Verità non
rivelate.
Sanzo spinse più
forte, affondando ancor di più nel corpo teso e gemente dell’amante.
La stanza risuonava
di sospiri, gemiti incontrollati, respiri affannosi.
Goku strinse con
forza le lenzuola sotto di sé, rapito dalle sensazioni incredibili che il
compagno gli stava dando.
Sarebbe stato
tutto perfetto.
E in un certo senso
lo era, per due anime legate come le loro.
Eppure, era stato
proprio in uno di quei momenti di maggiore vulnerabilità, dove Sanzo lasciava
cadere tutte le sue maschere, che il biondo aveva avuto quel ricordo. Un lui
decisamente meno terreno, accanto a un Goku quasi irriconoscibile ancora
bambino, proprio come lo aveva trovato quel giorno in cui lo aveva liberato.
Disperato,
indifeso, innocente… troppo per essere amato a quel modo.
E la volta
successiva, mentre ancora Sanzo univa il proprio corpo e la propria essenza a
quelli dell’altro, aveva avuto il secondo flash. Fogli da disegno colorati
gettati per tutta la stanza, disegni infantili di una famiglia, volti familiari
ma allo stesso tempo irriconoscibili.
Il suo
volto, con vestiti diversi e capelli più lunghi.
Aveva visto come
vede uno spettatore, il se stesso celeste che portava Goku a letto,
sollevandolo con delicatezza.
Piano piano, Sanzo
aveva compreso che non era solo il sesso a fargli quell’effetto. Anche quando
sfiorava Goku volontariamente, per comunicare a gesti quello che il corpo e le
parole non esprimevano, aveva dei ricordi improvvisi. Non succedeva sempre… ma
quando accadeva era devastante.
Alla fine,
frammento dopo frammento, Sanzo aveva ricostruito la precedente reincarnazione.
La chiave di quel
recupero era Goku, ne era consapevole. Come ora capiva che quel giorno, quando
aveva sentito la sua voce, non era stato per caso. Lui conosceva già
Goku… e già lo amava.
Per questo hai
sentito così forte la sua voce.
Konzen era il suo
nome una volta… ed era stato pronunciato con la stessa inflessione con cui Goku
ora lo chiamava Sanzo. Identico tono, identiche sensazioni. Goku era rimasto lo
stesso… ma lo aveva amato in due delle sue reincarnazioni, senza nemmeno
saperlo. E Sanzo aveva amato e amava lo stesso Goku, per tutte e due le
sue reincarnazioni.
Aveva ricordato,
per ultimo, il motivo della loro caduta dal cielo. La sua, quella di Gojyo e di
Hakkai… la prigionia di Goku.
Quando aveva
compreso questo, solo allora, aveva preso la sua decisione.
Goku era un uomo,
finalmente. Sanzo si era permesso di amarlo ben prima di conoscere quei fatti,
nel modo che aveva voluto fare anche allora, ma che non aveva potuto esprimere.
Goku era solo un
bambino… e lo vedeva come un padre.
Mentre lui, già lo
amava.
Tuttavia, aveva
tenuto per sé i propri segreti. Se Goku avesse ricordato, un domani, sarebbe
stato imprevedibile per Sanzo capire come avrebbe reagito. Avrebbe accettato
quello che erano diventati, come faceva ora, o sarebbe fuggito? Il passato
può modificare il presente?
Sanzo non aveva
voluto conoscere la risposta.
Finchè lui non
ricorderà la domanda, non sarai tu a porgliela.
Finchè non saprà,
non glielo dirai.
Sanzo era
egoista e non avrebbe parlato.
Non voleva
conoscere una risposta a una domanda che forse, avrebbe potuto causare la
perdita della persona che amava.
Angolo autrice. Ed ecco la seconda flashfic di questa
raccolta. Ho immaginato come potesse essere per Sanzo, essere l’unico a
ricordare quel passato raccontato nel Gaiden. Trovo sia verosimile che sia
proprio lui il primo a ricordare, come trovo verosimile il suo voler tenere
tutto nascosto per paura del contrasto che provocherebbe in Goku, il confronto
fra i rapporti differenti con la stessa persona. Quello paterno rappresentato
da Konzen, quello di amante rappresentato da Sanzo.
Il tutto è stato
condito con una difficile introspezione nell’animo del biondo… che è sempre
contorto, quindi la storia non è il massimo della comprensibilità xD.
Aphrodite: spero di non deludere le tue aspettative
con questa secondo storia… e di mantenere l’originalità che vorrei portare
avanti, perché spesso si tende a cadere nel banale scegliendo la strada del
passato dei protagonisti. Ti ringrazio molto del commento, mi ha fatto piacere
che tu abbia colto appieno la metafora che volevo far trasparire con la parola “scrigno”.
Alla prossima J