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di Kyubi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pensieri e Sogni ***
Capitolo 2: *** Una mattinata come un'altra ***
Capitolo 3: *** La Porta ***



Capitolo 1
*** Pensieri e Sogni ***


Capitolo 1 - Pensieri e Sogni

Caro Diario,
oggi ho passato un'altra giornata facendo quello che faccio al solito con Shawen e Mark. Siamo andati un'oretta e mezzo in bibblioteca, dopo la scuola, poi siamo andati a prendere il solito gelato in piazza, come al solito, e poi abbiamo iniziato a girellare per la città, senza un'apparente meta... Come al solito.... Devo ammettere che i giorni sempre uguali non li trovo molto piacevoli... Mi piacerebbe vivere qualche avventura, almeno una volta ogni tanto. Ma come si fa... abbiamo solo quindici anni, dove vuoi che ci mandino a vivere un'avventura? Al massimo mi mandano a casa della nonna a rincorrere le galline... Mah, certe volte mi piacerebbe vivere ai tempi dei cavalieri e dei draghi, dei castelli e dei Re, come Re Artù, ma è totalmente impossibile, quindi tutto questo per il momento rimane solo un sogno impossibile... Ma vabbè, mi piace pensarci su, anche se non aiuta molto... Quindi, mio caro Diario, per ora ti saluto, ci si sente presto, tua,
Hilen.


Mi alzai e mi stiracchiai dopo aver scritto quella breve pagina sul mio piccolo diario. Nonostante le giornate si presentassero sempre uguali, c'era una cosa che mi esauriva più di ogni altra, estenuante e noiosa: la scuola. Era una cosa snervante, doverci andare quasi tutti i giorni, e l'unico giorno che rimaneva libero doveva essere occupato per più della metà dai compiti. Senza contare il fatto che era una cosa che solo a sentirla nominare mi faceva passare la voglia di esser felice. A smentire il tutto però, e a renderla lievemente più piacevole, c'erano i miei amici del cuore, Shawen e Mark. Erano le uniche due persone che consideravo veramente amici, dato che per gli altri ero fin troppo strana per essere frequentata da gente "normale", come la maggior parte della gente si definiva. Personalmente erano tutti fin troppo strambi per i miei di gusti...
Shawen era una ragazza simpaticissima, almeno per come la vedevo io, alta e slanciata, con un fisico nervoso e scattante, occhi color del mare, verde-azzurro, e capelli castani dorati che gli scendevano lungo la schiena e un simpatico ciuffo sull'occhio sinistro. Questa era la cosa buffa di noi tre. Avevamo lo stesso identico ciuffo sullo stesso identico occhio. Anche Mark, che invece aveva i capelli neri, mossi, - in base alla sua voglia di pettinarsi o no alla mattina -, e sotto il suo ciuffo c'erano un paio d'occhi verde smeraldini.
Noi tre eravamo davvero inseparabili, quasi appiccicati con la colla. Passavamo quasi tutti i giorni insieme, anzi, tutti, nonostante facessimo sempre le stesse cose. E la cosa a lungo andare iniziava ad annoiarmi. L'unico alleviante era la loro presenza, in quella monotonia. Vabbè, probabilmente crescendo avrò di che lamentarmi di questi tempi, quindi meglio goderseli pensavo sempre. Eppure c'era una parte di me che non se ne convinceva, ma presto avrei dovuto ricredermi. Ah, se avessi saputo cosa mi aspettava me ne sarei stata zitta e buona, evitando lamentele inutili...
Mi stesi a letto e, dopo aver fissato il soffitto con sguardo vacuo, senza nemmeno cambiarmi, mi addormentai di colpo.

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Capitolo 2
*** Una mattinata come un'altra ***


Capitolo 2 - Una mattinata come un'altra

Quella mattina mi alzai di malavoglia, come al solito, disturbata da un'insistente raggio di sole primaverile. Mentre mi stropicciavo gli occhi controllai l'orologio. Le sette del mattino. Per una volta pensai sorridendo, mi sono svegliata in orario ragionevole.
Mi alzai da letto e mi avviai al bagno, ciabattando insonnolita per il corridoio. A quell'ora tutti dormivano. In casa mia c'era il brutto vizio di svegliarsi tardi, mentre io avevo quello strano di buttarmi giù dal letto alle sei del mattino. Sbadigliai per l'ennesima volta davanti allo specchio e fissai la mia faccia, con quell'aria da zombie che mi ritrovavo tutte le mattine. Lo sguardo assonnato di una quindicenne non molto alta, coi capelli corti e gli occhi scuri ricambiò la mia occhiata da morta di noia. Mi osservai ancora per qualche minuto, fino a che uno sbadiglio mi fece distogliere lo sguardo e mi fece lacrimare gli occhi.
Aprii il getto d'acqua e vi posi sotto le mani, rabbrividendo per il freddo. Mi lavai velocemente la faccia e i denti, poi tornai in camera mia. Afferrai una maglietta nera a maniche corte e una maglia bianca a maniche lunghe, da mettere sotto, insieme ad un paio di jeans. Acchiappai le scarpe da ginnastica, strinsi i lacci. Mi osservai allo specchio e mi giudicai a posto per la scuola. Una volta ogni tanto... pensai sbuffando. Ero la tipica ragazza che si mette addosso qualunque cosa trovi a portata di mano, senza dare troppo peso al risultato orrendo o meno.
Controllai di aver messo tutto nello zaino. Non mancava niente. Tanto per cambiare... pensai, sperando di aver perso un po' di tempo. Controllai l'ora. Le sette e venti. Sbuffai. Quando mi svegliavo così, in un orario assolutamente normale, il tempo non passava mai. Mi sdraiai sul letto ad ossevare il soffito con sguardo vuoto. Rimasi in quella posizione per un tempo che mi parve infinitamente lungo poi mi rialzai e, senza sapere cosa fare, afferrai il cellulare. Scorsi l'elenco della rubrica fino a trovare il numero di Shawen. Mi chiesi se fosse il caso di chiamarla a quell'ora. Non avrei voluto doverla svegliare io, e, anche se non stesse dormendo, non sarebbe stato comunque sensato chiamarla per poi vederla mezz'oretta dopo. Annoiata e ancora un po' insonnolita, spensi il cellulare e me lo misi in tasca. Afferrai lo zaino e scesi giù, in attesa dei miei genitori e di quella peste di nano. Mi sedetti a tavola e attesi. Il frastuono di mio fratello che scendeva le scale non si fece attendere. Ed eccolo lì, quel piccolo mostriciattolo, seduto davanti a me poco più tardi, tutto preso dall'inventare nuovi versacci da rivolgermi, mentre mamma preparava la colazione sbadigliando. Feci colazione in fretta e non mangiai nemmeno tanto. Non avevo poi tanta fame.. Poi mi alzai: - Io vado, a dopo. - salutai, senza attendere risposta.
- A dopo, e vedi di tornare in orario! - mi disse mamma mentre uscivo. Ridacchiai e chiusi la porta.
E quando mai torno in orario io? Mi incamminai lungo la strada per andare a scuola, o, per meglio dire, la feci correndo. Mica tanto per la voglia di passare una noiosa giornata sui banchi di scuola, ci mancherebbe. Avevo solo una voglia matta di stare coi miei amici.
Arrivai in dieci minuti e, come al solito, trovai Shawen e Mark che chiacchieravano tranquillamente.
- Hilen! - esclamò Shawen venendomi incontro.
- Ciao Hilen - disse Mark sorridendo.
- Ciao raga - risposi sorridendo ai due. Il solo vederli mi faceva stare bene. Ci sedemmo su una panchina e cominciammo a chiacchierare, del più e del meno, in attesa del suono della campanella, che, purtroppo, non tardò ad arrivare.
Ci avviammo a lezione, quella di Scienze, perfetta per fare quattro chiacchiere, dato che c'era sempre mezz'ora di interrogazione e nessuno prestava attenzione a noi tre chiacchieroni in fondo alla classe.
- Successo qualcosa? - sussurrai rivolta ai due, mentre poggiavo lo zaino.
- No, niente di particolare... - rispose Shawen, mentre prendeva il libro.
- A me si - ridacchiò Mark, riemergendo da sotto il banco. Io e Shawen lo fissammo in attesa.
- Ma tanto non lo volete sapere... - fece Mark con aria di noncuranza.
- Beh, se è successo qualcosa è ovvio che lo vogliamo sapere - ribatté Shawen.
- Sono d'accordo con Shawen, dai diccelo. - feci io, incuriosita.
- Nah, sono sicurissimo che non vi interessa. - rispose Mark, divertito dagli sforzi di noi due per convincerlo a vuotare il sacco.
- E dai. - ripetemmo io e Shawen con occhi dolci.
- E va bene, però non voglio commenti del tipo "e te pareva" o cose simili. Chiaro? - disse lui ridacchiando. Annuimmo e attesimo col fiato sospeso, che parlasse.
- Ho finito di nuovo Kingdom Hearts - disse lui trattenendo le risate alla vista della faccia delle due.
- Ma Mark - fece Shawen un po' scocciata. - Non sai parlare altro che di questo? -
Era effettivamente vero. Mark letteralmente viveva di quel videgioco effettivamente molto bello, e non passava giorno senza che ne cantasse le lodi.
- Certo che no, solo che... - provò a dire lui, ma li zittii entrambi quando vidi la professoressa che passava fra i banchi.
- Shh! Ne parlerete dopo, ora c'è da impiegare la testa in ben altro, anche se non altrettanto divertente - dissi sorridendo e abbassando il capo sul libro, prendendo una pagina a caso e cominciando a leggerla.

La giornata trascorse come una comunissima giornata scolastica e, quando finalmente suonò la campanella, sospirai di sollievo, presi lo zaino e attesi che Mark e Shawen fossero pronti ad uscire. Ce ne andammo in fretta e uscimmo finalmente all'aria aperta. Presimo a camminare in direzione della piazza principale.
- Voi che fate oggi? - chiese Mark, mentre camminavamo.
- Io non ho niente da fare... - rispose Shawen. - Tu Hilen? -
- Io nemmeno... - dissi sbadigliando. Mark ridacchiò.
- Beh, potremmo andare a fare un giro in bicicletta fuori città, che ne dite? - propose Shawen, con aria pensierosa.
- Mi aggrego alla tua idea, non ho voglia di stare in casa. - risposi subito, con l'ennesimo sonoro sbadiglio.
- Voi due non andate da nessuna parte senza di me, vengo anche io. - disse Mark, assumendo il tono da genitore.
- No, tu resti a casa - disse Shawen, per prenderlo un po' in giro. Mark, fingendosi offeso ribatté: - Vuoi dire che saresti in grado di sopravvivere due minuti senza un genio come me? -
- Certo, genio, anzi, vivrei una giornata normalissima, rispetto al solito. -
- Hey! -
Io e Shawen ridemmo. Continuammo a parlare per tutto il tragitto, fino ad arrivare di fronte a casa di Mark.
- Allora a dopo - disse Mark, voltandosi e aprendo il cancello. Io e Shawen continuammo il tragitto insieme fino ad arrivare a un bivio. Io andai a sinistra e Shawen a destra.
- A dopo allora. Puntuale, mi raccomando! - le dissi mentre si allontanava.
- Ok, ciao! - rispose quella.

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Capitolo 3
*** La Porta ***


Arrivai a casa, e salii in camera mia per poggiare lo zaino, o per meglio dire, scaraventarlo per terra. Riaccesi il cellulare e, senza nemmeno controllarlo, lo infilai in tasca, poi scesi in cucina. Ero sicura che in casa non ci fosse nessuno perché, oltre al silenzio esagerato che suggeriva solo la mia presenza, sapevo che i miei erano a lavorare e mio fratello ancora a scuola. Questo era l'unico lato positivo del liceo, non si faceva anche il pomeriggio, per grazia divina.
Anche se in realtà non avevo fame, decisi di mangiare comunque qualcosa, dato che mi sarebbe venuta lo stesso più tardi. Affettai una fetta di pane e presi il prosciutto dal frigo. Mi feci un panino veloce, poi tornai in camera mia, tirai fuori i libri e presi a fare un po’ di compiti. Sebbene non fossi proprio concentrata, riuscii a fare qualcosa prima delle tre e mezzo. A quel punto chiusi tutti i libri e andai giù in garage, a prendere la bicicletta.
Era davvero da tanto che non ci facevo una girata, o almeno abbastanza da averci fatto accumulare un notevole strato di polvere. Tornai in casa a prendere uno straccio e tornai a pulirla. Alla fine, soddisfatta, presi il mio marsupio, me lo legai in vita e, montata sulla bicicletta, mi avviai nuovamente alla piazza principale.
Dieci minuti dopo mi stavo guardando intorno, per vedere se almeno uno dei due era arrivato in anticipo. Avvistai Mark, così smontai e mi diressi da lui, portando la bici a mano.
- Hey, ciao - mi accolse lui con un sorriso.
- Ciao - lo salutai. - Shawen non è ancora arrivata? - chiesi guardandomi intorno.
- Non ancora - rispose lui. - Ci sediamo? - chiese lui indicando una panchina poco dietro di lui.
- Ook - risposi portando la bici a mano vicino alla panchina. Misi il cavalletto e mi sedetti, Mark fece lo stesso.
- Sai, ho anche io una novità... - iniziai con un sorriso trattenuto.
- Ehlamadonna! Finalmente anche tu, per una volta - disse lui ridendo.
- Anche io ho finito Kingdom Hearts 2 - dissi ridacchiando.
- Ma non è possibile! - fece lui allibito. - Ci hai messo molto meno di me! Non è giusto! -
- Eheh... Sarà stata fortuna, nient'altro... E poi lo sanno tutti che tu sei il miglior giocatore di tutta questa terra! - dissi cercando di rimediare alla finta aria sostenuta di Mark. Lui sembrò contento del complimento, perchè rispose: - E poi, d'altra parte ti ho insegnato io a giocarci - fece, con un sorriso tutto denti.
- Hey raga, eccomi! -
Mi voltai sorridente appena riconobbi la voce. Vidi arrivare Shawen in sella alla sua bici pedalando velocemente. Quando pensavo che non si sarebbe fermata e che ci sarebbe venuta addosso scattai in piedi e balzai via, proprio mentre lei sgommava e ci evitava per un pelo. Per un attimo la guardai, scioccata. Poi mi venne da ridere.
- Com'è che hai sempre paura che ti metta sotto? - chiese lei con un sorriso.
- Beh, potresti investirci da un momento all'altro! Sei una pazza spericolata in bici! - esclamò Mark.
- Si, si, va beh... Andiamo? -
- Certo! - esclamai rimontando in sella alla mia bici. Mi accodai a lei e Mark ci raggiunse poco dopo. Cominciammo a pedalare più velocemente, passando per le stradine secondarie, per evitare il traffico del centro.

Una pedalata di poco più di mezz’ora, ed eravamo fuori città. Feci un respiro profondo, godendo dell’aria pulita che in città mancava, senza dimenticare di guardarmi intorno. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo: non più una foresta di palazzi e grattaceli, ma piccole fattorie; non più una fila infinite di macchine che facevano inoltre un gran baccano, ma un bellissimo silenzio, rotto solo da qualche muggito o nitrito dei cavalli che se ne stavano placidamente a godere dei raggi di sole primaverili, accompagnati dal cinguettìo degli uccellini tornati dalla migrazione. Sembrava di stare in uno di quei paesaggi che si vedono solo nei film.

Prendemmo uno dei sentieri che correvano lungo i campi, un sentiero che conoscevamo molto bene, dato che lo avevamo percorso molte volte, per godere dell’ombra di un enorme salice, tra le cui fronde si poteva godere di una freschissima brezza. Appoggiammo le biciclette da una parte e poi ci sedemmo tutti e tre sotto il salice, chiacchierando del più e del meno. Quando iniziò a stare un po’ scomoda, Shawen si spostò, in modo da poter trovare appoggio con la schiena contro il tronco nodoso. Eravamo così tranquilli che l’urlo di Shawen mi fece trasalire. Mi voltai di scatto per guardarla riemergere dal tronco, mentre una luce abbagliante si richiudeva dietro di lei.
- Shawen …? - chiesi incerta se credere a quel che avevo visto. Lei aveva il respiro accelerato ed era pallida.
- Hilen, hai visto anche tu? - chiese Mark, altrettanto incerto. Annuii, senza fiato. Com’era possibile? Non era mai successa una cosa del genere. Mi avvicinai all’albero e ne accarezzai il tronco. La mia mano però, non tastò la corteccia del tronco, bensì sprofondò anche quella nel tronco. La ritrassi spaventata, ma era intatta.
- Ma che razza di albero è questo? - fece Shawen infilando a sua volta la mano, stavolta più tranquilla, ma ugualmente in guardia.
- Non ne ho idea - mormorò Mark, toccando a sua volta il tronco con mano incerta.
Ero tentata di fare una cosa, ma non ero sicura di doverlo fare, poteva essere pericoloso… Alla fine però, la curiosità ebbe la meglio, ed infilai la testa nel tronco.
Sentii Shawen e Mark che mi chiamavano, ma la loro voce mi giunse ovattata, distante.
Osservai l’albero dall’interno. La sensazione era esattamente quella di stare dentro un albero cavo, era umido e fresco. Una luce che brillava sul fondo attirò il mio sguardo, talmente abbagliante che infilai una mano nel tronco per ripararmi gli occhi. Una mossa molto stupida che mi fece perdere l’equilibrio. Sentii due mani afferrarmi le spalle, ma una forza invisibile sembrava trascinarmi verso il basso. Urlai terrorizzata quando mi sentii cadere, e sentii altre due grida di paura, poco prima di perdere i sensi.

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