IL RE DEL KARATE di the_gio (/viewuser.php?uid=3884)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La giovane promessa ***
Capitolo 2: *** L'incidente ***
Capitolo 3: *** Tu mi devi conoscere ***
Capitolo 4: *** La Promessa ***
Capitolo 5: *** La semifinale ***
Capitolo 6: *** Accade ***
Capitolo 7: *** Inesorabilmente ***
Capitolo 8: *** La finale ***
Capitolo 9: *** L'incontro ***
Capitolo 10: *** ... ***
Capitolo 11: *** Cio' che non sono cio' che non sei ***
Capitolo 1 *** La giovane promessa ***
Si era allenato moltissimo per quel
giorno! Aveva dovuto faticare, studiare, aveva dovuto leccarsi le ferite che
bruciavano…ECCOME! Si era rimboccato le maniche, aveva chiuso il cuore in una
scatola nera buttando via le chiavi! Solo questo gli ha permesso di andare
avanti!
Ora finalmente era riuscito a
raggiungere l’obbiettivo…era lì, lo vedeva davanti a se!
Quasi piangeva tanta era la
soddisfazione ma dai suoi occhi induriti le lacrime non potevano trovare spazio
per scendere!
Mancavano 2 incontri, la semifinale e
la finale!
Era già tra i primi 4 in Giappone, lui che era già
campione juniores; aveva raggiunto traguardi insperati in brevissimo tempo. Ma
ora non si sarebbe certo fermato, non si sarebbe mai accontentato si salire su
un gradino diverso da quello più alto! Lui puntava alla medaglia dal metallo
più pregiato, ogni altro risultato sarebbe stato inaccettabile!
Entrò in palestra e si rese conto che
era gremita! Beh, d’altronde quel giorno si disputavano le 2 semifinali del
torneo. Si sarebbe deciso che dei 4 più bravi contendenti nipponici avrebbe
ottenuto l’accesso alla finalissima avrebbe potuto vantarsi di essere arrivato
fino in fondo, di essere arrivato a giocarsi il titolo di campione del
Giappone!
Dagli spalti gridavano a gran voce i
supporters…incitavano i contendenti che in quel momento erano tutti
contemporaneamente nella palestra per il riscaldamento:
“FORZA TOTAMIIIII”
“VAI MATSUMARA”
“VIVA KOBAKIII”
Gli atleti rispondevano alle urla con
dei cenni con le mani, alzando le braccia…tutti tranne uno che non ne aveva
ricevuti: Akito Hayama.
Il biondino continuava ad allenarsi
come se nulla fosse…scaldava i muscoli, ma il suo sguardo era glaciale, non un
sentimento, non un emozione…ne gioia ne nient’altro!
Per questo durante tutto il torneo
nonostante la sua grande bravura non aveva mai trovato i favori del pubblico.
Già perché il pubblico oltre alla bravura vuole i sentimenti, vuole le emozioni
umane…lo spettacolo!
Akito di tutto questo non concedeva
assolutamente niente. Metteva a terra i suoi avversari con grande rapidità, non
faceva nulla dopo la vittoria, mai un gesto, mai un urlo, mai una
manifestazione di umanità. Questo al pubblico non piaceva affatto ed era
proprio per questo che Akito si sentiva sempre più solo. Ma non lo era del
tutto! Già perché una ragazza sedeva sempre sulla sua sedia giù, direttamente
in palestra, vicino al tappeto dove si svolgevano i combattimenti…dal primo
giorno del torneo quella ragazza era sempre stata lì!
Era l’unica che tifava per Akito ed era
l’unica a cui Akito dopo ogni vittoria dedicava un po’ di calore umano! Non
certo un sorriso e nemmeno un gesto plateale, cosa a lui impossibile, ma quando
la guardava, vedeva il suo sorriso, il suo sguardo asettico si colorava di
rosso, i suoi occhi perdevano quella connotazione di durezza e cattiveria che
li caratterizzavano e diventavano gentili…
“Forza Hayama” uscì dalla sua voce ed
il biondino, fermatosi un attimo la guardò e disse facendo cenno con la teste:
“Uhm!”
I ragazzi finirono il riscaldamento e
si misero a sedere ai quattro bordi del quadrato. Le TV si erano collegate e
stavano per dare, in visione nazionale, gli incontri della giornata.
KTV emittente nazionale di prim’ordine:
“Benvenuti, sportive e sportivi, anche
quest’oggi a questo evento nazionale di grandissima portata che sono i
campionati nazionali di Karatè! Abbiamo l’onore di poter seguire in diretta le
semifinali del torneo, di seguire le gesta di 4 atleti di prim'ordine che si
contenderanno il successo finale…tra questi 4 c’è il vincitore!
Però oggi da 4 devono diventare 2
quindi mentre in due oggi gioiranno altri due saranno senza dubbio delusi ed il
loro sogno si fermerà qui!
E’ una lotta con un solo risultato:
VINCERE!
Di certo il nostro Karatè è il migliore
al mondo quindi possiamo anche affermare che questi 4 sono i migliori al mondo!
Pensate che oggi potremo vedere il campione nazionale attuale che si sfiderà
con il suo avversario di sempre, quello che anche l’anno scorso ha provato a
fermarlo senza riuscirci! Sembra proprio di rivedere il film dell’anno scorso!
Che incontro sarà cari amici!
Nell’altro combattimento di oggi invece
potremo vedere la sfida tra il campione olimpico, forse il vero numero 1
nazionale e il campione Juniores che viene dalle eliminatorie definito “Cuore
di ferro” visto che non mostra mai il benché minimo sentimento umano!
I bookmakers si stanno dando da
fare….ma il favorito strano a dirsi è proprio questo biondino che viene da
Tokio…è come non potrebbe essere così d'altro campo?
Ha sempre vinto con una tale
naturalezza che la vittoria sembrava la naturale conseguenza di ogni suo
incontro!”
Akito Hayama però non sembrava felice,
anzi il sentimento di tristezza, che emergeva dal suo cuore era talmente
evidente da contagiare chi gli stava intorno ed addirittura il pubblico non
riusciva a gioire per le imprese che questo ragazzo continuava a compiere!
Comincia il primo combattimento della
giornata che vede impegnati il campione nazionale Totami e il secondo arrivato
l’anno precedente Kobaki!
Akito era seduto vicino al bordo del
tappeto concentrato sull’incontro e sulla sfida che di lì a poco lo avrebbe
visto impegnato!
Doveva sbarazzarsi dell’ennesimo nemico
che si poneva tra lui e la sua consacrazione a miglior Karateka del Giappone, e
perché no, del mondo intero! Per lui gli avversari erano l’unico pensiero,
l’unico fastidio, l’unico ostacolo tra lui e la vittoria finale, nella sua
mente c’era il Karatè e nient’altro.
Aveva svuotato la mente da tutto, nel
suo mondo esistevano solo i calci, le prese e la difesa! Niente di più. Ogni
traccia del passato era stata seppellita nel più profondo della sua oscurità!
***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** L'incidente ***
Akito distolse per un attimo la mente dai suoi pensieri ed
il suo sguardo, da vuoto che era si riempì della ragazza seduta di fronte a
lui! Già, probabilmente l’unica ragazza che lo teneva legato al genere umano,
alla realtà! L’unico e solo essere in grado di strappargli di dosso quella
maschera di estraneità che ormai gli sembrava di portare come una seconda
pelle, da cui non si staccava mai!
E pensare che proprio nel momento
peggiore per lui, quella biondina era riuscita ad aiutarlo veramente, e senza
nemmeno volerlo!
Era da poco tornato da Tokio, Akito, ed
aveva fatto voto con se stesso di diventare una macchina invincibile, un atleta
indistruttibile ed insuperabile…con il cuore in pezzi ma con i pettorali gonfi!
Certo che il male che aveva dentro nessuno lo poteva alleviare! Già, il vedere la sua Sana tra le braccia
di Naozumi in quel modo era troppo per lui!
Chissà però di cosa si era convinto!
“Non sono ricco, non sono un artista e di certo non capisco il mondo di Sana.
Sono solo un biondino che ha fatto parte per un po’ della vita di una Star!
Sono solo il ragazzo problematico di cui si lei si è presa cura! Non avevo
niente da offrirle e avevamo nulla in comune; sono solo io che mi sono illuso
di una storia .
D’altronde quando mai sì è visto? La
Star del cinema ed il teppista della scuola! “La Stella del Giappone ed il
bulletto di periferia…No, non poteva certo funzionare, la realtà non è mica un
film!
Veniamo da due mondi diversi e viviamo
in due mondi diversi…che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro”.
Akito sacca in spalla stava dirigendosi
verso il dormitorio, pochi giorni dopo il suo ritorno a Kyoto, quando la vide!
Nagaia, una ragazza bellissima,
magnifica, un viso perfetto, una fotomodella seduta però su una sedia…una
dannata sedia a rotelle! Già la stessa sedia a rotelle che ad un tratto quella
diciassettenne ragazza spinse con se stessa a bordo, a tutta velocità in mezzo
ad una strada trafficatissima!
Accadde tutto in un attimo! Akito si
gettò verso di lei “placcandola” proprio come avrebbe fatto un giocatore di
football americano con un avversario…per un pelo la macchina che stava
sopraggiungendo li mancò, andando invece a colpire la sedia a rotelle che venne
sbalzata venti metri più avanti!
Dopo un attimo di shock Akito si guardò
in giro e guardò immediatamente la ragazza tra le sue braccia…non sembravano
essersi fatti male…o almeno questa era l’apparenza!
Infatti immediatamente la ragazza
iniziò a picchiare i pugni sul petto di Akito:
“PERCHE’…PERCHE’…”
…Il biondino la guardava tra le sue
braccia mentre disperata continuava a dire:
“PERCHE’? PERCHE’???? Perché mi hai
salvata….perché non mi hai lasciato morire?????? NON E’ GIUSTO, NEMMENO QUESTO POSSO FARE”
Akito continuava a guardarla! Aveva
capito immediatamente che quello era un tentativo di suicidio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Tu mi devi conoscere ***
“Perché mi hai salvata!?!?” Continuava
la ragazza, disperata, schokkata….
“Perché tu ancora dovevi conoscere me”
gli rispose.
Nagaia smise ad un tratto, appena
sentite queste parole di piangere, ed il suo sguardo passò dal petto agli occhi
marroni di Akito….intensissimi….magnetici…ipnotici…MA SPENTI!
Già erano occhi bellissimi ma spenti…fu
questo che si trovò a pensare in un momento tanto importante la ragazza.
Lui prese in braccio la biondina e la
portò sul ciglio della strada, la mise a sedere sul marciapiede poi tornò sul
luogo dell’incidente, e vide che la carrozzina era distrutta!
Parlò brevemente con l’autista della
macchina ed una volta appurato che non era accaduto nulla di grave e che la
macchina non aveva subito danni rilevanti si scusò come se fosse stato lui il
colpevole di quanto avvenuto, prese la borsa che gli era caduta e tornò da
Nagaia…Proprio quando le era di fronte aprì la borsa ed estrasse il suo
borsellino..lo aprì come fosse la cosa più naturale del mondo e guardando la
carta d’identità disse: “Ok, Via Obashi 27….andiamo!” e così dicendo prese in
braccio la ragazza ancora esterrefatta e distrutta per l’accaduto…non oppose
particolarmente resistenza lei, come se non le fosse rimasta alcuna forza dopo
quanto le era successo…aveva visto la morte in faccia, una cosa che aveva
fortemente desiderato; era andata molto vicino a salutare per sempre la sua
vita, ma un biondino l’aveva salvata…già un biondino…
“Akito Hayama”
“Come?!” rispose lei riprendendosi dal
suo stato inebetito
“Akito Hayama” ridisse lui “E’ il mio
nome”
“E perché me lo dici?”
“Ma come non ricordi che ti ho detto
prima?!!? Che dovevi ancora conoscermi!”
“….Beh, allora ora che ti conosco non mi
salverai mai più giusto? E allora lasciami! Devo terminare quello che avevo iniziato!”
“No, ti ho detto che devi conoscermi!
Tu ancora non mi conosci, sai solo il mio nome ma non mi conosci!!!”
Logica schiacciante!!!
“Senti, ma chi ti credi di essere? Come
di permetti di intrometterti nella mia vita? Di disporre di me, di darmi degli
ordini…e non sai nemmeno come mi chiamo!!!”
“Sì che lo so’…ti chiami Nagaia
URTIMHO”
“…e come lo sai?”
“L’ho letto sulla carta d’identità”
“Ah” Fece lei, e non riuscì a
trattenere un sorriso che gli uscì spontaneo sul viso…
“Sei molto più carina quando ridi…però
sai che sei forte? Hai dei muscoli sulle braccia mica male!”
“….è per via della carrozzina; io sono
paralitica dalla vita in giù!”
“Uhm…ne sei sicura?!”
SCIAFFF
Ad Akito arrivò dritto uno schiaffo in
piena guancia…cinque dita stampate sulla sua guancia destra.
“CERTO CHE SONO SICURA…IDIOTA…3 anni fa
mi è successo un incidente e non sono mai più riuscita a muovermi da sotto la
vita…non sono più nemmeno una donna, sono poco più di un vegetale…non capisci
che è per questo che tentavo di uccidermi?” gli urlo’ in faccia lei con voce
strozzata da un dolorosissimo pianto!
“Uhm…” disse lui mantenendo una calma
serafica “Io non credo a quello che mi stai dicendo.”
Lei lo guardò negli occhi, aveva
davvero un espressione disperata! Voleva urlargli in faccia tutto il suo
dolore…ma chi era lui per parlare della sua vita…come si permetteva di parlare
del suo più grande male…
Lui aggiunse: “Vedi…quando eravamo per
terra, in preda alla disperazione mi hai dato un calcio.”
La ragazza si fermò a riflettere, cercò
inutilmente di ricordare…poi appoggio la sua testa sulla spalla di Akito e
disse: “E’ impossibile, e non mi prendere in giro sono 3 anni che ci provo e
non si è mai mosso nulla la sotto; ho fatto esercizi difficilissimi, ho fatto
una fatica immane ma non è mai accaduto niente ed adesso arrivi tu, un perfetto
sconosciuto e mi dici che le mie gambe si sono mosse…grazie per la bugia ma non
serve a niente”.
“Sei libera di credere quello che vuoi
e crogiolarti nel tuo dolore, ma ti assicuro che hai mosso le gambe”
“STAI ZITTO TI DICO…e ora ti prego di
non prendermi più in giro! Portami a casa”
Una volta raggiunta la casa della
ragazza, una villa stupenda e grandissima con tanto di giardino e servitù,
Akito la lascio con sua madre e suo padre…inventò una scusa per l’accaduto (che
lei gli aveva chiesto una cosa e senza volere era scivolata dalla sedia che era
stata investita da una macchina) e fece per andarsene…non prima di aver detto
ad alta voce:
“Domane vengo alle 18.30”
“COME?” disse lei “Cosa vuoi ancora da
me?”
“Mi devi conoscere…vengo dopo gli
allenamenti”
La ragazza lo guardava con fare
interrogativo…a questo punto, onde evitare anche le discussioni con i suoi
genitori conveniva far finta di niente..chiese: “Gli allenamenti?”
“A domani” rispose lui e chiuse la
porta dietro di se….
Sulla strada per tornare a casa Akito
si chiese cosa gli era preso, coma mai si era comportato così con quella
ragazza! Pena? No…Dispiacere? Nemmeno…Compassione? Neanche…non riusciva proprio
a darsi una ragione…NON LO SAPEVA, ecco cos’era! Si sentiva solo in dovere di
aiutare quella ragazza e lì per l’ aveva pensato che questo fosse il modo
migliore.
Il giorno dopo Akito si allenò con
particolare intensità…gli riusciva tutto bene, era in uno stato di forma
eccezionale, ma la sua mente era
proiettata alle 18.30…quando doveva recarsi in quella casa, da quella ragazza.
Nel frattanto anche Nagaia continuava a
pensare e ripensare a quello strano ragazzo…cosa avrà voluto? Cosa vorrà da me?
Nella sua testa continuava a vedere quegli occhi tanto gelidi…Si sarà
comportato così solo per compassione per una paralitica? Eppoi cosa volevano dire quelle parole: “TU
MI DEVI CONOSCERE” Perché le non poteva morire senza averlo conosciuto? Può
darsi…passo la giornata a farsi un mucchio di domande finche non gli cadde
l’occhio sull’orologio…ore 18.35…
‘Sapevo che non sarebbe venuto…è sempre
così…le persone si avvicinano a me solo per pietà poi dopo un po’ si stufano di
fare della beneficenza ad una povera paralitica…’ Stava continuando nei suoi
pensieri negativi quando sentì il campanello…
DLIN DLON
“Sì?”
“Buongiorno sono Akito Hayama, c’è la
sig.na Nagaia?”
Nagaia ebbe un brivido che gli corse
lungo tutta la schiena….. |
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** La Promessa ***
Passarono i mesi ed Akito era andato
ogni giorno a casa della ragazza che ogni giorno lo aspettava con ansia.
Alla fine Nagaia aveva raccontato tutto
di se ad Akito che la stava sempre, e molto stranamente ad ascoltare…ma non era
praticamente mai accaduto che lui parlasse di se.
Anzi era proprio questo il limite di
questo rapporto…era come se prima del loro incontro lui non avesse passato, o
almeno lo avesse rimosso.
Nagaia rispettava il passato di Akito,
la sua privacy, ma aveva capito che la freddezza e il vuoto che traspariva da
quegli occhi erano proprio la conseguenza della sua storia, di ciò che gli era
accaduto…il doloro che SICURAMENTE aveva dovuto passare.
Ogni giorno però Akito andava in quella
casa e nonostante non avesse apparentemente nessun motivo per andarci, non
aveva alcun motivo per stare lì, lui ci andava!
Pian piano Akito entrò nel profondo del
cuore di tutta la famiglia, ma principalmente in quello di Nagaia, giù in
profondità, fin dove fa male, ma dove vogliamo che arrivi con tutto noi stessi…Nagaia
si era talmente affezionata a quel ragazzo che alla fine aveva accettato la
farsi aiutare nella fisioterapia dal biondino.
La cosa straordinaria era che ogni
volta che faceva gli esercizi con il biondino faceva qualche passo in avanti,
migliorava un pochino e le sue gambe sembrava rispondessero alle
sollecitazioni, mentre ogni volta che faceva gli esercizi senza di lui…era
sempre svogliata, disattenta, e i progressi fatti in precedenza erano solo dei
ricordi…
Un giorno, uno dei tanti in cui il ragazzo
era in quella casa…
“E come va il Karatè?” chiese Nagaia
“Bene, ma il mio sensei è troppo
conservatore”
“Conservatore?!?!”
“Sì, a parte che non mi fa allenare
come vorrei, ma dice che quest’anno a Dicembre non posso puntare al campionato
nazionale e che tra vincere il campionato juniores e quello nazionale c’è un
abisso!”
“Beh…però ha ragione non credi?”
“NO CHE NON HA RAGIONE! Io posso essere
campione nazionale GIA’ QUEST’ANNO!!!”
“Esagerato…campione nazionale” disse
Nagaia ridendo in faccia al ragazzo
“Certo che posso esserlo” disse lui
“Sì, come no, ed io posso camminare da
sola…”
“Credi di non potercela fare?”
“Certo che non posso…ho fatto dei
miglioramenti, ma da qui a stare in piedi sulle mie gambe c’è una grande differenza”
“Uhm..” rispose Akito e alzandosi si
girò di spalle a Nagaia
“Senti un po’….io dico che posso
diventare campione nazionale proprio come tu dici di non poter camminare già a
Dicembre…”
“Sì, ma sono solo due bei sogni…nessuno
dei due realizzabili”
“No, non è un sogno…io vincerò…IO
VINCERO’! Io sarò il campione nazionale e tu…”
Akito si rigirò verso Nagaia…si
avvicinò alla ragazza e mise le mani sulle sue spalle stringendola facendo
arrossire non poco la ragazza..
“Tu camminerai nel giorno in cui io
vincero’!!!”
Per un attimo gli occhi di Akito
persero quella caratteristica che conosceva Nagaia…quel ghiaccio di cui lei
aveva sempre voluto conoscere il motivo…ora gli occhi di Akito erano tornati
quelli di una volta….quelli di Tokio…quelli che avevano fatto cadere innamorata
una delle più famosi attrici del momento…quelli che avevano fatto impazzire la
sua amica…quegli occhi profondi in cui solo una sapeva leggere, quella dolcezza
che celavano…
Occhi in cui Nagaia, si perse, smarrì
la ragione…Akito avrebbe potuto chiedergli qualunque cosa che lei avrebbe
accettato…
“Ma è impossibile” riuscì a balbettare
lei…
“Non è impossibile” rispose lui “è
possibile se davvero lo vuoi! I so che lo vuoi, anche se hai paura di non
riuscirci…io sono certo che tu ci riuscirai…fammi questo magnifico regalo per
la mia vittoria, cammina nel giorno del mio trionfo, solo così vorrà dire che
abbiamo vinto il mondo, solo così!”
Nagaia ora poteva leggerla!!! Poteva
leggere la speranza di Akito negli occhi e non poteva farla sua…anche lei
adesso nutriva dentro di se quella stessa speranza..
“O-Ok…ma tu devi vincere…e devi aiutare
me a vincere…anche io farò così con te…se ci aiutiamo a
vicenda…forse…potremmo….chissà”
I due si sorrisero e da allora Akito
intensificò i suoi allenamenti e migliorò a vista d’occhio tanto che il suo
sensei non poté fare altro che iscriverlo al torneo nazionale…
Anche Nagaia intensificò i suoi
esercizi facendo passi da gigante verso la completa guarigione però il periodo
a disposizione era troppo poco, i medici stessi ritenevano impossibile che
Nagaia potesse camminare prima della fine dell’anno…Nagaia però ce la stava
mettendo davvero tutta forse proprio perché Akito le stava vicino e la aiutava.
Questo però era anche un motivo di
sofferenza per la ragazza…già…soffriva nel vedere gli occhi di Akito tornati
gelidi…aveva avuto solo quel lampo quel giorno e poi mai più niente.
Nagaia voleva conoscere; voleva sapere
la ragione di quegli occhi…eh già…Nagaia si era davvero innamorata di Akito ma
per lui l’amore sembrava un capitolo chiuso e la sua durezza lo caratterizzava
senza lasciare spiragli…se solo Akito si aprisse un po’….
***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** La semifinale ***
Il primo
incontro si concluse con la vittoria di Totami, campione nazionale in carica
che si sbarazzò con una certa facilità del suo avversario, nonostante esso
fosse il numero 2 in Giappone.
“Salgano sul
tappeto per il riscaldamento Hayama e Matsumara”
I due salirono
sul tappeto e cominciarono a scaldarsi…la folla dagli spalti era tutta per
Matsumara ma Akito sembrava non sentisse le urla che lo circondavano, era
riuscito a isolare i suoi sensi ad uno ad uno ed era esclusivamente concentrato
sull’incontro…era davvero l’uomo di ghiaccio…riusciva a vedere solo uno stupido
avversario da battere il più presto possibile per poter poi disputare la finale
e raggiungere il traguardo che Akito si era dato.
“VAI AKITO” pensava tra se e se Nagaia…
“Oggi Hayama sempre più freddo del
solito non vi pare? Il suo sguardo sembra totalmente assente è come se non
fosse qui in questo momento. È come se la sua mente lo proiettasse oltre
l’ostacolo che gli si pone davanti…chissà se questo formidabile ragazzo dal
cuore di ghiaccio riuscirà a battere il campione olimpico, uomo di grandissima
esperienza e qualità…certo però che la calma che il biondino stà dimostrando
non ha nulla a che fare col comportamento di Matsumara…è lì che si gongola e
saluta il pubblico…forse dovrebbe aumentare un po’ la sua concentrazione, non
vi pare? Comunque tutto il palazzotto fa il tifo per lui, del resto questo è
normale…lui oltre che per sue capacità è conosciuto anche peri l suo gran cuore
e le sue opere di bene…ma non solo, oltre tutto questo durante i suoi incontri
è altamente spettacolare e fa divertire il pubblico…non è abituato a buttare a
terra il suo avversario in pochissimo tempo come Hayama…Ma ecco che è terminata
la fase di riscaldamento ed i due semifinalisti vengono richiamati
dall’arbitro…Saluto e Karatè, finalmente può cominciare questo straordinario
incontro…come sempre auguriamoci che vinca il migliore…”
Una ragazza guardava la TV dalla sua
stanza fremendo come poche altre volte nel suo animo…il solo vederlo gli creava
un brivido lungo la schiena…era la prima volta che lo vedeva in TV, e per di
più in diretta nazionale!
Aveva rifiutato di andare a casa di
Tsuyoshi a vedere l’incontro sia perché doveva lavorare ed era arrivata a casa
appena in tempo per vedere l’inizio della sfida che perché….non se la sentiva.
Il suo cuore batteva a 1.000 all’ora,
pensava seriamente che questa volta non sarebbe riuscita a resistere, sarebbe
morta per lo shock.
Sentiva dentro di se una vera e propria
rivoluzione…il sangue le bolliva e le piastrine stavano facendo una festa
insieme ai globuli bianchi…il sangue nelle vene sembrava incandescente, le
palpebre avevano smesso la loro funzione di pulizia degli occhi…erano
praticamente congelate e gli occhi spalancati…sentiva che se in quel momento
non era nemmeno in grado di pronunciare una parola…strinse il lenzuolo sotto la
sua mano e con lo sguardo rivolto al televisore riuscì quasi a voler incitare
se stessa a pronunciare due parole…”Vai
Akito…”
Era quasi un anno che non vedeva
Akito…l’ultima volta l’aveva visto solo di sfuggita, e si era nascosta per non
farsi vedere a sua volta…che errore…se si fosse fatta vedere, se avesse trovato
il coraggio, forse ora le cose non sarebbero come sono o forse non ci sarebbe nulla da chiarire…però
Sana era fermamente convinta che se le cose erano andate come erano andate
forse era giusto così…Certo non parlava con Akito da non sapeva più nemmeno
quanti anni…
Quante volte aveva provato a mettersi
in contatto con lui…ma lui niente, non si faceva trovare e diceva ai suoi amici
di non farsi trovare…e da quando era andato via per la seconda volta non aveva
nemmeno più tenuto i contatti con i vecchi amici…quelle poche notizie di lui si
venivano a sapere da Natsumi o al massimo dal Sig. Hayama, ma tutto si limitava
ad un “sta bene” o poco più…nessuno sapeva dov’era…o almeno era così fino ai
giorni del torneo…già perché proprio con il torneo e con le sue prime vittorie
in esso il suo nome era comparso nei giornali specialistici all’inizio finché,
a causa della sua bravura ha iniziato a parlarne anche la TV (dagli ottavi di
finale) e il suo nome era ormai sulla bocca di tutti…
“Akito Hayama, ragazzo di Tokio,
vincitore del campionato juniores è uomo con il cuore di ghiaccio”
“Il campione Juniores cerca l’assalto
al titolo”
“Un biondino per una vittoria”
“Forse non ride ma di sicuro vince”
“Hayama, che si allena da oltre tre
anni ad OSAKA, pronto per il rush finale”
Questi solo alcuni titoli di giornali e
televisioni quando si parla di Akito…
Tsuyoshi, Aya, Fuka, Nakao, tutti erano
stupiti di quanto in alto stava puntando il loro amico…quella meno stupita era
Sana che però era quella che soffriva anche di più…già, il suo Akito, il
ragazzo che aveva sempre amato, era lontano e aveva preso una strada
importantissima senza dirle nulla…per non parlare del fatto che non erano mai
riusciti a chiarirsi una volta per tutte.
Ora eccolo lì, concentrato, pronto a
sfidare i fantasmi del suo passato, e a incrociare quelli del suo futuro…
Sana però anche se a tanti chilometri
di distanza, anche se in televisione non poteva non leggere in quegli occhi
gelidi…vedeva lo specchio dell’anima del ragazzo, poteva chiaramente leggere la
sua sofferenza, la sua tristezza e il cuore che continuava a sanguinare…
‘Ma perché? Se era arrivato fino a li
perché soffriva così? Non dovrebbe essere contento di essere tra i primi 4 in
tutto il Giappone? Non dovrebbe gioire il suo cuore per la possibilità di
realizzare un sogno cominciato tanti anni prima? Ma allora perché dai suoi
occhi traspare solo sofferenza e amarezza…perché non c’è quella gioia che lo
dovrebbe caratterizzare? Che anche lui provi gli stessi sentimenti? Che anche lui
non riesca a liberarsi da quel peso nel cuore che è la lontananza e la separazione? E’ mai
possibile che dopo tutto questo tempo Akito sia ancora innamorato di me?
IMPOSSIBILE!’
L’incontro finì…era durato in tutto
solo 6 minuti…il palazzetto era ammutolito…zittito dalla prova di forza a cui
avevano appena assistito…lo stesso Matsumara era sconvolto, ma non era così per
Hayama che per la prima volta assaporò il dolce nettare della
soddisfazione…alzò un pugno al cielo ad indicare la sua soddisfazione, guardò
il suo avversario, poi guardò il pubblico…che cominciando prima da uno, poi due
ed infine quasi tutto il palazzetto si alzò in piedi per applaudire a quel
giovane ragazzo…una vera STANDING OVATION…
“Abbiamo il secondo finalista signori e
signore…Akito Hayama, il biondino dallo sguardo di ghiaccio…quello a cui
abbiamo assistito oggi forse è la nascita di un grande campione…la facilità con
cui è riuscito a mettere al tappeto il suo avversario è qualcosa di
eccezionale, Akito Hayama campione juniores ha messo KO il campione olimpico
Matsumara conquistandosi non solo l’accesso alla finale, ma anche
l’approvazione di tutto il pubblico presente, e probabilmente quello che in
questo momento proprio davanti ai proprio televisori sta guardando questo
spettacolo televisivo, perché proprio di questo si è trattato signori e
signore…di un vero spettacolo; adesso non ci rimane che aspettare Domenica
quando ci sarà l’incontro finale, la sfida tra questo nuovo astro emergente e
colui che meritatamente indossa da ormai due anni il ruolo da campione che gli
calza a pennello…appuntamento a Domenica dunque alle 15.00 circa per l’incontro
tra Matsumara ed Hayama; grazie e buonasera”
Tsuyoshi e gli altri urlavano davanti
alla televisione, addirittura per la troppa gioia Fuka era arrivata a baciare
sulla bocca Nakao creando nel ragazzo un mezzo svenimento…una gioia
incontenibile quella dei ragazzi che si concretizzò nella decisione unanime di
andare a vedere l’incontro al palazzetto la domenica seguente…
Sana guardava la TV e non poteva
smettere di piangere…mancava pochissimo ad Akito per raggiungere il suo sogno,
e nonostante tutto, nonostante tutti non poteva smettere di essere contenta per
lui…non poteva smettere di gioire per la sua gioia, e c’era anche un altro
motivo per cui Sana poteva tutto sommato essere contenta….già….
Finita la baraonda del momento finite
tutte i momenti di rito, Akito si trovò da solo dentro lo spogliatoio…era in
finale...sì,ancora poco e sarebbe riuscito a realizzare il sogno di una
vita…chissà che faccia avrebbe fatto Sana se…Akito si bloccò,
gelandosi…Sana….ancora pensava a lei? Possibile? Com’era possibile che dopo
tutto questo tempo pensava ancora a lei?!?!?! Ma com’è possibile…Akito non
capiva ma si trovava a pensare a quella
ragazza…e quel cuore chiuso a chiave, quella scatola apparentemente
impenetrabile, cominciava a dare segni di cedimento…già…Akito si trovò a
pensare a lei, al fatto che probabilmente lo aveva visto in televisione e che
il giorno della finale sicuramente sarebbe stato impossibile per lui
nascondersi, rimanere nel suo buio…questo lo spaventava, lo terrorizzava…tutte
le sue ansie e le sue paure, tornavano a farsi sentire più vive che mai….
Cominciò a piovere ed Akito sentì le
violente goccioline sbattere contro i vetri dello spogliatoio…questo rumore
costante lo stava quasi ipnotizzando quando una voce lo riportò alla
realtà…Akito si spaventò al solo sentirla…
“AKITO…”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Accade ***
Akito si girò…era a petto nudo, aveva
proprio un gran bel fisico (altro che i tempi delle medie) e Nagaia non poté
fare a meno di arrossire!
Akito si rese conto dell’imbarazzo
della ragazza, e si mise immediatamente la maglietta…
“Nagaia…ciao…”
“…complimenti, per la tua vittoria di
oggi…sei stato bravissimo!!”
“Umph…normale amministrazione…” rispose
lui.
I due ragazzi si guardarono negli occhi
e dopo alcuni secondi di silenzio non poterono fare a meno di ridere…o meglio
Nagaia rise sguaiatamente mentre Akito si degnò del suo sorrisetto ironico;
appena si riprese Nagaia guardò Akito e con fare serio:
“Normale amministrazione? NORMALE
AMMINISTRAZIONE? Ma ti devo dire io quanti ragazzi a questo mondo riuscirebbero
ad arrivare alla finale giapponese di Karate? Ti devo dire io quanti atleti la
mondo sono riusciti a battere il campione olimpico? Insomma Akito, oggi hai
dato dimostrazione di essere un campione, tutti se ne sono accorti, anche il
pubblico! Io l’ho sempre saputo, perché ho sempre avuto fiducia in te, ma gli
altri no, credevano che tu non ce l’avresti mai fatta, anche il tuo Sensei
pensava così…davvero, sembra impossibile ma tu Domenica potresti diventare il
numero uno del Giappone, ma ci pensi?”
Si era entusiasmata Nagaia, ed al
pensiero che Akito potesse davvero diventare un campione di quella caratura
sentiva dentro di se una gioia incontenibile!
Akito invece da parte sua continuava a
tenere il suo self control come se la cosa quasi non lo scalfisse…come se gli
scivolasse addosso.
“Sì” rispose semplicemente Akito.
Nagaia però aveva imparato a non
smontarsi per così poco, già aveva imparato a conoscere Akito, le sue
espressioni, il suo modo di fare, e sapeva che anche se non lo diceva lui era
contento di quello che gli stava succedendo…
“Beh ora andiamo…” Akito si mise dietro
la carrozzina di Nagaia e la cominciò a spingere verso l’uscita degli
spogliatoi.
“Sai, c’è una cosa però che tu devi
fare se io vinco…sai cos’è vero?” attaccò Akito.
Il viso di Nagaia si rabbuiò (anche se il
biondino non poteva vederlo) “Sì…ma…perché ci tieni così tanto? Per quale
ragione?”
“Beh, me lo hai promesso…e poi c’è
qualcosa di male se voglio che tu cammini?”
Non era proprio questo il motivo che
voleva sentirsi dire Nagaia, ma per lei andava bene lo stesso…
“Sai, c’è una cosa però che devo dirti
se vinci il campionato…una cosa che per me è molto importante, una cosa che
spero sia importante anche per te…è tanto che ci penso, è tanto che desidero
dirtela, ed è anche il motivo per cui sono andata avanti fino ad oggi…”
Ad Akito si gelò il già freddo
cuore…sapeva cosa voleva dirgli Nagaia, sapeva che lei si era innamorato di
lui…ma lui era innamorato di lei? Innegabilmente la bionda ragazza era stata
l’unica cosa che gli aveva riempito la vita oltre al Karatè, era stata una
bella ed inaspettata sorpresa nella sua vita, l’aveva sempre incoraggiato anche
nei momenti più bui, quelli in cui voleva mollare tutto…e poi non poteva certo
dimenticare la sua malattia, e come lui si era schierato apertamente dalla
parte della sua guarigione…chissà come mai…sì, gli piaceva Nagaia, era bella,
simpatica, era piacevole stare con lei, e con tutta la sua famiglia che lo
avevano accolto proprio come un figlio…Forse era giunto il momento di riaprire
il suo cuore, forse era il momento di riaprire la strada all’amore, a quel
sentimento che tanto gli aveva fatto battere il cuore ma che tanto lo aveva
fatto soffrire…già l’amore, un capitolo che ormai aveva considerato chiuso
nella sua vita…si era convinto che con la sua freddezza mai nessuna altra
ragazza si sarebbe avvicinata a lui e avrebbe così evitato tutte quelle
sofferenze che causano le pene d’amore…
Forse Nagaia era la ragazza che lo
avrebbe aiutato ad uscire da quel buco nero in cui si era ritrovato…era forse
lei che avrebbe scardinato quella scatola che cominciava a dare segni di
cedimento…forse era giunto il momento quantomeno di riprovarci, ma se non fosse
riuscito a superare la storia passata? Sarebbe stato giusto far soffrire
Nagaia? Cosa aveva lui da offrirgli? Forse il titolo di campione e poi? Però
poteva stare tranquillo con lei perché di sicuro il suo lavoro non avrebbe
influito nella loro storia…in nessuna maniera…
“Che hai??!” chiese Nagaia guardando il
pensieroso ragazzo che era praticamente rimasto in silenzio per 5 minuti…
“Come?”
“Sì…eri pensieroso, cos’è ti ho
spaventato con le mie parole?!?!”
“No no, figurati…” nel frattempo arrivò
l’auto che era venuta a prendere Nagaia…Akito prese in braccio la ragazza e
fece in fretta il pezzetto di strada tra l’uscita della palestra e
l’auto…appoggiò delicatamente all’interno Nagaia, mentre l’autista metteva nel
bagagliaio la carrozzina…Nel far questo Nagaia diede un bacio ad Akito e gli
disse:
“Domenica vinci devi vincere…tutto il
Giappone guarderà la tua vittoria e si inchinerà davanti a te…ed io voglio
essere la prima a farti i complimenti…”
“….” Fu la risposta di Akito che chiuse
la portiera dell’auto dietro di se…
Mentre stava per andarsene Nagaia tirò
giù il finestrino…
“Sai chi ci sarà alla premiazione del
migliore del Giappone domenica?!?!”
Akito si girò di scatto verso Nagaia:
“No”
“La mia attrice preferita…SANA
KURATA…mi raccomando vinci così la conoscerai e me la potrai presentare…CIAO,
ci vediamo domenica” e la macchina partì…
La pioggia continuava incessante a
cadere dal cielo, lacrime di dolore si scagliavano dagli occhi di un gigante,
che nella loro folle corsa incontravano un ostacolo prima di raggiungere il
terreno ormai fradicio…il grigiore del cielo era raggelante, ormai non era più
una pioggerellina ma un vero e proprio temporale che si stava abbattendo su
quel piccolo lembo di terra…un lampo squarciò il cielo, luce accecante che ti
costringe a chiudere gli occhi…dopo un tale lampo ci si appresta a tapparsi le
orecchie, si resta in attesa di un urlo di dolore che pochi secondi dopo
sicuramente arriverà a squarciare le orecchie…ed eccolo arrivare, rumore di
guerra, rombo assordante come poche volte si sente, la paura sui volti dei
passanti, il silenzio che si abbatte sulla terra durante il suo grido di
dolore…il cuore che batte a mille, lo sguardo che si volge verso l’altro come a
controllare che nessuno si fosse fatto male, o a rimbrottare del disturbo
appena arrecato.
Ma uno scoppio ben più profondo, un
rumore molto più assordante stava irrimediabilmente distruggendo quel biondino
sotto la pioggia…come se l’acqua non stesse scendendo…come se il lampo non lo
avesse illuminato nella sua figura, come se il tuono non fosse giunto alle sue
orecchie, lontano chissà quanti anni luce da quella circostanza…il sangue era
come elettrizzato, il cuore voleva vedere quanti battiti poteva raggiungere in
un solo minuto, tutte le molecole del suo corpo stavano accorrendo in aiuto
della sua mente, ed inevitabilmente le sue mani si strinsero a pugno…erano le
19.30…ma non era passato nemmeno un minuto in tutta la sua vita…stava
accadendo…e nessuno poteva più fermare l’inevitabile, era come un treno che
lanciato a massima velocità non poteva più abbandonare i binari, la sua corsa
era destinata a non fermarsi, ed Akito si trovava proprio lì, sulle rotaie,
legato…non poteva scappare, non poteva urlare, non poteva nemmeno
piangere…poteva solo guardare arrivare il treno…vicino…sempre più
vicino…circondato da decine di osservatori che non gli protendono nemmeno una
mano, ma probabilmente quella mano non avrebbe mai potuto prenderla…beffardo
destino questo…proprio quando credi di poter rinascere riscopri che il mondo è
peggiore di quello che pensavi…non c’è scampo alla propria vita, la bisogna vivere, anche se solo per un
attimo…accade… |
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Inesorabilmente ***
Il tempo…unità
di misura ideata dall’uomo per misurare qualcosa di inesistente…le ore, i
minuti i secondi, i giorni….stupida e sciocca perdita di tempo misurarlo, tanto
prima o poi il momento che aspettiamo arriva, sia che vogliamo o che non lo
vogliamo…possiamo provare a frenarlo, o anche ad accelerarlo, il tempo, ma mai
potremo averla vinta su di lui…
Akito si era
convinto, irrazionalmente, di aver chiuso definitivamente un capitolo della sua
storia, un amaro capitolo della sua triste vita e di stare finalmente riuscendo
ad aprirne un altro…amara scoperta la sua, si è reso conto che la parola fine
ha un significato più profondo di quello che pensava, si è reso conto che non
si possono cominciare troppe cose insieme e poi riuscire a soddisfare appieno
tutto.
La vita è sempre
stata un po’ avara con Akito, mai una gioia completa, ed ora che forse stava
per adempiersi uno dei suoi sogni più profondi ,ora che finalmente aveva
cancellato dalla sua mente quella ragazza e quelle situazioni tanto
sofferenti…si torna ancora a doverci lottare, a dover affrontare di nuovo,
ancora una volta l’amara realtà.
Era Domenica
mattina…i giorni tra la semifinale e la finale erano volati in un lampo…Akito
aveva espressamente chiesto di essere lasciato solo in quei due giorni, doveva
trovare la concentrazione necessaria per affrontare la finale…questo lo aveva
chiesto prima di sapere che avrebbe dovuto rincontrare Sana proprio a quella
finale…ora quella solitudine gli era sembrata un peso insopportabile. Avrebbe
voluto stare con qualcuno, parlare di qualcosa, qualunque cosa, purchè lo
facesse distrarre dal pensiero di quella ragazza.
Non si era
concentrato affatto Akito…era nelle peggiori delle situazioni mentali, il
biondino…non poteva affrontare la finale in quella maniera, lui lo sapeva
benissimo.
Decise di
andare a piedi fino al palazzetto Akito…lo fece ovviamente ben mascherato per
evitare l’assalto di FANS e REPORTER che lo avrebbero assediato
clamorosamente…cappellino fin sopra gli occhi, Akito si stava avvicinando a
quel palazzetto che un tempo significava solo “VITTORIA” ma che ora ha assunto
i termini “PAURA” e “DOLORE”….
Era quasi
arrivato quando dall’altra parte della strada vide dei volto noti…
Una coppietta
camminava mano nella mano…lui abbastanza alto, con gli occhiali e lei Mora con
i capelli sciolti ed un fiocco in testa…li avrebbe riconosciuti in mezzo a
mille…erano Tsuyoshi ed Aya….era contento di vederli insieme, voleva dire che
si volevano bene…dietro loro vide arrivare un ragazzo conosciuto con una sua
cara amica, forse quella con cui ha avuto il legame più forte…erano Fuka e
Takashi…anche loro erano una coppia evidentemente…ai loro fianchi aveva potuto
riconoscere chiaramente Ishida “Sopraccigli folte” e Nakao, uno dei suoi più
cari amici, uno che era uscito da una situazione difficile ed era riuscito a
cambiare modo di prendere la vita…aveva imparato a prenderla di PETTO…poi
dietro di loro ancora Margareth e Marine e Gomi e tanti altri amici della
scuola…e con loro c’era anche il preside NARU NARU, l’uomo che l’aveva spinto ad
iniziare Karatè…un giorno l’avrebbe dovuto ringraziare, pensava Akito, magari
con un bel CHOP sulla testa!
Mentre i
ragazzi entravano nel palazzetto, Akito proseguiva un po’ più avanti a loro e
attraversava la strada per poter entrare da una seconda entrata anche lui nel
palazzetto, in maniera di evitare i curiosi…nel far questo si trovò di fronte
ad un ragazzo…probabilmente un ragazzo giappo/americano con gli occhi ed i
capelli chiari…aveva a tracolla uno strumento, probabilmente una tromba dentro
una custodia…insomma chiaramente una persona che lui avrebbe preferito non
incontrare.
Akito si
scansò, fece passare il ragazzo affianco a lui, e fece per andarsene quando:
“Hey” fu
chiamato
Akito fece
finta di non sentire…
“Hey Akito”
A questo punto
Akito non potè evitare di rivolgersi a lui…
“Hey” rispose
“E’ da un po’
che non ci vediamo eh” disse il giappo/americano
“Già” e non ho
sentito la tua mancanza, voleva aggiungere Akito
“Ne hai fatta
di strada eh? Sei arrivato fin quasi ad essere il migliore al Giappone…mi hai
preso sul serio quella volta che ti ho parlato che dovevi in qualche maniera
appassionarti a qualcosa” disse con un ghigno soddisfatto il ragazzo dagli
occhi chiari.
Akito alzò lo
sguardo e fisso’ negli occhi Naozumi
“Non l’ho
fatto per quello che mi hai detto…l’ho fatto per me”
“Ma io non ho
detto che non l’hai fatto per te stesso” aggiunse Naozumi che guardò a sua
volta Akito…
“Uhmph”
rispose lui e si girò ancora una volta per andarsene
“Senti” gli
disse Naozumi “La gara è tra 4 ore…devi scappare subito?”
Akito si girò
verso Naozumi e lo guardò quasi con stupore….come si permetteva quel
bell’imbusto di rivolgergli la parola!??!
“Perché?”
chiese il biondino
“Dovrei
parlarti, possiamo andare da qualche parte?” rispose Naozumi con fare sicuro…
L’ultima cosa
che Akito nella sua vita aveva mai voluto fare era parlare con Naozumi e tantomeno prima di una gara importante come
quella di quel pomeriggio…ma tutto sommato voleva sapere cosa aveva da dirgli
quel ragazzo con cui non aveva mai avuto un rapporto…voleva proprio sapere cosa
poteva raccontargli e si rendeva conto dentro di se che avrebbe dovuto stare a
sentire….
“Vieni”
disse e Naozumi seguì Akito scomparendo dietro una porta di servizio che lo
avrebbe portato all’interno del palazzetto ma in uno spogliatoio inutilizzato…
Inesorabilmente
Akito stava per affrontare quella parte della sua vita che aveva voluto
cancellare, come inesorabilmente tra poche ore avrebbe messo in ballo tutto il
suo presento e sempre inesorabilmente Akito stava per mettere in gioco anche il
suo futuro…tutto dipendeva da quella domenica, ed Akito nel tragitto silenzioso tra la porta di
servizio e quello spogliatoio inutilizzato si era convinto di una cosa…la sua
vita non sarebbe mai più stata la stessa da quella domenica in poi, qualcosa
sarebbe comunque cambiato… INESORABILMENTE! |
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** La finale ***
>Nello spogliatoio c’era odore di
sudore…e di acqua stagnante…Era una stanza quadrata, abbastanza piccola, con
delle panchine messe lungo tre lati della stanza…sulla parte in fondo una porta
che probabilmente portava al locale doccia…
“Beh, ci siamo” esordì il
giappo-americano…e mentre Akito si sedeva su una panchina Naozumi cominciava ad
assumere un aria da vero attore pronto ad una scena melodrammatica…questo ad
Akito dava oltremodo fastidio…
“Sai, è da tanto che volevo parlarti…da
quando te ne sei andato…”
Akito era sempre più infastidito…
“Sono successe molte cose dalla tua
partenza sai? Le cose sono cambiate, e tanti hanno anche sofferto per il tuo
comportamento…sai bene a chi mi riferisco! Però la vita è continuata, e devo
dire che è continuata anche abbastanza bene.”
“Sana ormai è lanciatissima nel mondo
del cinema e dello spettacolo, è l’attrice emergente del momento…è un
personaggio pubblico molto amato…forse mi ha addirittura superato sotto questo
aspetto, anche se mi costa dirlo…”
‘Dove vuole arrivare?’ Pensava Akito
mentre stava ad ascoltare le parole di Naozumi.
“Sì, Sana ha reagito alla tua partenza,
anzi alla tua fuga nel modo migliore possibile…la conosciamo bene entrambi e
sappiamo che non è proprio il tipo da scoraggiarsi e spegnersi come una candela
se le cose vanno male così si è impegnata al massimo ed ha raggiunto traguardi
veramente insperati. E’ riuscita a far questo contando solo sulla sua forza di
volontà, sul suo coraggio e sul suo spirito forte; tutti oggi stimano molto
Sana-chan al punto che molte ragazzine più giovani di lei la prendono come un esempio da imitare….è
diventata un vero e proprio standard da imitare…”
“…Quindi?” Sbottò Akito dalla
descrizione che Nao faceva di Sana…
“Non lo capisci?” rispose Naozumi… “Per
quello che conosci Sana credi davvero che lei avrebbe voluto diventare così?
Sei davvero convinto che quello che Sana si augurava nel suo futuro fosse di
diventare una Star del Giappone?? No, Sana non voleva tutto questo, Sana voleva
solo essere felice…ora si trova bloccata in un mondo che tutto sommato non si è
scelta ma si è imposta…e l’unica persona che davvero la capisce sono io…Ed è
proprio per questo che sono venuto a parlarti!”
Akito lo guardò dritto negli occhi…
“Non capisco” disse
“Non è importante che tu capisca
questo, è importante che tu capisca che non puoi permetterti di farla
soffrire…” disse Naozumi con tono molto irritato
“Non puoi comparire tutto d’un tratto
ad un anno dalla tua sparizione e pretendere di infilarti di nuovo nella vita
di una persona che hai fatto soffrire così tanto! Non è giusto che ora ti vuoi
prendere la libertà di rientrare nella sua vita e cominciare a sgretolare tutto
quello che lei è riuscita a creare senza di te!”
“Dove sei stato in questi anni? Dimmi
dov’eri quando Sana piangeva, soffriva, quando prendeva delle delusioni? Dove
sei stato mentre aveva più bisogno di te? Non c’eri…è vero, fino ad un anno fa
nemmeno io c’ero ma poi mi sono reso conto che Sana aveva bisogno di aiuto,
anche se non proprio del mio, e ci sono stato…ma tu? Cosa credi di poter
giocare liberamente con il cuore di Sana e di poterne usufruire come meglio
credi? Credi di poter sparire per tutto questo tempo e poi ripresentarti nel
mondo di Sana in questa maniera?”
“Io non ho fatto niente di quello di
cui mi accusi” disse con tono elevato Akito.
“…uhm…no, è vero…vuol dire che la colpa
di tutto questo è mia….è colpa mia che ti ho detto quel giorno tanti anni fa in
quel teatro che dovevi avere una passione per stare con Sana…già sono stato
proprio io a spingerti a diventare un atleta, un lottatore…Già…sì, proprio io
ti ho mandato a vincere i campionati Juniores, e sempre io ti ho portato fino
alla finale di oggi…”
“No, Akito, tu hai deciso tutto questo
da solo, e te ne sei fregato di come Sana avrebbe potuto prendere tutto
questo…era diventato il tuo sogno e chi se ne frega se come ogni anno le fasi
finali del campionato sarebbero state mandate in diretta TV, e se era chiaro
che così facendo ti saresti fatto vedere da Sana…Tu dovevi raggiungere il tuo
scopo, e se questo impediva, o creava problemi ad una persona come Sana-chan
che tanto ti ha voluto bene, non era importante!”
“Mi stai dicendo che è colpa mia se
sono bravo e sono arrivato fin qui? E’ colpa mia se hanno ripreso in TV le fasi
finali del torneo?!!?”
“…uhm…non mi sembra che tu capisca
quello che voglio dirti…del resto probabilmente me lo aspettavo; comunque il
vero motivo per cui sono venuto qui è un altro…Sana oggi premierà sia il primo
che il secondo, quindi immancabilmente dovrete in qualche modo interagire dopo
tanti anni…quello che ti chiedo è di comportarti come se non la conoscessi…sai,
se i giornalisti presenti si rendessero conto che vi conoscete non ci
metterebbero niente a risalire al vostro passato e questo farebbe molto male a
Sana oltre che probabilmente cambiare radicalmente la sua figura
professionale….tutto qui’…volevo chiederti questo favore; prendilo un po’ come
vuoi…come un favore personale, come un favore a Sana o anche come un favore a
te stesso ma cerca di farlo…Conosco bene il mondo dello spettacolo so che è
pieno di squali pronti a vendersi la minima notizia a peso d’oro…lo farai?”
chiese Naozumi guardando Akito…
“Uhm” rispose lui…
“Bene” aggiunse Naozumi… “Ora meglio
che vada perché Maeda mi sta aspettando, penso che grazie a questo toglierai un
problema ed una sofferenza a Sana…” Naozumi fece per andarsene…
“Tanto comunque le saresti stato vicino
tu vero?” bofonchiò Akito sottovoce ma non abbastanza per non farsi sentire…
Naozumi si fermò sulla sua posizione,
stava dando le spalle ad Akito in quel momento e stava uscendo dalla porta…
“Buona fortuna” disse Naozumi e riprese
ad andarsene via per la sua strada ‘ne hai proprio bisogno’ aggiunse poi
mentalmente il ragazzo nell’andarsene definitivamente dallo spogliatoio.
Akito prese in mano la borsa, usci
dallo spogliatoio e fece per andarsene appena chiuse la porta rimase come
inebetito…cominciava forse a rendersi conto di quello che Naozumi gli aveva
detto, o aveva cercato di dirgli…Ma ora non c’era tempo…stava per cominciare la
finale…
Il palazzetto era gremito in ogni
ordine di posto…mancavano circa 20
minuti all’inizio della gara…i due sfidanti entrarono dalla porta…si alzò un
urlo di incitamento…praticamente tutto il palazzetto era per Totami…anche se
qualcuno cominciava a tifare per Akito in particolare uno sparuto gruppetto
attrezzato di cartelloni, striscioni e tamburo che facevano un casino della
madonna per incitare Akito…a capo di questo gruppetto con una fascia con la
bandiera del Giappone in testa c’era Nakao che con un piede sulla balaustra
sembrava un infoiato appena punto dalla
tarantola.
Akito sembrò non essere
interessato al tifo e comincio a
scaldarsi…
Riuscì ad ignorare completamente il
tifo, ma non riuscì ad ignorare l’entrata giù in palestra di una ragazza che
riuscì a zittire il tifo per un secondo ed a convogliarlo tutto su di se…
Sana entrò in palestra e per un breve
istante lo sguardo di Sana ed Akito si incontrò, come non succedeva ormai da
diversi anni…Sana però distolse immediatamente lo sguardo dal ragazzo e salutò
il pubblico che le dedicò cori ed applausi…
Sana si accomodò ai bordi della
palestra; ormai tutto era pronto, non mancava più niente, i due attori
principali erano sul tappeto, c’era anche la premiatrice e l’arbitro…i due
atleti vennero chiamati al centro…era ormai l’inizio dell’incontro…
Appena giunto al centro però Akito parlò
un attimo con l’arbitro…stava per chiedergli di ritardare l’inizio
dell’incontro di qualche minuto quando il motivo per cui lo voleva ritardare
svanì….
“Allora siete pronti?” disse l’arbitro
“Saluto!” indico’…
“KARATE’” ed ebbe inizio lo scontro
dell’anno sotto gli occhi di tutti ma proprio tutti i tifosi presenti nel palazzetto
compresa Nagaia che era appena arrivata e si era fatta accompagnare giù in
palestra dedicandogli il suo solito sguardo dolce che ha sempre aiutato Akito a
vincere le sue sfide….quello sguardo non sfuggì ad Akito, ed era proprio il suo
ritardo il motivo per cui Akito voleva ritardare l’incontro….
Sia lo sguardo di Nagaia che il comportamento di Akito non
sfuggirono però alla più attenta delle tifose presenti… |
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** L'incontro ***
Akito era in difficoltà, continuava a
distrarsi, non teneva la giusta concentrazione e quindi continuava a prenderle
da Totami…il tifo era in delirio, continuava ad incitare il campione uscente
che continuava ad infierire su Akito…Il biondino si distrae ancora una
volta…guarda Sana…poi però il suo sguardo si sposta e finisce su Nagaia…in un
attimo balena nella testa di Akito questo pensiero:
‘Ma cosa sto’ facendo?!!? Tutta questa
fatica e ora sono qui a prenderle da questo?? Perché appena rivedo Sana la mia
vita deve di nuovo andare al macello…ora che stavo per raggiungere il mio
traguardo, devo di nuovo buttare via tutto? No, non posso farlo, e poi l’ho
promesso a Nagaia, non posso deluderla, lei crede in me!’
Come rinsavito Akito inizia a
combattere come solo lui sa fare, ed in men che non si dica Totami è al
tappeto…l’arbitro dichiara il vincitore…è AKITO HAYAMA, IL CAMPIONE GIAPPONESE
DI KARATE’.
Dopo un attimo di silenzio la folla si
alza e comincia ad invocare il nome di HAYAMA che in tutta risposta liberandosi
di un peso che lo perseguitava da tempo immemore alzi i pugni in alto in segno
di vittoria…già…Akito Hayama ha vinto!
A questa scena Sana assiste, da pochi
metri e non può fare a meno di trattenere una lacrima che scende lentamente dal
viso suo viso…lacrima che presto si toglie sia per non rovinare il trucco sia
per evitare di essere vista da qualche fotografo o forse da qualcun
altro…lacrima però che non passa inosservata alla ragazza che le stà vicino…a
Nagaia…che inizia a farsi delle domande ma non troppo convinte.
Il momento della premiazione…il
presidente della federazione si complimenti con Akito e gli stringe la mano
dandogli la coppa del vincitore…dopo il
presidente il vice presidente che gli stringe la mano a sua volta…dopo di lui,
la guest-star dell’evento, l’attrice che in quel periodo stava monopolizzando
le tv di tutto il Giappone con il suo ultimo, bellissimo, film e con le sue
apparizioni in quello o quell’altro programma…Sana ha in mano una medaglia
d’oro…Akito si trova faccia a faccia con la ragazza…la guarda negli occhi, e
lei non può fare a meno di distogliere lo sguardo…del resto proprio in quegli
occhi si è persa in più di un’occasione…la tensione su una piccola porzione di
spalti è altissima…un gruppo di supporter di Hayama è in trepidante stato di attesa, come se da un momento all’altro
dovesse succedere qualcosa…proprio come pensa anche un altro importante attore
seduto nella tribuna d’onore con vicino a se il suo manager ed il manager della
Kurata…
“Complimenti Hayama, hai combattuto
bene e ti sei meritato questa vittoria…bravo” dice Sana e così facendo mette al
collo di Hayama la medaglia…nel fare questo gesto deve un po’ mettersi in punta
di piedi, così facendo non può non notare che Akito si è alzato ancora…mette la
medaglia al collo di Akito…e nel farlo, il gesto ovvio, è quello di mettere le
mani vicino al suo collo…
Il corpo di Akito è in fremito…un
brivido gli percorre tutta la schiena arrivando fin alla punta dei piedi…di
nuovo il calore di Sana vicino al suo corpo…un gesto durato un attimo che però
ha scaldato il suo cuore…in quel momento avrebbe voluto che quella sorta di
abbraccio non finisse mai…ma Akito si ricordò anche delle parole di Naozumi di
qualche minuto prima, così tirata su la testa: “Grazie” disse.
Si avvicinano i reporter che iniziano a
scattare foto ad Akito in ogni versione…
“Ed ora una foto con miss Kurata…la
prego signorina Sana-chan può avvicinarsi ad Hayama?”
Sana rimase un attimo di stucco e
guardò Akito negli occhi… “Certo” rispose…e cos’altro poteva dire d’altronde!?!
No, perché con lui c’è una storia che dura da tantissimi anni e probabilmente
sono ancora innamorata di lui anche se lui non lo sa e pensa tutt’altro? Sana si avvicinò ad Akito e si misero uno
accanto all’altro…il fotografo un po’ esterrefatto…
“ehm…scusate ragazzi, questa foto non
vuol dire niente…scusa Hayama puoi mettere un braccio intorno alla vita di
Sana-chan? Ecco così…bravi…un attimo…ok, bella questa, ora Sana-chan
gentilmente dai un bacio al vincitore come in ogni competizione che si
rispetti…” Sana avvicinò le sue labbra alla guancia di Akito, finché lo baciò
(in effetti era la prima volta che era lei a baciare lui…di solito era sempre
avvenuto il contrario) “Ok Sana-chan resta ferma così un attimo” disse il
fotografo che praticamente immobilizzò la ragazza con le labbra attaccate alla
guancia di Akito che praticamente da uomo di ghiaccio si stava trasformando a
uomo di acqua bollente… “Ok, grazie ragazzi…ora tu da sola Sana-chan” disse
ancora il fotografo…mentre Sana stava staccando le labbra dalla guancia del
ragazzo gli sussurrò:
“Ti devo parlare, dopo, assolutamente”
e immediatamente dopo si allontanò andando a fare le foto del caso.
Akino rimane per un attimo
inebetito…poi riprendendosi continua a stare nella bagare che la situazione
pretende…finito il tutto Akito si ritrova finalmente solo nel suo
spogliatoio, libero di pensare a quello che voleva…TOC
TOC…bussano alla porta dello spogliatoio
Akito pensando che sia Sana:
“Avanti”
Dalla porta entra una ragazza seduta
sulla sedia a rotelle “Sei presentabile” chiede
“Ovvio” risponde lui con un tocco di
delusione nel suo tono di voce.
Nagaia appena entrata inizia a fargli i
complimenti per la sua prestazione, e quanto è stato bravo, e che è molto fiera
di lui:
“Guarda, ho provato un emozione
incredibile quando hai sferrato il colpo vincente…sono rimasta esterrefatta io
stessa della gioia che ho provato in quel momento…ma soprattutto ho riflettuto
su una cosa sai? Nel momento stesso in cui tu hai vinto, ho pensato che avevi
adempiuto alla promessa che mi avevi fatto…tu eri stato di parola, nonostante
le difficoltà…ora tocca a me essere di parola…” e così dicendo Nagaia, facendo
forza sulle sue braccia si alza in piedi…traballa e sembra cadere…
Akito immediatamente si alza ma Nagaia
lo ferma subito dicendo di stare lì…che doveva farcela da sola…così in maniera
molto tremante, con fare molto insicuro, Nagaia comincia a muovere i primi
passi…prima la gamba destra poi la sinistra…ma con lo sguardo dritto al suo
obbiettivo, ad arrivare fino ad Akito, di fronte a lei, a dimostrare che
avrebbe mantenuto la promessa!
Passo dopo passo arriva fino ad Akito e
gli si butta tra le braccia…non può fare a meno di piangere, Nagaia…
“E’ tutto merito tuo Akito, tutto
questo è solo merito tuo…Grazie a te che mi hai salvato da morte certa, che mi
hai tolto dalla nenia in cui mi ero gettata, che mi hai dato un motivo per
andare avanti, insomma se oggi sono ancora qui’ lo devo solo a te, se oggi
addirittura sono riuscita a fare dei passi è solo merito tuo…insomma Akito, tu
sei tutta la mia vita, ed io…io…sono innamorata di te, sono convinta che io
sono qui’ solo per vivere la mia vita
con te, per passare le mie giornate insieme a te…Facciamo insieme questa strada
Akito, percorriamo questo percorso ad ostacoli uno vicino all’altra, Anche se starmi vicino sarà difficile, anche
se sono un po’ lagnosa e chiacchierona, anche se forse non sono bellissima sappi che ti amo
con tutto il cuore, sei la cosa più importante per me…vuoi aiutarmi Akito? Vuoi
aiutarmi a guarire completamente e per sempre le mie gambe ed il mio cuore?”
Akito con questa ragazza abbracciata a
lui non sapeva cosa rispondere…e disse la prima cosa che gli venne in mente, il
primo pensiero che pensò dettato dal suo cuore: “Sì” disse, non Uhm, o un cenno
della testa, ma Sì!
Immediatamente a questa parole Nagaia
baciò Akito…se non l’avesse fatto, in quel momento sarebbe morta dalla
felicità…felicità che però in quel momento Akito, non condivideva nella stessa
misura…
Felicità che neanche Sana in quel momento condivideva,
essendo lei fuori dalla porta dello spogliatoio, essendo arrivata appena dopo
Nagaia ed avendo ascoltato tutto quello che la ragazza gli aveva detto…Sì di
Akito compreso…con la schiena contro il muro Sana non riuscì in nessuna maniera
a trattenere le lacrime che copiose rigavano il suo bel viso…lacrime dal gusto
molto molto amaro, lacrime del definitivo perduto amore…Sana si staccò dal
muro…fece un grosso sospiro, si asciugò le lacrime e si incamminò verso
l’uscita del palazzetto dove l’aspettava Rei Maeda e Naozumi pronti per tornare
a casa…da lontano i suoi amici…gli fece un cenno e si infilò nel Taxi, per
andare a prendere il primo treno che l’avrebbe portata via, lontano da là.
*** |
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** ... ***
Nagaia era
uscita dallo spogliatoio e Akito era sotto la doccia…l’acqua scivolava sulla
sua testa, e contribuiva ad alimentare il suo stato di confusione…Nagaia, ormai
era evidente, era innamorata di lui, glielo aveva dimostrato facendo qualcosa
di molto grande…già ma lui lo era di lei? Non lo sapeva Akito, e le parole di
Sana di poco prima avevano contribuito all’aumentare della sua confusione, cosa
doveva dirle Sana? Perché sentiva dentro di se un rimescolamento delle proprie
interiora al pensiero di quello che Sana poteva dirgli? Perché dopo tutto quel
tempo in cui era riuscito a chiudere quel capitolo della sua vita ora tornava a
bussare prepotentemente alla porta di casa sua?
Certo pero’
che qualunque cosa Sana avesse da dirgli, beh, Nagaia aveva sicuramente molto
più bisogno di lui di quanto ne avesse la Kurata…certo, stava muovendo i primi
passi verso la completa guarigione, e lui, proprio ora non poteva abbandonarla,
con che coraggio l’avrebbe fatto? Ma Akito sentiva anche che dentro di lui non
ardeva quel fuoco che invece lo aveva arso fino a bruciarlo quando pensava a
Sana…e proprio quel fuoco che brucia lo aveva spaventato, lo aveva fatto
scappare…no, non era questo, non è così…non era il suo amore per Sana ad averlo
fatto scappare era al contrario il fatto che lei gli aveva dimostrato di non
amarlo, era stato il fatto che lei, evidentemente, amava Naozumi…già e ne aveva
anche le prove Akito.
Ma allora se è
così perché mi deve parlare, cosa mi deve dire? Vuole forse liberarsi la
coscienza con me? Vuole solo dirmi che non mi vuole più così che possa mettersi
con Kamura in tutta tranquillità?? Uhm…non è così, e allora cosa COSA?!?!?
Akito era
veramente in uno stato disperato…aveva bisogno di fare ordine nella sua vita,
vita che in tutto quell’anno aveva vissuto di un ordine quasi magico…già un
ordine che forse DOVEVA durare per sempre ma che ancora una volta era stato
sconvolto proprio dall’unica persona che nella sua vita rappresenta il caos,
quell’evolversi di situazioni e sentimenti che Akito non ha mai saputo ne
controllare ne seguire…no non ci sapeva proprio fare con l’amore ed aveva
deciso di non averci più nulla a che fare, ma chissà perché questo buffo ed
assurdo sentimento, ad un anno di distanza era tornato prepotentemente nella
sua vita ed in una forma che di certo lui non si aspettava…
Akito continuò
a pensare e ripensare su queste cose finchè ormai finita la doccia e pronto per
uscire affrontò quello che doveva essere con una certa paura ed una certa dose
di coraggio…
Usci’
dall’ingresso principale e dopo essere stato fermato da alcuni giornalisti ed
aver firmato un mucchio di autografi riuscì a vedere i suoi amici che lo
aspettavano…già erano tutti lì con le lacrime agli occhi…
“Ciao” fece
Akito guardandoli uno ad uno
Tsuyoshi si
mise a piangere e praticamente lo abbraccio’…
“Ehm…Tsu…per
favore….”
“Complimenti
Akito” gli disse Aya avvicinandosi e baciandolo sulla guancia
“Grazie
rispose lui”
“Io l’ho
sempre detto che con la disciplina potevi andare avanti…e adesso vedi dove sei
arrivato?? Hai visto che sei diventato il migliore del Giappone…ehhh…io ho
sempre ragione” gongolò Fuka tra il serio e l’ironico.
“Veramente
l’unico ordine che dicevi dovevo avere io era a scuola…comunque grazie”
“Complimenti”
disse Takashi
“Io lo sempre
detto che Hayama-kun è il più forte” si vanto’ immediatamente Gomi
“Ma se durante
l’incontro hai continuato a dire, adesso perde adesso perde” risposero in coro
Margareth e Marine…
Tutti
scoppiarono in una fragorosa risata…
“E tu? Non mi
fai i complimenti Nakao?” chiese Akito stupito dal fatto che proprio chi più di
tutti doveva capirlo per la sua passione nel Karate non gli aveva detto niente…
“Uhm…sì, certo
hai vinto sei campione del Giappone di Karate, ma ho la sensazione che tu non
sia soddisfatto…sbaglio?”
Akito guardò
stupito Nakao…poi immediatamente si rese conto che in quel gruppetto di amici
mancava Sana…già dov’era Sana??? Era convinto di trovarla proprio lì insieme
agli altri Akito ed invece non c’era…
Nakao
rendendosi conto che Akito con lo sguardo stava proprio cercando la ragazza
disse:
“Akito…Sana è
andata via…ha detto di salutarti ed è andata via..”
Akito rimase
un attimo interdetto…ma non doveva parlargli? Non gli aveva detto che avevano
cose da discutere? Come mai era andata via? Eppoi anche Akito aveva capito che
aveva delle cose da dire a Sana., perché era fuggita?
“Uhm” disse
rispondendo alle parole di Nakao…
“Mi pare che
Sana aveva detto che partiva dalla stazione centrale con il treno delle 18.00
giusto? Tsuyoshi?”
“Si mi pare di
sì..” rispose il ragazzo…
“Beh, allora
noi” andiamo, disse Alyssa, “ci fermiamo qui in città stanotte se hai voglia di
vederci noi alloggiamo all’albergo Bella dimora, è proprio qua dietro…”
“Ma perché
volete già andare via perché non ci fermiamo ancora con Aki…AHI” a Tsuyoshi fu
tirato un pizzicotto da Aya…
“Beh, Akito…a
stasera allora…il mio numero ce l’hai…spero però che tu non mi chiami e fai
quello che devi fare” disse Nakao e con questo tutto il gruppo si voltò e se ne
andò (tirando Tsuyoshi che continuava a non capire).
I suoi amici
gli avevano fatto capire chiaro e tondo quello che doveva fare, non c’erano
possibilità di sbagliarsi…sotto un cielo plumbeo Akito cominciò a correre,
sempre più veloce, con una chiara destinazione…
Correva a più
non posso Akito, erano le 17.35…ci volevano almeno 10 minuti per arrivare…non
aveva tempo da perdere…già…doveva muoversi.
Tutto questo
ovviamente non lo poteva sapere Nagaia che passando in auto lo vide correre
come un disperato, veloce come non mai nonostante la borsa che aveva sulle
spalle, ma non poterono sfuggirle gli occhi di Akito…occhi accesi,
fiammanti…mai prima d’ora aveva visto quello sguardo negli occhi di Akito, mai
lo aveva visto così “acceso”…chissà dove doveva andare….
Akito corse a
più non posso mentre qualche gocciolina cominciava a scendere dal cielo…entrò
di corsa nella stazione, vide quale era il treno che Sana doveva prendere e
appena capì da quale binario partiva si catapultò ad esso saltando a pie pari i
tornelli usati per obliterare i biglietti (senza però farsi vedere dal
controllore) e vide in lontananza Sana che stava per salire sul treno…
“SANAAAAA”
urlò….da quanto tempo Akito non urlava…era una vita che non lo faceva, era
riuscito in quegli anni a farne a meno…era una sciocchezza quella in quel
momento ma non poté non pensarci…
A Sana si gelò
il sangue nelle vene…si bloccò con un piede sui gradini per salire sul treno.
Quella voce
Sana non poteva non riconoscerla e proprio quando era sicura che non l’avrebbe
mai più risentita eccola riecheggiare in tutta la stazione…
Sana girò lo
sguardo a sinistra e vide venirle in contro da lontano un ragazzo, a passo
lento…
Un ragazzo che
nella sua vita aveva monopolizzato tutte le sue scelte, un ragazzo che sembrava
non potesse non esistere nella sua vita….
Akito arrivò fino
a lei…
Non disse
nulla gli bastò guardarla…
Sana scese
definitivamente dal treno…
Si affaccio’
dalla porta del treno Naozumi “Sana dove stai and…” si fermò il ragazzo, appena
vide Akito…
Akito fisso’
negli occhi Naozumi
“Sana…”
“Va tutto bene
Naozumi, sali sul treno per favore” gli disse la ragazza.
Naozumi ubbidì
senza aggiungere un'altra parola…
“Stavi
scappando???” esordì Akito….
SCIAFFFFFFFFFFFF
Un dolore
allucinante fu quello che sentì in quel momento Akito…un dolore come mai aveva
provato, che andava ben oltre le barriere fisiche che conosceva…un dolore che
gli arrivò fino al cuore…come se quella mano avesse schiaffeggiato direttamente
quella sua parte vitale.
Uno schiaffo
che probabilmente era impregnato di tanti anni di sofferenze, di tante paure,
da parte di entrambi…uno schiaffo che probabilmente Akito sapeva e sentiva di
meritare ma che mai e poi mai avrebbe pensato di ricevere sul serio…traballò
sulle sue gambe il biondino, proprio lui che di botte ne aveva prese per
diventare il campione del Giappone di Karate…
Cinque dita
che arrivarono però molto più in là di quanto Akito credesse perché colpirono,
ed al cervello, anche Nagaia che aveva seguito Akito fino alla stazione ed
aveva appena assistito a quella scena per lei inconcepibile.
Cinque dita
che riecheggiarono potentemente nella testa di Sana…non aveva premeditato ne
quella ne altra azione nei confronti di Akito…e di certo non aveva premeditato
il temporale che si stava abbattendo fuori e dentro di lei… |
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Cio' che non sono cio' che non sei ***
Il silenzio
regnò sovrano e sembrò durare un’eternità…l’eco interiore di quello schiaffo
riecheggiò decine e decine di volte all’interno di ognuno di loro; gli sguardi
erano tutti puntati lontano da quelli altrui…Sana guardava un punto non ben
identificato a terra, Akito guardava un punto sul treno dalla parte in cui la
sua testa si era girata in seguito a quello schiaffo e Nagaia…aveva lo sguardo
perso nel vuoto, lo sguardo di chi non capiva qualcosa che forse non voleva
capire.
Fu Akito a
rompere il pesantissimo silenzio:
“…penso che me lo sono meritato questo schiaffo
vero?”
Sana si
riprese dal torpore che l’aveva colpita, alzò lo sguardo ed incontrò quello del
biondino…gli occhi di Sana incrociarono e si persero immediatamente nei
profondi occhi di Akito…quante volte quegli occhi le avevano fatto smarrire la
ragione, la strada e tutti i pensieri nella sua mente…quegli occhi che avevano
la capacità di ipnotizzarla e rimuovere ogni idea, ogni pensiero…Sana sapeva
che l’unica cosa che non doveva fare era proprio incontrare quegli occhi, ma
ora non poteva staccarsene, era più forte di lei…con uno sforzò sovrumano
riuscì a proferire parola:
“…penso
proprio che tu te lo sia meritato”
“E cosa avrei
fatto per meritarmelo?” ribatté immediatamente Akito
Sana sentì
salirle una rabbia incontrollata dentro di se…come poteva chiedergli una cosa
del genere, come poteva non rendersi conto del male che le aveva fatto in tutto
quel tempo.
“Come puoi
chiedermi una cosa del genere? Davvero non lo sai?”
Sana si stava
scaldando: “Davvero non ti rendi conto del male che hai fatto a tutte le
persone che ti stavano vicino, non ti rendi conto del male che hai fatto a me?”
Il vaso di
Pandora era stato scoperchiato.
Akito non
poteva più nascondersi dentro se stesso,
era ormai impossibile per lui rimanere dietro quel muro che tanto abilmente
aveva saputo costruire per potersi difendere dalle intemperie che il mondo era
sempre stato pronto a presentargli.
La scatola in
cui aveva buttato il suo cuore ora stava per cedere, ed il suo sanguinante
cuore stava di nuovo per essere messo in discussione.
Era riuscito a
convincersi di essere esclusivamente la vittima, Akito, era riuscito
semplicemente ad essere un Akito che non dava spazio nella sua vita ad altra
cosa diversa dal Karate.
Aveva riempito
la sua vita…ma ora il vuoto che c’era alle spalle di se, tornava a volerlo
risucchiare…Sana lo aveva posto dinnanzi alla realtà dei fatti in una maniera
tanto banale che lui stesso era scioccato.
Era come se il
suo castello che credeva fosse fatto di solida pietra si fosse distrutto come
un castello di sabbia alla prima ondata sulla spiaggia.
Il solo essere
messo di fronte al fatto compiuto lo aveva reso alla mercé di se stesso.
Sana intravide
la titubanza di Akito, si rese conto che stava barcollando su se stesso, capì
chiaramente che non poteva infierire su di lui in quel momento.
“Beh, comunque
sia quello che è stato è stato…sai, tutti siamo stati male senza di te, abbiamo
sentito la tua mancanza, ma ora sappiamo che stai bene, sappiamo che hai
realizzato il tuo sogno…siamo contentissimi per te Akito! Pensavamo che tu
soffrissi pensavamo che ti potesse succedere qualunque cosa ma a quanto pare ci
sbagliavamo…meglio così”
“TRENO IN
PARTENZAAAA….TRENO IN PARTENZAAAA” si sentì dal capostazione
“Sana” disse
Akito
“Beh, io vado
Akito…sono contenta di vedere che stai bene, e sono davvero contenta che tu
abbia realizzato il tuo grande sogno…ho sempre creduto che tu un giorno saresti
diventato quello che volevi…eppoi sono anche contenta di vedere che non sei
solo” continuò Sana guardando alle spalle di Akito.
Akito si girò
e vide Nagaia alle sua spalle…fino a quel momento non si era proprio reso conto
della presenza della biondina alle sue spalle, cio’ contribuì ad aumentare la
confusione nella sua testa….La ragazzina di suo era chiaramente confusa e
sbalordita, anche da lontano Akito aveva potuto vedere le lacrime agli occhi.
“Ti sbagli,
lei non è…”
Sana mise un
dito davanti alla bocca di Akito:
“Non c’è bisogno
che tu dica niente Akito; non devo giustificarmi per cio’ che non sono come tu
non devi giustificarti per cio’ che non sei…siamo due persone che hanno preso
la loro strada, ognuno ha scelto la propria, e credo che entrambi siamo su
quella giusta…io forse posso considerarmi una brava attrice e tu sei uno
sportivo di prim’ordine…non c’è niente di male in questo, non c’è niente di
male se le nostre due strade sono lontane l’una dall’altra, se sono due rotte
che non si incontrano (due rette nds).
Qualche anno
fa forse abbiamo pensato che la nostra vita avrebbe avuto obbiettivi comuni, ma
evidentemente sbagliavamo perché oggi abbiamo due vite diverse in cui entrambi
siamo protagonisti, in cui entrambi siamo ottimi interpreti. Non credo ci sia
nulla di male in questo, sono però convinta che tutti e due continueremo a
riuscire in quello per cui ci siamo impegnati.”
Akito non
riusciva a proferire parola…poteva solo ascoltare le parole che dalla bocca di
Sana suonavano decisamente come un addio, un addio che Akito forse non aveva
mai veramente dato a Sana preferendo non pronunciare quella parola che sa di
definitivo e che sembra chiudere le porte a tutti i futuri possibili.
“Beh…ora io
vado, ti saluto Akito”…fece i due gradini che la portavano sul treno e si girò
tendendo la mano ad Akito in segno di saluto.
Akito non tese
la mano verso Sana.
“…uhm…fa
niente…credo che io e te nei saluti non saremo mai molto bravi…comunque ti
auguro di essere felice nel tuo futuro, spero tanto che le nostre strade un
giorno possano rincontrarsi, sai io sto per partire per l’America dove devo
girare un film…credo però che poi mi fermerò lì…sai le star del cinema vanno
tutte a Holliwood così anche io mi sa dovrò andarci…”
‘In America’
pensò Akito…in quel momento l’America, Marte o Giove per il ragazzo erano
assolutamente uguali…una distanza siderale, una distanza del cuore immensa…
“Voglio
davvero farti i complimenti Akito…voglio davvero farti i complimenti per essere
diventato il campione che sei…ed anche se perderai, in futuro, ricordati che tu
per me…e per le persone che ti stanno vicino sarai sempre IL RE DEL KARATE”
“Allora è un
addio definitivo” riuscì a dire Akito.
“Già” rispose
lei
Il treno suonò
il proprio fischio…le porte stavano per chiudersi…
“ADDIO” disse
Sana ad Akito
“Addio”
rispose Akito a Sana
Le porte del
treno si chiusero, il treno partì…Akito non ebbe nemmeno la forza di alzare un
braccio per salutare la ragazza che forse più di ogni altra lo aveva fatto
risorgere dalla sua infame vita…lasciava la banchina della stazione il treno
che si portava via la donna più importante della sua vita, e lui non aveva
fatto niente per fermarla per impedirle di dirgli quell’addio. Dentro di se non
aveva trovato le forze per dirle semplicemente ciao, per salutarla e per dirle
alla prossima volta…
‘ma in fondo
era Sana che aveva deciso che tra loro due ci fosse un taglio così netto, lo
aveva deciso 4 anni prima, lo aveva deciso l’anno scorso e lo ha deciso ancora
una volta quest’anno…ma allora perché fa così male…perché non riesco a trattenere
le lacrime dai miei occhi? MALEDIZIONE…’
Akito però si
ricordò che alle sue spalle c’era Nagaia, non poteva farsi vedere così
disperato da lei, così si passo un braccio sugli occhi, togliendo quelle prime
lacrime che sembravano voler cominciare a scendere senza più fermarsi e buttò
giù l’amaro boccone…così si girò verso Nagaia e fece i passi che lo separavano
da lei con molta calma…quasi come se ogni passo avesse il peso di cento
montagne…Akito sentiva dietro di se il treno farsi sempre più lontano…sempre
più lontano, finché non smise di udire il rumore delle ruote ferrate sulle
rotaie…Sana era andata, il passato aveva lasciato la banchina di quella
stazione, il suo futuro ora era davanti a lui questo gli era chiaro, ma il vero
problema era quello che da sempre assillava Akito… ovvero… dov’è il suo
presente?
Sana continuò
per qualche istante a guardare fuori dalla porta che si era chiusa davanti a
lei, finché lasciata la stazione Sana sentì cederle le gambe e si accovacciò in
ginocchio con la testa contro la porta…Sana tirò un pugno contro la porta…e non
poté evitare di odiarsi per l’ottima interpretazione della sua parte che aveva
appena dato…già era proprio una brava attrice, era riuscita addirittura ad
ingannare se stessa, come se tutte quelle parole fossero davvero piene di
significato per lei.
Avrebbe voluto
dirle un milione di altre cose, che aveva capito male, che in tutto questo
tempo lei non lo aveva dimenticato, che Naozumi era stato solo un ripiego nel
momento di maggior sconforto, che la sua vita era sempre e comunque continuata
in funzione di quel breve momento in cui avrebbe potuto incontrarlo…ma nessuno
di questi pensieri si era tramutato in parola quel pomeriggio.
Sana sapeva di
aver appena buttato via l’unica occasione di felicità che gli si prospettava
dinanzi…l’unica possibilità di riprendersi Akito…se l’era giocata in nome di
una correttezza in cui nemmeno lei credeva, aveva deciso di rinunciare alla
propria felicità per evitare ad Akito future sofferenze, e forse, doveva
ammetterlo, perché aveva visto Nagaia, una ragazza che sicuramente aveva più
bisogno di Akito di lei. E forse anche Nagaia poteva dare ad Akito molto più di
quanto lei gli avrebbe potuto dare…sicuramente gli avrebbe dato più tempo, più
semplicità di vita, insomma sarebbe stato meglio per Akito stare con la
biondina piuttosto che con lei.
‘Ma allora, se
tutto questo era vero…cos’è questa sofferenza che adesso provo…cos’è questo
dolore qui in mezzo al petto…perché non posso essere almeno sincera con me
stessa?
…no, basta,
non posso continuare a soffrire così…davanti a me ho l’intera vita…ho un futuro
di attrice che mi attende e devo realizzare quello che mi sono
prefissata…Akito…sarà il passato…’
Sana si alzò
in piedi ed asciugandosi gli occhi si rimise a testa alta, pronta per
affrontare i suoi compagni di viaggio…un ultimo pensiero le balenò in testa…
‘Akito non
sarà mai il mio ragazzo, non potremo mai stare insieme, ma l’aver realizzato il
suo sogno è per me una grande soddisfazione…sì…Akito, per me rimarrà sempre IL RE
DEL KARATE!’
---FINE DELLA FF IL RE DEL KARATE---
Beh...la FF è terminata...c'è stato il tanto agognato faccia a faccia...ma non ha portato alla risoluzione dei problemi, anche se ha dato una strada ben precisa alle strede dei ragazzi...
Questa la storia della FF del Re del Karate, ma c'è un altra storia che voglio raccontarvi...la storia di "UN GIORNO, UNO ORA FORSE MAI..." restate connessi su questo sito....è chissà che non potrete vedere come finiscono le vicende di Sana & Co....
Saranno felici finalmente? Sana riuscirà a diventare la grande attrice che dice? E Akito? Gli basterà la fama e la grandezza raggiunta?
Lo scoprirete solo se leggerete la prossima FF..."UN GIORNO, UN ORA, FORSE MAI..."!!! ^^
Gio'
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=47235
|