui ci sono io. Non ti ho dato nessun tipo di motivo per non credere in me...so che cosa significa essere oppressi dalla potenza dei propri genitori. Mia madre è morta dando alla luce me e mio fratello. Come vedi, siamo simili anche in questo mio principe...eppure, per quanto io stessa non abbia nessun altro oltre mio padre, ho dovuto imparare a distinguere il giusto dallo sbagliato...- fece una piccola pausa staccando il volto dalla spalla per avvicinarlo a pochi centimetri dal viso perfetto di Artù, talmente vicino da potergli sentire il respiro sulle labbra- e tu sei molto più saggio di tuo padre...e in cuor tuo conosci la risposta: non tutta la magia è malvagia-

Infine fu proprio lui a accorciare del tutto la distanza tra le due bocche. Con un gemito Felina l'accolse di schiudendo lievemente le labbra sottili permettendo a quelle decisamente più esperte di lui di assaporarla. La posizione si invertì lasciando la straniera appoggiata al muro e il principe a sorreggerla in quel bacio inaspettato, decisamente inappropriato a due persone di sangue reale. La corvina si stacco poco dopo chiudendo gli occhi e ispirando il profumo del ragazzo, appoggiato delicatamente a lei, stando attento alla pancia che prima le aveva causato altri gemiti- non è ancora giunto il tempo in cui Artù Pendragon sarà un assassino...- -

non ti farò mai del male Felina-staccandosi del tutto raccolse la spada con fare decisamente imbarazzato le lanciò un occhiata furtiva- non sarai di certo tu a farmi del male, stai pur certo di questo...-

gli sguardi si incrociarono per un ultimo attimo poi lui prese di corsa la strada verso la porta e spalancandola brutalmente si precipitò fuori dalle stanze di Gaius. Seduto sulle scale con le ginocchia attaccate al gracile petto Merlino non gli rivolse nemmeno uno sguardo, alzandosi a sua volta per raggiungere il tavolo ove era posato un enorme fagotto. Prendendolo con le due mani lo trascinò nella stanza.

Sedeva sul letto la ragazza, lo sguardo perso nel vuoto e i capelli bagnati...a quanto pare si era data una lavata nel mentre...gocce d'ambra le scendevano sul collo fino alle pellicce, castamente arrotolate sul seno, nascondendo almeno quella zona del corpo di lei. Guardandola Merlino ebbe un tuffo al cuore e per un attimo fu preso dalla voglia di uscire dalla stanza per non tornarci più. Voleva dire le mille cose che gli frullavano per la testa, ma sapeva anche che se avesse aperto bocca le lacrime che si stavano accumulando negli occhi avrebbero preso il sopravvento, in gola aveva un groppo che gli raggiungeva l'addome e più deglutiva, più si sentiva una morsa nello stomaco-so che ci hai visto...stavi spiando.-

-ti ho...- dovette bloccarsi deglutendo, abbassando gli occhi sul voluminoso fagotto- ti ho portato questo...pensavo ti sarebbe dispiaciuto se lo avessi perso-

e per la prima volta lei sembrò veramente una ragazza come tutte le altre mentre si teneva una mano appoggiata alla bocca, china in avanti come se il mondo le pesasse sulle spalle- non è innamorato di me...se è questo che ti turba tanto. Ma non riesco a capire Merlino...sei geloso di me..o di Artù?-

fu la goccia che fece traboccare il vaso, il mago scoppiò come mai gli era successo in vita sua e accompagnato alle sue parole la maggior parte dei vetri iniziò a scoppiare

-perché anche questa volta ciò che mi meritavo è andato ad Artù! Non rispondere perché sono stato io a salvargli la vita supplicando te, sono stato io a sconfiggere il mago, sono stato io a portarti a Camelot dopo la battaglia! Pulisco, spazzo, lavoro, slavo vite...e in cambio di che cosa?! La ricompensa è sempre vedere Artù prendersi il merito!Sono stato io a trovare te!- e la voce si abbassò, insieme alla potenza scaturita dall'ira di Merlino-sono stato io a...sono stato io a presentarvi, sono stato io ad ospitarti...e sono stato anche uno stupido a credere che forse c'era qualcosa di più dell'amicizia tra di noi...uno stupido. Perché chi sono io, in confronto al grande Artù Pendragon, principe di Camelot e futuro re?-

Felina sospirò e con un gemito si piegò in avanti come se stesse per vomitare, poi però si tirò su riprendendo la maestosità di una strega potente come lei- tu sei importante come Artù! Ascolta le mie parole Merlino, figlio dei cento Re della magia antica: Non c'è rimedio al proprio destino e se il tuo è legato a quello del principe nulla si può fare per scindere il vostro legame. Non sarà e non è il mio arrivo qui a dividere ciò che siete, perfetti.- e abbassando le mani ansimò per un attimo, tornando piccola come prima...più umana e fragile- e se anche ti dicessi che un giorno capirai ciò che sta succedendo, non ti potrebbe mai bastare...quindi perché vengo a darti spiegazioni?-

-dimmelo tu Felina-

-perché a quanto pare tengo a te più di quanto pensassi...-

-e se io adesso ti chiedessi un bacio?- c'era un lieve tono ironico nella voce del moro, ma dall'espressione si capiva che in verità in quella semplice frase erano celati i veri sentimenti del ragazzo- ti direi di no-

le spalle di Merlino tremarono mentre si mordeva le labbra, deluso- non ti hanno mai insegnato che non si chiede mai un bacio a una lady? Se lo vuoi...prendi telo.- sorrise abbastanza in imbarazzo cercando un qualsiasi punto da osservare che non fosse la nordica- ti vorrei ricordare che hai baciato  meno di dieci minuti fa Artù...-

chiudendo i pugni e portandoseli vicino al petto una forza invisibile trascinò Merlino di fronte e Felina che continuò a guardarlo tranquilla, poi lo baciò.

Per Merlino fu come toccare il cielo con un dito. Per qualche attimo seppe che cosa significava la vera parola magia. Assaporò le labbra di lei che sapevano ancora di Artù e allo stesso tempo sapevano di ragazza. Erano fredde come il ghiaccio e poi calde come il respiro di un drago...lei aveva posato le mani sulle sue guance e Merlino la tratteneva dai sottili fianchi.

Per un attimo ebbe lanetta sensazione di non toccare terra e quando aprì gli occhi, color ambra, poté ben constatare che erano decisamente sollevati da terra. Mollando la presa di colpo cadde, ma essendo poca la distanza rimase in piedi. Poco dopo lei scese dalla posizione sopraelevata e gli sorrise.

-Artù ti vuole bene Merlino...molto probabilmente il vostro affetto reciproco batte decisamente ciò che provate per me...e quindi, promettimi una cosa-

-che cosa?-

-qualunque cosa succederà...non dubitare mai di voi-
la guardò stupito, imbarazzato pure lui dopo il bacio-perché...insomma, perché dovrei dubitare di Artù...e perché in questa promessa ho la netta impressione che tu non ci sia-
-lo capirai...però per ora, promettimelo mio caro Merlino-
-non abbandonerò mai Artù...e mi dispiace aver detto quelle cose maligne...nei suoi confronti. Anche lui, anche se non lo da a vedere, è sottoposto a mille pressioni...ha delle grandi responsabilità che gli pesano sulle spalle-

-e io so che cosa significhi esser diversi da tutti gli altri...e so che cosa possa portare questa diversità così potente. Quindi non chiedere scusa...anzi, ora vai da Artù...è da lui che dovresti stare, non da me...e poi ho bisogno di un po' di riposo per il veleno...- e detto ciò si sistemò la pelliccia bianca sulla spalla in modo tale da coprire per bene anche la zona del ventre nera, notò poi i movimenti di Merlino che stava ancora armeggiando con il fagotto, questa volta con il sorriso sulle labbra- ti devo dare ancora il tuo arco...ho fatto una fatica assurda a portare anche questo l'altra notte, ma ora so che ne è valsa la pena-

Se già la principessa era bianca di viso ascoltandolo ogni singolo pigmento sembrò scomparire dalla faccia di Felina che livida fece per afferrarlo- NON TOCCARLO!-

Ma ormai le mani di Merlino si erano posate sull'arma magica.

E tutto divenne buio.

 

 

 

 

NOTE AUTRICE:

So che dopo questo capitolo la maggior parte di voi inizierà a provare profondo odio verso la mia Felina...e posso capirlo. Da questo capitolo in avanti le situazioni si complicheranno e anche l'atteggiamento di lei verrà spiegato con cura, passo per passo. Non posso anticiparvi nulla perché rimane tutto strettamente legato alle varie vicende, e svelando alcuni punti si rovinerebbe il tutto.

 

Ringrazio tutte quelle persone che mi hanno aggiunto tra i preferiti...so di non esser una grande scrittrice e cerco anche di incastrare la mia vita movimentata con la storia...e capita spesso che mi imbatta in seri problemi di tempo che danno vita a errori ortografici, ripetizioni...ecc..perdonatemi.

 

Tesar: si la Spagna è magnifica...e trovo che viaggiare sia il modo migliore per trovare ispirazione. Già, 17 anni sono davvero pochi vero? Nel prossimo capitolo si sveleranno moltissime cose su Felina...per ora son felicissima che i miei capitoli ti piacciano, e spero tanto tu possa perdonarmi il fatto che in questo capitolo alla fine se ne va anche con Artù...per il resto  ringrazio di cuore per le tue recensioni, mi fanno davvero TANTO piacere. 

_Valux_: grazie mille per il commento...son felice che ti piaccia la storia.

 

 

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Capitolo 8
*** Il passato e la storia ***


La stanza era buia e non presentava finestre, all'interno di essa un lungo colonnato portava lo spettatore a fissare una zona rialzata ove un grande trono in pietra si stagliava circondato da quelli che dovevano essere teschi umani. Innumerevoli candele facevano ondeggiare le loro fiammelle per illuminare quelle tre figure che si stagliavano nella gigantesca sala reale. Una di esse era seduto proprio sul trono, le altre due ai piedi d'esso si fiancheggiavano.

Felina, in piedi alternava gli occhi sgranati dal padre al fratello. Nessuno a guardarli avrebbe discusso sulla loro parentela: identici in tutto, dagli zigomi alti agli occhi color ghiaccio...l'unica cosa che differenziava la ragazza erano i lunghissimi capelli neri che le ricadevano sulla schiena lasciata scoperta dal vestito in pelle di cervo. Ed era strano vedere i due gemelli, uguali come due gocce d'acqua, avere i capelli così opposti.

-no, mi rifiuto di farlo padre!-

stavano urlando e Felina aveva gettato la spada ai piedi del re che alzandosi veloce come una tigre l'aveva colpita sulla bocca con una tale forza da scaraventarla ai piedi del ragazzo che piuttosto scosso reggeva lo scudo sulle spalle, evitando di guardare il padre negli occhi. La corvina si tenne la bocca ove l'aveva colpita, e guardandosi la mano vide delle macchie rosse, di sangue. Dalla posizione inginocchiata alzò lo sguardo verso il trono. Gli occhi le erano diventati lucidi come se stesse per piangere e la voce le tremò-non potete chiedermi di uccidere mio fratello!-

-conosci la legge- parlò con voce fredda e calcolatrice e sputando a terra fissò con disprezzo entrambi i ragazzi, fu il turno del terzo per parlare, ma voltandosi non si rivolse al padre- e chi ti dice che sarai tu ad uccidere me?- nella voce del ragazzo c'era una nota di delusione, come se la ragazze gli avesse fatto qualche strano torto, ma Felina lo guardò con disperazione, la sottile bocca da ragazza piegata in una smorfia di terrore-sai che è così!-

-per una volta tanto potresti evitare di pensare di avere un'idiota come parente!?- il litigio dei due figli sembrò divertire il padre che nel mentre aveva preso un boccale e stava avidamente bevendo un boccale di birra, lasciando scivolare il liquido sul pizzetto biondo, il tutto senza provare minimamente a fermarli- forse per questa volta sarò io a vincere, forse questa sarà la volta buona che ti batterò Felina!- poi si bloccò boccheggiando, rendendosi conto solo in quel momento delle sue parole.-io...scusa..-

ma ormai la ragazza si era alzata e raccogliendo la spada la teneva puntata alla gola di lui. Gli occhi le erano diventati bianchi per la rabbia e attorno a se l'aria sembrava essersi tramutata in lava. Alcune candele dietro la sua schiena si spensero di colpo, poi si voltò e con un gesto secco di inchinò al padre- come per volere del mio re e padre, che ci sia un duello all'ultimo sangue tra i due eredi al trono...e che così il popolo sappia chi sarà il più forte.-

allontanandosi di qualche passo si posizionò con le ginocchia piegate, slacciandosi la seconda spada brandì le due arme facendole volteggiare davanti al viso- e che tu fratello mio possa avverare il tuo sogno di uccidermi, una volta per tutte! Ma sappi che se perderai questa volta non ti risparmierò-

con quelle parole il biondo si lanciò contro di lei con una tale forza da far crollare un candeliere alle loro spalle.

Nessuno guardandoli avrebbe potuto dire chi era il più forte dei due mentre le spade si infrangevano  con maestria, sfiorando i corpi e infrangendosi contro gli scudi di quercia.

Balzando all'indietro il ragazzo cercò di schivare una gomitata della ragazza che spostandosi in avanti però perse l'equilibrio e voltandosi un attimo verso il pavimento per cercare di riacquistare stabilità sui piedi non si accorse della spada che le penetrava la carne sulla spalla, trapassandola da parte a parte. Urlando dal dolore tirò indietro con tutte le sue forze strappando di mano l'arma la fratello che per un attimo rimase disarmato, ansimante nel guardare Felina che iniziava a grondare sangue, impallidendo a vista d'occhio. Gettando via una delle due spade estrasse con un gemito quella dell'avversario e tirandogliela addosso pronunciò un incantesimo in modo tale che fosse troppo forte per esser afferrata al volo, infatti il fratello si buttò giù per schivarla. Approfittandone come aveva fatto prima lui gli scagliò la lama di netto sulla mano. Se non fosse stata una strega molto probabilmente non l'avrebbe trapassato, ma accingendo dalla sua potenza spirituale impresse una tale forza nella lama che non solo trapasso la carne, ma si piantò nel marmo del pavimento creando una profonda crepa fino all'altare, fino ai piedi del re che aspettava soltanto che uno dei due figli morisse. Senza preoccuparsene.

Lasciò di colpo la presa sulla spada, come se scottasse e con un urlo straziante si portò la mano sulla spalla, cercando di trattenere il sangue che ormai inzuppava gran parte delle vesti. Se non avesse impiegato la sua magia per la battaglia avrebbe potuto guarire in pochi minuti, ma questa volta faceva male...ed era grave. Abbassando gli occhi appannati vide che su fratello si stava contorcendo a terra, imprigionato dalla spada.

Brandendo la seconda la puntò contro la gola del biondo, voltandosi verso il padre che annuì soddisfatto- uccidilo figlia mia, lui non ti avrebbe risparmiato se ne avesse avuto l'occasione-

alzò l'arma con tutte e due le sottili braccia bianche, calandola sulla faccia del fratello semi cosciente, poi però si bloccò con un gemito, scaraventando la lama ai piedi del re, urtando diversi teschi che presero a rotolare con suoni spettrale.

-non posso uccidere mio fratello...-e con un pugno ben assestato alla faccia dell'avversario lo fece svenire, per poi crollare a sua volta verso il padre, inchinando il capo-ho vinto-

il re si alzò con molta lentezza. Squadrandoli con fare attento fece due passi verso di lei e allungando la mano verso il capo della ragazza le posò il palmo sui lunghi capelli corvini, che ora cadevano in avanti mentre gemeva per la ferita infertagli dal fratello- l'erede al trono sarà Warenxo-

e quelle parole furono più dolorose della ferita stessa. Tremando con le spalle ricurve non cercò nemmeno di alzare il capo a fissarlo-perché padre? Ho vinto io...per la legge...sono la predestinata a succederti al trono...-

-preferisco infrangere perfino le mie leggi...piuttosto che mettere sul trono una delusione come te...sei debole, ti credi superiore a tutti noi perché pensi di aver compiuto un'opera buona risparmiando la vita a tuo fratello, ma la verità è che ti serve vivo per alleviare il tuo dolore. Perché tu senza i tuoi poteri non saresti nulla e vedere tutti i giorni tuo fratello più debole di te ti fa credere di essere importante. Ma tu non sei nulla -

e alzando la mano dalla testa di Felina si incamminò verso l'uscita lasciandola piangere in silenzio. Lentamente le lacrime le scendevano sulle guance bianche cadendo a terra, unendosi al sangue della ferita. Allungando una mano tremante prese la sua spada e abbracciandola ci appoggiò sopra la fronte, cercando conforto nel freddo metallo che opaco rifletteva la sua triste immagine.

Il riflesso di una ragazza di quattordici anni.

 

 

Felina camminava con passo deciso per i corridoi del palazzo. Al suo passaggio i servitori si scostavano impauriti tenendo la testa ben china per non fissarla mai. Le voci giravano velocemente a corte e i servitori non si erano lasciati sfuggire le dicerie sul fatto che chiunque la osasse fissare, anche per errore, finiva esattamente appeso per le intestina, o peggio ancora, dato in pasto ai grandi Draghi.

Camminando i piedi nudi non facevano rumore sul pavimento e l'ondeggiare del lungo mantello nero la faceva sembrare sempre più uno spettro, e non la principessa. I capelli neri lunghi mostravano nastri e strani ciondoli raffiguranti simboli vecchi come la magia stessa e cadendole davanti al petto sfuggivano alla presa del cappuccio che con entrambe le mani si era portata sul capo, coprendo metà del volto pallido.

 Le labbra serrate spiccavano nell'oscurità e fuori dal palazzo, sotto la tempesta, l'esercito intonava latrati di battaglia, invocando gli dei della guerra. Stavano aspettando lei, stavano aspettando il loro comandante...che non era altro che la causa del temporale stesso.

Un fulmino squarciò il cielo e la luce filtrando dalle finestre illuminò il volto della principessa, e gli occhi bianchi si illuminarono nella notte.

 

Stendendo la pelliccia su i due ragazzi dormienti li fissò per qualche secondo, poi toccò la fronte di Merlino scomparendo poco dopo con il mantello di Artù addosso. Con passi veloci, quasi di corsa, si affrettò per la seconda volta giù nel tunnel, diretta nei sotterranei della città.

Scivolando quasi non cadde contro un masso appuntito e per un secondo rimase immobile, cercando di calmarsi, poi ricominciò la camminata, sbucando davanti al Drago che l'aspettava come un enorme cucciolo, la testa appoggiata alle zampe come se stesse dormendo, ma gli occhi gialli fissi sulla nuova giunta

-cerchi di nuovo risposte giovane principessa?-
-non cerco risposte, so già che cosa fare!- aveva la voce rotta dal dolore, ma non piangeva, anzi...il viso le si era tramutato in pietra. Una statua femminile al cospetto di una creatura millenaria- voglio solo...-

-dimmi principessa- ma lei scosse il capo con energia, senza saper esprimere i propri sentimenti, o forse senza volerli esprimere per paura di sembrare una debole, come spesso l'aveva definita suo padre.

-quanto rischio con questo incantesimo?- con le mani strinse di più il mantello di Artù sulle proprie spalle snelle. Il Drago la fissò e nei suoi occhi passò forse della compassione, però parlò comunque senza alleviare il dolore della principessa- il tuo tempo sta giungendo a termine a prescindere dall'incantesimo che ti accingi a compiere. Ma non sarà questa la notte della tua morte, la tua fine non avverrà dal giorno alla notte...e tu lo sai-

e detto questo spiccò il volo con le possenti ali, lasciando la ragazza sola nella grotta con i capelli svolazzanti a causa dello spostamento d'aria.

 

 

Merlino mollò la presa sull'arco che si abbatte a terra con un forte tonfo. Sgranò gli occhi senza riuscire a capire cosa fosse successo, poi però Felina lo prese dalla bandana alzandolo da terra di diversi centimetri, gli occhi completamente bianchi e i denti digrignati in una sorta di ringhio silenzioso. Lo mollò con poca grazia dopo, raccogliendo la sua arma e fissandola in silenzio, passandoci le dita sopra come a volerne verificare le condizioni- sono la creatrice di quest'arma magica...per forgiarla e renderla uno strumento della magia ho dovuto donare alla terra parte del mio sangue affinché la mia stessa forza animasse l'arco. Toccandolo a mani nude hai fatto da tramite a parte dei miei ricordi che si sono trasmessi a te...parte del mio essere si è trasferito nel tuo corpo.- con un gesto secco e arrabbiato si scostò una delle tante pelli che la vestivano mostrando la lunga cicatrice sulla spalla, poi gettando l'arco in un angolo si avvicinò furente a Merlino e scostandogli con uno strattone la giacca gli mostrò un segno identico- sei contento ora? Molto probabilmente parte dei miei poteri si sono trasferiti a te...e spera che non sia così, perché a quel punto saresti condannato pure tu.-

Merlino che era rimasto in silenzio per tutto lo sfogo di lei si guardò per un attimo la pelle della spalla e tutta la felicità che era giunta poco prima, con il bacio della donna, svanì. E questa volta le lacrime scesero sulle guance del ragazzo-stai morendo...-

Per un attimo sembrò che volesse scappare per non dover subire il dolore del mago, ma con uno sforzo sorrise, abbracciandolo- sto morendo dal giorno in cui sono nata...- tenendolo da un spalla lo fece sedere, facendo altrettanto poco dopo.

-sappi che questo discorso non avrei mai voluto farlo con te...ma dato che ormai hai visto più di quello che avresti dovuto vedere, meriti di sapere.- fece una lieve pausa prendendo un profondo respiro. Merlino continuava a piangere senza riuscire a trovare parole...per una volta nella vita voleva esser aiutato, confortato, stretto. Di solito era lui a doverlo fare a sue spese, ma questa volta no. Gli andava bene di piangere, anche se il dolore era insopportabile.

Lei continuò con voce più bassa-La magia è pericolosa,è come una malattia: ti consuma da dentro fino a ucciderti, ti tramuta in magia stessa...ti assottiglia e ti senti man mano sempre più sottile, trasparente. Usare la magia è veleno. Ma questo non è il tuo destino Merlino...quindi non piangere.- allungando la mano asciugò le lacrime di lui, fissandolo con rassegnazione- fu di mio padre la colpa...era così avido di potere e di conquiste che appena seppe che la magia poteva renderlo invincibile andò dai grandi Draghi nelle Montagne-

-draghi?pensavo non ce ne fossero più...l'ultimo rimasto non è quello imprigionato da re Uther?- lei scoppiò in una risata amara- il tuo re è stupido se crede davvero di aver sconfitto creature mille volte più potenti di lui, ma tornando a mio padre...beh, egli fu ascoltato da un Drago in particolare e con lui volle stringere un patto. Se avesse sacrificato sua moglie il giorno della nascita di suo figlio, quello stesso bambino avrebbe avuto in se la magia antica...sarebbe stato invincibile. Il mio signore accettò senza esitazioni e quando la regina iniziò il travaglio fu portata sul monto ove stavano le creature...e partorì mio fratello- fece l'ennesima pausa, persa nei ricordi. Poi con il pollice toccò la punta delle altre dita, come a volersi accertare della presenza del proprio corpo- ma eravamo gemelli io e lui...e il grande maschio che mio padre desiderava non era altro che un semplice umano. I poteri dei Draghi erano in me...una piccola femmina dai capelli neri-

-tuo padre...era quello che ho visto tramite i tuoi ricordi vero?-

lei annuì guardandolo, poi gli baciò delicatamente le labbra...alzandosi cominciò a camminare avanti e indietro- se mio padre non avesse usato la mia magia...così frequentemente...il mio corpo forse l'avrebbe sopportato. Ma ora come ora la mia magia mi sta lentamente consumando perché essendo pura come quella dei Draghi, è troppo per un corpo umano...e per di più sono una ragazza. E' per questo che tu non devi temere te stesso Merlino...tu avrai tutta la vita per diventare il mago più potente al mondo...sei talmente puro d'animo che la tua magia è racchiusa perfettamente in te...non c'è lotta nel tuo io!-

asciugandosi le lacrime il mago si alzò e con vigore si toccò il cuore- no! No! Questa volta è no e non osare dire il contrario, è vero...sei più esperta di me e conosci molte più cose...ma io ti giuro su tutto il mio potere che non morirai! Invecchierai con noi, vedrai Artù diventare re...e se questo comportasse il doverti proibire di usare la magia, allora smettila di usarla!-

-ti ringrazio Merlino...sta pur certo che non è mia intenzione lasciarvi in pace tanto presto – Ma in cuor suo Felina sapeva che il corpo lentamente la stava lasciando. Perfino in quel momento sentiva il proprio potere pervaderle le membra come una malattia...dentro di se ringraziò proprio quegli stessi poteri che le avevano permesso di chiudere i propri ricordi alla mente del corvino, impedendogli di vedere la propria maledizione che inevitabilmente aveva velocizzato la sua distruzione.

-accompagnami da Artù...abbiamo entrambi bisogni di rilassarci e di divertirci..specialmente tu- e procedendolo uscì dalla porta imboccando le scale di Camelot, affiancata dal mago-perché tuo fratello ti odia tanto Felina?-

-odiarmi?-inarcò le sopracciglia continuando a camminare di buon passo- non è così semplice. Una parte di mio fratello mi odia perché sono ciò che sarebbe dovuto esser lui...mi invidia fino all'odiarmi...e la cicatrice che ho...o meglio, abbiamo..sulla spalla ne è la dimostrazione. Ma allo stesso tempo mi compatisce poiché sono sua sorella, ma non posso esserlo a causa dei miei poteri che mi rendono qualcosa di più di un'umana, ma qualcosa di meno alle creature della magia antica.-

arrivati alla porta di Artù lei l'aprì senza chiedere permesso bloccandosi di colpo nel vedere una ragazza dai capelli neri che sussultò nel sentirli entrare. Dietro di lui Artù sembrava piuttosto a disagio, e vedendo entrambi si alzò dalla poltrona- ora puoi andare Ginevra...-

-ma mio signore...-

-ho detto vai!- sbattendo le palpebre Gwen cercò conforto negli occhi di Merlino che però alzò le spalle. Felina invece continuava a rimanere immobile sulla porta, fissandola con odio. Vedendosela passare accanto non accenno nemmeno a spostarsi obbligandola a stringersi per poter uscire dalla porta.

Notò con piacere l'occhiata spaventata di lei, poi gli sbatte la porta alle spalle dirigendosi verso le finestre- Merlino! Non ti sei dimenticato qualcosa?-

-di che tipo sire?-

-tipo, pulire i miei stivali...la mia armatura, riempirmi la vasca per il bagno, portarmi la cena...- all'aumentare del tono del principe un tuono interruppe la cantilena di Artù che si bloccò di colpo, guardando verso la finestra ove Felina teneva le mani sul vetro- Felina...sei stata tu?-

Lei si voltò scuotendo il capo e facendo tintinnare le ossa nei capelli-io non ho fatto nulla...-

E quando un altro tuono fece tremare i vetri lei si rimise a guardare il cielo, affiancata dai due ragazzi.

Dentro di lei emerse una brutta sensazione: presto avrebbe rivisto suo fratello...e per un attimo le sembrò di vederlo tra la neve. Rabbrividì quando le braccia di Artù le cinsero le spalle e la mano di Merlino incontrò la sua.

Tutti con gli occhi rivolti al cielo e la testa piena di domande silenziose.

Perché durante una bufera di neve...era impossibile che tuonasse.

 

 

 

Note:

Okok, vi avverto subito che ho scritto il capitolo con soltanto metà del cervello perché l'altra parte era impegnata a studiare  chimica.

In questo brano come avrete notato c'è molta Felina...ma c'era bisogno di dare una sbirciata al suo passato e alla sua vita...perché andando avanti il suo essere così diversa sarà decisivo anche per Merlino And Arthur!

 

Ringrazio ovviamente Tesar, con questo capitolo ti si sono chiarite alcune cose su Felina o ti ho solo aggiunto dubbi su di lei? Spero la prima...

Grazie anche a _Valux_  e Hope52! Le vostre recensioni mi han fatto molto piacere.

Ora scappo a cercare di studiare qualcosa...sperando che Merlino possa darmi una mano con le verifiche di matematica. =_='

 

 

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Capitolo 9
*** Il malocchio E il Re folle. ***


Camelot era immobile. Nessuno osava uscire dalle proprie abitazioni mentre la tempesta di neve si abbatteva sulle possenti mura della città. Il cielo nero veniva squarciato ripetutamente dai filmini seguiti da frastornanti tuoni.

Nelle stanze del principe il fuoco bruciava scoppiettante nel camino mentre alla tavola il cibo era stato servito da poco e il profumo di carne arrosto stuzzicava il naso dei presenti.

Artù sedeva sulla sua solita poltrona, una pesante giacca di pelle lo copriva mentre ingoiava avidamente una fetta di prosciutto al miele, al suo fianco Merlino stava in piedi con la brocca in mano. Faceva talmente freddo che a ogni respiro una nuvoletta di fiato usciva dalla bocca dei presenti

-non puoi far qualcosa per scaldare questa maledetta stanza?- sbattendo il calice di ferro sul tavolo deglutì battendosi il muscoloso petto

-non posso aggiungere altra legna, il fuoco è al massimo...e ho già coperto gli spifferi, che altro posso fare?- appoggiando la brocca si strofinò le dita, soffiandoci sopra in cerca di calore- beh, trova un modo per scaldarmi! Mi sembra di avere i piedi nel ghiaccio!-

l'ennesimo tuono disturbò la quiete della stanza e Felina che era rimasta in disparte a fissare i fiocchi di neve si scostò dalla finestra voltandosi verso i due ragazzi, la mano destra teneva in mano  un calice di vino caldo che ogni tanto si portava alle labbra. Non aveva toccato cibo e il piatto che le era stato messo sul tavolo era ancora intatto, come la sedia.

-Felina, per favore...siediti a mangiare! Mi mette ansia vederti sempre in piedi a fissare il cielo, e per di più ti beccherai un malanno se sta mezza nuda con questo freddo- lo fissò per qualche secondo bevendo in silenzio, poi si appoggiò al muro dandogli le spalle. Gli occhi grigi seguirono una saetta che si sprigionò, chiuse gli occhi mentre il tuono percuoteva i vetri- non ho bisogno dei vestiti per scaldarmi Artù...non sono come voi-

finendo il vino appoggiò il calice sul tavolo fissando per un attimo il piatto della carne e con un gesto secco lo spostò lontano da se-Merlino, se hai fame mangialo pure tu...o Artù. Io non ho fame-  alzando gli occhi notò con preoccupazione che entrambi erano troppo pallidi e tremavano per quanto fossero coperti da strati e strati di abiti. Portandosi davanti al camini si accucciò davanti alle fiamme che danzanti le proiettavano strane ombre sul volto pallido. Con il dito indice traccio degli strani simboli sul pavimento di fronte, poi soffiò sul fuoco e una folata di aria calda fece ondeggiare le tende nella stanza.

Artù alzò gli occhi aggrottando le sopracciglia e girando la schiena la guardò stringendo le labbra- solo per il fatto che non ti ho fatto ammazzare per stregoneria non significa che tu possa usare la magia a tuo piacimento!-

-si, ma dovete ammettere...che era si sta molto meglio qui dentro...- il principe annuì con quell'aria di superiorità, finendo di mangiare con un bel sorriso sulle labbra, dopo tutto...ora ricominciava ad aver la sensibilità delle dita. -non è che potresti far qualcosa anche per quei maledetti tuoni? Sono insopportabili!-

Felina si era riportata alla finestra e con un gesto delle spalle negò al principe la risposta-se riuscissi a trovare la fonte di tutto ciò potrei anche farlo smettere...ma a quanto pare il nostro caro mago non ha intenzione di farsi trovare- chiudendo gli occhi sospinse fuori dal proprio corpo parte del suo spirito che si espanse nella zona in cerca di una qualsiasi aura magica nei dintorni della città. Non trovando nulla sussultando tornò in se, riaprendo gli occhi di colpo. Scosse il capo sospirando- non posso  cercarlo troppo lontano...anche la mia mante ha dei limiti.- andando a sedersi sul letto del principe passo in silenzio le dita sulla stoffa della coperta, richiudendo gli occhi per mandare l'ennesima ricerca nella zona.

-ma perché qualcuno sta mandando una tempesta su Camelot?- Merlino guardò avidamente il piatto della ragazza ma non osò toccarlo essendoci lì Artù che per di più si stava arrabbiando per la situazione pericolosa. Entrambi erano consapevoli di una cosa di cui Felina era all'oscuro: se entro poco non si sarebbe trovato il colpevole il re avrebbe purgato per la millesima volta la città, facendo uccidere tutte quelle persone che poteva sembrare streghe o maghi, innocenti e colpevoli senza distinzioni. Ed era troppo rischioso per la ragazza.

-ormai dovresti saperlo Merlino, la maggior parte dei maghi opera per la distruzione del nostro regno. Anche questa volta qualcuno starà cercando di sabotare mio padre...-

-che cosa ha fatto per esser così tanto odiato?- allungò una mano verso Merlino, in cerca del calice che lui prontamente riempì per poi passarglielo. Alla fine si era ritrovato a fare da servitore per ben due principi...fantastico,ma Felina era decisamente più gentile e guardandola sorridere lievemente nella sua direzione ricambiò lo sguardo dolce.

-anni fa...fece sterminare tutti i maghi e le streghe del regno...uccise i draghi, cacciò le creature magiche...i druidi...- Gli occhi di Artù erano remoti mentre raccontava, perché per la prima volta nella sua vita forse si rendeva conto della follia di quegli avvenimenti

-e allora è logico che ci sarà sempre qualcuno pronto ad ucciderlo. Per ogni azione c'è sempre una reazione.

-e allora dovrei lasciare che ammazzino mio padre?!- aveva alzato il tono della voce e con forza scagliò un pugno sul tavolo, facendo cadere un pezzo di pane a terra- non ho detto questo Artù, e non alzare la voce con me. Ma per quanto tu possa esser fedele al tuo re devi esser consapevole che con le sue gesta si è creato molto nemici...e prima o poi ne pagherà le conseguenze. -

il silenzio calò nella stanza, interrotto soltanto dai vari tuoni.

-chi era la ragazza di prima?-

Felina nel mentre si era sdraiata sul fianco e con la faccia appoggiata sui cuscini del principe inspirò per un attimo il profumo di pulito che emanavano, poi riposò gli occhi sui due. Merlino sorrideva sotto i baffi facendo finta di guardare il fuoco mentre Artù...sembrava esser arrossito di colpo- si chiama Ginevra, è la servitrice di Lady Morgana-

-e che ci faceva qui la servitrice di una dama della corte?-inarcò le sopracciglia scure giocando con una treccina piena di ossa di drago

-lady Morgana è la sorellastra di Artù...capita spesso che mandi Ginevra a chiedere dei favori- come per voler dare maggior peso a quelle parole il principe annuì. Poi lei sorrise maliziosa, mostrando i denti bianchi-e da quand'è che le servitrici si innamorano dei principi?-

il biondo quasi non si strozzò con il vino sputando liquido ovunque, Merlino scoppiò a ridere di gusto, poi notando l'occhiata di lui si bloccò facendo finta di restare serio

-Ginevra non è innamorata di me...-

-oh...ne sono certa Artù...ne sono certa- e qualcosa nella voce di lei lo fece rabbrividire. Come una premonizione quelle parole si impressero nella mente del principe che fissò per un attimo Merlino, scambiandosi un'occhiata complice...

Poi qualcuno bussò alla porta e un cavaliere entrò a passo di marcia nella stanza, bloccandosi un attimo nel vedere la ragazza sul letto, poi riscuotendosi si girò verso il principe con un inchino- il re vi vuole vedere sire-

-adesso?- il tono della voce sembrava piuttosto ironico, e non sembrò esser intenzionato ad alzarsi

-è urgente principe...vi prego di seguirmi...-

con uno sbuffò Artù si alzò seguendo il soldato nel corridoio, rabbrividendo per il cambiamento di temperatura. Si era completamente dimenticato che nelle sue stanze era stata la magia di Felina a render l'ambiente caldo, ma nel resto del castello la bufera aveva reso l'aria talmente fredda da esser quasi dolorosa.

Raggiunta la sala del trono chiusero le porte alle spalle del principe che con passo deciso raggiunse Uther che se ne stava seduto con delle carte davanti, lo sguardo preoccupato e la corona pendente più da un lato della fronte...particolare che lo rendeva quasi ridicolo-desiderate padre?-

-siamo sotto attacco figlio mio...come avrai ben notato...la magia sta operando nell'aria, e questo non possiamo permetterlo-

-credete sia opera di uno stregone?- appoggiò le braccia sui braccioli, fissandolo con smanioso orgoglio-ma certo! Questa tempesta è sicuramente opera di qualche folle stregone!voglio che tu e i tuoi uomini lo troviate e lo giustiziate all'istante!-

Artù annuì- domani andrò io stesso con una squadra di ricerca...-

-no!- Uther sbatté le mani guantate sul tavolo-dovete andare ora! Se i re vicini scoprissero che siamo stati attaccati senza aver fatto nulla ci crederanno dei deboli...e non possiamo permettercelo!-

-ma padre! Se anche ci provassimo gli stessi cavalli non possono sopportare un tempo del genere!Moriremmo tutti congelati...e non possiamo cercare qualcuno in una tormenta di neve!.

-e che devo fare Artù!? Lasciare che quei mostri distruggano il mio regno con calma passiva?!-

si era alzato e con sguardo pieno di follia guardava il ragazzo che nel mentre aveva incrociato le braccia sul petto, cercando di non dar peso agli occhi accusatori del re. Strinse le labbra un attimo, prendendo un profondo respiro- padre...vi scongiuro...fino a domani! Lasciate almeno che faccia giorno-

il re lo indicò- domani, non più tardi...e se dovesse succedere qualcosa a Camelot, sappi che sarà stata solo colpa tua Artù!-

con un secco cenno del capo il biondo annuì in silenzi- è tutto?-

Uther si rimise seduto, massaggiandosi una tempia come se la rabbia gli avesse causato un gran mal di testa, le rughe attorno alla bocca si erano accentuate, segno che ormai anche lui non era più tanto giovane- mi è giunta voce figlio mio...che da qualche giorno ti frequenti con una sconosciuta-

sgranando gli occhi per un attimo rimase senza parole, poi parlò con molta calma, misurando le parole- è...una principessa padre. Giunta da molto lontano...-

-è perchè non mi è stato detto?!-

-pensavo non fosse importante per voi...- gli occhi continuavano a esser puntati a terra mentre sudava freddo- non fosse importante??!! lo hai detto tu stesso che è una principessa, quindi avresti dovuto portarla al mio cospetto!-

-perdonatemi-

-voglio che mi sia presentata...è chiaro?e ora va Artù...lasciami in pace, ho bisogno di rilassarmi...devo sempre pensare a tutto io in questo regno..-

-padre...- e voltandosi si allontanò sbattendo la pesante porta. Fermandosi poco dopo nei corridoi prese un profondo respiro, sbuffando.

Ora si che erano nei guai. Guai seri.

 

Questa volta erano tutti e tre seduti attorno al tavolo. Merlino aveva le braccia appoggiate sul tavolo e le mani incrociate, Artù le teneva sulla bocca con fare pensieroso e Felina li fissava con calma piatta, le gambe accavallate

-non puoi presentarti a mio padre in questo modo...-

-quale modo?-entrambi i ragazzi la guardarono, pois  cossero il capo in silenzio. Ogni tanto la ragazza cercava invano la causa di quella tormenta, ma ogni volta non trovava altro che fiocchi di neve...nessun tipo di forza magica, o presenza sospetta-piantatela di esser così agitati, so come ci si comporta alla presenza di un re-

-oh, no Felina...non puoi capire. Mio padre ti potrebbe far ammazzare solo per il semplice fatto che non ti sei presentata direttamente a lui, e se per caso venisse a sapere che sei una strega...sarebbe la fine. Non solo per te, ma anche per me e Merlino-

Lei aprì gli occhi di ghiaccio, squadrandolo con aria suscettibile- tuo padre non saprebbe riconoscere un mago nemmeno a pochi centimetri dal naso-

-scusa Felina...ma non l'hai neanche mai visto...-

-hai ragione Merlino, io non ho mai visto Uther Pendragon...ma ho ascoltato voi che mi avete detto che è un fanatico che ha cercato di purificare questa terra dalla magia...- poi sorrise- ma se ci fosse riuscito...io di certo non vederei loro- e puntando gli occhi sul tavolo indicò il vaso della frutta.

-di che stai parlando?-

passando la mano davanti a se la corvina disse delle strane parole, poi sorrise nel vedere Artù alzarsi  di colpo spaventato e Merlino con gli occhi sgranati.

Sulla frutta tante piccole figurine verdi si aggrappavano alle mele zampettando qua e la, inconsapevoli dell'essere visibili, poi scomparvero di colpo come era giunti, attorno al punto in cui si erano posati una polverina d'oro fluttuava nell'aria.

-e quelli che cavolo erano?!-

-creature della magia antica...come puoi ben vedere, il tuo re in verità è solo uno stupido. Non potrà mai cancellare del tutto la magia, e sono sicura che non sene accorgerà mai dei miei poteri-

Merlino intanto si era alzato dopo aver fissato per un bel po' la frutta stupito-e se...e se in verità qualcuno l'avesse detto al re per sbarazzarsi di te?-sentendo gli occhi dei due su di se si schiarì la gola, per poi continuare- pensateci. Quale modo migliore di liberarsi di una strega...se non darla in pasto a Uther? Tutti conoscono il suo pensiero in fatto di magia...e forse, la persona che lo ha avvertito della tua presenza non vuole far altro che farti uccidere.-

-ma se lo scopo è quello di farmi smascherare...secondo le tue supposizioni, l'individuo di cui stiamo parlando desidera anche la vostra di morte...siete voi che mi avete accolto e ospitato-

Felina scosse il capo, facendo ondeggiare la lunga chioma corvina- come hanno fatto a sapere che sono qui e che sono magica?- in queste ultime parole c'era nota gelida e Merlino rabbrividì, scoprendosi furioso quanto lei. Senza accorgersene si passò la mano sulla spalla, in cerca della cicatrice che ormai condivideva con la ragazza- vado a parlarne con Gaius...lui, è un fidato amico. So che troverà una qualche soluzione...-

-ottima idea Merlino...ah, e trova degli abiti per Felina, non può andare nella sala del trono conciata in quel modo-

-conciata in quale modo?-lanciandogli un'occhiata gelida mostrò i denti come un'animale e Artù sorrise-siamo diventata anche permalose?-

Non si degnò nemmeno di rispondergli, voltandosi verso Merlino che stava aspettando sulla porta-se ti fidi del vecchio medico...chiedigli consiglio, ma sta attento...-

detto ciò il mago si allontano a grandi passi, diretto nelle stanze del padre adottivo lasciando i due principi soli.

Felina rimase seduta con sguardo pensiero mentre Artù si alzò in fretta raggiungendo il letto e togliendosi gli stivali con fare svogliato, piantandoli in mezzo alla stanza. Poi mugugnando assonnato si tolse la giacca, lasciandosi addosso solo la camicia rossa-io voglio bene a mio padre...-

piegando leggermente la testa verso di lui Felina si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, in modo tale da poterlo vedere bene-ma certo che gli vuoi bene, è ovvio che sia così-

-è anche ovvio che io non sia sicuro che lui mi consideri un degno figlio?-buttò la giacca a terra, vicino agli stivali in modo tale da evitare in tutti i modi i penetranti occhi di lei, che ora lo fissavano con molta attenzione-sono certa che ti vuole bene...-

-avresti dovuto vedere i suoi occhi sta sera...avresti dovuto vedere come mi guardava! Mi considera una nullità! Per quanto mi sforzi, qualsiasi cosa faccia è sempre sbagliata!-

la ragazza sospirò, prendendo un profondo respiro si alzò andando in contro al ragazzo che se ne stava ora seduto sul letto, con la testa tra le braccia.

Lo capiva, e per un attimo si rivide in lui...ma cancellò dalla mente i ricordi dolorosi e gli sorrise, accucciandosi ai suoi piedi in modo tale da appoggiargli le mani sulle ginocchia-lo fa solo per aiutarti...ti sta preparando a diventare re; so che può esser doloroso, ma un giorno lo ringrazierai per questo...-

poi si alzò congedando una sua possibile risposta con un gesto della mano- e ora vai a dormire, domani sarà una giornata faticosa...- si diresse verso la porta armeggiando con il mantello di pelliccia. Era giunta alla porta quando lui parlò a bassa voce, ma per lei non fu difficile sentirlo-resta a dormire con me...Felina-

appoggiò le mani sulla maniglia, pronta a spalancare la porta, poi con un sospiro si girò e tornò verso il centro della stanza- che fifone che sei Artù. Hai perfino paura di quattro tuoni-

-non è per paura che te l'ho chiesto!- indignato si voltò verso la ragazza arrossendo nel vedere che sorrideva lievemente, divertita dalla sua reazione.

Non disse più nulla, si infilò sotto le pesanti coperte guardandola mentre si toglieva il mantello di pelo e alcune delle pelli più superficiali. Agilmente si tolse i lunghi stivali di pelo, sistemando il tutto ordinatamente in un angolo- non c'è bisogno che tu metta in ordine..ci penserà Merlino-

-dovresti smetterla di trattarlo così male...è così una brava persona-

sdraiandosi accanto a lui immerse il viso bianco tra i cuscini, sistemando i capelli in modo tale che non le dessero fastidio. Rannicchiò le ginocchia verso la pancia e lo guardò con gli occhi semi aperti- a volte...ho l'impressione tu gli sia molto affezionata...-

-e tu a volte mi dai l'impressione di esser geloso-

Lui si voltò in posizione supina, aprendo le braccia mise il destro in modo tale da sfiorarla- e se fossi davvero geloso?- lei gli tirò un calcio da sotto le coperte- non crearti finte realtà Artù, lo tratti malissimo, ma non vorresti nulla al posto di Merlino al tuo fianco...-

-forse hai ragione...-

-no, io HO ragione...e ora dormi principe di Camelot, e che la magia possa cullarti nel sonno-

mugugnando qualcosa  Artù si girò verso di lei chiudendo gli occhi e in poco tempo prese sonno come un bambino al cospetto della madre.

Ma lei non era sua madre...non sapeva nemmeno che cosa significasse esserlo, o averne una. Per un ultima volta chiuse gli occhi e prendendo un profondo respiro spinse il proprio spirito al di la del letto, fuori dalla finestra...lontano dai muri della città ove i fiocchi di neve vorticavano come tante piccole fate danzanti. Fu in quel momento che percepì il maleficio che come un veleno cercava di raggiungere Artù nel sonno. Spalancando le iridi che lentamente si stavano tingendo di bianco si avvicinò al corpo del ragazzo posando le mani sul petto. Aspettando che l'incantesimo lo raggiungesse sentì il dolore pervaderla, poi lo ricacciò all'esterno rispendendolo al mittente con maggiore intensità.

Lontano nella foresta qualcuno urlò, Felina ne fu certa.

Sussultò poi quando si accorse che Artù la stava abbracciando nel sonno e con gli occhi nivei lo lasciò appoggiarsi al suo petto. Nella notte silenziosa pregò che la sua protezione potesse aiutarli anche nel futuro...pregò di avere abbastanza forza da proteggerlo anche dopo la morte. Il suo tempo stava giungendo a termine, con quell'ultimo incantesimo un'altra parte di se aveva aveva lasciato quel corpo fragile per fare spazio alla magia.

E lasciandosi cullare dalle braccia del principe fu pervasa da un senso di tristezza che le straziò il cuore.

Nemmeno con tutti i suoi poteri premonitori era riuscita a scorgere quella scomoda verità...e immergendo il viso da ragazzina nella camicia di Artù si impedì di piangere.

Fuori, a Camelot, sua fratello la stava cercando...l'avrebbe rivisto almeno una volta prima di morire, di questo ne era certa.

E i tuoni cessarono, lasciando che la luna mostrasse il suo volto tra le nuvole. Aveva smesso di nevicare.

 

 

 

 

 

 

NOTE:

Tesar: eh si...ho il vizio di scrivere sul tardi, ma ho troppi impegni durante la giornata per poter fare altrimenti...questo capitolo è un'eccezione data dal fatto che sono a casa in malattia e quindi posso scrivere quando mi pare..o meglio, quando la febbre me lo permette. Più avanti metterò altre scene del passato di Felina...con tanto di paparino simpatico e fratellino.

Ovviamente il giorno in cui pubblicherai la tua Ff, le leggerò con MOLTO PIACERE! Anzi, l'aspetto con ansia.

Ti ringrazio sempre dei tuoi commenti che mirendono davvero molto felice...spero ti sia piaciuto anche questo capitolo...sperando che il mio mal di testa non si sia fatto troppo sentire negli errori grammaticali e nelle castronerie. Baci.

 

 

 

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Capitolo 10
*** Il Re, la futura Regina e il cadavere. ***


Lo scrosciare della pioggia era divenuto quasi più fastidioso dei tuoni della notte precedente. Il freddo però non aveva abbandonano Camelot che ospitava folate di vento gelide che spostavano le nuvole e le gocce di pioggia in turbinii umidi e fastidiosi.

Gwen camminava di buon passo lungo il corridoio delle stanze reali, tra le mani infreddolite un lungo e prezioso abiti di Morgana. La scorsa sera Merlino l'aveva implorata di trovare qualcosa di adatto a una principessa negli armadi della figliastra di Uther...e per pura fortuna aveva trovato quel prezioso vestito infognato tra gli armadi della sua signora; doveva esser stato sicuramente un regalo di qualche spasimante indesiderato perché mai l'aveva veduto addosso alla giovane signora. Avrebbe anche potuto imporsi e chiedere a Merlino perché mai avrebbe dovuto portarlo nelle stanze di Artù, ma la verità era che quando si trattava del principe lei perdeva la testa ed era disposta a fare anche i salti mortali.

E mentre si avvia proprio verso le stanze del biondo un sorriso le dipingeva le labbra alla sola idea di poterlo vedere.

Giunta davanti all'entrata si bloccò con un pugno alzato, pronta a bussare. E se fosse stato ancora addormentato? L'avrebbe disturbato senza motivo...e si sarebbe infuriato, viziato com'era. Abbassò la mano mordicchiandosi le labbra in cerca di una soluzione, poi si convinse ad aprire la porta con un cigolio.

La stanza era decisamente calda e le tende tirate impedivano alla luce mattutina di entrare e colpire il letto a baldacchino, le candele ormai si erano spente come il fuoco nel camino. Entrando molto delicatamente si avviò verso il tavolo cercando di non far rumore, accompagnata dal russare regolare del ragazzo.

Per sbaglio poi urtò contro qualcosa a terra che stridette contro i suoi piedi. Si maledì per la sua goffaggine, poi qualcuno si alzò di colpo dal letto e due occhi di ghiaccio la fissarono nell'oscurità. Con occhi sgranati indietreggiò mentre la ragazza la fissava dal letto di Artù, un  braccio a coprirsi il petto e i lunghi capelli sciolti a incorniciarle il volto pallido. Senza accorgersene lasciò cadere il prezioso vestito per terra indietreggiando con la mano premuta sulla bocca. Poi corse fuori senza nemmeno prendersi la briga di chiuder bene la porta, correndo nel corridoio che ormai si stava popolando della servitù.

Nella stanza intanto Felina si era lentamente alzata e con i capelli a coprirle la pelle nuda andò a chiudere con un colpo secco la porta, dal letto Artù protesto con un gemito annoiato, voltandosi dall'altra parte.

Inarcando le sopracciglia lo fissò qualche secondo, poi raccolse con le dita sottili ciò che aveva fatto cadere la servetta...già vista in precedenza. Com'è che si chiamava? Ginevra...con occhio critico guardò l'abito. Se lo sarebbe fatto andare bene.

Infilandosi la lunga pelliccia bianca se la drappeggiò in modo tale da coprirsi almeno le parti più intime poi si avviò verso l'uscita senza disturbare il principe che ancora russava beatamente nel mondo dei sogni, con la faccia schiacciata contro il cuscino e la schiena nuda semi coperta dal lenzuolo che si era scostato nella notte.

Uscendo fece in modo di non farsi vedere da nessuno, scendendo le lunghe scale a chiocciola incrociò diversi individui che però non sembrarono notarla, forse per magia. Poi raggiunta la porta della stanza di Gaius l'aprì senza bussare, all'interno il vecchio lasciò cadere una boccetta di vetro a terra, sussultando per il suo arrivo -mia signora...-

-dov'è Merlino?-

il medico arricciò le labbra con un'aria piuttosto indecisa, le mani incrociate dietro la schiena, poi però chinò il capo in segno di rispetto- è nella sua stanza, ma potrei chiedervi l'onore di due parole prima di farvi andare da Merlino?-

Lei lo squadrò decisamente infastidita, poi però piegò la testa di lato facendo scivolare da quel lato la lunga chioma- lui si fida di voi ciecamente, quindi vi ascolterò vecchio, ma fate in fretta perché non ho tempo da perdere, sfortunatamente-

-allora andrò al dunque...-

-perfetto...non vi dispiace se nel mentre osservo la vostra roba? Trovo...questi...- e alzando una boccetta verde l'agitò creando delle bolle nel contenuto- beh...interessanti, ma parlate pure, vecchio. Non ho intenzione di nuocervi-

Gaius non fece caso ai movimenti di lei tra la sua roba di medicina, ma continuò a fissarla con lo sguardo di un professore arrabbiato- bene, siete sicura di ciò che fate?-

Felina lasciò cadere un pesante volume su una pigna, il che fece innalzare una nuvola di polvere che cercò di scacciare con una mano, poi socchiuse gli occhi per freddarlo con le iridi- io faccio ciò che è giusto sia fatto-

-si, ma questo mi preoccupa...Merlino si è affezionato molto a voi, principessa. Ma lui per me è come un figlio...e ho il terrore che alla fine di questa storia soffrirà, e non lo merita-

chiudendo le dita in pugno fece scroccare le ossa delle dita, a quel gesto il vecchio si ritrasse, come impaurito e lei sorrise- avete già avuto a che fare con delle streghe...o mi sbaglio?- inarcò le sopracciglia-ma vi ho già ripetuto che non vi farò del male, quindi il vostro terrore è maleducazione nei miei confronti. Ma non stavamo parlando di rispetto...ed educazione.- e fece una lieve pausa, sospirando- ho paura che sia inevitabile che Merlino soffra...volente o nolente...alcune cose sono inevitabili anche per la magia-

-ma che cosa avete in mente?-

-non vi devo nessun tipo di spiegazione, e ora se non vi dispiace...vorrei andare da Merlino...-e superando il vecchio medico si incamminò verso la porta, lasciandoselo alle spalle.

Entrando nella stanza del giovane mago si ritrovò di fronte a un'armatura volante e a una spada che si lucidava da sola, danzando insieme a una spugna...e Merlino chino a terrà a pulire degli stivali con fare assolutamente esausto.

-Merlino!-

-cosa?!- la roba cadde al suolo con un frastuono mentre il ragazzo la fissava con un sorriso agitato sulle labbra-sai...a volte..-

-stai cercando di scusarti per aver usato la magia?-

si sedette sul letto, prendendo la spada tra le mani e toccando delicatamente la lama- come è stato dormire con Artù?-

lasciò la spada di colpo, infastidita come se un insetto l'avesse punta da qualche parte-non cominciamo con sta storia...-

-quale storia?- sembrò piuttosto seccato anche lui e con gesti secchi ricominciò a pulire gli stivali- ho bisogno di te Merlino-

e smise ancora di lavorare, appoggiando il tutto accanto a se, sul pavimento- tu hai bisogni di me? Non ci credo..-

lei sospirò guardando il prezioso vestito di Morgana appoggiato alle proprie ginocchia nude nivee- perché continui a convincerti di non esser un mago potente? Solo perché ancora non ahi imparato alcune cose...non significa che tu non  mi equivalga in potenza...-

Il ragazzo rimase con lo sguardo fissò sul muro, pensieroso e con il fare stanco, come se non avesse dormito bene-che cosa vuoi che faccia?-

alzandosi si diresse verso il piccolo armadio in legno e dandogli le spalle si slacciò con la mano destra la pelliccia che con un lieve movimento fluente cadde ai suoi piedi, lasciandola nuda agli occhi di Merlino che arrossì fino alla punta delle orecchie-per prima cosa aiutami con l'abito...non conosco le vesti delle vostre donne, e non posso di certo presentarmi al re con la gonna storta o sgualcita...-

Il corvino si alzò andando a prendere la veste e fissandola con occhi sgranati. Poche volte aveva aiutato sua madre a vestirsi, ma di certo non era un esperto di abbigliamento femminile. Con gesti impacciati si avvicinò a Felina, cercando di non guardarla mentre si pettinava i lunghi capelli neri, alzandoli abbastanza da lasciar scorgere zone di corpo decisamente troppo intime.- ti ho mandato Gwen ad aiutarti, perché sei venuta qui?-

alzando le braccia si lasciò infilare il lungo abito di seta blu, poi sentì le dita calde del ragazzo allacciarle i vari nastri sulla schiena e rabbrividì, girando lievemente il capo per scorgerlo-non mi piace quella donna...e poi non mi lascio toccare da tutti-

Merlino sorrise, stringendo l'ultimo fiocco vicino al collo. La fece girare lentamente, squadrandola con fare critico e paragonandola nella sua mente alle dame di corte- il fatto che io ti possa toccare è una sorta di complimento?-

-ne dubiti forse?- sorrise lievemente per poi storcere il naso sentendosi intrappolata in quella stoffa, alzando le braccia cercò di modellare la maniche a suo piacimento, ma non servì a nulla e con una mano cercò di arrotolare le maniche, lunghe fino al pavimento e scampanate- non mi hai ancora detto che cosa desideri che io faccia...-

-giusto...per cominciare potresti strapparmi di dosso questo..schifo inutile!- quasi ringhiò tirando un pugno all'armadio, poi però si passò le mani sul viso, il cerca di un po' di pace interiore. Era stata una bella nottata, Merlino era buona con lui...e allora cosa la turbava tanto? C'era qualcosa nell'aria che non le piaceva, le metteva addosso ansia, la stessa ansia che provava prima di una importante battaglia.

-Felina?-

Tornò al presente quando sentì pronunciare il suo nome, e scuotendo il viso sospiro-perdonami, mi ero smarrita in pensieri oscuri. Comunque, ho bisogno che tu renda questo abito...magico.-

Merlino sgranò gli occhi fissando la preziosa stoffa, poi alzò le mani sopra la testa- ehi, io non e sono capace...fallo tu, non posso rischiare di rovinarlo-

qualcosa oscurò la vista di lei che voltò lo sguardo in basso, sulla lunga gonna- non posso usare la magia Merlino...per rendere un oggetto incantato e prezioso ci vuole molta forza, e io...sono troppo stanca per riuscirci...- qualcosa nella voce di lei indusse il mago a crederle e per un attimo ebbe un sussulto al cuore. Al posto della forte ragazza nordica aveva visto per un attimo una ragazza pelle e ossa morente su un letto di seta. Si allontanò di un passo spaventato, ma le mani di lei lo raggiunsero e lo bloccarono- hai la capacità di farlo...non posso presentarmi  a Uther con un abito di una dama, e per di più dobbiamo esser sicuri che mi veda come una nobildonna, non come una strega. Devo piacergli...e io da sola non sono abbastanza regale agli occhi del tuo re.-

-non conosco l'incantesimo...-

Si alzò in punta di piedi e facendo da scudo con la mano gli sussurrò qualcosa nell'orecchio, poi si riabbassò e chiuse gli occhi. Merlino alzò la mano tenendo le dita aperte, socchiuse gli occhi e prese un profondo respiro- nuatrkla laj guerdet no imme sorlant te tetunte jat- gli occhi gli divenneoro gialli come quelli di un drago, poi li chiuse senza avere il coraggio di guardare il risultato dell'incantesimo.

-ti piace il rosso Merlino?-

-perché?- guardandola si stupì nel vederla vestita come prima, ma in rosso. La forma dell'abito era rimasto quello di prima...o forse la gonna e le maniche si era ampliate in tanti piccoli strati di stoffe preziose come l'intera Camelot, ma il colore...era diventato quello del sangue, ma brillante come se contenesse la luce del sole.

-mi complimento con te...e per fortuna non conoscevi la formula...-

Merlino rispose con una risata piuttosto isterica, ma gongolante. Si, era decisamente fiero di stesso, eppure c'era in lei qualcosa di sbagliato e che tonava. Poi s'illuminò!- i capelli...bisogna sistemarti i capelli, da noi non è molto comune che una donna porti delle ossa nelle trecce...-

-e allora portami una spazzola Merlino...non mi ricordo nemmeno l'ultima volta che mi son fatta pettinare-

-spazzola?- inarcò le sopracciglia sorridendo- e chi ce l'ha una spazzola?-

Scoppiò a ridere, cercando di camminare dignitosamente con quella maledetta gonna lunga, poi smise di sorridere per fissare il cielo fuori dalla finestrella- vai a svegliare il tuo principe Merlino, è tempo-

Sembrò sconvolto il mago che si accorse solo ora dell'orario-sono in ritardo!- e senza pensarci due volte si fiondò fuori dalla porta, inciampando in ogni dove senza mai fermarsi. Lo guardò allontanarsi con espressione tranquilla, poi si diresse a sua volta verso l'uscita ma un forte dolore la colpì al ventre, facendola piegare in due.

Si trattenne dall'urlare ma su talmente tanto sopraffatta dal dolore che le ginocchia le si piegarono sotto l'abito, facendola precipitare sul pavimento. Seguì un altra fitta e così via, un braccio era stretto contro il ventre, l'altro stava artigliando il materasso. Prese un profondo respiro impedendosi di perdere il controllo mentre gli occhi le diventavano bianchi come la neve, poi con un gemito finì tutto. Alzandosi molto lentamente si passò una mano sulla fronte, asciugandosi il sudore.

Si diresse con passo lento verso la porta tenendo la pelliccia bianca su una spalla, e con l'altra la lunga gonna per evitare di inciampare.

Gaius non c'era...meglio così. Avrebbe dovuto dargli spiegazioni sul sul viso pallido e sciupato, cosa che non aveva intenzione di fare. Giunta nel corridoio svoltò a destra, diretta nelle stanze del principe e per la terza volta da quando era giunta a Camelot incrociò Ginevra che si fermò a fissarla con timore mentre passava

-non è giusto ciò che state facendo. Vi ho visto con Artù, ma so anche cosa avete fatto con Merlino-

fece altri due passi poi si bloccò e batté svogliatamente le mani-ma brava! La servetta impicciona ha finalmente avuto modo di esprimere il suo giusto parere-

-come osate!?-

si voltò di colpo e i capelli ondeggiarono a causa di quel movimento brusco, dagli occhi lanciava fiamme e l'espressione non assicurava nulla di buono. Gwen fece un passo indietro, spaventata-no, sguattera! Come osi tu rivolgerti a me così!-

Ginevra abbassò il capo e si inchinò velocemente-vi chiedo perdono...io, non so...-

-lo so io per te Ginevra!- e avvicinandosi con passo che incuteva una rabbia felina si portò a pochi centimetri dal viso di lei, piantandogli il naso a pochi centimetri dalla bocca, gli occhi furenti- lo so io! Le conosco le persone come te. Pensi di esser tanto più nobile di me per quanto tu non sia altro che la serva di qualcuno, pensi di aver il cuore buono e di interessarti agli altri e soprattutto al principe..e al dolce Merlino...e chi è questa straniera che ha osato entrare nei letti di entrambi? Come ha osato...-

arpionandola alla gola la sbatte contro il muro, senza stringere eccessivamente- ma non credere che io non sia al corrente del tuo amore per Lancillotto. Critichi me, ma tu stessa dividi i tuoi sentimenti per due persone, facendo finta invece di provare affetto solo per Artù.- mollò di colpo la presa e Gwen si allontanò singhiozzando di qualche passò, tenendosi la gola dolorante-osa criticare di nuovo ciò che faccio per il principe e Merlino e io giuro davanti a tutti gli dei che verrò mano al giuramento e ti caverò gli occhi con le mie stesse mani.- poi le diede le spalle magre, allontanandosi verso una finestra, osservando la pioggia- tu non lo renderai mai felice, regina di Camelot...-

e la lasciò indietro a singhiozzare, svoltando l'angolo per le stanze reali.

Accostandosi alla porta poté subito udire le grida indignate del principe e aprendo la porta lo vide correre per la stanza con un asciugamano in vita cercando di acciuffare Merlino che disperato cercava di ripararsi dalle mani assassine del biondo. Erano talmente presi nel farsi la guerra che nemmeno si accorsero di Felina che si sedette tranquillamente sul letto-Artù, a furia di correre in quel modo ti scivolerà via il lenzuolo.- entrambi si bloccarono diventando rossi nel vederla, poi il principe rimase a bocca aperta nel constatare che ora sembrava più che mai una degna principessa, e l'abito che indossava era magnifico...perfino sua sorella Morgana non ne aveva di così belli, possibile che?Ma lei continuò il suo monologo mentre lo fissava mezzo nudo- non che io non abbia già visto abbastanza, se non tutto...e non dubito nemmeno del fatto che possa far piacere perfino a Merlino guardarti nudo..però, se non ti dispiace...dovresti vestirti e accompagnarmi da tuo padre-

-se Merlino non fosse così idiota da sbagliare sempre a scaldare l'acqua per il mio bagno, a quest'ora sarei già pronto!-

-non è colpa mia sire, siete voi che non vi accontentate mai!- con ancora il secchio in mano si accostò alla ragazza che allungò una mano per aiutarlo a posarlo a terra, poi sospirò scoraggiata- per favore, vestiti..-

Merlino che nel mentre aveva allungato la famosa spazzola a Felina sistemò i cuscini reali cercando di non badare al fatto che quella mattina il letto era fin troppo disfatto, anche per Artù...ma maledicendosi evitò quei pensieri- a proposito, dopo l'incontro con il re non dovevate andare a cercare lo stregone?-

-si..partiamo appena possibile, per quanto i tuoni siano cessati mio padre non sarà felice fin quando non avrà la testa del responsabile-

-lo troverete morto nella foresta...- pettinandosi i lunghi capelli ogni tanto faceva cadere qualche piccolo osso accanto a se, cercando di darsi un aspetto da principessa

-morto?!-lo urlarono entrambi, insieme. E lei sorrise, perché quei due erano davvero fatti per stare per sempre insieme.

 

 

Uther Pendragon sedeva pesantemente sul trono e  la fissava cercando di restare impassibile per quanto pure lui, come tutta la corta, era rimasto colpito dalla sconosciuta.

Felina gli era di fronte con il capo chino e le sottili dita intrecciate davanti al ventre in un lieve inchino-vorrei porvi le mie più sentite scuse mio re. Avrei dovuto presentarmi prima al vostro regale cospetto, ma appena giunta a Camelot una forte febbre mi ha bloccata nel letto...se non ci fosse stato vostro figlio, ora molto probabilmente sarei ancora nella foresta in cerca di aiuto-

-non preoccupatevi figliola, ma ditemi...cosa spinge la principessa di un regno così lontano a far visita  Camelot?-

alzandosi dall'inchino sorrise come una bambina di fronte al suo giocattolo preferito e da quel sorriso sembrò scaturire luce e calore. Merlino dal fondo della sala non seppe dire se fosse opera di magia...o fosse un lato sconosciuto della personalità di Felina. Attorno a loro i vari nobili cinguettavano a proposito della  ragazza e molti la paragonavano a Lady Morgana che dal seggio accanto al re fissava con curiosa attenzione la straniera, così simile a lei.

-sono qui per volere di mio padre il Re. Molto mi raccontò sul maestoso regno dei Pendragon...lui stesso mi pregò di porgere i miei omaggi qui da voi...-

Sorridendo con fierezza si rivolse con orgoglio al figlio che gli stava accanto, cercando di mascherare il proprio affetto per Felina, poi si rigirò verso la ragazza- siete la benvenuta a Camelot mia cara. E ditemi, come si chiama vostro padre?-

A quella domanda la ragazza sembrò turbarsi, poi scosse lievemente il capo – mi dispiace mio signore, ma nella mia terra è proibito pronunciare i nomi della famiglia reale, sono segreti e inviolati come il nostro sangue...-

-e non potete farci l'onore nemmeno del vostro di nome, my Lady?-

-Felina, mio signore...il mio nome è Lady Felina-

il re si alzò aprendo le braccia sorridente, la corona ben in vista sulla fronte stempiata- bene Felina, siete la benvenuta tra di noi, potrete soggiornare quanto vorrete...lasciate che vi presenti la mia figliastra Morgana, potrete farvi compagnia a vicenda in questi giorni...e ora se non vi dispiace, ho altro di cui occuparmi...-

e alzandosi congedò Felina con un gesto della mano che ubbidiente e tenendo quel sorrisetto sulle labbra si allontanò tranquilla, diretta con eleganza verso Merlino, sperando che il mago potesse trovare una scusa per farla allontanare da quel branco di pazzi. A metà strada la raggiunse proprio la figliastra del re, e sgranando gli occhi con stupore Felina si rese conto che non era una semplice ragazza, ma una strega decisamente potente, forse quanto lei.

-voi...-

-sono Lady Morgana, ci ha presentata mio padre poco prima...- continuò a sorridere rispondendo all'espressione dolce della nobildonna- ma certo...siete davvero bella mia signora. Accanto a voi io impallidisco come un rospo accanto a un ranocchio..- la ricciola scoppiò a ridere allegramente- che strano paragone, ma vi ringrazio...sapete, trovo magnifico il vostro abito...sembra brillare-

-è stato tessuto dai sarti della mia corte...all'interno della stoffa sono state applicate schegge d'oro..-

-deve valere una fortuna...-

-non vi immaginate nemmeno quanto-

la conversazione delle due corvine fu interrotto dall'urlo di una delle servitrici che continuò a strillare con orrore.

Artù e i cavalieri si precipitarono fuori dalla grande sala del trono e alcuni cercarono di bloccare il passaggio della folla che cercava di guardare spintonandosi.

In mezzo all'atrio il cadavere di una delle guardie spiccava nel mare di sangue che si era formato attorno al corpo. Infilato nella gola aveva un pugnale che più volte doveva esser stato rigirato poiché gran parte della trachea era visibile. Anche il resto del corpo non era in condizioni migliori e perfino Artù che si trovava in prima linea dovette tapparsi la bocca voltandosi, per non vomitare.

Solo Gaius ebbe il sangue freddo di coprirlo,impartendo ordini ai presenti e facendo allontanare le donne.

Felina continuava a fissare immobile il corpo, senza parole.

Ma cos'avrebbe dovuto dire o fare?

Quella era sicuramente opera di qualcuno del suo popolo.

 

 

NOTE:

Questo capitolo e quello precedente non spiccano molto per gli avvenimenti, ma servono più che altro per rafforzare i rapporti con i personaggi e prepararli a ciò che verrà. Lascio alla vostra fantasia ciò che potrebbe esser avvenuto nel letto di Artù con Felina...ho voluto solo accennare dei particolari che potrebbero far pensare che forse non si è trattato solo di dormire. Che altro posso dire?

Con questi capitoli ho voluto far calmare un po' le acque, mi piaceva l'idea di sottolineare la calma che c'è prima di una tempesta...spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.

 

Giuly_the princess: grazie per il commento! Non posso rispondere alla tua domanda perchè ti si rovinerebbero un sacco di capitoli! Spero ti piaccia anche questo capitolo!

Valux_:grazie ancora per le recensioni! Son felice che ti piaccia la mia Ff...si lo so, Felina è un personaggio decisamente complicato che spesso più risultare odioso, spero soltanto che alla fine della storia  possiate trovarla un personaggio ben fatto. E spero anche che un giorno ti possa piacere come carattere...per ora però non posso far altro che farla così com'è .

Tesar: sei sempre così gentile con me! Non so come ringraziarti! Mi sto lentamente rimettendo dalla malattia che almeno mi da il tempo di pensare e ideare i capitoli. Tifa tifa per Merlino...avrà la sua rivincita, te lo posso garantire! Davvero son brava a descrivere Artù? Forse perchè ho amici che gli assomigliano XD Baci, spero ti piaccia anche questo capitolo...anche se è un po' meno “attivo”degli altri.

 

 

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Capitolo 11
*** Gli inganni della foresta e il mostro. ***


La foresta era immobile e gli uccelli si erano zittiti nei loro ghiacciati nidi. I cavalli galoppavano sul sentieri spronati al massimo, in testa il principe Artù seguiva il ritmo del bianco destriero senza voltare gli occhi indietro. Poco più indietro Merlino affiancava diversi soldati reali.

Il tramonto stava tingendo di rosso la neve a terra e la foresta morta proiettava le ombre come lunghe dita pronte ad afferrare il gruppo di cavalieri.

Era sconsigliato uscire la sera durante l'inverno, ma dopo l'episodio a corte il Re aveva decretato che l'assassino doveva esser trovato subito, per esser giustiziato.

Felina non aveva commentato, limitandosi a rimanere in silenzio diverse ore, chiusa nelle stanze di Artù. Non aveva rivolto la parola a nessuno e quando Merlino era andato a parlarle, trovando un minuto di pausa dal trambusto, lei si era limitata a fissarlo in silenzio.

Solo a fine della giornata si era ridestata da quel passivo comportamento e con passi silenziosi aveva raggiunto la salma del cavaliere. Senza chiedere il permesso al medico di corte aveva scoperto il corpo esangue puntando le iridi di ferro sulla ferita alla gola, ma pure in quel caso, nessun tipo di suono era uscito dalla sottile bocca della principessa.

Infine, quando il sole aveva abbandonato la sua alta posizione iniziando a scomparire dietro la foresta si era portata silenziosa nelle stalle, spuntando come uno spettro di fronte al cavallo che con un nitrito era indietreggiato con forza, sbattendo Merlino contro il muro.

E lei aveva sorriso,malinconicamente- prendete il sentiero ad Ovest, incontrerete due bivi, e dovrete sempre tenere la sinistra fino alle cascate. Sotto la grande quercia troverete l'uomo che cercate con tanto affanno-

Merlino aveva accarezzato il cavallo guardandola con espressione stanca- perché non ci hai rivolto la parola per tutto il pomeriggio?-

-faccio fatica a concentrarmi se devo badare a ciò che mi sta attorno...e non vi ho fatto forse un favore a trovarvi il mago?-

-ma hai detto che è morto!-

aveva allungato una sottile mano verso il muso del cavallo, il quale con uno sbuffo aveva scartato con gli occhi sgranati, cercando protezione nel ragazzo che lo aveva tranquillizzato, continuando però a guardarla mentre si passava una mano sul vestito rosso- farete felice il re portandolo a corte...-

-il cavallo ha paura di te, perché?-

Facendo le spallucce non gli aveva risposto, ma mentre Merlino si stava allontanando dalla stalla aveva sentito le dita di lei serrarsi attorno al braccio e con uno strattone l'aveva avvicinato a se- proteggi Artù, è finito il tempo di dormire figlio della magia Antica, destati, e proteggilo fino al mio arrivo.-

non aveva fatto in tempo a chiedergli spiegazione per quelle parole, perché con un potente vento lei si era volatizzata davanti ai suoi occhi lasciando soltanto il calore delle dita sul suo braccio.

Ora stava cavalcando con il suo principe, gli occhi da falco vigili sul paesaggio e sulla sua figura. Se Felina gli aveva detto di proteggerlo, molto probabilmente avrebbero trovato qualcosa di poco piacevole. Si voltò di colpo quando il cavallo diede una sgroppata, e per un attimo fu convinto di aver visto qualcuno correre al loro fianco, ma nessun umano poteva tenere il passo di un galoppo spronato al massimo.

-ARTU'-

dovette urlare per farsi sentire dal biondo che, in risposta scrollò la testa rassegnato, rallentando di colpo l'andatura, affiancandolo- spero tu abbia una buona motivazione per avermi chiamato, dobbiamo raggiungere il centro della foresta entro il calar delle tenebre-

-lo so sire, ma..ho avuto l'impressione che qualcosa ci seguisse.- come per sottolineare quelle parole un ramo si spezzò, facendolo sussultare sulla sella- Merlino, possibile che devi sempre fare la femminuccia?- con un colpo dei talloni avanzò verso gli alberi, uscendo dal sentiero.-come vedi, non c'è niente di cui preoccuparsi...se non forse qualche uccello carnivoro-

a quella pessima battuta molti dei cavalieri risero, il che fece scuotere la testa al povero Merlino. Esasperato chiuse gli occhi cercando di attenuare quel maledetto presentimento che non gli dava tregua.

In risposta a quel peso che gli grava  sullo stomaco un secondo legno scricchiolò alle spalle di Artù il quale, questa volta, si girò di colpo brandendo la spada, imitato dai compagni.-andiamo...-

Ripartirono in tutta fretta e questa volta Merlino affiancò Artù e voltandosi poté notare dallo sguardo cupo di lui che forse le sue supposizioni era fondate. Non erano soli.

Arrivati al secondo bivio, come predetto da Felina tennero la sinistra ma ciò che si presentò loro davanti non era decisamente piacevole.

Il sentiero andando avanti si tramutava in una sottilissima striscia di terra battuta ricoperta di foglie e melma ghiacciata, ai lati gli alberi scendevano sulla strada impedendo alla vista di scorgere più avanti, e di sicuro per quella strada non si poteva procedere a cavallo.

-e ora che si fa Merlino?-

il mago lo guardò alzando le spalle, in segno di pura negazione- Felina ha detto di seguire il sentiero di sinistra..quindi dovremmo percorrerlo-

Artù allungò il braccio appesantito dall'armatura e lo prese per la spalla, avvicinandoselo con uno strattone alla faccia, poi con un sorriso tirato lo obbligò a fissare davanti a loro- perché tu pensi che quella strada sia praticabile?-

-forse se lasciassimo qui i cavalli-

-io non lascio qui i cavalli Merlino! C'è un assassino a Camelot che si nasconde molto probabilmente nella foresta, e tu vorresti andare in giro a cercarlo a piedi?-aveva mollato la presa sul servitore che con una mano aveva cercato di sistemarsi la bandana, smossa dalle potenti braccia del principe- mi fido di Felina e se ci ha raccomandati di seguire questa via, dovremmo ascoltarla-

-ma a quanto pare si è sbagliata, visto che ci ha mandati in un vicolo cieco!-

-siete arrabbiato Artù! Lo sapete meglio di chiunque che se c'è una persona di cui bisogna fidarsi è lei!- avevano alzato la voce entrambi e rendendosene conto voltarono il capo in direzioni opposte, come se a bisticciare fossero due bambini.

-mio signore, che facciamo?-la voce del cavaliere li aveva riportati alla realtà e per un attimo Merlino sospirò nel vedere Artù in preda alla confusione. Lo conosceva abbastanza bene da capire che avrebbe voluto fidarsi della ragazza, ma di certo non voleva deludere i suoi uomini che attendevano un ordine ragionevole da parte del futuro re: e seguire quella strada era tutto tranne che ragionevole

-si torna indietro, prenderemo l'altra vita!-

voltò lo sguardo verso Merlino e per un attimo i loro occhi si incontrarono, ma il mago non disse nulla. Mentre i soldati svoltavano per tornare indietro si voltò un attimo a fissare il bosco. Vagò con lo sguardo tra i possenti tronchi spogli. Una folata di vento piegò di lato i rami e con un brivido gli sembrò di vedere degli occhi che lo fissavano. Chiudendo le palpebre notò che quando le riaprì non c'era nulla tra gli alberi.

“proteggilo”

 la voce di Felina gli ritornò alla mente in un soffio e deglutendo fece girare il cavallo, raggiungendo di corsa Artù che stava percorrendo il nuovo sentiero, deciso ad arrivare da qualche parte, anche a costo di buttare giù la foresta stessa.

Dopo un po' però anche Merlino si rese conto del fatto che ora i cavalli viaggiavano meglio, perfino il fogliame a terra sembrava appositamente fatto per facilitare i duri zoccoli.

-che cosa ne pensa vostro padre dell'uccisione?-

-...pensa che non ho addestrato abbastanza bene le nostre guardie- il volto di Artù era impassibile, ma la voce lo tradiva

-non è colpa vostra, sapete come è fatto il Re...se la deve prendere con qualcuno, ma è fiero di voi e sa quanto valete-

-Merlino, ti stai forse trasformando in un leccapiedi?-

Un sorriso passò tra i due che man mano che la notte scendeva riprendevano quel loro rapporto fatto di amicizia e battibecchi continui.

-oh no mio signore, non potrei mai diventare il leccapiedi di un asino reale!-

ringraziò i riflessi del cavallo quando Artù cercò di sferrargli uno spintone, evitato dall'animale e non certo dal mago, potente in fatto di magia, ma decisamente impacciato nella vita.

-e comunque alla fine hai visto che avevo ragione io?- con un ampio gesto del braccio mostrò davanti a se una grossa radura ancora innevata. Sopra di loro il cielo si era fatto ormai quasi nero, e si faceva fatica a vedere attorno

-si, avevate ragione...- poi qualcosa attirò l'attenzione di Merlino. Si mise in ascolto e le dita gli si serrarono come tenaglie sulle briglie. Deglutì ritrovandosi di colpo senza saliva- non notate niente Artù?-

bloccò il cavallo e fece lo stesso il principe che aggrotto le sopracciglia, in una smorfia- e che cosa dovrei notare Merlino? Il perfetto silenzio che c'è quando non parli?-

-Artù...siamo in un bosco!-

Il biondo si tramutò in una maschera concentrata mentre cercava qualsiasi tipo di suono attorno a se- c'è troppo silenzio!fate attenzione!-

Ma dietro di loro non c'era nulla. I cavalieri erano spariti senza lasciare traccia. Al posto del sentiero percorso non c'era altro che fitta foresta con gli alberi talmente fitti da essere impenetrabili perfino a piedi. Erano in trappola; o avanzavano verso la pianura, o dovevano rimanere immobili.

-cosa diamine è successo!?dove sono finiti gli uomini?!- saltando giù dal cavallo prese la lunga spada cercando di farsi strada tra i rami, invano. Anche Merlino scese dal cavallo affiancando Artù- era un sentiero stregato! C'era qualcosa di strano, insomma...era troppo perfetto per esser vero!-

-e te ne accorgi ora?!-

lo superò di corsa, girando a vuoto in cerca di una maledetta uscita da quella trappola. Merlino lo fissava accanto ai cavalli, gli occhi bassi e le mani congelate. -inizia a fare freddo...dobbiamo andarcene da qui, o finiremo congelati!-

-questo lo so già Merlino! Ma siamo bloccati!-

Qualcosa si mosse nel buoi e gli animali iniziarono a nitrire spaventati. Poi si mosse di nuovo e i due ragazzi si avvicinarono al centro della radura, gli stivali affondati nella neve fredda- sta indietro-

-avete visto che cos'è?-

il biondo scosse il capo brandendo la spada, pronto nella posizione di difesa.- sta tranquillo Merlino, ti farò uscire di qui sano e salvo-

“proteggilo”“proteggilo”“proteggilo”“proteggilo”

La voce gli rimbombò nella mente, come un eco lontano. Vacillò in avanti tenendosi la testa, poi comprese che ciò che c'era in quella dannata foresta andava oltre ad Artù. Chiuse gli occhi e respirò profondamente. Sentì una forza nuova penetrargli la carne, si appoggiò alla schiena di Artù. Lo sentì parlare, ma la voce gli giungeva da molto lontano, e quando sussurrò parole che fino ad allora gli erano sconosciute aprì di colpo gli occhi da falco. Color ambra.

Una fortissima folata di vento si liberò attorno alla radura, scompigliandogli i capelli. Qualunque cosa ci fosse al di là, tra le piante, ora ne era sicuro: non sarebbe potuto penetrare nella radura.

-Merlino!?-

-eh?cosa?-

-ti vuoi spostare?? come faccio a combattere se ho te addosso?- ma la voce era quasi colma di sollievo. La cosa si mosse di nuovo, e questa volta il frastuono fu più forte.

Entrambi sussultarono cercando di vedere nell'oscurità, i cavalli terrorizzati correvano da un capo all'altro della piccola radura, impennandosi e cercando rifugio uno contro l'altro. Dopo l'ennesimo suono Merlino si voltò di colpo nella direzione di provenienza. Certo, sapeva che erano al sicuro, ma esser braccati da una creatura sconosciuta non era piacevole.

-riesci a vedere qualcosa?-

-il nero più totale sire...-

tenendosi spalla contro spalla lentamente giravano, voltandosi ogni volta che qualche legno scricchiolava attorno a loro. Un grido si librò nell'aria e una civetta si alzò in volo verso di loro, poi si innalzò scomparendo tra le nuvole.

Artù si asciugò con un gesto secco il sudore sulla fronte. Continuava a tenersi pronto con la spada, ma era tutto inutile se non riusciva a scorgere a pochi centimetri dal proprio volto. Deglutì e sentì Merlino irrigidirsi- hai paura Merlino?-

-io...non ho mai paura!-

Artù scoppiò a ridere e per un attimo la tensione si allentò. Alla loro destra poi un troncò sembrò spezzarsi e il frastuono li raggiunse come una frustata e si staccarono girandosi entrambi da quella parte- sappi che non ti vorrò di nuovo come servitore, in una vita futura!-

Merlino sorrise, senza poterlo scorgere, ma era convinto stesse sorridendo a sua volta e preparandosi mentalmente alla lotta, la sua lotta, voltò lo sguardo in direzione dei suoni.

Una figura nera saltò all'interno del cerchio innevato atterrando di fronte a loro. La spada di Artù calò con forza, ma fu bloccata e gettata a lato.

Poi una luce si accese tra le mani e illuminò il viso di Felina, pallido con i capelli al vento- Felina!-

Ma lei lo fulminò con gli occhi bianchi- chi è quell'idiota che non ha preso il sentiero a sinistra?! Perché siete venuti di qui?!-

-l'altra via era bloccata!-

sembrò che stesse per dargli uno schiaffo, poi riabbassò la mano, alzando quell'altra illuminata

-c'è qualcosa che ci ha seguiti..-la voce di Merlino uscì come un sussurrò, ma lei sembrò sentirlo comunque- l'ho percepito...ma non so dirvi chi o cosa sia-

“ho fatto fatica perfino io a superare il tuo confine Merlino...hai protetto Artù, ora riposati.”

Per quanto Felina non avesse aperto bocca la sentì chiaramente e avvampò d'orgoglio, poi però si scoraggiò nel ricordarsi che erano comunque in trappola.

-come usciamo da qua?-

La corvina si girò a fissare il principe, ma poi la rabbia sembrò passarle e avanzò verso i cavalli che si impennarono in risposta, indietreggiando spaventati- i cavalli mi hanno sempre odiata...ma io non gli ho mai voluto male. Li trovo delle creature adorabili...- e allungando una mano la ritrasse di colpo quando lo stallone di Artù provò a morderla.

La luce che teneva in mano divenne da azzurrina a rosso fuoco, ma poi con un respiro profondo si calmò e si voltò verso la foresta-seguitemi...e state vicini-

Li aspetto al margine del bosco e sentendoseli accanto si avviò lentamente tra i rami, e come per magia essi si aprirono al loro passaggio. Ogni tanto qualche ramo si aggrappava alle vesti dei due giovani che si liberavano con degli strattoni agitati, correndo appresso a Felina che sembrava uno spettro immune ai graffi e ai rovi. Dopo l'ennesimo ramo addosso Merlino si convinse che forse era la foresta stessa a non volerli, e quando vide Artù inciampare in una radice ne fu convinto.-è magia vero?-

-si Merlino...una magia molto potente-

-che cosa succederà ai cavalli?- Artù con un imprecazione decisamente poco appropriata a un principe tagliò via delle foglie che non volevano lasciargli l'armatura, e con un salto l'affiancò in cerca di più luce. Si fermarono ad aspettare Merlino. La luce nelle mani di lei proiettava strane ombre fredde tra di loro e gli occhi sembravano animati da fiamme del popolo fatato, azzurre.

-l'abbiamo trovato...-

-chi?-

e con un cenno del capo tintinnante, perché si era riappropriata dei propri vestiti di pelo, indicò una gigantesca quercia solitaria. Ai piedi di essa un corpo era appoggiato al tronco, le gambe divaricate.

Artù si avvicinò di colpo abbassandosi a fissarlo con occhio critico, accompagnato da Merlino- ha degli strani segni sulla fronte...simboli, ma non sono druidici-

Qualcosa si mosse tra le piante e Felina si girò in quella direzione, attenta come un gatto con la preda- dobbiamo muoverci, prendete il corpo e facciamola finita-

Con passi leggeri si avviò verso di loro continuando a guardare tra gli alberi, e quando poi abbassò gli occhi sul mago che lei stessa aveva ucciso si lasciò sfuggire un grido.

-che succede?Felina?-

con occhi sgranati si abbassò a guardarlo, sfiorandogli la fronte marchiata con gesti docili. Dovette deglutire più volte prima di riuscire a parlare e vedendo negli occhi dei due una grande aspettativa per la prima volta si sentì insicura. Si alzò, voltando le spalle al gruppo- quello non è un mago...è un tramite per la magia-

-come non è un mago!?Siamo venuti qui per niente??-

-no...essendo morto lui, la magia si è interrotta...quindi è stato utile comunque. Ma questa è la dimostrazione del fatto che...c'è qualcuno che vuole davvero la distruzione di Camelot-

-che cos'è un tramite?-

Felina non rispose subito. Teneva gli occhi chiusi e le dita semi serrate. La luce si era affievolita lentamente e ora regnava una forte penombra su di loro- è carne da macello...il tramite è un umano che serve al mago per rafforzare la propria magia...una sorta di sacrifico alla terra-

Merlino si accovacciò a fissare l'uomo morto. Era vestito di pelli pure lui, e portava la barba molto lunga, intrecciata in diversi punti. Senza volerlo gli sfiorò la fronte ove erano impressi i simboli magici, e le immagini fluirono in lui come se fossero state vissute in prima persona

 

 

L'uomo camminava accanto a Felina in mezzo ai cadaveri. Portava la barba, ma era più corta e in mano teneva una lunga lancia insanguinata. Accanto a lui la ragazza percorreva la pianura ad andatura svelta, coperta dalla pelliccia bianca un pesante cappuccio evitava che la gente potesse vederle il volto, una sorta di velo

-mio padre non sarà felice di sapere il numero delle vittime- il tono di lei era freddo, distaccato

-ma se non ci foste stata voi, sarebbero state molte di più...-

Felina aveva saltato un cadavere con un gesto secco, furioso- non sono servita a molto!-

-non potete prendervi colpe che non avete mia signora...-si erano fermati sul corpo di un nemico ancora vivo, ferito a morte ma ancora agonizzante- ora osi troppo soldati! Occupati di ciò che ti spetta, e non immischiarti negli affari della tua principessa!-

ma lui aveva sorriso, un sorriso da giovane. Poi aveva piantato la lancia del petto al nemico, finendogli l'agonia -Non ho paura di voi Felina. Non siete malvagia come volete far credere...- e la corvina si era voltata, nascosta dal velo lo fissava con occhi sgranati.

 

 

 

-l'hai ucciso!-

-non avrebbe dovuto essere qui!- voltandosi verso Merlino lo guardò con rancore, evitando di posare gli occhi sul morto- se non l'avessi fermato...Camelot sarebbe ancora sotto la tempesta-

-chiunque fosse...Felina ha fatto benissimo a toglierlo di mezzo-

sorrise lievemente al principe e posandosi un dito sulle labbra sospirò, facendo ben intendere che non doveva sapere.

-portiamolo via...la foresta si agita!-

in risposta una folata di vento li obbligò a chiudere gli occhi per un attimo. Riaprendoli una figura di donna li fissava dall'alto di un ramo, e sorrideva

-tu!-

Felina lanciò una scarica di potenza nella sua direzione, ma ella sorrise scansandola e facendo esplodere un albero accanto- avrei dovuto immaginare che una maledizione di tale portata non poteva esser da mano umana-

La rossa la continuò a fissare sorridendo, poi indicò il morto- il meglio dovrà ancora venire per te mia signora...- scoppiò a ridere, ma aveva gli occhi lucidi e arrossati dall'odio- se ne andranno tutti, uno dopo l'altro. E questo perché tu possa sapere ciò che si prova a perdere qualcuno caro!-

si alzò in volo con uno grido, scansando un incantesimo di lei che si riversò al suolo, in una potente fiamma. Ansimando si toccò il ventre dolorante ma trattenne un grido per non farsi vedere dai due. Con gli occhi sgranati si voltò verso di loro che la fissavano senza parole-dobbiamo tornare a Camelot, e subito...è lì che attaccherà!-

-questo è solo l'inizio.-le parole echeggiarono nell'aria come il rintocco di una campana.

Poi ci fu il silenzio.

 

 

Note:

Non si sa come, ma al posto di guarire degenero…ora sono ancora più sotto medicinali! Evviva! I quali mi danno molte allucinazioni..si nota dal capitolo?

Tesar: non ho voluto specificare apposta su Artù e Felina. Non c’era bisogno di qualcosa di fisso, ma allo stesso tempo, lui è ben diverso da Merlino. Si fa molte più donne…e a letto con una ragazza non penso potesse essere casto e puro…visto? Merlino pian piano si sta facendo strada per dimostrarsi per ciò che è in realtà! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo. Baci

Valux: sempre mille grazie per le recensioni…eh si, Gaius me lo son sempre immaginata stile medico di C.S.I  XD

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Capitolo 12
*** I litigi e il coraggio. ***


Era come se Camelot fosse stata imprigionata in una teca di ghiaccio. Le possenti mura che proteggevano la città erano diventate il supporto per strati di ghiaccio appuntito e molto spessi, e all'interno di esse la temperatura si faceva polare. Il vento portava ondate di fiocchi di neve misto a acqua ghiacciata. Il cielo si era tramutato il una tempesta di nuvole nere, squarciate dai filmini.

Erano arrivati dalla foresta correndo il più in fretta possibile, senza parlarsi, senza guardarsi.

Non avevano avuto il coraggio di portare l'uomo morto con loro perché ora sapevano non sarebbe servito a nulla, e raggiunta le porte della possente città, ne ebbero la conferma.

Tenendosi i vestiti dovevano socchiudere gli occhi per cercare di vedere nelle spoglie vie di Camelot, i piedi affondavano nella neve come se le strade fossero ricoperte di farina.

-dobbiamo raggiungere mio padre!-

Un fulmine colpì con forza una delle torri e nell'aria sembrò vibrare la risata di una donna, come l'eco di una montagna.

-vai, porta notizie a tuo padre...io vedrò che cosa posso fare qui!-

-sire, lasciatemi restare con Felina, avrà bisogno di una mano in questa tempesta...-

Il biondo annuì poi corse via, lasciando i due stregoni indietro tra le raffiche di vento. Felina si guardò attorno cercando di isolare il frastuono, in cerca della concentrazione per contrastare quella potente magia, ma molto probabilmente era legata anch'essa da un Vincolo. Merlino dietro di lei cercava di fare altrettanto, ma come potevano usare la magia in mezzo alla città? Se anche avessero salvato l'intera popolazione, il Re li avrebbe fatti giustiziare senza pietà.-Felina, non fare magie! E' troppo rischioso!-

Il vento le faceva svolazzare il lungo mantello di pelo che, essendo bianco, si mimetizzava a dovere tra la neve. Si voltò verso di lui, coprendosi gli occhi con una mano per scorgerlo meglio- anche volendo non potrei! E' troppo potente, rischierei di perdere altre parti di me cercando di contrastare la tempesta!-

-ma se non faremo qualcosa Camelot cadrà e tutti moriranno!-

-torniamo al castello, il massimo che potrò fare è cercare di scaldare il palazzo...ma questa non è neve normale, è magica!-

Felina per quanto faticasse pure lei, non sembrava così svantaggiata dal maltempo mentre correvano verso le stanze di Artù, e stranamente qualcosa sembrava aiutare perfino Merlino che riusciva a non scivolare tra la neve e il fango.

Raggiunto il portone con sgomento il giovane mago dovette superare le due guardie, riverse al suolo assiderate. Entrando nel maestoso edificio corsero su per le scale incrociando diversi servitori infreddoliti e rannicchiati in piccoli angoli come animali, in cerca di calore che non arrivava.

Trovarono Artù nel corridoio seguito da Morgana che cercava di coprire se stessa e Gwen con una pelliccia nera, alla vista molto soffice-sono tutti nella sala del trono, l'unica stanza ancora lievemente vivibile- non aveva l'aria molto allegra e Merlino fu certo che il colloquio con Uther non fosse stato dei migliori per il principe

-lei che ci fa qui?-

sembrava che Felina si fosse tramutata in pietra e socchiudendo gli occhi freddi li puntò verso la serva che deglutendo indietreggiò di un poco, accanto alla figliastra del re. - loro restano con noi...-

-e perché mai dovrei aiutare una serva?- dalla bocca dei presenti uscivano lievi sbuffi di vapore, e le guance di tutti, eccetto quelli di Felina, si stavano tingendo di un rosa acceso, causato dal gelo. Fu Morgana a rivolgerle la parola, interropendo Artù già con la bocca spalancata- Mia signora, il re ha cacciato la mia servitrice dalla sala delle udienze poiché non è nobile, e in questi casi di emergenza è convinto che solo i nobili possano aver diritto all'assistenza, e poi Artù ha detto che allora potevamo venir nelle sue stanze, che erano riamaste calde...stranamente-e con l'ultima parola più marcata delle altre lanciò un'occhiata al fratellastro inarcando le sopracciglia-scordatelo-

Calò il silenzio e entrambi i ragazzi si voltarono all'unisono a fissarla stupiti-Felina, che stai dicendo?- Merlino le sfiorò un braccio nudo con la mano, come per accertarsi fosse davvero la principessa straniera di sempre- sto dicendo ciò che hai sentito, Merlino.-

Continuava a fissare Ginevra che a sua volta ricambiava lo sguardo, impaurita come un coniglio, ma allo stesso tempo forse fiera di esser protetta da Artù, che ancorala fissava allibito-Felina, se rimarremo qui moriremo tutti congelati-

-mi credi forse stupida Artù? Non ho detto che non vi aiuterò, ho detto che lei non ce la voglio tra i piedi-

-e io ti ho detto che lei verrà con noi, perché non la lascerò morire congelata, già non posso fare nulla per il resto del mio popolo! E' stato inutile trovare il mago, è stato anzi peggio!-

-non darmi ordini, non hai né una serva né una sguattera davanti a te Artù!- stavano ormai urlando e  come ormai d'abitudine fu Merlino a intromettersi tra i due, prendendo la ragazza da un braccio per avvicinarla ad un angolo, cercando di sussurrarle qualcosa che gli altri non avrebbero sentito- mi sono  sempre fidato di te Felina, per una volta fidati tu di me-

-io mi fido di Merlino, ma sono irremovibile-

-perché la detesti tanto? E' una ragazza gentile e di buon cuore, cosa ti ha fatto di così spiacevole?- Merlino sembrava scettico a una qualsiasi risposta di lei, rabbrividì poco dopo e lei con un dito gli toccò la fronte- puoi riscaldarti con il fuoco senza che tu l'abbia tra le mani, Merlino-

Il ragazzo chiuse un attimo gli occhi e concentrandosi a un certo punto gli sembrò di esser percorso da una fiammata, poi spalancando le iridi gialle indietreggiò, stupendosi di non avere freddo, anzi...forse aveva perfino caldo, e le sorrise, poi però tornò serio quando la vide voltarsi per tornare dal gruppetto. La prese di nuovo dal braccio, trascinandosela accanto e lei non oppose resistenza, sorridendo divertita- devi dirmi altro?-

-non evitare di rispondere! Cosa ti ha fatto Ginevra di tanto grave? E' nostra amica, e tu sapendolo comunque non vuoi aiutarla-

-non è ciò che ha fatto, ma ciò che farà...- e facendosi sparire il sorriso dalle sottili labbra per un attimo gli occhi le divennero bianchi, ma poi scosse il capo e tornarono grigi- farò ciò che vuoi Merlino...-

-che cosa farà nel futuro di spiacevole?!- ma urlò a vuoto mentre la ragazza tornava verso il gruppo,  andando ad aprire la porta delle stanze di Artù con un semplice- andiamo..-appena varcò la soglia il dolce calore si diffuse dal camino, ma essendo le due donne indietro non pensarono fosse lei la causa.

Senza badare più a nessuno si avviò al suo solito posto alla finestra, puntando gli occhi al cielo nero e notando con rabbia che era perfino scesa una fitta nebbia che circondava le mura della città come un manto grigio. Magia, se solo avesse capito da dove proveniva e chi fosse il Tramite.

Fu affiancata poco dopo da Morgana che senza guardarla per qualche secondo percorse pure lei l'esterno con gli occhi grigi- avete decisamente cambiato stile di vestiario...-

E voltandosi le sorrise lievemente, cercando di non mostrarsi preoccupata per la sorte di Camelot, e Felina ricambiò appoggiandosi al muro- non è tempo di indossare seta e merletti...-

-forse avete ragione , sembrate così sicura di voi. Non avete paura?-

Non rispose, sistemandosi la lunga pelliccia bianca la fissò con sguardo attento e piegò di lato il capo, facendo ondeggiare la lunga chioma- sembrate stanca...-

-non dormo bene la notte...-

Mugugnò annuendo silenziosa e voltandosi fissò con odio Ginevra che parlava sia con Merlino che con Artù, e per un attimo lo stomaco le si contrasse nel vederli ridere.

-quanto vorrei poter esser ad aiutare i più bisognosi...- la voce di Morgana la riportò con lo sguardo su di lei e con uno sguardo atono sfiorò il vetro della finestra- ma non si può fare nulla...-

Artù avanzò verso di loro, la mano appoggiata al  pomo della   spada- Morgana, lasciaci soli, devo parlare con Felina-

-come se potessero esserci cose che io poi non vengo a sapere..- e con un sorrisino malizioso li lasciò, andando da Ginevra ancora vicina al fuoco.

Rimasero un poco in silenzio e Felina chiuse gli occhi per non guardarlo, sentendo i suoi occhi azzurri addosso-grazie-

-di cosa principino viziato?- lei sembrò quasi volersi arrabbiare, arricciando le labbra e serrando la mandibola, poi però le sorrise- lo sai di cosa-

-per aver acconsentito a non lasciar morire una sguattera che tutti considerano perfetta, per quanto puzzi anche come un cavallo?-

-non ti permetto di parlare di lei così! E' una bravissima persona!- e questa volta sembrò essersi infuriato veramente- e tu sembri ridicolmente innamorato-

-sei forse gelosa?-

scoppiò a ridere, aprendo gli occhi di ghiaccio e puntandoglieli contro- io gelosa di cosa?di te? Non farmi ridere e smettila di gonfiarti come un pallone-

incrociò le braccia la petto sapendo che anche Merlino aveva smesso di parlare, per assistere alla scena, in attento silenzio

-che cosa sarei io?! Io sarò un pallone gonfiato ma se siamo in questa situazione la colpa è tutta  tua! Pensa che non abbia ascoltato con Merlino le parole della strega?-

Felina sbiancò di colpo e per una volta non seppe che cosa rispondere, rimanendo con gli occhi sgranati- tu...tu non sai nulla Artù..- la voce era sottile, un sussurro mentre gli occhi di tutti involontariamente e volontariamente si posavano accusatori su di lei

-e invece so che il mio popolo muore! E tu non fai nulla!-

-non posso fare nulla!-

-è la verità sire!- Merlino si era avvicinato pronto a prender le difese della ragazza, ma anche lui in parte si chiedeva perché non stesse ancora facendo nulla con la sua potente magia.

-Artù cosa vuoi che faccia? E' solo una ragazza!-

-tu non intrometterti Morgana, non sono affari che ti riguardano!-

-ma è vero che è colpa sua?- la voce di Ginevra era forse la più calma del gruppo mentre restava accanto alla principessa.

-perché non fai nulla?!-

-perché non ne ho voglia!- queste parole furono uno schiaffo per entrambi i giovani che poi indietreggiando la lasciarono passare di corsa.

Felina corse come un gatto fuori dalla stanza, sbattendo la porta talmente forte da far tremare i piatti. Corse su per le possenti scale raggiungendo una delle torri e aprendo la botola con un gesto felino si issò sul tetto, facendosi schiaffeggiare dal vento e dal freddo. Con un gesto della mano deviò un fulmine contro un altro tetto, gli occhi bianchi e lo sguardo furioso. Non aveva potuto dirglielo che se avesse usato la magia avrebbe rischiato la morte. Artù aveva già troppa paura della magia senza bisogno di influire, ma così facendo lei aveva fatto la figura della menefreghista, e per di più le aveva dato la colpa.

Tutti l'avevano accusata, perfino Merlino. Ma avevano ragione, e questo la fece soffrire, mentre si perdeva con lo sguardo tra la nebbia e la tempesta.

Era talmente tanto presa da quel turbinio di dolore e rabbia che per un attimo non si accorse della figura tra i banchi di nebbia e i fiocchi di neve. Poi assottigliò lo sguardo e la figura si distinse perfettamente.

La stava fissando, e teneva in mano una spada che mai avrebbe potuto dimenticare. Si scambiarono un silenzioso sguardo, poi lui si voltò e scomparve nella nebbia. Sgranando gli occhi Felina senza pensarci si gettò giù dalla torre, atterrando in ginocchio con un rantolo infastidito, poi prese a correre nella direzione presa dall'uomo.

Corse fino allo sfinimento.

 

 

Nelle stanze di Artù Merlino faceva avanti e indietro agitato fissando il principe che sedeva con sguardo cupo sulla sua poltrona. Lo aveva rimproverato e lui come ricompensa gli aveva dato dell'idiota. Da quando Felina si era allontana la stanza si stava lentamente raffreddando e ogni tanto lanciava delle occhiate circospette alle due donne. Qualcosa dovevano aver capito pure loro che con buon senso si erano messe sedute sul letto, senza rivolgere la parola ad entrambi. Avevano fatto domande, ma non avevano ottenuto risposte.

Merlino infine si decise e correndo fuori a sua volta non ascoltò le urla di protesta di Artù. Non incontrò nessun fastidio nel tragitto per arrivare ai sotterranei, e percorrendo la galleria il più in fretta possibile, con una fiaccola in mano, raggiunse il drago, impassibile come sempre

-ma guarda che si vede...è piacevole l'inverno?-

-tu sai come posso fermalo? Moriranno tutti se non si farà qualcosa!-

-oh, è più semplice di quanto tu possa immaginare, giovane mago!- e se avesse potuto sorridere, l'avrebbe fatto. -che cosa intendi dire?!-

-è semplice. Per impedire la distruzione di Camelot basterà uccidere il tramite, ma non sarà piacevole-

Merlino sbiancò, deglutendo- mi stai dicendo che il tramite è qualcuno che conosco? E' di Camelot?-

Il dragò sbatté la coda spazientito, sbuffando- oh no, non certo spiacevole per te, ma per Felina, essendo suo fratello la causa- e detto questo si alzò in volo, ignorando le grida del mago che restò ancora per qualche tempo nelle grotte, con la testa piena di quelle parole.

Suo fratello.

Ma come poteva dirglielo? L'aveva visto con i suoi occhi. Felina amava suo fratello, per quanto l'avesse trattata da sempre con odio, lei lo amava. E ora doveva dirgli che dovevano ucciderlo? Scosse il capo e strinse le labbra, con decisione. Questa volta no, Felina non lo avrebbe aiutato. Sarebbe andato lui stesso a concludere questa spiacevole faccenda: l'avrebbe ucciso e poi seppellito lontano. Lei avrebbe vissuto con loro per sempre e non sarebbe venuta a sapere di niente, vivendo felicemente con loro..nella pace di Camelot.

Sospirò e si girò verso l'uscita.

Ora doveva dirlo ad Artù, perché lui l'avrebbe aiutato con la magia, ma aveva visto quel ragazzo tenere testa perfino a Felina, e avrebbe avuto bisogno di qualcuno capace di duellare.

E corse fuori, spinto da una forza che gli proveniva da dentro, non aveva paura: sapeva tutti i punti deboli del fratello, li aveva visti, tramite i ricordi di Felina.

 

 

Correva con la lunga pelliccia dietro di se, come ai vecchi tempi. Gli stivali che colpivano con forza il terreno per ritrovare la strada percorsa dalla figura. Fermandosi notò di esser giunta davanti a all'ingresso di alcune grotte e sussurrando parole magiche si avviò all'interno di esse, senza bisogno di alcuna luce per guardare.

A un certo punto la galleria si aprì su uno spiazzo ove scorreva un ruscello sotterraneo, sul fondo un pesante sarcofago di pietra  denotava che si trovava in una tomba, e davanti al colosso di pietra la figura restava di spalle.

La sua spada.

Senza pensare corse di nuovo, superando il rivolo d'acqua non si fermò e in poco tempo si avvicinò a lui che con impeto si girò verso di lei. Felina sorrise, protese un braccio e poi si bloccò a pochi centimetri, quando la lama la trapassò di netto, trafiggendole la pancia. Con un gemito abbassò gli occhi lucidi verso la spada, la sua spada, poi verso l'uomo che la fissava con occhi sgranati, il volto tatuato con i simboli magici

-fratello...- deglutì cercando di fermare l'emorragia, e mentre lo fissava calde lacrime le scesero sulle guance bianche, poi divenne tutto freddo, e stranamente sentì di non avere più le forze.

E cadde silenziosa come una foglia.

 

 

 

Note:

ho avuto una crisi, sappiatelo...per un attimo ho voluto cancellare tutta la Ff perchè la consideravo orrenda, e devo ringraziare anche voi se alla fine non l'ho fatto...ringrazio voi che la seguite e la commentate, facendomi oltremodo felice come una pasqua.

Devo anche ringraziare il cappellaio matto che oggi mi ha tirato su di morale.

 

Tesar:grazie per i commenti...pauroso? Questi capitoli sono un po' gotici, è vero...spero ti sia piaciuto anche questo! Si, comunque ora mi sono rimessa bene dalla malattia. Per quanto riguarda Merlino...beh sai, io lo trovo un personaggio molto complicato, ed è difficile renderlo al 100 %...sigh

Valux: eheheh, piaciuto il capitolo? Grazie dei commenti!.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Le tombe e le lacrime. ***


Il ruscello sotterraneo accompagnava quel singhiozzare disperato mentre le ombre della grotta vagavano proiettate sulle pietre. Appoggiato al sarcofago il ragazzo piangeva stringendo il corpo inerte della sorella, piccolo e fragile in confronto al suo. Con una mano le reggeva la schiena, con l'altra le accarezzava compulsiva mente i capelli neri, ma lei non rispondeva a nessuno di quei gesti, immobile e fredda come una bambola di pezza. La spada giaceva accanto a loro, macchiata di sangue scarlatto, lo stesso sangue che scivolava dal ventre della fanciulla fino a raggiungere il terreno, in un rivolo spettrale. Con l'ennesimo singhiozzo le immerse il viso nel collo, cercando di dar pace alle proprie lacrime.

Un soffio leggero fece ondeggiare i capelli di entrambi annunciando il sopraggiungere della donna che con un sorriso si chinò su di lui, soffiandogli sulle orecchie, per poi volteggiargli attorno come un'ombra, senza toccare il terreno, senza esser presente realmente- l'hai uccisa...- la voce risuonò come un'eco lontano, facendo vibrare l'aria. Scosse di colpo il volto, continuando a stringerla- NO!no...Felina si è sempre ripresa, da tutte le ferite!non l'ho uccisa, non l'ho uccisa...era viva, respirava, respira...-

I lunghi capelli rossi di lei lo sfiorarono mentre vagava sorridendo, fissandolo con occhi divertiti, maliziosi, poi però con un cenno del femminile capo indicò l'arma a adagiata a terra-l'hai colpita mortalmente con la sua stessa spada, ovvero gli hai inferto il suo stesso potere. Nemmeno una strega potente come lei può nulla di fronte a ciò-

-non volevo ucciderla!non so cosa mi abbia preso, non mi ricordo!-

la strinse a se talmente forte da romperle quasi le ossa, e accarezzandole il volto gemette nel guardarle il volto cadaverico, le labbra semiaperte di una tonalità poco rassicurante

-eppure sei stato tu a farlo, è tua tutta la colpa!- e girando su se stessa si portò in piedi sulla lapide di pietra, fissandoli dall'alto, godendo della disperazione del guerriero- ma c'è un modo per salvarla...-

si voltò a fissarla, stringendo a se la sorella come a volerla proteggere, gli occhi sgranati e piedi una nuova speranza- come?! Dimmelo! Farei qualsiasi cosa per farla vivere!-

-qualsiasi?- e ghignando si passò la lingua sul labbro inferiore, facendo scroccare le lunghe dita- qualsiasi!-

-una vita per una vita...è la legge antica.- passeggiò sulla lunga lastra di pietra, alzando una gamba e giocando a restare in equilibrio sul bordo, non curante di Felina e del fratello in lacrime- uccidi il mago di nome Merlino, strappagli il cuore e dallo in pasto ai cani, e Felina vivrà.-

si fermò a fissarlo negli occhi, aspettando- ti prometto sorellina mia che ucciderò quel mago...- e con una carezza prese in braccio il corpo immobile della ragazza, fissando a sua volta la rossa che, alzando il dito indice verso il cielo socchiuse gli occhi- ma ricorda! Una condizione: con il mago giungerà uno di nome Pendragon che cercherà di salvarlo e si intrometterà. Lui dovrà rimanere in vita a ogni costo. Uno morto, uno vivente..aspettali, aspettali e giungeranno da te entro il calar della luna.-

e scoppiando a ridere scomparve lasciando dietro di se solo l'eco della cristallina voce, divertita.

 

 

La neve impediva ai cavalli di andare a una buona andatura e i due giovani stavano ora conducendoli al passo su un sentiero stretto, ma abbastanza largo da far procedere i due animali affiancati.

-Felina lo ferì a una mano tempo indietro, questo gli ha dato l'abitudine di brandire la spada sempre con la stessa mano tenendo lo scudo con quella infortunata. E' molto veloce sebbene sia forte come un toro e è stato addestrato ad essere una macchina della guerra...-

Artù lo ascoltava scettico. Indossava l'armatura e a seguire le parole del servo a breve avrebbe dovuto combattere contro questo misterioso guerriero che non era altro che la causa della tempesta perenne che stava lentamente congelando la città di Camelot. Merlino nel mentre era pallido come uno straccio, ma negli occhi azzurri permaneva quell'aria risoluta di chi aveva deciso qualcosa senza esser intenzionato a cambiar idea-mi spieghi come fai a sapere tutte queste cose?-

Il mago deglutì evitando lo sguardo del biondo-me ne parlò Felina...è un suo detestabile vizio vantarsi delle proprie vittorie, su questo vi assomiglia...-

-ah, quindi per te mi vanterei troppo?- per un attimo il principe sorrise, come a voler scongiurare quella tensione che lo prendeva prima di ogni sfida mortale- abbastanza sire, a volte siete proprio spocchioso e arrogante!-

-E a volte  io mi chiedo se ti ricordi con chi stai parlando Merlino-

-ma certo che me lo ricordo, sto parlando con il più grande asino reale del mondo...- con un colpo dei talloni fece avanzare il cavallo con qualche passo di trotto, chiudendo gli occhi andò il cerca della via giusta e aprendoli poi si diresse verso il sentiero di sinistra- sai chi era questo famoso guerriero?-

Anche questa volta Merlino teso come una trave evitò lo sguardo indagatore di Artù- un vecchio nemico delle terre di Felina...non si sopportavano- Il peso della morte del fratello di lei sarebbe gravato solo sulle sue spalle. Non aveva senso confonderlo; era compito di Artù ucciderlo per salvare Camelot e dicendogli la verità non solo si sarebbe sentito in colpa a vita, ma non avrebbe combattuto al pieno delle sue forze...e lui lo aveva visto con i suoi occhi il fratello di Felina, forte quasi quanto la sorella, ma non magico. Solo questo aveva a suo vantaggio.

-e allora le farò anche un favore uccidendolo una volta per tutte...- Merlino rallentò l'andatura, facendo attenzione a non far scivolare il cavallo- sarebbe il vostro modo di chiederle scusa?-

-chiederle scusa? Io non devo chiederle scusa, casomai lei a me!- per quanto sembrasse stizzito il giovane mago seppe per certo che dentro di se Artù si era pentito del litigio con lei, ma quando si trattava di Ginevra non ragionava più...sospirò, sonoramente- hai paura Merlino?-

-dovreste averne anche voi...non è un comune guerriero che dovrete affrontare...-
-me lo hai già detto mille volte Merlino! Sei talmente spaventato che tremano anche gli alberi...- calò il silenzio tra i due e il corvino ne approfittò per concentrarsi a trovare la retta via, ma fu interrotto dal compagno. E il bello è che diceva sempre a lui di stare zitto...-mi spieghi come fai a sapere anche dove stiamo andando?-

Una goccia di sudore freddo scese lungo la schiena di Merlino che iniziò a guardarsi attorno in cerca di un scusa plausibile-beh ecco, io...ho chiesto a Felina, e lei mi ha detto dove si trovava- a quelle parole lo sguardo del principe si fece tutto tranne che amichevole- e perché non è venuta lei stessa?-

-non ne aveva voglia...- la voce si assottigliò e con la mente tornò alla ragazza, chiedendogli scusa mentalmente dopo averla messa ancor più in cattiva luce agli occhi di Artù- sai che cosa ti dico? Non mi importa. Ce la siamo sempre cavati senza di lei, e ce la caveremo ancora da soli!-

-non fingete sire, ormai vi conosco...vi dispiace esservi lasciato con lei con un litigio...-

Artù bloccò il cavallo che sbuffando tirò indietro le orecchie, in segno di rimprovero- e cosa dovevo fare? Andarla a cercare per il castello mentre la gente muore?!-

Merlino...Merlino...da questa parte...

Con un sussulto si guardò attorno mettendosi con le orecchie tese, cercando di capire da che parte era giunta quella voce sonante, lieve come il sussurro di una fata, ma potente come il rintocco di una campana.

Merlino...Merlino...da questa parte...

-E' per di qua!-  e questa volta non aspettò che il principe avesse la possibilità di riempirlo di domande sospettose. Spronò il cavallo al massimo, seguendo quelle indicazioni che sentiva solo lui, nella sua mente.

Soltanto quando si ritrovarono di fronte alle grotte si rese conto dell'ansimare del proprio animale e guardandosi attorno con stupore capì di aver percorso al galoppo minimo mezza foresta. Anche il cavallo di Artù si bloccò con il fiatone e il pelo coperto di sudore sebbene fosse pieno inverno, e con un sospiro Merlino passò la mano sulla criniera del baio, ringraziandolo per quella fatica.

-dove siamo?-

-alle vecchie tombe...- la voce di Artù trapelava una sorta di rispetto e quando scesero per incamminarsi la sua mano bloccò la spalla del servitore, facendolo indietreggiare- mi spieghi come fai a sapere che siamo nel luogo giusto?- gli azzurri del principe non ammettevano repliche e con un sorriso tirato da orecchio a orecchio deglutì, facendola lavorare la mente in fretta per la millesima bugia- ve l'ho già spiegato,me lo ha detto Felina.-

-Felina?- scettico inarcò le sopracciglia, legando i cavalli a un albero- ma no era quella che se ne fregava?Ha decisamente uno strano modo di farlo-

-beh ecco...lei ha voluto comunque dirmi dove si trovava, dopo tutto...lei odia questo guerriero e lo vuole morto, anche se non ne ha voglia...- gli occhi di Artù continuarono a stargli addosso mentre una smorfia gli dipingeva il regale viso, reso abbastanza ridicolo da quell'espressione boriosa. -sei sfuggente Merlino, come se mi nascondessi qualcosa...ma vedi di aver ragione o ti ucciderò con le mie stesse mani!-

-certo, certo...-

Entrando nella grotta principale dovettero accendere delle fiaccole per illuminare lo stretto e umido passaggio. Nessuno fiatava mentre i passi rimbombavano tra le fredde rocce, qua e la qualche candelotto di ghiaccio si staccava infrangendosi al suolo.

Merlino camminava alle spalle di Artù e stringendo i denti cercava di raccogliere tutte le proprie forze. Molto probabilmente era giunto il momento di rivelarsi per quello che era realmente, un mago...e per un attimo la paura di non esser accettato sovrastò quella del fratello di Felina. Pois cosse il capo e la fiaccola tremò allo spostamento d'aria.

Aveva deciso.

Si sarebbe fatto anche scoprire da Artù, ma in questa battaglia non sarebbe bastata la bravura nel duellare, c'era bisogno di tutta la sua forza, di tutti gli insegnamenti che aveva appreso da quando era giunto a Camelot: tutti non facevano che ripetergli che era un grande mago, tanto valeva dimostrarlo no?

-sei silenzioso, la paura ti ha mangiato la lingua?-

-stavo pensando...-

-ohoh, un evento raro-

-molto spiritoso Artù...- ma proprio quando il principe scoppiò a ridere di gusto qualcosa fece tremare la terra con forza. Con uno strattone Merlino riuscì a buttare giù in tempo Artù, trascinandolo a terra fino ad un angolo umido mentre parte della grotta dietro di loro crollava in enormi macigni, ostruendo il passaggio. Quando l'ultimo piccolo sasso rotolò già, alzando un mare di polvere i due rimasero a fissare quel nuovo ostacolo con occhi sgranati e il petto ansimante. Merlino ancora teneva da dietro Artù, in una sorta di abbraccio che fece scostare entrambi bruscamente poco dopo, come a voler far finta di nulla.

-c'è rimasta una torcia...ma ora come faremo ad uscire?-

-meglio non pensarci ora sire...- la sua magia poteva sollevare dei massi di quelle dimensioni?- andiamo avanti, non possiamo fare nient'altro..-

avanzarono guardinghi pronti a saltare via alla seconda scossa di terremoto, poi in lontananza videro un lieve bagliore che annunciava l'arrivo nella grotta più grande e affrettando il passo si affacciarono ad essa, spalla contro spalla


La caverna era buia e silenziosa. Quel lieve bagliore che si espandeva permetteva loro di vedere all’interno senza bisogno di torce, ma guardando con più attenzione si poteva ben notare che il fascio di luce principale cadeva da un apertura, diretta su quella che sembrava una gigantesca tomba di pietra. Ai piedi di essa un a figura oscura era seduta con una gamba piegata, la spada impiantata davanti a se a nascondere metà del viso, l’altra metà nascosta da uno strato di capelli biondi. Per Merlino fu facile riconoscerlo. Poi però sbattendo le palpebre notò ciò che avrebbe voluto non vedere mai. La sottile mano bianca cadeva accanto al guerriero e un rivolo di sangue gocciolava dalle dita penzolanti, senza forza. Adagiata sulla lastra di pietra Felina era immobile come una statua, i lunghi capelli a farle da cornice sul grigio della pietra, la pelliccia inzuppata di scarlatto ricadeva accanto, come l’ala di un angelo caduto.

-no!-

Quell'urlo sembrò destare la figura che di colpo sembrò vederli e con occhi identici a quelli della sorella fulminò entrambi. Alzandosi estrasse dal terreno la lunga spada insanguinata imitato da Artù che già si era posizionato per duellare, pallido il volto e furente.

Merlino sorpassò entrambi di corsa e schizzando l'acqua del ruscello sotterraneo raggiunse la lapide, appoggiando l'orecchio al petto di Felina, toccandola in viso disperatamente, cercando di bloccare l'emorragia. Quasi non si mise a ridere dalla gioia sentendo un lieve gemito della ragazza mentre la sollevava per stringerla a se-è viva!-

Anche Artù sembrò rilassarsi di colpo, poi però dovette parare un colpo fortissimo dell'avversario che lo fece sbattere contro un masso. Scansandosi di colpo parò un secondo fendete che si infranse proprio sulla roccia, ma la spada rimase intatta come se nulla fosse. -non rimarrà viva per molto...è stata colpita con questa...- e parando un colpo di Artù fece volteggiare la potente spada, continuando a combattere senza apparente fatica, mettendo decisamente in difficoltà Artù che poco dopo ricevette una forte gomitata nello stomaco.

Merlino passò un dito a sistemare una ciocca di capelli sul volto immobile di lei, pallido come quello di un morto. Suo fratello, era stato suo fratello a farle quello...ma come si poteva esser così mostruosi?

Con rabbia girò lo sguardo giallo verso i due combattenti e iniziando a sibilare parole magiche vide il potente guerriero bloccarsi di colpo e scivolare indietro, afferrato dalla forza che Merlino gli stava sprigionando contro.

Senza farsi scappare l'occasione Artù abbassò la spada disarmandolo, ma con stupore di entrambi egli riuscì a trovare la forza di tirargli un calcio nelle zone più intime, e lasciando cadere la spada si allontanò con un gemito, piegato in due.

-Merlino...scappa con Felina...- cercò di urlarlo senza farsi sfuggire un gemito per quel colpo maledetto, ma nel momento stesso in cui pensò di esser spacciato guardò con stupore il guerriero voltarsi verso il servitore con sguardo di fuoco, e con ancora più stupore vide Merlino ricambiare lo sguardo. Aveva ri posato Felina sulla tomba e ora avanzava verso il guerriero con risoluto coraggio- non vi lascio sire-

-stupido! Ti farai ammazzare!-

Si fronteggiarono e con lentezza cominciarono a camminare intorno, e Merlino comprese che in parte il fratello non capiva ciò che stava succedendo in realtà. Sul volto portava i simboli che avevano visto anche sull'uomo nella foresta, la dimostrazione del fatto che era il tramite. -sei tu Merlino...-

-in persona Waranxo...-

-come conosci il mio nome?-

-come hai potuto farle questo!?- questa volta il mago urlò, e senza accorgersene gettò addosso all'uomo un masso, facendolo scostare di corsa. Artù non sembrò essersi accorto della magia e approfittandone cercò di colpirlo con la spada, ma in risposta il guerriero gli tirò un pugno, facendolo indietreggiare di diversi metri-non è te che devo uccidere...non intrometterti sei ai a cuore la tua via!-

e scagliandosi con un balzò contro Merlino lo sfiorò con la punta della spada magica, impedendo per la seconda volta ad Artù di intromettersi nello scontro. Gli bloccò infatti la spada e come se nulla fosse glie la spezzò in due davanti agli occhi, gettandola via come uno comune pezzo di legno. Poi evitando l'ennesimo pugno del principe lo afferrò per il collo con una forza mostruosa, scaraventandolo dall'altra parte della grotta, facendolo cadere di faccia contro il pavimento gelato.

Non si accorse però che nel mentre Merlino aveva alzato la mano destra e sussurrando parole magiche gli aveva strappato la spada di mano e con un ultimo sguardo verso di lui sentì la lama colpirlo al fianco.

Nell'attimo in cui Merlino si scostava camminando barcollante e pallido come uno straccio verso Artù a terra, gli occhi di Felina si spalancarono.

Allungando una mano verso il fratello senza parlare si lasciò stringere le sottili dita senza forza, trascinandoselo vicino non riuscì ad alzarsi e nel massimo delle sue forze appoggiò una mano sui lunghi capelli biondi del ragazzo. Nel momento stesso in cui lo toccò i simboli magici sulla fronte scomparvero, e con un gemito lui si fece coccolare come un bambino,in quegli attimi che sembravano eterni- allora è così che finirà il nostro impero...tutto ciò per cui abbiamo sempre combattuto è finito...nostro padre rimarrà senza eredi...uccisi tutti e due dalla sua spada...dal suo più prezioso regalo...-

Felina chiuse gli occhi stremata, se anche li avesse tenuti aperti avrebbe visto soltanto macchie nere, ma continuò ad accarezzare il fratello- non avere paura...-

-mi dispiace,mi dispiace tanto sorella mia!-

-non importa...non è mai importato...- e sentendo la testa crollare comprese di aver perso il fratello. Voltò il capo nell'altra direzione, risparmiando le ultime forze.

Dal lato opposto Artù che si era ripreso guardava con orrore i due fratelli, alternandoli a Merlino, seduto accanto a lui con lo sguardo fisso davanti a se. Pallido, con gli occhi rossi-lo sapevi...-

-era l'unico modo...era l'unico modo per salvare Camelot-

scosse il capo, appoggiandosi le mani sul viso per non guardare, ma poi sentì la mano guantata di Artù sulla gamba e voltandosi a fissarlo non vide traccia di disgusto nei suoi occhi, forse solo gratitudine per non avergli fatto sopportare quel peso-portaci a Camelot Merlino...Portaci a casa- e a sua volta chiuse gli occhi, stremato e a pezzi.

Il corvino rimase immobile per qualche secondo, prendendo dei profondi respiri per calmarsi. Poi si alzò e con passo deciso si diresse alla lapide. Estrasse la lunga spada dal fianco dell'uomo e gliela mise tra le mani, sistemandolo decentemente a terra. Poi, scavalcandolo, si chinò sul corpo di Felina, controllandogli il battito. Era quasi fermo, ma confidava in Gaius, lui avrebbe trovato una soluzione, e poi sapeva che con l'aiuto della magia poteva sopravvivere. Un lieve sorriso si dipinse sulle labbra del mago- ti farò star bene...l'ho promesso...-

Rialzandosi di colpo si girò sentendo un soffio sulla schiena, ma non notando nessuno sbatté le palpebre. L'aveva sentito, eppure nella grotta si sentiva solo il ruscello. Deglutì sentendo ancora quel soffio, e con decisione si girò verso Felina che rimaneva spaventosamente immobile-ora vi porto via da qui...- come avrebbe fatto, non lo sapeva nemmeno lui. Sollevare Felina non sarebbe stato un problema, piccola com'era, ma Artù? E soprattutto, i massi che ostruivano l'entrata? Era talmente preso da quei pensieri che non si accorse della donna dai lunghi capelli rossi, comparsa accanto a lui. Quando la vide fu troppo tardi, lei sferrò il colpo con tale violenza da fargli sbattere la testa contro lo spigolo della lapide.

Da per terra la vide avvicinarsi con passo fluente, quasi svolazzante e man mano prendevano forma anche i particolari che prima erano avvolto nell'oscurità

-voi ve ne andrete quando lo dirò io...e io dico che non ve ne andrete nemmeno da morti!-

 

 

 

Note:

Ieri mi sono subita con piacere 5 ore di opera in tedesco, e grazie a quella piacevole musica e ai divanetti del teatro la mia mante è andata in viaggio per costruire questo capitolo. All’inizio volevo far credere che Felina fosse morta, ma come penso abbiate ben capito è ancora viva e vegeta…o meglio, proprio messa bene non è…e ora Merlino se la dovrà vedere da solo...

Tesar: Di solito non si picchiano le donne, ma questa volta credo proprio che il caro Merlino non seguirà questa regola. Artù è ko, Felina è messa peggio e il fratello è morto. Mi fanno sempre piacere i tuoi commenti, e come promesso ora il nostro mago farà finalmente vedere chi è veramente. Non si capisce che Ginevra mi sta altamente sulle palle? No? Mi sta antipatica da quando sono bambina…Per il freddo mi sono semplicemente ispirata ai pinguini che mi inseguono quando vado in giro…ci saranno -7 gradi qui da me…Il fratello non è magico, ma essendo il tramite della strega è grazie a lui che lei può compiere la magia su camelot, morto lui, tutto torna normale finché la rossa non ne trova un altro. E poi ha impugnato la spada di Felina, che è un oggetto magico…tutto qui U_U

Valux: Felina è un personaggio molto complicato, lo so…spero tanto che alla fine tu possa apprezzarla. Per il resto ti è piaciuto il capitolo? Grazie mille per le recensioni.

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Capitolo 14
*** Il Destino e le decisioni decisive. ***


Il dolore alla testa era insopportabile, e alzando una mano per toccarsi la nuca sentì qualcosa di caldo sulle dita. Con un sospiro a metà strada con un gemito si appoggiò al terreno freddo della grotta, fissando dal basso la donna che l'aveva colpito con forza. Era comparsa dal nulla come un'ombra e ora che lo sovrastava poteva ben notare il sorriso maligno che le dipingeva il volto pallido, contornato dai lunghi capelli rossi.

-chi sei?-

lei rise con ancora più gusto e facendo qualche passo indietro scomparve nell'oscurità, in silenzio come era giunta. Merlino si alzò lentamente, cercando di calcolare quanto potesse esser grave la ferita alla testa. Ma riusciva ancora a parlare e a ragionare più o meno bene, quindi si guardò attorno attentamente, cercando di focalizzare il punto in cui poteva essersi nascosta la strega. -fatti vedere!-

Il silenzio invadeva il luogo e per un attimo il mago sperò che se ne fosse andata realmente. 

-non è bellissimo?- sussultando si voltò verso la voce femminile; la rossa se ne stava china su Artù, ancora incosciente, e gli accarezzava la testa con gesti lenti, ma continuava a guardare il mago con gli occhi verdi, freddi come quelli di un gatto- ma dimmi caro Merlino...e se il prossimo che usassi per distruggere Camelot fosse il tuo amato principino?-ma prima di lasciarlo rispondere iniziò a tracciare i segni magici sul volto del biondo, canticchiando le parole magiche.

-no!- Merlino alzando un braccio scagliò contro la donna un'ondata di potere che la obbligò ad allontanarsi con un sibilo, poi scomparve di nuovo e il corvino corse verso il principe, accucciandosi a controllare che stesse bene. 

Con forza una scarica lo colpì alla schiena facendolo volare contro la parete. Merlino cadde con un gemito, parando il secondo colpo con forza, assorbendolo dentro di se per poi cacciarlo fuori. Ma la rossa era scomparsa di nuovo tra le ombre della grotta-perché fai questo?!-

gli sembrò di urlare al nulla e stando sempre vigile si controllò il palmi delle mani in cui delle lievi bruciature segnavano la pelle chiara del mago.

-ogni destino è indissolubilmente legato agli altri da un sottile filo che solo pochi hanno il potere di scorgere- si era seduta accanto al corpo di Felina, le gambe incrociate e lo sguardo puntato su Merlino e Artù che mosse lentamente un braccio, senza però riuscire a svegliarsi

-che cosa vorresti dire con questo?-

-tu Merlino hai abbastanza potere da riuscire a dominare la Vista, ma sei ancora troppo giovane e solo con il tempo imparerai ad esser il più grande mago di Camelot...- sorrise lievemente e sfiorò il corpo di Felina con un dito, senza però toccarlo del tutto- perfino da morente riesce ad avere il potere necessario a tenermi lontana...- la voce le cambiò tono, e da divertito divenne furente.

-chi sei? Perché vuoi distruggere Camelot?- stava urlando e lei agitò una mano in aria, stizzita- non lo hai ancora capito?-

fissò in silenzio il corpo esangue della corvina al suo fianco- la colpa è tutta di Felina, è sempre stata colpa sua...-

Merlino si era alzato, sistemando al meglio il regal corpo di Artù che rispose con un gemito a quegli stimoli esterni. Si appoggiò alla parete stremato e pallido. Non era sicuro di voler ascoltare le parole della donna, eppure la curiosità superava di gran lunga la paura e stringendo le labbra inspirò con forza, e lei continuò

-ha ucciso mio padre e i miei fratelli...non ha mai risparmiato nessuno. Quando passava lei morivano tutti, uomini...donne, e bambini. Non le interessava nulla eccetto compiacere suo padre.-

-tutti noi uccidiamo in caso di necessità! Felina era un soldato...e è normale, per quanto sia spiacevole, uccidere in guerra!-

-guerra!- si era alzata con un colpo, quasi volando verso il mago che si portò subito più vicino ad Artù – non centra nulla la guerra!- stava urlando e accompagnato dalle parole un forte vento aveva iniziato a vorticare nella grotta, obbligando Merlino ad alzare le braccia per proteggersi gli occhi dalle folate di vento, forti come frustate – mio padre era un suddito di suo padre! E fu ucciso come un animale da macello!-

-che cosa?!- sembrava allibito e per un attimo la cicatrice sulla spalla gli bruciò e con uno sforzo impedì alla mente di tornare nei ricordi della ragazza corvina. -l'unica colpa che avevano commesso fu quella di guardare in faccia Felina! Era proibito e lei senza nemmeno preoccuparsene li massacrò tutti, anche i miei fratellini! Erano soltanto bambini!-

Merlino scosse il capo con forza e gli occhi gli divennero del colore dell'ambra mentre attorno a se iniziava a sprigionarsi un energia magica potente quanto quella della strega- non mi interessa! Voglio bene a Felina! Ho visto ciò che ha fatto, conosco il suo passato, ma non mi importa!-

lei rise alzando un braccio e passandosi la mano davanti al viso – o ma questo lo so...- e sorrise con un fare talmente folle che un brivido percorse la schiena del servo- che cosa centra Felina con Camelot?-

-quanto sei stupido Merlino, ti credevo più sveglio.-

La grotta fu percossa da una seconda e terribile scossa che fece cadere dei massi a terra. -non eetien te radu!-Merlino riuscì a bloccarne uno in tempo prima che finisse sul corpo di Artù. Era una fortuna per lui che fosse svenuto, almeno non avrebbe dovuto dargli nessun tipo di spiegazione sui suoi poteri.- rispondi alla domanda!-

-ma è così ovvio...voglio distruggere Camelot perché è compito di Felina aiutarvi a coronare il vostro sogno di fondare un regno perfetto-

-non è il destino di Felina aiutare Artù a compiere il suo destino come nuovo Re! E' mio quel compito...-con gli occhi sgranati cercava di mettere insieme i pezzi che con arguzia quella donna stava lentamente mandando in frantumi. -oh, quello che dici è vero giovane mago...ma nel compimento di questo destino Felina avrà una parte essenziale.- sorrise tornando a fissarla e con un dito raccolse del sangue colato sulla fredda pietra della tomba- sai cosa c'è di peggio della morte?-

il corvino non rispose, continuando a tenerla d'occhio. Doveva trovare un modo di andarsene da quel posto infernale, doveva sconfiggere quella pazza, ma per ora tutti i suoi incantesimi erano stati respinti senza problemi. 

-non lo sai? Allora te lo dirò io: morire con la consapevolezza di aver fallito- fece una piccola pausa  continuando a fissare quel corpo esangue con odio- sono stata io a mandarla qua sai? Ho maledetto la tua amata...solo dopo però ho compreso che ciò aveva fatto si che incontrasse voi...- scosse lentamente il capo, facendo ondeggiare i lunghi capelli rossi- e allora ho condotto qui anche il fratello, usandolo come un burattino. Non si era nemmeno reso conto di aver ferito a morte la sorella...è stato così divertente vederlo piangere.- e scoppiò a ridere nel vedere Merlino pallido come un cadavere appoggiato al muro, furioso e sconvolto- deve esser stato piacevole per Felina sapere che morirà a causa del proprio fratello.-

-sei un mostro!-

lei parò l'incantesimo con un semplice gesto della mano, scagliandolo contro una roccia alle sua spalle. -sai, volevo che fosse lo stesso fratello di Felina ad ucciderti...perché dopo tutto, Pendragon senza di te non è nulla...e se lui fosse sopravvissuto senza di te non se lo sarebbe mai perdonato...ma ero anche sicura che avreste ucciso quello zotico senza problemi...- fece una lieve smorfia di disappunto-ma Felina vi è troppo affezionata e vi ha perdonato la morte del fratello..-

-quindi hai fallito!Camelot è salva, Felina vivrà e sia io che Artù siamo vivi...quindi potremo compiere il nostro destino insieme!- La mente del mago lavorava alla velocità della luce cercando di mettere a posto tutti i tasselli, e soprattutto cercando di seppellire le mille domande che cercavano di affollargli la mante. Ma fino a quanto poteva fidarsi della strega? Eppure sembrava l'unica a poter rispondere ai suoi quesiti, mentre Felina era sempre così...sfuggente. 

-fallito?- la sua voce divertita lo portò alla realtà e deglutì nel costatare che non era per nulla adirata, anzi...era forse felice?- dimentichi una cosa mio carissimo...io sono ancora viva-

-allora anche tu hai dimenticato qualcosa..anche io sono ancora vivo-

-oh...lo vedo, lo vedo...ti farebbe piacere sentirti dire che non ho intenzione di ucciderti?- scomparve per riapparire a pochi centimetri dal volto del corvino che cercò di colpirla, sbilanciandosi in avanti quando il pugno si immerse nel nulla al posto di incontrare la carne – sei così pieno di dubbi...così pieno di domande...- si leccò il labbro inferiore passeggiando per la grotta con passo ondeggiante- perché non facciamo un patto Merlino...-

-non farò mai un patto con una come te!-

-io invece penso che lo farai.-

La spada che precedentemente era stata posata sul cadavere del fratello ora vorticava nell'aria con un suono sinistro a tempo dei movimenti della destra di lei che brandiva l'arma senza bisogno di toccarla. -smettila di giocare! Dimmi perché dovrei voler fare un patto con te..-

-perché sei pieno di domande che vorresti tanto rivolgere alla tua cara Felina, ma lei ti crede troppo stupido per risponderti.-

Qualcosa dentro Merlino sembrò spezzarsi, come il giorno in cui gli aveva ricordato che se Artù avesse scoperto la verità lo avrebbe considerato un mostro. Già pallido per un attimo non badò più a nulla, nemmeno alla spada che continuava a muoversi pericolosamente come un fantasma nell'oscurità- e che cosa vorresti in cambio da me?- la voce gli era divenuta piatta, come l'espressione degli occhi da falco. Lei sorrise mordicchiandosi le labbra-lo vedrai...ma ora sono tutta per te mio giovane mago, sfoga i tuoi dimmi e io ti libererò da essi-

-sei tu che ci hai scagliati contro il mostro nella foresta?-

-mostro?- si voltò verso Felina come se potesse risponderle-hai sentito come ha definito tuo fratello?-

-era il fratello?!- 

-ma certo...sono stata io ad aizzarvelo contro...era talmente sotto il mio incantesimo che nemmeno aveva riconosciuto la sorella che a sua volta era talmente prese dal usare le sue forze per salvare voi che non se ne è accorta... -

Lentamente Merlino stava valutando in quanto tempo poteva percorrere la distanza tra lui e Felina. Era sicuro che se si fosse avvicinato lei avrebbe potuto aiutarlo in qualche modo, ma come poteva muoversi senza farsi notare dallo sguardo maligno della rossa?

-tu sai qual'è il destino di Felina a Camelot?- 

-ma certo...- questa volta il corvino rivolse tutta la sua attenzione a lei e spalancando gli occhi si preparò alla verità. Quanto aveva desiderato saperlo...e ora avrebbe scoperto ciò che Felina gli aveva nascosto per tutto quel tempo.

-dimmelo-

Ma prima che potesse iniziare a parlare la strega urlò di dolore mentre delle fiamme azzurre iniziavano a divampare attorno a lei. 

La corvina era ancora sdraiata, immobile come un morto, ma gli occhi bianchi  aperti era puntati verso l'acerrima nemica magica. Non sembrava cosciente di ciò che la circondava e non sembrò accorgersi nemmeno dello sguardo deluso di Merlino che in poco tempo però si tramutò in felicità.

-maledetta puttana!- stava urlando mentre gli occhi le diventavano di un rosso sangue spaventoso- tu, maledetta donna, ora mi hai colpito per salvare quello stolto, ma così facendo hai permesso a me di toccarti!- 

e aprendo le braccia con un gesto maestoso risucchio via le fiamme magiche, iniziando a urlare un incantesimo talmente potente che Merlino fu sopraffatto e fu costretto a boccheggiare per riuscire a respirare.

Felina dal canto suo non si mosse, lentamente chiuse gli occhi stancamente, respirando a fatica sotto la pensa te pelliccia bianca macchiata del suo sangue. 

-e ora Merlino...- voltandosi con infinita lentezza la rossa sbatté le palpebre  e mentre lunghi rovi iniziavano ad intrappolare il mago in una morsa di ferro, facendolo sanguinare e gemere per il dolore mentre cerva di liberarsene sia con i muscoli sia con la magia, ma inutilmente, con sgomento il servitore guardò il corpo dell'amica iniziare a sparire lentamente, come risucchiata da un vortice nero. Non potendo fare nulla urlò con tutte le sue forze,cercando di trattenerla qua con tutti gli incantesimi da lui conosciuti.

-...scegli- con passi lenti si portò verso la zona più buia della grotta, ma nell'oscurità gli occhi rossi continuavano a esser puntati su Merlino, sconvolto e stremato dalle corde spinose che lo attanagliavano. - scegli Merlino...puoi decidere di salvare la tua amata strega che, ora si trova morente in mezzo alla foresta degli spiriti, lasciando  Artù in questa grotta  e distruggendo così il tuo stesso destino...o  puoi decidere di salvare il principe Pendragon, lasciando morire in solitudine la strega...quando ben sai che il tuo caro amico non ti perdonerà mai di averla abbandonata senza fare nulla. A te spetta la scelta. Distruggerai il futuro di Camelot o sopporterai  per sempre  l'odio di Artù, e soprattutto di te stesso, quando lascerai morire la donna che amate?-

E mentre la rabbia di Merlino sfociava in magia talmente forte da strappare via i rovi che lo imprigionavano la terra cominciò a tremare con forza. Le pareti della grotta iniziarono a creparsi mentre massi di ogni grandezza cadevano a terra, alcuni finendo nel fiumiciattolo sotterraneo schizzavano acqua e sangue attorno, brillando alla fievole luce che filtrava sulla lapide. 

La rossa nel mentre era scomparsa lasciando soli il servitore e il principe svenuto. Di Felina nessuna traccia.

Merlino aveva lo sguardo fissò davanti a se, gli occhi gialli come quelli di un' aquila, ma spenti dal dolore. 

Sapeva di dover salvare Artù...lo sapeva...però.

Però..però..quel però echeggiò nella sua mente come un'eco profondo dei sentimenti che vorticavano senza sosta dentro di se. 

E voltandosi verso il biondo a terra chiuse gli occhi per qualche secondo, poi si voltò e imboccò la strada per uscire.

Dietro di se la grotta stava crollando, come era crollato qualcosa dentro di lui. 

 

Note dell'autrice:

Che ritardo! Vi sono mancata? Mi dispiace, ma sono stata altamente impegnata con la consegna di diversi progetti e lavori scolastici...Aristotele mi perseguita ormai anche di notte. Un capitolo complicato, soprattutto da scrivere. Volevo che gli incantesimo fossero memorabili, ma quello mi è davvero difficile da descrivere...quindi chiedo perdono per le varie schifezze descritte...

Ringrazio tutti quelli che seguono la mia Ff.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno aggiunto tra i preferiti.

Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta.

Ringrazio Valux che è sempre gentilissima a recensire la mia storiella...

Ringrazio Tesar:sono felicissima che questo ultimo capitolo ti sia piaciuto così tanto. Merlino inizia a prendere parte viva della storia...ti ho chiarito qualcosina su chi è questa strega in rosso? XD Avrei voluto approfondire di può la figura del fratello di Felina, avevo scritto diversi pezzi del loro passato, ma nell'insieme della storia il continuo interrompere le vicende con i flash back rovinava un po'...e allora ho dovuto tagliare. Se troverò il modo di inserirli al meglio ci saranno altre scene tra i due gemelli. 

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Capitolo 15
*** Le nebbie e l'allegra musica. ***


La terra tremava come tremava il cuore del mago che avanzava per la grotta mentre i massi cadeva accanto a lui come lacrime di qualche gigante delle montagne.

Sapeva che ogni secondo che passava assottigliava le speranze di poter salvare Felina, lontana da lui, ferita a morte da sola e morente.

Morente...

Eppure quei passi che percorreva tra le rocce sembravano durare secoli per lui; le gambe si muovevano troppo lentamente, il suo respiro era lungo come il sospiro di una vedova, i massi scivolavano a terra come piume.

Nella testa del servo non c'erano altro che immagini confuse, distorte e ovattate. Raggiunse lo sbarramento causato dalla prima scossa, e bloccandosi davanti alle immense pietre instabili le fissò con rabbia e delusione. Dentro di lui la magia era così potente che sbattendo le palpebre sugli occhi color ambra una forza spaventosa accompagnò il gesto della sua mano, e un varco si aprì d'innanzi a lui, nell'oscurità del tunnel che lo avrebbe portato fuori di li.

Barcollò e silenzioso come l'eco di un muto si appoggiò a una parete, immergendo il volto tra le braccia, le gambe incapaci di portarlo oltre quella soglia.

...qualunque cosa succederà...non dubitare mai di voi...

Quelle parole lo trapassavano come cento lame, e più volte cercò di scacciare il ricordo del lieve sorriso della ragazza, della sua voce e della promessa.

...qualunque cosa succederà...non dubitare mai di voi...

Il frastuono del terremoto sovrastava qualsiasi cosa, gli schizzi di fango lo colpivano sul pallido volto mentre gli occhi rimanevano chiusi, troppo stanchi per voler vedere la realtà. Poi urlò, urlò con tutta la forza che aveva in gola. Tirò pugni e calci fino a farsi sanguinare gli arti mentre dalla bocca continuava a sgorgare la sua rabbia repressa.

Il mondo sembrò infine bloccarsi e quando strinse la mandibola con forza si accorse con mite stupore che tutto ciò che lo circondava si era bloccato di colpo, intrappolato in qualche strano sortilegio.

Perfino l'acqua del fiumiciattolo non scorreva più, rimanendo immobile come una statua. Con un sospiro poi tornò indietro. Con una mano si staccò la bandana dal collo, gettandola da qualche parte per terra, in cerca di ossigeno che non sembrava arrivargli ai polmoni.

Raggiunse il fascio di luce e per qualche eterno secondo fissò la lapide vuota, poi in silenzio raggiunse il corpo immobile di Artù, appoggiato malamente come l'aveva lasciato.

Lo prese con un gemito appoggiandoselo alle spalle. Lo sentì muoversi meccanicamente e con un sorriso freddo per un attimo voltò il volto verso quello del principe che aveva lentamente parto gli occhi, la fronte sporca di sangue.

Camminarono faticosamente reggendosi l'un l'altro, più volte Merlino dovette sorreggerlo mentre inciampava dolorosamente in qualche buca. Non sapeva nemmeno se si rendeva conto della potente magia che stava facendo nella grotta, ma in quel momento non gli interessava. 

Se ne sarebbe andato da quel posto infernale, ma non da solo. Con lui c'era il suo futuro...il suo destino.

Guardando davanti a se notò lo spiraglio di luce dell'uscita e affrettò di un poco il passo, seguito dal pesante corpo muscoloso di Artù.

Ancora due passi e sarebbero stati salvi, ancora un passo e sarebbero tornati a Camelot e tutto sarebbe ricominciato da capo, come sempre.

Ancora mezzo passo e non si sarebbe mai più perdonato di aver dovuto scegliere uno dei due.

Crollando tra la neve si voltarono stremati verso l'entrata della grotta che crollò su se stessa con un forte boato. Artù strisciò verso di lui pallido, senza riuscire a smettere di fissare la massa di polvere che si era alzata dalle rocce.

Si avviarono quasi a gattoni contro degli alberi, il principe tenendosi il costato dolorante chiuse gli occhi e piegò il volto verso l'alto, in cerca di un po' di luce del sole. Merlino accanto a lui fissava il lago di fronte a loro con occhi sbarrati.

Non si accorse nemmeno di cadere in avanti, chiuse semplicemente il capo e mentre quella strana forza lo sospingeva verso il terreno mise all'ultimo le mani ad altezza del viso, per impedire alla faccia di raggiungere rovinosamente il terreno ghiacciato.

Quando poi riaprì gli occhi sbatté più volte le palpebre cercando di capire dove si trovava. Non era neve quella che sentiva sotto le dita, e non era la luce del sole a illuminargli l'aria attorno.

Di colpo si alzò e dovette tenersi con forza ai bordi della piccola braca per non scivolare nelle acqua del lago. Ansimò boccheggiando nel constatare che attorno a lui non c'era altro che una fitta nebbia grigia, talmente spessa da impedirgli di scorgere le rive.

-Artù!-

Non ricevette risposta e quando cercò di bloccare l'imbarcazione quella continuò ad avanzare verso il centro dello specchio d'acqua mossa da una magia più potente della sua.

Sussultò alzandosi in piedi quando sentì delle grida in lontananza. Si girò verso sinistra facendo ondeggiare la barca pericolosamente, ma non si stupì quando la nebbia iniziò a prendere l'aspetto di una visione.

La ragazzina era china davanti al fuoco, inginocchiata a terra con diverse ciotole davanti a se. Non indossava altro che una leggera veste di cotone bianco, a differenza del ragazzo in piedi di fianco a se, in armatura

-vuoi forse tu vedere ciò che avverrà?- aveva la voce impastata, come se la mente della femmina fosse offuscata da qualcosa- sorellina,hai voglia di mostrarmi il mio futuro?-Cercò di prendere una ciotola davanti a se e la trascinò verso di lui, senza smettere mai di tracciare strani simboli vicino alle fiamme-bevi-

Lui ubbidì e tossì quando la calda sostanza scarlatta iniziò a colargli dalla bocca, macchiandogli il mento, poi lei di colpo lo prese per un polso, tagliandogli un dito con un coltello e facendo cadere alcune gocce di sangue nel fuoco. Un vapore si innalzò su di loro coprendoli mentre la corvina apriva le braccia al cielo per accogliere la visione dentro di se.

Poi il ragazzo la prese tra le braccia quando cadde in indietro, impedendole di sbattere la testa contro il terreno- il traditore giungerà da Nord, con se la principessa coperta del sangue della nostra famiglia...uccidi la principessa, uccidi il sangue dell'erede e la battaglia sarà vinta. Il traditore appenderà il proprio corpo nella piazza principale, e al posto dei tuoni le grida di guerra accompagneranno la tua vittoria...-

La ragazzina sembrò appassire tra le braccia del fratello mentre quello la stringeva a se, impedendole di tremare troppo. Con un sospiro le immerse il volto giovane tra i capelli- devo uccidere la mia futura sposa Felina?-

-mi dispiace...-

Poi il vapore che circondava i due tornò ad essere le nebbie del lago e Merlino si portò una mano alla fronte, cercando di calmare il forte mal di testa che lo tormentava.

-perché mi fai questo?- non ottenne nessuna risposta mentre continuava a vagare sulla fredda superficie del lago magico. Un brivido lo percorse; non era già abbastanza doloroso sapere di averla condannata a morte? Perchè quella strega lo obbligava a guardare el passato di Felina, così doloroso?

Le aveva promesso una vita felice a Camelot, le aveva promesso che l'avrebbe salvata dalla morte, e aveva fallito tutto...

Odiandosi si lasciò scivolare sul fondo della barca, stringendosi le ginocchia al magro petto maschile. Dalle nebbie cominciarono a fluire altre voci e Merlino chiuse gli occhi per cercare di non guardare, ma fu tutto inutile.

I lunghi capelli neri le scendevano come una ragnatela sulle spalle ossute, la schiena era appoggiata contro la fredda pietra delle sue stanze buie, accanto a se soltanto una candela risplendeva di una luce azzurra, e non del solito colore. Con le sottili dita prese il cappuccio e se lo calò sul volto chino, e aspetto che il servitore la raggiungesse, cosa che fece poco dopo, inchinandosi con la faccia al terreno- mia signora, è ora...-

Non si degnò di rispondergli e rimase ancora qualche attimo con il capo chino in avanti-qual'è il tuo nome servitore?-

-lo sapete che non posso rispondervi per volere di vostro padre...-

-l'acqua...-

-l'acqua mia signora?- dal tono della voce si poteva immaginare il terrore che stava prendendo il sopravvento nell'uomo. - si l'acqua...l'acqua ha la risposta, più di così non posso fare. Cerca nell'acqua-

L'ultima cosa che Merlino vide furono gli occhi bianchi della donna puntati su di se, poi le grige nebbie iniziarono ad avvolgerlo completamente, e tutto divenne indistinto.

Delle mani lo stavano percuotendo con forza, la faccia gli doleva a aveva un gran freddo per tutto il corpo

-Merlino! Che ti succede accidenti a te?! Merlino?-

-dove...dove...mi trovo, che succede?-

Aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi con sollievo un Artù preoccupato davanti. Sospirò, cercando di capire cosa gli era successo- stai bene?-

-non mi ricordo cosa mi è successo..-

-siamo usciti dalla grotta e tu sei caduto come svenuto..-

Quando si ricordò della barca e delle nebbie si alzò di colpo, voltandosi verso il lago che li affiancava, a qualche metro di distanza- Felina è nel lago, Felina è imprigionata nell'acqua!-

Artù lo guardò stranito, troppo stanco e stremato per fare commenti acidi e boriosi-come fai a saperlo?-

Merlino non lo guardò in faccia mentre si incamminava barcollante verso la riva, in cerca della barca che l'aveva trasportato al centro, ma di quella non c'era traccia, come delle nebbie, infatti la superficie era calma e limpida. -me lo deve aver mostrato Felina...con la magia...-

-con la magia?-

-beh si...è una strega no?-

-ma era in fin di vita!-

-come se non lo sapessi sire! Ma tanto vale provare no?!- e non guardando l'espressione stupita del biondo si tolse la giacca, ma si bloccò quando il braccio muscoloso del compagno lo bloccò con forza- vado io...è troppo pericoloso, la strega è ancora in giro-

-no- scosse il capo con determinazione- siete ancora troppo debole, ci vado io...- deglutì impallidendo quando si incamminò nell'acqua gelata e per un attimo si voltò verso Artù, facendogli un mezzo sorriso-Merlino! Ti tirerò fuori a qualunque costo...tu però, trovala, ok?-

E alzando una mano alla testa  come segno di un accordo si buttò tra le acqua del lago, iniziando a nuotare sempre più a fondo.

Dovette usare la magia per cercare di vedere qualcosa. Con stupore suo scoprì di non aver bisogno più di tanto di ossigeno, e continuando a vagare tra le acqua scure cercò e ricercò il corpo della ragazza.

Lo trovo poco dopo, adagiato come un cadavere tra le alghe del fondale dove era più basso. I lunghi capelli neri ondeggiavano con le onde, le braccia aperta sembravano protendersi proprio verso il mago, in cerca di aiuto, ma il volto era inespressivo e Merlino iniziò a pensare di esser arrivato troppo tardi.

Allungò la mano e la prese per il braccio, trascinandola vicino. Poi afferrando la sottile vita della ragazza, spaventosamente pesante per la pelliccia bianca, la iniziò a trasportarla verso la superficie dove già scorgeva Artù pronto ad aiutarli.

Uscì dall'acqua con forza, schizzando tutto attorno con i capelli neri appiccicati sulla fronte. Tessendo e sbattendo le palpebre nuotò a fatica verso il principe, cercando di tenere la testa della principessa fuori dal lago.

Fu un sollievo per Merlino quando Artù la trascinò a terra, stringendola a se con forza, come a voler averla a tutti i costi vicina. Le scostò i capelli dal volto pallido e ne ascoltò il respiro.  Scoppiò a ridere quasi istericamente-forse la magia a volte è davvero buona Merlino, è viva...è viva!-

anche Merlino sorrise e quando vide la mano guantata del biondo allungò la propria per farsi aiutare,ma qualcosa di colpo lo trascinò in acqua.

Fu talmente veloce il passaggio da fuori a dentro che ingoiò diversa acqua, piangendo per il male scalciò cercando di liberarsi dalla mano della rossa che lo guardava con occhi infuocati dal fondale. Cercò di strattonarla via e a un certo punto fu convinto di averla colpita in volto e sentendosi di nuovo libero cercò di nuotare verso la riva. Con un gemito cercò di liberarsi per una seconda volta, e infine quando l'acqua iniziò ad entrargli in gola vide un alone rosso circondarli mentre la possente spada di Artù la colpiva sul collo.

Per un attimo vide i capelli rosso fuoco della donna mischiarsi al sangue, e infine strinse la mano del futuro re di Camelot, lasciandosi trascinare fuori dall'acqua.

Sulla riva tossì più volte vomitando acqua. La vecchia ferita alla testa gli doleva come non mai, e  davanti a lui nemmeno Artù, che ancora stringeva con un braccio la ragazza, sembrava in ottime condizioni.

Ma sorridevano entrambi complici.

-abbiamo vinto sire...Camelot è salva..-

La risata di Artù si alzò verso il cielo gioiosa e felice. Non gli importava nulla del costato ferito o dei vari lividi...erano lì.

Merlino sdraiandosi al sole si riposò per qualche secondo,chiudendo gli occhi e lasciando che i raggi del sole lo colpissero come l'abbraccio di sua madre. Si meritava quel riposo.

Li aveva salvati entrambi, aveva superato la sua prova...

Ma Per un attimo il volto pallido di Felina gli strinse lo stomaco, ma scosse il capo scacciando il brutto presentimento.

Gaius l'avrebbe curata a dovere.

Erano salvi.

 

 

Tutta la città era in festa.

Per festeggiare la vittoria contro la magia e il ritorno del figlio vincitore Uther aveva permesso che tutti festeggiassero, anche i servitori che ora danzavano ai piedi delle mura, cantando e ridendo.

La birra veniva servita a litri e già molti uomini si erano ritirati a smaltire la sbornia da qualche parte.

Artù sedeva accanto a Morgana e rideva alzando il suo boccale. Ogni tanto si bloccava colto da una fitta dolorosa, ma gli bastava vedere il suo popolo felice e lo sguardo fiero di suo padre per non preoccuparsene.

A lato Merlino sorrideva seduto a terra, vicino a Ginevra. Stavano parlando e mangiando pane al miele. A un certo punto la serva scoppiò a ridere di gusto a una battuta del giovane mago. Artù li guardò e incrociando i loro sguardi sorrise felice per poi tornare a cantare insieme agli altri cavalieri.

Felina dormiva in una stanza del castello. Il giovane Pendragon non aveva voluto repliche quella volta adagiandola in una lussuosa stanza, vicino alle sue. Era andato tutto per il meglio e Gaius aveva assicurato che l'avrebbe guarita, ma per quella sera non c'era stato modo di portarla ai festeggiamenti.

Era ancora troppo debole, troppo stanca.

Ma avrebbero avuto la vita intera per festeggiare.

Sia a Merlino che ad Artù andava bene così.

 

 

Sdraiata tra mille strati di seta rossa Felina gemeva, gli occhi chiusi mentre rimaneva immobile, il corpo nudo coperto solo dal lenzuolo prezioso e i capelli neri sciolti adagiati ai mille cuscini di piume.

Le doleva tutto il corpo edera fredda...mortalmente fredda.

Sentendo la porta cigolare ringhiò nella semi oscurità e con la mano cercò la spada, ma gemette nel solo provare a muoversi- sono io mia signora...-La voce del vecchio medico la rilassò e con fatica aprì gli occhi, puntando le ridi grige nella direzione da cui veniva lentamente-sento la loro musica...-

-Camelot sta festeggiando...ed è anche merito vostro no?-

provò a sorridere lievemente, cercando di non ansimare stretta in mille bende-è già ora di cambiarle?- la voce era ironica e senza la forza di contrastare lo sguardo intenso del medico voltò lentamente il capo dall'altra parte

-voi non perdete sangue mia signora...-

si morse le labbra con forza, imponendosi di tenere chiusi gli occhi-non dovete dirglielo...vi prego..-

sussultò nel sentire la mano gentile di Gaius stringere la sua-non dirò nulla...ma perché non fate cessare questa sofferenza? Solo voi potete...-

-ho ancora qualcosa da svolgere...- ricambiò la presa del vecchio cercandone conforto, senza però dargli altre spiegazioni-Merlino ne morirà...e se conosco un poco anche il principe...-

-stategli vicino allora...-deglutì e lasciò andare la mano, facendo scivolare le dita tra le pieghe delle coperte scarlatte.

-vi posso portare qualcosa per diminuire il dolore?-

scosse lentamente il volto giovane, pallido come la neve-chiamatemi Artù...-e poi chiuse gli occhi, coprendosi il viso con il braccio.

Ma almeno stava soffrendo accompagnata dalla musica della festa.

 

 

 

Note:

Non sono di buon umore e trovo che questo capitolo faccia altamente schifo. Quindi chiedo perdono ai lettori…

 

Ringrazio sempre chi si è degnato di leggere questa storiella.

Un ringraziamento vivissimo a:

Tesar:Ogni tanto penso a Merlino e alle viarie delusioni che riceve…mi sono sempre chiesta come faccia a non impazzire, ma credo sia proprio questa sua strana forza a renderlo speciale. All’inizio volevo far pensare che avesse abbandonato Artù, ma come potrebbe farlo? Suvvia, è la sua vita…e poi per un  qualcosa che verrà svelato poi riesce a salvare anche Felina, più o meno…gli ho regalato per ora un buon finale. Spero ti sia piaciuto il capitolo. Bacioni.

Valux:alla tua domanda ci saraà risposta esattamente negli ultimi capitoli, te lo svelerà Felina stessa! Grazie per le recensioni! Bacioni.

Celine_Underworl:Grazie mille per la recensione, sono felicissima che ti piaccia Felina e la mia Ff…comunque entrambi la amano, ma come hai detto tu, Artù un po’ meno….forse perché è più un galletto rispetto a Merlino…baci, spero ti sia piaciuto il capitolo!

Giuly_the princess:Grazie mille!!

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Capitolo 16
*** Il nuovo potere e il compito svolto. ***


Era davvero silenzio quello che udiva? O a quel punto anche le orecchie facevano brutti scherzi, come del resto, tutto il suo corpo?

Sospirò cercando di muovere una gamba sotto la seta delle lenzuola, poi la porta cigolò senza preavviso, facendola sobbalzare dolorosamente, ma trattenne il gemito vedendo il principe di Camelot avanzare, nella mano destra un piccolo mazzo di fiori azzurri e rosa...-dov'è finita la neve Artù?-

Il biondo sorrise abbassando gli occhi sul mazzo, poi spostò una sedia e sedette accanto al letto, guardandola con un espressione al di la dell'amicizia.- essere il principe ha i suoi vantaggi...-

-hai mandato qualche poveraccio in cerca di fiori con questo freddo?- se avesse potuto avrebbe scosso la testa, ma per Felina qualsiasi movimento era dolore, e voleva rimanere sorridente .-sei e rimarrai sempre troppo viziato-

-che ci vuoi fare, la gente mi ama comunque- la corvina scoppiò a ridere rallegrata, poi però colta da una fitta di dolore chiuse le iridi di ghiaccio, piegando la testa di lato
-stai bene Felina? Vuoi che vada a chiamare...- il braccio sottile di lei lo bloccò, incitandogli il silenzio.- vorrai sapere perché ti ho fatto chiamare...-

Artù sorrise di nuovo, appoggiandosi con i gomiti al materasso morbido, simile a un bambino di fronte alla madre- perché desideravi la mia magnifica compagnia?- ma questa volta la ragazza non sembrò divertirsi e notandone la profonda espressione si concentrò- è successo qualcos'altro?-

-volevo farti un regalo-
-un regalo?- quest'ultima domanda aleggiò nella stanza disegnata da una lieve nota ironica- ma avrai tutta la vita per farmi dei regali Felina-
-questo è giusto che te lo dia ora, nella notte dei vincitori.- prese una piccola pausa e con gli occhi cercò nella stanza, senza muoversi di un centimetro- prendi la mia pelliccia...-
Il principe sbatté più volte le palpebre, le sopracciglia inarcate con il fare borioso di cui era capace in qualsiasi situazione, ma stranamente si alzò e si diresse verso il pesante mantello, tenendolo sul braccio destro per non rovinare il mazzo di fiori-indossalo...-

-ma è da donna-
- non è da donna...è da cavaliere, è da re, è da principi...è protezione è potenza, è mille animali sacrificati agli dei per ricoprire i corpo di coloro che si sacrificavano per la guerra..- lo disse con solenne voce, quasi le costasse caro donare quel pesante mantello a qualcuno- sei sicura? Da quando sei qui non te ne sei mai liberata...ne ho tanti di mantelli..-
-accidenti a te indossalo!- quasi lo urlò alzandosi di colpo ringhiando, ma ricadde di colpo sui cuscini mordendosi la lingua per non urlare, o per non imprecare dalla rabbia, gli occhi completamente bianchi. Artù, vista la reazione furiosa della nordica si accinse a obbedire.
Nel momento stesso in cui si coprì le spalle con la pesante pelliccia una sensazione di caldo gli invase il corpo. Sorrise senza accorgersene mentre guardandosi a uno specchio fissava con ammirazione il proprio aspetto con addosso il mantello, che ora, quasi per magia, sembrava esser stato disegnato per il suo corpo- è..magnifico-
-ora per favore...lasciami riposare-

Per il principe fu come ricevere uno schiaffo e sospirando in risposta alla nuova freddezza della ragazza tornò verso il letto- buona notte Felina...- Le posò i fiori accanto, poi si chinò e lei lasciò che la baciasse, senza nessuna reazione eccessiva- sei gelida...vuoi una coperta?-

Felina chiuse gli occhi, stancamente immerse il volto nelle piume dei cuscini, incassando il capo nelle spalle ossute-fammela portare da Merlino...-

-Merlino...va bene...-

La guardò assaggiandone la pelle bianca con gli occhi azzurri, seguendone le forme sinuose sotto gli strati di seta, e voltandosi si chiese perché in quel momento le sembrasse così fragile. Eppure lo sapeva, l'aveva vista...era una guerriera mortale. Aveva un potere mortale.
Aprì la porta cigolante e indugiò-Artù?- si voltò di colpo, quasi se lo aspettasse, ma lei non lo richiamò a se come da sperato.
Anzi, sembrò esitare- Artù...qualsiasi cosa succeda...non dimenticare mai chi ti è vicino davvero e chi..lo è stato-
- ovvio-
-buona notte...-
Il principe uscì, stancamente percorse i corridoi freddi del castello. Aveva lo stomaco stretto in una strana morsa, ma con un alzata di spalle diede la colpa al vino bevuto durante i festeggiamenti.

 

Nel suo letto Felina lo guardò scomparire e richiuse per la centesima volta gli occhi di ghiaccio. Era così triste...un futuro davvero triste. Cercando di prendere sonno il ricordo delle proprie visioni tornò a tormentarle la mente e nella stanza apparvero figure surreali, di nebbia, di ricordi..il futuro che le tormentava il sonno dolente.
Ginevra e Lancillotto.

Morgana e un bambino.

Poi Ginevra in lacrime, Lancillotto...Merlino e Morgana..
Artù morto...lacrime...erano tutte lacrime. Scendevano come una cascata dalle pareti della stanza, le inondavano la gola mentre cercava di parlare di urlare. Di fonte a lei ora c'era il fratello, poi il padre.

Urlò mentre le lacrime le riempivano i polmoni, poi qualcosa la prese per le spalle scuotendola con forza e a quel punto l'urlo divenne reale come il dolore.

Felina urlò con forza togliendosi di dosso le mani-lurido..-

-Felina, Felina! Sono io, Merlin!- Aprì di colpo gli occhi spalancandoli, ritrovandosi di fronte il mago preoccupato, seduto sul materasso accanto a lei- mi hai fatto male..-

-stavi urlando..non sapevo più come svegliarti..-
-un sogno?- fece una piccola pausa, cercando di togliersi invano una ciocca di capelli da davanti al viso, ma ci pensò Merlino che le sorrise timidamente- se non fosse per il fatto che so che Gaius sa il fatto suo...direi che sei messa piuttosto malaccio-

-e ti fa ridere la cosa?- sorrise anche lei, lasciando che la mano di lui indugiasse su una sua guancia. -non potrei mai ridere davanti al tuo dolore-

qualcosa le si bloccò in gola e voltò di colpo il capo, senza avere la forza di fissarlo ancora. A quel gesto il mago tolse la mano, imbarazzato e ferito- scusa, Artù mi ha detto che avevi bisogno di una coperta, quindi ora ti lascio sola...-

-non ho bisogno di nessuna coperta.-
-oh...bene, allora mene vado, scusa il disturbo- vece per alzarsi, ma la mano di lei si alzò furtiva prendendolo per il polso, ma subito ricadde sul letto, stremata- volevo vederti-

Qualcosa passò sul viso di Merlino, forse stupore, ma subito sorrise a trentadue denti.- ma ora sono qui, e ci starò anche tutta la vita- Felina sorrise, sospirando.
-stenditi qui accanto a me...ma fa attenzione a cosa sfiori, ho il corpo a pezzi-

le si posizionò di fronte, piegando la testa in modo tale da guardarla il viso, la schiena premuta contro il materasso, morbido..più morbido del suo.

-sei stato bravo...ce l'hai fatta...hai salvato tutti noi-

Sembrò quasi che Merlino arrossisse, poi però sorrise semplicemente- è il mio destino no?-

-già...il destino...ognuno di noi ha il proprio destino indelebile...- c'era qualcosa di sbagliato nella voce della nordica e guardandola il mago sentì un brivido percorrergli il corpo.-ho una domanda per te..-

-solo una mio giovane mago?-

-la strega...mi ha detto che..avresti avuto un ruolo importante nel nostro destino...che cosa voleva dire?-

la ragazza sembrò invecchiata di anni, colta dalla stanchezza si appoggiò un braccio sugli occhi, rimanendo in silenzio per parecchi minuti- voleva dire che il mio destino...era...-

-era?-

-innamorarmi di te-

Calò il silenzio nella stanza. Poi il corvino scosse il capo- pensavo fossi innamorata di Artù, hai sempre preferito lui a me..come tutti-

-Artù ha bisogno delle attenzioni di un bambino...e sinceramente so per certo che lo ami più tu che io...ma no, non lo nego. Amo anche lui, ma in modo diverso...-

-non si possono amare due persone!-

-a no?Chiedilo alla tua cara amica sgualdrina!-

Merlino si alzò, appoggiando la testa al braccio piegato- di chi stai parlando?- ma Felina scosse il capo, cercando di cancellare le sue visioni della futura regina con l'amante-avevo bisogno che si fidasse di me...c'era bisogno di qualcuno che cancellasse la sua paura per la magia-

-quello era compito mio Felina- scosse ancora il capo smuovendo i lunghi capelli neri, di seta- mi ami dolce Merlino?-

Silenzio.

Da qualche parte qualcuno stava ancora suonando, nella stanza i respiri dei due giovani si ribellavano alla sincronia, quello di lui veloce, agitato, quello di lei mortalmente lento.

-si-

Felina non sorrise, aprì le braccia. Con le ultime forze rimaste scostò le lenzuola di seta, si lasciò guardare dal mago dagli occhi di falco. -vieni con me Merlino...rimani con me...-

Si lasciò scivolare il corpo di lui addosso, lo abbracciò, lo baciò, lo graffiò. La stanza si riempì della magia più pura della terra. Una luce argentata colpì i due corpi e mentre Merlino si inarcava in sincronia con lei Felina fissò la finestra. In alto nel cielo le sembrò di scorgere gli occhi del drago.

-e che tutto si compia...-

Ma il suo fu solo un sussurro sommerso dai gemiti.

 

 

 

Merlino si svegliò con un forte dolore alla spalla. Aprendo gli occhi sbatté forte le palpebre e quasi non si catapultò giù dal letto notando il corpo di Felina, immobile accanto al suo. Allora non era stato un sogno.

Un bel sogno...Artù l'avrebbe sicuramente ucciso. Ma che ore erano? Deglutendo si vestì di corsa perché fuori dalla tenda la luce era già forte, il che voleva dire che era in un mostruoso ritardo per il lavoro. Infilandosi la bandana di corsa si diresse verso la porta, voltandosi all'ultimo per fissare dolcemente la ragazza che ricambiò stancamente lo sguardo -a dopo Felina..-

-addio...- ma il corvino era sparito nel corridoio senza sentirla.

Felina rimase diverso tempo a fissare le architetture del soffitto, seguì le profonde volte, guardò una ragnatela...fino a quando le lacrime non furono troppe per permetterle di guardarsi attorno. Pianse mentre con l'ultimo sforzo prendeva il suo mazzo di fiori, ormai appassiti, come lei.

Se li portò al petto, insieme alle mani.

Il suo compito era finito.

E sorride, con le labbra bagnate dalle lacrime.

 

 

Il piatto di porcellana cadde a terra rompendosi il mille pezzi. Merlino con un gemito si portò una mano al petto dove la magia sembrava volerlo trapassare da parte a parte. Non ne aveva mai avuta così tanta dentro di se, mai...eccetto l'altra notte in cui si era unito a Felina. Gemette ancora di dolore mentre reggendosi al comodino fissava la propria immagine allo specchio. Gli occhi gli erano diventati gialli, attorno a se il potere era talmente forte da esser quasi palpabile. Con gli occhi spalancati sfiorò la superficie del riflesso, poi la sua attenzione si spostò alla fatidica spalla.

Dietro di lui Felina gli sorrideva tristemente. Era vestita, ma non da guerriera, da principessa. Lo guardava con gli occhi calmi, colmi di un colare che mai aveva dimostrato. Una lacrima le scese sul bianco viso cadendo a terra.

Merlino si voltò di colpo, ma accanto a lui non c'era nessuno. Raggelato da una sensazione orrenda corse via, il più in fretta possibile. Percorse il primo corridoio, il secondo. I polmoni gli stavano scoppiando, ma non si fermò nemmeno sulle scale dove travolse una ragazza, ma non si fermo.

Spalancò la porta con forza tale da rompersi una spalla, e si fermò di fronte al letto insieme al suo cuore.

Pianse abbracciando un corpo fragile di una ragazza umana, pianse immergendo il viso nel collo di Felina che ora ricadeva all'indietro, cosparsa di fiori.

Ora capiva...e mentre reggeva il corpo morto della ragazza amata si lasciò scaldare dalla potente magia che stranamente lo riscaldava comunque.

Una magia mai avuta prima e che sapeva...era stata di Felina.

 

 

 

 

TRE GIORNI DOPO.

Artù sedeva per terra sulla collina, il sole gli faceva brillare i capelli della luce del sole mentre attorno a se l'erbetta iniziava a puntellarsi dei primi fiorellini primaverili. Accanto a lui Merlino si stringeva le ginocchia al petto, fissando a sua volta lo stesso punto in cui si soffermavano gli occhi del principe.

La lapide era bianca, di pietra...degna di una principessa. Incise sopra c'erano le lettere del nome di lei; il resto era liscio, come il suo ricordo.

Era giunta di colpo e sene era andata di colpo.

-che cos'era per voi Artù?-

-mistero...amore...forza-

Per Merlino non ci fu bisogno di girarsi per sapere che stava trattenendo le lacrime. Sorrise, per ricacciare dentro le sue.- non avrebbe voluto vederci così-

-se ne è davvero andata Merlino?-

Il mago scosse il capo con convinzione, le natici dilatate per la foga-no...non se ne è andata. Rimarrà per sempre con noi. -

-già...noi-

Artù si strinse nella pelliccia e sospirò al colore di essa.

Merlino accanto a lui mosse una mano, al suo passaggio i fiori si schiusero. Non gli importava di esser visto fare magie dal principe. Non gli importava. Ora era sicuro di aver la forza di proteggerlo.

No, decisamente non se ne sarebbe mai andata.

Il resto non importava.

 

 

 

NOTE:

…....FINITA!

Scusate il mega ritardo, ma sono stata all'estero, poi c'è stata la fine della scuola...mi p morto un parente..eccetera!

Spero vivamente vi sia piaciuta, e spero anche vi rimanga un po' di Felina nel cuore.

Io le volevo bene, quasi quasi mi viene da piangere..ç_ç.

GRAZIE MILLE A TUTTI QUELLI CHE L'HANNO LETTA.

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