I'm in love with a strange boy

di Little white angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 (Prima parte) ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 (Seconda parte) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo-

Un bosco. Un bosco avvolto da un’aura di mistero. Un bosco che funge da collegamento tra il mondo degli esseri umani e quello di creature magiche e straordinarie. Un bosco in cui, dove normalmente regna la tranquillità, si respira un’aria tesa, dove il silenzio è intriso di paura. Un bosco in cui normalmente le creature vivono serenamente, divertendosi, ma che ora le vede nascondersi per evitare la furia dell‘oscura creatura. Una radura. Una radura solitamente inondata dai raggi degli astri del giorno e della notte. Ma in questa notte senza luna la radura è ormai immersa in un’oscura foschia illuminata solo da tre figure luminose che fuggono per seminare l’ombra assetata di sangue che le insegue. Tuttavia uno di quegli esseri magnifici è ferito e il suo corpo, scattante e candido, è macchiato di liquido scarlatto che serve solo a far aumentare la velocità del predatore dietro di loro, perché desideroso di dissetarsi con quella linfa rigenerante. La candida figura, ormai stremata dalla corsa e dal dolore, perde velocità ad ogni battito di cuore e passa poco più che qualche secondo prima che l’ombra oscura la raggiunga. Le altre due figure si bloccano osservando terrorizzati la scena, poi la figura più alta intima al figlio di fuggire e correre più veloce possibile mentre quella inizia a correre verso la sua compagna, facendo risplendere di un sinistro bagliore argenteo il manto nero come la notte. Il cucciolo non può far altro che voltarsi e iniziare a correre più velocemente possibile, pregando affinché i suoi genitori si salvino.
Un bosco. Un bosco in cui la vita torna a muoversi. Ormai non c’è più pericolo… il mostro ha placato la sua sete, diventando più forte e potente grazie al sangue puro e innocente di due valorosi unicorni.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti! Rieccomi con il primo capitolo. Qui verranno presentati la maggior parte degli altri personaggi... Buona lettura!

Capitolo 1-

Kairi era una ragazza di 16 anni. Capelli rossi, lunghi fino alle spalle e occhi azzurri come il mare, capaci di scrutare l’anima delle persone, intuendo se avessero dei problemi o meno solo con uno sguardo. Era un’ottima amica e una buona consigliera: sapeva sempre cosa dire per tirarti su e aiutarti quando avevi dei problemi. Adorava gli animali e la sua gatta, Angie, era una delle cose a cui teneva di più. La sua dolcezza attirava tantissimi ragazzi che spesso le chiedevano di uscire ma lei non aveva ancora trovato la sua metà. Qualcuno con cui poter essere se stessa, qualcuno con cui aprirsi, qualcuno a cui raccontare ogni suo piccolo segreto, nascosto anche alle amiche più strette e ai genitori perché, in fondo, aveva paura di essere segnata come ‘diversa’ ed ‘emarginata’. Infatti non era esattamente quella che si definirebbe una ragazza ordinaria, poiché i suoi profondi occhi azzurri vedevano cose che nessun altro riusciva a scorgere. Una volta, da bambina, si era persa in un bosco strano, l’aria era diversa, emanava uno strano profumo, quasi magico. Dietro i cespugli e sugli alberi aveva visto delle piccole luci galleggianti. Avvicinandosi aveva notato che non erano luci… ma fate! Queste vedendo la bimba le erano volate intorno e l’avevano aiutata a trovare la strada di casa. Quando lo aveva detto ai suoi genitori quelli avevano ironizzato dicendo che aveva molta fantasia e che li aveva fatti preoccupare tanto. Da allora la bimba era cresciuta e ora Kairi aveva capito il perché delle risate dei genitori, tuttavia lei continuava a vedere le fate e altre creature magiche, come gnomi o piccoli folletti ma, da quel giorno, non aveva detto più niente a nessuno. Non era mai stato un peso, anche perché era una cosa piacevole, ma proprio per questo voleva condividerla con qualcuno. Ormai, però, aveva rinunciato alla ricerca e si godeva la vita come una normale sedicenne e, a volte, si ritirava in un boschetto dietro casa sua per trovare un po’ di tranquillità. Non era lo stesso posto che aveva visitato da piccola, quello era enorme, labirintico, mentre quello dietro casa sua era solo un piccolo boschetto; non si respirava la stessa aria magica però era rilassante, guardava le fate e i folletti giocare e, a volte, si divertiva anche a disegnarli su un piccolo album.

Quella mattina arrivò a scuola con il fiatone. Si era svegliata tardi perché non aveva sentito la sveglia e aveva avuto qualche difficoltà per trovare la divisa, finita da qualche parte sotto la catasta di vestiti che troneggiava nel caos della sua stanza -un giorno- si era detta -dovrò fare un po’ d’ordine qui dentro se non voglio perdermi nella mia stessa camera.- Se non fosse stato per Feimì, una fatina di quelle che l’aveva aiutata da piccola e che andava spesso a trovarla, sarebbe arrivata tardi alle lezioni. Trovò facilmente le sue amiche al solito posto e insieme entrarono in classe

-Hei Kairi sai che oggi arriva un nuovo studente?! Non sei curiosa di vederlo?- Le chiese Selphie, una ragazzina castana dai grandi occhi verdi, era sempre aggiornata su tutto e tutti in quella scuola, nonostante tutto era una brava amica

-Sinceramente non ne sapevo niente- Rispose la ragazza

-Ma come?! Ne parla tutta la scuola ormai! Da stamattina non si parla d’altro. Senti ti andrebbe di accompagnarmi durante il pranzo? Vorrei vederlo- disse Selphie saltando sul posto come una bimba a cui è appena stato detto che avrebbe passato una giornata intera al Luna Park

-Selphie non pensi che vorrà stare tranquillo per cercare di ambientarsi? E poi non mi sembra educato disturbare qualcuno durante il pranzo… soprattutto se non lo si conosce- A parlare era stata una ragazzina con i capelli biondi, lunghi fino alle spalle, che portava sempre da un lato. Aveva due grandi occhi azzurri. Era molto timida ma, conoscendola un po’ più a fondo potevi scoprire una persona molto dolce, nonché una buona compagna e un’ottima amica.

-Oh andiamo Naminè! E poi non credo si arrabbia se Kairi si offre di mostrargli la scuola- disse Selphie sorridendo in direzione della rossa.

-Selphie smettila! Il giro della scuola, se proprio ci tieni glielo fai fare tu, e poi non sappiamo neanche in che classe và. Come facciamo a trovarlo?-

-Bhè per quello non c’è problema! Basta girare un paio di classi finchè non lo troviamo e poi lo invitiamo a pranzo con noi- esclamò la brunetta con un sorriso a trentadue denti

-Oh Selphie sei davvero… - Kairi dovette interrompersi perché la campanella era appena suonata, facendo entrare il professore, un uomo alto e muscoloso con i capelli bruni lunghi fino alle spalle e due occhi azzurri profondi e autoritari. Aveva anche una cicatrice che gli attraversava il volto. Camicia e doppio petto come gli altri insegnanti per lui erano un optional e alcuni erano convinti che nel suo armadio non ce n’era neppure l’ombra. Indossava invece una maglia bianca senza maniche e una giacca di jeans, i pantaloni scuri che si allargavano sui pesanti stivali neri. La ragazza si accomodò al suo banco in fondo alla classe mentre Selphie e Naminè presero posto ai due banchi davanti a lei. Quando si voltò per prendere i libri dallo zaino notò che c’era una altro banco accanto al suo.

-Bene ragazzi, ora fate un attimo di silenzio per favore.- esordì il professor Squall con tono vivace ma autoritario attirando l’attenzione di tutti.

-Oggi è arrivato un nuovo compagno. Si è trasferito da poco perciò continuerà gli studi qui. Siate gentili e aiutatelo ad ambientarsi ok?- a quelle parole un mormorio sommesso si diffuse in tutta l’aula. Selphie e Naminè si voltarono incrociando lo sguardo di Kairi, confuso e meravigliato come il loro.

-Sora puoi entrare!-

Sentendosi chiamare un ragazzino bruno e sorridente entrò in classe. Arrivato vicino alla cattedra iniziò a presentarsi

-Sono Sora Yamato, ho 16 anni e mi sono trasferito da poco qui a Chiba*. Piacere.-

-Bene Sora, ora vediamo dove ti hanno sistemato il banco… ah ecco puoi sederti lì vicino alla signorina Kumohiro e se hai qualche problema lei sarà lieta di aiutarti.-

Sora si voltò verso Kairi che gli sorrise come a voler confermare le parole del professore. Sora le sorrise di rimando incamminandosi al suo banco.

Mentre si avvicinava Kairi lo fisso con attenzione. Era proprio carino! I capelli bruni erano sparati in mille direzioni e in punte disordinate che però gli donavano un fascino tutto suo, la camicia della divisa era leggermente sbottonata per mostrare una collanina di corda nera con un ciondolo d’argento a forma di coroncina. Era un po’ più alto di lei e poi… bhè poi c’erano gli occhi. Non aveva mai visto occhi del genere! Due gemme di azzurrite profonde e piene di vitalità. Quando il brunetto però alzò lo sguardo incrociando il suo potè notare anche una nota di tristezza in quelle iridi azzurre.

Quando il ragazzo si sedette al suo fianco, lei si presentò

-Piacere di conoscerti Sora. Io sono Kairi Kumohiro. Come ha già detto il prof per qualunque cosa puoi rivolgerti a me-

Sora annuì ed entrambi tornarono a rivolgere la loro attenzione al professore che aveva appena iniziato la lezione.

Note di Ayumu <3: Bhè? Che ve ne pare? Spero di non aver deluso le vostre aspettative... ora le risposte ai commenti;

ShaLon91:Ciao! Grazie mille! Sono contenta che continui a seguirmi! E grazie anche per avermi aggiunta tra gli autori preferiti :D Tu che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere e un bacio anche a te

Lion of darkness: Wow! Sono contenta che ti abbia catturato tanto! spero che ti piaccia anche questo capitolo ;)

ka93:Grazie mille anche a te. Spero continuerai a seguirmi e a commentare

Bene! Ci sentiamo al prossimo capitolo! Scrivete e commentate! Ciau!

Baci Ayumu <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Salve! Dunque... eccomi qui con il 2° capitolo! Anche se era pronto non riuscivo a mandare avanti la storia perciò ho preferito aspettare a postarlo. Nel capitolo precedente ho dimenticato di dirvi che Chiba esiste veramente come città e, almeno dalla cartina sul mio libro di geografia, è una delle città con più aree verdi. Qui viene nominata anche un'altra città realmente esistente e presa sempre dalla cartina del mio libro ma, per quanto riguarda il resto, so poco e niente sul giappone quindi scusate se qualche volta scrivo qualcosa di sbagliato. Ma ora, senza ulteriori indugi, passiamo al capitolo e buona lettura!

Capitolo 2-

La campanella suonò segnando l’inizio della pausa pranzo e tutti i ragazzi si alzarono ed uscirono dalla classe. Sora e Kairi non si erano più parlati dopo le presentazioni anche se ogni tanto la rossa gli lanciava qualche occhiatina di nascosto. Quel ragazzo, Sora, era interessante. Aveva qualcosa di particolare, qualcosa di diverso. Non appena gli si era seduto accanto aveva sentito lo stesso odore che aveva sentito una sola volta da quando era piccola, in quell’enorme bosco popolato da creature magiche. Era una fragranza dolce e fresca che le rilassava i sensi.

Si riscosse quando venne richiamata dalle sue amiche che le dicevano di darsi una mossa perché altrimenti non avrebbero più trovato niente di buono. Kairi si alzò di scatto notando che in classe non c’era più nessuno e si avvicinò a Selphie e Naminè che l’aspettavano sulla porta.

Arrivati in sala mensa notarono che c’era una fila pazzesca davanti al bancone e, rassegnate, presero un vassoio e si accodarono. Una volta preso il pranzo si accomodarono al solito tavolo che, fortunatamente, non era ancora stato occupato. Iniziarono a mangiare parlando del nuovo arrivato e del fatto che fosse stata una bella sorpresa il fatto che sarebbe stato assegnato alla loro classe.

-Allora Kairi- esordì Selphie guardando in maniera quasi maliziosa l’amica

-Cosa te ne pare del ragazzo nuovo?-

-Bhè non è che abbiamo parlato tanto, a parte le presentazioni. Però sembra un ragazzo simpatico-

-Senza contare che è anche molto carino!- Esclamò la brunetta con gli occhi che le brillavano, scatenando il riso delle altre due

-Ehi guardate là- disse Naminè indicando uno dei tavoli -Non è lui? Come mai se ne stà tutto solo?-

-Non saprei- le disse Kairi guardando verso il tavolo del brunetto -forse vuole stare da solo-

-oppure- disse Selphie -nessuno gli ha chiesto di fargli compagnia-

-Guardatelo poverino- disse la biondina con aria triste -tutti lo guardano e lo indicano però nessuno sembra avere il coraggio di invitarlo… Kairi dove vai?-

La ragazza, che fino ad allora aveva ascoltato le compagne, si era alzata e si stava avviando verso il tavolo occupato da Sora. Quando gli fu davanti lo salutò con un sorriso

-Ciao. Senti mi chiedevo… visto che te ne stai qui da solo non è che ti andrebbe di pranzare al nostro tavolo?- disse indicando il tavolo alle proprie spalle dove Selphie e Naminè la guardavano a bocca aperta.

Sora esitò un po’ ma poi, vedendo il sorriso speranzoso della ragazza di fronte a sé, decise di accettare

-D’accordo.- disse ricambiando il sorriso e alzandosi con in mano il suo vassoio.

-A Kairi- aggiunse mentre si avvicinavano al tavolo seguiti dagli occhi di tutti

-Dimmi-

-Grazie- le sussurrò con un piccolo sorriso

La ragazza si sentì più felice che mai mentre ricambiava il sorriso.

Arrivati al tavolo si accomodarono e iniziarono le presentazioni

-Sora loro sono Selphie Michicho e Naminè Kuschimoto, le mie migliori amiche-

-Piacere ragazze- disse con un bellissimo sorriso

-Ciao- dissero quelle leggermente imbarazzate

Iniziarono a parlare e scherzare mentre consumavano il proprio pasto, dando consigli a Sora, come, ad esempio, i professori che era meglio non contraddire e quelli con il quale potevi fare ciò che volevi; le scorciatoie che potevi utilizzare se eri in ritardo o quali bidelli era meglio evitare. Gli raccontarono che dietro la scuola c’era un parco enorme con panchine e una bellissima fontana al centro. Vedendo che l’argomento lo interessava continuarono

-C’è un piccolo sentiero di ciottoli che lo attraversa ed è ricoperto da un bellissimo prato-

-Ci sono anche cespugli di rose e fiori piantati dagli studenti, mentre qua e là ci sono tantissimi alberi-

-Gli studenti di solito ci vanno per studiare perché è molto tranquillo-

-Ora che ci penso- disse Selphie -se non sbaglio ci si può anche pranzare-

-Davvero?- chiese sorpreso Sora

-Si, però il pranzo lo devi portare da casa e, ovviamente, non devi lasciare le carte dove capita- gli rispose Kairi

-Ehi Sora- chiese poi -da dov’è che vieni? Hai detto che ti sei trasferito qui a Chiba da poco ma non ci hai detto da dove-

-Bhè mi sono trasferito qui dall’isola di Hokkaido abitavo a Kushiro, una città sulla costa.-

-Oh! Era bello dove vivevi?-

-Si, non abitavo in città ma in una casetta vicino al mare. C’era una coperta erbosa che ricopriva le collinette creando una vista piuttosto suggestiva e qua e là c’erano macchie di colore create dai fiori di campo.-

-Wow sembra un posto davvero bellissimo- esclamò Selphie

Sora annuì per poi riprendere a mangiare. Sul tavolo dei quattro ragazzi cadde un silenzio tranquillo mentre consumavano il pranzo, silenzio che, ovviamente, fu rotto da Selphie

-Ehi Sora. Dì un po’ ma sei vegetariano?-

-Come scusa?- chiese il ragazzo un po’ confuso

-Bhè ho notato che hai preso solo insalata e spinaci, ed è un po’ strano soprattutto considerando il polpettone divino che fanno qui-

-Selphie farti i fatti tuoi no, vero?-

-Scusa Kairi ma che ho detto?- chiese Selphie con tono innocente guadagnandosi un’occhiataccia dall’amica

Sora a quella scena si mise a ridere mentre Naminè alzò gli occhi al cielo, esasperata dal comportamento delle sue compagne.

-Comunque- disse Sora smettendo di ridere ma mantenendo un piccolo sorriso sulle labbra

-Si sono vegetariano. La carne non mi piace e l’idea di mangiare altri animali mi sembra crudele-

Selphie si bloccò a metà di un morso al suo hamburger e lo mollò subito

-Oh sì anche secondo me- disse fissando con falso disgusto il panino. Kairi e Naminè a quel punto scoppiarono a ridere… l’amica adorava gli hamburger ed era una cosa impensabile che ne rifiutasse uno. Sora sorrise mentre la brunetta diventava rossa dalla vergogna desiderando di sparire sotto il tavolo.

Stava per ribattere quando la campanella suonò indicando la fine della pausa pranzo e l’inizio delle lezioni pomeridiane. Kairi si alzò imitata da Naminè e da Sora

-Andiamo Selphie- disse la rossa cercando di trattenere le risate e avviandosi verso l’uscita. Selphie si alzò e iniziò a camminare dietro le amiche, poi, ad un tratto, si voltò per gettare un’ultima occhiata al suo panino… era così invitante! Si guardò attorno e, notando che nessuno la stava fissando, tornò indietro e tirò un ultimo morso all’hamburger, poi tornò di corsa dalle sue amiche.

-Finalmente! Andiamo- esclamò Kairi avviandosi in direzione della propria classe a passo rapido

-A proposito Selphie- disse poco prima di giungere alla porta dell’aula

-Hai della salsa barbecue sul viso- le disse lanciandole un fazzolettino ed entrando in classe prima che la brunetta potesse ribattere.

Il resto della giornata passò tranquillamente e il suono della campanella fu accolto ancora una volta con gioia dai ragazzi che si fiondarono fuori dall’aula.

Kairi salutò Selphie e Naminè appena fuori dal cancello e si avviò verso casa sua. Era tranquilla e si sentiva felice: lo scoprire che il nuovo alunno era finito nella sua stessa classe e, per giunta, nel banco di fianco al suo, la elettrizzava. Sentiva che quel ragazzo era particolare dalla prima volta che lo aveva visto, dal primo momento che aveva incrociato i suoi meravigliosi occhi azzurri e, a conferma delle sue convinzioni c’era anche il suo profumo, quasi impercettibile ma che conservava quel retrogusto quasi magico che aveva sentito solo nel bosco delle fate.

Arrivata a casa salì in camera sua, abbandonò la cartella sul letto e si cambiò. Indossò una magliettina bianca a maniche corte, molto semplice, sopra un paio di jeans chiari che adorava, indossò le scarpe da ginnastica, prese il suo album di disegni, delle matite colorate e il cellulare ed uscì diretta al boschetto dietro casa sua.

Arrivata davanti alla radura dove si fermava di solito sorrise, vedendo quanto sembrasse bella illuminata dai raggi del sole che la inondavano creando giochi di luce sull’erba soffice e lievemente mossa dal vento. La roccia dall’altro lato dello spiazzo erboso, leggermente ricoperta d’edera era occupata da due piccoli folletti che si divertivano a giocare con le pietruzze più piccole, cercando quelle che brillavano di più sotto il sole, mentre, lì vicino, si poteva notare lo spazio, segnato dal modo in cui l’erba restava leggermente schiacciata, dove soleva sdraiarsi quando voleva solo chiudere gli occhi e ascoltare i rumori del bosco intorno a lei.

Quel pomeriggio si sedette ai piedi dell’unica quercia presente in tutto il bosco, accoccolandosi tra le possenti radici e, all’ombra del grande albero, iniziò a disegnare. Non raffigurò i folletti che giocavano o le fate che in quel momento stavano eseguendo una specie di danza attorno ad un albero particolarmente vecchio, quasi a volergli offrire vita nuova tramite quei gesti sinuosi e armoniosi. Invece raffigurò il volto di un ragazzo dagli occhi azzurri come il cielo e i capelli bruni sparati in direzioni impossibili. Disegnò quel ragazzo magico che l’aveva stregata e che aveva catturato il suo cuore… disegnò Sora.

Note di Ayumu <3: Rieccomi! Allora? Che ne pensate? Vorrei precisare che non ho assolutamente niente contro Selphie ma come personaggio mi diverte parecchio. In ogni caso continuate a seguirmi e fatemi sapere che ne pensate ok? Ora le risposte ai commenti:

ka93: Ciao sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e spero che anche questo sia di tuo gradimento. Per quanto riguarda i genitori di Kairi... bhè penso che gli risulti un pò difficile credere ad una bambina che ti dice di vedere fate e folletti (anche se personalmente lo farei U.U). Per quanto riguarda Sora invece non posso far altro che essere pienamente daccordo con te! è un'amore ed è bellissimo!

Per rispondere alla tua domanda, si... ci sarà anche Riku e arriverà nel prossimo capitolo. Con lui arriverà anche un pò di azione e... insomma ce ne saranno delle belle perciò continua a leggere e commentare ok?

Lion of darkness:Ciao e grazie mille per i complimenti! Sono felice che la storia ti piaccia tanto. Non preoccuparti, la storia non l'abbandono anche se procede un pò a rilento. Ho già tutta la trama in mente e ho anche chi mi assilla un giorno si e uno no affinchè io la continui più in fretta XD

In ogni caso spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi lasciando magari un commentino.

Grazie inoltre a tutti coloro che hanno anche solo letto e che stanno seguendo la storia senza commentare.

Baci Ayu-chan <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Salveeee!!! Eccomi con il 3° capitolo! Lo so che ho fatto un pò di ritardo ma ho avuto da fare... cooooomunque un piccolo avviso: questo capitolo sarà un pò più lungo degli altri ma, in compenso comparirà Rikuccio bello e con lui arriveranno i problemi... ma non vi dico altro! Perciò ci sentiamo a fine capitolo... e buona lettura ;)

 

Capitolo 3-

 

Di nuovo notte. Di nuovo buio. La creatura oscura si aggira nuovamente tra le fronde di quel bosco labirintico. Ma questa volta non è alla ricerca di prede, è alla ricerca di tracce. Tastando abilmente il terreno e annusando l’aria cerca la scia di quella creatura dal sangue puro, quella stessa, insignificante creatura che in quella notte senza luna riuscì a sfuggirgli. Deve trovare quella creatura per ottenere il suo sangue, e non per semplice sfizio ma perché lo renderebbe più forte, gli donerebbe la possibilità di assoggettare sia il mondo umano che quello magico facendolo cadere in una notte senza fine, gli donerebbe talmente tanto potere da diventare invincibile persino agli attacchi dei pochi, ma ostinati, che ancora gli danno la caccia e che hanno sterminato la sua specie. Ma avrà la sua vendetta, eccome se l’avrà. Gli basta solo trovare l’ultimo unicorno. L’ultimo essere che possa donargli l’oscuro potere.

Una scintilla. Una scintilla si è accesa negli occhi del feroce predatore. Il vampiro ha trovato le tracce che cercava e ora niente potrà fermarlo.

 

Un piccolo raggio di sole penetrò dalle persiane socchiuse finendole fastidiosamente sugli occhi. Li socchiuse appena ma il sole riuscì a ferirglieli prepotentemente. Si voltò dall’altro lato con uno sbuffo mentre riparava gli occhi assonnati con una mano. Fissò la sveglia sul comodino di faggio che aveva di fianco al letto. Indicava le 6:29. La spense per evitare che iniziasse a suonare allo scattare del prossimo minuto. Si alzò pigramente e, ancora mezza addormentata, afferrò la divisa accuratamente piegata sulla sedia e si trascinò stancamente fino al piccolo bagno in camera sua. Si infilò sotto la doccia dove aprì il getto dell’acqua fredda. All’inizio il contatto la fece rabbrividire ma servì a svegliarla del tutto donandole un aspetto fresco e riposato. Si vestì velocemente e, preso lo zaino, si fiondò giù per le scale. Davanti alla cucina si affacciò per salutare la madre che stava preparando la colazione

- ‘Giorno mami! Oggi faccio colazione al bar con Selphie e Naminè. Ci vediamo oggi pomeriggio-

-Tesoro hai preso almeno il portafogli?-

-Si certo. Ciao!-

-Buona giornata-

 

Kairi incontrò le amiche in un parcogiochi che si trovava poco prima della scuola. Era piuttosto grande e pieno di alberi. Kairi ci andava spesso da piccola; le piaceva lo scivolo, l’altalena e tutti gli altri giochi che il parco ospitava. Crescendo era diventato il punto di incontro con le sue amiche che ora erano sedute al bordo di una fontana e, mentre Selphie ripassava per l’interrogazione di geografia, Naminè la ascoltava.

Quando gli arrivò vicino le salutò

-Ciao ragazze-

-Ciao Kairi, andiamo a fare colazione?-

La ragazza annuì e si avviò al bar con le amiche. Arrivate, Kairi, Selphie e Naminè si accomodarono al bancone ordinando tre cornetti e, rispettivamente, un bicchiere di latte, un cappuccino e un succo alla pesca.

-Sai Selphie- disse Kairi quando il barista portò loro le ordinazioni

-Non dovresti bere tanto caffè. Ti rende nevrotica- sorrise la ragazza. La brunetta le scoccò un’occhiata di fuoco mentre ribatteva per smentire la sua dipendenza dalla caffeina

-Non è affatto vero che ne bevo tanti. Questo è solo il secondo che prendo e non è nemmeno vero che mi rende nevrotica-

-Vedi? Questa è la prova schiacciante che ho ragione. Selphie sono solo le 7:30 di mattina e tu hai già bevuto due caffè! Di un po’, quanti ne bevi nell’arco della giornata?-le chiese la rossa in cerca di ulteriori prove per confermare la sua tesi.

-Bhè, vediamo… uno alle 6:30, poi alle 8:00 prima di entrare a scuola, alle 11:00 durante la ricreazione,uno alle 14:30 quando finisco di pranzare, un altro il pomeriggio alle 17:00 mentre studio, uno alle 20:00 prima di cena e uno alle 22:30 dopo cena e uno all’01:00- Kairi sgranò gli occhi, scioccata. Non si aspettava che la situazione fosse tanto grave!

-Selphie ti rendi conto che bevi circa 8 caffè al giorno!! E poi scusa, ma vai a letto all’una di notte?!- la brunetta sbuffò, contrariata dalle maniere eccessive dell’amica che continuava a fissarla in attesa di una risposta

-Bhè no, vado a letto verso le 23:00 però poi la notte mi viene voglia di caffè e così mi alzo, ne prendo uno e poi torno al letto.-

Naminè e Kairi la fissavano a bocca aperta, chiedendosi come facesse ancora a dormire la notte dopo aver assunto tanta caffeina. La rossa decise di sorvolare, evitando ulteriori commenti e iniziò a guardarsi intorno per cercare qualcos’altro di cui parlare. I suoi occhi si soffermarono sulla locandina del cinema di fronte al bar, che poteva vedere riflessa nello specchio che occupava la parete dietro il bancone

-Oh guardate! Al cinema trasmettono “New moon”! Che ne dite di andarci stasera? Infondo è sabato e domani non c’è scuola-

-Ho sentito che è molto bello e romantico! Mi piacerebbe vederlo-

-Si anche a me! Sapevate che alla fine…-

-Selphie!!- urlarono all’unisono Kairi e Naminè

-Opsss… scusate niente anticipazioni, eheheh-

-Hei ho un’idea!-esclamò esaltata Naminè, catturando l’attenzione delle amiche

-Che ne dite di invitare anche Sora? Sarebbe carino-

-Ottima idea Nami! E magari possiamo invitare anche Roxas, che ne dici?-chiese Selphie con aria falsamente innocente. La biondina arrossì di botto e tornò più taciturna del solito, mentre Selphie si guadagnò un’occhiataccia da Kairi che, dopo averla fulminata si rivolse a Naminè

-Comunque sarebbe carino. Che ne pensi?- la biondina la fissò per qualche istante per poi annuire

 

Finirono la colazione e si diressero a scuola. Erano in perfetto orario. Entrarono in classe un po’ prima per evitare la fiumara di gente che si accalcava all’entrata al suono della campanella, e rimasero un po’ stupite quando, entrando, trovarono Sora seduto al suo banco che parlava con un ragazzo biondo della loro età. Roxas Key (ke fantasia -.-’) era uno dei ragazzi della loro classe, nonché prima cotta di Naminè che, come lo vide, si bloccò arrossendo di nuovo come un peperone. I capelli del ragazzo erano biondo grano e i profondi occhi azzurri sembravano lapislazzuli. Quando si girò, notando le ragazze sorrise, salutandole.

-Oh ciao ragazzi! Cercavamo proprio voi- disse Selphie facendo l’occhiolino a Kairi.

-Mh? Oh… ehm… si giusto… volevamo chiedervi se vi andava di accompagnarci al cinema stasera- disse un po’ in imbarazzo. I due ragazzi si guardarono poi annuirono sorridenti

-Perché no?! Dopo tutto non abbiamo altro da fare. Stavamo giusto parlando per decidere cosa fare, ma voi ci avete risolto il problema. Allora… cosa vediamo di bello?- chiese il biondino sorridente

-Bhè ecco… noi pensavamo di andare a vedere “New moon”- disse Naminè acquistando un po’ più di sicurezza.

Roxas abbassò lo sguardo, dispiaciuto

-Mi dispiace- disse rivolgendosi direttamente a Naminè -io ho già visto quel film. Ci sono andato ieri con un’amica-

Alla biondina sembrò che tutto il mondo le fosse crollato addosso e dovette usare tutto l’autocontrollo che aveva per non iniziare a piangere davanti alle sue amiche e ai due ragazzi. Kairi la guadò preoccupata e dispiaciuta… infondo era anche colpa sua che aveva insistito per invitare il ragazzo.

-Oh… N-non importa… S-sarà per un’altra volta- disse Naminè andandosi a sedere al proprio banco.

I ragazzi restarono a fissarla per qualche attimo. Roxas iniziò a dire -Nami, io…- ma il suono della campanella, seguito dall’entrata della professoressa e dei loro compagni lo costrinse a fermarsi. I ragazzi presero posto nei propri banchi e Roxas dovette rinunciare a chiedere scusa.

Naminè, con l’umore sotto terra, non prestò la minima attenzione alla lezione, intenta a fare scarabocchi sull’angolo della pagina. Dietro di lei, Kairi continuava ad osservare gli alberi fuori dalla finestra mentre, con la matita tra le labbra, cercava un modo per riparare a quella triste situazione. Ad un tratto qualcosa di sottile le sfiorò il gomito poggiato sul banco. Un foglio. C’era scritto qualcosa…

 

C’è qualcosa che non và?

 

Era Sora! Aveva notato che aveva qualcosa di strano. Si voltò verso il ragazzo che la guardava di sottecchi per non farsi beccare dalla prof.. Kairi impugnò la matita e rispose

 

No niente… non preoccupati. Allora… tu ci vieni al cinema?

 

Il ragazzo si assicurò di non essere visto e rispose

 

Certo! Per me non c’è nessun problema… a che ora ci vediamo?

 

Davanti al cinema alle 19:15, il film inizia alle 19:30

 

Il castano annuì e con un gesto veloce fece sparire il foglio sotto il banco, tornando a seguire la lezione.

 

La giornata passò velocemente, così come il resto del pomeriggio. Kairi era rimasta tutto il tempo in camera per cercare qualcosa di carino da mettere e alle 18:30 indossava ancora la tuta, mentre i capelli erano raccolti disordinatamente con una pinza.

-Ho trovato!- esclamò ad un tratto gettandosi a capofitto nell’armadio.

 

Erano le 19:25 e Kairi ancora non era arrivata. Era mezz’ora che aspettava e il film sarebbe iniziato di li a cinque minuti, se la ragazza non fosse arrivata subito ne avrebbero perso l’inizio. Naminè e Selphie avevano annullato l’appuntamento, dicendo di aver avuto un impegno improvviso. Sora si sentiva strano. Era particolarmente felice all’idea di uscire con Kairi e in sua compagnia si sentiva proprio bene… ma non era solo quello. C’era anche qualcos’altro, un presentimento, che lo faceva sentire agitato.

-Soraaaaaaa!!!!!- il ragazzo si voltò in tempo per vedere una Kairi sorridente e affannata corrergli incontro.

-Scusa… il… ritardo…- disse col fiatone

-C-ciao… N-non preoccuparti sono appena arrivato anch’io… S-stai davvero bene sai?- le disse, arrossendo, mentre guardava la ragazza che sorrideva imbarazzata davanti a lui. Kairi alla fine aveva optato per una maglia bianca a palloncino con due lunghe maniche a campana che si stringevano attorno ai polsi, una minigonna di jeans dello stesso colore e una giacca di jeans tra le braccia mentre ai piedi aveva un paio di stivali neri che le arrivavano appena sotto al ginocchio ed effettivamente stava proprio bene.

-Hem… forse è meglio se entriamo- disse cercando di evadere da quella situazione sempre più imbarazzante. Sora sembrò riprendersi dal suo sogno ad occhi aperti e annui. Entrarono e fecero i biglietti per poi accomodarsi in sala all’inizio della proiezione.

Il film durò circa due ore e Sora non ci aveva capito niente a parte che il vampiro protagonista era un idiota e che la scrittrice doveva avere davvero tanta fantasia per immaginare che i vampiri potessero avere un lato buono e compassionevole. Per il resto lo seguiva distrattamente ancora troppo preso dal suo presentimento. Era talmente assorto nei propri pensieri da non rendersi nemmeno conto che ormai sullo schermo non c’era altro se non i titoli di coda e che la sala si era praticamente svuotata.

-Sora? Sora? Stai bene? Mi senti?- chiese preoccupata Kairi chiamandolo per la decima volta

-Eh? Ah si scusa… ero sovrappensiero… andiamo?- chiese alzandosi e porgendo la mano alla ragazza che, un po’ esitante la accettò.

-Allora dove vorresti andare?- chiese Sora, sorridente, continuando a tenerle la mano mentre uscivano dal cinema.

-Mmm… non saprei…- rispose la ragazza assumendo un’aria pensierosa, poi sembrò ricordarsi di qualcosa

-Oh no! Ho dimenticato nella sala la mia giacca!-

-Non preoccuparti ci penso io, tu aspettami qui- le rispose il castano con un sorriso tornando verso l’entrata del cinema mentre Kairi lo aspettava guardandosi intorno e ammirando le luci della città che quella sera sembravano aver perso la loro freddezza, avvolgendo lei e il bellissimo ragazzo che l’accompagnava con una luce calda e dolce.

-Cosa ci fa una bella principessa come te tutta sola qui fuori?-

Kairi si voltò di scatto trovandosi faccia a faccia con un ragazzo sui 17 anni, dei capelli d’argento che gli arrivavano alle spalle e una strana luce negli occhi acquamarina. La ragazza fece un paio di passi indietro, quasi inconsciamente

-N-non sono sola… I-io sono qui con un amico-

Rispose , sperando che quello strano ragazzo la lasciasse in pace. Inoltre, anche se aveva paura ad ammetterlo, quando gli era comparso alle spalle, aveva sentito di nuovo l’odore del bosco magico in cui si era persa da piccola, il problema era che l’odore di quel ragazzo era diverso da quello di Sora. Quello di quest’ultimo era fresco, pulito, mentre l’argenteo aveva qualcosa che non le piaceva, l’odore che emanava sapeva di malvagio, oscuro, e, per di più, i suoi occhi non promettevano nulla di buono.

La sua voce, dolce e ammaliatrice, tornò a farsi sentire e con tono di scherno disse

-Oh ma che cattivo. Non dovrebbe lasciarti tutta sola con il buon odore che hai- il ragazzo iniziò ad avvicinarsi mentre Kairi continuava ad indietreggiare poi, in un millesimo di secondo scomparve, per poi ritrovarsi alle spalle della ragazza che sobbalzò sentendolo così vicino. Il ragazzo le afferrò le spalle avvicinando le labbra all’incavo del suo collo e scoprendo i denti affilati. Kairi, sentendo il suo fiato sul collo, iniziò a tremare

-C-chi sei?- chiese mentre continuava a tremare, cercando di prendere tempo

-Non che abbia molta importanza ormai ma… mi chiamo Riku… non preoccuparti non sentirai molto male.- Il vampiro aprì le labbra pronto a mordere la sua giovane vittima. Kairi intanto tremava sempre di più cercando di trattenere le lacrime che, però, avevano già iniziato a scorrere sul suo viso

-Vampiro lasciala andare! Non è lei che vuoi realmente- una voce fredda e dura che fece immediatamente tranquillizzare Kairi e sorridere Riku.

-E chi ti dice che io non stia cercando proprio una bella ragazza per placare la mia sete?- gli rispose stringendola ancora di più a sé. Sora lo fissò con un misto di rabbia e disprezzo dopo quelle parole… lo credeva davvero così stupido?

Rispose con una tranquillità falsa da cui traspariva appena l’irritazione e la tensione che provava, unico indizio della tempesta imminente.

-So che è del mio sangue che hai bisogno perciò lascia andare la ragazza.-

-E perché una creatura come te dovrebbe interessarsi ad un’umana? Che differenza fa se la uccido o meno?- a quelle parole il brunetto non riuscì più a trattenersi e scattò contro il vampiro che, preso alla sprovvista, finì scaraventato contro il muro, mentre Kairi, finalmente libera dalla sua presa, veniva prontamente afferrata e sorretta da Sora

-Tutto bene?- le chiese il ragazzo, lanciando occhiate attente al ragazzo che giaceva apparentemente senza sensi  contro il muro.

-Si grazie. Sono solo un po’ scossa. Lui è… è un… vampiro?- chiese portandosi una mano al collo

-Si ma non preoccuparti. È tutto sotto controllo- disse serio, poi si rivolse al vampiro a terra

-Lo so che stai bene è inutile che continui a fingere… alzati e vattene subito prima che mi arrabbi sul serio- il corpo di Riku a quelle parole iniziò a tremare leggermente. Stava… stava ridendo!?

-Ahahah e sentiamo, cosa vorresti farmi? Sei debole e non puoi difenderti adeguatamente te stesso se devi proteggere anche qualcun altro. Sei terribilmente vulnerabile, questa volta non ci sarà nessuno a sacrificarsi per te- disse mentre si alzava senza alcun problema e fissava il brunetto con un sorriso malvagio dipinto sul volto.

In tutto quel trambusto, Kairi iniziò a chiedersi come mai nessuno fosse intervenuto. Guardandosi attorno, però, rimase a bocca aperta notando che tutta la città era immobile, il tempo stesso si era fermato, come mostrava il grande orologio infondo alla strada. Un rumore dinnanzi a lei la fece voltare nuovamente.

I due ragazzi avevano cominciato ad affrontarsi e, dopo che Riku aveva tentato un affondo a Sora, erano tornati a fissarsi. Sora era strano, circondato da un’aura bianchissima che riusciva a tenere il vampiro ad una certa distanza. Poi il sorriso ricomparve sulle labbra sottili del vampiro e negli occhi una scintilla di pura cattiveria gli si accese per qualche secondo poi, più veloce di un battito di cuore, scomparve

-Sora attento! Alle spalle!- Kairi tentò di avvertirlo ma il vampiro fu più veloce e, con un colpo nello stomaco, lo mandò contro il muro. Il colpo fu talmente forte da lasciare il castano senza fiato e incapace di rialzarsi. Il vampiro iniziò ad avvicinarsi e lo afferrò per i capelli, intenzionato ad ottenere subito il potere che bramava.

-Fermo dove sei vampiro! Ti teniamo sotto tiro-

 Note di Ayumu^^: Allora? Che ve ne pare? Finalmente Riku è comparso ma, probabilmente, non è come ve lo aspettavate. Selphie è fortemente dipendente dalla caffeina e Roxas... bhè lui è un caso senza speranze! XD In compenso Sora è riuscito ad uscire da solo con Kairi e, povero cucciolo, era pure agitato *.* Una piccola precisazione: Twilight e l'intera serie della Meyer mi piace tantissimo ma i commenti mi servivano per la storia. Bhè passiamo ora alle risposte ai commenti:

vickai: Ciao! Sono contenta che ti piaccia! è sempre bello avere una nuova commentatrice ^^. Qui compare il tanto desiderato Riku e... bhè se leggi attentamente poi già intuire cos'è esattamente Sora. Spero continuerai a commentare e che questo capitolo ti sia piaciuto =). Grazie ancora. Ciao!!!

ka93:Ciao cara ^^. Sono contenta che continuerai a seguirmi e spero a commentare. Qui finalmente compare Riku... avevi immaginato che potesse essere così? Sinceramente io no XD Ti ringrazio per i complimenti e, si, a volte i colpi di fulmine accadono. Per quanto mi riguarda, adoro disegnare e farei di tutto pur di trovare un boschetto tranquillo dove farlo :) Mmmmmm con il suggerimento del disegno mi hai ftt venire un'idea. Grazie :D. Spero che anche questo capitolo ti piaccia e non ti risulti noioso. Alla prossima. Ciao ciao!

Lion of Darkness:Ciao! Grazie per i complimenti =). Sai non ci avevo pensato al nuovo pairing XD e qui dovrei averne creato un'altro XD Grazie ancora e spero che questo capitolo ti piaccia. Ciao!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Rieccomi! Dopo... *fa il conto* O.O caspita è passato tantissimo tempo e io ero convintissima di averlo postato massimo un mese fa... dopo questa avete tutto il diritto di farmi fuori. Va bene allora niente chiacchiere, ci sentiamo a fine capitolo. Buona lettura!

Capitolo 4-
 
-Fermo dove sei vampiro! Ti teniamo sotto tiro-
Il vampiro si girò, fremente di rabbia per essere stato interrotto, e gridò al vento con voce infuriata
-Chi sei? Esci e fatti vedere!- i suoi occhi, brillanti come smeraldi, saettavano da ogni parte, circospetti e rabbiosi. Un movimento impercettibile catturò il suo sguardo e la sua attenzione si soffermò su due figure che risaltavano nitidamente sullo sfondo pallido della luna piena. Immobili come statue, erano appollaiate sul tetto di una casa, sul lato opposto della strada. Ad un tratto le due figure saltarono contemporaneamente, atterrando con un movimento fluido e silenzioso. Illuminate dalla luce fredda dei lampioni, due giovani ragazze sfidavano il vampiro con sguardo combattivo.
Kairi le osservò attentamente: una indossava un lungo abito blu scuro, stretto in vita da una cinta di corde intrecciate a cui era appeso un piccolo sacchetto e un pugnale d’argento intagliato in modo particolare e dalla lama sottile e affilata. Le braccia scoperte spuntavano da sotto il grande mantello che indossava, unito sul petto da una piccola spilla d’argento a forma di pugnale con una sfera azzurra incastonata al centro dell’elsa. Il cappuccio del mantello era abbassato, lasciando scoperti i lunghissimi capelli castani che, lisci e sottili, le ricadevano sulle spalle, incorniciandone il viso dalla pelle chiara. Gli occhi, bruni come i capelli, avevano sfumature dorate che li rendeva profondi e misteriosi.
Oltre al pugnale, Kairi notò che non aveva altre armi mentre, tra le mani, stringeva un libro con incisioni d’argento e, al centro della copertina, un'enorme zaffiro stellato da cui si diramavano piccole linee argentate che ne ricoprivano la rilegatura in cuoio.
L’altra ragazza invece, appena più alta della prima, indossava degli stivaletti di pelle, marroni e a punta, degli shorts anch’essi marrone chiaro a cui era attaccato un sacchetto identico a quello dell’altra ragazza. Indossava una maglia senza maniche, allacciata dietro il collo. Era di un verde luminoso e fresco… come le fronde degli alberi illuminati dalla luce del sole. I capelli, castani e ondulati, erano raccolti in una coda alta e disordinata, lasciando scoperte due piccole orecchie a punta ai lati del viso. Su questo risaltavano due particolari occhi grigi dalle sfumature verdi e azzurre che, attenti, scrutavano il nemico, puntandolo con una pistola d’argento, abbellita da  fantasiosi ghirigori, grande il doppio di una pistola normale e apparentemente molto pesante che, in quel momento, era puntata contro il vampiro.
-Lascialo. Andare.- disse la ragazza con la pistola fissandolo con sguardo glaciale.
Riku non si scompose, aumentando, anzi, la presa sui capelli di Sora.
-E perché dovrei?- chiese con un sorriso beffardo
-Perché altrimenti ti farai male… molto male- rispose la ragazza che lo teneva sotto tiro, provocando una risata sguaiata del vampiro.
Questa cessò quando, dopo il rumore di uno sparo, un proiettile gli passo tra il collo e la spalla, creando una piccola bruciatura sui lunghi capelli d’argento e scalfendo il muro alle sue spalle.
Il colpo ammutolì per qualche secondo Riku che, con gli occhi sgranati, manteneva lo sguardo fisso davanti a sé. Gli bastarono pochi attimi per metabolizzare il gesto di quell’insulsa ragazzina, facendo diventare il suo volto una maschera di rabbia, odio e disprezzo.
Scoprendo i denti bianchissimi e affilati, scaraventò Sora contro il muro, facendogli battere la testa e lasciandolo privo di sensi prima di lanciarsi rabbiosamente contro le due ragazze
-Maledette! Chi vi credete di essere? Siete solo due stolte ragazzine che hanno deciso di giocare con la creatura sbagliata!-
Riku iniziò ad affondare colpi su colpi che, però, andarono tutti a vuoto, agilmente schivati dalle ragazze finché queste, stanche di saltare qua e là come cavallette, non si portarono nuovamente sul tetto dove erano apparse meno di venti minuti prima, nuovamente appollaiate e afferrate in modo tale da darsi un potente slancio in caso di necessità
-Uffa! Che maleducato! 1°, bellezza, abbassa il tono e, 2°, non ti hanno insegnato che le donne non bisogna sfiorarle neppure con i fiori? Tsk e poi, non ci hai neppure dato il tempo di presentarci! Perciò rimediamo subito!-  a parlare, tornando in posizione eretta, era stata la mezz’elfa, sotto lo sguardo divertito e al contempo esasperato della compagna finché quella, voltando appena la testa, non disse in un sussurro
-Eitha*-
Un cenno d’assenso fu l’unica risposta dell’altra che, tornando seria, si alzò da quella scomoda posizione. Appoggio il libro sul palmo sinistro per poi chiudere gli occhi e posizionare l’altra mano a pochi centimetri dalla copertina, dopo alcuni secondi la allontanò velocemente verso destra, distendendo l’intero braccio, mentre il libro, ancora posato sull’altro palmo, si aprì repentinamente e le pagine iniziarono a girare mosse da un vento inesistente. Gli occhi della ragazza rimanevano chiusi e, quando lì aprì di scatto, le pagine di quello strano volume si fermarono all’istante. Il braccio destro si mosse di nuovo alzandosi e tendendosi con il palmo aperto in direzione del vampiro.
-Brisingr Malthinae!*-
Fu solo un sussurro ma lo sentirono tutti i presenti e, Kairi avrebbe potuto giurarlo, nel pronunciare quelle strane parole, i suoi occhi avevano cambiato colore diventando, anche se solo per una frazione di secondo, completamente dorati.
I pensieri della ragazzina furono interrotti da un urlo rabbioso e, spostando lo sguardo, poté notare che una gabbia di fuoco aveva imprigionato il vampiro, sollevandolo da terra.
-Bene!- esclamò la mezz’elfa battendo le mani con un’enorme sorriso e un’euforia alquanto fuori luogo in quel momento
-Ora che stai un po’ più zitto possiamo finalmente presentarci! Dunque, io sono Maya Shade e lei è la mia assistent… ahi!- pronta esclamazione allo scappellotto dell’ “assistente” la cui vena pulsante sulla tempia non prometteva assolutamente nulla di buono… almeno per Maya
-Ok, ok… lei è la mia collega, Cloe Light-
-Ehi baka, ti sei accorta che non ti sta ascoltando nessuno?- chiese pacatamente Cloe.
Maya, credendo ingenuamente che l’altra la stesse solo prendendo in giro, guardò attentamente le persone sotto di sé. Delusione e stupore si impadronirono del suo viso  quando si accorse che non era una bugia: era stata deliberatamente ignorata da tutti! Sora, appoggiato al muro, era ancora privo di sensi e Kairi, preoccupata, tentava di farlo riprendere mentre Riku continuava a dibattersi furiosamente cercando di liberarsi e imprecando contro “le due scimmie” -come le aveva “affettuosamente” definite- che avevano osato imprigionarlo.
E passa per i due ragazzi, ma al vampiro questa non l’avrebbe mai perdonata.
-Liberalo-
-Cosa?!-
-Liberalo. Va ad aiutare il ragazzino e libera il vampiro- disse la mezz’elfa
-Sei impazzita del tutto?! Fallo fuori e andiamocene! Non abbiamo tempo da perdere
-Cloe. Liberalo. Ora.- gli occhi della ragazza erano seri e arrabbiati… non le piaceva essere ignorata…
-Ufff. E va bene! Fallo subito fuori però. IO ho delle crepes alla Nutella che mi aspettano-
Detto questo, saltò, portandosi vicino ai due ragazzi e, creata una barriera attorno al gruppetto, dissolse la gabbia di fuoco che imprigionava Riku. Non appena questo fu libero però, non ebbe il tempo di fare niente perché un’arrabbiatissima Maya, con un calcio dietro la schiena, lo mandò contro l’asfalto dove si formarono piccole spaccature.
Ciò non bastò a metterlo al tappeto, non che la mezz’elfa se lo aspettasse, e si rialzò a fatica con il fiato corto. Non vedendo la sua avversaria iniziò a guardarsi freneticamente attorno mentre Maya, nascosta su un tetto, lo osservava ghignando: si stava divertendo un mondo a giocare al gatto col topo e, per una volta, quel vampiro avrebbe saputo com’è essere nei panni del topo…
 
Glossario-
 
Eitha: Vai, parti
Brisingr Malthinae!: Fuoco confina!/lega!/trattieni!

Note dell'autrice ^^: Ehm... si, lo so che è terribilmente corto ma se fossi andata oltre poi sarebbe uscito troppo lungo perciò ho preferito fermarmi. Mi scuso ancora per il ritardo perchè non mi ero davvero resa conto che fosse passato tanto tempo. In ogni caso il prossimo capitolo (che sarà anche il penultimo u.u) è praticamente finito perciò dovrei metterci di meno questa volta. Uhm... Che altro? Ah si! Il fatto degli occhi che cambiano colore è copiato spudoratamente dal telefilm "Merlin"... Diciamo che nel periodo di stesura di questo capitolo ero lievemente fissata xD Ah! E per quanto riguarda la lingua parlata da Maya e Cloe è presa dalla trilogia dell'"Eredità" di Christopher Paolini perciò i diritti sono suoi. Non dovrebbe esserci altro perciò passiamo alle risposte ai commenti!

Agito: Ciao, sono contenta che la storia ti piaccia! L'idea di Sora come unicorno è il frutto di un luuuungo giro di pensieri... cioè inizialmente avevo pensato di farlo essere un angelo ma siccome sono "lievemente" ossessionata anche da queste splendide creature mi sono imposta di fare qualcosa di diverso e come creatura magica mi allettava parecchio, poi non ho letto di altre autrici che lo hanno fatto diventare un unicorno perciò alla fine ho optato per quello... Riku ti dirò, se devo essere sincera inizialmente non riuscivo a visualizzarlo nemmeno io come vampiro ma scrivendoci su mi ci sono abituata anche perchè ha un fascino tutto suo e mi sembrava abbastanza tenebroso. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che mi lascerai un commentino. Alla prossima, ciao ciao.

ka93: Ciao! Si, in effetti per quanto riguarda Selphie i segni della nevrosi secondo me si vedono xD. New Moon l'ho visto anch'io (e ho letto anche i libri) e devo dire che si, è stato bello anche se un pò... Ehm... noioso, voglio dire con Edward che se ne va non c'è molto divertimento e, ad essere sincera l'ho inserito più perchè parlava di vampiri che altro, inizialmente infatti avevo messo un altro film poi mi è venuto in mente il commento fatto da Sora e mi è sembrato carino inserirlo, tutto qua. Per quanto riguarda Nami e Roxy vedrai che prima o poi avranno anche loro la loro occasione. Il fatto dell'"impegno improvviso" lo immaginato come un piano ideato da Selphie e dal suo cervello che sguazza allegramente nel caffè xD
In effetti sarebbe forte avere un bosco dove mettersi a disegnare,appoggiati al tronco di un albero e circondati dalla tranquillità più assoluta ma, ahimè, penso che l'unico pezzo di legno a cui possiamo appoggiarci sia quello scrivania. Spero ti sia piaciuto e che lascerai un commentino. Alla prossima, ciao ciao.

Lion of darkness: Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo e se ti piace l'azione sia in questo che nel prossimo ce ne sarà in abbondanza di azione xD Ehi, ora che ci penso anche qui c'è un nuovo pairing! Il CloeXCrepes-alla-Nutella xD Al prossimo capitolo e spero che lascerai un commentino! Ciao ciao.

sora_kairi: Ciao! Sono contenta che la fic ti stia piacendo, spero continuerai e seguirmi e commentare!

vickai: Ciao! E, wow, grazie mille per i complimenti >///< sono contentissima che ti stia piacendo tanto! Mi dispiace deluderti però, Selphie è una normalissima ragazza con la fissa del caffè e questo, già da solo, potrebbe bastare xD Riku come vampiro all'inizio sembrava un pò strano anche a me ma trovo che vada abbastanza bene nel ruolo di "tenebroso cacciatore con i canini eccessivamente lunghi" xD Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che continuerai a seguirmi. Al prossimo capitolo, Ciao ciao.

Bene! Non ho altro da dire. Mi scuso ancora per il ritardo e spero che continuerete a seguirmi. Ma... me lo lascereste un commentino? Anche uno piccolo piccolo va bene, mi fa piacere sapere cosa ne pensate =). Bene! Detto questo, alla prossima gente!
Un bacio, Ayumu-chan
<3

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Salveeeee!! Allora, innanzi tutto perdonate il ritardo, questo è stato uno dei capitoli più difficili da scrivere, seriamente, la prossima volta ci penserò due volte prima di iniziare fic in cui potrebbero esserci degli scontri xD
Allora, senza troppe chiacchiere vi lascio al capitolo che dedico a chi mi segue dal'inizio facendomi felice con i bellissimi commenti che mi lasciate ^^ perciò ringrazio e dedico il capitolo in particolar modo a ka93 e Lion of  darkness.
Buona lettura e ci sentiamo a fine capitolo per le risposte alle recensioni ^^

Capitolo 5-
 
Mentre Maya iniziava il suo scontro contro il vampiro, Cloe tentava di capire quanto grave fosse il danno di Sora
-Come sta?- chiese Kairi, preoccupata per il ragazzo
-Non ha niente di grave, ha solo battuto la testa e perso i sensi… Anche se…-
-"Anche se" cosa?-
-Bhè… Battendo la testa si è ferito in maniera considerevole e ha perso parecchio sangue, però curarlo non dovrebbe essere un problema…-
-Puoi aiutarlo vero?-
-Certo! In fondo siamo qui anche per lui. Siamo Guardian e il nostro compito è quello di proteggere le specie magiche protette.-
-Cos…?-
-Ssshh, ora fa silenzio per favore, ho bisogno di concentrarmi-
Dopo aver imposto a Kairi di tacere, prese il sacchetto che portava legato in vita e lo aprì. All’interno c’era una polverina di un bellissimo blu elettrico che sembrava quasi risplendere di luce propria.
-Che cos’è?- chiese la ragazza dai capelli rossi.
-Una polvere- le rispose l’altra.
-Bhè si lo avevo capito… Intendevo… Che tipo di polvere?- a quella domanda Cloe la fissò per qualche secondo con sguardo indecifrabile per poi risponderle velocemente
-È meglio che tu non lo sappia- poi tornò ad occuparsi del ragazzo svenuto. Gli mise una mano sulla fronte e una sul petto, poi chiuse gli occhi. Dal sacchetto iniziò ad uscire una striscia di polvere che andò a spargersi come un sottilissimo velo azzurrino sul ragazzo. Dopo che fu scomparsa a contatto con la pelle, Cloe ricominciò a mormorare parole strane e incomprensibile per poi aprire di scatto gli occhi e dire con tono deciso.
-Waise heill!*-
Non appena tolse le mani, Sora si mosse appena e, dopo una lieve vibrazione delle palpebre, queste si aprirono mostrando gli enormi occhi azzurri del ragazzo.
Dopo aver messo a fuoco ciò che lo circondava, fermò lo sguardo su Kairi e scattò a sedere.
-Kairi stai be…- un improvvisa fitta alla nuca gli impedì di continuare e lo costrinse ad afferrarsi la testa con una mano
-Sora, io sto bene ma tu dovresti riposare-
-Ma Riku…- un’altra scarica di dolore lo zittì nuovamente costringendo Cloe ad intervenire.
-Ascolta ragazzino, del vampiro ci occupiamo noi, tu invece vieni rispedito a casa con la tua ragazza, ok?-
-B-b-bhé veramente io non son…-
-Cosa dobbiamo fare?- chiese Sora interrompendo l’amica.
-Voi chiudete gli occhi e pensate ad un posto che conoscete entrambi, al resto ci penserò io-
Dopo che i due ebbero annuito chiusero gli occhi eliminando dalla mente tutto ciò che non riguardava il posto dove dovevano andare.
Cloe stese il braccio davanti a sé mantenendo il palmo della mano aperto a pochi centimetri dai due, poi chiuse gli occhi iniziando a sussurrare l’incantesimo -troppo velocemente per essere compreso da orecchie umane-. La polvere blu contenuta nel sacchetto si sollevò nuovamente andandosi ad avvolgere in larghe spire attorno ai due ragazzi. Fu un attimo. Non appena la castana ebbe aperto di scatto gli occhi e il solito lampo dorato ne ebbe attraversato le iridi, la polvere avvolse totalmente i due ragazzi in una specie di bolla sollevandoli dal terreno e trattenendoli a mezz’aria per poi scoppiare con un lieve “plop” e causando una piccola cascata di luminosa e brillante polvere azzurrina.
-Bene, e ora pensiamo al vampiro-
 
****
 
Maya, nascosta nell’ombra, osservava il vampiro che, al centro della strada, continuava a cercarla guardandosi intorno in modo frenetico. Sentendo un lieve rumore si voltò verso l’amica notando che era riuscita a curare il ragazzo e che si stava preparando per rispedirli a casa. Ora toccava a lei: doveva tenere occupato il vampiro per impedirgli di interrompere l’incantesimo. Dal sacchetto che portava legato agli short estrasse tre piccole sfere argentate e, puntandogli contro un dito mormorò.
-Moi!**-
Subito le tre sfere iniziarono a mutare, trasformandosi in piccoli topolini grigi che poi mandò verso il vampiro. Lei invece restò lì, osservando la scena dal suo nascondiglio e attendendo il momento più adatto per attaccare. Vide i topolini avvicinarsi lungo il marciapiede, catturando l’attenzione dell’argenteo solo per qualche secondo… si vedeva che era agitato e nervoso. Ai suoi topolini donò solo un’occhiata veloce per poi ricominciare a cercare lei, non accorgendosi minimamente di un piccolissimo dettaglio… se quei topi fossero stati veri non avrebbero potuto muoversi, restando bloccati nel tempo come il resto della città. Il suo piano aveva funzionato. I topi si nascosero sotto terra e, scavando delle piccole gallerie, si portarono sotto il vampiro per poi esplodere con un frastuono incredibile, riuscendo a cogliere di sorpresa il vampiro. Ora toccava di nuovo a lei. Impugnò la pistola e saltò giù, nascondendosi dietro un muro da cui poteva tenere d’occhio il vampiro senza essere vista. Quando il fumo dell’esplosione si dissolse ciò che vide non le piacque affatto.
-Dannazione! Così non va per niente bene…-
L’esplosione aveva creato meno danni di quanti sperasse e il vampiro aveva solo qualche lieve bruciatura sul viso e sulle braccia, ma nulla di più. Anche i vestiti sembravano aver resistito abbastanza bene e, come prova dell’esplosione di cui era appena stato vittima, c’era solo qualche bruciatura e strappo qua e là. Tuttavia riuscì a non farsi scoraggiare e, dalla posizione nascosta in cui si trovava gli puntò contro la pistola, prendendo bene la mira e sparò un colpo che avrebbe dovuto ucciderlo o, per lo meno, ferirlo gravemente. Il vampiro però riuscì a sentire il colpo in arrivo e scattò di lato riuscendo ad evitare, in parte, il proiettile. Questo, infatti, riuscì a colpirlo ad un braccio causandogli una ferita piuttosto profonda. Il colpo, però, aveva avuto anche un riscontro negativo per la mezz’elfa che, in quel modo, aveva segnalato la propria posizione al nemico. Saltò sul tetto di un’altra casa e si nascose di nuovo, quella situazione iniziava a darle fastidio, non le piaceva nascondersi in continuazione ma aveva bisogno di tempo per riflettere. Il problema era che non avendo funzionato nemmeno le sue mini-bombe aveva finito le idee! Avrebbe potuto provare con il corpo a corpo ora che ci pensava, non lo avrebbe sicuramente fatto fuori ma poteva almeno sperare di sfiancarlo quel tanto che bastava per dargli poi il colpo finale con la sua fidata pistola.
Scattò quindi in avanti tentando di colpirlo allo stomaco con un pugno ma Riku fu più rapido e, afferrandole prima un polso e poi l’altro tentò di tenerla ferma per colpirla ad un fianco con un calcio. Maya riuscì però ad evitarlo saltando e colpendolo allo sterno con un calcio ben assestato. Il colpo fu utile alla mezz’elfa per liberarsi ma non causò il minimo graffio al nemico che barcollò appena dopo il colpo ricevuto. Cercando di essere il più veloce possibile si portò alle spalle del vampiro per poi tentare di colpirlo con una gomitata diretta alla spina dorsale ma, anche questa volta, il colpo venne bloccato da Riku che, ruotando su sé stesso con un movimento fluido e incredibilmente veloce, aveva afferrato il polso della ragazza per poi colpirla allo stomaco con un calcio ben assestato. Il colpo la fece finire contro un muro che, dopo l’impatto, si riempì di piccole crepe. Nonostante l’attacco fosse stato abbastanza forte Maya riuscì a rimanere cosciente e dopo essersi rialzata prese un’altra piccola sfera rossa dal sacchetto che portava legato agli short e la lanciò contro l’argenteo. Quest’ultimo saltò all’indietro per evitare di essere colpito ma non servì a nulla; non appena la sfera toccò terra infatti esplose liberando un’enorme quantità di fumo nero che avvolse il vampiro e la mezz’elfa oscurando la visuale del primo e permettendo alla seconda di trovare un nuovo nascondiglio.
 
Ora non sapeva davvero più cosa fare! Calci e pugni -ammesso che lo colpissero- non gli facevano il minimo effetto e non poteva usare in continuazione la pistola perché non aveva molti colpi, ne aveva già sparati due perciò le restava un proiettile. La pistola, infatti, aveva due piccoli condotti interni che affiancavano la canna dell’arma. Da essi, ad ogni sparo, veniva rilasciata della polvere -simile a quella che Cloe si portava sempre appresso- in grado di incrementare la velocità e la forza del colpo. Questo piccolo meccanismo però appesantiva l’arma e costringeva Maya ad usare un tamburo più piccolo che le permetteva di avere solo tre proiettili a disposizione, il che non era mai stato un problema fino a quel momento vista la sua precisione… Doveva mettere a punto una strategia, e in fretta.
-Serve una mano? Mi sembrava di averti detto di sbrigarti ad eliminarlo- Cloe, finito il suo lavoro, era tornata dall’amica ma l’aveva trovata più preoccupata di quanto si aspettasse.
-È un osso incredibilmente duro. Nessuno dei miei attacchi lo ha ferito gravemente e le bombe gli hanno solo provocato qualche bruciatura ma, la cosa peggiore, è che non ha mai fatto sul serio, si limita ad evitare i miei attacchi e quando attacca non sembra intenzionato ad uccidere, anzi, sembra che si sia solo divertendo un po’ e questo, se devo essere sincera, mi preoccupa-
-Che ne dici di provare un’azione combinata? Basta solo creare un diversivo e aspettare il momento più adatto per attaccare, potremmo tentare.
-Ok allora, in fin dei conti mi sa che non abbiamo altra scelta-
 
Dopo che la bomba fumogena gli aveva oscurato la visuale, Riku aveva chiuso gli occhi cercando di percepire ogni eventuale attacco grazie all’udito leggermente più sviluppato, ma, contro ogni sua aspettativa, non si percepiva il minimo rumore. Poi, all’improvviso, un lievissimo spostamento d’aria alle sue spalle lo fece voltare, con uno scatto riuscì a saltare evitando due enormi draghi blu che lo avevano attaccato spuntando dal fumo all’improvviso. Però avevano qualcosa di strano, non erano normali draghi ma… sembravano fatti quasi di polvere. Tuttavia, prima di riuscire a cogliere qualsiasi altro dettaglio, i due draghi scomparvero nascondendosi nel fumo che sembrava non voler sparire. Riku iniziava ad innervosirsi: cos’erano quei cosi e di cosa erano fatti realmente? Da dove sbucavano fuori? Inoltre aveva notato che non facevano il minimo rumore e questo sarebbe potuto diventare un problema, doveva assolutamente concentrarsi per riuscire a percepire anche il minimo spostamento d’aria. Chiuse di nuovo gli occhi aguzzando l’udito ma in quel fumo denso non si percepiva nessun rumore ne il minimo spostamento d’aria finché, anche se solo per una frazione di secondo, lo percepì: un piccolo movimento di fronte a sé. Con uno scatto saltò agilmente mentre il corpo azzurro e affusolato della creatura fendette il terreno nel punto esatto in cui prima si trovavano i suoi piedi. Tuttavia c’era ancora qualcosa che non quadrava… lì c’era un drago, si, ma… l’altro dove diavolo era??? Non appena quel pensiero gli attraversò la mente un ruggito alla sua sinistra attirò la sua attenzione ma non ebbe il tempo di voltarsi che una fitta di dolore gli attraversò il fianco. Abbassò gli occhi notando che il secondo dragone, comparso all’improvviso dalla coltre di fumo, gli aveva azzannato un fianco da cui ora fuoriusciva caldo liquido scarlatto.
Però, prima di riuscire ad elaborare un piano per liberarsi, l’altro drago si voltò azzannandogli la caviglia destra. Lo avevano immobilizzato! Doveva pensare in fretta e trovare una via di fuga a quella situazione scomoda e controproducente. Iniziò a colpire con le unghie la testa del dragone che gli azzannava il fianco ottenendo solo un fastidioso stridio in cambio. Un basso ringhio di rabbia e dolore gli sfuggi dalle labbra sentendo la presa del dragone aumentare sul fianco mentre iniziava a perdere sensibilità al piede preda dell’altra creatura. Ricapitolando era bloccato a mezz’aria con due bestiacce che sembravano volerlo divorare da un momento all’altro e un fianco e un piede fuori uso, avvolto da quell’opprimente coltre di fumo che gli limitava la vista e senza la più pallida idea di dove si nascondessero le sue vere nemiche.
Iniziò a dimenarsi e cercò di colpire con il piede libero il muso del drago che gli bloccava la caviglia ma fu tutto inutile e i movimenti bruschi servirono solo ad accentuare le scariche di dolore che dai punti feriti si irradiavano in tutto il corpo.
-Devo liberarmi o sarò nei guai- una voce alla sua destra però gli fece capire che ormai era troppo tardi.
-Puoi dirlo forte!- l’urlo di Maya fu la prima cosa che senti ma subito dopo la sua attenzione fu catalizzata da un dolore bruciante allo sterno e prima che se ne potesse rendere conto si ritrovò contro un muro, libero dalla presa dei dragoni ma talmente dolorante da non riuscire a rialzarsi. Davanti a sé, la ragazza lo fissava mantenendo alta la guardia mentre il fumo alle sue spalle iniziava finalmente a disperdersi. Grazie all’aiuto di Cloe era riuscita ad infliggere qualche danno consistente al nemico ma sapeva che gli sarebbero bastati pochi secondi per riuscire a riprendersi.
Come se avesse voluto confermare la veridicità dei pensieri della mezz’elfa, il vampiro riuscì, anche se a fatica, a rialzarsi. Il fiato corto e le unghie artigliate alla parete erano un chiaro segno di fatica ma anche un evidente miglioramento visto che solo fino a qualche secondo prima non era stato in grado di muovere neppure un muscolo… tuttavia l’ultima cosa che voleva Maya era una totale ripresa del nemico, così decise di attaccarlo mentre era ancora affannato e dolorante. Si lanciò in avanti caricando il braccio destro per colpirlo con un pugno e, mentre il colpo si avvicinava al volto del vampiro una fievole luce blu avvolse l’intero arto che, colpendo il vampiro, riuscì a scaraventarlo lontano, sollevando un fastidioso polverone. Quando questo si dissolse, Maya non riuscì ad impedire ad un brivido di paura di attraversarle la spina dorsale.
-Cos’è quello?- le chiese Cloe dopo averla affiancata, sul viso la stessa espressione stravolta dell’altra e una mano inconsciamente portata all’elsa del piccolo pugnale d’argento.
Di fronte a loro la figura di Riku era avvolta da un’aura nera dalle sfumature violacee, attraverso gli strappi sui vestiti le due riuscivano a vedere i tagli e le ferite rimarginarsi con una rapidità incredibile mentre le unghie delle mani si allungarono in quelli che sembravano affilatissimi artigli. Ma, la cosa più terrificante, era il volto: gli occhi verdi brillavano di fredda malvagità, alcuni ciuffi argentei gli ricadevano sul viso coprendo in parte la guancia sinistra su cui si intravedeva un profondo taglio da cui usciva caldo liquido scarlatto e un basso ringhio vibrava tra i denti digrignati mentre i canini affilati si allungavano a vista d’occhio. Bastarono solo un paio di secondi prima che le ferite, compresa quella sul viso, sparissero del tutto. Una volta curatosi si rialzò senza più la minima difficoltà, allungo il braccio destro verso l’esterno e l’aura nera che lo circondava prese ad allungarsi e modellarsi sotto la mano tesa fino a raggiungere la forma elegante ed affilata di una lunga katana. Fu un attimo. Impugnata la sua nuova arma si lanciò contro le due ragazze tentando di colpirle con un potente fendente laterale ma, benché la velocità del nemico fosse aumentata a dismisura, Maya e Cloe riuscirono ad evitare il colpo saltando ai due lati della strada per poi saltare nuovamente e sparire alla vista del vampiro.
 
Dannazione! Erano maledettamente nei guai!  E tutto per quella stupida impulsiva di Maya! Avrebbe tanto voluto ucciderla in certi casi, salvo poi ricordarsi che la sua pistola anti-vampiro era un’arma estremamente utile in combattimento e che la sua collega era l’unica in grado di usarla.
-Ma come! Io sono la tua migliore amica, non puoi fare così!- Bene! Aveva attivato la comunicazione telepatica! Almeno una cosa buona dopo tutto quel casino l’aveva fatta.
-Smettila di dire scemenze e ascolta! Sei ferita?- chiese.
-No, sto bene. Tu?-
-Anch’io, anche se ho evitato quella katana per un soffio… senti, dobbiamo sbrigarci e trovare un modo veloce per eliminarlo-
-Si, lo so, ma già era terribilmente veloce prima di essere avvolto da quell’aura nera e colpirlo fin’ora è stato difficilissimo, senza contare che per causargli anche solo un taglio abbiamo dovuto unire i miei colpi alla tua magia e temo che non otterremo alcun risultato riprovando con questa tattica-
-Mh mh, ci avevo pensato anch’io ma è l’unica soluzione che abbiamo, dobbiamo almeno tentare. Ascolta, quanti proiettili ti sono rimasti?-
-Solo uno-
-E se provassimo a bloccarlo nuovamente con i dragoni? Prima ha funzionato-
-Si ma prima c’era la mia bomba fumogena ad annullare suoni e odori e permettendoci l’effetto sorpresa e, anche se riuscissimo ad immobilizzarlo, penso che non ci metterebbe molto a liberarsi vista la sua nuova forza-
-Aaaahhhh, è inutile! Non riesco a pensare a nulla di utile sotto pressione!- quella situazione era dannatamente frustrante!
-Uhm… allora perché non provi, che so, ad immaginare di essere al centro di una radura, circondata dagli alberi e nella tranquillità più totale?-
-Già peccato che non mi sarebbe di alcun aiuto visto che, se non te ne sei accorta, siamo nel bel mezzo di un combattimento e distrarmi con futili illusioni non mi sem…-
-Ma certo! Cloe sei un genio!- la interruppe Maya.
-Si lo so, ma cosa stai farneticando adesso?-
-Ascolta, tu utilizzi i draghi e lo distrai, non devi necessariamente bloccarlo basta solo che lo attaccano continuamente, intanto io mi tengo pronta e non appena sarà completamente assorbito dal combattimento…-
 
Ma cosa diavolo pensavano quelle due? Di star giocando a nascondino?! Era assurdo! Ogni volta che le perdeva di vista quelle scomparivano per poi ripartire all’attacco con piani che, fino ad allora, lo avevano messo in difficoltà… fino ad allora. Ma questa volta sarebbe stato diverso e si sarebbe liberato di quel fastidioso ostacolo. Un movimento rapido alle sue spalle lo fece voltare ma tutto ciò che vide fu la strada deserta che si allungava dinnanzi a lui. Poi lo sentì, un ringhio basso e minaccioso su di lui. Alzò lo sguardo di scatto trovandosi una fila di denti affilati come rasoi a pochi centimetri dal naso. Si allontanò con un balzo senza però distogliere l’attenzione dalla creatura che aveva di fronte. Uno dei dragoni contro cui aveva combattuto una ventina di minuti prima era, ora, davanti a lui e mentre le unghie erano saldamente ancorate al muro dove si trovava, il corpo, lungo e sottile come quello di un serpente, si muoveva appena con movimenti lenti e sinuosi come mosso da un vento inesistente, gli occhi, neri come la notte, erano ridotti a due fessure mentre i denti incredibilmente bianchi erano serrati in una morsa ferrea da cui uscivano ringhi bassi e minacciosi. Poi una forte luce azzurra iniziò ad irradiarsi attraverso i denti della creatura prima che questa spalancasse le fauci creando una fortissima e insolita fiammata dalle sfumature blu. Riku riuscì ad evitarla con un altro balzo ma, senza preavviso, andò a sbattere contro qualcosa alle sue spalle. Girando la testa scoprì che un altro drago si era posizionato dietro di lui impedendogli di saltare oltre. Questo stava per attaccare quando il vampiro tentò di ferirlo per primo: infatti l’argenteo, spostandosi qualche passo avanti e girandosi aveva tentato un fendente con la katana, questo però non aveva sortito l’effetto sperato perché il drago con movimenti veloci si era avvolto intorno all’arma portando il muso davanti al viso del vampiro per poi tentare di arrostirlo con una fiammata da distanza ravvicinata. Riku però fu più veloce e, capite le intenzioni della creatura, si spostò di lato senza però lasciare la presa sulla propria arma, poi si avventò sul collo del drago tentando di affondarvi le unghie della mano libera ma tutto ciò che riuscì a fare fu graffiare superficialmente le squame blu che al colpo produssero un fastidiosissimo stridio metallico e che si rimarginò nella frazione di un secondo. Il vampiro, estremamente irritato da quelle creature, impugnò saldamente l’elsa della sua katana e chiuse gli occhi cercando di concentrarsi. Passò solo qualche secondo prima che l’aura nera che avvolgeva lui e la spada iniziasse ad allungarsi e diramarsi in nere spire che andarono ad avvolgersi attorno al corpo del drago, ancora attaccato alla katana, catturandolo in una morsa ferrea. La presa, poi, iniziò a farsi sempre più stretta e soffocante finché, con un ruggito, il drago non esplose trasformandosi in quella che sembrava polvere blu elettrico. A quella vista un ghigno vittorioso si allargò sulle labbra del vampiro che poi si girò verso l’altro drago pronto a riservargli lo stesso trattamento ma un rumore alle sue spalle lo costrinse a voltarsi nuovamente dopo il primo passo: la sabbia fluttuava ora a mezz’aria ricompattandosi e modellandosi fino a formare la figura sottile e sinuosa del drago appena sconfitto. Poi, la polvere iniziò a brillare partendo dalla coda e risalendo lungo tutto il corpo affusolato della creatura fino a raggiungere gli occhi che sembrarono riprendere vita mentre le fauci si spalancavano in un ruggito agghiacciante che segnò l’inizio di quello scontro i cui partecipanti erano creature apparentemente invincibili.
 
Maya se ne stava immobile. Seduta a gambe incrociate su quel piccolo balcone e nascosta da un parasole dimenticato aperto tentava di accumulare tutta la concentrazione di cui era capace mentre la mente era completamente concentrata sui pensieri del vampiro che combatteva per strada. Doveva ammettere però che era in gamba. Non solo riusciva a tener testa ai dragoni ma tentava anche di individuare la loro posizione con occhiate veloci tutt’intorno e questo non andava bene. Se volevano che il loro piano funzionasse doveva essere completamente preso dal combattimento altrimenti si sarebbe potuto accorgere di lei e a quel punto sarebbe saltato tutto. Così decise di avvisare Cloe: ci avrebbe pensato lei a prendere provvedimenti.
-Cloe! Mi senti? Devi tenerlo più occupato altrimenti si accorgerà di me- le disse mentalmente.
-Continua a distrarsi?-
-Si, mentre combatte continua a guardarsi intorno per cercare di capire dove siamo-
-Ok, allora ci penso io-
-Bene-
Cloe prese il libro e restando in ginocchio lo posizionò sulle mani pronta a cercare qualcosa che aiutasse a portare a termine il loro piano e, pensandoci, non era nemmeno così complicata come cosa. Il vampiro al momento stava combattendo con due dei suoi “cuccioli” e la cosa lo teneva già abbastanza occupato perciò a lei non restava altro da fare se non evocare qualche altro draghetto. Come sempre chiuse gli occhi posando la mano destra a qualche centimetro dalla copertina per poi allontanarla con uno scatto distendendo il braccio e facendo aprire il libro. Le pagine si muovevano rapide finché Cloe non aprì gli occhi e, mentre il solito lampo dorato le attraversava le iridi un sussurro uscì dalle sue labbra.
-Ethgrì du Skulblakas***-
In quello stesso istante davanti a Riku comparvero altri cinque draghi che, come i primi due, iniziarono ad attaccare senza sosta il nemico costringendolo a concentrarsi unicamente sullo scontro.
-Ottimo lavoro, Cloe!- esultò mentalmente Maya.
-Grazie, ora tocca a te- le disse nuovamente.
 
Era vero. Ora era tutto nelle sue mani. Ricominciò a concentrarsi cercando uno spiraglio tra i pensieri caotici del vampiro per riuscire ad entrare completamente nella sua mente senza essere scoperta. L’occasione giusta arrivò quando uno dei dragoni di Cloe comparve alle spalle del vampiro facendolo sobbalzare. In quel preciso istante il flusso dei pensieri del nemico si bloccò per una frazione di secondo sostituito dalla sorpresa e fu in quel momento che Maya si intrufolò completamente nella mente di Riku. Il vampiro non si era accorto di nulla come desideravano e ora continuava a combattere mentre la mezz’elfa osservava il combattimento con gli occhi dell’argenteo. Ma non poteva perdere tempo, doveva sbrigarsi o si sarebbe sentita male… era uno degli effetti collaterali del suo dono. Poteva comunicare con la mente delle persone grazie a quella che gli umani chiamava telepatia senza stancarsi ma quando si trattava di entrare nella mente di qualcuno all’insaputa di questo le cose diventavano più difficili, la concentrazione necessaria era maggiore e le poche volte che ci aveva provato poi era stata male, ma questa volta non sarebbe successo. Aveva una missione da portare a termine!
Con rinnovata decisione iniziò a pensare intensamente agli altri Guardian e, come con uno specchio, i suoi pensieri passarono alla mente di Riku che vide i dragoni trasformarsi in Guardian armati fino ai denti che lo tenevano sotto tiro con le loro armi: pistole, spade, frecce; erano tutte puntate contro di lui… era circondato! Tentò di saltare ma le sue gambe non risposero agli impulsi mandati dal cervello costringendolo all’immobilità, era come se una fortissima pressione gli impedisse ogni azione. Un ringhio basso uscì dalle sue labbra cercando di intimorire i nemici che però non fecero una piega restando immobili. Cercò nuovamente di muoversi tentando di sollevare il braccio che impugnava la katana ma quella strana pressione non sembrava volerlo lasciare. Ignorando i Guardian che lo circondavano decise di concentrarsi su quell’unico arto nella speranza di riuscire a muoverlo finché non sentì la presa che lo costringeva all’immobilità allentarsi permettendo al braccio di sollevarsi di un paio di centimetri. Ci riprovò ma la pressione si fece nuovamente forte riportando il braccio alla sua posizione iniziale per poi farsi più pressante su tutto il corpo: era come essere schiacciati da un masso ma, il masso, più che schiacciarlo, sembrava inglobarlo e comprimerlo con forza impedendogli i movimenti e facendogli mancare il respiro. Iniziò a vedere tutto sfocato mentre sentiva le forze abbandonarlo e le palpebre farsi tremendamente pesanti.
-Cloe… ora!- disse una voce affannosa nella sua mente e, prima che tutto si oscurasse, vide una figura farsi largo tra la folla di Guardian  avvicinarsi.
-Brisingr Malthinae!****-
 
-Brisingr Malthinae!-
Dei lacci di fuoco uscirono dalle pagine del libro per poi andare a legare i polsi e le caviglie del vampiro ormai privo di sensi e sollevarlo a mezz’aria. Passò qualche secondo durante il quale Cloe vide la katana diventare nuovamente nera e ricongiungersi a quella specie di corazza protettiva che ricopriva Riku e che non accennava a sparire poi un respiro affannoso alle sue spalle la fece voltare.
-Tutto bene?- chiese a Maya notando che aveva un colorito decisamente pallido e si sorreggeva con le mani alle ginocchia.
-Si, tranquilla, tra un po’ mi riprendo. Il vampiro?-
-E tutto ok. L’ho immobilizzato. Ora dobbiamo dargli il colpo finale, sei pronta?- Maya semplicemente annuì rialzandosi e facendo un respiro profondo per riprendere fiato. Si posizionarono di fronte al vampiro e la mezz’elfa gli puntò la pistola al petto.
-Devi fare l’incantesimo nell’esatto istante in cui il proiettile esce dalla canna della pistola altrimenti non funzionerà- disse con voce seria a Cloe che annuì in risposta.
-Bene.-
- 3...- iniziò a contare Cloe.
-…2...- continuò Maya.
-…1...- dovevano essere perfettamente sincronizzate
-… Ora!- l’urlo venne coperto da un fortissimo sparo e, mentre l’ultimo colpo usciva dalla canna della pistola potenziato dalla polvere contenuta in essa Cloe pronunciò il suo incantesimo facendo illuminare il proiettile di una luce scarlatta. Una frazione di secondo passò prima che il proiettile si infrangesse contro il petto del vampiro con un’esplosione. Cloe e Maya crollarono in ginocchio sull’asfalto senza più forze dopo quella lotta che sembrava essere durata settimane invece che solo poche ore ma, alla fine, l’importante è che avevano vinto.
-È finita? - si ritrovò a chiedere la mezz’elfa.
-Si, finalmente. Ora torniamo a casa.- le rispose Cloe sollevandosi e porgendo una mano all’amica per aiutarla.
-Certo che sto proprio messa male- sorrise Maya notando i lividi, i graffi e le bruciature che le riempivano le braccia.
-Ehi, com’è che tu invece non hai nemmeno un graffio?- chiese poi notando l’altra in perfetta forma.
-Bhè perché io mi curavo immediatamente. Non preoccuparti, appena arriviamo a casa curo anche te… dopo aver mangiato le crepes alla Nutella però- disse ridendo.
-Non starete correndo un po’ troppo ragazzine?- chiese una voce glaciale alle loro spalle. Le due si voltarono di scatto sbarrando gli occhi quando notarono il vampiro che le osservava con un ghigno sulle labbra.
-Tu avresti dovuto morire, dannazione!- gli urlò contro Maya.
-Vero, ma per vostra sfortuna la mia barriera oscura è estremamente resistente e il vostro piccolo attacco l’ha solo lievemente incrinata. Certo devo ammettere che il vostro piano è stato ingegnoso senza dubbio e quel proiettile avrebbe potuto uccidermi se non avessi avuto la corazza. Ma, ormai, è inutile piangere sul latte versato visto che non vedrete nemmeno l’alba di domani- disse Riku per poi correre verso le due ricreando la sua fidata katana e tentando di colpirle con un affondo. Le ragazze, essendo ormai senza forze, poterono solo tentare di evitare il colpo lanciandosi in direzioni diverse ma, mentre Cloe riuscì a portarsi abbastanza lontano dalla spada del nemico, Maya sfiancata anche dal collegamento mentale col vampiro, non riuscì a scansarsi in tempo venendo colpita al fianco dalla katana. Sentendo la lama bruciare a contatto con la pelle un lamento di dolore le uscì dalle labbra. Il vampiro, soddisfatto di essere riuscito a ferire una delle due Guardian, sollevò la spada per colpire nuovamente la mezz’elfa ma Cloe, che non aveva nessuna intenzione di restare con le mani in mano, evocò uno dei suoi dragoni mandandolo all’assalto del vampiro che fu costretto ad allontanarsi da Maya per evitare il colpo del drago che ora lo attaccava senza sosta. Cloe, invece, si avvicinò di corsa alla compagna che respirava sempre più velocemente in cerca d’aria. Una volta che le fu vicino si inginocchiò, posando una mano a pochi centimetri dalla ferita e iniziò a guarirla. Lentamente il bruciore si attenuò e la mezz’elfa senza più un briciolo d’energia perse i sensi. Cloe, dopo aver lanciato un ultima occhiata al vampiro prese l’amica tra le braccia e teletrasportò entrambe lontano da quel posto e da quel terribile vampiro. Loro avevano tentato il possibile, ma avevano fallito. Ora l’unica cosa che potevano fare era pregare per il giovane unicorno e sperare che riuscisse a sconfiggere quell’orribile creatura assetata di sangue e potere.
 
Glossario:
*Waise heill!: Guarisci!
**Moi!: Cambia!
***Ethgrì du Skulblakas: Invoca i Draghi.
****Brisingr Malthinae!: Fuoco lega!


Note dell’Autrice^^: Allora, cosa ve ne pare? Se avete commenti o critiche da fare sulla parte della lotta non esitate perché di certo non mi offendo, ho capito di essere negata per questo genere xD
A parte questo finalmente si è scoperto un po’ di più su Maya e Cloe e a quanto pare Riku è davvero più forte di quanto si pensi… a dir la verità penso che la storia mi stia DECISAMENTE sfuggendo di mano, voglio dire, quando ho iniziato la storia avevo solo una vaga idea di come sarebbe stato il finale ma ormai la trama nella mia mente stà prendendo pieghe troppo… esagerate, ecco. Comunque, si vedrà…
Inoltre non penso che sia questo il penultimo capitolo, probabilmente ce ne saranno altri due, altrimenti rischio di fare un capitolo lunghissimo (già questo è il doppio di tutti gli altri u.u), pesante e troppo pieno di informazioni.
Bhà, si vedrà. Passando alle recensioni vi ringrazio tantissimo, mi rendete felicissima ogni volta *-*
 
Ka93: Ciao, mi dispiace averti fatto aspettare tanto, sia la scorsa volta che questa, ma i capitoli diventano sempre più difficili e tra scuola, shot e concorsi sto per impazzire xD
Come vedi è stato svelato qualcosa in più sulle due ragazze e ho intenzione di svelare tutto quanto nel prossimo capitolo. Sora si è ripreso anche se non è stato esattamente merito di Kairi, ma l’importante è che stia bene =) Per quanto riguarda Riku… bhè, non sembra avere nessuna intenzione di arrendersi ed è diventato pure più forte perciò continua a seguirmi per questi ultimi capitoli (come hai potuto notare questo non sarà l’ultimo ma siamo davvero molto vicini alla fine ^^). Ci sentiamo al prossimo aggiornamento. Un bacio, Ayumu-chan ^^
 
Lion of Darkness: Ciao ^^, eh già ormai hai trovato pairing praticamente in ogni capitolo, si potrebbe fare una storia a parte solo parlando di quelli xD però in questo capitolo io non ne ho natati, se ne trovi qualcuno tu lo aggiungiamo alla lista e chissà che poi una breve Raccolta di Flashfic non ne esca fuori xD Mi dispiace per l’attesa dello scorso capitolo ma sono felicissima che ti sia piaciuto. Questo, nonostante il ritardo, è quasi il doppio e spero ti piaccia visto che è stracolmo di combattimenti (per quanto si possano definire tali quelle descrizioni senza capo ne coda =.=). Ci sentiamo, quindi, al prossimo aggiornamento. Un bacio, Ayumu-chan ^^
 
Annabeth_Chase: Ciao, non preoccuparti per il ritardo, io per prima sono una ritardataria cronica xD.
Sono contenta che lo scorso cap ti sia piaciuto e spero che ti piaccia anche questo.
Per i nomi è stata un’Odissea xD In pratica, siccome le due guerriere sono create sul modello di due mie amiche ho consultato loro per i nomi ma quelli che piacevano a loro non piacevano a me e viceversa e solo dopo 3 giorni abbiamo trovato qualcosa che andasse bene per tutte e 3. In ogni caso, spero commenterai anche questo capitolo e continua a seguirmi ;). Un bacio, Ayumu-chan ^^


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Capitolo 7
*** Capitolo 6 (Prima parte) ***


Salve gente! Dopo quasi... ehm... 5 mesi, sono tornata con il 6° cap della storia. Spero solo che ci sia ancora qualcuno che la segue questa storia... ehm... questa volta vi risparmio lo sproloquio sulle innumerevoli scuse perchè non ce ne sono. Semplicemente non avevo molta voglia o ispirazione. Bon, vi lascio al capitolo, e ci risentiamo alla fine. Ah! Un'ultimissima cosa! Il cap è diviso in due, penso che leggerlo tutto in una volta sarebbe stato pesante perciò ho fatto così ma posso dire già da ora che la seconda parte è già tutta scritta perciò non ci mettero 5 mesi per farvi sapere come procede ;)

Capitolo 6 (Prima parte)-


 

Il piccolo parco dietro la scuola era estremamente silenzioso, l’unico rumore udibile era il fruscio del vento tra le foglie mentre la luna, con i suoi raggi d’argento, diffondeva un’atmosfera magica e irreale. La piccola fontana che di giorno zampillava allegramente verso il cielo, ora era spenta e contribuiva a mantenere la calma e la serenità che faceva da padrona al calar della sera.
Ad un tratto, però, una piccola luce si accese a mezz’aria a pochi passi dalla fontana. Era di un azzurro chiaro venato da sfumature d’argento conferite dalla luna. Quella strana luce aveva all’incirca la grandezza di una noce ma la superficie appariva talmente liscia da sembrare una grossa goccia d’acqua. Subito dopo la prima iniziarono a spuntarne altre, più piccole ma di uguale luminosità. Sembravano risplendere di luce propria ed erano tutte circondate da un lieve alone azzurrino. Dopo che ne furono comparse una decina iniziarono ad avvicinarsi alla prima per poi venirne inglobate mentre altre piccole gocce luminose prendevano il loro posto per poi finire inglobate dalla sfera “madre” che si ingrandiva a vista d’occhio. Dopo una manciata di secondi le piccole sfere smisero di comparire e ciò che rimase fu un’enorme bolla che, brillando di luce propria, fluttuava a qualche centimetro da terra illuminando la fontana e gli alberi tutt’intorno. Dopo qualche attimo di stasi la bolla iniziò a brillare più intensamente e un’accecante luce bianca la avvolse poi, in un istante, la bolla esplose senza neppure un suono. Due ragazzi si ritrovarono seduti sull’erba fresca di rugiada mentre luminosi granelli di polvere azzurra si posavano tutt’attorno a loro.
Si guardarono intorno per qualche istante, spaesati dal buio che li aveva circondati e dall’incredibile silenzio che li circondava, tanto diverso dai rumori del combattimento a cui stavano assistendo solo qualche minuto prima.
Il primo a parlare fu Sora, che non aveva la più pallida idea di dove fossero finiti.
-Dove siamo?-
-Penso che ci troviamo nel parco dietro la scuola- gli rispose la ragazza, continuando a guardarsi intorno.
-Quello di cui mi avevate parlato a pranzo il primo giorno?- Faceva uno strano effetto, con tutto ciò che gli era successo, che fossero passati solo un paio di giorni da quando si erano conosciuti.
-Mh mh… Ehi ma tu come facevi a conoscerlo se te ne abbiamo solo parlato a grandi linee?- il ragazzo scrollò le spalle.
-Ho focalizzato la tua immagine pensando di andare dove saresti andata tu, non conosco un granché della città visto che mi sono trasferito da poco e non avevamo tempo per metterci d’accordo prima di partire.- poi si alzò e dopo essersi ripulito i pantaloni dai residui di polverina azzurra tese una mano verso Kairi. -È tardi, che ne dici di tornare a casa?- chiese sorridendo gentile.
La ragazza accettò l’aiuto e si alzò ma prima che l’altro potesse voltarsi ed andarsene gli strinse la mano fermandolo con un “Aspetta” appena accennato.
Quando il brunetto si voltò, fissandola con sguardo interrogativo , lei abbassò lo sguardo e con voce flebile disse semplicemente.
-Mi devi delle spiegazioni-
A quelle parole Sora si voltò del tutto guardandola con occhi seri, poi sospirò.
-Hai ragione. È giusto che sappia cos’è successo… che ne dici di passeggiare un po’ mentre parliamo?- quando la ragazza annuì iniziarono a camminare.
Per qualche minuto nessuno disse niente: Sora pensava alle parole da usare per spiegare al meglio la situazione senza sembrare pazzo e Kairi, non volendo mettergli fretta, ripensava a ciò che era successo da quando quel misterioso ragazzo era arrivato in città.
A riscuoterla dai suoi pensieri fu la voce del castano.
-Sai, nel posto dove abitavo prima c’è un bellissimo bosco. Si trova proprio alle spalle della casetta dove abitavo.- mentre parlava aveva lo sguardo fisso davanti a se, perso tra i ricordi
-I miei genitori mi ci portavano spesso: lo esploravamo, andavamo a caccia di funghi…- disse mentre il sorriso sul suo volto si allargava - e poi, trovavo sempre qualche amico con cui giocare. Quel posto… non è… ordinario. È un luogo impossibile da descrivere e sembra emanare energia positiva da ogni albero. È…-
- Magico- finì al suo posto Kairi.
Allo sguardo sorpreso di Sora rispose con un sorriso malinconico.
-Quando ero piccola i miei genitori mi portarono in vacanza ad Kushiro e, un giorno, decidemmo di fare un pic-nic. Ci fermammo vicino ad un bosco e mentre giocavo finì per addentrarmi troppo nel bosco e mi persi. Ero spaventata e gli alberi mi facevano paura anche se l’atmosfera che vi regnava era estremamente tranquilla. Iniziai a piangere chiamando mamma e papà finché, vicino ad un cespuglio, non vidi una piccola luce. Mi avvicinai incuriosita e notai che non era una luce ma una piccola fatina. Mi toccò la fronte e ricordo che mi calmai immediatamente, smettendo di piangere. Poi, non appena ricominciai a guardarmi intorno, vidi migliaia di altri puntini luminosi sbucare dagli alberi e dai cespugli. Tutte le fate iniziarono a girarmi intorno facendomi ridere e mi aiutarono a tornare dai miei genitori indicandomi la strada di casa. Quando gli raccontai cos’era successo loro ci scherzarono su, dicendo che avevo tanta fantasia e così non l’ho più detto a nessuno, però continuo a vederle. Continuo a vedere fate, folletti e altre cose che gli altri non vedono.
Tu sei il primo a cui l’ho detto.- disse fermandosi e facendo incontrare i loro sguardi. Si aspettava che Sora distogliesse lo sguardo ma il ragazzo non lo fece, continuò a fissarla con occhi penetranti che sembravano volerle scrutare l’anima.
-Ti ha reso triste?- chiese poi il ragazzo con voce bassa.
-Cosa?-
-Il non essere creduta dai tuoi genitori. Ti ha reso molto triste?- ripeté.
-Bhè, inizialmente si- rispose distogliendo lo sguardo e ricominciando a camminare -ma, crescendo, mi sono resa conto che a certe cose è possibile credere solo vedendole di persona. Non li incolpo di non avermi creduta, li capisco.-
Continuarono a camminare in silenzio per un po’ finché a parlare non fu nuovamente Sora.
-Cosa vuoi chiedermi?-
-Come?-
-So che vuoi farmi una domanda. Cos’è?-
-È così evidente?- chiese la ragazza mettendo il broncio.
-Abbastanza, si- rispose sorridendo l’altro.
-Tu non sei umano vero?- chiese Kairi tornando seria. A quella domanda Sora non potè fare a meno di irrigidirsi.
-So che è così- continuò Kairi -ho capito che in te c’era qualcosa di particolare dal primo giorno in cui ti sei seduto al mio fianco. Non sto dicendo che hai qualcosa che non va, anzi… ma, quando mi stai vicino, sento lo stesso profumo che sentì da bambina quando mi persi nel bosco. È un profumo impossibile da descrivere perché semplicemente non ci sono parole in grado di farlo, e l’unica cosa che posso dire è che è… magico. Ora che ci penso anche il vampiro che ci ha attaccati prima aveva addosso lo stesso profumo però su di lui era diverso. Era più forte e aveva qualcosa… qualcosa che lo rendeva malvagio. Per quanto mi riguarda il solo sentire quell’odore mi ha fatto venire i brividi.-
-Però, il fatto che io abbia addosso lo stesso odore emanato dal bosco non significa necessariamente che io non sia umano-
-Ascolta, non voglio essere insistente e se non ti va di dirmelo va bene, non c’è problema ma non trattarmi come una stupida per favore. So quello che ho visto e ti posso assicurare che non c’era nulla di umano nella luce bianca che ti avvolgeva mentre combattevi- la voce della ragazza era tranquilla e un live sorriso le addolciva i tratti del volto. Mentre pensava se dirle o no la verità, Sora non poté fare a meno di chiedersi cosa sarebbe successo dopo. Anche se erano passati solo un paio di giorni si era affezionato a quella ragazzina dai grandi e profondi occhi azzurri.
Però, a quel punto, continuare a tenerla all’oscuro di ciò che stava succedendo non era nemmeno giusto.
Fece un respiro profondo e iniziò con le spiegazioni
-Hai ragione, non sono umano… non del tutto almeno. Io…- non riuscendo a trovare le parole giuste decise che forse mostrarglielo direttamente sarebbe stato più semplice e veloce. Smise di camminare fermando di conseguenza anche Kairi e le si allontanò di qualche passo mantenendo lo sguardo rivolto al terreno. Senza dire niente chiuse gli occhi e iniziò a concentrarsi per sgombrare la mente. D’improvviso il suo corpo iniziò ad emanare una soffusa luce bianca che sembrò avvolgerlo, diventando ogni attimo più forte e luminosa. La ragazza dovette coprirsi gli occhi con una mano per evitare di restarne accecata e tornò a osservare ciò che le si parava davanti solo quando, attraverso le dita, vide quella luce scemare di intensità. Abbassò le mani lasciando gli occhi liberi di vedere cosa stesse accadendo e non poté impedire alle labbra di schiudersi lievemente per la sorpresa mentre gli occhi sgranavano. Non poteva essere vero! Doveva star sognando perché non aveva mai visto niente di più bello.
Dinnanzi a lei si ergeva uno splendido stallone bianco come la neve. La criniera e la coda sembravano fatti  da miriadi di onde d’argento che sembravano risplendere al riverbero del lieve alone luminoso che lo avvolgeva. Sulla fronte spuntava un lungo corno che, partendo dalla fronte, sembrava avvolgersi a spirale fino alla punta ma, più del crine d’argento o del particolare corno, a catturare maggiormente la sua attenzione furono le iridi cristalline e profonde come l’oceano di quella meravigliosa creatura.
Si perse in quegli occhi che la attiravano come una falena davanti ad una fiamma ma che sembravano tranquillizzarla, assicurandole che non si sarebbe mai scottata. Avanzò di un passo, sollevando la mano e protendendo il braccio verso i fili d’argento che incorniciavano morbidamente quegli splendidi occhi. Iniziò a passarvi le dita sentendone la setosità e la morbidezza mentre gli sguardi si incatenarono.
Un flebile sussurro le sfuggì per chiedere conferma dei suoi dubbi.
-Sora?-
L’unicorno non si mosse, ma dalla luce che gli animò gli occhi per un frazione di secondo Kairi poté dedurre che la risposta dovesse essere affermativa.
-Non ho ma visto niente di silmile- disse continuando ad accarezzargli la criniera con le dita e facendo vagare lo sguardo sui muscoli del corpo e quelli forti e scattanti delle zampe.
-Ti va di fare un giro?- chiese una voce nella sua mente facendola sobbalzare. Gli occhi tornarono ad incrociare quelli di Sora e la voce tornò a parlarle dolcemente.
-Scusami, avrei dovuto avvisare. Quando assumo questa forma posso comunicare solo mentalmente… ah ma se ti dà fastidio posso smettere-
-No, no non c’è problema, tranquillo, è solo che… mi hai colta di sorpresa-
-Allora ok. Comunque… che ne pensi? Ti va di andare a fare un giro?-
-Ecco… io, a dir la verità, non sono mai andata a cavallo-
Una risata lieve e dolce le risuonò in testa.
-Non è un problema, ti insegno io.-
-Uhm… O-ok-
-Vieni-
La condusse verso una roccia abbastanza alta da fornirle l’appoggio necessario a salirgli in groppa. Kairi, aiutandosi con le braccia e dandosi una piccola spinta si issò, sedendosi all’Inglese… la gonna non era l’indumento più comodo per cavalcare.
-Acchiappati pure alla criniera, non mi farai male-
La ragazza eseguì, afferrando saldamente i ciuffi argentei e sistemandosi meglio.
Quando iniziò ad andare al passo, l’unicorno poté sentire la presa di Kairi aumentare e riuscì a percepirne la tensione anche senza collegamenti mentali ma non disse nulla… era normale. Si era sempre un po’ tesi la prima volta che si saliva su un cavallo.
Come confermando i suoi pensieri la presa iniziò ad allentarsi e sentì la ragazza calmarsi dopo appena qualche passo.
-Allora, dove vuoi andare?-
-In realtà avrei bisogno di chiederti anche qualcos’altro però, effettivamente, non penso che la scuola sia il posto migliore per parlarne.-
-Io non conosco il posto perciò devi dirmi tu dove portarti.-
-Mmm… non so, non mi viene in mente nien--… Ah! Ma certo!- esclamò sorridendo -Dietro casa mia c’è un boschetto tranquillo, potremmo andare lì. Io ci vado quando ho bisogno di stare un po’ tranquilla.
-Bene, però dovresti mostrarmi il percorso. Non so dove abiti.- le fece notare lui.
-Oh, vero! Ok allora, uscendo dal cancello principale della scuola devi andare dritto per due isolati e poi…-
-Aspetta- la interruppe - ehm… non sono un gran che con le indicazioni stradali. Ecco… potresti farmi un favore? Pensa alla strada che fai rivedendone mentalmente il percorso. Seguendo le immagini proiettate dai tuoi pensieri riuscirei ad orientarmi meglio-
Così mantenne l’attenzione sui pensieri della ragazza che, dopo poco, iniziò a rievocare le immagini del percorso che faceva per tornare a casa dopo la fine delle lezioni.
Sora iniziò ad incamminarsi dopo la prima immagine, seguendo le strade che Kairi gli mostrava tramite i propri pensieri.
Quando le immagini smisero di scorrere la ragazza riaprì gli occhi notando che erano già a metà strada e che la velocità era lievemente aumentata cambiando il passo in un trotto leggero.
Ma l’unicorno iniziava a sentirsi un po’ stanco e dolorante… era stata una giornata pesante e nonostante le cure di quella Guardian la stanchezza era tornata a farsi sentire, insieme al lieve dolore causato dai colpi del vampiro.
Ormai desiderava soltanto che quella giornata finisse il più presto possibile perché non ne poteva davvero più.
Un rapido -Tieniti forte- a Kairi fu l’unico indizio prima che aumentasse ulteriormente il passo iniziando a correre per strada. Se per strada ci fosse stato qualche Guardian l’unica cosa che sarebbe stato in grado di vedere sarebbe stato il rapido passaggio di un luminoso fascio di luce bianca.
Correva, concentrandosi sulla strada da percorrere mentre Kairi, dopo aver sentito l’avviso del ragazzo,aveva aumentato la stretta sulle ciocche argentee. Tuttavia, quando l’altro era scattato in avanti, partendo al galoppo, aveva sentito un vuoto allo stomaco e, quasi involontariamente, le mani avevano lasciato la criniera e le braccia si erano strette attorno al collo dell’unicorno mentre il viso si immergeva tra i fili argentati, tenendo gli occhi serrati e sentendo il cuore battere a mille.
Riuscì a tranquillizzarsi solo dopo qualche minuto, continuando però ad avvertire quella strana sensazione di vuoto allo stomaco che non accennava a diminuire… però c’era qualcosa… qualcosa di diverso. Non era più paura, sembrava più che altro… adrenalina ed esaltante euforia. Aprì gli occhi vedendo le strade sfrecciarle accanto e, piano, riuscì a sollevarsi.
Era bellissimo! Il vento le accarezzava il viso tenendole i capelli lontano dagli occhi. Le iridi azzurre come l’oceano si guardavano attorno tentando di percepire il contorno di qualche edificio ma andavano talmente veloce che ogni cosa risultava sfumata.
Con quella velocità riuscirono a raggiungere in pochissimo tempo la casa della ragazza. Una volta arrivati Kairi gli mostro la stradina che si addentrava nel boschetto fino alla radura dove passava i suoi pomeriggi.

Note dell'autrice^^: Ehi, che ne pensate? Fine di cavolo, lo so ma non sapevo dove altro terminare. Dunque come avete visto non succede praticamente niente e questo è ciò che ha rallentato la stesura del capitolo ma sia questo che la seconda metà saranno utili per capire un pò meglio ciò che è accaduto ai due protagonisti. Spero non vi abbia annoiato, la seconda parte sarà un pò più interessante (si scoprirà il passato di Sora e anche il motivo per cui ha un vampiro che lo insegue). Dopo questo "capitolo di transizione" dovrebbe esserci la fine (si lo so che continuo a dirlo da due capitoli ma, ehi, non è colpa mia se i personaggi fanno di testa loro u.u) perciò spero che continuiate a seguirmi per questi ultimi due capitoli ^^
P.s.: Ho modificato lievemente il prologo della storia e vi consiglio di rileggerlo per capire meglio il prossimo capitolo ;)
E ora, passiamo alle risposte alle recenzioni!

ka93: Ciao! Grazie mille per la comprensione ma ormai faccio dei ritardi imperdonabili. Da ora in poi mi sa che le storie prima le scrivo e poi le pubblico o non lo risolvo più 'sto problema. Sono contenta che la scena di combattimento sia piaciuta perchè scriverla è stata un'impresa e mi sa che non sarà nemmeno l'ultima, ma non voglio fare spoiler perciò non dirò più niente :P
Per quanto riguarda Sora, bhè ha preso una bella botta anche lui, restare intontiti è il minimo xD E no, questo capitolo non è l'ultimo, ce ne sono minimo altri due perciò dovrete sopportarmi ancora un altro pò. Spero che, benchè non accada nulla di davvero interessante, ti sia piaciuto anche questo capitolo. Ci sentiamo quindi alla prossima recensione! Ciao ciao ^^

S a r s a: Ciao! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente. In compenso in questo non accade nulla di molto movimentato ma spero ti piaccia ugualmente. E poi l'azione è sempre in agguato dietro l'angolo ghghgh. Ci sentiamo al prossimo capitolo, ciao ciao.

Annabeth_Chase: Sono contenta che il capitolo sia piaciuto perchè scriverlo è stato davvero difficile (era la mia prima scena di combattimento :P). Qui si iniziano ad intravedere sprazzi di romanticismo e alcuni momenti dolci accompagneranno anche il passato di Sora, nel prossimo capitolo. Spero perciò che continuerai a seguire la mia storia per gli ultimi, pochi capitoli che mancano alla fine e spero continuerai a commentare ^^. Alla prossima recensione. Bye!


Bene gente, ringrazio tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra quelle da ricordare, le seguite e le preferite; ringrazio anche coloro che leggono senza recensire (ma se recensite non mordo, eh! ^^) e avviso che da questo capitolo userò l'opzione "Rispondi" aggiunta da poco su EFP.

Un saluto a tutti, Ayumu-chan!

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Capitolo 8
*** Capitolo 6 (Seconda parte) ***


Saaaalve, eeehmmmm, suvvia mettete da parte lance e forconi, come promesso ho postato prima che passassero altri 5 mesi… ne sono passati solo tre, stavolta! È un gran passo avanti… più o meno… il fatto è che la scuola non lascia tregua e il capitolo l’ho riletto 5 volte per poterlo rendere al meglio -.- ok basta parlare, vi lascio alla lettura. Ci vediamo a fine capitolo e ringrazio in particolar modo chi continua a seguirmi nonostante i miei mostruosissimi ritardi! Non so come farei senza di voi ^^


Capitolo 6 (Seconda parte) -


Se ne stavano lì, senza dire niente da una decina di minuti, rilassandosi, liberandosi della tensione accumulata nello scontro e godendosi la quiete del bosco. Sora non era ancora tornato nella sua forma umana. Anche se restare trasformato richiedeva un maggiore utilizzo di energie e l’impiego di forme di comunicazione mentale, pensava che i sensi più sviluppati di un unicorno lo avrebbero aiutato a percepire meglio eventuali pericoli.

E così se ne stavano uno accanto all’altra: Sora steso sull’erba, appoggiato in parte al tronco della quercia e Kairi con la testa appoggiata alla sua groppa. Ad interrompere per primo quegli attimi di silenzio fu Sora.

-Prima hai detto che volevi chiedermi qualcos’altro. Di che si tratta?-

-Uhm… ecco, prima, mentre combattevi con Riku, hai detto una cosa… hai detto ‘So che è del mio sangue che hai bisogno!’ e sono a conoscenza delle leggende secondo cui il vostro sangue è uno dei più potenti all’interno del mondo magico ma, non capisco, perché proprio te.-

-Vedi non è così semplice da spiegare. Il 40% del sangue degli unicorni è formato da energia pura. Nelle altre creature, invece, la stima è solo del 10%. Inoltre, se bevuto, il nostro sangue è in grado di incrementare il livello di energia di chi lo assume favorendo un aumento del potenziale magico e una migliore rigenerazione delle cellule che porta, quindi, ad un allungamento della vita. Questa peculiarità ci ha reso una delle specie più a rischio; quando stregoni e vampiri si sono resi conto che potevano usufruire di esso come alimentatore dei propri poteri la mia specie iniziò ad essere decimata. Per arginare questo problema fu creato un gruppo di Cacciatori di taglie il cui compito era quello di trovare e fermare chi trasgrediva alle leggi della natura stessa, proteggendo non solo gli unicorni, ma preservando la sicurezza dell‘intero mondo magico. Stregoni e vampiri, che fino a quel momento avevano seminato il panico tra la nostra specie, furono catturati e rinchiusi in apposite celle, create per contrastare e resistere alla forza spropositata dei prigionieri.

Non so poi cosa accadde di preciso, è probabile che tra i Guardian si fosse introdotta una spia, ciò che è certo è che una notte vennero aperte tutte le celle dei vampiri. L’allarme venne dato dopo pochi secondi e le sentinelle di turno tentarono di ostacolare la fuga dei prigionieri combattendo al massimo delle proprie potenzialità ma, essendo i vampiri in maggioranza numerica, furono debellati in breve tempo. Quando la notizia si diffuse, i Guardian decisero di eliminare il problema alla radice e vennero organizzati gruppi d’assalto che alimentarono gli scontri fino a sfociare in una vera e propria guerra. Fu una strage e le perdite furono consistenti per entrambe le fazioni ma i Guardian, meglio organizzati, riuscirono ad ottenere la vittoria sui nemici. Tuttavia quella volta non offrirono  loro una seconda possibilità e, anche a costo di sconvolgere il naturale equilibrio su cui si basa ogni mondo, ne sterminarono la specie.

Erano davvero convinti di aver risolto il problema ma il tempo ha dimostrato loro quanto si sbagliassero. I vampiri non sono creature stupide. Mentre i Guardian si organizzavano al meglio per lo scontro imminente, il nemico si assicurava di avere qualcuno, in caso di sconfitta, pronto a far risorgere la loro specie. L’intera comunità vampirica si riunì e, probabilmente con la magia, trasmisero ad uno dei loro figli le conoscenze più importanti di tutti loro, nonché le abilità speciali migliori. Il bambino venne nascosto accuratamente poco prima dello scoppio della guerra e riuscì incredibilmente a sfuggire alla strage.

Crebbe nel cuore del bosco, nascosto nell’ombra, ma le vittime dei suoi “pasti” non passarono inosservate ai Guardian che, seppur sorpresi, cominciarono a dargli la caccia. Non riuscirono mai a trovarlo o catturarlo. Per qualche tempo ne persero addirittura le tracce e si vociferava che avesse deciso di andarsene… ma non era vero.- Sora interruppe bruscamente la narrazione e tutto ciò che Kairi poté percepire attraverso i suoi pensieri fu un dolore straziante che colpì anche lei come un fiume in piena. Spaventata si mise a sedere e si voltò verso quello splendido unicorno che aveva iniziato a tremare lievemente, schermando i propri pensieri. La ragazza cercò di incontrare il suo sguardo ma non vi riuscì poiché la criniera copriva quegli splendidi occhi. Non sapeva più cosa fare. Sussurrò il suo nome sperando che si riprendesse e protese un braccio nella sua direzione. Ma, non appena le sue dita sfiorarono i morbidi ciuffi d’argento affondandovi in una carezza rassicurante, la sua mente fu invasa da flash ed immagini in grado di farle mancare il respiro.


*Flashback*


Una donna con lunghi e mossi capelli castani e grandi occhi verdi si aggirava indaffarata per la cucina preparando tutto ciò che sarebbe potuto servire per il pic-nic che avevano programmato mentre un bambino di otto anni con i capelli spettinati e grandi occhioni azzurri tentava, con scarsi risultati, di aiutarla. Ultimati i preparativi si diressero in giardino dove li attendeva un bellissimo stallone nero dalla criniera e dalla coda d’argento che rifulgevano come raggi di luna.

La donna gli salì in groppa mentre il bambino si trasformava in un puledro bianco come la neve, dal crine d’argento e un corno appena accentato sulla fronte.

Iniziarono ad addentrarsi nel bosco, diretti in un posto scoperto qualche tempo prima dove era possibile godere di una vista meravigliosa. Gli alberi sfrecciavano loro accanto senza mai sfiorarli nonostante l’alta velocità; ormai quel posto così ricco di verde e inframmezzato da luminosi raggi di sole era una sorta di seconda casa per loro e conoscevano ogni suo nascondiglio, anfratto, roccia o pianta.

Non appena gli alberi si diradarono del tutto gli unicorni arrestarono la loro corsa lasciando vagare lo sguardo su un immenso spiazzo erboso. Semi-circondato dagli alberi era proteso su un profondo precipizio che offriva una splendida vista del paesaggio all’orizzonte.

La donna scese dall’unicorno con un movimento fluido e veloce mentre il cesto da pic-nic era stretto saldamente tra le braccia. Anche il puledro tornò ad assumere le sue sembianze umane, seguito dall’unicorno nero che sparì in un lampo bianco per mostrare un uomo sulla trentina con corti e spettinati capelli neri e limpidi e profondi occhi azzurri.

Si avvicinò alla moglie dandole un lieve bacio a fior di labbra e aiutò il figlio a sistemare il necessario per il pranzo.


*Fine flashback*


Kairi non riusciva a crederci. Aveva appena visto un frammento della vita di Sora!

Quando realizzò questo si sentì un po’ a disagio. Aveva davvero il diritto, dopo solo due giorni, di intromettersi nella sua vita e nei suoi ricordi?

I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti da una nuova ondata di ricordi, impedendole così di trovare una risposta.


*Flashback*


Era pomeriggio ormai. Il pranzo era stato consumato tra battute, scherzi e risate e ora la donna aveva tirato fuori dal cesto una torta tentando di tenerla lontana dal figlio, ridendo e minacciandolo scherzosamente di non dargli la sua fetta di dolce mentre l’uomo davanti a loro cercava di trattenere le risate.

D’un tratto, però, l’aria sembrò vibrare pericolosamente e sul bosco calò un immediato silenzio. I corpi dei due genitori si tesero in allarme e la donna strinse a se il bambino tentando di acquietare almeno un po’ il panico che vi leggeva nei grandi occhi azzurri. L’aveva sentita anche lui. Anche lui aveva percepito a pelle la sensazione di qualcosa di indefinibile ma senza dubbio malvagio e pericoloso, estremamente vicino.

Una nuova ondata li colpì, più potente e spaventosa della prima; scattarono in piedi percependo una gigantesca aura negativa avvicinarsi ad altissima velocità.

Bastò un attimo. L’uomo si trasformò nell’unicorno nero di qualche ora prima, parandosi davanti alla moglie e al figlio facendo loro da scudo e scalpitando nervosamente.

Un fruscio più vicino, un cespuglio che si muove in assenza di vento e i muscoli dello stallone che si tendono, pronti a qualsiasi cosa.


*Fine flashback*


I ricordi si interruppero nuovamente ma questa volta alla ragazza fu dato solo il tempo di riprendere fiato prima di essere travolta da un nuovo ricordo, talmente permeato da sensazioni di disperazione e dolore da farle stringere ulteriormente la presa sul crine dell’amico mentre l’aria faticava a raggiungere i polmoni e il cuore le batteva furiosamente nelle orecchie.


*Flashback*


Silenzio. Innaturale silenzio è quello che avvolge il bosco illuminato dagli ultimi deboli raggi di sole.

Silenzio. Quel silenzio che fa venir mal di testa perché sembra urlarti nelle orecchie per quanto carico di tensione e nervosismo. Silenzio. Nemmeno le tre figure che sfrecciano tra gli alberi rompono quest’angosciante calma apparente. Si muovono rapide, sfiorando appena le foglie del sottobosco con la speranza di riuscire a seminare l’ombra che li insegue. Ma non servirà a nulla. Non è grazie all’udito che quella creatura riesce e stargli dietro e loro lo sanno.

Un ruggito, un urlo di rabbia squarcia la quiete del bosco facendo aumentare la velocità degli unicorni. Sfilano tra gli alberi come fulmini mentre il bosco osserva con preoccupazione la fuga disperata di quelle splendide creature.

Un fruscio. Un fruscio quasi inudibile ma che in quel silenzio rimbomba come tuono. Un fruscio è l’unico avvertimento emanato da una sfera di fuoco nero che esplode poco dopo contro un albero, spaventosamente vicino al punto in cui un minuto prima c’era il piccolo puledro bianco che, spaventato, aumenta la sua corsa superando, anche se di poco, i genitori mentre lo stallone nero rallenta appena in modo da far da scudo col proprio corpo alla sua famiglia.

Un nuovo fruscio e un colpo che si avvicina rapido e preciso; una nuova sfera, questa volta grigia dalle fumose sfumature bianche, guadagna velocemente terreno per poi esplodere a pochissima distanza dai tre unicorni. Mille lame di vento si liberano dall’esplosione colpendo tutto ciò che si trova sulla loro traiettoria.

Le agili creature riescono ad evitarle quasi tutte e quando gli attacchi terminano solo graffi superficiali spiccano sui manti luminosi. Poi, l’inizio della fine. Un’ultima lama di vento arriva silenziosa diretta al collo dell’unicorno nero che, accortosene troppo tardi, non ha il tempo di evitare l’attacco.

Uno spintone. Un colpo che va a segno. Un nitrito di dolore appena soffocato ma in grado di squarciare il silenzio che permea l’aria. Un ghigno che si allarga sulle labbra del predatore che veloce si avvicina.

La corsa ricomincia ma questa volta la situazione è diversa. Una di quelle splendide creature è ferita e la sua corsa è più difficoltosa mentre l’odore del sangue fa aumentare la velocità del vampiro.

La forza inizia a mancare e la corsa rallenta ad ogni battito di cuore. Due occhi verdi color acquamarina ma più freddi del ghiaccio sono l’ultima cosa visibile e poi il buio.


*Fine flashback*


Il ricordo si interruppe bruscamente ma Kairi se ne accorse appena. Era sconvolta, non poteva… era… era assurdo! Non sapeva come fosse finita la vicenda eppure lo aveva intuito benissimo. Ma qualcosa non tornava…

Quando riuscì a riprendersi si accorse di star tremando; se per paura, tensione o incredulità non lo sapeva nemmeno lei.

Spostò lo sguardo sul giovane unicorno che aveva risollevato il capo. Aveva smesso di tremare e con le poche lacrime versate sembrava aver mandato via anche tutto il male che quei ricordi gli avevano causato ma, osservando con attenzione quei limpidi frammenti di cielo, si potevano notare in fondo ad essi sprazzi di dolore mai superato.

Sobbalzò appena quando la voce del ragazzo si fece dolcemente largo tra i suoi pensieri, rompendo quello strano silenzio.

-Mi dispiace. Non avresti dovuto vedere. Diciamo che non sono il massimo come ricordi…-

La ragazza, non sapendo cosa dire, agì quasi d’istinto, buttandogli le braccia al collo e stringendolo a sé.

-Mi dispiace- sussurrò con un filo di voce.

-E per cosa? Non è mica colpa tua-

-…Ti va di raccontarmi cos’è successo dopo?- gli chiese iniziando ad accarezzargli il collo niveo e la criniera.

Un cenno d’assenso fu tutto ciò che ricevette prima che Sora proseguisse il racconto.

-Quando mia madre ha spinto via papà per salvargli la vita, l’attacco l’ha colpita ad un fianco causandole un taglio abbastanza profondo. Ci aveva detto che stava bene perciò papà la aiutò ad alzarsi e ricominciammo a correre ma lei era rallentata dalla ferita e non ci volle molto prima che il vampiro la raggiungesse. Attaccò. A quella scena io e mio padre restammo impietriti… la cosa più straziante era vedercela portare via e sapere che qualsiasi cosa avremmo fatto non sarebbe servita a nulla.

Però, quando il vampiro la morse, papà sembrò riprendersi e iniziò a corrergli contro. L’ultima cosa che mi disse fu di scappare e correre più veloce del vento. Non volevo andarmene. Avrei preferito restare e provare ad aiutarli che fuggire ma, quando per la seconda volta mi urlò di scappare, percepì tanta apprensione da convincermi ad andarmene.

Fu l’ultima volta che li vidi. Penso di essere riuscito a sopravvivere solo perché quell’essere non ha continuato la caccia.-

-Dove sei andato poi? Sembravi piuttosto piccolo nei ricordi che ho visto.- chiese lei mentre tentava di fare il quadro della situazione.

-Continuai a correre, senza fermarmi. Non so quanto tempo passò ma, ad un certo punto, iniziò a girarmi la testa, inciampai e caddi. Ero troppo stanco per rialzarmi; ci provai ma i muscoli bruciavano per la corsa e non rispondevano più hai miei comandi. Non so nemmeno se svenni o mi addormentai, so solo che due giorni dopo mi risvegliai in una camera che non avevo mai visto. Mi accorsi in seguito di aver ripreso le mie sembianze umane e alla fine riuscì a scoprire anche che mi trovavo in uno dei rifugi dei Guardian. Restai con loro per 7 anni, allenandomi per diventare più forte e migliorare i miei poteri; poi partì. Volevo viaggiare, scoprire se c’erano altri unicorni oltre me. È così che sono arrivato qui.-

-Capisco…- sussurrò la ragazza venendo poi colta da un leggero sbadiglio.

-Hai sonno?- chiese Sora ricevendo in risposta un cenno affermativo.

Quando notò che gli occhi di Kairi iniziavano a chiudersi da soli aggiunse.

-Forse dovremmo tornare a casa, non penso che dormire sull’erba assicuri il massimo comfort-

-Mmmh…- un mugugno confuso fu l’unica risposta che ricevette prima che il suo respiro si facesse lento e profondo.

Vedendo la ragazza addormentata, accoccolata tra il collo e la schiena e con le dita immerse nella sua criniera a stringerne delicatamente i ciuffi, non poté fare a meno di pensare che fosse veramente carina: le palpebre erano abbassate e sembravano voler custodire quegli splendidi occhi azzurro mare mentre il respiro usciva leggero dalle labbra socchiuse.

Avrebbe dovuto chiederle un appuntamento, pensò. Non appena fosse giunta dai Guardian la notizia della sconfitta del vampiro, magari.

Mentre pensava a come chiederle di uscire finì per addormentarsi, sopraffatto dalla stanchezza, e una forte luce bianca lo avvolse facendolo tornare umano.

Restarono così, una tra le braccia dell’altro in una piccola radura che profumava di magia mentre Morfeo li accoglieva nel suo onirico regno, lontano da ogni sorta di preoccupazione e pericolo.


Note dell’autrice: Allora, che ne pensate? 

Fatemi sapere le vostre impressioni e soprattutto fatemi sapere se c’è ancora qualcuno che segue ‘stà storia. Scusate ancora per il ritardo e ci rivediamo, spero presto, con il prossimo e ultimo capitolo!


Un bacio


Ayumu-chan ^^

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