Aranciofobia!

di Salice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1°giorno - Il primo, terribile, giorno ***
Capitolo 2: *** 2° giorno – Posso farcela! ***
Capitolo 3: *** 3° giorno - Sopravviverò! Forse ***



Capitolo 1
*** 1°giorno - Il primo, terribile, giorno ***


aranciofobia_1.html

Aranciofobia!





1° giorno – Il primo, terribile giorno.



Quel mattino, Naruto non riuscì ad alzarsi dal letto con la solita voglia di allenarsi. Nonostante il fascio di luce che entrava dalla finestra gli ferisse gli occhi, non riusciva a trovare la forza di andare a fare colazione. Anzi, non aveva affatto voglia di fare colazione.
Questo pensiero bastò a sconvolgerlo. Si sollevò di scatto dal letto, portando una mano a scompigliare ulteriormente i capelli biondi. Che cosa gli stava succedendo? Aveva un forte bruciore in gola, come non gli era mai capitato in vita sua. Sollevò sul tavolo uno sguardo terrorizzato. Che lo avessero avvelenato? Eppure ieri era andato a mangiare ramen al solito posto… Non aveva alcun senso… Eppure… Si sentiva stranamente debole e il bruciore stava diventando intollerabile. Con un colpo di reni rotolò giù dal letto, in un groviglio di coperte da cui faticò non poco a districarsi, gattonando fino al tavolo. Perché non era stato attento alle lezioni di sopravvivenza? Cosa doveva fare in caso di avvelenamento? Brancolò alla cieca con la mano, tastando sul tavolo fino a che non recuperò il cartone del latte, e quasi se lo rovesciò addosso. Latte, doveva bere del latte… Se l’avvelenamento era lieve, poteva sperare di cavarsela così. Ingurgitò diversi sorsi del liquido bianco, appoggiando la fronte bollente alla gamba del tavolo. Quando ebbe finito, scaraventò lontano il contenitore, ansimando e stringendosi al legno. Quanto ci metteva per fare effetto? Non gli sembrava che stesse funzionando come doveva, anzi, il latte stava provocando strane reazioni nel suo stomaco…
Non riuscì a chiedersi altro, e corse verso il bagno, sbattendosi la porta dietro. Quando ne riemerse, diversi minuti più tardi, aveva un colorito verdastro in volto e barcollava come un vecchio ubriaco. Si sorresse al muro per raggiungere la porta, ed infilò i sandali senza allacciarli, per paura che chinandosi potesse creare qualche assurdo effetto…
Prese la porta e uscì in strada, trascinandosi come meglio poteva. Verso la casa di Sakura, forse, o forse da Tsunade. Di certo non a cercare Jiraya… Quel vecchio eremita sarebbe riuscito semplicemente a dirgli di crepare in fretta, probabilmente.
Riuscì a malapena a raggiungere il fondo della strada, quando qualcosa iniziò a colargli dal naso. Sangue? Il pensiero inspiegabilmente lo allarmò. Non gli faceva certo impressione la vista del sangue, era un ninja ormai da diversi anni, ma in quel caso… Non aveva idea da che cosa potesse venire. Un accesso di tosse lo scosse dal profondo e fu costretto ad accucciarsi a terra, con le mani davanti alla bocca. Questo lo portò a scoprire che quello che veniva giù dal suo naso, ma un liquido vischioso e trasparente, che non era affatto sangue, ma… Moccio? Che diamine gli stava succedendo? Indebolito dalla tosse, si appoggiò con la schiena al muro, respirando a fatica. Il naso era completamente tappato ed era costretto ad usare la bocca, che si stava asciugando velocemente, rendendo più acuto il bruciore…
- Ehi Naruto! Che ci fai lì in terra? – La voce di Rock Lee interruppe i suoi pensieri, e aprì a malapena un occhio, tentando senza successo di guardarlo male.
- Ehi… - Che altro avrebbe potuto dire? Neanche lui sapeva cosa ci faceva raggomitolato nella polvere di un incrocio, appoggiato ad un palazzo come un mendicante.
- Naruto, ti senti bene? Hai un pessimo aspetto! – Rock Lee si era avvicinato, e lo scrutava con quei suoi grandi occhi a palla sotto le sopracciglia spesse. Buffo, pensò Naruto. Il sopracciglione aveva un’espressione preoccupata. Doveva avere un aspetto davvero orribile per farlo reagire in quel modo.
-… Sdo bede… Sdo andando da Sagura… - Balbettò, scandendo a malapena le parole.
- Sei davvero messo male… E’ meglio se te ne stai a casa… Hai tutta l’aria di uno con un brutto raffreddore… - Gli suggerì il ragazzo, fissandolo dall’alto, con le mani sui fianchi e quell’aria assurdamente paterna che metteva su ogni tanto. Aveva solo un anno più di lui, accidenti!
- Ravvreddore? – Domandò con espressione imbambolata, guardando l’amico dal basso in alto. – Bai avudo guella roba io… - Fece per rialzarsi, ma crollò faccia a terra, privo di sensi.


***



- Ho saputo che il tuo allievo è raffreddato. – Disse Gai, passando dietro la schiena di Kakashi, che era seduto su una panchina e pareva intento nella lettura di un nuovo romanzo. Il ninja dai capelli argentati sollevò lo sguardo, ostentando un’espressione più perplessa del solito.
- Come? -
- Che significa come? – Sbraitò Gai, infiammandosi subito e precipitandosi davanti a lui, gesticolando come un ossesso. – Un tuo amato sottoposto potrebbe essere moribondo in questo stesso istante, e tu neanche sai che accade? -
- Ma non hai detto che era raffreddato? Mi sembra improbabile che Naruto sia in punto di morte… - Replicò con calma Kakashi, ignorando del tutto lo sfogo di Gai. Si alzò chiudendo il libro con un sospiro. – Comunque sia, andrò a dare un’occhiata. E’ una cosa insolita. -


***



Naruto sentiva tutto che girava. Girava la stanza attorno a lui, la superficie sotto di lui e i raggi di sole intorno a lui. Si sollevò a sedere con espressione confusa, scoprendo di trovarsi di nuovo a casa, nel suo letto. Per un attimo si convinse di aver sognato, ma un potente attacco di tosse lo riportò bruscamente alla realtà. Quindi era uscito di casa? E come c’era rientrato? Tentò di riordinare le sue idee e si guardò attorno. Sul tavolo dove mangiava di solito c’erano almeno quattro cassette da frutta, colme di Arance. Rimase interdetto. Cosa ci faceva quella... No anzi! Cosa ci faceva della frutta in casa sua? Sul suo comodino, anziché la sveglia, trovò un cestino di arance con un bigliettino. La mano si fermò a mezz’aria prima di raccoglierlo. Ricordava vagamente di aver sognato Rock Lee che lo imboccava con degli spicchi di arance… Con le dita tremanti aprì il foglietto ripiegato in quattro:

Mangiale tutte e guarirai in un batter d’occhio! È il sistema infallibile che mi ha insegnato il maestro Gai!

Rock Lee


Il sopracciglio destro di Naruto tremò vistosamente e la sua bocca si spalancò in un moto d’orrore, mentre il suo sguardo vagava per la stanza. Quasi ogni superficie piana, ad esclusione del pavimento, era occupata dai malefici frutti arancione acceso. Solo un invasato come il sopracciglione poteva davvero pensare che un essere umano potesse ingurgitare tutta quella frutta senza risentirne. Ma peggio di ogni altra cosa era pensare che probabilmente Rock Lee lo aveva davvero imboccato! Cosa doveva fare di quella roba? Solo all’idea di mangiarle gli venne la nausea, ma si sentiva troppo debole per sbarazzarsene. Decise che ci avrebbe pensato più tardi, e sprofondò in un sonno agitato e nebbioso.


***



Kakashi saltava di tetto in tetto senza fretta, riflettendo però ad una certa velocità. Era possibile che Naruto prendesse un raffreddore? Sempre soprappensiero, balzò in strada, fermandosi davanti ad un chiosco di frutta.
- Un cesto di Arance, per favore! -
- Subito signore! -
Pagato il suo acquisto, tornò a dirigersi verso la casa di Naruto, gettando un’occhiata veloce verso il palazzo dell’Hokage. Si fermò, dirigendosi poi verso quest’ultimo. Era meglio avvisare Tsunade prima di presentarsi a casa di Naruto.


***



In qualche modo Naruto era riuscito ad alzarsi, e aveva liberato quasi tutte le superfici. Aveva infilato a casaccio la frutta in tutti gli sportelli che aveva a disposizione, ricoprendo pentole, bicchieri, confezioni di ramen e persino i rotoli su cui studiava le tecniche. Dopo tutta quella fatica, era piombato esausto sul letto, con due fazzoletti arrotolati e infilati su per le narici, tentando di tamponare il tamponabile.
Russava in maniera impossibile, quando lo svegliò un picchiettare sulla finestra. Aprì un occhio e si trovò a fissare la sagoma accucciata di Kakashi, l’unico occhio visibile socchiuso, mentre sventolava un cestino.
Fa che non sia quello che penso… Pregò in silenzio Naruto, inginocchiandosi sul letto e spalancando la finestra. Il suo maestro saltò agilmente dentro e posò il cestino sul tavolo, accanto agli unici due frutti lasciati da Rock Lee che non avevano trovato una locazione.
- Ah, vedo che le voci erano vere. – Gli disse l’uomo, appoggiandosi con la base della schiena al tavolo.
- Ti ho portato della frutta. Devi bere molte spremute se vuoi riprenderti in fretta, ma non preoccuparti, probabilmente è solo legato alla crescita. -
Naruto gli restituì uno sguardo confuso, e kakashi sospirò.
- Può capitare alla tua età di prendere un malanno per scoprire di aver guadagnato qualche centimetro in altezza. Ecco cosa intendevo! – Con soddisfazione di Kakashi, gli occhi di Naruto si illuminarono di comprensione.
- Ah! Allora dod è bale… - Biascicò, tossendo un istante dopo.
- E’ del tutto normale… Devi stare al caldo e riposarti per un po’, ecco tutto! Io ora ho da fare, ma tornerò a trovarti! E bevi molta spremuta, ricorda! – Lo salutò gaiamente con la mano, saltando di nuovo fuori dalla finestra. Perché il maestro Kakashi non passava mai dalle porte? Era una cosa che avrebbe dovuto chiedergli, prima o poi. Si voltò a guardare con odio il nuovo cestino di Arance. Dove le avrebbe messe queste?


***



Quella tremenda giornata di raffreddore stava per terminare. In una sorta di limbo a metà tra il mondo dei sogni e la realtà, Naruto osservava lo spicchio di cielo che si poteva scorgere dalla sua finestra se si stava sdraiati sul letto. Lo vide passare dall’azzurro brillante ad un lilla tenue, divenendo poi rosa e arancio. Strinse i denti, dopo l’ennesimo starnuto. Il letto era stato trasformato in una nube di fazzoletti e aveva rinunciato ad usarli, alla fine. Era passato direttamente alla carta igienica, di cui teneva un rotolo sul comodino, simile ad una reliquia. Inspirò profondamente dalla bocca, terribilmente nervoso. Aveva la gola secca e l’acqua che si era portato vicino al letto era finita da un pezzo. Spostò lo sguardo verso il rubinetto, desiderando per diversi istanti di trasportare un bicchiere pieno verso di lui con la forza del pensiero. Non accadde nulla.
Sospirò e si girò su un fianco, puntellandosi con il gomito, pronto ad intraprendere la titanica impresa di raggiungere il lavello e ritorno, quando il campanello lo fece bloccare. Chi diavolo era? Non poteva essere Kakashi, sicuramente aveva di meglio da fare che controllare che bevesse le sue spremute… Guardò con espressione colma di panico il cestino ancora intonso che il maestro gli aveva lasciato sul tavolo.
- Ghi è? – Domandò, iniziando a tossire un istante dopo, mentre caracollava verso il cesto, e, afferratolo in malo modo, lo buttava senza grazia sotto il letto.
- Sakura e Sai! – rispose la voce trillante di una ragazza. Nonostante tutta la pelle tra naso e bocca gli facesse un male tremendo, Naruto sorrise.
- E’ Aberdo ba… Asbeddade un addimo – Il ragazzo arraffò a piene mani i mucchi di fazzoletti, cacciandoli in un sacco che gettò in un angolo. Non era perfetto, ma poteva andare. Sakura era venuta a trovarlo! Peccato che ci fosse anche Sai…
- Avandi! – Si infilò sotto le coperte, mentre i suoi due amici avanzavano leggermente titubanti.
- Ma allora è vero che sei malato! – Esclamò Sakura, avanzando nel disordine con una certa disinvoltura. La ragazza aveva in mano un pacco piuttosto voluminoso, fasciato con un grande fazzoletto. Dietro di lei c’era Sai, con la sua espressione indecifrabile. In mano aveva un pacchetto di carta.
- Il Baesdro dige ghe è la crescida…- farfugliò Naruto, facendo loro cenno di accomodarsi. Dove non era ben chiaro, visto che c’era una sola sedia accanto al tavolo. Sakura e Sai non si formalizzarono, e mentre la ragazza si dirigeva verso l’angolo cucina, il giovane dai capelli neri si sedette sul letto, porgendogli il pacchetto.
- Ho letto su un libro che per rafforzare un rapporto d’amicizia è indispensabile aiutarsi nelle difficoltà! -
- E guindi? – Borbottò Naruto, fissando con aria improvvisamente diffidente il sacchettino di carta.
- Naruto! Anche se sei malato non dovresti essere maleducato! – Tuonò Sakura rivelando sotto il fazzoletto una pentola di dimensioni considerevoli, ancora calda, a giudicare da quanto fumava.
- Dod sodo baledugado! È solo ghe… -
- Ti abbiamo portato i viveri di necessità! – Tagliò corto la ragazza, aprendo la pentola e sorridendo.
- Io ho pensato al riso in bianco e Sai ha comprato delle arance, non è un pensiero gentile? -
Naruto impallidì, e il suo naso già rosso sembrò accendersi sul volto.
- Arange? -
- Assolutamente, mi sono documentato e ho letto che fanno benissimo in casi come questo. – Confermò Sai, aprendo il pacchetto e spalancando così la porta del piccolo inferno personale di Naruto. Con un gesto tranquillo estrasse il frutto rotondo, dalla buccia bucherellata e arancione vivo. Il ragazzo biondo non fece comunque in tempo a fare smorfie, perché Sakura aveva già la mano sullo sportello sopra il lavandino.
- Naruto, dove tieni i piatti? Ti scaldo il riso così puoi mangiarlo subito! – Gli chiese sorridendo.
- Do! – Urlò Naruto, provocando due giustificate occhiatacce da parte di entrambi i suoi ospiti.
- Perché no? Non vuoi mangiare il mio riso? – Gli domandò la ragazza. Naruto rimase pietrificato per qualche istante, stringendo convulsamente le coperte che aveva sulle ginocchia.
- Ba do Sagura, è ghe non boglio vardi berdere dembo… Lo bosso bangiare guando andade via… -
Sakura strinse gli occhi, ma lentamente, troppo lentamente per i gusti di Naruto, lasciò la presa sulla maniglia dello sportello.
- Va bene, ma prometti che lo mangerai? Devi mantenerti in forze se vuoi guarire. – Propose pazientemente, arrampicandosi sull’unica sedia disponibile. Perché Sakura si era seduta sulla sedia e Sai sul letto? Non potevano fare il contrario? Se non gli fosse sfuggito uno starnuto particolarmente potente, avrebbe avuto un moto di stizza. Sai si spostò prontamente dalla traiettoria e Naruto sgranò gli occhi chiari. Per fortuna! Aveva rischiato di fare a Sakura una doccia di moccio… Era certo che la ragazza non avrebbe apprezzato. Si passò le dita sulla fronte calda, e Sakura gli si avvicinò in un baleno, sfiorandolo con la mano freschissima. Com’era piacevole!
- Ma tu scotti, hai anche la febbre! Ora Sai ti farà mangiare un’arancia mentre io prendo un catino e una pezzuola, e poi ti lasciamo a riposare, va bene? – No che non andava bene, maledizione! Perché doveva essere imboccato da Sai? Un ragazzo! Di nuovo! Naruto guardò con orrore il ragazzo sorridere, mentre sbucciava con perizia un’arancia e la divideva in spicchi.
- Avanti Naruto, ormai siamo amici… Fai ahhh! – Lo invitò il ragazzo. Naruto trattenne a stento un conato di vomito, mentre Sakura tornava dal bagno e lo fissava con il tipico sguardo da “Non osare contraddirmi!”.
- Sagura… - Tentò Naruto, sapendo già che avrebbe fallito. La ragazza lo fissò dall’alto in basso, con espressione truce.
- Naruto! Se vuoi guarire devi prendere delle vitamine! E ora fa come ti dice Sai! – Intimò lei.
Naruto guardò prima la ragazza, poi Sai, deglutendo dolorosamente. Sai gli sorrise, avvicinando uno spicchio d’arancia alla sua bocca.
- Debo brobrio? – Farfugliò a labbra strette, per impedire che quel pazzo potesse imboccarlo a tradimento. Sakura annuì, afferrando in maniera minacciosa il catino pieno d’acqua che aveva preso in bagno.
- Naruto, lo dice anche Sakura, fidati di me! -
Di malavoglia, aprì la bocca e masticò con altrettanta riluttanza il primo spicchio. Imboccato da un ragazzo, di nuovo! Era una cosa inammissibile, ma fintanto che Sakura lo fissava in quel modo, e quella malattia lo faceva sentire così debole, non aveva alternative. Deglutì a stento, azzardando un’occhiata implorante verso la ragazza.
- Finiscila. Tutta! – Disse soltanto, puntando il dito su di lui. Naruto sospirò e aprì la bocca di nuovo, mentre Sai sorrideva, apparentemente contento.
- Vedrai Naruto, lo spirito di squadra ne uscirà rafforzato! -
Certo… Come no! Si disse disgustato Naruto, ostentando un’aria afflitta.
In quel preciso istante, dall’alto del tetto della casa di fronte, muniti di binocoli, Kakashi e Yamato controllavano la situazione.
- Che ne dici, sopravviverà? – Domandò il secondo, staccando lo sguardo dalla casa di fronte per fissare il suo compagno. Kakashi lo imitò, separandosi dal binocolo ma continuando a fissare verso le finestre di Naruto. Le loro figure scure si mimetizzavano contro il cielo ormai notturno, e solo un eventuale riflesso nelle lenti dei binocoli avrebbe potuto rivelare la loro presenza. Ma nessuno stava guardando nella loro direzione.
- Lui sicuramente si. Il suo orgoglio probabilmente no. -









Seconda classificata SaliceMcMay con Aranciofobia! + premio IC


Black_cherry

Correttezza grammaticale e stile: 7/10
Attinenza alla traccia: 10/10
IC dei personaggi: 10/10
Originalità: 9/10
Giudizio personale: 9/10

Totale: 45

Grammatica e stile: ti ho dato sette poiché nella storia ho trovato alcune ripetizioni e hai sbagliato alcuni tempi verbali.. Alcuni nomi erano in minuscolo, mentre andavano in maiuscolo. In più hai sbagliato a scrivere chakra, scrivendolo con la c. A volte hai usato la maiuscola senza una motivazione precisa e hai usato le virgole in modo scorretto. Potrà sembrare molto, ma con una rilettura avresti trovato tutti gli errori. Era una long fic, quindi è più facile fare errori, ma come già detto, niente d’incorreggibile.
Attinenza alla traccia: Naruto c’è, anche messo malaccio direi!xD, e l’arancio anche.
IC dei personaggi: Ho trovato tutto completamente IC. Credimi, sembra scritta da Masashi Kisimoto in persona. Naruto è Naruto, anche alle prese con il raffreddore e Sai idem. Tutti hanno il loro carattere originale. Complimenti.
Originalità: credevo che unire Naruto e le arance non avrebbe portato a qualcosa di originale, perciò ho atteso trepidante che consegnassi la storia, vista la combinazione che ti era uscita e ti posso assicurare che non ne sono pentita. Era originale e la sua repulsione verso le arance altrettanto!
Giudizio personale: Naruto con il raffreddore, la sua avversione per le arance che nasconde ovunque e Sai che gli fa da balia è qualcosa di stupendo! Ho riso per non so quanto tempo. In più, Yamato e Kakashi che osservano il tutto da lontano è fantastico! Davvero una bella storia!


Nihal

Correttezza grammaticale e stile: 7,2/10
Attinenza alla traccia: 10/10
IC dei personaggi: 10/10
Originalità: 9/10
Giudizio personale: 9,5/10

Totale: 45,7


Ho notato alcune ripetizioni all'interno del testo (come ad esempio 'alzarsi' e 'colazione' all'inizio), inoltre in tutti i capitoli trovo la parola ninja scritta in maiuscolo, quando in realtà vorrebbe la minuscola. Al contrario ho trovato un Villaggio della Foglia minuscolo, che andrebbe scritto minuscolo. Ho anche trovato un paio di Rock Lee con la 'l' di Lee minuscola e una maiuscola dopo i tre puntini, quando ci voleva la minuscola. Anche Kakashi è stato scritto minuscolo una volta. Ho inoltre riscontrato un errore in un verso (hai scritto 'prendesse', invece di 'avesse preso') e ogni tanto dimentichi l'accento sul sì. Ho anche notato che scrivi arance maiuscolo, ma non ne ho tenuto conto perché ho pensato che sia stato fatto apposta per evidenziare il frutto.
Nulla da dire per l'attinenza. Praticamente mentre la leggevo vedevo soltanto Naruto e arance. Arance e Naruto. Arance e arance. Naruto e Naruto. Insomma, il punteggio qui è il massimo e se potessi ti avrei dato anche di più!^^
Massimo punteggio per l'IC! Naruto è lui, così come tutti gli altri personaggi, da quelli che comparivano di più, a quelli un po' meno presenti. Insomma, hai rispettato a pieno i caratteri di Kishimoto. Complimenti!^^
Davvero molto originale! Un Naruto sommerso dalle arance perché malato. A me personalmente, non sarebbe mai venuto in mente. Anche qui voto molto alto!
Mi è davvero piaciuta tantissimo! Complimenti, sei riuscita proprio a incarnare lo spirito del contest!^^

Giudizio complessivo: 45.35/50

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Capitolo 2
*** 2° giorno – Posso farcela! ***


aranciofobia_2.html

2° giorno – Posso farcela!



- Naruto è malato? – Chiese incredulo Shikamaru, fissando Choji. Il robusto ragazzo, in piedi sulla porta, annuiva e masticava senza sosta.
- Non credevo che fosse possibile che quel vulcano in eruzione potesse ammalarsi! – Sbottò, ancora stupefatto, facendo cenno all’amico di entrare in casa.
- L’ho saputo da Rock Lee ieri sera. Buongiorno Yoshino! – Rispose Choji, tra un boccone e l’altro, salutando poi la madre di Shikamaru, che rispose con un sorriso, guardandosi bene dall’invitare il ragazzo a fermarsi per la colazione. Non aveva certo fatto acquisti per un esercito, quella mattina. Nel mentre, Shikamaru proseguì a parlare.
- Credo che dovremmo andare a trovarlo… Vieni con me, Choji? –
Il ragazzo scosse la testa.
- Ho una missione, partirò tra circa un’ora! -
- Ah! Allora andrò io e gli porterò i tuoi saluti. Cosa posso portare ad un ammalato? – Si chiese il ragazzo, ad alta voce. Due voci, provenienti rispettivamente da sua madre in cucina e da suo padre nel portico, gli risposero con sicurezza:
- Dei fiori! -
- Delle arance! -
- Mamma, Naruto è un ragazzo, non posso portargli dei fiori! – Protestò Shikamaru, scoccando un’occhiata malevola verso Choji che ridacchiava. Senza smettere di mangiare, ovviamente.
Suo padre si affacciò nella stanza.
- Delle arance sono più indicate, gli saranno utili… -
- Ai malati si regalano i fiori, portano bene! – Lo rimbeccò la madre, guardando storto Shikaku, che accennò una smorfia. Shikamaru colse lo scambio di sguardi tra genitori e si arrese, sperando di salvare il padre dall’ira materna.
- Va bene, prenderò arance e fiori! – Sospirò, andando a infilarsi i sandali, voltandosi verso l’amico che lo seguiva.
- Andiamo, Choji? – L’altro ragazzo, a guance piene annuì verso il suo amico.
- Se passiamo dal negozio di Ino che è sulla strada posso accompagnarti. – Gli sorrise, ficcandosi l’ennesima manciata di snack in bocca.
- Bene, allora andiamo! -
Shikamaru e Choji salutarono Yoshino, la quale continuava a fissare con espressione malevola il marito, intento a battersela in frettolosa ritirata, e uscirono in strada.


***



Per qualche istante, Naruto si convinse d’essere guarito. Sdraiato a letto, si sentiva leggero e senza peso, poi tentò di respirare, e il panico lo assalì, non riuscendoci. Dopo un breve istante di confusione, aiutato da un raschio fastidioso nel naso, si ricordò del maledetto raffreddore. Annaspò di lato, alla ricerca del suo sacro rotolo di carta igienica, ma si trovò in mano con orrore solo un tubo di cartone. Si tolse con un sospiro e un rantolio la pezzuola che aveva sulla fronte, completamente asciutta. Abbozzò un sorriso ripensando alla delicatezza di Sakura quando gli aveva bagnato la fronte, prima di andarsene con Sai, ma si riscosse in fretta. Un pizzicorino al naso lo avvisò che non aveva tempo per le questioni filosofiche. Scese in fretta dal letto, ciabattando fino in bagno e recuperando un altro rotolo di carta igienica dal mobiletto. Giusto in tempo per annaffiare con uno starnuto il lavandino e parte del pavimento.
- Ghe Sghifo! – Biascicò, pulendosi sommariamente le dita con la carta, aprendo poi l’acqua corrente per completare il lavoro e dare una parvenza di vaga civiltà al bagno. Terminata l’operazione, si trascinò con il suo morbido trofeo fino al letto, su cui si accasciò, strisciando sotto le lenzuola.


***



- Ciao Ino! – Esordì Shikamaru, entrando nel negozio di fiori con Choji.
- Shika! Choji! – La ragazza bionda sorrise, da dietro il bancone. – Non mi direte che vi siete trovati una fidanzata, vero? – Domandò, con espressione maliziosa, dirigendosi verso di loro.
- Non dire scemenze! Solo voi ragazze pensate continuamente a queste cose! – Sbuffò il ragazzo, posando sul bancone un pacchetto di carta.
- Ma è vero che Naruto è malato? Me lo ha detto Sakura ieri. – Chiese la ragazza, ignorando il brontolio di Shikamaru.
- Si… Sono per lui i fiori. –
Ino sgranò gli occhi azzurri.
- Fiori? Non è mica morto! –
Choji rise a bocca piena, Shikamaru sollevò le braccia in un gesto esasperato.
- Ahh, lo so, cosa credi? Ma mia madre si stava impuntando e non avevo voglia di discutere… -
- Hai mai voglia di fare qualcosa, Shikamaru? – Chiese la ragazza, punzecchiandolo.
- Piantala di fare dell’ironia Ino, e aiutami a scegliere qualcosa che non sia tremendamente da femmina!– Ribatté il ragazzo, accucciandosi accanto ad alcune piante in vaso. Lei gli si avvicinò, mentre Choji rimase più indietro, accanto al bancone.
- Non guardare da quella parte… Neanche il cactus più resistente sopravviverebbe in casa di Naruto! E’ meglio un fiore reciso. – Disse con sicurezza Ino indicando invece una pianta carica di tanti piccoli fiorellini gialli, raggruppati in ciuffetti.
- L’achillea è un buon augurio di guarigione. -
- Va bene, ne prendiamo un mazzetto e andiamo, prima che Choji parta. -
In men che non si dica, la ragazza confezionò con cura un piccolo fascio di achillea, che consegnò a Shikamaru, mentre Choji afferrava il pacchetto di carta.


***



Naruto era riuscito a sedersi a tavola, e fissava con astio il riso in bianco, ovviamente freddo, che gli aveva lasciato Sakura. Certo, era un piatto cucinato da Sakura ma… Perché proprio il riso in bianco? Non che cambiasse molto, visto che non sentiva alcun sapore… Ma l’idea del ramen gli sarebbe stata più gradevole. Per un attimo fissò con nostalgia l’anta dietro cui conservava le sue confezioni di tagliolini in brodo precotti, poi realizzò che erano sepolte sotto un quintale di arance e tornò ad osservare tristemente il riso.
Ne aveva ingoiato a malapena qualche cucchiaiata, quando sentì bussare. Di nuovo Sakura e Sai? O Kakashi? Pensò con terrore, ingoiando il riso e quasi soffocandosi nel buttarlo giù.
- Avandi! – Gracchiò, cincischiando con la ciotola del riso in mano. Shikamaru e Choji fecero la loro apparizione nel vano della porta, ed entrarono. Shikamaru aveva un mazzetto di fiori in mano e… Fiori? Che diamine gli era preso a Shikamaru?
-Gosa è guella roba? – Domandò indicando il mazzetto. Il ragazzo abbassò lo sguardo e scrollò le spalle.
- Non ho voglia di spiegarlo un’altra volta, tienilo e non fare domande. – Affermò in tono scocciato. Choji dal canto suo, si fece avanti con un pacchetto, che appoggiò cautamente sul tavolo, rispondendo alla domanda di Naruto:
- La madre di Shikamaru ha insistito che fosse il regalo migliore per un malato… Ora io devo andare. Riprenditi, Naruto! – Detto questo il Ninja si eclissò.
- Ah, gabisgo… Giao Giogi!-
Nel frattempo, Shikamaru aveva sistemato in un bicchiere il mazzetto, e si era accasciato con espressione esausta sul pavimento, a gambe incrociate.
- Non sai quanto ti invidio Naruto! Hai la scusa di essere malato e puoi stare a dormire tutto il giorno finché non starai meglio… - Seee, come no! Pensò Naruto. Avrebbe proprio voluto vedere la stanza di Shikamaru piena di arance, fazzoletti e di gente che andava e veniva costringendolo a mangiare… Imboccandolo.
- Guarda ghe dod è bica bello… - Tossì per qualche minuto, sotto lo sguardo sgomento del chunin.
- Comunque ti ho portato anche qualcosa di utile… - Mormorò il ragazzo seduto, grattandosi una spalla con un gesto imbarazzato.
Naruto sbarrò gli occhi. No, per favore… Non ancora quelle… Quelle…. Cose! Pregò silenziosamente, respirando malamente dalla bocca, e tuffando poi di corsa il naso in una striscia di carta igienica.
- Ecco qua… abbiamo preso delle ara… - Il ragazzo si bloccò, e altrettanto fece Naruto, sollevando lo sguardo dal suo improvvisato fazzoletto umido per controllare la situazione. Shikamaru aveva sollevato il sacchetto che era sul tavolo, e lo stava soppesando con aria perplessa.
- Ghe g’è? – Chiese Naruto, buttandosi a sedere sul letto con un sospiro.
- Le… Arance… - Shikamaru aprì il sacchetto, e mostrò a Naruto il contenuto. Era pieno di bucce!
- Ah babbè, dod è ud broblema sai… - Biascicò lui, perplesso, mentre l’altro ragazzo accartocciava nervosamente il sacchettino.
- Le ho lasciate sul bancone del negozio mentre sceglievo i fiori… Choji!!! – Sbottò Shikamaru, scuotendo la testa e lanciando per terra la pallina di carta. Il volto di Naruto si illuminò all’improvviso, e una lacrima di commossa gratitudine verso Choji gli scivolò giù per la guancia.
Shikamaru, dal canto suo, gli si avvicinò in apprensione.
- Oh Cavolo! Naruto! Ti senti bene? Sono sicuro che Choji non l’ha fatto apposta… - Naruto scosse il capo, deglutendo rumorosamente. Era davvero felice che Choji fosse passato a trovarlo!



***


Nel suo studio, la quinta Hokage rifletteva sulla conversazione avuta un giorno prima con Kakashi:

- Sembra che Naruto sia raffreddato… E’ possibile? – Le aveva domandato Kakashi, senza preamboli. Lei aveva soppesato cautamente le parole, prima di parlare.
- Non è una cosa molto comune, in effetti. Può essere che la malattia sia così potente da resistere almeno in parte al potere rigenerante di Naruto… Il chakra della volpe forse potrebbe aiutarlo, ma non posso rischiare che Naruto venga sopraffatto e distruggere così il villaggio… - La donna bionda giocherellò con una lista di missioni che aveva sulla scrivania, senza sollevare lo sguardo.
- Capisco. E’ indispensabile che Naruto non perda il controllo. - Constatò Kakashi, imboccando una finestra, pronto a saltare giù.
- E che guarisca in fretta. – Aggiunse Tsunade.


La donna sospirò. Forse era meglio controllare di persona le condizioni di Naruto, prima che la situazione sfuggisse al loro controllo. Naruto era pur sempre una forza portante! Aggirò la scrivania ed uscì dal suo ufficio, senza neanche toccare la pila di urgenti pratiche che le era appena stata portata.


***



Fuori dalla porta di casa di Naruto, Kiba e Shino osservavano Hinata. Sotto lo sguardo dei due ragazzi, la giovane era arrossita vistosamente, e fissava il pavimento con aria nervosa.
- Hinata… Non possiamo aspettare tutto il giorno che tu ti senta pronta! – Sbottò Kiba, ficcandosi le mani nelle tasche della giacca bordata di pelo. La ragazza annuì, chinando ancora di più il capo, stringendo tra le mani un contenitore. Kiba sbuffò spostando lo sguardo verso Shino, che se ne stava appoggiato al muro, il cappuccio ben calato sul capo. Ovviamente non si capiva da che parte guardasse, con quei suoi occhiali da sole.
- Shino, dille qualcosa anche tu! – Lo esortò, indicandogli Hinata.
- Mh… Se non se la sente… - Fu l’unica cosa che gli sentirono dire.
- Se non te la senti, dovresti provare comunque… Avanti Hinata!- Riprovò il ragazzo, mettendo in mostra la sua dentatura particolarmente affilata. Hinata deglutì nervosamente, arrossendo ancora di più se possibile. Kiba sospirò, voltandosi verso Shino.
- Non potresti provare ad incoraggiarla? –
Shino sollevò impercettibilmente il volto. Impossibile dire se avesse alzato davvero lo sguardo, ma era questa l’impressione che dava.
- … -
- Oh! Basta, mi arrendo, noi entriamo. Vuoi che gli consegni io quella roba? – Domandò Kiba, con un tono abbastanza scocciato, che tradiva comunque una sorta di burbero affetto, allungando la mano destra verso di lei.
- G… Grazie Kiba, io credo che passerò in un altro momento… - Mormorò Hinata, consegnandogli il contenitore, prima di girare sui tacchi e correre via.
- Maledizione… E’ migliorata così tanto, eppure con Naruto è sempre la stessa storia… Chissà che le prende? – Quasi ringhiò il ragazzo, rivolgendosi al suo amico.
- ... -
Kiba sollevò gli occhi al cielo.
- Certo Shino, grazie per l’aiuto, Shino. – Brontolò Kiba, picchiando due forti colpi sulla porta di casa di Naruto.


***



Naruto sussultò, e si accorse di essersi addormentato sulla scodella di riso. Occavoli… Nel suo sonno agitato ne aveva rovesciato almeno metà. Cosa stava sognando? Gli pareva di ricordare… Niente, perché un secondo colpo molto forte si abbatté sulla porta.
- Avandi! – Tentò di scandire bene la parola. A quel punto era del tutto inutile chiedere chi fosse, visto il via vai che c’era stato in quegli ultimi due giorni. Kiba entrò dalla porta con un ghigno stampato in volto, seguito da Shino. Osservando quest’ ultimo, Naruto si rese conto che se per sbaglio gli fosse mai capitato di vederlo senza cappuccio e occhiali da sole, probabilmente non l’avrebbe riconosciuto.
- Ehi Naruto! Sei davvero malmesso! – Gli disse allegramente Kiba, con quella sua faccia sorridente al punto da diventare irritante.
- Eh, don sdo boldo bede… - Annuì Naruto, non osando alzarsi da tavola. Aveva come l’impressione che se si fosse messo in piedi, il mondo intero si sarebbe ribaltato. Kiba spazzò via la ciotola da davanti al suo naso, e ci piazzò invece un contenitore.
- Te lo manda Hinata. -
- Gobe bai dod è venuda? – Domandò Naruto, senza osare aprire il coperchio della scatola. Avrebbe voluto fare uno sguardo diffidente, o perlomeno perplesso, ma gli occhi gli bruciavano in maniera insopportabile, ed era costretto a socchiuderli in continuazione. Gli sembrava che la faccia intera stesse andando a fuoco. Del naso poi, era meglio non parlarne. Kiba incrociò lo sguardo… O meglio, gli occhiali da sole di Shino, prima di rispondere.
- Non si sentiva molto bene sai… -
Shino annuì debolmente, o almeno così parve a Naruto.
- Ah… Era ravvreddada anghe lei? – Domandò, passando a soffiarsi rumorosamente il naso, gettando poi quell’affare appicicaticcio verso il cestino che aveva messo ai piedi del letto, mancandolo clamorosamente. Non che facesse differenza, visto che era ormai pieno.
- No, non esattamente. Ehi, ma non lo apri il pacchetto? – Chiese Kiba, avvicinandosi a Naruto e scoperchiando al suo posto il contenitore:
Disposte con estrema cura e simmetria, ricoperte di zucchero e miele, c’erano delle… Fettine d’arancia! Naruto sentì improvvisamente la testa girargli. Certo quelle perlomeno avevano un aspetto migliore… Ma erano di nuovo arance! Probabilmente doveva aver assunto un colorito meno salubre ancora, perché Kiba e Shino si erano avvicinati.
- Naruto tutto bene? Non stai per vomitare, vero? – Domandò Kiba, allarmato, affrettandosi a mettergli sotto il naso il catino. Shino apparve accanto a Naruto, parlando con la sua solita aria pragmatica.
- Naruto, ho appreso una nuova tecnica taumaturgica da mio padre, se vuoi posso inserire degli insetti nel tuo corpo per succhiare via i batteri… -
Naruto non rispose, ma rotolò giù per la sedia e portò entrambe le mani davanti alla bocca, traballando verso il bagno. Mentre si sbatteva la porta alle spalle, senti la voce nervosa di Kiba sbottare.
- Perfetto! Grazie tante Shino! -


***



Naruto lasciò spuntare il naso dal groviglio di coperte in cui si era arrotolato. Era scosso a tratti da brividi di freddo, e al contempo si sentiva la fronte bollire. Sbirciò fuori dal suo nido e si rese conto che doveva essere il tramonto. Una luce dorata e calda invadeva la stanza e il ragazzo si lasciò sfuggire un sospiro che voleva essere malinconico. In realtà assomigliava più al gracchiare di un corvo.
Proprio in quell’istante, la porta si spalancò. Jiraya, seguito da Tsunade, fece il suo ingresso.
- Allora, Naruto! Gira voce che tu ti sia ammalato! E ti ho portato la migliore ninja medico del villaggio, anche se ha parecchi impegni! – Esordì l’uomo, facendo subito dopo una smorfia. - Ma che razza di casa hai? Sembra un tugurio! – Esclamò un secondo dopo, puntando l’indice sul cestino traboccante di fazzoletti, sui rotoli di carta igienica sparsi sulle più varie superfici e sulla pila di ciotole non lavate che languiva nel lavandino.
- Ba ghe volede? – Sputacchiò Naruto, cercando di fare una smorfia. Pessima idea. La pelle nel naso sembrava che si fosse trasformata in corteccia, tanto era rigida.
- Naruto… Fammi sentire la febbre. – Disse Tsunade con gentilezza, avvicinandosi e posandogli una mano sulla fronte. Lentamente un flusso di Chakra iniziò a essere visibile sotto il palmo della donna.
- Stai buono un secondo… Se tutto va bene, tra un paio di giorni al massimo sarai come nuovo. – Sorrise Tsunade, mentre Jiraya si era appropriato della sedia e guardava con un certo disgusto la superficie di certo non impeccabile del tavolo, ma vi posò comunque un cesto. Naruto chiuse gli occhi, tanto ormai sapeva…
- Ti abbiamo portato delle arance! – Fu l’allegra affermazione dell’eremita. Naruto provò il profondo desiderio di tirargli un pugno in faccia. Si limitò a mugolare, ma persino quello gli fece ricevere un’occhiataccia dalla ninja medico più irascibile del villaggio della foglia… Ah no! Aveva dimenticato Sakura.
- Sono sicura che nel giro di poco potrai tornare ad allenarti in tutte le tue tecniche! – Gli disse la donna, abbozzando un sorriso. Naruto stava per fare altrettanto, ma una frase di Jiraya lo fece pietrificare.
- Magari senza affaticarti troppo, tipo quella dell’Harem… - L’aria parve solidificarsi. La mano di Tsunade, che si stava allontanando dalla fronte di Naruto, rimase bloccata a mezz’aria mentre questa girava la testa verso l’eremita.
- Che cosa hai detto? – Era una frase semplice. Il vero problema era il tono, pensò Naruto. Avrebbe potuto congelare una fiamma, seduta stante. Ne era sicuro. Jiraya impallidì, mentre un velo di sudore gli imperlava la fronte.
- Ma no… Ma no… Un innocente scherzo tra maestro e allievo… - Balbettò l’uomo, portando le mani avanti, alzandosi prudentemente.
- Jiraya… Credi davvero che ti conosca così poco, o pensi che io sia stupida? –Disse la donna, serrando i pugni fino a tremare. Oh oh… Pensò Naruto. Nello stato febbricitante in cui si trovava, si chiese se la casa avrebbe retto l’ira della vecchia Tsunade.
- Ma no Tsunade… Perché non mi credi? – Tentava di blandirla, indietreggiando verso la porta aperta.
- Perché sei sempre stato un maniaco! – Tuonò, indicando poi Naruto. – Cosa credi di insegnare a questo ragazzo? Ora dovrai vedertela con me! – E gli si scagliò contro. Il ninja non perse tempo, e si precipitò fuori. All’esterno i boati e le urla si udirono ancora per parecchio tempo. L’intero edificio tremava. Naruto pregò fermamente che rimasse in piedi.
Sul tetto dall’altra parte della strada, Yamato fissò Kakashi.
- Sei ancora sicuro di quello che mi hai detto ieri? – Kakashi non distolse lo sguardo neanche per un istante dallo scontro, anzi sollevò il coprifronte, scrutando con lo sharingan il terribile combattimento.
- Non lo so, ma spero di scoprirlo in tempo. -






Grazie dei commenti!

A Nihal : Grazie! Ero partita con l'idea di fare una storia romantica, o forse malinconica, che avesse a che fare con il passato di Naruto. Poi, man mano che passavano i giorni mi sono resa conto che non avevo idee originali e poi... Mi è venuto il raffreddore! Da lì è iniziata la tragica storia di Naruto!

A Elos : A me Naruto fa tenerezza da sempre, e il pezzettino tra Kakashi e Yamato è tra quelli che preferisco, assieme a Shino e Kiba in questo capitolo, in cui ho scoperto un insospettabile lato comico!

A Sakuchan : Non ti mando da nessuna parte! Anzi sono felicissima e mi gongolo un pò XD. Ci tengo tanto, di solito per rendere i personggi più IC possibile! E, come dicevo sopra a Elos, Yamato e Kakashi sono anche tra i miei preferiti! Non si fa nessuno sforzo ad inserirli in una storia così! Erano perfetti per la parte XD

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Capitolo 3
*** 3° giorno - Sopravviverò! Forse ***


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3° giorno - Sopravviverò! Forse.




Naruto era seduto a tavola, e qualcuno armeggiava in cucina. Sorrise, gongolando ad occhi chiusi, e attese che quel qualcuno posasse le pentole e i piatti prima di aprirli.
- Coraggio Naruto, fai aaahh! -
Aprì gli occhi di scatto, e si trovò davanti Sai, in grembiule. Saltò sulla sedia, e tentò di scappare verso la porta, ma una montagna di Arance gli veniva incontro, facendolo rallentare e rotolare. Dietro di lui, Rock Lee si aggiunse a Sai. Entrambi avevano in mano ciotola e bacchette e tentavano di imboccarlo.
Si svegliò di soprassalto, ribaltando tutte le coperte. Ansimò vistosamente, passandosi le mani sulla faccia, in preda all’ansia. Il suo naso era ancora in fiamme. Quando sarebbe finita quella storia? Non osava chiederselo. Si chiese invece se sarebbe sopravvissuto.


***



Fuori dall’ufficio dell’Hokage, il Kazekage aveva la sua solita espressione impassibile, affiancato dai suoi due fratelli.
- E’ un onore ricevere qui il Kazekage in persona, sappiamo bene quanto sia impegnato… - Gli stava dicendo shizune. Gaara la interruppe con un gesto.
- Un’alleanza con un paese forte come quello della Foglia valeva il viaggio, ed era necessario un faccia a faccia. -
- E’ davvero inopportuno chiederle di attendere, mi rendo conto, ma la quinta Hokage ieri ha dovuto occuparsi della malattia di Naruto e sta completando adesso le pratiche per l’alleanza… Se volete attenderla sui divani… - Gli rispose con cortesia la donna. I tre ninja della sabbia la scrutarono, perplessi.
- Naruto è malato? – Chiese Kakuro, per primo.
- Pare che sia raffreddato. Il Kazekage sicuramente sa che non è una condizione normale… Per questo è stato indispensabile l’intervento della Principessa Tsunade… - Stavolta fu Gaara ad interromperla.
- Se la quinta Hokage non ha nulla in contrario, io andrò a trovare Naruto, mentre lei potrà finire le sue pratiche in tutta calma. – Shizune gli sorrise, mentre Temari e Kakuro osservavano il fratello con un leggero stupore dipinto in volto.
- Naturalmente, Nobile Kazekage, glielo riferisco subito, ma non credo che avrà nulla in contrario. -


***



Naruto teneva una fettina di arancia coperta di zucchero con le bacchette, e la fissava con espressione concentrata. Poteva farcela, se serviva per guarire, poteva farcela! Se la avvicinò alla bocca, aprendola… Poi la fettina rotonda gli ricordò l’occhio di Rock Lee e Rock Lee stesso. La scagliò via con disgusto.
No.
Non poteva farcela.


***



Il trio della sabbia avanzava lungo le vie del villaggio, non senza destare una certa quantità di occhiate incuriosite, per non dire perplesse. Non era comune vedere un Kazekage in giro per il villaggio della foglia. Mentre passavano in mezzo a delle bancarelle, Gaara si fermò di botto.
- Che ti prende, Gaara? – Domandò Temari, quasi andando a sbattere contro Kankuro. Gaara spostò lentamente lo sguardo sulle mercanzie, e dopo un istante sui fratelli.
- Credete che dovrei portare qualcosa a Naruto? – Temari e Kankuro lo fissarono, presi alla sprovvista.
La ragazza fu la prima a riprendersi:
- E’ un’ottima idea Gaara, hai già in mente qualcosa? – Ci fu un leggero rumore alla sua destra, e Temari pestò violentemente il piede a Kankuro, sussurrandogli a denti stretti: – Se provi a ridere di Gaara, ti ammazzo. Ammesso che non lo faccia lui. – Il sorriso del fratello gli morì sulla labbra. Fortunatamente, nel frattempo Gaara stava osservando nuovamente la merce esposta, e non parve averli sentiti.
- Cosa mi consigliate? Non… - Il ragazzo dai capelli rossi non terminò la frase, e la sorella, dopo un’ultima occhiata ammonitrice verso Kankuro sorrise.
- Della frutta forse potrebbe andare bene, Gaara, è salutare per un ammalato. -
- Magari potresti portargli qualcosa da leggere… - Suggerì Kankuro. – Esagitato com’è, si annoierà a stare a casa. -
Gaara annuì.
- È una buona idea. Ma non ho rotoli di tecniche con me… - Questa volta, i due fratelli maggiori si scambiarono uno sguardo perplesso.
- Ehm, Gaara… Pensavo a qualcosa più… Di intrattenimento, ecco. – Affermò Kankuro, cercando di rimanere serio.
- Ah, hai ragione. Bene, posso anche fare da solo, voi fatevi un giro. – Temari e Kankuro si allontanarono, ancora incerti se fosse o meno una buona idea lasciare Gaara da solo in quel frangente.
Il Kazekage, rimasto solo, guardava con espressione perplessa la frutta esposta. Quale era più adatta? Non solo non era mai stato malato, ma nel deserto non era molto comune prendere questo “raffreddore”.
- Gaara del Deserto? – Una voce incredula e allegra lo colse alle spalle. Si voltò di scatto.
Rock Lee sorrideva e agitava una mano in un gesto di saluto. Gaara rispose debolmente.
- E’ un onore avere il Kazekage al villaggio della Foglia! Cosa stai acquistando, se posso chiederlo? -
- Sono in missione diplomatica. Ho saputo che Naruto è malato e ho pensato di acquistargli qualcosa… -
- Ottima idea! Hai già pensato cosa? -
- Veramente stavo ancora decidendo… -
- Lascia fare a me! Ti aiuto io! -


***



Naruto spinse con cautela il cestino che gli avevano portato Jiraya e Tsunade sotto il letto, solo per scoprire che il manico era troppo alto. Con uno sbuffo lo rovesciò, gettando le arance a casaccio tra i batuffoli di polvere, accanto a quelle che aveva già portato Kakashi.
Si issò di nuovo sul letto e vi si distese a braccia aperte, boccheggiando.
Aveva finito tutto il riso che gli aveva portato Sakura, e lo stomaco stava iniziando a borbottargli… Scoccò uno sguardo malinconico allo sportello in cui erano seppellite le sue confezioni di ramen. Naruto sollevò la mano destra verso lo sportello, stringendo l’aria. Così vicine e così lontane… Saperle lì era una sofferenza.
Mai più, si promise, mai più avrebbe mangiato arance. Neanche sotto tortura.


***



Gaara era davanti alla casa di Naruto. Sarebbe entrato, se non fosse stato per la fastidiosa sensazione di essere spiato. Si concentrò, mentre si guardava in giro, e scorse una sagoma sul tetto della casa di fronte. Con un salto veloce fu accanto a Kakashi.
L’uomo dal volto coperto tuttavia non sembrava particolarmente interessato a lui. Alternava lo sguardo tra il binocolo puntato verso le finestre di Naruto e un libricino che teneva in mano, aperto, e che sembrava stesse leggendo piuttosto velocemente.
- Hatake Kakashi. – Disse Gaara, studiando l’uomo, spostando lo sguardo dal volto al libro. L’altro non rispose, ma annuì in silenzio.
- E’ interessante, quel libro? – Domandò Gaara, senza muoversi di un millimetro. Kakashi sollevò lo sguardo, distrattamente.
- Mh? Si… Direi di si. – Rispose l’uomo, senza inflessioni particolari.
- E… -
- Si? – Lo sguardo di Kakashi era tornato ad alternarsi tra il binocolo e le pagine.
- Lo si potrebbe dire… Un libro di intrattenimento? – Chiese ancora il ragazzo. Kakashi sollevò lo sguardo su di lui, dopodiché, tenendo il segno con il pollice, girò la copertina de “La violenza dalla Pomiciata”.
- Io dico di si. – Non fece in tempo a voltarsi di nuovo, che Gaara del Deserto si era già allontanato.
Un minuto dopo, apparve Yamato, porgendo un bento a Kakashi.
- E’ successo qualcosa mentre ero via? – Kakashi afferrò scatola e bacchette senza neanche guardarle, gli occhi incollati alle pagine del libro.
- Come? No, assolutamente niente. -


***



Finalmente, come non gli capitava da secoli, Naruto dormicchiava. Arrotolato nelle coperte, stava allegramente sbavando sul cuscino, quando lo riscosse un educato bussare. Si stropicciò gli occhi.
Non era una malattia. Era un incubo.
- E’ aberdo! -
Nel vano della porta apparve Gaara. Gaara! Una delle ultime persone che Naruto poteva aspettarsi. Il Kazekage in persona, ma soprattutto, uno come lui.
Naruto deglutì faticosamente. Poi si costrinse a fare un gesto verso la sedia.
- Brego, aggobodadi – Gaara fece un passo avanti, ma sembrava in imbarazzo. Naruto lo esortò ancora, anche se a fatica. Il Kazekage avanzò nella stanza stringendo tra le dita un pacchetto. Naruto lo fissò accigliato, fino a che non realizzò che vista la sua forma, piccola e rettangolare, non poteva contenere Arance.
- Tieni Naruto, è per passare il tempo. – Gli allungò il pacchetto, che Naruto prese esitante. Era sul punto di commuoversi. Intanto non erano Arance, e poi era un pensiero gentile, diverso da tutti gli altri. Con dita tremanti scartò il pacchetto, estraendone… “La violenza della Pomiciata”. Quel libretto da maniaci! Che cavolo di letture faceva Gaara? Eppure sia Jiraya, che Kakashi, che Gaara erano fortissimi! Che fosse quello il segreto della loro forza? Naruto non riusciva a crederci. Il suo sopracciglio tremò visibilmente, mentre fissava il libro, dopodiché si azzardò a sollevare lo sguardo verso il suo ospite. Gaara lo fissava, e per quanto tentasse stavolta di mostrarsi impassibile, era evidente che si aspettava una risposta. Naruto inspirò profondamente, prima di sorridere al meglio delle sue capacità. Dopotutto, non erano Arance!
- Grazie Gaara, è sdado un bensiero davvero Gendile… - E lo posò con estrema cautela sul comodino. L’espressione e l’intera postura di Gaara parvero rilassarsi.
- Bene, lo speravo. - Fuori dalla porta si sentirono provenire alcuni leggeri tonfi, uniti ad uno strano fruscio. Inaspettatamente, il cuore di Naruto iniziò a battere a gran velocità.
- Gaara? Sdai forze asbeddando gualguno? – Gaara abbozzò un sorriso. Gaara! Stava sorridendo! Poi si voltò verso la porta, ed un grosso cumulo di sabbia ne emerse, trasportando una cassetta colma di Arance!


***



Naruto non dormiva. Non ci riusciva più. Ogni volta che sentiva un rumore o un fruscio provenire dalla porta, scattava sotto alle coperte, tremante. Se solo avesse avuto la forza di alzarsi, sarebbe scappato.
Il suo stomaco iniziò a gorgogliare, e sentì che le forze gli venivano meno. Il riso di Sakura era finito, e non aveva nient’altro oltre quelle stupide Arance in casa! Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima? Starnutì un paio di volte, dopodiché si mise seduto sul letto.
- Degnica… Suberiore della boltiblicazione del gorpo!!! -
Al suo fianco comparve un’umile, misera copia. Dannazione! Doveva davvero essere esausto se non riusciva a far meglio di così! Naruto scrutò con aria critica il suo clone. Era così verdastro anche lui? E aveva quelle orride occhiaie e quel naso quasi fluorescente? Rabbrividì al solo pensiero.
- Sendi, io sdo bale, va a gombrarbi da bangiare… - Biascicò verso la sua copia, che però ondeggiò pericolosamente quando si mise in piedi. Quest’ultima lo squadrò per bene.
- Ehi, sdo bale anghe io, fabbi bosdo! – Bofonchiò, tentando di infilarsi sotto le coperte. Naruto calciò un po’ a casaccio, tentando di non perdere terreno rispetto alla sua copia. Tutto quel movimento lo fece sudare ancora più che nei giorni precedenti, ma era deciso a non cedere! Si tolse la maglietta, e la scagliò appallottolandola in fondo al letto. La copia fece lo stesso. Dopo un’altra sessione di deboli pugni e calci, si sfilò i pantaloni del pigiama imitato dalla sua copia, e ripresero a picchiarsi fino a che non crollarono, entrambi ansimanti ed esausti. Quando si ricordò che poteva sciogliere la tecnica, sembrava che sul suo letto fossero passati Kiba e Akamaru in corsa, decine di volte.



***



Hinata era fuori dalla porta di Naruto, le gote accese dall’imbarazzo, tra le mani un contenitore, identico a quello che Kiba aveva consegnato il giorno prima. Spostava nervosamente il peso da un piede all’altro, e un leggero velo di sudore le imperlava la fronte. Doveva trovare il coraggio di entrare… Si fece forza e bussò, prima ancora di avere il tempo di ripensarci un’ultima volta. Da dentro la casa non si udiva provenire alcun rumore. Che Naruto fosse guarito? Impossibile, lo avrebbe saputo, in qualche modo. Posò con delicatezza la mano sulla maniglia e si affacciò. Che c’era da aver paura? Se Naruto era guarito, la casa sarebbe stata vuota, se invece non lo era… Beh ci avrebbe pensato sul momento, o le gambe avrebbero ripreso a tremare.
Lo sguardo setacciò la stanza. Tre o quattro ciotole sporche giacevano sul tavolo, assieme ad un paio di bicchieri. Altrettante erano abbandonate sul ripiano della cucina. Accanto alla porta, oltre ai sandali di Naruto, c’erano tre sacchi di spazzatura non gettata. Il suo contenitore non c’era da nessuna parte.
Avanzò cautamente, richiudendosi la porta alle spalle. Nella luce rimasta del tramonto, intravedeva un mucchio di indumenti misti ad arance ai piedi del letto e un groviglio di lenzuola non meglio identificato… Che si muoveva! Che fosse Naruto? Certo più che un letto sembrava un nido… Si avvicinò in punta di piedi, fino a che non scorse, tra le pieghe della stoffa un naso e una piccola bollicina… Naruto! Hinata sorrise. Ora lo aveva visto, poteva anche lasciargli il suo contenitore e andarsene. Non voleva certo disturbarlo. Si girò verso il comodino e fu allora che notò il libro. Lo prese in mano, curiosa di leggere il titolo, ed inorridì. Dunque Naruto leggeva quel genere di libri? Non riuscì a trattenere un singulto, e prese ad indietreggiare. Nel mentre Naruto era emerso dalle lenzuola.
- Hinada! Gosa… - Balbettò, poi anche il suo sguardo fu calamitato dal volume che la ragazza teneva in mano.
- Hinada! Dod è gobe bensi! – Si sollevò, tentando di afferrare la ragazza, che però urlò, lasciando cadere il libro e coprendosi il volto con le mani. Che cosa le prendeva adesso? Occavolo! Aveva indosso solo la biancheria! Si allungò ancora, ma incespicò tra le coperte proprio nell’istante in cui la ragazza metteva un piede in fallo su un’Arancia e finì col rovinarle addosso.
Dal tetto della casa di fronte, Yamato e Kakashi scrutavano le finestre di Naruto in perfetto silenzio.
- Come pensi che sia venuto in mente, a Gaara, di regalare quel libro a Naruto? – Domandò Yamato. Kakashi teneva ben aderenti al volto i binocoli, e rispose con voce neutra.
- Non ne ho davvero idea. -



Fine






@ Elos : Beh Shikamaru merita a prescindere! E Hinata ce la vedo proprio, ad impegnarsi tanto per fare una cosa utile ed estetica, e poi non avere il coraggio di consegnarla! E con questo capitolo terminano le disavventure del giovane Naruto. Scritte sotto ispirazione (Leggasi : avevo il raffreddore, e questo è il risultato! Povero Naruto!)



Grazie a tutti quelli che sono passati di qui, sperando di avervi divertito!

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