Late night conversation di alex di gemini (/viewuser.php?uid=47338)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte fonda alla Nerv: Ritsuko dorme ***
Capitolo 2: *** Notte fonda alla Nerv: Ritsuko si sveglia e Maya si infarta ***
Capitolo 3: *** la casa di Barbie ehm di Maya e la gelosia felina ***
Capitolo 4: *** Maya scapperà o si dichiarerà? ***
Capitolo 5: *** finalmente la verità ***
Capitolo 1 *** Notte fonda alla Nerv: Ritsuko dorme ***
Era tardi al
quartier generale della Nerv, da due ore non c’era anima
viva, o meglio, ce ne
erano due
La
dottoressa Akagi aveva deciso un’altra volta di stare nel suo
ufficio per tutta
la notte. Aveva detto a tutti di avere molto lavoro da fare Non che
avesse
molta voglia di tornare a casa e, in un certo senso, in ufficio era
davvero a
casa Passava più tempo li che nel suo appartamento e, a
parte i gatti, nessuno
aspettava il suo ritorno
Aveva
promesso al comandante che avrebbe finito l’update dei magi
entro la fine della
settimana e ora era innanzi la computer, ma più che leggerlo
semplicemente lo
fissava… per quanto lo volesse non riusciva a tenere gli
occhi aperti Finì col
cadere in una sorta di deliquio, con la testa che riposava sulla
tastiera
L’altra
persona nell’edificio era alla porta del di lei ufficio: il
tenente Ibuki, per
altre ragioni, non voleva tornare a casa nemmeno lei Era preoccupata
per la
senpai che non lasciava la Nerv da ormai ben tre giorni
Maya si
guardò intorno: tutto era deserto, le uniche luci erano
quelle delle uscite
d’emergenza
Dato che era
da molto che non si vedeva un angelo, il comandante aveva annullato i
turni di
notte per tutti
Il
tenente aveva dei
sospetti sulla di lui
onestà, ma non si sarebbe certo lamentata di questa decisione
Teneva in
mano una tazza di caffè caldo: sapeva bene che la dottoressa
era fissata su
questa bevanda non meno di quanto non lo fosse il maggiore con la
Yebisu, e
intanto fissava la porta piena di incertezze su come la senpai avrebbe
preso il suo gesto
Nelle ultime
settimane il loro rapporto era diventato più stretto, non vi
era dubbio, ma non
era comunque stretto quanto Maya avrebbe voluto e, probabilmente, non
le era
nemmeno da permetterle di violare il santuario della dottoressa durante
la
notte: la AKagi le aveva instillato paura e rispetto e Maya,
probabilmente
perché era la persona più timida del mondo,
temeva davvero la sua senpai,
eppure, allo stesso tempo, teneva davvero molto al suo rapporto con lei Come se ancora no
bastasse, una vocina le
diceva di bussare subito a quella porta
Bussò
Aspettò
Non ci fu
risposta.. la dottoressa era probabilmente troppo oberata di lavoro
anche solo
per aver sentito
Maya stava
per andarsene quando notò una cosa strana: nel profondo
silenzio della Nerv non
udiva nulla, proprio nulla, nemmeno il rumore delle dita della
dottoressa che
battevano sulla tastiera.
Che le fosse
successo qualcosa di brutto? La
brunetta
andò in panico, aprì la porta e si
fiondò dentro
Rimase di
sasso quando vide ciò che vide
LA
dottoressa era sdraiata sulla scrivania, piacevolmente addormentata,
una
sottile bava le scendeva dalla bocca e i capelli arruffati le cadevano
sugli
occhi nelle zone in cui non erano trattenuti dagli occhiali, il suo
russare era
sonoro
LA vista era
insolita e, Maya non potè impedirsi di pensare, graziosa Poggiò la tazza
sulla scrivania e chiamò la
dottoressa a bassa voce.
Lei
cambiò
leggermente posizione, ma non si svegliò; una ciocca di
capelli le cadde sul
naso, facendoglielo prudere Maya sorrise
e le rimise i capelli dietro l’orecchio Anche
addormentata Ritsuko Akagi
aveva influenza sulla sua subordinata: la pietrificava con la sua sola
presenza, le faceva venire i brividi senza motivo e l’avrebbe
fatta stare in
adorazione compiendo un gesto semplice come bere caffè o
dormire MA stasera
la piega della sua bocca era
davvero troppo per Maya, vedeva la sua senpai estremamente bella e
sexy. Voleva
esplodere e approfittare di lei nel sonno o raccogliere la sua saliva
con il
pollice; così fece e la dottoressa si svegliò
Aprì a fatica un occhio e, tra le nebbie del
suo cervello, vide la
sagoma di un angelo piegato sopra di lei Sorrise
IN effetti era la sua assistente che
ricambiava il sorriso LA sua sorpresa aumentò ma, non appena
capì tutto, la
suddetta assistente aveva ritirato la mano come se fosse stata sul
fuoco e
arrossì vistosamente
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Capitolo 2 *** Notte fonda alla Nerv: Ritsuko si sveglia e Maya si infarta ***
Lo sguardo
di Ritsuko cadde sulla tazza di caffè li vicino:
“Maya, hai fatto il caffè! Che
cuore gentile che hai”
Non che Maya
non fosse già arrossita, ma le ultime parole la fecero
arrossire fino al
magenta, alla dottoressa, però, la cosa non poteva
interessare di meno, si
portò la tazza alle labbra e bevve una sorsata, il
caffè, ormai, era freddo
Ritsuko:
“DA
quanto sei qua?”
Maya:
“Come
le ho detto non volevo svegliarla, lei aveva un aspetto così
tranquillo e
pacifico, così ho aspettato”
Ritsuko:
“Ad
ogni mood, perché sei qua?”
Maya:
“Le ho
portato il caffè”
Ritsuko:
“LO
vedo, ma perché sei al quartier generale mentre tutti sono a
casa?”
Maya:
“Perché lei è qui”
Ritsuko
“..”
Maya:
“Vede
Senpai, sono circa le tre del mattino, lei non mangia
dall’ora di pranzo e
lavora dalle 7 di ieri mattina… io sono preoccupata per lei.
Da quanto non
dorme? Penso proprio che sia lei a dover andare a casa”
Wow, Maya
era davvero impressionata di sé stessa, mai avrebbe pensato
che avrebbe potuto
parlare così facilmente con la senpai
Tornando a
guardare
lo schermo, Ritsuko disse, calma, “Semplicemente no ho voglia
di tornare a casa
e poi c’è molto lavoro da fare”
Maya:
“Sempre la stessa scusa, e poi non sarà fatto
più lavoro se lei si addormenta
sulla consolle ancora Almeno vada a dormire in un vero letto”
Ritsuko
sospirò: “Nessuno mi aspetta, non ha senso che
torni”
“Allora
venga a casa mia” rispose Maya di scatto
La
dottoressa la guardò piena di dubbi, maya, realizzando
ciò che aveva fatto, si
mise le mani sulla bocca e i suoi occhi erano pieni di terrore
D’accordo che
aveva parlato facilmente dei suoi con la senpai, ma non si sarebbe mai
aspettata di giungere ad una simile coraggiosa proposta Non notando le
parole
di Ritsu, si sentì obbligata a cercare di scusarsi e di
spiegare ciò che aveva
detto
Maya:
“Vede
io sono davvero preoccupata, lei ha davvero bisogno di dormire,
così, se non se
la sente di tornare a casa può stare da me, inoltre non mi
fido a lasciarla
tornare da sola in queste condizioni, non mi faccia preoccupare, per
favore
senpai, per favore”
Cominciò
a
tremare vistosamente Ritsuko le mise le mani sulle spalle e la
costrinse a
guardarla negli occhi e, calmatala, le disse, scandendo bene ogni
parola: “Ti
dico: io vengo”
Ci fu un
lungo silenzio Ci vollero diversi minuti perché le parole di
Ritsuko le
entrassero nella mente Poi un largo sorriso si espanse sul suo volto e
prese
con gioia la mano di Ritsuko
Nel tragitto
in macchina ci fu solo silenzio, un impacciato silenzio, nessuna delle
due
osava iniziare una conversazione, così si scambiarono solo
occhiate furtive
quando pensavano che l’altra non stesse guardando Alla fine
giungessero ad una
graziosa casa in periferia di neo Tokyo 3
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Capitolo 3 *** la casa di Barbie ehm di Maya e la gelosia felina ***
L’arrivo
fu
impressionante per Ritsuko: non si era mai chiesta dove Maya vivesse,
né che
vita conducesse fuori dalla Nerv Forse
aveva molti amici con cui si vedeva il sabato sera per parlare del
più e del
meno e poi andare a far baldoria tutta la notte in un bar, trovare
nuovi amici
e ubriacarsi, Maya sarebbe stata così circondata da molte
ragazze con cui
avrebbe potuto lamentarsi di quanto i ragazzi fossero senza speranza e
di
ragazzi che avrebbero cercato di sedurla con acute battute prese dai
film,
tutte cose che ogni ragazza della sua età sognava e che
Ritsuko aveva avuto un
tempo
Tuttavia in
un qualche modo, quel pensiero la infastidiva.
Non capiva
se fosse perché fosse un po’ invidiosa di Maya e
della sua vita più interessante
della sua o dei suoi amici che vedevano una ragazza diversa Ma
perché era così
irritata dal dover dividere la sua assistente con qualcun altro?
Ritsuko uscì
dal trance in cui era caduta quando sentì un tocco leggero
sulla spalla: era
Maya che le disse: “Senpai, ha davvero bisogno di una o due
notti di completo
riposo”
Poi la fece
entrare in casa
La dottoressa
si guardò intorno e vide che l’appartamento fosse
piuttosto simile al suo e si
sentì ancora meglio quando ricordò che i sabati
sera li passava alla Nerv con
lei
“Rits
–Maya
urlò attraverso la casa – sono tornata”
Ritsuko ebbe
un colpo: non l’aveva mai sentita chiamarla con un nome
diverso da Senpai e ora
stava addirittura usando il suo vecchio nomignolo, anzi lo stava
urlando Cercò
l’assistente con lo sguardo, ma la brunetta era
già sparita, lasciandola
confusa all’entrata della casa Poi ottenne la sua risposta
quando Maya tornò,
tenendo in mano una palla di pelo bianco e marrone
Maya:
“Ritsuko, ti presento la dottoressa Akagi” La gatta
sbadigliò e si stiracchiò
“Potresti almeno esere cortese, sai che hai preso il nome da
lei”
La
dottoressa sorrise e accarezzò la testa della gatta:
“Bene piccola Ritsuko,
sono felice di conoscerti”
Ma la gatta
non mostrò grande interesse per l’intrusa,
soffiò e riprese la sua attività
preferita, dormire tra le braccia di Maya
Ritsuko:
“Non sapevo che ti piacessero i gatti”
Maya:
“Infatti non mi piacevano, ma una volta
le ho dato da mangiare e lei mi ha seguita qui, non potevo abbandonarla
(arrossisce) e poi avevo bisogno di qualcuno che mi tenesse
compagnia”
Ritsuko:
“Capisco, ma perché darle il mio
nome?”
A
quelle parole Maya arrossì terribilmente e
si allontanò
Ritsuko
(scuotendo la testa): “Non importa, è
così carina, proprio come te..” Detto questo la
dottoressa sorrise
La
senpai le aveva detto che era carina… Maya
voleva scomparire sotto terra; Ritsuko invece si stava divertendo un
mondo:
amava prendere un po’ ingiro la giovane tecnica ed era fin
troppo facile farla
arrossire ed era così carina quando arrossiva
Ora la vedeva cercare di nascondere l’imbarazzo
dedicandosi al gatto:
con le mani grattava la testa della piccola Ritsie proprio sotto le
orecchie
mentre se la teneva sul petto, proprio sotto il cuore e, più
la guardava, più
si sentiva gelosa della sua omonima felina
“Ma
come posso essere gelosa di un gatto”
pensava
Dopo
alcuni minuti di silenzio, Maya si accose
finalmente che erano ancora sulla porta di casa e, battuta la mano
sulla
fronte, invitò la dottoressa ad entrare in salotto
Maya:
“Faccia come se fosse a casa sua,
Senpai, io vado a mettermi qualcosa di più comodo Vuole
qualcosa dalla cucina?
Del te?”
Ritsuko:
“Del te sarebbe perfetto, grazie Maya”
La
ragazza arrossì, come faceva ogni volta in
cui il suo boss aveva una parola gentile per lei e corse in camera da
letto
Quando
tornò, trovò la dottoressa sdraiata sul
divano L’aspetto della stanza era proprio ciò che
ci si sarebbe aspettati da
Maya Le pareti erano color crema con qualche poster e tanti animali di
peluche,
probabilmente dono dei suoi amici, erano sparsi qua e la; un grazioso
Chuchu la
guardava da sopra la tv Un
grande
orsacchiotto con una maglietta con su scritto:
“abbracciami” sedeva sul divano
e quasi scompariva, sommerso da un esercito di cuscini rosa Ritsuko
sorrise di
nuovo: non le era mai piaciuto il rosa, ma si sentiva sorprendentemente
a suo
agio
La
piccola Ritsuko, invece, si era ripresa il
suo posto sulla sedia innanzi al divano e dormiva tranquilla e, dato
che Maya
sembrava non voler tornare, la sua ospite ne approfittò per
lasciar vagare lo
sguardo sugli scaffali che coprivano due pareti
Naturalmente
contenevamo molti libri, ma anche
altri animali di peluche e, soprattutto, un numero enorme di gadget e
immagini
di Hello Kitty, oltre a foto di Maya e della famiglia, anche se, strano
a
dirsi, la
Maya
in esse raffigurata aveva un’età massima di
dodici, tredici anni; iniziava poi
la serie di lei con gli amici in varie situazioni, la più
recente delle quali
era lei al momento della laurea
Ritsuko
rimase però perplessa nel notare che
tutte erano impolverate, scosse la testa, ma non pensò nulla
Dopo tutto chi era
lei per ficcare il naso nella privacy della sua subordinata?
Proseguendo
vide alcune riviste su un tavolo
da caffè, insieme ad alcuni appunti da Maya scritti; fu
tentata di leggerli, ma
poi lasciò perdere Ad ogni mood una cosa attirò
la sua attenzione: una foto in
una cornice, nascosta sotto il mucchio di carta
Non
vi era polvere su di essa, eppure in vari punti la vernice era
consumata, come se fosse stata tenuta in mano a lungo e anche la foto
era
recente, realizzata ad una delle ultime feste di Misato e raffigurava
lei,
Ritsuko Akagi, ubriaca e ignara di venire fotografata
Naturalmente si chiese come
e perchè quella foto fosse stata scattata, ma
poi decise di non torturare le poche cellule cerebrali che ancora le
funzionavano e si sdraiò sull’orsacchiotto, nel
tentativo di rilassarsi Affondò
il volto nel pelo dell’orso e sentì intenso il
profumo di Maya – chan: chiuse
gli occhi e immaginò che la ragazza stessa la stesse
stringendo Per la prima
volta da molto tempo si sentì in pace, al sicuro e rilassata
qui, in questa
piccola casa, in presenza della sua subordinata
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Capitolo 4 *** Maya scapperà o si dichiarerà? ***
Nel
frattempo, nella sua
stanza, la padrona di casa si stava chiedendo se non fosse meglio
scappare
dalla finestra: era stato folle invitare li la sua senpai: mai si
sarebbe
sognata di avere la dottoressa seduta nel suo salotto nel mezzo della
notte e
ormai non sapeva più che pensare era felice
perché lei aveva accettato di sua
spontanea volontà, e pensava che ciò fosse una
buona cosa, ma aveva anche
paura, paura di sé stessa Era da molto che aveva accettato i
suoi sentimenti
per la bionda scienziata, quel genere si sentimenti che non
è sempre facile
rivelare alla persona amata, specialmente se appartiene al tuo stesso
sesso
Così quella notte non avrebbe potuto
permettersi di compiere nemmeno il più piccolo
errore aveva fatto tanto
per creare un legame con la senpai e non voleva perderlo in un sol
colpo Per
lei l’approvazione di Ritsuko era la cosa più
preziosa che ci fosse al mondo e
non se la sentiva di continuare a lavorarle accanto se fosse stata
turbata o
peggio ancora arrabbiata con lei
Parlarle direttamente dei suoi sentimenti,
però, sarebbe stato un puro
suicidio, concluse con un sospiro
Si
mise perciò un top e dei
pantaloni sportivi e, prese altre due cose, lasciò la
stanza, ma quando vide la
sua ospite si fermò sulla porta, i dubbi le erano tornati
Vide infatti la seria
e rispettabile scienziata abbracciata all’orsetto
“Mr Hug – me” sul suo divano
rosa Il che la fece ridacchiare un po’ troppo forte, tanto
che la scienziata
alzò la testa e, dopo essersi abituata alla luce,
indicò l’orso col dito: “E’
stato lui a chiedermelo” disse in tono accusatorio al che la
ragazza ridacchiò
ancor di più e le porse una grossa t- shirt e un corto
pantalone di un pigiama
Maya:
“Con questi sarà più a
suo agio che con il camice, può usare il bagno per
cambiarsi, mentre io preparo
il tè”
Ritsuko
si alzò lentamente, si
alzò e andò in bagno, mentre Maya la guardava di
sottecchi: anche se aveva i
capelli arruffati, le borse sugli occhi e, soprattutto, erano le
quattro di
mattina, quella donna le sembrava sempre una dea, almeno ai suoi occhi
Dopo
alcuni minuti la “dea”
tornò in stanza e subito dopo arrivò Maya, con
due calde tazza di tè e, con suo
totale sconforto, vide che la gatta non aveva la minima intenzione di
lasciare
presto la sua sedia, costringendo così la padrona a sedersi
sul divano proprio
accanto a Ritsuko, rischiando pure di toccarla!!
La
ragazza rimase così in mezzo
alla stanza, ancora insicura sul da farsi
Ritsuko
battè un cuscino e
disse: “Maya, cosa fai? Dai siediti, in fondo è il
tuo divano”
La ragazza
poggiò le tazza sul tavolino e obbedì con
riluttanza, tenendosi più lontana che
poteva dalla dottoressa che, sfortunatamente per lei notò la
sua riluttanza
Ritsuko, con
un sospiro: “sono così spaventosa?”
“Cosa?”
Maya
squittì
Ritsuko:
“Mi
chiedo perché tu mi abbia invitata
qui,
dato che da quando siamo arrivate non fai altro che evitarmi, non mi
hai
nemmeno guardata negli occhi e anche adesso hai difficoltà a
condividere il TUO
divano con me Così ti chiedo: cosa c’è
che non va e che ti mette così a
disagio?”
Maya: “Mi dispiace senpai! Le garantisco che
non è per lei Mi dispiace..”
Ritsuko:
“Allora cosa c’è Maya? Sai che siamo
amiche e anche se sono tuo superiore sai
che non devi essere così timida e sottomessa, specialmente
stanotte”
Maya:
“E’
che non posso farne a meno, lei è.. lei
è…”
La ragazza era in panico, temeva che la dottoressa avesse
capito tutto e
la stesse prendendo in giro Era sul punto di svenire e si prese la
faccia tra
le mani: “Senpai , non mi faccia impazzire, la prego non se
la prenda con me,
non….”
Ritsuko si
stava spaventando sul serio: “Basta Maya, - le prese le mani
tra le sue, nella
speranza di calmarla – odio vederti così”
La ragazza
finalmente si calmò e piagnucolando e sospirando
guardò Ritsuko; con la voce
che le moriva in gola ebbe appena la forza di sussurrare: “Mi
dispiace Senpai”
“Per
cosa?”
le chiese dolcemente Ritsuko
“Per
avere
questi sentimenti.. questi sentimenti che non dovrei avere”
ammise la ragazza
piena di vergogna
Ritsuko
scosse la testa, le mise le mani sulle spalle e la guardò
dritta negli occhi:
“Non temere Maya, se questi sentimenti sono quelli che penso,
allora non c’è da
dispiacersi” Pose le sue labbra su quelle della ragazza e le
diede un rapido
bacio Poi le accarezzò le guance con il pollice e sorrise:
“Perché a me non
dispiace”
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Capitolo 5 *** finalmente la verità ***
Così si conclude anche
questa storia Spero proprio vi sia
piaciuta
Maya stava
per piangere di nuovo, si avvicinò ancora al corpo di
Ritsuko e intrecciò le
dita con le sue
Ritsuko:
“Per fortuna ti ho incontrata Maya, non so cosa avrei fatto
senza di te”
Con il
groppo in gola Maya rispose: “ti amo Senpai
Disse di nuovo: “Ti amo senpai” e la
baciò, un vero bacio, pieno di
desiderio e frustrazione, a lungo repressi
Io ti
amo…
tre parole, tre semplici parole ma che, messe in fila, contengono il
segreto
dell’universo: quella notte, per la prima volta nella sua
vita, qualcuno le
aveva dette sinceramente a Ritsuko Akagi che, con voluttà,
rispose al bacio,
perdendosi definitivamente nelle grazie del corpo di Maya
Con il
tè a
lungo dimenticato e ormai diventato freddo, si baciarono ancora e
ancora, fino
a cadere addormentate l’una nelle braccia dell’altra Dormirono li, sul divano,
sotto lo sguardo
geloso di Mr Abbracciami. Era stata una giornata molto lunga
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