Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Rimetto on line una fic che ho scritto diversi anni fa, e che è già
stata in circolazione sulla rete, sperando che la apprezzi
Rimetto
on line una fic che ho scritto diversi anni fa, e che è già stata in
circolazione sulla rete, sperando che la apprezziate… La storia è ambientata
dopo la fine del quindicesimo romanzo…dunque, Gourry non ha più la Spada di Luce (l’ha perduta durante la
lotta con Fibrizo) ma è in possesso della Blast Sword, una spada in grado di
intercettare i colpi magici e sfruttarli per diventare più affilata, che ha
trovato grazie alla lotta con Dynast (uno dei boss dei demoni rimasti). Durante
l’ultima battaglia, uno dei talismani di Lina è andato distrutto, e ho
immaginato che anche gli altri abbiano smesso di funzionare…Inoltre, alla fine
del quindicesimo romanzo, Lina e Gourry hanno deciso di andare a Zephilia a
trovare la famiglia di Lina. Ah! Dimenticavo… Memphis, che Lina ricorda ad un
certo punto, è la nipote di Milgazia. Se avete commenti e/o suggerimenti, per
favore, fatemelo sapere!
Avanti
con la fic, spero vi piacerà…^^
Slayers
- Il sigillo del Caos
Capitolo 1: Dopotutto, ci fermiamo solo
per la notte…
Eravamo
di nuovo circondati dai banditi.
Ormai
da una settimana vagavamo senza meta in quella foresta… O meglio, una meta
l’avevamo, ma sarebbe stato di gran lunga più semplice riuscire a raggiungerla
se un certo imbecille non avesse deciso, per incartare il pesce MIRACOLOSAMENTE
avanzato dalla cena, di utilizzare la nostra cartina, rendendola illeggibile.
Indirizzai un’occhiata torva all’interessato, che stava abbattendo l’ultimo dei
banditi con la sua
spada
magica, e sospirai. Lui mi rivolse un sorriso colpevole.
“Uh…
Oggi ci hanno lasciato abbastanza in pace, eh, Lina? Dopotutto questa è solo la
sesta banda di ladri che ci attacca…” Disse, rinfoderando la spada e
allontanandosi dal volto una ciocca di capelli biondi.
Non mi presi nemmeno la briga di rispondere.
“Levitation!” gridai, e dopo pochi
secondi mi trovai al di sopra delle fitte cime degli alberi. “Macché, solo
foresta e montagne, per chilometri…”
Tornai
a terra con un altro sospiro. “Temo che dovremo rassegnarci all’idea di
trascorrere qui il resto dei nostri giorni…”
“Magari
potremmo chiedere qualche informazione ai banditi che incontriamo… Loro
dovrebbero conoscere la zona, no?”
“Perché
no? E magari potremmo fermarci a prendere un tè con loro, cosa ne dici?”
“Ho
sentito che da queste parti fanno degli ottimi dolcetti al cioccolato, chissà
che non ne abbiano un po’ da offrirci!” Replicò con un sorriso.
Tirai
fuori la solita pantofola dalla tasca e lo colpii direttamente sulla testa.
“GOOOOOURRY!!!!!!!! Sono sei giorni che siamo persi nel NULLA! Sono stanca,
frustrata e affamata e, anche se per te è chiedere troppo, non voglio sentire
stupidaggini!”
“Stavo
solo scherzando, che razza di caratteraccio… E comunque cosa vorresti dire con
‘per te è chiedere troppo’…?”
“Chi
è che ha un caratteraccio????”
Dopo
aver lasciato Zephilia, dove avevamo trascorso qualche settimana, il mio
compagno di viaggio ed io avevamo vagato qua e là per un paio di mesi,
trovandoci dei lavoretti per sbarcare il lunario, ma senza avere una direzione
precisa da seguire. Circa due settimane prima , però, mi era giunta notizia di
una grande ‘fiera del magico’ che si sarebbe tenuta di lì a poco nella zona
settentrionale del piccolo regno di Moonearth. La prima fiera di quel genere, a
quanto potessi ricordare. Spinta dalla curiosità avevo deciso di andare a dare
un’occhiata, e così Gourry ed io ci eravamo diretti, dall’impero di Elmekia nel
quale ci trovavamo, verso Nord, per raggiungere il luogo che ci era stato
indicato… E per finire dispersi in quella dannatissima foresta.
Ora
il mio amico se ne stava imbronciato a ripulirsi dalla polvere che la sua
corazza aveva inevitabilmente raccolto quando si era buttato a terra, nel
tentativo (poco riuscito, a dire il vero) di evitare le mie Flare Arrows. Non è
decisamente consigliabile offendermi prima di cena…
“Mi
chiedevo proprio chi potesse mettersi a lanciare un incantesimo di Fuoco nel
bel mezzo di una foresta…” Una voce familiare risuonò da dietro di noi. Niente
male… Era riuscito ad avvicinarsi senza che me ne accorgessi… Considerando la
mia esperienza con i banditi e i Mazoku, e il mio udito decisamente superiore
alla media umana (modestia a parte…), non era una cosa che non richiedesse una
certa abilità.
“Oh,
non essere polemico, Zel, lo sai che ho un’ottima mira…” Replicai con un
sogghigno.
“Non
l’avevo mai notato…”
Stavo
per rispondere con qualcosa di tagliente, ma Gourry mi interruppe.
“Zeldigass!!! Da quanto tempo non ci vediamo! Cosa ci fai da queste parti?”
Finsi di non averlo sentito, per evitare che la vena già in evidenza sulla mia
fronte esplodesse… Invece, mi diressi di corsa verso Zelgadiss, che se ne stava
là, in piedi,fissando Gourry con
un’espressione indecifrabile, una goccia di sudore lungo la guancia. Ero così
felice di vederlo… Giunta vicino a lui sfoggiai il più irresistibile dei miei
sorrisi. “Oh, Zel…”
Il
mio vecchio amico mi rispose con un sorriso imbarazzato. “Ciao, Lina…”
“Dimmi
che hai con te una cartina!!!!”
Dietro
di me, Gourry cadde al suolo con un sonoro “THUD!”. Il che doveva fare un po’
male… La goccia di sudore riapparve sulla guancia di Zel, che si limitò a
rispondermi. “Oh, grazie, Lina, anch’io sono davvero contento di rivederti dopo
tanto tempo…”
Ridacchiai.
“E’ ovvio che sono contenta di rivederti, Zel… Solo che siamo persi in questa
foresta da un sacco di tempo… Non mi dispiacerebbe uscirne, mangiare qualcosa
di decente senza doverlo portare via ai banditi, fare un bagno caldo e dormire
in un letto comodo… Le notti sono così fredde da queste parti…”
“A
quanto pare non siete cambiati per niente…” Commentò seccamente la chimera.
“Perché
intaccare la perfezione?” Risposi con noncuranza, agitando la mano.
“Ci
sono cose che non cambiano nemmeno nei millenni!” Commentò allegramente Gourry,
raggiungendomi e battendomi lievemente la mano sulla testa. “E come vedi, Lina
è quella di sempre… Non è neanche un po’ meno piatta…” Concluse, sospirando.
AAAAAAGH!
Ero SICURA che lo avrebbe detto!!! Lo fissai con un’occhiata omicida e stavo
proprio per dirgli come la pensavo sull’argomento, quando Zelgadiss intervenne.
E stava ridendo sotto i baffi, quel traditore…
“Prima
che tu uccida Gourry, posso sapere cosa ci fate qui?”
Sospirai.
“Stiamo cercando di raggiungere la ‘fiera del magico’ del regno di Moonearht…
Solo che abbiamo avuto qualche piccolo problema con la nostra cartina…” Fissai
per un momento, torva, lo spadaccino biondo, che stava studiando con ammirevole
attenzione la punta dei suoi stivali. “…Così, eccoci qua!” Conclusi.
“Già,
eccovi qua… A quanto pare, alla fine avete continuato davvero a viaggiare
insieme, nonostante la mancanza della Spada di Luce…” Sogghignò. “Ma OVVIAMENTE
lo fai solo perché ora ti interessa quella nuova spada magica, eh, Lina?”
Disse, indicando la Blast Sword, ora chiusa nel suo fodero. Zelgadiss doveva essersi
accorto a prima vista che non si trattava di un’arma qualunque. Molto
perspicace…Finsi di non cogliere le sue insinuazioni riguardo ai miei rapporti
con Gourry, mentre lo spadaccino fissava ripetutamente me e la spada,
probabilmente chiedendosi se non dovesse considerare l’arma in serio pericolo
di furto… Cambiai argomento. “E tu che cosa stai combinando? Sei sempre alla
ricerca di una cura, come l’ultima volta che ci siamo salutati, giusto?”
Annuì,
semplicemente. “A dire il vero anch’io mi stavo dirigendo verso la fiera. Maghi
e sacerdoti si riuniranno lì da tutto il mondo. Potrei trovare informazioni o
oggetti magici utili per ritrovare il mio aspetto umano… O almeno qualche nuova
traccia da seguire… Purtroppo al momento ho esaurito tutte le piste percorribili.”
Concluse, alzando le spalle.
Annuii
in risposta. “E’ quanto ho pensato anch’io… Forse è ben nascosto fra tante
cianfrusaglie, ma si dovrà pur trovare qualcosa di interessante, ad una fiera
del genere…”
“Qualcosa
che un povero negoziante dovrà venderti a metà del prezzo di mercato, sempre
che tu non sia in perfetta forma nel corso della trattativa… Vero, Lina?” Mi
disse Gourry, sollevando un sopracciglio. Risposi con un sogghigno. “Già,
probabilmente… Quando si tratta di affari, pochi sono in grado di battermi!”
“Non credo che qualcuno potrebbe resistere più di dieci minuti alla tua
insistenza…” Sospirò “Tranne me, che ormai ci ho fatto mio malgrado
l’abitudine…” “Uh- uh… Cosa vorresti dire con ‘mio malgrado’? Non sei tu che
devi passare la tua giornata a spiegare le cose come se fossi un maestro
d’asilo… Te ne ricordi o devo farti tornare in mente anche questo?” Aggiunsi,
con aria minacciosa.
Mi
rivolsi a Zelgadiss, invece, che ci stava guardando con l’aria di chi cerca di
tenersi fuori da un litigio fra bambini. “Ad ogni modo non preoccuparti, Zel.
Sono certa che alla fiera troveremo anche qualcosa di utile per te…” Osservai
con un sorriso smagliante ed un’alzata di spalle.
“TROVEREMO…?
Quindi devo supporre che voi due verrete con me?” Pose la domanda retorica con
esitazione, anche se non sembrava più seccato del dovuto… Anche ad un vecchio
orso come lui dopo un po’ di tempo la solitudine pesava…
“Mi
sembra OVVIO. Tu non abbandoneresti mai due vecchi amici, senza la CARTINA,…”
marcai sulla parola osservando di sfuggita Gourry, che in tutta risposta mi
fece la lingua, “… nel bel mezzo di una tetra foresta, piena di malvagi
banditi, pronti ad attaccarci ad ogni momento…” “Il tuo paradiso, insomma…”
Iniziò il biondo spadaccino, ma la mia occhiataccia lo mise subito a tacere.
“Non
è così?” Insistetti, rivolta a Zel.
La
chimera sospirò, probabilmente considerando, nell’osservare la sfera di luce
che era minacciosamente apparsa fra le mie mani, che non gli lasciavo molte
alternative…
Nel
regno di Moonearth si può gustare senza dubbio il mio miglior arrosto di
cinghiale Pekari che io abbia mai assaggiato! Servito con contorno di patate,
in una deliziosa salsa agrodolce e con una serie di spezie che non avevo mai
sentito combinare prima… Una meraviglia! Sedevamo ad un tavolo in angolo in una
graziosa locanda della piccola cittadina in cui avevamo deciso di fermarci per
la notte, ormai ad un solo giorno di cammino dalla nostra destinazione. Eravamo
giunti nel paese nel tardo pomeriggio. Zel avrebbe voluto proseguire, ma ero
troppo stanca e affamata per muovere un altro solo passo e non avevo voluto
sentire discussioni. Con il pieno appoggio da parte di Gourry e con una
rassegnata alzata di spalle da parte della chimera, avevo preso tre camere
nella prima locanda che mi era capitata a tiro.
La
giornata ormai volgeva al termine e la sala in cui ci trovavamo era affollata
di sfaccendati che cercavano nel vino un mezzo per combattere il freddo
pungente della sera. Ad un altro tavolo in angolo un gruppo di ubriachi
intonava un’allegra litania le cui parole, che avevano forse un senso
originariamente, pronunciate dalle loro voci alterate dall’alcol risultavano
praticamente incomprensibili. Per quanto mi riguarda, attendevo con impazienza
il dolce, dopo aver terminato la quinta porzione di arrosto e aver ingaggiato
un’aspra lotta con Gourry per la conquista dell’ultima coscia di cinghiale…
Lotta che aveva avuto come unico risultato quello di far sgusciare via la carne
dall’incrocio delle nostre forchette, per farla volare direttamente nel piatto
di Zelgadiss, il quale si era ritrovato con il volto pietroso completamente
schizzato di zuppa. Da quel momento il nostro amico se ne era stato per tutto
il tempo in disparte, bofonchiando qualcosa sui vantaggi del viaggiare da soli.
Io invece non me l’ero presa troppo per la carne perduta (né io né Gourry
avevamo avuto il coraggio di riprenderla dal piatto della chimera…). Avevo la
pancia piena e mi sentivo in pace con il mondo.
La
cameriera giunse ben presto con un enorme vassoio di frittelle di mele
dall’aspetto molto invitante, accompagnate da una bottiglia di sidro appena
stappata. E al momento fui un po’ troppo presa dal cibo per notare che lo
sguardo della ragazza si era soffermato più del dovuto su di me e sui miei
compagni di viaggio…
“Mi
raccomando, Lina, vacci piano con il sidro! Te l’ho sempre detto che gli
alcolici non vanno bene per i bambini…” Commentò il mio amico spadaccino, con
l’aria di chi la sa lunga, mascherando un sogghigno.
“Chi
è di noi due che non regge l’alcol?” Osservai sollevando un sopracciglio. “Mi
sembra proprio di non essere io quella che beve troppo, appare perfettamente
sobria, e poi si dimentica completamente di quello che le capita quando è sotto
gli effetti della sbornia… Oh, non che l’avere la memoria corta ti accada solo
quando sei ubriaco…”Dissi, ricordando ciò che era avvenuto ad Atlas, quando a
causa del vino quello zuccone si era totalmente scordato del nostro primo
incontro con Seigram, e in un’infinità di altre occasioni.
“Uh?
E a me è capitato qualcosa del genere da quando viaggio con te?” Chiese il
ragazzo guardandomi con aria perplessa.
Battei
sonoramente la testa contro il tavolo. “Sei un caso disperato… Io ci
rinuncio…”
Mi
fece un sorriso. “Stavo solo scherzando…”. Avevo i miei seri dubbi.
Probabilmente parlava così solo per evitare che mi arrabbiassi. Stavo per
replicare qualcosa, quando Zel mi interruppe, tirandomi per la manica.
“Lina…
C’è qualcosa di strano, qui. Mi sento osservato…”
Battei
le palpebre e mi guardai attorno. Solo gente comune, che si divertiva…
“Non
te lo sarai immaginato, Zel? Lo sai che il tuo è un po’ un chiodo fisso…”
Però…A pensarci bene… Avevo anch’io una strana sensazione.
“Lina,
a dire il vero… Anche a me è parso che qualcuno ci stesse fissando, prima.”
Disse semplicemente Gourry, con la sua solita aria calma ed accomodante. Quasi
come a dare voce ai miei pensieri… Mi volsi verso di lui e annuii. Anche se a
volte i suoi ragionamenti lasciavano un po’ a desiderare, era una delle persone
più percettive che conoscessi. E questo non era che accentuato dalle sue
abilità di combattente. Il fatto che provasse la mia stessa sensazione però,
non era un bel segno, in quel momento…
Sospirai
e feci un sorriso. “Sarà la stanchezza a darci le allucinazioni!” Conclusi,
agitando una mano con noncuranza. O sarà un altro dei soliti guai… Questo
pensiero si presentò con forza alla mia mente, ma io cercai di ricacciarlo
all’istante da dove era venuto. Come se non ne avessimo già passate abbastanza,
con tutti i problemi che avevamo avuto negli ultimi anni con i Mazoku! “Penso
che una buona dormita basterà a rimettere tutto a posto.”
I
miei due compagni di viaggio mi rivolsero un’occhiata scettica, ma non fecero
commenti. A dire il vero non ne ebbero nemmeno il tempo, perché, terminata
l’ultima frittella, mi alzai, mi ripulii dalle briciole e, con un cenno di
saluto, mi allontanai verso la mia camera. “E’ stata una lunga giornata,”
sospirai fra me e me, osservando da una delle finestre del corridoio le nuvole
che si addensavano sulla pacifica cittadina, ormai quasi totalmente immersa nel
sonno. “Uff… Speriamo che domani non piova… Non ho la minima voglia di
camminare sotto l’acqua.”
“Non
ti facevo così delicata, Lina Inverse…”
La
voce che risuonò alle mie spalle, mi fece sussultare. Dove l’avevo già sentita?
Mi voltai all’istante, per fronteggiare… Un corridoio vuoto. Rimasi immobile a
fissare il buio. Cosa diavolo…?
Un’altra
voce, questa volta perfettamente nota, mi richiamò alla realtà.
“E’
tutto a posto, Lina?” Chiese Gourry, mettendomi una mano sulla spalla. Non mi
ero nemmeno accortache si fosse
avvicinato a me, provenendo dalle scale… Infatti, sussultai nuovamente al suo
tocco.
“Hai
detto qualcosa, Gourry?”
“Ti
ho chiesto se è tutto a posto…”
“Intendevo…
Prima…”Nonostante la mia domanda, ero perfettamente consapevole che non era
stato lui a parlare, dal buio. Avrei riconosciuto immediatamente la voce del
mio amico, che tra l’altro proveniva dalla direzione opposta da quella in cui
si era trovato chiunque… o QUALUNQUE COSA mi avesse parlato poco prima.
Gourry
fece di no con la testa, confermando le mie supposizioni. “Sono appena
arrivato.”
Dovevo
essermelo sognato, non c’era altra spiegazione.
“…
Lina?”
“E’
tutto ok, Gourry. Mi ero solo incantata un attimo… Ho proprio bisogno di andare
a dormire, ora.” Abbozzai un sorriso poco convinto. “E Zel?”
“Ha
detto che non aveva ancora sonno. Penso che sia andato a fare un giro per il
paese.”
“Ho
idea che qui intorno non ci sia molto da vedere.” Lanciai un’altra occhiata
alla cittadina silenziosa, al di fuori della finestra. “Spero solo che non si
cacci in qualche guaio.” Sospirai.
“Non
ti preoccupare. Di solito non è LUI a cacciarsi nei guai.” Disse lo spadaccino,
ridacchiando.
“Che
cosa VORRESTI dire?” Mi voltai nuovamente verso di lui, con un’espressione poco
rassicurante.
“Nientedi particolare…” Mi diede un lieve buffetto
con la mano sulla testa. “Buonanotte, allora!” Fuggì in fretta nella sua
camera.
Lo
rimasi a guardare per un momento mentre entrava, poi, resami conto di essere
sola nel mezzo del corridoio buio, mi affrettai anch’io verso la mia stanza.
Infilai il pigiama che avevo trovato nell’armadio, che tra l’altro era un po’
troppo grande per me, e mi misi subito a letto. Non faceva per niente caldo.
Eppure
quella voce io l’avevo già sentita.
Il
mio riposo non durò troppo a lungo. Avevo continuato a rigirarmi nel letto per
un po’, prima di riuscire ad addormentarmi… Come generalmente mi accadeva
quando stava per succedere qualcosa… Alla fine ero riuscita a prendere sonno,
ma avevo comunque mantenuto un orecchio teso alla situazione circostante. Amo
la mia privacy, ma quella era una di quelle notti in cui avrei condiviso
volentieri la stanza con i miei compagni di viaggio… Da quando ero salita in
camera ero stata presa da una strana inquietudine… Un presentimento…
I
passi nel corridoio mi svegliarono del tutto. Chi era che girava fuori dalla
sua stanza a quell’ora? Forse Zel rientrava solo allora? Posi istintivamente
mano alla mia spada corta, appoggiata al mobiletto al fianco del letto. I passi
avanzarono lungo il corridoio… E si fermarono di fronte alla mia camera!
Chiunque fosse, però, era da solo… A meno che i suoi compagni non lo
aspettassero da lontano, nell’ombra. Mi alzai con circospezione e mi tenni
pronta a cogliere di sorpresa un eventuale aggressore che avesse cercato di
introdursi di nascosto nella stanza. Rimasi quasi sorpresa quando udii un
bussare sommesso.
Rimasi
in silenzio per qualche secondo, e la persona fuori dalla porta bussò
nuovamente.
Al
quel punto mi decisi a rispondere, nel modo più banale del mondo. “Chi è?”
“Mi
faccia entrare, Inverse- san, ho bisogno di parlarle.” Una voce femminile.
Non
era molto prudente aprire ad un’estranea nel cuore della notte… Ma come al solito
la curiosità vinse la prudenza.
Mi
stupii di trovarmi di fronte il volto pallido della cameriera che ci aveva
serviti la sera prima. Restammo qualche secondo ferme sulla porta a fissarci,
poi mi scostai e la feci entrare. QUESTO era ancora meno prudente, ma nel
corridoio, se possibile, faceva ancora più freddo che nelle camere ed io non
avevo nessuna intenzione di stare lì ad ammalarmi. Lanciai brevemente un
Lighting sul lampadario che pendeva dal soffitto e la stanza venne inondata di
luce. La cameriera si sedette senza essere stata invitata a farlo, su una delle
sedie che circondavano il piccolo tavolo accanto alla finestra. Io d’altro
canto mi sedetti sul letto, a distanza di sicurezza, la spada ancora alla mano.
La
ragazza alzò gli occhi e mi scrutò. “Non ha niente da temere, Inverse- san… Non
sono venuta qui con l’intenzione di farle del male.”
Sempre
che tu riesca a farmene, qualora tu lo voglia… Non diedi voce ai miei pensieri,
però. Comunque, non lasciai la spada. “Ti sarei grata se ti sbrigassi a
parlare. Non ho tutta la notte da dedicarti.”
La
cameriera non abbassò lo sguardo. “Innanzitutto, volevo accertarmi della sua
identità…”
“Credo
che tu conosca benissimo la mia identità, se ti trovi qui e mi chiami per
nome.” Replicai, seccamente.
La
ragazza ignorò il mio tono sarcastico. “Intendevo dire… Volevo essere certa che
lei fosse davvero QUELLA Lina Inverse… Ho sentito molto parlare di lei, come
tutti del resto, ma non l’avevo mai vista di persona…”
Sospirai.
Almeno era stata abbastanza delicata da non nominare le voci che giravano sul
mio conto. Del resto, le conoscevo benissimo anch’io… E decisamente non erano
tutte positive. Imperatrice della distruzione, assassina di ladri,
massacratrice di draghi… Tutte OVVIAMENTE infondate. Ma vi sembra il caso? Una
ragazzina buona ed innocente come me…
“Ebbene,
sono proprio QUELLA Lina Inverse. E ora puoi dirmi cosa vuoi o preferisci che
ti dia una dimostrazione dei miei poteri per convincerti definitivamente?”
Tagliai corto, anche se non avevo la minima intenzione di usare la mia magia
contro di lei. Mai giudicare dalle apparenze, certo… ma quella ragazza non
mostrava decisamente cattive intenzioni. Anche se non avevo totalmente
abbassato la guardia (questo lo facevo solo in presenza delle persone di cui
avevo COMPLETA fiducia) la mia aggressività era quasi scomparsa. All’inizio
avevo persino sospettato che fosse una demone, anche se non ero stata
attraversata da quella strana ondata di sensazioni negative che mi colpiva al
cospetto di un Mazoku… Del resto molti demoni, riflettei ripensando con un
brivido a Fibrizo, sanno nascondere DAVVERO bene la propria natura… Ma ora
quella ragazza non mi appariva nemmeno in grado di essere una combattente.
Quelle braccia esili sembravano non aver mai sollevato una spada…
Comunque,
alle mie minacce, la giovane impallidì ulteriormente. “No, la prego… Giungerò
subito al punto.”
Annuii.
“Lei
deve andarsene immediatamente dal regno di Moonearth.”
Caddi
quasi dal letto. Era DECISAMENTE andata direttamente al nocciolo della
questione. Questa volta mi arrabbiai un po’. “Spiegami perché dovrei venire a
prendere ordini da te!!!”
La
ragazza mi sembrò un po’ intimidita. “Io… Io sono una sacerdotessa. Una delle
poche, qui a Moonearth… Sa, il nostro è un paese di guerrieri, e…”
“Taglia
corto!”
Annuì.
“Da un po’ di tempo ho delle strane premonizioni. Strane anche per una
sacerdotessa come me… Ecco… Sembra che il Re dei Draghi di Fuoco voglia
mettermi in guardia contro qualcosa…”
Assunsi
un’aria scettica. Era raro che gli Shinzoku si mettessero in contatto con degli
esseri umani…
“Qualche
giorno fa mi è apparso in sogno e mi ha detto che aveva bisogno urgente del mio
aiuto e che non aveva potuto fare a meno di contattarmi.” Aggiunse, quasi in
risposta ai miei dubbi. “Mi ha detto che i Mazoku hanno in mente qualcosa che
la riguarda. Mi ha detto che sarebbe giunta qui molto presto e che avrei dovuto
impedirle di raggiungere la sua meta…”
Sbuffai.
“Tutto questo mi sembra un po’ improbabile. Non sarebbe la prima volta che i
demoni cercano di coinvolgermi in qualcosa, questo lo ammetto… Però, se hanno
davvero bisogno di me verranno a cercarmi in qualsiasi parte del mondo proprio
come farebbero a Moonearth, quindi non avrebbe senso che io me ne fuggissi via
di qui con la coda fra le gambe. E poi si può sapere perché il tuo Shinzoku non
è venuto a dirmele di persona queste cose?… Perché non mi ha mandato uno dei
SUOI sacerdoti, già che c’era, e invece ha contattato un’umana che in questa
storia non c’entrava?” Sputai fuori a raffica i miei pensieri. Me lo sentivo,
io! Mai che si potesse rimanere per un po’ in pace senza venire coinvolti in
qualche pasticcio degli ‘esseri superiori’.
La
ragazza non si lasciò sopraffare dalla mia rabbia, e rimase calma. “Credo che
gli Shinzoku abbiano qualcosa di importante di cui occuparsi, al momento, che
impedisce loro qualsiasi altra iniziativa. Tra l’altro il Re dei Draghi di
Fuoco mi sembrava avere molta fretta.”
Quella
conversazione era durata fin troppo. Quello che la sacerdotessa era venuta a
raccontare poteva anche essere vero, ma non le avrei comunque dato ascolto.
Volevo vederci chiaro in tutta quella faccenda, che mi sembrava decisamente
strana, e l’unico modo era restare a Moonearth e cercare di capire che cosa i
Mazoku potessero effettivamente volere da me. Anche perché non dubitavo che le
sedicenti ‘forze del bene’ non avrebbero esitato un momento a cercare di
eliminarmi se per loro fosse stato necessario, e non ero sicura di quanto
potessi fidarmi anche di loro.
“Senti,
ragazza,io non so che cosa stanno
combinando gli Shinzoku e i Mazoku, ma se devo essere sincera non voglio
nemmeno saperlo! Dopotutto io sono un essere umano e non ho la minima
intenzione di lasciarmi coinvolgere in una lotta che non mi riguarda e che non
deve riguardarmi!”
Alla
mia risposta, la ragazza scattò. “Una lotta che non la riguarda??? Non vuole
che il bene trionfi sul male? E non le interessa se i demoni vincono gli
Shinzoku?”
La
mia risposta fu quanto più sincera possibile. “No, finché la mia vita e quella delle
persone che mi sono care non saranno in pericolo. Se rischiasse di andarci di
mezzo il mondo ed io avessi qualche speranza di aiutare ad evitarlo non potrei
di certo tirarmi indietro… Nessuna persona sensata lo farebbe, sapendo che
restando con le mani in mano morirebbe comunque… Ma finché si tratta di
scaramucce fra esseri superiori non intendo interessarmene.”
“Sc-
scaramucce???!!! Ma si rende conto di ciò che sta dicendo?”
“E’
ovvio che non vorrei che i demoni prendessero il controllo di questo mondo…”
Sospirai. “Ma Shinzoku e Mazoku lottano gli uni contro gli altri da millenni…
Non sono sicura che una delle due parti in lotta possa davvero prendere il
sopravvento… E comunque, se fossi in te, non sopravvaluterei troppo le ‘forze
del bene’. Per quanto i loro interessi possano essere nobili, non dubito che si
‘abbasserebbero’ anche a metodi non del tutto ortodossi per realizzarli. Alla
fine per ciascuno l’unica cosa davvero importante è raggiungere il proprio
obiettivo…” Eh, eh… Che perla di saggezza… “Ad ogni modo, non sono di certo io
la persona adatta a criticarli.” Conclusi, con sincerità, ripensando a certe
mie azioni passate che non avrei di certo definito ‘ortodosse’…
La
giovane sacerdotessa assunse un’espressione severa. “Non condivido quello che
dice…” Uh- uh, e chi si aspettava che lo facessi? “… Comunque devo avvisarla di
una cosa . Il Re dei Draghi di Fuoco ha detto che se fosse stato necessario
toglierla dalla circolazione DEFINITIVAMENTE, per evitare il peggio se lei non
avesse collaborato, non avrebbe esitato a farlo.”
Rimasi
a bocca aperta. Prima mi fai tanti discorsi sull’infinità bontà degli Shinzoku
e affermi di non condividere le mie opinioni, poi te ne esci con queste minacce
degne del più infido dei demoni???!!
“Che
tradotto in lingua comune vorrebbe dire ‘o obbedisci o muori’, non è così??”
Scattai, infuriata. Non mi accorsi di avere alzato la voce tanto da urlare.
“Bè, se il tuo Shinzoku si aspetta che io faccia ciò che vuole come un
cagnolino si sbaglia di grosso! Anzi, se mi conoscesse saprebbe che minacciarmi
è il modo migliore per spingermi a non obbedire!!”
E
con questo considerai conclusa la conversazione. Mi alzai, aprii la porta e le
feci cenno di uscire.
Tuttavia,
la ragazza non si mosse. Continuò a fissarmi con due occhi talmente freddi da
farmi rabbrividire. Per un momento pensai che avesse intenzione di attaccarmi.
In
quell’istante, però, un’altra figura apparve dal buio del corridoio. Gourry,
che correva verso di me con la spada alla mano. “Lina, che succede? Ti ho
sentita urlare.”
Al
momento, non gli prestai attenzione e il mio sguardo rimase fisso sulla
ragazza. Però, internamente, fui sollevata dal sentire che mi era accanto. Non
mi piaceva per niente la piega che aveva preso la situazione…
La
sacerdotessa, quando vide Gourry, si decise ad alzarsi. Mi passò accanto ed
uscì dalla porta. “Ricordi quello che le ho detto,” Disse, semplicemente.
“Su
questo non c’è alcun dubbio,” Replicai duramente, mentre la sua esile figura
già si allontanava nel corridoio.
“Chi
era quella ragazza, Lina?” Chiese Gourry, fissando con aria perplessa il
corridoio in cui era sparita la sacerdotessa.
“Domattina
ti spiego tutto, d’accordo? Ora voglio solo tornarmene a letto… Mi sto
congelando.” Gli rivolsi un sorriso di saluto. “Grazie comunque di essere
intervenuto. Buonanotte.” Conclusi.
“Oh…
Buonanotte di nuovo, Lina,” Replicò Gourry, continuando a non capire molto di
quanto era successo. Mi dispiaceva per lui, ma l’ultima cosa di cui avevo
voglia era di spiegargli tutto. Quella notte non avevo la pazienza materiale
per sopportare neanche una delle sue domande.
Questa
volta, finalmente, mi addormentai non appena toccato il letto.
La
mattina dopo, di fronte alla lauta colazione che ci eravamo fatti servire nella
mia camera, raccontai a Gourry e a Zel i fatti della notte precedente.
“Pensi
che stesse dicendo la verità, Lina?” Chiese Zel, probabilmente seccato quanto
me all’idea di dover essere di nuovo coinvolto in qualche affare dei Mazoku.
Scossi
la testa in risposta. “Non lo so, ragazzi. Quel che è certo è che qualcosa in
ballo c’è. Non credo che quella sia venuta in camera mia per farmi uno scherzo.
L’unica cosa da fare…”
“…E’
proseguire il nostro viaggio e andare fino in fondo a questa storia.” Terminò
Gourry, per me. “Dopo quello che ti ha detto non te ne andresti di qui per
tutto l’oro del mondo, vero? Se avesse voluto tenerti qui nel regno di
Moonearth non avrebbe potuto usare metodo migliore.” Concluse.
Non c’è che dire, mi conosceva davvero bene.
Ma… Un’idea mi balenò nella mente. E se…
“Hai
ragione!!!” Gridai, puntando il dito verso Gourry.
“Eh?”
Chiesero in coro i miei amici.
“Pensateci!
Può darsi che quella ragazza volesse DAVVERO farmi restare. Può darsi che
questa sia tutta una trappola ben congegnata. Forse qualcuno ha bisogno di me
qui a Moonearth, e ha voluto assicurarsi che io proseguissi verso la mia meta.”
Mi alzai e portai le mani ai fianchi. “E questo significa che non è detto che
gli Shinzoku e i Mazoku c’entrino qualcosa in tutta questa faccenda.”
I
miei due compagni di viaggio ragionarono qualche istante sulla cosa. Fu Gourry
il primo a prendere la parola. “Potrebbe avere senso. Del resto quale modo
migliore per far fare una cosa a Lina Inverse, che dirle di non farla?”
Commentò, con una alzata di spalle. Ehi, non c’è bisogno di essere così brutali
nel dire le cose… Mi fai sembrare come una bambina di due anni…
Zel
ridacchiò. “Ah, sì, su questo non c’è dubbio…”
Rivolsi
un’occhiataccia a tutti e due. “Sapete, tempo fa mi hanno insegnato a non
lanciare Palle di Fuoco nelle stanze chiuse. Secondo il vostro ragionamento ora
io dovrei disobbedire…”
I
due raggelarono. “Dai, Lina, stavamo solo scherzando…” Si scusò Gourry. Prima
però mi sembravi convinto di ciò che dicevi…
Battei
la mano sul tavolo. “NON E’ IL MOMENTO DI SCHERZARE! Dobbiamo decidere cosa
fare.”
Zel
tornò alla sua consueta espressione seria. “Bè, se il tuo ragionamento è
esatto…”
“Sì,
lo so. La cosa più ragionevole da fare sarebbe andarsene da qui.” Terminai per
lui.
“Vuoi
dire che lo farai?” Chiese Gourry.
Scossi
la testa. “Non ci penso nemmeno! Voglio capire che cosa sta succedendo! E
soprattutto voglio raggiungere quella stupidissima fiera! Sono due settimane
che viaggio per vederla e nemmeno LORD OF NIGHTMARES potrebbe convincermi a
fare dietro front ad un solo giorno dalla destinazione! Voi due siete con me?”
Chiesi, conoscendo comunque già la risposta.
Gourry
annuì con un sorriso allegro sul volto. “Come sempre, Lina. Come potrei perdere
l’occasione di seguire i tuoi guai in diretta?” Ehi, cosa sono, un fenomeno da
baraccone?
Zel
fece spallucce. “Del resto la fiera era la mia meta originaria…”
“Benissimo,
allora! Ma prima di ripartire, voglio scambiare altre due paroline con quella
sacerdotessa… E questa volta la CONVINCERO’ a dirmi la verità…” Assunsi un’aria
minacciosa.
“Andate
a preparare le vostre cose! Ci muoviamo!”
Quando
uscii dalla porta della mia camera andai a sbattere direttamente contro Zel. La
chimera aveva un’espressione piuttosto contrariata.
“Che
c’è, Zel?”
“Pare
che qualcuno abbia messo a tacere definitivamente la tua cameriera, Lina.
Questa notte è stata uccisa.”
Rimasi
a bocca aperta. “Ma… Chi…?”
“Nessuno
lo sa e la locanda è totalmente in subbuglio. Inizialmente ho persino
sospettato che fossi stata tu, anche se ovviamente non è possibile, dato che ci
serviva viva…” Gli lanciai un’occhiataccia. Grazie mille per la bella opinione
che hai di me…
“…
Ed è quello che penserebbe chiunque, se sapesse del vostro dialogo di ieri
sera. Credi che ne avesse parlato con qualcuno?”
Rimasi
interdetta. “Non so, Zel, ma è possibile. Poteva immaginare che io la
aggredissi… Può aver fatto sapere a qualcuno dove si trovava ieri notte, in
modo che la venisse a cercare, se non fosse tornata…” Ripensai alla voce
misteriosa della sera prima. Forse, qualcuno che conosceva il mio nome perché
LEI gli aveva parlato di me…“So solo che dobbiamo andarcene da qui, prima di
venire coinvolti in delle indagini. Non abbiamo tempo da perdere. Spero solo di
evitare un’altra taglia sulla mia testa…” Sospirai.
“Se
abbiamo un po’ di fortuna e nessuno sa della vostra chiacchierata, non avranno
gli elementi per porcela. Credo che molti dei clienti della locanda ci
imiteranno e se la svigneranno al più presto per evitarsi guai. Nessuno
dovrebbe fare caso a noi in particolare.”
Sogghignai.
“Se ti sentisse Amelia si arrabbierebbe a morte… ‘La Giustizia deve essere
applicata in modo rigoroso!’” Richiamai alla memoria la mia amica dai capelli
corvini, che ormai non vedevo da tempo.
Zelgadiss
fece una smorfia. “Non farmici pensare… Non usciremmo più da qui, se fosse con
noi.” Poi si guardò attorno, come se temesse di veder comparire la giovane maga
da un momento all’altro. “Comunque hai ragione! Dobbiamo sbrigarci!”
Annuii.
“Vado a recuperare Gourry! Tu aspettaci fuori!” Dissi, considerando che non era
il caso che la chimera restasse troppo a lungo sul luogo del delitto. Attirava
un po’ troppo l’attenzione e non aveva di certo un’aria del tutto
raccomandabile… Mi misi la mia borsa in spalla e raggiunsi lo spadaccino, che
stava uscendo dalla sua camera, ignaro di tutto. Gli spiegai in fretta la
situazione, anche se lui come al solito non ci capì più di tanto, quindi
uscimmo approfittando della confusione.
Trovammo
Zelgadiss che guardava un punto fisso in mezzo alla strada.
“Che
ti prende, Zel? Muoviti!” Gli gridai.
Si
volse a guardarmi. “No… E’ solo… Mi era sembrato… come l’altra sera…” Scosse la
testa. “Niente.”
“Perfetto!
Allora sbrighiamoci! La fiera aspetta solo noi!” Dissi allegramente, puntando
un dito al cielo ancora coperto di nubi.
Ci
allontanammo di corsa dalla locanda. E così, ci eravamo imbarcati in un’altra
delle nostre avventure.
Pioveva
ininterrottamente ormai dalle dieci di quella mattina. Le nubi sembravano voler
scaricare su di noi qualche furia divina. Cominciavo a chiedermi se il Re dei
Draghi di Fuoco non stesse già attuando, in quel modo, le sue presunte minacce…
Il
sole era quasi tramontato e non si vedeva ad un palmo dal naso. Ad ogni passo
si rischiava di restare impantanati e l’aria si era fatta talmente fredda da
fare quasi male, a contatto con la pelle. Senza contare che tutto questo aveva
notevolmente rallentato la nostra andatura e non contavamo di raggiungere la
capitale di Moonearth, dove si teneva la fiera, e dove progettavamo di
trascorrere la notte, prima di tarda sera. Camminavo in silenzio, maledicendo
fra i denti tutti i Mazoku e gli Shinzoku di cui mi venisse in mente il nome e
stringendomi nel mio mantello zuppo in un disperato tentativo di allontanare il
freddo, peraltro senza ottenere troppo risultati.
“Manca
molto a Miilun, Lina?” Chiese Gourry, con aria stanca. “Non è prudente
lasciarsi sorprendere per strada dalla notte…”
“Credi
forse che non lo sappia? Ma se questo temporale è scoppiato nel momento meno
opportuno io non posso farci proprio nulla!” Sbottai, sgarbatamente. Sapevo che
Gourry non c’entrava nulla, ma ero troppo nervosa per controllarmi.
Il
mio amico mi guardò storto. “Quando sei stanca diventi davvero intrattabile…
Non ci sei mica solo tu, qui, sotto la pioggia…”
“Questo
è vero, ma io almeno non faccio domande stupide.”
Lo
spadaccino si rabbuiò e tacque. La chimera, dal canto suo, se ne stava in
disparte, qualche passo indietro rispetto a noi, decisa a non lasciarsi
coinvolgere in nessuna discussione. Dopo qualche istante quel silenzio cominciò
a pesarmi, quindi mi accostai al mio amico. “Non prendertela, Gourry… mi
dispiace di essere stata brusca… Fra la pioggia e questa faccenda della
sacerdotessa, credo di essere sull’orlo di un esaurimento nervoso.” Assunsi
un’aria minacciosa. “Ma lascia che metta le mani addosso a chiunque stia
cercando di coinvolgermi in un altro guaio…”
Gourry
mi fece un sorriso fiacco. “Non ti preoccupare, non me la sono presa, stavo
solo riflettendo…”
…Al
buio il mio amico non notò la mia espressione stupita…
“…
Dicono che un vero uomo sopporti ogni difficoltà senza esserne turbato…” Lo
spadaccino mi si avvicinò e mi mise le mani sulle spalle, guardandomi negli
occhi. Ehi, cos’è tutta questa serietà, così all’improvviso??? Lanciai
un’occhiata nervosa alle mie spalle, dove Zelgadiss osservava la scena con aria
perplessa. “…Tu non sei per niente femminile e sei piatta come una tavola…
Allora perché basta un po’ di pioggia ad alterarti?”
Lo
fissai negli occhi, a bocca aperta, per un momento, prima che scoppiasse a
ridere. “Lina! Dovresti vedere la tua faccia in questo momento…” Credo che
volesse aggiungere qualcosa, ma non ebbe la forza materiale per farlo, fra i
sussulti provocati dalle risate. Dietro di noi, Zel scosse la testa e nascose
un sogghigno.
Lo
stupore lasciò posto alla rabbia. Sentii la vena sulla mia fronte in procinto
di andare in mille pezzi. Assestai a Gourry il mio migliore uppercut
direttamente sul mento. “Molto spiritoso, davvero!!! Chissà che con il senso
dell’umorismo il signor Gourry delle Meduse non sviluppi anche un cervello! Ci
sarebbe più utile quello, di certe battute!”
“Ora
ti riconosco… Te ne sei stata zitta zitta tutto il giorno, pensavo che quella
sacerdotessa ti avesse fatto il lavaggio del cervello…”
Gli
feci la lingua e proseguii senza aspettarlo. Che razza di…
Gourry
mi raggiunse, ancora ridacchiando. “Su, Lina… Mi perdoni se ti faccio
risparmiare un po’ di fatica?” Domandò, con la più innocente delle espressioni.
“E
in che modo? Pensi di trovare un sistema per volare, possibilmente evitando i
fulmini, nell’arco dei prossimi cinque minuti?” Chiesi, scettica.
Gourry
non mi rispose nemmeno. Si piegò leggermente verso di me… E mi sollevò fra le
sue braccia!
Arrossii
violentemente. “C- che… CHE COSA STAI FACENDOOO????”
“Metto
in atto ciò che ho detto. Ti faccio risparmiare fatica.” Rispose semplicemente,
con un sorriso. “Perché non ti riposi, almeno per un po’? Stanotte non sei
riuscita a dormire molto… E poi, a giudicare dal colore della tua faccia, in
questo modo non soffri nemmeno il freddo…”
La
sua osservazione non fece che peggiorare il mio rossore. “Sono capace benissimo
di camminare da sola!! Mettimi giù subito o anche tu avrai MOLTO caldo!!!!!”
Richiamai velocemente alla memoria la formula per le mie Flare Arrows…
“ASPETTA,
Lina! Così andiamo a fuoco entrambi!!” Gourry lottò per non perdere
l’equilibrio, stringendomi più forte per evitare di lasciarmi cadere… E si
trovò a faccia a faccia con una Palla di Fuoco!! Ma io non avevo ancora fatto
nulla!!!
Nel
tentativo di evitare il colpo all’ultimo momento, il mio amico perse definitivamente
l’equilibrio. Io, d’altro canto, venni sbalzata dall’impatto qualche metro più
avanti. Entrambi atterrammo con la faccia nel fango, mezzo bruciati dal colpo
magico, che fortunatamente avevamo scansato per un soffio. Solo allora mi
accorsi che mentre Gourry ed io discutevamo un gruppo di banditi ci aveva
circondati, e che Zel stava già lottando, ad un paio di metri di distanza da
noi. E, a quanto pare, avevano un mago con loro.
Quello
era veramente il colmo. Era mai possibile che tutti i banditi di questo mondo
dovessero prendersela con me? Cominciai a sentire una rabbia incontrollabile
salirmi sin dallo stomaco…
“Lina,
stai bene?” Mi giunse la voce di Gourry, che si era rimesso in piedi e aveva
estratto la spada.
Non
riuscii a rispondere, perché sentii qualcuno afferrarmi da dietro, ancora prima
che riuscissi ad alzarmi. Uno dei nostri avversari aveva avuto la pessima idea
di scegliermi come ostaggio.
“Eh,
eh… Ora, se non volete che questa povera ragazzina impaurita ci vada di mezzo,
dovrete consegnarci tutto ciò che possedete, comprese le vostre armi.”
Un’espressione
di puro terrore si disegnò sui volti dei miei compagni di viaggio, quando
notarono il
mio
sguardo. “L- lasciala subito, imbecille!!!” Gridò Gourry, sinceramente
preoccupato… per il bandito… “Calmati! Niente gesti avventati!” Zel invece si
rivolse a me.
Il
mio ‘rapitore’ rispose con arroganza. “Le vostre minacce non mi spaventano per
niente! Obbedite o lei morirà all’istante!” Quell’idiota! Chissà cosa aveva
capito… Mi voltai verso di lui con il più amabile degli sguardi. “E’ di ferro,
questa?” Chiesi con noncuranza, indicando la lama della spada che il bandito
brandiva di fronte a me.
“Uh…
S- sì… Ma perché mi fai questa domanda, ragazzina?”
Feci
spallucce, per quanto mi era possibile, così imprigionata nella sua stretta.
“Niente… Dovevo solo decidere con quale incantesimo metterti fuori gioco.”
“Eh?”
Prima
ancora che potesse cogliere il senso della mia frase, agii. Mi divincolai, gli
assestai una dolorosa gomitata nel costato e feci un passo avanti. Quindi mi
voltai verso di lui con uno sogghigno e… “Mono
Volt!” Gridai, appoggiando la mano al piatto della lama del bandito e
lasciando che la corrente elettrica la attraversasse fino a raggiungere il mio
obiettivo. Non era esattamente l’incantesimo più prudente da utilizzare in una
giornata come quella, ma sortì l’effetto desiderato. Il bandito cadde a terra
privo di sensi, senza nemmeno emettere un rantolo.
Fra
i nostri avversari cadde il silenzio più totale. Tutti gli occhi erano rivolti
a me. Improvvisamente il mago della banda impallidì visibilmente e mutò
espressione. “N- no… Non è possibile… Non può essere lei…” Mi volsi verso di
lui e lo fissai con uno sguardo poco rassicurante. “… Una ragazzina non molto
alta, capelli rossi, arrogante, imbattibile nelle arti magiche… Ed ha anche il
seno piatto!!!!”
“Ecco
fatta la frittata…” Sentii Gourry mormorare, a qualche passo da me.
“E’
proprio lei! E’ Lina Inverse!!! RITIRATA!!!!” Gridò quello sfrontato. Il panico
si diffuse fra i banditi, che cominciarono a scappare. Troppo tardi.
Cominciai
a recitare sommessamente la formula del mio incantesimo preferito. Prima, nella
mia infinita bontà, mi sarei limitata a minacciarli e bruciacchiarli un po’ per
farmi dare il loro bottino, ma dato che la mettevano sul personale… “Tu che sei più oscuro del crepuscolo, più
rosso del flusso del sangue,…” Lo so, era un tantino esagerato per quella
situazione, ma ero troppo arrabbiata per tenerne conto.
“Aspetta
un momento, Lina!” I miei compagni tentarono inutilmente di fermarmi.
“…
Tu, il cui potere èsepolto nella marea del tempo. Nel Tuo
grande nome, mi impegno verso le tenebre affinché tutti i nemici tanto folli da
mettersi contro di me vengano sconfitti dal dono concesso a queste mie
immeritevoli mani, per il potere che tu ed io…”
“Fermi
tutti!!!!” Eh? E adesso che…?Tutti alzarono gli occhi al luogo dal quale
proveniva la voce… La cima di un albero…
“Attaccare
dei pacifici viandanti per privarli dei loro onesti risparmi è un’azione che va
contro i più basilari principi della giustizia! Non vi perdonerò mai per aver
tentato un gesto tanto malvagio… Ora riceverete la giusta punizione!!” La
figura in piedi sull’albero spiccò un salto… E atterrò con il volto nel fango.
Sospirai.
Conoscevo soltanto due persone in grado di esprimersi così… E quella ragazzina
non poteva essere di certo Philionel di Sailune…
La
principessa Amelia Will Tesla Sailune scattò in piedi con una agilità
ammirevole e assunse un’espressione fiera. Sarebbe stata perfetta, se non fosse
stata coperta di fango dalla testa ai piedi…
“Pentitevi
delle vostre malefatte e consegnatevi alle autorità!” Ordinò, puntando un dito
verso i malviventi.
“Senti,
mocciosa… Vai a giocare da un'altra parte. Abbiamo altro da fare e non ci piace
essere presi in giro.” Rispose uno dei banditi.
“Mocciosa
a chi?” La maga batté la mani di fronte al proprio petto. “Palla di Fuoco!!” Una parte dei banditi venne spazzata via dal
colpo. Tutti gli altri si rimisero in posizione da combattimento, pronti al
contrattacco.
A
quel punto mi feci nuovamente avanti. Ero stanca di assistere a quella scena
ridicola. “Guarda, Amelia, che hanno ragione loro… Ora hanno altro da fare.”
Alzai lo sguardo verso i banditi, con un sogghigno. “Erano impegnati con me…”
La
giovane mi fissò con aria stupita. Evidentemente, nella sua brama di giustizia,
non si era accorta di me. I banditi, riportati alla realtà dalla mia comparsa,
ripresero a fuggire. Complimenti per il fegato…
Feci
spallucce. “Dire Brand!” Un po’ più
calma, scagliai il nuovo incantesimo, senza nemmeno recitare la formula al
completo. La potenza ne risultò considerevolmente ridotta… Del resto, per
incapaci di quel genere, sarebbe bastato anche molto meno…
“Che
seccatori…” Cominciai, fissando il piccolo cratere che si era formato di fronte
a me. Ma prima che potessi aggiungere altro, la mia vecchia amica mi era già
addosso. “Lina- san!! Che bello rivederti!” Amelia mi abbracciò, riempiendomi
ancora di più, se possibile, di fango. “S- sono felice anch’io, Amelia… Però
lasciami respirare…” Le sorrisi.
La
mia amica rispose al sorriso, quindi si rivolse agli altri, che fissavano la
scena con un’aria stupita che non appariva molto intelligente, a dire il vero
(il che poteva anche essere normale per Gourry, ma per Zel…). “Zel- san!!
Gourry- san!! Ci siete anche voi!” Ridacchiò. “Se avessi immaginato che foste
voi quelli attaccati dai banditi non avrei certo creduto che fosse necessario
un mio intervento…”
I
due si avvicinarono. Zel rivolse alla ragazza un sorriso ed un cenno di saluto,
mentre Gourry le batté calorosamente una mano sulla spalla. “Amelia! Quanto sei
cresciuta!” Effettivamente la giovane aveva ormai raggiunto la mia altezza. “Ma
sei in viaggio tutta sola? Sei in vacanza, per caso?”
Amelia
sorrise nuovamente. “Oh, no… Mi muovo per conto di mio padre… E ho un compagno
di viaggio…” La maga si volse a guardare una figura che sbucava allora da
dietro un albero, ansimante. Amelia sapeva correre, quando voleva… Per un
momento temetti di veder apparire il padre della ragazza in persona, Philionel
El di Sailune. Chi mi si presentò di fronte non somigliava DECISAMENTE a Phil,
anche se si trattava di un volto ugualmente noto…
“Caro,
caro Gourry- sama! Allora era davvero la tua voce, quella che ho sentito!”
Sylphiel.
La
bella ragazza dai capelli neri si buttò letteralmente fra le braccia del mio
amico, che la fissò con aria perplessa per qualche secondo, per poi
riconoscerla. “Uh… Ciao, Sylphiel!” Le sorrise. “Anche tu in viaggio con
Amelia? Come mai?”
Sylphiel
ignorò la domanda e scostò una ciocca di capelli dal volto dello spadaccino,
con aria preoccupata. “Ma, Gourry- sama, sei tutto pieno di fango… Che cosa ti
è successo?”
“Niente
di grave, è colpa di quei banditi…” Sorrise nuovamente. “Sei stato attaccato?”
Scattò la sacerdotessa. “Non ti preoccupare. Ora è tutto a posto.”
Bah!
Come se LUI avesse combinato qualcosa! Quella scena cominciava a darmi il
voltastomaco, quindi intervenni. “Scusate tanto per l’interruzione, ma questo
non mi sembra il luogo più adatto per i convenevoli! Se non ve ne foste
accorti, ci sta piovendo sulla testa! E non sarebbe male raggiungere Miilun
prima di domani mattina…” Rivolsi un’occhiataccia a Gourry. “Non eri tu quello
che aveva tanta fretta, prima?”
“Forse
hai ragione, Lina- san.” Sylphiel si allontanò dallo spadaccino. “Prenderemo
freddo, restando qui fermi.”
Feci
spallucce e mi incamminai, mentre gli altri allungavano il passo per starmi
dietro. “Non c’è bisogno di essere gelosi, Lina- san…” Cominciò Amelia,
ridacchiando. “Lo sai che Gourry- san…” La incenerii con un’occhiata, e la
giovane maga ritenne decisamente più saggio tacere piuttosto che aggiungere
altre stupidaggini…
Qualche
ora più tardi ci trovavamo in una locanda nel centro dell’imponente città di
Miilun, capitale del regno di Moonearth. La fiera sarebbe cominciata il
pomeriggio successivo, quindi avevamo tutto il tempo di rilassarci un po’ prima
di esplorarla a dovere. Dopo esserci fatti un bagno caldo (ne avevamo DAVVERO
bisogno, tutti quanti…) ed aver cenato abbondantemente, ci eravamo riuniti
nella mia stanza, dove avevo spiegato brevemente ad Amelia e Sylphiel gli
avvenimenti dei giorni precedenti.
“Accidenti, Lina- san… Certo che tu e Gourry-
san attirate i guai come delle calamite…” Commentò Amelia. Sospirai, mentre
Gourry ed io ci scambiavamo un sorriso. Non aveva tutti i torti… “Adesso che mi
ci fai pensare, è vera quella storia che avete sconfitto un’altra delle parti
di Shabranigdu? Ne ho sentito parlare tempo fa, a Sailune…”
Sorrisi
nuovamente e tornai a guardare Amelia, agitando la mano con noncuranza. “E’
vero. E’ accaduto qualche mese fa, prima che ci recassimo a Zephilia. Da quando
ci siamo salutati ci sono capitate un sacco di cose…”
Tutti
i volti dei miei compagni di viaggio, tranne quello di Gourry, si riempirono di
stupore.
“Questa
proprio non l’avevo sentita… Complimenti, Lina…” Fu il commento di Zelgadiss,
per una volta sinceramente ammirato.
“Allora
stai proprio diventando anche tu una paladina della Giustizia!!!! Voglio sapere
tutta la storia!!!” Saltò su Amelia. I suoi occhi erano pieni di stelle…
“Ma
Zephilia non è dove si trova la tua famiglia, Lina- san? Perché tu e Gourry-
sama siete stati là?” Chiese Sylphiel, quasi dispiaciuta. Ehi, ma di che ti
preoccupi…?
Sospirai
nuovamente. Ci sarebbe voluta una vita per raccontare tutte le avventure che
avevamo vissuto negli ultimi tempi e, anche se non mi dispiace ogni tanto farmi
gloria delle mie imprese, conclusi che ero troppo assonnata per mettermi a
rispondere alle loro domande. “Vi racconto tutto un’altra volta, d’accordo?
Piuttosto, come mai voi due vi trovate qui a Moonearth?” Mi rivolsi alla maga e
alla sacerdotessa che sedevano di fronte a me.
Amelia
prese la parola per prima. “Oh, è molto semplice… Sailune è responsabile di una
delle sezioni più consistenti della fiera…” Amelia sorrise, con orgoglio. La
cosa non mi stupiva…Sailune, oltre ad
essere una delle città più importanti dal punto di vista politico, è da sempre
stata considerata la vera e propria capitale della Magia Bianca. “… Per questo
motivo il mio papà mi ha mandata a controllare che tutto fosse stato
organizzato per il meglio.” Concluse la principessa, con un’alzata di spalle.
Un ordinario lavoro da funzionario reale, quindi. Amelia se la cavava piuttosto
bene in questo campo, nonostante la sua indole un tantino esuberante, e, per
quanto ne sapevo, Phil si serviva spesso di lei. Quello che non capivo era la
presenza di…
Sylphiel
intervenne a sanare i miei dubbi. “Io mi sono offerta di accompagnare Amelia-
san. In qualità di sacerdotessa, la fiera interessa anche a me. E poi, potevo
esserle di aiuto…”
“Vedete,
Sylphiel- san si trova a Sailune da un po’ di tempo, e le è già capitato di
accompagnarmi in qualche missione diplomatica.” Aggiunse Amelia, come
spiegazione. Annuii.
“A
dire il vero, speravamo di incontrarvi da queste parti… Abbiamo immaginato che
se ne aveste avuto la possibilità non sareste mancati, e avevamo entrambe
voglia di rivedervi.” Disse Amelia con un sorriso, lanciando una rapida
occhiata a Zel. Sylphiel annuì a conferma, passandoci in rassegna con lo
sguardo e ridacchiando nel notare l’ampio sbadiglio di Gourry, che si trovava
seduto sul letto accanto a me. “Per quel che mi riguarda, la speranza di
rivedervi è uno dei motivi che mi hanno spinta a restare a Sailune…” Aggiunse
la sacerdotessa. La speranza di rivedere soprattutto qualcuno, immagino… “ Ero
convinta che prima o poi sareste passati da quelle parti.” Concluse.
Evidentemente
non mi conosceva molto bene… Sailune non era certo la mia meta preferita, visto
il mio scarso amore per la Magia Bianca e per il principe Philionel…
In
ogni caso, non feci commenti. Incrociai le mani dietro la testa e mi appoggiai
al muro. “Capisco…” Dissi, semplicemente, trattenendo anch’io uno sbadiglio.
Era bello tornare a parlare con gli altri dopo tanto tempo, ma stavo morendo di
sonno, dopo quella giornata trascorsa a camminare sotto la pioggia. Alla mia
destra, avvertii il sommesso russare di Gourry, che evidentemente non trovava
la conversazione troppo interessante… Sospirai e gli diedi un pizzicotto sul
braccio. Non era molto carino nemmeno per LUI mettersi a russare in faccia a
dei vecchi amici che non vedeva da tanto tempo. Il mio amico si svegliò con un
sussulto, ma non fece commenti. Ammirevole…
Mi
rivolsi nuovamente agli altri. “Bene, dato che abbiamo una meta comune, domani
visiteremo tutti insieme la fiera…” Mi alzai. “Ora però non ho nessuna voglia
di starmene qui a parlare. Una ragazza giovane come me deve dormire, se vuole
mantenersi bella!” “Servisse a qualcosa…” Bofonchiò Gourry alle mie spalle,
guadagnandosi un calcio in uno stinco.
Spinsi
gli altri fuori dalla stanza e mi misi a letto. Osservai per un momento la
pioggia fuori dalla finestra. Un fulmine rischiarò all’improvviso il cielo,
permettendomi di vedere… Una figura SEDUTA SUL TETTO della casa di fronte, che
agitava la mano, in segno di saluto verso di me!
“GHAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!”
Gridai, cadendo dal letto. Mi rialzai all’istante e guardai nuovamente nel buio
al di là del vetro. Nessuno… Lo spavento improvviso aveva trasformato le mie
ginocchia in gelatina. Mi sedetti sul letto sperando che il mio cuore non
avesse intenzione di uscirmi dal petto… Non si dovrebbero fare certi scherzi a
notte fonda… SCHERZI? Ma quali scherzi? Chi è che si arrampica su un tetto, in piena
notte, sotto la pioggia battente, solo per il gusto di fare uno scherzo? Non
ero convinta di voler sapere la risposta a quella domanda, quindi mi rimisi a
letto, auto- convincendomi di essermi immaginata tutto. Quel che è certo è che
quella sera non guardai più verso la finestra…
Il
mio urlo, la mattina successiva, al mio risveglio, rivaleggiò con quello della
sera precedente.
“CHE
ACCIDENTI CI FAI TU NELLA MIA CAMERA?????” Gridai, divincolandomi
dall’abbraccio di Gourry e colpendo con un pugno il volto del mio amico, ancora
addormentato. Lo spadaccino si svegliò di soprassalto. Il braccio con cui
ancora mi teneva stretta a sé allentò la sua presa attorno alla mia vita e il
ragazzo scivolò con un tonfo giù dal letto. Quindi si mise a sedere, con aria
assonnata, e mi fissò, stupito.
“Lina????
Cosa ci facevi nel mio letto?” Si guardò intorno. “… Forse sto ancora
sognando…” Dopo avermi dato un’altra occhiata, lo spadaccino si distese
nuovamente a terra, del tutto intenzionato a rimettersi a dormire.
“NON
STAI SOGNANDO, PEZZO DI DEFICIENTE!!!!” Gridai nuovamente, ancora completamente
rossa in volto (e non per la rabbia…), tirandogli un cuscino. Scattai in piedi
sul letto. “Adesso, se non vuoi che ti uccida, hai dieci secondi per spiegarmi
perché sei venuto nella mia camera…”
Gourry
si tirò su, questa volta perfettamente sveglio. “Lina… Guarda che questa è la
MIA camera…”
“…”
“Eh?”
Mi guardai attorno. L’armatura di Gourry era appesa al muro e i suoi vestiti
giacevano su una sedia. Vicino al letto, appoggiata al muro, c’era la Blast
Sword… Non era possibile…
“Ma…
Come… NO! NON PUO’ essere! Io non mi sono mossa dalla mia stanza!!!!” Rivolsi
un’occhiata rabbiosa al mio amico, che si stava rialzando.
“Bè…
Evidentemente sì, dato che ti trovi qui…” Si grattò la testa, con aria
perplessa. “Uhm… Hai mai pensato di essere sonnambula…?”
“Non
dire stupidaggini! Non sono mai stata sonnambula! E poi, come avrei fatto ad
entrare, con la porta chiusa?”
Gourry
raggiunse la porta e provò ad abbassare la maniglia. “E’ ancora chiusa a
chiave… Comunque non credo che un lucchetto rappresenti un grosso problema, per
te…” Commentò, sorridendo fra sé e sé. FORSE era vero, ma non era quello il
punto, in quel momento! “Ragiona, per una volta, testone! Non è possibile che
io a notte fonda mi sia messa a scassinare la porta della tua camera senza
nessun motivo, e per di più ancora completamente addormentata!”
“Allora
come fai ad essere qui?” Chiese il mio amico, guardandomi con la stessa
espressione spaesata che dovevo avere io in quel preciso momento. Non seppi
come rispondere e per un momento nella stanza cadde il silenzio.
“E’
da qualche giorno che succedono cose strane!” Sbottai quindi, buttandomi a
sedere sul letto. “E provo l’IRRITANTE sensazione che qualcuno si stia prendendo
gioco di noi!”
Gourry
si sedette accanto a me. “Chissà se tutto questo è collegato in qualche modo
con quello che ti ha detto la cameriera…” Rifletté, dopo qualche secondo. Mi
sdraiai con la mani incrociate dietro la testa e presi a fissare il soffitto.
“Non ne ho la più pallida idea. Speriamo di scoprire qualcosa di più, oggi.
Siamo a Miilun, quindi chiunque stia cercando di ‘servirsi di noi’ dovrebbe
uscire allo scoperto, ormai…”
Un
bussare impetuoso mi interruppe. Scattai in piedi e raggiunsi la porta prima di
Gourry, aprendola. “Che cosa diavolo c’è, ANCORA?” Gridai, senza nemmeno
aspettare di vedere in faccia il malcapitato.
Zel
indietreggiò di due passi, sorpreso di trovarmi lì. “Uh… Ho sentito delle urla
e sono venuto a vedere che cosa fosse successo… Ma che cosa ci fai qui a
quest’ora, scusa?” Chiese, con aria perplessa.
“E’
PROPRIO QUELLO CHE VORREI CAPIRE ANCH’IO!!!!” Sbottai, ormai senza più un
briciolo di pazienza. Sbattei la porta alle mie spalle in faccia al povero
Gourry, abbellendo con una crepa il soffitto del corridoio. Quindi me ne tornai
nella mia camera, che inspiegabilmente era ancora chiusa a chiave, e mi vestii,
borbottando fra me e me cose che è meglio non dire… Proprio il modo migliore
per cominciare la giornata…
Solo
un’ora più tardi ci trovavamo in marcia per le strade della città, che sotto la
luce del sole aveva un aspetto molto più accogliente. Gourry ed io addentammo
contemporaneamente uno dei dolcetti che avevamo appena acquistato in una delle
tante bancarelle che avevano aperto i battenti lungo le strade del centro
cittadino. Erano appena le otto del mattino, ma le vie erano già piene di vita.
I miei compagni di viaggio ed io dovevamo camminare quasi stretti gli uni agli
altri, per evitare di perderci fra la folla… Se ciò fosse accaduto, sarebbe
stato piuttosto seccante. Con tutta quella gente, ci sarebbero volute ore, per
ritrovarsi.
“AAAAHHH!
Meno male, stavo morendo di fame!” Commentai, mentre terminavo l’ultimo
dolcetto alla marmellata, preparata a buttarmi su quelli al cioccolato. “La
cucina di Miilun è ottima, vero?” Domandai, indirizzandomi allo spadaccino che
mi camminava a fianco. “MMM shì, hai rasgioune…” Deglutì. “E anche l’ambiente
non è niente male.” Considerò, guardandosi attorno.
“Gourry-
san, non è educato parlare con la bocca piena!” Lo rimproverò Amelia.
“Non
so come facciate, voi due, a mangiare ancora… Ci siamo alzati da tavola un
quarto d’ora fa. Non credevo che un essere umano potesse materialmente
contenere nello stomaco una quantità simile di cibo…” Sospirò Zel.
Gourry
si limitò a fare spallucce. Io mi voltai e strizzai l’occhio a Zelgadiss.
“Pensavo che ti fosse chiaro, dopo tanti anni che ci conosciamo, che io, la
bellissima maga- genio Lina Inverse, e la sua fortissima, sedicente ‘guardia del
corpo’ Cervello- di- Medusa non siamo esseri umani qualunque…”
“Se
fossi in voi non me ne vanterei molto…” Replicò la chimera.
“Ehi,
Zel! Cosa vorresti…” Non terminai la frase, perché sentii Gourry tirarmi per la
manica. “Lina! Focacce calde!” Mi voltai, perdendo immediatamente interesse
nella conversazione con Zelgadiss. “Con lo sciroppo di lamponi! Andiamo,
Gourry, che aspetti?” Sorpassai lo spadaccino con un balzo e raggiunsi la
bancarella.
Alle
nostre spalle, i nostri compagni di viaggio sospirarono. “Andando avanti di
questo passo, raggiungeremo la fiera domani mattina.” Sentii borbottare
Zelgadiss. “Non ti preoccupare, Zel- san… Gli stand apriranno solo oggi
pomeriggio, ricordi? Abbiamo tutto il tempo per assistere alla cerimonia di
apertura…” Lo rassicurò Sylphiel, con un sorriso.
Anch’io
raggiunsi il piccolo gruppo insieme a Gourry, dopo aver fatto il pieno di
focacce. “Sylphiel ha perfettamente ragione, Zel, non fare sempre il
guastafeste!” Commentai, a bocca piena. “Uhm, Lina- san…” Intervenne Amelia “…
Veramente io vorrei arrivare dai rappresentanti di Sailune almeno un’ora prima
dell’apertura…”
“Perfetto!”
Gridai, puntando un dito al cielo. “Ciò significa che abbiamo circa altre
quattro ore da spendere in città prima di incamminarci!” Zel e Amelia si
scambiarono un’occhiata. “Dove vorresti andare, Lina, tanto per saperlo…?”
Sospirò la chimera, rassegnata.
“Ma
che domande! A cercare un buon ristorante! E dove, se no?” Senza aspettare la
risposta, mi avviai di corsa verso la piazza che si intravedeva al termine
della strada. “Grandioso! Potremo gustare qualche specialità locale!” Gridò
Gourry imitandomi. I nostri compagni di viaggio sospirarono, quindi si
incamminarono per seguirci.
Avevo
quasi raggiunto la piazza, quando la mia corsa si arrestò all’improvviso.
Gourry, che non si aspettava che mi fermassi, andò a sbattere direttamente
contro la mia schiena e mi afferrò al volo prima che l’urto mi sbalzasse a
terra. “L- Lina? Che ti è preso?”
“Gourry…
tu non hai sentito nulla?” Una voce. Qualcuno aveva gridato il mio nome, ne ero
sicura.
Il
mio amico mi guardò senza capire. “Di che cosa stai parlando, Lina?” Non era
possibile. Me lo ero sognato? Un’altra volta? Forse stavo impazzendo… “Cosa hai
sentito, Lina?” Gourry mi fissò, preoccupato.
“Ho
avuto l’impressione che qualcuno mi stesse chiamando…”
Gli
altri ci raggiunsero. “Cos’è successo, ragazzi?” Chiese Sylphiel. Stavo per
rispondere, quando provai quella strana, ma familiare, sensazione… Gourry ed io
ci scambiammo un’occhiata ed il mio amico annuì. C’era un demone nei paraggi.
“Mazoku…” Sussurrò Zelgadiss, dando voce ai nostri pensieri. Ci siamo, pensai.
Forse ora avremmo fatto un po’ di chiarezza nella faccenda di cui mi aveva
parlato la sacerdotessa assassinata…
Ma
quella sensazione, così improvvisamente come era comparsa, svanì. Chiunque
fosse, se n’era andato. Tutti e cinque battemmo le palpebre e restammo fermi in
silenzio per qualche secondo. Persi il controllo e scattai. “Eh, no! Non si fa
così, accidenti!!! Prima fai sentire la tua presenza e poi non ti fai neanche
vedere? Qualcuno dovrebbe insegnare un po’ di educazione a voi demoni!!!”
Gridai. Ovviamente, tutti, per la strada, si fermarono e si voltarono a
fissarmi…
“Io
non rimpiangerei troppo di non averlo incontrato, Lina… Questo non mi sembra il
posto più adatto ad un combattimento.” Commentò Zelgadiss, lanciando
un’occhiata alla folla, che aveva ripreso a camminare normalmente,
probabilmente ritenendo più saggio tenersi fuori dalla questione.
“Magari
quel demone era solo di passaggio e non mirava a noi…” Suggerì Amelia.
“Amelia,
se c’è una cosa che ho imparato negli ultimi anni è che quando c’è un demone
‘di passaggio’ sta mirando senza alcun dubbio a me!” Commentai, con un sospiro,
rimettendomi a camminare. “Ma non mi lascerò rovinare il pranzo da…” Mi fermai
nuovamente. “E questo cos’è?” Domandai, ad alta voce, guardandomi nel palmo
della mano. Non mi ero accorta che il mio pugno chiuso stava stringendo
qualcosa. Ma da quanto tempo era lì?
Quattro
teste si sporsero dalle mie spalle per vedere… Un pendaglio, con una piccola
pietra… Poteva essere… “Orhialcon!!!” Gridai, sorpresa. Il materiale,
refrattario alla magia, valeva molto più dell’oro stesso. Una pietra di quelle
dimensioni non era molto, ma se rivenduta avrebbe comunque potuto rendere una
piccola fortuna. Chi poteva essere stato tanto stupido da regalare una cosa del
genere? Forse me l’aveva lasciata quel demone?
La
mia opinione riguardo ai Mazoku e alle loro maniere stava già diventando
radicalmente migliore di quanto non fosse mai stata in precedenza, quando mi
accorsi di un piccolo particolare…
“Oh,
dannazione! E’ cava!” Osservai, con delusione, nel notare che l’oggetto era più
leggero del dovuto e che da un piccolo foro si poteva osservarne l’interno,
vuoto. Questo ne riduceva notevolmente il valore…
“Lina-
san, che cos’è che sbuca da quel foro?” Chiese Amelia sporgendosi tanto su di
me da farmi quasi perdere l’equilibrio. Con cautela, estrassi dal foro un
piccolo foglio di carta.
“Ore
nove, esterno porta nord.” Lessi ad alta voce. “Eh? Ma che significa?”
“Sembra
quasi…” Iniziò Gourry. “… Un appuntamento!!!” Concluse Amelia, per lui.
Ci
fissammo tutti in silenzio per un momento, quindi Sylphiel prese la parola con
un insolito entusiasmo. “Ma è meraviglioso, Lina- san! Pensa, un tuo ammiratore
vuole conoscerti!! Bisogna che tu corra subito alla locanda per prepararti!”
Le
rivolsi un’occhiata poco convinta. “Sylphiel, mi spiace deluderti ma temo che
non si tratti di un ammiratore… Ho la netta impressione che a lasciarmi questo
messaggio sia stato il demone di poco fa…” Sospirai. Non ci capivo più niente.
Cosa avevano in mente questa volta? Mi sembrava quasi di partecipare ad un
gioco, una caccia al tesoro…
“E
non trovi stupendo il fatto che l’amore possa nascere anche fra esseri così
diversi come uomini e demoni?” Continuò Sylphiel. Ehi, aspetta un…
“E’
vero!!!” Intervenne Amelia. “Se quel demone è un tuo ammiratore, tu con il tuo
amore potresti redimerlo e riportarlo sulla retta via! Proprio come nelle
fiabe!” Gli occhi della principessa si erano improvvisamente illuminati.
“Ehi,
aspettate un attimo!!!” Questa volta fu Gourry a parlare. “Vorreste dirmi che
Lina si è fidanzata con un demone???” Chiese, stupito.
“Bastaaaaaaa!
Che ACCIDENTI avete capito tutti quanti???” Mi faceva male la testa. “Quel
Mazoku probabilmente sta cercando di farci cadere in una trappola! O comunque
vuole mettersi incontatto con noi per
qualche motivo…”
Zel
intervenne. “Penso che quella della trappola sia la spiegazione più plausibile,
Lina… Solo non capisco perché non ci abbiano attaccati qui, se è ciò che
vogliono fare… Non penso proprio che i demoni si preoccupino molto degli
innocenti che possono essere uccisi dai loro colpi…” Concluse, indicando la
folla che ci circondava.
“Forse
vogliono attirarci in un luogo preciso, per qualche motivo…” Considerai.
La
chimera si limitò ad annuire. “Resta da decidere che cosa vogliamo fare…”
Lanciai
un’altra breve occhiata al foglio di carta che tenevo in mano. “Per ottenere
ciò che vogliono hanno bisogno che ci troviamo nel luogo indicato…”.
“Considerando
che è EVIDENTEMENTE una trappola, la cosa più saggia da fare sarebbe evitare di
caderci e non recarsi all’appuntamento…” disse Gourry, incrociando le braccia
al petto. “Ma…” “Ma…” Proseguii per lui. “…Come dico sempre, se cadere
consapevolmente in una trappola è stupido, lo è ancora di più avere sempre
paura di cadere in qualche trappola e di conseguenza starsene senza fare
nulla.”
“Giusto,
Lina- san! Affrontiamo i demoni a testa alta. Noi siamo dalla parte della
giustizia, non POSSIAMO perdere!” Fu il commento di Amelia.
La
chimera sospirò, rassegnata. “E così, quando sembra che ci sia una minima
possibilità di evitare un guaio, noi la eliminiamo andando a cercarcelo a testa
bassa… Se quel bastardo di Rezo ha mai avuto ragione su qualcosa, è stato sul
fatto che non so scegliermi gli amici…”
Gli
rivolsi un breve sogghigno. “Bene, dato che siamo TUTTI d’accordo, cosa
aspettiamo? Non possiamo lasciare aspettare quel povero demone tutto da solo…” Dicendo
questo, mi incamminai verso il luogo indicato dal biglietto. Trappola o no,
stavolta avremmo finalmente fatto chiarezza nella situazione…
Doveva
essere passato almeno un quarto d’ora dall’orario dell’appuntamento, e ancora
non si vedeva nessuno. “Maleducati e anche ritardatari!” Sbottai, spazientita.
La prospettiva di riuscire a mangiare qualcosa prima della fiera si faceva
sempre più lontana e stare lì ferma con le mani in mano mi dava sinceramente
sui nervi. Del resto, chi si aspetta di poter fare affidamento su di un Mazoku?
“Mi
dispiace di averti fatto aspettare, Lina Inverse, ma impegni urgenti mi
trattenevano nell’altra dimensione. Capisci, non si può mancare ad un
appuntamento con il proprio capo…”
Ci
volgemmo tutti improvvisamente verso la fonte della voce, colti di nuovo da
quella sgradevole sensazione… Di fronte a noi, si trovava una figura
apparentemente umana. Chi ci parlava si sarebbe detto un ragazzo di circa
vent’anni. Lunghi capelli castani legati a coda di cavallo, un corpo ben strutturato.
Decisamente affascinante, anche se non era proprio il mio tipo. I suoi occhi,
tanto chiari da essere quasi bianchi, erano freddi in un modo che mi
spaventava. Non lasciavano trapelare alcun tipo di emozione. Non erano gli
occhi di una persona con cui avrei voluto avere a che fare…
La
natura non umana di quell’essere era comunque chiaramente rivelata dal colore
azzurrognolo della sua pelle, e dalle dita della mani, innaturalmente lunghe.
Un tipico demone, dopotutto.
“Sei
tu che ci hai contattati?” Chiesi, con voce ferma. Mi sentivo inspiegabilmente
tranquilla. Non sapevo perché, ma quel demone non mi dava l’impressione di
essere particolarmente aggressivo…
Il
Mazoku si limitò ad annuire. “Sai, non potevo perdere l’occasione di conoscere
la ragazza tanto temuta da tutti i demoni… Sei piuttosto famosa, sai?”
“Allora
è davvero un tuo ammiratore…” Sentii bofonchiare Gourry. Gli pestai un piede.
Non era il momento di mettersi a dire stupidaggini.
Il
Mazoku proseguì, con un’aria che oserei dire divertita, anche se il suo volto
continuava ad apparire simile ad una maschera impenetrabile. “ ‘Demon
slayer’…Assassina di demoni… E’ così che vieni ricordata, ora, non è vero?”
Feci
spallucce. “Qualcuno ama chiamarmi in questo modo…” Evidentemente anche il nomignolo
affibbiato qualche mese prima a Gourry e a me da Memphis era già di dominio
pubblico. Sospirai. Almeno non era così negativo come gli altri…
“Bè,
non bisognerebbe mai dare soprannomi a caso… Quindi ti farò il favore di
testare quanto sia adatto il tuo… E nel frattempo ne approfitterò per rendermi
conto di quale sia il tuo reale potere…” Ehi, aspetta un… Troppo tardi. Una
sfera di energia apparve fra le dita affusolate del demone.
Istintivamente,
mi posi davanti a Gourry. “Wind Shield!!!”
Gridai, sperando che la mia magia riuscisse a sostenere la forza dell’attacco.
Gli incantesimi di difesa non sono la mia specialità… Al mio fianco, anche gli
altri evocarono uno scudo protettivo. Al momento dell’impatto, ringraziai tutte
le divinità per la presenza di Sylphiel. Senza la sua magia difensiva a parare
il colpo, il nostro scudo avrebbe senza alcun dubbio ceduto. Era decisamente
forte. Non dovevamo sottovalutarlo.
All’improvviso,
dall’aria fina cominciarono a prendere forma delle figure. Demoni Inferiori,
circa una ventina. Le cose, in questo modo, non miglioravano di certo, per noi.
“Devi
avere una bella paura di noi, se ti rivolgi a dei Demoni Inferiori perché ti
aiutino a sconfiggerci…” Mi indirizzai al Mazoku con arroganza. In realtà,
però, cominciavo a non sentirmi più tanto tranquilla…
“E’
solo che mi piacerebbe risolvere la questione in privato con te…” Rabbrividii.
Bè, a me invece l’idea non allettava PER NIENTE! Purtroppo, non c’era molto da
fare. Il gruppo di Demoni Inferiori si gettò subito sugli altri ed io rimasi
sola a fronteggiare il nostro avversario principale. Considerata la sua
capacità di cambiare dimensione, non sarebbe stata una lotta semplice. Senza
contare che mi sembrava essere piuttosto veloce. Era rischioso tentare
incantesimi la cui formula richiedesse troppo tempo per essere pronunciata…
Come il Laguna Blade, anche se un colpo magico simile in quel momento mi
sarebbe stato utile… Sempre che fossi riuscita a lanciarlo anche senza i miei
talismani, ovviamente…
Il
mio avversario stava già preparando un secondo attacco. Non sarei riuscita a
pararlo da sola. L’unico modo per evitarlo era essere più veloce di lui e
tentare IMMEDIATAMENTE un incantesimo. Non c’era un secondo da perdere.
“Dire Brand!” Gridai. Sapevo che
quell’incantesimo non lo avrebbe messo fuori gioco, ma la mia intenzione era
quella di bombardarlo a raffica, fino a che non avessi potuto approfittare di
un suo momento di distrazione. Alla fine sarei stata sfinita, ma in questo modo
gli avrei impedito di colpirmi e avrei contemporaneamente messo a dura prova la
sua resistenza. E quando si è stanchi anche la concentrazione ne risente… Lo
stesso valeva per me, comunque. Dovevo stare molto attenta.
Purtroppo,
mi ero mossa lievemente in ritardo. Il demone riuscì comunque a lanciare la
sfera di energia. Non riuscì a mirare con precisione, però, ed io evitai il
colpo abbastanza facilmente. Nel frattempo il mio avversario era scomparso per
evitare di essere colpito dal mio attacco. E se conoscevo bene i Mazoku…
Proprio come mi aspettavo! Il demone ricomparve proprio alle mie spalle. Ma io
ero preparata alla sua mossa. Appoggiai all’istante la mano a terra e… “Dug Haut!” Il suolo dietro di me
cominciò ad ondeggiare, come se fosse stato della consistenza dell’acqua. Ne
emersero acuminati spuntoni di roccia ed il demone, per evitare di essere
trafitto, fu costretto a sparire nuovamente. Anche se trattata con la magia, la
roccia non avrebbe potuto ucciderlo, se lo avesse trapassato. Ciò non toglie
che sarebbe stato immobilizzato a sufficienza per permettermi di finirlo con
uno dei miei incantesimi più potenti. Purtroppo, non fu così stupido da cadere
nella mia trappola.
Dopo
pochi istanti, apparve nuovamente di fronte a me. “Sei astuta, ragazzina.
Meriti davvero la tua fama…” Osservò, con ammirazione.
“Grazie.
Nemmeno tu te la cavi male.” Replicai con un sogghigno, quindi attaccai
nuovamente . Non dovevo lasciargli un attimo di tregua.
Purtroppo,
nessuno di noi due aveva intenzione di cedere. Andando avanti di quel passo,
avremmo potuto continuare all’infinito. E cominciavo a sentirmi davvero stanca.
La magia richiede una quantità molto grossa di forza vitale. Avrei avuto
bisogno di almeno qualche secondo per recuperare, ma, se volevo tenere il ritmo
dei suoi attacchi, non potevo permettermelo. Continuando in quel modo, non ce
l’avrei fatta… Era mai possibile che quel bastardo fosse COSI’ resistente,
accidenti? Chissà come procedeva il combattimento degli altri, chissà se
potevano venire a darmi una mano… Mi sarebbe bastato guadagnare anche un solo
secondo sul mio avversario e avrei potuto finirlo…
A
quel punto, commisi l’errore più grosso che potessi fare in una circostanza
come quella. Mi voltai per osservare gli altri con la coda dell’occhio, notando
Zel e Amelia intenti nel compiere un attacco magico in sincronia e Sylphiel
impegnata a parare. Non è necessario dire che il demone approfittò all’istante
del mio attimo di distrazione. Prima che potessi accorgermene, mi aveva
lanciato un’altra sfera di energia. Era troppo tardi per evitarla, troppo tardi
anche solo per tentare uno scudo protettivo. Probabilmente quel colpo non mi
avrebbe uccisa, ma non c’era dubbio che in seguito il demone avrebbe terminato
il lavoro all’istante, e, con me a terra, nessuno avrebbe fatto in tempo per
impedirglielo. Indietreggiando, inciampai e caddi a sedere. Era finita…
O
forse no. “Lina!” Sentii gridare, mentre qualcuno si interponeva fra me e la
sfera di energia. La lama della Blast Sword assorbì la forza del colpo,
divenendo all’istante più affilata.
Gourry
si voltò per un attimo verso di me, per accertarsi che fosse tutto a posto.
“Lina, stai bene?” Il mio amico si era liberato appena in tempo del demone che
lo stava attaccando, lasciando stupito per un attimo anche il mio avversario.
“Adesso sì, grazie.” Gli sorrisi. “Un tempismo perfetto.”
Lo
spadaccino agitò la mano con noncuranza. “Oh, demoni o non demoni il mio
compito è sempre quello di proteggerti. Non potevo di certo lasciarti nei
guai…” Si rivolse al Mazoku, con sguardo rabbioso. “Mi hai sentito? Non ti
permetterò di toccarla, nemmeno con un dito! Dovrai passare sul mio cadavere,
per farlo!”
Il
demone, ripresosi dallo stupore, sogghignò un po’ nervosamente. “Se è solo per
questo, non c’è alcun problema…” Ooops… Il nostro ‘amico’ doveva essersela
presa per l’intromissione… Il Mazoku si preparò a sferrare un altro attacco
magico. Dovevamo sbrigarci.
“Gourry!”
Gridai.
“Ok!”
Rispose il mio amico, intuendo perfettamente ciò che avevo intenzione di fare…
Lo
spadaccino scattò in avanti mentre io indietreggiavo, recitando sommessamente
una formula. Grazie a Gourry, potevo guadagnare qualche secondo, ma non molto,
comunque.
“Sciocchi!
Che cosa credete di fare?” Il demone parò l’attacco del mio amico servendosi
dei propri ARTIGLI (non sarebbe male avere unghie così resistenti…) e riuscì ad
atterrarlo con il contraccolpo. Ma io non avrei di certo aspettato che
riuscisse a ferirlo. “Elmekia Lance!”
Gli indirizzai l’incantesimo con precisione, e non riuscì ad evitarne
totalmente gli effetti, impegnato com’era con il mio compagno. Notai che era un
po’ stordito. “Non basta un incantesimo del genere a mettermi fuori
combattimento!” Gridò, in un tono di voce che non appariva più tanto sicuro.
“Lo so benissimo, stupido!” Approfittando del suo stordimento, avevo terminato
un’altra formula. Questa volta, tuttavia, l’avrebbe evitata facilmente. “Mega Brand!!” Terminai comunque
l’incantesimo. “Pessima mira, mocciosa!” Il demone evitò di essere colpito,
semplicemente spostandosi di lato. Solo che il mio incantesimo non era, in
effetti, indirizzato a lui! Mentre tenevo occupato il Mazoku, Gourry si era
rialzato senza che questi se ne accorgesse! Il mio amico assorbì l’incantesimo
con la sua lama magica e caricò. Il demone, colto totalmente alla sprovvista,
venne colpito. Non abbastanza in profondità per essere ucciso, ma questo non
importava, perché io ero già pronta con un altro incantesimo. “Hell Blast!” Anche questo lo colpì,
stavolta in pieno. Un altro colpo e per lui sarebbe stata la fine…
Improvvisamente,
il demone sparì. Non pensavo che avesse ancora le energie per cambiare
dimensione così all’improvviso. Come diavolo aveva fatto? Doveva essere più
potente del previsto… O doveva avere ricevuto una mano da qualcuno dei suoi
superiori… Per un momento mi aspettai che riapparisse, o che comparisse qualche
altro demone, ma ciò non accadde.
Gourry
mi raggiunse. “Ehi… Lina…”
Guardai
in alto verso di lui e gli battei con la mano sulla schiena. “Credo proprio che
siamo uno a zero per noi, Gourry… Per questa volta, l’abbiamo battuto.”
Sospirai. “Era prevedibile, del resto… Nessuno può batterci, quando noi
duelavoriamo in squadra.” Conclusi con
un sorriso ed un’alzata di spalle. Era vero. Dopo tanti anni insieme, la nostra
cooperazione era pressoché perfetta. Potevamo intuire i rispettivi pensieri
senza parlare, e diventava difficile per qualunque nemico riuscire a prevedere
le nostre mosse. Se a questo si sommavano l’incredibile abilità di Gourry con
la spada e le mie INSUPERABILI doti magiche, i nostri nemici avevano davvero di
che preoccuparsi, di fronte a noi.
Gourry
annuì con un sorriso, concordando con me. “Senza alcun dubbio, Lina.”
Rifletté per un momento, mentre aspettavamo
gli altri, che ci stavano raggiungendo dopo aver sconfitto gli ultimi demoni .
“Ehi, Lina, dato che sembra che dopotutto non volessero fare proprio niente di
particolare con questo posto, pensi che riusciremo ancora ad andare a mangiare
qualcosa…?”
Rimasi
interdetta per un attimo… Aveva ragione! Alla fine, per quale motivo i Mazoku
ci avevano attirati lì? Apparentemente proprio per nessuno! Ma allora? E se non
fosse stato per attirarci in un luogo particolare che ci avessero mandato quel
biglietto? Se ci fosse stato qualcos’altro sotto? Ma cosa? Accidenti! Ero
andata lì per sapere qualcosa di più, invece ci capivo meno di prima. Cercai il
pendaglio che avevo nascosto all’interno della mia sovratunica… Sparito!
Grandioso, davvero…
Gli
altri arrivarono da noi. “State bene?” Chiese Sylphiel, preoccupata. Annuii e
guardai verso Zelgadiss. Dal modo in cui si guardava attorno con aria
interrogativa, doveva essere giunto alle mie stesse conclusioni.
“Niente
di fatto, di nuovo.” Commentò, seccato. Amelia lo guardò con aria
interrogativa. “Bè, Zel- san, li abbiamo sconfitti…”
“Non
è questo il punto.” Intervenni. “Non è ancora chiaro che cosa vogliano da noi.”
Sospirai. “Ma anche stando qui a rimuginarci sopra non credo proprio che
giungeremo a qualche conclusione. Possiamo solo fare delle ipotesi, e non sono
molto…”
Sylphiel
intervenne timidamente. “Io non ho avuto l’impressione che quei demoni
volessero davvero eliminarci…” Tutti ci voltammo a guardarla. “Voglio dire… Mi
è sembrato quasi che volessero solo spaventarci, o misurare la nostra forza, o
entrambe le cose.” Concluse la sacerdotessa.
Sbuffai.
“Penso che i demoni se la siano fatta, ormai, un’idea della mia forza…” Mi
accigliai. “Ma in fondo potresti avere ragione. Anch’io, inizialmente, ho avuto
quell’impressione… Senza contare che quel Mazoku non ha mai attaccato in modo
da potermi uccidere al primo colpo…”
Feci
spallucce e sorrisi. “Bè, non ha senso starsene a preoccupare ora! Non c’è
niente che possiamo fare! Tanto vale cercare di godersi la fiera e aspettare la
loro prossima mossa!”
“Che
incosciente!” Commentò Zelgadiss, rivolgendomi un’occhiataccia. “Alla loro
‘prossima mossa’ potremmo non essere tanto fortunati da cavarcela!”
Gli
strizzai l’occhio. “Oh, non è stata la fortuna a farci vincere, ma la mia
immensa abilità… E quella non verrà mai a mancare!”
Gourry
mi pose una mano sulla testa. “Lina ha ragione, Zel… Non ci sono molte altre
alternative… Non possiamo farci niente! E allora, perché non pranzare in pace?”
La
chimera abbassò lo sguardo, con aria sconfitta. “Niente da fare, siete tutti e
due irrecuperabili… Una coppia perfetta…” Si voltò, prima che potessi fargli
intendere come IO la pensavo sulla cosa. “Andiamo a questa fiera, prima che mi
venga una crisi di nervi…” Quando Gourry accennò a protestare, concluse. “…Sono
certo che anche lì potremo trovare qualcosa da mettere sotto i denti.”
Lo
spadaccino annuì, soddisfatto.
Ci
incamminammo per raggiungere la zona Est della città. La fiera cominciava dal
centro, dove si trovava la sede principale del Circolo dei Maghi di Miilun, e
dove si sarebbe tenuta la cerimonia di apertura. A partire da lì, si estendeva
a Est, nella parte della città dove era concentrato il maggior numero di templi
e di scuole di magia, e proseguiva anche oltre le mura, per uno spazio
considerevole. Era comprensibile che l’area della fiera comprendesse anche zone
più isolate. Non era consigliabile effettuare dimostrazioni di magia vicino
agli edifici…
Quando
arrivammo al centro della città, i preparativi stavano giungendo al termine.
Amelia raggiunse gli inviati di Sailune e li interrogò brevemente sull’andamento
delle cose, per poi intraprendere una discussione su questioni di Magia Bianca
che, in tutta sincerità, non interessavano più di tanto ad un fruitore di Magia
Nera come me… Mi guardai attorno. Caspita, avevano fatto un bel lavoro!
Migliaia di stand, con oggetti magici di ogni tipo, si estendevano per
chilometri. Il tutto era diviso ordinatamente in sezioni. Le tre principali,
ovviamente, erano quelle riguardanti i differenti tipi di magia, la Magia Nera,
la Magia Bianca e la Magia Sciamana. Evidentemente, una sistemazione così
organica e razionale non era stata possibile per l’intera estensione della
fiera, ma solo per la zona centrale. Più avanti, gli stand si ammassavano senza
particolari distinzioni. Un po’ da tutto il mondo, erano giunti uomini e donne
più o meno esperti di magia, per aprire la loro bancarella. Era QUELLA, la
parte della fiera che più mi interessava. Intendiamoci, non avrei mancato di
visitare anche la zona centrale, dove si potevano trovare oggetti e testi
interessanti e di alto valore, ma era fra le bancarelle ammassate nella zona
periferica che si potevano compiere i veri affari. Oggetti molto potenti
potevano essere stati posti per caso, da un venditore poco esperto, fra tante
cianfrusaglie. Vista la mia esperienza, in quel caso sarei riuscita ad
appropriarmene ad un prezzo ragionevole. Senza contare che sarei riuscita a
vendere a caro prezzo a qualche mercante gli oggetti magici che io stessa avevo
realizzato…
Sentii
venire piano piano alla luce quello spirito di intraprendenza commerciale tanto
tipico degli Inverse. Mi piaceva fare affari. Dopotutto, venivo da una famiglia
di mercanti…
Ero
sul punto di trovare una scusa per lasciare Amelia alle sue discussioni e dare
un’occhiata anticipata a quello che fra qualche ora sarebbe stato il mio
‘territorio di azione’, quando avvertii un improvviso strattone al mio
mantello. Qualcuno aveva cautamente portato le mani alla mia cintura e stava
cercando di rompere il filo con cui tenevo legata a me la borsa con i miei
soldi… QUALCUNO STAVA CERCANDO DI BORSEGGIARMI! Volevano derubare proprio ME,
la grande Lina Inverse, conosciuta da tutti come l’assassina di ladri. Chiunque
fosse, aveva decisamente scelto la persona sbagliata! Mi voltai, la mano più
veloce del pensiero stesso, e colpii con un pugno diretto il volto di… Gourry?
“Ahi!
E questo, per quale motivo…” Cominciò il mio amico, ovviamente contrariato.
Non
gli prestai nemmeno ascolto. Intravidi una figura allontanarsi, di spalle. E
aveva la MIA borsa in mano. Colta dalla rabbia non mi accorsi nemmeno che si
trattava di un profilo stranamente familiare… Senza una parola di avvertimento
ai miei compagni, mi misi a correre dietro al fuggitivo. COME AVEVA OSATO? Me
l’avrebbe pagata cara…
“Lina!”
Gridarono quattro voci all’unisono, alle mie spalle. Procedetti, senza voltarmi
a rispondere. La folla era troppo fitta, temevo di perdere di vista il mio
inseguito. La figura voltò in un vicolo isolato, apparentemente seguendo la
strada che portava alle rovine del vecchio tempio. Cercai di aumentare la
velocitàe proseguii anch’io nella
stessa direzione . Fu subito dopo la curva, che mi accorsi del bastone che
volava verso di me, mirando deliberatamente alla mia testa…
Con
un grido saltai fuori traiettoria e nell’indietreggiare andai a sbattere
direttamente contro Zel, che mi aveva raggiunto insieme agli altri, buttandolo
quasi a terra. Non ebbi il tempo di scusarmi con la chimera, però.
All’improvviso mi trovai faccia a faccia con il mio inseguito, apparso dal
nulla. Se ne stava appeso a testa in giù, il suo naso premuto contro la mia
fronte. Appeso dove, non saprei proprio dirlo… I suoi piedi sembravano essere
sostenuti dall’aria stessa…
“Continui
ad avere ottimi riflessi, eh, Lina- chan? Non c’era nemmeno bisogno di metterti
alla prova…” Disse, con un sottile sorriso sulle labbra, prima di chinarsi a
baciarmi sulla guancia, in una posizione PERICOLOSAMENTE vicina alla bocca.
Gridai
nuovamente, e questa volta il mio pugno lo colpì direttamente al volto. Perse
l’equilibrio a mezz’aria e cadde rovinosamente al suolo, con un gemito di
dolore, lasciando la presa sulla mia borsa. “Ahi, neanche le tue maniere
sembrano essere cambiate molto…” Commentò massaggiandosi la punta del naso.
Io
indietreggiai nuovamente, guardando con un misto di rabbia ed orrore il volto
(allora un po’ rovinato dal mio colpo… povero piccolo…) dell’ultimo essere al
mondo che avrei voluto vedere in quel luogo.
Capitolo 3: Quale segreto nascondono le antiche mura
Capitolo 3: Quale segreto nascondono
le antiche mura?
Il
demone rimase fermo a guardarmi con il suo solito ghigno stampato sul volto,
mentre lo fissavo a bocca spalancata. “ Da quanto tempo non ci vediamo, Lina-
chan! Saranno tre o quattro mesi, ormai, non è vero?”
Non
gli risposi nemmeno. Scattai verso di lui e lo afferrai per la collottola,
quasi sul punto di strozzarlo. “XELLOS! Tu che cosa DIAVOLO ci fai qui?”
“Proprio
il ‘diavolo’, se mi concedi il gioco di parole…” Rispose divertito il Mazoku, prendendosi
gioco di me come al solito. La mia stretta attorno al suo collo si fece più
forte, mentre i miei occhi sprizzavano fiamme. “Non mi sento nello stato
d’animo di concederti proprio nulla, buffone! Se non parli ORA userò le tue
ossa, sempre che tu ne abbia, per costruirmi uno stendi- panni!”
“F-
forse sarebbe più semplice, se mi lasciassi respirare…” Azzardò il demone, che
cominciava ad assumere un colorito bluastro.
Mollai
la presa, lasciandolo ricadere a terra. Il Mazoku prese un grosso respiro, quindi
si alzò in modo da guardarmi direttamente negli occhi. “Mi chiedi che cosa ci
faccio qui…” Iniziò abbassando lo sguardo, con una espressione insolitamente
cupa. Quindi, il sorriso schernitore ritornò ampio alle sue labbra, mentre
rialzava gli occhi verso di me, sollevando l’indice destro. “Bè, mi dispiace ma
è un segreto!”
“Xellos!
Io ti…” Non terminai la frase, perché il demone allungò improvvisamente il
braccio verso di me e me lo strinse attorno alla vita, attirandomi a lui. “Sei
carina, quando ti arrabbi.” Commentò. AAAARGHHH! Io non ho assolutamente niente
contro l’essere chiamata carina, se a farlo è un affascinante e beneducato
gentiluomo… Ma l’ultima cosa che volevo era ricevere complimenti da quel…quel…
E come aveva OSATO mettermi le mani addosso??????? Mi ripromisi di farglielo
vedere io COME potevo essere carina, se mi arrabbiavo sul serio…
Non
feci in tempo ad agire, però. Tempestivamente, Gourry mi liberò dall’abbraccio
del demone, ponendo mano all’elsa della spada ed, allo stesso tempo,
interponendosi fra me e quello screanzato. “L’ultima volta avevi detto che non
dovevi più nulla a Lina… Credevo che questo significasse che non ti saresti più
fatto vedere…” Contemporaneamente, gli altri si avvicinarono. Non feci caso a
loro, tuttavia. Rivolsi un’occhiata stupita allo spadaccino. “ Gourry… Te lo
ricordi ancora… Davvero impressionante…” Una goccia di sudore scese lungo la
tempia del ragazzo. “Che cosa vorresti dire, con questo…?” Disse, rivolgendomi
una veloce occhiata.
Il
sogghigno del demone si allargò. “Non c’è bisogno di fare quell’aria
minacciosa, Gourry- san… Non ho alcuna intenzione di fare del male alla tua
piccola maga…” C’era più di una punta di ironia nella sua voce… “…almeno per il
momento…” Ehi, e questo che vorrebbe dire? “Diciamo che sono venuto a dare
un’occhiata a ciò che poteva esserci di interessante qui a Miilun, durante la
fiera…” Chiaro e preciso come al solito, vedo...“Non vi offendete se mi unisco
a voi, vero?” Sospirai. “Come se avessimo possibilità di scegliere…”Commentai.
“Lina-
san, cos’è quell’aria dispiaciuta? Potrei pensare di non essere benvoluto…”
Gli
lanciai un’occhiataccia, mentre la mia mente non si stancava di mettere in
evidenza il già cristallino collegamento… ‘Xellos- equivale- guaio’… Se c’era
di mezzo lui, significava che i Mazoku erano PROFONDAMENTE coinvolti nella
faccenda, e non è che la cosa mi piacesse più di tanto…
La
voce di Zelgadiss mi riportò alla realtà. “Non avrai davvero intenzione di
lasciare che questo ESSERE venga con noi, vero????” Scattò la chimera. Gli
lanciai un’occhiata. “ Qualche alternativa?” Domandai, fiaccamente.
“Lo
sistemi QUI E SUBITO con uno dei tuoi incantesimi!!!” Lo sapevo che la chimera
non amava particolarmente il demone, ma io non avevo la minima intenzione di
farmi uccidere da uno dei Blast Bomb di Xellos… Il Mazoku era forte, solo i
Signori dei Demoni lo superavano. Io AVEVO combattuto anche dei Signori dei
Demoni, ma di certo mai da sola… e comunque ciò non significava che non fosse
rischioso vedermela con Xel, anche se avessi avuto (e così non era…) i Demon
Blood a mia disposizione. Se possibile, preferivo evitarlo…
Stavo
per indurre il mio amico a riflettere come così spesso lui voleva fare con me,
quando Amelia intervenne.
“Non
essere così duro, Zel- san…” Disse, appoggiandogli gentilmente una mano sul
braccio. “Finché non combina guai, possiamo tenerlo con noi, in prova…” La
principessa, probabilmente, era decisa a tentare l’ennesima opera di
‘redenzione’ del demone. Trattenni un sorriso. Zel, inspiegabilmente, non
replicò alla richiesta della ragazza e si limitò a fare spallucce.
Gourry,
nel frattempo, aveva abbassato la guardia ed era tornato alla sua consueta
calma. Stava cercando di rassicurareSylphiel, che gli chiedeva insistentemente se il demone non lo avesse
ferito… Ferito con cosa, poi? Con lo sguardo? Penso che la sacerdotessa non
avesse ben capito che lo spadaccino era perfettamente in grado di cavarsela in
battaglia, anche se, riguardo a cose come la magia, non era la persona più
brillante del mondo… Sospirai, quindi raccolsi la mia borsa ancora a terra e la
controllai velocemente.
“Mi
sembra che non ci sia più motivo di starsene in questo vicolo. Andiamo!” Dissi
fiaccamente, rassegnata alla presenza del demone, che ovviamente era sempre fra
i piedi quando non era desiderato, ma mai quando c’era bisogno di lui…
Un
pensiero mi attraversò la mente e mi bloccai di nuovo. Mi rivolsi al demone,
che mi fissò con sguardo interrogativo. “Aspetta un momento! TU… Da quanto
tempo ci stai seguendo?” Il Mazoku assunse un’aria divertita… “Non eri contenta
di avere qualcuno che vegliava silenziosamente su di te, Lina- chan?”
Indietreggiai di qualche passo, a bocca spalancata. “Tu…” Finalmente riuscii ad
identificare il proprietario di quella voce familiare nel corridoio… E la
figura misteriosa che mi era apparsa nel buio, e la persona che aveva chiamato
il mio nome poco prima, in strada. E anche…
“Allora
eri davvero tu quello che ho visto l’altro giorno, per strada… E la scorsa
mattina quando siamo ripartiti!” Intervenne Zelgadiss. Evidentemente non ero
l’unica ad avere notato che qualcuno ci stava seguendo. Al momento, però, non
feci domande alla chimera. Sentivo una rabbia profonda invadermi.
“Perché
diavolo non ti sei fatto vedere prima, razza di criminale??? E NON PROVARE A
RISPONDERMI CHE E’ UN SEGRETO!!!!” Scattai. “Oh, nessun segreto… Solo che era
divertente, così mi sono detto, ‘perché non continuare fino a Miilun’?” “Brutto
BASTARDOOOO!” Gridai, colpendolo al collo con un calcio (una mossa ben riuscita,
non per vantarmi…). “Sei stato tu ieri sera a…” Arrossii, e non proseguii
oltre. Gourry si batté il pugno sul palmo della mano, con l’aria di chi ha
appena compreso una grande verità. “Ma certo, Lina… E’ stato lui a
teletrasportarti nella mia camera! E’ per quello che ci siamo svegliati
abbracciati…” Accidenti a lui! I suoi pochi barlumi di intelligenza venivano
sempre fuori nei momenti meno opportuni! Tutti si voltarono verso di me.
“Abbracciati?” Chiesero in coro Amelia e Sylphiel. Il mio rossore peggiorò. “E’
stato solo un incidente!!! Tutta colpa di quel demone e del suo senso
dell’umorismo malato!” Scattai, gridando.
“Veramente
io ti ho solo portata lì, vicino a lui… Poi avete fatto tutto da soli…”
Commentò il demone, ridacchiando. Gli pestai un piede, con un’occhiataccia.
Gourry,
d’altro canto, rivolse un sogghigno al demone, agitando la mano. “Ti ringrazio
per avere portato LEI in camera MIA e non ME in camera SUA… Se fosse andata
così non credo che sarei qui a raccontarlo…” Il mio sguardo omicida passò dal
demone a lui ed il mio amico trovò preferibile tacere.
Cambiai
argomento. “Sentite, non mi sembra il caso di stare qui a discutere di queste
cose…” “Veramente, sei tu che hai cominciato.” Constatò il demone, in tono
amabile. Lo ignorai e mi rivolsi ad Amelia. “Hai controllato che fosse tutto a
posto, no? Allora non c’è più motivo di restare qui. Mancano due ore alla
cerimonia di apertura. Andiamo a mangiare, finalmente!” Cominciai a camminare,
senza aspettare eventuali repliche. Che giornataccia…
La
cerimonia di apertura fu davvero spettacolare. La fiera si aprì con uno
spettacolo di luci ed illusioni create tramite la magia, che ricrearono davanti
ad una folla estasiata i momenti salienti della lotta al Gran Demone. Seguirono
alcune dimostrazioni da parte di esperti nelle varie forme di magia,
opportunamente tenute sotto controllo tramite l’utilizzo di campi magici e di
‘Rune Breaker’ che, come tentai inutilmente di spiegare a Gourry (il quale, tra
l’altro, da quando viaggiava con me, di Rune Breaker doveva averne visti almeno
un centinaio…), erano in grado di diminuire la forza della magia, entro un’area
ben delimitata.
Allo
spettacolo seguì il discorso di apertura, tenuto dal sindaco di Miilun e dai
rappresentanti dei regni più importanti (compreso quello di Sailune, per
l’orgoglio di Amelia). Appresi che, a partire da quell’occasione, la fiera si
sarebbe tenuta periodicamente, ad intervalli di un anno. L’evento avrebbe avuto
luogo nel regno di Moonearth, con la collaborazione del regno di Southern e di
quelli che avessero voluto partecipare, ottenendo in cambio un riconoscimento
formale dal sovrano di Miilun.
In
seguito al discorso, la fiera venne dichiarata ufficialmente aperta. Gli stand
e le bancarelle iniziarono la loro attività, vennero aperte le iscrizioni alle
contese di magia, vennero distribuiti gli orari degli spettacoli e delle
dimostrazioni.
Noi
sei ci incamminammo per le vie, incerti sul punto da cui cominciare la nostra
visita. C’era talmente tanto da vedere! Tra l’altro ognuno di noi aveva
interessi diversi…
Incapaci
di trovare un accordo, alla fine concordammo di darci appuntamento per l’ora di
cena di fronte al tempio in rovina (dove non avrebbe dovuto esserci troppa
folla) e di andare ognuno per la propria strada. Amelia si diresse alla sezione
dedicata alla Magia Bianca e Zel la seguì, dicendo che avrebbe cominciato da lì
per cercare la sua cura, per poi provare con la Magia Sciamana, eventualmente
con quella Nera, e dare un’occhiata alle zone periferiche. Xellos si aggregò a
me e al mio amico spadaccino (con poco entusiasmo da parte nostra, a dire il
vero…), e Sylphiel disse semplicemente che preferiva stare insieme a ‘Gourry-
sama’…
Dopo
una breve occhiata alla sezione della Magia Nera, ci dirigemmo direttamente nella
zona periferica, dove speravo di potermi dare agli affari… Ed erano proprio gli
affari, che mi interessavano… Solo quelli! Niente risse! E quello che successe
NONFU COLPA MIA! Davvero…
“Senti,
mocciosa, se pensi che io voglia stare qui a farmi derubare ti sbagli di
grosso! Trovati qualcun altro da imbrogliare!” Giravamo ormai da un paio d’ore
fra le bancarelle. Avevo trovato qualche oggetto interessante, come dei
talismani anti- Mazoku piuttosto potenti, da applicare alla mia spada corta, ma
niente di davvero rilevante. Del resto eravamo appena all’inizio delle nostre
ricerche… Ci sarebbe voluto certo più di un pomeriggio per visitare tutta la
fiera! Al momento mi trovavo ferma ad una bancarella, dove stavo cercando di
vendere ad un mercante una serie di pietre magiche, in grado di proteggere dal
fuoco e dalle ustioni, create da me con una modifica, che avevo ideato io
stessa durante i miei studi di magia, dell’incantesimo Mos Valim. E il prezzo
che chiedevo era DAVVERO ragionevole! Quell’incompetente non riusciva a capire
il vero valore dei miei artefatti!!
La
trattativa si protraeva ormai da una ventina di minuti. Non avevo fretta. Il
potenziale acquirente sembrava veramente interessato, polemiche sul prezzo a
parte, quindi non mi sembrava di perdere tempo. Non si perde MAI tempo, quando
c’è da guadagnarci qualcosa… Ad ogni modo, gli altri si erano stancati presto
di starci ad ascoltare, perfettamente consci del fatto che io non mi sarei di
certo arresa e che quella discussione sarebbe potuta durare delle ore. Dopo
avermi fatto un breve cenno, si erano diretti a dare un’occhiata alle
bancarelle circostanti.
“Mi
ascolti lei, invece!! Qui la ladra non sono di certo io! Questo per lei è un
affarone, ma io non sono disposta a vendere in perdita… E non scenderò più in
basso del prezzo che ho fissato! Ci pensi bene, prima di rifiutare. Questi non
sono oggetti che chiunque è in grado di venderle!” Conclusi, indicando il
gruppetto di pietre che giaceva sul tavolo di fronte a noi.
“In
perdita? Con tutti i soldi che mi chiedi potresti costruirti un palazzo!! E non
credo che tu abbia speso tanto denaro per acquistarli… Non mi sembri così
ricca…” Considerò, squadrandomi da capo a piedi e probabilmente considerando
che non vestivo proprio come una nobildonna… Una sovratunica completamente
nera, un corsetto blu scuro, pantaloni blu, stivali e guanti neri. Il solito
mantello decorato da rune pendeva dai guardaspalle fatti di guscio di
tartaruga. Tenevo la mia fedele fascia nera legata attorno alla fronte. Un
abbigliamento che avvertiva immediatamente del fatto che ero un’esperta di
Magia Nera, anche se non era dei più lussuosi. Del resto avevo i miei abiti da
viaggio, mica potevo girovagare in vestito da sera! Quello era uno di quegli
atteggiamenti che… grrrr… “In tutta franchezza…” proseguì il mercante “ … Ho la
netta impressione che tu li abbia rubati, quegli oggetti!” AAAARGGGHHHHHHHH! Ma
chi si credeva di essere per parlarmi così?
“Le
ho già detto e ripetuto che LI HO CREATI IO, spendendo un bel po’ nella materia
prima, per giunta!!!” Ehm… Lasciamo stare il fatto che quest’ultima parte fosse
vera o meno… “Dato che le interessa tanto il mio modo di vestire dovrebbe
essersi accorto che sono un’esperta di Magia Nera. Finora c’è stato UN SOLO
CRETINO che vedendomi vestita così ha detto che sembravo una cameriera, o una
pescivendola…” Dall’altro lato della strada, sentii Gourry starnutire… “Ma
evidentemente lei è un po’ duro di comprendonio!!!”
“Non
starò qui a farmi insultare da una bambina come te!! Se vuoi vendermi quelle
cose, dovrai scendere a patti con me!” Scattò il mercante.
“B-
bambinaaaaaa??? Chi è la bambina? Ma lei ha dei problemi di vista, per caso??
Lo sa chi sta offendendo?” Aveva toccato un argomento su cui era meglio per lui
non andare a parare…
“E
chi, sentiamo? Il cavaliere di Cheipied, per caso?” Al solo sentire nominare
mia sorella, un naturale brivido mi corse su per la schiena, ma cercai di
ignorarlo.
“No,
mio caro… Peggio, molto peggio! Io sono Lina Inverse!” Dichiarai, ad alta voce.
Alcuni dei passanti, alla mia affermazione, cambiarono strada. I miei compagni
di viaggio cominciarono ad indirizzarmi occhiate preoccupate…
Il
mercante si limitò a scoppiare a ridere. “Ma certo! Ed io sono Lei Magnus! Ma a
chi la vuoi dare a bere? Sei una mocciosetta di sì e no tredici anni, e vuoi
farti passare per una grande maga! Devi crescere un po’, prima…” Disse,
battendosi la mano sul petto e facendomi capire poco gentilmente a che cosa si
riferiva.
Tredici
anni???? Non ci vidi più. COME SI PERMETTEVA? Gliela avrei fatta vedere io, la
mocciosetta… “D’accordo, signor ‘Lei Magnus’. Se per credermi ha bisogno di una
piccola dimostrazione, non sarò di certo io a negargliela!” Cominciai a
concentrarmi sulla formula e prima che Gourry o Sylphiel potessero fermarmi… “Burst Rondo!!!” Gridai. Energia magica,
proveniente da ogni direzione, piombò sulla bancarella del mercante che mi
aveva insultata, riducendola ad un ammasso di cenere. L’uomo cadde in
ginocchio, esterrefatto. La folla si allontanò in fretta. Ora, il problema
maggiore era rappresentato dai proprietari delle bancarelle vicine… E dagli
abitanti delle case attorno… Evidentemente, nel mio attimo di rabbia, non avevo
regolato bene la potenza… Ma in fondo avevo solo bruciacchiato qualcosina… Non
si era fatto male nessuno, no? E poi, a quello servivano le assicurazioni. E
avevo dato lavoro a molti muratori!! E soprattutto, non era colpa mia! Ero
stata provocata! Era legittima difesa!
Purtroppo,
la gente che aveva cominciato a circondarmi non era della stessa opinione. E
avevo idea che tentare di difendermi con la mia magia avrebbe in qualche modo
peggiorato le cose…
Sentii
Gourry afferrarmi per un braccio e iniziare a scappare. “Corri, prima che
arrivino tutte le guardie della città!” Ovviamente, non mi feci pregare per
seguirlo…
Dopo
circa una mezzora, avevamo seminato fra la folla tutti i nostri inseguitori. Mi
appoggiai ad un muro, sfinita. “L’abbiamo scampata bella…” Mormorai. Sylphiel
si era buttata a sedere a terra, meno abituata di me a quel genere di situazioni.
Xellos era sparito, come al solito. Gourry si fermò al mio fianco, ansimando, e
mi indirizzò un’occhiataccia. “Sarebbe carino da parte tua se qualche volta
evitassi di metterci nei guai… Preferirei evitare una taglia sulla nostra
testa…” Non lo picchiai solo perché non ne avevo materialmente la forza.
“Finiscila, Gourry, stiamo tutti bene, no? E poi, non sei mica mio padre…” Il
mio amico sospirò. “Lo so benissimo… E infatti tu sei liberissima di farti
coinvolgere in tutte le risse che vuoi, se sei sola. TU sai cavartela... Il
problema è che ci vanno di mezzo anche gli altri.” Concluse, gettando
un’occhiata a Sylphiel. Non so perché, ma la cosa mi fece innervosire.
Mettendomi a sedere, gli feci un sogghigno. “Se la cosa rappresentava un
problema, potevate semplicemente fare finta di non conoscermi e non seguirmi…”
Gourry si sedette accanto a me, con aria pensosa, come se stesse considerando
la cosa. “Uhm… Bè… Per me non lo è di certo… Ci ho fatto l’abitudine, dal
momento che fa parte della serie di ‘controindicazioni’ del viaggiare con te…”
Ehi, che vorresti dire? “Però Sylphiel, che non c’entrava nulla , non poteva
mica restare lì, da sola…” Oh, poverina, chissà che le sarebbe successo in una
città affollatissima, in pieno giorno… La sacerdotessa rivolse un’occhiata allo
spadaccino, poi si mise a fissarmi. Mi voltai dall’altra parte, per evitare di
fulminare con lo sguardo lei, che dopotutto non c’entrava davvero niente.
“Allora, la prossima volta, resta semplicemente con lei.” Conclusi seccamente.
“E
tu? Se quelli fossero riusciti a prenderti, che avresti fatto?” Chiese,
probabilmente considerando che avrei avuto poche possibilità di cavarmela senza
sistemare la folla con la magia in modo drastico…
“Uhm…
Avrei pensato a qualcosa…” Dissi, ancora voltata dall’altra parte.
Ci
fu un attimo di silenzio. Quindi, Gourry mi pose gentilmente la mano sulla
testa, sospirando. “Continuo a ribadirlo: non vivrò molto a lungo, viaggiando
con te… Ma il mondo necessita SERIAMENTE di qualcuno che lo protegga da te…
Ecco uno dei motivi per cui continuo a seguirti anche di fronte alle folle
inferocite a causa dei tuoi guai. E poi, da un pezzo ho deciso di essere il tuo
paladino personale…” Sospirò nuovamente, anche se ebbi l’impressione che stesse
sorridendo. “O almeno di CERCARE di esserlo… Non è un mestiere facile, quello
di farti da guardia del corpo…” Sorrisi anch’io. Come se non lo sapessimo
benissimo tutti e due che non mi serviva una ‘guardia del corpo’… Del resto
ormai mi ero tanto abituata anch’io a considerarlo così… Mi voltai verso di
lui. “Mi spiace, signore, l’ufficio reclami per oggi è chiuso! Il suo mestiere
è quello e se lo deve tenere!” Conclusi seccamente, con un’alzata di
spalle.
“Non
ho mai detto di volerlo cambiare…” Commentò con un sogghigno lo spadaccino.
Sylphiel
riuscì a riprendere fiato e a rialzarsi, quindi ci raggiunse, ponendo fine ai
nostri scherzi. Sembrava sollevata che la discussione fosse terminata…
Effettivamente non era proprio il momento adatto… “Ehm… Ragazzi… Credo che
sarebbe meglio toglierci dalla strada, non pensate anche voi? Forse ci stanno
ancora cercando…” Annuii. “Hai proprio ragione, Sylphiel!” Ci ragionai per un
attimo, dando un’occhiata alla posizione del sole, quindi scattai in piedi. “Sentite,
non manca molto all’ora dell’appuntamento con gli altri e non credo che
riusciremo a combinare altro alla fiera, per oggi…” Mi voltai con un sorriso
verso i miei compagni di viaggio. “Che ne dite di andare a dare un’occhiata
alle rovine del tempio, intanto che aspettiamo Zel e Amelia? Potrebbe essere un
buon posto per nascondersi!” Strizzai loro l’occhio. Entrambi sorrisero e
annuirono. “In marcia, allora!”
Attenti
ad evitare le strade principali (non si sa mai…), ci incamminammo verso la
nostra meta.
Vista
l’epoca in cui era stato costruito, il tempio mostrava ancora discrete
condizioni. Tutti e tre ci fermammo a bocca aperta all’entrata, ammirando
l’imponenza dell’edificio. “Ehi, Lina, avevi mai visto un posto del genere?”
Chiese Gourry, stupito. Mi limitai a scuotere la testa. Chissà se là dentro si
poteva trovare qualche tesoro…
“Sei
in cerca di tesori, Lina?” Sentii risuonare una voce alle mie spalle e mi
voltai. Zel.
“Come
mai non sono sorpresa di vederti qui, Zelgadiss?” Chiesi, con un sogghigno. La
chimera mi sorrise. “Hai perfettamente indovinato. Sono qui perché spero che
nel tempio si possa trovare qualche formula utile al mio aspetto… Temo di
essere diventato un po’ prevedibile…”
“Ma
no, Zel- san… La tua è una ricerca legittima, nessuno può biasimarti…” Solo
allora mi accorsi che Amelia era con lui.
“Oh,
vedo che alla fine avete trascorso insieme tutto il pomeriggio…” Il mio
sogghigno si allargò. La chimera mi rivolse un’occhiataccia. “Amelia ha
insistito per accompagnarmi.”
La
principessa arrossì leggermente. “Uh… E’ vero, Lina- san… Sarebbe stato così
noioso passare tutto il pomeriggio con gli inviati di mio padre…”
“Certo,
certo… e così avete passato un pomeriggio piacevole, ENTRAMBI…” Feci spallucce
ed entrai nel portone del tempio senza attendere risposta, sorridendo fra me e
me. Non erano una brutta coppia…
L’interno,
se possibile, appariva ancora più maestoso, nonostante gli ovvi danni apportati
dal tempo. Purtroppo solo la sala principale, un paio di sale laterali e il
santuario sembravano essere agibili. Ma era davvero un bello spettacolo. Credo
che me lo sarei goduto di più se non fosse stato per quella strana sensazione
che mi aveva colta appena entrata… Una specie di dolore sordo, al petto.
Cercai
di ignorarlo. “Perché non visitiamo prima il santuario?” Proposi, anche se in
tono non troppo convinto. “Stai bene Lina- san? Sei un po’ pallida…” Mi chiese
Amelia, con aria preoccupata. “Ah… Non è niente, credo… Prima siamo stati
costretti a… fare una piccola corsa…” Ignorai Sylphiel, che stava ridacchiando.
“…Sono solo un po’ stanca.” Conclusi, agitando con noncuranza una mano. Amelia
annuì, quindi si rivolse a Zelgadiss. “Penso che nel santuario potremmo trovare
qualcosa di utile per te, Zel-san. Sicuramente vi venivano conservati degli
oggetti magici…” Gourry si arrestò improvvisamente, battendo le palpebre. Mi
voltai verso di lui con un sospiro, pronta alla solita domanda. “Che c’è,
Gourry?”
Il
mio amico mi guardò, grattandosi la testa. “Uh… Niente… Mi chiedevo solo, ma a
chi è dedicato esattamente, questo tempio?”
Io
e gli altri ci scambiammo un’occhiata. Ooops… Questo era proprio un particolare
su cui nessuno di noi aveva pensato di informarsi. Ci riflettei un secondo.
“Bè… Io ho sentito parlare di questo tempio spesso, perché per anni è stato
l’unico luogo di associazione per i maghi e i sacerdoti di Miilun… Moonearth è
stato sin dall’antichità un regno di guerrieri, solo ultimamente si sono
diffusi i circoli e le scuole di magia. Credo che la fiera sia stata inaugurata
proprio in onore di questa nuova apertura al magico…” Mi volsi verso lo
spadaccino, che mi fissava con aria perplessa. Decisi di tagliarla corta, per
non complicare troppo le idee a lui, che di magia capiva poco o niente. “Ad
ogni modo, se qui si riunivano maghi e sacerdoti di qualsiasi sorta e di
qualsiasi…” Feci una pausa per trovare il termine più adatto per far
comprendere il concetto ad un ex- mercenario. “… ‘bandiera’, non penso che il
tempio sia dedicato ad una divinità in particolare, capisci?” Lo spadaccino si
grattò nuovamente la testa. “Un tempio… Senza divinità?” Sospirai.
“Probabilmente il tempio è consacrato all’Arte Magica stessa…” Riflettei un
altro secondo. “…O forse a Lord of Nightmares… Dopotutto LEI è la Signora della
magia… Da lei nasce l’energia primordiale da cui derivano gli incantesimi,
anche quelli per i quali si fa appello ai suoi ‘sottoposti’…” Anche se,
personalmente, non credo che avrei ma eretto un tempio a L.O.N. … Non dopo aver
scoperto, grazie alla Claire Bible, la sua vera natura...
Tutti
annuirono e Gourry… “Lord of Nightingales… Uhm, devo aver già sentito
questo nome…”
Feci un balzo e gli piantai il gomito proprio
in cima alla testa, anche se forse con meno energia del solito… Quel dolore
proprio non accennava ad andarsene…
“Lord of Nightmares, brutto cretino!!!” Feci
un sospiro e cercai di calmarmi. “Il Demone d’oro, ricordi? Il signore
incontrastato di tutti i Mazoku, la creatura che tutti temono, che domina sul
Mare del Caos…” O forse sarebbe stato meglio dire… il Mare del Caos stesso… Ma
non era il caso di stare a sottilizzare… “Ha anche preso possesso del mio
corpo, una volta, come fai ad essertene dimenticato?”
“Ah,
era lei, quella volta? Bè, ora che mi ci fai pensare…”
“Oh,
ti faccio pensare…? E’ un buon risultato…” Replicai, massaggiandomi il gomito.
“Andiamo, ora… Sarebbe carino da parte tua evitare altre stupidaggini, e un
buon metodo sarebbe quello di tenere la bocca chiusa…” Brontolai. Vidi Zel
scuotere la testa mestamente e avviarsi alla nostra meta.
Raggiungemmo
la porta del santuario, che miracolosamente era ancora in piedi. Forse qualche
runa l’aveva protetta dal crollare ed era servita anche a tenere alla larga gli
intrusi… Tuttavia, era passato molto tempo da quando il tempio era ancora
frequentato ed era improbabile che qualsiasi magia effettuata sulla porta fosse
ancora in funzione. Infatti, ad un’occhiata più approfondita, l’ingresso che
aveva resistito tanto bene nei secoli mostrava i primi segni di invecchiamento.
Mi avvicinai e spinsi il grosso portone in legno, avvertendo vagamente che il
dolore al petto cominciava ad aumentare… E venendo colta da una improvvisa ed
irrazionale sensazione di paura. La porta non era chiusa a chiave e si aprì
facilmente… E fu allora che caddi in ginocchio e cominciai ad urlare, tenendomi
il petto. Non sarò abilissima nel sopportare il dolore, ma non mi piace neanche
mostrarlo teatralmente e mettermi a gridare… Solo che questa volta non riuscii
davvero ad impedirlo. Il dolore sordo si era fatto all’improvviso lancinante.
Le gambe non mi reggevano più, e mi accorsi con orrore che cominciavo a non
riuscire a respirare.
Gourry
si inginocchiò all’istante di fianco a me. “Lina! LINA! Che cos’hai?”
D’istinto, il mio amico mi circondò con le braccia, stringendomi
protettivamente a sé. Al momento non ci feci molto caso, comunque… “F- fuori…”
Riuscii a balbettare. “Gourry! Usciamo! Portami fuori di qui!” Non fui in grado
di dire altro. Nascosi il volto fra le pieghe della sua manica, gemendo per il
dolore e piantandogli a fondo le dita nella schiena. Il che non doveva essere
piacevole, credo… Ma questa era l’ultima delle mie e delle sue preoccupazioni,
in quel momento.
Il
mio amico non si fece certo pregare. “Ragazzi! Devo portare subito Lina fuori
di qui! Andiamo!” Lo spadaccino aveva un tono di voce quasi disperato. Mi
sollevò di peso, preoccupato come raramente lo avevo visto. Non lo biasimo… Non
dovevo avere un bell’aspetto…
“Ma…”
Iniziarono in coro gli altri, perplessi.
“ANDIAMO!”
Il suo ordine non lasciava spazio a repliche.
Sorpassando
gli altri, corse all’esterno. A mano a mano che ci allontanavamo dalla stanza,
sentivo il dolore diminuire. A contatto con l’aria fresca della sera, mi sembrò
di rinascere. Allentai finalmente la presa sul mio compagno e presi un profondo
respiro, continuando a tenere la testa appoggiata alla sua spalla, ad occhi
chiusi. Sentii la mano di Gourry sulla mia guancia.
“Lina…?”
Mi chiese, con voce incerta. Aprii gli occhi e vidi che gli altri mi stavano
accerchiando
e
mi fissavano preoccupati.
“Uhnn…
Aspettate un momento, per piacere. Mi sembra che la testa mi debba scoppiare da
un momento all’altro…” Nel vedere che ero cosciente e che stavo meglio,
espressioni di sollievo si disegnarono sui volti dei miei compagni. Presi altri
due profondi respiri, quindi tentai di raddrizzarmi, ancora fra le braccia del
mio amico. “Mi chiedo che cosa diavolo sia stato…” Chiesi, quasi fra me e me,
guardando in direzione del tempio. “Non credo che dipendesse da me. Non solo,
almeno. Credo che sia stato per via del tempio, anche se non saprei dire in che
modo…”
“Ti
sei sentita male appena hai mosso un passo nel santuario…” Intervenne
Zelgadiss. “Quello che mi chiedo è… Perché solo tu?” La chimera mi guardò,
capendoci meno di me.
“E’
stata Lina- san la sola ad entrare…” Suggerì Amelia.
Scossi
la testa. “Il dolore è cominciato appena abbiamo messo piede nel tempio, anche
se era molto meno intenso… Qualcun altro ha provato qualcosa di strano?”
I
miei amici fecero segno di no con la testa. Sospirai e mi appoggiai di nuovo a
Gourry, senza rendermene conto. Tutti a me, i guai…
“Lina…
Ora forse è meglio che ti porti alla locanda a riposare. Non hai una bella
cera, e il fatto che tu non abbia ancora cercato di picchiarmi per averti presa
in braccio non è un bel segno…” La voce dello spadaccino mi fece scuotere dai
miei pensieri. Improvvisamente mi resi conto di dove mi trovavo e arrossii
leggermente, allontanando la testa dal petto del mio soccorritore. “Uhm…
Diciamo che per questa volta eviterai la punizione, dato che mi hai aiutato…”
“A
me sembra di cercare sempre di aiutarti… Ma questo non mi ha mai risparmiato le
tue ‘punizioni’…” Mi rispose, con aria scettica.
Sogghignai
lievemente. “Comunque ora sto bene. Davvero. Forse è stato qualcosa collegato
al fatto che io uso la Magia Nera… Sono l’unica del gruppo, no? Domani
indagherò e vedrò di capirci qualcosa.”
“Oh,
non ti preoccupare… Forse è solo una questione di… abitudine. Magari la
prossima volta che entrerai non ti succederà nulla!” Xellos era riapparso
davanti a noi, e vestiva il suo solito inquietante sorriso.
“Non
ho dubbi che tu c’entri fino al collo anche in questo, canaglia. Ringrazia solo
il fatto che ora non ho la forza di fartelo sputare fuori insieme a tutti i
denti, il reale motivo per cui ci stai seguendo!” Sbottai, lanciandogli
un’occhiataccia.
Il
sorriso che il demone mi fece in risposta mi parve più sincero. “Che paroloni,
una signorina come te…” Gli feci la lingua. Gourry fu scosso da un brivido e mi
strinse più forte, peggiorando il mio rossore. “Sei stato tu a fare questo a
Lina?” Chiese, in tono insolitamente rabbioso.
“Gourry,
Gourry… Dovresti saperlo che…” Cominciò il Mazoku. “…E’ un segreto.” Concluse
per lui il mio amico, senza mutare di tono. “Bè, fai in modo che i tuoi
‘segreti’ non la coinvolgano… Non mi piace come la stai trattando. E non mi
piace che tu cerchi di servirti di noi. Non ci si comporta così con i
compagni…”
Sospirai.
“Gourry, cosa pretendi da lui? E’ un demone…”
“Davvero?”
Il mio amico guardò in basso, verso di me, con aria stupita.
Questa
volta la ‘punizione’ non gliela risparmiai veramente. “Insomma!!!” Dissi,
liberandomi di scatto dal suo abbraccio e colpendolo con un pugno. “Eri stato
TU il primo a capirlo, quando lo abbiamo conosciuto. Non puoi essertene già
dimenticato!”
“Ehm…
Mi era solo uscito di mente…” Si scusò il mio amico.
“Io
comincio a dubitare che tu ce l’abbia, una mente! E’ possibile che tu non
riesca a ricordarti le cose, neanche per cinque minuti???”
“Bè,
per cinque minuti…” Iniziò lo spadaccino, ma, prima che potesse terminare e
farmi arrabbiare ulteriormente, lo colpii nuovamente e mi alzai per
incamminarmi, un po’ barcollante, a dire il vero.
Gourry
borbottò qualcosa che fortunatamente non riuscii a sentire, mentre Sylphiel era
come al solito vicino a lui, pronta ad accertarsi che non gli avessi rotto una
mascella. Zel e Amelia si scambiarono un’occhiata ed un’alzata di spalle e mi
seguirono. In breve tempo, raggiungemmo la nostra locanda, dove finalmente
avremmo potuto cenare. Il cibo è un ottimo rimedio alle preoccupazioni! E poi,
dovevo rimettermi in forze, no? A dire il vero, allora mi sentivo già
benissimo, ma questa fu la scusa che diedi a Gourry nel momento in cui gli
piantai la forchetta pericolosamente vicino alla mano, riuscendo magistralmente
a distrarlo e a rubargli quell’ottima carne di pecora dal piatto…
Comunque,
quella sera mi sentivo davvero a pezzi e non avevo voglia di litigare. Dopo
cena mi sarei fatta un bagno e me ne sarei andata subito a dormire, evitando
inopportune esplosioni di violenza… Almeno, queste erano le mie intenzioni
prima di entrare in camera e di trovarvi il mio amico spadaccino intento a
sonnecchiare su una poltrona…
“Che
cosa diavolo ci fai, tu, qui??” Gridai, prima di mollargli un sonoro colpo di
pantofola sulla testa per svegliarlo. “Quella di trovarti in camera mia
comincia a diventare una brutta abitudine!!”
Il
mio amico mi guardò con aria ancora un po’ assonnata. “Davvero? Mi sembrava che
fossi TU ad essere in camera mia, l’ultima volta…” Bofonchiò.
“NON
E’ QUESTO IL PUNTO!!! Che cosa vuoi?” Chiesi, esasperata.
“Uh…
Niente di particolare. Prima sono passato davanti alla tua stanza e ho notato
che non avevi chiuso la porta a chiave, quando eri andata giù alle terme. Era
pericoloso lasciare la camera così, incustodita, e allora ho pensato di fare un
po’ di guardia, tutto qui.” L’avevo visto, io , come stava montando la guardia…
Sospirai.
“Non ho chiuso la porta perché non ho trovato le mie chiavi… Sempre che non ci
abbia messo lo zampino Xellos, temo di averle perse mentre scendevo per cena.
Per rientrare qui a prendere le mie cose ho dovuto usare la magia…”
“Oh,
no, non le hai perse… Te le ho prese io, mentre eravamo a tavola.” Disse
semplicemente, porgendomi il mazzetto di chiavi con un sorriso.
Caddi
quasi a terra per lo stupore. “Tu… tu… Posso sapere perché ACCIDENTI hai fatto
una cosa del genere???” Mi ripresi e lo colpii nuovamente sulla testa.
“E’
molto semplice, Lina,” Disse, allontanandomi un po’, per riuscire a parlare
(avevo cominciato a strozzarlo…). “Stanotte avevo intenzione di venire a
dormire qui, ma ho pensato che tu sicuramente non saresti stata d’accordo e non
mi avresti fatto entrare… Allora ho preso la chiave in modo da poter fare da
solo…”
Rimasi
allibita. “Hai pensato bene, per una volta, dannazione!!! Perché IO dovrei
lasciarti dormire in camera MIA???” Gridai.
Lo
spadaccino mi guardò con l’aria di chi è costretto a spiegare una cosa ovvia.
“Oggi ti sei sentita male e potrebbe accadere di nuovo. Se rimango qui mi
assicurerò che non ti succeda niente.”
“Ma…”
Cominciai. Il mio amico non attese repliche. “Oggi al tempio, quando sei stata
male, non mi sembravi in condizioni di cercare aiuto. Se fossi stata sola… Non
so che cosa sarebbe successo.” Alzò gli occhi e mi fissò. “Quello che so è che
non voglio trovarti morta nel tuo letto, domani mattina. Sarebbe la cosa
peggiore che…” Il suo volto si incupì e il mio amico non proseguì.
Sospirai
e mi inginocchiai di fronte a lui. “Gourry, qualunque cosa sia successa,
dipendeva dal tempio. Qui non può accadermi proprio niente.”
“Come
fai ad averne la certezza?” Mi chiese, fissandomi con perplessità.
Aveva
ragione. Non ne avevo la certezza. Però…
“Gourry,
ora ascoltami bene.” Mi rialzai. “ Io non sono più una bambina! Non ho bisogno
di…”
“Lo
so perfettamente che non sei una bambina…” …nondirlonondirlonondirlonondirlo…
“…anche se sei piatta come un tavola…” AAAARGGHHHH! L’aveva detto!!! “…Ma sei
la mia più cara amica e sono preoccupato per te, quindi non ti lascerò qui da
sola. Non mandarmi via…” Ci pensò per un momento. “Uhm… Per favore…” Aggiunse,
vedendo che non rispondevo. Aveva l’aria risoluta, anche se diverse goccioline
di sudore freddo gli si erano formate sulle tempie nel fronteggiare il mio
sguardo omicida. La mia aggressività, tuttavia, scemò facilmente com’era
apparsa. Non aveva una grande attitudine al comando, ma quando si metteva in
testa qualcosa…
“Cretino…”
Dissi fiaccamente, lanciandogli una coperta in faccia. “Copriti, almeno. Se il
cervello non è perfettamente funzionante, è meglio preservare la salute del
fisico…”
Credo
che volesse ribattere, ma decise che non era il caso di tentare troppo la
sorte. O almeno, questo fu ciò che dedussi dal sospiro di sollievo che tirò
quando mi arresi.
Sospirai
e mi infilai a letto. Incrociando le mani dietro la testa, mi appoggiai al
cuscino e presi a guardare il soffitto, ripensando agli avvenimenti della
giornata. La voce di Gourry mi scosse dai miei pensieri. “Che cosa stai
meditando…? Hai qualche idea?”
Mi
voltai verso di lui e gli sorrisi. “Purtroppo non riesco ancora a far collimare
tutti gli elementi, Gourry. I Mazoku hanno bisogno di me per qualche motivo. E
hanno bisogno di me qui a Miilun. E visto quello che mi è successo oggi, credo
che questa città sia nel loro interesse a causa del vecchio tempio… Forse per
qualcosa che si trova all’interno del santuario… Domani dovremo indagare…”
Il
mio amico scattò in avanti. “Non mi dire che hai intenzione di tornare là! Tu…”
Scossi
la testa, mettendolo a tacere. “Non finché non sarà inevitabile, Gourry… E non
mi piace neanche l’idea che VOI ci torniate, senza di me.” Lo avvertii. “A
dispetto di qualunque cosa potrà dire Zel, domani.” Il mio amico annuì e tornò
a sprofondare nella poltrona.
“Mi
viene in mente una storia che mi aveva raccontato mio nonno…” Iniziò lo
spadaccino, assumendo un’aria pensierosa. “Riguardo ad un antico patto fra elfi
ed umani… Mi sembra che c’entrasse anche il tempio di Miilun, in qualche modo.
Aveva parlato di un sigillo… Se solo riuscissi a ricordare di che cosa si
trattava…”
Lo
fissai, interessata. “Che genere di sigillo? Un sigillo magico?”
Il
mio amico mi guardò con aria colpevole. “Ero ancora piccolo…” Si giustificò.
Stavo
per fare un ulteriore commento riguardo alla sua memoria, quando mi venne in
mente un racconto che avevo sentito tempo prima, sull’isola di Mipross. La
storia non mi era stata narrata in dettaglio, però… “Elfi ed umani… Il patto
per il mantenimento dell’Equilibrio…”
Lo
spadaccino sollevò un sopracciglio, stupito. “Conosci anche tu la storia,
Lina?”
Annuii.
“Ne ho sentito parlare, ma non nei particolari. Del resto è poco più che una
leggenda, i libri di storia non ne parlano nemmeno… Dicono che la comunità
degli elfi di Mipross, ancora ai tempi della Guerra al Gran Demone, abbia
stretto un accordo con i pochi, potenti, maghi di Miilun… Per il ‘mantenimento
dell’Equilibrio’… Non so che cosa voglia dire esattamente. So solo che in quel
periodo di lotta fra esseri superiori, le creature di questo mondo erano
preoccupate della loro sorte… Ho sentito dire che per ‘preservare l’Equilibrio’
i contraenti avevo unito la loro magia per la creazione di un sigillo
protettivo, che poteva essere spezzato solo in particolari condizioni e con
l’utilizzo di una ‘chiave’…” Guardai per un attimo lo spadaccino, che mi parve
perplesso. “Un oggetto magico in grado di rompere l’incantesimo, capisci?” Il
mio amico si limitò ad annuire.
“Però
non so molto altro. Ho sentito che la chiave è andata dispersa da secoli… E non
ho la più pallida idea di che cosa il sigillo dovesse proteggere!” Conclusi,
con una alzata di spalle.
Notai
che Gourry mi fissava con ammirazione. “Ormai ho smesso di chiedermi come fai a
sapere tutte queste cose…” Disse, scuotendo la testa.
Risposi
con un sorriso. “E’ uno dei vantaggi del viaggiare molto, mio caro… E di
RICORDARE le cose che si sono imparate…” Gli strizzai l’occhio, non mascherando
l’ironia nella mia voce.
“Uhm…
Questo non è carino, Lina…” Iniziò il mio amico.
“Perché,
ti sei sentito chiamato in causa?” Chiesi con aria innocente, guadagnandomi un
altro rassegnato scuotimento di testa del mio interlocutore. “Ad ogni modo, mi
chiedo come facesse tuo nonno a conoscere questa storia. Pochissimi umani
devono esserne a conoscenza. Gli unici a tramandarla sono gli elfi di Mipross…”
“Bè,
mio nonno ha vissuto per anni su quell’isola. Suppongo che sia questo il
motivo…” Cominciò lo spadaccino. Io mi limitai ad annuire… Prima di cadere dal
letto per la sorpresa.
“ASPETTA
UN MOMENTO!” Gridai, alzandomi in piedi e puntando un dito verso di lui. Il mio
amico batté le palpebre e mi fissò, stupito. Prima che mi potesse chiedere
qualcosa, però, proseguii. “Hai detto di essere nipote di un ex abitante di
Mipross… Il suo nome non sarà mica… Raudy…?”
Lo
stupore di Gourry sembrò aumentare. “E tu come fai a sapere il nome di mio
nonno?”
Ricaddi
sul letto. “Oh, dei… Ora capisco… Ecco come facevi ad avere la Spada di Luce…
TU sei nipote di Raudy… Raudy Gabriev!!!”
Lo
sguardo del mio amico si faceva sempre più confuso. “Lina… Tu… Conosci mio
nonno?”
Notando
la sua aria spaesata, gli feci un sorriso e annuii, agitando la mano con
noncuranza. “Lo ho aiutato a sconfiggere un demone a Mipross, una volta... Ho
combinato il potere del mio Dragon Slave a quello della Spada di Luce…”
Prevenendo la sua domanda, aggiunsi, “Noi due non ci conoscevamo ancora. Avevo
tredici anni, allora. Ci siamo incontrati solo un paio di anni più tardi…”
Lo
spadaccino annuì, quindi rifletté per un momento. “Ma, Lina… A quell’epoca la
Spada di Luce non era più in mano a mio nonno…”
Annuii
a mia volta. “Lo immagino, Gourry. Ho viaggiato indietro nel tempo. Ho
combattuto insieme a Raudy quando lui era ancora più giovane di quanto tu sia
ora.” Ridacchiai. “Anche se la cosa può sembrare un po’ strana…”
Lo
spadaccino mi squadrò, sempre più stupito, mentre io continuavo a riflettere
sulla cosa. “Ehi… Aspetta un attimo, Gourry… Vuoi dire che tu sei… In parte
elfo?”
“Elfo?
No, che io sappia… Perché dovrei esserlo…?” Il suo sguardo si fece perplesso.
“Tua
nonna… Non fa parte degli elfi di Mipross? Dovrebbe chiamarsi Meriloon, se non
sbaglio…”
“Mia
nonna è umana e non si chiama in quel modo... Marituun… O almeno, mi è sempre
sembrato così… Ma, se lo dici tu, può darsi che io mi sbagli…”
Mascherando
un lieve sorriso, ci riflettei un secondo. Effettivamente, aveva senso. Gli
elfi invecchiano molto più lentamente degli esseri umani. La durata della vita
umana, anche con l’uso della magia, non può superare naturalmente che poche
centinaia di anni, mentre gli elfi ne vivono anche migliaia… Certo, c’è sempre
la possibilità di stipulare il Contratto con un demone, ma questa è un’altra
storia…
Ad
ogni modo, era improbabile che Raudy avesse effettivamente potuto sposare
Meriloon, per quanto questo lieto fine romantico possa apparire affascinante…
Ovviamente, quando Raudy aveva raggiunto l’età adatta per il matrimonio,
Meriloon era ancora soltanto una bambina…
Alla
fine, il nonno di Gourry (mi sembrava ancora un po’ strano considerarlo così…)
doveva essersi innamorato di un’umana ed essere partito con lei da Mipross,
come era naturale che accadesse. Del resto, i matrimoni fra esseri umani ed
elfi sono davvero rari…
“Lascia
stare, Gourry… mi stavo solo confondendo con una vecchia storia… Ad ogni modo,
sono sorpresa… Non mi avevi mai detto da chi avevi ereditato la tua spada, chi
pensava che fossi proprio il nipote di Raudy?”
“Sai,
penso di avere avuto intenzione di parlarti della mia famiglia, qualche volta,
ma poi di essermi scordato di farlo…” Sai che novità… “Ad ogni modo tu non me
lo hai mai chiesto…”
Sospirai.
“Come potevo immaginare che tu fossi suo nipote, Gourry? Era fin troppo
sveglio, per essere tuo nonno…”
Mi
rivolse un’occhiataccia. “Non intendevo QUELLO, Lina… Volevo solo dire che non
mi hai mai chiesto molto sul mio passato…”
Ci
riflettei un momento. Era vero, ma del resto… “Del resto, chi se ne importa,
Gourry?”
“Eh?”
il mio amico batté le palpebre, perplesso.
“Voglio
dire… So già quantobasta. Ti conosco
per come sei ora e mi va più che bene così. Sei un ottimo amico e so che mi
posso fidare di te, quindi il tuo passato non mi riguarda… Se deciderai di
raccontarmi qualcosa di più ne sarò felice, ma non sarò certo io ad obbligarti.
Dopotutto…”
Mi
bloccai, notando che lo spadaccino aveva assunto un’espressione strana. Avevo
detto qualcosa di sbagliato?
Evidentemente
no. Il mio amico mi fissò per un momento, quindi scoppiò a ridere. “Bè, avrei
dovuto immaginarlo… Potrei anche essere un ex criminale, ma non credo che la
cosa ti preoccuperebbe troppo, vero?”
Agitai
un dito in aria, sogghignando. “Lo so benissimo che tu non potresti essere un
criminale… Te l’ho già detto, io ho un buon occhio nel giudicare le persone. E
se tu fossi stato un tipo poco raccomandabile non ti avrei mai permesso di
venire con me…”
“Eh,
già… Di persone poco raccomandabili ne basta una, nel gruppo…” Commentò. Ehi,
che cosa vorresti dire, con questo??!! “Comunque grazie, Lina. Mi hai detto…
una cosa molto bella…” Concluse, le labbra aperte in un largo sorriso.
Questo
mi colse di sorpresa. “Eh? Uh… Davvero? Veramente io ho detto solo ciò che
pensavo…”
“Ah,
questo lo so. Tu dici SEMPRE quello che pensi… Il problema è che raramente
rifletti sulle conseguenze.”
“Prego?”
Dissi, in tono minaccioso…
Gourry
tossicchiò. “Uhm, niente, niente… Non preoccuparti…”
Restammo
in silenzio per qualche istante, quindi il mio amico assunse un’aria pensosa.
“Ah… Quindi tu devi essere quella… Non ci avevo mai pensato…”
“Quella?”
Lo fissai con aria interrogativa.
“Mio
nonno, quando ero ancora un bambino, mi ha parlato di una ragazza impertinente
e dal seno piatto che lo aveva aiutato a sconfiggere un demone e poi aveva
cercato di impadronirsi della Spada di Luce… Mi ha detto che grazie alle sue
doti di veggente aveva previsto che anche io la avrei incontrata sulla mia
strada, prima o poi… E di stare attento, perché avrebbe tentato di sottrarre
anche a me la mia spada…” Sorrise lievemente fra sé e sé.
“CHI
E’ CHE E’ IMPERTINENTE E HA IL SENO PIATTO?????” Scattai immediatamente.
“Sono
parole di mio nonno, non mie…” Si schermì lo spadaccino.
“Mi
piacerebbe proprio vedere tuo nonno di nuovo e dirgli due paroline, prima o
poi…” Borbottai.
“Sicuro.
La prima volta che deciderai di venire a trovare la mia famiglia… Ma non so se
lui ne sarà molto contento. Credo che gli piacerebbe vivere più a lungo di
così…” Commentò il mio amico, con aria pensosa.
“Allora
dovrebbe imparare a tenere a freno la lingua.” Osservai, seccamente.
“Senti
chi parla…”
“Hai
detto qualcosa?” Chiesi con un sorriso minaccioso.
“Nulla
di importante…” Rispose in fretta lo spadaccino.
Il
mio amico rimase fermo per un momento, quindi si alzò e venne a sedersi sul
letto vicino a me.
“Uh?”
Feci, guardandolo interrogativamente.
“Mio
nonno mi ha detto anche di ringraziarti, quando ti avessi incontrata, perché
sembra che in qualche modo io ti debba la vita…” Ci pensai un attimo. Era vero…
Se io non avessi aiutato Raudy, probabilmente Gourry… Non sarebbe mai nato! Il
solo pensiero mi fece rabbrividire. Il vecchio non aveva davvero mentito quando
aveva detto che l’aiuto che gli avrei dato avrebbe avuto profonde influenze sul
mio futuro… “Quindi… Grazie di nuovo, Lina…” Proseguì lo spadaccino, battendomi
lievemente la mano sulla testa, con un sorriso. “Anche se a dire il vero non ho
ancora ben capito COME tu abbia fatto a salvarmi.”
Sospirai.
“Non ti sforzare, Gourry. Te lo spiego un’altra volta, d’accordo?”
Lo
spadaccino si limitò ad annuire, quindi rimase per un po’ fermo a fissarmi,
come ragionando su qualcosa. “Gourry?” Chiesi, battendogli con il dito sulla
spalla.
“Ah,
già! Quasi dimenticavo!” Cominciò a frugarsi nelle tasche, mentre io lo
guardavo, perplessa.
“Posso
sapere che cosa stai cercando…?” Gli domandai.
“Oggi…
Ah, eccolo qua!” Tirò fuori una piccola scatola di un colore verde scuro. “Oggi
alla fiera ho trovato qualcosa che dovrebbe interessarti… Non te ne ho parlato
subito, perché eri impegnata con quel mercante…” Me la porse. “Perché non dai
un’occhiata?”
Incuriosita
aprii la scatoletta… E arrossii violentemente. Dentro c’era un piccolo anello,
realizzato con un taglio ed una lavorazione che non avevo mai visto prima.
Accidenti a quell’imbecille! Non puoi metterti a comprare anelli alla prima
ragazza che ti capita!!!
Stavo
per dirgli qualcosa a proposito, quando notai un particolare che mi era
sfuggito. La pietra rossa che decorava il gioiello era tremendamente simile a…
“Non
assomiglia moltissimo a quei talismani che indossavi sempre, Lina?” Chiese
Gourry, dando voce ai miei pensieri.
Annuii.
“I DemonBlood… Ma certo…” Commentai, non
riuscendo a staccare gli occhi dall’oggetto. La somiglianza con i talismani,
che dopo l’ultima battaglia erano risultati praticamente inutilizzabili, era
impressionante…
“Mi
pareva… E’ per questo che l’ho preso per regalartelo. Ho pensato che poteva
esserti utile, in qualche modo…”
Alzai
lo sguardo verso di lui. “Uhm… Allora è davvero per me?”
Il
mio amico mi sorrise e fece un’alzata di spalle. “Certo che è per te… In fondo,
cosa me ne farei, io , di un anello magico?”
Sorrisi
anch’io. Non ero certo io il tipo di persona che rifiutava i regali. “In
effetti… Grazie, Gourry, spero che non ti sia costato una fortuna…”
Il
mio amico agitò la mano con noncuranza. “Un regalo è sempre un regalo, Lina.
Piuttosto, dovresti cercare di capire che poteri magici ha…”
Una
goccia di sudore mi scese lungo la tempia. “Vorresti dirmi che l’hai preso
senza fartelo riferire…? Oppure non te lo ricordi…?”
“Ecco…
Nemmeno il mercante che me l’ha venduto me lo ha saputo dire… Però, somigliava
così tanto a quei… Demon Blurt…”
“Uh…
E’ lo stesso…” No, che non è lo stesso, zuccone! “E poi… Ho pensato che… A
prescindere dai suoi poteri…” Se non si fosse trattato di Gourry avrei detto
che era… imbarazzato… Ma lui non avrebbe nemmeno lontanamente riposto qualche
significato nascosto in quel regalo, no? O faceva solo finta di non capire…?
…….. Hmm. No, impossibile… “Insomma… Ti sarebbe stato bene, addosso…” Il mio
amico mi guardò, grattandosi la punta del naso.
“Oh,
capisco… Un pegno d’amore…” Inarcai le sopracciglia, trattenendo un sogghigno.
AH! L’avevo fatto arrossire!!!
“AAAAHHHHHH!
Non fraintendere!!!!”
“Non
dovresti inventare delle scuse per nascondere i tuoi sentimenti…” Ridacchiando,
infilai l’anello nel dito medio della mia mano destra. Nessuna reazione magica
particolare, per ora… “Comunque, è ovvio che mi sta bene! Addosso a me sta bene
TUTTO…” Commentai. Lo spadaccino sospirò, scuotendo la testa. “Non cambierai
mai…” Sorridendo, tornai a guardare l’anello, e aggrottai le sopracciglia.
“Sento una forte energia magica…” Considerai ad alta voce. “Questo è indubbio.
Non ho nemmeno bisogno di esaminarlo tramite il Piano Astrale. Però non riesco
a capire di che poteri si tratti. Pare che domani avrò varie cose su cui
indagare…”
Alzai
lo sguardo verso il mio amico. “Bè, però, come ho detto, DOMANI. Ora l’unica
cosa che voglio fare è dormire. Ne deriva che il signore è pregato di
tornarsene alla sua postazione sulla poltrona e di cercare di non russare, se
possibile…”
“Le
notti sono fredde, Lina… Forse farei meglio a restare a dormire qui, il calore
umano è molto utile in queste circostanze…” Sogghignò lo spadaccino.
“Sei
SICURO di avere freddo, Gourry?” Una sfera luminosa apparve, minacciosa, fra le
mie mani.
“AAAGHHHH!
Scusa! Scherzavo, Lina, metti via quell’affare!!!” Il mio amico raggiunse la
poltrona ad una velocità vertiginosa.
“Bene.”
Dissi, lanciando l’innocuo Lighting che tenevo fra le mani sulla lampada alla
mia sinistra. “Questa sarà meglio tenerla accesa, in caso di visite notturne
indesiderate da parte dei Mazoku.” Conclusi, strizzandogli l’occhio, prima di
mettermi a dormire.
La
mattina successiva, a colazione, facemmo i nostri piani per la giornata.
“La
prima cosa da fare…” Esordii, agitando in aria la forchetta con appeso un
salsicciotto, “E’ cercare di ottenere qualche informazione in più riguardo al
tempio. Se non capiamo esattamente che cosa mi è successo ieri pomeriggio e in
che modo è collegato alle intenzioni dei demoni, rimarremo sempre al punto di
partenza…”
Zelgadiss
annuì, continuando a fissare la sua tazza di caffè. “Oggi progettavo di
visitare la biblioteca di Miilun… Potrei dare un occhiata lì.” Alzò lo sguardo
verso di me. “Dovrei riuscire a trovare qualche opera che parla della storia
della città e dei suoi monumenti.”
Sospirai.
“Speriamo… Anche se temo che sarà una ricerca piuttosto difficile. Se quel
tempio nasconde qualche strano segreto, questo non sarà di certo rivelato in un
qualunque libro di storia…”
Sylphiel
intervenne. “Penso che Lina- san abbia ragione, ma dopotutto anche qualche
semplicissimo cenno storico in più riguardo al tempio ci farebbe comodo…”
Annuii
in risposta. “Questo è ovvio. Comunque oggi Gourry ed io andremo alla sede del
Circolo dei Maghi e cercheremo qualcosa anche lì.”
“E
riguardo alle intenzioni dei demoni…” Iniziò Amelia.
“Purtroppo
c’è poco da fare.” La interruppi. “Non c’è modo di sapere che cosa esattamente
vogliano da noi, fino a che non usciranno allo scoperto. Possiamo solo tenerci
pronti al loro prossimo attacco. Ed è quello che ho intenzione di fare.”
Conclusi, risoluta, guardando l’anello magico al mio dito. Qualche oggetto
magico come aiuto sarebbe stato molto utile. Dovevo scoprirne i poteri al più
presto…
Fu
allora che mi accorsi che il salsicciotto era sparito dalla mia forchetta… Per
finire in quella di Gourry. “TU!! Brutto ladro! Posa subito quel cibo!”
Il
mio amico, però, fu più veloce di me e ingoiò la ‘preda’. “Oooops.” Commentò a
bocca piena. “Pensavo che non ne volessi più…”
“COME
HAI OSATO?! Rubare il cibo di bocca alla grande Lina Inverse! Non potrò mai
perdonare un gesto simile!” A velocità fulminea, sollevai l’uovo che giaceva
nel suo piatto e me lo portai alla bocca.
Seguì
la scena che ormai si ripeteva, più o meno violenta, nella maggior parte dei
pasti… E che ovviamente mi vide vincitrice su tutta la linea!
“Dovresti
dare una ripassata al codice della cavalleria…” Commentò Gourry, massaggiandosi
la nuca, dove lo avevo appena colpito di taglio, con la mano.
Ridacchiai.
“Mai seguito in vita mia…In battaglia non bisogna avere nessuna pietà, non te
lo avevo mai detto?” Tornai a rivolgermi a Zel, come se nulla fosse successo.
Il mio amico pietroso mi osservava con aria rassegnata, una goccia di sudore
lungo la tempia.
“Dobbiamo
anche cercare di capire se gli Shinzoku c’entrano in tutta questa faccenda…
Ricordi le parole della sacerdotessa?” Sospirai. Quella era una di quelle
situazioni in cui la presenza di Milgazia ci avrebbe fatto davvero comodo.
“Lina,
anche Sylphiel è una sacerdotessa… Forse può fare qualcosa…” Suggerì Gourry.
Mi
voltai verso il mio amico. “Sarebbe più semplice se ci fosse un drago con noi,
Gourry. Capita di rado che gli Shinzoku si mettano in contatto diretto con gli
umani… O sbaglio?” Chiesi, rivolgendomi alla sacerdotessa dai capelli scuri che
concentrava tutta la sua attenzione sulla nostra conversazione, dal momento che
si era sentita nominare dallo spadaccino.
La
ragazza annuì. “Lina- san ha ragione, Gourry- sama… Io sono in grado di avere
delle…” Fece una pausa, in cerca del termine adatto, “…premonizioni… Tuttavia,
non riesco a mettermi in contatto con gli Shinzoku… A livello teorico,
potrebbero farlo loro con me, ma questo accade molto raramente…”
Lo
spadaccino annuì semplicemente, grattandosi la testa.
Amelia
intervenne. “Purtroppo gli incantesimi di Magia Bianca tanto potenti da
permettere agli uomini di mettersi in contatto con gli dei sono andati perduti
da molto tempo… Però…”
Tutti
ci voltammo verso la ragazza, interessati. “Ho sentito dire che alla fiera è
ospite un gruppo di draghi dorati, venuti da un regno del Sud… Ne parlavano
ieri i rappresentanti di mio padre… Forse potrei provare a parlare di questa
faccenda con loro, oggi. Essendo la figlia del principe di Sailune, non dovrei
avere problemi ad ottenere un incontro con loro…”
Battei
le palpebre. Perché un gruppo di draghi dorati doveva essere interessato ad una
fiera dedicata alla magia UMANA? Bè, comunque non era quello il punto, al
momento. “Questa è un’ottima scoperta, Amelia! E penso che potrebbe essere una
buona idea parlare con loro… Solo, cerca di essere cauta e non rivelare loro
più di quanto sia necessario…” Un brivido mi passò lungo la schiena, mentre
ripensavo alle presunte minacce degli Shinzoku… Era DECISAMENTE il caso di
essere cauti…
Amelia
annuì, sorridendo. “Non preoccuparti, Lina- san… Ho imparato un paio di cose,
grazie alle missioni diplomatiche affidatemi da mio padre…” Annuii a mia volta,
rispondendo al suo sorriso. In realtà, non ero troppo tranquilla. Non che non
mi fidassi della giovane maga, ma ogni tanto si lasciava… infervorare un po’
troppo dalle situazioni… Anche se forse non sono la persona più adatta a
criticarla per questo… Comunque, fui un po’ sollevata, quando la ragazza si
rivolse a Sylphiel e le chiese di andare con lei. La sacerdotessa non mi
sembrava molto convinta, però. Posso immaginare perché… La ragazza gettò
un’occhiata a Gourry. “Uhm… Bè…”
Sospirai.
“Non ti preoccupare, Sylphiel, Gourry ed io ce la caveremo anche da soli, al
Circolo di Magia…” Stranamente, la ragazza si limitò ad annuire. Credo che
ormai cominciasse a considerarmi la guardia del corpo del ‘suo’ spadaccino…Ma
non era quello il problema, al momento…
“Ok!!!
Dato che abbiamo deciso, possiamo anche andare! Appuntamento a stasera, e che
nessuno provi a ritornare senza qualche informazione utile!” Alzai
minacciosamente la voce, sorridendo, e mi alzai in piedi. “Ah, e sarà meglio
che per oggi ci teniamo tutti lontani da quel tempio. Ci ritorneremo insieme
quando ne sapremo qualcosa in più!” Tutti annuirono, con un sorriso.
Mi
indirizzai a Xellos, che se ne era rimasto tutto il tempo a bere il suo tè, in
silenzio, sogghignando lievemente. “ E immagino che tu verrai con me, giusto?”
Sospirai.
“Il
tuo intuito migliora di giorno in giorno, Lina- chan…” Si limitò a commentare
il demone senza mai smettere di sorridere…
Capitolo 4: Indagini. Nuove
conoscenze. E’ questo il piano dei Demoni?
La
prima impressione che ricevetti dal Circolo di Magia di Miilun fu senza dubbio
positiva. Venni accolta in modo piuttosto cordiale, come credo accadesse per
qualsiasi mago si recasse in visita. Per un’associazione ancora relativamente
giovane come quella, qualsiasi nuovo apporto di interlocutori e di conoscenze
non poteva che essere considerato prezioso.
Ovviamente,
l’accoglienza si rivelò ancora migliore dal momento in cui rivelai il mio nome.
Almeno, da parte della maggior parte dei miei ospiti… Notai anche qualche
sguardo scettico. Evidentemente qualcuno nutriva dei dubbi riguardo alla mia
identità. Non me ne stupii più di tanto, dal momento che non era la prima volta
che mi accadeva. E alla prima occasione avrei dato loro modo di verificare chi
ero veramente…
“E’
davvero un piacere averla fra di noi, Inverse- san!” Iniziò il Gran Maestro del
Circolo, Ilmund il Verde, che aveva immediatamente accettato di riceverci,
quando gli era stata riferita la nostra identità. “Avevo sentito qualche voce
riguardo alla sua presenza qui in città e speravo davvero che avrebbe voluto
onorarci con una sua visita. Mi dispiace se le maniere dei miei colleghi sono
state un po’ sbrigative, ma capirà che questa fiera ci tiene tutti molto
occupati.”
Mi
limitai a fare spallucce e ad annuire. Sinceramente, le ‘maniere sbrigative’
non mi avevano disturbata più di tanto… Il Gran Maestro, invece, tendeva a
tirarla un po’ troppo per le lunghe, fino quasi a suonare falso, nella sua
cortesia…
L’uomo
annuì a sua volta, sorridendomi. Vestito in una tunica da cerimonia verde
scuro, appariva abbastanza affascinante, nonostante fosse ormai sulla
cinquantina. Di certo era più simile a come ci si aspetterebbe un Gran Maestro
di quanto non fosse stato Tarim, ad Atlas… Però, c’era qualcosa nei suoi modi
che mi irritava.
“Ma
non vuole presentarmi i suoi accompagnatori?” Chiese, accennando tuttavia con
aperto disinteresse ai miei due compagni. Che cos’era quell’aria di superiorità?
Probabilmente si era reso conto che Gourry non era in grado di usare la magia
ed era troppo ottuso per comprendere i reali poteri di Xellos… Ma il suo
atteggiamento mi dava sui nervi lo stesso. Per quel che mi riguardava, Gourry,
che non aveva un briciolo di potere e di magia capiva come un mulo capisce di
alta cucina (uh… doveva essere la fame a farmi venire in mente certi
paragoni…), valeva almeno dieci volte lui ed i suoi poteri di Gran Maestro… Non
ero l’unica ad essere irritata, comunque… Notai che il sogghigno di Xellos
diventava più freddo del solito e sperai vivamente che il demone non decidesse
di far saltare in aria il Circolo, e con esso tutta la città. Conoscendolo, non
avrebbe esitato a farlo. Non era particolarmente benevolo con chiunque egli
ritenesse essere di troppo per lui, e il Gran Maestro non sembrava andargli
particolarmente a genio… Tuttavia il Mazoku se ne stette buono.
“Certamente…”
Replicai, fiaccamente. “Lo spadaccino alla mia sinistra si chiama Gourry
Gabriev, ed è mio compagno.”
“Sono
la sua guardia del corpo.” Precisò il mio amico, con la sua consueta calma.
Decisi
che non era il momento di mettersi a discutere la sua affermazione.
“Per
quanto riguarda lui…” Mi voltai verso Xellos per un momento, con aria torva.
“Il suo nome è Xellos Metallium ed è un… sacerdote.” Mentii, supponendo che i
maghi non sarebbero stati molto contenti di ospitare un demone nel Circolo.
“Lui… semplicemente… mi segue.”
“Oh,
dunque anche lei si dedica alla nobile Arte della Magia…” Osservò il Gran
Maestro, rivolgendosi al Mazoku.
“In
un certo senso, sì.” Si limitò a rispondere quello, il suo sogghigno sempre più
ampio.
Il
mago annuì senza interesse e tornò a rivolgersi a me. “Tornando a noi, devo a
qualche motivo in particolare il piacere di questa visita?”
Sogghignai.
Non certo il mio desiderio di incontrarti… “Effettivamente non siamo qui per
caso. Vorremmo qualche informazione…”
“Riguardo
a che cosa?”
Nel
rispondere, tenni presente l’avvertimento che io stessa avevo fatto qualche ora
prima ad Amelia. “Come può immaginare, sono venuta fin qui attratta dalla
fiera… Ovviamente, però, finché sono a Miilun, non mi dispiacerebbe poter
approfittare delle altre… possibilità che la città può offrirmi… Dopotutto noi
fruitori di magia siamo supposti essere ‘cercatori di verità’, e i nostri studi
non dovrebbero mai terminare.” Ehm, in teoria era la verità, anche se non
sempre le mie azioni erano mosse solo da questi nobili ideali… “E’ anche per
questo che sono qui, oggi. Una visita al Circolo di Magia di una città tanto
grande non può mai essere infruttuosa. Ma non mi dispiacerebbe sapere se qui a
Miilun esistono altri luoghi di interesse per un mago… e per quale motivo essi
siano di interesse… Come forestiera, vorrei qualche indicazione, se non le dispiace.
Lei è la persona più adatta alla quale domandare, vorrà aiutarmi, mi auguro…”
Assunsi la mia espressione più amabile, un’espressione a cui pochi avrebbero
saputo resistere. Sperai che essa mi sarebbe valsa la conoscenza di qualche
segreto riguardò alla città, qualche segreto riservato solo a pochi… E sembrò
sortire l’effetto voluto.
Il
mago rimase a fissarmi per un attimo, quindi mi rispose, assumendo il suo
solito tono carezzevole. “Ma certo Inverse- san. Sono a sua TOTALE
disposizione.” Perfetto. “Solo che…” Eh? “…Effettivamente, oltre al Circolo di
Magia, la città non ha proprio nulla da offrire ad un mago.”
Accidenti!!
Non era quella la risposta che volevo!
“Purtroppo,
come di certo sa, la magia si è diffusa da poco da queste parti… Trarrà facilmente
anche lei le conclusioni…”
Ma
era possibile che non sapesse proprio nulla del tempio? Dovevo tentare di
essere più precisa… Ma dovevo anche stare attenta a non dirgli più del
necessario. Non mi piaceva l’idea che quell’uomo venisse a ficcare il naso
nelle mie faccende.
“Che
peccato! Ma non è possibile che una città come Miilun abbia così poco da
offrirmi!!!” Calcai su quello ‘offrirmi’, cercando di manifestare tutto il mio
disappunto.
“Vede,
Inverse- san…”
Non
lo lasciai terminare. “In una città del genere, non avrebbe neanche senso
aprire un Circolo di Magia.”
“E’
proprio perché stiamo cercando di…”
“Aspetti
un attimo!” Lo interruppi nuovamente. “Ho sentito parlare di un vecchio tempio,
in cui in passato si riunivano i fruitori di magia della città.” Introdussi
l’argomento all’improvviso, come se mi fosse venuto in mente solo allora.
“Anche lì ormai non c’è più nulla da vedere?” Chiesi, battendo le palpebre e
fingendo un’inesistente attesa speranzosa.
Il
mago mi lanciò un’occhiata strana. “Il tempio…” Cominciò. “… Non so se faccio
bene a raccontare questa storia… Dopotutto sono solo dicerie…”
“Quale
storia?” Lo incitai
“Oh,
bè… Dicono che su quel tempio gravi una specie di… non saprei nemmeno come
definirla… maledizione...” Alzò gli occhi verso di me. “Ha mai sentito parlare
del Portale?”
Annuii.
Era una storia che avevo imparato a scuola di magia. Si narra che in ciascuno
dei mondi governati da Lord of Nightmares esista un Portale in grado di mettere
in contatto il mondo stesso con il Mare del Caos. L’unico mezzo per gli umani
per raggiungere il Mare del Caos. L’unico mezzo se si esclude il Giga Slave,
ovviamente… Di certo, comunque, a nessuna persona sana di mente sarebbe mai
saltato in testa di attraversare il Portale (sempre che questo esistesse
veramente) perché sarebbe equivalso a perdersi per sempre negli abissi del
caos, senza possibilità di ritorno. Senza contare che non si aveva la certezza
di COME il Portale potesse essere effettivamente aperto e di quali effetti
questo avrebbe avuto… Soprattutto considerando che L. O. N. si mostra sempre
piuttosto propensa a riportare il mondo a quel caos originale da dove è venuto…
Nemmeno la ragione della sua esistenza era perfettamente chiara…
La
voce del Gran Maestro interruppe i miei pensieri. “Bè, qualcuno sostiene che il
Portale sia all’interno del tempio.”
“Che
cosa?” Rimasi stupita per un attimo. Come mai una storia del genere non si era
mai diffusa?
Il
mago proseguì, rispondendo involontariamente alla mia domanda taciuta. “Ma,
come le ho detto, queste sono solo dicerie. Non si ha la minima prova che
quello sia davvero il Portale…”
“Quello?”
Di che cosa stava parlando, adesso?
“C’è
una configurazione magica formata da dei pilastri disposti a pentagono,
all’interno del santuario. E’ molto antica… Di sicuro molto antecedente alla
guerra al Gran Demone. Sembra protetta da una forte barriera magica, e nessuno
è mai riuscito a distruggerla. Per questo, è nata la voce che quello fosse il
Portale… E per questo, secoli fa, i miei predecessori costruirono il tempio,
dedicato a Lord of Nightmares, attorno a quella struttura.” Fece una noncurante
alzata di spalle. “Ma io ho i miei dubbi. Deve trattarsi di un altare per
sacrifici, o qualcosa del genere…”
Inarcai
un sopracciglio. Un altare per sacrifici che aveva resistito per tutto quel
tempo? Avevo qualche dubbio… A prescindere dal fatto che fosse o meno il
Portale, quella configurazione doveva essere qualcosa di molto potente. Lo
avevo testato sulla mia pelle. Mi sfiorò l’idea che potesse trattarsi del
fantomatico ‘sigillo’, ma questo era da escludere, considerando che l’epoca di
costruzione era antecedente alla guerra a Shabranigdu. No, il sigillo doveva
essere costituito da qualcos'altro… E, a pensarci bene, l’energia che avevo
avvertito era qualcosa di affine al caos generato dal Giga Slave… Avrei
scommesso mille monete d’oro che un soggetto colpito dal mio colpo magico
provasse più o meno ciò che avevo provato io all’interno del tempio… Anche se,
ovviamente, in forma molto amplificata…
Comunque,
finalmente ne sapevamo qualcosa di più. O almeno, avevamo una pista da seguire.
Decisi
tuttavia che il coinvolgimento del Gran Maestro in quella storia era stato
ormai persino eccessivo e che non era il caso di mostrarsi troppo interessati e
di risvegliare la sua curiosità. Tenni per me le mie domande riguardo al
Portale, a cui mi ripromisi di cercarne la risposta in un’altra occasione ed in
un altro luogo…
“Uhm…
Capisco… Comunque, niente di particolarmente interessante, per noi…” Sospirai.
“Vorrà dire che aspetteremo la prossima edizione della fiera, sperando che nel
frattempo il vostro onorato Circolo possa fare qualcosa in merito.” Mi alzai e
gli porsi la mano, nell’atto di andarmene. “La ringrazio comunque Ilmund- san…”
Il
mago mi strinse la mano calorosamente. “Ma non vorrà lasciarci ora, Inverse-
san… Deve ancora visitare il Circolo. E non potrà negarmi il piacere di averla
come ospite a pranzo…” Nel dire questo, fece cenno ad un cameriere, che si
allontanò nel corridoio.
Oh,
no… L’ultima cosa di cui avevo voglia era pranzare con quel bellimbusto… Tirai
fuori la prima scusa che mi venne in mente. “Ehm… Mi piacerebbe molto, ma non è
il caso… Oggi non ho nemmeno con me la mia veste da cerimonia…” Oh, non che
portassi mai con me quell’orribile tunica ROSA che avevano scelto per me a
Zephil City…
“Questo
non è un problema, Inverse- san. Si tratterà di un pranzo informale… Privato…”
E nel dirlo, si piegò in avanti a baciarmi la mano ancora stretta nella sua…
Sentii un brivido lungo la schiena, e solo il fatto di avere avuto la mano
coperta dal guanto mi fece resistere al desiderio impellente di mollargli un
pugno in mezzo agli occhi…
Seguirono
le ore più NOIOSE della mia vita. Ilmund non fece altro che vantarsi dei suoi
meriti di Gran Maestro e Gourry ed io smettemmo ben presto di ascoltarlo…
Sempre che Gourry avesse mai cominciato a farlo… Quel che è certo è che
entrambi tirammo un sospiro di sollievo quando riuscimmo a congedarci, con la
vaga promessa di tornare, prima o poi (più poi, che prima, avrei volentieri aggiunto…).
Xellos era sparito subito dopo il nostro colloquio, ma il Gran Maestro non
aveva dato grande peso alla cosa, impegnato com’era a cercare inutilmente di
impressionarmi…
“Sai,
Lina…” Cominciò lo spadaccino. “Io di quello di cui ha parlato non ho capito
molto, ma se c’è una cosa di cui sono sicuro è che poche persone mi sono
statecosì antipatiche a prima vista
come quel… Irtud…”
Sorrisi,
scuotendo la testa. “Si chiama Ilmund, Gourry. E se ti può consolare, neanche a
me è piaciuto più di tanto…” Le ‘antipatie a prima vista’ erano rare, per
Gourry, che generalmente prediligeva la filosofia del ‘vivi e lascia vivere’.
Doveva essersi DAVVERO annoiato, in quelle ore…
Il
mio amico fece un’alzata di spalle e mi sorrise. “Sì, l’avevo notato…”
Feci
spallucce anch’io, quindi mi stiracchiai, sbadigliando. “Uhmmmm… Ora dobbiamo
decidere che cosa fare oggi pomeriggio…”
“Io
non ho capito una cosa, Lina… Che legame c’è fra il Portale e tutta questa
faccenda? Voglio dire, abbiamo scoperto qualcosa di utile o no?” Mi domandò con
aria perplessa il mio amico.
“Direi
di sì, Gourry… O almeno credo… Purtroppo, però, non abbiamo ancora abbastanza
elementi per collegare fra loro le informazioni che abbiamo raccolto e non
abbiamo nemmeno la completa certezza che quell’individuo ci abbia raccontato la
verità…” Lo spadaccino annuì. “Comunque…” Proseguii. “…Penso che la prima cosa
da fare sia cercare di raccogliere informazioni su questa storia del Portale…”
Avevo già spiegato brevemente la leggenda a Gourry, mentre aspettavamo il
pranzo. “Ad esempio, mi piacerebbe sapere qualcosa di più su quale dovrebbe
essere la funzione di un simile oggetto magico sul nostro mondo… E in che modo
esso potrebbe interessare ai demoni, dopotutto questo è il nostro problema
principale…”
“Credo…
che dovremmo anche cercare di capire perché hai reagito in quel modo strano
entrando nel santuario…” Mi ricordò Gourry.
“Giusto.
Ben detto. E devo anche capire come funziona questo.” Aggiunsi, sollevando la
mano e mostrando l’anello, che avevo ancora al dito. “Anche se, sinceramente,
non saprei da dove cominciare…”
“Forse,
se è così simile ai Demon… a quei talismani… è perché ha i loro stessi
poteri…”
“Un
amplificatore di poteri… E’ possibile… Anche se ho l’impressione che sia
addirittura più potente. E bravo Gourry, devi aver fatto davvero un buon
acquisto.” Conclusi allegramente. Il mio amico sorrise al mio complimento, ma
non fece commenti.
“Ma
chissà se funziona con la stessa formula. E chissà che legame ha effettivamente
con i Demon Blood…” Improvvisamente scattai, battendo con forza la
mano sulla schiena di Gourry, che sussultò. “Basta chiacchiere!!! Con i ‘forse’
non si giunge da nessuna parte! Ora ci prendiamo un bel gelato, poi andiamo a
fare un salutino a Zel, alla biblioteca, e ci diamo anche noi alle ricerche! E,
per L- sama, stasera saremo venuti a capo di tutta questa faccenda e potremo
concederci un'altra visita alla fiera!”
“Non
mi dispiacciono i tuoi programmi, sai? Soprattutto la prima parte…” Commentò il
mio amico, ridacchiando, mentre si metteva a correre al mio fianco verso un
vicino ed invitante chiosco di gelati.
Giunti
alla biblioteca, trovammo tutti gli altri, che stavano per uscirne.
“La
biblioteca chiude.” Mi avvertì fiaccamente Zelgadiss. “E’ stato introdotto un
orario speciale per permettere a tutti di visitare la fiera.”
“Oh…”
Dissi semplicemente, delusa. Ormai quella faccenda mi aveva stancata e volevo
portarla a termine al più presto possibile. L’idea di aspettare fino al giorno
successivo per ottenere le mie risposte non mi sorrideva molto, anche perché
più venivo coinvolta, più avevo la sensazione che ci fosse in ballo qualcosa di
grosso. Avevo un brutto presentimento…
“Sylphiel-
san ed io abbiamo parlato con due dei draghi dorati.” Intervenne Amelia.
“Eravamo venute a chiamare Zel- san e stavamo proprio per venirvi a cercare al
Circolo di Magia…”
Il
mio interesse venne nuovamente risvegliato. “Avete scoperto qualcosa?”
La
giovane maga sospirò. “Purtroppo non abbiamo saputo proprio niente. Appena ho
fatto il tuo nome, i due draghi hanno detto di voler parlare personalmente con
te e non hanno voluto aggiungere altro. Hanno detto che ci danno appuntamento a
questa sera, davanti alle rovine.” La principessa era evidentemente
contrariata.
“Le
rovine??!!” Scattai. Non ero proprio nello stato d’animo di tornare là.
“Non
hanno lasciato spazio a repliche, Lina- san…” Si affrettò a intervenire
Sylphiel, che sembrava preoccupata per la situazione quanto Amelia.
Sia
Zel che Gourry corrugarono la fronte, ma prima che qualcuno potesse dire
qualcosa intervenni, in tono seccato. “A quanto pare, non abbiamo grande
scelta. Andremo all’appuntamento.” Mi voltai a tranquillizzare i miei amici.
“Ma non metteremo piede là dentro. Questo non potranno costringerci a farlo.”
Condii la frase con un gesto eloquente, e questo zittì i due, sul punto di
protestare.
Cambiai
argomento. “E tu, Zel? Trovato qualcosa di interessante?”
La
chimera fece spallucce. “Come ho appena detto alle altre, non molto. Ho qui una
mappa del tempio…” Me la mostrò. “L’unico luogo che potrebbe interessarci è il
santuario. Vedi questi pilastri? Formano una configurazione magica…” Doveva
essere ciò di cui aveva parlato Ilmund… Annuii e raccontai brevemente quello
che ci era stato riferito.
“Il
Portale… Pensavo che fosse solo una leggenda…” Commentò Zelgadiss.
“Anch’io,
Zel… E non è ancora detto che non lo sia…” Tutti annuirono.
“Però
effettivamente avrebbe senso…” Cominciò la chimera. “Ho letto anche di una
leggenda riguardo ad un patto fra elfi ed umani…”
Gourry
ed io ci scambiammo un’occhiata. Zel alzò gli occhi verso di noi, stupito. “La
conoscete? Come…”
“E’
una storia lunga, Zel. Comunque abbiamo sentito parlare del ‘sigillo’…”
La
chimera annuì. “Ebbene, pare che il sigillo dovesse impedire a chiunque
provenisse dal nostro pianeta di giungere al cospetto di Lord of Nightmares…”
“E
quindi… Di raggiungere il Mare del Caos!!!” Conclusi. “Se questo fosse vero…
Avrebbe senso pensare che il sigillo fosse stato posto per impedire l’apertura
del Portale!”
“Apertura
che comunque non sarebbe semplice, stando a ciò che ho sentito…” Continuò la
chimera.
“Perché,
Zel- san? Come è possibile aprirlo?” Intervenne Sylphiel.
Zelgadiss
scosse la testa. “Non lo so di preciso… Ma ho sentito dire che le ‘condizioni’
per la sua apertura si verificano molto raramente…”
“Io
non capisco…” Cominciò Amelia. “Perché è stato posto un sigillo del genere? Che
cosa sarebbe accaduto se il Portale fosse stato aperto?”
“E’
vero… Che cosa c’entra il Portale con l’Equilibrio, Lina?” Mi chiese Gourry.
Purtroppo,
questa volta neanche io sapevo dargli una risposta. “Non ne ho idea… E chissà
perché quel passaggio era stato creato, in origine…”
Sylphiel
intervenne. “Per quanto ho sentito dire al tempio, da bambina, originariamente
il passaggio era stato un dono degli Shinzoku agli abitanti dei pianeti. Penso
che fosse stato pensato come estremo sistema di difesa, qualora i demoni
avessero preso il sopravvento su di loro. Il Portale doveva permettere a
chiunque fosse in grado di aprirlo di mettersi in contatto con Lord of Nightmares
stessa…” Questo era ovvio. Accedere al Mare del Caos significava DI FATTO
trovarsi al cospetto di L.O.N. … “…Questo avrebbe fatto sì che il primo
desiderio espresso dall’interessato al momento dell’apertura, fondendosi con la
volontà del Demone d’Oro, venisse esaudito… Anche se si fosse trattato della
sconfitta dei demoni superiori… Per quanto il trovarsi presso L- sama potesse
rivelarsi pericoloso, in seguito…”
Annuii.
“Bè, sarà un po’ lunatica, ma dopotutto L.O.N. ‘sovrintende’ anche gli esseri
umani…” Commentai, con più di una punta di ironia.
Sylphiel
non la colse o la ignorò, e si limitò ad annuire. “Però ho sentito dire che
sono stati in pochi a provare, anche perché pare che non sempre il processo
funzionasse come l’interessato si aspettava. Capite, il desiderio poteva
risultare… male interpretato… Senza contare che aprendo il Portale si rischiava
di venire risucchiati per sempre all’interno del Mare del Caos…”
Sbuffai.
“Questo non spiega perché gli elfi e i maghi di Miilun abbiano voluto chiudere
il passaggio. Se uno ha voglia di rischiare di finire nel Mare del Caos per il
resto dei suoi giorni, agli altri esseri mani cosa importa?”
“Forse
temevano che qualcuno avrebbe potuto esprimere desideri pericolosi… Oppure che
aprire il Portale avrebbe potuto scatenare l’ira di L-sama contro il nostro
mondo” Azzardò Sylphiel. Però mi sembrava un po’ strano che gli Shinzoku
avessero creato un Portale attraverso il quale Lord of Nightmares avrebbe
potuto distruggere il nostro mondo…
“O
forse il Portale rappresentava un pericolo per qualche altro motivo di cui noi
non siamo a conoscenza…” Intervenne Amelia.
“Mi
sembra che questa ipotesi sia la più probabile. E’ solo che vorrei sapere QUALE
pericolo.” Commentai. “Ma forse il colloquio di stasera potrà servire a
chiarirci le idee. Se dei Ryuzoku come quei draghi vogliono incontrarmi, deve
essere perché anche gli Shinzoku sono coinvolti in qualche modo. Di sicuro loro
ne sapranno più di noi…” Conclusi, facendo spallucce.
“Non
lo so…” Intervenne Zel. “Io so solo che a me questa storia piace sempre di
meno.” Commentò cupamente. “E quell’altro, dove è andato a finire?”
Il ‘quell’altro’ in questione apparve
improvvisamente dall’aria fina. “Non puoi stare senza di me, eh, Zel- chan? Ero
solo andato a farmi un giretto, dato che la conversazione al Circolo dei Maghi
sembrava mancare di vitalità… O sbaglio, Lina- chan?” Xellos mi rivolse il
consueto sogghigno, al quale risposi con un’occhiata stanca.
“Immagino
che se ti chiedessi qualche informazione in più…”
“Ti
risponderei che è un segreto.” Mi precedette, con un’alzata di spalle. “Almeno
per ora, bisogna avere molta cautela…”
“Eh?”
Il suo tono di voce si era improvvisamente fatto più basso. Il suo sorriso si
era assottigliato per un momento, lasciando trapelare una strana luce da quegli
occhi costantemente velati di ombre. Un brivido mi percorse la schiena.
“Non
è niente, Lina- chan… Che si fa questo pomeriggio?”
Trascorremmo
il resto della giornata girovagando per la fiera, in nervosa attesa
dell’incontro della sera, che forse avrebbe finalmente sedato tutti i nostri
dubbi. Mi auguravo caldamente che il colloquio non sarebbe terminato in un
combattimento. In una zona così vicina al centro della città, non avremmo di
certo potuto far ricorso a tutto il nostro potenziale magico… Senza contare che
l’ultima cosa di cui avevamo bisogno era di attirare l’attenzione della gente
sul tempio. Confidavo sul fatto che due draghi dorati, sempre che fossero
davvero draghi dorati, si sarebbero comportati saggiamente e avrebbero cercato
il dialogo, prima della lotta. Però, anch’io avrei dovuto cercare di
controllarmi, anche se mi seccava ammetterlo. Non erano creature con cui fosse
il caso di scherzare…
All’orario stabilito, i due esseri si
presentarono, puntuali come la morte.
La
notte era come al solito di un freddo pungente ed la calma che circondava il
luogo sacro era decisamente inquietante. Al buio le statue e le colonne
sembravano figure demoniache pronte a sferrare il loro attacco. Le ombre si addensavano
sull’entrata del tempio a formare una cappa di oscurità che sembrava scaturire
dai portali stessi. Non mi meravigliai affatto di vedere poca gente in giro da
quelle parti, anche se nel centro città la vita notturna era ancora ben lontana
dallo spegnersi…
Rabbrividii
lievemente nello scorgere le figure dei draghi che si avvicinavano e mi strinsi
nel mantello prima di prendere la parola.
“Voi
due dovete essere i draghi che hanno parlato con Amelia, questa mattina…” Era
un po’ banale, a dirsi, ma non trovai nulla di meglio per intavolare la
conversazione.
La
più alta fra le due figure mi rivolse un breve inchino e prese a sua volta la
parola. “Sì, Inverse- san, si tratta proprio di noi. Stando a ciò che ha detto
la tua giovane amica, dovresti avere bisogno della nostra consulenza per
qualche motivo.”
Inarcai
un sopracciglio. Io avevo un’altra versione dei fatti… “Stando a ciò che ha
detto la mia giovane amica, voi due siete coinvolti in una faccenda che
riguarda anche noi e volete discuterne con me, probabilmente per convincermi a
fare il vostro gioco…”
Ero
stata un po’ brutale, ma in fondo il nocciolo della questione doveva proprio
essere quello…
Zelgadiss
mi rivolse un’occhiata nervosa. Penso che temesse una reazione da parte dei
draghi… E la cosa non era assolutamente da escludersi, per cui feci del mio
meglio per ignorarlo e non pensarci.
Il
mio interlocutore, tuttavia, si limitò a fare spallucce e a rispondermi
seccamente. “Mi sembra che tu tragga le conclusioni un po’ frettolosamente,
ragazza.” Uh? Vorresti dire che non ho ragione?
“Ma,
in effetti, le cose stanno più o meno così.” Ah…
Annuii.
“Allora che ne direste di evitare le formalità? La notte è fredda…”
“Credo
che tu abbia ragione.” Il drago abbassò lentamente il cappuccio e… Accidenti!
Lineamenti regolari, capelli biondi, tagliati corti, occhi scuri… Un viso
giovane… Non era niente male!
Ehrrr…
Ma non era davvero quello il momento di mettersi a pensare a certe cose!
“Credo
che ormai conosciate abbastanza bene la storia, o sbaglio?” Chiese, passandoci
in rassegna con lo sguardo.
“Qualche
chiarimento non guasterebbe. Sappiamo solo che i Mazoku hanno in mente qualche
piano, che coinvolge me e la città di Miilun… E presumibilmente anche questo
tempio…” Aggiunsi dopo qualche secondo, indicando la struttura che si ergeva
nascosta dalle ombre. Tuttavia, tralasciai ciò che avevamo scoperto nel corso
della giornata. Forse la nostra era solo una pista falsa… O forse no, ma in
ogni caso per ora non era il caso di coinvolgerli… Senza contare che
probabilmente conoscevano già perfettamente la storia…
“Non
c’è molto di più da sapere…” Commentò il drago. “I demoni hanno trovato un
metodo per assumere il comando del pianeta e tu sarai la loro chiave per farlo.
Noi… Anzi… Gli Shinzoku vogliono impedirlo. Tutto qui.”
‘Tutto
qui’?!!? Non mi sembra una cosa da commentare con un ‘tutto qui’!!!!
“Aspettate
un momento! Non mi sembra che questa storia stia molto in piedi! Perché proprio
io? Non mi direte che sono stata ‘predestinata’, come succede nelle fiabe!”
Il
drago scosse la testa. “E’ per via del Giga Slave.”
Scossi
la testa. “Il Giga Slave è stato sigillato. Non è più possibile utilizzarlo…”
“Siamo
a conoscenza del sigillo che hai posto sull’incantesimo, ma abbiamo ragione di
credere che in alcune… particolari condizioni… esso possa essere infranto.”
Attesi
per un momento, ma il drago non aggiunse altri particolari. A quanto pareva,
non mi era dato conoscere le ‘particolari condizioni’…
Sbuffai.
“Comincia a seccarmi, questa storia! Ok, d’accordo… Solo io sapevo… so
utilizzare quell’incantesimo… Ma non si può tormentare così una povera ragazza
solo per questo!!” Mi lamentai, teatralmente. Il drago sospirò e fece per
ribattere, ma io lo precedetti. “E poi, è vecchia la storia del Signore dei
Demoni che vuole farmi perdere il controllo dell’incantesimo per far
precipitare il mondo nel Caos!! Ci hanno già provato!!! L’autore dovrebbe
cercare di avere più fantasia!”
“Questa
volta non è così semplice!” Riuscì a sibilare la creatura, interrompendo il mio
sfogo.
“Eh?”
Fu la nostra reazione corale.
I
due draghi si scambiarono un’occhiata, quindi il nostro interlocutore riprese
la parola.
“Nemmeno
noi conosciamo con precisione tutti i particolari, ma sembra che questa volta i
Signori dei Demoni abbiano in mente qualcosa di veramente grosso. Qualcosa che
potrebbe compromettere l’intero equilibrio su cui poggia il nostro universo…”
L’equilibrio…
Questa parola cominciava a ricorrere piuttosto spesso…
Scossi
la testa. “No, aspettate un secondo… Se i Demoni prendessero il sopravvento, il
nostro mondo cadrebbe nel Caos… Su questo, non c’è molto da discutere… Ma non
capisco cosa potrebbe accadere al resto dell’universo. I Mazoku di questa
dimensione non hanno potere sulle altre, o sbaglio?”
Il
drago mi fissò intensamente. “Il nostro pianeta e tutti gli altri mondi
appartenenti a questo universo poggiano su un delicato equilibrio fra forze del
bene e forze del male. Non ti sei mai chiesta perché in tutti questi millenni
né i Mazoku né gli Shinzoku hanno mai preso il sopravvento?”
Rimasi
interdetta per un momento. “Tutte le lotte… Tutta la distruzione che esse hanno
portato…”
“Volete
dire che…” Zelgadiss sembrava perplesso quanto me.
“Sono
state totalmente inutili. Nessuno di noi potrà mai vincere, nell’attuale stato
di Equilibrio. E entrambe le fazioni ne sono totalmente consapevoli.” La calma
con cui mi rispose mi diede un po’ sui nervi.
“Ma
allora perché DIAVOLO avete continuato a lottare per tutto questo tempo? Il
nostro mondo e gli esseri che con la vostra battaglia non c’entravano hanno
vissuto anni terribili per… per…”
“Non
avevamo scelta, Inverse- san. Se avessimo cessato di lottare e di difenderci,
allora i demoni avrebbero davvero preso il sopravvento.” Grazie tante, questo
potevo immaginarlo anche da sola…
“Non
vi è mai nemmeno passata per l’anticamera del cervello l’ipotesi di un accordo
civile, vero?” Scattai.
“Come
potevamo fidarci di loro?” Il drago indirizzò un’occhiata significativa a
Xellos.
“La
cosa è reciproca, vecchio mio…” Si limitò a rispondere il demone. “E, ad ogni
modo, c’è chi potrebbe non approvare il fatto che tu stia rivelando queste
faccende a degli umani…”
“A
questo punto, non importa. Farei di tutto per impedirvi di portare a termine i
vostri piani.” Rispose seccamente il drago. I due si osservarono con odio e per
un momento temetti che volessero attaccare battaglia, ma, fortunatamente, non
fu così. Xellos mi sembrava un po’ nervoso, però. DAVVERO strano… Chiunque
fosse, quel drago doveva essere molto, molto potente.
La
creatura tornò a rivolgersi a me. “L.O.N., nonostante tutto, è garante di
questo equilibrio. Come tu ben sai, Inverse- san, il Demone d’Oro può essere
considerato come il Mare del Caos stesso… O meglio, come la Mente del Caos… Noi
non possiamo concepire cosa muova le sue decisioni… Non possiamo nemmeno
immaginare se la sua mente funzioni in maniera simile alla nostra… Lei è puro
Caos, dopotutto… Tuttavia, è stata lei a garantire l’esistenza del nostro mondo
così come lo conosciamo.”
“Stando
alla Claire Bible… L’obiettivo primario di L.O.N. sarebbe quello di riportare
il mondo allo stato di Caos da cui deriva…” Azzardai.
“Più
volte, in passato, ha mostrato questa volontà… Se di volontà si può parlare…”
Mi rispose la creatura, che mi apparve un po’ seccata per l’interruzione.
“Però… Finora pare che non le sia stato possibile portare a termine questo
progetto… O forse non vuole ANCORA farlo…” Molto confortante, davvero… “Ad ogni
modo, fino ad oggi ha mantenuto il nostro universo in esistenza e lo ha fatto
in una condizione di equilibrio. Non possiamo immaginare cosa accadrebbe se
questa garanzia di Equilibrio venisse a mancare.”
“Una
delle due parti in lotta potrebbe prendere il sopravvento, credo.” Intervenne
Amelia.
“Potrebbe
accadere di peggio, principessa.” Le rispose il drago. “Supponiamo che i
demoni, in mancanza di un principio supremo garante dell’Equilibrio, riescano
ad assumere il comando TOTALE.” Nel dire questo, il drago fissò intensamente
Xellos, il quale aveva ripreso a sogghignare in quel suo modo così inquietante.
“E non parlo del nostro mondo… Supponiamo che riescano in qualche modo a
sostituirsi a Lord of Nightmares…” Il suo sguardo tornò su di me. “Potrebbero
sconvolgere l’esistenza così come noi la conosciamo. Senza alcuna eccezione.”
“Sempre
ammesso che l’esistenza, con loro, non cessi definitivamente.” Sentii per la
prima volta la voce del suo compagno, ancora incappucciato.
“Bè,
certi rischi valgono la pena di essere corsi…” Commentò la voce di Xellos, alle
mie spalle.
Le
ginocchia mi tremarono per un momento. “M- ma questo non è assolutamente
possibile, GIUSTO?” Scattai.
“Teoricamente
no…” Tirai un sospiro di sollievo. “Ma, di fatto, c’è un modo.”
Per un attimo la sua immagine mi apparve
sfocata e mi appoggiai leggermente al braccio di Gourry per evitare di cadere.
Quella era davvero l’ultima cosa che avrei voluto sentire e, soprattutto, detta
con QUEL tono.
Tirai
un sospiro rassegnato. Dovevo proprio essere sempre io, quella coinvolta in
certe faccende...? “E quale sarebbe questo modo…? Sentiamo…”
“Esiste
un incantesimo che permette il controllo del Caos… Si basapiù o meno sullo stesso principio del Giga
Slave, ma è infinitamente più potente. Qualcuno dice che sia una modifica del
Giga Slave stesso, forse realizzata dal grande Lei Magnus…”
“Il
controllo… del Caos?” Non riuscivo a capire.
“Il
Caos è l’energia originaria dalla quale tutto ha preso vita. Anche la forza
magica che controlliamo nel compiere gli incantesimi deriva da esso. Il Giga
Slave, o il Laguna Blade, poi, si servono di Caos allo stato puro. E’ possibile
utilizzarli in quanto è il Demone d’Oro stesso, in un certo senso, a lanciarli,
servendosi del corpo del fruitore di magia in risposta alla volontà di
quest’ultimo…”
Questo
lo sapevo… Erano così pericolosi proprio per quello…
“Il
Caos è per sua natura incontrollabile. L.O.N. è DI FATTO Caos, per questo può
servirsi di questa forma di energia. Ma nessun altra creatura ne è in grado,
senza l’aiuto del Demone d’Oro stesso.” Il drago emise un lieve sospiro.
“Tuttavia, l’incantesimo di cui vi parlavo va a modificare la vera essenza del
fruitore di magia. In pratica, chi userà l’incantesimo potrà essere, per
qualche secondo, tutt’uno con il Caos.”
Rimasi
a bocca aperta. “Un incantesimo del genere… E’ possibile?” Era DAVVERO pericoloso.
“Ovviamente
richiede capacità magiche fuori dal comune. Nessuno potrebbe attuarlo, da
solo.” Il suo sguardo si fece penetrante. “Ma due o tre Signori dei Demoni,
riuniti, potrebbero farcela.”
Dynast, Dolphin e Xellas. Non c’era nemmeno bisogno di
nominarli… Anche perché erano gli unici rimasti… “Forse Shabranigdu potrebbe
farcela anche da solo, ma ,come voi ben sapete, il suo corpo è sigillato e
diviso… E al momento non è neppure al completo.” Mi rivolse un sogghigno
significativo, che mi lusingò leggermente. Ma non era il momento di sentirsi
orgogliosi delle imprese passate.
Sentii
Zel deglutire leggermente. “Cosa potrebbe succedere se i Signori dei Demoni
attuassero l’incantesimo?”
“In
pratica, tutto. Avrebbero il totale controllo di L.O.N., capite? Potrebbero
anche fare in modo di sostituirsi definitivamente a lei. Potrebbero eliminare
la Mente del Caos e… Assumere il controllo dell’Esistenza intera.”
Restammo
tutti con il fiato sospeso. Non era una prospettiva molto allettante…
“E’
terrificante…” Intervenne Sylphiel. “Ma, se avevano questa possibilità, perché
non hanno mai tentato l’impresa in passato?”
Buona
domanda. Mi fece riflettere per un momento. E mi fece giungere ad una
conclusione.
“Credo
di poterti rispondere io, Sylphiel.” Cominciai, prevenendo il drago. “Ed è
anche piuttosto semplice, riflettendoci. I demoni non POTEVANO ricorrere a
quell’incantesimo… Questo per il semplice fatto che è L.O.N. a conferire a
tutte le creature la loro energia magica. Generalmente lo fa senza distinzioni,
ma non sarebbe stata tanto stupida da concedere la possibilità di attuare un
incantesimo che avrebbe potuto significare la sua distruzione.” Conclusi,
semplicemente.
Tutti
mi fissarono, realizzando che avevo ragione.
Mi
rivolsi al drago. “E non vedo come le cose possano essere cambiate ora.”
“Non
lo sappiamo bene nemmeno noi.” Mi rispose. “Effettivamente, l’incantesimo
dovrebbe essere attuabile solo in teoria, ma non in pratica… Non riesco ad
immaginare come sia possibile cambiare le cose… L’unica cosa certa è che i
demoni hanno trovato il modo e che la chiave sarà il tuo Giga Slave. E servirà
qui, a Miilun. Questo è tutto ciò che i nostri dei hanno potuto comunicarci.”
Notai che Xellos sogghignava nuovamente… Uhm, non è che la cosa mi piacesse più
di tanto.
Cercai
di ignorarlo ed annuii. “Quindi mi state chiedendo di lasciare Miilun al più
presto, non è così?” Non era comunque detto che l’avrei fatto. Chi mi
assicurava che mi avessero raccontato la verità?
“No,
ti stiamo chiedendo di restare ed aiutarci a lottare.” Eh? Inarcai un
sopracciglio. Dei draghi che chiedevano aiuto ad un essere umano? Mi lusingava
molto, ma… Mi sembrava un tantino strano…
Il
drago si spiegò. “Se tu te ne andassi, il rischio permarrebbe. E non è detto
che prima o poi non riuscirebbero a farti fare ciò che vogliono.” Indirizzò una
breve occhiata a Gourry. Uhm… Bella fiducia… Però, visti i precedenti, non
aveva tutti i torti…
“Per
questo dobbiamo capire cosa hanno in mente e sventare il loro piano una volta
per tutte. Tu potrai essere la nostra esca… E anche i tuoi poteri ci saranno
utili, ovviamente…” Un attimo… Non è che mi piacesse molto, il loro progetto.
Senza contare che non era molto intelligente rivelare tutti questi piani di
fronte a Xellos…
Mi
volsi un attimo verso il demone e… Realizzai che era sparito. Se ne era andato.
Ma perché…?
Non
ebbi tempo di farci caso, comunque, perché il drago incalzò. “Allora?
Collaboreremo?”
“Io…
Mi fermerò a Miilun.” Dissi, risoluta. “Ma ho bisogno di riflettere e per
questa sera mi sembra che abbiamo parlato abbastanza.”
Il
drago si accigliò. “Noi…”
Lo
interruppi. “Sapete benissimo dove trovarci e noi sappiamo dove trovare voi.
Avremo modo di parlare ancora. Ma ora non è il momento. Dovete lasciarci tempo
per decidere.”
La
creatura sbuffò. “Sappiate solo che dovete sbrigarvi. Non so quanto i demoni
abbiano voglia di attendere.”
Uhm…
Per fortuna sembrava non avere intenzione di combattere. Tirai internamente un
sospiro di sollievo.
“A
presto, allora.” Concluse semplicemente il nostro interlocutore, voltandosi per
andarsene. “Fate molta attenzione.” L’altra creatura ci rivolse un semplice
cenno del capo, e seguì il suo compagno.
Li
osservammo mentre sparivano nel buio. E, mentre si allontanavano, un’altra
questione mi sorse alla mente. Se ero io il problema, perché non avevano
semplicemente tentato di eliminarmi? Non certo per filantropia… Non ero sicura
di voler conoscere la risposta…
Tornammo
in silenzio alla locanda. Non avevamo altro da fare, in giro, e nessuno aveva
voglia di passeggiare, quella sera. Appena rientrati, non evitai le domande
degli altri.
“Che
cosa vuoi fare, Lina?” Zelgadiss.
“Non
lo so ancora, Zel.” Sospirai. “Adesso sono troppo stanca per decidere.
Domattina ne discuteremo. Ad ogni modo, anche se non mi fido di loro, non mi
sembra il caso di andarcene da qui. La questione sembra seria, spero solo che
non ci sfugga tutto di mano.” Conclusi, in tono cupo.
“Non
succederà, Lina.” Intervenne Gourry. “Sei abbastanza forte per dare filo da
torcere a qualunque demone, no?” Chiese, con un mezzo sorriso.
Sospirai.
“Non è COSI’ matematico, Gourry.” Ad ogni modo, la sua sicurezza mi fece
sentire più sollevata. “Comunque, suppongo che tu abbia ragione.” Gli strizzai
l’occhio. “Dopotutto, siamo gli uccisori di demoni, no? Che ci provino, ad
attaccarci! Se sono davvero arrabbiata, ne posso fare fuori anche tre Signori
dei Demoni in una volta! E già adesso, non sono del tutto calma…” Commentai, in
tono minaccioso.
Zelgadiss
sospirò. “Quei poveri draghi non sanno a che cosa vanno incontro, chiedendoti
aiuto. Poveri loro! E poveri noi…”
Gli
lanciai un’occhiataccia. “Vuoi che alleni la mia magia su di TE, Zel?”
La
chimera tossicchiò. “Credo che rimanderò e me ne andrò a dormire…” Dicendo
questo, salì la scala verso le camere.
“Zel-
san è davvero saggio.” Ridacchiò Amelia. “Ad ogni modo, qualunque cosa
decidiamo, vinceremo, dato che siamo i paladini della Giustizia, no?”
Sospirai
e feci spallucce. “Certo, Amelia...” Non mi sembrava il caso di mettersi a
discutere…
La
ragazza, soddisfatta, si avviò verso la sua stanza insieme a Sylphiel.
Gourry
mi batté lievemente la mano sulla testa. “Io vado a dormire. Tu, per favore,
non fare tardi a preoccuparti di problemi che comunque ora non potresti
risolvere… Devi riposare un po’…”
Battei
le palpebre, stupita. Perché si preoccupava sempre così tanto per me? Inarcai
un sopracciglio. “Guarda che non era mia intenzione…”
“Meglio
così. Se avrai dormito bene, forse domattina sarai più bendisposta nei miei
confronti, quando ti chiederò che cosa sta succedendo esattamente… Non è che io
abbia capito molto di ciò che ha detto quel tizio…”
Sospirai.
ECCO perché si preoccupava…
“Gourry,
vai a dormire, è meglio…” Il mio amico mi guardò per un momento, quindi annuì.
“Già, credo anch’io… Mi sembri mooolto stanca ed irritabile.” Tuttavia, mi fece
un sorriso.
Aggrottai
le sopracciglia. “CHI è irritabile…?” Chiesi in tono minaccioso.
In
tutta risposta, Gourry ridacchiò e, con mia sorpresa, si chinò a baciarmi sulla
guancia, come avrebbe potuto fare con un bambino. “Buonanotte, Lina.”
“Ah…
Uh… Buonanotte…” Lo guardai allontanarsi, sospirando. Non provai nemmeno a
chiedermi di che colore fosse la mia faccia. Per fortuna era buio…
Accidenti
a lui.
Siete
mai stati a Moonearth? No? Bè, perché se siete nuovi del posto è meglio che vi
avvisi, caso mai vi venga la brutta idea di passare da quelle parti: non
illudetevi di riuscire a dormire tranquillamente! Ero lì da pochi giorni, ma
non era ancora trascorsa una notte senza qualche inconveniente… Ed
evidentemente a Miilun non amavano le eccezioni…
Ero
appena riuscita ad infilarmi nel mio amato letto e avevo tutte le intenzioni di
seguire il consiglio di Gourry, tanto per non sprecare una di quelle rare volte
in cui ne aveva detta una giusta…
Ovviamente
i miei propositi mutarono radicalmente nel momento in cui mi accorsi che c’era
qualcun altro nella stanza, insieme a me.
“Xellos?”
Non c’era bisogno di chiedere. Potevo riconoscere distintamente la sua figura
nella penombra della stanza. E stava sorridendo. Un brutto segno, come usava
dire Milgazia…
Il
demone si limitò ad avanzare verso il mio letto. Accidenti, mi aveva colta
completamente fuori guardia! Era stato imprudente da parte mia, vista la
situazione. Solo che quella sera ero troppo stanca per connettere… Lanciai
brevemente un Lighting, e approfittai del suo attimo di smarrimento dovuto alla
luce improvvisa per mettere mano alla spada.
“Da
quanto tempo sei qui?”
“Abbastanza.
Sai, ti stavo aspettando…” Rispose semplicemente il demone.
La
cosa non mi piacque molto. Io mi ero appena CAMBIATA in quella stanza. E, se
forse per lui che era un demone la cosa non doveva fare molta differenza, per
me ne faceva, ECCOME!!
“Umph!
E a cosa devo l’onore?” Mi alzai prudentemente in piedi, attenta a tenere la
schiena al muro. Non mi piaceva il modo in cui poteva scomparire e ricomparirti
alle spalle all’improvviso.
“Non
è molto difficile da spiegare. In seguito ad alcuni avvenimenti, gli ordini
sono un po’ cambiati. Devi venire con me.”
Eh?
EEEEEEEEEEEEH? Aspetta un secondo…
“Mi
spiace, Xellos, ma la mia agenda non prevede niente del genere, per questa
sera. Se vuoi un appuntamento con me, devi chiedermelo con un po’ di
preavviso…”
Il
demone sogghignò. “Evidentemente sto invecchiando… Qualche secolo fa, non credo
che qualcuno avrebbe avuto il coraggio di fare dell’ironia dopo un mio
‘invito’…”
Inarcai
un sopracciglio. “ ‘Qualche secolo fa’ io non ero ancora nata…” Dovevo
guadagnare tempo. Anzi, no… Dovevo trovare una via di fuga! Non potevo
affrontare Xellos da sola, senza nemmeno i miei talismani e all’interno di una
locanda… Ma dov’era Gourry quando c’era bisogno di lui?
“Anche
se fai la sbruffona, sento che sei nervosa… Del resto, non posso biasimarti.
Anch’io sarei nervoso, se dovessi affrontarmi…” Uh, ma che modestia…
“Ad
ogni modo, questa bella conversazione è durata fin troppo. Hai intenzione di
seguirmi o devo usare le maniere forti?”
Sospirai.
“Credo che se opponessi resistenza non farebbe molta differenza, no?”
“Ho
sempre pensato che tu fossi una ragazza intelligente.” Sogghignò il demone,
avvicinandosi a me ed allungando il braccio per teletrasportarmi insieme a lui…
“Elmekia Lance!!!!” Gridai. Non potevo
illudermi che l’incantesimo gli avrebbe fatto qualche danno serio, ma
colpendolo direttamente dal Piano Astrale lo avrebbe lasciato stordito per un
po’. Era più forte di me, ma aveva il pessimo difetto di sottovalutarmi, il che
non poteva che fare il mio gioco…
Ignorando
le sue grida di dolore, scattai di lato, verso la porta, recitando velocemente
un Chiavistello Magico. Come immaginavo, l’aveva chiusa utilizzando la magia.
Era stata una fortuna averci pensato, altrimenti avrei perso tempo tentando di
aprirla e sarei di sicuro rimasta intrappolata.
Raggiunta
l’entrata… “Shadow Snap!!” Recitai,
lanciando verso il demone il pugnale che tenevo, per precauzione, nascosto
sotto la manica. Mi auguravo che ci avrebbe messo qualche istante a realizzare
che incantesimo gli avevo fatto e a liberare la propria ombra…
Io,
però, dovevo muovermi ed avvisare gli altri.
Uscita
in corridoio, mi imbattei… o meglio sbattei contro Zelgadiss, che stava
rientrando dai bagni. Ovviamente stupito di vedermi correre per il corridoio,
in pigiama e con la spada alla mano, il mioamico accennò a chiedere spiegazioni.
“Non
c’è tempo!!!” Gridai, percependo vagamente la figura di Xellos che usciva
infuriata dalla camera.
“Ray Wing!!!!” Afferrai lo spaesatissimo
Zelgadiss per la collottola e mi gettai contro la finestra in fondo al
corridoio… Che purtroppo era chiusa. L’impatto con il vetro fece un po’ male,
ma al momento non ci feci molto caso… Volai il più velocemente possibile nel
buio della notte, augurandomi che il demone non fosse riuscito a vedere la
nostra direzione e che avrebbe impiegato un po’ di tempo a rintracciarci.
Atterrammo
in un vicolo piuttosto distante dalla locanda, ed io mi sedetti a spalle al
muro, cercando di riprendere fiato.
Zelgadiss
mi si parò davanti con aria contrariata. “Lina, non credi che sarebbe carino
dirmi cosa sta succedendo?” Chiese, liberandosi il mantello da alcuni pezzi di
vetro che vi erano rimasti conficcati nello scontro con la finestra.
Ridacchiai
nervosamente. “Ah, già, penso di doverti qualche spiegazione, effettivamente.”
“Umph…”
Fu l’unico commento della chimera, che si sedette accanto a me, pronta ad ascoltarmi.
Raccontai
brevemente che cos’era successo, lasciando il mio amico piuttosto stupito.
“Ha
cercato di rapirti?” Mi limitai ad annuire. “Questo è davvero un guaio… Pare
che si siano già messi in moto e noi non sappiamo ancora che cosa progettino di
fare esattamente.”
“Il
problema più grosso è che non sappiamo come contrattaccare. Se è vero ciò che
ci ha detto quel drago, stavolta ci troveremo contro tre potenti avversari
contemporaneamente… Non è una bella prospettiva.” Commentai.
Zelgadiss
annuì. “Senza contare che la nostra risoluzione alla questione dovrà essere
definitiva, altrimenti continueranno a perseguitarti per il resto della tua
vita… E con te chiunque, in futuro, sarà in grado di sfruttare il Giga Slave.
In questo modo il rischio non si estinguerebbe mai…”
Tirai
un lungo sospiro. “A questo punto l’unica alternativa sembrerebbe accettare
l’offerta dei draghi, ma, se devo essere sincera, non mi hanno convinta più di
tanto… Sono quasi sicura che non ci abbiano detto tutto e che anche loro abbiano
in mente qualcosa di più che impedire ai demoni di portare a termine il loro
piano…” Nel dire questo, un sospetto mi salì alla mente. E se…
Zel
interruppe le mie riflessioni. “Lina, tu credi che loro conoscano la storia del
Portale? E credi che possa c’entrare qualcosa con tutto questo…?”
Lo
fissai per un momento, in silenzio. “Potrebbe essere, effettivamente…”
Cominciai. “Se ci pensi, il Portale ha come scopo quello di portare chi lo apre
al cospetto di L.O.N., nel Mare del Caos…”
Un’idea
mi balenò in testa. “Ho capito!!!”
“Eh?”
“Ho
capito che cosa hanno intenzione di fare, Zel!!! Vogliono sfruttare la capacità
del Portale di esaudire i desideri! Vogliono costringere L.O.N. a lasciar loro
attuare l’incantesimo!”
Zel
rimase un secondo a fissarmi a bocca aperta. “Ma certo… Deve essere proprio
così… E’ la spiegazione più logica…” Restammo in silenzio a guardarci per
qualche istante, storditi da quella nuova possibilità.
Zel,
sospirò, quindi riprese la parola. “… Ma siamo ancora al punto di partenza, perché
non abbiamo modo di elaborare un piano di battaglia.” Sospirai anch’io,
abbassando il capo. Era veramente abile nel deprimere la gente, quando voleva.
Invece
di rispondergli, recitai brevemente una formula che avrebbe impedito a Xellos,
di rintracciarci con la magia… O almeno gli avrebbe reso il compito più
difficile.
“L’unica
cosa da fare è andare a chiamare gli altri e ritrovare quei draghi. Voglio
provare a parlare di nuovo con loro per trovare un accordo… E per farmi dire
finalmente tutta la verità, se possibile.”
“…
E’ rischioso, Lina…” Commentò la chimera.
“Lo
so, Zel, ma non è sempre meglio che restarsene con le mani in mano. Ora andiamo
alla locanda e…” Mi colse un terribile sospetto. Non avevo visto Xellos tentare
di seguirci, dopo che ci eravamo gettati da quella finestra… E gli altri erano
rimasti alla locanda, ignari di tutto.
Gourry…
Che
cosa costava a Xellos tentare lo stesso metodo di Fibrizo e cercare di
ricattarmi?
“Dannazione!!!”
Scattai.
Zel
indietreggiò di un passo, colto di sorpresa. “Lina! Cosa succede?”
“Dobbiamo
muoverci!!! Gli altri sono in pericolo!!!” Gridai, e cominciai a correre senza
dare altre spiegazioni. A ben vedere, poteva essere stata tutta una trappola
per farmi dividere dagli altri. Quanto ero stata stupida!
Voltai
l’angolo senza nemmeno guardare dove stavo andando e… “Ouch!!”
Andai
a sbattere in pieno contro la corazza di Gourry.
“Ohiohiohi…
Il mio povero naso…” Alzai lo sguardo. “Gourry!!!!” Anche Amelia e Sylphiel ci
stavano raggiungendo, di corsa. “State… tutti bene?”
“Ah,
eravate qui allora… Cominciavo a preoccuparmi… Sylphiel ha fatto una fatica
incredibile a capire in che zona della città vi trovavate…” Commentò, con aria
sollevata. Eh, eh… Modestamente i miei incantesimi funzionavano sempre a
dovere…
Sospirai
internamente di sollievo e gli feci un sorriso. Avrei avuto una gran voglia di
abbracciarlo… “Così ci avete seguiti… Temevo che Xellos vi avrebbe attaccati
nel sonno…”
Gourry
ridacchiò, lanciandomi i miei vestiti. “Sarebbe stato difficile dormire, con
tutto il fracasso che avete fatto in corridoio… Ho guardato fuori dalla porta e
ho realizzato ciò che stava succedendo. Allora, mentre Xellos si accertava che
tu ti stessi allontanando, sono sgattaiolato fuori e ho svegliato in fretta
Amelia e Sylphiel… Poi siamo scappati fuori a cercarvi… Cosa dici, sono stato
bravo?” Mi sorrise.
Ridacchiai
anch’io. “Davvero niente male, stai migliorando… Pagherei chissà cosa per
vedere la faccia di Xellos quando ha trovato la tua stanza vuota…”
“Mi
sa che la faccia di Xellos la vedremo presto, se non ci muoviamo…” Commentò
Zel.
“Ragazzi,
cos’è questa storia di Xellos…? Io non ci ho ancora capito niente…” Chiese
Amelia, con aria assonnata.
“Xellos
mi ha attaccata…” Spiegai, infilandomi in un vicolo buio, a portata di voce, e
vestendomi velocemente. “Credo che non ci rimanga molto tempo prima che i
demoni si decidano a farsi avanti… Ed è ora di preparare la controffensiva!!!”
Il pigiama poteva restare dov’era. Dovevamo muoverci!
Uscii dal buio e, dopo un breve cenno agli altri,
cominciai a correre verso gli alloggi dei draghi. Forse, finalmente, la
situazione stava per giungere ad una svolta…
Evidentemente
non era destino che trascorressimo una nottata tranquilla…
Avevamo
appositamente evitato di passare dal centro della città, consci del fatto che i
nostri avversari avrebbero potuto attaccarci in qualsiasi momento. Ad ogni
modo, finora i demoni erano stati molto attenti a non provocare troppi danni a
Miilun. Il che era comprensibile, dal momento che avevano bisogno che il tempio
non venisse danneggiato… E che la gente non ficcasse troppo il naso da quelle parti…
Cominciavano
a chiarirsi molte cose… Come il perché finora non avessero apertamente cercato
di uccidermi. Per ora, ero loro indispensabile. Avrebbero mirato solo a
catturarmi, almeno prima di raggiungere i loro scopi. Poi, non avevo dubbi che
mi avrebbero eliminata, se non peggio… Avrebbero anche potuto servirsi di me
per sconfiggere L.O.N., per poi abbandonarmi per l’eternità nel Mare del Caos…
E la prospettiva non mi attirava molto, per essere sincera…
Potevo
anche intuire a cosa servisse esattamente il Giga Slave. Per l’apertura del
Portale… O per la rottura del sigillo… O per entrambe le cose. Il Portale
poteva essere aperto raramente, in quanto raramente poteva accadere di
incontrare qualcuno in grado di sfruttare quell’incantesimo. E, con ogni probabilità,
le ‘condizioni per utilizzare di nuovo il Giga Slave’, delle quali avevano
parlato i draghi, consistevano semplicemente nel trovarsi di fronte al Portale.
Il mio sigillo non era tanto forte da resistere alla sua energia… Il che
significava che avrei potuto lanciare l’incantesimo, ancora una volta. Che
ironia… Probabilmente sarebbero stati proprio i Signori dei Demoni ad aiutarmi
a controllarlo…
Restava
il problema della ‘chiave’… Evidentemente doveva essere stata ritrovata, ma in
che cosa consisteva?
Riflettevo
su queste cose, correndo a gran velocità nelle strade buie. Speravo caldamente
che avremmo raggiunto i draghi senza problemi…
Una
speranza vana.
L’unica
cosa che sentii prima di venire sbalzata contro il muro fu un sonoro boato.
Trattenendo un gemito di dolore, mi volsi verso chi aveva lanciato il colpo.
“Ancora
tu…” Sospirai, esasperata. Il demone che ci aveva attaccati appena arrivati a
Miilun.
“Lieto
di rivederti, Lina Inverse.” Rispose, con un sogghigno. “Sono felice che
possiamo approfondire la nostra conoscenza.”
“Mi
spiace, ma non sei il mio tipo.” Sbottai, rialzandomi in piedi e ripulendomi
dalla polvere.
“Ma
che peccato… Purtroppo, però, dovrai sopportare la mia compagnia, dato che ora
verrai con me…”
Gli
feci la lingua. “Puoi scordartelo!!! Non ho niente da spartire con uno come
te!” Mi preparai a combattere. Xellos non sembrava essere con lui… Meglio così…
Il
demone notò che mi guardavo attorno e sogghignò nuovamente. “Scommetto che ti
stai chiedendo perché sono solo… Bè, per voi, io sono più che sufficiente…
Senza contare che, come capirai, gli altri avevano cose più importanti a cui
pensare, al momento… E poi, qualcuno doveva occuparsi anche di quei draghi…”
Mi
morsi il labbro. Dannazione… I nostri unici alleati… E gli unici a sapere
qualcosa di più… Pensai velocemente a cosa potevo fare…
“Bene
demone… Se è ciò che vuoi… Ora ti mostrerò la mia tecnica più efficace e
vedremo cosa ne penserai dopo…”
Presi
un grosso respiro e… “Lighting!” Il
nemico rimase accecato per qualche istante. Era il momento!
“RITIRATA!!!!!!”
Afferrai
Gourry per la manica e me lo trascinai dietro, mentre gli altri mi seguivano,
dopo un breve attimo di smarrimento.
Giunta
in una strada laterale abbastanza nascosta, mi fermai.
“L-
Lina- san… Come mai sei fuggita così?” Chiese Sylphiel, riprendendo fiato.
Zel
intervenne. “Che ti è preso, Lina? Noi…”
“Adesso
ascoltatemi bene.” Lo interruppi. “Bisogna raggiungere i draghi al più presto
per avvertirli del pericolo, prima che vengano eliminati. Loro sono il nostro
unico punto di riferimento.”
“E’
quello che stavamo facendo…” Commentò Gourry, perplesso.
Sospirai.
“Se ci fermiamo a combattere, non arriveremo mai in tempo.” Spiegai. “Quel
demone vuole me, ed è solo. Quindi, io mi fermerò ad occuparmi di lui e nel
frattempo voi potrete trovare i draghi, indisturbati. Vi raggiungerò appena
potrò.”
“Dovremmo…
Lasciarti qui da sola…?” Gourry mi sembrò piuttosto contrariato.
Sospirai
nuovamente. “Gourry, voi quattro dovete restare uniti. Potrebbero anche cercare
di catturare uno di voi e ricattarmi, come è accaduto con Fibrizo. Invece a me
non faranno nulla… Servo loro viva, no? Se troverete i draghi e li avviserete
del pericolo, loro potranno aiutarci.” Era vero, dopotutto… Io ero quella meno
in pericolo, vista la situazione. E in quattro, forse, sarebbero riusciti a
tenere testa a Xellos, se fosse ricomparso… LUI era sicuramente più forte dello
sbruffone che ci aveva appena attaccati… Non era un demone che si potesse
sottovalutare…
“Ma…”
Iniziò lo spadaccino.
“Per
una volta, posso cavarmela da sola, Gourry. Gli altri hanno bisogno di te,
adesso.” Mi avvicinai a lui, con aria minacciosa. “E non provare a farti
catturare un’altra volta, perché verrò a salvarti, ma poi dovrai vedertela con
me… Sono stata chiara???”
Lo
spadaccino si grattò la testa. “Uhm… Cristallina, direi…” Inarcò un
sopracciglio. “Non fare troppo male a quel povero demone, però…”
“Certo,
che gli farò del male! Chi si crede di essere per attaccarmi??”
“Chi
credi di essere tu, per osare trattarmi in questo modo??” Una voce risuonò alla
mie spalle. Un nuovo colpo magico venne scagliato verso di noi.
“Balus Wall!!!” Recitarono Amelia e
Sylphiel contemporaneamente, frenando l’impatto.
Quando
la polvere si diradò, la figura del demone apparve chiara di fronte a noi.
“Maledetti…
Ve la farò pagare. Odio chi abbandona il campo a quel modo…”
Senza
altro preavviso, il Mazoku si avventò su Amelia, che si trovava in prima linea.
Dannazione!!!
“Amelia!!”
Zelgadiss si lanciò a sua volta verso il demone, recitando sommessamente una
formula, che riconobbi.
“Aspetta,
Zel, quella…” Cominciai… Troppo tardi!
“Palla di Fuoco!!!!!”
Il
colpo raggiunse effettivamente il suo scopo, impedendo al demone di colpire la
principessa… Ma lo fece in modo un tantino drastico. Tutti quelli che si
trovavano nella zona, me ed Amelia comprese, vennero sbalzati a diversi metri
di distanza dall’impatto.
“A-
Amelia- san!” Sylphiel accorse presso la ragazza dai capelli neri, che giaceva
mezzo stordita al suolo. La sacerdotessa mi sembrò, dalla distanza, iniziare a
recitare un semplice Recovery, dal che dedussi che dopotutto Zel doveva essere
stato abbastanza attento a non avere la mano troppo pesante…
“Astral Vein!!” Udii vagamente dalla mia
posizione, insieme a quello che sembrava il rumore di una spada contro una
corazza. La chimera aveva ripreso ad attaccare il demone, a quanto pareva.
Già,
la mia posizione… Al momento giacevo riversa contro una parete, la schiena
appoggiata a terra, le gambe sollevate sopra ad un mucchio di spazzatura - la
quale aveva contribuito ad attutire il mio impatto - ed un’espressione fra il
sofferente ed il rabbioso… Probabilmente ero abbastanza ridicola a vedersi… E
anche di questo avrei ringraziato il caro Zel, appena fossi riuscita a fare una
chiacchieratina con lui…
Lo
sguardo perplesso di Gourry mi coprì all’improvviso la vista del cielo stellato
di Miilun. Lo spadaccino aveva l’aria un po’ titubante. “Uh… Lina… Tutto bene?”
La
mia rabbia non fece che peggiorare. “Grrrrrrrrrrrrrrr… NO CHE NON VA TUTTO BENE!!!!
Sono ferita, stanca, nervosa e come se non bastasse coperta di spazzatura!!!
Come può andare bene???? Lascia che metta le mani addosso a Zel e non andrà
bene nemmeno a lui!!!”
Il
mio amico sospirò. “Ok, Lina… Ma ora calmati un po’, per favore…” Il suo tono
era un po’ nervoso… Non lo biasimavo… Come aveva detto qualcuno, anch’io sarei
nervosa se dovessi affrontarmi… Soprattutto quando sono arrabbiata… “Il fatto
che tu abbia abbastanza energie per prendertela, comunque, è già un buon
segno…” Il mio amico sorrise e, inginocchiandosi al mio fianco, mi passò una
mano dietro la schiena per aiutarmi a rimettermi a sedere.
“Grazie…”
Borbottai, prendendomi un momento la testa fra le mani. “Recovery.” Recitai, brevemente. Mi faceva un male pazzesco…
Sospirai.
“Devo andare a combattere, e voi ne approfitterete per filarvela. Abbiamo perso
fin troppo tempo.” Commentai, seccamente.
“Dovresti
aspettare di essere guarita completamente, prima… Altrimenti non sarai in grado
di fare molto…” Suggerì lo spadaccino, continuando a sostenermi.
Uhm…
Non aveva tutti i torti… Forse non brillava di intelligenza, ma tendeva ad
agire in modo un po’ meno avventato di me. Del resto, anche per questo era un
bene per me averlo sempre attorno. In qualche modo, ci compensavamo a vicenda…
Lo guardai per un momento. E se avessimo fallito? Si trattava di tre Signori
dei demoni, dopotutto… Io non possedevo nemmeno lontanamente il loro potere…
Osservando razionalmente la situazione,non era così improbabile che sarebbero riusciti a catturarmi e ad
utilizzarmi per i loro scopi… Poteva anche essere l’ultima volta che ci
vedevamo… Uno strano dolore mi colse al petto.
“Mi
dispiace di aver gridato contro di te, Gourry… Tu non c’entravi niente…”
Il
mio amico mi guardò stupito per un momento, quindi inarcò un sopracciglio. “Non
starai pensando che devi essere gentile con me perché potrebbe essere l’ultima
volta che ci incontriamo, vero? Il pessimismo in battaglia va contro i tuoi più
sani principi, mi sembra…”
Ehrrr…
Centrato in pieno. Ogni tanto mi veniva il dubbio che sapesse leggermi nel
pensiero…
“La
tua filosofia di battaglia mi è sempre sembrata molto valida, soprattutto
considerando le tue capacità magiche…” Esitò un momento. “So che dopo che ti
avrò detto questo potrai vantarti e rinfacciarmelo per il resto della tua vita…
So che me ne pentirò…” Sospirò. “Ma dopotutto è vero che i tuoi poteri sono di
gran lunga superiori a quelli di qualunque mago io abbia mai incontrato…”
“Mi
stai dicendo che sono una spaccona?” Il mio tono tornò minaccioso… Però non era
male, ogni tanto, ricevere certi complimenti…
Ridacchiò
nervosamente. “Comunque, penso che sia un bene che tu continui con il tuo
ottimismo… E anch’io dovrò prenderne un po’ a prestito, se non ti spiace…” Mi
strizzò l’occhio.
“Un
prestito da Lina Inverse ti potrebbe costare molto caro, sai?” Sogghignai,
terminando l’incantesimo. “Comunque, tieni i tuoi incitamenti per quando
combatteremo contro i Signori dei Demoni… Ora non ce n’è bisogno, perché sono
già certa che vincerò contro quel bellimbusto…” Gettai un’occhiata al demone
che lottava ancora contro Zelgadiss. “Il fatto è che questa battaglia sarà più
dura del solito, Gourry… Dobbiamo essere molto cauti… Solo questo…”
Il
mio amico annuì. “Bè, sì, QUESTO l’ho capito, anche se la faccenda non mi è
ancora chiara in tutti i particolari…” Ma che strano… “Però, ci sarebbe un buon
metodo per accertarci di venirne fuori sani e salvi!” Disse, sorridendo fra sé,
con un’espressione che non riuscii a decifrare.
“Un
metodo…?” Cominciai, battendo le palpebre, con aria interrogativa.
Gourry
non mi rispose. Esitò per un momento, giocherellando distrattamente con i miei
capelli… La sua espressione si addolcì, quando si chinò su di me… E un attimo
dopo le sue labbra premevano gentilmente contro le mie. Mi ci volle qualche
secondo per realizzare che non lo stavo semplicemente immaginando… MI STAVA
BACIANDO! E questa volta NON sulla guancia… Il cuore cominciò a battermi
all’impazzata, mentre sentivo il sangue salirmi velocemente alla faccia… Ero
troppo stupita per riuscire a reagire in QUALSIASI modo. Ad ogni modo, non lo
spinsi via… OVVIAMENTE perché mi aveva colta di sorpresa!
Lo
spadaccino si separò lentamente da me, con un’aria tanto perplessa da sembrare
essersi reso conto solo in quel momento di quello che aveva fatto... O di non
essersene accorto affatto… Bè, QUESTA non era una novità per lui… A contrario
di… ehm… quello che aveva appena fatto…
Il
mio amico si grattò la punta del naso e si schiarì la voce, prima di parlare.
“Uh… Noi…Noi non possiamo morire perché… perché quando sarà finita… dovrai
farmela pagare per questo…”
Lo
spadaccino non mi stava guardando in faccia… Ma, dal momento che non
rispondevo, - ci avevo provato, davvero, ma le parole non volevano uscire - si
decise ad alzare lo sguardo. Sorrise lievemente alla mia espressione, ma ebbe
la buona creanza di non fare commenti…
Mi
sforzai di riprendermi. Era davvero solo quello il motivo… per cui lo aveva
fatto…? Considerai se domandarglielo, ma conclusi che non erano il momento, né
il luogo adatti. Però… Presto…
Mi
schiarii anch’io la voce. “NON C’E’ bisogno che tu mi suggerisca di farlo…” Il
tono era minaccioso. “Comunque, è un metodo efficace… Poco conveniente per te,
ma efficace… Sei intelligente…” Conclusi la frase con un lieve sorriso, inarcando
un sopracciglio. Gourry aveva l’aria di non sapere esattamente come considerare
la mia risposta… Bè, non era il momento di chiarire i dubbi! Finii di curare
qualche piccola ferita e lasciai che mi aiutasse a rialzarmi.
Ad
ogni modo, speravo caldamente che non avesse visto nessuno… Non ero nell’animo
di rispondere a delle domande…
Mi
ripulii alla meno peggio e mi avvicinai al luogo dove stava avvenendo il
combattimento, seguita da Gourry. Ci scambiammo una breve occhiata ed annuimmo.
Basta parole! Era ora di muoversi!
“Ehi
buffone!!” Gridai, rivolgendomi al demone. “Sono io la tua avversaria, o te ne
sei dimenticato?” Il Mazoku sembrava ancora completamente in forze, mentre Zel
cominciava ad apparire esausto. Gettai una breve occhiata ad Amelia e Sylphiel.
La sacerdotessa aveva terminato il suo incantesimo e la principessa si stava
rialzando. Feci loro un breve cenno con la testa ed entrambe annuirono,
mostrando di avere capito cosa dovevano fare.
Il
Mazoku si volse verso di me con aria divertita. “Hai così fretta di essere
sconfitta, ‘assassina di demoni’?” Sogghignò. “Perché, in questo caso, ti
accontento subito…”
Il
demone lasciò perdere Zelgadiss e si scagliò verso di me con gli artigli
protesi, ma io ero pronta al suo attacco e schivai facilmente il colpo. “E’
solo che bisogna che mi liberi presto della spazzatura, altrimenti comincia ad
impregnare l'aria del suo cattivo odore…” Cercavo di farlo parlare per
distrarlo e far guadagnare tempo agli altri per andarsene. OVVIAMENTE non lo
facevo perché in fondo mi divertivo a prenderlo in giro… Non vorrei che mi
giudicaste male…
Ad
ogni modo, Gourry e gli altri approfittarono del nostro scambio verbale per
allontanarsi di corsa.
Assunsi
la mia posizione di battaglia e mi preparai a scagliare un incantesimo.
Contemporaneamente
il demone caricò, sfoderando nuovamente i suoi artigli. Perfetto. Sembrava che
non si fosse accorto dei miei amici…
O
forse no. Dannazione! Il demone, mi superò e si scagliò verso gli altri.
“Dove
credete di andare voi??” Disse sommessamente, mentre mi passava accanto,
preparando uno dei suoi colpi magici.
“Ragazzi!!!”
Urlai, cercando di terminare la mia formula il più velocemente possibile… Ma
era troppo tardi. Quando scagliai il mio Dire Brand contro il Mazoku, la sfera di
energia era già stata liberata dalle sue mani e si dirigeva inesorabilmente
verso i miei compagni. Fortunatamente, il mio grido aveva richiamato
l’attenzione di Gourry.
Lo
spadaccino si girò velocemente su se stesso, estraendo contemporaneamente la spada,
e la magia si spense sulla lama stregata.
In
compenso, il mio colpo centrò in pieno il Mazoku, che non ebbe tempo
sufficiente per scomparire. La creatura si volse verso di me, infuriata.
Accidenti! Non sembrava avere risentito dell’impatto! Forse era una mia
impressione, ma era più forte dell’ultima volta… Sospettavo che ci fosse lo
zampino di qualcuno dei Demoni Superiori…
“Che
cosa pensi di fare?” Un’altra sfera di energia, più grande e luminosa delle
altre, venne rilasciata dalle sue dita oblunghe e diretta verso di me. Stavolta
non avevo spazio e tempo sufficienti ad evitarla. Dovevo riuscire a parare il
colpo!
“Wind Shield!!!” Mi chiesi se uno scudo
di quel tipo avrebbe potuto reggere un colpo energetico come quelli che avevo
dovuto affrontare l’ultima volta che ci eravamo scontrati... AAARGH! Non era
DAVVERO il momento dei dubbi. Non eraquestione di riuscire o no… DOVEVO parare, punto e basta!
Il
colpo mi raggiunse. Tuttavia, accadde qualcosa di strano… Avvertii
distintamente l’impatto e lo scudo sembrò reggere. La luce e la polvere
generate dalla magia, però, mi impedivano di vedere cosa stesse succedendo
attorno a me. Continuando a tenere in piedi lo scudo con una mano, posi l’altra
sull’elsa della spada, per riuscire a colpire il demone se avesse cercato di
approfittare della scarsa visibilità per attaccarmi, cogliendomi di sorpresa.
Con i talismani anti- Mazoku che avevo appuntato alla lama, forse sarebbe
riuscita a danneggiarlo abbastanza da immobilizzarlo per un istante, ed io
avrei potuto approfittarne per mettermi a distanza di sicurezza da lui.
Però,
non avvenne ciò che avevo previsto. All’improvviso, tutto attorno a me sembrò
esplodere. Lo scudo resse, ma ebbi l’impressione che l’impatto fosse forte… Ed
esteso… Come minimo, qualche centinaio di metri.
Il
boato assordante dell’esplosione venne seguito da un silenzio di tomba. A mano
a mano che la polvere si depositava nuovamente al suolo, riuscii a scorgere la
scena che mi circondava… Una scena che avrei pagato miliardi per non vedere.
Un’intera zona della città era completamente rasa al suolo. Lo stesso valeva
per la zona di bosco che la costeggiava, ai bordi della strada con la quale
eravamo giunti fino a lì. E quel che è peggio, non c’era traccia degli altri…
DOVEVANO
essere riusciti a fuggire… Già, ma come? L’esplosione li aveva di certo
coinvolti… Non potevano essersi allontanati COSI’ tanto e COSI’ in fretta…
Sylphiel.
Se il mio scudo aveva retto, di sicuro anche lei doveva essere riuscita a
parare il colpo… Sempre che questo non li avesse colti di sorpresa…
E
sempre che io non fossi riuscita a parare semplicemente perché, effettivamente,
non ero io il vero obiettivo del colpo…
A
questo pensiero, venni colta da una rabbia intensa ed amara. E questa non fece
che aumentare, quando sentii il demone, a qualche metro di distanza da me,
ridere sonoramente.
“Queste
emozioni mi danno una grande energia, ragazza, ti ringrazio molto…”
Alzai
faticosamente lo sguardo verso di lui e lo fissai negli occhi. “Goditele,
perché saranno le ultime che potrai avvertire.” La voce mi uscì in un tono
talmente freddo che quasi non la riconobbi. Il demone si limitò a sogghignare e
a scuotere la testa. “Credi davvero di battermi in queste condizioni? Non ci
vedi più dalla rabbia…”
Quindi,
la sua stranissima mano si mosse ad indicarmi qualcosa. Mi sforzai di seguirla
con lo sguardo e i miei occhi si posarono su un oggetto familiare. Un talismano
bronzeo che avevo da poco realizzato, da appuntare all’armatura per rendere più
efficace la sua protezione contro i colpi magici e gli attacchi dei demoni… Lo
avevo dato a Gourry, dal momento che il mio amico non era in grado come me di
proteggersi con la magia, se veniva privato della sua spada.
Non
era nulla di particolarmente potente, ma lo spadaccino lo aveva comunque
fissato alla corazza, perché ‘avrebbe potuto tornargli in qualche modo utile’…
Ora
giaceva al suolo, intatto, anche se un po’ malridotto e coperto di cenere.
“Ma
guarda, deve essergli caduto prima che venisse colpito…” Commentò il demone.
“E’ una vera fortuna… Sarebbe stato un peccato se un oggetto così ben
realizzato fosse andato in cenere, come è successo al tuo amico. Del resto,
anche se lo avesse indossato, probabilmente non gli sarebbe servito a molto…”
Improvvisamente,
la vista dell’oggetto mi apparve sfocata. Dopo qualche istante, realizzai che
era a causa delle lacrime. Erano uscite da sole, ancora prima che la mia mente
accettasse di comprendere che cos’era successo. Non ce l’avevano fatta. Era
stato quello il suo obiettivo, sin dall’inizio… Gli altri erano… erano… Gourry…
Non lo avrei mai più rivisto… Anche se avessi vinto la battaglia, non avrei
potuto gioirne con nessuno… Sarei stata… Sola…
Rabbia,
dolore… Non riuscivo a provare altro. Dovevo uccidere quel mostro. Questo era
il mio unico obiettivo. Non me ne importava più niente della città di Miilun,
del mondo in pericolo, dell’universo intero. Al diavolo tutto! Mi sarei
vendicata! Quella era l’unica cosa che contava! Avrei vendicato Gourry e gli
altri… Anche a costo… di utilizzare il Giga Slave, se mi era ancora possibile…
La
mia mente sembrò gridarmi che era proprio quella rabbia che il demone aveva
voluto scatenare… Che era tutto un piano ben congegnato per farmi diventare una
marionetta nelle loro mani, che era l’ultima cosa che gli altri avrebbero
voluto. Che se avessi agito stupidamente Gourry mi avrebbe presa in giro se
solo… se solo fosse stato ancora vivo…
La
mente continuò a gridare. Ma smisi di prestarle ascolto.
Alzai
lo sguardo nuovamente verso il demone, recitando sommessamente una formula. La
mia rabbia non faceva che renderlo più forte, ne ero perfettamente consapevole,
anche allora. Senza contare che quello stato d’animo non mi aiutava di certo a
concentrarmi. Ma, in quel momento, non feci nemmeno il minimo sforzo per reprimerla.
“Guard Flare!!!” Gridai. Il demone,
ovviamente, evitò con facilità il colpo. E contrattaccò. Parai l’attacco con un
po’ di difficoltà e lo attaccai a mia volta. Seguì una serie di colpi, che
videro il mio avversario avere lentamente la meglio. Aveva ragione. Non potevo
batterlo, in quelle condizioni…
“E
allora? Dove è finita tutta la tua arroganza, ora? Mi basta un colpo per
metterti definitivamente al tappeto. E poi sarai completamente alla nostra
mercé, mia potente Lina Inverse…” Il suo tono era carezzevole, quasi dolce…
Giacevo
al suolo, esausta. Aveva perfettamente ragione, ma non me ne importava più
nulla. Sentivo solo il dolore. Tutto ciò che volevo era chiudere gli occhi e
dormire… E che quello la smettesse di parlare e si decidesse a lanciare il
colpo finale… Ma il bastardo si stava divertendo con me… Perché i Mazoku non
possono semplicemente uccidere i loro avversari, invece che giocare con loro,
dannazione?
Il
demone si avvicinò lentamente, fino a trovarsi in piedi, proprio di fronte a
me.
“Mi
dispiace molto che il mio capo non possa vederti così, ora… Credo proprio che
si congratulerebbe con me…”
“…Vista
la tua incapacità, deve essere una cosa eccezionale, per te…” Bofonchiai, senza
alzare lo sguardo.
“Brutta
impertinente!!!” Il Mazoku mi piantò un calcio nello stomaco che mi sarei
volentieri risparmiata… Del resto, botta per botta… “Dal momento che hai tanta
voglia di scherzare, ti darò io, ora, qualche motivo per essere seria!” Le sue
dita rilasciarono un altro colpo energetico. Gridai di dolore, serrai gli
occhi…Ma, appena ripresami, alzai lo sguardo in segno di sfida. Non gli avrei
dato la soddisfazione di vedermi supplicare. Non al Mazoku che aveva ucciso i
miei amici!
Il
demone vestì un’espressione contrariata, solo per un attimo… Quindi,
stranamente, sorrise. Un sorriso freddo, senza gioia.
E
si chinò verso di me.
“Mi
piaci, Inverse.” Mi divincolai, stupita, quando sentii che mi passava un
braccio attorno alla vita, e mi attirava verso di lui. Purtroppo, non avevo la
forza di resistergli.
In
un attimo, il suo volto fu così vicino che potei avvertire sul collo il suo
respiro, affannoso e fastidiosamente caldo. Il trovarmi in piedi risvegliò un
improvviso senso di nausea e fui costretta a prendere due grossi respiri per
evitare di perdere i sensi.
“Lo
sai perché?” Proseguì, accarezzandomi senza gentilezza la guancia. Un
inquietante presentimento di ciò che poteva avere intenzione di fare prima di
portarmi dal suo capo mi attraversò la mente. Un’altra magia abbastanza
potente… Una sola, altra magia… Ne sarei stata in grado?
“Potere,
Inverse…” Premette il suo naso contro la sua guancia. “Io avverto il tuo
potere… E non c’è nulla che possa affascinarmi di più… che vedere sottomesso a
me il potere… soprattutto quando è così forte…”
Mi
strinse più forte. “Oh, non fare quello sguardo… Io so che mi puoi comprendere.
Questo è lo scopo che muove la maggior parte degli esseri viventi… Anche quei
tuoi alleati…” Si riferiva ai due draghi? Cosa intendeva…? “Anche tu, anche tu
cerchi il potere… Te lo si legge negli occhi. Vuoi dominarlo, ma ti spaventa
anche… Hai visto tante persone perdere se stesse, trasformarsi in mostri a
causa del potere, non è vero? Hai paura… che anche la tua ambizione abbia il
sopravvento su di te, non è vero? E’ per questo… E’ per questo che non hai mai
accettato l’alleanza con noi demoni, o sbaglio?” La sua bocca si avvicinò
pericolosamente alla mia. I suoi occhi sembravano penetrare a fondo la mia
anima. “O sbaglio?” Ripeté.
Paura
del potere… Paura dell’uso che IO ne avrei potuto fare… Era la sensazione che
si era risvegliata in me dopo la fine del Monaco Rosso… E in un’infinità di
altre occasioni. Non era mai stata sufficientemente forte da farmi rinunciare
alle mie ambizioni… So bene che il potere di per sé non è nocivo… Tutto sta nel
come ci si serve di esso… Io non avrei mai messo a rischio le persone a cui
tenevo per diventare potente, ma forse… forse sarei stata disposta a giocarmi
il tutto per tutto… ponendo in pericolo tutto ciò che ero… la mia vita, o la
mia anima…
C’era
stata una sola volta in cui ne avevo parlato con qualcuno… Con Gourry, a
Zephilia. La sua risposta era stata talmente semplice da lasciarmi senza
parole. ‘Qualsiasi cosa accada, tu non potrai mai perdere la tua vita o la tua
anima, Lina, perché io sarò lì… sarò lì a proteggerti…’ Il cuore mi si
contrasse al ricordo…
E,
improvvisamente, la rabbia ebbe nuovamente il sopravvento sul dolore. Non avevo
intenzione di lasciarmi psicoanalizzare da quel mostro! Lo fissai, ancora una
volta, sfidandolo. “Se non mi sono mai unita a voi…” Gli rivolsi un sorriso
freddo. “E’ perché non avevo la minima intenzione di diventare una povera
schiava come te! IO il mio potere me lo conquisto da sola!” La mia mano si
alzò, a graffiargli il volto. Avevo sperato di ottenere di distrarlo, ma
purtroppo avevo fatto male i miei calcoli. Una espressione irata gli coprì il
volto, ed alzò il braccio per colpirmi, due, tre volte… Finché non fui
costretta ad accasciarmi contro un albero. Mi fu immediatamente addosso, di
nuovo. “Qualcuno dovrebbe insegnarti a moderare la tua arroganza!!”
“Senti…
chi parla…”
Se
possibile, il suo volto si oscurò ulteriormente. “Stai giocando con il fuoco,
Inverse…”
Raccolsi
TUTTE le mie forze per farlo, ma gli rivolsi un ultimo ghigno di sfida. “Ti da
così fastidio sentirti dire la verità, schiavo?”
La
sua reazione, a dir poco, mi terrorizzò. Mi aspettavo che gridasse, che si
arrabbiasse… Ma non fece nulla di tutto questo. Lui, semplicemente, mi fissò. E
sorrise.
Mi
morsi il labbro. Che cosa…?
Non
ebbi il tempo di temere la risposta. In un attimo, mi stava premendo contro
l’albero, tenendo il mio braccio destro bloccato in modo dolorosissimo contro
la corteccia. “Una lezione, ecco quello che ti vuole.”
Una
delle sue stranissime mani raggiunse il mio mento e mi costrinse a guardarlo,
mentre l’altra abbandonava il mio braccio e scendeva lungo il mio fianco,
provocandomi uno spiacevole brivido e costringendomi a pensare che avevo ucciso
per molto meno... “Anche questo mi piace…” Sogghignò. “Rabbia, paura, odio… Vorrei
avere la possibilità di giocare più a lungo con te prima di consegnarti al mio
capo, Inverse… Sei decisamente… Interessante…” Prima che potessi reagire,
premette la sua bocca contro la mia. Era così diverso… dal bacio di prima…
Immagini del volto di Gourry danzavano di fronte a me. La sua lingua mi provocò
un improvviso moto di disgusto. E reagii nel primo modo che mi venne naturale…
Mordendo.
Il
demone gridò di dolore, allontanandosi da me. “Piccola sciocca!” Il suo
schiaffo mi stordì leggermente. Avvertii in bocca il sapore del sangue, mentre
i miei occhi roteavano verso il cielo violaceo… il cielo… violaceo…?
Cercando
di ignorare il dolore, alzai gli occhi verso di lui, gettandomi brevemente
un’occhiata attorno. Eravamo… soli… Poteva essere che…? Il cuore cominciò a
battermi all’impazzata di fronte alla nuova possibilità. Teoricamente, era
possibile… Mi era già capitato… Forse non tutte le speranze erano perdute…
“B-
basta…” Lo guardai negli occhi. “Io… Io non posso più sopportarlo… Fai quel
diavolo che ti pare, ma lasciami in pace, non voglio più… provare dolore…”
Il
demone inarcò un sopracciglio. “Tu… Mi stai IMPLORANDO?” Scoppiò in una risata
sgradevole. “Vuoi dire che cedi, in questo modo? Ma così non c’è alcun
gusto!!!”
Abbassai
lo sguardo. “A che serve combattere, ormai?” Incrociai protettivamente le
braccia attorno al mio corpo… in modo che la mia mano destra restasse nascosta
alla sua vista… e la posi sull’elsa della spada.
Rise
nuovamente. “Per Shabranigdu!!! Umani!!! Sono tutti degli incapaci! Basta così
poco per metterli fuori combattimento…”
Ancora
ridacchiando, si riavvicinò e mi sollevò nuovamente il viso, alzandomi il mento
con un dito.
“Povera
piccola… D’accordo, dato che hai deciso di fare la brava accetterò la tua resa
e non ti farò TROPPO male…” Sogghignò. “ Mi divertirò solo un po’ con te… In
cambio tu mi seguirai, buona, buona…”
“IN
UN’ALTRA VITA FORSE!!!!” Gridai e, sollevando la spada con uno sforzo notevole,
gliela conficcai nello stomaco.
Il
demone, sbalordito, indietreggiò di un passo e mi lasciò la strada aperta.
Sollevandomi a fatica, mi allontanai il più velocemente possibile nel boschetto
che si trovava alle mie spalle, abbandonando la spada, mentre la creatura
gemeva di dolore. Arrivata dietro ad un cespuglio, lanciai in fretta un
Recovery. Quella era l’unica magia che ero ancora in grado di utilizzare, in
quelle condizioni. Dovevo guarirmi velocemente, cercare di recuperare le forze
per potermi servire di incantesimi più potenti, perché anche lui avrebbe presto
recuperato. Fortunatamente, non avevo ferite profonde, ero solo un po’
ammaccata… E, cosa essenziale, ero ancora in grado di utilizzare la magia…
Evidentemente, aveva avuto ordine di non avere la mano troppo pesante.
Ai
lividi avrei potuto pensare più tardi. Ora, volevo solo fargliela pagare. La
paura di ciò che quel mostro era stato sul punto di farmi era ancora ben viva
nella mia mente… Ma ora, la determinazione a fargli scontare tutto quello che
mi aveva fatto passare la superava decisamente. A mente più lucida, mi rendevo
conto di quanto fossi stata stupida. Da quando avevo incontrato Gourry, quasi
quattro anni prima, avevamo affrontato tanti demoni che ormai avevo perso il
conto… Avrei dovuto saperlo che la rabbia li rende più forti… E che è nemica della
concentrazione… Avrei dovuto conoscere i trucchi a cui ricorrono… Bè, non era
il momento di recriminare sul passato. Ero riuscita ad ingannarlo anch’io.
Ridacchiai, a dispetto di me stessa. Era il secondo demone che imbrogliavo con
quel trucco, in una sola notte. E io che davo del tonto a Gourry…
Le
mie riflessioni vennero interrotte all’improvviso. Il demone comparve dal nulla
di fronte a me, e non aveva l’aria particolarmente amichevole… Repressi una
smorfia. Il trovarmelo di nuovo di fronte aveva risvegliato in me una
spiacevole inquietudine, ma non avevo la minima intenzione di darlo a vedere.
Ormai
avevo quasi totalmente recuperato, quindi mi alzai con facilità, imponendomi di
sogghignare. “Demoni! Basta così poco per metterli fuori combattimento…” Gli
ritorsi contro le sue stesse parole.
Il
demone mi rivolse uno sguardo rabbioso. “Puoi anche risparmiarti la tua ironia!
Hai solo rimandato la tua fine…”
“Io
dico che ho qualche possibilità… Ti lasci imbrogliare così bene…”
“Non…”
Il demone cominciò, ma rimase senza parole. “Da dove ti viene tutta questa
sicurezza? Se ho spazzato via i tuoi amici con un solo colpo, potrò fare lo
stesso benissimo anche con te…” Evidentemente, si era reso conto del
cambiamento nel mio stato d’animo… Voleva riprovarci di nuovo?
Inarcai
un sopracciglio. “Pensi davvero di riuscire a prendermi in giro con questa
storia ancora per molto?”
“Eh?”
Il demone assunse un’aria perplessa.
Facendo
spallucce, indicai il cielo. “Prima mi chiedevo perché nessuno fosse venuto a
vedere che cosa stesse succedendo qui, ma poi ho realizzato che forse questa
strana dimensione con il cielo viola non ha molti abitanti…”
Il
demone rimase interdetto per un momento, quindi sogghignò. Dovevo avere
indovinato. L’incantesimo che aveva lanciato poco prima non aveva colpito i
miei amici… Ma aveva trasportato me e il Mazoku in una dimensione diversa dalla
mia, probabilmente creata appositamente dal demone stesso. E piuttosto stabile,
anche, riflettei…Non sarei riuscita a distruggerla con un semplice trucchetto
come avevo fatto in passato… Non mi ero nemmeno accorta del passaggio… Ora che
osservavo il panorama con attenzione, però, mi rendevo conto che l’atmosfera
che mi circondava era piuttosto… irreale…
“Sei
perspicace, ragazzina, non credevo che te ne saresti accorta… Comunque non puoi
avere la certezza che i tuoi amici siano ancora sani e salvi… Potrei avere
mandato qualche collega a fare un… lavoretto.” Dicendo questo, schioccò le dita
e il panorama artificiale che ci circondava scomparve, lasciando spazio ad uno
sfondo di colore indistinto, che sembrava lo schizzo di un bambino alle prime
armi con i pennelli… Davvero un pessimo artista.
Sbuffai.
Gli altri erano abbastanza forti per cavarsela... DOVEVA essere andata così!
Pensare il contrario, allora, non avrebbe fatto altro che danneggiarmi… E poi,
anche se non potevo averne la certezza, avevo la precisa sensazione che Gourry
stesse bene. Era nata, fortissima, in me, insieme alla nuova speranza. E io ho
fiducia nel mio ‘intuito femminile’!
Ricacciai
con forza il pensiero che queste potessero essere solo scuse per non ammettere
il rischio effettivo che quel demone mi stesse dicendo la verità…
“Stare
qui con te non è certo il modo migliore per accertarsi della salute degli
altri…” Sogghignai. “Ho idea che dopo che ti avrò eliminato, invece, potrò
saperne di più.” Mi rimisi in posa da battaglia.
Cercai
di riflettere con calma. Rabbia a parte, la mia magia sembrava essere più
debole, in quella dimensione. Probabilmente la zona era circondata da un Rune
Breaker, anche se non eccessivamente potente. Ciò significava che, per metterlo
fuori combattimento con un solo colpo, sarebbe stato necessario uno dei miei
incantesimi più potenti… Come il Laguna Blade… Il Rune Breaker indeboliva anche
il demone, ovviamente. Forse più di me, dato che si trattava di una creatura
spirituale… I suoi movimenti erano meno veloci ed i suoi attacchi meno
efficaci. Forse sarei riuscita a portare a termine la formula. Ma l’incantesimo
sarebbe stato efficace contro undemone
simile, senza l’aiuto dei talismani? Dopotutto, ero davvero stanca… C’era anche
la possibilità di rompere la barriera dimensionale… Con un normale incantesimo
non ce l’avrei fatta, ma con il Laguna Blade… Forse avrei avuto maggiori
possibilità, dato che il mio obiettivo sarebbe stato fermo. Però, poi, sarei
rimasta senza energie, al di fuori della barriera, e molto probabilmente non
sarei riuscita a sfuggire ai suoi attacchi…
No,
dovevo eliminarlo. Questo avrebbe spezzato l’incantesimo che mi teneva in
trappola e avrebbe risolto i miei problemi… Restava da capire come…
“Se
vuoi avere qualche speranza, ti conviene agire, mocciosa!!” Il demone mi
attaccò, ancora una volta.
Ok,
allora… Proviamo con i metodi tradizionali…
“Hell Blast!!” Gridai.
Il
demone scomparve e ricomparve, un po’ meno velocemente del solito. Non sembrava
particolarmente indebolito dal campo magico, però. Doveva avere ricevuto
qualche aiuto esterno, come immaginavo.
Iniziò
un botta e risposta di colpi magici che sembrava non dover mai finire, proprio
come la volta prima. Con i miei poteri così limitati, eravamo praticamente alla
pari. E –accidenti a lui- non aveva la minima voglia di farsi imbrogliare…
“Dannazione…”
Mormorai fra i denti.
“Dov’è
finita la tua sicurezza, Inverse? Devi muoverti, o là fuori succederà tutto
prima che tu arrivi…”
Si
divertiva a provocarmi…? Avevo una gran voglia di fargli vedere quanto potesse
essere pericoloso…
“Che
vuoi dire, bestione?… Non può essere trascorsa più di un ora…”
“Il
tempo ha un altro significato, qui… Potrebbero essere passati giorni, ormai,
dalla tua scomparsa…”
Per
la miseria! Ci mancava anche quella!! Gli altri mi stavano aspettando… Non
avevo certo tempo da perdere! E volevo andarmene da quel luogo! Non mi
piacevano le sensazioni che risvegliava in me. Volevo farla finita con quel
mostro, e far sì che quella faccenda diventasse solo un brutto ricordo. E va
bene, a mali estremi, estremi rimedi. Piuttosto che non concludere nulla, era
meglio tentare il tutto per tutto, no?
"Signore delle tenebre e dei Quattro Mondi, io imploro i tuoi
frammenti…” A questo punto, accade un fatto piuttosto strano…
L’anello che portavo al dito si illuminò di una intensa luce rossa e sentii una
violenta energia fluire nel mio corpo… Tentando di non esserne sopraffatta,
proseguii nella formula. “Per il potere che possiedi, concedi alle mie mani
l’ira divina; scatena la spada di oscuro, glaciale nulla; per il nostro potere,
la nostra combinata potenza, fa sì che camminiamo come uno lungo il sentiero
della distruzione: LAGUNA BLADE!"
La
forza con cui l’energia fuoriuscì dalle mie mani mi fece gridare di dolore. Non
era mai accaduta una cosa del genere… E di certo non dipendeva da me… Anche il
demone sembrò in qualche modo esserne sopraffatto, perché rimase immobile, ad
occhi spalancati, senza nemmeno tentare di rifugiarsi dietro alla consueta
barriera dimensionale.
Il
potere si raccolse velocemente fra le mie mani in forma di una lama e la spada
nera… Non apparve!!! Improvvisamente, tutto sembrò finire… Non era possibile!!!
“Eh,
eh… Pare che questa volta i tuoi trucchetti non…” Cominciò il demone… prima che
la lama magica si materializzasse nuovamente! Ma che…?
Comunque
non avevo la minima intenzione di perdere quell’occasione. Approfittando dello
stupore del mio avversario, caricai ed il Laguna Blade lo trapassò da parte a
parte. Con un grido, il Mazoku si dissolse. Dopotutto, quella distrazione era
solo andata a mio frutto… Meglio evitare di chiedersi perché l’incantesimo non
aveva funzionato subito…
Caddi
a terra, ansimante, e vidi la dimensione fittizia svanire lentamente attorno a
me per lasciarmi di fronte la vista della fredda alba di Miilun. Mmm, ma l’alba
di che giorno…?
“Oh,
dannazione…” Furono le uniche parole che riuscii a pronunciare. Ero persino
troppo stanca per parlare… E sono vietati i commenti su quest’ultima
affermazione!!!
Chiusi
gli occhi e presi un profondo respiro. Fortunatamente, il contatto con il suolo
freddo mi impedì di addormentarmi. Non potevo certo mettermi a dormire in quel
luogo… Non ero ancora al sicuro. E, soprattutto, dovevo trovare gli altri.
“Bè,
non ha senso fermarsi qui…” Mi alzai a fatica. Se gli altri avevano seguito il
nostro piano originario, ora probabilmente si trovavano dai draghi. Certo,
poteva essere successo di tutto durante la mia assenza, ma di sicuro i demoni
non avevano potuto portare a termine il loro piano, dato che avevano bisogno
anche di me. Forse, il mio tentato rapimento da parte del Mazoku sarebbe dovuto
servire loro a prendere tempo ed ultimare i preparativi prima che noi potessimo
organizzare una controffensiva… Oltre, ovviamente, che a catturarmi. E, a parte
il fatto che io ero libera, dovevano essere riusciti nei loro intenti. Non
potevo esserne sicura, ma avevo la sensazione che non avrebbero tardato molto a
tentare qualcos’altro. Dovevamo DAVVERO sbrigarci a pensare a qualche piano per
fermarli. Tre demoni superiori, insieme… Come potevamo…
“Oh,
accidenti, a qualcosa penseremo! Devo muovermi a trovare gli altri!”
Raccolsi
velocemente la mia spada ed il talismano che Gourry aveva perso e mi incamminai
verso gli alloggi dei draghi… Per trovarli completamente distrutti. “MER- DA!!”
Sbottai. Uhm, cominciavo a diventare scurrile, non era per niente un bel segno…
“E
adesso dove diavolo vado, io, a cercarli???”
La
zona della città dove si trovavano gli appartamenti che il sindaco aveva
riservato ai due draghi era situata proprio nel bel mezzo della fiera. Gli
stand erano ancora aperti, quindi ne dedussi che non potevano essere passati
più di dieci giorni da quando ero sparita nella dimensione parallela… A meno
che non fossero trascorsi anni, ma questa fu un’ipotesi che non volli nemmeno
considerare…
Nonostante
fosse ancora molto presto, c’era già un certo movimento in giro. Fermai un
passante, che mi squadrò da capo a piedi, probabilmente considerando che un bel
bagno ed un cambio di vestiti non mi avrebbero fatto male…
“Non
faccio elemosine.” Si limitò a dire, senza lasciarmi neanche cominciare.
Presi
un PROFONDO respiro, cercando di evitare di arrabbiarmi. Non avevo la forza
materiale di suonargliele, in quel momento.
“Ho
soltanto bisogno di un’informazione.” Dissi, freddamente. “Posso sapere che
cos’è successo a questo edificio?”
“Non
so perché ti interessi, ragazzina, ma nessuno lo sa. Qualche notte fa c’è stata
una violenta esplosione, e i primi ad accorrere lo hanno trovato in quelle
condizioni.”
Inarcai
un sopracciglio. “E gli occupanti?”
“Scomparsi.”
Fu la semplice risposta. Tirai un profondo sospiro. Grandioso, davvero…
Il
tizio fece per andarsene, ed io lo fermai nuovamente. Si volse verso di me con
aria interrogativa. “Mi sa dire che giorno è oggi?”
Sentire
quella data mi rassicurò un po’. Era solo la mattina del sesto giorno dopo la
mia scomparsa. Speravo vivamente che gli altri non si fossero allontanati da
Miilun, nel frattempo. Non avrei saputo dove andarli a cercare.
Per
ora, la cosa più intelligente da farsi era appurare che occupassero ancora le
camere alla locanda. Questo mi avrebbe assicurato che non avevano lasciato la
città. Mi incamminai nuovamente, con passo stanco, verso la mia meta.
E,
proprio di fronte alla locanda, mi imbattei in un volto che non avrei mai
immaginato di essere tanto felice di vedere…
“Sylphiel!!!”
Gridai, allegramente, trovando persino la forza di correre verso la ragazza
che, seduta sul gradino di un tempio che si trovava di fronte all’insegna,
fissava vacuamente nel vuoto.
Nel
sentire la mia voce, la sacerdotessa sembrò scuotersi dal suo sonno. Si rivolse
immediatamente verso di me, con occhi spalancati. “L- LINA- SAN!!!!!!! No… Non
è possibile…!”
La
giovane restò ferma a guardarmi, a bocca aperta.
“Uhm,
potresti anche mostrarti un po’ contenta di rivedermi… E’ unpo’ che non ci incontriamo, e…” Prima che
potessi terminare, Sylphiel mi aveva gettato le braccia al collo e mi stava
semi- strozzando, lasciando uscire parole incomprensibili a raffica, fra le
lacrime.
“E-
ehi, aspetta un secondo, per favore… Mi vuoi spiegare che c’è? Cos’è successo?
Perché piangi?” Sylphiel tendeva ad avere la lacrima piuttosto facile, ma se si
comportava in quel modo cominciavo a preoccuparmi seriamente…
La
ragazza si staccò da me e mi rivolse un sorriso. Uh, un buon segno, immagino…
“Lina- san… Noi pensavamo che tu fossi… Fossi…” Il silenzio che seguì fu ancor
più significativo delle parole.
“Ehi,
ehi, EHI!!!!!!! Aspetta un secondo! Che cos’è questa storia? Vi avevo detto che
i demoni avevano bisogno di me! Perché diavolo avete creduto una cosa del
genere?”
“Quell’energia…
Ti ha investita in pieno… E poi, eri scomparsa… E con te, il demone…” Aveva
senso… Lo stesso trucco che all’inizio aveva ingannato anche me… “Gourry- sama…
Lui diceva che non era vero, però… Nessuno gli credeva… Tutti glielo dicevano…
E alla fine anche lui… Oh, Lina- san, bisogna dirglielo, prima che gli succeda
qualcosa di male. Odio ammetterlo, ma non era più in sé… Ma dove eri finita…
Dove?” Dopo avermi sparato contro a questa raffica di affermazioni, ricominciò
con le lacrime.
Battei
le palpebre e sospirai. “Avanti, Sylphiel, lo sai benissimo che odio questi
piagnistei!!! Ora va tutto bene, no? Poi vi spiegherò ogni cosa… Ora, dove sono
gli altri?” Tentai un sorriso rassicurante, anche se a dire il vero temevo un
po’ la sua risposta. Non mi piaceva molto il fatto che non fossero lì con lei…
La
ragazza annuì e si asciugò gli occhi. “In città. Io sono rimasta qui, con i
draghi… Ma loro non sono ancora usciti dalle camere…” Uhm, allora i draghi si
erano fermati con loro. Bene… Però…
“Ma…
Che cosa sono andati a fare, a quest’ora, in città?”
“Zel-
san… Lui ha detto che gli sembrava strano che ti avessero eliminata in quel
modo, se non avevano trovato un altro sistema per attuare il loro piano… Ha
detto di voler fare un giro di ispezione al tempio, e cercare qualche indizio
in più…” AAAGH! Lo sapevo!!!!
“Al
tempio?????!!” Scattai. “Vi avevo ben detto di non tornare laggiù se non
fossimo stati tutti insieme! E’ troppo pericoloso! Io l’ho provato in prima
persona!”
Sylphiel
indietreggiò lievemente. “Uhm, Lina- san… Del resto non avevamo troppe
alternative… Sai, dopo che abbiamo riferito loro cos’è successo, i draghi si
sono chiusi in uno strano silenzio, e da due giorni, ormai, se ne stanno
rinchiusi in camera a discutere…”
“Umph!
Anche di loro ci dovremo occupare, in seguito… Per adesso, raggiungiamo gli
altri! Non devono entrare là dentro! Da quanto tempo sono partiti?”
“Uh…
Non molto… Una decina di minuti, probabilmente… Ma sei sicura, Lina- san? Mi
sembri un tantino malridotta, senza offesa…”
“Sì,
sì, lo so! Ma non è il momento di preoccuparsi di queste cose, ora, no?”
Cominciai nuovamente a correre, tanto ormai la prospettiva di un bagno caldo e
di un letto comodo sembrava decisamente lontana. Accidenti ai demoni!! E
accidenti a Xellos! La volta che fossi riuscita a mettergli le mani addosso…
Sylphiel
sospirò e si mise a correre al mio fianco.
“Senti,
Syl, avete avuto altri attacchi, in questi giorni?”
La
ragazza mi rivolse un’occhiata. “No, e anche questo è strano… Dopo che sei
scomparsa, non si sono più fatti vivi… Forse stano organizzando qualcosa…”
Annuii.
Come avevo pensato… Forse avevano approfittato della mia assenza per ultimare
gli ultimi preparativi per l’incantesimo. Dopotutto, una formula così potente
non doveva essere così semplice, da realizzarsi.
“Ecco!
Si vede la parte vecchia della città! Siamo quasi…” Il suono di una violenta
esplosione coprì le mie successive parole… E sembrava provenire proprio dal
tempio.
“Dannazione,
lo sapevo!” Accelerammo il passo e raggiungemmo la strada che portava
all’entrata del grosso edificio, dove stava avendo luogo un combattimento.
Zel
e Amelia stavano lottando contro una donna- demone, mentre Gourry se la stava
vedendo contro una creatura che aveva tutta l’aria di essere un demone, ma era
di aspetto più disgustoso del solito… All’apparenza nulla di troppo potente,
per fortuna. Diversi demoni inferiori giacevano già al suolo, segno che la
lotta era già in atto da un po’ di tempo. Forse quei demoni erano stati posti a
guardia del tempio?
Sylphiel
fece per lanciarsi in soccorso, ma io semplicemente la trattenni e scossi la
testa. “Serviremmo solo a distrarli. Se la caveranno benissimo da soli… E’
molto meglio starsene qui fermi a godersi lo spettacolo…” Farmi vedere in quel
momento avrebbe potuto costituire una distrazione pericolosa per i miei amici
alle prese col combattimento. E l’ultima cosa che volevo era far sì che
qualcuno venisse ferito…
La
sacerdotessa batté le palpebre e mi parve un po’ perplessa, ma obbedì.
Io
sorrisi ed annuii e mi rivolsi a seguire il combattimento, che comunque stava
volgendo al termine. Attorno a noi si era radunato un piccolo gruppo di
persone, che osservava la lotta con un certo stupore.
Zel
tagliò il corpo del demone con la spada e la creatura scomparve senza nemmeno
emettere un grido. Quanto a Gourry… Ehi, accidenti a lui!!! Che diavolo stava
combinando? Lo spadaccino caricò con la spada sollevata in aria, lasciando
completamente scoperto lo stomaco. Rimasi con il fiato sospeso per un attimo,
già immaginando il corpo del mio amico trapassato in profondità dagli artigli di
quella creatura. Fortunatamente, prima che il demone potesse accorgersi
dell’apertura, la Blast Sword calò a tranciargli di netto la testa.
“E’
un eroe…” Mormorò qualcuno, a fianco a me.
“No
non è un eroe!! E’ solo un maledetto IMBECILLE!!!” Gridai, gettandomi contro il
povero spadaccino, che venne colto completamente fuori guardia dal mio colpo
alla testa. La rabbia aveva immediatamente seguito il sollievo. Era stato
veloce, ma avrebbe anche potuto non essere così fortunato…
“Accidenti
a te! Che cos’era quella schifezza?? Non sarò certo io a doverti venire ad
insegnare come usare la spada, no? Sei TU lo spadaccino!!!” Il mio amico cadde
totalmente dalle nuvole, e mi rivolse un’occhiata sbalordita.
“Lina?”
“No,
sono Shabranigdu…” Sbottai, ironicamente, per poi riprendere in tono più duro.
“Avevi lo stomaco completamente scoperto! Dì, vuoi farti uccidere, o cosa?”
Aprì la bocca per rispondere, ma non ne uscì nulla. Mi spazientii. “E allora?”
Il
mio amico batté le palpebre e rifletté per un secondo. “Bè, potresti essere un
fantasma, ma se così fosse non potresti toccarmi…”
Tirai
un profondo sospiro. “Ma quale fantasma… Hai ascoltato cosa stavo…”
Il
mio amico proseguì, non lasciandomi terminare. “Potresti anche essere una
copia…” Rifletté nuovamente, quindi…
Mi
appoggiò una mano sul seno!!!! AAAAGH, che diavolo…
“Uhm,
no, non puoi essere che tu, così piatta…”
La
punta del mio stivale lo colpì direttamente sotto il mento, scaraventandolo a
diversi metri di distanza. “Pensi che un fantasma o una copia sarebbero in
grado di farti così male!!!???????” Gridai.
Gourry
si mise a sedere, massaggiandosi il mento, con aria perplessa. “Bè, FA male…
Direi che non è proprio un sogno…”
Mi
avvicinai e gli rivolsi uno sguardo minaccioso. “Non devi fare altro che riprovarci,
se hai bisogno di un’altra dimostrazione…”
“Lina…”
Il mio amico alzò il volto verso di me con un sorriso, ed io non potei fare a
meno di scoppiare a ridere. “E’ rimasto… il segno dello stivale…” Dissi,
indicandogli il mento.
Il
sorriso di Gourry non scomparve… Non scomparve, ma una lacrima scese
silenziosamente lungo il suo volto. Il riso mi si congelò sulle labbra. Ehi!
Avevo detto qualcosa di sbagliato…? O peggio… “Gourry!! Sei ferito? Cosa…?”
Cominciai, preoccupata. Non feci in tempo a terminare, però. Il mio compagno si
era già aggrappato a me, facendomi perdere l’equilibrio e trascinandomi
letteralmente fra le sue braccia. E TUTTI CI STAVANO GUARDANDO!!! Non ebbi il
coraggio di arrabbiarmi, però. Il mio amico singhiozzava come un bambino, tenendomi
stretta a sé. “Sei… viva… Io credevo… che mi avessi abbandonato… per sempre…”
Mi
grattai la punta del naso, imbarazzata. “M- ma ti pare che potessi morire a
quel modo? Insomma,cosa farebbe il
mondo senza di me?” Mi avvicinai lievemente. “Ti sembra che sia tanto crudele
da abbandonare da solo a piede libero uno smemorato come te? E poi non ho la
minima intenzione di starmene all’altro mondo da sola… Io…Io……..” Presi un
grosso respiro. “Io ho bisogno di te.” Lo dissi con un filo di voce, arrossendo
abbondantemente. Il mio amico sospirò e smise di singhiozzare. Ad essere
sincera, non so se dipendesse dal mio monologo, perché, con la velocità con cui
avevo parlato lo spadaccino poteva benissimo non avere capito niente (il che si
fa più probabile tenendo presente che stiamo parlando di Gourry…).Però… mi
sembrava che la sua stretta si fosse accentuata...
AAAGHHH!
Ma che DIAVOLO mi saltava in testa, in un momento come quello…? Tirai un gran
sospiro, e ripresi, in tono più deciso. “Ad ogni modo, falla finita, su! Lo sai
che non mi piacciono le scene patetiche. Quando si è felici si sorride, non
fare sempre tutto al contrario cervello- di- medusa!”
Il
mio amico allontanò il volto dalla mia spalla, in modo da guardarmi in viso, e
sogghignò. “In fondo anche il tuo brutto carattere mi è mancato…”
“Chi
ha un brutto carattere?” Lo guardai storto. “E poi, è OVVIO che ti sono
mancata… Io sono l’anima del gruppo!” Affermai, con orgoglio.
“Bè,
piuttosto ti considererei un buon elemento comico…” Suggerì lo spadaccino, strofinandosi
gli occhi con una mano.
“Che
cosa vorresti dire????????” Senti un po’ chi parla, tra l’altro…
Lo
spadaccino sorrise di nuovo e tornò a stringermi a sé. “Bentornata.” Rispose
semplicemente, appoggiando la guancia ai miei capelli e chiudendo con un
sospiro gli occhi.
“Ehi,
tu, aspetta un…” Cominciai, arrossendo.
“LINA-
SAAAAAN!!!!!!!!!!!!!!” L’urlo di Amelia mi interruppe.
Finora
gli altri erano rimasti attoniti a seguire la scena, ma ora stavano correndo
verso di noi, con ampi sorrisi stampati sulle labbra (uh, anche Zel? Ma che
evento…).
“Dovevamo
pensarci, al fatto che sei piuttosto coriacea…” Commentò Zelgadiss, con il
consueto sogghigno caustico.
Gli
rivolsi un occhiataccia. “E’ solo che non sono incapace come qualcuno di mia
conoscenza…”
“Oh,
Lina- san!!!” Ci interruppe Amelia. “Sono così felice di vedere che tu stia
bene! Vorrei abbracciarti, ma credo che tu stia meglio dove ti trovi…”
Rivolsi
un’occhiataccia anche a lei, ma non feci commenti… Del resto, era la verità… Ne
approfittai per lasciar scorrere lentamente le mie braccia attorno alla vita di
Gourry e mi appoggiai lievemente a lui. La paura, il dolore precedenti
sembrarono scivolare via da me al ritmo del suo respiro. Non potei evitare di
sorridere e trarre un profondo sospiro... Eravamo tutti sani e salvi, per
fortuna…
Ci
misi un po’ ad accorgermi che lo stavo stringendo così forte che avrei potuto
bloccargli la circolazione… Grazie al cielo, lo spadaccino se ne stette zitto.
“Bè,
credo di dovervi qualche spiegazione, o sbaglio? Vi racconterò tutto alla
locanda… Per oggi lasciamo perdere la storia del tempio… Nel quale comunque vi
avevo detto di non entrare…” Squadrai tutti piuttosto male, quindi feci un
sospiro. “Non è da escludere che all’interno si trovino delle trappole, quindi
ci torneremo quando saremo tutti in grado di affrontarle al meglio…” Sospirai
nuovamente. “Ed io, sinceramente, ora come ora ho solo voglia di fare un bagno,
dormire, ma soprattutto METTERE QUALCOSA SOTTO I DENTI!!! Devo recuperare ‘sei
giorni’ di digiuno, no?”
“Oh,
dei…” Iniziò Gourry.
Lo
guardai un momento, battendo le palpebre. “Cosa?”
“Oh,
niente, niente, stavo solo pensando a quel povero oste…” Non terminò, perché il
mio uppercut lo scaraventò nuovamente al suolo.
“Che
cos’è, la distanza da me vi ha fatti tutti inacidire, per caso?” Il mio amico
mi rispose con una risata nervosa. “A proposito, Lina, hai capito a cosa serve
quell’anello, alla fine?”
Umph.
Come era bravo, a cambiare argomento… Sospirai. “Quando ho lanciato il Laguna
Blade, ha emesso un’energia strana. HA amplificato il potere della mia magia,
ma non sembrava come al solito… Quello non era il potere dei Re dei Demoni…”
“Uh,
quale anello, Lina- san?” Si informò Amelia.
Sollevai
la mano e le mostrai l’oggetto magico. “Era in vendita agli stand della fiera.
E’ molto simile ai Demon Blood, e il funzionamento sembra essere quasi uguale,
ma…”
“Giusto,
Lina, che fine hanno fatto i tuoi talismani? Avevo notato che non li avevi
più…” Mi interruppe Zelgadiss.
“Dopo
la lotta contro Shabranigdu, sono inutilizzabili… Non pensavo che ne esistesse
un quinto, però… a quanto pare, anche questo anello deve far parte del gruppo…”
“Emana
un’energia magica molto forte.” Commentò Sylphiel. “Lo avverto distintamente.”
La ragazza sorrise. “Comunque, se ci può essere utile, è una fortuna averlo
trovato proprio qui a Miilun. Una strana coincidenza…”
Annuii.
Un po’ troppo strana, a mio avviso… Ma non era il momento di preoccuparsene.
L’importante era poterlo sfruttare, dato che funzionava. Non conoscevo una
formula esatta, però. L’ultima volta si era attivato quando avevo invocato il
potere di L.O.N. … Avrei provato di nuovo così. Non era molto prudente, ma
avevamo problemi più urgenti.
“Oh,
a proposito!” Frugai velocemente nelle tasche del mio mantello. “Il tuo
talismano…” Estrassi l’oggetto magico e lo porsi a Gourry. “Stai un po’ più
attento, con queste cose… Vale dei soldi, sai? Sai benissimo che detesto gli
sprechi…”
Il
mio amico si appuntò l’oggetto all’armatura, grattandosi la testa. “Uhm, d’accordo,
Lina, scusa…”
“Hmm.”
Annuii e… gli diedi un sonoro colpo alla testa.
“AHIA,
LINA!!!” Lo spadaccino si massaggiò il punto colpito, guardandomi storto. “Ti
avevo chiesto scusa!!”
“E
infatti non è per quello.” Dissi, semplicemente.
Lo
spadaccino batté le palpebre. “Uh? E allora cosa…”
“Dovresti
saperlo…”
Il
mio amico mi fissò per un secondo, quindi… “Oh…” Disse. “Ma io avevo detto
‘quando sarà finita’…”
Sorrisi.
“Infatti questa è solo la prima metà della ‘punizione’… Il seguito a quando
avremo risolto la faccenda.”
“Uhm,
temo di essermi messo nei guai… Anche se…” Sorrise.
“Uh?”
“No,
no, niente…”
Aggrottai
le sopracciglia. “ANCHE SE…?”
Sylphiel
ci interruppe. “Ehm… Potremmo sapere di cosa state parlando?”
Feci
una risata nervosa e battei violentemente la mano sulla schiena di Gourry, che
sussultò. “Ah, ah! Niente di importante, vero, Gourry?”
Il
mio amico batté le palpebre, senza capire la mia reazione.
Sospirai
PROFONDAMENTE e cambiai argomento. “Sentite, io HO FAME! Torniamo alla locanda
e facciamoci un bel pasto, ok? Poi rifletteremo con calma sul da farsi…”
Zel
e Amelia si scambiarono un’occhiata, quindi annuirono con una alzata di spalle.
Sylphiel si limitò a sorridere.
“D’accordo,
allora, il pranzo ci aspetta!!!!!” Quindi, cominciai a correre verso il mio
pasto, appurando che anche la sola prospettiva del cibo può essere una buona
fonte di energia…
Capitolo 6: Luce di tenebra. Il controllo del Caos!
“Dunque…
Direi che ora è tempo di prendere qualche decisione…” Appoggiai la mia tazza di
tè, ormai vuota, sul tavolo della mia stanza, dove ci eravamo riuniti quel
pomeriggio per discutere le nostre prossime mosse. Avevo spiegato a grandi
linee come erano andate le cose con il demone… anche se decisi di tacere
qualche piccolo particolare, almeno fino a che la battaglia non si fosse del
tutto conclusa. Non volevo che Gourry si innervosisse più del dovuto… Si era
preoccupato fin troppo al solo vedere sul mio volto i lividi che non avevo
ancora avuto il tempo di eliminare… Il solito allarmista! Come se un po’ di
magia e un po’ di cibo non potessero curare tutte le ferite! Gli altri mi
avevano raccontato di come, la notte della mia scomparsa, loro quattro avevano
raggiunto gli alloggi dei draghi e li avevano trovati completamente distrutti,
ma con i due occupanti sulla strada, in ottima salute, ad aspettarli… Piuttosto
strano…
Sylphiel si era offerta di andare a chiamare
i draghi e riferire loro del mio ritorno, ed era rientrata dicendo che il loro
unico commento era stato un laconico ‘era ora’ e che comunque sarebbero
arrivati nel giro di venti minuti… Il tempo sufficiente perché noi cinque
decidessimo anche che fare della nostra alleanza con loro.
Sinceramente
avevo ancora molti dubbi in proposito… E da un po’, ormai, avevo un insistente
sospetto riguardo alle loro reali intenzioni…
“
‘Era ora’… A quanto pare quei due sapevano benissimo che tu eri ancora in vita
e che saresti tornata, Lina… Non mi piace molto il fatto che ce lo abbiano
tenuto nascosto.” Commentò Zelgadiss, pensieroso.
“Probabilmente
non la ritenevano una informazione necessaria, e quindi non si sono presi la
briga di riferirvela…” Agitai la mano in segno di noncuranza, e mi appoggiai
pigramente allo schienale della sedia.
Gourry,
seduto al mio fianco, aggrottò le sopracciglia. “Non è comunque un
comportamento molto carino, da parte loro…”
Mascherando
un sorriso, proseguii. “Ma non è di questo che ora dobbiamo discutere, giusto?
Che facciamo con loro?”
“Purtroppo
non abbiamo molta scelta…” Rispose Zel. “Che ci fidiamo o meno, loro sono
l’unico appoggio che abbiamo. Non so se potremmo sperare di vincere contro tre
Signori dei Demoni, senza il loro aiuto.”
“Comunque,
se sono davvero al servizio degli Shinzoku, non dovrebbero avere cattive
intenzioni…” Azzardò Sylphiel.
“Sylphiel-
san ha ragione, Lina… Sono pur sempre draghi dorati… Ti ricordi di Milgazia?”
Intervenne Amelia.
Riflettei
per un secondo, in silenzio. “Mi auguro che abbiate ragione… Però c’è un
discorso che vorrei fare con loro, prima di decidere qualsiasi cosa. Voglio
avere un piccolo chiarimento, prima di accettare la loro alleanza.”
Quattro
paia di occhi mi fissarono interrogativi, e Sylphiel stava per chiedere
qualcosa, quando un sommesso bussare ci interruppe. Non c’era bisogno di
chiedere chi fosse. Le due imponenti figure dei draghi entrarono nella stanza e
presero posto allo stesso tavolo attorno al quale eravamo riuniti.
Per
un lungo istante il silenzio invase la stanza, quindi mi decisi, e, con un
sospiro, presi la parola. “A questo punto credo che sia il caso che noi sette
ci accordiamo definitivamente sul da farsi… Stando a ciò che ho capito il
momento in cui i demoni cercheranno di servirsi di me per l’apertura del
Portale non è molto lontano…” Nel dire questo, osservai attentamente il volto
della creatura con cui avevo parlato l’ultima volta e notai la sua fronte
corrugarsi. Eh, già, bello mio… Conosco la storia del Portale e so più di
quanto tu non credessi. Anche Gourry, Amelia e Sylphiel mi fissavano con aria
interrogativa, dato che non avevo ancora spiegato nulla a loro… Forse per
Gourry l’essere confuso non era una novità, comunque…
“A
quanto pare non avete bisogno di troppi chiarimenti…” Commentò il drago dorato,
squadrandomi in un modo che mi fece correre un brivido lungo la spina dorsale…
“E non possiamo prendere altri accordi, finché non ci direte se accettate o no
di combattere al nostro fianco… Vi ricordo che stiamo ancora aspettando la
vostra risposta, dall’ultima volta.”
“Piano…”
Risposi, con calma. Non avevo la minima intenzione di lasciarmi spiazzare dai
suoi modi. “Prima di tutto mi piacerebbe sapere che cosa accadrebbe se
rifiutassimo… A quanto pare, le vostre richieste non sono molto coerenti con
quelle della sacerdotessa che mi avete inviato tempo fa…” Anche se ormai ero
pienamente convinta che lo scopo della ragazza fosse stato quello di farmi
andare a Miilun, e non il contrario… “Ma immagino che le sue minacce siano
ancora valide, giusto?”
I
due draghi si scambiarono un’occhiata, quindi il mio solito interlocutore prese
la parola. “Noi non ti abbiamo inviato nessuna sacerdotessa.” Affermò, con una
certa sicurezza. Non mi sembrava che stesse mentendo… “Quindi non è stata opera
vostra… E non siete stati voi ad ucciderla per metterla a tacere…” Allora
doveva trattarsi di un trucco dei Mazoku, non c’era altra spiegazione.
Probabilmente avevano semplicemente contattato quella ragazza e l’avevano imbrogliata
per benino, per poi servirsi di lei ed attirarci a Miilun… Un piano efficace,
non c’è che dire.
“Di
che cosa sta parlando, Inverse- san?”
Ignorando
la sua domanda, ripetei la mia richiesta. “Voglio sapere che cosa accadrebbe se
io rifiutassi.”
“Inverse-
san, lei non ha molta scelta… Nemmeno lei riuscirebbe a sconfiggere tre Signori
dei Demoni da sola, e non avrebbe neanche senso provarci, dato che può contare
sul nostro appoggio…” Mi parlò come avrebbe fatto con un bambino per
convincerlo a restituire le caramelle rubate. DAVVERO irritante… E ciò che più
mi seccava era il fatto che aveva ragione…
“…”
“E
se decidessi di lavarmene le mani ed andarmene?” Notai che la mia domanda
lasciava un po’ stupiti i miei compagni, ma tutti ebbero l’accortezza di tacere.
“I demoni continuerebbero di certo a
perseguitarla…” Iniziò il drago con un tono che suonava minaccioso. “Ma noi non
possiamo comunque obbligarla a fare qualcosa che non vuole… Se la
costringessimo a combattere contro la sua volontà, durante la battaglia ci
sarebbe solo d’intralcio… Comunque, in quel caso, dovremo continuare a seguirla
per proteggerla, per il bene del mondo, fino al momento in cui non si deciderà
a fare a modo nostro.”
La
sua risposta mi lasciò MOLTO perplessa. Ma questa volta ero decisa a dare voce
ai miei dubbi e a chiarire tutto, fino in fondo. “Questo è molto carino da
parte vostra, ma mi sembra strano che non prendiate nemmeno in considerazione
l’ipotesi di cercare di uccidermi, ‘per il bene del mondo’… Così come non
prendete nemmeno in considerazione l’idea di rinunciare al mio aiuto e di
vedervela con i Mazoku da soli… E non credo che per voi cambierebbe molto
farlo, dato che voi stessi avete gentilmente sottolineato come di fronte a tre
Signori dei Demoni noi saremmo quasi inutili…”
Il
drago si accigliò, ma tacque. Non riuscii nemmeno a vedere l’espressione
dell’altro essere, il cui volto era nascosto nelle ombre del cappuccio.
“Sapete
come la penso?” Incalzai. “Io credo che il vostro obiettivo primario non sia
quello di combattere i demoni… Ma quello di sfruttare il loro piano.”
“Cosa…?”
Iniziò Zel.
“Sbaglio?”
Continuai, ignorandolo. “Sconfiggere semplicemente i demoni significherebbe
garantire l’Equilibrio… Significherebbe iniziare un nuovo periodo di lotte
senza scopo. Se voi conquistaste il potere assoluto, invece, tutto questo
avrebbe finalmente una fine.” Incrociai le braccia al petto. “La ragione per
cui io vi interesso tanto è che volete servirvi di me, proprio come i demoni,
anche se non ho ancora capito bene in che modo…”
“E’
piuttosto semplice, Inverse- san…” Iniziò il drago, senza nemmeno tentare di
negare. “Lasceremo che i Mazoku aprano il Portale e pronuncino l’incantesimo
per assumere il Controllo del Caos… In quel momento saranno estremamente
deboli, vista la forza della magia, e potremo sopraffarli prima che diventino
tutt’uno con il Caos…”
Deglutii,
a fatica. “Ma in quel caso… Perderebbero il controllo del Caos evocato al di
fuori del Portale dalla magia… Il nostro mondo…”
“No,
non accadrebbe questo.” Mi interruppe il drago. “Il mondo non verrebbe
inghiottito dal Caos. Perché sarà allora che noi ne prenderemo il controllo.”
“Prendereste
voi il controllo dell’incantesimo evocato dai demoni?” In teoria, era
possibile… Un fruitore di magia sufficientemente potente ha la possibilità di
controllare l’energia di un incantesimo evocato da un altro mago, se questi ne
perde il controllo. Il problema è che servono una abilità e un potere non
umani… Io sono infinitamente lontana dall’esserne capace, e sarei stata pronta
a giurare che nemmeno un Mazoku del livello di Xellos avrebbe avuto la capacità
di farcela. E loro… Speravano di controllare l’energia evocata da dei SIGNORI
DEI DEMONI??!!?
“Ma
voi… Chi diavolo siete?” Mi alzai in piedi ed indietreggiai di un passo.
Anche
i due draghi si alzarono lentamente, con fare minaccioso. Immediatamente,
Gourry fu al mio fianco, con la mano sull’elsa della spada. I miei altri
compagni fecero per muoversi, ma un’occhiata del mio interlocutore bastò a
pietrificarli sulle loro sedie.
“Mi
sembra di aver già chiarito il fatto che non abbiamo intenzioni malvagie nei
vostri confronti… Non c’è alcun bisogno di ricorrere a quella spada.” Il drago
rivolse a Gourry un’occhiata eloquente, quindi tornò ad indirizzarsi a me.
“Davvero non hai idea di chi possiamo essere, Inverse- san? Dovresti cominciare
a capirlo…”
Restai
in silenzio ad osservarlo. Cominciava a venirmi un terribile dubbio…
“Ehi,
Lina, credo che quel tizio ti abbia appena fatto una domanda…” Bisbigliò
Gourry, cercando di rendersi utile.
Ignorandolo
totalmente, mi rivolsi nuovamente al drago. “Non mi dite che voi… che voi due
siete…”
“Purtroppo
non siamo al completo, dal momento che i nostri colleghi sono impegnati a
tenere a bada i Mazoku, ma sì…” Si scostò per indicare il suo compagno. “Costui
è il Re dei Draghi del Mare, mentre io… Il Re dei Draghi di Fuoco, al vostro
servizio.” Condì la frase ironica con un breve inchino.
AAAAAAAAAAAAAAAAGGHHHHHH!!
Lo sapevo, lo sapevo accidenti!!!! E ora?
“V-
voi…” Fu tutto ciò che riuscii a balbettare.
“Ora
sai davvero tutto, Inverse- san… Questa è la nostra missione e, per Cheipied,
la porteremo a termine…” Già, Cheipied… Chissà se mia sorella era al corrente
di questa storia…
Allontanai
questo pensiero e mi sforzai di recuperare nuovamente il dono della parola.
“Sembra
che avessi ragione…” Commentai solo, cupamente. Non mi avevano eliminata perché
anche loro volevano servirsi di me… E speravano di farlo lasciandomene
totalmente inconsapevole, consegnandomi ai demoni su un piatto d’argento perché
potessero attuare il loro incantesimo, e per intervenire su di esso.
Probabilmente, sin dall’inizio, sin dal momento in cui avevano creato il
Portale, lo scopo degli Shinzoku era stato quello… Aspettavano solo… che si
verificasse l’occasione che avrebbe permesso loro di avere successo…
“C’è
qualcosa di male? C’è qualcosa di male nel nostro piano che riporterebbe la
pace nel nostro mondo devastato da guerre inutili? E non parlo solo di questa
guerra millenaria, ma di tutti i conflitti esistenti, Inverse- san… ”
“Come
avete detto voi stessi riguardo ai Demoni, c’è il rischio che non riusciate a
gestire tutto quel potere… Se… l’esistenza venisse cancellata…”
“Non
accadrà.” Rispose, con sicurezza.
“SE
dovesse accadere…?” Insistetti.
Il
Re dei Draghi restò in silenzio per un attimo, quindi… “E’ un rischio che vale
la pena di correre.”
I
miei compagni, questa volta, scattarono davvero in piedi, ovviamente non
particolarmente entusiasti di quest’ultima affermazione.
Io
mi limitai, per una volta, a restare calma. C’era un altro dubbio che
attanagliava la mia mente. “E se doveste riuscire? Che ne sarà degli esseri
umani?”
Il
Re dei Draghi mi fissò con aria interrogativa.
“Voglio
dire… Avete detto che metterete fine a TUTTE le guerre, ma in che modo? Non credete
che, anche se eliminerete tutti i demoni, finiranno per nascere nuove lotte?
Nel nostro mondo convivono molte razze diverse… A prescindere dalla lotta fra
Shinzoku e Mazoku, i conflitti sono quasi inevitabili, purtroppo…”
“Non
lo saranno più, nel nostro nuovo ordinamento… I draghi assumerebbero la guida e
garantirebbero la pace… Da secoli il nostro unico interesse è la salvezza dei
mondi in cui viviamo… Se tutti gli altri esseri si sottomettessero a noi,
questa sarebbe garantita.”
La
mia voce si fece fredda. “Un governo tirannico, ma garante di pace e giustizia,
eh?”
Fissai
il mio interlocutore direttamente negli occhi. “Se anche io fossi d’accordo e
decidessi di aiutarvi, chi mi assicurerebbe che i miliardi di abitanti dei
mondi governati da L.O.N. condividano la mia opinione? Chi mi dà e VI dà il
diritto di decidere per loro?”
Feci
un passo avanti, portandomi le mani ai fianchi.
“In
più… IO non ho nessuna voglia di diventare una marionetta nelle vostre mani. Io
credo che il mondo possa cambiare e migliorare, ma con l’aiuto di tutti, e non
costringendo intere popolazioni alla sottomissione. Anche perché, se non saremo
noi stessi a portare al cambiamento, in realtà non muterà mai nulla e alla
prima occasione i conflitti riappariranno, più violenti di prima. Chiamatemi
sciocca, se volete, ma non farò quello che mi direte, anche a costo di
combattere contro di voi.”
In
realtà, non ero così sicura di me… Esseri così potenti avrebbero potuto cercare
di costringerci a fare il loro gioco con la forza. Però questa volta non potevo
di certo tacere e obbedire… Bè, certo, lo ammetto… Evitare di dire la mia
opinione e assentire non sono comunque cose che amo fare spesso… Non sarei un
buon soldato…
“Lina
ha ragione.” Mi stupii di sentire intervenire Gourry, ancora al mio fianco.
“Quando vorremo il vostro aiuto, saremo noi a domandarvelo. Per ora, preferiamo
fare qualcosa in prima persona per migliorare il nostro mondo. Se vorrete
collaborare, sarete i benvenuti, ma non potete pretendere di fare solo a modo
vostro, mi spiace…”
“Oh,
Gourry… Hai appena fatto un’osservazione intelligente, sai?” Commentai, con
SINCERA ammirazione.
Una
goccia di sudore scese lungo la tempia del mio amico. “Sai, potresti almeno
cercare di mascherare quel tono stupito…”
“Anche
noi siamo con Lina.” Fu la volta di Zel. “Se ora volete attaccarla, dovrete
vedervela con tutti e cinque.” Ci schierammo in posizione da combattimento…
Dannazione… Quella stanza non era di certo il luogo più adatto per affrontare
degli avversari tanto potenti…
“D’accordo,
come preferite… Ma sappi, Lina Inverse, che servirai alla nostra causa, volente
o nolente…” Il Re dei Draghi di Fuoco si preparò alla lotta.
“Forse
quegli umani non hanno tutti i torti…” Inaspettatamente, il Re- drago che lo
accompagnava prese la parola. “Noi non abbiamo mai nemmeno provato a
considerare la questione da questo punto di vista, ma forse la nostra non è
l’unica via…”
“Che
diavolo stai dicendo, ora? Stiamo parlando della fine di tutti i conflitti, LA
FINE DI TUTTI I CONFLITTI!!!” Gridò il suo compagno.
Lo
sguardo del Re dei Draghi del Mare si fece… triste. “E quella che stai per
intraprendere non è forse solo un’altra battaglia inutile? Non è un altro
conflitto che si potrebbe risolvere con le parole, e viene insanguinato dalla
violenza?”
Il
Re dei Draghi di Fuoco tacque per un momento, quindi… “Questa… è una lotta a
fin di bene…”
“Sono
millenni che combattiamo a fin di bene, e questo non ci ha portato a nulla… E
se con questo rovinassimo tutto, definitivamente?”
“Tu…
TU ERI D’ACCORDO!”
“Solo
gli stupidi non cambiano opinione nemmeno di fronte all’evidenza, vecchio mio…”
Il tono del Re dei Draghi del Mare era calmo ed accomodante. “Se tu e questi
giovani vi scontrerete senza trovare un accordo, non verremo a capo di nulla…
nulla. Non credi che stiamo agendo proprio come fanno i Mazoku che critichiamo
tanto?”
“I
nostri obiettivi… sono totalmente diversi.” Il suo tono non era più troppo
convinto. Forse era il momento di metterci una parolina…
“Se
cercate la trattativa, noi siamo a vostra completa disposizione. Nemmeno noi
vogliamo batterci a tutti i costi…” Anche perché l’esito della battaglia non
sarebbe di certo stato del tutto favorevole a noi…
“Ci
credo… Immagino che siate perfettamente consapevoli che non avreste troppe
possibilità di vittoria…” Il Re dei Draghi del Mare mi rivolse un sogghigno.
Ugh, molto perspicaci, questi Shinzoku… “E quale sarebbe il vostro piano?”
Mi
schiarii la voce e presi la parola. “Se vi limiterete a cercare di fermare i
Mazoku, saremo con voi… Ma ovviamente bisognerà farlo PRIMA che il Portale
venga aperto e l’incantesimo evocato, altrimenti sarà troppo tardi per fermare
l’energia del Caos… Ed io non voglio rischiare che il mondo venga distrutto nel
vostro tentativo controllarla…” E non volevo nemmeno rischiare che tentassero
di imbrogliarci e di portare comunque a termine il loro piano, se devo essere
sincera…
“Sarebbe
rischioso comunque… Battere tre Signori dei Demoni non sarebbe uno scherzo,
nemmeno per noi tutti messi insieme… E i nostri compagni stanno combattendo in
un’altra dimensione, non potrebbero aiutarci…”
“In
teoria basterebbe trovare la ‘chiave’ e distruggerla…” Intervenne Zel. “In
questo modo il sigillo non potrebbe essere spezzato, e il Portale resterebbe
comunque chiuso… Questo basterebbe a fermare i loro piani, non è necessario
ucciderli…”
“Già,
Zel, ma la chiave è comunque in mano loro, probabilmente… lo scontro non si può
evitare…” Ci riflettei un secondo. “Però cercare di sottrarla loro con un
trucco… Potremmo provarci.” Alzai lo sguardo verso i due Re dei Draghi. “Cosa
ne dite?”
“Io
sono con voi.” Replicò il Re dei Draghi del Mare, con sicurezza.
“D’accordo…”
Fu la risposta del re dei draghi di Fuoco. “Ma se mi accorgessi che qualcosa
sta andando storto, ritornerei al mio piano originario, voglio che lo
sappiate.”
“Cosa?”
Intervenne Amelia.
Il
Re- drago le rivolse uno sguardo gelido. “Se la lotta dovesse apparire
disperata, farò di tutto perché quei demoni riescano ad effettuare
l’incantesimo, quindi cercherò di controllarlo, con o senza il suo aiuto.”
Indicò il suo compagno.
Deglutii.
“Solo se la lotta dovesse apparire disperata?” Domandai.
“Sì,
questo posso promettervelo.”
Annuii.
“E ora che facciamo?”
“Bisogna
andare al tempio… Non ho dubbi che i nostri avversari ci stiano già aspettando.
Preparatevi, noi saremo di sotto ad attendervi.” Con questo, i due Re- draghi
lasciarono la stanza…
Direttamente
nella tana del lupo…
Sospirai.
“Lina…”
“Bè,
ragazzi, pare che ci siamo, no?”
Zel
rispose alla mia affermazione allegra con una occhiata cupa. “Cosa facciamo se
qualcosa va storto? Non possiamo lasciare che né i Mazoku né gli Shinzoku
attuino i loro piani…”
Sospirai
nuovamente. “Se accadrà questo… lancerò il Giga Slave… ma lo indirizzerò contro
me stessa.” Quattro paia di occhi si spalancarono a questa affermazione… Uh,
che effetto… “Ragionate…” Continuai, agitando la mano con noncuranza. “Non ci
sarebbe altra soluzione… Non possiamo lasciare che il Portale venga aperto, ed
io sono l’unica che può permettere che questo accada. Se mi uccidessi con il
Giga Slave, invece di utilizzarlo per richiamare a me il Caos al di là del
Portale, li priverei del mezzo fondamentale per attuare i loro piani.”
Conclusi, strizzando l’occhio.
Sylphiel
abbassò lo sguardo, mentre Zel e Amelia mi fissavano con un’espressione piena
di… pietà? Ehi, aspetta un attimo! Detesto essere guardata in quel modo! “Non
fate quelle…” Iniziai, ma Gourry mi interruppe. “Aspetta un secondo!!! Tu la
fai facile, ma ai miei… ai nostri sentimenti non pensi?”
Arrossii
lievemente. Che cosa intendeva…? Presi un profondo respiro e lo fissai negli
occhi. “NON HO DETTO CHE LO FARO’!! E’ solo la nostra ultima risorsa… Se
dovessimo fallire, non avrei altra scelta… Lasciare fare i demoni
significherebbe comunque morire, ma insieme al mondo intero! Ma quando io
scendo in campo, lo faccio per vincere, e non per morire, dovresti saperlo! E
tutti voi farete lo stesso!”
“Bene!
E’ questo lo spirito giusto, Lina- san!!!” Esclamò Amelia. “La stella della
Giustizia ci guiderà contro le tenebre!” Una grossa goccia di sudore comparve
sulla fronte di Zel, che si trovava, come al solito, a fianco della maga (uhm…
quei due mi convincevano sempre meno…). “Potresti evitarlo, Amelia?… Tutte le
volte…”
Trattenni
una risata. “Avanti, andate a prendere tutte le vostre armi!” Aprii la porta
per i miei compagni. “Non mi sembra il caso di far aspettare oltre i nostri
‘amici’, giusto?”
I
miei amici uscirono uno per uno e Gourry, proprio sulla soglia… “Uhm, Lina, ad
ogni modo… Contro chi dobbiamo combattere?”
La
mia testa batté direttamente contro lo stipite della porta. “Ti… spiego mentre
andiamo, eh? Vai a prendere le tue cose…”
Il
mio amico annuì con un sorriso e uscì. Dei, che pazienza ci voleva…
Mentre
correvamo per le strade ormai venate di ombre di Miilun, spiegai a Gourry,
Amelia e Sylphiel in che cosa consisteva esattamente il piano dei Mazoku e
ricapitolai allo spadaccino il gruppo degli AMICI e quello dei NEMICI, tanto
per evitare confusioni nel corso della lotta…
A
mano a mano che avanzavamo, però, le mie perplessità aumentavano. Di fatto,
stavamo scendendo in campo senza un preciso piano di battaglia, a meno che i
due Shinzoku avessero qualche brillante idea che avevano preferito tenerci
nascosta… A quel punto potevamo solo sperare di avere un po’ di fortuna dalla
nostra e di riuscire ad ingannarli con qualche trucchetto, perché non sapevo
proprio se col gioco pulito ce l’avremmo fatta a batterli…
E
poi, diciamoci la verità, giocare pulito contro un demone è una cosa piuttosto
stupida.
“Che
cosa faremo, esattamente, una volta arrivati al tempio?” Chiese, Zel, scuro in
volto, ai nostri ‘alleati’.
“Immagino
che saremo costretti subito ad uno scontro diretto. Temo che non potremo
sperare di coglierli di sorpresa… Sicuramente ci staranno aspettando…”
“Credete
che sapessero del vostro piano?” Domandò Amelia.
“No,
avevamo fatto in modo che credessero che fosse nostra intenzione impedire loro
di aprire il Portale, semplicemente…” Fece una pausa. “Anche se sembra che
ormai ci getteremo davvero in questa impresa…”
Uhm…
Tuttora mi sembrava che il Re dei Draghi di fuoco non fosse particolarmente
convinto della cosa. Sospirai. Eravamo già in vista del tempio e mi sembrava
che qualcuno mi stesse stringendo lo stomaco in una morsa…
Lo
spazio di fronte all’edificio era come al solito deserto… Sembrava che in quel
luogo nessuno mettesse piede da migliaia di anni.
Restammo
per qualche secondo in silenzio a fissare la struttura.
“Bè,
dato che siamo qui non ha senso restarsene in piedi qua fuori.” Mi avvicinai al
grosso portale e lo spinsi con forza. Quella strana sensazione mi assalì
nuovamente, anche se questa volta sembrava meno intensa. Se non fosse
peggiorata, sarei stata tranquillamente in grado di combattere al massimo della
mia forza. Già… SE non fosse peggiorata…
“D’accordo,
l’unico modo per saperlo è provare ad entrare!!”
Misi
un piede nell’edificio, e tutto sembrò restare nella norma. Bene, una
preoccupazione in meno.
“Lina…”
Mi voltai per fronteggiare il volto preoccupato di Gourry.
“Sembra
che sia tutto a posto, stavolta.” Feci un cenno con la testa anche agli altri.
“Pare che potrò lottare al pieno delle forze.”
“Questa
è una buona notizia, Lina- san.” Commentò allegramente Amelia.
“Che
cos’è questa storia?” Fu la domanda del Re dei Draghi di Fuoco.
“L’ultima
volta che siamo entrati, Lina- san si è sentita male…” Spiegò Sylphiel.
Il
Re dei Draghi mi parve perplesso. Lui ed il suo compagno si scambiarono
un’occhiata.
I
miei occhi si fecero sottili. “Voi due ne sapete qualcosa?”
“Sembra
che qui non ci sia nessuno, perché non proseguiamo?” Uhm… Aveva cambiato
argomento apposta? Comunque, aveva ragione. La sala centrale del tempio
sembrava deserta. Mi sembrava strano che nessuno fosse stato mandato ad
accoglierci…
Ah!
Sembra che il Re dei Draghi avesse parlato troppo presto. Una figura uscì
lentamente dall’ombra. E il suo aspetto era terribilmente familiare…
Gourry
si avvicinò per sussurrarmi all’orecchio. “Ehi, Lina, quel tizio… Noi lo
conosciamo, giusto? Non mi viene proprio in mente di chi si tratti…”
“AAAAAAAAAHHHH!”
Lo strinsi per il colletto della maglia. “Quello è DYNAST!!!!!!!! Pezzo di
imbecille, come diavolo fai a non ricordartene???”
“Ehi,
ehi…” Il mio amico cercò di liberarsi, senza grossi risultati. “Ho detto che in
effetti mi è familiare… Solonon mi
ricordavo esattamente il nome…” Ci rifletté un momento. “Dynast… Ma non era
stato ucciso da quell’altro demone- bambino…? Come si chiamava…?”
“QUELLI
ERANO GARV E FIBRIZO!!!!!! Contro Dynast abbiamo combattuto quando hai scoperto
che la tua spada era la Blast Sword, non ricordi??” La mia stretta si accentuò.
“Oh,
sì, ora ricordo… Già, già, hai ragione…”
Sospirai
e lo lasciai. “OVVIAMENTE, ho ragione… Sei sempre il solito…”
Solo
allora mi resi conto che avevamo completamente ignorato il Mazoku di fronte a
noi e che tutti ci stavano osservando, con grosse gocce di sudore lungo le
tempie.
Tossicchiai.
“Ehm, ad ogni modo…” Alzai lo sguardo verso il demone, che era rimasto
impassibile. “Sei stato mandato in avanscoperta, Dynast?”
Il
Mazoku sogghignò lievemente. “A dire il vero, avevo intenzione di concedermi
una piccola vendetta su di te e sul tuo caro amico, prima che tu diventi il
pupazzetto nelle nostre mani per l’apertura del Portale…” Niente più tentativi
di mantenere segreto il piano, eh?
“Ti
brucia la sconfitta, vero, Dynast? E’ brutto essere stati battuti da due umani,
giusto?” Rigirai il coltello nella piaga, mentre l’espressione del demone si
faceva sempre più cupa… Tanto, che avevo da perdere?
“Non
so se sia una buona idea, Lina…” Bisbigliò Gourry, al mio fianco. “Secondo me
lo farai arrabbiare di più…”
“Sta
prendendo tempo…” Affermò il Re dei Draghi del Mare, ad alte voce.
“Evidentemente, gli altri stanno ultimando i preparativi per l’incantesimo.”
“L’incantesimo
è praticamente terminato, vecchio mio.” Intervenne Dynast, con il solito tono
ironico. “Avete fatto male a venire fin qui. Se ve ne foste stati buoni ad
aspettare la nostra vittoria avreste vissuto più a lungo.”
Improvvisamente
i suoi occhi si tinsero di un colorito purpureo e il suolo cominciò a tremare.
“Lina…
Che succede ora?”
“Non
lo so, Gourry, ma non mi piace per niente…” Non feci in tempo a terminare la
frase.
Il
suolo fra Dynast e noi venne improvvisamente solcato da una profonda fenditura,
dalla quale uscì un gruppo di demoni. Mazoku, i soliti megalomani! Se non fanno
le cose in modo spettacolare, non sono contenti…
Il
gruppo attaccò immediatamente i miei compagni e Dynast… Si scagliò direttamente
verso di me!
“Non
te lo permetto!” Gourry scattò in avanti, brandendo la spada contro il Signore
dei Demoni.
Lo
spadaccino evitò facilmente una serie di colpi magici. Si piegò pericolosamente
in avanti per evitare di essere colpito alla testa da un onda di energia (che
andò invece a tagliare parte dei suoi lunghi capelli biondi) e mirò
direttamente allo ‘stomaco’ del Mazoku. Una spada qualsiasi non avrebbe nemmeno
potuto scalfirlo, ma la Blast Sword era in grado di arrecare ferite gravi anche
ai demoni più potenti.
Tuttavia,
Dynast fu più veloce di lui. Parò l’attacco di Gourry, protese il braccio verso
di lui e lo colpì in pieno con un colpo magico, scaraventandolo contro una
colonna a parecchi metri di distanza!
“Gourry!”
Cercai di raggiungere il mio amico privo di sensi, ma non feci in tempo a
muovermi. Dynast era già pronto ad attaccarmi.
“Blast Ash!!!” Gridai, evitando
contemporaneamente di essere colpita.
Forse
ero abbastanza vicina al Portale da poter utilizzare il Giga Slave, ma non
potevo di certo correre quel rischio. L’unica soluzione era tentare di distruggerlo
con il Laguna Blade, ma non potevo sperare di riuscire a recitare tutta la
formula prima di essere colpita, senza l’aiuto dei miei compagni.
“Ra Tilt!!!” Due voci gridarono
all’unisono, alle mie spalle. Il doppio colpo magico investì Dynast in pieno.
“Amelia!
Zel!”
“E’
tutto a posto, Lina- san?” Chiese Amelia, con aria preoccupata, raggiungendomi
insieme alla chimera.
Annuii
velocemente, gettando un’occhiata a Gourry e osservando con sollievo che
Sylphiel si era già avvicinata a lui per curarlo.
Anche
i due Re dei Draghi ci raggiunsero.
“Credevi
davvero di riuscire a tenerci occupati per molto con quei demoni da due soldi,
Dynast?” Chiese in tono severo il Re dei Draghi del Mare.
Il
Mazoku, nel frattempo, si era totalmente ripreso dagli attacchi e sembrava più
in forma di prima, anche se vestiva un’espressione rabbiosa. “Il tempo
necessario, miei cari, solo il tempo necessario…”
Solo
allora mi accorsi che mentre ci scontravamo altre tre figure si erano
avvicinate… Non c’era di certo bisogno di chiedersi chi fossero…
“Pare
che ora siamo al completo…” Commentò cupamente il Re dei Draghi di Fuoco.
I
due Mazoku si portarono al fianco di Dynast. “Ora il combattimento potrà
svolgersi davvero alla pari…” Commentò uno di essi, all’apparenza una bella
donna dai capelli biondi, ma con una espressione che faceva correre i brividi
lungo la spina dorsale… E proprio alle sue spalle…
“Xellos…”
Pronunciai quel nome digrignando i denti… Dei, e ora come ce la saremmo cavata?
“E’
un po’ che non ci si vede, eh, Lina- chan?” Il Mazoku aveva il solito sorriso
stampato sul volto. E allora sembrava più compiaciuto del solito… “Mi dispiace
di non esserti venuto a trovare, ma capirai che sono stato davvero impegnato…”
“Xellos…”
Il tono gelido di quella che ormai avevo identificato come Xellas troncò la
nostra conversazione. “Occupati di loro.” Indicò velocemente i miei compagni.
“Non è necessario che restino in vita, a noi serve solo lei.” Il Mazoku si
limitò a rivolgerle un breve inchino.
“Alla
cara Inverse posso pensare io… Dobbiamo solo portarla al centro della
configurazione magica, giusto?” Dynast avanzò verso di me.
“Dynast…”
Xellas si rivolse al demone in tono ammonitore.
“Non
preoccuparti, che bisogno c’è di mantenere segreti…? A questo punto…”
Xellas
smise di prestargli ascolto e lei e Dolphin rivolsero la propria attenzione ai
due Signori dei Draghi.
Nel
frattempo, mi ero lentamente avvicinata a Sylphiel e a Gourry, che si stava già
riprendendo.
“Come
sta?” Chiesi sotto voce, rivolgendo un’occhiata preoccupata al mio amico.
“E’
tutto a posto, Lina…” Fu lo spadaccino stesso a rispondermi. “Riesco a
combattere.”
Mi
inginocchiai al suo fianco e lo aiutai, insieme a Sylphiel, a rialzarsi.
“Ehi,
Lina, tua madre ci ha chiesto di tornare a trovarla insieme, quando fosse stato
possibile… Faremo meglio a vincere questa battaglia, o non potremo mantenere la
promessa… Sai, credo di piacerle…”
Agitai
la mano in segno di noncuranza. “Oh, considerando che le piace chiunque
apprezzi la sua cucina, ora ti dovrebbe considerare più o meno come un figlio.”
Lo lasciai andare, e riuscì, anche se un po’ barcollante, a reggersi in piedi.
“In quanto al tornare… Bè, vedremo dopo che tutto questo sarà terminato… Mia
sorella ormai avrà finito con il suo lavoro part- time e sarà tornata a casa…
Devo ancora decidere se sono disposta a rischiare di incontrarla… Di certo
sarebbe PEGGIO che vedersela con dei Signori dei Demoni…”
Lo
spadaccino sogghignò. “D’accordo, Lina, vedremo…”
“Mi
dispiace interrompere questa conversazione amabile, ma credo che ora abbiate
altro a cui pensare.” Dynast e Xellos si ergevano in piedi di fronte a noi. Il
combattimento fra gli altri due Mazoku e i Re dei Draghi era già cominciato.
“Mi
dispiace così tanto, Lina- chan, ma sono costretto a fare in modo che i miei
capi, qui, riescano ad aprire il Portale…” Xellos avanzò, sollevando il suo
bastone.
“Dobbiamo
evitare che portino Lina al centro della configurazione magica…” Zel si pose di
fronte al gruppo, iniziando a pronunciare sommessamente una formula.
Dovevo
stare attenta alle spalle. Xellos era fin troppo abile nello scomparire e
prendere gli avversari alla sprovvista.
“Conosco
un metodo perfetto perché il mio amico Zel si distragga.” Sempre tenendo il
bastone sollevato, il demone iniziò a correre in direzione della chimera,
scomparendo e riapparendo ad intermittenza in un modo che avrebbe confuso anche
il più attento fra i combattenti.
“Zel,
fa attenzione!” Gridai, ma non ebbi il tempo di aggiungere altro, perché Dynast
attaccò a sua volta.
“Balus Wall!” Gridarono Amelia e
Sylphiel, parando le sfere di energia rilasciate dalle mani del Mazoku.
“Astral Vein!” La spada di Zelgadiss
aveva intercettato l’affondo del bastone di Xellos.
A
questo punto, io e Gourry scattammo in avanti. Lo spadaccino si scagliò ancora
una volta su Dynast, il quale si preparò a respingerlo. Ma, all’ultimo istante,
il mio amico si fece da parte, lasciando scoperto lo spazio di fronte al
Mazoku. “Elmekia Lance!!!” Il Signore
dei demoni, colto alla sprovvista, non riuscì a evitare il mio attacco.
Gourry
avanzò nuovamente, e lo colpì.
“Perfetto,
Gourry! E ora…” Richiamai velocemente alla mente la formula del Laguna Blade.
Tuttavia,
qualcosa mi distrasse dall’attacco. Xellos, che stava ancora fronteggiando Zel,
improvvisamente sparì, facendo sì che la chimera si sbilanciasse in avanti. Il
demone ricomparve alle sue spalle, pronto a colpirlo a morte.
“Zel-
san, stai attento alla spalle!” Amelia scattò in avanti, recitando la formula
del Ra Tilt. Anche Zel si voltò di scatto, la sua attenzione richiamata dal
grido di Amelia, ormai troppo tardi per reagire. Ma l’obiettivo di Xellos non
era Zelgadiss.
Con
un sogghigno, il demone rilasciò la sfera di energia che si era creata fra le
sue mani in direzione di Amelia, cogliendo la principessa totalmente alla
sprovvista!
Amelia
non ebbe nemmeno il tempo di gridare. L’energia la investì in pieno e, mentre
Xellos scompariva nuovamente, cadde a peso morto fra le braccia di Zelgadiss.
La
chimera rimase immobile, sorreggendo a malapena la ragazza, con le spalle che
gli tremavano per lo shock.
“AMELIA!”
Gridai, lasciando perdere del tutto la formula e gettandomi in direzione della
principessa, seguita da Gourry.
“Amelia-
san!” Sylphiel ci raggiunse, ansimante e strappò il corpo esanime della maga
dalle braccia di Zelgadiss, che non era ancora riuscito ad aprire bocca.
La
cosa strana è che non c’era la minima traccia di sangue. Amelia aveva gli occhi
spalancati, ma non vi era rimasto nulla della solita vitalità. Sembravano…
svuotati. Era come se fosse entrata in coma, ma si trattava sicuramente di uno
stato che aveva origine magica.
“Lina-
san, non riesco a capire che cos’abbia…” Il tono di Sylphiel era colmo di
disperazione… Una disperazione che nasceva dall’impotenza. Fui colta dalla
orribile sensazione che per la mia amica non ci fosse niente da fare.
Strinsi
tanto forte i pugni da far sanguinare il palmo delle mie mani, attraverso i
guanti.
Mi
voltai lentamente, per fronteggiare Xellos, in piedi di fronte a Dynast, il
quale sembrava essersi completamente ripreso… Avevamo anche perso l’occasione
per l’attacco, dannazione.
“Bastardo…
Che cosa le hai fatto?”
Xellos
si limitò a scuotere il dito con un sorrisetto irritante stampato sul volto.
“Che paroloni… Ho solo messo in atto ciò che avevo promesso. Ho detto che avrei
distratto Zel- chan, e così è stato.” Si inchinò lievemente.
Una
rabbia intensa mi colse. Stavo per attaccare, quando… “Lascialo a me, Lina.”
Zel
sembrava essersi svegliato dal suo torpore. Si fece avanti, con uno sguardo
freddo come il ghiaccio. “Non ti perdonerò mai per avermi usato come esca per
fare del male alla mia amica. Me la pagherai.”
Non
ero sicura che fosse una buona idea lasciarlo combattere da solo, soprattutto
finché non si fosse calmato. Lotta e rabbia non sono buone compagne, lo avevo
provato io stessa, soltanto poche ore prima. Purtroppo, sembrava che non avessi
molta scelta, dato che anche Dynast si stava facendo nuovamente avanti.
“Gli
guarderò io le spalle, Lina- san…” Mi stupii di sentire Sylphiel intervenire
sottovoce. La sacerdotessa mi si era avvicinata dopo avere disteso il corpo di
Amelia in un angolo relativamente sicuro. “Per Amelia- san non c’è nulla che io
possa fare, ora, e sono certa…” Fece una pausa. “Sono certa che tu e Gourry-
sama ve la caverete benissimo, forse anche meglio, se lavorerete in squadra, da
soli.” Abbassò lo sguardo. Non mi piaceva, quell’espressione. Volevo dirle
qualcosa, ma mi interruppe mentre aprivo la bocca per parlare. “Non pensate a
noi due, concentratevi solo sul combattimento. Distrarvi di nuovo potrebbe
essere pericoloso, e ne va della salvezza del mondo.”
Mi
limitai a sorriderle e annuire. “Lo stesso per te. Grazie, Sylphiel… Ricordami
che ti devo un bel pranzo per questo.” La sacerdotessa batté le palpebre,
stupita, quindi sorrise ed annuì.
“Tu
potrai averne un po’, se mi sarai sufficientemente utile.” Mi rivolsi a Gourry.
“Ehi,
non sono mica un cane da combattimento!” Si lamentò lo spadaccino.
Mascherando
un sogghigno, avanzai verso Dynast. Quando incontrai lo sguardo tagliente del
demone, la voglia di sdrammatizzare mi passò immediatamente. Eravamo da capo.
Gettai
un’occhiata al combattimento fra i Re- Draghi e i Signori dei Demoni. Sembrava
procedere alla pari… Non riuscivo a capire… Perché Dynast non andava ad aiutare
i suoi compagni? Per tenere testa a noi, Xellos sarebbe stato sufficiente e, se
fossero stati in tre, i Mazoku avrebbero preso più facilmente il sopravvento
sugli Shinzoku. Che cosa stava aspettando?
Lasciai
perdere questi ragionamenti, quando il nostro avversario si mise in posa da
combattimento. Dovevo concentrarmi, pensare alla lotta, solo alla lotta.
Gourry
avanzò, brandendo la spada, e si pose protettivamente di fronte a me.
“Cominci
ad essere fastidioso, mercenario… Il tempo che ti resta da vivere non è comunque
molto. Levati dai piedi e trovatene una adulta, se non vuoi morire prima del
dovuto.” Ehi! Vorresti dire che io sono una bambina? Gourry stava per
replicare, ma io mi feci avanti per prima. “Ma complimenti! Che bel repertorio
di frasi fatte! Cos’è, a voi demoni hanno scritto le battute in serie, mentre
spartivano per voi l’UNICO CERVELLO che è stato concesso in comune a tutta la
categoria???” Ci sono certi tasti, per una signorina, che nemmeno ad un demone
è permesso toccare…
Il
demone sogghignò nuovamente. “Vedremo se fra poco avrai ancora voglia di
prendermi in giro…” E attaccò di nuovo, stavolta con tutta la sua forza.
“Ray Wing!!!!” Afferrai velocemente
Gourry, spostandomi di lato nel tentativo di evitare il colpo. L’impatto fu
violentissimo. Gourry ed io evitammo a malapena di essere colpiti. La forza
d’urto ci fece sbattere con violenza contro un muro. Il corpo dello spadaccino
mi ammorbidì leggermente l’atterraggio, ma ebbi l’impressione di sentire le
ossa di Gourry scricchiolare.
La
parete che separava la sala nella quale ci trovavamo dal santuario venne
colpita al posto nostro e crollò quasi interamente. La strana sensazione al
petto si intensificò, anche se non tanto come l’ultima volta. Non ebbi molto
tempo per farci caso, comunque.
“Li…Lina…”
“Gourry!
Gourry, ti senti bene?” Ero DECISAMENTE preoccupata per il mio amico. Non si
era ancora del tutto ripreso dalla ferita precedente, ed ora avrebbe avuto
bisogno di riposare, non certo di incassare altri colpi.
“Non…
ti… preoccupare… Sto… bene… Io ti… ti proteggerò…”
“Riguardo
a questo io avrei qualche dubbio…” Dannazione! Dynast era comparso alle nostre
spalle e teneva la mano puntata verso di noi, con un incantesimo pronto per
essere scagliato. “A questo punto non ha più senso opporre resistenza, giusto?”
I suoi occhi si strinsero in un sogghigno. “Ti conviene seguirmi, se non vuoi
che al tuo ‘angelo custode’ accada qualcosa di peggio…”
Questo
non potevo permetterlo, ma non potevo neanche permettermi di mettere a rischio
il mondo, finché restava una speranza. Detestavo dover coinvolgere ancora
Gourry nella lotta, ma era l’unica soluzione che ci rimaneva. Lasciai scivolare
lentamente il pugnale che tenevo nascosto sotto la manica nella mano dello
spadaccino. Un bagliore nel suo sguardo mi assicurò che aveva capito che cosa
avevo intenzione di fare…
Improvvisamente,
il mio amico scattò in avanti, mirando con il pugnale al nostro avversario. Il
Demone, come avevo immaginato, non si aspettava una reazione da parte dello
spadaccino, e perse l’equilibrio. L’incantesimo che le sue mani rilasciarono
riuscì tuttavia a colpire di striscio il mio compagno. Accidenti! Secondo i
miei calcoli sarebbe dovuto riuscire ad evitarlo! Cercai comunque di non
lasciarmi distrarre e raccolsi all’istante la Blast Sword che Gourry
prontamente aveva lasciato cadere. Dynast era convinto di essere stato
attaccato con essa, e non aveva pensato a me. Quando si accorse dei miei
movimenti, fu troppo tardi. Conficcai la lama nella sua schiena. Io non avevo
di certo la stessa forza di Gourry, ma pregai che fosse comunque efficace. Il
demone emise un grido acuto e voltò la faccia verso di me con gli occhi
iniettati di sangue. Disperatamente, spinsi a fondo la spada.
Il
Mazoku chiuse gli occhi, digrignò i denti, e… sparì. “No…” Caddi in ginocchio,
lasciando la spada. Purtroppo, non ero riuscita a finirlo… Comunque, gli
sarebbe servito un po’ di tempo per riprendersi, e questo mi permetteva di
accertare le condizioni di Gourry. Cercai con gli occhi Sylphiel… La sua magia
guaritrice mi sarebbe stata così utile, in quel momento…
Fui
costretta a trattenere un gemito, quando vidi il corpo della sacerdotessa
riverso a terra. Sembrava essere in condizioni simili a quelle di Amelia. “No…
NO! Non può andare così!!” Zel stava ancora combattendo con Xellos, ma era più
che evidente che non avrebbe resistito a lungo. Anzi, avevo l’impressione che
il demone si stesse divertendo a giocare con lui come il gatto con il topo…
Distolsi
lo sguardo, e corsi al fianco di Gourry. Anche le sue condizioni non erano
delle migliori, purtroppo. Non mostrava ferite superficiali troppo profonde e
non ero in grado di dire se fosse in pericolo di vita, ma di sicuro non sarebbe
più stato in grado di combattere. Eravamo davvero nei guai. Pregai che si
trattasse di un incubo…
Purtroppo,
non avevo nemmeno il tempo di preoccuparmi. Raccolsi la Blast Sword e mi alzai
in piedi, cercando con lo sguardo Dynast. Dove diavolo era finito?
Come
evocato dai miei pensieri, il demone comparve di fronte a me. Faceva di tutto
per nasconderlo, ma sembrava che lo avessi ferito più profondamente di quanto
non avevo creduto. Barcollava lievemente, ed una smorfia di dolore gli segnava
il volto… Del resto, probabilmente, anche completare la formula per l’apertura
del Portale, in precedenza, doveva averlo in parte indebolito. Forse ora con un
Laguna Blade…
Non
ebbi tempo di riflettere. Come posseduto da una furia, il Mazoku si scagliò
contro di me! Accidenti! Non avevo il tempo di creare uno scudo protettivo,
quindi sollevai ancora una volta la spada di Gourry e mi preparai a parare il
colpo… Tuttavia, all’ultimo istante, il demone deviò e diresse la propria corsa
verso la schiena del Re dei Draghi del Mare! Doveva aver aspettato tutto quel
tempo per coglierlo di sorpresa, accidenti!
“Attenzione!!”
Gridai, ma era troppo tardi. Lo Shinzoku, impegnato a combattere con Xellas,
non poté reagire e venne trapassato da parte a parte dagli artigli del mostro.
Mi coprii la bocca con le mani per evitare di gridare. Non era un bello
spettacolo…
Ora,
eravamo SUL SERIO nei guai. Eravamo rimasti in due… E dovevamo vedercela con
tre Signori dei Demoni…
Il
re dei Draghi stramazzò al suolo, ma quando Dynast fece per dargli il colpo
finale, il Re dei Draghi di Fuoco si liberò dall'attacco di Dolphin e scattò in
avanti, di fronte al compagno ferito. Immaginai che avrebbe lottato per
difenderlo, ma…
“Ci
arrendiamo.” Dichiarò, non distogliendo gli occhi dallo sguardo del demone.
“Avete vinto, ormai non ha più senso opporsi. Lina Inverse è vostra.”
“NO!”
Gridai, con tutte le mie forze. “Non ancora! Non è ancora detto che non
riusciremo a farcela! Avevi promesso!” Probabilmente la mia ribellione appariva
un po’ patetica, ma non potevo sopportare il suo tradimento. Ovviamente, aveva
intenzione di ritornare al suo piano originario e abbandonare il nostro
accordo. Ma, se lui si arrendeva, le mie possibilità di vittoria, già deboli,
scendevano automaticamente a zero.
“Non
devi preoccuparti, Inverse…” Xellas mi sorrise freddamente, per rivolgersi allo
Shinzoku. “Divertente… Non l’hai ancora capito?”
Lo
sguardo del Re dei Draghi di Fuoco si tinse improvvisamente di terrore.
“Già,”
Proseguì Xellas, “Eravamo al corrente di tutto, sin dall’inizio. E’ facile
tenere noi all’oscuro di un piano, ma ci sono orecchie di alcuni fedeli
servitori che sono in grado di infiltrarsi dappertutto…” Quasi come se lo
avesse evocato, Xellos comparve al suo fianco. Il che significava che anche Zel
era…
Abbassai
lo sguardo.
Xellas
sollevò la mano, preparando un incantesimo. “Ora, capirai che lasciarti in
grado di ostacolarci sarebbe piuttosto stupido da parte nostra… Quindi, la
soluzione non può essere che una…”
Disperatamente,
scattai in avanti per cercare di impedire l’inevitabile. Dolphin scomparve e mi
riapparve di fronte, impedendomi di proseguire oltre. Riuscii solo a sentire le
urla dello Shinzoku, che veniva colpito.
Indietreggiai,
continuando stupidamente a brandire la spada, che ora come ora era praticamente
inutile. Osservai il Re dei Draghi di Fuoco cadere a terra, accanto al suo compagno.
Non lo aveva finito, ma potevo comprendere il perché… Ora veniva il bello, e
dovevano conservare energie… del resto, in quello stato, non sarebbe stato in
grado di interferire…
Il
che mi lasciava…
“Pare
che tu sia rimasta sola, eh, ragazzina?” Dynast avanzò, con fare sprezzante.
Non
so dove trovai la voce per rispondergli. “E’ facile fare gli sbruffoni quando
si è in vantaggio, vero Dynast?” Continuai a indietreggiare, invocando
sommessamente il potere di Lord of Nightmares… Era la mia ultima risorsa, anche
se non ero sicura che potesse funzionare.
“Cosa
credi di fare?” Dolphin si era accorto del mio tentato attacco! Il demone mi
comparve ancora una volta di fronte, ma ora ero pronta ad accoglierlo.
“Laguna Blade!!!” L’anello magico venne
ancora una volta in mio aiuto, potenziando la mia magia. Scattai in avanti e
trapassai il braccio del demone per intero con la lama di tenebra, per farmi
strada. Ma non era lui il mio obiettivo. Mi scagliai verso la configurazione
magica all’interno del santuario, con l’intento di sfruttare la forza del
Signore di tutte le creature delle tenebre e di distruggerla. Forse avrei
potuto farcela…
I
Mazoku si resero conto tardi delle mie intenzioni, ma Xellas reagì nel modo che
meno mi ero aspettata. Afferrò Dynast, ferito e troppo debole per opporre
resistenza, e mi comparve di fronte, tenendolo immobile. Era troppo tardi per
frenare, e la mia lama si conficcò nel petto del demone, trapassandolo, mentre
Xellas spariva nuovamente. Il mio incantesimo finì per consumarsi definitivamente
con l’uccisione del Mazoku, lasciandomi sfinita a terra.
Se
la situazione non fosse stata drammatica, mi sarei lasciata sfuggire una risata
amara. Si era servita del suo alleato come SCUDO per la configurazione magica.
Se li sceglievano bene i propri amici, i demoni…
Alzai
debolmente lo sguardo per osservare la figura di Xellas che mi sovrastava. Lo
sguardo della demone rimase impassibile, mentre rilasciava una sfera di
energia, che mi colpì in pieno. Gridai di dolore, e riuscii a malapena a prestare
attenzione alle sue parole. “Questo è per il tuo tentativo. E’ finita.”
Una
forza invisibile mi sollevò lentamente da terra. Cercai di opporre resistenza,
ma era inutile. Però non potevano obbligarmi a lanciare il Giga Slave, se non
volevo! Potevano cercare di costringermi, ma se io non avessi ceduto… Oppure
avrei potuto fare come avevo detto agli altri, indirizzarlo contro me stessa,
e…
Queste
ultime speranze vennero seriamente incrinate nel momento in cui incontrai il
sorriso sicuro di Xellas.
Con
un gesto secco, la demone mi fece ricadere con violenza sul suolo del
santuario. Dolhpin ci seguì, con la stessa espressione imperturbabile di
sempre. Xellos sembrava sparito.
La
demone prese a trascinarmi a forza al centro della configurazione, e il solito
dolore al petto sembrò aumentare di intensità.
“Cerca
di non fare resistenza, Inverse, o il dolore aumenterà ancora…”
“Che…
che cos’è?” Chiesi, con un filo di voce. La demone sorrise, nuovamente.
“Ora
tu e la ‘chiave’ siete una sola cosa. Il dolore dipende da questo. La ‘chiave’
libererà il santuario dalla magia che lo pervade…” Quindi il ‘sigillo’… Era il
santuario stesso! “… attiverà automaticamente il Portale e,una volta che avremo raggiunto il centro della
configurazione, ti spingerà a lanciare l’incantesimo. Operare la ‘fusione’ era
l’unico modo che avevamo per costringerti a scagliare il Giga Slave…”
La…
‘fusione’? In pratica avevano fatto in modo che i miei poteri si fondessero con
quelli della ‘chiave’. E’ un procedimento a cui alcuni maghi ricorrono per
legare a sé indissolubilmente i propri oggetti magici. Però, può essere
pericoloso… Il mago che opera una ‘fusione’ con un oggetto magico finirà per
farsi controllare da esso, se l’oggetto è abbastanza potente. Evidentemente i
demoni puntavano a questo. Ma io non mi ero accorta di nessuna ‘fusione’… Quale
era la ‘chiave’? Un terribile sospetto mi colse, e gettai istintivamente
un’occhiata all’anello che portavo al dito.
La
demone intercettò il mio sguardo e smentì immediatamente le mie supposizioni.
“Oh, no, Inverse, non si tratta di quello… A dire il vero, non sono certa di
quale sia la natura di quell’oggetto, ma non è certo la ‘chiave’… Ti ricordi la
prima volta che hai incontrato il mio inviato, qui a Miilun?” Doveva riferirsi
al demone che avevo sconfitto qualche ora prima, nella dimensione parallela.
“Lasciandoti credere che si trattasse di una trappola, è stato facile farti
dimenticare del piccolo oggetto che conteneva il messaggio del mio sottoposto…
E, una volta che è entrato a contatto con il tuo corpo, la magia che vi avevo
riposto ha fatto tutto da sé…”
Il
pendaglio… di Orhialcon… Lo avevo nascosto sotto la mia veste, a contatto
diretto con la pelle e… Quanto ero stata stupida! Quella era la chiave! Erano
bastati pochi secondi perché venisse ‘assorbita’ dal mio corpo… Altro che
sparita! Avrei dovuto insospettirmi, dato che era pur sempre un oggetto
lasciatomi da un demone ma… sembrava così insignificante! E, certo, anche il
fatto che fosse fatto di Orhialcon aveva contribuito a distrarmi…
Notando
la mia espressione, la demone assunse un tono sarcastico… “Mai lasciarsi
ingannare dalle apparenze, Inverse…”
Strinsi
i denti per la rabbia. Faceva persino la spiritosa… Avevo una gran voglia di
lanciarle un incantesimo!
Non
ne ebbi materialmente il tempo. Eravamo giunte al centro della configurazione.
Mi sembrava che il cuore mi stesse per esplodere per il dolore. Al diavolo!
Avrei resistito! Non poteva finire così, non poteva!!
Dolphin
ci raggiunse e i due demoni si scambiarono un’occhiata. “Stai per assistere ad
un evento senza precedenti, Inverse… Siine felice, è un buon modo per morire.”
La fissai con rabbia, e Xellas mi rivolse un altro sorriso.
Dolphin
e la demone si concentrarono e pronunciarono una serie di parole
incomprensibili, fra le quali riconobbi alcuni termini appartenenti alle Chaos
Words, l’alfabeto della magia nera. Il Portale sembrò rispondere alla strana
cantilena, e un’improvvisa carica di energia si concentrò attorno a noi. Pensai
di provare a fuggire mentre erano concentrati sulla formula, ma non riuscivo
nemmeno a muovermi, ormai…
“Signore del Caos! Kaleo Dunamin! Apertura!!!!”
L’incantesimo
terminò. Il terreno sul quale giacevo, coperto di Rune, si illuminò,
rischiarando la sala a giorno. Una improvvisa forza mi investì. Senza nemmeno
rendermene conto, mi ritrovai in piedi, recitando la formula per il Giga Slave…
“Funziona!”
Sentii qualcuno gridare. Con orrore, avvertii l’energia del Caos che fluiva dal
mio corpo, e quella del Portale che rispondeva. No! Con le lacrime agli occhi,
cercai disperatamente di opporre resistenza, di trattenere l’energia che ero
costretta ad evocare, e di indirizzarla verso di me e non verso il Portale. Sì,
stava funzionando! Il Caos per un momento sembrò ripiegare totalmente su di me,
con una forza che mi sopraffaceva. Ma stavo evitando l’apertura, potevo
riuscirci!!! Poi, accadde qualcosa di inspiegabile. Il mio anello magico sembrò
reagire, illuminandosi. Ringraziai il cielo, pensando che mi avrebbe aiutato,
ma non fu così. Come se fosse indirizzata dall’anello, l’energia riprese a
fluire verso il Portale, con una forza irresistibile.
Confusamente,
mi sembrò di udire una voce familiare che chiamava il mio nome, ma in quel
momento non ci feci caso. Tentai ancora una volta di fermare l’energia, ma
invano. Quindi, distrutta, mi arresi.
Era
finita.
Riuscii
a vedere una luce accecante che inondava la sala, quindi fui scagliata lontano
da un’intensa esplosione. Ricaddi in un angolo in ombra della sala principale,
incapace di muovermi di un solo millimetro. Giacqui a terra per qualche
secondo, prima di sentire nuovamente la voce familiare che mi chiamava.
Stavolta, era molto vicina.
Aprii
gli occhi. “Gourry… Ti sei… ripreso…”
Lo
spadaccino si era trascinato fino a lì, ed ora era chino su di me, il volto
segnato dalla preoccupazione. La sua armatura era semi distrutta, e al di sotto
si intravedeva la maglia intrisa di sangue. “Lina…” Mi sollevò gentilmente fra
le braccia, e mi strinse a sé. Il braccio mi faceva un male pazzesco, dovevo
essermelo rotto nella caduta… Ma quello era davvero l’ultimo dei miei problemi…
“Gourry…
Cos’ho… fatto?”
Il
mio amico non riuscì a rispondermi. Poté solo rivolgere un’occhiata cupa in
direzione del santuario. Seguendo il suo sguardo, mi trovai ad osservare il
Portale. Aperto. Un’oscurità splendente sembrava volerne uscire per sommergere
il nostro mondo, e Xellas e Dolphin stavano pronunciando l’incantesimo che
avrebbe permesso loro di controllarla. Avevamo perso.
Non
riuscii a reprimere un gemito sconfitto, e nascosi il volto nelle pieghe del
colletto di Gourry, per evitare che mi guardasse in viso. Lo spadaccino tacque.
Del resto, non c’era molto da dire… e non c’era nulla che potessimo fare…
Nonostante questo…
“Io…
Non posso! Non possiamo arrenderci così!!” Mi divincolai dall’abbraccio del mio
amico.
“Lina?
Che cosa hai intenzione di…”
“Devo
fare qualcosa! Aiutami!” Lo spadaccino sembrò sul punto di rispondermi, ma poi
tacque e praticamente mi sollevò a forza, dal momento che da sola non sarei
riuscita a restare in piedi nemmeno un secondo. La sua espressione era molto
poco convinta, come doveva esserlo la mia, del resto… Ma forse potevo farcela,
potevo usare ancora un po’ di magia… I miei capelli non avevano ancora perso
del tutto colore, mi restava ancora un po’ di forza…Cercai la concentrazione
per lanciare un incantesimo, ma la mia mente era annebbiata dalla paura, e le
parole magiche si accavallavano, senza prendere corpo in una formula. O forse
non era paura, ma soltanto consapevolezza… La consapevolezza che, comunque, era
troppo tardi…
La
cantilena dei due demoni si interruppe nuovamente. L’energia li circondò, e
dall’espressione dei loro volti dedussi che l’incantesimo era stato concluso
correttamente. Era questione di attimi, e avrebbero ottenuto ciò che desideravano.
Il controllo del Caos, il potere sull’incontrollabile. Il potere assoluto… Non
riuscii a distogliere lo sguardo, nell’attesa dell’inevitabile…
Che
non avvenne.
Non
accadde nulla! L’energia evocata dai due Mazoku si dissolse, e il Portale
rimase aperto, continuando ad emettere la sua luce nera.
“Cosa
diavolo…?” Iniziò Xellas.
“Tutto
ha una spiegazione.” Una voce risuonò alle nostre spalle.
Ci
voltammo per fronteggiare…
“Tu!” Gridò Xellas. “Tu sei la ragazza di cui ci siamo serviti
per…”
Di
fronte a noi si trovava la sacerdotessa che avevamo incontrato la prima notte a
Moonearth, e che credevamo morta! A braccia incrociate e con un’aria
tranquillissima, a vedere lei sembrava che nulla fosse accaduto. “Mai lasciarsi
ingannare dalle apparenze…” La ragazza ritorse contro Xellas le parole che lei
stessa poco prima aveva rivolto a me.
“Chi…
Chi diavolo…?” Domandai, avanzando a fatica dall’ombra, ancora sorretta da
Gourry.
Ignorandomi,
la sacerdotessa proseguì. “Credo che qui si sia fatta un po’ di confusione sui
ruoli…” Alzò uno sguardo gelido verso i due demoni. “Non ho mai detto di voler
cedere il mio posto a qualcuno di voi, e vi assicuro che non mi farei scrupoli
a farlo, se lo desiderassi…”
Mi
sembrò che lo stomaco mi si accartocciasse, e strinsi così forte il braccio di
Gourry da bloccargli la circolazione. Quella… Quella era…
L’espressione
dei due Mazoku non differiva molto da come doveva essere la mia, in quel
momento…
“Davvero
eravate convinti di portare a termine il vostro piano senza che io ne venissi a
conoscenza?” Proseguì. “Davvero pensavate che me ne sarei stata al di là del
Portale ad aspettare di essere uccisa da creature con un potere debole come il
vostro?” Aveva detto… potere… debole… Mi stupii che le ginocchia mi reggessero
ancora…
Xellas
prese la parola, con un’aria sinceramente terrorizzata. “Come… come è
possibile? Ti sei rifugiata in questo mondo…? Noi… avremmo dovuto avvertirlo…”
“E’
stato così semplice… Mi è bastato prendere un corpo umano, per impedirvi di
accorgervi di me… Vi siete persino convinti di esservi serviti di me per
attirare a Miilun Lina Inverse…” Quella allora non era un’illusione? Aveva
preso possesso davvero di un essere umano… Come aveva fatto con me?
“No,
non allo stesso modo, Inverse…” Sussultai, quando mi rispose proprio come se mi
avesse letto nel pensiero.
Si
volse verso di me. “Allora avevo conservato tutto il mio potere, e a Fibrizo
sarebbe stato possibile avvertirlo subito, se non fosse stato per la sua
presunzione. In quell’occasione ho solo incanalato la mia volontà in te. Ora,
per mascherare la mia identità, sono dovuta diventare umana, a tutti gli
effetti.” Il suo tono si colorì di un accento sarcastico. “Almeno
esteriormente…”
Bè,
era stata decisamente un’ottima attrice, non c’è che dire…
“Non
è possibile!!!” Esclamò Xellas. “Il puro Caos non può…”
“Che
cosa ne sai tu di ciò che mi è possibile???” Ora la sua voce era colma d’ira.
Rabbrividii. “Io sono più di quanto tu non creda! Perché non dovrei riuscire in
ciò che è possibile anche ad un demone da due soldi?” Era vero, in effetti… un
demone di un certo livello è in grado di impadronirsi di un corpo umano, anche
se si tratta di un incantesimo molto complicato…
Lord of Nightmares proseguì, irata.“Io non sottostò alle leggi
del tuo mondo! Io impongo a te la MIA legge, ora!”
Puntò
la mano verso il Portale, che si richiuse fino a raggiungere appena le
dimensioni che avrebbero permesso il passaggio ad un essere umano.
Xellas
sembrava paralizzata per il terrore. Dolphin invece… Sembrava essersi ripreso…
Ma cosa?
Il
demone si fece avanti. “Dimentichi una cosa, mia signora… Se è vero ciò che hai
detto, ora il tuo potere non è superiore a quello di un essere umano…”
Xellas
si voltò verso di lui… E il suo volto si illuminò. Significava che… aveva
ragione?
Dolphin
proseguì. “E questo significa, Signora del Caos, che ora tu sei più vulnerabile
di noi, e non dovrebbe essere difficile, per noi, eliminarti…”
Lord
of Nightmares non si mostrò minimamente turbata. “Anche tu dimentichi una
cosa…” Xellos improvvisamente apparve alle sue spalle, e rimase immobile. “Ora
anche voi siete vulnerabili, vista la difficoltà dell’incantesimo che avete
appena scagliato. E anche se non dispongo del mio potere, qui c’è qualcuno che
ne possiede un frammento.” I suoi occhi si posarono su di me. “Ti è già stato
utile in passato, anche se, nelle mie condizioni, non sono potuta intervenire
troppo prontamente per attivarlo. Ora credo che tu abbia capito quale è l’uso
migliore che puoi farne.”
Capii
immediatamente a che cosa si riferiva. L’anello magico… non faceva parte dei
Demon Blood. Non era altro che una parte dei poteri della Signora di tutte le
creature delle tenebre, racchiusa in una semplicissima pietra rossa. Non mi
fidavo di lei più di quanto mi fidassi di quei demoni, ma per quel che
riguardava quel momento… aveva ragione, sapevo cosa farne…
Non
persi tempo a riflettere. Concentrandomi sull’oggetto magico, iniziai a
recitare. “Signore delle tenebre e dei
quattro mondi, io imploro i tuoi frammenti…” Xellas scattò in avanti, in un
ultimo, disperato, tentativo, ma Xellos le apparve di fronte e la bloccò.
“XELLOS!! Tu…”
“Mi
spiace, mia signora, ordini che vengono dall’alto…”
“LAGUNA BLADE!!!” Terminai la formula e
mi gettai in avanti. Xellos si scostò in tempo per permettermi di colpire la
sua padrona. Però Dolphin… Aveva aspettato apposta per attaccarmi di sorpresa!
“Non
ci pensare nemmeno!” Gourry, che aveva raccolto la propria spada dal suolo, si
interpose fra me ed il demone e affondò la lama nel suo stomaco. Il Mazoku la
afferrò e tirò, cercando di estrarla, mentre lo spadaccino resisteva con tutte
le proprie forze. Fu allora che la Blast Sword… si ruppe! La lama si spezzò in
due e rimase in gran parte conficcata nel demone, che cadde a terra, ancora
vivo, ma senza più forze, nemmeno per sparire.
Anch’io
caddi in avanti, e mi sarei accasciata al suolo se non fosse stato per la
presa, più che salda, viste le sue condizioni, del mio amico spadaccino. Con le
ultime forze, alzai lo sguardo verso i due demoni al suolo, che scomparvero nel
nulla.
La
voce di L.O.N. risuonò nella sala vuota. “Non posso ancora permettere che
muoiano, né loro, né l’altro…” Si riferiva a Dynast? E in che senso non poteva
ancora permetterlo? E non includeva nel gruppo anche i Signori dei Demoni che
avevamo eliminato in passato, vero? “Mi saranno ancora utili…” Aggiunse, quasi
una risposta ai miei pensieri. “Però il pericolo non deve ripetersi. Si rivolse
a me e a Gourry. “Da oggi in poi il Portale sparirà da qui. Farò in modo che la
sua chiusura stavolta sia definitiva… In quanto alla chiave…” Mi fissò con
sguardo penetrante. “Deve tornare da dove è venuta… Nel Mare del Caos.” Avanzò
verso di noi e Gourry, forse istintivamente, mi strinse più forte. Io… Avevo
subito una ‘fusione’, con quella chiave… Che cosa voleva farne di me…?
“Che
cosa intendi fare?” Gourry precedette la mia domanda, ma Lord of Nightmares non
gli rispose. Si limitò a sollevare una mano e il dolore intenso mi colse
nuovamente al petto. Gridai, incapace di trattenermi. “LINA!” Prima che lo spadaccino
potesse fare qualsiasi cosa, il piccolo pendaglio di Orhialcon uscì dal mio
petto e levitò sino alla mano della Signora dell’Oscurità.
“Ma
anche tu, PER ORA, resterai qui… Le cose saranno più… interessanti.”
E
Lord of Nightmares, la più potente e spaventosa fra tutte le creature, mi
SORRISE. Un’esperienza piuttosto inquietante, per dirla tutta…
Con
questo, si allontanò in direzione del santuario e sparì nel Portale, che si
richiuse alle sue spalle. Fu allora che il suolo cominciò a tremare.
“Non
è per farmi gli affari vostri…” Una voce dal tono irritante risuonò alle nostre
spalle. Non c’era nemmeno da chiedersi chi fosse… “…però credo proprio che
queste vecchie mura non reggeranno a lungo, e forse vi converrebbe uscire…”
Lo
ignorai. “Dove sono gli altri?” Chiesi con il filo di voce che mi rimaneva, e
più a me stessa che a Gourry, che non poteva saperne più di me.
Xellos
proseguì, come se mi fossi rivolta a lui. “Dal momento che Xellas mi aveva
detto che non era necessario tenerli in vita…” Fece VOLONTARIAMENTE (ne ero
sicura…) una pausa, lasciandomi con il fiato sospeso… “… MA non mi aveva dato
ordini precisi riguardo alla loro uccisione, credo che potranno uscire con le
loro gambe…” Schioccò le dita, e solo allora mi accorsi di Amelia, in un angolo,
che si guardava attorno spaesata, con l’aria di chi si è appena svegliato.
Accanto a lei c’erano anche Sylphiel e Zel, che, anche se era sicuramente in
grado di camminare, sembrava quello ridotto peggio. Sinceramente, la cosa non
mi stupiva più di tanto… Visti i suoi rapporti con Xellos…
“Li…
Lina- san! Cosa…?”
“Fuori
di qui!!!” Gridò Gourry con la voce che io non avevo, accorgendosi come me che
proprio la colonna al loro fianco cominciava a sgretolarsi. “A dopo le
spiegazioni!”
Non
so con quale forza, lo spadaccino mi sollevò fra le braccia e mi trasportò
fuori, appena in tempo. Subito dopo che fummo usciti nell’aria fredda dell’alba
di Miilun, il tempio crollò alle nostre spalle. Tutti si buttarono a terra,
sfiniti. Gourry cadde in ginocchio, attento a non lasciarmi scivolare a terra,
e trasse un profondo sospiro di sollievo. “E’ finita…”
“Già.”
Sorrisi. “Anche se noi non abbiamo combinato un granché, stavolta…” Commentai,
non riuscendo a reprimere uno sbadiglio.
Il
mio amico mi scostò alcuni capelli dal viso e mi sorrise, dolcemente. “Non è
vero. Sei stata in gamba…” Annuì, con l’aria di chi la sa lunga.
“Mmm…”
Riuscii semplicemente a rispondere, prima di cadere profondamente addormentata,
fra le sue braccia…
Epilogo
Quando
ci fummo ripresi a sufficienza da mettere il naso fuori dalle stanze della
locanda, la grande Fiera di Miilun era ormai giunta al termine.
Nella
mia camera avevo trovato un biglietto, con su scritto un laconico “Grazie
dell’aiuto.” Con tutto quello che avevamo passato, avrei preferito un
riconoscimento un po’ più tangibile, ma almeno quello era un segno che i due
Shinzoku che ci erano stati ‘alleati’ stavano bene, dopotutto…
Ilmund
il Verde aveva avuto un bello spiegare alla popolazione di Miilun che cosa era
accaduto al tempio. Noi non ci facemmo avanti per dare la nostra versione dei
fatti, visto che senza prove forse non ci avrebbero creduto e che la
popolazione non sarebbe stata molto amichevole con chi aveva contribuito a
distruggere il più importante monumento cittadino… Nonostante questo, ebbi
l’impressione che il capo del Circolo di Magia sapesse più di quanto mostrava.
Del resto, confessare che il Portale si era trovato per tanti anni in quel
tempio e che il Circolo aveva sempre ignorato la cosa non avrebbe molto giovato
alla sua immagine… La storia, comunque, con un certo fastidio da parte mia,
venne abilmente insabbiata…
E
per quanto ci riguardava…
“Bè,
ragazzi, pare che sia giunto di nuovo il momento dei saluti…”
Ci
trovavamo su una delle colline appena al di fuori delle mura della città. “E
ora, che avete intenzione di fare?” Chiesi, giocherellando allegramente con la
sporta di cibo che avevo appena vuotato. “Ognuno tornerà alle sue solite
occupazioni?”
Zel
intervenne per primo a rispondermi. “Bè, io credo che mi dirigerò verso Sud…”
Tutti lo fissammo con aria interrogativa. “Ricordate da dove avevano detto di
venire quei due Shinzoku? Forse, effettivamente, negli stati del Sud esistono
ancora grandi comunità di draghi dorati…”
“Oh,
capisco…” Intervenni. “Pensi di cercare la tua cura presso di loro, giusto?”
“Ma
certo!” Amelia. “La Magia Bianca dei draghi è la più potente che esista al
mondo…”
Zel
annuì, pensieroso, ma con l’aria soddisfatta. La speranza di una cura sembrava
avergli dato nuova energia. E anche il sollievo perché una certa persona si era
salvata, aggiungerei…
“Lina,
che hai da ridacchiare?” La chimera mi fissò, torva.
“Oh,
niente, niente… E voi due? Pensate di tornare a Sailune?” Mi rivolsi ad Amelia
e Sylphiel.
“E’
inevitabile, Lina- san! Una principessa è piena di responsabilità!” Amelia mi
rispose col solito entusiasmo.
Sylphiel
sospirò… “Sì… Credo che dopotutto il mio posto sia lì, ora…” Il suo sguardo si
fermò su Gourry, il quale sedeva con aria assonnata sulla stessa roccia dove mi
trovavo io, e allontanava meccanicamente ciocche di capelli biondi dal volto,
dal momento che, ora che erano più corti, non ne volevano sapere di stare a
posto. Quindi, mi si avvicinò. Battei le palpebre. Che…
“Tanto
per capirci…” Bisbigliò. “Se ora torno da quel principe che NON SEMBRA AFFATTO
UN PRINCIPE, invece di stare qui a lottare per lui, è solo perché ho visto
com’è se tu non sei con lui, e non mi è piaciuto per niente! Ma tu non provare
nemmeno a venderlo a qualche banda di banditi, chiaro?”
“E…
Ehi… Per chi mi hai preso…?” Ma che razza di discorsi andava facendo…?
Sospirai. Gourry batté le palpebre, ovviamente senza capire.
Amelia,
fortunatamente, intervenne. “L’unico rimpianto è che, alla fine, non siamo
riusciti a visitare la fiera…”
Battei
il pugno sul palmo della mia mano. “Ehi, ho avuto un’idea!”
L’attenzione
di tutti di concentrò su di me. “Fra un anno, il giorno prima dell’apertura
della fiera, ci ritroveremo proprio qui, e allora potremo visitarla insieme, a
dovere, e senza guai!” Mazoku permettendo, si intende…
Gourry
assunse un’aria perplessa… “Non so perché, ma ho l’impressione che questa sia
una speranza piuttosto sottile, se ci sei tu di mezzo…”
Gli
pestai il piede. “AD OGNI MODO… Ci ritroveremo in questo punto, e poi… Sarà
quel che sarà! Di sicuro non ci sarà da annoiarsi!”
“Ah,
no, su questo non c’è dubbio…” Commentò Zelgadiss, sarcastico.
“Qualche
problema, Zel?” La chimera mi sorrise. “Non posso essere certo di essere già di
ritorno per allora, Lina…”
“Oh,
ma allora non c’è problema… Ti verremo NOI a cercare.”
La
chimera rabbrividì. “Tutto sommato, credo che sarò presente.”
“Perfetto!!”
Gridò Amelia. “Allora a fra un anno, e, nel nome della Giustizia, riusciremo a
vedere la fiera, finalmente!”
“Cosa
c’entra ora la giustizia…?” Una grossa goccia di sudore comparve sulla tempia
della chimera.
“Oh,
insomma… Non essere sempre così polemico, Zel- chan…” Una voce familiare
risuonò alle nostre spalle.
Ci
voltammo tutti, per trovarci a fronteggiare Xellos.
“E
allora, Xel, cosa ne pensa il tuo capo delle tue ultime imprese?” Chiesi, in
tono ironico, inarcando un sopracciglio.
Il
demone sospirò. “Non me ne parlare… E’ furiosa, e mi fa lavorare come un matto…
Del resto, che ci potevo fare? Il primo dei miei superiori è pur sempre Lei…”
Si riferiva a L.O.N., ovviamente…
“Bè,
Xellas non mi sembrava un tipo così suscettibile… Sono sicura che in un secolo
o due ti perdonerà, Xel, non preoccuparti…”
“Uh,
davvero confortante…” Fece un breve sorriso, con l’aria pensierosa. “Però,
dopotutto, non mi dispiace… Come sono andate le cose, intendo… Qualsiasi
fossero le circostanze, cercherei comunque fino all’ultimo di risparmiarvi la
vita. Sai, siete troppo divertenti, in particolare la chimera laggiù…” Il suo
ghigno si allargò, mentre Zel cominciava a fumare di rabbia.
“Uhm,
non so se ringraziarti o meno, per questo…” Commentai. Detto da un demone, non
è un gran bel complimento…
“Ehi,
perché no, Lina- chan? Sono molto offeso! E pensare che avevo anche un regalo
per voi…”
“Uh?”
Inarcai un sopracciglio, incuriosita, alzandomi e facendomi avanti per vedere…
E per poco non caddi a terra per lo stupore! Quella che reggeva in mano era…
era…
“La
Spada di Luce!!!!!” Gridammo Gourry ed io, in coro.
“Sai,
L.O.N. ha pensato che vi meritaste un piccolo compenso, visto l’aiuto che le
avete dato e… EHI! Ma che fate?” Entrambi ci eravamo avventati sulla spada, e
ora ce la stavamo litigando, come ai vecchi tempi.
“Lina,
è una MIA eredità di famiglia!” Sbraitò Gourry. “E l’ultima volta è stato per i
TUOI guai con i Mazoku, che l’ho persa!”
“Già,
ma Xel l’ha portata a ME!!!!” Gridai, di rimando.
“Su…
Su, Lina… C’è qualcosa anche per te…”
Battei
nuovamente le palpebre, lasciando la spada di scatto e facendo cadere Gourry a
gambe all’aria. “Ehi!” Protestò lo spadaccino, ma non gli diedi ascolto.
“Allora,
di che si tratta?”
“Potresti
passarmi un momento l’anello che porti al dito?”
“Eh?”
Istintivamente, coprii l’anello con la mano. Da quando eravamo usciti dal
tempio, non aveva più dato segno di possedere poteri magici, ma, anche se non
lo avrei mai ammesso, tenevo a quell’anello più di quanto non intendessi dare a
vedere…
“Su,
non ho intenzione di portartelo via…” Il tono di Xel mi sembrava piuttosto
sarcastico ed io arrossii, senza motivo. Tuttavia, mi tolsi l’anello e glielo
porsi, senza risparmiargli un’occhiataccia.
“Hai
ancora i frammenti dei Demon Blood?” Senza capirci molto, li estrassi da una
delle tasche del mio mantello, e glieli passai. Il demone sorrise, quindi…
Ruppe la pietra dell’anello sui frammenti del talismano infranto!
“EHI!”
Protestammo Gourry ed io, in coro.
“Non
preoccupatevi…” Una luce avvolse i miei talismani e poco dopo riapparvero alla
nostra vista… Tutti completamente intatti! “Un potere come quello dell’anello
non poteva appartenervi, anche se L.O.N. ve lo ha volentieri delegato per un
po’, accertandosi di dargli una forma che non sarebbe sfuggita all’attenzione
di una certa persona…” Commentò Xellos, strizzando l’occhio verso Gourry, che
in risposta guardò nell’altra direzione, grattandosi la punta del naso con
(falsa?) indifferenza. “…Ma ricostruire il vostro vecchio ‘arsenale’ era
doveroso, dopo quello che avete fatto, no?”
“Uaaaah!
Grazie mille, Xellos!” Bè, c’era la possibilità che ci fosse qualcosa sotto a
quei regali… La fiducia non è mai troppa, quando si parla di Mazoku… Però
sarebbe stato impossibile rifiutare offerte del genere! E il tempo di
controllare ci sarebbe sempre stato, no?
Comunque
NON misi i talismani a contatto con la pelle… Non si sa mai…
“Su,
su, Lina, con tutti questi ringraziamenti mi farai arrossire!” Con falso
imbarazzo, Xellos mi porse nuovamente il mio anello. La pietra sembrava di
nuovo intatta, anche se era più piccola di prima.
Me
lo rimisi al dito. “Uffa, così non varrà più nulla, se lo rivendo…” Finsi di
lamentarmi.
“Ehi,
non dirmi che avevi sul serio intenzione di rivenderlo…” Intervenne lo
spadaccino, piccato.
Gli
rivolsi un sogghigno. “Tu che ne pensi?” Il mio sogghigno si trasformò in un
sorriso, e l’espressione corrucciata sparì immediatamente dal suo volto. “Bè,
non si può mai sapere, con te…”
“Bè,
ragazzi, ora devo proprio salutarvi!” Xellos si alzò in aria, agitando la mano
in segno di saluto.
“Uh?
Vai di già? Qualche nuova missione da compiere?” Domandai, stupita.
Generalmente non si toglieva mai dai piedi…
“Bè,
questo è un segreto, però… non preoccupatevi, ci rivedremo più presto di quanto
pensiate.” Strizzò l’occhio. “Al più tardi, fra una anno!” E agitò la mano
verso Zelgadiss.
Non
so cosa fosse peggio, se questa MINACCIA o il sorriso di L.O.N. …
Ma
non era il momento di preoccuparsene…
Guardammo
Xellos sparire, quindi ci preparammo a salutarci.
“Penso
che noi tre potremo fare il percorso insieme fino a Sailune, poi io proseguirò
verso Sud…” Propose Zel ad Amelia e Sylphiel. Aveva scelto proprio un percorso
casuale, eh? Il mio sogghigno si allargò. La chimera lo notò… e arrossì. AH!
“Lina…
FALLA FINITA!!!”
Assunsi
un’aria innocente. “Ma io stavolta non ho detto nulla…” Mi avvicinai, in modo
che solo lui potesse sentirmi.“…Zel-
san…” Eh, eh… per una volta non era lui ad ironizzare (A TORTO, ovviamente…
ehm…) sulla mia vita sentimentale… Il rossore del mio amico, se possibile,
peggiorò. “Umph!” Si limitò a commentare, guardando dall’altra parte. Non
tentiamo nemmeno più di negare, eh?
“E
voi due, che farete?” Chiese, tentando evidentemente di cambiare argomento.
Battei le palpebre, quindi Gourry ed io ci scambiammo un’occhiata. Fui io a
prendere la parola. “Bè, a dire il vero non abbiamo particolari progetti… Prima
di tutto, però, credo che dovremmo trovarci qualche lavoretto qui a Moonearth,
per le spese di viaggio… Sapete, al momento siamo un po’ al verde…”
“Ci
credo, con tutto quello che mangiate…” Commentò Amelia. Le rivolsi
un’occhiataccia, ma proseguii, senza pendermela troppo. Ero decisamente di buon
umore. “E poi… Ah! Gourry, hai ancora l’elsa della Blast Sword, vero?”
Il
mio amico annuì, perplesso, e la estrasse.
“Perfetto!
Ho in mente una piccola idea riguardo alla tua spada distrutta…”
Gourry batté le palpebre. “Ma, Lina, ora abbiamo di
nuovo la Spada di Luce, che bisogno c’è di…”
Agitai
il dito in aria, imitando Xellos. “Perché ACCONTENTARSI, quando si può avere di
più? Ho sentito parlare di particolari tecniche magiche che permettono di
trasferire i poteri di un oggetto magico ad un altro… Pensa se riuscissimo a
conferire alla Spada di Luce il potere che ancora resta alla Blast Sword!
Avremmo in mano l’arma più potente mai esistita…” E, di sicuro, l’arma più
PREZIOSA! La sola prospettiva bastava a riempirmi di entusiasmo.
“Credo
che a quel punto dovrei operare anch’io una ‘fusione’ con la mia spada per
evitare di farmela portare via da te…” Commentò Gourry, rivolgendo gli occhi al
cielo, con aria terrorizzata… Bè, almeno mostrava di aver capito la mia
spiegazione sulla ‘chiave’…
“Ma,
Lina…” Intervenne Zel. “Io pensavo che una cosa del genere fosse possibile solo
trasferendo i poteri di un’arma magica ad un’arma comune… E poi, sei sicura che
funzioni anche con oggetti così potenti…?”
“Bè,
Zel, credo che l’unico modo per scoprire se è possibile sia provare, no?” Gli
strizzai l’occhio. “E poi, per ora, non abbiamo molto altro da fare, quindi
credo che non sarà male intraprendere questo viaggio, prendendocela con comodo…
Prendiamola come una piccola vacanza, ok?” Mi indirizzai allo spadaccino.
“Questa
non è una cattiva idea…” Considerò il mio amico, sorridendo.
Lanciai
uno sguardo alla posizione del sole. Era il caso di muoversi, se volevamo
arrivare alla prossima città e trovare un posto per la notte prima di sera.
“Bè, ora è davvero giunto il momento! A fra un anno, allora!” Porsi la mano a
Zel. “Datti da fare…” Suggerii semplicemente, con una strizzata d’occhio, senza
dargli tempo di replicare. Quindi, rivolsi un sorriso a Sylphiel e ad Amelia,
la quale corse ad abbracciarmi. “Vienimi a trovare quando puoi, Lina- san! Ci
conto!”
Il
piccolo gruppo si allontanò, salutandoci con la mano. Restammo fermi a
guardarli, finché non sparirono all’orizzonte.
“Dunque…
Per oggi direi di lasciar perdere la faccenda del lavoro…” Riflettei fissando
con un lieve sorriso la campagna attorno a Miilun, nella quale si erano
allontanati i nostri amici. “Domani potremo fermarci in qualche città per
vedere se c’è qualcosa da fare per noi…” Sospirai. “Se solo ci attaccasse
qualche banda di banditi…”
“Di
solito si spera nel contrario, Lina…” Commentò lo spadaccino al mio fianco,
rivolgendomi un sogghigno sarcastico.
“Fai
pure lo spiritoso…” Gli risposi, lanciandogli un’occhiata in tralice. “Ma in
quel caso ci procureremmo i soldi molto più facilmente, e potremmo partire
subito per la nostra ricerca.”
“Uhm…
già, immagino che tu abbia ragione…”
“Come
sempre…” Gli strizzai l’occhio. Mi rivolse un’occhiata scettica, ma poi
sospirò, e sorrise. “Non mi converrebbe comunque contraddirti…”
“Ehi,
che vorresti dire?” Fingendo di indirizzargli un colpo alla testa, spettinai
nuovamente i capelli che era appena riuscito a rimettere a posto.
“Lina!”
Si lamentò.
“Su,
su, stai benissimo! Muoviamoci adesso!” Gli rivolsi un sorriso. Stava per
protestare, quindi fece spallucce e mi sorrise a sua volta. “Dopotutto questa
non è una sfilata di moda, giusto?”
“Esattamente…”
Annuii. E poi, riflettei, IO di certo non avrei detto che non era bello, così…
Ehm…
Ci
mettemmo a camminare, lungo il sentiero che portava al di fuori del territorio
di Miilun. “A proposito, Lina…” Iniziò il mio amico. “Dove siamo diretti,
esattamente, adesso?”
“Bè,
per essere sincera… Non ne ho la più pallida idea! Escluderei Zephilia, a
questo punto… Non solo dovremmo incontrare Luna, ma mio padre ricomincerebbe a
cercare di portare via la MIA spada, ora che l’abbiamo ritrovata.” Indicai la
Spada di Luce, che ora pendeva nel suo vecchio fodero, lungo la schiena di
Gourry.
Lo
spadaccino mi lanciò un’occhiataccia. “Dev’essere un vizio di famiglia…”
Commentò, sospirando.
Sogghignai.
“Ad ogni modo, potremmo provare nel regno di Elmekia, dove l’arte della spada è
molto diffusa… Oppure a Southern, o a Raizerl, lì i Circoli di Magia si
intendono di armi magiche…” Anche tornare a dare un’occhiata a Bezeld poteva
essere una buona idea…
“Ehi,
Lina te l’avevo mai detto che Elmekia è proprio da dove vengo io?”
Battei
le palpebre. “Gourry, poco più di un mese fa ci trovavamo ad Elmekia, come mai
non me ne hai parlato?” Aveva qualche motivo per nascondermi la sua famiglia?
Il
mio amico si fece serio. “Lina, la veritàe che io… non potevo portarti dalla mia famiglia…” Aaaaaaaaah! Lo
sapevo! “…perché io… sono un mezzo demone.”
Raggelai.
Lo spadaccino mi fissò ancora, serio, quindi… scoppiò a ridere!
“Accidenti
che reazione! Stavo solo scherzando… E’ che, stando sempre in mezzo a delle
foreste, non mi ero proprio accorto che ci trovavamo ad Elmekia e… Uh? Perché
ti tieni la testa e la vena sulla tua fronte si sta gonfiando?”
“LASCIA
PERDERE, Gourry, è meglio per te…” Accidenti a lui…
Sorridendo,
il mio amico mi prese a braccetto e riprese a camminare. Rimasi per un attimo
interdetta, ma poi lo lasciai fare, reprimendo un sorriso. “In conclusione,
decideremo la nostra destinazione, come al solito, mentre andiamo, giusto?”
Chiese, perplesso, dopo un attimo di silenzio.
Feci
spallucce. “Già, l’idea è quella… Felice del programma?” Inarcai la testa verso
di lui.
Agitò
la mano, in segno di noncuranza. “…Anche andare sulla luna mi va bene, mi basta
poter continuare a viaggiare insieme a te… Questa è l’unica cosa che conta
davvero, per me…”
Probabilmente
in quel momento dovevo essere rossa fin sopra le orecchie. Non dirlo con tutta
quella tranquillità, accidenti! Sospirando, appoggiai la testa al suo braccio.
Riflettei
per un attimo, in silenzio. “Però… a dire il vero… in questo preciso momento
c’è un posto in cui vorrei andare.” Dissi, risoluta.
“Uh?”
Mi fissò con aria interrogativa, prima che io cominciassi a correre. “Lina?”
“Un
ristorante, intendo! Dobbiamo trovare un buon ristorante, perché mi devi offrire
la cena!!!” Gli gridai, mentre mi raggiungeva di corsa.
“Ehi!
Chi ha parlato di offrirti la cena?”
“Io!
Manca ancora metà della punizione, ricordi?” Gli rivolsi un sogghigno.
Lo
spadaccino vestì un’espressione sconfitta. “Temo che avrò DAVVERO bisogno di
quel lavoro, dopo stasera…”
Scoppiai
a ridere, correndo verso la strada che si apriva di fronte a noi… e solo per
noi… In fondo, per una volta, aveva ragione. L’unica cosa che contava era
continuare a viaggiare…