Sogna, ragazzo sogna di Aleu (/viewuser.php?uid=85797)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Roberto
Vecchioni:
Sogna,
ragazzo sogna
“E ti
diranno parole
rosse come il sangue, nere come la notte;
ma non è vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col più forte; io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro;
stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche un momento;
copri l'amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello;
a volte passa qualcuno,
a volte c'è qualcuno che deve vederlo.
Sogna, ragazzo sogna
quando sale il vento
nelle vie del cuore,
quando un uomo vive
per le sue parole
o non vive più;
sogna, ragazzo sogna,
non cambiare un verso
della tua canzone,
non fermarti tu...
Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre;
perchè hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare più niente;
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita;
nessun regno è più grande
di questa piccola cosa che è la vita
E la vita è così forte
che attraversa i muri senza farsi vedere
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita è così grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire
Sogna, ragazzo sogna,
quando lei si volta,
quando lei non torna,
quando il solo passo
che fermava il cuore
non lo senti più ;
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni,
passerà l'amore,
passeran le notti,
finirà il dolore,
sarai sempre tu...
Sogna, ragazzo sogna,
piccolo ragazzo
nella mia memoria,
tante volte tanti
dentro questa storia:
non vi conto più;
sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio
sulla scrivania,
manca solo un verso
a quella poesia,
puoi finirla tu.”
Kaname’s pov
Resta calma Kaname, resta
calma.
Che ha fatto in fondo questa volta? Nulla di particolarmente
nuovo.
Ha solo messo KO un ragazzo che ti ha solo avvicinata per
strada per chiederti delle indicazioni.
È esattamente da Sousuke no? Che ti aspettavi?
Dopo averlo fustigato ben bene me ne sono ritornata da sola
al mio appartamento intimandogli di non seguirmi.
Forse… sono stata troppo dura? No. Se
l’è meritato.
Ed ora per colpa sua sono qui, sul mio letto a fissare il
soffitto bianco, mentre piccole lacrime lucenti mi accarezzano
dolcemente le
guance ed irrefrenabili singhiozzi mi fanno tremare le spalle,
scuotendomi nel
profondo. Sto cercando di scacciare il suo volto dai miei pensieri,
provando ad
ignorare le parole che gli ho detto e che assillano la mia mente.
“Sai, se sei tornato
solo per continuare a tormentarmi è meglio che te ne vada!
Non riesco a
sostenere tutto questo Sousuke, non riesco più a condurre
una vita normale per
il tuo modo di comportarti!
Non ce la fa-faccio
p-più.Ti odio, stammi lon-lontano!”
È esattamente questo che gli ho gridato contro mentre pian
piano iniziavo già a singhiozzare. Mi ricordo ogni parola
con una precisione
estrema, come se ogni singola sillaba fosse stata marchiata a fuoco
nella mia
mente.
Ma quello che gli ho detto non è la verità. Lo
è solo in
parte e lo so fin troppo bene.
La verità è che io lo amo proprio
perché è così. Irruento,
maldestro… ingenuo anche.
La verità è che potrei benissimo sopportare tutto
questo con
maggior pazienza se… se lui mi dimostrasse qualcosa
È l’attesa di qualcosa che so per certo che non
arriverà, è
questo che mi sta facendo divenire ogni giorno più nervosa,
ogni giorno più
impaziente.
Sono lì, tesa come una corda di violino, pronta a suonare
alla sua minima dimostrazione di affetto nei miei confronti.
Tsk, no,chi voglio prendere in giro? Non è affetto di certo
quello che voglio da lui. Quello me lo dimostra ogni giorno con il suo
modo
ossessivo di proteggermi, con piccoli gesti che mi scaldano il cuore,
certo…
Ma a me non basta. Un fratello può riservare alla sorella lo
stesso tipo di sentimento, no? Può comportarsi proprio come
si comporta lui nei
miei confronti.
Ma io voglio di più.
Tu invece… tu che cosa vuoi Sousuke?
Che tipo di sentimento è che ti spinge a fare quello che fai
per me?
Non lo capisco e credo che andando avanti così non lo
capirò
mai.
Hai avuto tante occasioni per rivelarmi quello che provi, ma
non ne hai mai colta una.
Forse perché non hai niente da dire?
Sarò io la stupida che continua ad illudersi?
Non riesco neanche a leggere il tuo viso. Quella maschera
fredda e granitica mi impedisce di cogliere ogni sorta emozione. I tuoi
occhi
sicuri e glaciali mi impediscono di arrivare al tuo cuore.
Pensavo che dopo il tuo ritorno le cose sarebbero divenute
più facili, invece… sono esattamente come prima.
Ed io sono esausta di aspettare. Ogni notte faccio fatica ad
addormentarmi, immersa nei miei pensieri che trovano in te
l’unico ed
inesauribile fulcro. A scuola sono distratta e goffa, stando al tuo
fianco mi
sento troppo imbarazzata, essendo conscia di desiderare qualcosa che tu
non
cerchi minimamente.
Mi sembra di sentire il telefono squillare, ma è come se il
suono provenisse da molto lontano, da una specie di dimensione
parallela in cui
adesso non mi è concesso tornare.
Prendo il mio cuscino e lo stringo forte al petto, cercando
di colmare il vuoto e la disperazione che sento dentro.
Arriverò mai a capirti un giorno, Sousuke?
Una domanda a cui non so ancora rispondermi.
Sabato mattina.
Perfetto, niente scuola, niente compiti, niente che mi possa
distrarre.
Il mio programma tv preferito è finito esattamente una
settimana fa.
Non voglio stare sola dentro queste quattro mura domestiche.
Mmh… vediamo… potrei chiamare Kyoko?
Almeno lei sarebbe capace di far gravitare la mia attenzione
su altro. Un po’.
Non ho mai rivelato a nessuno quello che provo per Sousuke,
neanche a lei.
Non perché non mi fidi ma perché ho paura
dell’attenzione
che causerebbe su di me.
Ne sono sicura, incomincerebbe a darmi gomitate, a fare allusioni,
magari giusto per divertirmi, ma
sono
certa che a me non piacerebbero affatto. Anzi, mi farebbero diventare
ancora
più nervosa di quanto non lo sia in questi giorni.
Sbuffo.
Odio ammetterlo ma…
tanto l’ha già capito da sola.
In fondo la mia non sarebbe propriamente una rivelazione
clamorosa ma… una confermazione dignitosa.
Mi do un colpetto in fronte e ringhio.
Ma a che vado a pensare! No, no. Non le dirò niente.
Afferro bruscamente il cellulare e compongo il numero di Kyoko.
Sento la sua voce sempre allegra dopo tre squilli.
“Pronto?”
“Ciao Kyoko,
che fai?”
“Oh piccola
Kana! Mi hai proprio fatta arrabbiare ieri!”
Eh?
“Cosa? E
perché mai?” domando.
“Mi avevi
promesso di passere a casa mia! Dovevamo completare
l’album delle foto, ricordi?”mi dice
imbronciata.
Ohhh… ora ricordo. Inutile precisare che ieri sera non ero
proprio in condizioni da poter pensare ad una cosa simile.
“Oh, scusami Kyoko. Io…
insomma… me ne sono dimenticata. Scusa.”rispondo
dispiaciuta.
“Avresti potuto
rispondere al telefono, no? Ti ho chiamata sia al cellulare, che era
spento, sia al
telefono di casa, a cui
non mi hai risposto.”
Sì, in effetti mi era parso di sentire il telefono
squillare.
“ Stavo incominciando
a pensare al peggio!” continua
“Poi
mi sono detta: No, non le può succedere niente con uno come
Sagara che ritorna
a casa con lei. Vabbè, scuse accettate. Mi hai fatto
prendere un colpo però!”
È strana la sensazione che provo sentendo nominare
così
Sousuke.
Le viscere mi si riattorcigliano e un pesante masso di
piombo si ferma bruscamente all’altezza dello stomaco.
Improvvisamente sento una paura apparentemente immotivata.
Il mio cuore accelera il battito impazzito, le gambe iniziano a tremare
forte e
un leggero velo di sudore mi imperla la fronte.
Oddio, che succede?
È come se il mio corpo stesse inconsciamente reagendo ad un
qualcosa che mi terrorizza, solo che non riesco a capire cosa.
“Kaname, sei lì?
Kaname che succede?”
La voce di Kyoko mi
giunge debolmente dall’altra parte del telefono.
Ho la bocca asciutta, non riesco ad articolare la lingua.
Quand’è che ho provato una sensazione simile?
È un misto tra paura, smarrimento, angoscia…
Oh.
Oh oh.
La mia mente ritorna indietro di poche settimane e mi fa
rivivere tutto, nitidamente.
Mi sono sentita nello stesso identico modo quando sono
entrata nell’appartamento di Sousuke e l’ho
trovato… vuoto.
No, per favore, non può averlo rifatto!
Non per quelle stupide cose che gli ho detto ieri! No, no,
no!
“Kaname rispondimi! Va
tutto bene? Kaname!”
“Ti richiamo dopo”
è tutto quello che riesco a dire alla mia
amica sconvolta.
Sento il bisogno di vederlo, di assicurarmi che lui sia
ancora qui, in questa città, in questo maledetto
quartiere… qui con me.
Prendo le chiavi di casa e sbatto furiosamente la porta.
Corro a perdifiato fino al suo appartamento, mentre la paura
si irradia dentro di me aumentando le scariche di adrenalina.
Mi ritrovo davanti alla sua porta, ansimante.
Suono il campanello.
Ti prego, ti prego Sousuke, aprimi!
Niente.
Premo con tutte le mie forze quel maledetto campanello.
Magari non l’ha sentito, sì, sicuro…
Nessuno viene ad aprirmi.
Inizio a dare pugni alla porta, colpendola violentemente.
Questo lo deve per forza sentire, vero? Sì, dai aprimi,
aprimi!
I minuti passano inesorabili.
Esausta mi accascio al muro mormorando piano il suo nome
mentre dentro di me inizio ad elaborare quello che è
successo. Se n’è andato.
Di nuovo.
Il dolore della perdita mi attanaglia la gola impedendomi di
fare respiri lenti e regolari.
Mi sembra di star per soffocare. Chiudo gli occhi lasciando
scivolare lacrime amare, che mi bagnano le labbra secche morendo in un
dolce
abbraccio.
Stringo le labbra più forte per non urlare. La mia vista si
appanna lentamente, il suono dei miei singhiozzi mi giunge ovattato.
Ormai ho perso la cognizione del tempo.
Te ne sei andato Sousuke, mi hai lasciata sola e… la colpa
è
solo mia. Mia e delle mie stupide parole insensate, dette in un momento
di pura
rabbia. Ma tu, come hai potuto crederci?
Stupido, stupido, stupido, sei solo uno stupido Sousuke…
Nota dell'autrice:
Salve a tutti! Questa
è la mia seconda fan fiction ed in parte è stata
ispirata dalla bellissima canzone di Roberto Vecchioni (il
perchè lo capirete meglio nei prossimi capitoli).
Vi prego di recensire anche solo per dirmi che fa schifo e che dovrei
interrompermi qui senza pubblicare altro!
L'ho scritta di getto e non l'ho riletta troppo bene quindi mi scuso
già da ora se ci dovessero essere errori di qualunque genere.
Alla prossima! (Se vorrete... )
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Kaname's pov
I minuti continuano a scorrere, incuranti di tutto.
Mi asciugo le lacrime e cerco di ritrovare un poco di
lucidità. Ormai sono proprio irrecuperabile, possibile che
mi riduca così per
lui? È solo uno stupido ragazzo… uno stupido
ragazzo a cui devo molto. Uno
stupido ragazzo che, purtroppo, mi ha legata a se. Irrimediabilmente.
Chi l’avrebbe mai detto che Kaname Chidori si sarebbe
comportata così per amore?
Sto diventando pazza… oddio, ora ho anche le allucinazioni.
È
impossibile che senta la sua voce, impossibile che lui sia
qui… no, non può
essere… eppure …
Chiudo gli occhi per
sentire meglio.
Riconoscerei il suo timbro tra mille, anche in fase di
shock.
“Chidori? Che cosa è
successo? Parlami!”
Riapro piano gli occhi sbattendo le palpebre più volte per
togliere il bianco velo che mi offusca la vista.
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio e le sue mani forti
mi afferrano le spalle, scrollandomi.
Guardo intensamente i suoi grigi occhi spaventati, osservo
avidamente quel bellissimo volto contratto dalla paura…
è qui. Non sto
impazzendo, è reale!
Devo imprimere bene quel viso nella mia memoria. Sono poche
le volte in cui mi viene concesso di guardare Sousuke senza la sua
perenne maschera
di granito che tanto mi attrae e tanto mi spaventa.
Il nostro sguardo si intreccia per un breve secondo,
ghiaccio e cioccolato si incontrano, poi, con uno scatto serpentino
Sousuke mi
lascia andare, si mette in piedi ed estrae la pistola.
“Stupido” si
dice.
Cos’è successo? Perché si è
allontanato? “Torna qui!” vorrei
dirgli, ma non ci riesco. Ho la gola ancora secca.
Si guarda attorno attentamente, puntando la pistola nei
corridoi deserti, esaminando la scena.
“Chidori, cos’è
successo?”
mi interroga con voce tremante.
Oh, capisco. Come al solito, sta pensando ad un’
aggressione.
Puntello il gomito sul pavimento mettendomi così seduta.
Mi schiarisco la gola, provo a ritrovare l’uso della lingua.
“Quanti erano? Cosa ti
hanno detto? Che cosa…”
Fa un profondo respiro e scuote la testa, come per calmarsi.
“Cosa ti hanno fatto?”
dice infine timoroso.
Non aspetta una mia risposta ma si avvicina alla porta di
casa sua e… la sfonda con un calcio.
Questo basta per riportarmi alla realtà.
Come sarebbe a dire 'la sfonda con un calcio'?
Ma non aveva le chiavi?
Si addossa al muro aspettando all’incirca cinque secondi
prima di entrare. Poi controlla l’ingresso con la pistola
tesa davanti a se e
lo sguardo affilato.
Ma che sta combinando?
Indietreggia sempre con la pistola tesa, poi corre verso di
me.
“Alzati, non posso
lasciarti da sola.”
È un ordine.
Come prima, non aspetta un mio movimento ma mi afferra
bruscamente per un gomito ed in un secondo mi ritrovo in piedi.
Ehi! Ma che modi!
“Sousuke!”
esclamo
indignata.
Finalmente ho trovato la forza per lamentarmi.
“Smettila! Cosa
diamine stai combinando!?”
Mi fa cenno di tacere e mi sussurra piano:
“Stai dietro di me.”
Sospiro.
“Nessuno mi ha cercata
Sousuke, nessuno mi ha chiesto niente e nessuno mi ha fatto del
male” dico
leggermente stizzita.
Oddio, come vorrei tornare indietro di qualche minuto, prima
che Sousuke incominciasse con le sue paranoie.
Lui alza leggermente un sopracciglio.
“Cosa?” mi
chiede
incredulo.
“Sto bene. Non
c’è
stata nessuna aggressione” gli rispondo piano.
Ed ora come spiegargli il perché mi trovavo lì a
terra in
una specie di stato comatoso senza farmi prendere per pazza?
Mi fissa stordito, poi, inaspettatamente dice imperioso:
“Vieni dentro”
Faccio come lui mi dice camminando lentamente per non
perdere l’equilibrio. Mi tremano ancora le gambe.
È ancora sospettoso. Non ha riposto la pistola ed apre di
scatto tutte le porte di casa sua, assicurandosi che non ci sia nessuno.
Mi accascio sulla sedia, prendendomi le ginocchia tra le
braccia.
E così non mi ha abbandonata. Nonostante quello che
gli ho detto ieri lui è rimasto qui.
Sorrido.
In effetti non sarebbe proprio stato da Sousuke lasciarmi
per una simile stupidaggine… lui è un
professionista.
Sono stata troppo avventata e sono giunta a conclusioni
sbagliate. Ma come biasimarmi? Il ricordo del suo appartamento vuoto mi
tormenta tutte le notti, facendomi sobbalzare dal letto in un bagno di
sudore.
Non potrei sopportare che questo riaccadesse. Lui è
l’unica
persona di cui mi fidi incondizionatamente e senza riserve.
“Chidori, cos’è
successo?”
Il suo tono impassibile mi riporta bruscamente alla realtà.
Lo guardo in viso.
È tornato normale, se normale si può definire un
volto privo
di qualunque emozione.
Una domanda mi sorge spontanea.
“Dove sei stato?”
Mi guarda aggrottando la fronte. Probabilmente sta tentando
di capire come possa centrare quello che gli ho chiesto con quello che
lui
vuole sapere.
“Dovevo fare la spesa”
risponde confuso
Oh, la spesa. Solo una banalissima spesa Kaname e tu guarda
cos’hai combinato.
Le mie labbra si aprono in una brevissima “Oh”.
“Chido…”
“Sì sì, lo so. Devo
risponderti”
Chiudo gli occhi e faccio un profondo respiro. Quando li
riapro lo ritrovo seduto di fronte a me. Sta aspettando.
“Avevo paura che te ne
fossi andato di nuovo. Nulla di che…”
Nulla di che? E questo adesso da dove mi è uscito?
Sousuke mi guarda perplesso. Apre la bocca per parlare, poi
la richiude. Scuote la testa e dice:
“Non capisco. Voglio
sapere cosa ci facevi lì a terra, Chidori”
“Bè… ho suonato, tu
non mi aprivi ed ho pensato che…”
“Questo l’ho capito.
Ma perché eri sul pavimento? Per un attimo ho temuto che
fossi morta. Eri
accasciata a terra, immobile e… che stupido, sono proprio un
incompetente” aggiunge
stringendo i pugni, poi torna a guardarmi teso.
“Io… mi sono sentita
male, stamattina non avevo fatto colazione e sono svenuta”
invento.
In effetti mi sono veramente sentita male. Inutile dirgli
che non è esattamente quello il motivo.
Continua a guardarmi per un po’ finchè vedo i suoi
muscoli
rilassarsi e la mano allentare la presa sulla pistola che ancora
impugnava.
“Chidori, devi
nutrirti bene la mattina. Non puoi mai sapere quanto sarà pericolosa la giornata e
quante energie
dovrai impiegare.”
“Grazie, lo sapevo
già” ribatto infastidita. Non mi sembra
proprio il momento di
ricevere una bella predica sull’importanza
delle vitamine di prima mattina.
Sousuke sospira, si alza ed esce fuori dall’appartamento.
Prima che possa elaborare qualunque teoria su quel comportamento
assurdo,
ritorna con le buste delle spesa in braccio.
“Le avevo lasciate nel
corridoio” mi spiega. “Comunque,”
continua velocemente “non capisco
perché
tu non abbia preso le chiavi e non sia entrata. Avresti visto di
persona che
tutto era al suo posto”
Ah, giusto. Le sue chiavi. Non ero abbastanza lucida per
effettuare simil pensieri.
Alzo le spalle a mo di spiegazione.
“E così è
stato un
calo di zuccheri, vero?” domanda tagliente.
Non è da lui usare quel tono.
“Sì”
rispondo
decisa. Non voglio assolutamente dirgli della mia reazione isterica.
Forse è
quello che sto diventando, una pazza isterica. Mi ci vedo addirittura
bene in
quel ruolo.
“Sono tornato indietro
non appena ho ricevuto la chiamata di Kyoko. Mi ha riferito di essere
preoccupata per te. Ha detto che eri strana al telefono, temeva non
stessi bene.”
continua imperterrito.
“Ipoglicemia”
ripeto insistente.
Povera Kyoko. Prima le do buca, poi le sbatto il telefono in
faccia. Devo trovare il modo di farmi perdonare.
“Sousuke, riguardo a
quello che ti ho detto ieri…”
“Non mi devi nessuna
spiegazione. Nè tanto meno ti devi scusare”
rovescia violentemente il
contenuto della spesa sul tavolo.
Nella stanza cala il silenzio. Sento il vociare chiassoso
provenire dalla strada di sotto, il ticchettio ritmico
dell’orologio, il
cigolio delle ante dei mobili che Sousuke apre per sistemare quello che
ha
comprato, lo sfregare delle mie mani sulle mie gambe… ma
nessuno dei due ha
intenzione di proferire parola.
Lo guardo atterrita. È arrabbiato, lo si può
notare dal suo
tono duro, dal fatto che evita di guardarmi negli occhi, dai suoi gesti
irruenti.
È arrabbiato con me? Probabile, considerando come mi ha
zittita prima.
“Devo andare”
dico
monocorde.
Il suo comportamento mi ha spiazzata ed impaurita. Sento
l’urgente bisogno di ritrovarmi sotto il soffice piumone nel
mio letto,
stringendo forte il cuscino tra i denti per soffocare il nervoso.
“Bene” dice. Poi
si volta dandomi le spalle e continua ad armeggiare con le sue
provviste.
Mi alzo barcollante dalla sedia e mi dirigo pian piano verso
la porta.
Una volta messa un'adeguata distanza tra me e l'appartamento inizio a
correre.
Sousuke’s
pov
Sento
la porta socchiudersi piano e i passi di Kaname nel
corridoio, dapprima lenti, poi sempre più veloci
finchè non sento che dei
rintocchi lontani riecheggiare nei corridoi vuoti.
Butto dall’altra parte della stanza la lattina che mi
ritrovavo tra le mani, facendola schiantare contro il muro con un tonfo
sordo.
Idiota. Sono solo un idiota.
Quest’oggi ho fatto una delle mie più grandi
cavolate.
Ho visto Kaname lì,
a
terra, pallida come un cadavere ed ho lasciato che il panico prendesse
il
sopravvento.
Mi sono subito gettato su di lei, come un novellino, dando
le spalle al corridoio.
Stupido. Se veramente ci fosse stato qualcuno che avrebbe
voluto fare del male a Kaname a quest’ora ci avrebbe uccisi
tutti e due.
Che scena patetica, io chinato su di lei, come un qualsiasi civile,
dando le spalle al nemico.
In quel momento sarebbe stato un gioco ucciderci. Un colpo
dritto, mirato alla mia nuca ed un altro al cuore di Kaname.
Ma che diavolo mi prende? Non sono neanche in grado di
proteggere la persona che amo.
Eh già, perché io purtroppo la amo. E questo non
fa altro
che metterla in pericolo, ulteriormente.
Lei è la persona di cui non avrei mai dovuto innamorarmi.
Non si deve mai avere alcun tipo di rapporto con il soggetto
da proteggere… in questo ho fallito miseramente.
Il mio amore per lei mi induce a commettere azioni stupide,
come quelle di poco fa. In questo stato sono pressappoco inutile.
Continuo a vedere pericoli dove non ce ne sono e a lasciarmi
trasportare dai sentimenti nelle situazioni d’emergenza.
Ricordo quando Kaname ed il Colonnello Testarossa furono
rapite da quei criminali. Ricordo il momento dello scambio degli
ostaggi. Anche
allora volevo che Kaname venisse liberata per prima, certo, ma non ero
ancora
del tutto consapevole di quello che provavo per lei. Non avevo mai
sperimentato
cosa volesse dire perderla. Così,
in
qualche modo, riuscii a ragionare lucidamente e, come la logica mi
suggeriva di
fare, dissi di liberare prima il Colonnello. Ma se adesso mi ritrovassi
nella
stessa identica situazione, cosa farei? Adesso che so che lei
è diventata per
me la mia unica ragione di vita, adesso che ho provato il dolore della
perdita,
riuscirei ad agire come allora?
No, lo so.
Ma è sbagliato.
Non mi sono mai sentito così inutile nella mia vita. Rischio
di diventare il pericolo per la persona che desidero proteggere. Eppure
rimango
al suo fianco, incapace di fare altrimenti, non trovando la forza
necessaria
per allontanarmi. Qui rimarrebbe Wright che ha già
dimostrato di essere
impreparato nel proteggerla , ma oggi non ho fatto la stessa cosa
anch’io?
Che grande idiota che sono.
Se solo non mi fossi innamorato di lei… sarebbe tutto
più
facile.
Si può rinchiudere l'amore? Segregarlo in un angolo
lontano del cuore, sprangare la porta e mettere cinque o sei trappole
per
impedire che venga riaperto?
E se anche ci fosse un modo, io avrei il coraggio di
provarci?
… non lo so.
Maledizione.
Nota dell'autrice:
In questo capitolo ho azzardato un po' troppo forse. Può
darsi che alla maggior parte di voi il pov di Sousuke non sia piaciuto
perchè appare molto vulnerabile e "complessato" ma, che ci
posso fare? Ho seguito l'ispirazione immaginando come sia difficile per
lui essersi accorto di amare Kaname ma di non poterla avere. Secondo me
lui penserebbe più o meno questo... poi, ad ognuno la sua!
meli_mao: Innanzitutto ti ringrazio per
aver recensito e messo la storia tra le seguite! Però...
secondo te potevo veramente far si che Sousuke se ne andasse per una
cosa così banale? XD
Io purtroppo non ho letto nessuno dei romanzi di fmp ma seguo il manga
e ho visto tutti gli anime. Credo che Kaname abbia già
ammesso i suoi sentimenti nei confronti di Sousuke nell'ultima puntata
di The Second Raid, quando va ad Hong Kong per rivelargli quello che
prova anche se alla fine non ne trova il coraggio. Oppure possiamo dire
che indirettamente abbia dimostrato di provare qualcosa di diverso
dalla semplice amicizia per Sousuke guardando la sua reazione dopo che
viene baciata da Leo.
Poi per quanto riguarda quella frase... sinceramente non so che dire.
Cioè, a me suonava bene ma effettivamente, chiedendo il
parere anche ad altre persone, ho notato che sono divise in due
schiere: chi dice che ci sta bene e chi dice che si può
scrivere anche se sarebbe meglio non metterla.
Oddio, non so proprio... credo di aver trovato espressioni del genere
anche in alcuni libri che ho letto ma...adesso mi hai fatto venire il
dubbio!XD
Comunque accetto di buona grazia le critiche costruttive, anzi, se
dovessi trovare ancora qualcosa che non va non aspettare a
dirmelo! Ti saluto!
Devildragon: Ringrazio anche te per aver
recensito e messo la storia tra le seguite! Spero che questo capitolo
non abbia deluso le tue aspettative e che ti induca a continuare a
recensire la mia storia! Un abbraccio!
Alla prossima!
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Kaname’s pov
Ho passato tutto il pomeriggio da sola, con la televisione
accesa, raggomitolata sul divano.
Kyoko ha chiamato due volte. Non le ho risposto.
La richiamerò io stasera per scusarmi, sperando che non mi
urli contro infuriata. No, non è da Kyoko.
Non ho mangiato niente né stamattina né a pranzo
e, come se
non bastasse, ho veramente avuto un calo di zuccheri.
Per fortuna mi trovavo sul divano altrimenti
sarei caduta con la faccia per terra.
Dopo un iniziale momento di panico e confusione, mi sono
trascinata accanto al frigo, ho bevuto un bicchiere d’acqua e
spiluccato un
french roll.
Adesso il mio stomaco sta ricominciando a brontolare. Dovrei
alzarmi e cucinare, ma proprio non ne ho voglia.
Non sono ancora riuscita a decifrare il comportamento di
Sousuke. Cioè, suppongo che sia arrabbiato con me, ma qui si
va avanti solo a
“supposizioni”.
Il telefono squilla di nuovo. “Suppongo” che sia
Kyoko e
“suppongo” che voglia dirmi che lei
“suppone” che io sia una cretina che ha
perso il cervello, “supponendo” che prima ce
l’avessi un cervello.
“Suppongo” di star diventando pazza.
Oddio, lasciamo stare.
Afferro il cellulare e… resto stordita. Non è
Kyoko ma è…
“Melissa!”urlo
spontanea aprendo la comunicazione.
“Ehilà piccola! Come
te la passi? No, Kurz, no, no, FERMO!”sbraita lei.
Improvvisamente sento l’inconfondibile voce scherzosa di
Kurz Weber.
“Ciao Kaname! Senti,
in realtà ti abbiamo chiamata solo per chiederti se tu e
Sousuke avete
finalmente combinato qualcosa di… NO! SMETTILA! LASCIAMI
FINIRE IL DISCORSO
BRUTTA VECCHIA ZITELLA!”
In sottofondo la voce di Melissa prorompe di botto. “Chi
è la zitella eh? Brutto stronzo, molla
subito il telefono!”
Una botta forte, un urlo agonizzante di Kurz, un attimo di
silenzio e poi la voce di Melissa, un po’ affannata, mi
giunge di nuovo
all’orecchio.
“Kaname, scusa, sai
questo qui com’è fatto, no? Ci vuole polso con lui
eheheheh…”mi dice
con tono sadico.
“No, no, Melissa, non
ti preoccupare. Posso immaginare… comunque,che volevi
dirmi?” le chiedo
curiosa.
“Niente di importante,
mi chiedevo solo se io e questo disgraziato qui potessimo fare un salto
dalle
vostre parti. Sai, abbiamo preso un piccolo periodo di ferie. Insomma,
se non
disturbiamo, se non interrompiamo niente…”sussurra
maliziosa.
“Eh? No! Cosa? No, no,
t-ranquilla. V- ven-ite pure!” balbetto
imbarazzata.
Intanto incomincio a sentire in sottofondo gli uggiolii
doloranti di Kurz, che sembra essere appena rinvenuto.
“Perfetto!”
trilla
Mao felice “Ci vediamo domani
mattina ok?
Baci baci!”
“Anche da parte mia:
baci baci!”sento dire Kurz.
“Tu sta zitto e crepa
in pace!” ringhia Mao.
“Va bene, a domani!”dico
io prima che la situazione degeneri.
Chiudo la comunicazione e resto immobile. Ma quei due sono
proprio pazzi!
Mi tolgo dalla faccia quel sorrisetto ebete nato
spontaneamente durante la conversazione.
Meglio che non rifletta troppo sulle loro parole o mi
ritornerà l’emicrania.
Sousuke’s
pov
Mhh… lo Steyr ha bisogno di essere lucidato… no,
questo no… la
mia Glock 26 è sempre con me… oh! Merda, si
è graffiata!... Devo
ricordarmi di fare rifornimento di
granate, ne ho solo una ventina… e questo da dove esce
fuori? Oh si, me lo sono
fatto inviare lo scorso mese. Non l’ho mai usato, magari
domani potrei provare…
Il cellulare squilla insistentemente.
Maledizione. Non posso mai fare il mio lavoro in pace.
Apro la comunicazione e poi incastro il telefono tra il mio
orecchio e la mia spalla continuando così a lustrare la mia
amata Glock.
Sento subito una voce familiare… troppo familiare.
“Sousukeee!”
grida
Kurz felice.
“Kurz ” lo
saluto
piatto.
“Come se la passa il
mio Sergente imbronciato?Stai facendo un po’ di baldoria
anche per me?”
ghigna sornione.
Sospiro.
“No”
“Eh? Come sarebbe a
dire ‘no’?” ripete sconvolto
“Diamine
ragazzo, ti ci vuole proprio una bella lezione eh, meno male che ci
sarò io da domani
a farti da maestro… Ahahahahahah!!”
“Cosa? Domani?”
domando.
“Oh, la piccola Kaname
non ti ha detto niente? Forse eravate talmente occupati che non avete
trovato
il tempo per parlare!” continua sogghignante.
“Cosa vuoi dire?”
“Accipicchia ragazzo,
sei proprio lento. La piccola Kana non si deve divertire molto con
te… sei
proprio un egoista! Non provi neanche a donare un briciolo di
felicità ad una
ragazza come quella!”
Ormai sta parlando come se recitasse in una soap opera.
“Kurz, cosa volevi
dire con ‘domani’?” richiedo
ignorandolo, ma lui (come al solito) continua
imperterrito il suo petulante monologo.
“Io invece,
saprei come donare gioia ad una simil fanciulla. Uh uh,
sì, con me sì che si divertirebbe…
eheheheh… ihihihihi”
Credo che ora mai sia del tutto perso nelle sue perverse
fantasie. Cerco di reprimere l’impulso imminente di
chiudergli il telefono in
faccia e di sgozzarlo alla prima occasione.
In sottofondo sento la voce stizzita di Mao replicare:
“Smettila di fare il
cretino, lurido pervertito!”
Un sonoro schiaffo, un urletto di Kurz a cui si sussegue di
nuovo il timbro di Mao.
“Se non vuoi che gli parli io, vedi
di fare in fretta!” urla.
“Va bene, va bene! Uffa
sorellina, non mi lasci mai sfogare con nessuno. NO! Ok, ok. Che volevi
sapere
Sousuke?” dice imbronciato.
“Cosa intendevi con
‘domani’?” chiedo per la terza
volta.
“Ci siamo presi un po’
di ferie. Cinque giorni per l’esattezza. Quindi…
abbiamo cinque giorni per
insegnarti ben bene come ci si deve approcciare ad una
ragazza… ouch! Sorellina
basta! Va bene, ho capito, la smetto. Dicevamo… ah,
sì. Io e la sorellina
abbiamo pensato di fare un salto da voi piccioncini per rompervi un
po’ le
scatole, perciò… attendici con
terrore!” soffia maligno.
Perfetto. Proprio quello che ci voleva in questo momento.
Mao e Kurz tra i piedi. Fantastico, il morale mi salirà alle
stelle. Non che io
non li voglia bene ma… odio avere qualcuno che mi veda
quando mi sento debole.
Ed ora sono troppo abbattuto per potergli sopportare senza impazzire
ulteriormente. Finirebbero per confondermi ancora di più con
i loro consigli da
persone già “navigate”. E Kurz
combinerà di sicuro qualche guaio a cui mi
toccherà rimediare.
“Quindi domani mattina
sarete qui?” chiedo.
“Esattamente!”
“Eh, giusto per avere
un’idea…” incomincio
già a disagio “Dove
alloggerete?”
“Cosa vorresti dire
con quel tono da ‘Vi prego qui no, vi prego qui
no.’? Ricordati che
l’appartamento non è tuo! Chi te lo paga? Eh?
Rispondi! Dai che lo sai!”
“La Mithril” sussurro
sconfortato.
“Bingo! Ergo, verremo
a starci anche noi. Non è che non ci vuoi più eh,
Sousuke? Che deplorevole sorte
mi tocca, essere ripudiato da un amico… sigh,
sigh… sigh,sigh, sigh… mondo
crudele! Dovrò chiedere alla dolce Kaname di asciugare le
mie amare lacrime con
mielati baci saturi d’amore… E VA BENE! La smetto,
la smetto. Tanto sei tu
l’unica ad arrabbiarti. Questo qui non dice niente, sembra di
parlare con un
blocco di gesso” aggiunge rivolgendosi a Mao.
“D’accordo Kurz. Ci
vediamo domani” concludo freddo.
“Eh, no no! Aspetta,
non riattaccare! La sorellina ti vuole parlare. Io e te iniziamo le
lezioni
domani. Goodnight!”
Aspetto in linea per circa dieci secondi sentendo le acute
lamentele di Kurz. Mao lo sta cacciando dalla stanza,
o da ovunque si trovino.
“Sousuke?” mi
chiama Mao.
“Dimmi pure”
“Che tono aspro! Non
dirmi che ti hanno infastidito le stronzate di Kurz?”
“No. Sono abituato”
Un attimo di silenzio.
“Sousuke, come stai?”
La domanda mi lascia senza fiato.
… ….
“Nessuna ferita
riportata” rispondo meccanicamente.“Sousuke,
sai a cosa
mi riferisco. Non esistono solo le ferite fisiche” mi
ammonisce dolce.
Cerco di prendere tempo. So bene a cosa si riferisce. Forse
Mao aveva capito prima di tutti il forte legame che si sarebbe
instaurato con
Chidori. Forse aveva anche capito l’impossibilità
del rapporto.
Ma il fatto che mi stia chiedendo una cosa del genere… mi
lascia senza parole . Poche persone mi avevano mai posto quella domanda. Anzi, nessuna. Non nel
senso in cui la
intendeva lei.
Cosa dovrei risponderle? Che va tutto bene e che sono
felice? Potrei provarci, conscio però che un tipo come Mao
non ci crederebbe.
Sto male. Male perché la ragazza che più desidero
al mondo
forse è l’unica che non posso avere. Male per le
parole che Chidori mi ha detto
ieri, consapevole del fatto che sono veritiere. Male perché
non so come
impostare la mia vita, quale strada del bivio intraprendere dopo il
liceo. Male
perché sogno Gauron quasi tutte le notti, ricordando quel
corpo straziato e le
sue parole, che mi hanno colpito a fondo. Male perché mi
sento inutile. Male
perché per la prima volta nella mia vita… ho
paura.
“Sto bene” le
dico
imperturbabile.
Mao sospira.
“Ci vediamo domani,
Sousuke”
Riattacca lasciandomi solo, con quell’inutile pezzo di ferro
in mano.
Nota dell'autrice: Questo
capitolo mi serve per introdurre Mao e Kurz che dai prossimi capitoli
svolgeranno un ruolo fondamentale nella storia portando con loro una
ventata di allegria che ci distoglierà un po' dalla
malinconia dei nostri protagonisti.
meli_mao: Oh mannaggia! Non lo
sapevo!! Vabbè, immaginavo che Sousuke prima o poi si
sarebbe rivelato a Kaname ma mi aspettavo che lei ricambasse con una
frase un po' più... romantica? Anche se il romanticismo non
è la sua caratteristica prevalente...
Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Kurz’s
pov
“Che
dobbiamo fare con
lui?” mi rivolgo pensieroso a Mao.
I suoi occhi violetti indugiano ancora un po’ sulla rivista
di Arm slave che sta leggendo, per poi guardare tristemente fuori dal
finestrino dell’aereo.
“Non lo so”
sussurra.
“Possiamo provare ad
aiutarlo, no?” insisto.
“So tu che cosa
intendi per ‘aiutarlo’. Mi dispiace Kurz, ma non
condivido. Sousuke si deve
abituare all’idea di non poter stare con quella ragazza.
Possiamo aiutarlo solo
a dimenticarla” mi spiega.
Conosco già l’opinione di Mao. Vuole che Sousuke
si
allontani da Kaname, per il bene di tutti e due.
Io non sono d’accordo. Quel ragazzo ha diritto come chiunque
altro ad innamorarsi e fare le sue esperienze.
“Hai visto tu stessa
come si riduce Sousuke senza di lei. Ti devo ricordare
cos’è successo ad Hong
Kong? Mi pare che proprio tu ne sia stata una diretta
testimone!” le
rammento.
“Kurz! Non riesci
proprio ad arrivarci eh?! Secondo te un mercenario della
Mithril… ” dice
abbassando la voce “Può
stare con una
civile che vive in pianta stabile a Tokio? E se anche per assurdo
decidessero
di fare così, quanto dolore credi che provocherebbe tutto
questo? Lui che è
costretto ad andare in missione un giorno sì ed uno no non
sapendo neanche
quando e se ritorna. Lei che resta
confinata nel suo appartamento, con il terrore costante di saperlo
chissà dove
e chissà in quale pericolo! Credi che in questo modo le cose
andrebbero
meglio?”
“Potrebbero trovare
una soluzione” azzardo. “Non
mi
sembra giusto che non ci provino nemmeno!”
“Un ulteriore
approfondimento del rapporto non farebbe altro che rendere ancor
più doloroso
il momento del distacco” mi dice tetra.
“E questo che vuol
dire? Che Sousuke non potrà mai stare con nessuna
donna?” sbraito facendo
sobbalzare un paio di persone che stavano dormendo.
“Shhh!!” intima
lei. Poi mi risponde. “Sto solo
dicendo
qualcosa che è noto alla maggior parte di noi. Per esempio,
tu da quando sei
diventato un mercenario hai mai avuto una relazione seria con una
ragazza? Ed
io? No. Tutto è stato puramente occasionale ed è
così per quasi tutti noi, o
forse per tutti.
Se un giorno Sousuke
arrivasse a desiderare qualcosa
di più…
allora dovrebbe andarsene dalla Mithril. Lo sappiamo bene
entrambi.”
Mao sorride amara abbassando gli occhi.
Quello che dice è terribilmente vero e terribilmente
ingiusto. Però
rimango della mia
opinione. Ci devono provare. Non avevo mai visto Sousuke soffrire prima
di
qualche settimana fa. In ogni suo gesto, in ogni suo sguardo ed in ogni
sua
parola percepivo un immenso dolore. Un vuoto incolmabile, che lo
corrodeva giorno
dopo giorno. E se anch’io me ne ero accorto…
bè, ce ne voleva!
Voglio far accadere qualcosa in questi giorni… qualcosa che
faccia svegliare Sousuke, che gli faccia capire che deve sbrigarsi, che
gli
faccia comprendere che Kaname non può stare lì ad
aspettare a lungo…
…
ohoh!
“Facciamo una
scommessina?”le propongo gongolando.
“No.”
“E dai!! Ti prometto
che ti divertirai!… va bene, prima ascolta e poi decidi.
Facciamo così. Tu
parli con Sousuke, gli dici che deve abituarsi all’idea che
presto non vedrà
più Chidori, che non potrà mai avere un rapporto
serio con lei e tutte le tue
cavolate. Io invece, mi lavoro Kaname. La faccio incontrare con altri
ragazzi,
le propongo di far ingelosire Sousuke e le dico tutte le mie cavolate.
Vedremo
cosa succederà dopo. Se entro i cinque giorni riusciranno almeno a baciarsi avrò vinto
io. Se non lo faranno avrai vinto tu.
Allora? Accetti la
sfida o mi fai già vincere a tavolino?”
Melissa storce le labbra.
“Dipende qual è il
pegno per chi perde” mi dice alzando un
sopracciglio.
Ohhhh!!! Questa è la parte migliore.
Mi avvicino al suo orecchio e sussurro:“Sarò
clemente. Se vinco io, mi regalerai un paio di tue
mutandine… se
vinci tu… sarò io a regalarti i miei
boxer!”
Mi sorride sghemba e precisa:”Facciamo
che se vinco io tu stesso spargerai la voce sul De Danaan
che sei stato rifiutato da ogni ragazza di Tokio con cui ci hai
provato”
“Mhh, fa male… vabbè,
sopporterò” ghigno.
“Senti un po’ genio,
non ti passa minimamente per la testa che quando Sousuke
vedrà Kaname flirtare
con altri ragazzi si convincerà ancora di più che
lui non è il tipo adatto a lei?”
“È un rischio in più
per me, no? E poi non sai mai come funziona la mente di quel
ragazzo”
“Ok. Preparati
all’umiliazione più grossa della tua vita,
caro!” ride lei.
“Vedremo, cara”
le
rispondo a tono.
Se
conosco abbastanza bene Sousuke posso
già pregustare la mia vittoria.
Kaname’s
pov
Domenica mattina. Kurz e Melissa dovrebbero essere già
arrivati.
…
Non so come devo comportarmi. Fare finta di niente e
presentarmi da Sousuke? Oppure aspettare qui, nel mio appartamento,
attendendo
che si facciano vivi loro?
Non so proprio.
Per ingannare il tempo telefono a Kyoko per scusarmi, guardo
un po’ la tele e mi porto avanti con i compiti, sforzandomi
di non guardare
l’ora.
Quando mi decido a chiudere il libro di letteratura
giapponese mi concedo una veloce occhiata all’orologio.
Sono le undici e mezzo e nessuno mi ha ancora chiamata.
Quindi non mi vogliono tra i piedi? Bene, non mi avranno.
Non sarò certo io ad imporre la mia presenza.
Mi dirigo furiosa verso il bagno, apro l’acqua calda del
vano doccia ed entro.
Lascio che l’acqua mi scivoli addosso ustionando la mia
pelle fredda.
Non è giusto.
Sicuramente lui a quest’ora starà parlottando
serenamente
con i suoi amici, fregandosene della sottoscritta che sta qui a
corrodersi il
cervello per colpa sua e che stanotte non ha chiuso occhio sempre ed
esclusivamente per colpa sua.
…
Potrei essere io a fare il primo passo obbligandolo a
spiegarsi. Potrei chiedergli apertamente che cosa sono io per lui, che
intenzioni ha con me… potrei rivelargli che lo amo.
Per poi sentirmi rifiutata, perché è questo che
accadrebbe,
ne sono sicura.
E starei ancora più male. Adesso posso fingere di avere una
speranza, di occupare un posto nel suo cuore, di credere che anche lui
mi sogni
la notte, che mi brami quanto io bramo lui. Se invece mi rifiutasse, le
sue
parole continuerebbero a tormentarmi e non potrei neanche
più aggrapparmi a
questo flebile sogno.
Perché dovevo innamorarmi di lui? Ci sono tanti ragazzi
normali in giro e…
Normali.
Purtroppo lo amo perché lui è diverso da tutti.
Perché lui è
amabilmente imperfetto.
In fondo la bellezza non sta proprio nell’imperfezione?
Si, credo proprio di sì.
Sono le dodici e venti.
Bene, mi sa che devo incominciare a preparare qualcosa per
pranzo (a meno che non voglia svenire di nuovo come ieri).
Mi sto per avviare verso la cucina quando sento il telefono
squillare. Rispondo.
“Pronto?”
“Ehilà Kaname!”
“Oh, Melissa! Siete
arrivati?”
“Sì sì. Già da
un’oretta. Abbiamo un po’ strapazzato Sousuke e poi
abbiamo sistemato le nostre
cose.
Allora , ti decidi a
venire o no?”mi domanda.
“Siete da Sousuke giusto?Si
ok. Credo di poter venire” dico veloce.
“Sbrigati allora,
perché Kurz sta morendo di fame e nell’attesa si
sta scolando almeno una
quindicina di birre. Ho paura che Sousuke non possa trattenerlo a lungo
dal
mangiarsi anche le lattine”
Riattacca.
Ok, ho cinque minuti per togliermi quest’orrenda tuta e
rendermi presentabile.
Opto per dei pantaloni blu con una semplice camicetta
bianca, scarpe da ginnastica e… ma si! Coda di cavallo (in
memoria di quel
pazzo che si aggirava nel parco facendo a tutte le ragazze la coda).
Esco fuori casa e cammino a passo svelto verso l’appartamento
di Sousuke.
Melissa apre la porta e mi saluta allegra. Ricambio i suoi
saluti ed entro in casa.
La scena che mi si presenta davanti mi lascia alquanto
allibita.
Kurz è sul pavimento mentre Sousuke lo sta immobilizzando
portandogli le braccia dietro la schiena.
Osservo l’espressione scocciata di Sousuke e le guancie
rosso fuoco di Kurz… è già ubriaco.
“Oh oh oh! Guarda chi
è arrivata!” urla tra le sue risa “Lo
sai che sei molto bella? Sì sì… con
quella coda che ti lascia tuuuuutto il
collo scoperto, poi… ich! Ich!... Brindiamo al sashimi che
Tessa ci ha
preparato l’altra sera! No, forse non era Tessa…
chi era sorellina, eh?… Era
Sousuke! Si si si! Si era teletrasportato sul De Danann ! No, era
venuto con la
scopa volante, eh sì perché AR non lo vuole
più! Sì e poi Tessa si è innamorata
di Babbo Natale che è Sousuke… vedo tanti
pellicani rosa… i pellicani portano i
bambini, vero Kaname? O forse erano le cicogne? E perchè i
pellicani non li
possono portare? Le cicogne sono razziste, a morte! A morte!
Sorellina mi compri un
cane?”
Sousuke guarda Kurz con aria schifata mentre quest’ultimo
incomincia ad abbaiare e divincolarsi.
“Che facciamo con
lui?” dice tra gli sforzi di tener fermo Kurz.
Melissa (che ormai dev’essere abituata alle sue scenate)
alza le spalle e risponde indifferente:
“Se Kaname non si
scandalizza troppo io direi di chiuderlo nel ripostiglio”
“No, fate pure! Magari
mettetegli anche un fazzoletto in bocca così si sta zitto.
Oppure dategli una
bastonata in testa… per me è uguale” propongo
ridendo.
Sapevo che l’arrivo di Melissa e Kurz sarebbe stato
terapeutico per me. Almeno riderò per cinque giorni!
Melissa mi guarda divertita e va a prendere un piccolo asciugamano
dal bagno, lo ficca in bocca a Kurz e glielo lega dietro la testa. Una
volta
finita l’operazione, Sousuke lo prende per i polsi e lo
trascina verso il
ripostiglio tra le risate soffocate di Kurz che ormai ha le lacrime
agli occhi.
“Mi sbaverà tutto
l’asciugamano” pronostica Sousuke dopo
aver chiuso a chiave la porta.
“Fa niente, te ne
comprerò un altro” risponde Mao
ignorando i rumori che provengono dal
ripostiglio.
“Soffocherà?” domando
con un filo d’ansia. Sembra che dall’altra parte
della porta Kurz si stia
dimenando come un pazzo.
“Speriamo, un
pervertito in meno!” esclama lei sadica.
Scoppio in una fragorosa risata insieme a Melissa, Sousuke,
invece, si allontana da noi e va vicino alla finestra. I suoi occhi
grigi sono
tremendamente tristi e malinconici, il suo volto è bloccato
in una rigida
maschera di marmo, le sue mani sono strette a pugno e le braccia
ricadono
rigide lungo i fianchi.
La risata mi muore in gola nel vederlo così.
Lui non gradisce la mia compagnia e non sta facendo niente
per far sì che io pensi il contrario.
In fondo come posso obiettare? Gli ho detto delle cose
bruttissime l’altro giorno e non posso chiedergli di
dimenticarle perché tanto
non ci riuscirebbe.
Probabilmente adesso mi odia. Sono riuscita a distruggere
quel flebile legame speciale che si era creato fra di noi con una
stupida
frase.
Ma forse il legame speciale lo immaginavo solo io. Credo che
lui continui a proteggermi solo per senso del dovere, conoscendolo so
che se mi
dovesse capitare qualcosa si sentirebbe in colpa, anche se non
è più compito
suo garantire la mia incolumità.
“Sousuke, tutto bene?”
La voce di Mao mi distoglie dai miei pensieri riportandomi
bruscamente alla realtà.
“Nessun problema” risponde
lui impassibile “Credo che dovremmo
veramente far uscire Kurz da lì, Mao. Altrimenti ti
toccherà spiegare al
Colonnello come sia morto soffocato.”
“Si… sarebbe una
scocciatura. Senza contare che siamo a corto di
personale…” Melissa apre la
porta del ripostiglio e Kurz cade di botto sul pavimento come un sacco
di
patate. Probabilmente stava incollato alla porta.
“Mpfuoi – amrfi?”tenta
di dire lui.
“Ti libero solo se fai
il bravo cucciolo. Zampa!”ordina Melissa e Kurz le
porge prontamente la
mano destra.
“Terra!”
Kurz si mette a pancia in giù.
“Pancia!”
Si stende supino.
“Rotola!”
Lui inizia a rotolarsi da destra a sinistra e viceversa.
“Ohhhhhh! Sousukee!
Guarda come carino! Fagli un filmato,dai! Sul De Danaan si piegheranno
in due
dalle risate! Dov’è una telecamera?”
e si mette a frugare nei cassetti.
“Eccola!!”
annuncia felice “Un bel primo
piano… Uuhh!
Sta uscendo benissimo! Terra! Pancia! Due zampe! Salta!”
Scoppio a ridere di gusto e , miracolosamente, mi accorgo
che Sousuke sta perfino… sorridendo.
Non è un sorriso forzato ma autentico,gli angoli delle
labbra sono curvati all’insù da puro divertimento
ed addirittura il suo sguardo
sembra meno affilato del solito.
Mi mancava tantissimo vederlo sorridere.
“Bene! Credo che così
possa bastare. Con questo ce l’ho in pugno, lo
ricatterò a vita e mi farò un
mare di soldi” proclama estatica.
Sousuke slega l’asciugamano dalla bocca di Kurz, il quale,
ancora un po’ barcollante, si rimette in piedi continuando a
ridere come un
pazzo.
“Quando sarò sobrio mi
riprenderò quel filmato, vedrai! E allora invocherai il mio
perdono…
hihihihihi!!”
“Oh! Come se potessi
battermi in un corpo a corpo!” lo istiga Mao.
“Che cosa vuoi
insinuare? Che sono debole? Io n- non sono debole! Io so- sono fatto
d’acciaio,
baby. Il mio fisico viene i-invidiato da tutti gli uomini, non se ne
salva
nessuno! I miei muscoli sono… sono…
son…”
Kurz socchiude gli
occhi e vacilla per un po’ prima di crollare a terra
addormentato.
Mao scoppia a ridere.
“Questa volta ha
proprio esagerato! Tutta quella birra a stomaco vuoto…
vabbè, vuol dire che
mangerà al suo risveglio. No, Sousuke, non
c’è bisogno di portarlo via.
Lascialo lì” dice Melissa.
Mangiamo dei soba che Mao e Kurz avevano comprato prima di
venire.
Durante il pasto siamo solo io e Melissa a fare conversazione.
Sousuke rimane in religioso silenzio.
Qualche volta mi capita di incontrare il suo sguardo ma lui
prontamente distoglie gli occhi tornando a guardare il televisore
acceso ma
senza audio.
Ad un certo punto Melissa coinvolge Sousuke in un discorso
prettamente militare. Mi pare di cogliere parole tipo:
trattato… accordo…
guerriglia… missione… armamento…
eccetera, eccetera, eccetera.
Io intanto gioco distrattamente con una ciocca dei miei
capelli.
Chissà per quanto ancora andremo avanti così.
Nota dell'autrice: Oddio, non oso
immaginare cosa state pensando dopo aver letto questo
capitolo...
Posso giustificarmi dicendo che quando l'ho scritto ero abbastanza
allegra e proprio non mi andava di essere troppo malinconica quindi ho
inserito la scenetta di Kurz ubriaco che non era assolutamente nei miei
piani, anzi, ancora adesso non riesco a capire da dove mi sia venuta in
mente.
meli_mao: Kaname
è proprio irrecuperabile... cioè, Sousuke
finalmente
ammette che la ama e lei che dice? "Promettimi che la prossima volta
che ci vedremo ci baceremo!" ?? ... che stupida...
Rileggendo questo capitolo ho pensato a te e mi sono chiesta:
"Chissà se meli_mao mi ucciderà dopo aver letto
queste
cose?"
Insomma, non riesco a prevedere la reazione a questo capitolo di una
grande fan di Mao e Kurz come te... spero di non averli fatto fare
qualcosa che loro non avrebbero mai fatto!
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Melissa’s
pov
Sousuke sta peggio di quanto pensassi ed il fatto che non
esterni nessuna delle sue emozioni non contribuisce a migliorare le
cose.
Kaname è andata via circa mezz’ora fa.
E’ molto più facile
interpretare quello che lei sente.
Ha paura che Sousuke possa lasciarla di nuovo sola ma non
trova il coraggio per parlargli chiaro e tondo.
Meglio.
Meglio perché sono sicura che se uno dei due cedesse
l’altro
coglierebbe al volo l’occasione.
Sousuke rimarrebbe impelagato in una storia sbagliata. Una storia
che non avrebbe futuro o, se ce l’avesse, sarebbe un futuro
triste e costellato
da mille divieti e pericoli.
A meno che lui non cambiasse vita… assurdo.
Vorrei poter dire il contrario ma Sousuke purtroppo non può
più tornare indietro.
Sousuke medico? Insegnante? Imprenditore? Cuoco? Impiegato?
No. Se nasci falco,
muori falco.*
Solo io so quanta pena provo per lui, quanto vorrei poter
dire: “Sousuke molla tutto e vivi una vita come tutti gli
altri!”, ma sono
consapevole che alcune vite sono state segnate così a fondo
da non poter
mutare.
E se nonostante tutto provasse a cambiare… starebbe male. Ne
sono sicura.
In questa società che sforna individui in serie, che
emargina il diverso e che ostacola il cammino anche a giovani con tutte
le
carte in regola… lui non durerebbe a lungo.
Vorrei tanto che Dio, il destino o qualunque forza manovri
questo mondo, fosse stato più clemente con lui…
lui che è solo un ragazzo di
diciassette anni e che dovrebbe avere tutta la vita dinanzi a
sé... dovrebbe.
Invece si ritrova con un fucile in mano ed un’infernale
macchina super tecnologica da pilotare.
E poi doveri, doveri, doveri, doveri, doveri…
Sousuke ha abbandonato troppo presto il calore familiare ed
ha dovuto sopportare troppi obblighi e punizioni, battaglie e
morte…
Per me è stato fin troppo forte.
È un miracolo che un ragazzo che ha patito tutto quello che
ha patito lui non sia diventato pazzo.
E visto che finora è stato così forte spero che
possa sopportare
un altro po’ di dolore. Deve lasciare andare Kaname.
“Melissa?”
Giro di scatto la testa verso colui che mi ha chiamata.
“Ho sistemato Kurz.
Sta continuando a dormire” mi informa Sousuke
stanco.
Spero che un giorno mi perdonerai per quello che ti sto per
dire, Sousuke… ma è giunto il momento di parlare.
“Visto che lui dorme,
noi due potremmo parlare un po’. Non credi?”
gli domando.
Lui contrae la mascella e va a sedersi sulla sedia
abbassando lo sguardo.
“In effetti è da un
po’ che non vengo aggiornato sulle attività del De
Danaan…”
Eh no… sta tentando di sviarmi.
“Non è di questo che
voglio parlare” dico severa.
“Cosa vuoi allora?”
chiede brusco.
“Sousuke”
addolcisco il tono per tentare di tranquillizzarlo “Sai
bene di cosa desidero che tu mi parli. Di te e Kaname”
Irrigidisce il volto diventando così una
vera maschera di
marmo.
“Non so di cosa tu
stia parlando”
A quel punto esplodo.
“Cosa? Come puoi
permetterti di fingere di non capire!? Credi che io non mi sia accorta
di
niente? Credi che tutti noi, anzi, non ci siamo accorti di niente?
Pensi che
sia facile ignorare la tua situazione, eh? Stai peggiorando di giorno
in
giorno! Se adesso venissi chiamato per una missione finiresti stecchito
in due
secondi! E ancora ti concedi il lusso di fare il finto
tonto!?” finisco
quasi con il fiatone.
Lui non si scompone di un millimetro, perseverando così
nella sua posa da perfetta statua di marmo.
Sospiro più volte sia per riprendere fiato sia per dargli il
tempo di elaborare una risposta.
Dopo un minuto buono però mi spazientisco.
“Sousuke! Parlami!”
Continua a stare zitto.
Forse non è quello l’approccio giusto.
Tento di calmarmi sedendomi a mia volta e assecondando per
un po’ il suo silenzio.
“Prova a sfogarti con
me. Ti sentirai meglio” gli sussurro dolce.
“Non so che dire”
dice abbattuto.
La sua voce così malinconica mi lascia perplessa. Deve
raccontarmi tutto, ne ha assolutamente bisogno. Se non lo
farà adesso non avrà
molta possibilità in futuro…
“Facciamo così: io
domando e tu rispondi, va bene?” propongo.
Mi fa un breve cenno d’assenso con la testa.
Dovrebbe essere più facile per lui in questo modo. I
militari rispondono sempre a domande dirette…
“Ti ripropongo la
stessa domanda che ti ho fatto ieri sera: come stai?”
“Male” risponde
basso.
Bene, almeno è un inizio. Magari con le prossime domande
potrò sperare di strappargli qualcosa di più.
“Stai male perché
vorresti stare con Kaname, vero?”
Non dice niente.
“Sousuke non te ne
devi vergognare, è del tutto naturale che anche tu provi
questo genere di
sentimenti. Sei un essere umano. Comunque, la mia era una domanda
superflua
dato che entrambi conosciamo già la risposta.”
“Così pare”
borbotta.
“Sousuke tu la ami?”
Fa una sottile smorfia nel sentir pronunciare le mie parole.
“Che differenza fa?”
mi chiede malinconico.
“Bè, se tu la ami
veramente
sarà più difficile per te lasciarla. Soffrirai di
più al momento del distacco”
Ecco, l’ho detto. Tra le righe ho già espresso la
mia
opinione e lui l’ha colta al volo, infatti alza lo sguardo ed
incrocia i miei
occhi in una muta richiesta di aiuto.
Adesso, in quegli occhi così grandi e grigi posso leggere di
tutto: dolore, rabbia, disperazione, paura…
Ed in quel momento capisco che lui aveva preventivato già
tutto. Aveva compreso dove volessi arrivare
già dall’inizio e per questo non
voleva parlare. Aveva paura di sentire
da me quello che ha appena sentito.
Si alza dalla sedia lentamente e rimane lì, immobile,
riportando lo sguardo al pavimento e serrando i pugni.
Oddio, odio cedere al mio lato sentimentale… ma non ce la
faccio proprio a vederlo così! In fondo, ormai lo considero
come mio fratello
minore e gli voglio bene.
Mi alzo anch’io dalla sedia e mi avvicino a lui.
“Sousuke..." e
dicendo questo lo abbraccio.
Lui si irrigidisce subito, come se fossi un terrorista che
sta cercando di prenderlo alla gola.
Se c’è una cosa a cui Sousuke è meno
abituato dei discorsi,
sono i contatti fisici. Per lui “contatto fisico”
è sinonimo di “combattimento corpo
a corpo”. Nessuno gli si è mai avvicinato se non
per aggredirlo.
Sorrido alla sua reazione.
“Tranquillo,non ti
voglio accoltellare. Te l’ho detto…
c’è poco personale.”
Non si rilassa per niente, anzi, incolla ancora di più le
braccia lungo i suoi fianchi.
“Sousuke mi dispiace
.Vorrei poterti dire di andare subito da Kaname e rivelarle tutto ma
non posso.
Non credo sia la cosa migliore, scusa. Tu e lei prenderete strade
troppo diverse,
incompatibili l’una con l’altra. Se vuoi stare con
lei devi lasciare la
Mithril” gli dico carezzevole.
“Lasciare la Mithril…
per fare cosa? Io non riesco ad essere normale, non posso condurre una
vita convenzionale.
Rimanendo qui provocherei solo ulteriore imbarazzo a Kaname…
Sai qual è la cosa che
so fare meglio? Uccidere” mi dice disperato.
Lo stringo a me più forte.
“Non devi parlare in
questo modo. Noi siamo dei mercenari al servizio di tutti e di nessuno.
Tentiamo di impedire ulteriori spargimenti di sangue nel mondo. Sediamo
i
conflitti, preveniamo guerre… detto così sembra
quasi bello, ti permette di
vedere il lato positivo” sorrido amara.
“Non è giusto” si
lamenta.
“Non ho detto questo.
Sousuke credimi, se ci fosse un modo per restare con Kaname io te
l’avrei già
proposto” gli sussurro.
“Io… non credo di
poter sopportare tutto questo. Ho… paura”
“Ti riterrei sciocco
se non l’avessi. Devi pensare che è la cosa
più giusta da fare. Kaname vivrebbe
la sua vita e tu la tua” dico comprensiva.
“Kaname vivrà serena e
tranquilla mentre io mi troverò
all’inferno… forse è meglio
così. Lei non ha
nessuna colpa da espiare”
“Sousuke io…”
“No, basta. È giusto
così. Non posso fare altrimenti, mi sono reso già
abbastanza ridicolo. Però… io
non riesco a lasciarla andare.” dice affranto.
“Ti aiuteremo noi,
Sousuke” lo consolo piano.
Rimaniamo un po’ così. Io che gli accarezzo
dolcemente i
capelli mentre lui rimane imprigionato nel mio abbraccio,con in
sottofondo il
russare profondo di Kurz.
Sousuke’s
pov
È giusto così. Devo convincermi che sia giusto
così.
Kaname per me deve rimanere solo un sogno. Un effimero e
irrealizzabile sogno… nient’altro.
Lei deve continuare a vivere…
mentre io ho smesso di farlo già da tempo.
Più che altro io sopravvivo.
Ed è così che dev’essere.
Non posso più sperare in una vita normale, lo sapevo
già da
tempo. Mi sono già concesso troppo
“svago” ultimamente.
Basta Sousuke, non ci pensare. Non può essere altrimenti.
Lei mi ha già donato più di quanto io meritassi.
Mi ha
regalato i suoi sorrisi, le sue parole, i suoi gesti, le sue lacrime,
la sua
voce…
Lei mi ha salvato.
Proprio nel momento più buio della mia vita, quando credevo
non ci fossero più alternative per me, Kaname mi ha
riportato alla vita. Mi ha
impedito di divenire il riflesso di un uomo meschino, corrotto, vile,
immorale,
crudele… Gauron.
Sarei diventato sicuramente come lui, lo so e me ne
vergogno. Il mio animo ha incominciato ad incrinarsi a soli pochi anni
di vita,
vivendo nel dolore, nella disperazione, nei castighi, nelle vendette,
nella
crudeltà, nello scetticismo… ho smesso di
piangere. Ho smesso di sorridere. Ho
smesso di avere paura. Ho smesso di vivere.
Se non avessi incontrato Kaname, cosa sarei ora? Una persona
abietta e disonesta, un traditore… forse un terrorista.
E se non sono diventato una pallida copia di Gauron lo devo
a lei.
Lei che con un solo sorriso è in grado d’abbattere
il
roccioso muro del mio essere, lei che con un suo gesto è in
grado di farmi
sentire beato, lei che con una parola spezza ad uno ad uno tutti i fili
di
ferro che mi tengono legato al vecchio me stesso, lei che mi ha detto
che si
fida solo di me…
Basta, non devo pensarci.
Mi siedo e mi prendo la testa tra le mani, come se questo
gesto potesse alleviare il dolore che sto provando.
Pensare al futuro di Kaname mi fa male. La immagino sicura e
sorridente mentre stringe una laurea in mano accerchiata da tanti amici
festosi, la vedo felice e imbarazzata camminare affianco
all’ombra di un
ragazzo che non sono io, penso a lei in una nuova e bella casa che
guarda estasiata
il panorama oltre la finestra, fantastico su di lei,con gli occhi
leggermente
velati di lacrime mentre un uomo le mette un prezioso anello al dito,
la
immagino il giorno del suo matrimonio, esultante e con le gote rosse
dire “Si”
ad una figura indefinita… la vedo tra le braccia di un uomo misterioso che le
accarezza le guancie,
che congiunge le labbra con le sue…
Devo smetterla.
Devo credere che sia questo quello che voglio. Ed io voglio
che lei sia felice e che possa contare sempre su un uomo che la ami e
che per
lei ci sarà sempre, in ogni momento della sua
vita… sicurezza che io non posso
darle.
E mentre lei seguirà il suo destino io continuerò
a
percorrere il mio, dovunque esso mi porti.
Ha fatto già tanto per me, il minimo che ora io posso fare
per lei è lasciarla andare.
Devo farlo. Non posso trascurare ancora i miei doveri.
* Tratto da Full Metal
Panic! The Secon Raid
Nota dell'autrice: Evviva la
malinconia! Eh sì, lo so... questo capitolo ed il capitolo
precedente sono agli antipodi. Ma che ci posso fare? Mi è
venuto così... quasi quasi mi mettevo a piangere mentre
scrivevo il pov di Sousuke ;)
Non so voi, ma per me ormai Sousuke è il "Sergente Sousuke
Sagara". Insomma, io non credo sia possibile farlo diventare un
impiegato o qualcos'altro. Non riesco proprio ad immaginarlo senza il
"Sergente". E' come pensare ad Onizuka di GTO senza il suo carisma (o
stupidità).
Il suo essere militare è quello che caratterizza di
più il suo personaggio e toglierlo dal suo "ambiente
naturale" sarebbe un po' come portargli via una parte della sua anima.
Io la vedo così... forse sono un po' pazza...
Colgo l'occasione per augurare buon anno a tutti!
meli_mao: Eh già, purtoppo (o
per fortuna) Full Metal Panic non è un'anime seguito in
Italia... forse è meglio così altrimenti
diventerebbe una lobby formata quasi esclusivamente da bimbeminkia.
Anch'io su questo capitolo sono andata sul deprimente...
spero solo che non sia venuto troppo pesante! A me è venuta
voglia di seguire i romanzi invece... devo solo trovarli! Buon 2010
anche a te!
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Kaname’s
pov
Non ne posso
più del suo comportamento! Mi sta facendo
impazzire!
Sono arrabbiata, anzi, arrabbiatissima con lui… ma
soprattutto con me stessa!
Con lui perché è un idiota totale e con me
perché sto male
per un individuo come quello!!!
Uffa, ma sto diventando scema? Davvero mi deprimo per lui?
Eh no! Devo smettere di comportarmi come una stupida ragazzina
innamorata. Non
sono mai stata il tipo da “principessa
che chiede aiuto da una misera finestra di una
stupidissima torre
aspettando che il suo principe arrivi a salvarla”. Io sono
abituata ad agire,
ad essere indipendente e forte… non posso attendere
malinconicamente che il mio
principe faccia la prima mossa… ma contemporaneamente il mio
orgoglio mi
impedisce di andare da lui e parlargli in faccia!
Avrei voglia di prenderlo a schiaffi… vorrei colpirlo con la
mia mazza da baseball finchè non lo vedrei a terra
implorandomi di perdonarlo!
Grrrrrr…
Reagisci Kaname, reagisci!
Non posso fare la bambina lagnosa, non posso ridurmi così
per lui, è anche controproducente.
Devo comportarmi come sempre, essere superiore ai suoi
silenzi, devo andare avanti.
Ma se poi andassi tanto avanti da arrivare al giorno del
diploma senza aver concluso niente?
Oddio, non so più che fare…
Sousuke per ora è qui, ma domani…
chissà? Ed io ho terrore
di quel domani.
Voglio dire a Sousuke che lo amo finchè mi rimane
tempo… forse
così… forse… potrei cambiare il
destino.
So bene che non è più dovere di Sousuke
proteggermi e che
quindi se ne andrà non appena finito il liceo
perché è quello il suo compito,
ma io spero ancora di poter fare qualcosa per cambiare le carte in
tavola.
Voglio che lui rimanga qui, con me… ma non ho il coraggio di
dirglielo.
Lui mi rifiuterebbe, ne sono quasi certa.
Ma se anche mi sbagliassi… come potrei pretendere che
Sousuke abbandoni la Mithril? Per fare cosa, poi?
Purtroppo riconosco che Sousuke non si adatterebbe mai alla
società giapponese, rimarrebbe sempre un pesce fuor
d’acqua… e soffrirebbe. Ma
d’altre parte non riuscirei a vivere sapendo che lui potrebbe
partire da un
giorno all’altro per chissà dove. Non
riuscirei a sopportare di perderlo.
E se un giorno se ne andasse senza aver concluso niente?
Lui se ne andrebbe con i suoi amici, impegnato in ogni
genere di missione. Io resterei qui, abbandonata e sofferente.
Non ci posso neanche pensare.
Quindi, devo fare qualcosa. Sono troppo orgogliosa (o
codarda) per rivelargli quello che provo ma indirettamente
potrei… potrei cosa?
Uffa, ci sarà pure un modo per metterlo alle strette, no?
Per far si che sia lui il primo a chiarirsi con me… che mi rifiuti o mi
accetti… io voglio sapere!
Suonano alla porta.
Mi alzo dal divano e guardo l’ora. Sono quasi le sette di
sera… strano. Chi sarà a quest’ora?
Suonano di nuovo insistentemente.
Apro la porta e scorgo un Kurz trafelato appoggiato al muro
del mio appartamento.
“Era ora! Dai dai
sbrigati, fammi entrare, abbiamo già perso troppo
tempo” dice in fretta.
“Tempo per cosa?”
domando bloccandogli con un braccio l’accesso in casa.
“Tu non conosci
Melissa! Quella è una vera e propria strega! Ha approfittato
slealmente di un
mio momento di debolezza per passare subito
all’attacco… ed ora è in vantaggio!
Oh dai piccola Kana fammi entrare!
Dobbiamo prepararci!”
snocciola velocemente.
“Kurz, torna a casa.
Sei ancora ubriaco, Sousuke e Melissa ti staranno cercando” gli
dico
stizzita.
“Nonono! Non sono
ubriaco! Sono abituato alle sbornie, le smaltisco in fretta
io…”
“Allora dubito
fortemente della tua sanità mentale”
“Tu non capisci! Mi
sono svegliato ed ho trovato Sousuke più imbronciato del
solito e Mao in un
religioso silenzio che leggeva un libro. Capisci, leggeva un libro! Poi
lei mi
ha guardato con aria di sfida… in quel momento ho collegato
tutti gli elementi
e sono giunto alla conclusione che…”
Mi guarda come se io potessi completare la frase. Socchiudo
gli occhi ed inarco un sopracciglio.
“Hanno parlato!”
conclude solenne.
Silenzio.
“Hanno parlato”
ripeto atona.
“Sì! Mao mi ha
preceduto… ora dobbiamo sbrigarci”
sussurra cospiratore.
“Kurz, non ho
intenzione di farti entrare. Secondo me sei ancora ubriaco”
“Non puoi dire sul
serio!”
Fa per entrare ma io non smuovo il mio braccio di un
millimetro.
“Va bene, vuoi che ti
costringa a farmi entrare? Sarebbe interessante un corpo a corpo con
te,
Kaname… potrebbe avere dei risvolti
‘movimentati’”
sogghigna malizioso.
Tolgo subito disgustata il braccio e lo guardo immusonita.
“Sei sempre il solito
maniaco!” lo accuso.
“Un maniaco dai modi
convincenti, direi” ed entra in casa soddisfatto.
Si accomoda sul divano e mi fa cenno di sedermi davanti a
lui.
Sbuffo ma faccio come mi dice.
“Allora, la nostra
trappola deve scattare in fretta perciò saltiamo tutti i
preamboli e arriviamo
al nocciolo della situazione. Hai chiaramente bisogno di una mano con
Sousuke…”
“Che cosa?” lo
interrompo sbigottita.
“Sai di quello che sto
parlando Kaname, anzi, direi proprio che lo sanno ormai tutti”
"Io invece
ti dico che
non so proprio di cosa tu stia parlando”
“Ah no? Quindi tu non
sei innamorata di Sousuke,vero? Gli riservi tutte quelle attenzioni
perché sei
una ragazza buona e caritatevole?” mi schernisce.
Avvampo furiosamente e mi torco le mani…
Oddio! Io non sono… cioè, io sono innamorata
di… ma non
voglio che Kurz si metta in mezzo… ecco… Kaname,
inventati qualcosa alla
svelta!
“No, io non sono
innamorata di Sousuke e gli riservo più attenzioni del
dovuto perché sono la
sua rappresentante di classe, perché lui è un
soldato che mi ha salvato la vita
ma che soprattutto ne combina sempre una delle sue in tutte le
situazioni
possibili ed immaginabili e tocca sempre a me rimediare. Chiarito
questo
concetto fondamentale, Kurz…vai avanti pure” mento
spudoratamente.
Non ho alcuna intenzione di spiattellare i miei sentimenti
davanti a Kurz. Già faccio fatica ad essere onesta con me
stessa, non posso
esserlo anche con lui.
Kurz mi fissa per un momento, poi sorride sghembo e dice:
“Ok, allora…
supponiamo che io consigli ad una ragazza qualsiasi
di far ingelosire il ragazzo che le piace.
Supponiamo che lei segua il mio consiglio e inizi ad uscire al
più presto con
altri ragazzi assicurandosi che quel ragazzo possa capire e vedere
tutto.
Supponiamo sempre che la ragazza ogni volta si debba vestire come le
dica io e
debba flirtare apertamente e senza riserve con molte persone ma
soffermandosi
su di un ragazzo particolare in modo che il suo Romeo possa
identificare
soprattutto quell’individuo come una possibile minaccia.
Allora Kaname, credi
che quella ragazza sia in grado di fare quello che le ho
detto?”
Lo guardo allibita.
Mi sta proponendo di far ingelosire Sousuke flirtando con
una quantità abnorme di ragazzi e vestendomi come dice lui??
“Credo proprio che la
ragazza in questione non veda il motivo di farlo”
dico sfidandolo.
“Il ‘motivo’ sta
in un
appartamento del palazzo di fronte seduto su di una sedia con lo
sguardo perso
nel vuoto. Il ‘motivo’ se ne andrà
relativamente presto, cioè dopo aver finito
il liceo. Il ‘motivo’ potrebbe venire ammazzato da
un momento all’altro e solo
allora non ci sarà più il
‘motivo’ per fare quello che ti ho detto”
elenca
serio.
Ha ragione. Ha terribilmente ragione.
“Supponiamo che la
ragazza accetti la tua proposta” sputo tra i denti “ma solo per togliersi una…
curiosità personale, ecco” aggiungo.
“Curiosità
personale?”ripete
Kurz ritornando a ghignare “Va
bene.
Mettiamola come vuoi tu. Allora… sei disposta a fare quello
che ti ho chiesto?”
“Mh”
“Incluso
l’abbigliamento, non dimentichiamolo…”
“Mhh…” il mio viso
si storce in una smorfia di assenso.
“Molto bene! Adesso…
prepariamo la trappola”
Detto questo si slancia in un’accurata descrizione del suo
diabolico piano.
Oh mannaggia a me! In che situazione idiota mi sono andata a
ficcare!
Kurz è un pazzo pervertito, ormai ne sono certa. Per lui la
parte più importante del piano sono i vestiti…
vestiti poi, se così si possono chiamare
quei quattro straccetti provocanti e striminziti che sceglie lui!
Sono le nove e venti e Kurz è andato via da poco
raccomandandomi di riposare bene altrimenti domani le mie occhiaie ed
il mio
pessimo umore saranno un mix vincente per far allontanare tutti via da
me,
Sousuke incluso. Pazzesco, come se potessi realmente addormentarmi
serenamente sapendo
quello che dovrò fare domani. Infatti la mia
“missione” avrà inizio domani
mattina.
Non devo pensarci, non devo pensarci, non devo pensarci, non
devo pensarci…
Oddio!
Io non ce la faccio! Non sono in grado di fare quello che mi
ha detto! Insomma, comportarmi da ragazza “frivola”
(per non dire altro) non fa
proprio parte della mia natura! Dovrò ammiccare, accavallare
le gambe, piegarmi
con la schiena e non con le ginocchia, star dritta con le spalle e
portare il
petto avanti, inumidirmi di tanto in tanto le labbra con la lingua,
osservare
provocatrice buona parte dei ragazzi che incontro, avvicinarmi il
più possibile
quando parlo con i detentori del cromosoma Y, talvolta fare lo sguardo
da
“coniglietta sexy” (come l’ha definito
Kurz), fare sorridente maliziose
allusioni, accettare quanti più appuntamenti
possibili… il tutto accertandomi
che Sousuke mi noti.
Oh mamma! Cosa penseranno le mie amiche di me?!
La mia reputazione sarà rovinata per sempre… oh
me misera…
cos’ho fatto per meritare questo?
Da domani mattina tutto quello che ho faticosamente
costruito in anni ed anni di acidità e disinteresse
crollerà come un castello
di carte esposto ad una leggera brezza marina… anzi, altro
che leggera brezza
marina, è un vero e proprio tifone che irruento
spazzerà via la vecchia noiosa,
intransigente ed aspra Kaname per rimpiazzarla con una nuova ragazza
sorridente, sempliciotta, futile e maliziosa.
Oh cielo! E tutto questo lo sto facendo per un ragazzo… un
ragazzo!
Sono proprio stupida…stupida, stupida ed
innamorata… ma
soprattutto stupida, stupida, stupida…
E così mi dirigo verso il mio letto, buttandomi tra le
coperte con la mente colma di turbinosi pensieri che imperversano
discontinui e
contraddittori.
Prima di perdere conoscenza il mio sguardo si posa sulla
poltrona, dove giacciono scomposti i “vestiti” che
quel maniaco ha scelto per
me. E con un lamento isterico mi lascio cadere fra le braccia di Morfeo.
Nota dell'autrice: Salve a
tutti! Sono in ritardo, lo so, ma sono stata colta da una forte forma
di depressione causa ritorno a scuola ;)
Traumatico, semplicemente traumatico.
Mi scuso già in anticipo dato che d'ora in poi
aggiornerò più lentamente. Tra scuola, compiti ed
impegni vari non sto riuscendo a trovare il tempo per scrivere!! Il
capitolo è un po' cortino, forse vi aspettavate
qualcosa in più dopo tanto tempo ma prometto che il prossimo
sarà molto più lungo! Comunque, l'altro giorno
sono venuta a conoscenza di una notizia fantastica! Udite udite...
Shoji Gatou ha annunciato la fine di Full Metal Panic prevista in
primavera! Sono elettrizzata! Certo, beati i giapponesi che sapranno
per primi come va a finire...
Secondo alcuni Sousuke abbandonerà la Mithril, altri invece
dicono di no. Io concordo con i secondi (per i motivi che ho esposto
nel capitolo precedente). So che così sarà un bel
problema per la storia di Sousuke e Kaname... finale aperto, forse? A
questo punto spero che sia un finale aperto, sempre meglio del fatto
che il nostro Sergente non sia più un Sergente!
Però poi Gatou ha detto che ha intenzione di scrivere altre
short-stories quindi questo sbriciola la tesi del finale aperto...
Altri dicono poi che Kaname diventerà un soldato della
Mithril. Sinceramente su questo sono molto scettica. Io spero solo che
non faccia uscire Sousuke dalla Mithril.
Oh mamma, sto facendo un tema, meglio che la finisca qui!
Un'ultima cosa... vorrei sapere anche il vostro parere su questa
faccenda (e anche sulla fic) perciò, se qualcuno oltre a
meli_mao (le cui recensioni sono immancabili e sempre ben accette) si
degnasse a recensire mi farebbe tanto felice! (Ed in questo periodo ne
ho proprio bisogno...)
Ja ne!!
meli_mao: Devo dire che quel sito
è molto ben fornito! Io mi sono iscritta ormai
già da una settimana ma non posso ancora scaricare i
romanzi, forse perchè non ho ancora i 15 messaggi minimi...
non ho molto tempo ultimamente :(
Naturalmente chiedo anche a te il parere sulle questione "finale fmp"!
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, perlomeno ho ridato a Kaname
la forza necessaria per agire!
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Sousuke’s
pov
“Sousuke!!
Sousukee!
Thò, sei già sveglio? Mamma mia ragazzo, ma che
ti svegli all’alba?”
Guardo Kurz in boxer, appena sceso dal letto e con gli occhi
ancora semi chiusi.
“Io devo andare a
scuola” rispondo severo.
“Oh, è vero. Il nostro
Sousuke è ancora piccino piccino. Deve andare a scuola per
imparare tante belle
cose… peccato che a scuola non insegnino la cosa
più importante però…”
dice
solenne.
“Sarebbe?”
domando
costringendomi a fare uno straccio di conversazione.
“Non insegnano come
convivere con se stessi. Gli adolescenti sono tutti uguali, hanno
bisogno di
consigli su come affrontare la vita, su come…”
“Non sono d’accordo.
Non sono tutti uguali. Io non sono uguale a loro”
lo interrompo brusco.
Kurz si finge pensieroso e poi dice:
“Sì, forse da una
parte hai ragione. Ma sotto sotto so che anche tu hai bisogno
d’affetto come
tutti gli altri”
“Ti sbagli. Io non
sono fatto né per dare né per ricevere
affetto” soffio impassibile.
Lui alza gli occhi al cielo. “Continua
a ripetertelo…” sospira
sottovoce.
Finisco di sistemare i libri nella cartella e mi dirigo
veloce alla porta senza più degnarlo di uno sguardo.
“Melissa sta ancora
dormendo. Non la disturbare” mi limito a dire.
“Uhhh… potrei saltarle
addoss… ehm- ehm… bene, ok. Ah Sousuke?”
“Sì?” la mano già
sulla maniglia della porta.
Kurz ridacchia un po’, poi dice: “Nervi
saldi oggi, ok?”
“Non capisco cosa
voglia dire” rispondo confuso.
“Eheh… niente,
niente…
va per la tua strada, figliolo!” dice ridendo.
Esco fuori e sbatto violentemente la porta.
Sono già di pessimo umore per conto mio senza che Kurz si
metta a fare dello stupido umorismo da quattro soldi.
La giornata si prospetta tetra… come quelle che da oggi in
poi mi aspetteranno.
Apro la scarpiera sollevato, constatando che tutto è rimasto
come l’ho lasciato. Niente oggetti sospetti…
Kaname ancora non si vede. Strano, a quest’ora dovrebbe
essere già qui… no, calmo Sousuke. Niente maniaci
per strada… è solo un po’ in
ritardo, nulla di che…
Una risata cristallina giunge alle mie orecchie. Distinguo
una voce calda e
melodiosa tra una
miriade di altri suoni… la sua voce.
Mi giro autonomamente verso quel suono.
Kaname dista all’incirca sei metri da me ad ore otto e sta
ridendo sguaiatamente con Ono-D che, un po’ disorientato dal
suo comportamento,
la guarda sottecchi, come se si stesse aspettando da un momento
all’altro un
colpo d’harisen.
Lei indossa la divisa scolastica ma, al contrario del solito,
porta i capelli legati a coda alta, ha un leggero velo di lucido sulle
labbra
morbide e… sembra più… alta.
Forse è solo il modo in cui sta dritta con le spalle e tiene
la testa insù che le fanno acquistare quei centimetri in
più.
Come sempre però… è bellissima.
La figura alta e flessuosa, i lunghi capelli profumati, la
curva del suo collo, l’ovale perfetto del viso, le sue labbra
rosse e piene, i
suoi occhi… quegli occhi che amo ogni giorno di
più, nei quali vorrei annegare
per non sentire più dolore, quegli occhi cioccolato che mi
hanno stregato.
Troppe volte mi fermo a pensare a come sarebbe stringerla
tra le braccia, accarezzarle il viso, baciarle i capelli, percorrere
con la
mano la sua schiena, lambire quelle labbra rosso fuoco, tentatrici,
colpevoli
solo del fatto di appartenere a lei.
Nella mia vita non ho mai osato. Ho sempre rispettato gli
ordini, perennemente ligio al dovere e perennemente triste. Ed una
volta ho
giurato a me stesso che sarebbe sempre stato così
perché per me non c’era più
scelta. Tutto quello che io volevo decidere l’ha stabilito
per me un destino
troppo sordo per udire le mie volontà.
Non riesco ad avvicinarmi a lei, non riesco a baciarla
perché ho paura di osare.
Potrei benissimo fregarmene di tutto quello che Mao ieri ha
detto, potrei prendermi ciò che viene al momento e solo in
seguito pensare al
domani… “carpe diem”. Ma non ci
riesco… non è insito nella mia natura. Sono
abituato a valutare tutto, a fare uno schema preciso dei pro e dei
contro,
delle probabilità e delle conseguenze delle mie azioni.
Gli occhi di Kaname si soffermano un solo attimo sul mio
viso, per poi sfuggire al mio sguardo e ritornare a guardare fin troppo
interessata Ono-D che, incredulo ma estatico dell’improvvisa
confidenza, si sta
dilungando in un avvincente discorso, accompagnando le sue parole con
gesti
eloquenti.
Vedo Kaname sorridere e annuire con vigore, parlare
sottovoce e guardarlo complice… complice? Di cosa?
Oh no, Sousuke… le tue solite fissazioni… stanno
solo
parlando… stanno solo facendo una chiacchierata tra amici.
All’improvviso un gesto cattura completamente la mia
attenzione.
Kaname da un piccolo buffetto sul naso di Ono-D
e incomincia ad avvicinarsi maliziosamente al
suo corpo.
Resto scioccato.
Che cosa… come… lui è… che?
Da quand’è che sono entrati così in
confidenza? Come si
permette quel lurido verme di stare così appiccicato a
Kaname? Un momento… è
stata lei ad avvicinarsi. No, è impossibile. È
Kaname, la mia Kaname… non farebbe
mai una cos…
La mia Kaname.
No… che idiota che sono. Non è la mia
Kaname… neanch’io
voglio che lo sia.
Lei può fare quello che vuole, io sono sì la sua
guardia, ma
posso controllarla solo fino ad un certo punto.
Devo controllarla
solo fino ad un certo punto. Non posso pensare di essere al centro
della sua
vita.
Ono-D arretra un po’, intimidito e imbarazzato da
quell’intima vicinanza. Lo vedo sorridere e, probabilmente,
fare una battuta
per alleggerire la tensione. Kaname ridacchia e si rimette al suo
posto, poi
insieme si avviano verso le scale.
Non mi ha salutato. Non mi ha più degnato di uno sguardo.
Rimango lì, completamente spiazzato dal suo ambiguo
comportamento. Che cos’ho fatto questa volta di
così imperdonabile? Proprio non
riesco a capire…
Non è la prima volta che Kaname si arrabbia con me, ma
questo non le aveva mai impedito di riservarmi un minimo di attenzione.
Seppur
stizzita e corrucciata, mi aveva sempre rivolto la parola…
mi aveva sempre
salutato.
Oh cielo, sto diventando patetico. Non devo farne una
tragedia se per una volta ha preferito stare in compagnia dei suoi
amici
piuttosto che sopportare le mie solite fissazioni.
Ora di pranzo.
Da quando non c’è più il chiosco con i
miei adorati french
roll non riesco più a mangiare nulla. Tra missioni, compiti,
rapporti,
incidenti, e pensieri non ce la faccio proprio a prepararmi nulla da
portare a
scuola… non che ne soffra tanto.
In guerra non si mangia con regolarità e quindi sono
abituato a mangiare saltuariamente. E poi la mia cucina fa schifo, non
è
assolutamente paragonabile a quella di Kaname.
Mao ieri sera mi ha detto: “Sousuke!
Devi assolutamente riguardarti! Guarda che occhiaie che hai…
in questo stato non avresti neanche le forze per salire su AR.
Vergognati! Un
soldato che non cura il proprio corpo non è degno di essere
chiamato con quel
nome! Voglio proprio vedere se ucciderai i nemici col pensiero in
battaglia…
bhè… oddio, con il lambda driver non è
che cambi molto… però hai comunque
bisogno di molta concentrazione. Ed il cervello può lavorare
bene se è ben
nutrito… proteine,
amidi, vitamine!”
È estenuante sentire le sue prediche… ha ragione,
certo, ma
non è proprio il periodo per parlarmi di queste cose. Sono
di nuovo “stressato”
a detta di Melissa.
Può darsi, non lo so. In fondo non è che io usi
molto questo
genere di termini.
Così, me ne sto vicino la finestra guardando il cielo velato
di nubi. Non c’è sole, tutto viene illuminato da
una tenue luce grigiastra,
triste e malinconica. Folate di vento scuotono le fronde degli alberi
spezzando
le fragili foglie che irruente turbinano nel vento in una danza
incantata.
Sospiro. Mi sento tanto come una di quelle piccole foglie.
Vengo scaraventato da una parte all’altra in balia delle
correnti impetuose
della vita, incapace di fare a modo mio, impossibilitato a scegliere
dove
andare.
Ed il vento è troppo forte, non mi lascia un attimo di
sollievo ma mi lacera, mi assilla, mi danneggia ed il suo suono
rimbomba
violentemente nella mia testa, invadendomi completamente. Il suo suono
è troppo
forte, tanto che diventa rumore, un assordante rumore che mi impedisce
di
pensare razionalmente, il fragore è talmente straziante che
non riesco ad
ignorarlo e mi sento stordito, alienato ed impaurito.
Ad un tratto il vento cessa e le leggere foglie volteggiano
nell’aria fluttuando elegantemente per poi posarsi lievi e
arrendevoli sul
suolo.
E’ esattamente così che immagino la Morte. La
quiete dopo la
tempesta.
Cosa c’è dopo?
Cosa dovrei pensare dopo quello che ho vissuto sulla mia
pelle? Paradiso? Inferno? Forse un livello esistenziale superiore?
No, sono tutte giustificazioni per accettare di buon grado
la Morte e non esserne terrorizzati.
Ho visto tante oscenità in questo mondo, troppe forse per
poter credere a questo genere di cose. In realtà
l’inferno è già qui sulla
Terra.
E’ incredibile come sia cambiato. Mai e poi mai pochi mesi
fa avrei effettuati simil pensieri. Non mi ponevo domande, non cercavo
risposte. Lasciavo che la vita mi scivolasse di dosso, incurante di
tutto ciò
che ne fa contorno. Nella mia mente c’era un unico obiettivo:
sopravvivere.
Non importava quante persone avrei dovuto uccidere, non
importava quanto male recassero le mie azioni, non
m’importava nulla. Eseguivo
solo gli ordini. Al contrario di quanto pensino molte persone,
è un metodo
facile e comodo per vivere. La tua mente è completamente
sgombra di inutili
pensieri e non hai il problema di prendere delle decisioni. Una volta
arrivato
l’ordine ti devi concentrare completamente sulla missione.
Portata a termine
questa, puoi ritornare a non pensare ed aspettare che gli altri ti
dicano cosa
fare, nel bene e nel male. Non esiste “morale” ed
“immorale” nei pensieri di un
mercenario.
Questo prima di incontrare lei…
Lei che adesso sta rigirando tra le dita con fare provocante
un ciuffo di capelli di un esterrefatto Kazama, eh
sì… lei
pura ed innocent-
COSA?
Sgrano gli occhi a dismisura quando assimilo pienamente
quello che sta facendo.
Ma… che cosa l’è successo oggi?
Prima Ono-D, adesso Kazama… ma… ma…
“Chidori?” le
parole mi escono di bocca prima senza pensarci.
Lei si volta inarcando un sopracciglio, lascia andare i
capelli di Kazama.
“Sì?”
domanda .
Perfetto… stupido idiota… ed ora che le dico?
L’ho chiamata
d’istinto, solo per farla allontanare da Kazama, il quale,
siede rigido sulla
sedia, il collo contratto e lo sguardo fisso davanti a sé,
con la bocca
lievemente aperta ed un espressione di pura confusione mista a terrore
stampata
in faccia.
Anche Kyoko si è accorta dello stranissimo comportamento di
Kaname ed ora guarda la scena, le sopracciglia aggrottate e lo sguardo
pensieroso.
È incredibile come la mia mente non riesca ad elaborare
qualcosa da dirle, qualunque cosa… dopo cinque secondi di
pesante silenzio riesco
finalmente a notare un dettaglio… un piccolissimo
dettaglio…
“Hai il naso sporco”
…
…
…
Tutta la classe si è fermata a guardare la scena. Alcune
ragazze si portano le mani alla bocca, la maggior parte dei ragazzi
ridacchia
sommessamente, altri invece si limitano solo a darsi un piccolo
colpetto in
testa in segno di “disperazione”.
Kyoko inizia a contare con le dita rimanendo in silenzio.
Uno…
Non capisco cosa stia succedendo…
Due…
Perché Kaname mi sta guardando con lo sguardo da serial
killer
incallito?
Tre!
Un colpo di shuriken mi colpisce in pieno viso facendomi
cadere all’indietro di almeno due metri.
Un banco cade sopra di me colpendomi allo stomaco. Accuso il
colpo spalancando la bocca in cerca d’aria, mi rialzo piano e
boccheggiante. Kaname
mi fissa truce dopo essersi passato una mano sopra il naso per
cancellare il
minuscolo residuo di riso del suo bento.
“Sei uno stupido!”
grida furiosa, poi fa dietrofront ed esce altera dalla classe con Ono-D
alle
sue costole.
Non riesco ancora a capire cos’ho detto!
Parte dei miei compagni scoppia in una ristata fragorosa,
altri, un po’ più sensibili, si lasciano sfuggire
solo un sospiro.
“Mhhh… si è
trattenuta
comunque. Niente da fare, oggi la piccola Kana è proprio
strana” dice
Kyoko.
“Gi-già…”
concorda
Kazama ancora stordito.
Mi avvicino a loro. Però… il colpo fa davvero
male!
“L’avete notato anche
voi?” domando.
Kyoko annuisce.
“Innanzitutto ha
legato i capelli in una coda. Poi,durante le lezioni sembrava assente,
preoccupata per qualcosa, ma quando le ho rivolto la parola mi ha detto
che
andava tutto e bene e si è finta allegra come sempre. Poi
stava facendo strani
discorsi con Ono-D prima…”
“Che genere di
discorsi?” domando fulmineo.
“Non lo so di preciso…
qualcosa riguardo un appuntamento credo. Non so se lei abbia accettato
ma mi
sembrava molto… come dire…
disponibile e
molto più logorroica del solito. Insomma, rideva parlava,
ammiccava. Li ho
sentiti ridere per una battuta alquanto “equivoca”,
oserei dire…”
“Hai detto un
appuntamento,vero? Che genere di appuntamento? E poi, che cosa intendi
per
battuta “equivoca”?” la
interrompo di nuovo.
Lei e Kazama si guardano increduli.
“Bhè ,un appuntamento
è un appuntamento…” prova a spiegare
lui.
“Un appuntamento,
Sagara! Un appuntamento! Oh cielo, non mi dire che ti devo spiegare
anche
questo?” si intromette Kyoko.
“Tokiwa”
è strano
come a volte pensi alle persone con il loro nome e poi mi rivolga a
loro
chiamandole con il cognome “ti
chiedo di
mettermi a conoscenza del significato comune di
’appuntamento’ ”
“Sagara, ma non te
l’avevo già spiegato una volta?”
mi domanda.
“Sono desolato, non
ricordo. Sono portato a rimuovere le nozioni superflue”
“Che cosa?Ma… insomma!
Non è affatto superfluo!” mi rimprovera
immusonita.
“Ho dovuto pensare a
tante cose in questo periodo. Aiutami a ricordare”
le chiedo.
Lei alza gli occhi al cielo, poi inizia a spiegare.
“Allora, spero che tu
sappia almeno il significato generale di
‘appuntamento’ ”
Annuisco.
“Bene, di solito tra
ragazzo e ragazza si usa questo termine per invitare l’altra
persona ad uscire.
Faccio un esempio: Kazama mi chiede di andare al parco… anzi
meglio! Ricordi
quando il sempai di Kaname l’aveva invitata ad andare al Luna
Park? Quando
l’abbiamo seguita? Ecco, quello era un appuntamento. Si porta
la persona amata
in qualche posto interessante, ci si diverte ed a chi va bene
può avere ottime
probabilità di essere scelto come il
“ragazzo” o la “ragazza” della
persona di
cui si è innamorati”
Mi si chiude lo stomaco.
Ricordo perfettamente quel giorno in cui salvai Kaname dal
gruppetto Mikihara. Ricordo altrettanto nitidamente la dolorosa
sensazione che
provai. Vedere lei prendere per mano quel ragazzo, ridere insieme a
lui,
parlare interessata… era incredibilmente insopportabile.
Non oso immaginare lei ed Ono-D… no, è
impossibile.
“Per battuta
‘equivoca’ intendevo un doppio senso, una battuta
piuttosto maliziosa e
talvolta inopportuna riferita a… bhè Sagara, usa
un po’ di immaginazione!”
borbotta mentre le guancie si imporporano di un lieve rossore.
“Immaginazione? Perch…
ah”
Contraggo i muscoli, i miei pensieri orientati verso
un'unica immagine che mi impedisce di dare coerenza al mio ragionamento.
Kaname, Kaname nelle braccia di Ono-D mentre…
No. Non può essere. Lei non farebbe mai una cosa del genere.
Che idiota Sousuke, è una ragazza, no? È questo
che voglio?
Assolutamente no.
Ma io mi dovevo fare da parte! No, io devo farmi da parte…
però questo no. Non posso accettarlo.
È la sua vita, che cosa mi aspettavo? Lei deve fare le
sue… e-esperienze insomma,
se lei vuole… no,
no, no!
Merda!
Un momento, ma stavano facendo solo battute, stavano solo
parlando, questo non vuol dire che abbiano intenzione di…
mettere in pratica
quello che dicevano.
Eppure anche questo mi manda in bestia. Lurido piccolo
moscerino pervertito di Ono-D… lo potrei mettere KO da un
momento all’altro.
Certo… lo seguirei dopo la fine delle lezioni, non mi va di
creare ulteriore
putiferio qui a scuola. Aspetterei di raggiungere una strada isolata e
poi…
Armi a salve? No, non mi darebbero la stessa soddisfazione
di una ginocchiata assestata nello stomaco, di sentire il suo braccio
spezzarsi
sotto la mia presa, di vedere il suo naso rompersi gettando un fiotto
di
sangue…
“Sousuke! Lascia
andare il mio cellulare! Lo stai distruggendo!”
urla Kazama quasi in
lacrime.
Oh, ho preso il cellulare senza accorgermene. Era appoggiato
sul banco e devo averlo afferrato per tentare di sfogarmi. Inutile dire
che non
è servito a nulla.
“Sagara stai bene?”
domanda Kyoko.
“Nessun problema”
rispondo senza pensarci.
Devo parlarle. No, cosa mi salta in mente? Io non sono bravo
nei discorsi, figuriamoci in questo
tipo di discorsi. Però devo fare qualcosa, non posso
restarmene qui a far nulla
mentre lei… lei…
Maledizione, la devo smettere!
“Devo lasciarla andare! Devo lasciarla andare!!”
urlo
mentalmente.
Ma… io non ci riesco.
Sarò più contento quando saprò che lei
starà con un altro?
Sarò soddisfatto quando la saprò felice anche se
non sarò io l’oggetto della
sua felicità?
… Non lo so…
Ed ora? Cosa dovrei fare adesso? Vado da lei e le chiedo:
“Chidori, sei felice?” o meglio, “Sarai
felice con Ono-D?”
No, non credo di averne il coraggio. Ma ci devo provare. Io…
non voglio perderla.
Oh santo cielo, ma io devo
perderla! Se non accadrà oggi accadrà
domani o dopodomani ancora ma verrà
il momento in cui vedrò il suo viso solo ritratto in una
fotografia e ne
rimpiangerò il calore, la voce, gli sguardi, i momenti
passati insieme… tutto.
Ogni piccolo ed apparentemente insignificante ricordo di lei mi
trafiggerà il
petto, come mille lame d’acciaio affilate, trapassando
spietate il mio cuore.
Ho già vissuto tutto questo e nessuno può mai
immaginare quanto vorrei eludere
questo destino. Ma ormai ho compreso che non si può evitare
l’inevitabile. In
questo gioco non esistono scorciatoie, finirei col ferirmi ancora di
più.
Eppure, nonostante comprenda che ciò che intendo fare
è
totalmente irrazionale ed illogico, le voglio solo chiedere una cosa.
Voglio solo
assicurarmi che sia felice per poi ritirarmi per sempre dietro le
quinte.
Nota dell'autrice: Eccomi qui!!
Finalmente sono riuscita a postare questo capitolo... lo dovevo
già aggiungere ieri ma poi sono andata a vedere Avatar in 3D
(lo consiglio a tutti, è semplicemente fantastico!!) e dopo
sono andata dal dentista e quindi sono tornata a casa ieri sera tardi
con un mal di denti colossale... ergo, potete immagginare da soli la
mia voglia di postare.
Avevo promesso che il capitolo sarebbe stato più lungo e
così ho fatto. Ero indecisa se dividerlo in due veramente ma
alla fine l'ho lasciato così.
Vi dico già da ora che non aggiornerò a breve.
Non ho neanche scritto la prima frase del capitolo otto e la prossima
settimana sarà per me un vero incubo tra compiti ed
interrogazioni di fine quadrimestre... quindi credo che se ne
parlerà domenica prossima se non oltre... abbiate
pietà!
Nami Akimoto: Ciao! Sono felicissima che la
mia storia ti piaccia! Le recensioni mi mettono sempre di buon umore ^^
Anch'io mi sono innamorata da subito di Full Metal Panic e spero
vivamente in una prossima serie dell'anime... non possono di certo
lasciarlo incompleto!! Ti dirò, quando ho visto l'ultima
puntata di Tsr mi è venuto un nervoso pazzesco! Avrei
immediatamente ucciso Kyoko e quel gruppetto di oche giulive se solo ne
avessi avuto la possibilità... che nervi!! Baci!!
Neverwinter: Oh cara!! Grazie, non riesci
minimamente ad immaginare come mi abbia resa felice la tua recensione
(o meglio dire, le tue tre recensioni :D). Però... invoco
tutta la tua pazienza affinchè tu possa aspettare
pazientemente i miei prossimi lenti aggiornamenti!! Mi dispiace tanto
ma proprio non riesco a scrivere come e quanto vorrei di questi tempi.
Se mi affrettassi a scrivere mi verrebbero dei capitoli schifosi che,
fidati, renderebbero la storia patetica, poco introspettiva e veloce.
Sicuramente non piacerebbe nè a me (che mi farei mille
problemi per non essere riuscita a scrivere come avrei voluto)
nè a voi che la leggete (che la trovereste poco piacevole e
troppo frettolosa).
Quindi... è meglio poco alla volta ma di
qualità (oddio, "qualità" che parolona
grossa).
Sai che mentre scrivevo la scenetta di Kurz ubriaco ridevo anch'io come
una scema?! Sì sì... era come se Kurz stesse
prendendo realmente vita e mi stesse facendo scrivere quello che lui
voleva... a volte i personaggi ti fanno questi scherzi :D
I romanzi li puoi trovare in questo sito www.fullmetalpanichoue.forumcommunity.net (gentilmente consigliato da
meli_mao) solo che per poter accedere alla sezione romanzi devi prima
aver un minimo di quindici messaggi ed essere iscritta da almeno una
settimana... detto questo, ti saluto! Un abbraccio!
meli_mao: Mh... ma la Mithril non
potrebbe essere ricostituita? Insomma, credo (e sottolineo credo) che
l'Amalgam verrà annientata o per lo meno i suoi pilastri
portanti... quindi in un periodo più tranquillo potrebbero
ricostruire la Mithril, no?
Oh mi sta girando la testa... troppa confusione e troppi dubbi. Anch'io
spero in un happy ending per Sou e Kana ma che faccia conservare a lui
il suo rango da militare! Bacioni!
Devildragon: Meno male che non sono l'unica
lumachina allora! ^^ Bhè, sì, anch'io credo che
il finale sarà particolare ma spero che Sousuke e Kaname
abbiano il loro lieto fine!
Ja ne!
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Kaname’s
pov
Sto iniziando a dubitare della mia sanità mentale. Forse ho
tendenze al masochismo… ancora non so.
Non posso credere di star veramente facendo tutto questo per
un ragazzo così… così…
stupido, idiota ed insensibile!
Possibile che sia tanto autolesionista da innamorarmi di un
tipo che mi dice davanti a tutti i miei amici “Chidori,
hai il naso sporco” e che lo esponga con una
chiarezza ed
un’ intensità tale da farlo passare per la notizia
più importante delle ultime
ventiquattrore?!
No, sono malata… devo ritirarmi in uno chalet di montagna e
meditare sulla vera essenza del mio essere…
Grrrr…
Se solo non l’avessi mai incontrato… uffa!
Perché sono una
wishper?!
Naturalmente so già che questi pensieri svaniranno non
appena
la mia ira si sarà dissolta ma per ora li lascio a piede
libero…
Fantastico… come se non bastasse mi ritrovo affianco al mio
nuovo pseudo cagnolino Ono-D che mi gironzola attorno con gli occhioni
dolci e
l’espressione adorante dipinta in viso.
Assolutamente insopportabile.
Santo cielo, non posso credere che abbia fatto tanto la
civettuola con lui… mi ha proposto un appuntamento.
Naturalmente ho accettato
ma la trasformerò in un’uscita di gruppo
così che possa essere presente anche
Sousuke. Ancora non ho deciso però chi sarà il
ragazzo a cui dovrò riservare
più attenzioni. Ono-D neanche a parlarne (insomma, se
proprio devo farlo voglio
almeno che sia una persona gradita!)… il povero Kazama si
troverebbe in una
situazione troppo spinosa per lui… della mia classe non
c’è nessuno degno di
nota… con Hayashimizu non funzionerebbe mai… il
mio vecchio senpai delle medie?
No, neanche lui… è stato così carino
con me, non mi va di deriderlo in questo
modo… un momento… Tsubaki!
Bhe, credo che con lui potrebbe andare bene… è
carino, a volte
penso che sia un po’ interessato a me, non gli sono
abbastanza affezionata per
pentirmi di prenderlo in giro e poi… cosa più
importante… lui e Sousuke sono in
eterno conflitto! Oh fantastico! Questo non farebbe altro che
alimentare la
competizione tra i due!
Oddio.
Sto ragionando proprio come vorrebbe che ragionassi Kurz. È
terribile! Altro che chalet di montagna… mi ci vuole proprio
un corso zen…
Però, accantonando i sensi di colpa, è
l’idea migliore.
Bene, ora non devo far altro che definire i dettagli.
“Ono-D? Allora siamo
d’accordo per stasera, vero?” chiedo.
“Certamente, karaoke
alle cinque” dice contento.
“Perfetto!”trillo
fingendomi allegra.
Naturalmente non ho nessuna
intenzione di dirgli che inviterò anche Sousuke, Kyoko,
Kazama, Mizuki, Tsubaki
e Ren. Spero che non si mettano in mezzo anche Melissa e Kurz,
trovandomi in
loro compagnia sarebbe per me più difficile recitare la mia
parte…
Già sarà traumatizzante vestirmi
con quegli osceni vestiti che mi ha dato Kurz (non voglio assolutamente
sapere
dove li abbia procurarti), figuariamoci come sarei nervosa se sentissi
le sue
risatine sommesse minimo ogni sette secondi!
“Allora…”
incomincia Ono-D avvicinandosi maliziosamente al mio
corpo e prendendomi per un polso.
“Noto con immenso piacere che ti sei
finalmente resa conto di essere
attratta da me. Oh, Kaname, ma ci voleva così tanto? Abbiamo
perso tanto di
quel tempo…” lascia in sospeso la frase
avvicinandosi pericolosamente alle
mie labbra.
No. Questo mai.
Sento l’impellente bisogno di
allontanarlo da me, subito, prima di scoppiare. Quello che sta per
accadere non
potrei mai sopportarlo. È successo già una volta,
la prima volta per sbaglio, non
tollero che avvenga ancora.
Gli punto una mano sul petto
allontanandolo bruscamente da me, lasciandolo con le labbra socchiuse e
l’espressione sognante.
“M-ma…”
balbetta offeso mentre stringe la presa sul mio polso.
“Oh mamma mia
quant’è tardi! Tra un po’ dovrebbe
iniziare la sesta ora.
Se non ci sbrighiamo arriveremo in ritardo”
snocciolo repentinamente.
Oh, patetico. Non riesco proprio
ad inventare di meglio che la stupida scusa dell’orario? La
solita
giustificazione del tempo che vola vista e rivista in chissà
quanti film
stucchevoli.
“Kaname stai perdendo smalto” mi
dico mentalmente.
Mi libero velocemente dalla sua
presa girando il polso facendo pressione sul pollice (ecco,
Sousuke serve anche
a questo…) e mi avvio spedita e tracotante di falsa gaiezza
verso l’atrio scolastico,
convinta più che mai di ritornare immediatamente in classe
per non offrire
altre imbarazzanti occasioni al mio nuovo cagnolino.
Sono ormai nel corridoio quasi
deserto quando, all’improvviso, vengo atterrata da
“qualcosa” che piomba
rudemente su di me schiacciandomi al pavimento.
“Chidori, non muoverti”
mi impartisce la voce glaciale posando di
malagrazia una mano sulla mia testa pressandola sui mattoni ruvidi e
posizionando l’altra sulla mia schiena per impedirmi di
alzarmi…
No, anche questo oggi! Non ne
posso più!
“Sousuke!! Lasciami, ora, subito,
immediatamente!”
Niente. Riesco a notare con la
coda dell’occhio il suo sguardo concentrato fuori dalla
finestra, verso dei
palazzi alti che confinano a poca distanza con la zona della scuola in
cui ci
troviamo.
“Mi fai male!”
mugugno piccata tentando inutilmente di sfuggire
alla sua presa d’acciaio. Impresa impossibile... eh, non
è proprio Ono-D…
Al suono delle mie parole Sousuke
toglie subito le sue mani dal mio corpo e si rimette in ginocchio.
“Che cos’è
successo questa volta, eh? Hai visto qualcuno giocare con
delle pistole giocattolo? Hai notato un ragazzo senza la nostra divisa
scolastica nel cortile? Il cane della signora che abita qui vicino
aveva un
comportamento sospetto??” lo schernisco inviperita
riportandomi celermente
in piedi e massaggiandomi piano la schiena indolenzita dalla sua mano
pressante.
“Qualcuno ti ha puntato un laser
addosso! Ne sono più che sicuro, non è
la prima volta che accade” mi dice allarmato.
“Oh naturalmente! ... Quando la
smetterai di essere così maniacale
Sousuke?! Il tuo comportamento è a dir poco
detestante!” sfogo su di lui la
mia frustrazione accumulata nelle ore precedenti.
Lui mi scruta intensamente con i
suoi occhi terribilmente freddi e distaccati. Quasi mi sento mancare
sotto la
forza di quello sguardo. Dietro l’apparenza glaciale ed
imperturbabile si
riesce quasi a cogliere un’imprevista intensità ed
un subitaneo ardore che
maschera nel giro di pochi attimi. Uno sbattito di ciglia ed i suoi
occhi
ritornano impenetrabili tanto che neanche io, che sono a meno di un
metro da
lui, riesco più captare alcuna emozione.
“Cerco solo di proteggerti”dice
grave riportando lo sguardo fuori,
nell’insolito grigiore dell’aria pomeridiana.
Chiudo gli occhi inspirando
lentamente. La mia ira si placa mentre il mio animo accoglie
placidamente la
tristezza che provocano in me quelle parole e mi sento terribilmente
stanca,
desiderosa di gettarmi tra le sue braccia per farmi sorreggere, per
farmi aiutare
a sostenere un peso tale da non riuscire più sopportarlo da
sola. Se lo facessi
ora… porrei fine a tutto. Interromperei questo patetico
teatrino che
infantilmente sto mettendo in atto per indurlo a cercarmi. Come al
solito
però, il mio orgoglio me lo impedisce. E non è
solo la fierezza che me lo vieta.
Forse c’è anche una piccola dose di voglia di
essere desiderata. E se mi
arrendessi ora, sarei io che mi concederei a lui ridicolmente.
No, non ne ho alcuna intenzione…
voglio fare le cose a modo mio.
“Forte e sicura di te, Kaname!
Lascialo marinare lentamente… solo così
puoi farlo vacillare. Quel ragazzo è forte… non
si fa corrompere presto! Non
aver paura di infierire, non dargli tregua, punzecchialo e
rimproveralo. Da poco
adito alle sue parole, ridi e flirta
con gli
altri ragazzi. Man mano lo vedrai sempre più debole... ma
naturalmente i miei
accessori saranno il colpo finale… hihihihi. BAM! Centrato
in pieno” Questa
è la tattica suggerita dal pervertito.
Per ora diamogli, fiducia…
mettiamola in atto!
“Potresti farlo più
discretamente? Aspetta un attimo… sbaglio o non è
più tuo compito proteggermi? Quindi Sousuke… io
direi di darci in taglio!”
provo ad usare il tono più convincente che conosca con
aggiunta di una nota
lievemente stizzita.
“Che io non sia più
incaricato alla tua sicurezza è vero. Tuttavia
questo non significa che debba ignorare eventuali pericoli”
il tono
asciutto e distaccato, parla con lo sguardo ancora puntato sugli
edifici più
alti.
“E perché non lo fai? Io
starei più tranquilla, tu provocheresti meno
problemi all’intera società, la scuola non
dovrebbe più sborsare valanghe di
soldi per riparare i tuoi danni e forse potremmo anche andare
d’accordo!” urlo
sfacciatamente.
Sousuke riporta lentamente lo
sguardo su di me, in silenzio.
Fuori inizia a piovere. Il
ticchettio delle gocce d’acqua che si infrangono sui vetri
affianco mi mette
leggermente a disagio. È da quella maledetta sera in cui Lui ha osato poggiare le sue labbra sulle
mie che non sopporto più
la pioggia. Mi ricorda le sue parole, il suo tocco, la solitudine e la
disperazione che ho provato… la decisone infine di rivelarmi
a Sousuke.
Promessa che non ho mantenuto.
Mi rammenta l’amaro sapore della
separazione, il tormento di quelle notti insonni, la paura che si
impossessa
velocemente dell’animo, l’innata
lucidità del corpo nella confusione della mia mente
e ancora altri ricordi, delineati dal terrore,
dall’incredulità e incertezza,
dal caos e dall’assurdo silenzio della morte.
Malgrado ciò… non devo lasciarmi
condizionare dalle mie emozioni, devo vincerle e superarle, forza!
“In effetti lo potrei fare,
tuttavia, perdonami. Non ci riesco” la
sua voce è dura e sicura, come i suoi occhi che ora scrutano
i miei leggermente
spaesati.
“Bhè…
provaci!” mi ritrovo a dire.
Silenzio.
“Chidori, davvero non mi
sopporti?”
Oh. Oh oh. Oh oh oh.
Voglio eclissarmi!!
Fantastico, bene, splendido. Ed
ora che gli dico?
Se gli dicessi di no magari si
arrabbierebbe ed il mio piano andrebbe a rotoli. Insomma, non sto mica
nella
sua testa!
E se gli dicessi di sì? Oh cielo,
ma Kurz mi ha detto di non farmi vedere minimamente interessata a lui! “Lascialo marinare lentamente” così
mi
ha suggerito.
Quindi? Che faccio?
Ooooo… opto per una via di mezzo!
“Bhè, no
Sousuke… io … non è che non ti
sopporto… cioè,sì, alcune volte
mi verrebbe da buttarti fuori dalla Tokio Tower ma… altre
volte ti… ti… accetto
di buon grado”
S-C-H-I-F-O-S-O!!!
Ridacchio nervosamente portandomi
una mano dietro la nuca.
Oddio che pena!! Ma che cos’è che
ho detto? Non lo so neanch’io.
Mi guarda corrucciato (non a
torto!!) tentando di afferrare il vero senso delle mie parole
sconclusionate.
“Oh Sousuke, lascia
perdere…” mi volto incamminandomi
imbarazzata
verso la nostra classe.
Ho combinato un bel casino…
credo. Non sapevo che dire!! Non è così facile
mentirgli senza innescare
nessuna reazione negativa… ci ho provato e ho fallito.
Wow.
“Chidori!”
La mia mano si blocca sulla
maniglia della porta, mi volto verso di lui ancora un po’
rossa in viso ma
sinceramente curiosa. Cosa vorrà ancora? Giuro che se mi
dice che ho qualche
altro minuscolo chicco di riso in volto lo catapulto fuori dalla
finestra in
meno di un secondo.
“Che vuoi?”
Lo vedo tentennare. Apre la bocca
per poi richiuderla ed inspirare chiudendo gli occhi, come se stesse
prendendo
coraggio. Tuttavia, quando i nostri sguardi tornano ad incontrarsi, il
suo
volto non tradisce nessuna emozione.
“Tu… sei
felice?”
Sbatto due volte gli occhi,
sbalordita.
Il silenzio che ci avvolge è
assurdo… è come se il tempo si fosse fermato
nell’esatto istante in cui le sue
parole hanno raggiunto le mie orecchie, immobilizzandomi .
Mi ha chiesto se sono felice… mi
ha chiesto se sono felice…
Dubbio, confusione, appagamento…
felicità.
Fatico a nascondere un sorriso
sornione che minaccia di irrompere prepotente sulle mie labbra fissando
accigliata la maniglia della porta.
Non mi aspettavo che il piano di
Kurz desse i suoi frutti così precocemente, forse
perché dubitavo dei
sentimenti di Sousuke nei miei confronti, non che ora ne sia convinta
del tutto
ma il solo fatto che abbia chiesto se fossi felice mi rallegra e mi
incoraggia
ad andare avanti…
Sento le guance irradiare calore
a dismisura ed il mio cuore accelerare furioso i battiti mentre la mia
mente
vaglia frenetica tutte le possibili risposte adeguate alla sua
sconcertante
domanda.
Ancora una volta mi ritrovo a
cercare nel vuoto… sembra che il mio cervello abbia lasciato
il posto ad una
piccola nocciolina circondata da una fitta e impenetrabile nebbia che
mi
proibisce di ragionare coerentemente. Non riesco a concentrarmi su
nient’altro
all’infuori della calorosa esultanza che percepisco
nitidamente, stonata solo
da un leggero velo di imbarazzo.
Smetto all’istante di provare a
concentrarmi… devo dire quello che sento
veramente… più o meno.
“Non come vorrei”
gli rispondo vaga, poi apro la porta e mi fiondo
in classe prima che possa aggiungere altro, spezzando così
la tensione tra di
noi.
Mi siedo pensierosa e ancora
rossa in viso appoggiando la testa sul banco. Sospiro un po’
stordita, autorizzandomi
a lanciare una breve occhiata a Sousuke che entra in classe, granitico
come
sempre.
Nota dell'autrice: ... Che dire?
In queste due settimane sono stata super impegnata, mi sono beccato
l'influenza e internet ha fatto il capriccioso (si disconnetteva
sempre). Oggi sarò di poche parole... non mi sento molto
bene.
Sul capitolo non ho nulla da dire, o meglio, adesso non mi viene in
mente niente... i miei neuroni sono quasi mezzi addormentati. Mi scuso
per gli eventuali errori (orrori) che avete trovato leggendo...
sappiate solo che buona parte di questo capitolo l'ho scritto con 38 di
febbre... pietà!
meli_mao: O.o Come hai fatto a
capirlo? Che brava! Hihihihi... esattamente, in un punto cruciale della
storia Kaname e Kurz organizzeranno un piccolo... ehm... scherzetto per
far ingelosire Sousuke ma... inizialmente anche Mao ne
resterà un po' scottata! Solo per un po' però...
non mi far aggiungere altro!! Baci!
Ja ne!
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
"Al mio Nii-san,
senza il quale, forse, questo capitolo
non sarebbe mai stato pubblicato.
Ganbatte!!"
Kaname’s pov
Per
il resto delle lezioni il mio pensiero volteggia senza sosta tra
ricordi e
riflessioni impegnando tutta la mia concentrazione in assurdi discorsi
con me
stessa e focalizzandosi su di un concetto ben preciso che mi ronza in
testa da
ben due ore mandandomi in visibilio.
A Sousuke importa della mia
felicità.
È
indescrivibile la gioia che provo rendendomene conto.
“Puoi farcela Kaname, puoi davvero
farlo tuo
se lo desideri. Devi solo scegliere le parole ed i modi
giusti” questo mi
ha detto il pervertito.
Sì,
Kurz… hai ragione.
Quella
di Sousuke potrebbe sembrare una semplice ed innocua domanda, ma un
occhio più
attento, o meglio, una mente oculata e sensibile, può
coglierne la vera
importanza.
Lui
non fa mai questo genere di domande… normalmente ha
un’innata repulsione verso
tutto ciò il cui fine è quello di indagare
più a fondo nell’animo di una
persona né gli importa molto dei sentimenti altrui a meno
che questi non
possano presentare un fastidioso problema alle sue schiette decisioni.
Questo
vuol dire che non chiede mai nulla di personale o imbarazzante se
proprio non
lo ritiene di assoluta importanza.
Ho
conosciuto due Sousuke e ho imparato ad apprezzare le
qualità di ambedue.
Il
primo, impassibile e glaciale, il Sergente Sousuke Sagara della SRT i
cui modi
distaccati e professionali sono portati ad esempio ai suoi superiori e
stimati
dalla maggior parte dei suoi compagni.
Il
secondo (nato da poco grazie al contatto con la società
giapponese), Sousuke
Sagara addetto ai rifiuti della quarta sezione del secondo anno del
liceo
Jindai di Tokyo, alquanto disordinato, impacciato nelle relazioni
umane,
incontenibile combina-guai e otaku di roba militare.
Posso
dire di aver capito che nessuno dei due Sousuke cesserà mai
di esistere
permettendo all’altro di prendere il sopravvento, ma
coesisteranno per sempre,
uno affianco all’altro, due facce della stessa medaglia.
Mi
fido di lui, so che in ogni caso, comunque andasse a finire la nostra
storia,
non ritornerà mai ad essere il “mostro”
che era fino a pochi mesi fa e so che
se anche dovesse decidere di rimanere con me non sopprimerebbe mai il
suo
istinto “militaresco”, il suo sussiego e la sua
algidità.
Superfluo
dire che non me ne importa un accidente. A dispetto di quello che gli
ho detto
prima, adoro il suo lato protettivo e maldestro così come
amo il suo essere
indifferente e deciso in determinate circostanze.
Non
so quasi nulla del suo passato ma non mi interessa. A volte mi chiedo
se è
umanamente possibile trovarmi così a mio agio con un uomo
che ha ucciso così
tante persone e ferito altrettante. Ma proprio non concepisco neanche
il
concetto di aver paura di Sousuke, anzi, lui è la sola
persona di cui mi fidi
cecamente.
Vorrei
tanto che un giorno si aprisse con me e mi raccontasse di
più su di lui, che
provasse a rivelarmi qualcosa sul suo passato… ma credo che
non lo faccia per
paura.
Paura
di essere giudicato e condannato senza alcuna pietà.
Non
ha torto, infatti la maggior parte della gente scapperebbe a gambe
levate se
sapesse di lui, lo biasimerebbe e lo eviterebbe a priori.
Ma
possibile che non capisca che io sono diversa? Io non lo
giudicherei… non mi
crede abbastanza forte da poter sopportare la verità?
Stupido megalomane…
Sono
sinceramente interessata al suo passato, non per condannarlo e
disprezzarlo ma
per poter meglio afferrare le motivazioni che ci sono dietro ai suoi
comportamenti. Potrei aiutarlo, seolo
volesse…
In
fondo non è l’unico ad aver sofferto in passato.
Io ho perso mia madre… la
persona che amavo, colei che era costantemente al centro della mia
vita. Ancora
oggi non mi soffermo a pensarci troppo, la ferita, seppur abbastanza
longeva,
non si è mai del tutto rimarginata, anzi, a volte la sento
ancora pulsare
dolorosamente, sanguinante.
Non
voglio minimamente paragonare il mio passato a quello di Sousuke, non
pretendo
di sapere tutto quello che gli è accaduto ma posso anche
immaginare,
rabbrividendo, l’orrore del suo vissuto. Vorrei solo fargli
comprendere che se
mi permettesse di sapere qualcosa in più su di lui forse
potrei in qualche
modo… aiutarlo a superare le sue difficoltà.
So
anch’io cos’è il dolore e sono
abbastanza ragionevole da aver capito che
Sousuke ne ha conosciuto fin troppo, anche se non me ne ha mai parlato.
Appunto
odia tutto quello che indaga sul privato di una persona…
Il
suono della campanella mi fa sobbalzare sulla sedia.
Mi
accorgo che tutti stanno raccogliendo le proprie cose, riponendole
nella
cartella mentre parlottano a mezza voce.
Le
lezioni sono finite… bene.
Oh
no. Volevo dire male…
Durante
la lezione potevo concedermi il lusso di pensare liberamente ed
indisturbata
mentre ora devo ricominciare a recitare il mio ruolo da perfetta oca.
Come se
non bastasse devo anche invitare Kyoko, Kazama, Sousuke e gli altri per
non
ritrovarmi veramente da sola con Ono-D al karaoke.
Stress.
“Kyoko!” mi
affretto a dire quando lei
mi passa accanto.
“Sì?"
“Mi chiedevo… ti va di venire al karaoke
stasera? L’invito è valido anche per te,
Kazama” aggiungo quando noto che
il ragazzo ci sta guardando incuriosito.
“Oh…
bè… ok!” risponde lui ancora
disorientato dal mio comportamento di prima.
“E chi altro verrebbe con
noi?” mi
domanda Kyoko sospettosa.
“Uhmm… i soliti
credo” le rispondo
distratta… Sousuke sta uscendo dall’aula in
fretta, senza incrociare lo sguardo
di nessuno.
Cielo,
come farei ad invitarlo se se ne andasse? Non mi va proprio di
telefonargli
apposta, gli darei troppa importanza…
“Kyoko… ti dispiacerebbe
dirlo a Sousuke? Io
intanto vado a trovare gli altri…”
“Puoi anche scordartelo, con Sousuke ci
parli tu. Non mi sembra garbato da parte tua tenergli il broncio per
quello che
è accaduto” mi rimprovera incrociando le
braccia al petto ed assumendo un
cipiglio irremovibile.
“M-ma… io non sono
arrabbiata con lui! Oh
Kyoko, per favore! Devo dirlo agli altri e non ho molto
tempo… ti prego!!”
la imploro ignorando i suoi continui cenni di dissenso e sfoderando il
mio
faccino zuccheroso.
“Mhh… va bene!
D’accordo, glielo dico io! Ma
tu promettimi di parlargli” dice esasperata
portando gli occhi al cielo.
“Ci ho già parlato! Non
ti preoccupare
Kyoko, va tutto bene. Ci siamo riappacificati” la
tranquillizzo ridendo.
Riappacificati…
non sono sicura che sia il termine esatto.
Lei
mi guarda sottecchi.
“Sul serio?” mi
interroga inarcando il
sopracciglio.
“Certo! Allora io vado, ok? Tu dillo
a
Sousuke… ti chiamo più tardi per dirti
esattamente il luogo!” esco
velocemente dalla classe per evitare
altre fastidiose domande.
Spero
di riuscire ad inscenare bene la mia parte anche questo pomeriggio.
D’altronde,
libera dai vincoli scolastici posso aumentare la dose di
stupidità e “ocaggine”
rimarcando ben bene tutti i comportamenti da perfetta gatta morta.
Mi
avvio assorta tra i corridoi del liceo quando il mio sguardo viene
magneticamente attratto da dei lunghi capelli smeraldini raccolti in
una bassa
coda…
Tombola!
Sousuke’s
pov
Confuso?
Fin
troppo, anche…
Arrabbiato?
Sì,
con me stesso.
Vigliacco?
Purtroppo
mi sto avvicinando pericolosamente anche alla codardia.
È
tutto un gran bel problema. La mia esistenza sta diventando un
problema…
probabilmente Kaname ha ragione a voler porvi fine gettandomi dalla
Tokyo
Tower.
Sto
diventando patetico. Stupido. Debole. Pavido.
Sto
iniziando a scivolare lentamente ed incessantemente in un baratro di
odio e
solitudine.
Sono
bloccato in un limbo di tensione e confusione che, contrariamente a
quanto si
potrebbe pensare, mi tiene saldamente ancorato alla realtà,
permettendomi di
comprenderla appieno, di assaporarla in tutte le sue mille mutevoli
sfaccettature,
di presagire con estrema esattezza gli effetti delle mie decisioni e di
soppesare scrupolosamente il valore della mia felicità
paragonandolo alla sua.
Forse
non sono mai stato più vicino a sentirmi vivo che in questo
momento. Sto
provando a lasciar correre libera la mia mente, completamente senza
controllo.
Assurdo.
Mi è
estremamente difficile farlo ma ci sto provando. Seppur per pochi
attimi,
voglio evadere da quell’asfissiante casta di sistemi,
responsabilità, ordini e
doveri.
È
Incredibile.
Sto
male… eppure sono felice.
Felice
d’aver scoperto di essere vivo, di poter palesare tutto
quello che le persone
comuni provano, felice di sentirmi infelice poiché questo
dimostra che sono
umano. E non è scontato, dato che per un periodo sono
arrivato a perfino a
dubitarne.
Da
troppo poco tempo ho iniziato a provare forti emozioni e questo mi ha
spaventato a tal punto che ho sempre cercato di neutralizzarle. Almeno
fino a
pochi minuti fa.
Poi
ho finalmente deciso di concedermi il lusso di togliere il filtro dai
miei
pensieri, smettendo di censurarli.
È
incredibile.
So
che non potrà durare a lungo, tra poco mi darò
del pazzo incosciente per aver
fatto una cosa del genere ma per ora voglio solo godermi questa
fantastica
sensazione, seppur mi fa star male. Ho fatto tutto ciò per
cercar di mettere
ordine nella mia testa, provando a dare il giusto valore alle giuste
cose.
Niente
da fare, sono più confuso di prima… mettendo da
parte un unico concetto che mi
è ben chiaro.
La voglio.
Ecco,
tra un po’ mi odierò per averlo ripensato ma ora
non posso concedermelo, non ho
il tempo per biasimarmi, adesso
è giunto
il momento di essere schietti e sinceri per fare le giuste scelte.
Il
suo valore è l’unica cosa ben chiara nella mia
mente, tutto il resto è caos
assoluto.
La
verità è che vorrei veramente stare con lei e che
il solo averla vista parlare
e scherzare con altri ragazzi mi ha mandato in tilt.
Geloso.
Credo
che sia questo il termine. Essere geloso, io… chi l’avrebbe mai
detto?
Ora
sto pensando che forse potrei averla, che io in fondo non “devo” niente, che potrei
benissimo decidere di starle vicino, per
poi preoccuparmi solo in seguito di ciò che sarà.
Quando
rintrodurrò il mio personalissimo filtro penserò
che sono solo uno sciocco, che
così facendo complicherei le cose a tutti e due e che sono e
rimango comunque
un Sergente della Mithril. Non posso concedermi questo tipo di capricci.
Mi
raddrizzo un po’ con le spalle, la schiena mi duole a causa
della scomoda
posizione in cui mi trovo. Sono nel mio appartamento, seduto a terra
appoggiato
contro il muro, gli occhi chiusi per concentrarmi meglio ed il respiro
lento e
regolare per evitare di andare totalmente nel panico.
Kyoko
mi ha chiamato per invitarmi al karaoke questo pomeriggio. Non avevo
minimamente intenzione di andarci ma poi Kurz ha sentito quello che
dicevo ed
ha insistito talmente tanto che alla fine mi ha costretto ad accettare
guadagnandosi così un pugno nello stomaco da Mao e
un’occhiata assassina da
parte mia. Come se non bastasse si è anche auto-invitato. Pazzesco…
Sinceramente
ho trovato molto strano il fatto che sia stata Kyoko ad avvertirmi, poi
però mi
sono ricordato dello strambo comportamento di Kaname a scuola.
Probabilmente
non vuole parlarmi ma non credo che sia ancora per
l’incidente con il chicco di
riso.
Forse
si sente in imbarazzo per l’inconsueta domanda che le ho
posto quest’oggi… se
lei è in imbarazzo, figuriamoci quanto lo sono io.
Non
le avrei mai chiesto una cosa del genere se non fossi stato tanto
confuso… ma
cosa potevo fare?
Volevo
almeno una risposta, volevo che mi dicesse: “Sì,
sono felicissima” per auto-convincermi
a lasciarla andare, a prendere la dolorosa, ma giusta, scelta.
Così non è stato.
“Non come vorrei”
Cosa
vuol dire? Cos’è esattamente che non le permette
di essere completamente
appagata?
È la
risposta a quest’ultima domanda che mi sta facendo impazzire
da ben tre ore.
La
parte più egoistica di me vorrebbe che fossi io
l’oggetto del
suo desiderio; il mio animo altruistico,
invece, si rifiuta anche solo di pensare una cosa simile.
L’amore
è egoismo?
So
che non dovrebbe essere così… il mio modo di
pensare dimostra soltanto quanto
io sia sbagliato per lei.
Merda…
quanto mi è difficile mettere a tacere il mio riserbo.
E se
guardassi il problema da una prospettiva diversa? Se non fosse
più una
questione di egoismo ed altruismo ma solo un diverbio tra istinto e
razionalità?
Non
ho mai seguito l’istinto, tranne forse quello di
sopravvivenza ma ho limato
anche quest’ultimo facendone un connubio tra
lucidità e sangue freddo. Ciò che
ho imparato in tutti questi anni di guerra mi ha fatto capire che
l’istinto, in
realtà, serve a poco da solo. Una persona istintiva, in
battaglia, cade subito.
Le azioni di un soggetto impulsivo, infatti, sono talmente prevedibili
e
scontate che ti esortano ad eliminarlo senza indugio, con prontezza e
facilità.
In
questo caso l’istinto (di cui non mi fido molto) mi dice di
andare da lei. Ora.
Ed è
qui che entra in gioco la razionalità, che ti porta a
riflettere
minuziosamente. La ragione ti aiuta a vincere, a celare i tuoi punti
deboli ma
a comprendere quegli degli altri. L’istinto, senza ragione,
non servirebbe a
nulla, neanche, o forse a malapena, a sopravvivere. La ragionevolezza
ti apre
gli occhi ed attiva il cervello, fredda e calcolatrice valuta
silenziosamente
tutte le possibilità di vittoria o di sconfitta, istigando
alla lotta o esortando
a una remissiva ritirata. Per questo la ragione è anche
paura. La saggia paura
che ti impedisce d’andare incontro ad una triste e dolorosa
fine. La saggia
paura che costantemente ti rammenta di evitare il dolore, sia fisico
che
morale. Senza dubbio affrontare Kaname mi provocherebbe ulteriore
sofferenza ed
al contempo sarei agghiacciato dalla prospettiva di poter stare al suo
fianco
più del consentito.
Quello
che provo assomiglia tanto ad uno spiacevole incontro tra passionale
desiderio
e paura atroce.
Non
avrei timore di una pistola puntata alla tempia ma mi spaventerebbe
sentire
Kaname così vicina a me.
Sono
letteralmente terrorizzato da tutte queste nuove sensazioni da non aver
neanche
il coraggio di andare a parlare.
Giro
e rigiro intorno al problema analizzandolo minuziosamente in ogni modo
possibile, ma non riuscendo a risolverlo.
Solo
tre cose mi sono chiare adesso:
-Desidero
Kaname più di quanto potessi immaginare.
-Sarei
pronto ad affrontare in seguito le conseguenze delle mie scelte
cogliendo
adesso, seppur con non poche remore, l’opportunità
di farla mia.
-Non
dirò mai niente di tutto ciò a lei.
Ed è
perfetto… il punto tre mi riporta all’inizio del
problema. Sono solo un codardo
ed un vigliacco. Nulla di più… ho imparato, a mie
spese, che il vero coraggio
non viene dimostrato in guerra.
“Sembri morto, aspetta, forse lo
sei…”
I
miei occhi si spostano lentamente verso Kurz che si avvicina ghignando
con un
coltello da cucina nella mano destra, impugnandolo come se fosse un
kunai.
Si
china dinanzi a me, inclinando di lato la testa con sguardo ebete.
Accade
tutto molto velocemente.
D’un
tratto Kurz fa scattare il braccio cercando di avvicinare il coltello
alla mia
gola, lo blocco subito, stroncando sul nascere la sua azione offensiva
afferrandogli il polso e torcendoglielo dietro la schiena, lasciando
che il
coltello cada sul pavimento. Mi scaravento su di lui costringendolo a
cadere a
pancia in giù, con il braccio bloccato dietro la schiena.
Che
diavolo…
Nota dell'autrice: Ancora non ci
credo, mi devo riprendere. Sto pubblicando questo capitolo... lo sto
facendo davvero... wow! Un bell'applauso per me che sono finalmente
riuscita ad aggiornare! ^^
Ehm... lo so, lo so, pensavate che fossi morta ed invece eccomi qui per
tormentarvi con questa storia che sta decisamente prendendo una piega
pesante (soprattutto questo capitolo è un sonnifero, lo
riconosco). Prometto che nel prossimo cappy ci sarà
più azione rispetto a questo mortorio...
Un graaaaaaazie speciale va al mio neo revisore (mio fratello
ù.ù) il quale ha corretto questo capitolo e ha promesso
che lo farà anche con i prossimi onde evitare il ripetersi
di madornali errori che ho già disseminato in questi pochi
capitoli (magari ve ne siete accorti da soli... ma per colpa di una mia
distrazione ho... ucciso Sousuke!! Ebbene sì... lo ammetto.
Invece di un colpo d'harisen il nostro Sergente ha ricevuto un bel
colpo di shuriken
che avrebbe dovuto metterlo KO).
MEA CULPA!! Mi do già da sola della cretina per le tutte le
sviste commesse (che vanno dagli errori di battitura agli errori di
trascrizione dei nomi: "Writh" l'ho trasformato in "Wright" come
"Phoenix Wright" -_-").
Vabbè, tralasciamo... "stendiamo un velo pietoso"
sulla mia sbadata persona... cercherò di essere
più attenta! XD
Ritornando un attimo al capitolo precedente, ricordando che il giorno
in cui l'ho pubblicato ero talmente imbambolata da non poter effettuare
pensieri coerenti, volevo precisare che era stato Writh a puntare il
laser contro Kaname e che quindi Sousuke, come al solito, aveva ragione
e non aveva le allucinazioni.
Bene... direi che forse è tutto. Mhhh... sì credo
di aver concluso. Ah! Colgo l'occasione per ringraziare chi ha
aggiunto questa storia tra le seguite o le preferite mandando a tutti
un caloroso abbraccio e rammentando che le recensioni vengono sempre
apprezzate!
meli_mao: Ehm... carissima, ti prego di
perdonare la mia sbadataggine! Sono proprio incorreggibile... e dire
che questa volta avevo cercato il termine "whispered" e
comunque l'ho scritto male. A volte il mio collegamento cervello/mani
si interrompe producendo questi risultati. Sorry! Passando ad altro...
O.o non posso credere che ti sia piaciuto quel capitolo. Ok,
schifo schifo non fa ma... non so... c'era qualcosa che stonava. Non
è falsa modestia visto che io ho effettivamente
dei capitoli che rileggo e mi compiaccio con me stessa ma...
l'otto proprio non rientra! Però c'è da dire che
io non sono molto imparziale... Ti ringrazio comunque dei complimenti
che mi hai fatto! Baci! :)
Ja ne!
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