L'altra strega

di Oxis
(/viewuser.php?uid=87464)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Opal ***
Capitolo 2: *** Gli Eforos ***
Capitolo 3: *** Tuoni e Fulmini ***
Capitolo 4: *** Fuori controllo ***



Capitolo 1
*** Opal ***


La battuta di caccia si stava rivelando parecchio noiosa. Il Principe Artù, Merlino e altri sei cavalieri camminavano attenti nel bosco, tendendo le orecchie per sentire il rumore di un animale in avvicinamento.

Il Principe stava quasi per dare l'ordine di rientrare, quando si udì un ruggito risuonare nella foresta.

Si immobilizzarono, tendendo la spada davanti a loro, proprio mentre fra gli alberi sbucava una creatura che ringhiava minacciosa.

Merlino si accorse che non stava ringhiando a loro, anzi sembrava che non avesse visto il gruppo  e prima di chiedersi il perchè, vide una figura scura armata di spada che con poche mosse fulminee e scattanti si portò alle spalle del mostro. La lama lampeggiò e si conficcò della schiena della creatura.

Artù e il suo servo si avvicinarono, ma la figura si allontanò di qualche passo.

- Chi sei? - domandò il Principe con la spada puntata verso una persona un po' più bassa di loro, con un lungo mantello nero e il cappuccio sul viso.

Per tutta risposta, lo sconosciuto si chinò e afferrò l'elsa della spada conficcata fino a metà nel corpo della bestia riversa sul terreno bruno. La estrasse rapida, poi con l'altra mano si tolse il cappuccio. Era una ragazza, di qualche anno in meno di loro. Aveva la carnagione pallida e qualche graffio sul collo. I cavalieri rimasero colpiti dagli occhi, di un colore blu intenso sfumato di viola. I capelli, rosso fuoco, le scendevano oltre i fianchi, mossi. La ragazza lasciò cadere la spada, appogginadosi al tronco più vicino. Solo allora Merlino si rese conto che dal ventre le sgorgava un fiotto di sangue limpido.

- Siete ferita! - esclamò avanzando.

Artù ripose la spada e la guardò.

- M-mi chiamo Opal - mormorò con voce rotta la sconosciuta, slacciandosi il mantello che cadde a terra, rivelando il corpo snello e levigato. Indossava un corpetto, pantaloni stretti e guanti senza dita lunghi fin sopra il gomito di pelle nera e stivali di cuoio dello stesso colore.

Merlino estrasse dalla borsa che portava una larga benda e la porse sorridendo alla ragazza.

Opal esitò, ma poi afferrò il tessuto e si fasciò il torace, per fermare l'emorragia.

- Grazie - disse e le guance chiare si tinsero di rosa.

- Da dove vieni? - chiese il Principe, facendo segno agli altri di tornare.

- Vivevo a Farykle - rispose a fatica lei, chinandosi a prendere la spada e il mantello.

- Merlino, aiutala a camminare - fece Artù - ti porteremo a Camelot, devi essere curata - aggiunse rivolto alla ragazza.

Merlino sorresse Opal e accennò al giovane.

- E' il Principe di Camelot - la informò - non farci caso, è sempre arrogante.

- Merlino, ti ho sentito.

Opal sorrise. Forse si poteva rifare una vita, poteva nascondere il suo segreto.

Si passò una mano sul collo e accarezzò un simbolo contorno che aveva tatuato dietro alla nuca. Si, poteva.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Gli Eforos ***




mi dispiace per le lettere con l'accento che non si vedono come dovrebbero... spero che la leggiate lo stesso!

un grazie a chi recensirà (sono ben accette le critiche costruttive)

e anche uno a chi la leggerà e basta



- Come ti senti oggi? - chiese Merlino entrando nella stanza dove Opal dormiva.

La ragazza era seduta sul letto e si stava infilando il secondo guanto nero di pelle.

- Perfettamente rimessa a nuovo - sorrise - Gayus ha fatto un ottimo lavoro.

Merlino le si avvicinò.

- Ho visto che sei abile con la spada.

- Mio padre mi ha allevata come un ragazzo - spiegò - sono nata in un periodo in cui le  nate femmine dovevano essere abbandonate. I miei genitori non fecero eccezione, ma io fui trovata da un fabbro, che mi ospitò in casa sua, e mi travestì da maschio.

Opal sorrise.

- Strana vita la mia.

- Ti possiamo ospitare per tutto il tempo che ti serve - disse il mago - sei la benvenuta.

- Grazie, sei molto gentile.


Opal camminava per le vie di Camelot, il suo mantello scuro ondeggiava intorno a lei, la spada le pendeva al fianco fasciato. Sbadigliò godendosi la giornata di sole che Camelot regalava ai suoi abitanti quel giorno. 

Poi allungò una mano verso il pozzo e gli occhi le si illuminarono. Senza dire una parola fece scattare l'indice e una bolla d'acqua avanzò verso di lei, uscendo dal pozzo.


Merlino entrò nella stanza di Gayus. Il medico di corte era chino su un libro particolarmente grosso.

- Che state facendo? - domandò avvicinandosi.

- Non ne sono sicuro.

- Di solito le vostre teorie sono giuste.

Gayus sospirò e posò la lente d'ingrandimento.

- Si tratta di Opal.

- Mi ha detto che avete fatto un ottimo lavoro.

Gayus alzò lo sgurdo con espressione seria.

- Non si tratta della ferita. E' per il simbolo che ha sul collo.

Merlino alzò le sopracciglia.

- Quale simbolo?

Il medico di corte sfogliò le pagine del libro velocemente e si arrestò dopo qualche secondo. Il mago si chinò sulla pagina ingiallita: c'era disegnato un simbolo con un inchiostro nero, non era ricollegabile a niente di concreto, era una forma puramente astratta, spigolosa e  contorta.

- Che cos'è?

- E' il simbolo che viene tatuato alle persone che diventano Eforos.

Merlino lesse la didascalia sotto il disegno.

Portano questo simbolo i custodi della natura. Viene fatto loro in una notte di luna piena, la stessa della loro nascita, da mani ancora ignote per distinzione dalle persone normali.

- Non capisco - commentò il giovane.

- Gli Eforos - spiegò Gayus - sono persone legate strettamente alla natura, da cui hanno ricevuto la custodia dei quattro elementi fondamentali.  - guardò Merlino - sono esseri magici.

Il mago strabuzzò gli occhi, allibito.

- Ne siete sicuro?

Lui annuì poi tornò a parlare con la sua voce grave.

- Merlino, la maggiorparte degli Eforos sono di natura maligna.

Merlino ripensò al suo primo incontro con Opal. Aveva ucciso una creatura senza dubbio cattiva. Che motivo aveva per distruggere un animale di cui condivideva la malvagità?

- Non può essere. - disse ad alta voce, anche se con un vago senso di inquietudine. - Le parlerò io.

- No, Merlino.

- Si invece, lasciate fare a me, cercherò di scoprirne di più.

Senza un'altra parola si allontanò e uscì.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tuoni e Fulmini ***


grazie per le recensioni e a tutti quelli che hanno letto la mia fanfiction!


per _Valux_ : non è uno yaoi, non ti preoccupare, io sono per le storie etero!





Quella sera  trovò finalmente Opal seduta sugli scalini del palazzo. Aveva gli occhi chiusi e la testa rivolta verso il cielo scuro punteggiato di stelle.

- Ehi, ciao.

- Ciao Merlino. - rispose senza aprire gli occhi.

Il giovane si sedette accanto a lei, senza fare domande sul suo strano comportamento.

- Non hai freddo?

La ragazza si era tolta il mantello, che adesso giaceva accanto ai suoi stivali. La notte calava e la brezza fresca iniziava a farsi sentire.

- No.

Merlino azzardò un'occhiata verso di lei.

- Posso chiederti una cosa?

- Dimmi pure.

Merlino sospirò.

- Cos'è il simbolo che hai sul collo?

Lei aprì gli occhi di scatto e lo guardò.

- Il mio simbolo?

- Già.

Opal si accarezzò il collo scostando la massa di capelli rossi.

- E' un segno della mia natura. - disse semplicemente.

Merlino aggrottò la fronte.

In quel momento una raffica di vento si alzò all'improvviso e in seguito successero parecchie cose insieme: il vento gelido soffiò facendo spegnere il fuoco che due guardie tenevano in un focolare di fortuna per scaldarsi, le guardie in questione trasalirono e i loro cavalli si spaventarono tanto che cominciarono a nitrire impazziti.

Opal si alzò di scatto, imitata da Merlino che guardò il cielo.

- Caspita. Credo che stia per arrivare una tempesta.

Non fece in tempo a finire la frase che grosse gocce cominciarono a cadere a una velocità mai vista. Opal si portò le mani alle tempie.

- No!

Un tuono rimbombò nel cielo e un lampo accecò Camelot.

Merlino era confuso. La guardò e ripensò alle parole di Gayus.

Era stata lei?

Opal parve capire i suoi pensieri perchè gli rivolse un'occhiata di puro terrore.

Qualcosa si mosse nel cervello di Merlino. Non poteva essere malvagia, nel suo sguardo c'era solo paura.

- Opal?

La ragazza si voltò e senza preavviso cominciò a correre lontano da lui.

- Opal!

- Stai lontano da me! - urlò lei e le sue parole rimasero nel vento.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Fuori controllo ***


- Gayus!

Merlino entro' come un ciclone nella stanza, facendo sobbalzare il medico di corte.

- Merlino? Cosa e' successo?

Il mago scosse la testa con un gesto impaziente.

- Dov'e' Opal?

- Non e' tornata, credevo fosse con te.

- Lo era.

- Merlino. Cos'e' successo?

- Non adesso, Gayus, devo solo trovarla.

Usci' di nuovo e si mise a correre per le strade di Camelot, sperando di intravedere il mantello della ragazza.

All'improvviso urto' contro qualcuno e si fermo' di botto.

- Merlino. Stai scappando dai tuoi doveri?

Merlino senti' la voce sarcastica di Artu' prima di vederlo.

- Artu' - replicò con un sorriso sghembo - vado di fretta, scusatemi. Avete visto Opal?

Il principe si passò una mano fra i capelli e accennò al castello.

- Opal, si, e' svenuta davanti al castello. Adesso e' nelle stanze di Morgana, si sta prendendo cura di lei.

Merlino fece per andare, ma il giovane lo fermo'.

- Aspetta, Merlino. Posso sapere il motivo per cui la cerchi con cosi' tanto affanno?

- No, non potete saperlo.

Artù alzò gli occhi al cielo.

- Posso ricordarti...

Non fini' la frase, perchè il mago lo aveva gia' superato e correva dentro il castello.


Opal era seduta davanti alla finestra nella stanza di Morgana, aveva uno sguardo perso e sofferente e tremava.

- Come ti senti?

Lady Morgana avanzo' verso di lei sorridendo.

- Meglio, grazie. Siete stata gentile ad aiutarmi.

- Non ti preoccupare.

La porta si spalanco' di botto ed entro' Merlino trafelato.

- Merlino, cosa...? 

Opal era scattata in piedi e si era appiattita contro la finestra.

Il giovane le si avvicino'.

- Merlino, che ti prende? La stai spaventando! Ha bisogno di aiuto.

- Non sapete neanche quanto - rispose lui con lo sguardo fisso sulla ragazza.

Poi Opal urlo', facendoli sobbalzare e in quello stesso momento le tende del letto della figliastra del re presero fuoco all'improvviso.

Opal sembrava spaventata piu' di loro messi insieme. Tento' di sottrarsi a Merlino che le si avvicino'.

- Opal - disse - posso aiutarti, non devi aver paura. So cosa vuol dire.

La ragazza era pallida come un fantasma, si volto' di scatto e il vetro della finestra esplose.

Corse verso la porta, sull'orlo delle lacrime.

- Morgana, fermatela! - grido' Merlino dalla parte opposta della stanza.

La giovane guardo' Merlino spaventata, prima di riuscire a bloccare Opal.

La ragazza scoppio' a piangere e Morgana la strinse per confortarla, lanciando un'occhiata interrogativa al mago.

Merlino sospiro, ancora scosso.

Forse adesso avrebbero scoperto la verita'.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=467060