Un'altra possibilità

di Danielle_Lady of Blue Roses
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mädchen Aleksandra ***
Capitolo 2: *** E' davvero...? ***
Capitolo 3: *** Pensieri inutili ***
Capitolo 4: *** Richiesta ***
Capitolo 5: *** Gita ***
Capitolo 6: *** Incontro-scontro e riflessioni ***
Capitolo 7: *** Al lavoro! ***
Capitolo 8: *** Interrogativi ***
Capitolo 9: *** Discussione ***
Capitolo 10: *** Indagine ***



Capitolo 1
*** Mädchen Aleksandra ***


A1 26 Giugno, ore 10.30, Aeroporto internazionale (USA).
-Dai Franzy, muoviti! Forza, forza, forza!- esclamò una bambina correndo con uno zainetto di jeans in spalla.
-Beruhige dich (Calmati) Aleksandra! Non correre, abbiamo tutto il tempo che vogliamo- rispose "Franzy", che emerse tra la folla coi corti capelli azzurri vagamente scomposti.
-Uffi! Sei lenta! E' colpa dei tacchi, lo so! Dovresti smetterla di indossarli, sei già alta così!- affermò annuendo con decisione Aleksandra.
Franziska scosse il capo, quella bambina l'avrebbe fatta impazzire prima o poi. Per una persona che non aveva mai potuto essere una bambina, capirla era difficile. Però aveva imparato a volerle bene, a dispetto della fama di insensibile che si portava dietro. Si era costruita quella fama, in effetti, quando ancora pensava di poter essere una vera figlia per suo padre. Ora non aveva più importanza, lui era un assassino adesso, non più il perfetto procuratore Von Karma. Non meritava né la sua stima, né essere seguito come esempio.
-Correre non si addice ai perfetti, Aleksandra...- "E tu ormai sei l'unica che possa dichiararsi tale. L'ultima Von Karma perfetta" pensò, quasi orgogliosa.
-E noi lo siamo, lo so, lo so...- completò saltellando.
Alessandra Bompiani e Franziska Von Karma erano cugine prime, anche se lo avevano scoperto da meno di tre mesi. A marzo Karlotta e Marco, i genitori di Alessandra erano morti in seguito ad un'aggressione e gli assistenti sociali avevano individuato in Franziska l'unica parente che avrebbe potuto occuparsi di lei: Karlotta infatti era la sorella minore di Manfred, fuggita di casa anni prima della nascita della nipote e formatasi una nuova vita in Italia tramite alcuni amicizie che aveva stretto nel corso di una vacanza.
All'inizio la procuratrice non aveva voluto saperne, era appena rientrata dal disastroso soggiorno negli States e voleva solo riprendersi, ma...

30 Marzo, ore 18.30, Residenza Von Karma (Germania).
Franziska era appena rientrata dal lavoro, in cui si era rilanciata a capofitto, aveva poggiato come al solito il fascicolo del nuovo caso sul tavolino del salotto e la frusta sul divano, a casa non ne aveva bisogno: era fuori discussione che i domestici non le ubbidissero all'istante.
Sentì distrattamente il campanello suonare mentre rileggeva il referto dell'autopsia, e sempre distrattamente annuì quando una delle domestiche le annunciò una visita.
Entrarono una donna mora dalla pelle olivastra, non molto alta, seguita da una bambina pallida sui sette anni coi ricciolini castani sciolti lunghi fino a metà schiena. Teneva gli occhi bassi quindi era impossibile vederne il colore.
-Il procuratore Von Karma, presumo- chiese la donna in inglese, con accezione inequivocabilmente italiana.
Franziska si alzò -Esatto, lei invece chi sarebbe?-
-Il mio nome è Maddalena Valeri, sono un'assistente sociale e mi sto occupando del caso di sua cugina...-
-Non mi risulta di avere cugini- la contraddisse.
Maddalena parve interdetta -Sua zia paterna Karlotta è stata data per defunta dalla sua famiglia quando fuggì di casa, evidentemente non le era mai stato raccontato, dico bene?-
"Questa bambina è davvero mia cugina allora?" si chiese Franziska.
-Il mese scorso i suoi zii sono morti e lei è risultata l'unica parente ancora in vita...-
-Non intendo prenderla con me, se è per questo che è venuta può anche andarsene-
-Le sto dicendo che lei è l'unica persona che le rimane, la bambina finirà in un orfanotrofio se non la accetta lei...-
Mentre le due donne discutevano la bambina si era avvicinata al tavolino e osservato attentamente i documenti sparsi, In pochi minuti aveva letto e memorizzato tutto: referto, prove, pianta del luogo del delitto, testimoni e deposizioni.
Si voltò verso la più giovane delle due donne: -Signorina Von Karma, il colpevole dell'omicidio è quest'uomo, vero?- chiese in tedesco impeccabile, indicando una foto.
L'interpellata rispose con aria di sufficienza -Cosa te lo fa credere?-
Gli occhi della bambina, rivelatisi lo stesso color ghiaccio dei suoi, si illuminarono mentre spiegava tutta una serie di ragionamenti precisamente concordanti con le prove del fascicolo. Alle domande opposte da Franziska, sempre più incuriosita dalle capacità della piccola, rispondeva con difficoltà minime.
L'assistente sociale, come notando una possibilità di avvicinamento si congedò, approfittando di un momento in cui la procuratrice stava confrontando una prova con quanto detto dalla bambina -Credo sia opportuno che vi conosciate, tornerò verso le otto a prenderti, Ale. Arrivederci- e uscì.
-Come si chiama? Di nome, intendo- chiese la bambina.
-Franziska. Tu invece?- rispose notando che Maddalena non le aveva detto il nome.
-Alessandra Bompiani, ma la mamma mi chiamava sempre Aleksandra e papà Ale- sorrise triste.
Franziska sapeva bene cosa significava crescere senza madre e da qualche tempo aveva pensato di essere stata tutto sommato anche senza padre, così sorrise vagamente alla piccola e cambiò discorso.
-Quali lingue sai?- le chiese.
Ale rispose subito, perdendo d'un tratto l'aria triste, o quantomeno provandoci -Italiano, tedesco e un po' l'inglese-
"E' molto forte" notò tra se' -Come hai fatto a capire tutte queste cose? Ricostruire un delitto non è semplice...-
-Con la mamma, quando era a casa, facevamo un gioco: lei mi sfidava a riconoscere tutti i dettagli delle immagini, o ad imparare a memoria tutto leggendolo solo una volta, poi nascondeva le cose e mi faceva delle domande, e poi ancora mi spiegava cosa succedeva nell'immagine. Dopo un po' sono diventata brava e potevo dirlo io a lei cos'era successo. E parlavamo sempre in tedesco!- aggiunse orgogliosa, quasi avesse capito l'importanza che aveva per la cugina conoscere quelle cose.
-Ti va di fare questo "gioco" insieme a me, mädchen (piccola) Aleksandra?- le chiese, volendo vagliare le capacità.
-Davvero lo conosci? Si che giochiamo! La tua mamma lo ha insegnato anche a te?-
-Più o meno- rispose ripensando alle interminabili giornate di studio. Quant'erano state tediose a volte! Eppure le aveva sopportate tutte per diventare la perfetta erede di suo padre.
Quando Maddalena era tornata Franziska aveva completamente cambiato idea circa la bambina: non voleva che crescesse da sola, magari senza avere in futuro la possibilità di sfruttare le sue capacità.
Sarebbe rimasta con lei. E l'avrebbe anche aiutata a rimettere in piedi la perfezione della famiglia.
Come un'altra possibilità.
 

Ciao a tutti!
Per cominciare vi ringrazio per essere arrivati fin qui, so che il mio modo di scrivere è pesante a volte, quindi grazie.
Questa storia mi è venuta in mente per ispirazione fulminea, non so ancora ne' dove andrò a parare, ne' quanto sarà lunga quindi apprezzerò qualunque consiglio sia per migliorare che per andare avanti.
Ho messo l'avvertimento OOC solo perché temo di non essere in grado di interpretare bene i personaggi, se mi direte che sto lavorando bene lo toglierò volentieri.
Inutile dire che le recensioni sono sempre gradite, ma apprezzo anche chi legge in silenzio.
Un abbraccio colossale                                                           Danielle



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Capitolo 2
*** E' davvero...? ***


A2 26 Giugno, ore 14.00, Residenza Von Karma (USA).
-E' questa, Franzy? Avevi detto che era più piccola di quella in Germania!- commentò Alessandra entrando.
-Ti assicuro che è più piccola. Ho fatto sistemare le stanze, la tua è a nord-est, nell'angolo più luminoso- le comunicò guidandola. Quella stanza era stata la sua per quel poco tempo che era stata in America ma ora andava di diritto al piccolo genie, quello vero. L'aveva fatta riarredare secondo i gusti della mädchen da Amalia, una delle migliori domestiche che le aveva precedute nell'arrivo.
Quando aprì la porta bianca della camera Alessandra rimase sbalordita: i toni tenui dell'azzurro del letto a baldacchino, dei paralumi, delle tende e del pavimento si accordavano perfettamente a quelli bianchi delle pareti e dei mobili di legno verniciato dando una sensazione di pace. Alessandra si voltò verso la cugina -E' stupenda! Grazie- esclamò abbracciandola ma staccandosi subito. Sapeva che la sua emotività avrebbe potuto urtare la cugina ma non aveva potuto trattenersi.
-Mi fa piacere. La mia è la porta a fianco così se avrai bisogno di qualcosa saremo vicine-
Per "bisogno di qualcosa" Franziska alludeva gli incubi di Alessandra. Mai aveva voluto raccontarle cosa la spaventava tanto ma di certo era legato alla perdita dei suoi genitori.
La bambina annuì ancora e sorrise -Grazie-
-Vado a sistemare le mie cose nello studio, tu riposati un po', va bene?-
Alessandra la guardò corrucciata -Avevi detto che i primi giorni avremmo fatto vacanza, invece ti sei già portata il lavoro dietro- commentò incrociando le braccia.
Era la verità, erano partite con l'idea di fare un po' di vacanza solo che poi era saltato fuori che Franziska era stata in America e Alessandra era curiosa di vedere i luoghi che aveva visto, ma soprattutto conoscere le persone da lei a malapena citate se non come "sciocchi" o "odiati". Beh, spesso entrambe le cose...
Riposo avrebbe dovuto essere la parola d'ordine per i primi giorni, poi si sarebbero prese la rivincita per la perfezione perduta. Non che ad Alessandra premesse granché, ma lo doveva alla cugina.

26 Giugno, ore 16.15, Lordly Taylor.
-Maya, mi spiegheresti di nuovo cosa siamo venuti a fare?-
Una giovane sui diciannove anni, abbigliata con uno stranissimo abito viola guardò con il capo piegato l'uomo carico di pacchetti di vario genere -Che razza di domande, Nick! Facciamo compere per il pic-nic, no?-
-E perché il "facciamo compere" comprende che porti tutto io?- borbottò.
-E dai, non fare il guastafeste! Per una volta che siamo riuniti con gran parte delle persone che conosciamo. Verrà perfino Edgeworth!-
-Obiezione! E' stata un'idea tua, dovresti occuparti da sola di questa faccenda!-
-Mi lasceresti davvero fare tutto da sola? Senza aiutarmi nemmeno un pochino? Non ti facevo così insensibile, Nick!- lo rimproverò sbuffando e incrociando le braccia.
-Co...cosa? Io...- niente da fare, combattere per la giustizia in un tribunale era moolto più facile che contro la propria neo-fidanzata in procinto di organizzare una festa.
-La mistica Maya ha ragione, signor Nick- si intromise una bambina che oltre allo stesso tipo di abito aveva anche un'acconciatura ad anelli a renderla più strana.
-(Uff, se ci si mette anche Pearl)...cosa dobbiamo prendere ancora?- si arrese.
-Siii. Lo sapevo che non potevi deludermi così!- esclamò Maya perdendo tutta l'aria arrabbiata e saltando al collo di Phoenix. Idea non molto intelligente perché incluse il relativo crollo di parte dei pacchetti...oltre che degli stessi Maya e Phoenix!
-Ops!-
-Ooh! Quanto siete carini!- commentò Pearl con gli occhi sbrilluccicanti.
Recuperati i pacchetti si mossero verso il successivo negozio quando Pearl si bloccò di colpo fissando qualcosa.
-Tutto bene, Pearly?- chiese Maya preoccupata. La bambina corrugò la fronte -Mi era sembrato di vedere la signorina Von Karma...solo che non sembrava lei...-
-Forse perché non lo era, no?-
-Però lo sembrava...solo che sorrideva!- aggiunse.
-Allora è sicuro che non era lei- concluse Phoenix interrompendole e costringendole ad andare avanti.
In effetti Pearl aveva visto Franziska, ed effettivamente questa sorrideva per via del buffo abbinamento cromatico blu-arancio che Alessandra le aveva proposto.
Per riconciliarsi, dopo essersi riposate dal viaggio ovviamente, erano andate a fare l'universalmente chiamato (e amato) shopping, anche per riempire l'enorme armadio vuoto della mädchen.
-Guarda Franzy! Non trovi che questo sia bellissimo?- esclamò indicando un abito blu scuro, senza spalline stretto alla vittoriana, stretto e fasciante con un drappeggio sui fianchi e a svasare in fondo.
-Non è da bambina, e poi non avresti occasione di usarlo...-
-Oh, ma non per me! Per te! Anzi, perché non lo provi?- chiese entusiasta.
Alla fine, non solo l'abito le donava molto ma c'era anche un modello un po' diverso a giromanica rosso con la gonna a petali che Alessandra volle acquistare insieme all'altro e un bel po' di altri capi più quotidiani, molti dei quali semi-formali in vista dei processi cui avrebbe assistito.


Eccomi di nuovo!
Cercherò di mantenere un giorno stabile per i post, dato che devo scriverli quando ho tempo libero (e di solito si riduce ad essere tardo pomeriggio o sera...)
Solar74: pensa che ci ho messo un pezzo a decidermi a postare, sono tremendamente incerta a volte, mi fa piacere avere un appoggio! Mi sono accorta della svista nel nome, ma l'ho corretta, meno male che me l'hai detto!
Ma sono già dentro, sai? Miles è un mito, anche se non scriverò subito su di lui avrà tutto il suo ruolo da svolgere. Ad essere sincera ho un fifa folle di interpretarlo male, terrò le dita incrociate per sapere la tua opinione.
Ale è un tesoro ma voglio renderla abbastanza tremenda (in senso buono, ovviamente), tanto per spiegare il  "l'avrebbe fatta impazzire, prima o poi"  del primo cap.
Kirlia: Niente forzature, se c'è una cosa che già avevo deciso era questa. Non sono al tuo livello, non aspettarti niente di eccezionale quindi, ma posso dirti con certezza che Alessandra capirà qualcosa e ci si metterà d'impegno per avvicinarli, non per niente è un genio, no?
Grazie a entrambe per le recensioni, a presto
                                                                                                                        Danielle

P.S. Questi sono i due abiti, giusto per farveli vedere (bisogna fare copia-incolla, non so come mettere i link...):
Franziska: http://abiticerimoniamilanoloveperdonneditutteleeta.fotoblog.it/archive/2009/07/27/l-abito-da-cerimonia-a-milano-vestito-di-love.html
Alessandra: http://i14.ebayimg.com/01/i/001/6f/4d/6450_1_sbol.JPG




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Capitolo 3
*** Pensieri inutili ***


A3 26 Giugno, ore 19.00, Procura.
Miles aveva finito di lavorare, per quel giorno. Sospirò chiudendo la valigetta, smettere il lavoro significava cadere di nuovo in una sorta di apatia da qualche tempo a quella parte. O pensare all'addio di Franziska, che possibilmente era anche peggio.
Mentre procedeva nel traffico si ritrovò a pensare che gli sarebbe piaciuto poter chiarire le cose e in qualche modo scusarsi, di nuovo, per averla sottovalutata, per averla sempre considerata una bambina troppo piccola, averla trascurata e averla lasciata sola.
Ricordava con amarezza gli ultimi momenti in cui l'aveva vista: piangeva...e aveva detto (ma a lui era sembrato quasi un grido) di odiarlo. Chissà se aveva ripreso la carriera o si era lasciata andare...che stupidaggine, certo che si era ripresa!
Si fermò al semaforo rosso e con la cosa dell'occhio intravvide qualcosa...un accenno di chioma azzurra, forse...
"Non è possibile! Non è lei...o si?"
Cercò di vedere meglio ma un colpo di clacson lo avvertì che era scattato il verde e partì.
Come spesso gli capitava, passando davanti alla residenza Von Karma (ci passava allungando la strada, altrimenti non ci sarebbe passato affatto) gettò lo sguardo per cercare un segno di vita, di solito assente. Stavolta però c'era una luce accesa, dalle parti della cucina.
Miles trasalì, allora poteva davvero essere tornata! Anche se forse era solo la normale pulizia dato che una casa così grande doveva essere sistemata di continuo.
Scosse il capo per scacciare tutti i pensieri, probabilmente si era solo autosuggestionato, voleva tanto scusarsi che ormai immaginava il suo ritorno.

26 Giugno, ore 23.40, Residenza Von Karma.
Alessandra andò verso la luce accesa dello studio di Franziska ed entrò in punta di piedi.
-Mädchen Aleksandra! Ancora sveglia?- chiese sorpresa, appoggiando il libro che stava leggendo.
La bambina annuì -Non riesco a dormire, Franzy. Ho paura-
-Di cosa?- indagò.
-Io...dei brutti sogni. Se mi addormento li farò di sicuro- spiegò timorosa.
-Ti va una camomilla? Stavo proprio andando a farmene una- chiese. Alessandra annuì piano.
Qualche minuto dopo avevano sorbito con calma la bevanda calda e ben zuccherata e Franziska aveva riaccompagnato la cuginetta a dormire.
-Mi sono dimenticata di chiederti perché eri sveglia anche tu...- chiese Ale mentre si arrampicava sul letto.
-Il cambio di fuso orario il primo giorno mi fa sempre questo effetto- mentì. Alessandra non lo capì bene perché uno sbadiglio aveva coperto le prime parole.-Dormi ora. Gute Nacht, mädchen-
-Come la mamma...- bisbigliò in italiano scivolando nel sonno.
Franziska andò a dormire a sua volta. Quantomeno ci provò.
"Non ci riesco! Com'è possibile?" si alzò a sedere dopo pochissimo. Non riusciva a dormire.
"Tutta colpa di quell'auto, se non l'avessi vista..." rifletté. Una Chevrolet Corvette rossa con i vetri oscurati. Niente di troppo strano ma Franziska poteva associare quell'auto solo ad una persona "Herr Miles Edgeworth...se mi avesse vista? No, mi avrebbe fatto segno o qualcosa del genere, magari fermata per chiedermi quando fossi tornata..." pensò alle varie ipotesi.
Deve vedermi solo quando saremo pronte per sconfiggerlo aveva deciso ben prima di partire dalla Germania.
Il motivo di questa scelta erano le vacanze, ufficialmente almeno. In realtà il motivo era che aveva paura di rivederlo. Dietro tutto ciò c'era la terribile sensazione che segue l'aver detto qualcosa che non si pensa davvero e non potersela rimangiare, se non altro per orgoglio.
E' molto più facile ammettere i propri errori dopo aver notato quelli degli altri, e così doveva fare.
Si rigettò tra i cuscini e si voltò su un fianco. "Non è il caso di rovinarsi il sonno per una sciocchezza del genere" si rimproverò, ma evidentemente non era così
.

Questo mi sembra decisamente un capitolo MilesxFranzy, anche se solo un punto di partenza, contente?
Kirlia: Nick e Maya sono una bella coppia, sisi, ma non al livello di Miles e Franziska. E approposito di Miles, spero ti sia piacuta la mia mezza introspezione. Oh, non preoccuparti per il vestito, io ne avevo disegnato uno, a dire il vero, ma non sono riuscita a trovare lo scanner per inserirlo on line o trovarne uno simile così ho messo quello, che è diverso, ma comunque bellissimo...(è quello che ti ho detto nella recensione, no?)
Se ho riletto la tua storia (alcune parti più di altre) così tante volte ci sarà un motivo, giusto? Comunque ora sono tranquilla, grazie dell'incoraggiamento, continuerò così!
Solar74: Oh, si incontreranno a momenti, giusto un paio di capitoli, penso. Anch'io adoro il blu (non ce n'eravamo accorti...ndMary-k) e il nero, of course!
Grazie per le recensioni, a presto
                                                                                                                        Danielle

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Capitolo 4
*** Richiesta ***


A4 8 Aprile (un anno prima), ore 16.30, Residenza Bompiani, Italia.
Una bambola danzava tra le mani sottili di Alessandra, seduta nel giardinetto di casa, volteggiando lieve.
-Liebling! Herbei? (Tesoro! Vieni qui?)- gridò una donna dai capelli biondo platino e gli occhi azzurri sulla porta di una casetta.
-Arrivo mami- rispose la piccola abbandonando la bambola e correndo tra le braccia della madre, che la strinsero dolcemente riempiendo le narici della bimba del dolce odore della mamma.
-E' arrivato papà?- chiese, scrutando da sopra la spalla di Karlotta. Se c'era una persona importante della sua vita era proprio Marco, che pur avendo qualche anno meno di Karlotta era sempre stato responsabile e sempre vicino alla sua bambina.
-Non ancora, ma sarà qui presto. Doveva andare a prendere la torta-
Alessandra battè le manine contenta -Torta, torta, torta! Oggi si fa festa!- cantò.
Karlotta sorrideva stringendo la bambina tra le braccia -La mia bimba grande, oggi fai ben dieci anni, lo sai?- la derise, aumentandole gli anni come faceva sempre. Karlotta ripeteva sempre che non c'era niente di più importante che vivere la propria età sapendo di doverne fare tesoro perché prima o poi sarebbe finita, e chi non l'avrebbe vissuta ne avrebbe avuto il rimpianto. E al contempo diceva che bisogna essere preparati per il futuro. Alessandra non capiva bene il senso di quelle parole, ma sapeva che se la mamma le insegnava qualcosa bisognava stare attenti ad impararla.
-Cosa? Mamma sono sette!- la corresse facendo il numero con le dita.
-Davvero? Sicura?- chiese un uomo dai corti riccioli castani sulla porta opposta.
-Papà! Non sbagliare anche tu!- lo rimproverò la bambina scendendo dalla braccia della madre e correndo a salutarlo con un bacino.
Marco la prese in braccio -Allora resti la mia bimba ancora per un po'?-
-Certo!- alla risposta l'uomo le poggiò un bacio sulla fronte.
Alessandra sorrise nel sonno a quel ricordo tanto dolce. Di certo quella notte non avrebbe avuto alcun incubo.

27 Giugno, ore 9.30, Residenza Von Karma.
-Per favoooooreee!!!- stava implorando Alessandra.
-Non ne vedo il motivo, ci passeremo un sacco di tempo finite le vacanze, basta e avanza!-
-Non sarebbe la stessa cosa, sarebbe più come se andassi a trovare qualcuno...-
-Basta così, mädchen Aleksandra. Ho detto no, quindi non ci andremo, per ora- chiuse il discorso Franziska.
Ale incrociò le braccia, imbronciata: voleva davvero vedere la procura perché di certo ci sarebbe stato il "fratellino" di Franzy. Poi, fratellino...se era più grande di lei non poteva definirlo tale!
Quindi il titolo aveva una spiegazione diversa e Ale era curiosa di conoscerla, quale modo migliore che vedere come parlavano tra loro?
-Allora che facciamo oggi?- chiese Franziska, pensando che Alessandra avrebbe finalmente lasciato perdere.
-Andiamo in procura a conoscere gli altri!- ripeté risoluta.
-Bene, restiamo a casa-
-Ma...avevi detto...-
-Che saremmo uscite, si. Ma non ti sei mai comportata così, quindi è il caso di parlarne-
-Parliamo del perché non vuoi farmi ancora conoscere le persone con cui lavoravi?- insinuò. Se poteva ottenere qualcosa anche così si sarebbe accontentata...
-No, dei tuoi capricci e del perché tu ti sia impuntata su una tale sciocchezza-
-Tu ti sei impuntata! Io sono curiosa!- quasi gridò. Per poi mettersi entrambe le mani davanti alla bocca, rendendosi conto che stava mancandole di rispetto.
Franziska osservò stranita la reazione della bambina: possibile che si fosse già pentita di quello che aveva detto?
-Scusa, Franzy...io...non volevo, scusa- dichiarò con lo sguardo basso.
"E' davvero così facile rimangiarsi le offese? Forse dovrei..." rifletté Franziska, poi si avvicinò alla cuginetta e le scompigliò i capelli -Scuse accettate, se tu accetti le mie-
Alessandra alzò lo sguardo -Sul serio?-
-Lo sai che non scherzo mai...- cominciò, ma si interruppe quando Ale la abbracciò in vita -Sono contenta che tu sia così buona, non potevo avere una nuova mamma migliore!- esclamò.
La giovane si sorprese a sorriderle a sua volta -Vai a prepararti, andiamo al parco. Stavolta niente tacchi- aggiunse, ricordandosi il rimprovero del giorno prima.
Alessandra corse a cambiarsi saltellando mentre la cugina rifletteva per la prima volta su quello status di "nuova mamma".


Capitolo ancora piùbreve del solito ma tutto su Ale. Purtroppo questa settimana sono stata colta da un blocco ispirativo e sono stata un po' a terra. Mi scuso inoltre per gli eventuali errori nella frasetta in tedesco dato che non lo studio.
Allora, nel caso non mi fossi spiegata...avevo intenzione in partenza di dirigermi verso una MilesxFranzy; se non l'ho inserito nei personaggi della storia nella presentazione dall'inizio è perché non ero troppo sicura di riuscirci, ok? :-D
Kirlia: Le mie scuse per la lunghezza dei capitoli, sto lavorando a questo aspetto del mio scrivere: il prossimo capitolo sarà moolto più lungo, ora che ho recuperato un po' d'ispirazione (Si, l'ho già scritto, in buona parte... ;-D).
Mi sa che Alessandra non la pensa come te sulla questione "mamma"!.
Solar: Grazie per l'idea di aggiungere un flashback, ora che me l'hai suggerita proverò a metterne in giro anche alcuni che non hanno attinenza col problema degli incubi. Non preoccuparti per il tempo, con una settimana tra un post e l'altro puoi prendertela comoda XD.
A sabato prossimo. Kisses,                                                     Danielle


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Capitolo 5
*** Gita ***


A5 27 Giugno, ore 11.00, Parco.
-Guarda che bello! Dai Fra, vieni?- esclamò Alessandra fermandosi sul bordo recintato del laghetto.
-Non riesci proprio a stare ferma, vero?- commentò una Franziska insolitamente vestita di jeans al ginocchio, polo nera, scarpe basse, come promesso, e... naturalmente la fidata frusta, da un po' trascurata, che sporgeva per metà dalla borsa.
Ale scosse il capo agitando i riccioli -Sono troppo contenta per stare ferma...oh! Che uccelli sono quelli?- chiese indicando un punto.
-Dove?-
-Sono andati- disse delusa la piccola allargando i palmi delle mani e alzandoli con un sorriso.
La cugina non poté fare a meno di ricambiare. Sembrava che il suo carattere fosse migliorato prendendosi cura di Ale: più dolce, alleggerito dall'animosità infantile eppure a tratti tanto matura e dal sorriso coinvolgente di Ale; era anche più serena e per la prima volta aveva avuto l'idea spontanea di fare qualcosa per rilassarsi, al di là del suo lavoro.
Una palla blu rotolò poco lontano da Alessandra.
-Scusate, potreste rilanciarla?- chiese qualcuno. Franziska si voltò di scatto mentre Ale rendeva il pallone. Difficile non riconoscere subito a chi appartenesse, ma se anche avesse avuto qualche dubbio una semplice occhiata le bastò a confermare i suoi sospetti: herr Phoenix Wright, le due sensitive, herr Sciattone e un altro po' di gente che non conosceva erano a pochi metri da lei.
In fin dei conti pareva proprio che mädchen Aleksandra sarebbe stata accontentata.
-Perchè ci guardano in quel modo strano? Li conosci?- domandò Ale puntando gli occhioni verso di lei.
In effetti i sopracitati "conoscenti", e in particolare la sensitiva più piccola, le stavano fissando con tanto d'occhi.
-Franzy?!- esclamò Ale, poco abituata a non ricevere risposta. Franziska dal canto suo non sapeva che fare: non le andava di salutarli, ma non poteva neppure ignorarli ora che pareva l'avessero riconosciuta.
-Signorina Von Karma?- chiese titubante Pearl, guardando verso Maya come per chiedere conferma.
-Allora li conosci!- esclamò Ale prendendola per mano -Andiamo a salutare, dai!-
-Cosa?- chiese riscuotendosi Franziska.
-Papà diceva sempre che quando incontri qualcuno che conosci, come minimo devi fermarti a salutarlo, andiamo!- concluse Ale tirandola verso il gruppo.
-Mädchen non credo...- "sia opportuno, ti spiego dopo" stava per aggiungere, ma la bambina la precedette.
-Io, si! Che ti costa?- ormai erano a pochi passi, niente da fare...
-Ciao! Io sono Alessandra- si presentò sorridendo. Il sorriso di Ale aveva qualcosa di speciale, come se coinvolgesse tutti coloro che lo vedevano. Era semplicemente disarmante.
-I-io mi chiamo Pearl-
A turno si presentarono anche gli altri, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalla piccola, colpiti dalla stranezza della situazione.
"Questo è il signor Wright? Davvero? Non sembra così intelligente...La sensitiva piccola è stata più educata, la grande sembra solo svampita" rifletteva Ale, celando dietro il sorriso le considerazioni che stava formulando.
-Sono contenta di conoscervi, finalmente. Ho sentito parlare tanto (male) di voi che cominciavo a chiedermi come foste davvero-
-Noi invece non sappiamo niente di te...-
-Non che la cosa vi riguardi, ma mädchen Aleksandra è mia cugina- intervenne Franziska, che aveva ripreso l'abituale flemma.
-Davvero? In effetti vi assomigliate un po'- commentò Maya.
-Come mai siete in America?- indagò Phoenix.
-Siamo in vacanza, per ora! Ma appena possibile Franzy riprenderà il lavoro e la sconfiggeremo, ne sono certa!- rispose di getto Ale.
-Il signor Nick è imbattibile!- s'intromise Pearl.
-Forse, ma noi siamo perfette, e chi è perfetto non perde mai- ribatté Ale, non con un cipiglio arrogante quanto di estrema sicurezza, di chi sa di avere ragione per i fatti.
-Mädchen, è ora di andare. Arrivederci. Gleich (ora)- aggiunse notando l'espressione della cuginetta. All'ordine diretto Ale annuì.
-Piacere di avervi conosciuto, a presto- sorrise e dopo aver fatto una lieve riverenza si avviò dietro Franziska.
Nemmeno due minuti dopo arrivò Miles.
-Edgeworth, non indovinerai mai chi abbiamo incontrato prima!- buttò lì Phoenix.
-Potresti risparmiare le domande ad effetto per i processi e dirmelo direttamente- rispose, pensando più al problema di dover prendere gli antistaminici pur essendo contrario, che all'eventuale persona.
Quindi la risposta "Franziska Von Karma e la cuginetta Alessandra" lo lasciò spiazzato. Inoltre mai aveva sentito parlare di una cugina, per quel che sapeva lui non c'era alcun parente in vita di Franziska.
Decisamente era il caso di andare a fare una visita alla sua "sorellina".


Ok, avevo promesso un capitolo più lungo e in effetti doveva esserlo (notare che c'è un luogo solo anzichè due come al solito) solo che questa settimana non ho scritto niente e così ho spezzato il capitolo per non rischiare di non avere niente settimana prossima (altra settimana super-impegnativa). I'm sorry!
Kirlia:  Anch'io voglio vedere come la scrivo! Sul serio ancora non so cosa deve succedere! Tenere Franziska IC è stato meno semplice di quanto mi aspettassi, ti rngrazio molto del complimento! Sembra che Miles e Franzy siano destinati a mancarsi per ora, ma nel prossimo capitolo si rivedranno di sicuro (avendolo già scritto posso dirlo tranquillamente).
Grazie a Princess Alexia di aver aggiunto la storia alle seguite. Spero di avere un commento anche da te, se vuoi.
A sabato prossimo. Kisses,                                                     Danielle

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Capitolo 6
*** Incontro-scontro e riflessioni ***


A6 27 Giugno, ore 21.30, Residenza Von Karma.
Il suono del campanello scosse Franziska dalla lettura. La giovane afferrò la frusta dal tavolino, pronta a punire chi si fosse impunemente autoinvitato a quell'ora.
Quella giornata era stata estenuante, oltre che stranissima: dopo l'incontro al parco lei e Alessandra erano tornate a casa, qui era stata proprio la genie a voler cominciare il lavoro, sembrava che la mediocrità del famoso Wright l'avesse tanto delusa da voler sfatare personalmente il mito il prima possibile.
Arrivata davanti alla porta del salotto in cui venivano fatti accomodare gli ospiti si bloccò, vedendo una figura inconfondibile di spalle. Impossibile sbagliarsi.
-Cosa ci fai tu qui, herr Miles Edgeworth?- chiese brusca.
-La tua accoglienza si fa più calorosa ogni volta che ci rivediamo- commentò ironico.
Per poco non si prese una frustata così aggiunse -Sono venuto a trovarti, visto che se non l'avessi scoperto da solo non avrei neppure saputo che sei tornata. Neanche da sola, ho saputo...-
-Non è affar tuo quando vado o vengo, e neanche con chi mi muovo, ti ricordo che non sono più una bambina-
Edgeworth alzò le braccia in segno di scusa -Non intendevo dire questo, solo che avresti potuto farmelo sapere-
-Non-sono-affari-tuoi- ripeté Franziska.
-Suppongo che nemmeno la vera identità di Alessandra lo sia-
-Chiunque ti abbia messo in testa questa sciocchezza...-
-Mi sembra strano che proprio ora sia saltata fuori questa parente di cui non sapevo nulla-
Franziska non ribatté subito, in fin dei conti neppure lei aveva saputo nulla prima, ma aveva fatto i controlli anagrafici e adesso sapeva cos'era successo tramite il diario della stessa Karlotta.
-Mädchen Aleksandra è mia cugina, chiunque abbia detto il contrario non è informato sui fatti. Io stessa non lo ero fino a qualche tempo fa- ammise.
Miles la guardò come a voler capire se fosse davvero convinta di quello che diceva. Rimasero per qualche istante in silenzio, malgrado ci fosse parecchio da dire.
Un grido forte, raggelante li scosse. Franziska sapeva bene di cosa si trattava e corse subito in camera di Alessandra, seguita a poca distanza da Miles.
-Aah! N-noooo! L-lasciami...vai via!- la bambina si dimenava nel sonno, tormentata da quell'incubo...
-Shhhh, mädchen, sono io. Svegliati- le disse scuotendola, ottenendo dapprima solo che si dimenasse di più, ma dopo pochissimo si svegliò: gli occhi spalancati e sconvolti, già pieni di lacrime.
-Franzy?- chiese Ale, ancora spaventata -Stai bene!- esclamò abbracciandola e scoppiando a piangere.
-Certo che sto bene! Cos'hai sognato di tanto terribile? Me lo dici?- provò a chiedere dolcemente.
La bambina scosse il capo e continuò a piangere singhiozzando, mentre Franziska la stringeva a se', quasi a proteggerla, cercando di calmare la cuginetta accarezzandole i capelli.
Miles era rimasto sulla porta e ossevava la strana scena stupito. Mai si sarebbe immaginato Franziska alle prese con una bambina, e nemmeno che se la cavasse tanto bene. Infatti la piccola aveva già smesso di singhiozzare, pur sembrando ancora scossa. Franziska la guardò con una certa apprensione -Va meglio?-
La piccola annuì distendendosi -Ti ho svegliata. Scusa-
La cugina le rimboccò le coperte -Non preoccuparti, non dormivo ancora. Sicura che posso andare?-
-V-va bene ora, era solo un incubo, n-non c'è da avere paura, giusto?- le tremava la voce a parlarne.
Franziska le accarezzò nuovamente i capelli -Certo che no. Ora riposati, è tardi-
Ale annuì di nuovo provando ad abbozzare un sorriso -Gute Nacht, Franzy-
Quando la bambina ebbe chiuso gli occhi Franziska si alzò dirigendosi verso la porta, Miles si spostò troppo tardi per non farle notare che aveva assistito alla scena.
Non appena la giovane si fu chiusa la porta alle spalle si voltò verso di lui notando l'espressione a metà tra lo stupito e l'ammirato -Non hai motivo di fissarmi in quella maniera, Edgeworth-
-Non avrei immaginato un attaccamento simile dato che neppure sapevi della sua esistenza- spiegò -Sembra quasi che tu non abbia fatto altro che occuparti di lei, sono...- "colpito" sarebbe stato un termine adatto, o anche "impressionato" ma optò per un più banale -Stupito-
-Cosa ti aspettavi? Io sono perfetta e come tale posso fare qualunque cosa. Il fatto di non aver avuto nessuno prima di lei ad insegnarmi come fosse un vero familiare non mi semplifica le cose ma pare che mia zia Karlotta fosse un tipo molto legato agli affetti, così mädchen Aleksandra mi insegna inconsapevolmente ciò che avrei dovuto sapere- spiegò, rimproverandolo sottilmente.
L'orologio a pendolo nel corridoio suonò le dieci.
-Credo di aver disturbato troppo a lungo. Immagino che ci vedremo presto in procura...-
-Rientro a lavorare tra due giorni, fino ad allora non voglio più vederti-
Miles s'inchinò sorridendo -Naturalmente.Gute Nacht, Franziska- aggiunse andandosene.
Per un attimo la giovane prese in considerazione l'idea di femarlo, ma senza alcun motivo specifico sarebbe stata una sciocchezza.
Non appena sentì Amalia salutare e il portone richiudersi si riaffacciò in camera di Alessandra. La stanza era illuminata solo da una labile raggio di luna che entrava dalla finestra e uno stralcio di quella luce finiva sul visetto della bambina, ora sereno. Franziska richiuse dolcemente la porta, tranquillizzata.

28 Giugno, ore 17.20, Residenza Von Karma
-Franzy quello è il diario della mamma?- chiese Ale distogliendo lo sguardo dal disegno che stava facendo.
La cugina annuì -Potrebbe aiutarmi a capire come risolvere il problema dei tuoi incubi-
Alessandra sorrise e si voltò nuovamente verso il foglio -Io non credo, neppure mamma riusciva ad impedirmeli. Papà diceva che "gli incubi sono paure che non vogliamo affrontare"- aggiunse, come a dire che doveva cavarsela da sola.
Franziska non rispose, forse non era vero. Forse aveva trovato qualcosa tra quelle pagine scritte fitte in tedesco: una pagina di due anni prima.
19 Agosto
Aleksandra sta di nuovo male, mi sembra che in questo periodo sia più fragile che mai. Marco dice che non devo preoccuparmi o spaventerò anche lei e che una febbre passeggera come questa non deve darmi troppo pensiero. Non posso non preoccuparmi, sembra così...debole. Le sono sempre vicina, giorno e notte da due giorni ormai. Pochi minuti fa ha cominciato a delirare: uno dei suoi incubi, quelli che non vuole raccontarmi. Ho capito, chiedendole con pazienza un poco alla volta, per giorni interi, cosa avesse sognato di tanto terribile da spaventarla fino a questo punto: ha un terrore atroce delle vespe e il ronzio del condizionatore in corridoio le ricorda troppo quello di quegli insetti. Temo che stavolta non c'entrino nulla gli insetti però e non sono ancora riuscita afarmi dire nulla.Purtroppo pare che abbia preso l'orgoglio spropositato ed inutile della mia famiglia... a proposito, ho saputo che Franziska sta continuando la sua serie di vittorie. Mio fratello è stato un pazzo a costringerla a questi sforzi: procuratore a tredici anni! La sua folle idea di perfezione...la stessa da cui sono scappata. Spero che Franziska se ne liberi, prima che distrugga il suo carattere e la lasci sola... Non esiste la perfezione, non così come la vede lui...
Franziska lesse quelle parole di Karlotta spiazzata. Era la prima volta che parlava della sua fuga, in quei termini. Quel diario cominciava dal matrimonio con Marco, il secondo a quanto pareva e Franziska aveva letto solo parzialmente il primo.
Andò avanti con le pagine fino ad arrivare agli ultimi giorni di Dicembre di due anni prima:
30 Dicembre
Ho appena saputo...non so se dire che l'ho presa bene è una bugia...Manfred è stato condannato per omicidio. Non so cosa pensare, sapevo che era una persona terribile, ma non credevo fino ad uccidere qualcuno. Non conosco i dettagli ma...è il mio unico fratello e anche se ho passato molti anni della mia vita ad odiarlo resta pur sempre tale. Pare che sia addirittura saltato fuori il modo scorretto in cui ha vinto la maggior parte dei processi.Povera Franziska...cosa penserà adesso? Capirà che suo padre ha sbagliato? No, questa è una domanda sciocca, è troppo intelligente per non capire. Dovrei piuttosto chiedermi se capirà tutto ciò che significa. Se capirà che ciò che le ha insegnato è sbagliato. Spero di si. Le voglio bene, pur non avendola mai conosciuta. Forse sbaglio, forse la immagino diversa da quella che è. La immagino simile ad Alessandra nel carattere, ma oppresso dal giogo malefico della falsa perfezione e dal desiderio di fare ciò che le era stato insegnato solo per considerarsi degna della pazza idea di mio fratello. Vorrei averla conosciuta di persona e averla aiutata a capire. Sua madre, Rowena, non ha potuto: era una donna fragile, proprio come diceva il suo nome, ed è morta quando Franziska non aveva neppure tre mesi. L'ho saputo solo adesso e non credo che andando da lei ora otterrei qualcosa se non il suo disprezzo. Quello che posso fare è pregare per lei, affinchè tutto il dolore di questi e dei precedenti anni lasci il posto ad una futura felicità...
-Franzy?- la chiamò Alessandra -Perché piangi?-
La ragazza si accorse solo in quel momento delle lacrime che asciugò con un gesto rapido -Non dire sciocchezze, non sto piangendo- rispose bruscamente.
"Karlotta doveva essere una persona straordinaria, buona e dolce, Aleksandra dev'essere come lei... Ma davvero ho sbagliato? Davvero è fuggita da un'idea perchè era sbagliata o solo per paura?"
Quelle parole sulla falsità della perfezione si unirono concettualmente a quelle pronunciate da Edgeworth alla fine del suo ultimo processo in America... che avessero ragione? Non aveva ancora preso neppure in considerazione l'idea di aver sbagliato fino a questo punto.
-Aleksandra, ti hanno mai detto cosa significa essere procuratore?- chiese ad un tratto.
La bambina si voltò -Sarebbe un Pubblico Ministero, no? Insomma un avvocato che fa condannare i criminali e discute con un altro avvocato che vuole dimostrare il contrario-
-E se non sei certo che lo siano?-
-Cerchi di scoprire più cose, e se ti accorgi che hai sbagliato chiedi scusa e prendi il vero colpevole. Ma questo tu lo sai meglio di me! Perché me lo hai chiesto?-
Franziska non rispose. Sembrava che mädchen Aleksandra avesse capito qualcosa che a lei ancora sfuggiva... qualcosa che doveva trovare per afferrare il significato delle parole del suo odiato fratellino...
-Franzy oggi sei strana. Stai bene?- chiese Ale preoccupata.
La giovane si rese improvvisamente conto del suo comportamento e si affrettò a tranquillizzare la cuginetta.
Forse stava facendo un passo avanti verso la comprensione e si augurò che le parole di Karlotta "
tutto il dolore di questi e dei precedenti anni lasci il posto ad una futura felicità" si avverassero.

Ecco il tanto atteso incontro tra Miles e Franzy, più qualche indizio sulla mentalità di Karlotta e l'educazione di Ale... e sulle nuove consapevolezze di Franzy!
Ho fatto dire ad Ale "Pubblico Ministero" perché sarebbe il vero corrispettivo italiano di "prosecutor": i procuratori in Italia hanno un ruolo che è solo parzialmente quello dei prosecutors americani, complice il fatto che nel nostro caro Paese abbiamo troppe cariche...(stai andando a parlare di politica... ndMarika Ops! Scusate ndDany)
Tre recensioni lunghissime...sono commossa, grazie mille, anzi un milione!
Princess Alexia: sono contenta di vedere le tue recensioni anche qui. No, Maya non è svampita, Ale dice che lo sembra ma lei ha dei pregiudizi che, col loro tempo, si dissolveranno (forse XD). In un certo senso anche a me piacciono le MayaxNick e darò loro dello spazio ma non so ancora esattamente quanto.
Solar74: se ce l'avessi avuta con te per così poco... non preoccuparti, capita a tutti un periodo strapieno di impegni ^_^ C'era un motivo per il ritardo di Miles, non colpevolizziamolo troppo! Quanto a Franzy vestita normale...beh capita a tutti di aver bisogno di "staccare" ogni tanto. Appena posso vi mostro il disegno che ho fatto, vi assicuro che sta benissimo! Grazie del complimento, mi impegnerò!
Kirlia: Come ho già detto a Solar, capita a tutti di essere in ritardo per qualcosa, Miles incluso! La vera discussione diciamo "seria" della nostra coppia preferita (Princess non me ne voglia per quest'affermazione) arriverà con la sua calma, anche se diciamo che già così credo si sia capita l'andatura... Ale e Pearl sono in conflitto per forza di cose, avrei voluto farle andare subito d'accordo ma non avrebbe collimato bene col loro carattere.
Domanda: secondo voi l'incubo di Ale cosa riguarda? (ho gia deciso, quindi voglio vedere se con le poche informazioni in giro indovinate già qualcosa...)
A sabato prossimo, küsse küsse (baci baci).
                                                                                                                        Danielle

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Capitolo 7
*** Al lavoro! ***


A7 29 Giugno, ore 8.00, Procura.
Quando Franziska e Alessandra entrarono dalla porta tutti si voltarono a guardarle. Uno strano coro di saluti fu rivolto a Franziska e nessuno fece mostra apertamente di trovare strana la bambina in quella circostanza. Evidentemente l'espressione della giovane unita alla "fuga di informazioni" aveva dissuaso tutti dal fare domande.
-Mi piace questo posto!- commentò Ale in tedesco, mentre si guardava attorno entusiasta.
-Solo perché ancora non lo conosci, te ne stuferai presto, vedrai- rispose Franziska. Quella mattina si era alzata alle sei, di pessimo umore per la prospettiva della giornata ed ora vedeva tutto nero.
Ale scosse la testa -Io credo di no. Ti sei già fatta assegnare un nuovo caso?-
-Me ne hanno assegnato uno, ma devo andare a prendere la documentazione. In questa sciocca nazione di sciocchi funziona così- concluse la frase con una frustata per terra.
-Capito. Devo venire o posso fare un giro?- chiese, ansiosa di allontanarsi dall'evidente malumore della cugina. Un cenno le comunicò l'assenso, d'altronde la procuratrice non aveva motivo di preoccuparsi: Ale aveva memorizzato la pianta dell'intero palazzo e aveva il cellulare in tasca per ogni evenienza.
Ale si allontanò lungo un corridoio curiosando qua e là, notando che le persone lì dentro erano troppo impegnate per fare caso ad una bambina che si aggirava da sola per i corridoi. Era perplessa: se qualcuno si fosse infiltrato per sottrarre delle informazioni nessuno si sarebbe accorto di nulla? O pensavano che una bambina non fosse niente di strano in un luogo del genere?
Continuò a girare indisturbata per mezz'ora abbondante quando, sbirciando da una porta, s'imbatté in una strana scena: un folto gruppo di persone si muovevano tra lunghi tavoli dominati da computers trasportando documenti di ogni tipo e discutendo tra loro. Ale calcolò la distanza e capì di trovarsi al Dipartimento Anticrimine, così decise di tornare indietro, di certo la documentazione doveva essere già in mano a Franziska da un pezzo e lei voleva studiarla.
"Ora devo andare a destra o a sinistra?" si chiese girando un angolo. Mentre faceva mente locale sulla piantina che aveva studiato qualcuno la vide.
-Ti sei persa?- chiese una voce maschile.
Ale si voltò a guardare l'uomo in completo rosso, due ciuffi di capelli neri ai lati del volto e il portamento rigido -Non proprio, in linea di massima so dove andare, solo che non ricordo che angolo devo girare-
L'uomo sembrava perplesso -Se mi dici dove devi andare ti posso accompagnare, una bambina non dovrebbe girare da sola-
-Grazie. Devo andare agli uffici dei procuratori- rispose sorridendo.
-Allora ti accompagno, stavo andando lì-
Dopo un tratto di corridoio Ale si girò -Grazie dell'aiuto, ora so perfettamente dove andare. Arrivederci- disse andandosene.
Miles fece mente locale: in quella direzione esatta non c'era forse l'ufficio di Franziska? "so perfettamente dove andare... non è possibile che l'abbia detto per caso. Dev'essere Alessandra!" rifletté.
-Il suo ufficio è qui?- chiese la bambina notando che andavano sempre nella stessa direzione.
-Non esattamente. Sto andando dal procuratore Von Karma- spiegò.
-Lei conosce Franziska?- chiese Ale fermandosi e guardandolo con il capo inclinato.
Miles annuì quando la voce della diretta interessata s'intromise -Mädchen Aleksandra! Dov'eri finita?- sembrava preoccupata, non era da Ale allontanarsi per così tanto.
Ale le corse incontro -Mi sono allontanata più del previsto, ma stavo tornando- spiegò prendendola per mano.
Franziska alzò lo sguardo su Miles -Herr Miles Edgeworth, credevo che il tuo ufficio fosse da tutt'altra parte, cosa ci fai qui?-
Alessandra si voltò per osservarlo. Non sembrava odioso come se lo sarebbe aspettato e, inutile dirlo, non assomigliava per niente a Franzy se non una vaga affinità nel modo di vestire.
Decisamente non avrebbe potuto riconoscerlo.
-Infatti, ma avevamo lasciato un discorso in sospeso. Inoltre volevo conoscere Alessandra-
La bambina fece per lasciare la mano di Franziska ma lei strinse più forte, impedendola -Non ho niente di più da dirti, almeno fino a quando non ti avrò dimostrato la mia superiorità-
Ale si chiese il motivo dello strano comportamento della cugina e del suo tono freddo: un fratello, anche se mal sopportato, non si saluta come una persona particolare? E poi a lei stava simpatico, nonostante quell'aria strana... a metà tra il sofferente e l'ironico.
-Come vuoi. Vedo che hai da lavorare quindi tolgo il disturbo- "ironico, decisamente" pensò Ale. Quanto a Franziska era troppo ferma sul suo proposito per non rallegrarsi di vederlo andarsene.
-Arrivederci!- gli disse, pur sapendo che Franzy se la sarebbe presa. Si beccò solo un'occhiataccia, per fortuna, ma probabilmente sarebbe stata sgridata dopo. Poco male, per il momento aveva raccolto un'informazione importante: Franziska si agitava quando il minder bruder (fratello minore) era in giro.

29 Giugno, ore 11.30, Museo cittadino.
-Quanto alla vittima è stata ritrovata in questo punto, ma pare si fosse trascinata per un pezzo vista la striscia di sangue sul pavimento- spiegò il detective Josh Miller, una new entry: 23 anni, capelli castano chiaro e classico fascino da bello del liceo. Poco competente, disattento e poco perspicace. Probabilmente era lì solo perchè nipote di un giudice.
"Ci sono segni di lotta ovunque ma sangue solo in questa zona" appuntò mentalmente Ale, cercando di non guardare la macchia rossa a terra. Perché quel pavimento era proprio di quel colore? Sul bianco il sangue spicca molto di più. Ok, lei era stata abituata alle scene del crimine: Marco era nei RIS e Karlotta, seguendo la "normale" inclinazione di famiglia, un PM. Solo che adesso era diverso. La loro morte aveva reso tutto diverso. Ale tornò a concentrarsi sulla stanza avvicinandosi alle vetrate. Erano quattro in totale: tre infrante e una molto incrinata "Come se avessero cercato di romperla ma senza successo" si avvicinò di più a quest'ultima osservando la flessione del vetro. "E' stata colpita dall'esterno"
-Mädchen, allontanati da quel vetro- le ordinò Franziska.
Ale andò da lei -Come si sono rotti gli altri tre?-
-Probabilmente durante la colluttazione- rispose Miller beccandosi una frustata.
-Narr (idiota) detective, ti sei accorto che sono frantumati verso l'interno?- lo apostrofò Franziska.
-E allora?- chiese Miller.
"Che razza di tonto!" pensò Ale, poi gli spiegò -Se la vittima e l'aggressore avessero rotto i vetri lottando, i frammenti sarebbero fuori, non su tutto il pavimento-
-Beh avrebbero potuto buttarli dentro per depistarci...AHI!- Josh si era preso un'altra frustata.
-Le conviene stare zitto- gli consigliò Ale.
-Nessuno sarebbe così sciocco da rischiare di ferirsi con i vetri per banale depistaggio-
Ale osservò meglio la stanza "I pezzi di vetro dove inizia la macchia sono molto più estesi verso l'interno della stanza" Si avvicinò alla parete, in quel punto coperta da una scaffalatura: le porcellane contenute erano perlopiù andate in pezzi e... -C'è un buco!- esclamò Ale, indicando un forellino nel legno chiaro.
Miller lo osservò -Sembra un foro di proiettile. E brava la bambolina!- commentò.
Ale gli pestò energicamente un piede -Non sono una bambolina e non voglio che mi parli come a un'imbranata! Si muova a far esaminare questo foro!- esclamò.
Franziska guardò la scena trattenendo le risate -Mädchen Aleksandra, il detective, per quanto inutile, ci serve tutto intero-
-Vaaa bene!- rispose saltellando tra i vetri e raggiungendo la cugina sulla porta.
-Andiamo ad interrogare i testimoni. Narr detective, non appena hai quei risultati portameli subito- ordinò la procuratrice prima di uscire con Ale al seguito.

Ciao a tutti! Questo capitolo è un po' un esperimento, tanto per vedere se riesco ad organizzare un'indagine. Posto prima del solito (in termini di orario) perché sono senza pc da oggi pomeriggio fino a domani (sigh!).
A proposito di indagini...

Solar74: Io avevo una fifa FOLLE delle vespe, ora molto meno comunque. Direi di no, non si tratta di questo, è una paura molto più fondata...ti lascio fare la detective ancora per un po' anche se forse Princess ti ha tolto un po' di lavoro. Per i disegni credo che dovrai aspettare, il mio scanner ha optato per lo sciopero e mio fratello non mi presta la macchina fotografica per ripicca (è una lunga storia...)
Princess Alexia: Wow, che bella analisi! E io che pensavo di aver lasciato pochi indizi! Comunque ne hai perso uno...
L'incubo non è lo stesso, ma è collegato a qualcosa che è appunto successo in quei giorni. Si, riguardava anche Franzy, ma come ti ho detto è solo connesso all'incubo precedente visto che Ale non sapeva niente della cugina allora. Ti dico anche che ha paura di perdere anche la cugina, ma non si tratta di qualcuno che la porta via. Ho detto troppo, credo, ma non mi sembrava il caso di lasciarti troppo sulle spine, se non altro per ringraziarti della recensione chilometrica! XD.

Kirlia: la mia vicina distratta non ha ancora capito??? Noooo!!! Temo che per il momento (alias quello che ho scritto finora ndDany pochino comunque ndMarika) Miles e Franzy parleranno poco e niente tra loro, c'è ancora troppo rancore e incomprensione da parte della nostra procuratrice preferita.
Come trovate il nostro nuovo detective? Non ho usato Gumshoe perché quel poveretto è già stato bistrattato abbastanza e poi...chissà! Magari mi torna utile! Nel prossimo capitolo Ale e Miles chiacchierano un po', (ho il capitolo già pronto, ma si accettano suggerimenti) ...
A sabato prossimo,                                                                          Dany 

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Capitolo 8
*** Interrogativi ***


A8 29 Giugno, ore 20.40, Procura.
I capelli castani di Alessandra caddero a coprirle il viso mentre scivolava nel morbido tessuto della poltrona nell'ufficio di Franziska, rannicchiata con il capo poggiato sul bracciolo imbottito. Non le era concesso di assistere agli interrogatori e quindi era rimasta da sola in ufficio ad aspettare il resoconto della cugina. L'interrogatorio di quell'uomo, che per Ale era il colpevole, stava davvero tirando per le lunghe e lei era esausta. Si accorse appena che qualcuno aveva bussato alla porta socchiusa e non avendo risposta era entrato.
Aprì del tutto gli occhi solo quando vide una mano posare qualcosa sulla scrivania. Sembrava una cartellina.
-Buonasera, signor Edgeworth- salutò, riconoscendolo.
-Alessandra? Cosa ci fai qui a quest'ora?- chiese lui di rimando. La bambina si tirò su.
-Franzy sta interrogando un sospettato da un pezzo e devo aspettarla per tornare a casa- rispose -Avrebbe mandato qualcuno da casa per venirmi a prendere se non avessi insistito io- aggiunse, come a voler giustificare la cugina.
-Come mai sei voluta restare?-
-Secondo me quell'uomo è il colpevole del caso, solo che il suo alibi sembra troppo buono e se dall'interrogatorio non uscirà la verità prenderanno l'altro indiziato. Non sarebbe giusto. Lei invece come mai è ancora qui?-
-Avevo delle pratiche da sbrigare entro domani. In proposito, quando arriva Franziska dille di dare un'occhiata a quella- accennò alla cartellina che aveva portato prima.
Ale annuì. Poi le venne in mente una cosa -Posso farle una domanda?-
-Dimmi pure- rispose, vagamente incuriosito.
-Lei odia Franzy?- chiese diretta. Certe domande non hanno bisogno di preamboli.
-Cosa...? No, non ne avrei motivo. Perché questa domanda?-
-Per conoscere la verità bisogna mettere insieme tutti i pezzi e io conoscevo solo un punto di vista che potrebbe non essere quello giusto. La perfezione passa per la verità-
-Credevo che Franziska ti stesse educando a seguire il concetto di "perfezione" dei Von Karma-
-Ma io sono una Von Karma solo a metà- disse Ale, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo sorridendo -Prima sono una Bompiani. I concetti di Franzy li imparo solo finché non contrastano con quelli di papà e mamma. "E' importante conoscere la verità, prima di tutto" mi dicevano. Ma Franzy fa fatica a capirlo, a lei nessuno l'ha spiegato bene-
Miles ascoltò la bambina meravigliandosi della sua intelligenza: pur nella sua ingenuità riusciva a capire cose alle quali lui era arrivato solo a ventiquattro anni, e nemmeno da solo!
Forse c'era un altro motivo per cui Franziska si teneva stretta la bambina...No, non poteva essere tanto crudele da fingere di voler bene a quella piccola solo per farsi aiutare nella sua vendetta personale.
-Posso farti una domanda io adesso?-
-Certo! Ma non prometto di rispondere!- precisò. Miles abbozzò un sorriso per la risposta.
-Come ti trovi con Franziska?-
Ale ci pensò un attimo -Franzy non è come la mamma, ma mi vuole bene, si prende cura di me e mi aiuta come può. Non è troppo severa, ma nemmeno permissiva. Certe volte è di cattivo umore, me ne accorgo subito, ma cerca di non farlo pesare a me. Posso dire tranquillamente che mi trovo bene- concluse.
-E le indagini? Ti portava con se' anche in Germania?-
-Si, ma gliel'ho chiesto io. Lo facevano anche mamma e papà. Più osservo, più imparo, più sarò brava da grande. Ora tocca a me!-
-Che cosa?-
-Fare le domande. Anzi, me ne spettano due!- disse contenta. Almeno aveva qualcosa da fare mentre aspettava. Inoltre raccoglieva informazioni per la sua indagine personale.
-Nemmeno io prometto di risponderti- la ammonì sedendosi di fronte a lei.
-Ok! Lei e Franzy non siete fratelli sul serio, giusto?-
-Ti ha forse detto il contrario?-
-No, ma quella non era la vera domanda. Volevo sapere da quanto tempo la conosce-
-Parecchi anni, circa...- cercò di calcolarli il più rapidamente possibile ma qualcuno lo precedette.
-Dodici anni e sette mesi, herr Miles Edgeworth. Cosa ci fai qui?-
-Ero venuto a portarti dei documenti e mi sono fermato a parlare con Alessandra- Franziska lo guardò storto ma non ribatté.
-Franzy, avevo ragione?- chiese Ale, in tono preoccupato.
La cugina annuì -Sembrerebbe di si, almeno il suo alibi sembra essere caduto. Ma manca il movente, ed è un dettaglio che non si può trascurare...- lanciò un'occhiata a Miles poi notò uno sbadiglio della bambina -Ne riparliamo domani, mädchen. Ora è il momento di tornare a casa-
-Ma non abbiamo finito...- provò a dissuaderla.
-Non importa, abbiamo tutto il tempo che vogliamo e tu sei stanca. Gehen wir (andiamo)-
Ale annuì -Arrivederci, signor Edgeworth- salutò, dopo essere scesa dalla poltrona.
-A presto mädchen. Gute Nacht, Franziska- aggiunse passandole accanto. Per qualche strano motivo fece un sorrisino nel parlarle, e per un motivo ancora più strano la ragazza arrossì lievemente.
Mentre lei e Franziska tornavano a casa, Ale non poté fare a meno di pensare "C'è davvero qualcosa che non riesco a capire nel comportamento degli adulti. Forse tra un po' sarò in grado di capirci qualcosa, o magari me lo spiegheranno loro"

30 Giugno, ore 2.20, Residenza Von Karma.
Franziska si rigirò per l'ennesima volta nel letto. Era mai possibile che ogni volta che... no, non c'entrava niente. La sua insonnia non poteva assolutamente dipendere da herr Miles Edgeworth.
Era semplicemente folle. Solo per quello sciocco sorrisetto insensato?
No, no, no. Impossibile. Inaccettabile.
Si costrinse a cercare un altro motivo. Probabilmente non dormiva solo perché era troppo stanca, poteva capitare.
Una vocina nella sua testa le suggeriva di non mentirsi, ma la ricacciò in fondo scuotendo la testa.
Quella notte non avrebbe dormito affatto, ne era certa.


Ed ecco la prima chiacchierata di Miles e Ale! Credo che ne seguiranno altre, vista la curiosità e l'intuitività della nostra mädchen!
Solar74: Grazie! Sto cercando di impostare al meglio l'indagine, vedremo dove andrò a parare. Le somiglianze che ci sono, sarebbero le stesse che Karlotta pensava di aver individuato, alla fine le mamme ci azzeccano sempre (o quasi XD).
Princess Alexia: Il concetto di "riposo" è sempre relativo e purtroppo le vacanze non sono MAI riposanti: alla fine ti trovi a desiderare tutto il tempo una giornata tranquilla che non arriva fino a che non ricomincia la scuola, sigh!
Non so ancora se avremo tra i piedi herr Sciattone, dipende da quello che butta fuori la mia testa matta!
Kirlia: L'importante è che tu riesca a commentare prima che io accenda il pc al sabato, poi è tutto ok!
Beh se Ale non fosse una buona osservatrice che genio sarebbe? Non è che Ale "massacra" i detectives, diciamo che li maltratta un pochino, ma solo quando le fanno perdere le staffe (continua a difenderla, mi raccomando... (ironico)ndMarika ma noo! E' tanto bellina lei...ndDany)
Ho scritto il sogno in modo che possa essere piazzato dappertutto nel contesto, ditemi se lo volete leggere presto o volete qualche altro indizio per indovinare.
Ciao e Buona Pasqua per domani!
                                                                                                                                Dany

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Capitolo 9
*** Discussione ***


A9 30 Giugno, ore 11.30, Procura.
-E l'analisi balistica ha accertato la provenienza delle due pallottole dalla stessa arma, anche se ancora non siamo riusciti a ritrovarla- concluse il rapporto il detective Miller.
-I legami della vittima con i sospetti?-
-Pare che Aaron Stephenson, la vittima, fosse stato un buon amico del suo aggressore, Ian McFhaiden, addirittura doveva diventarne il cognato ma ha abbandonato la sposa pochi giorni prima delle nozze. Riguardo a Baker... penso che si conoscessero solo superficialmente, insomma...-
-Vuol dire che non ha indagato al riguardo?- Franziska fece schioccare la frusta sul pavimento.
-S-si... cioè no! Nel senso... non sembrava necessario...Auch!- Miller si beccò la prima frustata del giorno (detto e considerato che Franziska era parecchio nervosa per la mancanza di sonno gli è andata bene che fosse solo la prima...)
-Se le vengono date delle indicazioni deve seguirle, che le sembri necessario o meno, sono stata chiara, narr detective?-
-S-si, signora!- il volto di Miller era una maschera di paura.
-Riprenda le indagini, voglio che ogni singolo centimetro di quella stanza e del prato subito fuori siano analizzati per ricavare ogni minimo indizio possibile- ordinò, rafforzando il concetto con una frustata supplementare.
-Sissignora!- esclamò Miller, uscendo di corsa dalla stanza.
Non appena il detective fu uscito Franziska prese il telefono, ansiosa di sapere come stesse mädchen Aleksandra: durante la notte le era salita la temperatura di qualche linea, così aveva dovuto affidarla alle cure di Amalia. Compose il numero del cellulare della bambina, che rispose subito.
<< Ciao Franzy! >>
-Mädchen come stai?- chiese preoccupata. Girò la poltrona verso la finestra, dando le spalle alla porta.
<< Meglio adesso, forse avrei potuto anche venire con te... >>
-Neanche per idea, devi riposarti. Se ieri sera fossi tornata a casa prima come ti avevo detto non saresti stata male-
<< Si, scusa... come vanno le indagini? >> cercò di cambiare discorso Ale.
-Riposati e basta, non devi neanche pensare di toccare un documento per oggi. Sono stata chiara, mädchen?-
Franziska sentì chiaramente sbuffare la cuginetta << Mi annoio! Dovrò pur fare qualcosa! >> si lamentò.
-Ci sono moltissime cose che puoi fare, l'importante è che ti riposi, va bene?-
<< Ok. A stasera? >>
-Vedo se riesco a venire prima. Ora devo andare, ciao mädchen Aleksandra-
<< Ciao >>
Franziska chiuse la comunicazione. Anche se aveva detto alla mädchen che poteva fare "moltissime cose" ad essere sincera non aveva idea di quali fossero le occupazioni da malata di una bambina. "Comunque non è da sola in casa, non devo preoccuparmi" decise poi.
Rigirò la sedia sovrappensiero accorgendosi di qualcuno sulla porta. A parte per la persona in questione, a Franziska salirono i nervi a fior di pelle per lo sfacciato sorrisetto che il procuratore esibiva al suo indirizzo. Ovviamente aveva ascoltato tutta la chiamata. Franziska si appuntò mentalmente di punire il detective Miller per aver lasciato la porta aperta.
-Herr Miles Edgeworth cosa ci fai qui?- lo apostrofò alzandosi.
-E' una tua nuova abitudine o rivolgi sempre questa specifica domanda solo a me?- chiese avvicinandosi rapidamente alla scrivania.
Prima che Franziska riuscisse ad afferrare la frusta, lasciata con una certa noncuranza sul mobile durante la telefonata, Miles le bloccò delicatamente ma con fermezza il polso.
-Lasciami subito, sciocco che non sei altro!-
-Devo parlarti, e quell'oggetto è superfluo, oltre che potenzialmente dannoso- disse con calma.
-Cosa vuoi?-
-Capire quello che passa per quella tua geniale testolina, tanto per cominciare-
-Tanto per cominciare lasciami il polso. Poi sappi che non ho nulla da dirti più che di occuparti solo dei tuoi affari-
-Bene, allora cominceremo da quello che riguarda me-
-Ad esempio?- chiese in tono di sfida.
-Le idee che hai messo in testa a tua cugina nei miei confronti-
-Mädchen Aleksandra non è il genere di persona che accetta le idee degli altri se vanno contro le sue. Lei non è manipolabile come qualcuno-
-Questo l'avevo capito. Però lei pensava che ti odiassi- si spiegò con calma.
-E' di questo che stavate parlando quando sono arrivata?-
-Non proprio. Alessandra sembra essere estremamente curiosa circa il nostro legame-
-Non c'è alcun "nostro" legame, se escludiamo il mio odio nei tuoi confronti- lo corresse con una punta di cattiveria -Ora lasciami- aggiunse in tono tagliente.
Miles le lascio il polso come se si fosse scottato.
-Se non hai altro da dirmi sei pregato di uscire, devo lavorare- gli comunicò riprendendo la frusta e recuperando alcuni documenti.
-Mi odi... ancora- constatò -E pensi ancora che io mi sbagli, suppongo-
-Le cose stanno allo stesso modo di quando sono partita, ne' più, ne' meno. Non vedo come potrei aver pensato di cambiare opinione- mentì. Le cose erano cambiate, ma lei non l'avrebbe ammesso. Stava capendo i suoi errori, pur negandolo, e stava cercando di correggersi. Grazie ad Alessandra e al suo modo di fare, e in parte al diario di Karlotta, che stava leggendo costantemente, cercando accenni alla sua fuga di casa.
-Qualcosa è cambiato, invece. Solo che non riguarda me-
Franziska lo guardò senza capire -Che significa?-
-Sei cambiata tu, Franziska. Un tempo non avresti permesso a nessuno di abbreviare il tuo nome, o di farti contraddire. E non ti saresti permessa di sorridere, nè di preoccuparti per qualcun'altro che non fossi tu stessa-
-Forse. Ma hai detto tu stesso che non ti riguarda. Ora devo andare-
Franziska uscì senza aggiungere altro. Si, era cambiata. Ma neppure così tanto!

30 Giugno, ore 14.30, Residenza Von Karma.
Alessandra si lasciò scappare uno sbadiglio. Si stava annoiando moltissimo: aveva già fatto tutto il possibile, guardare la tv la annoiava, libri da leggere per svago non ce n'erano e aveva perfino provato a cercare il diario della mamma, ma evidentemente senza esito.
D'altronde la febbre le era passata da ben prima della telefonata di Franzy, quindi forse...
Ale prese il cellulare e premette il tasto di richiamata << Mädchen Aleksandra! E' successo qualcosa? >> rispose Franziska dopo neppure due squilli.
-No, è questo il problema! Mi annoio! Dove sei?-
<< Al museo. Che intendi fare? >> Ale sorrise, sua cugina era troppo intelligente per non capire il secondo fine della domanda.
-Posso venire lì ad aiutarti? Per favooore!!!- implorò. Dal'altro lato del telefono Franziska si lasciò sfuggire un mezzo sorriso, subito celato da uno sbuffo.
<< Non credo sia il caso... >>
-E daiii!!! Non ho più la febbre da un pezzo e non ho niente da fare-
<< Passami Amalia... >> concedette.
"Siii!!!" esultò Ale. Se aveva chiesto della domestica era di certo per farla accompagnare, il che significava che la mädchen aveva vinto.

Argh! Chiedo scusa per il ritardo ma questa è stata proprio una strana settimana... sono partita a scrivere questo capitolo ispiratissima, poi ho dovuto interrompermi e mi è uscita una seconda parte alquanto pietosa rispetto alle aspettative che avevo in partenza. Sorry!
Solar74: Oh, si! Ale è un Genio, no? Per ora l'indagine sta andando a rilento, ma ci sto lavorando su. Se il mio blocco si decidesse a passare...
Per il nome... come preferisci, nel senso che per me sono entrambi i miei nomi, quindi se Daniela ti piace di più usalo tranquillamente :-D
Princess Alexia: beh se Franziska non fosse arrivata in quel momento il discorso di questo cap sarebbe stato diverso, immagino. E poi ho più possibilità di un incontro in un altro momento: Ale avanza una domanda!
Auguri ancora (li avevo inseriti nella recensione a Kirlia, ma magari non li avevi letti...) e non preoccuparti del tempo tiranno, prima o poi lascia sempre un po' di scampo!

                                                                                                                                Dany

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Capitolo 10
*** Indagine ***


A10 30 Giugno, ore 15.00, Museo cittadino.
-Avevi già visto questa?- chiese Ale indicando una traccia rossa sulla cornice della finestra incrinata, dalla parte esterna.
Franziska la osservò -Narr detective!- chiamò imperiosa.
Miller arrivò di corsa -Sissignora?-
-Questa è già stata analizzata?- domandò indicando la traccia con la mano guantata.
-Uh? Cosa? Dove?-
-La macchia sulla finestra, ovviamente-
-N-non credo, insomma non l'avevo vistaaARGH!- inutile dire che la frustata era arrivata subito.
-Avevo detto che ogni centimetro qui fuori doveva essere perlustrato e analizzato-
Dopo la strigliata di Miller, Ale cominciò a collegare le prove in suo possesso: -La vittima e il suo aggressore si sono incontrati alle 20.30 nella stanza, ancora in allestimento, tra i due è scoppiata una lite e McFhaiden ha spinto Stephenson facendolo finire contro quella vetrina. E fin qui funziona tutto, poi...-
-Poi McFhaiden ha dichiarato di aver sentito un colpo di pistola e rumore di vetri infranti ed è scappato dopo aver visto cadere la vittima a terra- aggiunse Franziska, sapendo che Ale non aveva le informazioni degli interrogatori -Il che coincide con la testimonianza di Baker, il quale ha sentito il rumore ed è uscito dal bar, poco distante dal luogo del delitto-
-Stephenson non poteva essere già morto, era appena stato colpito allo stomaco, ci vogliono quindici minuti prima di morire, l'ho letto nel "Codice Da Vinci"(giuro che non è pubblicità! ndA)-
-Non si sarebbe salvato lo stesso- s'intromise una voce femminile. Le due cugine si voltarono.
-Scusate se mi sono intromessa, ma è il mio lavoro sapere queste cose- si giustificò una ragazza dai capelli biondo-rossi legati ben alti.
-Lei chi è?- chiese Ale curiosa.
-Kathrine Andersen, polizia scientifica!- si presentò porgendo un raccoglitore fucsia alla maggiore delle cugine.
-Che cos'è?- chiese Ale mentre Franziska lo prendeva.
-L'insieme delle varie analisi relative a questo caso, come richiesto stamani dalla procuratrice- rispose prontamente Kathrine.
Franziska sfogliò con calma le pagine -Immagino che manchi l'ultima, quella relativa alla finestra incrinata- commentò.
Kathrine la guardò stranita -No, dovrebbe esserci tutto. Le finestre sono state analizzate tutte e sulla cornice esterna di quella incrinata c'è una traccia di rossetto. Strano ma è così-
-Il detective Miller è un idiota, Franzy! Non ha nemmeno letto il rapporto-
Franziska fece schioccare la frusta a terra -Andrò a fare due chiacchiere col nostro sciocco narr detective- rispose avviandosi.
Kathrine si rivolse ad Ale -Tu devi essere il piccolo genio, giusto?-
Ale la guardò sospettosa -A lei chi l'ha detto?-
-Non si fa altro che parlare di te sia in commissariato che in procura-
-Davvero? Io pensavo che nessuno ci avesse fatto caso...-
-Beh, hanno cercato di non farlo notare. Soprattutto per la reazione che potrebbe avere la procuratrice, mi hanno detto- la ragazza guardò verso l'interno dell'edificio -e ora capisco perché- aggiunse.
-Franziska è terribile in certi momenti, se dovesse arrabbiarsi con me penso che sarei terrorizzata-
-Perché, con te non si arrabbia mai?-
Ale scosse il capo -Faccio in modo che non ne abbia motivo, se con le persone non si fa niente di sbagliato non ce l'avranno con noi-
Kathrine guardò la stanza e sospirò, gesto che non sfuggì alla bambina -Sta bene, signorina Andersen?-
-Stavo pensando...Aaron era una carogna, ma non avrei mai pensato che qualcuno potesse arrivare ad ucciderlo-
-Lei conosceva la vittima- constatò Ale.
Kathrine annuì -La sua ex-fidanzata era la mia migliore amica...finché non è successo il disastro, almeno-
-Le andrebbe raccontarmi? Potrebbe essere utile per le indagini-
Kathrine annuì -Aaron e Alyssa erano fidanzati dal liceo, più o meno da quando Ian, il fratello di Alyssa, è diventato il miglior amico di Aaron. Io facevo parte del loro stesso gruppo e così ero tra gli organizzatori del matrimonio prima ancora che venisse ufficializzato. Poi ci laureammo tutti, beh quasi... ma questa è un'altra storia... comunque, dopo qualche tempo decisero la data delle nozze. Solo che quel giorno stesso lui non si presentò. Si limitò a telefonare ad Ian dicendogli che annullava tutto-
-Immagino che la signorina McFhaiden ci sia rimasta molto male-
Kathrine scosse il capo intristita -Rimasta male è dire poco, lei cercò di capire i motivi ma dopo aver parlato direttamente con lui... si spense. Non parlava più con nessuno, non mangiava più... Ian fu costretto a portarla da vari psichiatri che gli consigliarono di farla internare. Dopo quasi quattro anni non si è ancora ripresa. Abbiamo incolpato tutti Aaron dello stato di Alyssa e ovviamente lui e Ian non si parlarono più da allora-
-Questo aumenta le probabilità che il colpevole sia il signor McFhaiden-
-Non credo affatto. Ian è sempre stato troppo buono, non sarebbe stato in grado di uccidere nessuno. Aveva solo troncato i rapporti con Aaron-
-Ci sono segni di colluttazione ovunque- osservò Alessandra.
-Ho visto, ma se anche avessero litigato sono certa che non sia stato Ian a uccidere Aaron-
-Ha parlato di un gruppo e del fatto che qualcuno non si fosse laureato per una qualche questione, me ne parlerebbe?-
-Oh...beh eravamo in molti, a parte noi quattro c'erano Julian Walker, poi la moglie di Ian, Shirley, Hank Bailey, Philip Cooper e la sorella Dana e William Baker. I mancati laureati sono stati proprio Dana e Will-
-Perché non hanno completato gli studi?-
-E' una storia di cui non ho mai conosciuto i dettagli, pare che Will avesse litigato con qualcuno il giorno prima della partenza per lo stage e si ruppe un ginocchio. Doveva diventare un giocatore di football e aveva guadagnato così la borsa di studio. Col ginocchio infortunato permanentemente perse sia la borsa di studio che il resto dell'anno. E Dana con lui. I sospetti caddero su Aaron, ma non saprei dire se sia la verità-
-La signorina Cooper rimase coinvolta nella lite?-
-No, ma rimase con Will per aiutarlo. La madre di William aveva perso da poco il lavoro e non era mai in casa per riuscire a trovarne un altro. Ovviamente con un infortunio simile Will aveva bisogno di assistenza continua e tutt'oggi non cammina bene-
-E' molto triste- disse Ale "Baker non avrebbe potuto uccidere Stephenson perché non sarebbe riuscito a fuggire, teoria crollata. Ma... troppe cose non tornano: quel rossetto sulla finestra, la pallottola nella credenza, i vetri rotti all'interno... la signorina Andersen ha ragione, non può essere stato il signor McFhaiden. Ma allora chi?" rifletté.
Kathrine guardò l'orologio che portava al polso -Scusami, devo proprio scappare adesso. Spero di essere stata d'aiuto, ciao!-
-Moltissimo, arrivederci!- la salutò.
Ale continuò ad esaminare la zona fino all'arrivo di Franziska.
-Ho scoperto delle cose importanti dalla signorina Andersen- le comunicò -La prima è che Baker aveva un movente: aveva perso la borsa di studio e la possibilità di laurearsi a causa di una lite con la vittima. La seconda è che non era l'unico ad averne uno-
-Ti riferisci a frau Kathrine Andersen?-
Ale scosse il capo -Dana Cooper, anche lei ha perso la borsa di studio per assistere Baker dopo l'incidente. Un'altra cosa è che mi sono sbagliata: non può essere Baker l'assassino perché non sarebbe riuscito a fuggire dopo il delitto. La traccia di rossetto sulla finestra potrebbe indicare qualcosa secondo te?- cambiò argomento all'improvviso.
-L'assassino poteva avere una complice, o più banalmente qualche ragazza è passata di qui e si è sistemata il trucco, le è caduto il rossetto e la finestra si è macchiata prima del delitto-
Ale fece una smorfia -Non sono troppo convinta di quest'ipotesi, ma dovremo darla per buona, per il momento-
Doveva trovare più informazioni sulla lite e su Dana Cooper. Perché Ale era certa che fosse implicata nell'omicidio, poco ma sicuro.

30 Giugno, ore 22.45, Residenza Von Karma.
Franziska e Alessandra stavano ragionando da ore su tutti i dati raccolti. Purtroppo il mancato ritrovamento dell'arma del delitto era un grosso problema. McFhaiden non aveva un'arma da fuoco e lo stesso valeva per la vittima e gli altri sospetti, il che significava, probabilmente, che l'arma era illegale.
-Credo sia ora di andare a dormire, a questo punto- concluse Franziska dopo l'ennesima ipotesi scartata.
Ale protestò debolmente. Era stanca, sopratutto di non trovare le risposte che di solito parevano tanto ovvie. Odiava doversi arrendere.
-Un'ultima ipotesi, poi andiamo- pregò. La maggiore acconsentì.

-Poniamo che sia stato Baker. Si nasconde dietro l'albero e al momento della lite fa partire il primo colpo. La pallottola sfonda il vetro e colpisce il mobile, nessuno dei due litiganti se ne accorge perché a loro volta stanno rompendo i vasi nella stanza. McFhaiden spinge la vittima e parte il secondo colpo, che colpisce Stephenson stavolta-
-Il che spiegherebbe la mancanza di frammenti di vetro nello stomaco della vittima-
Ale annuì -Poi McFhaiden scappa dalla porta e Baker, sicuro di non essere visto, torna al suo bar-
-E le altre vetrate? Chi le avrebbe rotte?-
-Qui deve entrare in scena Dana Cooper. Rompe i vetri per depistare le indagini, per far credere che siano state infrante durante la colluttazione, cominciata nel giardino esterno. I pezzi di vetro delle due finestre centrali sono più vicine al bordo della stanza rispetto a quella di fronte al mobile-
-E mentre cerca di rompere l'ultima finestra...-
-Si accorge che Stephenson è ancora vivo e che ha strisciato sul pavimento fin quasi all'ultima finestra, se l'avesse rotta del tutto le schegge sarebbero arrivate sul corpo e avrebbe perso l'effetto. Si avvicina al vetro per osservare la vittima e lascia il segno di rossetto, nota che è praticamente morto e scappa anche lei-
-Sarebbe l'ipotesi più plausbile fino ad ora. Ma tutto ciò doveva essere premeditato-
-Lo so- rispose sconsolata la mädchen.
Franziska prese i verbali degli interrogatori per cercare qualche altro indizio. Dopo qualche minuto rialzò lo sguardo, accorgendosi che Aleksandra era crollata a dormire sulla poltrona. Non potè fare a meno di sorridere. Cercò di prenderla in braccio senza svegliarla, riuscendovi. Con un po' di fatica riuscì a metterla a letto.
Uscì dalla camera, sperando che la stanchezza le impedisse gli incubi. Ovviamente non si può avere tutto.

Sono di nuovo in ritardo! Stavolta non ho la scusa di non avere niente di pronto quanto di doverlo copiare e aggiustare dalla versione scritta a mano. Scusate!
Solar74: Credo che con l'indagine finirò qui, tenendo per buona nel processo l'ultima ipotesi. Ale che scappa dalla finestra...mmm...non era una cattiva idea ma come ha detto lei stessa in questo capitolo Franzy arrabbiata fa paura, meglio fare le cose per bene XD.
Lieta che ti sia piaciuto il capitolo!
Princess Alexia: Wow, se la metti così sono davvero poveri tutti! E in questo cap Miller è messo peggio che nel capitolo precedente!
La situazione tra Miles e Franzy è pressochè disperata per ora, serve un riavvicinamento graduale che sarà dopo il processo per questo caso.
Buon viaggio e buona fortuna per la valigia XD
Se mi dite che per voi va bene nel prossimo captolo ci sarà il sogno, posso posticiparlo ancora un po' suppongo.
A presto,
                                                                                                                                Dany
Oh, visto che finalmente ho riavuto lo scanner vi mostro le mie (scarse) abilità nel disegno:
Alessandra: http://yfrog.com/jnale001j
Franzy (vestita "normale"): http://yfrog.com/eufranziskaj

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