Anywhere is paradise di Broken_88 (/viewuser.php?uid=92724)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I don't want to be on earth ***
Capitolo 2: *** Angels are watching over you ***
Capitolo 3: *** The way you make me feel ***
Capitolo 4: *** No Angels, no party ***
Capitolo 5: *** What are you dreaming about? ***
Capitolo 6: *** The comedy of life ***
Capitolo 7: *** Anywhere but here ***
Capitolo 8: *** I'm scared but I love you ***
Capitolo 9: *** What are we? ***
Capitolo 10: *** Unmentionable truth ***
Capitolo 11: *** What can I say? ***
Capitolo 12: *** When sorrow turns anger ***
Capitolo 13: *** What about now? ***
Capitolo 14: *** Jimmy Novak from Pontiac, Illinois. ***
Capitolo 15: *** Here, alone with my thoughts ***
Capitolo 16: *** Behind the appearances ***
Capitolo 17: *** Allison Morgan has to die ***
Capitolo 18: *** You and me? Human and angel ***
Capitolo 19: *** When the time comes ***
Capitolo 20: *** Whose fault is it? ***
Capitolo 21: *** I'm here, again ***
Capitolo 22: *** Dream and reality ***
Capitolo 23: *** Temptations are always lurking ***
Capitolo 24: *** Sweet home Alabama ***
Capitolo 25: *** I need to know the truth ***
Capitolo 26: *** We are family ***
Capitolo 27: *** Bad dreams ***
Capitolo 28: *** What hurts the most ***
Capitolo 29: *** Sometimes they come back ***
Capitolo 30: *** He's coming ***
Capitolo 31: *** Welcome to the world, Gabriel! ***
Capitolo 32: *** Jealousy is a bad thing ***
Capitolo 33: *** This house is empty without you ***
Capitolo 34: *** Brilliant ***
Capitolo 35: *** Are you there Michael? It's me Allison. ***
Capitolo 36: *** Now I'm really angry ***
Capitolo 37: *** Guess who's coming to dinner tonight ***
Capitolo 38: *** Fathers ***
Capitolo 39: *** You have cheated us ***
Capitolo 40: *** Just to say goodbye ***
Capitolo 41: *** I am gonna miss you ***
Capitolo 42: *** I miss my dad ***
Capitolo 43: *** Marry me ***
Capitolo 44: *** Honeymoon ***
Capitolo 45: *** In my time of dying ***
Capitolo 46: *** Falling ***
Capitolo 47: *** Three months ***
Capitolo 48: *** What's changed? ***
Capitolo 49: *** I don't wanna be afraid ***
Capitolo 50: *** Bitter-sweet Temptation ***
Capitolo 51: *** We're going to be parents again ***
Capitolo 52: *** You never forget your first time ***
Capitolo 53: *** Goodbye present ***
Capitolo 54: *** Happy birthday, my love ***
Capitolo 55: *** My grandfather is a bit.. particular ***
Capitolo 56: *** Fashion show ***
Capitolo 57: *** This is the beginning of the end ***
Capitolo 58: *** Back to the future ***
Capitolo 59: *** It's time ***
Capitolo 60: *** Unplug ***
Capitolo 61: *** I'm not ready to say goodbye ***
Capitolo 62: *** The last goodbye ***
Capitolo 63: *** Swan song ***
Capitolo 64: *** We'll make our own future ***
Capitolo 1 *** I don't want to be on earth ***
I
don't want to be on earth
Ricordi..
Ecco tutto ciò che mi rimane della mia breve e miserabile
vita.
Solo
ricordi. E ahimè, tutti spiacevoli.
Me
ne sto qui, seduta in un angolo, su un asfalto infuocato e tutto
ciò
che riesco a fare è piangere.
Persino
le mie lacrime si fanno beffa di me; e nel percorso che le porta dai
miei occhi alle mie labbra, mi ricordano insistentemente quello che
ero prima di essere un'anima infernale.
Ma
io sto bene! Posso farcela. Lo so che posso.
Ma
chi voglio prendere in giro? Sono seduta tra le fiamme dell'inferno,
tra urla, sangue e dolore e tutto questo potrà solo
peggiorare. E la
cosa che fa più male, è che, anche se mi guardo
dentro, non riesco
a riportare alla memoria un solo attimo di serenità per cui
valga la
pena reagire.
Ecco
qual è l'amara verità: ero un'anima miserabile
sulla terra e lo
sono ancora di più qui, tra le pene di chi, come me, ha
smesso di
lottare.
Mi
guardo intorno con angoscia e mi accorgo ogni minuto di più
che non
desidero essere salvata. Non che stare qui mi piaccia. Semplicemente
credo di essere ad un punto di non ritorno, in cui senza dubbio, la
terra mi sembrerebbe più brutta del posto in cui sto ora.
E
questo perché sono sola al mondo, e lo ero anche prima di
arrivare
quaggiù.
Mi
alzo piano e cammino confusa per qualche minuto. Giusto il tempo di
capire che, anche se non voglio andarmene, sono proprio fuori luogo
qui.
Io,
a differenza di chi si aggrappa ai ricordi per rimanere umano, li
spingo via quasi desiderassi inconsciamente di perdere ogni briciolo
ed indizio di ciò che ero. Quasi come se ne fossi
spaventata, o
peggio ancora imbarazzata.
Io,
a differenza di tutte queste anime desiderose di tornare a casa,
desidero solo tornare al mio posto e piangere fino a sentirmi meglio.
Meglio..
questo è un termine inappropriato, ma è l'unico a
cui riesco a
pensare al momento.
Oh
Dio mio!! Come posso essere tanto diversa da ciò che ero?
Come
posso, io cacciatrice del soprannaturale, starmene qui seduta in
mezzo agli esseri che ho inseguito e ucciso per tutta la vita?
Come
posso semplicemente piangere e osservare insofferente mentre altre
anime vengono torturate fino a perdersi completamente nel dolore e
nell'oscurità?
Come
posso aver perso me stessa senza accorgermene? E sopratutto,
perché
sono convinta di aver perso la via prima ancora di ritrovarmi qui?
Forse
perché è la verità!
Tutto
questo non mi spaventa.. E' il fatto di non provare alcun timore che
mi terrorizza e mi fa rabbrividire.
Dov'è
finito il mio istinto di sopravvivenza? Dove sono finite la mia
grinta e la mia tenacia?
Devo
averle perse da un bel pezzo, altrimenti non avrei gettato la spugna
come invece ho fatto.
Un
tempo mi sarei fatta largo tra i miei demoni e li avrei affrontati
scacciandoli via. Invece alla fine mi sono ridotta a starmene seduta
in mezzo a loro.
A
volte vorrei urlare e strapparmi i capelli.. Vorrei alzarmi e
liberare tutte queste anime dal loro dolore, dalla loro angoscia.
Dare loro una speranza e sentirmi viva.
Ma
il mio corpo, la mia mente, la mia anima, o meglio, ciò che
ne
rimane, non collaborano.. E me ne sto qui ad aspettare che sia il mio
turno di essere fatta e pezzi e torturata finché i miei
aguzzini ne
avranno voglia.
E,
per terrorizzante che possa essere, questo è il periodo
della
“giornata” che preferisco. Non perché
l'idea di essere ridotta
in brandelli ancora e ancora mi riempia di gioia, ma perché
nel
momento in cui il mio corpo viene ferito, tagliato, bruciato e
trattato come carne da macello, non ho tempo di pensare a
ciò che
era, e la mia mente si riposa.
Mi
odio per questo.. odio sentirmi così sprezzante del dolore
mentre
tutti intorno a me soffrono. Odio essere ciò che sono
Chiudo
gli occhi per un attimo, faccio un grosso respiro e il mio naso si
riempie in automatico dell'intenso male odore di polvere e sangue di
cui ogni cosa intorno è intrisa.
Li
riapro dopo pochi secondi e tutto, non so perché, mi sembra
diverso,
luminoso.
Piego
la testa e osservo lì accanto, un po' distante da me una
forte luce
bianca e pura che sembra.. non so cosa sembra. Mi da sensazioni del
tutto nuove e non ricordo di aver mai visto nulla di simile.
Tutti
sembrano spaventati, io mi sento solo confusa.
Cos'è
questa luce? E perché viene verso di me?
*****
Che
cosa hai fatto, Allison?
Come
ha potuto fare una cosa del genere? Come hai potuto farmi
una
cosa del genere! Ti sei tolta la vita: hai smesso di combattere e hai
deciso di andare via. E adesso sei all’inferno. È
lì che
finiscono i suicidi, lì che pagheranno per
l’eternità il loro
terribile peccato.
La
mia Allison, la bambina che salvai dal Male. Piccola, indifesa
infante, scelta per gli oscuri piani del Maligno. La ricordo ancora
così chiaramente, minuscola creatura umana nella sua piccola
culla.
Piangeva, mentre quell’essere infernale si accingeva a
compiere
l’orrendo gesto iniziatico.
Glielo
impedii, apparvi in quella piccola stanza colorata, il demone mi
maledisse ringhiando e scomparve. Gli bastò un solo secondo
della
mia presenza per farlo precipitare di nuovo negli inferi dai quali
era emerso.
Ti
ho salvata Allison, da un destino crudele e maledetto. E tu cosa fai,
piccola umana? Ti uccidi? Butti nel fango la vita che Dio ti ha
donato e che io ti ho preservato?
So
che soffrivi, so che ti sentivi sola, ma niente giustifica il tuo
gesto.
Adesso
sei all’inferno, e io non posso sopportarlo. Ho deciso di
venire a
salvarti. Disobbedirò per te, ti restituirò alla
vita.
Inizio
a scendere, le urla dei dannati sempre più vicine a me. Devo
fare in
fretta, non devono scoprirmi o mi uccideranno. I miei superiori non
tollerano le insubordinazioni, mi punirebbero mortalmente.
Non
mi importa di morire, ma non deve accadere prima che io abbia salvato
lei.
I
demoni mi attaccano, li respingo a colpi di spada annientandoli senza
pietà: non mi fermeranno. Corro per gli arroventati sentieri
dell’inferno, tra fuoco, polvere e sangue. I dannati urlano
di
dolore, straziati dagli uncini incandescenti dei diavoli.
Questa
vista mi atterrisce, so che fanno la stessa cosa ad Allison. Accelero
la mia corsa, roteando la spada in un turbine di luce. Mi guardo
intorno, non la vedo. Sono terrorizzato, dov’è
Allison? Non starà…
Oh
no, è diventata un carnefice? Tortura le anime? Oh dannati
demoni, è
la proposta che fanno a tutti: da vittima a carnefice!
Ally
non può averlo fatto, lei non lo farebbe mai.
I
dannati tremano davanti a me, si fanno da parte e chi non lo fa,
viene spazzato via dalla mia furia. Signore Iddio, che luogo
maledetto! Alcuni mi chiedono pietà, altri mi insultano.
Tutti mi
temono.
Solo
un’anima non si muove, se ne sta seduta nella polvere e nel
sangue,
non alza nemmeno la testa.
Faccio
per avvicinarmi, i demoni mi bloccano più accanitamente di
prima.
Non vogliono che raggiunga quell’anima. Ordino loro di
togliersi
dal mio cammino, non obbediscono e io li distruggo.
Mi
fermo, guardo quell’anima tormentata e …. Allison!
È
lei quell’anima, l’ho trovata! Grazie, mio Signore!
Travolgo le
ultime resistenze demoniache, torme di dannati si disperdono come
onde di fuoco.
Mi
avvicino, la mia luce acceca tutti, demoni e dannati. Urlano,
imprecano, tentano di scappare o di attaccarmi, ma io non me ne curo:
devo correre da lei.
Non
oseranno più straziare il tuo corpo.
Sono
davanti a te, mi guardi confusa. Il tuo viso è una maschera
di
dolore e lacrime. Nuda nella polvere, mi guardi senza capire cosa sta
succedendo. Ma non hai paura. Fiera come sempre, guardi dritta verso
di me, quasi sfidandomi.
Non
puoi vederlo, ma sto sorridendo. Nonostante tutto, sei ancora
Allison. E tornerai ad essere l’infallibile cacciatrice di
sempre.
Sono
felice, perché ho ritrovato la mia Allison. Ti ho salvata da
Azazel,
ti salverò dall’inferno intero.
A
costo di morire, ti ridarò la vita.
*****
Dove
sono? E perché questo odore di lavanda mi sembra familiare?
Apro
gli occhi di colpo e mi guardo intorno. Mi sento ammaccata ma
riposata come non mi sentivo da mesi, eh si.. anche se crederlo mi
è
difficile, sono a casa. Nel mio letto.
Scendo
da quella piazza e mezzo di morbidezza e giro su me stessa perplessa
e col cuore pronto ad esplodere.
Come
sono arrivata qui? Chi mi ci ha portato? Sono scappata dall'inferno o
qualcuno mi ha fatto uscire?
Ok,
niente panico Allison! Questa è casa tua. Qualsiasi cosa sia
accaduta, ora sei al sicuro.
Ma
lo sono davvero? E se questa fosse un'illusione? Se non fossi a casa
ma stessi solo sognando di esserci?
Impossibile.
All'inferno non è concesso sognare.
Allora
cos'è successo?
Riordino
le idee e faccio un giro della casa, quasi come se fosse la prima
volta che la vedo. Eppure ci sono cresciuta.
Non
è piacevole sentirsi un'estranea nella propria casa. E
nemmeno
l'odore di lavanda che mi ha svegliata, frutto dei sacchetti
profumati dentro gli armadi, acquieta il mio cuore facendomi sentire
nel posto giusto.
Perché?
Semplice.. perché non sono nel posto giusto.
Il
mio posto era lì sotto, tra le fiamme ardenti di un inferno
pieno di
dolore. E' lì che dovevo stare. Tra le anime che, in un modo
o in un
altro non hanno saputo apprezzare la vita.
Eppure
sono qui, nel caldo di una casa che però non sento mia.
Perché
tornare mi sembra la cosa più orribile che mi sia capitata?
Perché
vorrei prendere chi mi ha ridato la vita e urlargli che doveva farsi
gli affari suoi? Perché, semplicemente non posso essere
grata di
essere tornata indietro dal posto da cui tutti cercano di fuggire?
Perché
sono.. così sprezzante della vita?
Io
meritavo il mio angolo infuocato ai piani bassi. Lo meritavo
perché
ho gettato la spugna. E mentre guardo in casa,l'ultimo posto in cui
ho visto i miei genitori vivi, capisco anche perché l'ho
fatto.
Ricordo
come mi sentivo. Un'altra nota dolente dell'essere tornata tra i
vivi, è che i ricordi sono più nitidi e vivi ora.
Mi
sentivo sola, triste.. Quasi ad un punto di non ritorno.. E quando
stavo per superare quel limite lasciandomi andare al mio dolore,
è
arrivato lui.
L'ho
amato e mi ha fatto sentire viva per un po'. Per merito suo ho
indietreggiato di qualche passo allontanandomi dall'oblio cui ero
destinata.
Ma
mi ha tradita, in mille modi che mi hanno ferita come spade affilate,
e a quel punto mollare è stata l'unica cosa che ho avuto la
forza di
fare.
Ecco
la mia triste storia: chi mi aveva riportato alla vita.. alla fine mi
ha portata alla morte.
Scuoto
il capo e mi allontano da lì. Salgo di nuovo di sopra nella
mia
stanza e la disperazione prende il sopravvento.
Mi
sento fredda, colta dal panico e da un'ira profonda destinata a chi
mi ha riportato indietro.
Non
voglio stare qui.. Non voglio stare in questa casa piena di passato.
Voglio tornamene all'inferno. Dove i ricordi sono pochi e annebbiati
dalle lacrime.
Non
voglio vivere di nuovo. L'ho già fatto una volta e non mi
è
piaciuto affatto.
Mi
senti? Chiunque tu sia.. qualunque cosa tu sia, perché mi
hai
portata via da lì. Perché non hai preso un'anima
che voleva tornare
a casa?
Perché?
Perché?
Mi
siedo affranta sul letto. Un letto caldo e profumato che mi disgusta
in un modo che, lo so, non è naturale. E piango..
Piangere
è l'unica cosa che so fare anche qui. Sulla terra al sicuro
da tutto
quanto tranne che da me stessa.
Singhiozzo
forte e spero di soffocare a causa delle mie stesse lacrime.
“Perché
piangi?”
Lo
sento quasi come un sussurro, ma è vicino e attira la mia
attenzione. Mi alzo un po' per essere composta, ma non provo nemmeno
a mettermi sulla difensiva..
Qualunque
cosa sia, la paura che mi lasci vivere è più
forte di quella di
morire.
Mi
asciugo gli occhi per vedere meglio, e quando le lacrime me lo
permettono, ho un'immagine chiara e nitida di chi ho davanti.
Ha
occhi blu cielo, i capelli spettinati come se fosse arrivato qui
sfidando il più malvagio dei venti, un impermeabile beige e
lo
sguardo ferito di chi si sente.. offeso direi.
Non
so perché, ma il modo in cui il blu dei suoi occhi risplende
nella
stanza, mi ricorda qualcosa. Non so cosa... e sto in silenzio
cercando di riordinare la mente.
“Chi
sei?” chiedo infine.
“Sono
Castiel. Un Angelo del Signore.”
Sgrano
gli occhi. “Sono tornata dall'inferno, ma non sono scema. Gli
Angeli non esistono.”
Mi
guarda e con eleganza si muove per la stanza afferrando un oggetto
sulla scrivania, ricordo della mia infanzia.
“Quando
eri piccola non la pensavi così Allison.”
Quando
ero piccola? “Come sai il mio nome?”
Si
volta di scatto, ma ho comunque l'impressione che si muova quasi a
rallentatore: “Ti ho salvato dalla perdizione eterna. Mi
sembra il
minimo sapere il tuo nome.”
Cosa?
E' lui che mi ha salvata? Ecco a cosa somigliava il luccichio del suo
sguardo.. a quell'abbagliante e calda luce, ultima reminiscenza del
mio soggiorno ai piani bassi.
Mi
alzo di scatto.. i miei movimenti non sono eleganti come i suoi:
“Perché l'hai fatto?” urlo.
“Non
volevi essere salvata?”
“No..
dovevi.. dovevi farti gli affari tuoi. Quello era il mio posto.
Meritavo di stare lì. Perché non hai preso
qualcun altro invece di
me?”
Gli
sputo contro il mio dolore e la mia rabbia. Ma lui non si muove di un
solo passo. Semplicemente mi guarda: in un modo che mi affascina e mi
inquieta.
Il
suo sguardo sembra perplesso.. ha ragione! Io stessa so che dovrei
urlargli grazie invece di quello che invece gli ho detto.
Mi
sento spiazzata per un attimo e mi allontano dandogli le spalle.
Vorrei piangere.. ma è come se una parte del mio orgoglio
fosse
tornata con me dagli inferi, e così mi trattengo, anche se a
stento.
“Non
voglio stare qui. Questo posto è vuoto e pieno di una vita
che
preferisco dimenticare.”
Lo
guardo di nuovo e lo so, lo so dal cambio nei suoi occhi che
percepisce il mio dolore.
Annuisce
lento e si porta piano vicino alla finestra. Fissa le stelle con aria
assorta ed io non posso fare a meno di essere
“travolta” dalla
sua calma.
Avanzo
fino al letto e mi sdraio cercando di fare di nuovo mio l'odore di
pulito e il fresco delle lenzuola. Chiudo gli occhi e sento la
stanchezza prendere possesso del mio corpo.
“Questo
posto è la tua casa.” mi sussurra lui piano.
Non
so chi sia, né se mente, ma non mi spaventa averlo qui.
“Sono
a casa.” sussurro a mia volta.
Lo
percepisco muoversi piano fino ad essere, se il mio istinto non mi
inganna, a pochi centimetri da me.
“Sei
a casa.” ripete.
E
l'unica cosa che riesco a sentire prima di addormentarmi, sono le sue
dita leggere che mi sfiorano i capelli.
*****
Ce
l'ho fatta.
Non
riesco a crederci neanche io, ma l'ho salvata.
Lei
continuava a guardarmi senza capire, con quella sua aria di sfida che
neanche l'inferno le aveva portato via.
Mi
sono chinato su di lei e l'ho presa tra le mie braccia incandescenti,
e stringendola forte sono volato via da quell'orribile luogo di
dolore e morte.
Ho
attraversato uno per uno tutti i gironi infernali, solcando i loro
cieli di fuoco come una meteora di luce, con lei stretta tra le
braccia che non capiva cosa stesse accadendo.
Siamo
tornati sulla Terra, ho risanato il suo corpo corrotto dalla morte,
le ho ridato il respiro vitale, il battito al suo cuore, il sangue
alle sue vene. L'ho ripresa tra le braccia ancora addormentata, e
l'ho riportata a casa sua, adagiandola sul suo letto.
Dormiva
tranquilla, come se non fosse mai accaduto nulla. Poi sono andato
via, se si fosse svegliata avrebbe visto il mio vero aspetto, e
l'avrei uccisa nuovamente.
Ora
starà dormendo, ma voglio parlarle. La conosco da tutta la
sua vita,
ma non le ho mai potuto parlarle. A volta le apparivo in sogno,
sotto-forma di semplice e fioca fiammella e le sussurravo parole di
conforto. Ma ora voglio parlare guardandola negli occhi, voglio
sapere perché l'ha fatto, perché ha scelto la
strada più breve e
più crudele per risolvere i suoi guai.
E
per fare questo, ho bisogno del mio tramite umano che ho lasciato
addormentato per correre a prendere lei.
Alcuni
giorni fa sono andato da lui chiedendogli di aiutarmi a compiere la
missione affidatami da Dio, e lui ha detto sì.
Ed
ora eccomi di nuovo qui in questo corpo d'uomo, così
limitante per
la mia potenza, ma adatto ad incontrare Allison.
Continuo
a guardare le mie nuove mani, non mi sono ancora abituato a loro. Le
apro e le richiudo varie volte, sono così diverse dalle mie.
Più
piccole, fragili, piuttosto tiepide rispetto alle mie, anche se a
causa della mia presenza questo corpo sembra avere costantemente la
febbre.
Torno
da Allison, la trovo sveglia e in giro per casa. Tocca gli oggetti,
le foto, si guarda intorno incredula, disorientata. Si volta verso di
me e noto che ha un'espressione... arrabbiata?
Perché
mai dovrebbe essere arrabbiata? Eppure le ho ridato esattamente il
suo aspetto, niente in lei è diverso, nessuna cicatrice
deturpa la
sua bellezza. È rinata. L'ho riportata nella sua casa, nel
suo letto
caldo e profumato. E allora perché mormora parole di
risentimento
verso la vita?
Perché
dice di non voler vivere? Come può dire di preferire
l'inferno? Non
lo accetto.
Resto
invisibile ai suoi occhi e la seguo su per le scale. Entra nella sua
stanza e si blocca, la vedo stringere i pugni.
“Non
voglio stare qui!” urla nel vuoto. “Voglio
tornarmene
all'inferno!” continua piena di rabbia.
Non
posso crederci, mi sento ferito. Che cosa ti è successo,
Allison?
Perché reagisci così alla vita?
“Mi
senti? Chiunque tu sia.. Qualunque cosa tu sia, perché mi
hai
portata via da lì. Perché non hai preso un'anima
che voleva tornare
a casa?” sbotta furiosa contro chi le ha ridato la vita.
Contro di
me.
La
guardo avvicinarsi al suo letto, si siede e scoppia in un pianto
disperato. Singhiozza così forte da spaventarmi, non riesco
a
credere a ciò che è appena successo.
Allison
è triste perché vorrebbe essere rimasta
all'inferno, crede che il
suo posto sia quello e quasi mi maledice per averla strappata dal
tormento eterno.
Decido
di mostrarmi a lei. Mi avvicino lentamente e le parlo.
“Perché
piangi?” le chiedo piano. Si muove sul letto e mi guarda, si
asciuga le lacrime e mi fissa senza mostrare particolare sorpresa o
timore. Non le importa se sono un amico o un nemico, se sono umano o
soprannaturale.
Se
sono infernale o divino. Mi fissa in silenzio, restando seduta.
“Chi
sei?” mi domanda dopo un po', con un tono che sento ostile.
“Sono
Castiel. Un Angelo del Signore.” le dico semplicemente, non
sapendo
cos'altro dire per spiegarle la mia natura.
Lei
mi guarda sgranando gli occhi e accenna un sorriso ironico.
“Sono
tornata dall'inferno, ma non sono scema. Gli Angeli non
esistono.”
afferma con un sarcasmo che mi ferisce. Non ricorda nulla, neanche di
quando entravo nei suoi sogni e la esortavo a non perdere la
speranza.
Resto
in silenzio, e guardandola mi avvicino alla sua scrivania e prendo in
mano un oggetto che nelle intenzioni dovrebbe essere un angelo, ma in
realtà è un paffuto bambino con due piccole ali
bianche. Sorrido
dell'ingenuità degli uomini.
Se
solo potessero vederci...
“Quando
eri piccola non la pensavi così Allison.” le dico
mostrandole
l'angelo in terracotta.
Alle
mie parole lei dischiude le labbra in un'espressione di vago stupore.
“Come sai il mio nome?” mi domanda.
Io
mi volto di scatto, la risposta alla sua domanda è talmente
ovvia da
farmi sentire una leggera fitta di delusione.
“Ti
ho salvato dalla perdizione eterna. Mi sembra il minimo sapere il tuo
nome.” rispondo candidamente.
Allison
mi guarda per un istante, come se non avesse capito cosa le ho appena
detto. Poi la perplessità lascia il posto alla rabbia, i
suoi occhi
sembrano accendersi e con uno scatto si alza dal letto avvicinandosi
di un passo.
“Perché
l'hai fatto?” mi urla stringendo i pugni. Nei suoi occhi
leggo
autentica collera.
La
guardo meravigliato e lo stupore mi provoca un'ondata di calore che
pervade tutto il mio essere.
“Non
volevi essere salvata?” le domando. La voce del mio tramite
tradisce la mia indignazione.
Allison
mi guarda accigliata, sento la sua ostilità e ciò
mi ferisce più
di ogni sua parola.
“No..
dovevi.. dovevi farti gli affari tuoi. Quello era il mio posto.
Meritavo di stare lì. Perché non hai preso
qualcun altro invece di
me?”
La
guardo senza riuscire a replicare, tutto mi sarei aspettato tranne di
vedere Allison arrabbiata con me e addirittura offesa perché
le ho
risparmiato un'eternità di dolore e torture, di disperazione
e
follia. Non capisco, forse è colpa mia ma sinceramente mi
aspettavo
di trovarla felice per la sua rinascita.
Anche
lei mi guarda in silenzio, credo si aspetti da me una reazione che
non arriva perché sono davvero senza parole.
Suppongo
che l'aggettivo giusto sia “ferito”. Comincio a
sospettare che
gli umani non gradiscano essere aiutati.
Mi
accorgo che Allison è sul punto di piangere, ma un lampo
d'orgoglio
asciuga subito i suoi occhi nocciola.
“Non
voglio stare qui. Questo posto è vuoto e pieno di una vita
che
preferisco dimenticare.” mi dice con la voce rotta dal pianto
che
tuttavia riesce a trattenere.
Improvvisamente
capisco. È triste perché al suo ritorno
dall'inferno non ha trovato
nessuno ad accoglierla. La sua famiglia è andata via tanti
anni fa e
ora si sente sola.
Allison,
è per questo che hai deciso di morire? Per questo volevi
startene
tra le polveri roventi degli inferi?
La
guardo con dolcezza, finalmente conscio del suo dolore. Annuisco
lentamente e mi avvicino alla finestra per guardare il cielo
punteggiato dalle stelle. Sento lo sguardo di Allison che mi fissa,
si starà chiedendo cosa guardo con tanto interesse.
Guardo
il cielo, perché un po' mi manca. Ma sono felice di essere
qui con
lei. Non avrei sopportato di saperla dannata neanche un solo minuto
di più. E se anche lei adesso pensa di non meritare la
salvezza, un
giorno sarà felice di essere viva.
Mi
volto a guardarla e la vedo sdraiarsi sul suo letto, la stanchezza le
fa chiudere lentamente gli occhi.
Sorrido
e mi avvicino di qualche passo.
“Questo
posto è la tua casa.” le sussurro piano per non
destarla dal
torpore che la sta avvolgendo.
“Sono
a casa.” bisbiglia, il suo volto finalmente si distende.
Mi
avvicino ancora di più, i suoi occhi sono ormai chiusi ma so
che può
sentirmi.
“Sei
a casa.” le ripeto in un sussurro.
Sorride,
e questo fa sorridere anche me. Mi chino sul suo letto e con
delicatezza le accarezzo i capelli, non voglio svegliarla ma non
posso farne a meno. Sono felice di averla salvata, anche se questo
poteva, e ancora può, costarmi caro.
Non
mi importa, non avrei potuto vivere sapendo la mia Allison
all'inferno. Io l'ho salvata dal Male, di tutti quei ragazzi ho
potuto salvare solo lei. Non potevo sopportare l'idea di saperla
straziata e offesa da quelle creature immonde.
Adesso
è qui davanti a me, sana e salva, che dorme dolcemente.
Sarà
difficile lo so, ma ritroverai la gioia di vivere Allison. Te lo
prometto. La vita è un dono meraviglioso, un dono di Dio. E
tu
l'amerai di nuovo.
La
guardo per qualche minuto ancora, poi lentamente, senza far rumore,
mi allontano dal suo letto.
Non
so cosa mi aspetterà, ma so che dovrò combattere
anche con lei. Non
importa, sono nato per combattere. Sono un guerriero, come Allison.
La conosco, non sarà facile conquistarmi la sua fiducia,
è ferita e
delusa.
Ma
sarò paziente. Sono famoso per la mia pazienza e la mia
perseveranza. Ti proteggerò Allison, anche se non vorrai.
Non
potrai impedire ad un angelo di vegliare su di te.
|
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Capitolo 2 *** Angels are watching over you ***
Angels
are watching over you
Caldo
sole d'estate.
Ecco
l'odore che sento intorno a me mentre mi stiro ben bene prima di
aprire gli occhi.
Ne
sento il calore sulla pelle e i miei occhi ancora chiusi ne colgono
leggere sfumature che mi danzano tra le ciglia.
Il
sole della California. Il sole di casa.
Credo
ancora che il mio posto fosse lì, ai piani bassi, ma la
notte porta
consiglio. E nel buio della stanza, tra le calde lenzuola del mio
letto, lottando con i miei incubi post inferno, ho avuto una visione
chiara e pulita di quello che voglio fare.
Voglio
provare ad amare di nuovo la vita. Se non per me, per le urla delle
anime che la amavano e che mi risuonano ancora nelle orecchie.
Si!
Ecco cosa farò: proverò ad innamorarmi di nuovo
della vita.
Ci
ho messo una settimana a capirlo, è vero.. ma meglio tardi
che mai.
Scommetto
che se Castiel fosse qui sarebbe contento di sentirmi dire queste
cose. Ora forse sarei persino pronta a dirgli quel grazie che si
aspetta da quando mi ha riportato qui.
Perdonami
Castiel, ma non sono ancora pronta ad esserti grata.
Sono
le 09:30 quando i miei occhi sono pronti ad affacciarsi sul nuovo
giorno. Guardo la sveglia lampeggiare accanto a me e mi siedo al
centro del letto stranita e ancora... disorientata.
Mi
guardo intorno e sono sola! Come sempre del resto. La mia solitudine
è la mia coinquilina..
Almeno
pagasse l'affitto.
Rido
sola del mio stupido e malriuscito sarcasmo e.. aspetta, ho appena
fatto una battuta?
Questo
è un passo avanti e.. si ok, ho fatto del sarcasmo con me
stessa..
ma meglio di niente.
Mi
alzo di scatto.. agile e un po' goffa come sono sempre stata, e
accendo la radio. Sento il bisogno di una canzone. Una qualsiasi.
Parte
Spirit in the sky di Norman Greenbaum e decido che
sarà il
mio nuovo inno alla vita.
Mi
infilo sotto la doccia e il getto caldo dell'acqua mi accarezza i
capelli ed il corpo rilassandomi all'istante.
“Oh
cielo.. la doccia calda si che mi è mancata
all'inferno.” dico.
Questa
è la frase che dico da una settimana, tutte le volte che
entro in
doccia.
Di
solito quando la pronuncio Castiel è qui. Si nasconde, mi
osserva
dall'alto per non essere.. invadente suppongo. Ma io lo so che
c'è.
Percepisco il fruscio delle sue ali e sento nell'aria il fresco odore
di vita di cui lui profuma.
Faccio
finta di nulla però. Mi lavo, poi mi cambio e faccio quello
che mi
passa per la testa, mentre lo immagino arrossire un po'.
Forse
non arrossisce affatto, ma a me piace immaginare la sua pelle chiara
tingersi di un lieve colore più umano che angelico.
Mi
piace quell'Angelo. Non di un piacere umano o.. lussurioso. Mi piace
il modo in cui la calma mi pervade quando lui è nella
stanza. E
l'ingenua eleganza con cui si muove, speranzoso di poter essere
d'aiuto.
E'
un'anima pura. Dolce ma forte. Buffo ma sveglio.
Mi
ricorda quanto di buono ci può essere nel mondo.. e mi
ricorda che
il soprannaturale non è sempre malvagio.
Voglio
dire, ho incontrato alcuni vampiri che avevano deciso di vivere come
“vegetariani”, spiriti morti violentemente che
volevano solo
passare oltre per essere in pace. E gli Angeli, anche se
soprannaturali, non dovrebbero essere malvagi, anzi... loro sono
l'antitesi dei demoni.. del male.
Devono
esserlo, almeno nell'immaginario collettivo, perché
altrimenti non
si spiega come mai moltissime mamme raccomandino i loro bambini
proprio agli Angeli nelle preghiere prima di dormire.
Si,
deve essere così..
Chiudo
l'acqua ed esco avvolgendomi nell'accappatoio. Lego disordinatamente
i capelli bagnati e mi trascino fino all'armadio.
Lo
apro e dopo pochi secondi decido di indossare pantaloni neri e
camicetta rossa. Chissà, magari posso uscire a fare
colazione. C'è
un chiosco vicino alla spiaggia che fa delle ciambelle buonissime.
O
almeno c'era tempo fa. Ora chissà.
Ma
posso provare ad andarci. E con la scusa guiderò la mia
auto.. Non
la tocco da mesi.. Spero di ricordami come si giuda.
Infilo
le scarpe e scendo di sotto. Mi basta un attimo per capire che non
solo sola.. E senza avere il tempo di voltarmi, mi trovo bloccata ad
una parete e due uomini mi stanno davanti.
Chi
sono? E cosa vogliono?
“Ciao
Allison..” mi dicono.
Mi
limito a fissarli, senza dire nulla.
“Non
preoccuparti. Siamo Angeli.. amici del tuo caro amico
Castiel.”
dice uno.
Alla
faccia de “gli Angeli sono l'antitesi del male”,
mi
ritrovo bloccata ad un muro quasi come se fossi un demone da
uccidere.
“Ti
sembro preoccupata per caso?” dico con tono tranquillo.
Ridono
e mi guardano.
Uno
di loro allunga una mano verso di me e la poggia sul mio petto.
All'altezza del mio cuore. Sento un dolore lancinante e anche se mi
sforzo di soffocarlo dentro, un urlo esce forte dal mio stomaco e
riempie la stanza.
“Lo
sarai..” mi dice l'Angelo allontanando la mano da me
“So che ora
può sembrarti impossibile da credere, ma le nostre
intenzioni sono
buone. Vogliamo solo sapere alcune cose sull'inferno..”
Respiro
affannata e sento male in tutto il corpo “Non vi hanno mai
detto
che anche la strada per l'inferno è lastricata di buone
intenzioni?”
bisbiglio guardandoli “Io non ricordo nulla.”
aggiungo.
Il
mio aguzzino, perché dal male che sento è l'unico
modo in cui
riesco a definirlo, mi guarda e sorride beffardo.. Mi tocca di nuovo
e mi sento come se stessi tenendo le dita dentro una presa di
corrente. Il mio corpo soffre, la mia mente è annebbiata e
il mio
cuore batte veloce..
Urlo
di nuovo e anche se il suono sembra più soffocato a causa
del sangue
che esce dalla mia bocca salendomi su per la gola, è
comunque un
suono intenso.. Chiudo gli occhi per un attimo e prego.. Per la prima
volta dopo tanto tempo.
Ma
a che serve? Prego Dio mentre i suoi figli mi fanno male..
La
mano si allontana da me ed io mi sento stremata..
“Castiel”
sussurro.
E
l'ultima cosa che sento, prima che il dolore ricominci, è la
risata
di chi mi sta di fronte.
*****
Una
settimana. Tanto è trascorso da quando l'ho salvata, sette
giorni
soltanto. Per me non sono nulla, una lacrima di tempo in un oceano di
eternità, ma per Allison credo siano tanti.
Ancora
mi detesta, non mi insulta apertamente solo
perché credo che mi tema un po', visto che sono andato e
tornato
dall'inferno con lei in braccio. Evito di invadere eccessivamente la
sua vita: recenti esperienze mi hanno insegnato che gli umani non
amano troppo avere un angelo tra i piedi, anche se questo ha salvato
la loro anima dalle fiamme infernali.
Però
la sorveglio, costantemente direi, senza che lei mi veda. Forse mi
percepisce, ma se così è, lo nasconde molto bene.
È
mattino, il sole è alto nel cielo e sento che Allison
è sveglia.
Ha
degli incubi frequenti, tutte le notti la vedo agitarsi nel suo letto
e mi obbligo a non svegliarla.
L'ho
fatto una volta, e lei mi ha cacciato inveendo contro di me e la mia
.. come ha detto?
Ah,
“stressante presenza celestiale.”
Non
ho molta fortuna con i miei protetti, mi sento rifiutato da loro. Ma
non importa, sono felice così.
Decido
di andare da lei, non mi piace lasciarla da sola più del
dovuto: non
so perché ma ho come una spiacevole sensazione. Forse
è solo il mio
senso di colpa per aver disobbedito ai superiori per aiutare Ally...
Allison. Non ama essere chiamata Ally. Non da me almeno.
Entro
nella sua stanza e la trovo alzata, resto invisibile al suo sguardo e
la seguo nei suoi movimenti. Si avvicina alla radio e l'accende.
Sono
sorpreso: non lo ha fatto le altre volte. Sorrido lievemente pensando
che forse qualcosa in lei è cambiato, in meglio.
“Gotta
have a friend in Jesus
So
you know that when you die
He's
gonna recommend you
To
the spirit in the sky”
Non
capisco nulla di musica terrena, ma dalle parole mi sembra una bella
canzone. O forse sono semplicemente di parte...
Oh
no...
Si
toglie la leggera camicia da notte e la butta sul letto, è
quasi
completamente nuda. Abbasso lo sguardo come ogni volta che mi ritrovo
davanti a questa.... vista. Ho il sospetto che sappia benissimo che
io sono qui e che quindi lo fa di proposito.
Quel
sorrisetto è quasi una conferma. Si prende gioco di me, ne
sono
quasi sicuro. Immagina che cose del genere possono mettere in
imbarazzo un angelo. E si diverte alle mie spalle.
Rialzo
lo sguardo e lei è entrata nel bagno, non dovrei seguirla
anche lì
ma lo faccio. Mi fermo sulla porta, però.
La
intravedo entrare nella doccia, cerco di evitare di guardarla... in
zone che non riguardino il viso.
“Oh
cielo.. la doccia calda si che mi è mancata
all'inferno.” esclama
sospirando.
È
una frase che dice tutte le mattine, per il momento credo sia l'unica
cosa che trova di positivo nell'essere tornata. Se fossi un umano
finito all'inferno e poi salvato, sarei felice di ben altro. Lei non
capisce quant'è fortunata, non ancora. Ma lo
capirà, l'ho promesso.
Mi
volto per non guardarla, ma quando non sento più il fruscio
dell'acqua non riesco ad evitare di girarmi verso di lei. Esce dalla
doccia e resto senza fiato, deglutisco a vuoto e sono sicuro di
essere arrossito. Per fortuna lei non mi vede.
Che
mi prende? Non è certo la prima volta che vedo un essere
umano nudo,
sono secoli che li osservo. Millenni. Ho visto anche Allison
così
tante volte durante la sua vita e mai mi sono sentito
così....
strano. È colpa di questo corpo, suppongo.
Dovrei
suggerire ai miei superiori di optare per tramiti più
vecchi,sì
innocui anziani. Il mio è giovane ed è ovvio che
il suo corpo
reagisca in modo inusuale per me ma molto umano, vedendo una creatura
così.... bella.
Mi
ordino di allontanarmi e finalmente ci riesco, mi posiziono davanti
all'armadio e aspetto che esca dal bagno. La vedo arrivare e dirigersi
proprio verso di me. Capisco che sta per spogliarsi di
nuovo e decido di volarmene al piano inferiore. Non sopporterei
quello spettacolo un'altra volta.
Spettacolo?
Sparisco
prima di pensare qualcosa di davvero inopportuno. Arrivo nel salotto
e.... sento qualcosa che non va. Non sono solo, direi. Mi
materializzo e mi guardo intorno, non c'è nessuno eppure
sento di
non essere solo.
Cos'è?
Sembra come se ci fossero altri... angeli, qui con me. Il solo
pensiero di terrorizza, se così fosse saremmo nei guai, io e
Allison.
“Ciao,
Castiel.” mi saluta una voce umana che ne nasconde una
soprannaturale.
Una
figura si materializza davanti a me, una donna giovane che non ho mai
visto. Ma l'angelo che la possiede sì.
“Myriam...”
esclamo allarmato. Mi hanno scoperto, sanno che sono andato a
prendere un'anima dall'inferno senza averne l'autorizzazione. E ora
hanno mandato lei a punirmi, a punirci. Mi guardo intorno preoccupato
e lei sorride.
“Che
hai? Sembri spaventato.” mi dice.
“Dovrei?”
rispondo cercando di mostrarmi calmo, ma il mio sguardo corre su per
le scale. Ho paura.
Myriam
scuote il capo. “E perché mai? Hai fatto qualcosa
per la quale
dovresti temere.... ripercussioni?”
Ecco,
ci siamo.
“Dipende
dai punti di vista. Io non credo.” arrivo a dirle sfidandola.
Lei
ridacchia e si guarda intorno.
“Sta'
calmo Cass, non devi temere nulla. Anzi, ti dovrei ringraziare, a
nome di tutti.” mi dice con un sorriso.
Io
la guardo perplesso, non mi convince per niente.
“Temo
di non capire.” le confesso.
“Hai
fatto di testa tua ciò che noi stavamo progettando da quando
la
signorina in questione decise di farla finita. Il suo gesto era del
tutto inaspettato e ci ha colti.. impreparati.” mi racconta
serenamente.
Sgrano
gli occhi: ma che sta dicendo?
“Continuo
a non capire... cosa vuoi dirmi?” le domando.
Lei
scrolla le spalle. “Che sei un bravo fratello, e ci hai
aiutati. E
per questo nessuno saprà mai che hai infranto le regole
scendendo
nel grande calderone a riprenderla. Sarà il nostro piccolo
segreto.”
mi dice in tono allegro.
Non
mi piace.
“E
perché... volevate salvarla?” le chiedo sospettoso.
Myriam
lancia un'occhiata alla scala e si schiarisce la voce. “Forse
è
meglio se ne parliamo fuori, Castiel.” e sparisce.
Non
voglio lasciare Allison da sola, ma non ho scelta. Questa storia mi
impensierisce, che sta succedendo?
Apro
le mie ali e raggiungo mia sorella, la trovo in giardino che mi
aspetta a braccia conserte. Mi guarda con un sorriso strano. Forse
quell'espressione appartiene alla sua tramite, ma giurerei che ha un
sorriso... cattivo.
“Allora?”
le domando asciutto.
Lei
mi fissa per un po', mi squadra dalla testa ai piedi mettendomi a
disagio. Che avrà da fissarmi così con
quell'espressione?
“Però
siamo stati fortunati, io e te.” esordisce “ci
hanno dato tramiti
molto belli.”
Sono
scioccato. E questo che vorrebbe dire, ora?
“Myriam,
se non sei qui per punirmi, cosa vuoi di preciso?” taglio
corto
ignorando il suo commento.
Lei
fa un'altra risatina e mi accorgo che guarda spesso dietro di me, in
direzione della casa di Allison. Vorrei voltarmi anche io ma sento
che è meglio non voltarle le spalle.
“Beh...
un po' per vederti, devo ammetterlo. Da quando ti hanno affidato
questa missione ti si vede poco, lassù.”
Bugiarda.
È uno di quegli angeli che mi detestano. Non tutti i
fratelli si
amano, sicuramente non noi angeli. Purtroppo.
“E
l'altro motivo?” la incoraggio.
“Non
ti basta?” mi risponde con un'altra domanda lei.
Finalmente
capisco cosa sta facendo: tergiversa. Non mi dirà mai cosa
vuole da
Allison. Penso di tornare indietro ma temo la sua reazione. Myriam
è
di un grado leggermente superiore al mio, ma abbastanza da rendere
pericoloso il mancarle di rispetto.
Penso
a cosa dire, quando sento chiaramente la voce di Allison.
“Castiel”
mi chiama. La sento nella mia testa, non sta gridando. Non ce la fa a
gridare. È in pericolo.
Faccio
per allontanarmi ma lei mi ferma.
“Dove
vai, Cass caro?” mi dice prendendomi per un braccio.
È nel corpo
di una ragazza ma ha la forza di un angelo.
“Lasciami
Myriam, qualunque cosa stia accadendo, non mi interessa. Voglio solo
andare da lei.” le dico guardandola in faccia.
“Preferisci
un'umana a tua sorella?”
Oh
Signore, ma cosa vuole da me, da Allison? Io devo andare,
c'è
qualcosa che non va e lei mi trattiene qui.
Decido
di scomparire, lasciandola lì da sola. Tanto se devo morire,
preferisco che succeda mentre proteggo Ally.
Arrivo
nel salotto e ciò che vedo mi paralizza. Due angeli tengono
Allison
prigioniera, stretta contro la parete. Uno di loro... la sta
torturando? È un incubo, cosa vogliono da lei?!
Allison
mi guarda ma non dice nulla, stringe i denti mentre il sangue scivola
via dalle sue labbra. La rabbia mi scuote dallo shock.
“Che
cosa le state facendo!” tuono avvicinandomi a loro.
Uno
di loro si volta, ha lo stesso sorriso perfido di Myriam.
“Ciao
ragazzo, quanto tempo.” mi saluta tenendo sempre quella sua
dannata
mano sul petto di Allison.
“Se
vuoi scusarci, ora abbiamo da fare. Non ci metteremo molto.”
aggiunge.
Una
forza mi scaraventa al muro, è Myriam.
“Non
sei per niente galante, Castiel. Non si lascia una signora da
sola.”
Che
sta succedendo? Mi ripeto varie volte, non capisco, ci sono tre
angeli, miei fratelli che..... stanno torturando Allison e mi
impediscono di aiutarla! Perché?
Guardo
Allison che ricambia il mio sguardo, sta soffrendo e devo
assolutamente intervenire. Non voglio vederla soffrire.
Qualunque
cosa stia succedendo, non è opera di Dio.
*****
Castiel
arriva dopo pochi minuti dalla mia “chiamata”, e ho
una visione
chiara e nitida della gravità della situazione, solo quando
anche
lui viene bloccato al muro.
Certo
fa un po' strano vedere gli angeli, creature misericordiose,
prendersela l'uno con l'altro. Non so perché lo stiano
facendo, né
cosa stia succedendo..
Ma
ho il vago sentore che sia colpa mia e di nessun altro.
Sento
la rabbia di Castiel nel suono della sua voce e la leggo nel suo
sguardo. E' furioso e direi.. spaventato. Credo più per le
mie sorti
che per le sue.
Oh
cielo!! Come ho potuto non accorgermi prima di quanto ci tenesse a
me?
Maledico
me stessa per un attimo.. mi ha salvato la vita ed io gli ho urlato
solo cattiverie da quando lo conosco, eppure lui è qui a
rischiare
con me.. Per me.
Mi
dispiace Castiel.. mi dispiace di essere stata ingrata e scontrosa.
Mi dispiace che tu debba pagare il prezzo della mia salvezza. Scusami
tanto.
Mi
guarda coi suoi occhi blu e negli sguardi che ci scambiamo sento
un'amarezza crescermi dentro. Non so cosa sia.. ma credo di aver
paura, per la prima volta dal mio ritorno, di morire di nuovo.
Il
sangue scende copioso dalla mia bocca.. e con lui, anche le mie
forze. Mi sento stremata e disorientata. Non so cosa fare per tirarci
fuori da quella situazione.
Se
fossero demoni lo saprei.. ma sono angeli e so poco di loro. Molto
poco.
La
ragazza, non so come si chiami, tiene Castiel in pugno e sembra tutto
fuorché angelica. Ha un ghigno malvagio sul viso, ma invece
di
spaventarmi mi irrita soltanto.
Lei
probabilmente se n'è accorta, perché mi fissa e
chiude la mano in
un pugno provocandomi una stretta al cuore.
Mi
sento scuotere e urlo, anche se non vorrei.
Quando
la riapre mi sento un po' meglio ma non bene come stavo prima che
arrivassero.
Guardo
Castiel di fronte, cerco di capire se ha un piano, ma lui mi sembra
perso come me in questo momento..
Onestamente,
non mi importa se mi fanno del male.. ma che ne facciano a lui solo
perché mi ha salvata, è un'idea che non mi piace
affatto.
Tutti
mi osservano in un silenzio che fa sin troppo rumore, ed io so che
aspettano solo che io dica loro quello che vogliono sapere. Faccio un
grande respiro e spunto a terra un po' del sangue che mi riempie la
bocca: “Cosa volete sapere?” borbotto infine.
Ricordo
poco o niente, e quello che mi è rimasto in mente non vedo
come
possa essergli utile. Ma vogliono sapere ed io dirò loro
qualcosa.
Sembrano
stupiti delle mie parole.
“Tutto.”
mi dice la donna.
“Potresti
essere più specifica?” chiedo con leggero sarcasmo
“Sai, tutto è
tanto. Ti annoieresti. Però se proprio insisti puoi
lasciarmi andare
così te lo mimo. E' più divertente.”
pronuncio decisa.
Lei
mi guarda e avanza verso di me mentre gli altri due si mettono da
parte. Ride appena e guarda Castiel per un attimo.. poi poggia la sua
mano su di me e il dolore che sento è più forte
ed intenso di
quello di prima.
Un
altro urlo squarcia il silenzio e i miei occhi confusi riescono a
vedere i tentativi di Castiel di liberarsi dalla presa per aiutarmi.
Se
ho capito almeno un po' quanto sono “importante”
per lui, vedere
le torture che mi infliggono non deve essere un bello spettacolo.
La
mano si allontana da me e mi viene in mente qualcosa che potrebbe
funzionare.. E' un piano azzardato e potrebbe rivelarsi un totale
fallimento, ma cos'ho da perdere dopotutto?
Tengo
la testa dritta a fatica e quando il dolore si calma un po' inizio
l'atto primo di quello che potrebbe essere il peggior piano di tutta
la mia vita.
“Ok..”
sussurro piano “Ti dirò tutto.. Ma ad una
condizione.”
“Non
sei nella posizione di dettare condizioni.”
“E
tu non sei nella posizione di impedirmelo.” rispondo
prontamente
“Se muoio non mi importa. Non ho nulla da perdere.. ma voi
si.”
Mi
guarda perplessa quasi si stesse sforzando di seguire il mio
ragionamento.
“Se
io muoio, porterò con me quello che voi volete
sapere..” aggiungo
decisa e falsamente sicura di me. In realtà non so nemmeno
di cosa
sto parlando. “Allora.. ti sembro nella posizione di dettare
condizioni ora?”
La
mia voce suona come una sfida. Una sfida che lei non sopporta ma che
si ritrova costretta ad accettare. Va avanti ed indietro per un po' e
mentre finge di pensarci, io evito di guardare Castiel
perché
immagino già che quello che sto facendo non lo convince
affatto.
Si
ferma dopo qualche secondo e mi fissa. E' lei che comanda da quel che
ho capito. “Qual è la tua condizione?”
Deglutisco
a vuoto e rimango in silenzio per un attimo: “Lascia andare
Castiel.” sussurro infine.
“No.”
tuona lui bloccato alla sua parete.
Lo
guardo e inarco le sopracciglia.
Il
mio primo istinto è dirgli di fare silenzio e non
impicciarsi. Ma
non voglio più essere sgarbata con lui. E se ne usciamo
vivi, penso,
non lo sarò più.
Lo
guardo negli occhi e il blu delle sue iridi è velato di
tristezza.
Il
suo sguardo è... addolorato e mi sento di affermare con
certezza
che, chi ha detto che “gli occhi sono
lo specchio
dell'anima” ha
senza dubbio
guardato i suoi prima di dirlo. Sono i più belli che abbia
mai visto
ed è come se, guardandoli mi si aprisse un mondo.
“Grazie.”
gli sussurro tra lacrime lievi. E lui lo sa, sa a cosa mi riferisco.
La
mia gratitudine gli arriva sicuramente inaspettata e si agita
elegantemente cercando di liberarsi. E' contrariato e si vede.
L'angelo,
la donna, si gusta la scena tranquilla e poi, spinta da un fine che,
anche se mi sfugge, è senza dubbio malvagio, annuisce e lo
lascia
andare.
Cade
sul pavimento e si rialza dubbioso sul da farsi.
Anche
io sono perplessa. Non mi aspettavo che la mia richiesta fosse
accolta. Non così in fretta almeno..
Lo
guardo. Si sistema per riflesso il suo impermeabile e fissa i due
angeli che gli stanno davanti e gli impediscono di raggiungermi.
“Lasciatemi
passare..” dice loro deciso. Poi fissa l'angelo di fronte a
me
“Myriam lasciala andare. Non ha nulla per te.”
Il
suo tono è un misto tra ordine e preghiera. Credo che un po'
tema
quell'angelo, ma senza dubbio la voglia di salvarmi supera le sue
paure.
Lei
ride e lo guarda dritto negli occhi: “Se vuoi aiutarla..
avvicinati!” gli dice.
Gli
altri due formano uno scudo umano davanti a lui e si, ora mi
è
chiaro perché hanno acconsentito subito a lasciarlo andare:
Castiel
non ucciderebbe mai i suoi fratelli. Gli manca la forza di farlo. E
lo capisco. So quanto sia dura uccidere la propria
“famiglia”.
Non
mi importa se non ci riesce. Quello che conta è che, che io
viva o
muoia, lui possa fuggire e mettersi in salvo. Non sopporterei di
saperlo morto per causa mia.
Fino
ad ora non mi ero mai fermata a pensare a quanto fosse dura per lui.
Ora però lo so. L'ho capito e vorrei solo chiedergli perdono.
“Castiel
il bravo soldatino. Non uccideresti mai i tuoi fratelli..” La
voce
di Myriam risuona nella stanza e nella mia mente come un'eco e mi
distrae dai miei pensieri.
“Al
contrario di te!” esclamo. Sono parole che mi escono di bocca
senza
che ci pensi. Credo che siano frutto della voglia del mio subconscio
di proteggere e preservare la bontà e la
fragilità dell'angelo le
cui braccia mi hanno portata via dall'inferno.
Vedo
gli occhi di Castiel illuminarsi di stupore.. Forse si chiede che sto
facendo.
Si
Cass, ti sto difendendo.
Myriam
si gira verso di me.. Piega la testa di lato e ride di gusto. Non so
cosa ci trovi di divertente. Quello che so è che vorrei
prenderla a
calci.
Si
avvicina e gioca con una ciocca dei miei capelli: “Sempre la
risposta pronta tu... insignificante essere umano.” Si
innervosisce
e sta per colpirmi.. Ma la stanza si riempie di una luce quasi
accecante e quando sia io che lei guardiamo in direzione di essa,
vediamo Castiel che ha appena ucciso i due
“scagnozzi” celesti.
“Non
posso credere che tu l'abbia fatto..” borbotta Myriam
sorpresa.
“Nemmeno
io” aggiungo stupita. Le parole mi escono senza che riesca a
fermarle. Ma mi scontro con gli occhi severi di Castiel che mi
impongono serietà e sto zitta.
Lui
invece tiene saldo il suo pugnale e si avvicina a lei
“Credici!”
esclama deciso, e senza aggiungere altro la fissa finché lei
non
vola via.
Cado
a terra, stremata e sanguinante.
“Stai
bene?” mi chiede Castiel.
Alzo
gli occhi ed è a pochi centimetri da me. Mi fissa
preoccupato e
mentre lo guardo per la prima volta da quando lo conosco, mi sembra
davvero angelico. I suoi occhi blu mi fanno sentire bene, e ora, come
mai prima, sono felice di essere tornata dall'inferno.
Gli
sorrido e riprendo il controllo del mio respiro. “Simpatica
la tua
famiglia.” dico “Cosa volevano da me?”
“Non
lo so.” mi confessa.
Annuisco
e provo ad alzarmi, ma la testa mi gira e se non tocco il pavimento
è
solo perché lui mi afferra con prontezza prendendomi in
braccio.
E'
caldo ed è soffice e.. Oh Dio.. muove in me strane
sensazioni.
Lo
guardo per un po' negli occhi e la mia mano si muove istintiva verso
i suoi capelli arruffati. Glieli accarezzo e arriccio la bocca:
“Dovresti pettinarti ogni tanto.” gli
dico.
Mi
guarda confuso, con la sua espressione buffa e mi lascio sfuggire un
sorriso.
Non
dice niente. Solo mi fissa, e in pochi secondi mi ritrovo sdraiata
sul letto in camera mia. Non so nemmeno come ci siamo arrivati, ma
niente ormai mi stupisce.
“Mi
hai portato qui volando?” gli chiedo.
“Più
o meno.”
“Wow..
immagino. Visto che non me ne sono nemmeno accorta.” Lo
guardo e mi
rendo conto che devo avere l'espressione di una bambina di due anni,
perché lui, posso vederlo anche se cerca di nasconderlo, sta
sorridendo.
“Hai
ucciso i tuoi fratelli per salvarmi.. Te ne sono grata.” La
mia
voce è più seria ora, così come la sua
espressione.
“Li
ho uccisi perché avevano perso la retta via.”
sussurra piano.
“Grazie
lo stesso.”
Mi
guarda e annuisce lievemente. “Non c'è di
che.”
E'
tormentato e posso vederlo. Mi alzo e lo raggiungo. Non so
perché
sto per farlo. Non so nemmeno se lui gradirà, ma ne sento il
bisogno. Allungo il viso e gli bacio la guancia. Profuma di fresco.
Resto
a fissarlo per qualche secondo e poi fisso i miei vestiti.
“Credo
che mi serva un'altra doccia” dico avanzando verso il bagno.
Lui
segue i miei movimenti con gli occhi.
“Resta
pure se vuoi.. tanto sbirceresti comunque.” aggiungo.
Gli
faccio l'occhiolino e chiudo la porta.
Rimango
ferma per qualche secondo e poi lo sento volare via.. Le sue ali sono
tutte un fruscio quando spiccano il volo. Riapro la porta e nella
leggera brezza che volando via ha lasciato sento forte l'odore della
speranza.
*****
Sono
bloccato, non riesco a muovermi.
Myriam
tiene il palmo della sua mano rivolto verso di me, è lei a
schiacciarmi contro il muro. Provo a staccarmi dalla parete ma non ci
riesco, quasi mi manca il respiro.
Maledetta.
Possibile che sia così malvagia? Che sta accadendo
lassù?
Guardo
Allison che ricambia il mio sguardo, tenta di non piangere ma le
lacrime lentamente le riempiono gli occhi.
Ha
paura, paura di morire.
Anche
io non sono entusiasta all'idea di morire, ma ciò che
più di ogni
altra cosa mi atterrisce, è di vedere morire lei.
Myriam
mi fissa e sorride, se non sapessi chi è potrei dire
tranquillamente
dire che è un demone.
I
due tirapiedi celesti continuano a far del male ad Ally, ma lei
guarda Myriam quasi con aria di sfida.
Vorrei
urlarle di non farlo, non è una buona idea irritarla, io la
conosco.
Sto per dirglielo ma mi blocco quando vedo l'angelo chiudere la mano
in un pugno ruotandolo lentamente. Allison urla di dolore.
“Allison,
no!” grido a mia volta ma lei non mi sente, sopraffatta dal
dolore.
Myriam
sì invece, mi lancia un'occhiata divertita e mi parla in
modo che
solo io possa sentirla: con il pensiero.
“Che
carino che sei quando ti arrabbi, forse dovrei farle più male.”
sento dirle nella mia testa.
Me
la pagherà.
Finalmente
riapre il pugno e Allison smette di urlare, io tiro un sospiro di
sollievo quando la vedo guardare verso di me. Nei suoi occhi leggo
aspettativa, e questo mi fa male. Non so che fare, sono bloccato qui
e non riesco a muovermi.
Allison
respira profondamente e spunta a terra del sangue. Quante volte
l'avrà fatto all'inferno? Quante volte l'avranno torturata?
Sento
la rabbia annebbiarmi il cervello, impedendomi ancora di più
di
escogitare qualcosa per liberarmi e aiutarla.
“Cosa
volete sapere?” mormora dopo qualche istante, lasciandomi
basito.
Che diavolo vuole fare?
“Tutto.”
le risponde Myriam alzando le spalle.
Allison
accenna un sorriso ironico e questo non mi piace per niente.
“Potresti
essere più specifica? Sai, tutto è tanto. Ti
annoieresti. Però se
proprio insisti puoi lasciarmi andare così te lo mimo. E'
più
divertente.” le dice sarcastica.
Ecco,
lo sapevo.
Myriam
la guarda e senza dire una parola, le si avvicina mentre gli altri
due le fanno spazio. Si volta verso di me e mi parla mentalmente.
“Ora ti mostro come si fa urlare una donna.”
mi comunica
ghignando.
Ma
che dice? Che modo di parlare è questo?
Dopodiché
posa una mano sul petto di Allison e lei inizia ad urlare
disperatamente.
Non
resisto più e tento con tutte le mie forze di liberarmi, mi
dimeno
così forte da far soffrire il mio tramite e sento un rivolo
di
sangue sfuggirmi dalla bocca. Allison soffre, Jimmy soffre, e
quella... strega ride, spalleggiata da quegli altri due idioti alati.
Finalmente
la lascia stare e io mi rilasso, appeso qui come un quadro.
“Ok”
sussurra Allison “Ti dirò tutto... ma ad una
condizione.”
Io
sgrano gli occhi, non riesco a capire cosa ha in mente ma sono
preoccupato.
Myriam
la fissa. “Non sei nella posizione di dettare
condizioni.”
sottolinea aspramente.
“E
tu non sei nella posizione di impedirmelo.” risponde
“Se muoio
non mi importa. Non ho nulla da perdere.. ma voi si.”
L'angelo
resta in silenzio, credo la stia fissando perplessa ma non ne sono
sicuro visto che mi volta le spalle.
“Se
io muoio, porterò con me quello che voi volete
sapere..” aggiunge
in tono deciso.
Sto
per urlare “lei non sai niente!”
ma ho paura che se mi
intrometto, lei le farà di nuovo del male. Mi sento
impotente,
schiacciato contro un muro e impossibilitato a muovermi.
“Allora..
ti sembro nella posizione di dettare condizioni ora?”
continua a
sfidarla Allison.
È
un'incosciente! Cosa crede di fare? Pensa che tutti gli angeli siano
accondiscendenti e gentili come me? Myriam potrebbe ucciderla col
solo pensiero se lo volesse e lei osa sfidarla così?
Qualsiasi cosa
abbia in mente, è una pazzia. Un'umana e un angelo
neutralizzato
contro tre angeli agguerriti come quelli: siamo spacciati.
Guardo
Allison insistentemente sperando che lei faccia altrettanto, voglio
farle capire che deve stare zitta e non fare l'eroina in una
situazione grave come quella. Myriam e relativi sgherri non sono
demoni, non sono vampiri. Non è facile ucciderli. Io potrei,
ma sono
bloccato qui. Sospiro sentendomi sempre più impotente.
Myriam
cammina avanti e indietro, poi si ferma e guarda Allison.
“Qual è
la tua condizione?” le chiede inaspettatamente.
Allison
tace per un attimo. “Lascia andare Castiel.”
sussurra.
Sento
una stretta allo stomaco. “No.” obietto perentorio.
Allison
come sempre mi rivolge uno sguardo duro, ho quasi l'impressione di
sentirle dire “sta' zitto e non immischiarti.”
Ma
tace, e mi accorgo che i suoi occhi si addolciscono. Non so se
è
perché nei miei ha visto l'aspro rimprovero che vorrei farle
o...
l'infinita amarezza che sento in questo momento. Non l'ho riportata
in vita per vederla morire davanti ai miei per mano di altri angeli.
Invece
eccoci qui a fissarci in silenzio, con tre essere soprannaturali che
ridacchiano a turno. Insopportabili.
Dagli
occhi di Allison iniziano a scendere lente lacrime. No non piangere,
ti prego....
“Grazie...”
bisbiglia con voce tremante.
Mi..
ringrazia? Per cosa? Sto qui a guardarla soffrire senza poter fare
nulla, non merito nessun gr...
Infine
capisco. Mi ringrazia per averla.... riportata qui? Oh no.. non
adesso... lei vuole vivere e io non posso aiutarla!
Riprendo
a dimenarmi ma con più rispetto per il mio povero tramite,
che non
ha colpe e che sto facendo soffrire. Non riesco a liberarmi dalla mia
prigione, è come se catene invisibili mi tenessero
inchiodato alla
parete. Allison mi guarda e accenna un sorriso.
Vorrei
dirle qualcosa ma precipito a terra con un lamento, la strega mi ha
colto di sorpresa liberandomi mentre ero distratto.
Mi
rialzo e devo avere un'espressione sconcertata, perché
Myriam mi
guarda e ride. Ero sicuro che non avrebbe mai acconsentito alla
stupida richiesta di Allison, invece eccomi qua che mi sistemo
l'impermeabile mentre i due cari “fratelli” mi si
parano davanti
impedendomi di avanzare.
“Lasciatemi
passare..” dico risoluto. Poi rivolgo lo sguardo all'altra.
“Myriam, lasciala andare. Non ha nulla per te.”
Tento
di evitare di assumere un tono autoritario con lei, troppa è
la
paura di irritarla e provocare la morte Allison.
Lei
per tutta risposta scoppia a ridere e mi guarda dritto negli occhi.
“Se vuoi aiutarla.. avvicinati!” mi provoca.
I
due angeli ai suoi ordini mi si avvicinano di più, pochi
centimetri
ci separano. Myriam sa che sono armato e mi ha liberato pensando che
non avrei mai il coraggio di ucciderli. Sento lo sguardo di Allison
su di me, non posso fare altrettanto per paura che i due uomini ne
approfittino per colpirmi. Se devo morire, succederà
combattendo.
“Castiel
il bravo soldatino. Non uccideresti mai i tuoi fratelli..”
sentenzia Myriam soddisfatta. Non mi conosce come crede.
“Al
contrario di te!” sento esclamare Allison. Non posso fare
almeno di
guardarla stupito, che fa? Sfida lei per difendere me?
Maledizione,
Myriam si gira di nuovo verso di lei, ride e le prende una ciocca di
capelli in mano. Non è un buon segno, vuole farle di nuovo
del male.
Lentamente sposto la mia mano all'interno del mio impermeabile, in
una tasca c'è un pugnale. Un arma speciale, utile contro gli
angeli
solo se sei un angelo. Io lo sono, e sto per ucciderne due.
“Sempre
la risposta pronta tu... insignificante essere umano.” sibila
minacciosa.
Agisco
in un attimo. Estraggo la mia arma e colpisco uno dei due di fronte a
me alla gola, trapassandogliela da parte a parte. L'altro tenta di
fermarmi ma sono più rapido, e colpisco anche lui nello
stesso modo.
Mi dispiace per i loro tramiti, ma ora mi sono davvero stufato.
La
luce prodotta dalla morte dei due angeli acceca Allison e Myriam e
solo quando guardano nella mia direzione entrambe capiscono cos'ho
appena fatto.
“Non
posso credere che tu l'abbia fatto..” mormora Myriam stupita.
“Nemmeno
io” aggiunge Allison. Credo voglia essere una battuta, ma non
è il
momento di scherzare e glielo dico guardandola duramente. Lei questa
volta recepisce il messaggio e tace. Ti ringrazio, Dio.
Avanzo
verso Myriam stringendo il pugnale in mano, un chiaro avvertimento di
cosa sta per succedere. “Credici!” affermo
determinato.
Ci
fissiamo per alcuni istanti, poi lei decide che è meglio
andare via.
Non appena sparisce dalla nostra vista, Allison cade a terra
finalmente libera. Corro da lei e mi abbasso. “Stai
bene?” le
domando, anche se è ovvio che non sta bene.
Lei
alza la testa e mi guarda negli occhi, una luce diversa li illumina.
Non c'è più ostilità e anzi, non
vorrei illudermi ma quella che
leggo è gratitudine e.. gioia? Per un attimo mi perdo nei
suoi occhi
nocciola, un colore così particolare e così...
delizioso. Solo per
questi occhi varrebbe la pena di disobbedire. Mi sta sorridendo.
“Simpatica
la tua famiglia.” mi dice ironica “Cosa volevano da
me?”
“Non
lo so.” rispondo scuotendo il capo.
Allison
prova ad alzarsi, vacilla, sta per crollare a terra ma io l'afferro
e la prendo in braccio. È.. diverso prenderla in braccio da
umana.
La sua anima era inconsistente, immateriale.... adesso il suo corpo
invece è....
Caldo
e morbido. Sì, devo dire ai superiori di scegliere tramiti
anziani,
o avremo schiere di angeli che... ma che sto pensando?
Averla
tra le braccia peggiora quelle sensazioni che provo solo guardandola.
Mi guarda attentamente e poi... sento la sua mano che mi accarezza i
capelli. Un brivido mi frusta la schiena. Tramiti ottantenni, penso
convinto.
“Dovresti
pettinarti ogni tanto.” mi dice in tono canzonatorio. Io la
guardo
confuso e lei sorride divertita. Non posso fare a meno di fissare
quelle fossette che le compaiono sulle guance quando sorrise. Le ho
sempre viste, da quando è nata praticamente, ma è
la prima volta
che mi fanno tremare. Raggiungo la sua camera e la adagio sul suo
letto. Allison mi guarda meravigliata.
“Mi
hai portato qui volando?” mi domanda.
“Più
o meno.”
“Wow..
immagino. Visto che non me ne sono nemmeno accorta.” esclama
con
un'espressione …. infantile dire.
Per
un attimo mi sembra di nuovo la bambina oltre di vent'anni fa che
ogni tanto andavo a controllare di persona, quando mi era consentito.
Questo ricordo mi provoca un sorriso che non riesco a trattenere.
“Hai
ucciso i tuoi fratelli per salvarmi.. Te ne sono grata.” mi
dice
seria.
“Li
ho uccisi perché avevano perso la retta via.”
Mento:
li ho uccisi perché mi impedivano di correre da lei.
“Grazie
lo stesso.” ripete convinta.
“Non
c'è di che.” le rispondo e mi allontano da lei.
Cosa
sta accadendo? Quei tre non sono stato mandati dai miei superiori,
non può essere. C'è qualcosa di strano e io devo
scoprirlo, si
comportavano come demoni, non come angeli. Questo è
inammissibile.
Assorto nei miei pensieri, non mi accorgo che Allison si è
alzata e
ora è vicino a me. La guardo e lei si allunga verso di me
e.... mi
bacia sulla guancia. Se prima ho provato un brivido, ora mi
è
arrivata una frustata al centro della schiena. La fisso senza parole,
forse dovrei rimproverarla per essersi presa questa libertà,
anche
se in realtà vorrei chiedergliene un altro. Lei intanto si
guarda i
vestiti.
“Credo
che mi serva un'altra doccia” dice incamminandosi verso il
bagno.
La seguo con lo sguardo e ancora taccio.
“Resta
pure se vuoi.. tanto sbirceresti comunque.” mi accusa con un
sorriso.
Io
non …. sbircio, la sorveglio! Dovrei dirglielo ma non ci
riesco,
semplicemente la guardo.
Allison
mi strizza l'occhio e chiude la porta.
Resto
lì fermo per un istante... incredulo e imbarazzato. Poi
finalmente
mi scuoto e spiego le mie ali, volando via.
La
visita di Myriam e compagni è stata a dir poco strana. Non
erano
venuti come emissari del Cielo, c'era qualcosa sotto, qualcosa di
molto serio. Lo sentivo nel più profondo del mio essere,
anche se il
loro interesse per Allison è ingiustificato, apparentemente.
Ma un
angelo come Myriam non si scomoda per niente. Devo scoprire cosa
voglio da lei.
Però
devo essere sincero .. quando Allison è entrata in bagno ho
avuto la
tentazione di sbirciare un'altra volta.
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Capitolo 3 *** The way you make me feel ***
The
way you make me feel
Nessuno
sa niente.
Sono
appena tornato dal “quartier generale”, nessuno in
tutta la mia
guarnigione sa cos'ho fatto. Né di Allison, né
dei due "fratelli"
che ho ucciso. E suppongo non lo sappiano neanche altrove.
Myriam
non c'era, ma non ho chiesto di lei per non “svegliare il can
che
dorme”, come dicono gli umani.
Come
mai non mi ha denunciato? Eppure l'ho fatta arrabbiare, l'abbiamo
fatta arrabbiare. Cosa sta succedendo?
Ho
la spiacevole sensazione che quei tre lavorassero per sé
stessi. Il
che è di gran lunga peggio.
Volevano
sapere qualcosa da Allison, anzi a dire il vero mi hanno dato l'
impressione di volerla “testare”.
Non
so cosa sia, ma sono certo che non è nulla di buono.
Avrei
bisogno di consultarmi con un superiore, ma non ho nessuno di cui
potermi fidare.
Non
posso raccontare a nessuno la mia... disobbedienza, sono
completamente solo.
Non
mi pento di quello che ho fatto, mai mi pentirò di aver
salvato la
mia protetta, ma ho paura che ciò porterà a tutti
altri guai,
soprattutto ad Allison. Ne ha avuti già troppi, in tutta la
sua
giovane vita.
Non
voglio che ne abbia ancora, soprattutto non voglio che abbia guai che
io non posso risolvere.
Se
solo ci fosse..... Sirahel.
Di
lui potrei fidarmi ciecamente, lui capirebbe e mi aiuterebbe.
Peccato
che sia sparito diversi anni fa e non ho idea di dove sia adesso.
So
che è sulla Terra, ma quando un Arcangelo decide di non
farsi
trovare, si può stare certi che non lo si troverà
mai. Gli uomini
direbbero che è in “incognito”, ma
è decisamente riduttivo.
Sirahel
era a capo della mia guarnigione, prima di decidere di andare via.
Non so di preciso cosa successe, ma qualcosa lo spinse a questa
drastica scelta.
Io
non l'ho mai biasimato, non perché fossi d'accordo con la
sua
scelta, ma perché lo amavo più degli altri
fratelli.
Nostro
padre è Dio, ma se dovessi esprimermi come un umano, direi
che
Sirahel era come un padre per me.
Se
non sono un completo idiota alato è merito suo, credo. Mi
disse che
un angelo doveva amare gli umani ma non perché gli veniva
imposto,
ma perché essi avevano bisogno di noi, del nostro aiuto,
della
nostra protezione.
Ma
poi se n'è andato e sono finito agli ordini di altri.
Ho
il sospetto che comunque abbia mantenuto i contatti con qualcuno.
Probabilmente ai piani alti c'è qualche autorità
che sa dove sia,
ma Sirahel aveva degli amici lassù e loro non lo
tradirebbero mai.
Sicuramente
non lo diranno a me, dov'è l'Arcangelo Sirahel. E io ne ho
davvero
bisogno.
Voglio
fare una prova: è assurdo ma chissà, con un po'
di fortuna....
Decido
di cercarlo. Non materialmente, sarebbe inutile: i sigilli enochiani
servono proprio a questo, cioè a non farsi trovare da chi
non si
desidera vedere. Ovunque egli sia, sarà sicuramente
circondato da
quei simboli.
Proverò
a trovare la sua Grazia. Sirahel non è un semplice angelo,
la sua
Grazia è decisamente più potente e più
difficile da nascondere.
Ho
bisogno di silenzio. Lascio il salotto di Allison e mi trasporto in
un vecchio magazzino in disuso.
Deprimente,
mi dico. Ma almeno sono da solo e nel più completo silenzio.
Traccio
a terra una serie di simboli magici, una sorta di calamita che
attirerà la Grazia dell'Arcangelo.
Pronuncio
la formula in aramaico, improvvisamente sento una fitta alla testa:
credo di esserci vicino.
I
simboli a terra si illuminano, indietreggio impaurito: infastidire la
Grazia di Sirahel non è roba da poco.
Un
lieve sibilo riempie l'aria, mi guardo intorno quasi aspettandomi di
essere punito per la mia invadenza. Sirahel mi amava ma era anche
abbastanza severo.
Inizio
a tremare. Ho una visione.
Sembra
davvero davanti a me ma in realtà sono solo i miei occhi a
vederla.
Vedo
un uomo dai capelli grigi, alto, circondato da altri uomini e da
donne. Sono... sono in una stanza molto grande, con delle finestre
enormi. Parlano, ridono, l'uomo al centro sembra essere il capo o
almeno è quello che conta di più, da come lo
riveriscono gli altri.
Oh
mio Dio... le ali.
Come
un lampo vedo dietro di lui due immense ali nere....
È
Sirahel!
Non
credo alla mia fortuna. La sua Grazia è ancora talmente
forte da
averla trovata al primo tentativo.
Forse
è solo una mia impressione, ma sembra quasi che ora.....
stia
guardando verso di me.
No!
La
visione si dissolve rapidamente, sono certo che è stato lui
a farla
sparire.
Mi
gira la testa e quasi cado a terra, mi appoggio ad un pilastro
evitando di crollare in ginocchio.
Ho
addirittura la nausea, o meglio è il mio tramite ad averla e
l'avverto anche io. Mi dispiace Jimmy, non era mia intenzione.
Ok,
ho visto Sirahel nella sua forma umana, e ora che faccio? Non ho idea
di dove sia e ho l'impressione che un po' degli effetti collaterali
della visione siano il suo modo per dirmi “non ti avvicinare
o
saranno guai”.
L'unica
cosa di cui sono certo è che Sirahel è un
personaggio importante
anche qui sulla Terra.
Non
riesco a fare a meno di sorridere: era ovvio che fosse così,
una
forte personalità come la sua non poteva adattarsi alla
normale vita
di un uomo qualunque.
Ma
questa consapevolezza non mi aiuta, io devo trovarlo.
Forse..
forse Allison potrebbe aiutarmi. Non vorrei mai coinvolgerla in
questa faccenda, potrebbe essere molto più pericolosa di
quello che
penso, ma può darsi che lei sappia chi è, su
questa Terra, Sirahel.
Decido
di andare da lei a parlargliene.
Appaio
di nuovo nel suo salotto, non c'è. Non la sento, non
è in casa.
Sono un po' deluso.
Avrei
voluto rivederla. Forse potrei.....
No,
se la seguo di nuovo si arrabbierà di sicuro.
Sospiro
e semplicemente mi siedo sul divano, l'aspetterò qui
pazientemente.
Sono abituato ad aspettare, sono capace di farlo per secoli,
standomene immobile. Mi guardo intorno e i miei occhi si fermano su
alcuni giornali sparsi sul tavolino di fronte a me.
“Non
ci credo.” esclamo con me stesso.
Afferro
uno dei giornali e fisso l'uomo sulla copertina a bocca aperta:
è
Sirahel.
Sono
talmente scioccato da quella strana coincidenza che mi accorgo
dell'arrivo di Allison solo quando apre la porta.
Salto
in piedi ignorando la capriola che fa il cuore del mio tramite non
appena lei varca la soglia di casa.
“Ciao
Allison.” la saluto.
Allison
guarda verso di me e dopo un'iniziale stupore – non si
aspettava di
trovarmi qui, credo – mi sorride.
“Ciao
Castiel, come va? Hai più visto la tua sorellina?”
mi domanda
ironica riferendosi allo spiacevole incontro di ieri.
“No,
per fortuna. Tu stai bene?” le chiedo avvicinandomi.
Lei
annuisce. “Benissimo, direi.” dice convinta. Solo
allora mi
accorgo che ha qualcosa di diverso... la guardo attentamente e lei si
mette a ridere.
“Che
hai?” mi chiede ridacchiando.
Finalmente
capisco cosa c'è di diverso in lei. “Ieri non
avevi.... i capelli
neri.” le dico quasi con stupore.
“Eh
già, vita nuova, capelli nuovi. Ti piacciono?” mi
domanda
scuotendo i capelli per farli ondeggiare.
Io
mi stringo nelle spalle. “Sì... credo. Non ne so..
molto di queste
cose prettamente umane.” le dico incerto.
Lei
sembra delusa e si incammina verso l'appendiabiti per posare la
propria borsa.
“Certo...
cosa ne sai tu di capelli, visti i tuoi.” commenta
sarcastica.
In
realtà ho mentito spudoratamente. È bellissima,
quel colore ha
trasformato i suoi occhi da nocciola a ….verdi. Onde nere
che
incorniciano quel volto perfetto. È bella da far male.
Ma
che diavolo sto dicendo? Mi impongo serietà e distolgo lo
sguardo da
lei che ora si sta avvicinando.
“Si
può sapere che hai?” mi chiede inarcando le
sopracciglia.
“Che
ho?” dico io di rimando.
“Sì,
sei strano. Non che solitamente tu non lo sia, ma oggi sei
più
pallido del solito.” afferma in tono... preoccupato.
Questo
è davvero interessante, Allison preoccupata per me.
Probabilmente
l'aver tentato di individualizzare Sirahel mi ha provocato
più
danni del previsto e questi mi si leggono in faccia.
“Sto
bene.” rispondo brevemente. Poi ricordo il giornale che ho in
mano.
“Tu
conosci quest'uomo?” le domando mostrandole la foto.
Lei
prende il giornale dalle mie mani, per un attimo le nostre dita di
sfiorano. Sento un brivido.
“Certo
che lo conosco, è Thomas Ellinger.” annuncia lei
guardandomi come
se fosse ovvio che anche io lo conoscessi.
“E...
dove abita?” continuo io.
Lei
mi guarda stranita. “A casa sua.” risponde
sorridendo furba.
“Dico
sul serio Allison, è importante.”
Lei
di colpo diventa seria. “Perché?”
Non
posso certo dirle che è un arcangelo e che devo vederlo per
sapere
cosa può volere Myriam da lei.
“Adesso
non posso … spiegarti, ma ho davvero bisogno di sapere di
più su
quest'uomo. Parlami di lui, per favore.” le chiedo.
I
suoi occhi si addolciscono e mi sorride di nuovo. “Va bene.
Sediamoci.” mi invita prendendomi per un braccio.
Forse
dovremmo parlare di questa cosa. Non è bene che mi tocchi
così
spesso.
Ogni
volta sento la solita frustata al centro della schiena.
È
sconveniente, perché sono un angelo.
*****
“Oggi
cambierò colore di capelli..”
Ecco
il mio primo pensiero quando stamattina mi sono svegliata da sola nel
mio letto.
Lo
so che non è normale. Voglio dire, sono morta, andata
all'inferno e
tornata perché un angelo mi ha salvata. Il mio nuovo colore
di
capelli non è esattamente il primo pensiero che dovrei avere
al
mattino... Però è tutto quello che ha riempito la
mia mente fin da
quando oggi ho aperto gli occhi.
Io
credo che sia dovuto al fatto che, per tutta la vita, perlomeno da
quando sono grande abbastanza per decidere da me, cambiare taglio o
colore di capelli è sempre stato il mio modo per cambiare
vita. Una
specie di addio al passato e benvenuto al futuro.
Un
po' strano per molti, ma non per me. Ognuno ha le sue abitudini
dopotutto.
Sorrido
e mi guardo nel grande specchio del salone da parrucchiera. Non mi
piace quello che vedo.
Sono
magra, ammaccata e ho il viso stremato.
Come
ho potuto ridurmi così? Non ho avuto rispetto per il mio
povero
corpo, né per la mia povera mente.
“Povera
me..” sussurro mentre mi liscio il ventre quasi come se
stessi
chiedendo perdono al mio corpo..
Sospiro
e mi siedo su una poltroncina attendendo, con la tintura nei capelli.
Sfoglio
un giornale ma sono distratta, tanto che quando mi avvertono che
è
il mio turno, mi alzo dopo parecchi secondi, quasi fossi appena
caduta dalle nuvole e fossi ignara di dove mi trovo.
Mi
fanno gentilmente accomodare al lavaggio e per un attimo io esito.
Non
sono più abituata a “coccolarmi”. E
pensare che prima di.. prima
di tutto, andavo dal parrucchiere tutte le settimane.
Non
per lusso o per vizio, solo perché amavo la vita e volevo
presentarmi a lei al meglio.. Diciamo.
Amavo
la vita.. Sarà vero?
Non
posso fare a meno di chiedermi se fingessi solo di amarla mentre in
realtà la detestavo..
Voglio
dire, se l'amavo veramente perché me la sono tolta
arrendendomi?
Forse,
e me ne rendo conto solo ora, ho finto di essere felice e di star
bene per troppo tempo.. Forse, se avessi avuto il coraggio di
ammettere prima che non era tutto ok, ora il parrucchiere sarebbe
ancora una normale abitudine, ed io non avrei incubi infernali ogni
notte, né un angelo che mi sorveglia costantemente.
Un
angelo.. Il “mio” angelo..
Sorrido
appena mentre con gli occhi chiusi mi godo il rilassante effetto
massaggiante che le dita della ragazza addetta allo shampoo mi
provoca, e senza che me ne accorga, il pensiero di Castiel ha
già
invaso la mia mente.
Castiel...
lui è l'unica nota positiva dell'essere morta e tornata in
vita.
Non
glielo dirò mai probabilmente, ma mi piace averlo intorno..
Mi
trasmette piacevoli sensazioni di pace e non mi fa mai sentire sola.
Lui
crede che io lo detesti, ma la verità è che mi
piace tenere le cose
tra di noi sempre a metà tra lo scherzo e la
serietà.. Per due
motivi:
1
– Credo che un rapporto come il nostro sia meno noioso di un
normalissimo rapporto.
2
– Mi piace terribilmente il modo in cui mi fissa confuso
quando
dico qualcosa che sfugge al suo intelletto.
Inarca
appena le sopracciglia, piega la testa di lato e inizia con una
sfilza infinita di perché.
A
volte credo che lui pensi che io abbia tutte le risposte. La
verità
è che molto spesso io brancolo nel buio. Lui sa molte
più cose di
me.. Solo che quello che sa, lo sa da sempre e quindi non desta
più
la sua curiosità.
E'
incuriosito dagli umani come io lo sono dagli angeli.. Solo che per
me è umanamente impossibile pronunciare il numero infinito
di perché
che invece lui pronuncia.
Oh
Castiel... Mi sa che inizio a volerti bene.. Però per
favore, smetti
di fare domande e pettinati ogni tanto.
Rido
tra me e me e dopo due minuti mi ritrovo seduta e pronta per la messa
in piega. Opto per un'asciugatura morbida, che faccia assomigliare i
miei capelli a soffici onde..
Chissà
se a Cass piaceranno...
Oh
cielo, perché mi preoccupo del suo parere? Cosa
potrà mai
interessare a lui dei miei capelli?
Non
ho il tempo di rispondermi. Per fortuna il rumore del phon blocca i
miei pensieri. Non so perché, ma ho la sensazione che la
risposta
alle mie domande non mi sarebbe piaciuta per nulla.
Spengo
il cervello per un po' e lo riaccendo solo quando ho finito. Pago ed
esco dal salone. Direzione casa.
Quando
arrivo, mi sento normale per la prima volta dal mio ritorno. Sono
stata dal parrucchiere e ora me ne torno nella mia bella casa.
Parcheggio l'auto nel vialetto ed apro la porta.
“Ciao
Allison.”
La
voce proviene da vicino al divano. Sobbalzo appena e lo fisso
stupita. Castiel è lì e onestamente non mi
aspettavo di vederlo, ma
è qui e mi fa piacere che ci sia, tanto che gli sorrido.
“Ciao
Castiel, come va? Hai più visto la tua sorellina?”
gli domando
ironica.
“No,
per fortuna. Tu stai bene?” Si avvicina a me e il mio cuore
fa un
piccolo sobbalzo che spero non si noti da fuori.
“Benissimo,
direi.” parlo convinta, ma in realtà vorrei dirgli
che l'incubo
che ho avuto stanotte mi ha davvero turbata.
Mi
guarda perplesso e confuso, con quell'espressione che adoro e non
posso fare a meno di ridere.
“Che
hai?” gli chiedo cercando di trattenere la mia risata.
Mi
guarda come in seguito ad un'illuminazione. Ha capito. “Ieri
non
avevi.... i capelli neri.”
Li
scuoto per farli ondeggiare. “Eh già, vita nuova,
capelli nuovi.
Ti piacciono?”
Si
stringe nelle spalle per un attimo. “Sì... credo.
Non ne so..
molto di queste cose prettamente umane.”
Il
suo tono è incerto e, a dirla tutta la sua risposta mi
delude un
po'. Non che mi aspettassi chissà cosa.. Ma un“sei
carina”
sarebbe stato gradito.
Mi
avvicino all'appendiabiti e riprendo il controllo delle mie emozioni.
“Certo... cosa ne sai tu di capelli, visti i tuoi.”
Non
ho niente contro i suoi capelli.. francamente li trovo bellissimi, ma
li ha sempre spettinati e questo lo fa sembrare un tipo... strano
diciamo.
Continua
a fissarmi e, si, sono sicura che mi nasconde qualcosa. “Si
può
sapere che hai?” Chiedo.
“Che
ho?” Mi chiede lui di rimando.
Mi
domando se mi ha preso per un'idiota o se semplicemente non si rende
conto di essere più strano del solito.
“Sì,
sei strano. Non che solitamente tu non lo sia, ma oggi sei
più
pallido del solito.”
Sono
preoccupata per lui. Non ha un bell'aspetto.
“Sto
bene.” Risponde secco. Poi mi mostra un giornale che tiene
ben
saldo in mano. E' una rivista a cui mio padre era abbonato e che
continua ad arrivare. “Tu conosci quest'uomo?” Mi
domanda
mostrandomelo.
In
copertina c'è Thomas Ellinger. Uno dei più
importanti uomini
d'affari di tutti gli Stati Uniti d'America. Lo prendo dalle sue mani
e annuisco: “Certo che lo conosco, è Thomas
Ellinger.” Lo guardo
per un attimo.. come fa a non conoscerlo?
Ah
si...lui non è umano.
“E...
dove abita?” mi chiede.
Inarco
le sopracciglia.. Ora sono io ad essere perplessa.. “A casa
sua.”
rispondo sorridendo.
“Dico
sul serio Allison, è importante.”
E'
serio e sento che anche io devo esserlo. Mi tolgo il sorriso dalla
faccia e lo fisso. “Perché?”
Ci
pensa un attimo.. Segno che la mia domanda prevede una risposta che
non posso avere e deve elaborarne una falsa ma credibile in pochi
secondi.
“Adesso
non posso … spiegarti, ma ho davvero bisogno di sapere di
più su
quest'uomo. Parlami di lui, per favore.” mi chiede.
E'
gentile e vago.. come sempre, ma mi fido di lui. Mi fido davvero.
Gli
sorrido di nuovo e lo invito a sedersi prendendolo per un braccio.
“Va bene. Sediamoci.”
Perché
toccarlo mi provoca queste strane sensazioni?
Mi
schiarisco la voce e fisso il giornale solo per non arrossire davanti
ai suoi occhi. “E' un importante uomo d'affari. Uno dei
più
importanti di tutti gli USA. Prima si occupava di grosse imprese
edili fregandosene di tutti e di tutto. Poi d'un tratto, molti anni
fa è come... cambiato. Ora si occupa solo di ricerca nel
campo
medico e scientifico.. Fa un sacco di soldi, ma molti li da in
beneficenza.” spiego “Il suo cambiamento
è avvenuto di colpo..
ma almeno ora fa qualcosa di utile alla società. Le sue
ricerche
sono le più avanzate.. E' un vero pezzo grosso. Stasera, se
non
erro, c'è una serata di beneficenza in centro, organizzata
proprio
da lui, in uno dei più prestigiosi hotel della
città.”
Mi
fissa perplesso per un po' ed io lo lascio riflettere in silenzio.
Poggio il giornale sul tavolinetto e lo guardo mettendomi
più comoda
e accavallando le gambe
“Bene
mio caro angelo spettinato. Ora dimmi perché è
così importante.”
dico.
So
che mi nasconde qualcosa.. E questo proprio non mi piace.
*****
“Il
suo cambiamento è avvenuto di colpo.. ma almeno ora fa
qualcosa di
utile alla società. Le sue ricerche sono le più
avanzate.. E' un
vero pezzo grosso. Stasera, se non erro, c'è una serata di
beneficenza in centro, organizzata proprio da lui, in uno dei
più
prestigiosi hotel della città.” continua a
spiegarmi Allison,
mentre io la fisso pensieroso.
Sirahel
ha fatto le cose in grande, non si è smentito neanche in
questo
mondo.
Non
nego di provare un certo.. orgoglio, nel sapere che il mio mentore,
per così dire, non ha perso la sua grandezza neanche stando
qui
sulla Terra. Ovvio che l'umano Thomas Ellinger sia cambiato
così
improvvisamente e radicalmente: prima era un emerito.... bastardo,
come direbbe qualcuno di mia conoscenza, dedito solo ai soldi, ma poi
è arrivato l'Arcangelo che ha preso possesso del suo tramite.
Però
è strano.. solitamente i tramiti sono uomini devoti, quello
di
Sirahel non credo lo fosse poi tanto.
“Bene
mio caro angelo spettinato. Ora dimmi perché è
così importante.”
esordisce Allison dopo un po', cogliendomi alla sprovvista.
Rifletto
un attimo, non so cosa dire senza mentirle troppo.
“Mh..
Allison...”, inizio incerto, poi mi arrendo e sospiro.
“Thomas
Ellinger è un tramite...” lei mi guarda e annuisce.
“Sì..?”
mi incoraggia.
Mi
schiarisco la voce. “Ecco, in realtà quest'uomo
non ha avuto una..
conversione, oppure ha capito che bisogna essere buoni. Semplicemente
è... posseduto da uno dei miei fratelli.” le
spiego nervoso. Il
suo sguardo inquisitore mi mette a disagio.
Allison
sgrana gli occhi e si mette a ridere. “Oh cielo, ecco
perché! Mi
sembrava strano che uno del genere improvvisamente ricevesse lo
Spirito Santo e cambiasse atteggiamento!” esclama alzando le
mani
in aria.
Io
sorrido della sua reazione, spero non se ne abbia a male.
“Beh,
in un certo senso l'ha ricevuto.... se non fosse per l'arcangelo,
sarebbe il solito...”
“Bastardo
egoista!” finisce lei con enfasi. “Dunque
addirittura si tratta
di un Arcangelo?” mi domanda senza scomporsi.
È
curioso vedere come sia difficile stupirla. Probabilmente il
soggiorno all'inferno le ha reso praticamente tutto prevedibile.
“Sì,
anche abbastanza potente, o almeno lo era prima di andarsene.”
Lei
annuisce corrugando la fronte. “Siete una strana
famiglia...”
sentenzia seria.
Io
la guardo perplesso. “Perché?”
“Tu
e lui siete bravi ragazzi.... poi arrivano quei tre e quasi ci
ammazzano, io credevo foste tutti.. omologati, uguali ecco.”
Scuoto
il capo. “Assolutamente no, siamo molto diversi l'uno
dall'altro.”
le dico solenne e con un pizzico d'orgoglio.
“Mi
fa piacere. Comunque Cass, perché ti interessa il tuo
fratellone
illustre? Riunione di famiglia?” scherza con un sorriso.
“Devo
parlargli di quello che è successo ieri...” le
confesso
guardandola negli occhi.
Ricordo
ancora con orrore la nostra disavventura, mi sono fidato di Myriam e
questo poteva costare la vita ad Allison.
Lei
mi guarda negli occhi e tace per un momento, poi riprende a parlare.
“Credi che lui c'entri qualcosa?” domanda.
“No,
è impossibile”, mi affretto a dire, “lui
ha... tagliato i ponti
con la guarnigione, e sicuramente non ha interesse a torturare te o
me. È solo che lui... era un mio superiore e sono certo che
se c'è
qualcuno che può sapere cosa volevano da te, questo
è Sirahel.”
Il
nome dell'Arcangelo attira la sua attenzione.
“Sirahel”,
ripete annuendo, “nome curioso, ma il tuo è
più bello,
orecchiabile.” mi dice con un sorriso.
Arrossisco.
Non per il complimento al mio nome, non ne capisco nulla di queste
sottigliezze umane. Arrossisco per come mi guarda, per come mi parla,
e per come.... mi fa sentire.
Deglutisco
e continuo a parlare. “Hai detto che questa sera..
c'è una specie
di riunione, o sbaglio?” le domando evitando il suo sguardo.
“Una
serata di beneficenza, per la precisione.” mi corregge, anche
se
per me cambia poco. Lei capisce il mio attimo di perplessità
e
aggiunge con un sorriso comprensivo: “Si raccolgono soldi da
dare a
chi ne ha bisogno o, magari, per finanziare la costruzione di
ospedali, scuole, eccetera.”
“Ah.”
commento io asciutto.
“Ah
cosa?” mi fa lei aggrottando la fronte.
Io
alzo le spalle. “Mi domando perché i ricchi non
possano
semplicemente dare una parte dei loro averi ai poveri... Thomas lo
fa, no? Non vedo l'utilità di queste... feste. ”
sottolineo
sinceramente confuso.
“Ma
non tutti sono posseduti da un Arcangelo del Signore come il nostro
eroe. Lui lo fa perché... è lui! Ma gli altri
devono sentirsi in
qualche modo costretti, per cui bisogna che qualcuno più
furbo
organizzi queste festicciole.” mi dice allegramente.
“Capisco.”
rispondo annuendo, anche se in realtà la psicologia umana mi
sfugge
totalmente.
“Allison,
io devo andare a questa serata di beneficenza e tu devi
aiutarmi.”
Lei
mi fissa a bocca aperta. “Perché? Non puoi andare
semplicemente da
lui a parlargli?”
“Magari
potessi”, rispondo con un sospiro, “ma vedi, noi
abbiamo una
serie di... disegni che ci proteggono sia dal Male che dagli altri
angeli, se ne avessi bisogno.. ci rendono invisibili agli essere
soprannaturali.”
Allison
mi guarda in silenzio e credo di aver capito cosa stia pensando:
perché gli angeli avrebbero bisogno di proteggersi da altri
angeli?
Anche nelle migliori famiglie ci sono dei problemi, e nella nostra ce
ne sono stati di immensi. Apocalittici, oserei dire.
“E
lui usa questi disegni per non farsi trovare dai suoi
fratelli?” mi
chiede lei.
“Già.
Quindi non posso andare direttamente da lui, non potrei passare
l'infinità di simboli con i quali sicuramente si protegge.
Devi
aiutarmi.” le ripeto assumendo quasi un tono supplichevole.
“E
come?”
“Devi
portarmi in questo hotel...” mi fermo perché
Allison ha fatto una
faccia strana. “Che c'è?” le domando.
Lei
ridacchia. “Detta così sembra
qualcos'altro.” mi dice.
Io
non capisco e scuoto il capo perplesso. “Lascia
stare.” mi dice
infine arrendendosi davanti alla mia perenne confusione.
“Ok
si può fare, ti porto lì e vi
vedete...”
“Non
è così facile Ally... Allison” mi
correggo ricordando il suo 'non
chiamarmi mai più così!', “probabilmente
avrà ricoperto tutti i muri di simboli enochiani che non mi
permetteranno di entrare. Tu dovrai andare a parlare con lui e...
portarlo da me.”
Allison
sbatte le palpebre e mi guarda torva, se non fossi soprannaturale mi
spaventerebbe.
“Stai
scherzando, spero!” tuona indignata.
La
guardo attonito. “Perché?”
Lei
incrocia le braccia sul petto. “Io non vado a queste stupide
riunioni di snob incravattati.” annuncia fiera.
“Non
ti ho chiesto di partecipare e divertirti, solo di aiutarmi ad
entrare in contatto con lui.” preciso in tono autoritario. Mi
pento subito di essere stato brusco, non volevo aggredirla è
solo
che... se perdo quest'occasione, non credo mi ricapiterà di
nuovo.
Sto
per scusarmi quando mi accorgo che invece di essersi offesa, il suo
sguardo si addolcisce.
“Sì
lo so, ma io ho sempre odiato queste cose... io non...mi sento a mio
agio, in mezzo a quelle persone.”
“Mi
dispiace, non vorrei mai coinvolgerti in questa cosa, ma davvero non
so a chi rivolgermi. Non posso parlarne con nessuno,
perché..
ecco... non lo sa nessuno che tu sei tornata, e non deve saperlo
nessuno. Non ne avevo il permesso.” le confesso abbassando lo
sguardo. Forse ho sbagliato a dirglielo, non so perché l'ho
fatto ma
ne sentivo quasi il bisogno.
Allison
resta in silenzio per un po', guardandomi seria.
“Non
me l'avevi detto, questo.” mi rimprovera con un tono direi...
sorpreso.
“Non
ce n'era bisogno. Non era importate.”
Lei
si allunga verso di me. “Non era importate? Cass, stai
scherzando?
Tu sei sceso all'inferno a prendermi... di nascosto dai tuoi
compagni, e non è importante?”
Non
capisco se è più arrabbiata o sorpresa: che
differenza fa se lo
sapevano o meno? Per me l'importante era salvarla, basta.
“Mi
aiuterai, Allison?” le chiedo nuovamente cambiando argomento.
Mi
fissa intensamente negli occhi, poi annuisce. “Va bene, ti
porterò
a questa dannata riunione di malefici snob e ti farò
incontrare il
fratello perduto.” mi dice sarcastica.
Le
sorrido e senza riflettere le sfioro una mano con la mia, ma subito
la ritraggo. “Ti ringrazio.”
“Non..
c'è di che”, mi risponde, “ma devi darmi
il tempo di
prepararmi.”
Io
involontariamente la guardo dalla testa ai piedi. “Non lo
sei?”
le chiedo confuso.
“A
queste occasioni non si va come ci si veste per fare la
spesa!”
“Non
capisco..” dico, confuso per la centesima volta in pochi
minuti.
“Non
mi sorprende.” sospira lei alzandosi dal divano.
“Se vuoi
scusami, vado a vestirmi.” mi dice indicando il proprio
vestito.
“Ma
non sei nuda.” le faccio presente aggrottando la fronte.
Lei
mi guarda e scoppia a ridere. “Se non sapessi che
è impossibile,
direi che questa era una battuta. Di dubbio gusto, ma pur sempre una
battuta!” afferma voltandosi per salire le scale. La seguo
con gli
occhi finché non sparisce, e resto da solo con i miei
pensieri.
Sorrido
con me stesso: in realtà era un po' una battuta. Frequento
brutte
compagnie ultimamente, finirò col parlare come loro.
Non
ho idea di cosa succederà, Sirahel ha capito che sono sulle
tracce e
sinceramente non so cosa aspettarmi.
Da
come ha reagito al nostro “incontro psichico”,
suppongo non
benissimo.
Ma
devo tentare, è l'unica occasione che ho, perché
sono certo che
dopo oggi aumenterà le sue protezioni.
Passano
alcuni minuti.. o forse ore, per me la differenza è poca,
quando
finalmente sento Allison scendere le scale.
“Eccomi
qui.” mi dice con un sorriso.
Io
la guardo, mi alzo dal divano e.... non riesco a parlare.
Indossa
un abito nero, corto.... scollato.... come conosco queste
descrizioni? Suppongo appartengano al mio tramite. Sta di fatto che..
non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Come un idiota le fisso le
gambe, lei se ne accorge e tenta di tirare giù il vestito
per
coprirle.
Allora
io distolgo lo sguardo, imbarazzatissimo. Anche lei lo è ed
entrambi
guardiamo altrove per alcuni istanti.
“La
serata comincerà tra un paio d'ore, forse... dovremmo
muoverci, il
traffico di pomeriggio è devastante.” mi fa sapere.
“Traffico?”
ripeto io, poi capisco a cosa si sta riferendo.
“Non
dobbiamo muoverci con la macchina.” le dico con un leggero
sorriso.
Per
una volta è Allison a guardarmi confusa. “E come?
A piedi è
difficile arrivarci, e io ho i tacchi.” dice indicando le
proprie
scarpe.
Io
scuoto il capo. “Stai parlando con un angelo..”
Allison sgrana
gli occhi.
“Non
vorrai farmi volare, spero!” esclama spaventata.
“Non
sarebbe la prima volta.” le ricordo.
Mi
guarda seria e annuisce. “Ok.. non sarà doloroso,
vero? Cioè, non
è che mi disintegrerò o cose del
genere.”
“Certo
che no! Non sentirai nulla.” la rassicuro.
“Ok
voglio fidarmi.” annuisce. “Ma prima, dobbiamo fare
qualcosa per
te...” e mi si avvicina con un oggetto in mano.
“Siediti,
messaggero spettinato.” mi ordina con dolcezza. Io sono
perplesso
ma obbedisco.
Quella
che ha in mano è una spazzola, e con delicatezza inizia a
passarla
sui miei capelli. Sono quasi costretto a chiudere gli occhi, Allison
quasi mi sfiora con il suo corpo, il suo profumo mi fa stringere i
pugni: vorrei.... toccarla.
“Ecco
fatto.” dice dopo alcuni istanti. “Adesso va
decisamente meglio!”
afferma con un sorriso.
Le
sua dita lentamente mi sfiorano il viso, come per accarezzarmi.
Stringo i denti e deglutisco. Lei si accorge della mia
difficoltà e
smette subito, allontanandosi. “Almeno non sembrerai un
invasato.
Thomas è un uomo di classe, sarebbe un peccato se vedesse il
suo
fratellino Castiel messo così male. A proposito, ma non hai
caldo
con quell'impermeabile sempre addosso?”
Adesso
decisamente sì, che ho caldo. Ma è ovvio che non
glielo posso dire.
“Noi
non soffriamo di queste cose, Allison. Siamo....”
“Angeli,
sì ho capito.” mi ferma lei. “Comunque
sia, proviamo a
toglierlo, vediamo come stai senza.” mi propone.
“Cosa?
Che bisogno c'è?”
Lei
ride. “Ti vergogni? Cos'è, una specie di coperta
di Linus?”
Io
piego la testa e la guardo senza capire di cosa stia parlando.
“Ok
lascia stare Linus e la sua coperta.. comunque, fallo per me. Togliti
quell'impermeabile. Fa caldo, la gente si domanderà come mai
quel
tipo strano ha l'impermeabile addosso.” sostiene Allison.
Io
non posso fare altro che arrendermi di nuovo e fare ciò che
mi
chiede, mi tolgo l'impermeabile e lo poso sul divano.
Allison
mi guarda dalla testa ai piedi e sorride. “Il tuo tramite
mangiava
poco, sei piuttosto magro, spalle a parte.”
Non
credo di afferrare appieno il suo commento ma arrossisco per il solo
tono che ha usato.
Poi
mi si avvicina e mi sistema la cravatta e il colletto della camicia.
“Così
va bene, sembra quasi che il tuo Jimmy sapesse che ti saresti trovato
in una situazione come questa, si è vestito elegante prima
di farti
accomodare nella sua testa.” commenta divertita.
Io
non rispondo, sono troppo nervoso. Averla così vicina mi
destabilizza.
“Allora
andiamo?” dice lei alla fine.
Io
annuisco e le avvicino la mano alla fronte.
“Aspetta!”
urla un attimo prima che io la tocchi.
“Che
c'è?”
“Mi
giuri che non mi ritroverò a pezzi, vero?”
“Ti
dico di no! Allison, fidati di me, non sei il primo umano che...
faccio volare.” le ripeto.
“Ok.”
risponde e... si avvicina, aggrappandosi alla mia giacca.
“Sono
pronta.”
Io
mi limito ad annuire, spero non si accorga che sto tremando
leggermente. Ma che diavolo mi prende?
“Andiamo.”
dico e le sfioro la fronte con le dita, sparendo all'istante dal suo
salotto.
*****
Chiedo
a Castiel di darmi spiegazioni e lui mi fissa esitando per un
attimo.
Mi ha ascoltata perplesso per tutto il tempo, e ho come
l'impressione che qualcosa di molto grosso e pericoloso si nasconda
sotto la sua curiosità per Thomas Ellinger.
Non so cosa sia, non
almeno ancora.. Ma credo che Cass non ci metterà molto a
dirmi tutta
la verità. Se c'è una cosa che non gli riesce
molto bene è
mentire, o forse non gli riesce solo con me.
“Mh..
Allison...”, inizia incerto, poi sospira e sputa il rospo.
“Thomas
Ellinger è un tramite...”
Annuisco e lo fisso per un attimo.
"Sì..." lo incoraggio a continuare, oramai poco o niente
riesce a stupirmi.
Sono seduta nel salotto di casa mia con un
angelo dopotutto, cosa potrebbe esserci di più strano?
“Ecco,
in realtà quest'uomo non ha avuto una.. conversione, oppure
ha
capito che bisogna essere buoni. Semplicemente è...
posseduto da uno
dei miei fratelli.” Mi dice con tono nervoso.
Credo che il mio
sguardo lo metta a disagio. Non è mia intenzione ma non ho
un altro
sguardo interrogativo a disposizione.
Sgrano appena gli occhi come
in seguito ad un'illuminazione e non posso fare a meno di ridere.
Thomas Ellinger è stimato e rispettato per la sua
bontà
d'animo, e quella stessa bontà è invece il frutto
di una
possessione celeste. Questo si che è buffo. “Oh
cielo, ecco perché! Mi sembrava strano che uno del genere
improvvisamente ricevesse lo Spirito Santo e cambiasse
atteggiamento!” alzo le mani al cielo facendolo sorridere.
Una
reazione che in effetti mi sorprende.
Da quando lo conosco non ha
mai sorriso di gusto come sembra aver fatto adesso.
Mi piace il
suo sorriso.. è spontaneo e dolce.. E sopratutto,
è come se
riuscissi a vedere oltre il suo tramite. Quel sorriso mi sembra
dell'angelo e non del corpo umano che lo ospita.
“Beh,
in un certo senso l'ha ricevuto.... se non fosse per l'arcangelo,
sarebbe il solito...”
“Bastardo
egoista!” finisco la sua frase.. forse fin troppo diretta.
“Dunque
addirittura si tratta di un Arcangelo?” Chiedo tranquilla.
“Sì,
anche abbastanza potente, o almeno lo era prima di andarsene.”
Parla
tranquillo ed io non posso fare a meno di pensare a quanto gli angeli
siano strani e diversi a dispetto di quello che io credevo prima di
incontrarlo.
“Siete
una strana famiglia...” dico.
"Perchè?"
Faccio
spallucce. "Tu e lui siete bravi ragazzi.... poi arrivano quei
tre e quasi ci ammazzano, io credevo foste tutti.. omologati, uguali
ecco.”
Scuote il capo e per un momento è quasi come se l'avessi
ferito nell'orgoglio.
"Assolutamente no, siamo molto diversi
l'uno dall'altro."
"Mi fa piacere. Comunque Cass, perchè
ti interessa il tuo fratellone illustre? Riunione di famiglia?"
Scherzo.
Mi guarda dritta negli occhi e per un attimo sento il
viso prendermi fuoco. "Devo parlargli di quello che è
successo
ieri..."
Lo guardo e ho l'impressione che si sia perso per un
attimo nei ricordi del nostro scontro con gli altri suoi fratelli..
Quelli poco simpatici. "Credi che lui c'entri qualcosa?"
chiedo piano.
“No, è
impossibile” lo difende all'istante, senza nemmeno pensarci
“lui ha... tagliato i ponti
con la guarnigione, e sicuramente non ha interesse a torturare te o
me. È solo che lui... era un mio superiore e sono certo che
se c'è
qualcuno che può sapere cosa volevano da te, questo
è Sirahel.”
Lo
ascolto con attenzione. "Sirahel", ripeto incuriosita.
Questi angeli hanno nomi strani "nome curioso, ma il tuo è
più
bello, orecchiabile.”
Gli sorrido e lo vedo arrossire per un
attimo.
E' possibile che un angelo arrossisca? Sorrido ancora ma
faccio finta di nulla. Non voglio metterlo in imbarazzo.
"Hai
detto che questa sera.. c'è una specie di riunione, o
sbaglio?"
mi domanda dopo un attimo fissando il pavimento.
"Una serata
di beneficenza, per la precisione." lo correggo. Mi fissa
perplesso.. ovviamente "Si raccolgono soldi da dare a chi ne ha
bisogno o, magari, per finanziare la costruzione di ospedali, scuole,
eccetera."
"Ah." è il suo commento.
"Ah
cosa?"
Rialza lo sguardo su di me e fa spallucce con
espressione confusa. "Mi domando perché i ricchi non possano
semplicemente dare una parte dei loro averi ai poveri... Thomas lo
fa, no? Non vedo l'utilità di queste... feste." confessa
sincero.
"Ma non tutti sono posseduti da un Arcangelo del
Signore come il nostro eroe. Lui lo fa perché...
è lui! Ma gli
altri devono sentirsi in qualche modo costretti, per cui bisogna che
qualcuno più furbo organizzi queste festicciole." gli
spiego.
Mi piace spiegargli le cose.. Me lo fa sentire più
vicino, quasi fosse... umano.
“Capisco.”
mi dice, “Allison, io
devo andare a questa serata di beneficenza e tu devi
aiutarmi.”
Ora
sono io ad essere perplessa "Perchè? Non puoi andare
semplicemente da lui e parlargli?"
Sospira. "Magari
potessi, ma vedi, noi
abbiamo una serie di... disegni che ci proteggono sia dal Male che
dagli altri angeli, se ne avessi bisogno.. ci rendono invisibili agli
essere soprannaturali."
Ok, questo si che mi stupisce. Si
difendono dai loro fratelli che a volte vogliono ucciderli..
Ucciderli così fortemente che sentono la
necessità di proteggersi
gli uni dagli altri con strani disegni..
Wow. Ed io che pensavo
che gli umani fossero strani. "E lui usa questi disegni per non
farsi trovare dai suoi fratelli?" gli chiedo.
“Già.
Quindi non posso andare direttamente da lui, non potrei passare
l'infinità di simboli con i quali sicuramente si protegge.
Devi
aiutarmi.”
"E come?"
Si accende con l'espressione
di uno stratega che ha in mente il piano perfetto. "Devi
portarmi in questo hotel..."
La mia faccia assume
un'espressione strana, tanto che lui si zittisce e mi fissa.
"Che
c'è?" mi chiede.
Mi schiarisco la voce e ridacchio un po'.
"Detta così sembra qualcos'altro."
Mi fissa perplesso
ed io penso che quando avremo due minuti di tempo dovrò
spiegargli
molti dettagli del linguaggio umano. Anche se un lato di me non
vuole. Amo quella sua espressione confusa. "Lascia stare."
gli dico infine arrendendomi. "Ok si può fare. Ti porto
lì e
vi vedete."
"Non è così facile Ally... Allison” si
corregge e mi fa tenerezza, “probabilmente
avrà ricoperto tutti i muri di simboli enochiani che non mi
permetteranno di entrare. Tu dovrai andare a parlare con lui e...
portarlo da me.”
Simboli enochiani, certo.. Che diavolo sono? Mi
chiedo.. Poi ascolto le sue ultime parole e non posso fare a meno di
sbattere le palpebre perplessa speranzosa che scherzi. "Stai
scherzando, spero!" urlo quasi.
Mi fissa.. attonito.
"Perchè?"
“Io odio questo tipo di feste.” sospiro e
incrocio fiera le braccia sul petto "Io
non vado a queste stupide riunioni di snob incravattati."
“Non
ti ho chiesto di partecipare e divertirti, solo di aiutarmi ad
entrare in contatto con lui.” mi dice leggermente duro.
Lo
guardo fiera, quasi come se fosse mio figlio alla sua prima parola.
Mi ha appena risposto a tono.
Annuisco appena e sospiro:
“Sì lo so, ma io ho sempre
odiato queste cose... io non...mi sento a mio agio, in mezzo a quelle
persone.”
Annuisce appena. “Mi
dispiace, non vorrei mai coinvolgerti in questa cosa, ma davvero non
so a chi rivolgermi. Non posso parlarne con nessuno,
perché..
ecco... non lo sa nessuno che tu sei tornata, e non deve saperlo
nessuno. Non ne avevo il permesso.”
Rimango zitta per un
attimo.. Di questo dettaglio non ero a conoscenza, e saperlo
così
onestamente mi fa sentire una strana sensazione dentro..
Mi sento
in colpa.. Ha rischiato tutto per me e mi rendo conto di quanto tutto
questo mi metta a disagio.
Non mi piace essere in debito, e anche
se so che lui non si aspetta nulla, spero comunque di poter fare
qualcosa per "ripagarlo".. Magari non ora, ma un giorno
chissà...
Sospiro e cerco di riprendere l'uso della parola. "Non
me l'avevi detto, questo."
“Non
ce n'era bisogno. Non era importate.”
Non era importante? Come
può dire che non lo era? Piego la testa e mi sporgo un po'
verso di
lui.
“Non era
importate? Cass, stai scherzando? Tu sei sceso all'inferno a
prendermi... di nascosto dai tuoi compagni, e non è
importante?”
sono sorpresa.
Lui mi guarda per un attimo. Probabilmente cerca di
capire il significato della mia espressione.. Forse si pente di
avermi parlato di questo particolare.
“Mi
aiuterai, Allison?” mi chiede di nuovo cambiando discorso.
Rimango
in silenzio per qualche minuto e poi lo guardo negli occhi
annuendo.
“Va bene,
ti porterò a questa dannata riunione di malefici snob e ti
farò
incontrare il fratello perduto.”
Mi sfiora la mano con la sua ma
la ritrae subito e questo mi provoca un brivido leggero.
"Ti
ringrazio." mi dice gentile.
"Non.. c'è di che. Ma devi
darmi il tempo di prepararmi."
Mi fissa dalla testa ai piedi.
Naturalmente è confuso.
"Non lo sei?" mi chiede.
“A
queste occasioni non si va come ci si veste per fare la
spesa!”
"Non
capisco.."
Sospiro e mi alzo dal divano.. Sarà più o meno
la centesima volta in dieci minuti che non capisce qualcosa.. "Non
mi sorprende. Se vuoi scusarmi, vado a vestirmi."
"Ma
non sei nuda." aggrotta la fronte e mi parla come se stesse
dicendo la più grande ovvietà al mondo.
Ha appena fatto
una battuta.. Stento a crederci.. Vorrei tanto battergli le mani ma
credo che sarebbe poco opportuno. Però scoppio a ridere..
Ridere
è una cosa che non posso evitare di fare se qualcosa mi
diverte. Non
so trattenermi.
“Se non
sapessi che è impossibile, direi che questa era una battuta.
Di
dubbio gusto, ma pur sempre una battuta!” gli dico salendo
le scale. Lo fisso finché non lo vedo più e poi
vado in camera
mia.
Di sopra, davanti all'armadio non so cosa indossare.
Odio
queste stupidissime feste anche perchè non so mai cosa
mettermi. Non
ho l'eleganza e la classe necessaria per indossare un vestito degno
di una simile serata. Mia madre l'aveva. Io non l'ho ereditata da
lei.
Rimango lì per un po' e poi decido che il nero va bene per
ogni occasione. Afferro un vestito, probabilmente l'unico nel mio
armadio. E' semplice di per sè.
Mi lascia una spalla scoperta e
mi arriva fino al ginocchio.. Mi sta bene tutto sommato, ma il
pensiero dei tacchi mi fa rabbrividire prima ancora che li metta.
Se
lo faccio è solo per aiutare Castiel.. Solo
perchè se lo merita..
per nient'altro.
Lo indosso e mi prendo qualche minuto per il
trucco.
Non sono mai stata una patita di makeup, quindi mi
manterrò sul classico, quasi al naturale. Un po' di fard e
un
leggero accenno di lucidalabbra.
Mi sistemo i capelli con le mani
e per ultimo indosso le scarpe.. Poi scendo di sotto.
"Eccomi
qui." dico a Castiel sorridendo.
Lui si alza dal divano e mi
fissa. Veramente mi fissa solo le gambe.
Questo mi imbarazza e con
le mani tiro giù il vestito guardando un punto indefinito
della
stanza.
“La serata
comincerà tra un paio d'ore, forse... dovremmo muoverci, il
traffico
di pomeriggio è devastante.” dico infine. Giusto
per dire
qualcosa.
“Traffico?”
mi chiede di rimando. Poi sembra capire. "Non dobbiamo muoverci
con la macchina."
Sono perplessa.. di nuovo. "E come? A
piedi è difficile arrivarci, e io ho i tacchi." indico le
mie
scarpe.
Sono belle ma non molto comode.
"Stai parlando
con un angelo.." mi dice.
Sgrano gli occhi e d'improvviso
capisco. "Non vorrai farmi volare, spero!" sono
spaventata.
"Non sarebbe la prima volta."
Ha ragione!
"Ok.. non sarà
doloroso, vero? Cioè, non è che mi
disintegrerò o cose del
genere.”
“Certo
che no! Non sentirai nulla.”
Ora sono più tranquilla. “Ok
voglio fidarmi. Ma prima,
dobbiamo fare qualcosa per te...Siediti, messaggero
spettinato.”
Lo
faccio sedere e con la spazzola inizio a pettinargli i capelli
ribelli.
Continuo per alcuni minuti. Fin quando non sono
ordinati.
"Ecco fatto. Adesso va decisamente meglio."
poggio la spazzola sul divano e gli accarezzo piano il viso.
Lui
deglutisce e mi accorgo che questo mio gesto gli fa uno strano
effetto. Non che non gli piaccia, anzi.. credo che gli piaccia
troppo.
“Almeno non
sembrerai un invasato. Thomas è un uomo di classe, sarebbe
un
peccato se vedesse il suo fratellino Castiel messo così
male. A
proposito, ma non hai caldo con quell'impermeabile sempre
addosso?”
dico in tono normale.
“Noi
non soffriamo di queste cose, Allison. Siamo....”
“Angeli,
sì ho capito.” lo fermo alzando la mano.
“Comunque sia, proviamo
a toglierlo, vediamo come stai senza.”
“Cosa?
Che bisogno c'è?”
“Ti
vergogni? Cos'è, una specie di coperta di Linus?”
gli chiedo
ridendo.
Mi fissa senza capire di che parlo. Devo smetterla con
questi paragoni. “Ok
lascia stare Linus e la sua coperta.. comunque, fallo per me. Togliti
quell'impermeabile. Fa caldo, la gente si domanderà come mai
quel
tipo strano ha l'impermeabile addosso.”
Esita un attimo ma poi
fa come gli dico.
Lo guardo dalla testa ai piedi. Ha spalle
imponenti ma è decisamente magro. “Il
tuo tramite mangiava poco, sei piuttosto magro, spalle a
parte.”
sorrido e mi avvicino per sistemargli la cravatta e il colletto della
camicia.
Quando è "pronto" vorrei tanto accarezzargli
il viso e le mani.
Non so perchè ma ne sento il bisogno. Tuttavia
mi trattengo.. Lui si sentirebbe in imbarazzo e anche io mi sento...
positivamente strana quando gli sto troppo vicina.
“Così
va bene, sembra quasi che il tuo Jimmy sapesse che ti saresti trovato
in una situazione come questa, si è vestito elegante prima
di farti
accomodare nella sua testa.” dico sorridente.
Lui mi fissa e
non parla.... Almeno non con la voce, anche se i suoi occhi dicono
tutto.
"Allora andiamo?" dico infine.
Io mi sento
esattamente come lui.. So che si tratta di attrazione.
Il
punto è che io so come gestirla, lui invece no.
E' un
"sentimento" umano di cui io sono pratica, ma per lui è
una sensazione nuova e del tutto sconosciuta. Vorrei aiutarlo, ma
anche se sapessi come fare, questo non sarebbe il momento
adatto.
Annuisce alla mia domanda e avvicina le sue dita alla mia
fronte.
Mi sento di nuovo spaventata. "Aspetta!" urlo
prima che mi tocchi.
"Che c'è?"
“Mi
giuri che non mi ritroverò a pezzi, vero?”
“Ti
dico di no! Allison, fidati di me, non sei il primo umano che...
faccio volare.” mi rassicura.
“Ok.”
rispondo e... mi avvicino afferrando un lembo della sua giacca.
“Sono
pronta.”
Lui si limita ad annuire. Ed io resisto a stento alla
tentazione di dargli un bacio.
Le sue labbra sono adorabili.. E da
questa minima distanza le vedo ancora meglio..
“Andiamo.”
dice e mi sfiora la fronte con le dita.
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Capitolo 4 *** No Angels, no party ***
No
Angels, no party
Quando
arriviamo alla festa, “atterriamo” nel retro
dell'edificio.
Mi
sento fresca, quasi come se avessi assorbito tutto il vento volando
qui.
In
realtà non mi rendo nemmeno conto di quanto ci abbiamo
messo. Forse
pochi secondi o minuti.. non so.
Quello
che so per certo però è che questo
“mezzo di trasporto” è
decisamente più veloce dell'auto o dei comuni.. servizi.
Mi
schiarisco la voce e cerco di non cadere a terra. Non che mi senta
male, anzi, sto benissimo. Solo mi tremano un po' le gambe e la testa
mi gira.. Come se fossi appena scesa da una giostra fin troppo..
movimentata.
I
tacchi, su cui già traballo di natura, non aiutano.
Faccio
dei respiri profondi. Come quelli che fanno le donne in travaglio
nell'attesa di partorire.
Tengo
gli occhi chiusi e non so cosa Castiel stia facendo, ma sento il suo
sguardo addosso.
Li
riapro dopo pochi secondi e riprendo a respirare normalmente.
Sono
ancora “attaccata” a lui e questo mi piace. Mi
sento protetta tra
queste belle braccia possenti. Al sicuro dall'insolito fresco della
serata, e al sicuro da tutta quella gente che mi fisserà
quando
entreremo dentro.
Questa
è la mia prima, parrucchiere escluso, uscita ufficiale.
Dovrò
stare in mezzo a gente di successo che mi parlerà di fatti
attuali
di cui io non ho nessuna conoscenza perchè.. ero morta fino
ad una
settimana e mezza fa.
Sono
nervosa.. Lo sono tantissimo.
Avevo
previsto che sarebbe successo, solo non credevo che sarebbe successo
prima ancora di entrare dentro.
Vorrei
tanto tornare a casa. Lo vorrei con tutta me stessa.
Ma
a Castiel serve il mio aiuto e questo non è il momento di
comportarmi come una stupida.
So
che Cass può sentire le mie sensazioni. O perlomeno ha
occhio
abbastanza vigile per accorgersi che qualcosa non va.
Infatti
mi fissa, senza lasciarmi andare.. E quando piega la testa
leggermente di lato con espressione preoccupata, so che è il
momento
di tirare fuori la grinta che tecnicamente dovrei ancora avere.
Non
ho mai voluto essere così spaventata come sono ora. Non ho
mai..
desiderato questa sensazione di profondo disagio che sto vivendo.
Un
anno fa, “costretta” a partecipare ad una di queste
feste, avrei
colto l'occasione per prendere in giro gli stupidi ricconi che si
sentono intelligenti e le loro mogli piene di gioielli.
Ora
invece me ne sto qui, con la sensazione di piegarmi piano piano su me
stessa, a sperare di poter tornare a casa.
Non
so perchè mi sento così, in fin dei conti quello
che devo fare,
quello per cui io ed il mio messaggero spettinato siamo venuti qui,
mi terrà sicuramente lontana dagli invitati.
Niente
sorrisi di circostanza, niente fingere di essere interessata a
qualcosa che invece trovo noiosissima.. Niente di niente.
Entreremo,
prenderò Sirahel l'Arcangelo e lo porterò da
Cass. E dopo le
domande e, si spera, anche le risposte, tornerò a casa, nel
caldo
del mio letto e nella sicurezza della mia camera.
Oh
cielo!!! Sono spaventata dalla gente. Questo non può essere
normale.
Non mi piace quello che sono.
Mi
allontano poco da Castiel e gli sorrido. “Andiamo?”
chiedo.
Lui
mi osserva per un po'. Il suo sguardo è dolce e mi riempie
di
tenerezza. So che se gli dicessi di non volerlo fare mi riporterebbe
a casa e direbbe che va bene solo per far star bene me.
E'
quello che fa da quando mi ha riportata alla vita dopotutto: si
occupa di me e si assicura che io sia tranquilla.
Mi
sento in colpa Castiel.. mi sento in colpa perchè non so se
sarò in
grado di aiutarti anche se ci proverò.
Mi
sento in colpa perchè hai disobbedito e perso tutto per me
ed io..
io non so se sarò in grado di fare lo stesso per te.
Mi
dispiace occhioni blu.. scusami in anticipo.. perchè per
come mi
sento in questo preciso istante, probabilmente fallirò e tu
avrai
perso tutto per niente.
“Perchè
piangi?” mi chiede.
Piangere?
Non mi ero nemmeno accorta delle lievi lacrime che mi rigano il viso.
Le
asciugo piano con la punta delle dita. “Piangere? Non sto
piangendo.. Sicuramente mi sarà entrato qualcosa nell'occhio
mentre
volavamo.” mento.
“In
tutti e due?” mi domanda con tono.. a metà tra il
sarcasmo e la
confusione.
Alzo
un sopracciglio. E' la seconda volta in poche ore che usa il sarcasmo
come risposta. Mi stupisce e mi fa sorridere. Anche perchè
il modo
in cui parla quando assume questo tono è strano.. E' quasi
come se
si sorprendesse da solo.
Sei
così tenero Cass.. Perchè hai disobbedito per me?
Non valgo così
tanto.
“Senti,
mister simpatia.. Vogliamo fare quello che dobbiamo o preferisci
restare qui e dare libero sfogo al tuo sarcasmo?”
Il
mio tono non è duro, né offeso.. E' solo che
voglio cambiare
argomento, anche perchè, se continua a guardarmi in quel
modo, non
tratterrò a lungo le lacrime.
Lui
esita un attimo. Mi guarda in silenzio, quasi volesse leggermi
dentro. Poi annuisce piano e fissa il grande edificio.
“Attieniti
al piano.” mi dice autoritario ma gentile.
“Si
ok.. prendo Sirahel nella sua stanza e lo porto da te. Dove ci
incontriamo?”
Ci
pensa un attimo, poi fa spallucce. “All'entrata.”
Sgrano
gli occhi. Parla sul serio o sta scherzando? Spero la seconda.
Rido
appena, il mio ridere è più nervoso e sarcastico
che altro.
“Certo,” dico “all'entrata.
Così le centinaia di persone lì
fuori ci vedranno.. magari possiamo far partecipare anche loro al
nostro colloquio con Sirahel.”
Capisce
il mio disappunto e mi guarda.
“Tu
che proponi?” chiede.
Io?
Ehm.. che propongo?
Sono
tesa, ma scaccio via i pensieri. Devo concentrarmi e trovare un modo.
Vado su e giù per qualche minuto e penso. Ignoro persino il
dolore
ai miei piedi.. Non ho tempo di lamentarmi. Prima finiamo e prima ce
ne andiamo da qui.
Poi
finalmente mi viene un'idea. Il mio cervello ha ripreso a collaborare
finalmente.
Mi
fermo e fisso l'edificio. “Non mi faranno avvicinare mai alla
sua
camera.” dico “Devi, teletrasportarmi dentro la
stanza.”
Mi
guarda quasi offeso. “Io non teletrasporto la
gente.” mi dice in
tono fermo.
Pronuncia
la parola teletrasporto quasi
disgustato. Ho l'impressione che questo termine non gli piaccia
affatto.
Inarco
le sopracciglia perplessa. Mi fa strano che si offenda, sopratutto
per una cosa così sciocca in un momento così
importante.
Faccio
un grosso respiro e annuisco. “Bene.. riformulo la frase.
Devi
spedirmi in quella stanza precisa, in questo istante preciso,
ignorando le normali leggi spazio-temporali.” pronuncio tutto
d'un
fiato “Così va meglio?”
Mi
guarda confuso. Ho idea che lo manderò al manicomio un
giorno o
l'altro.
“Si!”
esclama “Questa è un'espressione più
corretta.” dice.
Sto
per ribattere ma quando apro la bocca per parlare mi ritrovo nella
camera d'hotel di Sirahel.
Mi
guardo intorno, cerco i disegni di cui Castiel mi ha parlato, ma poi
penso che sicuramente non sono visibili ai miei occhi.
Infatti
tutto quello che vedo è una deliziosa carta da parati
perfettamente
ordinata alle pareti.
“Però,
si tratta veramente bene il nostro Arcangelo brizzolato.”
Sospiro
e mi volto per guardare fuori dalla finestra.
Lo
so che dovrei fare altro, però c'è una vita
magnifica da quassù.
Tutta la città mi appare davanti, illuminata e splendida.
Sorrido
e mi accorgo di non essere più sola nella stanza.. Tuttavia
non mi
muovo.
“Wow,
certo che tu hai fatto proprio le cose in grande mio caro
Sirahel.”
dico voltandomi piano per essere faccia a faccia con lui.
Mi
sorride e si versa un po' di liquore in un bicchiere.
“Sono
felice che ti piaccia Allison.” risponde sorseggiando il suo
drink
“Non ti dispiace se ti do del tu vero?”
E'
elegante e gentile. Non mi stupisce che Castiel sia ciò che
è
avendo avuto un mentore di questo tipo.
“No,”
scuoto il capo alla sua domanda “d'altronde potresti essere
il mio
trisnonno.. Quanti anni hai? 15.000?”
Il
mio tono è calmo ma mantengo sempre una certa vena di sfida
così
che sappia sin da ora che non mi intimorisce affatto.
Lui
sorride e posa il suo bicchiere. Con calma mi si avvicina e mi
osserva attentamente.
“Non
mi stupisce che Castiel abbia disobbedito per riportarti indietro..
Sarebbe stato un vero peccato perderti. Hai carisma, mi piaci. E
oltretutto sei bellissima.” mi dice.
Cosa
fa? Cerca di accaparrarsi la mia simpatia? E poi, come fa lui a
sapere chi mi ha riportato indietro? Castiel aveva detto che nessuno
sapeva del mio ritorno né del suo coinvolgimento.
Beh
suppongo che si sbagliasse. Non credo che questo gli piacerà.
Ignoro
il suo complimento e avanzo di un passo. Ora siamo davvero faccia a
faccia. “Castiel vuole parlarti. Potresti essere
così gentile da
venire con me?” chiedo.
Lui
ride per un attimo e poi si mette le mani in tasca.
“Devo
ammetterlo, il modo in cui me l'hai chiesto è.. molto di
classe. Ma
la mia risposta è no.”
Lo
guardo in silenzio e poi annuisco avvicinandomi alla porta.
“Bene!”
esclamo “Vorrà dire che io e Castiel faremo
irruzione durante la
tua festicciola e mostreremo a tutti che gli Angeli e il
soprannaturale esistono.. Scateneremo il panico e tutti se ne
andranno. La tua festa sarà rovinata e anche la tua
reputazione..
Addio ricchezze, addio bella vita, addio.. umana copertura.. Tutti
sapranno dove sei e chi sei.. E non avrai più
pace.” gli sorrido
appena e alzo la mano per salutarlo “A tra poco.”
gli dico.
Non
so nemmeno cos'ho detto. Se mi chiedessero di ripeterlo non lo
ricorderei.
Ho
improvvisato e spero che Dio me la mandi buona.
Abbasso
piano la maniglia della porta: se ha funzionato mi fermerà
prima che
io esca. Altrimenti mi lascerà uscire, il che vuol dire che
avrò
deluso Castiel e che probabilmente Sirahel mi incenerirà , o
peggio,
per la mia insolenza.
Faccio
una faccia disgustata al pensiero di diventare cenere o
chissà che,
e mi schiarisco la voce mettendo un piede fuori dalla stanza.
“Aspetta!”
esclama.
Mi
fermo e prego affinché non mi uccida.
Chiudo
gli occhi, non voglio guardare.. Addio mondo e.. Ciao inferno, eccomi
sono tornata..
Mi
rassegno alla fine triste che, immagino mi attende, e stringo la mia
pochette.. E' l'unica cosa che mi piace di quest'elegante
messinscena.
“Vi
concedo dieci minuti.” mi dice Sirahel.
Riapro
un occhio per volta, incredula. E dopo l'iniziale stupore sorrido tra
me e me e faccio la voce seria.
“Seguimi!”
gli dico.
Lui
non dice altro. Semplicemente schiocca le dita e sia io che lui ci
ritroviamo fuori, faccia a faccia con Cass.
*****
Arriviamo
a destinazione in un attimo. Non credo di poter quantificare quanto
dura un viaggio del genere.
Spero
solo di non aver sconvolto troppo Allison.
La
sento tremare... tra le mie braccia. In pratica si sta stringendo a
me, ha gli occhi chiusi e respira velocemente. La sua fronte sul mio
petto: oh buon Dio....
Finalmente
riapre gli occhi, mi guarda e non si muove. Resta attaccata a me,
quasi non volesse lasciarmi....
Ha
paura?
Sì,
è paura quella che leggo nei suoi grandi occhi. Mi dispiace
Ally, è
colpa mia, non avrei dovuto chiederti di fare questo per me. Non
sapevo cosa fare.... perdonami. La tengo tra le braccia guardandola
preoccupato, e questo la fa reagire.
Si
allontana da me e mi sorride. "Andiamo?" dice.
A
dispetto del suo sorriso, capisco che non si sente bene, vorrebbe
andare via e questo mi fa star male. E' tutta colpa mia, e se mi dice
solo una parola, la riporto a casa immediatamente. Continua a
sorridermi e.... piccole lacrime le solcano il viso. Sento un colpo
al cuore.
"Perché
piangi?" le domando preoccupato.
Lei
sgrana gli occhi e capisco che non si era resa conto di piangere.
“Piangere?
Non sto piangendo.. Sicuramente mi sarà entrato qualcosa
nell'occhio
mentre volavamo.” nega asciugandosi rapidamente le lacrime.
“In
tutti e due?” sottolineo io. Doveva essere una domanda seria
ma mi
accorgo essere stato ironico.
A
volte non capisco che mi prende, mi escono fuori espressioni che non
sapevo nemmeno di poter formulare.
Anche
lei è sorpresa, alza un sopracciglio e sorride perplessa.
“Senti,
mister simpatia....vogliamo fare quello che dobbiamo o preferisci
restare qui e dare libero sfogo al tuo sarcasmo?” mi chiede
caustica, ma sento dalla sua voce che è sul punto di
scoppiare a
piangere.
Sto
pensando seriamente di riportarla a casa in un battibaleno. Non mi
piace farla soffrire, io dovrei proteggerla non portarla in luoghi
che non le piacciono. E' morta, andata all'inferno e tornata:
dovrebbe stare tranquilla, e non ad una stupida festa umana. Ma poi
ricordo che siamo qui proprio per lei, per sapere cosa diavolo
vogliono da lei.
Decido
di non farle vedere il mio disappunto, deve vedermi forte e non
così.. preoccupato.
"Attieniti
al piano" le dico con voce ferma.
“Si
ok.. prendo Sirahel nella sua stanza e lo porto da te. Dove ci
incontriamo?” chiede Allison.
Mi
sembra un domanda un po' ovvia. "All'entrata." le dico
stringendomi nelle spalle.
Allison
sgrana gli occhi e fa una risata nervosa. “Certo,
così le
centinaia di persone lì fuori ci vedranno.. magari possiamo
far
partecipare anche loro al nostro colloquio con Sirahel.”
risponde
ironica.
L'unica
cosa positiva del suo sarcasmo è che almeno lo capisco.
Forse quello
che usano le ragazze è diverso, quegli altri mi fanno
disperare.
Comunque
ha ragione, non ci avevo pensato. Non è una buona idea
incontrarci
davanti a tutti, per lo meno se Sirahel dovesse decidere di usare i
suoi poteri contro di me, non verrebbe coinvolto nessun altro.
"Tu
che proponi?" le domando sperando che abbia qualche idea
migliore.
Lei
mi fissa per un po' e poi inizia a camminare avanti e indietro: ho
l'impressione che non abbia quell'idea che auspicavo. Ad un tratto si
blocca e guarda l'edificio di fronte a noi.
"Non
mi faranno avvicinare mai alla sua camera. Devi teletrasportarmi
dentro la stanza.” mi dice decisa.
Non
posso fare a meno di sentirmi offeso: ma perché tutti
insistono con
questa cosa del teletrasporto? Credono che sia uno scherzo?
Già è
dispendioso in termini di energie far viaggiare nell'etere soltanto
il mio tramite, e quando porto qualcuno con me il disagio si
moltiplica. “Io non teletrasporto la gente.” le
rispondo
stizzito. Spero che prima o poi lo capiscano, questi umani.
Allison
mi guarda quasi sbigottita, non riesce a capire come mai io mi sia
offeso. Comunque sospira e annuisce con fare compassionevole.
“Bene..
riformulo la frase. Devi spedirmi in quella stanza precisa, in questo
istante preciso, ignorando le normali leggi spazio-temporali.
Così
va meglio?”
Non
capisco se dice sul serio o se sta solo tentando di farmi impazzire.
Non ho tempo ora di rifletterci sopra.
“Si!”
esclamo “Questa è un'espressione più
corretta.” e senza
lasciarle il tempo di aggiungere altro - col rischio di inoltrarci in
iperbole - la sfioro con le dita e sparisce dalla mia vista. L'ho
spedita direttamente da Sirahel.
Sospiro
contrito: ho paura per lei. Sirahel non farebbe mai del male ad un
umano, ma ci stiamo intromettendo nella sua nuova vita, temo la sua
reazione. Guardo verso l'edificio e noto qualcosa che solo un angelo
può notare: è totalmente coperto da simboli
enochiani. E' una
fortezza, niente di soprannaturale può accedervi.
Sicuramente non
gli angeli.
Deglutisco
spaventato: se Allison avesse bisogno di aiuto, non potrei
intervenire in nessun modo.
Mi
rendo completamente conto di aver sbagliato a mandarla lì.
Forse
mi sono troppo fidato di me stesso, del ricordo che avevo del mio
mentore ... ho paura che a pagarne le conseguenze sia Allison.
Inoltre
non le ho detto di evitare il sarcasmo con lui!
Con
me può dire ciò che vuole... come lo vuole e
quando lo vuole. Ma
con un Arcangelo è meglio evitare scherzi e battute.
Mi
guardo intorno, molte persone si affrettano ad entrare nel palazzo,
sorridenti ed entusiaste. Non capisco.
Come
sempre, direbbe Ally con un sospiro. Ma che ci posso fare se
non
capisco gli umani? Non capisco nemmeno il mio tramite:
perché mi ha
detto sì sapendo che avrebbe perso la sua famiglia? Gli
umani sono
strani... il corpo umano è strano. Questo che posseggo io...
reagisce in modo strano in presenza di Allison. In maniera sbagliata
e inopportuna.... e la cosa peggiore è che probabilmente
Allison se
n'è accorta. Lo vedo da come mi guarda.
Ma
che faccio? Invece di tenermi pronto a qualsiasi evenienza, mi metto
a pensare a.... le reazioni che ha il mio tramite?
No,
che io ho.
Scaccio
i pensieri che subito affollano la mia mente dopo questa ammissione e
così facendo mi accorgo che sta arrivando qualcuno.
Un
soffio, un battere d'ali potente, e Sirahel ed Allison mi appaiono
davanti agli occhi.
Allison
accenna un sorriso trionfante, mentre l'Arcangelo... non ha uno
sguardo amichevole.
Istintivamente
mi metto sull'attenti e deglutisco a vuoto.
“Sirahel...” dico in
un sussurro.
Ho
paura, e sono emozionato. E non so cosa succederà.
*****
Quando
Sirahel ci “teletrasporta” di sotto, da Castiel, il
mio sorriso
inizialmente trionfante si trasforma in voltastomaco.
Se
con lui ho avuto la sensazione di scendere da una giostra fin troppo
movimentata, con l'Arcangelo è stato anche peggio.
Mi
sento come se fossi ubriaca e contemporaneamente fossi appena scesa
da una nave dopo aver navigato su un mare in tempesta.
Oh
Dio mio.. Io di sicuro non ero un angelo in un'altra vita.. Oppure lo
ero ma usavo altri mezzi di trasporto. Più.. normali diciamo.
Barcollo
e mi tengo lo stomaco per un attimo. Poi mi poggio al muro mentre gli
occhi di Castiel seguono ogni mio movimento.
“Sto
bene.” lo rassicuro, “Solo.. volare non fa per
me... credo.”
dico.
Lui
annuisce appena anche se è confuso e poi rivolge a Sirahel
il suo
sguardo più serio.
“Sirahel..”
gli dice incerto mostrando una certa.. emozione oserei dire.
“Quanto
tempo fratello.”
L'Arcangelo
lo fissa con occhi decisamente meno amichevoli. Si mette le mani in
tasca e, composto e formale, resta in silenzio prima di parlare.
“Il
mio nome è Thomas Ellinger ora.” dice infine.
“Come ho già
detto alla tua amica vi concederò solo dieci minuti. Anzi,
direi che
ormai ne sono rimasti solo sette circa.”
Osservo
Castiel e mi metto composta.
E'
deluso dalla poca “disponibilità” di
quello che è il fratello
da lui più amato, e non mi piace vederlo così.
Sarà
pure una celeste creatura incapace di sentire freddo o fame.. Ma il
dispiacere è comunque ben visibile nei suoi occhi blu.
Non
appena Sirahel ha parlato, con la freddezza di un severo padre,
Castiel si è irrigidito. Forse è un po'
intimorito.. Non so bene
come descrivere l'espressione sul suo viso.
Mi
infastidisce che Sirahel gli parli in questo modo.
Castiel
lo osserva in silenzio. Lo guarda dritto negli occhi ma non dice
nulla.
E'
possibile, anche se non ne sono sicura, che non sappia bene cosa
chiedere, o che sia troppo intimorito per fare domande.
Io
invece mi sento stranamente tranquilla ora. O perlomeno sono meno
nervosa di prima.
Tutto
questo mi confonde ancora molto, ma siamo qui per avere spiegazioni
dopotutto, e riordino la mia mente pensando a tutto quello che posso
chiedere nei pochi minuti che oramai ci rimangono a disposizione.
“Ok
simpaticone.” dico andando davanti a Sirahel per guardarlo
negli
occhi, “Pochi giorni fa io e Castiel abbiamo ricevuto una
strana
visita. E per strana intendo che tre angeli, tra cui una donna di
nome Myriam, hanno provato ad ucciderci. Tu ne sai niente?”
chiedo.
Castiel
è allibito. Mi fissa e quasi mi sembra che voglia fulminarmi
con lo
sguardo.
Forse
questo non è il modo di parlare ad un Arcangelo, ma io
preferisco
essere chiara e diretta.
“Allison..”
mi rimprovera lui.
Mi
giro e lo guardo alzando un sopracciglio. “Che
c'è? Siamo qui per
fare domande e ottenere risposte no? Tu te ne stai lì a
fissarlo
quasi fosse un'apparizione, quindi tocca a me chiedere.”
cerco di
giustificarmi forse.. Come sempre a modo mio.
“Non
è questo il modo corretto di parlare ad..” si
interrompe perchè
Sirahel ha alzato una mano per zittirlo.
Lo
guarda e tace di colpo, abbassando il capo in silenzio, come un
perfetto soldato.
“Va
bene così Castiel.” dice l'Arcangelo.
“Mi piace questa ragazza.
E' diretta e chiara. Qualità davvero rare di questi
tempi.”
Non
so se essere lusingata dal complimento o spaventata dal modo
agghiacciante in cui ha parlato.
Tuttavia
devo essere determinata e sicura di me, o quantomeno sembrarlo.
Altrimenti tutto questo sarà stato inutile.
“Grazie..
Almeno credo.” dico perplessa.
Castiel
scuote leggermente il capo. Credo che dovrò subirmi una
bella
ramanzina quando torneremo a casa.
Io
non credo di aver fatto nulla di male. Siamo qui per chiedere, ed io
ho chiesto.
Finalmente
Cass si decide a rialzare gli occhi e guarda Sirahel per qualche
secondo.
“Scusala..”
gli dice calmo riferendosi a me. “Noi vorremmo sapere
perchè
Myriam e gli altri angeli ce l'hanno con lei. Puoi aiutarci?”
gli
chiede.
Rido
appena. E' esattamente quello che ho chiesto io o no? Però
Castiel
mi lancia un'occhiataccia ed io capisco che è il momento di
tacere.
Per
davvero stavolta.
Sirahel
è elegante.. Si muove piano e calmo. Si massaggia la
mascella con
una mano e poi rimette quest'ultima in tasca.
“Myriam
e i suoi “aiutanti” hanno perso la retta via molto
tempo fa.”
dice calmo.
Per
me sono semplici parole, ma per Castiel hanno un significato
più
profondo probabilmente, perchè il suo sguardo si illumina di
conoscenza e stupore.
“Quindi
non stavano eseguendo gli ordini del paradiso?” chiede.
Sirahel
scuote il capo e fissa l'asfalto. Poi rialza gli occhi su Castiel che
ora sembra spaventato.
“Perchè?”
gli chiede.
L'Arcangelo
fa un grosso respiro e poi mi guarda. “E' una ragazza molto
speciale.” dice soltanto.
Ok,
lo ammetto, sono confusa. Ma confusa davvero, oltre l'inverosimile.
Qualunque
cosa ci sia sotto mi stanno nascondendo qualcosa, e non mi sembra
corretto che lo facciano. Ho il diritto di sapere perchè
vogliono
uccidermi.
Apro
le braccia scocciata, mentre loro si osservano in silenzio.
Castiel
ha capito tutto. Lo vedo dai suoi occhi. Io invece non ho capito
niente.
“Ok..
potete smettere di parlare l'angelese e dirmi che diavolo sta
succedendo?” chiedo per metà sarcastica e per
metà dura.
Cass
non si muove di un solo centimetro, nemmeno mi guarda. Forse per
paura che guardandomi non riuscirebbe a mentire, forse solo
perché è
evidentemente preoccupato.
Fissa
l'asfalto, con gli occhi chiusi ed ho come la sensazione che speri,
riaprendoli, di aver solo fatto un brutto sogno.
Vorrei
scuoterlo e urlargli di dirmi che succede, ma questo silenzio fatto
di sguardi che io non comprendo mi fa raggelare il sangue nelle vene.
Quello
che mi piacerebbe fare è andarmene e tornare alla mia
“normalità”,
quello che devo fare invece è capirne di più. E
ancora una volta,
sono costretta a mettere il dovere prima di tutto.
Guardo
Castiel che non sembra per nulla intenzionato a parlarmi e mi sento
furiosa.
Sento
gli occhi diventare gonfi, e so che la tensione sta per trasformarsi
in un pianto accorato che trattengo per facciata, ma a cui non
tarderò molto a dar libero sfogo se nessuno si decide a dire
qualcosa.
Perchè
Cass mi nasonde le cose? Può davvero, quello che lui e
Sirahel si
sono “detti”, essere così orribile?
“Non
è corretto Cass.” dico con la voce spezzata dal
pianto “Non è
corretto che tu mi coinvolga in tutto questo e poi mi tenga
all'oscuro.”
Rialza
lo sguardo e lo posa su di me. I suoi occhi sono velati di tristezza.
Anche lui sembra sul punto di piangere. Non so se perchè non
gli
piace vedermi triste o sé invece è per quello che
deve dirmi.
So
solo che mi sento come in uno di quei film da quattro soldi in cui
tutti si fissano mentre un leggero venticciolo si alza tutto intorno.
“Allison..”
mi sussurra Castiel. Piega appena la testa e non dice altro.
Semplicemente guarda Sirahel come per chiedergli il permesso di
continuare.
L'Arcangelo
lo osserva per un attimo e poi posa gli occhi su di me.
“I
minuti passano.” dice, “Quindi arriverò
dritto al punto. Quando
Castiel ti ha salvato da Azazel, ha tralasciato qualcosa.. se
così
si può dire.”
Chi
diavolo è Azazel?
“Chi
è Azazel?” chiedo.
Sirahel
sospira e si schiarisce al voce. “Era un demone molto
potente.
Aveva selezionato alcuni bambini per farne, una volta cresciuti, il
suo piccolo esercito personale. E per assicurarsi che avessero le
giuste.. doti, ha fatto bere ad ognuno di loro, la notte del loro
sesto mese di vita, un po' del suo sangue.” mi spiega.
“Ma quando
è arrivato nella tua camera, Castiel, che aveva il preciso
ordine di
non interferire in alcun modo,” ora sposta per un secondo lo
sguardo su di lui, e poi torna su di me “ha disobbedito e
l'ha
scacciato impedendogli di compiere il suo piano.”
Ok,
ora si che ho il voltastomaco!
“Quello
che il nostro caro Castiel non sapeva, o ha finto di non sapere,
è
che tu eri una bambina speciale già di tuo. Senza bisogno
che Azazel
facesse niente per te.”
Ora
le lacrime sono inevitabilmente venute fuori. “Definisci
speciale.”
dico mantenendo comunque il mio tono di sfida.
“Sei
un tramite Allison.. Un tramite molto potente.” dice ridendo.
Sembra
divertito dal mio dolore e dal mio timore. Se non fossi così
sconvolta lo picchierei.
“Smettila
con questo teatrale dico non dico... Un tramite di
cosa?”
chiedo dura.
Lui
fissa l'orologio e poi mi guarda: “Tempo scaduto.”
dice. E senza
dire altro, scompare.
Mi
guardo intorno e mi sento stanca.
Il
flusso di informazioni è troppo. Mi sento come se la mia
mente
stesse per esplodere.
Sospiro
e mi passo piano una mano sul viso. Poi fisso Castiel che mi guarda
tristemente.
Dovrei
essere furiosa con lui, ma non ci riesco. Ho appena scoperto che mi
ha salvato la vita già molto prima che io lo venissi a
sapere, e
quindi posso solo essergli grata.
Oltretutto
so che tiene a me, so che non vorrebbe mai ferirmi. E so anche che la
situazione, in generale, è complicata anche per lui.
So
che dovrò avere pazienza e fiducia nel mio salvatore. E so
anche che
ora voglio solo tornare a casa.
“Possiamo
tornare a casa per favore?” gli chiedo singhiozzando un po'.
Lui
mi guarda per un attimo che mi sembra infinito e poi avanza piano
verso di me.
Alza
la mano e me la avvicina al viso. Chiudo gli occhi e mi preparo al
volo di ritorno.
Quello
che invece sento, sono le sue dita affusolate che leggermente mi
asciugano il viso.
Riapro
gli occhi e lo osservo. Mi sta vicino, molto vicino e stavolta non
sembra in imbarazzo. Sembra solo dispiaciuto.
“Mi
dispiace che tu abbia scoperto queste cose in questo modo.”
mi
sussurra.
Mi
sento calma quando sono con lui, e la sua voce ha un effetto
rilassante su di me.
Oltretutto
il modo in cui mi parla e mi asciuga le lacrime mi provoca un brivido
lungo la schiena.
“So
che non puoi adesso. Ma.. quando potrai mi dirai tutta la
verità
Castiel?” gli chiedo piano.
Lui
annuisce e mi bacia la fronte.
Chiudo
gli occhi e quando li riapro siamo nel mio salotto.
Stavolta
non mi sento male. E con questo intendo dire che gli effetti del volo
non si fanno sentire.. Per il resto sono molto lontana dallo star
bene.
Mi
schiarisco la voce e mi allontano poco da lui. Poggio la mia pochette
sul tavolino e scendo dai tacchi.
Gli
volto le spalle, ma solo perchè mi serve tempo per
riprendere il
controllo delle mie emozioni.
Quando
mi sento pronta, respiro a fondo e mi volto per guardarlo piano.
“Allora,
quanti anni ha questo Sirahel?” chiedo sorridendo.
“Voglio dire,
voi angeli contate gli anni vero? Intendo, come gli umani.”
So
di non essere stata chiara. Anche io mi sento confusa dalle mie
stesse parole a dire il vero.
“Ok,
riformulo la domanda.. Ehm, ad esempio, io ho 24 anni. Tu e Sirahel
quanti ne avete?” domando.
“Molti
di più.” risponde lui.
Annuisco
e mi avvicino un po'. “Quanti di più?”
chiedo ancora.
Lui
mi guarda serio per un attimo e poi incrocia le braccia dietro la
schiena.
“Sirahel
ne ha 8.000. Io circa 4.000” dice vago.
Ok,
sono un po' scioccata, ma non più di tanto.
“Wow!”
esclamo “Ve li portate bene.” scherzo.
Lui
sorride appena.
Anche
io mi lascio sfuggire un sorriso mentre i singhiozzi spariscono
piano. “E avete un giorno preciso di compleanno?”
chiedo.
“Compleanno?”
mi chiede perplesso.
“M-m..
Sai, un giorno preciso in cui festeggiare l'anniversario della vostra
nascita.” spiego. Spero di essere stata chiara.
Lui
inarca le sopracciglia e ci pensa un attimo. “No.”
dice infine
“Noi siamo stati creati prima degli uomini, quando il mondo,
così
come tu lo conosci, non esisteva ancora..”
Lo
guardo dolce e mi avvicino a lui ancora di più.
Ora
solo lo spazio di un respiro ci separa. “Quando siete stati
creati
il mondo era ancora una tela bianca.. Possiamo dire
così?” gli
chiedo guardandolo negli occhi.
Lui
si inumidisce istintivamente le labbra con la lingua. Credo che
l'abbia fatto solo per celare l'imbarazzo che la poca distanza tra
noi gli provoca.
“Beh,
non userei proprio questa espressione. Vedi..”
Inizia
a parlare. Della sua creazione e del mondo com'era prima che
l'umanità fosse creata.
Quello
che dice è interessante, ma parla un po' troppo ed io fatico
a
resistere all'idea che mi martella la mente da quando ha asciugato le
mia lacrime.
Sorrido
appena e poi poggio la mia bocca sulla sua. Delicatamente e per pochi
secondi.
Pochi
secondi che mi fanno rabbrividire.
Mi
allontano piano e gli accarezzo i capelli: “Basta parlare per
oggi.
Ho bisogno di dormire.” sussurro.
Ha
un'espressione indecifrabile, ma credo che il mio gesto non gli sia
affatto dispiaciuto, anzi..
Sorrido
e prendo le mie scarpe avvicinandomi alle scale. “Buonanotte
messaggero spettinato. Ci vediamo domani.” gli dico salendo
di
sopra. “E non dimenticarti l'impermeabile.”
aggiungo infine.
Sorrido
tra me e me ed entro nella mia stanza.
*****
Nonostante
io sia praticamente impietrito davanti al mio superiore, vedo Allison
impallidire e vacillare e il suo sorriso compiaciuto si trasforma in
una smorfia di disgusto. Se volare con me l'ha spaventata, non oso
immaginare come si stia sentendo adesso. Gli Arcangeli sono
più
rapidi e potenti di ogni altra creature celeste, spostarsi con loro
può rivelarsi un'esperienza devastante. Anzi mi meraviglia
che Ally
sia in piedi.
“Sto
bene. Solo.. volare non fa per me... credo.” mi dice con voce
incerta, quando si accorge che la sto osservando.
Io
le faccio un cenno e torno a guardare l'Arcangelo di fronte a me.
“Sirahel....
quanto tempo fratello.” gli dico. Mi accorgo che la mia voce
trema
per l'emozione e questo mi imbarazza: ma non posso farci niente. Mi
sento irrequieto, sotto esame, e il suo sguardo duro non mi aiuta di
certo. Mi fissa in silenzio con le mani in tasca.
“Il
mio nome è Thomas Ellinger ora.” sottolinea dopo
un po'. “Come
ho già detto alla tua amica vi concederò solo
dieci minuti. Anzi,
direi che ormai ne sono rimasti solo sette circa.”
Sento
i muscoli di questo corpo che si contraggono. E' freddo, distaccato e
ciò mi ferisce. Voglio dire, non è che io sia un
campione di
cordialità, ma non è volontario, sono
semplicemente così. Sirahel
invece lo fa di proposito, glielo leggo negli occhi.
Pochi
minuti fa sapevo benissimo cosa chiedergli e come chiederglielo, ma
adesso mi sento bloccato: ho sbagliato a venire qui, non è
più
l'Arcangelo che conoscevo io. È ostile.
Sto
ancora riordinando le idee quando mi accorgo che Allison avanza verso
di noi e si frappone tra me e lui. Che vuole fare?
“Ok
simpaticone. Pochi giorni fa io e Castiel abbiamo ricevuto una strana
visita. E per strana intendo che tre angeli, tra cui una donna di
nome Myriam, hanno provato ad ucciderci. Tu ne sai niente?”
gli
domanda con noncuranza, come se fosse un suo vecchio amico. La fisso
attonito e spero ardentemente che capisca la mia contrarietà
e stia
zitta, e che magari chieda anche scusa per il tono usato.
“Allison...”
riesco a dirle soltanto. Lei per tutta risposta si gira verso di me e
mi guarda sorpresa.
“Che
c'è? Siamo qui per fare domande e ottenere risposte no? Tu
te ne
stai lì a fissarlo quasi fosse un'apparizione, quindi tocca
a me
chiedere.” ha il coraggio di... rimproverarmi!
Credo
di essere arrabbiato. “Non è questo il modo
corretto di parlare
ad..” inizio, ma Sirahel alza una mano per farmi tacere ed
io, da
bravo soldato, taccio immediatamente abbassando la testa con
riverenza.
“Va
bene così Castiel.” dice seccamente. “Mi
piace questa ragazza.
E' diretta e chiara. Qualità davvero rare di questi
tempi.”
Ho
la sensazione che sia un frecciata nei miei confronti, suppongo che
la mia sottomissione sia un difetto ai suoi occhi.
“Grazie..
Almeno credo.” dice Allison lanciandomi un'occhiata perplessa.
Io
guardo di nuovo Sirahel. “Scusala. Noi vorremmo sapere
perché
Myriam e gli altri angeli ce l'hanno con lei. Puoi aiutarci?”
gli
domando. Allison ridacchia: so che è la stessa cosa che gli
ha detto
lei, ma la ragazza non si rende conto che con un Arcangelo bisogna
essere remissivi. La guardo torvo e lei miracolosamente tace.
Intanto
Sirahel sembra riflettere sulla mia domanda, ma io so benissimo che
lui sa cosa stia succedendo.
“Myriam
e i suoi “aiutanti” hanno perso la retta via molto
tempo fa.”
mi annuncia con calma.
Che
si comportassero in maniera strana l'avevo notato, che avessero perso
di vista il loro obiettivo originario anche, ma... la frase
dell'Arcangelo mi colpisce come un pugno e un terribile sospetto si
insinua in me.
“Quindi
non stavano eseguendo gli ordini del Paradiso?” chiedo io,
pur
intuendo già la risposta.
Sirahel
scuote il capo e abbassa lo sguardo sull'asfalto, poi rialza gli
occhi e li punta su di me. La paura mi invade all'istante.
Myriam....
era al servizio dell'Inferno? Un angelo ribelle? Oh Signore Iddio...
Devo
avere assunto un'espressione strana, perché Allison mi fissa
preoccupata.
“Perchè?”
chiedo sperando che Ally non senta il timore nella mia voce.
Lui
sospira e lancia un'occhiata a lei. “E' una ragazza molto
speciale.”
Non
mi piace, per niente. Non suona come un complimento: che vuol dire?
Allison è speciale, ma per me.
Cosa possono volere dei traditori da lei? Non appartiene ad Azazel,
l'ho fermato: cosa vogliono da lei?
“Ti
prego Sirahel.... dimmi perché.”
gli domando telepaticamente, come direbbero gli umani.
Lui
mi fissa per alcuni istanti, quasi sorpreso dal fatto che io abbia
osato parlargli col pensiero.
“Tu
lo sai, Castiel. L'hai sempre saputo. Aver impedito al demone in
infettarla col suo sangue, non è servito a niente.”
mi dice implacabile, gettandomi nello sconforto. Che significa? Che
sta succedendo?
“Non
capisco..”
continuo io. Lui
sorride.
“Lo
so, è sempre stato così mio ingenuo angioletto.
Hai creduto se
bastasse far scappare Azazel per salvarla, invece non è
stato così.
L'hai riportata in vita per egoismo, perché ti sentivi in
dovere e
in potere di farlo, e benché mi piaccia col suo caratterino,
forse
avresti fatto meglio a lasciarla laggiù.”
risponde guardandomi negli occhi.
Io
chiudo i miei, ferito e deluso. Vorrei fosse solo un brutto incubo,
ma io non dormo mai.
“Non
è vero fratello, non è stato egoismo!”
mi difendo, “Non meritava di stare
all'Inferno, non era
giusto. Lei è una cacciatrice, combatte il Male e
dà pace agli
spiriti irrequieti. Non meritava di bruciare all'Inferno.”
ripeto accorato.
“Non
lo meritava?”
mi urla in
testa, “Ragazzo, si è
uccisa, secondo le nostre regole
lo meritava, eccome! Ma tu hai il cuore tenero, Cass, e questo ti
porterà alla rovina.”
“Ok..
potete smettere di parlare l'angelese e dirmi che diavolo sta
succedendo?” prorompe Allison evidentemente esasperata da
quello
che lei vede solo come un silenzio, quando in realtà
è una
chiassosa conversazione tra angeli.
Non
riesco nemmeno a guardarla, ho paura di scoppiare a piangere. Il
terrore di aver capito perché è tanto
“speciale” mi fa tremare.
“Lei
non sa niente, vero? Nemmeno che l'hai salvata dal disgustoso snack
demoniaco. Pensa quando le diremo che è … un
tramite. Ma non un
uno qualsiasi Castiel, lo sai vero?”
Sirahel continua a parlarmi col pensiero, buttandomi sempre
più
nello sconforto.
“No,
non sa niente....”
rispondo
colpevole.
“Hai
sbagliato ragazzino, nascondendole la verità non l'hai messa
al
riparo, anzi, avresti potuto causare la sua morte, perché
ignara del
pericolo che correva.”
Adesso
è crudele. Sto per replicare quando Allison interviene
un'altra
volta.
“Non
è corretto Cass.” mi dice con voce tremante.
“Non è corretto
che tu mi coinvolga in tutto questo e poi mi tenga
all'oscuro.”
La
guardo e mi sento morire dentro. Non voglio nasconderle nulla ma non
ho il coraggio di parlare.
“Allison...”
inizio, ma poi guardo l'Arcangelo con la stupida speranza che mi
venga in soccorso.
Lui
mi guarda ma non mi parla, poi rivolge lo sguardo su di lei.
“I
minuti passano. Quindi arriverò dritto al punto. Quando
Castiel ti
ha salvato da Azazel, ha tralasciato qualcosa.. se così si
può
dire.” le racconta semplicemente. Allison sgrana gli occhi,
non ha
la minima idea di chi sia l'essere nominato da Sirahel.
“Chi
è Azazel?” chiede infatti.
Sirahel
sospira. “Era un demone molto potente. Aveva selezionato
alcuni
bambini per farne, una volta cresciuti, il suo piccolo esercito
personale. E per assicurarsi che avessero le giuste.. doti, ha fatto
bere ad ognuno di loro, la notte del loro sesto mese di vita, un po'
del suo sangue.” le spiega pazientemente. “Ma
quando è arrivato
nella tua camera, Castiel, che aveva il preciso ordine di non
interferire in alcun modo,” dice come un rimprovero
guardandomi per
un istante, “ha disobbedito e l'ha scacciato impedendogli di
compiere il suo piano.”
Allison
mi guarda sorpresa, non sapeva nulla di tutto ciò e
sicuramente non
può ricordarsi di me. Non coscientemente almeno.
“Quello
che il nostro caro Castiel non sapeva, o ha finto di non sapere,
è
che tu eri una bambina speciale già di tuo. Senza bisogno
che Azazel
facesse niente per te.” continua l'Arcangelo, spostando lo
sguardo
dal viso di Allison al mio.
Lei
inizia a piangere. “Definisci speciale.” gli dice
quasi come un
ordine.
“Sei
un tramite Allison.. Un tramite molto potente.” le risponde
ridendo.
“Smettila
con questo teatrale dico non dico... un tramite di cosa?”
Ma
Sirahel ritiene di aver già detto abbastanza, e fissando
prima il
proprio orologio e poi Allison, pronuncia un: “Tempo
scaduto.” e
sparisce dalla nostra vista.
Allison
sospira, mi guarda e invece di leggere rabbia, nei suoi occhi vedo
comprensione. Capisce perché non le ho detto nulla? Io
volevo
solo.... evitarle tutto questo, non deve essere particolarmente
piacevole sapere che era stata scelta da un demone come soldato del
proprio esercito. Fa orrore anche a me tale idea.
“Possiamo
tornare a casa per favore?” mi chiede con dolcezza, mentre i
singhiozzi si impossessano di lei. È sconvolta, e mi
dispiace da
morire. Vorrei dirle tante cose ma... non ci riesco, allora alzo una
mano verso il suo viso e le asciugo le lacrime dalle guance.
Allison
riapre gli occhi, chiusi quando mi sono avvicinato a lei, e mi fissa
intensamente. Il disagio che di solito provo quando le sono
così
vicino è inferiore al dolore che provo nel vederla
così.
“Mi
dispiace che tu abbia scoperto queste cose in questo modo.”
le
sussurro piano.
Lei
mi rivolge un debole sorriso. “So che non puoi adesso. Ma..
quando
potrai mi dirai tutta la verità Castiel?” mi
chiede.
Io
annuisco e... senza rendermene conto, la bacio sulla fronte.
Ed
è questo bacio che ci riporta in casa di Allison, quasi
neanche io
me ne accorgo. Lei si allontana da me e posa la sua borsetta sul
tavolino, si toglie le scarpe e resta girata di spalle. È
ancora
scossa da deboli singhiozzi e io la lascio sfogare.
Poi
finalmente si volta verso di me. “Allora, quanti anni ha
questo
Sirahel? Voglio dire, voi angeli contate gli anni vero? Intendo, come
gli umani.” mi domanda con un sorriso, lasciandomi di stucco.
Perché questa domanda? Ah già,
curiosità umana. Ma sinceramente
non so come risponderle.... mi ha preso alla sprovvista.
“Ok,
riformulo la domanda.. Ehm, ad esempio, io ho 24 anni. Tu e Sirahel
quanti ne avete?”
Avevo
capito anche prima, ma le lascio credere di avermi illuminato.
“Molti
di più.” le rispondo con un'ovvietà che
infastidisce anche me.
Allison
annuisce e si avvicina a me. “Quanti di
più?”
“Sirahel
ne ha 8.000. Io circa 4.000” le dico approssimativamente.
Lei
mi fissa per un attimo. “Wow! Ve li portate bene.”
esclama
divertita.
Le
sorrido, almeno è più serena.
“E
avete un giorno preciso di compleanno?”
Ecco,
un'altra domanda alla quale ho difficoltà a rispondere.
“Compleanno?”
“M-m..
Sai, un giorno preciso in cui festeggiare l'anniversario della vostra
nascita.” mi spiega.
Come
possiamo noi angeli avere una data precisa di nascita se quando
nascemmo il tempo non esisteva?
“No.
Noi siamo stati creati prima degli uomini, quando il mondo,
così
come tu lo conosci, non esisteva ancora..”
Lei
mi rivolge uno sguardo strano e mi si avvicina ancora di
più. Forse
dovrei fare un passo indietro ma non ne ho voglia.
“Quando
siete stati creati il mondo era ancora una tela bianca.. Possiamo
dire così?” mi chiede guardandomi negli occhi.
Io
invece le guardo le labbra, e... sento irresistibile la voglia di
baciarla. Ma mi trattengo, ovviamente. Sono un angelo.
“Beh,
non userei proprio questa espressione. Vedi, prima degli
uomini....”
inizio a raccontarle della Creazione, la mia e dei miei fratelli e
prima ancora quella degli Arcangeli, e via discorrendo.
Lei
mi fissa seria, poi mi sorride e prendendomi il viso tra le mani....
posa la sua bocca sulla mia.
Un
istante, pochi attimi, ma talmente intensi da farmi tremare. Se non
mi lascia subito non so cosa succederà. Finalmente si
allontana da
me e mi accarezza i capelli. “Basta parlare per oggi. Ho
bisogno di
dormire.” mi dice in un sussurro.
Io
la guardo senza articolare parola, turbato e spaventato dalle mie
stesse emozioni. Esaltanti emozioni.
Lei
allora mi sorride e si avvicina alle scale. “Buonanotte
messaggero
spettinato. Ci vediamo domani.” mi saluta.
“E
non dimenticarti l'impermeabile.” aggiunge prima di sparire.
Resto
da solo a guardare nel vuoto. Se non sapessi che è
impossibile, in
quanto Jimmy è un uomo devoto a Dio e alla moglie, giurerei
che mi
sta incitando a seguirla. No, sono solo io che mi lascio sopraffare
da certi pensieri osceni.
Sospiro
e mi siedo sul divano, aspetterò che la notte finisca
standomene qui
tranquillo.
Dovrei
riflettere su quello che è successo stasera con Sirahel,
invece non
so perché, rifletto su come il verbo
“conoscere” può assumere
più di un significato.....
|
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Capitolo 5 *** What are you dreaming about? ***
What
are you dreaming about?
Che
cosa sto sognando?
Voci,
sento voci nella mia mente. E immagini scorrono veloci soffermandosi
sui particolari più brutti del mio soggiorno all'Inferno.
Sono
immagini di scene quotidiane, che ho vissuto. Delle quali sono stata
protagonista e che ricorderò per sempre.
Non
so perchè ricordo tutto. Quando sono tornata credevo di
essere come
rinata e quindi mi ero illusa di essere come un involucro vuoto che
doveva essere riempito di nuovi ricordi e di nuova vita.
Ma
mi sbagliavo.. Ogni minimo dettaglio è impresso nella mia
mente, e
per quanto finga di star bene, non è affatto così.
Il
lato positivo, che credo sia anche quello che mi fa risultare questi
incubi tanto orribili, è che ora ho di nuovo voglia di
vivere... O
perlomeno non ho più voglia di morire.
Due
concetti diversi tra loro ma elegantemente e sottilmente legati dallo
stesso filo: la vita stessa.
Non
so esattamente come spiegare il momento che sto vivendo, ma volendola
dire in maniera comprensibile, direi che sono intrappolata nel mio
sogno.
Sono
contemporaneamente spettatrice e protagonista delle torture che
venivano inflitte alla mia anima e che ora si ripropongono davanti ai
miei occhi.
Non
so come fare a svegliarmi e ho paura di quello che vedo. Ho paura di
quello che sento.. Che sento dentro.
Piango
e urlo, ma dalla mia gola non esce nessun suono. O perlomeno non esce
nel sogno..
Perchè
quando finalmente riapro gli occhi, agitandomi nel mio letto, le mie
urla squarciano il silenzio della stanza privandomi di tutta l'aria
che ho nei polmoni.
Sono
terrorizzata. Anche ora che sono sveglia e consapevole di esserlo, la
paura non mi abbandona.
Sono
sudata, ho il cuore in gola e i miei occhi non riescono a smettere di
versare lacrime.
Mi
sento pietosa, stanca e sopratutto stupida.
Sono
solo sogni e non dovrei permettere loro di ridurmi così.
Mi
guardo intorno e nella stanza, illuminata dalla sola luce della luna,
intravedo Castiel.
Non
riesco a vedere bene la sua espressione ma so che mi sta osservando.
Lo percepisco.
Quello
che mi domando è perché non mi ha svegliata.. Ah
si.. L'ultima
volta che l'ha fatto l'ho praticamente aggredito verbalmente.
Oh
povero angelo.. Come fai a sopportarmi?
Mi
schiarisco la voce e allungo la mano per accendere l'abat-jour sul
comodino.
Ora
lo vedo bene, è preoccupato. Anzi preoccupatissimo.
Mi
guarda e non dice niente ed io per tutta risposta, incapace di fare
altro, faccio spallucce scoppiando a piangere più forte.
Adoro
il fatto che lui sia qui nonostante le tentazioni che lo starmi
accanto gli provoca.
Adoro
il fatto che sia sempre qui per me nonostante la punizione che
potrebbe costargli. E nonostante il bacio che gli ho dato e di cui
dovremo parlare prima o poi.
Vorrei
chiedergli di abbracciarmi, ma singhiozzo e non voglio pretendere da
lui più di quanto già fa.
Tremo..
Ho freddo anche se la stanza è caldissima.
Mi
sento un po' infantile per il pensiero che occupa la mia mente, ma
vorrei che i miei genitori fossero qui.
Mi
mancano terribilmente e vorrei l'abbraccio di mio padre e la dolce
voce di mia madre capace di tranquillizzarmi.
Tremando
mi sistemo di nuovo sotto le coperte e parlo senza rendermene davvero
conto.
“Mi
mancano i miei genitori Castiel..” sussurro piano.
Lui
respira piano e abbassa gli occhi.
“Lo
so.” mi dice “Li hai persi quando eri ancora una
bambina. Sei
decisamente cresciuta troppo in fretta.” continua.
Mi
asciugo gli occhi e mi sposto i capelli indietro. “Avvicinati
ti
prego.” gli dico.
Sembra
rifletterci un attimo e poi si avvicina al mio letto.
Mi
sposto un po' e lui, dopo un'iniziale esitazione, si siede e mi
sposta dal viso le poche ciocche rimaste.
“Rimani
qui con me?” gli chiedo.
“Si!”
esclama piano lui “Se lo vuoi certo.”
Annuisco
e mi avvicino un po' accoccolandomi vicino alla sua gamba.
“Finché
non mi sveglio?” chiedo.
“Finché
non ti addormenti.” sussurra lui.
Poi
mi tocca piano la fronte e la mia tensione scivola via facendomi
addormentare subito.
Non
so che ora fosse quando mi sono addormentata. Ma al mattino, quando
apro gli occhi, sono le 08:00.
Gli
incubi sono brevi flash nella mia mente. Flash che mi impongo di
allontanare.
Sono
sola nella stanza. Segno che Castiel ha decisamente fatto come aveva
detto, e se n'è andato subito dopo che mi sono addormentata.
Ho
bisogno di una doccia.. Decisamente. Ma prima ho bisogno di un
caffè.
Scendo
piano dal letto e apro la finestra per far entrare aria fresca nella
stanza. Dopodiché scendo di sotto e vado dritta in cucina.
Castiel
è lì. Guarda fuori, e quando mi sente e si volta,
la luce che si
irradia dietro di lui, dalla finestra, lo rende ancora più..
luminoso del solito.
Lo
trovo bellissimo. E non mi riferisco al suo tramite, ma proprio alla
luce che il suo essere emana tramite gli occhi di quel corpo.
Non
so se è possibile, ma a volte, come adesso, ho davvero la
sensazione
di poter vedere oltre il corpo e la pelle.. Di poter vedere lui..
L'angelo.
“Ben
alzata.” mi dice piano “Come ti senti questa
mattina?”
Mi
guarda e inesorabilmente mi sento in pace.
“Mi
sento benissimo.” dico sorridendo e stiracchiandomi.
Lui
abbassa gli occhi di colpo. Inizialmente non capisco perchè,
poi
comprendo che forse la mia maglietta che si alza scoprendo un po' del
mio ventre, lo “turba”.
Mi
rimetto composta e mi avvicino alla cucina facendo finta di niente.
L'ultima cosa che voglio è imbarazzarlo più di
quanto già non sia.
Prendo
tutto l'occorrente per fare il caffè e mi schiarisco la voce.
“Allora..
che mi racconti di bello?” gli chiedo scioccamente.
Lui
rialza gli occhi e li posa su di me.
“Ti
ho trovato un lavoro.” mi dice.
Sono
perplessa e lui lo capisce.
“Vampiri,
la tua specialità.” spiega “Credo che
lavorare ti farà bene.”
Annuisco
e prendo una tazza. “Uccidere dei vampiri come metodo per
distrarmi
dai miei incubi conseguenza del mio soggiorno all'inferno.”
faccio
il punto della situazione e scuoto leggermente il capo.
“Cavolo..
La mia vita è un vero disastro.” dico.
Il
mio tono è sicuramente buffo, perchè lui mi
osserva e sorride di
gusto.
Lo
osservo e sorrido a mia volta. “Sono felice che le mie
disgrazie ti
divertano messaggero spettinato.” gli dico versandomi il
caffè.
Lui
piega la testa e mi osserva. “Non era mia intenzione ridere
di te.
E' solo che.. hai un modo di affrontare le cose che mi..”
sembra
non trovare le parole giuste.
“Affascina?”
suggerisco io.
“Si.
Più o meno.” risponde.
Gli
offrirei del caffè ma sono sicura che lui non beve
caffè.. anzi mi
sa che non beve affatto.
“Ti
va di tornare al lavoro?” mi chiede “Non sei
costretta se non
vuoi. Ci sono altri cacciatori a cui posso chiederlo.”
Sospiro
e finisco il mio caffè annuendo. “No no.. Va bene.
Me ne occupo
io.” poso la tazza nel lavandino “Mi
accompagni?” chiedo.
Lui
annuisce. “Appena sarai pronta andremo a dare una prima
occhiata.
Giusto perchè tu ti faccia un'idea di come agire.”
mi comunica
quasi autoritario.
Trattengo
una risata per il suo tono formale e annuisco avviandomi verso le
scale. “Agli ordini!” esclamo.
Gli
faccio l'occhiolino e salgo di sopra per prepararmi.
*****
Che
stai sognando, Ally?
Sono
tentato di entrare nel tuo mondo onirico... ma ho paura. Non tanto
della tua reazione alla mia invadenza, ma ho paura di quello che
vedrei.
Stai
sognando l'inferno, lo so.
Ti
agiti, ti lamenti, quasi singhiozzi. Vorrei svegliarti ma mi
trattengo.
Me
ne sto qui accanto alla tua finestra, osservandoti mentre i ricordi
infernali popolano il tuo riposo.
Tu
non meritavi l'inferno, Sirahel si sbaglia. Hai sbagliato
sì, ma....
non dovevi stare lì.
Sono
felice di averti riportato alla vita, lo rifarei altre cento volte.
Ma ho paura, perché le allusioni dell'Arcangelo confluiscono
tutte
in un'unica, terribile verità. Non posso accettarla, ma la
vedo così
chiara davanti a me da lasciarmi senza fiato.
Salvarti
da Azazel non è servito a granché, eri
già predestinata al Male.
Non
sarai sola, te lo giuro.
Basta,
non posso più vederla soffrire così, sta urlando
nel sonno, basta
così.
Schiocco
le dita e lei.. si sveglia. Un trucco che mi ha insegnato Sirahel,
diversi secoli fa.
Ansima
e piange: è terrorizzata. Non oso avvicinarmi ma soffro con
lei.
Guarda verso di me, forse mi ha percepito.
La
vedo muoversi nell'ombra e allungarsi verso la lampada accanto al suo
letto.
Finalmente
la luce squarcia l'oscurità della stanza, e i nostri sguardi
si
incontrano.
Allison
è sconvolta, atterrita dalle terribili immagini che il sogno
le
aveva impietosamente regalato. Farei qualunque cosa pur di evitarle
questo, ma non so che fare. Non posso bloccare gli incubi, potrei
solo intervenire quando ne è preda. Forse le
chiederò se posso
svegliarla quando le accade ciò che è appena
accaduto.
Mi
fissa in silenzio, poi si stringe nelle spalle e scoppia a piangere.
Scuoto
il capo con desolazione, penso che gli umani in queste situazioni....
abbracciano la persona che sta piangendo, ma io non posso. Non so se
lei lo vorrebbe, orgogliosa com'è, e inoltre.... non sono
più
un'entità incorporea, non sono solo luce. Adesso sono anche
carne e
sangue, non posso.. abbracciare una donna.
La
vedo tremare, probabilmente sbaglio, ma credo che abbia freddo. Dopo
alcuni istanti Allison si ristende nel letto.
“Mi
mancano i miei genitori Castiel..” sussurra improvvisamente.
Il
suo tono è così.... triste da toccarmi
profondamente.
“Lo
so. Li hai persi quando eri ancora una bambina. Sei decisamente
cresciuta troppo in fretta.” le dico.
Ally
si asciuga gli occhi e libera il viso dai capelli. "Avvicinati
ti prego." mi chiede con dolcezza.
La
sua richiesta mi blocca, forse non dovrei farlo ma alla fine cedo e
mi avvicino. Mi fa posto sul letto e decido di sedermi accanto a lei.
La mia mano si muove verso il suo viso e le sposto alcune ciocche di
capelli. E' bella anche nel dolore.
“Rimani
qui con me?” mi chiede con lo stesso tono triste.
“Si!”
rispondo io fin troppo deciso. “Se lo vuoi certo.”
aggiungo.
Allison
annuisce piano e mi si avvicina, raggomitolandosi accanto a me.
“Finché non mi sveglio?”
"Finché
non ti addormenti." la correggo io.
Le
sfioro la fronte e immediatamente cade in un sonno profondo.
Aspetto
alcuni istanti e poi vado via, lasciando la sua stanza.
Raggiungo
il salotto e come faccio sempre, mi siedo sul divano. Sospiro
profondamente e inizio a riflettere.
Allison
è un tramite. E da quello che mi ha fatto intendere il mio
ex capo,
è …. un potenziale tramite di Lucifero.
Oh
Signore Iddio... non riesco a credere di averlo detto. Ma come
può
essere? Voglio dire.... Azazel non l'ha marchiata, in lei non
c'è il
suo sangue. Come può essere una dei prescelti se l'ho
salvata?
“Perché
era già tutto deciso, ragazzo.”
La
voce di Sirahel.. o meglio del suo tramite, mi fa saltare dal divano.
“E
smettila di scattare sull'attenti quando mi vedi.” mi
ammonisce
duro.
È
qui davanti a me, con quello sguardo severo e le mani in tasca. Che
delusione la sua ostilità.
“Perché
sei qui?” gli domando cercando di non sembrare troppo
sottomesso.
Devo imparare qualcosa da Allison.
Lui
mi guarda e ridacchia. “Beh, pensavo di farti una favore,
manifestandomi a te. Visto che ci tenevi tanto a rivedermi.”
Il
suo sarcasmo mi ferisce, abbasso gli occhi e stringo i pugni.
“Mi
hai già detto tutto quello che potevi dirmi. Non c'era
bisogno che
tu di scomodassi.” dico in tono... sarcastico? A Sirahel?
Anche
lui sembra sorpreso. “Mh... ogni tanto anche tu drizzi la
schiena,
eh? Mi fa piacere, Cas.”
Non
oso guardarlo negli occhi, ma non è timore, è
delusione. Dov'è
quel fratello che io tanto adoravo?
“Comunque,
ragazzo mio, sono venuto qui per un motivo ben preciso: stai attento
a quella ragazza.” mi avverte serio, avvicinandosi di qualche
passo. Solo adesso ho il coraggio di alzare gli occhi e di puntarli
su di lui.
“Che
significa?”
“Che
la tua infatuazione per quell'umana ti porterà alla
rovina.”
Io
sgrano gli occhi ma non ho il coraggio di controbattere.
Così è lui
a riprendere la parola.
“Vedi
Cas.... so che hai capito benissimo cosa io intendessi con 'lei
è
un tramite', quello che forse ti sfugge, è la
portata del
problema. Quindi, se accetti un consiglio da uno più vecchio
di te,
stai attento. Se ti fa domande, sii elusivo, e tienila
occupata.”
Non
è un consiglio, è un ordine. Io lo guardo negli
occhi e mi impongo
di non abbassare lo sguardo.
“Io
la difenderò, è sotto la mia
protezione.” affermo deciso. Non
avevo mai osato prima d'ora rivolgermi così ad un superiore.
Credo
che anche Sirahel stia pensando la stessa cosa, infatti mi fissa e un
leggero sorriso gli affiora sulle labbra.
“Comunque
sia, mio pseudo-Kevin Kostner, so che la tua protetta era un
cacciatrice, prima di.. come dire... fare il grande passo.”
inizia
ironico. “Se vuoi tenerla occupata.. e magari aiutarla a
distrarsi
dai brutti sogni, potresti mandarla a cacciare. Ho sentito che
ultimamente alcuni dannati vampiri terrorizzano un quartiere a Sud
della città.” mi dice. Il suo tono è
calmo, freddo.
“Di
solito le donne amano fare shopping per distrarsi, la tua preferisce
dare la caccia a brutti mostri!” ride divertito.
Non
ci trovo nulla di divertente, anzi è orribile. Ma forse ha
ragione,
se riuscisse a tornare la spietata cacciatrice di prima,
dimenticherebbe l'inferno, o almeno ci penserebbe un po' meno.
“Glielo
proporrò.” mi limito a dire, sfidandolo ancora. Ma
sono posseduto?
Mi meraviglio di me stesso, e lo è anche Sirahel.
“Bene
soldato, la mia buona azione quotidiana l'ho fatta. Stammi
bene.” e
fa per schioccare le dita, ma si ferma e mi fissa.
“E
comunque”, dice “ forse quello che ha bisogno di
protezione, sei
proprio tu, Castiel.”
Lo
guardo perplesso. “Perché?”
Sirahel
sorride malizioso. “Quella bimba si attirerà le
attenzioni di
demoni e angeli disobbedienti... per non parlare del fuoco che ti
accende dentro ogni volta che la guardi. Ti sei cacciato in un brutto
guaio, Cas, e l'hai fatto deliberatamente.”
Detto
questo, sparisce, senza darmi il tempo di replicare.
Resto
a fissare il nulla per chissà quanto tempo, scioccato da
come
Sirahel ha capito.... cosa mi succede quando sono accanto ad Allison.
Tutte quelle allusioni: infatuazione, la tua donna, il fuoco che ti
accende dentro... ma è così evidente?
Torno
a sedermi sul divano, chi diavolo è Kevin Kostner? Odio
quando fanno
citazioni e paragoni che non capisco.
Perso
nei miei pensieri, non mi accorgo che è già
mattina. Dalla finestra
in cucina entra una forte luce ed essendo io fatto di luce, me ne
sento attratto. Raggiungo la finestra e guardo fuori il mondo che
lentamente riprende a vivere.
Sento
dei rumori.... Allison è sveglia. Sto per andare via quando
ripenso
alla storia sui vampiri, e decido di parlargliene.
Mi
volto e me la ritrovo davanti. Lei mi fissa e per un attimo ho la
sensazione che mi "veda". Non Jimmy, me. So che non è
possibile, la ucciderei, eppure mi guarda come se vedesse la mia
luce.
“Ben
alzata. Come ti senti questa mattina?” le chiedo.
“Mi
sento benissimo.” mi risponde con un sorriso.
Alza
le braccia al cielo e si stende, ma così facendo... la
sottile
maglietta che indossa si alza e mi lascia vedere la sua pelle chiara
e morbida.. cioè credo che sia morbida. Ma che diavolo dico?
Abbasso
lo sguardo e lei si accorge del perché, e subito si copre.
“Allora..
che mi racconti di bello?” mi domanda.
Rialzo
lo sguardo e le annuncio: “Ti ho trovato un lavoro.”
Allison
mi fissa perplessa.
“Vampiri,
la tua specialità.” le spiego “Credo che
lavorare ti farà
bene.”
Lei
annuisce prendendo una tazza. “Uccidere dei vampiri come
metodo per
distrarmi dai miei incubi conseguenza del mio soggiorno
all'inferno.”
sottolinea, poi scuote il capo. “Cavolo.. La mia vita
è un vero
disastro.”
Dovrebbe
essere una frase drammatica, ma il suo tono è... divertente,
e mi
strappa un sorriso forse inopportuno.
“Sono
felice che le mie disgrazie ti divertano messaggero
spettinato.” mi
apostrofa sorridendo.
“Non
era mia intenzione ridere di te. E' solo che.. hai un modo di
affrontare le cose che mi..” ma non so come definirlo.
“Affascina?”
azzarda lei.
“Si.
Più o meno.” le concedo. Anche se forse il termine
giusto sarebbe
"attrae", ma potrebbe fraintendermi....
“Ti
va di tornare al lavoro? Non sei costretta se non vuoi. Ci sono altri
cacciatori a cui posso chiederlo.” le dico anche se non
è vero.
Non porterei mai quei due qui: mettere vicini i due tramiti di
Lucifero? Mai.
Allison
sospira e poi finisce il suo caffè. “No no.. va
bene. Me ne occupo
io.” mi assicura. “Mi accompagni?”
Io
annuisco soddisfatto. “Appena sarai pronta andremo a dare una
prima occhiata. Giusto perché tu ti faccia un'idea di come
agire.”
senza volerlo, le parlo quasi in modo autoritario. Ma invece di
indignarsi o intimorirsi, mi accorgo che trattiene a stento una
risata.
"Agli
ordini!" esclama, confermandomi che mi sta prendendo in giro.
Mi
strizza l'occhio, ancora una volta, e sale in camera sua.
Non
le dirò della visita di Sirahel e di tutto il resto.
Deve
essere il più serena possibile, la proteggerò da
tutto.
Anche
da sé stessa.
*****
Quando
finisco di vestirmi, prendo tutto l'occorrente per la caccia e scendo
di sotto.
Non
ricordo quand'è stata l'ultima volta che ho cacciato. Forse
sei mesi
fa, forse di più.
L'unica
cosa che ricordo è che anche allora erano vampiri.
I
vampiri sono la mia specialità da quando ho iniziato a
cacciare.
Credo di essere brava ad ucciderli perchè sono stati
l'inizio di
tutto il mio incubo da cacciatrice.
Il
primo essere soprannaturale di tutta la mia
“carriera” è stato
infatti il mio vampirizzato fratello.
Aveva
appena ucciso i nostri genitori ed io lo odiavo con tutta me stessa.
O
almeno allora credevo che fosse odio.
A
lungo andare ho capito però che non si trattava di odio, ma
di
dolore. Il dolore di vedere mio fratello, il mio sangue, uccidere mia
madre e mio padre... sua madre e suo
padre.
Scuoto
il capo e faccio un grosso respiro scendendo le scale. Non voglio
ricordare quei momenti, ma dimenticarli mi fa più paura.
La
memoria dei miei genitori è una delle cose che
più teneramente
custodisco dentro. Ricordo la ninna nanna che mia madre mi cantava e
il caldo abbraccio di mio padre prima di andare a letto.
Ricordo
che si amavano e la reminiscenza di quel loto amore mi fa sperare che
un giorno anche io avrò qualcuno con cui condividere la vita.
Quando
ho incontrato Jeff, l'uomo per cui mi sono poi tolta la vita,
credevo che fosse lui.. ma ovviamente sbagliavo e il mio soggiorno
infernale ne è la prova.
Jeff
è decisamente qualcosa che voglio dimenticare. Si! Devo
eliminarlo
dalla mia mente, come se non fosse mai esistito.
Mi
lego i capelli e mentre i pensieri mi affollano la mente, sono
già
di sotto, senza accorgermene.
Castiel
è fermo tra il salotto e la cucina. Mi aspetta paziente e mi
osserva
con aria interrogativa.
Ho
un'aria perplessa sicuramente, altrimenti non capisco la sua
espressione.
A
volte ho l'impressione che riesca a leggermi la mente e che quindi
sappia in anticipo quello che penso.
A
dire il vero quando qualcosa mi è troppo difficile da dire
spero che
lo faccia.. che legga i miei pensieri senza bisogno che io parli.
E
anche se non so se questa è una delle sue angeliche
capacità, in un
modo che non so se sia soprannaturale o semplicemente naturale, lui
capisce ed io non ho bisogno di dire nulla.
Lo
guardo e gli sorrido. “Ho appena ricordato a me stessa che mi
sono
tolta la vita.” gli dico “E' la prima volta da
quando sono
tornata che ammetterlo non mi disgusta o intimorisce”
Lui si schiarisce
la voce e piega la testa di lato. “Stai bene?” mi
chiede.
Non
credo che capisca che ammetterlo è stato.. liberatorio per
me.
Da
bravo angelo qual è, da bravo protettore qual è,
lui si preoccupa
del fatto che questo possa turbarmi.
Lo
capisco e lo apprezzo.. E oltretutto mi riempie di tenerezza.
“Sto
benissimo a dire il vero.” lo rassicuro “E sono
pronta per una
nuova caccia.. Mi sento positiva. Farò fuori quei vampiri in
pochi
minuti, vedrai.”
Gli
sorrido e nel mio cambiare discorso non si nasconde la voglia di
evitare quello che riguarda il mio passato suicidio. C'è
solo la
voglia di combattere e fare il mio lavoro, che per quanto ingrato, mi
regala la soddisfazione di sapere che per merito mio molte persone
saranno al sicuro.
“Devi
essere prudente!” mi dice Castiel interrompendo il flusso dei
miei
pensieri.
“Come
sempre.” replico io sorridendo.
Lui
annuisce e mi avvicina due dita alla fronte.
“Aspetta!”
gli dico prima che mi tocchi “Possiamo usare l'auto? L'ultima
volta
che mi hai portata in giro svolazzando ho avuto il voltastomaco. Se
devo uccidere dei vampiri è preferibile che io non barcolli
a causa
dei giramenti di testa e della nausea.”
Lui
corruga la fronte e mi fissa per una attimo in silenzio. Poi
acconsente, credo più per accontentarmi, e usciamo da casa.
Saliamo
in auto e per fortuna conosco bene Los Angeles. Evitiamo
così
l'intenso traffico e arriviamo al rifugio dei vampiri in pochi
minuti.
Parcheggio
e scendiamo.
Io
lo faccio nel modo normale, Castiel invece preferisce spiccare il
volo e atterrare fuori dall'auto.
Non
mi stupisce che lo faccia.. Volare per lui è come camminare
per me:
naturale. Fa parte di sé e non voglio cambiarlo.
In
effetti non c'è niente che cambierei di lui, nemmeno i suoi
infiniti
perchè o i suoi spettinati capelli.
“Sono
tutti qui,” mi dice lui d'improvviso riferendosi ai vampiri
dentro
l'edificio “sono all'incirca sei. Voglio che tu sia
prudente.”
Annuisco
e prendo le armi che mi servono. Paletti di ciliegio affilati con le
mie mani tanto tempo prima.
Mi
stiro e respiro a fondo.. Giusto il tempo di prepararmi
psicologicamente.
D'altronde
è qualcosa che non faccio da tempo, mi serve un minimo di
preparazione mentale.
“Quelli
non funzioneranno. L'unico modo per uccidere i vampiri è
tagl..”
inizia Castiel
“Si
si.. tagliare loro la testa.” lo interrompo finendo la sua
frase e
onestamente mi stupisca che anche lui sia preda di questa stupida ed
infondata credenza popolare.
Questo
è il segno che nella vita tutti, ma proprio tutti hanno
sempre
qualcosa da imparare.
“Tutti
credono che l'unico modo di ucciderli sia tagliare via la testa. La
verità è che i paletti di ciliegio hanno lo
stesso effetto e creano
meno spargimento di sangue.” spiego.
“Sei
sicura?” mi chiede perplesso.
Sospiro
“Non hai detto tu che i vampiri sono la mia
specialità?” chiedo
“Fidati. Funzioneranno.”
Lui
annuisce e mi segue mentre io mi incammino verso l'entrata
dell'edificio. Sbircio da una finestra un po' rotta. Castiel ha
ragione, sono sei. Tre dormono, tre invece bevono birra e si
divertono.
Guardo
Castiel e annuisco. Lui capisce e dopo pochi secondi siamo dentro.
Non
so nemmeno cosa faccio di preciso. I miei movimenti sono automatici
oramai.. Fatto sta che mentre Castiel ne uccide uno a modo suo, e per
modo suo intendo che gli poggia semplicemente le mani sulla fronte,
io uccido l'altro sveglio e gli addormentati appena alzati.
In
pochi minuti sono tutti morti ed io mi sento benissimo.
Guardo
Castiel e gli sorrido. “Ho promesso che avrebbero funzionato
e così
è stato.”
Lui
annuisce e fa spallucce. “Mi sbagliavo a quanto
pare.” ammette
“Come sai che funzionano? Chi te l'ha insegnato?”
Lo
guardo e sospiro. “L'ho scoperto uccidendo mio
fratello.”
Mi
guarda e vedo che è dispiaciuto. Forse si sente in colpa per
avermi
chiesto qualcosa che mi ha fatto ricordare quel brutto momento.
Ma
non è colpa sua. Quel momento fa parte della mia vita e
anche
volendo non potrei dimenticarlo.
Gli
sorrido e mi avvicino.
So che non dovrei farlo. So che lo
imbarazza.. Ma non posso non farlo. Gli bacio la guancia e poi gli
sorrido. “Li ho fatti fuori in pochi minuti. Sono una forza
della
natura.” scherzo.
Ora
si che sto cambiando discorso.. Gli sorrido e mi avvio verso
l'uscita.
Lui
sta fermo invece.
“Andiamo?”
gli chiedo senza però voltarmi.
La
sua risposta un po' mi spaventa. Ho paura che mi dica di no
imbarazzato o infuriato per le mie dimostrazioni di affetto.
Non
so se lo infastidiscono o no.. Quello che so però,
è che quando mi
volto per guardarlo, lui è volato via.
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Capitolo 6 *** The comedy of life ***
The
comedy of life
Perché
mi fa questo? Perché continua ad avvicinarsi a me?
Eppure
lo sa che è sbagliato.
Forse
per lei baciare me è come baciare uno zio o un amico, ma non
è
così.
Ogni
volta che mi si avvicina, che mi tocca, io sto male.
Sono
attratto da Allison, terribilmente, pericolosamente attratto da lei.
E la cosa peggiore è che Ally lo sa benissimo, e forse
semplicemente
si diverte nel vedermi in difficoltà. Ma io no, non mi
diverto
affatto.
Io
sto male.
Mi
pento di aver preso possesso di questo corpo. Senza questa carne e
questo sangue, era tutto facile. Potevo vedere chiunque e in qualcuno
modo, e non sentivo nulla.
Adesso...
adesso non ci riesco. Non riesco a guardarla senza sentirmi strano,
senza che questo cuore inizi a battere più forte di quanto
già non
faccia a causa della possessione, senza fare.. pensieri decisamente
peccaminosi.
E
poi, quel bacio.... perché l'ha fatto? Non credo che tra
amici si
facciano cose del genere, e allora perché lo fa?
È
attratta dal mio tramite? Oh... non ci avevo pensato.
Ed
è più grave di quanto non lo fosse già.
In
questo corpo ci sono io, non è Jimmy a sentirsi attratto da
Allison,
ma io. E io non posso.... assecondare questa passione.
Sospiro
con tristezza: credo che dovremo parlare di questa situazione. E
credo anche che per un po' sarebbe meglio se le stessi alla larga.
Ma
come faccio a lasciarla da sola proprio adesso che ho saputo la
verità? Non so che fare.
Ma
cosa...? Sta arrivando un angelo. Dannazione, e ora che succede?
La
sua aura è inconfondibile, è Uriel.
“Salve,
Castiel.” mi saluta freddamente per bocca del suo tramite.
“Uriel..”
rispondo con altrettanta freddezza.
Sì,
siamo proprio una strana famiglia, ha ragione Ally.
“Cosa..
succede?” chiedo sospettoso.
“Abbiamo
un problema.” mi annuncia senza tanti preamboli.
“Che
tipo di problema?”
“Anna.”
Questo
nome mi lascia di ghiaccio. Deglutisco e penso a cosa dire ma mi
viene ben poco.
“Non..
capisco. Anna è caduta diversi anni fa. Non ne sappiamo
più nulla.”
gli faccio presente.
Uriel
annuisce. “Già, fino ad ora.” mi dice.
“Abbiamo scoperto che
si è.. incarnata. Voglio dire, è nata come
un'umana.” precisa
come se fossi un idiota.
“Buon
per lei, e quindi?” domando io ingenuamente.
L'angelo
davanti a me sgrana gli occhi. “Quindi? Dobbiamo andare a
prenderla. È una ribelle e per di più, pur non
ricordando nulla di
chi è realmente, uhm... capta le nostre
conversazioni.”
Mi
allarmo. Avrà sentito anche quelle tra me e Sirahel? Forse
dobbiamo
trovarla sul serio.
“Deve
morire, Castiel.”
Io
annuisco anche se... non voglio uccidere nessuno. Anna è
stata un
mio superiore, di grado inferiore a Sirahel ma pur sempre un
superiore. Ed è stata un superiore anche di Uriel, ma a lui
questo
non importa. Io ho sempre avuto un'ossequiosità ferrea nei
confronti
dei superiori, Anna compresa. E non mi va di ucciderla, anche se ha
disobbedito ed è caduta. Anche Sirahel ha disobbedito....
più o
meno.
“Seguimi.”
mi ordina. Io mi blocco: crede di potermi comandare? Non prendo
ordini da lui.
“Che
hai Castiel? Non mi hai sentito?” mi dice stizzito.
“Non
sei un mio superiore, non darmi ordini.” Allison mi sta
istruendo
bene.
Uriel
scoppia a ridere. “Scusami fratello, è la voce del
mio tramite.
Non voleva essere un ordine, credimi. Allora, vogliamo andare? Il
tempo stringe, se la trovassero i demoni sarebbe un guaio.”
Io
annuisco lentamente. “Va bene, ma devo prima fare una
cosa.” gli
comunico.
“Cosa?”
“Devo
risolvere... una questione. Ti troverò io più
tardi.”
Non
gli do il tempo di replicare e sparisco dalla sua vista.
Ricompaio
in casa di Allison, nel suo salotto. Devo dirle che... devo
assentarmi per un po'. A dire il vero nonostante l'ingrato compito,
sono felice di allontanarmi un po' da lei, magari questa passione
insana mi passa.
No,
non sono felice di lasciarla, ma devo.
E
poi.. dobbiamo parlare di una cosa importante: non deve... prendersi
delle libertà con me, ecco. Deve finire questo gioco.
Improvvisamente
mi irrigidisco, Allison non è sola. Sento delle voci
provenire dalla
cucina e... sento l'aura di... non può essere.
Mi
avvicino alla cucina e li vedo.
Parlano
tutti e tre animatamente, ridono e scherzano amabilmente.
Io
sono scioccato: è un incubo? No che non lo è, io
non dormo!
Allison
mi vede e mi sorride facendomi un cenno con la mano. I due uomini che
sono con lei si voltano a guardarmi.
Le
loro espressioni prima gaudenti si spengono e diventano espressioni
stupite.
Ci
guardiamo tutti e tre per alcuni istanti, mentre Allison osserva la
scena confusa.
“Castiel?”
dice uno dei due.
“Dean...”
la mia voce è un rantolo, questa proprio non ci voleva.
C'è anche
Sam.
Che
diavolo succede?
“Vi
conoscete?” si intromette Allison guardandoci incuriosita.
“Oh
sì, molto bene.” conferma Dean. Anche Sam annuisce.
“Dì
un po' Cass, perché non mi hai detto che conosci cacciatori
così
bravi?” mi rimprovera Allison sorridendomi.
Io
sono paralizzato dallo stupore, non avrei mai voluto che loro tre si
incontrassero.
Loro
non dovevano sapere di Ally e lei non doveva sapere dei Winchester.
Cos'è
successo durante la mia assenza?
Allison
non deve sapere niente.
“E'
una lunga storia, Allison...” dico senza avere la minima idea
di
come spiegarle chi sono quei due.
*****
Rimango
per un attimo ferma quando noto che Castiel se n'è andato
via.
Forse non dovrei prendermi questo tipo di libertà con lui.
Dovrei smetterla di stargli così tanto vicino.
So che lo
imbarazza, ma non lo faccio perchè vederlo in
difficoltà mi
diverte, lo faccio solo perchè ci tengo a lui.
Ma lui è un
angelo ed io non dovrei tentarlo così.
Sospiro ed esco
dall'edificio. Non so perchè, ma mi manca quando non
c'è.. So che
manca solo da pochi secondi, ma la verità è che
io mi sono abituata
ad averlo sempre intorno e ora anche se manca per poco, pochissimo
tempo mi sembra un'eternità.
Cammino distratta, diretta all'auto
e mi accorgo di non essere sola, solo quando sento il rumore di una
pistola che viene caricata dietro di me.
Rimango ferma e sospiro.
“Che noia!! Possiamo rimandare a più
tardi?” dico sarcastica.
“Non credo tesoro.”
La voce è calma, quasi divertita.
Onestamente? Non ho voglia di combattere ora.. vorrei solo
tornare a casa.
“Ok..” dico voltandomi piano.
Quello che
mi trovo davanti sono due ragazzi molto carini. Uno molto alto,
l'altro meno.
Non so chi siano, non li ho mai visti prima. Ma
sono quasi certa che non sono vampiri. Hanno un aspetto sano e vivo e
non cadaverico come gli elementi che ho appena ucciso.
Non so
perchè il più basso e il più carino
dei due mi punta contro una
pistola, ma quando vedo in mano all'altro un grande machete capisco.
Credono che sia un vampiro. Forse sono cacciatori.
Annuisco
lievemente e li guardo: “Credete che io sia un
vampiro?” chiedo.
“Non lo sei?” mi chiede il più alto.
“No,” dico “ma
anche se lo fossi, la pistola che mi tieni puntata contro non
servirebbe a molto.” volgo il mio sguardo di nuovo all'altro
ragazzo e attendo una loro reazione.
Lui mi fissa con aria
curiosa per un attimo e poi avvicina la mano al suo labbro superiore.
Lo tira su e mi mostra di non avere nessuna seconda fila di denti.
Capisco che si aspetta che io faccia lo stesso e quindi ripeto i
suoi movimenti mostrando la mia umanità.
“Soddisfatto?” gli
chiedo.
Si schiarisce la voce e poi abbassa piano la pistola
mentre anche l'altro ragazzo sembra rilassarsi.
“Abbastanza.”
mi risponde dopo qualche secondo. “Chi sei tu?”
“Chi siete
voi?” rispondo.
“L'ho chiesto prima io.” mi dice lui di
rimando.
Scuoto appena il capo e sospiro: è un osso duro, non
c'è che dire.
“Sono una cacciatrice. Mi chiamo Allison.”
spiego. “E voi siete?”
Il ragazzo che fino a pochi minuti fa
voleva spararmi mi fissa e sorride, se non fossi così in
pensiero
per la reazione di Castiel alla mia ultima dimostrazione di affetto,
direi che sta spudoratamente flirtando con me.
Gli sorrido appena
per educazione e fisso l'altro che lo guarda quasi rassegnato.
Probabilmente è il suo tipico atteggiamento.
“Io sono Sam e
lui..” mi dice e scuote il tipo che mi fissa “Lui
è Dean. Mio
fratello. Anche noi siamo cacciatori.”
Annuisco alla
spiegazione e piego la testa per fissare Dean che mi fissa la
camicetta.
“Dean,” gli dico “stai cercando di
sbottonare la
mia camicetta col pensiero?” gli chiedo.
Sam scoppia in una
grande risata, mentre Dean mi fissa e invece di essere imbarazzato,
mi sorride malizioso.
“Magari funzionasse.” mi dice.
Scuoto
il capo e mi lascio sfuggire una risata abbassando lo sguardo per un
attimo.
Quando lo rialzo lui mi sorride ancora, ma il sorriso dal
mio viso sparisce all'istante.
Altri vampiri avanzano verso di
noi.. Sono quattro e non hanno affatto degli sguardi amichevoli.
Mi
schiarisco la voce e dico ai ragazzi di voltarsi.
Loro lo fanno e
tutti e tre in pochi secondi scattiamo sulla difensiva, pronti a
combattere.
Non so se siano bravi, ma l'unica cosa che posso fare
ora è sperare che lo siano.
“Fate attenzione.” dico
soltanto. E senza aggiungere altro, seguita da loro due, inizio il
mio secondo round coi vampiri.
Le mie speranze sono ben riposte
comunque. Sam e Dean sono ottimi cacciatori e con un lavoro di
squadra che sembra quasi la norma, ma che invece è del tutto
improvvisato, sconfiggiamo i vampiri in pochi minuti.
Mi piego su
me stessa e sorriso riprendendo fiato.
“Ottimo lavoro.” dico
loro rialzandomi.
“Anche tu.” mi dice Sam.
Faccio
spallucce come per fargli intendere che per me è normale
farlo e poi
fisso l'orologio.
“Restate molto in città?” chiedo.
“Quanto
tempo vuoi..” risponde Dean col suo tono malizioso.
Rido e mi
avvio verso l'auto.
“Seguitemi.” dico loro “Vi invito a
pranzo a casa mia.”
Salgo in auto e guido dritta fino a casa.
Loro mi seguono con la loro auto. Una bella Chevy Impala del '67.
Non è sicuro invitare qualcuno che conosci da poco in casa
tua,
ma so come difendermi se serve. E oltretutto avere un po' di
compagnia umana e non angelica mi farà bene.
Non che avere
Castiel sempre vicino sia poco per me.. Ma lui non è umano e
non è
la stessa cosa.
E' bella allo stesso modo,anzi forse di più.. ma
è diversa e un po' di normalità mi
gioverà.
Senza accorgermene
siamo già a casa.
Parcheggio l'auto nel vialetto e li faccio
accomodare.
Loro mi seguono e si guardano intorno.
Sam si
comporta con discrezione,da perfetto ospite.. Dean invece fa come se
questa fosse casa sua da sempre.
Sono totalmente diversi tra
loro, è ovvio anche per me che li conosco appena.. Ma credo
che la
loro diversità li renda complementari.
Chiacchieriamo e
improvviso per loro un primo piatto niente male. Dopodiché
preparo
il caffè e glielo servo con un sorriso.
Rialzo gli occhi e
Castiel è lì. Gli faccio un sorriso e un cenno
con la mano.. Non mi
preoccupo nemmeno di come potrei spiegare a Dean e Sam, se fosse
necessario, chi è l'uomo appena comparso nel mio salotto.
Dean e
Sam si voltano e fissano Castiel quasi scioccati.
Ok, mi
nascondono qualcosa, tutti e tre. Perchè anche Castiel
sembra
sorpreso nel vederli.
“Castiel?” chiede Dean.
Ok.. ora
sono ufficialmente confusa.
“Dean...” risponde Castiel
perplesso oltre l'inverosimile.
Anzi, più che perplesso mi
sembra che nel suo sguardo ci sia una nota di disappunto.
“Vi
conoscete?” chiedo incuriosita.
Sam e Dean annuiscono. “Oh
si, molto bene.” conferma quest'ultimo.
Bene.. C'è qualcosa
che mi sfugge ma non voglio darlo a vedere.
“Dì un po' Cass,
perchè non mi hai detto che conosci cacciatori
così bravi.” gli
dico sorridendo. Sembra un rimprovero ma non lo è.
E' stupito,
perplesso, quasi di pietra. Sul suo viso ci sono una miriade di
espressioni che fatico a riconoscere.
“E' una lunga storia,
Allison...”
Annuisco e sospiro. “Che mi racconterai quanto
prima.” gli comunico ferma.
Lui abbassa gli occhi per un
attimo.
Dean invece sorride e gli si avvicina.
“Quindi è
qui che vieni ogni volta che voli via dicendo che hai da
fare?” gli
chiede.
Poi senza aspettare risposta gli da una pacca sulla
spalla e mi fissa sorridente.
“Non mi stupisce che tu sparisca
così spesso.” gli dice ancora.
So che è una specie di
complimento.. Ma onestamente, per quanto Dean sia carino, non ho
alcun interesse per lui.
Rido appena e mi avvicino a lui e
Castiel.
“Dean.. Se è un complimento, cambia repertorio..
Con
me non funziona.” gli dico con un tono a metà tra
la malizia e la
determinazione.
Lui mi sorride e si avvicina di un altro passo a
me.
“Funzionerà.” mi dice.
Suppongo che a questo punto
le ragazze che di solito incontra gli salterebbero addosso.. Ma io
non ne ho nessuna intenzione.
Quello che voglio fare è parlare
con Castiel.
Rido e avvicino la bocca alla sua. Mi fermo a
pochissimi millimetri e lo guardo negli occhi per qualche secondo.
“Scordatelo.” gli annuncio piano.
Gli do un leggero
colpetto, più una carezza, sul viso e poi guardo Castiel.
“Devo
parlarti.” gli dico.
Lui mi guarda e mi segue nel ripostiglio
lì accanto.
E' stretto e siamo piuttosto vicini, ma è la prima
stanza che mi è venuta in mente.
Non c'è malizia né intenzione
di imbarazzarlo in tutto questo. Lo giuro.
“Cosa c'è?” mi
chiede Castiel.
Mi schiarisco la voce e abbasso gli occhi.
“Ho
capito.” dico “Ho capito che le mie dimostrazioni
di affetto ti
imbarazzano e ti prometto che non supererò più i
limiti.”
Lui
respira a fondo e abbassa il viso quando io rialzo il mio sguardo su
di lui.
Sorrido appena e gli sollevo dolcemente il volto con la
mano.
“Non sono pentita di averti baciato. Era quello che
sentivo e che desideravo.” gli spiego “Ma so che
è inopportuno
perchè tu sei un angelo e tutto questo ti crea...
fastidio.”
Non
so se è il termine giusto.
“Mi dispiace. Non accadrà
più.”
gli dico infine.
Lui mi guarda in silenzio.
So che sta per
rispondermi. Non mi lascerebbe mai senza una riposta.
Gli sorrido
ed esco dal ripostiglio. Non voglio sentire ciò che ha da
dire.
La
sua riposta mi fa paura. Non voglio perderlo.. E' tutto quello che
ora mi rende felice.
*****
Vorrebbe
che le raccontassi come faccio a conoscere quei due giovani
cacciatori. Io non posso dirglielo, non posso dirle che sono sceso
all'inferno a prendere Dean perché è il tramite
dell'Arcangelo
Michele, e non posso dirle che Sam è il tramite di
Lucifero... come
lei.
Abbasso
gli occhi e non le rispondo, non so cosa dirle. Vedo Dean avvicinarsi
a me con un sorriso malizioso stampato in faccia.
“Quindi
è qui che vieni ogni volta che voli via dicendo che hai da
fare?”
mi domanda ghignando per poi darmi una pacca sulla spalla.
“Non
mi stupisce che tu sparisca così spesso.” aggiunge
fissando
Allison.
Mi
dà fastidio. Sì, mi dà fastidio che
lui la guardi e le sorrida
così.
Allison
si avvicina a noi. “Dean.. se è un complimento,
cambia
repertorio.. con me non funziona.” afferma decisa.
Dean
allarga le labbra in un sorriso ancora più grande e le si
avvicina
di un passo. “Funzionerà.” le dice
convinto.
Uno
spasmo di rabbia mi contrae lo stomaco. E la reazione di Allison non
mi aiuta di certo.
Ride
e gli si avvicina pericolosamente, quasi a sfiorargli le labbra con
le proprie.
La
gelosia brucia come il fuoco, ora lo so. Provo il desiderio di
sbattere Dean contro un muro, ma mi trattengo.
“Scordatelo.”
gli risponde dandogli una specie di schiaffetto sulla faccia. Non
posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
Ally
si volta a guardarmi ignorando l'espressione di sconfitta dipinta sul
viso di Dean e la risata soffocata di Sam.
“Devo
parlarti.” mi dice seria. La fisso per alcuni istanti e poi
la
seguo in una specie di ripostiglio adiacente alla cucina.
Un
luogo angusto, così piccolo che quasi i nostri corpi si
toccano. Non
credo ci sia malizia nella scelta di questo locale, anche lei sembra
un po' a disagio, ma sta di fatto che il mio cuore inizia a battere
più forte.
“Che
c'è?” le chiedo... ahimè in tono duro.
Lei si schiarisce la gola
e abbassa lo sguardo: è la prima volta che lo fa con me.
“Ho
capito.” inizia “Ho capito che le mie dimostrazioni
di affetto ti
imbarazzano e ti prometto che non supererò più i
limiti.”
Oh.
Dunque si è resa conto che certi atteggiamenti nei miei
confronti
sono sbagliati, bene. No non va affatto bene... improvvisamente la
sento più distante. Sospiro profondamente e abbasso la testa
quando
è lei a rialzarla: non posso sostenere il suo sguardo, o
più
sinceramente non voglio che veda il mio.
La
sua mano si posa sotto il mio mento e mi solleva il viso,
costringendomi a guardarla negli occhi.
“Non
sono pentita di averti baciato. Era quello che sentivo e che
desideravo.” mi rivela sorridendomi, mentre una scarica di
brividi
mi percuote. “Ma so che è inopportuno
perchè tu sei un angelo e
tutto questo ti crea... fastidio.” continua.
“Mi
dispiace. Non accadrà più.” conclude in
tono triste.
Perché
suona come un addio? Non ci stiamo salutando! Non ancora almeno....
La
guardo in silenzio pensando a cosa dirle, ma lei non aspetta la mia
risposta e sorridendomi esce da quell'angusto spazio.
Teme
la mia risposta. L'ho fatta sentire in colpa, non volevo.
È
solo che... se mi sta troppo vicina, io comincio a ragionare come un
umano e non come una creatura celeste. E non posso farlo.
La
seguo e torniamo in cucina, troviamo Dean e Sam che borbottano
qualcosa, immagino stiano parlando di me e di Ally perché
appena ci
vedono, tacciono immediatamente.
“Allora
Cass”, esordisce Dean col suo solito sorrisetto furbo,
“come fai
a conoscere una ragazza così? O meglio, una cacciatrice
così.”
Io
alzo le spalle. “Appunto, è una cacciatrice. Fa
quello che fate
voi.” dico piuttosto sbrigativamente, non voglio approfondire
quest'argomento.
Dean
annuisce poco convinto. “Uhm, capisco.... per un attimo ho
pensato
che...” ma una mia occhiata severa lo zittisce.
Allison
si accorge di questo sguardo ammonitore e mi fissa come sbalordita:
si meraviglia del fatto che io possa incutere paura o rispetto?
Sì,
temo di sì. Perché se ad Allison permetto quasi
tutto, ai
Winchester un po' meno, ma lei non lo sa.
Sam
se ne sta zitto, probabilmente pensa che non sia il momento di fare
domande impertinenti come solitamente fa suo fratello.
“Avanti
ragazzi, smettetela di guardarvi così....” ci
esorta Ally per
smorzare la tensione creatasi improvvisamente nella stanza.
No,
sono stato io a crearla, perché tutti guardano me. Non posso
farci
niente, vorrei solo che i ragazzi se ne andassero.
Provvidenzialmente,
il suono di un telefono sibila dalla giacca di Sam. Dalla faccia che
fa, è quella dannata strega.
“Sì?
Ah.... okay, partiamo subito.” e riaggancia in pochi secondi:
davanti a me evita di farsi vedere intimo con Ruby.
“Dean,
abbiamo un problema, dobbiamo andare.” annuncia serio al
fratello
maggiore.
L'interpellato
storce la bocca. “Peccato, mi piaceva stare qui.”
afferma
guardando Allison che invece.... guarda me.
Lui
se ne rende conto e scuote lentamente il capo. “Chi ha il
pane non
ha i denti.....” mormora. Non ho idea di cosa voglia dire.
Lei
invece lo capisce e lancia a Dean un'occhiata poco amichevole.
“E'
stato un piacere conoscervi, ragazzi.” dice loro.
“Oh
anche per noi.” risponde il più grande dei
fratelli.
“Già”,
si intromette Sam, “è stato un piacere Allison,
grazie per il
pranzo.” le dice con un sorriso sincero. Benedetto Sam, che
sfortuna la tua. Mi dispiace molto.
“Allora
ci vediamo Cass, a presto.” mi saluta Dean.
“Sì.
E state attenti.” li avverto impulsivamente. Loro annuiscono
ed
escono, facendomi tirare un profondo sospiro di sollievo.
“Wow,
ti preoccupi anche per loro!” esclama Ally accanto a me.
“Pensavo
di essere l'unica tua protetta!”
Ma
che dice? Non c'è paragone, proprio no. Sono costretto ad
occuparmi
di loro, mentre Allison... è una questione egoistica.
“Che
è successo? Come mai erano qui?” le domando
ignorando il suo
commento.
Lei
mi guarda sorpresa e poi aggrotta le sopracciglia. “Beh,
quando te
ne sei andato sono arrivati loro, mi hanno scambiata per un
vampiro”
mi fa sapere facendomi sobbalzare dallo spavento, “ma non
preoccuparti, non mi hanno fatto niente. Capito l'equivoco
abbiamo.... lavorato insieme.”
Non
capisco. “Lavorato insieme?” ripeto io.
Lei
annuisce. “Eh già, quattro simpatici vampiri ci
hanno attaccati e
li abbiamo messi K.O.” conclude fiera.
Per
colpa mia poteva succederle qualcosa di grave, per colpa del mio
disagio l'ho lasciata sola. Scuoto il capo.
“Che
c'è?” mi domanda.
“E'
colpa mia, sono andato via senza.. pensare alle possibili
conseguenze. Sono stato imprudente.” mi rammarico.
Allison
scuote il capo e si avvicina di un passo. “La colpa
è mia”,
obietta sicura, “non dovevo... darti quel bacio sulla
guancia.”
“Infatti,
non dovevi.” mi sfugge dalla bocca. Lei mi guarda e nei suoi
occhi
leggo dispiacere, non si aspettava una risposta così dura.
“E'
proprio di questo che.. dobbiamo parlare, Allison.” le
annuncio.
Lei
annuisce e incrocia le braccia. “Dimmi...”
“Non....
non devi più comportarti in quel modo con me.”
comincio grave.
“Lo
so.” mormora distogliendo lo sguardo dal mio.
“Io
non posso permetterti di comportarti con me come se fossi
semplicemente un umano, è... pericoloso.” continuo.
“Cass...
so di aver sbagliato, ma non volevo mancarti di rispetto o.. metterti
in imbarazzo o peggio, nei guai. Solo... mi sentivo di.... starti
vicino in quel modo.” mi confessa con.... timidezza direi.
“Non
è questo il punto Ally, è che....” mi
fermo e non riesco a
formulare la frase giusta, ho paura di ferirla o di... espormi
troppo.
Sospiro.
“Allison, tu non lo ricordi, ma io.... sono vicino a te da
quando
sei nata. Ogni volta che mi era possibile, io... vegliavo su di
te.”
a queste parole è come se si illuminasse qualcosa nei suoi
occhi,
una sorta di consapevolezza.
“Ti
ho vista in tutti i modi.... nuda, vestita, e per me era sempre
uguale...” faccio una pausa e mi accorgo di essere
leggermente
arrossito e anche lei lo è. “... provavo per te
solo tanta
tenerezza, perché ti avevo... salvata. Ero il tuo custode.
Ma da
quando ho questo corpo non riesco più a guardarti come
facevo
prima...” abbasso lo sguardo deglutendo nervosamente.
“E
adesso cosa provi?” mi domanda lei quasi sottovoce.
“Niente
che sia lecito per un angelo...” ammetto con imbarazzo
“e capirai
che... non è possibile lasciarmi andare a queste..
sensazioni.
Sai... ho capito che tu in qualche modo ti senti... attratta dal mio
tramite, e posso capirlo. Ma in questo corpo” dico posando le
mani
sul petto “ci sono io. Non si può....”
lascio cadere la frase e
mi accorgo che Allison è praticamente sconvolta.
“No!
Non hai capito niente!” replica “io... sono
attratta da te...
nella tua interezza. Voglio dire.... sì Jimmy
è... carino, ma non è
stato lui ad avermi salvata, non è lui a proteggermi o a
preoccuparsi per me... Jimmy è come un bel vestito, ma sei
tu ad
indossarlo. Quando ti guardo negli occhi, io vedo quella luce che mi
ha strappata dall'inferno. Capisci cosa voglio dire?” mi
domanda
scrutandomi attentamente.
Per
la prima volta ho la reale sensazione di sentire Jimmy parlare nella
mia testa. Forse è solo la mia immaginazione, ma ho
l'impressione
che abbia detto qualcosa tipo... “lei ti ama...”
Oppure
sono io ad averlo pensato... a volerlo pensare.... no, devo
smetterla. Anche se Allison mi ha appena detto che... riesce quasi a
vedermi per quello che realmente sono, la sostanza non cambia.
“Devo
assentarmi per un po'.” le annuncio. Lei impallidisce.
“Che
vuol dire?” mi domanda con voce tremante.
Prendo
fiato e le rispondo: “Ho una missione da compiere, devo
andare.”
Non
sono pratico di espressioni facciali umane, ma direi che sul viso di
Allison è apparsa la paura. Di cosa hai paura, Ally?
“No,
non puoi andartene.”
Io
annuisco gravemente. “Devo, ordini superiori.
Tornerò presto.”
Allison
scuote il capo, gli occhi le si riempiono di lacrime. “Dunque
è un
addio? Proprio non mi perdoni di averti dimostrato affetto?”
“No!
Cosa stai pensando? Non vado via per questo!” mi difendo,
anche se
in realtà l'idea iniziale era proprio quella di allontanarmi
un po'
da lei. “Ho davvero ricevuto ordini dai superiori, anzi sarei
dovuto andare immediatamente ma non potevo lasciarti senza dire
nulla. Tornerò presto.” le ripeto per
rassicurarla. Ma lei stringe
i denti per non piangere.
“Okay.....
buon lavoro.” mi congeda con un finto tono distaccato
voltandomi le
spalle.
“Io
tornerò presto.” le ripeto, anche se in queste
missioni, non si
può mai sapere cosa accadrà.
La
vedo annuire ma non si volta. “Va bene, mi troverai qui come
sempre.”
Alzo
una mano con l'intenzione di posarla sulla sua schiena, ma mi fermo.
Riabbasso la mano e sospiro.
“A
presto Allison, non ci metterò molto. Sta'
attenta.”
Lei
non mi risponde, continua a voltarmi le spalle e io vado via, con un
dolore intenso a farmi compagnia.
Sono
stato duro... lo so.
Ma
non avevo scelta.
Per
una volta sono stato davvero un bastardo senz'anima. Ma non lo sono,
è solo che.. non posso permettermi di essere un uomo.
*****
Usciamo
dal ripostiglio e torniamo in cucina.
Dean
e Sam discutono su qualcosa. Probabilmente stanno facendo congetture
di ogni tipo sul rapporto che lega me e Castiel.
Onestamente
non mi infastidisce affatto. Sono curiosi e questo non è
necessariamente un male, ma sono quasi sicura che stanno sbagliando
tutto.
Io
e lui siamo... Non so cosa siamo.
Sospiro
e mi schiarisco la voce mentre Dean avanza verso Castiel con un
sorriso furbetto.
“Allora
Cass”, inizia “come fai a conoscere una ragazza
così? O meglio,
una cacciatrice così?” gli chiede.
Castiel
alza le spalle indifferente. “Appunto, è una
cacciatrice. Fa
quello che fate voi.”
Ho
come l'impressione che non voglia approfondire l'argomento.
“Uhm,
capisco... per un attimo ho pensato che..” Dean annuisce poco
convinto e sta per dire qualcosa. Ma Cass gli lancia un'occhiata
severa e lui tace.
Non
so cosa stia accadendo, ma sicuramente loro si capiscono. Fatto sta
che io fisso Castiel meravigliata. Un po' mi stupisce che incuta
timore, ma mi rendo conto che forse, quello che permette a me, non
è
qualcosa che permette a tutti.
Sam
se ne sta in silenzio, di sicuro lui è più
discreto e tranquillo di
Dean.
Non
so perchè, ma ho come la sensazione che quella sia una scena
tipica
del loro rapporto.
Non
mi piace quando Castiel è così freddo, non mi
piace l'aria che si
respira in questo momento nella stanza.
Vorrei
poter dire che è un po' colpa di tutti, ma la
verità è che tutto
questo imbarazzo nasce a causa della reazione di Castiel alla vista
di Sam e Dean.
C'è
qualcosa di grosso sotto e di sicuro lo chiederò a Cass
quando sarà
il momento.
“Avanti
ragazzi, smettetela di guardarvi così....” dico
loro.
La
risposta è silenzio. Un silenzio assordante e che mi mette a
disagio.
Non
so cosa stia succedendo, non so perchè Castiel non mi abbia
mai
parlato di Sam e Dean. So solo che non mi piace che mi si nascondano
le cose e questa situazione mi mette ansia.
Penso
a molte cose in quel silenzio e sono così assorta che quando
il
telefono di Sam squilla, sobbalzo.
Lui
parla qualche minuto e poi guarda Dean annunciando l'imminente
necessità di partire.
Quest'ultimo
storce un attimo la bocca. Credo che gli piaccia stare qui.
Io
sono una specie di sfida per lui, ma ho come l'impressione che sia
l'idea di avere una casa e un pasto caldo che gli piaccia
maggiormente in tutto questo.
“Peccato,
mi piaceva stare qui.” annuncia.
Sento
che mi fissa ma io guardo Castiel.
“Chi
ha il pane non ha i denti.....” continua Dean.
Castiel
non ha alcuna idea di cosa stia dicendo.. Ma io si. Insinua e le
insinuazioni non sono di mio gradimento. Sopratutto adesso.
“E'
stato un piacere conoscervi, ragazzi.” dico loro.
So
che sto dando l'impressione di volerli mandare via.. E so che
è
scortese. Ma l'aria si è fatta pesante ed io non reggo
più.
“Oh,
anche per noi.” mi risponde Dean con un sorriso.
A
dire il vero il suo modo di fare mi fa sorridere. E' spudorato e con
l'aria dell'uomo che non deve chiedere mai. Non mi stupisce,
è molto
bello. Ma con me non attacca. Non ora che ho già qualcuno
che mi
gironzola in testa. Che mi occupa il cuore.
Si!
Lo ammetto.. Mi piace Castiel. E se non mi rendessi conto che
è
troppo presto e questo non mi spaventasse tremendamente, direi che
sono sulla strada giusta per innamorarmene completamente.
Ecco!!
Complimenti Allison.. Sempre gli amori sbagliati.
Sospiro
e sorrido a Sam che mi saluta gentile. Poi guardo Dean che saluta
Cass.
“Allora
ci vediamo Cass, a presto.” gli dice Dean.
Castiel
annuisce. “Si. E state attenti.” raccomanda loro
guardandoli
uscire.
Quando
Dean e Sam se ne vanno tiro un silenzioso sospiro di sollievo e
riprendo il controllo.
“Wow,
ti preoccupi anche per loro! Pensavo di essere l'unica tua protetta!
” dico.
Lui
mi guarda e ignora totalmente il mio commento.
Eh
si! C'è decisamente qualcosa che non va.
“Che
è successo? Come mai erano qui?” mi domanda.
Sono
perplessa. “Beh, quando te ne sei andato sono arrivati loro,
mi
hanno scambiata per un vampiro” mi fissa spaventato
“ma non
preoccuparti, non mi hanno fatto niente. Capito l'equivoco
abbiamo.... lavorato insieme.”
Ora
è lui ad essere perplesso. “Lavorato
insieme?” mi chiede.
“Eh
già, quattro simpatici vampiri ci hanno attaccati e li
abbiamo messi
K.O.” dico io.
Lui
mi guarda preoccupato e scuote il capo.
“Che
c'è?” gli chiedo.
“E'
colpa mia, sono andato via senza.. pensare alle possibili
conseguenze. Sono stato imprudente.”
Si
sente in colpa. Non voglio che si senta così. E' colpa mia
se si è
sentito in imbarazzo tanto da andarsene.
“La
colpa è mia”, dico sicura scuotendo il capo e
avvicinandomi un
po', “non dovevo... darti quel bacio sulla guancia.”
“Infatti,
non dovevi.”
Sono
stupita ed enormemente dispiaciuta per la sua risposta.
“E'
proprio di questo che... dobbiamo parlare, Allison.” continua.
Annuisco
e incrocio le braccia sul petto. Mi sento in colpa perchè
quel
momento mi sembra un addio o comunque un arrivederci lunghissimo, ed
è colpa mia e della mia maniera di dimostrare affetto.
Mi
preparo ad ogni evenienza e sospiro. “Dimmi...” gli
dico.
“Non....
non devi più comportarti in quel modo con me.” mi
dice.
“Lo
so..” sussurro abbassando gli occhi.
“Io
non posso permetterti di comportarti con me come se fossi
semplicemente un umano, è... pericoloso.”
“Cass...
so di aver sbagliato, ma non volevo mancarti di rispetto o.. metterti
in imbarazzo o peggio, nei guai. Solo... mi sentivo di.... starti
vicino in quel modo.” gli spiego. E nel frattempo mi sento
piccola
piccola.
“Non
è questo il punto Ally, è che....” si
ferma ed è come se
cercasse le parole giuste. “Allison, tu non lo ricordi, ma
io....
sono vicino a te da quando sei nata. Ogni volta che mi era possibile,
io... vegliavo su di te. Ti ho vista in tutti i modi.... nuda,
vestita, e per me era sempre uguale...” fa un'altra pausa e
riprende fiato “... provavo per te solo tanta tenerezza,
perché ti
avevo... salvata. Ero il tuo custode. Ma da quando ho questo corpo
non riesco più a guardarti come facevo prima... ”
Arrossisco
e anche le sue guance si tingono di rosso.
Ok,
so che non dovrei chiedere, ma non posso non fargli questa domanda.
“E
adesso cosa provi?” sussurro.
E'
imbarazzato.. Lo vedo. “Niente che sia lecito per un
angelo... e
capirai che... non è possibile lasciarmi andare a queste..
sensazioni. Sai... ho capito che tu in qualche modo ti senti...
attratta dal mio tramite, e posso capirlo. Ma in questo
corpo” si
tocca per rendere meglio l'idea “ci sono io. Non si
può...”
Sono
pietrificata. Eh no caro angelo mio, mi sa che tu non hai capito un
bel niente.
“No!
Non hai capito niente!” gli annuncio “io... sono
attratta da
te... nella tua interezza. Voglio dire.... sì Jimmy
è... carino, ma
non è stato lui ad avermi salvata, non è lui a
proteggermi o a
preoccuparsi per me... Jimmy è come un bel vestito, ma sei
tu ad
indossarlo. Quando ti guardo negli occhi, io vedo quella luce che mi
ha strappata dall'inferno. Capisci cosa voglio dire?”
Lo
osservo attentamente e mi aspetto qualsiasi tipo di reazione.
Lui
mi guarda per qualche momento. E' tormentato.. Diviso tra il suo
essere e il suo voler essere forse.
“Devo
assentarmi per un po'.” mi dice tranquillo.
Ok,
questo non suona bene. “Che vuol dire?” chiedo.
Spero
tanto di aver capito male.
“Ho
una missione da compiere, devo andare.” mi dice lui dopo un
grosso
respiro.
Mi
sento male in questo momento. E ho paura. Non paura di rimanere da
sola.. Paura di perderlo, di perderlo per sempre.
“No,
non puoi andartene.” dico in un sussurro.
“Devo,
ordini superiori. Tornerò presto.” mi risponde
triste.
Sento
i miei occhi gonfiarsi di lacrime. Non me la bevo questa cosa degli
ordini superiori.
Mi
sta scivolando dalle mani e vorrei tenerlo stretto.. Ma non ci
riesco.
“Dunque
è un addio? Proprio non mi perdoni di averti dimostrato
affetto?”
chiedo con voce tremante.
“No!
Cosa stai pensando? Non vado via per questo! Ho davvero ricevuto
ordini dai superiori, anzi sarei dovuto andare immediatamente ma non
potevo lasciarti senza dire nulla. Tornerò
presto.” mi dice.
Non
voglio piangere.. non ora. Stringo i denti e mi schiarisco piano la
voce.
“Okay.....
buon lavoro.” dico falsamente indifferente voltandomi e
poggiandomi alla cucina.
“Io
tornerò presto.” mi ripete piano.
So
che vuole rassicurarmi, ma ora sono troppo scossa.
Annuisco
ma non mi volto. “Va bene, mi troverai qui come
sempre.”
Rimane
in silenzio per qualche secondo e poi sospira. “A presto
Allison,
non ci metterò molto. Sta' attenta.”
Non
rispondo.. Le lacrime sono troppe e se apro la bocca si
trasformeranno in sonori singhiozzi..
Sento
le sue ali fare un po' di rumore e so che è andato via. Ora
sono
sola.. Ed è tutta colpa mia.
Mi
lascio andare ad un pianto disperato. Non ricordavo che i saluti
facessero così male.
“Ciao
Castiel... Spero di rivederti presto.” penso
e mi pento di non averglielo detto.
“Mi
hai salvato la vita in più di un modo.” sussurro
tra le lacrime.
E
lo so. Lo so che mi sta ascoltando.
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Capitolo 7 *** Anywhere but here ***
Anywhere
but here
Un
mese.
E'
passato un mese da quando Castiel mi ha salutata dicendomi che
sarebbe tornato presto.
30
giorni.
Forse
per lui non sono nulla, ma per me sono tanti.
730.
484,398 ore, 43. 829,0639 minuti e 604.800 secondi. Questo è
il
tempo da cui non lo vedo.
Credo
che lui si sia proprio e davvero allontanato.. Perchè non lo
percepisco nemmeno intorno come mi capitava di solito.
Mi
fa male che se ne sia andato. Mi fa male averlo perso per colpe che
sono solo mie.
Lo
so che lui ha detto di avere un lavoro da fare, ma non gli credo.
Sento
che è solo per me e per il mio modo di stargli vicino che
è volato
via.
L'ho
perso solo per la mia troppa umanità. Per la mia
incapacità di
andare incontro alle esigenze e ai limiti che il suo essere angelo
gli dava.
Mi
manca.. Mi manca da morire e mentre scendo dall'auto diretta in casa
dopo l'ennesima sera passata in palestra ad allenarmi, vorrei tanto
che fosse qui per fargli vedere quanto sono in forma.
Scommetto
che sarebbe fiero di me.
Sorrido
malinconica ed entro dentro.
La
casa profuma di fiori di campo. Vengono dal mazzo che il mio personal
trainer mi ha regalato e che ho messo sul tavolino per abbellire il
tutto.
Mi
piacciono i fiori, e apprezzo che me li abbia regalati... solo che
lui non mi interessa, e mi rendo conto che forse è meglio
che io
glielo dica chiaro e tondo una volta per tutte.
Mi
siedo per un attimo sul divano, dalla parte in cui era solito sedersi
Cass e faccio un grosso respiro chiudendo gli occhi. E' quasi come se
la pace che lo pervade sia rimasta attaccata al cuscino, e mi sento
pervasa di calma all'istante.
Oh
cielo!!! Ma che dico? E' solo la mia suggestione.. La mia mente che
reagisce al dolore di non vederlo immaginando odori e sensazioni che
in realtà non esistono.
Mi
passo una mano sul viso e vorrei piangere.
Ti
amo Castiel.. Ti amo e avrei voluto che l'altro ieri, mentre
realizzavo la grandezza dei miei sentimenti per te, tu fossi
qui.
Avrei voluto dirti che sei tutto quello che voglio e tutto
quello che mi è essenziale.
Avrei
voluto averti accanto in quel momento.. Ma in fondo non so se con te
qui il mio coraggio sarebbe rimasto intatto o sarebbe venuto meno.
Non
so più niente da quando sei andato via.. L'unica cosa che so
è che
sono innamorata di te messaggero spettinato.
E
l'unica cosa che spero è che torni da me.
Mi
alzo e mi schiarisco la voce solo per rompere il silenzio che
c'è in
casa. Silenzio che solitamente Castiel riempiva con miliardi di
domande.
Mi
trascino fino alla cucina e accendo la luce.
Dovrei
mangiare qualcosa, ma non ho fame, così prendo una
bottiglietta
d'acqua e ne bevo un sorso.
La
poggio sul lavandino e decido di andare guardare la tv.
Mi
volto, diretta di nuovo in salotto, e non sono più sola.
Una
ragazza mi fa compagnia adesso.. Mi fissa con aria perplessa e non ho
la più pallida idea di chi lei sia.. Di cosa sia.
Ha
gli stessi occhi distratti di Castiel e per un attimo mi viene da
pensare che forse Cass ha cambiato tramite e adesso sto parlando con
lui.
Non
mi stupirebbe se avesse scelto di prendere il corpo di una donna per
evitare qualsiasi tipo di reazione accanto a me. Ma la guardo negli
occhi e vedo che non è lui.
La
luce di Castiel mi da la sensazione di una calma mattina di
primavera. Gli occhi della persona che mi sta di fronte mi ricordano
di più un freddo pomeriggio d'autunno.
“Chi
sei?” le chiedo pronta a tutto “O cosa sei?”
Non
so se sia umana o meno, quindi è meglio porre entrambe le
domande.
Lei
sposta i suoi capelli rossi indietro e si siede quasi come se fosse
in casa sua.
“Sono
Anna.” mi dice, “Una vecchia amica di
Castiel.”
Mi
tremano le gambe e la gola mi si secca.
Che
sia successo qualcosa a Cass e lei sia stata mandata per dirmelo?
“Sta
bene?” farfuglio infine.
“Benissimo.”
mi dice lei guardandomi.
Tiro
un sospiro di sollievo e il mio cuore riprende piano il suo normale
battito.
“Dove
si trova?” le chiedo.
“Non
lo so.” mi risponde lei guardandosi intorno.
Ok,
che diavolo ci fa qui?
“Sei
un angelo quindi.” dico.
Lei
annuisce e si mette più comoda.
“Quanto
sai in realtà di Castiel?” mi chiede.
Che
razza di domanda è? “So quello che mi basta
sapere.” rispondo.
Di
certo non le permetterò di confondermi, perchè
credo che sia
proprio questa la sua intenzione.
“Io
e lui eravamo molto amici un tempo.. Sai, ai piani alti.” mi
racconta “Io ero il suo superiore, ma lui non era un angelo
come
gli altri per me. Ho sempre avuto un debole per lui. Ora le cose sono
un po' diverse tra noi.. Ha ricevuto l'ordine di uccidermi.. Sono una
ribelle, come te.”
Castiel
vuole ucciderla? Avrà i suoi buoni motivi.. Ne sono sicura.
La
ascolto.. Sono curiosa lo ammetto.. Ma la piega che il discorso sta
prendendo non mi piace affatto.
“Scusa
un attimo,” le dico “non mi sembra di averti
chiesto nulla.”
Lei
sospira e sorride.
“Hai
paura di quello che potrei dirti?” mi chiede.
Alzo
un sopracciglio perplessa e non rispondo.. E' insolente, o perlomeno
è quello che percepisco avendola vicino.
“Non
ho tempo per questi giochetti.” le comunico scontrosa. Non
voglio
ascoltarla “Fuori da casa mia.” le dico uscendo
dalla cucina.
“Io
e lui ci amavamo..” mi dice attirando la mia attenzione.
Mi
fermo ma non mi volto. Temevo che l'avrebbe detto.
“Certo
era un amore esclusivamente.. spirituale diciamo.. Non avevamo corpi
da usare per unire il piacere della carne a quello dello
spirito.”
mi dice.
Basta!!!
Fatela star zitta per favore.
Faccio
un grosso respiro e mi sento morire dentro. Non so se mi sciocchi
più
il fatto di avere saputo di lei e di Castiel in questo modo brusco e
inaspettato, o se invece sia il fatto che Castiel abbia amato
qualcuno che non sono io ad infastidirmi.
“Ma
la perfetta unione spirituale è il massimo in un rapporto..
d'amore.
O no? Non è forse quello che tutti gli umani
cercano?”
Si
diverte a dirmi certe cose.. Lo sento dal tono della sua voce.
E'
un tono provocatorio. E' come se mi sfidasse.. Ma a dire il vero sono
troppo scossa per cedere alla provocazione.
Faccio
spallucce e respiro a fondo.
“Uhm...
non saprei. Perchè non me lo dici tu? Sembri essere
esp...” mi
volto per guardarla e farle capire che non mi piace il tono con cui
mi sta parlando, ma le parole mi muoiono in bocca.
Castiel
è lì, dietro di lei. Sta bene ed è
tornato.
Vorrei
correre da lui e abbracciarlo, ma so che è inopportuno e
oltretutto
non siamo soli.
Oh
Dio!!! E' così bello e.. puro.
Riesco
a percepire la sua forza e la sua calma. Mi avvolgono, quasi fosse un
caldo abbraccio.
“Castiel!?”
dico in un sussurro.
La
mia mente è un subbuglio di emozioni e il mio tono
è un perfetto
mix tra confusione e consapevolezza.
Sento
il mio cuore accelerare e correre veloce e i miei occhi riempirsi di
lacrime.
Lui
ha la stessa espressione malinconica che, immagino, ho anche io.
Sembra
felice di vedermi, ma trattenuto da qualcosa. Forse da Anna.
Lei
sorride appena e si volta verso di lui. Lo osserva a fondo, quasi gli
leggesse dentro.
Forse
può farlo per davvero... Ma a mio modo anche io posso.
Il
mio messaggero spettinato è qui, e lo sento.. lo sento che
è felice
di esserci.
“Allison..”
mi sussurra lui per tutta risposta “Ti trovo bene.”
Annuisco.
“Anche tu hai un bell'aspetto.” gli dico piano.
Non
so che fare. Il mio cuore mi spinge verso di lui urlandomi di
abbracciarlo.. Mentre la mia mente mi impone di rimanere ferma.
Oh..
al diavolo la mente. Io preferisco seguire il cuore.
Lascio
cadere le braccia lungo i fianchi e gli corro incontro stringendolo
tra le braccia.
Lui
esita un attimo e poi mi stringe per pochi secondi.
Dopodiché
si allontana da me e guarda Anna.
“Che
ci fai qui?” le chiede.
La
ragazza, o meglio l'angelo, mi fissa e poi guarda lui. Sul suo viso,
o meglio sul viso del suo tramite, c'è una strana
espressione.
Un'espressione che umanamente parlando sembra gelosia.
“Ero
curiosa di conoscere la ragazza per cui hai disobbedito.” gli
risponde calma “Onestamente mi aspettavo di
più.”
Dovrei
sentirmi offesa.. Ma la verità è che di quello
che dice non me ne
importa niente.
Voglio
solo concentrarmi su Castiel. Voglio perdermi nella sua immensa luce
che traspare dagli occhi di Jimmy.
“Non
dovresti essere qui.” le dice Castiel.
Lei
mi osserva e piega la testa. Poi guarda di nuovo Castiel.
“Lo
so che hai l'ordine di uccidermi.” gli dice “Ma ho
bisogno di
aiuto. Demoni.. Ti va di aiutarmi?” gli chiede
accarezzandogli il
viso “Come ai vecchi tempi.”
Osservo
la scena nervosa e tesa. Vorrei schiaffeggiarla, ma mi trattengo.
Castiel
annuisce e indietreggia mettendo distanza tra loro. Si volta e mi
guarda.
“Devo
andare.” mi dice.
E'
appena tornato e già vuole andarsene?
Ma
certo.. E' ovvio che preferisca Anna a me. Probabilmente il loro
“amore” è uno di quegli amori che non
hanno mai fine. La guardo
e lei mi sorride beffarda.
Ora
Anna ha un corpo e anche lui. Potranno unire il piacere carnale a
quello spirituale.
Il
pensiero mi fa inorridire e mi sento come se il mondo mi stesse
crollando addosso.
Ma
non voglio farlo vedere. Ho un orgoglio e se c'è una cosa
che ho
imparato di nuovo, in questo ultimo mese, è che la mia
personalità
e la mia dignità sono le cose più care che ho.
Di
certo non piangerò. Non darò mai questa
soddisfazione ad Anna.
Annuisco
e sorrido. “Ok..” dico calma “Vai pure.
Io ho molte cose da
fare. Ho un appuntamento per cena.” dico indicando i fiori
sul
tavolino.
Mento
e spero che lui non lo capisca.
Lui
fissa il vaso e poi mi guarda.
Ora
è nervoso.. Irritato direi.
“Oh..
Buona serata allora.” mi dice falsamente indifferente.
Annuisco
sorridente, mentre invece vorrei piangere e li guardo volare via.
*****
Non
è servito a nulla.
Un
intero mese senza vederla, eppure è sempre nella mia testa.
Anzi, è
ancora più presente di prima.
Ho
paura di classificare quello che sento, anzi ho il terrore di...
ammetterlo anche a me stesso.
Sono
cambiato tanto, troppo. Ed è stata Allison a cambiarmi. Non
intenzionalmente, ma.... non so come spiegarlo.
Cioè,
mi fa sentire così... intensamente umano. Oh no...
Io
non sono mai stato un angelo spietato, anzi ero anche troppo
misericordioso, ma da quando c'è lei nella mia esistenza, lo
sono
diventato ancora di più.
Per
fortuna Anna è riuscita a recuperare la sua Grazia e a
scappare, non
avrei mai avuto il coraggio di ucciderla, e sarebbe andata a finire
che Uriel uccideva tutti e due. Ecco, mi dispiaceva così
tanto
uccidere un mio ex superiore che avrei rischiato di morire anche io.
Si,
sono decisamente peggiorato, angelicamente parlando. Un angelo non
può avere di queste esitazioni, le nostre battaglie sono
estremamente importanti, e non ci si può permettere di avere
dubbi.
Sospiro
mentre decido di tornare da Allison, finalmente. Sono.... felice di
tornare da lei ma allo stesso tempo ho paura.
Paura
di essere ancora più fragile, paura di lasciarmi andare a
qualcosa
che a noi messaggeri celesti è proibito.
L'amore.
Beh
a dire il vero noi amiamo, ma non uhm... nel senso umano del termine.
E
io ho paura di... provare qualcosa di simile. Per Allison.
Magari
in questo mese avrà incontrato qualcuno... un umano, un uomo
normale
con il quale ricostruire la sua vita post-inferno.
Il
solo pensiero mi stringe lo stomaco. Temo che se trovassi qualcuno a
casa di Allison, lo scaraventerei al soffitto.
No,
non va per niente bene: un angelo non può essere possessivo,
non può
essere geloso.
Ma
io lo sono e ciò mi spaventa. E allo stesso tempo mi piace,
mi fa
sentire diverso.... non so come mi fa sentire.
Arrivo
davanti la casa di Allison e avverto qualcosa di strano, una
presenza. Un angelo.... Anna?
Mi
materializzo nel salotto giusto in tempo per ascoltare parte di uno
strano discorso.
“Ma
la perfetta unione spirituale è il massimo in un rapporto..
d'amore.
O no? Non è forse quello che tutti gli umani
cercano?”
A
pronunciare questa frase è stata Anna, seduta comodamente
sul
divano. Allison le volta le spalle ma percepisco il suo disagio.
Io
sono a dir poco sconcertato: che dannazione ci fa qui, Anna?
Sospettavo che l'avrei rivista, ma non così presto. E che
cosa vuole
da Allison? Questa situazione non piace.
“Uhm...
non saprei. Perchè non me lo dici tu? Sembri essere
esp...” dice
Ally voltandosi per guardarla, ma si blocca quando vede me.
Ci
guardiamo per un lungo istante, intenso ed emozionante. Ricordavo che
fosse bella, ma non così tanto. C'è qualcosa di
diverso in lei, di
meravigliosamente diverso. Resto a fissarla immobile, vorrei correre
da lei ma c'è qualcosa che mi trattiene. Ed ha i capelli
rossi.
“Castiel!?”
sussurra Allison tra lo stupore e... la gioia. Oh... sento la sua
gioia nel vedermi. Non è possibile, riesco a sentire il suo
cuore
pulsare velocemente. Il mio ormai ha preso il volo da un po'.
Ancora
assorto nella contemplazione della mia Ally, mi accorgo però
dello
sguardo di Anna che mi fissa. Sposto gli occhi su di lei e nel suo
sguardo leggo qualcosa di strano, che non mi piace. E mi domando di
nuovo: che ci fa qui e cosa vuole? Come sa di Allison?
Guardo
nuovamente Allison e la spiacevole sensazione di pochi istanti fa
svanisce.
“Allison..ti
trovo bene.” le dico. In realtà la trovo
meravigliosa ma non posso
dirglielo, per molte ragioni.
“Anche
tu hai un bell'aspetto.” mi risponde annuendo.
Appena
termina la frase, mi raggiunge rapidamente e.... mi abbraccia.
Stretta contro di me, sento la sua felicità e questo..... mi
piace.
Non
dovrei farlo, ma ricambio l'abbraccio, anche se per pochi istanti.
Lei ci sta osservando e senso qualcosa di strano nell'aria.
Un'energia
ostile? Non so come definirla, ma proviene dalla Grazia di Anna. Mi
allontano da Allison e guardo l'altra ragazza.
“Che
ci fai qui?” le domando serio.
Allison
e Anna si fissano per un attimo, in questo momento c'è
qualcosa che
mi sfugge ma loro pare che si capiscano benissimo.
“Ero
curiosa di conoscere la ragazza per cui hai disobbedito.” mi
dice,
gelandomi il sangue. “Onestamente mi aspettavo di
più.”
Quindi
sa cosa ho fatto. È peggio di quanto pensassi..... ascoltava
le
conversazioni di tutti gli angeli, me e Sirahel compresi. Spero non
si accorga che sono terrorizzato, ma non per me, per Allison. Se sa
che l'ho salvata dall'inferno, e tutto il resto, saprà anche
che è
il..... tramite di riserva di Lucifero.
Un
momento: che significa mi aspettavo di più?
L'ha insultata!
Guardo Allison per capire se si è offesa, ma la sorprendo a
fissarmi
intensamente, e capisco che sta completamente ignorando l'altra. E
questo infastidisce molto l'altro angelo, glielo leggo in faccia.
Deve
andarsene da qui, ora.
“Non
dovresti essere qui.” l'ammonisco duro. La voglio fuori da
questa
casa, non solo non conosco le sue intenzioni, ma è un
richiamo per
angeli e demoni: è ricercata da entrambi gli schieramenti.
Che stia
ovunque vuole, ma non qui.
Dopo
un'altra occhiata ad Allison, guarda verso di me.
“Lo
so che hai l'ordine di uccidermi.” mi dice calma, stranamente
calma. “Ma ho bisogno di aiuto. Demoni.. ti va di
aiutarmi?”
Sì!
Purché se ne vada da qui, l'aiuterò. Ma non
faccio in tempo a
dirglielo che mi si avvicina e mi accarezza il viso.
“Come
ai vecchi tempi.” aggiunge.
Ma
che diavolo fa? Cosa sono queste moine? Io non sono.... Dean.
Faccio
un passo indietro per sottrarmi a quella carezza non gradita e
annuisco.
“Devo
andare.” dico ad Allison guardandola negli occhi. Oh Santo
Cielo...
è arrabbiata.
Di
più, direi che è furiosa. Con me!
“Ok..”
dice falsamente calma, perché i suoi occhi dicono il
contrario. “Vai
pure. Io ho molte cose da fare. Ho un appuntamento per cena.”
mi
annuncia indicando qualcosa sul tavolino. Fiori? Qualcuno le ha
portato dei fiori? Fisso quel vaso come se fossero serpenti e poi
sposto lo sguardo su di Allison. Spero non si accorga di quanto io
sia contrariato.
Anna
accenna un sorriso divertito, entrambi abbiamo capito che è
stato un
uomo a regalarle quegli stupidi fiori.
Ora
sono furioso anche io, allora è vero che in questo mese ha
incontrato qualcuno. Di che mi meraviglio? Io le ho detto di non
provocarmi! Sì ma... mi da terribilmente fastidio. E per
giunta
questa sera si vedranno. Lo so benissimo come finiscono questi
incontri. Tuttavia cerco di dissimulare la mia ira. “Oh..
Buona
serata allora.” le auguro con indifferenza. In
realtà sto male.
Lei
annuisce con un sorriso e io vado via insieme ad Anna, che non ha
smesso di fare quel sorrisetto compiaciuto.
Non
ho idea di dove mi stia portando, semplicemente seguo la sua aura.
Atterriamo,
come direbbe Allison, in una casa. Anzi, in una camera... da letto.
“Dove
siamo?” le domando subito, guardandomi intorno incerto.
Lei
mi fissa e mi sorride. “Questa è la mia camera...
cioè quando ero
solo una povera ragazza indifesa.” mi dice avvicinandosi.
“Perchè
siamo qui?”
Anna
si stringe nelle spalle. “È un buon posto per
parlare”
Solo
ora noto com'è vestita: ha una camicetta così
aperta da far
intravedere il .. seno.
Lei
capisce cosa sto guardando e fa una risatina. “Ti
piace?” mi
domanda con malizia.
Io
faccio finta non capire l'allusione. “Che ci facevi da
Allison?”
Lei
sembra contrariata nel sentire il suo nome. “ Te l'ho
già detto,
Cass. Volevo conoscere la mia rivale.”
Corrugo
la fronte sinceramente perplesso. “Rivale? Anna, che stai
dicendo?”
Lei
ride e mi si avvicina ancora di più. “Non fare
l'ingenuo
Castiel... non lo sei. Non quanto vuoi far apparire, almeno.”
“Mi
dispiace deluderti” obietto “ ma in questo caso non
capisco sul
serio cosa vuoi dire.”
“Davvero?”
mi chiede alzando le sopracciglia “Eppure da come vi siete
comportati, direi proprio che c'è del tenero, tra di voi.
Anzi, ti
dirò di più” aggiunge toccandomi la
cravatta “da come vi siete
guardati, giurerei che siete amanti. È strepitoso il sesso,
vero?”
La
guardo scandalizzato ma non le rispondo, ha detto delle cose che
davvero.... non meritano replica.
“Non
c'è nessun demone che ti insegue, vero?” le dico
invece. Lei ride
di nuovo scuotendo il capo.
“Certo
che no, e anche se ci fosse, credi che non mi saprei difendere da
sola?” mi risponde quasi prendendomi in giro.
“E
allora che diavolo vuoi da me e da Allison?” le domando in
tono
minaccioso.
“Da
lei niente” dice “da te.... tutto.” e
sorprendendomi, mi spinge
indietro facendomi cadere sul letto.
Sono
così sorpreso da non reagire, e in pochi secondi me la
ritrovo a
cavalcioni su di me. Si toglie la giacca e quasi mi si sdraia
addosso.
“Dunque
Cass.... che ne dici di questo corpo? Ho chiesto di poterlo riavere
proprio per te.” mi dice orgogliosa strusciandosi addosso.
Il
mio cervello mi ordina di reagire e scaraventarla anche a terra, se
necessario, ma onestamente averla su di me mi provoca strane
sensazioni. Credo siano quelle che avrebbe qualsiasi uomo in
presenza di una donna che gli si butta addosso in questo modo, ma non
è una situazione che mi piace. Non è come con
Allison, non c'è....
emozione. Solo reazioni automatiche. In realtà non voglio
Anna.
“Togliti
di dosso Anna, non costringermi a farlo da me.” le dico
guardandola
torvo.
Lei
per tutta risposta tenta di baciarmi, ma io giro il viso.
“Uhm...
è più seria di quanto pensassi”,
mormora “sei proprio
innamorato.” ma non c'è né rabbia
né delusione nella sua voce.
“Anna,
spostati.” le ordino ignorando il suo commento.
Ma
non ne ha nessuna intenzione. “Rilassati Cass... abbiamo
aspettato
tanto tempo per questo.. no?”
Di
che diavolo sta parlando? Aspettato per cosa?
“Cos'è
quella faccia? Non sei curioso di vedere il mio tramite fatto su
misura? Sai, tu hai preso il corpo di un altro, ma il mio...”
fa
una pausa che sfrutta per togliersi la camicia.... oh buon Dio...
“il
mio è mi contiene fin dall'inizio.”
Decido
che è troppo e prendendola per la vita, la butto
letteralmente
sull'altro lato del letto. Mi rialzo e mi volto a guardarla.
“Anna...
non so cosa ti sei messa in testa... ma stai sbagliando.” le
dico
serio.
Lei
mi guarda sorpresa, e lentamente un'espressione di rabbia le
incattivisce gli occhi.
“Tu
stai sbagliando” mi urla “a buttarmi via per
quella. Io ti amo da
millenni! E anche tu mi ami.”
La
fisso stentando a credere a ciò che mi sta dicendo: io non
la amo,
non come crede lei. E non credo nemmeno al suo, di amore.
“Addio
Anna, nasconditi bene perché se ti troveranno, non saranno
buoni
come me.” l'avverto voltandomi per andarmene.
“Tanto
lei lo sa quello che c'è stato tra di noi, e quello che
c'è.” mi
dice fermandomi.
“Che
le hai detto?!” sbotto voltandomi di scatto. Lei sorride
maliziosa
e si alza dal letto, avvicinandosi a me.
“Che
ci amavamo... lassù. Ma che non avevamo un corpo per....
stare
insieme sul serio. Ma che ora... possiamo.”
Lei
fa per toccarmi di nuovo, ma io la prendo per le braccia e
l'allontano con forza.
“Nascere
umana ti ha provocato strani effetti collaterali, Anna.” le
dico
quasi cattivo. “Io ti amavo sì, ma come amavo
tutti i miei
fratelli e le mie sorelle. E quaggiù, per quanto io ti
rispetti
ancora e per quanto.. ti amo ancora come ti amavo lassù, io
non ti
voglio.”
Gli
occhi di Anna per un attimo si riempiono di lacrime, e sinceramente
mi dispiace, non voglio farla soffrire.
“Quella
femmina ti ha proprio stregato per bene, eh? È lei che vuoi,
non è
vero?” strilla rabbiosa.
La
sua domanda mi blocca, non riesco a replicare perché... la
risposta
mi fa paura. Eppure, le parole mi escono senza volerlo.
“Sì,
io voglio Allison. Mi dispiace....”
Anna
tace, mi guarda offesa mentre riprende gli indumenti che si era tolta
e senza neanche rivestirsi, sparisce.
Io
resto immobile, quello che ho ammesso mi sconvolge, ma io l'ho sempre
saputo, fin dal primo istante in cui i miei occhi umani si sono
posati su Allison. Dopo anni di protezione sincera e pura nei suoi
confronti, la guardo con occhi diversi.
Io
la amo, e la desidero.
Devo
correre da lei.
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Capitolo 8 *** I'm scared but I love you ***
I'm
scared but I love you
“Ho
un appuntamento per cena.. Che
razza di idea mi è venuta in mente?”
Sospiro
e mi passo una mano sul viso.
Mi
fa male la testa, è successo tutto in fretta.
E'
arrivata Anna e mi ha rivelato particolari scottanti sul rapporto
che la lega al mio Castiel, e poi è arrivato lui e se
n'è andato
con lei.
Non
posso credere che l'abbia fatto. Non posso.. credere che se ne sia
andato via con quella sottospecie di angelo dai capelli rossi e
stinti.
Vorrei
urlare.. Vorrei.. Non so cosa vorrei fare ora. So solo che sento una
rabbia crescermi dentro e bruciarmi in gola.
Eh
no Allison.. Questa non è rabbia. E' tristezza, e gelosia.
Fisso
i fiori sul mio tavolino e mi sembra che abbiano perso un po' del
loro colore.
Tutto
intorno ha perso qualcosa..
Castil
era qui e ora se n'è andato.. Di nuovo.
Con
Anna. E hanno due corpi a disposizione per lasciarsi andare al
carnale piacere del sesso.
Oh
no!!! Il pensiero di loro due insieme a letto.. o magari tra le
nuvole, mi fa rabbrividire.
Perchè
è volato via con lei? Perchè non è
rimasto qui con me.
Si
lo so.. Anna ha detto di aver bisogno di aiuto, e il mio messaggero
spettinato vuole darle una mano.
Lui
è buono e questo mi piace.. Ma cavolo.. è davvero
ingenuo a volte.
Davvero
crede che Anna avesse bisogno di aiuto per dei demoni?
Ma
per favore.. Lo guardava come un bambino davanti ad una torta al
cioccolato.
Ci
ha praticamente e spudoratamente provato con lui. E mentre lo faceva
rideva di me e della mia stupida idea che Cass potesse amarmi.
Sono
una vera idiota.
Lui
non può amarmi.. Nessuno può farlo. Chi potrebbe
mai amare una
stupida tornata dall'inferno che dimostra affetto in un modo
appiccicoso come faccio io.
Dannazione!!
Mi
alzo e vado su e giù per la stanza..
Ti
desidero Castiel. Ti desidero di un desiderio fisico ma ancor
più di
un desiderio spirituale.
Desidero
sentire il caldo del tuo corpo accanto al mio. La calma della tua
voce accarezzarmi la mente e tranquillizzarmi.
Ti
desidero ardentemente e non posso averti.
MI
fermo e faccio un grosso respiro. Il silenzio intorno mi spezza il
cuore e mi fa sentire... fragile.
Piove
e il rumore della pioggia mi piace.
Non
mi ero accorta che il cielo stesse piangendo...
A
dire il vero sta piangendo a dirotto, perchè c'è
praticamente il
diluvio.
Mi
fermo davanti alla grande porta a vetro che mi separa dal giardino e
mi perdo nella vista del prato bagnato e nel dissolversi e riformarsi
veloce dei cerchi che la pioggia crea nell'acqua della piscina.
Non
piove quasi mai a Los Angeles.. Ma quando lo fa, piove forte e il
temporale che sembra pian piano nascere ne è la prova.
Sospiro
e apro la porta. Castiel è a divertirsi chi sa dove.. Anche
io
voglio divertirmi, e la pioggia mi diverte.
Esco
fuori e mi metto al centro del prato.
La
pioggia mi bagna e dopo pochi secondi sono già zuppa.
Adoro
la sensazione che mi da. E' fredda e mi fa tremare ma mi fa sentire
viva.. Viva dentro.
Si!!
Lo sono.. Sono viva e questo è il momento esatto in cui dico
addio
al passato e inizio il mio futuro.
Qui,
sotto la pioggia, io rinasco. Non fisicamente.. Rinasco dentro.
Rido
come una scema e piango.. piango d'amore.
“Sono
viva!!” urlo al cielo guardandolo.
Riabbasso
gli occhi e Castiel è lì.
Anche
lui è bagnato fradicio ed è ancor più
bello se possibile.
Le
gocce di pioggia gli accarezzano le ciglia e gli scivolano sul viso
spargendosi piano.. Sembra che danzino sul suo bel viso.
Gli
accarezzano la bocca ed io le invidio.. Vorrei che fossero le mie
labbra ad accarezzare le sue.
“Che
stai facendo? Dovresti rientrare, o ti verrà un
malanno.” mi dice.
Un
malanno?? E chi se ne importa.. Io sono viva.
“Sono
viva!” Ripeto di nuovo.
Stavolta
però lo sussurro al vento.
“Saresti
viva anche dentro.. Al caldo.” mi dice.
Sarcasmo..
Il mio messaggero spettinato sta diventando incredibilmente
sarcastico.
“Ti
sei divertito con Anna? Il vostro amore spirituale si è
finalmente
congiunto al vostro desiderio carnale?” chiedo.
L'ho
chiesto in modo elaborato, la domanda di fondo però
è più
semplice.
Lui
piega la testa e mi osserva.
Percepisce
il mio stato d'animo suppongo.
“Immagino
che tu l'abbia aiutata come si deve..” gli dico ancora con
voce
spezzata dal pianto.
“Allison..”
Alzo
la mano per zittirlo e rido.. Sembro una pazza. Tra lacrime e
sorrisi.
In
questo momento mi sento come una triste canzone d'amore italiana.
“Va
bene,” gli dico “al cuor non si comanda. Se la ami
ed è lei che
vuoi, vai pure.. Spero che tu sia felice.”
Si
avvicina piano a me.. A pochi passi e mi osserva.
Devo
sembrargli incredibilmente stupida.
“Prima
che tu vada voglio dirti una cosa però.” sono
indecisa se dirlo o
meno, ma non voglio tenerlo per me “Mi hai salvato la vita in
mille
modi diversi.. E ti amo.”
Ora
piango di più.. Singhiozzo quasi.
So
che nemmeno per lui è semplice.. Ma non posso nascondere i
miei
sentimenti. Non più. Li sento esplodermi dentro.
Lui
rimane in silenzio. Mi osserva, con quegli occhi che mi mandano in
estasi.
Avvicina
il viso al mio e mi liscia le braccia con le mani.
“Non
è Anna che voglio..” mi sussurra.
Chiudo
per un attimo gli occhi e mi faccio cullare dalla sua voce. Poi
indietreggio..
E'
stato con un'altra e ora viene qui? Che si aspetta?
“Hai
provato Anna e ora vuoi provare anche me?” dico dura
“Vuoi vedere
quale ti piace di più?”
Quello
che sto dicendo è forte, ma davvero mi sento.. furiosa.
Non
posso nemmeno lontanamente immaginare che le sue mano abbiano toccato
prima lei e ora vogliono toccare me.
“Non
è successo niente tra me e Anna.. Mai!” mi dice
“E ha mentito.
Non c'era nessun demone che ce l'aveva con lei.”
Oh
ma davvero? Ci sei arrivato.. Meglio tardi che mai.
“Lei
ha detto che voi vi amavate e che aspettavate solo di avere dei corpi
per.. ricongiungervi.”
Scuote
il capo. “Mentiva.”
Lo
osservo.. Gli credo, ma le parole di Anna bruciano ancora nella mia
mente.
Ecco,
questo è il classico momento in cui sono senza parole..
Momenti rari
a dire il vero. Di solito parlo continuamente.
“Quindi
tu e lei non...”
“Mai!”
Annuisco
e rimango ferma dove sono. Non so che fare.
Sono
imbarazzata per aver creduto ad Anna.
“Prima
che tornassi,” farfuglio “io.. io credevo che non
saresti tornato
mai più. E non è vero che avevo un invito a
cena.. Io ero ferita ma
non volevo darlo a vedere e mentre eri via sono stata come una
stupida a fissare i fiori e..”
Ecco
qui! Mi è tornata la parola.
Lui
sorride piano e avanza deciso verso di me. Non capisco cosa voglia
fare.
O
meglio, ne ho una vaga idea e spero di non sbagliarmi.
Mi
prende piano il viso tra le mani e poggia la bocca sulla mia.
E'
delicato ma passionale.
Credo
che sia il più bel bacio che mi abbiano mai dato.
Rimango
ferma per un attimo.. piacevolmente sorpresa, e poi rispondo al suo
bacio. Lo stringo forte avvolgendolo al collo con le braccia e mi
sento calma.
Non
so cosa accadrà adesso, né cosa
accadrà dopo. Quello che so è che
tra le braccia del mio messaggero spettinato, sono felice e al
sicuro.
*****
Io
la amo.
È
l'unico pensiero che riesco a formulare mentre la osservo sotto la
pioggia.
Credeva
che io e Anna fossimo stati a letto insieme. Ma come potrei mai fare
una cosa del genere? Io voglio solo lei.
Le
sorriso e mi avvicino, è così.. bella, e la
pioggia che le scivola
sul viso la rende ancora più bella.
Mi
guarda perplessa, forse non immagina cosa sto per fare, e neanche io
me ne rendo perfettamente conto. Prendo il suo viso tra le mani e....
la bacio. Allison resta immobile, mi accorgo che è sorpresa
ma lo
stupore dura un attimo tanto che sento le sue braccia cingermi il
collo e le sue labbra rispondere alle mie.
Quello
che forse inizialmente era un bacio timido, impacciato ... diventa un
bacio appassionato, vorace. Adoro il suo sapore, sa di vita.
È
stupido lo so, ma è questo ciò che mi trasmette.
Vita. Prima di lei
io esistevo, punto. Adesso vivo.
Abbasso
le braccia e la prendo per la vita, stringendola a me, poi allontano
la bocca dalla sua e la guardo.
“Allison....”
sussurro “io.... ti amo.” le confesso emozionato.
Lei mi guarda e
mi sorride stringendosi contro il mio corpo.
“Aspettavo
da tanto queste parole..... anche se pensavo che non sarebbe mai
successo.” mi dice con voce tremante.
Neanche
io mi aspettavo che sarebbe successo questo, che guardarla e viverla
come un umano mi avrebbe fatto innamorare così follemente di
lei. La
bacio di nuovo, più avidamente di prima. La voglio. Nel
senso....
carnale del termine.
E
percepire il suo desiderio nei miei confronti non fa che rafforzare
il mio desiderio di averla.
Senza
rendermene conto la porto in casa, non so come ho fatto. L'unica cosa
che so è che voglio possederla.
Allison
si scosta un po' da me e mi fissa intensamente negli occhi. Ha le
guance arrossate e gli occhi lucidi e ho la sensazione di apparire
allo stesso modo. Mi accarezza il viso e avvicina di nuovo la bocca
alla mia.
“Voglio
fare l'amore.” mi sussurra sfiorandomi le labbra
con le sue.
Tre
sole parole bastano a farmi perdere la testa. Respiro forte e sento
il cuore.... esplodermi nel petto.
“Ti
voglio immediatamente. Devi essere mia...” le dico con un
tono che
sorprende anche me. Deciso, autoritario.
Ally
sembra quasi sorpresa, non credo si aspettasse tanta risoluzione da
parte di un... represso come me.
Sì,
sono stato un represso, la volevo da tempo e fuggivo da lei. Ma ora
basta, se non la prendo potrei morirne.
Si
appoggia a me più stretta che può e capisco dopo
neanche un secondo
perché lo fa. Vuole “sentire” il mio
desiderio. Sorride
maliziosa e mi circonda la vita con le braccia. “Allora
è vero che
mi vuoi....” mi dice aumentando la pressione contro di me.
Ecco,
se non fossi stato soprannaturale sarei morto. Come fa un uomo a non
sentirsi male davanti ad una donna che gli dice queste cose con
questo tono sensuale? Forse sono io che ho poca.....anzi nessuna
esperienza, ma questa frase basta per buttare giù anche il
più
piccolo dubbio che ancora mi restava.
“Tu...
non hai idea di quanto ti voglio...” le rispondo buttandomi
di
nuovo sulla sua bocca abbracciandola forte.
È
questo bacio che ci trasporta in camera da letto. Sono talmente fuori
controllo che uso i miei poteri inconsciamente.
Quando
Allison si accorge di dove siamo, mi guarda negli occhi e dopo avermi
dato un bacio leggero, mi fa togliere l'impermeabile e la giacca. Mi
allenta la cravatta e la sfila dal colletto, poi passa alla camicia,
la sbottona fino alla cintura e poi... apre anche quella.
Sfila
la camicia dai pantaloni e me la fa togliere, lasciandomi a torso
nudo.
“Non
ti va di fare lo stesso con me?” mi domanda piano
accarezzandomi il
petto. Le sue mani sulla mia pelle.... sto impazzendo.
“Ho
paura di strapparti i vestiti..” le confesso quasi sottovoce.
Allison
sorride e guida le mie mani verso il suo corpo. Prendo il bordo della
sua maglia e gliela sfilo. Quello che vedo mi lascia senza fiato. Lei
di solito usa.... il reggiseno. Adesso non ce l'ha e quando realizzo
ciò, la mia reazione è quasi aggressiva. L'attiro
a me e la stringo
forte, baciandola profondamente.
“Il
tuo corpo scotta...” mi dice quando decido di farla respirare
un
attimo.
“Questo
non è niente.” le prometto.
Ormai
ho perso ogni briciolo di controllo e senza sapere come, finisco di
spogliare lei e me stesso. La prendo per i fianchi e la spingo sul
letto senza smettere di baciarla, i nostri cuori battono
così forte
da riuscire a sentire l'uno quello dell'altra solo sfiorandoci la
pelle.
Ally
fa per accogliermi tra le sue gambe, ma all'improvviso si blocca e
uno strano sguardo le incupisce gli occhi. Non mi vuole più?
“Cass....”
inizia posando una mano sul mio petto “chi è che
fa battere questo
cuore?”
“Che
vuoi dire?” le domando confuso.
“Devo
sapere se sei tu o.... Jimmy, a desiderarmi. Io voglio fare l'amore
con te, Castiel, non con lui. So che è un discorso senza
senso
ma.... io devo saperlo.”
Ora
capisco, teme che io agisca spinto dal mio tramite, invece è
l'esatto contrario.
“No
amore mio....” le dico accarezzandole una guancia
“sono io la sua
volontà, non viceversa. Sono io che do vita al suo corpo,
non lui.
Sono io a desiderarti tanto da stare male, non Jimmy. Lui non
è
cosciente, adesso.” le assicuro.
Ed
è vero, Jimmy non capisce cosa sta succedendo, è
il mio desiderio a
far fremere questo corpo, lui è solo lo strumento per
concretizzare
quello che provo per Allison.
Lei
sorrise e si offre a me, ormai sicura che sono io e solo io qui con
lei.
Sono
su di lei.... ho paura di sbagliare.... di farle male... di muovermi
in maniera sbagliata rovinando questo momento indimenticabile.
“Prendimi
Castiel...” mi sussurra guardandomi negli occhi
“voglio essere
tua.... voglio che mi possiedi...”
In
un attimo spazza via tutte le mie incertezze e davanti alla sua
richiesta di essere amata io.... obbedisco.
La
prendo più delicatamente che posso, ma quando lei con un
movimento
deciso fa unire perfettamente i nostri bacini, capisco che forse
posso essere più energico anche io.
Inizio
a possederla osservando le sue reazioni. Allison mi guarda negli
occhi e mi circonda la vita con le gambe. Si aggrappa alle mie spalle
e... si arrende a me.
Rapidi
respiri e gemiti si fondono e confondono, lentamente perdo ogni sorta
di freno, anche la coscienza si assopisce sovrastata dal piacere e
dalla gioia di essere qui con lei. Non ho mai fatto l'amore,
è la
prima volta per me, ma so esattamente cosa fare.
E
più mi accorgo di renderla felice, più la mia
stessa felicità sale
alle stelle.
Mi
muovo deciso su di lei, sicuro di ciò che sto facendo. Non
ricordo
più i miei obblighi, o chi sono o perché sono
qui. Adesso sono
solamente un uomo, un uomo che ama e possiede la sua donna con tutto
sé stesso. Mi sollevo sulle braccia e la guardo,
è meravigliosa con
quelle guance arrossate e gli occhi languidi. Mi fa impazzire, non ho
più il controllo di me.
“Castiel...”
mi chiama pochi istanti prima di urlare. Si inarca sotto di me e
trema violentemente, scossa e sopraffatta dal piacere che sono
riuscito a darle.
Sono
fiero, orgoglioso. L'ho resa felice, e mentre il suo corpo ancora
rabbrividisce sotto il mio, tocca a me ad essere sopraffatto dalla
felicità. Tremo tra le sue braccia e mi lascio andare,
affondando il
viso nei suoi capelli mentre lei mi stringe forte.
Mi
sollevo di nuovo e ci guardiamo per un lungo istante. Respiriamo
ancora affannosamente e sorridiamo felici.
“Ti
amo.” mi dice prendendomi il viso tra le mani.
“Ti
amo da morire Ally...” le rispondo dal profondo del cuore e
la
bacio di nuovo.
Mi
sposto liberandola dal mio peso e lei posa il capo sul mio petto
mentre io l'abbraccio forte e la stringo a me.
“Sono
così felice Cass....”
“Anche
io... tanto.” le dico baciandole la fronte.
Lei
sorride e mi stringe, per poi addormentarsi tra le mie braccia,
dolcemente.
Sento
il suo respiro sulla mia pelle, un respiro lieve, regolare. Delicato.
Allison.
Abbiamo
fatto l'amore, intensamente. Ed è stato meraviglioso ma.....
quando
il mio cervello riesce a sovrastare i miei sensi, la consapevolezza
mi assale violenta.
Non
mi pento di averla amata, se avessi continuato a reprimermi avrei
fatto del male ad entrambi. Ma ho paura, molto più di prima.
Ho
fatto ciò che ci è proibito e anche se non me ne
pento, ne temo le
conseguenze.
Io
non sono sulla Terra per caso, io ho una missione.
Ma
tra le sue braccia l'ho dimenticato.
Sospiro
accarezzandole i capelli, ho dimenticato i miei doveri
perché la amo
profondamente.
Sono
spaventato Allison, tanto spaventato. Tu non sai cosa sta per
succedere, cosa potrebbe succederci.
Ti
amo davvero, ma temo di dovermi allontanare di nuovo da te.
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Capitolo 9 *** What are we? ***
What
are we?
Sublime,
intensa, stupenda, meravigliosa, fantastica.. magica!
Ecco
il termine giusto per descrivere la notte appena passata con Castiel.
E' stata magica.
Di
quelle notti che anche volendo non puoi... non puoi dimenticare.
Ti
amo Castiel e anche se ho ancora il tuo sapore addosso, ti desidero
ardentemente.
Mi
agito un po' tra le lenzuola fresche e respiro a fondo.
Ho
gli occhi ancora chiusi.. Un po' mi spaventa aprirli.
E
se aprendoli mi accorgessi che è stato tutto un sogno?
La
delusione sarebbe troppo grande, non potrei sopportarlo.
Ho
aspettato la notte appena passata da quando sono tornata
dall'inferno.. L'ho desiderata, ho immaginato che fosse.. bellissima.
E
ora l'ho avuta.. E la realtà ha superato di gran lunga le
mie
aspettative.
Castiel
è stato perfetto, il rumore della pioggia che ci ha tenuto
compagnia
è stato perfetto, tutto è stato.. perfetto.
Chissà
se per lui è stato lo stesso.
Apro
gli occhi, finalmente, e Castiel non è accanto a me.
Non
mi aspettavo di trovarlo a letto, lui non dorme.. Sono quasi sicura
che sia accanto alla finestra a perdersi nel luccichio della rugiada.
E'
così tenero e dolce... Anche se stanotte la sua dolcezza ha
lasciato
il posto ad una... irrefrenabile passione che mi fa ancora venire i
brividi se ci penso.
Sorrido
e mi giro dall'altro lato pronta a riservargli il miglior sorriso che
ho.
Ma
lui non c'è! E nel momento in cui realizzo che, come tutti i
normali
uomini, se n'è andato dopo aver avuto il suo
“premio”, il mio
cuore va in miliardi di pezzi.
Mi
alzo piano e mi metto addosso la vestaglietta.
Mi
passo una mano sul viso ed entro nel bagno. Farò una doccia.
Di
solito mi schiarisce le idee.
Mi
tolgo la vestaglietta ed entro.
L'acqua
è calda e mi accarezza replicando perfettamente la
delicatezza delle
mani di Castiel la notte appena trascorsa.
Mi
sento rabbrividire e chiudo gli occhi perdendomi nel ricordo.
Perchè
te ne sei andato prima che mi svegliassi Cass? Perchè? E
sopratutto,
dove sei andato?
Non
credo che lassù abbiano scoperto che ha ceduto all'umana
tentazione.
Se lo sapessero, qui ci sarebbero già schiere di angeli
pronti a
punire anche me per averlo tentato.
No..
deve essere qualcos'altro. Magari un'emergenza.. Dean e Sam forse.
D'altronde anche loro sono suoi “protetti”..
O
magari.. Oh no!
E
se fosse andato da Anna? E se, mentre dormivo si è reso
conto che è
lei che ama?
No..
Smettila Allison. Non è possibile.
Lui
ha detto chiaramente che mi ama. E il modo in cui mi guardava, mi
baciava e mi accarezzava mentre ci stringevamo l'un l'altra stanotte,
ne è la prova.
Lui
non vuole Anna, vuole me!
Solo
che mi sfugge perchè se n'è andato via senza
nemmeno aspettare che
mi svegliassi.
Scuoto
il capo e chiudo l'acqua.
Esco
dal box doccia e mi asciugo e poi vesto velocemente.
Scendo
di sotto e vado in cucina. Non ho fame ma devo mangiare qualcosa..
Sono umana e ho bisogno di cibo tanto quanto ho bisogno di dormire.
Prendo
uno yogurt e lo apro. Ne mangio un po' ma il mio stomaco rifiuta il
cibo.
Ora
non ho bisogno di fare colazione, ho bisogno di una spiegazione.
La
esigo!
Poggio
il barattolo sul lavandino e allargo le braccia fissando l'alto.
“Castiel..”
chiamo “Dovunque tu sia. Qualunque cosa tu stia facendo,
vieni qui
appena puoi. Ho bisogno di parlarti.” dico.
Sospiro
e mi sposto i capelli umidi indietro.
Aspetterò
pazientemente che arrivi. Me ne starò qui a pregare che
arrivi..
Perchè se non viene, beh.. forse non mi ama come dice.
E
questo pensiero fa male al cuore.
*****
L'ho
lasciata dormire.
Lentamente
mi sono alzato dal letto, attento a non svegliarla da quel dolce
sonno in cui era scivolata dopo l'amore, e sono andato via in
silenzio.
Avrei
tanto voluto restarle accanto, dormire con lei. Nel senso di....
dormire, come un uomo normale. Ma io non lo sono.
Mi
sono lasciato andare ai miei sentimenti, alle mie pulsioni, tutto
quello che teoricamente noi angeli non abbiamo.
E
l'ho amata come un uomo.
Ma
non lo sono, non per davvero almeno.
Possiedo
il corpo di un uomo, ma io sono una creatura celeste, immortale.
Io
amo Allison, da morire, ma dentro di me so che è sbagliato.
Sono
scappato da lei, di nuovo.
Cosa
penserà al suo risveglio? Di sicuro si aspetta di trovarmi
lì
accanto a lei, o comunque in casa....
Invece
sono andato via di notte, lasciandola sola nel suo letto.
E
ora me ne sto seduto qui su una stupida panchina, con leggere gocce
di pioggia che mi bagnano indifferenti.
“Che
cosa ho fatto...” bisbiglio a me stesso.
Il
ricordo di lei tra le mie braccia mi sconvolge, mi turba. Riesco a
sentire il suo profumo addosso e ciò mi fa desiderare di
volare di
nuovo da lei e farla mia ancora e ancora.
Vorrei
tanto amarla liberamente, ma non posso.
Io
non posso avere una relazione con lei, non posso... avere una
fidanzata.
Allison
dovrebbe trovarsi un uomo vero, un uomo normale, che non abbia di
questi problemi ultraterreni.
Sì,
ma se penso che sarebbe un altro ad averla come l'ho avuta io questa
notte, sento il sangue salirmi fino in testa.
Sirahel
aveva ragione, mi sono cacciato in un brutto guaio.
Non
mi bastavano Dean e Sam, l'Apocalisse e tutto il corredo terribile
che questa comporta.
Dovevo...
innamorarmi, anche. Della donna più bella e dolce e...
sensuale del
mondo.
Questa
notte.... io non la dimenticherò mai.
Ho
capito perché spesso gli uomini hanno mosso guerra contro
altri
uomini per colpa di una donna.
Li
capisco, giuro.
Trovarsi
tra le braccia della propria donna è la cosa più
bella e
sconvolgente che possa capitare ad un uomo.
Sospiro
per la centesima volta, mi manca la mia donna. Forse dovrei tornare
da lei....
Come
suo custode, ovviamente.... perché il resto... non deve
ripetersi.
D'un
tratto sento come un sibilo nella mia testa... un richiamo.
“Castiel..dovunque
tu sia. Qualunque cosa tu stia facendo, vieni qui appena puoi. Ho
bisogno di parlarti.”
Allison.....
Chiudo
gli occhi e rifletto rapidamente: cosa faccio? Mi sta chiamando....
devo andare da lei. Ma ho paura.
Sì,
della mia reazione nel rivederla.
Mi
alzo dalla panchina e prendo un grosso respiro.
Ally
ha bisogno di me ed io devo andare da lei. Ho giurato di proteggerla
e lo farò.
E
combatterò contro i miei sentimenti.
Spicco
il volo per raggiungerla, mentre il mio cuore è
già da lei.
Sarà
dura non amarla.
*****
Castiel
compare dopo pochi minuti.
E'
calmo all'apparenza, ma tormentato nel profondo. Oramai lo conosco,
conosco ogni sua espressione.
Mi
guarda ed io non so che fare.
D'improvviso
averlo chiamato non mi sembra più una buona idea..
Però ho bisogno
di una spiegazione. Mi spetta di diritto.
Sospiro
e mi avvicino a lui.. Lo stringo in un veloce abbraccio e poi gli do
un bacio leggero.
Lui
rimane immobile, freddo come una lastra di ghiaccio. Mi guarda per un
po' e poi abbassa gli occhi.
Se
ammetterlo non facesse così male, giurerei che mi sta
respingendo e
che preferirebbe che io mi allontanassi da lui.
Cosa
gli è successo?
Annuisco
appena, delusa e addolorata dalla sua reazione, o meglio dalla sua
non-reazione e
indietreggio.
Mi
sento.. mi sento come se avessi appena sbattuto la testa.
Sono
confusa, triste e.. non so che dire.
Rimaniamo
distanti, in silenzio, per pochi attimi che sembrano eterni. Questo
silenzio è assordante.. Mi rimbomba nelle orecchie.
Devo
sedermi!!
Non
ricordavo che amare facesse così male... E non lo ricordavo
perchè
l'ultima volta, invece di soffrire, ho dato un taglio netto prima di
sentirmi.. vuota come mi sento adesso.
Mi
schiarisco la voce e mi tengo la giacca stringendola un po' quasi
come se cercassi protezione.
“Allora..”
farfuglio “Uhm, stai bene?”
Preferisco
iniziare piano, prendere il discorso alla larga diciamo..
Non
voglio essere dura con lui, per quel che ne so potrebbe avere una
spiegazione valida.
“Benissimo,”
risponde lui in tono... formale “tu stai bene?”
Ok,
non posso sopportare niente di tutto questo un minuto di più.
Io
e lui abbiamo trascorso la notte più bella che si possa
immaginare,
quindi, che diavolo è questo tono formale?
“A
dire il vero no!” esclamo decisa.
Lui
si guarda intorno..
Guarda
ovunque pur di evitare i miei occhi.
“C'è
qualcosa che posso fare per te?” mi chiede.
Non
abbiamo mai avuto questo tipo di rapporto.. Siamo sempre stati
più...
intimi di così.
Non
posso credere a quello che mi sta dicendo. E sopratutto a come me lo
sta dicendo.
“C'è
qualcosa che posso fare per te?” ripeto allibita
“Beh si,
potresti spiegarmi perchè quando mi sono svegliata tu non
c'eri e
anche perchè ora ti comporti come se fossimo due perfetti
estranei.”
Sono
nervosa, e il mio tono è duro.
Lo
so che non dovrei, ma davvero non posso sopportare la piega che
questo rapporto e questa conversazione stanno prendendo.
“Avevo
qualcosa da fare. E..” mi risponde lui.
“Cosa?”
lo interrompo.
Eh
no mio caro Castiel! Ora basta con questo mistero e questo “Ho
una missione da compiere..”
Finalmente
mi guarda negli occhi. Ma ha uno sguardo distante e mi ritrovo a
pensare che forse era meglio che continuasse a guardare dovunque
tranne che me.
Il
suo sguardo mi trafigge da parte a parte. Pizzica, fa male.
“Non
è necessario che tu sappia cosa stavo facendo. E se mi
comporto come
se fossimo due.. perfetti estranei” ripete le mie parole e
percepisco che gli costa pronunciarle “è
perchè quello che è
successo stanotte è stato.. sbagliato. Piacevole ma.. un
errore. Non
deve ripetersi mai più.”
Non
posso crederci.. Io non... non riesco nemmeno..
Sento
gli occhi riempirsi di lacrime e decido di prendere in mano la
situazione.
Mi
avvicino a lui e lo “costringo” a guardarmi negli
occhi.
“Stanotte..
Io e te abbiamo fatto l'amore nel modo più..” non
so che parola
usare “Hai detto di amarmi. Hai detto di desiderarmi, di
sentirti
felice, e ora vieni a dirmi che è stato tutto un
errore?”
Lui
rimane zitto per un attimo.
Sento
il calore del suo corpo aumentare ancora un po'. E' agitato.
Non
ci credo che per lui è stato tutto un errore. Deve essergli
successo
qualcosa mentre era via.
Ma
cosa?
“Si!
Esatto.” mi dice facendomi morire dentro.
Apro
la bocca per dire qualcosa, ma cosa potrei mai dire?
“Io
ho ceduto alla tentazione ed è stato un errore. Sono un
angelo e non
sono qui sulla Terra per caso. Sono qui per proteggerti e prendermi
cura di te. Ma da angelo, e non da umano come stanotte.”
Sono..
sono senza parole.
“E
chi si prende cura di te?” gli bisbiglio lasciando cadere
qualche
lacrima.
Le
mie parole devono averlo toccato molto, perchè il suo mento
trema un
po' e i suoi occhi diventano lucidi.
Si schiarisce la voce e si
allontana guardando fuori dalla finestra.
E'
fragile in questo momento, e non vuole mostrarsi lacerato dallo
stesso dolore che sta uccidendo anche me.
“Io
non ho bisogno di nessuno. Non ho bisogno che si prendano cura di me.
Sono un angelo, non un umano.”
Annuisco
e prendo le chiavi dell'auto.
Ho
bisogno di guidare. Farlo mi aiuta a calmarmi.
Sta
dicendo che sono stata un errore, non mi piace ma è la sua
scelta e
di certo non starò qui a pregarlo.
Ho
ancora un briciolo di dignità e la preserverò.
Oltretutto
sono furiosa.. Potrei dire cose che non penso. E' meglio che io esca.
Prendo
la borsa e apro la porta.
“A
dire il vero, sei più umano di quanto credi.” gli
dico pungente.
Esco
e vado dritta fino all'auto.
So
che la mia ultima affermazione forse lo spaventerà, ma
è la verità
ed è ora che affronti il fatto che, per quanto.. angelica
sia la sua
natura, lui oramai è più uomo che angelo.
*****
Devo
sembrare calmo.
Allison
non deve capire quanto sto male, quanto mi sento in colpa verso di
lei e verso i miei doveri.
Così
quando le appaio davanti, esibisco il mio sguardo più
indifferente.
Ma come faccio a mostrarmi indifferente davanti alla donna che solo
poche ore fa è stata tra le mia braccia.
Come
diavolo faccio a non stringerla a me, a non baciarla?
La
guardo e resto immobile, e lei fa altrettanto. Ci fissiamo in un
silenzio desolante, forzato.
Vorrei
urlarle quanto la amo e quanto mi dispiace, ma non posso.
Allison
sospira e lentamente mi si avvicina. Oh no... ti prego non lo fare.
Mi
abbraccia. Io chiudo gli occhi per un istante e li riapro
immediatamente. Non rispondo al suo gesto affettuoso né al
timido
bacio che mi posa sulle labbra. Mi sento un verme, un bastardo.
È
così bella, così dolce.... e io me ne sto qui
rigido a fissarla con
freddezza. Non sopporto più il suo sguardo inquisitorio e
abbasso
gli occhi sul pavimento. Non ho il coraggio di dirle di allontanarsi
da me, non ce la faccio, spero che lo capisca da sola.
Sì,
ha capito. Annuisce lentamente e arretra di qualche passo. Riesco a
sentire il dolore di Allison, la sua delusione, il suo stupore per il
mio comportamento.
Maledetto
me.
Lei
non merita questo, lei merita tutto l'amore del mondo... e invece
adesso la sua anima vibra di dolore.
“Allora.....
stai bene?” mi domanda dopo infiniti istanti di silenzio.
La
sua voce mi fa venire i brividi, mi riporta alla mente la notte
appena trascorsa.
I
suoi sospiri, la sua richiesta di essere amata...
“Benissimo.
Tu stai bene?” le parlo ostentando un maledetto tono
distaccato.
E
mento, perché non sto bene amore mio, non sto bene.....
“A
dire il vero no!” sbotta Allison fissandomi negli occhi. Io
distolgo subito lo sguardo e lo faccio vagare per la stanza, senza
avere il coraggio di incontrare il suo nuovamente.
“C'è
qualcosa che posso fare per te?” le chiedo come un idiota.
Non oso
guardarla in faccia.
“C'è
qualcosa che posso fare per te?” ripete
sconcertata. “Beh si,
potresti spiegarmi perchè quando mi sono svegliata tu non
c'eri e
anche perchè ora ti comporti come se fossimo due perfetti
estranei.”
Deglutisco
prima di risponderle nel modo più ovvio e stupido.
“Avevo qualcosa
da fare. E..”
“Cosa?”
mi chiede Allison.
Decido
di guardarla anche se mi fa male rivolgerle uno sguardo freddo. E mi
fa male vedere il suo pieno di tristezza.
“Non
è necessario che tu sappia cosa stavo facendo.”
rispondo con
durezza “E se mi comporto come se fossimo due.. perfetti
estranei è
perché quello che è successo stanotte
è stato.. sbagliato.
Piacevole ma.. un errore. Non deve ripetersi mai
più.”
Sì
amore.... non deve ripetersi mia più. Non posso
più averti, né
accarezzarti. Non sarai mai più mia.
Ti
prego non piangere... i suoi occhi si riempiono di lacrime, avanza
verso di me e mi fissa intensamente. Non piangere...
“Stanotte..
Io e te abbiamo fatto l'amore nel modo più..” si
ferma e sono
felice di ciò, il ricordo è già fin
troppo vivido nella mia mente.
“Hai
detto di amarmi. Hai detto di desiderarmi, di sentirti felice, e ora
vieni a dirmi che è stato tutto un errore?” mi
dice con voce
spezzata.
Io
non so cosa dirle, non so cosa fare. È tutto vero: la amo,
la
desidero e mi ha reso tanto felice, mi ha fatto sentire amato. Ma
è
vero anche che.... è stato un errore. Non dovevo.... io....
non
dovevo.
No,
non è stato un errore! È stato amore, disperato,
intenso amore. Ma
non deve succedere mai più, non posso permetterlo.
“Si!
Esatto.” le rispondo nonostante quello che davvero penso,
nonostante il fuoco che sento dentro quando la guardo.
“Io
ho ceduto alla tentazione ed è stato un errore. Sono un
angelo e non
sono qui sulla Terra per caso. Sono qui per proteggerti e prendermi
cura di te. Ma da angelo, e non da umano come stanotte.”
concludo
con decisione.
Allison
mi guarda a bocca aperta, ferita e delusa dal mio comportamento.
Vorrei
abbracciarla e poterle dire che ho detto solo un mucchio di
sciocchezze, e vorrei chiederle di perdonarmi.
Ma
non posso.
“E
chi si prende cura di te?” mi sussurra mentre le lacrime le
rigano
le guance.
Cosa?
Chi...
si prende cura di me? Io non ho bisogno di....
Sì,
ne avrei bisogno invece. Lo so e questo mi fa tremare....
perché
sono solo. E sto respingendo anche Allison. L'unica creatura che mi
ha mostrato amore.... voglio dire.... lei mi ama per quello che sono,
ama me, non ama cosa sono. Cosa sto facendo?
Non
posso piangere... smettila Castiel! Ritorna in te.
Mi
allontano da lei e guardo fuori dalla finestra. “Io non ho
bisogno
di nessuno. Non ho bisogno che si prendano cura di me. Sono un
angelo, non un umano.” affermo imponendomi di non far tremare
la
mia voce.
Non
mi risponde, sento un rumore metallico e i suoi passi che rapidi si
allontanano da me.
Non
ho il coraggio di voltarmi a guardarla.
“A
dire il vero, sei più umano di quanto credi.” mi
dice davanti alla
porta.
La
apre ed esce sbattendola, lasciandomi da solo con il mio stupore.
Chiudo gli occhi e stringo i pugni lungo i fianchi, le lacrime mi
bruciano gli occhi ma le reprimo: gli angeli non si comportano
così.
Più
umano di quanto credi.
Le
sue parole risuonano nella mia testa.... scottano... tagliano.... si
intrecciano con i ricordi e i suoni della nostra notte, del nostro
amore. Con le sensazioni... umane che ho provato, quel sentirmi solo
un uomo e nient'altro.
E'
la verità? È questo che mi sta accadendo? Sto
diventando umano?
“Non
voglio.” sibilo a me stesso davanti a questa
finestra.
Non
voglio diventare umano... perché sarei da solo. Ho appena
detto alla
donna che amo che non possiamo stare insieme.
Che
senso avrebbe per me diventare umano senza di lei?
Sospiro
profondamente e vado via, mentre una lacrima sfugge al mio controllo.
|
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Capitolo 10 *** Unmentionable truth ***
Unmentionable
truth
Un
errore!!
Ecco
la definizione usata da Castiel per descrivere noi, la nostra notte
insieme e il nostro amore.
Un
errore!!
Ed
io che mi impegnavo a trovare il termine adatto per descrivere la
meraviglia vissuta.
Che
idiota che sono stata...
Mi
rannicchio ancor di più su me stessa e quando la sveglia
suona alle
08:00, sono già sveglia.
Non
ho praticamente chiuso occhio.
Mi
sento come se avessi vissuto il peggiore degli incubi. E la
protagonista ero io.
La
spengo piano e mi giro dall'altro lato.
Non
ho voglia di alzarmi oggi. Voglio rimanere qui tra l'odore di Castiel
che piano piano si sta dissolvendo dalle lenzuola e dalla stanza, e
la consapevolezza di essere un'idiota come ne esistono pochi.
Voglio
dire, come ho potuto credere, anche solo per un momento, che lui mi
amasse? E' una creatura celeste di 4.000 anni. Lui non è
capace
di... amarmi.
Lui
è quasi mito.. Io sono solo umana.
Non
mi piacciono le sensazioni che provo in questo momento. L'ultima
volta che mi sono sentita così.. fragile, ho fatto la cosa
più
stupida che potessi fare.
Forse
questa sofferenza che sento crescere e divorarmi dentro è la
giusta
punizione per aver.. odiato la vita a tal punto da togliermela.
Forse
sono stata riportata qui, illusa e abbandonata da un angelo solo per
poter.. espiare il mio peccato.
Beh,
se è così, l'espiazione è una vera
schifezza!!
Dean
aveva ragione: “chi ha il pane non ha i
denti”.
E
non mi riferisco a Castiel che mi ha lasciata qui dimostrando di non
apprezzarmi. Mi riferisco a me che per la seconda volta nella mia
vita sono qui a desiderare di morire, mentre in tutto il mondo
chissà
quanta gente spera di vivere.
La
vita è il pane e in questo caso io non ho i denti.
Che..
che schifo!
“Non
dirlo a me!”
Una
voce mi distrae dai miei pensieri. Rimango per un attimo ferma nel
letto. E' una voce che conosco e questo già diminuisce la
mia
preoccupazione.
Non
ho voglia di parlare con lui.. Ma devo o non se ne andrà.
“Sirahel,”
dico girandomi nel letto per guardarlo in faccia “qual buon
vento
ti porta qui?”
Lui
piega appena la testa e si schiarisce la voce.
“Sai,
comincio a dubitare seriamente del fatto che tu conosca le buone
maniere.” mi dice “Sono un ospite.. importante,
eppure tu mi
accogli mentre te ne stai sdraiata a letto a piagnucolare su quanto
la tua vita faccia schifo.”
Non
capisco se si diverte a provocarmi perchè adora il nostro
“amorevole” scambio di battute quando ci vediamo, o
se invece lo
fa per avere una scusa valida per uccidermi dopo che gli
avrò
risposto a tono.
Rido
appena e mi alzo lentamente.
“Tu
mio caro Arcangelo,” gli dico “sei piacevole come
un' indigestione
da gamberetti.”
Lo
guardo per un po' e poi mi metto le scarpe.
Lui
ride, è divertito credo. Onestamente io non mi diverto tanto.
“Tu
mi piaci Allison, davvero!!” mi dice quando riprende fiato
dalle
risate.
Faccio
spallucce e lo fisso. “Vorrei poter dire lo stesso.”
Lui
alza un sopracciglio perplesso e si mette le mani in tasca camminando
un po' per la stanza. Dopo si ferma, schiocca le dita e mi ritrovo in
cucina.
Ignoro
il mio voltastomaco e lo fisso perplessa.
“Cosa
vuoi?” gli dico con tono scocciato.
Lui
sospira, prende una mela dal mio cesto di frutta e me la lancia.
La
afferro al volo e la poggio sul tavolo.
Ma
che fa? Testa i miei riflessi?
“Ho
un caso per te!” mi annuncia serio “Demoni! O
meglio uno
soltanto, che sta terrorizzando la città.”
Ma
perchè tutti continuano a trovarmi dei casi?
“Di
solito me ne occuperei da solo, ma ci sei tu adesso. E sei una
bravissima cacciatrice.” mi dice ancora.
Cerca
sempre di lusingarmi.. Di sicuro lui sa cosa dire per far sentire una
persona speciale. Ma con me non attacca. Caccerò quel
demone, ma
solo perchè è il mio lavoro. Non per le sue
lusinghe.
Annuisco
e prendo la mia “borsa da lavoro”. Dentro
c'è del sale, una
bomboletta spray per disegnare le trappole e tutto quello che mi
occorre.
Carico
la mia pistola e lo guardo. “Dove devo andare?”
chiedo.
“Parlaci
prima di ucciderlo. Sono sicuro che sarà una conversazione
interessante.” mi dice lui. Schiocca le dita e mi ritrovo nel
posto
in cui devo lavorare.
Il
demone è lì, di fronte ad una specie di altare..
E' voltato di
spalle ed è così assorto che non si accorge di
me.. O forse finge
di non accorgersene.
Ok,
ora ho una domanda: che significa che devo parlarci prima di
ucciderlo? Io non chiacchiero coi demoni.
Avanzo
piano e in silenzio. Non mi piace colpire alle spalle, ma mi piace
ancor meno la prospettiva di venire colpita solo perchè sono
troppo
educata e professionale per farlo.
Mi
fermo e sospiro. Dannata etica professionale!
“Hey..”
lo chiamo. Un po' di movimento non mi farà male.
Lui
si volta, mi guarda e sorride.
“Ciao
cacciatrice.” mi dice “Ti aspettavo. Io e te
abbiamo molte cose
di cui parlare.”
Mi
guarda quasi con ammirazione, ed io non posso fare a meno di essere
enormemente perplessa.
*****
Sono
passati tre giorni da quando abbiamo litigato.
E
Ally per tre notti non ha quasi dormito.
Quasi,
perché a volte il sonno riusciva a piegarla, e in quei pochi
minuti
io apparivo accanto al suo letto e la guardavo in silenzio.
La
sto facendo soffrire, le ho permesso di innamorarsi di me, e ho
permesso a me stesso di amare lei, e poi l'ho respinta.
Non
sono pratico di vicende umane, ma spero che lei non si senta come mi
sento io.
Io
sono devastato.
E
per di più Allison.... si è tolta la vita per
colpa di un uomo.
Sinceramente ho paura per lei. E dovevo pensarci prima.
Invece
mi sono fatto prendere la mano... anzi il cuore da questa situazione,
e ora ne stiamo pagando le conseguenze.
Le
ho detto che è stato un errore.
E
lo è sul serio, ma dentro di me sento che lo rifarei altre
mille
volte, se solo potessi....
Mi
sono rifugiato in una vecchia casa abbandonata, non so neanche
perché.
Forse
perché mi ricorda il mio stato d'animo, a pezzi.
Cammino
avanti e indietro, osservo i muri, sento le vibrazioni: qui sono
morte delle persone, ma i loro spiriti sono in pace.
Oh
no.
C'è
qualcuno alle mie spalle, e so chi è anche senza voltarmi.
Sento il
suo sguardo perforarmi la schiena, e so per certo che sta sorridendo.
“Ti
muovi come un gatto...” dico ironico.
La
persona dietro di me si lascia sfuggire una risatina. “Non
solo
carino, ma sei anche simpatico!”
Myriam
si avvicina lentamente mentre io mi volto per guardarla in faccia. La
sua tramite è molto giovane, e molto bella, ma il suo
sguardo... il
suo sguardo spaventa addirittura me.
“Come
stai, caro fratellino?” mi domanda guardandomi negli occhi.
Io
mi stringo nelle spalle. “Benissimo.” rispondo.
Lei
annuisce sorridendo. “Posso immaginare” commenta
con uno strano
tono di voce “anche se dalla tua faccia, direi che
c'è qualcosa
che ti turba. La tua.. protetta ti dà noie?”
Resto
in silenzio e la fisso per qualche istante. “Smettiamola con
questi
giochetti Myriam, dimmi cosa vuoi.”
La
donna schiocca la lingua. “Sempre così poco
cordiale. E
sospettoso, anche. Volevo solo fare quattro chiacchiere...”
Accenno
un sorriso. “Si, certo. Come l'ultima volta. A proposito...
perché
non mi hai denunciato?” le domando.
Myriam
si avvicina e solleva il viso verso il mio. “E tu
perché non hai
denunciato me?”
“Non
mi avrebbero creduto.” rispondo.
“No”
mi contraddice lei “perché hai capito che se tu
non denunciavi me,
io non denunciavo te. È stato un accordo... sottinteso. Non
ce lo
siamo detti ma lo abbiamo fatto spontaneamente. Tra fratelli ci si
capisce al volo, e noi di volo ce ne intendiamo.” mi dice. Se
voleva essere una battuta, è davvero orribile. Dovrebbe
prendere
lezioni di ironia da Allison.
Penso
a lei anche mentre ho questa traditrice davanti....
“Tu...
lavori per l'inferno...” l'accuso con una smorfia di disgusto
“e
se non ti ho denunciato ai superiori, è solo
perché non mi
avrebbero creduto. Tu stai tradendo nostro Padre, io ho salvato
un'anima dal tormento.... non è esattamente la stessa
cosa..”
“Ah
si?” dice sollevando le sopracciglia “Riportare in
vita la ruota
di scorta di Lucifero non è grave? Sei talmente innamorato
di lei da
non capire cos'è davvero. Deve essere proprio brava a letto,
d'altronde Lucifero non sceglie a caso...”
Qualcosa
nel mio cervello si spegne, non le do il tempo di aggiungere altro
perché le sferro un pugno in faccia.
Lei
accusa il colpo e quasi cade all'indietro. “Non parlare di
lei
così.” le intimo minaccioso.
Myriam
mi guarda tenendosi una mano sulla faccia, rivoli di sangue le
macchiano la camicia, eppure la sento ridere.
“Oh
oh. Ho toccato un nervo scoperto! Ti ha reso un vero uomo, vedo!
Talmente uomo da picchiare una donna.”
“Ma
smettila”, le dico “sei troppo forte per sentire
dolore.”
Si
toglie la mano dalla faccia e noto che il sangue è
già sparito.
“Hai ragione, mi hai fatto solo il solletico. Ma tu
invece...”
Si
butta in avanti e mi dà un violento pugno. Sento la mascella
scricchiolare e reprimo un lamento.
Fa
male, dannazione.
“Tu
invece, Castiel caro... li senti i miei colpi.” e mi colpisce
ancora, lacerandomi un labbro.
Sento
il sangue scorrere dalle ferite e la rabbia crescere sempre di
più.
Finalmente reagisco come si deve e colpisco Myriam con tutta la forza
che ho, scaraventandola dall'altro lato della stanza. Si rialza
rapidamente e torna all'attacco, ma questa volta usa i suoi poteri.
Alza
la mano verso di me e sento una forza sollevarmi da terra e lanciarmi
contro il muro.
Ricado
a terra sbattendo la schiena e per un attimo mi si annebbia la vista,
così non mi accorgo subito di Myriam che mi raggiunge e si
inginocchia accanto a me.
“Castiel...
tesoro..” inizia con una fastidiosa voce suadente
“tutto questo
per una semplice frase? Non volevo certo offendere la tua ragazza,
è
solo che.... la invidio un po'. Tu come ovvio che sia, sei attratto
dalle donne umane e non prendi in considerazione... altre strade. Hai
rifiutato Anna....”
E
ora questo che c'entra? E lei come fa a saperlo?
Mi
sfiora il viso con le dita: forse sono presuntuoso, ma percepisco nel
suo gesto un che di... concupiscente.
“....
e rifiuteresti me.... se provassi a sedurti. Non è
vero?”
Corrugo
la fronte e la guardo scandalizzato: che cosa diavolo è
preso a
questi angeli? Prima Anna, poi Myriam... ma che sta succedendo?
Perché tutta questa... lussuria?
Beh
anche io.... ma è diverso... io mi sono... innamorato. Negli
occhi
di Myriam invece leggo solo... vizio.
“Non
scandalizzarti, piccolo. Devi capire che a noi non capita tutti i
giorni di avere un corpo a disposizione, quindi... ne approfittiamo.
Finché possiamo, perché tra poco....”
fa una pausa e passa le
dita sulle mie labbra, io tento di spostarmi ma solo adesso mi
accorgo di essere completamente bloccato. “Tra poco..
succederà il
finimondo!”
“Tu
sei pazza. Sei un maledetta traditrice! Tu... aspetti il ritorno di
Lucifero!” le urlo in faccia. Lei ride.
“Deduco
che non sei d'accordo” mi dice con un'ovvietà
disarmante “e io
che volevo chiederti di unirti a noi.”
“Cosa?”
grido con voce stridula.
“Beh
visto che nostro fratello probabilmente prenderà la tua
preziosa
Allison, ho pensato che vi sareste uniti a noi senza tante storie.
Tanto tu ormai, caro il mio Romeo, sei perduto.”
Non
credo alle mie orecchie, mi sta chiedendo di votarmi al Male? E di
portare con me Ally? È completamente pazza!
“Lucifero
non tornerà, non lo permetteremo.” le annuncio con
fermezza. Lei
mi fissa per un attimo e poi scoppia a ridere.
“Oh,
questo non lo avevo capito.” esclama divertita
“Quindi tu non
sai... tutta la storia.”
“Che
storia?”
Myriam
scuote lentamente il capo e schiocca la lingua: che rumore irritante!
“Nessuno
vuole fermare questa cosa, anche.. ai piani alti vogliono che
l'Apocalisse inizi... non te l'ha mai detto nessuno vero?
Già...
perché raccontare tutti i piani ad un debole come te.
Saresti corso
dai tuoi nuovi amichetti umani per avvertirli.”
Credo
abbia abbassato la guardia per un attimo, perché riesco a
liberarmi
e a bloccarla a terra, tenendola ferma contro il pavimento.
“Che
diavolo stai blaterando?”
“La
guerra deve iniziare, tutti vogliono che inizi, il giovane Sam
Winchester ucciderà Lilith, e lo show avrà
inizio!”
Le
do uno schiaffo, mi dispiace per la sua tramite ma non posso
resistere alla tentazione di picchiarla.
“Stai
mentendo, sei solo una ribelle fuori controllo!”
“Credi?”
mi domanda senza reagire al mio schiaffo. “Te ne accorgerai
da solo
se sto mentendo o meno. Anzi” aggiunge “ti
dirò di più, in
questo preciso momento qualcuno sta raccontando alla tua puttanella
chi è lei in realtà.... magari
esprimerà il desiderio di unirsi a
noi in attesa del nostro amato fratello maggiore!”
Un'ondata
di gelo mi percuote. “Che cosa hai detto?” sibilo a
denti
stretti.
“Eh
sì, la povera Allison sta apprendendo proprio ora, mentre tu
mi
tieni ferma a terra in una posizione vagamente erotica, che
è il
tramite di Lucifero. O meglio, il secondo tramite, visto che quello
ufficiale è Sam ma... temiamo ci possano essere
difficoltà e
allora ci serve anche lei.”
La
sollevo di peso da terra e la scaravento al muro, lei urla colta di
sorpresa.
“Ora
ti ammazzo.” le dico furioso senza pensare alle conseguenze.
“Alla
prossima, piccolo bastardo.” mi promette Myriam e sparisce
davanti
ai miei occhi.
Non
è possibile, non deve saperlo. Allison non deve sapere la
verità,
devo correre da lei immediatamente. Mi concentro su di lei e sento la
sua aura, cerco di raggiungerla ma....
“Sta'
fermo, Castiel.” mi dice una voce familiare.
Mi
volto e lo vedo, severo e composto come sempre.
“Sirahel?”
Lui
sorride. “Resta dove sei figliolo, facciamo quattro
chiacchiere...”
*****
“Parlare?”
chiedo scioccata. “Io non parlo coi demoni. Che ti salta in
mente?”
Lui
annuisce e ride.
“Cos'è?
Una specie di... razzismo?” mi chiede.
Non
ho proprio voglia, né tempo di parlare con lui.
Onestamente
spero che la smetta di dire stupidaggini e mia dia un buon motivo per
ucciderlo.
Lo
so, lo so.. Il fatto che lui sia un demone ed io sia una cacciatrice
dovrebbe bastare a darmi la giusta motivazione per ucciderlo. Ma la
verità è che non posso fare a meno di pensare
anche al suo tramite.
Anzi,
sopratutto a lui..
Voglio
dire, era un normale uomo, magari aveva una moglie, dei figli.. E ora
è qui posseduto da un demone e spaventato dal ricordo di
quel fumo
nero che gli si fionda in gola.
Sospiro..
Ma perchè ho accettato di venire ad affrontare questo caso?
Cosa
vuole dirmi? E cosa più importante, perchè sento
che devo
ascoltarlo?
“Di
cosa vuoi parlare?” gli chiedo “Vuoi aggiungermi
tra i tuoi amici
su Facebook?”
Fa
spallucce e mi osserva un attimo.
Ho
quasi l'impressione che mi osservi come se stesse guardando una
perfetta idiota.
“Tu
non....” si ferma e ride “Tu non sai niente di
niente vero?”
Cos'è,
un indovinello?
“Di
che parli?” gli chiedo.
“Uhm...
Del grandioso piano apocalittico di cui tu sei parte
integrante.”
mi annuncia.
Non
mi piace il suono di questa frase. No, no.. Non mi piace per niente.
Lo
guardo e corrugo la fronte.
“Di
che stai parlando?” chiedo ancora.
Lui
fa un grosso respiro e si poggia al suo altare. Tira fuori un pugnale
ed io scatto sulla difensiva alzando la mia pistola.
Lui
solleva le mani come in segno di “resa” e alza le
sopracciglia.
“Rilassati,”
mi dice “non ti farò del male. Vorrei, ma non
posso.”
E
questo che cavolo significa?
Per
un attimo penso che sia una specie di lusinga riguardante le mie
capacità di cacciatrice, ma è un'illusione e me
ne rendo conto dopo
pochi secondi.
“Che
vuol dire?” chiedo.
Lui
si risolleva e mi osserva.
“Sembri
quasi il tuo angelo personale. Che significa, che vuoi dire? ”
scuote il capo e si schiarisce la voce “Va bene.. Ti
racconterò
tutto. Tu mi piaci molto Allison.”
Che
sappia il mio nome non mi stupisce.
Sono
il nemico numero uno per lui e gli esseri soprannaturali..
Così come
anche gli altri cacciatori.
“Questa
è la fine dei giorni. Lucifero tra poco risorgerà
e l'Inferno con
lui..”
E'
entusiasta, quasi ispirato mentre mi parla.
Io
invece sento il sangue raggelarmi nelle vene.
E'
traumatizzante scoprire che Lucifero sta per risorgere e ancora
più
scioccante è saperlo da un demone che me lo dice con
così tanto
entusiasmo.
Io
ricordo la storia della resurrezione di Satana.. Ricordo la versione
biblica dell'Apocalisse. L'ho letta tempo fa, con grande interesse.
Ricordo
che avevo 14 anni e tutti, persino io stessa, mi consideravano strana
perchè preferivo quel tipo di lettura ad ogni altra cosa.
Quando
poi ho scoperto il mio destino di cacciatrice ogni cosa ha avuto un
senso.
Era
il mio DNA di cacciatrice che iniziava a manifestarsi.
L'avessi
saputo prima avrei letto i fumetti invece dell'Apocalisse di
Giovanni.. Anche se onestamente non credo sarebbe servito a molto.
E
proprio perchè conosco la storia, le affermazioni di questo
demone
mi risultano difficili da credere...
“Stai
mentendo.. C'è tutto un rituale da seguire per risvegliare
Lucifero.
I sigilli per esempio.” dico decisa.
Lui
mi guarda compiaciuto.
“Vedo
che hai fatto i compiti!” esclama “E sai anche come
viene
spezzato il primo sigillo?”
Cos'è,
un'interrogazione? Mi sembra di essere tornata al liceo.
“Il
primo sigillo verrà spezzato quando un uomo giusto
verserà sangue
all'Inferno.”
Ma
perchè gli rispondo?
“Esatto!”
dice lui soddisfatto. “Il sangue è stato versato.
Dean Winchester
è passato dall'essere vittima all'essere carnefice.. Lui ha
spezzato
il primo sigillo. Tu lo conosci non è vero?”
Rimango
per un attimo senza fiato.
Dean
è stato all'Inferno? E ha spezzato il primo sigillo?
Perchè?
Penso
a Castiel. Ci sono parecchie cose che non mi ha detto.
“Non
ti credo. Dean è un cacciatore. Non avrebbe mai spezzato il
primo
sigillo. Lui non..” mi fermo e una nuova consapevolezza
prende
possesso di me.
Dean
non sapeva quello che stava facendo.
Ha
semplicemente ceduto ed è sceso dalla ruota delle torture
diventando
carnefice per preservarsi dal dolore.
Non
lo biasimo.. Le torture che l'Inferno infligge sono davvero
strazianti.
“Lui
non lo sapeva..” bisbiglio piano.
Il
demone annuisce e cammina un po' su e giù.
“No,
non lo sapeva.” mi conferma “Ma l'ha fatto, per
nostra fortuna..
E ora Lucifero sta per risorgere. Immagino che tu sappia qual
è
l'ultimo sigillo.”
Lo
guardo persa nei miei pensieri e non rispondo.
“Quello
che non sai..” mi dice “E' che Sam è il
diretto tramite di
Lucifero.. E tu..” si ferma e mi si avvicina.
Non
riesco a muovermi.. Ho paura di quello che mi dirà.
Lui
lo capisce e avvicina la bocca al mio orecchio..
“Tu
sei il suo tramite di riserva.. Se qualcosa con Sam dovesse andare
male, tu sei il vestito che Lucifero indosserà per il
ballo.” mi
sussurra.
Lo
sapevo! Sapevo che quello che mi avrebbe detto non mi sarebbe
piaciuto.
Rimango
immobile per un attimo. Io non.. non so che dire.
“E
il tuo angelo lo sa..” aggiunge lui.
Sento
un brivido lungo la schiena.
Un
brivido di terrore. Perchè Castiel non mi ha detto niente di
tutta
questa storia? Perchè mi ha tenuto all'oscuro di tutto?
Sento
il nervosismo scuotermi dentro.
Non
voglio ascoltarlo.. Basta! Voglio che chiuda la bocca.
“Stà
zitto!!” gli dico.
Lui
ride e mi gira intorno.
La
sua risata mi irrita.. Mi lacera dentro.
Sono
un pericolo.. Sarei dovuta rimanere all'Inferno.
Ci
sono un sacco di cose che vorrei sapere, ma non ho la forza di
chiederle adesso..
E
oltretutto, voglio che sia Castiel a rispondere alle mie domande.
Voglio che mi guardi negli occhi e mi spieghi tutto.
Il
demone continua a ridere e il suo stupido ghigno oltrepassa il limite
della mia sopportazione.
Respiro
a fondo ma non posso fare a meno di colpirlo.
Mi
giro di scatto e lo colpisco così forte che lui barcolla e
indietreggia.
Il
suo tramite sanguina. Mi dispiace, mi dispiace tanto per quel povero
corpo strappato alle persone che lo amano.
Lui
mi guarda e vedo nei suoi occhi la rabbia crescere.. Si avvicina e
tende il braccio per colpirmi..
Mi
preparo a difendermi, ma lui scompare..
Rimango
sola con le mie paure e le mie domande e l'unica cosa che sento
è il
battito del mio cuore che sembra scoppiare.
*****
Fisso
Sirahel per interminabili secondi, perché un terribile
sospetto mi
attanaglia la mente.
“Toglitelo
dalla testa, ragazzo” mi ammonisce “non sono in
combutta con
l'inferno.”
Non
so se mi ha letto nel pensiero o ce l'avevo scritto in faccia, cosa
stavo pensando.
“Devo
andare da lei, è in pericolo.” gli dico.
L'Arcangelo
scuote il capo. “No, non è in pericolo. Non le
farebbero mai del
male. Lo sai.”
Sì...
Allison potrebbe servire a Lucifero ma.... non voglio che lei lo
sappia!
“Castiel...
Castiel....” ripete il mio nome con un tono direi... di
rimprovero.
“Sapevo
che ci saresti caduto, sì. Difficile resistere ad una
così bella
fanciulla.. e con un caratterino come il suo. Se avessi avuto tu il
suo temperamento, saresti davvero il soldato perfetto.”
Ci
risiamo con gli insulti....
“Sirahel,
ti prego, fammi andare da lei.” arrivo ad implorarlo. In
presenza
di un Arcangelo un angelo non può andarsene senza che questo
gli
abbia dato il permesso. Sono alla sua mercé, sono in
trappola.
E
lui non sembra avere intenzione di congedarmi.
“Dobbiamo
parlare, ragazzo mio.”
“Di
cosa.”
“Di
te e di Allison.”
Arrossisco,
perché Sirahel sa... di noi due. Sa che siamo stati
insieme.... è
imbarazzante.
Il
mio mentore scoppia a ridere. “Sei arrossito Castiel, questo
mi
sorprende. Ti sei talmente.... fuso con il tuo tramite, da avere
reazioni come queste. Interessante.”
Mi
guardo intorno esasperato, devo andare da Ally e non posso.... mi
sento impazzire.
“Ti
supplico.... fammi andare da lei.” ripeto con la voce che si
incrina.
Allison
non deve sapere.... non deve sapere per cosa è destinata....
non
deve sapere che... le ho nascosto la verità.
L'uomo
davanti a me mi fissa sorpreso, ma non mi lascia andare. “Ti
sei
innamorato davvero di un'umana.” dice quasi più a
sé stesso che a
me. “Avevo sottovalutato la questione...”
“Che
significa?”
Sospira
e si avvicina di qualche passo. “Non era solo... sesso....
voglio
dire, non eri solo curioso di conoscere il piacere fisico. Tu la ami,
ed è ancora più grave.”
Abbasso
la testa, mi vergogno di me stesso, di quanto sono stato debole, ma
non rinnegherò quello che provo.
“Sì”
ammetto senza guardarlo “io... provo amore per quell'umana...
per
Allison. Ma non succederà mai più
nulla.” assicuro.
“Oh
sì invece, avete solo iniziato a mangiare la
mela.” dice con
enfasi, e per una volta capisco al volo la citazione.
“Mi
ero accorto che c'era qualcosa tra di voi fin da quando siete venuti
a stressarmi in albergo. Lei ti guardava.. adorante, e speravo che tu
fossi abbastanza intelligente da resisterle. Mi sbagliavo...”
“Basta.”
oso dirgli in tono duro “Lasciami andare.”
“Non
costringermi ad usare le maniere forti, Cas. Non voglio farti del
male.” mi avverte.
“Io
ho sbagliato, io sono un angelo e ho ceduto a....” mi fermo,
imbarazzato. “Ma lei non c'entra... non c'entra nulla,lei
è..”
“Innocente?”
mi precede Sirahel aggrottando le sopracciglia. “Non
è per niente
innocente. E ti distruggerà, e distruggerà tutti
quanti.”
“Io
la amo!” urlo verso di lui, incurante dell'etichetta.
“E devo
proteggerla. È l'unica... creatura che mi ha dimostrato
sincero
amore... non voglio perderla.”
Forse
è una mia impressione, ma un'ombra di tristezza ha appena
attraversato lo sguardo dell'Arcangelo.
“Non
avevi detto che non ci sarebbe stato più nulla, tra di
voi?” mi
ricorda.
Io
annuisco. “Sì, è vero. Infatti l'errore
non si ripeterà più. Ma
se posso frenare.... i miei istinti, altrettanto non posso fare con
il mio cuore....”
Lui
tace, fissandomi con un'espressione indecifrabile.
“Lasciami
andare.” gli ripeto ancora.
“No.
L'ho mandata io da Sebastian.”
Sento
come se un macigno si fosse improvvisamente posato sul mio petto.
“Cosa?”
“Sì...
quel demone aveva intenzione di fare una visitina alla cara Allison,
e io le ho evitato uno spiacevole risveglio. L'ho mandata da
lui.”
mi spiega tranquillo.
Ho
la nausea.
“Se...
Sebastian... quel Sebastian?” ripeto quel nome e ogni volta
è come
un colpo di spada. “Avevi detto di non essere.. in combutta
con
l'inferno, e mandi la mia Allison dal braccio destro di
Lucifero?”
“Che
romantico! La mia Allison!” mi prende in
giro. Si diverte
proprio tanto a ferirmi, perché lui lo sa che
così mi ferisce.
Mi
passo una mano sul viso, il sangue sembra essersi fermato ma sono
indolenzito. Non è normale.
“Certo
che Myriam ti ha picchiato per bene.” commenta ironico.
“L'hai
mandata tu da me?” domando senza rifletterci.
“No.”
risponde guardandomi torvo “Non ho niente a che fare con quei
ribelli.”
“E
allora perché fai questo? Io... non volevo disturbarti
quando ti ho
cercato, avevo solo bisogno di aiuto....”
Avevo
bisogno del mio amato mentore, penso ma lo tengo per me.
Ancora
non ho superato il dolore di averlo trovato così cambiato,
così
ostile.
“E
io ti sto aiutando, Cas. Non dicendole nulla, tu non la proteggi
affatto, anzi la esponi a pericoli maggiori.”
Scuoto
il capo. “Non è vero, lei non...”
“Smettila,
lo sai benissimo che ho ragione” mi interrompe autoritario, e
io
taccio all'istante. “Tu lo fai per egoismo, non vuoi
accettare di
esserti innamorato del tramite di Lucifero, e allora vuoi far finta
che non sia vero. Ma lei deve sapere per difendersi!”
“No!
Tu vuoi punirci, tutti e due. Punisci me, fammi a pezzi se credi, ma
salva lei. Ti scongiuro Sirahel, proteggila.”
Dannati
occhi... si sono riempiti di lacrime e non riesco e ricacciarle
indietro. Iniziano a scendere e mi vergogno, e so che ora l'Arcangelo
che ho di fronte si farà beffe di me.
Si
avvicina lentamente e..... mi posa una mano sulla spalla. “E'
quello che sto tentando di fare, ingenuo angioletto. È vero,
mi hai
disturbato con la tua ricerca inopportuna, ma ormai l'hai fatto e
devo tentare di evitarti la rovina. Una volta saputa la
verità,
Allison saprà difendersi e tu potrai allontanarti da lei.
È una
ragazza molto forte, e sopravvivrà anche se non
c'è un angelo
appollaiato sulla sua spalla. Stalle alla larga Castiel, più
lontano
che puoi.”
“Non
succederà più..” ripeto riferendomi
alla... nostra notte d'amore.
Sirahel
scuote il capo e mi sorride. “Sì che
succederà, l'amore è
questo. È passione. Tu vuoi lei e lei vuole te. E non
biasimo
nessuno dei due, siete belli ed energici, è ovvio che
vogliate...
stare insieme in tutti i sensi. Senza contare che tu avrai dato
sicuramente un maggiore.... slancio fisico al tuo tramite. Ma questo
ti porterà alla rovina. Allontanati da lei.”
ripete guardandomi
negli occhi.
Realizzo
una cosa.
“Tu
l'hai fatto per far sì che Allison.... mi
odiasse...” sussurro con
stupore.
“Anche.”
ammette sincero. “Perché tu tenterai davvero di
resistere alla
tentazione, ma lei ti guarderà sempre adorante sognando di
essere
ancora la tua donna. E tu ricadrai nella rete.”
“Ma
lei non lo fa.... di proposito... cioè lei...”
“Sì
lo so che non è una poco di buono” mi concede
“è solo
innamorata di te. E la capisco! Voglio dire... prima una luce
folgorante la salva dall'inferno, poi si ritrova una bella faccia
come quella del tuo tramite, era ovvio che si innamorasse di te. Un
po' meno ovvio che lo facessi anche tu, ma d'altronde non mi
meraviglio più di nulla.”
Sentirlo
parlare di me e Ally mi imbarazza, è come se ci avesse visti
con i
suoi occhi... e mi sento come se a vedermi fosse stato.. non so... un
padre? È imbarazzante.
“Lo
sanno.. anche lassù?” domando timoroso.
“No,
sta' tranquillo. Ai piani alti non sa niente nessuno.”
“E
tu come...”
Sirahel
ridacchia. “Beh... ho fatto in modo che non ti vedessero,
perché
ero certo che saresti andato a letto con lei. Anzi, io pensavo che
l'avreste fatto quella stessa sera del nostro incontro.... speravo di
no, ma avevo questo sospetto. Allora ho fatto una piccola... magia,
che fa sì che quando sei con lei, anche se non fate niente
di
illecito, da lassù non ti vedano. Lo stesso non posso fare
con chi
usa poteri... demoniaci, ma l'importante ora come ora è che
non ti
vedano i superiori....”
Voleva
proteggermi? Sirahel voleva proteggermi?
Non
posso fare a meno di provare una sottile sensazione di
felicità:
Sirahel non mi odia... non è.. contro di me. Altrimenti non
mi
avrebbe protetto.
E
allora perché sta facendo questo a me e a Allison? La
felicità
sparisce improvvisamente.
“Alla
prossima Castiel, e ricorda cosa ti ho detto: stai alla larga da quei
begli occhi.... hai conosciuto già il suo amore, hai
conosciuto la
gioia di avere una donna.... ora torna ad essere un angelo, e
dimenticala.”
Non
mi da il tempo di replicare perché sparisce in un attimo,
lasciandomi da solo tra la polvere e la tristezza.
Allison
mi odierà... perché non le ho detto la
verità. Non voglio che lei
mi odi... devo... devo evitare certi comportamenti ma non voglio che
mi odi. Non lo sopporterei.
Ho
tanta paura.
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Capitolo 11 *** What can I say? ***
What
can I say?
Non
posso crederci.
Non
posso credere che Castiel mi abbia nascosto la verità per
tutto
questo tempo.
Non
posso credere che abbia avuto il coraggio di dichiararmi amore, e
tutte le altre belle cose che ha detto, mentre invece mi stava
mentendo.
Come
ha potuto?
Non
mi meritavo un simile comportamento.
Da
tutti me lo sarei aspettato, ma non da lui. Mi fidavo da lui. E come
sempre la mia fiducia è stata mal riposta.
Sospiro
e scuoto il capo asciugandomi le lacrime.
Non
so nemmeno da quanto tempo cammino. Sirahel mi ha praticamente
spedito dall'altra parte della città. Almeno si fosse
degnato di
mandarmi la mia auto.
Ma
dopotutto perchè mai avrebbe dovuto mandarmi la mia auto?
Sono il
tramite di Lucifero, se morissi investita da un autobus per lui e gli
altri angeli sarebbe anche meglio.
Dannazione!!!
Prendo
a calci una carta per terra e finalmente mi avvicino a casa.
Arrivo
alla porta e prendo la chiave sotto lo zerbino.
Entro
e non accendo nemmeno la luce. Posso vedere dall'orologio del lettore
DVD che sono le 19:00..
E'
sera e quello che voglio fare è dormire.
Dovrei
chiamare Castiel e parlare con lui di questa giornata, chiedergli
spiegazioni, ma non ne ho voglia ora.
Onestamente
sono furiosa con lui, quindi forse è meglio che non venga
qui per un
po'.
Potrei
dire cose che non penso e di cui finirei per pentirmi.
Mi
stiracchio un po' massaggiandomi il collo con le mani e sospiro
avvicinandomi alle scale.
“Allison..”
Oh
no!!! Vattene via.. Finiremo per litigare e non voglio litigare di
nuovo con te.
Mi
giro piano e lo guardo. Lo intravedo soltanto, così decido
di
accendere la luce.
Schiaccio
l'interruttore e conto fino a 10 cercando di calmarmi, ma non ci
riesco.
Mi
volto verso di lui pronta ad urlargli che non doveva mentirmi, ma le
parole mi muoiono in bocca.
E'
davanti a me, ferito e sanguinante e nel momento in cui lo vedo
ridotto in quel modo, le mie priorità si riordinano nella
mia mente.
“Che
ti è successo?” gli chiedo allarmata avvicinandomi
a lui.
Gli
prendo il viso tra le mani cercando capire meglio la gravità
della
situazione e lo guardo negli occhi.
“Sto
bene!” mi sussurra.
La
sua voce mi accarezza dolce..
Mi
avvolge ed io la adoro.
“Si,
come no!” gli dico.
Lo
prendo per mano, senza pensarci e lo faccio poggiare sul bordo del
divano.
E'
agitato, non riesce a stare fermo. Farlo sedere comodamente sul
divano è quasi impossibile.
E'
tutto un fremito!
Mi
allontano un attimo e prendo un panno in cucina. Lo bagno e torno da
lui.
Glielo
poggio sul labbro e lo pulisco piano.
Lui
tiene gli occhi rivolti da un'altra parte ma si lascia medicare.
Io
sono un po' imbarazzo.. Ero pronta ad urlargli eppure ora sono qui a
medicarlo.
Mi
schiarisco la voce e sospiro.
“Che
ti è successo Castiel?” gli chiedo dolce in un
sussurro.
Lui
rimane in silenzio per un po', poi sospira e fa una smorfia di dolore
quando col panno gli sfioro il sopracciglio.
“Myriam.”
sussurra infine “Lei ed io non andiamo molto
d'accordo.”
Annuisco
e respiro a fondo. “Si, questo lo vedo.”
Rigiro
il panno e gli giro delicatamente il viso verso di me.
Siamo
a pochi millimetri l'uno dall'altra. Riesco a sentire il suo respiro
accarezzarmi la mano che gli pulisce le ferite.
Sento
il bisogno di dirgli una cosa..
Non
so se gli farà piacere ma cavolo, abbiamo fatto l'amore. Io
lo amo,
non voglio aver paura di dirgli quello che penso.
Chiudo
gli occhi e avvicino il viso al suo, ancora di più.
“Mi
manchi Castiel..” gli sussurro.
Lui
rimane fermo. Lo sento rilassarsi piano dopo qualche secondo.
Sposta
lento il viso e lo allinea al mio, frontalmente.
Alza
la mano e la poggia delicatamente sul mio viso. Lo accarezza gentile
e fa scorrere il suo pollice sulle mie labbra.
Avvicina
la bocca alla mia ed io faccio lo stesso.
Le
nostre labbra si sfiorano per un alcuni secondi.. Senza mai toccarsi.
Le
inumidisco con la lingua e gli bacio delicata il labbro superiore.
Mi
allontano piano e strofino dolcemente il naso al suo.
Ti
prego Dio. So che lui è Tuo figlio e non potrebbe amare
così
un'umana, ma ti prego, io.. ti supplico, lascia che mi ami.
Castiel
poggia anche l'altra mano sul mio viso e lo tiene delicatamente tra
le sue mani.
Si
alza e senza lasciarmi mi bacia.
E'
il bacio più dolce e malinconico che abbia mai dato.
Lui
accarezza la mia bocca con la sua, con un perfetto gioco di labbra e
lingua.
Per
essere un angelo con pochissima esperienza, bacia decisamente bene.
Respiro
a fondo e rimango ferma.
Vorrei
che questo momento non finisse mai.. Ma lui si stacca e si allontana.
Chiudo
gli occhi e mi porto una mano sulla bocca.
“E'
sbagliato, non possiamo.” mi dice.
Sento
il sangue ribollirmi nelle vene.
“Si,
questo me lo hai già detto. Mentre molte cose te le sei
tenuto per
te, anche se io ero la diretta interessata.”
Non
volevo parlare di questo, ma sentirgli dire che siamo un errore mi fa
male e mi fa innervosire.
Lui
abbassa lo sguardo e scuote il capo. “Tu non
capisci..” mi dice.
“Allora
spiegami!” esclamo decisa.
*****
Mi
chiede di spiegarle.... ma cosa posso dire?
Che
volevo proteggerla, che volevo nasconderle la terribile
verità che
la riguarda? Che la amo così tanto da sentirmi inutile e
vuoto
quando non sono con lei e che al solo pensiero di perderla vorrei
morire?
Resto
a capo chino evitando il suo sguardo. Allison mi raggiunge e mi
afferra per i risvolti dell'impermeabile.
“Guardami
in faccia Cas” mi ordina duramente “guardami e abbi
il coraggio
di parlare!”
“Non
posso” mormoro “non ne ho il coraggio.”
“Trovalo.”
Deglutisco
e la fisso per alcuni istanti. “ Venticinque anni
fa” inizio
riluttante “Azazel... un angelo decaduto... scelse decine di
bambini...”
“Sì
lo so, per farne il suo esercito personale!” mi interrompe
senza
smettere di tenermi per l'impermeabile.
Scuoto
il capo lentamente. “No, non sai tutto... li scelse come
possibili... “
Non
ci riesco... come faccio a dirglielo? E la cosa peggiore è
che lei
lo sa... e mi guarda con occhi lucidi di pianto... ma vuole saperlo
da me, dall'uomo che le ha nascosto la verità.
“Come
possibili tramiti di Lucifero...”
Allison
mi guarda e una smorfia di dolore le contrae il viso. “Dunque
quel
demone aveva ragione...”
Io
annuisco colpevole. “Sì. Azazel fece bere.. alcune
gocce del suo
sangue a tutti i bambini... a tutti tranne che a te.” faccio
una
pausa e sospiro. “Tu sei l'unica di tutti quei bambini a non
essere
stata.. iniziata al male. E stupidamente ho creduto che questo..
sarebbe bastato a tenerti al sicuro.” confesso abbassando lo
sguardo.
Si
allontana da me senza smettere di fissarmi. “Quindi....
Lucifero
potrebbe prendermi per... camminare sulla Terra?”
“Non
arbitrariamente” preciso “dovresti dirgli di
sì...”
“E
questo dovrebbe farmi stare meglio?” mi chiede. Io chiudo un
attimo
gli occhi, e quando li riapro lei mi volta le spalle. Sta piangendo.
“Tu lo sapevi fin dall'inizio, vero?” mi domanda
tra le lacrime.
“No!
Ero sicuro che tu fossi fuori pericolo, che non avendo il sangue del
demone dentro di te, non... non fossi in pericolo.” tento
di...
giustificarmi.
Si
volta e il suo sguardo mi ferisce. Vedo rabbia e rancore nei suoi
occhi: e ciò per me è peggio di qualsiasi altra
cosa.
“Tu
dovevi dirmelo” mi dice “dovevi avvisarmi, dirmi
che sono un
atroce pericolo per l'umanità. Sei stato un bugiardo
Castiel, mi hai
tradita. Io mi sono fidata di te, ho creduto a tutto quello che mi
dicevi... e tu mi hai presa in giro.”
Sento
lo stomaco contrarsi: tradita? Presa in giro? NO!
“Come...
puoi dirmi una cosa del genere, Ally? Io volevo solo proteggerti! Io
l'ho saputo da Sirahel... io non lo sapevo...”
“E
quando lo hai saputo, perché non me l'hai detto?”
obietta decisa.
Io
scrollo le spalle con un sospiro. “Volevo
proteggerti.” ripeto
per l'ennesima volta, senza neanche sapere da cosa, esattamente
volevo proteggerla.
“Sei
stato tu a salvare Dean Winchester dall'inferno?”
Sento
di essere impallidito. “Sì..” ammetto in
un sussurro.
Lei
annuisce e incrocia le braccia sul petto. “Scommetto che quei
ragazzi... non sanno niente, vero?”
“No,
non sanno nulla... e non devono saperlo, non ora.”
“Quindi
stai mentendo anche a loro.”
Allargo
le braccia scuotendo il capo. “Sono ordini superiori Ally! Io
sono
stato mandato a salvare Dean Winchester e a sorvegliarli!”
“E
devi sorvegliare anche me? Sono anche io un... ordine
superiore?”
mi domanda combattendo con le lacrime.
“Tu
sei un ordine del mio cuore...” mi lascio sfuggire.
Allison
tace, mi guarda con uno sguardo.... oh mio Dio... uno sguardo freddo.
“Quando
ti sei.... tolta la vita... io ero in missione. Ho solo sentito
che non c'eri più, e che eri all'inferno” le
racconto “allora
io... non ho capito più nulla, e sono corso da te.... per
salvarti...”
“Perchè?”
Io
aggrotto la fronte. “Perché?” ripeto
stupito “Perché... io ti
avevo salvato dal demone, pensavo di averti risparmiato tutto quello
che ha subito Samuel Winchester e tutti i bambini come lui! Non
potevo sopportare l'idea di te straziata all'inferno!”
Lei
scuote il capo e distoglie lo sguardo dal mio, forse è una
mia
impressione ma in questa stanza c'è un freddo innaturale.
“Avresti
dovuto lasciarmi marcire all'inferno.” afferma con decisione.
“Cosa?”
“Hai
capito bene!” mi dice alzando lo sguardo su di me.
“Dovevi
lasciarmi lì, tra le fiamme dell'inferno! Io sono un
pericolo, un
infernale pericolo per il Mondo! E tu per il tuo stupido egoismo, sei
venuto a tirarmi fuori!”
Non
credo alle mie orecchie, ascolto le sue parole ma è come se
non le
stesse dicendo a me.
“Sei
peggiore di un umano, sai? Più egoista, più
doppiogiochista, più
falso insomma.” mi aggredisce ma senza alzare la voce, anzi
con una
calma che mi gela il sangue. Che mi gela il cuore.
“Tu
non puoi dire sul serio...” mormoro riuscendo finalmente ad
elaborare un pensiero.
“Sì
invece, sono serissima. Cos'è, non ti hanno affidato
un'anima da
custodire e te la sei presa da solo? Ti diverte fare l'angelo
custode? E dimmi, il sesso tra di noi era compreso nella... custodia
o era un omaggio della casa?”
Mi
irrigidisco, la guardo negli occhi pensando che dovrei rimproverarla
per quelle parole false e ingiuriose, ma non riesco ad aprire bocca.
Poco fa l'ho baciata con passione, con trasporto: lei lo sa che la
amo, deve saperlo. Eppure ha il coraggio di dirmi quelle cose.
“Allison....”
“Vattene.”
mi interrompe.
Mi
sta cacciando... non può finire così... non posso
lasciarla da
sola...
Faccio
alcuni passi verso di lei ma Allison alza una mano per fermarmi.
“Esci
da casa mia, angelo del Signore, e stai lontano da me. Non voglio
vederti mai più.”
Sto
tremando, le mie stesse ali stanno tremando.... scuoto il capo e non
mi muovo.
“Non
hai capito? Devi uscire dalla mia vita e non tornarci mai
più.” mi
ripete calma, ma nei suoi occhi fiammeggia l'ira.
Sto
per piangere, sto per esplodere.... ho la sensazione che sto per
uscire dal mio tramite. Devo andare via da lei.. per sempre.
“Mi
dispiace Allison...” sussurro “io....
ti amo...” e
sparisco dalla sua casa... dalla sua vita.
Mi
trasporto fuori città, in un luogo isolato... vecchi
capannoni
abbandonati.. non c'è anima viva...
E
urlo.
Più
forte che posso... fino a ferire la gola ci Jimmy. Urlo con la mia
vera voce....
Ho
perduto Allison, e ora è da sola.
|
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Capitolo 12 *** When sorrow turns anger ***
When
sorrow turns anger
Questa
volta è per davvero.
Voglio
dire.... sono quasi due mesi che non la vedo. Sento che sta bene, e
che ringraziando Dio, in questo lasso di tempo non ha ricevuto visite
né da parte di angeli, né da parte di demoni.
Ma...
mi sento triste.
Mi
ha cacciato dalla sua vita, e io non ho avuto il coraggio di
rientrarci. Ho resistito anche alla tentazione di andare a vederla
mentre dormiva, lei se ne sarebbe accorta sicuramente.
Ai
piani alti, Myriam tiene ancora la bocca chiusa, ma nei superiori
qualcosa è cambiata, nei miei confronti. Mi accusano di
essere
troppo vicino agli umani.
Se
sapessero quanto sono stato vicino ad Allison...
Sto
sempre a Los Angeles, e pensando questo mi viene in mente una stupida
battuta: “posto ideale per un angelo, no?”
Mi
aggiro sempre in periferia, poche case, molte disabitate e in rovina:
ma almeno non corro il rischio di incontrarla.
Ma
cosa...?
Mi
fermo davanti ad una vecchia villetta abbandonata, il cancello è
scardinato e arrugginito, lo oltrepasso e mi avvicino alla porta
e.... non riesco ad andare avanti.
Alzo
gli occhi e mi accorgo del perché: sigilli enochiani.
Qualcuno ha
ritenuto di doversi proteggere dagli angeli.
Ma
dentro c'è qualcuno.... qualcosa....
Uno
spirito inquieto. Un fantasma. Eppure.... sento qualcos'altro. Mi
guardo intorno e sento come se ci fosse uno dei miei fratelli, ma non
c'è nessuno. No, è come se ci fosse stato, tanto
tempo fa.
Non
posso neanche toccare la porta perché il sigillo mi
spedirebbe
dall'altro lato della strada, o peggio.
Chi
abitava qui?
Torno
al cancello e trovo delle lettere nella cassetta della posta. Ne
prendo una e leggo un nome e una data.
Jason
Masly / 10 Gennaio 1993
Appena
leggo questo nome, una serie di immagini mi passano davanti agli
occhi, e capisco chi era e perché quei sigilli.
Jason
era un tramite.
E
dopo aver detto sì ad un mio fratello, se ne è
pentito e quando
l'angelo l'ha lasciato, ha segnato la sua casa con appositi simboli
anti-angeli, per essere sicuro che non potesse più tornare.
Ma
sono arrivati i demoni, e...
Non
potrò mia lasciare Jimmy, farebbe la stessa fine di Jason:
lo
catturerebbero e lo torturerebbero fino ad ucciderlo.
Ora
lo spirito di Jason è qui, e non trova pace. E non posso
entrare per
aiutarlo.
Ho
bisogno d'aiuto, ma i Winchester hanno da fare e... non posso
portarli qui.
Sospiro
e prendo una decisione che mi mette i brividi: devo andare da
Allison.
Spicco
il volo e atterro davanti casa sua. Non li conosce, altrimenti sono
certo che anche lei avrebbe ricoperto la sua casa di sigilli
enochiani. Per tenermi alla larga.
Scuoto
il capo e mi materializzo nella sua cucina.
Appena
la vedo, il mio cuore fa un balzo: mi dà le spalle ma deve
essersi
accorta di me, perché si è irrigidita.
“Allison..”
sussurro piano, lei si volta lentamente e la sua espressione mi
ferisce.
“Che
diavolo ci fai qui? Mi sembrava di essere stata chiara.” mi
dice in
tono aspro.
Io
distolgo lo sguardo e guardo altrove. “Sì ma ho
bisogno del tuo
aiuto...”
Allison
scuote il capo. “Niente da fare, fatti aiutare da qualcun
altro.
Ora se vuoi scusarmi, ho un ospite.”
Ospite.
Questa
parola non mi piace.
In
quel momento, ci raggiunge un uomo. “Ehi Allison, tutto bene?
Con
chi parli?”
Lei
fa una smorfia di disappunto. “Scusami, torno subito di
là,
devo...”
“Lei
chi è? Un venditore di enciclopedie?” ridacchia
l'uomo prendendomi
in giro.
Io
lo polverizzo. No, non posso.
“Cosa?
Io sono un me.....”
“Un
meraviglioso e solerte idraulico!” mi interrompe Allison con
enfasi. Io la guardo stupito e un po' offeso.
L'uomo
corruga la fronte. “Un idraulico? Vestito così?
Sembra più un
testimone di Geova, sinceramente.”
Lei
sorride scuotendo il capo. “Ma no, è che
è passato per
parlarmi... del preventivo, quindi è vestito ahm... in
borghese!”
L'altro
incrocia le braccia sul petto. “Deve guadagnare bene, visto
com'è
vestito.” commenta ironico.
Ma
chi diavolo è questo tizio? Perché c'è
tutta questa confidenza con
Allison? Non smetto di fissarlo con aria truce.
“Non
saprei.. comunque se non ti dispiace, scambiamo altre due parole e
poi torno subito da te. Queste tubature sono un vero
tormento!” gli
dice Allison con un sorriso.
Lui
annuisce sorridendo e le tocca un braccio. “Va bene, ti
aspetto di
là.” e si allontana.
Rimasti
da soli, la guardo negli occhi ma lei non ricambia lo sguardo.
“C'era
bisogno di umiliarmi? Un idraulico?” le chiedo subito.
Lei
fa spallucce. “Tu stavi per dirgli di essere un angelo! Cosa
potevo
dirgli?”
“Un
amico, per esempio. Invece...” ma lascio cadere il discorso,
non ho
tempo per lamentarmi di quanto mi sia sentito preso in giro dalla
situazione.
“Comunque,
ti dicevo... ho bisogno di aiuto.”
Allison
sospira. “Sarebbe a dire?”
“In
periferia c'è una casa.... infestata da un
fantasma...” inizio.
“E
quindi?”
Io
sollevo le sopracciglia. “Quindi.... ho bisogno di una
cacciatrice.”
“Non
puoi dargli pace tu da solo?” obietta in tono calmo. La sua
freddezza mi spaventa.
“Vorrei”
ammetto annuendo “ma questo fantasma.. era un tramite, e
quando
l'angelo che lo possedeva l'ha lasciato libero, per essere sicuro che
non tornasse più, ha dipinto una serie di sigilli enochiani
sulle
mura, e io non posso entrare.” spiego.
Allison
non si scompone. Sembra che qualsiasi cosa io le dica, le scivoli
addosso. Cosa ci è successo? Perché siamo finiti
così?
“Ma
ora non posso lasciare il mio ospite, cosa gli dico? Che devo dare la
pace ad un ex-tramite?” mi dice sarcastica.
“Chi
è quell'uomo?” le domando senza pensarci.
Lei
mi fissa per qualche istante e la vedo deglutire. “Il mio
fidanzato.”
E
me lo dice così? Senza battere ciglio?
Ho
la nausea, per fortuna non mangio, altrimenti credo proprio che
vomiterei.
Sento
l'irresistibile istinto di andare in salotto e uccidere quell'uomo,
ma non posso... per ora.
“Fi...
fidanzato...” balbetto come un idiota “capisco. E
tu sei..
innamorata di lui?”
Allison
accenna un sorriso. “Mi sembra ovvio, altrimenti
perché starei con
lui?”
Io
annuisco mettendo le mani dietro la schiena: non voglio che lei si
accorga che sto tremando dalla rabbia.
“Beh
sai” aggiunge “non si può restare soli
per sempre. È un bravo
ragazzo e mi fa stare bene...”
“Ci
vai a letto?”
Non
posso essere stato io a parlare... non posso averle chiesto davvero
questo.
Allison
apre la bocca e mi fissa irritata. “A parte che non sono
affari
tuoi, Castiel, ma.... chi sta insieme solitamente dorme
insieme...”
Indietreggio
di qualche passo, improvvisamente essere qui mi sembra l'idea
più
idiota che io abbia mai avuto.
“Hai
ragione.” concordo in tono secco “Beh comunque sia,
puoi aiutarmi
o devo chiedere aiuto ai Winchester?”
Il
mio atteggiamento è cambiato, ora sono più freddo
di quanto non lo
sia lei. E Allison se ne accorge, capisce che saperla con un altro
uomo mi ha... ucciso.
“No,
aspetta” mi dice con un sospiro “gli
dirò che devo uscire per
un'improvvisa emergenza.” e si avvia verso il salotto.
Sento
il sangue ribollirmi, Jimmy si agita perché le mie furiose
reazioni
lo svegliano dal suo torpore, ma non posso farci niente.
E
io che mi disperavo pensando a quanto la stavo facendo soffrire!
Allison si è già trovata un altro... e io sono
ancora più solo.
Il
rumore della porta che sbatte mi annuncia per il suo
“fidanzato”
è andato via.
“Dammi
il tempo di prendere le mie cose, e andiamo.” mi dice Allison
salendo le scale.
Io
non le rispondo, non la guardo neanche, non posso. Mi sento..
tradito.
Forse
ho sbagliato a respingere Anna.... avrei dovuto apprezzare di
più il
suo interessamento.
Ma
che sto pensando? Sono sconvolto... ecco cosa c'è.
“Eccomi
pronta.” mi annuncia apparendomi accanto, sono
così scioccato da
non averla sentita arrivare.
“Bene.”
le rispondo brevemente.
“Ti
dispiace se prendiamo la mia macchina? Sai che volare mi dà
la
nausea.” mi chiede.
Sapessi
la nausea che ho io...
“Come
vuoi, va' pure.”
Mi
guarda perplessa. “Non vieni con me?” mi domanda
corrugando la
fronte.
Io
scuoto il capo. “No. Ho le mie ali, ti ringrazio.”
Per
un attimo ho l'impressione che Allison si sia rattristata, ma
è una
sensazione che dura un istante.
“Ok,
come vuoi” mi dice stringendosi nelle spalle. “Dove
ci troviamo?”
“Conosci
la zona periferica più a sud? Ci sono alcune villette
abbandonate.... una ha un grande cancello scardinato.”
Lei
annuisce. “Va bene, allora...”
Non
aspetto di sentire cosa ha da aggiungere, perché volo via
senza dire
nient'altro.
Devo
scappare da qui o mi metto ad urlare, e la mia vera voce è
devastante.
Non
credevo che avrei potuto soffrire più di quanto non abbia
fatto
quando Allison mi ha ordinato di uscire dalla sua vita, invece
è
così. Saperla con un altro mi fa male.
E
il dolore si sta trasformando in rabbia.
*****
Due
mesi!! Sono due mesi che non vedo Castiel.
Mi manca, mi manca
terribilmente e se dicessi il contrario mentirei a me stessa. Ma sono
arrabbiata. Sono... furiosa con lui.
Sono stati due mesi intensi
e pieni di avvenimenti.
Ho conosciuto un ragazzo e ho cercato di
seppellire nel fondo della mia mente la consapevolezza di essere il
tramite di riserva di Lucifero.
Ho deciso che dovevo provarci ma
onestamente non mi sta riuscendo poi tanto bene.
Continuo a
pensarci e continuo a credere che sarei dovuta rimanere all'Inferno
visto il pericolo che la mia presenza sulla terra comporta.
Sospiro
e sorrido a Damon che guarda la tv sul divano.
“Torno subito.”
gli dico alzandomi.
Lui annuisce ed io vado in cucina.
Damon
è un bravo ragazzo. E anche molto carino.
Mi tratta bene e mi fa
sorridere.
Non posso dirgli la verità sul mio lavoro e sulla mia
vita, non ha l'apertura mentale necessaria per sopportare l'idea che
il soprannaturale esiste.
E' molto in gamba, ma devo ammetterlo..
E' un uomo dalle vedute ristrette.
Non potrebbe accettare il mio
lavoro, non mi crederebbe.
Prendo un bicchiere di acqua e rimango
ferma di fronte alla finestra.
Questo è un gesto che mi ricorda
Cass.. Lui guardava sempre fuori dalla finestra affascinato dal mondo
tutto intorno a lui.
Chissà come sta! Chissà se anche lui si
sente come se ci fosse qualcosa dentro il suo stomaco che lo morde
facendogli male.
Ma che dico? Lui è un angelo, non sente nessun
tipo di emozione.. fisica perlomeno.
Mi schiarisco la voce e
sento qualcosa, o meglio qualcuno alle mie spalle..
So chi è e
non posso fare a meno di irrigidirmi.
Un po' per l'emozione del
momento, un po' per la rabbia che mi porto ancora dentro.
“Allison..”
Mi chiama in un sussurro ed io ci metto
qualche secondo prima di voltarmi.
Mi stampo in viso
l'espressione più fredda e distaccata che ho e lo guardo.
“Che
diavolo ci fai qui?” gli chiedo “Mi sembrava di
essere stata
chiara.”
Lui mi osserva e poi distoglie triste lo sguardo.
Vorrei tanto abbracciarlo ora, ma non mi va giù che mi abbia
mentito e chiamata “errore” per ben due volte.
Non cederò!
“Si ma ho bisogno del tuo aiuto.” mi annuncia.
La mia
reazione arriva in un attimo. Scuoto il capo e chiudo un attimo gli
occhi.
“Niente da fare. Fatti aiutare da qualcun altro. Ora se
vuoi scusarmi, ho un ospite.”
Mi avvio verso il salotto e Damon
ci sta raggiungendo.
“Ehi Allison, tutto bene? Con chi parli?”
mi chiede.
Arriccio un po' la bocca e faccio spallucce.
“Scusami, torno subito di là, devo...”
Damon mi interrompe e
guarda Castiel.
“Lei chi è? Un venditore di
enciclopedie?”
gli chiede prendendolo in giro.
Non mi piace che lo faccia.
Vorrei cacciarlo da casa mia a calci in questo momento. Come osa
prenderlo in giro?
“Cosa? Io sono un me.....”
Castiel lo
guarda perplesso e si accinge a rispondere. Non mi stupirei se gli
dicesse la verità.
“Un meraviglioso e solerte idraulico!” lo
interrompo per tempo, prima che sveli di essere un angelo del Signore
che mi ha salvata dall'Inferno.
“Un idraulico?” chiede Damon,
“Vestito così? Sembra più un testimone
di Geova, sinceramente.”
Vorrei strozzarlo.
Fingi Allison.. Fingi.
“Ma no, è
che è passato per parlarmi... del preventivo, quindi
è vestito
ahm... in borghese!” dico.
Oddio, sono pessima a dire le bugie.
Damon incrocia le braccia sul petto e sospira.
“Deve
guadagnare bene, visto com'è vestito.” commenta.
Questo
ragazzo è... Manca di tatto.. Decisamente.
“Non saprei..
comunque se non ti dispiace, scambiamo altre due parole e poi torno
subito da te. Queste tubature sono un vero tormento!” gli
dico con
un sorriso.
Damon annuisce e mi sfiora piano il braccio. Poi
torna in salotto.
Quando rimaniamo soli, Castiel mi guarda ma io
evito categoricamente il suo sguardo.
“C'era bisogno di
umiliarmi? Un idraulico?” mi chiede subito.
Nella sua voce c'è
un briciolo di.. offesa credo.
Sento improvvisamente il bisogno
di giustificarmi..
“Tu stavi per dirgli di essere un angelo!
Cosa potevo dirgli?” rispondo.
Lui mi guarda in un modo strano
e sospira.“Un amico, per esempio. Invece...” lascia
perdere e fa
un grosso respiro. “Comunque, ti dicevo... ho bisogno di
aiuto.”
“Sarebbe a dire?”
“In periferia c'è una casa....
infestata da un fantasma...” mi spiega.
“E quindi?”
Alza
le sopracciglia come se la risposta fosse ovvia e vorrei sorridere di
quel gesto tipicamente umano.. Ma non lo faccio.
“Quindi.... ho
bisogno di una cacciatrice.” mi dice.
“Non puoi dargli pace
tu da solo?” chiedo calma.
“Vorrei” annuisce e riprende “ma
questo fantasma.. era un tramite, e quando l'angelo che lo possedeva
l'ha lasciato libero, per essere sicuro che non tornasse
più, ha
dipinto una serie di sigilli enochiani sulle mura, e io non posso
entrare.”
Rimango calma e ferma.. Quello che mi dice non mi
lascia indifferente.. ma voglio che lo creda.
“Ma ora non posso
lasciare il mio ospite, cosa gli dico? Che devo dare la pace ad un
ex-tramite?”
“Chi è quell'uomo?” mi domanda di
impulso.
Ok, ci siamo.. Finalmente l'ha chiesto. Iniziavo a credere che
non gliene importasse nulla.
“Il mio fidanzato.” rispondo.
“Fi... fidanzato...” balbetta “capisco. E
tu sei..
innamorata di lui?”
Gli voglio bene? Si. Innamorata? No.. “Mi
sembra ovvio, altrimenti perché starei con lui?”
Lui annuisce
e mette le mani dietro la schiena.
“Beh sai” gli dico
cercando di essere più garbata “non si
può restare soli per
sempre. È un bravo ragazzo e mi fa stare bene...”
“Ci vai a
letto?” mi chiede.
Rimango per un secondo immobile.
Non
posso credere che mi abbia appena chiesto se faccio sesso con un
altro in un modo così freddo e... calmo.
“A parte che non sono
affari tuoi, Castiel, ma.... chi sta insieme solitamente dorme
insieme...” gli rispondo irritata.
Lui indietreggia un po'. Ora
è freddo, distaccato.
L'ho ferito!!!!
Non volevo Castiel..
Non volevo ferirti.
“Hai ragione.” mi dice in tono diretto
“Beh comunque sia, puoi aiutarmi o devo chiedere aiuto ai
Winchester?”
Non posso non aiutarlo. Cacciare è il mio
mestiere e anche se non glielo dirò, voglio stargli accanto,
anche
se solo per un po'.
Sospiro e scuoto piano il capo per un attimo.
“No, aspetta. Gli dirò che devo uscire per
un'improvvisa
emergenza.”
Lo guardo un attimo e vado in salotto.
Damon mi
fissa perplesso e un po' mi spiace liquidarlo così, ma deve
andarsene. Esce di casa ed io riprendo fiato prima di tornare in
cucina.
Castiel è qui.. E il mio cuore batte troppo forte.
Mi
schiarisco la voce e mi avvicino alle scale.
“Dammi il tempo di
prendere le mie cose, e andiamo.” gli dico.
Salgo di sopra e mi
siedo un attimo sul letto. Non voglio nascondermi nella mia camera
come un'adolescente, o meglio, vorrei.. ma non è
professionale!
Faccio un grosso respiro e poi mi alzo. Prendo le mie cose e
scendo sotto.
Quando arrivo accanto a Castiel, lui è così
assorto nei suoi pensieri che non mi sente neppure arrivare.
Chissà
cosa pensa!!
“Eccomi pronta.” gli dico.
“Bene.”
Wow.. Che bell'atmosfera serena..
“Ti dispiace se prendiamo
la mia macchina? Sai che volare mi dà la nausea.”
chiedo..
“Come
vuoi, va' pure.”
Va' pure? Lui non viene con me?
“Non
vieni con me?” gli chiedo.
“No. Ho le mie ali, ti ringrazio.”
mi dice antipatico.
Mi sento triste e malinconica per un attimo.
Non mi piace questa freddezza.. Odio il modo in cui siamo ora. Ma
forse a lui va bene!
“Come vuoi.” gli dico “Dove ci
troviamo?”
“Conosci la zona periferica più a sud? Ci sono
alcune villette abbandonate.... una ha un grande cancello
scardinato.”
Ville abbandonate e infestate. Tipico.
“Va
bene, allora...”
Lui annuisce piano e poi vola via.
Rimango
sola nella mia casa.. Con la strana sensazione che il mio gioco della
freddezza apparente mi si stia rivoltando contro.
Questo è
un particolare che non avevo previsto e fa male!
Apro la porta ed
esco.
In macchina metto a tacere anche i miei pensieri.. Accendo
la radio e mi faccio forza.
Posso contare solo su di me. E per
mia scelta!
Ho mandato io via Castiel..
Non mi pento di
averlo fatto. Ero furiosa.
Ma mi pento del modo in cui l'ho
fatto!! Sono stata brusca e cattiva e il suo intendo era proteggermi.
Arrivo a destinazione dopo pochi minuti.
Spengo la radio e
scendo dall'auto.
Castiel se ne sta lì fermo a fissare la casa.
Non si gira neppure per guardarmi ed io mi sento.. come se mi
avessero appena dato un colpo in testa.
Lui è qui, ma è freddo,
distante.
Mi ferisce.. E la mia rabbia sta diventando dolore.
Faccio un grosso respiro e mi avvicino a lui con fare
indifferente.
“Si comincia.” sussurro.
Prendo la pistola
e sparo dei colpi al muro malandato sperando di colpire, e quindi
spezzare, uno di quei sigilli.
*****
Gli
umani credono che con una pistola si può risolvere ogni
cosa.
Allison continua a sparare contro un muro, con la speranza, credo, di
spezzare un sigillo.
“Non
è così che si spezzano i sigilli
enochiani.” sottolineo in tono
distaccato, senza guardarla. Non l'ho guardata neanche quando
è
arrivata pochi minuti fa, non riesco a guardarla senza pensare
è
stata con un altro. STA con un altro!
“Ah
no?” dice lei fermandosi. “Perché non me
l'hai detto prima che
cominciassi a sparare?”
Mi
stringo nelle spalle. “Non me ne hai dato il
tempo...”
Allison
sbuffa e abbassa la pistola. “E allora? Vado io?”
La
guardo per un secondo e faccio una smorfia. “Tu?
No.” obietto
scuotendo il capo. “E' lo spirito di un tramite...
è un po'
diverso. Sarà particolarmente arrabbiato, e se sbatte me
contro un
muro, me la caverò. Se lo fa con te...”
“E
quindi che facciamo?” mi interrompe impaziente.
“Questi
sigilli, si spezzano col sangue.” ed estraggo il mio
coltello.
Posiziono la lama sul palmo della mia mano e incido la pelle, il
sangue inizia ad uscire.
“Ma
che fai?” protesta Allison guardandomi compiere questo gesto
autolesionista.
“Spezzeremo
i sigilli intorno alla porta con il mio sangue, affinché io
possa
entrare senza problemi. Dammi la mano.” le dico.
Lei
stende la sua mano e io faccio cadere diverse stille di sangue, fino
a formare una piccola pozza nell'incavo del palmo.
Allison
è... disgustata, credo.
“Non
preoccuparti” la rassicuro. “Jimmy non ha malattie,
non ti
trasmetterò nulla.”
Lei
mi guarda ignorando il mio sangue che continua a raccogliersi nella
sua mano. “Non pensavo a questo! Mi fa solo... specie vedere
che ti
ferisci da solo... senza fare una piega.” mi confessa.
“I
vantaggi di essere un angelo, poco dolore.” le rispondo senza
guardarla.
“E
Jimmy non sente niente?”
Io
scuoto il capo mentre altre gocce cadono sul suo palmo. La guardo per
un attimo e in effetti non è disgusto per il mio sangue
quello che
leggo sul suo viso, ma.... preoccupazione?
Ma
no.. sono io che vorrei vederla preoccupata per me... povero illuso
alato.
“No,
sicuramente non taglietti come questi. Jimmy per la stragrande
maggioranza del tempo, è incosciente. Te l'avevo
già detto, mi
pare.” butto con indifferenza, riferendomi alla nostra notte
d'amore. Allora le dissi che con lei c'ero solo io...
Per
un istante ci guardiamo. Allison si schiarisce la voce.
“Sì, me lo
hai detto...” sussurra e io distolgo subito lo sguardo.
Quando
penso che il sangue può bastare, chiudo il pugno e il taglio
si
rimargina.
“Bene,
ora devi segnare quei simboli con questo sangue, trasversalmente al
cerchio, come se volessi tagliarlo.” le spiego indicando i
sigilli
che mi interessano.
Sento
il suo sguardo addosso, ma mi rifiuto di ricambiarlo.
Non
ce la faccio.
Sarò
stupido ma ora non ce la faccio a guardarla.
Credevo
di essere qualcosa di speciale per lei.... invece non ha impiegato
molto tempo a rimpiazzarmi con un altro...
Mi
fa male.
“Ok”
annuisce con un sospiro. “Quindi segnerò quei tre
sigilli.. e tu
potrai entrare?”
“Sì,
Esattamente.”
Senza
aggiungere altro, si avvia verso la casa proprio mentre un tonfo
profondo proviene dall'interno: credo che Jason sappia della mia
presenza, e credo proprio che gli angeli non gli piacciano un
granché..
Allison
spezza i sigilli col mio sangue e mentre lo fa
“vedo” l'energia
protettiva che circondava la casa sgretolarsi quel tanto che basta a
farmi passare senza problemi.
“Ecco
fatto.” mi dice raggiungendomi.
“Entriamo?” mi domanda
prendendo un fazzoletto dalla sua borsa “da lavoro”.
La
guardo freddamente e scuoto il capo serio. “Tu no.”
Sbatte
le palpebre confusa. “Cosa?”
“Hai
fatto la tua parte, ti ringrazio. Ma ora puoi tornartene a
casa.”
le dice facendo finta di interessarmi profondamente alla vecchia
porta della villetta. In realtà sono sempre più
arrabbiato e...
voglio punirla, in un certo senso.
So
che costringerla a non partecipare ad una caccia la farebbe
infuriare, ed è per questo che le dico di andarsene a casa.
“Tu
mi hai trascinato qui e ora mi dici di andarmene?” sbotta
buttando
a terra il fazzoletto macchiato del mio sangue.
Mi
stringo nelle spalle. “Non ti ho trascinato da nessuna
parte,Allison. Ti ho chiesto aiuto e tu hai accettato. Non ti ho
obbligata a lasciare... casa tua.”
Lei
incrocia le braccia sul petto e si posiziona davanti a me,
costringendomi a guardarla.
“E
non potevi chiederlo a qualcun altro, questo aiuto?”
Io
accenno un sorriso, davvero mi fa questa domanda?
“Beh”
inizio “non potevo andare da una persona qualsiasi e dirle
che mi
serviva il suo aiuto per spezzare un sigillo col mio sangue, ti
pare?”
“Già.”
conviene lei. “Ma non potevi chiederlo ai Winchester o farlo
da
solo?”
Oh....
è così irritata dal fatto che l'ho distratta un
attimo dal suo
“fidanzato” che adesso si pente amaramente di
essere venuta qui.
“I
Winchester non possono occuparsi di tutto e se avessi provato solo a
sfiorare uno di quei simboli col mio sangue, mi sarei fatto molto
male. Scusami se ti ho disturbato, non accadrà mai
più.” le dico
bruscamente e tutto d'un fiato, avviandomi verso la casa senza
aspettare la sua risposta.
Allison
mi rincorre. “Ehi aspetta un momento! E mi lasci qui? Vengo
anche
io!”
Mi
fermo e mi volto a guardarla. “Stai fuori da questa casa. Un
tramite inquieto non è come un comune mortale.” le
ripeto
autoritario.
“Non
puoi obbligarmi a starmene con le mani in mano, non puoi darmi
ordini.” obietta guardandomi fiera.
Io
annuisco grave. “Fa' come vuoi.” e sparisco.
Una
volta entrato, immediatamente un mobile si sposta e velocemente mi
schiaccia contro il muro, bloccandomi dalla vita in giù. Lo
sposto
di lato agevolmente e avanzo. “Jason... per
favore.” lo chiamo
guardandomi intorno.
Scricchiolii
strani risuonano tra queste mura in rovina: non è disabitata
da
secoli, eppure questa casa è... disastrosa. Sicuramente la
visita
mortale dei demoni l'hanno aiutata a ridursi in questo stato.
“Jason...
ascoltami di p...” ma non riesco a finire perché
una forza
invisibile mi scaraventa al soffitto.
“CASTIEL!”
urla Allison che, come prevedevo, mi ha seguito in questo posto.
Ricado
a terra sbattendo la faccia, il sangue comincia a scorrere da un
taglio sullo zigomo.
Allison
corre al mio fianco. “Stai bene?” mi domanda
prendendomi per un
braccio. Io mi divincolo dalla sua presa.
“Mi
sembrava di averti detto di stare fuori da qui!”
“Ma
io ho gli strumenti per eliminarlo!” mi dice sollevando la
sua
borsa.
“Cosa?
Sale e benzina?” domando sarcastico. “Noi
esorcizziamo demoni e
fantasmi da prima che l'uomo sapesse della loro esistenza. Ho i miei
metodi, molto più efficaci dei tuoi.”
Mi
fissa per un attimo e capisco di averla ferita.
“Va'
via Allison, è davvero pericoloso stare qui.” le
dico in tono più
pacato.
Non
ha il tempo di rispondermi perché un movimento attira la
nostra
attenzione: Jason ha scagliato un vaso contro di lei.
“Attenta!”
urlo e l'afferro buttandola a terra ed evitando che sia colpita
dall'oggetto.
Indispettito
dal mio intervento, Jason inizia a bersagliarci con ogni cosa, e io
non posso fare altro che fare da scudo ad Allison col mio corpo.
Dannazione,
non pensavo che sarebbe stato così complicato.
“La
prossima volta che ti viene detto di starne fuori, tu stanne
fuori!”
le dico mentre ancora siano stesi a terra.
“Lo
terrò a mente!” risponde lei ironica, coprendosi
la testa.
Lo
spirito si calma, o meglio sembra essersi calmato, ci rialziamo da
terra e ci guardiamo attorno.
“Ora
che si fa?” mi domanda Allison.
“Tu
niente, io tento di parlargli.”
Allison
ridacchia. “Parlare con un fantasma infuriato?
Auguri!” mi prende
in giro.
Improvvisamente
Jason si materializza davanti a me. “Vattene da qui!”
mi
urla afferrandomi per la gola e sollevandomi da terra.
Sento
caricare un fucile.
“Togligli
le mani di dosso!” grida Allison e subito dopo uno sparo
risuona
nell'aria.
Pallottole
di sale. Non gli fanno praticamente nulla, a parte farlo infuriare
ancora di più. La sua stretta intorno alla mia gola si
accentua. Io
non posso morire così, ma Jimmy sì.
“Jason..
ti prego.. ascoltami...” mormoro cercando di liberarmi. Lo
spirito
di un tramite ha una forza... sovrumana. E per di più mi ha
colto di
sorpresa.
“Ora
morirai, bastardo!” ringhia la creatura che mi sta
strangolando.
“Jason,
no!” urla Allison. “Vuoi ammazzare il suo tramite?
E questo che
vuoi? Vuoi che muoia un altro povero idiota? Castiel vivrà,
e si
troverà un altro burattino, ma Jimmy morirà,
è questo quello che
vuoi?”
Jason
si ferma e la guarda. “NO!”
“E
allora lascialo andare, per favore!”
Lo
spirito obbedisce e io ricado a terra. Mi rialzo rapidamente e lo
afferro, prendendogli la testa fra le mani.
“Va'
in pace Jason, dimentica il dolore terreno, raggiungi il Paradiso.”
mormoro in aramaico.
Il
viso prima stravolto e funereo di Jason si trasforma, diventando
sereno e quasi umano.
Si
volta verso Allison e le sorride, prima di sparire in un lieve lampo
di luce.
“Avevi
ragione... era decisamente diverso!” dice Allison
avvicinandosi a
me.
“
Allison,
ne so più di te su queste cose. La prossima
volta...” no.. non ci
sarà nessuna prossima volta.
“Lascia
perdere, usciamo da qui.” e la spingo verso la porta.
Una
volta fuori, lei si ferma e mi fissa. Nota la ferita che ho in faccia
e fa per allungare una mano. “Sei ferito.” mi dice.
Io
evito il suo tocco, mi passo una mano sul viso e la ferita sparisce
all'istante.
Allison
mi guarda sbigottita. “Come hai fatto? Ah già..
sei un angelo.”
si domanda e si risponde da sola.
“Già,
trucchetti da angelo.” commento guardando altrove.
“Grazie
per il tuo aiuto, Allison, Jimmy è vivo grazie a te,
credo.”
Lei
annuisce. “Di.. nulla.”
“Addio
Allison... e buona fortuna.” la saluto freddamente. Lei apre
la
bocca e corruga la fronte.
“E
vai via così?”
Io
sollevo le sopracciglia. “E come dovrei andarmene? Io
volo.”
“No
intendevo.. senza neanche fare due chiacchiere?” mi chiede
Allison
nervosa.
“Non
ho tempo, il dovere mi attende.” insisto in tono distaccato.
Mi
sto vendicando di lei. E lei lo capisce e ne soffre. Mi dispiace
dolcezza... ma ho il cuore a pezzi...
“Cass,
aspetta.... devo parlarti...”
“Torna
alla tua vita Allison.. torna dal... tuo amore...”
E
volo via, lasciandola da sola.
L'ho
trattata con freddezza, perché sento di amarla ancora tanto.
Come un
idiota, la amo pazzamente.
È
stato il mio primo e unico amore, un amore umano e devastante.
E
mi ha fatto tanto male.
*****
Castiel
se n'è appena andato.
Mi
ha lasciata qui e se n'è andato dopo avermi trattata con la
massima
freddezza.
A
dire il vero non sono per nulla sorpresa. Io l'ho allontanato, io gli
ho mentito dicendogli che Damon è il mio fidanzato.. Io.. io
me lo
merito questo trattamento.
Damon..
devo pensare anche a lui.
Non
lo amo e non l'ho mai considerato il mio fidanzato.. E' sempre stato
un buon amico e nulla più, anche se credo che lui si
aspettasse
qualcosa di diverso e più.. intimo diciamo.
Mi
spiace per lui. Non volevo ferirlo anche se so che finirà
così.
Io
volevo solo qualcuno che mi volesse bene e a cui dare il mio affetto.
E Damon era lì pronto a riceverlo.
Alzo
gli occhi al cielo e salgo in auto.
Dovrei
passare da lui e dirgli che amo il mio “meraviglioso e
solerte
idraulico”.
Perchè
è così! Io lo amo, e rivederlo dopo due mesi mi
ha solo ricordato
quanto sia importante per me.
Perchè
mi considera un errore?
Perchè
Cass? Tu per me sei l'unica cosa buona della mia vita.
Sospiro
e metto in moto.
La
mia idea è quella di andare a casa di Damon per chiarire le
cose, e
poi dritta a casa mia per urlare il nome di Castiel fin quando non lo
vedrò comparire.
Ma
quando arrivo davanti casa del mio presunto fidanzato, mi manca il
coraggio di scendere e vigliaccamente rimando a dopo.
So
che è sbagliato e che non farò altro che
aumentare e nutrire le sue
illusioni, però in questo momento non ho la concentrazione e
la
pazienza necessaria per parlargli.
Me
ne andrò a casa e pregherò affinchè
Castiel si faccia vedere.
Ingrano
la marcia e mi avvio verso casa.
Quando
arrivo, parcheggio ed entro dentro.
Getto
distrattamente la borsa da lavoro per terra e apro le braccia
guardando il soffitto.
Non
so perchè, ma ho sempre avuto la sensazione che per parlare
con Cass
devo guardare in alto.
Forse
è perchè sono cresciuta con l'idea degli angeli
in paradiso e del
paradiso in cielo.. Quindi fisso l'alto.
“Sai,
per essere un angelo a volte sei proprio.. cieco.” dico alla
stanza.
Sospiro
e scuoto il capo.
“Cass,
fatti vedere per favore.. Mi sento un'idiota a parlare da
sola.”
continuo “So che mi stai osservando. Riesco a
sentirti.”
Mi
passo una mano sul viso abbassando gli occhi e quando li rialzo lui
se ne sta lì, davanti a me.
Ha
le mani dietro la schiena e mi fissa con aria... distante.
“Cosa
vuoi?” mi chiede.
Cosa
voglio? “Anche io sono felice di vederti e fare quattro
chiacchiere.” dico sarcastica.
“Credevo
che avessi fretta di tornare dal tuo fidanzato.. Quindi
perchè mi
hai chiamato?”
Oh
angelo mio!! Sei così tenero.. Percepisco la tua gelosia e
la tua
irritazione nel parlare di lui.
Non
volevo irritarti ed indurti a trattarmi come se fossimo due perfetti
estranei.
Vorrei
uscirmene con una delle mie frasi. Una delle mie pungenti e
sarcastiche risposte, ma ho un'unica frase in testa. E voglio
dirgliela.
Non
importa cosa accadrà.
“Perchè
ti amo.” gli sussurro lasciando cadere le braccia lungo i
fianchi.
Lui
mi guarda finalmente, mi guarda davvero e anche se la sua
espressione rimane fredda e distaccata, noto che qualcosa si muove in
lui quando pronuncio quelle parole.
“E
mi dispiace. Mi dispiace di averti mentito.” aggiungo
“Damon,
l'uomo che c'era qui prima, non è il mio fidanzato. E' solo
un
amico.”
Lui
piega appena la testa e sospira assumendo una postura ancora
più
dura.
“E
dovrei crederti?”
“Si!”
“Perchè?”
mi domanda secco “Perchè dovrei crederti? Era qui
e ti.. ti
toccava e ti sorrideva.”
Scuoto
il capo e mi avvicino ancora di più a lui.
“Mi
ha sfiorato il braccio e mi sorride perchè è un
uomo gentile.”
gli spiego.
Gli
prendo il viso tra le mani e glielo accarezzo spostandogli i capelli
dalla fronte.
“Da
quando te ne sei andato chiamandomi errore io mi sono sentita come se
avessi un buco dentro. Ho cercato di farmene una ragione, di
accettare il fatto che non avresti potuto mai amarmi. Ho provato a
non amarti, ma non ci riesco. Io.. non ci riesco.” gli dico
accarezzandogli la guancia.
Lui
mi guarda e poi chiude gli occhi piegando il capo lateralmente per
godersi meglio la mia carezza.
Quando
mi guarda il blu delle sue iridi è velato di tristezza e la
sua mano
si alza piano fino ad accarezzarmi la bocca.
Poggiamo
le nostre fronti una contro l'altra e ci perdiamo in un triste
sospiro carico di attesa.
Chiudo
gli occhi e realizzo di aspettare questo momento, il momento in cui
ci ritroviamo, da quando se ne è andato.
Mi
ha mentito ma qui tra le sue braccia non c'è nient'altro che
conti
per me.
E
quando lui poggia piano la bocca sulla mia capisco che prova le mie
stesse sensazioni.
Ricambio
il suo bacio che diventa subito più profondo e poi mi stacco
piano.
Lo
guardo negli occhi e gli sorrido.
“E'
ora di volare..” gli sussurro “Credo che tu sappia
dove andare.”
Lui
annuisce piano e mi sorride. Mi bacia di nuovo e quando si allontana
un po' siamo in camera da letto.
Gli
sfilo piano l'impermeabile mentre le nostre labbra si sfiorano e poi
gli bacio il collo mentre lo libero dalla cravatta e dalla camicia.
“Ti
amo Castiel. Ti amo.” gli dico baciandolo e stringendomi a
lui.
Lo
desidero, e lui desidera me. Lo sento.
“Ti
amo anche io.” mi risponde “Tu non sai
quanto.”
Prendo
le sue mani che mi accarezzano i capelli e ne bacio il palmo, poi le
porto sui bottoni della mia camicetta.
Lui
la sbottona e la toglie. Poi toglie anche il reggiseno.
Mi
accarezza la schiena e mi bacia, e con delicatezza ci sdraiamo a
letto.
Lui
fa scorrere le sue labbra leggere sui miei seni e poi sul ventre.
Sbottona i miei jeans e li sfila tirando via anche gli slip.
Toglie
anche il resto dei suoi vestiti e delicato si sistema su di me. Tra
le mie gambe, dove gli ho fatto spazio.
Le
nostre bocche si incontrano di nuovo e dopo qualche secondo di
respiro affannato e palpabile desiderio, mi
“scivola” dentro
spezzandomi il respiro per un attimo.
Chiudo
poco le gambe per tenerlo stretto dentro di me e lo bacio con
passione mentre ci accordiamo tacitamente sul ritmo giusto.
Adoro
la sensazione che provo quando mi ama..
E'
fresco come il vento, forte come un uomo vero e dolce come il
più
perfetto degli amanti.
Adoro
sentirlo così vicino a me.
Lo
amo.. io lo amo da impazzire.
Gli
accarezzo i capelli mentre lui mi accarezza il collo con la bocca e
affondo le mie dita nelle sue spalle gemendo del piacere che mi
scuote violento.
Castiel
poggia la fronte sulla mia e il suo respiro affannoso si fonde col
mio.
Mi
stringe delicato circondandomi la schiena con le braccia e mi
solleva.
Ora
siamo seduti ancora stretti l'uno all'altra.
Mi
accarezza i capelli spostandoli dal mio viso sudato e mi bacia
delicatamente l'incavo tra il collo e la clavicola.
Poi
ci guardiamo per un attimo interminabile felici e sereni.
Strofino
il naso al suo e lo abbraccio.
“Ti
prego Castiel.. Non andartene prima che io mi svegli
domattina.”
gli sussurro all'orecchio.
Lui
mi stringe di più e mi accarezza i capelli.
“Stavolta
sarò qui quando ti sveglierai.”
“Promesso?”
gli chiedo.
“Promesso!”
Mi
tiene dolcemente stretta ed io non so immaginare un posto
più bello
delle sue braccia.
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Capitolo 13 *** What about now? ***
What
about now?
Sì
è addormentata, qui tra le mie braccia.
Certo
che ho proprio una volontà di ferro, sì.
Quanto
ho resistito alla sua dolcezza? Trenta secondi? Forse di meno.
Ma
come potevo non amarla? Quando mi ha detto che quel Damon non era
nessuno... credo di aver sentito le campane. E quando mi ha detto che
mi ama.. con quel tono così dolce... mi sono tremate le ali!
Non
posso farci nulla: io amo Allison.
Ci
siamo perdonati a vicenda.... e abbiamo fatto pace nel modo
più
bello che esista.
L'ho
amata intensamente, più di quanto non abbia fatto la prima
volta,
più di quanto credevo di essere capace.
Io
la adoro, e adoro stare qui con lei, a sentirla respirare
regolarmente tra le mie braccia, stretta a me.
Si
è rannicchiata contro di me, sento il suo respiro sulla
pelle, e
sono felice.
Questa
volta non scapperò, mi troverà qui al suo
risveglio e non perché
gliel'ho promesso dopo aver fatto l'amore. Sarò qui
perché voglio
esserci. Voglio esserci... per sempre.
Sono
certo che Sirahel verrà a trovarmi... e mi
bistratterà come al
solito. E ha ragione, io dovrei stare lontano da
Allison, ma
non voglio starle lontano.
Io
non so perché mi è successo questo, non so
perché mi sono
innamorato di lei. Forse era destino... forse c'è una
spiegazione
anche a questo, era scritto da qualche parte.
Non
lo so, e non mi interessa. Il mio posto, adesso, è qui.
Stretto alla
mia donna che dorme tranquilla, sicura della mia presenza, del mio
amore.
Non
la deluderò di nuovo. Non la farò piangere
un'altra volta. E se
Damon si ripresenta, saranno guai per lui.
Lui
può trovarsene quante ne vuole di donne, ma Allison
è.... mia.
Mia.
La
stringo un po' più forte, stando attento a non svegliarla.
Lei è
mia, la sento mia, e sento che lei si è abbandonata a me.
Sorrido
nell'ombra ascoltando il battito del suo cuore, più lento e
regolare
del mio.
Perché
il mio cuore batte violento, irrequieto. Vorrei poter dormire ma.....
non è compreso della mia natura.
Mi
piacerebbe addormentarmi e sognarla....
Si
muove leggermente e... si stringe di più a me, sospirando
profondamente. È come se cercasse la mia protezione.
Improvvisamente
ricordo qualcosa di orribile.
Non
l'avevo dimenticato, solo... l'avevo allontanato dalla mia mente,
seppellendolo più in fondo che potevo.
Allison
è sempre in pericolo... la cercano dall'inferno. Demoni,
angeli
ribelli.... e se scoprono chi è e come mai è
tornata, verranno a
prenderla anche da lassù. Verranno a prendere entrambi.
Spero
che Sirahel mi comprenda e non decida di negarci la sua protezione.
Un
brivido di paura mi scuote leggermente: sta per iniziare
l'Apocalisse.
Sono
rimasti pochi sigilli.. e l'ultimo... il più
terribile...nessuno ha
intenzione di evitare che venga spezzato.
Ancora
non riesco a crederci.
Eppure
è così, Myriam non stava mentendo, e io in fondo
l'ho sempre
sospettato.
Solo
che... non potevo oppormi in alcuno modo, o meglio... non avevo
nessun valido motivo per tentare di oppormi.
Ora
ce l'ho, è qui tra le mie braccia.
L'ho
salvata due volte, da Azazel e dalla dannazione eterna... non
lascerò
che la mettano in condizione di dire sì a Lucifero.
Dobbiamo
evitare che venga liberato.
Sam
e Dean devono sapere la verità, solo così
eviteremo che il più
giovane uccida Lilith e sleghi Lucifero. Solo così.
Sto
progettando la mia ribellione.
Ma
non come Myriam e i suoi seguaci, non voglio ribellarmi per unirmi al
male. Lo faccio per fermare tutte le catastrofi che si abbatteranno
sul mondo una volta che Lucifero sarà sulla Terra.
Lo
faccio per te, amore mio, che dormi qui stretta e me, lo faccio per
noi due.
Prima
di Allison io esistevo, ora vivo. È così,
è la verità, ora sono
vivo.
E
se inizia l'Apocalisse, non vivrà più nessuno, il
Mondo verrà
distrutto, e noi con esso.
No.
Devo
evitarlo, devo almeno provarci. Basta con la cieca obbedienza.
Su
di una cosa Anna ha ragione: Dio non può volere tutto questo.
Dirò
ai giovani Winchester come stanno le cose, e tenteremo di fermare la
fine del Mondo.
Ne
parlerò con Allison, lei deve sapere cosa voglio fare, non
le
nasconderò più nulla.
Ma
non adesso, ora voglio solo rilassarmi qui accanto a lei, con il suo
respiro sul petto e i suoi capelli che mi solleticano il viso.
Se
fossi umano non potrei proteggerla come faccio adesso, ma.... forse
sarebbe bello, esserlo.
Un
uomo normale, che mangia, dorme, guarda la Tv. Non so se ad Allison
piacerebbe che fossi solo un uomo, forse sì.
Ho
notato che non ama volare con me... a meno che non dobbiamo volare
qui dove siamo ora...
Un
umano.
Sospiro
e chiudo gli occhi, anche se non ho sonno mi piace spegnere
completamente ogni più piccolo riflesso di luce.
Non
ho idea di che ore siano, ma credo che l'alba sia ancora lontana.
Non
importa, me ne starò qui in silenzio, a cullare il mio amore.
Non
permetterò a nessuno di farti del male, Ally. Dovranno prima
uccidermi.
Dormi
tranquilla, amore.
Io
veglio su di te.
*****
E'
mattina!
Sento
la calda luce del sole accarezzarmi la pelle. E' iniziato un nuovo
giorno ed io sono felicissima.
Dovrei
aprire gli occhi e sorridere al mondo, ho fatto l'amore con l'uomo..
o meglio l'angelo che amo, ed è stata la notte
più dolce che io
abbia mai avuto.
Dovrei...
ma ho paura.
Lo
ammetto!!! Sono spaventata dall'idea di aprire gli occhi,
perchè se
li apro e Castiel se n'è andato... io non.. Non posso
nemmeno
pensare al dolore che sentirei.
Mi
muovo piano e arriccio la bocca tenendo ancora gli occhi chiusi e lo
sento..
Castiel
è qui con me.. Sento la sua mano spostarmi piano i capelli
dal viso.
Riconoscerei
il suo tocco vellutato ovunque. E' meravigliosa la sensazione che mi
offre.
Apro
gli occhi, finalmente, e sollevo appena lo sguardo.
Castiel
è girato verso di me e mi sorride piano, anche se i suoi
occhi sono
un po' preoccupati.
Ma
non mi stupisce, fare l'amore con me, per lui, anche se fantastico
è
un costante pericolo.
Non
potrebbe ed io lo so. Ma lo amo e mi manca il coraggio di stargli
lontana.
“Buongiorno
messaggero spettinato.” gli sussurro sorridendogli.
“Buongiorno
anche a te.”
“Ho
fatto un sogno bellissimo.” gli annuncio “Io ero un
angelo ed io
e te eravamo liberi di amarci senza nessun problema. Avevo due grandi
ali e svolazzavamo tra le nuvole.”
Lui
ride piano e mi bacia dolcemente la punta del naso.
“Tu
sei un angelo amore mio.. Solo che non hai le ali.”
Il
suo tono è... umano.
Ho
la sensazione sempre più grande che il suo essere angelico
si stia
perdendo sotto il peso dell'umanità del nostro amore.
Mi
sento triste ora..
Triste
perchè so che lui ama essere un angelo ed io col nostro
amore glielo
sto portando via.
“Mi
dispiace Castiel.” gli sussurro.
Lui
mi guarda perplesso e la sua mano mi accarezza piano la schiena.
“Per
cosa?”
“So
che tu ami essere un angelo, so che lo ami più di ogni altra
cosa al
mondo, ed io mi sento.. mi sento come se te lo stessi portando
via.”
Ecco
come mi sento!
Come
se fossi una ladra che gli sta portando via la cosa che ama di
più.
Si
gira un po' di lato e mi guarda negli occhi tenendomi sempre
abbracciata.
“Hai
ragione. Io amo essere un angelo. Ma c'è una cosa che amo di
più, e
la sto stringendo qui tra le braccia.”
Mi ha detto una cosa
dolcissima.
Sorrido
appena e gli do un bacio leggero.
“Castiel,”
gli dico “so che il nostro.. amore non sarà
semplice. Ed io sono
pronta a lottare. Ma mi rendo conto che per te è
più complicato di
quanto lo sia per me.” gli accarezzo il viso e abbasso un
attimo lo
sguardo “Quindi.. sei sicuro di sentirtela ad affrontare
tutto
quello che ci aspetta?”
Lui
rimane un attimo in silenzio e poi mi solleva il viso con la mano.
“Io
ti amo Allison. Non so come sia successo. Ma ti amo, e sono pronto a
lottare. Non preoccuparti di nulla, mi occupo io di tutto.”
Annuisco
appena e affondo il viso sul suo torace stringendomi a lui.
Io
lo amo disperatamente.
Lo
sento sospirare e irrigidirsi..
Che
succede amore mio? Che cos'hai?
Sto
per chiedergli come sta ma lui si schiarisce la voce e parla.
“Allison.
Devo parlarti di una cosa.” mi dice.
“Ti
ascolto.”
Si
allontana un po' da me e si alza rivestendosi.
“L'Apocalisse..
sta per scoppiare.” mi annuncia “E lassù
in paradiso non
vogliono fermarla.”
“Perchè?”
gli chiedo.
“Non
lo so.. Loro hanno perso la retta via. Ai piani alti c'è
caos.. Dio
è scomparso e gli angeli hanno deciso di fare di testa
loro.” mi
spiega “Loro vogliono scatenare l'apocalisse solo per vincere
di
nuovo.. E' come se avessero il..”
“Complesso
dell'eroe?” lo interrompo.
Fa
spallucce e sospira.
“Più
o meno.”
Annuisco
e mi alzo mettendomi una vestaglietta.
“Cosa
vuoi fare?” gli chiedo.
“Devo
andare da Sam e Dean e dire loro tutto quanto. Devono sapere per
difendersi ed aiutarmi ad evitare tutto quanto. Ho mentito a te ed
è
stato un errore. Non voglio fare lo stesso sbaglio di nuovo.”
Annuisco
e lo aiuto a sistemarsi l'impermeabile.
“Allora
vai.” gli dico “Racconta loro tutto quanto. Poi
torna qui e..”
mi avvicino e lo abbraccio un po' “Ricorda che io sono qui
per te.
Non esitare a chiedere aiuto.”
Lui
sorride appena, lo sento. Mi stringe un attimo tra le braccia e dopo
avermi baciato la fronte vola via.
Sospiro
e prego silenziosamente che tutto vada bene mentre vado a fare una
doccia.
Il
mio messaggero spettinato è un eroe, e volente o nolente io
dovrò
dividerlo col mondo.
*****
Allison...
Continuo
a ripetere il suo nome nella mia mente, è per lei che sono
qui, in
questo magazzino abbandonato, aspettando i fratelli Winchester.
Lei
mi ha fatto capire quanto di sbagliato c'era in questa storia, lei mi
ha fatto capire quanto... di sbagliato c'era in me, prima di stare
con lei.
Non
so cosa sono: un angelo, un umano, tutti e due.
Non
lo so.
Di
una sola cosa sono certo, dobbiamo fermare l'inizio della fine. Ho
atteso anche troppo, mesi di omertà.
Ora
basta, costi quel che costi, racconterò a quei ragazzi tutta
la
verità, e insieme metteremo la parola fine a questo incubo.
Lucifero
non tornerà, non prenderà né Sam
né tanto meno la mia Ally.
Tra
poco dovrebbero essere qui, ho visitato i sogni di Dean diverse ore
fa, mentre lei dormiva dolcemente tra le mie braccia...
Devo
dire che mi ha sorpreso il sogno di quel ragazzo, fa tanto il duro e
poi sogna di pescare in riva ad un lago...
Dean
sogna di fare una cosa... normale. Niente mostri, niente demoni, solo
normalità. Lo capisco, e l'aiuterò a far si che
possano raggiungere
quella serenità che vogliono.
E
poi toccherà a me, decidere quello che voglio fare.
Ma
più ci penso, più la nebbia del dubbio si
disperde, e la mia
decisione diventa sempre più chiara.
Cadere.
Se
restassi un angelo, avrei tanto di più da offrire ad
Allison, come
per esempio la completa protezione da tutto quello che potrebbe
nuocerle.
Ma,
che vita sarebbe? Voglio dire.... lei invecchierebbe e io no.
Non
va bene. Ma non posso nemmeno chiedere a Jimmy di cedermi il suo
corpo per sempre, vivere la mia vita ignorando la sua.
Scuoto
il capo e mi concentro, non è il momento di pensare a questo.
Improvvisamente
scoppiano le luci sulla mia testa, istintivamente mi abbasso, colto
di sorpresa.
Che
sta succedendo?
“Anna?”
azzardo, sperando con tutto il cuore che sia lei.
Mi
ha salvato la vita, l'ultima volta che ci siamo visti, non ha
sicuramente intenzioni bellicose.
Sento
una presenza.. più di una... mio Dio sono circondato. Ma non
li vedo
ancora.
“Sbagliato,
riprova Castiel caro.”
La
voce di Myriam mi fa rabbrividire, e finalmente la vedo qui davanti a
me.
Ma
non è sola.... oh no.... oh no...
“Zachariah...”
dico in un sussurro, atterrito nel ritrovarmelo davanti.
Lui
ghigna, e si avvicina lentamente insieme a Myriam sorridente e ad
altri tre angeli.
“Castiel”
inizia lui “sei proprio un bambino cattivo.” mi
apostrofa
sarcastico.
Sono
nei guai, in grossi terribili guai. E ho paura di trascinarci dentro
anche Allison e i Winchester.
“Cosa
c'è che non va, Zachariah?” chiedo con innocenza,
mentre sento una
goccia di sudore rigarmi lentamente la tempia.
Allison....
“Dimmi
soldato, che ci fai qui? Aspetti qualcuno?” mi chiede il mio
superiore con un agghiacciante tono calmo.
La
calma prima della tempesta. Anzi, del tornado.
Forse
sto per morire.
Non
rispondo, penso rapidamente a cosa dire ma ciò che uscirebbe
dalla
mia bocca sarebbe solo un groviglio di sillabe insensate. Non so cosa
dire.
“Te
lo dico io cosa ci fai qui, fratello.” interviene Myriam
facendosi
avanti. “Stai aspettando i giovani Winchester per...
raccontar loro
del terribile pericolo che incombe sulle loro testoline
vuote!”
Tremo.
Sanno
tutto, maledizione, sanno tutto!
Sono
nei guai... siamo nei guai!
Allison
è sola.. oh mio Dio.. e se altri angeli fossero da lei?
Vorrei
volarmene via ma non posso, peggiorerei la situazione.
“Non
so di cosa diavolo stai parlando.” replico io cercando di non
far
tremare la voce del mio tramite.
Lei
sogghigna e si avvicina di più, e mi parla mentalmente. Solo
io
posso sentirla.
“Sento
il suo odore su di te ..... vi siete divertiti stanotte, vero?”
Non
rispondo, ignoro la sua sfacciataggine e continuo a fissare
Zachariah.
“A
questo punto è inutile negare, suppongo.” ho il
coraggio di dire.
Sì,
finalmente ho coraggio.
“Dunque,
vuoi tradire il Cielo?” tuona lui minaccioso.
“No.”
obietto io “voglio evitare l'Apocalisse.”
Tutti
e cinque mi ridono in faccia.
“Sei
davvero divertente Castiel, non si direbbe ma lo sei. Peccato che
debba metterti in castigo per un po'... giusto il tempo di farti...
come dire... ravvedere.” mi minaccia Zachariah, poi fa segno
ai tre
dietro di lui, che iniziano ad avanzare verso di me.
Myriam
si fa da parte. “Mi dispiace caro fratellino...”
Mettermi
in castigo? Vogliono uccidermi, altro che castigo.
Oh
Allison... morire così... lasciandoti in balia di tutto
questo...
Non
posso fare altro che.... combattere.
Appena
uno dei tre si fa abbastanza vicino, gli sferro un pugno in faccia
spaccandogli un labbro. Sembra accusare il colpo, ma non faccio in
tempo a muovere neanche un dito che mi ritrovo scaraventato al
soffitto, sbatto violentemente la testa e sento un fischio nelle
orecchie.
Jimmy
urla.
Ricado
a terra e mi rialzo barcollando, noto che Zachariah se n'è
andato,
lasciando fare il lavoro sporco agli altri.
“Castiel...”
mi chiama Myriam “.... avanti smettiamola, non opporre
resistenza.
Vieni con noi o saremo costretti a strapparti dal corpo del tuo
tramite. E fa molto male, credimi.” mi disse indicandomi un
sigillo
sul muro che.. non avevo notato.
“E
dimmi Myriam... lo sanno che tu...” ma non riesco a finire,
perché
lei mi alza da terra e mi getta contro degli scaffali in ferro, mi
riprende non appena tocco terra e mi sbatte contro un muro.
Ho
capito, non lo sanno.
Sono
a terra, respiro affannosamente e non riesco a rialzarmi.
“Allora,
andiamo?” mi chiede lei.
“Va
all'inferno!” le rispondo io con voce rauca.
Myriam
scrolla le spalle. “Come vuoi.”
Tutto
si svolge come a rallentatore.... lei si avvicina al grande sigillo
dietro di lei, ha un coltello...
si
ferisce il palmo di una mano.... si volta a guardarmi e mi lancia un
sorriso crudele.
“Bye
Bye dolcezza.” e sbatte la mano contro il muro.
Il
sigillo si accende, e io getto in aria un urlo straziante.
Mi
sta strappando da Jimmy, fa male!
Cerco
di resistere, non voglio andare via... non voglio!
Urlo
con la mia vera voce.... i muri vibrano con violenza e mi sento
strappare via da questo corpo.
Chiudo
gli occhi e mi arrendo, non ho più la forza di combattere....
Sarà
questione di un attimo... e Jimmy sarà libero....
Allison....
*****
Castiel...
E'
andato via da poco e già mi manca.
Mi
manca il calore del suo corpo e il suo odore.
Ok,
forse un angelo non ha odore ed io me lo immagino.. Ma per me
profuma, immaginazione o meno.
Profuma
di dolcezza e anche di trasgressione. Profuma di passione e
normalità..
Anche
se di normale in una coppia formata da un angelo ed un'umana
c'è ben
poco.
Ma
in fin dei conti, per me la normalità è sempre
dipesa dai punti di
vista. Quindi..
Faccio
un grosso respiro e bevo un sorso del mio caffè.
Non
so perchè ma mi sento inquieta.
Forse
è per la storia de “l'Apocalisse
sta arrivando”
che torna a farmi compagnia dopo due mesi. Forse è solo
perchè
questo è il 4° caffè che bevo stamattina.
Che
posso farci? Io adoro il caffè.
Poso
la tazza e sospiro.. No.
Non
è il caffè, qualcosa non va. Qualcosa non va con
Castiel.
Sento
che gli è successo qualcosa ma non posso gridare al
lupo
fin quando non
ne sono sicura. E
poi a chi griderei? Chi mi crederebbe o aiuterebbe se chiedessi aiuto
per salvare un angelo.
Devo
calmarmi!
Sono
solo ansiosa ora come ora perchè io sono ansiosa di natura.
E
l'apocalittica catastrofe che sembra pronta ad esplodere non aiuta la
mia ansia.
Mi
siedo sul divano e prendo una rivista.
Attenderò
che Castiel torni e mi faccia compagnia.
Mi
schiarisco la voce e fisso il telefono sbuffando. Perchè
suona
sempre nel momento esatto in cui mi siedo?
Mi
alzo trascinandomi fino a lì e rispondo.
“Pronto?”
“Allison..
Sono Dean.”
Dean?
Perchè mi chiama? E come ha il mio numero?
Oh
no!!! E' davvero successo qualcosa al mio Castiel.
“Dean..
Che succede?”
“Non
posso spiegartelo al telefono. Ho bisogno che tu venga qui.”
Qui?
Qui dove?
“Dove?”
chiedo col cuore in gola.
“Pontiac,
Illinois.”
Pontiac...
La città di Jimmy. Oh no!!!
Una
brutta sensazione mi scuote dentro e mi fa rabbrividire..
E
se.. No, non voglio pensarci.
Allison,
non fasciarti la testa prima di essertela rotta ok?
“Sarò
lì in un paio di ore.” farfuglio
“Dean..”
Ora
ho due possibilità: o chiedo subito, o aspetto di arrivare
lì.
“Castiel
sta bene?” chiedo.
Lui
fa un respiro greve e si schiarisce la voce. Ho come la sensazione
che stia cercando qualcosa di adatto da dire. Da dirmi.
“Fai
in fretta ma guida con prudenza.”
mi dice. Mi da un indirizzo e poi riattacca.
Sono
nel panico ma devo rimanere lucida.
Per
due motivi:
1-
Devo guidare fino a Pontiac e devo essere concentrata.
2-
Se è successo qualcosa a Castiel, il panico non mi
aiuterà.
Prendo
solo la borsa e le chiavi ed esco di casa.
Guido
senza mai fermarmi, ad una velocità... piuttosto elevata che
mi
costerà due o tre multe senza dubbio.
Ma
non mi importa, devo arrivare a Pontiac e devo farlo in fretta.
Sono
piuttosto sicura che Sam e Dean sono abbastanza in gamba da occuparsi
di tutto in attesa del mio arrivo. Ma è del mio
Castiel
che stiamo parlando e devo occuparmene io. Qualunque cosa sia.
Ricaccio
indietro le lacrime e seppellisco la paura.
E'
sera quando arrivo a Pontiac. Vado dritta all'indirizzo che Dean mi
ha comunicato e lui e Sam sono lì. In sosta sul lato
sinistro di una
strada.
Sono
poggiati all'auto e fissano una casa.
Parcheggio
dietro di loro e scendo raggiungendoli.
“Che
succede? Dov'è Castiel?” chiedo come prima cosa.
Scortese
lo so. Avrei dovuto chiedere come stanno prima, ma onestamente ora ho
altre priorità.
Sam
e Dean si fissano e poi mi guardano.
Nessuno
dei due sa da dove iniziare e Sam.. Lui non ha una bella cera a dire
il vero.
Dopo
qualche interminabile minuto di silenzio, Dean mi si avvicina e si
schiarisce la voce.
“Castiel
mi è comparso il sogno. Mi ha lasciato un bigliettino con su
scritto
l'indirizzo di un magazzino fuori città e il tuo numero di
telefono.”
Ok!
Ora so come sapeva dove chiamarmi.
“E..?”
lo esorto a continuare.
Mi
sei simpatico Dean, ma smetti di essere così vago.
“E
lui è..” si ferma e guarda Sam.
“E'
cosa Dean? Perchè mi tieni sulle spine e perchè
siamo qui a fissare
una..” mi volto verso la casa e Castiel è
lì dentro.
Ma
non è Castiel, lo realizzo subito, dal modo in cui sorride e
si
muove. Tiene vicino a sé una bambina e guarda una bella
donna.
Quello
è Jimmy e questa è la sua casa e la sua famiglia.
Si, deve essere
così.
Dov'è
il mio Castiel?
Mi
sto sentendo male.. Guardo il corpo che mi ha stretto e che ho
accarezzato, nella sua vera natura.
So
che con me era Castiel e non Jimmy, ma fa comunque... uno strano
effetto.
Ora
le lacrime non possono più essere ricacciate indietro, e
piango.
Avanzo
verso la casa, corro verso la casa e Sam e Dean mi corrono dietro..
Mi
fermo davanti ad una finestra e fisso il quadretto familiare che mi
si presenta davanti..
Fa
male.. Anche se non è Castiel, è il suo corpo, il
suo viso. Il
corpo e il viso che io conosco.
Mi
asciugo gli occhi col palmo della mano e quando Castiel... ops, Jimmy
mi nota.
Si
avvicina alla finestra e dopo avermi lanciato uno sguardo..
incomprensibile, chiude la tenda tagliandomi fuori da.. tutto.
Mi
schiarisco la voce e rimango girata di spalle.
So
che Sam e Dean, sopratutto lui, sanno che qualcosa di speciale lega
me e Castiel, ma ora sono troppo sconvolta per proferire parola.
Dove
sei amore mio? Cosa ti hanno fatto?
“Lui
è..” bisbiglio parlando di Jimmy.
“Jimmy
Novak da Pontiac, Illinois.” conclude Sam per me.
Mi
schiarisco la voce e mi volto verso di loro.
“Cos'è
successo a Castiel?” chiedo.
La
risposta mi terrorizza, ma meglio sapere.
“Non
lo sappiamo.” risponde Sam scuotendo il capo.
Annuisco
e mi mordo il labbro per evitare, inutilmente aggiungerei, di
piangere.
“Mi
dispiace.” sussurra Dean accarezzandomi un braccio.
Lo
guardo e faccio cenno di si col capo.
“E'
solo che.. Io..”
Non
voglio dire loro tutti i dettagli del sentimento che mi lega a
Castiel. Sono cose personali e non so se Cass approverebbe.
“Non
c'è bisogno che tu dica niente.” mi rassicura Dean.
Che
fine ha fatto il ragazzo che ci provava con me l'ultima volta?
Mi
rendo conto solo ora che Dean Winchester è pieno di
sorprese. E' un
bravo ragazzo, ecco perchè Cass l'ha salvato.
“Sistemeremo
tutto e riporteremo il nostro buffo angelo nel suo corpo.”
aggiunge.
Mi
sorride e mi sento poco poco più calma.
Sono
ancora spaventata a morte, ma Dean e Sam sono le uniche persone di
cui posso fidarmi e che possono aiutarmi, ora.
Sorrido
anche al minore dei Winchester, quello con cui condivido un orrendo
potenziale destino, e insieme a loro torno alla macchina.
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Capitolo 14 *** Jimmy Novak from Pontiac, Illinois. ***
Jimmy
Novak from Pontiac, Illinois.
Non
so descrivere come mi sento.
Sospeso,
direi.
Era
da tanto che non uscivo dal mio tramite... è una sensazione
particolare.
Forse
è a causa del dolore che ho provato, ma... non mi sento a
mio agio,
fuori da Jimmy.
Apro
lentamente gli occhi, e ciò che vedo è il nulla.
Sono
nei “piani alti”, ma ahimè sono in
prigione. E questo è
decisamente un brutto segno.
Mi
aspettano punizioni severe.
“Ben
svegliato, fratellino.”
Non
la vedo, ma riconosco la sua voce. Myriam è qui con la sua
tramite,
e lentamente la vedo avvicinarsi a me da lontano.
Sorride
trionfante.
Sgualdrina.
“Oh...
che peccato!” squittisce sarcastica “era
così bello il
bambolotto che ti conteneva!”
“Avanti..
uccidimi e facciamola finita.” le dico rassegnato, sicuro che
questo sia il mio triste destino.
Almeno,
la scorsa notte ho fatto l'amore con la mia donna per l'ultima volta.
“Ucciderti?”
domanda lei ridacchiando. “Ma cosa dici? Nessuno vuole
ucciderti..
non ancora almeno.”
Noto
che ha qualcosa in mano.... oh... ecco.
L'unica
arma che può uccidere davvero un angelo, un pugnale fatto di
una
lega che non esiste sulla terra. Come quello che ho io.
E
se non vuole uccidermi, Myriam ha intenzione di torturarmi con
quello.
“Torture,
eh?” dico io fissando la sua arma.
“Uhm...
non le chiamerei proprio così... diciamo che faremo un
giochino
insieme...”
Eh
ma allora è fissata!
“Alla
fine hai deciso di dire cosa ho fatto, hai infranto quel famoso
tacito accordo tra di noi.” le dico in tono aspro.
Lei
scuote il capo sorridendo. “Non proprio, fratellino.
Vedi” dice
avvicinando la lama al mio volto di luce “siccome stavi
decisamente
perdendo la retta via a causa di quella.... piccola stupida
scimmietta, ho ritenuto opportuno raccontarlo a Zachariah... che
però
ha deciso di perdonarti e darti un'altra
possibilità...”
Mi
ferisce con il pugnale, ne passa la lama sulla mia faccia e il dolore
che sento è indicibile... le armi umane non mi fanno nulla,
questa
brucia come il fuoco.
Cerco
di non urlare ma la sensazione dolorosa mi fa tremare.
“Oh
piccolo caro... soffri tanto per un graffietto così..
figuriamoci
tra un po'!”
Sgualdrina.
Sono
legato con delle catene, solo ora me ne rendo conto. Sono bloccato e
Myriam ha solo iniziato con me.
“Dicevo”
riprende allontanando la sua arma da me “non gli ho ancora
detto
della tua gita all'inferno per prendere la tua amichetta... e l'ho
fatto per un motivo ben preciso....”
“Sarebbe?”
mormoro guardandola in cagnesco.
“Vorrei
poter dire perché ti amo” inizia alzando le spalle
“ma in realtà
voglio che tu compia il tuo dovere, perché solo
così il destino di
tutti si compirà. Tu dovrai restare attaccato ai Winchester
e far sì
che tutto avvenga secondo i piani.”
“No.”
“No?”
ripete lei alzando le sopracciglia “Sì invece,
Castiel caro. Tu
farai esattamente quello che devi...”
“Altrimenti?”
la sfido. Allison mi ha contagiato irrimediabilmente! E ne sono
felice....
“Altrimenti....”
e mi pianta il pugnale in una spalla.
Le
mie urla si levano alte. La mia vera voce risuona ovunque e mi sembra
di morire.
“Devo
dire che preferisco la voce di Jimmy... la tua è
così stridula..”
“Tu...
tu puoi anche uccidermi...” affermo affannosamente
“.... ma non
mi piegherò più sotto il peso della cieca
obbedienza.”
Myriam
ride. “Oh si che lo farai....” obietta sicura
“perché
altrimenti faremo a pezzi la tua puttanella!”
Il
dolore atroce che provo scompare in un attimo.
“Non
osare toccarla!” urlo più forte che posso.
“Infatti
non la sfiorerò neanche con un dito... mi basterà
sollevarla da
terra e scaraventarla contro un muro! Non soffrirà
nemmeno!”
“Puttana....”
sibilo furioso.
Lei
mi fissa e la sua espressione cambia radicalmente, da ironica e
soddisfatta a stupita e offesa.
“Come
mi hai chiamata?”
Sorrido
sprezzante. “Col solo nome che ti meriti...
puttana.” ripeto
convinto.
La
donna di fronte a me serra i denti e con uno scatto mi pugnala al
petto.
Io
urlo e credo di perdere conoscenza per un istante.
“Come
osi insultarmi così!” strilla furibonda.
“E'
anche troppo poco...” ho la forza di ribattere.
Lei
stranamente sorride e mi si avvicina. “Ecco perché
tutte le donne
hanno un debole per te.... sei così... particolare, Castiel
caro. La
ruota di scorta di Lucifero ha impiegato un secondo ad innamorarsi
perdutamente di te. Anna ha addirittura ammazzato Uriel per salvarti,
mentre io.....” fa una pausa e mi sfiora il viso con le dita,
che
si bruciano leggermente a contatto con il mio calore.
“A
dire il vero mi sarei fatta sottomettere volentieri da te...”
mi sussurra soffiandomi sulla guancia.
“E
avresti dovuto fare tutto da sola.. non avrei mosso un muscolo...
”
le rispondo acido.
Myriam
ridacchia di nuovo e mi conficca la punta del pugnale in una gamba.
“Sbagli
a rifiutare categoricamente i tuoi simili” mi rimprovera
“noi ti
conosciamo per davvero. Voglio dire... chi credi che ami la tua
piccola Allison? Te, esplosione di luce incandescente? No, al massimo
le piace il tuo carattere arrendevole e la tua ingenuità, ma
a lei
piace il tuo tramite. Vedi, anche la qui presente Sally, la mia
tramite, apprezza il buon Jimmy... io apprezzavo sia te che lui..
quindi...”
“Chiudi
quella bocca.”
Un
altro fendente mi ferisce profondamente, reprimo un urlo e la insulto
silenziosamente.
“Potrei
torturarti per ore.. giorni... no, anni. Chissà la tua
ragazza che
sta facendo. Magari quell'idiota di Jimmy ha avuto pietà di
lei e le
ha concesso un altro giro in giostra.. oppure starà
piangendo
disperata perché lui l'ha respinta... per un uomo devoto
come lui,
l'idea di un'umana che seduce un angelo e se lo porta a letto, deve
essere sconvolgente! Per di più lui ha famiglia... oh! Gli
avete
fatto tradire la moglie contro la sua volontà! Che
ragazzacci che
siete!”
“O
mi ammazzi o mi lasci andare.” le dico ignorando la sua
cattiveria.
“Non
voglio ammazzarti, te l'ho già detto. Ma non posso ancora
lasciarti
andare.... abbiamo appena iniziato.”
Il
che è peggio, molto peggio.
“Dobbiamo
essere sicuri di avere di nuovo la tua più assoluta
obbedienza... e
io devo essere sicura che terrai la boccuccia chiusa... così
io non
dirò a nessuno della tua discesa agli inferi per quella
lì.”
“Ti
odio profondamente.” le dichiaro dal più profondo
del mio essere.
Myriam
si stringe nelle spalle. “Pazienza. Dopo mi odierai ancora di
più...”
Riprende
a ferirmi, a torturami... penso ad Allison e a cosa starà
provando
adesso... sono terrorizzato e disperato...
Le
mie urla riempiono lo spazio intorno a me...
Non
so se morirò o mi lascerà vivere, ma sono sicuro
di una cosa.
Ho
perso Allison per sempre.
*****
Mi
sento a mezz'aria.
Sono
qui con Dean, mentre Sam riposa in auto, a fissare la casa davanti a
noi in attesa che Jimmy abbia salutato la sua famiglia.
Già..
Perchè anche se adesso Castiel è uscito dal suo
corpo, lui non può
stare con sua moglie e sua figlia.
E'
il tramite di un angelo e sia demoni che angeli lo cercheranno
infischiandosene dei suoi cari.
Non
ricordo più da quanto tempo sono qui.
Mi
sento come se avessi perso la cognizione del tempo e dello spazio. Mi
sento... tra le nuvole.
Tutto
quello che so è che sto silenziosamente piangendo.
Piango
per te amore mio, ovunque tu sia. Spero solo che tu stia bene.
Ti
amo e ti amerò, sia che tu sia un caldo corpo, sia che tu
sia una
calda luce.
“Come
va?” mi chiede Dean di improvviso.
Volto
piano gli occhi verso di lui e faccio spallucce.
“Ho
avuto giorni migliori.” rispondo sinceramente e amaramente.
Lui
annuisce e si schiarisce la voce dando un'occhiata a Sam.
“Si,
anche io.” mi dice piano.
Non
conosco bene Dean.. Anzi si può dire che non lo conosco
affatto
visto quante volte ci ho parlato, ma conosco le persone in genere e
sul suo viso c'è preoccupazione.
Preoccupazione
per tutto ma, credo, più che altro per suo fratello.
Onestamente
non penso che sappiano della storia del tramite, credo che Castiel
non abbia fatto in tempo a dirglielo.
Come
lo so?
Sono
troppo rilassati. Se sapessero una cosa del genere sarebbero in preda
al panico..
Forse
dovrei dire loro tutto quanto. Quello che Castiel voleva che
sapessero, ma credo sia meglio cercare di capirne di più di
questa
storia, di quest'incubo che sto vivendo, prima di dire qualunque
cosa.
“Io
lo amo.” dico infine.
Non
so bene perchè ho detto proprio questo. Ma sento il bisogno
di far
sapere al mondo che amo Castiel, non Jimmy.
Amo
la luce che Jimmy contiene, e nient'altro.
Dean
non sembra stupito dalla notizia, ma sembra comunque sorpreso dal
fatto che io glielo abbia detto con tanta facilità.
“Sai,”
continuo “credo che lui pensi che io sia innamorata, o
comunque
attratta dal corpo che lo ospita. Ma la verità è
che amo lui,
l'angelo, non il corpo che si vede.”
Dean
mi ascolta in silenzio.
“Sono
sicuro che lo sa.” mi dice.
Lo
guardo e alcune lacrime mi rotolano giù per le guance.
“Tu
credi?” gli chiedo.
So
che non può saperlo per certo, ma ho bisogno di una risposta
rassicurante.
Lui
si mette dritto e sorride.
“Ma
certo. E' un po' scarso nel capire le cose prettamente umane, ma
è
in gamba dopotutto.” mi dice con tono per metà
ironico.
Rido,
e lo faccio quasi senza accorgermene. Dean mi segue a ruota e quando le
nostre risate vanno scemando, il suo viso si colora di tristezza.
Do
un'occhiata a Sam sulla macchina e ora mi sembra più
malconcio di
quando sono arrivata. E questo preoccupa Dean, anche un cieco se ne
accorgerebbe.
“Non
voglio farmi gli affari vostri, quindi sentiti libero di non
rispondere, ma..” mi fermo e continuare non mi sembra
più una
buona idea “Sam non ha una bella cera. E mi sembra di capire
che
questo ti preoccupi parecchio.”
Lui
fa un grosso respiro e mi guarda negli occhi per un interminabile
minuto, poi abbassa lo sguardo e scuote leggermente il capo.
“Sono
stato.. via per un po' e lui ha..” inizia..
Ma
è difficile per lui e mi pento di avergli chiesto questo.
“Perso
la strada durante la tua assenza?” lo incoraggio.
“Più
o meno.”
Annuisco
e sospiro.
“Può
succedere. Anche io ho perso la mia strada una volta.”
“Si,
ma scommetto che tu hai avuto più classe nel gestire la
cosa.” mi
risponde gentile.
Classe?
Non sa quanto si sbaglia.
“Se
per classe intendi togliersi la vita, finire dritta all'inferno e poi
desiderare di rimanerci.. Beh allora si, ho avuto molta
classe.”
Ok,
il modo in cui gli ho detto il tutto è stato un po' brusco,
me ne
rendo conto.
E'
turbato, sorpreso e incuriosito.
“Tu
sei stata...” mi chiede, o almeno ci prova perchè
il mio annuire
lo blocca.
“Si,
sono stata all'inferno. Castiel è venuto a salvare te e mi
ha vista
lì e ha deciso di disobbedire. E' tornato e mi ha tirato
fuori da
lì.”
Ora
il suo viso è scioccato. Forse gli sembra troppo strano che
Castiel,
il perfetto soldato abbia disobbedito.
Il
suo stupore però dura un attimo, e dopo si trasforma in
dolcezza.
“Non
lo biasimo per aver disobbedito per una come te..”
Ecco
qui il vecchio Dean che fa velati complimenti nella speranza di
ricavarne qualcosa.
Mi
fa sorridere il modo in cui lo fa. E' diretto ma delicato, o
perlomeno lo è con me.
Sorrido
e mi passo la mano sul viso.
Non
mi sono scordata di te amore mio.. Il tuo pensiero accompagna ogni
mio movimento ed ogni mio respiro.
Ti
amo e farò quello che posso per riportarti qui da me.
“Sono
sicura che con Sam andrà tutto bene.” lo rassicuro
“Tienilo
d'occhio però, ok?”
Vorrei
poterti dire tutto Dean, lo vorrei ma la situazione mi blocca.
Se
sarà necessario però lo farò.
Lui
annuisce e poi guarda Jimmy avvicinarsi a noi.
Anche
Sam scende dall'auto e lo guarda.
Ora
mi sento... come se stessi per svenire.
E'
un viso così familiare per me, eppure lo sento
così distante e..
sconosciuto.
Il
corpo di Castiel è lì di fronte a me, ma lui non
c'è.
“Sono
pronto!” annuncia Jimmy.
Non
mi guarda nemmeno negli occhi e questo mi fa capire che probabilmente
ricorda qualcosa di me.
Forse
le sensazioni di Castiel, o forse le volte in cui io e lui ci siamo
amati.
Vorrei
poter dire qualcosa, a dire il vero sento il bisogno di chiedere
scusa. Non so di preciso per cosa.
Rimaniamo
in un sospeso silenzio per molti minuti.
Sono
in imbarazzo e Dean lo capisce, tanto che mi viene incontro.
Ci
esorta ad andare e ci fa salire in auto. Manda Sam dietro con Jimmy e
fa mettere me davanti. Forse per evitarmi l'imbarazzo di starci
troppo vicino.
Non
so nemmeno cosa stiamo facendo.
Ho
capito che stiamo portando Jimmy al sicuro, quello che non ho capito
è come riporteremo Castiel indietro.
Sospiro
e poggio la testa al finestrino.
Dean
mi stringe la mano per qualche secondo. Non c'è malizia nel
suo
gesto, solo tanta voglia di aiutare.
Lo
guardo e gli sorrido. Ricordo le sue parole e mi tranquillizzo.
Mi
fido di lui. Anche Castiel si fidava.
Rimette
gli occhi sulla strada e lascia la mia mano.
Io
fisso fuori, la strada scorrermi davanti.
Sono
così assorta nei miei pensieri che sobbalzo quando il
telefono di
Sam squilla.
Risponde
e lo da a Jimmy comunicandogli che è sua moglie.
Jimmy
ci parla per qualche secondo e poi riattacca comunicandoci con
espressione preoccupata che la sua famiglia è in pericolo.
I
demoni le hanno prese e se non ci facciamo trovare nel magazzino in
cui Castiel è stato strappato al suo tramite, le uccideranno.
Oh
Dio!! Cosa sta succedendo?
Tutto
questo solo perchè lui mi ama? Solo perchè mi ama
così tanto da
aver disobbedito per salvarmi?
E'
tutta colpa mia e ho la brutta sensazione di aver perso il mio amato
messaggero spettinato per sempre.
Devo
rimanere lucida. La vita di una donna e di una bambina sono in
pericolo e ora devo rimanere concentrata e aiutarle.
So
che è la cosa giusta! E so che Cass avrebbe voluto che
facessi così.
Arriviamo
al magazzino in pochi minuti e quando scendiamo Jimmy corre dentro
urlando al cielo imprecazioni contro Castiel.
I
demoni vogliono vederlo solo o uccideranno la sua famiglia.
Lo
lasciamo entrare avvertendolo del fatto che se entro 5 minuti non
esce fuori entreremo noi.
Si
allontana e dopo pochi secondi io Sam e Dean siamo accerchiati.
4
demoni ci trascinano dentro.
La
moglie di Jimmy è posseduta e siamo proprio nei guai.
Ora
è il momento giusto di dire ai Winchester quello che Castiel
doveva
dire loro.
Sospiro
mentre la presa dell'essere che mi immobilizza si fa più
stretta e
li guardo.
“Dean,
Sam, ascoltatemi!” inizio “Quello che Castiel
voleva dirvi è
che..”
Mi
fermo e le parole mi muoiono in bocca.
Un
proiettile mi colpisce dritta allo stomaco e in quel momento mi
è
chiaro che uccidermi ora è comodo per loro non solo per non
farmi
parlare, ma anche perchè se muoio, Lucifero potrà
prendere il mio
corpo senza il mio permesso.
Maledetti!!!!!
Sento
il mio corpo indebolirsi e le mie gambe cedere. La voce di Dean che
urla il mio nome e gli occhi di Jimmy su di me sono l'ultima cosa che
vedo e sento, prima di cadere a terra in uno stato che si avvicina di
più alla morte che alla vita.
Ti
amo Castiel.. Non so se ci rivedremo mai, magari in paradiso, ma
ricorda che ti amo più di ogni altra cosa al mondo.
*****
La
punizione è finita.
Myriam
si è divertita abbastanza nel torturarmi, e mi ha lasciato
andare
facendomi giurare di tenere la bocca chiusa ed eseguire gli ordini.
Ho dovuto dire anche che non sarei stato più... con lei.
Questo
me l'ha fatto dire davanti Zachariah.... maledetta.
Sto
per rientrare nel mio tramite, se Jimmy acconsentirà
ovviamente...
Beh,
dalle cose che mi urla mentre entra nel magazzino, ho qualche dubbio
onestamente...
I
demoni hanno preso la sua famiglia e lui è andato a
salvarla. Da
solo contro i demoni?
Jimmy
non è me, non ce la farà mai.
Infatti
fuori ad aspettarlo ci sono Sam, Dean e... Allison.
Mi
dispiace amore mio... non potremo più stare insieme.
Ma
che...
Ma
bravi ragazzi... consegnatevi direttamente ai demoni!
E
hanno portato qui anche Allison, dannazione!
Un
demone la tiene stretta, e così per i due ragazzi.
Io
devo intervenire, assolutamente.
Improvvisamente
Ally si agita, guarda i Winchester come se volesse dir loro qualcosa.
Non vorrà...
“Dean,
Sam, ascoltatemi! Quello che Castiel voleva dirvi è
che..”
Taci
Allison! Taci!
Un
colpo di pistola.
“Allison!”
urla Dean, mentre lei si guarda lo stomaco.... per poi cadere a
terra.
Oh
mio Dio... oh no... è un incubo vero? È un
incubo, deve esserlo!
NO!
Oh
Signore Iddio, no!
Allison....
Allison sta.. morendo!
La
moglie di Jimmy è posseduta da un demone e le ha appena
sparato...
Il
mio tramite la guarda stesa a terra con occhi spalancati.
“Allison...” sussurra senza
fiato.
“Ok
finiamola qui, prendi la ragazza e sbarazzati di papino e
figlioletta.” ordina il demone che possiede Amelia.
Voi
non prenderete nessuno!
Mi
precipito accanto ad Allison agonizzante, mi sembra di morire....
“Allison...
Allison.. sono io...” sussurro al suo orecchio.
Lei
alza gli occhi verso il cielo. “Castiel? Sei qui?”
mi domanda
piangendo.
“Sì”
rispondo “sono qui.”
Ally
sente la mia voce.. la mia vera voce... e questo non mi rende felice
perché mi ricorda chi è: il tramite di Lucifero.
“Sto
morendo...” mormora cercandomi nel vuoto.
“No,
tu non morirai. Devi farmi entrare nella tua coscienza, subito! Devi
dirmi di sì.” le dico quasi
ordinandoglielo.
Lei
tenta di annuire. “Sì Castiel...
sì...”
Mi
precipito nella sua mente, e come entro una miriade di ricordi mi
assale... e la maggior parte... quelli più intensi,
più vivi.. mi
riguardano.
La
guarisco all'istante, e quando quel demone si china su di lei per
prenderla, sono io a reagire.
Salto
in piedi e lo sbatto contro il muro, gli poso la mano sulla fronte e
lo esorcizzo.
In
quel momento anche Sam e Dean reagiscono, prendendo a pugni i demoni
che li tengono imprigionati.
Corro
dal demone che vuole uccidere Jimmy e sua figlia, e dopo aver
schivato un colpo, lo rispedisco all'inferno da dove è
venuto.
Io
e Jimmy ci guardiamo. “Castiel!” esclama lui.
Io
annuisco e mi allontano per aiutare i ragazzi. Afferro l'uomo che
combatte con Dean e lo esorcizzo, mentre Sam...
Sam
beve sangue dall'altro demone e lo uccide, dopo esorcizza la moglie
di Jimmy, liberandola.
Tutto
è finito, nessuno si è fatto male.
Mi
fermo e... la sento. Allison mi parla. È così
speciale da poter
avere con lei una conversazione psichica.
“Cos'è
successo, Castiel? Cosa ti hanno fatto?” mi domanda.
“Non
ha importanza.” rispondo lapidario.
“Ehi
Cass, ma sei davvero tu là dentro?” mi domanda
Dean con un
sorrisetto.
Mi
volto e lo guardo torvo. “Vuoi un'altra
dimostrazione?”
Dean
mi fissa perplesso e sospira, ma non dice nulla. Ci raggiunge Jimmy
abbracciato a sua figlia.
“Ti
sono grato Jimmy” gli dico guardandolo negli occhi
“ci hai
serviti degnamente. Ora sei libero, puoi tornare a vivere.”
Lui
mi fissa aggrottando la fronte. “Libero? Io non
sarò mai più
libero!” risponde arrabbiato.
“Sì,
lo sei da adesso....”
“Che
significa libero?” interviene Dean.
“Che,
se Allison è d'accordo, rimarrò con lei per
sempre...”
“Cosa?”
urla lei nella mia testa. Cioè nella sua...
Invece
di essere felice, Jimmy sembra contrariato.
“Non
sei contento di tornare dalla tua famiglia?” gli domando
seriamente.
Lui
scuote il capo. “Io non posso più stare con la mia
famiglia! Non
hai visto? Io... dovrò stare sempre con voi... io non
sarò mai più
libero!”
“Ti
proteggeremo Jimmy, e proteggeremo la tua famiglia....” tento
di
rassicurarlo.
“Si
certo” mi dice sarcastico “come hai fatto
oggi!”
Allargo
le braccia e scuoto il capo. “Mi dispiace.. ma non l'ho fatto
di
mia spontanea volontà.”
“Cass,
che succede? Perché vuoi restare qui invece di riprendere
Jimmy?
Cosa diavolo succede?”
“Allison..
è meglio per tutti se resto con te, credimi.
Potrò proteggerti sul
serio e.. sarà l'unico modo per stare insieme...”
“Che
significa?”
Non
le rispondo più, mentre Jimmy si allontana dalla sua
famiglia e mi
prende per un braccio.
“Torna
nella mia testa Cass.. lascia Allison.” mi dice sottovoce.
Gli
sorrido. “No Jimmy... hai già fatto tanto per noi,
ora è il
momento di..”
“Smettila,
per favore.” mi ferma “Io sono spacciato in ogni
caso, per essere
libero dovrei uccidermi, e sinceramente non mi va. Quindi molla
quella ragazza e torna qui, e poi vedi portare mia moglie e mia
figlia in un luogo realmente sicuro.”
Scuoto
il capo, mentre Allison ascolta in silenzio.
“Jimmy...
posso proteggervi tutti e tre, e Allison è....
d'accordo.”
“No,
non lo è affatto invece.” mi contraddice lui.
“Lei vuole stare
con te, ma non in questo modo...”
Mi
blocco... è proprio l'argomento che non volevo toccare....
“Jimmy....”
Lui
alza la mano. “Per tutto il tempo non ho avuto il coraggio di
guardare Allison negli occhi... perché io...
ricordo...” mi
confessa guardando altrove.
“Ma
non è possibile...” obietto io.
“Ho
pochissimi ricordi di quando eri nella mia testa, ma la maggior parte
riguardano lei. E ricordo anche il tuo amore per lei, le emozioni
che provavi quando la guardavi. Voi volete stare insieme.. e per
così
dire, avete il mio permesso. Quindi, ascoltami Castiel.... prendi di
nuovo me.... io sono condannato in ogni caso, ed è solo
colpa mia.
Io ti ho detto sì, e lo sto ripetendo ora. Facciamo in
fretta.”
“Noi
non.. possiamo stare insieme.” dico io.
Lui
annuisce. “Non potete... ma lo farete... comunque sbrigati e
portate al sicuro la mia famiglia, avanti!”
Lo
guardo negli occhi per alcuni istanti, poi annuisco. “Come
desideri.”
Si
allontana un attimo per salutare la sua famiglia, Dean e Sam mi
guardano da lontano senza avere il coraggio di avvicinarsi.
“Allison...
devi giurarmi che terrai il segreto, nessuno dovrà sapere di
cosa
vogliono fare gli angeli, di cosa sei tu o Sam...”
“Perché?!”
“Giuralo.”
“Te
lo giuro.”
Jimmy
torna e si posiziona davanti a me. “Eccomi.”
Gli
prendo il viso tra le mani e lascio il corpo di Allison. La mia luce
si propaga intorno a noi e mi ritrovo di nuovo nel mio tramite.
Allison
barcolla e io la sostengo, ma appena ritrova l'equilibrio mi
allontano da lei.
Cammino
lentamente, senza guardare nessuno, né i Winchester
né i Novak
né.... Ally.
“Cass,
aspetta.” mi ferma Dean.
Io
mi volto e lo guardo freddamente.
“Cosa
volevi dirmi?” mi chiede.
“Ho
imparato la lezione, mentre ero via” inizio “io
sono un servo di
Dio, non degli uomini...” affermo duramente.
Allison
raggiunge i ragazzi e mi guarda con tristezza.
“Castiel...”
mi chiama con voce tremante.
“Portate
al sicuro quelle persone.” e mi volto per andare via.
Mi
trasporto a casa di Allison, devo spiegarle come stanno le cose.
Lei
arriva alcune ore dopo, credo. Per me il tempo conta poco...
Mi
trova seduto sul divano, a testa bassa.
Sto
piangendo.
“Castiel!”
esclama appena mi vede “Cosa è successo?”
Io
mi alzo e quando si avvicina.. l'abbraccio stretta.
“Perchè
piangi? Che succede?” continua a ripetermi piangendo insieme
a me.
“E'
finita Ally.. sul serio... mi hanno minacciato... ti
uccideranno...”
dico scoordinatamente.
Lei
si allontanata da me e mi fissa. “Ti hanno minacciato? Chi, e
perché?”
“I
miei superiori. hanno scoperto che io e te... facevamo l'amore.... e
che volevo.. avvisare Sam e Dean...” mi fermo cercando di non
piangere.
Mi
vergogno terribilmente, perché non sono stato mai
così umano.
Avvilito, annientato...
“E
dopo avermi.. torturato... mi hanno fatto giurare fedeltà
assoluta e
ho dovuto dire che... non sarei stato mai più con
te...”
Allison
scoppia in singhiozzi. “Torturato? Ti hanno
torturato?”
Annuisco.
“Ma sto bene, sto bene. È solo che.... davvero non
posso stare con
te Ally... mi hanno detto che altrimenti ti uccideranno.”
“Io
non voglio lasciarti!” grida prendendomi per i risvolti
dell'impermeabile “Tu non puoi lasciarmi!”
“Devo!”
“No!
Non mi importa di niente se non ci sei tu, voglio stare con
te!”
Scuoto
il capo e le prendo le mani, baciandole con amore. “Ti
uccideranno
amore mio.. e io non voglio... non voglio...”
“Non
mi importa niente della vita se non ho te....” mi dice tra le
lacrime.
“E
io mi ucciderei se ti succedesse qualcosa... come stasera... quando
ti ho vista in fin di vita.... è finita Ally, è
finita..”
Lei
nasconde il viso tra le mani e piange.
“Non
è giusto...” mormora.
Io
le tolgo le mani dal viso e e dopo averle accarezzato le guance, poso
le mie labbra sulle sue.
“Non
lo è... ma non ho scelta...”
“Ti
amo..” mi dice in un sussurro.
“Anche
io, tanto...”
E
vado via... con un dolore che mi lacera il cuore.
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Capitolo 15 *** Here, alone with my thoughts ***
Here,
alone with my thoughts
Sono
qui. Sola con i miei pensieri. E riguardano tutti Castiel.
L'ultima
volta che l'ho visto mi ha detto che doveva lasciarmi. Che non poteva
stare con me perchè altrimenti mi avrebbero uccisa..
Beh
sono viva amore mio, ma senza te è come se fossi morta.
Anzi
lo sono, sono morta dentro.
Dean
mi ha chiamata 4 volte. Per assicurarsi che stessi bene.
Credo
che stia facendo le veci di Cass, che stia cercando di
“occuparsi
di me” per pareggiare i conti con chi l'ha salvato.
Gli
ho risposto solo le ultime 2 volte. Dopo ho spento il cellulare.
Mi
manca Castiel. Mi manca terribilmente.
Mi
manca la sua voce che mi rilassa, mi mancano le sue mani che mi
accarezzano, mi mancano i suoi occhi che mi osservano curiosi.
Mi
manca tutto di lui, e inevitabilmente, senza accorgermene, mi ritrovo
a piangere nel buio della mia stanza.
Conoscevo
già le conseguenze disastrose degli amori estremi e
proibiti..
Paride
ed Elena di Troia per esempio. O Tristano e Isotta. Romeo e
Giulietta.
Grandi
amori, grandi difficoltà.. Pessimi finali.
Non
credevo potesse capitare a me.
Oh
Dio mio.. perchè non hai lasciato che mi amasse?
Singhiozzo
così forte che mi sembra di non essere capace di respirare
per un
attimo.
Non
è colpa di Dio.. E' colpa dei Suoi figli che hanno perso la
via.
Salto
giù dal letto e alzo lo sguardo in alto.
“Io
vi odio.” annuncio dura “Vi odio con tutto il mio
cuore e la mia
anima. Siete dei bastardi senz'anima. Vi odio per quello che volete
fare al mondo, per quello che avete fatto a me e Castiel. Io.. Io
spero che soffriate tutti quanti. Io giuro che vi ucc..”
“Calma
tigre!”
Mi
volto verso la voce e accendo la luce.
Sirahel
è lì. Mi guarda con le mani in tasca e
tranquillamente apre la
finestra facendo entrare al luce del sole in camera.
Chiudo
gli occhi per un attimo. Sto in penombra, o meglio al buio, da
parecchi giorni oramai.. la luce del sole, che di colpo inonda la
stanza, mi infastidisce un po'.
“Vattene
via!” gli dico diretta “Sei l'ultima persona.. o
meglio l'ultimo
arcangelo con cui voglio parlare.”
Lui
annuisce e non dice niente.
Non
sembra per nulla intenzionato ad andare via. Ma cosa vuole?
Perchè
non mi lascia da sola coi miei pensieri ed il mio dolore? E poi ha
interrotto le mie imprecazioni a sfondo minaccioso..
Di
colpo ride e si siede sul mio letto.
“Credi
davvero che le tue imprecazioni a sfondo minaccioso
li spaventino?” mi chiede ripetendo le mie parole.
Ha
ascoltato i miei pensieri..
“Smettila
di sbirciare nella mia mente.” gli dico arrabbiata
“Io non lo
faccio con la tua. E sai perchè?”
“Perchè
non puoi..” mi risponde sarcastico.
Divertente..
Ahah sto ridendo dentro.
“No.
Perchè io ho rispetto per i sentimenti e le emozioni degli
altri. Al
contrario di voi.. stupidi egoisti angeli.” gli dico
“Ve ne state
sempre lì a dire che siete esseri nati per amare il
prossimo, eppure
avete torturato Castiel solo perchè mi ama. Me l'avete
portato via
solo perchè fa quello che tutti voi dovrestiefare:
amare.”
Lui
sospira e mi guarda.
“L'amore
che Castiel dava a te è un po' diverso dall'amore che noi
angeli
decantiamo.” mi dice.
“Sai
quanto me ne importa..”
“Wow..
Stamattina sei più scontrosa del solito. Dovresti calmarti
bambolina.”
Bambolina?
Cosa..
“Non
chiamarmi bambolina. E ora esci da casa mia.”
Si
schiarisce la voce e mi afferra piano per un braccio facendomi
sedere.
E'
serio. Questo è il momento di ascoltare mi sa.
“Ora
sei fragile Allison. Sei sola, Castiel non può proteggerti.
E sei
piena di rabbia e di dolore dentro.” mi dice calmo.
Ha
ragione. Sono sola, inerme e aggressivamente triste.
“Il
tuo stato d'animo è una calamita per i cattivi. Sei
facilmente
influenzabile adesso. Devi fare attenzione. Mi hai capito?”
Tira
fuori dalla tasca un pezzo di carta con sopra un disegno e me lo
mette tra le mani.
“Sai
come difenderti dai demoni. Sei una delle più brave in
quello. Ma
non sai come difenderti dagli angeli.” mi sottolinea
“Quel
disegno ti aiuterà. Tiene gli angeli lontani per un po'. Se
qualcuno
dei.. piani alti viene qui, disegnalo sulla parete, poggiaci la mano
sopra e chiamami.”
Si
alza e sospira.
Perchè
mi sta aiutando? Non capisco.
“Perchè
mi stai aiutando?” chiedo.
“Perchè
anche se il modo in cui tu e Castiel avete fatto il tutto è
sbagliato. Tu..” si ferma e piega appena la testa.
Lo
fanno tutti gli angeli. Piegano la testa un po' di lato a volte.
Forse è un tic angelico.
“Tu
hai un'influenza positiva su di lui.”
Positiva?
Ma se ha disobbedito e si è ribellato solo per me..
“Appunto.”
afferma lui.
Sta
di nuovo leggendomi la mente.
“Prima
di te era solo un ingenuo e sottomesso angelo. Il soldato perfetto.
Quasi un automa. Ora ha una sua personalità. Gli hai fatto
tirare
fuori gli.. attributi, per dirlo in termini umani. E con i tempi che
corrono questo è un bene. Credimi.”
Sospiro
e abbasso un attimo lo sguardo.
“Grazie.”
gli dico.
Non
posso fare altro che essergli grata.
“Non
ti arrendere. Si dice che l'amore sia più forte di tutto.. E
sai una
cosa? E' vero!” mi sorride e si mette di nuovo le mani in
tasca “A
presto bambolina. Ah si, il disegno che ti ho dato, va fatto col tuo
sangue.”
Mi
fa l'occhiolino e va via sotto il mio sguardo disgustato.
Sono
di nuovo sola nella mia stanza ora. Però sorrido, non so
perchè.
Solo
sento la speranza riaccendersi in me.
Apro
anche l'altra finestra e guardo il cielo azzurro sopra di me.
“Io
non mi arrendo amore mio.. E stai tranquillo. Me la caverò
nell'attesa che tu torni da me.”
Sorrido
e respiro la calda aria del mattino.
*****
Sospiro
profondamente.
È
la cosa che faccio più spesso, negli ultimi giorni.
Gli
umani la chiamano malinconia. Mi sento così vuoto,
così spento....
così inutile.
Sono
tornato ad essere quello che ero prima di Allison, un bravo soldatino
obbediente e senza volontà.
Tutto
quello che faccio è obbedire. Ho voltato le spalle anche ai
Winchester....
Ho
abbandonato tutti, sia i miei amici che... il mio amore.
Allison...
Mi
manca tanto, è come se mi avessero strappato il cuore, una
sensazione dolorosa mi attanaglia il petto e mi spinge a piangere...
Infatti
piango, lentamente, stupidamente, meravigliandomi di queste lacrime
per in realtà non sono mie ma del mio tramite.
Però è il mio
dolore a farle sgorgare.
Sta
per scoppiare il finimondo, io lo so ma non posso oppormi, anzi devo
“aiutarli” eseguendo ciecamente gli ordini.
Nascondo
il viso tra le mani, quando in realtà vorrei scomparire
dall'universo: che vivo a fare senza di lei?
Volevo
cadere per stare con lei, volevo perdere la mia Grazia, le mie ali,
solo per lei.
E
ora non posso nemmeno vederla.
So
che Dean le ha telefonato diverse volte, ma lei dopo un po' ha chiuso
il suo telefono.
Sta
soffrendo.... ed è tutta colpa mia... avrei dovuto mantenere
le
distanze! Invece mi sono fatto trascinare da questa ….
stupida
umanità che mi cresceva dentro giorno dopo giorno!
Avrei
dovuto semplicemente proteggerla da lontano, invece ho finito con
l'amarla come un uomo, e io non potevo!
L'ho
illusa di poterle offrire una vita normale, come se fossi un uomo,
invece non lo ero e non lo sarò mai!
E
ho illuso anche me stesso...
Sento
i singhiozzi che vorrebbero esplodere dal mio petto, ma li
trattengo... non posso farlo. È troppo umano.
Vorrei
morire...
“Non
dire idiozie, ragazzo.”
Salto
letteralmente dalla sedia sulla quale sono seduto, ma come fa Sirahel
a sorprendermi sempre così?
“Ehi”
ride “come sei teso! Ti ho spaventato?” mi domanda
avvicinandosi
con le mani in tasca e un'espressione beffarda sul volto.
Ma
quando si fa abbastanza vicino, mi guarda in faccia e il suo sorriso
ironico si spegne.
“Castiel...
tu stai piangendo...”
Per
la prima volta riesco a vedere un'espressione del suo viso che non
sia ironica o minacciosa.
Stupore
e..... dispiacere. Ecco cosa leggo sul volto di Thomas Ellinger. Ma
è
Sirahel a provare queste emozioni.
Io
mi ricompongo e mi asciugo le lacrime dagli occhi, alzandomi in
piedi.
“Non
dovresti essere qui” inizio “è
pericoloso.”
Lui
mi fissa serio. “Pericoloso? Per me?”
Annuisco.
“Sì, mi sorvegliano, e... potrebbero accorgersi di
te.”
Un
lampo di divertimento saetta rapido nei suoi occhi. “Ti
ringrazio
per l'interessamento, ragazzo mio. Ma credimi, non possono
vedermi.”
mi assicura con un sorriso, poi mi guarda di nuovo negli occhi,
scrutandomi a fondo. “Come stai?”
Io,
mio malgrado, accenno un sorriso stanco e mi risiedo incurvandomi.
“Disperato.” mormoro sospirando.
Sirahel
prende un'altra sedia e la trascina vicino alla mia, si siede e mi
guarda attentamente.
“Io
ti avevo avvertito, Cass. Stavate giocando ad un gioco
pericoloso...”
Mi
volto per guardarlo. “Io ho provato a.... evitarlo”
mi difendo
“ma... non ho saputo gestire i miei sentimenti...”
L'Arcangelo
mi sorride. “Proprio come un adolescente” commenta
annuendo “più
ti si dice una cosa, più fai l'esatto opposto.”
“Io
la amo.” dico con la voce che mi trema.
“Lo
so... e mi dispiace vederti soffrire così
profondamente” mi
risponde posandomi una mano sulla spalla. “Sento e vedo il
suo
dolore figliolo, e me ne dispiace terribilmente.”
“Ho
paura...” gli confido “e non so cosa fare. Mi hanno
minacciato e
ora devo starle lontano. Ma ho paura che le possa accadere qualcosa,
lei è... in pericolo.”
“Di
questo non devi preoccuparti.” mi dice battendomi la mano
sulla
spalla. “Sono appena stato da lei....”
Mi
raddrizzo all'istante. “Da Allison? Come sta?” gli
chiedo
ansioso.
Lui
sorride. “Oh beh, fisicamente sta benissimo...
psicologicamente è
a terra... se ne sta al buio giorno e notte.”
“Oh
Dio...” gemo scuotendo il capo. Allison sta male di nuovo,
per
colpa mia.
Maledetto
me.
“Sì
ma non ha perso la sua combattività, sai? L'ho trovata che
imprecava
e minacciava gli angeli!” continua ridacchiando.
Io
sgrano gli occhi. “Che cosa? Oh bontà divina.. ma
non impara mai?”
Sirahel
scuote il capo stringendo le labbra. “No, per fortuna.
È una
ragazza formidabile proprio per quel caratterino che si ritrova.
È
grazie a lei che sei diventato... migliore. Anzi, anche se questo
poteva costarti caro, credo che esserti innamorato di una donna sia
stata la tua più grande fortuna!”
“Sirahel”
dico mesto “volevo cadere per stare con lei... non sono
diventato
migliore, stavo solo diventando umano...”
“Appunto!”
replica con entusiasmo “Stavi prendendo il meglio da entrambe
le
razze. Vedi, la prima volta che ci siamo rivisti in questo mondo, ti
sei messo subito sull'attenti sottomettendoti completamente, ora sei
più rilassato nei miei confronti e questo mi rende
orgoglioso...”
Lo
guardo stupito: orgoglioso di cosa?
“Orgoglioso
di vederti finalmente come ho sempre desiderato, ragazzo mio. Tu eri
il mio pupillo, lassù, e speravo di vederti forte,
coraggioso e..
autonomo. In pratica Allison è riuscita a finire quello che
avevo
iniziato io. Suppongo che una ragazza abbia più ascendente
di un
fratello...” mi dice ironico.
“Non
eri un fratello.. eri un padre per me....”
Oddio..
l'ho detto. Ma che ho fatto? Non dovevo dirglielo! Sono proprio fuori
controllo...
Mi
vergogno e credo di essere arrossito.
Sirahel
mi fissa a bocca aperta, e per un attimo ho l'impressione che i suoi
occhi si siano inumiditi. Dopo alcuni istanti mi posa di nuovo una
mano sulla spalla e me la stringe.
“Non
preoccuparti per Allison, me ne occuperò io. Le ho dato uno
dei
nostri sigilli da riprodurre sul muro se dovesse farsi vivo
qualche... fratellino cattivo.” mi rassicura con un sorriso.
“E
le basterà chiamarmi perché io le piombi in
casa.” aggiunge.
Distolgo
lo sguardo perché sento che sto per piangere di nuovo...
“Perché
lo fai?” gli domando sottovoce “Perché
ci aiuti?”
L'Arcangelo
sospira e tace per alcuni istanti, poi si schiarisce la voce.
“Allison
mi piace, è forte ma dolce. È una ragazza
sfortunata, ha sofferto
tanto nella sua vita. E merita di essere protetta da forze
superiori...”
Io
annuisco convinto. “E' vero.” dico.
“Inoltre”
aggiunge alzandosi “tu eri come un figlio per me, ai piani
alti. E
lo sei ancora quaggiù. Quindi se fai delle sciocchezze, non
posso
non aiutarti...”
Rimango
a fissarlo per interminabili momenti, senza sapere se ho sentito bene
o l'ho solo immaginato.
“Ora
piantala di guardarmi così” mi ammonisce
“e se lo dici a
qualcuno saranno guai seri per te!”
Mi
alzo dalla sedia e annuisco piano. “Grazie Sirahel.. per
tutto
quanto...”
Lui
torna serio. “Sta' attento ragazzo mio, e non essere triste.
Sono
certo che si sistemerà tutto quanto.”
Io
scuoto il capo. “No, non per me. L'unica cosa che desidero
davvero,
per la prima volta in tutti i miei quattromila anni, non posso
averla.” affermo con tristezza.
“Ti
dirò quello che ho detto alla tua Ally dopo fa. Dicono che
l'amore è
più forte di tutto, e per quel che ne so io, è
vero!”
Detto
questo, schiocca le dita e va via, lasciandomi di nuovo solo.
Ma
sono più tranquillo, perché so che un Arcangelo
veglia su Allison.
Forse
ha ragione, forse prima o poi si sistemerà tutto. Oppure ho
solo
bisogno di illudermi.
Per
ora, mi basta sapere che il mio amore è al sicuro.
|
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Capitolo 16 *** Behind the appearances ***
Behind
the appearances
Eccomi
qui, dopo settimane senza Castiel.
Sono
in casa a pulire come una perfetta casalinga.
Non
è un modo per.. esternare il mio dolore. Pulisco
perchè mi piace
farlo e perchè adoro l'odore di fresco che una casa pulita
offre.
Penso
a Castiel tutti i giorni e a volte mi sento pronta a gettare la
spugna.
Penso
che non c'è speranza per me e lui e che dovrei rinunciare a
questo
amore, tanto grande quanto impossibile, prima di farmi ancora
più
male.
Ma
non posso rinunciare. Io lo amo e lo voglio nella mia vita, per
sempre.
Aspetterò.
Io aspetterò fin quando lui non verrà a dirmi che
possiamo
finalmente amarci liberamente.
Non
importa se passeranno giorni, mesi o anni. Io lo aspetto.
Attenderò
anche tutta la vita se necessario.
Vorrei
poter fare qualcosa, e poterla fare subito, per riportarti qui amore
mio. Ma non so ancora qual è la soluzione a tutto questo.
Ma
lo saprò.
Sto
indagando segretamente.. Cercando in lungo ed in largo, con
discrezione e attenzione.
E
per farlo mi nascondo dietro la falsa apparenza di donna felice.
Mi
sono stampata un bel sorriso in faccia e vivo la mia vita cercando di
convincere i.. piani alti, che non tenterò più di
stare con Cass.
Cercando
di convincerli che so di aver sbagliato. Facendo credere loro che
hanno vinto.
In
realtà sono io ad aver vinto, o meglio io e Castiel.
Si!
Perchè nonostante le minacce di morte, nonostante le
intimidazioni
noi ci amiamo ancora. E non c'è vittoria più
grande dell'amore.
Non
possiamo mostrare al mondo intero i nostri sentimenti, ma potremo un
giorno e allora tutto andrà bene.
Lo
sento!!
Non
dovrei pensare a queste cose. Potrebbero ascoltarmi.
Nemmeno
la mia mente è un posto sicuro oramai. Dannati... pettegoli
angeli.
Sospiro
e afferro il mio piumino per spolverare.
Accendo
la radio e riparto con l'apparenza.
Sintonizzo
sulla mia stazione preferita e attendo che il giornale radiofonico
finisca, nella speranza che mandino una bella canzone.
Chissà
come se al passa il mondo là fuori.
Allora..
la radio parla di tempeste, rapine, sequestri, omicidi e incendi che
stanno devastando gli USA.
Wow!!!
Che allegria.
Sospiro
e una notizia attira la mia attenzione.
Si
parla di una donna trovata morta a Denver, Colorado.
Pare
che il corpo sia stato rinvenuto nell'appartamento della vittima e
che non ci sia nessun segno di effrazione. Niente orme, niente
impronte, niente di niente. Nemmeno un tappeto spostato.
La
donna si chiamava Lucinda Condor e aveva.. ahimè, solo 20
anni.
Oh
Dio.. Una così giovane anima strappata alla sua vita.
Ho
l'impressione che il modo in cui tutto sembra essersi svolto sia
più
soprannaturale che umano.
Dovrei
dare un'occhiata.
Ma
se poi vado a Denver e non è un caso di mia competenza?
Forse..
Forse potrei chiamare Castiel e chiedergli se può
controllare. In
quel caso partirò per il Colorado oggi stesso.
E'
una “chiamata” di lavoro, niente di
più.. O perlomeno questo è
quello che dirò a lui.
In
realtà voglio anche vederlo. Voglio perdermi nel blu dei
suoi occhi
e respirarne il profumo..
Ma
lui non deve saperlo.
Sospiro
e mi schiarisco la voce.
“Castiel..”
chiamo.
Aspetto
per qualche minuto e nel frattempo la radio manda una delle mie
canzoni preferite: Fever di Adam Lambert.
Alzo
il volume e uso il piumino come microfono scatenandomi in una
surreale e allegra danza.
“There
he goes
My baby walks so
slow
Sexual tic-tac-toe
Yeah, I
know we both know
It isn't time
But could you be
m-mine
We'll never get too
far
Just you, me and
the bar
Silly
"ménage et trois" sometimes
Would you be mine
Oh
baby, lights on
But your mom's not
home
I'm sick of laying
down alone
With this fever,
fever, yeah
My one and own
I
wanna get you alone
Give you a fever,
fever yeah”
Giro
su me stessa scuotendo i capelli e Castiel e lì. E' triste,
posso
vederlo..
Mi
manchi amore mio..
Mi
guarda con l'aria più scioccata che abbia mai visto sul suo
viso e
ha la fronte corrugata dalla perplessità e.. dalla rabbia mi
sa.
Spengo
la radio e mi ricompongo.
“Oh..
Sei arrivato.” Gli dico.
Lui
annuisce piano con le mani in tasca.. Sembra quasi Sirahel.
“Non
avresti dovuto chiamarmi Allison.” mi dice duro
“Esattamente,
quale parola della frase “dobbiamo stare
lontani” non ti è
chiara?”
Lo
fisso seppellendomi dentro la voglia di piangere per la sua reazione
e alzo un sopracciglio portando le mani avanti..
“Woah..
Calma Utu..” gli dico paragonandolo al Dio sumero della
guerra e
della litigiosità “Ho solo bisogno di sapere una
cosa. Ti ho
chiamato per scopi puramente professionali.”
Stavolta
dovrebbe aver capito il riferimento culturale.. D'altronde ho fatto
il nome di un'antica divinità, non di un attore
hollywoodiano.
Non
so se ha capito o no.. Perchè ignora totalmente le mie
parole e
incrocia le braccia dietro la schiena. Ora sembra più calmo.
“Cosa
vuoi sapere?” mi chiede.
*****
“Castiel....”
Il
suo richiamo mi arriva come un fulmine... perché mi chiama?
Non lo
sa che è pericoloso?
Rifletto
per qualche minuto, non so che fare. Forse ha bisogno d'aiuto.... o
vuole solo.. vedermi...
Decido
di andare. Almeno le ripeterò che dobbiamo stare lontani!
Quando
mi materializzo in casa di Allison, quello che vedo mi lascia senza
parole.
Sta...
ballando?
Sì.
direi proprio di sì. Credevo di trovarla più
triste... invece
saltella allegramente....
Gira
su se stessa e mi vede.
No,
non è allegra.... è triste come me. Lo leggo nei
suoi occhi
nocciola e nel modo in cui mi guarda.
“Oh..
sei arrivato.” mi dice semplicemente spegnendo la radio.
“Non
avresti dovuto chiamarmi Allison. Esattamente, quale parola della
frase “dobbiamo stare lontani”
non ti è chiara?” la
rimprovero con durezza... e me ne pento subito. Mi rendo conto di
averla ferita... ma non ho scelta, davvero no.
“Woah..
Calma Utu..” mi apostrofa mettendo le mani avanti.
“Ho solo
bisogno di sapere una cosa. Ti ho chiamato per scopi puramente
professionali.”
Utu?
Io?
Sono
sorpreso, per una volta non ha usato un riferimento che riguarda...
cinema o musica o quant'altro...
Ma
perché Utu? Non sono un guerrafondaio...
“Cosa
vuoi sapere?”
Allison
mi si avvicina, dovrei indietreggiare ma resto dove sono. È
così
bella che...
“Ho
appena sentito per radio che a Denver, in Colorado, c'è
stata una
morte misteriosa,” inizia guardandomi negli occhi “Lucinda
Condor, una ragazza di vent'anni uccisa in casa
sua...”
Io
annuisco impassibile, non capendo cosa c'entri questo con me.
“Quindi?” le domando infatti.
Lei
alza un sopracciglio e si mette le mani sui fianchi.
“L'antipatia è
compresa nel piano di dissimulazione, per caso?”
“Ally”
dico serio “dimmi cosa posso fare per te... ma in fretta. Ho
paura...”
Starei
con lei per l'eternità, ma sono terrorizzato dall'idea che
possa
piombare qui qualcuno.. o meglio qualcosa.
Allison
sospira e si schiarisce la voce. “Stando a quello che ho
sentito..
non mi sembra proprio una morte naturale o causata dall'uomo.. non
c'era traccia di effrazione né disordine in casa... potrebbe
essere
un lavoro per me ma...”
“Ma?”
la incoraggio.
Mi
sembra in difficoltà. “Ecco... non vorrei..
allontanarmi troppo
senza essere sicura che sia effettivamente un caso per me.”
Non
posso fare a meno di sorridere. “Vedo che stai diventando
saggia.”
le dico.. ironico.
Lei
sbuffa. “E tu sempre più antipatico.”
risponde leggermente
stizzita.
“Ok”
dico ignorando la sua accusa “andrò a controllare
e se è qualcosa
che puoi affrontare, andrai in prima persona.”
Mi
preparo per partire alla volta di Denver, ma Allison mi ferma.
“Castiel!”
mi chiama.
La
guardo senza parlare.
Lei
mi fissa per un istante e poi sospira. “Sta' attento... e
grazie...” mi sussurra avvicinandosi un po'.
Io
annuisco e resisto a stento alla voglia di accarezzarle il viso.
“A
più tardi.”
Arrivo
in un attimo in Colorado, nella casa della ragazza morta. E come
entro sento il Male.
Magia
nera.
Riesco
persino a vederla, è come una... foschia invisibile
all'occhio
umano, ma non al mio.
Un
potente sortilegio... è una sensazione orribile...
Mi
aggiro per la casa ormai vuota e sento tutto quello che è
accaduto
qua dentro.
Povera
ragazza.... chi poteva essere così arrabbiato con lei da
farle
questo?
Sospiro
e decido che ne so abbastanza.
Torno
da Allison e la trovo seduta sul divano. Mi aspettava.
“Hai
fatto presto.” mi dice alzandosi.
Io
annuisco. “Avevi ragione, non è decisamente una
morte naturale.”
Ally
si avvicina. “Cosa hai scoperto?”
Distolgo
lo sguardo, mi sento.... a disagio. “Magia nera”
inizio “e
molto potente anche. In quella casa è forte la presenza di
un
sortilegio... una strega, anche di una certa potenza.” le
spiego.
Lei
annuisce pensierosa. “Mi sembrava strano.... ok, ti
ringrazio.” e
si avvia verso le scale.
“Dove
vai?” le domando. Lei si volta e alza le braccia.
“A
Denver. È un caso per me.”
“No.”
le dico scuotendo il capo.
“No?”
ripete Allison perplessa “Come sarebbe a dire no?”
“Che
me ne occupo io. Tu resta qui.”
“Stai
scherzando spero!” mi urla avvicinandosi rapidamente.
“Ti ho
chiamato solo affinché tu controllassi... hai le ali, ci
arrivi in
un attimo lì! Ma ora me ne occupo io!”
“Allison...
rimani qui. È più sicuro per te, me ne
occuperò io.” le ripeto
con calma. Non voglio litigare con lei, ma deve starne fuori. Meno si
fa vedere in giro, meglio è.
“Allora
vengo con te.” mi annuncia incrociando le braccia.
La
fisso incredulo. “Se è una battuta, non l'ho
capita.” le dico
serio.
“No
no, non è una battuta. O mi porti con te, o …. lo
chiedo a
Sirahel, lui mi ci porterebbe.. credo.” mi minaccia.
Sorrido.
“Tu credi? Provaci, chiamalo.” la sfido.
Allison
sospira. “Cass... per favore... si tratta solo di un caso..
non
dobbiamo dormire insieme.”
“Per
loro non farebbe differenza.” le faccio notare seccamente.
“Ok”
esclama “io parto comunque, e non mi puoi fermare. Tu fa
quello che
vuoi.” e sale per le scale di corsa.
Testarda
di una ragazza! Io ho capito perché lo fa.... per stare con
me.
Crede
che io non lo voglia? È solo che....
Al
diavolo!
Mi
trasporto in camera sua e la trovo già pronta per partire.
“Sei
ancora qui?” mi chiede scontrosa.
Io
mi avvicino un po' e la guardo negli occhi. “Ok,
andiamo.”
Lei
si illumina, ma non cambia espressione. “Sei diventato
coraggioso!”
mi prende in giro.
“No.
Mi fai diventare matto.”
E
cogliendola di sorpresa, le sfioro la fronte con le dita, e voliamo
insieme.
*****
Riapro
gli occhi e siamo a Denver. Dentro casa della vittima.
Il
volo è durato si e no.. 30 secondi.. Forse meno.
Ma
la nausea ed il voltastomaco non mi risparmiano nemmeno stavolta.
Barcollo
per qualche secondo e poi guardo Castiel.
“Perchè
mi hai fatto volare? Così di colpo, senza... preparazione
psicologica?” gli chiedo respirando a fondo.
Lui
mi guarda e si schiarisce la voce.
“Non
sapevo che avessi bisogno di preparazione psicologica.” mi
dice.
Alzo
un sopracciglio e apro la bocca pronta ad urlargli qualcosa. Ma lo
vedo sorridere.
Sembra...
divertito. Dal mio tono forse.
“Sono
felice che il mio malessere ti diverta..” gli dico scherzando.
Trattengo
un sorriso e mi guardo intorno camminando per la casa.
Sono
qui per cercare indizi che possano aiutarmi a rintracciare la strega
che ha ucciso Lucinda. Devo cercare di capire chi poteva avercela con
lei e non sarà semplice.
Potrei
interrogare tutti gli amici della vittima, anche più di una
volta e
tutti mi direbbero le solite cose: Lucinda era una brava ragazza e
non riesco ad immaginare chi potesse avercela con lei.
Chissà
perchè tutti diventano buoni da morti.
Non
che io stia mettendo in dubbio i possibili pregi e le possibili
qualità di Lucinda, non la conoscevo neppure, non posso dire
come
fosse..
Solo,
ho notato, nel tempo che anche persone odiose e antipatiche, piene di
nemici, da morte diventavano persone in gamba ed indimenticabili con
cui nessuno avrebbe mai potuto avercela.
Sospiro
e noto che gli schizzi di sangue formano uno strano disegno.
O
perlomeno così pare.
Prendo
del nastro adesivo e riunisco le varie macchie.. Poi osservo la forma
che mi si è creata davanti agli occhi.
E'
una specie di zero spaccato in due da una linea trasversale.
La
linea esce lievemente dai bordi del rotondo e una delle due
estremità
è leggermente ondulata.
“Hey
Cass.. “ lo chiamo “Vieni a dare
un'occhiata.”
Lui
cammina lento e calmo..
Si
avvicina e si affianca a me.
“Conosci
questo simbolo?” gli chiedo.
Rimane
in silenzio per un po' e poi sospira greve.
“E'
il simbolo di una... Potente setta di streghe.” mi spiega
“Praticano la magia nera da parecchio tempo. Da ancora prima
che tu
nascessi. E' una setta composta da streghe potentissime che si
tramandano i loro poteri di generazione in generazione.”
Annuisco
e mi passo una mano sul viso.
“Temevo
che l'avresti detto.” dico “E sai dove possiamo
trovarle?”
Si
schiarisce la voce e scuote il capo.
“No!”
risponde “Ma conosco un rituale che ci permetterà
di
individuarle.”
Grazie
al cielo.. Una buona notizia finalmente.
“Ok..
cosa dobbiamo fare?” gli chiedo.
Lui
tituba un attimo e poi mi guarda duro e preoccupato insieme.
“Tu
niente. E' un rituale pericoloso e potente.. Potresti farti
male.”
mi dice.
Alzo
gli occhi al cielo e poi lo guardo. “Si potrei.. E potrei
uscire da
questa casa, inciampare e rompermi una gamba.”
Lui
mi fissa perplesso. “Perchè pensi che inciamperai
e cadrai?”
Cosa?
Oh cielo!! A volte è proprio.. come un bambino.
“E'
un modo di dire.” gli spiego “Voglio dire che la
vita è un
continuo pericolo.. Rischio praticamente sempre. Solo che stavolta lo
faccio per un buon motivo: evitare che delle streghe da strapazzo
uccidano qualcun altro.”
Spero
che capisca cosa voglio dire e la smetta di preoccuparsi del grado di
pericolosità del caso.
Lui
mi guarda per un interminabile minuto e poi annuisce calmo.
“Va
bene. Facciamo questo rituale.” mi dice.
Sorrido
e lo aiuto a preparare tutto.
*****
Possibile
che con lei ho la fermezza di un giunco al vento?
Noi
non dovremmo nemmeno stare nella stessa città, invece siamo
qui nel
Colorado a preparare un rituale per sconfiggere una congrega di
streghe.
Allison
è testarda e io sono un debole con lei. Non mi impongo
abbastanza e
lei non prova il minimo timore nei miei confronti.
Perché
dovrebbe, poi? Mi sono mostrato troppo umano di fronte ad Allison
perché lei mi possa temere.
Sospiro
e guardo il simbolo a terra, non credevo di dover avere a che fare
con quest'ordine, non che ne sia spaventato ma sicuramente non mi fa
piacere.
Sono
streghe potenti, pericolose e vendicative. Sospetto che questa povera
ragazza sia stata vittima di una vendetta.
“Avevi
ragione” mi annuncia Ally tornando dalla sua perlustrazione
della
casa “ho trovato molte candele, polverine e... ossicini di
qualcosa... credo che qui si giocasse al piccolo chimico!”
La
guardo con aria interrogativa ma non le chiedo niente.. sono un po'
stufo di chiedere spiegazioni di tutto a tutti...
“Non
mi sorprende. Questa ragazza era di una di loro, o almeno avrebbe
dovuto esserlo...” le dico.
“Era
una strega? E perché le sue... colleghe l'avrebbero
uccisa?” mi
domanda inginocchiandosi accanto a me.
Traggo
un profondo respiro prima di risponderle. “Potrebbe essere
stata un
membro riluttante, o.... potrebbe aver disobbedito alle superiore...
in entrambi i casi secondo la loro logica, meritava una
punizione.”
Ci
fissiamo per interminabili momenti. Disobbedienza e punizione sono
termini che angosciano entrambi....
“Uhm...
magari non voleva far parte dell'allegro gruppetto, era molto giovane
magari non era stata ancora iniziata.” ragiona lei.
Io
annuisco. “Può essere” ammetto mentre a
terra traccio simboli
antichi con del gesso “quest'ordine accetta solo discendenti
di
streghe.. Lucinda sarà stata la figlia o la nipote di
qualcuna di
loro... dammi le candele.”
Allison
mi passa le candele e le sistemo intorno ai tre simboli che ho
disegnato sul pavimento.
“Cos'è?”
mi chiede lei indicandoli.
“Antichissimi
simboli pre-enochiani, non li troveresti in nessun libro. Li
conosciamo solo noi angeli, e non tutti possono usarli al meglio..
solo quelli più.. in alto, diciamo.” le spiego.
Lei
mi guarda e noto un lampo di curiosità nei suoi occhi.
“Cass... ma
tu nella scala gerarchica... che posto hai? E non barare per
impressionarmi!”
“Beh”
inizio io con un leggero sorriso “avevo un posto abbastanza
importante... diciamo un gradino e mezzo al di sotto degli
arcangeli....”
Ally
mi fissa a bocca aperta. “Sul serio? Voglio dire... eri..
molto in
alto.. con gli arcangeli?” mi domanda intimorita.
Lo
ammetto, mi fa piacere vederla in soggezione... finalmente!
“Sì.
Perché credi che tra me e Sirahel ci sia, nonostante tutto,
un
rapporto più stretto? Lui comandava la mia
guarnigione...”
“E
tu eri una sorta di.. primo ufficiale?” mi chiede.
Io
scuoto il capo. “No, quella era Anna... io ero il numero
due...”
“Ah.....
Anna....il tuo diretto superiore...” dice con ironia.
“Già.”
confermo io sperando di far cadere qui il discorso. Ho sentito la
gelosia vibrare nella sua voce.... ma non deve esserne gelosa.
Allison è l'unica donna per la quale oserei sfidare il
Cielo, non
certo per Anna.
“Perché
hai detto avevo? Non sei più..
importante ai piani alti? Ti
hanno degradato?”
Il
compiacimento provato nel vederla intimorita dal mio rango si
dissolve immediatamente.
“Non
proprio... ma non ho l'importanza di prima.” ammetto con un
sospiro.
I
suoi occhi si inumidiscono all'istante. “Mi
dispiace..” mormora a
bassa voce.
Mi
volto a guardarla di scatto. “No, non farlo. Non è
colpa tua.”
mi affretto a dirle “mi tenevano d'occhio da prima...
comunque
lasciamo stare questo discorso, e sbrighiamoci con il
rituale.”
taglio corto.
Lei
annuisce e fa per accendere un fiammifero.
Io
le faccio un cenno con la mano per fermarla. “Odio l'odore di
zolfo...” le dico serio e passo una mano sulle candele.
Come
per magia, queste si accendono nello stesso istante.
Allison
mi guarda e scuote il capo. “Hai un futuro come
prestigiatore!”
mi assicura sorridendo.
Io
la guardo leggermente offeso ma non replico, anche se mi ha appena
dato dell'imbroglione...
“Allontanati
Allison, è un rituale pericoloso.” l'avverto
guardandola negli
occhi.
“E
per te non lo è? Ah già, tu sei un
angelo!”
“Esatto”
confermo io “tu no, quindi per favore.. fai qualche passo
indietro...”
Lei
sbuffa e obbedisce, per una volta.
Chiudo
gli occhi e mormoro l'antica formula per attivare i tre simboli
davanti a me, che obbediscono alla mia voce in pochi istanti.
Eccole,
le sento..... dannazione sono molte... e alquanto potenti. Stanno
facendo qualcosa.. un sortilegio... no un incantesimo protettivo... per
loro stesse... qualcosa non va.....
Una
forza mi respinge e io ricado indietro come spinto da qualcuno.
Allison corre al mio fianco.
“Tutto
bene?” mi domanda preoccupata.
Annuisco.
“Sì, ma abbiamo un problema.” le
annuncio più preoccupato di
lei.
“Che
problema?” mi chiede Allison corrugando la fronte.
“Sapevano
della mia presenza, stanno facendo una specie di.... incantesimo
contro di me...affinché io non le trovi..”
Ally
sospira profondamente. “E adesso? Che facciamo?”
La
guardo attentamente, sto per chiederle una cosa che mi costa molto.
“Riproviamo.. insieme.”
Lei
sbatte le palpebre. “Insieme? Ma se non ci riesci tu che sei
un
angelo, che possibilità ho io?”obbietta incredula.
Io
mi schiarisco la voce. “Beh... per dirla con gli umani.. sono
delle
femministe” inizio “quindi suppongo che la loro
magia sia più
efficace contro gli.. uomini che non contro le donne... penso che la
tua aura unita ai miei poteri potrebbe abbattere il muro che hanno
innalzato contro di me.”
Allison
scoppia a ridere. “Streghe femministe! Questa mi
mancava!”
esclama divertita. “Ok, ci sto. Devo ammettere che mi diverte
l'idea di partecipare ad un rituale così...
antico!”
“Ally..
sarà molto pericoloso, devo avvertirti. Ma ci sono io con
te...
finché ci sarò, non accadrà
nulla.” le dico serio.
Lei
mi guarda negli occhi e annuisce piano. “Lo so... l'ho sempre
saputo...”
Ci
inginocchiamo intorno ai simboli e alle candele e ci prendiamo per
mano.
Appena
la sfioro, ecco la frustata lungo la schiena, tanto forte da farmi
rabbrividire. Allison invece freme per un attimo, e mi stringe la
mano, più del necessario....
“Chiudi
gli occhi, e ripeti dopo di me..” le dico, e inizio a
recitare la
formula.
Le
nostre voci risuonano cupe nella stanza, e sento che la forza
sprigionata è superiore a prima.. ci riusciremo.
“Oh
mio Dio, le vedo!” esclama Ally spaventata.
“Sì,
anche io. Sta' calma loro non ci vedono.” la rassicuro, ma
lei
stringe più forte la mia mano.
“Che
dobbiamo fare?” mi chiede.
“Guarda
il medaglione al collo della più anziana.. lo
vedi?”
“Sì.”
“Concentrati...
e pensa di volerlo distruggere.. pensalo intensamente....”
“E
poi?”
“Tramite
la tua energia... lo distruggerò io.” le spiego.
“Io
prendo la mira e tu spari, in pratica.” mi dice.
“Esatto.”
“Moriranno?”
“Lo
spero” ammetto duro “ma temo che al massimo le
ferirò, e le
renderò inoffensive per sempre.”
“Peggio
per loro... ok lo sto guardando e...” si ferma e resta in
silenzio.
La sento vacillare.
“Allison...stai
bene?”
“Non
lo so...” la sua voce è un sussurro.
“Resisti...
tieni duro... ci sono quasi...”
Finalmente
sento di poterlo fare, mi concentro sul medaglione, origine della
loro magia nera, e riesco a mandarlo in frantumi. Tutte le streghe
riunite urlano e si coprono gli occhi per evitare di essere ferite
dalla luce sprigionata dal medaglione.
La
donna che lo portava al collo cade a terra... svenuta credo. Non
è
morta nessuna di loro, ma l'importante è che non possano
nuocere mai
più a nessuno.
L'ordine
è morto.
Per
la loro punizione, ci penserà il castigo divino.
Apro
gli occhi e sto per dire di fare la stessa cosa anche ad Allison, ma
lei perde i sensi e cade tra le mie braccia.
“Ally”
la chiamo sorreggendola. Dannazione, è stato troppo faticoso
per
lei, dovevo immaginarlo!
Ma
non avevo scelta. “Perdonami..” le sussurro.
Lei
apre gli occhi. “Sto bene, non preoccuparti...” mi
rassicura
accarezzandomi il viso.
La
faccio stendere a terra e mi alzo in piedi per togliermi
l'impermeabile, l'avvolgo con questo e la prendo in braccio. Trema.
“Ti
riporto subito a casa..”
Allison
risponde con un sospiro e si abbandona tra le mie braccia.
In
pochi istanti siamo nella sua camera. L'adagio dolcemente sul letto e
mi siedo accanto a lei. È pallida, e io mi sento un verme.
È
colpa mia se si è sentita male, non avrei dovuto
coinvolgerla nel
rituale... non lo aveva mai fatto.
Sospiro
e faccio per alzarmi, ma la sua mano mi prende un braccio
trattenendomi sul letto. “Cass.. aspetta.”
“Dimmi.”
Gli
occhi di Allison sono velati di stanchezza e tristezza.
“Resta con
me...” mi chiede con dolcezza.
“Non
posso tesoro.. lo sai..” dico a bassissima voce, inutilmente
perché
loro se vogliono mi leggono anche nella mente.
“Ti
prego.. resta con me.. non me ne importa niente di tutta questa
storia dell'apocalisse... e ti ho chiamato solo per vederti... era
una scusa per stare con te... mi manchi così tanto.... resta
con
me.” mi dice accorata mettendosi seduta.
Io
scuoto il capo ma le parole mi muoiono in gola quando Allison mi
prende il viso tra le mani e mi bacia sulle labbra.
Si
allontana e attende la mia reazione guardandomi negli occhi.
Io
l'attiro a me e la bacio con passione, sentendo il sangue pulsarmi in
testa.
“No...
no..” mormoro allontanandomi da lei.
“Perché?
Castiel ti prego... non me ne importa nulla di questa guerra! Voglio
solo stare con te! Per quello che ne so potrei morire domani, e
almeno un'ultima volta, vorrei aver fatto l'amore con te...”
mi
confida piangendo piano.
L'abbraccio
forte e le parlo all'orecchio. “Non pregarmi amore mio...
perché
non ce ne sarebbe bisogno. Sento il sangue urlare nelle mie vene...
ti voglio da morire... e se fosse in gioco solo la mia vita, ti
amerei fino a domani... ma hanno minacciato di uccidere te, e io non
potrei sopportarlo. Non è cambiato nulla in me.. ti amo come
prima,
ma non posso averti.”
Sciolgo
il nostro abbraccio e poso la mia fronte sulla sua, prendendole il
viso tra le mani.
“Siamo
stati sfortunati Ally” le dico con la voce che mi trema
“trovarci
e non poter stare insieme...”
“Non
è giusto... non lo accetto.” Allison piange
più forte,
aggrappandosi alle mie mani. “Io voglio stare con
te...”
“Lo
vorrei anche io, ma non possiamo...”
Vorrei
baciarla di nuovo ma mi fermo a pochi millimetri dalle sua labbra....
sospiro e mi alzo dal letto.
Allison
mi guarda in lacrime e mi porge il mio impermeabile.
“Grazie... non
mi serve più... mi fa solo male sentire il tuo odore
addosso..”
lo
indosso mentre lei si distende nuovamente, rannicchiandosi su
sé
stessa.
“Riposati
Allison..” le dico.
“Non
ho sonno...”
Mi
chino su di lei e le sposto una ciocca di capelli dal viso.
“Vorrà
dire che ti farò dormire io..”
E
con un leggero tocco, Allison cade in un profondo sonno.
La
guardo per un attimo e vado via, pregando che Sirahel vegli su di
lei, visto che a me è stato negato.
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Capitolo 17 *** Allison Morgan has to die ***
Allison
Morgan has to die
Un
nuovo giorno.
E'
iniziato un nuovo giorno. E l'alba era bellissima.
Lo
ammetto!! Sono stata sveglia tutta la notte solo per poter guardare
il sorgere del sole stamattina.
E
ne è valsa la pena. E' stato uno spettacolo indimenticabile.
C'era
il buio e poi una calda luce ha avvolto tutto.
Castiel
l'avrebbe adorata.
Mi
schiarisco la voce e bevo l'ultimo sorso di caffè.
Sono
sul tetto della mia casa a fissare il cielo e a pensare a lui.
Ci
penso tutti i giorni, come sempre, e se chiudo gli occhi riesco a
sentire il suo profumo addosso.
Avrei
dovuto tenere il suo impermeabile.. Tanto riesco a ricordare ogni
singola sensazione che quel profumo mi offre.
Principalmente
sono tre: amore, desiderio e dolcezza.
Amore..
Si, io lo amo.
Desiderio..
Lo desidero e lui desidera me.
Dolcezza...
Non c'è niente di più tenero del suo sguardo
confuso o delle sue
labbra che si aprono in un sorriso.
Sorrido
al ricordo che mi invade la mente e mi alzo piano e cauta.
Rientro
in casa dalla finestra della mansarda e scendo si sotto.
Voglio
mangiare qualcosa e poi uscire a fare una corsetta.. Non faccio
movimento da quando ho detto a Damon che non lo amo né mai
lo avrei
fatto.
Da
allora evito la palestra, di cui anche lui è un assiduo
frequentatore, perchè non voglio che si illuda o che
soffra.. O che
mi insulti, visto che l'ultima volta che l'ho incontrato, mi ha
riservato gli sguardi più delusi e arrabbiati che io abbia
mai
visto.
E'
assurdo, considerando che il proprietario era uno dei migliori amici
di mio padre, che io non ci vada.. Ma preferisco così.
E
poi ho un'intera stanza per l'allenamento in casa. Posso benissimo
tenermi in forma e pronta all'azione qui o facendo del sano footing
al parco.
Non
ho bisogno di una palestra, e ancor meno ho bisogno di un Damon
ferito e furioso che mi sputa contro insulti.
Sospiro
e mi avvio verso la cucina.
Ma
non faccio neppure in tempo a mettere un piede dentro la stanza, che
qualcosa mi scaraventa contro una parete facendomi cadere persino la
tazza di mano.
Sbatto
la testa e mi sento stordita per qualche secondo. Tengo gli occhi
aperti a fatica, ma dopo un leggero disorientamento la mia vista si
fa nitida e vedo perfettamente chi mi sta davanti.
Myriam
e Anna.. Oh cielo!
Questa
mattinata era iniziata così bene, perchè devono
rovinarmela...
“Che
spiacevole sorpresa.” dico loro.
Anna
non dice nulla. Solo mi guarda con l'aria di sfida di un'amante
respinta.
Myriam
invece sorride malvagia e mi tira uno schiaffo violentissimo.
Il
mio sopracciglio sanguina e fa un male cane.
Abbasso
la testa per respirare a fondo e riprendere il controllo del dolore e
quando rialzo gli occhi non siamo più a casa mia, ma in una
specie
di orrenda catapecchia.
E'
sporca, puzza di polvere e sangue ed è accogliente quanto
una fogna.
“Ti
piace dove ti abbiamo portato?” mi chiede Myriam con tono
sarcastico. “La nostra bella e ricca signorina in un posto
come
questo.. Scommetto che sei abituata a posti diversi.”
Mi
guardo intorno per un attimo e arriccio la bocca riflettendo.
“Si,
hai ragione.” dico convinta “Invece questi sono i
posti perfetti
per due infime angeliche sgualdrine come voi..”
Myriam
mi guarda e scoppia in una fragorosa risata, fa un cenno ad Anna e
quella, dopo pochi secondi di esitazione, si avvicina e mi poggia la
mano sul petto, all'altezza del cuore.
Chiude
gli occhi e tutto intorno si alza una specie di leggero venticciolo.
Il
naso mi si riempie di puzza e sento un violentissimo dolore, come
scosse elettriche, partire dalla sua mano e diramarsi in tutto il mio
corpo.
Un
urlo si libera dai miei polmoni e si perde nella stanza.
Non
avrei voluto urlare e dar loro questa soddisfazione, ma il male che
sento non è umanamente sopportabile.
Anna
riapre gli occhi e si allontana.
Ho
la bocca piena di sangue, ma non ho la forza di sputarlo.
Cade
leggero e a gocce dalle mie labbra e non ho la forza di tenere la
testa dritta.
Chiudo
gli occhi per qualche secondo e spero di morire ora.. Non ce la
faccio ad essere torturata di nuovo.
Ho
il respiro affannato e sento una mano afferrarmi forte per i capelli
e sollevarmi la testa.
Guardo
davanti a me e Anna è lì, mi sorride beffarda.
“Ho
saputo del tuo inevitabile destino..” mi dice “Sei
il tramite di
Lucifero.. E'... triste.”
Dannazione!! Non dovevano saperlo.
“Disse
l'angelica stronza gelosa di un'umana..” le rispondo a tono.
Ok,
dovrei imparare a non essere così.. insolente.
Myriam
ride divertita alla mia battuta, mentre Anna si infiamma.
Vedo
nei suoi occhi una luce nuova e decisamente poco amichevole.. Mi tira
uno schiaffo, con una forza che è... sicuramente non umana,
e il mio
labbro prende a sanguinare come l'occhio. Copiosamente.
Ecco
un occhio presto nero, e un labbro presto gonfio.
Mi
osserva per un po' e poi mi tocca l'addome. E' come se la sua mano mi
fosse entrata dentro.. Perchè sento stringere e pizzicare.
Sento
male da morire, ma non urlerò di nuovo. Resisterò
anche a costo di
morire. E morirò se continuano così.
“Io
sono il tramite di riserva..” sussurro.
Non
avrei dovuto dirlo, lo so.. Ma non tradirei mai Sam così.
Credo solo
che in questo modo attirerò la loro attenzione guadagnando
il tempo
necessario a capire come uscirne.
Entrambe
mi fissano sorprese.
Si
guardano per un attimo e poi anche Myriam mi si avvicina.
“Se
tu non sei il tramite principale chi è?” chiede
più che altro a
se stessa.
“Chi
è?” mi urla Anna tenendomi ancora per i capelli.
Scuoto
il capo e sospiro.
“Puoi
uccidermi se vuoi. Non te lo dirò mai.” le dico.
Lei
piega la testa e fissa Myriam, poi mi guarda.
“Ucciderti?
Ho appena iniziato a divertirmi..” mi comunica.
Mi
colpisce di nuovo e poi chiude gli occhi e allunga la mano aperta
verso di me.
Non
riesco a respirare.. Sento un nodo in gola. Il cuore batte forte e
non vorrei farlo, io.. non vorrei.
E'
pericoloso per lui e se gli succedesse qualcosa ne morirei.. Ma sto
per morire e il mio pensiero vola a lui.
Lo
penso intensamente e so che questo è come un richiamo per
lui.
Non
venire Castiel. Rimani dove sei amore mio. Non ti sto chiamando,
è
pericoloso qui.
Ti
sto solo dicendo addio..
“Lasciala
andare immediatamente!”
Sento
una voce, autoritaria e ferma.. la conosco bene.
Perchè
sei venuto Cass.. Vattene via o se la prenderanno anche con te.
La
presa di Anna si allenta.. Ora respiro anche se a fatica, ma sono
ancora immobile e i miei occhi sono piene di lacrime.
Però
lo vedo.. Il mio messaggero spettinato è qui. E' qui per me.
Myriam
mi guarda, sento i suoi occhi perforarmi il corpo. Si avvicina e mi
solleva il viso ferito per mostrarlo a Cass.
“Mi
dispiace fratello,” gli dice ridendo “ma la tua
bella umana deve
morire.”
*****
Come
possono gli uomini sostenere che Dio non esiste?
Basta
guardare il sorgere del sole per rendersi conto che solo un Essere
Superiore può aver creato un astro del genere.
È
incredibile come gli occhi umani trasformino l'alba, così
ordinaria
per un angelo, in un fenomeno straordinario.
Ne
sono affascinato, tanto da spingermi a salire su un grattacielo.
Devo
essere impazzito.
Sospiro
e guardo giù, pochi umani sono già in movimento
ma presto ci sarà
il caos.
Beh,
tra poco ci sarà sul serio il caos, su scala
interplanetaria.
L'Apocalisse.
Non
immaginano minimamente cosa sta per accadere, viene profetizzata da
millenni eppure l'uomo si sente così... supremo da non
averne
timore. Forse sì e no metà di loro crede in Dio,
figuriamoci se
credono alla fine del mondo.
Invece
ci siamo quasi, presto inizierà la vera battaglia, il gran
ballo
come lo chiama Dean.
E
io sarò lì in prima fila.... col cuore a pezzi
perché mi hanno
separato da Allison.
Come
farò a combattere con tutto me stesso se penso continuamente
a lei?
Forse è per questo che a noi è stato vietato
amare come gli umani,
ci avrebbe distratti dal nostro dovere.
Ma
il prendere possesso di un corpo umano, con le sue emozioni, le sue
sensazioni, ci fa infrangere questo divieto...
Io
sono ancora un angelo del Signore, solo che.... io la amo. E non
è
per ribellione che lo faccio, mi è accaduto e basta.
E
darei qualunque cosa pur di stare con lei, consegnerei le mie ali
anche.
Ma
non mi faranno mai scegliere, lo so.
Sono
condannato a desiderarla per l'eternità, e se non fossi
così
atterrito dall'idea, dovrei dire ad Allison di trovarsi un altro
uomo.
Ma
se la vedessi con qualcun altro, so che diventerei un potenziale
omicida... anzi, togliamo potenziale.
Sorrido
di me stesso e delle mie stupide gelosie umane. Tra poco almeno
metà
dell'umanità verrà spazzata via dagli eserciti
del Bene e del Male,
colpevoli solo di essersi trovati nel posto sbagliato al momento
sbagliato, presi in una guerra di potere che in realtà si
combatte
da millenni.
Probabilmente
sia io che Ally moriremo, in un modo o nell'altro. Triste conclusione
di un triste amore.
Un
brivido mi scuote e mi fa vacillare.
“Non
raggiungermi... non venire qui.... addio amore mio....”
Allison?
Che significa addio? Non mi sta chiamando, mi sta rivolgendo.. il suo
ultimo pensiero!
Che
sta succedendo?
Volo
immediatamente da lei, senza pensare alle conseguenze: sento la sua
vita affievolirsi....
Entro
in un'orrida topaia maleodorante, e ciò che vedo mi lascia
sgomento.
Anna
sta torturando Allison sotto lo sguardo compiaciuto di Myriam.
Ha
il viso coperto di sangue, gli occhi chiusi... non parla, non si
lamenta....
Una
cieca rabbia si impadronisce di me, Myriam è solo una
doppiogiochista fasulla, e ha coinvolto Anna nei suoi giochetti.
“Lasciala
andare immediatamente!” urlo proprio a quest'ultima.
Anna
si volta a guardarmi rivolgendomi uno sguardo sorpreso, e allenta
leggermente la presa su Allison.
Anche
Myriam mi guarda, ma non è sorpresa per niente. Sospetto si
tratti
di una specie di trappola per eliminare anche me...
Si
avvicina ad Allison e le prende il mento sollevandole la testa, per
mostrarmi il capolavoro che hanno fatto sul suo bel viso.
Sono
sconvolto da come l'hanno ridotta, ha perso molto sangue e mi guarda
con gli occhi gonfi di lacrime.
“Mi
dispiace fratello, ma la tua bella umana deve morire.” mi
annuncia
Myriam ridendo.
Se
uno sguardo potesse uccidere, sarebbe già morta.
“Io
ti ammazzo, giuro che ti faccio a pezzi!” la minaccio
urlando, le
pareti intorno a noi tremano e la porta dietro di me sbatte violenta.
“Anna!”
la chiamo severo “Allontanati subito da lei!”
“Castiel,
ma non capisci? È il tramite di Lucifero!” mi
risponde
preoccupata, ignorando che io già lo sapessi.
“E
credi che ucciderla elimini il problema? È proprio quello
che serve
alla qui presente Myriam e ai suoi tirapiedi!”
Anna
mi fissa perplessa. “Tu lo sapevi? Sapevi chi era e ci sei
addirittura andato a letto?” mi dice indignata.
“Tu
non sei nessuno per giudicare me, Anna! Parliamo di quello che hai
fatto tu? Non fare la paladina della giustizia divina, togliti di
lì
e sparisci... non voglio ucciderti.” l'avverto serio, dandole
per
l'ennesima volta la possibilità di uscirne indenne.
Al
contrario di lei, io so cos'è la pietà.
“Anna,
non vorrai dar retta a lui spero.” interviene Myriam
arrogante.
“Vuole passare dalla parte di Lucifero, è ovvio
che la difenda,
inoltre vanno a letto insieme!” sottolinea per alimentare la
sua
rabbia.
Infatti
ci riesce, e Anna riprende a torturare Allison usando i suoi poteri,
tornati potenti come un tempo.
Il
mio amore tenta di resistere, di non urlare... dalle sue labbra
escono rivoli di sangue e leggeri lamenti...
“Basta
Anna! O giuro che ti uccido, fosse l'ultima cosa che faccio!”
la
minaccio inutilmente.
“Sei
ridicolo Castiel caro.... se c'è qualcuno che
morirà, quello sei
tu!” mi annuncia Myriam con un ghigno.
A
quelle parole Anna si volta a guardarla. “Cosa hai detto? Tu
non
puoi...”
“Taci..
e fai quello che devi.” l'ammonisce.
Per
un attimo io e Anna ci guardiamo. “Ti fai comandare da lei?
Tu che
con uno sguardo la terrorizzavi?” le dico furioso
“Non vedi che
sta facendo? Non capisci le sue intenzioni? Se Allison muore, a
Lucifero non occorrerà più il suo consenso e la
prenderà come e
quando vuole! Svegliati Anna, Myriam lavora per l'inferno!”
“Sta'
zitto, idiota!” mi urla Myriam scaraventandosi addosso a me,
buttandomi a terra.
Si
rialza e mi tira un calcio sul fianco, colpendo un rene.
“Stupido
idiota alato!” mi insulta afferrandomi per l'impermeabile per
farmi
alzare “Avrei dovuto farti a pezzi tanto tempo fa!”
“Sarò
io a distruggerti, puttana!” e afferrandola per le braccia,
la
scaravento lontano da me.
Se
riesco a impedirle di puntare le sue mani su di me, non
potrà usare
appieno i suoi poteri, e riuscirò a sconfiggerla.
La
rabbia e la disperazione mi hanno reso più forte, e sono
deciso ad
eliminare questa traditrice. La disintegrerò.
Iniziamo
a combattere, la colpisco più forte che posso, tutta la mia
rabbia
si riversa su di lei e riduco il suo viso peggio di come loro hanno
ridotto Allison.
“Anna,
smettila e vattene!” continuo a dire all'altra che ignora le
mie
parole, troppo occupata a tenere ferma Allison che si dimena con
tutta se stessa.
“Castiel!
Lascia perdere, va via!” mi urla il mio amore quando vede
Myriam
colpirmi allo stomaco.
“Che
bella scena... la puttanella che difende il suo stallone!”
ridacchia la mia avversaria.
L'oscenità
delle sue parole mi offende, perché riduce tutto quello che
c'è tra
di noi ad un semplice atto fisico.
Lei
non conosce l'amore, non sa cosa vuol dire. Io e Allison ci amiamo,
il desiderio è solo una parte di ciò che ci
unisce.
Ma
che ne sa Myriam di questo? Lei serve il Diavolo!
“Taci
maledetta!” e la colpisco di nuovo in faccia.
“Anna,
basta! Se la lasci immediatamente non ti accadrà nulla, ma
lasciala
subito!”
“Mi
dispiace Castiel” mi dice guardandomi “Allison
Morgan deve
morire..”
L'ha
detto con una serietà che mi ha ghiacciato il sangue nelle
vene. È
una sentenza di morte!
Provo
a liberarmi di Myriam per soccorrere Allison, ma questa stronza mi
riagguanta e mi scaraventa al muro.
“Resta
con me fratellino...” mi dice sorridendo “non
abbiamo ancora
finito.”
“Io
ti ammazzo.” le ripeto a denti stretti.
“Oh
sì, certo. Me l'hai già detto mi pare!”
Sto
per lanciarle altri improperi, quando Anna urla e la vedo volare in
aria, ricadendo di peso a terra.
Allison
è libera, e lentamente scivola a terra ansimando,
è stata lei?
No
non può essere, Anna è potentissima e solo un
essere ancora più
potente potrebbe...
Dio
ti ringrazio....
Sirahel
è con noi. Sento la sua grazia, non ci
abbandonerà.
Forte
di questa consapevolezza, afferro Myriam per le spalle e la sbatto
contro il muro.
“Ma
io mantengo la parola!” le assicuro afferrandola per la gola.
*****
Sono
libera. Ammaccata come non lo sono mai stata, ma sono libera.
Libera
di muovermi.. Ammesso che abbia la forza di farlo.
Anna
è stata scaraventata dall'altra parte della stanza, ma non
sono
stata io..
E
nemmeno Castiel.. Dev'essere stato Sirahel.
Grazie!
Grazie di cuore.
Sospiro
e provo ad alzarmi. Barcollo ma ora ho la possibilità di
difendermi
e di certo non me ne starò qui per terra a sanguinare.
Riprendo
il mio equilibrio e guardo verso Anna. E' ancora stesa per terra..
Sirahel le ha dato un bel colpo..
Mi
poggio al muro e scuoto il capo per riprendermi del tutto..
Guardo
Castiel davanti a me.. I suoi occhi sono furiosi.
Tiene
Myriam per la gola. La ucciderà, ne ha tutta l'aria.
A
dire il vero non piangerei la sua morte, ma Castiel si sentirebbe uno
schifo se lo facesse.
Non
posso lasciarglielo fare.
“Castiel..
Ferm..”
La
fine della frase mi muore in bocca.
Anna
si è rialzata. Mi ha afferrato per la vita spingendomi a
terra.
Mi
colpisce e anche la mia guancia sanguina ora. Sono una maschera di
sangue e mi sento uno schifo.
Faccio
un grosso respiro prendendo la forza che mi è rimasta e le
tiro un
violentissimo colpo in viso.
La
ferisco ma il suo taglietto si rimargina subito.
E'
una battaglia persa in partenza per me, ma non mi arrenderò
di
certo.
Tuttavia
lei barcolla ed ora è per terra..
Mi
alzo e la colpisco con violenza, senza fermarmi nemmeno un attimo.
Mi
sento un animale a farlo, ma visto che non posso ucciderla devo
colpirla senza fermarmi, per non darle il tempo di reagire..
La
afferro e la sollevo sbattendola violentemente contro il muro.
Mi
tira una gomitata ed io indietreggio un po'.
Perdo
sangue anche dal naso adesso. Era proprio quello che mi mancava.
Lo
tocco con la mano e fa un male cane.
Corrugo
la fronte e stringo i denti.
“Ora
mi hai fatto davvero arrabbiare.” le dico.
Mi
avvicino a lei e la colpisco.. Lei risponde ai miei colpi e
continuiamo così per alcuni momenti che sembrano infiniti..
Anche
Castiel e Myriam continuano a scontrarsi e per quel poco che, tra un
colpo e l'altro, riesco a vedere, Cass ha la meglio.
Ha
un pugnale e l'ha appena tirato fuori.
“No..”
gli urlo..
Anna
mi si avvicina di nuovo ma la costringo ad indietreggiare con un
colpo.
Improvvisamente
viene di nuovo bloccata alla parete e Sirahel compare nella stanza.
Se
ne sta in un angolo e quando Anna lo vede i suoi occhi si tingono di
stupore e terrore.
“Sirahel..”
sussurra.
Nella
stanza si è creato un silenzio innaturale.
Il
mio respiro affannoso è l'unico suono..
Anche
Myriam ha visto l'Arcangelo, ma non ha fatto una piega mentre Cass la
tiene immobilizzata al muro pronto ad ucciderla.
Sirahel
mi guarda e poi guarda verso Castiel.
“Castiel.
Lasciala andare!” gli dice autoritario.
Castiel
stringe Myriam ancora di più e scuote il capo.
“No!!”
risponde “Hai visto com'è ridotta Allison? Voleva
ucciderla...”
“Allison
starà benissimo.” gli dice ancora l'Arcangelo.
Myriam
ride stretta nella presa e sospira.
“Per
ora..” lo provoca.
Anna
osserva tutto in silenzio. Dov'è finita la sua sfrontatezza?
Se
la situazione non fosse così tragica mi metterei davanti a
lei e
riderei fino a soffocare.
Castiel
colpisce Myriam e le conficca il pugnale in una spalla.
“Dovete
stare lontani da lei. Tutti quanti.” dice duro.
La
sua voce è come una lastra di ghiaccio. Non sembra nemmeno
lui.
Sono
dolorante, mi fa male anche una spalla e la testa è come
se.. come
se fosse vuota.
Sirahel
mi guarda e muove per un attimo la mano bloccando ancora più
forte
Anna che prova a liberarsi.
Scuote
il capo e la fissa.
“Vattene
via” le dice. Poi schiocca le dita facendola sparire.
Sospiro
e barcollando avanzo verso Castiel.
“Cass..
Lasciala andare.” gli dico “Per favore.”
Lui
non mi guarda nemmeno, gira il coltello nella spalla di Myriam e poi
lo tira via trapassando da parte a parte anche l'altra spalla.
Mi
avvicino ancora un po'. Ora sono di lato a lui, lo guardo e mi
schiarisco la voce.
“Castiel..”
gli dico ancora.
Lui
scuote il capo e non dice nulla.. E' come se non ci fossi, come se
non mi sentisse.
Allungo
la mano e gli accarezzo i capelli.
“Castiel,
sto bene. Lasciala andare.” gli dico.
Lui
mi guarda finalmente. Ha gli occhi tristi e pieni di rabbia.
“Stava
per ucciderti.”
“Ma
non l'ha fatto.. E starò bene.” lo rassicuro
sorridendo “Tu non
sei come lei. Tu sei buono, sei Castiel. Non sei un assassino senza
scrupoli.. Lasciala andare, ti prego.”
Mi
viene da piangere.
Non
solo perchè mi sento un rottame, ma anche perchè
lui è triste ed
io non posso sopportarlo.
“Per
favore..” gli ripeto di nuovo.
Lui
tira fuori il suo pugnale, guarda Myriam per un po' e dopo qualche
minuto si allontana da lei mettendosi davanti a me come per farmi da
scudo.
Fissa
Sirahel che tira un sospiro di sollievo e mentre io poggio la mano
sulla sua schiena per tranquillizzarlo, Myriam fissa l'Arcangelo con
aria di sfida.
Sirahel
la guarda e le si avvicina. Sono a pochi millimetri l'uno dall'altra.
“Ascoltami
attentamente” le sussurra duro l'Arcangelo “Vattene
via da qui,
immediatamente e lascia Allison in pace. Dillo anche ai tuoi amici
“ribelli”. Se qualcuno si avvicina a lei,
interverrò e ti giuro,
io.. ti giuro, che non c'è alcuna possibilità che
il mio pugnale ti
colpisca al braccio invece che al cuore.”
Myriam
abbassa per un attimo lo sguardo e poi lo guarda sorridendo.
“Va
bene..” dice strafottente.
Rimane
a fissarlo per un attimo e quando di colpo Cass urla avvicinandosi a
lei e colpendola mortalmente, non capisco perchè l'ha fatto.
Inizialmente
credo che sia colpa della rabbia per quello che lei ha fatto a me, ma
poi mi accorgo che Myriam aveva un pugnale e che l'avrebbe senza
dubbio usato per uccidere Sirahel.
Sospiro
e mi passo una mano sul viso.
Sirahel
e Castiel si fissano in un grato silenzio ed io crollo dando sfogo ad
ogni mia paura e.. dolore.
Cass
si volta verso di me e delicatamente mi accarezza il viso ferito.
Lo
so che non dovrei, ma ho un sacco di tensione accumulata che si sta
sciogliendo piano.
Singhiozzo
e mi stringo a lui affondando il viso sul suo torace.
Lui
rimane fermo per un attimo e poi mi stringe delicatamente.
“Va
tutto bene amore mio..” mi sussurra baciandomi i capelli
“Va
tutto bene..”
Annuisco
e cerco di calmarmi. Sono tra le sue braccia adesso e andrà
tutto
bene.
*****
Allison
continua a singhiozzare tra le mie braccia.
Credo
che non abbia mai avuto tanta paura come oggi, si è sentita
in
trappola e impotente.
Anche
io mi sono sentito così, credevo che l'avrei vista morire e
poi
avrebbero ucciso me.
Myriam
è morta. Finalmente aggiungerei. Non è edificante
dirlo ma... mi è
piaciuto tagliarle la gola.
Voleva
ammazzare anche Sirahel, un arcangelo.
Quale
pazzo alzerebbe un'arma contro un arcangelo?
Persino
Anna, per quanto... folle sia diventata, vedendo il nostro antico
superiore si è messa sull'attenti.
Sospiro
accarezzandole i capelli. Quella traditrice non minaccerà
più Ally,
né minaccerà qualcun altro. Ma chissà
quanti come lei si
nascondono nella mia guarnigione e nelle altre.
Guardo
verso Sirahel che si avvicina a noi, non ho mai visto in lui uno
sguardo più.. umano. È pallido.
Mette
una mano sulla mia spalla e me la stringe, mentre posa l'altra sul
capo di Allison.
“Ragazzi
miei...” mormora con un tono triste.
Io
lo guardo negli occhi e sento tutto il suo affetto paterno verso di
noi, la sua Grazia vibra in un modo che mi è sconosciuto,
non saprei
descrivere cosa sia di preciso ma giurerei che si tratta di....
dolore e paura.
“Grazie
Sirahel... senza di te... non so cosa sarebbe successo.” gli
dico
con voce stanca.
Lui
scuote il capo. “Avrei dovuto intervenire prima, ma non mi
ero
accorto di quanto stava succedendo qui. E inoltre volevo evitare di
farmi vedere per... ovvie ragioni... ma la situazione richiedeva
necessariamente il mio intervento in prima persona.” mi
spiega.
Io
annuisco serio, conscio del fatto che si è esposto molto per
noi, e
gliene sono grato.
“Sono
io piuttosto che devo ringraziare te” mi dice a bassa voce
“Myriam
voleva uccidermi, e ci sarebbe riuscita se non.. l'avessi preceduta.
Grazie figliolo...”
Ricevere
la gratitudine di Sirahel mi disorienta, lo fisso senza risponde e
lui sorride. “Smettila di fare quello sguardo da cucciolo con
me,
Cass. Conservarlo per la tua ragazza.” mi dice riferendosi ad
Allison ancora stretta a me.
Non
singhiozza più ma trema ancora, ha bisogno di me e lascio
che trovi
conforto tra le mie braccia.
“Ti
sto sporcando tutto di sangue...” sussurra contro il mio
petto.
Io
sorrido e le prendo il viso tra le mani per guardarla negli occhi.
“Quale sangue?” le chiedo con dolcezza.
Allison
si tocca il viso e si accorge che le sue ferite non ci sono
più.
“Mi
hai guarita!” esclama stupita.
Io
annuisco. “Sono pur sempre un angelo...”
Allison
mi guarda negli occhi e mi accarezza una guancia sorridendomi tra le
lacrime, poi si ricorda di Sirahel, lo guarda e si allontana un po'
da me.
L'arcangelo
si accorge di questo e ridacchia. “Dolcezza... davanti a me
potete
anche baciarvi, non mi scandalizzo di certo. E inoltre”
aggiunge
tornando serio “stare lontani non vi mette al riparo dai
guai.”
“Anche...
Anna è passata dalla parte dell'Inferno?” chiede
Allison.
“No
non credo,” risponde Sirahel “non coscientemente
almeno. Lassù
ci sono alcuni.. specialisti nel lavaggio del cervello, come dite voi
umani. E sospetto che con Anna, Myriam l'abbia spuntata
subito.”
dice guardandomi attentamente.
Myriam
ha fatto leva sulla sua gelosia per spingerla ad uccidere Allison.
Noi angeli non sappiamo gestire la gelosia, proprio no.
Diventiamo
particolarmente spietati quando siamo gelosi.
“Sirahel”
lo chiamo ottenendo la sua attenzione “non posso lasciarla
sola,
non è bastato giurare tutto quello che mi chiedevano,
Allison sarà
sempre in pericolo. Non me ne andrò
più.”
Lei
mi guarda illuminandosi e quasi mi sembra di sentire il suo cuore che
accelera il battito.
“Cass...”
inizia l'arcangelo con un sospiro “questa si chiama sfida. Tu
lo
sai meglio di me... non amano essere sfidati.” mi avverte.
“Lo
so. E se servisse a qualcosa me ne starei più lontano
possibile, ma
non servirebbe proprio a nulla. Non ci sono solo gli angeli regolari
a preoccuparmi, ma la marmaglia come Myriam. Uriel era come lei... e
anche se non mi disse i nomi, so per certo che ne aveva convertiti
altri. Di Anna non so che pensare, forse è solo una pedina
inconsapevole di questo gioco o forse no. Ma la guerra è
già
iniziata, comandante, manca solo il loro generale.”
L'ho
chiamato comandante senza neanche rendermene conto, ma invece di
suscitare la sua ira, lo vedo sorride leggermente compiaciuto.
Credo
che non gli dispiaccia affatto sapere che nonostante tutto, io lo
considero ancora il mio comandante.
“Hai
ragione ragazzo mio, temo di aver sottovalutato un po' la situazione.
Il gesto di Myriam che tu hai sventato, mi ha fatto capire che ormai
non esiste più nulla.. né gerarchie né
timore. Traditori come lei
oserebbero colpire chiunque dei superiori, la guerra è
decisamente
iniziata.”
“Cosa
dobbiamo fare?” domanda Allison sia a me che all'arcangelo.
Sirahel
la guarda con benevolenza e le sorride. “Tu nulla bambina, a
parte
badare a te stessa nei momenti in cui Castiel dovrà per
forza
assentarsi.” le risponde.
“Okay..”
bisbiglia annuendo.
L'arcangelo
la fissa perplesso. “Ehi... ma sei davvero tu?
Dov'è finito il tuo
caratterino? Sembri la versione femminile di Castiel!” la
prende in
giro, ma la domanda è serissima.
Io
dovrei essere leggermente offeso nel sentirmi usare come sinonimo di
sottomissione e accondiscendenza, ma sono preoccupato per Ally e non
riesco a pensare ad altro.
“Ho
avuto giornate migliori... per oggi ho combattuto
abbastanza...”
afferma lei con un sospiro.
“Portala
a casa, Cass. Prenditi cura di lei” mi dice Sirahel in tono
serio,
accarezzando la guancia di Allison.
Io
annuisco lentamente. “Lo farò. Grazie...”
“State
attenti” ci avverte “io.. cercherò di
proteggervi da lontano, ma
capitemi se non potrò essere assiduamente
presente.”
“Grazie
Sirahel” gli dice Allison “grazie di tutto. Anna
stava per...”
L'arcangelo
solleva una mano. “Allison... non c'è bisogno che
tu dica nulla.
Per quanto mi sarà possibile, non permetterò che
vi facciano del
male, a nessuno dei due.” e così dicendo, schiocca
le dita e
sparisce dai nostri occhi.
Io
e Ally ci guardiamo negli occhi e lei mi si avvicina e mi abbraccia
stretto. “Portami a casa....” sussurra chiudendo
gli occhi.
Quando
li riapre siamo nel suo salotto, si guarda intorno come se cercasse
qualcuno.
“Siamo
soli tesoro... non c'è nessuno..” la rassicuro
intuendo i suoi
timori.
Si
volta a guardarmi e i suoi occhi sono di nuovo colmi di lacrime.
“Questa volta ero sicura che saremmo morti, sai?”
mi dice con la
voce rotta dal pianto. “Erano determinate a farci
fuori..”
“E'
colpa mia Ally.. ho di nuovo preso la decisione sbagliata.”
mi
colpevolizzo accarezzandole il viso “Se fossi rimasto con te,
non
sarebbe successo... ti hanno trovata sola e ne hanno
approfittato...”
Lei
scuote il capo. “No.. sarebbe successo comunque, anzi..
magari
sarebbe andata peggio... ma ora non mi importa. L'unica cosa che
conta è che ora sei con me... non te ne andrai,
vero?”
“No”
affermo deciso “Ora basta. Dividerci non è servito
a nulla...
tanto vale restare insieme e... vedere cosa accadrà. Non me
ne
andrò.”
Allison
sorride ma poi improvvisamente fa una smorfia di dolore toccandosi un
fianco.
“Cosa
c'è?” le domando preoccupato.
“Credo
sia una costola....” risponde dolorante.
Io
le passo le mani sul busto ed effettivamente sento la lesione... tre
costole incrinate.
“Ci
penso io...” e in un attimo la guarisco.
“Wow,
che medico solerte!”
Io
accenno un sorriso. “Almeno non sono più un
idraulico...”
Allison
fa una risatina divertita, finalmente.
“Devi
riposarti Ally... sei sfinita...” le dico apprensivo.
Lei
annuisce. “Hai ragione... non ce la faccio
più.” e fa per
avviarsi verso le scale.
“Aspetta”
la fermo prendendola per una mano “ti ci porto io.”
e la sollevo
tra le braccia.
In
un attimo siamo in camera sua, l'adagio dolcemente sul letto e mi
siedo accanto a lei, sistemandole una coperta addosso.
“Riposati.”
le ripeto accarezzandole la fronte.
“Stenditi
accanto a me.” mi chiede facendomi spazio.
Io
le sorrido e obbedisco, avvolgendola in un abbraccio nel quale lei si
abbandona totalmente. Inizia a piangere di nuovo.
“Basta
piangere amore... basta... ora ci sono io.” le sussurro.
“E'
per questo che piango” mi risponde tra le lacrime
“credevo di
averti perduto per sempre...”
Sospiro
e la stringo più forte a me. “Ma ora sono
qui.”
“Sì.
Ora sei qui.” ripete sospirando a sua volta.
Lentamente
si addormenta, il suo respiro diventa regolare e profondo e il suo
corpo si rilassa contro il mio.
Nonostante
tutto, adesso mi sento in pace.
Myriam
non aveva assolutamente idea di cosa sia l'amore.
|
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Capitolo 18 *** You and me? Human and angel ***
You
and me? Human and angel
Un
occhio nero, il naso ferito, il labbro spaccato, tre costole
incrinate e qualche livido sparso qui e lì, sarebbero le
ferite sul
mio corpo se Castiel non mi avesse guarita.
E'
rimasto qui con me a tenermi stretta tutta la notte.. A farmi sentire
al sicuro.
E
stamattina, io sto benissimo.
Voglio
vivere una giornata normale e spensierata, e spero che chiunque mi
voglia male, e per quel che ho capito sono molti, mi lasci viverla.
Apro
gli occhi senza pensarci un attimo di più. Stavolta non ho
paura che
Castiel non ci sia.
So
che c'è, lui mi ama ed abbiamo appurato che stare lontani ci
crea
gli stessi problemi, quindi tanto vale affrontarli insieme questi
guai.
Mi
giro verso la parte di letto riservata al mio messaggero ma lui non
c'è.
Oh
no!! Forse ho fatto troppo in fretta a dire che non avevo nulla da
temere.
Mi
alzo piano e mi stiro ben bene.
Se
se n'è andato avrà i suoi buoni motivi, ma io
voglio saperli..
Alzo
gli occhi e prendo un grosso respiro prima di chiamarlo.
Ma
mi fermo e un forte odore di bruciato mi avvolge..
“Ma
che succede?” chiedo a me stessa.
Scendo
sotto di corsa e Castiel è in cucina.. Sta.. armeggiando coi
fornelli?
Ma
che fa?
Sospiro
e lo raggiungo spegnendo le uova sul fuoco.
“Castiel
che fai?” gli chiedo.
Lui
mi guarda. E' disorientato, per la prima volta da quando lo conosco
sembra.. perso.
Il
suo impermeabile è distrattamente poggiato su una sedia e
lui ha in
mano una padella.
Mi
guarda e mi sorride, si avvicina e mi bacia la bocca delicatamente.
E'
un gesto molto umano ma mi riempie di tenerezza..
“Volevo
prepararti la colazione!” mi dice.
Annuisco
e gli sorrido. Prendo la padella che ha in mano e la poggio sul
tavolo, dopodiché gli prendo le mani tra le mie.
“Capisco!”
gli sussurro “Beh, prima di tutto.. Io sono una ragazza da
latte e
corn flakes e non da uova al tegamino.”
Lui
annuisce e intreccia le sue dita alle mie.
“Secondo,
apprezzo molto che tu voglia prepararmi la colazione, ma le uova si
bruciano se le lasci sul fuoco più del necessario. E terzo..
Castiel, questo è un gioco a cui non possiamo
giocare.”
E'
confuso, piega la testa di lato e corruga la fronte.
“Di
che gioco parli?” mi chiede.
Sospiro
e mi siedo sul ripiano della cucina.
“Tu
sei un angelo e stando accanto a me stai diventando troppo.. umano.
Ti comporti proprio come un umano. Voglio dire, stai armeggiando con
le padelle.” gli dico guardandomi intorno.
Lui
sospira e scuote il capo.
“Volevo
solo prepararti da mangiare, non volevo bruciare le uova o..”
cerca
di giustificarsi.
Sospiro
e gli poggio un dito sulla bocca per zittirlo.
Rido appena e gli
prendo il viso tra le mani.
“Non
ti sto rimproverando.. Sto solo dicendo che in quanto angelo non
dovresti cucinare uova al tegamino. Ed io, in quanto umana, non
dovrei fare cose tipo sfidare gli angeli con tono insolente o minacce
varie.” gli dico ancora “Sopratutto considerando
che potrebbero
disintegrarmi con uno sguardo..”
Lui
sospira e mi accarezza i capelli.
“Qual
è il punto?” mi chiede.
“Il
punto è che, magari è proprio questo il nostro
punto di forza
insieme..” gli dico “Tu mantieni me umana ed io
mantengo te
angelico.. Senza rinunciare a noi. Che ne pensi?”
Lui
ci pensa su un attimo e poi si massaggia il mento con fare
riflessivo.
“Credo
che tu stia diventando saggia.” mi dice.
Lo
guardo per un po' e poi sbuffo... “Io odio la
saggezza.”
Lui
mi guarda e scuote il capo, poi scoppia a ridere. Mi aiuta a scendere
dal ripiano della cucina e mi prende del latte facendomi sedere a
tavola.
*****
Mi
dispiace Jimmy, il tuo aiuto non mi è servito a molto....
Allison è
una ragazza.. frugale.
Non
fa colazione come la tua famiglia.
La
guardo da un po' più distante e sospiro. Ha ragione... non
è un
gioco che possiamo fare, quello di fingerci persone normali.
Soprattutto
io, non lo sarò mai.
Un
angelo innamorato non è normale, decisamente. Non avrei mai
immaginato di conoscere l'amore umano....
“Cass?”
mi chiama Ally interrompendo il flusso dei miei pensieri.
“Dimmi.”
“Ma
tu non mangi mai? Voglio dire... non avverti mai la fame?” mi
domanda seria allontanando la propria tazza ormai vuota.
Io
rifletto un attimo e poi mi avvicino a lei, sposto una sedia e mi
siedo al tavolo. “No... non mi è mai capitato,
ancora.”
“E
il tuo tramite? Non ha... fame?”
Sorrido
della sua curiosità e della sua espressione quasi
preoccupata per le
sorti di Jimmy.
“No,
credo di no... vedi, quando un tramite viene occupato da uno di
noi... il suo corpo resta come... sospeso. Mantiene le sue funzioni
vitali: battito cardiaco, respirazione, circolazione sanguigna,
funzioni cerebrali. Per tutto il resto...”
“Va
in letargo.” mi aiuta Allison strappandomi un sorriso.
“Sì,
va in letargo... più o meno.”
Lei
annuisce pensierosa, poi mi guarda e riprende a parlare.
“Quindi
voi angeli... passate l'eternità senza dormire, senza
mangiare e
sempre in combattimento?”
“Oh
no” obbietto io scuotendo il capo “non combattiamo
sempre... noi
soprattutto... vigiliamo.” le spiego.
“Per
tutta l'eternità? Non è un giorno o un anno...
migliaia di anni!”
esclama meravigliata.
“Per
noi il tempo non esiste” le dico alzando le spalle
“non..
soffriamo la noia o la fatica.”
Allison
sospira e poggia il mento sul palmo della mano. “Io morirei..
deve
essere monotono da impazzire!”
“Te
l'ho detto, sono concetti a noi estranei....”
“Niente
musica... niente Tv... niente cinema.... niente internet... ecco
perché quando faccio una citazione tu non la
capisci!”
“Esatto.”
Ci
guardiamo in silenzio per un po', lei allunga la mano e prende la
mia.
“Sai...
spesso provo a ricordarmi di quando.. ecco.. sei venuto a prendermi..
ai piani bassi. Ma non ci riesco... non riesco a visualizzare la tua
luce....” sospira accarezzandomi il palmo.
Porto
la sua mano verso le labbra e la bacio.
“E'
normale... non sei stata tu a vedermi, ma la tua anima...” le
spiego dolcemente.
“Però
mi piacerebbe... vederti. Te, voglio dire.”
Ammetto
di sentirmi lusingato dal suo desiderio di vedere il mio vero
aspetto, ma so anche che per lei sarebbe pericolosissimo.
“Amore
…. i tuoi occhi non lo sopporterebbero” le dico
con un sorriso “è
per questo che abbiamo i tramiti, gli umani non sopporterebbero la
nostra... luce. Dovrai accontentarti di questo.” concludo
indicando
me stesso, cioè Jimmy.
Lei
sorride divertita. “Direi che posso accontentarmi...
sì!”
afferma stringendomi la mano.
Poi
si alza e mette tazza e posata nel lavandino, si volta verso di me
guardandomi come se avesse avuto una brillante idea.
“Che
ne dici se andiamo al cinema?”
Io
la fisso interdetto per alcuni istanti. “Cinema?”
ripeto alzando
un sopracciglio. Oddio adesso assumo anche le sue espressioni...
“Sì,
grande sala... grande schermo... popcorn...” mi spiega
ironica.
Corrugo
la fronte un po' offeso. “Sì, tecnicamente so che
cos'è un
cinema” le faccio notare “sono un angelo, non un
troglodita. La
mia perplessità sta nel perché dovremmo fare una
cosa del
genere...”
Allison
si stringe nelle spalle. “Tu non hai mai visto un film in
vita tua,
vero? Sarebbe carino farlo insieme.. io adoro i film!”
Storie
finte da vedere al buio.... non ci vedo nulla di così
entusiasmante.
Ma per Allison invece lo è, per cui
l'accontenterò.
“Ok...
andiamo.”
Lei
mi fissa sorpresa. “Sul serio? Già
convinto?” mi domanda
avvicinandosi.
“Sì,
non sarà così terribile, credo.”
rispondo semplicemente.
Allison
sorride compiaciuta e si china per baciarmi sulle labbra.
“Sei
adorabile!” mi lusinga dopo avermi baciato.
Io
mi alzo dalla sedia e lei mi squadra attentamente.
“Però...
dobbiamo fare qualcosa per il tuo stile...” annuncia seria
mettendosi le mani sui fianchi.
“Temo
di non capire.” le dico sincero.
“Cass...
Jimmy è carino... è un uomo giovane... e allora
perché si veste
già come un cinquantenne?”
“Continuo
a non capire.” ripeto non riuscendo a seguire il suo discorso.
Allison
sospira sonoramente e mi prende per mano. “Vieni con me,
messaggero
spettinato che non sei altro...” e mi guida su per le scale.
Entriamo
in una stanza che non è la sua, apre un armadio e dopo aver
rovistato per un po', ne tira fuori un paio di jeans, una maglia e
una giacca. Mi riprende per mano senza dire una parola e usciamo da
lì, per andare nella sua stanza.
“Su..
metti questi.” mi dice mettendomi in mano quegli indumenti.
“Allison...
non vanno bene i vestiti che indosso?”
Scuote
il capo. “Non per un cinema. Dovrebbero essere della tua
misura,
più o meno. Su avanti... per non metterti in imbarazzo
aspetto fuori
dalla porta.” mi dice maliziosa, poi si avvia sul serio verso
la
porta ed esce, socchiudendola.
Io
resto con questi vestiti in mano e un po' di confusione in testa. Ma
ho l'impressione che dovrò accontentarla.
Anzi,
voglio accontentarla.
Poso
i vestiti che mi ha dato lei sul letto e inizio a togliere i miei.
*****
Castiel
si sta cambiando nella mia stanza ed è lentissimo.. Io devo
ancora
farmi la doccia, vestirmi e sistemarmi i capelli arruffati.
Non
posso credere che andrò al cinema con il mio ragazzo... ops,
angelo.
Già
me lo immagino.. io e lui che ci teniamo per mano camminando
normalmente tra la gente.
Sospiro
e chiudo gli occhi immaginando già come starà con
quei jeans,
quella maglietta e quella giacca che gli ho dato.
Ho
cercato di dargli dei colori chiari che facciano risaltare i suoi
occhi blu e la sua pelle di porcellana.
Quegli
abiti erano di mio fratello, che non era molto diverso da lui in
quanto a colori.
Matt,
mio fratello, aveva anche lui occhi chiari e una pelle chiara..
L'unica cosa diversa da Castiel, a parte essere un vampiro spietato,
era il colore dei capelli.
Castiel
li ha scuri, mio fratello li aveva chiari.
Mi
metto una mano sugli occhi per coprirli ed entro dentro la mia
camera.
“Non
voglio sbirciare, infatti mi sono coperta gli occhi.. Solo che io
devo farmi la doccia, vestirmi, sistemarmi i capelli e farmi bella
per te.. E tu sei lento.” gli dico senza guardarlo.
Lui
sospira e, immagino, scuote il capo.
“Non
conosci il detto chi va piano va sano e lontano? ”
mi chiede “E poi, scopriti gli occhi, sono pronto ma anche se
non
lo fossi qui non c'è niente che tu non abbia già
visto.” dice
sarcastico.
Rimango
per un attimo basita.. Quello che ha appena detto mi sorprende. E
sorprende anche lui.
Infatti
quando sposto la mano dagli occhi lui si sta tenendo la testa tra le
mani e scuote il capo con gli occhi chiusi..
“Oh
cielo!! L'influenza di Dean inizia a farsi sentire.”
sentenzia.
Io
cerco di non ridere, ma non ci riesco e scoppio in una fragorosa
risata, che diventa un sorriso dolce non appena realizzo che, con
indosso quei vestiti che gli ho dato, è ancora
più bello di prima.
Faccio
un grande respiro e mi poggio alla parete..
“Wow!”
gli dico “Sei davvero.. Bellissimo.”
Lui
si schiarisce la voce imbarazzato ed io mi ricordo che non è
abituato alle lusinghe umane.
Sospiro
e cerco della biancheria e dei vestiti..
“Ci
metterò 30 minuti circa a prepararmi.. Puoi aspettare qui o
di
sotto, come preferisci tu.” gli dico.
Gli
do un bacio sulla guancia ed entro nel bagno.
Faccio
la doccia più veloce di tutti i tempi e poi mi vesto. Mi
asciugo i
capelli velocemente e prendo la giacca.
Non
ricordo più com'è andare al cinema.
Però
ricordo che indossare cose comode e carine è la scelta
migliore.
Così
ho optato per dei pantaloncini verde militare, canotta bianca e
giacchetta marrone. Una collana ed un anello ad abbellire il tutto e
una piccola pochette. Il tutto concluso da un paio di ballerine
rigorosamente senza tacco.
Io
i tacchi proprio non li sopporto..
Lascio
i capelli sciolti e un po' spettinati e scendo di sotto.
Castiel
è poggiato al divano e mi attende come il più
normale degli uomini.
Mi
guarda e sospira raggiungendomi sulle scale prima che io scenda
l'ultimo gradino..
“Ed
io che credevo di aver visto ogni meraviglia al mondo..” mi
sussurra “Mi sbagliavo a quanto pare..”
Sorrido
e poggio la fronte sulla sua senza dire niente.
“Andiamo
adulatore..” gli dico infine prendendolo per mano.
Prendo
le chiavi della macchina e mi fermo.
“Ti
va di camminare a piedi? E' una bella giornata.”
Lui
annuisce ed io poso le chiavi dell'auto. Poi usciamo.
Arriviamo
al cinema dopo una buona ora di passeggio.. Ce la siamo presi comoda
e comunque la sala è lontana da casa mia..
C'è
un sacco di gente e 8 film in programmazione: 4 classici e 4 appena
usciti.
Mi
guardo intorno e poi scelgo cosa vedere: Vi presento Jo Black.
D'altronde
quale film è più adatto a noi di uno in cui
l'angelo della morte si
innamora di un'umana?
Faccio
i biglietti e lui mi segue tenendomi per mano.
Compro
dei popcorn e poi prendiamo i nostri posti.
“Cosa
vedremo?” mi chiede.
“Vi
presento Jo black.”
Lui
annuisce sicuro e poi mi guarda.
“E
di che parla?” chiede.
“Dell'angelo
della morte che si innamora di un'umana. E poi alla fine vorrebbe
portarla con sé per non separarsene.” gli spiego.
Lui
mi guarda perplesso e poi si schiarisce la voce.
“Morte
è sempre stata egoista.”
Scuoto
il capo e mangio dei popcorn.
“Ti
piacerà! Questo film è molto bello.”
Lui
mi guarda e mi bacia la mano dolcemente..
“Credo
che questa cosa del cinema potrebbe anche piacermi.” mi dice.
Lo
guardo e sorrido, poi poggio i popcorn sul porta barattolo e mi
arrotolo un po' le maniche della giacca.
Mancano
ancora pochi minuti al film..
“Posso
farti una domanda?” gli chiedo.
“Certo.”
“Ma
tu, compari nelle foto e negli specchi? O sei come i vampiri dei
vecchi film che non potevano vedere il proprio riflesso?”
E'
una domanda stupida, ma ho solo voglia di giocare, ecco
perchè l'ho
chiesto.
E
poi adoro.. quello..
Quella
sua espressione perplessa e sconcertata.
“Tu
guardi troppi film Allison..” mi dice “Dovresti
venire meno
spesso al cinema..”
Rido
e guardo lo schermo.
Il
film inizia e il chiacchiericcio intorno si affievolisce fino a non
sentirsi più.. Do a Castiel un bacio leggero e poi in
silenzio
guardiamo il film.
*****
Usciamo
dal cinema circa due ore dopo.
Mi
sento stordito e perplesso, Allison è soddisfatta mentre io
non
capisco molte cose.
“Allora
Cass.. che ne pensi del film?” mi domanda prendendomi per
mano.
Io
la guardo e rifletto per un attimo. “Non lo so...
è.. strano.”
Lei
ride. “Beh... l'idea di un angelo che si innamora di un'umana
non è
poi così insolita...” mi dice alludendo a me.
“No,
non è questo....è che... come fanno a
saperlo?”
Allison
si ferma e mi guarda aggrottando le sopracciglia. “Sapere
cosa?”
Sospiro
e guardo in alto, poi torno a guardare lei. “Dei tramiti...
il
ragazzo del film è un tramite... alla fine l'angelo lo
abbandona...”
“Oh”
esclama lei “hai ragione! Non ci avevo... pensato.”
“Chi
ha scritto quella storia... deve saperne qualcosa,
sicuramente.”
sentenzio io serio... e un po' preoccupato anche.
“Magari
l'ha scritta un tramite.” ipotizza Ally con un sorriso.
Alzo
le spalle. “Può essere... comunque mi sembra
troppo esplicito per
essere una coincidenza....”
“Comunque”
mi interrompe “ti è piaciuto?”
La
guardo e lentamente scuoto il capo. “Se devo essere sincero,
non
molto...”
“E
perché?”
“Alla
fine lui va via.... è triste... mi ricorda..” ma
non termino la
frase, non ce n'è bisogno.
Allison
è diventata triste, mi guarda negli occhi e mi abbraccia
stretto
sospirando.
“E'
vero... lo ricorda anche a me...”
“Mi
dispiace” mi scuso accarezzandole i capelli “ti ho
rovinato
tutto.. con questi discorsi...”
Lei
scioglie l'abbraccio e mi sorride, prendendomi il viso tra le mani.
“Non dire sciocchezze!” mi rimprovera scherzando
“Non hai
rovinato proprio un bel niente. Sei stato perfetto, mi hai
assecondata come... non sempre fanno gli umani con le proprie donne.
Sei magnifico.” e si allunga verso di me baciandomi sulla
bocca.
Rispondo
al suo bacio e ricambio il sorriso, mentre dietro di lei un uomo la
fissa con insistenza, squadrandola dalla testa ai piedi. Quando si
accorge del mio sguardo assassino, punta gli occhi su qualcos'altro.
“Cass
che c'è?” mi domanda preoccupata.
“Nulla”
rispondo io “ma la prossima volta.. ti sarei grato se potessi
evitare di.. uscire così...”
Allison
sgrana gli occhi, poi si volta e nota l'uomo con il quale sto ancora
scambiando sguardi carichi di risentimento, capendo cosa stava
succedendo.
“Tu
sei geloso!” esclama scoppiando a ridere.
“Non
c'è niente da ridere” obbietto un po' alterato
“non so
gestire... questa cosa... la gelosia. E potrei diventare
pericoloso...”
“Oh...
il mio angioletto spettinato è geloso!” mi prende
in giro
ridacchiando. “Ma non devi... io sono solo tua...”
mi assicura
tornando seria.
Io
la guardo e le accarezzo il viso. “Sul serio?”
“Certo,
pensavo fosse chiaro...” mi risponde prendendomi le mani tra
le
sue.
“Io
non ho mai avuto niente.... niente e nessuno mi apparteneva. Non
avevo neanche me stesso...”
Ecco,
sto di nuovo rovinandole tutto! Sono un dannato malinconico... e
trascino nella tristezza anche Allison.
“Lo
so” mi dice con un sospiro “ma ora hai me. E io ho
te. Sai di
essere mio, vero?”
Annuisco
convinto. “Sì, ho avuto questa
sensazione...”
Allison
ride piano e mi riprende per mano, intrecciando le dita con le mie.
“Torniamo a casa?” mi chiede.
“Sì.”
le rispondo io lasciandomi tirare per mano.
Camminare
tra la gente mi mette un po' a disagio, come se mi sentissi... fuori
posto. Non è sempre stato così, prima ignoravo le
persone. Ora mi
sento osservato, non so perché.
L'unica
mia ancora di salvezza è lei, che mi guida tra la folla
stringendomi
la mano. Forse capisce il mio disagio.
Torniamo
a casa nel primo pomeriggio, Ally butta la borsa sul divano e si
dirige in cucina e io la seguo.
Si
toglie la giacca posandola sul tavolo, prende una mela e l'addenta.
È..
bellissima e sensuale, la osservo in tutti i suoi movimenti e
deglutisco a vuoto, completamente rapito da lei.
“Cass?
Tutto bene?” mi domanda preoccupata, avvicinandosi a me.
Io
non rispondo, continuo a guardarla e le accarezzo le braccia nude,
poi la prendo per la vita e l'attiro a me, coinvolgendola in un bacio
decisamente poco casto.
Allison
lascia cadere la mela a terra e mi passa le braccia intorno al collo,
mentre il nostro bacio diventa sempre più impetuoso.
Si
stacca da me e senza dire nulla, mi prende per mano e mi guida in
salotto e poi su per le scale.
Entriamo
in camera da letto e lei si volta verso di me, sorridendomi appena e
accarezzandomi il viso.
“Ti
amo...” le dico perdendomi nei suoi occhi
“qualsiasi cosa
succeda... non dimenticarlo.”
“Siamo
insieme” risponde lei togliendomi la giacca “non
succederà nulla
finché saremo insieme...”
Sorrido,
anche se dentro di me c'è qualcosa che non va: la sensazione
che
qualcosa ci dividerà di nuovo. Ma non voglio pensarci
adesso, ora
voglio solo stare con lei...
Le
tolgo la maglietta e sbottono i suoi... minuscoli pantaloni, che
scivolano a terra. Allison mi aiuta a togliere questi vestiti per me
nuovi, e quando tra di noi non è rimasto nessun indumento,
ci
avviciniamo al letto e ci sdraiamo.
Non
è la prima volta che facciamo l'amore, ma qualcosa
è diverso. O
forse sono io, ad essere diverso.
La
bacio con impeto e poi, guardandola negli occhi, la prendo facendola
sussultare.
Stringe
le gambe intorno a me e asseconda i miei movimenti sempre
più
intensi, mentre i nostri respiri diventano sempre più
rapidi.
Io
la adoro, mi fa sentire unico, amato, si arrende totalmente a me
chiedendo solo amore in cambio.
L'apice
sorprende entrambi nello stesso istante, scuotendoci per intensi
momenti, facendoci perdere nell'oblio dell'estasi...
“Ti
amo....” mi sussurra ancora ansimante e abbracciandomi forte.
Io
le bacio il collo e mi sollevo sulle braccia per guardarla.
“Non
riesco a spiegarti cosa provo...” le dico sincero,
accarezzandole i
capelli mentre lei mi sorride.
Poi
mi sdraio su un fianco e lei posa il capo sul mio petto, sospirando
appagata.
Le
accarezzo un braccio ed è in questo momento che sento un
richiamo.
“Castiel...
vieni immediatamente qui!”
La
voce di Zachariah mi perfora la mente.... inizio a tremare e non
riesco a fermarmi.
Allison
alza la testa e mi guarda. “Castiel? Cos'hai? Stai
tremando!”
Io
mi metto seduto costringendo anche lei a sedersi. “Mi stanno
chiamando...” mi limito a dire.
Lei
sgrana gli occhi. “Oh mio Dio....” mormora
spaventata.
“Non
preoccuparti.... non sono qui... ma.. devo andare immediatamente...
perdonami...” e mi alzo dal letto.
“Castiel..
che succede? Cosa vogliono?”
“Non
lo so, ma devo andare.” ripeto rivestendomi con i miei soliti
abiti.
Allison
salta giù dal letto avvolgendosi con un lenzuolo.
“Cass... non
andare...” mi prega.
“Devo...
se non vado... è peggio...tornerò appena
possibile.. non voglio
lasciarti.” la rassicuro accarezzandole una guancia.
“Non
è questo..” mi risponde “è
che.. ho un brutto presentimento....
non andare...”
Anche
io ho questo brutto presentimento.. c'è qualcosa che non va,
e lo
sentiamo entrambi. Ma non voglio spaventarla.
“Sta'
tranquilla amore mio... non accadrà nulla.. vedrai.
Tornerò
presto.” ma in realtà non lo so.
La
bacio dolcemente sulle labbra mentre lei mi guarda con occhi
tristi...
“Ho
paura Castiel...”
“Non
devi Allison... non accadrà nulla, non lo
permetterò...”
Lei
tenta di sorridere e mi accarezza il viso con entrambe le mani.
“A
presto amore mio...”
“A
presto vita mia...” e sparisco.
Non
gliel'ho detto, ma ho paura anch'io.
Ho
la sensazione di aver fatto l'amore con lei per l'ultima volta.
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Capitolo 19 *** When the time comes ***
When
the time comes
Mi
presento davanti Zachariah col cuore che martella furioso.
Ho
paura.
So
di aver fatto cose che ai suoi occhi sono terribili misfatti: sono
sceso all'inferno senza averne il permesso e ho riportato in vita
Allison, me ne sono innamorato e mi congiungo carnalmente a lei;
volevo avvertire Dean e Sam sulle reali intenzioni dei miei superiori
e ho ucciso Myriam, un superiore.
Mi
sorprende che non mi abbia già incenerito.
Invece
l'Arcangelo di fronte a me mi accoglie con un sorriso.
“Castiel”
inizia avvicinandosi “non l'avrei mai immaginato, ma ci hai
reso un
servigio eccezionale.”
Io
lo fisso e non capisco: di che sta parlando?
“Servigio?
Non so cosa...” mormoro perplesso.
“Sì,
hai eliminato Myriam, quella traditrice.” dice con acredine
storcendo la bocca. Sapevano del suo doppio gioco?
“Sai
ragazzo.. avevamo scoperto i suoi odiosi sotterfugi a favore
dell'inferno e avevamo spiccato già il... mandato di
cattura. Ma poi
veniamo a sapere che... giustizia era stata fatta per merito
tuo!”
conclude con un sorriso.
Io
non so cosa replicare.. una parola fuori posto e mi giocherei tutto
questo apparente favore che mi dimostra...
“Non
sono orgoglioso di aver ucciso un mio superiore” azzardo
timidamente “ma non posso neanche dire che mi
dispiace.”
Zachariah
annuisce lentamente. “Oh ma lo capisco, infatti sono sorpreso
nel
constatare quanto tu sia diventato... ardito! Ed è proprio
per
questo ottimo lavoro che ho deciso di glissare sulla tua....
relazione amorosa....”
Mi
sembrava strano che non se ne parlasse.
“Ma
non fare quella faccia, non ho intenzione di punire te o la tua
bella” mi rassicura in tono ironico “con tutto
quello che sta per
scoppiare, il mio ultimo pensiero sono le tue scappatelle d'amore.
Per quanto sia sconveniente per uno di noi averne, non mi pare giusto
punirti vista la tua... fedeltà. Anche se stavi scivolando
verso la
disobbedienza, ti sei ravveduto e servi ancora il Cielo come si deve.
E so per certo che lo farai fino alla fine...”
Tutto
il suo discorso dovrebbe sollevarmi, in pratica mi sta dicendo che
chiudono un occhio sulla mia passione per un'umana poiché ho
eliminato Myriam.
Ma
non mi sento per nulla sollevato, anzi la terribile sensazione che mi
accompagna da ore diventa sempre più forte.
“Posso
chiederti perché mi hai chiamato?” gli domando con
calma.
Lui
mette le mani dietro la schiena. “Beh vedi
giovanotto...” inizia
con un sospiro “... Dean Winchester ha segregato suo fratello
per
impedirgli di.. bere altro sangue di demone...”
Dio
ti ringrazio....
“...
quindi, tu devi andare a liberarlo.” continua con noncuranza.
Sgrano
gli occhi e vacillo per un attimo. “Ma così
lui...”
“...
diventerà abbastanza forte da uccidere Lilith. Il piano
è questo!”
mi annuncia entusiasta.
Già,
che stupido. È sempre stato questo il loro piano.
“Devi
andare tu perché casomai ti vedessero, non ti
attaccherebbero. Se
mandassi un altro...”
Mi
sta chiedendo di tradirli definitivamente. Dean si fida di me... o
almeno si fidava. Come posso fargli questo?
“Per
te non è un problema, vero Castiel?” mi domanda
con un tono di
voce minaccioso. La risposta non può che essere ovvia.
“No,
non lo è. Farò come mi ordini.”
assicuro abbassando il capo.
“Ottimo!
Vedi perché lascio correre i tuoi peccatucci? Sei tornato ad
essere
obbediente come sempre!” mi dice ridacchiando.
Annuisco
e sto per chiedere di potermene andare, quando Zachariah alza una
mano. “Un'altra cosa. So che sarà difficile per te
in quanto è
stata un tuo superiore, ma quando Anna si ripresenterà, e lo
farà
perché ha sempre avuto un debole per te, devi fare in modo
che venga
tratta in arresto.”
Mi
dispiace Anna, ma tra te e l'incolumità di Allison, non ho
scelta.
“Certo, lo farò.”
“Bene.
Puoi andare Castiel.” mi liquida con un gesto della mano.
Non
me lo faccio ripetere due volte, sparisco dalla sua vista e mi
trasporto a casa di Bobby, è qui che tengono rinchiuso Sam.
Dean
e Bobby dormono, non c'è nessuno a fare da guardia al povero
ragazzo.
Da
lontano faccio scattare la serratura e socchiudo la porta della
cella. Vedo Sam fare capolino, si guarda intorno ed esce.
Io
richiudo la cella e sospirando vado via...
Cosa
ho fatto?
Mio
Dio, cosa ho fatto?
È
arrivato il momento che tanto temevo: sta per iniziare
l'Apocalisse... moriremo tutti.
Sam
berrà sangue di demone, diventerà tanto potente
da uccidere Lilith,
l'ultimo sigillo.
E
Lucifero si innalzerà dagli inferi e camminerà
sulla Terra.
Non
posso tornare da Allison...
E
forse non potrò tornare da lei mai più.
*****
Castiel
se n'è andato da un po' oramai.
Era
giorno quando è volato via, ed ora è quasi
mezzanotte.
Chissà
perchè l'hanno chiamato.. Non so perchè, ma ho la
strana sensazione
che non lo rivedrò più.. O se lo
rivedrò, non sarà affatto
presto.
Sospiro
e prendo un bicchiere di acqua.
Mi
sento inutile ed in colpa..
Se
gli fanno male sarà solo io la colpevole di tutto.
Sapevo
che non poteva amarmi e sapevo che non sapeva gestire l'amore che
provava per me.. Era una cosa del tutto nuova per lui.
Ero
io che dovevo preoccuparmi di questo.. Ero io che dovevo tenermi a
distanza..
Ma
l'ho amato subito, fin da quando la sua luce mi ha portato fuori
dall'oscurità dell'Inferno.
E
quando mi ha stretto tra le braccia per la prima volta, facendomi
sua... non ho potuto più fare a meno di lui.
Non
so perchè l'hanno richiamato all'ovile.. spero non per
punirlo.
Magari
vogliono fargli sono una ramanzina paterna.. Si. Forse è
così!
Non
so chi sia l'addetto alle ramanzine lassù... Se
c'è un angelo
specifico, o se invece è proprio Dio in
“persona” ad occuparsi
di lui adesso.
“Se
è così, Dio..” dico parlando da sola
“Ti prego.. Non essere
severo con lui. E'.. è solo colpa mia se ha disobbedito e mi
ha
amato.. carnalmente.”
Mi
massaggio le tempie e sospiro profondamente.
“Non
avrei dovuto coinvolgerlo in tutta questa... Questa travolgente
passione umana. Non punirlo, io... Ti prego. Lo amo! E lui ama me..
Ma se Tu non vuoi che lo faccia, se Tu... preferisci che non accada
più.. se vuoi punire qualcuno, punisci me. Lui è
un bravo angelo..
E'.. Per favore, non punirlo.”
Mi
schiarisco la voce ed esco in giardino.. Fa fresco stasera e questo
è
davvero raro qui a Los Angeles.
Mi
tolgo velocemente maglietta e pantaloni e mi tuffo in piscina.
L'acqua
mi ha sempre rilassata.. Doccia, piscina, pioggia.. Mi sento sempre
al sicuro tra le gocce che mi stanno intorno.
Mi
sposto i capelli indietro e faccio una nuotata.. Torno a bordo
piscina dopo qualche minuto e piango.
Non
so perchè lo faccio.. Voglio dire, non so ancora se a
Castiel è
successo qualcosa.. Magari è solo dovuto passare da Sam e
Dean ed è
per questo che ha fatto tardi.
Lui
tornerà, me l'ha promesso.. E non mi mentirebbe mai..
Mi
chiedo come una giornata tanto meravigliosa come quella che abbiamo
passato oggi possa terminare con un senso di vuoto e paura come
quello che provo in questo momento..
Non..
non è normale, non è piacevole.. Non è
giusto!!
Devo
essere forte.. Io devo essere forte per entrambi, per me e Cass.
Lui
è troppo buono ed occupato a prendersi cura di me per essere
anche
forte..
Raggiungo
le scalette della piscina e provo ad uscire..
E
dico provo perchè sento un gran mal di testa..
Un
mal di testa violento, che mi blocca sul primo gradino e mi impedisce
di muovermi ancora.
Non
so cosa mi stia succedendo.. So solo che alcune immagini si
accompagnano al dolore..
Non
vedo niente di chiaro.
Tuttavia
riesco a distinguere alcuni elementi: Castiel, Dean e Sam, un uomo
che non conosco e poi del sangue che si raccoglie fino a formare una
specie di disegno. I Winchester sono lì, spaventati in mezzo
ad
un'accecante luce.
E
poi Cass.. sta davanti ad una finestra con l'uomo che non conosco e
d'un tratto viene avvolto anche lui da una luce abbagliante..
Vedo
una lacrima sul suo volto e poi.....
“No!!”
Apro
gli occhi ed urlo.. Non mi piace quello che ho visto. No.. Non
accadrà. Ho visto queste cose solo perchè sono in
ansia ed il mio
cervello ha risposto all'ansia e alla stanchezza in questo modo:
trasformando le mie paure inconsce in immagini.. Terribili immagini.
Scuoto
il capo per riprendermi e l'acqua si tinge di rosso..
Mi
tocco il naso e scopro che sto sanguinando..
Ho
il respiro affannato e sono spaventata..
E
se queste immagini fossero... No!!
Esco
dall'acqua e prendo un accappatoio dalla casetta degli ospiti in
piscina. Mi ci avvolgo e tremo un attimo..
Devo
stare tranquilla.. Cass tornerà.
Me
l'ha promesso!!
*****
Allison..
devo andare da lei, devo vederla un'ultima volta...
L'ho
lasciata da sola, ieri... non sa niente... e non deve sapere.
Ma
devo vederla per l'ultima volta nella mia vita.
Questa
volta l'ho fatta grossa sul serio, mi distruggerebbero comunque,
anche senza l'intervento dell'Arcangelo.
Lascio
Dean da Chuck e volo da Allison per l' ultima volta.
“Castiel!”
grida lei correndomi in contro sorridendo.
Ma
quando mi vede insanguinato, impallidisce.
“Cosa
hai fatto? Perché hai le mani piene di sangue?”
Ho
spedito Zachariah a casa...
“Niente..”
le dico “non è niente...” farfuglio
prendendole il viso tra le
mani, sporcandola di sangue.
“Cass...
cosa sta succedendo?” mi chiede con voce tremante
“Perchè ho
questa brutta sensazione? Dimmi qualcosa!”
Non
so cosa dirle... non ho le parole... sto per morire e lo so, e non ho
il coraggio di dirle nulla.
“Mi
dispiace amore mio... non doveva finire così... non
doveva...”
mormoro sul punto di piangere.
“Che
significa!?” mi chiede di nuovo prendendomi per
l'impermeabile “che
sta succedendo?!”
Mi
perdo nei suoi occhi colmi di lacrime e tento di sorriderle, poi
premo le mie labbra sulle sue, sicuro che sia l'ultima volta.
“Fa'
attenzione.... invoca Sirahel per qualunque problema, lui
arriverà
subito da te...” le raccomando accarezzandole il viso.
Allison
mi guarda disorientata. “Vai.. via per sempre? Mi lasci di
nuovo?”
Io
annuisco e deglutisco per ricacciare indietro le lacrime.
“Devo...
non ho scelta. Tra poco tutto sarà finito...”
“Mi
avevi promesso che non mi avresti più lasciata!”
urla scuotendomi
“sei un bugiardo! Un ipocrita!”
Potrei
farmi odiare, non soffrirebbe molto forse.... ma non voglio farmi
odiare da Allison! Non voglio morire sapendo che l'unico amore della
mia esistenza mi odia!
Le
prendo di nuovo il viso tra le mani e la bacio, lei tenta di
allontanarmi ma non glielo permetto: voglio avere il ricordo delle
sue labbra mentre l'Arcangelo mi punirà.
“Ti
prego perdonami... per tutto quello che non ti ho dato e che non ti
darò...” la supplico poggiando la fronte contro la
sua “sei la
cosa più bella che mi sia capitata in quattromila anni di
vita....
perché eri mia... solo mia...”
“Ero?
Che significa? Sembra quasi che tu stia per.... morire...”
singhiozza Ally.
Oh
amore... mi dispiace così tanto...
“Devo
andare.” le dico allontanandomi un po' da lei.
“Dimmi
che non è vero... dimmi che la mia visione era
falsa!” mi urla
esasperata.
“Quale
visione?” le domando spaventato.
“Ti
ho visto morire in maniera.. orribile! Dimmi che era solo
un'allucinazione, ti prego amore mio, dimmi che non è
vero!” mi
chiede abbracciandomi stretto.
Io
la stringo a me e non so cosa risponderle.... non ho il coraggio di
dirle la verità ma neanche di negare.
“Stupido
idiota!” tuona una voce dietro di me.
Sento
delle mani che mi afferrano per le spalle e e mi strappano dalle
braccia di Allison, per poi sbattermi contro il muro.
Mi
ritrovo faccia a faccia con Sirahel, lo sguardo furioso e il viso
pallido.
Mi
tira uno schiaffo e mi strattona per bene. “Stupido
imbecille!
Raphael ti farà a pezzi!” mi urla in faccia con
tutto il fiato che
ha in corpo.
Sento
il suo dolore, la sua rabbia... non vuole che io muoia.
“Non
avevo scelta..” sussurro guardandolo negli occhi.
L'Arcangelo
mi spinge più forte contro il muro. “Sì
che ce l'avevi, brutto
figlio di puttana! Obbedire e basta! Credi di fermarlo? Non hai
risolto niente, hai solo firmato la tua condanna a morte!”
Allison
ci raggiunge. “Morte? No non è vero! Non
può essere vero, Cass!”
grida piangendo.
“Mi
dispiace Ally...” le dico in un sussurro, incapace di
guardarla
negli occhi.
“Tu
non ci vai dal profeta, tu resti qui!” mi ordina Sirahel
strattonandomi di nuovo.
“Devo
andare invece, Dean è con lui... non posso lasciarlo
lì.”
Lo
vedo digrignare i denti e sento la sua Grazia infiammarsi d'ira.
“E'
un ordine! Tu non vai da nessuna parte, io te lo proibisco!”
Io
scuoto il capo con decisione. “Mi sono.. ribellato, non
ricevo più
ordini da nessuno, neanche da te comandante.”
Sono
sicuro che vorrebbe tirarmi un altro schiaffo ma non lo fa, mi fissa
con uno sguardo sconcertato e furioso.
“Non
pensi a lei? Non te ne importa nulla di Allison?” mi chiede
in tono
duro.
Rivolgo
gli occhi verso di lei e mi sento morire, non vorrei mai lasciarla ma
se l'ho fatto è proprio perché voglio che viva,
che tutto il mondo
viva...
“Proteggila,
ti prego...” chiedo al mio ex superiore.
“Devi
farlo tu, è la tua donna!”
Oso
posargli una mano sulla spalla e scuoto lentamente il capo.
“Ti
supplico fratello mio... abbi cura di lei....”
Sirahel
si scosta e mi guarda con durezza. “Vado io dal profeta,
aiuterò
io Dean.” annuncia serio.
“No!
Sarebbe inutile, sono condannato comunque! Io ti imploro Sirahel,
proteggi Allison: è tutto quello che ti chiedo!”
“Cass...
perché mi fai questo?” mi domanda Ally
frapponendosi tra me e
l'Arcangelo “Perchè mi abbandoni
così?”
“Dean
fermerà Sam impedendogli di uccidere Lilith... l'apocalisse
non
inizierà mai! Sarete tutti salvi!” le spiego.
“Che
me ne faccio della vita se tu sarai morto?”
Queste
parole mi uccidono. La guardo per un momento negli occhi e vorrei
solo piangere e urlare.
“Devo
andare.” dico distogliendo lo sguardo da entrambi
“Tra poco sarà
tutto finito.”
“No
non andare!” mi chiede lei afferrandomi per le braccia
“Ti prego
no!”
Le
rivolgo un ultimo sorriso, fissandomi bene in mente ogni tratto di
quel volto che amo tanto... non lo rivedrò mai
più.
“Addio
amore mio... non dimenticarmi..” le chiedo egoisticamente.
“Vengo
con te.” mi annuncia Sirahel mortalmente serio.
Lo
guardo altrettanto duramente, ormai la mia ribellione è
totale. “No.
Ucciderà entrambi. Tu devi proteggere Allison.”
E
sparisco senza dargli il tempo di dire altro, ignorando le lacrime di
Allison che copiose le solcano le guance.
Sono
a casa di Chuck, i muri iniziano a tremare, un'intensa luce bianca si
avvicina alla finestra.
“Oh
no, di nuovo!” geme il profeta.
“E'
l'Arcangelo, me ne occuperò io! Va' Dean, ferma
Sam!” e lo
spedisco da suo fratello.
Resto
da solo con Chuck davanti a questa finestra che trema e vibra. A lui
non accadrà nulla.. io verrò annientato.
Questa
è una delle cose che non avrei mai immaginato: morire per
mano
dell'Arcangelo Raphael. Morire da ribelle...
Spingo
il profeta lontano da me, l'Arcangelo si materializza in un'accecante
luce bianca.
“Ora
pagherai per la tua disobbedienza!” tuona
con quella sua
terribile voce assordante.
“Sono
pronto.” lo sfido a testa alta, anche se non è
vero. Non sono
pronto a morire, io volevo tanto vivere con Allison...
Invece
morirò adesso... fatto a pezzi dal mio potente fratello
maggiore.
Alza
la sua spada sulla mia testa e lentamente una lacrima scivola sulla
mia guancia, l'ultima cosa che vedrò sarà la
furia di Raphael.
Addio
amore mio, questa volta ti lascio serio.
Lascio
la vita, mi aspetta l'oblio.
*****
Non
ci posso credere!
E'
successo tutto così velocemente, in modo così..
confuso.
Castiel
mi ha appena detto addio raccomandandomi alla protezione di Sirahel,
e poi se n'è andato via senza una spiegazione precisa e
dettagliata.
Ha
farfugliato cose riguardanti Dean che deve fermare Sam dall'uccidere
Lilith, l'ultimo sigillo.. Ha detto, in sostanza, che ha disobbedito
permettendo a Dean di fermare suo fratello prima che sia troppo
tardi.
Non
capisco!!
Singhiozzo
così disperatamente e accoratamente che mi sento incapace di
respirare.
Sirahel
se ne sta qui vicino a me, con l'espressione di un padre furioso e
preoccupato ed io non riesco a smettere di piangere.
Mi
passo le mani sul viso e maledico me stessa per aver complicato
così
tanto la vita del mio salvatore.
Sirahel
rimane immobile, come di pietra per lunghi minuti. Poi si volta verso
di me, forse sentendo l'eco del mio pensiero e mi abbraccia stretta
accogliendomi sul suo petto.
“Non
è colpa tua bambolina..” mi dice piano
“Tutto questo ha a che
fare con la corruzione dei piani alti, non con l'amore che lui ha per
te.”
Rimango
ferma incapace di pensare e poi mi “aggrappo” a lui
continuando a
singhiozzare.
Sono
ancora tutta bagnata dopo il bagno in piscina e sento gli occhi
pronti ad esplodermi per il pianto.
Io
lo amo, e lui morirà..
Non
lo accetto, io non...
“Devo
fare qualcosa!” dico a Sirahel allontanandomi da lui per
guardarlo
in faccia “Spediscimi da Castiel.. Devo aiutarlo.”
L'Arcangelo
scuote il capo e mi prende la testa tra le sue mani.
“Per
te è pericoloso solo avvicinarti a Raphael.. La sua luce ti
distruggerebbe ancor prima che tu raggiungessi Castiel.”
Allontano
le sue mani da me e mi sposto i capelli indietro muovendomi su e
giù
per la stanza.
Devo
pensare e devo farlo in fretta..
“Riportalo
qui, so che puoi farlo. Schiocca le dita e riportalo qui. A quest'ora
avrà già mandato Dean da Sam, quindi, riportalo
qui.. Così
l'Arcangelo non gli farà male.”
“Non
è semplice come credi.” mi dice “Io
non...”
“Fai
qualcosa!!!” gli urlo.
Non
vorrei mai essere brusca con Sirahel, so che è preoccupato e
spaventato come me al momento, ma non posso nemmeno starmene con le
mani in mano.
Non
posso semplicemente sedermi e aspettare che Castiel muoia.. Io lo
amo.
Sirahel
si infervora di colpo si avvicina a me e mi afferra duro per le
braccia.
“Credi
che non vorrei fare qualcosa? Credi che non vorrei salvarlo?”
mi
dice furioso “Ma non c'è un modo per farlo.
L'unica possibilità
sarebbe tornare indietro a quando ti ha amata.. perchè
è allora che
sono iniziati i suoi guai. E' allora che ha iniziato ad essere
ribelle e disobbediente.”
Mi
stringe forte le braccia, fa male.. ma le sue parole feriscono di
più.
“Dio
solo sa quanto vorrei tornare indietro per far si che ti lasciasse
all'inferno. Forse quello era il tuo posto.”
Io
lo guardo zitta, senza dire nulla.. Ha ragione!!!
Io
sono stata la rovina di Castiel, io sono la colpevole di tutto
questo. Io sono l'artefice del suo cambiamento.
Cambiamento
che lo sta uccidendo.. letteralmente.
Sirahel
rinsavisce di colpo, forse sono le mie lacrime copiose a farlo
tornare in sé.
Mi
accarezza il viso e i capelli con fare paterno.
“Scusa,
non volevo.. Io non..” si allontana da me e si guarda intorno
per
un attimo “Devo andare da lui. Devo almeno provare a fare
qualcosa.”
Grazie
al cielo!
“Allison,
ascoltami bene!! Con il ritorno di Lucifero molti demoni si
risveglieranno e anche molti... Angeli corrotti. Aspettati visite di
qualsiasi genere. Tieniti pronta perchè persino Lucifero
stesso
potrebbe farti visita. Voglio che tu blocchi ogni entrata col sale e
che te ne stia qui tranquilla cercando di calmarti. Se dai libero
sfogo al tuo dolore per lui sarà più facile
trovarti.. E' di questo
che si nutre.. Della disperazione della gente.”
Annuisco
tremando.
Non
ho paura per la mia incolumità, ma se Castiel muore, la mia
anima
morirà con lui.
L'Arcangelo
mi osserva e avvicina la sua mano a me. La poggia sul mio sterno e
chiude gli occhi.
Sento
un dolore intenso ma breve pervadermi.. come se qualcosa mi bruciasse
dentro.
Mi
piego un po' su me stessa e lo guardo.
“Cos'era?”
gli chiedo.
“Ho
scolpito nelle tue costole dei simboli enochiani che renderanno
impossibile ad ogni angelo del creato di trovarti. Compreso
Lucifero.. Resta qui e aspetta il mio ritorno.. ok?”
Annuisco
e lui scompare.
Rimango
un attimo ferma e poi mi tutelo da possibili visite demoniache
bloccando ogni entrata col sale per far si che non entri niente.
“Addobbo”
per ultima la mia camera e dopo essermi vestita, scendo di sotto dopo
qualche minuto.
Sirahel
è lì. Ha l'aria devastata e, anche se non posso
esserne certa,
credo che stia piangendo.
Questo
non è un buon segno!
Ho
paura a chiedere.. Io non riesco nemmeno a parlare.
Lo
raggiungo e lui mi guarda.
Sospira
e scuote il capo facendomi capire che il mio amato angelo è
morto.
Scuoto
il capo e le mie gambe si piegano fino a farmi ritrovare
inginocchiata sul pavimento.
“No..
Non..” sussurro..
Non
so che dire, io mi sento.. non so come mi sento.
Sirahel
rispetta il mio silenzio e le mie lacrime.. Rimane zitto e poi si
inginocchia per essere faccia a faccia con me.
“Uccidimi!”
gli dico decisa.
“Cosa?”
“Se
lo faccio da sola finirò all'inferno. Ci ho già
provato.” gli
dico “Ma se lo fai tu magari..”
Lui
sospira e poi mi abbraccia forte.
“Non
ti ucciderò e non lo farai nemmeno tu.. Castiel ti amava e
devi
vivere per entrambi da oggi in poi.”
Io
lo ascolto e piango, poi chiudo gli occhi e quando li riapro sono in
ospedale.
Sirahel
mi è accanto ed io non ricordo come sono arrivata
lì.
“Che
è successo?” chiedo.
“Hai
perso i sensi e ti ho portata in ospedale.” mi risponde lui
“Ma
starai bene.”
Chi
se ne importa se starò bene..
“E
sei incinta.” mi comunica ancora.
Sgrano
gli occhi e lo guardo portando una mano sul mio ventre.
La
notizia mi coglie di sorpresa ma se dicessi che non mi riempie di
gioia mentirei. Chiudo gli occhi e rimango in silenzio per un po'.
Castiel
è morto e questo è il suo ultimo regalo per me..
Devo
fare ciò che lui avrebbe voluto.
Mi
accarezzo il ventre e sospiro mentre una lacrima mi riga il viso.
“Il
tuo papà era un eroe!!” sussurro.
Sospiro
e la mia anima piange.
|
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Capitolo 20 *** Whose fault is it? ***
Whose
fault is it?
La
luce del sole è la cosa più bella che
c'è al mondo.
Sopratutto
se si trascorrono 3 giorni in ospedale.
Sospiro
e scendo dall'auto di Sirahel, che in questo momento per tutti
è
l'importante uomo d'affari che, chissà per quale motivo, mi
accompagna a casa.
Mi
schiarisco la voce e prendo il mio borsone avanzando verso casa..
“Allison..”
Alzo
gli occhi e Dean e Sam sono davanti a me.
Non
mi ero nemmeno accorta di loro. Suppongo che capiti di essere
stralunati quando si aspetta un figlio il cui padre è un
angelo
ucciso da un arcangelo.
Lo
guardo mentre lui ha gli occhi velati di tristezza.
Cerca
di sorridermi e di sicuro cerca le parole adatte da dirmi..
Sam
se ne sta un po' indietro, suppongo che si senta terribilmente in
colpa per quello che è successo..
Anche
io dovrei avercela con lui, ma non ci riesco..
Tutto
questo non è colpa di nessuno, se non di un destino crudele.
Poggio
il borsone per terra e stringo Dean in un abbraccio..
Lui
rimane fermo per qualche secondo e poi mi stringe senza dire nulla.
Le
sua braccia mi ricordano la protezione che sentivo offrirmi da quelle
di Cass...
Solo
che lui non è Castiel. Non è il mio angelo..
Piango
un po' “aggrappandomi” a lui e sento la sua mano
accarezzarmi
piano i capelli..
Rimango
lì, tra le sue braccia per pochi secondi e guardo Sam dietro
di noi,
che fissa l'asfalto col viso pieno di senso di colpa.
Mi
stacco da Dean e cerco di sorridergli mentre lui prende il mio
borsone mettendoselo in spalla.
Sirahel
si avvicina a noi in quel momento, guarda Dean e poi me assumendo un
atteggiamento protettivo nonostante abbia visto che non c'è
nulla da
temere.
L'ha
promesso a Castiel e da quando lui è... da quando lui
è morto,
Sirahel mi sta sempre accanto.
Non
riesco ancora ad associare la parola morte al nome di Castiel.
Mi
sembra così assurdo che sia accaduto.. Mi fa male dire che
non c'è
più.
Eppure
non c'è.. Non lo rivedrò mai più e mi
mancherà ogni giorno che
passa, sempre più intensamente.
Faccio
un grosso respiro e guardo l'Arcangelo.
“Sirahel,
loro sono Sam e Dean Winchester..” li presento.
Poi
volgo lo sguardo a Dean e a Sam che si è finalmente
avvicinato. “Lui
è Sirahel.. un arcangelo. Uno di quelli buoni.”
specifico.
Dean
annuisce e abbassa poco lo sguardo al cospetto dell'Arcangelo.
Sirahel
sembra furioso, guarda Sam e Dean con fare indifferente..
Ce
l'ha con loro, non mi stupisce che li consideri colpevoli di tutto...
Sam
ha spezzato l'ultimo sigillo risvegliando Lucifero e Dean non
è
riuscito ad impedirlo nonostante la morte di Cass.
Mi
metto accanto a Dean e guardo Sirahel.
“Va
tutto bene.. ai pure se vuoi.” gli dico sorridendogli.
Lui
annuisce e mi mostra il cellulare..
“Chiamami
se hai bisogno.” mi dice.
Guarda
Sam e Dean con un ultimo sguardo ammonitore e poi si allontana.
Sospiro
e lo saluto mentre lui si allontana in automobile e poi mi volto
verso Dean.
“Andiamo
dentro..” gli dico.
Lui
annuisce e rientriamo dentro mentre Sam ci segue senza dire nulla.
Poso
la borsa distrattamente sul divano e poi li faccio accomodare in
cucina..
Do
loro un bicchiere di acqua e osservo Sam mentre Dean osserva me.
“Allora
Sam..” inizio “Hai fatto un bel casino a quanto
pare.”
Non
volevo essere sarcastica o dura..
Volevo
solo rompere il ghiaccio.
Sam
sospira e mi osserva con occhi gonfi di lacrime.
“Mi
dispiace per Castiel.. E' tutta colpa mia, io..”
“Sam..
smettila..” sentenzia Dean fraterno.
“No..”
Sam scuote il capo e mi guarda mentre qualche lacrima gli scivola
sulle guance “Tu lo amavi, e lui amava te.. Ed io sono stato
un
idiota.. Ho fatto un errore imperdonabile.”
Le
sue parole sono sincere, lo so..
Ma
credo che Sam abbia perso il punto della situazione.
Oramai
il danno è fatto e invece di piangere deve rimboccarsi le
maniche e
sistemarlo.
Mi
avvicino a lui e gli do uno schiaffo con tutta la forza e l'affetto
che provo per lui.
Dean
mi guarda senza fare o dire nulla, e dopo un iniziale sorpresa, Sam
posa i suoi occhi dentro i miei.
“Hai
fatto un errore imperdonabile, hai ragione. Ed io sono incinta e mio
figlio non conoscerà mai suo padre per colpa di quello che
tu hai
fatto.” gli dico dura.
Il
suo sguardo si addolcisce e rattrista ancora di più..
Dean
si alza e si passa una mano sul viso.
“Io
lo amavo, e lui amava me. E si può dire che sia stato tu a
portarmelo via.” continuo riferendomi a Cass “Ma
oramai quel che
è fatto è fatto e ora invece di piangere e
colpevolizzare te
stesso, devi rimboccarti le maniche, prenderti la
responsabilità di
ciò che hai fatto e risolvere tutto ricominciando a fidarti
di chi
ti vuole bene per davvero e non di chi finge di volertene.”
Mi
riferisco a suo fratello e al sincero bene che lui gli vuole, e a
Ruby, il demone che l'ha portato alla distruzione..
Lui
sgrana gli occhi e per un attimo sembra che stia per chiedermi come
faccio a sapere di lei..
Ma
capisce che probabilmente Sirahel mi ha raccontato i dettagli
dell'avvenimento che ha portato alla morte del mio Cass, e quindi non
chiede nulla.
Semplicemente
annuisce e si asciuga gli occhi ritrovando un po' di controllo.
Anche
io mi asciugo gli occhi diventati di nuovo umidi e poi lo abbraccio
forte..
E'
solo un ragazzo che ha commesso un errore.. Poteva capitare a
chiunque.
Mi
allontano da lui dopo qualche secondo e bevo un sorso di acqua.
Dean
mi fissa il ventre e sorride un po'..
Lo
noto e noto la sua gioa nel pensare ad una famiglia forse..
Sorrido
e gli prendo la mano poggiandomela sul ventre.
“Non
si sente ancora nulla.. Ma qui dentro porto l'ultimo regalo di Cass
per me..” gli dico “La mia speranza per un futuro
felice.”
Annuisce
e mi guarda per un po' in silenzio..
Cass
si fidava di lui e sono sicura che anche Dean sente la sua mancanza
come me.. Sorride e poi entrambi sobbalziamo quando il suo cellulare
squilla.
Risponde
e quando riattacca guarda Sam.
“Dobbiamo
andare.” gli dice.
Sam
annuisce e sistema la sedia al proprio posto.
Mi
sorride ed esce di casa schiacciato dal dolore e dal rimorso.
Dean
lo guarda uscire e poi si volta verso di me.
“Chiama
se hai bisogno..” mi dice.
“Anche
voi..”
“Io
e Cass.. Io.. Mi mancherà..”
“Lo
so!”
Annuisce
e mi bacia con dolcezza la fronte, poi esce di casa.
Li
osservo partire con l'auto dalla finestra.. Prendo un grosso respiro
e mi volto per andare in salotto.
Mi
fermo e piego la testa.
C'è
un uomo nel mio salotto ma non mi spaventa perchè lo conosco.
“Neal!?”
chiedo sorpresa.
Lui
sorride e si avvicina a me..
Non
lo vedo da tempo... l'ultima volta avevo 19 anni.
E'
uno stregone piuttosto potente, ma è sempre stato uno dei
buoni
quindi non ho motivo di averne paura..
Almeno
spero...
“Allison..”
mi dice “E' un piacere vederti..”
Corrugo
la fronte e raggiungo il divano sedendomi.
“Che
ci fai qui?” chiedo “E dove sei stato in tutti
questi anni.”
Lui
fa spallucce e si siede accanto a me.
“E'
una lunga storia...”
Lo
guardo e sospiro.. “Allora inizia a parlare!”
|
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Capitolo 21 *** I'm here, again ***
I'm
here, again
Ascolto
il battito del mio cuore posandomi una mano sul petto.
Batte
forte, rapido e potente risuona sotto le mie costole.
Io
ero morto.
Lo
so, ne sono sicuro....
L'ultima
cosa che ricordo è il dolore lancinante provato mentre il
mio
tramite letteralmente esplodeva... e poi il buio.
Solo
il nulla....
Ma
prima di morire, il mio pensiero è corso ad Allison...
l'avrei
lasciata per sempre... e ho supplicato Dio di proteggerla, di
perdonarla per tutti i peccati e di aiutarla....
E
poi... ho aperto gli occhi!
Ed
ero di nuovo io, vivo e vegeto, respiravo, vedevo, pensavo: ero di
nuovo vivo.
Mi
sono risvegliato in un vecchio magazzino in periferia, stordito e
incredulo.
Ma
felice, Dio quanto ero felice di essere di nuovo al mondo.
Dio.
Solo
Egli poteva fare una cosa del genere... solo Egli avrebbe potuto
restituirmi la vita.
Mio
Padre ha avuto pietà di me, e mi ha fatto rivivere.
Grazie
mio Signore, perché se mi hai resuscitato, vuol dire che non
sei in
collera con me.
O
che mi hai perdonato.
La
prima cosa che ho pensato di fare, appena tornato, è stata
volare da
lei.
Ero
sicuro di non rivederla mai più, invece... ero vivo, potevo
riabbracciarla.
Ma
ho sentito Dean e Sam in pericolo... e sono volato da loro.
Dean
non è riuscito a fermare Sam... Lucifero è
libero, lo sento.
È
pur sempre un Arcangelo, riesco a sentire la sua forza.
Ma
non potevo pensare a questo, dovevo aiutare i ragazzi. Loro l'hanno
avviata, loro la fermeranno.
La
fermeremo.
Ho
picchiato due miei fratelli con tutta la forza che avevo, e i loro
tramiti erano più grossi del mio, e li ho uccisi...
Non
era la prima volta certo, ma loro non erano ribelli... e l'ho fatto
davanti a Zachariah...
Beh
a dire il vero gli ho intimato di guarire i ragazzi e sparire dalla
mia vista, altrimenti avrei fatto qualcosa di simile anche a lui.
Zachariah
era stupefatto... non dalla mia sfrontatezza, ma dal fatto che fossi
vivo.
Gliel'ho
letto negli occhi, lui sa che è stato Dio a ridarmi la vita.
E
ne è spaventatissimo.
Io
invece sono felice.... di essere tornato in vita, di sapere che Dio
è
lì da qualche parte, e di sapere che potrò
rivedere Allison.
Prima
di andarmene, ho marchiato i Winchester con dei sigilli enochiani
sulle costole, in modo che nessun angelo del creato possa
individuarli.
Non
potrò farlo neanche io, ma... troverò un modo.
Ora
sinceramente, ho altro da fare.
Sarò
egoista nel pensare a me stesso con tutto quello che sta per
scatenarsi nel mondo, ma non posso farne a meno.
Io
devo andare da lei, subito.
Ho
chiesto a Dean se l'avevano vista, se sapevano come stava.
Lui
ha mi ha sorriso in modo strano e mi ha dato una pacca sulla
spalla.... dicendomi che sì l'aveva vista e che fisicamente
stava
benone, ma che era triste per la mia morte.
Ha
avuto un comportamento strano, lo ammetto. Come se morisse dalla
voglia di dirmi qualcosa.
Pazienza,
me lo dirà quando ne avrà voglia, ora ho altro da
fare.
È
strano, non sento l'aura di Allison... proverò ad andare a
casa sua.
Forse
i miei poteri devono ancora ritornare alla loro potenza
originaria....
Mi
trasporto a casa sua più veloce del vento, a momenti mi
schianto.
Appaio in cucina, ho sbagliato mira, volevo andare in salotto..
Non
sono ancora in possesso di tutte le mie forze, credo.
Raggiungo
il salotto e trovo Allison in compagnia di un uomo. Eh no... questa
scena io l'ho già vista, e non mi piace per niente.
Allison
non mi vede subito, ma si irrigidisce, credo mi abbia
“sentito”.
Si
volta verso di me pallida come non l'ho mai vista, respira
velocemente e trema.
Anche
l'uomo si volta a guardarmi e la sua espressione non mi piace.
Inoltre avverto un'energia.... negativa, direi.
Molto
potente.
“Allison...”
biascico mostrando una specie di sorriso.
Mi
trema la voce e sono così emozionato da sentirmi
paralizzato. Io ero
morto, sul serio. Ed ero più che certo di non rivederla mai
più, le
ho detto addio pochi giorni fa e invece eccomi qui, a fissarla come
un idiota dicendo a me stesso quant'è bella.
C'è
qualcosa di diverso in lei, ma non riesco a capire cosa....
“Chi
è il nuovo arrivato?” domanda l'uomo accanto a lei.
Se
dice di nuovo che sono l'idraulico potrei morire di nuovo.
“Ti...
dispiace andare via, Neil?” gli chiede Ally con voce incerta,
appoggiandosi al divano con le mani.
Mi
fissa con gli occhi lucidi, più pallida che mai.
“Va
tutto bene?” chiede ancora l'uomo.
“Sì!”
afferma lei quasi gridando. “Va' via ora, per
favore...”
L'uomo
mi guarda un attimo e poi si allontana raggiungendo la porta. La apre
e dopo aver dato un'altra occhiata a me e ad Allison, va via
sbattendo la porta.
Le
mie gambe non obbediscono ai miei comandi, vorrei raggiungerla ma
sono bloccato. Anche lei sembra nelle mie stesse condizioni, si tiene
al divano guardandomi in silenzio, ma continua a tremare vistosamente
e ho il timore che possa svenire cadendo a terra.
Finalmente
riesco a fare qualche passo, e mi avvicino. Lei si posa una mano sul
ventre e respira più veloce.
“Allison...
io...” la chiamo avvicinandomi piano, forse crede di avere le
allucinazioni, o magari pensa che io sia un demone o qualcosa del
genere.
Ma
invece di reagire, succede quello che temevo. Allison rotea gli occhi
e le sue gambe si piegano, io scatto velocemente verso di lei e la
sorreggo evitandole di cadere a terra.
“Allison!”
grido prendendola in braccio.
Ma
è priva di sensi, non mi sente.
Povero
amore mio... mi dispiace darti tutti questi problemi.
L'adagio
delicatamente sul divano e mi siedo sul tavolino di fronte.
Aspetterò
che si riprenda da sola, senza svegliarla io.
Si
tratta di puro egoismo, mentre lei si riprende dal mancamento, io la
osserverò in silenzio.
Sono
morto pensando a lei, sicuro di non vederla mai più.
Voglio
bearmi di questa meravigliosa vista che mi regala la sua bellezza.
Le
accarezzo piano la fronte, sospirando profondamente.
Nonostante
tutto quello che c'è là fuori, adesso sono felice.
|
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Capitolo 22 *** Dream and reality ***
Dream
and reality
-
Hush little baby, don't say a word,
Papa's
gonna buy you a mockingbird.
And
if that mockingbird won't sing,
Papa's
gonna buy you a diamond ring.
And
if that diamond ring turns to brass,
Papa's
gonna buy you a looking glass.
And
if that looking glass gets broke,
Papa's
gonna buy you a billy goat.
And
if that billy goat won't pull,
Papa's
gonna buy you a cart and bull.
And
if that cart and bull turn over,
Papa's
gonna buy you a dog named Rover.
And
if that dog named Rover won't bark,
Papa's
gonna buy you a horse and cart.
And
if that horse and cart fall down,
You'll
still be the sweetest little baby in town! -
“Wow...
Direi che sei proprio un pessimo cantante.”
Lo
raggiungo vicino alla culletta e sorrido appena.
Sta
cantando la ninna-nanna al nostro amore ed è stonato come
una
campana.
Stento
ancora a credere che sia caduto per stare con me come un uomo..
Eppure
è qui da un anno oramai..
Suppongo
che ci voglia un po' ad abituarsi ad un cambiamento così
grande..
Volgo
lo sguardo al frutto del nostro amore e sorrido..
Sono
felice che siano qui con me. Non riuscirei a vivere senza di loro.
Sono
il mio presente e voglio che siano il mio unico futuro..
Io
li adoro. Sono tutta la mia vita.
Sorrido
a Castiel ed insieme usciamo dalla cameretta.
“Guarda”
mi dice lui quando siamo fuori “che ho una voce bellissima,
altrimenti non si addormenterebbe così in fretta e
serenamente.”
Rido
appena e annuisco delicatamente.
Lui
sorride e mi bacia dolcemente poggiandomi alla parete...
Intreccia
le dita alle mie e mi solleva le braccia fin sopra la testa. Mi
stringe di più e mi accarezza il collo con le labbra.
Mi
sorride e torna di nuovo sulla mia bocca..
Sospiro
e gli accarezzo il viso e i capelli con entrambe le mani.
“Sono
felice che tu sia qui.” gli sussurro.
“Ed
io sono felice di esserci..” mi risponde “Tu e la
meraviglia in
quella culla siete le cose più belle che ho.”
Sorrido
e lo abbraccio forte..
“Ti
amo.” gli sussurro.
“Ti
amo anche io..”
Quando
riapro gli occhi, dopo il mio mancamento, Castiel è ancora
lì,
davanti a me.
Sobbalzo
e mi sollevo di scatto mettendomi seduta.
Non
può essere lui..
Cioè,
visto e considerato che è un angelo non è da
escludere, ma.. non
può essere lui.
Dovrei
chiamare Sirahel ma sono come immobilizzata sul divano.
Mi
sento la testa vuota e il cuore mi batte così velocemente
che mi
sembra pronto ad esplodere.
“Cosa..
cosa sei tu?” chiedo piano.
Lui
mi guarda e sorride con gli occhi lucidi.
“Sono
io amore mio..” mi dice “Devi credermi, sono
davvero io.”
Scuoto
piano il capo e sospiro piangendo appena.
“Cass?”
Lui
annuisce e piano si sposta dal tavolino fino a raggiungermi e sedersi
accanto a me.
Rimango
immobile ma seguo con gli occhi ogni suo movimento.
Infine
mi giro e lo guardo..
Non
so che dire.. Solo, sento gli occhi gonfi ed il cuore martellarmi
forte.
Sono
confusa!
Spero
che Cass sia davvero qui e sia davvero lui..
E
se invece stessi sognando?
Se
sto sognando non voglio svegliarmi mai più.
*****
Mi
guarda incredula e sono sicuro che non riesce a credere completamente
al fatto che io sia di nuovo qui con lei.
Piange
lentamente stringendo i pugni.
“Allison...”
e faccio per sfiorarle la guancia, ma lei si ritrae come spaventata.
Io
abbasso la mano sospirando, ma non sono deluso.
Capisco
perfettamente che è difficile da credere, io stesso fatico
ancora a
credere di essere tornato da lei.
“La
nostra storia... ha un finale migliore di quello di Joe Black. Alla
fine io sono tornato.” le dico con un sorriso.
Allison
sgrana gli occhi, come se finalmente avesse realizzato la
verità.
“Castiel!”
grida buttandomi le braccia al collo.
Inizia
a singhiozzare forte, stringendomi con tutta la forza che ha.
Io
l'abbraccio vigorosamente stringendola a me.
“Sono
qui... sono qui...” le ripeto accarezzandole i capelli.
Si
allontana un po' da me e ne approfitto per prenderle il viso tra le
mani e baciarla.
È
così bello essere di nuovo qui con lei dopo la mia terribile
esperienza di morte!
Mi
sento così vivo, euforico, che ho quasi paura di svegliarmi
e
scoprire che è tutto un inganno della mia mente.
“Sirahel...
ha detto che eri morto...” mi sussurra tremando.
Io
annuisco lentamente. “E lo ero... ero morto. Ma... ora sono
qui.”
le rispondo.
Allison
mi guarda piangendo e mi accarezza il viso, come a volersi sincerare
che sono davvero materiale e non un fantasma.
Mi
bacia di nuovo e mi abbraccia sospirando profondamente.
“E'
un miracolo... è opera di Dio lo so!” dice con una
convinzione che
mi emoziona. Anche lei la pensa come me!
“Sì,
è stato lui, solo lui poteva ridarmi la vita. Non
è arrabbiato con
me, capisci Ally?” le dico entusiasta guardandola negli occhi.
Lei
annuisce sorridendo. “E neanche con me... altrimenti non mi
avrebbe
permesso di rivederti... ci avrebbe divisi in qualche modo!”
Improvvisamente
il suo sorriso si spegne, si irrigidisce e si scosta un po' da me.
“Che
c'è?” le chiedo corrugando la fronte.
Allison
mi guarda e si alza dal divano, allontanandosi di qualche passo.
“Castiel” inizia asciugandosi le lacrime
“devo dirti una
cosa...”
Oh
no.
Se
mi dice che quel tipo di prima è il suo nuovo fidanzato,
giuro che
lo trovo e lo faccio fuori!
Possibile
che Allison si sia trovata già un altro in pochi giorni?
“Dimmi.”
le dico spaventato e alzandomi per raggiungerla.
Si
volta a guardarmi e la sua espressione mi preoccupa, temo che stia
proprio per dirmi quello che temo.
“Non
arrabbiarti” mi chiede ansiosa “io l'ho saputo
pochissimi giorni
fa...”
“Cosa?”
Si
morde un labbro e fa un passo verso di me. “Sono
incinta” mi
annuncia con un sorriso “avremo un figlio...”
La
fisso immobile sentendomi lo stomaco arrivarmi in gola.
Non
so che fare, se mettermi a ridere di gioia o piangere dalla
commozione, se abbracciarla o sedermi prima di cadere steso a terra.
Un
figlio? Io e Allison?
Ma
appena formulo questa frase, realizzo una dolorosissima
verità, e
quel lieve sorriso che mi distende le labbra si spegne.
“Cass?
Non... non dici nulla? Sei arrabbiato?” mi domanda.
Io
sospiro e alzo le spalle.
“Sono
felice per te... ma non è mio.” le dico sincero e
con... dolore.
Allison
si altera. “Stai scherzando? Cosa vuoi insinuare?”
mi chiede
fraintendendo la mia frase.
“Io
non ho un corpo Ally” le ricordo “il bambino che
aspetti è... di
Jimmy.”
La
futura mamma si oscura in viso, sicuramente non aveva pensato a
questo e ciò la turba.
“Ma....
è con te che l'ho concepito... c'eri tu...”
Annuisco
sorridendole. “Sì, e ti starò vicino
perché sei rimasta incinta
a causa del mio amore. Ma devi capire che in realtà.. non
è mio. E
devo capirlo anche io...” dico ammettendo il mio disappunto.
Sì,
mi sarebbe piaciuto tanto che fosse mio sul serio. Così non
è, ma
lo amerò lo stesso.
È
figlio del mio tramite, dunque è anche un po' mio.
“Mi
dispiace di averti rovinato tutto...” mi scuso con Ally
diventata
triste.
“No,
dispiace a me... io non ho pensato a questo, per me era tuo e basta.
Ma la realtà è quella che dici tu...”
risponde triste.
Le
accarezzo il viso e le sorrido. “E' uguale Ally,
sarà mio comunque
anche se non... biologicamente. Okay?”
Il
mio amore sorride e annuisce, ma leggo la delusione nei suoi occhi.
Le piaceva l'idea di avere un figlio da me, non da Jimmy.
Perché
non sono stato zitto?
Sospiro
e le poso una mano sul ventre, lì dove sta crescendo il
miracolo
della vita.
E
subito ricevo una potente scossa che mi costringe a ritirare la mano
con un lamento.
Anche
Ally l'ha avvertita. “Cos'è stato?” mi
chiede preoccupata.
Io
la fisso e non riesco a formulare la risposta corretta,
perché non
posso crederci.. non posso aver sentito...
Metto
entrambe le mani sul suo ancora piccolo ventre e non ricevo
più la
scossa, ma quello che sento è ancora più
sconvolgente.
“Oh
mio Dio....” esclamo incredulo.
“Cosa?!”
“Ha
la Grazia...” mormoro estasiato.
Allison
mi fissa e non capisce. “Che significa che ha la Grazia? Che
vuol
dire?”
Faccio
il sorriso più grande che lo stesso Jimmy abbia mai fatto.
“Che
è mio, Ally” le rispondo commosso “il
bambino che aspetti, è
mio sul serio. Ha la mia Grazia in sé... è
mio!” ripeto felice.
Lei
posa le sue mani sulle mie. “Lo sapevo, lo
sentivo!” dice
entusiasta.
“E'
come... sentire un piccolo Castiel! È un tramite con... la
Grazia
incorporata... oh mio Dio... è mio figlio!”
continuo a ripetere
come un idiota sull'orlo delle lacrime.
Sento
la sua Grazia vibrare.
Anche
se è ancora una minuscola creatura, sa chi sono e risponde
alla mia
Grazia.
Sollevo
lo sguardo e incontro quello di Allison, piange di gioia mentre le
lacrime cominciano a impadronirsi anche dei miei occhi.
“Tu...
mi renderai padre...” le dico estasiato “io non
avevo nulla...
non ero nulla... e ora avrò un figlio da te....”
Ci
guardiamo in silenzio per alcuni istanti, poi l'attiro a me e la
stringo forte in un abbraccio.
Forse
è per questo che Dio mi ha ridato la vita, per prendermi
cura di
Allison e del nostro bambino.
Non
so cosa ci aspetta, non immagino nemmeno le conseguenze di questo...
miracolo.
Ma
non sono mai stato così felice in tutta la mia esistenza,
perché in
questo abbraccio sto stringendo la mia famiglia.
*****
Sono
qui tra le braccia di Castiel e porto in grembo il nostro bambino.
In
questo momento sono felice come non lo sono mai stata prima. Mi sento
in estasi e non voglio staccarmi da lui, mai più.
Sospiro
e sciolgo l'abbraccio quel tanto che basta per guardarlo in viso.
Poggio
la bocca sulla sua e gli sorriso prendendogli le mani..
“Vieni..
Ti faccio vedere una cosa.” gli dico avvicinandomi ad un
cassetto e
portandolo con me.
Tiro
fuori una cartellina piena di foglietti e ne prendo uno..
“Vedi
questo puntino?” gli chiedo indicando un punto
“Questo è il
nostro bambino.”
Lui
prende la piccola ecografia e se la avvicina al viso. Sorride
dolcemente e mi avvolge la vita con un braccio.
Rimaniamo
in silenzio e ci godiamo il momento..
Poi
una domanda mi tormenta la mente e decido di porla.
Mi
giro e lo guardo.
“Tu
riesci a sentire se è maschio o femmina?” gli
chiedo.
Lui
scuote il capo e sospira..
“Non
ancora.. Ma magari più in là
potrò.” mi risponde sincero.
“Quando
riuscirai a sentirlo, io non voglio saperlo. Voglio che sia una
sorpresa..”
Annuisce
e mi bacia la punta del naso.
“Va
bene!”
Rido
e gli bacio la guancia..
“Ho
fame!” gli dico “Vieni con me in cucina.. Mi
preparerò qualcosa
da mangiare e parleremo un po'.”
Ci
avviamo in cucina e lo faccio sedere a tavola mentre mi preparo un
panino e mi schiarisco la voce.
“Cass..”
sussurro “Ti ricordi qualcosa dei giorni in cui eri..
morto?”
Lui
mi guarda e scuote il capo mentre io prendo posto accanto a lui.
“No..
Io ricordo solo la luce accecante dell'arcangelo che mi ha fatto..
Esplodere.”
Abbassa
gli occhi e poi mi guarda.
Annuisco
e mangio un boccone..
“Beh,
mi spiace che tu ricordi questo spiacevole particolare..” gli
dico.
Lui
mi stringe la mano e la bacia.
“Qui
con te lo dimenticherò presto!” mi dice.
Sorrido
e mi sposto i capelli indietro.
“Io
ho avuto sempre Sirahel al mio fianco. All'inizio il medico non
voleva lasciarmi uscire dall'ospedale perchè svenivo
continuamente.
Ma poi mi sono ripresa, almeno fisicamente, e così mi hanno
fatto
tornare a casa.”
Lui
sospira e si toglie, e questo mi stupisce, l'impermeabile.
“Mi
dispiace che tu abbia sofferto!” mi comunica dolce.
“Ora
sei qui.. E' quello che conta.” gli dico “E' stata
dura perchè
ti amo tanto e mi sei mancato, ma ora sei qui e andrà tutto
bene.”
Finisco
il mio panino e poi lo guardo.
Non
vorrei toccare l'argomento che sto per affrontare ma devo farlo.
“Che
succederà adesso che Lucifero è
libero?” chiedo.
Lui
mi guarda sorpreso e fa spallucce.
“Non
lo so! A dire il vero non so dirti che succederà.. Credo che
l'unica
cosa che noi possiamo fare sia pregare!” mi dice
“Tutto quello
che so è che proteggerò te e il nostro bambino
anche a costo di
morire.”
“Questo
significa che resterai qui con me?” gli chiedo anche se la
risposta
mi spaventa.
“Si!
Mi assenterò solo quando Sam e Dean avranno bisogno di me.
Hanno
fatto un bel macello, ma sono miei amici.”
Sorrido
e mi avvicino per baciarlo.
“Saremo
una famiglia..” gli sussurro poggiando la fronte sulla sua.
“Si,
lo saremo!”
Annuisco
e poi mi alzo.
Poggio
il piatto nel lavandino e poi sento di nuovo il bisogno di andare in
bagno.
Cavolo,
fare pipì ogni 30 secondi è il rovescio della
medaglia, dell'essere
in dolce attesa, che non avevo calcolato.
Mi
volto verso Castiel e gli sorrido mentre suonano al campanello.
“Apri
tu per favore.. Devo fare pipì.”
Gli
faccio l'occhiolino e mi avvio verso il bagno.
Non
importa se il mondo sta per finire. Ho Castiel e avremo un bambino..
Per
me il mondo ha appena assunto colori più vivi.
*****
So
già chi è senza bisogno di aprire la porta.
Sento
la stessa energia negativa di prima e ciò mi preoccupa.
Raggiungo
la porta e la apro, trovandomi di fronte il tizio di prima. Ci
guardiamo in silenzio per alcuni istanti, dalla sua espressione direi
che è contrariato nell'essere stato accolto da me.
“Salve...
sono Neil... un amico di Allison.” mi dice tendendomi la mano.
“Salve,
io sono qualcosa di più....”
Wow...
l'ho detto io questo? Sì, credo di sì. L'uomo di
fronte a me ritira
la mano e fa qualche passo avanti.
“Dunque”
inizia evitando il mio sguardo “Allison non c'è?
Prima mi è
sembrata in difficoltà e volevo sapere come sta.”
Magia
nera.
Ecco
cosa sento provenire da quest'uomo, vibrazioni di magia nera. Mi
chiedo: se lo elimino, Allison se la prenderebbe a male?
“Sta
benissimo! E...”
“Neil?
Come mai sei tornato?”
La
voce di Ally mi interrompe e mi fa voltare verso di lei. È
accigliata, forse non voleva che io e questa persona ci conoscessimo.
“Allison,
stai bene?” le domanda andandole in contro.
“Sì,
sto benissimo grazie,” risponde lei incrociando le braccia
sul
petto “vi siete... già presentati?”
chiede guardando me.
“Io
si, ma il tuo amico non è molto socievole...” dice
“Neil”.
Allison
sospira scuotendo leggermente il capo. “Lui è
Castiel, ed è... il
mio fidanzato.”
Non
posso fare a meno di sorridere, soprattutto quando mi accorgo
dell'espressione delusa dell'altro.
“Ah...
me l'aveva accennato ma pensavo fosse una battuta...”
sottolinea
lui guardandomi.
Lo
fisso torvo. “Ora hai avuto la conferma, Neil.”
Ally
si avvicina a noi e si mette in mezzo. “Ok, ora conoscete i
vostri
nomi e i vostri ruoli nella mia vita...”
“Castiel...
nome curioso. Che origine ha?” mi chiede con finta cortesia.
Sto
imparando a decifrare i toni delle voci umani, questa è
ironia.
“Ebraico.”
rispondo prontamente.
“Ah
già!” esclama “Un po' come gli angeli
che finiscono tutti per
-el!”
Ignorante.
“A
dire il vero no” lo contraddico mettendo le mani dietro la
schiena
“ce ne sono diversi altri. Metatron, Sandalphon,
Zephon....quest'ultimo, insieme a Ithuriel fu mandato dall'Arcangelo
Gabriel a scoprire dove s'era cacciato Satanael... cioè il
Diavolo”
faccio un pausa e riparto. “Sì, quello a cui ci si
rivolge quando
si pratica la magia nera....”
Neil
mi guarda fisso negli occhi ma non replica, Ally interviene.
“Sì
sai, Cass è un appassionato di angeli!”
“Vedo...
bizzarra passione ma rispettabilissima.”
Idiota
di uno stregone, io ti....
“Allison,
dovrei parlarti di una cosa importante...” inizia lui
guardandola e
ignorando me.
“Ehm...
ok.” risponde.
Neil
la fissa con insistenza. “Da soli sarebbe
meglio...” mormora come
se non potessi sentirlo ugualmente.
Guardo
Ally e mi chiedo se davvero mi dirà di andarmene.
“Ally.. è uno
stregone.” dico mortalmente serio.
Lei
annuisce lasciandomi di stucco. “Lo so Cass, è una
mia vecchia
conoscenza...”
“Sei
amica degli stregoni? Mi sorprende molto, ad essere
sincero...” le
dico in tono duro.
“E'
una lunga storia” mi risponde con un sospiro “poi
ti racconterò.
E comunque Neil, puoi parlare liberamente davanti a Castiel, non ho
segreti per lui.”
Almeno
non mi manda via per restare con quest'uomo.
“Ok”
annuisce lui “quello che volevo dirti, è che ho
acquisito nuovi
poteri e che ora posso riportarti indietro nel tempo per salvare la
tua famiglia...”
Allison
si irrigidisce ma il suo viso si illumina. “Mi prendi in
giro?”
gli chiede seria.
Scuote
il capo. “Assolutamente no, per me sono questioni serie
queste.
Sono diventato più potente e posso farlo. Possiamo
farlo.” le
assicura avvicinandosi di qualche passo.
Io
non credo alle mie orecchie.... viaggiare nel tempo grazie a poteri
demoniaci? E ne parlano davanti ad un angelo?
“Allison,
non vorrai dargli retta spero!” l'ammonisco allarmato.
“Quindi
io potrei... potrei tornare indietro e salvare tutta la mia
famiglia?” domanda ancora ignorandomi completamente.
“Sì,
tutta la tua famiglia.” le assicura con un sorriso.
“Ally,
quest'uomo usa poteri demoniaci, lo capisci? Non puoi credergli, non
devi credergli!”
Finalmente
mi guarda ma il suo sguardo è strano.
“Cass...
potrei evitare che la mia famiglia muoia! Non capisci? Anni di dolore
sparirebbero dalla mia memoria!”
Invece
di risponderle, guardo in faccia l'uomo di fronte a me. “Esci
immediatamente da qui, subito!”
“Cosa?”
dice incredulo.
“Hai
capito bene, esci da qui. Se non lo fai con le tue gambe, me ne
occupo io.” minaccio più serio che mai.
“Cass!
Tu non puoi cacciare la gente da casa MIA!” contesta lei
irritata.
Neil
mi fissa per un attimo e poi gira sui tacchi e va via, sbattendo la
porta.
Rimasti
da soli, Ally inizia a camminare per il salotto. “Tu sei
impazzito!
Perché ti comporti così? Non vuoi vedermi
felice?”
La
raggiungo e la prendo per un braccio. “Quell'uomo ricorre a
poteri
demoniaci, potrebbe vendere la tua anima senza che tu te ne renda
conto, vuoi finire di nuovo all'inferno?”
Si
libera dalla mia presa. “Tu non capisci, non hai visto la
morte di
tua madre o tuo padre, non sai cosa vuol dire, non sei nemmeno umano!
”
E'
furiosa, ha gli occhi gonfi di lacrime e parla con l'intento di
ferirmi.
E
ci riesce.
“Non
ti fa bene arrabbiarti così, fai del male al
bambino....”
l'avverto con tristezza.
Allison
lascia ricadere le braccia lungo i fianchi. “Scusami... non
volevo
dire questo, è solo che... sarebbe così bello
poter riavere la mia
famiglia!” mi spiega versando qualche lacrima.
“A
costo della tua anima? Della vita di tuo figlio?”
Corruga
la fronte. “La vita di mio figlio? Che vuol dire?”
mi chiede
ignorando la prima opzione.
Sospiro
profondamente. “Viaggiare nel tempo, che sia avanti o
indietro, è
pericolosissimo, perderesti il bambino.”
Ally
sbianca e posa una mano sul ventre. “Ma... io devo tentare!
Devo
trovare un modo! Neil mi aiuterà e non lo
perderò!”
“E
perderai l'anima” ripeto duro “probabilmente il tuo
amico
stregone punta a questo. È un collezionista di anime da
regalare a
Lucifero... ma io non posso impedirti nulla, quindi decidi tu cosa
vuoi fare.”
Dannazione,
mi sento davvero ferito. Ero così felice all'idea di avere
un
figlio, e ora sto male....
“Dove
vai?” mi chiede vedendomi avvicinare alla porta.
“Vado
a fare una passeggiata....” mento. Voglio solo uscire di qui,
sono
deluso e arrabbiato e non voglio litigare. Ally è incinta e
non deve
arrabbiarsi.
“Per
favore Cass, resta qui!”
“Non
vado via per sempre” la rassicuro “voglio solo...
pensare.” e
apro la porta, trovandomi di fronte Sirahel.
L'arcangelo
mi guarda con un'espressione incredula dipinta sul viso.
“Allora
è vero” mormora “sei...
tornato.”
Mi
limito ad annuire, sono felice di poterlo rivedere e gli sono grato
per essersi preso cura di Allison quando non c'ero.
Entra
e mi posa le mani sulle spalle e me le stringe. Credo sia il suo modo
per abbracciarmi.
“Ragazzo
mio.... è davvero bello rivederti.” mi dice con
voce tremante.
“Lo
è anche per me...” biascico in imbarazzo.
Sirahel
annuisce e si allontana da me, giurerei che sia sul punto di
piangere.
“E
come sta la futura mammina?” domanda ad Allison
“Sai che aspetta
un figlio da te, vero?” chiede a me.
“Sì,
l'ho saputo da poco.” affermo abbassando gli occhi. Un po' mi
imbarazza dirlo a lui.... che tentò di tenerci lontani.
“Cass,
vuoi andare davvero via adesso?” Allison è triste
e pallida e temo
possa sentirsi male.
“Vado
solo a … controllare una cosa, torno subito.”
“Sei
arrabbiato?”
“No.”
Beh
un po' sì...
L'Arcangelo
segue la scena perplesso. “Ragazzi.... avete litigato per
caso?
Avete delle facce da paura!”
“No”
rispondo io “abbiamo solo pareri discordanti. Ora scusatemi,
devo
andare... a più tardi.”
Guardo
prima Allison e poi Sirahel, ed esco dalla porta.
Non
uso i miei poteri perché c'è qualcosa che non va
in me, mi sento
debole.
E
sono triste, perché qualsiasi cosa io faccia, in
realtà non sarò
mai abbastanza umano per Allison.
Preferisce
dar retta ad uno stregone invece che a me.
Sospiro
e mi allontano da casa sua.
|
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Capitolo 23 *** Temptations are always lurking ***
Temptations
are always lurking
Castiel
è arrabbiato! Anzi no, è deluso.
Ha
detto che è tutto ok, ma mentiva. L'ho letto nei suoi occhi
prima
che abbassasse gli occhi e si voltasse per uscire di casa.
E'
appena tornato ed io, invece di stringerlo e tenerlo vicino a me,
l'ho fatto arrabbiare e dispiacere tanto che se ne è andato
via.
Sospiro
e guardo Sirahel per un attimo.
Lui
mi fissa con occhi curiosi, sono sicura che muore dalla voglia di
chiedermi cosa sia successo, ma è troppo discreto per
domandare.
“Cos'è
successo tra te e Cass?” mi chiede.
Ok,
come non detto!! Discrezione: addio!!!
Scuoto
il capo e faccio spallucce mettendomi a sedere.
Lui
rimane in piedi qualche altro secondo e poi mi viene accanto
sprofondando nel soffice divano del mio salotto.
“Io
e lui abbiamo opinioni diverse su una.. questione portata a galla da
una mia vecchia conoscenza.” gli spiego.
Lui
annuisce e sospira, poi mi guarda.
“E
per opinioni diverse, intendi che c'è qualcosa di molto
pericoloso
che tu vuoi fare e lui non è d'accordo?” mi chiede.
No..
Non proprio.. Ok, forse si.
“Perchè
dai per scontato che quella avventata sia io?”
“Perchè
tu sei fatta così..”
“Beh,
però non sono io che mi sono fatta... esplodere esponendomi
alla
luminosa furia di un arcangelo.” preciso quasi.. offesa.
Lui
ride appena.
“E
chi ha fissato il cielo imprecando contro gli angeli e minacciandoli
di morte?” mi chiede “E ancora, chi ha parlato ad
un Arcangelo,
che poi sarei io, con tono insolente e privo di cortesia?”
Io!
Sono stata io..
Sospiro
e lo guardo sbuffando.
“Io,
ma avevo sempre dei validi motivi.” mi giustifico.
“E
non credi che Castiel abbia un valido motivo per essere contrario a
quello che vuoi fare?” mi chiede lui.
Ci
rifletto un attimo.
Ha
ragione.. Io lo so, ma si tratta di tornare indietro nel tempo per
avere la possibilità di salvare i miei genitori.
Di
salvarli e averli, così, nella mia vita.
Niente
dolore, niente tristezza.. Solo la mia famiglia.
Sospiro
e mi poggio una mano sul ventre.
Ora,
sono la piccola creatura che porto in grembo, e Cass la mia famiglia.
E
se Castiel ha ragione e viaggiare nel tempo è pericoloso per
il
piccolo, vale la pena provare?
Voglio
dire, il gioco vale la candela?
Sospiro e chiudo gli occhi per un attimo.
Mi
sento agitata in questo momento, confusa e dispiaciuta.
Il
dolore e la disapprovazione di Castiel mi compaiono davanti agli
occhi.
Era
lì, mentre usciva da quella porta e mi guardava
comunicandomi con
gli occhi, che era per colpa mia se aveva bisogno di prendere aria.
Mi
dispiace amore mio! Non volevo..
“Smettila!”
mi dice Sirahel.
Apro
gli occhi e lo osservo.
“Stavi
di nuovo sbirciando nella mia mente?” gli chiedo.
“No..
oramai ti conosco. Non ho bisogno di sbirciare nella tua mente per
sapere che sei preoccupata.”
Bene..
sono un libro aperto anche per lui adesso!!
“Tutta
questa preoccupazione non fa bene al bambino..” mi dice
ancora
premuroso.
Oh
cielo!! Ecco un'altra persona che associa la parola gravidanza
alla parola malattia..
Non
mi stupirei se non mi fosse permesso nemmeno di salire su per le
scale fin quando non avrò partorito.
“Sono
incinta, non malata..” dico con un lieve sarcasmo.
Sirahel
fa un grosso respiro invocando, credo, tutta la sua pazienza.
Mi
rendo conto che avere a che fare con me e col mio carattere non
è
facile, e lo sguardo prettamente paterno dell'Arcangelo che mi sta a
fianco mi da conferma di questo.
Sorride
appena e mi bacia i capelli.
“Vado
a vedere se Castiel ha sbollentato la... rabbia.” mi comunica
alzandosi.
Annuisco
e lo guardo.
“Digli
che mi dispiace e che lo amo tanto..”
Alza
un sopracciglio e scuote il capo.. Forse l'idea di farmi da
messaggero amoroso lo
imbarazza.
“Ti
prego..” gli dico facendo lo sguardo dolce.
Lui
si mette le mani in tasca e chiude gli occhi per un attimo..
“E
va bene!” mi dice “Ma tu stai buona qui e non
muoverti.. E si, lo
so che sei solo incinta e non malata, ma.. Non muoverti
comunque.”
Rido
appena del fatto che mi abbia preceduto prima ancora che rispondessi
e poi annuisco mentre lui schiocca le dita e sparisce.
Mi
rilasso sul divano e accendo la tv.
Non
fare niente di niente potrebbe anche piacermi dopotutto.
Sto
quasi per appisolarmi quando sento il campanello suonare..
Mi
alzo e apro distrattamente.
Davanti
mi ritrovo Neil.
Mi
guarda sorridendo ed io lo lascio entrare..
Lo
so che non dovrei, ma non posso essere scortese.. Parleremo di tutto
tranne che della magia nera e dei viaggi nel tempo.
L'uomo
si guarda intorno, quasi per assicurarsi che stavolta sia sola e poi
si siede..
“Hai
una vita movimentata..” mi dice “Dov'è
il tuo fidanzato?”
Lo
guardo e sorrido sedendomi accanto a lui.
“Cosa
vuoi?” gli chiedo.
“Voglio
solo fare quattro chiacchiere con te.” mi annuncia.
*****
Fisso
le mie mani e sospiro. Ora capisco perché mi sento...
diverso.
Credevo
c'entrasse con la mia morte e resurrezione, magari il mio tramite
aveva bisogno di un po' di tempo per riprendersi dallo shock.
Invece
la verità è che non sono più io. Mi
hanno... cacciato dal
Paradiso! E mi hanno tolto metà dei miei poteri, non posso
più
guarire e gli esorcismi... non so se potrò farli ancora.
Proprio
ora che Ally è incinta...e se stesse male? Non
potrò guarirla, e...
Già
che stupido, ora lei ha “Neil”, lo stregone pazzo.
Le ha proposto
di tornare indietro nel tempo e lei vuole farlo.
Io
non riesco nemmeno a credere che abbia preso in considerazione questa
follia! Lei è una cacciatrice, sa benissimo con cosa
lavorano gli
stregoni, eppure vuole farlo.
Potrebbe
morire nel viaggio, potrebbe perdere l'anima e... potrebbe uccidere
nostro figlio.
Non
le importa niente di tutto ciò, non le importa di suo figlio
e di
me?
“Ma
non dire idiozie.”
Sirahel
mi è apparso accanto, ma stranamente non mi ha fatto
sussultare.
Mi
volto a guardarlo e nei suoi occhi vedo di nuovo quel lampo di
commozione di poco fa.
“Giovanotto”
inizia sedendosi sulla parte della panchina rimasta vuota “ma
tu
vieni sempre al parco come i vecchietti?”
“Io
sono vecchio.” gli faccio notare con
ironia.
Lui
mi fissa e ride. “Oh beh, se per questo io ho il doppio della
tua
età..”
“Infatti
sei anche tu al parco...”
Io
devo essere totalmente impazzito, sto facendo battute idiote ad un
Arcangelo!
Ma
per mia fortuna Sirahel è mio amico, e la mia sfacciataggine
lo
diverte e non lo irrita.
“Castiel”
dice tornando serio “so che sei stato cacciato... mi dispiace
ma
dovevi aspettartelo.”
Io
sospiro a abbasso il capo. “Sì ma... è
difficile da accettare”
ammetto triste “è quello il mio posto, sono sempre
stato lì, non
so immaginarmi altrove...”
L'Arcangelo
scuote il capo. “Credevo che il tuo posto ora, fosse qui...
con la
tua donna e il bambino che nascerà tra qualche
mese....”
Sorrido
stancamente. “Allison ha altri progetti per il prossimo
futuro,
forse nemmeno nascerà questo bambino.” faccio una
pausa e sospiro
di nuovo. “Lei preferisce dare retta ad uno stregone,
capisci? E
non gliene importa niente se il loro piano ucciderà lei o
nostro
figlio o la farà tornare all'inferno...”
“Non
lo farà, fidati.” mi interrompe, dandomi la
conferma che sa già
tutto. Non ne avevo dubbi.
“Io
invece temo di sì” lo contraddico
“è testarda, quell'essere
abietto le ha promesso di farle riavere la famiglia e lei non
resisterà alla tentazione. Lo farà, e
perderò lei o nostro figlio.
O tutti e due.”
“Ma
smettila” mi rimprovera bonariamente Sirahel “ti
dico che non lo
farà.” mi ripete convinto.
“Le
hai parlato?”
Lui
annuisce. “Sì, anzi mi ha chiesto di dirti
che....” si ferma e
storce la bocca “le dispiace e ti ama.”
Mi
viene da ridere ma mi trattengo, altrettanto non posso fare con i
miei pensieri e lui prontamente li legge.
“Io
un... cherubino?” si indigna “Spiritoso! Davvero
divertente.”
“Scusami...
è che ultimamente non capisco più qual
è il mio ruolo, i miei
obblighi... perdonami se ti mancherò di rispetto,
sarà sicuramente
involontario.”
Sirahel
scuote il capo con un sorriso. “Non mi hai mancato di
rispetto
Cass, stiamo solo scherzando. E comunque dicevo sul serio, sono
sicuro che Ally non lo farà, non metterà a
repentaglio la vita di
vostro figlio e... le fa male sapere che ti ha ferito e fatto
arrabbiare. Inoltre, stento ancora a crederci ma credo voglia la tua
approvazione e in questo caso non ce l'ha, quindi ciò le
causa un
grave conflitto.” mi spiega guardandomi in faccia.
“Non
credo proprio... altrimenti non mi avrebbe accusato di non capire
nulla perché non sono umano. Come se se ne fosse accorta
adesso che
non lo sono, in effetti...”
L'Arcangelo
ridacchia. “Cass... ragazzo mio... sei troppo permaloso!
Allison ha
parlato in un momento di rabbia, è una di quelle cose che
non si
pensano ma si dicono. La gente si dice cose ben peggiori!” mi
assicura.
“Ma
lei ha ragione” dico io “non riesco a capire tante
cose
dell'uomo, e questa sua... intenzione di tornare nel passato per
salvare la sua famiglia, non la capisco. È pericoloso ma
sembra non
importarle. Ha ragione, non capisco cosa voglia dire famiglia.”
“Stai
scherzando?” mi chiede corrugando la fronte “Tu lo
sai eccome!
Non vuoi che Ally compia questa impresa proprio per... proteggere la
tua famiglia! Ciò lei e vostro figlio. Quindi, quello saggio
tra i
due sei proprio tu ed è lei a non capire che non solo
potrebbe
fallire, ma potrebbe perdere se stessa o il bambino che porta in
grembo. Tu sai cos'è una famiglia, e lo sapevi anche
lassù...”
dice alludendo al mio sciocco attaccamento ai miei fratelli.
Quei fratelli che mi hanno ucciso e cacciato dal mio posto...
“Non
posso proteggerla, Sirahel. Mi hanno dimezzato i poteri...”
dico
quasi in un sussurro.
Lui
annuisce. “Lo so e non mi stupisce... dovevi aspettarti anche
questo. Ma sta' tranquillo però” aggiunge calmo
“non oseranno
più farti del male. Sei tornato per volere di qualcuno...
più in
alto di loro e per quanto stiano dando di matto, non oseranno
sfidarlo di nuovo.”
Lo
guardo attentamente e capisco che anche lui pensa che sia stata opera
di Dio.
“Ma
non posso guarire più nessuno, sono più debole.
Non riesco nemmeno
a.. localizzare Allison. Poco fa non l'ho percepita. Ho provato a
casa sua ma non sapevo se era lì.”
Un
sorriso compiaciuto affiora sulle sue labbra. “Beh, quello
è opera
mia.”
“Che
vuol dire?” domando confuso.
“Ho
marchiato Allison con i nostri simboli, non potranno trovarla da
lassù ma di conseguenza non possiamo trovarla neanche
noi...”
Come
ho fatto a non pensarci prima? Ecco perché non la trovavo!
Ma questa
scoperta mi inquieta ancora di più.
“E
come farò a proteggerla? Non solo è un potenziale
tramite di
Lucifero ma.. aspetta anche un figlio da... un angelo. Come
farò..
come faremo?” chiedo includendo anche lui.
Sirahel
mette una mano nella tasca del proprio soprabito. “Con la
tecnologia, caro ragazzo.” e tira fuori dalla tasca un...
cellulare?
Me
lo porge e io lo prendo guardandolo perplesso. “Un telefono?
Io?”
“Non
morde mica!” mi fa notare con sarcasmo “Anche io lo
uso, da ben
prima di te! E lo uso anche con Allison visto che non la trovo con i
miei poteri. Ci sono già i numeri sensibili registrati:
Allison, i
due fratelli pazzi e il sottoscritto.” mi annuncia indicando
l'aggeggio che tengo in mano fissandolo incredulo.
Quando
lo saprà Dean.. lo sentiranno ridere fino in Alaska. E anche
Allison
si prenderà gioco di me.
“Grazie.”
dico anche se ancora non sono convinto di questa novità.
“Di
nulla. Va anche a mio vantaggio, così ti occuperai tu
della
tua famiglia, e io potrò tornarmene ai miei
affari.”
Sorrido
perché so che non ci lascerà sul serio.
“Va
da lei adesso” mi dice dopo un attimo “ti
starà aspettando con
ansia. Era molto dispiaciuta...” mi dice serio.
Io
annuisco e mi alzo, seguito da l'Arcangelo. “Va bene.. spero
tu
abbia ragione e che lei non faccia questo viaggio...”
Sirahel
mi da una pacca sulla spalla. “Stai tranquillo ti dico,
conosco gli
umani meglio di te e sicuramente conosco Allison. Non lo
farà.” mi
ripete fiducioso.
Io
voglio credergli, voglio pensare che Allison non metterà a
repentaglio la sua vita o quella di nostro figlio, perché il
futuro
che ci aspetta è già abbastanza incerto.
“Grazie
ancora Sirahel, per tutto quanto.”
Lui
annuisce. “Bentornato figliolo, sono felice che tu sia di
nuovo tra
noi.”
“Anche
io.”
L'Arcangelo
sorride e schiocca le dita, spedendomi diritto da Allison.
*****
“Non
capisci Allison.. Ti sto offrendo la possibilità di salvare
la tua
famiglia. Non ti manca tuo padre, tua madre.. Non vorresti averli con
te?”
Neil
mi parla accorato.. Quasi premuroso.
Onestamente
manca poco a lui che si inginocchia per pregarmi di fare questo
viaggetto nel tempo.
Non
capisco perchè insista tanto, a lui che importa della mia
famiglia?
Io
si che vorrei averli accanto.. Vorrei che fossero qui con me.
Vorrei
mia madre per parlare della mia prima cotta, del mio primo bacio,
della mia prima volta..
E
mio padre per le solite raccomandazioni la sera del ballo e gli
sguardi fulminei che gli avrei lanciato quando avrebbe spaventato a
morte i miei corteggiatori.
Vorrei
tanto averli qui.. Io.. vorrei..
Ma
se Castiel ha ragione e questo “viaggio” fa male al
nostro
bambino?
Sospiro
e mi alzo andando su e giù per la stanza.
“Io
sono incinta.. Questo potrebbe fare male al bambino.” gli
dico.
Neil
sgrana gli occhi sorpreso e dopo qualche secondo sospira e mi
raggiunge.
“Non
succederà niente al tuo bambino!” mi dice
“Io sono uno stregone
esperto. Non permetterei mai che accadesse qualcosa al tuo bambino. O
a te.”
Pronuncia
l'ultima parte della frase quasi in un sussurro e si poggia al
mobiletto dell'entrata fissando il pavimento.
Credo
che si penta amaramente di aver mostrato che il suo interesse per me
va al di là della stregoneria, o delle prove generiche dei
suoi
nuovi poteri.
Vorrei
dirgli che sapevo già della sua lieve infatuazione per me,
ma non
voglio metterlo in imbarazzo.
“Forse
tu no.. Ma la magia è imprevedibile Neil e tu lo sai meglio
di me.”
gli dico.
Lui
si schiarisce la voce e mi prende le mani..
Non
mi piace che mi tocchi così.. mi fa una brutta impressione
ed
oltretutto, sapendo che lui prova dell'attrazione per me, mi sento
quasi come se stessi tradendo Castiel.
Indietreggio
e lascio le sue mani..
“Io
non.. Non lo so ok.” confesso “La tua offerta mi..
tenta Neil, ma
se dovessi far male al mio bambino io non me lo perdonerei mai.. E
nemmeno Cass.”
Lui
mi prende il viso tra le mani e mi guarda negli occhi.
Vorrei
indietreggiare ma qualcosa nei suoi occhi mi blocca impedendomi di
muovermi.
“Fidati
di me!!” mi dice.
Ora
sono ad un bivio: se mi fido di lui è come se non mi fidassi
di Castiel che mi ha sconsigliato vivamente di fare tutto questo, ma se
mi fido di Castiel e quindi non lo faccio, sarà come se non
volessi
provare a salvare la mia famiglia.
Mi
sento tirata da due lati..
“Ok!”
sussurro dopo qualche minuto di titubanza.
Mi
dispiace Castiel, perdonami!
Neil
ride felice e poi esce di casa. Torna dopo pochi minuti con tutto
l'occorrente.
Sistema
delle candele sul tavolino e poi mi da una specie di amuleto da
tenere in mano...
“Questo
amuleto ti permetterà di collegare il tuo corpo e il tuo
spirito al
passato..” mi spiega.
“Mi
terrà lì abbastanza a lungo da
salvarli?”
Lui
annuisce e accende le candele, uno alla volta.
Prende
un pugnale e si volta verso di me.
“Mi
serve un po' del tuo sangue..” mi annuncia.
Questo
non era previsto! E non mi piace affatto.
Titubo
un attimo e poi decido che un piccolo taglietto alla mano è
decisamente niente in confronto alla possibilità di salvare
la mia
famiglia.
Gli
porgo la mano e lui affonda la punta del coltello sul mio palmo e
taglia trasversalmente.
Poi
fa cadere qualche goccia del mio sangue tra le candele e intorno
disegna una specie di simbolo..
Mi
fa sdraiare delicatamente mentre la mia mano sanguina copiosa e mi
dice di chiudere gli occhi.
Li
chiudo e lui inizia a parlare una strana lingua..
Oddio!!
Perchè lo sto facendo?
Faccio
un grosso respiro e.. sento qualcosa..
Qualcosa
nel mio ventre si muove.. So che è impossibile, sono ancora
di poche
settimane..
Ma
sento qualcosa, io lo sento..
La
creatura dentro di me si muove..
Sento
il mio cuore battere più forte e apro gli occhi alzandomi.
“Non
posso farlo!” dico a Neil spegnendo le candele “Io
amavo i miei
genitori, li amavo davvero.. Ma il bambino che porto in grembo e
Castiel sono la mia famiglia ora. Il passato è andato.. Devo
guardare al futuro e non posso metterlo a rischio.”
Neil
scuote il capo e mi guarda con uno sguardo furioso..
Ho
idea che volesse semplicemente una cavia su cui testare i suoi
poteri..
Si
avvicina a me e mi stringe al muro.
“Hai
detto di si, non puoi tirarti indietro..” mi urla
“Non te lo
permetto.”
Corrugo
la fronte e sto per colpirlo, ma Castiel mi precede. Non so nemmeno
quando è tornato.
Lo
colpisce e lo spinge fino alla porta.
“Stai
lontano da lei e da questa casa..” gli dice duro
“Oppure..”
“Oppure
cosa?” lo sfida Neil.
“Avvicinati
di nuovo a lei e lo scoprirai..” lo spinge violentemente
fuori e
chiude la porta.
Poi
si volta verso di me e mi guarda.
Nascondo
la mano ferita, non voglio che si arrabbi né che si
preoccupi, ma so
che purtroppo la vedrà comunque presto o tardi.
“Non
l'ho fatto.” gli sussurro “Mi dispiace amore mio..
Mi dispiace
e.. ti amo..”
Smetto
di nascondere la mano: è inutile, tanto la vedrà
comunque, e
aspetto che dica qualcosa.
*****
“Ti
sei pentita all'ultimo momento, ma gli avevi detto di sì.
Sirahel si
sbagliava, non ti importa di noi, né di te
stessa....”
Allison
ha smesso di nascondere la mano sanguinante, so che quel farabutto
voleva usare il suo sangue per il suo turpe incantesimo.
Le
ho detto parole dure, ma è quello che penso, l'avevo
avvertita che
con la magia nera non si scherza, ma non mi ha dato retta.
“Sì
invece! Mi sono fermata in tempo! Come puoi dirmi una cosa del
genere? Tu e il nostro bambino siete la cosa più bella che
mi sia
mai capitata nella vita!” ribatte lei accorata.
Scuoto
il capo con tristezza. “Allison... gli hai permesso di
prendere il
tuo sangue... io non..” non so cosa dire, sospiro
profondamente e
d'improvviso mi sento... stanco.
Ally
mi si avvicina con gli occhi pieni di lacrime. “Io volevo
solo la
mia famiglia, i miei genitori! Capisci, Cass? Non volevo farti
arrabbiare o... fare del male a nostro figlio. E non volevo nemmeno
perdere di nuovo l'anima! Volevo solo la mia.. famiglia.” mi
spiega
piangendo.
“Al
contrario di quello che pensi” dico con voce atona
“capisco cosa
vuoi dire. Ma resta il fatto che sono cose pericolose soprattutto se
fatte usando poteri oscuri. Benché tu sia una cacciatrice
esperta,
so molte più cose di te in fatto di questioni infernali.. e
questa
lo era!”
“Lo
so... mi dispiace.... a mia discolpa potrei dire che Neil mi ha fatto
qualcosa tipo.. ipnosi o simili ma la verità è
che ero
consapevole... mi dispiace Castiel... perdonami!” mi dice
abbracciandomi forte.
Resto
fermo un attimo, sono ancora deluso dal suo comportamento e da come
mi ha trattato prima, ma mentre mi abbraccia sento l'energia di mio
figlio e ricordo che loro sono troppo importanti per permettere alla
mia delusione di allontanarmi da loro.
La
stringo forte a mia volta e le bacio i capelli. “Basta
piangere
tesoro... basta così.” le sussurro accarezzandole
la schiena.
“Perdonami
Cass” mormora contro il mio petto “è che
volevo... la mia mamma.
Poterle raccontare di te, di nostro figlio... di quanto mi hai resa
felice... e questo mi ha accecata. Avevi ragione, Neil voleva usarmi
e basta, probabilmente sarei morta prima di raggiungere i miei
genitori...”
Singhiozza
lievemente tra le mie braccia, e le sue parole mi feriscono il cuore.
Avrei
dovuto essere più comprensivo, magari dovevo parlare con
quell'uomo
per vedere se...
Ma
che dico? Neil lavora con le forze infernali! Qualsiasi cosa volesse
fare, era malvagia.
Ma
la tristezza di Allison mi strazia l'anima. Vorrei tanto poterla
aiutare.
“Mi
dispiace tanto amore mio... ma il passato non si può
cambiare....”
le dico con dolcezza.
Lei
si allontana un po' da me e si asciuga le lacrime. “Hai
ragione,
sono stata una sciocca. Ma sai... se avessi potuto salvare i miei
genitori, tante cose non sarebbero successe” mi dice con voce
tremante “non avrei passato la vita a cacciare cose,
non mi
sarei uccisa, e...” si ferma e mi guarda allarmata,
realizzando una
cosa che speravo non realizzasse mai.
“Oh
mio Dio” esclama piangendo di nuovo “io... non
sarei andata
all'inferno, tu non mi avresti salvata... ma così non ci
saremmo
amati e non sarei rimasta incinta di te.” fa una pausa e si
copre
il viso con le mani.
“Cambiando
il passato avrei comunque ucciso nostro figlio! Oh mio Dio...
Castiel....perdonami!” si precipita di nuovo tra le mie
braccia e
io l'accolgo stringendola forte.
Speravo
che non si accorgesse mai di questo, perché quando l'ho
realizzato
io, mi sono sentito morire.
È
egoistico e lo so, ma avevo il terrore che le cose cambiassero
davvero. Bastava un solo dettaglio, una persona nuova incontrata o
una mai incontrata, e tutto sarebbe cambiato.
Sarei
stato felice nel sapere che non si sarebbe uccisa, ma... non ci
sarebbe stato nessun noi, e ora non aspetterebbe
mio figlio.
Non
l'avrei mai amata così e lei non avrebbe amato me.
Non
sarebbe stata mia.
“Ti
prometto che d'ora in poi ti darò retta” mi dice
dopo un lungo
silenzio passato tra le mie braccia “e se mi dirai che una
cosa è
sbagliata, allora sarà sbagliata! Mi perdoni,
vero?”
Io
la prendo per le braccia e l'allontano per guardarla negli occhi.
“Non sarei qui, se non volessi perdonarti. E d'ora in avanti,
sta'
lontana dagli stregoni. Soprattutto da quelli che... hanno un debole
per te.” l'ammonisco serio.
Allison
aggrotta la fronte e mi fissa perplessa. “E come lo sapevi
che
Neil...?” mi chiede.
Io
alzo le spalle. “Sono meno ingenuo di quello che sembra.
Oltretutto
era abbastanza facile capirlo.” rispondo accarezzandole una
guancia. Lei mi sorride e mi bacia sulle labbra.
“Tu
non sei ingenuo Cass. Tu sei buono, e a volte la bontà rende
ingenui.”
Abbasso
lo sguardo verso il suo ventre e vi poso una mano. “Spero che
lui,
o lei, non prenda dal padre. Né io né Jimmy
brilliamo per
perspicacia.” commento ironico.
Ally
scoppia a ridere. “Smettila, tu hai una forte
personalità, Jimmy
no. L'ho conosciuto... non eri decisamente tu.”
Sorrido
e mi sento orgoglioso nel sentirle dire che, nonostante il corpo
fosse lo stesso, per lei non ero io.
“Sai”
riprende sospirando “quando stavo per... fare quella cosa
stupida,
il nostro bambino si è ribellato...” mi racconta
posando una mano
sulla mia.
La
guardo sorpreso. “Che significa che si è
ribellato?”
“Che
si è mosso... non sarebbe possibile perché
è troppo piccolo ma...
si è mosso nella mia pancia. Non voleva che lo facessi e me
l'ha
fatto capire.”
Annuisco
compiaciuto e orgoglioso di mio figlio. “Beh, forse
è un bene se
somiglia a me. Ciò lo rende più
giudizioso!”
Allison
si finge offesa e fa per tirarmi un pugno sulla spalla. Così
facendo
mi ricordo della sua ferita alla mano, e della mia
impossibilità a
guarirla. Ma voglio provarci lo stesso.
Le
prendo la mano e la guardo. “Apri il palmo, Ally. Voglio
provarci,
almeno...” mormoro la parte finale della frase a bassa voce.
Lei
obbedisce e apre la mano, quel bastardo le ha fatto un taglio piccolo
ma profondo.
Poso
la mia mano sulla sua e mi concentro, pregando Dio di aiutarmi.
Ma
quando la tolgo, la ferita è ancora lì.
Sospiro
e non ho il coraggio di guardarla in faccia.
“Cass...
che succede? Dove sono i tuoi poteri?” mi domanda capendo che
c'è
davvero qualcosa che non va.
Alzo
gli occhi per incontrare i suoi. “Mi hanno cacciato dal
Paradiso”
le dico con tristezza “e mi hanno.. dimezzato i poteri,
alcune cose
posso farle e altre no. Non sono più in grado di guarire
nessuno,
neanche te.... o me.”
Allison
non risponde, solo mi guarda con un'espressione triste, e poi mi
abbraccia per confortarmi.
“Mi
dispiace tanto amore mio.... davvero tanto. Vorrà dire che
staremo
più attenti a non farci male. Resti sempre un angelo. Il mio
angelo.” mi dice baciandomi sulla guancia.
Io
sorrido ma sinceramente sono preoccupato, i miei scarsi poteri sono
un grosso problema per tutti, ma soprattutto per lei e il bambino.
“E
inoltre Sirahel mi ha.. come dire, marchiato, per far sì che
gli
angeli non mi trovino più.” mi annuncia sorridendo.
“Lo
so” annuisco “infatti non riesco neanche io a
rintracciarti. Per
cui Sirahel mi ha dato.. questo.” dico prendendo il cellulare
dalla
tasca del mio impermeabile.
Ally
lo fissa e mi accorgo che tenta di non ridere. “Wow... dopo
gli
angeli con la pistola, gli angeli con il cellulare.” e
scoppia a
ridere com'era prevedibile.
“Ehi,
lo usa anche Sirahel ma non mi sembra che lui ti faccia ridere
così!”
sottolineo un po' offeso.
Non
oso immaginare cosa faranno i Winchester quando lo sapranno...
“Sì..
infatti scusami...” risponde lei “è
che.. non so, è divertente!
E poi ti ha dato un cellulare bellissimo, sexy direi!”
Cerca
di rimediare ma in realtà non ce n'è bisogno. Non
sono davvero
offeso e sono felice di vederla ridere.
Non
deve piangere più, per nessuna ragione.
“Cass,
vado a disinfettarmi questa ferita. Torno subito, okay?”
“Sì,
okay. Mi.. mi dispiace Ally di non poter...” lei mi ferma con
un
gesto della mano.
“Sei
sempre Castiel, e sei qui. Del resto non mi importa. Davvero. Mi
dispiace per la tua... cacciata dal Paradiso, questo si. Ma che tu
non possa più guarire i miei graffi, non mi importa
assolutamente.
Vivremo un po' più da umani.” afferma allegra.
Io
sorrido e annuisco, lei si volta per andare in bagno.
Rimasto
solo, sospiro e vado a sedermi sul divano. Non so se è lo
stress o
la mia resurrezione, ma sono ancora stanco.
Appoggio
la testa sullo schienale del divano e chiudo gli occhi.
Se
non sapessi che è impossibile... direi che ho sonno....
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Capitolo 24 *** Sweet home Alabama ***
Sweet
home Alabama
Castiel
si è addormentato.
Mi
sembra una cosa bizzarrissima, eppure è così. Sta
dormendo qui,
sdraiato sul divano.
Povero
amore mio. Ti hanno portato via il tuo essere angelo.
Mi
dispiace tanto Cass.
Ti
amo e il mio cuore si spezza sotto il peso del tuo dolore..
Perchè
lo so, lo so che soffri.
Sospiro
e gli bacio la tempia, poi lo copro con una coperta e mi siedo
rannicchiata su me stessa nell'angolo di divano rimasto libero.
Sono
incinta e il mio uomo sta dormendo qui accanto a me.
La
mia vita è perfetta e anche se so che non sarà
facile, in quanto
nessuno ci lascerà in pace, sono pronta a lottare,
perchè ho due
ottimi motivi per cui vale la pena farlo.
Uno
è nel mio grembo e l'altro e addormentato qui sul divano.
Sorrido
tra me e me e accendo la tv.
Mandano
un film che adoro: Sweet home Alabama.
Alzo
poco poco il volume e stringo a me un cuscino guardandolo.
Cass
si sveglia dopo pochi minuti, alla prima pubblicità.
Mi
guarda e si mette seduto composto..
“Ho
dormito!” mi dice perplesso.
Annuisco
e gli sorrido.
“Si!
Hai dormito amore mio..”
Questo
lo rende un po' più umano di quanto già non
fosse. E so che è
egoistico, so che non dovrei gioirne, ma adoro l'idea che quando mi
addormenterò tra le sue braccia, anche lui
dormirà con me.
Si
toglie l'impermeabile e anche la giacca e si avvicina a me cingendomi
le spalle con un braccio.
Io
sorrido e mi sistemo poggiandomi dolcemente al suo torace.
Ha
un odore buono.. virile e dolce.
Alzo
piano il capo e gli accarezzo il viso con la mano.
Lui
chiude un attimo gli occhi e poi abbassa il suo viso fino a sforarmi
il naso con il suo.
Lo
strofina delicatamente al mio e poi mi bacia dolcemente facendo un
grosso respiro.
“La
mano ti fa male?” mi chiede stringendola delicatamente,
staccandosi
piano da me.
Scuoto
il capo ma non smetto di guardarlo negli occhi.
Il
blu delle sue iridi è talmente intenso che potrei restare a
guardarlo per il resto dei miei giorni.
Lui
mi sorride e poggia la fronte sulla mia.
Ora
siamo esattamente come una normalissima coppia innamorata,
abbracciata sul divano.
“Io
ti amo Castiel.” gli sussurro “Ti amo tantissimo. E
se hai perso
il tuo posto in paradiso, è solo colpa mia. Mi dispiace
amore mio..
Ma.. ti amo e spero che questo ti dia la stessa gioia che essere un
angelo ti offriva.”
Lui
mi guarda per un po', in silenzio.
I
suoi occhi sono tristi e dolci. Mi accarezza piano il viso e mi bacia
la punta del naso.
“Tu
sei la gioia più grande che questa vita mi abbia riservato
Allison.
Amavo essere un angelo, ma se essere un “uomo” mi
permette di
tenerti qui tra le braccia, allora amo essere umano più di
quanto
amassi essere angelo.” mi dice.
Sorrido
con gli occhi lucidi e poi mi volto verso la tv rimanendo poggiata a
lui.
Il
film è andato avanti e siamo arrivati alla scena che
preferisco: la
proposta di matrimonio con tanto di bellissimo anello.
Guardo
senza pensarci la mia mano sinistra e sospiro.
Mi
piacerebbe avere un anello.. ma Castiel è qui e questo
è abbastanza
per me.
*****
Io
non sono molto pratico di vicende umane, tantissime cose mi sfuggono
e probabilmente non le capirò mai.
Ma
una cosa l'ho capita al volo, in questo momento.
Ally
guarda un film romantico, dove un uomo sta regalando un anello alla
sua fidanzata. Vuole sposarla.
Sospiro
sperando che lei non se ne accorga. Io non potrò mai sposare
Allison, gli angeli non si sposano e inoltre Jimmy è
già sposato
con un'altra donna.
Io
lo so, lei vorrebbe una vita normale, un marito... e io non lo
sarò
mai sul serio.
Ma
qualcosa, posso farla comunque....
“Dannazione”
impreca Ally tra le mia braccia “devo andare di nuovo in
bagno!”
Detto
questo si alza e mi guarda. “Torno subito... e non
addormentarti!”
mi dice con un sorriso prendendomi in giro.
“Spero
di non farlo.” rispondo sincero, mentre lei ridacchia
allontanandosi.
Bene,
ora posso iniziare ad organizzare il mio piano.
Per
quello che voglio fare io ho bisogno d'aiuto, e solo una persona
può
darmelo. Prendo il cellulare dall'impermeabile e attingendo alla
memoria di Jimmy, riesco a capire come trovare il numero che mi
serve.
“Cass,
hai già imparato ad usarlo? Lo sapevo che eri un ragazzo
intelligente!”
La
voce di Sirahel mi arriva chiara e squillante, e come sempre mi
prende in giro.
“Ehm..
sì.. credo. Sirahel, non ho molto tempo... dovrei parlarti
di una
cosa, possiamo incontrarci da qualche parte?”
“Tutto
ok Castiel? Qualcosa non va, avete bisogno d'aiuto?”
mi domanda
l'Arcangelo un po' allarmato.
“No
va tutto bene, solo che... mi serve una consulenza,
diciamo...”
cerco di spiegargli sperando che Ally non arrivi proprio ora.
“Ok,
vieni da me, sono nel mio ufficio...”
Lo
ringrazio dicendogli che sarei arrivato pochi minuti dopo. Termino la
telefonata e proprio in questo momento arriva lei.
“Che
fai?” mi domanda vedendomi rimettere giacca e impermeabile.
“Devo
andare” le rispondo “c'è un'emergenza
con i Winchester, torno
tra un po'.”
Ally
annuisce ma è preoccupata. “Fai attenzione
tesoro...” mi
raccomanda con dolcezza aggiustandomi il bavero dell'impermeabile e
accarezzandomi una guancia.
Io
le sorrido. “Sta' tranquilla, torno tra un po'.” e
le do un bacio
leggero sulle labbra.
Sparisco
e raggiungo Sirahel nel suo ufficio, mi vergogno un po' ma ho davvero
bisogno del suo aiuto.
“Allora
Cass” esordisce avvicinandosi “cosa posso fare per
te?”
Mi
schiarisco la voce e cerco le parole adatte per spiegargli il mio
problema. Ma non le trovo.
“Ragazzo...
non ho molto tempo, dimmi cosa c'è che non va.” mi
esorta l'uomo
di fronte a me.
“Ecco,
io.... tu sei sulla Terra da molto più tempo di me, conosci
le
consuetudini degli umani meglio di me, e quindi potresti aiutarmi
a....”
“Trovare
un anello da regalare ad Allison..” finisce lui per me.
Lo
fisso esterrefatto e lui scoppia a ridere. “Cass... ti ho
letto
nella mente già per telefono...non meravigliarti, sono
sempre
Sirahel, ricordi?”
“Sì
certo...ma sei anche Thomas Ellinger... e sai come si fanno queste
cose, io no! Mi aiuterai?”
Sirahel
mi guarda per un attimo toccandosi il mento.
“Perchè vuoi farlo?”
mi chiede serio.
Allargo
le braccia. “E' una cosa che fanno gli umani quando... voglio
far
capire alla propria compagna che vogliono stare con lei per sempre,
no?”
Lui
sorride soddisfatto. “Ottima risposta, andiamo!” e
schiocca le
dita.
Ci
ritroviamo di fronte ad una …. gioielleria. Guardo Sirahel
allarmato e lui sorride divertito.
“Su
andiamo... la commessa è molto gentile e ci
aiuterà.”
Annuisco
anche se non sono tanto convinto e lo seguo all'interno.
Ci
avviciniamo ad una lunga vetrina e una giovane donna ci sorride
cordiale. “Salve signori.”
“Salve
a lei” risponde Sirahel “avremmo bisogno del suo
aiuto, credo.”
“Mi
dica.”
“Beh
vede, mio.. figlio qui presente “inizia indicandomi
“deve fare un
regalo importante alla sua fidanzata, ma siccome noi uomini siamo
negati, le saremmo grati se ci aiutasse.”
Io
fisso la scena e ascolto la conversazione come imbambolato, non solo
perché mi ha presentato come suo figlio, ma per come
è a suo
completo agio con gli umani, mentre io sono rigido e distaccato.
“Bene,
sarà un vero piacere. Quanti anni ha la sua
fidanzata?” mi
domanda.
“Venticinque.”
rispondo spaesato e imbarazzato.
“Allora
ci vuole questa collezione, elegante ma giovane!” e tira
fuori un
cassetto con tanti anelli di diverse forme e colori.
“Il
classico solitario è sempre di moda e comunque il
più indicato per
un fidanzamento ufficiale, tuttavia molte donne oggi preferiscono
anelli preziosi ma colorati e di forme...”
Guardo
tutte quelle pietre che per me non sono nulla ma per gli umani hanno
un enorme valore, mentre la commessa continua a parlare e Sirahel mi
fissa divertito.
“Allora
Jimmy, vedi qualcosa che ti piace?” mi chiede l'Arcangelo.
Sto
per rispondere negativamente, quando la mia attenzione viene
catturata da un anello in particolare. Ha una grande pietra rossa al
centro, ed è circondata da pietre bianche e da altre pietre
rosse.
Non so, mi fa pensare ad Allison... mi ricorda lei.. noi.
“Quello.”
rispondo indicandolo.
La
commessa sorride e annuisce. “Lei ha un gusto fantastico,
signore!
Ha scelto il più bello, la sua ragazza è proprio
fortunata.”
Sirahel
mi guarda con un'espressione sorpresa. “Sì, in
effetti non sapevo
che avesse gusti così raffinati. Ok, vada per il rubino
rosso.”
La
donna prende l'anello e lo mette in un astuccio blu che mi consegna,
Sirahel le passa una carta di credito e pochi minuti dopo siamo
fuori.
“Cass”
inizia mettendosi le mani in tasca “saresti potuto venire
anche da
solo.. hai scelto un oggetto meraviglioso. Sei una continua
sorpresa.”
Io
fisso l'astuccio che ho in mano e poi guardo lui. “Mi sento
un
idiota, a dire il vero...”
“E
perché mai?” mi domanda corrugando la fronte.
Alzo
le spalle. “Che sto facendo? Il mondo sta per finire e io..
fingo
di essere un uomo?”
L'Arcangelo
sospira guardandosi intorno. “Proprio perché
potrebbe finire, ti
consiglio di goderti questi momenti. Tu ed Allison vi amate,
è una
cosa che onestamente non dovrebbe accadere ad un angelo, ma non
è...
così raro. Aspettate un figlio e vi attendono prove dure.
Dovete
vivervi questi istanti, e l'idea dell'anello è perfetta. La
farai
felice, e tu non fingi di essere uomo” fa una pausa e mi posa
una
mano sulla spalla “tu sei un uomo. Gli
umani dovrebbero
prendere esempio da te, ci guadagnerebbero molto.”
Non
credo di aver capito a cosa si riferisca, ma se parla della mia
ingenuità e goffaggine, non vedo come potrebbero guadagnarci
gli
umani...
“Grazie
per tutto, fratello....” gli dico sincero.
“Smettila”
mi ammonisce “e andiamo..se non ti spiace vorrei assistere
all'evento... mi metterò in un angolino... mi raccomando,
apri
l'astuccio, le mostri l'anello, lo togli dall'astuccio e lo metti al
suo dito, ok?”
Annuisco.
“O.. ok... ho capito. Andiamo.”
Ci
trasportiamo a casa di Allison, lei è ancora sul divano a
guardare
la Tv. Nel vederci trasale spaventata.
“Oh
mamma” esclama alzandosi “ragazzi che
succede?”
“No
niente” mi affretto a dirle “niente di grave,
ecco...”
“Sì
Allison cara, non c'è niente di cui preoccuparti. Castiel
dovrebbe
parlarti...” le annuncia l'Arcangelo con un sorriso.
Ally
si avvicina a me sorridendo. “Dimmi.”
Sirahel
sa già cosa voglio dirle, ecco perché voleva
assistere alla scena.
Oddio, ma che sto facendo?
“Ecco
Allison..” inizio senza guardarla, poi trovo il coraggio e
alzo lo
sguardo incontrando il suo. “Allison, io... so che la nostra
è una
situazione strana, so che non ti saresti mai aspettata una cosa del
genere. Io... non sono l'uomo che avresti immaginato al tuo fianco e
mi dispiace molto, perché non potrò mai offrirti
una vita normale.
Non potrò mai... sposarti, non ho un cognome e credo che
nostro
figlio non potrà avere quello di Jimmy, sarebbe ingiusto per
la sua
famiglia...”
Allison
mi ascolta in silenzio, guardandomi perplessa e temendo forse una
brutta notizia... non sono bravo con le dichiarazioni.
“....
ma voglio che tu sappia che per me... sei la prima e unica donna che
io abbia mai amato e che mai amerò, e che anche se
probabilmente sto
per dire una sciocchezza, è come se fossi.... mia
moglie....”
Vedo
gli occhi di Ally inumidirsi di lacrime, e penso che sia il momento
di darle il mio regalo, prima che scoppi a piangere.
Infilo
una mano in tasca e ne estraggo l'astuccio dell'anello. Lei lo nota e
mi fissa con occhi sgranati.
“Ecco..
non sono molto pratico di cose terrestri, ma questa è
un'usanza
millenaria, nota anche a noi dei piani alti....” dico e apro
l'astuccio “... questo è un sigillo.. umano. Un
sigillo d'amore,
perché anche se mi restasse un solo giorno, vorrei viverlo
con te.”
Allison
scoppia a piangere coprendosi la bocca con le mani. “Cass..
io...”
mormora tra le lacrime.
Prendo
l'anello e le tendo la mano, lei mi porge la sua e io, oh Signore, le
metto l'anello. Povero amore mio, sta tremando!
Mi
stringe la mano e mi guarda piangendo. “Castiel...
è
bellissimo.... tu sei... meraviglioso e non mi importa niente se non
avremo una vita normale, non mi importa se saremo sempre una strana
coppia.. tu sei l'uomo migliore che mi potesse capitare, non esiste
da nessuna parte un uomo come te!”
Mi
abbraccia forte e continua a piangere lacrime di gioia, io la stringo
e mi sento felice.
Sì,
sono felice. Rifarei tutto quanto, anche morire per mano
dell'Arcangelo Raphael, se questo mi permettesse di avere lei.
Sciogliamo
l'abbraccio ed entrambi guardiamo verso Sirahel, che ci guarda con le
lacrime agli occhi.
Ma
non è propriamente gioia... è...
Perché
percepisco rimpianto? Sirahel sta provando rimpianto per qualcosa...
L'ho
già visto mostrare il suo lato umano, ma non così
intensamente.
*****
Stento
a credere che Castiel mi abbia appena regalato un anello.
Lui
è.. Un angelo meraviglioso.. Un uomo meraviglioso.
Ha
capito che mi sarebbe piaciuto averlo nonostante non mi sarei mai
permessa di chiederglielo.
Sciogliamo
il nostro abbraccio e guardiamo Sirahel che ci fissa con occhi gonfi
di lacrime.
Non
so definire bene quali sentimenti ci siano dipinti sul suo volto, ma
di sicuro non è solo emozione per il lieto evento.
Guardo
Castiel e mi allontano poco da lui avvicinandomi all'Arcangelo.
“Sirahel..
Non credevo che fossi un tipo sentimentale.. Non fino a questo
punto.” gli dico sorridendo.
Non
so perchè ma sento il bisogno di sdrammatizzare questo
momento.
Lui
mi guarda e si schiarisce la voce ricomponendosi.
“Scusate..
E' solo che avete fatto riaffiorare in me alcuni ricordi.” ci
dice.
Castiel
sospira e si avvicina a noi.
“Non
devi scusarti,” gli dico io “le emozioni non sono
mai una colpa.”
Lui
mi sorride e poi si siede sul divano. Sembra preso in mezzo tra la
voglia di renderci partecipe dei ricordi che lo assalgono in questo
momento, e la necessità di tacere.
Castiel
mi osserva confuso e segue con gli occhi tutti i movimenti
dell'Arcangelo.
Io
mi ritrovo ferma a riflettere, mentre l'uomo che mi ha fatto da padre
negli ultimi mesi tiene le mani una dentro l'altra perdendosi nei
meandri della sua mente.
Mi
rattrista vederlo così e vorrei chiedere.. Ma onestamente ho
già
capito.
O
perlomeno credo.
Mi
schiarisco la voce e gli vado accanto sedendomi e invitando Castiel a
raggiungerci.
Il
mio angelo annuisce e silenzioso si avvicina a noi sedendosi
delicatamente sul bracciolo del divano dietro di me.
“Sirahel.
Stai bene?” gli chiede piano.
L'Arcangelo
fa cenno di si col capo e si alza aprendo il cassetto sotto la tv.
Prende un pacchetto di fazzolettini mostrandosi ancora un po'
più
umano e poi torna a sedersi.
“Io,”
inizia a raccontare “ho deciso di aiutarvi perchè
mi sono
affezionato a voi. Ma c'è anche un altro motivo che non vi
ho mai
detto, e arrivati al punto in cui siamo non voglio avere alcun
segreto..”
Guarda
Castiel che mi poggia delicatamente le mani sulle spalle e poi posa
gli occhi dentro i miei.
Eh
si, mi sa che ho capito bene.
“Tu
eri.. Eri innamorato di un'umana.” gli sussurro a
metà tra la
domanda e l'affermazione.
Castiel
si irrigidisce un po', posso sentirlo dal modo in cui le sue mani
stringono un po' di più le mie spalle.
Sirahel
prende un grosso respiro, quasi stesse respirando tutto il coraggio
che ha e mi prende la mano.
“Si!”
esclama “Io ero innamorato di un'umana e a dirla tutta credo
di
amarla ancora.. Quello che ho provato per lei non può
svanire. Un
po' come per voi due.”
Annuisco
con occhi tristi e mi giro per guardare un attimo Castiel che mi
bacia i capelli dolcemente.
Ritorno
a guardare Sirahel e mi schiarisco la voce stringendo la sua mano.
“E
lei dov'è adesso?” gli chiede Castiel.
Sirahel
fa un respiro greve e guarda davanti a sé.
“Sfortunatamente
è morta!” dice “Ma io la amavo
tantissimo.. Dio se la amavo.”
“E'
per questo che sei andato via dal paradiso?” gli chiede
ancora
Castiel “Per stare con lei?”
Sirahel
annuisce e tira su col naso, come un bimbo.
“Si,
ma lei aveva già il cuore impegnato.. Così mi
sono accontentato di
amarla da lontano.” dice con voce tremante.
Sgrano
gli occhi e mi porto una mano sul cuore. So cosa significa amare
qualcuno che non ti ricambia.
“Una
volta arrivato sulla terra ho deciso di integrarmi, di.. entrare a
far parte di un giro di umani che lei frequentava. Gli uomini
d'affari.” racconta ancora “Sapete, in modo da
avere la
possibilità di vederla spesso.”
Annuisco
e ho una strana sensazione.. Come una nausea.
“Ed
è lì che la incontrai davvero per la prima volta.
Quando ci
presentammo..” continua Sirahel “Era.. La creatura
più bella che
io avessi mai visto. Lei era forte ma dolce. I suoi capelli erano
lucenti e il suo sorriso.. Oh cielo.. Il suo sorriso mi faceva
sentire in paradiso.”
Sorride
e anche Castiel fa lo stesso.
Io
invece rimango come di pietra perchè quello che sta dicendo
insinua
in me un grande dubbio.
“Era
una donna piena di vita. Di talento e passione. Amava i fiori e
adorava cantare. Ogni volta che venivo a trovarla lei canticchiava. E
aveva la voce di un usignolo..” Sirahel si ferma e sospira
mesto
“Suonava il pianoforte e amava la sua famiglia più
di ogni altra
cosa al mondo.”
Scuoto
il capo e ripenso a lui che si alza e prende i fazzolettini sapendo
perfettamente dove andare.. Il mio dubbio sembra trovare conferma e
piego la testa per attirare la sua attenzione.
Lui
mi guarda ed io sento la voce tremare e gli occhi riempirsi di
lacrime.
“Eri..
Eri innamorato di mia madre?” gli chiedo in un sussurro
mentre mi
alzo.
Castiel
mi guarda notando il mio stato d'animo e mi raggiunge pronto a
qualunque cosa.
Sirahel
lascia cadere qualche lacrima e si alza guardandomi negli occhi.
Non
parla e non si muove ma non credo che serva.
Il
suo silenzio vale più di mille parole per me.
Sento
il cuore accelerare di un battito e mi porto una mano sul ventre come
per tranquillizzare il mio piccolo che sembra agitarsi di colpo.
La
notizia mi sconvolge.. E credo che sia anche normale.
E'
un tassello della mia vita che avrei preferito sapere.. Non
così.
Non
come se fosse la sceneggiatura di un film romantico e malinconico.
Oddio..
E se lui fosse.. Se fosse mio padre? E mia madre sapeva che lui era
un Arcangelo?
Non
voglio chiederlo.. Io non voglio sapere.
“Non
lo sono! E si, lo sapeva. Sapeva cosa ero.” mi dice lui che
evidentemente ha detto i miei pensieri “Tua madre amava tuo
padre..
Non l'ha mai, mai tradito. Allison, io..”
Scuoto
il capo e alzo una mano per zittirlo.
Castiel
guarda tutto confuso. Credo che si senta impotente davanti a tutto
questo.
Probabilmente
non sa da che parte stare in questa discussione.
“Vattene
via!” dico a Sirahel tra le lacrime.
Lui
mi guarda senza dire niente.. Solo con gli occhi sgranati, colto di
sorpresa dalla mia reazione.
Anche
Castiel mi guarda, si avvicina a me e mi sfiora il braccio con la
mano.
“Allison..”
mi dice “Calmati ti prego.”
Singhiozzo
appena e ripeto a Sirahel di andarsene e mentre lui si avvia verso la
porta, io me ne vado nella mia palestra personale chiudendo la porta
dietro di me.
La
mia vita nasconde risvolti inaspettati.
Mia
madre sapeva dell'esistenza degli angeli, e suppongo anche del
soprannaturale in generale.
Questo
cambia molte cose.. Prima fra tutte la sua morte e quella di mio
padre..
Tiro
un colpo al sacco ed inizio a colpirlo violentemente senza fermarmi.
Ho
bisogno di sfogarmi adesso.
Castiel
mi raggiunge dopo pochi minuti e mi allontana dal sacco.
“Allison..
Allison, fermati.” mi sussurra tenendomi il viso tra le mani.
Mi
sposta i capelli indietro e mi asciuga il volto con i pollici.
“Fermati..”
mi bisbiglia ancora.
Piango
un po' più forte col viso tra le sue mani e lo guardo.
“Quante
altre cose della mia vita non so Cass?” gli chiedo accorata
“Quello
che Sirahel ha detto, cambia tutto. Voglio dire, mia madre, forse
anche mio padre, erano a conoscenza del soprannaturale..”
Lui
mi accarezza il viso con gli occhi e mi ascolta in silenzio.
“E
poi.. Se Sirahel la amava ed era nei paraggi perchè non li
ha
salvati? Perchè li ha lasciati morire?” gli
domando “Perchè?”
Cass
poggia la fronte sulla mia e prende le mie mani. Le bacia e poi mi
guarda.
“Amore
mio.. Io..” mi da un bacio leggero e poi mi abbraccia un po'
“Alcune cose non possono essere cambiate, nemmeno volendo. Mi
dispiace che tu soffra ma chiariremo tutta questa storia.. Ora
però
calmati ti prego. Il mio cuore piange vedendoti
così..”
Mi
aggrappo a lui e pian piano smetto di piangere ritrovandomi con un
forte mal di testa.
Sono
stanca.. Vorrei solo dormire ora.
“Cass..”
gli sussurro senza staccarmi da lui.
“Dimmi
amore..”
“Mi
porteresti di sopra?” gli chiedo “Vorrei dormire un
po'. Un po'
di riposo farà bene anche al nostro bambino.”
Lo
sento sorridere piano. Mi accarezza i capelli e poi mi trasporta di
sopra.
Mi
sdraio sul letto e lui si mette accanto a me tenendomi abbracciata.
Mi
rilasso piano poggiata al suo torace e prendo la coperta di lato a me
coprendoci entrambi
Cass
mi bacia la fronte si gira un po' per stringermi meglio.
Mi
accarezza lentamente i capelli e poi canticchia una strana melodia
che mi rilassa.
Guardo
il mio anello e poi piano piano mi addormento con la mano poggiata
sul suo cuore, col suo battito che mi accarezza la pelle.
|
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Capitolo 25 *** I need to know the truth ***
I
need to know the truth
Sono
le 10.00 del mattino quando apro gli occhi.
Castiel
è uscito un'ora fa circa. Ha detto che deve fare delle cose
con Sam
e Dean.
Io
invece sono rimasta qui con la preoccupazione che mi fa bruciare il
cuore, e inevitabilmente mi sono addormentata qui sul divano.
Fare
sempre pipì e avere un sonno ed una fame non umani, sono i
lati
“negativi” di una gravidanza.
Anche
se onestamente non li definirei proprio negativi.
A
dire il vero non c'è niente, dell'essere incinta che
definirei
negativo.
Ci
sono solo conseguenze.
E'
normale credo.. Per la fame però non ho alcun problema.. Ora
perlomeno ho la classica scusa del dover mangiare per due..
Cibo!!!!
Ho
di nuovo fame.
Ho
voglia di gelato con panna..
Mi
alzo e raggiungo la cucina. Apro il freezer e prendo del gelato. Lo
metto in una coppetta e lo riempio di panna.
Il
piccolo “brontola” nel mio ventre.. Credo che anche
lui abbia
fame.
O
forse sono solo io che immagino di sentirlo, così ho una
buona
giustificazione da dare a Castiel, se al suo ritorno starò
ancora
ingozzandomi di gelato e panna super calorici.
A
Cass non piace che io mangi queste cose.
Da
un mese, e cioè da quando sta con me tutti i giorni, giorno
e
notte.. Da quando è stato cacciato dal paradiso, si dedica
ad
imparare le cose prettamente umane.
Così
dopo il cellulare si è dedicato ad imparare l'utilizzo di
internet e
proprio sul web, dopo aver annunciato la sua perplessità su
questo,
come l'ha chiamato?
Ah
si, rozzo mezzo di comunicazione colpevole della mancanza di
comunicazione verbale..
Dopo
il suo giudizio prettamente angelico, ha iniziato a fare ricerche
sulla gravidanza e su cosa è consigliabile fare o mangiare.
E
il gelato è bandito.. Al contrario delle verdure e della
frutta.
So
che lo dice per il mio bene. E' premuroso e dolcissimo nel farlo.. E
ha ragione.
Così,
mentre mangio l'ultimo cucchiaino di gelato, mi riprometto di non
mangiarne più..
Ok,
non so se questa è una promessa che potrò
mantenere.
Sospiro
e poso la coppetta dentro il lavandino.
Faccio
un grosso respiro e poi capisco di non essere sola.
“Near
the village the quiet village The lion sleeps tonight Hush my
darling don't fear my darling the lion sleeps tonight.”
Mi
volto e sospiro guardando in faccia il mio
“ospite”..
Lui
ride e mi mostra gli occhi neri come la pece.. Un attimo, io lo
conosco.
E'...
Sebastian.
“Quando
il tuo bambino nascerà dovresti cantargli questa canzone..
Ai bimbi
piace.” mi dice mettendosi le mani in tasca “Solo
che a
differenza della canzone, il villaggio non sarà quieto, il
leone non
dormirà.. O comunque non per sempre..e tu.. Tu mia cara,
dovresti
avere molta paura.” continua citandomi le parole della
canzone.
Annuisco
e allargo le braccia..
“Vorrà
dire che ci sbarazzeremo del leone prima che si svegli.”
Lui
sorride e si mette a sedere.
“Sempre
la stessa Allison.. Sfacciata e dalla risposta pronta..” mi
dice
“Tu non sai quanto questo tuo bel caratterino mi
intrighi.”
Oh
mio Dio! Ci sta provando con me.
Mi
viene da vomitare.
Rido
appena e annuisco.
“Tu
invece non sai quanto la tua presenza mi irriti.”
“Continua
pure dolcezza.. Così non fai altro che.. eccitarmi ed
intrigarmi
ancora di più.” mi comunica sorridendo malizioso.
Alzo
un sopracciglio e scuoto il capo.
“Ed
io che credevo che fossi gay!!!” lo stuzzico.
Il
sorriso sul suo viso si spegne e si schiarisce la voce chiudendo gli
occhi per un attimo.
“Sono
qui,” mi dice “per parlare un po' con te.”
Ma
allora non capisce! Io non parlo coi demoni.
“Lo
so, lo so..” mi dice ancora “Tu non parli coi
demoni, ma io ho
qualcosa di molto importante di dirti sul piccolo bastardo che ti
porti in grembo.”
Come
osa!!!
Lo
guardo ed inizio decisa a recitare un esorcismo.
Lui
soffre per un attimo e poi mi ferma facendomi segno con la mano.
“Ok..
Mi dispiace di avere offeso il tuo bambino..” mi dice
sofferente.
Mi
zittisco e lo guardo.
Lui
riprende il controllo e si alza..
“Come
siamo permalose.” mi stuzzica.
Mi
avvicino velocemente a lui e lo colpisco bloccandogli un braccio
dietro la schiena e sbattendolo alla parete.
“Parla!
Ora o mai più.” gli dico “E non sto
scherzando.”
Lui
ride e poi gira poco il collo per guardarmi. Apre la bocca e parla.
“Ci
fu un violento terremoto. Il sole divenne nero come sacco di crine,
la luna diventò tutta simile al sangue, le stelle del cielo
si
abbatterono sopra la terra, come quando un fico, sbattuto dalla
bufera, lascia cadere i fichi immaturi. Il cielo si ritirò
come un
volume che si arrotola e tutti i monti e le isole furono smossi dal
loro posto. Allora i re della terra e i grandi, i capitani, i ricchi
e i potenti, e infine ogni uomo, schiavo o libero, si nascosero tutti
nelle caverne e fra le rupi dei monti; e dicevano ai monti e alle
rupi: -Cadete sopra di noi e nascondeteci dalla faccia di Colui che
siede sul trono e dall'ira dell'Agnello, perché è
venuto il gran
giorno della loro ira. Chi potrà mai
sopravvivere?-”
Pronuncia
queste parole quasi fiero e poi ride e si volta veloce e violento e
sono io a ritrovarmi con le spalle alla parete, bloccata.
Le
sue parole mi hanno scioccata, perchè so da dove vengono.
“Sai
da dove vengono le parole che ho appena citato?” mi chiede.
Lo
guardo ma non mi spaventa.. Se non altro perchè, come mi ha
già
detto la prima volta che l'ho incontrato, non può farmi del
male.
Non gli è permesso.
“Apocalisse,
6:12,17. Il sesto sigillo.” gli dico decisa.
Lui
sorride e avvicina il viso al mio...
Mi
sfiora la guancia con la punta del naso facendomi venire i brividi
per il disgusto.
“C'è
solo una persona in tutto l'universo che potrà
sopravvivere..” mi
dice “Vuoi sapere chi è?”
“Di
sicuro non sei tu. Sei troppo in basso nella classe gerarchica
demoniaca.”
Lui
ride piano, fa un grosso respiro e poi guarda il mio ventre per
qualche secondo.
Anche
io abbasso gli occhi e capisco!
Sta
parlando del mio bambino.
Mi
sento colta dal panico adesso. Ma devo rimanere calma.
I
demoni mentono.
“Porti
in grembo l'unico essere che è più forte
dell'inferno e del
paradiso dolcezza.. Porti in grembo l'essere più potente che
il
mondo conoscerà mai. Mezzo angelo mezzo umano.. Ma non di un
umano
qualsiasi. Di un umano potente che è anche uno dei due,
unici al
mondo, tramiti di Lucifero.. Sarà un essere...
straordinario.”
Rialzo
gli occhi e lo guardo. E'.. entusiasta.
“Stai
mentendo!”
“Non
ti mentirei mai tesoro..” mi sussurra.
Fa
un grosso respiro e poi poggia la bocca sulla mia stuzzicandola con
la lingua.
Lo
spingo via tirandogli un colpo e lui indietreggia finendo, senza
saperlo davanti a Castiel.
Ride,
e quando Castiel lo chiama dandogli una leggera pacca sulla spalla,
si volta trovandosi davanti ad un bel pugno in faccia.
Indietreggia
mentre io guardo il pavimento sconvolta da quello che mi ha detto.
E
poi lo vedo scomparire in fretta, e Castiel si avvicina a me.
“Stai
bene?” mi chiede.
Annuisco
piano e mi stringo un po' a lui.
Non
ho ferite e non ho avuto paura, ma quello che il demone ha detto mi
lascia.. sconvolta.
*****
Sto
diventando un bugiardo.
Beh,
a fin di bene comunque. Non potevo dirle che avevo un appuntamento
con Sirahel, non credo che l'avrebbe presa bene.
È
passato un mese da quando sono tornato dal nulla, da quando Allison
mi ha detto che avrei avuto un figlio e da quando Sirahel ha
confessato di aver amato un'umana, la madre di Ally.
Da
allora è sceso il gelo tra lei e l'Arcangelo, e di
conseguenza io
sono stato preso in mezzo.
Allison
ha ragione, lui avrebbe dovuto essere più onesto e inoltre
... sì,
è strano che non abbia evitato la morte della sua amata.
Ma
so anche che ci sono cose che non si possono prevedere, che sfuggono
al nostro controllo cogliendoci di sorpresa.
Se
Sirahel ha amato Alice anche solo la metà di quanto io amo
Allison,
non oso immaginare il suo dolore....
Sono
un po' irritato, però: lui mi faceva la predica su quanto
fosse
sbagliato, per un angelo, avere una relazione e poi vengo a scoprire
che lui lasciò il Paradiso proprio per questo!
Sì,
perché ad essere onesto.... non ho creduto molto alla storia
del
“non ha mai tradito tuo padre”.
Non
sono un malfidato anzi spesso mi sono fidato troppo, solo che...
dovevano essere molto vicini per dirle chi era davvero, e lei doveva
essere molto ben disposta nei suoi confronti per credergli e non
mandarlo al diavolo.
Sospetto
che Allison sia sua figlia.
Lo
so, dovrei fidarmi della sua parola ma questo spiegherebbe molte
cose.
Ally
è uno dei tramiti di Lucifero, ma per diventarlo i
potenziali
tramiti dovettero... bere sangue di demone. Lei non l'ha fatto, ne
sono sicurissimo. Quindi com'è possibile che lei lo sia
comunque?
Allison
figlia di Sirahel... buon Dio potrei morire dallo sgomento. Sarebbe
un mezzo angelo, saremmo molto più.. simili e vicini di
quanto non
siamo già.
E
se da un lato questo un po' mi emoziona, soprattutto perché
sarebbe
la figlia del mio più caro fratello, dall'altro lato mi
spaventa a
morte.
Lei
non ha la Grazia, ne sono certo l'avrei sentita, ma potrebbe averla
persa alla nascita o lo stesso Sirahel avrebbe potuto fare qualcosa
per farla sparire e nascondere la verità, ma resta il fatto
che è
un tramite di Lucifero senza avere sangue di demone in sé, e
questo
mi fa temere per mio figlio.
Lui
la Grazia ce l'ha, ma è anche umano: cosa potrebbe
accadergli? Cosa
sarebbe veramente?
Nascerà
sicuramente un essere superiore, per quanto io mi avvicini ad essere
un umano, resto un angelo e mio figlio sarà speciale. Ma se
Allison
è figlia di un Arcangelo, cosa succederà? Nostro
figlio sarebbe...
quasi interamente un angelo?
Ho
paura, sì.
Devo
sapere la verità, e Sirahel non può negarmela.
Mi
aspetta nel suo ufficio, ha fatto in modo che solo io possa entrare
nonostante i sigilli enochiani, vuol dire che si fida di me. E io,
posso fidarmi di lui?
“Ciao
Cass, come va?” mi saluta.
È
triste ma non perde il suo millenario autocontrollo.
Prendo
fiato e riordino le idee. “Bene. Dobbiamo parlare.”
Lui
sorride e si avvicina. “L'avevo intuito e so anche di
cosa.” mi
dice.
Io
corrugo la fronte e lo guardo perplesso. “Sì? E di
cosa?”
Si
schiarisce la voce e mi guarda. “Tu vuoi sapere di me e della
madre
di Allison.”
Annuisco
serio. “Sì, anche.” rispondo lasciando
intendere che c'è
dell'altro, infatti l'Arcangelo alza un sopracciglio, sorpreso.
“Anche?
E di cos'altro, sentiamo.”
“Prima
parliamo di Allison e sua madre” faccio una pausa e sospiro
“ti
prego Sirahel, dimmi la verità, Ally è tua
figlia?”
Sirahel
sorride guardando altrove. “No Cass, non lo è.
L'avevo già detto
mi pare, ma la tua ragazza non mi ha creduto, a quanto vedo.”
ribatte irritato.
“Lei
non sa nemmeno che sono qui, non parliamo mai di questa faccenda. Il
dubbio è mio.”
L'arcangelo
si volta a guardarmi e leggo stupore nei suoi occhi. “Ah si?
E
perché ti interessa tanto saperlo? Cambierebbe qualcosa tra
te e
lei? Oppure mi vuoi fare la predica?” mi domanda sempre
più
irritato, e io lo sto diventando.
“Non
c'è bisogno di aggredirmi” scatto nervosamente
“non sono certo
qui per criticarti o biasimarti. Se non l'hai notato, sto per avere
un figlio da un'umana e quindi sono il meno adatto a farti la
predica, anche se tu me l'hai fatta nonostante sapessi benissimo cosa
provassi!”
L'uomo
di fronte a me mi fissa sbalordito, io cerco di dissimulare ma sono
sbalordito anche io.
“E
allora perché ti interessa?”
Chiudo
un attimo gli occhi e scuoto il capo. “Ho paura per mio
figlio”
confesso “perché nascerebbe speciale anche senza
avere un
arcangelo per nonno, e mi terrorizza l'idea che possa essere...
qualcosa di incontrollabile. Ho bisogno di sapere, ti prego dimmi la
verità.”
Improvvisamente
lo sguardo di Sirahel si schiarisce e un leggero sorriso appare sulle
sue labbra.
“Scusami...
a dire il vero non avevo immaginato che tu potessi avere di questi
pensieri.” mi dice e si avvicina di più, posandomi
una mano sulla
spalla.
“Castiel,
credimi, non è mia figlia. Mi piacerebbe, non lo nego e a
volte vedo
in lei alcuni tratti della mia personalità, ma è
una mera
coincidenza, perché io e sua madre non abbiamo mai dormito
insieme.
Io l'amavo e la desideravo, e tu puoi capirmi. Ma lei amava un altro
e per me non c'era speranza. Ally non è mia, e il suo essere
speciale non c'entra con me. Tuo figlio sarà molto speciale
e lo
sapevamo dall'inizio, ma non sarà qualcosa di terribile
anzi... tu,
il tuo tramite e Allison siete creature superiori e da voi non
può
nascere il male, non può essere. Anche se lei è
uno dei tramiti di
Lucifero, è una persona pura. Tu l'hai
preservata impedendo
ad Azazel di.. contaminarla, e poi l'hai riportata in vita salvandola
dall'inferno. Da te e lei non può nascere niente che non sia
buono.
Quindi smettila di farti le paranoie e stalle vicino” mi
ammonisce
dandomi una pacca sulla spalla “e falle mangiare quello che
vuole
senza assillarla. Non ho figli ma sono certo che una gravidanza del
genere è un tantino più faticosa delle
altre!” conclude con un
sorriso.
Ovviamente
sa anche che controllo un po' Allison sull'alimentazione, sono certo
che ci osserva senza farsi notare...
“Ti
ringrazio e ti... chiedo scusa ma dovevo sap....” mi blocco e
non
riesco a continuare.
Mi
sento male.
“Cass?
Ehi Cass? Che hai?” mi chiede Sirahel preoccupato.
Ma
io non riesco a rispondere, sento una fortissima nausea e mi gira la
testa.
“Per
la misera Castiel, sei impallidito da far paura, cos'hai?”
continua
a chiedermi scuotendomi per le braccia.
“Mio
figlio...” mormoro infine “Allison...”
“Cosa
succede?”
“Mio
figlio mi sta chiamando.... la sua Grazia sta vibrando e la mia le
risponde... e questo mi fa stare male..” spiego.
Sirahel
percepisce qualcosa. “E' vero... la tua Grazia trema
convulsamente!”
“Devo
andare... perdonami, devo andare...” mi congedo rapidamente e
non
attendo risposta.
Appaio
in casa di Allison appena in tempo per vedere Sebastian molestare la
mia donna. Lei lo respinge e me lo ritrovo davanti, attiro la sua
attenzione per farlo voltare e quando lo fa, gli do un violento pugno
in faccia.
Lui
barcolla e mi fissa sorpreso, poi sparisce davanti ai nostri occhi.
Mi
avvicino ad Allison, è sconvolta e lo è anche il
nostro bambino...
prima o poi riuscirò a fare a pezzi quel bastardo!
“Stai
bene?” le chiedo.
Lei
annuisce e cerca rifugio tra le mie braccia.
La
stringo a me baciandole la fronte. “Va tutto bene... ora ci
sono
io...” le sussurro per calmarla.
Si
allontana da me e mi guarda, direi che è più
spaventata di prima...
“Castiel...
il nostro bambino è buono, vero?” mi domanda
lasciandomi di
stucco.
“Certo
Ally...sarà un angioletto.” scherzo per
sdrammatizzare, ma lei
scuote il capo.
“Dico
sul serio Cass... non sarà.. cattivo, vero?”
Qui
c'è qualcosa che non va...
“Tesoro...
quel bastardo ti ha fatto qualcosa?” le chiedo accarezzandole
il
viso.
“Rispondimi
ti prego” mi dice seria “nostro figlio..... in
quanto figlio
del... tramite di Lucifero e di un angelo, sarà buono o
potrebbe non
esserlo?” ripete mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime.
“Allison...qualsiasi
cosa ti abbia detto quell'essere, è una bugia. I demoni
mentono, lo
sai bene. Mi sono ribellato, ma sono e resto uno dei buoni, tu non
hai sangue di demone in te, sei speciale ma non nel senso negativo
del termine. Nostro figlio sarà buono, niente demoni o cose
del
genere.”
Lei
si asciuga le lacrime dagli occhi. “Come fai ad esserne
così
sicuro? Voglio dire... non si sente spesso in giro che un angelo e un
umano fanno un figlio!” replica.
Io
le sorrido e sospiro. “Tesoro... fidati di me. Io lo sento
nostro
figlio... la sua energia è positiva. È un piccolo
tramite, come
Jimmy. Solo che non c'è un Castiel ad aspettare che dica di
sì, è
già dentro di lui, capisci? Sarà come me,
più o meno, cioè come
mi vedi adesso. Un uomo ma... con capacità particolari. Ma
questo
non mi rende malvagio, giusto?”
Allison
finalmente sorride e annuisce. “Hai.. ragione, è
solo che....”
“Ally...
i demoni mentono” ripeto “cosa ti ha detto
Sebastian? Perché sia
tu che il piccolo siete sconvolti?”
*****
Cass
vuole sapere cosa mi ha detto Sebastian!
Vuole
sapere perchè io e il piccolo siamo così agitati.
Perchè lo sento
anche io.. Il piccolo è.. sconvolto.
Sospiro
e prendo un bicchiere d'acqua.
Le
mani mi tremano ancora un po'.
Mi
fido di quello che Castiel mi ha appena detto. Ma comunque
dimenticare una conversazione come quella che ho avuto con Sebastian
non sarà facile.
Oltretutto
c'è la possibilità, anche se piccola,
perchè lo so che non mi
mentirebbe mai su una cosa così, che Castiel non mi stia
dicendo
tutta la verità per proteggermi.
Bevo
un sorso e poi poggio il bicchiere dentro il lavandino.
Sento
una lieve fitta al ventre.
Lieve
nel senso che dura poco, ma fa un male cane.
Mi
piego un po' su me stessa mentre il mio viso, almeno credo, di tinge
di dolore e panico.
Castiel
sgrana gli occhi e mi viene accanto mentre io mi siedo per terra con
le spalle poggiate alla cucina.
“Allison..”
mi sussurra poggiandomi le mani sul viso “Che
cos'hai?”
Faccio
un grosso respiro e mi calmo, e per conseguenza anche il dolore
cessa.
Alzo
poco gli occhi per guardarlo e sorrido.
“Sto
bene!” dico “Credo che io e il bambino abbiamo
appena scaricato
tutta la tensione accumulata negli ultimi minuti.”
Lui
sorride e mi prende piano in braccio.
Mi
porta in salotto e mi fa sedere sul divano, o meglio sdraiare.
“Vuoi
che ti porti un po' di gelato amore mio?”
Lo
guardo e sorrido.. Odia che mangi tanto gelato eppure ora me lo
offre.. Devo averlo spaventato.
Scuoto
il capo e lo invito a sdraiarsi con me.
Lui
mi sorride e si toglie impermeabile e giacca.. Poi si sdraia accanto
a me accarezzandomi con una mano il ventre e con l'altra i capelli.
Mi
da un bacio sulla guancia e mi osserva in silenzio per un po'.
So
che tra un po', dopo avermi dato il tempo di metabolizzare il tutto,
mi chiederà di nuovo di dirgli cosa mi ha detto Sebastian.
E
voglio dirglielo, davvero!
Mi
spaventa da morire e preferirei non ripeterlo mai più ma..
glielo
dirò.
“Sebastian
ha..” mi schiarisco la voce e sento che lui è
attento a quello che
dico “Ha detto che il nostro bambino sarà l'unico
in grado di
sopravvivere all'Apocalisse. Ha detto che sarà
più forte
dell'inferno e del paradiso e che sarà l'essere
più potente che il
mondo abbia mai conosciuto.”
Castiel
annuisce appena e si solleva un po' per guardarmi in viso.
“Questo
non è necessariamente un male.” mi dice.
Scuoto
piano il capo e provo ad alzarmi, ma lui mi blocca delicatamente e mi
fa sdraiare di nuovo sussurrandomi che devo riposare.
Sospiro
e lo guardo.
“Cass,
era così.. Entusiasta mentre lo diceva. Quasi come se.. Come
se non
aspettasse altro che questo bambino.” gli spiego.
“Ed
è per questo che hai pensato che potrebbe essere
malvagio?”
Annuisco.
Si,
proprio per questo.
Perchè,
se fosse una minaccia per i cattivi, sarebbero così
entusiasti? Io
non credo.
“E
poi.. Castiel, non avrà mai una vita normale. Voglio dire..
Come
faremo quando scoprirà di avere particolari
abilità? Come gli
spiegheremo che è metà angelo e metà
umano, da parte di una madre
che sembra destinata ad essere il tramite di Lucifero?” gli
chiedo
tutto d'un fiato.
Lui
piega la testa e mi osserva.
“Il
nostro bambino sarà.. diverso!” continuo
“E va bene! Noi lo
ameremo comunque. Ma cosa succederà se lui o lei non
starà bene
con se stesso eh?”
Castiel
mi guarda e continua ad accarezzarmi i capelli.
Mi
bacia la punta del naso e poi scende con la bocca giù fino
al
ventre.
Alza
poco la mia maglia e lo bacia.
Fa
un grosso respiro e poi mi guarda.
“Allison..
Non so cosa accadrà da qui a dieci anni.” mi dice
“Non so
nemmeno cosa accadrà fra dieci minuti. Ma quello che so per
certo è
che niente di.. malvagio o infimo nascerà da te. E molto,
dipenderà
comunque da quello che noi gli insegneremo.”
Lo
ascolto in silenzio e poggio una mano sul mio ventre.
Lui
sorride e poggia la sua sulla mia.
Castiel
ha ragione. Qualunque sia il destino del mio bambino, sarò
io ad
educarlo e ad insegnargli tutto.
Lui
non sarà cattivo. Niente affatto.
Sorrido
al mio angelo e lo attiro delicatamente a me tirandolo per la
camicia.
Poggio
la bocca sulla sua e lo stringo a me.
“L'aumento
del desiderio sessuale è una delle conseguenze della
gravidanza.”
gli dico tra un bacio e l'altro “E pare che faccia anche bene
se
fatto con delicatezza.”
Lui
ride e mi bacia il collo per qualche secondo, poi si ferma e mi
guarda.
“Io
sono un angelo e ho più.. forza ed energia rispetto ad un
umano.”
mi dice “E tu, non so se l'hai notato ma.. mi fai perdere un
po' il
controllo in.. certe situazioni.”
Arrossisce
e mi strappa un sorriso.
“Non
so se riuscirei ad essere delicato..” continua imbarazzato.
“Potremmo
provare.” lo stuzzico.
“Un
giorno in cui sarai più tranquilla.”
Sorrido
e lui si accoccola vicino a me. Si addormenta in pochi secondi, e
dopo pochi minuti decido di uscire per fare una cosa che spero gli
farà piacere.
Mi
alzo piano, per non svegliarlo, e dopo avergli dato un bacio sulla
guancia esco.
So
bene dove andare e so bene quello che voglio.
Arrivo
nell'ufficio di Sirahel dopo pochi minuti e non chiedo nemmeno il
permesso di entrare.
Semplicemente
apro la porta ed entro.
Lui
mi guarda sorpreso, forse non si aspettava di vedermi qui.
Lo
faccio solo per Castiel in effetti..
“Allison..”
mi dice alzandosi “Che.. che ci fai qui? Va tutto
bene?”
Deglutisco
a vuoto, perchè vederlo ancora mi innervosisce e poi mi
schiarisco
la voce.
“Sono
qui perchè ho bisogno di un favore!” gli dico
“Lo faccio per
Castiel e spero che tu voglia aiutarmi.”
Lui
annuisce e mi fissa.
“Quello
che vuoi.” mi dice.
“Fra
qualche mese io e Castiel avremo un figlio e lui.. lui soffre
all'idea di non poter dare a lui, o lei.. un cognome.” spiego
“Sta
cercando di essere umano per me anche se sa che lo amo comunque. Ma..
E' importante per lui ed io vorrei regalargli un briciolo di
umanità
che sia.. solo sua.”
Sirahel
mi guarda con gli occhi lucidi.
Oh
cielo! Devo ricordargli mia madre ora.
“Così,”
riprendo “mi chiedevo se tu potessi prenderlo come una specie
di
figlio in modo che abbia il tuo cognome e quindi un cognome da dare
al nostro bambino.”
L'Arcangelo
si schiarisce la voce e annuisce.
“Credo
che a Castiel farà molto piacere.” mi dice
sorridendo “Consideralo
già fatto.”
Faccio
un grande respiro e sorrido appena.
“Grazie!”
Rimango
a fissarlo un attimo e poi mi avvio verso la porta.
“Allison..”
mi chiama lui “Possiamo parlare un attimo?”
Mi
fermo e chiudo gli occhi per un secondo, poi mi volto e gli sorrido.
“Magari
domani..”
Lui
sembra illuminarsi ed io lo saluto e vado via.
Salgo
in auto diretta a casa.
Ho
regalato al mio amore un cognome.. Ora è ufficialmente un
uomo.
Il
mio uomo.
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Capitolo 26 *** We are family ***
We
are family.
Forse
Sirahel ha ragione, dovrei essere meno pignolo con Ally.
La
controllo troppo ma non posso farci niente, sono pur sempre un
soldato e i soldati... sono sempre un po' inquadrati.
Dorme
molto e questo è un bene, così posso sorvegliarla
più facilmente.
Non so se sia normale oppure è una conseguenza dell'essere
incinta
di un angelo.
Cerco
nei ricordi di Jimmy ma non riesco a trovare quelli relativi alla
nascita di sua figlia.
In
effetti per lui questo sarà il secondo figlio....
Allison
sta dormendo anche adesso, rannicchiata sul suo letto e con
un'espressione serena e rilassata sul volto.
Anche
il piccolo è tranquillo, per fortuna. Giuro che prima o poi
farò a
pezzi quel bastardo di un demone.
Esco
dalla camera da letto e vado in salotto, è molto presto e
Ally non
si sveglierà prima delle nove, almeno.
Io
invece mi sveglio sempre molto presto, di scatto.
Non
sono ancora molto a mio agio con il sonno ma dovrò
abituarmici.
È
la mia umanità che sta prevalendo sul mio essere un angelo.
Sospiro
e mi siedo, e in questo momento il mio cellulare inizia a suonare.
“Sirahel?”
rispondo.
“Buongiorno
ragazzo, dovresti venire nel mio ufficio, devo parlarti di una cosa.”
esordisce senza troppi giri di parole.
“Okay...
tutto bene?”
“Sì,
benissimo. Su forza giovanotto, svolazza qui.” e
riattacca.
Io
resto a guarda il cellulare per alcuni secondi, poi mi ridesto dalla
perplessità e raggiungo l'Arcangelo.
“Che
solerzia, Cas” mi dice quando gli appaio davanti
“non ti si può
certo accusare di pigrizia!”
Sirahel
è allegro, sorride mentre prende alcune carte dalla sua
scrivania.
“Ho
la fortuna di non incontrare traffico...” dico senza pensarci.
Lui
mi guarda e scoppia a ridere.
“Certo
che esserti staccato dalla guarnigione ti ha fatto proprio bene, stai
diventando divertente!”
Accenno
un sorriso che non riesco a nascondere.
“Devi
solo imparare a sorridere di più... quando lo fai tenti di
nasconderlo e quasi te ne vergogni. I bambini imparano a sorridere
imitando gli adulti. Se non sorriderai, il tuo non imparerà
a
sorridere...” mi dice avvicinandosi.
“Sto
imparando lentamente... ad accettare la mia
umanità” confesso “non
è facile ma ci riuscirò. E poi ci sarà
Allison, lei gli
insegnerà... tutto quello che dovrà sapere sugli
umani...”
L'Arcangelo
scuote lentamente il capo. “I figli si fanno in due e si
crescono
in due” obietta “non credere di potertene
svolazzare in giro
mentre lei cresce tuo figlio. A tal proposito, ho fatto una cosuccia
che... credo apprezzerai.” e mi porge dei fogli e una carta
di
identità.
Io
li prendo e quando vedo la mia foto con un nome accanto, lo fisso
inebetito.
“James
Ellinger?” gli dico incredulo “Che
significa?”
Lui
si tocca il mento e accenna un sorriso beffardo. “Beh
sai...il mio
tramite era troppo arido per riuscire a crearsi una famiglia, quindi
ho fatto in modo che.. avesse un figlio” fa una pausa e mi
fissa
“da oggi tu sei mio figlio, James Ellinger per l'appunto. E
tutti
si ricorderanno di te come tale, ho creato falsi ricordi nella mente
delle persone che mi conoscono e da ora in poi tu sei James, in
pubblico. Mi raccomando non dimenticarlo presentandoti come Castiel.
È un nome carino ma ti prenderebbero per pazzo!”
Continua
a parlare ma io sono rimasto al da oggi tu sei mio figlio.
“Cass
ti tremano le ali, perché?” mi domanda
ridacchiando.
“Dovrei
essere io a chiederti... perché.” rispondo con un
filo di voce.
“Mettiamola
così” inizia “tra di noi c'è
sempre stato una sorta di rapporto
padre/figlio, lo sappiamo entrambi. Per cui a me fa.. piacere fare
questo. E poi, così potrai dare un cognome a tuo figlio,
senza
prendere quello del tuo tramite o lasciare che prenda quello di sua
madre come se non avesse padre. Perché un padre ce
l'ha...” mi
spiega serio.
“E
ora ce l'ho anche io...” dico con la voce che trema
leggermente.
Sto diventando un sentimentale...
“Se
per questo, io ora ho un figlio.”
Annuisco
e guardo le carte che ho in mano solo per distogliere lo sguardo dal
suo.
Mi
accorgo che tra questi fogli c'è di tutto: titoli di studio,
conto
corrente, patente di guida, ha creato una vita intera, mi ha dato una
nuova vita.
“Eh
già, tutto il corredo. Io non faccio mai le cose a
metà.”
dichiara dopo avermi letto nuovamente nel pensiero.
“Grazie....”
mormoro sul punto di piangere.
Mi
sentivo perso pensando di essere fuori dal Paradiso, dal mio mondo.
Ho
appena capito di averne uno qui, solo mio.
“Quindi
in pubblico... dovrò chiamarti padre?” domando
cercando di
sorridere.
Sirahel
si schiarisce la voce. “Gli umani dicono papà,
veramente...” precisa, imbarazzato.
Per
la prima volta in quattromila anni, ho davvero una famiglia, solo
mia.
“Grazie.”
ripeto commosso.
L'arcangelo
alza le spalle. “Figurati. E poi ad essere sincero,
è stato
qualcun altro a spingermi a fare questo che, però, era
già nei miei
pensieri da un po' di tempo...” mi confessa.
“Allison?”
Lui
annuisce. “Sì. Ieri è venuta nel mio
ufficio, chiedendomi di
darti il mio cognome. Lei non poteva sapere che avevo già
creato un
conto in banca da destinarti... ma il suo gesto ha accelerato le
cose, diciamo...”
Sorrido
a tutti denti scuotendo il capo: avrei dovuto immaginarlo, si sono
alleati!
Vuol
dire che Ally lo ha perdonato, credo.
“Non
so se mi ha perdonato. Ma sicuramente è meno
arrabbiata...”
risponde ai miei pensieri.
“Cosa
farei senza voi due?” dico più a me stesso che a
Sirahel.
“Ah,
io ho cambiato ben poco la tua attuale vita. Dovresti chiederti cosa
saresti senza Allison. E io lo so. Il solito rigido soldatino che
eri, ecco cosa saresti adesso. Invece sei molto più umano di
tanti
umani che conosco, e non intendo nelle debolezze, come ci hanno
insegnato, ma nei pregi. Hai ancora lo stupore di un bambino, ma
imparerai a smaliziarti col tempo. Crescerai insieme a tuo
figlio”
si ferma a pensare e riparte “che in fin dei conti
sarà mio
nipote. Mi piace, sì.” afferma compiaciuto.
Io
sono ancora incredulo, ma felice.
“Okay
Cass, ora smettila di tremare e vola dalla tua ragazza...”
Traggo
un profondo sospiro e mi raddrizzo, cercando di fermare le mie ali
che hanno continuato a tremare per tutto il tempo.
“Hai
ragione... l'ho lasciata sola. Grazie ancora.. papà.”
dico
per prenderlo in giro, ma lui sembra... emozionarsi.
“E'
un piacere, figliolo... ah dimenticavo” aggiunge appena prima
che
io sparisca “dai un'occhiata all'ultimo dei fogli che hai in
mano.”
Io
obbedisco e lo trovo. Leggo cosa c'è scritto e sgrano gli
occhi.
“Certificato di matrimonio?”
Sirahel
sorride allegro. “Congratulazioni, siete marito e
moglie!”
E
schioccando le dita, mi spedisce da Allison.
*****
Ho
fame!!
Riesco
solo a pensare a questo mentre mi agito un po' nel letto prima di
aprire gli occhi.
Oh
cielo!!
Se
continuo così fra qualche mese sarò una specie di
elefante.
Faccio
un grosso respiro e mi metto a faccia in su.
“Amore..
se diventassi grassa come un elefante mi ameresti comunque?”
chiedo.
Mi
aspetto di sentire la risata di Cass accarezzarmi e poi le sue mani
stringermi e rassicurarmi sul fatto che mi amerebbe comunque, in ogni
caso.
Invece
non sento nulla.
Forse
sta ancora dormendo. Anche se mi sembra strano visto che, anche se
lui crede che non lo sappia, si sveglia di scatto, ogni mattina poco
dopo dell'alba e si alza piano, salvo poi tornare a letto poco prima
che io mi svegli e “fingere” che si sia appena
svegliato.
Non
gli ho chiesto mai nulla di questo, perchè so che per lui
è
difficile adattarsi alla sua nuova situazione. So che è
difficile
per lui essere “umano”.. Ma so anche che quando
sarà pronto e
vorrà farlo, me ne parlerà lui stesso.
Apro
gli occhi e volto lo sguardo sulla sua parte di letto.
Non
c'è. Quindi o è sceso di sotto e si è
addormentato sul divano,
oppure...
Oh
no!! E se fosse successo qualcosa?
Mi
alzo di scatto e senza nemmeno mettermi la vestaglietta, solo con la
mia leggerissima camicia da notte scendo si sotto correndo
giù per
le scale.
“Cass..”
Lo
chiamo quando vedo che non è nemmeno sul divano.
Ok,
ora sono nel panico.
Non
so ancora se devo preoccuparmi o meno, ma la situazione in cui
è, in
cui siamo.. Mi impedisce di non fasciarmi la testa prima di essermela
rotta.
“Castiel...”
chiamo ancora “Dove sei?”
“Hey
hey.. Sono qui!”
Sento
la sua voce alle mie spalle e sobbalzo appena.
Mi
volto e lo guardo. E'... felice.
“Cass,”
gli dico lasciando cadere le braccia lungo i fianchi “dove
sei
stato?”
Lui
corruga al fronte, forse stranito dal mio tono.
“Ho
avuto da fare. Sono dovuto uscire un attimo.” mi dice.
“E
non potevi lasciare un biglietto? Mi sono svegliata chiedendoti se mi
avresti amata comunque se fossi diventata un elefante e tu non c'eri.
E non eri neppure qui di sotto.”
Poggia
dei fogli sul tavolino vicino al divano e mi prende il viso tra le
mani poggiando delicatamente la bocca sulla mia.
“Tesoro..
di che parli?”
Sospiro
e gli liscio distrattamente l'impermeabile.
“Di
niente..” gli dico “Io.. Non importa. Dove sei
stato?”
Mi
guarda per un attimo in silenzio e sorride gioioso.
“Da
Sirahel.. Lui mi ha “adottato”. Sono James Ellinger
ora. Potrò
dare un cognome al nostro bambino amore mio.. E so che tu sei parte
integrante di questo.” mi spiega “Grazie amore
mio..”
Sorrido
e gli accarezzo il viso piano.
“Non
c'è di che!” gli rispondo “Volevo solo
darti un po' di umanità
che fosse solo tua.”
Lui
mi bacia e mi stringe a sé delicatamente.
Questo
è il momento in cui di solito io mi sciolgo davanti alla sua
dolcezza.
Ma
stavolta, nel modo in cui la sua bocca si muove sulla mia, e in cui
le sue braccia mi stringono, c'è un non so che di malizioso
e di
umanamente passionale che mi fa piacevolmente rabbrividire.
Stacco
per un attimo la bocca sulla sua e riprendo fiato.
“Cass..”
sussurro..
Lui
mi accarezza le braccia fino a raggiungere le mie mani e poi
intreccia le dita alle mie. Mi bacia di nuovo e poi mi solleva
poggiandomi delicatamente al mobiletto all'entrata di casa.
Si
toglie l'impermeabile, la giacca e poi sbottona piano la camicia.
Io
lo guardo senza dire nulla. Per certi versi sorpresa dal suo slancio
di “sfrontatezza”, per certi versi intenerita.
Mi
bacia di nuovo piano e poi passa a baciarmi il collo mentre
delicatamente con le mani risale sul per le cosce fino ai fianchi.
Mi
fa sollevare poco e piano e sfila via i miei slip.
Io
ora mi sento.. credo come si sentiva lui la prima volta che abbiamo
fatto l'amore.
Impaziente,
emozionata ma volenterosa di gustarmi tutto quanto fino in fondo.
Gli
sorrido dolcemente e porto le mia mani sulla sua cintura.
La
sbottono e la butto via, poi sbottono anche i suoi pantaloni e lascio
fare a lui il resto.
Si
toglie tutto quello che rimane con determinazione e disinvoltura.
E'
incredibile vedere come sia così a suo agio rispetto alle
prime
volte.
Si
fa delicatamente spazio tra le mie gambe e mi spinge con decisione,
ma delicatezza verso di lui entrandomi dentro con dolcezza.
Chiudo
gli occhi stringendolo a me, mentre lui poggia la fronte sulla mia
spalla lasciandosi sfuggire un lieve gemito.
Mi
accarezza prima i capelli e poi la schiena con una mano, mentre con
l'altra mi tiene stretta a sé.
Si
muove lento e dolce e poi segue il ritmo dei nostri respiri stando
attento ad essere delicato.
Ha
le spalle ben definite, morbide e calde sotto le mie mani..
Lo
assecondo nel movimento, per quanto la posizione mi consente e la mia
bocca è saldamente poggiata alla sua nel momento in cui il
piacere
mi pervade facendomi scuotere.
Lui
si abbandona pochi secondi dopo di me.
Rabbrividisce
intensamente e stende il braccio fino a toccare la parete.
Rimango
stretta a lui riprendendo piano il controllo del mio respiro.
Castiel
mi guarda e mi sorride baciandomi delicatamente.
“Ora
siamo sposati.” mi sussurra.
Sono
perplessa.
“Cosa?”
gli chiedo.
“Sirahel
ci ha procurato un certificato di matrimonio.. Ora siamo marito e
moglie anche per la legge.” mi spiega.
Gli
prendo il viso tra le mani e rido..
Sono
felice, anzi felicissima.
Lo
abbraccio e guardo il mio anello per un attimo.
“Cass,
se diventassi un..”
Mi
guarda e mi poggia un dito sulla bocca per zittirmi.
“Si
amore! Ti amerò in ogni caso.. Anche se diventerai un
elefante...”
mi dice precedendo la mia domanda.
Rido
e lo tengo stretto a me.
Io
lo amo!
E'
mio marito.. E' la mia famiglia.
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Capitolo 27 *** Bad dreams ***
Bad
dreams
Incubi.
Mi
perseguitano da settimane rendendo il mio sonno difficile. Quasi
impossibile.
Anche
ora ne ho uno.
E
lo so perchè, i miei non sono incubi normali. No.. Io ne
sono
spettatrice diretta, ma non posso fare nulla per fermarli.
L'altro
giorno per esempio, ho sognato che Cass moriva per proteggermi.
Eravamo
in uno scenario decisamente post apocalittico e qualcuno voleva
colpirmi per uccidermi.
Lui
però correva e si metteva davanti a me prendendo il colpo al
posto
mio e morendomi tra le braccia.
Un
sogno.. orribile.
Ora
invece sto sognando di essere sempre in uno scenario post
apocalittico, solo che la cattiva sono io.
Vedo
me stessa posseduta, da Lucifero forse, avvicinarmi ad alcune
persone. Le uccido senza pietà e lascio per ultimo Cass e un
bambino
di cui riesco solo a vedere gli occhi.
Sono
blu.
Non
so chi sia ma ho la vaga sensazione che sia nostro figlio.
Onestamente
non so dire se sia un maschio o una femminuccia.
Quello
che so è che prima uccido il piccolo senza esitare, e poi
uccido
Castiel.
L'ultima
cosa che vedo sono i suoi occhi che mi guardano mentre una lacrima
scende giù.
Poi
il buio.
E
di solito è in questo momento che mi sveglio. Urlando.
“Castiel..”
Apro
gli occhi di soprassalto e sento il cuore in gola.
Castiel
è accanto a me. Si solleva sul letto assonnato e mi
accarezza il
viso sudato.
“Allison..”
mi sussurra facendomi voltare delicatamente verso di lui
“Amore..
va tutto bene, sono qui.”
Annuisco
respirando a fondo e lo bacio accarezzandogli piano il viso.
“Cass,
io..” non so bene che dire, perchè non voglio
dirgli la verità
per non farlo preoccupare.
“Shh,
shh! Va tutto bene Allison. Va tutto bene.” mi rassicura.
Mi
sposto i capelli indietro e bevo un sorso di acqua.
“Si.
Va tutto bene.. Mi.. mi dispiace di averti svegliato. Torniamo a
dormire.” gli sussurro.
“Non
fa niente. Cos'hai sognato?” mi chiede.
Ecco
il momento che volevo evitare.
“Niente.
Niente di importante.”
Lui
sospira e poi scuote il capo.
Gli
mento da settimane e lui lo sa.
E
ovviamente questo non gli piace affatto.
“Smettila
Allison. Smettila di mentirmi!” mi dice irritato.
Sospiro
e lo guardo.
“Ti
prego Castiel..”
“No!”
mi dice ancora lui “Tu soffri. Ti svegli sudata e di
soprassalto
ogni notte e non mi permetti di aiutarti. Dimmi che ti
succede!”
urla infine.
Mi
passo una mano sul viso e rimango perplessa dal suo tono.
E'
la prima volta che mi urla così contro. Non l'ha mai fatto
prima.
Devo
averlo davvero esasperato.
Il
bambino si muove velocemente nel mio ventre.
E'
agitato. Lo sento.
Scalcia
forte, più forte di quanto un bambino di tre mesi debba fare.
Mi
piego un po' su me stessa e soffro.
Si,
sto male e credo che il mio stato d'animo che si riversi sul piccolo.
Cass
mi è accanto e mi stringe delicatamente tra le braccia
facendomi
poggiare sul suo torace.
“Allison,
stai calma ok?” mi dice “Calmati, ti
prego.”
Singhiozzo
e mi accarezzo il ventre.
“Mi
dispiace Cass..” gli dico “Io non volevo farti
arrabbiare così.
Mi dispiace..”
Questa
non è nemmeno la cosa più importante al momento,
ma sento il
bisogno di scusarmi con lui perchè ha rinunciato a tanto per
stare
con me ed io vorrei..
Vorrei
non essere così spaventata dal dirgli che mi succede.
Ma
la sua reazione nel sapere che forse, in un futuro nemmeno tanto
lontano il mio corpo ospiterà Lucifero, mi terrorizza.
Potrei
perderlo.
Perchè
si, ho fatto delle indagini, e viste le mie confuse
particolarità, i
miei sogni potrebbero tranquillamente essere delle premonizioni.
Cass
annuisce piano e mi bacia i capelli cullandomi un po'.
“Non
è colpa tua amore mio. Io.. non so ancora gestire questa
cosa del
nervosismo.. Imparerò, te lo prometto.” mi dice
dolce “Ora
calmati. Qualunque cosa sia andrà tutto bene. Non sei
costretta a
dirmi cosa sogni.”
Annuisco
appena e mi calmo lentamente.
Anche
il bambino sembra rilassarsi, mentre Cass accarezza il mio ventre
delicatamente.
Mi
giro piano e mi stringo un po' a lui.
Accenno
il motivetto che tempo fa mi aveva cantato lui e poi mi riaddormento
sperando di non avere più incubi..
Almeno
per stanotte.
*****
Devo
controllarmi.
Ultimamente
sento... la rabbia impadronirsi di me fin troppo facilmente.
Forse
è la ricerca di Dio che va male, forse le continue stragi
che
devastano il paese... non so, sta di fatto che sto diventando
aggressivo.
E
ora ho appena urlato contro Allison, e il piccolo si è
agitato
insieme alla madre.
Che
mi dice il cervello?
Sospiro
e la guardo dormire, finalmente si è calmata. Spero non
abbia più
incubi.
Quegli
incubi di cui non vuole parlarmi, ma che devono essere spaventosi.
Vorrei aiutarla ma non si lascia aiutare.
Mi
alzo e prendo i vestiti che di solito indosso quando sono
semplicemente James, vale a dire quelli del fratello di Ally.
Però
quando vado dai Winchester rimetto i miei... Dean mi prende
già
abbastanza in giro per tutto il resto... anche se del resto sa ben
poco, sa solo che avrò un figlio e che passo molto tempo con
Allison.
Sam
è più rispettoso, non osa fare battute, Dean
invece l'altro giorno
dopo un paio di birre si è messo quasi a strillare
“Altro che
vergine, il mandrillo qui presente ha messo incinta una
ragazza!”
Ho
imparato cos'è la vergogna.
Mi
avvicino alla finestra, la luna è nascosta dalle nuvole, ma
posso
comunque vederne l'alone rossastro.
Non
mi piace, non è un buon presagio.
Ma
che diavolo....
Fiamme,
esplosioni, cadaveri dappertutto. La città è
messa a ferro e fuoco
dai demoni. L'odore di zolfo è intenso e nauseante. Non
riesco più
a vedere i loro volti orribili, ma sento il loro lezzo.
Stringo
a me qualcosa, qualcuno...
Una
piccola creatura, forse un anno, forse due di età, che si
aggrappa
al mio maglione e piange. “Papà...”
I
suoi grandi occhi blu cercano la verità nei miei.
“Sono
qui amore, non preoccuparti.. non succederà nulla.”
Mento.
Perché
sento che questa è la fine.
Vedo
il corpo di Allison avvicinarsi con un sorriso maligno sul viso. Il
corpo, perché quella non è più lei,
non è più la madre della
creatura che stringo tra le braccia.
È
…. Lucifero. Gli ha detto sì...
“Ciao
amore” mi dice prendendomi in giro.
“Tu
non sei Allison, bastardo!” gli urlo furioso.
Lei..
o lui, ride. “Povero il mio fratellino, hai rinunciato a
tutto per
questa femmina e la vostra creatura bastarda, e ora non hai niente..
che peccato.”
“Mamma..”
la chiama il mio tesoro riconoscendo in quel viso la donna che
l'allattò con amore.
“Non
è la mamma” dico “non
guardarla” e stringo più forte
nascondendo con le mani quella dolce testolina castana.
“Quasi
mi dispiace ammazzarvi, siete così belli! Vi somigliate, o
meglio
somiglia al tuo tramite, perché tu sei un fantasma Castiel,
lo sai
vero?”
Non
rispondo, non merita risposta, voglio solo che ci lasci in pace ma...
non lo farà.
Non
ci risparmierà. Spero solo che mi uccida per primo...
“Vieni
qua, tesoro della mamma!”
Mi
strappa dalle braccia la mia creatura, che strilla e mi chiama
disperatamente.”Papà! Papà!”
“No!
Ti prego no! Uccidi me, uccidi me!” supplico sentendomi
morire.
“Dopo,
senz'altro.”
Soffoca
l'innocente davanti ai miei occhi, straziandomi l'anima.
“Figlio
di puttana!” grido con tutto il fiato che ho in corpo.
Ma
il mio nemico ride divertito. “Quante storie per un
marmocchio...
eri un gran soldato e ora sei diventato un noioso padre di famiglia.
Ti ho fatto un favore, sai? Peccato che tu non possa goderne i
benefici, perché farai la stessa fine. Avresti fatto meglio
ad
unirti a me... ci avreste guadagnato tutti.”
Voglio
morire.
Lucifero
si avvicina a me e mi afferra per il collo, mi solleva e con un lungo
coltello, mi colpisce allo stomaco.
Dolore
atroce, lancinante, davanti ai miei occhi tutta la mia esistenza, e
poi Allison e il frutto del nostro amore...
E
poi il buio, e la risata maligna del mio assassino...
Mi
ritrovo inginocchiato a terra, tremo e piango e la testa sembra
essere sul punto di scoppiare.
Una
visione...
Una
stramaledetta visione di orrore e morte... è solo un trucco,
non
accadrà questo, mai.
Allison
non direbbe mai sì a Lucifero, non lo farebbe mai...
Respiro
a fatica e mi alzo da terra vacillando, e se i sogni di Allison
fossero così? Se fosse questo che la tormenta?
Un
urlo di dolore riecheggia nella stanza.
“Allison!”
Corro
da lei e la trovo sveglia. “Castiel... il bambino!”
mi dice
piangendo.
Sposto
le coperte e trovo... sangue.
La
sua candida camicia da notte è intrisa di sangue e
così le
lenzuola. Sta male, sta per perdere nostro figlio...
E
io non posso guarirla!
L'avvolgo
nella coperta e la prendo in braccio, l'unica cosa che posso fare
è
portarla all'ospedale.
“Sta'
tranquilla, non è niente..” cerco di rassicurarla.
“Sto
abortendo...Cass sto abortendo... non voglio...”
Scuoto
il capo. “No tu non perderai nostro figlio... te lo
giuro!”
Allison
sviene tra le mie braccia.
Ci
trasportiamo all'entrata dell'ospedale ed entro con lei in braccio,
l'unica cosa che posso fare ora è....
“Aiuto!
Vi prego aiutatemi!”
Due
infermiere si avvicinano correndo. “Signore, cosa
c'è, che
succede?”
“E'
incinta... perde sangue...” farfuglio sconvolto.
Non
mi sono mai sentito così impotente..
Portano
una barella e mi fanno adagiare Allison lì sopra, poi si
allontanano
correndo.
“Stia
tranquillo signore, ora ci penseremo noi...” tentano di
tranquillizzarmi.
Ma
non ci riescono, loro non sanno...
Ho
paura di perdere tutto in un momento, Allison e mio figlio... e non
non posso fare niente.
Dio,
aiutaci.
*****
Vedo
delle strane luci girarmi davanti agli occhi.
Però
è strano.. Credo che non siano le luci a girare.
No,
credo che sia io ad avere un capogiro.
Dove
sono?
L'ultima
cosa che ricordo è di essermi svegliata e di aver sentito un
dolore
lancinante a...
Oh
no! Il mio bambino.
Cosa
è successo?
Apro
gli occhi e mi alzo bruscamente a mezzo busto. Sono in un ospedale. E
lo so perchè davanti a me ci sono due porte con vetri,
tipiche degli
ospedali. E anche perchè ci sono due infermiere che mi
chiedono più
o meno gentilmente di mettermi di nuovo supina.
“Il
mio bambino..” sussurro agitandomi un po'.
Sento
un forte odore di sangue e questo mi spaventa a morte.
“Il
suo bambino starà benissimo signora. Vedrà che
andrà tutto bene.”
mi rassicura un'anziana infermiera “Come ti
chiami?” mi chiede
amorevolmente.
“A..
Allison.” le rispondo.
“Bene
Allison, io sono Emme. Devi stare calma ok? Hai avuto una lieve
emorragia, ma andrà tutto bene.” mi dice ancora.
Annuisco
anche se onestamente, non sono sicura che andrà tutto bene.
La
mia gravidanza non è una gravidanza comune.
Aspetto
un bambino che è per metà umano e per
metà angelo. Non sono sicura
che loro sappiano cosa fare.
Però
non posso certo dire tutto questo. Non solo non mi crederebbero, ma
se dovessi cavarmela mi spedirebbero direttamente in psichiatria.
“Ok!”
esclamo tra le lacrime “Dov'è.. Dov'è
mio.. mio marito?”
“E'
fuori tesoro.” mi dice Emme “Ora gli
porterò i tuoi effetti
personali. Li terrà lui fino alla tua completa ripresa.
Solitamente
li tengono gli infermieri, ma voglio fare un'eccezione
stavolta.”
Sorrido,
ricambiando la sua cortesia e poi sento un forte mal di testa.
Anzi
fortissimo!
Lancio
un urlo nella stanza e l'ultima cosa che sento è Emme urlare
di
portare una sacca di sangue.
-
Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra. Tutti giù
per terra -
“Mamma,
facciamolo ancora dai..”
Sorrido
e scuoto il capo.
“Non
possiamo amore della mamma. Dobbiamo fare altro adesso.”
“Un
altro gioco?”
Ci
penso su un attimo e mi piego sulle ginocchia.
Quello
è il mio corpo, il mio viso.. Ma non sono io.
Non
sono io per niente.
“Mh..
si, una specie.” dico “Si chiama Il
morto!”
“Il
morto?”
“Si!”
“E
come si gioca?”
“Oh
è semplicissimo.” spiego “Adesso noi
andiamo da papà, e
fingiamo di colpirlo. A quel punto lui si stenderà a terra e
se sarà
bravo e sembrerà davvero una persona morta, allora
avrà vinto.”
Quella
piccola creatura sembra perplessa “Ma papà non si
farà male
vero?”
“No!
Certo che no.” sorrido “Noi non faremmo mai male a
papà. Gli
vogliamo un mondo di bene. Vero?”
La
miniatura di Cass annuisce e poi mi prende per mano.
Raggiungiamo
Castiel dopo pochi secondi e il “frutto del
peccato” lo raggiunge
chiamandolo a gran voce.
Castiel
apre le braccia piegandosi sulle ginocchia e poi si rialza.
Mi
guarda e sa già cosa accadrà..
Ma
cosa? No, non è possibile!
No
no no.
Non
voglio sognare queste cose.. Io voglio.. voglio svegliarmi.
Sono
di nuovo intrappolata in uno dei miei incubi. Mi agito, ma non so
dire se il mio corpo reagisce.
Onestamente
non riesco a capire se il corpo si muove o no.
So
solo che è come se fossi fuori da esso ad osservare il
tutto, e
quello che vedo non mi piace affatto.
Perlomeno
adesso so che il mal di testa è il preavviso ad un brutto
sogno.
Magari se..
Ma
chi voglio prendere in giro?
Non
so nemmeno se sono ancora viva. Per quel che ne so potrei essere
morta e questo potrebbe essere il mio personale inferno.
Noo!!
Un altro mal di testa.
“Allison
cara.. E' stato difficilissimo trovarti lo sai?”
Serro
le mascelle e lo guardo.
Ha
il corpo di un uomo con gli occhi disperati.
Guardandolo
di primo impatto sembrerebbe un uomo normale, ma io so chi
è:
Lucifero.
“Cosa
vuoi?”
“Il
tuo corpo.” mi risponde serio “Devo essere onesto.
Avrei
preferito quello di Sam Winchester. Voglio dire, sono un uomo.. il
corpo di una donna non è esattamente il luogo ideale per
me..” si
ferma e ride “O forse si! Dentro di te.. mi farei volentieri
un
giretto.”
Oddio!
Che squallidissimo doppio senso.
“Non
ti darò mai il mio corpo!”
“Si
invece e sai perchè?” si avvicina a me e mi
accarezza un po' i
capelli.
Io
rimango immobile senza fare nulla.
Quello
che fa, il modo in cui si muove, mi fa schifo.. ma non riesco a
muovermi.
“Perchè
ucciderò quel piccolo bastardo nato dal tuo ventre se non lo
fai.”
Mi
irrigidisco e sento il sangue raggelarmi nelle vene.
“Stai
lontano. Non osare!”
Lui
ride.
“Concediti
a me e non lo farò!” mi dice “Te lo
giuro!”
So
che di lui non posso fidarmi, io lo so.. Ma non ho scelta.
Allungo
la mano e stringo la sua siglando l'accordo più stupido
della mia
vita.
Sento
scuotermi.
Vorrei
urlare. Io vorrei.. gridare e svegliarmi. Ma non ci riesco.
Davvero
finirò col dire di si a Lucifero?
Io
non.. non voglio nemmeno pensarci.
Riprendo
momentaneamente il controllo del mio corpo e vedo Cass steso a terra
morente.
La
nostra creatura è morta e mi sa che sono stata io.
O
meglio Lucifero tramite il mio corpo.
Mi
avvicino al suo piccolo corpo e piango disperata.. Bacio la sua
guancia e accarezzo i suoi capelli.
“Cos'ho
fatto?” sussurro piangendo “No..” urlo.
“Allison..”
Cass
mi chiama.
Mi
trascino fino a lui singhiozzando e lo prendo tra le braccia.
“Cass..”
Lui
mi accarezza il viso sorridendo.
“Amore
mio. Sei proprio tu?”
Annuisco
e gli bacio la bocca delicatamente.
“Ho
ucciso.. Io..”
“Non
sei stata tu. Non eri tu mentre lo facevi.”
Piango
e annuisco appena mentre lui tossisce sputando sangue.
“Cass..
mi dispiace tanto. Ho dovuto dire di si. Io, non avevo
scelta.”
Lui
si solleva piano e mi bacia.
Allunga
la mano fino ad accarezzarmi gentilmente i capelli e poi mi guarda.
“Io
ti amo. Ti ho sempre amata.”
“Anche
io.”
“Ma
ora ti odio Allison..” mi dice lasciandomi basita.
“So
che non eri tu! Lo so, ma era il tuo corpo che uccideva quella
creatura. La creatura che tu stessa hai messo al mondo.. Ed io non
potrò mai scordarlo.”
Piango
più forte e mi passo una mano sul viso.
Lui
mi guarda e poi, come se non avesse altro da dirmi, chiude gli occhi
e mi lascia.
No!!!
Il
mio urlo è muto. Se fossi sveglia sentirei la mia voce, ma a
quanto
pare io dormo.
Forse
sono in coma, forse sono morta.
Mi
guardo intorno ed è tutto buio.
Poi
una luce mi avvolge e lo stesso scenario apocalittico di poco prima
si fa spazio.
“E'
in coma..”
Sento
in lontananza.
Poi
la voce perplessa di Castiel mi arriva dritta alle orecchie.
Sono
in coma.. anzi peggio, sono bloccata dentro i miei incubi.
*****
“Che
significa che è in coma? Avevate detto che non era nulla di
grave!”
Il dottore
scuote il capo
sospirando, poi lancia un'occhiata verso Allison che giace nel suo
letto. “Infatti non è raro che ci sia una piccola
emorragia, per
il resto non sappiamo cosa sia successo. Faremo degli
accertamenti...”
Lui
parla, parla... ma io non lo ascolto più.
Guardo
Allison, sembra addormentata, invece è in coma... un sonno
profondo,
dal quale non posso guarirla.
“Tenga”
mi dice un'infermiera “glielo ridarà quando si
sveglierà.” e mi
mette in mano l'anello di Ally.
“No...”
sussurro disperato.
Lo
fisso sul palmo della mia mano e penso che questo deve essere un
incubo. Perché tutto questo a me, a noi?
“Ora
esca per favore... verrà a trovarla più
tardi..”
Non
so chi è stato a parlare, ma mi ritrovo fuori dalla stanza
di
Allison, a fissare la porta.
Io
non so che fare... sono paralizzato dallo sgomento e dal terrore...
cosa fa un uomo di fronte a queste tragedie?
Urla,
impreca, picchia qualcuno? Io non lo so... o meglio lo so, vorrei
fare tutte queste cose.
Che
sta succedendo? C'è qualcosa che mi sfugge, sento che... il
suo coma
non dipende da qualche problema fisico...
Ricordo
di avere il cellulare in tasca, lo prendo e provo a chiamare Sirahel.
Non è neanche l'alba, forse sta dormendo..
Sirahel
dorme? Non ne ho idea, ma comunque il suo cellulare è
spento. Gli
lascio un messaggio.
“Ti
chiedo scusa, io... Allison sta molto male, non so che fare... siamo
all'ospedale..” farfuglio confusamente e riattacco.
Mi
siedo di fronte a questa porta e nascondo il viso tra le mani. Sono
frastornato, confuso... c'è qualcosa che non capisco e che
mi rode
il cervello, ma non riesco a capire cosa sia.
Il
suono del mio cellulare mi distoglie dai miei pensieri, credo sia
Sirahel invece non è lui.
“Dean...”
rispondo stancamente.
“Ehi
papino! Come va? Sempre con la tua Giulietta, eh?”
scherza.
Io sospiro.
“Dean... non è il momento scusami...”
“Cass...
che succede?”
Mi
massaggio la fronte. “Allison è in ospedale, sta
molto male...”
“Merda.”
impreca e ripete la notizia a suo fratello, che impreca a sua volta.
“Aspettaci,
arriviamo subito.”
“Non
ce n'è bisogno,
davvero io..”
“Smettila.
Siamo a Los Angeles, dacci pochi minuti e saremo lì.”
e riattacca.
Il tempo
di rimettere il cellulare in tasca e percepisco la presenza di
Sirahel.
“Ragazzo”
mi dice avvicinandosi “che succede?”
Mi
alzo e scuoto il capo. “Non lo so... si è
svegliata urlando.. in
un lago di sangue... ora è in coma, non posso
guarirla...”
Finalmente
mi rendo conto di
non stare bene.
Sirahel
mi posa una mano sulla spalla. “Castiel.. non la senti?
È su di te
e... su di lei...” mi dice l'arcangelo preoccupato.
“Cosa?”
domando confuso.
“Magia
nera.. siete vittime di un dannato sortilegio. Su di te ha meno
effetto per ovvie ragioni ma... su di lei è. .terribile. La
sta
proteggendo vostro figlio...”
Vacillo
e se non fosse per lui, cadrei a terra. “Io non la
sento...però
sto male...”
Lui
annuisce. “Vedo...perdi sangue dal naso.”
Non
me ne ero accorto. Sto per rispondere, quando sento la presenza dei
Winchester.
“Ehi
Cass” esordisce Dean serio “che sta
succedendo?”
“Oh
ecco i blues brothers.” li apostrofa astioso l'arcangelo.
Dean lo
fissa corrugando la
fronte. “Figo, sembri uscito da Beautiful.”
“Dean...
modera i termini...” lo ammonisco nonostante stia male.
Lui
fa spallucce. “Ha cominciato lui! E comunque, come sta
Allison?”
“Coma,
ma non è
...normale. Si tratta di magia nera.”
I
giovani si guardano. “Il nostro amico ne ha colpito
un'altra.”
afferma Sam preoccupato.
“Che
vuol dire?” domando io.
“Siamo
qui per un caso... misteriosi coma profondi tutti nello stesso
periodo e nella stessa zona, sospettiamo magia nera e tu ce ne stai
dando conferma.”
“Intelligenti.”
interviene Sirahel sarcastico. Li odia proprio, sì...
“Credo
di sapere chi è...” dico io dopo alcuni istanti.
Tutti mi guardano
in attesa.
“Cioè?”
mi fa Dean.
“Si
chiama Neil Foster... ha cercato di... traviare Allison qualche tempo
fa. È uno stregone molto potente... credo sia un
collezionista di
anime. ”
“Neil
Foster” ripete il cacciatore “grazie Cass, ora
sappiamo a chi
rompere i denti. Tienici informati su Allison, e se hai bisogno, non
esitare a chiamarci.”
Io
annuisco distrattamente e li saluto.
“Castiel...
te la senti di intervenire?” mi domanda l'arcangelo parlando
sottovoce.
“Intervenire?”
ripeto.
“Sì,
dobbiamo far svegliare Allison dal coma prima che Gianni e Pinotto
facciano la pelle al bastardo. Potrebbe restare intrappolata nel
coma, altrimenti.” mi spiega serio guardandosi intorno.
“A
parte avere le reazioni di un bradipo e un po' di nausea, credo di..
potercela fare.” affermo io, anche se poco convinto.
“Bene,
allora andiamo. Abbiamo poco tempo.” e mi trascina
letteralmente
nella stanza di Allison.
Amore
mio... è così pallida e inerme... e il nostro
piccolo tenta di
proteggerla..
Quella
piccola creatura che lei uccideva nella mia visione..
Scaccio
la terribile immagine dalla mia mente e mi avvicino al letto.
Dall'altro lato si sistema Sirahel.
“Cass...
ricordi tutto, vero?” mi domanda.
Io
annuisco e stendo le mani su Allison. “Sono pronto.”
Iniziamo a
recitare un salmo
in enochiano, una fitta alla testa mi fa gemere.
“Cass!”
“Sto
bene... continuiamo.”
Proseguiamo
col nostro
rituale antichissimo mentre Allison muove rapidamente gli occhi sotto
le palpebre chiuse.
Forse
le stiamo facendo del male, ma è l'unica soluzione.
Improvvisamente
Allison apre
gli occhi con un grido strozzato.
“Castiel!”
E' tornata,
Dio ti
ringrazio è tornata!
Forse
è il contraccolpo del rituale, forse lo stress o gli
strascichi
della magia nera, sta di fatto che tutto intorno a me inizia a
roteare e sento le gambe cedermi.
Sto
svenendo lo so, ma non importa. Allison è salva.
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Capitolo 28 *** What hurts the most ***
What
hurts the most
Sono
rinvenuta.
Sono
uscita dai miei incubi e respiro di nuovo.
Non
fisicamente. Ma emotivamente.
Stare
intrappolata in tre sogni che si ripetono all'infinito e in cui
facevo quello che..
Non
voglio ricordare cosa facevo nei sogni.
A
dire il vero spero di dimenticarlo il più presto possibile.
Anzi,
spero di poter prendere questa notte e gettarmela alle spalle insieme
a tutto il resto che mi ha fatto male.
Gettare
tutto via.. per sempre.
Sono
ancora stordita ma riesco a vedere che il volto di Sirahel, dopo
l'iniziale gioia di vedermi di nuovo tra loro, si tinge di
preoccupazione.
Corre
dall'altra parte del letto e quando realizzo perchè, anche
il mio
viso si colora di preoccupazione.
Castiel
è per terra. E' privo di sensi e questo è ancora
più strano e
preoccupante, perchè lui è un angelo.
Non
può svenire. O perlomeno non potrebbe, perchè
ora, a discapito di
ciò che è e di quanto potente o celeste sia il
suo essere, ora è
steso per terra pallido come un lenzuolo.
E
la cosa brutta è che non so nemmeno perchè.
Poggio
la mano sul mio ventre e sento che il piccolo è calmo.
Quindi mi
alzo.
Non
mi rendo conto nemmeno di averlo fatto, ma mi ritrovo piegata sulle
mie ginocchia.
E'
quasi come.. So che non è possibile, ma è come se
il mio piccolo mi
avesse dato la forza di sollevarmi e raggiungere il mio amore per
terra.
Lo
prendo delicatamente sulle braccia e gli accarezzo il viso mentre
Sirahel si alza e va a chiedere aiuto.
Cass
si sveglia dopo pochi secondi e nel momento in cui mi vede, sorride
riprendendo un po' di colore in viso.
Quel
viso delicato e solitamente caldo che ora è freddo e pallido
sotto
le mie mani.
“Hey
messaggero spettinato..” gli sussurro sorridendogli.
Lui
si solleva piano, e poggiandomi una mano sulla nuca, avvicina
delicatamente il mio viso al suo e mi bacia.
Si
stacca dopo qualche lungo secondo e mi sorride con gli occhi gonfi di
lacrime.
“Amore
mio.. Io.. Credevo che ti avrei persa. Che avrei perso te e il
bambino.” mi dice poggiando automaticamente una mano sul mio
ventre.
Il
bambino scalcia contro la sua mano nel momento in cui mi sfiora la
dolce rotondità e sia io che Cass ci troviamo a ridere
gioiosi.
Poggio
la fronte sulla sua e stavolta, al contrario di come accade di
solito, sono io a baciargli la punta del naso.
Lui
mi prende le mani e le bacia e solo allora realizza che siamo per
terra.
Scuote
il capo e si alza, poi mi aiuta a sollevarmi e mi fa sedere sul letto
mentre Sirahel torna con un dottore.
Inizialmente
il medico mi guarda quasi come se fossi un miracolo e subito dopo si
avvicina e mi controlla i segni vitali.
Appurato
che io sto bene, anche se credo che non si spieghi come, volge lo
sguardo a Castiel e gli tocca il polso per controllare il suo battito
cardiaco.
Sgrana
gli occhi e lo fissa.
“Sig.
Ellinger il suo cuore batte all'impazzata.” gli dice.
Io
e Castiel ci guardiamo.
Il
suo cuore batte sempre all'impazzata, solo che noi sappiamo
perchè,
il medico no.. E di certo non possiamo dirglielo.
“Io..
ero molto preoccupato per mia moglie e il mio bambino..”
risponde
Cass tranquillo “Ora che ho visto che stanno bene,
starò bene
anche io.”
Sorrido
e intreccio le dita alle sue.
Poi
volgo lo sguardo a Sirahel e sorrido anche a lui.
Mi
ha nascosto molte cose, cose importanti. Ma la vita è troppo
breve
per prendersela.. Ora lo so meglio di prima.
L'Arcangelo
mi sorride e si avvicina baciandomi i capelli, sotto gli occhi
contenti di Castiel.
Il
dottore aggiorna la mia cartella clinica e poi esce comunicandomi che
dovrò comunque rimanere lì qualche giorno.
Annuisco
e senza fare il minimo accenno ai miei incubi, mi sposto indietro i
capelli e poi mi schiarisco la voce.
“Cos'è
successo di preciso?” chiedo “Voglio dire,
è ovvio che fosse
qualcosa di soprannaturale.. Ma cosa?”
Sirahel
e Cass si guardano silenziosi ed è come se entrambi avessero
paura
di dirmi cosa è accaduto.
“Magia
nera!” mi comunica diretto e secco Sirahel “Era sia
su te che su
Cass. Solo che su di lui ha avuto effetti meno devastanti. Tu sei..
viva solo perchè la Grazia del tuo piccolo ti ha protetto.
Io e Cass
abbiamo fatto un rituale per tirarti fuori.. Ma lui non è
più forte
come un tempo..” mi spiega.
Mi
irrigidisco un po'.
Il
mio piccolo, che io ucciderò secondo i miei sogni, mi ha
salvata.
Annuisco
indifferente. Cass e Sirahel non sanno quello che so io e quindi non
possono nemmeno immaginare quanto quelle parole mi turbino.
Faccio
un grosso respiro e poi un'idea si fa largo nella mia mente.
E'
come una sensazione.. sgradevole.
“E'
stato Neil vero?” chiedo guardando Castiel.
Il
mio adorabile angelo annuisce e mi stringe la mano.
Poi
chiude gli occhi per un attimo barcollando appena.
E'
stanco.. e scombussolato.
Ha
fatto un rituale per salvarmi e questo lo ha spossato.
Mi
alzo senza lasciare la sua mano e poggio la bocca sulla sua.
Lui
in un primo momento rimane fermo, sento il suo cuore accelerare un
po' e mi rendo conto che forse fare questo tipo di cose davanti a
Sirahel lo imbarazza.. Ma io sento il bisogno di averlo vicino,
fisicamente e spiritualmente ora..
Dopo
un attimo però, dischiude poco la bocca approfondendo quel
bacio e
mi stringe delicatamente.
Si
allontana piano e mi bacia di nuovo velocemente. Poi mi sorride
dolce.
Le
sue labbra sono arrossate e ha l'espressione più dolce che
io abbia
mai visto.
Gli
accarezzo il viso e poi il torace e lo abbraccio un po'.
“Vai
a casa.” gli dico.
Lui
sembra perplesso.
“Cosa?
No.. non se ne parla proprio. Resterò qui con te.”
mi dice deciso.
“Castiel..
Vai a casa. Sei stanco e spossato. Hai bisogno di dormire.”
gli
dico di nuovo.
Lui
scuote il capo contrariato e io gli blocco dolcemente il viso tra le
mani posando i miei occhi dentro i suoi.
“Ti
prometto che ti chiamerò per qualsiasi cosa. Ci metterai
dieci
secondi a raggiungermi se avrò bisogno di qualcosa.” gli
preciso
sorridendo.
Lui
ribatte con dei determinati no
, ma poi, forse per accontentarmi, o forse perchè
è davvero
spossato, acconsente e mi bacia dolcemente prima di avviarsi verso la
porta seguito da Sirahel che mi fa un furbo occhiolino.
Prima
di uscire però, Castiel si ferma e torna indietro.
Prende
il mio anello dalla tasca dei suoi jeans e me lo rimette al dito.
“Ecco
qual è il suo posto!” mi sussurra guardandomi la
mano.
La
bacia e poi mi bacia di nuovo. Infine esce dalla stanza, ed io, mio
malgrado, mi ritrovo sola e triste.
Quello
che ho visto nella mia mente mi lascia sconvolta.
Vorrei
trovare un modo per evitare di pensarci, ma non ci riesco.
Se
quello che ho sognato si avvererà, io ucciderò
Cass e il frutto del
nostro amore e questo non posso sopportarlo.
Mi
ritrovo a versare lacrime amare e dopo ore da sola a pensare, decido
cosa fare.
Mi
alzo e mi rivesto chiedendo in prestito una delle divise alle
infermiere, poi esco dalla mia stanza e contro il parere del medico,
firmo ed esco dall'ospedale per tornare a casa.
Ci
torno in taxi e quando arrivo, prendo la chiave sotto lo zerbino ed
entro.
La
casa è silenziosa. Suppongo che Cass stia dormendo.
Salgo
di sopra ed entro piano nella nostra camera.
Lui
dorme dolcemente sul letto ed io faccio piano perchè non
voglio
svegliarlo bruscamente.
Rimango
ferma per un attimo ricordando il momento di terrore vissuto la notte
prima e poi mi avvicino.
“Castiel..”
lo chiamo delicatamente accarezzandogli i capelli, e dopo pochi
secondi lui apre gli occhi e li spalanca non appena realizza che sono
a casa.
Si
gira velocemente, ma sembra stare meglio..
“Allison..”
mi dice “Che ci fai qui? Dovresti essere in
ospedale.”
Annuisco
e sospiro tremando un po' per la tensione che mi cresce dentro.
“Lo
so.. Ma non volevo stare lì. Io non..”
Le
mani mi tremano ed il tremore è ben visibile mentre ne alzo
una per
poggiarla sul suo viso.
Lui,
ovviamente lo nota.
“Ally..
Stai bene?” mi chiede.
Annuisco
piano ma poi scuoto il capo.
“No..
Non posso stare qui, con te. Ti amo Cass, ma devo andarmene.”
gli
sussurro alzandomi e dandogli le spalle.
“Di
che stai parlando?” mi chiede lui con voce tremante.
Prendo
un grosso respiro e parlo, senza guardarlo.
“Quello
che ho visto nei miei sogni era.. Cass, sono pericolosa e ti ho
già
privato di troppo. E' meglio che io vada così eviteremo
tante
orribili cose.”
Non
so nemmeno io quello che sto dicendo.
Perchè
vorrei dirgli tutto ma so che è meglio essere vaghi.. Almeno
per
ora.
Chiudo
un po' gli occhi e piango lievemente. Quando li riapro Cass
è
davanti a me e mi guarda col viso teso e il mento che trema.
“Dimmi
di che stai parlando. Perchè ti amo Allison ma..”
sorride appena
nervoso “ma fatico a seguirti al momento.”
Scuoto
lievemente il capo e mi porto una mano sul cuore.
“Non
importa. Sai cosa? Non importano i sogni o chissà che. Io
devo
andarmene. E devo farlo presto.” gli dico avvicinandomi alla
porta.
Cass
però mi blocca afferrandomi per un braccio e mi
“costringe” a
voltarmi verso di lui.
La
sua mano mi tiene salda.. Se non sapessi che mi ama direi che stringe
proprio per farmi male.
Per
farmi capire come si sente lui ora.
“No..”
mi dice “Non andrai da nessuna parte. E sai
perchè? Perchè la
creatura dentro di te, è anche mia.. Sono suo padre e non ti
lascerò
andare.”
E'
deciso ma lacerato dentro. Riesco a vederlo nei suoi occhi.
“Dimmi
cos'hai visto nei tuoi sogni.” continua.
Scuoto
il capo decisa: non glielo dirò.
“Dimmelo
Allison. O lo scoprirò a modo mio.” mi ripete di
nuovo.
Lo
guardo e vorrei stringerlo forte.
Ma
non posso, ne va della sua salvezza e della salvezza del nostro
bambino. Io lo porterò da lui non appena verrà al
mondo, perchè
stare con me potrebbe essere pericoloso.
“No!”
dico dura.
*****
Ora
ne sono sicuro, Allison vede quello che ho visto io, quell'orribile
scena di morte.
Lei
che uccide me e la creatura che porta in grembo.
E
ora vuole andarsene pensando così di poter evitare tutto
questo.
Quanto
si sbaglia.
Una
cosa del genere, si può evitare solo lottando e restando
uniti...
quando crede che la convincerebbe Lucifero?
Quando
è lontana da me! Probabilmente Neil voleva proprio..
dividerci..
magari uccidendo me in qualche modo.. non so.
Spero
che Dean e Sam lo abbiano fatto fuori..
“Allison..
non costringermi a farlo... starò male..” le dico
cercando di
persuaderla.
Se
collaborasse, potremmo spezzare questo circolo vizioso senza che io
le entri in testa.
Ma
lei non vuole dannazione, e io non voglio dirle che ho capito
tutto...
“Costringerti
a fare cosa? Comunque la risposta è sempre no Cass... non
posso e
non voglio e...”
Non
le do il tempo di finire la frase, perché le poso una mano
sul viso
e... la faccio cadere in un profondo sonno.
Odio
fare queste cose.. mi sembra di violare le persone, ma Ally non mi
lascia scelta.
La
prendo tra le braccia e l'adagio sul letto, le accarezzo il viso e
sospiro pensando a quanti problemi ci piovono addosso ogni giorno, e
chissà quanti ce ne pioveranno in futuro...
Mi
siedo sul letto e le poso una mano sulla fronte, non sono neanche
sicuro di riuscire a farlo, l'ultima volta ero totalmente angelo,
ora.. non so più cosa sono.
Recito
alcune parole magiche e un brivido di freddo mi avvisa che ci sto
riuscendo, sto entrando nel suo subconscio.
Perdo
i sensi, come era ovvio che accadesse, e mi sento scivolare a terra
lentamente.
Mi
ritrovo in uno scenario orribile, fuoco e fumo dappertutto.
E
zolfo, un nauseante odore di zolfo.
È
lo scenario che ho visto io... avevo ragione, Allison vede se stessa
uccidere suo figlio e poi me.
Avanzo
tra le rovine di qualcosa, forse una chiesa o un palazzo.. non ne ho
idea.
Sento
il pianto di un bambino e la risata di... Allison.
O
no, non posso essere arrivato tardi.. lei non deve più
vedere quelle
cose orribili!
Corro
in direzione delle voci e vedo me stesso mentre stringo a me l'unica
cosa veramente buona che ho fatto in tutta la mia esistenza, Allison
è davanti a me ma non è propriamente lei.. oddio
riesco a
vederlo....
Distolgo
un attimo lo sguardo e mi avvicino ancora di più, sembra che
non si
accorgano della mia presenza.
Il
Castiel di questo incubo le intima di non avvicinarsi e tiene stretto
a sé il suo amore, lei ridacchia e si avvicina ignorando i
suoi
disperati tentativi di tenerla lontana da loro.
“Vieni
qui, tesoro della mamma...”
“NO!”
grido scattando verso di lei, l'afferro per le braccia e la
scaravento a terra.
“Tu
non prenderai mai Allison, né nostro figlio! Qualsiasi cosa
tu sia,
tornatene da dove sei venuto e lasciaci in pace!”
“Come
hai fatto ad entrare nei suoi sogni? Come hai fatto?” ripete
la
cosa che sembra Ally ma non lo è, e non è neanche
Lucifero.
“Vattene
in nome di Dio, torna dal tuo padrone!”
Non
so se sia stata la mia forza o abbia semplicemente deciso di
andarsene, sta di fatto che l'immagine cambia rapidamente, e io e
Allison ci ritroviamo in una stanza bianca.
Mi
guarda perplessa.
“Siamo
nei miei sogni?” mi domanda.
“Sì..
ora è tutto finito.”
Sta
piangendo. “Hai visto cosa diventerò?”
Mi
avvicino e le prendo le mani. “Tu non diventerai il suo
tramite, e
niente di quello che hai visto si avvererà. Era solo un
sortilegio,
Neil sapeva i tuoi punti deboli e li ha sfruttati. Non ci
accadrà
nulla, te lo prometto.” la rassicuro.
Lei
annuisce e mi stringe le mani. “Torniamo a casa?”
mi chiede.
“Sì,
torniamo a casa...”
Riprendo
conoscenza e a fatica mi tiro su, poso di nuovo una mano sulla fronte
di Allison e la sveglio dal suo sonno magico.
Lei
apre gli occhi e si mette seduta.
“Tu
già lo sapevi...” sussurra con la voce incrinata.
Annuisco.
“L'ho immaginato, perché... ho visto anche io la
stessa cosa. Una
visione.. non so perché ma ho avuto una visione uguale ai
tuoi
sogni... dovevo fermarli, mi dispiace...”
Allison
si copre la bocca con una mano cercando di fermare i singhiozzi.
“Allora
mi hai visto uccidere... la nostra creatura... uccidere
te...”
mormora.
Deglutisco
a vuoto e annuisco lentamente. “Sì l'ho visto, ma
sapevo che non
era vero, che non eri tu...”
“Posso
diventarlo, Cass! Posso diventare così... ho sognato il
momento in
cui Lucifero mi inganna e si fa dire di sì.. ho sognato che
riprendevo il controllo di me e tu mi dicevi che mi odiavi... io non
voglio che accada tutto questo!” si sfoga tra le lacrime.
Questo
io non l'avevo visto...
“Calmati
Ally! Non accadrà nulla se restiamo insieme! Nel tuo sogno
con
Lucifero, io c'ero? Dov'ero io, mi hai visto?”
Lei
ci pensa un attimo e poi scuote il capo.
“Appunto!
Se ti allontanassi sul serio, saresti più vulnerabile!
Quand'è che
Sam ha combinato quel casino?” continuo accigliato
“Quando è
rimasto da solo! Ma in quel caso possiamo dire che Dean, in quanto
morto, non poteva vegliare su di lui! Io si, io posso evitare o
almeno.. tentare di evitarlo fino all'ultimo. Tu e nostro figlio,
dovete restare con me. Non potete lasciarmi...”
Allison
mi guarda negli occhi e mi prende il viso tra le mani.
“Hai
ragione... hai ragione come sempre.. è solo che ho tanta
paura! Vi
ho visti morire... vi ho uccisi io stessa! E le tue ultime parole
prima di morire tra le mie braccia sono state di odio... mi
odiavi.”
“Allison...
non potrei mai odiarti. Tu mi hai fatto conoscere l'amore, quello
vero. Dicono che gli angeli amano tutte le creature.. e in linea di
massima è vero ma.. quello che mi hai insegnato tu,
è diverso.
Quest'amore è solo nostro, intenso e totale. Tu mi hai reso
davvero
felice, ora so cos'è la felicità e prima non ne
conoscevo che il
nome. Come potrei arrivare ad odiarti? Come? Anche se.. accadessero
quelle cose.. probabilmente odierei me stesso perché non
riuscirei
ad odiarti nonostante tutto. Un solo giorno accanto a te e a quella
creatura che stringevo tra le braccia, varrebbe tutta una vita.
Quindi, smettila con queste paure e andiamo avanti. E
soprattutto...”
faccio una pausa per darle un bacio sulle labbra “la prossima
volta
che ti dico di non dar retta ad uno stregone, obbedisci per
favore!”
Allison
annuisce accennando un sorriso e poi mi abbraccia, affondando il viso
nel mio petto.
“Ora
riposati amore mio... questa volta non ci saranno brutti sogni a
farti stare male.” le dico sciogliendo l'abbraccio.
Lei
si distende e io le metto una coperta addosso, faccio per alzarmi ma
cado in ginocchio.
“Cass!”
grida lei mettendosi seduta.
Mi
rialzo scuotendo il capo. “Troppi viaggi astrali
oggi” ammetto
sospirando “credo che dovrei riposare anche io..”
Ally
mi prende la mano e mi tira verso di se. “Allora stenditi
accanto a
me..” e mi fa spazio.
Mi
sdraio sul letto e lei posa la testa sul mio petto, mentre io
l'abbraccio stretta.
“Che
bello ascoltare il tuo cuore... batte così veloce. Il
dottore si è
spaventato nel sentirlo! Se sentisse come batte quando facciamo
l'amore, gli verrebbe un colpo!”
Sorrido
e le bacio la fronte.
“Il
cuore reagisce così in tutti i tramiti, è
normale” spiego “ma
prima di amarti non batteva così forte...”
Lei
mi stringe più forte e sospira. “Neanche il mio.
Non hai mai
battuto così forte, per nessuno...”
E
dopo queste reciproca dichiarazione, ci addormentiamo l'una nelle
braccia dell'altro, ascoltando il battito dei nostri cuori.
E
io, riesco a sentire anche quello di mio figlio.
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Capitolo 29 *** Sometimes they come back ***
Sometimes
they come back
“Mamma,
posso aiutarti?”
Sorrido
alla piccola creatura accanto a me e annuisco prendendo una sedia.
La
faccio salire sopra e le metto in mano un grande cucchiaio.
Avrà
si e no cinque anni. Ha i capelli castani e lucenti , come i miei, e
gli occhioni blu di suo padre.
E'
adorabile.
Sorrido
e osservo in silenzio ciò che fa.
Gira
piano e dopo qualche minuto si ferma.
“Mamma,”
mi dice “cosa sono quegli strani pallini dentro
l'impasto?”
Guardo
la ciotola e arriccio poco la bocca.
“Sono
grumi tesoro! Significa che qualcosa nel tuo modo di mescolare non va
bene.”
Sembra
incupirsi e nei suoi occhi spuntano grossi lacrimoni.
“Significa
che ho rovinato la torta per il compleanno di
papà?” mi chiede
dolce.
Scuoto
il capo e accarezzo il suo visino tenero.
“No
amore, non devi preoccuparti. Sistemeremo i grumi e se non dovessimo
riuscirci faremo un altro impasto.” dico calma.
E'
ancora triste.
Scende
dalla sedia e il suo viso si riempie di lacrime in pochi secondi.
E'
triste perchè pensa di aver rovinato la torta.
Mi
piego sulle ginocchia e prendo le sue manine.
“Tesoro
della mamma, non piangere. Va tutto bene. Te lo giuro!”
Scuote
il capo con decisione.
“No!
Ho rovinato la torta e ora papà non avrà un dolce
per il suo
compleanno.”
Allungo
le braccia e stringo il mio tesoro dolcemente mentre le sue lacrime
diventano singhiozzi.
Cass
arriva dopo pochi minuti e ci osserva perplesso.
“Hey,
hey..” dice raggiungendoci e piegandosi a sua volta sulle
ginocchia
“Che succede qui?” chiede.
Il
nostro piccolo amore si allontana da me e lo guarda asciugandosi gli
occhi.
“Ho
fatto delle palline nella tua torta di compleanno, l'ho
rovinata.”
dice teneramente.
Mi
strappa un sorriso dolce e lo strappa anche al padre.
Castiel
bacia il suo nasino e si solleva tenendolo stretto a sé.
Si
avvicina alla ciotola e guarda l'impasto.
“Ah..
tu intendi i grumi?” chiede.
“Si,
i grumi. Mamma ha detto che si chiamano così.”
Annuisco
e mi avvicino a loro.
Cass
mi guarda e mi sorride.
“Scommetto
però che la mamma non ti ha detto una cosa molto
importante.”
Quella
meravigliosa creatura lo guarda e corruga la fronte.
“Cosa?”
Cass
sospira e prende un cucchiaio di impasto, ne mangia un po' e chiude
gli occhi con espressione estasiata.
Li
riapre e sorride.
“Io
adoro i grumi!” sussurra.
Quel
piccolo tesoro lo guarda e sorride.
“Davvero?”
Cass
annuisce deciso.
E'
così tenero in versione papà. Più di
quanto sia già.
La
nostra vita sorride felice e lo abbraccia forte. Castiel ricambia
affettuosamente e poi sorride poggiando la bocca sulla mia.
Il
campanello. Suonano alla porta.
Mi
sveglio di colpo e mi accorgo di aver dormito per parecchi minuti.
Stavo
leggendo un libro e poi devo essermi addormentata.
Sento
Castiel armeggiare al piano di sopra con qualcosa.
“Allison..”
mi dice “Apri tu?”
Annuisco
ancora assonnata e mi schiarisco la voce.
“Si!”
urlo.
Ho
fatto un sogno dolcissimo.
E'
stato come vedere uno squarcio di futuro fatto di impasti per torte e
grumi saporiti.
Sorrido
e mi perdo nel ricordo di quelle dolci immagini e poi mi ricordo che
devo aprire la porta.
Mi
alzo piano e accarezzo il pancione.
Inizia
ad essere un po' pesante, ma non tanto.
Ora
ho la scusa perfetta per mangiare tanto. Devo mangiare per due
dopotutto.
Sorrido
tra me e me e apro la porta ritrovandomi davanti qualcuno che non
credevo di rivedere mai più.
Jeff..
Cosa,
cosa ci fa qui?
Io
avevo rimosso dalla mia mente lui e tutto ciò che lo
riguarda. Avevo
deciso di metterlo via insieme agli spiacevoli ricordi e ora mi
piomba in casa?
Mi
guarda da capo a piedi soffermandosi sul mio ventre rotondo e poi mi
guarda negli occhi.
“Wow..”
mi dice “Questa non me l'aspettavo!” continua
indicandomi la
pancia.
Poggio
entrambe le mani sopra, quasi come se volessi proteggere la creatura
dentro di me e lo guardo ritrovando finalmente l'uso della parola.
“Ed
io non mi aspettavo di rivederti. Anzi, speravo di non
rivederti.”
gli dico.
Ride
appena ed entra dentro senza nemmeno chiedere se può.
Gioca
con le chiavi della sua auto e poi le la lancia sul divano.
“Andiamo
bellissima.. Non essere così scontrosa.” mi dice.
Lo
fisso perplessa.
Bellissima?
Davvero?
Chiudo
la porta senza levargli gli occhi di dosso e piego appena la testa.
“Che
diavolo vuoi?” gli chiedo.
Lui
sospira.
“Vedi,
bellissima.. Da quando io e te ci siamo lasciati ho avuto modo di
pensare..”
“Non
sapevo che tu sapessi come si fa a pensare..” lo interrompo.
Lui
ride e annuisce piano.
“Ed
io non sapevo che ti saresti consolata così in fretta..
Eppure
eccoti qui in dolce attesa.” mi dice “Chi
è il fortunato?”
Sto
per rispondergli, ma Castiel scende le scale e mi precede.
“Sono
io il fortunato!” risponde guardandolo serio.
Mi
raggiunge e si mette accanto a me.
“E
tu sei?” gli chiede.
Jeff
lo guarda in modo strano, non so che espressione abbia sul viso.
Credo che sia.. non so dirlo con esattezza.
Mi
verrebbe da dire geloso, ma di solito chi è geloso ama, e
non credo
che Jeff mi abbia mai amata davvero.
“Sono
Jeff!” dice tranquillo “Sono il primo e
più grande amore di
Allison.”
Mi
guarda e mi fa l'occhiolino ed io assumo un'espressione disgustata.
Forse
è il primo amore, ma di sicuro non il più grande.
Il
più grande ce l'ho qui accanto e ha occhioni blu e due belle
ali
d'angelo.
“Oh..
quindi sei quello che devo ringraziare.” gli dice Cass.
“Ringraziare?”
mi lascio sfuggire perplessa.
Castiel
mi guarda e annuisce, poi guarda Jeff.
“Si,
perchè se tu non l'avessi tradita e lei non fosse partita
disgustata
dall'idea di incontrarti di nuovo, io non l'avrei mai incontrata ed
ora non saremmo sposati né in attesa di un
bambino.” gli dice il
mio angelo che oramai è più umano
“Quindi.. grazie mille Jeff!”
Jeff
sembra contrariato dalle parole di Cass.
Ride
nervoso e lo guarda.
“Come
vuoi amico. Ma se sono qui c'è un motivo!” gli
dice “Mi manca
Allison e la rivoglio!”
Lo
guardo e sgrano gli occhi.
Cosa
sono? Una macchina che puoi usare, poi buttare e poi riprendere
quando ti pare?
Rido
e mi passo una mano sul viso.
“Divertente!”
gli dico.
“Sono
serissimo.” sentenzia Jeff.
*****
Azzurro.
Sì, direi che il colore è perfetto.
Forse
no, forse dovrei toglierlo e mettere tipo.. che so bianco, o
giallo...
Ally
non vuole sapere se è maschio o femmina, e se tingo i muri
di
azzurro lo capirà subito.
Sì,
perché nostro figlio è un maschio.
In
quelle orrende visioni lo vedevo ma... non percepivo il suo genere,
era come... un'immagine sfuocata.
Vedevo
i suoi occhi blu ma non se fosse un maschietto o una femminuccia.
Ma
ora lo so, l'ho sentito.
È
un piccolo Castiel. Beh anche un piccolo Jimmy, in effetti.
Lo
so da due settimane e sono riuscito a tenere il segreto con Allison.
L'ho detto a Sirahel e.. a Dean e Sam.
Mi
hanno giurato che se per caso vedranno o sentiranno Ally, non le
diranno nulla. Ma ci si può fidare della parola di due che,
appresa
la notizia, hanno iniziato a fare battute stupide e a litigare su
come dovremmo chiamarlo?
Sam,
molto saggiamente ma un po' egoisticamente, ha proposto di chiamarlo
Samuel visto che è anche il nome di un profeta.
Dean
invece ha detto, testuali parole: “Ma smettila! Dean
è da veri
uomini! Vuoi che lo chiamino Samantha?”
Insomma,
hanno litigato per almeno mezz'ora, e io li guardavo litigare
scuotendo sconsolato il capo.
Perché
gliel'ho detto? Beh... volevo condividere con loro questa notizia...
anche se poi un po' me ne sono pentito, visto l'inutile battibecco
che ne è derivato.
Saremo
noi a decidere come chiamare nostro figlio. Il nome è una
cosa
importantissima, io lo so bene.
Non
si mette un nome a caso.
Però
in effetti dargli un nome biblico...
Ok,
è presto per pensarci, Ally è solo al quinto
mese... e io sto già
sistemando una cameretta per lui.
Avere
dei poteri è utilissimo, sono riuscito a portare qui dei
mobili
senza che lei se ne accorgesse... e posso dipingere i muri senza
sfiorarli! Oddio... sto facendo giochetti da prestigiatore.
Però
è venuta bene, è tutta sui toni dell'azzurro e
del bianco... sì,
capirà subito che si tratta della stanza di un maschietto.
Sospiro
e prendo una decisione: glielo dirò.
L'ho
detto a quei due cialtroni dei Winchester, e non lo dico alla mamma?
E se si arrabbierà pazienza... sopporterò
stoicamente.
Hanno
appena suonato alla porta. Chiedo ad Allison di andare ad aprire
mentre finisco di sistemare la cameretta.
Le
farò una sorpresa. Si fa così, no?
Spero
davvero che le piaccia e che... non si arrabbi con me per la storia
del sesso di nostro figlio.
Per
me che fosse stato maschio o femmina, sarebbe stato sempre e comunque
mio figlio, con tutto l'amore che questo comporta.
E
per Allison? Ho sentito dire che per gli umani a volte c'è
differenza, cioè hanno delle preferenze.
Da
come sono saltati dalla gioia, direi che ai fratelli cacciatori piace
l'idea che sia un maschio.
Inoltre
Dean ha giurato che se riusciamo ad uscire vivi dall'Apocalisse, gli
insegnerà a sparare..
Bella
prospettiva.
Sento
un brivido freddo lungo la schiena. È un segnale che arriva
direttamente da... mio figlio.
Chi
diavolo è arrivato?
Scendo
le scale giusto in tempo per sentire un tizio chiedere ad Allison chi
è il fortunato padre del suo bambino.
“Sono
io il fortunato!” rispondo con enfasi raggiungendola.
“E tu chi
sei?”
Mi
fissa con aria di sfida. “Sono Jeff, il primo e
più grande amore
di Allison.” sentenzia serissimo.
Cosa?
Non mi dire... è quel bastardo che ha spinto Ally al
suicidio! Io
ti...
Ma
faccio finta di nulla, la storia ufficiale è che lei
è partita dopo
la rottura della loro relazione, non posso aggredirlo dicendogli che
per colpa sua Ally è finita all'inferno.
Gli
spiego invece che dovrei ringraziarlo, perché se non
l'avesse
tradita e lei non fosse andata via, non sarebbe mai stata mia e non
mi avrebbe dato un figlio.
Lui
ridacchia nervosamente e mi guarda di torvo. Crede di spaventarmi?
Non lo sa, ma io potrei ammazzarlo con una sola mano.
“Come
vuoi amico. Ma se sono qui c'è un motivo!” mi dice
“Mi manca
Allison e la rivoglio!”
Allison
lo fissa incredula, mentre io sto per scagliarmi contro di lui.
“Divertente!”
replica lei stizzita.
“Sono
serissimo.” dice lui.
Poi
guarda di nuovo me, con quella sua stramaledetta aria di sfida.
“Ti
accomodi fuori dalla porta da solo, o vuoi che ti ci spedisca io a
calci nel sedere?” gli chiedo acido.
Giurerei
che Allison mi sta guardando con orgoglio.
“Che
prode cavaliere” mi prende in giro “ma io c'ero
prima di te, lei
è mia.”
Sorrido
stringendo i pugni. “Allison non è né
un parcheggio né una
macchina, e inoltre se non l'hai notato, aspetta un figlio da
me.”
Jeff
si stringe nelle spalle. “Pazienza, non è un
problema per me. A me
interessa solo lei..”
“Me
o miei soldi?” chiede Allison dura.
Lui
tentenna e poi sorride. “Tesoro, per chi mi hai preso? Sai
cosa c'è
stato tra di noi, cos'eravamo insieme.... e non fa niente se ti sei
messa con questo... simpatico ragazzo. Te lo farò
dimenticare
presto.”
Non
resisto più e lo afferro per il bavero della giacca.
“Ora tu esci
immediatamente da questa casa, o giuro che...”
“Che
fai, eh? Mi prendi a schiaffi?” mi sfida senza ritegno.
Quasi
lo sollevo da terra tenendolo per la giacca. “Non sfidarmi,
Jeff.
Tu non mi conosci, posso essere molto cattivo.”
Finalmente
un lampo di timore attraversa quello sguardo strafottente. Ma non gli
impedisce di essere ancora sarcastico.
“E' bello fare il
mantenuto, vero? Una sensazione che conosco...” bisbiglia
come per
non farsi sentire da Allison.
Lo
scuoto un po' prima di rispondergli. “Se c'è
qualcuno con la
faccia da puttana, quello sei proprio tu!”
“Cass,
ti prego basta.” mi dice Allison posandomi una mano sul
braccio.
La
guardo per un istante e poi mollo la presa, spingendolo lontano da
me.
Jeff
si sistema la giaccia sorridendo. “Vedo che ci tieni ancora a
me,
dolcezza!”
Allison
lo guarda disgustata e scuote il capo. “Non voglio che mio
marito
si sporchi le mani, ecco perché.”
Poi
mi si avvicina e mi prende una mano. “Lasciaci soli Cass,
solo un
momento...”
Io
sgrano gli occhi e non credo alle mie orecchie.
“Cosa?”
“Ti
prego, fidati di me. Devo parlare con lui di una cosa
importantissima.” insiste stringendomi la mano e posando la
propria
sul pancione.
Sospiro
profondamente ma cedo, la bacio sulle labbra, giusto per ribadire il
concetto al nostro Jeff, e mi allontano.
“Va
bene... torno di sopra...”
Salgo
le scale e torno nella cameretta di mio figlio.
Io
mi fido di Allison, non farebbe mai qualcosa di.. sbagliato. E non
credo proprio che voglia riappacificarsi con quello lì
mentre
aspetta un figlio da me.
Ma
sono nervoso, non mi piace sapere che la causa della sua morte
è nel
nostro salotto.
*****
Sorrido
a Cass fin quando non scompare in cima alle scale e poi mi volto
verso Jeff.
C'è
mancato poco che Castiel lo picchiasse e onestamente se gli avesse
spaccato la faccia non mi sarebbe dispiaciuto affatto.
Però
sono quasi sicura che l'avrebbe ucciso solo spingendolo via, e non ne
vale davvero la pena.
Mi
avvicino a quell'idiota del mio ex e gli tiro uno schiaffo
fortissimo.
Il
suo labbro sanguina ma lui mi guarda e mi sorride.
“Hai
sempre avuto un bel caratterino..” mi dice “Era
quello che mi
eccitava maggiormente in te.”
Lo
guardo disgustata e respiro affannata perchè il colpo che
gli ho
tirato, gliel'ho tirato con tutta l'anima e il cuore.
“Davvero
non so come facevo ad amarti!” gli dico “Sei
l'essere più
disgustoso che esista sulla faccia della terra.”
Lui
ride e si pulisce il labbro col palmo della mano.
“Era
il sesso bellissima. Quelle favolose notti piene di
passione..” mi
dice sussurrando “Le ricordi?”
Lo
guardo perplessa e disgustata. Non sembra nemmeno lui.
Una
volta era uno stronzo dentro, ma lo nascondeva bene. Ora invece
è
stronzo dentro e la sua stronzaggine si vede da fuori.
“Fuori!”
gli dico.
“Se
c'è qualcuno che deve uscire da questa casa, è
quel pagliaccio al
piano di sopra.” mi risponde lui.
Come
osa chiamare Castiel pagliaccio? Uno solo dei capelli del mio angelo
lo renderebbe migliore.
Prendo
un grande respiro e cerco di non agitarmi troppo per non fare male al
piccolo.
“Tu..
Come osi venire in casa mia e chiamare mio marito
pagliaccio?” gli
dico calma ma fredda “Come osi ripresentarti qui dopo quello
che mi
hai fatto? Tu mi hai tradita e umiliata, nel momento in cui avevo
più
bisogno di te. Hai fatto l'amore con un'altra donna nel mio letto,
nella mia casa. La casa che ti avevo offerto per vivere.”
Jeff
sembra aver abbassato la cresta.
“Sei
stato l'uomo più orribile che potessi incontrare. Sei
stato.. sei
stato il mio più grande errore.” gli dico ancora
“E anche io
dovrei ringraziarti, perchè grazie a te e a come sei, ora
apprezzo
Castiel ancora di più. Lui è meraviglioso, tu sei
feccia.”
Oddio!!
Mi sento libera ora che gliel'ho detto.
Avrei
dovuto farlo tanto tempo fa!
Lui
ride appena nervoso e guarda il pavimento.
Quando
rialza gli occhi su di me, sembra che.. Non è possibile,
sembra
pronto a piangere.
Riprende
le chiavi della sua auto sul divano e annuisce piano.
“Buona
vita Allison!” mi dice “E anche se ti è
difficile crederlo, per
ovvi motivi, io ti ho amata.”
Detto
questo si volta e se ne va lasciandomi perplessa per un attimo.
Dice
di avermi amata ma onestamente non ci credo. Io lo amavo, lui amava
solo ciò che il mio corpo e il mio conto in banca potevano
offrirgli.
Faccio
un grosso respiro cercando di assumere un'espressione tranquilla e
raggiungo Castiel di sopra.
Devo
dirgli che Jeff se ne è andato e sopratutto che lo amo tanto.
Salgo
lentamente le scale e seguo il rumore che sento.
Non
so che rumore sia di preciso, credo di una sedia che si sposta.
Lo
raggiungo e sto per dire qualcosa, ma di colpo non riesco a parlare.
Mi
guardo intorno senza parole. La stanza è pronta e addobbata
per il
nascituro e dai colori usati direi che è un maschietto.
Un
maschietto. Quegli occhioni blu e quei capelli castani nei miei sogni
appartengono ad un maschietto.
Vorrei
sorridere e saltare di gioia, invece mi ritrovo con gli occhi gonfi
di lacrime.
Guardo
Castiel e mi mordicchio il labbro arricciando poco la bocca per non
piangere. Ma non serve, perchè le lacrime cominciano a
scorrere
veloci sul mio viso.
In
quella camera c'è tutto quello che serve.. E' bellissima.
Castiel
corruga la fronte e mi si avvicina.
“Amore..
Spero che siano lacrime di gioia.” mi sussurra sorridendo.
Lo
guardo e l'unica cosa che riesco a fare e poggiare la bocca sulla sua
mentre le mie lacrime gli bagnano le labbra.
Gli
stringo le mani e annuisco.
“E'
la cosa più bella che io abbia mai visto.” gli
dico piangendo un
po' di più.
Sono
disgustosamente sensibile a volte.
Lui
mi stringe un po' e mi accarezza i capelli.
“Da
come piangi non si direbbe!” mi dice “Hai uno
strano modo di
dimostrare la gioia lo sai?”
Sta
cercando di farmi sorridere e ci riesce..
Mi
stacco piano da lui e lo guardo negli occhi per un attimo, poi mi
guardo di nuovo intorno.
“Ero
un'anima dannata seduta tra le fiamme dell'inferno.” gli dico
“E
ora sono una moglie e presto sarò una madre. Hai idea di
quanto bene
tu mi abbia fatto?”
Gli
occhi di Castiel sono lucidi. Ora sono io a tirare lui nella mia
malinconia.
“Tu
mi hai reso completa.” gli dico ancora “E ti amo
tanto.”
Il
mio amore lascia cadere qualche lacrima e mi bacia stringendomi
piano.
“Il
bene che ti ho fatto io, non è niente paragonato a quello
che mi hai
fatto tu! Tu mi hai portato alla vita Allison..” mi dice
tenendo la
fronte poggiata sulla mia con gli occhi chiusi.
Sorrido
appena e lo bacio di nuovo, poi mi allontano poco senza lasciargli la
mano, mentre poggio l'altra sul pancione.
“Quindi
è un maschietto?” chiedo.
Lui
sorride e annuisce.
“So
che non volevi saperlo, ma so anche che voi umani avete una certa..
preferenza sul sesso dei nascituri.” le dico
“Così ho pensato di
prepararti diciamo.”
Annuisco
e prendo un pupazzetto stringendolo un po'.
“Tu
avresti preferito una femminuccia?” mi chiede dopo qualche
secondo.
Lo
guardo e sospiro.
“A
me basta che nasca sano, che stia bene e che sia felice. Maschio o
femmina non importa.. Gli darò comunque tutto l'amore che ho
da
offrire.” gli dico.
Castiel
mi guarda con gli occhi dolci e poi mi stringe baciandomi i capelli.
“Eh
si! Sono proprio fortunato ad averti.” mi dice.
Sorrido
e rimango stretta a lui.
“Hai
già pensato ad un nome?” gli chiedo.
Io
ne avrei uno in mente.
So
che a lui piacerebbe. Ne sono sicura.
Castiel
scuote il capo e sospira.
“Sam
e Dean hanno litigato per questo.. Sam ha suggerito di mettere al
piccolo Samuel e Dean sostiene invece che Dean sia più da
uomo.”
mi racconta.
Rido
appena per nulla stupita dal fatto che loro lo sappiano. Sono amici
di Castiel.. Gli unici due, a parte Sirahel.
“Quei
due ragazzi a volte mi preoccupano.” dico scherzosa.
“Non
dirlo a me!”
Faccio
un grosso respiro e mi allontano un po' da Cass per guardarlo negli
occhi.
“Io
ho un'idea!” gli dico “Che ne dici se lo
chiamassimo Gabriel? Era
il tuo fratello prediletto lassù, se non ricordo
male.”
Lui
sgrana gli occhi e mi guarda.
Non
so dire che espressione abbia, ma spero che gli faccia piacere.
Farei
tutto per lui e dopotutto.. Gabriel è un bel nome.
*****
La
guardo e non so che dire. Stringe tra le braccia quella specie di
gattone di pezza che pare piaccia tanto ai bambini e mi sorride, con
quelle deliziose fossette che bacerei di continuo.
Gabriel.
Vorrebbe
chiamare nostro figlio come quel fratello che... ho perso tanto tempo
fa ma che non ho mai dimenticato.
Non
so neanche se sia vivo o morto o perché se ne sia andato
così, da
un giorno all'altro, abbandonando il paradiso senza neanche dirmi
addio.
“Cass?
Tutto bene?” mi domanda dopo un po', vedendo probabilmente la
mia
espressione stupita e confusa.
“Sì”
annuisco io “è solo che... non dobbiamo chiamarlo
Gabriel solo
perché era il nome di uno dei miei tanti
fratelli.” le dico
lasciando intendere.. che cosa?
Che
è un argomento che mi ferisce ancora?
Ally
posa il pupazzo nella culla bianca e azzurra mi prende il viso tra le
mani.
“Amore...
se non ti piace lo chiameremo in un altro modo. Gabriel è un
bel
nome e pensavo che sarebbe piaciuto anche a te.”
“E
mi piace infatti” ammetto “nonostante tutto io gli
voglio bene e
poi è vero.. Gabriel è un nome meraviglioso e ha
un significato
molto importante.” le spiego con un sospiro.
“E
allora? Perché hai quell'espressione?”
“Perdonami
Allison, in realtà più ci penso e più
piace questo nome, e sono
contento che tu abbia pensato di chiamare nostro figlio come mio
fratello. Solo che a volte quando penso a tutta quella storia.. beh
non so che pensare e un po' ci sto male. Probabilmente è
morto,
altrimenti si sarebbe visto da qualche parte. Sirahel si è
fatto
notare anche attraverso il suo tramite, e la stessa cosa sarebbe
successa con Gabriel. Invece niente.. e.. ma lasciamo stare
tesoro”
mi interrompo prima di cadere nella malinconia più totale
“sì, mi
piace questo nome per nostro figlio!”
Lei
mi accarezza il viso e mi bacia dolcemente. “So cosa vuol
dire
perdere un fratello amato, posso capirti. Non sentirti solo, ci siamo
io e il nostro piccolo...” mi dice sorridendo.
“Sentirmi
solo? Oh no... non adesso che ho voi. Il passato è passato e
non
ritorna più indietro. Tu e nostro figlio siete il mio
presente, e il
mio futuro.” e le poso una mano sul pancione.
Forse
per sottolineare la sua presenza, o semplicemente perché
è già un
combattente, il bambino tira un calcio proprio contro la mia mano,
riesco a sentire chiaramente il piedino che mi colpisce.
“Ehi
mascalzoncello” lo richiamo scherzando
“è così che si tratta
tuo padre?” e per tutta risposta mi tira un altro calcio.
Allison
ed io scoppiamo a ridere. “Ho il sospetto che avrà
un bel
caratterino!” sentenzia lei posando la sua mano sulla mia.
Io
annuisco. “Sì, direi di sì. Ma dovremo
tenerlo alla larga da
Dean... mi ha promesso che gli insegnerà ad usare le
armi.”
“Cosa?
Ma neanche per sogno!” sbotta contrariata “Quello
se mai glielo
insegnerò io.”
“Allison!”
“Tesoro...
sarà sempre figlio di una cacciatrice... potrebbe averne
bisogno..”
afferma lasciandomi basito.
Vorrei
dirle che probabilmente ha poteri come i miei o anche di
più, visto
che io sono stato tagliato fuori dalla sede centrale mentre lui
è...
una novità, e che quindi le armi non gli servirebbero a
nulla.
Ma
lascio stare, inutile parlarne ora che Gabriel è ancora
nella sua
pancia...
“Hai
fatto proprio tutto, fasciatoio, culla, armadio... è tutto
meraviglioso! Adoro questi colori, bianco e azzurro... e quei disegni
sul muro?” mi chiede avvicinandosi ad una parete e indicando
delle
stelline azzurre che formano una linea continua per tutte le pareti
“Come lei hai fatte? Sei alto ma lì non ci arrivi
di sicuro!”
Io
sorrido e alzo una mano rivolgendo il palmo verso il muro,
lì dove
ho posizionato la culla.
Lentamente
appare un cuore rosso proprio sopra la culletta e Allison si lascia
sfuggire un gridolino.
“Oh
mio Dio! Ma non è possibile!” esclama
avvicinandosi al disegno.
Lo
tocca senza sporcarsi le mani e poi mi guarda sorridendo.
“Tu
sei semplicemente meraviglioso. Sei... un artista!”
Mi
stringo nelle spalle. “E' uno dei trucchetti che posso ancora
fare... ora lo tolgo...”
“No!”
si oppone Ally “Lascialo, è perfetto.”
mi dice con uno sguardo
dolce.
La
guardo negli occhi e mi sento... credo si dica sciogliere.
È
la madre di mio figlio, è il mio amore... se vuole le
trasformo la
casa in un tripudio di cuori!
“Manca
qualcosa, invece.” e mi avvicino alla mia ultima
“opera d'arte”.
Alzo
entrambe le mani in direzione del muro e faccio apparire altri due
piccoli cuori che sembrano abbracciare quello più grande.
In
uno appare una A, nell'altro una C. in quello centrale, una G.
“Ora
è completo.”
Mi
vergogno un po', sto diventando melenso... ma la mia umanità
mi fa
brutti scherzi, ultimamente.
Allison
guarda quei cuori, li accarezza e poi si volta a guardarmi. Sta
piangendo.
“Sei
la creatura più.. straordinaria dell'universo... e spero che
il
nostro Gabriel somigli a te...” mi dice e poi mi abbraccia.
La
stringo a me con delicatezza e sorrido felice. Mi piace sorprenderla,
farla felice e.. sentirmi dire queste cose.
Non
sono straordinario, proprio per niente.
Però
mi piace esserlo per lei.
“Allison”
inizio sciogliendo l'abbraccio “ma... con Jeff?” le
domando non
riuscendo più a ignorare l'argomento.
Lei
si oscura un attimo. “L'ho mandato via, e se non avessi il
pancione
lo avrei preso a calci. Volevo solo dirgli a quattrocchi che deve
lasciarci in pace. E con te presente avrebbe semplicemente continuato
a provocarti...”
“E
io avrei finito col fargli molto male.”
Annuisce.
“Sì, l'ho pensato anche io. Non ne valeva la pena
Cass... non è
degno neanche di respirare l'aria che respiri tu...”
“Quindi...
è tutto ok?”
“Sì,
è tutto ok. Per colpa sua io.. sono morta. Tu mi hai ridato
la vita,
in tanti modi. Era già fuori dalla mia vita prima, ora
è
definitivamente morto..” mi assicura capendo la mia
insicurezza.
Jeff
è umano, potrebbe darle una vita normale... io sono e
sarò sempre
un tipo strano.
Ally
mi fissa per un po' e poi si allontana, raggiungendo la cassettiera
sotto la finestra. Prende in mano un giocattolino e lo guarda
sorridendo.
“Castiel...
tu...”
“Io?”
la incoraggio avvicinandomi.
“Tu
diventeresti umano per me? Per noi? Cioè... potresti
farlo?”
Senza
volerlo abbasso lo sguardo e lei fraintende. “Ok... non farci
caso.
Era solo per parlare...” e si allontana.
“Allison
aspetta” la fermo prendendola per le braccia
“parliamone.”
Scuote
il capo. “No davvero.. ho fatto una domanda
stupida...”
“Al
contrario, è un argomento che dobbiamo affrontare. Ci penso
spesso
ma non avevo mai.. il coraggio di iniziare il discorso.”
Mi
guarda negli occhi e non capisco se ciò che leggo
è timore o
aspettativa. “Cosa ne pensi, allora?”
“Io
potrei diventare umano a tutti gli effetti, sarebbe un po' doloroso
ma potrei...”
“Ma?”
Traggo
un profondo respiro. “Ora non posso Ally, proprio non
posso.”
Allison
deglutisce e incrocia le braccia sul petto. “Ti capisco..
essere un
angelo è troppo bello per barattarlo con la vita di un
semplice
uomo...”
“Tesoro...
quando hai avuto l'emorragia, io non potevo guarirti. Ma ti ho presa
in braccio e sono letteralmente volato all'ospedale. Tu aspetti un
figlio particolare, potresti stare male di nuovo e se fossi solo un
uomo, come farei ad intervenire subito? Non posso rinunciare ai miei
poteri proprio ora che sei incinta” faccio una pausa e le
prendo le
mani “io devo essere pronto a proteggervi in ogni modo.
Potrebbero
venire a cercarti.. sia da sopra che da sotto... e come uomo potrei
fare ben poco. Inoltre... ci sono in Winchester, saranno pure in
gamba ma un tizio alato è sempre utile. Contano su di me,
l'Apocalisse avanza e non posso... pensare solo ai fatti miei. Mi
capisci Allison?”
Il
suo viso si rasserena, e mi regala un sorriso. “Hai ragione,
non ci
avevo pensato. È solo che a volte... ti vorrei tutto per
me.”
“Ma
io sono tutto per te!”
“Ho
paura che potrebbero richiamarti in caserma e che mi lascerai da
sola... ci lascerai da soli.”
“Mai”
affermo deciso “non potrei mai farlo, preferirei morire. Un
giorno
diventerò umano a tutti gli effetti, per stare con te e con
Gabriel
per sempre. Solo non adesso.. non in questi tempi.. un po'
strani.”
“Lo
farai sul serio?”
“Certo.
Non potrei mai sopportare di vederti invecchiare mentre io... resto
il solito ingenuo trentacinquenne! Invecchieremo insieme...”
concludo accarezzandole una guancia.
Lei
sospira profondamente e annuisce. “Allora è solo
rimandato... un
giorno saremo solo un papà e una mamma....”
Annuisco
sorridendo. “Sì, solo un papà e una
mamma. E il nostro..
Gabriel.”
Restiamo
ancora un po' in quella cameretta, Allison la esplora e mi sembra
sinceramente entusiasta della mia sorpresa.
Io
sono felice di tutto, ma non nego di essere anche preoccupato.
Ci
attende un futuro complicato, e spero di essere all'altezza di tutte
le difficoltà che intralceranno il nostro cammino.
Per
ora non voglio pensarci, voglio solo godermi la mia famiglia.
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Capitolo 30 *** He's coming ***
He's
coming
Continuo
a chiedermi: ma se faccio mangiare tanto Castiel, ingrasserà
un po',
oppure gli angeli non possono prendere peso?
Non
che così com'è ora non mi vada bene, anzi.. Io lo
amo da morire
esattamente così com'è..
E'
solo che a volte, lo guardo ed è così magro.. in
confronto a me..
Si
ok, io ora ho il pancione, quindi non conta, però...
Sta
bene, è bellissimo.. Ma non so..
Glielo
chiederò quando si sveglierà.
Sorrido
e mi muovo un po' nel letto.
Il
suo braccio mi avvolge delicatamente e il suo naso mi sfiora la
spalla.
Dorme
beato come un bimbo.. Anche se non lo vedo so che espressione ha il
suo viso.
Gli
occhi sono un po' imbronciati, o meglio, hanno sempre l'espressione
un po' preoccupata..
La
bocca, quella.. bellissima bocca che si ritrova è un po'
dischiusa e
seria..
E'
sempre Castiel dopotutto.. Serietà è il suo
secondo nome.
Di
solito basta che poggi la mano sulla sua guancia e subito la sua
espressione si rilassa.. Ma ora non posso muovermi, altrimenti lo
sveglierò e non voglio farlo.
Faccio
un grosso respiro e quindi mi muovo un po'..
Per
conseguenza il braccio di Castiel mi stringe poco di più.
A
volte è come se fosse spaventato dall'idea di perdermi..
Alcuni
direbbero che è soffocante.. Io credo che sia solo premuroso.
Di
una premura dolce che mi riempie il cuore di tenerezza.
Siamo
a letto, e anche se ho gli occhi chiusi, io sono sveglia.
Sento
il respiro di Cass accarezzarmi la spalla e la morbidezza delle sue
labbra sfiorarla.
Mi
mette i brividi.. Brividi positivi però..
Mi
sfioro con una mano il pancione e poi mi sento...
Non
so spiegare bene come mi sento.
Una
sensazione di bruciore mi pervade tutta, è come se stessi
andando a
fuoco.
Il
mio ventre trema e sento la testa farmi un male che non ho mai
sentito prima, mentre la gola mi si chiude.
Sto..
bruciando e soffocando allo stesso tempo.
Apro
gli occhi di colpo e vedo immagini confuse passarmi veloci davanti.
Sono
piccoli flash che mi attraversano gli occhi.
Cose
che non ho mai visto, che non mi spaventano, ma mi fanno male..
E
poi una luce accecante mi avvolge.
E'
calda, ne sento il calore sul corpo.. Non è un caldo
normale, come
il fuoco o il sole.
E'
un caldo pregno di sensazioni che non so descrivere..
Agitazione,
passione, aspettativa, delusione.. e poi rassegnazione.
Non
sento nulla a parte questo.
Persino
il tocco leggero della bocca di Castiel sulla mia spalla, e la
delicata presa del suo braccio attorno a me sembrano solo ricordi
lontani.
Ma
che sta succedendo?
Percepisco
la sensazione di essere fuori dal mio corpo.. in un sogno vivido ma
confuso.
Sento
dei vocii intorno a me.
Vocii
lontani, quasi sussurri..
Il
loro volume però aumenta piano.. fino a diventare quasi
assordante...
Mi
tappo le orecchie ma lo sento..
“Allison..
Riesci a sentirmi?”
E'
Castiel che mi chiama.
Pian
piano inizio di nuovo a percepire la presa delle sue mani..
Mi
stanno stringendo il viso.
I
vocii si allontanano da me, come tutto il resto e mi rendo di nuovo
conto di quello che succede intorno a me.
Sto
tremando.
Sto tremando violentemente e anche il piccolo trema
insieme a me.
Sbatto
le palpebre velocemente e poi apro gli occhi di colpo.
Castiel
mi sta di fronte.. mi tiene tra le braccia.
“Che
succede?” chiedo confusa mettendomi seduta.
Castiel
tira un sospiro di sollievo, felice di vedere che sono più o
meno
lucida.
Prende
un fazzolettino sul comodino accanto a me e mi pulisce delicatamente
proprio sotto il naso.
Perdo
sangue dal naso..
Ha
gli occhi preoccupati e il suo mento trema a metà tra il
nervosismo
e la tristezza.
Credo
che si senta impotente.. E lui odia sentirsi così,
sopratutto quando
si tratta del mio benessere.
Allungo
piano una mano e gli accarezzo il viso.
“Castiel..
sto bene.” gli sussurro cercando il suo sguardo.
Lui
lascia cadere il fazzolettino sul letto e mi bacia accarezzandomi
piano i capelli.
Qualunque
cosa si successa, lui sa di che stiamo parlando. Forse non tutto, ma
qualcosa si.. Solo che accettarlo e dirmelo, lo spaventa.
*****
Se
non fossi stato un angelo, mi sarebbe preso un colpo.
Allison
ha iniziato a tremare come in preda a convulsioni, tipo quelle che
causai io a Jimmy la prima volta che “parlammo”.
O
meglio che io gli parlai.
Non
riuscivo a svegliarla, ma non stava dormendo. Era come in trance.
Ma
alla fine ci sono riuscito, l'ho riportata alla realtà.
Perde sangue
dal naso e continua a tremare, ma più debolmente.
Ho
avuto paura, dannatamente paura. Perché Gabriel le fa
questo? Lo sa
che così fa del male a sua madre.
“Come
ti senti?” le domando guardandola negli occhi.
Lei
mi sorride. “Sto bene, non preoccuparti. È
stato...” sembra
rifletterci.
“E'
stato?” la incoraggio.
Allison
scuote il capo. “Non lo so Cass, non so spiegartelo. Era come
se...”
“Una
calda luce bianca ti avvolgesse facendoti tremare?”
Mi
guarda e annuisce. “Come fai a saperlo?”
Sto
per rispondere quando inizia di nuovo a tremare violentemente.
“Castiel!” mi chiama spaventata.
La
prendo tra le braccia cercando di tenerla ferma. “Allison
calmati..
va tutto bene... non è niente...”
“Vedo
delle cose...” dice guardando nel vuoto.
“Cosa
vedi?”
“Non
lo so... persone... che parlano...”
Il
bambino si agita, sento la sua Grazia vibrare come di... rabbia?
Paura? Che stai cercando di dire, piccolo mio?
Finalmente
Allison si calma, e anche il bambino smette di tremare.
Le
accarezzo i capelli e le bacio la fronte. “Non spaventarti,
non è
così brutto come sembra...” le sussurro.
Mi
guarda e sembra stia per piangere. “Che cos'era?
Perché mi succede
questo?”
“E'
il nostro Gabriel, è agitato. È la sua Grazia
che... si riversa e
si sfoga su di te. Non è niente di terribile, è
solo nervosetto.”
le spiego per tranquillizzarla.
“Ma
perché quella sensazione.. quelle immagini... quelle
voci?”
Corrugo
la fronte. “Voci?”
Annuisce.
“Sì, voci.. brusii, non so. Ho mal di
testa.” dice
massaggiandosi la fronte.
“Non
pensarci tesoro, non era niente. Diciamo che per un attimo, hai avuto
la Grazia come me e tuo figlio. Le immagini e i rumori che hai visto
e sentito probabilmente sono quelli che gli ho trasmesso io, niente
più.”
“Dici
che si può? Cioè gli hai trasmesso anche i
ricordi?”
Mi
stringo nelle spalle. “Non lo so, forse. Non ho mai
incontrato il
figlio di un angelo...” ammetto con un sorriso.
Sorride
anche a lei e si ristende nel letto, finalmente del tutto tranquilla
così come nostro figlio.
“Adesso
dormi amore mio” le dico baciandole una mano
“vedrai che ora il
birbante farà il bravo e non ti farà
più spaventare.”
“Io
spero solo che non sia nulla di cui preoccuparsi. Erano strane
sensazioni Cass, mi sono un po' spaventata, non riuscivo a
controllarmi...” mi racconta con voce tremante.
Sospiro
e le accarezzo la guancia. “Dormi tranquilla, non era niente.
Hai
sperimentato come ci si sente ad essere angeli... in un certo
senso.”
Annuisce
lentamente e piano piano si assopisce, stringendomi la mano.
Quando
sono certo che si è addormentata, mi avvicino al suo
pancione e poso
una mano su di esso. Vibra ancora ma leggermente, e la sua Grazia
è
come se.... punzecchiasse la mia.
Ho
l'impressione che vorrebbe dirmi qualcosa, ma ovviamente non
riusciamo a comunicare.
“Gabriel...
sta' calmo” sussurro al mio bambino “non
devi avere paura,
non fare così. La tua mamma si spaventa. Lei non
è.. adatta a
questi picchi di energia, le fai solo del male. Avremo tempo per
comunicare, non fare così. So che puoi sentirmi piccolo mio,
lo so.
In qualche modo mi senti e mi capisci. Perciò ti prego, fa'
il
bravo, tra poco ci vedremo e parleremo quanto vorrai. Ora dormi, e
lascia dormire anche la tua mamma...”
Percepisco
come... un'onda di energia che mi avvolge la mano posata sul
pancione. È un sì?
Mi
sento un po' stupido, parlare con un bambino che deve ancora nascere
non credo sia normalissimo.
Ma
io so che Gabriel può sentirmi, e so che quello era un
segnale per
dirmi che mi aveva sentito.
Sorrido
e accarezzo quel dolce scrigno e mi rimetto a letto, accanto ad
Allison.
Le
sposto una ciocca di capelli dal viso e le accarezzo una guancia.
Ho
sentito dire che le donne diventano più belle quando
aspettano un
bambino.
Non
so le donne degli altri, ma la mia è meravigliosa. Lo era
anche
prima, ma ora... è stupenda.
Sento
il sonno che lentamente si impossessa di me e io non faccio niente
per combatterlo.
Comincia
a piacermi sul serio dormire e soprattutto, mi piace dormire accanto
al mio amore.
Ai
miei amori.
*****
Mi
sento meglio rispetto a come mi sentivo stanotte.
Certo,
il fatto che la Grazia di mio figlio abbia smesso di farmi tremare
violentemente, aiuta la mia salute e anche il mio umore.
Castiel
ha detto che non è niente di grave o di incredibilmente
spaventoso.
Mi
fido di lui, quindi gli credo.. E' solo che ho avuto paura oltre al
fatto che ho provato un intenso dolore avvolgermi e farmi sentire
come se stessi morendo.
E'
così che si sente sempre Castiel? Ed è
così che si sentirà il
nostro bambino?
Oh
poveri amori miei.. Mi dispiace tantissimo.
Tuttavia
suppongo che ci siano abituati, quindi per loro magari non è
grave
come sembra a me.
Sospiro
e mi rigiro nel letto.
Castiel
sta ancora dormendo.
Mi
sente muovermi e porta automaticamente una mano sul mio pancione
mentre mi bacia dolcemente il braccio.
Anche
io ho gli occhi chiusi, come lui.. Ma c'è un non so che di..
abitudinario in quello che facciamo l'uno con l'altra, quindi
immaginare tutto senza nemmeno guardare è la cosa
più semplice del
mondo per me.
Così
come lo è per lui.
C'è
silenzio intorno a noi, eppure...
Eppure
sento qualcosa. Come se qualcuno ci osservasse.
Penso
in silenzio ed immobile a cosa fare, qualora le mie sensazioni si
rivelassero fondate, e poi apro gli occhi.
Ma
cosa...
Il
tetto sopra di me è uno scarso legno e intorno a noi ci sono
pareti
di.. cartone colorato?
Ma
dove siamo?
DI
sicuro non siamo a casa.
Mi
metto seduta sul letto. Sono perplessa così tanto che non mi
preoccupo nemmeno del fatto che i miei movimenti bruschi potrebbero
svegliare il mio angelo.
Davanti
a me campeggia un'insegna luminosa con su scritto: Cass ed
Ally.
Un amore pieno di ostacoli.
Piego
appena la testa perplessa e poi la giro di lato.
C'è
un pubblico.. Della gente ci osserva.
Sorrido
nervosa e per tutta risposta loro applaudono.
E'
in quel momento che Castiel si sveglia.
Scatta
al centro del letto e si guarda intorno perplesso.
“Allison...”
mi dice “Che succede?”
Scuoto
il capo e lo guardo.
“Non
lo so.. Mi sembra di essere in una di quelle sit-com con pubblico dal
vivo!” rispondo guardandolo.
Il
pubblico batte le mani con calore.
“Mi
sa che ci siamo per davvero dentro.” mi annuncia Castiel.
E
il pubblico ride.
Li
guardo perplessa.. Ma che cavolo avranno da ridere.
Sento
il piccolo agitarsi e una smorfia di dolore mi colora il viso.
La
mano di Cass accarezza leggero il mio ventre e sussurra a Gabriel
qualche parola, e per conseguenza il bimbo si rilassa liberandomi
dalle fitte che la sua agitazione mi provoca.
Mi
sa che questo bambino sarà legato a lui più di
quanto lo sarà a
me.
Castiel
sarà un ottimo padre, io non so che madre sarò.
“Non
dire sciocchezze!” mi sussurra Castiel accarezzandomi il viso
con
una mano.
Lo
guardo e per un attimo ci scordiamo di dove siamo.
“Sarai
una madre meravigliosa!” mi sussurra ancora dandomi un
dolcissimo
bacio.
Dal
pubblico si alza un oh di
tenerezza che ci costringe a fare nuovamente i conti con la
realtà:
siamo in uno show televisivo e non sappiamo nemmeno perchè.
Ci
guardiamo nuovamente intorno, disorientati e poi ci alziamo dal
letto.
In
quel momento dalla finta porta entra un uomo.
E'
allegro e spensierato e si inchina davanti al pubblico che applaude e
fischia gioioso.
Non
so chi sia e dall'espressione sul viso di Cass, direi che nemmeno lui
ne ha idea.
L'uomo
si inchina ancora un paio di volte e poi poggia lo sguardo su di noi.
Ci
guarda e quando vede il mio pancione, il suo sorriso si spegne.
Gabriel
si agita dentro di me, ma poi, mentre quell'uomo lo
“guarda” si
calma e sento una specie di forte, ma non dolorosa energia crescermi
dentro.
“Chi
sei?” chiede Castiel facendomi da scudo col suo corpo.
L'uomo
davanti a noi sembra riprendere possesso delle sue capacità
verbali.
Lo guarda e fa spallucce.
“Un
amico a cui piace divertirsi.” risponde.
“Qualunque
cosa tu sia, lascia andare lei tieni me.” gli dice Castiel
riferendosi a me.
Cosa?
“Non
se ne parla proprio!” gli dico decisa.
Il
mio amore si volta e mi guarda. Poggia la fronte sulla mia e mi
accarezza i capelli.
“Tu
e il nostro bambino siete le cose più importanti della mia
vita. Per
cui se ora ti rimanda a casa, vacci e non obiettare.” mi dice
dolcemente ma serio.
Vorrei
obiettare ma gli ho promesso, dopo l'incubo Neil, che gli avrei dato
sempre retta. Così annuisco senza aggiungere altro.
Gli
accarezzo piano il viso e sto per poggiare la bocca sulla sua, ma mi
ritrovo a casa, dolcemente poggiata sul letto.
Mi
guardo intorno e afferro il cellulare per chiamare Sirahel.
Gli
spiego a grandi linee la situazione e dopo aver riattaccato, me lo
ritrovo davanti.
Faccio
un sospiro di sollievo, cullandomi nella sicurezza che la sua
presenza mi offre, e lo abbraccio forte.
“Sono
felice che tu sia qui!” gli dico.
E'
il primo vero abbraccio da quando abbiamo litigato mesi fa.
Lui
mi accarezza i capelli e mi stringe per un attimo. Poi si allontana
da me e mi guarda.
Tocca
il mio ventre e chiude gli occhi per qualche minuto.
Poi
li riapre e scende le scale. Io lo seguo.
“Cos'hai
fatto?” gli chiedo.
“Ho
usato la Grazia del piccolo, che è strettamente legata al
padre, per
trovare Cass.” mi spiega.
Non
ho capito molto bene, ma quello che conta è che l'abbia trovato e che
possa riportarlo indietro.
Sirahel
si toglie la giacca e si arrotola le maniche della camicia. Poi
prende un coltello e se lo porta alla mano.
“Che
fai?” gli chiedo confusa.
“Riportiamo
il nostro caro papino a
casa!” mi annuncia.
Mi
fa l'occhiolino e si fa un taglio profondo sulla mano.
*****
Allison
è sparita davanti ai miei occhi, questo non è
possibile.
È
una cosa che possiamo fare solo... noi.
Mi
guardo attorno e la gente non c'è più, sono in
uno studio vuoto e
davanti a me c'è quest'uomo che... non conosco ma allo
stesso tempo
mi è familiare.
Mi
fissa in modo strano, come se per lui invece fossi noto eccome.
Mi
guardo addosso e mi accorgo di essere vestito con i soliti abiti di
Jimmy, impermeabile compreso.
“E'
proprio vero, sembri un contabile!” mi prende in giro l'uomo
davanti a me.
Alzo
lo sguardo e stringo i pugni. “Chi diavolo sei?”
Lui
ghigna e si avvicina di qualche passo. “I tuoi amichetti mi
conoscono bene, mi chiamano Trickster.”
“No”
obietto “tu non sei un Trickster, sei
qualcos'altro...”
“Ah
sì? E cosa te lo fa pensare?” mi domanda
incrociando le braccia
sul petto.
“Il
Trickster non può far sparire le persone schioccando le
dita. È una
cosa...”
Oh
mio Dio.
Spalanco
gli occhi e mi dico che non può essere, non posso aver
sentito...
quello.
“E'
una cosa? Avanti Cass, finisci il concetto!” mi sprona con un
sorriso cattivo.
“Gabriel?”
L'uomo
di fronte a me smette di sorridere e giurerei che sia stupito, mai
quanto me però.
“Wow,
bel nome. Chi è un tuo amico?” cerca di
dissimulare la sua
sorpresa.
Scuoto
il capo e non so se essere felice o atterrito. “Non fare
questi
giochi con me” gli dico serio “se non l'ho capito
subito è
perché ormai sono più umano che angelo. Ma la tua
Grazia non passa
inosservata...”
Lui
ridacchia e improvvisamente ci ritroviamo in un'altra stanza, senza
porte né finestre. “Bene bene, allora stare con
gli umani non ti
ha rimbambito del tutto. I miei complimenti, non è facile
scoprire
la mia identità...”
Lo
ascolto parlare ma sono paralizzato dalla meraviglia, una parte di me
è a dir poco.. felice, io credevo fosse morto e invece
è vivo e
vegeto. Ma un'altra parte di me è addolorata,
perché quello che ho
davanti non è più l'arcangelo Gabriel che
conoscevo io.
“Beh,
che hai da guardare così? Direi quasi che ti sei
commosso!” mi
canzona.
Annuisco
senza volerlo, perché è la verità.
“Credevo fossi morto Gabriel,
ne ero quasi sicuro..” gli dico.
“Mi
dispiace deluderti ma sono ancora in pista!”
Aggrotto
la fronte guardandolo perplesso. “Deludermi? Io sono felice
di
sapere che sei vivo” ammetto “è solo
che.. perché fai queste
cose? Fai del male alle persone! I Winchester mi hanno parlato di te,
tu uccidi!”
“Avanti..
che vuoi che sia un umano in più o in meno”
afferma con una logica
agghiacciante “e ti ho portato qui insieme alla pupa per
divertirmi
un po'... ho saputo per via informale che avevi una fidanzata e
ciò
mi ha incuriosito!” fa una pausa e diventa serio.
“Quella
ragazza è incinta... è tuo, vero?” mi
domanda guardandomi severo.
“Sì,
è mio. Non hai sentito la sua Grazia?”
Gabriel
sospira profondamente. “Credevo fosse la tua, non ho pensato
che ci
fosse un.. duplicato. Tu hai messo incinta una donna... wow! Sei
davvero cambiato!” mi dice quasi con biasimo.
Allora
io mi arrabbio. “Io cambiato? Proprio tu mi dici questo? Tu
eri
l'arcangelo Gabriel, quello della Bibbia, hai presente? E ora cosa
sei? Una specie di.. demone? Io non capisco cosa ti sia successo,
perché sei andato via dal Cielo?”
L'arcangelo,
o quello che ne resta, mi guarda truce. “Non osare parlare
con me
così, Castiel. Sono in incognito ma posso sempre
distruggerti.”
In
un attimo mi atterrisce, ma non per me. Per Allison e mio figlio.
Deglutisco
e riprendo a parlare. “Fallo, sono abituato, gli arcangeli
non mi
amano particolarmente. Però ti supplico Gabriel, lascia in
pace
Allison e mio figlio... ti scongiuro.” gli chiedo in tono
supplichevole.
Credo
stia per rispondere qualcosa, quando improvvisamente mi sento rapire.
Mi
ritrovo a casa di Allison.. cioè a casa nostra.
“Cass!”
Ally mi corre incontro e mi abbraccia, dietro di lei Sirahel che si
sta fasciando una mano.
“Ragazzo,
ho sentito che vuoi fare l'attore!” mi dice scherzando.
Io
non ho tanta voglia di scherzare, accarezzo i capelli di Allison e le
bacio la fronte. “Va tutto bene?” le domando.
“Sì,
sto bene.. mi sono ritrovata sul letto e poi ho chiamato Sirahel...
ho avuto paura. Chi diavolo è quell'uomo?”
“Ma
che meraviglia, una bella riunione di famiglia!”
La
voce di Gabriel fa saltare me e Ally, ma non Sirahel.
I
due si guardano in cagnesco, e un tempo invece si volevano bene e si
stimavano.
Mi
posiziono davanti a lei per proteggerla, non ho idea di che
intenzioni abbia.
“Ehi
ehi fratellino. Pensi che farei del male ad una donna incinta?
Proprio io? Hai poca memoria, allora.”
“Tu
non sei più quel Gabriel” replico senza muovermi
“tu sei il
Trickster.”
“Chi?
Gabriel? L'arcangelo Gabriel, è lui?” domanda
Allison sbigottita.
Mi
volto per guardarla e annuisco, poi guardo il suo pancione e scuoto
leggermente il capo. Non voglio che sappia che nostro figlio si
chiamerà come lui... Allison capisce e annuisce.
“Eh
già dolcezza, sono proprio io. Anche se ultimamente sono
noto con
l'altro nome. Tu sei una cacciatrice, giusto? Strano che non ci siamo
mai incrociati, magari sarebbe nata una storia d'amore tra di noi.
Visto che ti piacciono gli angeli...”
Lei
sgrana gli occhi. “Cosa? Ci stai provando con me per caso?
Senza
offesa ma gli assassini non mi piacciono e inoltre” si ferma
e mi
guarda “non voglio offendere il tuo tramite ma quello di
Castiel è
decisamente più bello.”
Gabriel
fa una smorfia di disappunto. “Così ferisci i
nostri sentimenti.
No, non è vero!” poi posa lo sguardo su Sirahel
che fino ad adesso
è rimasto in silenzio, ma sento la sua grazia ardere di...
sdegno?
“Ehilà
Sirahel, quanto tempo! Vedo che hai tagliato i ponti con tutti tranne
che con il tuo bamboccio.” gli dice in tono aspro.
L'altro
arcangelo serra i denti e si avvicina minaccioso. “Ti do
trenta
secondi, dopodiché passerò alle maniere forti.
Esci subito di qui e
non farti vedere mai più.”
Gabriel
scoppia a ridere e scuote il capo. “Dio che caratteraccio, al
contrario di Castiel tu non sei cambiato di una virgola! Tu dai
ordini a me? E con quale autorità, di grazia?” lo
sfida.
E'
vero, Gabriel è.. o meglio era, più in alto di
Sirahel, ma a
quest'ultimo pare non interessare molto..
“Sta'
attento... lassù non si sono scordati di te” lo
avverte con un
sorriso maligno “e non essere così sicuro che io
abbia tagliato in
ponti col quartier generale. Potresti avere delle sorprese...”
Gabriel
impallidisce. “Mi stai minacciando sul serio? Mi faresti
ammazzare?”
“Cass
ha ragione, tu non sei più il nostro Gabriel, da quando hai
mollato
tutto e ti sei trasformato in un mostro. Non muovi più in me
sentimenti d'affetto. Al contrario di Castiel che ti guarda ancora
come il fratello minore guarda il maggiore.”
Cosa?
Questo poteva evitare di dirlo... Gabriel mi lancia una rapida
occhiata come per controllare se è vero.
“Anche
voi ve ne siete andati, mi pare.” obietta lui.
“Io
me ne sono andato per amore” risponde Sirahel
“Castiel è stato
cacciato perché ha tentato di fermare Lucifero. Tu
perché sei
andato via?”
Cade
il silenzio, poi Gabriel riprende a parlare. “Mi ero stancato
di
tutte quelle lotte, e tu lo sai, tutti e due lo sapete. E ora quei
due scimuniti hanno riattivato tutto, e come se non bastasse scopro
che il timido Castiel ha messo incinta la tramite di Lucifero! Sai
che questo è un casino totale, vero? Quella ragazza.. quel
bambino... sono pericolosi...”
“Toccali
e io ti ammazzo Gabriel, te lo giuro!” sbotto furioso, pur
sapendo
che prima di averci provato lui ammazzerebbe me.
Lui
mi guarda con uno sguardo spento. “Smettila paparino, non ho
intenzione di sfiorare né lei né il tuo pargolo.
Sto solo dicendo
la verità, tutta questa storia è un casino. E
prima o poi i nodi
verranno al pettine...”
Guarda
Allison e si avvicina a lei, istintivamente io mi paro davanti e lei
si nasconde dietro di me, tenendo una mano sul pancione.
“Castiel..
spostati” mi chiede senza suonare come un ordine
“voglio solo..
conoscerlo.”
“No”
rispondo fermamente.
“Cass...
per quanto orribile io sia diventato, non potrei mai far loro del
male. Lo sai.”
Mi
sposto lentamente di lato senza perderlo d'occhio, anche Sirahel si
è
avvicinato e mi accorgo che in mano ha uno dei nostri coltelli. Se
dovesse fare qualcosa alla mia famiglia, è pronto ad
ammazzarlo.
Gabriel
solleva la mano e la posa sul pancione di Allison che lo lascia fare
anche se è preoccupata.
Il
viso dell'arcangelo si distende, sorride debolmente e poi guarda
Allison. “Uhm... è un maschietto irrequieto. Ci
siamo quasi,
sapete? Non tarderà molto a nascere...”
Si
allontana e la sua espressione torna truce. “Io vi ho
avvertiti,
questa cosa porterà guai...”
Sparisce
dalla nostra vista con un potente battito di ali.
Sospiro
profondamente e guardo Allison negli occhi, che ricambia lo sguardo
accarezzandomi il viso.
“Non
credere a quelle cose Ally, Gabriel non sa quello che
dice...” le
dico per rassicurarla.
“Lo
so... non ci si può fidare del Trickster. Non ci credo che
sia
davvero l'arcangelo Gabriel, mi dispiace tanto Cass...”
Mi
stringo nelle spalle. “Forse era meglio quando pensavo che
fosse
morto...” ammetto sospirando.
Poi
mi volto verso Sirahel, scuro in viso e accigliato. “Grazie
per
avermi riportato qui, non so cosa mi sarebbe successo
altrimenti..”
“Figurati,
era il minimo sei mio figlio! Allison, Cass ha ragione. Gabriel
è
fuori di testa, non credere assolutamente a quelle cose.” le
ribadisce posandole le mani sulle spalle.
Ally
annuisce e gli sorride.
Sono
triste, davvero triste. Non mi aspettavo che un altro angelo avesse
perso la retta via in questo modo, e sono triste anche
perché ho un
po' più paura adesso.
Non
ho creduto alle sue parole, la mia famiglia non è un
pericolo.
Ma
temo che invece siano loro in pericolo. Gabriel non avrebbe mai fatto
loro del male, gliel'ho letto negli occhi.
E
gli altri? Cosa succederà nel futuro?
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Capitolo 31 *** Welcome to the world, Gabriel! ***
Welcome
to the world, Gabriel!
L'Arcangelo
Gabriel è appena stato nella mia casa, e la cosa non mi ha
per nulla
scioccata.
Non
passa giorno in cui non mi rendo conto che la mia vita è
davvero
strana. Ma la sua stranezza, non la cambierei con nessuna
normalità
al mondo, perchè mi ha dato Castiel e mi darà un
bimbo.
Sospiro
e mi poggio allo schienale del divano, accanto al mio angelo che
prontamente mi stringe un po' a sé.
“Sono
preoccupato!” esclama Sirahel di improvviso.
Io
lo guardo e anche Cass.
“Quanti
angeli e Arcangeli sono in combutta tra loro per scatenare
l'Apocalisse? Quanti se ne sono lavati le mani?” chiede
arrabbiato.
Mi
schiarisco la voce e mi perdo nei miei pensieri, mentre la voce di
Cass risuona piano, quasi stanca, in risposta alle domande di
Sirahel.
Io
li ascolto per un po', poi però il mio cervello si spegne
completamente e mi ritrovo sola con l'eco delle mie ipotesi e delle
mie supposizioni.
Molte
cose in tutto questo mi sfuggono.
Credo
che sia normale che il mio comprenderle sia nettamente inferiore a
quello di Cass e Sirahel, solo che... dovrebbe essere diverso.
Voglio
dire, dovrei saperne di più considerando che sono
potenzialmente
pericolosa..
Si
lo sono.. anche se il mio amore e Sir hanno detto che non devo dar
retta a Gabriel, lui ha ragione.
Io
sono pericolosa e anche il mio bambino potrebbe esserlo..
Cosa
succederà se non sarò in grado di crescere mio
figlio nel giusto?
Cosa accadrà se il suo essere speciale sarà
negativo e non positivo
come tutti tentano di convincermi?
Sospiro
e mi schiarisco la voce.
“Ha
ragione!” esclamo.
Sirahel
e Cass ammutoliscono di colpo e mi guardano.
“Gabriel
ha ragione!” continuo alzandomi e andando su e giù
per la stanza
“Io sono pericolosa, e il piccolo potrebbe esserlo.”
Cass
mi raggiunge e mi prende le mani.
“Non
pensarlo nemmeno!” mi dice.
“Ma
è la verità Cass.” gli sussurro
“Potrebbe accadere.”
Lui
scuote il capo e mi prende il viso tra le mani.
“Potrebbe,
ma non accadrà. Non finchè ci sono io.”
mi rassicura “Il nostro
bambino sarà la persona più buona al mondo.. E tu
non dirai di si a
Lucifero.”
Sospiro
e gli accarezzo piano il viso.
“Chi
te lo assicura Cass?” gli chiedo “Chi ti assicura
che, nonostante
tutta la mia forza di volontà, io non cadrò in
tentazione?”
“Io
lo so amore mio. Sei troppo in gamba ed intelligente per cadere nella
sua trappola.” mi sussurra dolce.
“E
poi tu sei solo il tramite di riserva. Prima di arrivare a te,
proverà in tutti i modi ad avere Sam Winchester.. E
chissà, magari
riusciremo a fermare tutto prima che il peggio inizi.” dice
Sirahel
con tono risoluto “Sam è lo scopo primario di
Lucifero. Con lui la
profezia millenaria sarebbe perfetta.” continua quasi con se
stesso.
Sto
per chiedere quale profezia, ma il mio cervello sembra arrivarci da
solo.
“Come
in cielo così in terra!” esclamo “Se
sono due fratelli a
sfidarsi è meglio giusto?”
Sirahel
annuisce e si rimette la giacca.
Cass
invece mi bacia dolcemente e mi stringe un po'.
“E'
meglio che tu vada a stare da Sirahel per un po'. Non credo che
Gabriel farebbe del male a te o al piccolo, ma non si sa
mai.” mi
dice allontanandosi un po' da me.
Guardo
l'Arcangelo che sembra d'accordo e sospiro.
“Non
voglio lasciare la mia casa solo perchè un Arcangelo
è impazzito.”
obietto.
Il
mio amore mi guarda e piega appena la testa, ed io, mio malgrado, mi
ritrovo ad annuire.
Sto
diventando troppo obbediente.
“E
va bene, vado a prendere le mie cose.” gli dico sbuffando.
Cass
sospira e annuisce sorridendomi un po', ed io salgo le scale.
Le
salgo lentamente perchè il pancione pesa, ma all'ultimo
gradino,
succede qualcosa che non avrei mai voluto accadesse.
Mi
sento male.
Guardo
il gradino e mi accorgo di perdere sangue.
Le
mie gambe tremano e pian piano il mio equilibrio mi abbandona.
Sto
perdendo i sensi e mi ritrovo, prima di chiudere gli occhi, a cadere
indietro.
Non
so cosa accadrà, ma di sicuro mi farò tutti i
gradini rotolando.
Spero solo che il mio piccolo non si faccia male.
*****
“Allison!”
Scatto
immediatamente verso le scale seguito da Sirahel, Ally sta
letteralmente rotolando giù, non ho idea di cosa stia
succedendo!
Riesco
ad afferrarla prima che arrivi in fondo, la prendo in braccio e la
chiamo, ma non mi risponde.
Perde
sangue da un labbro e ha una ferita sulla fronte, la porto sul divano
e solo adesso mi accorgo di una cosa orribile.
“Oh
mio Dio!” esclamo vedendo la macchia di sangue allargarsi
sulla sua
camicia da notte.
Guardo
l'Arcangelo e capisco che stiamo pensando alla stessa cosa: Gabriel
sta per nascere, prima del tempo dovuto.
“Dobbiamo
portarla in ospedale, Cas. Subito.” mi dice Sirahel, io
annuisco e
riprendo Allison tra le mie braccia.
È
l'Arcangelo che ci trasporta entrambi sulla soglia dell'ospedale,
dannazione la stessa scena dell'altra volta!
Un'infermiera
ci nota e si avvicina. “Che succede?” mi domanda.
“Mia
moglie è caduta dalle scale, è all'ottavo mese di
gravidanza..”
spiego cercando di mantenere la calma.
La
donna mi indica una barella e io corro a stenderla lì sopra.
Così
facendo, Ally si sveglia.
“Cass!
Il bambino!” grida prendendomi la mano.
“Sta'
tranquilla, siamo in ospedale, andrà tutto bene.”
le dico per
rassicurarla, ma in realtà non lo so.
La
grazia di Gabriel vibra in modo strano.
Guardo
Sirahel e mi rendo conto di quanto sia preoccupato.
Non
è un buon segno..
“Che
succede qui?” domanda un dottore rivolgendosi a noi.
Gli
spiego di nuovo quello che ho detto all'infermiera mezzo minuto prima
e subito la fa portare in una stanza lì vicino.
La
visita insieme ad un altro medico e poi si avvicinano a noi.
“Come
si chiama?” mi chiede uno di loro.
“C...
James Ellinger” rispondo correggendomi.
“Signor
Ellinger, dobbiamo far nascere il bambino con un parto cesareo, non
solo è anticipo di almeno cinque settimane, ma la caduta
ha.. fatto
avvolgere il cordone intorno al collo del piccolo. Dobbiamo operare
subito sua moglie.”
Fisso
il dottore e annuisco anche se non so se ho ben capito: Gabriel sta
male?
Preparano
Allison e la portano in sala parto, io resto fuori insieme a Sirahel
che tenta di incoraggiarmi.
“Avanti
ragazzo mio, sapevamo che sarebbe stato un po' complicato, no? Sta'
tranquillo, molto bambini hanno quel genere di problema ma poi va
tutto bene, figurati il tuo che è soprannaturale!”
Annuisco
ma sono come sotto shock, e se fosse stato Gabriel, l'Arcangelo, a
fare qualcosa ad Allison e a nostro figlio?
Perché
improvvisamente si è sentita male?
Credo
sia passata più o meno un'ora, finalmente esce qualcuno
dalla sala
parto.
Un'infermiera
con la mascherina spinge una specie di culletta di vetro, e dentro
c'è... oh mio Dio, c'è mio figlio.
Mi
alzo ti scatto e fermo la donna. “Un attimo, ehi!”
Lei
si volta e si abbassa la mascherina. “E' il padre?”
mi chiede.
Faccio
di sì col capo e abbasso gli occhi sulla piccola creatura.
È
il secondo neonato che vedo in tutta la mia vita e lo trovo..
meraviglioso.
“Come
sta?” domanda Sirahel, ma vedendo l'espressione perplessa
della
donna, aggiunge: “Sono il nonno, può parlare
liberamente.”
“Maschio,
tre kg e cento grammi, 48 cm di lunghezza. Ha bisogno
dell'incubatrice ma non credo ci siano problemi. Ora scusatemi devo
portarlo nella nursery.”
Si
porta via mio figlio e io lo seguo con lo sguardo finché non
sparisce dalla mia vista.
Avrei
voluto chiederle di Allison ma ero come ipnotizzato dal piccolo.
“Cass?
Svegliati!” mi scuote Sirahel ridacchiando.
“Ma
quel bambino è davvero mio?” domando meravigliato,
cercando una
risposta che mi sembra troppo bella per essere vera.
L'arcangelo
mi posa una mano sulla spalla. “Sì, è
proprio tuo. Ha in sé
l'energia che avevi tu quando fosti creato. Congratulazioni figliolo,
sei diventato padre.”
Devo
avere l'espressione di un idiota perché l'Arcangelo sorride
e scuote
il capo, ma che posso farci?
Avrei
dovuto essere preparato invece per me è come una sorpresa
inaspettata.
La
porta della sala parto si riapre e vedo Allison uscire su una
barella.
È
ancora addormentata dall'anestesia.
La
seguiamo fin dentro quella che sarà la sua stanza e dopo che
l'hanno
adagiata sul letto, mi avvicino a lei e le accarezzo la fronte.
Sirahel
sta parlando con il medico e dall'espressione sollevata direi che va
tutto bene.
“Tutto
a posto Cass, sta benissimo.” mi dice infatti.
Tiro
un sospiro di sollievo e guardo Allison ancora addormentata.
Le
hanno medicato le ferite sul viso e ora dorme tranquillamente.
Beh
forse non è propriamente un sonno ristoratore, ma almeno si
riprenderà un po'.
“Scusate
signori, dovreste uscire dalla stanza.” ci avverte una
corpulenta
infermiera di colore.
Cerco
di protestare ma Sirahel mi tira via. “Andiamo, Ally sta
bene, la
vedrai più tardi.”
Usciamo
e decido di andare da Gabriel, l'arcangelo invece resta qui per
sicurezza.
Raggiungo
quel reparto che chiamano “nursery”, mi fermo
davanti ad una
grande vetrata e guardo dentro.
Ci
sono tanti bambini, alcuni nelle incubatrici altri no, e subito
riconosco il mio.
Emana
una lieve luce azzurrina che solo io posso vedere...
Appoggio
le mani al vetro e vorrei entrare, ma sospetto che tutti i bambini si
spaventerebbero e allora desisto.
Sospiro
sorridendo, sono felice e quasi scioccato. È la normale
reazione di
un padre o solo io ce l'ho?
Improvvisamente
sento.. qualcosa di strano ma familiare.
“Oh
Signore Iddio!”
Una
voce dolce alle mie spalle esclama con meraviglia il nome di mio
Padre. Mi volto a guardare chi è stato e...
“Bianca?”
Lei
annuisce con un sorriso luminoso. “Castiel! Che bello
vederti!” e
mi da un gentile abbraccio.
Altro
shock.
Bianca
è... un angelo. Non un soldato no, lei non fa guerre. Lei
è tipo il
capo di tutti gli angeli custodi..
Quel
tipo di angelo non ha tramiti, assume forme umane senza bisogno di
prendere possesso di un umano.
Ha
lunghi capelli biondi, gli occhi di un azzurro cristallino e un
sorriso.. celestiale.
“Ecco
qual era il problema!” ridacchia divertita “Eri
tu!”
Corrugo
la fronte. “Io?”
Bianca
annuisce. “Sì, sai i miei ragazzi sono corsi da me
dicendomi c'è
un problema, è nato un bimbo particolare, ha la Grazia!
E non sapevano come regolarsi con la custodia... è tuo
figlio,
vero?”
Deglutisco
in imbarazzo. “Ehm.. sì, lo è....
è una lunga storia, so che è
un peccato enorme ma...” lei mi ferma posandomi una mano sul
braccio.
“Castiel,
non devi giustificarti con me, non sono qui per giudicarti. E poi
penso che l'amore non sia mai un peccato, neanche per uno di
noi...”
La
guardo e d'improvviso ricordo qualcosa che mi sconvolge nel profondo,
un ricordo che avevo rimosso secoli fa..
*****
Quando
mi sveglio, non so quanto tempo sia passato da quando siamo arrivati
all'ospedale, il mio bambino è nato ed io sono dolorante e
con
alcuni punti di sutura sul sopracciglio e un labbro gonfio.
L'ultima
cosa che ricordo è che mi sono sentita male in cima alle
scale e che
ho pensato che di sicuro sarei rotolata giù per tutti i
gradini.
Di
sicuro è successo!
C'è
silenzio nella stanza, l'unico rumore viene dalla macchina che mi
controlla il battito e la pressione.
Tuttavia
io non sono sola qui.
Giro
piano la testa e Gabriel, l'Arcangelo è seduto su una sedia.
“Ben
svegliata pigrona..” mi dice con voce squillante.
Chiudo
un attimo gli occhi e mi massaggio la testa con le mani.
“Non
urlare pazzoide di un Arcangelo.. Mi sento male e la tua voce mi
penetra fino al cervello per quanto è squillante.”
gli dico.
Lui
ride e avvicina la sedia ancora di più.
“Sai,
potrei polverizzarti. Mi hai appena insultato.” mi dice.
“Prego..
Fai pure.” gli dico stanca guardandolo.
Lui
mi osserva per un attimo e poi si mette ancora più comodo
sulla
sedia..
“Nah!!”
esclama “Mi piaci.. Sei divertente e piena di
carattere.”
Scuoto
il capo e mi guardo intorno cercando di mettermi seduta. Ma mi
accorgo solo allora di avere una flebo attaccata al braccio.
“Dov'è
il mio bambino?” chiedo.
“Nella..
com'è che la chiamate voi?” ci pensa un attimo e
poi annuisce
“Nursery! E' un bel bambino. Sano e forte.”
Sorrido
dolcemente e poi sospiro guardandomi ancora intorno distrattamente.
Gabriel
invece schiocca le dita e mi porge l'acqua comparsa nelle sue mani.
Lo
guardo perplessa e sto per chiedergli come faceva a sapere cosa
volevo, poi mi ricordo che è un Arcangelo ed evito di
chiedere.
Bevo
un sorso e poi poggio la bottiglietta sul comodino accanto a me.
“Dov'è
Castiel?” chiedo.
“Qui
fuori!” mi risponde “Con una bellissima
infermiera..” continua
facendomi un'espressione sarcastica.
“Divertente!”
gli dico “Sto ridendo dentro.”
Lui
scoppia in una fragorosa risata e poi torna di colpo serio.
“Sai
che quello che ho detto prima, a casa tua, è la
verità vero?” mi
chiede piano.
Annuisco e mi
schiarisco la voce.
“Si,
lo so!” gli dico.
“Voglio
dire,” mi dice ancora “la vostra relazione potrebbe
avere come
sottotitolo la parola peccato.”
Mi
lascio sfuggire un mezzo sorriso e lo guardo.
“Tu
vivi uccidendo la gente, mangiando dolciumi e circondandoti di donne
che, non sono reali, ma lo sembrano..” gli dico “E
hai il
coraggio di chiamare il mio rapporto con Cass, peccato?”
Lui
mi guarda a lungo e poi fa un grosso respiro.
“Touche!”
mi dice “Tuttavia io sono un Arcangelo. Ho più
“possibilità”
di scampare all'ira celeste di quella che ha Cass.”
Ha
ragione! Ma non per i motivi che lui crede.
“Hai
ragione!” gli dico “Ma se Cass è
più esposto di te è solo
perchè lui non si nasconde come fai tu. Affronta tutto
quello che
sta accadendo, preoccupandosi di proteggere chi ne ha bisogno. Ha
speranza e ama i suoi fratelli, nonostante loro non facciano altro
che deluderlo. Come te per esempio. Ha voluto chiamare il nostro
bambino Gabriel per rendere omaggio al fratello maggiore a cui era
più legato, e tu lo ripaghi aggredendolo e dicendogli che ha
fatto
un vero casino.” continuo tutto d'un fiato “Bel
sostegno
fraterno!”
Gabriel
sembra scioccato.
Ma
non credo che la sua espressione derivi dalla mia parlantina.. Credo
che dipenda dal fatto che, me lo ricordo solo ora, lui non sapeva
ancora che il piccolo appena nato si chiama come lui.
Di
colpo sembra aver perso il suo entusiasmo. Guarda il pavimento e per
un attimo ho come l'impressione che si sia commosso.
“Potresti,”
gli dico interrompendo i suoi pensieri “potresti andare a
chiamare
Castiel. Voglio vederlo e voglio vedere anche il nostro bambino. Per
favore.”
L'Arcangelo
mi guarda e annuisce, e poi si alza ed esce dalla camera mentre
Sirahel, fuori, lo guarda perplesso.
Forse
non sapeva che fosse qui dentro.
Sorrido
a mio “suocero”, e mentre lui mi raggiunge felice
di vedermi
sveglia, la mia mente è piena di preoccupazioni.
Gabriel
ha ragione! Io lo so.
*****
“E'
proprio un bel bambino, esteriormente somiglia al tuo tramite, ma
riesco a vedere l'energia che gli hai trasmesso tu.”
Bianca
parla guardando oltre il vetro, mentre io la fisso ricordando un
passato così lontano da averlo pressoché
dimenticato.
“La
madre.. lo sa cosa sei tu e cos'è il piccolo,
vero?” mi domanda.
“Certo,
lo ha sempre saputo.” rispondo.
“Ehi
Cassy, la tua dolce metà vorrebbe....”
Oddio...
Mi
volto e mi ritrovo faccia a faccia con Gabriel, che diavolo ci fa
qui?
Anche
lui ha l'espressione sconvolta, ma non per me visto che sapeva di
trovarmi qua.
È
stato vedere Bianca che lo ha atterrito. La fissa senza parole,
pallido come un lenzuolo.
Bianca
lo guarda corrugando la fronde, credo che gli ricordi qualcuno ma non
sa dire chi.
Gabriel
vaga per il mondo in incognito, non so come ci riesce ma se si
impegna molto, riesce a nascondere la propria aura, come adesso.
“Ciao,
mi sembra di conoscerti...” lo saluta lei con un sorriso.
Gabriel
mi guarda e credo stia cercando il mio aiuto.
“Jack,
che ci fai qui? Come sapevi dov'ero?” sparo io senza sapere
cosa
diavolo sto facendo.
L'Arcangelo
mi fissa e una vaga espressione di gratitudine lampeggia nei suoi
occhi.
“Beh
ho chiamato a casa e non c'eravate e visto che nel suo stato Ally non
poteva essere certo fuori a fare footing, ho pensato che fosse
arrivato il gran giorno!” spiega dandomi una pacca sulla
spalla.
Poi
torna a guardare Bianca, con più sicurezza però.
Lei non lo ha
riconosciuto, la sua copertura è salva.
“Ciao!”
la saluta e poi si rivolge a me. “E una tua amica?
Perché non me
la presenti?”
Lo
guardo stranito, ci sta.. provando con Bianca? Spero che sia solo
parte della messinscena altrimenti è davvero senza ritegno!
“Sì,
lei è Bianca una mia... vecchia amica.”
“Quasi
una sorella.” aggiunge lei ironica.
Gabriel
ridacchia. “Oh capisco. Sei molto carina.. scusami non
prendermi
per un maniaco. È solo che apprezzo la bellezza del
Creato!”
In
realtà nonostante l'aria serena, l'Arcangelo è un
po' agitato.
Lo
sento e lo vedo da quegli occhi che si muovono rapidamente.
“Dunque
amico mio, ti dicevo che Allison vorrebbe vederti” mi
annuncia, poi
guarda verso i bambini “e vorrebbe vedere... Gabriel.
Ma
suppongo che per il piccolo debba aspettare un po'.”
Spalanco
gli occhi nel sapere che sa del nome di mio figlio, e direi proprio
che l'ha detto con un certo orgoglio.
Sì,
ora addirittura guarda verso di lui, perché può
vedere la sua luce
come ci riesco io e quindi lo riconosce subito, con soddisfazione.
“Uhm
speravo somigliasse alla mamma invece... povero piccolo!” mi
prende
in giro sorridendo.
“Castiel..
posso.. posso venire a conoscere la tua compagna? Mi farebbe
piacere.” mi dice Bianca posandomi una mano sulla spalla.
Gabriel
cambia espressione e fissa la donna, o meglio l'angelo, quasi con
astio.
Lui
ricorda tutto e credo non approvi questa... confidenza.
“Ok,
vieni ti faccio strada. Tu...” dico guardando mio fratello.
“Io
resto qua a fissare quei bambolotti come un idiota, così
quando
arriva qualche bella infermiera faccio finta di essere il
papà di
uno di loro. Sai che i ragazzi-padre fanno sempre colpo? Oh..
scusami Bianca!”
Scuoto
il capo e sospiro, ce la mette proprio tutta a fare l'umano.
In
altre situazioni sarebbe andato molto d'accordo con Dean.
Lasciamo
Gabriel-Jack nella nursery e andiamo da Allison.
A
pensarci bene non so se è una buona idea, forse ho agito
troppo
frettolosamente, magari Ally non vuole visite...
“Cass
amore, finalmente!” mi accoglie con un sorriso tendendomi le
braccia, ma le abbassa quando vede che non sono solo.
“Ally,
come stai?” le domando avvicinandomi e dandole un bacio sulla
fronte.
Ma
lei guarda Bianca con un'espressione strana, mentre l'altra ricambia
lo sguardo con un sorriso.
“Lei
è... Bianca. È un angelo...”
Lo
sguardo di Allison si indurisce ancora di più e quasi si
ritrae
quando Bianca si avvicina.
“Ciao
Allison, sono felice di conoscerti. Non avere paura di me, non sono
qui per giudicare te o Castiel.” le assicura toccandomi di
nuovo un
braccio.
Io
non posso fare a meno di sorriderle e questo... ferisce Allison?
“Wow..
riunione di famiglia? Che bello..” commenta sarcastica.
“Sai,
lei è.. il capo degli angeli custodi. È il suo
territorio,
diciamo..”
Allison
annuisce ma ho l'impressione che non gliene importi proprio nulla.
Perché è così infastidita da Bianca?
Capisco
non trovare simpatica Anna, decisamente aggressiva, ma lei
è.. tutta
un'altra cosa.
“Dove..
dov'è Thomas?” le dico facendole capire la
situazione.
“Ha
ricevuto una telefonata, si è allontanato un
attimo.”
“Non
importa Cass.” ci interrompe Sirahel dalla porta.
“Lei può anche
saperlo.”
Bianca
si volta e nel vedere l'arcangelo rimane sbalordita.
“Sirahel?
Tu qui?”
“Sì
dolcezza, sono proprio qui...”
Bianca
sta dire qualcosa, ma interviene Allison. “Scusatemi ma
vorrei
proprio riposare, ora. Ho partorito da poco, sono stanca..”
“Certo
amore mio” le dico prendendole una mano “ti
lasciamo riposare..”
“No
tu resta, ti prego.”
Annuisco
mentre gli altri due vanno via.
“Come
stai?” le domando.
Il
suo sguardo è strano, triste direi, che succede? Forse ho
fatto
qualcosa di sbagliato, oppure si sente male?
“Indolenzita
ma per il resto...”
“Finalmente
Heidi è andata via!” esclama qualcuno.
Gabriel
è apparso nella stanza, e non è da solo. Ha il
nostro bambino in
braccio.
“Eccoti
Gabriel Junior, dolcezza” dice ad Allison avvicinandosi al
letto
“volevi vederlo e te l'ho portato.”
Allison
finalmente sorride e prende in braccio il piccolo. “Ciao
amore
della mamma....” sussurra con dolcezza.
Io
mi chino su di loro e accarezzo quella piccola testolina. Appena la
sfioro Gabriel apre gli occhi e mi guarda.
Ha
due bellissimi occhi blu.
Mio
figlio...
“Posso..
prenderlo in braccio?” domando timidamente.
Lei
mi guarda e annuisce, porgendomi quel fagottino caldo.
Lo
prendo delicatamente tra le braccia e immediatamente una scarica di
energia mi pervade.
Sto
tenendo tra le braccia una parte di me, la parte migliore,
più pura.
“Bambino
mio...” mormoro sorridendo come un imbecille.
Poi
guardo Allison e.. non l'ho mai amata tanto come ora. Mi ha dato un
figlio, a me che non avevo nulla...
“Grazie
amore mio...”
Ma
lei non risponde, mi fa solo un cenno col capo e poi guarda Gabriel,
l'arcangelo. “Cosa hai detto alle infermiere per farti dare
il
piccolo?” gli domanda.
Lui
tossicchia e gesticola in aria. “Non gliel'ho
detto” dice con
noncuranza “sono entrato e me lo sono preso
dall'incubatrice.”
“Incubatrice?!”
esclama lei “L'hai tolto dall'incubatrice? Ma sei pazzo sul
serio
allora!”
“Ehi
ehi calmati bambina! Non aveva più bisogno di stare
lì dentro, sta
benone!”
“Santo
cielo, i prematuri devono stare nell'incubatrice e tu l'hai tolto da
lì!” ribadisce Ally sdegnata.
“Uhm..
ora sta benissimo, ti dico.”
Che
avrà fatto Gabriel?
“Cioè?
Si può sapere che gli hai fatto?” domando io,
momentaneamente
ripresomi dall'ipnosi.
“Cass,
il tuo pupo.. il vostro pupo, aveva un piccolo problema che gli
rendeva necessaria l'incubatrice. Ora non ce l'ha più,
ok?”
“L'hai
guarito?” gli domandiamo in coro.
“Già!”
afferma fiero sistemandosi la giacca.
“Non
lo consideri più un errore?” gli chiedo
riferendomi all'infelice
conversazione di questa mattina.
Gabriel
mi guarda e sospira. “Il piccolo... Gabriel, non è
un errore, i
figli non sono mai un errore. Ma penso sempre che tu ti sia cacciato
in un guaio intergalattico.”
“Allora
perché guarirlo?” insisto tenendo stretto mio
figlio.
“Che
domande mi fai?” replica quasi stizzito “E' mio
nipote! E per di
più l'avete chiamato come me! Ora vi lascio piccioncini,
Cass dopo
riporta il giovanotto di là, nessuno ricorderà
che doveva stare
nell'incubatrice, mettilo in una culletta. Au revoir!” e
sparisce
schioccando le dita.
“Tuo
fratello ha qualche rotella fuori posto, sai?” mi dice seria
Allison “Per fortuna che hai altre sorelle...”
La
guardo perplesso. “Ally... ma che hai? Sei.. strana. Non ti
senti
bene?”
“Oh
no, sto una meraviglia! Sono felicissima Cass, nostro figlio
è nato
e sta bene, Gabriel gioca a fare lo zietto premuroso, tu hai
incontrato una delle tue sorelle.. che posso volere di
più?”
Ho
l'impressione che stiano per cominciare grossi guai.
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Capitolo 32 *** Jealousy is a bad thing ***
Jealousy
is a bad thing
“Bubusettete!!”
Sono
in auto con Sirahel e il piccolo Gabriel.
Sto
tornando a casa dall'ospedale dopo una settimana di degenza e
l'Arcangelo continua a fare giochi come bubusettete
non rendendosi conto che il piccolo è troppo.. piccolo per
questo
tipo di cose.
Tutto
quello che ora Gabriel vuole, è essere cullato, cambiato e
nutrito
quando serve.
Fra
qualche mese invece sarà più reattivo e i giochi
che Sirahel sta
inscenando adesso, saranno perfetti.
Ma
ora non lo sono affatto.
Mi
ha permesso di guidare al sua preziosissima auto costosa,
perchè ha
detto di voler tenere il suo bellissimo nipotino in braccio. Ed io
l'ho lasciato fare.
Sirahel
è un.. nonno meraviglioso e oltretutto io morivo dalla
voglia di
guidare quest'auto.
“Cucù!!”
Esclama ancora Sirahel.
Gabriel
invece sbadiglia assonnato e si contorce un po' nelle sue mani.
“Guarda,”
gli dico “che questi giochi non sono adatti ad un bimbo
appena
nato. Non capisce ancora quello che fai!”
Sirahel
mi guarda quasi.. offeso e poi guarda il piccolo.
“Ma
sentila.. Non capisce..” gli dice “Sai una cosa
bambolotto,
dovresti chiamare me mamma quando sarà il momento. Non lei..
Lei
dice che non capisci.”
Scuoto
appena il capo e sorrido mentre Sirahel fissa Gabriel.
“Lei
non sa che sei un bambino super intelligente... No, vero?”
gli
chiede quasi come se attendesse una risposta.
Il
mio piccolino si stiracchia e poi si addormenta. E Sirahel se lo
stringe delicatamente al cuore.
Io
invece sospiro e penso alla settimana appena trascorsa.
Castiel
è stato molto poco con me.
Ha
passato gran parte del suo tempo con Bianca.. Il capo degli angeli
custodi.
Mh..
non mi piace quell'angelo. Proprio no!
Non
credo che sia cattiva.. Ma il modo in cui lei e Castiel si guardano,
interagiscono, è...
“Non
l'amore è cieco, ma la gelosia.”
pronuncia Sirahel in tono solenne.
Lo
guardo perplessa per un attimo e poi capisco.
Sbuffo
perchè non mi va che sbirci nella mia mente, ma allo stesso
tempo so
che molte volte un mio sguardo o un mio atteggiamento, gli dicono
tutto di me senza bisogno che mi entri in testa.
“L'ha
detto..”
“Lawrence
Durrell.” lo precedo.
Lui
mi guarda per un attimo e poi annuisce.
“A
volte mi ricordi tanto tua madre.” mi dice.
Poi
si ricorda che è meglio evitare questo argomento e si
schiarisce la
voce.
“Non
essere gelosa di Bianca. Non ne hai motivo.” mi dice ancora.
Annuisco
e faccio un grosso respiro. Parcheggio l'auto davanti ad un
parrucchiere e mi giro verso Sirahel e Gabriel.
Do
un dolce bacio sulla mano al mio bambino e poi prendo la mia borsa.
“Dove
vai?” mi chiede Sirahel perplesso.
“A
cambiare look.” rispondo.
Scendo
dall'auto ed entro nel salone.
Esco
dopo circa 3 ore, e i miei capelli sono di nuovo castani, lisci e
hanno una deliziosa frangia.
Entro
in auto e Sirahel non è per nulla annoiato. Sta dando il
latte a
Gabriel che sembra tranquillo in braccio a lui.
L'Arcangelo
mi guarda e sorride.
“Sei
molto bella così bambolina!” mi dice paterno.
Sorrido
e poi riparto.
Stavolta
dritta verso casa, senza pensare a nient'altro che alla gioia di
tornarci. Stavolta con il nuovo bellissimo arrivato.
Apro
un po' il finestrino e libero la mente.
Quando
arriviamo a casa, prendo le mie cose e quelle di Gabriel e con
Sirahel entro.
Avanzo
piano pronta a fare una sorpresa a Cass col mio arrivo.
Invece
la sorpresa me la fa lui.
E'
comodamente seduto sul divano, Bianca gli sta accanto e ridono
gioiosi come non ho mai visto Cass fare prima.
Non
si accorge nemmeno che sono qui.
Poi
però sente qualcosa, forse la Grazia di Gabriel e si volta
verso di
noi.
“Allison..”
mi dice alzandosi, ora serio in viso “Sei.. siete a
casa.”
Annuisco
ma rimango ferma mentre lui mi bacia dolcemente.
Anche
Bianca ci raggiunge e prende il piccolo Gabriel.
Per
un attimo spero che pianga, ma invece sembra più a suo agio
con lei
che con me.
Questo
mi ferisce, perchè quando è in braccio a me,
piange molto. Invece
con Bianca, che è una perfetta estranea sembra totalmente a
suo
agio.
“Vi
stavate divertendo?” chiedo, un po' antipatica, lo ammetto, a
lei e
Cass.
Castiel
mi guarda perplesso. Non si è nemmeno accorto che ho
cambiato
totalmente taglio di capelli..
“Allison,
che ti prende?” mi chiede serio.
Sirahel
scuote piano il capo e mi cinge le spalle con un braccio.
“Allison
è molto stanca.” dice prima ancora che io possa
rispondere “Ha
solo bisogno di riposo.”
Bianca
mi guarda e sorride.
“Riposati..
Badiamo io e Castiel al piccolo!” mi dice.
Certo..
Vuole badare al mio bambino con il mio amore. Come se fossero una
famiglia.
“Certo!”
dico ridendo appena “Ti piacerebbe..” sussurro
ancora.
“Come
hai detto?” mi chiede l'angelo.
“Ha
detto che sei davvero gentile!” interviene Sirahel
“Ora la porto
a riposare.”
Sorride,
schiocca le dita ed io e lui siamo di sopra.
Lo
guardo e indico il piano di sotto con un dito.
“Userò
il trucchetto che mi hai insegnato con quella stupida donna angelo se
non se ne va subito.” gli dico.
Sirahel
mi guarda in silenzio.
“Incredibile!
Castiel non si è nemmeno accorto che ho cambiato taglio e
colore di
capelli.. Io non..” sussurro ancora.
L'Arcangelo
sospira e mi bacia la fronte.
“Castiel
ti ama. E tu dovresti saperlo bene!” mi dice “Stai
tranquilla e
riposati.. Io sono di sotto se hai bisogno di me. Rimarrò
nei
paraggi finchè lei non se ne va. Non voglio che tu la uccida
colpita
da un improvviso attacco d'ira.”
Ride
appena e strappa un sorriso anche a me.
Poi
scende di sotto ed io rimango sola nella stanza.
Castiel
mi ama e non mi tradirebbe mai. Almeno spero.
*****
E'
stata una settimana intensa, strana.
Non
solo è nato mio figlio, ma mio fratello Gabriel.. beh ci
sono ancora
dei problemini in sospeso, ma sapere che suo
“nipote” si chiama
come lui, l'ha come trasformato.
E
poi c'è.. Bianca.
Qualche
mese fa Anna disse ad Allison che tra me e lei c'era amore, il che
è
vero ma non l'amore che credeva lei.
Se
c'è mai stato un angelo per il quale ho provato qualcosa di
simile
all'amore umano beh... quella è Bianca.
È
un discorso complicato, lei non è della mia guarnigione, non
è un
soldato.
Gli
angeli come lei sono gentili, materni ed estremamente buoni.
E
io col carattere strano che mi ritrovavo e che mi ritrovo tutt'ora,
non potevo che andarci d'accordo.
Ma
entrambi sapevamo che c'era qualcosa di leggermente più
intenso tra
di noi, e ora sinceramente.. non so, quando sono con lei mi sento
come diviso a metà.
Amo
Allison come non mai, ma c'è qualcosa che mi fa sentire
estremamente
bene quando Bianca è con me.
Come
adesso, mentre parliamo seduti sul divano riguardo a come fare per la
custodia angelica del piccolo Gabriel.
“Ad
essere sincera non so come muovermi” ammette seria
“tuo figlio è
per metà umano e quindi gli spetta la protezione di uno di
noi. Ma è
anche un angelo, parzialmente, e noi non abbiamo angeli
custodi.”
Bianca
è lo stereotipo perfetto dell'angelo, bionda, pallida e
dagli occhi
chiari.
Ha
anche le ali bianche, tanto per la cronaca.
Mi
piace stare a guardarla.
Mi
ricorda la parte buona della popolazione angelica.
“Non
avevo mai pensato a questo. Forse...” faccio una pausa e
sospiro
“No, stavo dicendo una sciocchezza.”
Lei
sorride e mi prende una mano. “Tu non hai mai detto
sciocchezze,
non credo proprio che inizierai ora.”
La
guardo negli occhi e sento un brivido..
“Pensavo
che forse per il momento.. potrei essere io il suo angelo custode. In
un certo senso l'ho già fatto con sua madre, tempo addietro.
Potrei
ripetermi..”
Sembra
aver avuto un'improvvisa illuminazione. “Hai
ragione!” esclama
entusiasta “Cioè... per il momento mi sembra la
soluzione ideale.
E poi col tempo riusciremo a definire la situazione. Visto? Lo dicevo
io che sei estremamente intelligente!”
Sorrido
poco convinto. “Ti ringrazio ma non ne sono così
sicuro. Ci sono
cose che proprio non capisco...”
Lei
mi guarda con dolcezza e inclina un po' il capo.
“Perché sei
innocente, non perché sei poco intelligente.” mi
dice tenendomi
per mano. “E' per questo che andavamo molto... d'accordo.
Siamo
sempre stati molto simili...”
Continuiamo
a parlare per un po', tra ricordi vecchi di millenni e prospettive
per il futuro.
Improvvisamente
mi accordo di qualcosa, volto il capo verso la porta e li vedo.
Ci
sono Allison, nostro figlio e Sirahel. Non li avevo sentiti
entrare...
Mi
alzo e raggiungo Ally. “Allison. Sei.. siete a
casa.” le dico.
Lei
non risponde e quando la bacio la sento fredda.
Anche
Bianca ci raggiunge e prende in braccio Gabriel.
“Vi
stavate divertendo?” mi domanda in tono aspro Allison.
Io
corrugo la fronte. “Allison, che ti prende?”
“Allison
è molto stanca. Ha solo bisogno di riposo.”
interviene Sirahel,
poi mi guarda e sento chiaramente..
“Cass..sei
un idiota!” mi dice mentalmente.
Ma
che ho fatto? Mi sono perso qualcosa, credo.
“Riposati..
Badiamo io e Castiel al piccolo!” propone Bianca con un
sorriso.
“Certo!
Ti piacerebbe...” commenta Ally sarcastica.
Inizio
a capire qualcosa...
“Cosa
hai detto?” si informa l'angelo accanto a me, non so se non
l'ha
davvero sentito oppure vuole esserne sicura.
“Ha
detto che sei davvero gentile! Ora la porto a riposare.” si
affretta a dire Sirahel, e schioccando le dita spariscono dalla
nostra vista.
Rimaniamo
io, Bianca e Gabriel, che seppur sveglio, è tranquillissimo
e guarda
l'angelo con curiosità.
“E'
proprio un bimbo meraviglioso Castiel” mi dice sorridendo
“è
identico al tuo tramite quando è nato.”
Sono
sorpreso. “Conoscevi già Jimmy?” domando.
Lei
annuisce. “I tramiti sono.. considerati in modo particolare,
io
sapevo che era il tuo tramite e allora... gli davo maggior
attenzione.” mi confessa quasi con imbarazzo.
“Pensa, quando è
nata sua figlia, gli ho parlato. Ovviamente non sapeva chi ero. Era
così felice...”
Sono
praticamente sconvolto, non avevo idea che Bianca seguisse le sorti
del mio tramite e della sua famiglia.
E
lo faceva... per me?
Ritorna
Sirahel e subito mi fulmina con lo sguardo.
“Allison
sta riposando. Cass, dovresti essere più presente con lei.
L'hai
accolta in modo piuttosto asettico.” mi rimprovera.
“E'
colpa mia” interviene Bianca mortificata “stavamo
parlando del
passato e del futuro e l'ho distratto.”
L'arcangelo
la guarda ma non è più tanto felice di vederla
come il primo
giorno...
“Può
darsi. Comunque da' a me il bambino, credo tu abbia altro da fare al
momento.”
La
sta cacciando! Ma lei che c'entra? Io sono quello che ha sbagliato,
non Bianca.
L'angelo
si oscura in viso e annuendo gli da Gabriel. “Hai ragione,
sono
stata troppo invadente. Scusami Castiel.” e sparisce
rapidamente.
Guardo
Sirahel a bocca aperta. “Perchè l'hai trattata
così? Proprio lei?
Una delle creature celesti più buone?”
“Sì,
con le sembianze di una svedese ventenne tutta curve. Sveglia Cass,
Allison soffre di gelosia a causa vostra!”
Ah,
allora avevo intuito correttamente.
“Gelosa
di.. un angelo custode?” domando trattenendo una risata.
“C'è
poco da ridere” mi riprende duro “ti ha appena dato
un figlio e
tu la ignori. Torna in te ragazzo, Bianca è il passato, Ally
è il
presente. Attento a quello che fai.” mi avverte.
Scuoto
il capo incredulo. “Non è possibile, pensate
davvero che io e
Bianca...?”
“Dimmelo
tu.”
“E'
assurdo. Vado a parlare con Bianca.”
“Dove
vai tu?” mi domanda allibito.
“Devo
chiarire una cosa, assolutamente. Lei era qui per parlare della
custodia di Gabriel, non certo per divertirsi con me. Devo
scusarmi...”
Vado
via senza aspettare risposta, non sopporto che lei si possa sentire
in colpa.
È
vero, tra di noi c'era qualcosa di più profondo, ma ora
è diverso.
Credo...
*****
Sirahel
se ne è appena andato.
Era
un po'.. deluso, forse arrabbiato. Non so dire che espressione fosse
quella sul suo viso.
Castiel
non è venuto nemmeno di sopra a salutarmi per bene e a
parlare un
po' con me. Mi trascura.. E forse nemmeno si rende conto della mia
tristezza.
Ho
chiesto a Sirahel dove fosse e ha detto che era andato a sbrigare
alcune cose con Sam e Dean..
Come
se fossi stupida!
Cass
è andato con Bianca, chissà dove e a fare
chissà cosa.
Ed
io sono qui col mio piccolo sdraiato accanto a me sul lettone.
Non
mi aspettavo che sarebbe andata così.
Io
mi aspettavo di tornare a casa e passare il resto della giornata
abbracciata al mio amore con il nostro piccolo in braccio.
Invece
Cass se ne è andato con l'angelo donna più bello
che io abbia mai
visto.
Mi
fa rabbia.. Anzi no, mi fa male.
Lascio
cadere qualche lacrima e do un leggero bacio al piccolo Gabriel sui
capelli.
I
suoi bellissimi e folti capelli castani.
“Ti
voglio bene!” gli sussurro.
Non
capisce quello che dico. Ma tuttavia apre gli occhietti e fa un
leggero versetto.
Il
mio bimbo sta cercando di farmi capire che ha capito. E' tenerissimo.
Lo
amo più di ogni altra cosa al mondo.
E'
la creatura più tenera e bella che io abbia mai visto.
Mi
guardo intorno per un po' e mi schiarisco la voce prendendolo in
braccio e alzandomi piano.
Sono
sicura che Castiel ama questo piccolo esattamente quanto io lo amo.
Quello che non so e la cui risposta mi fa paura, è sapere se
ama
ancora me, o se invece si è stancato di questa stupida e
“piccola”
umana che sono io.
Se
così fosse non mi stupirei. Voglio dire, lui è
troppo “immenso”
per una come me.
Quando
torna glielo chiederò.
Gli
chiederò se mi ama e se mi desidera ancora,
perchè se una di queste
due cose manca, stare insieme non ha senso. Non più.
La
risposta mi terrorizza però..
Ma
devo chiedere, perchè non si può andare avanti
così.
Sospiro
e scendo di sotto.
Mi
preparerò qualcosa da mangiare. Non ho fame, ma non posso
lasciarmi
andare.
Ho
un bambino a cui badare e devo farlo sia che Cass mi ami ancora o no.
Devo farlo perchè adoro il nostro bambino e anche se la
nostra
storia dovesse finire questo piccolo è comunque un
bellissimo
regalo che ci siamo fatti l'un l'altra.
Arrivo
in cucina e mi accorgo che Castiel ha lasciato il suo cellulare a
casa.
Bene!!!
Se
dovessi aver bisogno di lui non potrei nemmeno chiamarlo.
E'
davvero.. Fantastico.
Scuoto
lievemente il capo e prendo una mela con la mano libera.
“Povera
piccola Allison..”
Sento
una voce alle mie spalle. Una voce che conosco e che non mi piace
affatto.
Lei
non dovrebbe essere qui.
Mi
volto verso di lei e tengo stretto il mio piccolo. Ora lui è
la
priorità.
“Cosa
vuoi?” le chiedo dura.
Anna
sorride e si avvicina di qualche passo.
Io
invece indietreggio cercando di girare in modo da trovarmi pronta
alla fuga se necessario.
“Che
bambino bellissimo!” mi dice “Per fortuna somiglia
tutto a
Castiel.”
La
guardo e non dico niente. Voglio solo che se ne vada e anche se mi
sforzassi di chiamare Cass o Sirahel col pensiero, nessuno di loro mi
sentirebbe.
A
dire il vero Cass non verrebbe nemmeno se gli telefonassi. Il suo
cellulare è qui mentre lui si diverte con Bianca.
“In
altre situazioni ti prenderei a calci. Non servirebbe a niente, ma lo
farei comunque. Ora però mi ritrovo a dover fare un'altra
cosa.”
le dico e dire quello che sto per dire, mi costa “Ma ti
prego.. Non
toccare il piccolo. Fai a me quello che vuoi ma lascia stare
lui.”
Anna
ride quasi selvaggiamente e muove la mano ferendomi al viso.
Lascio
andare un'espressione di dolore, e la guardo duramente.
“Carino..
Cos'è un nuovo giochino?”
Anna
fa spallucce e si mette a sedere.
“Ho
sentito che Bianca è in città!” mi dice
“Mh.. brutto affare
amica mia.”
“Io
e te non siamo amiche.”
Lei
mi ignora completamente e riflette un attimo poi si alza e si muove
distrattamente per la stanza.
“Ricordi
quando ti ho detto che io e Castiel ci amavamo?”
“Mentivi!”
“Si,
è vero.. più o meno.” ammette
“Ma con Bianca è tutta un'altra
cosa.”
Non
voglio ascoltarla.
“Lei
e Cass erano davvero.. innamorati lassù in cielo! E credimi,
gli
amori che nascono in paradiso, non finiscono mai. Non per davvero
almeno.”
“Sta'
zitta!”
“Suppongo
che lui sia con lei adesso! Vero?” mi chiede “Eh
si, a quest'ora
si saranno già lasciati andare alla passione
carnale.”
“Chiudi
la bocca!!” le urlo.
Anna
mi guarda fissa e piega appena la testa ridendo.
Gabriel
invece si agita e poi scoppia a piangere, forse spaventato dalla mia
voce.
Cerco
di calmarlo ma lui piange più forte e in un attimo una
fortissima
luce si irradia da lui.
Lo
tengo stretto anche se non capisco cosa stia accadendo, e quando la
luce si “spegne”, Anna è sparita.
Ma
cosa... L'ha mandata via lui?
E'
questo il tipo di potere che lo caratterizza?
Lo
guardo per capire se sta bene e sembra del tutto apposto.
Sorride
poco e poi si accoccola addormentandosi.
Afferro
il cellulare e chiamo Sirahel. Gli spiego tutto velocemente e in modo
confuso, tanto che non ho ancora attaccato quando lui compare in
casa.
“Che
succede?” mi chiede allarmato vedendomi il taglio sul viso.
“Anna,
è stata qui!” gli dico “Gabriel ha
iniziato a piangere e poi da
lui si è irradiata una luce accecante e quando la luce se
n'è
andata Anna non c'era più.” spiego confusa.
Sirahel
annuisce e mi ascolta seguendomi un po' a fatica.
“Non
aver paura.” mi dice prendendo il piccolo “Lui
è speciale. Hai
avuto un assaggio della sua specialità. Ha capito che Anna
voleva
farti del male e l'ha mandata via.”
“Ma
sta bene?” gli chiedo guardando il piccolo.
“Sta
benissimo!” mi dice sorridendo “Dov'è
Castiel? Non è ancora
tornato?”
Scuoto
il capo e gli indico il suo cellulare.
“Ha
lasciato il cellulare qui.” gli dico “Se dovesse
servirmi
qualcosa, non potrei rintracciarlo in nessun modo. E non dirmi che
è
con Sam e Dean perchè non sono stupida. So che è
con Bianca.”
Lui
sospira e chiude gli occhi e quando li riapre, Castiel arriva.
“Allison..”
mi dice avvicinandosi a me preoccupato, non appena nota che ho un
taglietto al viso e sono sconvolta.
Indietreggio
e sfuggo alla sua presa.
“Allison,
io..” sussurra ancora lui.
“Manchi
da ore e hai lasciato il tuo cellulare qui nonostante tu sappia che
è
l'unico modo in cui posso contattarti.” gli dico dura.
Lui
annuisce piano con gli occhi tristi.
“L'ho
scordato. Mi dispiace.” mi dice.
“Ti
dispiace?” ripeto “Anna è stata qui!
Avrebbe potuto fare del
male a me o a tuo figlio! Te ne importa o no qualcosa di
lui?” gli
urlo appena.
Lui
sgrana gli occhi e guarda Gabriel in braccio a Sirahel, poi me.
“State
bene?” mi chiede.
Mi
avvicino a lui e mi tolgo l'anello poggiandolo sul mobiletto accanto
a lui. Poi gli tiro un ceffone.
Non
gli fa male, non fisicamente almeno. Ma credo che lo tocchi
profondamente nel cuore.
“Non
grazie a te.” gli rispondo.
Prendo
Gabriel e salgo di sopra.
*****
Raggiungo
Bianca in pochi secondi, si è rifugiata in una casa
disabitata ma
non abbandonata, visti i mobili all'interno.
“Bianca?”
la chiamo.
Le
mi appare davanti, è triste e credo abbia pianto.
“Perchè sei
qui, Castiel?”
Mi
avvicino e istintivamente le sposto indietro i capelli. “E tu
perché piangi?”
Bianca
sospira e mi guarda negli occhi. “Non volevo.. darti
problemi,
davvero.. mi dispiace.” si scusa.
La
fisso perplesso. “Problemi? Bianca, tu non mi hai dato
problemi.”
“Invece
sì!” sbotta voltandomi le spalle. “Avrei
dovuto limitarmi a
salutarti e sparire dalla tua vita. Invece io...”
“Tu?”
la incoraggio, sorpreso dal suo scatto.
Si
volta e si avvicina a me, prendendomi il viso tra le mani.
“Io non
ho dimenticato quello che provavamo lassù, Castiel. Noi non
eravamo
semplici.. fratelli. E io tante.. tante volte pensai a quanto sarebbe
stato bello se tu fossi come me, in grado di... avere un corpo, di
prendere forma umana...”
Che
sta succedendo? Perché mi sento così?
“...
ma tu eri un soldato, uno di quegli angeli che non prendono forma
umana ma possono solo.. noleggiare un corpo. E allora fingevamo
Cass... fingevamo di non sentire... e quando ti ho visto in questo
corpo...” mi dice facendo scivolare le mani dal mio viso al
collo,
fino al petto “non lo nego.. ho pensato che al posto di
Allison
potevo esserci io, adesso. Ma non ho nulla contro di lei, è
dolce e
bella e ti ama.... e il vostro bambino è meraviglioso. Ma
non riesco
a nascondere quello che provo per te.”
L'ascolto
senza parole, senza fiato. Improvvisamente quel lontano passato si
ripresenta davanti ai miei occhi... quell'amore proibito e
impossibile ora è qui davanti a me, che mi guarda con questi
occhi
come il cielo...
“Ti
amavo Castiel... e ti amo ancora....”
Così
dicendomi, posa le labbra sulle mie, provocandomi un'ondata di
brividi lungo la schiena.
Si
allontana e mi guarda e.... la prendo tra le braccia e la bacio con
passione.
Secoli,
no millenni passati a guardarci da lontano, come semplici creature di
Dio..
La
spingo contro il muro e mi stringo a lei, sentendo quel corpo caldo
vibrare contro il mio.
Io
credo di... desiderarla.
Mi
stacco da Bianca e la guardo negli occhi, io l'ho amata e mai avrei
pensato di avere l'occasione di stringerla come un uomo.
“Ti
amo Cass..” mi ripete.
E
improvvisamente mi rendo conto di quello che sto facendo. Sto
tradendo Allison!
Bacio
e accarezzo una donna che non è lei... ma che diavolo sto
combinando?
Lei
tenta di baciarmi di nuovo ma io la fermo prendendole il viso tra le
mani.
“Perdonami”
le dico imbarazzato “io non posso... io amo Allison...
perdonami
Bianca. Io.. ti ho amata, in qualche modo, anche se non era un amore
umano e credo che anche per te sia stato così. Ma ora.. ora
provo un
amore diverso, intenso, per Allison. Io non posso, mi dispiace... non
posso...”
Bianca
mi guarda con occhi tristi, ma annuisce e si allontana da me.
“Hai
ragione..scusami. Non avrei dovuto.. mi sento così in
imbarazzo..”
“No
non devi... è stato molto più un errore da parte
mia.” sottolineo
convinto, perché è così, sono stato io
il vero idiota.
Io
ho una donna che mi aspetta a casa con in braccio mio figlio, e che
faccio? Bacio un'altra?
“Abbi
cura di te e della tua famiglia Cass” mi dice sorridendomi
“e
buona fortuna.”
“Anche
a te Bianca.. e perdonami se puoi...”
Sparisco
da quella casa che stava per essere teatro del mio tradimento.
Quando
mi trasporto a casa, quello che trovo mi sconvolge.
C'è
Sirahel con Gabriel in braccio, mentre Allison è ferita al
viso ed è
sconvolta.
“Allison..”
le dico avvicinandomi, ma lei indietreggia e non si fa toccare.
“Allison,
io..” tento di spiegare ma lei mi blocca.
“Manchi
da ore e hai lasciato il tuo cellulare qui nonostante tu sappia che
è
l'unico modo in cui posso contattarti.” mi fa sapere.
Solo
adesso ricordo di averlo lasciato qui.
“L'ho
scordato. Mi dispiace.”
“Ti
dispiace?” ripete “Anna è stata qui!
Avrebbe potuto fare del
male a me o a tuo figlio! Te ne importa o no qualcosa di
lui?”
Cosa?
Anna è stata qui? E perché mai? Guardo il piccolo
in braccio
all'arcangelo e poi torno a guardare Ally.
“State
bene?” le domando.
Lei
si avvicina e si toglie l'anello, posandolo su un mobile accanto a
me. E poi mi tira uno schiaffo con una forza non indifferente. Sento
un fischio nell'orecchio ma più che altro mi ferisce vedere
che me
lo da con tutto il cuore.
“Non
grazie a te.” afferma dura.
Poi
prende in braccio Gabriel e sale le scale.
Io
le appaio davanti e le blocco la strada. “Allison, ti prego
aspetta, lascia che ti spieghi..”
“Spiegarmi
cosa? Quant'è bello andare a letto con un angelo? Oh lo so,
siete
molto passionali! Spero tu ti sia divertito con il tuo
angioletto!”
e mi supera per entrare nella cameretta del piccolo, sbattendo la
porta. Come se quella bastasse a fermarmi.
Infatti
mi trova subito accanto alla culletta.
“Aspetta,
per favore, non è come pensi...”
“Va'
al diavolo! Quella pazza furiosa della rossa era qui e voleva fare
chissà cosa a me e a tuo figlio, e tu invece te la spassavi
con
Bianca!” mi accusa mettendo il bambino nella culletta.
“Non
ci sono andato a letto, Ally! Non avrei potuto farlo!” grido
esasperato.
“Non
urlare, idiota di un angelo!” mi zittisce ferendomi
profondamente
“Spaventi mio figlio.”
“Nostro
figlio.”
“Troppo
tardi, te ne ricordi solo adesso? Sei stato totalmente assente da
quando è nato, eri troppo.. preso dal tuo angioletto biondo.
Magari
te lo darà lei un altro figlio, un angelo in piena
regola!”
Le
sue parole sono taglienti come lame affilate.
“Vuoi
sapere cosa c'è stato tra di noi? Un bacio! Un dannatissimo
bacio
dopo quattromila anni di nulla! Ma quando ho capito che io amavo solo
te e che volevo solo te, l'ho respinta e sono scappato!”
“E
questo dovrebbe farmi sentire meglio?” mi domanda
retoricamente,
iniziando a piangere “Sapere che l'hai solo baciata
è meno grave,
forse? Tu non capisci nulla, non capirai mai nulla del Mondo!”
“Io
lo so che ho sbagliato, lo so! E hai tutte le ragioni per insultarmi,
ma cerca di....”
“Capire?
Cosa dovrei capire, Cass? Che finalmente ora potevi baciarla
perché
avete un corpo e non volevi farti scappare l'occasione? Beh tanti
auguri, torna pure da lei. Tra noi è finita.”
La
guardo a bocca aperta: non può dire sul serio.. non
può
lasciarmi...
“Allison...
non puoi...” mormoro senza fiato.
“L'ho
appena fatto. Esci da questa casa.” mi ordina.
Guardo
Gabriel che nonostante il trambusto sta dormendo, e mi sento morire.
“Non
puoi farmi questo...” le dico con la voce che mi trema
“io ti
amo...”
“Dovevi
pensarci prima, mi hai ignorata... ci hai ignorati per un'intera
settimana. Si è visto molto di più tuo fratello
Gabriel, sai? Tu
eri irreperibile, sempre con la tua cara sorellina... torna da lei. E
lascia in pace me e mio figlio.”
Sento
il cuore rombare nel mio petto, non ho mai provato tanto dolore e
rabbia.
La
guardo negli occhi e ricaccio indietro le lacrime. “Dio non
doveva
riportarmi da te, sarebbe stato meglio se fossi rimasto
morto!”
affermo stringendo i pugni.
Allison
mi guarda e credo stia per dire qualcosa, ma non gliene do il tempo,
non voglio essere più ferito e umiliato.
Volo
via da quella casa, con un macigno nel petto.
Sì,
ho sbagliato a lasciarmi andare ad un ricordo antichissimo, ha
ragione.
Ma
dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, dopo tutto quello che
c'è stato tra di noi, dopo il figlio che abbiamo avuto
insieme, non
credo di meritare tanto odio da parte dell'unica creatura che io
abbia mai amato come un essere umano.
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Capitolo 33 *** This house is empty without you ***
This
house is empty without you
Sirahel
se ne è andato e anche Cass.
E
come prima mi ritrovo ad essere di nuovo sola col mio bambino.
Sirahel
ha detto che Anna non tornerà, almeno non per ora.
Secondo
lui i poteri di Gabriel sono così forti, che l'ha spedita
abbastanza
lontano da rallentarla almeno di qualche settimana.
Tuttavia
non è da escludere che, dopo queste settimane, lei possa
tornare.
Ma
per ora non voglio pensarci.
Ora
voglio solo affogare nel mio dolore stringendo il mio Gabriel al
cuore.
L'ho
solo baciata, mi
ha detto Castiel.
Come
se questo sistemasse le cose.
Non
voglio vederlo mai più.. Io..
Mi
ha tradita. Non voglio parlare mai più con lui. Mai, e non
mi manca
nemmeno un po'.
Ma
se non mi manca, perchè sto singhiozzando come una bambina
che è
caduta e si è sbucciata le ginocchia?
Mi
asciugo il viso e metto Gabriel nella culletta, nella sua camera.
Sospiro
e lo guardo dormire per un po'.
Ha
pianto molto da quando Cass se ne è andato.
Credo
che senta la mancanza della Grazia del padre.. Quel senso di
protezione che sicuramente gli offre.
Io
non sono abbastanza per questo bambino. Lo amo con tutto il cuore e
l'anima, ma lui è per metà angelo, e la sua parte
soprannaturale è
quella con cui sembra sentirsi più a suo agio.
Mi
sdraio sul divanetto accanto alla culletta, e fisso i cuori che Cass
ha disegnato sul muro.
Amore
mio.. Io..
Scoppio
di nuovo in lacrime e finisco con l'addormentarmi.
Almeno
credo.. perchè sono in una stanza bianca e luminosa, e di
solito
questa è la scenografia dei miei sogni.
“Si,
stai sognando.” mi dice una voce calma alle spalle.
Mi
giro piano e un po' sulla difensiva, e vedo un bellissimo ragazzo
raggiungermi.
Ha
capelli castani, occhi blu/verde e più o meno la mia
età
Lo
osservo per un po' e poi..
Non
può essere. E' il mio Gabriel.
Ma
come è possibile?
“Gabriel?”
chiedo perplessa.
Lui
sorride e annuisce. “Ciao mamma..”
Sono..
scioccata.
Rimango
ferma per un attimo, tra stupore e.. non so cos'altro, e poi lo
stringo in un abbraccio.
“Sei
bellissimo.” gli dico allontanandomi un po'.
“Anche
tu mamma.”
“Cos'è
tutto questo? Tu sei.. sei grande.” gli dico con un tono che
mi fa
sentire un'idiota.
“Si
lo sono!” afferma lui “Vedi, ho capito che avevi
bisogno di me.
Da neonato non posso parlarti, quindi la mia mente ha proiettato me
stesso da grande dentro i tuoi sogni.” mi spiega.
Non
ho capito molto. A parte il fatto che, per fare certe cose,
è
davvero pieno di potenzialità.
“Fingiamo
che io abbia capito.” gli dico sorridendo
“Perchè vuoi parlarmi?
Stai bene?”
Ride
appena e annuisce prendendomi le mani.
“Si.
Sto benissimo mamma.” risponde “Volevo solo
scusarmi con te.”
“Scusarti?
Per cosa?”
Lui
sospira e mi tiene la mano.
Iniziamo
a passeggiare e intorno a noi compaiono prati fioriti, un bel sole..
Un paesaggio da film insomma.
“So
che tu credi di non essere una buona madre, di non essere abbastanza
per me!” mi dice “Ma lo sei mamma. Sei la madre
migliore che
potessi sperare di avere. E se sono più a mio agio con gli
angeli
che con te, non è colpa tua. E' solo che.. devo ancora
abituarmi
agli umani. Come papà all'inizio.”
Sento
gli occhi riempirsi di lacrime e lo guardo.
“E'
solo che.. tu, tuo padre.. Siete così pieni di potere e di
speciali
capacità che io mi sento.. Non all'altezza a
volte.” gli spiego.
Incredibile!
Sto sfogando le mie insicurezze con mio figlio.
Lui
mi prende il viso tra le mani delicatamente e mi sorride.
“Mamma..
Io adoro quando mi tieni stretto a te. Adoro sentire il tuo cuore che
batte piano, mi piace la tua voce che mi sussurra dolci canzoncine e
adoro il fatto che tu scelga il colore del mio pigiamino in base al
mio umore.” mi dice sorridendo.
Anche
io sorrido con alcune lacrime che mi accarezzano il viso.
“Io
ti adoro mamma. Devi solo.. essere un po' paziente con me.”
mi dice
ancora.
Annuisco
e lo abbraccio forte.
“Ti
adoro anche io.. Sei il mio bambolotto dopotutto.”
Lui
sorride e mi bacia la guancia. Poi si allontana poco da me.
“Ora
devo andare.” mi dice “Ma, mamma..Perdona
papà.. Lui ti ama
tanto. E' solo che ancora a volte, la sua umanità lo
confonde un
po'.”
Annuisco
e lo guardo sparire davanti ai miei occhi.
Mi
risveglio, e Castiel è lì.
Tiene
in braccio il piccolo Gabriel ed io mi ritrovo a sorridere ripensando
al sogno appena fatto.
“Sono
qui solo per Gabriel.” mi dice Castiel deciso “Per
nient'altro.”
specifica.
Annuisco
appena e mi mordicchio il labbro per evitare di piangere.
Anche
se, sono sicura che le lacrime tarderanno solo il tempo di arrivare
alla porta.
Mi
alzo dal divanetto e mi schiarisco la voce.
“Sono
di là se hai bisogno di me. Io devo.. piegare il
bucato.” dico con
la voce rotta dal pianto.
Cass
non fa nulla.. Semplicemente culla Gabriel e mi ignora.
Raggiungo
la porta e mi fermo. Mi volto verso di lui e sospiro.
“Castiel..”
sussurro oramai in preda alle lacrime.
Deve
aver capito che sto piangendo, perchè si volta e mi guarda
per la
prima volta da quando ho aperto gli occhi.
“La
casa è vuota senza di te..” gli dico.
Mi
asciugo il viso con il dorso della mano e mi sforzo di sorridergli.
Lui
poggia piano Gabriel nella culletta e mi guarda con occhi tristi.
Io
invece, prendo l'interfono ed esco dalla stanza, lasciandolo solo col
nostro bambino.
*****
Cosa?
La
casa è vuota senza di me? Strano, visto che è
stata lei a mandarmi
via!
Non
capisco.. non capisco gli umani, non li capirò mai.
Prima
mi caccia ferendomi a morte e poi... piange dicendomi che le manco?
Io
questa cosa devo chiarirla.
Lascio
Gabriel che dorme nella sua culla e le appaio davanti, nella sua
camera da letto.
La
trovo seduta sul letto, sta piangendo. Quando mi vede si asciuga le
lacrime e si alza.
“Vuoi
dirmi qualcosa?” mi domanda sospirando.
“Perchè
stai piangendo? Sei stata tu a mandarmi fuori di qui. E ora mi dici
che ti manco? Mi spieghi perché? Sono troppo idiota per
capirlo da
solo.”
Forse
sono un po' duro, ma sono davvero ferito. Io so di aver commesso un
enorme sbaglio, ma so anche che esiste il perdono.
Allison
mi guarda e aggrotta la fronte. “Direi quasi che sei
arrabbiato con
me, sai? Il che è davvero divertente! Non sono stata io a
tradire
te!” mi rinfaccia stizzita.
Scuoto
il capo. “Non sono arrabbiato, sono ferito. Ogni volta che
abbiamo
una qualche discussione, tu ci tieni particolarmente a sottolineare
che io non sono umano e non lo sarò mai. La
verità invece è che”
faccio una pausa e sospiro chiudendo gli occhi un attimo “la
verità
è che io lo sono fin troppo, anche nelle debolezze. Mi sento
spesso
confuso, disorientato. So di aver sbagliato, di averti ferita e
mancato di rispetto. Fin qui ci arrivo anche io. Ma è stato
proprio
quel maledetto bacio che mi ha fatto capire...”
“Capire
cosa?” mi chiede. Non saprei dire se è arrabbiata
o addolorata.
Faccio
qualche passo e mi avvicino a lei. “Che sei l'unica donna che
mi
interessa, che quello che provo per te supera... letteralmente i
confini del tempo e dello spazio...”
Allison
ridacchia e scuote il capo. “Wow, e per capirlo dovevi
baciare
un'altra?”
“Tu
non sai...” ma mi interrompe di nuovo.
“Infatti
non so, spiegamelo!”
“Io
non ero come gli altri!” dico “Io sono sempre stato
un povero
ingenuo, mentre gli altri erano fieri, altezzosi e aggressivi. Bianca
era l'unica creatura alata che mi trattava diversamente, senza
prendersi gioco di me e senza guardarmi con sufficienza. E qualsiasi
cosa ci fosse tra di noi, era forte. Quando l'ho rivista qui, ho
rivisto quel passato, nel quale io... mi sentivo solo e lei era
gentile con me.” tento di spiegarle ma lei si irrigidisce
ancora di
più.
“Dunque
Anna aveva ragione.. voi vi.. amavate?” la sua voce trema e i
suoi
occhi sono gonfi di lacrime.
Anna
quando vuole sa proprio essere stronza...
“Non
so cos'era Ally, sicuramente non l'amore che c'è tra me e
te. Adesso
avrei potuto averla, sai?” le confesso a rischio di farla
arrabbiare ancora di più “E' stata lei a... fare
il primo passo.
Mi si offriva su un piatto d'argento, ma quando l'ho baciata, ho
capito che io amavo solo te e non potevo... non volevo nessun'altra
donna che non fossi tu.”
“Questo
non mi aiuta Cass... resta il fatto che tu hai baciato un'altra e io
non so se riuscirò a superarlo del tutto...”
Mi
stringo nelle spalle, arrendendomi a quell'assurda situazione.
“Non
so che fare Allison, se non chiederti scusa miliardi di volte. Ma tu
non... vuoi perdonarmi, credo. Non fa nulla... lo accetterò.
Verrò
a trovare Gabriel spesso però, ho avuto la brillante idea di
propormi come custode temporaneo...” e mi volto per andarmene.
“Cass
aspetta!” mi ferma lei “Aspetta un
attimo...” e mi raggiunge,
mettendosi davanti a me.
“Io..
io dicevo sul serio prima, quando ti ho detto che questa casa
è
vuota senza di te!”
“E
io sono vuoto senza di te...” le dichiaro a mia volta
“ma non so
che fare per farmi perdonare...”
Allison
cerca di non piangere ma non è facile, credo. “E'
che io... mi
sento così inadeguata, a volte!” sbotta.
Io
piego la testa di lato. “Inadeguata? In che senso?”
domando
confuso.
Lei
allarga le braccia. “In tutti i sensi! Con te, con il piccolo
Gabriel... io non sono come voi, non ho poteri o capacità! E
così è
normale che tu... preferisca una donna come Bianca piuttosto che una
come me! E sarà sempre così! Quindi non me la
sento di aver sempre
paura di perderti per un altro angelo. Prima Anna, poi Bianca.. e non
credere che non mi sia accorta che anche Myriam era attratta da te!
È
una lotta impari e non voglio soffrire più!” si
sfoga tutto d'un
fiato.
Io
la fisso a bocca aperta e senza volerlo, sorrido. “Tu stai
scherzando, vero? Io preferirei loro a te?
Allison” mi fermo
e scuoto il capo “se avessi voluto, avrei potuto averle tutte
e tre
e quel bacio, di cui mi pentirò per il resto della mia
esistenza, è
stato solo una reminiscenza del passato. Io non ho rinunciato a tutto
per loro, ma per te. E lo rifarei altre mille volte.”
Allison
mi guarda scrutandomi a fondo. “Ma.. Bianca è
così bella! Forse
non esiste una donna bella come lei, nel Mondo.”
“Non
sono d'accordo” obietto alzando una mano per spostarle un po'
la
frangetta “tu sei meravigliosa, sei... unica. Lei quel corpo
se l'è
creato apposta, non è stata la natura a darglielo, non
è come te.”
“E
allora perché non mi desideri più?” mi
chiede arrossendo.
Sgrano
gli occhi incredulo. “Cosa? Guarda che uno come me quando si
accende... è difficile che si spenga.” le assicuro.
“Ma
da quando sono rimasta incinta, abbiamo fatto l'amore solo due
volte”
dice gesticolando “sembrava che tu.. non so... avessi
paura.”
“A
parte che sono state tre, le volte” sottolineo “ed
evito di
pensarci perché altrimenti mi sale il sangue alla testa. Io
sì,
avevo paura, perché sembro un uomo, ma in realtà
non lo sono. Avevo
paura di farti.. di farvi del male. Perché anche quando non
eri
incinta, io mi limitavo...” le confesso, questa volta sono io
ad
arrossire.
La
donna che amo da morire finalmente mi sorride. “E ora.. ora
mi
vuoi?” mi domanda.
Le
prendo il viso tra le mani. “Io ti amo... e neanche immagini
cosa
ti farei...” le rispondo meravigliandomi di me stesso.
I
suoi occhi si illanguidiscono all'istante, si avvicina
pericolosamente...
“Se
ti va... puoi mostrarmelo...non sono più incinta.
” mi invita
maliziosa.
“Io...
non credo che sia una buona idea... è passata solo una
settimana...”
obietto con poca convinzione.
“Gabriel
senior mi ha guarita.. non c'è più neanche la
cicatrice.”
La
stringo tra le braccia e la bacio, e lei risponde con la stessa
passione.
“Mi
hai perdonato?” le chiedo staccandomi dalle sue labbra.
“Dipende
da come ti comporterai...” è la sua risposta,
mentre lancia
un'occhiata al letto.
Qualcosa
nel mio cervello si spegne.
La
bacio di nuovo e inizio a spogliarla con una rapidità
sovrumana, lei
mi lascia fare e poi aiuta me a spogliarmi. Non ricordo neanche
perché abbiamo litigato...
Le
accarezzo le braccia lasciando che le mie mani le sfiorino i seni,
diventati più rotondi per merito della gravidanza.
“Sei...
stupenda..” mormoro estasiato.
Allison
sorride e si stringe a me, baciandomi. La sollevo da terra e lei mi
circonda la vita con le gambe.
La
porto sul letto e mi stendo su di lei, accarezzandole quei
meravigliosi e lunghi capelli.
“Cass....”
mi chiama con gli occhi che le brillano di desiderio.
Bacio
di nuovo le sue labbra e scivolo in lei con vigore.
Allison
si lascia sfuggire un gemito e chiude un attimo gli occhi, poi li
riapre e mi sorride. “Amami...” mi sussurra
languida.
Io
obbedisco.
Mi
muovo dentro di lei con passione, al ritmo dei nostri respiri sempre
più rapidi. Allison geme come mai prima, stringendo le mie
mani
intrecciate alle sue. Forse ho sbagliato a non essere più
impetuoso,
le altre volte che siamo stati insieme...
La
amo con una foga che sorprende me stesso e che fa imperlare di sudore
il mio corpo...
Non
mi era mai successo.
“Castiel!”
Allison urla il mio nome inarcando la schiena, rabbrividisce
intensamente stringendo forte le mie mani.
Lo
ammetto, mi piace quando urla il mio nome...
La
seguo lasciandomi andare al piacere, respirando più forte e
tremando
come non mai. Poi ricado su di lei, che mi accoglie abbracciandomi
forte.
“Ti
amo Allison” le sussurro all'orecchio “perdonami...
non mandarmi
più via... io ti amo da morire...”
Mi
sollevo e la guardo negli occhi, per capire cosa pensa realmente.
“Ti
ho già perdonato amore mio... non posso vivere senza di
te....” e
mi bacia teneramente.
“Non
dire mai più una cosa come quella” aggiunge un
attimo dopo “non
dire mai più che dovresti essere morto...” la sua
voce trema, e mi
sento in colpa per averle detto quella cosa orribile, ma stavo
davvero male...
“Senza
di te che vivrei a fare? Sarebbe meglio morire...” le dico
serio.
Lei
scuote il capo e posa una mano sulla mia bocca. “Basta, non
dirlo
mai più. C'è anche Gabriel... non ci sono solo
io..”
“Amo
mio figlio, da impazzire. Ma senza di te... non ce la farei a
vivere... credo di dipendere da te, ormai...”
Allison
non risponde, solo mi guarda e poi mi abbraccia forte, sospirando
profondamente.
“Ally...”
“Sì?”
“Adoro
la tua nuova pettinatura...sembri una bambola...”
La
sento ridacchiare e mi stringe un po' di più.
Restiamo
stretti per chissà quanto tempo, prima di cadere
addormentati l'uno
nelle braccia dell'altra.
Sono
a casa, e non voglio andarmene mai più.
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Capitolo 34 *** Brilliant ***
Brilliant
Tre
mesi.
Sono
passati 3 mesi da quando io e Castiel siamo diventati mamma e
papà,
e da quando il nostro momento di crisi è passato.
E'
stata dura con Bianca nei paraggi. Ma ora, al contrario di prima, io
mi sento sicura e all'altezza.. O meglio, non proprio, ma meno
insicura di prima.
Amo
Castiel e lui ama me e a volte, quando la coppia è come la
nostra,
quando una coppia è.. speciale come noi siamo, nelle nostre
diversità, l'amore è abbastanza.
Sospiro
e mi volto verso di lui.
Tengo
ancora gli occhi chiusi e rimango immobile finchè un fischio
leggero, dall'interfono non attira la mia attenzione.
Mi
volto verso quell'aggeggio e lo prendo in mano. Forse c'è
una specie
di interferenza.. lo batto sull'altra mano, e riprende a funzionare
normalmente.
So
che dovrei alzarmi a controllare se qualcosa non va, ma la stanza di
Gabriel è a prova di demone e di ogni angelo, eccetto
Castiel,
Sirahel e Gabriel senior.. e ovviamente anche il piccolo stesso.
Altrimenti non potrebbe stare nella sua camera.
E
sarebbe decisamente strano.
Non
so cosa Cass e Sir abbiano fatto, una specie di rituale con del
sangue e delle polverine.
Inquietante
ma necessario se vogliamo garantire a Gabriel una vita sicura.
Faccio
un grosso respiro e sbadiglio, poi mi volto verso Cass e..
Oh
mio Dio!! Luccica.
E'
avvolto da una luce di un giallo chiaro e brilla.
Ma
che succede?
Lo
vedo per com'è, per com'è davvero.
La
sua luce mi riporta alla mente lui che mi tira fuori dall'inferno.
O
forse mi sembra soltanto che me lo ricordi, visto che a quanto
Castiel stesso dice, non posso ricordare quel momento.
E'
così.. etereo..
Lo trovo bellissimo.
Un
momento.. Se vedo lui, posso anche..
Mi
alzo e raggiungo la camera di Gabriel.
Il mio piccolo dorme
sorridente. Le sue guance paffute sono rosate e il suo corpo emana
una luce azzurrina che brilla vigorosa.
Il
mio piccolo angioletto.
Gli
do un bacio sulla guanciotta e poi ritorno da Cass.
Mi
sdraio di nuovo accanto a lui e lo osservo a lungo, cercando di
immaginare la sua reazione quando gli dirò che lo vedo.
Riesco
a scorgere anche il suo corpo umano, ma vedo principalmente la sua
luce.
Sorrido
con gli occhi lucidi e gli accarezzo il viso.
La
mia mano si illumina ed il calore che emana mi avvolge rapido.
In
quel momento lui apre gli occhi e mi sorride ancora assonnato.
“Buongiorno
meraviglia..” mi sussurra baciandomi dolcemente.
Ricambio
e lo guardo gioiosa.
“Che
succede?” mi chiede.
“Non
mi avevi mai detto che nostro figlio brillava di quella bellissima
luce azzurra.” gli dico “Né che la tua
luce fosse di questo
bellissimo ed intenso giallo.”
Lui
sgrana gli occhi e si alza di scatto urlandomi di chiudere gli occhi.
Mi
alzo anche io e lo raggiungo.
Faccio
un po' fatica ad afferrarlo, perchè la sua luce mi distrae
dal suo
corpo.
“Cass,”
gli dico infine abbracciandolo da dietro “non mi brucerai gli
occhi. Ti osservo da parecchi minuti e ho anche visto nostro figlio e
miei occhi sono ancora intatti.”
Lui
si volta piano e parla mentre la casa inizia a vibrare.
Immagino
che sia la sua vera voce e dovrebbe farmi sanguinare le orecchie.
Tuttavia lo sento perfettamente.
“Non
so come sia possibile.” rispondo a quello che mi dice
“Ma abbassa
il volume o distruggerai la casa.”
Lui
si zittisce e la sua voce torna normale.
“Questo
non è possibile!” afferma deciso.
“Questo
l'hai già detto!”
Lui
sospira e avvicina la mano al mio viso stupendosi ancora di
più
quando vede che la sua luce non mi brucia la pelle.
Gli
sorrido e sto per baciarlo.
Ma
il piccolo Gabriel si è svegliato e così mi
allontano da Cass per
andare a prenderlo nella sua culla.
Quando
arrivo nella sua camera il piccolo mi sorride e mi tende le braccia.
Lo
prendo e torno da Cass che ora non è più da solo.
Sirahel e
Gabriel sono lì.
Sirahel
brilla di un giallo intenso, che tende all'arancio, mentre Gabriel
brilla di un rosso vivo.
Li
guardo e do Gabriel a Cass, quando il piccolo tende le braccia verso
il padre.
“Così
tu ci vedi mon chéri?” mi dice Gabriel senior
“Dì la verità,
ora che vedi come siamo realmente vuoi mollare Castiel e stare con me
perchè sono più affascinante vero?”
Rido
appena mentre Sirahel e Cass lo guardano quasi rassegnati e annuisco
lievemente.
“Non
cambierei Castiel con nessuno al mondo, ma si,” gli dico
“sei
piuttosto affascinante. Magari se ci fossimo incontrati
prima..”
Lui
mi strizza l'occhio e poi fissa Castiel e Sirahel decisamente seri.
Anche
io li fisso, incapace di capire perchè siano così
preoccupati,
mentre il piccolo Gabriel, in braccio a Cass, ride divertito.
*****
Fantastico.
Allison
riesce a vederci per quelli che siamo e la cosa la diverte,
può
ascoltarci tranquillamente mentre parliamo con la nostra vera voce
senza che le si forino i timpani e per di più Gabriel,
l'Arcangelo,
fa il cascamorto con lei.
Non
è esattamente un buongiorno, questo.
E
sembra che solo io e Sirahel ce ne rendiamo conto.
“Cosa
può significare, secondo te?” gli domando infatti
mentre lui fissa
Ally serio.
“Se
fosse incinta” inizia l'Arcangelo “potrei dire che
è il
bambino... ma non lo è quindi è da escludere. La
verità è che..”
si ferma e sospira “l'unica risposta plausibile è
decisamente
orribile.”
Io
e Allison ci guardiamo e istintivamente stringo mio figlio a me.
“Che
vuoi dire, Sir?” interviene Gabriel “Che Lucy
è nei paraggi?”
Oh
mio Dio...
Sirahel
annuisce. “Sì esattamente. Noi siamo la prova
vivente di ciò. I
nostri tramiti ci vedevano e sentivano perfettamente, quando eravamo
vicini a loro. Ho paura che lo stesso valga per Allison.”
“Forse
sarebbe meglio se la pupa e junior sparissero dalla circolazione per
un po'...” propone Gabriel, stranamente serio.
“E
dove?” chiedo io guardandolo.
Gabriel
si stringe nelle spalle. “Francia, Madagascar, Siberia, dove
volete, purché si allontanino da qui.. mi basta schioccare
le dita!”
“Esibizionista...”
lo apostrofa Sirahel scuotendo il capo.
“Ehi
ehi, un attimo!” dice lei avvicinandosi a me “Vuol
dire che
Lucifero è qui vicino ed è per
questo che io vi vedo?”
“Probabilmente
è così, Ally. È come se... ti stessi
attivando. È così per tutti
i tramiti...”
Allison
si passa una mano sul viso. “Questa non ci voleva”
ammette “mi
rovina il lato divertente della situazione...”
Corrugo
la fronte senza capire. “Perchè, ce n'è
uno?”
Lei
sorride. “Direi! Io vedo gli angeli! É
decisamente..
interessante!” mi fissa per lunghi istanti e annuisce.
“L'iconografia vi mostra come esseri effeminati... invece
avete
tratti maschili anche così... Cass, hai gli occhi azzurri
anche
senza Jimmy!”
Poi
si volta verso Sirahel. “Che strano... somigli un po' al tuo
tramite... ali a parte, ovviamente. E tu Gabriel...” gli dice
guardandolo con un sorriso “come fai a stare nel tuo
tramite?”
“In
che senso?” domanda perplesso.
“Sei
molto più alto.. il tuo tramite è piuttosto...
piccoletto. Non ci
stai stretto?”
Vedendo
lo sguardo scioccato, e anche un po' offeso, di Gabriel, non possiamo
fare a meno di ridacchiare tutti quanti, compreso mio figlio che
lancia un urletto divertito. Per avere solo tre mesi di vita,
è
molto reattivo.
“Il
mio tramite è.. contenuto! E alle donne piace!”
obietta irritato.
Ally
alza un sopracciglio. “Sì, quelle che ti crei tu
stesso...”
commenta ironica.
“Questo
lo dici tu! Io..”
“Ok
ragazzi!” intervengo “Possiamo concentrarci sul
problema? Ally,
non fissarmi così.. so che per te è una
novità... piacevole, ma è
un problema non un divertimento!”
Allison
arriccia la bocca. “Hai ragione” mi concede
“è solo che...
siete adorabili, tu e nostro figlio! Oh anche voi
naturalmente”
aggiunge guardando i miei fratelli “ma capirete
che....”
Sono
lusingato nel vedere che Allison mostra particolare interesse per me
nella mia vera forma, ma non è decisamente il momento.
“Io
proporrei di portare lontano il bambino” dice Sirahel in tono
serio
“e di non perdere d'occhio Allison. Non credo che
allontanandola da
qui risolveremmo molto, e inoltre è meglio se non stanno
insieme,
lei e il piccolo..”
Io
annuisco. “Hai ragione, ma non so come fare. Potrei portarlo
io
lontano ma non voglio lasciare Ally...”
“Lo
prendo io!” propone Gabriel sorridendo “Ci facciamo
un giretto di
qualche giorno e poi lo riporto a casa!”
“Scordatelo!”
inveisce Ally “Tu puoi fare a meno di mangiare, lui
no!”
L'arcangelo
la guarda inclinando la testa di lato. “Ora mi offendi sul
serio”
dice schioccando le dita e facendo apparire un biberon nella sua
mano. “Non ho il seno ma so come procurarmi il
latte.”
“E
per cambiarlo?” insiste lei.
Ma
è proprio necessario fare questi giochetti?
Gabriel
sorride e schiocca le dita, cambiando il pigiamino a mio figlio,
senza neanche sfiorarlo.
“La
smetti per favore di fare questi giochetti?” gli dico un po'
indignato.
Lui
scrolla le spalle. “Non faccio nulla di male, se potessi
farlo lo
faresti anche tu, Cass!” poi torna serio “Dico sul
serio ragazzi,
Gabriel lo prendo io, so come nascondermi bene da tutti, anche da
Lucy. E fidatevi di me, se avessi voluto fare del male a qualcuno, ho
avuto mille occasioni.”
Io
e Allison ci scambiamo un'occhiata, poi annuiamo contemporaneamente.
“Ok”
dico “credo che possiamo fidarci... ma ti prego, sta'
attento.”
Come
se avesse capito, il piccolo tende le braccia verso lo
“zio”, e
io glielo do in braccio.
“Non
temete ragazzi... non gli accadrà nulla” ci
assicura, poi guarda
il bambino e gli fa una smorfia. “Diglielo tu alla mamma che
lo zio
è bello!” gli dice, e per tutta risposta Gabriel
junior emette un
suono che sembra molto.. una risata!
“Mh..
mi dispiace... mi sa che non è d'accordo!”
commenta Ally ironica.
“Insensibili!”
ci accusa il diretto interessato con una smorfia.
“Allison..
ci vedi sempre nello stesso modo o qualcosa è
cambiato?” le
domanda Sirahel improvvisamente.
Ally
ci osserva attentamente e poi scuote il capo. “Uguale. Non
è
cambiato nulla. Perché?”
Lui
sospira. “Vorrei capire se è vicino fisicamente o
vuole solo..
mettersi in contatto... purtroppo non riesco a capirlo e ogni
dettaglio sarebbe utile. Quindi, se cambia qualcosa, se ci vedi in
modo diverso o.. vedi e senti qualcos'altro, diccelo
immediatamente.”
Allison
annuisce e poi mi guarda. “Cass... visto che questa cosa
potrebbe
finire anche subito e.... non ti rivedrò più per
quello che sei...”
si ferma e mi sorride. “ti posso chiedere una cosa?”
Sinceramente
sono preoccupato, soprattutto quando Gabriel senior inizia a
ridacchiare. “Questa non voglio perdermela..”
mormora
divertito.
“D..
dimmi.”
“Ti
dispiace spiegare le ali? Le vedo dietro la tua schiena ma sono
chiuse... mi piacerebbe vederle...”
Niente
di compromettente, ma la sua richiesta mi lascia un po' perplesso,
anche se sinceramente mi emoziona.
Annuisco
e mi posiziono al centro della stanza. Lentamente apro le ali,
Allison le segue con gli occhi con un'espressione di stupore e
ammirazione. “Oh mio Dio..” sussurra avvicinandosi.
Stende
una mano e mi sfiora...
Sta
accarezzando una delle mie ali... migliaia di piccoli brividi mi
scuotono...
“Sono
bellissime Cass... sono morbide...” e liscia una delle mie
piume,
facendomi fremere.
“Se
vuoi, ti faccio vedere anche le mie..” si intromette Gabriel
con
quella sua faccia da schiaffi.
“NO!”
sbotto io “La smetti di provarci con la mia donna?!”
“Scherzavo..
che permaloso!”
“Scusami
Gabe.. ma sinceramente non mi interessano le tue.. “gli
risponde a
tono lei, continuando a toccare le mie piume nere.
Le
lascia stare e io le ripiego, un po' imbarazzato.
“Grazie.” mi
dice sorridendo.
Nessuno
mi aveva mai accarezzato le ali... lei è la prima e
sarà l'unica...
Improvvisamente
nostro figlio inizia a piangere, e noi creature celesti ci
ripieghiamo su noi stessi a causa di un dolore acuto alla testa.
“Porca
miseria!” commenta Gabriel “E' lui!”
“Cosa?”
grido io, confuso.
Un
lampo di luce ci acceca tutti facendoci chiudere gli occhi, e quando
li riapriamo, Allison non c'è più.
Oh
Signore, Allison non c'è più!
Ci
guardiamo intorno sconvolti, ma è Gabriel a dire
cos'è successo.
“E' stato Lucifero, l'ha presa lui!” strilla
furioso.
“Porta
subito via il bambino!” urla Sirahel
“Più lontano che puoi!”
Gabriel
e mio figlio spariscono all'istante, e restiamo io e Sirahel.
“Sta
tranquillo Cass, la ritroveremo subito...” cerca di
rassicurarmi.
Ma
sono sconvolto, è stato come se il Diavolo fosse stato in
casa
nostra, e si fosse portato via la mia vita.
*****
Non
capisco, un minuto prima ero a casa ad accarezzare le ali del mio
amore, ed un minuto dopo sono in una stanza maleodorante con l'unica
via d'uscita bloccata da un demone.
Uno
che perlopiù conosco bene: Sebastian.
Ci
siamo!
Il
mio faccia a faccia con Lucifero starà per iniziare e so
che,
qualunque cosa io provi a fare adesso per fuggire, sarà
inutile.
Anche
se riuscissi ad evitare questo momento ora, mi si ripresenterebbe
senza dubbio, quindi meglio affrontarlo e non pensarci più..
Più o
meno.
Sospiro
e mi passo una mano sul viso.
“Mm..
La gravidanza ti ha solo resa più.. eccitante di prima lo
sai?” mi
dice Sebastian con quel suo disgustoso tono.
Lo
guardo e scuoto il capo.
“Cos'è
questo posto? Casa tua?” gli chiedo.
Poi
mi guardo intorno.
“Scommetto
che lì, in quell'angolo ti inginocchi ogni sera pregando di
non
morire.. Perchè sai che morirai presto o tardi
vero?” gli dico
ancora.
Lui
ride di gusto e si avvicina a me.. Mi gira intorno e poi si avvicina
da dietro.
Mi
poggia le mani sulle braccia e mi.. odora i capelli?
“Tu
mi piaci Allison, davvero.. Ma non hai ancora capito che quelli che
perderete, siete voi.. Tu e il tuo stupido gruppetto convinto che il
libero arbitrio esista ancora. Non c'è futuro per
voi!!!” afferma
deciso.
Rimango
ferma e lo guardo con la coda dell'occhio per capirne la reale
distanza e quindi il mio possibile campo d'azione.
“Tuttavia..”
continua ancora, stavolta però sussurra “Sei
ancora in tempo
Allison.. Passa dal lato giusto. Passa dalla nostra parte.”
Faccio
un grosso respiro e rimango per un attimo in silenzio.
Quello
che dice non mi interessa, ma voglio che creda il contrario. Faccio
qualche passo avanti con fare riflessivo e poi mi giro di scatto
colpendolo al viso.
Indietreggia
e mi guarda mentre il suo labbro sanguina, tira fuori gli occhi neri
e si avvicina pronto a colpirmi.
Lo
evito e lo colpisco di nuovo, stavolta con un calcio. Di colpo
però
viene scaraventato al muro ed io rimango immobile irrigidendomi.
So
chi è stato, e per quanto speri che sia la cavalleria, so
che non è
così.
Sebastian
sembra confuso.
Non
credo che si aspettasse questo trattamento.
“Sebastian
Sebastian Sebastian...” sento, “Non è
così che si trattano i
nostri ospiti.”
Mi
volto in direzione della calma ed inquietante voce e quello che mi
ritrovo davanti è.. Lucifero.
Ho
davanti il diavolo chiuso dentro un corpo che gli sta evidentemente
troppo stretto.
Mi
guarda e si avvicina poco a me, mentre io indietreggio.
“Benvenuta
Allison!” mi dice risoluto ma gentile “Io sono
Lu..”
“So
chi sei!” lo interrompo “E ti sarei molto grata se
mi dicessi
perchè sono qui.”
“Beh,
sei qui perchè volevo tanto conoscerti.” mi
risponde “Io e te
dopotutto avremo una sorta di.. relazione in un futuro molto
prossimo. Sei il mio secondo tramite ufficiale dopotutto.”
Lo
guardo e ripenso ai miei incubi.
“Scordatelo!”
esclamo decisa.
Lucifero
ride e poi lascia andare Sebastian che ricade sul pavimento e se ne
sta in un angolo in silenzio.
“Sai,
è interessante.” mi dice riprendendo fiato dalle
risate “Quando
ho fatto visita a Sam Winchester, lui era spaventato, turbato.. I
suoi occhi erano gonfi di lacrime..”
Povero
Sam!! Mi dispiace che tu abbia questo triste destino.
“Tu
invece,” mi dice ancora Lucifero avvicinandosi a me
“non sembri
spaventata. Sembri pronta alla sfida.”
Oh
sono spaventata.. Ma non ti darò mai nessun tipo di
soddisfazione.
“Come
mi hai trovata?” chiedo.
“Ho
trovato il tuo indirizzo e poi ho fatto un piccolo rituale. Ci avevo
provato mesi fa, ma avevi un piccolo angioletto in grembo e il suo
potere contrastava il mio..” mi spiega “A
proposito,
congratulazioni. Mi hanno raccontato che tu e mio fratello, Castiel
siete genitori di un bellissimo bambino e che Sirahel e Gabriel vi
danno una mano..”
Ma
come..
“Mh..
interessante. Da quel che io ricordo, Castiel era un perfetto soldato
ligio al dovere. Suppongo che tu abbia modi persuasivi per far
cambiare rotta a qualcuno.” mi dice ancora con tono..
malizioso
credo.
“Vai
all'inferno!”
“Ci
sono già stato, e anche tu mi pare.. Come ti sei trovata?
Spero
bene.”
Ma
che fa?
Cos'è
un gioco per lui?
Di
colpo si piega un po' su se stesso, per qualche secondo. Poi mi
guarda.
“Ti
stanno richiamando a casa.” mi dice “Ma ci
rivedremo presto. E
più precisamente tra qualche mese, quando mi dirai di
si.”
“Scordatelo!!”
ripeto.
Sembro
un disco incantato.
“Lo
farai Allison..”
“No
non lo farò, e nemmeno Sam.” gli dico decisa.
Lui
sembra rifletterci.
“Con
Sam sarà molto molto dura.. Ma con te sarà un
gioco da ragazzi.”
mi comunica “Nonostante la tua forza di volontà,
nettamente
superiore a quella del povero Sammy, con te.. ho una leva
perfetta.”
Parla
del mio bambino.. Sa che se dovesse trattarsi di salvare lui dicendo
di si, lo farei.
Indietreggia
un po' e ride a crepapelle..
“Salutami
il caro Castiel.” mi dice. Poi schiocca le dita.
Mi
ritrovo a casa, scaraventata contro una parete.
“Allison..”
Castiel
mi raggiunge in pochi secondi. Ora vedo di nuovo solo il suo corpo.
Tuttavia
sono ancora scossa e mi ritrovo ad indietreggiare stordita e
tremante.
E'
stato strano essere mandata a casa così, scaraventata contro
una
parete con l'eco di una minaccia al mio bambino.
Credo
che Lucifero l'abbia fatto di proposito e questo non è un
bene
perchè se conosce i miei punti deboli è la fine.
Castiel
allunga le braccia e mi afferra delicatamente.
Si
inginocchia e mi trascina piano verso di lui. Mi accarezza i capelli
e mi bacia la fronte.
Penso
che il mio stato d'animo in questo momento non lo spaventi
perchè
lui sa come ci si sente dopo un faccia a faccia con Lucifero.
Ci
si sente annientati anche se fisicamente si sta bene e anche se il
“colloquio” è stato breve e
relativamente calmo come il mio.
Quello
che annienta è la calma con cui la sua perfidia viene a
galla.
“Allison..”
mi sussurra Cass “E' finita. Sei a casa ora!”
Mi
stringe piano tra le braccia e dopo qualche secondo, io mi stringo a
lui un po' di più.
“Ti
prego Cass.. Fai riportare Gabriel a casa.” gli sussurro.
“Va
bene! Va bene amore mio..”
Annuisco
piano senza staccarmi da lui e sento Sirahel accarezzarmi i capelli.
*****
Cosa
faremmo senza Sirahel?
È
grazie a lui se abbiamo riportato a casa Allison, solo lui in quanto
Arcangelo, è abbastanza forte da poter contrastare Lucifero.
Beh
anche Gabriel potrebbe, ma lui ha preso mio figlio e l'ha portato
lontano. Chissà dove, ma di sicuro lontanissimo da qui.
Allison
è sconvolta, Dio solo sa cosa le ha detto il Diavolo...
L'Arcangelo
le accarezza i capelli, pallido sia per l'impegno messo nel
richiamarla qui, sia per la paura.
Qualsiasi
fosse il motivo per il quale Lucifero l'aveva presa, non c'è
da
stare tranquilli.
Sospiro
e mi allontano da loro.
“Gabriel!”
urlo guardando in alto, in modo che la mia voce gli arrivi prima.
In
realtà non è tanto la mia voce ad arrivargli,
anzi probabilmente
sente solo come un fischio, ma è la mia Grazia che vibra nel
chiamarlo, ad attirare la sua attenzione.
Un
vento soprannaturale fa sussultare le tende, e Gabriel appare di
fronte a noi, con in braccio il bambino.
Si
guarda intorno preoccupato e sento la sua Grazia particolarmente
vibrante.
Neanche
lui è molto felice di sapere che Lucy, come lo chiama lui,
è nei
paraggi.
“Ehi
dolcezza” dice ad Allison sforzandosi di sorridere
“dove te ne
vai senza avvisare?”
Ally
si alza in piedi e lo raggiunge, poi prende Gabriel junior tra le
braccia. “Grazie...” dice all'Arcangelo di fronte a
lei.
“Di
nulla.. ci siamo fatti un giretto a Roma... era piena di
giapponesi!”
Lei
gli sorride e poi inizia a piangere.
“Allison..”
mi avvicino e le poso le mani sulla schiena “cosa
è successo?”
Alza
la mano, si asciuga gli occhi e mi fissa. “Ho conosciuto il
più
terribile dei tuoi... dei vostri fratelli..”
Noi
tre angeli ci guardiamo, Gabriel sospira e Sirahel mette le mani in
tasca guardando altrove.
Lucifero
è nostro fratello... è terribile da dire ma
è così e la cosa
ci... sconvolge.
“Cosa
ti ha detto?” si informa Gabriel.
Lei
scuote il capo. “Blaterava... di tramiti, di Apocalissi, e
cose
così. Tutto il repertorio insomma...”
“E
che altro?” insiste Sirahel.
“Nulla..
ah c'era anche quel suo paggio, Sebastian. Proprio brutta
gente!”
commenta con un tono che vorrebbe essere ironico, ma le trema la voce
e capisco che è ancora spaventata.
“Allison...
cos'altro ti ha detto?” le chiedo io calmo, guardandola negli
occhi.
“Te
l'ho detto Cass, le solite cose. Che se non prende Sam prende me, che
vincerà lui, bla bla bla...”
“E
allora perché sei sconvolta?” aggiungo.
“Mi
sembra il minimo, ho incontrato Lucifero! Povero il suo tramite ...
lo sta letteralmente bruciando...” mormora cambiando discorso.
Culla
tra le braccia nostro figlio e lo guarda come se non lo vedesse da
anni, tenta di non piangere ma mi accorgo che per lei è un
grosso
sforzo non farlo.
“Allison”
la chiama Sirahel avvicinandosi “dicci la verità.
Cosa è successo
davvero?”
Il
mio amore lo guarda per un attimo con gli occhi lucidi, poi sorride.
“State
tranquilli, non è successo nulla di grave. Voleva solo.. non
so,
impaurirmi o mettermi soggezione. Non mi ha nemmeno sfiorata.
È solo
che... voi se vi arrabbiate avete delle reazioni, urlate,
gesticolate, diventate rossi, lui invece... di una calma glaciale. Mi
ha ....atterrita.”
Gabriel
ridacchia “Sì, è sempre stato
così. Ama fare la guerra
psicologica e per farla deve apparire calmo... agghiacciante eh
bambolina?”
“Decisamente.”
conferma “Come mi avete riportata qui?” ci domanda.
“Sirahel..
solo lui è abbastanza forte per farlo.. io mi limitavo a
ripetere
dopo di lui.” le racconto stringendomi nelle spalle.
“Grazie
a tutti e due, e anche a te Gabe, per aver fatto da baby sitter a mio
figlio.”
“Figurati!
Era come portare a spasso Cass.. impressionante come le vostre Grazie
si somiglino, sai? A parte che lui è molto più
sveglio di te!”
“Molto
gentile, fratello.” gli dico un po' stizzito.
In
realtà non sono infastidito da lui, ma dalla situazione.
Ally
non ci dice la verità, ne sono sicuro. C'è
qualcosa che ci nasconde
e che la fa star male.
Lucifero
le ha detto qualcos'altro.
“Wow,
diventi sempre più permaloso Cass!” mi accusa
Gabriel alzando le
mani “Stavo solo scherzando.. forse! Comunque ragazzi, ora
devo
andare, avrei un appuntamento...” fa il vago lasciandoci
intendere
che c'entri qualche donna.
Allison
fa un ghigno sarcastico. “La protagonista di qualche
telenovela
sudamericana?”
Gabriel
arriccia il naso. “No!” fa una pausa
“Tedesca!”
Io
e Sirahel scuotiamo il capo con rassegnazione, mentre Allison
ridacchia e così pure il piccolo, o almeno credo sia una
specie di
risatina.
“A
presto ragazzi, e se avete bisogno, fate un fischio!”
Sta
per andarsene, quando Allison lo ferma. “Gabriel! Aspetta un
momento...” gli dice seria.
Lui
la guarda. “Dimmi.”
Allison
sospira e da un bacio al piccolo tra le sue braccia.
“Sta'
attento Gabe.. lui sa che tu sei nei paraggi...”
L'Arcangelo
impallidisce. “Cosa?”
“Sì..
sa che tu e Sirahel siete vicini a noi...che ci aiutate...”
I
due Arcangeli si scambiano una lunga occhiata.
Il
loro programma di protezione testimoni non è così
perfetto come
credevano...
“Na..
sta' tranquilla. Lucy non può farmi nulla.. e poi lo sai..
sono un
mago nei travestimenti!” le dice sorridendo, ma io lo vedo
bene che
in realtà è preoccupato.
“Non
preoccuparti per noi tesoro” interviene Sirahel
accarezzandole una
guancia “te lo ha detto appositamente per spaventarti, non
dargli
retta...”
“Sì
forse hai ragione, ma comunque... state attenti, intesi?”
ripete
seria.
“Sappiamo
come seminarlo, tranquilla bellezza. Tu pensa solo a far crescere il
tuo angioletto.”
Così
dicendo, Gabriel sparisce.
“Dovresti
riposarti, Ally. Sarai esausta.”
Lei
annuisce. “Sì, un po' sì in
effetti...do da mangiare a Gabriel e
poi vado...”
“Ci
penso io amore.. tu va' a riposare.” insisto prendendo il
bambino
in braccio.
Allison
sorride e mi da un bacio sulle labbra.
“Sai
che eri proprio bello, nella tua vera forma? Ora capisco
perché si
dice bello come un angelo!”
Credo
di essere arrossito, perché scoppia a ridere. “Oh
ma sei
meraviglioso anche così! Altrimenti non ti vedrei
arrossire!” mi
conferma.
Ci
saluta e sale di sopra, lasciandomi con mille dubbi e tanta paura.
Ho
la sensazione che qualsiasi cosa Lucifero le abbia detto, c'entri con
nostro figlio.
|
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Capitolo 35 *** Are you there Michael? It's me Allison. ***
Are
you there Michael? It's me Allison.
Quando
Sirahel mi ha dato questo diario pieno rituali possibili e
possibilmente utili, non ne vedevo la sua utilità.
Ora
però, mi sembra la cosa più utile che mi abbiano
mai regalato.
Sopratutto
per quello che ho intenzione di fare.
Voglio
chiamare Michael, l'Arcangelo, e chiedergli personalmente di fare
qualcosa per impedire che l'Apocalisse crei più danni di
quanto non
stia già facendo.
Lo
so, è un passo assurdamente pericoloso e insensato. E' per
questo
che non lo dirò a Castiel.
Gli
lascerò un biglietto cercando di non farlo assomigliare ad
uno di
quei tristi e malinconici messaggi di addio.
Perchè
a dire il vero, nutro ancora una piccola speranza di tornare.
Lo
so, sono un'illusa a sperarlo.
Ma
si dice che la speranza sia l'ultima a morire, e fin quando non
sarò
lì lì per andarmene all'altro mondo, io
vivrò sperando.
E
nessuno potrà vietarmelo.
Tengo
il diario con me e vado nella camera di Gabriel.
Il
mio bambino dorme serenamente.
Le
sua guance sono rosate e paffute e la sua bocca leggermente
dischiusa.
Come
quella di suo padre quando dorme.
Se
c'è una cosa di cui sono sicura, una certezza in questa mia
folle e
incerta vita, è che Castiel e Gabriel sono le cose migliori
che io
abbia mai avuto.
L'idea
di lasciarli non mi piace per nulla. Ma mi piace pensare che il passo
azzardato che sto per compiere, lo faccio per garantire al mio
bambino un futuro sereno e felice.
O
più semplicemente un futuro.
Gli
do un dolce bacio sui capelli ed esco dalla sua camera.
Ho
salutato il piccolo ometto di casa, ora devo salutare il grande uomo.
Entro
nella nostra camera e mi siedo sul letto per alcuni secondi.
Dorme
tranquillo abbracciando il lenzuolo fresco.
So
che da mamma, contemplare a lungo il mio piccolo e non il padre, in
un momento così duro, sarebbe più.. materno.
Ma
amo Castiel più della mia vita, più di tutto il
resto.
E
se morirò oggi, voglio farlo con i lineamenti del suo viso
ben
impressi nella mia mente. Voglio ricordarmi i suoi capelli castani e
profumati di fresco, e voglio ricordarmi la sua bellezza rimasta
angelica nonostante lui sembri più un umano oramai.
Il
corpo che sto osservando non è suo, ma
l'immensità, la.. forza che
sprigiona è tutta del mio amato angelo.
Mio
figlio ha vissuto dentro di me per quasi nove mesi. Lui sarà
sempre
nei miei ricordi.
Mi
asciugo il viso coperto di silenziose lacrime e gli bacio la guancia
e poi la bocca attenta a non svegliarlo.
Voglio
che dorma tranquillo, sereno e consapevole che ha una moglie ed un
figlio che lo amano.
Scendo
di sotto e prendo un foglio ed una penna. Ed è qui che
inizia la
parte dura.
“Cari
amori della mia vita,
scrivo
questo biglietto nella speranza di non farlo somigliare ad uno di
quegli addii di un film triste e romantico.
Ma
mi rendo conto che le modalità in cui tutto questo avviene,
l'ispirazione da cui queste parole prendono vita, sono
inesorabilmente e inevitabilmente tipiche di un malinconico saluto.
Potrei
smettere e preservare la mia idea originale, ma non sono sicura che
tornerò a casa, e l'idea di lasciarvi senza dire nulla, mi
piace
ancora meno dell'idea di fare assomigliare tutto ad un triste film.
Castiel..
So che sei arrabbiato adesso. O meglio, sei spaventato e preoccupato
per me.
Non
farlo. Non esserlo. Ci sono alcune possibilità, anche se
sono poche,
che Michael (perchè è lì da lui che
sto andando) mi risparmi la
vita.
E
si, ci sono possibilità, molte di più, che mi
uccida visto il
possibile pericolo che comporto per l'umanità.
In
ogni caso, sia che io viva sia che io muoia, nutro la forte speranza
che tutto andrà per il meglio, in un modo o in altro, e
vorrei, se
mai varcherò di nuovo la soglia di casa, che tu mi
accogliessi con
un sorriso.
Quindi
non odiarmi, solo unisciti alle mie speranze che tuo fratello sia
ancora sulla giusta via e capisca che io, nonostante il mio triste e
possibile destino, sono una dei buoni.
Se
non torno, e credimi se ti dico che va bene anche così per
me, spero
che dirai a nostro figlio quanto lo amo e che gli spiegherai che la
mia scelta di andare al mio “appuntamento con morte
sicura”, è
stata dettata dalla mia voglia di dargli un futuro e da nient'altro.
Spero
che nel corso degli anni, crescendo, quando ti chiederà di
me, tu
saprai e vorrai parlargli della sua mamma senza rancore o rabbia per
ciò che ho deciso di fare.
Ovunque
sarò, qualunque cosa mi attende nell'altra vita, non mi
allontanerà
mai da voi fin quando mi porterete nel cuore. Vi osserverò e
vi
amerò di un amore che davvero non conosce distanze. E
sarò fiera e
orgogliosa di quello che diventerete, di quello che vi offrirete l'un
l'altro.
Ti
amo e per sempre ti amerò mio messaggero spettinato.
Non
c'è niente, più di te, per cui io sia grata alla
vita. Mi hai
salvata dall'inferno e dal buio che avevo nel cuore e non ti
sarò
mai grata abbastanza.
Grazie
amore mio, perchè anche se gli angeli vivono in cielo, tu
hai deciso
di vivere con me in un posto che non era casa tua, ma che hai accolto
nel tuo cuore solo perchè io ne ero parte.
Grazie
di tutto e ricorda che, non importa cosa, io sono tua e tu sei mio.
Vi
amo profondamente, Allison.”
Chiudo
il foglio e lo poggio sul tavolo. Faccio un grosso respiro e poi esco
pronta ad affrontare uno dei miei possibili destini.
*****
Mi
sveglio e lentamente apro gli occhi.
Non
mi succede più di svegliarmi di scatto, come se qualcuno mi
chiamasse o mi scuotesse.
Ora
i miei risvegli sono molto più rilassati, umani. Sto
diventando
umano, lentamente ma costantemente.
Sospiro
e mi giro sulla schiena. Diventare umano è.. strano.
Cioè
in realtà non mi accorgo di nulla, sono sempre consapevole
del fatto
che io sono un'entità che occupa un corpo umano.
La
stranezza è che giorno dopo giorno, capisco il mondo, le
persone e i
loro comportamenti.
Le
prime volte bastava parlare due minuti con Dean Winchester per
disorientarmi e voler volare dai miei fratelli che io capivo e i
quali credevo capissero me.
Non
è più così, ora sto bene con gli
umani. A volte parlano di cose
che non capisco ma è ovvio, l'ultima volta che sono sceso
sulla
Terra, è stato oltre duemila anni fa.
Sorrido
di me stesso e guardo il posto accanto a me occupato solitamente da
Allison.
Lei
non c'è ma ciò non mi spaventa, non è
la prima volta che si alza
prima di me o anche nel cuore della notte, per andare a controllare
nostro figlio.
Non
ce ne sarebbe neanche bisogno perché la sua cameretta
è una
fortezza.
Non
solo io e Sirahel l'abbiamo schermata in tutti i modi possibili, ma
anche Gabriel già che c'era, ha fatto uno dei suoi
trucchetti
rendendola ancora più impenetrabile a persone o cose
indesiderate.
Ma
Allison è fatta così, deve andare a controllare
ogni tanto. E ad
essere sincero, lo faccio anche io.
Mi
alzo dal letto e decido di andare a trovare i miei due amori, ma
quando entro nella cameretta di nostro figlio, Ally non c'è.
Mi
avvicino alla culletta e lo trovo addormentato, con quella sua
espressione tenera e buffa allo stesso tempo.
Sua
madre dice che quando dormiamo ci somigliamo molto.
Gli
accarezzo una guancia ed esco dalla sua stanza, scendo di sotto
convinto di trovarla in cucina, ma non è neanche
lì.
“Ally?”
chiamo, senza ottenere risposta.
C'è
qualcosa che non va.
Mi
guardo in giro e quando il mio sguardo si posa sul tavolo della
cucina, noto un foglietto.
Lo
prendo e lo apro, iniziando a leggere a voce alta.
“Cari
amori della mia vita, scrivo questo biglietto nella speranza di non
farlo somigliare ad uno di quegli addii....”
Le
parole mi muoiono in gola, continuo a leggere mentalmente e
più vado
avanti, più l'incredulità e lo sconcerto mi
assalgono violenti.
Le
mie mani tremano e quando arrivo all'ultima parola, alzo lo sguardo
nel vuoto e cerco di focalizzare ciò che ho appena letto.
Cosa
diavolo vuole fare Allison?
Da
chi vuole andare?
Un
senso di nausea mi attanaglia lo stomaco, accartoccio quel foglio e
lo sbatto sul tavolo.
Raggiungo
il salotto e afferro il mio cellulare per telefonarle, ma il suono
del cellulare di Allison mi fa capire che lo ha lasciato a casa.
Devo
pensare, devo pensare. Mi passo le mani nei capelli e quasi me li
strappo, Allison vuole parlare con Michael?
Michael
la distruggerà!
Non
pensa a me, a suo figlio? Che le è saltato in mente?
Mi
trasporto in camera di Gabriel e lo prendo in braccio, svegliandolo
un po' bruscamente.
Mi
dispiace tesoro, ma la mamma evidentemente è impazzita e
vuole farsi
polverizzare da Michael!
Ridiscendo
in salotto e telefono a Sirahel.
“Buongiorno
ragazzo” mi saluta di buon umore.
“Scusami..
scusami davvero ma … vieni immediatamente qui per
favore...” gli
dico senza giri di parole.
“Che
succede? State bene?”
“No..
per niente..”
Appena
pronuncio queste parole, l'Arcangelo appare di fronte a me.
“Cass...
che succede?” mi domanda preoccupato, vedendomi sconvolto e
con il
bambino stretto tra le braccia.
“Allison
è impazzita!” sbotto “Mi ha.. lasciato
un biglietto dicendo che
andava a parlare con Michael di non so cosa...”
Sono
così agitato che non riesco a formulare nemmeno una frase di
senso
compiuto. Ma dico abbastanza per far sgranare gli occhi a Sirahel.
“Che
cosa ha fatto? Santo Dio, la ucciderà!”
Annuisco.
“Sì.. lo so. E lo sa anche lei ma è
andata ugualmente... Sirahel,
io devo fermarla. Tu devi.. dirmi dov'è perché io
non la sento. E
poi andrò a prenderla immediatamente.”
“Vado
io Cass, tu pensa a tuo figlio.” mi dice autoritario.
“No,
assolutamente no” lo contraddico “se io e Ally
dovessimo morire,
tu e Gabe potrete proteggere Gabriel, senza di voi io e Allison
possiamo fare ben poco. Ti prego.”
Guarda
il bambino per un attimo e poi annuisce. “Va bene
Castiel...”
mormora.
Prende
in braccio Gabriel e mi fissa serio. “Ti spedirò
da lei, prendila
e sparite subito! Michael sicuramente non è
solo...” e fa per
schioccare le dita.
“No
aspetta” lo fermo “devo fare una cosa.”
dico sospirando.
Apro
un cassetto e ne tiro fuori un temperino, Sirahel mi guarda
allarmato. “Che hai intenzione di fare con quello?”
Non
rispondo, mi alzo la maglia e inizio ad incidermi la pelle con la
lama del temperino, il dolore è intenso, più di
quanto credessi
possibile, ma non ho scelta.
“Cass..
che diavolo stai facendo?!” mi domanda furioso.
“Michael
non sarà solo... chissà quanti soldati saranno
con lui. Il solo
modo per salvare Allison, è toglierla da lì e
spedirli lontano.
Quindi... l'unico modo per fare un sigillo, è incidermelo
addosso.
La spedirò qui da te e poi...”
“Spedirai
te stesso lontano! Ti farai molto male, potresti morire!”
“Lo
so! Ma non ho scelta! Gabriel ha più bisogno della madre che
di
me... devo riportarla qui.”
Finita
l'incisione, la mia pelle sanguina copiosamente e brucia, mi abbasso
la maglia e poso il temperino insanguinato su un mobile.
“Proteggi
mio figlio e sua madre, e chiama Gabe se lo ritieni opportuno, ma
state attenti. Anche voi siete sulla lista nera.”
Sirahel
tace, mi fissa con uno sguardo di pietra, lo stesso che aveva il
giorno in cui Raphael mi ha ucciso.
Forse
anche questa volta verrò ucciso da un Arcangelo.
Non
importa, devo salvare Allison.
Bacio
mio figlio e stringo la spalla del mio mentore, che subito dopo mi
spedisce lì dove sente l'energia di Allison.
*****
Sono
un'egoista.
Sono
un'egoista che in questo momento sta andando verso morte sicura senza
preoccuparsi delle conseguenze che suo figlio e il suo compagno
dovranno subire.
E'
la prima volta che definisco Cass il mio compagno e non mio marito.
Questo
perchè tecnicamente noi non siamo sposati per davvero, e se
ne esco
viva, organizzerò un matrimonio perchè voglio
sposarlo davvero e
non solo perchè una carta creata da un Arcangelo lo dice.
Io
voglio andare all'altare e stringergli le mani mentre gli prometto di
amarlo per sempre.
Parcheggio
l'auto e scendo sullo spiazzale che ho scelto per il mio atto di..
stupidità.
Mi
inginocchio e apro il libretto che ho con me per terra.
Prendo
il pugnale e mi taglio la mano.
Il
sangue gocciola per terra ed io muovo la mano fino a formare col
sangue un cerchio.
Dopodiché
faccio un grosso respiro e fisso un attimo il cielo.
Pronuncio
le poche parole che dovrebbero farmi parlare con Michael e poi
attendo.
Per
alcuni minuti che mi sembrano infiniti non accade nulla, e poi
finalmente lo sento..
La
terra trema e un fischio mi riempie le orecchie. Mi alzo e mi aspetto
di tutto.
Non
so se Michael prenderà un corpo o se invece si
mostrerà col suo
vero aspetto visto che mi è consentito vederlo
così com'è.
A
dire il vero non so nemmeno se verrà. Per quel che ne so
potrebbe
semplicemente mandare qualcuno ad uccidermi, o fulminarmi a morte
dall'alto dei cieli.
“Saresti
dovuta rimanere a casa Allison..” sussurro a me stessa mentre
circa
sei angeli compaiono intorno a me.
Li
guardo uno ad uno e sospiro.
Addio
speranze di tornare a casa. Morirò qui, in uno spiazzale
vuoto
mentre un cerchio fatto con il mio sangue si è rivelato
totalmente..
inutile, oltre che doloroso per la mia povera mano.
Gli
angeli rimangono fermi intorno a me, hanno dei luccicanti pugnali e
le loro espressioni non promettono nulla di buono.
Tuttavia
non si muovono. Semplicemente mi osservano e poi di colpo abbassano
il capo come in segno di riverenza.
Guardo
davanti a me e vedo una caldissima luce lì davanti.
Michael
è venuto. Forse non tutto è perduto. Non ancora
almeno.
E'
davvero.. bellissimo. Lui sembra brillare di una luce più
luminosa e
accecante rispetto a Sirahel e Gabriel e mentre osservo la sua vera
forma maestosa davanti a me, capisco perchè lui è
considerato
l'Arcangelo per eccellenza. L'unico e solo, capace di poter scacciare
Lucifero.
E'...
forte. La sua potenza si sprigiona attraverso la sua luce e la sua
luce è.. non so che termine usare.
“Michael..”
sussurro quasi stupita.
E
un po' lo sono. Non mi aspettavo che venisse.
“Allison
Morgan.. Il secondo ufficiale tramite di Lucifero. La donna che ha
avuto un figlio con un angelo e ha osato sfidare il cielo.”
inizia lui con la sua potentissima voce.
Bene.
Direi che la mia fama mi precede, e non sono sicura che questo sia un
bene.
“La
mia fama mi precede a quanto pare.” gli dico.
“Fossi
in te non ne sarei felice.”
mi dice lui calmo.
Bene,
molto bene!
“Grazie
di essere venuto!” esclamo “Vorrei parlarti
di..”
“So
di cosa vuoi parlarmi. Il mondo sta andando a rotoli e tu vuoi
chiedermi di fare qualcosa prima che sia tardi.”
“Esatto!”
“La
risposta è no!”
Non
sono sorpresa, ma fingerò di esserlo per non fargli capire
che mi
aspettavo già quel tipo di risposta.
“Perchè?”
gli chiedo con voce tremante.
Un
po' mi intimorisce essere qui e parlare con Michael, l'Arcangelo,
mentre sei angeli intorno a me non vedono l'ora di farmi fuori.
“Perchè
Lucifero deve prima prendere te o Sam ed io devo prendere Dean. Solo
allora potrò fare qualcosa.”
“Allora
sarà troppo tardi.”
“Allora
sarà il momento giusto!”
Rido
appena e allargo le braccia.
“Il
momento giusto per chi? Per te che te ne ritornerai beato in paradiso
lasciando Dean privo di vita, dopo aver massacrato milioni di
persone? Perchè lo sai vero, che morirà un sacco
di gente. O per
Dio, che sembra essersene lavato le mani?”
Il
mio tono sembra un po' una sfida, lo ammetto.. E' solo che sono
irritata dal suo egoismo.
Michael
diventa più luminoso, credo di averlo fatto arrabbiare, e
poi lo
sento ridere. Almeno credo che stia ridendo, perchè la sua
voce
somiglia ad una serie di singhiozzi tipici di una risata.
Io
attendo che la smetta di comportarsi da scemo e mi risponda.
“Vuoi
che faccia qualcosa?”
mi chiede.
Annuisco
anche se il modo in cui l'ha chiesto non mi piace per niente.
“Bene!”
esclama.
Sento
gli angeli muoversi intorno a me.
“Tu
sei un potenziale pericolo quindi.. uccidetela!” dice
deciso scomparendo.
Scuoto
il capo e mi guardo intorno.
Morirò
di sicuro ma perlomeno ci avrò provato.
Prendo
un pugnale, decisamente inutile, e giro su me stessa per guardare i
miei nemici.
“Bene!”
dico loro “Avanti il primo.”
Mi
metto sulla difensiva e mi preparo a morire.
*****
Compaio
in mezzo a loro.
Sono
sei, e girano intorno ad Allison con fare minaccioso.
Come
immaginavo, Michael non è venuto da solo, anche se adesso ci
sono
solo questi sei docili soldatini.
Ally
mi guarda con occhi sgranati. “Cass?”
Ricambio
il suo sguardo con un'occhiata furibonda.
“Faremo
i conti a casa.” le dico lapidario.
Sì,
come se io potessi davvero tornarci, a casa...
“Scusami,
io..” bisbiglia avvicinandosi a me, mentre gli angeli
sorridono
alla prospettiva di far fuori anche il disertore, me.
“Basta.
Ora non abbiamo tempo, preparati, tu vai subito a casa.”
“No,
non ti lascio qui da solo!” urla dietro di me.
Mi
giro e la fisso stringendo gli occhi. “Tu vai a casa,
immediatamente. Non obiettare, non te lo permetto. Prendilo come un
ordine.”
Allison
è sorpresa dal mio tono, non si aspettava questa durezza.
Ma
sono arrabbiato nero, ha trascinato sia lei che me in un guaio
enorme, dal quale non credo di uscirne...
“Cass...
perdonami..” mi dice piangendo.
Non
rispondo, non la guardo neanche.
Sono
troppo occupato a prevedere e rispondere alle mosse dei miei
“fratelli”, che ci fissano con un'espressione
indecifrabile sui
volti dei loro tramiti.
Ma
avevo anche io quest'espressione di pietra?
“Beh?
Che aspettate? Scommetto che c'è una taglia anche sulla mia
testa...
su forza cazzoni alati, venite a prendermi!”
Li
sto provocando per farli concentrare su di me, così da
permettermi
di mandare a casa Allison senza che si intromettano.
Oddio,
stanno per lanciarsi contro di noi...
Uno
di loro si fionda su di me, riesco a bloccare la sua mano e lo
disarmo, spingendolo via.
Perfetto,
ora ho anche un coltello.
Stringo
la lama nella mia mano e mi ferisco, sentendo un dolore atroce.
È
un coltello angelico, il dolore che prova un angelo ferito da una di
quelle lame, è indescrivibile, ma devo ferirmi la mano per
poter
usare il sigillo che ho scolpito sul petto.
“Cass
che fai?” mi domanda Allison.
“Shhhh...”
l'ammonisco sottovoce.
Ecco,
è il momento.
Mi
giro verso di lei e le poso la mano sulla fronte.
“Impara
ad essere più giudiziosa. Addio...” ho il tempo di
dirle prima di
farla sparire.
Sono
rimasto da solo con i miei cari fratellini.
Ma
per poco.
“Bene
bene ragazzi... ora andiamo a fare un giro!”
Mi
sollevo la maglia e quando vedono il sigillo, uno di loro urla:
“No,
tutti via!”
Ma
non ce la fanno a scappare.
Premo
con forza la mano sul petto e il sigillo si attiva immediatamente.
Dal
mio corpo si sprigiona una luce abbagliante e calda.
E'
dolorosissima.
Tutti
urliamo di dolore, ma io molto di più.
Fa
più male a me, perché ormai sono più
umano che angelo.
Sto
per morire, credo.
I
sigilli mandano gli angeli a casa, ma io sono stato scacciato.
Verrò
scagliato contro i cancelli del Paradiso, farà molto male.
La
calda luce si dissolve, spedendomi lontano dalla Terra.
Sì,
credo che morirò di nuovo.
Addio
Allison, nonostante tutto io ti amo.
|
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Capitolo 36 *** Now I'm really angry ***
Now
I'm really angry
Cass
mi ha appena riportata a casa dicendomi addio.
Non
doveva finire così. Quello era il mio folle piano, se
qualcuno
doveva morire dovevo essere io, non lui.
Ho
fatto proprio un bel casino.
Mi
ritrovo in cucina. Faccio un grosso respiro e mi guardo intorno. Ho
lasciato il mio “magico libro” lì dove
gli angeli volevano
uccidermi.
Per
fortuna ho imparato tutti quei rituali a memoria.
Per
fortuna ho un'ottima memoria.
Raggiungo
il salotto, e Sirahel, con in braccio Gabriel junior e a fianco
Gabriel senior, mi fissa e mi raggiunge.
“Allison..”
mi dice “Che ti è saltato in mente?
Dov'è Castiel?”
Lo
guardo per un solo secondo, do un bacio al mio bambino e non rispondo
alle domande che l'Arcangelo mi pone.
Ho
altro a cui pensare, i rimproveri possono aspettare.
Cerco
un calice, ma non lo trovo..
“Devo
comprarmi un dannatissimo calice!” esclamo nervosa.
Gabriel
senior mi guarda e schiocca le dita facendone comparire uno.
Me
lo porge ed io prendo il pugnale dalla mia giacca inginocchiandomi
sul pavimento.
“Che
stai facendo?” mi chiede Gabriel perplesso.
Lo
guardo e sospiro.
“Riporto
Castiel a casa!” esclamo decisa tagliandomi la mano
già ferita.
Fa
un male assurdo, ma non importa.
Ingoio
il dolore e faccio gocciolare il sangue nel calice.
Pronuncio
le parole che, ricordo dal libro, sono necessarie a richiamare un
angelo e attendo.
Ma
non succede niente.
Niente
panico Allison! Niente panico!
“Hai
imparato i rituali di quel libro a memoria?” mi chiede
Sirahel
confuso tenendo stretto il piccolo Gabriel che osserva tutto calmo e
senza fare nessun capriccio.
Annuisco
e pronuncio nuovamente le parole di prima tagliandomi di nuovo la
mano.
Servirà
parecchio sangue.. Ma non importa. Posso anche perderlo tutto
purchè
Castiel torni a casa.
“Allison,
non funzionerà.. Sei troppo debole.” mi dice
Gabriel
raggiungendomi.
Alzo
la mano e gli dico di fermarsi.
Lui
smette di camminare e osserva Sirahel.
Sanno
che non mi fermerò, e così dopo qualche minuto di
richiami,
smettono di dirmi di star ferma.
Passano
ore.. non so quante.
Quello
che so è che mi sento debole.
A
furia di far gocciolare il mio sangue dentro il calice e pronunciare
parole magiche, mi sono indebolita.
Credo
che sverrò.. Si, mi sa di si. Ma spero che accada dopo che
Cass sarà
ritornato.
Sto
quasi per arrendermi, quando un flash di luce compare e scompare
velocemente, lasciando, quando se ne va, Castiel nella stanza.
Sta
bene! Il mio messaggero spettinato sta bene.. Ma è molto
arrabbiato
con me e me ne accorgo dal fatto che invece di fissarmi preoccupato
per tutto il sangue che mi sporca le mani e per il mio colorito,
immagino pallido, mi fissa furioso.
Mi
alzo piano e barcollo un po'. Mi gira la testa ma lui è qui
e questo
è l'importante.
“Castiel..”
sussurro stanca “Stai bene?”
Lui
scuote il capo e mi raggiunge afferrandomi per le braccia.
Stringe
forte, o forse sembra forte a me perchè sono debole.
“No,
non sto bene! E nemmeno tu. Ora siamo esposti ed è tutta
colpa tua!”
esclama deciso.
“Mi
dispiace.”
“Non
me ne importa niente se ti dispiace. C'è un limite a quello
che puoi
e non puoi fare Allison, e l'hai superato.” mi annuncia duro
“L'hai
superato di brutto.”
“Volevo
solo cercare di sistemare le cose.. Io..”
Sirahel
e Gabriel ci fissano senza dire niente, mentre il piccolo si agita
poco vedendoci discutere.
Credo
che stia per piangere.
“Tu
volevi sistemare le cose? Come? Se nemmeno gli angeli e gli Arcangeli
possono sistemare le cose, come credevi tu, da piccola ed
insignificante umana, di poter sistemare tutto?” mi urla.
Non
è la prima volta che urla con me. Di solito però
lo fa per
preoccupazione.
Tuttavia
è la prima volta che mi dice cose così.. brutte.
Faccio
un grosso respiro e trattengo le lacrime.. Lui ha ragione, ma non
credo che si stia sforzando di capire le mie ragioni.
Mi
scanso dalla sua presa e mi avvicino al piccolo che ha iniziato a
piangere.
Gli
sorrido e gli bacio la manina.
“Va
tutto bene. Non piangere amore mio.. Va tutto bene.” gli
sussurro
evitando di toccarlo per non impiastricciarlo di sangue.
Lui
sembra calmarsi e mi regala un piccolo sorriso mentre le lacrime
finiscono di affacciarsi ai suoi occhi.
“Allison..”
mi dice Cass “Io non..”
Alzo
la mano e lo zittisco.
“Non
c'è bisogno che tu dica niente. Hai ragione.. Su tutta la
linea.”
gli dico “Sopratutto sul fatto che sono solo una piccola ed
insignificante umana.” concludo un po' irritata.
Lo
guardo ancora un po' e annuisco piano.
“Sono
felice che tu stia bene.” gli dico.
Dopodiché
raggiungo il bagno al piano di sotto per lavarmi le mani.
*****
“Che
c'è?” domando rude a Gabriel, che mi fissa con
un'espressione
strana.
“No
niente... solo che... chi diavolo sei tu?”
“Chi
ti sembro?” chiedo io di rimando.
L'Arcangelo
fa una smorfia. “Divertente. Quello che voglio dire
è chi sei
adesso. Non sembri neanche più
tu.”
Sorrido
stancamente e scuoto il capo. “Una ramanzina da un Trickster
mi
mancava” sottolineo sarcastico “proprio tu,
Arcangelo Gabriel, mi
dici che non sono più io?”
L'arcangelo
in questione si oscura in viso. “Cass...”
“...attento
a come parli!” finisco per lui, gesticolando in aria
“altrimenti
mi uccidi? Fallo, mi risparmieresti tanti problemi.”
I
due si guardano e anche il piccolo sembra perplesso.
“Cass,
si può sapere che diavolo ti prende? Sembri quasi
posseduto.” mi
dice Sirahel corrucciato.
Lo
guardo inclinando la testa. “Tu hai insegnato ad Allison le
nostre
formule, vero? Ottimo lavoro” affermo strafottente
“dare ad una
persona impulsiva e irragionevole come lei il modo per ammazzarsi e
ammazzare qualcuno. La mossa giusta in questo momento.”
Sirahel
da il bambino in braccio a Gabriel e si avvicina a me minaccioso.
“Ragazzo,
sei sconvolto e ti capisco, ma non osare parlarmi così. Le
ho
insegnato quelle formule per aiutarla, non certo per richiamare
Michael!”
“Ma
è quello che ha fatto” obietto
“perché lei vede noi che le
giriamo intorno docili come gattini e crede che tutti siano
così!
L'ho trovata circondata dalla guardia personale di Michael, sarebbero
bastati pochi secondi e l'avrebbero massacrata! Lei non si rende
conto dei pericoli e tu invece di evitarglieli, le procuri i mezzi
per caderci fino al collo!”
Mi
scoppia la testa, ho la nausea e sono stanco, ma la rabbia e lo
stress mi fanno parlare a raffica.
“Michael
non c'era?” si informa Gabriel.
“Se
ci fosse stato non sarei qui ora, non ti pare?” gli faccio
notare
acido.
“Sei
un bastardo fortunato, fratellino” mi dice Gabe con un tono
decisamente intimidatorio “in altre circostanze ti avrei
fatto
fuori.”
Alzo
le spalle. “Sei sempre in tempo. Tanto a voi Arcangeli basta
schioccare le dita! Fate e disfate a vostro piacimento, vi muovete
nello spazio e nel tempo senza problemi, mentre io sono in bilico sul
precipizio. Voi avete scelto di andarvene da casa e avete mantenuto i
vostri poteri, io...” mi alzo la maglia e mostro il sigillo
inciso
sulla mia pelle “non trovo di meglio da fare che
tagliuzzarmi.
Potrei lavorare in un circo, sapete?”
Sto
parlando come un umano.
Soffro
e mi arrabbio come un umano.
E
ho appena detto una cosa orribile ad Allison, proprio come farebbe
uno stupido umano.
“Sì,
come pagliaccio!” mi apostrofa Gabriel “La smetti
di piangerti
addosso come un poppante? Ally ha fatto una stronzata, lo sappiamo
tutti, ma ora basta. Non è colpa di nessuno, né
nostra né tua e
neanche sua, in fin dei conti. L'importante è che entrambi
siete
tornati a casa, vedrai che ci penserà due volte prima di
rifarlo.”
Scuoto
il capo sospirando. “Lei farà sempre cose
così, si butterà
sempre in avventure per lei eccezionali e per me terribili. Io non
potrò proteggerla per sempre” faccio una pausa e
fisso entrambi
gli Arcangeli “io sto diventando umano, giorno dopo giorno
perdo
qualcosa. Allison è ingestibile.... Gabriel ha bisogno di
maggiore
protezione... io sono inadatto...”
“E
questo ora che significa?” chiede Sirahel.
“Che
forse dovrei lasciarli a voi e andarmene per sempre. Tra poco dovrete
badare anche a me e non lo sopporto...”
Gabe
scoppia a ridere. “Wow! Io prendo Ally se non ti
dispiace!” poi
torna serio e mi fissa con quel suo sguardo duro “Tu devi
esserti
fumato qualcosa nel tragitto dal Cielo a casa. Di che cavolo stai
parlando? Molleresti la tua famiglia perché senti di non
farcela? E
non dirmi che non posso farti la morale perché anche io ho
abbandonato la mia famiglia. Non c'è paragone. Questo
qui” e mi
indica mio figlio “l'hai creato tu, mi spiego? E ha bisogno
di te,
che tu sia un umano o un angelo. E quella bambola lì sopra,
si è
dissanguata per riportarti indietro. Ora per cortesia, fai l'uomo e
vai a chiederle scusa!”
Lo
fisso sbigottito e mi trattengo dal ridergli in faccia. Chi
è per
dirmi queste cose?
“Tu
parli facile Gabe, tu schiocchi le dita e crei quello che
vuoi” gli
faccio notare “io posso solo sacrificare me stesso se non
c'è via
d'uscita, e tra poco non servirà neanche questo.”
“Piccolo”
dice Gabriel senior a junior “tuo padre è un
idiota, rassegnati.”
Il
bambino lo guarda e fa un sorrisino divertito. Ecco, sta benissimo
con gli Arcangeli, si diverte ed è tranquillo.
Io
non riesco a combinare nulla di buono.
“E
ora dove pensi di andare?” mi domanda Sir vedendomi
avvicinare alla
porta.
“A
fare un giro.”
“Insanguinato
come un macellaio?” e schiocca le dita, guarendomi
all'istante.
Alzo
le braccia e lo guardo. “Questo non mi aiuta Sir”
gli dico “un
tempo riuscivo a guarirmi da solo...”
“Ci
mancava solo l'angelo crisi, poveri noi!” esclama Gabriel
“Sei
mica in menopausa?”
“Non
capite” dico triste “io non sono né una
cosa né l'altra. Faccio
errori su errori e non riesco a evitare quelli di Allison.”
“Cass,
nessuno è perfetto, neanche noi!” mi dice Sirahel
convinto.
“Già”
convengo io “ma voi potete rimediare in un lampo, io
no.” finisco
prendendo una giacca dall'appendiabiti.
Si,
perché da un po' di tempo ho anche iniziato a sentire il
freddo.
Sparisco
dalla loro vista e so benissimo dove andrò.
Gli
umani spesso per aiutarsi, vanno ad ubriacarsi. Bevono fino a
dimenticare perché hanno iniziato a farlo.
Sento
di aver bisogno di bere.
Che
male può farmi? Io lo reggo bene....
*****
Le
mie mani cominciano ad assomigliare di nuovo a delle mani.
Sono
ancora rossastre e ferite e credo che ci metteranno un po' a tornare
normali.
Tuttavia
non voglio essere guarita. Voglio che le ferite rimangano
cosicché
possa ricordarmi il grande sbaglio che ho fatto.
Sospiro
e me le fascio con delle garze.
Poi
esco dal bagno e torno in salotto.
Voglio
parlare con Castiel perchè lo amo tanto e non mi piace
litigare con
lui. Non mi piace affatto.
Arrivo
e il mio piccolo mi tende le braccia triste.
Lo
prendo delicatamente e lo stringo a me.
“Hey
amore della mamma. Hai fame?” gli sorrido e gli do un bacino
sulla
punta del naso.
“Come
ti senti?” mi chiede Sirahel.
“Sto
bene!” gli dico “Vorrei parlare con Cass..
dov'è?”
“E'
uscito come una furia, ha detto che vuole fare un giro.” mi
risponde Gabriel sedendosi sul divano.
Annuisco
piano e guardo Sirahel sorridendo appena.
Dopo
vado in cucina e preparo del latte per Gabriel.
Cass
è uscito e sicuramente mi odia. Ne ha tutte le ragioni ed io
mi
sento.. mi sento una vera schifezza.
Prendo
il biberon e do da mangiare al piccolo.
Lui
mi sorride e mangia beato. Gioca con i miei capelli.
Li
accarezza e se li gira tra le dita come fa sempre suo padre..
Sento
gli occhi inumidirsi e qualche lacrima scivolarmi leggera lungo le
guance.
L'amore
della mia vita mi detesta ed è tutta colpa mia.
Gabriel
corruga di colpo la fronte e smette di ciucciare.. I suoi occhi si
riempiono di lacrime e allontana la bottiglia dalla sua bocca
spingendola via con le sue labbra.
Dopodiché
si agita un po' tra le mie braccia e scoppia a piangere.
Povero
piccolino.. Soffre perchè mi vede triste.
Lo
stringo piano a me e lo cullo un po'.
“Non
piangere piccolino. La mamma sta benissimo.. E' solo un po' triste ma
passerà presto.” gli sussurro.
Lui
si calma e si stringe piano a me.
Faccio
un grosso respiro e gli canticchio una dolce canzone e alla fine, lui
si addormenta.
Lo
poggio dolcemente sul divano e mi siedo accanto a lui.
Sirahel
e Gabriel mi guardano in silenzio. Credo che anche loro vogliano
rimproverarmi ma siano troppo preoccupati dal tutto per farlo.
“Gabriel!”
esclamo infine rompendo il silenzio “Devi marchiarmi, con un
sigillo più potente, come il tuo.”
Sirahel
sgrana gli occhi, così come l'altro Arcangelo.
“Allison,
il sigillo che ho io è potentissimo. Ti farai male, molto
male.”
mi annuncia Gabriel.
“Lo
so, ma devi farlo. Non ora perchè sono debole, ma domani..
domani
devi farlo.” gli dico “Ora per favore, vorrei
riposare un po'.”
I
due Arcangeli si fissano, e poi, dopo avermi accarezzato i capelli,
Sirahel esce di casa trascinando Gabriel con sé.
Rimango
sola con il piccolo e decido di metterlo nella culla. Mi alzo e piano
lo porto di sopra.
Prendo
l'interfono e scendo di nuovo di sotto,
Mi
siedo ed in quel momento Castiel rientra.
Barcolla
e avanza distrattamente.
“Oh..
sei qui!” mi dice “Ti è venuta qualche
altra brillante idea
mentre ero via?”
Scuoto
il capo e ho l'impressione che sia.. ubriaco?
E'
possibile?
“Sei
ubriaco?” gli chiedo.
“No!”
esclama lui irritato.
Avanza
verso il divano e si siede facendo un profondo respiro.
Non
posso pretendere che non sia furioso, davvero non posso.
“Cass..
possiamo parlare?”
“Non
voglio parlare con te!”
“Ok,
va bene. Allora.. ascolta e basta.” gli dico. Rimango dietro
di lui
in piedi e penso bene a cosa dire “Mi dispiace. E so che
è stupido
dirlo ora perchè oramai.. oramai il danno è
fatto. So che mi
detesti ora.. Mi detesto anche io a dire il vero. Ma le mie
intenzioni erano buone, e so che non conta.. Lo so ok?
Perchè anche
la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. So
che non
è una giustificazione, ma.. Mi dispiace. Sei la cosa
migliore che
ho, e ti amo.”
Lui
sospira e guarda davanti a sé.
Io
invece attendo una sua reazione.
*****
Ti
amo.
Quando
me lo dice, le vibra la voce. Segno che è vero, suppongo.
Mi
sento a pezzi, ho bevuto come un vecchio ubriacone e adesso mi
scoppia la testa.
Mi
piego in avanti e mi massaggio la fronte.
Sa
di aver sbagliato, mi pare logico. Quello che non sa è che
sbaglierà
ancora e io non potrò evitarlo.
Non
ce la faccio.
È
qui il problema, non ce la faccio.
L'angelo
che andava e veniva dall'inferno con le anime in braccio non
c'è
più, e quello che c'è adesso somiglia molto di
più ad un impiegato
stressato che ad un messaggero celeste.
“Io
sono un fallito” prorompo dopo alcuni secondi.
Sento
i passi di Allison avvicinarsi rapidamente. “Cosa?”
mi domanda
venendomi davanti.
“Sono
un fallito” ripeto “come angelo, come uomo, in
tutti i campi...”
Che
sto dicendo?
Lei
si siede accanto a me. “Cass... se c'è qualcuno
che deve
rimproverarsi, quella sono io! Che dici?”
Scuoto
il capo ma non sollevo lo sguardo su di lei. “E' vero, hai
fatto la
cosa più stupida che poteva venirti in mente. Chiamare
Michael! Ma
se io non fossi così.... debole, tu non ci saresti
andata.”
“E'
solo colpa mia e mi dispiace tanto. Volevo.. non lo so, ho pensato
che se ci avessi parlato magari avrebbe messo fine a tutto
questo..”
tenta di spiegarmi ancora.
Solo
adesso la guardo. “Ally... Michael non è come me o
Sirahel o,
perché no, come Gabriel. Lui è il nostro
generale, anzi, è il
generale anche degli umani, a dire il vero. Come hai potuto pensare
di scendere a patti con lui? È una cosa che mi manda davvero
ai
pazzi.”
I
suoi occhi si inumidiscono. “Lo so, è stata una
follia e hai
ragione quando dici che sono piccola e insignificante, hai ragione su
tutto. Ma... possiamo finirla qui? Voglio dire, possiamo andare
avanti? Io non voglio che questo ci allontani!”
“Quando
ho letto il tuo biglietto” le dico “sono andato in
panico. Non
sapevo che fare, non sapevo come rintracciarti. Allora ho dovuto
chiamare Sir ed è stato molto umiliante. Tu non sai cosa
vuol dire
essere un angelo, puoi fare cose che.... neanche immagini. Ora non
posso fare quasi più nulla.” faccio una pausa e
sospiro. “Sto
diventando umano, giorno dopo giorno... e non va bene Ally, non va
bene....”
Allison
sgrana gli occhi e mi prende una mano. “Credevo.. credevo
volessi
vivere con me per sempre. Hai cambiato già idea? Siamo
arrivati
questo punto?” mi domanda con voce tremante.
Mi
stringo nelle spalle. “Non mi stai rendendo facile il
transito,
sai?” sottolineo duro “Invece di agevolarmi, ti
metti a fare le
sconsideratezze, pur sapendo che io non posso intervenire in tuo
aiuto...”
Mi
lascia la mano e capisco di averla ferita ancora una volta.
“Io
speravo di fare qualcosa di buono, non volevo certo mettermi nei guai
o mettere nei guai te!”
La
guardo triste. “Ally.... ho provato anche io ad affrontare un
Arcangelo, ricordi?” le dico riferendomi a Raphael
“E cosa è
successo? Mi ha disintegrato all'istante. Poteva succedere anche a
te, e io non avrei potuto riportarti indietro. Saresti
morta..”
Nascondo
il viso tra le mani e tento di non piangere, bere mi fa decisamente
male.
Sento
le sue braccia cingermi il collo. “Perdonami, non volevo
farti
stare male, non volevo morire... sono stata una sciocca..”
“Devi
smetterla Ally, devi davvero smetterla. Tu non sei immortale e non lo
sono nemmeno io! Non posso più proteggerti come facevo
prima.”
“Sì,
te lo giuro” mi dice abbracciandomi “la
smetterò di fare
sciocchezze, ho imparato la lezione.”
No,
non lo ha fatto.
“Forse
è meglio se vado via, Ally...” trovo il coraggio
di dirle.
Lei
si stacca da me e mi fissa spaventata. “Mi lasci?”
“No,
è solo che.... io non ce la faccio. Non mi piace cosa sto
diventando, non posso tenere te e il bambino davvero fuori dai guai.
Credo che dovrei affidarvi a Sir e Gabe, loro potrebbero proteggervi
davvero..”
Si
alza improvvisamente dal divano. “Non sono un cane che puoi
lasciare ai vicini! Ti sei stancato di me e di tuo figlio e vuoi
lavartene le mani?” mi urla stringendo i pugni.
“Io
morirei per voi” urlo a mia volta “ma lì
fuori ci sono cose che
non posso più combattere! Anche stamattina, se non fossi
stato
addormentato come un... comune mortale, tu non ti saresti cacciata in
quel guaio! E va sempre peggio, mi sento sempre più
impotente,
sempre più umano. Ho sonno e freddo, e se bevo... mi ubriaco
facilmente! E soffro di stress e mal di testa! Non è
così che
doveva andare la mia vita, non è così..”
Mi
sto sfogando.
Non
è solo l'enorme sciocchezza fatta da Allison a farmi stare
male, è
tutto quanto.
I
poteri che si indeboliscono, l'umanità che prepotente avanza
in me,
il mio senso di inadeguatezza verso i bisogni che questo corpo inizia
a sentire. Tutto insomma, e lei comportandosi così non mi
aiuta.
“Scusami”
mormoro dopo un lungo silenzio di entrambi “non volevo urlare
con
te... non volevo dire che sei insignificante... non so neanche cosa
volevo dire...”
Sospira
e si risiede accanto a me. “Ti chiedo ancora una volta
perdono, hai
ragione non ho pensato realmente alle conseguenze del mio gesto. Ma
tu non puoi andartene via, non puoi lasciare me e nostro figlio. Stai
diventando umano? Bene, lo supereremo insieme. Non ti farò
più
preoccupare, non tenterò più di mettermi in
contatto con
qualcuno... ma tu resta con me..”
La
guardo e mi si stringe il cuore vedendola piangere.
Non
potrei mai lasciarla, avevo solo bisogno di sentirmi dire resta.
Annuisco
lentamente e abbandono di nuovo la testa tra le mani. Sto davvero
male.
La
sento alzarsi e andare in cucina.
Torna
un paio di minuti dopo e sento la sua mano accarezzarmi la testa.
Alzo
lo sguardo e noto che ha una tazza in mano.
“Bevi
questo, è caffè. Ti aiuterà con la
sbornia.” mi dice amorevole.
Prendo
quella tazza dalle sue mani, fasciate dopo il rituale per riportarmi
indietro, e bevo il caffè.
È
la prima volta che lo bevo, è amaro ma mi piace.
Allison
si allontana di nuovo ma questa volta sale su per le scale. Scende
poco dopo e viene verso di me tendendomi le mani.
“Andiamo
Castiel.. ti ho preparato un bagno caldo..”
La
guardo perplesso. “Cosa?”
Mi
sorride e mi prende le mani facendomi alzare. “Sei ubriaco e
stressato, un bagno caldo ti aiuterà, fidati.”
Mi
lascio guidare su per le scale, barcollo ancora un po' ma sono
più
stabile. Arriviamo nel bagno di camera nostra e Allison praticamente
mi spoglia e io la lascio fare. Mi ha visto tante volte nudo, non
provo imbarazzo.
“Entra.”
Sospiro
e mi immergo in quell'acqua calda e profumata, piena di una schiuma
rosa.
Oddio..
è meraviglioso.
Una
sensazione di totale.. rilassamento. Chiudo gli occhi e sospiro di
nuovo, profondamente.
Li
riapro e trovo Allison che mi guarda con un sorriso.
“Avevo
ragione, vero?” mi chiede.
“Sì...
decisamente sì.” ammetto sorridendo a mia volta.
E'
seduta sul bordo della vasca, la guardo e penso a.. quanto è
bella e
allo stesso tempo a quanto è cocciuta e inarrestabile.
Mi
fa disperare, fin dal primo giorno mi ha dato filo da torcere.
Ma
io la amo e sto cadendo per lei.
Sollevo
una mano e le accarezzo la guancia, bagnandola un po'.
“Scusami
amore mio... ti ho detto una cosa orribile...tu non sei
insignificante...” le dico dispiaciuto.
Lei
scuote il capo. “Avevi ragione, anche se mi ha fatto male. Ho
creduto di poter fare qualcosa quando era ovvio che andavo incontro
alla morte. E tu mi hai salvata, di nuovo.”
“Sei
tutto per me, Ally, tutto. Senza di te preferirei morire. Ho avuto
paura oggi, dannatamente paura. Non farlo più, ti
prego.”
Allison
annuisce e stringe le labbra. “Te lo giuro.” e si
avvicina,
posando le labbra sulle mie.
Le
prendo il viso tra le mani e la bacio con più passione, e in
questo
momento mi viene in mente un'azione da vero idiota.
Con
un braccio la prendo per la vita e la tiro in acqua.
La
schiuma salta da tutte le parti e Ally lancia un grido di sgomento.
“Cass!”
mi dice indignata “Mi hai tirata in acqua!
Perché?” mi domanda.
“Mi
sentivo solo..” è la mia ridicola scusa.
Mi
guarda per un po' con un'espressione strana, poi scoppia a ridere.
“Potevi
chiedermelo” mi rimprovera “sarei venuta a farti
compagnia.”
Si
inginocchia in acqua, di fronte a me, e inizia a spogliarsi, buttando
a terra i vestiti bagnati.
Si
sdraia accanto a me e io l'abbraccio. Fare il bagno è
bellissimo, ma
con la propria donna nuda accanto, è di gran lunga meglio.
“Cass?”
“Sì?”
“Mi
hai perdonata?”
La
guardo e la bacio. “Sì. Anche se stavolta mi hai
fatto davvero
tanto arrabbiare, e per colpa tua sono finito contro i muri del
Paradiso, sì ti ho perdonata.”
Mi
accarezza il viso e posa il capo sul mio petto.
“E'
bello fare il bagno in due, vero?” mi domanda.
“Sì”
concordo con un sospiro “è stupendo.”
Una
giornata cominciata malissimo, sta finendo nel modo più
dolce.
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Capitolo 37 *** Guess who's coming to dinner tonight ***
Guess
who's coming to dinner tonight
Sono
le 08.00 del mattino, e sono in piedi da un'ora.
Da
quando Gabriel è nato mi alzo presto.
Ho
già spolverato, spazzato e lavato tutta la casa, eccetto le
stanze
in cui stanno dormendo i miei amori.
Quelle
le pulirò non appena si alzeranno, e se Gabriel somiglia a
me per
quanto riguarda il dormire, non si alzerà prima di un'ora.
Faccio
un grosso respiro e preparo il caffè.
Il
mio cellulare suona e lo afferro per rispondere. E' Sirahel.
“Pronto?”
“Buongiorno
bambolina.. Come va questa mattina?”
“Va
tutto bene. Cass e Gabriel dormono ancora ed io sono in piedi da
un'ora. Ho pulito casa e ora preparo la colazione. Come una perfetta
casalinga.” gli dico un po'.. annoiata.
Ho
promesso a Cass che avrei fatto la brava, e sto cercando di farla. Ma
devo dire che la routine casalinga mi annoia terribilmente.
Adoro
preparare da mangiare a Gabriel e badare a lui. Fare la mamma mi
piace, fare la casalinga meno.
Ma
una promessa è una promessa, e non rischierò di
perdere Castiel
solo perchè non riesco ad adattarmi.
“Brava,
continua così. Stai lontana dai guai, l'ultima volta l'hai
fatta
davvero grossa.”
“Lo
so!” esclamo decisa “Comunque, che succede? Come
mai hai
telefonato così presto?”
“Beh..
devo dirti una cosa.”
esordisce lui “Ma ti prego, non
prenderla male.”
Corrugo
la fronte e sospiro. “Che succede?”
Sirahel
fa un grosso respiro e sembra incapace di formulare una frase di
senso compiuto.
“Ho
una fidanzata.. Cioè, la frequento da un po' e so che avrei
dovuto
dirvelo prima.. E' solo che c'erano tante cose a cui pensare e non mi
sembrava importante.” si
ferma e prende fiato mentre io lo ascolto attentamente “Si
chiama Stefany e fa la psicologa ed io vorrei che tu, Cass e il
piccolo Gabriel la conosceste. Così mi chiedevo se ti
andrebbe di
organizzare una cena così posso portarla lì da
voi.”
Annuisco
e rimango in silenzio, poi mi ricordo che lui non può
vedermi e che
quindi, in questo momento, devo sembrargli incredibilmente scioccata
o incredibilmente disinteressata.
“Ok!”
esclamo.
Un
po' mi fa strano incontrare la fidanzata di Sirahel. Ripensando al
passato con mia madre a tutto il resto, non so.. Ma se lui è
felice
per me va bene.
“Facciamo
stasera?” chiedo ancora.
“Stasera?”
mi chiede..
stupito “Si,
mi sembra perfetto.”
“Bene.
Allora stasera alle otto..”
“Ok,
alle otto. E ti prego Allison, ricorda a Cass che lui è
James in
pubblico e fai in modo che non se ne esca con quei suoi strani..
proverbi enochiani, tipo quello della capra..”
Rido
e mi verso del caffè in una tazza.
“Ok,
non preoccuparti.” lo tranquillizzo “A
stasera.”
“A
stasera. E grazie.”
Sorrido
e riattacco.
Bene!
Avremo
ospiti a cena. Devo preparare un dolce, ma quale?
Ce
ne sono molti che mi vengono bene. Ma tre sopratutto.
Torta
al cioccolato, torta paradiso e torta al limone.
Bevo
un altro sorso di caffè e poi mi metto all'opera.
Impasto
e inforno per circa due ore, e alle 10.00 in punto, Cass scende di
sotto tenendosi lo stomaco e annusando l'aria.
“Buongiorno
meraviglia.” mi dice dandomi un bacio sulla guancia.
Gli
porgo una tazza di caffè e sorrido. “Buongiorno
amore.”
“Credo
di avere fame!” mi dice bevendo un sorso dalla tazza.
Ok!
Questo è strano.
Ma
non mostrerò il mio stupore. Sta diventando uomo.. Ma io lo
amo
comunque, anzi forse di più.
“Bene!”
gli dico facendolo sedere “Giusto in tempo. Così
potrai dirmi
quale preferisci tra queste tre torte.”
Preparo
una fetta di ogni torta in tre piattini, con tre forchettine, e mi
siedo sulle sue ginocchia.
Lui
poggia la tazza sul tavolo e mi bacia il braccio in attesa.
Mi
fermo e faccio un grosso respiro.
Questa
situazione tipicamente.. umana mi piace da morire, e mi commuove.
“Hey..”
mi sussurra lui “Che succede?”
Faccio
spallucce e poggio la fronte sulla sua. “Niente.. E' solo
che.. ti
amo.”
Lo
bacio e per un attimo mi scordo delle torte.
*****
“Ok”
mi dice interrompendo il nostro bacio “ora assaggia e dimmi
quale
preferisci.”
Annuisco
e inizio da quella al cioccolato. So che è cioccolato
perché... è
nella mia memoria.
L'assaggio
e... oddio... ecco perché Dean non fa che tesserne le lodi!
“Com'è?”
mi domanda Ally curiosa.
La
guardo e sorrido. “Sono senza parole...” mormoro
estasiato.
“Ora
prova questa” mi invita prendendo un po' di un'altra fetta di
torta
con la forchetta e imboccandomi come un bambino.
Limone.
Dolce
e acidula al tempo stesso... è fantastica.
Guardo
Allison come un idiota e lei scoppia a ridere. “Suppongo che
ti
piaccia anche questa!”
“Supponi
bene amore mio” le confermo “è
semplicemente... favolosa.”
“Ora
non ti resta che dirmi com'è questa...” e mi fa
assaggiare
l'ultima fetta di torta rimasta.
E'
soffice, dolce e profumata...
E'
buonissima...
Ne
assaggio un altro po' e decido che è la mia preferita.
“Allora?”
mi chiede impaziente.
“Tesoro”
inizio guardandola “sono tutte e tre buonissime. Ma se devo
scegliere la mia preferita, direi che è l'ultima.”
Lei
ridacchia divertita e ha uno sguardo strano.
“Non
so perché ma lo sospettavo.” mi dice.
“Perchè?”
“Sai
come si chiama questa torta?”
Scuoto
il capo. È ovvio che non lo so, non ho mia mangiato torte in
vita
mia!
“Torta
Paradiso!”
Spalanco
gli occhi e poi, anche se so che è stupido, comincio a
ridere anche
io.
“Temo
sia deformazione professionale.” ammetto continuando a
sorridere.
Lei
mi bacia e mi accarezza il viso. “Sono contenta che ti
piacciano.”
Sorrido
e ho un'idea. “Forse dovremmo ribattezzarla, questa
torta.” le
dico misterioso.
“E
come?”
“Torta
Allison” dico solenne “perchè ora il mio
Paradiso sei tu..”
Allison
mi fa gli occhi dolci e sorride. “Oh.. che cosa carina che mi
hai
detto!” e mi bacia di nuovo.
“Avanti,
finisci la tua torta” mi dice avvicinandomela “e
nel frattempo ti
parlo di una cosa...”
La
fisso preoccupato e lei capisce.
“No,
non voglio fare nulla... niente evocazioni, niente sigilli, niente di
niente. È una cosa.. positiva.”
“Dimmi.”
le dico mentre mangio entusiasta la mia fetta di torta.
“Sirahel
ha una compagna, e stasera entrambi verranno a trovarci!”
Rimango
con la forchetta a mezz'aria. “Cosa? Sirahel ha una
compagna?”
ripeto sconcertato.
Ally
si mette le mani sui fianchi. “Sì.. ce l'hai anche
tu mi pare, non
è così strano no?”
“Invece
lo è” obietto io “mi faceva le prediche
e poi...”
Ma
alla fine mi ritrovo a ridacchiare all'idea di Sir a letto con una
donna. So cosa vuol dire impazzire per una donna e non sono nessuno
per biasimarlo.
“Sono
curioso di vederla” dico continuando a mangiare
“Sir ha buon
gusto e sicuramente avrà un certo carattere...”
“Sì,
l'ho pensato anche io. Fa la psicologa e si chiama Stefany
e...”
“Mmh...
che profumino delizioso! Torta al limone?”
La
voce di Gabriel interrompe la nostra conversazione e ci fa
spaventare. Ha questo odioso vizio di arrivare senza farsi sentire!
“Ciao
fratello e cognata!” ci saluta, poi si rivolge a lei.
“Ally..
saresti così gentile da darmene una fettina? Sai
com'è... il mio
tramite ha fame!” le chiede con uno sguardo supplichevole.
Che
bugiardo, in realtà è lui a volerla!
“Certo!”
risponde lei con un sorriso “O preferisci la
Paradiso?”
Gabriel
la guarda e ride “Mi prendi per Cass? Quella è
roba adatta a lui!
Io sono un tipo più deciso!”
“E
che significherebbe questo?” protesto io un po' offeso.
Lui
alza le spalle. “Che tu hai proprio la faccia d'angelo! Io
no!”
Guardo
Allison e la trovo che annuisce convinta “Ha ragione, hai la
faccia
d'angelo.. è un complimento sulla terra, sai?”
“Sì
ma lui l'intende nel senso di sembrare un idiota!” affermo io
costernato.
“Suvvia
Cas, non è colpa tua se Jimmy ha la faccia da
stupido!” insiste
Gabriel con quella sua faccia... strafottente, ecco.
“Ma
non è vero! È il tuo tramite che ha la faccia da
ladro!”
Gabriel
strabuzza gli occhi. “Cosa? Guarda che era un uomo
onesto..”
“..
prima di incontrare te!” finisco io.
Mentre
noi continuiamo a battibeccare su chi è scemo e chi un
ladro,
Allison prepara un piatto per Gabe dandoci le spalle, e noi ne
approfittiamo per farci un cenno d'intesa.
Abbiamo
preparato un test per Allison, e Gabriel si appresta ad iniziarlo.
“Ecco
a te una bella fetta di torta al limone.” gli dice
porgendogliela
con un sorriso.
“Grazie
cherìe, sei sempre così gentile...”
Inizia
a mangiare con gusto – lui lo fa da tanto tempo e
probabilmente
conosce tutti i piatti esistenti al mondo – e dopo un po'
parte con
il piano.
“Allison,
se hai due minuti.. posso parlarti di una cosa?” le domanda.
“Certo,
dimmi pure.”
Lui
scuote il capo. “No... in privato. È una
questione.. delicata.”
Fingo
di essere contrariato. “E io non posso ascoltare?”
domando
irritato.
“No,
non puoi. Sta' tranquillo fratello, non oserei mai allungare le mani
sulla tua donna.. a meno che non me lo chieda lei!”
Questo
non era contemplato nel nostro piano, ma Gabe ama improvvisare e
sicuramente il mio sguardo assassino rende la mia reazione molto
più
credibile.
“Ok,
possiamo andare a parlare di là se vuoi..” gli
propone Ally.
Gabriel
annuisce e dopo l'ultimo boccone della sua torta, si alza mentre
Allison sta già uscendo dalla cucina.
Ci
guardiamo di nuovo e mi da una pacca sulla spalla, strizzandomi
l'occhio.
Io
annuisco e torno a concentrarmi sulla torta.
La
Paradiso, o conosciuta anche come Allison,
è ormai un
ricordo. Sono passato a quella al limone.
Gabriel
ha ragione, è deliziosa.
*****
La
richiesta di Gabriel mi coglie di sorpresa. Ma è mio..
cognato, e se
ha bisogno di me devo aiutarlo.
Lo
porto con me nella cameretta di Gabriel junior, così
controllerò
anche se si è svegliato.
Il
piccolo dorme ancora. E' rosato e beato.
Non
ha mai dormito fino a quest'ora, ma evidentemente ha sonno, quindi lo
lascerò dormire tranquillo.
Sorrido
e fisso Gabriel senior.
“Che
succede?” gli chiedo.
Lui
prende un pupazzetto in mano, lo guarda e poi lo lancia sul tappeto.
“Beh,
ho un piccolo problema.” inizia.
“Di
che tipo?”
“Vedi,”
mi dice “uno dei miei fratelli, è un po'
irritabile. Tranne quando
si tratta di donne.. Beh, con loro diventa una specie di
agnellino.”
“Quindi?”
“Quindi,
visto che dovrei chiedergli una cosa, mi domandavo se tu.. potessi
parlare con lui prima di me e spianarmi la strada.” mi dice
infine.
Non
capisco se parla sul serio oppure no. Si, deve essere uno scherzo.
Lo
guardo perplessa e poi scoppio a ridere.
“Divertente!”
gli dico “Ci sono cascata.”
Lui
sospira e mi si avvicina prendendomi piano per le braccia.
“Bellezza,
non sto scherzando. E' una cosa molto seria e importante. Il tuo
aiuto mi sarebbe prezioso.” mi dice serio.
Incredibilmente
serio.
Lo
guardo e rifletto un attimo. Mi spiace che abbia questo tipo di..
problema.
Ma
non posso aiutarlo, e i motivi per cui non posso farlo, sono uno di
sotto a mangiare torte e l'altro qui a dormire tranquillo.
Io
non...
Faccio
un grosso respiro e abbasso per un attimo gli occhi mentre Gabriel si
allontana poco da me.
“Mi
spiace Gabe..” gli sussurro “Ma non posso aiutarti.
L'ultima
volta l'ho fatta grossa e non posso permettermi di sbagliare. Cass
non si fida di me, lo sento, e ha ragione. Io ho un figlio a cui
badare, non posso fare l'eroina, non più. Mi dispiace
molto.”
Gabriel
mi guarda e annuisce appena.
Si
mostra indifferente ma ho come l'impressione che la mia risposta lo
sollevi.
“Va
bene così. Non preoccuparti.. Creerò una donna su
misura per lui.”
mi dice.
Mi
fa l'occhiolino ed in quel momento Gabriel junior si sveglia.
Lo
prendo in braccio e gli do un bacino mentre lui sorride gioioso.
Tende le mani allo zio e lui lo prende prontamente.
“Scendiamo
di sotto, prima che faccia da angelo finisca tutta
le torte.”
mi dice Gabriel.
Sorrido
e torniamo di sotto.
Gabriel
si avvicina a Cass col piccolo, che non appena vede il padre tende le
braccia verso di lui.
Castiel
lo prende e per alcuni istanti, Gabriel senior e lui si scambiano
occhiate complici.
Sono
proprio una famiglia strana.
Io
invece mi metto a sistemare un po' in cucina, e dopo pochi secondi,
Gabe si avvicina e prendendo la torta al limone rimasta ci saluta e
se ne va.
“Cosa
voleva?” mi chiede Cass.
Faccio
spallucce e gli sorrido “Niente di importante. Dai tu da
mangiare
al piccolo mentre io sistemo qui?”
Lui
annuisce ed io mi metto a pulire.
La
sera arriva velocemente e.. mi sento un po' nervosa a dire il vero.
Non
so perchè.
Castiel
indossa dei jeans scuri, una camicia azzurrina sistemata dentro e
fermata da una cintura e una giacca. Casual ma adatto.
Io
invece indosso un paio di pantaloni neri ed una camicetta bianca.
Quando
Sirahel e Stefany arrivano, sono le otto in punto.
Apro
la porta con a fianco Cass che tiene in braccio Gabriel e li
accogliamo con un sorriso.
Stefany
è molto bella. Ha gli occhi chiari e bellissimi capelli
scuri.
Devo
dire che Castiel aveva ragione quando ha detto che Sirahel ha degli
ottimi gusti.
Ci
sediamo e servo per prima cosa la pasta.
Continuiamo
allegramente a cenare mentre Sirahel si vanta del suo bellissimo
“nipotino” e poi quando arriviamo al dolce,
finalmente mi
rilasso.
“Allora,
Stefany..” esordisce Cass “Tu fai la
psicologa?”
“Si,
esattamente James!” gli risponde garbatamente lei.
“E
dimmi,” continua lui “che gusto c'è a
psicanalizzare la gente?”
Sirahel
lo guarda con gli occhi sgranati ed io gli tiro un colpetto sotto la
sedia.
“Cosa?”
mi chiede lui perplesso “E' una semplice domanda.”
si difende.
Stefany
scoppia a ridere e lo guarda.
“Beh
vedi, non c'è un gusto particolare. Non lo faccio
perchè mi piace
invadere gli spazi e le vite degli altri. Lo faccio perchè
credo che
a volte, alcune persone abbiano difficoltà ad esprimere i
loro
sentimenti e le loro.. emozioni.. E mi va di aiutarli a tirarli
fuori.” gli dice.
“Ma
io non capisco!” esclama Cass “Se quelle persone
vogliono tenere
le loro emozioni e i loro sentimenti per sé,
perchè tu devi..
pretendere che li tirino fuori? Voglio dire, se loro pensano che
certi sentimenti debbano rimanere privati e non debbano essere
affrontati, come puoi tu stabilire il contrario?”
“Amore!!”
esclamo io “Basta parlare di lavoro.”
Stefany
sorride e alza una mano per dirmi che non c'è problema.
Posa
la forchetta con cui sta mangiando il dolce e osserva Castiel per
qualche minuto. Poi osserva me ed infine fa un grosso respiro.
“Voi
due vi amate. Questo è chiaro.” dice indicando me
e lui “Ma, dal
modo in cui vi osservate l'un l'altra, dal modo in cui interagite
l'un l'altra, direi che avete anche una grande paura di perdervi..
l'un l'altra. Sopratutto tu!” dice guardandomi.
Anche
Castiel e Sirahel mi fissano, mentre Gabriel gioca con un cucchiaino.
Non
so perchè ma sento il bisogno di dire qualcosa in mia difesa.
“Avere
paura di perdere qualcuno che si ama profondamente non è
un'emozione
da psicoanalisi!”
“Sicura?”
mi chiede lei “Hai idea di quante coppie vengono da me
terrorizzate
dall'idea di perdersi? Ossessionati dalla convinzione che.. qualcuno
o qualcosa porterà via l'altro?”
“Non
saprei!”
“Almeno
cinque coppie su dieci hanno questi problemi!” esclama
“E la
maggior parte finiscono col perdersi davvero per la loro.. paura di
perdersi.” respira a fondo e guarda Cass “Il mio
lavoro è fare
in modo che sentimenti come la paura non prendano il sopravvento e
distruggano l'amore, o la famiglia o la persona stessa.” gli
spiega.
Castiel
sembra sorpreso. La guarda e poi mi guarda stringendomi per un attimo
la mano.
“Visto
così il tuo lavoro sembra piuttosto utile.” le
dice.
Lo
guardo e poi scoppio a ridere. Il tono in cui l'ha detto è..
tenero
e buffo al tempo stesso.
Stefany e Sirahel si fissano e lo fissano
e poi anche loro si lasciano andare ad una sana risata.
Continuiamo
a chiacchierare per un po', e poi Sirahel e Stefany ci salutano e
vanno via.
Io
Cass e un mezzo addormentato, sul tappeto del salotto, Gabriel
rimaniamo soli e so, lo so, che sta per chiedermi se..
“Quello
che ha detto Stefany è vero?”
Ecco
qui! Lo sapevo.
Annuisco
e sorrido. “Si!” esclamo.
Lui
sospira e mi si avvicina.
“Ma
Allison.. non capisco. Perchè hai paura di perdermi? Sai che
ti amo
e che non andrò da nessuna parte. Mi sembrava di avertelo
già
detto.” mi rassicura.
“Lo
so. Sono solo.. insicura per natura credo. Ma va tutto bene.”
gli
dico con un sorriso.
Lui
mi guarda e mi bacia delicatamente, poi mi abbraccia forte.
“Cass..”
gli dico
“Si
amore?”
“Grazie
per non aver parlato di proverbi enochiani con le capre come
protagoniste!”
“E'
stato un piacere.”
Scuoto
appena il capo e rido appena.
Anche
lui lo fa e sicuri del nostro amore, prendiamo Gabriel, oramai
addormentatosi, e andiamo a dormire.
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Capitolo 38 *** Fathers ***
Fathers
Non
riesco a capire perchè mai io abbia posato tutte queste
vecchie cose
qui in garage.
Ah
si.. sono quei ricordi di cui allora non potevo fare a meno.
Col
tempo ho imparato invece che per mantenere vivi i ricordi, basta
custodirli nel proprio cuore.
Non
ho bisogno delle vecchie camicie di mio padre, dei vecchi gioielli di
mia madre o dei vecchi dvd di mio fratello per ricordarmi di loro.
Li
porto nel cuore.
Beh,
mio fratello preferisco ricordarlo quando era ancora.. umano e
fraterno, ma questo è solo un dettaglio.
Per
questo oggi getterò via tutto. Per ricordare a me stessa che
ricordare non necessita oggetti.
I
vestiti li darò in beneficenza, i dvd li venderò
e i gioielli lì
porterò ad un banco dei pegni.
Tutti
tranne uno.
Il
bellissimo cerchietto di perle che mio padre regalò a mia
madre per
il loro primo anniversario, lo terrò per me.
Sospiro
e inizio a spostare gli scatoloni.
Per
fortuna su ognuno c'è scritto cosa si trova dentro. Questo
rende il
“lavoro” più semplice.
Mi
guardo intorno e mi soffermo a guardare vecchie foto.
Ero
davvero brutta da bambina. Avevo dei vestiti strani.. Suppongo che
fra dieci anni guarderò le mie foto di adesso e mi
troverò
bizzarra.
E'
“colpa” del cambiamento.
Succede
ma vederlo sulle foto è davvero un'esperienza strana.
Mi
ritrovo a ridere da sola in garage e poi poggio le foto sul pavimento
per prendere il resto dentro la scatola.
Ci
sono foto dei miei genitori, del loro matrimonio, della nascita di
mio fratello, della mia nascita.
Foto
della luna di miele e foto di quelle poche vacanze che hanno fatto.
E
poi le foto di tutti i Natale passati in ospedale perchè mio
padre
doveva lavorare e noi andavamo a fargli compagnia.
Mio
padre.. Era un brav'uomo. Io lo adoravo.
Da
piccola dicevo che un giorno l'avrei sposato.
Lo
fanno molte bambine. Da piccole vogliono sposare loro padre e da
grandi, se hanno avuto come me la fortuna di avere un padre
meraviglioso, quando si rendono conto di non poterlo fare, cercano un
uomo che un po' gli somigli.
Faccio
un grosso respiro e mi schiarisco la voce ricacciando indietro le
lacrime.
I
ricordi possono far male, possono far ridere o alcune volte, come
adesso, possono far tenerezza fino a commuovere.
Poggio
tutti gli album sul pavimento e poi guardo distrattamente tra le
altre cose.
C'è
di tutto qui dentro questa scatola..
Ma
cosa..
Qualcosa
attira la mia attenzione.
E'
una specie di diario.
Sopra
c'è scritto il nome di mia madre oramai quasi consumato dal
tempo.
Lo
prendo e lo apro.
Un
po' aprirlo e leggerlo mi fa sentire.. un'impicciona.
Era
suo, privato, ma non credo che le dispiaccia se lo leggo per tuffarmi
un po' nel passato.
Ci
sono bigliettini da visita, una foto di tutta la famiglia al completo
e poi appunti per ogni giorno dalla nascita di Matt a pochi giorni
prima della sua morte.
Ha
appuntato ogni sensazione, ogni emozione e ogni.. sentimento che la
nascita di mio fratello ha provocato in lei.
Scorro
velocemente e leggo.
Era
un madre deliziosa, dedita alla famiglia e ai suoi figli.
Non
ci ha mai fatto mancare quel calore materno e quell'affetto che ogni
madre dovrebbe dare a propri figli.
Era
adorabile ed io le volevo un mondo di bene.
Era
severa.. lo era. Non era di certo una mamma amica.
Lei
sosteneva che era meglio così!
E
a dire il vero io sono d'accordo. Va bene che madre e figlia siano
complici, ma non amiche. Non funzionerebbe e si finirebbe per non
saper rivestire più nessuno dei ruoli da svolgere.
Era
una madre severa, ma era la migliore che potessi avere.
Continuo
a leggere e arrivo alla pagina pochi giorni prima della mia nascita.
Inizio a leggere e..
Mercoledì
16 maggio 1985
La
nascita di Allison è prevista fra due giorni.
Sono
grassa come una balena, ma è bellissimo perchè la
mia bambina è
nata e cresciuta in me e fra due giorni vedrà la luce, ed io
potrò
mostrarla al mondo in tutto il suo splendore.
Perchè
so, so che sarà bellissima.
Non
vedo l'ora di vederla, stringerla al cuore e cullarla dolcemente.
Darle
da mangiare, farla crescere circondata da amore e lasciare che nel
tempo, crescendo mi stupisca con gesti di tenerezza che, sono sicura
solo lei saprà offrire.
Sarà
forte ma dolce. Sarà la mia bambina ed io la
amerò,così come amo
suo fratello, più di ogni altra cosa al mondo.
L'unica
cosa che mi spaventa, è doverle dire un giorno la
verità.
So
che Chris la amerà tantissimo e anche io lo farò.
Ma
lei non è sua figlia, è figlia di Sirahel e del
nostro amore
proibito e, lo ammetto, fuori luogo.
Amo
Chris e lui lo sa, Sirahel è stato solo un momento.
Non
voglio dire che sia stato un errore, perchè io l'ho fatto
con amore,
ma è stato fuori luogo e un passo falso che ha rischiato di
rovinare
tutto quello che con amore e sacrificio io e l'uomo che ho sposato
abbiamo costruito.
Lui
mi ha perdonato e spero che un giorno anche lei, potrà
perdonarmi di
essere cresciuta con un uomo che non è il suo sangue.
Potrà
mai?
Ingoio
le lacrime ed i singhiozzi e mi alzo rientrando in casa.
Credo
di avere un pessimo aspetto perchè non appena Cass mi vede,
mi
raggiunge preoccupato lasciando Gabriel ai suoi giochi.
“Allison..
Stai bene?”
Scuoto
il capo e singhiozzo.
“Mio
padre non è mio padre.” farfuglio.
“Cosa..
di che parli?”
Gli
do il diario aperto alla giusta pagina e lo lascio leggere.
Lui
sgrana gli occhi sorpreso, poi mi stringe tra le braccia e mi bacia i
capelli accarezzandomi la schiena con la mano.
Non
dice nulla. Solo mi stringe e tra le sue braccia mi sento un po'
meglio.
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Capitolo 39 *** You have cheated us ***
You
have cheated us
“Calmati
Ally.. calmati..” le dico cullandola tra le braccia, quando
in
realtà avrei bisogno anche io di calmarmi.
Quello
che mi ha fatto leggere è... terribile.
Allison
e Sirahel sono padre e figlia.
Sono
sconvolto, assolutamente atterrito da questa rivelazione.
Perché
mi ha mentito? Ci ha mentito!
Io
glielo avevo chiesto, anzi l'avevo supplicato di dirmi la
verità, e
lui mi era sembrato così sincero...
Invece
mentiva, e lo ha fatto anche con Ally.
Evidentemente
il suo non era un amore non corrisposto, se da quell'unione
è nata
lei!
E
ora Allison piange tra le mie braccia, e io mi sento impotente.
“Tesoro...”
inizio, ma non so cosa dire.
“Hai
visto Cass? La mia vita è tutta una menzogna! Ho amato un
padre che
non era mio padre! Mia madre mi ha sempre taciuto la verità
e quando
ho chiesto a.... lui, di dirmi se ero sua figlia, lui ha negato con
forza. Perché?” mi domanda alzando il viso rigato
di lacrime.
Le
accarezzo una guancia e sospiro, scuotendo il capo. “Non lo
so.”
ammetto.
Poi
mi viene in mente una risposta che spiegherebbe tutto questo....
enorme casino, come direbbe Gabe.
“Ally...
magari tua madre non ha avuto il tempo di dirtelo” azzardo
non
sapendo come reagirà “è.. morta quando
eri una ragazzina. Non
credo siano cose da dire ad un'adolescente.”
Lei
mi guarda stringendo le labbra. “E Sir allora?
Perché ha negato di
essere mio padre?”
“Forse
non lo sa... magari tua madre non gli disse nulla e...” ma mi
fermo, non sapendo come continuare.
Allora
perché ha negato di avere avuto una relazione con Alice?
E
perché quando gli ho chiesto, per il bene di mio figlio, di
dirmi se
Allison è figlia di un Arcangelo, mi ha detto una bugia?
“Non
preoccuparti Castiel” mi dice con la voce che le trema
“non
cercare di indorarmi la pillola. La verità è
quella che sta scritta
sul diario di mia madre. Lei tradì mio p... suo marito con
Sirahel,
e da quella storia sono nata io. Ora capisco...”
Gabriel
inizia a piangere, attirando la nostra attenzione.
Ally
si stacca da me e raggiunge il piccolo, lo prende in braccio e lo
stringe forte.
“Va
tutto bene, tesoro...” gli sussurra.
No,
non va niente bene.
Avrebbe
dovuto dircelo, invece ora.. scopriamo che Allison è una
specie
di... angelo?
Arcangelo?
E
nostro figlio cos'è allora?
Mi
scoppia la testa.
“Forse
è meglio se lo portiamo di sopra..” mi dice
riferendosi al
bambino.
“Sì...
andiamo.”
Saliamo
le scale mentre io decido che devo parlare con lui.
Deve
spiegarmi perché tutte quelle bugie, perché mi ha
ingannato.
Non
posso credere che lo abbia fatto, non lui.
“Ecco
qui piccolo mio...” dice Ally a Gabriel posandolo dolcemente
nella
sua culletta.
È
agitato, non so se è perché sente i nostri stati
d'animo o solo
perché ha sentito la madre piangere.
Lo
guardo e penso che se già era speciale essendo mio figlio,
non oso
immaginare cosa potrebbe essere ora...
Allison
si volta verso di me e si rifugia tra le mie braccia, sospirando
profondamente.
“Non
riesco a crederci” mormora contro il mio petto “e
ora? Cosa
facciamo, adesso?”
“Vado
a parlargli.”
Alza
il capo e mi fissa con un'espressione corrucciata. “No.. ti
prego..”
“Ally”
le dico prendendola per le braccia “devo parlargli. Magari
non lo
sa, dico sul serio. E ha negato di essere stato con tua madre... non
so, per pudore? Per un angelo non è.. facile ammettere di
avere una
relazione, sai? Teoricamente è proibitissimo.”
Sembra
rasserenarsi un attimo.
Forse
l'idea che, nonostante abbia comunque mentito, Sir non sappia che
è
sua figlia, la fa stare meglio.
“Credi
davvero che non lo sappia?” mi domanda.
“Non
lo so amore mio... può darsi. Tu non hai la Grazia.. o
almeno non si
sente, potrebbe sul serio non saperlo.”
Sto
mentendo a lei e a me stesso...
“Ok...vai
allora...” mi dice allontanandosi un po' “mi dirai
la verità,
almeno tu. Vero?”
Annuisco.
“Certo.”
Le
do un bacio sulle labbra e vado via.
Raggiungo
l'ufficio di Sirahel e incontro la segretaria sulla porta
“Buongiorno
James” mi saluta.
“Salve.”
rispondo un po' sgarbatamente.
Sir
mi vede da dentro l'ufficio e mi fa cenno di entrare. Lo faccio e
chiudo la porta quasi sbattendola.
“Ehi
giovanotto, cos'è quella faccia?” mi chiedo con un
sorriso.
“Dimmi
che non lo sai” inizio a bruciapelo “dimmi che tu
non lo sapevi.”
Corruga
la fronte e si avvicina. “Non sapevo cosa?”
“Che
Allison è.. tua figlia.”
Impallidisce
ma non cambia espressione. “Cass, ne avevamo già
parlato...” ma
io lo interrompo.
“Allison
ha trovato il diario della madre, nel quale scrisse che lei
è figlia
tua. Ti prego, dimmi che non lo sapevi...”
Ma
dall'espressione colpevole dipinta sul suo viso, capisco che lo
sapeva benissimo.
Sospira
e va a sedersi sul divanetto dietro la porta, si massaggia la fronte
e tace.
“Non
ci credo... non è possibile. Ti avevo supplicato!
Dannazione, Ally è
figlia di un Arcangelo! Hai idea di come si senta adesso? Da quali
paure adesso è atterrita?”
“Non
alzare la voce con me, ragazzo!” mi riprende alzandosi di
scatto
“Non ti permetto di giudicarmi!”
“Io
non ti sto giudicando! Nessuno come me può capirti! Anche io
ho un
figlio con un'umana, anche io ho pesantemente disobbedito ai nostri
divieti! Quello che mi fa male, è la menzogna! Che ne
sarà di mio
figlio ora?”
“Non
potevo dirvelo... non me la sentivo..” ammette con un filo di
voce.
“Perchè?
Ti vergognavi?” domando irriverente.
Alza
lo sguardo e mi lancia un'occhiata di fuoco. “No! Amavo Alice
e
adoro mia figlia! Non potevo perché.. non avrebbe capito..
non mi
avrebbe accettato..”
“Forse
all'inizio” obietto “ma poi sono sicuro che avrebbe
capito. Lei
ti vuole bene Sir, con un po' di tempo non solo avrebbe capito, ma
forse ti avrebbe accettato anche come padre. Ora è
amareggiata e
l'unica sua speranza era che tu non sapessi nulla, che non ci avessi
detto la verità per pudore... invece tu sapevi tutto, e hai
taciuto.” finisco con un tono duro.
Lui
scuote il capo e mette le mani in tasca, come fa sempre.
“Ho
cercato di evitarle tutto questo, e di evitarlo anche a te. Lei
è
mia figlia, ma ho fatto in modo che... non si vedesse. Non avevo idea
del diario... altrimenti lo avrei distrutto.”
“Avresti
vissuto per sempre tenendola all'oscuro della verità? Sul
serio?”
domando incredulo.
Lui
annuisce. “Sì, per il bene di tutti, soprattutto
di tuo figlio...”
“Sai
che mio figlio fa già dei giochetti come Gabriel?”
gli chiedo,
lasciandolo di stucco.
“Che
vuol dire?”
“Che
appare in sogno ad Allison da adulto, o almeno come sarà da
adulto.
Questa è una cosa...”
“Che
fanno gli Arcangeli.”
Gabriel
è apparso dietro di me, come sempre senza farsi sentire.
Mi
giro e lo guardo, e capisco che anche lui lo sapeva.
“Tu...
tu sapevi tutto, vero Gabe?”
Annuisce.
“Eh già... lo so da quando Ally era nella pancia
della mamma.”
Ecco,
ora potrebbe davvero venirmi un colpo.
“E
perché cavolo nessuno ci ha detto nulla? Ecco
perché Allison è un
tramite naturale, vero? Ecco perché la cercano sia
dall'inferno che
dal paradiso! Ecco perché mio figlio fa cose da
Arcangelo!” faccio
una pausa e li guardo, lasciando andare le braccia lungo i fianchi.
“Io mi fidavo di voi, fratelli. Mi fidavo ciecamente. Anche
di te
Gabriel, nonostante tutto mi fidavo. Invece sei e resti un Trickster.
E mio figlio... è come te, come voi...”
“Cass,
guarda che non è una malattia...” mi fa notare
Gabe un po'
risentito.
“Ci
avete mentito, tutti e due. Ci fidavamo di voi, eravamo sicuri della
vostra lealtà. Gabe, ti ho anche chiesto di... mettere alla
prova
Allison! Mi fidavo..” continuo a ripetere costernato.
“Voglio
parlare con Allison.” annuncia Sir.
“No”
mi oppongo “non vuole parlarti. Per favore, almeno questo
rispettalo! E.. sta' lontano anche tu Gabriel, si fidava ciecamente
di te. Credeva che foste come me, in realtà io sono il
più grosso
idiota della Galassia, avrei dovuto capirlo...”
“Cass,
aspetta..” mi dice Gabriel, stranamente triste.
Ma
io sparisco dalla loro vista, non posso stare più in loro
presenza.
Torno
a casa e trovo Ally che mi aspetta sul divano, è triste ma
sorride
quando mi vede.
“Castiel...
gli hai parlato? Che è successo?”
E
ora come glielo dico? Come faccio a dirle che Sirahel sapeva di
essere suo padre, che anche Gabriel lo sapeva e che...
O
mio Dio..
Sirahel
sapeva tutto ma non fece nulla neanche per salvare Allison dalla
morte!
Sento
il sangue ribollirmi, mi avvicino ad una parete e... tiro un pugno
violentissimo.
Fa
un male atroce, ma ho anche fatto un buco nel muro...
Allison
capisce e si precipita tra le mie braccia, iniziando a piangere di
nuovo.
“Mi
dispiace amore mio... mi dispiace tanto...”
Lei
non risponde, continuando a singhiozzare contro il mio petto.
Se
prima avevo paura del futuro, ora ne sono terrorizzato.
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Capitolo 40 *** Just to say goodbye ***
Just
to say goodbye
Sono
passati due mesi.
Due
lunghi mesi da quando abbiamo saputo che Ally è figlia di un
Arcangelo, di Sirahel per la precisione.
Da
allora non lo abbiamo più visto e lui ha avuto il buon gusto
di non
piombarci in casa.
Siamo
troppo arrabbiati con lui, questa non doveva farcela proprio.
Sono
arrabbiato anche io, sì.
E
non perché è un Arcangelo e quindi non potrebbe
avere una
vita...sentimentale.
Ce
l'ho con lui perché mi ha mentito, assicurandomi che Allison
non era
sua, che mio figlio non sarebbe stato nulla di incontrollabile,
eccetera eccetera.
E
resto senza parole, quando ripenso che non ha fatto nulla per
salvarla dall'inferno.
Come
si può abbandonare la propria figlia in quel modo?
Capisco
che volesse mantenere l'anonimato, ma lasciarla morire?
E
anche Gabriel mi ha deluso, proprio quando avevo ricominciato a
fidarmi di lui.
Sospiro
e guardo la mia “vera” famiglia divertirsi in
piscina.
Allison
non ha dimenticato tutta questa brutta faccenda, ma cerca di essere
serena e tranquilla.
Per
nostro figlio, ma anche per me.
So
che in fondo è ancora scossa, ma non vuole che io lo veda e
che mi
preoccupi più di quanto già la situazione di per
sé non faccia.
Ora
gioca in acqua con il bambino, infilato in una specie di.. ciambella
di gomma che galleggia.
Li
guardo un po' perplesso e allo stesso tempo incuriosito.
Mi
alzo dalla sdraio e raggiungo il bordo della piscina, mi siedo a
terra e mi godo le risatine divertite di Gabriel, stranamente a suo
agio in quella piscina che per lui dovrebbe essere piuttosto un
oceano.
Forse
è perché è stato in
“acqua” per tanti mesi, prima di venire al
mondo.
Comunque
anche la mia donna in costume da bagno è un bel vedere, anzi
una
meraviglia.
“Cass..
perché non vieni in acqua con noi?” mi propone
Ally distogliendomi
dai miei pensieri poco casti.
Sgrano
gli occhi e non so come, mi esce: “No grazie, mi si bagnano
le
ali.”
Allison
mi guarda e scoppia a ridere. “Non fare il difficile. Anche i
cigni
si bagnano le ali ma restano pur sempre cigni.”
“Non
è il caso Ally.. sul serio.” protesto.
Lei
si acciglia. “Guarda che vengo lì e ti tiro in
acqua vestito!”
minaccia.
“Accomodati.”
la provoco.
Allison
allora prende in braccio il bambino e si avvicina minacciosa.
“Vengo
a prenderti sul serio!”
Ma
io non la faccio arrivare a me, perché.... mi butto in acqua
di mia
volontà.
Vestito,
ovviamente.
Sto
diventando completamente pazzo, lo so.
Ma
l'espressione divertita dei miei amori quando riemergo dall'acqua,
vale pienamente la mia pazzia.
“Tu
sei matto, Cass” mi dice ridacchiando mentre prendo in
braccio
Gabriel. “più di me!”
“Probabile.
In effetti non sono mai stato uno a posto con la testa.”
faccio una
pausa e le bacio le labbra. “Sto con una donna e ho avuto un
figlio. Sì, devo essere proprio matto.”
Lei
sorride giocherellando con una manina di nostro figlio, che emette
dei versetti di gioia.
“Papà
è matto, vero amore?” gli domando “In
compenso mamma è
bellissima.”
Lui
mi fissa con quei suoi occhioni blu e pare avermi capito.
“Cass
che cavolo fai? Pensavo che il bagno si facesse nudi.. o almeno in
costume!” dice qualcuno dietro di noi.
Ci
voltiamo in direzione della voce e Gabriel senior è
lì a bordo
piscina, a fissarci con quella sua espressione perennemente
sarcastica.
“Che
diavolo ci fai qui?” lo apostrofa duramente Allison.
Gabe
si stringe nelle spalle. “Passavo da queste parti e
allora...”
“E
allora un corno!” sbotta lei “Cass non ti aveva
detto che non
volevo vederti più?”
“Allison,
io...” ma lo interrompo.
“Gabriel..
non sei il benvenuto qui. Per favore, va' via.” gli chiedo
mentre
con il bambino in braccio esco dalla piscina.
Allison
mi segue e indossa un accappatoio, poi prende in braccio il piccolo.
“Castiel..
se sono qui c'è un motivo...” cerca di spiegarmi.
Scuoto
il capo. “Non mi interessa, e nemmeno ad Ally. Ti sto
chiedendo
gentilmente di andartene da qui.. per favore.” ripeto.
“Oh
andiamo ragazzi! Che ho fatto di così terribile?”
si difende.
Sembra
dispiaciuto sul serio per la nostra ostilità.
“Che
hai fatto?” ripete Allison. “E hai il coraggio di
chiederlo? Tu
sapevi.. chi o meglio cosa ero, e non ci hai detto nulla! Noi ci
fidavamo di te! Di voi, e invece di avete tradito!”
“Ma
non potevo dirvelo, dannazione! Sir non voleva perché voleva
proteggervi! Non capite?”
“Ci
avrebbe protetti molto di più se ci avesse detto la
verità”
obietto stringendo i pugni “invece è stato
egoista.”
Gabriel
mi fissa. “Cosa sarebbe cambiato? Le avresti chiesto di
abortire?
Era destino che andasse così, Cass!”
A
quella parola sia io che Allison rimaniamo di ghiaccio.
“Non
osare più dire una cosa del genere!” grida Ally
con la voce rotta
dal pianto,cullando nostro figlio.
Io
invece sono senza parole.
“Scusate”
mormora lui “ma quello che voglio farvi capire è
che... non
sarebbe cambiato nulla. Ormai voi vi amavate e in più
aspettavate un
figlio. Questa storia vi avrebbe fatto solo soffrire, come infatti
è
successo.” tenta di spiegarci l'Arcangelo.
“Tu
non capisci Gabe” dico scuotendo il capo “noi ci
fidavamo di voi
due, eravamo sicuri del vostro...affetto. Io mi fidavo di te, dopo
secoli che non ti vedevo, che non sapevo niente di te. Invece ho
sbagliato.”
L'altro
spalanca gli occhi. “Porca miseria Cass... la mia unica colpa
è
quella di aver tenuta segreta questa cosa per Sir.. ma guarda
tu”
alza le braccia al cielo “più si tenta di aiutare
un fratello e
più si ricevono calci! Ho aiutato anche te con quella storia
di
Allison...”
Una
mia occhiata di fuoco gli fa capire che deve smetterla.
Stava
per dire della “prova a sorpresa” per Allison
organizzata mesi fa
per testare se avesse davvero smesso di giocare con gli incantesimi.
“Storia
di Allison?” ripete lei guardandomi “Che storia,
precisamente?”
Oh
maledizione..
“Nessuna
storia tesoro... è che.. Gabe ogni tanto fa
confusione.”
farfuglio.
“Castiel,
tu sei pessimo nelle bugie, e lui sarà anche un mascalzone
ma
suppongo abbia una memoria elefantina. Cosa mi nascondi?”
“Diglielo
Castiel..” mi esorta l'artefice di questa situazione orribile.
Sospiro
e mi preparo alla tempesta.
*****
“Dirmi
cosa?” chiedo mentre Gabriel e Cass si fissano come se
fossero
pronti ad una sfida all'ultima sangue.
Cass
non parla, mi guarda e sospira.
Sono
sicura che quello che mi dirà non mi piace affatto.
Infatti
sto già preparando la mia mente e la mia voce a quella che
sarà una
grande litigata.
“Beh,
vedi amore..” mi dice “Dopo la stupidaggine che hai
fatto con
Michael, e dopo aver promesso che non lo avresti più fatto,
io non
ero..”
Si
ferma e si passa una mano sul viso.
Io
invece credo di aver capire cosa stia cercando di dirmi.
Ora
tutto ha un senso e per quanto questa cosa sia
“cinematografica”
avrei dovuto capirlo subito.
La
proposta di Gabriel, la sua richiesta di aiuto avrebbe dovuto farmi
capire cosa stava succedendo.
Però
voglio che sia Castiel a dirmelo.
“Allora?”
gli dico per incoraggiarlo a continuare.
Lui
si schiarisce la voce e gesticola un po'.
“Io
ti credevo quando me lo hai promesso. Davvero” continua
“ma
volevo esserne sicurissimo e così ho chiesto a Gabriel di
metterti
alla prova.”
Ero
preparata a questo ma ferisce comunque.
“Ma
è stato stupido farlo.” si
“difende”.
Annuisco
e i miei occhi si riempiono di rabbia e lacrime.
Ha
tutto il diritto di dubitare di me, lo ha.
E
ne aveva il diritto sopratutto quando ho promesso.
Nemmeno
io mi fidavo di me, quindi capisco che lui fosse spaventato dalla mia
avventatezza e desideroso di assicurarsi che fossi davvero
più
prudente.
“E
non ti bastava la mia parola?” gli urlo asciugandomi gli
occhi.
Lui
mi guarda tristemente e allunga la mano per accarezzarmi il viso.
Ma
io indietreggio sfuggendo al suo tocco.
Sono
ferita e arrabbiata. Davvero... molto arrabbiata.
“So
di aver fatto tante cose pessime ok? Io mi sono uccisa, sono andata
all'Inferno e dopo che mi hai tirata fuori di lì sono stata
ingrata,
avventata e irrazionale molto spesso. Ho i miei difetti. Sono un
essere umano Castiel. Io farò sempre sbagli.” gli
dico tutto d'un
fiato “Sono sconclusionata, folle e faccio cose senza senso.
Sono
pessima..”
Il
piccolo Gabriel mi guarda ma sta calmo e buono in braccio, mentre
Gabriel senior mi fissa senza dire una parola.
Lui,
come Castiel capisce che sono ferita, e sa che è anche colpa
sua,
quindi preferisce fare silenzio piuttosto che uscirsene con una delle
sue battutine stupide.
“Ma
voi angeli, oh voi.. esseri celesti siete peggio degli umani. Voi
siete diffidenti, siete facilmente irritabili e pieni di pregiudizi.
Credete che se uno fa uno sbaglio una volta allora è
destinato a
sbagliare per sempre, ma non è così che funziona
Cass..”
Il
mio amore – anche se ora vorrei strozzarlo – mi
guarda con occhi
tristi e lucidi di lacrime. Vorrebbe dire qualcosa, qualunque cosa,
ma sa che non è il momento di dire niente.
Lui
capisce che quello che sto vivendo ora è uno sfogo generico
non
riferito solo a questo episodio, ma a tutto il periodo che stiamo
vivendo.
Io
sono stanca di essere circondata da bugie, ipocrisia e “prove
di
fedeltà”. Sono davvero stanca.
“Ho
sbagliato e ho capito. Ho chiesto scusa un milione di volte per
quell'errore, e io.. io speravo che..”
“Tesoro,”
si intromette Gabriel “tu fai sempre un sacco dei casini.. Il
povero Castiel voleva solo essere sicuro. Noi ci fidiamo di te,
ma...”
“Voi?”
chiedo allibita “E vuoi dirmi cosa diavolo c'entri tu in
tutto
questo?”
“Beh
io..”
“Niente,
ecco la risposta! A me non interessa niente se tu non ti fidi di me
tanto da mettermi alla prova. Sto parlando della fiducia che Castiel,
il mio compagno di vita, mio marito, dovrebbe avere in me.”
gli
dico duro “Fiducia che ovviamente non ha.” concludo
guardando
Castiel.
Gabriel
senior mi fissa e sospira, poi sparisce senza dire nulla.
Cass
invece mi guarda e avanza di qualche passo.
“Allison,
io..”
“Sono
delusa Castiel. Ferita e delusa.”
“Lo
so!” mi dice “Mi dispiace.”
Faccio
un grosso respiro e rimango in silenzio per un attimo.
Non
so che dire.
Sarò arrabbiata con lui per un bel po' credo, ma
capisco le sue ragioni.. Più o meno.
“Ascolta
Cass..” dico rientrando dentro “Io sono uno degli
esseri umani
più complessi al mondo. Non è un bene lo so, ma
fare errori è
nella mia natura. Ne farò sempre e non posso farti credere
il
contrario perchè sarebbe una bugia.”
Lui
sospira e annuisce piano.
“Quello
in cui ho bisogno che tu creda, è la mia capacità
di capire dopo
ogni errore, la mia capacità di non commettere lo stesso
sbaglio di
nuovo, perchè è così che funziona per
me.” gli dico “Ora
dimmi, puoi fidarti di me o no? Perchè, se non ci riesci
stare
insieme diventa inutile.”
*****
La
vita è complicata esattamente come quei film che guarda
Allison.
Anzi
di più, perché quella è finzione e
dopo quei problemi spariscono,
mentre i nostri restano.
Posso
fidarmi di lei?
È
ovvio, non sarei qui altrimenti.
“Ally...”
inizio avvicinandomi “la.. prova che abbiamo organizzato io e
Gabe
è stata sicuramente poco... onesta. Ma mi ha confermato che
tu non
farai più cose del genere. Avresti potuto accordarti con lui
e
mentirmi, invece gli hai detto no categoricamente. Io... avevo paura
che tu gli dicessi sì, anche solo per fargli un favore.
Invece non
l'hai fatto. Farai altri errori? Sì, come li fanno
tutti.” faccio
una pausa e scuoto lentamente il capo “Anche io ne ho fatti,
e ne
farò. È nella natura del... Creato, suppongo.
Farai quegli
errori? No. E quindi sì Allison, sì... mi fido di
te. Ma cerca di
capire perché l'ho fatto. Volevo solo vedere se... avevi
davvero
capito, e credo proprio che tu l'abbia fatto. Ora sta a te decidere
se perdonare me per questo stupido ma utile test, o mandarmi via di
casa per la centesima volta.” finisco guardando
istintivamente
Gabriel in braccio alla mamma, che ricambia il mio sguardo.
Allison
sembra riflettere, guarda per terra e poi guarda nostro figlio.
“Direi
che... possiamo metterci una pietra sopra. Sono ancora arrabbiata con
te” precisa “per non parlare di quel.. Trickster.
Ma sì, capisco
perché l'hai fatto. In effetti con la
“telefonata” a Michael ti
ho quasi ucciso...” mormora.
Alzo
la mano verso il suo viso e questa volta non si ritrae, lasciandosi
accarezzare la guancia.
“Morirei
volentieri per te.. ma non perché fai telefonate agli
Arcangeli.
Pace?”
Lei
annuisce. “Pace. Per il momento. Ora vado a vestire il
piccolo..
sarà pure un angioletto ma ha il corpicino di un umano. Si
prenderà
un malanno. E dovresti cambiarti anche tu, non sei tanto angelo
ultimamente.” mi prende in giro voltandosi per salire le
scale.
“Già
hai ragione.. vuoi vestire anche me?” le dico ironico.
Mi
guarda e inarca un sopracciglio. “Stai diventando lascivo,
Castiel.
Comunque sono ancora un po' arrabbiata, quindi è
già tanto se ti
permetterò di dormire in camera...” e sale le
scale.
“Vedremo...”
rispondo io malizioso.
Resto
da solo in salotto e quando mi giro per chiudere la porta, trovo
Gabriel dietro di me.
“Oh
Dio... mi hai spaventato!” esclamo.
“Come
sei sensibile.” mi canzona lui.
È
strano, deve essersela proprio presa per prima.
Ma
se c'è qualcuno che dovrebbe davvero essere sconvolto,
quello dovrei
essere io.
Mi
ha costretto a dire ad Allison di quel... test, facendoci litigare.
“Cosa
ci fai qui Gabe? Non hai fatto già abbastanza
danni?” gli dico
pungente.
Lui
trae un profondo sospiro e si guarda intorno. “Volevo solo
sapere
se poi avete chiarito...”
Non
posso fare a meno di sorridere. “Oh vuoi sapere se mi ha
cacciato?
No, mi dispiace... ci siamo chiariti.”
Mi
guarda attentamente. “Non era questo il mio
obiettivo.” mi dice
fermamente.
“E
quale era allora?”
“Gli
umani dicono che le bugie hanno le gambe corte. Non volevo che tra di
voi ce ne fossero... se ora avete appianato la situazione, potrebbe
non essere stato così tra qualche mese o anno. Non volevo...
andare
sapendo che in qualche modo avrei potuto aiutarvi e non l'ho
fatto.”
C'è
qualcosa in questo discorso che mi sfugge.
Sono
molto poco angelo, è vero, ma qualcosa mi è
rimasto e quello che
percepisco provenire da Gabriel è... paura?
“Che
sta succedendo?” gli domando infatti.
Gabriel
alza le spalle. “Succedendo? Nulla
perché?”
Scuoto
il capo. “Non mentire con me, sono ancora abbastanza angelo
per
sentirlo. Che … sta per accadere?”
“Nulla
che ti riguarda Cass.. vivi la tua vita e proteggi la tua
famiglia.”
mi risponde serio.
Ma
così dicendo mi conferma che c'è qualcosa di
grosso che non vuole
dirmi.
“No,
ora tu mi dici che cavolo significa tutto questo!” grido
“Vieni
qui mi fai litigare con la mia donna e poi mi fai questi discorsi?
Per una volta, vuoi essere chiaro e onesto?”
“Io
lo sono!” grida a sua volta “E se ti riferisci alla
storia di Sir
e sua figlia, beh se un fratello mi dice di tenere il becco chiuso,
io lo faccio! E per inciso.... chi credi che ti abbia coperto quando
sei sceso giù a prenderla?” mi chiede indicando il
pavimento.
Sgrano
gli occhi e capisco.
“Tu?”
“Insieme
a Sirahel. Il nostro patto era quello di non romperci le scatole a
vicenda. Io ignoravo lui e lui ignorava me. Ma quando ha visto che..
lei aveva fatto quella cosa orribile, è come impazzito. Non
poteva
farlo di persona perché l'avrebbero sgamato e oltre che
avrebbero
fatto a fette lui, Allison sarebbe stata perduta per sempre.
Così
quando ha sentito che stavi scendendo giù per lei, mi ha
contattato
e ti abbiamo fatto da scudo! Credevi che i fratelloni si fossero
girati dall'altra parte? No ragazzo mio, io e Sir ti paravamo il
culo!”
Sbatto
le palpebre e lo fisso attonito. Devo dire che in effetti a questo
non ci avevo mai pensato.
Come
avevo fatto a farla franca, fino alla parentesi Myriam?
Erano
stati loro.
“Perchè
mi racconti questo?”
Gabriel
lascia cadere le braccia lungo i fianchi e distoglie lo sguardo.
“Affinché le cose possano sistemarsi anche con
Sirahel. Avrete...
bisogno di lui...”
E
di nuovo strane allusioni.
“Tu
hai intenzione di andare in pensione?”
Lui
ridacchia. “Io sono in pensione da secoli,
fratellino” sottolinea
con una certa logica “è solo che... devo fare una
cosa. E non so
come andrà a finire.” confessa finalmente.
Ecco,
lo sapevo io. Sta per fare una stronzata.
“E
sarebbe?” cerco di sapere io.
L'Arcangelo
scuote il capo. “Non sono cose che ti riguardano, papino.
Sappi
solo che... qualsiasi cosa succeda, con te e la pupa sono stato
sincero e che voglio molto bene a junior. Voglio bene a tutti voi,
ecco l'ho detto.”
Ora
mi spaventa.
“Gabriel...
dimmi cosa sta succedendo. Che devi fare?” ripeto allarmato,
perché
ho il sospetto di sapere cosa vuole fare.
“Questioni
di famiglia.”
“Allora
riguardano anche me.” gli faccio notare.
“No”
obietta “la tua famiglia è di sopra. La donna che
dorme con te e
ti ama e il bambino nato da voi che.. dannato te è un
piccolo
Castiel in miniatura.. anche se fa cose un po' da Arcangelo, visto la
mamma che si ritrova. Queste faccende sono.. lontane dal tuo sereno
universo. Tu non c'entri.”
Un
brivido freddo mi attraversa il corpo, non mi piace per niente questo
discorso, sa tanto di addio.
“Sei
mio fratello e anche se mi fai incazzare, non.. puoi impedirmi di
aiutarti.”
“Non
puoi fare nulla, non te lo permetterei. Hai troppo da perdere, io...
solo qualche donnina virtuale...”
“Dimmi
che non vuoi affrontare Lucifero.” dico all'improvviso, come
colto
da illuminazione.
Lui
mi guarda e sospira ancora una volta. “Abbi cura di te e
della tua
famiglia Cass...”
“Gabriel...”
ma alza la mano per zittirmi.
“Basta
così fratello. Prendilo come un ordine, basta
così. Sta' attento a
loro e...” fa una pausa e schiocca le dita “.. non
entrare tutto
bagnato in casa, la prossima volta sono sicuro che Ally ti
prenderà
a bastonate.”
Mi
guardo addosso e mi ritrovo perfettamente asciutto: soliti trucchetti
da Trickster, penso scuotendo il capo.
“Spero
di sbagliarmi Cass, e riuscire a salvarmi la pelle.. ma se
così non
fosse...” allunga la mano verso di me “addio
fratello.”
Accetto
la sua mano e gliela stringo, sentendo la sua potente Grazia mandare
una scarica alla mia,sempre più debole.
“Tu
sei un Trickster, non puoi...” mi fermo perché non
riesco a dire
quell'orribile verbo.
“Già,
teoricamente è così. Chissà magari tra
qualche giorno mi troverete
buttato sul divano a guardare i Mondiali di Calcio!”
Annuisco
ma la sensazione che ho è bruttissima.
“Sì ma... non se c'è
Allison, o prenderà a bastonate te.”
“Hai
ragione. Sarò discreto. Allora a... presto, Cass.”
e sparisce
senza lasciarmi il tempo di rispondere.
E'
successo tutto quanto così in fretta che mi chiedo se non
fosse
un'allucinazione.
Gabriel
mi ha appena detto addio?
Mi
passo una mano sul viso e decido di raggiungere Allison e nostro
figlio.
Non
mi va di stare da solo.
*****
“Ecco
pronto il mio bambino.. Profumato e asciutto.” sussurro
baciandogli
la guanciotta.
Lui
sorride e mi stringe con le sue piccole braccia vellutate e poi si
addormenta tra le mie. Sospiro e lo sistemo nella culletta.
Prendo
l'interfono ed esco dalla camera.
Gli
ultimi minuti sono stati stancanti. Litigare con Gabriel, poi con
Cass..
Odio
litigare. Sopratutto con le persone che amo.
Faccio
un grosso respiro e vedo Castiel salire le scale e fissarmi.
Ha
un'aria strana.
Eppure
sono qui sopra solo da pochi minuti. Cos'è successo?
Si
avvicina e mi bacia dolcemente..
“Hey,
non ti ho ancora perdonato del tutto.” gli dico.
Anche
se in realtà quello che vorrei dirgli è di non
fermarsi.
Mi
piace la morbidezza delle sue labbra. Adoro quando mi bacia..
Lui
fa un grosso respiro e mi bacia di nuovo.
La
sua bocca accarezza la mia lentamente.
E'...Non
so dire la sensazione esatta.
Non
voglio pensare ad una definizione adatta ora.. Voglio solo godermi il
momento.
Sollevo
una mano e le poggio sul suo bel viso.
Tuttavia
non riesco a lasciarmi totalmente andare, perchè
c'è qualcosa che
non va in lui. E' triste.
Il
mio amore è triste.
Mi
stacco da lui e lo guardo negli occhi. “Castiel.. Che
succede? Stai
bene?”
Lui
annuisce piano e poggia la fronte sulla mia.
Povero
amore, cosa ti è successo?
E' solo malinconia o è qualcosa di
grave?
Lo
abbraccio e lo tengo stretto a me accarezzandogli i capelli.
“E'
solo un po' di malinconia.. Agli umani capita a volte.” gli
dico
staccandomi da lui e guardandolo “Sai cosa faremo? Adesso
andremo
di sotto e ci metteremo sul divano. Ti preparerò una tazza
di
cioccolata calda e ti sentirai meglio.”
Cass
mi guarda senza dire niente.
Solo
annuisce e mi segue di sotto tenendomi per mano.
Si
siede sul divano ed io vado in cucina a preparargli la cioccolata.
Povero
angelo mio.. A volte si sente sperduto e fuori luogo. E questo mi
ferisce perchè lo rende triste, e vederlo triste rende
triste anche
me.
Lo
raggiungo sul divano e gli do la sua cioccolata.
Lui
prende la tazza e beve un sorso.
Se
lo gode con gli occhi chiusi e quando li riapre, sorride e mi guarda.
“In
effetti mi sento meglio.” mi dice.
Strofina
il naso al mio e mi bacia..
“La
cioccolata è antidepressiva..” gli sussurro. Poi
mi sdraio e lui
si sdraia accanto a me.
Gli
accarezzo i capelli e sospiro.
“Credo
di non essere più arrabbiata con te.”
Mi
guarda e sorride con occhi tristi.
“Grazie.”
mi dice “Ma così mi togli tutto il divertimento,
perchè avevo in
mente molti modi per farmi perdonare.”
Alzo
un sopracciglio e poi scoppio a ridere.
“Stai
diventando estremamente malizioso mio caro Castiel..” gli
dico
accarezzandogli l'addome sotto la maglietta “Direi che mi
piace.”
Il
mio delizioso e malizioso amore sorride e avvicina il viso al mio.
“Questo mi fa molto piacere..”
Mi
poggia la mano sulla guancia e mi guarda senza dire niente.
“Starai
bene?” gli chiedo.
Annuisce
e chiude gli occhi per un attimo. “Si, starò
benissimo, perchè ti
amo e tu ami me e.. il nostro piccolo dorme di sopra e tutto
è
perfetto. Quindi si.. starò meravigliosamente.”
“Ok..”
gli sussurro.
“Scusate
l'interruzione..”
Sobbalzo
appena e anche Cass mentre Sirahel ci fissa accanto alla tv.
Ci
alziamo e ci rimettiamo composti.
Non
voglio che Sirahel stia qui. Sono ancora furiosa con lui.
“Sirahel!”
esclama Castiel.
Lui
annuisce piano e alza la mano in segno di saluto.
“Allison...”
sussurra ancora.
“Ciao,
infimo bugiardo traditore.” gli dico alzandomi.
Lui
fa un grosso respiro e si avvicina poco a me.
“Vorrei
parlare con te.”
“Non
ho nulla da dirti.”
“Ma
io si, quindi perchè non mi ascolti per un attimo?”
Sgrano
gli occhi e rido appena.
Viene
a casa mia dopo avermi fatto un torto gravissimo e si permette anche
di usare quel tono impertinente.
Smetto
di ridere e lo fisso. “Sai cosa? In realtà ho
qualcosa da dire. Io
ti volevo bene e mi fidavo di te. Ma hai tradito la mia fiducia e mi
hai mentito per tantissimo tempo e cosa più orribile, mi hai
lasciata morire nonostante io sia tua.. figlia.” gli dico
pronunciando difficilmente l'ultima parola.
Lui
mi fissa con occhi tristi.
“E
sai una cosa? Se non mi avessi ferita e fatta sentire una stupida per
tutte le bugie, sarei stata felicissima di chiamarti
papà.”
Le
ultime parole devono averlo toccato molto, perchè si porta
una mano
sul cuore e si morde il labbro per trattenere il pianto.
Esattamente
come faccio io.
“Io
ti voglio bene..” mi sussurra lasciando cadere qualche
lacrima.
Poche
parole che però valgono tanto.. O almeno, varrebbero se non
fossi
furiosa.
Mi
schiarisco la voce per evitare di piangere a mia volta e me ne vado
di sopra.
Non
ho ancora voglia di vederlo e ho detto tutto quello che c'era da
dire.
Sono
stanca di essere ferita. Davvero stanca.
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Capitolo 41 *** I am gonna miss you ***
I
am gonna miss you
Mio
figlio ha una voce squillante e potente.
Non
vorrei risultare esagerata, ma la sua voce da umano non ha niente di
meno squillante rispetto ala sua voce angelica.
E'
decisamente.. capace di trapanarti i timpani.
Sopratutto
se scoppia in un pianto disperato alle 02.00 del mattino, in una
notte già di per sé movimentata.
Con
Sirahel che è venuto qui, alzando il mio livello di
nervosismo e di
stress, dormire mi risultava già difficile anche prima che
Gabriel
iniziasse a piangere accorato.
Forse
ha avuto un incubo.
Non
gli capitava da mesi oramai.
I
primi giorni non dormiva affatto si può dire. Ogni tre ore
voleva
mangiare il che è normale per un neonato.
Ma
ora ha sette mesi. E dorme tutta la notte da almeno due.
Cos'ha
il mio amorino? Sta male?
Raggiungo
la sua camera e lo prendo in braccio.
Singhiozza
e i suoi occhi sono pieni di grosse lacrime.
“Hey
cucciolotto.. Che cos'hai?” gli sussurro.
Mi
guarda e piange ancora più forte.
Eppure
sembra star bene. Non è sporco e non può avere
fame, perchè quando
ha fame lui si succhia le dita, non piange.
Piange
forte e si agita tra le mie braccia.
Ma
che succede? Non ha mai pianto così accoratamente.
Lo
cullo cercando di calmarlo ma lui piange senza sosta per lunghi
minuti.
Poi,
sicuramente stanco, poggia l'orecchio sul mio cuore e le lacrime si
fermano.
I
singhiozzi però lo scuotono ancora. E' agitato.
Povero
piccolo.
Gli
bacio la testa e gli accarezzo piano la schiena.
“Va
tutto bene amore della mamma. Tutto bene..” gli sussurro.
In
quel momento arriva Castiel.
E'
assonnato e mentre si strofina gli occhi avanza verso di noi.
Lui
di solito dorme come un sasso. Ma Gabriel ha pianto troppo e troppo
forte. Quindi si è svegliato.
Non
appena lo vede, il piccolo scoppia di nuovo in lacrime e gli tende le
braccia.
Questa
situazione mi confonde.
Non
è normale che pianga così.
E'
quasi come se avesse paura di qualcosa.
O
meglio ancora, per rendere l'idea, è come se fosse triste e
addolorato per qualcosa..
Ma
per cosa?
E'
un bambino di sette mesi, non dovrebbe aver preoccupazioni.
Lui
dovrebbe piangere perchè ha fame o più
semplicemente perchè fa i
capricci.
Invece
il mio piccolo è un bravo bambino.. E vederlo piangere
così mi
spezza il cuore.
Si
agita e tende ancora le braccia verso il padre.
Castiel
mi fissa ed io fisso lui per qualche secondo.
Credo
che siamo entrambi confusi in questo momento.
Dopo
poco però, Cass gli sorride dolcemente e lo prende in
braccio
cercando di calmarlo.
Spero
di sbagliarmi, ma credo che qualcosa non vada.
*****
Perché
fa così?
Piange
disperato e non capisco che cos'ha, so solo che la sua Grazia trema e
che né io né sua madre riusciamo a calmarlo.
“Cass
perché fa così? Dobbiamo chiamare un
dottore?” mi domanda
Allison.
Scuoto
il capo. “No.. non lo so. Non credo sia un problema fisico
è...”
mi fermo e la guardo “...è strano, ho come
l'impressione che stia
tentando di dirmi qualcosa, ma non lo capisco.” ammetto.
Ally
si passa una mano nei capelli. “Povero il mio amore... e ora
che
facciamo?”
Sospiro
mentre cullo Gabriel tra le mie braccia. “Non ne ho idea,
posso
solo tentare di rassicurarlo...”
“Castiel...”
la voce di Sirahel ci fa voltare verso la porta.
L'Arcangelo
è lì, sulla soglia, pallido e triste.
Allison
immediatamente si irrigidisce e
“Sir..
non è il momento, ti prego.” gli dico
immediatamente, ma lui alza
una mano.
“Devi
venire con me, adesso.” il suo tono è deciso, mi
ricorda molto il
Sirahel di tanti secoli fa.
“Ti
presenti nel cuore della notte e ci dai degli ordini?” si
intromette Allison avvicinandosi di qualche passo a suo padre.
Lui
la guarda e i suoi occhi si addolciscono. “Scusami tesoro...
è
davvero necessario che Castiel venga con me...”
La
sua voce è rotta dall'emozione, che diavolo è
successo?
Io
e Ally ci guardiamo e dopo averle dato nostro figlio in braccio, mi
avvicino all'Arcangelo.
“Che
succede?” gli domando.
Lui
scuote lentamente il capo. “Si tratta di
Gabriel...è successa una
cosa terribile.” mi annuncia abbassando la voce.
Sento
il sangue raggelarsi nelle vene. “Che significa?”
chiedo “sta...
bene vero?”
Che
idiota che sono, conosco già la risposta. Dentro di me la
conosco
benissimo...
“Non
proprio...” risponde mentre i suoi occhi si riempiono di
lacrime
“vieni a vedere tu stesso... per favore.”
Chiudo
gli occhi per un attimo e ripenso all'addio che mi aveva fatto solo
il giorno prima.
Gabriel
è morto, lo so.
E
Sirahel vuole portarmi da lui.
“Ok..
andiamo...” dico, poi mi volto verso Allison che tenta di
calmare
junior, non piange più disperatamente ma singhiozza
“Allison, devo
andare in... un posto adesso.”
Mi
guarda perplessa. “A quest'ora? Perché?
Cos'è successo?” poi si
accorge che Sirahel trattiene a stento le lacrime e si avvicina
“Perchè piangi? Mi dite che sta
succedendo?” ci chiede un po'
alterata.
Le
accarezzo il viso e vorrei sorriderle, ma non ci riesco.
“Torno
subito amore mio, tu resta qui e non preoccuparti.”
Stranamente
non obietta, forse capisce che la situazione è dannatamente
seria
oppure ha paura di sapere cos'è successo.
Sparisco
dalla cameretta di mio figlio insieme a Sirahel e mi ritrovo in un
grande salone di un hotel, credo.
Tutto
intorno a noi è caos ma quando abbasso lo sguardo, vedo
l'orrore.
Avanzo
lentamente verso l'uomo steso a terra, privo di vita, attorniato da
due enormi... ali incenerite.
Lo
sapevo, Gabriel è morto.
Guardo
Sir che resta in silenzio, con gli occhi bassi, cercando di non
piangere.
Mi
inginocchio accanto al corpo senza vita del tramite di mio fratello e
lo guardo: com'è possibile? Non può essere vero!
“Invece
lo è” risponde l'Arcangelo ai miei pensieri
“è vero. Lucifero
l'ha ucciso senza pietà... ha ucciso nostro
fratello...”
Non
rispondo, non alzo lo sguardo, non riesco nemmeno a pensare.
Gli
sfioro la fronte ed è già fredda, la potente
creatura che abitava
quel corpo se n'è andata per sempre.
Mi
rialzo e torno da Allison, anche Sirahel viene con me.
La
trovo ancora nella cameretta di nostro figlio e appena mi vede,
impallidisce.
“Cass!
Oddio stai male?” mi chiede allarmata.
“Gabriel
è morto” le dico a bruciapelo
“l'Arcangelo Gabriel è morto...”
Allison
mi fissa a bocca aperta mentre il bambino inizia a piangere
più
forte.
Piange
anche la mia parte di lacrime che non riesco a far sgorgare.
Credo
di essere sotto shock.
*****
Gabe
è morto.
Ora
capisco perchè il mio bambino piange così
disperatamente.
Ha
sentito che qualcosa non andava, che stava per accadere qualcosa a
suo zio e cercava di avvertirci.
Povero
piccolo.
Tanta
sofferenza in un cuore così fragile e innocente.
Gabriel
è morto.
Quel
burlone, a volte irritante di un Arcangelo, travestito da Trickster
è
morto.
Non
lo rivedremo mai più e il mio cuore sta andando in pezzi.
Ho
litigato con lui prima che morisse.. Io...
“Siete
sicuri?” chiedo.
Un
po' la speranza che si sbaglino mi rallegra.
Ma
dalle facce che hanno credo che la risposta si ovvia: sono
sicurissimi.
Il
piccolo Gabriel piange e di colpo, non so come, nella mia mente si
apre una specie di ricordo.
Non
so da dove provenga, non ricordo di aver mai fatto nulla del genere.
Fatto
sta che inizio a parlare una lingua che non conosco e disegno con le
dita, sulla fronte di mio figlio, uno strano simbolo che non so come
conosco.
Lui
si calma di botto e mi stringe un po' smettendo persino di
singhiozzare.
Ma
che ho fatto?
Sirahel
e Castiel mi fissano con gli occhi sgranati.
E
per un attimo ho paura di aver fatto una cosa orribile.
“Come
sapevi quello che hai fatto?” mi chiede Sirahel.
Scuoto
il capo e mi sento colta dal panico per un attimo.
“Non
lo so.” rispondo “Non so nemmeno cosa ho fatto.
Cosa ho fatto?”
chiedo a Castiel.
Lui
deglutisce a vuoto e piega un po' la testa.
La
morte di Gabriel ci sconvolge ancora tutti, solo che sembra che il
mio.. non so cosa, ci abbia distratti tutti per un attimo.
“Hai..
Tu hai.. appena parlato in enochiano al nostro bambino. E gli hai..
disegnato sulla fronte un simbolo che significa calma e pace
interiore.” mi spiega.
Cosa
ho fatto?
Oh
cielo!
E
da dove derivano queste mie conoscenze?
Io
non...
“I
tuoi poteri stanno venendo fuori..” sussurra Sirahel stupito
“Non
so come, ma..”
Ok,
non voglio parlare di questo. Non ora.
“Non
importa come..” dico “Io voglio.. voglio vedere
Gabriel.”
Castiel
mi fissa perplesso.
Forse
si domanda perchè io voglia vedere una cosa così
dolorosa.
“Allison..
Non è un bello spettacolo.. Forse non..” mi dice.
“Ti
prego.” dico iniziando a piangere “Sono stata
sgarbata con lui..
voglio almeno salutarlo come si deve.. Tecnicamente non può
nemmeno
sentirmi..Ma io credo che lui invece mi senta in qualche modo. Ti
prego.”
Gli
occhi di Castiel si rattristano, così come quelli di Sirahel.
Prende
il piccolo e guarda l'Arcangelo.
Lui
non vuole vederlo di nuovo suppongo, quindi sta tacitamente chiedendo
all'Arcangelo di accompagnarmi.
Sirahel
annuisce, ed io, messo da parte il mio orgoglio, mi avvicino a lui.
Chiudo
gli occhi e quando li riapro mi ritrovo davanti alle porte di una
grande sala.
Gabriel,
o meglio il corpo che lo conteneva, è steso a terra.
Le
sue ali grandi sono spiegate quasi stessero salutando.
Povero
Gabriel.. Mi dispiace tanto.
Mi
avvicino piano e mi piego sulle ginocchia.
Non
so nemmeno come sia successo, ma credo che sia piuttosto ovvio.
Gli
accarezzo i capelli e spero.. io spero che apra gli occhi e sia tutto
uno scherzo.. Nel suo stile.
Invece
lui giace in terra.. Ed è morto.
Questa
guerra non è neppure arrivata al momento più
forte e già miete
vittime troppo.. importanti.
Se
lui è morto.. Lui, potente Arcangelo, come possiamo anche
solo
pensare di vincere.
Piango
lacrime amare, su quel corpo freddo e familiare e poi gli bacio la
fronte.
Guardo
Sirahel e sospiro asciugandomi gli occhi.
“Andiamo
a casa per favore. Mio marito ha bisogno di me..” gli
sussurro.
Annuisce
e mi rimanda a casa.. Lui però non viene.
Credo
che voglia stare un po' da solo.
Mi
ritrovo nella camera mia e di Cass... Lui è seduto sul
letto, con
l'interfono in mano.
Sicuramente
Gabriel si è addormentato.
Faccio
un grosso respiro e mi siedo accanto a lui.
Non
dico niente, perchè ogni cosa che potrei dire, risulterebbe
stupida.
Ha
appena perso suo fratello.. Un mi dispiace non lo
farà
sentire meglio. Decisamente no. Io so come ci si sente.
Prendo
l'interfono e lo poggio sul comodino, poi gli accarezzo i capelli e
lo stringo un po' a me cullandolo un po'.
Lui
rimane impassibile per un attimo, poi si “aggrappa”
a me, e
piange.
Piangi
pure quanto vuoi amore mio. Dopo starai meglio!
*****
Tutto
questo non ha senso, com'è possibile che sia morto?
Gabriel
era più che... potente. Non si chiamava forza di
Dio per
caso!
Eppure
io lo sento, dannazione solo ora me ne rendo conto.
Sento
che non c'è più, capisco che prima io riuscivo a
sentirlo, ora non
più.
Piango
tra le braccia del mio amore che tenta di consolarmi, ma non
è
facile.
Anzi,
ora è impossibile.
Avrei
potuto fare qualcosa, o almeno tentare di fare qualcosa.
Invece
l'ho lasciato lottare da solo contro il Maligno e ora lui è
morto.
Mi
stacco da lei e cerco di ricompormi, non mi piace lasciarmi andare
così tanto, non voglio essere così debole.
“So
come ti senti amore” mi sussurra Allison accarezzandomi i
capelli
“so cosa significa...”
Annuisco
senza guardarla. “Già, lo sai molto più
di me. In fondo Gabe era
uno dei tanti fratelli, no? Cioè, ne ho a migliaia.
Però... fa
particolarmente male.”
In
realtà fa dannatamente male. Forse è causa della
mia umanità, ma
davvero non pensavo di potermi sentire così.
“Sì,
hai migliaia di fratelli e sorelle” concorda lei
“ma dubito che
ci fosse qualcuno come lui. Era... particolare.”
“Sì,
particolare è il termine giusto.” rispondo io
tentando di far
finta di non stare male.
Ma
lei lo capisce. “Non farlo Cass.”
La
guardo perplesso. “Fare cosa?”
Mi
sorride dolcemente. “Non fare finta di stare bene. Sfogati,
starai
meglio.”
“Sto
bene, non preoccuparti. È solo che disperarmi non lo
farà tornare.
Ora proviamo a dormire un po', vuoi?” le propongo
“ultimamente
subisco molto la stanchezza...”
“Ok,
vado a dare un'occhiata a Gabriel e torno da te.” e mi da un
bacio
sulle labbra.
Esce
dalla stanza e io mi distendo sul letto, guardando il soffitto.
Non
voglio pensare a nulla, ma lo faccio.
Penso
al passato, quando ero un angelo del Signore che combatteva con i
propri fratelli contro le forze del male.
Penso
a Gabriel che è morto ucciso da Lucifero, uno dei suoi...
nostri
fratelli.
Temo
per Sirahel, potrebbe impazzire e decidere di affrontare Lucifero.
E
temo per tutti noi, perché se il principe delle tenebre
è riuscito
a sopraffare l'Arcangelo Gabriel, siamo tutti nei guai.
Senza
accorgermene mi assopisco.
Mi
ritrovo in un giardino meraviglioso, pieno di piante e fiori
profumati.
Giurerei
di trovarmi... in Paradiso.
Mi
guardo attorno sorpreso e vedo arrivare un giovane alto e distinto.
Si
avvicina e pur non riconoscendolo, mi sembra un viso familiare.
Mi
sorride e noto che ha gli occhi... come i miei. E ha la Grazia, come
la mia.
“Gabriel?”
domando esterrefatto.
“Ciao
papà, è bello incontrarti.”
Sorrido
felice e gli prendo il viso tra le mani. “Oh mio Dio... sei
davvero
tu? Quanto sei alto!”
Lui
ridacchia divertito. “Beh è così che
sarò a venticinque anni. I
figli degli angeli tendono ad essere un po' grandi...”
Non
posso credere di parlare con mio figlio, Allison me l'aveva
raccontato descrivendomi l'emozione che aveva provato. Ma non pensavo
fosse così... spiazzante.
“Hey
papà smettila di fissarmi così! Sembra che tu
abbia visto un
fantasma!”
“Sì
scusami... è che” piego la testa e cerco le parole
adatte “è
strano parlarti, tu sei un bambino di sette mesi!”
“Lo
so” annuisce “ma presto crescerò e
avrò bisogno di te e della
mamma. Quindi devi farti forza, papà.”
Capisco
subito di cosa sta parlando. “Tu sentivi che cosa stava
accadendo,
vero?” gli domando.
“Sì,
ho praticamente visto lo zio Gabriel morire, e non potevo
intervenire. E non potevi fare nulla nemmeno tu. Quindi non
colpevolizzarti, intesi?”
Non
ci credo, anche mio figlio tenta di confortarmi! Ma è
stupendo,
riesco a sentire il suo amore per me e sua madre.
“Hai
ragione figlio mio... ma non ce la faccio a non sentirmi in colpa.
Avrei potuto..” ma mi interrompe.
“Basta
papà, sul serio. Il mondo non è sulle tue spalle.
Amavo tanto zio
Gabe, era uno spasso. Ma è morto e non è colpa
nostra. Lo sai di
chi è la colpa” fa una pausa e mi posa le mani
sulle spalle “la
nostra vita sarà.. complicata, soprattutto la mia.
Avrò bisogno di
te papà, quindi ti prego di essere forte.”
Annuisco
e gli sorrido. “Lo sarò. Dio che vergogna, mio
figlio mi sta
sgridando!”
Gabriel
scoppia a ridere. “Diciamo che sono la sintesi di te e la
mamma,
fantasioso ed estroverso come lei, severo e pratico come te.”
“Ti
è andata bene” gli dico “potevi essere
ingenuo come me e
avventato come tua madre!”
Ride
di nuovo. “Oh papà.. spero di essere divertente
come tutti e due!
Tu non lo sai ma quando vedo i vostri siparietti, mi fate morire! Tra
poco parleremo... tutti e tre.”
“Perchè
sei qui ragazzo mio?” gli chiedo.
Lui
sospira tornando serio. “Volevo che mi vedessi
papà, perché io
diventerò ciò che vedi solo se tu mi starai
accanto. Devi essere
forte...”
C'è
qualcosa che non mi dice.
“Cosa
succederà in futuro?” domando preoccupato, lui mi
guarda e scuote
il capo.
“Il
futuro è un'incognita che nessuno può sapere. Ma
noi saremo insieme
e questo è l'importante. Ora va', la mamma sta tornando da
te.”
Gabriel
mi abbraccia stretto, è così reale!
“A
presto figliolo...”
“Ciao
papà...”
“Hey
ti sei già addormentato?” mi domanda Allison
appena riapro gli
occhi.
“Cosa?
No, no... sono sveglio...cioè ora sono sveglio.”
Decido
di non parlare del sogno appena fatto, l'agiterei credo.
Mi
sorride e si sdraia nel letto accanto a me, cercando rifugio tra le
mie braccia.
“Sai
Allison” inizio dopo alcuni secondi “avevi
ragione.”
Alza
la testa e mi guarda corrugando la fronte. “Su
cosa?”
Traggo
un profondo respiro e sento le lacrime salirmi agli occhi.
“Sto
male.”
Scoppio
a piangere e lei mi stringe forte.
“Lo
so amore mio.. ma passerà fidati. Andrà tutto
bene, ci siamo io e
nostro figlio con te.. andrà tutto bene.” mi
rassicura.
“E'
morto sul serio Ally... stavolta è morto
davvero...” mormoro tra
le lacrime.
Mi
accorgo che ha iniziato a piangere anche lei. “Sì,
è andato via.
E ci mancherà terribilmente quel folle di un Trickster... ma
abbiamo
la nostra famiglia, abbiamo junior... non siamo soli.”
E'
buffo, è ciò che mi ha detto anche nostro figlio
nel mio sogno.
Sospiro
profondamente e la stringo forte a me, aspettando che il sonno faccia
il suo dovere e mi porti sollievo.
Mi
mancherai Gabriel ma i miei amori hanno ragione: non sono solo e ce
la faremo, insieme.
Il
Male è alle porte ed è molto potente. Ma insieme
lo sconfiggeremo.
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Capitolo 42 *** I miss my dad ***
I
miss my dad
E'
passata una settimana da quando Gabriel è morto.
Da
quando ci ha lasciati.
Mi
manca molto e manca anche a Castiel.
Lui
finge di star bene perchè non vuole agitare me e il piccolo,
ma la
verità è che non riesce a dormire e molto spesso,
anche se fingo di
non vedere, lo ritrovo ad asciugarsi gli occhi.
Povero
amore!
Vorrei
tanto aiutarlo, ma non so che fare.
Quello
che so, per esperienza personale, è che ci vuole tempo. E
anche che
le ferite non si rimarginano mai del tutto.
Le
cicatrici rimangono sempre, ma col tempo fanno meno male.
Faccio
un grosso respiro e penso.
Gabriel
era un burlone. A volte era seccante e rompiscatole, ma era buono.
Lui
era divertente e metteva allegria.
Credo
che avesse paura, ma alla fine ha smesso di averne ed è
morto da
eroe cercando di uccidere Lucifero e salvando Sam e Dean.
Così
almeno mi ha raccontato proprio Dean.
Ha
telefonato per sapere come sta Castiel. Anche lui sa cosa vuol dire
amare un fratello.
Tuttavia
ha detto che non sarebbe passato perchè non sicuro della
reazione di
Castiel.
Pensa
che forse lo odi un po', che odi Sam.. Ma io non credo che li odi.
Castiel
è un guerriero di Dio così come lo era Gabe.. Lui
sa che spesso, in
battaglia si perde.
E
oltretutto sa anche che prendersela con quei due ragazzi non
servirebbe a niente.
Gabriel
è morto perchè ha scelto di combattere. Ha scelto
da che parte
stare e anche se le possibilità di riuscita erano basse, ha
provato.
E'
stato coraggioso.
Mi
passo una mano sul viso e lo guardo mentre sul divano fissa il vuoto.
Ho
una sorpresa per lui. O meglio due.
Prendo
la prima dal forno e ne taglio una fetta.
La
metto in un piattino con una forchetta e, dopo aver preso un
bicchiere di latte, gliela porto in soggiorno.
Gabriel
è sul tappeto e lo fissa perplesso.
Credo che non gli piaccia
vedere il suo papà triste.. Non piace nemmeno a me, ma non
posso
chiedere allegria a chi ha appena perso una persona amata.
La
tristezza fa parte del processo di guarigione. Ed è anche
giusto che
sia così.
Non
sarebbe normale, o corretto per chi muore, gioire e non soffrire
almeno un po'.
Ma
alla fine andrà tutto bene.
“Hey
amore..” gli dico dandogli un bacio sui capelli “Ti
ho preparato
la torta Allison.. E ti ho portato anche un bicchiere di
latte.”
gli sussurro sorridendo.
Poggio
il bicchiere e il piatto sul tavolino e mi siedo.
Lui
mi guarda e sorride.
Imbocca
un pezzo di torta e poi mi bacia dolcemente.
“Grazie
amore mio.. I dolci aiutano quando si è tristi.”
Annuisco
e lo bacio di nuovo.
“Ho
anche un'altra sorpresa per te.” gli dico.
Prendo
Gabriel e mi alzo. Mi allontano di qualche centimetro da lui e mi
piego sulle mie ginocchia.
Metto
il piccolo in piedi e gli bacio i capelli. “Vai da
papà.. Fagli
vedere come sei bravo a camminare.”
Gabriel
ride, lascia le mie mani e battendo le sue cammina velocemente fino a
Castiel che lo prende tra le braccia sorridendo.
Sembra
più sereno stringendolo. Un bambino fa sempre tanto bene.
“Il
mio ometto cammina.. Sei bravissimo..” gli dice facendolo
saltellare in aria.
Il
piccolo ride beato, come non l'ho mai visto fare, e strappa un
sorriso anche a me.
Nessuno
dei due è sorpreso dal fatto che riesce già a
camminare nonostante
abbia meno di otto mesi.
Il
nostro bambino è speciale, come noi del resto.
Faccio
un grosso respiro e mi avvicino alla porta.
Hanno
appena suonato.
Apro
e sgrano gli occhi. Questa non me l'aspettavo.
La figlia di Jimmy
è qui davanti a me.
Sembra
stanca e tesa.
Ma
cosa?
“Claire!”
esclamo.
Lei
mi guarda e poi guarda Castiel. Credo che però lei consideri
solo il
corpo che possiede e che è di suo padre.
Corre
dentro casa e lo abbraccia forte scoppiando in lacrime.
Povera
piccola.
Gabriel
corruccia la fronte e poi scoppia in lacrime. Non vorrei sbagliarmi,
ma credo che sia geloso.. O forse, forse ora che Claire è
qui, un
po' di Jimmy riaffiora e Gabriel lo sente.
*****
“Papà!”
Claire
mi stringe forte, singhiozzando disperata. E io non so cosa fare.
Guardo
Allison che si stringe nelle spalle e poi guardo Gabriel che strilla
in preda ad una crisi di gelosia.
Sono
in imbarazzo, tecnicamente sono davvero il padre di Claire, ho il
corpo di Jimmy.
Ma
non l'ho concepita io...
Sospiro
e prendo la mia decisione, abbraccio forte Claire cercando di
confortarla.
“Non
piangere ti prego...” mormoro.
Mi
dispiace tanto per lei, so di averle portato via il padre e questo mi
fa sentire in colpa.
La
ragazza alza lo sguardo puntando quei suoi grandi occhi azzurri su di
me.
Oddio,
sono come quelli di mio figlio...
“So
che non c'è solo mio padre là dentro”
mi dice con la voce che le
trema “ma.. mi manca tanto!”
Annuisco
e le accarezzo la guancia. “Lo so piccola, mi
dispiace...”
Si
allontana un po' da me e guarda Gabriel, sgrana gli occhi e mi fissa.
“Chi è?”
Io
e Ally ci scambiamo un'occhiata imbarazzata: e ora come le spieghiamo
che ha un fratello un po' speciale?
“E'
mio figlio” interviene Allison avvicinandosi a noi
“si chiama
Gabriel.”
Claire
e Gabriel, che ha momentaneamente smesso di piangere, si fissano per
un po'.
Sono
certo che entrambi abbiano capito la verità.
“E
anche figlio tuo, vero?” mi chiede infatti la figlia di Jimmy.
Deglutisco
a vuoto e non posso fare altro che annuire. “Sì,
è mio...”
“Dunque
è per questo che stai qui” urla “hai
un'altra famiglia!”
“No
Claire ascolta...” tento di spiegarmi.
“No
non voglio ascoltarti!” e fa per andarsene.
Le
corro dietro e la prendo per le spalle. “Aspetta, per favore.
E'
colpa mia, non di tuo padre, lui non avrebbe mai fatto una cosa del
genere. Lui vi ama, te e tua madre, sono io che... amo la madre di
Gabriel. Capisci cosa voglio dire?”
Claire
mi guarda come se fossi un idiota. “Guarda che so come si
fanno i
bambini, e anche se papà ci ama e tutto quello che vuoi, hai
usato
il suo corpo per farlo.” scuote il capo incredula
“Tu e lei avete
fatto quel bambino come tu e mia madre avete fatto
me.
Praticamente hai due mogli!”
Mi
è venuto il mal di testa.
“Piccola,
è difficile da spiegare...” interviene nuovamente
Ally dopo una
mia occhiata supplichevole, ma Claire si volta a guardarla con uno
sguardo oserei dire feroce.
“Tu
non intrometterti, non sono affari tuoi. È tutta colpa
tua.”
Allison
tace e mi accorgo che quelle parole l'hanno ferita.
“Non
dire queste cose, Claire” la richiamo duro “Allison
non ha colpa
di nulla. È solo colpa mia.”
Claire
abbassa lo sguardo e altre lacrime scendono dai suoi occhi.
“Tua
madre dov'è?” domando.
“A
casa.” è la risposta.
Corrugo
la fronte e spero di aver capito male.
“Che
vuol dire a casa? Pontiac?” domando ancora.
Lei
annuisce. “Sì, sono scappata di casa per venire a
trovare mio
padre...” confessa “... ma ora capisco che
è stata una
stupidaggine. Hai già una famiglia...non ti importa
più di me!”
Povera
piccola, mi dispiace da morire. E sento, anche se vagamente, anche il
dispiace e l'amore di Jimmy.
Sono
padre ora, posso capire benissimo cosa vuol dire avere un figlio e
sono desolato per questa situazione.
“Non
è vero” obietto inginocchiandomi davanti a lei
“riesco a sentire
l'amore di tuo padre per te, sai? E questo fa sì che io...
ti ami
come lui, credo. Ho un figlio, e questo vuol dire che è
anche figlio
di Jimmy. Ma significa anche che è tuo fratello.”
si gira a
guardare Gabriel che ora è in braccio alla mamma
“Non ti
piacerebbe conoscere tuo fratello?”
Lei
continua a guardare quel fratello appena scoperto che la guarda con
un misto di curiosità e risentimento, poi guarda me con quei
suoi
grandi occhi tristi che mi spezzano il cuore.
È
difficile accettare una situazione così, posso immaginarlo.
Ma spero
che lo faccia.
Le
ho portato via suo padre, ma le ho dato un fratello.
*****
Claire
ha ragione.
E'
tutta colpa mia.. Se Castiel non si fosse innamorato di me,
probabilmente avrebbe tenuto il mio corpo e Jimmy sarebbe libero di
stare con la sua famiglia.
Ora
Claire, se ne sta qui e guarda Castiel con tristezza.
Lui
le ha appena chiesto se le va di conoscere il suo fratellino..
Ma
non credo che le interessi averci a che fare. Né che le
interessi
avere a che fare con me.
Giurerei
che mi odia.
E
non posso biasimarla. Io sono quella che le ha portato via suo
padre.. Tecnicamente non è così, ma per lei si.
Sospiro
e chiamo il servizio clienti.
Chiedo
il numero di telefono della casa di Jimmy e chiamo Amelia.
Sono
madre e posso capire benissimo quanto preoccupata quella povera donna
debba essere.
“Claire?”
mi risponde al
telefono.
Ha
la voce rotta dal pianto e non riesco nemmeno ad immaginare come mi
sentirei io se un giorno mi alzassi e non trovassi Gabriel in casa.
Mi
sentirei in preda al panico più assoluto. Terrorizzata.
“Sono
io.. Allison. Claire è qui. E' arrivata pochi minuti fa.
Dice che è
scappata di casa per venire a trovare.. il padre. Sta bene... La
porteremo a casa, partiamo subito.”
Amelia
rimane in silenzio.
Sento
solo un respiro greve, ma non so dire se è di sollievo per
aver
scoperto che sua figlia sta bene, o se di odio nel sentire la mia
voce.
“Riportate
mia figlia a casa!” mi dice
riattaccando.
Faccio
un grosso respiro e riattacco.
Amelia
mi odia.. Claire mi odia e in questo momento anche quello che rimane
di Jimmy mi odia.
“Amelia
vuole che riportiamo Claire a casa. Subito.” dico a Castiel.
“Non
voglio andare a casa.. Voglio restare qui. Io voglio restare con il
mio papà!” urla lei cercando rifugio tra le
braccia di Castiel.
Scuoto
il capo, mentre lui la stringe e salgo di sopra. Metto tutto quello
che serve a Gabriel in valigia e poi ritorno di sotto.
Afferro
le chiavi dell'auto e li guardo.
Claire
è furiosa e in preda alle lacrime. Gabriel li guarda facendo
il
musino triste ed io.. io, come Cass non so che fare.
Stringo
un po' il mio bambino e decido di dare loro qualche minuto.
Qualche
minuto serve anche a me a dire il vero.
Esco
fuori e mi siedo in auto. Occupo il sedile posteriore e posiziono
Gabriel nel seggiolone.
Non
so se Castiel sa come si guida.. Forse è nella sua memoria.
Beh,
se serve andrò avanti a guidare.
Guardo
il piccolo accarezzandogli la manina e lui mi fissa sul punto di
scoppiare in lacrime.
“Non
piangere piccolino.. Claire è la tua.. sorella maggiore
più o meno.
Lei è una brava bambina.” gli sussurro.
Lui
si calma e gioca con il pupazzetto attaccato al suo seggiolone, io
invece... Sento l'irrefrenabile voglia di piangere.
Mi
sento in colpa.
In colpa nei confronti di Claire e in quelli di
Amelia.. Persino nei confronti di Jimmy.
Sospiro
e lascio cadere qualche lacrima.
In
quel momento Castiel e Claire arrivano e salgono in auto.
“Allison..
stai bene?” mi chiede Castiel guardandomi tristemente.
Annuisco
e gli sorrido. “Sai guidare o vuoi che lo faccia
io§?”
Lui
scuote il capo mentre Claire si siede sul sedile passeggero.
“E'
nella mia memoria.. O meglio nella memoria di..” si ferma ed
io
annuisco facendogli capire che ho capito.
Si
allaccia la cintura e la fa allacciare a Claire. E poi partiamo.
E'
il viaggio più imbarazzante della mia vita.. O meglio il
secondo
viaggio più imbarazzante.
Il
primo l'ho fatto tempo fa con Jimmy seduto dietro e tutti ricordi di
me e Cass nella sua mente.
Il
piccolo e Claire si assopiscono dopo poche ore di viaggio. Io e
Castiel invece rimaniamo zitti.
Io
non so che dire e nemmeno lui. Così invece di dire cose
stupide,
rimaniamo in silenzio.
Arriviamo
a Pontiac di sera, e non appena sente l'auto, Amelia corre fuori
piangendo.
Claire,
che si è appena svegliata, apre lo sportello e corre dalla
madre. Io
invece scendo con calma e prendo delicatamente Gabriel mentre Castiel
tituba un attimo e poi si avvicina alla famiglia di Jimmy.
Amelia
piange di sollievo.
Guarda
Castiel, il corpo di suo marito, e gli sorride.
Poi
guarda me e il suo sorriso si spegne non appena si rende conto di
Gabriel.
Il
mio piccolo invece le sorride. Credo che gli faccia simpatia.
Rimaniamo
tutti fermi per un attimo e poi Amelia ci fa entrare dentro. Manda
Claire nella sua camera e ci fa accomodare.
Ci
sediamo. Io, Castiel, Amelia e anche Jimmy si può dire.
E'
imbarazzante.
“Grazie
per avermi avvertito subito.” dice Amelia di improvviso
guardando
Castiel.
“Non
c'è di che.” sussurra lui “Mi dispiace
che Claire soffra. Io non
ho mai voluto questo.”
Amelia
annuisce e poi fissa me e Gabriel.
“Un
bambino..” sussurra.
“Un
bambino..” ripete Castiel.
Io
invece lo stringo delicatamente baciandogli la testa.
Sento
quasi la necessità di proteggerlo.. Forse dalle cattive
emozioni che
suscita nella donna.
“E'
un bel bambino.. Ma..” Amelia sorride poco e poi abbassa gli
occhi
“non ce la faccio a guardarlo. Capisco tutto.. Io capisco. Ma
è
con il corpo di mio marito che l'hai concepito ed io non.. Non ce la
faccio. Tu.. Io.. E' il corpo di un uomo sposato che ha una figlia e
tu lo sapevi..”
Castiel
fa un grosso respiro e la guarda. “Amelia..”
Alzo
la mano e lo zittisco. “Lo capisco. E mi dispiace
tanto.”
sussurro “Mi dispiace che voi soffriate e mi dispiace di
essere
considerata la persona che vi ha portato via tutto. Perchè..
non lo
sono. E' il corpo di tuo marito, ma c'è il mio angelo
dentro.. Ed è
di lui che sono innamorata, non di Jimmy. Quindi mi dispiace per la
situazione.. Perchè tu vedi Jimmy quando lo guardi.. Ma io
vedo solo
Castiel e non chiederò scusa per essere innamorata di lui.
Né per
il nostro bambino!”
Amelia
mi guarda, così come Castiel. Io invece faccio un grosso
respiro e
decido cosa fare.
Hanno
bisogno di tempo: Castiel, Amelia e Claire. Ed io non sono la
benvenuta.
“Ti
aspettiamo in auto. Prendetevi tutto il tempo che serve.”
sussurro
al mio amore.
Lui
non dice niente. Semplicemente mi guarda uscire.
Sa
che deve affrontare questa cosa. Ed io non ne sono parte, non quanto
lui.
Esco
da quella casa e salgo in auto. Accendo l'aria calda cullando il mio
piccolo e piango.
Piango
forte, fino a singhiozzare.
Sono
spaventata.. Perchè, anche se non credo che
accadrà, ho paura di
perdere il mio amore.
*****
Allison
è appena uscita con Gabriel, lasciandomi da solo con Amelia.
Sembra
sollevata, si agita sul divano e mi guarda.
Sono
molto imbarazzato per il modo in cui mi guarda.
Io
sono dentro il corpo di suo marito, l'uomo che lei amava e ama ancora
e con il quale ha avuto una figlia.
Il
che vuol dire che dormivano insieme, facevano l'amore.
Mi
sta guardando con... amore.
Sospiro
e penso a cosa dirle.
“Amelia”
inizio sottovoce “mi dispiace molto per Claire, e per te. La
mia
missione non prevedeva la vostra sofferenza...”
“Ma
è successo però, ti sei preso Jimmy e ora...
giurerei di parlare
con lui ma in realtà non è lui” sospira
massaggiandosi la fronte
“mio marito mi manca tanto, e manca tanto a sua figlia.
Era... il
centro della nostra famiglia, e ora veniamo a scoprire che è
diventato il centro di un'altra famiglia.” conclude
amareggiata.
“Lo
so” le dico “ti sembra come se Jimmy ti avesse
tradito, ma...”
“E
non l'ha fatto?” mi interrompe sgranando gli occhi
“A meno che tu
non abbia fatto qualche.. magia delle vostre, c'è un solo
modo per
concepire un figlio. Non è tradimento?”
Alzo
le spalle. “Mi vergogno da morire, perché
sì Gabriel è figlio di
tuo marito, ma è anche mio” faccio una pausa e
sospiro
profondamente “il mio amore per Allison mi è
costato caro. Sono
stato cacciato dal Cielo, perseguitato, minacciato... ma ne
è valsa
la pena, decisamente. Tu sei umana Amelia, per te tante cose sono
normali, dalla più piccola come bere un caffè
alla più bella come
avere un figlio. Io non sapevo cosa fosse tutto ciò, e ora
lo so.
Grazie ad Allison, certo. Ma se non fossi qui dove sono, nella mente
di Jimmy, non le avrei mai vissute. È egoistico, lo so
benissimo, ma
sono felice di avere il corpo di tuo marito, perché mi ha
fatto
capire quanto può essere stupendo essere umano.”
Amelia
mi guarda con gli occhi pieni di lacrime, le trema il mento e
combatte strenuamente con il pianto che vuole esplodere.
“Mi
stai dicendo che … non riavrò più mio
marito?” mi chiede con
voce tremante.
Pur
non sapendo la sua reazione, istintivamente allungo una mano e prendo
la sua, stringendola forte.
“Io
non so cosa succederà nel futuro, Ames” ammetto
guardandola negli
occhi “hai visto, stanno succedendo tante cose orribili nel
mondo,
è in corso una guerra... soprannaturale, e noi tutti siamo
stati
presi nel mezzo. Tutto quello che posso prometterti, è che
proteggerò il mio tramite, Jimmy, con tutte le mie forze.
Gli devo
tantissimo, non permetterò che gli succeda nulla senza aver
combattuto per salvarlo. Ma se devo essere sincero, mi piace essere
umano, amo la famiglia che ho creato a scapito della vostra, e pur
sentendomi in colpa, non potrei mai farne a meno. Sì, a meno
che non
succeda qualcosa che mi strappi da lui come già è
successo, non
credo che lascerò il corpo di Jimmy.”
E'
rimasta ad ascoltarmi in silenzio, pallida e triste.
È
una donna molto bella e dolce, devo ammette che sia io che Jimmy
siamo stati molto fortunati, le nostre donne sono splendide.
“Capisco.
No non capisco” si corregge “non capirò
mai perché dobbiate
stravolgere le vite delle persone pretendendo che vi facciano da...
marionette!” mi rinfaccia togliendo la mano dalla mia.
Abbasso
gli occhi e non so cosa dire. Ma perché mi caccio sempre in
situazioni strane?
“Ma
d'altronde Jimmy ti ha detto sì, quindi credo che la colpa
più
grande sia sua. Va', torna dalla tua famiglia Castiel, è
lì il tuo
posto” e si alza facendo alzare anche a me.
“Che
tu ci creda o no Amelia, mi dispiace davvero per voi. Jimmy vi ama e
so per certo che si è pentito amaramente di avermi detto
sì due
anni fa, se potesse tornare indietro mi manderebbe al diavolo. Ma
come ha detto poco fa Allison, non mi pento di quello che ho fatto,
non mi pento di aver amato e di amare la mia compagna, e sicuramente
non mi pento di aver messo al mondo mio figlio.” dico con una
decisione che sorprende anche me.
Lei
annuisce e accenna un sorriso. “Io lo capisco questo,
davvero. Ma
non riuscirò mai ad accettarlo davvero.”
Sospiro
e decido di non replicare. “Posso.. posso salutare Claire
prima di
andare via?” domando invece.
Ci
pensa un attimo e poi annuisce. “Ok.” e va di sopra
a chiamarla.
Scendono
un paio di minuti dopo, Claire ha pianto ancora si capisce
chiaramente, e credo che abbia pianto anche sua madre.
“Claire...
sto andando via, volevo salutarti.”
Lei
si avvicina e mi guarda con occhi tristi. “Verrai a trovarmi,
ogni
tanto?”
“Sì..
sì verrò” le prometto “ma tu
non devi più scappare di casa e
far spaventare tua madre, ok?”
Fa
di sì col capo e poi mi abbraccia forte. “Non sto
abbracciando te”
precisa “sto abbracciando mio padre.”
“Lo
so... ma ne prendo un po' anche io.”
Quando
si allontana da me, noto che ha qualcosa in mano, un pupazzetto.
“Questo
è per... Gabriel” mi dice porgendomelo senza
guardarmi “io sono
grande, non mi serve più.”
La
guardo stupito e le sorrido, ha appena fatto un regalo al suo
fratellino.
È
un coniglietto bianco, morbido e peloso, con un campanellino al
collo.
“Ti
ringrazio piccola, gli piacerà molto.” e le bacio
la fronte.
Poi
guardo Amelia che ci osserva a braccia conserte, e la saluto.
“Ciao
Amelia... e per qualsiasi cosa... non esitate a chiamarmi.
Davvero.”
Lei
annuisce e mi accompagna alla porta.
Il
rumore della porta che si apre e si chiude alle mie spalle, attira
l'attenzione di Allison, che scende dall'auto.
Quando
mi avvicino, mi rendo conto che ha pianto.
Ma
ora sorride e mi stringe in un abbraccio.
“Ti
ho fatto aspettare, scusami.” le dico.
“Non
preoccuparti, va tutto bene.” mi dice guardandomi negli occhi
“Com'è andata?”
Mi
stringo nelle spalle e sospiro. “Non lo so. Ho detto ad
Amelia che,
anche se mi dispiace molto per loro, non mi pento di nulla. E che
lasciare il corpo di suo marito non è nei miei
programmi...”
Allison
sorride felice e mi abbraccia di nuovo. “Sai.. per un attimo
ho
temuto che tu... decidessi di... non so, lasciare Jimmy o stare con
lei...”
La
guardo corrugando la fronte. “Cosa? Con Amelia, io? Stai
scherzando
spero!”
“Lo
so, sono idee un po' contorte ma... ho avuto paura.”
Scuoto
il capo e le accarezzo la guancia. “Sono diventato troppo
egoista
per lasciare Jimmy perdendo te e nostro figlio” le dico
“e non
così umano da concepire l'idea di poter stare con la moglie
del mio
tramite. Ho chiarito le cose con lei e ho promesso a Claire di venire
a trovarla, ogni tanto. Tutto qui.”
Annuisce
e apre lo sportello. “Torniamo a casa?”
“Certo...
posso guidare di nuovo io? Devo ammettere che è
interessante...”
“Oh
sì, è tutta tua. Sono troppo... stanca per poter
guidare...”
Saliamo
in macchina e mi giro a guardare Gabriel, che al contrario di quello
che pensavo, è sveglio e sorridente.
Mi
allungo dietro e gli do il pupazzetto che mi ha dato Claire.
“Ecco
piccolo.. questo te lo manda... tua sorella.”
Lui
prende il coniglietto e lo scuote, facendo suonare il campanellino.
Gli
piace, perché ride divertito.
“E'
stata molto gentile.” dice Allison.
Io
annuisco. “Sì, è una brava bambina.
Anche sua madre è una brava
donna, e credo che abbia capito la situazione anche se dubito che
l'accetterà mai. Ma non posso farci niente” faccio
una pausa e la
guardo “io ti amo e non mi pento di nulla.”
Allison
mi sorride e si stende per darmi un bacio sulle labbra.
“Ti
amo anche io, e non mi pentirò mai di nulla.”
Ripartiamo
alla volta della California, sapendo che quella appena superata,
è
stata una prova.
Piccola,
umana e gestibile, certo. Ma pur sempre una prova.
Ce
ne saranno altre, lo sappiamo.
Ma
non importa.
Ho
perso il mio posto in Paradiso per Allison, lo rifarei altre cento
volte.
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Capitolo 43 *** Marry me ***
Marry
me
Ho
in mente una cosa.
La
voglio fare. Voglio farla disperatamente, e anche se l'esito mi
è
chiaro, ho paura.
Dovrei
imparare a non avere progetti o prospettive. Perchè se poi
le cose
non andranno come pensavo, rimarrò male. Molto male.
Ma
non credo che andranno diversamente.
Però
non si sa mai.
Sospiro
e sfoglio una rivista distrattamente, seduta a letto.
Gabriel
dorme da mezz'oretta circa.. Stasera si è addormentato
tardi. Erano
più o meno le 23.30.
Era
troppo allegro. Euforico e non riuscire a prendere sonno.
Alla
fine però ce l'ha fatta e ora dorme tranquillo.
Il
mio bambino... è bellissimo. Il bambino più bello
che abbia mai
visto.
Sono di parte lo so..
Faccio
un grosso respiro e mi rendo conto di piangere.
Perchè
sto piangendo?
“Allison..”
mi sussurra Castiel entrando dalla porta.
Non
mi ero accorta che fosse arrivato.
“Che
cos'hai?” mi chiede spostandomi i capelli dal viso
“Perchè
piangi? Ti senti male?”
Scuoto
il capo e mi asciugo il viso con il palmo della mano. “No.
Sto
bene.. E' solo che stavo pensando.”
“Pensando?
Beh.. dovresti smettere se ti fa piangere..”
Lo
guardo e gli sorrido tra le lacrime che sono aumentate un po'.
Non
so che cos'ho. Sono tesa, malinconica.. sono.. una stupida a volte.
Volte come questa.
Castiel
mi guarda preoccupato e mi bacia dolcemente.. “Allison.. va
tutto
bene. Dimmi cos'hai.”
“Sono
solo un po' agitata.” gli dico “Starò
bene tra poco. Ti va di
abbracciarmi fin quando non mi sento meglio?”
Ecco
qui. La bambina che c'è in me che viene fuori..
Non
la sopporto.. Vorrei prenderla e ucciderla con le mie mani.
Mi
sento una stupida quando mi sento fragile come adesso.
Castiel
invece sembra intenerito.. Mi sorride e si stende sul letto tenendomi
stretta tra le braccia.
Mi
bacia la fronte e mi accarezza con una mano i capelli e con l'altra
la schiena.
Respira
piano, lentamente..
Il
suo respiro è già sufficiente a farmi sentire
più calma..
Lo
amo tanto, davvero tanto..
E
la cosa che voglio fare, e che coinvolge anche lui.. beh, se a lui
non piace come idea.. mi farà male molto male.
E'
assurdo avere certi pensieri.
Sono
sicura della risposta che mi darà.. O meglio, lo ero.
Prima
di Claire e Amelia lo ero al 100%. Ora lo sono al 98% e quel 2%
rimanente mi terrorizza e rende insicura.
Ma
devo farlo.. C'è solo un modo per sapere come
andrà a finire..
“Castiel..”
“Si
amore?”
Respiro
a fondo e mi divincolo piano dal suo abbraccio.
Mi
avvicino al comodino e prendo una scatolina.
Lì
dentro ci sono due fedi ed io sto per chiedere al mio amore, di
sposarmi.
Tecnicamente
e per la legge lo siamo già, grazie al certificato che
Sirahel ci ha
procurato, ma io voglio sposarlo per davvero.
Con
i nostri pochi amici, un prete, un abito da sposa, le promesse, i
fiori e tutto il resto.
Voglio
sposarlo davanti a Dio.. Beh.. potrei anche dire di fronte a suo
padre a dire il vero..
Mi
sposto i capelli indietro e mi volto verso di lui.
E'
preoccupato.. Mi guarda e non sa cosa aspettarsi.
Anche
lui è insicuro come me a volte.. Siamo proprio perfetti
l'uno per
l'altra.
Apro
la scatolina e gli mostro le fedi.
“Lo
so che tecnicamente lo siamo, visto che Sir ci ha procurato un
certificato, ma.. vorrei che ci fossero i nostri amici, e i fiori e
l'abito.. Le promesse e tutto il resto.. Quindi.. Vuoi
sposarmi?”
Faccio
un grosso respiro e attendo.. Castiel sembra felice.. ma c'è
sempre
un 2% che mi pietrifica.
*****
Non
posso crederci.
Io
ho visto tante cose strane, avvenimenti inaspettati o bizzarri, ma
questo...
Non
riesco a fare meno di sorridere e anzi di ridacchiare di fronte a
questi anelli, e Ally non la prende bene.
“Ti..
sembra ridicolo? Perché ridi?” mi domanda tra il
perplesso e
l'irritato.
Scuoto
il capo. “No amore mio... è solo che è
strano...”
Lei
sospira. “Sì lo so, ti sto chiedendo di sposarmi e
di solito qui
da noi lo fanno gli uomini alle donne, ma visto che tu... non sei
pratico di queste cose, ho pensato di farlo... ma se non ti va
lasciamo stare.” conclude triste.
La
guardo negli occhi e alzo una mano per accarezzarle il viso.
“Sai,
credo che tu mi stia un po' sottovalutando..” le dico
enigmatico.
Ally
aggrotta la fronte. “Che vuoi dire?”
Sospiro
e mi alzo dal letto, mi avvicino alla cassettiera e ne apro l'ultimo
cassetto.
Rovisto
tra quelle cianfrusaglie che so non essere mai visitate da Allison e
trovo quello che mi interessa.
Mi
giro e la trovo a fissarmi con un'espressione confusa.
Sorrido
stringendo in mano uno scatolino di velluto blu, torno a sedermi
accanto a lei e mi preparo cosa dirle.
“Vedi
Allison, io sto diventando umano, non solo per i sentimenti che
provo, così diversi e così più intensi
di quelli che provavo
prima... di te. Ma lo sto diventando anche nelle abitudini, nei
ragionamenti” mi fermo per riordinare le idee e riparto
“più
passa il tempo, più tante cose che prima non sapevo o che mi
sembravano strane, bizzarre o magari inconcepibili, ora iniziano a
sembrarmi normali. L'altro giorno per esempio, mi sono ritrovato a
pensare che tra quindici anni Gabriel ci chiederà la
macchina, ma io
tecnicamente non sapevo che a sedici anni si prende la patente!
È
una conoscenza.... umana, che mi ha trasmesso Jimmy.”
Allison
sorride e so per certo che sta immaginando quel giorno e magari sta
immaginando anche la mia faccia terrorizzata quando vedrò
Gabriel
salire sulla sua nuova auto pensando che sicuramente guiderà
come un
pazzo, vista l'età.
“E
oltre a questo” riprendo dopo alcuni secondi
“qualche settimana
fa ho ricordato un particolare che non è mio, ma di
Jimmy.”
“Che
cosa?” mi domanda incuriosita.
Istintivamente
guardo la mia mano sinistra. “Poco meno di tre anni fa, Jimmy
si
tolse la fede dal dito perché aveva paura di perderla dato
che era
un po' larga, progettando poi di farla... restringere. Ma dopo un po'
sono arrivato io a rompergli le scatole e... il resto lo conosciamo
bene.”
Allison
si è rattristata, credo che le dia fastidio sentire parlare
di Jimmy
marito di qualcun'altra, ma devo spiegare questa
cosa perché
è molto importante.
“Già...
ti ha detto sì, sei sceso a prendere Dean e poi sei tornato
per me.
E questo ti è costato tutto quanto...” dice
sospirando.
“Ehi”
esclamo io “hai saltato la parte migliore. Mi sono innamorato
di te
e mi hai dato un figlio. Questo annienta tutto il resto,
credimi.”
le assicuro guardandola negli occhi.
Lei
sorride ma il suo sguardo resta un po' triste e carico di domande.
“Comunque,
dicevo” riprendo il discorso precedente “ho
ricordato questa cosa
di Jimmy e del suo anello e ho realizzato che io e te... non abbiamo
le fedi. Voglio dire, non solo essere amanti e avere un figlio ci
rende per forza di cose marito e moglie, ma Sir ha fatto in modo che
tutti si ricordassero di noi come di una coppia sposata.
Però non
abbiamo le fedi, e...” faccio una pausa e scuoto il capo
sorridendo
“io sto impazzendo sul serio. Mi sono detto che dovevamo
averle,
perché si usa, è una cosa umana e ho pensato che
ti sarebbe
piaciuto, e quindi...” le mostro lo scatolino che ho in mano
“...
ho comprato queste, aspettando il momento giusto per
mostrartele.”
Allison
posa le fedi che ha in mano e prende l'oggetto dalla mia.
Mi
guarda in modo strano e lo apre.
Scoppia
a ridere. “Non ci credo... hai comprato due fedi? Di testa
tua?”
Dovrei
sentirmi un po' offeso, suppongo. “Certo, te l'ho detto che
sto
diventando mostruosamente umano. Le ho prese d'oro bianco
perché
quelle di Jimmy e sua moglie erano d'oro giallo. Dovevano essere
diverse, e bellissime. ” le spiego.
Ally
inclina la testa, un po' come faccio io, e mi sorride con dolcezza.
“Oh... Cass, questo non me lo sarei mai aspettato. Voglio
dire...
non lo so cosa voglio dire!”
Mi
stringo nelle spalle, poi mi viene un'idea. “Ascolta, visto
che
effettivamente è l'uomo che lo chiede alla donna... mi vuoi
sposare?”
Il
mio amore spalanca gli occhi che subito si riempiono di lacrime.
“Sì,
sì voglio sposarti!” e si butta tra le mie braccia.
“Ma
ora abbiamo un problema” dice seria staccandosi da me e
asciugandosi le lacrime dagli occhi.
La
guardo preoccupato. “Che problema?”
Prende
in mano entrambi gli scatolini delle fedi. “Abbiamo quattro
fedi,
due bianche e due gialle, ma solo due mani sinistre... che
facciamo?”
Oddio...
e ora cosa rispondo?
“Tu..
cosa vuoi fare? Quali ti piacciono?” le domando sperando che
sia
lei a risolvere questo piccolo problema che ho il sospetto possa
diventare un enorme problema.
Lei
ci pensa su un attimo, poi apre le scatole e le guarda. “Sono
belle
tutte e quattro...” si ferma e mi guarda come se avesse avuto
un'illuminazione “ci sono! Le facciamo fondere per creare due
nuovi
anelli!”
Annuisco
anche se non so cosa ne verrà fuori.
“Ne
usciranno due anelli di oro rosa, un colore fantastico e molto di
moda! Sì, faremo così! Sempre che per te vada
bene tesoro...” mi
chiede facendomi gli occhi dolci.
“Certo,
per me va bene tutto quello che vuoi.” le rispondo.
Si
alza dal letto sorridendo felice. “Perfetto! Ho un sacco di
cose da
fare.. a partire dal vestito, per me e per te. E per Gabriel! E i
fiori, gli inviti, pochi amici ma buoni e...” continua a
parlare
euforica e io la guardo sorridendo.
“Tesoro...
è quasi l'una di notte.” le faccio notare.
“Hai
ragione” dice con un sospiro “pensavo fosse
mattina. Ok, vorrà
dire che comincerò da domani!” e mi da un bacio
appassionato.
È
felice, e questo rende tanto felice anche me.
E
quando siamo entrambi felici, di solito finisce che facciamo l'amore.
*****
“Sono
grassa...Come posso sposarmi se sono grassa? Il vestito non mi
entrerà.”
Sospiro
e guardo il mio piccolo amore che mi guarda seduto per terra.
E'
allegro e felice.. Ed è bellissimo... Oggi si
battezzerà.. Io e
Cass ci sposeremo e lui si battezzerà.
Due
piccioni con una fava.. Un felice momento condiviso con il nostro
piccolo.
Mi
piego sulle mie ginocchia e lo prendo per le manine. Lui sorride e si
alza in piedi.. Adora camminare, ma ancora barcolla un po', quindi
spesso cade.
Per
fortuna ha il pannolino, altrimenti si farebbe parecchio male.
“Lo
sai che giorno è oggi?” gli chiedo dolcemente
“Oggi è il giorno
in cui tu ti battezzi e in cui la tua mamma e il tuo papà si
sposano.”
Lui
sorride e si avvicina a me abbracciandomi.
Lo
prendo in braccio e mi alzo. “Si, hai capito bene! Mamma e
papà si
sposano..” lo sbaciucchio tutto e lui ride gioioso.
Gli
piace tanto quando giochiamo.
A
dire il vero, Castiel ci gioca più di quanto io non faccia..
Solo
che adesso lui è fuori con Sam e Dean che sono venuti per le
nozze.
Mi
fa piacere che siano qui. Davvero!
Loro
meritano un po' di svago e a Castiel farà bene stare con i
suoi
amici.
Sono
gli unici amici che ha.. In effetti credo che Dean gli farà
da
testimone..
Sorrido
al mio bimbo e lo faccio saltellare.
Oggi
mi sposo!
Io..
mi sposo. E avrò un abito da principessa, delle bomboniere e
tutto
quello che rende questo giorno il più bello per una donna.
Mi
sono occupata di tutto.
Il
giardino è stato preparato stamattina, il catering
arriverà nel
pomeriggio e mia cugina Sidney, che mi farà da testimone..
beh spero
che arrivi in tempo, perchè la puntualità non
è il suo forte.
Ci
saranno pochi invitati.
Dean,
Sam, Sidney, il prete che sa del soprannaturale, e Sirahel e Stefany.
Io
non volevo che Sirahel venisse, sono ancora arrabbiata con lui.. ma
Castiel l'ha invitato e non posso pretendere che non lo faccia.. E'
come un padre per lui e dopotutto, per me.. beh è davvero
mio padre.
Sospiro
e sobbalzo quando suonano alla porta.
Gabriel
mi guarda e scoppia a ridere..
“Hey..
non ridere della mamma..” gli dico fingendo si essere severa.
Ma
poi scoppio a ridere a mia volta e gli bacio la guancia aprendo la
porta.
E'
Sidney.. Grazie al cielo. Credevo che non sarebbe arrivata in tempo.
“Sid..”
sussurro abbracciandola.
Lei
ride gioiosa e mi stringe tra le braccia... poi guarda il piccolo e
per Gabriel, come prima con Dean e Sam, è amore a prima
vista.
Le
tende le braccia e lei lo prende con dolcezza..
“E'
bellissimo..” mi dice.
“Come
sua madre.. Per fortuna non somiglia a suo padre..”
Sia
io che Sidney ci voltiamo vero la voce che ha parlato e vediamo
Castiel, Sam e Dean avanzare.
E'
stato Dean a parlare. E ora si è stampato sul viso
un'espressione
da playboy.
Come
era ovvio che accadesse, ci prova con Sidney che è una donna
piacente.
Mia
cugina tuttavia sembra preferire Sam e Castiel.
Povero
Dean.. credo che andrà in crisi.
Gli
sorrido e faccio le presentazioni.
“Sidney..
Questi sono Sam e Dean e il mio sposo, Castiel.” le dico
indicandoli in ordine “Ragazzi, questa è Sidney,
mia cugina.”
Sam
e Dean le sorridono, Castiel invece le tende la mano.
Sidney
sa quello che faccio per vivere e le ho spiegato tutto quello che
doveva sapere su queste nozze quando l'ho invitata.
Sa
che Castiel in pubblico è James, ma a lei dico il suo vero
nome.
“Incantata..”
dice loro.
Gabriel
sorride e tende le braccia a Dean.
Lui
lo prende e poi entriamo dentro.
Il
pomeriggio arriva in fretta.. Sono agitata ed emozionata e mentre mi
vesto nella mia camera, penso a Castiel nell'altra.
Gabriel
è con Sam, sono in giardino e giocano mentre il prete e
Sirahel e
Stefany li osservano...
Faccio
un grosso respiro e guardo la porta a cui hanno appena bussato.
“Avanti.”
La
porta si apre e Dean entra piano..
“Wow..
Sei.. bellissima. La sposa più bella che io abbia mai
visto.” mi
dice.
Sorrido
e annuisco piano “quante spose hai visto nella tua
vita?” gli
chiedo scherzando.
Lui
ride e poi mi guarda. “Grazie.”
“Per
cosa?”
“Per
aver reso me e Sam partecipi di questo momento così bello e
normale.
La nostra vita fa schifo, tu ne sai qualcosa.. Ma quando ieri siamo
arrivati qui, e abbiamo visto te e Castiel, quando abbiamo visto
Gabriel.. beh, la mia vita mi è sembrata bella per un
attimo.” mi
dice dolce.
Ho
gli occhi pieni di lacrime, lo so.. Lo sento.
Sorrido
e lo abbraccio. “Non c'è di che.”
Mi
stacco da lui e faccio un altro grosso respiro mentre bussano di
nuovo alla porta.
“Avanti..”
dico di nuovo.
Stavolta
quando la porta si apre, è Sirahel..
Mi
irrigidisco un po' e Dean lo capisce. Mi fa l'occhiolino ed esce
dalla stanza.
Ora
sono sola con mio padre che mi guarda con orgoglio e dolcezza.
“Io
volevo solo farti i miei auguri.. So che non mi vuoi qui e me ne
andrò perchè questo è il tuo giorno ed
io non voglio
rovinartelo..” mi dice.
Sospiro
e lo guardo allontanarsi dopo avermi fatto i suoi più cari
auguri.
Se ne sta andando ed io non sono sicura di volere che se ne vada.
Sono ancora delusa e arrabbiata con lui.. Sono ferita da ciò
che ha
fatto.. O meglio da ciò che non ha fatto: dirmi la
verità.
Ma so
anche, per esperienza personale, che l'orgoglio non serve a
niente.
Fa solo male.. e il male che fa, è più doloroso
del
dolore che una delusione provoca.
Perchè ti annienta. Annienta la
fiducia che hai nel prossimo e la possibilità di crescere
imparando
da ciò che la vita ti offre. Bello o brutto che sia.
Sospiro e
avanzo piano. "Aspetta.." gli dico "Me lo avrebbe
detto? Mia madre, se fosse.. vissuta abbastanza me lo avrebbe detto
secondo te?"
Non c'è bisogno che io specifichi.. Lui sa di
cosa parlo.
Si volta e si mette le mani in tasca.
"No!"
esclama "Non l'avrebbe fatto e nemmeno io."
Annuisco
delusa e mi schiarisco la voce per non piangere.
"Ma tuo
padre.. l'uomo che ti ha cresciuta e amata.. lui l'avrebbe fatto."
mi dice attirando la mia attenzione "Lui avrebbe scelto il
momento giusto, ti avrebbe stretto a sé e ti avrebbe detto
la
verità, rassicurandoti sul fatto che ti amava anche se non
eri sua.
Perchè, ti avrebbe spiegato, che non serve avere lo stesso
sangue
per essere una famiglia. E anche se tu avessi accettato la cosa,
avvicinandoti a me, lui ti avrebbe amata e adorata comunque..
Perchè
eri sua figlia. Per lui lo eri e.. nonostante biologicamente tu non
avessi il suo sangue, non c'è un solo giorno, un solo..
minuto, in
cui lui ti abbia amato meno.. O abbia amato meno tua madre. E questo
posso giurartelo Allison.. E stavolta non puoi non credermi..
Perchè
quello che ti sto dicendo, trova prova nei tuoi ricordi di
lui."
Sento leggere lacrime cadermi leggere sul viso.
Sono
parole tristi, ma anche belle.
"Lui ti avrebbe detto la
verità Allison.. perchè ti adorava e
perchè era migliore di me. E
anche se imparerai a volermi bene come a un padre, Chris Morgan
sarà
tuo per sempre. E non voglio che questo cambi.. Perchè era
un
brav'uomo.. Ha avuto quello che io volevo.. L'amore della mia vita e
mia figlia.. Ma se ne è preso cura, meglio di quanto io
stesso avrei
potuto fare.. E per questo ha tutto il mio rispetto e la mia stima."
dice con la voce rotta dal pianto.
Fa un grosso respiro e anche
io. Poi mi sorride e si volta per andarsene..
"Aspetta.."
gli sussurro.
Lui si volta e mi guarda in attesa, forse, di un
rimprovero.
Ma non voglio rimproverarlo. Gli voglio bene e voglio
che lo sappia.
"Ti va di.. accompagnarmi all'altare?"
gli chiedo.
La sua espressione è sorpresa.. Annuisce e si asciuga
gli occhi umidi. Si avvicina a me e mi abbraccia dolcemente..
"Ne
sarò onorato..E lasciatelo dire.. Sei persino più
bella di tua
madre.."
Sorrido e lo stringo un po'. Sto per sposarmi.. Oggi
l'amore prevale su tutto.
*****
Sono
nervoso.
Diversi
ricordi di Jimmy mi si presentano davanti agli occhi, ma la sua
emozione il giorno del suo matrimonio, non è niente
paragonata alla
mia.
È
una sensazione strana, un misto di aspettativa e incredulità.
Che
sto facendo?
Il
mondo va a rotoli, da lassù mi danno la caccia, ci
danno la
caccia, e io mi sposo?
Sospiro
e arriva Dean, con la sua camminata un po' ciondolante e quel
sorrisetto ironico.
“Ehilà
maritino, come va?” mi chiede sistemandomi la cravatta.
Allison
per me ha scelto un vestito grigio, semplice e serio, e devo dire che
sono molto felice di ciò.
“Dean...
che diavolo sto facendo?” gli domando a mia volta.
Lui
mi guarda e sospira posandomi una mano sulla spalla. “Ti sei
ritagliato il tuo angolo di Paradiso sulla terra, amico mio”
mi
dice “hai avuto il coraggio di farlo fregandotene del resto,
e di
questo ti invidio. Io non ci sono mai riuscito, e così
Sam.”
“Ma...
forse sto sbagliando, continuo a giocare a fare l'umano tranquillo e
sereno, quando fuori da casa...”
“Cass”
mi interrompe Dean con un sorriso “fuori da casa
c'è praticamente
l'inferno, lo so io e lo sai tu. Ma in questa tempesta hai trovato la
tua ancora di salvezza, Allison, che ti ha anche dato quel
marmocchietto dagli occhioni blu. Viviti questi momenti, sposati col
prete e i fiori e i confetti, perché domani non si sa cosa
può
succederci. Quindi, togliti quell'espressione bizzarra dalla faccia e
tenta di sorridere, tra poco arriva la sposa.”
Annuisco
e gli sorrido, è una delle uniche volte che lo faccio con i
Winchester. “Grazie Dean.. per tutto.”
Intanto
si è avvicinato Sam con Gabriel in braccio. “Cass
che faccia che
hai! Guarda che è un matrimonio non una commemorazione per i
defunti.” mi dice ironico.
Gabriel
sembra averlo capito, e forse lo ha capito, tanto che si mette a
ridere.
“Eh
si piccolino, tuo padre ha sempre queste faccia da funerale! Era
meglio se nascevi mio figlio!” gli dice Sam.
“Sì
certo, così diventava uno yeti come te!” chiosa
Dean, provocando
una smorfia risentita nel fratello.
“O
magari con le gambe storte come le tue!”
Mentre
i due litigano, mi accorgo che Sir non c'è.
“Ragazzi, avete visto
l'Arcangelo?” domando ad entrambi.
Sam
scuote il capo mentre Dean annuisce. “Sì, era con
la tua dolce
metà.”
Sgrano
gli occhi, sicuro che stanno litigando per le solite cose: bugie,
segreti, incomprensioni.
“Sta'
tranquillo Cass, secondo me stanno facendo la pace.” mi dice
Dean
intuendo le mie preoccupazioni.
Sono
felice che i ragazzi siano qui, Dean è il mio testimone
– e chi se
non lui? - mentre Sam … terrà le fedi su un
cuscinetto di velluto.
Dean era strafelice quando gliel'ho chiesto, mentre Sam ha accettato
la piccola missione con una faccia poco convinta.
Mi
dispiace molto per lui, ma Dean è un amico, il
più caro che abbia
mai avuto e da quando Gabe è morto, è l'unico che
considero davvero
come un fratello.
Sirahel
è più un padre, e inoltre sarà il
padrino di mio figlio, non
poteva farmi anche da testimone.
Improvvisamente
inizia una musica, oddio ecco Allison.
Oh...
questa è inaspettata. Sottobraccio a Sirahel?
È
vero, la fine del mondo è vicina!
Ci
posizioniamo tutti ai nostri posti e io mi fermo a fissare la mia
sposa.
Ha
un lungo abito... verde mare, come l'ha definito lei, cinto in vita e
sotto il seno da due cinture tempestate di pietre preziose e foglie
d'oro.
È
un po' scollato e questo non mi piace molto, perché anche se
Dean e
Sam la rispettano e rispettano me, sono certo che è
lì che andranno
a guardare.
Non
dovrei essere geloso, Allison è mia.
Ma
non posso farci niente, credo che sarei capace di uccidere per
gelosia.
Deglutisco
e le sorrido mentre si avvicina al gazebo, camminando sul tappeto di
petali bianchi che la porterà da me.
Mi
batte forte il cuore. A me batte sempre forte, ma ora lo fa in modo
particolare.
Allison
arriva accanto a me e Sir, dopo averle baciato la fronte, la
“consegna” a me.
È
stupenda, da mozzare il fiato.
Ci
giriamo verso il prete, Dean e Sidney, la cugina di Ally, accanto a
noi.
Sam
in attesa con gli anelli in mano e Sirahel accanto alla sua compagna
con Gabriel in braccio, che ci guarda incuriosito.
“Figlioli”
inizia il sacerdote, padre George “non farò la
solita predica, non
reciterò la solita formula. Questo è un
matrimonio speciale, che
non ha bisogno di cerimoniose parole. Allison e Castiel, qui davanti
a me, si amano. La loro unione sarebbe considerata.. sacrilega da
molte persone, ma non da me, e sono certo nemmeno da voi.”
Io
e Ally ci guardiamo e ci prendiamo per mano.
“Dal
loro amore è nata una nuova vita, un bambino adorabile,
bellissimo,
simbolo di questa unione” continua padre George
“che dopo il
matrimonio dei suoi genitori, battezzerò. Dunque cari
ragazzi, siete
pronti?” ci domanda con un sorriso.
Noi
annuiamo convinti.
“Bene,
Castiel, creatura celeste, vuoi unirti davanti a Dio ad
Allison?”
“Sì,
lo voglio.”
Sorride
e si rivolge a lei. “E tu Allison, figliola adorata, sei
pronta a
legarti davanti a Dio a Castiel?”
“Sì,
lo voglio...” risponde con voce tremante.
Sam
corre da noi con gli anelli in mano, lo guardo in faccia e mi rendo
conto che si è commosso.
Gli
anelli sono bellissimi, rosa e bianchi.
Oddio,
anche io inizio ad apprezzare queste cose!
Ci
scambiamo gli anelli con le mani che ci tremano, sono emozionato da
morire e lo è anche lei.
“Bene
ragazzi miei, anche se lo eravate già prima... vi dichiaro
marito e
moglie.”
Parte
un applauso e Dean addirittura fischia, per un attimo ho temuto che
dicesse qualcosa di sconcio.
Bacio
Allison quasi timidamente e improvvisamente ci piove addosso un
secchio di riso.
Maledetti
Winchester!
Ridono
dopo averci inondato di riso, me la pagheranno!
Allison
si toglie di dosso tutto il riso che può e sorride. Sir e
Stefany si
avvicinano e Ally prende in braccio Gabriel.
Intanto
il prete si è preparato per il battesimo, è
accanto alla piccola
fonte battesimale e aspetta tutti e quattro.
“Allora
piccolo” inizia “non piangere mi raccomando, ti
bagnerò la testa
con un po' d'acqua, niente di più.”
Gabriel
gli sorride, poi Allison lo prende in braccio come se volesse
cullarlo e posiziona la sua testolina sulla fonte.
“Gabriel,
io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito
Santo.” e gli bagna la testa per tre volte.
Non
ha pianto, fortunatamente.
Non
so cosa sto facendo, cosa stiamo facendo, ma sono felice.
Mi
sono ufficialmente sposato con la mia donna, mio figlio è
stato
battezzato in nome di Dio, il tutto attorniato dai miei amici.
Manca
mio fratello, ma voglio pensare che da qualche parte lui ci stia
guardando e sorrida benevolo.
“Allora,
dov'è il rinfresco?” domanda Dean impaziente,
facendo scuotere il
capo a me e a Sam, mentre Allison sorride divertita.
“Entriamo
in casa” dice a tutti “li potrai mangiare tutto
quello che vuoi”
conclude rivolgendosi a Dean.
“Perfetto,
su che aspettiamo?” e si avvia.
So
che di solito si fa all'aperto, ma noi abbiamo un po' di paura.
Siamo
più vulnerabili allo scoperto, mentre la casa è
protetta.
Siamo
sempre in pericolo, lo sappiamo.
Ma
oggi non importa, non ci importa proprio di niente.
Prendo
in braccio Gabriel e per mano Allison, e insieme ai nostri amici
entriamo in casa.
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Capitolo 44 *** Honeymoon ***
Honeymoon
Ancora
non ci credo.
Mi
sono lasciato convincere a fare questa cosa anche se non ero per
niente d'accordo.
Non
mi piace lasciare Gabriel da solo, cioè non è da
solo è con il
nonno e la sua compagna.
Ma
preferisco averlo sott'occhio io.
Invece,
spinti dallo stesso Sirahel che sta diventando paurosamente umano, io
e Allison stiamo andando in luna di miele.
Io
l'ho detto e ripetuto che non mi sembrava una buona idea, che con la
guerra in atto l'ultima cosa da fare era allontanarci.
Ma
poi... beh, Sir conosce i miei punti deboli meglio di me,
così
quando mi ha detto che ad Allison sarebbe piaciuto fare questo
viaggio insieme a me, perché è il sogno di tutte
le donne fare la
luna di miele, ho semplicemente detto di sì.
Andarci
col nostro “teletrasporto”?
Oh
no, non se ne parlava proprio!
Devi
imparare a fare l'umano Cass, non si può volare sempre,
mi ha
detto Sir estremamente serio.
Dunque
eccomi qui alla guida della macchina di Ally, in viaggio verso lo
stato di Washington dove un'antica villa è stata trasformata
in una
specie di albergo extralusso.
Hanno
organizzato tutto Sir e Stefany, e quando Allison l'ha saputo
è
letteralmente saltata di gioia.
Se
mi era rimasto qualche dubbio, vederla così felice me li ha
tolti
tutti.
Mi
sento ancora un po' stupido a fare cose... da umano, come questa.
Ma
il Cielo mi sembra sempre più lontano, sfocato e confuso,
mentre la
mia vita qui diventa sempre più … normale, credo.
La
gente la definirebbe routine, per me che ero solo un soldato celeste,
è meravigliosa normalità.
“Cass?
Come mai così silenzioso?” mi domanda Ally
all'improvviso,
distogliendomi dalle mie considerazioni.
“Mh?
Ah, no niente.. riflettevo.” rispondo guardandola brevemente.
Mi
piace guidare ma ho ancora un po' di paura di sbagliare, anche se i
ricordi di Jimmy sono chiarissimi nella mia mente.
Allison
allunga una mano e mi accarezza il viso. “Ti adoro
così
concentrato, sporgi un po' la bocca in un modo che... invita a
baciare!” mi dice con un tono di voce assolutamente...
sensuale.
“Ally...
così mi distrai e andiamo a sbattere” le dico
sorridendo “lo sai
che sono sensibile a certi argomenti.”
“Oh
sì lo so, lo faccio di proposito!” ribatte lei
ridacchiando.
La
guardo un po' più a lungo. “Non provocarmi
tesoro... sai come va a
finire.”
Lei
ricambia lo sguardo intensamente. “Sì, so anche
questo. E ti
confesso che è proprio quello a cui miro...”
Sospiro
scuotendo il capo. “Solo pochi anni fa, diciamo tre, che per
uno
come me sono sì e no dieci minuti, tutto questo mi sarebbe
sembrato
assolutamente impossibile.”
“Cioè?
Cosa di preciso?”
“Beh”
inizio “mi sono innamorato di te, tanto per cominciare. Ci
siamo
biblicamente conosciuti diverse volte e abbiamo avuto un bambino. Ci
siamo sposati come... due comuni mortali e ora siamo in viaggio per
la luna di miele facendo allusioni sessuali... ecco cosa intendo. Sto
vivendo.” concludo guardandola di nuovo.
Allison
mi sorride dolcemente accarezzandomi il mento. “Tesoro, che
dolce
che sei. Non potevo sperare in un marito migliore!”
“Sicuramente
sono più unico che raro” affermo io sincero
“non credo avresti
trovato facilmente un altro marito alato.”
Scoppia
a ridere reclinando la testa all'indietro. “Semplicemente ti
adoro
Cass, sei unico sul serio. In tutti i sensi.”
“Grazie
amore. Comunque sospetto che anche tu sia una creatura non comune, e
non parlo solo della tua... origine.”
Da
un po' di tempo le cose tra lei e suo padre sono migliorate.
Sicuramente c'è ancora un po' di risentimento da parte di
Allison, è
normale, ma credo che lentamente tutto si aggiusterà.
Infatti
posso toccare l'argomento senza incappare nelle sue urla.
“Sì,
direi di sì” risponde Allison “sono
sempre stata una ragazza
particolare. E credo proprio che la mia... origine, come la chiami
tu, c'entri molto in questo.”
“No”
dissento io “saresti stata speciale comunque, ne sono
sicuro.”
Sospira
e mi sorride, mi sembra stanca.
“Puoi
dormire un po' se ti va” le dico guardando la strada
“credo ci
vogliano ancora alcune ore prima di arrivare a destinazione.”
“Sono
felice Castiel” mi risponde invece “sono troppo
felice di essere
qui con te, in viaggio per una villa da sogno in cui trascorreremo la
nostra luna di miele. Sono felice di... avere te, che mi hai ridato
la gioia di vivere, nonostante tutto.”
Colpito
e affondato.
“Amore?
Stai bene?” mi chiede preoccupata.
“Sai...
quando ti ho... riportata in vita e tu non sembravi per nulla felice,
ti ho promesso e l'ho promesso a me stesso, di farti amare di nuovo
la vita” mi fermo e la guardo “tu mi hai appena
confermato che ci
sono riuscito.”
I
suoi occhi si riempiono di lacrime ed annuisce. “La
verità è
che... non l'ho mai amata come ora, grazie a te e nostro figlio. Non
potrei vivere senza di voi...”
Stacco
una mano dal volante e prendo la sua. “Vale lo stesso per
me...
sarei perduto senza di te e Gabriel.” e le bacio la mano.
Sir
aveva ragione, il viaggio di nozze è una cosa meravigliosa.
*****
Bacio
la guancia di Castiel e lascio la sua mano.
Mancano
ancora un paio di ore prima di arrivare al nostro hotel..
Però non
sono stanca.
Mi
allontano poco da lui, tornando perfettamente seduta al mio posto e
respiro a fondo osservandolo.
Ha
i lineamenti delicati e si.. la sua bocca mi ispira pensieri..
peccaminosi.
Sorrido
tra me e me, e senza volerlo attiro la sua attenzione.
“Che
c'è?” mi chiede.
Faccio
spallucce e mi guardo intorno cercando un buon posto.
Poi
finalmente lo trovo e lo indico con la mano.
“Fermati
lì Cass.” gli suggerisco.
Lui
mi guarda perplesso per un attimo. Credo che non capisca dove io
voglia andare a parare.. Beh amore.. è una sorpresa.
“Avanti
amore.. fermati lì.” gli dico sorridendo
“Ho una bella sorpresa
per te.”
Non
è ancora convinto di quello che gli sto suggerendo, ma alla
fine
annuisce si ferma.
Il
posto che ho “scelto” è tra la
boscaglia.. Ci sono alberi e
fiorellini sparsi su tutto il prato.
E'
un bel posto tutto sommato.
“Che
facciamo qui?” mi chiede.
Scendo
dall'auto e lo invito a fare lo stesso. Lui scuote il capo
sconsolato, immaginando già cose folli, tipiche di me e
scende.
Lo
prendo per mano e mi addentro poco nel bosco.
“Allison...
ma che stiamo facendo?” mi chiede ancora lui seguendomi..
Arriviamo
ad uno spiazzale pieno di piccoli fiorellini colorati ed io.. io amo
i fiorellini colorati. Non sapevo nemmeno che ci fosse un posto
così
bello.
Fatto
sta che anche Castiel è incantato da quello che vede. Fa un
grosso
respiro e sorride osservando teneramente la natura che, secondo il
suo parere, suo padre ha creato.
“E'
un posto bellissimo..” mi sussurra.
“Si
lo è.”
Sorride
e mi bacia i capelli. “Lo conoscevi già? Per
questo mi hai portato
qui?”
Scuoto
il capo e rido appena. “No. E' stato casuale.. Non sapevo che
ci
fosse un posto così qui.” gli confesso guardandolo.
“Ok..
Allora perchè mi hai portato qui?”
Oh
cielo! Ma si può essere così ingenui? Mi fa
troppo sorridere a
volte.
Alzo
un sopracciglio sorridendo maliziosa e gli bacio le labbra per poi
passare al collo mentre gli sbottono piano la camicia.
Chiude
gli occhi e mi prende il viso tra le mani poggiando di nuovo la bocca
sulla mia.
Mi
allontano poco da lui e mi sfilo via la maglia. “Ti ho
portato qui
per questo.” gli sussurro prendendo le sue mani e portandole
sulla
cintura dei miei jeans.
Lui
mi guarda a lungo, poi sbottona piano i miei jeans e li sfila via. Ed
io faccio lo stesso coi suoi.
Lo
bacio di nuovo e senza staccare la bocca dalla sua indietreggio un
po' fino a trovarmi più o meno al centro di quel campo di
fiori.
Mi
sdraio e lui fa lo stesso, sistemandosi sopra di me.
Le
prime volte, era come andare a fuoco per l'imbarazzo.. Adesso l'unico
fuoco presente è quello della passione e dell'amore che
proviamo
l'uno per l'altra.
Il
che è un bene.
Gli
faccio spazio e lui mi entra dentro senza esitazione, solo facendo un
grosso respiro e lasciando andare, come me, un lieve bisbiglio di
piacere.
Si
muove piano e delicato e la sua bocca accarezza gentile ogni parte di
me.
Lui,
mi osserva e mi ama con una dolcezza inimmaginabile. Una dolcezza che
lascia ampio spazio anche alla passione.
Ed
io amo essere amata da lui. Mi sento viva e capace di respirare
meglio.
Lo
bacio di nuovo e urlo il suo nome pochi secondi prima di venire
sopraffatta da un piacere che non so descrivere, ma che mi fa
rabbrividire intensamente.
E
lo urlo perchè so che a lui piace che io lo faccia.
Anche
lui rabbrividisce, affonda il viso tra i miei capelli e mi bacia
prima di sistemarsi accanto a me col fiatone.
“Nudi,
in un prato. Siamo come Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden.”
gli
dico cercando di riprendere il controllo del mio respiro.
“Non
dire sciocchezze..” mi dice. Poi si ferma e respira affannato
“Tu
sei molto più bella di Eva.”
Gira
la testa verso di me per guardarmi e lo faccio anche io.
Ha
il viso sudato, così come sicuramente anche io. Lo osservo e
poi
scoppio a ridere per la sua affermazione.
Anche
lui ride e poi fissa il cielo azzurro facendo un grande respiro.
“Non
avevo mai guardato il cielo da questa angolazione.. E'
bellissimo.”
mi sussurra.
Sollevo
la testa poggiandola sulla mia mano e annuisco guardandolo
“Si lo
è.” e onestamente, non mi riferisco al cielo.
Castiel
volta lo sguardo verso di me e sorride. “Grazie di avermi
portato
qui.”
“Non
c'è di che.. Ma ora” gli dico alzandomi e
rivestendomi “alzati e
rivestiti. Una mitica villa antica e lussuosa ci attende. E si, lo
so.. Fare sesso e poi rivestirsi in fretta e furia senza godersi il
dopo è.. tipicamente troppo umano. Ma noi siamo umani
dopotutto.”
Castiel
ride e si alza. Si riveste e in dieci minuti siamo pronti per
ripartire.
Risaliamo
in macchina e via.. verso la nostra luna di miele che direi
è
iniziata nel migliore dei modi.
Arriviamo
a destinazione dopo tre ore circa e occupiamo la nostra camera.
E'
una bella suite, anche se il letto è un tipico letto
matrimoniale.
Io invece sono abituata con il letto rotondo di casa.
Poggiato
lì sopra c'è il programma della giornata. Lo
leggo e il mio occhio
cade subito sulla festa che ci sarà nell'atrio principale
alle otto.
Cioè tra un'ora.
C'è
scritto che ci sarà una pista da ballo. Mi piace ballare..
Si,
decisamente si.
Ora
devo solo convincere Castiel.
Gli
do un bacio leggero mentre lui si guarda intorno ed entro in bagno
per fare una doccia veloce. Mi vesto e mi sistemo e poi mi preparo a
convincerlo.
Ho
scelto di prepararmi prima perchè così.. le mie
doti persuasive
saranno più efficaci.
“Amore
dovresti prepararti.” gli dico ancora dentro il bagno.
“Per
cosa?”
“Andiamo
a ballare.”
Lui
ride, si sbellica dalle risate. “Divertente.. Non se ne parla
proprio. Io non ballo. Anzi non ne capisco il senso. Una massa di
persone sudaticce che si dimenano quasi fossero possedute.”
mi
dice.
Sorrido dentro il bagno e poi esco da lì raggiungendolo
nella stanza.
Sta
seduto su una sedia a fissare la piscina del giardino, ma poi posa lo
sguardo su di me con un'espressione.. non molto felice direi.
“Ok.
Tu resta qui. Io vado a ballare.. Sono sicura che troverò
qualcuno
che vuole farmi compagnia.” gli dico avanzando verso la porta.
Cass
si alza di scatto e mi raggiunge. “No no no.. Non
farlo.”
“Fare
cosa?”
“Uscire
con quel... millimetrico pezzo di stoffa addosso.”
“Questo
vestito è un vestito di alta moda..” gli dico
cercando di non
ridere.
Mi
piace stuzzicarlo.
“Beh,
forse all'alta moda avevano finito la stoffa..” mi dice
sarcastico.
Scuoto
il capo sorridendo e sospiro. “Non ho un altro vestito adatto
a
questo tipo di serata.. Quindi.. o vieni con me, o mi lasci andare da
sola. A te la scelta.” gli dico.
E'
un po' crudele lo so.. Ma adoro quando mi fissa perplesso in quel
modo.
*****
“Mi
stai ricattando?” le domando incredulo.
Lei
annuisce e sorride. “Eh... mi sa di sì!”
conferma con
noncuranza.
La
squadro dalla testa ai piedi e i sentimenti che provo sono
contrastanti.
Mi
piace da morire.
Indossa
sul serio un millimetrico pezzo di stoffa composto da un vestitino
sui toni del grigio e una cintura, tutto qui.
Un
abito che lascia scoperto così tanto da... farmi quasi
annebbiare la
vista.
Abbiamo
fatto l'amore poche ore fa, sarei pronto a rifarlo immediatamente.
Ma
la rabbia che provo contemporanea al desiderio, è
più forte di
tutto.
Davvero
mi lascerebbe qui da solo con la mia gelosia per andare a ballare con
qualcun altro?
“Allora?
Che decidi?” insiste lei incrociando le braccia.
“Tu
lo faresti sul serio? Ti faresti... toccare da un altro
uomo?” le
domando mortalmente serio.
Ally
alza un sopracciglio. “Guarda che vado a ballare, non a letto
con
qualcuno.”
“Divertente.
Se non sbaglio, alcuni balli si fanno abbracciati. Se permetti mi da
molto fastidio l'idea della mia donna, mia moglie, stretta a qualcuno
che non sono io!” dico tutto d'un fiato.
Lei
mi guarda incuriosita. “Wow... un attacco di gelosia in piena
regola!” ridacchia.
Sbuffo
spazientito, ma perché le piace tanto farmi soffrire? Non so
gestire
la gelosia, potrei diventare pericoloso.
“Dai
amore” mi dice avvicinandosi e baciandomi le labbra
“sarà
divertente. Vieni con me a questa festa, così nessuno
oserà
avvicinarsi...”
La
guardo negli occhi e so già che cederò
immediatamente.
“E
va bene” dico infatti “andiamo a questa riunione
di... rane
saltatrici.”
Allison
sorride trionfante e mi bacia di nuovo. “Lo sapevo che ti
avrei
convinto! Passione e gelosia sono i tuoi punti deboli!”
Sospiro
e scuoto il capo. “Mi rivolti sempre come un calzino, sono
totalmente in tuo potere.”
“Credo
che in realtà, siamo uno in balia dell'altra...”
ribatte lei
facendo scivolare le mani dal mio viso al mio petto.
“Allison...
di questo passo non solo non andiamo da nessuna parte”
l'avverto
“ma resti nuovamente incinta e prima della fine della luna di
miele.”
Ride
e finge di darmi uno schiaffo. “Hai un chiodo fisso tu,
eh?”
“Può
darsi, ma tu contribuisci a fissarlo ancora di
più.”
Sorride
e si allontana un po'. “Dai, ti aiuto a prepararti. Per
fortuna
sono stata previdente e ti ho messo in valigia un abito
elegante.”
Io
alzo le spalle rassegnato e mi avvio verso il bagno.
“Dove
vai?” mi domanda.
“A
fare una doccia” rispondo “mi sono rotolato tra i
fiori come un
yippie, credo di averne bisogno.”
Mi
fissa perplessa e credo di avere la stessa espressione.
Ormai
parlo e agisco sempre più come un essere umano, ma a volte
certe mie
uscite lasciano perplessi entrambi.
Mi
volto ed entro in bagno per fare la doccia.
Devo
dire che è una bella sensazione, anzi, adoro l'acqua calda
che mi
scivola addosso.
Esco
pochi minuti dopo e trovo sul letto il mio vestito: giacca e
pantaloni blu e una camicia bianca.
Ally
è davanti allo specchio e si sistema qualcosa nei capelli.
Un
fermaglio, credo si chiami.
Mi
vesto e quando lei si volta, sono pronto.
“Sei
bellissimo Cass” mi dice avvicinandosi “forse
dovrei essere io
quella gelosa...” e mi accarezza i capelli ancora umidi.
“Spero
che non mi guardino gli uomini...” dico ironico, suscitando
una sua
risatina.
“Andiamo,
sta per iniziare...”
Mi
prende per mano e usciamo dalla nostra stanza.
Raggiungiamo
l'atrio di questa immensa villa e lo troviamo già pieno di
coppie di
varie età.
Ci
sono i novelli sposi come noi, e le coppie consolidate che celebrano
il loro anniversario.
Ma
nessuna, nessuna donna è bella come Allison.
“Perchè
mi guardi così?” mi chiede sorprendendomi a
fissarla come
incantato.
La
luce del grande lampadario sopra di noi la illumina in un modo
particolare, i suoi occhi nocciola adesso sembrano diventati verdi e
brillano di vita e gioia.
“Perchè
sei bella come nient'altro al mondo e muoio d'amore per
te...”
confesso come in estasi.
Allison
mi stringe la mano e poi abbraccia stretto, sospirando profondamente.
“Ho
tanto sofferto nella mia vita” mi sussurra “non
avrei mai pensato
di avere un... risarcimento come te...”
Sento
alcune lacrime bagnarmi il collo, ma so che sono lacrime di gioia e
non di tristezza.
“Benvenuti
qui questa sera, signore e signori” inizia lo speaker
“questo
ballo è dedicato a tutte quelle che coppie che si amano, da
poco
tempo o da tutta una vita. Quindi, che si aprano le danze!”
Parte
una musica dolce, lenta, alla quale tutti si arrendono
abbracciandosi.
Guardo
Allison per farle capire che non so che fare.
Lei
mi sorride amorevole e mi passa le braccia intorno al collo.
“Sta'
tranquillo amore mio” bisbiglia guardandomi negli occhi,
mentre le
luci lentamente si abbassano “mettimi le mani intorno alla
vita, e
lasciati guidare dalla musica... e da me.”
Obbedisco
e nonostante l'imbarazzo e l'inesperienza, iniziamo a ballare.
In
realtà ho dei ricordi molto chiari su queste cose,
appartengono al
mio tramite.
Ma
spesso mi piace fare l'ingenuo per avere più attenzioni da
lei.
Adoro quando si prende cura di me in tutto ciò che mi
è ancora poco
familiare.
La
musica è... stupenda, Allison è stupenda. La vita
è semplicemente
meravigliosa e l'Apocalisse mi sembra solo un brutto sogno ormai
lontano.
Voglio
cadere.
Sì,
voglio strapparmi via la Grazia e diventare un comune mortale. Anche
se tento di comportarmi come tale, mi sento sempre come in bilico tra
due realtà.
Basta,
non voglio più le ali.
Sirahel
ci aiuterà a proteggere Gabriel, ne sono sicuro.
Voglio
godermi appieno la mia umanità, che è qui in me
da tanto tempo.
Voglio
farlo con Allison.
E
credo proprio che questa sera glielo dirò.
“Allison”
inizio io schiarendomi la voce “vorrei... vorrei parlarti di
una
cosa.”
Lei
mi guarda negli occhi e annuisce “Dimmi amore.”
Sto
per dirle della mia decisione, quando mi accorgo di qualcosa di
strano.
Un...
soffio, un sibilo intorno a noi.
“L'hai
sentito?” mi domanda Ally preoccupata, facendomi capire che
l'ha
avvertito anche lei.
Annuisco
e mi guardo attorno, nessuno ha sentito niente, tutti continuano a
ballare tranquilli.
Ma
io e Ally l'abbiamo capito.
“Un
fantasma...” mormoro io, mentre smettiamo di ballare e lei
annuisce
guardandosi intorno.
Addio
luna di miele romantica.
*****
Sospiro
e mi guardo intorno.
Non
riesco a capire dove il fantasma si trovi in questo momento. Non si
mostra ed io non posso vederlo se è invisibile.
Nemmeno
con le mie “apparenti” capacità.
Scuoto
il capo rassegnata e irritata all'idea che la mia luna di miele
è
appena stata rovinata e intreccio le dita a quelle di Castiel mentre
lasciamo la pista da ballo e l'atrio per tornare in camera.
A
quanto pare daremo la caccia ad un fantasma e nella mia borsa
c'è
tutto quello che serve.
Entriamo
in camera e mi tolgo le scarpe.
Poi
mi spoglio velocemente.
“Che
fai?” mi chiede Castiel.
“Non
posso cacciare con un abito da sera Cass. Quindi mi cambio.”
gli
dico “Nella mia borsa troverai tutto quello che ci
serve.”
Lui
annuisce e apre il mio borsone, cerca la pistola, il sale e tutto il
resto.
Di
colpo si ferma e mi fissa perplesso mentre io mi infilo le scarpe.
“Perchè hai portato queste cose in viaggio di
nozze?”
“Stai
scherzando? Un'antichissima villa che è stata da poche
settimane
ristrutturata e trasformata in un lussuoso hotel... Era normale che
ci fosse un fantasma. Come un episodio di Scooby-Doo..”
Rido
appena. E' una situazione potenzialmente pericolosa, ma mi diverte.
Cacciare
un fantasma in un'antica villa è un classico. Qualunque
cacciatore
dovrebbe farlo almeno una volta nella vita.
“Chi
è Scooby-Doo?” mi chiede Castiel perplesso
“E perchè mai è
normale che qui ci sia un fantasma?”
Lo
guardo con sguardo quasi rassegnato e prendo dei sacchetti dalla mia
borsa.
“Andiamo..
Ti spiegherò tutto mentre camminiamo. E posa la pistola. Non
ci
servirà.”
Castiel
sospira sconsolato e mi segue.
Usciamo
dalla stanza e sorridiamo cordiali a tutti quelli che incrociamo.
Ho
un'idea che ci risparmierà di sparare e farci, probabilmente
arrestare. Ma lo ammetto potrebbe non funzionare.
E'
una conoscenza che deriva dai miei studi. Dalle mie ricerche e dalle
mie.. intuizioni. Nessuno ci ha mai provato. O almeno nessuno che io
conosca.
Praticamente
improvviserò sperando e pregando di fare la cosa giusta.
“Dove
stiamo andando?” mi chiede Cass di improvviso.
“Andiamo
di sotto..”
“Allison..
amore. Non mi sembra il momento di ballare.”
Lo
guardo e mi fermo.
“Andiamo
di sotto, nelle segrete di questa villa, segrete che ora fungono da
cantina. Perchè non possiamo sparare ad un fantasma in un
hotel
pieno di gente ok? E trovare i resti è praticamente
impossibile. Ci
vorrebbero giorni di ricerche per capire chi è, e cosa lo
tiene
inchiodato qui.” gli spiego piano “Quindi
purificheremo questo
posto con questi sacchetti che contengono delle erbe adatte alla
purificazione e così facendo, lo spirito se ne
andrà e nessun altro
dei suoi amici potrà entrare. E per rispondere alla tua
domanda di
prima, è normale che ci sia un fantasma qui
perchè i fantasmi ci
sono sempre nelle antiche abitazioni e probabilmente, la
ristrutturazione e la costruzione dell'hotel hanno svegliato lo
spirito.”
Castiel
mi guarda orgoglioso, e annuisce facendomi capire che mi sta
seguendo.
Onestamente
credo che sapesse già tutto quello che gli ho detto, solo,
penso che
gli piaccia vedere e constatare quanto so di questo lavoro e quanta
passione ci metto.
E
non lo fa, così da poter fare il maestrino qualora dessi la
risposta
sbagliata.
Lo
fa perchè sapere che ho le idee chiare su quello che sto per
fare lo
rende un po' meno apprensivo e più sicuro.
Quel
tanto che basta per lavorare serenamente senza che lui si preoccupi
totalmente per me ignorando completamente i possibili pericoli per
lui.
Sorride
e mi bacia la guancia.
“Va
bene. Andiamo.”
Gli
sorrido e gli accarezzo il viso con una mano. Poi annuisco e
scendiamo di sotto.
In
cantina, o segrete – come io amo chiamarle – ci
sono i vini di
cui l'hotel dispone.
Mi
guardo intorno e trovo una bottiglia di un buonissimo vino rosso.
Faccio spallucce e la metto in un posto sicuro.
“Questa
ce la portiamo in camera quando finiamo di lavorare..” dico a
Cass
guardandolo.
Lui
mi fissa perplesso e poi annuisce piano..
Mi
fa sorridere il modo in cui mi asseconda.
Avanzo
piano e mi inginocchio per terra.
Serve
una piccola formula affinché i sacchetti funzionino e per
fortuna io
la conosco. E' una formula che viene dalla stregoneria spagnola.
Molto
rara e molto affascinante.
Le
streghe spagnole mi piacciono tantissimo.. Mi affascinano.
Poggio
i sacchetti per terra e li sistemo in circolo.
“Serve
una formula per far si che questi sacchetti funzionano.” dico.
“Che
formula?”
“Appartiene
alla vecchia magia spagnola.. La conosco e adesso la
pronuncerò. Non
so cosa accadrà di preciso quindi prepariamoci a tutto
ok?”
Castiel
mi guarda preoccupato e capisco cosa lo preoccupa.
“Non
preoccuparti amore.. Non è pericoloso per me.. Solo non so
se si
alzerà vento, o se si irradierà una luce..
Però io starò bene.”
lo rassicuro.
“Ok.”
mi dice.
Mi
bacia la bocca e si allontana poco.
Sono
sicura che vorrebbe chiedermi di farlo al mio posto, ma sa che non
glielo permetterò quindi preferisce evitare per non
discutere.
Sospiro
e mi preparo.
“En
el nombre de la luz que yo te mando ir y salir de este lugar.
Consulte a su paz, hacer frente a su miedo. Deja la Tierra y
volar.”
La
pronuncio decisa e di improvviso si alza un leggero venticciolo. I
sacchetti prendono fuoco piano e lentamente bruciano fino a diventare
cenere.
Tutto
si ferma e torna come prima.
Sospiro
felice che tutto sia andato bene e mi alzo guardando Cass.
“Ha
funzionato secondo te?” gli chiedo.
Lui
chiude gli occhi e poi li riapre. “Si. Ha funzionato. Questo
posto
è pulito adesso.”
Sorrido
allegramente e prendo la bottiglia che avevo messo da parte.
Poi
stringo la mano di Castiel e torniamo di sopra.
Castiel
si mette comodo sul letto, ma è inquieto. Posso vederlo.
Prendo
due bicchieri e apro il vino.
“Aspettami
qui, torno subito.” gli dico dandogli un bicchiere.
Lui
annuisce e mi sorride. Io invece prendo dalla mia borsa una busta e
vado in bagno.
Mi
cambio e indosso la biancheria che avevo comprato proprio per questo
viaggio.
E'
semplicemente pizzo nero, ma io trovo che sia molto carino.
Esco
dal bagno e raggiungo Cass sul letto. Gattono fino a lui e gli prendo
il bicchiere dalle mani. Lo poggio sul comodino e poi lo bacio.
Lui
fa un grosso respiro e mi accarezza le braccia.
Mi
allontano poco da lui e gli bacio la guancia. “Questo
completino
l'ho comprato per te.” gli dico sorridendo.
Lui
mi guarda e sorride. “Sei bellissima.” mi sussurra.
Mi
bacia di nuovo e poi mi stringe piano facendomi accoccolare stretta a
lui.
“Allison..
devo dirti una cosa.”
“Ti
ascolto.”
Lui
fa un grosso respiro e mi allontana poco da lui per guardarmi in
viso. “Voglio cadere. Voglio perdere le ali e rinunciare alla
mia
Grazia. Voglio diventare umano. Non so ancora come, perchè
io sono
un essere un po' particolare, ma voglio farlo.”
Lo
guardo e il mio respiro si ferma per un attimo. Sono felice di
questo, ma voglio che Castiel sia sicuro di quello che vuole fare.
“Sei
sicuro? Voglio dire, sono felice.. Io ti amo e ti amerò
ancora di
più quando sarai totalmente umano.. Ma.. sei sicuro?
Perchè Cass,
quando lo farai non potrai tornare indietro.”
Lui
annuisce sicuro e mi bacia dolcemente. “Sono sicurissimo. Io
ti amo
e voglio stare con te e Gabriel.. Invecchiare insieme a te amore mio
e vedere nostro figlio crescere.. Voglio che il mio cuore vada a
ritmo col tuo e non veloce come se stesse per esplodermi. E voglio
amarti per il resto dei miei giorni da umano.”
Gli
sorrido con gli occhi pieni di lacrime e lo abbraccio forte.
“Allora
troviamo un modo!” esclamo.
Lui
ride e mi spinge delicatamente indietro fino a mettermi sdraiata..
poi si sistema su di me.
“Allison..
posso farti una domanda?” mi chiede.
Annuisco
e gli accarezzo i capelli.
“Chi
è Scooby-Doo?” mi chiede.
Lo
guardo e scoppio a ridere. “E' un cane che caccia il
soprannaturale.”
“Un
cane? Ma non è possibile.. Voglio dire.. Non è
possibile.”
“E'
solo un cartone animato.. Per divertire i bambini.”
“E
i bambini si divertono?”
“Si..”
“Ma
io non capisco.. Un cane che..”
Lui
parla, parla.. ma io non lo sto ascoltando.
Quello
che sento è l'eco della sua voce quando mi ha detto che
diventerà
umano. Io lo amo.. Lo amo tantissimo.
Gli
poggio il dito sulla bocca e lo bacio. “Basta
parlare.” gli
sussurro.
Sorride
e mi bacia il collo. Ed io stringo forte.
E'
il mio messaggero spettinato.. O meglio.. il mio umano spettinato.
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Capitolo 45 *** In my time of dying ***
In
my time of dying
Cass
è con Sam e Dean per dar loro una mano. O almeno
così ha detto.
Io
credo invece che siano loro che stanno aiutando lui per quella
questione del diventare totalmente umano.
Ed
io sono a casa, nell'attesa che torni, entro due ore circa, e sto
preparando la torta Allison per lui.
Non
vedo l'ora che torni a casa.
Dopo
la nostra luna di miele è come se.. come se mi sentissi
ancora più
vicina a lui. E credo che lo stesso valga per lui.
Le
cose tra noi procedono bene.
Meglio
di quanto non siano mai andate e mi sento bene.. Mi sento benissimo e
sono felicissima.
Ho
un marito, un figlio meraviglioso e una casa bellissima in cui
preparare torte per il mio sposo.
Rido
da sola, come una scema, mentre aggiungo le uova e rispondo al
cellulare.
E'
Cass.
“Amore..”
gli dico allegramente.
“Ciao
amore mio. Cosa stai facendo senza di me?”
Sospiro
e faccio spallucce.. “Mi sto divertendo tantissimo con il
nostro
vicino di casa.”
“Che
cosa? Perchè il nostro vicino di casa è in casa
nostra?” mi urla.
Sento
le risate di Sam e Dean e scoppio a ridere anche io.
Povero
amore mio.. Dovrei smetterla di fargli certi scherzi.
Castiel
sbuffa e lancia improperi contro Sam e Dean e le loro risate. E
spiega loro quanto potrebbe diventare pericoloso di fronte alla
gelosia.
“Scherzavo..
Sto preparando la torta Allison per te.”
“Deliziosa.
Non vedo l'ora di tornare a casa.”
“A
proposito di questo..” gli dico assaggiando l'impasto
“Quanto ci
vuole prima che torni?”
“Due
ore circa.. Gabriel è ancora al parco con Sirahel e
Stefany?” mi
chiede.
“Si
amore. Come quando mi hai chiamata l'ultima volta, mezz'ora
fa.”
Lui
sorride e fa un grosso respiro.
Io
invece mi volto per prendere un altro po' di zucchero e mi ritrovo
davanti Sebastian.
Sobbalzo
appena, e devo essermi lasciata fuggire un qualche suono,
perchè
Cass si è allarmato e ora mi sta chiedendo insistentemente
che
succede.
“Niente
amore..” gli dico fissando il demone “Solo, devo
andare.. Sto
bruciando la torta. Ci vediamo tra qualche ora ok?”
Castiel
non sembra molto convinto, ma sospira e acconsente e dopo qualche
secondo riattacchiamo.
Poggio
il cellulare sul tavolo e guardo Sebastian.
“Tu
hai sempre la pessima abitudine di comparire in casa della gente
senza invito?” chiedo.
Sebastian
ride e si mette le mani in tasca. “Che posso dirti tesoro..
mi
piace questa casa.”
Alzo
un sopracciglio e annuisco piano abbassando per un attimo gli occhi.
Questo
demone mi irrita, Mi irrita davvero tantissimo.
Io
vorrei.. ucciderlo e sento una rabbia crescermi dentro mentre se ne
sta qui quasi come fosse un mio amico.
Rialzo
lo sguardo e lui e a pochi centimetri da me.
Cerco
di indietreggiare ma sono proprio attaccata alla cucina e non ho via
d'uscita.
“Sai
cosa ho scoperto?” mi sussurra guardandomi negli occhi
“Ho
scoperto che tu sei immune ai miei poteri.”
Cosa?
Ma di che parla?
“Quindi..”
si muove appena e sento un lancinante dolore all'addome.
Questo
brutto bastardo mi ha appena accoltellato..
Sgrano
gli occhi per il dolore e abbasso gli occhi verso la sua mano.
“Ho
capito che mi sarebbe bastato ucciderti come si uccide un comunissimo
mortale.. E ora che non lavoro più per Lucifero posso
farlo.” dice
ancora.
Rigira
il coltello nella mia carne e mi sento come se stessi andando a
fuoco.
Lo
guardo negli occhi e non so come, mi viene in mente qualcosa che non
ricordo di aver mai fatto.
Alzo
la mano e la poggio sulla sua fronte.
Inizio
a recitare una formula che non sapevo nemmeno di conoscere.
Sebastian
mi fissa perplesso e poi da lui si irradia una luce forte.
Indietreggia
portando il coltello con sé e cade a terra morto.
L'ho
ucciso!
Rido
appena e mi accorgo che dalla mia bocca cade lento e denso del
sangue.. Tanto sangue.
L'ho
ucciso! Ma anche lui ha ucciso me.
Avanzo
piano cadendo in ginocchio e tossisco.
Ora
ho freddo e mi gira la testa.
Cado
sdraiata e fisso il soffitto sopra di me.. Tocco con le mani il mio
sangue tutto intorno e tremo.
Penso
al mio piccolo.. Starà bene con Cass. Lui sarà
felice col suo papà.
Due
ore! Devo resistere solo due ore. Castiel sta tornando.
*****
“Allora
Cass, che fa la tua mogliettina senza di te?” mi domanda Dean
con
quella sua tipica faccia da schiaffi.
Lo
guardo di sbieco e borbotto un fottiti mentre
rimetto il
cellulare in tasca.
A
parte lo stupido scherzo del vicino, c'era qualcosa che non quadrava
nella nostra telefonata.
Ho
una brutta sensazione.
“Smettila
Dean, non fare l'idiota” lo riprende duro Sam, come al solito
il
più comprensivo.
“Che
ho detto?” si difende l'altro “Era solo una
battuta...”
“Va
bene basta ragazzi” mi intrometto io per fermare la
discussione
“possiamo andare avanti?”
“Uhm..
ok” dice Sam “allora Cass, il punto è
questo: siamo in un vicolo
cieco. L'unica cosa che sappiamo è che Anna si
strappò la Grazia
e... nacque umana. Ho fatto centinaia di ricerche e non ho trovato
nulla che mi dicesse di più. Si parla di angeli caduti,
diventati
umani, ma non di come hanno fatto a diventarlo.
Cass? Mi stai
ascoltando?”
Lo
guardo e non ricordo una parola di quello che mi ha appena detto.
“Scusami
Sam...io.. devo andare.” e mi alzo dalla sedia.
“Che
c'è che non va, amico?” mi domanda Dean.
Alzo
le spalle. “Non lo so... c'era qualcosa di strano prima nella
voce
di Allison.. devo andare a casa, subito.”
Sparisco
dalla stanza del motel nella quale mi trovavo insieme ai Winchester e
mi trasporto a casa nostra.
Zolfo.
Oh
Dio del cielo... sento il terribile lezzo dello zolfo.
“Allison?
Allison?” la chiamo estraendo dalla mia giacca il mio pugnale.
“Castiel...”
la voce di Allison mi arriva debole, appena un sussurro.
Corro
in cucina e trovo il corpo di quel bastardo di Sebastian proprio
davanti alla porta.
Sposto
lo sguardo e vedo...
“Allison!
Oddio amore!” mi precipito accanto a lei, è stesa
a terra in un
lago di sangue.
Lei
mi sorride e mi tende la mano. “Cass... sei tornato
prima...”
La
prendo tra le braccia e noto la profonda ferita allo stomaco, perde
tantissimo sangue ed è pallida.
“Ally...”
mormoro io tentando di non piangere.
La
situazione è gravissima.
“Hai
visto Cass? L'ho ammazzato...” fa una pausa e tossisce,
perdendo
sangue dalla bocca “ho ammazzato quel mostro come.. come
facevi tu.
L'ho esorcizzato...” mi racconta.
Io
annuisco e prendo un fazzoletto dalla mia tasca per asciugarle le
labbra. “Brava amore mio.. l'ho sempre detto che tu sei un
angelo...”
Mi
sorride e mi accarezza il viso. “Sto morendo...”
Spalanco
gli occhi. “Non dire sciocchezze, ora ti porto
all'ospedale...” e
faccio per muoverla, ma lei geme di dolore.
“No
Cass! Fa troppo male...”
“Ok..ascolta
amore... se sei riuscita a neutralizzare quel demone, puoi fare anche
questo. Concentrati Allison... concentrati su te stessa. Devi sentire
una specie di... calore nel petto...” le spiego confusamente,
sperando che sia in grado di guarirsi.
Lei
annuisce lievemente e cerca di farlo.. ma dopo alcuni secondi scuote
il capo. “Non ci riesco amore... non ci riesco... “
mi dice
piangendo.
“Dobbiamo
andare all'ospedale amore.. subito, adesso...” ma lei mi
prende per
le mani e mi ferma.
“Castiel...
è finita per me...”
“No!”
urlo.
“Sta'
tranquillo mio amato.. questa volta.... sono certa che andrò
in
paradiso... grazie a te...abbi cura di nostro figlio...”
“No
Ally non parlarmi così... non lo fare...”
Mi
sorride dolcemente mentre i suoi occhi si... spengono. “Mi
daresti
un bacio?”
Mi
chino su di lei e le bacio le labbra. “Non mi lasciare
Ally... ti
prego no...” singhiozzo.
Mi
guarda negli occhi e spira tra le mie braccia.
Un
freddo glaciale mi congela il sangue, la netta sensazione della sua
anima che si stacca dal corpo, e il dolore più lancinante
che io
abbia mai provato, fanno si che io levi in aria un grido disperato.
La
cullo tra le mie braccia e in questo momento sento la presenza di Sir
dietro di me.
“Ma
che...” si ferma quando vede la triste scena “oh
no!”
Cade
in ginocchio accanto a sua figlia, la guarda a bocca aperta, mentre
le lacrime iniziano a scendere copiose dai suoi occhi.
“Riportala
indietro Sirahel..” gli chiedo piangendo “ti
scongiuro, riportala
indietro...”
Lui
non stacca gli occhi da Allison, scuotendo il capo e piangendo.
“Io
non posso Cass... non posso... è in Paradiso, la sento...
lì non
posso andare...” dice afflitto.
“Tu
devi!” gli urlo stringendola a me “E' tua figlia,
devi
riportarla indietro!”
“Non
posso! Dannazione, non posso... non posso entrare in
Paradiso...”
“Allison...
perché... perché proprio ora... torna da
me...” le sussurro
ingenuamente, come se lei potesse in qualche modo tornare.
Affondo
il viso nei suoi capelli e piango come non avrei mai creduto
possibile, mentre suo padre nasconde il viso tra le mani
singhiozzando.
Non
posso averla persa così, non posso.
Lei
è la mia vita. Senza di lei preferisco morire.
*****
Sento
suoni confusi.. E mi sento leggera come una piuma.
Mi
sembra di essere capace di volare.
Sono
davanti a casa e sto guardando Castiel e Gabriel giocare con gli
irrigatori del prato.
Mi
ricordo questa scena.
Gabriel
aveva appena iniziato a camminare e quella giornata scacciò
definitivamente la tristezza di Castiel per la morte di Gabriel.
Ma
è stata due mesi fa, quindi perchè la sto
guardando.
Oh..
ma certo!
Sto
sognando. Probabilmente la coltellata di Sebastian mi ha fatto
perdere i sensi e ora.. ora sto sognando il mio bellissimo bambino
che gioca col mio bellissimo marito.
Questo
è davvero un bel sogno. Sto sognando la mia famiglia e non
c'è
niente di più meraviglioso di loro.
“Non
stai sognando!”
Sobbalzo
appena e mi giro di scatto..
Davanti
a me ci sono un uomo e una donna. Sono entrambi.. particolari, e il
ragazzo mi fa sorridere.
E'
leggermente buffo, ma dallo sguardo molto dolce. Credo che sia una
specie di genio.. Perchè di solito i geni hanno il suo
aspetto.
La
donna invece sembra un tipo.. tosto.
“Chi
siete?”
“Io
sono Pamela e lui è Ash.” mi risponde la donna
indicando il
ragazzo.
Ok..
decisamente questo non è un sogno.
E
se lo è, è il più strano che io abbia
mai fatto.. E ho fatto
parecchi sogni strani.
“Io
sono Allison.. e sono un po'.. confusa al momento.” dico.
Non
so nemmeno chi sono queste persone, ma sento che sono le uniche che
possono in qualche modo aiutarmi.
Sospiro
e mi guardo intorno.
Castiel
e Gabriel non sono più in giardino.. A dire il vero io non
sono
nemmeno dove mi trovavo prima.
Sono
in una specie di bar e Ash si è appena seduto davanti ad un
computer
da cui si elevano ad alto volume migliaia di diverse voci.
Sono..
angeli?
“Perchè
sul tuo computer ci sono voci di angeli che parlano di
ribelli?”
chiedo.
Pamela
e Ash mi guardano perplessi.
“Capisci
quello che dicono?” mi chiede Pamela.
Annuisco
e la guardo e d'un tratto i miei ultimi minuti prima che questo
strano “sogno” iniziasse, mi si ripresentano chiari
davanti alla
mia mente.
Oh
mio Dio!
Sono
morta e sono in Paradiso.
Scoppio
in lacrime e mi siedo. “Sono morta?” chiedo.
Sento
Pamela ed Ash bisbigliare qualcosa e poi, Ash mi da un birra e si
siede accanto a me.
“Mi
dispiace.” mi dice soltanto.
“Ma..
ma..” balbetto cercando le parole giuste. “Castiel
e.. mio
figlio..”
“Castiel?”
mi chiede Pamela.
Annuisco
e la guardo.. “Lui è.. mio marito, e mio figlio si
chiama Gabriel,
ha nove mesi.”
“Castiel,
l'angelo è tuo marito?” mi chiede ancora Pamela.
“Si!
Tu, lo conosci?”
“Mi
ha bruciato gli occhi..”
Oh
cielo! Castiel ha ucciso questa donna?
“Oh
no tesoro. Non è stato lui ad uccidermi.” mi
rassicura.
Credo
di avere scritto in faccia quello che penso. Mio padre me lo diceva
sempre che si capisce subito quello che penso.
“E'
stato un demone, mentre aiutavo Sam e Dean Winchester.” mi
spiega.
Sam
e Dean?
Guardo
Ash quasi a chiedergli a lui com'è successo di morire.
Lui
mi guarda e sospira. “Anche io sono morto tentando di
aiutarli.”
mi dice “Ma erano bravi ragazzi. Simpatici. Chissà
se stanno
bene.”
“Stanno
benissimo..” dico io “Sono un po' confusi
perchè sulla Terra sta
succedendo di tutto. Ma stanno bene.”
Pamela
ed Ash si scambiano uno sguardo.. quasi complice e poi mi guardano.
D'un
tratto dal computer di Ash si alza un urlo fortissimo.
“Ma
che succede?” sussurra lui.
“Stanno
cercando me.” dico io dicendo loro quello che gli angeli
stanno
urlando “Sono un'anima un po' particolare.”
Mi
alzo e Ash e Pamela fanno lo stesso.
“Devi
andare nel tuo Paradiso personale.. Il posto in cui ti abbiamo
incontrato.” mi spiega “Lì sarai al
sicuro.”
Annuisco
ma onestamente non so nemmeno come tornarci.
“Solo...
pensaci intensamente e ci arriverai.” mi dice Ash.
Sorrido
e li saluto, poi chiudo gli occhi e mi ritrovo dentro la mia casa.
Castiel
sta bevendo un sorso d'acqua, ma non appena mi vede, posa il
bicchiere e mi raggiunge.
Mi
stringe il viso dolcemente tra le mani e mi bacia..
Io
ricambio e mi ritrovo a piangere perchè mi rendo conto che
lui non
è.. reale come il mio Cass, sulla Terra.
“Cuore
mio..” mi sussurra “Non piangere.. Verrò
a prenderti.”
Lo
guardo perplessa e non sono sicura di quello che ha detto...
Sto
per chiederglielo, ma sento qualcosa tirarmi i pantaloni.
Abbasso
gli occhi e Gabriel è lì sorridente.. Gli sorrido
e lo prendo in
braccio mentre lui mi poggia le manine sul viso. “Ciao amore
mio..”
gli sussurro.
Castiel
mi guarda e mi bacia i capelli. Poi mi prende per mano e mi porta in
giardino.
“Verrò
a prenderti..” mi sussurra di nuovo.
Sospiro
e spero che quello che dice, si riferisca a quello che penso.
Forse
Cass verrà a prendermi.. o forse sono io che immagino di
sentirgli
dire queste cose..
Quello
che conta comunque, è che anche qui, sono con la mia
famiglia.
*****
Allison
è morta.
L'ho
tenuta tra le braccia per lungo tempo, l'ho cullata come se fosse una
bambina, mentre Sirahel buttato a terra, fissava il vuoto.
Poi
mi sono alzato, l'ho portata in camera e l'ho adagiata sul nostro
letto, su quelle coperte e quelle lenzuola che profumano sempre di
lavanda.
Il
letto sul quale l'ho amata tante volte, dove abbiamo concepito nostro
figlio.
Ora
accoglie il corpo senza vita della mia ragione di vita.
Sir
mi ha appena raggiunto, si siede sull'altro lato del letto e la
guarda.
“Se
non posso riportarla indietro” dico rompendo il silenzio
“voglio
morire.”
“Taci,
non dire stronzate.” è la risposta amara
dell'Arcangelo.
Mi
volto a guardarlo e mi accorgo che gli occhi mi fanno male da morire
per le tante lacrime versate.
Anche
Sir ha gli occhi rossi di pianto e improvvisamente mi sembra molto
più vecchio.
“Non
ce la faccio senza di lei... e non posso resuscitarla, nemmeno tu
puoi. Dunque l'unica cosa che mi è rimasta da fare
è... pugnalarmi
e farla finita.”
“Cass..
smettila con questi discorsi o è la volta buona che ti
massacro di
botte” si ferma e mi guarda “non pensi a tuo
figlio? Orfano in un
colpo solo di entrambi i genitori? E non pensi a me? Perderei due...
figli in un attimo?”
Abbasso
lo sguardo e sospiro, in questo momento non riesco a pensare a niente
che non sia Allison è morta e io voglio morire.
“E
allora devo fare qualcosa per riportarla indietro... perché
mi
sembra di impazzire senza di lei...”
Allungo
una mano e le accarezzo i capelli.
Sono
così morbidi, lucenti. Adoro i suoi capelli, accarezzarli,
sentirne
il profumo, affondare in viso in quelle onde mentre facciamo l'amore.
Il
suo sorriso, quelle fossette sulle guance. Io non posso aver perso
tutto questo, mi rifiuto di crederlo!
Mi
alzo di scatto perché mi è venuta in mente
un'idea folle.
“Farò
un patto.” annuncio serio.
“Cosa?”
Sir si alza e mi raggiunge “Tu sei completamente pazzo, un
angelo
non può fare un patto!”
“Sì
che posso... lo farò.” ripeto sempre
più convinto.
“Nessun
demone farebbe un patto con te, tu... non sei un comune mortale, non
hai un'anima come loro!”
“Ho
quella di Jimmy, quella è buona, no?” ribatto io
senza senso, che
diritto ho io di condannare Jimmy alla dannazione?
L'Arcangelo
scuote il capo. “L'unico motivo per il quale io non mi pianto
un
coltello nel cuore, siete tu e Gabriel” mi dice a denti
stretti
“non ti permetterò di fare una
sciocchezza!”
“Io
non voglio vivere senza di lei!” grido esasperato
“Non ce la
faccio! Amo mio figlio ma... non ce la faccio senza Allison, io ho...
dato tutto per lei... io voglio lei...” inizio a piangere di
nuovo,
come un ragazzino.
Sirahel
si avvicina di più e mi abbraccia, sorprendendomi per tanto
calore e
quasi imbarazzandomi per il gesto inaspettato.
“C'è
un modo ragazzo mio...” mormora quando riprendo il controllo
delle
mie emozioni.
“Quale?
Ti supplico dimmelo, farò di tutto.” lo esorto
mentre la speranza
mi rianima.
L'Arcangelo
sospira. “Se ci fosse stato nostro fratello
Gabriel” inizia serio
“sarebbe stato facile. Ti avremmo di nuovo fatto da scudo e
tu
saresti potuto andare e tornare dal Paradiso come se niente fosse. Ma
adesso sono solo, lo scudo sarà più debole. Ma
è l'unico modo che
abbiamo per... provare a riavere la nostra Allison.” conclude
guardandola.
Il
mio cuore batte più rapido che mai, vado a riprenderla!
Sì
mio Dio, vado a riprendere il mio amore!
“Dimmi
cosa devo fare e io lo farò” assicuro convinto.
Lui
annuisce e tira un altro sospiro. “Avrai poco tempo, davvero
poco,
e se ti trovano, non tornerai più indietro. Ti
uccideranno” mi
avvisa.
Io
scuoto il capo. “Venderò cara la pelle, non mi
avranno facilmente.
Vado, trovo Allison e... corro più veloce che
posso.”
“Sì,
esattamente. Trovala e inizia a correre, perché spezzare
l'equilibro
di un Paradiso personale, avvisa immediatamente gli angeli. Ora va a
sdraiarti figliolo, e preparati perché sarà
doloroso. Sarà un po'
come morire perché ora sei in un corpo umano.”
Annuisco
e vado a sdraiarmi accanto ad Allison, sicuro che al mio risveglio
lei sarà di nuovo con me.
“Sono
pronto.”
Sirahel
mi posa una mano sulla fronte e una sul petto, e inizia a recitare
una formula che ricordo vagamente.
Un
dolore terribile mi pervade, simile a quello provato quando mi
strapparono a forza dal mio tramite.
Grido
di dolore e...
Che
ci faccio davanti casa nostra? Non dovevo andare in Paradiso?
Sospiro
e mi rendo conto che in effetti ci sono, questo è il
Paradiso di
Allison.
Mi
incammino lungo il vialetto e arrivo davanti alla porta, lasciata
socchiusa.
La
spingo e la scena che mi si presenta, mi stringe il cuore.
Ci
sono Allison e Gabriel che giocano a terra con dei pupazzetti e... io
sul divano che li osservo.
Ricordo
quel giorno, mio fratello era morto da poco ma la mia famiglia era
riuscita a curare la mia tristezza.
Allison
si volta a guardarmi e sbianca, mentre l'altro io e Gabriel non si
accorgono di nulla.
Certo,
non sono reali.
Lei
si alza e avanza verso di me.
“Cass?”
pronuncia il mio nome con voce tremante, e io scoppio a piangere.
“Sei
venuto a prendermi!” e si butta tra le mie braccia.
“Sì
amore sì... sono venuto a prenderti anche in Paradiso!
Questo non è
il tuo posto, non adesso, andiamo via!”
Lei
mi guarda e singhiozzando annuisce. “Torniamo a
casa!”
La
prendo per mano ed esco da quella che sembra la nostra casa, ma
è
solo un ricordo di Allison.
Appena
fuori, inizio a correre trascinandola dietro di me.
“Corri
amore, corri veloce! Se ci trovano è la fine!” le
urlo.
Corriamo
a perdifiato, mentre mi accorgo... no, sento che i miei cosiddetti
fratelli si sono già accorti dell'intrusione.
Ci
inoltriamo in una bosco che è apparso dal nulla e arriviamo
ad una
serra.
“Castiel,
aspetta.” tuona una voce.
Mi
fermo immediatamente e lo riconosco. “Joshua?”
chiamo guardandomi
intorno.
Appare
un uomo di colore, di una certa età. In realtà
quello è il suo
tramite, il tramite dell'angelo Joshua, il giardiniere di Dio.
È
l'unico che attualmente parla con Lui.
Deglutisco
e faccio da scudo ad Allison. “Ti prego, punisci me e lascia
andare
lei. Abbiamo un figlio piccolo, ha bisogno della madre.”
L'angelo
accenna un sorriso. “Non farò del male a nessuno
dei due, mio
piccolo fratellino. Voglio solo darti un messaggio da parte di nostro
Padre.”
Io
e Ally ci guardiamo e sorridiamo. Dio ha un messaggio per me!
Allora... c'è ancora da qualche parte!
“Dimmi
pure” dico chinando leggermente il capo.
“Smettila
di cercarlo, ragazzo” inizia secco “non vuole
essere trovato.”
Sgrano
gli occhi. “Cosa?”
“Hai
capito bene. Questa guerra, non è affar Suo. Ciclicamente si
ripete
e non vuole più saperne.”
Ally
mi stringe la mano.
“Non..
non può essere” protesto “non Gli
interessa dei Suoi figli? Né
di noi angeli né degli umani?”
L'angelo
scuote il capo. “Dovete essere voi a combattere questa
guerra, Lui
ti ama per cui ti ha resuscitato e ora ti permetterà di
tornare
sulla Terra. Ma non farà più nulla. Ora andate, e
ricordate questo
messaggio.”
Apro
gli occhi e con uno scatto mi metto seduto, respiro affannosamente e
ho la nausea.
Allison
urla e si mette seduta anche lei, ci guardiamo e automaticamente ci
buttiamo uno nelle braccia dell'altro, piangendo.
“Per
la miseria Cass!” esclama Sir felice “Ce l'hai
fatta!”
“Ho
avuto tanta paura Ally, tanta paura...” le dico stringendola
forte.
“Anche
io amore mio, anche io!” singhiozza lei.
Sir
tace, lasciandoci sfogare tensione e paura con lacrime e abbracci.
Poi
Allison scioglie l'abbraccio e si volta a guardare l'Arcangelo, che
si è seduto accanto a lei.
“Figlia
mia... ti avevo perso un'altra volta... ho creduto di
morire!” le
dice senza riuscire a trattenere le lacrime.
Ally
annuisce ed è come se si trattenesse.
Ma
poi si scioglie e si butta tra le braccia del padre. “Oh
papà! Non
piangere ora sono qui!”
Si
tengono stretti e sono felici, siamo felici.
Allison
è tornata da noi, sono andata a recuperarla perfino in
Paradiso.
Mi
scoppia il cuore dalla gioia, ma le parole di Joshua mi martellano
nella testa.
Per
il momento, l'unica cosa a cui voglio pensare, è il ritorno
della
mia vita.
Del
mio unico ed eterno amore.
Allison
è di nuovo con me.
|
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Capitolo 46 *** Falling ***
Falling
Dovrei
essere felice.
E
in effetti lo sono, infinitamente felice.
Allison
era morta tra le mie braccia e io non potevo andare a prenderla come
avevo fatto quand'era finita all'inferno.
Ma
poi suo padre, che la ama da impazzire, mi ha permesso di andare a
recuperarla.
È
stato doloroso, mi sono sentito strappare di nuovo dal mio corpo.
Ma
non mi importava, poteva farmi quello che voleva purché
servisse a
riaverla.
E
ora è tornata da me, da noi.
Per
cui sì, sono felice, immensamente felice.
Ma
c'è qualcosa che guasta questa mia felicità, che
la macchia e che
mi fa stare male mentre dovrei solo saltare di gioia.
Le
parole di Joshua mi tormentano, un tarlo nel cervello che non mi
lascia un attimo.
Dio
non ne vuole sapere di noi.
Io
non... riesco a rassegnarmi.
Non
posso credere che mio Padre si disinteressi così dei Suoi
figli, non
è possibile. Perché? Se lo facesse con me,
capirei. Ho disobbedito
e vivo con una donna che ho addirittura sposato, quando a noi
è
proibito.
Ma
tutti gli altri? E gli umani?
Anche
Allison è colpita da ciò, ma meno di me.
È come se in fondo se
l'aspettasse per cui non è sorpresa più di tanto.
Per
me invece è stato terribile, un macigno che improvvisamente
mi è
caduto addosso.
Lei
è adorabile, nonostante sia ancora scossa per quello che le
è
accaduto, cerca di confortare me.
Ma
non riesco a reagire e a volte... bevo.
No,
non mi ubriaco, ma provo sollievo bevendo un po'.
Sicuramente
mi farà bene in questo momento, visto quello che sto per
fare.
Non
ho dimenticato il mio proposito di diventare umano, totalmente umano.
È solo che l'unico modo che io conosca ma che non ho detto a
nessuno, è molto, molto doloroso.
E
mi spaventava a morte, non avevo il coraggio di farlo.
Ora
l'ho trovato però, sì ho trovato il coraggio di
darci letteralmente
un taglio.
Non
voglio più essere un angelo, non solo perché
così sarò davvero un
uomo e sarò ancora più vicino alla mia famiglia,
ma anche perché...
non voglio tornare mai più nei ranghi.
Io
servivo Dio, mio Padre, non i miei superiori. E obbedivo ai loro
ordini perché ero convinto che venissero da Lui.
Invece
non era così, non ultimamente almeno.
I
miei superiori mi hanno fatto fare cose sbagliate, che non erano
ordini di Dio.
Allora
basta.
Ora
sono qui in ginocchio, nascosto in quello che una volta credo fosse
un supermercato, mentre ora è solo un grande magazzino buio
e
fatiscente.
Butto
giù un sorso di whisky e mi tolgo la giacca e poi la maglia.
Sto
per distruggere quattromila anni della mia esistenza, ma non mi
importa.
Taglierò
le mie ali, le trancerò di netto, e la mia Grazia si
spegnerà.
Diventerò un comune mortale.
Sospiro
profondamente e spiego le mie ali. Solo io posso vederle, ad occhio
umano sono invisibili.
Ma
io le vedo, e le sento. Grandi e forti, mi hanno trasportato da una
parte all'altro del mondo, dal Paradiso all'Inferno.
Ora
non le voglio più, sono ingombranti, pesanti. Mi fa male
solo
pensare di averle.
Le
sbatto un'ultima volta, solo per... sentire il vento che generano.
Prendo
il pugnale angelico che ho portato con me e dopo aver bevuto ancora
un po', stringo i denti e taglio via l'ala destra.
Un
dolore mai provato in vita mia mi toglie il respiro.
Grido
disperatamente e il cuore batte all'impazzata.
Affanno
e cerco di non cadere in avanti mentre sento il sangue scorrermi
lungo la schiena.
Bevo
di nuovo per farmi forza e con mano tremante, poggio la lama
sull'attaccatura dell'ala sinistra, respiro a fondo e la taglio con
un colpo secco.
Tutte
le imprese della mia vita mi si presentano davanti agli occhi della
mente, e il sangue scorre veloce dalle mie ferite al pavimento
polveroso.
Mi
giro a guardare dietro di me e le vedo.
Due
grandi ali incenerite. Somigliano un po' a quelle di Gabriel quando
l'abbiamo trovato morto.
Chiudo
gli occhi perché la testa ha iniziato a girarmi velocemente.
Non
posso svenire qui, morirei dissanguato. E non voglio morire, non
adesso che finalmente ho preso una decisione definitiva.
Mi
rialzo a fatica e recupero la mia giacca, la indosso anche se la
stoffa sfregando contro i tagli aumenta la mia pena perché
non posso
andare in giro sanguinando. Devo nascondere quello che mi sono fatto.
Esco
dal magazzino e il sole mi ferisce gli occhi, molto più di
quanto
non facesse solo un'ora fa.
Ho
freddo, tanto freddo e credo di avere già la febbre.
Casa
nostra è a pochi isolati da qui, posso farcela. Devo farcela.
Non
so come reagirà Allison quando vedrà cosa ho
fatto.
Ho
la sensazione che non sarà felice di vedermi sanguinare
così, di
sapere che mi sono tagliato le ali da solo, in un posto buio e sporco
e bevendo per alleviare il dolore.
Ma
era una cosa che dovevo fare da solo, senza l'assistenza di nessuno.
Sirahel
lo so già come reagirà.
Si
incazzerà da morire, e non per le ali tagliate, ma
perché non gli
ho detto nulla.
Volevo
farlo da solo, dire addio alla mia natura angelica da solo. In
realtà
non le ho detto addio, non le ho detto niente.
Semplicemente
mi sono tagliato le ali e tanti saluti!
Sono
stanco, ho freddo e voglio tornare a casa mia.
Ally
mi curerà, mi coccolerà, e capirà le
mie ragioni.
O
almeno lo spero.
Arrivo
davanti casa e tiro un sospiro di sollievo, ormai sono allo stremo
delle forze. La mia giacca è intrisa di sangue e il dolore
è
atroce. Mi trascino lungo il vialetto e arrivo alla porta, ho le
chiavi ma non riesco a muovere la spalla per prenderle dalla mia
tasca.
Sollevo
una mano e suono il campanello.
Sono
certo che non appena il mio amore mi aprirà la porta,
cadrò a
terra.
*****
Sobbalzo
quando suonano alla porta.
Ero
assorta nei miei pensieri, mentre cercavo di immaginare come aiutare
Castiel a superare lo shock dell'aver scoperto che Dio.. se ne
è
lavato le mani.
Anche
io ci sono rimasta male.
Un
tempo pregavo, io pregavo tutte le sere.
Solo,
poi col passare del tempo e col mio.. soggiorno all'Inferno, beh..
molte cose sono diventate.. diverse.
Quindi
scoprire che il Padre eterno se ne frega di quello che capita, non mi
sciocca più di tanto.
Non
quanto sciocca Castiel comunque.
Sospiro
e getto il sale nella mia mano sulla carne che sto preparando, poi
vado ad aprire.
Quello
che vedo, mi lascia sgomenta.
Il
mio amore è pallido e sanguina.. non so nemmeno da dove.
Lo
guardo imbambolata come un'imbecille, incapace di dire o fare niente.
“Ciao
amore..” mi sussurra lui.
Poi avanza barcollando e mi cade tra
le braccia.
“Cass!”
lo chiamo.. E mi accorgo solo allora che sanguina all'altezza delle
spalle.. All'altezza delle sue ali.
Oh
mio Dio!
Si
è tagliato le ali.
Chiudo
la porta con la mano e lo sorreggo fino al divano.. Lo faccio sedere
e gli tolgo la giacca per capire quanto è grave.
Ha
due.. buchi lì dove c'era l'attaccatura delle sue ali.. Ma
perchè
l'ha fatto?
Scoppio
in lacrime, ma cerco di essere forte. Se non reagisco subito potrebbe
morire dissanguato.
Il
divano è pieno di sangue e riesco solo ad immaginare quanto
ne abbia
perso lungo il tragitto..
Gli
prendo il viso tra le mani e lo bacio delicatamente.
“Castiel..
Devi restare sveglio ok?” gli dico “Hai perso
parecchio sangue e
ora ti darò una mano ma devi promettermi che rimarrai
sveglio..
perchè se ti addormenti, potresti morire per il troppo
sangue che
hai perso.. ti prego resta sveglio ok?”
Lui
mi guarda e annuisce lievemente.. Credo che senta un dolore pazzesco,
perchè è pallidissimo e suda per trattenere le
grida.
Solleva
piano una mano e mi asciuga il viso. “Non piangere amore
mio.. Ti
prego. Rimarrò sveglio, te lo prometto.”
Gli
sorrido poco, afferro il telefono e chiamo Sirahel, mentre mi siedo
accanto a lui e gli accarezzo i capelli assicurandomi che rimanga
sveglio.
“Papà
devi venire qui, subito!” urlo a.. mio padre che mi ha appena
risposto al telefono.
Lui
non dice niente, riattacca e dopo dieci secondi compare.
Si
guarda intorno e poi mi guarda sul divano mentre le mie mani si
sporcano del sangue di mio marito.
“Che
succede? Come..” ma si ferma e mi guarda “Si
è tagliato le ali?”
Annuisco
e singhiozzo. “Guarisci le sue ferite, ti prego.”
L'Arcangelo
sembra furioso, ma anche preoccupato. Si avvicina a Castiel e lo fa
piegare in avanti.. Poi poggia le mani sulle sue ferite e chiude gli
occhi.
Castiel
urla e si dimena..
Soffre,
povero amore mio.. Ma dopo qualche minuto, la sua schiena torna a
posto e le ferite si rimarginano.
Il
mio amore tira un sospiro di sollievo dal dolore. Ma è
ancora
stordito e si aggrappa a me piangendo disperato.
Gli
bacio i capelli e faccio un grosso respiro. “Va tutto bene
ora
amore. Tra poco sarai come nuovo. Non preoccuparti.”
Lo
cullo un po', mentre Sirahel sale di sopra da Gabriel che ha iniziato
a piangere e ad urlare.
Dopo
qualche secondo, mi allontano da Cass e gli prendo il viso tra le
mani. “Perchè l'hai fatto?”
So
perchè l'ha fatto. Quello che non so è
perchè l'ha fatto così.
Mi
guarda e sta per rispondermi, ma Sirahel lo precede scendendo le
scale.
“Perchè
è un idiota!” afferma deciso “Un idiota
egoista. Ha scoperto che
Dio se ne è lavato le mani e ha deciso che per questo non
valeva più
la pena essere un angelo.. E si è tagliato le ali, da solo..
e dal
suo alito direi bevendo alcol.. Come ho già detto,
è un idiota!”
urla ancora.
Castiel
non dice niente.
Semplicemente
mi guarda con quei suoi occhioni blu, forse sperando che io capisca
le sue ragioni.
“Un
idiota..” ripete Sirahel.
“Adesso
basta!” gli urlo io “Non è un idiota
solo perchè le sue
aspettative deluse lo rattristano ok? Non è un idiota per
questo.. E
non ti permetterò di giudicarlo mentre lo guardi come se tu
fossi il
più intelligente e Santo tra gli esseri. E' triste e
disperato..
perchè come ho già detto a Gabriel una volta,
lui, al contrario di
voi, ha continuato a credere.. Con coraggio e caparbietà. E
anche se
ora le cose in cui credeva sono andate in frantumi, non importa.
Perchè lui ha creduto e ha avuto più coraggio di
tutti voi altri
messi insieme. Quindi se sei qui per insultarlo, solo perchè
ha
fatto un gesto dettato dalla sua tristezza, sei pregato di
andartene.” gli dico tutto d'un fiato.
Mi
dispiace parlargli così, sopratutto ora che ho accettato
l'idea che
sia mio padre, ma l'affetto che provo per lui, non è nemmeno
lontanamente paragonabile all'amore che provo per Cass e nessuno
può
giudicarlo e dirgli queste cose così cattive.
Sirahel
mi guarda e sospira.
“Mi
dispiace.” dice “Ma ora è meglio che vi
lasci da soli. Tornerò
dopo a vedere come stai.” dice a Cass.
Detto
questo, vola via.
Rimango
sola con Castiel che si alza e si reca in cucina.
Afferra
una bottiglia di liquore e inizia a bere.
Io
invece rimango in soggiorno a fissare il sangue che ha perso e
ringraziando Dio, ovunque sia e che se ne sia o no lavato le mani, di
averlo salvato. Perchè poteva davvero morire.
Lo
raggiungo e gli prendo la bottiglia dalle mani.
“Castiel..
potevi morire.” gli sussurro.
“Ma
sono vivo..”
“Ma
potevi morire. So che sei triste e so che volevi diventare umano.. Ma
anche se ti amo, lasciati dire che sei stato egoista, nei modi e nei
tempi Castiel.” gli dico “Potevi diventare umano in
qualsiasi
altro momento.. Ma lo hai fatto ora.. Quasi come se tu volessi far..
dispetto ai piani alti. Come se volessi fargli capire che non hai
bisogno di loro. E potevi morire, ed io e tuo figlio..”
“Tu
tu tu.. Non si tratta di te Allison.” mi interrompe alzando
poco il
tono “E sai una cosa? Sei un'ingrata. Ho perso tutto per te,
tutto
e ora mi vieni a dire che mi sono tagliato le ali solo per fare un
dispetto ai piani alti e non per te e nostro figlio.. Sei una
testarda, ottusa ingrata umana.”
Deglutisco
a vuoto, mentre le sue parole mi passano da parte a parte come lame
gelate e ripeto a me stessa che è solo l'alcol misto alla
rabbia che
parla.
Ma
quanto è vero?
Spengo
il fuoco dicendo addio alla cena e faccio un grosso respiro.
“Riposati.”
gli dico.
Poi
salgo di sopra.
Mi
metto a letto e penso.. Penso ad un modo per aiutarlo e mi rendo
conto che io non posso aiutarlo.
Ora
è umano e dovrà fare i conti con la sua
umanità. Sarà dura ed io
non sono in grado di aiutarlo a diventare un uomo.
Mi
rannicchio un po' su me stessa e dopo qualche secondo lo sento
sdraiarsi dietro di me.
Il
suo braccio mi avvolge la vita e la sua bocca mi bacia dolcemente la
spalla.
“Scusa
per quello che ti ho detto..” mi dice “Io non.. non
volevo.”
“Lo
so. Stai diventando umano e il passaggio sarà difficile
Castiel. Ed
io non posso aiutarti.. Perchè vederti infelice mi rende
fragile e
la fragilità non è proprio quello che ci serve in
questo momento.”
Suona
un po' come un saluto, e lo è. Anche lui lo capisce.
“Che
stai cercando di dire?” mi chiede.
“Questa
è casa tua Cass.. Hai un figlio che ti ama da morire ed io,
io ti
amo da impazzire. La porta sarà sempre aperta per te, ma
devi
diventare un uomo ed io non posso aiutarti.” dico
“Credo che
dovresti andare con Sam e Dean per un po'.. Credo che ci serva una
pausa da tutto questo. Da noi. E quando sarai pronto, io
sarò qui ad
aspettarti a braccia aperte.”
Lui
sospira e si allontana da me. Prende il telefono e si mette seduto
sul bordo del letto.
“Tu
che ne pensi Castiel?” gli chiedo.
“Penso
che ci serva una pausa.” sussurra.
Poi
si alza, e scende di sotto.
Ci
serve una pausa.. E tutto sarà diverso..
Forse
sarà un bene.. Solo che.. il cambiamento spaventa.
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Capitolo 47 *** Three months ***
Three
months
Sono
passati tre mesi da quando io e Castiel siamo in.. pausa di
riflessione.
Pausa
che mi sta.. distruggendo e che tra l'altro è una mia idea.
Faccio
un grosso respiro e fisso Gabriel giocare sul tappeto, ai piedi di
quel divano che ha accolto il corpo insanguinato dell'uomo che amo
più di me stessa, e che mi sono finalmente decisa a cambiare.
Ho
provato a lavare via il sangue, e quando ho visto che la macchia non
se ne andava mai del tutto, ho provato a coprirlo con un copri
divano.
Ma
io odio i copri divano, ed è per questo che sono uscita, mi
sono
recata in un negozio di mobili e ho comprato un nuovo divano.
E'
più grande e bello. Crea un angolo ed è bianco e
marroncino,
abbinato al resto del soggiorno.
Poi
ho comprato anche un nuovo televisore.
E'
grande e ha l'home theater inserito.
Ho
pensato che, quando Cass tornerà, sarà un uomo a
tutti gli effetti,
e in quanto tale vorrà un bel televisore per guardare la
partita, o
un film.
Così
ho preso questo bel televisore per lui.. E anche un po' per me..
Perchè a me piace tanto guardare la tv, sopratutto se posso
farlo
abbracciata all'uomo che amo, in una fredda giornata di inverno.
E'
alquanto impossibile a dire il vero, che io viva una fredda
giornata.. Vivo a Los Angeles e qui fa sempre caldo.. Mi
accontenterò
di una fresca giornata e spero che il mio uomo sia qui con me.
E
più tardi, nel pomeriggio, mentre Gabriel sarà
dai nonni, andrò
dal parrucchiere. Ho deciso che mi taglierò i capelli..
Voglio..
voltare pagina e guardare al futuro con la mia famiglia.
Mi
manca Castiel. Mi manca tantissimo.
Raggiungo
il mio piccolo amore sul tappeto e lo prendo in braccio.
E'
molto triste da quando il suo papà se ne è
andato.
Lui
piange spesso, sopratutto di notte. E quando lo prendo in braccio si
stringe a me con tutte le forze, quasi volesse avvolgere con le sue
piccole braccia, sia me che suo padre.
Anche
ora lo sta facendo.
Gli
bacio la guancia e mi siedo con lui in cucina.
E'
assetato da un paio di giorni a questa parte.. E anche ora, mentre lo
tengo tra le braccia, lui beve dal suo biberon la camomilla che gli
ho preparato.
Gli
piace tanto la camomilla..
Gli
bacio i capelli e quando smette di bere, lo metto seduto sul tavolo
tenendolo dolcemente.
Gli
sorrido e mi schiarisco la voce.
“Sai
amore della mamma..” gli dico “Lo so che ti manca
il tuo papà e
sei tanto triste da quando lui se ne è andato.
Ma..”
Gabriel
mi guarda e mi poggia le mani sul viso.
Molti
direbbero che non capisce quello che gli sto dicendo, ma io credo che
in qualche modo lui comprenda le mie parole.
E'
un bambino sveglio e decisamente non comune, e il modo in cui mi
guarda, il modo in cui mi accarezza il viso con le sue manine
profumate, sembra confermare la mia testi, secondo la quale lui
capisce perfettamente tutto quello che gli succede intorno e, in
questo momento, quello che gli sto dicendo.
“Ma
il tuo papà e la tua mamma ti vogliono tanto bene.. E sono
sicura
che papà tornerà presto a casa. Vedi, lui, e
anche io, eravamo un
po' confusi, così per il bene di tutti noi.. abbiamo deciso
di
separarci per un po'. Ma questa non è colpa tua
perchè quando il
tuo papà telefona, è sempre per chiedere di te e
di come stai e per
dirmi di dirti che ti ama tanto e che non vede l'ora di abbracciarti
forte.” gli dico ancora.
Lui
mi sorride poco.
“Papà
tornerà presto, vedrai. Fino ad allora, io ti
farò le coccole per
due. Per me e per il tuo papà.” gli faccio un po'
il solletico e
lo sbaciucchio mentre lui ride gioioso.
Lo
abbraccio stretto e gli faccio tantissime coccole.
Poi
vado ad aprire la porta. Sono i ragazzi che mi hanno appena portato
il divano nuovo.
Tutto
è pronto per Castiel.. Ora, manca soltanto lui
*****
“Ehi
Cass, però te la cavi bene con la pala, non me lo sarei mai
aspettato!” si complimenta Dean mentre usciamo da un vecchio
cimitero.
Da
circa tre mesi viaggio con loro in lungo e in largo, non ho
più le
ali per cui mi sono adattato a stare sul sedile posteriore
dell'Impala Winchester.
La
cosa positiva è che mi posso sdraiare come e quando voglio.
“Avevi
dubbi?” rispondo risentito “E poi non è
che ci voglia poi molto
a dissotterrare una bara!”
“Questo
lo dici tu! Ci vuole maestria anche in quello. Anche se devi
migliorare col salt 'n' burn! ”
Lo
guardo e scuoto il capo sospirando. “E io che ti rispondo
anche.”
mormoro mentre raggiungiamo l'auto.
Sam
ci ascolta e ridacchia per conto proprio, di solito evita di
intromettersi in questi stupidi discorsi nei quali Dean mi trascina.
“Allora
ragazzi, ora che si fa?” chiede Dean a tutti e due.
Sam
fa spallucce. “Pizza e birra?”
Dean
alza la mano e lo indica. “Questo sì che
è parlare, fratellino!
La caccia mette fame, giusto Cass?”
Annuisco
distrattamente perché sto pensando ad altro.
Mi
manca Allison, da morire.
Da
tre mesi sto con i ragazzi, ed è molto divertente lo ammetto.
Diventare
umano mi ha fatto capire tante cose, e ora capisco perché
gli umani
tengono molto all'amicizia e tendono, soprattutto gli uomini, a
riunirsi in comitive.
Si
mangia e si beve e si fanno discorsi di dubbio gusto: in due parole,
è divertente.
Ma
io ho una famiglia, ho una moglie e un figlio che mi aspettano a casa
e mi mancano così tanto da togliermi il fiato.
“Castiel”
mi richiama Sam “che c'è? Oggi sei strano.
Più del solito.”
Lo
fisso per un attimo. “Niente” mi fermo e sospiro
“credo di
voler tornare a Los Angeles.” dico finalmente.
I
due fratelli si guardano.
“Beh
Cass, ci fa piacere averti con noi, ma se vuoi tornare dalla tua
famiglia, è giusto che tu lo faccia. Solo, te la
senti?” domanda
Dean.
Mi
fermo a pensare un attimo: me la sento di tornare a casa?
Quando
sono andato via, ero confuso e ferito. E non parlo delle ali che mi
sono tagliato rischiando di morire dissanguato.
Ero
ferito dentro, nel profondo.
E
Allison mi ha proposto questa pausa di riflessione che io ho
accettato subito.
Ma
non perché volevo prendermi una pausa da lei, ma
perché volevo
imparare ad essere uomo.
Ora,
non è che con i Winchester Bros io sia diventato un
gentleman, ma
sicuramente ora conosco di più la vita nel senso umano del
termine.
“Sì
Dean, credo di essere pronto a tornare a casa.” rispondo
convinto.
Lui
annuisce. “Bene ragazzo mio, ti accompagniamo...”
ma lo
interrompo.
“No
Dean, voglio tornare a casa da solo. Avete già fatto tanto
per me,
mi avete insegnato molto. È ora di camminare con le mie
gambe.
Metaforicamente parlando, ovviamente.”
I
ragazzi sorridono e Sam mi da una pacca sulla spalla.
“Il
nostro ragazzo sta crescendo!”
Possibile
che debbano sempre prendermi in giro?
“Sì
sto diventando grande, tant'è che credo di aver bisogno di
un'auto
tutta mia.” annuncio sorprendendoli.
“Cosa?
Oh oh ci sarà da divertirsi!” esclama Dean tutto
contento.
“Sì
ma la mia macchina la scelgo io, quindi abbassa le antenne Dean, non
ti farò scegliere per me.” lo avviso serio.
Lui
sembra un tantino deluso mentre Sam se la ride di gusto.
“E
che auto pensi di comprare? Hai già un'idea?” mi
chiede Sam
incuriosito.
Certo
che noi uomini siamo strani. Abbiamo appena profanato una tomba
bruciando i resti e ora parliamo di auto.
“Beh,
sì a dire il vero” ammetto “ho visto
qualche auto in giro per le
strade che mi è piaciuta. Spero di trovarne una
simile.”
“Interessante,
ha le idee chiare eh Sammy?” dice Dean con un sorrisetto.
“Dean,
la smetterai mai di prendermi in giro?” gli chiedo
retoricamente.
Lui
ride e mi stringe una spalla. “Mi sa di noi, amico. Anche se
sei
diventato uno di noi a tutti gli effetti, è troppo
divertente!”
Lo
mando al diavolo e aggiungo altre parole poco carine che suscitano
l'ilarità del più giovane dei due.
Poi
saliamo in macchina e ci allontaniamo dal cimitero prima che si
accorgano della nostra presenza.
Voglio
tornare a casa, da mia moglie e mio figlio.
E
lo farò con cuore e mente rinnovata.
E
un'auto tutta mia.
*****
Sono
in macchina verso casa di Sirahel e Stefany. Lì
lascerò Gabriel che
passerà la serata e probabilmente anche la notte coi nonni.
Sirahel
e Stefany amano il mio bambino.
Credo
che se avessero l'età giusta, e fosse il momento giusto,
proverebbero ad avere un bimbo tutto loro.
Ma
siccome, il loro tempo, come
Sirahel dice, è passato, coccolano e viziano il mio quasi
fosse
loro.
Sospiro
e parcheggio sotto il lussuoso palazzo in cui sta il loro
appartamento.
E'
un attico gigante all'ultimo piano.. E l'ultimo piano è il
trentesimo. Mi viene la nausea solo al pensiero di salire lì
sopra e
affacciarmi dalla finestra.
Scendo
dall'auto e sorrido a Sirahel che mi aspetta sulla soglia del
portone.
Sta
facendo quattro chiacchiere con portinaio e quando mi vede si
avvicina trascinando quell'uomo con sé ed elogiando il suo
bellissimo nipote.
Prendo
Gabriel e tutte le sue cose e do la borsa a Sirahel. Poi guardo
Gabriel tra le mie braccia e gli sorrido.
“La
mamma verrà a prenderti domattina ok? Il nonno e la nonna
hanno
organizzato un pigiama party e tu sei stato invitato perchè
sei un
bambino divertentissimo..” gli dico.
Quello
che ho detto non ha alcun senso per lui.. nemmeno per me in effetti.
Ma la sua espressione perplessa è adorabile
perchè mi ricorda tanto
quella di Cass.
Gli
sorrido e gli bacio la guancia e poi lo do in braccio a Sirahel.
Saluto
anche lui e salgo in macchina.
Riparto
alla volta del parrucchiere e accendo la radio aprendo la capote
dell'auto.
C'è
una bella giornata e un traffico bestiale. Canticchio a ritmo con la
canzone alla radio e sospiro.
Il
leggero venticciolo che c'è mi scompiglia i capelli ed io
chiudo gli
occhi immaginando che siano le mani di Castiel ad accarezzarli.
Le
sue mani.. tra i miei capelli, sulla mia pelle, sul mio viso..
Mi
manca tanto. Se non torna entro domani lo chiamerò e lo
implorerò
di tornare sperando che mi ami ancora.
So
che non dovrei avere dubbi al riguardo, ma è un uomo
piacente che
per tre mesi è stato in giro con altri due uomini piacenti.
Avranno
incontrato persone.. Donne.. E magari, visto la mia assenza,
avrà
sentito il bisogno di.. incontrare qualcuno carnalmente.
Dovrei
chiederglielo quando torna?
Se
torna...
Sospiro
e scendo dall'auto che ho appena parcheggiato davanti al
parrucchiere.
Questo
è il mio parrucchiere da quando avevo 16 anni. Conosco il
proprietario praticamente da sempre, e il salone ha riaperto da poco
dopo aver ristrutturato e ingrandito.
Chiudo
l'auto ed entro dentro.
La
“reception” è immensa ed è
tutto bellissimo.
Una
gentile ragazza mi viene incontro e mi sorride. “Posso
aiutarla?”
mi chiede.
“Salve..”
dico io “Ho un appuntamento con Jason.. Il sig.
McCarty.”
“E'
sicura? Perchè lui non riceve mai i clienti se
non..”
“Allison
Morgan.. I capelli più belli che io abbia mai toccato e
visto nella
mia carriera.”
Volto
lo sguardo verso le scale, mentre la ragazza si allontana e poi fisso
Jason.
Gli
sorrido e lo abbraccio. “Ti trovo bene.”
“Anche
io ragazza mia..” mi dice “Cosa posso fare per
te?”
Faccio
spallucce e lo guardo. “Voglio cambiare taglio. Voltare
pagina.”
“Bene.
Andiamo allora.”
Mi
prende per mano ed io lo seguo.
Mi
affido alle sue cure per tre ore circa, tra creme, shampoo profumati
e lozioni ammorbidenti e poi sono pronta con un nuovo taglio, corto e
liscio, ma facilmente adattabile anche ai riccioli.
Saluto
Jason ed esco dal negozio, diretta a casa.
A
causa del traffico bestiale, arrivo alle otto circa.
Prendo
una soda dal frigo e vado a sedermi sul divano.
La
sorseggio e fisso la tv davanti a me.. Il telefono è
lì.. Sono
tentata di telefonare a Castiel e sto per farlo.
Ma
suonano alla porta e così poso il telefono e vado ad aprire.
*****
Ho
guidato per ore, e devo dire che quest'auto mi ha aiutato molto a non
sentire la stanchezza.
È
rossa, sportiva, come l'ha definitiva il tizio che l'ha venduta.
Mi
chiedo se ad Allison piacerà, io spero proprio di
sì.
Fermo
la macchina davanti casa nostra e scendo. Traggo un profondo sospiro
e... ho quasi paura di suonare alla porta.
Non
ho idea di come mi accoglierà la mia donna, ci siamo sentiti
spesso
in questi tre mesi ed era sempre affettuosa.
Ma
la paura di essere respinto e mandato via, mi attanaglia lo stomaco.
È
una paura irrazionale e stupida, non ci siamo lasciati e non me ne
sono andato. Semplicemente avevamo bisogno di allontanarci un po'.
Io
avevo bisogno di allontanarmi, per capire cosa ero diventato.
Ora
lo so, sono un uomo.
Ma
questo non mi impedisce di essere emozionato.
Sospiro
e mi avvio lungo il vialetto, arrivo alla porta e suono il
campanello.
E
se venisse ad aprire un altro uomo? Forse avrei fatto meglio a
portare una pistola con me...
La
porta si apre dopo pochi istanti e quello che vedo è...
meraviglioso.
Allison
mi appare come una visione, ha un vestito blu che le arriva al
ginocchio ed è scollato.
Ha
tagliato i capelli, e le stanno d'incanto.
È
incredibile come io ora noti molto di più certi particolari.
Anche
se a dire il vero, in lei ho notato sempre tutto.
“Castiel?!”
esclama regalandomi un sorriso meraviglioso.
“Ciao
piccola... posso entrare?” le domando sorridendole a mia
volta.
Per
tutta risposta mi abbraccia forte, stringendosi a me.
Io
respiro a fondo il suo profumo e mi sento rinascere. Mi è
mancata da
morire, e solo adesso me ne rendo pienamente conto.
Le
prendo il viso tra le mani e la bacio con passione. Finalmente di
nuovo il sapore delle sue labbra.
Lei
risponde al mio bacio con la stessa passione, facendomi capire che
anche io le sono mancato.
Rompiamo
il nostro bacio ed entro in casa, chiudendomi la porta alle spalle.
“Stavo
proprio per telefonarti, poco fa” mi racconta prendendomi per
mano
“per chiederti di tornare a casa.”
“Sul
serio? Allora abbiamo avuto la stessa idea!” dico.
Lei
annuisce e si stende per baciarmi di nuovo sulle labbra.
“Sì, mi
ero decisamente stancata di questa pausa di riflessione.”
Io
annuisco. “Anche io, da morire. I ragazzi sono divertenti, ma
non
c'è paragone con lo stare qui con te e nostro figlio. Volevo
tornare
a casa, il più in fretta possibile.”
Ally
mi guarda negli occhi intensamente e poi mi accarezza il viso.
“Ti
sei fatto crescere la barba” mi dice sorridendo
“sai che ti rende
ancora più sexy?”
Io
sorrido e prendo la sua mano baciandone il palmo. “In
realtà
sembro un ricercato” commento “ma... non so, dopo
le prime
settimane ho smesso di radermi per pigrizia. Non sono pratico di lame
e rasoi..” ammetto sincero.
“Sei
bellissimo amore mio, sei particolarmente uomo
così.” insiste.
Forse
non immagina che si sta avventurando in un campo minato.
Sono
oltre tre mesi che non facciamo l'amore e se mi dice anche solo
un'altra parola, non so cosa succederà.
“Gabriel
è di sopra?” chiedo io cambiando discorso.
“No,
è dal nonno. Passerà lì la notte. Mi
dispiace amore, se avessi
saputo che tornavi, non l'avrei portato da loro.” mi dice.
“Non
preoccuparti, è colpa mia, avrei dovuto avvisarti. Ma volevo
farti
una sorpresa.”
“Hai
fatto bene, è stata una bellissima sorpresa. Ma dimmi Cass,
ti hanno
accompagnato Sam e Dean?” mi domanda.
“No,
sono arrivato da solo.” rispondo.
“Non
mi dire che ti sei fatto ore di viaggio in pullman? Sarai
stremato!”
Sorrido
e scuoto il capo. “No tesoro, sono venuto in macchina. Con la
mia
macchina.”
Allison
mi guarda e inarca un sopracciglio. “La... tua
macchina?” ripete
scettica “Hai comprato una macchina?”
“Sì”
annuisco con orgoglio “ormai non ho più le ali e
per spostarmi mi
serviva. È parcheggiata fuori.”
Detto
questo, Ally si avvicina ad una finestra e sposta la tenda. Guarda
con curiosità fuori e poi corruga la fronte.
“C'è
solo un Mustang rossa qua fuori...” e si volta a guardarmi.
“Sì
sì, è proprio quella.” le confermo.
Sgrana
gli occhi, “Quella stupenda Ford Mustang rossa è
tua?” mi
domanda con ammirazione.
Io
annuisco e mi avvicino a lei. “Ti piace?”
“Santo
Cielo tesoro... hai una macchina stupenda! Ti hanno aiutato i ragazzi
a sceglierla?”
La
guardo risentito. “No, l'ho scelta secondo i miei gusti.
Anche se
Dean in effetti voleva metter bocca sulla questione. Sai, mi
ricordava molto te...” le dico.
“In
che senso?”
Sorrido
e le accarezzo le labbra. “Non lo so di preciso”
inizio “credo
abbia a che fare con le forme sinuose che ha. Mi ricordavano un po'
le tue...”
Gli
occhi di Allison iniziano a brillare. “Wow... stai diventando
un
poeta...” sussurra.
“Dici?
Io credo piuttosto di star diventando una specie di maniaco. Ti vedo
ovunque.”
Scoppia
a ridere e mi prende per mano e ci spostiamo verso il centro del
salotto, poi mi solleva la mano sinistra e guarda la fede.
“Non
l'hai tolta, vedo. O l'hai rimessa prima di venire qui?” mi
domanda
cercando nei miei occhi la verità.
“Tesoro,
perché mai avrei dovuto togliermi la fede?” chiedo
io di rimando,
sinceramente sorpreso dalla sua domanda.
Lei
fa spallucce. “Non so...per fare... nuove
conoscenze?”
“Amore,
se hai paura che io sia andato a letto con qualcun'altra, puoi stare
tranquilla. Non potrei mai e poi mai toccare qualcuna che non sia
tu...” la rassicuro.
Mi
prende entrambe le mani e le stringe. “Sai... a volte tra
amici si
fa. Cioè si va in qualche locale, si incontrano ragazze
e...”
“Shhh”
la fermo “basta tesoro. Non è successo.
È vero, siamo andati in
qualche birreria, è normale. Ma mentre loro due... beh
facevano
amicizia, io me ne uscivo. Sono sposato con te amore, e voglio
solamente te.” le dico. “E tu, mi hai
tradito?” aggiungo.
“No”
risponde decisa “amo solo te e voglio stare solo con
te.”
Mi
fido di lei, ma sentirmelo ripetere mi fa sempre piacere.
Sorrido
e infilo una mano in tasca estraendone uno scatolino.
Le
ho preso un regalo. Non so se le piacerà o le
sembrerà sciocco, ma
quando l'ho visto ho pensato a lei.
Non
è neanche di molto valore, ma era bello e... mi ricordava il
mio
amore.
“Che
cos'è?” mi domanda vedendo questo scatolino bianco
tra le mie
mani.
“E'
quello che tu sei per me” le dico “ed anche quello
che vorrei
darti, se fosse possibile.” e lo apro.
Allison
lo guarda e poi guarda me. “Castiel... è
bellissimo.” sussurra
emozionata.
Lo
prende e lo guarda con gli occhi lucidi. È un sole con una
grande
pietra verde al centro.
“Tu
sei il mio sole amore mio, e se potessi ti regalerei quello
vero.”
Si
commuove e mi abbraccia forte. “Sei meraviglioso
tesoro....”
mormora contro il mio collo.
Si
stacca da me e la aiuto a mettere il mio regalo, che ricade
dolcemente tra i suoi seni.
“Se
avevi intenzione di sorprendermi, ci sei riuscito” mi
annuncia con
un sorriso.
Io
allungo uno mano e accarezzo piano la curva di un suo meraviglioso
seno che intravedo dalla scollatura.
“Ad
essere sincero, l'unica cosa a cui penso in questo momento,
è
prenderti...”
confesso guardandola negli occhi.
Mi
guarda e sembra sorpresa, poi mi sorride seducente. “Se vuoi
il mio
permesso, lo hai.” mi dice sensuale.
Addio
lucidità.
Scatto
in avanti e la bacio con foga, mentre la mia mano si insinua nella
sua scollatura accarezzandole il seno.
E'
morbida e calda, mi fa impazzire.
“Ti
dispiace... se ti prendo qui e subito?” le sussurro in un
orecchio,
mentre la spingo contro il muro.
“Stavo
per chiedertelo io...” è la risposta.
Mi
tolgo la giacca mentre Ally mi aiuta con la camicia. Le bacio il
collo fino a scendere sul seno e le sollevo il vestito per sfilarlo
via.
Slaccio
la mia cintura e mi spoglio completamente, poi le tolgo le mutandine
e la stringo a me.
Accarezzo
il suo meraviglioso corpo e la sollevo, mentre lei mi circonda la
vita con le gambe.
“Sei
bellissima amore mio” le dico “e ti desidero da
impazzire.”
“Ti
desidero tanto anche io.” risponde suadente.
Entro
in lei deciso, facendola gemere. Chiude un momento gli occhi e li
riapre subito, stringendo forte le sue gambe intorno a me.
Inizio
a muovermi in lei, baciandola e tenendola stretta a me, amandola
intensamente.
Da
umano è diverso, meravigliosamente diverso, e quando il
piacere ci
coglie di sorpresa nello stesso istante, i brividi ci percuotono e ci
tolgono il respiro.
Restiamo
stretti per lunghi momenti, tentando di recuperare il controllo dei
nostri corpi.
“Castiel...mi
sei mancato tanto” mi sussurra ansimando
“bentornato a casa amore
mio...”
“Mi
sentivo vuoto senza di te Allison... sono niente senza di
te...”
Quando
mi riprendo un po', la faccio scendere e subito la prendo in braccio.
“Dove
mi porti?” mi chiede.
“Di
sopra tesoro” le rispondo “la notte è
giovane, e sono più di
tre mesi che non stiamo insieme. Non mi basta...”
Allison
mi sorride e mi bacia, mentre salgo le scale col suo dolce peso tra
le braccia.
Facciamo
l'amore ancora e ancora, fino a quando non ci arrendiamo al sonno,
esausti e felici.
Sono
a casa finalmente, e so chi sono.
Un
uomo che ama la sua donna.
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Capitolo 48 *** What's changed? ***
What's
changed?
“Sta
fermo Cass.. o finirò per tagliarti.”
Sto
facendo la barba al mio amore..
Si.
Proprio così.. lui non è pratico di rasoi e cose
di questo tipo.
Non più.
Prima,
quando era un angelo nel corpo di un uomo, ricordava molte cose della
quotidianità, perchè stavano nei ricordi di
Jimmy.. Ora invece è
un uomo a tutti gli effetti, quindi molte cose, le cose che non ha
sperimentato nel periodo in cui aveva a disposizione la memoria del
suo tramite, non le conosce.
E'
un po' come un bambino sotto certi aspetti.
Va
guidato e aiutato.. lui crescerà insieme a nostro figlio e
imparerà
tutto quello che serve e che ancora non sa.
E
poi ci sono io che mi prendo cura di lui. Sempre, finché
morte non
ci separi. Come ci siamo tacitamente promessi il giorno delle nostre
nozze e come ci ripromettiamo, con gli occhi, ogni giorno della
nostra vita.
Il
nostro amore è forte.. Ha superato cose che la maggior parte
dei
rapporti non avrebbe mai potuto superare, e sopravvive, vivo e
intenso come il primo giorno.
In
tutti i campi: intellettuale, e.. si, anche sessuale.
La
notte appena trascorsa mi riecheggia nella mente e mi da ancora i
brividi.
Il
suo respiro sulla mia pelle, la sua bocca sulla mia, le sue mani che
accarezzavano il mio corpo quasi fosse una tela su cui dipingere...
Delicatamente.
E
sentirlo dentro di me, mentre il suo cuore, per la prima volta andava
perfettamente a ritmo col mio, è stato così
intenso che per un
attimo ho creduto di morire.
E'
stata la notte più sconvolgente della mia vita, una notte
che di
certo non dimenticherò mai.
Faccio
un grosso respiro e lo guardo per un attimo negli occhi, poi mi
concentro di nuovo sulla sua barba.
“Un
dollaro per i tuoi pensieri.” mi dice lui sorridendo.
Sorrido
e continuo a raderlo piano, sperando che stia fermo.
E'
un uomo ora, ma è incapace di stare fermo per più
di dieci minuti,
esattamente come quando era un angelo.
“Vuoi
sapere a cosa stavo pensando?” gli chiedo.
“Si..
diciamo che sono molto curioso di sapere cosa frulla in quella
bellissima e profumata testolina.”
Gli
pulisco il viso per capire quanta barba è rimasta e mi
accorgo che
ne è rimasta solo un po' all'inizio del collo.
“Reclina
un po' il capo all'indietro..” gli dico.
Lui
si tocca il viso con una mano e lo fa.
“Stavo
pensando a stanotte..” gli dico “E' stato.. non
credo che esista
un termine adatto per descrivere bene il tutto.”
Lui
sorride mentre io gli asciugo il collo con l'asciugamano e accarezza
gentile con la sua bocca il mio collo.
Gli
accarezzo i capelli e mi perdo nel piacere che quel gesto mi offre,
per qualche secondo, poi sospiro.
“Mi
mancherà la tua barba. Forse ti faceva sembrare un
ricercato, ma mi
solleticava la pelle in un modo particolarmente piacevole. E' solo
che la pelle di Gabriel si sarebbe irritata..”
Lui
mi guarda e poi mi accarezza i capelli. “Fidati di me amore..
Conosco altri modi per solleticare piacevolmente la tua
pelle.”
Questo
lato del carattere è sicuramente dell'uomo che è
adesso.
Lo
guardo maliziosa e gli accarezzo le spalle.
Ha
messo su un po' di muscoli, e questo non è un male.. Le sue
spalle
ora sono ancora più definite di prima.
Non
che sia come una specie di culturista, ha solo.. armonizzato un po'
di più il suo corpo.
“A
proposito di questo argomento..” inizio “Quella
cosa con la
bocca, che hai fatto.. sai, lì vicino al mio
ombelico..”
Lui
annuisce e sorride appena.
“Come..
beh.. quando.. Sai.. chi te l'ha insegnata?” chiedo infine.
“Dean!”
esclama lui.
Corrugo
la fronte e scuoto il capo confusa. “Hai fatto pratica con
Dean?”
“Cosa?
No!” risponde lui fissandomi perplesso “Una sera,
non chiedermi
come, ci siamo ritrovati a parlare di queste cose e lui non ha
resistito alla tentazione di fare il gradasso davanti a me e Sam,
elogiando questa.. tecnica diciamo. E con nostro grande disappunto ci
ha spiegato come si mette in pratica. Stanotte era.. la prima volta
che.. provavo.”
Annuisco
e lo bacio delicatamente.. “Fallo tutte le volte che
vuoi..” gli
sussurro.
Ride
e mi bacia di nuovo.
“La
tua bocca..” mi dice “Sa di miele.”
“E'
un nuovo burro di cacao che ho trovato per caso al
supermercato.”
Annuisce
e poi si allontana un po' da me.
Raggiunge
la doccia e apre l'acqua calda.
“Dopo
che faccio la doccia andiamo a prendere Gabriel.. non vedo l'ora di
rivederlo.”
Sospiro
e mi preparo a litigare.
“Dovresti
andarci da solo..” gli dico “Io ho qualcosa da
fare.”
Mi
guarda perplesso e inizia a spogliarsi per la doccia. “Che
cosa?”
“Beh,
una settimana fa è arrivato un nuovo vicino.. Si chiama
Martin... ha
più o meno 30 anni, credo.. Quando è arrivato nel
quartiere, gli ho
portato un cesto di benvenuto come da tradizione e abbiamo
chiacchierato un po'.. Il resto delle sue cose arriva oggi e gli ho
promesso che lo avrei aiutato a sistemare casa.. E' proprio qui di
fronte. Dall'altra parte della strada.” racconto.
Castiel
mi osserva in silenzio.. E penso che forse dovrei disdire l'impegno
con Martin. Non voglio farlo arrabbiare e so quanto è geloso.
“Se
non va bene per te.. io posso.. disdire. Sarebbe scorretto ma, non
voglio litigare. Martin può farlo da solo e..”
spiego ancora.
“Va
bene.” mi interrompe lui con mia grande sorpresa
“Vai pure, ci
vediamo più tardi.”
Si
avvicina a me e mi bacia dolcemente.
“Ti
amo.” mi sussurra.
“Ti
amo anche io.”
Sospiro
e lo guardo entrare in doccia.
Rimango
sola con la mia incredulità. Questa reazione calma non era
prevista.
Prendo
le chiavi e il mio cellulare ed esco di casa.
*****
Sam
è stato chiaro su quest'argomento.
Un
pizzico di gelosia è normale, anzi è salutare.
Senza
gelosia probabilmente non c'è nemmeno amore, e mi trovo
perfettamente d'accordo con questa massima.
Ma
troppa gelosia non va bene per niente.
Allora
devo imparare ad essere meno geloso, e a fidarmi di Allison.
Ecco
perché quando mi ha detto che andava ad aiutare questo
vicino, le ho
semplicemente detto “va bene”.
Mi
fido di lei, e anche se non mi piace particolarmente l'idea di
saperla con un uomo, non mi sono opposto.
Se
avesse voluto tradirmi, l'avrebbe già fatto in questi tre
mesi, no?
Invece
da come sono andate le cose stanotte, credo proprio che io le sia
mancato tanto.
E
che erano tre mesi che non faceva sesso, proprio come me.
Ma
abbiamo recuperato, decisamente. Non credevo di riuscire a reggere
tanto sforzo da umano.
Chiudo
l'acqua ed esco dalla doccia, mi asciugo e vado a vestirmi.
Jeans
chiari e camicia scura, scarpe sportive e un giubbotto di pelle.
Mi
guardo allo specchio e mi sento... nuovo.
Ho
bruciato l'impermeabile di Jimmy, sì proprio bruciato. Non
mi
apparteneva, non era mio.
Mi
dispiace tanto per il mio tramite, ma lui ha accettato questa
situazione per ben due volte, dunque sapeva a cosa andava incontro.
Sospiro
un po' triste, ma poi penso a mio figlio e mi torna il sorriso.
Scendo
di sotto e prendo chiavi e seggiolino, esco di casa e raggiungo la
mia nuova e stupenda macchina.
Stupenda
macchina?
Per
la miseria, ora comincio a parlare come Dean!
Scuoto
il capo sorridendo e dopo aver montato il seggiolino al posto di
guida, salgo in macchina, allaccio la cintura e metto in moto.
Io
guido una macchina.
E
questa è la più piccola delle cose che
teoricamente gli angeli non
fanno.
Ma
io sono un ex angelo, ormai. Quindi posso fare tutto.
La
cosa che preferisco è il sesso.
Non
è che io sia fissato, assolutamente no.
Adoro
anche stare semplicemente abbracciato alla mia donna, senza che
questo implichi un contatto fisico di tipo sessuale.
È
solo che stanotte è stato... completo.
Prima,
benché ci mettessi anima e corpo, una parte di me si sentiva
sempre
in colpa.
Una
piccola, piccolissima parte. Ma c'era.
Stanotte
non c'era niente.
Eravamo
solo io, mia moglie e la nostra passione.
Accendo
la radio senza neanche accorgermene, tutta colpa dei Winchester
ovviamente.
Una
canzone che non conosco diffonde le sue note nell'abitacolo. Non
è
rock, non mi piace.
È...
duro, cattivo. Preferisco note più dolci.
Feel
it, breathe it, believe it and
You'll
be walking on air.
Go
try, go fly so high and
You'll
be walking on air.
You
feel this, unless you kill it -
Go
on and you're forgiven.
I
knew, that I could feel that -
I
feel like I'm walking on air.
È
una canzone che mi piace, sì.
Anche
io mi sento come se stessi camminando per aria. Perché dopo
tanto
tempo, mi sento realmente felice.
Non
ho sensi di colpa e sono libero.
Arrivo
sotto casa di Sir e la sua compagna e scendo dalla macchina.
Guardo
in alto e mi gira la testa: ma quanti piani ha questo palazzo? Scuoto
il capo e mi preparato ad entrare.
“Buongiorno
signor Ellinger” mi saluta il portinaio.
Si
ricorda di me anche se non l'ho mai visto. Sir tempo fa ha fatto le
cose per bene.
Prendo
l'ascensore e salgo fino al trentesimo piano. Non ho più la
Grazia
così Sir non si accorge del mio arrivo, altrimenti sarebbe
sceso di
sotto.
Suono
alla porta e viene ad aprirmi Stefany.
“Ciao
Castiel!” mi saluta con un sorriso “Non credevo
fossi tornato.”
“Nemmeno
io” aggiunge Sirahel sopraggiungendo dietro di lei.
Entro
in casa e mi sento un po'... in imbarazzo. La compagna di Sir sa
tutta la faccenda, sa che entrambi siamo angeli e sa anche che... beh
mi sono tagliato le ali, suppongo, visto che sa che ero andato via
per un po'.
E
mi sento in imbarazzo anche di fronte a Sir. Non ci siamo lasciati
nel migliore dei modi, tre mesi fa.
“Ciao
Cass, ti trovo bene” mi dice guardandomi in faccia
“passata la
crisi esistenziale?”
Ecco,
ci siamo.
Io
annuisco e tento di sorridere. “Se devi rimproverarmi ancora,
fallo. Me lo merito. Ma credimi, tutto quello che mi è
successo, mi
è servito. Ora sono una persona nuova Sir, davvero. E sto
bene, con
me stesso e con gli altri.”
L'Arcangelo
trae un profondo sospiro e mi sorride. “Bene ragazzo, mi fa
piacere. Ora vieni di là, c'è un giovanotto che
come ti vedrà,
impazzirà di gioia.” mi annuncia mettendomi un
braccio intorno
alle spalle.
Ci
avviamo verso il grande salotto e trovo Gabriel seduto a terra su un
tappeto colorato, intento ad impilare grossi cubi colorati.
Alza
la sua adorabile testolina e appena mi vede, si mette in piedi e
sgambetta ridendo verso di me.
Io
quasi mi butto a terra e lo accolgo tra le braccia sorridendo come un
idiota.
“Ecco
l'ometto di papà! Il mio bellissimo e bravissimo
bambino!” gli
dico baciandolo sulla guancia.
Lui
sorride felice e ricambia il bacio, prendendomi il viso tra le sue
piccole manine.
Nonostante
io non sia più un angelo, riesco comunque a sentire la
scarica della
sua Grazia.
“Ti
sono mancato, amore?” gli domando.
Lui
annuisce deciso e fa gli occhi tristi.
“Tesoro
mio, non ti lascerò mai più. Promesso!”
e lo bacio sulla fronte.
“Da..da...”
farfuglia incerto, lasciandomi di stucco.
Guardo
Sir che invece non sembra sorpreso.
“Non
fare quella faccia Cass, tuo figlio ha appena parlato. L'ha detto
già
poco fa e credo l'abbia fatto perché ti ha sentito
arrivare.” mi
spiega.
Io
guardo mio figlio e mi viene da piangere.
“Amore,
ti prego... impara a dire anche mamma, altrimenti
la mamma si
arrabbierà con me!” gli chiedo scherzando.
Lui
ride divertito e mi sorprende ancora una volta. “Mami...”
“Bravo
il mio ometto! Ora siamo pari! La mamma sarà
felicissima!”
Poi
guardo verso Sir e Stefany. “Vi ringrazio, di tutto. Senza di
voi,
noi non....”
“Non
preoccuparti caro” mi dice lei “potrete contare
sempre su di
noi.”
“E'
vero” aggiunge Sir “e se fai altre stupidaggini,
verrò a
prenderti a calci. Tanto ora non mi puoi più scappare, in
nessun
modo.”
Annuisco
mentre prendo la borsa con le cose di Gabriel. “Lo
terrò a mente.”
Li
saluto ed esco da casa loro con mio figlio tra le braccia,
raggiungiamo la mia macchina e lo sistemo al suo posto, accanto a me.
“Visto
papà com'è moderno? Si è comprato
un'auto!” gli racconto.
Lui
ride e batte le manine, come se approvasse.
Magari
un giorno la guiderà lui, e io starò a casa a
disperarmi
nell'attesa del suo ritorno.
Ingrano
la marcia e parto, in direzione del nostro nido.
Ora
il cerchio è completo, ho di nuovo anche mio figlio.
*****
Sono
in ritardo.
Avevo
promesso a Martin che sarei stata da lui alle 10.00 in punto, invece
sono le 10.30.
Sono
uscita di casa un'ora fa diretta a casa del mio nuovo vicino.
Solo
che mentre uscivo, e guardavo la macchina di Castiel, mi è
venuto in
mente di comprargli un portachiavi, così ho preso la mia
auto.. Il
mio new beetle bianco, e sono andata in centro.
Il
negozio non era neppure tanto lontano. Solo che c'era traffico e
quindi ci ho messo molto più del previsto.
Però
il “viaggio” è stato ripagato.
Ho
trovato il portachiavi perfetto per Castiel.
E'
di cuoio nero e di oro bianco.. Il cuoio per la sua parte da
ragazzaccio e l'oro bianco per la sua parte da gentleman.
Sorrido
mentre metto il sacchetto nel cruscotto e parcheggio la macchina nel
vialetto.
La
casa di Martin è proprio di fronte, quindi posso andarci
senza auto.
L'auto
di Cass non c'è, quindi suppongo che sia già
andato a prendere
Gabriel.
Immagino
già cosa farà il piccolo quando lo
vedrà.
Sarà
gioioso e gli farà le feste.
Una
settimana fa ha compiuto un anno, ma non ho organizzato una festa
perchè il suo papà non c'era ed io non volevo
festeggiare senza di
lui.
Magari
organizzerò qualcosina per lui domenica.
Un
pranzo coi nonni. Gli preparerò una bella torta e gli
farò spegnere
la candelina.
Oramai
è grande abbastanza per soffiare.
Si,
gli piacerà. Lo farò!
Sospiro
e suono alla porta di Martin.
Lui
mi apre dopo pochi minuti e mi fissa sorridendo.
“Ben
arrivata. Con mezz'ora di ritardo, ma ben arrivata.” mi dice.
Sorrido
ed entro dentro quando lui mi invita a farlo.
“Scusa
Martin. Io ho dovuto fare delle commissioni e non ho calcolato il
fattore traffico.” mi scuso.
“Allison..
vivi a Los Angeles. Devi sempre calcolare il fattore traffico non
credi?”
Annuisco
e rido appena. “Si! Hai ragione. Allora iniziamo?”
Martin
mi sorride e poi mi passa uno scatolone..
“Libri.”
mi dice “Vanno su quella libreria.” e me la indica
con una mano.
Prendo
la scatola e mi avvicino al mobile mentre lui si occupa delle altre
cose ed io rifletto su molte cose.
Castiel
mi ha lasciato venire qui senza dire nulla e senza opporsi.
Non
ha fatto raccomandazioni di nessun tipo, né mi ha urlato che
non era
d'accordo.
E'
stato.. d'accordo sin da subito.
Lui
mi ha guardata e mi ha detto va bene, vai pure. Ci vediamo
più
tardi.
Ed
io sono venuta.
E
ora mentre sistemo una vecchissima e pregiata edizione dei sonetti di
Shakespeare, mi chiedo se questo suo cambiamento derivi dal fatto che
magari mi ama di meno o mi desidera di meno.
Anche
se la notte appena passata non dovrebbe lasciarmi alcun dubbio sul
desiderio e l'amore che prova per me, non posso fare a meno di
sentirmi soffocata da questo pensiero.
Mi
piaceva quando era geloso.
Mi
piaceva il fatto che arrossisse per il nervoso e che chiedesse, a
volte urlando altre no, rassicurazioni sui miei sentimenti per lui.
Mi
piaceva quel lato del suo carattere.
Io..
lo adoravo.
“Martin,
che vuol dire quando un uomo gelosissimo per natura di colpo.. non lo
è più?” gli chiedo.
Lui
è un uomo, dovrebbe sapermi dare una risposta sensata.
“Che
intendi?”
“Voglio
dire, se un uomo geloso, che di solito non sopporterebbe l'idea di
lasciare la sua donna, anche solo in balia degli sguardi di un altro,
di colpo non lo fosse più.. Che significherebbe?”
Martin
sospira e si avvicina a me.
“Di
solito significa che non la ama più come prima, o che non
gli
interessa più come un tempo.”
Sgrano
gli occhi e poso il libro sulla libreria.
“Anche
se il sesso va bene?”
“Si!”
“Ma
questo discorso è.. generale vero? Voglio dire, non vale per
tutti
gli uomini giusto?”
Martin
fa spallucce e sospira. “Non saprei.. Ma di solito
c'è sempre
un'eccezione che conferma la regola.” mi dice
“Quello che posso
dirti è che se la donna fossi tu io non smetterei mai di
essere
geloso.”
Lo
guardo perplessa e piego appena la testa.
Ci
sta provando con me? Bene! Fantastico.
Ora
sta avvicinando il viso al mio.. Credo che voglia baciarmi.
Indietreggio
e gli sorrido.
Poi
torno a sistemare i libri e lui torna alle sue faccende capendo
l'antifona.
Dopo
qualche ora, finiamo di sistemare il tutto ed io lo saluto
velocemente e prendo le mie cose.
Devo
tornare a casa e dire a Castiel che il nostro vicino voleva baciarmi,
e devo dirglielo, non perchè voglio che lo uccida o ci
litighi, ma
perchè spero di vedere nei suoi occhi quel fuoco di gelosia
che ci
vedevo un tempo.. Ne ho bisogno!
Anche se poteva sembrare il
contrario, mi piaceva sentirmi tanto amata e desiderata da suscitare
in lui un sano, seppur disperato senso di gelosia.. Rivoglio quel
dettaglio indietro e glielo dirò.
Esco
da quella casa e torno alla mia.
Prendo
il regalo per il mio amore ed entro dentro.. Non importa come, o se
mi prenderà per pazza.
Gli chiederò di essere geloso di nuovo.
*****
Sono
quasi le due del pomeriggio e Ally non è ancora tornata.
Devo
preoccuparmi? Non è che è scappata col vicino?
Forse ho sbagliato a
fidarmi.
Sospiro
mentre faccio mangiare la minestrina a mio figlio.
Non
ho idea di come io sia riuscito a prepararla, probabilmente
è un
ricordo inconscio di Jimmy.
“Visto
amore? La mamma è ancora fuori... che dici, vado a prenderla
e te la
riporto in spalla?” gli domando.
Gabriel
sorride e allunga una manina verso il mio viso, sfiorandomi la
guancia.
E'
venuto nei miei sogni una sola volta, in questi tre mesi.
È
successo la notte dopo il mio taglio netto col
passato. Ma non
mi ha sgridato, mi ha solo confortato.
Ho
la sensazione che questo suo gesto sia un modo per confortarmi.
Piccolo
grande tesoro.
Sento
aprire la porta, Gabriel ride e batte le manine.
“Mami
!”
L'ha
sentita sentita arrivare, e non credo sia per il rumore della
serratura.
“Cass?
Dove siete?” dice Allison dal salotto.
“In
cucina tesoro.”
Ci
raggiunge e rimane sorpresa nel vedermi in queste vesti.
“Hai
preparato la minestra per Gabriel? Ma che bravo!” si
complimenta
avvicinandosi a nostro figlio “Visto che bravo
papà che hai?”
gli dice prendendolo in braccio.
Ma
c'è qualcosa che non va, Allison mi sembra triste.
“Beh
sì, tu tardavi e il giovanotto aveva fame. Non
sarò bravo come te
ma non è che ci voglia poi molto a cuocere questi preparati
per
bambini!”
Lei
sorride e da un bacio al piccolo e poi a me.
Ci
spostiamo in salotto e posa Gabriel sul tappeto, dove trova alcuni
giochi ad aspettarlo.
“Cass...
prima di andare.. dal vicino, ti ho preso una cosa.” mi dice
porgendomi un sacchetto.
La
guardo perplesso. “Per me? Tesoro non ce n'era
bisogno.”
Allison
fa spallucce. “Lo so, è stata un'idea improvvisa.
Aprilo.” mi
esorta.
Io
lo faccio ed estraggo dal sacchetto un bel portachiavi in cuoio e oro
bianco.
Mi
correggo, è bellissimo.
“Ho
notato che hai ancora il portachiavi della concessionaria” mi
dice
“quindi ho pensato che questo fosse più consono a te.
Rispecchia la tua
personalità.”
“Mi
piace molto amore” le dico baciandola sulle labbra
“ma in che
senso mi rispecchia?”
Sorride
“Cuoio per ehm... quel tuo essere un po' un ragazzaccio, e
oro
bianco per la tua dolcezza e gentilezza...”
Credo
che con ragazzaccio si stia riferendo ancora a stanotte, ma sorvolo
per non svegliare il can che dorme.
“Ti
ringrazio tesoro, sei stupenda.”
“Di
nulla. E dimmi, ti.. sono mancata?” mi domanda.
“Certo
Ally, ogni minuto senza di te è un tormento. Ma c'era il
piccolo con
me allora mi sentivo meno solo.”
Annuisce
e si morde un labbro: brutto segno.
“Quindi
non... hai provato gelosia, mentre ero dal vicino.” dice con
la
voce che le trema.
“Ally,
è successo qualcosa? Perché questa
domanda?” le chiedo
preoccupato.
Lei
scuote il capo. “No, non è successo nulla.
È questo il punto!”
sbotta “Tu non... sei più geloso di me! Stamattina
non hai fatto
una piega quando ti ho detto che sarei andata in casa di un uomo
giovane, da sola! Non è... da te!”
Sta
piangendo e io la guardo a bocca aperta.
Mi
sono perso qualcosa? Ho di nuovo sbagliato?
“Non
capisco” dico sincero “volevi che... ti dicessi di
non andarci?”
Fa
un grosso respiro e annuisce. “Sì! Avrei preferito
che mi facessi
una scenata, una delle tue classiche scenate di gelosia! Invece
niente. Dimmi la verità... cos'è cambiato? Voglio
dire... i tuoi
sentimenti per me, sono cambiati? Sii sincero, ti prego amore
mio.”
mi chiede prendendomi per mano.
“Piccola...
ti amo da impazzire come sempre, e non è cambiato nulla.
Anzi no, è
diventato ancora più forte! Perché mi dici queste
cose? Non
capisco...”
“E
allora perché non sei più geloso? Forse... forse
mi desideri di
meno, mi trovi meno bella...”
“Cosa?!”
esclamo io alzando la voce “Stai scherzando spero! Ti sei
già
dimenticata di stanotte?” sospiro e scuoto il capo,
prendendole il
viso tra le mani “Tesoro, quando ieri mi hai aperto la porta,
mi
sei apparsa come un miraggio, una visione. Eri ancora più
bella di
come ti ricordavo, e già ti ricordavo stupenda. E hai
dimenticato
quanto ci ho messo a... prenderti come una furia? C'è stato
un
momento stanotte in cui ho creduto di morire, tanto ero... impegnato!
E non mi bastavi mai. Ti sembra il comportamento di un uomo che non
ti ama e non ti desidera?”
“E
allora perché non hai detto niente, stamattina? Pochi mesi
fa
saresti andato su tutte le furie, invece stamattina va bene,
ci
vediamo più tardi.”
Sam,
va a quel paese!
“Tesoro...
credevo di soffocarti con la mia gelosia” le confesso
“era una
cosa che non riuscivo a gestire, mi faceva soffrire e facevo pensieri
pericolosi nei confronti di tutti gli altri uomini del Creato.
Così
mi è stato consigliato di... essere meno geloso. In
realtà il solo
pensiero di un uomo che ti tocca come faccio io, o ti bacia come
faccio io, o faccia con te qualunque di quelle cose che fai con me,
mi fa salire il sangue alla testa. Ma volevo lasciarti libera,
dimostrarti che mi fido di te.”
Finalmente
mi sorride, anche se ha ancora gli occhi pieni lacrime. “Ti
dispiace dimostrarmelo un po' meno? Non dico di uccidere tutti gli
uomini che mi dicono buongiorno o solo mi guardano, ma in futuro
quando ti dirò qualcosa come sto andando ad
aiutare un uomo a
casa sua, mi dici di no urlando e minacciando di
ucciderlo?” mi
chiede quasi supplichevole.
Rido
e l'abbraccio. “Tesoro mio, guarda che il vecchio Castiel
furioso è
ancora qui” le dico accarezzandole i capelli “E'
solo che lo
tenevo.. legato.”
“Slegalo,
per favore” mormora contro il mio petto “lo amo
tanto così
com'è, geloso e possessivo.”
L'allontano
da me e la guardo serio. “Quindi non devo più far
finta di non
essere geloso, vero?”
“No!
Ti voglio geloso!” risponde risoluta.
“E
geloso mi avrai! Tanto per cominciare... quel vestitino scollato che
avevi ieri sera e mi ha fatto perdere il controllo... non lo
indosserai più per uscire, vero? Lo metterai solo in casa,
per me.”
le dico serio.
Allison
sorride. “Lo trovavi provocante?”
Annuisco.
“Si vedeva fin quasi l'ombelico. Ora, se perdo la testa io e
ti
salto addosso, sono autorizzato essendo tuo marito. Ma gli altri non
ti devono nemmeno guardare.”
Che
liberazione. Sam sarà pure pieno di cultura e buone maniera.
Ma di
relazioni non ne capisce un tubo.
“Beh,
tanto gli uomini perdono la testa ugualmente” afferma
giocherellando con i bottoni della mia camicia “Martin, il
vicino
di cui ti parlavo.. beh ha provato a baciarmi.”
Un
ronzio nelle orecchie mi fa chiudere gli occhi per un attimo.
“Che
cosa?” sibilo a denti stretti.
“Sì
ecco... stavamo parlando e ha provato ad avvicinarsi, ma io mi sono
spostata in tempo. Non è successo niente Cass, non
preoccuparti.”
Sento
le mie guance arrossire violentemente e Allison scoppia a ridere.
“Sta'
tranquillo amore, ha solo voluto tastare il terreno ma quando ha
visto che non c'era niente da fare, ha lasciato perdere.”
“Io
glielo faccio mangiare, il terreno!” grido “Lo sa
che sei
sposata, no? Allora come osa anche solo pensare di...” mi
fermo e
mi massaggio la fronte.
“Ok
Ally” riprendo calmandomi “facciamo finta che
questa mattina non
c'è mai stata. Tu non sei andata da questo Martin, io non ho
finto
di essere più mentalmente aperto, e tutto il resto.
Perché se ci
ripenso, io vado lì e lo faccio a pezzi.”
“Non
esagerare tesoro...” tenta di calmarmi lei.
“Non
esagero?” ripeto costernato “Quella della casa era
una scusa!
Voleva solo portarti a letto! E io... che come un idiota ti ho quasi
spinto tra le sue braccia! Si può essere più
deficienti?”
Dopotutto
non sono così cambiato.
Ho
ancora una folle, disperata gelosia per la mia donna.
Volevo
reprimerla perché credevo di renderla felice
così, invece mi
sbagliavo.
Vuole
vedermi attento, guardingo e possessivo.
Ed
è così che mi avrà, sono tornato da un
giorno e già sono
arrabbiato a morte con un... coglione che c'ha provato con mia
moglie!
E
lei è soddisfatta, glielo leggo negli occhi, mentre Gabriel
tra un
pupazzetto e l'altro, ci fissa e sorride.
Si
amore di papà, i tuoi genitori sono un po' matti.
Ma
ti amano e si amano da morire.
Allison
mi abbraccia stretto e sospira. “Ora sono più
tranquilla. Ero
sicura che tu... mi amassi di meno.”
La
stringo forte inspirando il suo profumo. “Non potrei amarti
più di
così, non sarebbe possibile.”
Restiamo
stretti per un po', in silenzio.
Però
un pugno in faccia a quel Martin, devo darglielo.
|
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Capitolo 49 *** I don't wanna be afraid ***
Nuova pagina 1
I don't wanna be afraid
“Ma ne sei proprio sicura?” le domando per la centesima volta.
Allison sorride e mi stringe la mano. “Sì Cass, ne sono sicurissima. Tutti i
bambini vanno all'asilo, è normale e anzi, è salutare. Non può stare sempre e
solo con noi, deve interagire con i suoi coetanei!”
La fisso perplesso e sospiro. “Non lo so tesoro... lui è... nostro. Voglio dire,
non mi piace che stia con degli sconosciuti.” mi lamento.
“Oh amore, ma è per poche ore! Vedrai, passerà in un lampo. Intanto ci godiamo
questa passeggiata, ti va?” mi chiede con un sorriso meraviglioso.
Che posso risponderle? Mi sembra ovvio.
“Ok, forse hai ragione tu. Cosa vuoi fare?” le chiedo baciandole una mano.
Lei ci riflette un po'. “Mh... vediamo... ti va di accompagnarmi a fare
shopping? E non fare quella faccia!” mi rimprovera.
Mi stringo nelle spalle. “Che faccia?” domando.
“Tipo oddio ora mi porta in giro per negozi, tutto ma non quello!”
Rido della mia imitazione un po' goffa, che sospetto mi calzi a pennello, e le
do un bacio sulle labbra.
“Amore... ho il sospetto che questa sia la mia faccia abituale. Non ho mai
pensato a questo. E certo che ti accompagno dove vuoi, anche in capo al mondo.
Non sarà poi così terribile!”
Allison quasi esulta. “Sì! Sei il marito migliore del mondo! Devo stare attenta
o qualche arpia ti porterà via da me.” considera seria.
“Ma dovrà portarmi via di peso” le dico “non ti lascerei per niente al mondo.”
Mi guarda e sorride, accarezzandomi il viso. “Ti adoro, amore mio.”
“Io di più.” le rispondo passandole un braccio intorno alla vita.
Sono felice, davvero felice.
È egoistico lo so, in tutto il mondo stanno accadendo cose strane, terribili, e
io mi sono ritagliato quest'angoletto di pace e felicità tutto per me, per noi.
Ma cosa posso farci se mi è successo? Se mi sono innamorato di Allison e per lei
ho rinunciato a tutto quello che ero prima e che, l'ho capito solo dopo, non mi
rendeva felice?
Sospiro e guardo il panorama. Lungo il viale ci sono questi alberi stupendi, con
questi fiori color lilla che... mi incantano.
Sono un po' irrequieto perché Gabriel è andato all'asilo, una specie di caserma
in miniatura per bambini.
Ma come ha detto Allison, è questione di poche ore, e poi lo riavremo tutto per
noi.
Un gruppetto di bambini gioca sull'altro marciapiede, urlando e ridendo felice.
Un giorno anche Gabriel farà così, giocherà coi suoi amici e sarà felice e
spensierato.
“A che pensi?” mi domanda Allison.
“A nulla, e a tutto.” rispondo evasivo.
Mi fissa corrugando la fronte. “Non diventerai un filosofo adesso!”
Sorrido scuotendo il capo. “No no, è solo che... ero assorto in pensieri..
banali. Ecco perché a nulla e a tutto.”
Alcuni di quei bambini attraversano la strada correndo e gridando, ci passavano
davanti veloci come il vento e quasi ci urtano.
“Ehi giovanotti!” li richiamo bonariamente io.
“Scusi signore” si volta uno di loro “siamo di fretta!”
Io e Ally sorridiamo e sono sicuro che entrambi stiamo pensando a nostro figlio.
“Aspettatemi! Mi è caduta una cosa per strada!” urla uno di loro tornando
indietro, per recuperare qualcosa che ha perso durante la sua corsa.
Arriva al centro della strada e si china a raccogliere il suo oggetto, quando
sento la frenata disperata di un'automobile.
“Oh mio Dio!” esclama Allison capendo il pericolo.
Senza riflettere, scatto e raggiungo il bambino, spingendolo via.
Ma la macchina non riesce a frenare in tempo e …
Non mi rendo conto di nulla, sento solo un rumore e delle urla.
Mi ritrovo a terra e non riesco a capire cosa sia successo.
“Cass! No! Cass, amore mio!” la voce di Allison è terrorizzata, atterrita, e io
non capisco.
“Ally...” mormoro debolmente.
Si inginocchia accanto a me e prende la mia mano. Sta piangendo.
“Amore mio.. sta tranquillo... ora arriva l'ambulanza...”
Ambulanza? Sono ferito?
Oh.
La macchina... sì... mi ha... investito.
Tento di muovermi ma non ci riesco.
Sto male.
Stringo la sua mano e tento di sorriderle ma non credo di esserci riuscito.
“Non piangere... non è niente...” la rassicuro, ma dentro di me sospetto che non
sia così.
Ho paura di morire. Non voglio morire.
Allison piange e mi accarezza la fronte.
Non voglio lasciarla... non voglio lasciare la mia famiglia...
*****
Questa giornata doveva essere la più bella e rilassante della mia vita.
Gabriel è all'asilo nido ed io dovevo semplicemente fare una passeggiata con mio
marito in centro.
Un giro per negozi nell'attesa che fosse ora di riprendere il nostro bambino e
tornare a casa.
Ed era così fino a pochi minuti fa.
Fino a poco fa, io stavo facendo esattamente quello che avevo progettato di
fare.
Ma ora.. ora il mio amore è steso per terra, dopo aver fatto un volo di qualche
metro, dopo che un'auto l'ha investito.
E l'ha investito perchè si è praticamente buttato in mezzo alla strada per
salvare una vita.
Il mio amore è un eroe.. ma gli eroi muoiono sempre.
E ora io me ne sto qui, sul marciapiede a fissare tutta la scena, incapace di
muovermi o anche solo di.. respirare.
Ho paura che se mi avvicino, morirà tra le mie braccia, perchè dal sangue che
vedo, potrebbe tranquillamente morire.
Se non è già morto.
Scuoto il capo e corro verso di lui urlando il suo nome a gran voce.
C'è una folla tutto intorno che mi sembra un muro. Mi sento incapace di muovermi
ma devo assolutamente passare.
A fatica, mi faccio largo tra la gente e lo raggiungo.
E' steso a terra e sanguina dalla testa e dal naso. E non so se anche da qualche
altra parte. Non riesco a capire. C'è troppo sangue.
Mi inginocchio e gli accarezzo la fronte cercando di non muoverlo.
Quello che so è che in questi casi, casi in cui viene coinvolta la testa, è
necessario non muovere il ferito né contaminare in qualche modo la ferita.
Bisogna solo attendere e cercare di tenere sveglio il povero malcapitato, fino
all'arrivo dell'ambulanza.
Lui cerca di sorridermi e rassicurarmi, poi chiude gli occhi.
“Cass!” lo chiamo.
Lui li riapre lentamente.
Le palpebre gli tremano, credo che sia una fatica enorme per lui rimanere
sveglio.
“Amore.. tieni gli occhi aperti.” gli dico. Poi mi volto verso la folla
“Chiamate un'ambulanza. Ora!” ordino loro. Non sono sicura che l'abbiano già
fatto.
Qualcuno afferra il proprio cellulare, altri pregano.. E quello che l'ha
investito si scusa con me.
Ma onestamente non lo sto ascoltando.
Mi metto delicatamente a cavalcioni sopra Cass, attenta a non fargli male e lo
guardo negli occhi.
Lui alza la mano tremante verso di me e geme piano di dolore.
A dire il vero credo che, se fosse sicuro di non spaventarmi, urlerebbe per la
pena in questo momento.
Prendo delicatamente la sua mano e ne bacio il palmo.
“Stai tranquillo amore mio.. Tra poco arriveranno i soccorsi e andrà tutto bene.
Tutto bene.” gli sussurro.
Lui si sforza di sorridere e poi tossisce..
Perde sangue anche dalla bocca e non so se è dovuto ad un colpo al labbro o a
qualcosa di più serio.
“Sai,” mi dice “a guardarti sembra di stare già in Paradiso tanto sei bella.”
Cerco di sorridere ma scoppio in lacrime più forti e mi piego per baciargli le
labbra.
Lo bacio delicatamente, incurante del sangue e in quel momento è come se tutto
intorno a me si fosse fermato.
Sento un.. calore scaldarmi il petto e un'energia provenire da me ed entrare
dritta dentro Castiel.
Si illumina di colpo, inarcando poco la schiena e quando mi stacco da lui, e
tutto riprende di nuovo il suo normale ritmo, lui sta benissimo e tutti ci
fissano perplessi, quasi come se non ricordassero.
Io invece mi sento debole.
Molto debole.
Chiudo un attimo gli occhi e mi alzo barcollando fino al marciapiede. Poi mi
siedo.
Cass mi raggiunge dopo pochi secondi. Si piega sulle sue ginocchia e mi prende
il viso tra le mani.
Io lo guardo e mi sembra pallidissimo, ma mi sento confusa e anche se capisco
che la sua guarigione e nessun ricordo in nessuna di quelle persone, è opera
mia, non capisco come sia possibile.
Mi sento come su un'altra dimensione.
“Allison!” mi urla Cass scuotendomi.
Sobbalzo appena ed è come se niente fosse mai accaduto.
Lo guardo e gli accarezzo il viso piangendo. Poi lo abbraccio forte.
“Amore mio.. Ho avuto paura che morissi..”
Lui mi stringe e si solleva facendo sollevare anche me. Mi accarezza i capelli
mentre io non riesco a smettere di singhiozzare.
Cosa sarebbe successo se fosse morto? Io non so nemmeno immaginare una via senza
di lui.
“Shh.. Shh.. Va tutto bene. Sto bene. Mi hai guarito. Non so come, ma l'hai
fatto.” mi sussurra.
Lo abbraccio ancora più forte e sento le mie gambe tremare. E non è solo
un'impressione, perchè le vedo tremare, dalla gonna che indosso.
Gonna che ovviamente non è corta, ma lunga al punto giusto, come vuole il mio
amore.
Sciolgo l'abbraccio e lo prendo per mano. “Andiamo a casa per favore. Hai
bisogno di riposare.”
Faccio un grosso respiro e raggiungiamo l'auto.
Cass guida, nonostante io non sia d'accordo, e arriviamo a casa dopo venti
minuti circa.
Entriamo dentro e gli faccio bere un bicchiere di acqua mentre lui sostiene che
servirebbe a me un po' di acqua e di riposo.
Gli sorrido e lo bacio dolcemente.
“Vai di sopra a riposare. Io, vado a prendere Gabriel e torno a casa subito ok?”
gli dico.
Mi aspetto che mi dica di no, invece annuisce e sale di sopra.
Povero amore mio. Credo che abbia avuto molta paura.
Come me del resto..
Mi sciacquo il viso e prendo la mia auto.
Posso aprire la capote e l'aria fresca mi farà bene.
Prima di andare a prendere Gabriel però devo fare qualcos'altro.
Devo andare da Sirahel.
Arrivo al suo palazzo e mi accorgo di un negozio di giocattoli che non avevo mai
notato.
In vetrina c'è un grande orsacchiotto di peluche.
E' davvero enorme, a grandezza naturale, ma mi piace. Voglio comprarlo per il
mio adorabile sopravvissuto a casa.
Entro e lo prendo.
Pago ed esco. Lo sistemo in auto e per fortuna, visto che è aperta sopra ci sta
perfettamente. Sta seduto quasi come fosse un passeggero.
Chiedo al portiere di dargli un'occhiata e salgo di sopra.
Suono e busso per vari secondi, fin quando Sirahel non mi apre sorridente, ma
smette di sorridere non appena mi vede pallida e preoccupata.
“Allison.. Che cos'hai?”
Lo guardo per un attimo e poi lo abbraccio forte.
Lui ricambia, anche se confuso, e accarezzandomi i capelli, mi porta in salotto.
Mi fa sedere e si siede accanto a me.
“Bambolina, che succede?”
“Castiel è stato investito.. Stava morendo e... l'ho guarito e non so come.”
Mi padre annuisce deciso e mi bacia le mani. “Non essere così sconvolta. Certe
capacità fanno parte della tua natura.”
“Lo so. E' per questo che sono qui.” gli dico “Castiel poteva morire. E si, l'ho
guarito, ma come? Io non lo so. Stavolta ci sono riuscita, chissà per quale..
miracolo, ma se gli accadesse di nuovo qualcosa, o accadesse a Gabriel, come
farei? Devi.. insegnarmi ad usarle queste capacità.”
“No tesoro.. Devo solo sbloccarle del tutto. Per il resto imparerai da sola. Non
è qualcosa che posso insegnarti. Per ognuno è diverso. Io guarisco schioccando
le dita, faccio quasi tutto schioccando le dita, ma a te basta.. solo parlare a
volte, come con Gabriel quando piangeva ricordi?” mi spiega “Devo solo, darti
libero accesso a tutto ciò che puoi fare.”
“Fallo!”
Lui sospira e mi guarda. “Farà male.. Sentirai la testa esploderti per qualche
minuto.”
“Non importa!”
Annuisce e mi poggia la mano sulla fronte.
Pronuncia qualche parola e in pochi secondi mi sento come prima: disorientata e
persa.. Solo che ora ho anche un grande mal di testa.
Me la tengo con entrambe le mani e cerco di non urlare di dolore.
Sirahel allontana la sua mano da me dopo pochi secondi e mi abbraccia piano
aspettando che stia meglio.
Quando finalmente mi riprendo, faccio un grosso respiro e mi sento diversa..
Solo un po', ma lo sento.
“Ora sei ufficialmente per metà Arcangelo. Puoi anche volare.” mi dice.
Gli sorriso e poi mi alzo. Lo ringrazio tanto, ma sono ancora sconvolta, quindi,
lo saluto ed esco.
Devo andare a prendere il mio bambino e magari ora sentirò la sua Grazia vibrare
per me.
Arrivo all'asilo poco dopo e le maestre mi dicono che Gabriel si è addormentato.
Non mi stupisce.. Tra una cosa e l'altra si è fatto tardo pomeriggio.
Lo prendo in braccio con un sorriso e sento un'energia grandissima avvolgermi.
Viene da lui.
Gli bacio la guancia e lo sistemo nel seggiolino.
Non alzo la capote, perchè fa caldo e un po' di fresco lo farà dormire meglio.
Ma vado piano, cosicché il vento non sia troppo.
Arriviamo a casa dopo poco e lo porto di sopra. Cass sta dormendo nella nostra
camera.
Metto Gabriel nella sua culla e accendo l'interfono, poi scendo di sotto.
Prendo il grande orso di peluche e provo a portarlo di sopra. Ma è pesante e non
ci riesco. Potrei provare a trasportarlo con la mente.. Ora potrei farlo, ma non
voglio. Questi poteri mi spaventano e non voglio diventarne dipendente. Lo
poggio per terra vicino alle scale e mi siedo lì vicino, facendo in modo che
l'orso gigante mi abbracci.
Avrei bisogno di Cass, ma lui dorme ed io non voglio svegliarlo.
Mi accontenterò del peluche.
Faccio un grosso respiro, e poi mi addormento.
*****
Appena entro in camera da letto, scoppio a piangere.
Non è molto virile, lo so.
Ma ho avuto paura di morire, e io non volevo morire. Non adesso che tutto si è
aggiustato, adesso che finalmente so chi sono e cosa voglio.
E piango anche perché non so come aiutare Allison.
Mi ha guarito, come facevo io, forse meglio di come facevo io.
È stato strano, un'intensa energia mi ha avvolto sollevandomi un po' da terra.
Stavo morendo e di colpo stavo benissimo, meglio di prima.
E lei era stanca, spaventata e stordita.
Sospiro e vado a sciacquarmi il viso, poi mi stendo sul letto.
Quella che avrebbe bisogno di riposo è lei, non io in realtà. Se è stato
scioccante per me vederle fare quella cosa, non oso immaginare quanto lo sia
stato per lei.
Ma anche io mi sento un po' confuso, e forse riposare un po' mi farebbe bene.
Se sono esaurito, come posso aiutarla? Potrò fare ben poco, lo so. Ma almeno le
starò vicino.
Spero solo che Sir l'aiuti con i suoi poteri, perché sento che sono più potenti
di quanto immaginassi.
Chiudo gli occhi con il solo intento di rilassarmi e invece mi addormento.
Non è un sogno normale, è uno di quelli indotti da qualcuno.
E anche se non siamo in un giardino come al suo solito, sono sicuro che si
tratta di mio figlio.
Infatti eccolo apparire davanti a me, pallido e preoccupato.
“Gabriel!” lo chiamo sorridendo.
Lui inizia a piangere e mi abbraccia forte.
“Ragazzo mio non fare così...” gli dico stringendolo.
“Ho avuto paura papà, tanta paura!” mi dice staccandosi da me “ho sentito che
stavi per morire e non potevo fare niente! È stato mille volte peggio di quando
ho sentito morire zio Gabe! Mi sono sentito perso come quando è morta la mamma!
Possibile che tu e la mamma dovete sempre farvi ammazzare in qualche modo?” ci
rimprovera serio.
Io gli sorrido posandogli una mano sulla spalla. “Non è che lo facciamo di
proposito, abbiamo una vita avventurosa.” rispondo scherzando.
Ma lui resta serio. “Sì però cercate di renderla meno avventurosa, ogni volta mi
fate prendere un colpo. L'altra volta la mamma finisce in Paradiso e io non
posso raggiungerla, oggi ti fai investire e io non posso intervenire. Non voglio
restare solo...”
Mi fa tanta tenerezza, anche se ha l'aspetto di un giovanotto di venticinque
anni, ora sta parlando come un bambino che ha bisogno dei genitori per ancora
tanto tempo.
“Te lo prometto figliolo” gli dico “non ti lasceremo. Hai visto, la mamma ora
può guarire!”
Gabriel annuisce. “Sì, per fortuna. E tu e il nonno l'aiuterete a gestirli. Ne è
spaventata.”
Io faccio spallucce e sospiro. “Posso fare poco io per lei, dobbiamo solo
sperare che tuo nonno l'aiuti in tutti i modi.”
Mio figlio mi guarda corrugando la fronte. “Ehi papà... anche se sei un angelo
in pensione, non vuol dire che non puoi aiutarla! Ricorda che gli allenatori
sono sempre ex giocatori!” sottolinea asciugandosi gli occhi.
Sono sorpreso... non l'avevo vista in quest'ottica.
“Grazie ragazzo mio e scusaci se ti facciamo spaventare. Siamo un po' strani, lo
sai.” gli dico.
“Oh si lo so” afferma convinto “ed è per questo che vi adoro! Ora devo andare,
la mamma si è addormentata di sotto. Ha bisogno di te.”
“Ma è appena uscita, è già tornata?” domando perplesso.
Lui ride. “Papà, nei sogni il tempo scorre diversamente. Quello che a te è
sembrato un attimo, nella vita reale possono essere ore.”
Annuisco. “Sì, che stupido hai ragione. È che sei.. così reale che non ci avevo
pensato.” mi giustifico.
Gabriel mi sorride e mi abbraccia di nuovo. “A presto papà, e stai più attento.”
“A presto figlio mio.”
Apro gli occhi e noto che il sole fuori sta tramontando.
Mi alzo dal letto e mi sento un po' stordito ancora, ho un leggero mal di testa.
Ma come succede sempre dopo aver sognato mio figlio, sono più tranquillo.
Esco dalla camera da letto e faccio capolino in quella di Gabriel.
Dorme beato nella sua culletta, per entrare nei nostri sogni credo debba sempre
dormire anche lui.
Scendo di sotto e quasi mi spavento quando noto un enorme coso marrone in
salotto. Poi realizzo che è un peluche e sorrido.
Mi avvicino e noto che tra le sue grandi zampe ha un tesoro.
Il mio tesoro.
Allison dorme abbracciata al pupazzone.
Povero il mio angioletto... in realtà in un'altra situazione sarebbe stata una
specie di superiore.
Sospiro e con dolcezza la prendo in braccio, lei si muove appena e apre gli
occhi.
“Castiel...” mormora accennando un sorriso.
“Dormi tesoro... ti sto portando in camera nostra...”
Salgo di sopra ed entro in camera da letto, la poso sul letto e le tolgo le
scarpe. Sono belle ma non sono adatte per dormirci.
“Cass aspetta” mi ferma quando tento di allontanarmi.
“Dimmi tesoro” le dico sedendomi sul letto accanto a lei.
“Promettimi... promettimi che non mi farai diventare una specie di... mostro.”
“Mostro?” ripeto io non capendo.
“Sì! Voglio dire... non voglio dipendere da questi poteri, non voglio diventare
una persona che fa tutto con la mente o cose simili. Non farmi diventare così.”
Ha paura di diventare come Sam?
È impossibile, lei non ha sangue di demone, non diventerà mai come lui.
Le sorrido e le accarezzo il viso. “Sta' tranquilla, non succederà mai. Veglierò
su di te amore mio... te l'ho promesso due anni fa, ricordi?”
Risponde al mio sorriso e annuisce. “Sì, lo ricordo... era una scena simile a
questa... tu accanto a me sul letto... vieni a stenderti qui?”
Annuisco e giro dal mio lato, mi sdraio e l'abbraccio stretta a me.
“Ho creduto di morire Allison” le confesso “e non volevo morire. Ma tu mi hai
salvato. Grazie cuore mio...”
La sento sospirare e si stringe di più a me. “Se fossi morto, io sarei morta con
te, sai? Ho avuto paura in una misura indescrivibile, e sono felice di averti
potuto guarire. Sono stata da mio padre... ha sbloccato i miei poteri, per così
dire. Teoricamente potrei anche volare...”
Ecco il discorso di Gabriel...
“Allora sei un angioletto a tutti gli effetti ora... anzi un arcangioletto!”
Ridacchiamo entrambi anche se i nostri cuori sono ancora scossi.
“Sai tesoro.. quando mi hai guarito... è stato un po' come fare l'amore...” le
dico.
Allison alza un po' la testa e mi guarda. “Cioè?”
“Non so.. una sensazione strana e piacevole... sei sensuale anche quando usi i
tuoi poteri!”
Sorride e posa il capo sul mio petto. “Devo ammettere che anche per me è stata
una sensazione strana e ora che mi ci fai pensare, un po' sensuale.... riusciamo
a fare l'amore in molti modi! Siamo proprio una coppia particolare, io e te!”
Già, lo siamo. Decisamente.
Ma è il nostro punto di forza, no?
Lentamente scivoliamo nel torpore, e ci addormentiamo abbracciati.
*****
Sono ancora abbracciata a Castiel quando mi sveglio.
Ci siamo addormentati stretti l'uno all'altra, ancora scossi e turbati dall'eco
di una giornata piuttosto.. movimentata.
Sospiro e mi rigiro nel letto, piano, per non svegliare Castiel.
Lo guardo ancora un po', dormire dolcemente e l'amore che provo per lui mi fa
battere forte il cuore per un attimo.
Ho avuto paura oggi.
Tantissima paura.
E non perchè mi sentivo strana, stordita e stanca per l'effetto dei miei poteri.
Ho avuto paura che morisse.. Che mi morisse tra le braccia e non avrei mai
potuto sopportarlo.
Svegliarmi al mattino senza di lui e andare a dormire la sera senza il suo
sorriso a farmi compagnia.. No.. non avrei mai potuto farcela senza di lui.
Per quanto ami Gabriel, e lo amo follemente, non avrei mai potuto continuare a
vivere senza il mio amore..
Forse avrei resistito per il mio bambino.
Ma lo avrei fatto solo per inerzia in un certo senso.. Sarei stata come morta
dentro.
E Gabriel merita di più..
Merita di più di un solo genitore che sopravvive per forza di cose.. E merita di
più di due genitori che non riescono nemmeno per un attimo a pensare di più a
loro e di meno agli altri.
Sono contenta che Castiel abbia salvato quel bambino.. Davvero. E sono felice
che sua madre abbia potuto riabbracciarlo, stasera, dopo i suoi giochi..
Ma al nostro bambino chi ci pensa?
Se continuiamo così, a sacrificarci per il bene di cose che non ci appartengono,
quello che quel bambino ha avuto stasera, l'abbraccio della sua mamma e del suo
papà, mancherà a Gabriel e questo non è corretto.
Il nostro bambino è il nostro tesoro.. E merita che facciamo più attenzione,
perchè ha bisogno di noi.
Lo dirò a Castiel.. Si lo farò.
Sospiro e mi alzo piano.
Mi sono addormentata senza cenare e ora, alle 02.00 del mattino, ho una fame che
non ci vedo.
Credo che mi preparerò una pizzetta veloce.
Mh.. forse la pizza non è proprio leggera. E oltretutto.. oltretutto nell'ultima
settimana non sono stata bene.
Ho avuto nausea e capogiri.. Forse ho in corso un virus intestinale.. O forse...
No, non può essere.
Scuoto il capo sorridendo ed esco dalla camera.
Passo a guardare Gabriel e gli accarezzo piano i capelli.
"Cucciolotto.. mi dispiace tanto. Tu non sai per cosa.. Ma oggi il tuo papà
stava per morire.. Io sono morta e tornata e.. mi dispiace. Dovremmo stare più
attenti perchè ci sei tu. Prometto che lo faremo!" gli sussurro.
Gli bacio la fronte dolcemente e sorrido quando lui nel sonno sorride.
Poi scendo di sotto. Accendo la luce del salotto prima di entrare in cucina e
sobbalzo.
Ma cosa..
"Hey amore.. Che succede? Non riesci a dormire nemmeno tu? Nemmeno io e tuo
fratello riusciamo a prendere sonno. Vieni, unisciti a noi. Stavamo per mangiare
del gelato."
Sgrano gli occhi e li osservo.
Mia madre è mio fratello sono seduti sul divano. E sono più belli di quanto
ricordassi.
Mi guardano quasi come se fosse naturale che loro siano qui..
Ma che succede? Sto sognando?
Mi do un pizzicotto e fa un male cane. No, non sto sognando.
Scommetto che questo è il trucco di qualche malefico essere.. Loro sono irreali.
Però sembrano così reali.
Mia madre corruga la fronte e si alza raggiungendomi.
"Allison." mi dice preoccupata "Stai bene?"
Indietreggio e scuoto il capo mentre i miei occhi si riempiono di lacrime.
"Tu, voi.. siete morti." dico guardandoli.
"Hai sognato che eravamo morti? Stiamo bene cuoricino. Vieni a sederti vicino a
me." mi dice mio fratello.
Scuoto il capo e vorrei urlare, ma è come se la mia voce non collaborasse.
Chiudo e riapro gli occhi più volte, sperando che loro scompaiono. Ma sono
sempre lì e mi fissano con uno sguardo che mi inquieta.
Provo a concentrarmi.. Se sono esseri malvagi e soprannaturali dovrei sentirlo.
Ma non sento niente. Sono.. persone. Mia madre e mio fratello.
Ma com'è possibile? E sopratutto perchè mio padre non è qui con loro?
Se non sono perversi giochi di un qualunque demone o stregone, e non sto
sognando, che cosa sto vivendo?
Oh no! Sono pazza.
"Adiamo Matt.." dice mia madre a mio fratello "Prepariamole qualcosa di buono..
Così si sentirà meglio."
Mio fratello e annuisce, entrambi mi sorridono e poi vanno in cucina.
Io invece rimango in salotto.
Vorrei andare di sopra da Cass, sarebbe la scelta più logica, ma è come se non
riuscissi a muovermi.
Mia madre e mio fratello..
Mi siedo per terra e mi porto le ginocchia al petto.
"Non sono pazza. Non sono pazza. Non sono pazza.." ripeto sussurrando.
E se invece lo fossi?
Note: Io e la mia socia vogliamo ringraziare tutti quelli che leggono e
commentano la nostra storia.. Siamo molto affezionati a voi, e apprezziamo tanto
che voi ci seguiate con tanto affetto. Speriamo di non deludervi mai e di
divertirvi ed emozionarvi sempre. Grazie mille a tutti,
Brokendream e Robigna88: Broken_88
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Capitolo 50 *** Bitter-sweet Temptation ***
Bitter-sweet
Temptation
Mi
sveglio di soprassalto, come reduce da un incubo.
In
realtà non ricordo cos'ho sognato, credo di essere solo
ancora un
po' scosso.
Guardo
il posto accanto a me ed è vuoto, segno che Ally si
è già alzata.
Ci
siamo addormentati molto presto e vestiti, per giunta.
Infatti
sento il bisogno di una doccia, non prima di aver fatto pipì.
Mi
alzo e vado in bagno, poi faccio la doccia e mi vesto, il tutto molto
rapidamente.
Sono
circa le 8:00 e mi sorprende che non sia venuta in camera e che non
la sento camminare per il corridoio.
Di
solito a quest'ora è con Gabriel per lavarlo e vestirlo.
Esco
dalla nostra camera e vado dritto nella stanza di nostro figlio,
sicuro o meglio sperando, di trovarla lì.
Apro
la porta ma Gabriel è da solo, dorme ancora ed è
come l'ho lasciato
ieri sera.
C'è
qualcosa che non va, decisamente.
E
non mi piace avere questa sensazione, soprattutto da quando non sono
più angelo e il mio raggio d'azione è molto
limitato.
Cammino
velocemente lungo il corridoio e scendo le scale a due gradini per
volta.
Arrivo
in salotto e sento delle voci delle quali nessuna appartiene alla
madre di mio figlio.
Ci
sono due persone, un uomo e una donna, accovacciati accanto a qualcun
altro.
Lui
si volta e quando mi vede, sorride e si alza venendomi incontro.
“Buongiorno
Cass, per fortuna che sei sceso!”
Oh
per la miseria... non può essere!
Il
giovane uomo che mi viene incontro, sui trent'anni, è...
Matthew, il
fratello di Allison. Ma è impossibile! È morto
molti anni fa!
Ho
visto tante foto di questo ragazzo, e sono sicuro che si tratta
proprio di lui.
Il
fratello che Ally è stata costretta ad uccidere
perché diventato un
vampiro.
“Vieni,
credo che la nostra Ally non stia bene. Sono ore che se ne sta seduta
a terra mormorando qualcosa. La mamma è
terrorizzata.”
La
mamma?
Alice?
Comincio
a sudare freddo e la paura mi invade.
Ma
che sta succedendo? Maledizione, e sopra abbiamo Gabriel da solo!
Deglutisco
e mi avvicino lentamente alle due donne, Ally è seduta a
terra, è
pallida e si dondola un po' tenendosi le gambe strette al petto.
Povero
amore mio... era sola quando ha trovato... loro.
La
donna che le sta accanto ha lunghi capelli rossi, si gira verso di me
e sì, è Alice. La mamma di Allison, morta da
oltre dieci anni per
mano di suo figlio Matt.
“Oh
Cass, per fortuna che sei qui!” esordisce alzandosi e
prendendomi
per una mano “Allison fa così da ore... non mi
risponde neanche,
piange e bisbiglia qualcosa!” mi racconta disperata.
La
sua mano è calda e trema leggermente: è viva,
è umana. Non è un
fantasma e non credo sia qualcos'altro.
È
davvero Alice Morgan, e il giovane è Matthew Morgan.
Se
fosse vivo Gabriel, dire che questa è opera sua: un universo
fatto
apposta per Allison, un universo felice. E se fosse stato lui ne
sarei anche felice, perché l'avrebbe fatto per amore.
Ma
qui, c'è di mezzo il Male.
Finalmente
realizzo di cosa si tratta e il sudore freddo aumenta: io non posso
fare nulla, e se diventassero cattivi?
Allison
potrebbe sopraffarli, credo, ma terrorizzata com'è non
riuscirebbe a
fare nulla.
“O...ok
Alice” balbetto fingendomi calmo “ora ci sono io.
Ultimamente ci
sono successe un po' di cose che l'hanno turbata...”
Mia
suocera annuisce. “Sì poveri
cari, è stato terribile!
Quando ti abbiamo visto steso a terra coperto di sangue, credevamo di
averti perduto! Per fortuna che Ally è speciale...”
Sa
anche questo?
Sorrido
e mi accovaccio accanto al mio amore, che trema e piange.
“Allison
amore, che hai? Va tutto bene...” le dico accarezzandole il
viso.
Alza
lo sguardo e i suoi occhi si illuminano.
“Castiel!”
grida buttandomi le braccia al collo.
“Non
sono pazza... non sono pazza... vero? Loro non sono qui...”
mi
dice all'orecchio terrorizzata.
“Amore,
ci sono qui io, non sei pazza per niente...” le
rispondo a
bassa voce.
La
sollevo da terra e tenendola sempre stretta a me, mi rivolgo a sua
madre.
“Scusatemi...
potreste lasciarci un attimo da soli? Cerca di dirmi qualcosa ma non
capisco...”
Alice
si asciuga gli occhi e annuisce. “Va bene, vado in cucina a
preparare del caffè. Vieni a darmi una mano Matt.”
I
due si allontanano e io porto Allison in fondo alle scale.
“Allison,
guardarmi... e ascoltami bene.” inizio prendendole
il viso tra
le mani.
Lei
annuisce singhiozzando.
“Tesoro,
prima di tutto tu non sei pazza. Quelli sono davvero tua madre e tuo
fratello, o almeno lo sembrano...”
“Ma
come può essere!” protesta lei “Sono
morti! Tutti e due! E dov'è
mio padre, Chris? Che sta succedendo Cass?”
Non
voglio spaventarla ma devo dirglielo.
“Credo
sia... opera di Lucifero.”
Ally
sgrana gli occhi. “Li ha.... resuscitati?”
Sospiro
e mi stringo nelle spalle. “Non ne ho idea,
potrebbero essere
delle... copie. Ma credo sia una tentazione. Forse vuole... farti
vedere cosa potresti avere se gli dici di si. Avrà sentito i
tuoi
poteri e sei diventata più allettante per lui.”
Improvvisamente
il viso di Allison si rischiara, ha capito e sa di non essere
impazzita ma in presenza di un evento soprannaturale.
“Oh
Dio... e ora che facciamo?” mi chiede abbassando la
voce ancora
di più.
“Tu
corri di sopra, prendi un'arma e ti barrichi in camera con Gabriel.
Io chiamo Sirahel per chiedergli aiuto, io non sono più un
angelo
ormai e tu non hai ancora il pieno controllo dei tuoi poteri. E sopra
c'è nostro figlio da solo.”
Ma
lei scuote il capo. “No, non ti lascio qui da solo!
Potrebbero...”
“Va'
di sopra amore, non discutere.” le ripeto
autoritario.
Ally
annuisce e dopo avermi dato un bacio, sale di sopra senza far rumore.
“Ehi
Cass, dov'è andata Allison?”
Matt
mi ha raggiunto in salotto con due tazze in mano.
“L'ho
mandata di sopra a riposarsi, non sta bene...”
Lui
annuisce poco convinto, poi mi passa una tazza.
“Visto
che non c'è, questa la bevo io!” dice bevendo
dall'altra tazza.
Io
fingo di bere e poi la poso su un mobile.
“Castiel..
dimmi la verità. Cos'ha mia sorella? La mamma è
di là che piange.”
C'è
che voi siete morti e sepolti e ora bevete caffè nella
nostra cucina
e in salotto!
“Le
stanno accadendo troppe cose e... ne risente. Ma starà
benone.”
rispondo rimanendo sul vago.
Matt
beve di nuovo e sembra riflettere. “Già, posso
immaginare. Te la
sei vista proprio brutta ieri, lei è pazza di te, morirebbe
se ti
accadesse qualcosa.”
Accenno
un sorriso e annuisco, mentre faccio mente locale su dove ho lasciato
il cellulare ieri.
Poi
ricordo, è all'entrata.
“Scusami
Matt” dico “devo fare una telefonata
importante.”
“Sicuro,
scusami tu. Torno di là dalla mamma che starà
annegando nelle sue
lacrime e le dico che Allison è solo stressata ma che sta
bene.” e
si allontana tranquillo.
Sembra
un ragazzo normale, non ha niente di demoniaco o spiritato.
E
se fossero davvero loro in tutto e per tutto?
Per
un attimo mi ritorna in mente l'ipotesi Gabriel senior, ma se fosse
in qualche modo tornato, si sarebbe sicuramente fiondato qui a
mangiare e guardare il grande televisore in salotto sul nuovo divano.
Sospiro
e raggiungo il telefono.
“Cass,
come va figliolo?” mi saluta Sir allegro.
Mi
dispiace rovinargli la giornata.
“Sir...
abbiamo bisogno di aiuto, subito...”
“Che
succede?”
“Lucifero
ci ha tirato un colpo basso.. non sappiamo che fare...”
Non
faccio in tempo a finire la frase che le me lo ritrovo davanti.
“Ragazzo
mio, che succede? Dov'è Allison?” mi domanda
preoccupato.
“E'
di sopra con il bambino” gli dico “il problema
è in cucina..”
Corruga
la fronte e mi fissa. “Cioè?”
“Ci
sono la madre e il fratello di Ally, di là. L'ho trovata
sconvolta e
con quei due che tentavano di capire cos'avesse. Come se fosse
normale trovarsi in casa la famiglia morta anni fa...”
Mentre
gli spiego la situazione, lo vedo guardare alle mie spalle e
impallidire.
“Amore!
Sei tornato prima del previsto, perché non mi hai
avvisato?”
Alice
gli corre incontro e lo abbraccia, dandogli un bacio sulle labbra.
“Mi
sei mancato tanto Sir! Ma perché ti ostini a fare questi
viaggi
d'affari? Mi lasci sempre da sola! E poi tua figlia non sta bene e
tuo genero ieri è quasi morto!”
Sirahel
sarebbe morto, se non fosse un angelo.
Guarda
la madre di Allison come fosse una visione e credo sia sul punto di
piangere.
Io
sono scioccato e quando l'occhio mi cade su alcune lettere qui
accanto, realizzo tutto.
Alice
Ellinger, dice la busta.
É
sua moglie.
Questo
complica ulteriormente le cose.
Sir
era innamorato di questa donna, e da come la guarda, la ama ancora.
Questa
storia, è una tentazione anche per lui.
Alice
lo prende per mano e lo porta in cucina, lui si lascia guidare senza
dire una parola, con un sorriso sul volto che non gli avevo mai
visto.
Siamo
nei guai, davvero nei guai.
Forse
l'unica che può risolvere la situazione, è
proprio Allison.
*****
Sono
ancora sconvolta.
Ho
un'arma e sono accanto alla culla del mio bambino nell'attesa che
Castiel salga a dirmi qualcosa.
Sirahel
è arrivato.
Ho
sentito la sua potente Grazia diffondersi in tutta la casa.
O
meglio, ho sentito una forte energia investirmi e ho supposto che
fosse lui che arrivava.
Non
so ancora come funziona tutto il mio potere. So tecnicamente cosa
posso fare. Ma non ho messo in pratica nulla.. Eccetto guarire Cass e
cancellare la memoria... ma non so come ho fatto quindi non conta.
E
ora me ne sto qui sopra mentre i giochi della perversa mente di
Lucifero sono di sotto, nel mio salotto e hanno i visi familiari di
mia madre e mio fratello.
Quello
che mi chiedo è, perchè mio padre non
è qui?
Sospiro
e guardo Gabriel che si è appena svegliato..
Si
stiracchia bene bene e poi mi vede e sorride.
“Mami!”
esclama allegro. Si alza in piedi dentro la culla e mi guarda.
Il
suo sorriso si spegne davanti ai miei occhi rossi e fa il musino
pronto ad esplodere in un pianto.
Scuoto
piano il capo e lo prendo in braccio.
“Non
piangere tesoro.. Sto bene. Ho gli occhi rossi perchè mi
sono appena
svegliata, come te.. Li hai anche tu. Guarda..” gli bacio la
guancia e lo porto davanti allo specchio della sua camera.
Restiamo
lì di fronte in piedi e lui sorride al suo riflesso.
Alzo
la mano e indico il suo nasino mentre lui osserva tutto dallo
specchio.
“Sai
cos'è questo? E' il tuo bellissimo nasino.. E poi
c'è la bocca, i
capelli” gli dico lisciandoglieli un po' “e gli
occhi.. che sono
arrossati perchè ci siamo appena svegliati. Ma sai una
cosa?”
Giro
il viso verso di lui e lui fa lo stesso.
“Tra
poco passerà il rossore e tutto tornerà
normale.” gli dico
ancora.
Lui
mi sorride e mi accarezza il viso.
Mi
guarda come per farmi capire, che non è scemo, ma che
apprezza il
mio gesto ed io non posso fare a meno di ridere un po'.
A
volte mi scordo quanto è sveglio.
“Da-da..”
mi dice ancora.
“Papà
è di sotto ma tra poco..”
Non
finisco la frase, perchè Castiel bussa alla camera dicendomi
di
aprire.
Apro
la porta e lui entra e la richiude.
Mi
guarda e mi bacia delicatamente, mentre io lo abbraccio stretto.
Credevo
di essere impazzita.. Se lui non mi avesse spiegato cosa stava
succedendo, sarei finita dritta al manicomio.
Sorride
a Gabriel e lo prende in braccio.
“Sirahel
è arrivato?” chiedo.
Castiel
annuisce e sospira.
“Si,”
mi dice “ma onestamente non credo che ci sarà
d'aiuto. In questa..
cosa che Luci..” guarda Gabriel e poi continua “che
tu sai chi ha
creato, lui e tua madre sono sposati e si amano. Quando l'ha vista si
è stampato sul viso un'espressione da adolescente alla prima
cotta e
ora ridono bevendo del caffè.”
Ora
capisco tutto..
Questa
trappola è per me e per Sirahel.. Ma più per lui
a dire il vero,
ecco perchè mio padre, Chris, non è qui.
Amo
mia madre e mio fratello.
E
non c'è giorno in cui non mi manchino.. Ma l'amore che
provavo per
mio padre era assoluto..
Quindi suppongo che, vista la sua
assenza, e la messa in scena di un legame che non è mai
esistito
prima in questi termini, sia una trappola bella e buona per Sirahel..
Per farlo passare all'altra squadra.
“Questa
trappola è più per lui che per me..”
dico “Se Sirahel passa
dalla parte di.. tu sai chi.. Sai quanto potere guadagnerebbero i
nostri avversari? E' una trappola anche per me, ma più per
lui,
altrimenti qui ci sarebbe anche mio padre, Chris.”
“Bene!”
esclama Castiel sorridendo nervoso “L'unico che
può aiutarci
probabilmente non riuscirà a farlo perchè troppo
preso a
contemplare la possibilità di un amore perduto.”
Gabriel
mi guarda dritto negli occhi e di colpo sento, una fitta alla testa,
e una voce..
“Solo
tu puoi sistemare le cose.. Fidati delle tue
capacità.” è
quello che sento.
Poi
la fitta passa ed io sgrano gli occhi capendo quello che è
appena
successo.
Mio
figlio mi ha appena parlato mentalmente... Io non...
“Allison..”
sussurra Castiel guardandomi “Stai bene?”
“Gabriel
mi ha parlato.”
“Cosa?”
“Ho
sentito la sua voce nella mia testa.. Era la sua Cass..
perchè l'ho
sognato ed era sua..”
Castiel
sgrana gli occhi e lo guarda mentre lui insiste per essere messo
giù
e poter giocare.
Lo
poggia per terra e mi guarda.
“Cos'ha
detto?”
“Ehm..
che solo io posso sistemare le cose e.. di fidarmi delle mie
capacità.” racconto.
Castiel
deglutisce a vuoto e mi fissa per un attimo..
“In
effetti tu sei l'unica che può sistemare le cose.. E ti
consiglio di
iniziare da tuo fratello.. lui sembra il meno convinto di tutto
questo.”
Annuisco
appena e prendo Gabriel.
“Ok,
andiamo di sotto.. Ma andiamoci insieme. E' meglio se rimaniamo
uniti. Gabriel non può essere toccato.. Appena fiuta
pericolo si
difende a suo modo.. E poi non credo ci faranno del male.”
constato
ad alta voce..
Vorrei
anche aggiungere che di lui mi occuperò io qualora servisse,
ma non
voglio offendere la sua virilità in qualche modo.
Sarà
pure un uomo ora, ma sa occuparsi di me e di Gabriel
meravigliosamente.
Lui
sospira e insieme scendiamo di sotto.
Quando
raggiungiamo il salotto, mia madre sta parlando con Sirahel mentre
mio fratello li osserva perplesso.
Non
appena mi vede, la mamma mi corre incontro e mi abbraccia.
“Tesoro..
Come ti senti?” mi chiede baciandomi le guance.
“Sto..
bene mamma.. Sto bene. Scusa per prima.. Io non volevo spaventarti..
Sono solo un po' stressata.”
“Amore
mio.. va tutto bene non preoccuparti..” mi dice.
Poi
guarda Gabriel dietro di me e gli sorride.
“Ciao
amore della nonna..” sussurra raggiungendolo.
Guardo
Sirahel ma non gli dico niente.
Non
credo che mi permetterà di mandarli via.. ma non ho altra
scelta.
Guardo
Matt e trattengo a stento le lacrime.
L'ultima
volta che l'ho visto avevo da poco 16 anni e lui era un vampiro. L'ho
ucciso con le mie mani..
Sospiro
e mi avvicino per abbracciarlo.
Io
adoravo mio fratello..
Lui
ricambia accarezzandomi dolcemente i capelli e poi si stacca da me e
mi guarda.
“Cuoricino..
io mi sento strano. Che succede?”
“Ti
voglio bene.. Ma devo dirti una cosa..” dico. Poi mi volto a
guardare mia madre che mi fissa perplessa “Anche a te mamma,
vieni
qui per favore.”
Mia
madre annuisce e si mette di fronte a me accanto a mio fratello.
Non
so come, ma so cosa fare.. perfettamente.
Alzo
una mano verso di loro e si alza un leggero venticciolo caldo che mi
fa svolazzare i capelli.
“Allison
non farlo!” mi urla Sirahel alzandosi.
Alzo
l'altra mano e la punto verso di lui.
E
all'istante si immobilizza incapace di camminare.
“Allison..
Lasciami andare subito!” mi urla.
Non
lo ascolto.. Penso a tutto quello che ho da dire a mia madre e mio
fratello.. E glielo dico. Tutto.. Dalla loro morte in avanti.
Tramite
il mio potere che si irradia dalla mano che tendo verso di loro.
Quando
finisco abbasso solo la mano che ho usato con loro e stranamente sto
bene..
“Oh
mio Dio!” esclama mia madre guardandomi.
Mio
fratello invece scoppia in lacrime, tormentato dal ricordo di aver
ucciso la sua famiglia.
Mia
madre lo guarda e poi lo abbraccia stretto cercando di calmarlo.
“Mi
dispiace..” sussurro “Vi amo, ma dovete andare. Non
è più
questo il vostro posto. Perdonatemi.” chiedo piangendo appena.
Mia
madre mi guarda e mi sorride.
“Stai
facendo la cosa giusta.. E sono molto fiera di te piccola
mia.”
Entrambi
si avvicinano e mi abbracciano forte..
Poi
si allontanano e mio fratello scompare subito quasi come uno spirito
che trova pace, dicendomi che mi vuole bene.
Mia
madre invece rimane lì... Perchè l'irragionevole
amore di Sirahel
la trattiene.
Lo
libero dalla presa e mi avvicino a lui.
“Non
può restare qui.” gli dico.
“Perchè
tu hai deciso così?”
“Si!”
esclamo “Se la amavi tanto, potevi salvarla quando era il
momento.
Non ti permetterò di tenerla qui negandole la pace che
merita e
mettendo tutto in pericolo solo per il tuo stupido senso di
colpa.”
mi sfogo.
Lui
mi guarda mentre Gabriel tende le braccia alla nonna, e Castiel cerca
di confortarla per la tragica scoperta appena vissuta.
Stringe
i pugni e poi alza la mano e mi da uno schiaffo fortissimo..
“Insolente
egoista!” mi urla.
Indietreggio
e il mio labbro sanguina..
Sapevo
che sarebbe andata così.. Sono pronta a fare ciò
che devo.
*****
“Sirahel
ma che fai!?” urla Alice tenendo in braccio Gabriel.
Io
invece non ci vedo più, mi si annebbiano letteralmente gli
occhi.
Scatto
verso di lui e lo spintono, poi gli do un pugno in faccia.
“Ma
sei impazzito, brutto bastardo?!” ringhio furibondo.
Lui
mi guarda con risentimento. “Come osi darmi un pugno? Potrei
polverizzarti in un istante!” tuona mentre il suo naso
sanguina.
“Io
come oso?” ripeto sconcertato “Hai appena picchiato
tua figlia!
Tu come ti permetti di fare una cosa del genere, sei completamente
fuori controllo!” stringo i pugni e mi volto verso Allison.
“Amore,
fa vedere...” le dico togliendole la mano dal viso.
Le
ha spaccato un labbro: come ha potuto farle una cosa del genere?
Già
un uomo che picchia una donna è una cosa abominevole, ma poi
la
propria figlia e davanti a suo nipote!
“Voi
non potete decidere della sua vita, della nostra vita” sibila
l'Arcangelo guardando il suo amore perduto “mi è
stata data
quest'occasione e non me la farò portare via!”
Lo
guardo truce e dimentico completamente che potrebbe sul serio
distruggermi in un lampo. “Allison ha ragione, tu potevi
salvarla
tanti anni fa e sei rimasto a guardare! Così come sei
rimasto a
guardare quando lei...”
Gabriel
scoppia a piangere disperatamente. “Su amore non
piangere...” gli
dice sua nonna, piangendo come lui.
Credo
sia sconvolta, piange e culla quel nipotino che non aveva mai visto
ma che nella sua mente è presente fin dalla nascita. Non
interviene
nella discussione ma resta vicina a sua figlia, che sta tentando di
guarirsi ma non ci riesce.
“Tu
non sai di cosa stai parlando, piccolo idiota” mi apostrofa
duramente, come faceva tempo fa “tu non puoi parlarmi in
questo
mondo, non sai...”
“Io
mi sono fatto ammazzare per la mia donna!” urlo dimenticando
che
spavento mio figlio così “E mi farei ammazzare
ancora e ancora per
lei e per nostro figlio! Tu non hai fatto nulla per loro
perché ti
sei sentito rifiutato da Alice! Lei ha scelto Christian Morgan, e tu
non l'hai mai accettato!”
“Cosa
stai insinuando” mi dice minaccioso afferrandomi per la
camicia
“che io l'abbia fatta morire per vedetta? Sta attento Cass,
ti amo
come un figlio ma stai rischiando grosso in questo momento!”
Sorrido
sfrontatamente “Oh, ho visto il tuo concetto di amore
paterno”
dico ironico “hai appena dato una carezza ad
Allison.”
Credo
voglia darmi un pugno, ma si trattiene. Mi strattona e mi lascia
libero, allontanandosi da me ed avvicinandosi alle due donne, che
indietreggiano istintivamente.
“Avete
paura di me?”
“Sì,
Sirahel” gli risponde Alice “io ho paura di te...
tu non eri
così... non eri violento o vendicativo! Hai picchiato nostra
figlia
davanti a nostro nipote, per cosa? Perché Allison vuole
rimettere le
cose a posto? Il mio posto non è qui, non più.. e
anche a me
piacerebbe tanto vivere con mia figlia e mio nipote e...” si
ferma
e mi guarda sorridendo “... mio genero, che ricordo di aver
conosciuto due anni fa ma che in realtà ho visto stamane per
la
prima volta. Ma non posso, io sono una tentazione per entrambi, ma
sopratutto per te. Non voglio che il Diavolo mi usi per questo, non
posso Sir.”
Sir
la guarda con occhi tristi, sull'orlo delle lacrime. “Non...
ti
piacerebbe neanche un po', vivere con me?” le domanda.
“Ho
fatto la mia scelta anni fa” dice dando il bambino ad
Allison, che
si avvicina a me “in qualche modo ti ho amato, non come
volevi tu
forse, ma ti ho amato. Allison è tua figlia e non mi pento
di averla
messa al mondo né mi... vergogno di averla concepita con te.
Ma io
amavo e amo Chris, e non cambierei idea per niente al mondo.”
Sirahel
tace, stroncato dall'ennesima prova che Alice è davvero un
amore
perduto. Per sempre.
La
donna si allontana da lui e si avvicina a noi, accarezza la guancia
di Gabriel che, tra un singhiozzo e l'altro, le fa un sorriso.
“Ciao
piccolo mio” lo saluta piangendo “sei un bimbo
adorabile, figlio
della mia bimba adorabile.” e gli da un bacio sulla testolina.
Poi
si rivolge a me, posa una mano sul mio viso e sorride dolcemente
“Castiel, tu sei un angelo in tutti i sensi. Non solo
provieni dal
Cielo, ma hai salvato mia figlia e la ami tanto, e sei il
papà di
questo piccolo tesoro. Abbi cura di loro, proteggili e amali, anche
per me e suo fratello. Sei un bravo ragazzo e un genero fantastico,
saresti l'orgoglio di tutte le suocere del mondo.”
Mi
viene da piangere. Si sta comportando da mamma anche con me...
“Mi
dispiace Alice... se potessi io...” mi ferma con un gesto
della
mano.
“Lo
so, non ti preoccupare. Ti dispiace prendere Gabriel in braccio,
vorrei abbracciare mia figlia prima di andare...”
Annuisco
e prendo il mio bambino, che la guarda con la boccuccia che gli
trema. Sa che sta andando via e non vuole.
Allison
e sua madre si guardano a lungo, piangendo. La ferita al labbro non
sanguina più ma fa fatica a parlare.
“Mi
dispiace mamma... ma sono felice di averti potuta rivedere. E scusami
per prima, ero sconvolta... per me eravate morti tanti anni
fa....”
si scusa.
“Lo
so bambina mia, lo so. Scusaci tu per averti fatto spaventare a
morte! Ma noi non lo sapevamo, per noi era una giornata come
un'altra... abbi cura di te piccola mia, e della tua stupenda
famiglia.” e l'abbraccia forte, mentre Allison singhiozza.
Quando
si staccano l'una dall'altra, entrambe si asciugano le lacrime dagli
occhi e tentano di sorridersi, con scarsi risultati.
“Sono
pronta Allison” le annuncia “sono pronta ad
andarmene.”
Allison
mi guarda per un attimo, cercando sostegno.
Io
annuisco sorridendole e lei ricambia il sorriso.
“Addio
mamma, ti voglio tanto bene...”
“Addio
figlia mia, ti proteggerò ovunque io
sarò...”
Alice
sparisce davanti ai nostri occhi, in un lieve lampo di luce. Quasi
come un angelo.
Per
tutto il tempo, Sir è rimasto girato di spalle, ma dal viso
nascosto
tra le mani, direi che sta piangendo.
Sono
arrabbiato a morte con lui e sono certo che lo è anche
Allison.
L'ha
picchiata chiamandola egoista, proprio lui che voleva tenere qui
Alice contro la sua volontà?
“Cass...
vorrei andare a riposare un po', se non ti dispiace” mi dice
“potresti occuparti tu di Gabriel?”
“Certo
amore.” le rispondo baciandole la fronte “Va pure,
ci penso
io...”
Mi
sorride e si volta per salire al piano di sopra, ignorando Sirahel
che ora si è voltato a guardarci.
“Allison,
aspetta per favore.” la ferma.
Lei
lo guarda e scuote il capo. “Non abbiamo nulla da
dirci.”
Sir
si avvicina di qualche passo e io faccio altrettanto. So che non
potrei nulla contro di lui e ho anche Gabriel in braccio, ma se solo
osa sfiorarla ancora una volta...
“Ti
prego Ally, ascoltami...”
Sua
figlia sembra rifletterci, ma non so cosa farà. Di solito
quando è
davvero arrabbiata, ammutolisce come adesso.
Mi
domando se accetterà di parlargli o lo manderà
via.
*****
Mi
chiede di ascoltarlo.
Vorrei,
ma sono molto arrabbiata in questo momento.
Non
per lo schiaffo in sé.
E'
solo uno schiaffo, tra qualche giorno la ferita sparirà e
fra
qualche mese, forse l'avrò scordato.
Quindi,
non è il colpo.. E' la mano da cui proviene.
Lui
sa quanto fossi legata ai miei genitori.
Sa
che amavo mia madre e che ho passato tutto il tempo trascorso con lei
ad osservarla, sperando di assomigliarle.
Sa
che la adoravo e che avevo con lei un rapporto speciale.
Lo
sa!
Eppure
mi ha chiamata egoista solo perchè volevo darle pace..
Solo
perchè secondo lui, per me mandarla via era facile, come se
volessi
fargli un dispetto perchè quando poteva non l'ha salvata.
Se
invece sapesse quanto avrei voluto tenerla con me e vederla ogni
giorno.
Lasciare
che mi spazzolasse i capelli prima di dormire, chiederle consiglio
sul matrimonio e sul mio ruolo di madre..
Se
solo sapesse quanto avrei voluto averla qui con me e pranzare con lei
la domenica.. E lasciarle Gabriel a farle compagnia di pomeriggio.
Ricamare
e preparare i dolci con la sua mano sapiente a guidarmi..
Ma
non posso farlo ed evidentemente lui non capisce il mio dolore..
Perchè se lo capisse, non mi avrebbe dato dell'egoista.
Sospiro
e lo guardo in silenzio.
Gabriel
è in braccio al suo papà, poco più
calmo ed entrambi mi fissano
preoccupati.
Sirahel
invece ha gli occhi gonfi di lacrime.
Mi
si spezza il cuore a vederlo così, ma davvero, ho fatto la
cosa
giusta e non me ne pento.
“Ascolta..”
gli dico calma “So che mi odi adesso. Tu mi vedi come la
persona
che ti ha portato via il tuo amore.. E in un certo senso lo sono. Ma
quell'amore, era anche mio. Era mia madre.. Quindi non credere di
aver capito tutto, o di essere l'unico a soffrire per tutto questo.
Perchè non lo sei.. Ho fatto la cosa giusta e tu lo sai. E
quando
sarai più calmo e più lucido e ti ricorderai che
qui hai un futuro,
vivo e reale che ti attende, un nipote che ti vuol bene e una donna..
che merita di più di quello che tu le dai.. Allora sarai
pronto ad
ammettere che ho ragione.”
Sirahel
annuisce e allunga la mano verso la mia ferita “Lascia che ti
guarisca.”
Scuoto
il capo e indietreggio.
“Non
serve..” dico “Guarirà da sola..
Sirahel!”
Pronuncio
il suo nome quasi sottolineandolo col tono della mia voce.
Per
fargli intendere che da oggi in poi, non credo che lo
chiamerò più
papà.
E
non per lo schiaffo.. non solo per quello..
Ma
perchè oggi, se qui ci fosse stato mio padre, Chris, allora
sarebbe
stata più dura per me mandarlo via.. E questo mi fa capire
che, per
quanto mi sforzi, non accetterò mai fino in fondo che non
fosse lui
mio padre.. Per me rimarrà sempre Chris Morgan il mio
papà.
I
suoi occhi cominciano a piangere di nuovo.. Mi guarda e sospira.
“Mi
dispiace.. Io amo.. amavo disperatamente tua madre.. Per me
è stata
dura affrontare tutto questo oggi.”
“Infatti
non l'hai affrontato! Io l'ho fatto..” dico “Credi
che per me sia
stato semplice?”
“Tu
sei forte Allison.. Come essere umano e come Arcangelo.. Quello che
hai fatto oggi.. Io non so ancora farlo dopo migliaia di anni. E sono
fiero di te.”
“Non
mi importa se lo sei.. Io non sono fiera di te.”
Lo
guardo per alcuni secondi e poi salgo di sopra.
E'
stata una giornata stancante..
E
ho bisogno di una doccia calda e di un letto per riposarmi
fisicamente e mentalmente.
Entro
nella camera e prendo una tuta e della biancheria pulita.
Poi
faccio scorrere l'acqua e quando è calda entro nella doccia
godendomi il rilassante effetto che ha sul mio corpo.
Rimango
lì, sotto la doccia per mezz'ora o anche più..
Fin quando non mi
sento pulita.. pulita dal peso degli ultimi due giorni.
Poi
esco, mi asciugo.. pettino i capelli e mi vesto.
La
tuta non è l'indumento che preferisco, a meno che io non
debba fare
ginnastica. Ma è comoda e ora voglio solo stare tranquilla e
comodamente sdraiata a letto.
Mi
sdraio e mi addormento dopo qualche minuto.
E
quando mi sveglio, sono le 14.30 e Cass è accanto a me.
Sta
facendo il riposino pomeridiano.. proprio come Gabriel.
Sono
ancora scossa.. ma voglio godermi il resto della giornata il
più
serenamente possibile.. Sorrido appena e mi allungo un po' per
baciarlo dolcemente.
Lui
si muove appena e sorride senza però aprire gli occhi.
“Hey
Cass.. Sei sveglio?” gli chiedo piano.
“No!
Sto dormendo.”
Rido
e mi avvicino a lui, fino a sistemarmici sopra.
“Peccato!”
esclamo baciandogli il mento e poi il collo “Ero proprio
dell'umore
giusto per un pomeriggio d'amore. Ma se stai dormendo..” mi
muovo
per spostarmi, ma lui mi ferma sorridendo.
Ora
ha gli occhi aperti e mi guarda. “Chi ha detto che sto
dormendo?”
Gli
accarezzo il viso e lo bacio dolcemente.
“Grazie
per avermi difesa oggi.” gli sussurro.
Lui
mi accarezza il labbro ferito e poi i capelli.
“Non
c'è niente che non farei per te.. O per nostro figlio. Siete
tutta
la mia vita.”
Annuisco
appena e prendo le sue mani tra le mie giocherellandoci un po'.
“Mia
madre era bella non trovi?” chiedo.
“Si.
Bellissima.. Come te. Non mi stupisce che Sirahel fosse e sia ancora
follemente innamorato di lei. E' così dolce e materna.. Tu
le
somigli tantissimo, in tutto.”
Sospiro
e lascio cadere qualche lacrima che lui asciuga prontamente.. Ma poi
mi ricordo della voglia di vivere il resto della giornata serenamente
e mi sforzo di sorridere.
E
poi ho appena realizzato di dover fare una cosa.
Do
un bacio a Castiel e mi alzo dal letto.
“Amore,
metti su un bel film.. Io vado un attimo in bagno e poi lo guardiamo
insieme sul lettone. Vuoi?” propongo.
“Certo.
Tutto quello che vuoi.”
Mi
regala il più bello dei suoi sorrisi ed io entro in bagno
chiudendo
la porta.
Apro
il mio cassetto personale e prendo quello che mi serve.
Faccio
un grosso respiro guardandomi allo specchio e poi faccio ciò
che
devo.
Aspetto
il tempo necessario e..
Oh
per la miseria!
Avvolgo
il tutto con della carta igienica e lo getto nel cestino.
Mi
siedo sul bordo della vasca e sorrido tra le lacrime, come una scema.
Per
la miseria..
Sono
incinta!
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Capitolo 51 *** We're going to be parents again ***
We're
going to be parents again
Sono
incinta.
Stento
a crederci ma lo sono.
A
dire il vero non è così strano che sia accaduto..
Considerando che
io e Cass non ci risparmiamo affatto per quel che riguarda il sesso.
Sono
sicura che è successo la notte in cui è tornato.
Perchè sono
incinta di due settimane e mezzo ed è più o meno
quanto è passato
dal suo ritorno.
Sapevo
che quella notte avrebbe dato i suoi frutti.
E'
stata sconvolgente dopotutto... e troppo passionale perchè
non
avesse conseguenze di alcun tipo.
E
fortunatamente per noi, le conseguenze sono le più belle che
potevano esserci.
Fra
poco meno di nove mesi, in questa casa arriverà un fiocco
rosa.
E
so che è una bambina perchè le mie nuove
capacità mi hanno
consentito di sentirlo.
Sono
felicissima.. E dopo aver pensato a lungo a come dirglielo, ora so
come fare.
Preparerò
la camera per la bimba.. Ho già comprato tutto.
Ogni
cosa arriverà domani pomeriggio, quando lui
partirà con Sam e Dean
e una richiesta di aiuto inaspettata – che
arriverà domattina –
e che io e loro abbiamo organizzato. E quando tornerà, tutto
sarà
pronto.
Gli
benderò gli occhi e lo porterò di sopra.
Lo
farò sistemare al centro della stanza e poi gli
toglierò la benda.
Dopodiché
mi gusterò la sua faccia sorpresa e felice.. E
sarà bellissimo.
Si.
Lo sarà.
Sorrido
tra me e me e gattono fino ad afferrare il mio bambino.
Stiamo
giocando a nascondino per terra... Ma ovviamente non ha ben capito
come si fa, perchè per lui nascondersi corrisponde a sedersi
dietro
il divano e ridere fino a farsi scoprire.
Lo
afferro mentre lui lancia un urlo divertito e lo poggio su divano.
"Ti
ho trovato anche stavolta.. Sei proprio una schiappetta a questo
gioco.. " gli dico guardandolo.
Lui
ride.. Si diverte e la sua risata mi riempie il cuore.
"Ora,
visto che ho vinto io.. E questo è appurato, tu devi pagare
un
pegno. E questo pegno è permettere alla tua mamma di
riempirti di
dolcissimi morsi, fin quando ne avrà voglia. Che ne dici? Ti
piace
come pegno?"
Lui
ride e scuote il capo. "No!"
Ha
imparato a dire altre parole in questi giorni.. E sopratutto, ora
papà non è più da-da, ma un chiaro e
forte papà o papi..
Lo
chiama papi quando vuole aiuto in qualcosa.
"No?"
chiedo perplessa "Ma come... io volevo mordere questo bel
pancino e queste belle guance paffute..." gli dico
solleticandolo mentre lui ride. "Lo farò lo stesso. E
inizierò
dalle dita della mano sinistra." aggiungo prendendola e
avvicinandola piano alla mia bocca.
"Papi!"
urla lui guardando Castiel appena sceso dal piano di sopra.
Si
dimena ridendo e chiedendo aiuto.
Cass
gli sorride e arriva in suo soccorso.. Lo prende in braccio e lo
stringe un po'.
"Giovanotto,
è ora di fare la nanna.. Sono le dieci passate.. Non hai
sonno?"
gli chiede.
"No!"
risponde il piccolo.
"Mh..
devi andare a dormire comunque. Altrimenti la mamma ti
riempirà di
morsi."
Il
piccolo mi guarda e ride a crepapelle, poi sbadiglia e si accoccola
sul petto del suo papà.
Sorrido
e anche Castiel lo fa.
Mi
avvicino e gli bacio la guancia. "Buonanotte piccolo delizioso
spuntino.. Ti mangerò domani." gli dico scherzando.
Lui
ride e poi mi saluta con la manina e in cinque secondi crolla
addormentato.
"Lo
porto di sopra." mi dice Castiel dandomi un bacio sulla guancia
"Poi ho una sorpresa per te.. Aspettami in camera nostra."
Lo
guardo perplessa e quando lui sale per portare Gabriel nella sua
camera, io salgo e vado in camera nostra.
Ci
sono tante candele e la vasca è piena di profumate bollicine
calde.
Sospiro
e mi sento in colpa..
Perchè
lui vuole fare l'amore, ma io mi sento poco bene e non posso dirgli
nemmeno il perchè o rovinerò la sorpresa.
Sono
sicura che lui rimarrà molto male.. Ma devo essere forte..
Oltretutto
anche se riuscissi a mettere da parte la leggera e costante nausea e
i lievi capogiri, non riuscirei a godermi fino in fondo tutto,
perchè
ho un segreto e quel segreto mi martella la mente e non mi permette
di godermi appieno mio marito.
Scuoto
appena il capo e lo sento arrivare.
Mi
volto e gli sorrido..
"E'
tutto bellissimo amore.. Davvero. Ma.." come posso dirglielo
"Non mi sento bene.. Possiamo rimandare tutto ad un altro
giorno?"
Rimandare?
Oh cielo.. Parlo come una di quelle donne che programma tutto nella
sua vita.
Lui
rimane male ma fa finta di niente.. Mi abbraccia e poi mi bacia la
fronte..
"Posso
fare qualcosa per farti sentire meglio?" mi chiede tra il
malizioso e il preoccupato.
Scuoto
il capo e gli accarezzo il viso.. "No.. Dopo una bella dormita
sarò come nuova." gli dico.
Mi
allontano da lui e vado a lavarmi i denti..
Scusami
amore mio.
Non
sai quanto ti desidero e quanto desidero dirti la verità..
E'
solo questione di giorni oramai.
Spero
che non mi odierà.
Esco
dal bagno e mi sdraio, mentre lui spegne le candele e inquieto mi
comunica che andrà a guardare la tv di sotto.
"Ok
amore.. buonanotte." gli dico sorridendo.
Lui
annuisce piano e mi sorride.
Poi
scende di sotto..
Povero
tesoro.. Mi sa che si è offeso.
Tra
quale giorno però sarà felice.
*****
Non
mi vuole.
Queste
tre parole mi ronzano in testa mentre scendo le scale e raggiungo il
divano, buttandomici sopra a peso morto.
È
la seconda volta che Allison mi respinge, che non vuole fare l'amore
con me.
E
pensare che un tempo ero io quello che scappava!
Sospiro
e accendo la Tv, a quest'ora c'è ben poco che mi interessi.
Notiziari,
il secondo tempo di qualche stupido film, qualche talk show.
Mi
fermo su un canale a caso e ascolto cosa dicono. Ci sono tre donne e
due uomini che discutono di problemi di coppia.
Ehi,
sembra quasi che lo sappiano anche loro!
Iniziano
un discorso strano che però cattura la mia attenzione.
“Sì,
personalmente penso che, al giorno d'oggi, due dei motivi principali
per i quali una donna può rifiutarsi di vivere
l'intimità col
proprio compagno, possano essere o la classica presenza di un secondo
uomo e quindi l'insofferenza verso il partner ufficiale, o una sorta
di... incompetenza amatoria da parte del compagno stesso. Quindi la
donna, invece di parlarne e magari offendere il marito o fidanzato,
preferisce inventare delle scuse per rimandare il più
possibile
l'atto intimo...”
Mi
sento come se mi fosse caduta una tegola in testa.
Incompetenza
amatoria? Cioè non riuscire a fare felice la propria donna?
Quindi
questo può essere il motivo per il quale Allison non vuole
stare con
me? Non sono bravo?
Scuoto
il capo e mi sento confuso, perché ero convinto di renderla
felice,
di essere un bravo amante.
Mi
sono illuso? Oppure perdendo il mio fluido angelico, ho perso
anche... virilità?
Io
devo parlarle, devo sapere come stanno le cose.
Non
credo abbia un altro, cioè lo spero! Quindi se non le
piaccio come
amante, vorrei saperlo.
Magari
sbaglio in qualcosa e non me ne rendo conto, ma devo saperlo per
poter rimediare!
Spengo
la Tv e butto il telecomando sul divano, alzandomi di scatto.
Risalgo
le scale velocemente sperando di trovarla ancora sveglia, apro
lentamente la porta ed entro.
Mi
avvicino al letto e Allison alza la testa. “Niente di bello
in Tv?”
mi domanda con un sorriso.
È
bellissima, e con questa luce ambrata proveniente dalla lampada sul
comodino, lo è ancora di più. In effetti
ultimamente mi sembra
straordinariamente bella. Deve smetterla, la sto desiderando di
nuovo.
“Non
proprio” rispondo sedendomi accanto a lei “ma sono
qui per...
perché vorrei chiederti una cosa, e vorrei tu fossi
sincera.”
Ally
mi guarda preoccupata e si mette seduta. “Amore che succede?
Hai
una faccia strana.”
Sospiro
e le prendo una mano. “Allison... io mi fido di te, e quindi
so che
non hai... ecco... un amante” inizio facendole inarcare un
sopracciglio “dunque la colpa è mia, e me ne
dispiace. Ma vorrei
saperlo...”
“Tesoro,
ma di che stai parlando? Colpa di cosa?” mi domanda con un
sorriso
perplesso e un'espressione preoccupata.
“In
Tv hanno detto che quando una donna smette di... desiderare il
proprio compagno, è perché o ha un amante e
quindi non vuole più
l'altro, oppure il marito o il fidanzato non è... bravo.
Dimmi
tesoro, ma sii sincera: non ti faccio felice quando facciamo l'amore?
È per questo che mi rifiuti ultimamente?”
Allison
mi fissa a bocca aperta per qualche istante, poi sorride e mi prende
le mani.
“Oh
amore mio, ma no! Tu sei fantastico in tutti i campi, e tra le
lenzuola sei... stavo per dire divino, ma non credo sia il termine
adatto da usare con te!” mi dice e mi sembra sincera, ma non
sono
ancora convinto.
“Io
lo so di essere cambiato, prima quando ero un angelo ero...
instancabile, ora invece dopo una notte d'amore sono distrutto,
e...” Ally mi interrompe prendendomi il viso tra le sue mani
profumate di
crema.
“Cass...
sai che dopo essere diventato umano, sei migliorato? È vero,
prima
eri instancabile, io crollavo addormentata e tu ti alzavi tutto
energico, mentre ora ci addormentiamo insieme e qualche volta tu
prima di me! Ma sei assolutamente... meraviglioso, un amante
incredibile, e credo che tu lo sia perché non hai
più sensi di
colpa verso... ecco, i piani alti. Ricordi quando sei tornato dal tuo
viaggio con i Winchester? Wow... mi hai fatto letteralmente
impazzire! Quindi smettila di dar retta a stupide oche insoddisfatte
che non hanno la fortuna di avere un marito come te che sa renderle
felici come tu fai con me.”
Sono
lusingato dalle sue parole, eppure mi sento ancora insicuro.
“Scusami, è che io... voglio solo la tua
felicità e avevo paura
di non essere più alla tua altezza...”
Allison
mi da un bacio sulle labbra e mi accarezza il viso. “Tu mi
rendi
molto felice Castiel, dentro e fuori dal letto. Sono io che non mi
sento bene ultimamente e quindi se facessimo l'amore, non sarebbe
bello come lo è sempre. Non sarei me stessa, e quando sto
con te
voglio esserci mente e corpo, capisci?”
Finalmente
mi convinco che davvero non ci sono problemi in quel senso, ma ora
sono seriamente preoccupato per mia moglie.
“Sì
tesoro, perdonami, sono un idiota... ma ora mi fai preoccupare sul
serio. Forse dovresti andare dal medico, è da un po' che ti
lamenti
di questo malessere.” le dico grave.
“No
caro, non devi preoccuparti, ho solo un po' di mal di stomaco e credo
sia colpa dello stress. Mi succedeva anche da ragazza,
passerà in
alcuni giorni. Comunque domani andrò dal dottore, giusto per
farti
stare tranquillo.”
Le
sorrido e le bacio le sue belle mani affusolate. “Ok tesoro..
scusami ancora.”
“Non
devi, non è successo niente. Anzi è bello sapere
che ti preoccupi
della mia eventuale... insoddisfazione sessuale! Molti uomini non se
ne accorgono nemmeno! Ma credimi.. non è il nostro caso. Ora
vieni a
letto così dormiamo abbracciati, ti va?” mi
domanda con dolcezza.
“Certo,
arrivo subito.” e mi alzo dal letto dirigendomi verso il
bagno. Mi
preparo e poi indosso dei pantaloni e una maglietta leggera: odio i
pigiami.
Mi
distendo nel letto accanto a lei e l'abbraccio stretta, baciandole
una guancia.
“Buonanotte
amore mio...” le sussurro all'orecchio.
La
sento sospirare profondamente e poi mi risponde: “Buonanotte
anche
a te amore...”
“Cass?”
mi chiama alcuni istanti dopo.
“Sì?”
“Non
vedo l'ora di stare meglio” mi dice seria
“perchè voglio fare
l'amore con te per tutta la notte.”
La
stringo un po' più forte e le bacio i capelli.
“L'importante è
che tu stia bene cuore mio, poi viene tutto il resto...”
Ci
addormentiamo dopo pochi minuti.
Quando
mi sveglio, la mattina dopo, Allison è già in
piedi e la sento
parlare con Gabriel.
Mi
stiracchio e in quell'istante suona il mio cellulare. Maledizione, lo
dimentico sempre acceso!
Mi
alzo dal letto e lo raggiungo, guardo il display ed è Dean.
Sospiro
e rispondo, e la nostra conversazione inizia e finisce in pochi
minuti.
Riattacco
e mi do dell'idiota perché ho accettato pur non avendone
proprio
voglia.
“Buongiorno
tesoro” mi saluta Allison facendo capolino dalla porta
“chi era
al telefono?”
“Dean...
devo partire subito.” le annuncio triste.
“Cosa?
E perché?” mi domanda preoccupata.
“Pare
che Sam sia sparito stanotte, e Dean non sa se è
semplicemente
andato a fare un giro visto che hanno litigato per la centesima
volta, oppure se è successo qualcosa. Vuole che lo raggiunga
nel
Nevada per aiutarlo. Mi dispiace tesoro.. gli ho detto di sì
ma se
non vuoi...”
“Sta'
tranquillo Castiel” mi ferma con un sorriso “va
pure, non ti
preoccupare. Ma fammi avere notizie, non vorrei mai che gli fosse
successo qualcosa.” mi dice avvicinandosi.
Le
accarezzo il viso e le sorrido. “Certo tesoro, ti
chiamerò spesso.
Anche solo per sentire la tua voce.”
Mi
da un bacio sulle labbra e sospira. “Mi mancherai amore, ma
loro
sono amici... è giusto che tu vada. Solo, sta
attento.”
Annuisco
e inizio a prepararmi per imbarcarmi in qualche altra bizzarra
avventura con quei due idioti dei Winchester.
*****
Castiel
è partito da due giorni.
Non
so di preciso come il tutto si sia svolto. Dove Dean abbia mandato
Sam a nascondersi e come abbia fatto il tutto.
So
solo che l'ho chiamato ieri per avvertirlo che oggi poteva lasciare
che Cass tornasse a casa.
Forse
mi sbaglio.. ma credo che due giorni fa il mio amore non volesse
partire..
E'
spaventato dall'idea che io non lo voglia più.. E dall'idea
che io
abbia un amante.
So
che ha detto che si fida di me e sa che non lo ho.. Ma è
insicuro e
non mi stupisce che lo pensi.
Lo
rifiuto da un paio di giorni, perchè mi sento male.. e lui
ovviamente si sente come un normalissimo uomo che di colpo, vede la
propria donna rifiutarsi di fare l'amore con lui.
Anche
io mi sentirei insicura e dubbiosa se di colpo Castiel mi rifiutasse
quando gli chiedo di fare sesso.
Basti
pensare alla scenata che ho fatto quando cercava di controllare la
sua gelosia.
L'ho
praticamente implorato di minacciare di morte tutti gli uomini che mi
stanno intorno e che non sono lui.
Sorrido
appena e finisco di dipingere l'ultimo angolo dell'ultima parete,
della camera della nostra bambina.
Ho
fatto tutto con dei colori chiari.
In
questa stanza c'è molto rosa e molto bianco ed è
perfetta.
E
oltretutto c'è tutto quello che serve.
Fasciatoio,
armadio, quadri di ogni tipo e in alto sulle pareti, c'è una
bellissima carta da parati.
E
poi c'è un lampadario che sembra antico.
In
realtà è fatto coi materiali più
moderni che ci sono..
Ma
sembra il lampadario di un antico castello, così come lo
specchio
che ho appeso alla parete.
La
culla è bianca e bella e per terra c'è un tappeto
di finta pelle di
orso.
E'
semplicemente deliziosa. La camera più bella che io abbia
mai visto
per una bambina. Se tornassi indietro nel tempo vorrei anche io una
camera così.
E'
davvero bellissima.
Poso
il pennello dentro il secchio di vernice vuoto e guardo Gabriel che
sorridendo mi porge una bambolina di pezza.
“Oh
grazie mio fedele assistente..” gli dico prendendola
“Sei davvero
un aiutante perfetto..”
Lui
sorride e mi indica con la mano il punto in cui vorrebbe che mettessi
la bambola.
La
sistemo dove mi sta dicendo lui e poi gli sorrido piegandomi sulle
mie ginocchia.
Gli
bacio le manine e gli sistemo ben bene la magliettina che lui ama
stringere tra le mani fino a stropicciarla.
“Mami..”
mi dice. Si guarda intorno e lascia le mie mani per battere le sue
gioiose.
Credo
che significhi che la camera gli piace. Beh, sono felice che sia
così.
“Ti
piace?” gli chiedo.
“Si!”
“Hai
ragione.. E' davvero una bella camera..”
Lui
mi guarda e poi i suoi occhioni blu diventano tristi. Se li strofina
con le mani e fissa il pavimento.
E
questo vuol dire che si è rattristato per qualcosa e che ha
bisogno
di essere rassicurato in qualche modo.
Gli
accarezzo i capelli e sorrido intenerita.
“Hey
occhioni.. Vuoi sapere un segreto?”
Lui
mi guarda e annuisce deciso.
“A
me piace di più la tua camera.. Voglio dire.. la tua camera
è
bianca e azzurra. E il bianco e l'azzurro sono dei colori
bellissimi.” gli dico “Sai, l'azzurro mi ricorda
tanto il cielo
di una bella giornata di primavera.. E il bianco mi ricorda.. La
panna montata.. E alla tua mamma piace tanto la panna montata.
Quindi, di conseguenza a me piace molto di più la tua
camera..
Anzi.. che ne dici se andiamo lì a giocare. Vuoi giocare con
la tua
mamma?”
Gabriel
sorride e batte le mani gioioso. “Si!” urla quasi.
Rido
e mi alzo prendendolo per mano.. “Andiamo allora.. guidami
tu, mio
fedele condottiero..”
Lui
annuisce e poi mi trascina con sé nella sua camera.
Quando
arriviamo mi fa sedere per terra e mi porge delle costruzioni..
“Brum
brum..” mi dice.
“Vuoi
costruire una macchina?”
“Si!
Papà..”
Annuisco
appena mentre lui si siede vicino a me prendo tutte le costruzioni
rosse che trovo.
“Vuoi
che costruiamo la macchina di papà quindi..”
“Si.
Si, si si..” ripete quasi come a sottolineare la sua
decisione.
“Ok
ok..”
Sorrido
e inizio a mettere insieme le costruzioni.
Alla
fine quello che ne esce fuori somiglia di più ad una macchia
che ad
una macchina.
Guardo
falsamente soddisfatta la mia creazione e poi guardo lui.
“La
tua mamma è proprio bravissima con le costruzioni
vero?”
Lui
mi fissa perplesso, come fa Cass di solito, e poi scuote il capo
coprendosi il viso con le mani.
“Sei
un criticone..” lo apostrofo dolcemente.
Lui
ride e poggia la testa sulla mia gamba, come per rilassarsi.
Sorrido
e gli accarezzo la testolina.
“Hey
Gabriel... Fra qualche mese diventerai un fratello maggiore. Avrai
una sorellina e dovrai aiutare mamma e papà a prendersi cura
di
lei.. Per un po' dovremo darle parecchie attenzioni, perchè
quando
arriverà sarà piccola ed indifesa.. Al contrario
di te che oramai
sei grande e forte.” gli dico piano
“Però non devi essere
geloso, perchè io e papà ti amiamo tantissimo e
quando nascerà la
sorellina non smetteremo di farlo.. Anzi.. Quindi non aver paura di
non essere più amato. Perchè io e papi non
smetteremo mai di amarti
e coccolarti.. Ok?”
Gabriel
rimane fermo per qualche secondo, poi gira la testa per guardarmi ed
infine si alza e si avvicina a me.
Mi
da un bacino sulla bocca e poi mi stringe per quanto le sue braccia
gli consentono.
Sorrido
con gli occhi lucidi e lo stringo forte.
Il
mio bambino è un vero tesoro.
Di
colpo si stacca da me e mi guarda sorridendo.
“Papà!”
esclama.
Corrugo
la fronte e poi sento la porta aprirsi e Castiel chiamarci.
“Papà
è tornato!” esclamo.
Lo
prendo in braccio e corriamo di sotto.
Castiel
è in fondo alle scale. Lo raggiungo con Gabriel e ci
stringiamo in
un dolcissimo abbraccio di famiglia..
“Papà..”
lo chiama Gabriel. Lo guarda e poi gli manda dei bacini con la mano.
Castiel
sorride e ricambia e poi bacia me dolcemente.
Sorrido
e gli do Gabriel.
Poi prendo la benda nella tasca dei miei jeans e
lo guardo.
“Ho
una sorpresa per te.. Ma devo bendarti gli occhi.”
Senza
aspettare risposta lo faccio e poi prendo Gabriel..
Prendo
la mano di Castiel e sospiro. “Seguimi amore mio..”
*****
Spero
solo di non cadere e rompermi qualcosa.
Allison
mi sta guidando su per le scale, con gli occhi bendati. Dice di avere
una sorpresa per me, ma proprio non so cosa possa essere.
E
se devo essere sincero, sono anche un po' spaventato.
Ally
a volte è imprevedibile, potrebbe aver combinato di tutto.
Quello
che so è che Gabriel sa già dove stiamo andando,
lo sento
ridacchiare divertito in braccio alla mamma.
“Ragazzi...
è una cosa bella, vero? Comincio a spaventarmi”
dico scherzando.
“Oh
sì amore, è una cosa bella. Vero che
piacerà a papà?” domanda a
Gabriel.
“Sì!”
esclama entusiasta.
Adoro
sentire parlare mio figlio, ogni parola in più è
un passo nel
futuro, verso quel giovane forte e sensibile che viene a trovarmi nei
sogni.
Arriviamo
in cima alle scale e mi lascio guidare verso una stanza che sono
sicuro non essere né la nostra né quella del
bambino.
Credo
sia una delle stanze per gli ospiti, che si trova di fronte la
nostra.
Entriamo
e ciò che mi colpisce subito è un forte odore di
vernice fresca.
Ma
che ha fatto la mia bella ma imprevedibile mogliettina?
“Ora
ti poso a terra amore, devo sbendare papino” dice al piccolo
mentre
lascia la mia mano.
Gira
alle mie spalle e lentamente mi toglie la benda dagli occhi,
dicendomi di tenere ancora un po' gli occhi chiusi.
Io
obbedisco e aspetto, poi sento le sue mani accarezzarmi il viso.
“Ora
aprili amore, e guarda la mia sorpresa per te...” mi sussurra.
Apro
gli occhi e ciò che vedo mi stordisce.
Una
cameretta per bambini completamente rosa: tende, pareti, persino la
copertina nella grande culla è rosa. E poi cucini, pupazzi,
e uno
splendido lampadario in stile antico.
La
cameretta per una bambina.
Realizzo
subito e ho una reazione folle.
Mi
metto le mani sulla testa come se un poliziotto mi avesse chiesto di
farlo, mi giro verso Allison e mi butto in ginocchio davanti a lei,
abbracciandola forte e posando il viso sul suo dolce ventre.
Quel
dolce scrigno che dopo Gabriel, custodisce un altro tesoro.
“Ne
deduco che hai capito” mi dice Allison accarezzandomi i
capelli “e
che ne sei felice...”
La
sua voce è rotta dall'emozione, e Gabriel ride battendo le
manine.
“Felice?
Non esiste una parola per descrivere... come mi sento...”
Anche
la mia voce trema e sento di essere sul punto di piangere.
Allison
è incinta, aspetta una bambina da me. Avremo un altro
figlio, una
figlia per la precisione.
Mi
scoppia il cuore dalla gioia.
Mi
alzo da terra e la guardo negli occhi, prendendole il viso tra le
mani.
Ecco
perché era così bella, così sensuale.
Aspetta
una bambina!
“Ally...
io non so nemmeno.. cosa dire, se non che... sono l'essere vivente
più felice della Terra....”
Lei
mi sorride e si allunga per baciarmi sulle labbra.
“Sono
tanto felice anche io amore mio... tanto” poi mi prende le
mani e
le posa sul proprio ventre “avremo una bambina Cass...mi
renderai
madre una seconda volta...”
Sospiro
e l'abbraccio stringendola forte a me. “E tu renderai padre
me, per
la seconda volta. Ti amo da impazzire...”
Poi
realizzo una cosa. “Ehi ma... la storia di Sam che se ne va a
zonzo... era un piano per caso?” le chiedo.
Lei
si morde un labbro tentando di non ridere.
“Sì!” ammette “Avevo
bisogno di tempo per prepararti la sorpresa e loro mi hanno
aiutato!”
“Dunque
quei due lazzaroni... sapevano tutto? Sam ha fatto finta di essere
scomparso perché era in combutta con te? Questa è
bella!”
“Beh
loro sapevano solo che dovevo fare una cosa per te e tu non dovevi
vederla... non ho detto loro di essere incinta... anche se sospetto
che Dean abbia capito qualcosa. Mi ha detto Cass si
dà da fare,
eh? Credo si
riferisse al...
sesso” bisbiglia per
non farsi sentire da Gabriel che a terra gioca con un cuscino rosa.
“A
proposito... ma allora quei malesseri che ti impedivano di... giocare
con me, era dovuti alla gravidanza?” le chiedo.
Allison
annuisce e sorride. “Sì, sono ancora di tre
settimane e... tra
nausee e capogiri non potrei... giocare
per bene” poi mi passa le braccia intorno al collo e avvicina
la
bocca al mio orecchio “anche se non
vedo l'ora di giocare
un po'... quando l'altra sera mi hai sussurrato buonanotte con quel
tono sensuale... beh, c'è mancato poco che non decidessi di
ignorare
la nausea e saltarti addosso!”
Rido
e la stringo. “Tesoro... mi dispiace di averti detto quello
cose,
l'altra sera. Avevo paura che ci fossero dei problemi.. invece era la
nostra bambina.. perdonami...”
Si
allontana un po' da me e mi guarda con quei suoi deliziosi occhi
nocciola. “Amore, non devi scusarti. Tu non lo sapevi e
giustamente, hai avuto paura che io non volessi più giocare
per qualche problema tra di noi, invece è solo un problema
temporaneo e poi tutto tornerà come prima.”
Le
accarezzo i capelli e ancora non ci credo che mi darà una
bambina! È
troppo bello... avrò due figli, Gabriel e...
“Amore”
le dico dopo alcuni secondi “hai... già pensato al
nome?” le
domando stupidamente.
È
troppo presto, mi dico, ci voglio ancora almeno otto mesi!
Invece
lei annuisce e mi prende le mani. “In realtà
sì, che ne dici di
Sophia? Come l'attrice della Tv, Sophia Bush, te la ricordi?”
Faccio
mente locale e la ricordo. È l'attrice preferita di Allison,
io non
ne capisco molto di queste cose, ma devo dire che è molto
bella e le
somiglia un po'. Anche se Ally per me è mille volte
più bella.
“Sì
me la ricordo” dico annuendo “e credo che Sophia
sia un nome
splendido.”
“Sono
felice che ti piaccia! Dunque è tutto pronto, il nome, la
cameretta,
i suoi genitori felici... manca solo lei!” mi dice entusiasta.
“Sì,
manca solo la nostra Sophia.”
Intanto
Gabriel si è avvicinato e vuole che io lo prenda in braccio.
Lo
sollevo e gli do un bacio sulla guancia.
In
quel momento sentiamo suonare al campanello.
“Tu
resta qui con questo pulcino” mi dice Allison accarezzandogli
i
capelli “vado a vedere io.”
Annuisco
e resto da solo con il mio bambino.
“Allora
tesoro di papà, tra poco nascerà la tua
sorellina, sei felice?”
Lui
mi guarda con quei suoi grandi occhi blu e annuisce con un sorriso.
“Sì sì!”
Abbraccio
forte mio figlio e sorrido.
Sono
al settimo cielo, non potevo trovare una sorpresa migliore.
E
credo di sapere anche quando l'abbiamo concepita.
La
notte in cui sono tornato.
Una
notte pazzesca, assolutamente indimenticabile, e ora lo sarà
ancora
di più.
Grazie
a quella notte d'amore nascerà nostra figlia.
Nascerà
la nostra dolce Sophia.
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Capitolo 52 *** You never forget your first time ***
You
never forget your first time
“Brian?”
chiedo incredula aprendo la porta.
Lui
mi guarda per qualche secondo senza dire niente e poi alza la mano e
mi indica.
“Mi
scusi bella signora..” mi dice “Credo di aver
sbagliato casa,
perchè io cercavo una mia vecchia amica. Si chiama Allison e
ha una
strana pettinatura e una passione per la disco dance. E odia le
cheerleaders.”
Brian.
Il
mio primo vero ragazzo è qui davanti a me. A casa mia.
Con
lui ho vissuto per la prima volta, praticamente tutte le tappe
importanti di una relazione.
E'
stato il mio primo vero ragazzo, il primo con cui sono stata
totalmente me stessa.
Il
primo a cui ho detto ti amo e
il primo con cui ho fatto l'amore per la prima volta.
Avevamo
17 anni ed eravamo sulla sua auto. Stavamo insieme da quasi un anno.
Me
lo ricordo come se fosse ieri e invece sono passati dieci anni circa.
L'ho
amato.. l'ho amato tantissimo, per quanto possibile amare a 17 anni.
E
lui ha amato me.
Non
mi ha mai trattata male, non mi ha mai detto una parola sgarbata,
né
giudicata per ciò che facevo.
Era
perfetto.
Lui
mi proteggeva e mi faceva sentire al sicuro..
E'
stato il mio primo amore, si può dire.
Certo,
stare con lui aveva anche lati negativi.
Come
per esempio il fatto che tutte le altre ragazze a scuola mi odiavano
perchè lui era il ragazzo più popolare, e per
questo si divertivano
a scrivere sul mio armadietto cose poco carine. Tipo.. Mostro.
Solo perchè ero diversa da loro. Perchè ero poco
socievole e perchè
passavo il mio tempo da sola, piuttosto che partecipare alla
scatenata vita di Los Angeles.
Brian
è stata la mia ancora di salvezza in un momento in cui, tra
la morte
dei miei genitori e l'aver ucciso mio fratello, credevo di impazzire.
Che
ho ucciso io mio fratello però lui non
lo sa.
E
ho deciso di non dirglielo, non perchè mi avrebbe giudicata,
ma
perchè non volevo caricarlo di un peso così
grande come questo.
Non
lo vedo da quando i suoi genitori decisero di partire per l'Europa..
Avevamo quasi 19 anni, e ora è qui di fronte a me e non
è cambiato
di una virgola.
“Quella
ragazza non vive più qui.. E sono sicura che la sua
pettinatura
fosse perfetta per quegli anni, così come la sua passione
per la
disco dance..” dico “E se odiava le cheerleaders,
c'era un
motivo: erano odiose.”
Brian
ride annuendo appena. “Lei crede bella signora?”
“Si..
credo di si. E sa una cosa.. bel signore.. Lei mi ricorda molto
qualcuno che conoscevo una volta.. La differenza è che lei
è un
uomo di classe, lui era un.. Hippie a scoppio ritardato.”
Brian
mi guarda e alza un sopracciglio.
“Un
cosa?” mi chiede “Questa l'hai inventata
ora?”
Faccio
spallucce e rido anche io.
Lui
invece avanza piano e mi abbraccia forte.
“Sei
cresciuta bene Allison Morgan.” mi dice staccandosi piano da
me.
“Anche
tu Brian Tyler Stevens..”
Mi
sorride e poi entriamo dentro.
Chiudo
la porta e lo guardo ancora un attimo.
“Quando
sei arrivato?” chiedo.
“Mezz'ora
fa. Il mio assistente mi aveva fissato una cena d'affari per
stasera.. Ma gli ho detto di rimandare tutto a domani,
perchè
stasera avrei cenato con la mia vecchia amica/ragazza Allison...
Quindi devi venire a cena con me.”
Sospiro
e alzo la mano sinistra per mostrargli la fede.
“Wow!”
mi dice prendendo la mano e avvicinandosela al viso “Sei
sposata?”
“Si.
E ho un figlio di un anno, Gabriel.. e una bambina in arrivo.”
Brian
mi guarda con gli occhi spalancati.
Sembra felice per me, infatti
mi abbraccia e mi bacia la fronte.
“Hai
costruito tutto dal.. nulla. Tu hai trovato la forza di costruirti
una vita nonostante le tue sofferenze e i tuoi sacrifici. Sono fiero
di te.”
Sorrido
e sto per ringraziarlo ma sento Castiel schiarirsi la voce e Gabriel
chiamarmi con tono interrogativo.
Mi
volto e li vedo lì, in fondo alle scale che mi fissano
perplessi.
Anche
Brian li guarda e si avvicina a loro insieme a me.
“Amore..”
dico a Cass “Lui è un mio vecchio amico.”
“Molto
lieto. Sono Brian.. E rappresento lo scabroso passato di Allison..
Anche la parte soprannaturale..” gli dice scherzando.
Castiel
mi fissa e poi lo guarda.
Sicuramente
sta pensando a come cacciarlo a calci.. ma non deve essere geloso,
anche se gli ho chiesto io di esserlo..
Brian
è il passato ed è solo un amico. L'unico che
prima di lui si sia
davvero preso cura di me.
“Io
sono Castiel.. E lui è Gabriel.. E noi rappresentiamo il
felice
presente, e l' ancor più felice futuro di
Allison.” si presenta.
Sorrido
e annuisco appena.
Anche
Brian sorride e poi accarezza la manina di Gabriel.
“Ottima
risposta!” esclama “Allison merita il meglio.. E
tu, voi.. mi
sembrate il meglio..”
Faccio
un grosso respiro e stringo la mano di Cass.
“Posso?”
chiede Brian indicando Gabriel.
Castiel
ed io annuiamo e Gabriel piega appena la testa per guardarlo.
“Vuoi
venire un po' in braccio a me?” gli chiede.
Il
piccolo annuisce e poi gli tende le braccia. Lo guarda e di colpo
ride battendo la mani.
Non
vorrei sbagliarmi, ma credo che abbia appena letto nella sua mente..
Magari qualcosa di divertente.
Credo
che gli sia simpatico.
“Perchè
ride?” chiede Brian perplesso “Significa che gli
sono simpatico?”
“Si..
E anche che ha letto nella tua mente qualcosa di divertente.”
gli
spiega Castiel.
“Ha
fatto cosa?”
“E'
un bambino speciale. Per metà umano.. per metà
angelico.” gli
racconta ancora il mio amore.
Brian
annuisce e gesticola un po'. “Quindi tu sei...”
“Lo
ero!” precisa Cass “Ora non
più.”
Brian
sorride appena e guarda Gabriel.
Si
siede e giocherella con lui, mentre io comunico loro che
andrò a
preparare qualcosa da mangiare.
Do
un bacio a Castiel e vado in cucina.
Sono
felice che Brian sia qui.. Solo che.. non so come dire a Castiel..
che lui è la mia prima volta.
E
spero che il mio amico non si metta a raccontare fatti imbarazzanti
sulla mia adolescenza. Anche se.. di cose divertenti ce ne sono
poche.
*****
Scabroso
passato?
Santo
cielo, voglio far finta di non capire a cosa si riferisse.
Mi
fa male.
Brian
è seduto sul divano con mio figlio, giocano insieme e
ciò mi fa
male.
Ho
visto la connessione che c'è tra lui e Allison, e
addirittura anche
Gabriel sembra affascinato da quest'uomo.
“Allora
Castiel” mi dice distogliendomi dai miei dolorosi pensieri
“come...
come ha fatto un.. angelo a metter su famiglia?”
Perché,
quanti modi ci sono per concepire un figlio? Vorrei rispondergli
così
ma preferisco evitare.
“Diciamo
che ho avuto fortuna e ho capito che era quello che volevo.”
Lui
annuisce. “Quindi hai... lasciato la tua
immortalità per vivere
con loro?”
“Sì”
dico convinto “e sono orgoglioso della mia scelta.”
Ci
guardiamo per un momento che sembra eterno, ha capito che non mi
piace e forse per lui è lo stesso.
Quest'uomo
è stato qualcosa di importante per Allison, e il pensiero
che possa
esserlo ancora mi fa morire.
“Beh
ti capisco, Allison è una donna fenomenale, e questo bambino
è
assolutamente adorabile. Anche se devo ammettere che somiglia
più a
te che a lei.”
Vorresti
che somigliasse a te?
No,
non posso continuare così, mi sta venendo mal di stomaco,
devo
parlarne con Allison.
Adesso.
Ma
non voglio lasciare mio figlio con lui perché...
è mio, ecco
perché. Gabriel non deve affezionarsi a questo tizio.
Morirei se mio
figlio iniziasse a voler bene a qualcuno che non sia io.
Il
mio tesoro devi avermi sentito, perché si gira a guardarmi
con occhi
tristi.
Preferisci
restare con quest'uomo?
Oddio...
ha scosso la testa!
Improvvisamente
Gabriel inizia a piangere tendendomi le braccia, Brian mi guarda
perplesso e io... amo alla follia mio figlio!
È
un genio!
Mi
avvicino a loro e prendo il piccolo in braccio. “Vieni dal
tuo papà
amore” gli dico dolcemente “ora ti porto un po'
dalla mamma...
scusami Brian.”
Come
per incanto Gabriel smette di piangere e si stringe a me posando la
testa sulla mia spalla.
Sono
sicuro che vuole rassicurarmi del suo amore. E sono certo anche che
lo scoppio di pianto era per togliersi da quella situazione che mi
faceva stare male.
Ti
adoro bambino mio.
Andiamo
in cucina e trovo Allison di spalle che armeggia con un tagliere, si
volta a guardarci e sorride.
“Ehi
ragazzi, che succede?”
“Nulla,
Gabriel ha iniziato a piangere e l'ho portato un po' qui.”
dico
mettendolo nel suo seggiolone.
Poi
gli do un giocattolino che giaceva sul tavolo e mi avvicino ad
Allison.
“Allora
tesoro, avete fatto amicizia tu e Brian?” mi domanda con
leggerezza.
Amicizia?
“Non
proprio... e sono qui per questo.”
Mi
guarda preoccupata. “Qualcosa non va?”
“Voglio
sapere tutto su di lui” le dico con fermezza
“cos'era per te e
cos'è tutt'ora.”
Allison
sospira e posa il coltello. “Amore... non devi essere
geloso..”
“Ally”
la fermo “rispondi solo a ciò che ti ho chiesto,
ho bisogno di
saperlo. Non è un questione di gelosia, non solo almeno.
Voglio...
devo saperlo.”
“Ok.
Io e Brian stavamo insieme ai tempi del liceo, quasi dieci anni fa.
È
stato il mio primo ragazzo” fa una pausa e per un attimo mi
sembra
imbarazzata “è con lui che io... ecco, l'ho fatto
per la prima
volta.”
Rabbrividisco
involontariamente, sapevo che era questo, lo sapevo. E non ha senso
essere gelosi di qualcosa successo prima del mio arrivo.
Ma
quello lì è stato il primo uomo della mia donna,
è normale
rimanerci un po' straniti, no?
“Lo
amavi?”
Lei
annuisce “Sì, lo amavo. E lui amava me.
È l'unico che non mi ha
mai fatto soffrire Cass, l'unico essere umano di cui ho un buon
ricordo a parte i miei genitori.” mi spiega.
Io
invece l'ho fatta soffrire più di una volta, lui
è migliore di me.
“E
ora? Cosa provi per lui?” le chiedo, preoccupato per la
risposta.
Se
mi dice che prova qualcosa per lui, io mi uccido.
Allison
mi guarda per lunghi istanti e poi mi sorride, posandomi una mano sul
viso. “Brian è stato importante, ma è
finita anni fa. Non lo amo
più, se è questo quello che temi. Ora amo te e
soltanto te e non ti
cambierei con nessun altro al mondo. Non devi esserne geloso amore,
davvero non ne hai motivo.” tenta di rassicurarmi.
“E
allora perché è qui? Forse sperava di recuperare
il tempo perso.”
le dico agitato.
Potrebbe
venirmi un attacco isterico, sì.
“Credo
sia qui per amicizia” replica lei “ma se anche
fosse qui per
altro, se ne andrà a mani vuote. Puoi stare tranquillo amore
mio,
non è un pericolo.”
Forse
è vero, oppure quel damerino è venuto qui con la
speranza di
prendersela nonostante ci sia io.
È
giovane e affascinante, mentre io... Jimmy credo sia piacente, ma ha
già trentasei anni. Brian non arriva ai trenta.
Sospiro
e annuisco, decidendo la prossima mossa.
“Ok...”
sussurro baciandole la fronte.
“Stai
bene Cass?” mi chiede preoccupata.
“Sì,
sto bene.”
Mi
avvicino al frigo e lo apro, prendo due birre e lo richiudo.
Gabriel
mi guarda preoccupato: non temere figliolo, non voglio spaccargliele
in testa.
A
meno che non me ne dia motivo.
Il
piccolo scoppia a ridere e Allison lo fissa incuriosita.
“Che
vi siete detti?”
“Cose
da uomini. Vero tesoro?” gli chiedo.
Lui
annuisce energicamente. “Sì
sì.”
Esco
dalla cucina e torno in salotto, Brian è dove l'ho lasciato,
si
guarda intorno e quando mi vede sorride amichevole.
Gli
porgo una birra e mi siedo più lontano.
Ne
bevo un sorso e decido di farlo subito.
“Ok
Brian, tagliamo la testa al toro” inizio serio
“perchè sei qui?”
Lui
mi guarda e fa spallucce “Ero in città e
allora...”
“Per
favore, sono un ex angelo non un idiota” lo interrompo
“evitiamo
questa scusa. Che intenzioni hai?”
“Castiel,
forse hai frainteso... io sono un vecchio amico di Allison, tutto
qui.”
Sì,
come no.
Mi
massaggio la fronte e cerco di restare calmo. “So che siete
stati
insieme, so che era importante, ma so anche che sono anni che non vi
vedevate. Perché sei tornato ora
qui?” insisto.
Brian
posa la propria birra sul tavolino e mi guarda.
“Perchè Allison è
stata importante per me e le voglio ancora bene” fa una pausa
e
intreccia le mani “ma è finita anni fa e se temi
che sia qui
per... portartela via, sei fuori strada..”
“Buon
per te” lo interrompo un'altra volta
“perchè non ci riusciresti
facilmente. Allison è la mia donna, la madre dei miei figli.
Tu non
sai cosa abbiamo passato e nemmeno noi sappiamo cosa ci
accadrà. Ma
la amo, lei è mia. Non me la porterai via.”
Sto
tremando e non è semplice gelosia, è furore.
Questo
tizio non me la può portare via, non glielo
permetterò.
Brian
resta in silenzio per un po', e questo mi fa innervosire ancora di
più.
Poi
finalmente decide di parlare.
“Ascoltami”
inizia calmo “io non sono un bastardo, non rovino famiglie e
non
rubo mogli. Ho amato Allison, forse di un amore adolescenziale e
quindi non forte come il tuo, ma so di averla amata in qualche modo.
Non la amo più come allora e non mi sognerei mai di provarci
con
lei, sopratutto visto che è madre di un bambino ed
è incinta di un
altro. E dopo quello che mi hai appena detto, non potrei mai tirare
un colpo così basso ad un uomo come te. Allison ti ama, tuo
figlio
di adora, e tu uccideresti per loro. Siete un esempio da ammirare,
solo un figlio di puttana si metterebbe in mezzo a voi.”
conclude
con un sorriso.
Sembra
sincero, e forse lo è. Ma in tutta onestà non
vedo l'ora che se ne
vada da casa mia.
“Ok,
voglio credere che sia così. Ti... rispetto
perché so che non l'hai
fatta soffrire” gli dico “ma capirai che non sono
particolarmente
felice di averti qui. Quindi scusami, se non sarò molto
amichevole o
socievole con te.”
Lui
annuisce e riprende la sua birra. “Lo capisco benissimo, e mi
fa
piacere che tu me l'abbia detto, senza far finta di essere un amico
quando in realtà vorresti uccidermi. Alla salute.”
e alza la
birra.
La
alzo anche io e bevo.
Che
sia sincero o no, affari suoi. Questa è la mia famiglia e
non me la
porterà via.
Ma
devo ammettere che l'idea di avere il primo uomo di Allison in casa,
mi fa stare male.
L'ha
resa donna, e ciò rende lo speciale.
Ho
paura che lei possa capire di preferire lui a me.
*****
Castiel
è geloso.
Come
sospettavo.
Detesta
Brian e il fatto che lui sia stato la mia prima volta non li
aiuterà
di certo ad essere amici.
Mi
basta che non si picchino.
O
meglio.. che Cass non picchi Brian.
Sospiro
e sbaciucchio un po' il mio bambino che è seduto sul
seggiolone in
cucina con me.
Sto
sistemando tutto e sono pronta a mettere in tavola, e Gabriel mi
fissa perplessa cercando di capire dove, tra spaghetti e polpette ai
peperoni, sta la sua pappa.
“Tu,
vuoi sapere dov'è la tua pappa vero?” gli chiedo.
“Si
si.”
“Mh..
pensi che mi sia scordata del mio bambino?”
“Si.”
“Cosa?
Questo è molto grave.. La mamma si sente molto offesa..
Credo che
non ti darà più bacini fino a domani.”
gli dico prendendo la sua
cena nel microonde.
L'ho
messa lì per tenerla un attimo in caldo.. e lui, sveglio
com'è, non
vedendola ha pensato che mi fossi scordata di lui.
Gli
sistemo il piatto sul seggiolone e mi piego per legargli il
bavaglino.
Allora
lui, ne approfitta e mi prende il viso tra le sue manine, dandomi un
bacino.
Sospiro
e lo guardo.
Quei
suoi occhioni blu sono così teneri.... Poggio delicatamente
la
fronte sulla sua e sorrido dandogli un bacio sulla guancia.
“Sei
un ruffiano..” gli dico “Un dolce, adorabile
ruffiano.”
Lui
ride, e anche io.
Poi
prendo la cena e la metto in tavola.
“Hey
ragazzi.. La cena è pronta.” urlo quasi a Cass e
Brian.
Mi
siedo al mio posto e do da mangiare a Gabriel, mentre Cass e Brian
arrivano e si accomodano.
“Spaghetti..
Li adoro.” mi dice Brian impugnando la forchetta.
“Li
ho preparati perchè anche Cass li adora.” spiego.
Cass
ride appena e inizia a mangiare. Brian invece annuisce piano e beve
un sorso d'acqua.
“Allora..”
inizio mentre finisco di dare da mangiare al mio piccolo
“come
vanno le cose nella società multimilionaria di
famiglia?” chiedo a
Brian.
Lui
mi guarda e scuote il capo. “Uno schifo. Io odio quel
lavoro.”
“A
nessuno piace lavorare Brian.. Però è necessario
farlo.”
“Tu
non lo fai.”
“Io
caccio il male e mi prendo cura della mia famiglia.. E' un lavoro non
credi?”
Brian
corruga la fronte e poi sospira. “Si. Suppongo di
si.”
“Di
cosa ti occupi precisamente?” chiede Cass.
“Ingegneria
elettronica. Ma non come vorrei io.. Vedi, lavoriamo come associati
di ogni azienda pubblica o privata che ha bisogno di noi. Ho i
migliori ingegneri elettronici che lavorano per me.. Ma io mi occupo
della parte burocratica, mentre invece vorrei stare... sul campo,
come loro.” gli spiega Brian.
“Capisco!”
esclama Cass.
Non
so quanto ha capito.
Non
ho capito niente io che di queste cose dovrei saperne di più
di
lui..
“Beato
te!” esclama Brian “Io inizio a non capirci
più nulla..” dice.
Lo
guardo e scoppio a ridere. “Come sempre.. Sei sempre stato un
tipo
che va nel pallone. Ogni tanto hai bisogno di ritrovare la
concentrazione.”
Ride
sarcastico e poggia la forchetta nel piatto.
“Anche
tu.. Ricordi la sera che noi..” inizia.
Sgrano
gli occhi e scuoto il capo e lui capisce al volo.
La
sera della nostra prima volta non è un argomento che voglio
affrontare a cena, con mio marito che mi guarda e soffre per il mio
passato.
“Che
sera?” chiede Cass.
In
realtà sa di che stiamo parlando.. Questo suo comportamento
è solo
una reazione a.. Brian.
“La
sera della festa del ritorno a scuola..” dico io.
Ok.
Non è questa sera che Brian stava per menzionare, ma quella
festa
esisteva davvero.
“Oh..”
dice Cass “Parlatemi di questa festa.” chiede
guardando Brian.
“Ok!”
esclama il mio amico “Sostanzialmente alla festa del ritorno
a
scuola, si festeggiava l'inizio di un nuovo anno scolastico. Nessuno
era felice che la scuola ricominciasse e l'estate finisse.. Ma era un
modo per stare fuori casa fino a tardi, quindi c'erano tutti gli
studenti.” racconta.
Oh
cielo!
“A
questa festa si eleggeva una specie di Miss... La ragazza che era
diventata più carina durante l'estate, avrebbe vinto il
titolo di
Miss nuovo anno scolastico. Titolo
che avrebbe mantenuto per tutto l'anno e che gli sarebbe sicuramente
valso la corona di reginetta al ballo di fine anno. Tutte le ragazze
potevano partecipare. Ma ovviamente, mentre tutte correvano ad
iscriversi, Allison non ne voleva proprio sapere. Così, le
cheerleaders, a cui la nostra cara Allison non era molto simpatica,
decisero di iscriverla di nascosto, credendo di imbarazzarla o
renderla ridicola. Volevano.. ferirla diciamo. Ma quella sera, dopo
che l'avevo convinta a venire a questa festa, Allison vinse il
“concorso” e le cheerleaders ebbero quel che
meritavano.”
racconta ancora.
Cass
mi guarda, ed io mi sento in imbarazzo da morire.
“Così
la chiamarono sul palco per fare una specie di discorso.. Era davvero
la più bella fra tutte, ma.. lei non era un tipo socievole
alle
superiori.. Io sapevo quello che era veramente e quindi capivo, ma
per gli altri a scuola era quella strana e nient'altro. Comunque..
salì sul palco e rimase impalata lì per tre
minuti circa, senza
sapere che dire. Alla fine, si tolse la fascia che le era stata
assegnata, scese dal palco e se ne andò.” continua
Brian “Era la
prima volta che la vedevo rimanere senza parole.. Era totalmente nel
pallone.”
Sospiro
ricordando quei momenti che non sono piacevoli, anche se ora sembrano
divertenti e poi sento che qualcosa non va.
Cass
mi guarda con gli occhi tristi, ma io sono concentrata su altro.
E
Castiel lo capisce.
“Allison..
Va tutto bene?” mi chiede infatti.
Mi
alzo e mi avvicino alla finestra.
Siamo
circondati.. Vampiri.
“Siamo
circondati.” dico prendendo Gabriel dal seggiolone.
Lo
do a Brian e sospiro. “Vai con Gabriel di sopra, nella sua
camera e
non muoverti fin quando non vengo a chiamarti.”
Anche
Castiel si è alzato, e prende le armi che ci serviranno.
“Ma
che succede?” chiede Brian.
“Vampiri!”
esclama Cass.
“Cosa?
Ancora? Mi hanno seguito.. Io..”
Mi
volto e lo guardo. “Vuoi dire che sono qui per te?”
gli chiedo.
Lui
annuisce.
“Ho
negato dei favori a qualcuno..” mi spiega “Avrei
dovuto dirtelo
prima, ma eri così felice e speravo che mi lasciassero in
pace
almeno qui.”
“Lasciarti
in pace qui? Ma sei pazzo? Loro mi vogliono morta.. Oh
cielo..”
dico sospirando “Ok, vai di sopra e fai come ti ho detto. Ce
ne
occupiamo noi.”
Do
un bacio a Gabriel e li guardo salire di sopra.
“Quanti
sono?” mi chiede Cass.
“Non
lo so.. Credo 6.” rispondo afferrando una balestra
“Mi basta
avere un po' del loro sangue.. Lo mischierò a quello di
Brian e farò
una specie di incantesimo per tenerli lontani da lui per
sempre.”
“Una
specie di incantesimo? E chi te l'ha insegnato?” mi chiede.
“Onestamente
non lo so.”
Faccio
spallucce e con lui esco fuori.
Cass
si occupa di tre vampiri, ed io degli altri tre.. Però ne
lascio uno
vivo ma ferito gravemente, cosicché porti un messaggio al
suo capo:
nessuno deve avvicinarsi a questa casa.
Raggiungo
Cass sul retro e per fortuna sta bene..
Gli
sorrido e lui mi prende per mano.. E insieme rientriamo in casa.
Mentre
lui va a chiamare Brian e Gabriel, io rimango di sotto e preparo
quello che serve.
Manca
solo il sangue di Brian, da mischiare a quello del vampiro rimasto
sul mio machete.
Quando
il mio amico arriva, gli faccio un taglietto sulla mano e pronuncio
parole che non sapevo nemmeno di conoscere.. Si alza un leggero
venticciolo e poi di colpo tutto si ferma e le gocce di sangue si
fondono insieme per poi sparire.
Sospiro
e mi siedo..
Lo
ammetto.. queste cose mi stancano un po'.
Ma
sto bene.
Comunico
a Brian che non avrà più problemi e poi decidiamo
di andare a
dormire.
Il
mattino dopo, al mio risveglio, quando scendo di sotto, Brian
è già
pronto ad andare.
“Te
ne vai?” gli chiedo.
Lui
sobbalza appena e si volta a guardarmi “Si. E' meglio. E poi
non
posso più sfuggire ai miei affari.” mi dice.
Sorrido
e lo abbraccio tristemente. “E' stato bello vederti.. non
sparire
più ok?”
Lui
mi accarezza gentile i capelli e poi mi bacia la guancia..
“Non lo
farò. Chiamami quando arriva l'altro pargoletto.. E saluta
Cass e il
piccolo da parte mia.”
Annuisco
e lo vedo uscire di casa..
Poi
mi volto verso le scale e Cass sta scendendo.
Il
mio passato se ne va, il mio futuro mi viene incontro.
“Buongiorno
amore.” gli dico baciandolo.
“Buongiorno..
Il tuo amico se ne è andato?”
“Si.
Se ne è andato. E devo dirti che mi dispiace.. E' un bravo
ragazzo.
Ti saluta.”
“Dispiace
anche a me.” dice.
Ma
pensa il contrario.. Lo sento.
Scoppio
a ridere e lo bacio di nuovo.
“Guarda
che posso leggerti la mente adesso..” gli dico “E a
proposito di
questo..”
“Cosa?”
“Ieri
hai pensato che Brian fosse migliore di te.. Non è
così.. Lui è
stato un primo ragazzo perfetto.. e un po' di lui me lo
porterò
sempre nel cuore.. Ma tu sei il mio compagno.. mio marito, il padre
dei miei figli.. E anche se Brian è stato il ragazzo ideale,
quando
i nostri bambini saranno grandi e racconterò loro la mia
storia.. Tu
sarai la parte che racconterò con più amore..
Perchè sei la più
importante.” gli dico.
Lui
mi guarda e sorride appena senza dire nulla.
Lo
bacio dolcemente e gli accarezzo i capelli. “Vado a fare la
doccia
e poi facciamo colazione.” gli sussurro.
Poi
mi allontano da lui e salgo le scale.
“Hey
Cass..” gli dico salendo “Niente nausee e capogiri
oggi.. Mi sa
che possiamo riprendere a giocare.”
Si,
possiamo.. E onestamente non vedo l'ora.
*****
Giocare?
Adesso?
Non
me la sento.
E
non perché io sia stanco o abbia qualche problema fisico.
Non
me la sento perché sono giù di morale, triste
direi.
Brian
è andato via e sono contento, contrariamente a quanto ho
tentato di
far credere ad Allison.
Ma
la giornata di ieri mi ha lasciato.. frastornato.
Quello
appena uscito, è stato il primo uomo della mia donna, e
già questo
mi ha letteralmente steso.
Sarà
stupido, ma non mi piaceva averlo davanti agli occhi perché
pensavo
sempre a questo evento.
Ma
c'è un'altra cosa che mi fa stare male.
Lui
condivide ricordi normali con Allison, anche se era già una
cacciatrice, con Brian ha vissuto momenti di normalità che
io non
sono capace neanche di inventare.
Scuole,
balli, feste, amiche dispettose: normalità che Jimmy ha
vissuto
sicuramente, ma non io.
Io
non sarò mai umano, neanche ora che mi sono strappato le ali
dalla
schiena.
Sospiro
e salgo le scale, voglio dirle che... non so cosa voglio dirle. Che
non mi va di fare l'amore perché mi sento inutile e vuoto?
O
perché... abbiamo ospitato in casa nostra l'uomo con cui ha
perso la
verginità e questo mi fa un male un cane?
Oh
sì, perché questo mi da molto fastidio.
E
lo so che è da idioti, perché sapevo di non
essere il primo uomo
per lei.
Ma
fa male comunque, trovarmelo davanti. Soprattutto visto che con lui
c'è ancora qualche specie di.. affetto o qualcosa di simile.
Lo ha
ammesso lei stessa poco fa, un pezzetto di cuore è suo
ancora.
Senza
accorgermene sono entrato in camera da letto, Allison è
davanti allo
specchio e si pettina i capelli bagnati. Si è avvolta un
asciugamano
intorno al corpo e se non fossi così sconvolto, questa vista
mi
avrebbe provocato già un innalzamento della pressione
arteriosa.
“Amore...
sei arrivato...” mi dice voltandosi dopo avermi visto nello
specchio.
Mi
sorride maliziosa e si avvicina, io resto immobile e non so come
dirle che non sono in vena di effusioni.
Dopo
aver aspettato per giorni questi momento, ora sono io ad avere la
nausea.
Allison
mi prende il viso tra le mani e mi bacia dolcemente, mi guarda e so
che aspetta la mia prossima mossa, si aspetta che io la baci con
trasporto facendole capire che la voglio.
Ma
resto immobile e quasi evito il suo sguardo.
Lei
si rabbuia e corruga la fronte. “Amore, che succede? Non
vuoi...
fare l'amore?” mi domanda perplessa.
Sospiro
profondamente e vado a sedermi sul letto, Ally mi raggiunge e si
siede accanto a me.
“Cass
ma che hai? Non eri così triste poco fa, che ti
prende?”
“Niente,
è solo che...non me la sento di... giocare,
adesso.” dico
finalmente.
“Ah”
commenta Allison “non ti va di giocare. Ti vuoi vendicare di
qualcosa?”
La
guardo sgranando gli occhi. “Vendicare? Ally ma che dici?
Vendicarmi di cosa?” sbotto.
Lei
fa spallucce “Non so, per averti respinto un paio di volte o
magari
per Brian! Proprio non lo so perché non mi vuoi!”
“Il
problema è questo” inizio senza guardarla
“ti voglio da morire,
tu sei mia e... il pensiero di aver pranzato col primo uomo della mia
donna, mi... lacera. Sì, so benissimo che è
stupido. Io non sono
certo l'unico amante che hai avuto, l'ho sempre saputo. Ma non posso
farci niente, mi ferisce. Tu sei stata la prima e unica donna per me,
nessuna prima e nessuna dopo. Invece tu hai un passato con altri,
puoi.. raccontare aneddoti di feste e gare e uscite a cena. Io non
posso raccontare nulla di tutto questo, né abbiamo episodi
in comune
che riguardino fatti normali, solo demoni, angeli, vampiri, e
così
via. E come se non bastasse, quel Brian non ti ha fatto mai soffrire,
io invece sì. Prima o poi mi manderai al diavolo e tornerai
con lui,
e io rimarrò solo...”
Oddio...
cosa ho detto?
Ho
iniziato a parlare a ruota libera e non riuscivo a fermarmi. Ma ne
avevo bisogno, dovevo dire cosa mi stava schiacciando.
Allison
tace per qualche istante, io la guardo per un attimo e distolgo di
nuovo lo sguardo.
Poi
sospira e mi prende una mano, posandola sul proprio viso. Adoro la
sua pelle, è fresca e liscia.
“Amore...
se avessi immaginato quanto la visita di Brian ti avrebbe ferito, lo
avrei mandato via” mi dice in tono dolce “qualsiasi
cosa io abbia
provato per lui, non è nulla se paragonato a quello che
provo per
te. E se pensi di avermi fatto soffrire, beh io ho fatto soffrire te
e continuo a farlo, a quanto pare. Ma per un grammo di presunta
sofferenza che mi hai procurato, mi hai restituito tonnellate di
gioia. E chissenefrega se non abbiamo ricordi stupidi come balli o
gare di bellezza! Io odiavo queste cose, e inoltre i ricordi che ho
con te, sono milioni di volte migliori!” fa una pausa e si
sistema
meglio sul letto prendendomi entrambi le mani e stringendole tra le
sue.
“Io
ho sempre pensato che non avrei mai avuto un figlio. Prima di...
uccidermi, ero convinta di non avere mai questa gioia. I cacciatori
non mettono su famiglia, o almeno cercano di evitarlo. Le donne poi,
come fanno le donne cacciatrici? Sparare col bambino in braccio o
peggio col pancione? E poi, con chi li avrei avuti? Un altro
cacciatore? No. Un uomo normale? Neanche, perché non avrebbe
capito
la mia vita. Tu amore... tu mi hai dato un figlio meraviglioso, e sta
per arrivare una bambina che... sono certa sarà stupenda! E
non solo
capisci benissimo la mia vita, ma hai fatto miliardi di cose che non
basterebbero cento vite per poterle ascoltare tutte! Che vuoi che me
ne importi di stupidi ricordi adolescenziali, quando ho te che sei...
semplicemente incredibile?”
Mi
perdo nei suoi occhi nocciola e capisco che forse è vero,
noi
abbiamo più di semplici ricordi mortali. Abbiamo noi stessi
e i
ricordi del nostro amore tormentato, ma che riviverei altri miliardi
di volte, senza cambiare nulla.
“Hai
ragione... è solo che a volte mi sento inadatto. Voglio
dire, so di
essere pienamente umano adesso, ragiono come un umano e anche troppo!
Ma queste cose minano la mia sicurezza e mi fanno...
rattristare.”
confesso ancora, cercando spudoratamente il suo conforto.
Allison
mi sorride e mi bacia una guancia accarezzandomi l'altra.
“Tesoro,
non devi temere nulla, lo sai benissimo. E questi momenti di
sconforto capitano a tutti gli essere umani, solo che per te sono
nuovi e ti fanno sentire ancora più male. Tu sei unico per
me, e sei
l'unico che io abbia mai amato così intensamente. E se vuoi
conferme
come maschio, guardami negli occhi e ascoltami bene: nessuno e ripeto
nessuno dei miei ex, mi ha mai fatto provare quello che mi fai
provare tu. Non solo ti adoro per la tua dolcezza e la tua
bontà, ma
sei anche fantastico a letto.”
Non
so perché ma queste parole sortiscono uno strano effetto su
di me,
il mio cuore inizia a battere più forte e pensare a lei nuda
sotto
l'asciugamano mi turba un po'.
“E
parlando di prime volte e verginità” riprende
“la prima volta
che io e te abbiamo fatto l'amore, io ero vergine.”
Eh?
Temo di non aver capito bene, com'è possibile?
“Scusami...
io non... come scusa?” balbetto confuso.
Allison
mi guarda e sorride. “Quando mi hai ridato la vita, hai
cancellato
dal mio corpo ogni cicatrice preesistente: ero piena di cicatrici,
sia quelle dell'infanzia che quelle da cacciatrice. E oltre a questo,
mi hai ridato la verginità...” mi dice arrossendo
per un attimo.
Per
la miseria, avrei dovuto pensarci! Ma certo, risanare il suo corpo
l'aveva resa... intatta.
Realizzo
che forse la prima volta che siamo stati insieme, le ho fatto del
male.
“Io
non... lo sapevo. Spero di non averti fatto male...” le dico
imbarazzato.
Lei
inarca un sopracciglio e mi guarda sorpresa. “Non te ne eri
accorto
davvero? Oh cielo, eppure sei stato dolcissimo, ero convinta che lo
sapessi! Neanche io lo sapevo, l'ho realizzato mentre mi... prendevi.
Ma tu amore mio.. sei stato fantastico, mi hai resa di nuovo donna
dolcemente” si ferma e sospira “Brian
può essere stato il primo
della vecchia Allison, quella sola e disperata per la tragedia che le
era piombata addosso. Ma tu Castiel, sei stato il primo e unico uomo
della nuova Allison, quella più fiduciosa nel futuro e
più sicura
di sé, quella che poi è diventata madre e lo
diventerà di nuovo.
Tu mi hai ridato la vita in tanti modi, non solo fisicamente ma anche
spiritualmente, e mi hai ridato l'amore. Fisico e mentale. Smettila
di sentirti inferiore agli umani solo perché lo sei
diventato da
poco. E non negarlo, perché ora posso leggerti nella
mente... ogni
tanto.”
Mi
ha fatto una dichiarazione d'amore.
Sono
davvero... sopraffatto dalle sue parole, e ammetto di non aver mai
guardato la nostra storia da quest'angolazione.
E
come diavolo ho fatto a non accorgermi che era vergine?
Certo,
perché lo ero anche io! Che idiota che sono... avrei potuto
rovinare
tutto!
Ride
divertita e capisco che mi ha letto nel pensiero. “Ma no che
non
hai rovinato tutto! È stato tutto straordinario”
si alza e si
mette davanti a me, mentre il cuore accelera ancora “mi
chiedo se
sei sempre di cattivo umore per l'amore, oppure hai cambiato
idea...”
Senza
aspettare la mia risposta, apre l'asciugamano e lo lascia cadere a
terra.
Oh
santi numi.
Credo
di avere voglia di fare l'amore.
Mi
alzo anche io e la bacio con passione, accarezzandole la schiena
nuda.
“Cass”
mi dice rompendo il nostro bacio e iniziando a sbottonarmi la camicia
“so che in amore ti piace dominare, è sempre stato
così”
intanto mi toglie la camicia e mi slaccia la cintura dei pantaloni
“ma per una volta... mi piacerebbe avere il comando.
Vuoi?”
Può
farmi quello che vuole, ormai il mio cervello si è spento.
Annuisco
senza parlare e finisco di spogliarmi, impaziente.
Poi
Allison mi bacia di nuovo spingendomi sul letto e mi fa sdraiare. Si
mette a cavalcioni su di me e mi accarezza il petto.
Io
le accarezzo i seni, già più rotondi per merito
della nuova
gravidanza, e mentre lo faccio Ally si lascia sfuggire un lieve
gemito.
“Ti
amo Allison.” le dico guardandola negli occhi.
Lei
si piega su di me e mi bacia. “Ti amo tanto anche io, non
dimenticarlo mai.” mi sussurra sulle labbra.
Si
muove e mi fa scivolare dentro di lei, gemendo insieme a me per
l'inebriante sensazione che ciò ci regala.
La
prendo per i fianchi e inizia a muoversi prima con lentezza, poi
sempre più energicamente.
I
nostri respiri diventano sempre più affannosi e non
smettiamo di
guardarci negli occhi.
Solo
quando il culmine ci investe in pieno, nello stesso istante,
chiudiamo gli occhi sopraffatti dal piacere mentre i nostri corpi
tremano e rabbrividiscono intensamente.
Rallenta
il ritmo del suo corpo sul mio e riapre gli occhi, guardandomi con un
sorriso soddisfatto sul viso.
Sorrido
anche io e la tiro verso di me, baciandola avidamente.
Si
sdraia accanto a me e posa la testa sulla mia spalla, sospirando
felice.
“Allison..
da ora in poi puoi dominarmi come ti pare e piace!” le dico
cercando di respirare normalmente.
Lei
ride e mi accarezza il petto. “Sarà un vero
piacere... è stato
semplicemente... stupendo! Vero?”
Annuisco
fissando il soffitto “Credo di essere morto per un
attimo...”
Questo
provoca la risata di Allison e mi fa meritare un altro bacio sulla
bocca.
“Sembra
che abbiamo fatto la sauna, siamo sudati da far paura” dice
passandomi una mano sulla fronte “credo di averti
distrutto.”
Questa
volta sono io a ridere. “Un po' sì, e pensare che
all'inizio non
volevo fare l'amore!”
“Ma
ti ho fatto cambiare idea, no?”
Mi
giro e la guardo, sfiorandole il viso con le dita.
“Sì, mi hai
fatto cambiare idea su tante cose, per mia fortuna.”
Sospira
e si stringe a me, sappiamo che dovremmo alzarci ma non ne abbiamo
voglia.
Le
bacio la fronte e lentamente ci addormentiamo.
Ci
siamo alzati da poco ma non importa, possiamo concederci un po' di
riposo dopo tanta passione, no?
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Capitolo 53 *** Goodbye present ***
Goodbye
present
Dopo
la mia resurrezione, e onestamente anche prima del mio suicidio, io
sognavo poco.
Una
notte al mese più o meno.
E
quando capitava, non era un sogno felice.. Anzi..
Erano
i miei brutti ricordi che mi tormentavano.
Sognavo
quasi sempre la morte dei miei genitori.. E la conseguente morte di
mio fratello.
Ogni
particolare si offriva alla mia vista e alla mia mente come se stessi
vivendo la scena in quel preciso istante.
Era
tutto chiaro e limpido..
Le
mie mani sporche di sangue mentre cercavo inutilmente di slegarli, la
voce debole di mio padre che mi diceva di fuggire e poi...
Poi
gli occhi malvagi di mio fratello.
Di
quel fratello che tanto amavo e che anche loro adoravano.
Poi
tutto diventava nero..
E
alla fine, il sogno continuava..
Piccole
gocce di sangue scendevano dal soffitto e mi cadevano dritte in
testa..
I
miei capelli impiastricciati, l'odore di.. sporco e la brutta
sensazione che sarebbe successo qualcosa di orribile ed inevitabile.
E
infatti, quando il nero spariva, mi ritrovavo con un'arma ben salda
in mano, e uccidevo mio fratello.
E
la cosa più terrificante era.. che lui rideva mentre lo
facevo.
Il
mio respiro invece diventava affannato e mi svegliavo sudata e preda
di una vera e propria crisi di panico.
Ogni
singola volta che mi capitava di sognare, la scena si ripeteva allo
stesso modo.
Non
cambiava nulla.. Nemmeno un dettaglio.
Mio
fratello uccideva i nostri genitori, io mi sentivo impotente ed
infine lo uccidevo con l'eco delle sue risate nelle orecchie.
Niente
di diverso, niente di migliore..
Quasi
come se fossi condannata a rivivere quei momenti ogni volta.
Per
questo motivo, per un po', ho anche smesso di dormire..
Preferivo
rimanere sveglia piuttosto che sognare quelle cose orrende.
Ma
a volte crollavo addormentata e capitava.
Inevitabile
direbbero alcuni..
Sconcertante
e sfibrante dico io.
Tanto
sconcertante che quando mi sono uccisa, per un attimo ho pensato:
“Bene.. ora avrò pace dai miei incubi.”
Quello
che non sapevo però.. era che si, avrei eliminato quegli
specifici
incubi.. Ma ne avrei creati di altri.
Infatti,
dopo che Cass mi ha tirata fuori dall'Inferno, per un po' di tempo ho
sognato il mio soggiorno ai piani bassi.
E
la cosa più brutta di quegli incubi, era la mia sensazione
di..
meritare quello che mi veniva fatto.
Si,
quello che mi spaventava di più, era la totale assenza di
amor
proprio da cui ero “affetta”..
Sensazione
che è passata col tempo, mentre Castiel mi stava accanto.
A
lui non l'ho mai detto.. Ma i miei incubi, si sono trasformati in
bei sogni la notte che abbiamo fatto l'amore per la prima volta.
Da
allora, mentre mi stringeva tra le braccia, è andato tutto
bene..
Davvero
tutto.
Mi
capita ancora di fare incubi ogni tanto..
Ma
raramente, e comunque sono quasi sempre frutto di qualcosa di
soprannaturale.
Sto
bene da quando lui è nella mia vita.. E di questo non
potrò mai
ringraziarlo a sufficienza.
Ad
esempio, ora mi trovo in un sogno.
E
intorno a me, nulla è nero o rosso sangue.
E' tutto bianco e..
luminoso.
E
non sono sola.
Castiel
e i miei bimbi sono con me.
Una
nel mio pancione di quasi quattro mesi, e l'altro in braccio al padre
che si guarda intorno perplesso tenendomi la mano.
“Allison..
E' tutto molto quieto e rilassante.. Ma che facciamo qui?” mi
chiede il mio amore.
Faccio
spallucce e mi accarezzo il pancione con una mano. “Non lo
so. Di
solito è nostro figlio che si mostra così, ma se
fosse frutto del
suo potere la sua versione di un anno non sarebbe qui con noi..
quindi non..”
“Nonno!”
esclama Gabriel battendo le mani.
Io
e Castiel ci fissiamo e lo fissiamo e poi lo sento.
Quell'odore
di muschio bianco e sicurezza che non potrei mai scordare.
Lascio
la mano di Castiel e mi guardo intorno per individuare il punto
esatto in cui si trova..
Quando
lo vedo scoppio in lacrime e lo raggiungo correndo.
“Papà!”
lo chiamo a gran voce.
Lui
mi sorride tra le lacrime e mi stringe forte accarezzandomi i
capelli.
“Amore
mio..” mi sussurra baciandomi la testa “Sono
così felice di
vederti.. Lasciati guardare.” mi dice allontanandosi poco da
me
senza lasciarmi la mano “Sei bellissima..”
Rido
tra le lacrime e lo guardo “Papino..” sussurro.
Ok,
sembro avere l'età di Gabriel in questo momento.. Ma che
posso
farci?
Io
adoravo mio padre e vederlo ora mi riempie il cuore di gioia.
Lui
si fa serio di colpo. Mi guarda e piangendo scuote il capo.
“Sono
furioso con te.. Toglierti la vita Allison.. Non avresti dovuto
farlo!” dice.
Annuisco
e scoppio a piangere più forte.. “Scusa
papà.. Non avrei dovuto,
hai ragione.”
Mio
padre sospira e mi bacia la fronte accarezzandomi i capelli.. Poi mi
bacia le mani e mi cinge le spalle con un braccio sorridendo.
“Basta
piangere tesoro.. Basta. Andiamo dalla tua famiglia.. Devo conoscere
mio genero e spaventarlo a morte.. Così non ti
farà mai soffrire, e
devo conoscere il mio nipotino.”
Sorrido
e insieme raggiungiamo Gabriel e Cass.
Non
appena Gabriel lo vede, batte le mani divertito, Cass invece sembra
un po' in imbarazzo, ma curioso.
Lo
osserva e poi osserva me sorridendo dolcemente.
“Cass,”
inizio “lui è il mio papà..
Papà, lui è il mio amore.. Cass.”
li presento.
Mio
padre lo osserva per un attimo e gli stringe la mano senza dire
nulla.
Gli
piace.. Lo capisco dal suo viso, ma deve fare la parte del poliziotto
cattivo per un po'..
Come
avrebbe fatto al mio ballo scolastico se fosse stato vivo ed io ci
fossi andata.
“Giovanotto,”
gli dice infine “tu ami davvero mia figlia?”
“Si..
La amo più di ogni altra cosa la mondo.”
“E
qual è la cosa che ami di più di lei?”
gli chiede ancora.
Cass
sospira e mi guarda.
Allunga
la mano e mi asciuga delicatamente il viso bagnato di lacrime.
“Non
posso dire una cosa che amo di più in lei..
perchè amo tutto
quanto. A partire dal suo bel viso fino ad arrivare al suo buon
cuore.” risponde sorridendo.
Mio
padre lo guarda per lunghi secondi e poi sorride.
Anche
Gabriel sorride gioioso e tende le braccia verso di lui.
“Ottima
risposta!” esclama mio padre, poi si intenerisce guardando
Gabriel
e lo prende in braccio baciandogli la guancia “Ciao
ometto..” gli
sussurra.
Lascia
cadere qualche lacrima e poi guarda me e Cass che ci teniamo per
mano.
“Papà,
come.. come fai ad essere qui?” gli chiedo.
“Sirahel..
E' un suo regalo per voi... Per te più che altro. Per farsi
perdonare per quello che è successo mesi
addietro.” mi spiega.
Il
mio cuore fa un lieve sobbalzo. Mi fa un po' strano sentire mio padre
parlare di.. mio padre.
“Papà..
A te non dispiace che io abbia iniziato a considerarlo e chiamarlo
papà vero?” gli chiedo.
Lui
sorride e scuote il capo. “No tesoro..Anche perchè
sarebbe stupido
considerato che lo è davvero. Ma non ti ho mai, mai amata di
meno
solo perchè eri sua. Non importa cosa dice la biologia.. Tu
sei la
mia bambina.” Sospira e da un bacio a Gabriel prima di darlo
in
braccio a Cass.
Poggia
una mano sulla spalla del mio amore e sorride.“Trattala bene!
Merita il meglio dalla vita.. Prenditi cura di lei e proteggila.
Intesi figliolo?” continua dandogli un leggero colpetto sul
viso
con fare paterno.
Cass
sorride e annuisce deciso. “Lo farò! Lo
prometto.”
“Bene.”
sussurra mio padre.. Poi guarda Gabriel e gli accarezza i capelli
“E
tu piccolo.. Cresci forte e deciso.. Ma non aver mai vergogna di aver
paura o di aver bisogno di aiuto. Impara dal mondo e lascia che il
mondo impari da te. La vita è un continuo dare e ricevere..
E
prenditi cura della tua mamma e del tuo papà ok?”
gli chiede
facendogli l'occhiolino.
Gabriel
annuisce quasi avesse capito – cosa probabile – e
poi si tappa un
occhio con una mano, credo per fare anche lui l'occhiolino.
Scoppiamo
tutti a ridere e anche lui.
Poi
mio padre si avvicina a me e mi abbraccia forte.
“Sii
felice Allison.. Sempre. E non aver mai paura di andare avanti per
timore di dimenticare. Metti tutto nel tuo cuore.. E' la cassaforte
più sicura al mondo.. E quando ti manca qualcosa del tuo
passato,
aprilo, dacci un'occhiata e trova in quella stessa cosa il coraggio
di proseguire. Vi aspettano un sacco di cose e sono sicuro che sarete
bravissimi ad affrontarle tutte.” mi dice piangendo
“E qualunque
cosa accada.. ricordati che sono orgoglioso di essere tuo padre.. e
che tu, renderesti fiero qualunque genitore.”
Annuisco
tra i singhiozzi e lo stringo ancora un po'. “Ti voglio
bene.”
“Ti
voglio bene anche io. Tantissimo.” mi risponde.
Si
allontana da me e mi “affida” a Cass che mi
abbraccia un po'
dolcemente baciandomi la fronte. Poi si incammina fino a sparire.
Sia
io che Cass ci svegliamo nel letto.
Ho
ancora il volto pieno di lacrime.. e altri singhiozzi mi scuotono.
E'
stato bello e triste rivedere mio padre.. E se piango è per
l'intensità emotiva del sogno appena vissuto, non
perchè sono
addolorata.
Mi
volto verso Cass che mi guarda in silenzio accarezzandomi con gli
occhi e poggio la fronte sulla sua chiudendo gli occhi.
Il
mio amore mi asciuga il viso e po mi bacia dolcemente.
“E'
stato un bel sogno.” mi sussurra.
“Si..”
farfuglio ancora scossa dalle lacrime “E' stato bello..E sono
felice che tu abbia incontrato il mio papà.”
Lui
sorride e mi bacia la punta del naso. “Sono felice anche
io.”
Faccio
un grosso respiro e gli sorrido. “Vado a vedere se anche
Gabriel si
è svegliato.” gli dico alzandomi.
Cass
annuisce e poi afferra il suo telefono che ha iniziato a squillare..
Papà..
è stato bello vederti. Ma come vorresti tu, ora vado avanti.
*****
“Pronto?”
“Castiel!”
mi chiama una voce femminile rotta dal pianto.
“Stefany?
Sei tu?”
“Sì!
Io... Oh Dio...” singhiozza disperata.
“Calmati
ti prego” le dico “cosa è
successo?”
La
sento singhiozzare e trarre un profondo respiro, poi riprende a
parlare.
“La
verità è che non so nemmeno io cosa sia successo!
Sir...non c'è
più!”
Salto
letteralmente dal letto. “Che vuol dire che Sir non
c'è più?”
ripeto come uno stupido, non riuscendo a focalizzare la situazione.
Allison
entra in camera, ha in braccio Gabriel che piange aggrappato a sua
madre.
Non
è un buon segno, per niente!
“Cass
che succede?” mi chiede Allison.
Io
le faccio un gesto per dirle di aspettare un attimo.
“Stefany...
fa' un grosso respiro e sii più precisa, cos'è
successo a Sirahel?”
Sentendo
queste parole, Allison si allarma e si avvicina a me, il suo viso
è
contratto dalla preoccupazione.
“Non
so neanche... cosa dire! So solo che lui non c'è
più, sono
all'ospedale, vi prego venite qui!” mi chiede
accorata.
“Cass?
Che è successo a Sirahel?”
Guardo
Allison e scuoto il capo. “Non lo so.. c'è Stefany
al telefono, è
sconvolta...” le dico.
Con
la mano libera, prende il telefono mentre io prendo in braccio
Gabriel, che mi stringe e piange disperato.
“Non
piangere amore..” gli sussurro per confortarlo, inutilmente.
Ma che
sta succedendo?
“Stefany,
sono Allison...”
La
compagna di Sir è così agitata che quasi urla,
tanto da permettermi
di sentire cosa sta dicendo.
“Allison
tesoro! Tuo padre è sparito, non c'è
più! Vieni qui per favore,
sono in ospedale, non so che fare e non posso dire niente a nessuno!”
“Okay..
sta' calma ti prego, arriviamo subito. Non preoccuparti non sei
sola...”
Chiude
la conversazione e poggia il telefono sul letto. Si passa una mano
sul viso e poi mi guarda.
“Ho
una terribile sensazione...andiamo subito Castiel...” mi dice
correndo verso il bagno.
Ne
esce dopo neanche due minuti, giusto il tempo per lavarsi il viso, si
cambia rapidamente mentre io cullo mio figlio per calmarlo ma
è un
impresa impossibile.
“Nonno
Siri...” mormora tra le lacrime.
Quanto
vorrei che parlasse come fa nei sogni! Lui sa cosa sta accadendo, ma
non può spiegarmelo.
Dopo
essersi preparata, Allison prende Gabriel e io corro a vestirmi,
infilo la testa sotto l'acqua per svegliarmi del tutto e usciamo da
casa.
Abbiamo
impiegato sì e no dieci minuti per prepararci, saliamo sulla
mia
macchina e partiamo velocemente.
“Sta'
tranquilla amore” le dico vedendola preoccupatissima
“Stefany non
capisce tante cose, Sir potrebbe semplicemente essere andato da
qualche parte, magari è già tornato...”
Lei
scuote il capo. “No Cass, c'è qualcos'altro. Lo
sento. Oddio, non
le ho nemmeno chiesto come stava! Se è all'ospedale deve
essere
ferita...” realizza sospirando.
Stacco
un attimo gli occhi dalla strada e le prendo una mano.
“Tesoro...
cerca di non agitarti, tra poco saremo lì e scopriremo
cos'è
successo.”
Allison
accenna un sorriso ma le riesce male.
È
quasi al quarto mese di gravidanza, ha già avuto qualche
lieve
malore e non vorrei che succedesse qualcosa a lei o alla nostra
bambina.
Ma
sono anche io preoccupato, ho paura che possa essere successo
qualcosa di grave a Sirahel.
Non
ci siamo più visti da quando ha osato alzare le mani su
Allison, ma
non l'ho dimenticato e non vorrei mai che gli capisse qualcosa di
brutto.
Ho
già perso mio fratello Gabriel, non voglio perdere quello
che ho
sempre considerato come un padre.
“Castiel”
mi chiama dopo alcuni istanti “quel sogno era il suo regalo
d'addio. Gli è successo qualcosa, lo so!”
Trattiene
a stento le lacrime, non vuole piangere per diversi motivi, uno dei
primi è sicuramente non far del male alla piccola, ma so che
sta
male.
Anche
se hanno litigato pesantemente, lei vuole bene a suo padre.
Non
quanto ne vuole all'uomo che l'ha allevata, ma era sulla buona strada
se non fosse stato per quel perfido imbroglio di Lucifero.
Accelero
un po' e in pochi minuti siamo nel parcheggio dell'ospedale,
scendiamo dall'auto e dopo aver preso Gabriel dal sedile posteriore,
corriamo dentro.
Mi
avvicino ad un'infermiera per sapere dov'è Stefany, ma
è proprio
lei a venirci incontro.
“Siete
arrivati grazie al Cielo!” esordisce abbracciando Allison.
Ha
gli occhi rossi ed è sconvolta, ma non ha ferite evidenti:
che ci fa
allora in ospedale?
“Stefany,
ma che succede? Stai bene?” le chiedo rapidamente.
Mi
guarda e scuote il capo. “Non so cosa sia successo! Ricordo
solo...
una luce abbagliante e poi sono svenuta! Ma.. venite con me!”
La
seguiamo lungo il corridoio e arriviamo ad una stanza, la 43.
Entriamo e …
Oh
no...
Sirahel
giace nel letto, intubato e incosciente.
Allison
si copre la bocca con le mani, come per reprimere un urlo.
Io
mi avvicino al letto insieme a Gabriel, che non piange più
ma ha
posato tristemente la sua testolina sulla mia spalla.
“Sir....”
mormoro scioccato.
“No,
non è lui!” precisa Stefany avvicinandosi
“E' solo Thomas
Ellinger. Lui è andato via, mi ha detto addio ed
è uscito dal suo
tramite...non so perché l'ha fatto... era triste, forse
piangeva...
non so..” tenta di spiegarci confusamente.
Io
e Ally ci guardiamo senza parole.
L'hanno
arrestato ai piani alti? Oddio, se è così lo
uccideranno!
Forse
nel creare quell'incontro tra Allison e suo padre adottivo, si
è
esposto troppo e l'hanno rintracciato.
Allison
è allibita, guarda il tramite di Sir e non dice una parola,
è
pallida da far paura.
“I
medici hanno detto che è in coma ma non sanno
perchè” continua
Stefany.
“Quando
un Arcangelo lascia il suo tramite, questi... non se la passa
bene.”
spiego a bassa voce.
“Ma
perché? Perché è andato via
così improvvisamente?” mi chiede,
sperando che io possa spiegarle perché il suo compagno
è sparito da
un momento all'altro.
Scuoto
il capo e sospiro. “Non lo so Stefany, non lo
so...” ammetto.
Allison
continua a stare zitta, sembra in ascolto di qualcosa.
O
più semplicemente è scioccata.
Non
posso crederci, abbiamo perso anche Sirahel.
*****
Questo
era esattamente quello che temevo. Abbiamo perso Sirahel..
Chissà
come poi..
Me
ne sto qui a fissare il corpo che lo ospita da sempre e mi sento
morire un po'.
Non
lo amo quanto amo mio padre, Chris, ma gli voglio bene e anche se ha
fatto cose che non mi sono piaciute, non vorrei mai che gli accadesse
qualcosa.
E
ora Stefany se ne sta qui a fissare me e Cass con aria interrogativa.
Speranzosa
del fatto che noi possiamo darle le risposte che cerca..
E
il mio bambino è triste..
Io
non posso dare risposte a nessuno ma..
Oh
mio Dio!
Che
succede?
Mi
gira la testa e sento delle voci...
“Cass..”
sussurro mentre sudo fredda “Sento voci.. nella mia
testa.”
Lui
da Gabriel a Stefany e si avvicina a me tenendomi dolcemente in
piedi. “Che cosa dicono?”
“Io
non..”
Chiudo
gli occhi e mi concentro.
E'
quasi un meccanismo automatico.. Non so cosa sto facendo, ma sento
che è ciò che devo fare.
Le
voci si confondono e accavallano l'un l'altra nella mia mente..
E'
tutto confuso, ma quando trovo la “via” giusta,
riesco
chiaramente a sentire la voce di Sirahel e la voce di..
Oh
no! Lucifero.
Ma
cosa...
“Vieni
con me Sirahel.. e ti farò avere tutto ciò che
vuoi.”
“Vai
all'Inferno.”
“Io
ci sono già stato.. E anche tu durante una delle tue
missioni.. Ma è
stato tanto tanto tempo fa vero?”
“Cosa
vuoi da me? Non ho niente per te..”
“Lo
so fratello mio. Ma io ho qualcosa per te.. Una cosa davvero..
deliziosa. Ha i capelli rossi e due grandi occhioni
luminosi..”
“Alice?”
“Esatto..
E tutto quello che devi fare per averla è stare dalla mia
parte..
Che ne dici? Non ti andrebbe di averla di nuovo con te? Potreste
vivere quello che vi è stato negato..”
“Lei
è morta.”
“Lo
so.. E' stato uno dei miei 'figli' ad ucciderla.. più o
meno. Un
vampiro vero?.. Creature davvero malvagie.. Come voi tutti amate
definire me..”
“Quindi
ti senti il padre di tutte le creature malvagie?”
“Lo
sono!”
“Puoi..
puoi davvero riportarla da me?”
“Si!
Per sempre.. Sarete felici e potenti.. Che ne dici?”
“Va
bene!”
Scuoto
il capo e riapro gli occhi scioccata.
Guardo
Cass e sospiro...
Sento
una forte energia che mi chiama.. “Devo andare..”
sussurro.
E
detto questo chiudo gli occhi e.. volo.
Stento
a crederci, e non so come l'ho fatto..
Quando
li riapro sono in un posto davvero orrendo. C'è polvere,
sangue e
demoni tutto intorno.
E'
un posto.. da incubo.
Sento
l'aura di Lucy e quella di Sirahel.. E' forte e combattuta..
Tuttavia
sta vincendo la parte di lui che se ne frega di tutto eccetto che dei
suoi bisogni..
Cammino
lungo una specie di corridoio, mentre orribili demoni mi
fissano.
Nessuno mi tocca o si avvicina... Solo, mi
“ringhiano”
contro..
Sono
più o meno dieci e onestamente non mi incutono alcun timore.
Percorro
metà della strada che mi condurrà all'energia che
sento e mi
fermo.. Chiudo gli occhi e allargo le braccia e i demoni cadono come
pedine del domino.. Una dietro l'altra, tra urla e imprecazioni.
Quando
ho finito, riapro gli occhi e avanzo decisa.
Sono
stanca di questi giochetti.
Veramente
stanca.
Arrivo
in una stanza, spaziosa e fredda..
C'è un freddo irreale qui
dentro...
Mi
guardo intorno e Sirahel e Lucifero mi compaiono davanti dopo qualche
secondo. Sir ha un nuovo corpo.. Ma la sua Grazia vibra forte.
“Bene
bene bene.. Il mio tramite preferito.” mi dice Lucifero dando
una
pacca sulla spalla a Sir.
Serro
le mascelle e guardo mio.. padre ignorando il resto.
“Sono
venuta perchè voglio che tu torni a casa con me.
Ora!” esclamo
autoritaria.
“No!
Il mio posto è qui.. Con mio fratello e tua madre, che
arriverà
presto.” risponde lui.
“No!”
dico a mia volta “Il tuo posto è a casa, con me,
Castiel, tuo
nipote e la tua compagna che ti amano e sono preoccupati per te.. E
se non verrai con le buone, userò le maniere
cattive.”
Lucifero
ride e alza la mano puntandola su di me..
Sta
per colpirmi, ma lo precedo e alzo anche la mia.. e i nostri poteri
di annullano a vicenda.
“Mh..
interessante..” sussurra lui “Vedo che sei
diventata forte. Molto
bene. A parte il fatto che hai ucciso tutti i miei figli in
corridoio.”
Lo
ignoro e avanzo verso Sirahel..
Incurante
del pericolo e fiduciosa del fatto che mio padre sia ancora qui, in
qualche modo.
“Vieni
a casa con me papà.. La mamma è morta e ci
mancherà tanto, ma non
potrà mai darti quello che vuoi.. Lei ti voleva bene.. bene
davvero
e non avrebbe voluto questo per te..” gli sussurro piangendo
piano.
Sirahel
mi guarda e lascia cadere qualche lacrima.
Ci
sto riuscendo.. lo sto convincendo..
E
anche Lucy lo capisce, tanto che si irrigidisce e gli parla cercando
di distrarlo dalle mie parole.
“Gabriel
piangeva quando Stefany ha chiamato, perchè sentiva che ti
era
successo qualcosa.. Ha detto nonno Siri. Sarai un
punto di
riferimento importante per lui.. Avrà bisogno del suo
nonno.. E
anche io avrò bisogno di te. Ti prego.. Andiamo a
casa.” gli dico
“Il passato ferisce. Sarà sempre parte di noi, ma
abbiamo un
futuro che ci attende.. Insieme, come una famiglia.”
Sirahel
sembra tornare in sé.. Mi fissa e poi annuisce tendendo la
mano
verso di me.
Sto
per prenderla, ma praticamente faccio un volo fino all'altra parte
della stanza battendo violentemente la testa, il viso e il ventre..
La
mia bambina.. No!
“No!”
urla Sirahel correndo verso di me.
Ma
Lucifero non è d'accordo e lo tira fuori dal suo tramite.
Vedo
un'abbagliante luce e poi Lucy avvicinarsi a me, mentre il corpo che
conteneva Sirahel cade in terra..
Chiudo
gli occhi piangendo e chiedendo perdono alla mia piccola, sicura di
morire.. E forse anche lei è già morta,
perchè sento il sangue
colarmi sulle cosce..
Bambina
mia.. Io non avrei voluto farti male.
“Allison!”
Sento urlare il mio nome.. E' la voce del mio amore vibrante di
terrore..
Apro
piano gli occhi e mi guardo intorno.
Sono in ospedale e Sir è di
nuovo Sir..
Chiede
aiuto urlando e Gabriel piange accorato..
Non
piangere amore mio.. La mamma ti vuole tanto bene..
Sento
una fitta all'addome e poi due braccia sollevarmi e mettermi su una
barella..
Forse
abbiamo ancora una speranza figlia mia..
Tieni
duro Sophia.. non mollare.
*****
Non
credevo di farlo mai più, ma sto invocando Dio.
Stanno
portando Allison da qualche parte, non so nemmeno dove.
Forse
per visitarla o per operarla.
Perde
molto sangue, dottore e infermiere parlano di aborto.
No,
non può essere così, non può
succederci questo.
La
nostra bambina...
Stringo
la mano di Ally mentre corriamo lungo un corridoio, piange e mi
chiede scusa.
“Per
cosa tesoro? Per essere la cosa più bella che mi sia
capitata in
tutta la mia esistenza?” le dico sforzandomi di sorridere.
“Perchè
ho quasi ucciso nostra figlia... mi dispiace amore mio... faccio
sempre cose folli...”
“No
non dire così, starete tutte e due bene. Vedrai non
è niente...”
In
realtà penso l'esatto opposto, c'è tanto sangue
e... Sophia non è
come Gabriel, è praticamente umana.
È
solo una innocente bambina che vorrebbe nascere, ma ho paura che non
la vedremo mai.
“Mi
scusi ma lei qui non può entrare” mi ferma
un'infermiera quando
tento di seguire la barella in una specie di sala operatoria.
“Vi
prego fatemi entrare con mia moglie!” supplico.
Ma
la donna scuote il capo. “No, non si può. Sua
moglie verrà
visitata e poi monitorata in terapia intensiva, lei non può
entrare.”
Si
portano via Allison che mi guarda addolorata e io resto da solo in
corridoio, con le mani macchiate del suo sangue.
Mi
scoppia la testa, vorrei urlare ma quello che faccio è
girare sui
tacchi e tornare nella stanza di Sirahel, deve spiegarmi cosa diavolo
è successo.
Entro
come una furia e trovo Stefany che culla Gabriel e Sir seduto sul
letto che si tiene la testa.
La
alza e mi guarda, ha il viso stravolto e deve aver pianto.
“Come
sta Allison?” mi chiede.
“Dimmelo
tu” rispondo “che le è successo? Dove
diavolo eri?”
Lui
sospira e si alza dal letto, guarda verso Stefany e intuisco, non so
come, che sta per dirmi qualcosa che lei non dovrebbe sentire.
“Ho
fatto una stupidaggine” inizia con voce incerta “e
se per questo
Allison o vostra figlia dovesse...”
“Che
intendi per stupidaggine?” lo interrompo.
Sospira
nuovamente e scuote il capo. “Mi ero unito a
Lucifero.”
Sgrano
gli occhi ma prima di dire qualcosa, chiedo a Stefany di uscire col
bambino.
Lei
non replica, annuisce e corre fuori, capendo che è un
discorso
decisamente da adulti.
“Tu...
cosa hai fatto?”
“E'
stata una debolezza... ero confuso e lui mi ha... promesso una cosa.
Avrei riavuto la madre di Allison e io... ho accettato.”
Improvvisamente
mi è tutto chiaro.
E
io che mi preoccupavo perché credevo l'avessero preso i
nostri
superiori! Quando sono ingenuo!
“Tu...
un Arcangelo... per avere una donna che aveva scelto un altro,
costringendola quindi a vivere con te, sei andato dalla parte di
Lucifero” mi fermo e prendo un grosso respiro “e
ora per colpa
tua, probabilmente mia figlia è già morta e la
mia donna sta male.
Ti rendi vagamente conto di quello che ci hai fatto?” gli
chiedo
con una calma che spaventa anche me.
Sto
per assalirlo, sto per prenderlo a pugni.
E
non me ne frega se poi mi disintegra, io devo picchiarlo.
“Non
so che mi era preso Cass... non è da me... non lo
so...” si
giustifica confusamente “ma quando Allison è
venuta a prendermi
io... ho capito l'errore e stavamo per tornare ma lui... l'ha
sbattuta contro un muro e...”
Non
gli do tempo di finire la frase perché gli sferro il pugno
più
violento che io abbia mai dato, sento la sua mascella scricchiolare e
anche la mia mano fa un male cane.
Potrei
essermi rotto qualcosa, mi fa male fino alla spalla.
Sirahel
tiene una mano sul viso e il sangue filtra tra le sue dita.
“Egoista
bastardo!” urlo rabbioso “Come hai potuto mettere
così a
repentaglio la vita di tua figlia? Sei sempre stato un maledetto
egoista, sempre! E ora... per colpa tua...perderemo Sophia! Avevamo
già la cameretta pronta, e gli abitini...e tu ci hai tolto
tutto
questo!”
Sirahel
ascolta in silenzio, lasciando che il sangue coli a terra insieme
alle lacrime che le mie parole gli fanno versare.
“Te
ne sei andato dal Cielo fregandotene del caos che lasciavi, ti sei
appropriato della vita del tuo tramite e hai messo al mondo una
figlia che hai lasciato morire!”
“Non
è vero, tu non sai quello che dici!” tuona
avvicinandosi.
“Sta'
zitto! Non mi fai paura Sir, per niente! Non me ne hai mai fatto, ti
temevo perché ti ammiravo, eri un esempio. Ora non sei
niente, solo
un egoista... perfino Gabriel era migliore di te, sai? Anche se per
secoli ha giocato a fare il dio pagano, alla fine si è fatto
ammazzare nel tentativo di uccidere Lucifero. Tu invece ti sei unito
a lui! E ciò ha quasi ucciso Allison e...”
Mi
fermo perché sto per piangere, e per la miseria non voglio
piangere!
Non
è il momento delle lacrime, ma delle urla e dei pugni.
Infatti
gliene do un altro con la sinistra visto che la mano destra credo sia
rotta.
Sir
vacilla e quasi cade.
Non
reagisce ma non perché non può, ma
perché non vuole.
Lo
so, mi lascia sfogare, e forse vuole anche punirsi.
Lui
ama Allison, ma nel modo sbagliato, mettendo a repentaglio la sua
vita senza volerlo.
E
per colpa di questa sua negligenza, ho perso mia figlia.
Sto
per tirargli un altro pugno, quando Stefany entra in camera seguita
da un medico.
“E'
lei il marito della signora Morgan?” mi chiede.
Spingo
Sir lontano da me e mi avvicino al dottore. “Sì,
si sono io....”
confermo agitato.
Ho
il cuore che galoppa nel petto, ho così tanta paura delle
sue parole
che credo di essere sul punto di svenire.
“Mi
segua.” dice soltanto.
Non
si è nemmeno accorto che in questa stanza c'è un
uomo con la faccia
insanguinata, e questo mi fa presupporre che sta per dirmi qualcosa
di più grave.
Lo
seguo senza replicare e Stefany esce dalla stanza: ho il sospetto che
abbia sentito la conversazione, altrimenti starebbe col suo compagno.
“Sua
moglie” inizia il dottore mentre ancora camminiamo
“ha subito un
trauma cranico, ma non è grave. Per quanto riguarda la
bambina...”
Si
ferma e così quasi il mio cuore.
“...
è viva, nonostante il trauma e la perdita considerevole di
sangue. È
attaccata alla vita, vuole nascere. E salvo complicazioni dell'ultima
ora, il pericolo di aborto dovrebbe essere scongiurato.”
“Oh
Dio ti ringrazio!” esulta Stefany, anche Gabriel sorride
mentre
io...
Mi
appoggio al muro e scivolo lentamente a terra, prendendomi la testa
tra le mani.
E
piango.
Ero
sicuro che oggi avrei perso mia figlia, e ho temuto anche per
Allison. Invece sono vive, e... sì staranno bene, ora lo
sento
davvero.
Mi
rialzo pochi istanti dopo e chiedo al medico di farmela vedere.
“E'
in terapia intensiva, non può..” mi ripete.
“La
supplico, solo pochi minuti... per favore.”
Lui
sospira e annuisce. “Mi segua”
Ci
allontaniamo e arriviamo davanti ad un vetro, tipo quello della
nursery ma dietro al quale c'è una stanza con un letto.
E
dentro quel letto c'è Allison.
Gira
la testa e mi vede, sorride e alza una mano.
“Le
do due minuti, poi deve uscire subito” mi avverte.
Non
annuisco neanche, semplicemente mi precipito dentro.
Arrivo
accanto al letto e cado in ginocchio, prendendole la mano stando
attento a non tirar via l'ago della flebo. Le stanno facendo anche
una trasfusione.
“Amore...”
mormoro sorridendo.
“Forse
ce l'abbiamo fatta...” mi dice con voce tremante.
Io
annuisco. “Si Allison... starete bene, tutte e due.
È stato
solo... un brutto spavento. Dimenticheremo anche questo.” e
le
bacio la mano.
“Come
sta Sir?”
Mi
blocco e la rabbia rimonta inesorabile.
“Anche
troppo bene. L'ho preso a pugni ma a parte qualche goccia di sangue,
sta bene...” rispondo.
Allison
mi guarda e sospira. “Perdonalo, mio padre è solo
un impulsivo
avventato.”
“Non
è tuo padre” la interrompo duro “tuo
padre è quello che abbiamo
sognato stanotte.”
Scuote
il capo. “Sirahel è mio padre, anche se non lo
amerò mai come ho
amato Chris. E sai perché è mio padre?
Perché è avventato,
impulsivo e testardo proprio come me. Quindi ho preso da lui.”
“Era
passato dalla parte del Diavolo! Ti ha quasi uccisa!”
“Ma
siamo qui, io e nostra figlia” ribadisce posandosi una mano
sul
pancione “e non voglio rovinarmi il sangue portando rabbia o
rancore. Ha sbagliato, e lui lo sa benissimo. Ma andiamo avanti, ti
prego. Basta con odi e risentimenti. Voglio solo portare a termine la
mia gravidanza e dare alla luce Sophia. E vivere tutti insieme,
felici. Del resto non mi importa.”
Poso
anche la mia mano sul suo pancione e improvvisamente la bambina mi
tira un piccolo calcio, facendomi sorridere.
“Anche
lei mi prende a calci come il fratello”
Allison
sorride e prende la mia mano. “Ma quando nascerà
ti riempirà di
baci, e sarà gelosa e possessiva nei confronti del suo bel
papà.”
predice sicura.
Sentiamo
battere al vetro, guardiamo in quella direzione e vediamo Stefany e
Gabriel che ci salutano con la mano.
“Ehi
amore!” dice Allison a nostro figlio agitando la mano in aria.
“Ora
devo andare amore mio, o mi cacceranno a calci, ma verrò
presto di
nuovo da te.” le dico alzandomi, poi mi piego su di lei e le
bacio
le labbra.
“Manderò
Stefany e Gabriel a casa e io resterò nei paraggi,
ok?”
“Ok
Cass... sono più tranquilla se so che sei qui”
“A
presto amore..”
Esco
dalla stanza ancora furioso ma sollevato, passerà anche
questo
brutto momento e ritorneremo alla nostra vita.
Quante
cose dovranno ancora succederci? Quante prove da superare?
Non
lo so, ma so che non ci lasceremo sconfiggere facilmente.
“Vero,
Gabriel?”
Lui
mi fissa, con una serietà da adulto e non da bambino, e
annuisce
convinto.
Lo
prendo in braccio e lo bacio, e non vedo l'ora di poter prendere in
braccio anche Sophia.
Perché
lei nascerà, ora ne sono sicuro.
|
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Capitolo 54 *** Happy birthday, my love ***
Happy
birthday, my love
Sono
pazza, lo so.. Ma che posso farci se amo il mio amore così
tanto da
volergli fare un regalo sorprendente?
Domani
è il suo compleanno.
Il
giorno che noi abbiamo stabilito come anniversario della sua nascita,
è il giorno in cui lui è resuscitato.
Il
giorno in cui è tornato da me e ha scoperto che sarebbe
diventato
padre.
Sostiene
che quello è il giorno in cui è nato davvero, e
così, abbiamo
deciso che sarà il suo compleanno.
Compie
36 anni..
O
meglio, ufficiosamente ne compie 36, per mantenere l'apparenza, in
realtà ne compie 4002.. e allo stesso tempo 2.
36
anni all'apparenza, 4002 veri, da angelo, e 2 da angelo ribelle
propenso a diventare uomo.
Che
cosa complicata!
Domani
organizzerò per lui una festa a sorpresa. E il mio regalo
sarà suo
fratello Gabriel.
Si,
proprio lui.
Ho
passato tanto tempo a leggere libri per informarmi sulla
possibilità
di riportarlo indietro.. E, per quel che ho appreso, Gabriel
– o
meglio la sua anima – si trova in Purgatorio.
All'inizio
ho pensato di aver studiato il libro sbagliato.
Non
ho mai creduto all'esistenza del Purgatorio.. O meglio, non mi sono
mai soffermata a saperne di più.
Ma
poi, ho approfondito la cosa, e si.. il Purgatorio esiste.
E'
il luogo in cui vengono mandate le anime di difficile collocazione.
Quelle
che non meritano né Inferno e né Paradiso.. Al
momento della morte
almeno.
E
Gabriel, Arcangelo di natura, e uomo dai.. facili costumi per
esperienze di vita, è un'anima di difficile collocazione.
Quindi
si trova lì.
Ed
io ho scoperto come arrivarci e come riprenderlo.
C'è
un uomo, custode del Purgatorio, che si prende cura delle anime e si
occupa degli scambi e delle restituzioni. Queste cose comunque sono
privilegi riservati solo ad angeli ed Arcangeli..
Un
umano non può chiedere la restituzione o lo scambio.. E per
fortuna
io non sono una semplice umana.
Sostanzialmente,
io dovrò “assicurare” a questo custode,
alcune anime
dell'Inferno.
Demoni
o esseri soprannaturali che io ho ucciso per intenderci.
Loro
le prenderanno, e le condurranno sulla retta via, facendo
così
perdere colpi al nemico, privandolo di anime destinate a diventare
malvagie. E in cambio mi ridaranno una sola anima
Quello
che non so, è quante anime mi chiederanno per Gabriel.
Vedrò
una volta arrivata ai cancelli.
Ora
infatti, sono dentro una specie di sogno, indotto da un incantesimo..
E'
l'unico modo per parlare col custode.
Per
chi mi guarda però, sto dormendo tranquillamente.
Così
Cass e Stefany, che vive da noi da quando Sirahel ha fatto quella
idiozia di unirsi a Lucifer, non si preoccuperanno.
Quello
che sto facendo, non è pericoloso.. Altrimenti non lo farei.
Ma
se glielo avessi detto, Cass si sarebbe categoricamente rifiutato di
farmelo fare.
Quindi,
non gliel'ho detto.
Immagino
già la sua faccia quando vedrà suo fratello..
E
il mio piccolo.. Lui va pazzo per lo zio Gabe. Sarà
felicissimo.
Sorrido
e abbasso lo sguardo per un attimo.
“Salve..
straniera.”
Sobbalzo
e alzo gli occhi verso la voce.
L'uomo
davanti a me, è un uomo anziano di colore..
Ha
la faccia simpatica.. Ha anche le lentiggini.
Mi
piace..
“Salve.”
gli dico sorridendo “Sei tu il custode del
Purgatorio?”
“Dipende.”
mi dice lui facendo spallucce “Chi lo cerca?”
Giusto!
Devo presentarmi.
“Molto
lieta.” dico avvicinandomi “Sono Allison Morgan.
Mezza umana
mezza Arcangelo.. Per ora.”
“Per
ora?”
“Beh
si.. la mia famiglia è un po' strana. Se domani scoprissi di
essere
anche un po'.. gatto per esempio, non mi stupirei affatto.”
L'uomo
davanti a me sorride e poi scoppia in una risata divertita.
Risata
che mi contagia.
Quando
smette di ridere, si asciuga gli occhi dalle lacrime e mi guarda.
“Molto
piacere Allison Morgan.. Si, sono io il custode.”
“Bene..
E qual è il tuo nome?”
“Io
non ho un nome.. Sono morto da così tanto che non me lo
ricordo.”
Sospiro
e mi poggio una mano sul cuore. “Questo è molto
triste.”
“Ci
sono abituato oramai.”
Annuisco
appena e sospiro “Da quanto tempo sei morto?”
“Più
o meno dagli inizi del '700.” mi dice mentre inizia a
camminare.
Io
lo seguo, mentre incrocia le mani dietro la schiena. Chiuso nel suo
vestito bianco.
“Ero
un uomo molto religioso.. E speravo di essere d'aiuto in qualche modo
a Dio, nella sua missione. Dio mi ha accontentato e così nei
primi
mesi del '700, sono morto.”
“Beh,
era quello che volevi.. Quindi non è così brutto
come sembra
dopotutto.”
“Vallo
a dire a mia moglie..”
Lo
guardo e sorrido..
Quest'uomo
è simpatico.. Ma davvero, doveva stare attento a cosa
desiderare e
sperare.
Sospiro
e mi accarezzo il pancione.. “Ti dispiace se ti chiamo
Mitch?”
“Mitch?”
“Si..
tutti i Mitch sono delle brave persone.. E tu mi sembri una brava
persona, simpatica.. Quindi Mitch è adatto.”
spiego.
Lui
annuisce e mi fa l'occhiolino. “E Mitch sia, Allison Morgan
mezza
umana, mezza Arcangelo e forse in parte gatto.”
Rido
e continuo a camminare.
“Allora..
Cosa posso fare per te?” mi chiede.
“Sono
qui per una trattativa.. Vorrei indietro Gabriel l'Arcangelo.”
Lui
si accarezza il mento con la mano e poi schiocca le dita facendo
comparire grandi cancelli bianchi e dorati.
Lì
dentro, un sacco di anime sono raccolte in un punto preciso.
Socchiudo gli occhi e in mezzo a loro c'è Gabriel che li
intrattiene
probabilmente con qualche storiella.
“Vuoi
quello lì?” mi chiede il mio nuovo amico Mitch
indicandolo.
Annuisco
e sospiro.. Sempre il solito Gabriel.
Ride
e si diverte e quando mi vede, corre vicino alle sbarre sorridendo.
“Ehilà
cognatina.. Di nuovo in dolce attesa eh? Il mio fratellino si
dà da
fare.” mi dice.
Il
suo tono è allegro, ma i suoi occhi sono gonfi di lacrime.
Povero
Gabriel.. Sempre a fare quello che non si interessa di nulla.
Invece
soffre.. Ed ora è felice di vedermi.
Lo
saluto con la mano scuotendo il capo per le sue parole e mi concentro
sulla mia trattativa.
“Allora?”
chiedo a Mitch.
“Puoi
averlo.. Perchè tu mi sei simpatica.. Ma è un
Arcangelo.. La sua
anima vale moltissimo.” mi dice.
“Lo
so.. E ho qualcosa da offrirti.”
“Sentiamo.”
mi dice facendo sparire i cancelli.
Avrei
tanto voluto avvicinarmi a Gabe, ma non volevo far saltare questo
affare in nessun modo, quindi mi sono mantenuta formale diciamo.
“Ti
offro un'anima in cambio.”
“Una
sola non è sufficiente.” si lamenta “E'
l'Arcangelo Gabriel che
vuoi.”
“Si,
ma la mia non è una semplice anima.. Ti offro Sebastian. Il
braccio
stretto di Lucifer.”
Sembra
sorpreso. Ma nasconde le sue emozioni.
“L'hai
ucciso tu?” mi chiede.
“Si.
E lui ha ucciso me.. Sono finita in..”
Ma
che dico? A lui non interessa la mia biografia.
“E'
una lunga storia.. Te la racconto un'altra volta..” dico
“Affare
fatto per Gabriel?” chiedo tendendo la mano.
Lui
sembra rifletterci e dopo un po', stringe la mia mano e annuisce
sorridendo.
“Affare
fatto. Avrai Gabriel nel salotto di casa tua, non appena ti
sveglierai.”
Sorrido
gioiosa e cerco di trattenere la felicità. Ma non ci riesco
e così
saltello e lo abbraccio.
Lui
ride e mi accarezza paterno i capelli.
Mi
stacco da lui e mi ridò un tono..
“Grazie
Mitch..” dico “Ora devo andare. Mio marito compie
gli anni.”
“Oh..
tanti auguri.. Quanti anni compie?”
“Ufficiosamente
36, ufficialmente 4001.” dico.
“E'
un angelo?”
“Lo
era..”
“Come
si chiama?
“Castiel!”
rispondo “Lo conosci?”
Lui
annuisce e sorride accarezzandomi il pancione.. “Salutalo da
parte
mia. E tanti auguri per tutto.”
Sorrido,
lo saluto e mi concentro, così da svegliarmi.
Quando
apro gli occhi, sento che Gabriel è qui. Ce l'ho fatta.
Rido
e scuoto Cass.
“Amore..
svegliati!” gli dico.
Lui
apre gli occhi e mi fissa spaventato. “Ally, va tutto bene?
Ti
senti male?”
Scuoto
il capo e gli bacio la guancia. “E' il tuo compleanno.. Tanti
auguri amore. Devo darti il mio regalo.. Subito.”
“Grazie
tesoro.. Ma che ore sono?”
“Le
05.00.”
“Cosa?
E non puoi aspettare che siano le 08.00 per darmi il tuo
regalo?”
“No!”
esclamo alzandomi dal letto. "Andiamo ora.”
Lui
non è convinto ma mi segue..
Oh
cielo.. Non vedo l'ora di vederlo riabbracciare Gabriel e di
riabbracciarlo a mia volta.
*****
Oh
Allison, io la adoro, morirei senza di lei. Ma a volte proprio non la
capisco.
Sono
le cinque del mattino ed è già a terra tutta
pimpante, mentre io
casco dal sonno.
Ultimamente
dormo poco e male, ho incubi che mi disturbano quasi tutte le notti.
Non
gliel'ho detto per non preoccuparla, è al quinto mese e deve
stare
calma più che mai.
Ma
non sto bene.
Non
bastavano tutti i problemi avuti, ultimamente ci si è messo
pure Sir
a combinarne di grosse.
Mi
ha deluso, profondamente. E ha deluso anche Stefany, che da
più di
un mese abita da noi perché ha lasciato Sir e non sa dove
stare,
visto che per lui ha venduto casa sua.
Per
fortuna Allison si è ripresa del tutto e in breve tempo, e
la nostra
Sophia sta benissimo, altrimenti non so cosa avrei fatto.
Ecco
un incubo ricorrente. L'incidente di Ally che non sempre finisce per
il meglio.
Stanotte
invece ci si è messo pure Gabriel. Non mio figlio, mio
fratello.
L'ho
sognato per la prima volta da quando è morto, quasi un anno.
Sì,
quasi un anno. In realtà sono dieci mesi, ma siamo
lì.
Non
è stato propriamente un incubo, Gabriel nel mio sogno mi ha
solo
fatto qualche battuta delle sue e poi è sparito.
In
pratica è stato un ricordo, più o meno. E niente
altro.
Però
mi ha lasciato molta tristezza.
Sbadiglio
pigramente e mentre Allison si veste come un razzo, io mi trascino
letteralmente per la stanza.
Oggi
teoricamente compio gli anni, celebriamo la mia seconda nascita.
Due
anni fa come oggi, io tornavo alla vita. Ero morto e Dio mi ha
resuscitato, e nello stesso giorno ho scoperto che sarei diventato
padre.
Diciamo
a tutti che ho 36 anni, che è l'età di Jimmy,
mentre io ne ho
ben... 4002, più o meno.
È
la prima volta che lo celebriamo perché.. l'anno scorso non
eravamo
dell'umore adatto.
Io
non sono neanche adesso dell'umore adatto, ma Allison ci tiene e a me
sicuramente non dispiace.
“Dai
tesoro, sbrigati” mi incita vedendomi ancora mezzo
addormentato “il
tuo regalo potrebbe indispettirsi!”
La
fisso, per quanto ci riesca visto lo stordimento, e scuoto
leggermente il capo.
“Tesoro..
comincio a preoccuparmi: cosa hai preso? Qualche animale, per
caso?”
Ride
e scuote il capo. “No sta' tranquillo. Sono sicura che ti
piacerà!
Forza, andiamo!”
“Ok
ma prima posso almeno infilare la testa nell'acqua fredda
perché
altrimenti non vedrò nemmeno il tuo splendido
regalo?” le chiedo.
Allison
sospira e annuisce. “Ok pigrone, ma ti do trenta
secondi!”
Tutta
questa euforia non la capisco, eppure sono umano da abbastanza tempo,
dovrei capire molto di più certe dinamiche.
Entro
in bagno e apro l'acqua fredda, me ne butto un po' in faccia e
finalmente mi riprendo.
“Ecco
fatto... sono sveglissimo e pronto!” dico uscendo dal bagno.
Sono
leggermente ironico, ma lei non pare accorgersene.
Usciamo
dalla stanza, io col mio pseudo-pigiama mentre lei in abitino
premaman blu, e ci avviciniamo alle scale.
Si
ferma e mi guarda. “Cass, devi promettermi che starai calmo,
che
non ti spaventerai né sverrai sul pavimento, ok?”
“Allison,
se continui così prendo l'acqua santa e te la butto
addosso!” dico
sinceramente preoccupato.
Mi
tira un leggero pugno sulla spalla. “Stupido! Tra poco
capirai...
acqua santa..” mormora precedendomi giù per le
scale.
Arriva
in fondo e mi aspetta, la raggiungo e mi prende per mano con un
sorriso.
Dal
salotto arriva il suono della Tv accesa: ma chi c'è?
“Ragazzi,
questo televisore è una bomba! Riesco persino a vedere i
peli del
naso del portiere! È davvero ad alta definizione!”
dice qualcuno
dal salotto.
Mi
fermo di colpo e mi irrigidisco.
Quella
voce...
“Sta'
calmo Castiel...” mi sussurra mia moglie stringendomi la mano.
Io
la guardo e non parlo, non sono più un angelo ma qualcosa a
volte,
riesco a percepirla.
E
ora lo sento...
Avanziamo
nel salotto e vedo qualcuno seduto sul divano che guarda una partita
mangiando qualcosa.
“Finalmente
siete arrivati! Che stavate facendo? Robe?” ci apostrofa
voltandosi
a guardarci con un sorriso.
No.
Non
è possibile.
Guardo
Allison in cerca di conferme, lei annuisce con le lacrime agli occhi
mentre il nostro ospite si alza dal divano e fa qualche passo verso
di noi.
“Non
può essere...” mormoro scioccato, con le lacrime
che prepotenti mi
salgono agli occhi.
Gabriel?
È
davvero lui l'uomo che mi guarda con un sorriso ironico e quella
faccia da lestofante?
“Cass,
ti trovo bene. Non hai più le piume ma sei sempre il solito
faccia-d'angelo” mi dice.
“Gabriel...
tu non...”
“Già,
io non. Decisamente non. Però sono qui, in carne, ossa e
ali.”
Senza
dire nient'altro, mi avvicino e lo abbraccio.
Lui
sembra sorpreso, ma poi ricambia stringendomi forte.
Gabriel,
mio fratello.
Sto
abbracciando l'Arcangelo Gabriel, è tornato!
E dietro a ciò c'è
sicuramente Allison, lo so.
Non
vorrei, sono un uomo per la miseria, non dovrei proprio!
Ma
inizio a piangere, quasi a singhiozzare.
Ecco,
ora Gabe mi sfotterà.
Invece
mi dà delle leggere pacche sulla schiena per confortarmi.
“Avanti
fratellino, non fare così” mi dice bonariamente.
Tento
di ricompormi e mi stacco da lui, asciugandomi velocemente le
lacrime.
“Scusa
fratello, posso abbracciare un attimo le tue donne?” mi
chiede
guardando Allison che piange accanto a me.
Annuisco
anche se so che lo farebbe comunque.
“Ehi
cognatina!” esclama abbracciandola e baciandole la guancia
“Come
stai? Anzi.. come state!”
Allison
piange di gioia, poi si guarda il pancione e sorride.
“Chiedilo
direttamente a lei” dice.
Gabriel
posa una mano sul pancione e sorride. “Uhm... signorina! E'
così
che si accoglie lo zione? Prendendolo a calci? Come la
chiamerete?”
ci chiede.
“Sophia”
risponde Ally, perché io sono ancora sotto shock.
“Sophia”
ripete “non sarai magica come junior, ma sento che sarai
speciale.
E detto tra me e te, spero proprio che somiglierai alla mamma! Ad una
ragazza con la faccia come quella di Cass non resterebbe che farsi
suora!”
Il
mio amore scoppia a ridere e io dovrei sentirmi offeso, ma sorrido
felice. Può dirmi quello che vuole, sono troppo felice.
“Mi
dispiace Gabe, mi dispiace... avrei dovuto fare qualcosa e
invece...ti ho lasciato morire. Sir mi ha portato lì dov'eri
morto,
ti ho visto.. ho visto le tue ali a terra...” dico
velocemente
combattendo con le lacrime.
Lui
mi guarda e scuote il capo. “Tu non potevi fare niente,
papino, se
Lucy ha ucciso me, figurati cosa avrebbe fatto a te. E inoltre, era
una mia decisione, sapevo a cosa andavo incontro. Poteva andarmi bene
come poteva andare da schifo. È andata da schifo. Ma non mi
pento
Cass, no davvero. Soprattutto visto che la tua bella e fertile
mogliettina è venuta a tirarmi fuori dal
purgatorio!”
Purgatorio?
Era lì?
“Come...
come potevi essere lì? Noi non abbiamo una
destinazione” dico
sconcertato.
“Ti
sbagli, quelli come me e te sì” obietta
“quelli che...si sono
barcamenati tra due mondi, ecco. Io stavo lì a scontare i
miei
errori, e anche tu sei stato lì, per meno tempo ma c'eri! Il
capo ti
conosce e ti manda i suoi saluti!”
Sono
stato anche io là? Ma non ricordo!
“Non
ricordi” interviene Allison, che evidentemente mi ha letto
nel
pensiero “perchè il tuo ritorno è stato
più rapido e ad opera di
Dio. Il suo invece è frutto di un baratto...”
Ah,
ecco. Non poteva andare tutto bene.
Sospiro
e la guardo accigliato. “Allison... che baratto?”
Fa
spallucce. “Niente di pericoloso tesoro, Mitch, il guardiano
del
purgatorio, voleva un'anima dell'inferno da poter purificare e
riportare sulla retta via. Gli ho assicurato quella di
Sebastian.”
“Quello
che ti ha ucciso!?” urlo quasi.
“Ehi,
che cosa ha fatto quel verme?” strilla Gabriel indignato.
“Dopo
ti spiegheremo” gli dice lei “comunque
sì Cass, quello. Per
riportare Gabriel serviva un'anima di una certa... pesantezza. Lui
era perfetto.”
Guardo
Gabriel, ora leggermente arrabbiato per la notizia appena ricevuta, e
penso che per riaverlo Sebastian è stato tolto dal supplizio
eterno.
“Bambolina”
le dice Gabe “io ti ringrazio, ma non meritavo tanto. Dovevi
lasciarmi lì. Quel lurido animale ti ha... ucciso? Allora
doveva
restare all'inferno”
“Tu
sei più importante di questo, credimi. Abbiamo tanto
sofferto per la
tua morte, Castiel e Gabriel erano disperati e io.. beh ero
addolorata anche io. Anche se mi avevi fatto arrabbiare, mi mancavi!
E per quanto riguarda la mia morte... beh Cass è venuto a
recuperarmi in Paradiso! Diciamo che i viaggi astrali qui sono di
casa!” conclude allegra.
Gabriel
sorride commosso, sì credo sia sul punto di piangere! Poi si
illumina.
“A
proposito! Scusatemi ragazzi, voi siete adorabili e io... vi amo,
davvero. Ma al piano di sopra c'è qualcuno che vorrei
mangiucchiare
un po'... abbiate pazienza, ma devo proprio andare!” e
sparisce in
un fruscio di vento.
Ho
paura di svegliarmi e scoprire che è tutto un sogno.
“Non
lo è” mi dice Allison “è
tutto vero.”
Mi
giro a guardarla e le prendo il viso tra le mani. “Poteva
essere
pericoloso, non sei ancora... pratica di queste cose.”
Annuisce
e mi bacia sulle labbra. “Mi ha guidata l'amore. Due anni fa
come
oggi, tu tornavi da me. Ero disperata senza di te e tu sei...
riapparso! Oggi è il tuo compleanno, il ricordo di quel
giorno
stupendo, e volevo regalarti qualcosa di davvero indimenticabile,
qualcosa che non si può comprare. E ho pensato di fare
questo
scambio per riavere il nostro Gabe. Che è anche un regalo
per nostro
figlio e anche un po' per me, lo ammetto. Buon compleanno amore mio,
e altri miliardi di questi giorni.”
L'abbraccio
stretta sospirando profondamente. “Grazie cuore mio, grazie.
Ma più
di ogni altra cosa, tu e i nostri figli siete i più
grandi
regali che io potessi mai ricevere.”
“Quasi
quasi mi sento offeso!” commenta Gabriel, riapparso in
salotto con
junior in braccio.
“Senza
offesa fratello, sono felicissimo di riaverti, ma capirai...”
Muove
una mano in aria. “Sì lo so, stavo scherzando non
ti preoccupare,
sei quasi morto quando mi hai visto! Lo so che mi vuoi bene! E anche
quest'ometto che mi sta stritolando me ne vuole, vero
piccolo?”
“Sì
tanto tanto!” conferma Gabriel jr, stringendo con le sue
piccole
braccia il collo dello zio.
“Visto
che ne nasce un altro, mi regalate questo marmocchio?” ci
chiede, e
non so fino a che punto stia scherzando.
Sto
per rispondergli che è nostro e che è
già tanto se glielo facciamo
tenere in braccio, quando sentiamo un rumore provenire dalla cucina.
Ci
irrigidiamo tutti e tre, temendo che l'arrivo di Gabriel abbia
attirato qualche spiacevole ospite.
Mi
incammino verso la cucina seguito a distanza da Allison, che sta
imparando ad essere un po' più prudente.
Arriviamo
sulla porta e notiamo che c'è il frigo aperto e qualcuno
piegato al
suo interno.
Accendo
la luce tenendo Ally dietro di me, e subito la figura si raddrizza.
È
un uomo anziano, oltre la settantina, con un taglio di capelli strano
e un sorriso bizzarro.
“C'è
una torta di compleanno in frigo” dice indicandola
“c'è per caso
una festa, qui?”
“E
lei chi è?” gli chiedo di rimando io, valutando se
sia umano o no.
Questo
sarà un compleanno da ricordare, sicuramente.
|
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Capitolo 55 *** My grandfather is a bit.. particular ***
My
grandfather is a bit.. particular
“Nonno!”
esclamo perplessa avanzando in cucina.
Cass
e i due Gabriel mi fissano scioccati.. E fissano perplessi l'uomo che
mi sta davanti.
Immagino
il loro stupore. Ma non potrà mai superare il mio.
L'ultima
volta che ho visto mio nonno avevo 18 anni e lui stava partendo per
l'Africa con medici senza frontiere.
E'
il padre del mio papà.. ed io gli voglio un bene dell'anima.
“Oh
cielo!” esclama lui guardandomi “Sei..
cresciuta.”
“Beh..
capita.” dico di rimando mentre lui prende una birra.
Lui
mi guarda e annuisce sorridendo, poi apre le braccia ed io mi rifugio
lì.
Il
suo abbraccio è come quello di mio padre.
E'
caldo e profuma di novità.
Il
mio nonno è qui, e sono felicissima di vederlo.
Lui
sorride e mi bacia i capelli. “Sono felice di
vederti.”
Mi
stacco da lui e sorrido. “Anche io nonno.. Ma
questa.” dico
prendendo la birra dalle sue mani “Non fa per te. Hai
un'età
oramai.”
Lui
si indigna.
“Io
sono.. giovane come un fiore appena sbocciato. E la birra non mi fa
male.. E' il mio elisir di giovinezza.. Come le donne mia cara e
dolce nipotina.” mi dice.
Rido
appena e mi allontano un po' per guardarlo.
Ha
un paio di bermuda beige, una camicia hawaiana, dei sandali e un paio
di occhialini da sole.
Mio
nonno... ha sempre avuto la sindrome di Peter Pan.
“Allison,”
mi dice “ti ricordavo più magra.”
Alzo
un sopracciglio e sorrido nervosa. “Sono incinta
nonno.”
“Oh!”
esclama lui “Ecco cos'era questa protuberanza
rotonda..” mi dice
accarezzandomi il pancione.
Scuoto
appena il capo e lui sorride divertito.
Poi
volta lo sguardo a Castiel e ai due Gabriel..
Mio
nonno e Gabriel senior..
Oh
Dio!
La
loro possibile amicizia mi spaventa..
Perchè
mio nonno è un po'... particolare. Come Gabriel.
“Ehilà
voi!” esclama avvicinandosi a loro “Io sono Matthew
Micheal
Christian Morgan.. Chirurgo in pensione e playboy per hobby.”
Ma
che razza di presentazione è?
Castiel
lo fissa perplesso come l'ho visto poche volte..
Gabriel
senior lo fissa con ammirazione.. E mio figlio..
Oh,
il mio piccolo è divertito.
Le
sua guance paffute sono rosate e la sua bocca aperta in un sorriso
allegro.
Nessuno
di loro parla..
Mio
nonno si volta e mi fissa..
“Tesoro..”
mi chiede “Parlano la nostra lingua vero? Oh.. ho capito,
sono
spagnoli forse..” continua..
Si
volta di nuovo verso di loro e sospira.
“Quién
es usted?” chiede in spagnolo “Niente eh? Proviamo
il francese.
Qui êtes-vous?”
continua in francese.
“Abuelo,
hablan nuestro idioma. Estàn confundidos.” gli
rispondo io in
spagnolo..
Mi
piace lo spagnolo.. E si, quando ero bambina, mio nonno mi ha
insegnato a parlare perfettamente spagnolo e francese.. e qualcosa di
Africano..
Ha
sempre amato le lingue e ha sempre amato la cultura..
Così
ha impartito le sue lezioni a me..
Ed
io, che ho sempre amato imparare e studiare, ho accettato volentieri
i suoi insegnamenti.
Cass,
mio cognato e il mio bambino mi fissano perplessi..
Mh..
forse loro non sapevano che io parlo lo spagnolo..
“Confusi?”
mi chiede mio nonno “Da cosa?”
“Da
te.” gli dico avvicinandomi “Nonno, lui
è Cass, E l'altro uomo
che è Gabriel..” spiego.
“Molto
lieto.” dice mio nonno “Quello è il
vostro bambino?”
“Cosa?”
esclamano scioccati all'unisono Cass e Gabriel.
Li
ha scambiati per una coppia gay e hanno ritrovato la parola.
Scoppio
a ridere e prendo il piccolo Gabriel..
“Nonnino..
Castiel è mio marito, e questo è nostro
figlio.” gli dico
presentandogli il piccolo “Si chiama Gabriel come lo
zio.” spiego
indicando Gabriel senior.
“Capisco.”
dice mio nonno prendendo in braccio Gabriel che gli tende le braccia
“Molto piacere piccolino.. Io sono nonno Matt. Ma se ti porto
in
giro con me e incontriamo delle donne chiamami papà
ok? Alle donne piacciono i padri attempati.”
Il
mio piccolo lo fissa e scoppia a ridere.
Anche
io lo seguo a ruota.
Mio
nonno sorride e poi fissa Cass e Gabe.. “Allora.. Voi cosa
siete?
Cacciatori come Allison?”
Lui
sa tutto di me e gli sta bene.. Perchè... E' un po' folle.
Nel senso
buono del termine.
Cass
scuote il capo e sorride. “Io ero un angelo, ma ora sono un
uomo. E
lui” dice indicando Gabe “è l'Arcangelo
Gabriel.”
“Interessante..”
sussurra mio nonno.
Poi
volge lo sguardo a Stefany che è appena scesa, probabilmente
svegliata dal trambusto.
“Buongiorno..”
ci dice lei “Che succede?”
“Bonjour
tresor... Enchanted.. Sono il nonno di Allison.. Il nonno
paterno.”
risponde mio nonno prendendo la sua mano e baciandola.
“Stefany..”
dice lei sorridendo, anche se è un po' triste. Poi da gli
auguri di
buon compleanno a Cass e infine si avvicina alla cucina e prende del
caffè.
Io
invece prendo Gabriel e sospiro.. “Il mio piccolo deve andare
all'asilo.. E' ora che io lo prepari.. Ma prima devo dargli da
mangiare.”
Mio
nonno si illumina e si avvicina a Stefany.. “Che ne direbbe
mia
cara Stefany di venire con me ad accompagnare Gabriel
all'asilo?”
“Mi
piacerebbe,” risponde lei “ma devo andare al
lavoro.”
Detto
questo sale di sopra per prepararsi.
“E'
pazza di me!” esclama mio nonno.
Gabriel
senior ride e si avvicina iniziando a parlare con lui, mentre Cass si
avvicina a me.
“Non
sapevo che tuo nonno fosse vivo.” mi dice sussurrando.
“Io
non lo vedo da 9 anni.. Era in Africa con medici senza frontiere..
Onestamente credevo che fosse morto.. Ma sono felice di essermi
sbagliata.”
Do
il biberon a Gabriel e sorrido al mio amore.. “Andate tu, lui
e
Gabe ad accompagnare Gabriel all'asilo.. Così vi conoscerete
meglio..”
Cass
sembra perplesso..
Mi
fissa e mi chiedo se accetterà o no.
*****
“Ma
certo che lo accompagniamo noi! Tuo nonno è uno spasso
Allison,
davvero!” dice Gabriel apparso al mio fianco.
Il
suo entusiasmo mi fa quasi paura, temo abbia trovato in quel...
bizzarro personaggio un compagno di giochi formidabile.
“Per
te va bene,vero Cass?” mi chiede dandomi una pacca sulla
spalla.
Io
guardo Allison che mi sorride facendomi gli occhi dolci, credo che le
farebbe piacere se facessimo amicizia col suo nonno un po'
stravagante.
“Ok”
dico annuendo “ma prima posso prendere un caffè?
È stato un
risveglio un po'... movimentato.”
Prima
Gabriel che torna dall'aldilà e si fa trovare buttato sul
divano a
guardare la partita, come mi aveva detto prima morire.
Poi
questo nonno che sembra la versione umana e attempata di Gabriel e
che, guarda caso, suscita la sua simpatia.
“Ma
certo amore, ora facciamo colazione tutti insieme. Poi andate ad
accompagnare Gabriel jr all'asilo mentre io preparo il
pranzo.”
pianifica Allison di buon umore.
Anche
per lei è stato un risveglio particolare e riesco a leggere
la
felicità nei suoi stupendi occhi nocciola. Nonno Matt
è l'ultimo
membro della sua famiglia ancora in vita, e sono certo che non si
aspettava di rivederlo.
Così
come io non mi sarei mai aspettato di rivedere mio fratello.
Lei
si allontana col piccolo in braccio e io resto con Gabriel.
“Il
fatto che ci abbia scambiato per innamorati” esordisco
guardandolo
“non ti turba neanche un po'?”
Mi
guarda con un sorriso beffardo. “Sì un
po'” ammette “soprattutto
perché se proprio dovessi impazzire e scegliere un uomo, non
sceglierei uno come te!”
“Ah
che simpatico! Neanche tu sei propriamente un adone!” replico
io “E
del fatto che non ha fatto una piega quando gli ho detto chi sei, non
ti importa neanche? Voglio dire, io non appaio in nessuna Scrittura,
ma tu decisamente sì! Ti ricordavo più
orgoglioso..”
Gabriel
fa spallucce “Beh i tempi cambiano. E poi non tutti leggono
la
Bibbia.”
Sgrano
gli occhi, nonno Matt ha proprio fatto centro nel cuore di mio
fratello.
Sospiro
e mi giro verso Allison che, dopo aver messo junior nel seggiolone,
sta apparecchiando la tavola per fare colazione.
L'arcangelo
accanto a me incrocia le braccia sul petto e scuote il capo.
“No
no... la colazione la offro io.”
Schiocca
le dita e appare davanti a noi una tavola imbandita come ho visto
solo nei film.
Pasticcini
e brioche di tutti i tipi, tazze di caffè e the fumanti,
dolci su
misura per mio figlio e addirittura fiori al centro della tavola.
Allison
lo fissa sbalordita mentre mio figlio applaude divertito.
“Visto
lo zione che ti combina?” gli chiede Gabriel.
Guardo
Ally e mi stringo nelle spalle. “E' sempre un
Trickster” le dico.
Sorride
e chiama suo nonno in salotto.
“Starà
guardando qualche canale porno...” mi dice Gabriel sottovoce
“..
ce ne sono almeno una trentina!”
Scuoto
il capo ma rido. “Trentacinque” preciso, facendogli
spalancare
gli occhi.
“Fratello,
mi piace proprio come sei diventato!” mi annuncia mettendomi
un
braccio sulle spalle.
Ci
sediamo a tavola e facciamo colazione. Io in realtà bevo
solo un
caffè e guardo i miei commensali.
Mia
moglie incinta di mia figlia, mio figlio, mio fratello Gabriel e
questo vecchietto strampalato ma simpatico.
Realizzo
di avere una famiglia un po' strana, però stupenda.
Neanche
Gabriel senior mangia, stranamente. Beve distrattamente una tazza di
the e ascolta rapito i racconti africani di nonno Matt. Poi guarda
suo nipote e gli fa delle smorfie, ricevendo in cambio un sorriso e
un dolcetto dal suo piattino.
Gabriel
lo accetta e lo mangia, e mi rendo conto che sta per piangere.
È
sempre stato un duro, uno tutto d'un pezzo. Simpatico e divertente,
ma non lo si è mai visto triste o commosso.
Quando
eravamo in Cielo, a volte venivo richiamato perché invece di
restare
nel mio reparto, mi allontanavo per raggiungere quello comandato da
lui. Faceva finta di sgridarmi ma poi non mi mandava mai via. Anzi un
paio di volte mi ha anche nascosto quando Sir, furioso, veniva a
cercarmi.
Ancora
non ci credo che sia tornato, guardo Allison che ricambia il mio
sguardo e le dico grazie, per tutto.
“Di
niente” bisbiglia allungando una mano per prendere la mia.
“Dunque
tu fai apparire le cose” chiede nonno Matt a Gabriel,
addentando
una brioche.
“Sì,
quello che voglio. E so anche farle sparire!” spiega
orgoglioso.
Lui
annuisce. “Uhm... riesci anche a spogliare le donne senza
toccarle?”
“Nonno!”
esclama Allison scandalizzata.
Gabriel
ride. “Oh sì... riesco anche a farle apparire
già nude!”
Mi
copro il viso con le mani mentre il vecchio Matt ride divertito e
Ally fa finta di non aver sentito.
Non
ci credo, sono anime gemelle questi due! Mio fratello infatti lo
guarda estasiato, pensando probabilmente di aver trovato il complice
ideale.
Finiamo
di fare colazione e salgo di sopra a prepararmi, scendo dopo pochi
minuti e li trovo davanti alla porta che mi aspettano chiacchierando.
Gabriel ha il piccolo in braccio mentre Allison e suo nonno parlano e
ridono.
Mio
fratello e mio figlio hanno un legame speciale, lo vedo da come si
guardano. Forse a Gabriel sarebbe piaciuto avere dei figli, ma
suppongo che per gli Arcangeli sia più complicato che per
gli
angeli. E pericoloso.
“Allora
ragazzo, sei pronto?” mi chiede a sorpresa il vecchio Morgan.
Annuisco
e prendo la giacca. Do un bacio ad Allison e una carezza al suo
pancione mentre suo nonno apre la porta ed esce stiracchiandosi come
un gatto e dondolandosi sui talloni.
È
davvero... un tipo particolare.
Gabriel
lo segue ma poi si volta verso Allison. “Dolcezza... tu
riposati e
non fare nulla. Quando arrivo... apparecchio io!” ed esce.
Allison
scuote il capo e sorride, poi mi accarezza il viso. “A
più tardi
amore...”
“A
più tardi.”
Usciamo
e ci incamminiamo verso l'asilo, che dista pochi isolati da casa
nostra.
Matt
si guarda intorno come se studiasse tutto quello che ci circonda, poi
si gira verso di me e mi sorride.
“Dunque..
Castiel” inizia “com'è che un angelo
decide di mollare la sua
nuvoletta e di metter su famiglia?”
Gabriel
sogghigna.
“Beh
ecco... per una serie di particolari eventi...” farfuglio.
“Sì
ho capito, eri qui per caso e siete diventati amici, avete
approfondito la vostra amicizia e ci è scappato il
pargolo!”
conclude sornione.
Ovviamente
non sa che sua nipote si è suicidata per colpa di quel
bastardo e
non sarò certo io a dargli questo dolore.
“Sì,
più o meno.” rispondo.
“E
tu ragazzo?” dice rivolgendosi a mio fratello
“Anche tu sei qui
per una serie di particolare eventi, leggasi donna incinta?”
Ora
sono io a sogghignare.
“No!
Non... c'entra una donna. Io sono sulla Terra da secoli, vagando per
il mondo e... divertendomi da matti! Il piccolo Cass è qui
da due
anni circa...” spiega.
“Due
anni, due figli! Sei un vero cecchino, figliolo!” mi dice
nonno
Matt dandomi una pacca sulla spalla.
Gabriel
scoppia a ridere mentre io arrossisco come un ragazzino.
“Sono
proprio felice che la mia Allison abbia un marito come te, è
felice,
glielo leggo negli occhi. Non la vedevo così serena da
almeno...
dodici anni.” dice, diventando improvvisamente serio
“Devi essere
un bravo ragazzo e lei ti ama molto. Tu invece sei un tipo strano e
molto furbo, Gabriel. Senza contare che grazie a te non morirebbero
mai di fame! Sì, sono proprio felice di aver trovato Allison
in
buone mani.”
Io
e Gabriel ci guardiamo, entrambi sappiamo che la nostra vita non
è
tutta rose e fiori e che abbiamo versato tante lacrime e sangue, e
che forse non è finita. Ma è vero, c'è
amore e finché siamo tutti
legati da questo sentimento, ce la faremo.
Arriviamo
all'asilo e il nonno ci fa una richiesta bizzarra.
“Posso
accompagnarlo io dentro? Così conosco la sua
maestra!” e prende il
piccolo in braccio.
Sparisce
all'interno dell'edificio e ne esce dopo circa un quarto d'ora, tutto
sorridente.
“Che
storia ragazzi” esordisce quando ci è abbastanza
vicino da
sentirlo “la maestra di junior è una donna
davvero.. simpatica!
Sapete, sulla quarantina, divorziata... magari potrebbe diventare la
prossima signora Morgan! Ehi, se mi sposo tu e Allison ci farete da
testimoni mentre Gabriel ci fa da paggio!”
“Cosa?”
Gabriel non sembra molto contento del ruolo, mentre io rido
trionfante.
Sì,
in effetti potrebbe piacere anche a me questo tizio.
“Allora
gioventù” riprende dopo esserci rimessi in cammino
“che si fa
stasera? Locale di striptease o sbornia galattica?”
“Eh?”
faccio io scioccato, mentre com'era ovvio, Gabriel sorride.
“Anche
tutti e due, se ti va, caro nonno!” dice infatti.
“Bravo
ragazzo! Vedo che sai davvero come divertirti!”
“Un
momento” intervengo fermandomi “voi fate quello che
volete, ma
non mettete me in mezzo. Io sono sposato, il che è
già surreale per
un.. angelo. E non ho nessuna intenzione di partecipare a qualche
vostra follia.”
Entrambi
mi guardano come infastiditi. “Cass, non rovinarci la festa.
Dobbiamo festeggiare il tuo compleanno e... il nostro ritorno,
no?”
fa Gabriel serio.
In
effetti lui credo voglia proprio festeggiare, fino a poche ore fa era
morto!
“Allison
mi uccide” mormoro preoccupato.
“Nah,
non preoccuparti! Non faremo nulla di male. Solo guardare!”
mi
assicura l'Arcangelo mentre il nonno di Allison si liscia i baffi che
non ha. Forse li ha avuti e gli è rimasto il tic.
“Ne
riparleremo.” dico evasivo.
Riprendiamo
a camminare e facciamo una lunga passeggiata, parlando del
più e del
meno, o meglio sono loro a parlare e io li ascolto.
È
incredibile, hanno visitato gli stessi posti, dal nord Europa al
profondo sud del mondo. E fanno commenti sulle donne del luogo e sul
cibo e in generale sugli usi e costumi.
Arriviamo
a casa che è quasi ora di pranzo, il tempo è
letteralmente volato.
Entriamo
ma Allison non è in casa e mi allarmo un po'. Ogni volta che
esce
senza di me sto in pensiero.
“Sta'
tranquillo fratello” mi rassicura Gabriel “la
sento, sta
benissimo.”
Sospiro
e annuisco, poi mi accorgo che il nonno è scomparso in
cucina. Sento
il rumore del frigo che si apre e si richiude e dopo pochi istanti lo
vediamo tornare sorridente e con tre birre fredde in mano.
Sì,
Ally mi ucciderà.
“Non
fare quella faccia, ex angelo” mi dice “una birra
non mi farà
nulla. Su, brindiamo!”
Io
taccio e prendo una birra, così fa Gabriel accanto a me.
“Anche
se come minimo avete tre o quattro millenni a testa, sono felice di
aver trovato due nuovi... nipoti! Senza contare il bambino stupendo
che abbiamo accompagnato poco fa e la bambina che nascerà
tra poco! Alla salute figlioli, di tutti noi!”
Beviamo
le nostre birre mentre aspettiamo il ritorno di Allison.
Forse
dovrei telefonarle ma il fatto che Gabriel riesca a sentirla mi fa
stare più tranquillo.
Spero
solo che non faccia qualcosa di avventato, come al suo solito.
Ma
non credo, però.
È
diventata più saggia, negli ultimi tempi. Anche se stanotte
è
andata in purgatorio per recuperare quel matto di mio fratello.
E
sono felice che l'abbia fatto, perché ora la mia famiglia
è
completa.
*****
Devo
far fare la pace a Sirahel e Stefany.
Non
perchè avere Stefany in casa mi dispiaccia o mi pesi.. Io le
voglio
bene. E' una cara donna.
Ma
lei e Sirahel si amano ed io credo che, visto che ci sono
già
abbastanza problemi che ci stanno per piombare addosso, dobbiamo
restare uniti e dare spazio all'amore e non al rancore.
Lo
ammetto!
E'
la mia vena romantica che parla per me.. Ma davvero, voglio che
facciano la pace, perchè Sirahel è infelice e
anche Stefany.
Arrivo
al suo studio e mi viene comunicato che lei non c'è.. Che ha
chiamato per dire che oggi non verrà a lavorare.
Ma
se non è qui, dov'è?
Un
attimo...
A
casa, stamattina a colazione, ha detto che sarebbe andata al lavoro,
e poi è salita di sopra per prepararsi, ma non l'ho vista
uscire,
quindi probabilmente è rimasta a casa sperando che nessuno
se ne
accorgesse.
Sospiro,
ringrazio ed esco per tornare a casa.
La
mia bambina scalcia parecchio oggi..
Per
come la vedo io non vede l'ora di nascere..
Ed
io non vedo l'ora di stringerla al cuore e coccolarla..
Salgo
in auto e riparto verso casa.. Durante il viaggio, mi ritrovo a
pensare..
Mio
nonno è qui, ed io sono felice di poter fare un tuffo nel
passato
grazie a lui.
Quando
ero piccola, è stato lui ad insegnarmi a nuotare ed andare
in
bicicletta..
Prima
mi ha insegnato a nuotare e l'ha fatto in un modo piuttosto...
strano.
Praticamente
mi ha lanciata in acqua senza salvagente e mi ha detto “O
nuoti
o affoghi!” ed io ho nuotato ovviamente.
Avevo
7 anni circa..
In
quel modo imparai a nuotare e il giorno dopo, decise che era il caso
di imparare anche ad andare in bicicletta.. Mi fece salire su una
bicicletta rosa nuova di zecca, con un bellissimo cestino davanti e
mi spiegò come fare..
Mi
tenne per un po' dal sellino e dopo mi lasciò andare urlando
come un
pazzo quando vide che avevo imparato..
Stranamente,
con mia grande sorpresa, non caddi e mi divertii un mondo..
Poi
quando fui più grande mi insegnò tutte le lingue
che conosco e
altre cose..
A
14 anni mi insegnò a preparare i mojito. Mia madre voleva
ucciderlo.. ma lo ammetto, ero piuttosto brava a prepararli.
Il
mio nonno... io gli voglio tantissimo bene.
Arrivo
a casa e parcheggio l'automobile nel vialetto.
Entro
dentro canticchiando e trovo mio marito, mio cognato e mio nonno
seduti sul divano a bere birra..
A
dire il vero credo che stessero guardando qualche canale porno..
E
lo penso perchè appena sono entrata hanno spento la tv con
fare
indifferente..
Castiel
mi sorride imbarazzato ed io mi accorgo solo allora che Gabriel e mio
nonno stanno mangiando delle patatine.. Sul divano e sul tappeto
è
pieno di briciole..
Sorrido
loro e prendo scopa e paletta poggiandola lì accanto.
“Quando
finite, pulite.. Non voglio nemmeno una briciola per terra.”
dico
loro accarezzando i capelli di Castiel.
“Agli
ordini!” esclama Gabriel.
Sorrido
e mangio una patatina.. “Non tornerò per pranzo..
Passerò a
prendere Gabriel all'asilo e andrò da Sirahel.. Lui e
Stefany devono
fare la pace, ed io mi assicurerò che la
facciano.” spiego.
“Amore,”
mi dice Cass “forse è meglio lasciare che se ne
occupino da soli.”
“Ovvio..
darò solo una.. piccola spinta.” lo rassicuro.
Gli
sorrido e salgo di sopra per vedere se Stefany è nella sua
camera.
Busso
ed entro.
La
trovo a letto, che guarda la tv, piangendo..
Sospiro
e le dico di prepararsi perchè andremo da Sirahel..
Lei
obietta e poi acconsente.
E
mentre si prepara, io vado nella mia camera per prendere un fermaglio
per i capelli.
Mi
metto davanti allo specchio e li lego in un coda.
“Posso?”
mi dice mio nonno avanzando piano.
Gli
sorrido e lo invito ad entrare...
“Nonno..
ti stai divertendo con Gabriel e Castiel?” chiedo.
“Sono
adorabili!”
Sorrido
e lui mi prende le mani..
Non
mi piace quella faccia..
“Allison..
io dispongo di un patrimonio di 5 miliardi di dollari..”
inizia.
“Lo
so nonno.. Ne dispongo anche io.”
“Si,
lo so.. Ma io ho deciso cosa farne..”
Ok..
sentiamo le sue idee.
“Cosa
vuoi farne?”
“Manderò
due miliardi in Africa lì, dove ero con medici senza
frontiere,
affinché costruiscano case, scuole, strade e pozzi di
acqua..” mi
dice “E gli altri tre, sono tuoi. Uno per te e tuo marito e
due per
i miei nipotini..”
Cosa?
Ma come farà lui a vivere?
“Ma
nonno..”
Alza
la mano e mi blocca “Lunedì andrò a
ricoverarmi in una casa di
cura.. Una di quelle belle.. Stile albergo a cinque stelle.. Ho
già
pagato per i prossimi 25 anni.. E ho regalato loro dei soldi, visto
che non ho altri 25 anni..”
Sono
allibita.. E' ammalato?
“Nonno..
sei... malato?”
“No
tesoro.. Ma sono in pensione e invece di comprare una casa per
viverci solo, voglio andare a vivere in questa bella struttura.. Con
persone della mia età che contagerò con il seme
della giovinezza.”
mi dice serio.
“Ma
nonno, tu puoi..”
“Niente
ma!” esclama prendendomi il viso tra le mani “Ti
voglio bene e ho
deciso.. Ora, invece di piangere godiamoci questi giorni in cui
starò
qui.” aggiunge asciugandomi gli occhi riempitisi di lacrime.
E'
inutile che io discuta con lui.. La mia testardaggine viene da lui.
Annuisco
e sorrido abbracciandolo. “Ti voglio tanto bene.”
“Ti
voglio tanto bene anche io.”
Rimango
tra le sue braccia per un po' e poi sento Stefany uscire dalla sua
camera.
Gli
do un bacio sulla guancia e sospiro. “Tu, Cass e Gabriel
dovreste
andare a divertirvi stasera.. Ma senza spogliarelliste..”
“Sissignore!”
esclama lui.
Rido
ed esco dalla stanza.
Scendo
di sotto con Stefany e saluto Cass e Gabe, poi usciamo.
Arriviamo
a casa di Sirahel dopo 10 minuti circa.
Trascino
Stefany fuori dalla macchina e salgo di sopra con lei..
Quando
mio padre ci apre, sgrana gli occhi e deglutisce a vuoto imbarazzato.
Entro
tenendo Stefany sotto braccio e li faccio sedere sul divano.
Faccio
un grosso respiro e mi metto lì davanti.
“La
vita è breve..” dico “E si,
papà, tu hai amato mamma e pensi
che nessun'altra sarà mai come lei per te.. E hai ragione.
Ogni
persona che si incontra durante la vita è unica,
inimitabile. L'hai
amata tanto e lei ha amato te. Forse non come volevi tu, ma ti ha
amato credimi.. Ma il fatto che con lei sia stato un amore
bellissimo, non prelude la possibilità che anche con Stefany
lo
sarà. Non sarà mai come con mamma, ma magari
sarà più bello.”
Entrambi
mi guardano e poi si guardano un attimo.
“Ora
vado a prendere Gabriel e quando torno voglio vedervi riappacificati.
Pranzeremo e ceneremo con voi.. E parleremo.” dico loro.
Do
un bacio sulla guancia a mio padre ed esco per andare a prendere il
mio piccolo amore.
Sono
sicura che quei due faranno la pace..
Ogni
amore è unico e speciale.. E credo che loro siano perfetti
l'uno per
l'altra.
*****
Allison
è appena uscita e suo nonno torna a sedersi sul divano con
un
sorriso soddisfatto sul viso.
Io
invece sono ancora scioccato perché lei ci ha quasi beccati
mentre,
con commento dettagliato di Gabriel in sottofondo, guardavamo quel
programma a luci rosse in cui delle donne nude facevano una specie di
balletto.
Che
vergogna.
Ally
non è stupida, l'ha capito sicuramente.
“Pare
proprio che oggi sia la nostra giornata, ragazzi miei” inizia
Matt
“Allison e junior staranno fuori fino a stasera! Per cui non
ci
resta che divertirci!”
Gabriel
ha uno sguardo che non mi piace, in certe situazioni torna ad essere
semplicemente il Trickster dei secoli passati, come adesso!
E
questo mi inquieta.
Senza
contare che questi due hanno molto in comune e ciò mi
spaventa
letteralmente. Se si mettono in combutta, mi cacceranno nei guai, ne
sono certo.
“Divertirci?
Cosa intendi precisamente?” domando io sospettoso.
L'anziano
casanova sorride e lancia un'occhiata a mio fratello, che mi sembra
decisamente compiaciuto.
“Beh,
il programma che propongo io è il seguente” fa una
pausa e sembra
concentrarsi “entriamo ed usciamo da ogni sorta di locale che
troviamo lungo il nostro cammino!”
Sento
la mia mascella toccare terra, sembrava chissà qualche piano
avesse
escogitato e poi se ne esce con una cosa... alla Gabriel!
“Direi
che è un ottimo piano!” dice infatti l'Arcangelo.
Io
scuoto il capo. “Voi andate, io non...” tento di
oppormi, ma
un'occhiataccia da entrambi mi fa tacere.
“Ascolta
ragazzo” inizia il nonno di Ally “non voglio
metterti nei guai
con mia nipote, ma ascoltami bene. Io lunedì vado
spontaneamente in
un ospizio perché sono vecchio ma non mi piace stare da solo
né
voglio invadere la vostra vita che, da quello che mi è parso
di
capire, è già abbastanza strana. Dannazione, sto
parlando con due
angeli! Dunque, stasera voglio divertirmi e tu verrai in giro con
noi, e non temere, non ti metteremo in condizioni di litigare con tua
moglie. Vero Gabe?”
“Sì
sì! Puoi stare tranquillo fratello!” mi assicura
con un sorriso.
Ma
è proprio quel sorriso che mi preoccupa...
Alla
fine mi arrendo e dopo aver rimesso ordine in casa, ovviamente coi
poteri di Gabriel, usciamo di casa.
Io
ero convinto che i locali mondani aprissero di sera, invece
già nel
primo pomeriggio molti pub e affini sono aperti.
Così
iniziamo proprio da quelli. Gabriel e Matthew bevono come spugne, il
primo non ne risente minimamente perché è un
angelo, il secondo
perché probabilmente beve da sessant'anni.
Io
comincio a sentirmi strano dopo la terza birra.
“Allora
tu eri morto e mia nipote è venuta a prenderti
all'inferno”
ricapitola Matt parlando con Gabe.
“No”
risponde l'altro alzando un dito in aria “ero in purgatorio!
E sì,
la tua bella nipotina mi è venuta a tirare fuori da
lì. Quando l'ho
vista non ci credevo, non poteva essere vero che stavo per tornare in
pista! Credo di essere il regalo di compleanno per il mio
fratellino.”
“Capisco.
Beh, allora brindiamo al tuo ritorno e al compleanno del mio nipote
acquisito!” e alza il suo boccale di birra.
Bevono
mentre io cerco di non farlo, sento di essere sul punto di sbronzarmi
come mai.
E
se mi ubriaco Allison si arrabbierà molto.
Mi
domando come stia andando il suo piano di riconciliazione per Sir e
la sua fidanzata.
“Ragazzi,
direi che ora di andare in un posto. Lo spettacolo inizia tra
mezz'ora circa.” ci annuncia d'un tratto Matt.
Gabriel
esulta mentre io non reagisco, è incredibile come l'alcool
abbia un
tale potere su di me.
Esco
dal locale con la testa che mi gira un po', ma ho il sospetto che la
notte sia ancora lunga.
Arriviamo
in questo locale che ha un'insegna coloratissima e sfavillante,
Gabriel sta dicendo al vecchio Morgan di conoscerlo già.
Chissà
perché non mi stupisce più di tanto.
Entriamo
e l'atmosfera è strana.
Luci
soffuse, musica suadente, e solo uomini in attesa dello spettacolo,
come lo ha chiamato nonno Matt.
Ho
capito che c'entrano le donne, ma credo di aver dimenticato cosa
faranno.
Temo
di essere... non ubriaco no, ma un po'.. alticcio.
Ci
sediamo di fronte ad un lungo bancone... no non è un
bancone, è una
specie di... passerella.
“Vedrai
Cass” mi dice Gabriel vedendomi perplesso “ti
piacerà!”
Faccio
spallucce e guardo verso il piccolo palco posto all'inizio di questa
passerella. Improvvisamente piccoli riflettori illuminano il sipario
e...
Oh
per la miseria.
Una...
decisamente bella ragazza esce da dietro la tenda, indossa una specie
di costume che lascia ben poco all'immaginazione. Tutti applaudono,
compresi i miei amici, mentre io la guardo a bocca aperta.
Gabriel
mi dà una gomitata. “Cass? Sei vivo? So che
è scioccante, ma
riprenditi o chiameranno un'ambulanza!” mi prende in giro.
Gli
lancio un'occhiata risentita. “Ma che dici? Sto
benissimo..”
rispondo, anche se tra alcool e la ragazza appena entrata, non credo
di stare molto bene.
La
giovane inizia ballare in modo equivoco, tra i fischi e i commenti di
tutti gli uomini.
Oh
no, si avvicina a noi.
Si
muove sinuosa davanti a noi e dopo essersi stesa a terra, si toglie
una specie di elastico dalla coscia, lanciandolo verso Gabriel.
Lui
lo afferra prontamente e le sorride, lei gli strizza l'occhio e per
un attimo mio fratello mi sembra.... imbarazzato?
Gabriel
imbarazzato?
No,
devo essermi sbagliato.
“Questa
pupa vuole farmi impazzire” commenta mostrandomi il cimelio,
poi
prende una banconota dalla tasca e quando la ballerina si avvicina,
la infila nell'altro elastico sulla gamba.
“Così
puoi ricomprarti la giarrettiera che hai regalato a me!” le
urla.
Lei
sorride e continua a ballare provocante davanti a noi.
Nonno
Matt ride e fischia, Gabriel osserva un po' la ragazza e un po' il
suo regalo, io guardo tutto questo e mi sento confuso ma...
divertito.
Non
sto facendo niente male, no?
Voglio
dire, sto solo guardando una bella ragazza bionda che ancheggia
provocante e che regala giarrettiere a Gabriel.
Non
tocco nulla.
Lo
spettacolo finisce col botto.
La
ballerina... no, la spogliarellista, dopo aver regalato in giro pezzi
del suo già ridotto abbigliamento, si toglie il reggiseno,
suscitando un'ovazione da parte di tutti gli uomini.
I
miei amici ridono e battono le mani e fanno commenti sottovoce
irripetibili, mentre io, lo ammetto, vorrei guardare altrove ma non
ci riesco.
Io
amo e desidero solo Allison, ma sono un uomo, che ci posso fare se mi
piace guardare le donne?
Se
sono mezze nude poi...
Lo
spettacolo è finito e noi ci avviciniamo al bar vicino
l'entrata,
per il bicchierino della staffa, come lo chiama Matt.
Altro
che bicchierino, iniziamo a bere di nuovo come se avessi appena
cominciato.
Dopo
mezz'ora sono completamente andato, ma non lo do a vedere, ho la mia
dignità.
Usciamo
dal locale ambiguo con Gabe che mi fissa ridacchiando.
“Che
hai da ridere?” gli chiedo
“No
niente...” fa una pausa e riprende “sei sbronzo da
paura!”
“Non
è vero!”
“Sì
sì fidati, sei andato. Pieno come una botte! Sei troppo
divertente,
hai gli occhi rossi!”
Io
sarò pure un po' brillo, ma anche lui è strano.
Credo
abbia bevuto troppo anche lui e ora, pur dissimulando, ne risente.
Invece,
sorprendentemente, il nonno di Allison sembra stare benissimo.
Che
ci abbia fatto bere per divertirsi alle nostre spalle mentre lui ha
finto di bere?
No
no, che dico, ha bevuto eccome!
Mi
massaggio la fronte e vorrei solo andare a casa, ma loro due
parlottano tra di loro e dopo alcuni secondi, si mettono uno alla mia
sinistra e l'altro alla mia destra con un sorriso quasi maligno.
“Voglio
andare a casa, Allison sarà preoccupata.” dico
cercando di
mantenere ferma la voce.
“Dopo
ci andrai, fratellino. Ora dobbiamo andare al mare!”
“Co?...”
Ma
non ho il tempo di finire che Gabriel ci fa spiccare il volo.
È
da una vita che non volo e da passeggero è orribile!
Atterriamo
su una spiaggia e io cado in ginocchio, mentre Matt è
euforico.
“Dannazione!
Volare è fantastico!” commenta.
“Ehi
Cass, stai bene?” mi chiede mio fratello.
Lo
guardo e nonostante la scarsa luce, mi accorgo che sta sorridendo.
“Si
si, sono a terra per cercare conchiglie!”
Scoppiano
a ridere e il vecchio medico inizia a spogliarsi.
“Su
ragazzi, che aspettate? Dobbiamo fare il bagno di
mezzanotte!” e
nudo, corre in acqua.
“Non
vorrai farlo anche tu, spero!” grido all'Arcangelo.
“Indovina!”
e imita Matt.
“Voi
siete pazzi! Ehi tornate qui!” grido inutilmente.
Questi
sono completamente fuori, se sperano che io faccia altrettanto, si
sbagliano di grosso!
“Caaaass”
mi chiama Gabriel petulante “che aspetti? Ti vergogni? Dai,
non
sono le dimensioni che contano!”
Sento
una risata isterica partire dall'acqua, mentre io mi sento
profondamente offeso.
“Sì
hai ragione, è questo ciò che ha pensato la
spogliarellista!
Altrimenti non si spiega perché ti ha dato
confidenza!” replico io
avvicinandomi all'acqua barcollando un po'.
“Che
vuoi insinuare?”
“E
tu che vuoi insinuare?”
“Che
non si vede neanche!” insiste Gabe.
“Hai
mai sentito parlare del mostro di Loch Ness? Sono io!” dico
io
risentito.
“Ah
ah, come no! Allora perché non ti spogli?”
“Perchè
io ho una dignità!”
Improvvisamente
mi ritrovo nudo, Gabriel e i suoi stupidi trucchetti!
“Ma
che cavolo, Gabe!” mi lamento indignato.
“Su
su non fare la verginella” risponde lui “vieni qui
e non
rovinarci la festa facendo il puritano del cavolo!”
Mi
guardo intorno preoccupato e dietro gli insistenti richiami degli
altri due, mi arrendo ed entro in acqua.
Non
avevo mai visto il mare, né tanto meno c'ero entrato dentro.
Ma
è bello.
“Visto?
Non ti ha morso nessuno!” commenta Matt “E comunque
ragazzi, mi
spiace per voi. Ma se c'è uno stallone, quello sono
io!”
Così
dicendo, inizia a nuotare allontanandosi un po', anche Gabriel si
immerge e sparisce dalla mia vista.
Io
resto qui a fissare il cielo.
Che
sto facendo?
Vivo.
Usciamo
dall'acqua dopo neanche dieci minuti, e magicamente ci ritroviamo
vestiti e asciutti.
“Sei
un mago, Gabe!” si complimenta Matt dandogli una pacca sulla
spalla.
Si
siedono sulla sabbia e io, ovviamente, li imito.
“Bella
serata, vero?” commenta il vecchio Morgan.
Sia
io che l'Arcangelo guardiamo in alto, una miriade di stelle sulle
nostre teste sembrano lampeggiare, mentre la luna, ridotta ad uno
spicchio, ha un leggero alone intorno.
Mi
stendo sulla sabbia e sospiro.
Sono
ubriaco, ho visto dal vivo una spogliarellista, ho fatto il bagno
nudo nel mare.... e sono felice.
Per
una volta, sono loro ad imitare me. Si stendono sulla sabbia e
guardano il cielo.
“Cass”
mi chiama mio fratello “ti manca il Cielo?”
“No.
Mi manca il sentirmi a casa lì, ultimamente non mi ci
sentivo più.”
ammetto sincero.
“Vale
anche per me.”
“Ragazzi...
è bello essere un angelo? Voglio dire, come ci si
sente?” ci
chiede Matt curioso.
E
come spiegarglielo?
“Beh”
prende parola Gabriel “vivere in eterno ed essere dei
supereroi, è
stupendo. Voliamo e possiamo fare un sacco di cose. Ma non siamo
liberi.”
Già,
solo che non ne sentivamo il bisogno, stavamo bene così,
penso
sospirando.
“Dunque
preferisci essere umano?” continua il nonno di Allison.
Gabriel
tace per un attimo. “Preferisco essere tutti e due.”
“Io
no, io ho scelto” mi intrometto “ho scelto
l'umanità.”
“Tu
hai una valida ragione” sottolinea l'Arcangelo
“anzi, due valide
ragioni. E tra poco ne nascerà una terza. È
diverso.”
“Anche
tu potresti avere una famiglia, no? Sei un angelo, ma stai dentro il
corpo di un uomo.” gli fa notare Matt.
Nonostante
il buio, vedo Gabriel girarsi a guardarmi. Questo non può
essere e
lo sappiamo entrambi.
Lui...
non può diventare umano, gli Arcangeli non possono o almeno
non è
facile come lo è stato per me.
E
non possono avere una famiglia restando Arcangeli. Nascerebbero
bambini come Allison e... lei ha sofferto quando ha scoperto la
verità sulla sua origine, nessun bambino merita di sentirsi
diverso.
Senza contare i pericoli che un bambino così speciale
correrebbe.
Anche
i miei figli saranno sempre diversi, soprattutto il maschietto. Ma
avrà due Arcangeli ad aiutarlo.
“Ci
penserò” taglia corto Gabriel.
“Sapete,
è stata una serata stupenda. Dico sul serio, mi sono
divertito da
matti” ci dice il nonno di Ally.
“Anche
per noi, e anche se il qui presente Flanders ha tentato di
rovinarcela, sono sicuro che si è divertito da matti. Vero
Cassy?”
“Sì,
è vero” ammetto “mi sono
divertito.”
Sentiamo
il rumore di un accendino, mi volto a guardare in direzione del
rumore e vedo un puntino rosso, poi del fumo.
“Ehi,
avete mai provato?”
Gabriel
si siede e prende quello che gli sta offrendo Matthew. “No,
ma c'è
sempre una prima volta.” dice.
Un'altra
nuvoletta di fumo.
Stanno
fumando? Oh no, e dall'odore non è tabacco!
“Cass,
non è facile che io subisca l'effetto di alcool, droghe o
medicinali. Ma questa spacca!” mi dice Gabriel offrendomi la
corta
sigaretta dalla quale ha appena aspirato.
“No”
rispondo convinto.
“Dai”
“NO!”
“Suvvia
ragazzo, Allison non lo saprà mai” insiste Matt.
“No,
sul serio.”
“Cass,
fidati. Vedrai gli angeli!” mi assicura Gabriel facendo una
battuta
davvero squallida.
Ma
che mi fa ridere.
Mi
arrendo e provo anche questa esperienza.
Non
vedo gli angeli, ma per un attimo ho visto un arcobaleno.
“Oh
che bravo!” si complimenta mio fratello “ora ti
manca un
tatuaggio e sei un vero duro!”
Io
non rispondo, mi sento confuso e mi gira la testa.
“Cass?
Sei con noi?” sento dire a nonno Matt.
“Credo.”
rispondo incerto.
Sento
le loro risate e poi...
Riapro
gli occhi e mi ritrovo a casa, disteso sul letto in camera nostra.
“Ma
che è successo?” chiedo anche se non vedo nessuno.
“E'
successo che tra alcool e droga sei svenuto!”
La
voce di Allison arriva dal bagno, dal quale esce pochi istanti dopo.
È
arrabbiata.
Mi
metto seduto e cerco di riordinare le idee, ma è difficile
visto che
non sono mai stato così confuso in vita mia.
“Ally...
io...” farfuglio, le scuote il capo e si siete sul letto
accanto a
me.
“Non
ci credo. Tu e quei due vi siete dati alla pazza gioia tra ballerine
e stupefacenti! Ora il nonno è sul divano che dorme
profondamente e
Gabriel quando ha provato ad andare via, si è quasi
schiantato al
suolo. È tornato in casa chiedendo ospitalità
perché non ce la
faceva a volare e ora se ne sta in cucina con la testa poggiata sul
tavolo. Tre adolescenti, ecco cosa siete!”
Esprime
tutto il suo disappunto mentre mi sbottona la camicia.
“Si
hai ragione” ammetto sorridendo “siamo tre
imbecilli. Ma non ho
fatto nulla di grave... è vero c'era quella donna nuda che
ballava,
ma ho solo guardato...”
Allison
sgrana gli occhi. “Ah, e questo è meno grave
secondo te?”
“Sì...
perché io amo te e non voglio nessun'altra donna. E poi
quella aveva
puntato Gabe, quell'uomo è una calamita per le
donne...”
“Su
forza, alzati e vieni con me, hai bisogno di un bagno caldo.”
Obbedisco
e anche se barcollo, arrivo in bagno. Finisco di spogliarmi e faccio
per immergermi nell'acqua calda e profumata, quando Allison mi ferma.
“E
questo che diavolo è?” urla dietro le mie spalle.
“Questo
cosa?”
“Ti
sei fatto un tatuaggio sulla schiena?! Tu sei pazzo!”
Riacquisto
un minimo di lucidità e mi avvicino allo specchio sul
lavandino,
faccio una torsione del busto e guardo cosa ha visto Ally.
“Porca
puttana....” impreco quando le vedo.
Due
ali nere partono dalle scapole e finiscono dove non batte il sole.
“Gabriel”
sentenzio a denti stretti “è stato lui.”
Lei
sospira e mi riporta accanto alla vasca. “Siete due... non so
nemmeno come chiamarvi! Avete fatto di tutto, bevuto, fumato,
guardato spettacoli a luci rosse e alla fine ti ha anche stampato due
alacce nere sulla schiena! Assolutamente incorreggibili!”
Forse
mi sbaglio, ma Allison mi sta prendendo in giro. Fa finta di essere
arrabbiata ma non lo è sul serio.
Mi
immergo nell'acqua sparendo in essa, per poi riemergere sospirando.
“Perdonami
amore” le dico “so che sei arrabbiata, ma credimi,
non è stato
niente di orribile. Mi sono divertito con quei due, non credevo di
riuscire a farlo. Tuo nonno è uno spasso, matto ma
assolutamente
fantastico. E Gabriel... beh Gabriel è sempre lui. E sono
così
felice di riaverlo” mi fermo e mi schiarisco la voce
“grazie
Allison, per tutto quanto. Per essere la mia compagna, per avermi
dato un figlio e per essere sul punto di darmene un altro. Grazie per
il tuo amore e la tua comprensione. E grazie... per mio fratello e
per questa serata indimenticabile.”
La
guardo e vedo che sta sorridendo, mi accarezza i capelli e mi bacia
la fronte. “Non devi ringraziarmi, non ho fatto nulla di
speciale.
Io dovrei dire a te grazie, e lo sai. Per tante cose. E i nostri
bambini, sono un regalo reciproco, così come l'amore. E per
le ali
non preoccuparti, sono d'inchiostro lavabile. Appena arrivati, la
prima cosa che Gabe ha fatto è stato discolparti dicendo che
erano
finte e sarebbero andate via. Poi è quasi caduto a terra
ridendo!
Cass! Perché piangi?”
E'
vero, alcune lacrime mi rigano il viso e non riesco a fermarle,
Allison mi accarezza una guancia guardandomi preoccupata.
“Perchè
ho paura che tutto questo possa finire” ammetto “ho
paura che io
possa svegliarmi e scoprire che è solo un sogno,
ritrovandomi in una
realtà orribile che non mi appartiene, ma che è
quella vera.
Scoprire che tu non esisti nemmeno e che i nostri figli non
esistono...”
I
latini dicevano In vino veritas, e avevano ragione.
Sono
felice, ma ho tanta paura.
Allison
mi abbraccia finendo quasi nella vasca. “Siamo tutti reali,
la
nostra vita è reale, e in questo momento Sophia sta
scalciando
furiosa, non vuole sentire il suo papà dire queste
cose.”
Si
stacca da me e mi guarda, ha le lacrime agli occhi.
Sono
un cretino, un vero idiota.
“Scusami...
ho bevuto e parlo a vanvera.”
“Non ti preoccupare amore, va
tutto bene.”
Esco
dall'acqua e il mio amore mi aiuta ad asciugarmi e a vestirmi, non
prima di aver visto che effettivamente il tatuaggio è
sparito.
Quel
folle di Gabriel...
E'
tardissimo, forse le due o le tre di notte, e casco dal sonno.
Ci
mettiamo a letto e l'abbraccio stretta, per quanto il suo adorabile
pancione lo permetta senza che faccia del male ad entrambe.
“Mi
perdoni?” le chiedo.
“Non
sono mai stata arrabbiata con te.” ammette, anche se in fondo
lo
sapevo.
“Grazie
amore mio.”
Mi
addormento praticamente di colpo, sfinito ma felice.
Anche
se c'è qualcosa, in fondo al mio cuore, che mi preoccupa.
|
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Capitolo 56 *** Fashion show ***
Fashion
show
Ho
appena accompagnato il mio bimbo all'asilo e l'ho fatto a piedi.
Manca
poco al mio parto e camminare mi fa bene..
Oltretutto
il mio pancione non mi permette di guidare in modo sicuro,
perchè...
beh ecco, tocca lo sterzo e quindi per non farmi male devo mandare
tutto il sedile indietro e i miei piedi non arrivano bene ai pedali.
Quindi
per evitare di andare a sbattere contro qualcosa, impossibilitata a
frenare se servisse, ho deciso di accompagnarlo a piedi.
Lì,
ho incontrato la mamma di un nuova bambina.. Nuova nel senso che
è
appena arrivata.
La
bambina si chiama Melody e la mamma si chiama Melissa.
Gabriel
e la piccola hanno fatto subito amicizia, e anche io e Melissa.
Mi
ha raccontato di aver divorziato da poco, dopo un matrimonio durato
circa 3 anni e mezzo.
E
mi ha detto che lei e Melody hanno deciso di trasferirsi qui per
questo, per voltare pagina e perchè lei, Melissa, ha deciso
finalmente di realizzare il suo sogno di diventare una stilista.
Ha
disegnato la sua prima collezione, di abiti premaman, e ha
organizzato una sfilata qui a Los Angeles, con il patrocinio di una
piccola organizzazione privata che si prodiga per aiutare le giovani
madri single che vogliono lavorare.
“Trovo
che sia una splendida idea.” le
ho detto.
E
lei mi ha risposto con una proposta che mi ha lasciato perplessa per
parecchi secondi.
Mi
ha chiesto di farle da modella..
Visto
che sono incinta, e secondo lei, sono bella come un angelo, mi ha
chiesto di sfilare per lei proponendo la sua collezione primaverile e
anche la sua collezione autunno inverno.
Sono
pochi capi e la sfilata si terrà in un grandissimo hotel in
centro.
Bella
come un angelo..
Beh,
mezzo angelo lo sono per davvero in effetti.
Le
ho detto di no, e le ho spiegato che mio marito non è
molto...
felice quando gli altri uomini mi guardano.
E
lei mi ha detto di avere un metodo infallibile per convincerlo ad
accettare: un book fotografico.
Infatti
me ne ha fatto uno con alcuni pezzi della collezione, che
indosserò
se dirò di si.
Mi
ha detto di tenerlo, qualunque sia la mia risposta.
E
se sono d'accordo e anche Cass lo è, la sfilata è
domani sera alle
20.30 al Palace.
Sospiro
e arrivo nel vialetto di casa.
Non
credo che Castiel accetterà, ma tentar non nuoce e, lo
ammetto, mi
piacerebbe fare questa sfilata.
E'
strano.
Quando
ero adolescente ho avuto un sacco di queste possibilità e
non mi
sono mai interessate e ora..
Beh
ora mi sento come se avessi la possibilità di rivivere,
tramite
queste piccole cose, i migliori anni della mia giovinezza.
So
che quegli anni sono andati e non torneranno.
E
so anche che ora sono una moglie ed una mamma e che non posso
comportarmi come un'adolescente, ma..
Che
male c'è se sfilo per aiutare un'amica a lanciare la sua
linea di
moda?
Entro
in casa e Cass è in cucina.
Sta
mangiando un'arancia ed io aspetterò che finisca, prima di
dirgli
della sfilata.
Non
voglio che si strozzi.
Sospiro
e mi siedo lì a tavola accanto a lui.
“Posso?”
gli chiedo indicando l'arancia.
Lui
sorride e mi porge uno spicchio. “Certo amore.”
“Scusa
se ho fatto tardi, ma ho incontrato una donna, Melissa. Si è
appena
trasferita qui con la figlioletta, Melody. La bimba va all'asilo con
Gabriel e credo che andranno d'accordo.”
Castiel
ingoia l'ultimo spicchio di arancia e mi bacia una mano. “E'
simpatica?”
“Si,
lei è.. simpatica. Mi ha.. proposto una cosa.”
inizio un po'
incerta poggiando il book sul tavolo.
“Cos'è?”
mi chiede Cass incuriosito.
“E'
un book fotografico. Perchè Melissa, la donna che ho
incontrato
oggi, è una stilista che ha organizzato una sfilata di moda,
di
abiti premaman per domani sera al Palace. E mi ha chiesto di sfilare
per lei e rappresentare la sua linea.”
Cass
mi fissa.. perplesso, molto perplesso. “E hai
accettato?”
“No.
Ho detto che avrei dovuto parlarne prima con te. Questo book lo ha
realizzato per me e me lo ha regalato, qualunque sia la mia risposta.
Dacci un'occhiata se vuoi. Sono gli abiti che dovrei portare in
passerella.” gli spiego “Pensaci.. Io vado un
attimo di sopra e
quando torno qui ne parliamo.”
Gli
do un bacio e salgo di sopra.
Che
mi dica di no, oppure di si è uguale.. Io lo amo, e se lui
è felice
per me va bene qualunque cosa.
*****
La
guardo uscire dalla cucina e sospiro.
Non
capisco nulla di sfilate, ma ricordo molto bene la faccia e i
commenti di Dean quando, in qualche modo, si trovava ad assistere a
qualcosa del genere, in Tv o dal vivo.
E
non mi piace quello che ricordo.
Ma
dopotutto questa sarebbe sarebbe diversa, Allison vestirebbe degli
abiti per donne incinte, non certo minuscoli abiti succinti o costumi
da bagno inesistenti!
Prendo
il libro che ha posato sul tavolo e lo apro.
Resto
letteralmente a bocca aperta, sono delle foto... meravigliose.
Allison
è stupenda, in una foto indossa un lungo abito a fiori e in
un'altra
un abito chiaro più corto con una specie di sandali
bizzarri, ma che
addosso a lei sono perfetti.
Oddio...
questa è stupenda ma mi arrabbierei se la vedessero altri.
Indossa
un cappotto corto, bianco, che lascia scoperte le sue bellissime
gambe fino alle cosce.
È
bellissima... una creatura perfetta. E l'adorabile pancione che
protegge nostra figlia, rende ogni foto ancora più
spettacolare.
È
davvero mia questa donna?
Come
fa una bellezza del genere a stare con me?
Scuoto
il capo un po' triste e giro pagina.
Oh
per la miseria.. davvero una donna incinta indosserebbe questo?
Un
abito nero corto, con una cintura rossa sotto al seno.
È
bella da far male, adoro i suoi capelli e la sua pelle chiara, non ha
mai messo un rossetto così... rosso, sulle labbra.
È...
ho già detto che è stupenda?
Forse
è meglio se smetto di vedere queste foto, inizio a fare
pensieri
decisamente inopportuni.
Allison
è quasi all'ottavo mese di gravidanza, e proprio non
possiamo...
E'
da un bel po' che non stiamo insieme, per la precisione tre mesi e
dieci giorni.
È
che quando si tratta di sesso beh... perdo un po' il controllo.
Anche
lei non scherza per niente, comunque.
Dunque
niente.
E
vederla così, con le gambe scoperte e con questi capelli
sciolti e
la bocca così rossa e sensuale.... mi fa salire il sangue
alla
testa.
Richiudo
il libro e la vedo tornare, ha raccolto i capelli e indossa uno dei
suoi adorabili abitini per donne incinte.
Ma
questo è scollato. Mi vuole vedere morto?
“Allora
amore” esordisce sorridendo “piaciute le
foto?”
Deglutisco
e annuisco rispondendo al sorriso. “Sono molto belle tesoro,
sei
stupenda come al solito.”
Si
siede accanto a me e mi guarda negli occhi. “Cosa ne pensi?
Voglio
dire, della sfilata.”
Ah
già, la sfilata!
Non
c'ho pensato minimamente.
“Beh”
inizio fingendo di averci riflettuto a lungo “se a te fa
piacere
amore, per me va bene.”
Sgrana
gli occhi e mi tocca la fronte. “Hai la febbre?” mi
chiede
ironica.
Ridacchio
e le prendo la mano, baciandogliela. “No, sto benissimo.
È solo
che... non credo sia una cosa così grave. Voglio dire, non
sono
vestiti.. come dire... succinti, sono abiti per future mamme. E poi
ci sarò anche io presente, vero?” le chiedo.
“Certo!
Certo che ci sarai amore, e anche nostro figlio! Davvero non ti da
fastidio che io sfili?”
Faccio
un movimento con la testa che è un incrocio tra il diniego e
l'assenso. “Ok... sai che la gelosia è il mio
tallone d'Achille,
lo è sempre stato e diventare umano non l'ha scalfito
più di tanto.
Ma come già detto, questa volta non ci vedo nulla di
particolarmente
pericoloso per la mia serenità di uomo, e per
l'incolumità di
altri. A meno che non si presenti il nostro vicino..”
Già,
il caro Martin, quello che provò a baciare la mia donna.
Quel
pugno poi gliel'ho dato sul serio. Che soddisfazione vederlo
sanguinare dal naso e lamentarsi per il dolore.
Allison
sorride e scuote il capo. “Non credo che verrebbe comunque,
l'hai
spaventato a dovere!” fa una pausa e mi accarezza il viso
“grazie
Cass, non pensavo saresti stato così comprensivo. Sono
proprio
fortunata, non tutti avrebbero accettato.”
“Quello
fortunato sono io” obietto “sei così
bella da spaventare. Come
fai a stare con me?”
Lei
trae un profondo respiro e mi prende una mano.
“Perchè sei dolce,
e tenero. Gentile e un po' ingenuo, a volte. Ma forte e coraggioso,
senza contare che sia tu che il tuo tramite siete molto belli, ti ho
visto nella tua vera forma, ricordi? Hai degli occhi stupendi. E sei
un'amante meraviglioso” conclude con un sospiro.
“Lo
fai apposta, vero?” le chiedo.
Lei
scoppia a ridere. “Sì! Mi piace provocarti, che ci
posso fare?”
ammette facendo spallucce.
Scuoto
il capo e sospiro, dopo il parto faremo i conti, te l'assicuro...
“Comunque”
riprende distraendomi da certi progetti per il futuro “quale
foto
ti piace di più?” e apre il libro.
“Ehm”
inizio in difficoltà “questa.”
In
questa foto indossa un lungo abito bianco, sembra un abito da sposa e
le sta benissimo.
Ma
non è questa la mia foto preferita.
Allison
mi guarda e sorride sorniona “Bugiardo”
“Perchè
bugiardo?” le chiedo corrugando la fronte.
Sfoglia
il libro sorridendo e si ferma ad una pagina ben precisa.
“Perchè
io sono certa, che è questa la tua foto preferita.”
Mi
mostra la foto in cui indossa quel cappotto bianco.
Sì,
l'adoro. Quelle fossette sulle guance, e i capelli sciolti e....
sì,
quelle gambe!
“Beccato,
eh?” dice trionfante.
“Sì”
ammetto “ adoro questa foto, ma non è
l'unica” e togliendole il
libro dalle mani, le mostro la foto che ho in mente.
Lei
la guarda e sorride “Questa non è propriamente...
materna, come
foto. Sono un po' aggressiva.”
E'
la foto del vestito nero con la cintura rossa, e le labbra dello
stesso colore.
“Credo
sia per questo che mi piace.”
Mi
guarda e si avvicina, dandomi un bacio sulla guancia.
“Ti
piaccio aggressiva?” mi dice all'orecchio.
Scatto
in piedi e mi allontano di qualche passo.
“Allison...” la
richiamo.
Lei
ridacchia e si riavvicina. “Che c'è? Era solo una
domanda” fa
con innocenza.
Non
era una domanda, era una provocazione.
“Sì
certo ehm... vado a prendere Gabriel.”
“Ci
vuole ancora un'ora” obietta.
“Faccio
una passeggiata” rispondo.
Lei
mi si avvicina pericolosamente e mi prende il viso tra le mani.
“Sai
che esistono posizioni d'amore inventate appositamente per le donne
incinte? So di alcune che l'hanno fatto fino a pochi giorni prima del
parto!”
Alzo
gli occhi al cielo e lei ride di gusto, sa che certi discorsi mi
sconvolgono. E non so neanche fino a che punto stia scherzando.
Con
Allison non si sa mai.
“Tesoro,
non farmi di questi discorsi. Ne riparleremo dopo la nascita di
Sophia, ok? Ora vado sul serio a prendere Gabriel, è meglio
se esco
un po'.”
“Ok
amore” dice tornando un po' più seria
“stavo scherzando, credo.
Grazie ancora per aver detto sì a questo... vezzo femminile!
Sei
adorabile” e mi bacia sulle labbra.
“Di
nulla piccola, ora vado...” e mi allontano da lei, a
malincuore.
Sì,
è meglio se esco da casa, faccio una passeggiata e mi calmo.
Spero
di non aver sbagliato con la questione della sfilata, non ero molto
lucido mentre ne parlavamo.
Che
ci posso fare? Allison mi fa letteralmente impazzire.
Non
vedo l'ora che nasca Sophia. Non solo per conoscerla, finalmente.
Ma
anche per poter riavere la mia donna.
C'è
il rischio che la metta incinta per la terza volta.
Sospiro
ed esco di casa, con certe immagini che mi frullano in testa.
*****
Ci
siamo!
La
sera della sfilata è arrivata ed io sono elettrizzata. No,
non è
vero, sono terrorizzata.
Sono
dietro le quinte e mi accingo a sfilare su una passerella davanti a
migliaia di persone.
Tra
di loro ci sono volti che conosco, volti familiari.
Mio
marito, il mio bambino, mio padre e Stefany – finalmente
riappacificati – Gabriel e Sam e Dean.
Li
ho chiamati io perchè venissero e
“sostenessero” e
trattenessero Castiel dal picchiare qualcuno, ma da quello che Dean
mi ha detto quando sono andata a salutarli dopo il primo vestito, non
sono sicura che sia stata una buona idea.
“Woah..
Ma così non è giusto!” mi
detto “Non è possibile che
la modella più bella qui sia
tu. Sei la moglie di Cass ed io non posso nemmeno..”
Ma
si è fermato senza concludere la frase.
Si
è fermato sotto lo sguardo furioso di Cass e quello di
rimprovero di
Sam.
Mio
figlio li ha guardati e poi è scoppiato a ridere.
Piccolo
tesoro.. E' così dolce e socievole.
A
volte, di sera, mentre siamo seduti sul divano e gli leggo delle
storie, o gli canto delle canzoni, lui accarezza il mio pancione e
poi lo bacia sorridendo.
Credo
che non veda l'ora che nasca.
A
differenza di quello che di solito accade, credo che lui non
sarà
geloso della sua sorellina.
Cioè,
sicuramente un po' si, ma non sarà uno di quei bimbi che
piangono o
si innervosiscono solo perchè tengo in braccio al sua
sorellina e
non lui.
Sospiro
e guardo Melissa che si è appena avvicinata.
“Pronta?”
mi chiede sorridendo.
Annuisco,
ma non lo sono.
Non
so se ho ancora voglia di fare questa cosa. E non è
perchè ho paura
che si possano vedere eventuali imperfezioni.
Ho
solo paura che, anche se Cass ha detto che va bene, alla fine si
arrabbierà ed io non voglio litigare con lui.
“Si..”
sussurro “Ma prima devo fare una cosa. Quanto tempo ho prima
della
prima uscita in passerella?”
“Mh..
10 minuti.” mi comunica Melissa “Quindi vai, fai
quel che devi e
poi torna qui per salire in passerella.”
Le
sorrido e mi metto un accappatoio per non svelare il mistero del
primo abito e poi vado in mezzo al pubblico.
Per
fortuna la mia famiglia e i miei amici sono seduti in prima fila,
proprio lateralmente alla passerella e così ci arrivo subito
senza
dover passare in mezzo a questo pubblico entusiasta che, devo
ammetterlo, è molto di più di quello che mi
aspettavo.
Deglutisco
a vuoto e li guardo tutti.
“Amore..
che fai qui? Che succede?” mi chiede Cass attirando la mia
attenzione.
Sono
così emozionata che non mi sono nemmeno resa conto di essere
arrivata da loro.
Gli
altri mi guardano sorridendo e mi pare di aver notato Dean e Sirahel
scambiarsi due parole sorridenti..
Oh
cielo!
Hanno
trovato un modo per andare d'accordo.. Sono molto molto felice.
Il
mio bambino invece è in braccio a Sam e appena mi vede mi
saluta con
la mano sorridendo e mi manda un bacino.
Gliene
mando uno anche io e poi scuoto il capo e guardo Cass. “Ehm..
tra
dieci minuti inizierà la sfilata. Ed io non so se voglio
sfilare.”
“Cosa?
Perchè? Eri così entusiasta all'idea.
Perchè ora non vuoi farlo?”
“Perchè
non voglio litigare con te. Io ti amo e non..”
Lui
mi poggia un dito sulla bocca e sospira. “Perchè
credi che
litigheremo Ally? Ho detto che va bene e non mentivo. Va bene davvero
se sfili. Non farò il musone. Lo giuro!”
“Ma
Cass, se dovessi sentire qualche... apprezzamento o qualunque altra
cosa, staresti male ed io non voglio che tu stia male.”
“Invece
starò benissimo.. E sai perchè?” mi
chiede prendendo le mie mani
tra le sue “Perchè mentre loro faranno
apprezzamenti, sperando di
avere una donna come te, io li guarderò e
sorriderò perchè sei
mia.”
Corrugo
la fronte e poi scoppio a ridere..
E'
così umano ora che a volte fa discorsi sconclusionati.
Esattamente
come il resto dell'umanità.
“Quindi
vai, ed inizia questa sfilata ok?” mi dice ancora sorridendo.
Annuisco
sorridendo, mando un bacio al mio bimbo e dopo aver salutato tutti
torno dietro le quinte.
Quando
è il momento inizio a sfilare e contrariamente a quanto
credevo, mi
sento benissimo a farlo.
Il
pubblico applaudisce, Dean fischia – chi altro se non lui
– e
tutti sorridono.
L'ultimo
pezzo è il pezzo preferito di Cass.
Il
cappottino bianco.. e lui ancora non sa che, come tutto quello che ho
indossato stasera, è mio.
E
lo userò per una sfilata privata a casa.
Per
questo pezzo la passerella cambia un po'..
Viene
riempita di petali di rosa bianchi e ci sono due macchine per le
bolle che iniziano a sparare bolle di sapone non appena entro in
passerella..
Mi
fermo un attimo a riflettere prima di sfilare e mi guardo intorno..
Sta per finire, ed è stata una bellissima esperienza..
Volendo
potrei anche rifarla se mi venisse chiesto.
Sorrido
e poi inizio a camminare sicura e lentamente mentre le altre modelle
che hanno “coperto” i buchi tra i miei cambi, mi
fissano
sorridenti tutte intorno a Melissa.
Sono
felice.. Ho una famiglia.. un marito, un figlio ed una in arrivo,
degli amici e ora anche una sfilata da aggiungere alle mie
esperienze.
*****
E'
stata una serata strana. Mi sentivo a disagio tra quelle persone, e
le luci e la musica.
Allison
invece era felice, e mi ha fatto tenerezza quando è venuta
da me
dicendo che voleva mollare tutto perché temeva la mia
reazione di
fronte a commenti fuori luogo.
Che
ci sono stati in effetti.
Un
tizio di mezz'età accanto a Gabriel ha fatto apprezzamenti a
voce
alta circa le rotondità di mia moglie.
Mio
fratello l'ha guardato con uno sguardo feroce ma non ha detto nulla.
Ma
l'ho visto fare un gesto con la mano senza farsi notare.
Gli
ha tolto la voce. L'idiota ha iniziato a boccheggiare e poi in preda
al panico si è alzato ed è andato via.
Gabriel
mi ha guardato e ha fatto spallucce. “Aveva mal di gola,
poverino”
ha commentato con finta innocenza.
Io
ho semplicemente sorriso e ho nuovamente rivolto la mia attenzione ad
Allison.
Era
bellissima, raggiante e assolutamente... a suo agio, direi.
Specialmente verso la fine.
Adoro
quel cappotto bianco, su di lei splende letteralmente.
Anche
Dean ha apprezzato, visto che ha fischiato per quasi tutto il tempo.
Ho
fatto finta di nulla, inutile prendersela con un donnaiolo come lui.
In fin dei conti, Allison è mia e lui lo sa. E sa anche che
se
osasse solo sfiorarla, arriveremmo alle mani. E alle armi.
Senza
contare che ho un arcangelo dalla mia parte, cioè Gabriel.
Con
Sir ci sono ancora problemi, praticamente oltre il
“ciao” non
andiamo.
Oh,
l'incontro tra Gabriel e i Winchester era da riprendere con la
telecamera.
Non
c'era stata ancora l'occasione di dire loro che era tornato, e
sinceramente non ho pensato di farlo prima di questa sera.
Così,
quando si sono visti, Sam e Dean sono impalliditi e mi hanno guardato
come se volessero capire se lo vedevo anche io o lo vedevano solo
loro.
“Non
sono un fantasma, teste di rapa” li ha canzonati Gabriel
“sono
vivo e vegeto. Allison è venuta a tirarmi fuori dal
purgatorio.”
ha spiegato loro.
Beh,
dopo i primi minuti di confusione, tutto è tornato alla
normalità.
Ho
anche saputo che Gabe, tramite un dvd porno – tre anni fa mi
sarei
scandalizzato, ora no – ha spiegato loro come intrappolare
Lucifero.
Non
ne sapevo niente e ciò mi inquieta, ma hanno detto che mi
spiegheranno tutto in un altro momento.
A
parte questo particolare che mi ha “disturbato”,
è stata una
serata strana ma piacevole.
E
ora stiamo tornando a casa.
Allison
e nostro figlio sono in macchina con Sir e Stefany, io sono con i
ragazzi.
Gabriel
se n'è volato per conto suo, per quel che ne so potrebbe
essere in
Madagascar adesso.
Ma
domani dovrà tornare, io e Ally dobbiamo mostrargli una
cosa, così
come dobbiamo mostrarla ai Winchester che dormiranno a casa nostra
stanotte.
Sono
in macchina con loro perché tra me e Sirahel le cose sono
ancora un
po' complicate, tra lui e le “sue” donne
è tutto più o meno
chiarito, ma tra uomini è diverso.
Dean
frena bruscamente e io quasi finisco davanti in braccio a Sam.
“Dean!
Che diavolo ti prende?” gli chiede suo fratello.
Lui
guarda dal finestrino e poi indica qualcosa. “Cass... sei un
bastardo fortunato. Hai una donna bella e famosa!”
Mi
sposto sul sedile e guardo nella direzione indicata dal cacciatore.
E
ciò che vedo mi paralizza.
Un'immagine
gigantesca di Allison campeggia su tutta la facciata di un palazzo
altissimo.
Oddio,
la foto con l'abito nero e la cintura rossa.
“Andiamo
Dean.. Cass sta per esplodere.” dice Sam guardandomi serio.
No,
non è vero. Sono calmissimo. Che c'è di strano
nel vedere la
propria moglie, incinta, esposta allo sguardo di chiunque?
La
macchina riparte e cala il silenzio.
“Dai
Cass, non è nulla di grave. Allison è bellissima
e hanno voluto...
omaggiarla con una bella foto!” tenta di spiegarmi Dean.
Sam
lo guarda e scuote il capo.
“Ma
io sono tranquillissimo” obietto “solo, ti dispiace
non
parlarne?”
No,
non sono tranquillo. Ho la sensazione che abbiano usato Allison per
farsi pubblicità, e non mi piace.
Ma
non voglio farla agitare, le ho promesso che avrei fatto il bravo
allora farò finta di nulla.
Arriviamo
a casa in silenzio, anche l'altra macchina è arrivata.
Scendiamo
tutti e dopo esserci salutati, noi cinque entriamo in casa.
Sei,
se contiamo anche la piccola Sophia nella pancia della mamma.
“Scusatemi
ragazzi” esordisce Allison “sono stanchissima.
Porto Gabriel a
letto e vado a dormire.”
“Certo”
risponde Sam sorridendo “va' pure non preoccuparti per noi.
Siete
già così gentili ad ospitarci per questa notte.
Va' pure tu Cass,
non pensare a noi.”
“Si
Cass, non preoccuparti. Se non vi dispiace beviamo una birra....
guardiamo un po' di Tv.. e poi andiamo a nanna.”
Perché
ho la sensazione che vogliano evitare il discorso
“Lucifero”?
Comunque
decido di seguire Allison, li saluto e con mio figlio in braccio,
saliamo sopra.
Mettiamo
a letto questo tesoro, che già in macchina era crollato, ed
usciamo
dalla sua stanza.
“Allora,
Cass” inizia Ally guardandomi “l'hai
vista?”
“Cosa?”
“La
foto gigante.”
Sospiro
e annuisco. “Sì.”
Annuisce
anche lei e si morde un labbro. “Sei arrabbiato?”
Le
prendo le mani e gliele bacio. “Ma no tesoro, no. Beh, non
faccio i
salti di gioia ma non sono nemmeno arrabbiato. Tu sei arrabbiata o ti
senti.. usata per quella foto?” le chiedo serio.
Scuote
il capo e sorride. “No, assolutamente. Anzi mi... ecco, mi fa
piacere. Queste sono cose che di solito fanno le ragazzine, io l'ho
fatta da adulta madre di famiglia. È piacevole... concedersi
uno
spicchio di normalità, no?”
A
volte dimentico che tipo di vita ha avuto durante la sua adolescenza
e i primi anni dell'età adulta.
“Si
Allison, è piacevole” mi fermo e la guardo
intensamente negli
occhi “mi dispiace tanto.”
“Per
cosa?” mi chiede preoccupata.
“Stasera
avresti voluto la tua famiglia lì ad applaudirti, invece
c'eravamo
noi... bizzarre creature. Avrei tanto voluto ridarti i tuoi cari, ma
non mi era possibile” le dico sincero.
Gli
occhi di Ally si inumidiscono ma non piange. “Ora siete voi
la mia
famiglia, il passato è passato. Tu e i nostri figli, mio...
padre e
la sua futura moglie, quel matto di Gabriel e quei due strampalati
cacciatori: ecco la mia famiglia, la mia nuova e bizzarra
famiglia.”
Annuisco
e sorridendo la prendo per mano. “Hai ragione, siamo una
famiglia
bizzarra.”
Entriamo
in camera e Allison va in bagno per farsi una doccia e prepararsi per
la notte.
Esce
dopo un quarto d'ora con il solo asciugamano addosso. Io evito di
guardarla per ovvi motivi e vado in bagno.
Ho
bisogno anche io di una doccia, lì alla sfilata faceva caldo
e c'era
come del fumo in giro.
Quando
esco dal bagno, trovo Allison seduta sul letto ma... non ha la
camicia da notte.
Si
alza in piedi e... ha il famigerato cappottino bianco!
“Bello
vero?” mi dice sorridendo “Melissa me l'ha
regalato!” e fa un
giro su sé stessa.
Ha
messo anche delle scarpe altissime e... sensuali.
“Sì,
bellissimo” dico frettolosamente “ora andiamo a
letto.”
Allison
si avvicina seducente e inizia a sbottonarsi il cappotto,
ipnotizzandomi con le sue lunghe gambe e i suoi movimenti sinuosi.
“Infatti
è lì che andremo.” e lascia cadere il
cappotto a terra.
Ecco,
lo sapevo io.
È
nuda!
Chiudo
gli occhi e mi giro di spalle. “Allison, per
favore...” protesto.
Lei
mi raggiunge e prendendomi per le spalle mi fa girare.
“Cass...
fidati di me. Possiamo fare l'amore. Con più gentilezza,
più
accortezza, ma possiamo. Non ti andrebbe?”
“Da
morire” ammetto cercando di mantenere lo sguardo sul viso
“ma è
pericoloso. Sei all'ottavo mese.”
“A
dire il vero mancano due settimane” precisa “e, non
per gettarti
nello sconforto, ma dopo il parto mi ci vorranno almeno due mesi per
poter di nuovo concedermi. Che sommati ai due mesi di gravidanza
rimasti, fanno quattro mesi. Ti va di aspettare tanto?”
No.
“Se
la metti così allora...” e la bacio con passione.
Ci
avviciniamo al letto mentre mi toglie di dosso l'asciugamano, mi
spinge sul materasso facendomi sdraiare, sale su di me e....
Beh,
è facile da immaginare cosa succede dopo, no?
Devo
ammetterlo, adoro quando a condurre i giochi è Allison.
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Capitolo 57 *** This is the beginning of the end ***
This
is the beginning of the end
Sono
inquieta.
E'
la seconda volta che mi alzo dal letto per bere dell'acqua, ed io non
mi alzo mai per bere durante la notte.
Mi
sono addormentata dopo aver fatto l'amore con Cass e poi mi sono
svegliata due volte.
La
prima verso l'una e mezza e la seconda, questa, sono le tre quasi e
un quarto.
Non
so perchè mi sento così.
La
serata è stata tranquilla e piacevole.
Un
po' stancante ma per nulla agitata o nervosa.
E'
stata una serata decisamente più tranquilla rispetto a
quelle che
viviamo di solito.
Eppure
mi sento come se stesse per accadere qualcosa che sfugge al mio
controllo.
Come
se stesse per succedere qualcosa di veramente brutto.
Sospiro
e riempio di nuovo il bicchiere di acqua.
Lo porterò di sopra,
così se mi sveglierò di nuovo non
dovrò scendere di sotto un'altra
volta.
Onestamente?
Spero
di addormentarmi e dormire fino a domani mattina, tutto d'un tiro da
ora fino alle.. otto almeno.
Mi
accarezzo il pancione e salgo in camera.
Prima
di andare a letto però, passo dalla camera di Gabriel per
controllare che sia tutto ok.
E
lo è. Il piccolo dorme beato con un sorrisino stampato sulle
labbra.
Si
è stancato e divertito parecchio stasera e ora fa sogni
tranquilli.
Per
fortuna.
Gli
bacio la testolina profumata e vado in camera.
Cass
dorme. Per fortuna non l'ho svegliato alzandomi. Il mio povero amore
era sfinito quando siamo tornati a casa. Forse più di me.
Immagino
che tortura sia stata per lui starsene lì a vedermi sfilare
davanti
a tutti quegli uomini che mi fissavano.
Ma
è stato buono, come promesso. E ora dorme a pancia in
giù
spettinato e bellissimo.
Sorrido
e mi rimetto al mio posto.
Non
so quanti minuti passano, ma fatto sta che dopo un po' mi ritrovo in
uno dei miei sogni.
Uno
di quelli.. strani.
Ci
sono Sam e un altro ragazzo che non conosco.
Si
guardano e sembra che stiano per scontrarsi.. Solo che Sam ha
qualcosa di strano.
Ha
uno sguardo freddo e spietato.
Non
è come è di solito. Lui è..
Lui
non è più Sam.. E' Lucifero.
Riconoscerei
quel modo di fare inquietante ovunque. Anche fra mille persone.
Sam
ha detto di si?
Non
posso credere che lo abbia fatto..
Cosa
credeva di fare? Credeva di dire si e riuscire a controllare il
signore delle tenebre..
Potrai
anche essere forte Sam ma non così tanto..
E
se lui è Lucifero, l'altro deve essere... Michael.
Si.
E' lui.
E
quella che sembra stia per scoppiare è la grande battaglia
citata in
molti libri.
Come
in cielo, così in terra..
Quindi
quel ragazzo che sta di fronte a Sam è suo fratello?
Non
è di certo Dean.. Ma forse c'è un terzo
Winchester di cui non so
nulla..
Si deve essere per forza così.
Se
questa è la battaglia tra due fratelli del cielo, e
perchè avvenga
debbano essere anche due fratelli umani a scontrarsi, quello deve
essere fratello di Sam e Dean.
Mi
passo una mano sul viso e mi avvicino.
Loro
non possono vedermi..
Ma
io posso vedere loro.
Si
stanno parlando..
Lucifero
sta dicendo a Michael che non deve finire per forza così,
mentre il
maggiore degli Arcangeli è decisamente convinto del
contrario.
Gli
sta dicendo che questo è l'unico modo in cui può
finire. Perchè
così è stato scritto e stabilito.
D'un
tratto si sente una musica ad alto volume.
Loro
due si voltano e anche io..
E'
Dean che avanza sulla sua auto. La spegne e scende con quella sua
faccia da “non me ne importa niente e non ho paura”.
Ma
invece è terrorizzato.
Glielo
si legge negli occhi.
E
credo che il suo terrore sia legato alla fine che farà Sam
se mai i
buoni dovessero vincere.
Parlano
di cose decisamente superficiali per un po' e poi tutto succede
così
in fretta che non ho nemmeno il tempo di capire..
E'
come se qualcuno avesse schiacciato il pulsante “avanti
veloce”.
Michael
vuole togliersi Dean dai piedi e Cass e un uomo che non conosco, ma
che lui sembra conoscere abbastanza bene, avanzano.
Cass
richiama l'attenzione di suo fratello, apostrofandolo serio con una
specie di soprannome decisamente.. strano.
Lo
ha chiamato “buco di culo” e ora gli ha appena
lanciato contro
una... molotov.
Ma
cosa...
Michael
scompare urlando e Lucifero non sembra affatto felice.
Guarda
Cass con uno sguardo che non mi piace affatto e dopo aver appurato
quello che ha fatto a Michael, sottolinea con una voce fredda e
spietata che solo lui può ferire o uccidere suo fratello.
Poi
schiocca le dita e Castiel..
Lui
esplode. Letteralmente.
“No!”
urlo a squarciagola.
Mi
sveglio e sto ancora urlando.
Piango
e tremo. Mi sento terrorizzata ma.. Non so perchè.
Ricordo
solo di aver fatto uno strano sogno. Un sogno davvero brutto.
Ma
onestamente non ricordo cosa ho sognato.
Comunque
ringrazio il cielo di essere sveglia adesso..
E
con me, mi sa che si è svegliata tutta la casa.
*****
“Calmati
tesoro, calmati” le dico prendendola tra le braccia.
Allison
si è svegliata urlando e piangendo, e ora trema stretta a me.
Mi
prende le mani e le stringe forte.
“Ally”
le sussurro “non preoccuparti, era solo un sogno.”
Sì,
deve aver avuto un incubo terribile, è così che
reagisce quando ne
ha uno.
E
quando lei, o io, abbiamo un incubo, non è mai un buon segno.
Sospiro
e le bacio la fronte imperlata di sudore, lei muove la testa e nella
penombra della nostra camera mi guarda con gli occhi pieni di
lacrime.
“Mi
dispiace” mormora “ti ho svegliato.”
“Non
preoccuparti, l'importante è che stai bene. Era solo un
brutto
sogno.”
Lei
sembra rifletterci ma prima che possa dirmi qualcosa, la nostra porta
si spalanca.
“Cass!
State bene?” ci chiede Sam facendo irruzione in camera,
seguito da
Dean, armato.
Io
e Ally li guardiamo e annuiamo contemporaneamente.
“Sì..
sì va tutto bene” dico io, facendo abbassare la
pistola a Dean
“Allison ha avuto un incubo e si è
spaventata.”
Sam
fissa Allison con uno sguardo comprensivo, anche lui per tanto tempo
ha avuto incubi terribili e può capire come ci si sente.
Ma
questo non fa altro che ricordarmi cosa sia la donna che amo e per la
quale ho rinunciato a tutto.
Il
tramite di Lucifero.
E
anche se il preferito è Sam, il fatto che lei sia figlia di
un
Arcangelo la rende più invitante di prima.
Allison
sorride ai ragazzi e si asciuga gli occhi.
“Scusatemi,
non volevo svegliarvi. Ma credo di aver fatto un brutto
sogno...”
“Cosa?
Cass che canta?” interviene Dean con un mezzo sorriso.
Sam
lo guarda sconsolato, io vorrei lanciargli qualcosa in testa mentre
Ally sorride, rasserenandosi.
Beh,
se l'idiozia di Dean serve a farla ridere, vorrà dire che la
sopporterò.
“No..
in realtà non ricordo cosa ho sognato” dice
guardando me che
ancora la tengo tra le braccia “ma deve essere stato
orribile,
perché ancora tremo..” e si stringe a me.
“E'
tutto passato amore” le sussurro “qualsiasi cosa
fosse è
finito.”
Lei
annuisce e sospira regalandomi un sorriso, poi guarda i nostri
ospiti.
“Tornate
a dormire ragazzi, non è niente. Mi spiace di avervi
svegliati” si
scusa.
Dean
scuote il capo. “Nessun problema, più che altro mi
dispiace che tu
abbia avuto... beh, qualche brutto incontro.”
Anche
lui ha avuto incubi allucinanti riguardanti il suo soggiorno
all'inferno.
Poveri
ragazzi, povero amore mio: tutti e tre segnati da terribili
esperienze.
“Non
devi preoccuparti Dean, va tutto bene. Ora andate, sul serio. Mi fate
sentire in colpa se state qui invece di riposarvi.” dice
Allison sorridendo.
I
Winchester annuiscono e augurandoci buonanotte –
benché sia quasi
l'alba – se ne vanno chiudendo la porta.
Guardo
Allison negli occhi e dopo averle dato un bacio sulle labbra, mi alzo
e giro dal suo lato. Prendo il bicchiere d'acqua sul comodino e
glielo passo, lo prende con la mano che le trema un po' e io l'aiuto
a bere.
“Grazie.”
mi dice.
“Di
nulla. Anzi avrei dovuto saltare dal letto prima per darti un po'
d'acqua, ma ero ancora confuso...”
Mi
posa una mano sulla guancia e sorride. Ma è agitata, lo
sento.
“Non
preoccuparti, va tutto bene” poi si accarezza il pancione
“stiamo
benone.”
Lo
accarezzo anche io e sospiro sorridendo, mi sento così
impotente
quando accade una cosa del genere.
Non
posso più entrare nei sogni di nessuno, e se Allison cadesse
vittima
di qualche... sortilegio, io non sarei in grado di aiutarla.
“Oh
Dio!” esclama Allison ad un tratto.
“Cosa
c'è?”
“Gabriel!
Se mi ha sentito urlare sarà spaventatissimo.” e
fa per alzarsi.
“No,
aspetta qui” la fermo “vado a controllare io. Tu
non ti muovere.”
Annuisce
e io esco dalla stanza, raggiungo quella di mio figlio e apro la
porta.
Mi
aspettavo di trovarlo sveglio e magari piangente, invece dorme beato.
Non
ha sentito la madre urlare, per fortuna.
Mi
avvicino alla culletta – sta crescendo, presto
avrà bisogno di un
lettino – e gli sfioro la testolina.
Esco
dalla cameretta di Gabriel e torno da Allison.
Si
è distesa di nuovo nel letto e mi aspetta.
Giro
dal mio lato e mi stendo anche io, prendendola tra le braccia.
Lei
si rannicchia contro di me e sospira, posando il capo sul mio petto.
“Stai
bene?” le chiedo baciandole la fronte.
“Sì
amore, sto bene. Non so che cosa fosse ma mi ha terrorizzata. Ma ora
sto benissimo.”
“Sicura?”
“Certo.”
“Se
ci fosse qualcosa che dovrei sapere, me lo diresti, vero?”
insisto.
Sì,
ho come... un brutto presentimento.
Allison
alza un po' la testa. “Non ti mentirei mai, soprattutto non
su cose
importanti o gravi. A volte capita di non ricordare un sogno,
soprattutto quando è brutto. Il cervello tende a
rimuoverli.” mi
spiega.
“Hai
ragione” le dico “scusami.”
“Che
figura che ho fatto con i Winchester, avranno pensato che sono
pazza.”
Scoppio
a ridere. “Chi, quei due matti? Ma figurati! Dean
è entrato
armato, ti sembra da persone normali dormire con il pigiama e la
pistola? Piuttosto sembravano un po' delusi di non aver trovato
qualche mostro da affettare” mi fermo e prendo un grosso
respiro
“loro di incubi se ne intendono, Dean per mesi ha
sognato...”
Non
posso andare avanti, perché ricorderei ad Allison i suoi
incubi.
“Ha
sognato l'inferno, lo so” finisce lei per me “e...
l'ho sognato
anche io, tante volte.” mi confessa.
“Lo
so.”
Si
stacca da me e si alza un po' per guardarmi. “Lo sai? Ma non
te
l'ho mai detto!”
Annuisco
e le accarezzo la schiena. “Allison, ero un angelo. Noi...
possiamo
entrare ed uscire dai sogni, sentirli, se sono indotti da qualche
cosa malvagia possiamo anche bloccarli o addirittura li creiamo noi.
Ti ho vista per mesi agitarti nel sonno, sapevo cosa stavi sognando
ma sui ricordi non potevo intervenire. Così spesso ti
svegliavo,
anche se rischiavo di essere preso a parolacce da te. Cercavo di non
farmi trovare quando interrompevo il tuo sonno. Dovresti ricordare
strani risvegli, come se qualcuno ti chiamasse o ti toccasse ma poi
non c'era nessuno... ecco ero io, ti svegliavo e volavo via. Visto
che all'inizio non mi volevi tra i piedi.”
Mi
guarda per qualche istante, sorpresa dalle mie parole e direi
commossa, poi si rifugia di nuovo tra le mie braccia.
“Tu
sei il mio angelo” mi dice con la voce rotta dal pianto
“lo sei
sempre stato e lo sarai per sempre. E perdonami se all'inizio... ti
ho respinto.”
La
stringo un po' di più e sorrido nell'ombra. “Direi
che... ti sei
fatta perdonare, sì” dico ironico “in
realtà il dopo-sfilata
valeva almeno tre viaggi all'inferno...” commento un po'
volgare.
La
sento ridacchiare contro il mio petto. “Sei un
maniaco.” mi
rimprovera.
“Io?
Guarda che sei stata tu a saltarmi addosso!” le ricordo.
Resta
un secondo in silenzio, poi ribatte: “Sì, in
effetti stanotte la
maniaca sono stata io! E se non fossi stata incinta non sarebbe
finita così presto!”
Ridiamo
insieme e poi lentamente, la sento rilassarsi.
“Dormi
adesso amore mio” bisbiglio “e non preoccuparti.
Con o senza ali,
ti proteggerò per il resto della mia vita.”
“Ed
io ti amerò per il resto della mia vita” replica
lei con un filo
di voce “con o senza ali, resti il mio angelo.”
Si
addormenta tra le mie braccia, mentre io fatico a riaddormentarmi.
Domani,
o meglio tra qualche ora, inizierà una giornata particolare,
avrei
bisogno di riposarmi un po' di più.
Ma
sono preoccupato, anche se non so per cosa.
Poi
finalmente, il sonno arriva anche per me.
*****
“Mi
sveglio, scendo di sotto, prendo dell'acqua e torno si sopra.. Mi
addormento e..”
Niente..
Non ricordo cosa ho sognato la notte scorsa che mi ha terrorizzata
così tanto.
Sto
cercando di ripercorrere con la mente quello che è successo.
Ho
letto su una rivista una volta, che ripercorrere con la mente i
momenti precedenti ad un avvenimento che non si riesce a ricordare,
aiuta a far tornare in mente l'accaduto.
Ci
sto provando, ma niente.. Quello che ho sognato non mi torna in
mente.
E
onestamente non so se essere triste o felice per questo..
Non
ricordo il contenuto o il soggetto del sogno, ma ricordo la
sensazione di angoscia e terrore che mi sono portata dietro per
diversi minuti dopo.. E non mi piaceva tanto sentirmi inerme e
spaventata in quel modo.
Sospiro
e finisco di apparecchiare la tavola.. E' tutto pronto per la
colazione.
Ora
devo solo aspettare che Castiel, Sam e Dean siano pronti.
Stanno
facendo la doccia, ognuno nel proprio bagno facendo una silenziosa
gara a chi finisce prima l'acqua calda..
Sorrido
e mi avvicino a Gabriel che se ne sta seduto sul divano a guardare la
tv.
Devo
tagliargli le unghie delle manine, perchè durante la notte
si tocca
il viso e se lo graffia..
Solo che di solito gliele taglio quando
dorme, perchè gli da fastidio, o ha paura – non ho
ancora ben
capito – quando gliele taglio.
Questo
l'ha preso da me.. Dava fastidio anche a me che mi tagliassero le
unghie quando avevo la sua età..
Però si deve fare.
Nel
frattempo i ragazzi saranno pronti e poi faremo colazione e insieme a
Cass e Gabriel senior, che sono sicura verrà qui non appena
sentirà
che stiamo per sederci a tavola, usciremo tutti insieme.
Io
e Cass abbiamo una sorpresa per ognuno di loro.
E
credo che tutti e tre saranno felicissimi di quello che vedranno..
Sono
felicissima io e la sorpresa non è nemmeno per me..
Prendo
le forbicine e mi siedo piano vicino a mio figlio..
Ora
devo scegliere l'approccio migliore.. Posso farlo di improvviso,
oppure posso spiegargli prima cosa faremo e prepararlo..
“Cucciolotto..
Io e te dobbiamo fare quattro chiacchiere..” gli dico.
Lui
mi guarda perplesso e poi spegne la tv, schiacciando il pulsantino
come Cass gli ha insegnato.
Mi
guarda in attesa e mi fa tanta tenerezza..
Tiro
fuori le forbicine e lui sgrana gli occhi spaventato..
Lo
sapevo!
“Amore,
la mamma deve tagliarti le unghie, perchè ti graffi il viso
e le
braccia.. Non lo fai volontariamente, ma vedi, durante la notte a
volte ti tocchi il viso e finisci per graffiarti.” gli spiego
“Ed
è un peccato perchè è un bel visino il
tuo.. Davvero angelico.
Quindi, dammi una manina per volta così posso accorciarle..
Faremo
in fretta e prometto che non ti farò male.”
Lui
sospira e mette le mani conserte.
“No!”
mi dice deciso.
Sospiro
e penso a come fare.. Mi alzo e accendo la radio.
Parte
una canzone di Carrie Underwood che adoro: Last name.
E'
appena iniziata.
Torno
al mio posto e guardo Gabe.. “Lo facciamo mentre ascoltiamo
la
musica ok? Così non te ne accorgerai nemmeno.”
Mio
figlio mi guarda per un po' e poi annuisce e mi porge una mano
coprendosi gli occhi con l'altra.
Scuoto
il capo sorridendo e inizio a cantare così da distrarlo..
– Last
night, I got served a little too much of that poison baby
Last night, I did things I'm not proud of
And I got a little crazy
Last night, I met a guy on the dance floor and I let him call me baby
And I don't even know his last name
My momma would be so ashamed
It started of, hey cutie where you from
And then it turned into oh no, what have I done
And I don't even know his last name –
Gabriel
tiene la mano sul viso ancora un po' e poi quando finisco con quella
mano, mi porge l'altra mentre continuo a cantare..
Quando
la canzone finisce, anche io finisco di tagliargli le unghie.. Le
getto nella spazzatura ed entrambi ci laviamo le mani..
Dean,
Sam e Cass arrivano in quel momento dal piano di sopra.. Sorridono e
dopo aver augurato buongiorno a me e al piccolo si mettono a sedere
per la colazione..
Do
Gabriel a Cass e mi siedo anche io.
Prima
però aggiungo un altro posto a tavola sotto gli occhi
curiosi e
perplessi di Sam e Dean..
“Aspettate
qualcuno per colazione?” chiede Dean.
“Me,
zuccone di un Winchester!” esclama Gabriel senior comparendo
in
cucina.
Si
siede e si mette a fare colazione tranquillamente..
“Dopo
colazione..” dico io “Gabriel
sparecchierà la tavola.. E poi
usciremo tutti insieme. Io e Cass abbiamo una sorpresa per ognuno di
voi.”
“Che
sorpresa?” chiede Sam.
“Se
ve lo dicessimo non sarebbe più una sorpresa,”
dice Cass “E non
provare a leggere la mia mente.. O la riempirò di pensieri
che non
ti piaceranno.” aggiunge guardando Gabriel.
Rido
e anche Sam, Dean e il piccolo, mentre Gabriel senior si finge offeso
e mangia le sue frittelle.
“Cognatina..
Non hai una bella cera. Stai bene?” mi chiede proprio lui.
Lo
guardo e annuisco. “Si, solo che stanotte non ho dormito
molto
bene.. Ho avuto un incubo e..”
“Cos'hai
sognato?”
“Non
me lo ricordo..”
Lui
sospira e poi senza aggiungere altro continua a mangiare.
Quando
finiamo, schiocca le dita e sparecchia la tavola ripulendo e
rimettendo tutto apposto.
Poi
usciamo di casa.
Io,
Cass e Gabriel junior con l'auto di Cass, che ha promesso di farmi
guidare dopo il parto, e Gabriel senior con Dean e Sam sull'Impala
che chiederò a Dean di poter guidare al ritorno..
Anche
se credo che mi dirà di no.
Ma
tentar non nuoce..
Arriviamo
davanti ad una grande casa ad Hollywood e scendiamo.
I
Winchester e Gabriel senior si guardano intorno e poi si guardano tra
di loro.
“Dove
siamo?” chiede l'Arcangelo.
“Siamo
a casa tua..” gli dice Cass.
“Sorpresa!”
esclamo sorridendo.
Sembra
felice.. e confuso..
Non
vedo l'ora di sapere cosa ne pensa.. E non vedo l'ora di mostrare
anche a Sam e Dean le loro sorprese.
*****
Gabriel
fissa la casa di fronte a noi con un'espressione indecifrabile: tra
il perplesso e il divertito, credo.
È
una bella casa, molto grande e che non passa inosservata.
Quando
io e Allison l'abbiamo vista, abbiamo detto quasi all'unisono
“è
perfetta”.
È
lo è: due piani, grandi finestre, tento a spioventi e un
grande
portico con l'edera che si arrampica fino al piano superiore.
Ha
un grandissimo giardino beln curato.
E
poi è a Hollywood, che Ally mi ha detto essere la patria del
cinema.
Gabriel
è fissato col cinema e la Tv, mi sembra il posto ideale per
lui.
Sam
e Dean sono più perplessi di mio fratello, scommetto che
stanno
pensando cosa diavolo se ne farà di una casa un
essere come
Gabriel che, se volesse, potrebbe far apparire qualsiasi tipo di
costruzione per abitarci?
Beh,
sì potrebbe. Ma ci piaceva l'idea di regalargli qualcosa di
vero e
sincero, non creato con la magia, per così dire.
Il
nonno di Allison le ha lasciato molti soldi, davvero in una misura
imbarazzante, e così abbiamo deciso di comprare una casa ad
ognuno
di loro.
Se,
come mi è parso di capire, cattureranno di nuovo Lucifero,
penso
proprio che vorranno darci un taglio con tutto questo. Allora avranno
un posto dove andare, e magari mettere su famiglia.
“Allora,
vogliamo entrare?” chiede Allison che, come era ovvio, sa
come
gestire una situazione un po' bizzarra come questa.
Annuiamo
tutti mentre Gabriel fa un cenno col capo che sembra più un
diniego.
Entriamo
e i nostri amici restano a bocca aperta.
La
casa non è solo bella fuori, è splendida anche
dentro.
Ha
scelto tutto Allison – ovviamente aggiungerei, che ne capisco
io? -
divani, poltrone, letti ed elettrodomestici. Tutto quanto bello e
funzionale, come dice lei.
E
un grosso, smisurato televisore in salotto, che cattura subito
l'attenzione dei ragazzi.
Di
Dean, per la precisione, mentre Gabriel non ha propriamente
l'espressione felice.
Non
è nemmeno triste, è come... spaesato.
Si
guarda intorno e sono convinto che gli piace molto quello che vede,
è
un tipo che ama le comodità umane e apprezza tutto
ciò molto più
di me, ma c'è qualcosa che non va.
“Wow
ragazzi, che casa” esclama Dean guardandosi intorno
“ehi Gabriel,
se non ti piace la prendo io!”
Sam
lo guarda scuotendo il capo mentre mio fratello accenna un sorriso
che è quasi una smorfia.
“Ragazzi”
ci dice quando Dean accende la Tv come se fosse a casa propria
“io
apprezzo tutto questo, davvero. Ma avete solo sprecato i vostri
soldi.”
Junior,
in braccio a me, fissa lo zio con un'espressione quasi severa.
È
adorabile quando assume posture ed espressioni da adulto.
“Perchè
sprecato? L'abbiamo fatto con piacere, quindi non c'è
nessuno
spreco.” obietta Allison sorridendogli.
Lui
scuote leggermente il capo. “Dico sul serio, avete comprato
una...
villa ad un Arcangelo che potrebbe far apparire per voi un mucchio di
castelli con tanto di principi e principesse al loro interno.
È
davvero un regalo... sprecato, per uno come me.”
Ecco,
lo sapevo.
Avevo
avvisato Allison di questa possibile reazione, una di quelle che
avrei avuto io di fronte a qualcosa di umano che non c'entrava nulla
con me, o che credevo non c'entrasse nulla con me. Quindi non si
offende dell'apparente rifiuto di Gabriel.
Anzi,
sorride comprensiva e mi guarda, in attesa che io faccia capire a mio
fratello il perché di questo regalo che a lui sembra inutile.
“Gabriel”
inizio avvicinandomi con mio figlio in braccio “io so
benissimo che
tu potresti far apparire qualsiasi cosa, anche una piramide. E questa
casa, non è un voler... ostentare qualcosa o far finta di
non sapere
che tu sei l'Arcangelo Gabriel. È solo un voler... prenderci
cura di
te.”
Gabriel
sorride e prende in braccio mio figlio. “Cass, ti ringrazio.
Ma se
c'è uno che può prendersi cura di voi, quello
sono io! Voi avete la
vostra vita e i vostri soldi, ma se un giorno le banche vi fregassero
tutto, sappiate che non vi mancherà mai nulla.”
Annuisco.
“Lo so, e questo pensiero ci fa stare tranquilli. Non per
noi, ma
per i nostri i figli” dico voltandomi a guardare Allison che
si
accarezza il pancione “ma voglio dirti una cosa, per farti
capire
cosa intendo. Quando ero ancora totalmente un angelo del Signore, mi
è capitato di restare ferito, magari facevo a botte con
qualche
demone o con qualche fratellino traditore. E quando succedeva, a
volte mi sono fatto curare da Allison con metodi umani che, giuro, mi
facevano sorridere tanto erano... ingenui, per uno come me che potevo
guarire qualsiasi cosa. Ma mi facevo curare perché credimi,
a volte
è bello lasciare che siano altri a prendersi cura di te.
Questa
casa, è un modo per prenderci cura di te, anche se non ne
hai
bisogno. Quando vorrai startene per conto tuo, qui in città,
verrai
a rifugiarti a casa tua.” concludo.
Mio
fratello mi fissa in silenzio, poi ridacchia e guarda suo nipote.
“Piccolo, tuo padre è diventato un sentimentalone!
E vorrebbe
farmi diventare come lui! Ma noi siamo uomini duri, vero?”
Junior
annuisce e ridere “Sì sì!”
Poi
mio fratello torna serio e ci guarda. “Grazie. Anche se
faccio
l'idiota, sono... quasi sconvolto da quello che avete fatto e dal
significato che gli date. Grazie.” ripete evitando
però i nostri
sguardi.
Non
l'ho mai visto così umano.
Realizzo
che se fosse nato semplicemente umano, sarebbe stato un brav'uomo.
Lo
è anche adesso certo, pur avendo delle grosse colpe che si
porta dal
passato, ma se non fosse stato un angelo, il mondo avrebbe avuto una
brava persona in più.
Sia
io che Allison evitiamo di dirgli altro, vediamo che si sente un po'
imbarazzato e non vogliamo metterlo in difficoltà.
Facciamo
il giro della casa e finalmente Gabriel dimostra molto più
entusiasmo, rimanendo affascinato dalle cinque camere da letto e
scambiando sguardi complici e battute a doppio senso con Dean.
Terminiamo
la visita alla nuova casa di Gabriel e partiamo alla volta di quelle
dei ragazzi, che si trovano a circa un km da qui.
Loro
in realtà non sanno ancora che stiamo andando verso le loro
nuove
case.
“Ecco
qui ragazzi, ora anche voi avete un rifugio per quando.. andrete in
pensione” annuncio loro appena scendiamo dalle auto.
I
Winchester guardano le case di fronte a loro e poi si guardano. Ci
risiamo, altre due reazioni perplesse.
“Cass,
Allison. Noi...” inizia Sam, al che io alzo una mano e lo
fermo.
“Ok
Sam, lo sappiamo. C'è l'apocalisse su di noi e non
è forse il
momento adatto per.. comprare delle case. Ma io voglio essere
ottimista, dopotutto quello che ho visto e che mi è
capitato, non
posso fare altrimenti. Noi, vogliamo essere ottimisti. Quest'incubo
finirà ragazzi, e dobbiamo credere che finisca con la nostra
vittoria. E quando sarà finita, verrete qui nelle vostre
case, per
ricominciare una nuova vita. Casualmente staremo tutti nella stessa
città, spero non vi dispiaccia se per egoismo vorremmo
tenervi
vicini.” dico passando un braccio intorno alle spalle di
Allison.
Sam
e Dean tentano di sorridere, ci ringraziano ma... c'è
qualcosa di
strano. Mi nascondono qualcosa e anche se non adesso, dovranno
dirmelo.
Anche
Gabriel ha una faccia strana, lui sa cos'è che passa per la
testa di
questi due pazzi.
Ci
avviamo verso le due case, due belle villette a schiera simili ma non
uguali, con portico e grande giardino intorno.
In
effetti sono la versione più piccola di quella di Gabriel,
che deve
averlo notato perché sorride compiaciuto.
Entriamo
prima in quella di Dean, con televisore enorme e uno... stereo di
ultima generazione, come l'ha definito il tizio che li vende.
Dean
è entusiasta, o fa finta di esserlo.
Usciamo
ed entriamo in quella di Sam, con quasi le stesse cose ma con molti
più libri, e un computer nuovo ad aspettarlo sul tavolo.
Dopo
qualche minuto, usciamo dalla casa di Sam e consegniamo loro le
chiavi.
“Ora
sono vostre, potete farci quello che volete. Tranne una casa
d'appuntamenti” preciso ironico.
“Io
posso?” interviene il solito Gabriel.
“Lo
faresti sul serio?” gli chiedo preoccupato.
Lui
fa spallucce. “Potrebbe essere interessante...”
Allison
lo guarda scandalizzata e lui tace. “Scusa,
scherzavo.”
“Bene
ragazzi, che ne dite di tornare a casa nostra, ora? Sarei un po'
stanca.” dice Allison appoggiandosi a me.
Ci
avviciniamo alle auto quando Allison fa una richiesta che mi fa
letteralmente prendere un colpo.
“Dean..
mi faresti guidare la tua auto?”
L'interpellato
fa un mezzo sorriso. “Buona questa.” commenta.
“Dico
sul serio” insiste lei “adoro l'Impala,
è da quando ti conosco
che sogno di guidarla!”
“E
continuerai a sognarla!” intervengo io bruscamente
“Tu non puoi
dire sul serio. Il pancione dove lo metti, nel bagagliaio?”
Gli
altri scoppiano a ridere mentre Allison mette il broncio.
“Sei
un guastafeste Cass” mi accusa Ally “che c'era di
male a guidare
per un po'?”
“Sei
incinta, e anche molto” le faccio notare “e quella
non è una
macchina per donne incinte!”
“Cass
ha ragione Allison, magari ne riparliamo dopo che vostra figlia
è
venuta al mondo.” dice Dean.
Ehi,
una cosa sensata che esce dalla bocca di Dean?
La
fine del mondo è proprio alle porte!
Allison
sospira e si arrende. “Ok ok... come non detto”
dice alzando le
mani.
Saliamo
tutti in macchina, tranne Gabriel, che dice di avere delle cose da
sbrigare.
In
realtà credo che voglia inaugurare la sua nuova casa.
Spero
solo non allestisca sul serio un bordello!
Visto
la sua indole, non mi sorprenderebbe.
Ripartiamo
alla volta di casa nostra, domani i ragazzi ripartiranno e spero di
riuscire a parlare con loro prima che vadano via.
Devono
spiegarmi cos'hanno in mente, perché anche se non sono
più un
angelo sento quando stanno tramando qualcosa.
E
non mi piace, perché di solito quando hanno un piano,
qualcuno di
loro muore.
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Capitolo 58 *** Back to the future ***
Back
to the future
“Ehi
piccolo, che ne dici se ora facciamo la nanna?”
Gabriel
è un po' inquieto stasera, è da quasi un'ora che
giochiamo con dei
pupazzetti e ancora non accenna a voler dormire.
Sono
le 10:00, dovrebbe proprio dormire.
E
vorrei andare anche io a dormire, negli ultimi giorni ho dormito
poco.
Perché
i Winchester mi hanno raccontato il loro scellerato piano.
No
anzi, a dire il vero è un'idea malsana che è
venuta a Sam e sulla
quale Dean sta riflettendo.
Dire
di sì a Lucifero per ributtarlo all'inferno.
Quello
è pazzo, si sacrificherebbe così?
Dice
di essere in grado di sopraffarlo, di vincere.
Ma
che diavolo dice?
Lucifero
prenderà possesso di Sam Winchester e per il mondo
sarà la fine.
Gabriel
era presente alla discussione, ci fissava serio e in silenzio, non ha
espresso la sua opinione fino all'ultimo.
Poi
alla fine ha detto quello che pensa: per lui è una
stronzata.
Sam
semplicemente si concederà a Lucifero e lui se ne
andrà in giro col
suo corpo da gigante. Oppure, se per chissà quale miracolo
riesce a
fregarlo per qualche secondo e riesce a buttarsi nel buco, beh Sam
è
spacciato.
E
a Gabe, come a me, questo non va giù.
Dannazione,
noi ci siamo fatti ammazzare per salvaguardare quei due stupidi, e
ora uno vuole darsi al Male e l'altro gli da anche retta?
Spero
che rinsaviscano e la smettano di giocare a fare gli eroi.
DEVE
esistere un'altra soluzione, non questa azione suicida e
pericolosissima, perché se riesce, Sam è morto.
Se non riesce,
siamo tutti morti.
Sospiro
e mi accorgo che junior mi fissa serio, con gli occhi umidi di
lacrime.
“No
bambino mio, non fare così.” gli dico prendendolo
in braccio.
Lui
mi stringe e sospira.
Ultimamente
parla poco, non che prima intavolassimo grandi discussioni, ma dice
davvero poche parole.
E'
preoccupato, come tutti noi del resto.
Anche
se a dire il vero, Allison non sa niente di tutta questa storia. E
non deve saperne niente.
Sta
per nascere la nostra bambina, è un momento delicato e non
deve
agitarsi.
Basto
io ad agitarmi per tutti e due.
“Papà...”
mi sussurra con un filo di voce “... paura.”
Gli
accarezzo la testolina e lo guardo negli occhi. “Non devi,
non
succederà niente a nessuno. Intesi?”
Ma chi voglio prendere in giro? In un modo o nell'altro, qualcuno si
farà male.
Rimetto
mio figlio nella sua culletta e gli rimbocco la copertina, mi guarda
con quei suoi grandi occhioni chiari e mi tiene la mano, stringendola
un po'.
Lentamente
si assopisce e lascia la mia mano.
Sai
qualcosa che io non so, tesoro? Se è così,
perché non me lo dici?
Lo
guardo per un po', poi lentamente esco dalla sua cameretta.
Allison
è rimasta in salotto, di solito è lei a portare
di sopra Gabriel,
ma prenderlo in braccio è diventato un po' troppo faticoso
per lei e
allora preferisco farlo io.
Scendo
di sotto e la trovo intenta a fare due cose: mangiare un gelato con
panna e scrivere su un foglio.
Ho
imparato a non dirle nulla se la vedo mangiare dolciumi, la pancia la
porta lei quindi è lei a decidere cosa mangiare.
Mi
avvicino e lei alza la testa sorridendomi.
“Ciao
amore, si è addormentato?”
Annuisco
e mi siedo accanto a lei, che è seduta sul divano vicino ad
un
tavolino, sul quale è poggiato il foglio che sta scrivendo.
No,
non sta scrivendo, sta disegnando. Ci sono anche dei colori.
“Sì,
ci è voluto un po' ma alla fine si è
addormentato... che stai
facendo?”
Allison
fa spallucce e continua la sua opera. “Niente... un
disegnino...”
e continua a passare una matita rossa sul foglio.
Mi
sporgo un po' e guardo il foglio, lei prontamente lo tira via e mi
guarda. “Ah ah, non ancora. Devo prima finirlo.”
La
fisso perplesso, senza capire cosa abbia voluto dire.
Ma
lo scoprirò presto, visto che mi pare di aver capito che ha
finito
la sua opera.
“Ecco
tesoro.. ora puoi guardare” e mi passa il foglio, mangiando
un
altro cucchiaio di gelato.
Guardo
il disegno e... quasi mi prende un colpo.
Sono
io!
Allison
ha disegnato me come se fossi un cartone animato, sono quasi sdraiato
su una grossa torta con panna e fragole e sono.. nudo!
Sgrano
gli occhi e la guardo, lei ridacchia e si avvicina un po' di
più.
“Ti
piace? Non trovi che ti somigli molto?”
“Ma...
perché... voglio dire, che cos'è?”
farfuglio incredulo.
“Un
mio sogno” dice sincera “un sogno che ho fatto...
tanto tempo
fa.”
“Mi
hai sognato... nudo con una grossa torta?”
Lei
annuisce e sorride. “Sì, è
così. È successo dopo un po' di
tempo dal mio... ecco, dal mio ritorno” inizia “non
eravamo stati
ancora insieme ma una notte, ti ho sognato. Tutto nudo, con una
splendida torta in mano per me, che abbiamo mangiato insieme e
poi...” si ferma e mi guarda, mentre io sto per sentirmi male.
Ha
fatto un sogno erotico su di me prima di stare insieme?
Prima
o poi mi farà venire un colpo questa donna.
“E
poi?” l'incalzo io, un po' sconcertato ma, devo ammetterlo,
curioso.
“E
poi abbiamo amoreggiato. Cioè non abbiamo proprio... fatto
l'amore,
ci siamo abbracciati, baciati. Eravamo tutti e due nudi. È
stato
molto bello. Quel sogno mi ha fatto capire che mi piacevi
tanto”
continua prendendomi una mano “ma anche che il mio inconscio
mi
diceva che era sbagliato. Infatti non abbiamo fatto l'amore, ci siamo
solo coccolati. È stata la notte dopo averti dato quel bacio
sulle
labbra, dopo l'incontro con Sir. Credo sia stato quel bacetto a
scatenare i miei ormoni!”
Sorrido
e le bacio la mano, ricordando quel periodo strano e difficile. Lei
che non riusciva ad adattarsi alla sua nuova vita, io che mi sentivo
confuso, Sir che mi trattava a pesci in faccia.
Periodo
strano, ma dal quale siamo nati noi, nel senso di innamorati.
“Sei
molto brava amore” le dico guardando, un po' imbarazzato, il
mio
ritratto “mi somiglia molto. E ad essere sincero, mi sento
lusingato nel sapere che... mi hai sognato così... anche se
la
storia degli ormoni era meglio evitarla.”
“Ti
sconvolge?” mi chiede, pur sapendo benissimo la risposta.
Annuisco.
“Sì, perché proprio non si
può fare nulla di nulla, e lo sai che
a me basta una parola per partire in quarta....”
Allison
scoppia a ridere. “Beh a dire il vero, questo sogno l'ho
ricordato
per caso e credo sia accaduto proprio perché non possiamo giocare.
Sono andata a prendermi un po' di gelato con la panna e quando
mettevo la panna, improvvisamente l'ho ricordato. Anche per me
è
terribile non poter stare con te, e allora mi accontento di qualche
ricordo onirico, perché quelli reali mi fanno stare ancora
più
male...” conclude sospirando.
Sentirmi
dire che vorrebbe stare con me mi fa tanta tenerezza... anche se mi
agita.
Le
accarezzo il viso e la bacio, con passione.
Non
possiamo fare sesso, ma possiamo baciarci. E infatti è una
cosa che
facciamo molto, negli ultimi tempi.
Sa
di cioccolato, è deliziosa.
Mi
stacco da lei e mi alzo in piedi, aiutandola ad alzarsi.
“Manca
poco ormai” le dico “recupereremo alla grande,
fidati” le
prometto.
Ally
mi fissa e sorride, poi mi da un bacio sulle labbra. “Stavo
per
dirtelo io.”
Guardo
ancora il mio disegno e leggo la frase in basso, che non avevo
notato.
Per
il mio adorabile marito. Ti amo davvero tanto, quando sei nudo su una
torta.. Allison!
Rido
e scuoto il capo. È una dedica folle, proprio da lei.
“Grazie
tesoro, è un regalo splendido” le dico prendendola
per mano “che
ne dici di andare a dormire adesso?”
Annuisce
e mi stringe la mano tra le sue. “Sì, andiamo a
dormire. Sono un
po' stanca...”
Ci
avviamo verso le scale, mano nella mano.
Sono
così felice, davvero da impazzire.
E
ho una maledetta paura di perdere tutto.
*****
Colpi
di pistola..
Perchè
ci sono colpi di pistola nella mia camera da letto?
Apro
gli occhi di colpo pronta a scattare in piedi, ma non sono nella mia
camera.
Sono
in una specie di città devastata.
Tutto
intorno sembra che sia scoppiata una bomba ed io sono sdraiata per
terra, con la camicia da notte lurida di fango.
Sospiro
e mi guardo intorno.
Se è un sogno o uno scherzo, voglio
svegliarmi e non mi sto divertendo.
Cerco
Castiel ma lui non è qui.
Eppure,
l'ultima cosa che ricordo, è di essere andata a letto con
mio
marito, dopo avergli raccontato di un sogno.. particolare che ho
fatto tanto tempo fa e che è stato ciò che mi ha
fatto capire che
mi sentivo attratta da lui.
E
ora, mi sono appena risvegliata in una strada che sembra uno scenario
post – apocalittico e il mio amore non è qui con
me.
Spero
che sia a casa, nel nostro caldo e soffice letto e non
chissà dove,
chissà in quale strano posto..
Mi
incammino per uno di quei vicoli deserti e afferro un pezzo di legno
che trovo in terra.
Un'arma
improvvisata e del tutto inutile contro gli esseri soprannaturali
che, immagino, mi hanno spedito qui, ma utile se per caso non fossi
l'unica umana.
Mi
schiarisco la voce e mi accarezzo il pancione.
Sophia
è un po' agitata. Si muove quasi freneticamente e questo mi
fa male.
A
dire il vero non so dire se la sua agitazione sia dovuta al posto in
cui siamo ora, o se invece sia dovuta al fatto che non vede l'ora di
venire al mondo.. Fatto sta che scalcia peggio di come faceva
Gabriel, e Gabriel scalciava tanto.
“Hey
piccolina..” le sussurro “Va tutto bene. Non devi
preoccuparti.
Fra poco la mamma capirà dove diamine siamo finite, e
troverà anche
un modo per tornare a casa da Gaby e papà..” le
dico “E pazienta
ancora un altro po'. Tra non molto verrai al mondo, e vedrai il sole,
i parchi, i bellissimi fiori nel giardino.. E i tuoi adorabili
fratellone e papà.”
Lei
non sembra d'accordo e scalcia ancora più forte.
Mi
piego un po' su me stessa e lascio cadere il pezzo di legno... Non
posso sentirmi male in un posto sperduto, da sola.
Proprio
no.
Mi
accarezzo di nuovo il ventre e faccio dei grandi respiri.
“Hey!”
mi urlano da dietro.
Mi
volto e mi ritrovo davanti Dean..
Ma
non è Dean..
Cioè,
si è lui.. Ma non il Dean che io conosco.
I
suoi occhi sono così freddi e vuoti, così diversi
da quelli che ho
imparato a conoscere..
“Dean?”
chiedo perplessa.
Lui
avanza verso di me seguito da alcune persone.
Sono
armate fino ai denti, il che mi fa intuire che da queste parti,
ovunque siamo, non sono tutti amichevoli.. Forse nemmeno loro che ora
mi stanno raggiungendo lo sono.
“Allison?”
sussurra Dean a metà tra la domanda e l'affermazione
“Che mi venga
un colpo.. Da dove vieni?”
“Dalla
mia camera da letto..”
Lui
sbatte le palpebre e mi aiuta a stare dritta.
Lo
ammetto! Ora che ho visto una faccia conosciuta mi sento meglio..
Credo che le fitte fossero dovute al panico.
“Intendo,
da quale anno?” mi chiede ancora.
Ma
che razza di domanda è?
“Ehm..
dal 2010. Perchè questo che anno è?”
“Il
2014!”
Il
2014? Oh cielo! Questo deve essere uno stupidissimo futuristico
incubo.
Mi
do un pizzicotto e mi faccio malissimo..
“Che
fai?” mi chiede Dean.
“Speravo
che fosse un incubo.” rispondo “Ma non lo
è.”
Lui
ride appena e mi fa salire in una specie di Jeep militare.
“No. Non
lo è. Andiamo, questo posto non è
sicuro.”
Annuisco
e sospiro.
Dovrei
chiedergli di Castiel, ma onestamente sono troppo perplessa in questo
momento.
Durante
il viaggio verso quello che, scoprirò essere una specie di
campo..
militare, Dean mi racconta un po' di cose.
Il
luogo è desolato perchè, eccetto le persone che
sto per incontrare,
tutti sono stati contagiati dal virus Croatoan e loro sono stati
costretti ad ucciderli.
Il
virus Croatoan..
Una
cosa orrenda. Ho letto di questa storia e non mi piace per niente.
Gli
chiedo di Sam, ma lui cambia argomento e infine gli chiedo di Cass.
E
mentre lo faccio, mi accorgo di aver atteso fino ad ora per farlo,
perchè ho paura che la sua risposta mi dica che è
morto.
“Sta
bene!” mi dice invece facendomi scendere dall'auto visto che
siamo
arrivati. “Seguimi. Ti porto da lui.”
Annuisco
tirando un silenzioso sospiro di sollievo e lo seguo mentre mi porta
in una specie di capannone.
Come
porta c'è una specie di tendina.. una di quelle che fanno
rumore
quando le muovi.
Mi
ferma prima di entrare e mi guarda negli occhi..
“Ehm..”
inizia a farfugliare “Cass è un po'.. diverso da
com'era nel 2010.
Quindi.. preparati ok?”
Alzo
un sopracciglio e annuisco e lui mi fa strada.
Dentro
questo capanno, c'è il mio amore, con una barbetta
leggermente
incolta che gli sta decisamente bene.. E' seduto per terra a gambe
incrociate e un sacco di donne gli stanno intorno e lo ascoltano
mentre dispensa consigli sulla.. percezione carnale di un sentimento.
Ma
che cavolo...
“Ora,
andate a prepararvi per l'orgia.” dice a quelle ragazze
infine.
Sgrano
gli occhi mentre Dean scuote il capo ed evita di guardarmi e mi
sposto per far passare le.. dolci ragazze che, a quanto pare, faranno
un'orgia con mio marito.
Anche
se non sono sicura che quello sia ancora l'uomo che ho sposato.
Castiel
si gira e quando mi vede per un attimo mi fissa perplesso.
Guarda
me e il pancione e poi riprende il controllo.
“Che
io sia dannato!” esclama.
“Se continui così sei sulla buona
strada..” gli dico indicando un'immensa scorta di pillole
dietro di
lui.
Lui
mi guarda e scoppia a ridere.. “Lasciami
indovinare,” mi dice
“vieni dal 2010 – almeno così mi sembra
dai capelli – e la
pagnotta dentro il tuo forno è la piccola Sophia
vero?”
“Wow!
Sei un vero genio.” gli dico.
Non
so perchè gli sto parlando così..
Forse
perchè lui è così diverso dal Cass che
conosco.. Forse perchè mi
sento ferita e umiliata nel sapere che farà un'orgia e
toccherà..
Non voglio nemmeno pensare a cosa toccherà.
“Calmati
piccola..” mi dice “Perchè non partecipi
anche tu all'orgia..
Così ti rilassi.”
Che
cosa?
Spalanco
gli occhi e li sento riempirsi di lacrime..
Non
voglio stare qui, dove il mio uomo fa le orge e mi chiede di
partecipare.. Io non..
“Non
voglio stare qui!” dico a Dean..
“Certo!”
esclama Castiel urlando “Fai sempre così tu.
Quando le cose sono
troppo grandi per te sparisci. Anche quando i nostri figli sono morti
sei sparita.. E poi sei tornata dopo mesi. Hai detto che avevi
bisogno di tempo, invece mi hai allontanato e sei fuggita divorata
dal senso di colpa..”
“I
nostri figli sono cosa?” chiedo in un sussurro,
interrompendolo,
con la sensazione di essere sul punto di svenire.
“Sono
morti. Ed è tutta colpa tua. Dovevi badare tu a loro e li
hai
lasciati soli per andare a riposare. Avevi mal di testa.. Doveva
esploderti!” mi urla accorato “I miei figli sono
morti per colpa
tua!”
Mi
urla cose brutte.. I nostri figli sono morti ed è colpa mia.
“Smettila
Cass. Non è colpa sua.” interviene Dean.
“Si
invece.. Portala via o io..” risponde lui scaraventando tutto
in
aria.
Mi
copro la bocca con una mano per fermare i singhiozzi e mi giro per
uscire da lì..
Ma
quando oltrepasso la soglia della porta, la scena cambia.
Mi
ritrovo sola, e davanti a me, Sam Winchester vestito di bianco, sta
uccidendo i miei bambini..
Ma
non è Sam.. E' Lucifero!
“No!”
urlo tra le lacrime correndo verso di loro.. Vedo la mia piccola per
la prima volta..
Lei
e Gabriel strillano e piangono chiamandomi..
Li
uccide senza pietà ed io cado in ginocchio singhiozzando.
Lui
si avvicina a me e piega la testa di lato.
“Ti
avevo detto che avrei vinto io no?” mi sussurra sorridendo
appena..
E'
un incubo! E' solo un incubo.
Questo
è quello che ripeto a me stessa mentre piango guardandolo in
faccia.
Ma
se non fosse solo un incubo?
*****
Sobbalzo
d'improvviso, colpa di alcune urla provenienti da fuori.
Che
succede?
Guardo
accanto a me, ma... Allison non c'è.
A
dire il vero, non c'è niente. Sono su una piccola e orribile
brandina, senza materasso.
Fa
un freddo cane ed è tutto in penombra.
E
sono solo, dov'è Allison? Dove sono finito io?
Mi
metto seduto e penso che devo essere in un sogno.
Un
orribile e maleodorante incubo. Sì deve essere
così, ecco perché
sono qui in una stanza umida e buia, su un letto cigolante e lurido,
invece della mia accogliente casa, nel mio caldo e morbido letto
accanto alla mia donna.
Mi
alzo in piedi e guardo dalla finestra.
Il
gelo mi scorre nelle vene, che diavolo è? Sono in qualche
scenario
di guerra?
Esco
dalla stanza e scendo le scale, lentamente e guardandomi intorno
preoccupato.
Lascio
l'edificio e cammino per un po', so che è un sogno ma vorrei
tanto
essere armato.
Sospiro
e scorgo una ragazzina inginocchiata a terra, sporca e piangente.
Cammino
più velocemente e la raggiungo, mi piego verso di lei e la
chiamo.
“Ehi
tesoro, stai bene? Sei ferita?”
Lei
tace, poi fulminea tenta di attaccarmi, armata di un grosso coltello.
Lo
schivo e la respingo, buttandola a terra.
Maledizione,
è una croatoan!
Comincio
a correre, accorgendomi che la piccola bastarda era una trappola per
qualche idiota come me, infatti da dietro un palazzo sbucano almeno
altri sei o sette fottutissimi malati schifosi.
È
un sogno – o almeno è quello che spero –
ma sembra tutto così
reale. Anche il mio cuore che pulsa all'impazzata e il respiro
diventa sempre più difficoltoso.
Quanto
vorrei avere un Winchester.
Non
i fratelli Winchester, un fucile Winchester, di quelli grossi!
Sento
degli spari dietro di me, sarà pure un sogno ma non voglio
che mi
sparino!
“Ehi
Cass! Cass fermati!”
Una
jeep mi raggiunge e mi blocca la strada, costringendomi a fermarmi.
Mi piego in due e cerco di respirare, ma è difficile.
“Cass,
brutto idiota, che volevi fare? La maratona?”
Alzo
la testa e mi ritrovo Dean davanti.
Più
vecchio, e più feroce.
Non
è il Dean che conosco io, e anche per lui credo di non
essere il
Castiel che conosce.
Ci
guardiamo perplessi per un po', poi mi giro a guardare in direzione
dei miei inseguitori che, me ne accorgo ora, sono tutti morti, uccisi
da Dean e dai suoi compagni.
“Tu
non sei il bastardo che conosco io” inizia serio
“chi diavolo
sei? O meglio, cosa sei?”
“Io
sono... Castiel... ehi ma noi questa conversazione l'abbiamo avuta
già più di due anni fa” dico
infastidito.
Dean
sgrana gli occhi. “Sei anni fa, vorrai dire” mi
corregge.
Finalmente
capisco.
“Siamo
nel 2014?”
Lui
annuisce. “Sì genio, perché in quale
anno credevi di essere?”
Mi
massaggio la fronte e sospiro. “Io vengo dal 2010, Dean.
Vengo da
quello che per te è passato, ma per me è
presente. Vengo da casa
mia, dal mio letto nel quale stavo dormendo con mia moglie, e non so
perché diavolo sono qui!”
L'espressione
di Dean si rilassa, mi prende per un braccio e ci avviciniamo alla
jeep.
“Calmati,
amico” mi dice bonariamente “o ti verrà
un colpo. Dunque, tu
vieni dal...2010, e non sai chi è stato a spedirti qui o
perché.
Zachariah l'ho fatto fuori con le mie mani quindi non può
essere
stato lui. Forse tuo fratello Gabriel? O tuo suocero?”
Dean
mi parla ma io quasi non lo sento: questo... non è un sogno?
E
cos'è?
Ciò
che accadrà tra quattro anni?
“Dean...
dov'è Allison? E io dove sono? Siamo vivi, vero?”
Il
cacciatore si guarda intorno nervoso, poi tenta di sorridere.
“Sì,
siete vivi. Fisicamente.”
Corrugo
la fronte. “Che vuol dire fisicamente?”
“Cass..
sono successe delle cose alla vostra famiglia...” inizia, ma
io lo
fermo.
“Dove
sono i miei figli?”
Lui
sospira e indica la sua jeep. “Sali Cass, andiamo al campo.
Capirai
tutto.”
Non
rispondo, non ne ho la forza.
Dove
sono i mie bambini? Cosa è successo loro?
Perché
mi sta accadendo questo?
Tante
domande si affollano nella mia mente, e la paura mi attanaglia lo
stomaco.
Arriviamo
a questa specie di campo profughi, recintato da filo spinato
elettrificato.
Scendiamo
dalla jeep e Dean mi porta in un capanno di legno, umido e freddo.
“Allison!”
grido appena la vedo, girata di spalle.
Lei
si volta e invece di sorridermi, mi guarda con.... odio.
“Che
diavolo vuoi, idiota? Hai finito di scoparti la tua dose quotidiana
di puttane?”
Cosa?
Piego
un po' la testa e la fisso sconvolto, perché mi dice queste
cose?
Allison
cambia espressione, da sprezzante a perplessa, e si avvicina di
qualche passo.
Intanto
Dean ci lascia da soli.
“Tu
non sei... il Cass di adesso” mi dice sorpresa.
Annuisco.
“No a quanto pare, e ne sono proprio felice visto in che
termini ne
hai parlato” le dico.
Per
un attimo mi sembra sul punto di sorridere, ma dura un secondo.
“Beh
allora vuol dire che qualcuno dei tuoi fratelli maggiori, prima di
morire come tutti gli altri, ti ha spedito qui per farti vedere il
capolavoro che combinerai” mi dice con acredine.
“Capolavoro?”
“Sì.
Da che anno vieni, precisamente?”
“2010”
Annuisce
e gli occhi le si riempiono di lacrime. “Sophia è
nata?”
“No”
rispondo “sei... all'ottavo mese.”
A
quelle parole, si irrigidisce di più. “Era meglio
se avessi
abortito e poi fossi morta quando Lucifero mi ha sbattuta contro il
muro, almeno non avrei visto i miei figli morire!” mi urla.
Spalanco
gli occhi e mi sento morire. “Cosa stai dicendo?”
Incrocia
le braccia sul petto, guardandomi truce. “Sì
Castiel, i figli che
abbiamo avuto insieme, sono morti. A causa tua. Non sei stato capace
di proteggerli! Tu avevi il dovere di proteggerli e invece sei stato
un codardo e hai lasciato che Lucifero dopo aver preso Sam, uccidesse
Gabriel e Sophia! E ora sai cosa fai per il rimorso? Piangi? Ti
punisci? No” grida ridacchiando “organizzi orge,
vai a letto con
più donne contemporaneamente e ti droghi, e bevi. Sei
diventato un
essere spregevole, un bastardo edonista che se ne frega di tutto e
tutti, un parassita orribile. Se solo penso di essere venuta a letto
con te, mi viene da vomitare. E sono anche rimasta incinta di te due
volte!”
I
miei figli morti? E io non li ho difesi? E ora noi ci odiamo?
Tutto
questo è troppo per me, barcollo e cado in ginocchio,
piangendo.
“Piangi?
Oh povero piccolo” mi deride Allison, la donna che amo
“vedi di
cambiare qualcosa nel tuo tempo, oppure è quello che
succederà per
la tua codardia, i miei figli moriranno”
Alzo
la testa di scatto e la guardo furioso. “Se tu parli
così al
Castiel di questo tempo, ciò non ti dà il diritto
di parlare a me
così. Nel mio tempo i nostri figli
stanno bene e noi ci
amiamo, e tu non osare dirmi queste cose.” le urlo sconvolto.
Poi
mi alzo e corro fuori, pensando di parlare con Dean o magari con me
stesso, per chiedergli che diavolo è successo, visto che con
questa
Allison non è possibile.
Ma
appena fuori, mi ritrovo in un altro scenario.
Sono
nel cortile di qualcosa, forse una scuola o un edificio simile.
C'è
una donna vestita di bianco di fronte a me, mi dà le spalle
ma
riconoscerei quei capelli ovunque.
“Allison?”
domando perplesso.
Lei
si volta e... non è lei.
Non
nell'anima almeno.
Stringo
i denti e serro i pugni. “Lucifero!”
La...
cosa di fronte a me, sorride cattiva. “Ciao amore mio, come
stai?”
“Questo
non è possibile... tu hai preso Sam!”
“Avevo
preso Sam” precisa “ma poi lo stronzetto ha provato
a ribellarsi
e ho dovuto distruggere il suo corpo. Allora ho preso questo morbido
e delicato corpicino che vedi. Capisco perché sei impazzito
per lei,
sai? Ha una pelle fantastica... vuoi sapere perché mi ha
detto sì?
Certo che vuoi saperlo, fratellino adorato. Vedi, le ho fatto credere
che se mi diceva di sì, le avrei ridato i suoi figli. Che
stupida
femmina che era: anche se li avessi resuscitati, come avrebbe potuto
riaverli se poi non era cosciente? Donne, stupide creature. Non
trovi, Castiel?”
“Sei
un lurido bastardo!” grido a pieni polmoni.
“Grazie
caro ragazzo!” poi si avvicina a me, mentre io non riesco a
muovermi “Sapevi che alla fine avrei vinto, fratello, lo
sapevi
benissimo. Lo sapevano tutti, dal primo all'ultimo, ma hanno
continuato strenuamente a fingere di pensare il contrario. Uccidere
di nuovo Gabriel non mi è piaciuto molto. Ma far fuori
Sirahel.. per
non parlare dei tuoi bastardini! Il piccolo Gabry poi, ha tentato di
fare l'Arcangelo! Esilarante!” e scoppia a ridere.
Non
voglio ascoltarlo, questo è solo un incubo, deve esserlo!
Mi
giro e inizio a correre, non so nemmeno per andare dove. Ma non
voglio restare qui un secondo di più.
E
mentre corro, la sua risata sinistra sembra inseguirmi.
Voglio
tornare a casa, dalla mia famiglia, dai miei amici.
Continuo
a correre mentre inizia a piovere e il cielo è rischiarato
da
violenti fulmini.
Rivoglio
la mia Allison, rivoglio la mia felicità.
*****
“Cass!”
urlo quando lo scorgo in lontananza.
Corre,
come me, chissà verso dove.
Anche
lui incastrato in questa realtà che fa schifo.. In questo
futuro che
spero con tutte le mie forze non si avveri.
Non
so se abbiamo visto le stesse cose, io non.. non lo so.
E
non voglio saperlo.
Voglio
solo raggiungerlo e con lui correre verso l'uscita di questo
infernale scenario..
Lui
si ferma e si guarda intorno, forse per capire da dove lo chiamo. Poi
finalmente mi vede e corre verso di me chiamandomi a gran voce.
“Allison..”
mi dice raggiungendomi. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia
dolcemente, poi mi stringe per un attimo..
E'
spaventato..
Terrorizzato
direi.. Qualunque cosa abbia visto lo ha atterrito.. E ho
l'impressione di avere anche io quell'espressione disorientata sul
viso.
“Cass..
che cos'è tutto questo?” chiedo guardandomi
intorno “Come siamo
finiti qui?”
“Non
lo so!” esclama lui prendendomi per mano “Qualcuno
ci ha spedito
4 anni avanti nel futuro e..”
Si
ferma e mi guarda di nuovo accarezzandomi il viso e poggiando la
fronte sulla mia.. “Andiamocene da qui.”
“Come?”
“Non
lo so, ma.. corri.” mi dice.
Iniziamo
a correre, in quel posto sperduto speranzosi di uscire da lì
e
tornare al presente più in fretta in possibile.
Non
so come o se torneremo a casa, ma ora che lui è con me va
meglio..
Il
pancione mi impedisce di correre veloce abbastanza ma sto facendo del
mio meglio per seguire il passo..
Ad
un certo punto però non ce la faccio più e mi
fermo piegandomi su
me stessa col fiatone..
“Vai
tu..” dico a Cass “Io non.. Non ce la faccio a
correre con il
pancione.. Vai tu. Torna a casa e poi..” mi fermo e faccio
dei
grossi respiri..
Correre
nelle mie condizioni non è proprio il massimo. In condizioni
normali
correrei velocemente senza problemi, ma la piccola Sophia pesa e non
ce la posso fare.
Tuttavia
gli occhi di Cass sono talmente in ansia e agitati che se va senza di
me, sarò più tranquilla.
“Che
cosa?” mi chiede lui “No! Non me ne vado da qui
senza di te..”
“Cass..
posso provare a spedire te a casa con i miei.. i miei poteri. Ma non
posso spedire entrambi. Sono troppo pesante e non ce la farei.. Vai
tu.” gli dico mettendomi dritta e allungando la mano verso di
lui.
Cass
si scansa e scuote il capo. “No! Non agitare la tua mano
verso di
me con l'intento di mandarmi via.. O ce ne andiamo insieme o non se
ne va nessuno dei due..”
Sto
per ribattere, ma di colpo ci ritroviamo di nuovo a casa.
Mi
siedo sul letto ringraziando il cielo di essere di nuovo nel posto
giusto, e riprendo fiato.
Anche
Cass si siede accanto a me sfinito. E quando entrambi ci riprendiamo,
facciamo una doccia e scendiamo di sotto.
Non
è passato tanto tempo.
Non
so come.
Gabriel
dorme ancora nella sua culletta e sono solo le 08.00 del mattino.
Forse
il tempo, nei viaggi temporali, passa diversamente..
Dopo
la doccia, Cass mi raggiunge di sotto, mentre sto facendo colazione
mangiando una tazza di latte e cereali..
Mi
bacia i capelli e prende una brioche e del caffè..
“Ti senti
meglio?”
Annuisco
e faccio un grosso respiro. “Si! Sto bene adesso.. Tu stai
bene?”
“Si..
abbastanza.” mi dice mordendo la brioche.
Mi
schiarisco la voce e mangio un altro cucchiaio di latte e cereali..
“Piccola..
cos'hai visto nel futuro?”
“Oh..
niente di importante.. Solo, noi vecchi coi nostri figli e poi..
c'era uno scenario che mi ha spaventata.. Ma erano solo piccioni..
Sai che mi terrorizzano.” gli dico sorridendo.
Lui
annuisce e abbozza a sua volta un sorriso. “Si, lo
so.”
“E
tu? Cos'hai visto?”
Beve
un sorso di caffè e sospira.. “Niente di
importante.. Nemmeno io.”
Gli
sorrido spostandomi indietro i capelli e rimango in silenzio.
Ho
mentito, ma credo che anche lui lo abbia fatto.
Abbiamo
avuto paura e.. ora non so cosa accadrà.
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Capitolo 59 *** It's time ***
It's
time
“Ben
alzata Los Angeles! Un nuovo giorno è arrivato e il cielo
è così
sereno che si prevede una giornata di forte caldo. Quindi mano ai
costumi e andate al mare.”
Sorrido,
abbassando
un po' il volume e tolgo il latte dal fuoco.
Non
vedo l'ora di
partorire, per – tra le altre cose, tipo il sesso –
poter bere di
nuovo il caffè.
Ogni
volta che lo
preparo per Cass un forte odore avvolge tutta al stanza ed io vorrei
tanto berne una tazza.
Ma
non posso farlo
e così mi accontento di latte al cioccolato bollente.
Sì!
Vivo a Los
Angeles, sotto il caldo cocente ma non posso fare a meno delle
bevande calde. Che posso farci?
Sospiro
e ne bevo
un sorso, e poi decido di uscire fuori a dare un po' di acqua alle
piante. Le mie margheritine stanno crescendo bene.
Sono
colorate e
vive. Così come i miei gerani e così come le mie
rose quando
deciderò di piantarle.
Ho
deciso, l'altro
ieri mentre ero proprio in un vivaio, che le voglio rosse, bianche e
gialle..
E
forse deciderò
di piantare anche dei tulipani.
No!
Non
sto cercando di
trasformare il mio giardino, o il mio vialetto in una foresta..
Però
mi piace vedere del colore tra il verde del prato.
E
mi piace fare
giardinaggio mentre Gabriel mi aiuta divertendosi tra la terra.
Sorrido
mentre
faccio partire l'irrigazione verso la parte intera del prato,
così
da non bagnarmi e bagnare il ragazzo del giornale che si sta
avvicinando a me sorridente.
“Buongiorno bella
signora..” mi dice “Manca molto al
parto?” mi chiede
indicandomi il ventre.
Annuisco
appena e
bevo un altro sorso di latte “Due settimane più o
meno.”
“Femmina o
maschio?”
“Femmina.. Il
maschio sta ancora dormendo..”
Lui
sorride e mi
porge il mio giornale salutandomi e allontanandosi.
Lo
saluto a mia
volta e rientro dentro.
Oggi
sulla prima
pagina si parla di politica, ed io odio la politica.
C'è
un inserto
speciale insieme al giornale e decido di leggere quello.
Lo
prendo e..
“Oh no!”
esclamo con me stessa..
Ci
sono io sulla
copertina, col famoso vestito nero con la fascia rossa della sfilata.
Quello
che ora sta
nel mio armadio e che indosso su quel gigantesco cartellone in
centro.
Ricordo
di aver
incontrato qualche giornalista quella sera, che mi aveva fatto
qualche domanda..
Ma
non credevo di
finire sulla copertina di un inserto che praticamente.. Beh
praticamente ha tutta Los Angeles in questo momento..
No!
Peggio.. Tutta
la California.
Mi
passo una mano
sul viso e lo sfoglio velocemente.
Spero
almeno che
abbiano scritto le cose che ho detto e non si siano inventati nulla.
Per
fortuna c'è
scritto quello che ho detto.
E
una parte attira
la mia attenzione.. Perchè è la parte che
probabilmente salverà il
mio matrimonio..
Dice,
alla domanda
del giornalista, se sono felice delle attenzione che gli uomini mi
rivolgeranno, che io sono felicemente sposata e degli altri uomini
non me ne importa nulla.
Quando
Cass lo
vedrà.. Beh c'è il rischio che mi chieda il
divorzio. E questa
risposta potrebbe essere la mia salvezza.
Sospiro
e mi perdo
nei mie pensieri.
“Mi
dispiace Allison.. ma non posso sopportare l'idea degli altri uomini
che ti guardano pensando a chissà cosa.. Non ce la faccio.
Voglio il
divorzio.”
“Ma
Cass... Amore io..”
“No!
Il mio avvocato ti chiamerà. Addio.”
Squilla
il
telefono.. Oddio e..
“Non firmerò
alcuna carta di divorzio!” urlo rispondendo.
Dall'altra
parte
c'è silenzio per un attimo.. Poi una voce mi risponde.
“Allison..
che stai dicendo?”
E'
mio padre!
“Papà.. Sei tu?”
“Si.
Chi credevi che fosse?”
“L'avvocato di
Castiel..”
“Castiel
ha un avvocato..”
E'
vero! Non ce
l'ha.
Mi
sento stupida in
questo momento.. Sospiro e mi rilasso.. “Non credo. Comunque,
che
succede?”
“Hai
visto l'inserto arrivato col giornale?”
mi chiede “Bambolina, sei bellissima..
E'.. è per questo
che pensi che Castiel chiederà il divorzio?”
“No.. Certo che
no!” dico ridendo nervosamente.
Lui
ride ed io
cerco di non sentirmi stupida come non mai..
“Sono
sicura che andrà bene.. Io e Stefany possiamo prendere
Gabriel da
pranzo fino a stasera?”
“Si, certo!”
gli dico “Vai tu a prenderlo all'asilo?”
“Si!”
“Ok allora..
Papà.. Il riposino, dopo pranzo, non alle cinque. Altrimenti
poi
stanotte farà i capricci per dormire.”
“Va
bene. Ti voglio bene.. Lo riporto alle otto.”
“A dopo. Ti
voglio bene anche io.”
Riattacco
e
sobbalzo ritrovandomi Gabriel senior davanti. “Gabriel.. mi
hai
quasi fatto prendere un infarto.”
Lui
ride e si
avvicina con l'inserto in mano. “L'hai già fatto
vedere a Cass?”
mi dice indicandolo.
Scuoto
il capo e
bevo l'ultimo sorso di latte.
“Posso
nascondermi e sbirciare mentre glielo dici? Non voglio perdermi il
momento in cui diventerà paonazzo per il nervoso.. Ti
prego.”
Inarco
un
sopracciglio e scuoto il capo prendendo l'inserto e avviandomi verso
le scale..
E'
meglio che non
ci sia nessuno quando lo mostrerò a Cass..
“Sparisci!”
dico a Gabriel ridendo.
“Guastafeste!”
mi apostrofa lui.
“Prometto che ti
farò un'imitazione perfetta domani..” gli dico
salendo..
“Ti adoro!”
grida lui dal fondo delle scale..
Sorrido
ed entro in
camera per svegliare Cass..
E
l'Apocalisse,
potrebbe essere niente in confronto alla sua reazione.
*****
“Amore...
sei
sveglio?”
Apro
un occhio e la
guardo, mormorando qualcosa di indistinto.
Poi
mi giro e li
apro tutti e due, stiracchiandomi.
“Sì... penso di
sì...” rispondo.
In
realtà sono
sveglio da ore, ma non voglio che lo capisca.
Per
me era già
difficile dormire prima, ma dopo il mio, o meglio nostro, viaggetto
nell'ipotetico futuro che ci aspetta, non riesco a dormire per
più
di due, tre ore.
Quello
che ho visto
era terribile, e spero con tutto il cuore che Allison non abbia visto
le stesse cose.
Lei
si avvicina
sorridendo, si siede sul letto stringendo in mano un giornale.
“Cass, tesoro...
sto per mostrarti una cosa” inizia raggiungendo la mia mano
con la
sua “ma tu promettimi che starai calmo, non ti arrabbierai e
non
urlerai. Me lo prometti?”
La
guardo
perplesso. “Se mi dici così inizio già
a preoccuparmi. Cos'è
successo?”
Allison
sospira e
mi mostra il giornale che ha in mano.
Lo
prendo e lo
guardo e....
Spalanco
gli occhi
fissando incredulo la copertina.
“Sei finita sui
giornali?!” esclamo con voce un po' stridula
“Com'è possibile?”
Lei
fa spallucce.
“Beh ecco.. la sera della sfilata ho risposto a qualche
domanda, ma
non credevo di finire sui giornali di tutta la California!”
si
scusa mordendosi un labbro “E comunque quello è un
inserto, non
proprio un giornale...” aggiunge indicandolo.
Scuoto
il capo e
sfoglio l'inserto, come l'ha chiamato lei, e leggo ciò che
avrebbe
detto Allison la sera della sfilata.
«Signora
Morgan, lei è decisamente una donna bella e sensuale e
stasera molti
uomini la guarderanno, non proprio interessati agli abiti che
indosserà e per nulla turbati dal fatto che è in
dolce attesa. È
felice di sapere che stasera, diventerà il sogno proibito di
molti
uomini?»
«A
dire il vero, non mi importa affatto. Sono felicemente sposata con
James, un uomo fantastico, con il quale ho avuto un bambino, Gabriel,
e una bambina che sta per arrivare, Sophia. Non ho nulla di speciale
ma anche se fossi la più bella del mondo, mi dispiace per
gli altri
uomini ma io ho occhi solo per mio marito, e mi interessa essere
bella solo per lui. E gli uomini farebbero bene a non guardarmi
troppo, non apprezza molto quando lo fanno!»
Finisco
di leggere
questo passo e sorrido, ovviamente orgoglioso della risposta che
Allison ha dato ad una domanda davvero idiota da fare ad una donna
incinta e con marito e figlio tra il pubblico, in mezzo a quegli
uomini che, era sottinteso, avrebbero fatto pensieri osceni su di
lei.
“Castiel? Stai
bene?” mi domanda a mezza voce.
“Sì, sto
benissimo amore” rispondo sorridendole.
Lei
mi fissa
sbigottita. “Non... sei arrabbiato?”
Scuoto
il capo e le
prendo la mano, baciandone il dorso. “Per niente tesoro.
Sì beh,
mi scoccia un po' pensare che a quest'ora tanti pervertiti staranno
ammirando la tua bellezza e pensando chissà quali porcherie.
Ma...
l'hai proprio messa a posto questa stronza di giornalista!”
affermo
stringendo l'inserto.
Ally
scoppia a
ridere. “Stronza? Oddio Cass, ti adoro quando te ne esci con
questi
termini! Comunque è quello che penso” si ferma e
si avvicina,
posandomi una mano sul viso “possono guardarmi anche tutti i
maschi
del pianeta, a me non importa. Io sono tua, a loro resterà
solo la
propria fantasia.”
La
sua dolcezza mi
spiazza sempre, è una donna estremamente forte, a volte
anche
aggressiva. Ma di una dolcezza unica.
E
la paura mi
attanaglia di nuovo lo stomaco.
Deglutisco
e mi
sforzo di sorridere. “Lo so Allison, e vedrai che prima o poi
imparerò a non voler uccidere chiunque osi solo
guardarti!”
Sorride
anche lei e
sospira. “Ti amo Cass, non scordarlo mai” mi dice
guardandomi
intensamente negli occhi.
“Ti amo da morire
anche io, non potrei amarti di più.”
Le
do un bacio
sulle labbra e sul palmo della mano.
“Cass, mi
accompagneresti dal dottore?” mi chiede dopo qualche secondo
“devo
fare l'ultima ecografia prima del parto, mi piacerebbe se ci fossi
anche tu.”
Annuisco
e mi alzo.
“Certamente, dammi il tempo di farmi una doccia e vestirmi, e
poi
sono tutto tuo.”
Mi
guarda inarcando
un sopracciglio. “Tutto mio” ripete “mi
piace
quest'espressione. Tra poco la metteremo in pratica!”
Ridacchio
passandomi una mano sul viso. “Però sei
cattiva” le dico “quando
tu hai detto di essere mia, poco fa, io ho evitato battute a doppio
senso! Tu invece non hai mai pietà di me!”
Si
alza e mi
raggiunge. “Io ci penso anche senza battute o quant'altro. Mi
manchi tanto... ma ormai siamo al capolinea, due settimane e poi
inizierà il conto alla rovescia verso le nostri folli notti
di
passione!”
Le
prendo il viso
tra le mani e la bacio, evitando di buttare benzina sul fuoco con
ulteriori battute.
“Vado a
prepararti la colazione, tu vestiti!”
“Non... non
preoccuparti tesoro” le dico “prenderò
solo un caffè.”
Mi
guarda
preoccupata. “Ti senti bene? È da un po' di giorni
che mangi poco.
Ti sei messo a dieta per caso? Stai dimagrendo e tu sei già
molto
magro di natura! ”
“Ma no” ribatto
sorridendo “è solo che ultimamente ho poca fame.
Sta' tranquilla,
non diventerò uno scheletro.”
Allison
arriccia la
bocca. “Lo spero. Non mi piaci troppo magro!” e si
gira per
andare verso la porta, ma si ferma e si volta a guardarmi.
“Tuo fratello ci
rimarrà molto male!” mi dice divertita.
“Gabriel? Per
cosa?”
Fa
una risatina e
scuote il capo. “Poco fa era di sotto e mi ha chiesto se gli
permettevo di nascondersi in camera nostra per vedere il momento
esatto in cui davi in escandescenza per via del giornale. È
tutto
matto Gabe, lo sai?”
Sospiro
rassegnato.
“Sì, lo so. Non cambierà mai,
temo.”
“Per fortuna!”
esclama lei, e dopo avermi mandato un bacio sul palmo della mano,
esce dalla nostra camera.
Per
quanto tempo
riuscirò a fingere di essere tranquillo?
Mi
massaggio le
tempie ed entro in bagno.
Mi
fa male la testa
già di primo mattino.
*****
Ma
pensa che io sia
scema?
Pensa
che, fingendo
di essersi appena svegliato e dicendomi di non avere fame, io ci
caschi?
So
che Castiel mi
nasconde qualcosa, quello che non so è cosa e sopratutto
perchè non
vuole dirmi cosa sta succedendo.
Avevamo
promesso di
non nasconderci mai più nulla e adesso lui, mi tiene segreto
qualcosa che lo preoccupa, gli fa passare l'appetito e anche il
sonno.. E secondo lui io dovrei starmene zitta e indifferente?
No!
Non
ne ho alcuna
intenzione.. Passi una volta, passino due volte.. Ma è
settimane che
mi tratta così, come se fossi un'idiota e adesso non mi va
più.
Glielo dirò.
Sospiro
e prendo
due brioches mettendole in un sacchetto. Non mi va che lui non mangi
e nemmeno che non dorma.
“Amore.. sei
pronta?” mi chiese raggiungendomi nella cucina.
Annuisco
distrattamente e gli do il suo caffè.. “Gabriel
è già all'asilo.
Ha preso il bus dell'asilo per la prima volta stamattina.. Sirahel
andrà a prenderlo e passerà con lui e Stefany
tutto il giorno. Lo
riporteranno a cena.”
“Sempre che
Sirahel non decida prima di passare dalla parte del nemico..”
risponde lui sarcastico bevendo un altro sorso di caffè.
Ma
quando smetterà
di avercela con lui? Dopotutto è mio padre e, a parte
qualche
sbaglio, è sempre stato buono con noi.
“Potresti
smetterla di odiarlo.. Ti comporti da ingrato.” gli dico.
“Ingrato?” urla
lui quasi “Per colpa sua, tu e nostra figlia siete quasi
morte.. Ti
ha lasciata morire quando ti sei tolta la vita, ha lasciato morire
tua madre e ti ha picchiata.”
“Si!” dico
decisa “E ti ha coperto quando sei venuto a prendermi, quando
hai
capito di amarmi e un sacco di altre volte. Ti ha guarito quando ti
sei tagliato le ali e si è preso cura di me quando non
c'eri. Ah si,
dimenticavo.. Ti ha anche dato un'identità nuova di zecca
permettendoti di adattarti alla tua nuova vita.”
“Stai dalla sua
parte ora?”
Cosa?
Qui non si
tratta di stare dalla parte di nessuno.. si tratta di puri e semplici
dati di fatto..
Faccio
un grosso
respiro e lascio cadere l'argomento.
“Non importa..”
gli dico “Andiamo, o faremo tardi.”
Mi
fissa perplesso
e poi usciamo di casa e saliamo in auto. Oggi farò l'ultima
ecografia e presto stringerò la mia piccola tra le braccia..
Partiamo
in
silenzio. Nessuno dice nulla e come sempre, c'è un traffico
bestiale..
Nonostante
la
macchina di Castiel sia veloce, rimaniamo comunque imbottigliati nel
caos mattutino.. E l'ospedale è ancora lontano.
Prendo
una delle
brioche e gliela porgo.. “Dovresti mangiarla.. E' piena zeppa
di
cioccolato..”
Lui
scuote il capo
e scansa la mia mano. “Non ho fame.. Ma grazie
comunque.”
Annuisco
e poso le
brioches. Entrambe. Se lui non vuole mangiare, non mangerò
nemmeno
io..
Si!
E' una sorta di
ricatto.. Una cosa del tipo mangio solo se anche tu mangi ,
ma
è l'unico modo che ho per convincerlo a mangiare.
“Che fai?” mi
chiede “Tu non la mangi?”
“No!” esclamo
“Non ho fame.”
“Beh, tu non dici
mai no al cioccolato.”
“Stavolta si. Non
posso decidere di fare come te? E non mangiare?”
“Ma cosa..”
sospira e ferma l'auto parcheggiandosi al lato della strada..
“Vuoi
dirmi che ti sta succedendo? E' da quando sono sceso per uscire di
casa che ti comporti in modo strano.”
“Io?” chiedo
“Tu, è settimane che ti comporti in modo strano. E
il peggio è
che mi tratti come un'idiota. Non mi dici che succede.”
“Ma di che
parli?”
“Non mangi e non
dormi. Credi che non mi accorga che quando apri gli occhi al mattino,
hai solo finto di dormire? Me ne accorgo dagli occhi. Quando ti
svegli al mattino, dopo aver dormito, sono rossi e lucidi.. E sono
settimane che non li vedo in quel modo.”
Lui
sospira e ride
scuotendo il capo. “Ma amore..”
“Non chiamarmi
amore!” lo interrompo urlando “Sai, che tu voglia
nascondermi le
cose, posso anche farmelo andare bene.. a fatica, ma posso provarci.
Ma che tu mi tratti come una stupida, proprio non mi va..
perchè non
sono un'idiota e tu lo sai!”
“Idiota no di
certo. Ma paranoica si.” risponde urlando a sua volta.
“Voglio solo
sapere che succede.” gli urlo ancora.
“Non sono affari
tuoi!” urla lui.
Le
ultime parole mi
lasciano basita, lo ammetto.. Annuisco appena e torno composta.
“Come
vuoi.. riparti o faremo tardi.”
Lui
non dice
nulla.. Riparte e in silenzio arriviamo in ospedale.
Parcheggia
l'auto e
corre ad aprirmi lo sportello.. Lo richiudo e lo riapro da me per poi
scendere.. “Sono incinta, non invalida!”
Cass
scuote il capo
e chiude l'auto, poi mi segue..
Saliamo
sull'ascensore, e quando l'uomo che c'è con noi scende al
secondo
piano, rimaniamo soli col nostro silenzio.
Guardo
davanti a me
e mi schiarisco la voce..
“Posso avere una
di quelle brioche adesso?” mi chiede lui guardando a sua
volta
davanti.
La
prendo dal
sacchetto e gliela porgo.. Lui la spezza in due con le mani e mi da
la parte con più cioccolato. “Non è per
te.. E' per mia figlia.”
specifica indicando il pancione.
Lo
guardo e alla
fine sorrido.. Anche lui sorride e mi bacia dolcemente.. Poi mi
prende per mano e da un morso alla sua parte di brioche.
Mangio
la mia e poi
d'un tratto l'ascensore si ferma e le luci si spengono..
Barcollo
e mi
poggio al poggiamano.
“Oh no!”
esclama Cass schiacciando l'interruttore di emergenza.
“Non funzionerà..
Ci sono cresciuta in questo ospedale.. Con mio padre che era il
primario di chirurgia.. Quando gli ascensori per i visitatori si
bloccano, l'impianto d'emergenza scatta solo per quel che riguarda le
sale operatorie e gli ascensori di servizio.. Per motivi di..
sicurezza del paziente. Qui arriva solo l'energia necessaria ad
accendere la luce d'emergenza lì in alto,” gli
dico indicandola
“e..”
Mi
fermo e mi tengo
il ventre guardando i miei piedi..
Oh
no!
“Che cos'hai?”
mi chiede.
“Ho rotto le
acque.” gli spiego.
Impallidisce
e si
passa una mano sul viso aiutandomi a sedermi per terra. Urla a
squarciagola aiuto ed io inizio ad avere dei dolori allucinanti..
Velocemente
le
contrazioni iniziano ad aumentare.. Fino ad arrivare, in mezz'ora
circa, alla velocità di una ogni minuto e mezzo..
Cass
mi prende la
mano e mi sposta i capelli dal viso.. Sto sudando.
“Respira come
insegnano ai corsi pre-parto.” mi dice.
“Non ho fatto un
corso pre-parto. Tu hai detto che mettere al mondo un figlio
è la
cosa più naturale del mondo.. Che non serve un
corso..” gli dico
urlando di dolore “Vorrei ucciderti in questo momento.. Ed io
che
ti ho anche ascoltato..” aggiungo stringendo la sua mano.
Poi
faccio un
grosso respiro e gli accarezzo piano il viso “No.. Non
è vero.
Vorrei baciarti.. E' solo che.. fa male..” gli dico piangendo
un
po'.
Lui
annuisce appena
e mi bacia la fronte..
Sophia..
amore di
mamma.. Aspetta ti prego.
*****
Povero
amore mio.
Se
potessi
prenderei il suo posto, partorirei io nostra figlia.
Ma
non si può e
inoltre io non posso fare nulla per alleviare i suoi dolori.
Allison
stringe
forte la mia mano reprimendo un urlo. “Tuo Padre faceva sul
serio
quando disse tu partorirai con dolore. ”
mi dice sarcastica.
La
guardo e anche
se mi sembra una pessima battuta, sorrido baciandole la mano.
“Infatti. Una mela molto costosa, vero?”
Allison
ridacchia
tra le lacrime e sono sicuro che tra sé e sé mi
ha mandato a quel
paese, ma il dolore è troppo e non dice nulla.
Respira
rapidamente
e soffre, e io non so che fare.
Siamo
bloccati in
questo dannato ascensore e mia figlia vuole nascere proprio ora,
più
di due settimane prima dalla data prevista.
Perché
i miei
figli nascono prematuri?
Oh
già, è colpa
mia. Sono figli di un angelo per cui non nascono come tutti gli
essere umani.
“E' colpa mia”
mormoro asciugandole il sudore dalla fronte con un fazzoletto
“è a
causa mia se succede questo.”
“In effetti mi
hai messa incinta tu!” replica Ally stringendo i denti.
“No, intendevo
che sono figli miei e non nascono come bambini normali.”
rispondo
prendendo il mio cellulare dalla tasca.
Lei
mi guarda
corrugando la fronte. “Potrei dire la stessa cosa, ricordi di
chi
sono figlia...” ma non finisce il concetto perché
urla di nuovo,
mentre una macchia di sangue di allarga sul suo vestito a fiori.
“Cass... sta per
nascere” mi annuncia in un sussurro.
L'unica
speranza è
avvisare Sir affinché venga qui e ci faccia uscire da questa
trappola.
Peccato
che non ci
sia campo qui.
In
un impeto di
rabbia butto il cellulare a terra, Allison capisce il perché
e
scuote il capo. “Niente campo, eh? Che bello... il nostro
giorno
fortunato!” commenta.
Anche
nel dolore
deve per forza essere ironica.
Sospiro
e prendo
una decisione assurda, ma l'unica possibile.
“Dobbiamo farla
nascere qui, adesso.” le dico, ricevendo uno sguardo a dir
poco
scioccato.
“Stai scherzando
spero!”
Scuoto
il capo e mi
tolgo la giacca per farne un cuscino, la poggio per terra e mi alzo.
“Non abbiamo
scelta, ti aiuterò io, per quel che
potrò.”
Allison
tenta di
sorridere, tra una contrazione e l'altra. “Amore... io lo
apprezzo
ma... non credo tu sappia cosa fare.”
“Io credo di sì.”
rispondo convinto.
“Hai visto altri
bambini venire al mondo?”
“Sì” affermo
“e neanche tanto tempo fa.”
“Non per sminuire
la tua esperienza” inizia sofferente “ma le cose
sono un po'
cambiate dai tuoi tempi. Per te duemila anni sono un soffio, per noi
è tantissimo. Oggi c'è la morfina, e l'epidurale,
e non si
partorisce sulle gambe di un'altra donna come allora...”
Crede
che mi
riferissi a millenni fa, ma si sbaglia di grosso.
Mi
schiarisco la
voce e mi avvicino, inginocchiandomi accanto a lei.
“Veramente ho
visto nascere te” le dico, un po' imbarazzato
“quindi non duemila
anni, ma meno di trent'anni fa.”
Smette
di respirare
affannosamente e mi guarda, regalandomi uno sguardo dolce.
“Tu...
eri lì mentre nascevo?”
Annuisco
accennando
un sorriso.
“Non me l'avevi
mai detto.” mi dice.
“Sì beh... non
ce ne è stata l'occasione e poi un po' me ne vergognavo. Era
un
momento così intimo della tua vita e di quella di tua madre
che..
non volevo farti sapere che c'ero anche io.”
Sembra
quasi che
abbia dimenticato di essere sul punto di partorire, mi fissa commossa
e con gli occhi pieni di lacrime, non so se per il dolore o per la
confessione che le ho appena fatto.
“Ti amo Castiel”
mi dice stringendo la mia mano “e sono felice di partorire
tua
figlia, anche se sto soffrendo tanto. Ora aiutami a farla
nascere...”
Annuisco
e l'aiuto
a stendersi a terra, facendole poggiare il capo sulla mia giacca
arrotolata.
Le
sollevo il
vestito e le sfilo la biancheria, ormai impregnata di sangue.
Ho
paura, e se
qualcosa andasse storto? Se Sophia morisse soffocata o qualcosa del
genere?
Inizio
a sudare e,
inginocchiandosi di fronte a lei, le dico di spingere.
Non
ho visto
nascere solo lei, ho visto il travaglio di altre donne, ma vedere
soffrire Allison così, mi fa male da morire.
È
la vita, lo so,
ma tanto dolore mi atterrisce.
“Coraggio amore
mio... ci siamo quasi” dico per incoraggiarla accarezzandole
una
gamba.
Lei
annuisce ma
piange, sopraffatta dal dolore.
Possibile
che né
Gabriel né Sir si accorgano di cosa sta succedendo?
Avremmo
tanto
bisogno del loro aiuto, invece ci sono solo io qui ad aspettare di
veder nascere mia figlia, con la mia donna che sta soffrendo
terribilmente.
Come
vorrei avere
di nuovo le ali, essere un angelo.
Non
credevo che
l'avrei più detto, ma vorrei esserlo per portarla via da
quest'ascensore e permettere a Sophia di nascere in sala parto e non
qui per terra.
“Smettila di
pensare a queste cosa ora, Cass” mi rimprovera Allison
“ormai è
andata così... tra poco...”
Urla
di nuovo e
spinge seguendo una contrazione.
Poi
ricade con la
testa all'indietro, respirando affannosamente. “Non ce la
faccio
Castiel” mi dice disperata “non ce la
faccio.”
“Sì che ce la
fai amore mio, stringi la mia mano... ci sono io qui con
te...”
Lei
afferra la mia
mano con entrambe le sue e la stringe forte, dando un'altra spinta.
E
finalmente la
vedo.
Una
piccola
testolina scura si posa sulla mia mano, Allison lascia la mia mano,
capendo che mi serve per prendere nostra figlia.
Un'ultima
spinta e
Sophia nasce. Inizia un pianto liberatorio così come sua
madre.
E
anche io mi
ritrovo a piangere come un idiota, tenendo tra le mani mia figlia,.
È
sporca di sangue
e piange disperata per il distacco dalla mamma, ma è
bellissima.
Somiglia
ad
Allison, dannazione è identica a lei quand'è nata!
Stringendola
con un
braccio, con la mano libera prendo il maglioncino che Allison ha
portato con sé, e avvolgo la piccola.
Poi
la do in
braccio a sua madre, che stremata e madida di sudore, piange e
sorride contemporaneamente.
Anche
io sorrido
tra le lacrime, emozionato come non mai.
“E' stupenda,
vero Cass?” mi chiede sorridendo.
“Sì” annuisco
“è stupenda, è identica a te.”
Le
abbasso il
vestito e le distendo le gambe. Perde sangue e se non usciamo di qui,
non so cosa potrebbe succedere.
Ma
fortunatamente,
le porte si aprono.
“Ehi, serve un
tecnico qui?”
La
voce squillante
di Gabriel ci fa sobbalzare.
È
vestito da
tecnico degli ascensori, con tanto di cappellino e sorriso sornione
sulle labbra.
Poi
guarda Allison
e la bambina e il sorriso da ironico diventa tenero.
“Sono arrivato
tardi eh?” ci dice come per scusarsi “Ma la telefonata
mi
è arrivata tardi”
“Telefonata?”
ripetiamo sia io che Ally.
Gabe
annuisce. “Sì,
il vostro primogenito mi ha chiamato, ovviamente a
modo
nostro, dicendomi che stava nascendo sua sorella” si
inginocchia e
accarezza la fronte di Allison “starai bene dolcezza, non ti
preoccupare” e le posa la mano sul ventre, fermando il sangue.
Poi
prende in
braccio Sophia e mi guarda “Sono stato esaudito! Somiglia
alla
mamma! Non dovrà farsi suora!” esclama tutto
contento.
Allison
ride, io
dovrei sentirmi offeso ma ora come ora non c'è niente che
possa
offendermi.
“Cass, occupati
di tua moglie, io tengo la piccola” mi dice mio fratello.
Aiuto
Allison a
mettersi seduta e poi la prendo in braccio, stringendola a me.
Intanto
fuori
dall'ascensore si sono affollate diverse persone, comprese alcune
infermiere che guardano Gabriel perplesse.
“Beh? Nel tempo
libero faccio l'ostetrico!” afferma ironico e un po'
accigliato.
Io
sorrido e guardo
Allison, che posa il capo sul mio petto, sfinita e dolorante.
Le
do un bacio
sulla fronte e lei alza il viso e mi sorride.
“E' nata nostra
figlia” mi sussurra “sono così
felice.”
“Sono felice
anche io” rispondo baciandole le labbra.
Ed
è vero, Sophia
è nata e sta bene e ciò mi rende più
che felice.
Ma
so che presto
dovrò abbandonare tutti loro.
|
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Capitolo 60 *** Unplug ***
Unplug
Sono
stanca! Sono davvero stanca.
Sophia
è nata da quasi due settimane ed è praticamente
da allora che non
mi faccio una bella dormita.
Lei
piange molto di notte, molto più di quanto facesse Gabriel.
E
quando la raggiungo per vedere che succede, e la prendo in braccio,
smette e si rilassa.
Le
mie braccia gli piacciono decisamente più della sua culletta.
Il
che è anche comprensibile.. La culla non le accarezza i
capelli in
quando non si addormenta, io si.
Solo
che io non posso stare in piedi a cullarla accarezzandole la
testolina tutta la notte. Non ce la faccio.
Ho
bisogno di dormire. Perchè a differenza di lei, io non ho
più
l'energia di una bimba.
E
oltretutto, Gabriel, in preda ad improvvisi, seppur brevi, attacchi
di gelosia fa di tutto per attirare l'attenzione e mi tocca dividermi
tra lui e la piccola.
Cass
mi da una mano, decisamente.. Si occupa della casa e mi aiuta come
meglio può.. Ma sono comunque stanca.
Oltre
a non dormire, non sento appetito da giorni e ho questo strano
presentimento che mi tormenta.
E'
come un peso sullo stomaco e mi fa sentire in ansia perennemente..
Oltre che nervosa tutto il tempo.
Metto
la piccola nel seggiolino e la copro con una leggera copertina.. Poi
prendo Gabriel per mano e usciamo in giardino.
Forse
stare un po' all'aria aperta mi aiuterà a rilassarmi, mentre
Cass si
occupa degli operai che di sopra stanno sistemando la nuova camera di
Gabriel.
Ora
è grande e quando ha visto la sua sorellina nella culla, ha
logicamente pensato che lei stava lì perchè
è piccola e che,
essendo lui grande, non voleva più starci.
Così,
gli abbiamo comprato una nuova cameretta, sui toni del rosso e del
giallo e il suo lettino è a forma di macchina.
Ha
una passione per le macchine e quindi quella del letto a forma di
automobile, è stata la scelta più logica.
E'
andato a sceglierlo con Cass e ha voluto che fosse rosso, come la
macchina di papà.
Mi
schiarisco la voce e poggio il seggiolino con la piccola su una
sdraio, poi mi siedo sull'altra mentre lascio Gabriel a giocare sul
prato lì accanto.
Chiudo
per un secondo gli occhi e mi massaggio il collo con la mano..
Ho
la nausea e sento l'incredibile voglia di urlare e di piangere.
E
non so nemmeno perchè.
“Mami..
la palla.” mi dice Gabriel.
Annuisco
distrattamente senza riaprire gli occhi.. E' troppo bello chiuderli e
isolarsi per un po'.
Sono
stata dal medico perchè credevo di avere la depressione post
partum,
o qualcosa del genere, ma lui ha detto che sono solo stanca e che
devo riposarmi un po'.
Solo
che, mio caro dottore, io non riesco a dormire.
“Si
tesoro.. Tra poco vengo a giocare con te a palla. Solo un
minuto.”
gli dico.
Lui
non mi risponde..
Lo
sento camminare e poi sento qualcosa cadere nella piscina..
Oh
no!
Se
ha gettato la palla in acqua..
E'
colpa mia, ho scordato di chiudere la piscina..
Apro
gli occhi facendo un grosso respiro e realizzo solo allora che non
è
la palla ad essere caduta in acqua, ma Gabriel stesso.
E
ora annaspa cercando di stare a galla..
“Gabriel!”
urlo.
Mi
alzo di scatto e mi butto in acqua giusto in tempo per prenderlo
prima che finisca sott'acqua.
Lo
tengo stretto uscendo dalla piscina. Tossisce sputando acqua e piange
per lo spavento, ma sta bene.
Grazie
al cielo.
“Gabriel..
Quante volte ti ho detto che devi fare attenzione? Perchè ti
sei
avvicinato alla piscina.. Sai che non devi farlo.
Perchè?” lo
sgrido.
E'
solo un bimbo e sgridarlo non mi piace. E' la prima volta che lo
faccio infatti. Però ho avuto paura.
Sophia
scoppia in lacrime, Gabriel piange mentre io vorrei strapparmi i
capelli.
Mi
avvicino alla piccola e la tranquillizzo cullandola un po', poi
prendo un asciugamano e ritorno da Gabriel che singhiozza disperato.
Lo
avvolgo e lo stringo un po'.. “Scusami amore mio. Non volevo
urlare.. Ho avuto paura..”
Lui
scuote il capo e piange ancora di più allontanandosi da me,
probabilmente risentito per il mio rimprovero.
Mi
passo la mano sul viso, mentre Cass mi chiama dalla finestra della
cameretta, forse richiamato dal trambusto.
Lo
guardo e lo vedo allontanarsi probabilmente mentre corre verso le
scale per raggiungermi.
Sophia
piange di nuovo ed in quel momento arriva Gabriel senior,
probabilmente richiamato dai singhiozzi del suo nipote prediletto.
“Hey
hey.. che succede qui?” chiede prendendolo in braccio e
stringendolo.
Il
piccolo si calma subito, così come Sophia, forse rilassata
dall'energia che l'aura di Gabriel emana..
Mi
copro il viso con le mani e piango..
Per
lo spavento di Gabriel nella piscina, per la stanchezza di tutte le
urla di lui e della piccola..
Perchè
ho sonno e perchè mi sento come se stessi per perdere la mia
serenità..
“Mi
dispiace..” dico tra le lacrime.
“Allison..”
mi dice Gabriel “Stai tranquilla..”
Castiel
arriva in quel momento.
“Che
succede?” chiede accarezzando la testa di junior e poi
avvicinandosi alla piccola..
“Gabriel
è caduto in piscina, ed Allison si è spaventata.
Ma il piccolo sta
bene..” spiega l'Arcangelo avvicinandosi e prendendo il
seggiolino
con Sophia.
“Li
porto dentro,” dice “e mi occupo di loro per un
po'..”
Entra
dentro ed io rimango lì a fissare il prato piangendo.. Poi
guardo
Cass che si avvicina a me e si piega sulle sue ginocchia.
“Mi
dispiace.. L'ho sgridato perchè ho avuto paura.. Non
volevo..”
dico tra le lacrime.
Mi
accarezza i capelli bagnati e li bacia.. “Va tutto bene
piccola..
Non preoccuparti..” mi sussurra.
No!
Non
va tutto bene.
*****
“Dovresti
andare a cambiarti, non ti fa bene restare qui fuori tutta
bagnata”
le dico sottovoce, mentre lei continua a piangere.
E
non è solo per lo spavento, Allison sta male.
Da
quando è nata nostra figlia, non dorme e non mangia.
Che
bella coppia che siamo, due nevrotici inappetenti.
Spero
che lei stia male solo per lo stress dovuto al parto e ai pianti
delle piccola.
Ma
ho il terrore che abbia visto ciò che ho visto io nel
futuro: i
nostri figli morti e noi che ci odiamo.
“No”
mi risponde scuotendo il capo “sto bene, tanto fa
caldo...”
Sospiro
e le prendo le mani. “Amore, cosa posso fare per farti stare
meglio? Io sono un imbranato, magari non ti aiuto abbastanza con i
bambini, dimmi tu cosa posso fare per aiutarti.”
Allison
mi guarda e con un sorriso un po' triste, scuote il capo.
“Fai
già tanto Cass” mi dice “sono io ad
essere decisamente stanca.
Ho tanto sonno e poche energie, e non ce la faccio
più.”
Mi
sento in colpa.
Se
la mia Grazia fosse ancora attiva, probabilmente farebbe da calmante
naturale per i miei figli, come lo era inizialmente per Gabriel Jr.
Infatti
entrambi si sono calmati vedendo lo zio, mentre dieci secondi prima
piangevano disperati.
“Mi
dispiace Allison” faccio una pausa e le bacio le mani
“dovresti
riposarti. E non parlo di un paio d'ore, dovresti fare una
lunghissima dormita. E prima di andare a dormire dovresti mangiare
qualcosa, non dico un pasto esagerato, ma almeno latte e biscotti
dovresti prenderli.”
Da
che pulpito.
Anche
io evito spesso di mangiare perché in preda ad una leggera
ma
costante nausea.
Ma
Allison, che potrebbe usare questo fatto contro di me, è
talmente
esausta che non lo fa.
Annuisce
e sospira, pallida e triste. “Hai ragione, dovrei. Ma non
posso
lasciare Sophia e Gabriel, hanno bisogno di me. Soprattutto la
piccola, è nata da due settimane e la sua mamma è
già esaurita”
fa un grosso respiro e scuote il capo sconsolata “questa
volta
andrà peggio che con Gabriel. È più
dura. Non avrei mai pensato di
urlare contro mio figlio in quel modo. L'ho talmente spaventato che
ha chiamato suo zio.”
“Amore,
smettila di colpevolizzarti. Tu avevi comunque ragione, Gabriel
doveva stare più attento, sapeva di non doversi avvicinare
alla
piscina...”
“Ma
io dovevo chiuderla..” aggiunge.
“Sì
ma non l'hai fatto di certo apposta” obietto “sei
stanca, sei
stressata, non puoi avere occhi e orecchi ovunque. Devi rilassarti,
ora entriamo in casa, ti cambi e mangi qualcosa. Poi vai a dormire e
se ti va, puoi dormire anche ventiquattro ore intere. Ai bambini ci
penseremo io e Gabe, il quale lo sta già facendo a giudicare
dalle
risate di junior che arrivano da dentro casa.”
Allison
mi sorride e si piega in avanti per baciarmi sulle labbra.
“Ok,
farò come dici tu...”
Mi
alzo e aiuto anche lei ad alzarsi, poi sentiamo il rumore di una
macchina che si ferma qui vicino, ci voltiamo e la riconosciamo.
Sirahel.
Mi
irrigidisco mentre scendono sia lui che la sua fidanzata.
“Buongiorno
ragazzi.” ci saluta l'Arcangelo, dando un bacio a sua figlia.
“Ciao
papà.” dice lei con un sorriso.
“Buongiorno.”
rispondo io laconico.
“Ehi
ma... hai fatto il bagno vestita?” chiede Sir ad Allison,
mentre
lei saluta Stefany.
“No
è che...” si ferma e sospira “Gabriel
è caduto in acqua e io mi
sono tuffata per recuperarlo.”
“Santo
Cielo” esclama Stefany “sta bene?”
“Sì”
intervengo io, ma solo perché è Stefany a
chiederlo “non è
successo nulla di grave, solo un grande spavento per entrambi, ora i
bambini sono dentro con Gabe-” spiego.
Sir
mi guarda, un po' indignato un po' ferito dal mio ignorarlo
volutamente.
Forse
la sto facendo lunga, ma ci sono rimasto davvero male.
Dopo
nostro Padre, anche lui ci aveva abbandonati, e non riesco a
dimenticarlo.
“Allison
tesoro, tu stai bene?” le chiede Sirahel accarezzandole i
capelli.
“Sì
sto bene” assicura, poi mi guarda e abbassa il capo
“no non è
vero. Sono stressata, non dormo e sono irrequieta. Avrei bisogno di
riposarmi” ammette con voce tremante.
Sir
e la sua compagna si guardano complici.
“Allora
la mia idea capita proprio al momento giusto.” ci dice
Stefany con
un sorriso.
“Che
idea?” fa Allison.
“Avevo
pensato ad un fine settimana in una SPA, solo noi due. Un week end
tra donne, ecco. Per riposarci e farci coccolare da massaggi, saune
eccetera eccetera. Che ne dici?”
Gli
occhi di Allison si illuminano, ma poi mi guarda e si spengono un
po'.
“Mi
piacerebbe ma con i bambini...”
“Va'
pure Allison” intervengo “e non preoccuparti di
niente. Ci saremo
io e Gabe con i bambini, non siamo propriamente delle mamme, ma per
un paio di giorni ce la caveremo” le assicuro convinto.
Lei
sorride felice e mi abbraccia. “Grazie! E anche a te Stefany,
sei
adorabile!” e abbraccia anche lei.
“Ci
sarò anche io, se avrete bisogno di aiuto.” dice
Sirahel
rivolgendosi a me.
Lo
guardo per un secondo scuotendo il capo. “Grazie ma bastiamo
io e
mio fratello” dico, come se lui non lo fosse.
Mi
aspettavo una risposta piccata, invece resta in silenzio.
Le
due donne si guardano ma non intervengono. Sanno che questa cosa
dobbiamo risolverla tra di noi.
Il
problema è che io non voglio risolvere proprio niente.
“Ok
allora partiamo stasera stessa, se per te va bene.” le
annuncia
Stefany.
Ally
annuisce. “Si va benissimo. Ma vorrei riposare un po' prima,
se non
ti dispiace.” risponde sorridente.
Incredibile,
sta già meglio.
È
ancora pallida e stanca, ma è più serena.
Dovrò
fare a meno di lei per un paio di giorni e questo mi dispiace, ma ne
va della sua serenità, perciò va bene.
Pazienza,
sopporterò Gabe e le sue trovate stoicamente.
*****
Siamo
arrivate a destinazione.
Una
bellissima struttura in Oregon fatta apposta per coccolare noi donne
e farci rilassare.
Siamo
arrivati da più di un'ora. Con la macchina di Castiel
è stato
facile e comodo. Adoro la mia macchina, ma la sua è
decisamente più
comoda e veloce per viaggiare.
Sospiro
e guardo fuori dal finestrone del “salottino”,
nell'attesa che le
nostre camere siano pronte.
Ci
sono un sacco di donne che si divertono in acqua tra idromassaggi e
acquagym, ma io non riesco a pensare a niente che non sia il mio
bambino.
Entrambi
i miei bambini, e il mio amore ovviamente.
Ma
penso di più a Gabriel perchè, ancora non mi ha
perdonata per
averlo sgridato e prima che io partissi, quando mi sono avvicinata
per salutarlo, si è rifiutato di farlo.
Si
è girato dall'altra parte e poi si è allontanato
andandosi a sedere
sul tappeto ignorandomi completamente.
Questo
mi rende molto triste, infatti alcune lacrime rigano il mio viso
anche ora.
E'
il mio piccolo ed io.. io lo amo follemente. E' solo che.. quando
l'ho visto lì in acqua spaventato e in pericolo.. Mi sono
fatta
prendere dal panico.
Non
volevo sgridarlo..
Io
non..
“Allison..”
Sobbalzo
appena e mi volto verso Stefany che mi ha appena chiamata.
E'
con un ragazzo che, a quanto ho capito, porterà in camera le
nostre
valigie.
“Stai
bene?” mi chiede accarezzandomi i capelli.
Annuisco
e sorrido. “Si. Sto bene. Stavo.. solo pensando.”
Lei
scuote il capo e mi abbraccia un po' iniziando a camminare verso le
nostre camere. “No no.. questo weekend non si pensa.. niente
di
niente. Intesi?”
Rido
appena e annuisco.
Dovrò
sforzarmi di farlo, perchè devo assolutamente rilassarmi
prima di
tornare a casa.
Quando
arriviamo di sopra, do la mancia al ragazzo e vado nella mia camera,
mentre Stefany va nella sua.
Sul
mio letto, e credo anche sul suo, c'è il programma
dell'intero fine
settimana.
Ci
sono massaggi di ogni tipo, e l'ultimo giorno, c'è il bagno
nel
cioccolato.
Che
pare faccia bene alla pelle e lasci un, così c'è
scritto,
“gradevole odore di cioccolata per parecchi giorni.”
Mh..
interessante.
A
me piace sperimentare.
Sul
mio cuscino c'è un cioccolatino di benvenuto.. E' fondente,
come
piace a Cass.
Lo
prendo e lo metto in borsa, lo conserverò per lui.
Mi
siedo un attimo e afferro il cellulare per chiamare casa, ma in quel
momento, arriva Stefany che bussa alla mia porta.
Nascondo
il telefono, se lo dovesse vedere mi rimprovererebbe..
Dice
che dobbiamo lasciare tecnologia e tutto il resto fuori da qui.
Apro
e la faccio entrare mentre vado in bagno a cambiarmi. Indosso il
costume e il leggero copricostume e mi stampo sul viso un bel
sorriso.
“Sono
pronta.” gli dico raggiungendola in camera “Che si
fa prima?”
“Shopping!”
esclama lei “Qui dentro c'è una boutique e un
negozio di scarpe..”
“Mi
piace..” dico
“Ed
io, ho le carte di credito di tuo padre.” mi dice ancora.
“Oh..
questo mi piace ancora di più..”
Sorride,
ed anche io, ed usciamo dalla camera.
Facciamo
shopping sfrenato per circa tre ore, e poi facciamo ogni tipo di
massaggio fino all'ora di cena.
Il
giorno dopo, la storia si ripete, e dopo un'intera giornata di relax,
di sera, ci vestiamo per bene e andiamo al ristorante della SPA per
mangiare qualcosa.
Lì
c'è un addio al nubilato e le ragazze sembrano divertirsi
parecchio..
Ridiamo
guardandole e loro, alla fine, ci invitano ad unirci alla festa.
Io
e Stefany accettiamo di buon grado, ma, dopo due bicchieri di un
favoloso vino rosso, io sono già brilla e ho mal di testa.
Decisamente
non reggo l'alcool.
Saluto
le altre, lasciando Stefany con loro e salgo di sopra..
E'
stato difficile convincerla a rimanere lì, ma davvero.. il
fatto che
io non sia capace di bere più di due bicchieri di vino senza
sentirmi stordita, non significa che lei non debba divertirsi.
Entro
nella mia stanza e senza guardare l'orario, prendo il cellulare e
chiamo Cass..
Voglio
solo augurargli la buonanotte.
Mi
sdraio sul letto e attendo che risponda..
“Pronto..”
mi risponde assonnato dopo circa sei squilli.
“Ciao amore!”
esclamo forse fin troppo allegramente “Dormivi? Come stanno i
piccoli?”
“Amore
mio.. Ehm.. sono le 02.00 di notte e stiamo tutti bene.. Tu stai
bene?”
“Si si.. Sto
benissimo. Oggi io e Stefany abbiamo fatto shopping, e ogni tipo di
massaggio possibile. Il bagno in piscina e la sauna.. Credo di aver
perso qualche grammo.”
“Massaggi?”
“Si, ma..” dico
“ti giuro amore, il massaggiatore era un uomo, ma per me
hanno
chiamato una donna.. Perchè io ho specificatamente detto di
volere
una donna..”
“Brava
tesoro! Sono molto fiero di te.” mi
dice sorridendo “Ora, dimmi.. Sei
ubriaca per caso?”
“No!” esclamo
“Sono solo brilla.. Vedi, al ristorante, c'era un addio al
nubilato. Ci siamo unite a quelle ragazze ed io.. dopo due bicchieri
di vino sono praticamente crollata.. Così me ne sono venuta
in
camera a dormire.”
Cass
sorride appena
e fa un grosso respiro.. “Ti senti
meglio?”
“Più o meno..
Sai, ho chiamato per darti la buonanotte, ma ora che stiamo parlando,
mi è venuta in mente un'altra cosa che devo dirti.. Sono
felice che
tu sia umano.. Perchè ti amo tantissimo, e
perchè, onestamente,
queste ali sono pesanti.”
Il
mio amore
sospira e, dal suo respiro mi accorgo che ha cambiato posizione. “Lo
so amore.. Ma per quel che conta credo che tu le stia portando
benissimo.”
Che
dolce che è il
mio amore.
Annuisco
appena
lasciando cadere qualche lacrima, dovuta all'alcool e poi faccio un
grosso respiro.
“Ora è meglio
che vado a dormire.. domani dopo l'ultimo trattamento, e il
parrucchiere, torno a casa.”
“Non
vedo l'ora.. Il letto è vuoto senza di te.. Non riesco a
dormire..”
“Sarà meglio per
te che sia vuoto!”
Lui
ride e poi si
schiarisce la voce. “Ti amo, lo sai vero?”
“Ti amo anche io.
Buonanotte.”
“Notte.”
Riattacco
e dopo
nemmeno dieci minuti crollo. Stanca ma più serena.
Il
giorno dopo, la
giornata è calma e tranquilla..
Facciamo
il
meraviglioso bagno nel cioccolato, e poi andiamo dal parrucchiere.
Indossiamo
gli
abiti nuovi e serene e rilassate, partiamo alla volta di casa.
Ora
so come
affrontare la cosa.. E andrà tutto bene.
Arriviamo
a Los
Angeles di sera. Lascio Stefany a casa e vado verso la mia di
abitazione..
Quando
arrivo,
parcheggio per bene la preziosa Mustang di Castiel e mi avvicino alla
porta..
Ho
le chiavi.. Ma
voglio suonare il campanello..
Così,
la sorpresa
sarà più d'effetto.
*****
E'
stato un fine settimana assolutamente... bizzarro.
Gabe
è pazzo, ma i bambini lo adorano. Anche Sophia che ha solo
quindici
giorni di vita, lo guarda con un'espressione di puro stupore.
Ha
fatto di tutto, ha anche creato quegli omini blu che mio figlio
chiama “puffi”, piccoli mostriciattoli in giro per
casa che ad un
certo punto sono quasi sfuggiti al controllo del loro creatore, uno
di essi ha addirittura iniziato a bere birra.
Ma
dopo un momento di panico, tutto è tornato alla
normalità, ho dato
da mangiare ai miei bambini (mentre mio fratello correva dietro ad un
puffo che gli era sfuggito) e poi li ho portati a letto.
Gabe
si è divertito come un matto, è stato qui
praticamente tutto il
tempo, tranne la notte, che andava a passare in qualche paese dove in
quel momento era giorno, come lui stesso ha ammesso.
Come
adesso, che Gabriel e Sophia dormono tranquilli e Gabriel senior
è
volato via, letteralmente, verso nuove avventure.
Sospetto
che si veda con Kali. Gran bella donna.
Sospiro
e penso ad Allison, mi ha mandato un messaggio stamane dicendomi che
sarebbero ripartite domani mattina presto.
Un'altra
notte senza di lei, e siamo a tre.
Mi
manca tanto, in tutti i sensi.
Sospiro
di nuovo e sento suonare alla porta.
Sono
le nove e non aspetto nessuno, se fosse Gabriel non si prenderebbe
certo la briga di suonare alla porta.
Sirahel?
Oh
no, spero di no.
Sono
stanco, non ho voglia di litigare.
Mi
avvicino alla porta e sospirando, giro la maniglia.
E
mi si presenta una meraviglia.
“Allison?!”
esclamo stupito.
Bella
come non mai, mi sorride e si fa avanti.
“In
carne e ossa” risponde raggiante.
L'abbraccio
stretta e la bacio sulla bocca, adoro il suo profumo e la sua pelle
ha qualcosa di diverso. Un profumo... dolce.
“Non
ti aspettavo stasera, perché non me l'hai detto?”
la rimprovero
mentre la faccio entrare in casa e chiudo la porta.
Allison
mi sorride e mi accarezza il viso. “Volevo farti una sorpresa
se ti
avvisavo, che sorpresa era?” mi risponde con una certa logica.
Sorrido
e le bacio la mano. “E' una sorpresa stupenda
amore” le dico “ma
se l'avessi saputo, avrei tenuto i bambini svegli.”
Si
oscura un attimo. “Dormono già?”
“Sì,
erano stanchi. Cioè, Sophia come tutti i neonati, passa
più tempo
addormentata che sveglia, mentre junior era davvero stanco. Gabe in
questi due giorni ha combinato di tutto per farlo divertire e alla
fine di ogni giornata è crollato esausto” spiego.
“Credi
sia ancora arrabbiato con me?” mi chiede triste.
Povero
amore, c'è rimasta malissimo quando il piccolo non ha voluto
nemmeno
darle un bacio.
“Ma
no” rispondo, pur non essendone sicuro “sono certo
che appena ti
vedrà salterà di gioia.”
Allison
fa spallucce. “Non lo so” fa una pausa e sospira
“vado un
attimo dai bambini, voglio vederli! Andiamo?” e mi prende per
mano.
Mentre
mi guida su le per scale, non posso fare a meno di osservarla con
occhi maliziosi.
È
magra, ma morbida.
Forse
è una contraddizione, ma non so come altro definirla.
Durante
le due gravidanze, è stata piuttosto attenta a
ciò che mangiava,
anche se non riusciva a fare a meno del gelato.
Ma
i suoi fianchi sono diventati più generosi proprio grazie
alla
maternità. E anche le cosce stanno bene, pur essendo
slanciate.
È
più in carne, femminile come non mai e io l'adoro.
Indossa
questi pantaloni neri piuttosto attillati che...
“Cass,
hai finito di guardarmi il sedere?” mi domanda ironica,
interrompendo i miei pensieri.
“No”
rispondo sfacciato.
Ally
si ferma e mi guarda a bocca aperta. “Sei un maniaco! Le
donne si
guardano in faccia non altrove!” mi rimprovera.
“Ma
eri girata di spalle...” mi difendo con un sorriso.
Scoppia
a ridere e proseguiamo su per le scale.
Entriamo
nella cameretta di Sophia, che dorme tranquilla, e ci avviciniamo
piano.
Allison
la guarda e le accarezza la testolina con dolcezza.
“Buonanotte
amore mio...” le sussurra piano.
Usciamo
dalla cameretta della piccola e ci dirigiamo verso quella di Gabriel,
ma prima di entrare Allison fa un grosso respiro.
Credo
abbia paura della reazione del piccolo, se fosse sveglio.
Ma
io sono sicuro che l'abbraccerà felice.
Apre
la porta e fa capolino, poi entra e io la seguo.
Come
sospettavo, Gabriel scatta seduto sul suo lettino.
“Sei
ancora sveglio?” gli chiede Ally.
Lui
non risponde e non fa nessun cenno con la testa, semplicemente guarda
la sua mamma mentre avanza nella stanza rischiarata dalla piccola
luce da notte sul comodino.
Si
siede sul letto e sospira. “Sei ancora arrabbiato con la
mamma?”
Finalmente
il piccolo reagisce, scuote e il capo e sorridendo butta le braccia
al collo di sua madre.
“Non
volevo spaventarti amore” gli dice Allison con la voce che le
trema
“la mamma era tanto stanca, non ce l'aveva con te. Tutto
qui.”
“Sì,
lo so mammina.” risponde lui.
Ogni
giorno che passa acquista loquacità, impara parole nuove e
come
metterle insieme.
Io
osservo la scena dalla porta, non voglio interferire in questo
momento di riconciliazione per loro.
Comunque
Gabriel potrà pure somigliare a me fisicamente, ma come
caratterino
ha preso dalla mamma.
E
ha anche la stessa dolcezza.
Allison
lo coccola un po', poi lo bacia e lo rimette a letto, rimboccandogli
la copertina colorata.
“Buonanotte
tesoro.”
“Buonanotte
mamma. Buonanotte papà” dice anche a me.
“'Notte
amore” gli rispondo.
Richiudiamo
la porta e scendiamo di sotto.
“Visto?
Non era più arrabbiato” le dico quando arriviamo
in fondo alle
scale.
Ally
sorride, mostrandomi le sue deliziose fossette.
“Già, avevi
ragione. All'inizio ha fatto un po' il sostenuto, ma poi si
è
sciolto. Ero davvero stressata, non avrei mai voluto ferirlo
così.
Ma adesso sono più serena...”
Le
prendo una mano e gliela bacio. “Si vede tesoro, sei
splendida.”
Sì
lo è, più la guardo e più mi sembra
fantastica.
“Grazie
amore” poi fa una smorfia “queste scarpe sono
bellissime, ma
fanno un male assurdo. Devo proprio toglierle” e lo fa.
Si
abbassa di alcuni centimetri e ai miei occhi diventa ancora
più
bella, mi fa sentire ancora più forte il desiderio di
proteggerla.
E
non solo.
“Vieni,
andiamo in cucina. Ho bisogno di bere e intanto facciamo due
chiacchiere.”
Andiamo
in cucina e lei va al frigo, prende una bottiglietta d'acqua e la
apre, ne beve un sorso e poi si siede sul tavolo, saltandoci sopra.
“Allora,
che avete combinato tu e Stefany oltre che ubriacarvi?”
esordisco.
Lei
mi guarda offesa. “Non ci siamo ubriacate” dice,
poi sorride “non
completamente almeno. Lei è andata a dormire molto dopo di
me, ma il
giorno successivo stava benissimo. Regge l'alcool meglio di
me!”
conclude allegra.
“Sì,
magari ne beve a litri quando è con tuo padre...”
Allison
corruga la fronte. “Ancora? Cass per favore, questa storia
deve
finire. Lui sta tentando in tutti i modi di riavvicinarsi a te,
perché continui a fare così? Guarda che
è me che Lucifero ha
sbattuto contro il muro per colpa sua, non te!”
Sì
è vero, quella che dovrebbe essere arrabbiata è
Allison, ma... non
lo so, non ci riesco a perdonarlo, non ancora.
“Hai
ragione amore mio... hai ragione, ma... non voglio parlarne adesso,
ok? Sei appena arrivata, voglio sentire di te e non di tuo
padre.”
Sospira
e annuisce. “Va bene, siete decisamente grandi, anzi siete
millenari. Il problema è vostro e dovete risolverlo tra di
voi” si
ferma e beve un altro po' d'acqua “allora, come
già ti ho detto
per telefono, abbiamo fatto shopping di lusso, poi massaggi, piscina
e sauna. Una goduria! Non mi sono mai rilassata tanto! A parte quando
facciamo l'amore, ovviamente...” butta lì, a caso.
Ma
Allison non parla mai a caso.
“Poi
il giorno dopo, di nuovo stesso programma più l'addio al
nubilato
annaffiato da vino rosso, e stamattina delizioso bagno nel
cioccolato... non hai idea di come sia rilassante e
terapeutico!”
mi racconta tutta entusiasta.
Ecco
cos'era quel profumo sulla sua pelle, cioccolato.
“E
lascia la pelle morbidissima, vieni, accarezzala” mi invita.
Io
mi avvicino e le accarezzo un braccio, partendo dalla spalla fino
alla mano.
È
vero, è morbida e liscia, ma lei lo è sempre,
anche senza bagno al
cioccolato.
La
mia mano si sposta per volontà propria sul suo petto,
l'accarezzo
lentamente fino a sfiorarle le curve dei seni.
“Sì,
è decisamente morbida...” mormoro a bassa voce.
Qui
stasera finisce male.
Cioè
bene, ma non è possibile che lei mi provochi così
facendomi
impazzire. Poi perdo un po' il controllo di me e lo sa benissimo.
Lei
mi guarda sorridendo ma non replica, sa che effetto ha su di me una
cosa del genere.
Sopratutto
considerando che sono mesi che non stiamo insieme.
“A
proposito, aspetta un attimo” dice saltando dal tavolo.
Perché
mi fa questo? Quasi quasi l'afferro e la butto sul tavolo.
Corre
in salotto e torna con la borsa che aveva lasciato all'entrata, salta
di nuovo sul tavolo e apre la borsa, tirandone fuori qualcosa.
“Al
nostro arrivo, abbiamo trovato anche un cioccolatino sul cuscino. Io
l'ho conservato pensando a te, è fondente come quello in cui
mi sono
immersa.”
Scarta
il cioccolatino e tende il braccio verso di me. Prendo il regalo tra
le labbra e mi avvicino alle sue, lei capisce il mio intento e
sorridendo, addenta l'altra parte del cioccolatino.
“E'
buono, vero?” mi domanda assaporando la sua parte.
Annuisco.
“Sì, ma secondo me tu hai un sapore
migliore...”
Mi
piego su di lei e le bacio il collo, respirando a fondo il suo
profumo.
“Sì,
decisamente migliore...” sussurro al suo orecchio.
Le
sue mani si spostano sulle mie spalle, mi accarezzano e mi stringono,
e io smetto di pensare.
Le
prendo il viso tra le mani e la bacio con passione, ricambiato
pienamente.
Quando
ci allontaniamo un po', mi guarda con occhi languidi e si sfila la
maglietta, mostrandomi un reggiseno di pizzo nero.
“Anche
questo è nuovo?” domando.
“Sì,
l'ho preso pensando a te. Ti piace?”
Annuisco
lentamente e le accarezzo il seno attraverso la stoffa
dell'indumento. “Sì, ma ti preferisco
senza...”
Inizia
a sbottonarmi la camicia e me la fa togliere, poi la prendo per la
vita e la faccio scendere dal tavolo, e le sbottono i pantaloni.
Glieli
faccio scendere fino ai piedi, che lei solleva per agevolarmi il
lavoro.
Mi
rimetto dritto e Allison sbottona i miei jeans, mentre io la bacio di
nuovo, ormai sull'orlo della follia.
La
sollevo e la faccio sedere sul tavolo, voglio prenderla qui e sento
che lei vuole la stessa cosa.
“Cass...
sono mesi che aspetto questo momento” mi confessa guardandomi
negli
occhi, il suo respiro è diventato più rapido.
“Credevo
non arrivasse più, questo momento” rispondo io,
rivolgendo le mie
attenzioni al suo reggiseno, sganciandolo e facendone scorrere le
spalline lungo le sue braccia.
Le
accarezzo il seno, caldo e morbido. Lei mi lascia fare, tendendosi
verso di me come invito a toccarla.
Mi
allontano un po' e finisco di spogliarmi, Allison mi segue con lo
sguardo, seduta sul tavolo in attesa... di me.
Torno
da lei e la bacio ancora, insinuando le dita al di sotto
dell'elastico delle sue mutandine, l'unico indumento che ci separa.
Allison
poggia le braccia sul tavolo piegandosi all'indietro, alza il bacino
per aiutarmi a sfilargliele.
Nuda,
semi-sdraiata sul tavolo, come fa un uomo a non perdere il lume della
ragione?
Infatti
lo perdo.
Mi
faccio spazio tra le sue gambe, la bacio e l'accarezzo mentre lei mi
cattura stringendomi
a sé.
La
prendo,
scivolandole dentro. Allison geme e si aggrappa a me, spingendo il
bacino contro il mio.
Poggio
le mani sul
tavolo e mi piego in avanti portandola con me, per stare più
comodi,
anche se il tavolo non è esattamente un letto.
Inizio
a muovermi
lentamente guardandola negli occhi, ma ben presto il ritmo diventa
più vigoroso, impetuoso, infiammato dai suoi sospiri, dai
sui gemiti
di piacere che diventano sempre più rapidi e intensi.
Mi
stringe forte
nascondendo il viso nell'incavo della mia spalla, il suo respiro mi
accarezza la pelle mandandomi in estasi.
La
sento
irrigidirsi, le sue gambe si serrano intorno a me e soffoca un urlo
contro il mio collo.
Trema
e trascina
anche me nel vortice del piacere, sconvolgendomi.
I
nostri corpi si
rilassano e abbracciati tentiamo di far rallentare il respiro.
“Devo... devo
ricordarmi di preparare... un centinaio di torte per tuo
fratello...”
mormora col viso ancora appoggiato alla mia spalla.
“Perchè?”
Ride.
“Dopo un
parto naturale” inizia “ad una donna occorrono
diverse settimane
per poter avere di nuovo rapporti” mi guarda e mi
dà un bacio
sulla bocca. “Gabriel ha rimesso tutto a posto come se non
avessi
mai partorito.”
Sorrido
e la
stringo a me. “Allora dovremmo fargli molto più di
qualche
torta... è così bello riaverti” le dico
baciandole il mento.
“Anche per me
Cass, non vedevo l'ora di sentirti di nuovo così
vicino...”
Restiamo
abbracciati per un po', poi liberiamo il tavolo e saliamo di sopra,
in camera nostra.
Ci
mettiamo a letto
e, stremata dalla passione, Allison si abbandona al sonno col capo
posato sul mio petto.
Io
resto in ascolto
del suo respiro, e improvvisamente mi sento triste.
Ho
appena amato
intensamente la mia donna, e mi sento triste.
Sì,
perché l'ho
fatto come se fosse l'ultima volta, e probabilmente lo è.
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Capitolo 61 *** I'm not ready to say goodbye ***
I'm
not ready to say goodbye
Sono
agitata!
Non
riesco a dormire e mi sto rigirando nel letto da praticamente
mezz'ora.
Ero
riuscita a prendere sonno ad un certo punto, ma d'un tratto Gabriel
è
arrivato correndo dalla sua camera dicendo qualcosa di
incomprensibile..
Farfugliava
i nomi di Sam e Dean e poi ha abbracciato forte Cass sdraiandosi al
centro del letto fino ad addormentarsi di nuovo.
A
quel punto l'ho riportato in camera sua e quando sono tornata, Cass
dormiva.. Sono felice che lui ci riesca, anche se si sveglia molte
volte durante la notte.
Ma
perlomeno ora dorme e non finge di farlo.
Mi
passo le mani tra i capelli e mi alzo piano..
Ho
caldo, così mi tolgo sia la maglietta che i pantaloncini
rimanendo
in semplicissima biancheria nera.
Ora
però ho freddo...
Mi
avvicino al cassetto di Castiel e prendo una sua maglietta.
E'
azzurra, a maniche corte e profuma di lui.. L'ha messa stamattina, ma
dopo cinque minuti ha cambiato idea e se ne è messo un'altra
mettendo questa apposto.
E
così io adesso la indosserò.. Ma prima voglio
chiedergli il
permesso.
Cioè,
non voglio proprio chiedergli il permesso..
Farlo
è solo una scusa per svegliarlo, così poi
potrò dormire
abbracciata a lui senza svegliarlo appositamente per questo e fargli
quindi capire che sono agitata.
Mi
avvicino al letto e gattono fino al suo lato..
Gli
bacio la guancia e sospiro.. “Cass..” lo chiamo.
Lui
si sveglia subito.. Apre piano gli occhi e sbadigliando mi avvolge
con un braccio stringendomi e dandomi un bacio sulla bocca..
“Amore..”
mi dice “Cos'hai? Stai male?”
“No..
sto bene.. Solo..” faccio un grosso respiro e mi metto in
ginocchio
sul letto, col viso verso di lui.
Lui
invece si mette seduto e mi guarda aspettando la mia risposta.
“Solo,
non riesco a dormire e così mi chiedevo se posso indossare
la tua
maglietta, che profuma di te, così mi rilasso.”
Lui
mi fissa per qualche secondo con un'espressione a metà tra
il dolce
e il perplesso e poi, prende la maglietta dalle mie mani e mi aiuta
ad indossarla, come fa con Gabriel..
Poi
mi prende il viso tra le mani e mi bacia dolcemente più
volte..
“Tu
puoi fare quello che vuoi con le mie cose amore mio.. E sapere che
vuoi indossare la mia maglietta perchè il mio odore ti
rilassa, mi
fa sentire ancora più amato di quanto non mi senta
già.” mi dice
“Ora vieni qui..” aggiunge sdraiandosi e
invitandomi a stringermi
a lui.
Lo
faccio e piano piano mi addormento mentre lui mi accarezza i
capelli..
Non
so quanto tempo sia passato da quando mi sono addormentata.. Forse
pochi secondi, forse ore..
Ma sono in un sogno e di solito quando
mi rendo conto di esserci, è sempre un sogno..
soprannaturale
diciamo.
Sono
in un.. cimitero.. Non credo di averlo mai visto prima ma ha qualcosa
di familiare. Anche se non riesco a capire cosa.
Cammino
distrattamente e ad un certo punto davanti mi ritrovo una scena che,
come il posto, mi ricorda qualcosa ma che non ricordo di aver mai
vissuto prima.
Ci
sono Sam e un altro ragazzo che non conosco.
Si guardano e sembra
che stiano per scontrarsi.. Solo che Sam ha qualcosa di strano.
Ha
uno sguardo freddo e spietato.
Non è come è di solito. Lui è..
Lui non è più Sam.. E' Lucifero.
Riconoscerei quel modo di
fare inquietante ovunque. Anche fra mille persone.
Sam ha detto
di si?
Non posso credere che lo abbia fatto..
Cosa credeva di
fare? Credeva di dire si e riuscire a controllare il signore delle
tenebre..
Potrai anche essere forte Sam ma non così tanto..
E
se lui è Lucifero, l'altro deve essere... Michael.
Si. E' lui.
E quella che sembra stia per scoppiare è la grande battaglia
citata in molti libri.
Come in cielo, così in terra..
Quindi
quel ragazzo che sta di fronte a Sam è suo fratello?
Non è di
certo Dean.. Ma forse c'è un terzo Winchester di cui non so
nulla..
Si deve essere per forza così.
Se questa è la
battaglia tra due fratelli del cielo, e perchè avvenga
debbano
essere anche due fratelli umani a scontrarsi, quello deve essere
fratello di Sam e Dean.
Mi passo una mano sul viso e mi avvicino.
Loro non possono vedermi..
Ma io posso vedere loro.
Si
stanno parlando..
Lucifero sta dicendo a Michael che non deve
finire per forza così, mentre il maggiore degli Arcangeli
è
decisamente convinto del contrario.
Gli sta dicendo che questo è
l'unico modo in cui può finire. Perchè
così è stato scritto e
stabilito.
D'un tratto si sente una musica ad alto volume.
Loro
due si voltano e anche io..
E' Dean che avanza sulla sua auto. La
spegne e scende con quella sua faccia da “non me ne importa
niente
e non ho paura”.
Ma invece è terrorizzato.
Glielo si legge
negli occhi.
E credo che il suo terrore sia legato alla fine che
farà Sam se mai i buoni dovessero vincere.
Parlano di cose
decisamente superficiali per un po' e poi tutto succede così
in
fretta che non ho nemmeno il tempo di capire..
E' come se
qualcuno avesse schiacciato il pulsante “avanti
veloce”.
Michael
vuole togliersi Dean dai piedi e Cass e un uomo che non conosco, ma
che lui sembra conoscere abbastanza bene, avanzano.
Cass richiama
l'attenzione di suo fratello, apostrofandolo serio con una specie di
soprannome decisamente.. strano.
Lo ha chiamato “buco di culo”
e ora gli ha appena lanciato contro una... molotov.
Ma cosa...
Michael scompare urlando e Lucifero non sembra affatto felice.
Guarda Cass con uno sguardo che non mi piace affatto e dopo aver
appurato quello che ha fatto a Michael, sottolinea con una voce
fredda e spietata che solo lui può ferire o uccidere suo
fratello.
Poi schiocca le dita e Castiel..
Lui esplode. Letteralmente.
“No!” urlo a squarciagola.
Mi
sveglio piangendo, e cercando di non urlare, anche se non è
semplice.. e spostandomi i capelli dal viso sudato capisco
perchè
tutto mi sembrava così familiare.
L'ho
già sognato, la notte dopo la sfilata.. solo che allora al
mattino
non lo ricordavo.
Ora
invece ogni dettaglio è impresso nella mia mente. Dettagli
terribili
che mi spaventano a morte..
Mi
porto una mano sul cuore e scivolo giù dal letto, tremante e
in
singhiozzi.. Mi siedo sul pavimento portandomi le ginocchia al petto
e cerco di calmare i battiti del mio cuore.
Ho
appena visto mio marito esplodere... e mi sento male solo a pensarci.
*****
Ero
sicuro di essere a letto, invece mi ritrovo in piedi davanti la porta
del bagno.
Non
capisco che ci faccio qui, sto sognando?
Eppure
mi sembra di essere sveglissimo.
Da
sotto la porta vedo una luce, c'è qualcuno nel bagno.
Giro
la maniglia e apro la porta, lentamente, come se avessi paura di
guardare oltre di essa.
Sento
rumore di acqua che scorre, faccio alcuni passi e guardo verso la
vasca.
L'acqua
trabocca dal bordo ed è... rosa?
Come
fa l'acqua ad essere rosa?
Mi
avvicino titubante, non mi piace la sensazione che ho.
Arrivo
in prossimità della vasca e guardo al suo interno.
Il
mio cuore sembra fermarsi e lo stomaco si contrae per il terrore.
“Allison!”
grido con quanto fiato ho in corpo.
Lei
è lì, sul fondo della vasca, immobile.
Mi
immergo in acqua fino alle spalle e la prendo tra le
braccia,chiamandola disperatamente.
“Amore..
amore mio, rispondi! Ti prego apri gli occhi” la supplico
scuotendola.
Ma
è pallida e fredda e...l'acqua è rosa...
La
tolgo dalla vasca stendendola a terra, le prendo le mani e guardo i
polsi.
Si
è ferita ai polsi... lei si è...
“No....
no Ally no... che hai fatto! Allison no!”
Urlo
tra le lacrime, stringendola a me.
Si
è uccisa? Si è uccisa di nuovo?
Perché
l'ha fatto, perché?
La
cullo tra le braccia a lungo, riscaldandola, chiamandola e baciandole
le labbra.
Ma
non risponde, non si sveglia.
Allison
è morta.
“Gabriel!
Gabriel ti scongiuro vieni qui!” chiamo mio fratello
disperatamente, perché lui può rimettere le cose
a posto, lui può
ridarmi la mia Allison.
Ma
non arriva, non arriva nessuno.
La
guardo inerte tra le mie braccia e penso che voglio morire anche io.
La
stringo forte, col petto che mi esplode dal dolore.
E
all'improvviso tutto sparisce.
Non
sono più in bagno, anzi, non sono più nemmeno
dentro casa.
Sono
all'aperto, un giardino autunnale, con alberi spogli e piante
sfiorite.
Mi
guardo intorno spaesato, reprimendo i singhiozzi che ancora mi
scuotono.
“Papà”
mi sento chiamare.
Mi
volto di scatto e trovo mio figlio Gabriel davanti a me, nelle sue
solite sembianze di giovane uomo.
“Tua
madre...” mormoro sottovoce.
Lui
scuote il capo. “No papà, la mamma sta bene, per
ora.”
Sento
come un peso che si sposta dal mio petto, le ginocchia mi tremano ma
resisto.
“E
che cos'era allora?” chiedo stringendo i pugni “sei
stato tu a
farmi vedere quella cosa orribile? Perché?”
Gabriel
sospira, guardandosi intorno. “Sì sono stato io,
quello che hai
visto è il futuro. La mamma...”
“No”
lo interrompo “non è vero, e tu non sei mio
figlio! Lui ama sua
madre, non creerebbe mai una cosa del genere!”
Vorrei
prenderlo a pugni, questo non può essere il mio Gabriel, non
può!
“Io
non ho creato niente!” urla a sua volta
“è quello che accadrà
tra qualche anno, tre per la precisione. La mamma...la mamma non ce
la farà a sopportare il dolore per la tua perdita, e
oppressa dalla
disperazione si toglierà la vita, lasciando me e Sophia da
soli!”
Lo
fisso sconvolto. “No... non è vero, lei
vivrà e lo farà proprio
per voi!” ribatto convinto.
“No
papà” mi contraddice Gabriel con la voce rotta dal
pianto
“resisterà tre anni, proprio per noi, ma poi una
mattina mentre io
sono a scuola e Sophia è all'asilo, riempirà la
vasca d'acqua, si
immergerà e con un rasoio...”
“Basta!
Basta ti supplico, basta...” gemo disperato.
Una
figura dietro Gabriel si avvicina a noi. È una figura
femminile, una
ragazza.
Affianca
mio figlio e mi guarda, io mi asciugo gli occhi e quando incrocio il
suo sguardo, resto di ghiaccio.
Sembra...
Allison.
Ha
i suoi capelli castani, mossi, e gli occhi nocciola. L'unica cosa che
manca è quel piccolo neo sulla guancia destra che io amo
tanto
baciare...
Sorride
mostrandomi le sue stesse fossette. Ma non è Allison,
è...
Spalanco
gli occhi dalla sorpresa e il mio cuore inizia a battere più
forte.
“Sophia?”
Corre
verso di me e mi abbraccia stretto. “Sì
papà sono io!” esclama,
anche la voce è simile a quella della sua mamma, anche se un
po' più
alta.
L'allontano
da me e la guardo, è stupenda, una ragazza davvero
meravigliosa.
“Non
piangere papà.. non fare così..” mi
dice, anche se è lei stessa
a piangere per prima.
“Bambina
mia” le dico accarezzandole i capelli “dimostri
vent'anni! Sei
così bella...”
Lei
mi asciuga le lacrime e mi accarezza il viso, poi asciuga le sue.
“Beh sì, da neonata non posso parlarti,
così Gabry ha fatto lo
stesso giochino che fa con sé stesso, ed eccomi qui!
Sarò così a
diciannove anni!”
Guardo
Gabriel. “E' come te?” gli chiedo.
“Non
proprio” mi dice “ma è speciale in ogni
caso. Un po' meno del
fratello maggiore.”
Stringo
le mani della mia bella bambina e ricordo la terribile scena di poco
prima.
“Voi...
voi dovete prendervi cura della mamma” inizio guardando le
mani che
stringo tra le mie “voi non dovete lasciare che
succeda...”
“Papà,
tu devi prenderti cura della mamma” obietta Sophia
stringendomi più
forte le mani “quello che vuoi fare è una follia,
morirai di
sicuro e noi resteremo soli...” si ferma mentre le lacrime le
rigano di nuovo il volto.
“Sophia
ha ragione” interviene mio figlio “tu non puoi
farlo, non puoi
sacrificarti così. Non servirà a nulla e lascerai
tua moglie e i
tuoi figli da soli. La mamma non sopporterà di averti perso
e noi
non basteremo a farla resistere. Tu non puoi affrontare Lucifero, non
puoi...”
Sospiro
abbassando lo sguardo. “Voi non capite bambini miei, io ho
visto il
futuro che ci aspetta se non lo faccio. Voi morirete se non
intervengo, io devo cambiare il destino!”
“Quello
che hai visto” inizia serio “è
ciò che succederà se ci
separiamo, papà! Noi dobbiamo stare insieme,
uniti!”
“Ci
saranno vostro nonno e vostro zio ad aiutarvi...”
Sophia
scuote il capo. “No... non basterà. Zio Gabe
sparirà dalla
circolazione per il dolore, e nonno Sir non riuscirà a
colmare il
vuoto nel cuore della mamma.”
“Senza
contare che quando sapranno cosa vuoi fare” interviene
Gabriel
“prima ti picchieranno a sangue, poi ti rinchiuderanno da
qualche
parte.”
“Non
lo sapranno, non glielo dirò” sottolineo io
convinto.
Gabriel
sorride “E tu pensi di poter fregare due arcangeli smaliziati
come
quelli? Anzi, a dire il vero zio Gabe sa già tutto e ci
metterà tre
secondi ad avvertire il nonno”
“Capiranno”
insisto, pur sapendo che non è così “e
si prenderanno cura di voi
e di vostra madre. Io devo farlo ragazzi, devo. Sono vostro padre e
devo proteggervi a costo della mia vita. Piuttosto che vedervi
morire, mi uccido con le mie mani, capite?”
Tento
di spiegare le mie ragioni, ma come possono accettare la morte
consapevole del loro papà?
“Non
è giusto papà” mormora Sophia piangendo
“Gabry è più grande,
parla con te, giocate. Io sono nata un mese fa e già mi vuoi
lasciare? Non è giusto... non è giusto!”
Mi
si spezza il cuore. “Tesoro... non ho scelta. E ci
saranno...”
“No!”
mi interrompe “non voglio che a crescermi siano lo zio e il
nonno!
Tu devi crescermi, ed essere geloso di me, tu devi spaventare tutti i
ragazzi che mi corteggeranno, tu dovrai aspettarmi fino a tardi
guardando in continuazione dalla finestra. Tu dovrai proibirmi di
mettere la minigonna” fa una pausa e mi prende il viso tra le
mani
“tu dovrai chiamarmi la mia bambina anche
quando avrò
quarant'anni e tre figli. Tu sei il mio papà e devi restare
con
me...”
Vorrei
tanto restare con loro, ma non posso. Moriranno se non intervengo in
qualche modo, devo cambiare il corso degli eventi.
“Non
posso amore mio, mi dispiace ma non posso...”
Lascia
il mio viso e si allontana, il suo viso è offuscato da
un'immensa
tristezza. Torna accanto al fratello e si appoggia a lui, posandogli
la testa sul braccio.
“Prendetevi
cura di vostra madre, vi prego....”
Ma
non mi rispondono, mi guardano tristi e pallidi e spariscono.
Apro
gli occhi di scatto, mi ritrovo a fissare il soffitto di camera
nostra.
Mi
metto seduto e guardo accanto a me, ma Allison non c'è.
Un
moto di terrore mi invade, colpa del sogno appena avuto.
Salto
dal letto col cuore che batte forte, mi guardo attorno e sto per
chiamarla a gran voce, quando vedo qualcosa affacciarsi sopra il
bordo del letto.
“Allison?”
la chiamo, e la mia voce fa muovere l'ombra scura oltre il letto.
“Cass...”
Corro
dall'altra parte e la trovo seduta a terra, piange disperata
stringendosi le gambe al petto.
“Amore
che hai? Che succede?” le chiedo inginocchiandomi accanto a
lei.
Allison
mi guarda e si getta tra le mia braccia, senza smettere di piangere.
La
stringo forte e sospiro, aspettando che si calmi.
*****
Cos'ho?
Ti
ho appena visto esplodere ucciso da Lucifero.. E non ti
permetterò
di lasciare questa casa per mesi e mesi pur di evitare che il sogno
diventi realtà.
Questo
è quello che vorrei dire a Cass.. che ora mi stringe tra le
braccia,
preoccupato e paziente, aspettando che io gli dica cosa mi fa
singhiozzare così accoratamente.
Ma
non posso dirgli quello che ho in mente di dire, perchè
questo è il
momento dei saluti e la consapevolezza mi sta schiacciando.
Mi
stacco piano da lui e mi alzo senza smettere di piangere.
Mi
dirigo verso il bagno.. E' lì che voglio andare, per stare
da sola e
riflettere.
Ma
lui mi ferma afferrandomi delicatamente per un braccio e mi stringe
forte baciandomi i capelli..
“Non
andare lì dentro.. ti prego.” mi sussurra..
Cos'è
questo tono?
Mi
è familiare ma non capisco come si ricollega a questo
momento.
Mi
aggrappo a lui delicatamente, ma con tutta la forza che ho e
singhiozzo stretta a lui respirando il suo odore.
Profuma
di sicurezza, e dubbio.. Di passione e delicato affetto.. Profuma di
contraddizione.
Le
contraddizioni che fanno parte di lui, così come di me e che
ci
rendono capaci di essere perfettamente in sintonia tra di noi..
E'
una definizione stupida, lo so!
Ma
non trovo termini migliori per spiegarla.
“Sei..
sei esploso, sotto i miei occhi.. Ucciso da Lucifero nel corpo di
Sam..” gli dico singhiozzando.
Non
so se ha capito qualcosa. Piangere disperatamente e nello stesso
tempo parlare, non è una combinazione vincente..
Ma
lui sembra avermi capito, visto che mi stringe ancora di
più..
Sento
il mio cuore rimbombarmi nelle orecchie.. Sembra quasi che l'eco di
ogni suo battito sia lì a ricordarmi il sogno appena
vissuto..
E
ogni battito mi rende più fragile.. e ogni minuto in cui lui
non
parla, incapace di negare l'evidenza di ciò che
accadrà, mi fa
sentire sul punto di morire..
E'
notte fonda, e i nostri bimbi dormono..
Vorrei
urlare ma non voglio svegliarli e spaventarli..
Vorrei
volare fuori da questa casa, al fresco di un'aria che non sembra
soffocarmi, ma – come ogni volta che sono sopraffatta dalle
mie
emozioni – i miei poteri non collaborano.
E
rimango inchiodata qui, in una stanza le cui pareti sembrano avanzare
inesorabilmente verso di me, fino a schiacciarmi, stretta all'uomo
che amo più di me stessa, cercando di trovare la forza di
dirgli
addio..
Come
posso farlo?
“Va
tutto bene amore mio..” mi sussurra lui.
No..
Niente va bene.
Mi
allontano da lui e scuoto il capo energicamente.. Le lacrime che
cadono dai miei occhi si spargono su tutto il mio viso, cadono veloci
fino a toccare il pavimento e danno vita a singhiozzi che mi scuotono
facendo uscire dalla mia bocca, urli soffocati e pieni di rabbia e
amarezza.
“Sei
esploso, davanti ai miei occhi.. Esploso.. Capisci?” chiedo
nervosa
a denti stretti “Smettila di dirmi che va tutto bene. Questo
è il
momento che precede l'addio e tu lo sai.”
Lui
sospira con gli occhi gonfi di lacrime e avanza piano verso di me
allungando le mani per accarezzarmi..
Indietreggio
e mi stringo i capelli tra le mani reprimendo la voglia di urlare..
Lui
mi lascia calmare..
Capisce
che ho bisogno di metabolizzare la cosa a modo mio, nonostante sia un
dolore che fa male ad entrambi allo stesso modo..
Quando
mi calmo, lo trovo seduto al centro del letto.. La luce della luna,
unica luce a squarciare il buio, lo illumina dandomi quasi la
sensazione che la sua pelle sia di porcellana..
Il
suo mento trema, i suoi occhi faticano a tenere a bada le lacrime e
le sue mani stringono forte i pugni.
Mi
poggio allo stipite della porta, chiusa dentro la sua maglietta. Le
maniche larghe mi arrivano quasi al gomito.
Mi
lascia le gambe scoperte, da poco più sotto della vita e
tutto
quello che voglio adesso, è sentire le sue calde mani
accarezzarmi
gentilmente.
Raggiungo
lentamente il letto e gattono fino a lui.
“Incastro”
perfettamente il mio corpo al suo lasciando che le mie gambe lo
avvolgano delicatamente.
Lo
bacio, con amore e dolcezza e prendo le sue mani tra le mie
facendogliele aprire..
Tornano
velocemente del loro colore naturale, non più irrigidite
dalla
rabbia dei pugni stretti, e le guido verso il mio corpo. Sul viso,
per primo.
“Accarezzami
Cass..” gli sussurro “Voglio sentire le tue mani su
di me, per
un'ultima volta..” aggiungo a pochi centimetri dalla sua
bocca.
Lui
mi osserva per qualche secondo, poi chiude gli occhi, come me, e le
sue mani esplorano il mio corpo, quasi come se fosse la prima volta.
Le
sue dita disegnano il mio profilo, soffermandosi per qualche secondo
sulla bocca..
Le
bacio e le sento scendere fino al collo.. Lentamente arrivano ai
seni, sfiorandoli da sopra la maglietta.
Prosegue
passando alle spalle.. e percorre da lì, giù per
le braccia fino ad
arrivare alle mani.. Le allinea alle sue e poi le lascia ricadere
dolcemente sul letto.
Poggia
la fronte sulla mia, e apre gli occhi.
Anche
i miei sono aperti..
Ci
guardiamo intensamente, mentre le sue mani passano in rassegna, lente
e calde, prima i miei fianchi e poi le mie gambe..
Risale
dalle caviglie alle ginocchia, e si ferma per un attimo..
Il
suo respiro è accelerato, così come il mio.. reso
affannoso
dall'eccitazione di quelle carezze, che non sono meno bollenti di una
vera e propria notte di sesso..
Mi
bacia accarezzandomi la bocca con la sua, lasciando che le nostre
lingue si incontrino per questi ultimi profondi baci.
E
mentre il suo sapore si confonde col mio, le sue mani risalgono lente
su per le mie cosce, di lato, sotto, sopra.. e poi verso l'interno,
decise e tremanti.
Mi
tocca con sicurezza, esperto e consapevole di ogni angolo di pelle
che stringe tra le dita..
La
mia pelle.
Quella
che ha baciato e accarezzato con passione e voracità tante
volte..
I
respiri si fanno più veloci e più caldi e poi
tutto si ferma per un
lungo secondo..
Un
secondo quasi di.. estasi..
Si
può raggiungere il piacere solo accarezzandosi?
Mi
guarda negli occhi, con le sue iridi blu velate di tristezza, ed io
non so fare altro, che accarezzargli la bocca con la punta delle
dita, in silenzio..
Quella
bocca che amo, e che amo sentire su di me.
Faccio
un grosso respiro e lo bacio di nuovo dolcemente.. “Non sono
pronta
a dirti addio..” gli sussurro con la voce rotta dal pianto.
Mi
allontano e mi siedo ai piedi del letto, lasciando che i singhiozzi
prendano di nuovo possesso di me.
*****
La
sento singhiozzare e non so che fare.
Nascondo
il viso tra le mani e penso che siamo una coppia strana.
Passiamo
dalla passione alla disperazione in pochi istanti.
Pochi
istanti fa l'ho amata in modo.... diverso, delicato.
L'ho
sentita palpitare sotto le mie mani, ho letto il piacere sul suo viso
mentre il suo corpo rabbrividiva stretto al mio.
E
ora è lì a piangere disperata.
Mi
ha visto morire, ucciso da Lucifero.
E
so che sarà così, perché io non posso
niente contro di lui.
Ma
almeno cambierò il destino, interverrò
modificando il corso degli
eventi, e i miei figli vivranno.
Raggiungo
Allison ai piedi del letto e l'abbraccio, stringendola forte.
Si
appoggia a me e piange, i singhiozzi la scuotono violentemente.
“Ally...
amore mio... non fare così...” dico, sapendo di
dire una
sciocchezza.
Se
fossi al suo posto io... sarei già impazzito di dolore.
Ma
devo consolarla, farle capire che è inevitabile, assicurarmi
che non
succederà mai e poi mai quella cosa orribile che ho visto
nel mio
sogno.
“Non
è giusto” mormora contro il mio petto
“non può finire così...
non abbiamo lottato e sofferto tanto per arrivare a questo!”
Sospiro
e le bacio la fronte, è meravigliosa anche nella penombra
della
nostra camera.
“Non...
non mi piace l'idea di...”
“Non
lo dire!” mi interrompe lei posandomi una mano sulle labbra
“non
lo dire...”
Bacio
quelle dita che mi appartengono, come ogni parte del suo corpo, e
chiudo gli occhi per un attimo.
“Allison...
se non lo faccio, i nostri figli...” mi fermo.
Non
ho il coraggio di dire cosa succederebbe se non lo facessi, se non mi
mettessi in mezzo.
Lei
mi guarda, gli occhi pieni di lacrime. “Moriranno... lo
so...”
mormora soffocando un singhiozzo, lasciandomi di stucco.
“Come...
come lo sai?” le chiedo.
Allison
scuote il capo asciugandosi gli occhi. “Ricordi quello strano
viaggio nel futuro? Beh... l'ho visto lì. E suppongo l'abbia
visto
anche tu..”
Resto
in silenzio per un lungo momento, accarezzandole piano la schiena.
“Allora
saprai che è inevitabile” dico.
Lei
alza gli occhi e mi guarda disperata. “Ma perché?
Perché questo a
noi? Io non posso lasciarti morire... ne morirei!”
Queste
parole mi raggelano il sangue.
Le
prendo il viso tra le mani e la guardo severo. “Allison...
devi
fare un giuramento” inizio serio “qui, adesso. E ti
supplico di
non infrangerlo.”
Ally
mi fissa per un po', poi annuisce.
“Giurami...
giurami sul nostro amore, su tutto quello che abbiamo passato
insieme... sui nostri figli... che tu non... farai mai qualche
sciocchezza. Anche se ti sentirai triste e sola, anche se ti
sembrerà
di non potercela fare, tu resisterai...”
“Perchè
vuoi che giuri questo?” mi domanda allarmata.
Sospiro
e poso la fronte sulla sua. “Giuralo ti prego...”
“Te
lo giuro” mormora tra le lacrime.
“Ripetimelo”
insisto.
“Cass,
che significa?”
“Amore...
giuralo di nuovo.”
Allison
sospira e deglutisce. “Te lo giuro, non... farò..
sciocchezze. Non
mi suiciderò.”
Questa
parola fa sgorgare alcune lacrime dai miei occhi, senza che io possa
fermarle.
“Ho
sognato i nostri figli, sai? Tutti e due...”
Lei
spalanca gli occhi. “Anche Sophia?”
Annuisco.
“Si, anche lei. Sarà.. identica a te, anche nel
carattere. Sarà
bellissima, ma avrà bisogno della sua mamma.. e anche
Gabriel...”
Annuisce
piano e mi bacia sulle labbra. “Cosa hai visto nel tuo
sogno?” mi
chiede.
Ha
intuito il problema.
“Una
cosa orribile” confesso “non voglio
pensarci...”
Mi
prende il viso tra le mani. “Cass, dimmelo.”
Le
accarezzo le guance e la bacio. “Nel mio sogno...ti ho
trovata
morta, nella vasca da bagno.... ti eri tagliata le vene.. era
orribile...giurami che non accadrà, ti scongiuro Ally, non
farlo di
nuovo...”
Mi
abbraccia forte e piangiamo per un po', poi si allontana e mi bacia
le labbra e gli occhi.
“Te
lo giuro, non lo farò, sarò forte... per i nostri
bambini, la cosa
più bella che potessi regalarmi. Sono nati da noi, dal
nostro amore,
dalla nostra passione. Vivrò per loro...”
E'
un addio.
Un
addio definitivo questa volta, nessuno mi riporterà indietro.
Lascerò
l'unica donna che io abbia mai amato, lascerò i miei figli,
i miei
amici.
I
miei amici.
Gabriel
si metterà in mezzo, mi impedirà di intervenire.
Devo
risolvere il problema, io devo intromettermi nel destino o i miei
figli moriranno.
Sospiro
e mi avvicino di più, prendendole il viso tra le mani.
La
bacio con passione, assaporandola.
Ci
stendiamo e la tiro su di me, abbracciandola.
Adoro
il suo corpo morbido e caldo sul mio, e voglio imprimermi nella
memoria questa sensazione.
Non
voglio fare sesso, non farei per niente una bella figura.
Voglio
tenerla così, sopra di me, col suo capo poggiato sul mio
petto e il
profumo dei suoi capelli che mi avvolge.
“Ti
amo da impazzire Castiel, ti ho sempre amato, forse da quando sei
venuto a prendermi all'inferno...”
Le
bacio i capelli. “Io da prima, e continuerò ad
amarti per
l'eternità...” le rispondo, sopraffatto
dall'angoscia.
Scoppia
di nuovo in lacrime, affondando il viso sul mio petto.
“Anche
io, per l'eternità.”
Nessuno
dei due dormirà più questa notte, resteremo
abbracciati così fino
a domani, sapendo che presto ci lasceremo.
Non
vorrei mai lasciarla, ma devo.
L'ho
amata disperatamente, più di come avrebbe fatto un umano.
E
continuerò a farlo, ovunque andrò.
|
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Capitolo 62 *** The last goodbye ***
The
last goodbye
Non
riesco a guardarla negli occhi, perchè vedrei il dolore e la
paura
che Allison prova in questo momento.
Sto
per lasciarla.
Erano
le due di notte quando il mio telefono ha iniziato a squillare.
Non
dormivo, come ormai accade da diverse notti, allora mi sono subito
alzato e ho risposto.
Era
Dean.
Sam
ha detto di sì a Lucifero e come sospettavamo tutti, angeli
in
carica e non, il ragazzo non ce l'ha fatta a prendere il controllo
sul Diavolo.
Dean
non sa che fare e vuole che io lo raggiunga perchè oltre al
vecchio
Bobby, non ha nessuno su cui contare.
E
io ho detto di sì.
Allison
è scoppiata a piangere, capendo cosa voleva dire quel mio
“ok,
sarò lì quanto prima”.
Mi
ha abbracciato forte, singhiozzando a lungo.
Lei
sa che è inevitabile, lo sa davvero, ma com'è
ovvio, non riesce a
non soffrire.
E
anche io.
Non
vorrei mai lasciarla, né lasciare i nostri figli.
Ma
non posso fare altrimenti, se non mi intrometto in questa follia, la
mia famiglia sarà sterminata in un modo o nell'altro.
Dunque
sto per partire, ma prima devo fare una cosa importante.
Devo
imprigionare i miei fratelli, Gabriel e Sirahel, perchè so
per certo
che junior li ha avvisati e non voglio che mi seguano.
Lucifero
non deve nemmeno vederli.
Loro
si prenderanno cura della mia famiglia.
Allora
siamo qui da ore, in questo buio magazzino in periferia, pronti a
catturarli e bloccarli.
Sì,
è una trappola e so per certo che ci cadranno entrambi.
Avevano
con noi dei sacchetti di protezione con i quali ci rendevamo
invisibili agli angeli, ma ora li abbiamo bruciati e siamo in attesa
di vederli comparire.
Sospiro
e prendo la mano della mia prima e unica donna, la compagna che avevo
scelto per questa mia vita mortale.
La
bacio, ne seguo i contorni con le dita, mentre lei piange piano
lasciandosi accarezzare.
“Ti
ho mai detto che hai una pelle vellutata?” le dico con un
sorriso.
“Credo
di si” risponde con un sorriso triste “ma
è bello sentirselo
ripetere...”
Annuisco
e mi avvicino al suo viso per darle un bacio sulle labbra.
Improvvisamente
si alza un vento intorno a noi.
“Eccoli”
mi annuncia Ally stringendomi la mano.
“Oh
ecco il fratellino suicida e la sua mogliettina” esclama
Gabriel
apparendoci davanti.
Il
suo sguardo mi spaventa, era da tempo che non lo vedevo così
furioso.
Accanto
a lui appare Sirahel, pallido come mai prima.
“Cass,
ti ha dato di volta il cervello?” mi domanda Sir in tono
aspro.
Credo
sia arrivato il momento di smetterla di tenergli il muso.
“Non
sono mai stato così lucido come adesso” affermo.
Gabe
fa un mezzo sorriso quasi maligno. “Oh sì,
lucidissimo! Vai a dare
man forte a quei due coglioni che credevano di fottere Lucy! Ma lo
sai che ti polverizzerà in tre millisecondi?”
“Sì
lo so, non ritornerò a casa. Ne siamo consapevoli”
dico guardando
Allison accanto a me “ e l'abbiamo accettato. Accettatelo
anche
voi.”
Sir
fa un passo avanti, ma resta comunque dove deve stare.
“Tu
sei ancora arrabbiato con me e hai ragione ad esserlo, ma ti assicuro
che non ti lascerò morire come un idiota lasciando tua
moglie e i
tuoi figli da soli!” mi urla.
“Già,
lo stesso vale per me” interviene Gabe serio
“prendilo come un
ordine. Tu te ne resti a casuccia, sotto le coperte con la tua donna
e i tuoi figli, mentre noi pennuti andiamo a controllare che cazzo
hanno fatto quei due imbecilli!”
“No,
non credo...” mormoro infilando una mano nella tasca della
mia
giacca.
Ne
estraggo un accendino, faccio partire una scintilla e la fiammella si
alza alta.
I
due arcangeli, forse troppo furibondi, non capiscono subito cosa sta
per accadere.
E
quando lo fanno, è tardi.
Butto
l'accendino a terra e intorno a loro si accende subito un cerchio di
fuoco con alte fiamme.
Mi
guardano allibiti.
“Che
diavolo significa?” mi domanda Gabe indicando le fiamme che a
momenti lo sfiorano.
Sir
invece guarda sua figlia a bocca aperta.
“Voi
non andate da nessuna parte, e sicuramente non mi impedirete di
andare. È scritto così fratelli, io devo
farlo.”
“Cass”
ringhia Gabriel “ti conviene spegnere queste fiamme, subito.
Perchè
se mi costringi a trovare un modo per farlo da solo, io ti ammazzo
con le mie mani!”
Scuoto
il capo e prendo per mano Allison. “No Gabriel, non posso.
Morireste entrambi, e non posso permetterlo. Tu lo sai cosa
succederà
se non lo faccio vero? I miei figli moriranno e preferisco di gran
lunga morire io piuttosto che vivere senza di loro.”
“Ma
non dire cazzate, non lo permetteremmo mai!” insiste Gabe.
“Allison”
inizia Sir guardandola “non permetterglielo, fallo ragionare
oppure
immobilizzalo. Tu puoi. Spegni queste dannate fiamme e facci
uscire...”
Allison
lo fissa e scuote il capo decisa. “No, non lo
farò.”
Entrambi
la guardano increduli, Gabe fa addirittura una risatina.
“Bambolina...
se lasci che il tuo ragazzo vada al rendez-vous col Diavolo, non lo
rivedrai mai più. Quindi smettila di assecondare quel
pazzoide
accanto a te e fai qualcosa!” le urla.
“Non
posso.. gliel'ho promesso...” mormora tra le lacrime.
Sir
si avvicina pericolosamente alle fiamme, che si alzano minacciose.
“Allison,
per la miseria, liberaci! Castiel morirà, lo capisci? E non
potremo
riportarlo indietro, non abbiamo accesso né in Paradiso
né
all'inferno! Non potremo più riaverlo, capisci?”
cerca di
convincerla suo padre.
Ma
Ally è irremovibile, scuote il capo e abbassa lo sguardo,
mentre
altre lacrime cadono ai suoi piedi.
“Cass,
te lo dico per l'ultima volta” tuona Gabriel con una voce che
non
sembra più nemmeno la sua “non farlo, non
lasciarci qui o ti giuro
che...”
“Gabriel,
sto per morire!” lo interrompo esasperato “abbi
almeno la
gentilezza di non minacciarmi di morte... è l'ultima volta
che ti
vedo...non farlo...”
Gabriel
inizia a piangere, lasciandomi di stucco.
“Tu
piccolo idiota patentato, non hai idea di quello che ci stai facendo!
E la tua complice se ne pentirà amaramente,
perchè nessuno di noi
due può più schioccare le dita e resuscitarti,
hai capito? Hai
buttato alle ortiche tutta la tua esistenza per vivere come un umano,
ti sei tagliato le ali a mani nude... per cosa? Per farti ammazzare
da Lucifero e abbandonarci tutti? Sei un bastardo, non sei un eroe
sai? Sei solo un coglione che morirà per niente!”
mi sputa addosso
la sua frustrazione, ma io capisco che è il dolore a farlo
parlare.
Merda.
Ho
fatto piangere Gabriel.
Allison
scoppia in singhiozzi e si copre la bocca con la mano.
“Lo
so” ammetto guardando mio fratello Gabriel “non
sono un eroe né
tanto meno ho speranze di... sconfiggere Lucifero. Ma
spezzerò la
catena degli eventi e i miei figli vivranno. Abbiatene cura, vi
prego.”
I
due nel cerchio restano muti, si scambiano un'occhiata spaesata e poi
ci guardano.
Per
la prima volta in tutti i miei quattromila anni, li vedo impauriti.
“Addio
fratelli, vi ho amato sempre, anche quando non eravate con
me.”
Stringo
più forte la mano di Allison e ci voltiamo per andarcene da
qui.
“Ehi
ehi, porca troia Cass, ok sei forte sei furbo, ora basta
così.
Liberaci e parliamone. Mandiamo qualche nostro clone da Lucy e lo
freghiamo, mentre noi ce ne stiamo a casa a guardare la Tv!”
mi
propone Gabe, tentando ancora una volta di farmi cambiare idea.
“Allison,
io so cosa vuol dire perdere la persona che si ama e sentirsi in
colpa, non lo fare figlia mia... fermalo...” dice Sirahel,
sperando
di smuovere Allison dalla sua posizione.
Ma
nessuno di noi due si volta, né risponde.
Siamo
decisi ad andare avanti, e lo faremo.
Lasciamo
i due arcangeli che sbraitano contro di noi ed usciamo dal magazzino.
Ora
andiamo a casa, voglio salutare i miei figli un'ultima volta.
Un
ultimo, disperato addio.
*****
Siamo
tornati dai “saluti” a Sirahel e Gabriel.
Mio
cognato era furioso oltre che disperato.. e mio padre.. Beh, lui ha
cercato di farmi cambiare idea, e ora sicuramente crede che non me ne
importi niente se mio marito muore.
Entrambi
lo credono probabilmente.
Ma
non è così..
Cass
si avvia verso la morte ed io morirò con lui..
Vivrò fisicamente,
ma dentro sarò morta.
Rimarrà
l'eco della mia anima a farmi compagnia, e quell'eco
sosterrà e
crescerà i miei figli fin quando sarà necessario.
Perchè
sono i miei figli e li amo, e perchè l'ho promesso a Castiel.
Sospiro
e apro un cassetto cercando dentro una tuta.
Voglio
cambiarmi. Liberarmi da questi indumenti che mi soffocano e chiudermi
nel caldo abbraccio di una cosa comoda.
Credo
che metterò la tuta di Cass.. che mi va un po' grande e ha
il suo
profumo.
Oh
no!
Come
farò quando il suo profumo svanirà? Come
farò quando non lo
sentirò più nell'aria intorno.
Afferro
una foto dentro il cassetto e sospiro ricominciando a piangere.
Una
volta ho letto su un giornale una statistica..
Statistica
secondo la quale, davanti alla domanda “Ti
piacerebbe conoscere
il giorno della tua morte?” l'80%,
non vuole saperla.
Il
restante 20% ha detto di si, sostenendo che sarebbe conveniente
saperlo prima, per cercare di evitarla, o per fare tutto quello che
si vuole fare prima di passare a miglior vita.
Io
mi sento... una via di mezzo.
Si
perchè.. mi sento particolarmente vicina a quell'ottanta per
cento
che non vuole saperla, ma la conosco comunque.
E'
il 20 maggio 2010.
E
oggi, io morirò dicendo addio a mio marito.
Mi
passo una mano sul viso e decido di provare ad essere forte.
L'avevo
già deciso ma ho comunque pianto come una fontana.. ora devo
provarci per davvero.
Mi
schiarisco la voce e allungo la mano indietro per far scendere la zip
della canotta che indosso..
Ma
non ci arrivo stranamente.
Nemmeno
le mie braccia hanno voglia di fare nulla.
Castiel
arriva in quel momento.
Era
andato a salutare i nostri figli e ha gli occhi gonfi di lacrime.
Mi
guarda poggiato allo stipite della porta e quando cerco di
sorridergli, fa spallucce e si avvicina a me.
Si
mette dietro, allineando il suo corpo al mio e mi poggia le mani sui
fianchi, baciandomi i capelli.
Chiudo
gli occhi e mi lascio andare per un attimo contro il suo corpo, poi
li riapro e fisso i nostri riflessi nello specchio davanti a me.
“Mi
aiuti a far scendere la zip della canotta?” gli chiedo.
Lui
annuisce silenzioso e con delicatezza mi sposta i capelli tutti su un
lato, lasciando che le punte mi accarezzino la parte di collo su cui
si posano.
Afferra
il gancetto della zip e lo fa scendere lentamente, poi la solleva
dalla vita e la sfila via.
Rabbrividisco.
La tensione mi colpisce in pieno e vorrei piangere di nuovo.
E
la su bocca che dolcemente si poggia sulla mia schiena nuda, non mi
aiuta a trattenere le lacrime.
Mi
piego per riflesso un po' in avanti, per sentire la morbidezza delle
sue labbra ancora di più, e poi lascio che mi sollevi le
mani
intrecciandole alle sue, per stringermi in un abbraccio.
“Mi
mancherà la tua pelle profumata e morbida.. Mi
mancherà
tantissimo.” mi sussurra.
Annuisco
appena e poi...
Poi
mi sento come incapace di respirare. Lascio le sue mani, tanto
bruscamente da spaventarlo e afferro la foto, senza un motivo
preciso, tremando e boccheggiando, come alla ricerca di ossigeno.
Piano
mi accascio fino a toccare il pavimento, mentre Cass mi stringe
cercando di farmi calmare.
Una
crisi di panico.
Ecco
cosa sto avendo in questo momento.
Lascio
cadere la foto e mi aggrappo alle sue braccia che mi avvolgono, e
quando riprendo il controllo del mio respiro, si leva in aria il
singhiozzo più forte e sentito che sia mai uscito dalla mia
bocca..
“Non
posso farcela se tu muori.. No.” dico “Che ne
sarà del nostro
futuro, dei nostri progetti? Che ne sarà del nostro viaggio
in
Italia? Del nostro mangiare la pizza nascosti sotto una gondola a
Venezia? Perchè sta capitando a noi? Non abbiamo
già sofferto
troppo, rinunciato a troppo? Tutto quello che volevamo era stare
insieme ed amarci.. Crescere i nostri figli.. Perchè non ci
è
permesso avere un lieto fine?” singhiozzo.
Lui
sospira e mi fa alzare piano.
Mi
tiene stretta a sé e mi porta nella camera di Gabriel e poi
in
quella di Sophia.
“Sono
questi i nostri lieto fine amore mio.. Due splendide creature che
sono nate dal nostro amore...” mi dice.
Faccio
dei grossi respiri mentre fisso la culletta di Sophia e cerco di
calmarmi.
“Mi
dispiace che finisca così, ma lo faccio perchè vi
amo troppo.. e
non sopporterei di vedervi morire.” dice ancora.
Faccio
un grosso respiro, ancora scossa dai singhiozzi e quando riprendo il
controllo delle mie emozioni, lo abbraccio forte poggiando il viso
sul suo petto.
Lui
mi accarezza il viso e poi mi prende per mano e dolcemente mi riporta
nella nostra camera.
Mi
siedo sul letto e attendo.
Non
so nemmeno cosa sto aspettando..
Lui
invece afferra la foto che ho lasciato cadere per terra, e la mia
canotta che lui ha lasciato cadere per terra, e sorride guardando
l'immagine.
“E'
una foto bellissima.. Tu sei bellissima.” mi dice
raggiungendo e
sedendosi accanto a me.
“L'ho
fatta per te quando ero con Stefany alla SPA.” gli spiego
“Ma poi
ho scordato di fartela vedere.”
“Per
me?” chiede lui piegandosi un po' in avanti per guardarmi
meglio.
Annuisco
e mi sposto i capelli indietro. “Si.. ma se non la vuoi non
devi
prenderla per forza.”
Lui
sorride appena e si alza.
Mi
prende il viso tra le mani e mi bacia, poi si inginocchia facendosi
largo tra le mie gambe e mi bacia l'addome.
“Scherzi?
Ovvio che la voglio.. E sarò gelosissimo di chiunque la
guarderà.”
mi dice.
Sorrido
e gli accarezzo il viso disegnandone i contorni.
Poi
gli prendo la foto e la poggio sul letto. Mi tolgo la fede e tolgo la
sua, poi gli do la mia.
E
anche se perplesso, lui mi asseconda.
“Io,
Allison Morgan, prendo te, Castiel come mio legittimo sposo. E
prometto di amarti ed onorarti sempre. In ricchezza e in
povertà, in
salute e in malattia. Finchè morte non ci
separi..” pronuncio con
voce tremante.
Poi
gli rimetto la fede.
Lui
attende qualche secondo, guardandomi negli occhi e poi prende la mia
mano sinistra.
“Io,
Castiel, prendo te, Allison come mia legittima sposa. E prometto di
amarti ed onorarti sempre. In ricchezza e in povertà, in
saluta e in
malattia. Finchè morte non ci separi.” dice.
Poi
mi rimette la fede.
Mi
mordicchio il labbro, per trattenere le lacrime, e poi lo bacio
stringendogli quel dolce viso tra le mani.
“Io
ti amo tanto.. E ti amerò per il resto dei miei giorni.. Non
importa
dove sarai, perchè io ti porterò sempre dentro di
me.” gli
sussurro a fior di labbra.
Lui
mi bacia di nuovo e poi bacia le mie mani. Il dorso e il palmo.
“Sei
tutto per me. Sei stata la luce nei momenti bui. Sei stata la mia
ispirazione e la mia forza.. Con te ho capito che il paradiso
è
ovunque, purchè si stia con le persone che si amano. E
ovunque
andrò, io ti amerò disperatamente e
immensamente.” mi sussurra.
Rimaniamo
così, divisi dallo spazio di un unico respiro e poi guarda
l'orologio.
“Devo
andare adesso.” mi dice.
Scoppio
a piangere e mi inginocchio a mia volta per stringerlo forte..
“Lo
so.”
Si
allontana poco da me e mi bacia. E poi ancora e ancora, lasciando che
le lacrime righino il suo viso e si confondano con le mie.
Poi
si alza, afferra la foto ed esce dalla stanza senza voltarsi,
spaventato forse, dalla tentazione di rimanere.
Ed
io...
Io
rimango lì, seduta sul freddo pavimento di una camera vuota.
Col
cuore stanco, e l'eco di un'anima morta.
Vi piace questa storia?
Allora adorerete l'altra.. Sempre in collaborazione brokendream e Robigna88 vi offrono una storia
avvincente ambientata in un futuro post apocalittico. I protagonisti?
Sempre i mitici Castiel ed Allison.. Leggete e commentate in tanti se
vi va: A
Dark love.
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Capitolo 63 *** Swan song ***
Swan
song
Something
beautiful is happening inside for me
Something sensual,
its full
of fire and mystery
I feel hypnotized,
I feel paralized
I have
found heaven
Theres a thousand
reasons
Why I shouldn't
spend my
time with you
For every reason
not to be here I can think of
two
Keep me hanging on
Feeling nothings
wrong
Inside your
heaven
E'
andato.
Il
mio amore è partito per andare a difendere la nostra
famiglia ed io
sono sola ad ascoltare un pezzo della nostra canzone.
Il
pezzo che maggiormente mi ricorda di noi.
Il
mio pensiero vola a qualche anno fa. Al momento esatto in cui lui
è
entrato nella mia vita.
All'inizio
sono stata stupida e l'ho respinto.
Ma
poi ho iniziato ad amarlo e da allora io non... non ho potuto
più
fare a meno di lui.
Che
stupida!
Non
posso fare a meno di colpevolizzarmi.
Non
per averlo lasciato partire per questa ultima missione suicida.
Cioè
si, anche per quello.. ma il mio senso di colpa risale a quegli anni
fa..
Sapevo
che stare con me sarebbe stato un problema per lui.. Eppure sono
stata così egoista da non voler rinunciare a lui.
Se
l'avessi fatto adesso forse lui sarebbe ancora un angelo in piena
regola con molte più possibilità di difesa e
sopravvivenza.
Invece
ora si ritroverà davanti al più malvagio dei suoi
fratelli – che
si è comodamente preso un posto in prima fila dentro il
corpo del
suo unico e potente tramite – e sarà solo un uomo
con tanta voglia
di difendere la sua famiglia.
Con
zero possibilità di difesa e sopravvivenza.
Un
piccolo grande uomo..
Il
mio piccolo grande uomo.
Perchè
è toccato a lui proteggere la nostra famiglia?
Perchè io devo
starmene seduta qui ad aspettare di sentire la sua aura spegnersi?
Si!
Perchè
io lo sento.
Anche
in questo momento, anche se a chilometri di distanza, sento che mi
pensa.
Che pensa a me e ai nostri figli e che ha paura.
Il
mio amore è spaventato, ma è coraggioso.
Lui
è un eroe.. Il mio eroe.
Sospirò
e spengo la radio.
Poi
mi alzo e raggiungo la cameretta di Sophia.
Gabriel
è seduto lì su un tappeto e, a modo suo la tiene
d'occhio.
Gioca
con delle macchinine, ma il suo viso è basso e i suoi occhi
piangono.
Prima
mentre lo tenevo in braccio ha tremato forte e poi come in un impeto
di rabbia ha urlato chiamando suo padre.
Non
ha ancora il pieno controllo delle sue capacità, altrimenti
sono del
tutto certa che si sarebbe trasportato fino a lui.
Ma
non è ancora capace di farlo, o forse non è
capace di impedire alle
sue emozioni di bloccarlo.
E
ringrazio il cielo per questo.
Il
cielo...
Dannato
cielo!
Mi
passo una mano sul viso e mi avvicino alla culletta..
Sophia
è sveglia e si guarda intorno curiosa. Poi mi vede e mi
sorride.
Lei
somiglia tantissimo a me.
Ha
i miei occhi, i miei capelli e a volte nel suo piccolo e dolce visino
mi sembra di vedere persino le mie espressioni.
Gabriel
invece è la fotocopia di Castiel. Ed io...
Come
farò a guardarlo senza sentirmi morire dentro ogni volta?
Prendo
la piccola e mi siedo sul tappeto con lei in braccio e Gabriel
davanti.
“Hey
Gabe, cosa stai facendo?” chiedo.
Lui
non risponde e non mi guarda.
Semplicemente
si alza e mi raggiunge. Bacia la testolina di Sophia e poi mi
abbraccia forte avvolgendomi con le sue morbide braccia.
“Mamma..
fai qualcosa ti prego.”
Le
sue parole arrivano chiare.
Mi
invadono la mente e prima che possa chiedermi cos'è, mi
ricordo che
non è la prima volta che accade.
Il
mio piccolo mi ha appena parlato mentalmente.
Mi
ha appena chiesto di fare qualcosa.
Chiudo
gli occhi e lascio che alcune lacrime cadano leggere, poi annuisco e
stringendo più forte entrambi i miei figli, volo fino a casa
di
Stefany.
Lei
è in cucina col telefono in mano..
Sobbalza quando ci vede e mi
viene incontro con aria preoccupata e anche un po' arrabbiata.
“Tuo
padre ha detto che tu e Castiel avete imprigionato lui e Gabriel in
un cerchio di olio sacro.. Mi ha chiesto di andare a spegnere le
fiamme per liberarli prima che Cass..”
“Non
farlo!” le dico interrompendola “Tieni Sophia e
Gabriel. Io devo
fare una cosa.”
“Cosa
vuoi fare?” mi chiede prendendo la piccola.”
Faccio
scendere Gabriel e gli bacio la punta del naso. “Vado ad
aiutare
papà.. ma se non torno, ricordati che ti amo tanto, e amo
tanto
Sophia e prenditi cura di lei ok?”
Gabriel
trattiene un pianto accorato, o meglio ci prova. I singhiozzi
però
lo scuotono comunque.
Annuisce
e mi da un bacio, poi prende la mano di Stefany che scuote il capo a
metà tra la disapprovazione e la rassegnazione.
Anche
i suoi occhi sono bagnati di lacrime.
Faccio
un grosso respiro cercando di non scoppiare a piangere e prendo la
mia piccola Sophia tra le braccia..
La bacio e la cullo un po'
accarezzandole i capelli. “Ti voglio tanto bene.”
le sussurro.
Le
bacio la guancia e la ridò a Stefany.
“Grazie,”
dico “ti prego, prendetevi cura dei miei figli. Insegnate
loro la
differenza tra bene e male, tra giusto e sbagliato. Stringeteli forte
a voi quando avranno paura e ricordate loro ogni giorno, che la loro
mamma e il loro papà li amavano e li ameranno
sempre.”
Stefany
annuisce tra le lacrime, ma non prova nemmeno a fermarmi.
Lei
sa cosa significa amare fino al punto in cui io amo Cass.
Mi
sorride appena ed io esco fuori da quella casa.
Chiudo
gli occhi pensando a Cass, e quando li riapro..
Beh,
sono dove devo stare!
Dove
c'è mio marito.
*****
Ecco,
ci siamo.
Ho
appena finito di preparare una bottiglia molotov contenente tanto
olio sacro.
Per
farne cosa?
Beh
ovvio, buttarla addosso all'Arcangelo Michael, per cos'altro?
Sono
pazzo, completamente.
Lì
vedo poco più in là, Michael, Dean e... Sam, che
in realtà non è
più Sam ma è Lucifero.
Faccio
diversi respiri profondi, allontanando da me il proposito egoistico
ma legittimo di lasciarli al loro destino e tornare a casa mia, dalla
mia famiglia.
Allison...
Che
starà facendo? Credo stia piangendo, magari stringendo i
nostri
figli.
Tiro
fuori dalla tasca la sua foto e la guardo sentendomi morire.
È
così bella.
E
la sto lasciando da sola.
Prendo
anche le foto dei bambini, Gabriel mi somiglia sempre di più
mentre
Sophia, anche se ha solo tre mesi, è chiaramente uguale alla
mamma.
Senza
contare che io ricordo perfettamente com'era Allison a tre mesi.
Come
vorrei poter tornare da loro, ma non posso.
Ricaccio
indietro le lacrime e metto le foto al loro posto, sul mio cuore.
Bobby
è con me, ci scambiamo un'occhiata complice e decidiamo di
uscire
allo scoperto.
Ci
avviciniamo ai tre e quando siamo abbastanza vicini, mi viene in
mente un'idea davvero geniale.
“Ehi!”
esclamo stringendo la bottiglia incendiaria, Michael si gira verso di
me “buco di culo!”
Lancio
la bottiglia addosso al mio fratello maggiore, che prende fuoco e
sparisce in un bagliore di fiamme.
Dean
mi guarda perplesso. “Buco di culo?” mi domanda.
Io
faccio spallucce, pensando che Allison si sarebbe messa a ridere se
fosse stata presente.
“Michael
tornerà, e sarà molto incazzato. Ora hai i tuoi
cinque minuti
con... Sam, utilizzali bene...” gli dico guardandolo.
“Castiel”
tuona Lucifero per bocca di Sam “hai appena lanciato una
molotov a
mio fratello?” mi domanda minaccioso.
Io
lo guardo atterrito e, d'istinto, rispondo di no.
Sono
un idiota anche in punto di morte.
Sì
perchè sto per morire, è questione di secondi.
“Nessuno
combatte con mio fratello” sottolinea il principe del Male,
facendomi chiudere gli occhi “tranne me!”
Sì,
siamo decisamente alla fine.
Addio
Allison, ti ho amata di un amore incontrollabile che probabilmente mi
ha portato qui.
Ma
lo rifarei centinaia di volte, per te e per le creature che mi hai
donato.
Addio
miei amori...
Stringo
gli occhi aspettando di morire, quando sento chiamarmi.
“Cass!”
Oh
no.
Apro
gli occhi e la vedo, è Allison!
Che
diavolo ci fa qui? Le avevo detto di restarne fuori, me l'aveva
promesso!
La
guardo con disapprovazione e apro la bocca per dirle di andare via.
Ma
sento uno schiocco di dita...
E
tutto si spegne.
*****
“No!”
urlo con tutto il fiato che ho in gola.
Ma
non basta a fermare Lucifero pochi secondi prima che schiocchi quelle
sue malefiche dita portandomi via una delle mie tre ragioni di vita.
Il
cuore mi batte forte. Sembra quasi che sia pronto ad esplodermi
dentro il petto.
Esplodi
cuore. Uccidimi e toglimi da questo dolore!
E'
stato tutto come nel mio sogno.
Perchè
sono stata così stupida da lasciarglielo fare?
Perchè, dopo aver
sognato questo momento, non ho preso le nostre cose, lui e i nostri
figli e non siamo partiti per andare lontano?
Perchè
io sono rimasta e lui se ne è andato?
Stringo
i pugni tra le lacrime.
Sono
lievi, ma non perchè i singhiozzi non mi brucino il petto,
anzi..
sono lievi perchè sono così arrabbiata che non
riesco nemmeno a
piangere forte.
Piego
la testa mentre Lucifero mi guarda sorridendo malignamente.
Ce
l'ha fatta il bastardo a portami via una delle cose che più
amo al
mondo..
“Ti
avevo detto, Allison.. che avrei vinto io. Ricordi?” mi
chiede.
Dean
e un uomo che non conosco mi fissano perplessi, e mentre penso a cosa
fare, mentre maledico me stessa per non aver mai voluto imparare ad
usare i miei poteri come si deve, Lucifero fissa l'uomo anziano e
alza la mano.
Vuole
uccidere anche lui.
No!
Non
glielo permetterò.
Alzo
la mano verso quello che, essendo fratello di mio marito, è
tecnicamente anche mio cognato, e – non so come –
lo scaravento
poco lontano, salvando probabilmente la vita a quell'uomo che sembra
tanto amico di Dean, e del mio povero amore.
O
almeno, gliel'ho salvata per ora.
Lucifero
si alza in fretta, con espressione sorpresa e il suo solito ghigno
maligno sulle labbra.
Scuoto
il capo, stordita per un attimo.
Sento
Sam urlare dentro il suo corpo. Implorarlo di fermarsi, lottare con
tutto se stesso per prendere il controllo.
Ma
non ci riesce.
Quel
dolce uomo destinato ad un crudele destino, ha buone intenzioni ma
scarse probabilità di riuscita.
Volo
davanti a lui e gli tiro un pugno facendolo barcollare.
Non
sto agendo granché bene, è solo la mia rabbia a
rendermi forte, ma
tra poco questa stessa ira, lascerà spazio al dolore e
finirò come
Cass, e dopo di me, sicuramente anche Dean e l'altro uomo.
Gli
occhi di Sam Winchester mi fissano a lungo, sono spenti di
umanità e
accesi di cattiveria.
Cattiveria
pura..
Giriamo
in tondo senza staccarci gli occhi di dosso e poi lui ride e parla.
“E'
divertente scontrarsi con te.. almeno non è tutto troppo
semplice..”
mi dice “Con loro,” indica Dean che mi fissa
perplesso e
spaventato “è tutto troppo facile. Come con Cass..
Lo sai, il suo
cuore batteva forte e pensava a te e ai vostri figli mentre..
esplodeva in migliaia di piccoli pezzetti. Che goduria sentire
l'odore della paura..”
Colpita
e affondata.
“Bastardo!”
esclamo iniziando a singhiozzare “Perchè fai tutto
questo? Era tuo
fratello.. e queste sono le creature di tuo Padre.”
urlò.
“Loro
sono solo stupide scimmie.. e i miei fratelli.. Io amo i miei
fratelli, ma loro non mi danno altra scelta.”
“Sei
uno schifoso pezzo di merda.” gli dico.
“Grazie
del complimento.”
Un
leggero fruscio ci avverte che Michael è tornato.
Lo
guardiamo e poi Lucifero sorride soddisfatto e mi guarda.
“Ci
vediamo presto Allison. Tra non molto guiderò questo mondo..
“ mi
dice.
Poi
agita la mano e mi scaraventa lontano.
Sento
Dean urlare il mio nome e poi il buio.
Quando
riapro gli occhi, sono stesa sul prato.
E'
tutto quieto e Dean e l'uomo – di cui non conosco il nome
– sono
davanti a me.
Mi
alzo piano fino ad essere seduta e sento un forte dolore al viso.
Mi
tocco con le dita e scopro che uno dei miei occhi, una guancia e il
labbro sono feriti.
Guardo
Dean e il suo viso è una maschera, me ne rendo conto solo
ora, ha
tutte le ossa della faccia rotte e ha perso quei bei lineamenti.
“Mi
dispiace per Castiel.” mi dice lasciando cadere qualche
lacrima che
si mischia al sangue.
Deglutisco
a vuoto e mi sollevo piano fino ad essere, stavolta, in ginocchio di
fronte a lui.
Gli
prendo piano il viso tra le mani e gli bacio la fronte ferita.
Si
illumina, e dopo pochi secondi, le sue ferite sono guarite e il suo
viso è tornato normale.
“L'hai
guarito..” sussurra sorpreso l'altro uomo.
Annuisco,
mentre Dean si tocca il viso e mi alzo piano. “Qual
è il tuo
nome?” chiedo proprio all'uomo.
Ho
scordato persino l'educazione, e sto dando del tu ad un uomo che
potrebbe essere mio padre.
“Sono
Bobby.” mi dice.
Sorrido
appena e guardo la macchina di Cass parcheggiata poco distante.
Mi
avvicino e la sfioro con le mani. Chiudo gli occhi e i ricordi mi
investono.
Ci
abbiamo fatto l'amore qui sopra quest'auto, in una fresca notte di
pioggia.
Poggio
il viso sul tetto e allargo le braccia, come a volerla abbracciare.
Poi
schiocco le dita e la rispedisco a casa.
Ho
guarito Dean e rispedito l'auto a casa.. però non riesco a
guarire e
rispedire me stessa.
Questo
è un limite del mio potere.. o meglio della mia gestione di
esso.
Riesco ad aiutare gli altri, ma non me.
Faccio
un grosso respiro, con un dolore che mi strazia il cuore e poi mi
volto verso Dean, ostentando la forza che ho promesso avrei avuto.
Gli
porgo la mano e sorrido appena. “Vieni a casa con me. Non
devi
stare solo.. Lì ci sono Gabriel e Sophia.. con loro ti
distrarrai.”
Dean
era amico di Castiel e ha perso qualcuno di molto caro, come me.
Lui
esita, poi prende la mia mano e la bacia, per poi lasciarla andare.
“Bobby
ti accompagnerà a casa.. io ho bisogno di stare da
solo.” mi dice.
Lo
lascio andare senza dire altro e lo guardo allontanarsi da solo, al
bordo della sua Impala.
Non
mi hanno nemmeno spiegato cos'è successo. Non mi sono
nemmeno
preoccupata di chiederlo. Ma che importa? Abbiamo vinto no?
Non
sento più le Grazie di Lucifero e Michael. Quindi.. siamo
noi i
vincitori.
Anche
se io e Dean abbiamo perso molto.
Seguo
Bobby in silenzio fino all'auto.
Mi
riaccompagna a casa e, quando arriviamo, lo saluto ed entro.
Sirahel
è lì con Gabriel junior e Sophia, mi aspettano.
Trattengo
i singhiozzi e sorrido al mio bambino che mi corre incontro piangendo
un po'.
Mi
da il suo pupazzo preferito e mi accarezza i capelli.
“Mammina..”
mi dice “Ci sono io per te e Sophia.”
Prendo
il piccolo giocattolo tra le mani e poi Gabriel in braccio e
raggiungo Sophia tra le braccia del nonno.
Mi
siedo sul tavolino e le bacio la guancia e poi la manina.
Mio
padre mi guarda con gli occhi tristi. Non prova nemmeno a guarirmi
perchè sa che non voglio essere guarita.
Queste
ferite e le cicatrici che verranno dopo, le voglio tenere. E ogni
giorno mi ricorderanno che devo essere forte perchè l'ho
promesso al
meraviglioso uomo che era mio marito.
“Posso
fare qualcosa per te?” mi chiede.
“Porta
i piccoli con te.. Ho bisogno di stare da sola per un po'... Non
voglio che mi vedano così.. Parleremo di tutto il resto
dopo.”
dico.
Lui
annuisce e si alza tenendo la piccola. Accarezza i capelli di Gabriel
e gli prende la mano per portalo via.
Ma
lui mi stringe forte per nulla intenzionato a lasciarmi.
“Giovanotto
andiamo.. La nonna ha preparato i biscotti.” gli dice.
Gabriel
è aggrappato a me e poi piano si allontana e mi guarda come
per
chiedere il mio permesso di andare.
Sorrido
e gli bacio la punta del naso. “Portami un biscotto
ok?” gli
sussurro.
Lui
sorride annuendo, scende e prende il nonno per mano.
Mi
alzo e bacio di nuovo la mia piccola Sophia.. Li guardo insieme e
sembrano me e Cass.
Li
saluto con la mano e loro spariscono.
Mi
siedo sul divano spostandomi indietro i capelli e in quel momento
arriva Gabriel senior.
“Sei
soddisfatta?” mi dice urlando.
Puzza
un po' di alcool quindi suppongo che abbia bevuto.
“Non
è il momento.” gli dico “Vattene
via.”
“Hai
ucciso mio fratello stupida umana.. Non direttamente ma è
tutta
colpa tua.. Sei felice di esseri liberata di lui?”
Serro
le mascelle e stringo i pugni.
Come
può dirmi queste cose?
“Vattene
via!” urlo.
Lui
sparisce e sui muri di casa compaiono strani simboli che non ho mai
visto prima.
Non
ho tempo di preoccuparmi di strani segni ora.
Mi
raggomitolo sul divano stringendo il pupazzetto che il mio piccolo mi
ha regalato tra le mani.
Guardo
la mia fede e piango..
Ogni
momento con Castiel mi appare davanti.
Chiudo
gli occhi, e poi lo sento...
*****
Sono
di nuovo qui.
È
incredibile, lo so, ma sono di nuovo vivo.
E
sono diverso.
Appaio
nel soggiorno di casa nostra e la trovo rannicchiata sul divano,
piange singhiozzando e non si accorge subito di me.
Poi
i singhiozzi diminuiscono e si mette seduta, come in ascolto.
Faccio
qualche passo, col cuore che mi martella nel petto, e lei si volta a
guardare nella mia direzione.
I
suoi occhi, arrossati per le troppe lacrime, si spalancano in
un'espressione di meraviglia e paura, mentre io le sorrido inclinando
la testa.
“Amore
mio...” sussurro piano.
Allison
si alza lentamente, mi guarda incredula e inizia a tremare.
“Non...
non può essere...” mormora con la voce rotta dal
pianto “tu non
puoi...”
Mi
avvicino di più, tendendole le mani.
“Sì
invece piccola... sono io... sono qui, di nuovo...”
Scoppia
a piangere. “Ti ho visto morire! Tu non puoi essere
qui!” insiste
scuotendo il capo “sei un'allucinazione, o un fantasma, o un
mutaforma, qualsiasi cosa ma non il mio Castiel, lui è morto
davanti
ai miei occhi!”
Ormai
sono davanti a lei, pochi centimetri ci separano.
Mi
guarda negli occhi, paralizzata dall'incredulità che la mia
presenza
le suscita.
“Ally”
dico sfiorandole la guancia con le dita “ero morto... e sono
tornato di nuovo da te... non ci credo nemmeno io, ma è
così...”
Mi
sorride, alzando una mano verso il mio viso. “Sei davvero
qui? Sei
davvero...tu?” mi domanda poggiandomi la mano sulla guancia.
Io
chiudo gli occhi piegando un po' il capo.
“Sì”
risponde Allison al mio posto “sei proprio tu... lo
sento...”
Mi
abbraccia, stringendomi forte, affondando il viso nel mio petto.
Singhiozza
aggrappandosi a me, tremando come una foglia tra le mie braccia.
“Oh
Cass... eri morto, eri morto di nuovo! Ero così disperata...
volevo
morire!” mi confessa tra le lacrime e i singhiozzi.
Io
le accarezzo la schiena e le bacio i capelli, combattendo con le
lacrime.
Devo
essere forte.... e poi sono felice!
Non
solo sono di nuovo qui, vivo e vegeto, ma...
Dio
c'è, è con noi.
“E'
tutto finito amore mio” le dico prendendole il viso tra le
mani
“ora sono qui e non me ne andrò mai
più.”
Mi
chino verso di lei e poso la bocca sulla sua.
“Com'è
possibile? Cosa è successo? Chi ti ha riportato
indietro?” mi
chiede senza smettere di stringermi.
Sto
per risponderle, quando sento la Grazia di Gabriel piombare in casa
nostra.
Una
mano mi afferra per la spalla e mi fa girare velocemente.
“Brutto
bastardo figlio di puttana!” inveisce Gabriel contro di me
“sei
un idiota, un cretino patentato, ora che dovrei fare eh? Farti a
fette? Polverizzarti? Sei un coglione!” mi urla in faccia
strattonandomi per la giacca.
Allison
cerca di intervenire, spaventata dalle minacce dell'arcangelo.
“Gabe
smettila!” gli urla.
“Tu
stanne fuori, femmina!” le intima lui spingendola via con
violenza.
Lei
perde l'equilibrio e cade a terra.
“Ally!”
la chiamo tentando di raggiungerla, ma mio fratello mi trattiene
continuando a strattonarmi.
“Io
te l'avevo detto di non farlo, te l'avevo detto che saresti morto! Ma
tu hai voluto fare l'eroe! Cosa credevi? Di diventare una specie di
martire? Un Santo? Io ti disintegro! Quando ti ho un ordine devi
obbedire!”
Gabriel
mi fa paura.
Sì
perchè lui di solito ha quell'espressione furba ma buona,
ora è
decisamente... collerico.
E
se l'Arcangelo Gabriel va in collera... c'è da avere molta
paura.
“Gabe...
dovevo farlo, non avevo scelta e ho fatto bene! Ora sono qui e devo
parlarti, devo parlare anche con Sirahel e...”
“Cass...”
la voce di Allison mi arriva come un lamento.
Guardo
a terra e la vedo seduta accanto al tavolino, con una mano premuta
sulla nuca.
Piange
e quando toglie la mano dalla testa, vedo del sangue.
“Oh
mio Dio! Togliti, fammi passare!” grido a mio fratello, che
vedendola sanguinare molla subito la presa e si avvicina a lei.
“Amore...
cosa ti sei fatta... fa' vedere...” le dico inginocchiandomi
accanto a lei.
Allison
continua a piangere, ha il viso contratto per il dolore e afferra la
mia mano, stringendola forte.
“Ho
sbattuto la testa... mi fa tanto male...” mi racconta
guardandomi a
fatica.
Esamino
la ferita dietro la nuca, sanguina ma non dovrebbe essere profonda.
Gabriel
si inginocchia accanto a lei.
“Porca
miseria, dolcezza scusami... non volevo...” le dice.
“Va'
a diavolo! Invece di essere felice di riavere Cass lo hai aggredito e
hai aggredito me!” gli urla tenendo una mano sulla ferita.
“Lo
so hai ragione... mi dispiace, non volevo farti del male...lascia che
ti aiuti” e tende la mano verso di lei con l'intento di
curarla.
Ma
io lo precedo.
Poso
la mia mano sulla fronte di Allison e una luce dorata si irradia da
me.
Un
brivido mi percorre dalla testa ai piedi e in pochi attimi Allison
sta bene.
Il
sangue è sparito, ma in compenso ho le espressioni scioccate
della
mia donna e di mio fratello.
“Come
cavolo hai fatto? Cass, che succede?” mi chiede Gabriel,
mentre
faccio lentamente rialzare Allison da terra.
“Cass...
sei di nuovo un angelo?” mi domanda Allison, guardandomi
sconvolta.
Prendo
un grosso respiro,scegliendo bene le parole da usare, e in quel
momento appare Sir con i miei figli al seguito.
“Papà
papà!” strilla junior liberandosi dalla stretta
del nonno e
correndomi incontro.
Mi
piego sulle ginocchia e lo abbraccio forte, baciandolo mentre lui mi
stringe forte tra le sue piccole braccia.
“Dannazione...
hai più vite di un gatto...” dice Sir guardandomi
esterrefatto,
avvicinandosi con Sophia tra le braccia.
Basta
rancore.
Sorrido
e annuisco, facendo scendere mio figlio dalle mie braccia.
“Già...
colleziono resurrezione” scherzo prendendo Sophia.
La
guardo e mi viene da piangere.
Ero
certo, certissimo di non rivederla più.
Invece
eccola di nuovo tra le mie braccia, che mi guarda con questi occhi
meravigliosi e la boccuccia piegata in una specie di sorriso.
Guardo
Allison che mi guarda perplessa, e ricordo la mia
“missione”.
“Ero
andato via” inizio, evitando la parola 'morto' davanti ai
piccoli
“e sono tornato. Non per merito mio...è stato
Dio...”
Gli
arcangeli sgranano gli occhi e si lanciano un'occhiata incredula.
“Non
può essere...” mormora Sir, quasi spaventato.
“Invece
è così” assicuro “lui mi ha
riportato in vita e... vi manda a
dire delle cose... tieni la piccola, amore?” dico ad Allison,
lei
prontamente prende in braccio la nostra bambina e resta accanto a me,
seria e interessata a cosa sto per dire.
Respiro
a fondo e inizio.
“Dio
non ci aveva abbandonati, non nel senso che intendevamo noi almeno.
È
rimasto a guardare, pronto ad intervenire se le cose si mettevano
davvero male. Così quando sono andato via, mi ha ridato la
vita... e
abbiamo parlato...”
“Hai
parlato con nostro Padre?” mi interrompe Gabriel, scioccato.
“Sì”
annuisco “ho parlato con Lui. Inizio col dire che non
è arrabbiato
con me, anche se... ho fatto cose ritenute peccaminose per un
angelo”
dico guardando Allison e i nostri figli “e non è
arrabbiato perchè
io l'ho fatto per amore, non per lussuria.”
Allison
sorride cullando la bambina.
“Sirahel...Gabriel...
nostro Padre non vi ha persi di vista un solo momento” dico
serio,
guardandoli mentre loro sbiancano “ha seguito ogni vostra
mossa,
ogni vostra azione... e anche se avete commesso errori, vi ama e
vuole che sappiate che non ha mai smesso di farlo, anche se siete
andati via dal vostro posto...”
Di
nuovo gli Arcangeli si guardano, poi tornano a guardare me.
“E...
per quanto riguarda la guarigione di poco fa... ecco... ho di nuovo i
miei poteri... guarisco, volo, sento gli altri angeli e qualche altra
piccola cosuccia...”
“Ecco
cos'era!” esclama Gabriel “sentivo qualcosa ma non
era la tua
Grazia... era un surrogato! Maledizione Cass... tu... noi... che
diavolo devo dire?”
Mi
stringo nelle spalle. “Nulla, proprio nulla. Dio vuole che
restiamo
insieme, e vigili, perchè la guerra è solo
rimandata. E come suo
soldato, non potevo andare in battaglia disarmato, allora mi ha
dato... questi regali..”
“Andiamo
Gabry...”
Sento
Allison chiamare nostro figlio, lo prende per mano e insieme alla
piccola si avviano verso le scale.
“Allison?
Che succede?” le chiedo.
“Niente...
andiamo di sopra...” mi risponde con la voce incrinata.
“Scusate”
dico ai miei fratelli, e mi materializzo al piano di sopra.
Allison
sobbalza mentre Gabriel ride divertito.
“Oh
bello... come ai vecchi tempi...” dice ironica, continuando
per la
sua strada.
Entra
in camera nostra e dopo aver messo la piccola sul letto, fa sedere il
bimbo e si siede accanto a lui.
“Amore...
che hai?” le domando accovacciandomi ai suoi piedi.
Lei
scuote il capo. “Niente ti ho detto.. ti lascio parlare con i
tuoi
commilitoni...”
E'
scossa, e forse anche un po' arrabbiata.
“Non
capisco piccola... sei arrabbiata con me?”
Allison
mi guarda con gli occhi pieni di lacrime.
“Te
ne andrai, vero? Ora sei di nuovo un angelo, Dio ti ha perdonato e
ora non hai più bisogno di noi! Ci lascerai per tornatene in
Paradiso!”
Si
copre il viso con le mani e il piccolo poggia la testolina sulle sue
gambe.
“Mami...”
le dice triste.
Io
sospiro e prendendola per i polsi, la costringo a guardarmi.
“Allison....
guardarmi. Credo tu abbia capito male” inizio, accarezzandole
il
viso “io... come dire... sono come te adesso.”
Lei
corruga la fronte, reprimendo un singhiozzo. “Che vuol
dire?”
“Che
guarisco, volo, sento gli altri angeli, volendo posso fare viaggi
temporali... ma non ho le ali, né la Grazia...sono un umano
speciale, e non andrò da nessuna parte...”
Si
rasserena. “Non te ne andrai?”
“Ma
no amore mio no” le assicuro abbracciandola “non
vado da nessuna
parte, resterò per sempre con te.. con voi... e diventeremo
vecchi
insieme. Questi poteri, sono più.. un regalo, da parte di
mio....
nostro Padre. Non ti lascerei mai, non potrei...”
Sospira
profondamente e mi bacia il collo.
“Dunque
possiamo restare sposati?” mi domanda con un filo di voce.
Mi
stacco da lei e le bacio le labbra, un po' più intensamente
di
prima.
“Sì...
lo saremo per sempre... non cambia niente tra di noi, anzi
sì ma in
meglio... ora so che potrò difendervi davvero...”
Mi
sorride e annuisce, poi accarezza la testa di Gabriel, che ci ha
ascoltati in silenzio, guardando ogni tanto sua sorella che dorme sul
lettone.
“Bentornato
a casa tua, Castiel.” mi dice Allison prendendomi per mano.
“Grazie
cuore mio...”
Sono
felice.
Ora
si, completamente, incredibilmente felice.
Ho
altre cose da fare per conto di Dio, ma possono attendere.
Ora
voglio stare con la mia famiglia.
|
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Capitolo 64 *** We'll make our own future ***
We'll
make our own future
Si
spinge un'ultima volta a fondo dentro di me e il piacere esplode
violento per entrambi.
Lo
stringo forte col respiro affannato mentre lui serra la mascella
affondando le dita sui miei fianchi.
Cerco
la sua bocca, per baciarlo.
E'
sudato, arrossato e mi guarda con quegli occhi dolci che credevo di
non rivedere mai più.
La
mia bocca si muove quasi in automatico verso la sua, e in quel
momento realizzo che lo sto stringendo di nuovo tra le braccia.
E'
stato lontano da me solo per qualche ora, ma per me è stata
un'eternità.
Come
avrei potuto rinunciare a questo intenso azzurro cielo dentro i suoi
occhi, a quel suo dolce sorriso, al suo profumo di fresco e a.. tutto
di lui?
Se
non fosse tornato da me.
Se
Dio non l'avesse rimandato da me, sarei morta.
Avrei
infranto il giuramento che gli ho fatto, sicura di lasciare i miei
figli in ottime mani e avrei cercato un modo per raggiungerlo ovunque
fosse.
Ma
per fortuna è qui e insieme andremo avanti, costruiremo il
nostro
futuro e guarderemo i nostri figli crescere e renderci orgogliosi di
loro.
Castiel
stacca la bocca dalla mia e si sdraia a fianco a me.
Si
mette dritto e fissa il soffitto, col respiro affannato quasi quanto
il mio.
“Oh
mio Dio!” esclama affaticato tirando il lenzuolo e coprendoci
per
metà.
Rido
e mi giro verso di lui.
Mi
sorreggo su un braccio per guardarlo meglio.
Quel
profilo delicato e quella bocca calda che pochi minuti fa mi bruciava
la pelle.
Allungo
la mano e gli solletico il ventre con la punta delle dita..
“Direi
che hai dato il meglio di te stavolta amore..” gli dico
fissando il
suo addome rilassarsi e riprendere ad andare su e giù ad un
ritmo
normale.
Prende
la mia mano e la bacia dolcemente tenendola stretta.
Poi
volta il viso verso di me e mi sorride..
“Io?”
chiede “Ho gestito solo il terzo tempo, i primi due li hai
gestiti
tu piccola.”
Faccio
spallucce per quanto la posizione mi consente e mi sdraio poggiando
la testa sul suo braccio, che lui ha steso dal mio lato come a farmi
da cuscino.
La
sua bocca mi bacia i capelli e la sua risata allegra mi avvolge
completamente.
“Cos'hai
da ridere?” gli chiedo perplessa.
“Niente..
E' solo che sono felice e ti amo da morire..” risponde
“E abbiamo
appena fatto il sesso più sconvolgente della mia vita. Ho
valide
motivazioni per ridere.” mi spiega.
Annuisco
appena e penso che a volte è proprio come un bambino..
Si
entusiasma ed è capace di sorridere per ogni cosa, dalla
più grande
alla più piccola.
Ma
in fondo ha ragione!
Era
morto ed è tornato.
Ha
scoperto che Dio non l'ha abbandonato e siamo di nuovo insieme.
La
felicità deve per forza far parte di questo pacchetto.
Sospiro
e mi giro di lato per guardarlo meglio in faccia.
“Ti
amo da morire anche io..” gli dico “E se tu non
fossi tornato da
me, io non ce l'avrei fatta..”
Mi
bacia dolcemente e strofina il naso al mio accarezzandomi il viso con
la mano.
“Sono
qui ora amore.. qui con te e non ho alcuna intenzione di andare
via.”
Sorrido
appena e lo bacio intensamente lasciando che le nostre lingue si
incontrino e si sazino l'una dell'altra.
Poi
mi stacco da lui e gli bacio il mento sollevandomi un po' senza
smettere di guardarlo.
“Stavo
pensando, visto che sei un angelo, invece di esclamare Oh mio
Dio,
non avrebbe più senso per te esclamare qualcosa tipo Oh
papà ?”
chiedo “In fin dei conti sarebbe la stessa cosa o
no?”
Lui
mi guarda perplesso per un attimo, poi scoppia a ridere mi afferra
delicatamente facendomi sdraiare su di lui.
“Io
ti adoro lo sai?” mi dice baciandomi “Ti adoro
follemente.. Sei
così donna e così.. bambina a volte.. sei la mia
piccola grande
donna.”
Sorrido
accarezzandogli la fronte e poi lo guardo dritto negli occhi..
“E
tu sei il mio piccolo grande uomo.” gli dico “Avrai
anche solo un
quarto dei tuoi originari poteri, ma a letto sei comunque un
portento.”
Lui
ricambia il mio sguardo, e nei suoi occhi si accende una scintilla
che conosco fin troppo bene.
Si!
Stiamo
per avviarci al quarto tempo di questa notte piena d'amore.
Anzi,
visto che sono le 07.00 del mattino, direi che la notte è
finita.
Mi
sposta delicatamente dall'altra parte del letto sistemandosi tra le
mie gambe e avvicina la bocca alla mia..
Sono
pronta per continuare fino a domani.
La
sua bocca è come ossigeno per me.
Lo
amo follemente e la paura mi attanaglia ancora lo stomaco in certi
momenti.
Alzo
la mano e la passo tra i suoi capelli, catturandone tra le dita
alcuni ciuffetti.
“Cass,
facciamo un altro bambino..” gli sussurro “Non ora,
perchè
Sophia ha solo tre mesi.. E anche Gabriel è ancora piccolo,
ma.. più
in la, facciamo un altro bambino.. Vuoi?”
I
suoi occhi diventano lucidi.
Ma
suppongo che siano lucidi di gioia, perchè, dopo un attimo
sorride e
mi bacia la fronte, la punta del naso e poi la bocca.
“Possiamo
farlo quando vuoi.. e possiamo farne quanti ne vuoi.” mi
sussurra
dolce.
Mi
mordicchio il labbro sorridendo e poi allungo il viso per baciarlo di
nuovo.
E..
Suonano
alla porta.
Chiunque
sia, ha un pessimo tempismo.
*****
No,
non ci credo.
Proprio
ora suonano alla porta?
Se
è mio fratello Gabriel, questa volta ci azzuffiamo per
davvero.
Non
può divertirsi così alle mie spalle...
Sospiro
e la guardo negli occhi, incapace di muovermi dalla stupenda
posizione in cui mi trovo.
Questa
notte ho avuto la prova inconfutabile che sono un umano speciale: un
uomo normale sarebbe morto sicuramente, non avrebbe retto questo...
ritmo.
“Cass...
suonano alla porta...” mi dice, infastidita quanto me.
Annuisco
e le bacio le labbra. “Ignorali... chiunque sia se ne
andrà...”
rispondo, deciso a continuare la nostra maratona d'amore.
Allison
sembra essere d'accordo, mi sorride e si muove sotto di me, pronta ad
accogliermi.
Ma
il dannato campanello suona di nuovo, facendomi imprecare.
“Dobbiamo
andare a vedere.. magari è importante...”
suggerisce la mia donna.
Mugugnando
spazientito, mi stacco da lei a malincuore, non prima di averle dato
un altro bacio.
“Vado
a vedere io... chiunque sia lo mando al diavolo e poi torno subito da
te...” le assicuro mentre rapidamente mi rivesto.
Lei
mi guarda poggiata sul braccio, sorridendomi maliziosa.
“Sai
che sei sexy anche quando ti rivesti? Ma devo ammettere che
preferisco guardarti mentre ti spogli...”
Mi
provoca: proprio ora deve farlo?
“Tu
però non rivestirti” le dico mentre mi infilo un
maglione “perchè
non abbiamo ancora finito il nostro... discorso...”
Allison
ridacchia divertita e si morde un labbro. “Più che
discorso... è
un vero combattimento... un corpo a corpo diciamo...”
“Vero,
e siamo due a uno... mi spetta la rivincita...” e mi avvicino
al
letto per darle un altro bacio.
Esco
dalla nostra stanza e subito sento il desiderio di tornarci.
Scuoto
il capo e scendo le scale.
Ormai
sono sicuro che non è Gabriel, non lo sento e poi dopo aver
rotto le
scatole col campanello, si sarebbe fiondato in casa.
Invece
non c'è nessuno.
Vado
alla porta e la apro, e mi trovo Dean davanti.
“Ehi
Cass... come va?” mi saluta tristemente.
“Dean!”
esclamo stupito “che succede?”
Lui
si gratta la testa e sorride. “Niente, passavo da queste
parti e ho
pensato di fare un salto da voi... sai.. l'altra volta sono stato un
po'... ecco, un po' stronzo con te.”
Sì,
lo è stato.
Dopo
essere tornato dalla morte, sono andato a parlargli ma lui prima ha
cercato di uccidermi pensando che fossi un mutaforma o qualcosa del
genere, poi mi ha quasi mandato a farmi fottere perchè io
ero vivo e
suo fratello no.
“Posso
entrare?” mi chiede mentre io lo fisso perplesso.
“Certo..
certo entra...” lo invito facendomi da parte.
Entra
e si dirige verso il divano, io lo raggiungo e ho la sensazione che
non sia qui per una visita di cortesia.
“Scusa..
forse sono arrivato in un momento sbagliato... avrei dovuto
telefonare prima ma...” tenta di scusarsi.
Io
agito una mano per zittirlo. “No Dean, va benissimo
così. E dimmi
pure per quale motivo sei venuto davvero qui, con me non c'è
bisogno
di convenevoli...”
Dean
stringe le labbra e annuisce, abbassando lo sguardo.
“Sì...
sì ecco... ok, prima di tutto” inizia
apparentemente risoluto
“volevo chiederti scusa davvero, per l'altro volta. Credimi,
sono
contento di vedere che sei vivo e vegeto, ero troppo ... arrabbiato
per gioirne prima...”
“Ok
Dean... lo capisco, non preoccuparti. Continua” lo incalzo.
Nessuno
dei due accenna a sedersi, c'è una certa tensione nell'aria.
So
cosa sta per chiedermi e mi fa male pensare a cosa gli
risponderò.
“Ecco...visto
che tu sei di nuovo un angelo quasi a tutti gli effetti...mi chiedevo
se, magari insieme ai tuoi strambi fratelli, potevi far qualcosa per
Sam... intrappolato laggiù insieme a quel figlio di
puttana...”
Lo
sapevo.
Chiudo
gli occhi per un attimo e respiro a fondo, come faccio ad infrangere
le sue speranze?
“Dean...”
comincio, senza sapere bene come spiegarglielo “io non sono
un
angelo completo, non potrei arrivare neanche alle porte dell'Inferno.
E neanche Gabriel e Sirahel possono... sono... stati perdonati, ma
non hanno libertà di manovra” mi fermo e scuoto il
capo “e anche
se potessimo addentrarci nelle fiamme dell'inferno, non potremmo mai
aprire la gabbia e liberare Sam... non è possibile e se lo
fosse,
libereremmo anche Lucifero...odio dirti questo Dean.. tu non immagini
quanto, ma non posso aiutarti...”
Dean
mi ha ascoltato in silenzio, fissandomi attentamente mentre io non
sono riuscito a reggere il suo sguardo.
Mi
dispiace davvero tanto, ma non so come aiutarlo.
“Mmh..
dunque nessuno dei vostri.. rituali magici o trucchetti alla
Trickster... niente di niente?” insiste.
Mi
stringo nelle spalle. “No Dean, niente che io conosca e ti
ripeto,
anche se esistesse, non possiamo rischiare di far fuggire di nuovo
Lucifero dalla sua gabbia...”
“Ma
c'è mio fratello lì dentro!” grida
d'impeto “è di Sam che
stiamo parlando, ricordi? Sam! Tu devi aiutarmi a tirarlo fuori
dall'inferno!”
“E
lo farei porca puttana, lo farei!” ribatto a mia volta
“credi che
non mi dispiaccia? Ma ho letteralmente le mani legate, e anche i miei
fratelli. Noi siamo dei miracolati Dean, non possiamo osare
troppo!”
Che
bello.
Fino
a pochi minuti fa stavo facendo l'amore con la mia donna e ora litigo
e grido con Dean in salotto...un trauma.
“Ehi,
che succede?” ci domanda Allison dai piedi delle scale.
È
avvolta da una vestaglia rosa e i capelli spettinati le danno un'aria
tremendamente selvaggia...
Ma
che cavolo sto facendo?
Penso
al sesso anche adesso?
Mi
scuoto e penso a cosa risponderle.
“Niente
tesoro... niente... stiamo avendo uno scambio di opinioni...”
le
dico.
Lei
ci guarda e scuote il capo. “Urlando come pazzi? Per fortuna
che i
piccoli non sono in casa...”
“Sì
Allison scusami” interviene Dean “è
colpa mia... sono stato io a
cominciare...è colpa mia...ho chiesto
l'impossibile...”
Allison
mi guarda, in cerca di spiegazioni.
“Dean
mi ha chiesto se c'era qualche modo per... scendere nella gabbia e
liberare Sam... ma non c'è nessun modo... io non posso
andarci né
possono Gabe e Sir... non possiamo...” le spiego con
rammarico.
Per
un attimo temo che Allison si schieri dalla parte di Dean e si
impunti anche lei, invece mi poggia una mano sul braccio e mi
sorride, poi guarda Dean.
“Dean,
credimi, Cass sarebbe corso a prenderlo anche senza che tu glielo
chiedessi se avesse potuto, e ci avrebbe trascinato anche i suoi
fratelli. Ma onestamente credo che sia davvero impossibile
raggiungere la gabbia di Lucifero, e non ci vuole molto a capire che
se anche la raggiungessero, aprendola farebbero sgattaiolare fuori
anche il Diavolo...”
Sospiro
di sollievo, felice di vedere quanto è cambiata Allison.
Tre
anni fa non avrebbe mai detto una cosa del genere, mi avrebbe mandato
al diavolo e si sarebbe messa a studiare sui libri di magia nera come
evocare qualche cosa infernale per liberare Sam.
Per
fortuna non accadrà.
“Sì,
hai ragione” ammette Dean, quasi imbarazzato “e
scusatemi
davvero... è solo che... è molto più
difficile di quanto
credessi... non mi rassegnerò mai a questo... ho
praticamente
vissuto per proteggere Sam e ora... ora se ne sta
all'inferno...”
Credo
sia sul punto di piangere e mi sento impotente.
Vorrei
poterlo aiutare, ma non so come.
Guardo
Allison, che ha gli occhi lucidi di pianto, e le stringo la mano
poggiata sul mio braccio.
“Non
so che dirti Dean... mi dispiace da morire... ma non so come
aiutarti...” gli ripeto afflitto.
Lui
accenna un sorriso e muove la mano in aria. “Non pensarci...
non fa
niente... non è colpa tua. Scusami se ti ho aggredito di
nuovo e...
sono davvero felice di saperti sano e salvo... ora scusatemi, tolgo
il disturbo...”
“Dean
aspetta” lo fermo prima che possa allontanarsi “non
stare da
solo, non adesso... perchè... perchè non resti
qui con noi? Ci
farebbe piacere, vero Ally?”
“Sì!
Sì certo, resta con noi per tutto il tempo che vuoi, Cass ha
ragione
non restare solo... ci si inaridisce troppo...” mi da man
forte
Allison.
Dean
ci guarda negli occhi, poi sorride e scuote il capo.
“Vi
ringrazio ragazzi, ma non è il caso. Voi avete una famiglia,
io
sarei d'ingombro... apprezzo la vostra offerta ma preferisco starmene
per conto mio... girare un po' magari...” declina con
decisione.
Io
e Allison sospiriamo all'unisono, dispiaciuti nel vederlo
così
abbattuto.
“Come
vuoi amico” gli dico “ma se dovessi cambiare idea,
sai dove
trovarci. Ti accoglieremo a braccia aperte.”
Due
minuti dopo, Dean è andato via.
Restiamo
in salotto e ci sediamo sul divano, pensierosi e tristi.
“A
che pensi Cass?” mi domanda guardandomi.
“Vorrei
poter scendere a prendere Sam Ally” le rispondo “ma
non so come
fare...e non credo lo sappiano anche Gabe e tuo padre...”
Lei
mi accarezza il viso. “Lo so amore... lo so...” mi
conforta con
dolcezza “comunque possiamo sempre chiederglielo.... che
dici?”
aggiunge.
La
guardo corrugando la fronte. “Sì, potremmo ma non
credo che...”
Poi
ho come una folgorazione: Gabriel sapeva come aprirla per ributtarci
Lucifero, magari lui saprebbe anche come tirare fuori Sam senza far
scappare l'altro.
“Sì
tesoro, glielo chiederemo sicuramente. Chissà forse... forse
non è
tutto perduto” dico, mentre una fiammella di speranza mi si
riaccende nel cuore.
Vorrei
davvero salvare Sam, se non altro per non sapere Dean così
disperato.
Allison
sorride e annuisce. “Hai ragione amore... ultimamente mi
è
capitato di scoprire che anche le situazioni più disperate,
evolvono
in maniera insperata... tu eri morto, davanti ai miei occhi...ero
sicura di averti perso per sempre. Invece sei tornato... e stanotte
è
stata la notte più sconvolgente della mia vita! Dunque
sì, non
tutto è perduto... possiamo provare...”
Le
prendo una mano e gliela bacio.
“Ti
amo Allison... ogni giorno di più...”
“Ti
amo anche io” mi risponde con dolcezza “non saprei
quantificare
quanto.. non sarebbe possibile.”
Mi
alzo e faccio alzare anche lei, e tenendola per mano saliamo al piano
di sopra.
*****
“E
ora, taglia il pomodoro a fettine sottili.” gli dico.
Cass
annuisce tenendo in mano questo grosso coltellaccio e si appresta a
tagliare un pomodoro.
E'
una vera schiappa ai fornelli, il che è strano considerando
che un
tempo mi ha raccontato che Jimmy era davvero bravo.
Ma
lui è proprio negato, infatti per lui sottile significa
circa 6 cm..
“Più
sottile Cass..” gli consiglio osservandolo.
“Più
sottile.. ma così non sentiremo nemmeno il gusto..
Sarà come
mangiare.. nulla.” obietta serio.
Rido
appena e gli prendo il coltello dalle mani facendolo spostare.
“Amore,”
gli dico tagliando fette sottili “serve solo per colorare il
piatto.. gli ingredienti principali sono altri. Se lo tagli
così
grosso, coprirà il gusto del piatto.”
Lui
sospira profondamente e si pulisce le mani sul grembiule che indossa.
E'
così carino vestito da cuoco provetto, ma è
davvero.. pessimo nella
pratica.
Si
sistema dietro di me e mi bacia il collo avvolgendomi la vita con le
braccia..
“Se
lo dici tu,” mi sussurra baciandomi la mascella e scendendo
piano
fino alla spalla “ti credo, ma resta il fatto che secondo me,
un
po' più spesso sarebbe meglio.”
“E'
per questo che cucino io e non tu..” gli dico “Ed
è per questo
che non moriamo di fame.”
“E
questo che vorrebbe dire?” mi chiede falsamente indignato
facendo
salire la sua mano lentamente fino al mio seno.
Chiudo
gli occhi lasciandomi andare contro di lui e lascio andare il
coltello sul tagliere.
“Che
sei pessimo in cucina.” rispondo mentre il respiro di
entrambi
accelera.
Lui
sorride e mi fa girare per essere faccia a faccia con lui. Mi bacia
la bocca, prima gentilmente e poi voracemente prendendomi dolcemente
il viso tra le mani.
Poi
mi bacia il labbro superiore e la punta del naso.
“Hai
presente quella storia del fare un terzo bambino?” mi dice
“Perchè
non iniziamo subito a provare?”
Gli
bacio il collo e lentamente gli slaccio e faccio togliere il
grembiule.
“Mi
sembra un'ottima idea.” gli dico pronta a sfilargli la
maglietta.
Ma
quando risalgo per baciarlo di nuovo, noto Gabriel junior sulla
soglia della porta.
E'
chiuso nel suo pigiamino azzurro e grigio a quadretti azzurro e
grigio chiaro, e si strofina gli occhi per cercare si svegliarsi
meglio.
Ci
fissa, quasi come se volesse scusarsi per l'interruzione, ma per
nulla intenzionato a tornare a letto.
“Cass..”
dico a mio marito indicandoglielo.
Lui
si gira verso il piccolo ed io mi avvicino a lui sorridendo appena.
“Hey
amore mio.. che succede?” gli chiedo.
Anche
Cass mi segue e si piega sulle sue ginocchia per guardarlo meglio.
Gabriel
mi guarda ma non mi risponde, poi guarda Cass e sospira stringendo in
mano il suo coniglietto di peluche.
“Papà,”
gli dice dolce “mi prendi in braccio?”
Povero
amore.
E'
ancora spaventato da quello che è accaduto al suo
papà.
Sophia
è ancora piccola quindi non ha capito molto di tutto quanto,
ma lui
è più grande e quei tristi momenti rimarranno per
sempre nella sua
mente come nella mia.
Ma
forse a lungo andare, lui dimenticherà.. Spero che lo faccia.
Guardo
Cass e mi alzo per mettermi da parte.
Questo
è un momento tra loro due, ed io non voglio interferire.
Quindi
li osservo in silenzio.
“Certo
campione..” gli dice Cass prendendolo in braccio.
Lo
stringe forte e gli accarezza la testolina cullandola.
“Papà
è qui.. e ti vuole tanto bene. Non lascerò mai
più, te la mamma e
la tua sorellina.” lo rassicura.
Gabriel
sorride appena, e siccome è rivolto col viso verso il mio,
posso
vederlo rilassarsi e addormentarsi piano.
Mi
avvicino e accarezzo la schiena di mio marito e piano i capelli del
nostro primogenito.
“Si
è addormentato.” gli sussurro.
Cass
mi sorride con gli occhi lucidi.
Poi
con la mano libera mi accarezza una guancia, e avvicina la bocca alla
mia, dandomi un dolcissimo bacio.
E'
triste.
“Va
tutto bene amore mio..” gli sussurro “Sei qui e non
te ne
andrai.”
Lui
annuisce appena e mi bacia la guancia, poi mi sorride e sale di sopra
per rimettere Gabriel a letto.
Io
rimango da sola in cucina.
Mi
avvicino di nuovo ai fornelli e in quel momento suonano alla porta.
Chi
può essere alle 22.30?
Vado
ad aprire la porta e mi ritrovo Dean davanti.
Ha
gli occhi tristissimi e quando mi vede, mi sorride malinconico.
“Dean..”
gli dico.
“Hey
Allison.. io..”
Annuisco
appena, capendo quanto fatichi a parlare e lo abbraccio forte.
Ha
perso suo fratello.. Capisco il suo dolore.
Lui
si aggrappa a me. Desideroso di sostegno e affetto, e dopo qualche
minuto si allontana e guarda dietro di me.
“Hey
Cass..” sussurra.
Mi
volto verso mio marito che scende le scale sorridendo al nostro
amico, e lo faccio entrare chiudendo la porta.
“L'offerta
di rimanere qui con voi è ancora.. ancora valida?”
chiede Dean.
Guardo
Cass e poi annuisco sorridendo.
“Porta
dentro le tue cose..” gli dico “Io torno a
preparare la cena.”
Dean
ride appena e ringrazia.
Anche
Cass sorride, dandogli una pacca sulla spalla.
“Benvenuto
a casa...” gli dice.
Si.
Questa
è anche casa di Dean.
E'
nostro amico, e ha bisogno di noi.
*****
Otto
mesi dopo
Allison
si ferma e fa una smorfia di dolore.
Le
prendo una mano e la guardo preoccupato.
“Che
c'è amore?” le domando.
Lei
mi guarda e sorride. “Mi ha tirato un calcio
fortissimo!”
risponde toccandosi il pancione.
Sì,
il pancione.
Perchè
Allison mi darà un altro figlio.
Una
figlia, in realtà, un'altra splendida bambina.
È
rimasta incinta praticamente subito e devo dire che non mi ha stupito
per niente.
Eravamo
sereni e felici e... dedicavamo molto tempo al nostro amore.
Tanto
tempo.
Anche
troppo, se Gabe un giorno prendendomi in giro, mi ha detto:
“Datti
una regolata fratello, o prima o poi ti troveremo morto in camera da
letto...”
Ci
amiamo tanto e abbiamo bisogno di metterlo in pratica molto spesso...
E
tanto amore non solo ci appaga in maniera indescrivibile, ma ci
darà
un'altra creatura da amare.
Ally
è al settimo mese di gravidanza e tra circa due mesi,
nascerà il
nostro terzo amore.
Nascerà
Violet, la nostra meravigliosa Violet.
Gabe
mi ha trascinato nel futuro e me l'ha fatta vedere...
Sarà
meravigliosa, avrà i miei occhi e le fossette della mamma.
Ma
i capelli saranno rossi come quella di Alice, la sua nonna.
Sospiro
e bacio la mano della mia splendida donna.
“Ha
fretta di nascere e di conoscerci... devi avere pazienza...”
le
dico.
Allison
sorride e mi stringe la mano. “Sai, ho capito che tutti i
nostri
figli sono dei potenziali calciatori... danno delle botte
straordinarie...ma li adoro anche se mi prendono a calci!”
L'abbraccio
e le bacio i capelli. “E io vi adoro tutti e quattro...
ancora non
ci credo che avremo un'altra bambina... non avrei mai osato sperare
in una vita così felice...” le dico sincero.
Lei
mi stringe e sospira. “Anche io...solo pochi anni fa non
avrei mai
e poi mai immaginato una vita del genere. Un uomo come te al mio
fianco e tre bambini meravigliosi... sono stata ripagata di tutto il
dolore che ho provato...”
Mi
stacco da lei e le accarezzo il viso.
È
stupenda, non ho ancora ben capito come fa a diventare
strepitosamente bella quando è incinta.
Cioè
Allison me l'ha spiegato, le donne incinte diventano più
belle per
tenere i compagni accanto a sé.
Ma
come accade?
Gli
esseri umani sono creature meravigliose, anche se imperfette.
Anche
se la mia umana è perfetta, ai miei occhi.
Riprendiamo
a passeggiare nel parco, mentre più in là Sir e
Stefany badano a
Gabriel e Sophia.
Ally
ridacchia guardando Stefany.
“Ma
tu l'avresti mai detto?” mi chiede divertita.
“No”
scuoto il capo “onestamente no...”
Stefany
sorride tenendo per mano Sophia che muove i suoi primi passi mentre
Sir tiene junior sulle ginocchia guardando la sua compagna.
Avranno
un figlio.
Sì,
Stefany è incinta.
Non
è una ragazzina, ha 47 anni e so che per una donna il tempo
della
procreazione a quell'età è pressochè
terminato.
Ma
lei avrà un bambino tra cinque mesi.
È
stata lei a dirlo ad Allison, le ho trovate abbracciate che
piangevano e mi sono spaventato.
Invece
era una bella notizia e non una brutta, come avevo temuto.
Ci
ha raccontato anche che quando l'ha saputo, il povero Sir è
praticamente sparito per giorni.
Io
lo so perchè, per la gioia.
Quando
è tornato ha stretto forte Allison tra le braccia e le ha
detto che
il nuovo bambino non avrebbe cambiato niente, avrebbe continuato ad
amarla sempre e comunque.
Ma
non c'era nemmeno bisogno di dirglielo, Allison conosce suo padre e
sa che non è molto espansivo, ma ama disperatamente
ciò che sente
suo.
Come
me, noi siamo fatti così.
Senza
contare che all'idea di avere un fratellino – sì,
è un maschietto
che chiameranno Lucas – è impazzita di gioia.
L'unico
a non metter su famiglia è Gabe.
Ma
ne avrà ben quattro da tenere a bada, non credo che gli
mancheranno
bambini attorno.
Per
Gabriel lo zio Gabe è il mito da imitare, per Sophia un
secondo
papà.
L'unica
nota dolente è Dean.
Sono
mesi che cerchiamo un modo per raggiungere la gabbia di Lucifero e
tirare fuori Sam, ma ancora non ci siamo riusciti.
Dean
abita sempre con noi e fa finta di stare meglio, ma ne dubito.
Solo
quando gioca con i miei figli sembra davvero stare meglio, ma appena
se ne vanno, si intristisce di nuovo.
Per
fortuna ha Hilary.
Chi
è?
Beh...
è la sua ragazza. Si sono conosciuti tre mesi fa,
è la figlia di
alcuni vicini, una splendida ragazza mora molto dolce.
Credo
che si amino sul serio e sono convinto che con lei pian piano
ritroverà la serenità.
Ci
vorrà molto tempo, lo so.
Ma
ce la farà, perchè Dean è un osso
duro, ce la farà.
Intanto
noi non smetteremo di provare a salvare Sam.
In
realtà Gabe ci sta provando in questo momento, non ha voluto
che io
e Sir partecipassimo perchè era pericoloso e noi abbiamo
famiglia,
come dice lui.
Non
ho idea di cosa stia facendo, ma sospetto che si sia intrufolato nei
piani bassi.
Spero
non combini qualche guaio perchè noi non è che
possiamo fare molto.
Dio
ci ama e ci ha perdonati, ma tante cose ci sono state... proibite.
“Cass...
che hai?” mi chiede il mio amore.
Io
la guardo e le sorrido. “Nulla tesoro... pensavo a quel matto
di
Gabe, spero che non si cacci nei guai...”
“Non
preoccuparti” mi rassicura accarezzandomi un braccio
“Gabe sa
quello che fa...”
“Non
sempre...” commento ironico.
“Wow,
quanta fiducia! Ora mi commuovo!” dice una voce dietro di noi.
Ci
giriamo e troviamo mio fratello Gabriel che ci guarda con quel suo
sorrisetto strafottente.
“Vedo
che sei vivo” dico a mia volta, squadrandolo dalla testa ai
piedi.
“Gne
gne” mi fa il verso lui “chiudi il becco papino! La
tua dolce
mogliettina ha ragione, io so quello che faccio, sempre!”
afferma
fiero.
Io
evito di fare altri commenti per non offenderlo e vado al punto.
“Com'è
andata?” gli chiedo riferendomi a Sam.
Lui
si fa serio e guarda dietro di noi, in direzione di Sir e Stefany,
che si stanno avvicinando coi bambini.
“Sarebbe
meglio se andassimo a casa...” ci dice enigmatico.
Io
e Allison ci guardiamo e prendendoci per mano, spariamo dal parco.
Atterriamo
in salotto e lo vediamo sul divano.
“Oh
porca troia!” esclamo correndo verso di lui.
Sam
è steso sul divano, privo di coscienza ma vivo e vegeto.
“Mio
Dio” grida Allison mentre Sir e Gabe parlottano tra di loro e
Stefany cerca di tenere a bada i piccoli.
Mi
piego su un ginocchio e scuoto Sam.
“Ehi
amico... su svegliati... Sam? Avanti dai...” gli dico
cercando di
non spaventarlo.
Lui
apre gli occhi lentamente e mi fissa come se non mi riconoscesse.
“Cass?”
dice finalmente dopo un paio di minuti, poi sgrana gli occhi e si
mette seduto.
“Ma...
cosa.... non è possibile! Io ero...” farfuglia
toccandosi il petto
e le braccia.
“Sì
amico mio... tu eri là sotto... e ora sei di nuovo tra
noi...” gli
dico posandogli una mano sulla spalla.
È
pallido ma sembra stare bene, fa per alzarsi e io lo aiuto.
“Mi
viene da vomitare” mi dice strizzando le palpebre.
“Passerà...
starai benissimo” gli dice Allison con la voce che le trema
“bentornato gigante... bentornato tra di noi...”
Lo
abbraccia piano mentre Sam inizia a piangere.
Poi
le guarda il pancione e inarca un sopracciglio.
“Cass...
smettila di metterla incinta...” mi canzona guardandomi.
“Cercherò
di non farlo più...” rispondo con un sorriso.
Sam
si guarda intorno e quando scorge Gabe, inizia a scuote il capo.
“Tu
sei tutto pazzo... come hai fatto a tirarmi fuori da
lì?”
Ci
voltiamo tutti a guardarlo e lui si stringe nelle spalle.
“Ehi
ragazzi, non guardatemi così, non è stato
così complicato come
pensate voi...”
“E
come hai fatto allora? Ci piacerebbe saperlo” intervengo io
serio.
Gabe
sospira. “Mettiamola così ragazzi”
inizia gesticolando in aria
“non si muove foglia che Dio non voglia...”
Come
diavolo ho fatto a non pensarci prima?
Ora
è tutto chiaro, anzi chiarissimo.
“Dio?
Lui cioè...” inizia Sam, in soggezione.
“Sì
sì, Lui... non sarei potuto andare laggiù senza
un'autorizzazione
scritta... comunque ora basta parlare di questo, capitolo
chiuso”
taglia corto l'Arcangelo “tutto è tornato al suo
posto, tutti
stiamo bene e siamo felici. Ora vogliate scusarmi ma a Rio è
tempo
di carnevale!” e schioccando le dita, se ne va.
Sono
scioccato e felice, ma ciò che mi preoccupa ora è
la reazione di
Dean.
“Stefany,
potresti portare i bambini di sopra?” le chiedo.
Lei
annuisce e salgono al piano di sopra, poi guardo Ally.
“Amore..
forse dovresti andare anche tu.. sta per tornare Dean...” le
spiego.
Non
voglio che si agiti, basto io per tutti.
Ma
Allison scuote il capo. “No io resto.. non posso perdermi
questa
scena...”
sospiro
e in quel momento si apre la porta.
Mi
precipito davanti ad essa e fermo Dean.
“Ehi,
che succede?” mi chiede perplesso quando vede che gli sbarro
la
strada.
“Dean...
aspetta un attimo.. ascoltarmi” inizio
“è successa una cosa...
che speravamo tutti quanti ma che è abbastanza inattesa, al
momento..”
Lui
mi sembra ancora più stranito.
“Mi
spaventi Cass, che succede?”
“Tuo
fratello” gli dico finalmente.
Dean
sgrana gli occhi. “Mi prendi per il culo?”
“Affatto”
nego scuotendo il capo “ci siamo riusciti.. o meglio
è stato
Gabe...”
“Cioè
mio fratello è qui? Sammy è qui?” mi
domanda agitato.
Annuisco
e mi sposto.
I
due Winchester si guardano per alcuni interminabili minuti, poi
è
Sam a parlare per primo.
“Ehi
Dean...” dice soltanto.
Dean
la le lacrime agli occhi, percorre velocemente la distanza che lo
separa dal suo amato Sammy e lo stringe in un abbraccio soffocante.
Allison
piange, Sir sorride in disparte e io...
Io
poggio la schiena al muro e scivolo a terra, mi copro il viso con le
mani e inizio a piangere.
Perchè?
Perchè
la mia missione ora è davvero finita, nel migliori dei modi.
Abbiamo
sofferto, tutti quanti, ma ora è finita.
Il
cerchio si è chiuso, Sam è di nuovo con noi e
stiamo tutti bene...
“Amore!
Che hai?”
Allison
si è inginocchiata accanto a me e mi accarezza i capelli.
“Sono
felice” ammetto “mi sentivo in colpa per Sam...
loro erano la mia
missione e io ho sempre sperato di riuscire a proteggerli... ora il
cerchio si è definitivamente chiuso Ally... ora siamo
tutti...
liberi.”
Mi
sorride e mi abbraccia, io la stringo a me per quanto il pancione me
lo consente.
Ci
alziamo e raggiungiamo i ragazzi, si voltano a guardarmi e uno dopo
l'altro mi abbracciano, poi abbracciano Allison.
Ho
capito perchè Gabe è scappato, voleva evitare
questo.
A
me non dà fastidio, loro sono come miei fratelli.
“Grazie
Cass”mi dice Dean.
“Io
non ho fatto niente” rispondo.
“Invece
si” insiste “non hai mollato... mi avevi promesso
che me
l'avresti ridato e l'hai fatto, tu hai spinto gli altri ad agire...
grazie.”
“Non
c'è di che Dean... davvero non devi
ringraziarmi...”
Sam
ha un piccolo mancamento, lo facciamo sedere e gli portiamo
dell'acqua zuccherata.
Ha
bisogno di mangiare e dormire, ce ne prenderemo cura noi.
Sirahel,
che ha osservato sornione tutta la scena – sono sicuro che
lui
sapesse tutto dell'autorizzazione superiore – se ne va al
piano
superiore dalla sua compagna e dai suoi nipoti.
I
ragazzi parlano di questi 8 mesi passati senza vedersi e io e Allison
andiamo in cucina per lasciarli da soli.
“Stai
bene?” mi chiede premurosa.
“Certo,
sto benissimo... è stata solo... l'emozione” le
spiego.
“E'
tutto finito Castiel... ora è davvero tutto
finito...”
Annuisco.
“Sì... è tutto finito. Come non avrei
mai osato sperare...”
Poi
l'abbraccio e la bacio con passione.
“Cass...
posso dirti una cosa che non c'entra con questo momento di
commozione?”
La
fisso dubbioso e annuisco. “Certo amore.. dimmi
tutto.”
Sorride
maliziosa e avvicina la bocca al mio orecchio.
“Non
vedo l'ora di partorire... adoro le tue carezze ma preferisco il
nostro sesso selvaggio!” mi confessa, poi mi morde il lobo.
Mi
fa male, però ammetto che è un dolore....
interessante.
“E
io adoro accarezzarti, mi fa impazzire... ma ti confesso che anche io
non vedo l'ora di far tremare le pareti di camera nostra...”
Scoppia
a ridere e si stringe a me. “Due mesi o poco
più... poi le faremo
crollare quelle pareti” mi promette “ma intanto ci
accontenteremo
delle coccole...”
Restiamo
abbracciati a lungo, cullandoci a vicenda.
Oggi
inizia un nuovo capitolo per noi, quello conclusivo, quello
risolutivo.
Tutto
è tornato al suo posto, come ha detto Gabe, tutti stiamo
bene.
Ho
quello che volevo, cioè Allison e i miei figli.
Dean
ha quello che voleva, la sua famiglia, Sammy. E ha anche l'amore di
Hilary.
Sir
ha tutti noi e così Gabe, ma non lo ammetterà mai.
Abbiamo
creato il nostro futuro, ci siamo riusciti.
“Ti
amo Allison... per l'eternità e anche dopo...” le
dico
accarezzandole il pancione
“Ti
amo da morire anche io Castiel, da ora in poi saremo completamente
felici, tutti quanti...”
E'
vero, lo saremo.
Tutti
insieme, protetti da Dio.
Grazie
Padre mio, di tutto ciò che mi hai permesso di avere, grazie
del tuo
amore.
Prendo
per mano Allison e voliamo al piano di sopra, dai nostri figli.
Dal
nostro futuro.
NOTE: Eccoci arrivati alla fine
di questa avvaentura.
Speriamo che vi
siate divertiti e che come noi abbiate amato Cass, Allison e la loro
deliziosa famiglia. Grazie a tutti del sostegno, sopratutto alla
fedelissima Alexya379 speriamo che continuiate
a seguirci anche durante le prossime avventure.
Baci, brokendream e Robigna88 : Broken_88
A proposito di
nuove avventure.. ne abbiamo già iniziata una che
per... decisioni strategiche non si trova in questo account.. speriamo
che leggerete numerosi e che vi piacerà.
E se vi va
lasciate un commento.
- Dopo la resa di
Sam a Lucifero e la morte di Dean in battaglia, Castiel e Allison si
ritrovano, unici legati da un passato, ad affrontare le conseguenze di
una guerra che sta distruggendo il Mondo, un futuro post-apocalittico.
- A
Dark Love
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