Doctor...

di Aireen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


“Alle 12:30, sala degli infermieri.”

 

Così recitava il biglietto che, da più di mezzora, stringevo nel palmo della mano.

Sapevo che avrei dovuto gettarlo nell’immondizia, proseguire il mio percorso verso l’uscita dell’ospedale e andare a mangiare qualcosa nel bar accanto; d’altro canto sapevo anche che non l’avrei mai fatto.

Ogni volta che ripercorrevo con lo sguardo quella scrittura elegante, fluida, decorosa… riuscivo a vedere le sue mani grandi stringere una penna e tracciare quelle poche parole, e una forza troppo forte a cui oppormi spingermi verso il luogo da lui indicato.

Le mie gambe si muovevano da sole, conducendomi da lui: eterna dannazione e fonte di sofferenza.

In poco tempo giunsi davanti alla sala degli infermieri, il corridoio era vuoto e il silenzio regnava sovrano; la pausa pranzo era decisamente il miglior momento della giornata.

Il mio sguardo cadde inevitabilmente sulla mia mano appoggiata alla maniglia della porta, presi un respiro profondo e, gettando un’ultima occhiata al corridoio, entrai.

Lui era lì, voltato di spalle, intento a sfilarsi il camice.

Sentendomi entrare si voltò e, quando i miei occhi incontrarono i suoi, il mio cuore perse un battito: smeraldo e cioccolato si fusero insieme, il suo sguardo scivolò sul mio corpo in una lenta carezza per poi tornare al mio viso.

“Ciao.” Sussurrò, passandosi una mano fra i capelli bronzei.

Le sue labbra si tesero in un sorriso, mentre con lentezza si avvicinava a me; sentivo il cuore battere forsennato nel mio petto.

“Ciao Edward.” I nostri occhi erano incatenati, legati da qualcosa di indissolubile, imbarazzata li abbassai.

Quando arrivò dinnanzi a me, avvertii le sue dita sollevarmi il mento obbligandomi a ritornare con lo sguardo nel suo; le sue labbra si appoggiarono delicatamente sulle mie, trascinandomi in un vortice di lussuria e passione.

La sua lingua accarezzava il mio labbro inferiore, le mie mani erano tra i suoi capelli: morbidi, scompigliati… impossibile farne a meno.

Con decisione la sua lingua chiese il permesso di accedere alla mia bocca, improvvisamente mi separai da lui.

Non potevo permettere che tutto questo proseguisse, era troppo per me… Lui, stava diventando troppo per me.

“No!” Esclamai, allontanandomi dal suo corpo.

Lui mi guardava interrogativo: “No cosa, Bella?”

“Voglio farla finita con questa storia, io… io non posso più sostenere questa situazione Edward.”

Lo vidi inarcare un sopracciglio, ghignò divertito per poi riavvicinarsi a me; con furia si riappropriò delle mie labbra.

“Mmm… Ho smesso di crederci quando me lo hai detto per la terza volta, mia piccola Bella.”

Che razza di bastardo! Sapeva che non ero capace di resistergli, lo sapeva e ne approfittava da tempo ormai.

Sentii le sue mani raggiungere il mio fondoschiena e sollevarmi da terra, mi spinse contro gli armadietti del personale e la mia schiena toccò il metallo freddo di questi ultimi; rabbrividii mentre la sua lingua accarezzava il lobo del mio orecchio destro.

Non volevo che continuasse, ma allo stesso tempo pretendevo che mi prendesse lì, senza esitare.

“Il dottor Cullen è desiderato  in oncologia”

Irritato scagliò un pugno contro il muro, si allontanò da me e raggiunse lo specchio, per rendersi presentabile; si rimise il camice e in fretta abbandonò la stanza.

Sentii le lacrime spingere agli angoli degli occhi e, ormai sola, non mi trattenni, le lasciai scivolare lungo le guance scossa da forti singhiozzi.

Ecco cosa faceva più male: l’indifferenza.

Dopo il sesso non c’era mai nient’altro, si rialzava, si rivestiva e senza una parola mi lasciava lì sola, sola e umiliata; e io, come una stupida, continuavo ad obbedire al suo richiamo, non ancora stanca di quella continua umiliazione.

 

 

Quella sera, una volta rientrata a casa ascoltai i messaggi in segreteria: mia madre mi pregava di richiamarla al più presto, aveva qualcosa di urgente da dirmi.

Sbuffando presi il cordless e composi il suo numero, rispose al secondo squillo, segno che era davvero impaziente di comunicarmi la notizia.

“Bella?” La sua voce entusiasta mi riscosse dal mio stato di trance.

“Ciao mamma, ho ascoltato il tuo messaggio… dimmi.” Cercai di sembrare felice nel risentirla, ma quel giorno niente mi avrebbe risollevato il morale.

“Oh giusto! Tesoro tuo padre ha ottenuto una promozione e venerdì sera il suo superiore ci ha invitato a cena, ovviamente sei compresa nell’invito! Tuo padre ci tiene tanto… Verrai?” Sospirai, sapendo già di non poter rifiutare.

“Certo mamma, non posso mancare. Congratulati con papà anche da parte mia!”

“Certo tesoro, un abbraccio.” Riagganciò, e io mi lasciai cadere sul divano sbuffando.

Una cena di lavoro non era di certo il modo migliore per trascorrere il venerdì sera, pensai facendo zapping fra i vari canali.

Non c’era niente di interessante nemmeno in televisione, non mi restava altro che commiserarmi… era quello il punto a cui non volevo arrivare.

Prima che potessi fare qualcosa di avventato, come tirare fuori una maxi confezione di gelato dal frigo, chiamai Angela e la convinsi ad uscire insieme.

Era sabato sera, eravamo a New York, non potevo permettermi di stare lì a tormentarmi per un idiota; per lui era solo sesso? Benissimo.

Alle 21:00 in punto Angie passò a prendermi con la sua vecchia Ford, scesi in fretta le scale e la raggiunsi sul sedile del passeggero.

“Wow Bella! Vuoi fare colpo eh?” Ridacchiò, osservando il mio abbigliamento per la serata.

Volevo essere al massimo, per questo avevo scelto di indossare un abito che mi arrivava appena a metà coscia accompagnato da scarpe con tacco alto, mi sarei divertita e lui non sarebbe stato tra i miei pensieri.

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


Eccovi il nuovo capitolo, spero gradiate!

In fondo le risposte alle recensioni. :)

Inoltre ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia tra i preferiti (11!) e chi l'ha inserita tra le seguite (51!).

La musica altissima, l’odore pungente dell’alcool, milioni di corpi che si muovevano al ritmo di una nuova hit…

Io e Angy eravamo inevitabilmente finite in un angolo, sole, a sorseggiare Martini con sguardo stralunato.

Per quella che contai essere la venticinquesima volta un tipo dalla stazza possente, e anche abbastanza ubriaco si sedette accanto a noi.

“Ehi belle! Chi vuole ballare?” Angy fece cenno di no con la testa e si voltò dalla parte opposta, io stavo per fare la stessa cosa quando un pensiero improvviso mi colpì: quella sera mi ero preposta di divertirmi, di abbandonare ogni preoccupazione e di comportarmi, per una volta nella vita, da irresponsabile… ed era quello che avrei fatto.
“Io!”Esclamai alzandomi dal divanetto dove fino a quel momento sedevo con Angela, lei mi guardò confusa e io le mimai un “torno presto” prima di dirigermi al centro della pista con quell’enorme ragazzo.

“Come ti chiami?” Gli chiesi, cominciando a muovermi al ritmo della musica, lui nel frattempo sembrava essere ancora più ubriaco di prima.

“Jacob!”Rispose entusiasta, per poi scoppiare a ridere senza alcun motivo apparente e, inaspettatamente, una risata uscì anche dalle mie labbra, mi lasciai percorrere da quella sensazione di euforia che sentivo scorrermi dentro; evidentemente i tre bicchieri di Martini bevuti con Angela cominciavano a fare effetto.

Ballammo per un’ora intera, barcollando da un lato all’altro della pista; non mi opposi quando Jacob scese ad accarezzarmi un fianco, attirandomi a sé.

“Vuoi qualcosa da bere?” Soffiò suadente al mio orecchio, io annuii, mentre dalle mie labbra fuoriusciva una risatina isterica.

Lo vidi dirigersi verso il bar e farsi servire due bicchieri di Vodka; notai le sue mani mettere qualcosa all’interno di uno di quest’ultimi, ma non ci feci caso, troppo presa dall’euforia del momento.

“Eccomi!”Mi raggiunse porgendomi la bevanda, senza esitazioni la portai alle labbra e avvertii l’alcolico scendere a bruciarmi la gola; una sensazione di beatitudine prese possesso del mio corpo e ricominciai a ballare, agitandomi come un’ossessa e urlando ogni qualvolta sentivo il contatto con il pavimento.

Mi divertivo e finalmente mi sentivo bene, bene come non mi sentivo da tempo…

Poi qualcosa cambiò.

La stanza prese a girare vorticosamente e le persone che mi stavano intorno si tramutarono in milioni di mani che pericolosamente si avvicinavano a me.

Mi toccavano, mi stringevano…  ero paralizzata dall’orrore; mi sentivo trascinare via e mi voltai di scatto, ritrovandomi davanti una figura sfocata di cui riuscivo a vedere chiaramente solo gli occhi, due smeraldi incastonati  in un volto senza lineamenti.

“Nessuno ti vorrà più. Ora sei qui e nessuno ti salverà.”

Figure a me ignote mi circondarono, parole confuse si persero nell’aria e poi, fu il buio.

 

 

“Attacco cardiaco… Uso di allucinogeni… Non sappiamo se e quando si risveglierà… Torna da me!”

Voci a me conosciute mi sfioravano le orecchie, mi entravano dentro, mi confondevano; straziando il mio animo terrorizzato.

Il luogo in cui mi trovavo contribuiva ad aumentare la paura che, consistente, si faceva spazio nella mia coscienza.

Ero sdraiata su un lettino in ferro, non una coperta a separare la mia pelle dal gelo del metallo, mi trovavo all’interno di una stanza di ospedale, illuminata da un bagliore argenteo proveniente dalla porta in fondo alla sala.

Intimorita mi alzai avviandomi verso quest’ultima, provai ad aprirla ma con scarsi risultati; era chiusa a chiave.

 Mi voltai con l’intenzione di cercare una via di fuga ma ciò che vidi mi paralizzò dallo stupore.

La stanza d’ospedale di poco prima non c’era più, al suo posto la sala degli infermieri del “Seattle hospital”, il luogo in cui lavoravo da ormai un anno come infermiera.

Davanti a me vedevo Edward e… me, intenti a scambiarci un bacio passionale…

 Le sue mani percorrevano con frenesia il mio corpo, mi strappò i vestiti di dosso e io, totalmente sottomessa al suo volere, assecondavo ogni suo movimento.

Cosa ero diventata? Mi facevo usare come una puttana da lui, a cui di me non importava nulla.

Le lacrime mi rigarono le guance e un’ondata di ricordi mi investì…

 

 

“Benvenuta al Seattle hospital, io sono il dottor Edward Cullen. D’ora in poi lavorerai nel mio reparto, hai qualche domanda?”Scossi la testa, incapace di proferire parola, completamente in potere di quello sguardo intenso.

“Bene, seguimi allora, ti mostro la sala operatoria.”E sorrise, il suo volto si aprì in un sorriso stupendo, capace di incantare chiunque.

Mi condusse fino ad una stanza fiocamente illuminata, ricolma di macchinari ospedalieri posti intorno ad una barella dall’aria decisamente scomoda.

Edward si avvicinò ad alcuni di essi e me ne mostrò l’uso.

“Questo serve per misurare la pressione del paziente… con quest’altro invece monitoriamo il battito cardiaco… e poi c’è…”Non ascoltai neanche una parola di ciò che disse, stregata dai suoi movimenti e dalla sua voce melodiosa.

 

 

Con decisione mi spinse contro il muro del bagno, le sue mani intrappolarono i miei fianchi nudi e il suo sguardo, reso scuro dall’eccitazione, incontrò il mio.

“Ti voglio. Ora.”

A quelle parole persi completamente la ragione ed aprii maggiormente le gambe, in modo che lui potesse sistemarsi meglio fra di esse.

Entrò in me e ogni cosa perse significato, importavano solo i nostri respiri affannati, il suo corpo avvinto al mio e quel qualcosa di indefinito che avvertivo crescere fra di noi.

 

 

“Edward, posso parlarti?”Si voltò verso di me, interrompendo la discussione che da qualche minuto portava avanti con il suo collega.

“Certo. James aspettami qui, ci metto un attimo.” La sua espressione era indecifrabile, nessuna emozione traspariva dai suoi occhi.

“Che c’è?”La sua voce fredda e lo sguardo che mi rivolse furono peggio di mille pugnali conficcati nel petto.

E capii, finalmente capii…

Per lui non era altro che sesso, e niente di ciò che avrei potuto dire sarebbe servito a cambiare qualcosa.

Gli voltai le spalle nascondendogli i miei occhi, già pieni di lacrime.

 

 

Era questo quello a cui ero destinata?

Valeva la pensa di continuare a vivere quell’inferno?

Sì ne valeva la pena.

Ogni battito del suo cuore, ogni suo respiro, ogni suo gesto valeva la pena di essere vissuto, non avrei mai perso la possibilità di essergli accanto anche se questo avesse significato andare incontro ad una continua sofferenza.

Fu in quel momento che riaprii gli occhi.

Amor c’ha nulla amato, amar perdona…”

 

 

 

 Risposte alle recensioni

vanderbit: Ciao cara! Innanzitutto grazie per aver anche solo aperto questa storia.
Sì è una Ed/Bella, per ora posso rispondere solo a questa tua domanda :)
Spero che continuerai a seguirmi e che commenterai anche questo capitolo! Un bacio :)

didi_coldone: Grazie per il commento! Sì la tua osservazione è corretta... Comunque se Edward c'era o no in discoteca si capirà solo in seguito.
Spero di non averti deluso con questo capitolo, un bacio!

piccolinainnamora: Ciao sono felice che la storia ti abbia incuriosito! Continua a seguirmi, spero che tu abbia gradito il capitolo.
Un abbraccio!

frate87: Ehi Grazie per il commento! Sono contenta di vedere che la storia ti abbia intrigato, commenta anche questa chappy mi raccomando!

Costance_Fry: Ciao! Spero che questo capitolo ti abbia soddisfatta, per quanto riguarda la questione dei tre capitoli invece, io credo che sia giusto così... Ho trovato una trama che si completa quindi... boh, spero che gradirai!

giova71: Ho solo una cosa da dirti... Ne succederanno delle belle! Un bacio!

claudina cullen: Grazie per i complimenti, non li merito, comunque eccoti il nuovo capitolo! Spero che tu gradisca, un bacione!

Bibiiiii: Grazie, sono felice che ti sia piaciuta e che ti sia presa la briga di venire a recensire qui :)
Sì ineffetti mi sono ispirata proprio a Grey's Anatomy, continua a seguirmi! Un bacio!

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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


Ciao carissime? Come state? Ecco a voi l'ultimissima parte di questa piccola ff... Spero che vi piaccia!

In fondo le risposte alle recensioni :)

Terza parte

 

Lo scenario che mi si presentò davanti una volta riaperti gli occhi mi lasciò incredula; lentamente mi rialzai dalla posizione scomoda che avevo assunto, chiedendomi come tutto quello potesse essere possibile.

Il salotto di casa mia, illuminato fiocamente dalla luce argentea della luna, era quanto di più lontano dal luogo in cui, fino a quel momento, avevo creduto di trovarmi… biancheria intima, calzini e vestiti di vario genere erano disseminati in giro per la sala e la radiosveglia segnava le quattro e ventisei del…

Confusa mi avvicinai maggiormente ad essa cercando di decifrare la data sopra raffigurata, non potevo aver letto correttamente, sicuramente c’era un errore!

Ma la mia tesi non trovò conferma.

04/03/09

Non era possibile! Non potevo essermi immaginata ogni cosa, era fuori discussione che mi fossi inventata tutto.

Nonostante ciò il dubbio si insinuò nella mia mente…

Era possibile? Era davvero possibile che durante il sonno la mia mente avesse viaggiato fino all’anno successivo? Se così fosse stato significava che… Edward e tutto il resto non erano mai esistiti… e io non potevo accettarlo!

No, no assolutamente no!

Disperata mi avvicinai al cordless e attivai la casella dei messaggi.

Bella, tesoro, sono la mamma!

Papà ha avuto una promozione, non è fantastico?

Il suo superiore ci ha invitati a cena, e a tuo padre piacerebbe molto che ci fossi anche tu… Che ne dici? Verrai? Richiamami appena puoi!

A proposito so che domani cominci con il nuovo lavoro! In bocca al lupo e stendili tutti infermiera!”

L’unico messaggio presente era quello di mia madre che, fra l’altro, risultava come già ascoltato; forse avevo davvero sognato ogni cosa, probabilmente condizionata dal fatto che l’indomani avrei iniziato a lavorare in ospedale.

Con un groppo in gola e le lacrime che spingevano agli angoli degli occhi, mi diressi verso la camera da letto.

Che stupida… innamorarsi di un sogno.

Fu il mio ultimo amareggiato pensiero prima di cadere in un sonno inquieto.

 

Una settimana dopo

 

“La prego, la prego! Non può andare più veloce?”Quasi stritolai la borsa nella mia morsa strangolatrice; ero in un ritardo tremendo, e il taxi su cui mi trovavo era bloccato nel bel mezzo di un enorme ingorgo.

“Signorina mi dispiace, non posso farci nulla…”sbuffai, arresa dinnanzi all’evidenza, non ce l’avrei mai fatta ad arrivare a quella stupida cena entro le otto!

Mi abbandonai sul sedile posteriore dell’auto e, come di consueto, le immagini di quell’insensato sogno ripresero a scorrermi davanti agli occhi.

Ormai non provavo neanche più a scacciarle, mi lasciavo semplicemente opprimere da quell’orribile sensazione di vuoto che avvertivo ogni qualvolta il suo viso compariva tra i miei pensieri.

Avevo sperato di vederlo comparire avvolto nel suo camice bianco una volta entrata al “Seattle hospital”, ma così non era stato… lui non esisteva, e avrei dovuto farmene una ragione.

Improvvisamente il mio cellulare prese a squillare, interrompendo i miei pensieri.

“Pronto?”

“Bella dove sei? Ti stiamo aspettando tutti!”La voce squillante di mia madre mi ridestò completamente.

“Scusami mamma, sono bloccata in un ingorgo!”Risposi dispiaciuta.

“Oddio! Cerca di arrivare il prima possibile, il superiore di tuo padre e la sua famiglia sono qui già da un quarto d’ora!” Proprio in quel momento il taxi ripartì.

“Tutto a posto mamma! Arrivo.”Riagganciai rilasciando un sospiro di sollievo.

Sapevo quanto fosse importante quella cena per mio padre, e non avevo nessuna intenzione di rovinare il suo momento di gloria.

Charlie Swan lavorava per un’agenzia di PR, erano anni che attendeva quella benedetta promozione!

Finalmente giunsi dinnanzi al ristorante, porsi una banconota al taxista e corsi all’esterno, ignorando i richiami di quest’ultimo, intenzionato a darmi il resto.

Affannata entrai all’interno del locale “La bella Italia”, mi guardai attorno imbarazzata davanti a tanto lusso.

“Bella, siamo qui!” Mi voltai in direzione della voce, e avvistai mia madre dalla parte opposta della sala, la raggiunsi velocemente tentando nel frattempo di dare una sistemata ai capelli.

“Buonasera.” Salutai distrattamente la piccola folla di persone seduta ad un lungo tavolo rettangolare.

“Ah ecco mia figlia Bella!”Charlie mi presentò entusiasta.

Alzai gli occhi notando un uomo sulla cinquantina, biondo e di bell’aspetto, avvicinarsi a me con la mano tesa, io la strinsi con un sorriso stiracchiato.

“Carlisle Cullen.”

Cullen…

Involontariamente i miei occhi saettarono lungo il tavolo, e ben presto si scontrarono con quelli verdi di un ragazzo dalla chioma bronzea seduto pochi posti più in là.

Il mio cuore sembrò fermarsi per pochi, fondamentali istanti…

I nostri sguardi rimasero legati tra loro, e tutto il resto svanì, niente aveva importanza; né Carlisle che proseguiva con le presentazioni, né le mie convinzioni… all’improvviso crollate come castelli di sabbia.

Lui esisteva, era lì, reale e questo mi bastava.

I nostri sguardi erano incapaci di separarsi, ed era una sensazione unica… quel far l’amore con gli occhi, privi di alcun legame fisico ma uniti… uniti nell’animo: mi stava spogliando, e lo sentivo presente dentro di me con un’intensità tale da farmi desiderare che tutto quello durasse per sempre.

Non erano le sue mani ad accarezzare il mio corpo, non erano le sue labbra a prendere possesso delle mie, ma erano i suoi occhi a possedere il mio corpo.

Con quello sguardo mi aveva fatto sua.

Sua per sempre.

E fu semplice non pensare a come tutto ciò fosse possibile, maledettamente semplice abbandonarsi alle sue carezze quella stessa notte.

Per la prima volta la vita mi aveva donato tutto ciò di cui necessitavo.

C’è chi dice che i sogni sono migliori della realtà… Io non ci credo, e voi?

 

Risposte alle recensioni

Rebussiii: Ahahahahaha! Sei una grande, dai scommetto che dopo questo capitolo non pensi più quelle cose del povero Eddino! 
Sì, sì l'ha drogato :)
Spero che il finale della storia ti sia piaciuto :)

alexia__18: Ehi bella! Sono felice che ti piaccia la storia, presto ti manderò i capitoli corretti.
Un bacio!

didi_coldone: Ciao tesoro! Allora che mi dici di questo capitolo?
Hai proprio ragione, Bella è una gran sfigata xD spero che mi seguirai in altre storie!

Gio Clearwater: Grazie tesoro! Ti è piaciuta l'ultima parte? Spero di sì!
Jake l'ha drogata :)

vanderbit: credo che questo capitolo ti abbia fornito le risposte di cui necessitavi!
Che mi dici sul finale? Ero incerta su come farla finire, ma infine ho optato per questo finale...

giova71: Grazie per gli auguri cara! Te li rendo in ritardo mostruoso, purtroppo xD
Un abbraccio

Bibiiiii: Ehi carissima! In pratica Jake l'ha drogata :(
Sono contenta di essere riuscita a commuoverti, spero che il finale ti abbia soddisfatto!
Alla prossima!

lupettadark: Ehi! Spero che tu abbia gradito, un bacio!

piccolinainnamora: Ciao bella! Eh lo so, è un cappy un pò incasinato...
Ma credo che tu abbia trovato le tue risposte xD

LadyGlam: Ora sì!xD No dai apparte gli scherzi... Cosa ne pensi dell'ultimo capitolo?

Bauci_Selvi: Ehi ciao! Wow sono onorata di aver ricevuto una tua recensione :) avevo letto la tua stupenda storia.
Sei bravissima! Grazieeeee!

alice_very_love: Grazie cara! Che ne pensi di questo finale? Un pò da amaro in bocca vero?

frate87: Ehm... risposta all'interno del finale xD grazie per avermi seguito spero che continuerai a farlo!

cmkrist: Grazie, spero che tu abbia gradito!
Un bacio!

Allora mie care la storia termina qui...

Lo so che il finale fa schifo, che è incasinato e che... boh...

Ditemi voi!

Un bacio, ringrazio tutti voi che mi avete seguito!

P.s: Il mistero del sogno rimarrà irrisolto, quindi non cercate soluzioni xD

 

 

 



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