I Triangoli Alchemici

di Starfantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1^Parte ***
Capitolo 2: *** 2^ Parte ***
Capitolo 3: *** 3^ Parte ***
Capitolo 4: *** 4^ Parte ***
Capitolo 5: *** 5^ Parte ***



Capitolo 1
*** 1^Parte ***


 

 

 

 

1^ Parte

 

 

 

Erano in viaggio da circa più di un’ora sul treno che li avrebbe portati a Torino. Il treno non piaceva a nessuno, siccome era scomodo e rumoroso, pieno di gente pronta ad origliare e farsi gli affari degli altri. Infatti, Sophie era già stata avvicinata da due professori universitari che avevano “casualmente” notato il libro in lingua antica che stava leggendo. Dopo aver faticato per inventarsi delle scuse adatte, la ragazzina aveva rinunciato alla lettura chiudendo il volume nello zaino. Lok teneva stretta la sacca con Cherit, per paura che qualcuno le desse un calcio o, peggio ancora, la aprisse. Quanto a Zhalia e Dante, avevano cercato di riposare, ma venivano costantemente disturbati da un ragazzo dietro di loro che ascoltava musica e teneva il volume così alto che riuscivano a sentirla fin troppo bene, nonostante il ragazzo avesse le cuffie. Zhalia stava quasi per andargliene a dire quattro, ma venne fermata da Dante, e alla fine optò per un potere simile a Headcage, isolando entrambi dai rumori esterni.

Il treno si era fermato nell’affollata stazione ed il gruppo si era incamminato sotto i portici, cercando di orientarsi e di raggiungere Piazza Statuto. Sophie cominciò a spiegare a Lok cosa sapeva: - Questa città è stata un susseguirsi di eventi e popoli. Ha avuto un ruolo importante nella storia magica. Si dice che il figlio di un principe egiziano abbia costruito un insediamento qui. Ora noi ci stiamo dirigendo verso la Porta degli Inferi, il centro della Magia Nera mondiale. Si dice anche che qui sia nascosto il Santo Graal, ma sono soprattutto dicerie. Se ho capito bene noi cerchiamo l’entrata delle gallerie dei quelli che venivano chiamati Alchimisti; probabilmente erano Cercatori: a quel tempo non esisteva un gruppo come la Fondazione e chi scopriva di essere un Cercatore doveva esercitarsi in luoghi di fortuna, come queste grotte. Noi stiamo cercando qualcosa che possa ricordare un amuleto o un Titano per entrare… non è vero Dante? - concluse voltando la testa e attendendo una risposta. - …Dante?

L’uomo aveva l’aria di chi non sta ascoltando e non ha sentito niente prima, tanto che Zhalia pensò che non avesse annullato il suo potere. Dopo aver verificato che non era così gli diede una leggera gomitata per richiamare la sua attenzione.

- Sì, è vero, Sophie. Ma la Fondazione non ci ha dato molti indizi. Dovremo aguzzare la vista. - la sua voce non aveva l’aria ironica che sarebbe stata opportuna con quelle parole. Si era limitato a guardare Sophie e pronunciarle come se qualcuno gli avesse spento le parte del cervello dedicata alle emozioni, e quello strano atteggiamento non sfuggì a nessuno. Camminarono per qualche minuto, ma alla fine decisero di prendere un tram. Scesero proprio sulla Piazza e si diressero verso la fontana. Era un luogo affollato, circondato da una strada piuttosto frequentata. Non sarebbero riusciti ad aprire un qualsiasi tipo di varco senza dare nell’occhio. Si misero comunque a cercare, facendo finta di niente girarono intorno alla fontana più volte, ma non potevano raggiungere la cima per cercare lì.

- Lavorare così non è possibile. - disse Zhalia una volta che il gruppo si fu riunito. Tutti si guardarono, sapendo che aveva ragione.

- Già… dovremmo essere invisibili per non dare veramente nell’occhio. Prima stavo controllano un punto sul terreno e mi sono accorto che un vecchietto mi fissava… - cominciò Lok, ma venne quasi subito interrotto da Sophie.

- Cosa hai detto?

- Ho detto che stavo controllando il terreno quando…

- No, prima. Invisibili. Hai detto invisibili! - il ragazzino e Zhalia la fissavano, sospettando che avesse preso troppo Sole. Ma Dante sorrise, intuendo quello che stava per dire. - C’è un potere sul volume che mi sono portata… può far diventare invisibili delle persone, ma richiede molto studio e molta pratica, e io non l’ho ancora neanche letto per bene…

- Pensi di farcela in qualche ora?

- Non so… potrei provare…

- Allora andiamo. Posiamo la nostra roba, poi tu e Zhalia vi metterete a studiare.

- Io? Perché io? Non può farlo da sola?

- Guarda, Zhalia, mi piacerebbe tanto dirti che posso farcela da sola, ma il potere non può essere esercitato su sé stessi. Quindi, devi studiarlo per far diventare invisibile anche me.

 

Una volta in albergo le ragazze si chiusero in camera di Sophie e cominciarono lo studio.

Dante e Lok, invece, osservarono le elaborazioni dell’Olotomo delle possibili mappe dei sotterranei. Erano più di dieci, segno che anche l’Olotomo non sapeva da che parte girarsi. Dopo aver visto la tredicesima mappa Lok decise di parlare: - Dante, ultimamente sembri preoccupato… qualcosa non va? - il detective tentennò, ma alla fine rispose.

- Sto collegando due o tre degli ultimi avvenimenti… e non mi piace il fatto che i collegamenti funzionano. Fin troppo bene.

- Che tipo di collegamenti?

- Non è il caso di parlarne adesso. Non voglio che tu ti distragga. Cerchiamo di imparare queste mappe, e poi… - il Cercatore si interruppe, voltandosi di scatto.

- Qualcosa non va?

- C’è qualcuno qui. - Lok non ebbe il tempo di ribattere, perché Dante si era posizionato al centro della stanza, pronto a colpire. Sentì di nuovo quel rumore, simile ad un battito d’ali… individuò la provenienza del suono e concentrò l’energia sulla mano.

- Raypul…

- Dante, fermo!

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Capitolo 2
*** 2^ Parte ***


 

 

 

2^ Parte

 

 

 

Sophie e Zhalia irruppero nella stanza urlando.

- Siamo riuscite a controllare il potere Colorglass, ma abbiamo dovuto… ehm… provarlo su Cherit. - disse Sophie.

- E direi che funziona! - commentò il piccolo Titano, probabilmente posandosi sul tavolino.

- Siete riuscite a controllarlo entrambe? - le ragazze annuirono. - Bene. Sono le… otto e un quarto. Direi che potremmo ancora metterci alla ricerca del nostro passaggio.

 

La squadra entrò ancora una volta in città e, per mezzo del tram, raggiunse la già conosciuta Piazza. A quell’ora c’era meno gente a piedi, ma le auto erano decine e marciavano a passo d’uomo a causa del traffico.

Il gruppo si avvicinò alla fontana e si posizionò dietro.

- Possiamo procedere. - disse Dante guardandosi intorno.

- Bene. Noi potremo vederci, anche se vagamente… scoloriti. Ma ricordate che non siamo né non udibili né tanto meno immateriali, quindi attenzione a quello che fate. - avvertì Sophie. Detto questo, mise una mano sulla fronte di Lok e pronunciò il potere, mentre Zhalia faceva lo stesso con Dante. I due Cercatori svanirono lentamente, rimanendo visibili tra di loro ma scomparendo alla vista di tutti gli altri. Le due ragazze si presero per mano e usarono ancora una volta il potere Colorglass. Tutto andò come previsto, lasciando solo Zhalia e Sophie un po’ deboli. Usando Hyperstride raggiunsero la parte più alta. Sophie, Dante e Zhalia si occuparono della parte più bassa, mentre Lok raggiunse direttamente l’angelo in cima.

Prima di partire, però, la squadra aveva fatto qualche ricerca e chiesto informazioni a Guggenheim, scoprendo che la fontana era stata costruita nel periodo in cui era nata la Fondazione Huntik. Leggendo qua e là su internet erano venuti a sapere che l’architetto aveva pensato le statue inferiori come Titani. Tutti erano rimasti sconcertati da quest’affermazione, ma Sophie aveva spiegato che probabilmente si trattava di Titani come li intendeva la mitologia greca. In ogni caso, le coincidenze erano troppe per restare tali.

 

 

- Non ci sono documenti che lo attestino, ma probabilmente fu la Fondazione che fece chiudere l’entrata alle gallerie con questo monumento. - aveva detto Guggenheim. - Era una società ancora agli albori, e probabilmente la prima cosa che ha fatto è stato chiudere l’entrata di luoghi pericolosi o inutili.

- Non abbiamo niente che ci possa dire come entrare? - chiese Zhalia con un tono fra lo spazientito e l’incredulo.

- Purtroppo no. Dovrete contare sulle vostre forze. Ora vi devo lasciare… un gruppo di Cercatori si è perso un Norvegia… un guaio… buona fortuna! - l’ologramma dell’uomo era scomparso, lasciandoli con mille dubbi in più di prima e mille risposte in meno. Ed ora erano lì, le luci stradali che illuminavano a malapena l’oggetto del loro interesse, creando ombre sospette tra le statue. Lok si fermò ad osservare le ali dell’angelo: sembravano quelle di Icarus… ma in fondo tutte le ali più o meno si assomigliano. Guardò ai piedi della statua, dove si trovava una roccia con un’iscrizione in caratteri dorati.

Si concentrò sul viso: non c’era niente che potesse ricordare un Titano o un bottone da schiacciare, ma… aveva una piccola stella più in alto rispetto alla testa. Sembrava che ci fosse scritto qualcosa… si sporse di più per cercare di leggere le minuscole scritte. “Se là ove il Sole tiene la sua fonte si sporgono gli occhi, da questo esatto luogo potrai vedere le porte degli Inferi”. Sembrava una sorta di enigma… scese silenziosamente, per andare a riferire a Dante quello che aveva letto. Il detective chiamò le due ragazze e insieme cercarono di ragionare sull’enigma.

- La fonte del Sole potrebbe essere a Est, è da lì che sorge. - commentò Zhalia.

- Troppo semplice! - rispose Sophie. - No, no, fammi pensare… il Po, uno dei fiumi che inizialmente facevano da confine alla città, rappresentava la Divinità maschile, ovvero… il Sole!

- La sua sorgente dovrebbe essere il Monviso, quella vetta laggiù! - disse Lok, lasciando la Cercatrice sorpresa.

- Hai studiato geografia?

- Smettiamola di chiacchierare, abbiamo una missione. Lok, torna lassù, mettiti esattamente nella posizione in cui eri prima e dicci cosa vedi. - ordinò Dante. Il ragazzino eseguì all’istante, ma quello che vide lo lasciò alquanto perplesso.

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Capitolo 3
*** 3^ Parte ***


 

 

 

3^ Parte

 

 

 

- Allora? - Zhalia cercò di sussurrare, ma fece comunque in modo che Lok la sentisse: erano quasi due minuti che stava fermo lì guardandosi in giro.

- Il fatto è che… se sto fermo qui non lo vedo, il Monviso.

- Come? Non è possibile, ero sicura che la soluzione…

- Cosa vedi, Lok? - chiese Dante.

- Il monte è coperto… dalla stella su cui ci sono le scritte! - d’improvviso il ragazzino capì. - Forse è il momento di evocare Springer!

- No, aspetta! - riuscì a fermarlo Zhalia. - Qualunque cosa succeda, meglio che nessuno la noti. Toughtspecter!

Ai cercatori sembrò che fosse rimasto tutto uguale, ma Zhalia era convinta di quello che aveva fatto e si fidarono di lei. Lok chiamò Springer, che si mise a lavorare con la stella, e Lok poté vedere che stava muovendo le punte per formare un’altra figura. - Un triangolo… - ma non riuscì a comunicare agli altri quello che stava succedendo, siccome immediatamente la pietra su cui poggiava i piedi scomparve, facendolo cadere all’interno di un tunnel buio e umido. Fermò la sua caduta quando si scontrò con un parete di pietra umida come tutto il resto, che immaginò fosse il pavimento.

- Lok, tutto bene? - la voce di Dante non sembrava molto lontana, forse era caduto solo di un paio di metri.

- Tutto bene… - rispose dopo qualche secondo.

- Spostati, ti raggiungiamo. - dopo aver detto questo l’uomo si lanciò nel tunnel, dando appena il tempo a Lok di spostarsi di qualche metro. Dietro di lui atterrarono Sophie e Zhalia. Dante usò Boltflare e l’ambiente si illuminò, rivelando l’entrata di diverse gallerie.

- Ricorda le catacombe dei Gargoyles… - si fermarono ad osservare la grotta di fronte a loro: c’erano tre diverse gallerie che si ramificavano in direzioni diverse. Per terra era inciso un triangolo enorme, e uno dei vertici coincideva con la galleria centrale.

- Dite che è un indizio?

- Non saprei… l’Olotomo non sembra avere informazioni… - disse Dante, chiudendo l’apparecchio con aria rassegnata.

- Potrei provare con il Cypherdex! - Sophie tirò fuori il suo super-Olotomo blu e chiese informazioni sulle gallerie degli alchimisti. Il Cypherdex era decisamente più preparato su questo argomento, e subito proiettò due ologrammi della stanza in cui si trovavano, ma erano una diversa dall’altra: nella prima il triangolo disegnato a terra puntava verso la porta centrale, nella seconda era più piccolo e indicava la direzione da cui erano venuti. Sophie chiese informazioni sulle due proiezioni e l’aggeggio recitò con la solita voce meccanica che con le tenebre si doveva seguire la Via degli Alchimisti, ma solo con il Sole alto nel cielo si poteva tornare dove il triangolo ritrovava la sua strada.

- Il che significa che questa è la nostra direzione, - disse la giovane Cercatrice indicando l’enorme disegno per terra. - ma per uscire dovremo aspettare circa dodici ore. - nemmeno Zhalia fiatò, sapendo che sarebbe stato inutile.

- Bene. - esordì dopo un po’ Dante. - Direi che non abbiamo molta scelta.

Il gruppo prese senza esitazioni la galleria centrale, ma il detective li avvertì comunque di stare attenti.

- Non escluderei la presenza di trappole. - disse. Aveva ragione: la prima trappola non tardò a presentarsi e in modo piuttosto inaspettato. Lok usò Boltflare per schiarire il buio che li inghiottiva man mano che si addentravano nel tunnel, ma la sfera si alzò fino a sfiorare il soffitto, e nel momento esatto in cui lo toccò scomparve. Tutti rimasero perplessi, arrendendosi al fatto che era un incantesimo solo dopo il quarto tentativo. Sophie provò a spezzarlo, ma anche i suoi tentativi furono vani.

- Posso fare io qualcosa. Illumina la strada, Butterflying!

Zhalia evocò il suo nuovo Titano, che subito si pose davanti a loro e illuminò il percorso con il suo flebile bagliore. Ma non durò a lungo, siccome quasi immediatamente il Titano venne colpito da una sfera di energia di provenienza sconosciuta e tornò nel suo amuleto. Lo stesso accadde a Zhalia, che venne sorpresa alle spalle e si accasciò a terra, ma si rialzò immediatamente pronta a difendersi da possibili nuovi attacchi. Non arrivò nessun’altra sfera crepitante.

- Non si possono usare poteri e nemmeno evocare Titani… - disse Sophie lievemente inquietata.

- Dovremo affidarci ai vecchi metodi. - concluse Dante cercando una pila nella tasca del cappotto. Sorrise sentendo Zhalia lamentarsi e dire che poteva pensarci prima.

Si incamminarono finalmente in mezzo alle pareti di roccia, finché non videro in lontananza una debole luce illuminare un’immensa grotta.

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Capitolo 4
*** 4^ Parte ***


 

 

 

4^ Parte

 

 

 

La grotta in cui si trovavano era troppo larga perché si potesse raggiungere l’altra sponda anche con Hyperstride e profonda diverse decine di metri. Sul fondo si vedeva una specie di piedistallo su cui era appoggiato un oggetto che emetteva un fascio di intensa luce bluastra che saliva fino al soffitto e si infrangeva conto la pietra grezza, tingendo l’aria di azzurro.

I Cercatori si sporsero cautamente dal ciglio del dirupo.

- Potremmo quasi provare a saltare… - azzardò Lok. - Magari con Featherdrop non ci facciamo niente.

- Featherdrop non è un paracadute. Ci faremmo male, senza contare che non abbiamo idea di cosa ci aspetti là sotto. - commentò Dante.

- Direi che non abbiamo molta scelta. - rispose Zhalia. - non possiamo stare qui per dodici ore. Però possiamo inviare uno scout. Perché non evochi Solwing? - il cercatore annuì e prese l’amuleto del Titano, che subito apparve davanti a lui, per poi lanciarsi sul fondo della grotta. Tornò su dopo qualche minuto.

- A quanto pare è tutto a posto… - annunciò Dante con aria diffidente. - Bene. Ora troviamo un mezzo che ci porti là sotto senza farci rischiare l’osso del collo.

- Potrebbe aiutarci Icarus. - Sophie non aspettò risposte ed evocò il Titano, pronta a farsi portare sul fondo.

- Aspetta. Vado prima io. - Dante salì sulla schiena del Titano e si fece posare vicino al piedistallo. Poco dopo arrivò Lok, seguito da Zhalia. Per ultima scese Sophie, che poi congedò il Titano alato.

Si avvicinarono all’oggetto luminoso al centro della stanza: era una piccola piramide di vetro al cui interno brillava un oggetto.

- Non sembra un amuleto. Piuttosto una pergamena.

- Una pergamena protetta da un incantesimo. Breakspell! - la piramide brillò ancora più intensamente e i Cercatori si coprirono gli occhi, abbagliati. Quando la luce si spense, sul fondo della grotta si aprì un varco dall’entrata triangolare e la pergamena andò a posarsi nelle mani di Sophie. La ragazzina osservò i simboli sulla pagina: non ne aveva mai visti di simili, sembravano molto complessi e lei era davvero stanca di tradurre e risolvere enigmi.

- Penso che dovrebbe occuparsene la Fondazione. - disse. - Ci hanno detto di riferire cosa troviamo e consegnare ogni oggetto ritrovato. Inoltre io non sono in grado di tradurla.

Dante prese il foglio con estrema attenzione e lo ripose nel contenitore di plexiglass adatto. Fatto questo il gruppo entrò nel varco. Subito quel buio denso li inghiottì. Il detective si affrettò ad accendere la pila. Sul pavimento c’era un incisione.

- Il Titano degli Inferi riposa oltre alle tenebre. Seguendo questa strada non arriverai in superficie, torna sui tuoi passi per rivedere la luce. - tradusse velocemente Sophie.

- Accidenti, stai migliorando!

- E’ solo latino, lo conosco come se fosse la mia lingua madre.- si fermò a ragionare. - Il Titano degli Inferi… il Diavolo?

- Alcuni scritti gli attribuiscono le qualità proprie di un Titano, e qui si tratta del Titano Mavil, ma direi che non è il caso di andarlo a cercare.

- Ma come, Dante? Perché no?

- L’iscrizione non ha tutti i torti, soprattutto in queste circostanze. E’ meglio seguire i buoni consigli finché si è in tempo. - Lok e Sophie si scambiarono un’occhiata: come mai faceva così? Non era da lui lasciare una missione incompiuta senza motivo tangibile.

- Cosa dobbiamo fare? - intervenne Zhalia.

- Dobbiamo proseguire nelle grotte al livello superiore.

- Devo evocare di nuovo Icarus? - chiese Sophie allarmata. Era già debole per aver usato un potere che richiedeva tutta quell’energia per ben due volte e senza allenamento. Poi aveva dovuto chiamare Icarus, nonostante fosse già spossata dal potere e dalla lunga camminata. E adesso doveva evocare di nuovo?

- No. - Dante bloccò i suoi pensieri. - E’ apparsa una scalinata quando hai usato Breakspell. Mi stupisce che non l’abbiate notato.

Il gruppo uscì dalla porta triangolare e cominciò a salire i gradini scivolosi di pietra levigata. Lok pensò a quante persone dovevano averci camminato per renderli così lucidi. Arrivarono in cima alle scale con poca difficoltà e continuarono il loro percorso, che proseguì indisturbato per qualche minuto, fino a quando non sentirono un boato venire dalla direzione in cui erano venuti. Dante cercò di sembrare tranquillo e controllato come al solito, ma sapeva esattamente cosa aveva provocato quel rumore. Non aveva dubbi. E la cosa era la peggiore che potesse accadere.

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Capitolo 5
*** 5^ Parte ***


 

 

 

5^ Parte

 

 

 

I Cercatori si rassegnarono a dover combattere. Per fortuna il buio si stava diradando, segno che stava per sorgere il Sole. In breve tempo furono raggiunti da un bagliore rosso: un enorme Titano con il corpo di un Fauno del colore del sangue e due code taglienti. Li stava cercando, e ora li aveva trovati. L’avrebbero battuto con pochi sforzi, ma non era questo che preoccupava Dante. Evocò immediatamente Caliban, seguito da Lok e Zhalia che chiamarono rispettivamente Freelancer e Kilthane. Sophie voleva usare Albion, ma venne fermata da Zhalia che, dopo averla spinta a terra, le spiegò che era troppo debole per farlo. La ragazzina sorrise, pensando che in fondo Zhalia teneva a lei.

I tre Titani si scagliarono contro Mavil, che si difese con tutte le sue forze ed abbatté Freelancer quasi subito, ma cadde sotto i colpi degli altri due Titani in breve tempo.

- Andiamocene di qui. Alla svelta. - Dante sembrava molto nervoso. Si mise a correre verso l’uscita. Arrivati al dirupo il Cercatore iniziò a scendere le scale. Gli altri lo seguirono, vagamente spiazzati dal suo comportamento. Raggiunsero l’altra parte del tunnel e si fermarono a prendere fiato. Lok e Sophie non capivano quale fosse il motivo della preoccupazione del Cercatore, ma dall’aria di Zhalia intuirono che lei l’aveva capito. Prima di riprendere a camminare Sophie si decise a parlare:

- Centra con Rassimov?

La risposta arrivò dopo qualche secondo, come se il detective si fosse preso il tempo per studiare cosa dire: - No. Cioè, sì, ma… non fisicamente. Non ho paura che ci stia seguendo, se è questo che volevi sapere.

- E allora qual è il problema?

Dante guardò Zhalia, che si stava rigirando fra le mani l’amuleto di Butterflying e faceva finta di non ascoltare.

- Non è il caso di parlarne ora. Usciamo da qui e basta.

Lok e Sophie decisero di non indagare ancora, ma entrambi si ripromisero di farlo in seguito. Arrivarono all’inizio del tunnel da cui erano partiti, ma notarono subito che qualcosa era cambiato: la grotta era ben illuminata e in qualche modo a terra veniva disegnata un’ombra a forma di triangolo, come il Cypherdex aveva mostrato. La punta del triangolo si allungava di fronte a una parete che, illuminata dalla luce del Sole, rivelò un nuovo tunnel. Senza pensarci troppo, il gruppo ci entrò e sparì.

 

Dopo quello stancante giro per i sotterranei di Torino il team era arrivato in un boschetto, probabilmente un parco o qualcosa di simile. Ci avevano messo un po’ ad orientarsi, ma alla fine erano tornati all’albergo. Avevano mangiato e dormito tutto il necessario. Si erano svegliati più o meno tutti alla stessa ora, per cena, ma avevano mangiato poco. Ora si stavano rilassando, per quanto possibile, e la mattina seguente sarebbero tornati a Venezia, con la promessa di non avere più missioni per almeno una settimana. Ma questo non bastava a farli stare tranquilli: Dante continuava ad essere nervoso e preoccupato, e nessuno osava più parlare di quello che era successo nei sotterranei di quella città magica.

Si erano tutti riuniti nella stanza d’incontro fra le loro camere; I due ragazzini si erano messi a discutere con Cherit su quale fosse la materia scolastica più difficile, osservati silenziosamente da Zhalia, ma il detective si era presto allontanato per rispondere a una telefonata. La donna non riuscì a trattenersi e dopo qualche minuto lo raggiunse. Lo trovò sulla terrazza che parlava ancora al telefono.

- …no, Metz, è una cosa seria. Non è la prima volta che succede, e non dovrebbe proprio succedere! Ti rendi conto che se sono in grado di fare questo hanno un vantaggio spropositato? - fece una pausa per aspettare la risposta, e la vide appoggiata alla porta a vetri. - Senti… non possiamo discuterne ora. Ti… ti richiamo. - staccò in fretta la telefonata e aspettò che parlasse. Ma lei si limitò ad avvicinarsi e a fissarlo con aria cupa. Alla fine parlò lui:

- Sapevi già tutto, vero? - Zhalia si prese un momento per riflettere.

- L’avevo intuito. Diciamo che… Butterflying me ne aveva parlato. - disse distogliendo lo sguardo e appoggiandosi alla ringhiera. - E’ più grave di quanto pensassimo.

- Già. Ormai non è più solo di Sophie che si tratta. La posta in gioco è tutto il mondo.

- Non pensavo che sarebbero riusciti a farlo! - esclamò lei con voce tremante.

- E invece ci stanno riuscendo. - rispose Dante guardando il traffico scorrere qualche metro più in basso. - Stanno infrangendo il Patto di Neutralità.

 

 

Fine!


Come al solito ringrazio Chiara_96 per i complimenti^^

Spero che quest'ultima parte ti piaccia. Ho notato che in queste ultime parti (e in quelle che verranno dopo) il mio modo di scrivere è cambiato molto... forse troppo. In ogni caso la mia speranza è che qualcuno continui a "leggermi" e a recensirmi! E quindi (chi è poi quella ripetitiva?) grazie Chiara!

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