IL RE DEL KARATE

di the_gio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La giovane promessa ***
Capitolo 2: *** L'incidente ***
Capitolo 3: *** Tu mi devi conoscere ***
Capitolo 4: *** La Promessa ***
Capitolo 5: *** La semifinale ***
Capitolo 6: *** Accade ***
Capitolo 7: *** Inesorabilmente ***
Capitolo 8: *** La finale ***
Capitolo 9: *** L'incontro ***
Capitolo 10: *** ... ***
Capitolo 11: *** Cio' che non sono cio' che non sei ***



Capitolo 1
*** La giovane promessa ***


Si era allenato moltissimo per quel giorno! Aveva dovuto faticare, studiare, aveva dovuto leccarsi le ferite che bruciavano…ECCOME! Si era rimboccato le maniche, aveva chiuso il cuore in una scatola nera buttando via le chiavi! Solo questo gli ha permesso di andare avanti!

Ora finalmente era riuscito a raggiungere l’obbiettivo…era lì, lo vedeva davanti a se!

Quasi piangeva tanta era la soddisfazione ma dai suoi occhi induriti le lacrime non potevano trovare spazio per scendere!

Mancavano 2 incontri, la semifinale e la finale!

Era già tra i primi 4 in Giappone, lui che era già campione juniores; aveva raggiunto traguardi insperati in brevissimo tempo. Ma ora non si sarebbe certo fermato, non si sarebbe mai accontentato si salire su un gradino diverso da quello più alto! Lui puntava alla medaglia dal metallo più pregiato, ogni altro risultato sarebbe stato inaccettabile!

Entrò in palestra e si rese conto che era gremita! Beh, d’altronde quel giorno si disputavano le 2 semifinali del torneo. Si sarebbe deciso che dei 4 più bravi contendenti nipponici avrebbe ottenuto l’accesso alla finalissima avrebbe potuto vantarsi di essere arrivato fino in fondo, di essere arrivato a giocarsi il titolo di campione del Giappone!

Dagli spalti gridavano a gran voce i supporters…incitavano i contendenti che in quel momento erano tutti contemporaneamente nella palestra per il riscaldamento:

“FORZA TOTAMIIIII”

“VAI MATSUMARA”

“VIVA KOBAKIII”

Gli atleti rispondevano alle urla con dei cenni con le mani, alzando le braccia…tutti tranne uno che non ne aveva ricevuti: Akito Hayama.

Il biondino continuava ad allenarsi come se nulla fosse…scaldava i muscoli, ma il suo sguardo era glaciale, non un sentimento, non un emozione…ne gioia ne nient’altro!

Per questo durante tutto il torneo nonostante la sua grande bravura non aveva mai trovato i favori del pubblico. Già perché il pubblico oltre alla bravura vuole i sentimenti, vuole le emozioni umane…lo spettacolo!

Akito di tutto questo non concedeva assolutamente niente. Metteva a terra i suoi avversari con grande rapidità, non faceva nulla dopo la vittoria, mai un gesto, mai un urlo, mai una manifestazione di umanità. Questo al pubblico non piaceva affatto ed era proprio per questo che Akito si sentiva sempre più solo. Ma non lo era del tutto! Già perché una ragazza sedeva sempre sulla sua sedia giù, direttamente in palestra, vicino al tappeto dove si svolgevano i combattimenti…dal primo giorno del torneo quella ragazza era sempre stata lì!

Era l’unica che tifava per Akito ed era l’unica a cui Akito dopo ogni vittoria dedicava un po’ di calore umano! Non certo un sorriso e nemmeno un gesto plateale, cosa a lui impossibile, ma quando la guardava, vedeva il suo sorriso, il suo sguardo asettico si colorava di rosso, i suoi occhi perdevano quella connotazione di durezza e cattiveria che li caratterizzavano e diventavano gentili…

“Forza Hayama” uscì dalla sua voce ed il biondino, fermatosi un attimo la guardò e disse facendo cenno con la teste:

“Uhm!”

 

I ragazzi finirono il riscaldamento e si misero a sedere ai quattro bordi del quadrato. Le TV si erano collegate e stavano per dare, in visione nazionale, gli incontri della giornata.

KTV emittente nazionale di prim’ordine:

“Benvenuti, sportive e sportivi, anche quest’oggi a questo evento nazionale di grandissima portata che sono i campionati nazionali di Karatè! Abbiamo l’onore di poter seguire in diretta le semifinali del torneo, di seguire le gesta di 4 atleti di prim'ordine che si contenderanno il successo finale…tra questi 4 c’è il vincitore!

Però oggi da 4 devono diventare 2 quindi mentre in due oggi gioiranno altri due saranno senza dubbio delusi ed il loro sogno si fermerà qui!

E’ una lotta con un solo risultato: VINCERE!

Di certo il nostro Karatè è il migliore al mondo quindi possiamo anche affermare che questi 4 sono i migliori al mondo! Pensate che oggi potremo vedere il campione nazionale attuale che si sfiderà con il suo avversario di sempre, quello che anche l’anno scorso ha provato a fermarlo senza riuscirci! Sembra proprio di rivedere il film dell’anno scorso! Che incontro sarà cari amici!

Nell’altro combattimento di oggi invece potremo vedere la sfida tra il campione olimpico, forse il vero numero 1 nazionale e il campione Juniores che viene dalle eliminatorie definito “Cuore di ferro” visto che non mostra mai il benché minimo sentimento umano!

I bookmakers si stanno dando da fare….ma il favorito strano a dirsi è proprio questo biondino che viene da Tokio…è come non potrebbe essere così d'altro campo?

Ha sempre vinto con una tale naturalezza che la vittoria sembrava la naturale conseguenza di ogni suo incontro!”

Akito Hayama però non sembrava felice, anzi il sentimento di tristezza, che emergeva dal suo cuore era talmente evidente da contagiare chi gli stava intorno ed addirittura il pubblico non riusciva a gioire per le imprese che questo ragazzo continuava a compiere!

 

Comincia il primo combattimento della giornata che vede impegnati il campione nazionale Totami e il secondo arrivato l’anno precedente Kobaki!

Akito era seduto vicino al bordo del tappeto concentrato sull’incontro e sulla sfida che di lì a poco lo avrebbe visto impegnato!

Doveva sbarazzarsi dell’ennesimo nemico che si poneva tra lui e la sua consacrazione a miglior Karateka del Giappone, e perché no, del mondo intero! Per lui gli avversari erano l’unico pensiero, l’unico fastidio, l’unico ostacolo tra lui e la vittoria finale, nella sua mente c’era il Karatè e nient’altro.

Aveva svuotato la mente da tutto, nel suo mondo esistevano solo i calci, le prese e la difesa! Niente di più. Ogni traccia del passato era stata seppellita nel più profondo della sua oscurità!

 

***

 

 

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Capitolo 2
*** L'incidente ***


Akito distolse  per un attimo la mente dai suoi pensieri ed il suo sguardo, da vuoto che era si riempì della ragazza seduta di fronte a lui! Già, probabilmente l’unica ragazza che lo teneva legato al genere umano, alla realtà! L’unico e solo essere in grado di strappargli di dosso quella maschera di estraneità che ormai gli sembrava di portare come una seconda pelle, da cui non si staccava mai!

E pensare che proprio nel momento peggiore per lui, quella biondina era riuscita ad aiutarlo veramente, e senza nemmeno volerlo!

 

Era da poco tornato da Tokio, Akito, ed aveva fatto voto con se stesso di diventare una macchina invincibile, un atleta indistruttibile ed insuperabile…con il cuore in pezzi ma con i pettorali gonfi! Certo che il male che aveva dentro nessuno lo poteva alleviare! Già, il vedere la sua Sana tra le braccia di Naozumi in quel modo era troppo per lui!

Chissà però di cosa si era convinto! “Non sono ricco, non sono un artista e di certo non capisco il mondo di Sana. Sono solo un biondino che ha fatto parte per un po’ della vita di una Star! Sono solo il ragazzo problematico di cui si lei si è presa cura! Non avevo niente da offrirle e avevamo nulla in comune; sono solo io che mi sono illuso di una storia .

D’altronde quando mai sì è visto? La Star del cinema ed il teppista della scuola! “La Stella del Giappone ed il bulletto di periferia…No, non poteva certo funzionare, la realtà non è mica un film!

Veniamo da due mondi diversi e viviamo in due mondi diversi…che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro”.

 

Akito sacca in spalla stava dirigendosi verso il dormitorio, pochi giorni dopo il suo ritorno a  Kyoto, quando la vide!

Nagaia, una ragazza bellissima, magnifica, un viso perfetto, una fotomodella seduta però su una sedia…una dannata sedia a rotelle! Già la stessa sedia a rotelle che ad un tratto quella diciassettenne ragazza spinse con se stessa a bordo, a tutta velocità in mezzo ad una strada trafficatissima!

Accadde tutto in un attimo! Akito si gettò verso di lei “placcandola” proprio come avrebbe fatto un giocatore di football americano con un avversario…per un pelo la macchina che stava sopraggiungendo li mancò, andando invece a colpire la sedia a rotelle che venne sbalzata venti metri più avanti!

Dopo un attimo di shock Akito si guardò in giro e guardò immediatamente la ragazza tra le sue braccia…non sembravano essersi fatti male…o almeno questa era l’apparenza!

Infatti immediatamente la ragazza iniziò a picchiare i pugni sul petto di Akito:

“PERCHE’…PERCHE’…”

…Il biondino la guardava tra le sue braccia mentre disperata continuava a dire:

“PERCHE’? PERCHE’???? Perché mi hai salvata….perché non mi hai lasciato morire?????? NON E’ GIUSTO,  NEMMENO QUESTO POSSO FARE”

Akito continuava a guardarla! Aveva capito immediatamente che quello era un tentativo di suicidio.

 

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Capitolo 3
*** Tu mi devi conoscere ***


“Perché mi hai salvata!?!?” Continuava la ragazza, disperata, schokkata….

“Perché tu ancora dovevi conoscere me” gli rispose.

Nagaia smise ad un tratto, appena sentite queste parole di piangere, ed il suo sguardo passò dal petto agli occhi marroni di Akito….intensissimi….magnetici…ipnotici…MA SPENTI!

Già erano occhi bellissimi ma spenti…fu questo che si trovò a pensare in un momento tanto importante la ragazza.

Lui prese in braccio la biondina e la portò sul ciglio della strada, la mise a sedere sul marciapiede poi tornò sul luogo dell’incidente, e vide che la carrozzina era distrutta!

Parlò brevemente con l’autista della macchina ed una volta appurato che non era accaduto nulla di grave e che la macchina non aveva subito danni rilevanti si scusò come se fosse stato lui il colpevole di quanto avvenuto, prese la borsa che gli era caduta e tornò da Nagaia…Proprio quando le era di fronte aprì la borsa ed estrasse il suo borsellino..lo aprì come fosse la cosa più naturale del mondo e guardando la carta d’identità disse: “Ok, Via Obashi 27….andiamo!” e così dicendo prese in braccio la ragazza ancora esterrefatta e distrutta per l’accaduto…non oppose particolarmente resistenza lei, come se non le fosse rimasta alcuna forza dopo quanto le era successo…aveva visto la morte in faccia, una cosa che aveva fortemente desiderato; era andata molto vicino a salutare per sempre la sua vita, ma un biondino l’aveva salvata…già un biondino…

“Akito Hayama”

“Come?!” rispose lei riprendendosi dal suo stato inebetito

“Akito Hayama” ridisse lui “E’ il mio nome”

“E perché me lo dici?”

“Ma come non ricordi che ti ho detto prima?!!? Che dovevi ancora conoscermi!”

 “….Beh, allora ora che ti conosco non mi salverai mai più giusto? E allora lasciami! Devo terminare quello  che avevo iniziato!”

“No, ti ho detto che devi conoscermi! Tu ancora non mi conosci, sai solo il mio nome ma non mi conosci!!!”

Logica schiacciante!!!

“Senti, ma chi ti credi di essere? Come di permetti di intrometterti nella mia vita? Di disporre di me, di darmi degli ordini…e non sai nemmeno come mi chiamo!!!”

“Sì che lo so’…ti chiami Nagaia URTIMHO”

“…e come lo sai?”

“L’ho letto sulla carta d’identità”

“Ah” Fece lei, e non riuscì a trattenere un sorriso che gli uscì spontaneo sul viso…

“Sei molto più carina quando ridi…però sai che sei forte? Hai dei muscoli sulle braccia mica male!”

“….è per via della carrozzina; io sono paralitica dalla vita in giù!”

“Uhm…ne sei sicura?!”

SCIAFFF

Ad Akito arrivò dritto uno schiaffo in piena guancia…cinque dita stampate sulla sua guancia destra.

“CERTO CHE SONO SICURA…IDIOTA…3 anni fa mi è successo un incidente e non sono mai più riuscita a muovermi da sotto la vita…non sono più nemmeno una donna, sono poco più di un vegetale…non capisci che è per questo che tentavo di uccidermi?” gli urlo’ in faccia lei con voce strozzata da un dolorosissimo pianto!

“Uhm…” disse lui mantenendo una calma serafica “Io non credo a quello che mi stai dicendo.”

Lei lo guardò negli occhi, aveva davvero un espressione disperata! Voleva urlargli in faccia tutto il suo dolore…ma chi era lui per parlare della sua vita…come si permetteva di parlare del suo più grande male…

Lui aggiunse: “Vedi…quando eravamo per terra, in preda alla disperazione mi hai dato un calcio.”

La ragazza si fermò a riflettere, cercò inutilmente di ricordare…poi appoggio la sua testa sulla spalla di Akito e disse: “E’ impossibile, e non mi prendere in giro sono 3 anni che ci provo e non si è mai mosso nulla la sotto; ho fatto esercizi difficilissimi, ho fatto una fatica immane ma non è mai accaduto niente ed adesso arrivi tu, un perfetto sconosciuto e mi dici che le mie gambe si sono mosse…grazie per la bugia ma non serve a niente”.

“Sei libera di credere quello che vuoi e crogiolarti nel tuo dolore, ma ti assicuro che hai mosso le gambe”

“STAI ZITTO TI DICO…e ora ti prego di non prendermi più in giro! Portami a casa”

Una volta raggiunta la casa della ragazza, una villa stupenda e grandissima con tanto di giardino e servitù, Akito la lascio con sua madre e suo padre…inventò una scusa per l’accaduto (che lei gli aveva chiesto una cosa e senza volere era scivolata dalla sedia che era stata investita da una macchina) e fece per andarsene…non prima di aver detto ad alta voce:

“Domane vengo alle 18.30”

“COME?” disse lei “Cosa vuoi ancora da me?”

“Mi devi conoscere…vengo dopo gli allenamenti”

La ragazza lo guardava con fare interrogativo…a questo punto, onde evitare anche le discussioni con i suoi genitori conveniva far finta di niente..chiese: “Gli allenamenti?”

“A domani” rispose lui e chiuse la porta dietro di se….

 

Sulla strada per tornare a casa Akito si chiese cosa gli era preso, coma mai si era comportato così con quella ragazza! Pena? No…Dispiacere? Nemmeno…Compassione? Neanche…non riusciva proprio a darsi una ragione…NON LO SAPEVA, ecco cos’era! Si sentiva solo in dovere di aiutare quella ragazza e lì per l’ aveva pensato che questo fosse il modo migliore.

Il giorno dopo Akito si allenò con particolare intensità…gli riusciva tutto bene, era in uno stato di forma eccezionale,  ma la sua mente era proiettata alle 18.30…quando doveva recarsi in quella casa, da quella ragazza.

 

Nel frattanto anche Nagaia continuava a pensare e ripensare a quello strano ragazzo…cosa avrà voluto? Cosa vorrà da me? Nella sua testa continuava a vedere quegli occhi tanto gelidi…Si sarà comportato così solo per compassione per una paralitica?  Eppoi cosa volevano dire quelle parole: “TU MI DEVI CONOSCERE” Perché le non poteva morire senza averlo conosciuto? Può darsi…passo la giornata a farsi un mucchio di domande finche non gli cadde l’occhio sull’orologio…ore 18.35…

‘Sapevo che non sarebbe venuto…è sempre così…le persone si avvicinano a me solo per pietà poi dopo un po’ si stufano di fare della beneficenza ad una povera paralitica…’ Stava continuando nei suoi pensieri negativi quando sentì il campanello…

DLIN DLON

“Sì?”

“Buongiorno sono Akito Hayama, c’è la sig.na Nagaia?”

Nagaia ebbe un brivido che gli corse lungo tutta la schiena…..

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Capitolo 4
*** La Promessa ***


Passarono i mesi ed Akito era andato ogni giorno a casa della ragazza che ogni giorno lo aspettava con ansia.

Alla fine Nagaia aveva raccontato tutto di se ad Akito che la stava sempre, e molto stranamente ad ascoltare…ma non era praticamente mai accaduto che lui parlasse di se.

Anzi era proprio questo il limite di questo rapporto…era come se prima del loro incontro lui non avesse passato, o almeno lo avesse rimosso.

Nagaia rispettava il passato di Akito, la sua privacy, ma aveva capito che la freddezza e il vuoto che traspariva da quegli occhi erano proprio la conseguenza della sua storia, di ciò che gli era accaduto…il doloro che SICURAMENTE aveva dovuto passare.

Ogni giorno però Akito andava in quella casa e nonostante non avesse apparentemente nessun motivo per andarci, non aveva alcun motivo per stare lì, lui ci andava!

Pian piano Akito entrò nel profondo del cuore di tutta la famiglia, ma principalmente in quello di Nagaia, giù in profondità, fin dove fa male, ma dove vogliamo che arrivi con tutto noi stessi…Nagaia si era talmente affezionata a quel ragazzo che alla fine aveva accettato la farsi aiutare nella fisioterapia dal biondino.

La cosa straordinaria era che ogni volta che faceva gli esercizi con il biondino faceva qualche passo in avanti, migliorava un pochino e le sue gambe sembrava rispondessero alle sollecitazioni, mentre ogni volta che faceva gli esercizi senza di lui…era sempre svogliata, disattenta, e i progressi fatti in precedenza erano solo dei ricordi…

 

Un giorno, uno dei tanti in cui il ragazzo era in quella casa…

“E come va il Karatè?” chiese Nagaia

“Bene, ma il mio sensei è troppo conservatore”

“Conservatore?!?!”

“Sì, a parte che non mi fa allenare come vorrei, ma dice che quest’anno a Dicembre non posso puntare al campionato nazionale e che tra vincere il campionato juniores e quello nazionale c’è un abisso!”

“Beh…però ha ragione non credi?”

“NO CHE NON HA RAGIONE! Io posso essere campione nazionale GIA’ QUEST’ANNO!!!”

“Esagerato…campione nazionale” disse Nagaia ridendo in faccia al ragazzo

“Certo che posso esserlo” disse lui

“Sì, come no, ed io posso camminare da sola…”

“Credi di non potercela fare?”

“Certo che non posso…ho fatto dei miglioramenti, ma da qui a stare in piedi sulle mie  gambe c’è una grande differenza”

“Uhm..” rispose Akito e alzandosi si girò di spalle a Nagaia

“Senti un po’….io dico che posso diventare campione nazionale proprio come tu dici di non poter camminare già a Dicembre…”

“Sì, ma sono solo due bei sogni…nessuno dei due realizzabili”

“No, non è un sogno…io vincerò…IO VINCERO’! Io sarò il campione nazionale e tu…”

Akito si rigirò verso Nagaia…si avvicinò alla ragazza e mise le mani sulle sue spalle stringendola facendo arrossire non poco la ragazza..

“Tu camminerai nel giorno in cui io vincero’!!!”

Per un attimo gli occhi di Akito persero quella caratteristica che conosceva Nagaia…quel ghiaccio di cui lei aveva sempre voluto conoscere il motivo…ora gli occhi di Akito erano tornati quelli di una volta….quelli di Tokio…quelli che avevano fatto cadere innamorata una delle più famosi attrici del momento…quelli che avevano fatto impazzire la sua amica…quegli occhi profondi in cui solo una sapeva leggere, quella dolcezza che celavano…

Occhi in cui Nagaia, si perse, smarrì la ragione…Akito avrebbe potuto chiedergli qualunque cosa che lei avrebbe accettato…

“Ma è impossibile” riuscì a balbettare lei…

“Non è impossibile” rispose lui “è possibile se davvero lo vuoi! I so che lo vuoi, anche se hai paura di non riuscirci…io sono certo che tu ci riuscirai…fammi questo magnifico regalo per la mia vittoria, cammina nel giorno del mio trionfo, solo così vorrà dire che abbiamo vinto il mondo, solo così!”

Nagaia ora poteva leggerla!!! Poteva leggere la speranza di Akito negli occhi e non poteva farla sua…anche lei adesso nutriva dentro di se quella stessa speranza..

“O-Ok…ma tu devi vincere…e devi aiutare me a vincere…anche io farò così con te…se ci aiutiamo a vicenda…forse…potremmo….chissà”

I due si sorrisero e da allora Akito intensificò i suoi allenamenti e migliorò a vista d’occhio tanto che il suo sensei non poté fare altro che iscriverlo al torneo nazionale…

Anche Nagaia intensificò i suoi esercizi facendo passi da gigante verso la completa guarigione però il periodo a disposizione era troppo poco, i medici stessi ritenevano impossibile che Nagaia potesse camminare prima della fine dell’anno…Nagaia però ce la stava mettendo davvero tutta forse proprio perché Akito le stava vicino e la aiutava.

Questo però era anche un motivo di sofferenza per la ragazza…già…soffriva nel vedere gli occhi di Akito tornati gelidi…aveva avuto solo quel lampo quel giorno e poi mai più niente.

Nagaia voleva conoscere; voleva sapere la ragione di quegli occhi…eh già…Nagaia si era davvero innamorata di Akito ma per lui l’amore sembrava un capitolo chiuso e la sua durezza lo caratterizzava senza lasciare spiragli…se solo Akito si aprisse un po’….

 

***

 

 

 

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Capitolo 5
*** La semifinale ***


Il primo incontro si concluse con la vittoria di Totami, campione nazionale in carica che si sbarazzò con una certa facilità del suo avversario, nonostante esso fosse il numero 2 in Giappone.

“Salgano sul tappeto per il riscaldamento Hayama e Matsumara”

I due salirono sul tappeto e cominciarono a scaldarsi…la folla dagli spalti era tutta per Matsumara ma Akito sembrava non sentisse le urla che lo circondavano, era riuscito a isolare i suoi sensi ad uno ad uno ed era esclusivamente concentrato sull’incontro…era davvero l’uomo di ghiaccio…riusciva a vedere solo uno stupido avversario da battere il più presto possibile per poter poi disputare la finale e raggiungere il traguardo che Akito si era dato.

“VAI AKITO” pensava tra se e se Nagaia…

 

“Oggi Hayama sempre più freddo del solito non vi pare? Il suo sguardo sembra totalmente assente è come se non fosse qui in questo momento. È come se la sua mente lo proiettasse oltre l’ostacolo che gli si pone davanti…chissà se questo formidabile ragazzo dal cuore di ghiaccio riuscirà a battere il campione olimpico, uomo di grandissima esperienza e qualità…certo però che la calma che il biondino stà dimostrando non ha nulla a che fare col comportamento di Matsumara…è lì che si gongola e saluta il pubblico…forse dovrebbe aumentare un po’ la sua concentrazione, non vi pare? Comunque tutto il palazzotto fa il tifo per lui, del resto questo è normale…lui oltre che per sue capacità è conosciuto anche peri l suo gran cuore e le sue opere di bene…ma non solo, oltre tutto questo durante i suoi incontri è altamente spettacolare e fa divertire il pubblico…non è abituato a buttare a terra il suo avversario in pochissimo tempo come Hayama…Ma ecco che è terminata la fase di riscaldamento ed i due semifinalisti vengono richiamati dall’arbitro…Saluto e Karatè, finalmente può cominciare questo straordinario incontro…come sempre auguriamoci che vinca il migliore…”

 

Una ragazza guardava la TV dalla sua stanza fremendo come poche altre volte nel suo animo…il solo vederlo gli creava un brivido lungo la schiena…era la prima volta che lo vedeva in TV, e per di più in diretta nazionale!

Aveva rifiutato di andare a casa di Tsuyoshi a vedere l’incontro sia perché doveva lavorare ed era arrivata a casa appena in tempo per vedere l’inizio della sfida che perché….non se la sentiva.

Il suo cuore batteva a 1.000 all’ora, pensava seriamente che questa volta non sarebbe riuscita a resistere, sarebbe morta per lo shock.

Sentiva dentro di se una vera e propria rivoluzione…il sangue le bolliva e le piastrine stavano facendo una festa insieme ai globuli bianchi…il sangue nelle vene sembrava incandescente, le palpebre avevano smesso la loro funzione di pulizia degli occhi…erano praticamente congelate e gli occhi spalancati…sentiva che se in quel momento non era nemmeno in grado di pronunciare una parola…strinse il lenzuolo sotto la sua mano e con lo sguardo rivolto al televisore riuscì quasi a voler incitare se stessa  a pronunciare due parole…”Vai Akito…”

Era quasi un anno che non vedeva Akito…l’ultima volta l’aveva visto solo di sfuggita, e si era nascosta per non farsi vedere a sua volta…che errore…se si fosse fatta vedere, se avesse trovato il coraggio, forse ora le cose non sarebbero come sono  o forse non ci sarebbe nulla da chiarire…però Sana era fermamente convinta che se le cose erano andate come erano andate forse era giusto così…Certo non parlava con Akito da non sapeva più nemmeno quanti anni…

Quante volte aveva provato a mettersi in contatto con lui…ma lui niente, non si faceva trovare e diceva ai suoi amici di non farsi trovare…e da quando era andato via per la seconda volta non aveva nemmeno più tenuto i contatti con i vecchi amici…quelle poche notizie di lui si venivano a sapere da Natsumi o al massimo dal Sig. Hayama, ma tutto si limitava ad un “sta bene” o poco più…nessuno sapeva dov’era…o almeno era così fino ai giorni del torneo…già perché proprio con il torneo e con le sue prime vittorie in esso il suo nome era comparso nei giornali specialistici all’inizio finché, a causa della sua bravura ha iniziato a parlarne anche la TV (dagli ottavi di finale) e il suo nome era ormai sulla bocca di tutti…

“Akito Hayama, ragazzo di Tokio, vincitore del campionato juniores è uomo con il cuore di ghiaccio”

“Il campione Juniores cerca l’assalto al titolo”

“Un biondino per una vittoria”

“Forse non ride ma di sicuro vince”

“Hayama, che si allena da oltre tre anni ad OSAKA, pronto per il rush finale”

Questi solo alcuni titoli di giornali e televisioni quando si parla di Akito…

Tsuyoshi, Aya, Fuka, Nakao, tutti erano stupiti di quanto in alto stava puntando il loro amico…quella meno stupita era Sana che però era quella che soffriva anche di più…già, il suo Akito, il ragazzo che aveva sempre amato, era lontano e aveva preso una strada importantissima senza dirle nulla…per non parlare del fatto che non erano mai riusciti a chiarirsi una volta per tutte.

Ora eccolo lì, concentrato, pronto a sfidare i fantasmi del suo passato, e a incrociare quelli del suo futuro…

Sana però anche se a tanti chilometri di distanza, anche se in televisione non poteva non leggere in quegli occhi gelidi…vedeva lo specchio dell’anima del ragazzo, poteva chiaramente leggere la sua sofferenza, la sua tristezza e il cuore che continuava a sanguinare…

‘Ma perché? Se era arrivato fino a li perché soffriva così? Non dovrebbe essere contento di essere tra i primi 4 in tutto il Giappone? Non dovrebbe gioire il suo cuore per la possibilità di realizzare un sogno cominciato tanti anni prima? Ma allora perché dai suoi occhi traspare solo sofferenza e amarezza…perché non c’è quella gioia che lo dovrebbe caratterizzare? Che anche lui provi gli stessi sentimenti? Che anche lui non riesca a liberarsi da quel peso nel cuore che  è la lontananza e la separazione? E’ mai possibile che dopo tutto questo tempo Akito sia ancora innamorato di me? IMPOSSIBILE!’

 

L’incontro finì…era durato in tutto solo 6 minuti…il palazzetto era ammutolito…zittito dalla prova di forza a cui avevano appena assistito…lo stesso Matsumara era sconvolto, ma non era così per Hayama che per la prima volta assaporò il dolce nettare della soddisfazione…alzò un pugno al cielo ad indicare la sua soddisfazione, guardò il suo avversario, poi guardò il pubblico…che cominciando prima da uno, poi due ed infine quasi tutto il palazzetto si alzò in piedi per applaudire a quel giovane ragazzo…una vera STANDING OVATION…

“Abbiamo il secondo finalista signori e signore…Akito Hayama, il biondino dallo sguardo di ghiaccio…quello a cui abbiamo assistito oggi forse è la nascita di un grande campione…la facilità con cui è riuscito a mettere al tappeto il suo avversario è qualcosa di eccezionale, Akito Hayama campione juniores ha messo KO il campione olimpico Matsumara conquistandosi non solo l’accesso alla finale, ma anche l’approvazione di tutto il pubblico presente, e probabilmente quello che in questo momento proprio davanti ai proprio televisori sta guardando questo spettacolo televisivo, perché proprio di questo si è trattato signori e signore…di un vero spettacolo; adesso non ci rimane che aspettare Domenica quando ci sarà l’incontro finale, la sfida tra questo nuovo astro emergente e colui che meritatamente indossa da ormai due anni il ruolo da campione che gli calza a pennello…appuntamento a Domenica dunque alle 15.00 circa per l’incontro tra Matsumara ed Hayama; grazie e buonasera”

 

Tsuyoshi e gli altri urlavano davanti alla televisione, addirittura per la troppa gioia Fuka era arrivata a baciare sulla bocca Nakao creando nel ragazzo un mezzo svenimento…una gioia incontenibile quella dei ragazzi che si concretizzò nella decisione unanime di andare a vedere l’incontro al palazzetto la domenica seguente…

 

Sana guardava la TV e non poteva smettere di piangere…mancava pochissimo ad Akito per raggiungere il suo sogno, e nonostante tutto, nonostante tutti non poteva smettere di essere contenta per lui…non poteva smettere di gioire per la sua gioia, e c’era anche un altro motivo per cui Sana poteva tutto sommato essere contenta….già….

 

Finita la baraonda del momento finite tutte i momenti di rito, Akito si trovò da solo dentro lo spogliatoio…era in finale...sì,ancora poco e sarebbe riuscito a realizzare il sogno di una vita…chissà che faccia avrebbe fatto Sana se…Akito si bloccò, gelandosi…Sana….ancora pensava a lei? Possibile? Com’era possibile che dopo tutto questo tempo pensava ancora a lei?!?!?! Ma com’è possibile…Akito non capiva ma si trovava a pensare  a quella ragazza…e quel cuore chiuso a chiave, quella scatola apparentemente impenetrabile, cominciava a dare segni di cedimento…già…Akito si trovò a pensare a lei, al fatto che probabilmente lo aveva visto in televisione e che il giorno della finale sicuramente sarebbe stato impossibile per lui nascondersi, rimanere nel suo buio…questo lo spaventava, lo terrorizzava…tutte le sue ansie e le sue paure, tornavano a farsi sentire più vive che mai….

 

Cominciò a piovere ed Akito sentì le violente goccioline sbattere contro i vetri dello spogliatoio…questo rumore costante lo stava quasi ipnotizzando quando una voce lo riportò alla realtà…Akito si spaventò al solo sentirla…

“AKITO…”

 

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Capitolo 6
*** Accade ***


Akito si girò…era a petto nudo, aveva proprio un gran bel fisico (altro che i tempi delle medie) e Nagaia non poté fare a meno di arrossire!

Akito si rese conto dell’imbarazzo della ragazza, e si mise immediatamente la maglietta…

“Nagaia…ciao…”

“…complimenti, per la tua vittoria di oggi…sei stato bravissimo!!”

“Umph…normale amministrazione…” rispose lui.

I due ragazzi si guardarono negli occhi e dopo alcuni secondi di silenzio non poterono fare a meno di ridere…o meglio Nagaia rise sguaiatamente mentre Akito si degnò del suo sorrisetto ironico; appena si riprese Nagaia guardò Akito e con fare serio:

“Normale amministrazione? NORMALE AMMINISTRAZIONE? Ma ti devo dire io quanti ragazzi a questo mondo riuscirebbero ad arrivare alla finale giapponese di Karate? Ti devo dire io quanti atleti la mondo sono riusciti a battere il campione olimpico? Insomma Akito, oggi hai dato dimostrazione di essere un campione, tutti se ne sono accorti, anche il pubblico! Io l’ho sempre saputo, perché ho sempre avuto fiducia in te, ma gli altri no, credevano che tu non ce l’avresti mai fatta, anche il tuo Sensei pensava così…davvero, sembra impossibile ma tu Domenica potresti diventare il numero uno del Giappone, ma ci pensi?”

Si era entusiasmata Nagaia, ed al pensiero che Akito potesse davvero diventare un campione di quella caratura sentiva dentro di se una gioia incontenibile!

Akito invece da parte sua continuava a tenere il suo self control come se la cosa quasi non lo scalfisse…come se gli scivolasse addosso.

“Sì” rispose semplicemente Akito.

Nagaia però aveva imparato a non smontarsi per così poco, già aveva imparato a conoscere Akito, le sue espressioni, il suo modo di fare, e sapeva che anche se non lo diceva lui era contento di quello che gli stava succedendo…

“Beh ora andiamo…” Akito si mise dietro la carrozzina di Nagaia e la cominciò a spingere verso l’uscita degli spogliatoi.

“Sai, c’è una cosa però che tu devi fare se io vinco…sai cos’è vero?” attaccò Akito.

 Il viso di Nagaia si rabbuiò (anche se il biondino non poteva vederlo) “Sì…ma…perché ci tieni così tanto? Per quale ragione?”

“Beh, me lo hai promesso…e poi c’è qualcosa di male se voglio che tu cammini?”

Non era proprio questo il motivo che voleva sentirsi dire Nagaia, ma per lei andava bene lo stesso…

“Sai, c’è una cosa però che devo dirti se vinci il campionato…una cosa che per me è molto importante, una cosa che spero sia importante anche per te…è tanto che ci penso, è tanto che desidero dirtela, ed è anche il motivo per cui sono andata avanti fino ad oggi…”

Ad Akito si gelò il già freddo cuore…sapeva cosa voleva dirgli Nagaia, sapeva che lei si era innamorato di lui…ma lui era innamorato di lei? Innegabilmente la bionda ragazza era stata l’unica cosa che gli aveva riempito la vita oltre al Karatè, era stata una bella ed inaspettata sorpresa nella sua vita, l’aveva sempre incoraggiato anche nei momenti più bui, quelli in cui voleva mollare tutto…e poi non poteva certo dimenticare la sua malattia, e come lui si era schierato apertamente dalla parte della sua guarigione…chissà come mai…sì, gli piaceva Nagaia, era bella, simpatica, era piacevole stare con lei, e con tutta la sua famiglia che lo avevano accolto proprio come un figlio…Forse era giunto il momento di riaprire il suo cuore, forse era il momento di riaprire la strada all’amore, a quel sentimento che tanto gli aveva fatto battere il cuore ma che tanto lo aveva fatto soffrire…già l’amore, un capitolo che ormai aveva considerato chiuso nella sua vita…si era convinto che con la sua freddezza mai nessuna altra ragazza si sarebbe avvicinata a lui e avrebbe così evitato tutte quelle sofferenze che causano le pene d’amore…

Forse Nagaia era la ragazza che lo avrebbe aiutato ad uscire da quel buco nero in cui si era ritrovato…era forse lei che avrebbe scardinato quella scatola che cominciava a dare segni di cedimento…forse era giunto il momento quantomeno di riprovarci, ma se non fosse riuscito a superare la storia passata? Sarebbe stato giusto far soffrire Nagaia? Cosa aveva lui da offrirgli? Forse il titolo di campione e poi? Però poteva stare tranquillo con lei perché di sicuro il suo lavoro non avrebbe influito nella loro storia…in nessuna maniera…

“Che hai??!” chiese Nagaia guardando il pensieroso ragazzo che era praticamente rimasto in silenzio per 5 minuti…

“Come?”

“Sì…eri pensieroso, cos’è ti ho spaventato con le mie parole?!?!”

“No no, figurati…” nel frattempo arrivò l’auto che era venuta a prendere Nagaia…Akito prese in braccio la ragazza e fece in fretta il pezzetto di strada tra l’uscita della palestra e l’auto…appoggiò delicatamente all’interno Nagaia, mentre l’autista metteva nel bagagliaio la carrozzina…Nel far questo Nagaia diede un bacio ad Akito e gli disse:

“Domenica vinci devi vincere…tutto il Giappone guarderà la tua vittoria e si inchinerà davanti a te…ed io voglio essere la prima a farti i complimenti…”

“….” Fu la risposta di Akito che chiuse la portiera dell’auto dietro di se…

Mentre stava per andarsene Nagaia tirò giù il finestrino…

“Sai chi ci sarà alla premiazione del migliore del Giappone domenica?!?!”

Akito si girò di scatto verso Nagaia:

“No”

“La mia attrice preferita…SANA KURATA…mi raccomando vinci così la conoscerai e me la potrai presentare…CIAO, ci vediamo domenica” e la macchina partì…

 

La pioggia continuava incessante a cadere dal cielo, lacrime di dolore si scagliavano dagli occhi di un gigante, che nella loro folle corsa incontravano un ostacolo prima di raggiungere il terreno ormai fradicio…il grigiore del cielo era raggelante, ormai non era più una pioggerellina ma un vero e proprio temporale che si stava abbattendo su quel piccolo lembo di terra…un lampo squarciò il cielo, luce accecante che ti costringe a chiudere gli occhi…dopo un tale lampo ci si appresta a tapparsi le orecchie, si resta in attesa di un urlo di dolore che pochi secondi dopo sicuramente arriverà a squarciare le orecchie…ed eccolo arrivare, rumore di guerra, rombo assordante come poche volte si sente, la paura sui volti dei passanti, il silenzio che si abbatte sulla terra durante il suo grido di dolore…il cuore che batte a mille, lo sguardo che si volge verso l’altro come a controllare che nessuno si fosse fatto male, o a rimbrottare del disturbo appena arrecato.

Ma uno scoppio ben più profondo, un rumore molto più assordante stava irrimediabilmente distruggendo quel biondino sotto la pioggia…come se l’acqua non stesse scendendo…come se il lampo non lo avesse illuminato nella sua figura, come se il tuono non fosse giunto alle sue orecchie, lontano chissà quanti anni luce da quella circostanza…il sangue era come elettrizzato, il cuore voleva vedere quanti battiti poteva raggiungere in un solo minuto, tutte le molecole del suo corpo stavano accorrendo in aiuto della sua mente, ed inevitabilmente le sue mani si strinsero a pugno…erano le 19.30…ma non era passato nemmeno un minuto in tutta la sua vita…stava accadendo…e nessuno poteva più fermare l’inevitabile, era come un treno che lanciato a massima velocità non poteva più abbandonare i binari, la sua corsa era destinata a non fermarsi, ed Akito si trovava proprio lì, sulle rotaie, legato…non poteva scappare, non poteva urlare, non poteva nemmeno piangere…poteva solo guardare arrivare il treno…vicino…sempre più vicino…circondato da decine di osservatori che non gli protendono nemmeno una mano, ma probabilmente quella mano non avrebbe mai potuto prenderla…beffardo destino questo…proprio quando credi di poter rinascere riscopri che il mondo è peggiore di quello che pensavi…non c’è scampo alla propria vita,  la bisogna vivere, anche se solo per un attimo…accade…

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Capitolo 7
*** Inesorabilmente ***


Il tempo…unità di misura ideata dall’uomo per misurare qualcosa di inesistente…le ore, i minuti i secondi, i giorni….stupida e sciocca perdita di tempo misurarlo, tanto prima o poi il momento che aspettiamo arriva, sia che vogliamo o che non lo vogliamo…possiamo provare a frenarlo, o anche ad accelerarlo, il tempo, ma mai potremo averla vinta su di lui…

Akito si era convinto, irrazionalmente, di aver chiuso definitivamente un capitolo della sua storia, un amaro capitolo della sua triste vita e di stare finalmente riuscendo ad aprirne un altro…amara scoperta la sua, si è reso conto che la parola fine ha un significato più profondo di quello che pensava, si è reso conto che non si possono cominciare troppe cose insieme e poi riuscire a soddisfare appieno tutto.

La vita è sempre stata un po’ avara con Akito, mai una gioia completa, ed ora che forse stava per adempiersi uno dei suoi sogni più profondi ,ora che finalmente aveva cancellato dalla sua mente quella ragazza e quelle situazioni tanto sofferenti…si torna ancora a doverci lottare, a dover affrontare di nuovo, ancora una volta l’amara realtà.

Era Domenica mattina…i giorni tra la semifinale e la finale erano volati in un lampo…Akito aveva espressamente chiesto di essere lasciato solo in quei due giorni, doveva trovare la concentrazione necessaria per affrontare la finale…questo lo aveva chiesto prima di sapere che avrebbe dovuto rincontrare Sana proprio a quella finale…ora quella solitudine gli era sembrata un peso insopportabile. Avrebbe voluto stare con qualcuno, parlare di qualcosa, qualunque cosa, purchè lo facesse distrarre dal pensiero di quella ragazza.

Non si era concentrato affatto Akito…era nelle peggiori delle situazioni mentali, il biondino…non poteva affrontare la finale in quella maniera, lui lo sapeva benissimo.

Decise di andare a piedi fino al palazzetto Akito…lo fece ovviamente ben mascherato per evitare l’assalto di FANS e REPORTER che lo avrebbero assediato clamorosamente…cappellino fin sopra gli occhi, Akito si stava avvicinando a quel palazzetto che un tempo significava solo “VITTORIA” ma che ora ha assunto i termini “PAURA” e “DOLORE”….

Era quasi arrivato quando dall’altra parte della strada vide dei volto noti…

Una coppietta camminava mano nella mano…lui abbastanza alto, con gli occhiali e lei Mora con i capelli sciolti ed un fiocco in testa…li avrebbe riconosciuti in mezzo a mille…erano Tsuyoshi ed Aya….era contento di vederli insieme, voleva dire che si volevano bene…dietro loro vide arrivare un ragazzo conosciuto con una sua cara amica, forse quella con cui ha avuto il legame più forte…erano Fuka e Takashi…anche loro erano una coppia evidentemente…ai loro fianchi aveva potuto riconoscere chiaramente Ishida “Sopraccigli folte” e Nakao, uno dei suoi più cari amici, uno che era uscito da una situazione difficile ed era riuscito a cambiare modo di prendere la vita…aveva imparato a prenderla di PETTO…poi dietro di loro ancora Margareth e Marine e Gomi e tanti altri amici della scuola…e con loro c’era anche il preside NARU NARU, l’uomo che l’aveva spinto ad iniziare Karatè…un giorno l’avrebbe dovuto ringraziare, pensava Akito, magari con un bel CHOP sulla testa!

Mentre i ragazzi entravano nel palazzetto, Akito proseguiva un po’ più avanti a loro e attraversava la strada per poter entrare da una seconda entrata anche lui nel palazzetto, in maniera di evitare i curiosi…nel far questo si trovò di fronte ad un ragazzo…probabilmente un ragazzo giappo/americano con gli occhi ed i capelli chiari…aveva a tracolla uno strumento, probabilmente una tromba dentro una custodia…insomma chiaramente una persona che lui avrebbe preferito non incontrare.

Akito si scansò, fece passare il ragazzo affianco a lui, e fece per andarsene quando:

“Hey” fu chiamato

Akito fece finta di non sentire…

“Hey Akito”

A questo punto Akito non potè evitare di rivolgersi a lui…

“Hey” rispose

“E’ da un po’ che non ci vediamo eh” disse il giappo/americano

“Già” e non ho sentito la tua mancanza, voleva aggiungere Akito

“Ne hai fatta di strada eh? Sei arrivato fin quasi ad essere il migliore al Giappone…mi hai preso sul serio quella volta che ti ho parlato che dovevi in qualche maniera appassionarti a qualcosa” disse con un ghigno soddisfatto il ragazzo dagli occhi chiari.

Akito alzò lo sguardo e fisso’ negli occhi Naozumi

“Non l’ho fatto per quello che mi hai detto…l’ho fatto per me”

“Ma io non ho detto che non l’hai fatto per te stesso” aggiunse Naozumi che guardò a sua volta Akito…

“Uhmph” rispose lui e si girò ancora una volta per andarsene

“Senti” gli disse Naozumi “La gara è tra 4 ore…devi scappare subito?”

Akito si girò verso Naozumi e lo guardò quasi con stupore….come si permetteva quel bell’imbusto di rivolgergli la parola!??!

“Perché?” chiese il biondino

“Dovrei parlarti, possiamo andare da qualche parte?” rispose Naozumi con fare sicuro…

L’ultima cosa che Akito nella sua vita aveva mai voluto fare era parlare con Naozumi  e tantomeno prima di una gara importante come quella di quel pomeriggio…ma tutto sommato voleva sapere cosa aveva da dirgli quel ragazzo con cui non aveva mai avuto un rapporto…voleva proprio sapere cosa poteva raccontargli e si rendeva conto dentro di se che avrebbe dovuto stare a sentire….

“Vieni” disse e Naozumi seguì Akito scomparendo dietro una porta di servizio che lo avrebbe portato all’interno del palazzetto ma in uno spogliatoio inutilizzato…

Inesorabilmente Akito stava per affrontare quella parte della sua vita che aveva voluto cancellare, come inesorabilmente tra poche ore avrebbe messo in ballo tutto il suo presento e sempre inesorabilmente Akito stava per mettere in gioco anche il suo futuro…tutto dipendeva da quella domenica, ed  Akito nel tragitto silenzioso tra la porta di servizio e quello spogliatoio inutilizzato si era convinto di una cosa…la sua vita non sarebbe mai più stata la stessa da quella domenica in poi, qualcosa sarebbe comunque cambiato… INESORABILMENTE!

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Capitolo 8
*** La finale ***


>Nello spogliatoio c’era odore di sudore…e di acqua stagnante…Era una stanza quadrata, abbastanza piccola, con delle panchine messe lungo tre lati della stanza…sulla parte in fondo una porta che probabilmente portava al locale doccia…

“Beh, ci siamo” esordì il giappo-americano…e mentre Akito si sedeva su una panchina Naozumi cominciava ad assumere un aria da vero attore pronto ad una scena melodrammatica…questo ad Akito dava oltremodo fastidio…

“Sai, è da tanto che volevo parlarti…da quando te ne sei andato…”

Akito era sempre più infastidito…

“Sono successe molte cose dalla tua partenza sai? Le cose sono cambiate, e tanti hanno anche sofferto per il tuo comportamento…sai bene a chi mi riferisco! Però la vita è continuata, e devo dire che è continuata anche abbastanza bene.”

“Sana ormai è lanciatissima nel mondo del cinema e dello spettacolo, è l’attrice emergente del momento…è un personaggio pubblico molto amato…forse mi ha addirittura superato sotto questo aspetto, anche se mi costa dirlo…”

‘Dove vuole arrivare?’ Pensava Akito mentre stava ad ascoltare le parole di Naozumi.

“Sì, Sana ha reagito alla tua partenza, anzi alla tua fuga nel modo migliore possibile…la conosciamo bene entrambi e sappiamo che non è proprio il tipo da scoraggiarsi e spegnersi come una candela se le cose vanno male così si è impegnata al massimo ed ha raggiunto traguardi veramente insperati. E’ riuscita a far questo contando solo sulla sua forza di volontà, sul suo coraggio e sul suo spirito forte; tutti oggi stimano molto Sana-chan al punto che molte ragazzine più giovani di lei la  prendono come un esempio da imitare….è diventata un vero e proprio standard da imitare…”

“…Quindi?” Sbottò Akito dalla descrizione che Nao faceva di Sana…

“Non lo capisci?” rispose Naozumi… “Per quello che conosci Sana credi davvero che lei avrebbe voluto diventare così? Sei davvero convinto che quello che Sana si augurava nel suo futuro fosse di diventare una Star del Giappone?? No, Sana non voleva tutto questo, Sana voleva solo essere felice…ora si trova bloccata in un mondo che tutto sommato non si è scelta ma si è imposta…e l’unica persona che davvero la capisce sono io…Ed è proprio per questo che sono venuto a parlarti!”

Akito lo guardò dritto negli occhi… “Non capisco” disse

“Non è importante che tu capisca questo, è importante che tu capisca che non puoi permetterti di farla soffrire…” disse Naozumi con tono molto irritato

“Non puoi comparire tutto d’un tratto ad un anno dalla tua sparizione e pretendere di infilarti di nuovo nella vita di una persona che hai fatto soffrire così tanto! Non è giusto che ora ti vuoi prendere la libertà di rientrare nella sua vita e cominciare a sgretolare tutto quello che lei è riuscita a creare senza di te!”

“Dove sei stato in questi anni? Dimmi dov’eri quando Sana piangeva, soffriva, quando prendeva delle delusioni? Dove sei stato mentre aveva più bisogno di te? Non c’eri…è vero, fino ad un anno fa nemmeno io c’ero ma poi mi sono reso conto che Sana aveva bisogno di aiuto, anche se non proprio del mio, e ci sono stato…ma tu? Cosa credi di poter giocare liberamente con il cuore di Sana e di poterne usufruire come meglio credi? Credi di poter sparire per tutto questo tempo e poi ripresentarti nel mondo di Sana in questa maniera?”

“Io non ho fatto niente di quello di cui mi accusi” disse con tono elevato Akito.

“…uhm…no, è vero…vuol dire che la colpa di tutto questo è mia….è colpa mia che ti ho detto quel giorno tanti anni fa in quel teatro che dovevi avere una passione per stare con Sana…già sono stato proprio io a spingerti a diventare un atleta, un lottatore…Già…sì, proprio io ti ho mandato a vincere i campionati Juniores, e sempre io ti ho portato fino alla finale di oggi…”

“No, Akito, tu hai deciso tutto questo da solo, e te ne sei fregato di come Sana avrebbe potuto prendere tutto questo…era diventato il tuo sogno e chi se ne frega se come ogni anno le fasi finali del campionato sarebbero state mandate in diretta TV, e se era chiaro che così facendo ti saresti fatto vedere da Sana…Tu dovevi raggiungere il tuo scopo, e se questo impediva, o creava problemi ad una persona come Sana-chan che tanto ti ha voluto bene, non era importante!”

“Mi stai dicendo che è colpa mia se sono bravo e sono arrivato fin qui? E’ colpa mia se hanno ripreso in TV le fasi finali del torneo?!!?”

“…uhm…non mi sembra che tu capisca quello che voglio dirti…del resto probabilmente me lo aspettavo; comunque il vero motivo per cui sono venuto qui è un altro…Sana oggi premierà sia il primo che il secondo, quindi immancabilmente dovrete in qualche modo interagire dopo tanti anni…quello che ti chiedo è di comportarti come se non la conoscessi…sai, se i giornalisti presenti si rendessero conto che vi conoscete non ci metterebbero niente a risalire al vostro passato e questo farebbe molto male a Sana oltre che probabilmente cambiare radicalmente la sua figura professionale….tutto qui’…volevo chiederti questo favore; prendilo un po’ come vuoi…come un favore personale, come un favore a Sana o anche come un favore a te stesso ma cerca di farlo…Conosco bene il mondo dello spettacolo so che è pieno di squali pronti a vendersi la minima notizia a peso d’oro…lo farai?” chiese Naozumi guardando Akito…

“Uhm” rispose lui…

“Bene” aggiunse Naozumi… “Ora meglio che vada perché Maeda mi sta aspettando, penso che grazie a questo toglierai un problema ed una sofferenza a Sana…” Naozumi fece per andarsene…

“Tanto comunque le saresti stato vicino tu vero?” bofonchiò Akito sottovoce ma non abbastanza per non farsi sentire…

Naozumi si fermò sulla sua posizione, stava dando le spalle ad Akito in quel momento e stava uscendo dalla porta…

“Buona fortuna” disse Naozumi e riprese ad andarsene via per la sua strada ‘ne hai proprio bisogno’ aggiunse poi mentalmente il ragazzo nell’andarsene definitivamente dallo spogliatoio.

Akito prese in mano la borsa, usci dallo spogliatoio e fece per andarsene appena chiuse la porta rimase come inebetito…cominciava forse a rendersi conto di quello che Naozumi gli aveva detto, o aveva cercato di dirgli…Ma ora non c’era tempo…stava per cominciare la finale…

 

Il palazzetto era gremito in ogni ordine di posto…mancavano circa  20 minuti all’inizio della gara…i due sfidanti entrarono dalla porta…si alzò un urlo di incitamento…praticamente tutto il palazzetto era per Totami…anche se qualcuno cominciava a tifare per Akito in particolare uno sparuto gruppetto attrezzato di cartelloni, striscioni e tamburo che facevano un casino della madonna per incitare Akito…a capo di questo gruppetto con una fascia con la bandiera del Giappone in testa c’era Nakao che con un piede sulla balaustra sembrava un infoiato appena punto dalla  tarantola.

Akito sembrò non essere interessato  al tifo e comincio a scaldarsi…

Riuscì ad ignorare completamente il tifo, ma non riuscì ad ignorare l’entrata giù in palestra di una ragazza che riuscì a zittire il tifo per un secondo ed a convogliarlo tutto su di se…

Sana entrò in palestra e per un breve istante lo sguardo di Sana ed Akito si incontrò, come non succedeva ormai da diversi anni…Sana però distolse immediatamente lo sguardo dal ragazzo e salutò il pubblico che le dedicò cori ed applausi…

Sana si accomodò ai bordi della palestra; ormai tutto era pronto, non mancava più niente, i due attori principali erano sul tappeto, c’era anche la premiatrice e l’arbitro…i due atleti vennero chiamati al centro…era ormai l’inizio dell’incontro…

Appena giunto al centro però Akito parlò un attimo con l’arbitro…stava per chiedergli di ritardare l’inizio dell’incontro di qualche minuto quando il motivo per cui lo voleva ritardare svanì….

“Allora siete pronti?” disse l’arbitro

“Saluto!” indico’…

“KARATE’” ed ebbe inizio lo scontro dell’anno sotto gli occhi di tutti ma proprio tutti i tifosi presenti nel palazzetto compresa Nagaia che era appena arrivata e si era fatta accompagnare giù in palestra dedicandogli il suo solito sguardo dolce che ha sempre aiutato Akito a vincere le sue sfide….quello sguardo non sfuggì ad Akito, ed era proprio il suo ritardo il motivo per cui Akito voleva ritardare l’incontro….

Sia lo sguardo di Nagaia che il comportamento di Akito non sfuggirono però alla più attenta delle tifose presenti…

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Capitolo 9
*** L'incontro ***


Akito era in difficoltà, continuava a distrarsi, non teneva la giusta concentrazione e quindi continuava a prenderle da Totami…il tifo era in delirio, continuava ad incitare il campione uscente che continuava ad infierire su Akito…Il biondino si distrae ancora una volta…guarda Sana…poi però il suo sguardo si sposta e finisce su Nagaia…in un attimo balena nella testa di Akito questo pensiero:

‘Ma cosa sto’ facendo?!!? Tutta questa fatica e ora sono qui a prenderle da questo?? Perché appena rivedo Sana la mia vita deve di nuovo andare al macello…ora che stavo per raggiungere il mio traguardo, devo di nuovo buttare via tutto? No, non posso farlo, e poi l’ho promesso a Nagaia, non posso deluderla, lei crede in me!’

Come rinsavito Akito inizia a combattere come solo lui sa fare, ed in men che non si dica Totami è al tappeto…l’arbitro dichiara il vincitore…è AKITO HAYAMA, IL CAMPIONE GIAPPONESE DI KARATE’.

 

Dopo un attimo di silenzio la folla si alza e comincia ad invocare il nome di HAYAMA che in tutta risposta liberandosi di un peso che lo perseguitava da tempo immemore alzi i pugni in alto in segno di vittoria…già…Akito Hayama ha vinto!

A questa scena Sana assiste, da pochi metri e non può fare a meno di trattenere una lacrima che scende lentamente dal viso suo viso…lacrima che presto si toglie sia per non rovinare il trucco sia per evitare di essere vista da qualche fotografo o forse da qualcun altro…lacrima però che non passa inosservata alla ragazza che le stà vicino…a Nagaia…che inizia a farsi delle domande ma non troppo convinte.

 

Il momento della premiazione…il presidente della federazione si complimenti con Akito e gli stringe la mano dandogli  la coppa del vincitore…dopo il presidente il vice presidente che gli stringe la mano a sua volta…dopo di lui, la guest-star dell’evento, l’attrice che in quel periodo stava monopolizzando le tv di tutto il Giappone con il suo ultimo, bellissimo, film e con le sue apparizioni in quello o quell’altro programma…Sana ha in mano una medaglia d’oro…Akito si trova faccia a faccia con la ragazza…la guarda negli occhi, e lei non può fare a meno di distogliere lo sguardo…del resto proprio in quegli occhi si è persa in più di un’occasione…la tensione su una piccola porzione di spalti è altissima…un gruppo di supporter di Hayama è in trepidante stato  di attesa, come se da un momento all’altro dovesse succedere qualcosa…proprio come pensa anche un altro importante attore seduto nella tribuna d’onore con vicino a se il suo manager ed il manager della Kurata…

“Complimenti Hayama, hai combattuto bene e ti sei meritato questa vittoria…bravo” dice Sana e così facendo mette al collo di Hayama la medaglia…nel fare questo gesto deve un po’ mettersi in punta di piedi, così facendo non può non notare che Akito si è alzato ancora…mette la medaglia al collo di Akito…e nel farlo, il gesto ovvio, è quello di mettere le mani vicino al suo collo…

Il corpo di Akito è in fremito…un brivido gli percorre tutta la schiena arrivando fin alla punta dei piedi…di nuovo il calore di Sana vicino al suo corpo…un gesto durato un attimo che però ha scaldato il suo cuore…in quel momento avrebbe voluto che quella sorta di abbraccio non finisse mai…ma Akito si ricordò anche delle parole di Naozumi di qualche minuto prima, così tirata su la testa: “Grazie” disse.

Si avvicinano i reporter che iniziano a scattare foto ad Akito in ogni versione…

“Ed ora una foto con miss Kurata…la prego signorina Sana-chan può avvicinarsi ad Hayama?”

Sana rimase un attimo di stucco e guardò Akito negli occhi… “Certo” rispose…e cos’altro poteva dire d’altronde!?! No, perché con lui c’è una storia che dura da tantissimi anni e probabilmente sono ancora innamorata di lui anche se lui non lo sa e pensa tutt’altro?  Sana si avvicinò ad Akito e si misero uno accanto all’altro…il fotografo un po’ esterrefatto…

“ehm…scusate ragazzi, questa foto non vuol dire niente…scusa Hayama puoi mettere un braccio intorno alla vita di Sana-chan? Ecco così…bravi…un attimo…ok, bella questa, ora Sana-chan gentilmente dai un bacio al vincitore come in ogni competizione che si rispetti…” Sana avvicinò le sue labbra alla guancia di Akito, finché lo baciò (in effetti era la prima volta che era lei a baciare lui…di solito era sempre avvenuto il contrario) “Ok Sana-chan resta ferma così un attimo” disse il fotografo che praticamente immobilizzò la ragazza con le labbra attaccate alla guancia di Akito che praticamente da uomo di ghiaccio si stava trasformando a uomo di acqua bollente… “Ok, grazie ragazzi…ora tu da sola Sana-chan” disse ancora il fotografo…mentre Sana stava staccando le labbra dalla guancia del ragazzo gli sussurrò:

“Ti devo parlare, dopo, assolutamente” e immediatamente dopo si allontanò andando a fare le foto del caso.

Akino rimane per un attimo inebetito…poi riprendendosi continua a stare nella bagare che la situazione pretende…finito il tutto Akito si ritrova finalmente solo nel suo spogliatoio, libero di pensare a quello che voleva…TOC TOC…bussano alla porta dello spogliatoio

Akito pensando che sia Sana: “Avanti”

Dalla porta entra una ragazza seduta sulla sedia a rotelle “Sei presentabile” chiede

“Ovvio” risponde lui con un tocco di delusione nel suo tono di voce.

Nagaia appena entrata inizia a fargli i complimenti per la sua prestazione, e quanto è stato bravo, e che è molto fiera di lui:

“Guarda, ho provato un emozione incredibile quando hai sferrato il colpo vincente…sono rimasta esterrefatta io stessa della gioia che ho provato in quel momento…ma soprattutto ho riflettuto su una cosa sai? Nel momento stesso in cui tu hai vinto, ho pensato che avevi adempiuto alla promessa che mi avevi fatto…tu eri stato di parola, nonostante le difficoltà…ora tocca a me essere di parola…” e così dicendo Nagaia, facendo forza sulle sue braccia si alza in piedi…traballa e sembra cadere…

Akito immediatamente si alza ma Nagaia lo ferma subito dicendo di stare lì…che doveva farcela da sola…così in maniera molto tremante, con fare molto insicuro, Nagaia comincia a muovere i primi passi…prima la gamba destra poi la sinistra…ma con lo sguardo dritto al suo obbiettivo, ad arrivare fino ad Akito, di fronte a lei, a dimostrare che avrebbe mantenuto la promessa!

Passo dopo passo arriva fino ad Akito e gli si butta tra le braccia…non può fare a meno di piangere, Nagaia…

“E’ tutto merito tuo Akito, tutto questo è solo merito tuo…Grazie a te che mi hai salvato da morte certa, che mi hai tolto dalla nenia in cui mi ero gettata, che mi hai dato un motivo per andare avanti, insomma se oggi sono ancora qui’ lo devo solo a te, se oggi addirittura sono riuscita a fare dei passi è solo merito tuo…insomma Akito, tu sei tutta la mia vita, ed io…io…sono innamorata di te, sono convinta che io sono qui’ solo per  vivere la mia vita con te, per passare le mie giornate insieme a te…Facciamo insieme questa strada Akito, percorriamo questo percorso ad ostacoli uno vicino all’altra,  Anche se starmi vicino sarà difficile, anche se sono un po’ lagnosa e chiacchierona, anche se  forse non sono bellissima sappi che ti amo con tutto il cuore, sei la cosa più importante per me…vuoi aiutarmi Akito? Vuoi aiutarmi a guarire completamente e per sempre le mie gambe ed il mio cuore?”

Akito con questa ragazza abbracciata a lui non sapeva cosa rispondere…e disse la prima cosa che gli venne in mente, il primo pensiero che pensò dettato dal suo cuore: “Sì” disse, non Uhm, o un cenno della testa, ma Sì!

Immediatamente a questa parole Nagaia baciò Akito…se non l’avesse fatto, in quel momento sarebbe morta dalla felicità…felicità che però in quel momento Akito, non condivideva nella stessa misura… Felicità che neanche Sana in quel momento condivideva, essendo lei fuori dalla porta dello spogliatoio, essendo arrivata appena dopo Nagaia ed avendo ascoltato tutto quello che la ragazza gli aveva detto…Sì di Akito compreso…con la schiena contro il muro Sana non riuscì in nessuna maniera a trattenere le lacrime che copiose rigavano il suo bel viso…lacrime dal gusto molto molto amaro, lacrime del definitivo perduto amore…Sana si staccò dal muro…fece un grosso sospiro, si asciugò le lacrime e si incamminò verso l’uscita del palazzetto dove l’aspettava Rei Maeda e Naozumi pronti per tornare a casa…da lontano i suoi amici…gli fece un cenno e si infilò nel Taxi, per andare a prendere il primo treno che l’avrebbe portata via, lontano da là.

 

***

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Capitolo 10
*** ... ***


Nagaia era uscita dallo spogliatoio e Akito era sotto la doccia…l’acqua scivolava sulla sua testa, e contribuiva ad alimentare il suo stato di confusione…Nagaia, ormai era evidente, era innamorata di lui, glielo aveva dimostrato facendo qualcosa di molto grande…già ma lui lo era di lei? Non lo sapeva Akito, e le parole di Sana di poco prima avevano contribuito all’aumentare della sua confusione, cosa doveva dirle Sana? Perché sentiva dentro di se un rimescolamento delle proprie interiora al pensiero di quello che Sana poteva dirgli? Perché dopo tutto quel tempo in cui era riuscito a chiudere quel capitolo della sua vita ora tornava a bussare prepotentemente alla porta di casa sua?

Certo pero’ che qualunque cosa Sana avesse da dirgli, beh, Nagaia aveva sicuramente molto più bisogno di lui di quanto ne avesse la Kurata…certo, stava muovendo i primi passi verso la completa guarigione, e lui, proprio ora non poteva abbandonarla, con che coraggio l’avrebbe fatto? Ma Akito sentiva anche che dentro di lui non ardeva quel fuoco che invece lo aveva arso fino a bruciarlo quando pensava a Sana…e proprio quel fuoco che brucia lo aveva spaventato, lo aveva fatto scappare…no, non era questo, non è così…non era il suo amore per Sana ad averlo fatto scappare era al contrario il fatto che lei gli aveva dimostrato di non amarlo, era stato il fatto che lei, evidentemente, amava Naozumi…già e ne aveva anche le prove Akito.

Ma allora se è così perché mi deve parlare, cosa mi deve dire? Vuole forse liberarsi la coscienza con me? Vuole solo dirmi che non mi vuole più così che possa mettersi con Kamura in tutta tranquillità?? Uhm…non è così, e allora cosa COSA?!?!?

Akito era veramente in uno stato disperato…aveva bisogno di fare ordine nella sua vita, vita che in tutto quell’anno aveva vissuto di un ordine quasi magico…già un ordine che forse DOVEVA durare per sempre ma che ancora una volta era stato sconvolto proprio dall’unica persona che nella sua vita rappresenta il caos, quell’evolversi di situazioni e sentimenti che Akito non ha mai saputo ne controllare ne seguire…no non ci sapeva proprio fare con l’amore ed aveva deciso di non averci più nulla a che fare, ma chissà perché questo buffo ed assurdo sentimento, ad un anno di distanza era tornato prepotentemente nella sua vita ed in una forma che di certo lui non si aspettava…

Akito continuò a pensare e ripensare su queste cose finchè ormai finita la doccia e pronto per uscire affrontò quello che doveva essere con una certa paura ed una certa dose di coraggio…

Usci’ dall’ingresso principale e dopo essere stato fermato da alcuni giornalisti ed aver firmato un mucchio di autografi riuscì a vedere i suoi amici che lo aspettavano…già erano tutti lì con le lacrime agli occhi…

“Ciao” fece Akito guardandoli uno ad uno

Tsuyoshi si mise a piangere e praticamente lo abbraccio’…

“Ehm…Tsu…per favore….”

“Complimenti Akito” gli disse Aya avvicinandosi e baciandolo sulla guancia

“Grazie rispose lui”

“Io l’ho sempre detto che con la disciplina potevi andare avanti…e adesso vedi dove sei arrivato?? Hai visto che sei diventato il migliore del Giappone…ehhh…io ho sempre ragione” gongolò Fuka tra il serio e l’ironico.

“Veramente l’unico ordine che dicevi dovevo avere io era a scuola…comunque grazie”

“Complimenti” disse Takashi

“Io lo sempre detto che Hayama-kun è il più forte” si vanto’ immediatamente Gomi

“Ma se durante l’incontro hai continuato a dire, adesso perde adesso perde” risposero in coro Margareth  e Marine…

Tutti scoppiarono in una fragorosa risata…

“E tu? Non mi fai i complimenti Nakao?” chiese Akito stupito dal fatto che proprio chi più di tutti doveva capirlo per la sua passione nel Karate non gli aveva detto niente…

 

“Uhm…sì, certo hai vinto sei campione del Giappone di Karate, ma ho la sensazione che tu non sia soddisfatto…sbaglio?”

Akito guardò stupito Nakao…poi immediatamente si rese conto che in quel gruppetto di amici mancava Sana…già dov’era Sana??? Era convinto di trovarla proprio lì insieme agli altri Akito ed invece non c’era…

Nakao rendendosi conto che Akito con lo sguardo stava proprio cercando la ragazza disse:

“Akito…Sana è andata via…ha detto di salutarti ed è andata via..”

Akito rimase un attimo interdetto…ma non doveva parlargli? Non gli aveva detto che avevano cose da discutere? Come mai era andata via? Eppoi anche Akito aveva capito che aveva delle cose da dire a Sana., perché era fuggita?

“Uhm” disse rispondendo alle parole di Nakao…

“Mi pare che Sana aveva detto che partiva dalla stazione centrale con il treno delle 18.00 giusto? Tsuyoshi?”

“Si mi pare di sì..” rispose il ragazzo…

“Beh, allora noi” andiamo, disse Alyssa, “ci fermiamo qui in città stanotte se hai voglia di vederci noi alloggiamo all’albergo Bella dimora, è proprio qua dietro…”

“Ma perché volete già andare via perché non ci fermiamo ancora con Aki…AHI” a Tsuyoshi fu tirato un pizzicotto da Aya…

“Beh, Akito…a stasera allora…il mio numero ce l’hai…spero però che tu non mi chiami e fai quello che devi fare” disse Nakao e con questo tutto il gruppo si voltò e se ne andò (tirando Tsuyoshi che continuava a non capire).

I suoi amici gli avevano fatto capire chiaro e tondo quello che doveva fare, non c’erano possibilità di sbagliarsi…sotto un cielo plumbeo Akito cominciò a correre, sempre più veloce, con una chiara destinazione…

Correva a più non posso Akito, erano le 17.35…ci volevano almeno 10 minuti per arrivare…non aveva tempo da perdere…già…doveva muoversi.

Tutto questo ovviamente non lo poteva sapere Nagaia che passando in auto lo vide correre come un disperato, veloce come non mai nonostante la borsa che aveva sulle spalle, ma non poterono sfuggirle gli occhi di Akito…occhi accesi, fiammanti…mai prima d’ora aveva visto quello sguardo negli occhi di Akito, mai lo aveva visto così “acceso”…chissà dove doveva andare….

 

Akito corse a più non posso mentre qualche gocciolina cominciava a scendere dal cielo…entrò di corsa nella stazione, vide quale era il treno che Sana doveva prendere e appena capì da quale binario partiva si catapultò ad esso saltando a pie pari i tornelli usati per obliterare i biglietti (senza però farsi vedere dal controllore) e vide in lontananza Sana che stava per salire sul treno…

“SANAAAAA” urlò….da quanto tempo Akito non urlava…era una vita che non lo faceva, era riuscito in quegli anni a farne a meno…era una sciocchezza quella in quel momento ma non poté  non pensarci…

A Sana si gelò il sangue nelle vene…si bloccò con un piede sui gradini per salire sul treno.

Quella voce Sana non poteva non riconoscerla e proprio quando era sicura che non l’avrebbe mai più risentita eccola riecheggiare in tutta la stazione…

Sana girò lo sguardo a sinistra e vide venirle in contro da lontano un ragazzo, a passo lento…

Un ragazzo che nella sua vita aveva monopolizzato tutte le sue scelte, un ragazzo che sembrava non potesse non esistere nella sua vita….

Akito arrivò fino a lei…

Non disse nulla gli bastò guardarla…

Sana scese definitivamente dal treno…

Si affaccio’ dalla porta del treno Naozumi “Sana dove stai and…” si fermò il ragazzo, appena vide Akito…

Akito fisso’ negli occhi Naozumi

“Sana…”

“Va tutto bene Naozumi, sali sul treno per favore” gli disse la ragazza.

Naozumi ubbidì senza aggiungere un'altra parola…

“Stavi scappando???” esordì Akito….

 

SCIAFFFFFFFFFFFF

 

Un dolore allucinante fu quello che sentì in quel momento Akito…un dolore come mai aveva provato, che andava ben oltre le barriere fisiche che conosceva…un dolore che gli arrivò fino al cuore…come se quella mano avesse schiaffeggiato direttamente quella sua parte vitale.

Uno schiaffo che probabilmente era impregnato di tanti anni di sofferenze, di tante paure, da parte di entrambi…uno schiaffo che probabilmente Akito sapeva e sentiva di meritare ma che mai e poi mai avrebbe pensato di ricevere sul serio…traballò sulle sue gambe il biondino, proprio lui che di botte ne aveva prese per diventare il campione del Giappone di Karate…

Cinque dita che arrivarono però molto più in là di quanto Akito credesse perché colpirono, ed al cervello, anche Nagaia che aveva seguito Akito fino alla stazione ed aveva appena assistito a quella scena per lei inconcepibile.

Cinque dita che riecheggiarono potentemente nella testa di Sana…non aveva premeditato ne quella ne altra azione nei confronti di Akito…e di certo non aveva premeditato il temporale che si stava abbattendo fuori e dentro di lei…

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Capitolo 11
*** Cio' che non sono cio' che non sei ***


Il silenzio regnò sovrano e sembrò durare un’eternità…l’eco interiore di quello schiaffo riecheggiò decine e decine di volte all’interno di ognuno di loro; gli sguardi erano tutti puntati lontano da quelli altrui…Sana guardava un punto non ben identificato a terra, Akito guardava un punto sul treno dalla parte in cui la sua testa si era girata in seguito a quello schiaffo e Nagaia…aveva lo sguardo perso nel vuoto, lo sguardo di chi non capiva qualcosa che forse non voleva capire.

Fu Akito a rompere il pesantissimo silenzio:

“…penso  che me lo sono meritato questo schiaffo vero?”

Sana si riprese dal torpore che l’aveva colpita, alzò lo sguardo ed incontrò quello del biondino…gli occhi di Sana incrociarono e si persero immediatamente nei profondi occhi di Akito…quante volte quegli occhi le avevano fatto smarrire la ragione, la strada e tutti i pensieri nella sua mente…quegli occhi che avevano la capacità di ipnotizzarla e rimuovere ogni idea, ogni pensiero…Sana sapeva che l’unica cosa che non doveva fare era proprio incontrare quegli occhi, ma ora non poteva staccarsene, era più forte di lei…con uno sforzò sovrumano riuscì a proferire parola:

“…penso proprio che tu te lo sia meritato”

“E cosa avrei fatto per meritarmelo?” ribatté immediatamente Akito

Sana sentì salirle una rabbia incontrollata dentro di se…come poteva chiedergli una cosa del genere, come poteva non rendersi conto del male che le aveva fatto in tutto quel tempo.

“Come puoi chiedermi una cosa del genere? Davvero non lo sai?”

Sana si stava scaldando: “Davvero non ti rendi conto del male che hai fatto a tutte le persone che ti stavano vicino, non ti rendi conto del male che hai fatto a me?”

Il vaso di Pandora era stato scoperchiato.

Akito non poteva più  nascondersi dentro se stesso, era ormai impossibile per lui rimanere dietro quel muro che tanto abilmente aveva saputo costruire per potersi difendere dalle intemperie che il mondo era sempre stato pronto a presentargli.

La scatola in cui aveva buttato il suo cuore ora stava per cedere, ed il suo sanguinante cuore stava di nuovo per essere messo in discussione.

Era riuscito a convincersi di essere esclusivamente la vittima, Akito, era riuscito semplicemente ad essere un Akito che non dava spazio nella sua vita ad altra cosa diversa dal Karate.

Aveva riempito la sua vita…ma ora il vuoto che c’era alle spalle di se, tornava a volerlo risucchiare…Sana lo aveva posto dinnanzi alla realtà dei fatti in una maniera tanto banale che lui stesso era scioccato.

Era come se il suo castello che credeva fosse fatto di solida pietra si fosse distrutto come un castello di sabbia alla prima ondata sulla spiaggia.

Il solo essere messo di fronte al fatto compiuto lo aveva reso alla mercé di se stesso.

Sana intravide la titubanza di Akito, si rese conto che stava barcollando su se stesso, capì chiaramente che non poteva infierire su di lui in quel momento.

“Beh, comunque sia quello che è stato è stato…sai, tutti siamo stati male senza di te, abbiamo sentito la tua mancanza, ma ora sappiamo che stai bene, sappiamo che hai realizzato il tuo sogno…siamo contentissimi per te Akito! Pensavamo che tu soffrissi pensavamo che ti potesse succedere qualunque cosa ma a quanto pare ci sbagliavamo…meglio così”

“TRENO IN PARTENZAAAA….TRENO IN PARTENZAAAA” si sentì dal capostazione

“Sana” disse Akito

“Beh, io vado Akito…sono contenta di vedere che stai bene, e sono davvero contenta che tu abbia realizzato il tuo grande sogno…ho sempre creduto che tu un giorno saresti diventato quello che volevi…eppoi sono anche contenta di vedere che non sei solo” continuò Sana guardando alle spalle di Akito.

Akito si girò e vide Nagaia alle sua spalle…fino a quel momento non si era proprio reso conto della presenza della biondina alle sue spalle, cio’ contribuì ad aumentare la confusione nella sua testa….La ragazzina di suo era chiaramente confusa e sbalordita, anche da lontano Akito aveva potuto vedere le lacrime agli occhi.

“Ti sbagli, lei non è…”

Sana mise un dito davanti alla bocca di Akito:

“Non c’è bisogno che tu dica niente Akito; non devo giustificarmi per cio’ che non sono come tu non devi giustificarti per cio’ che non sei…siamo due persone che hanno preso la loro strada, ognuno ha scelto la propria, e credo che entrambi siamo su quella giusta…io forse posso considerarmi una brava attrice e tu sei uno sportivo di prim’ordine…non c’è niente di male in questo, non c’è niente di male se le nostre due strade sono lontane l’una dall’altra, se sono due rotte che non si incontrano (due rette nds).

Qualche anno fa forse abbiamo pensato che la nostra vita avrebbe avuto obbiettivi comuni, ma evidentemente sbagliavamo perché oggi abbiamo due vite diverse in cui entrambi siamo protagonisti, in cui entrambi siamo ottimi interpreti. Non credo ci sia nulla di male in questo, sono però convinta che tutti e due continueremo a riuscire in quello per cui ci siamo impegnati.”

Akito non riusciva a proferire parola…poteva solo ascoltare le parole che dalla bocca di Sana suonavano decisamente come un addio, un addio che Akito forse non aveva mai veramente dato a Sana preferendo non pronunciare quella parola che sa di definitivo e che sembra chiudere le porte a tutti i futuri possibili.

“Beh…ora io vado, ti saluto Akito”…fece i due gradini che la portavano sul treno e si girò tendendo la mano ad Akito in segno di saluto.

Akito non tese la mano verso Sana.

“…uhm…fa niente…credo che io e te nei saluti non saremo mai molto bravi…comunque ti auguro di essere felice nel tuo futuro, spero tanto che le nostre strade un giorno possano rincontrarsi, sai io sto per partire per l’America dove devo girare un film…credo però che poi mi fermerò lì…sai le star del cinema vanno tutte a Holliwood così anche io mi sa dovrò andarci…”

‘In America’ pensò Akito…in quel momento l’America, Marte o Giove per il ragazzo erano assolutamente uguali…una distanza siderale, una distanza del cuore immensa…

“Voglio davvero farti i complimenti Akito…voglio davvero farti i complimenti per essere diventato il campione che sei…ed anche se perderai, in futuro, ricordati che tu per me…e per le persone che ti stanno vicino sarai sempre IL RE DEL KARATE”

“Allora è un addio definitivo” riuscì a dire Akito.

“Già” rispose lei

Il treno suonò il proprio fischio…le porte stavano per chiudersi…

“ADDIO” disse Sana ad Akito

“Addio” rispose Akito a Sana

 

Le porte del treno si chiusero, il treno partì…Akito non ebbe nemmeno la forza di alzare un braccio per salutare la ragazza che forse più di ogni altra lo aveva fatto risorgere dalla sua infame vita…lasciava la banchina della stazione il treno che si portava via la donna più importante della sua vita, e lui non aveva fatto niente per fermarla per impedirle di dirgli quell’addio. Dentro di se non aveva trovato le forze per dirle semplicemente ciao, per salutarla e per dirle alla prossima volta…

‘ma in fondo era Sana che aveva deciso che tra loro due ci fosse un taglio così netto, lo aveva deciso 4 anni prima, lo aveva deciso l’anno scorso e lo ha deciso ancora una volta quest’anno…ma allora perché fa così male…perché non riesco a trattenere le lacrime dai miei occhi? MALEDIZIONE…’

Akito però si ricordò che alle sue spalle c’era Nagaia, non poteva farsi vedere così disperato da lei, così si passo un braccio sugli occhi, togliendo quelle prime lacrime che sembravano voler cominciare a scendere senza più fermarsi e buttò giù l’amaro boccone…così si girò verso Nagaia e fece i passi che lo separavano da lei con molta calma…quasi come se ogni passo avesse il peso di cento montagne…Akito sentiva dietro di se il treno farsi sempre più lontano…sempre più lontano, finché non smise di udire il rumore delle ruote ferrate sulle rotaie…Sana era andata, il passato aveva lasciato la banchina di quella stazione, il suo futuro ora era davanti a lui questo gli era chiaro, ma il vero problema era quello che da sempre assillava Akito… ovvero… dov’è il suo presente?

 

Sana continuò per qualche istante a guardare fuori dalla porta che si era chiusa davanti a lei, finché lasciata la stazione Sana sentì cederle le gambe e si accovacciò in ginocchio con la testa contro la porta…Sana tirò un pugno contro la porta…e non poté evitare di odiarsi per l’ottima interpretazione della sua parte che aveva appena dato…già era proprio una brava attrice, era riuscita addirittura ad ingannare se stessa, come se tutte quelle parole fossero davvero piene di significato per lei.

Avrebbe voluto dirle un milione di altre cose, che aveva capito male, che in tutto questo tempo lei non lo aveva dimenticato, che Naozumi era stato solo un ripiego nel momento di maggior sconforto, che la sua vita era sempre e comunque continuata in funzione di quel breve momento in cui avrebbe potuto incontrarlo…ma nessuno di questi pensieri si era tramutato in parola quel pomeriggio.

Sana sapeva di aver appena buttato via l’unica occasione di felicità che gli si prospettava dinanzi…l’unica possibilità di riprendersi Akito…se l’era giocata in nome di una correttezza in cui nemmeno lei credeva, aveva deciso di rinunciare alla propria felicità per evitare ad Akito future sofferenze, e forse, doveva ammetterlo, perché aveva visto Nagaia, una ragazza che sicuramente aveva più bisogno di Akito di lei. E forse anche Nagaia poteva dare ad Akito molto più di quanto lei gli avrebbe potuto dare…sicuramente gli avrebbe dato più tempo, più semplicità di vita, insomma sarebbe stato meglio per Akito stare con la biondina piuttosto che con lei.

‘Ma allora, se tutto questo era vero…cos’è questa sofferenza che adesso provo…cos’è questo dolore qui in mezzo al petto…perché non posso essere almeno sincera con me stessa?

…no, basta, non posso continuare a soffrire così…davanti a me ho l’intera vita…ho un futuro di attrice che mi attende e devo realizzare quello che mi sono prefissata…Akito…sarà il passato…’

Sana si alzò in piedi ed asciugandosi gli occhi si rimise a testa alta, pronta per affrontare i suoi compagni di viaggio…un ultimo pensiero le balenò in testa…

‘Akito non sarà mai il mio ragazzo, non potremo mai stare insieme, ma l’aver realizzato il suo sogno è per me una grande soddisfazione…sì…Akito, per me rimarrà sempre IL RE DEL KARATE!’

 

 

 

---FINE DELLA FF IL RE DEL KARATE---

                                                                                                           

Beh...la FF è terminata...c'è stato il tanto agognato faccia a faccia...ma non ha portato alla risoluzione dei problemi, anche se ha dato una strada ben precisa alle strede dei ragazzi...

Questa la storia della FF del Re del Karate, ma c'è un altra storia che voglio raccontarvi...la storia di "UN GIORNO, UNO ORA FORSE MAI..." restate connessi su questo sito....è chissà che non potrete vedere come finiscono le vicende di Sana & Co.... Saranno felici finalmente? Sana riuscirà a diventare la grande attrice che dice? E Akito? Gli basterà la fama e la grandezza raggiunta? Lo scoprirete solo se leggerete la prossima FF..."UN GIORNO, UN ORA, FORSE MAI..."!!! ^^ Gio'

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