A Night with Vodka and US

di Assassin Panda
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A Night with Vodka and US ***
Capitolo 2: *** Montarsi la testa ***



Capitolo 1
*** A Night with Vodka and US ***


FanFiction scritta per il:


Indetto da Terryh_Nyan
Titolo: A Night Whit Vodka and US
Rating: Giallo /N-13
Personaggi: Cina (Yao Wang), Russia (Ivan Braginski) e una innocua bottiglia di Vodka
Pairing: Cina/Russia
Genere: Slice of Life, Generale
Avvertimenti: One Shots
Note: Fict scritta per il superalcolici!challenge, e come da prompt (VODKA) ho scritto la fict sotto il punto di vista del superalcolico!
Le due parole in Russo significano rispettivamente ''Grazie'' e ''Prego''

A NIght With Vodka and Us



Yao si é appena svegliato, colto improvvisamente da brividi di freddo anche nel sonno. Con uno scatto fulmineo, come se si fosse appena destato da un incubo infernale si drizza sul materasso afferrando le coperte e tirandole su di sé il più possibile. Ancora non si è abituato al gelido della siberia e di certo dormire nudo non aiuta a rimanere al caldo. Si guarda intorno spaesato, sembra che non sappia dove si trovi, ancora confuso. Eppure dovrebbe saperlo bene, visto che è tre giorni che è ospite qui.

Ma si sa: la sbronza gioca brutti scherzi a volte, e io causo certi effetti collaterali alla gente.

 

Sono solo un innocua bottiglia di vodka, scaldo il cuore freddo dei russi durante i gelidi inverni, tengo loro compagnia e sono un ottima amica su cui riversare tutte le crisi mistiche e problemi esistenziali. Ma sono anche vendicativa; se mi sfrutti troppo e male e non sai fermarti al momento giusto, oltre al calore ti dono anche nausea, giramenti di testa e infine prendo io il controllo del tuo corpo.

E, decisamente, ieri sera Yao Wang mi ha usata veramente male. E il mio “padrone” ha saputo brillantemente sfruttare la cosa a suo vantaggio.

 

Dopo un paio di minuti passati a scrutare la stanza semibuia, coi suoi vestiti sparsi senza ritegno sui mobili, posando anche per un attimo lo sguardo sul mio sinuoso vetro -sono ancora sul pavimento da ieri sera, da quando mi hanno gettata via senza ritegno mezza vuota.- nota al suo fianco l'enorme figura massiccia di Ivan Braginski che, al contrario di lui, dorme dalla grossa.

Il cinese sobbalza vedendo la Russia accanto, abbracciato al cuscino in posizione supina, con un espressione beata e soddisfatta. Anche lui è completamente nudo. Un fisico scolpito, con la pelle pallida e i muscoli addominali degni di un atleta. A differenza della Cina, lui ignora il freddo che attanaglia l'altro come una morsa. Ormai credo di essergli entrata nel sangue al posto delle vene. Ivan mi considera la sua migliore amica, e io ricambio sempre quei gesti che mi dona affettuosamente, come ripormi delicatamente nella tasca interna del suo giaccone in una fine fiaschetta decorata e bermi senza bistrattarmi troppo. Io ho fatto in modo che il suo corpo si abituasse a me, e ho permesso che la Russia raggiungesse il più tardi possibile l'ebrezza in modo da stare con lui sempre di più.

Il cinese è diverso, quello non ha fatto altro che bere thè tutta la vita! Al solo contatto delle sue femminee labbra col mio liquido caldo, quello avvampa! E in men che non si dica è già brillo.

Così ieri sera ho preso possesso di Yao e ho fatto in modo di ricambiare la mia amicizia col russo.

 

Cina in questo momento sembra spaventato dal fatto di ritrovarsi nudo come un verme con Ivan nel suo stesso letto, anch'egli privo di vesti, e impreca nella sua lingua chiedendosi come questo possa essere accaduto.

 

Chiedilo a me, io ti saprò rispondere raccontandoti tutto nei minimi dettagli, anche quelli più zozzi.

In fondo sono io la causa di tutto.

 

 

Mi ricordo benissimo di quando lui e Russia sono entrati entrambi trafelati in casa; io ero riposta su uno scaffale tranquilla ad aspettare il ritorno di Ivan per passare un altra notte insieme. Non so perchè c'era anche Yao, di solito dormiva in un ostello o tornava a casa, ma per me era una presenza sgradita, e mi bastava sapere questo. Non sembrava contento di trovarsi in casa di Russia e, come ora, tremava di freddo.

Si misero seduti sul divano a parlare di politica e cose simili, di cui io ignoro completamente tutti gli argomenti a riguardo, e ogni tanto il biondo si avvicinava ammiccando malizioso verso il cinese, che si spostava bruscamente facendogli capire che non aveva intenzione di approfondire quel rapporto.

 

Passarono diversi minuti, fatti di vani tentativi e ringhii contrariati di rabbia, finchè il moro non ruppe quella monotonia che si era creata. “Ma qui fa un freddo cane, aru!” esclamò.

Non so se lo fece per levarsi Ivan di torno o perchè aveva veramente freddo. Ma di certo non può pretendere di venire in Siberia, il luogo più freddo del mondo, con addosso solamente un cappotto e una tunica di seta sotto e pretendere di sentirsi al caldo!

 

Russia si alzò e lentamente, col sorriso sulle labbra, si diresse verso di me e mi sollevò dal ripiano insieme a due bicchieri, per poi mostrarmi al cinese.

“E' vodka” rispose allo sguardo interrogatorio di Wang “Bevine un bicchiere e vedrai come sentirai caldo!” Yao mi guarda come se gli si fosse presentato davanti un barile di arsenico, e scosse con disgusto il capo. “Lo sai che non amo bere alcolici, aru” “Come vuoi” Ammiccò Ivan versandomi allegramente in uno dei due bicchieri e portandoselo alle labbra, che velocemente vado ad inumidire. “Vorrà dire che passerò il resto della serata a vederti morire assiderato. All'inizio ti diventeranno tutte le dita dei piedi di colore bluastro, poi anche il resto del corpo si congelerà lentamente, come un agonia. È bello vedere i corpi morti di freddo ibernati, digrignano i denti come se stessero sorridendo!” Ivan a volte -spesso- sa essere molto convincente, soprattutto quando tira fuori certi argomenti che uscendo dalle sue labbra sembrano quasi divertenti, come se fossero un gioco.

Intravidi il cinese rabbrividire a quelle parole, e ancora titubante afferrò il bicchiere vuoto che il biondo non tardò a riempire felicemente.

“Se non funziona...!”

“Funzionerà!”

 

Yao ancora mi guardava con scetticismo. Ma mica sono una droga. Anche se lo fossi lui, con tutto l'oppio che ha fumato un passato, non dovrebbe esserne sdegnato...

“D'accordo, aru!” e finalmente le labbra screpolate dal freddo del cinese si appoggiarono sul vetro altrettanto gelido del bicchiere, e fece scendere il liquido caldo lungo la gola. Lo bruciai, lo disgustai eppure lo riscaldavo. Sentivo che le lacrime lo pizzicavano ai lati degli occhi tanto gli facevo male. Eppure non sentiva più così freddo. Il calore gli invase il corpo, e uno strano brivido dovuto all'alcol troppo potente per lui gli percorreva la schiena fino ad arrivare alle vertebre cervicali, lasciando uscire tutte quelle emozioni attraverso un gemito soffocato, cercando di dare aria alla bocca in fiamme.

 

“Visto, che ti avevo detto? Ti senti già più al caldo, non è vero?”

È vero, nonostante la gola gli bruciasse a causa del mio tasso alcolico si sentì già meglio.

Sono stata creata per questo. Per donare calore a chi non ne possiede. E ancora una volta ero soddisfatta di aver compiuto a fondo il mio dovere.

 

Ma a quanto pare il cinese non era soddisfatto di quello che gli avevo donato.

Le guance si erano già imporporate, e mi guardavano bramosi di volermi ancora.

“Posso... prenderne un altro goccio, aru?”

“Ma certo! Anzi, perchè non ne beviamo un altro bicchiere in compagnia”

 

Tra ubriachi funziona così:

un bicchiere per cominciare, uno per gustarne un altro po', il terzo perchè non c'è due senza tre, il quarto è per finire quel poco che è rimasto nella bottiglia e tutte le altre vengono da sé, con la lucidità che è venuta a mancare già al terzo bicchiere.

Il problema, ieri sera, era che Ivan non era affatto ubriaco come voleva fargli credere, mentre Yao sembrava già brillo al secondo bicchiere. E Russia continuava a riempire il bicchiere con la mia essenza, e di nuovo mi ritrovavo a bruciare la gola del cinese.

 

Presi il totale controllo su Cina in poco tempo, e Ivan ne approfittò per provare, finalmente, a baciarlo passionalmente sulle labbra, lambendole coi denti e con la lingua. E feci in modo, facendogli perdere la ragione, che Yao contraccambiasse con lo stesso fervore.

I vestiti vennero gettati altrove senza riguardi, come anche io venni abbandonata sul pavimento, e presto i gemiti dei due riempirono la stanza.

Chissà a che pensava il moro durante quel rapporto, di certo non era del tutto conscio di star finalmente diventando tutt'uno con la Russia.

 

Finchè, una volta che il sesso ebbe fine, i due si addormentarono insieme, ed eccoci di nuovo all'inizio della nostra storia.

 

Cina è qui, che mi fissa come se fossi la colpevole, e mi manda al diavolo con rabbia.

Sì, lo confesso vostro onore, sono io colei che ti ha spinto tra le braccia del tuo amante ieri notte. E che mi fai ora? Mi rompi? Sai che Ivan ti ucciderà se solo ci provi.

Io sono troppo preziosa per lui, forse anche più di te.

 

Un mugolio fa sussultare il cinese, e Russia, lentamente, come un enorme orso polare si sveglia dal suo letargo stiracchiandosi. I suoi occhi ametista si aprono e, appena incrociano quelli castani di Yao, brillano di felicità come se davanti a lui si trovasse la più bella delle pietre preziose.

“Dormito bene, Yao?” domanda innocente, mentre Cina, dopo essersi infilato i boxer velocemente, si gira di scatto e lo fulmina con lo sguardo.

“Ivan, dimmi che non l'abbiamo fatto, aru!” oh ma questo è proprio tonto!

“Fatto cosa, Yao?”

Lo sai!

 

Russia sorride malizioso e si alza dal letto senza preoccuparsi di coprire le nudità, e Cina col poco pudore che gli rimane, arrossisce e si nasconde in viso tra le mani. Timidone!

“Beh, puoi vederlo anche da solo, Yao. Non avevi i boxer ieri sera, ed eravamo ubriachi fradici entrambi!”

“Mi hai fatto ubriacare di proposito, aru!” si lamenta il cinese cercando la tunica abbandonata sullo schienale di una sedia.

“Non agitarti troppo Cina... non li senti i sintomi del doposbronza?”

“Vai al diavolo, aru”

Se fosse stato qualcun altro ad offenderlo, probabilmente in questo momento non sarebbe vivo. Ma Ivan chiude sempre spesso un occhio per Yao, anche quando esagera.

Sappiamo entrambi che probabilmente tra meno di qualche minuto Cina si chiuderà in bagno e vomiterà tutto ciò che ha mangiato ieri sera, magari così si calmerà.

“Il bello è che non mi ricordo nulla, aru! Nulla di nulla!”

Russia abbassò gli angoli della bocca deluso “Vuol dire che non ci abbiamo dato abbastanza dentro?” per poi esplodere di nuovo in un sorriso radioso “Rilassati Cina, eravamo ubriachi, e per uno come te la vodka è micidiale” Ma, come avevo previsto, il moro ora è impegnato a rigurgitare anche la bile.

 

“Giuro che non berrò mai più vodka in vita!”

Russia lo guarda sorridendo come un bambino, convinto invece del contrario. “Se non bevi posso prenderti a picconate?” domanda innocente, meritandosi un occhiataccia spaventata del cinese.

 

Russia ridacchia divertito mentre Cina, ancora scombussolato e nauseato, usciva dalla casa dell'altra nazione sbattendo la porta.

Ivan sa che avrebbe rivisto Yao molto presto, e che lo spingerà di nuovo a bere fino ad arrivare di nuovo a scambiarsi effusioni -e qualcosa di più- su quel letto. E tutto grazie a me.

 

спасибо , amica mia” sogghigna prendendomi e riponendomi delicatamente sulla scrivania con una delicatezza inusuale per uno della sua corporatura, delicatezza che riserva solo a me, e al suo stupido cinese.

"He, amico mio"

 

 

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Capitolo 2
*** Montarsi la testa ***


Lo so che avevo messo come avvertimento One Shots, però penso che questa sia la fiction conclusiva e quindi adesso la concludo sul serio! E' che questa era la fiction che avevo preparato inizialmente, sempre per il prompt vodka, e visto che sono molto simili le due fict ho deciso di farne il secondo capitolo quando la fict incompiuta mi è capitata tra le mani e ho voluto finirla <3 Sempre per il Superalcolici!Challenge, che potete trovare qui Terry-Nyan Livejournal, fateci un salto, perchè è una Challenge molto carina *A*
Stessa storia, sempre scritta col prompt e il POV della Vodka

 

“Eccola qui! Vodka, la migliore e la più forte, d'annata! È la migliore di tutta la Danimarca!”

Finalmente dopo tanto tempo si decide a tirarmi fuori da questa cantina buia, riposta in questo umido scaffale tra tante altre insignificanti bottiglie di liquori mediocri. No io sono una vodka d'annata, e merito il meglio, e dopo secoli finalmente questo danese rincitrullito si decide a tirarmi fuori, per chissà quale occasione speciale.

Mi tiene ferma, con mani decise e riesco a intuire un febbrile entusiasmo nei suoi occhi azzurri, un eccitazione da bambino mentre mi agita soddisfatto, mostrandomi ad un ragazzino molto più basso di lui, e dal viso apatico.

“Sai benissimo che non bevo” risponde atono, incrociando le braccia al petto aspettando il biondo sulla soglia della cantina.

“E dai! Un goccio ogni tanto non può farti male!” insiste Mathias sventolandomi davanti al naso della Norvegia, come se questo potesse rendermi più attraente. Il norvegese storce il naso alla mia vista, l'esatto contrario di ciò che si aspettava il danese.

“Vorrà dire che berrò da solo!”

“Guarda che in salotto ci sono anche Svezia, Finlandia e Islanda, lo sai? Non puoi bere quella bottiglia con loro?” ribatte contrariato il piccoletto, mentre Danimarca lo raggiunge e lo scosta dalla porta per passare, con molta facilità data la differenza tra le loro altezze e stature. È così piccolo, Norvegia, che lo posso vedere negli occhi stando tranquillamente nella mano di Mathias. Forse sono esagerata, non mi trovo davanti a Sealand.

Danimarca rimane in silenzio, mentre Norvegia lo segue trotterellando, per poi sedersi entrambi su un divano di velluto rosso. Mi stappa, facendo partire il tappo verso un punto imprecisato della sala, con la sola forza delle dita. Secoli fa, per stappare le altre bottiglie e per fare il gradasso, usava l'enorme ascia che si portava sempre appresso per farsi vanto della sua forza.

“Ma in questo momento non mi va di stare con il quattrocchi, babbo natale e il ghiacciolo, e poi Berwald e Tino hanno altro di meglio da fare, mentre Islanda ama stare da solo”

Norvegia sbuffa, e mentre Danimarca si versa il bicchiere -troppo velocemente, tanto da fare uscire alcune gocce di me fuori dal recipiente-, si siede accanto a lui, guardandolo bere.

Dan, ma sei sicuro che non ti farà male? Sai, il fegato, i neuroni... già tu ne hai pochi”

Il biondo vestito di rosso ride sguaiatamente, so che non basta un misero bicchiere per farlo andare fuori, infatti penso che Norvegia abbia un po' ragione, il mio bevitore è un po' stupido.

Dai fratellino! Non è mai morto nessuno bevendo un goccio!”

E invece sì, e non chiamarmi fratellino!”

Danimarca fa spallucce e mi beve direttamente dalla bottiglia.

Ok questo sì che fa male.

Non sono mica una da prendere alla leggera!

Questo sì che significa fare il gradasso, lo devo ammettere!

 

Norvegia dopo il quinto sorso mi strappa direttamente dalle mani del danese e mi tiene tra le sue, guardandolo infuriato e seccato.

Dan sei uno stupido incosciente! Non ti importa proprio niente della tua salute! Sei uno stupido idiota, ecco cosa sei” nonostante sia piuttosto alterato il norvegese riesce a mantenere un inquietante inespressività e impassibilità nel tono di voce, e questo mette i brividi persino ad una calda come me!

 

Mathias si avvicina allo scandinavo, con un sorrisetto malizioso e per nulla offeso, cercando di lambire le sue labbra, ma questo si scansa appena, lasciando che il danese gli baci la guancia.
“Non è forse per questo che ti piaccio, Norvegia?”

Il biondino mi appoggia sul tavolino per prendere il viso di Dan tra le mani, guardandolo perso nei suoi occhi azzurri. Danimarca socchiude le labbra appena, chiudendo le palpebre delicatamente, aspettando che quelle di Norvegia si posino sulle sue.

Ma invece di baciarlo come si aspettava, il biondo norvegese stringe la presa delle dita sulle guance fino a tirargliele, strizzargliele e fargli male, facendolo lacrimare.

Ahia ma sei impazzito?!” esclama il danese scrollandoselo di dosso, ora le guance e i lati della bocca non solo sono imporporati dal fatto che sia un po' brillo a causa mia, sono anche rossi dal male!

Ti monti sempre troppo la testa, Dan”

E' un altro dei tanti motivi perchè tu mi ami, no?”

 

Norvegia sbuffa contrariato, mi riprende e mi versa nel bicchiere che prima Danimarca aveva abbandonato.

Ma come? E i tuoi neuroni?”

Sai, credo che mi servirà essere ubriaco per quello che sto per fare”

E, così dicendo, riprende il viso del danese, ma non per fargli male ancora -era stato punito abbastanza-, e lo bacia con passione, mentre le loro labbra che sanno ancora di me si uniscono in una elegante danza di piacere.






ne approfitto per ringraziare le recensitrici del precedente capitolo:

Nyah,
Fai bene ad esaltarti, è una Challenge meravigliosha, chissà che non ci scriva altro ancora <3 Russia è sempre il solito, era peggio se agiva nell'altra maniera °A° Grazie mille per la recensione!

Stefy_rin, Grazie mille per la recensione <3 Il POV è una delle cose che rendono questa challenge meravigliosa X°D

Emily_FF °A° è vero non ci ho pensato, potevano stare vicini vicini e farsi le coccole, ma Yao doveva smaltire la sbronza X°D
Grazie anche a te per la recensione <3

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