Ballo di Natale

di ElynLC
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maledetta gelosia ***
Capitolo 2: *** Scusami ***



Capitolo 1
*** Maledetta gelosia ***


Maledetta gelosia
Eccomi qui con la mia seconda fan-fiction!
Premetto che
questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. K. Rowling, e che questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
La fan-fiction è ambientata dopo la guerra e ora è tempo di pace.


 Maledetta gelosia

Sono coricato sul letto con la testa nascosta nel cuscino e faccio fatica a trattenere le lacrime: perché devo essere fatto così? Perché non riesco a liberarmi della mia maledetta gelosia?
Tutto è cominciato bene, anzi, benissimo, e ora…

Quest’anno il pub I Tre Manici di Scopa di Hogsmeade ha deciso di organizzare un ballo per la sera di Natale, un po’ per divertirsi e un po’ anche per festeggiare la definitiva scomparsa dei Mangiamorte (che per qualche mese si sono visti in giro anche dopo la battaglia ad Hogwarts). Io ed Harry ovviamente abbiamo le ferie per Natale, Ginny ed Hermione hanno deciso di passare le vacanze a casa, e visto che ormai anche Ginny è maggiorenne abbiamo deciso di andare tutti e quattro insieme al ballo.
Hermione era andata a pranzo dai suoi genitori, quindi io l’ho vista solo quando è arrivata nel salone dei Tre Manici ed era fantastica: il corpetto del suo abito era stretto quanto bastava per esaltare le sue forme, con una scollatura enorme (no, forse a me sembrava enorme…), le maniche e la gonna scendevano allargandosi leggermente sui polsi e sulle caviglie. Un autentico spettacolo! Per fortuna che ho ancora l’abito da cerimonia che mi avevano regalato Fred e George, altrimenti non avrei mai accettato di partecipare. Ci siamo baciati come se i quattro mesi lontani (lei a scuola e io al negozio) non fossero mai passati, il nostro amore tenuto vivo da tutte le foto e le lettere che ci siamo mandati. Abbiamo mangiato e bevuto, riso e scherzato, a volte da soli e altre con Harry, Ginny, Luna e Neville. E abbiamo ballato: io con la grazia di un Quintaped e lei come un angelo, ma non si è mai lamentata. Sembrava, no, era davvero felice di stare con me: ha riso alle mie battute, anche a quelle più patetiche, mi ha detto che le ero mancato e che era contenta di essere lì. Insomma, tutto andava bene, fino a quando…
Io ero andato a prendere da bere con Harry, mentre lei era rimasta a parlare con Ginny, quando ho sentito un ragazzo che diceva:
«Quella ragazza con il vestito blu e azzurro è proprio uno schianto! Secondo te potrei invitarla a ballare?»
Mi sono girato a guardarlo e il suo sguardo era fisso proprio su Hermione, la mia Hermione. Ho preso il primo bicchiere che ho trovato vicino alla mano e l’ho bevuto bruciandomi la gola: era whisky incendiario. Harry non si era accorto di niente perché aveva continuato a chiacchierare e ora mi incitava a seguirlo verso il nostro tavolo, al quale si erano uniti Neville e Luna, che avevano appena finito di ballare. Hermione era bella come prima, come sempre, solo che qualcun altro oltre a me (e a quel viscido di Krum che per fortuna in questo momento è lontano) le aveva messo gli occhi addosso. Ginny mi ha riscosso dai brutti pensieri chiedendomi se al negozio vendevamo ancora le Puffole Pigmee e se eravamo aperti durante le vacanze per poter venirne a prenderne una, dato che, a quanto pare, hanno un ciclo vitale breve e Arnold aveva già finito il suo. Luna ha trascinato ancora sulla pista un Neville abbastanza dubbioso, Ginny li ha seguiti con Harry e io ho chiesto ancora ad Hermione di ballare, sperando così di migliorare il mio umore, e di evitare che venisse a chiederglielo qualcun altro…
Dal nostro posto sulla pista ho visto il ragazzo di prima, con la sua stupida giacchettina di pelle di drago, che ci fissava e parlottava con il suo amico ricciuto di fianco a lui. Avrei dato tutto il mio misero stipendio (George mi sfrutta perché sono suo fratello) per avere un paio di Orecchie Oblunghe e poter ascoltare quello che si stavano dicendo quei due. Ho portato Hermione dall’altra parte della pista, dove Luna con le sue giravolte aveva creato il vuoto attorno a lei e Neville, che appena ci vide disse:
«Ehi, Luna, guarda: ci sono Ron ed Hermione, perché non andiamo a bere qualcosa con loro?»
«Anch’io sono un po’ stanca, non sono molto abituata a portare i tacchi.» ha detto Hermione, sorridendo a Neville e avviandosi verso il tavolo dove erano già seduti Harry e Ginny.
Mi dispiaceva che avesse male ai piedi, ma con quelle scarpe, con un po' di tacco e il décollète (si dice così?) che lasciava vedere appena appena le dita dei piedi, era veramente una favola. Forse ascoltando le stramberie di Luna sui Ricciocorni Schiattosi o chissà cos’altro mi sarei distratto, dovevo distrarmi. Guardare Hermione mi eccitava ma anche mi rattristava perché, guardandola, dopo un po’ vedevo tutto quello che lei aveva, anche le cose nascoste, e delle quali io invece mancavo: la generosità, la pazienza, la bellezza, il rispetto e la premura per gli altri, anche quelli a cui io non davo peso, come gli Elfi Domestici.
«Ehi, Harry, Ron, che ne dite di andare a fare un giretto fuori?» Mi è scappato un sorriso vedendo la faccia di Neville: dopo i balli con Luna aveva decisamente bisogno di prendere una boccata d’aria. E forse avrebbe fatto bene anche a me.
«Fuori?!» esclamò Ginny «ma c’è un freddo bestiale!»
«E qui invece c’è troppo caldo» replicò Harry sorridendo a lei e a Neville «Non preoccuparti, rientreremo prima di ghiacciarci il naso»
Ci siamo avviati tutti e tre fuori dalla porta: il vento gelido di dicembre mi fece bene, mi schiarì le idee.
«Allora, ragazzi, come vi vanno le cose?» ci chiese Neville. «È un sacco che non ci sentiamo. Tu fai il corso per Auror, vero Harry?»
«Sì, ho cominciato a ottobre…» così Harry parlò delle sue prove e dei corsi, io del mio lavoro ai Tiri Vispi con George, e Neville ci informò di tutte le piante che stava studiando non mi ricordo più dove.
Mia sorella aveva decisamente ragione: si ghiacciava fuori, così dopo venti minuti sono tornato nel salone. Il mio tempismo è sempre stato perfetto per trovarmi nei posti e nei momenti in cui non avrei mai dovuto o voluto essere, e forse sarebbe stato meglio se fossi rimasto fuori a congelarmi. Hermione era in fondo alla sala accanto alla finestra con un bicchiere in mano, e stava ridendo con il ricciolino. Ho allungato una mano sul tavolo lì accanto e mi sono scolato un altro bicchiere di whisky incendiario. Una mano si è appoggiata sul mio braccio:
«Ron, stanno solo parlando, non devi preoccuparti» Harry doveva essere entrato subito dopo di me e aver intercettato il mio sguardo. Aveva ragione: stavano solo parlando, magari degli addobbi della sala o delle bibite, non dovevo preoccuparmi, il ricciolino non voleva rubarmi Hermione…
Con Harry e Neville mi sono diretto verso Ginny e Luna, che stavano parlando (come facevano durante una festa?) dei compiti di Trasfigurazione che aveva dato loro la McGranitt per le vacanze. Dopo poco è arrivata anche Hermione e mi ha messo un braccio attorno ai fianchi:
«Allora, vi siete congelati per bene il naso?» il sorriso che mi ha rivolto era splendente come sempre e mi ha riscaldato il cuore.
«Sì, ho bisogno di scaldarmelo» ho risposto affondando il viso nei suoi capelli profumati e lei è scoppiata a ridere:
«Forse conosco un modo migliore per scaldarti» e mi ha trascinato sulla pista: adora ballare, meno male che avevo chiesto a Bill di darmi qualche lezione prima di venire qui, altrimenti avrei fatto la solita figura dell’imbranato, anche se in ogni caso non posso competere con lui.
Era meraviglioso guardarla danzare, lei era meravigliosa: gli occhi, le labbra, il sorriso, la… ehm… scollatura. Ho staccato una mano dal suo fianco per accarezzarle la guancia, mentre lei mi sorrideva dolce: come si fa a non amarla? Come si fa a non aver paura di perderla, soprattutto per uno come me? Avrei voluto stringerla a me per sempre, in modo che nessuno potesse portarmela via. Invece l’ho presa per mano e l’ho portata verso un tavolo libero:
«Ti vado a prendere un’acquaviola, va bene?»
Al suo cenno di assenso mi sono avviato verso il bancone chiedendo due acquaviole a Madama Rosmerta. Mi ero appena girato per tornare indietro quando mi sono immobilizzato e i bicchieri mi sono scivolati dalle mani cadendo a terra: Giacca-di-pelle-di-drago e il suo amico ricciolino stavano parlando con Hermione e lo schifoso si era pure seduto! Forse era una fortuna che avessi lasciato la bacchetta in camera, ma se mi fossi avvicinato ne avrei fatto anche a meno per stenderli. Consapevole che la cosa non avrebbe sicuramente fatto piacere ad Hermione, non mi sono avvicinato, ho preso un altro whisky incendiario e sono salito in camera.

Ed eccomi qui: ho fatto del mio meglio per rovinare quella che sarebbe potuta essere la serata più bella nel giro di mesi, di certo la più bella da molto tempo. Ed Hermione dopo questo non mi rivolgerà più la parola.
Maledetta gelosia!


*****

Spero che vi sia piaciuta! :-)
Ci sarà un secondo capitolo (ovviamente), ma non prometto di scriverlo a breve, dato che sono molto impegnata rispetto a quando ho scritto questo, e ci ho messo un mese, quindi... In ogni caso ce la metterò tutta XD

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Capitolo 2
*** Scusami ***


Scusami
Finalmente è arrivato il seguito di questa fan-fiction! Scusate l'enormissimo ritardo ma sono stata impegnatissima negli ultimi mesi e non trovavo mai il tempo per scrivere. Spero che il capitolo vi piaccia!
Buona lettura!


Scusami


Hermione si guardò in giro, cercando di vedere se Ron, Harry e Neville fossero rientrati. Era già la seconda volta che questo ragazzo veniva a parlare con lei, e ora si era portato dietro anche l’amico; anche se la prima volta la compagnia poteva essere considerata interessante, adesso era un po’ stufa. Un altro sguardo nei pressi della porta le rivelò che Harry e Neville erano rientrati, ma non c’era traccia di Ron. Così si scusò con Jason e Rick e si diresse verso i due amici, continuando a guardarsi attorno nella sala per cercare di scorgere un lampo rosso.
«Harry, dov’è Ron?» chiese subito.
Le rispose Neville: «Non so cosa gli sia preso, l’ho visto scolarsi due bicchieri di whiskey incendiario e avviarsi verso le scale imbronciato. Harry, tu eri con lui, sai cosa gli è successo?»
Hermione spostò lo sguardo da Neville a Harry e viceversa, allibita: Ron non era uno che si ubriacava. Harry la prese per un braccio facendo cenno a Neville di non seguirli e la trascinò in un posto meno chiassoso.
«Ma, cosa…» chiese Hermione.
«Senti,» le disse torvo Harry «Lo sai vero che Ron è molto geloso?»
«Sì che lo so» rispose lei sbuffando «Ma questo…»
«E se lo sai, perché stasera ti sei messa a ridere e scherzare con quei due tipi?»
«Ma…»
«Lo so che non l’hai fatto apposta e di sicuro lo sa anche lui, ma sai com’è fatto e che spesso agisce d’impulso.»
«Ma sono stati loro ad attaccare bottone, non sono mica andata a cercarli io!»
«Hermione,» disse Harry scuotendo la testa «non sono qui per giudicarti, ma per dirti quello che ha visto Ron. Al resto devi pensarci tu.»
E tornò nel salone, lasciando Hermione sola appoggiata al muro, a rimuginare su quello che le aveva detto. Era vero che non era stata lei ad andare a cercare Jason e Rick, e sicuramente non si era messa a civettare con loro, assolutamente!, questo l’avrebbe capito anche un cieco. Ma era anche vero che non aveva fatto niente per scoraggiarli nella conversazione.
“Se Ron avesse fatto così con due ragazze…” Hermione sbiancò pensando a questo e cominciò a correre su per le scale. Arrivata alla porta della camera fu assalita dai dubbi “E se non mi vuole vedere? E se non mi perdonerà?”. Alla fine si decise e bussò.



°°°°°

Ron sentì qualcuno bussare alla porta: “Al diavolo Harry!” pensò, e strinse più forte il cuscino, voltando le spalle alla porta, senza preoccuparsi di rispondere.
Dopo altri due tocchi quel qualcuno aprì la porta: «Ron?»
E Ron rimase impietrito, senza avere il coraggio di voltarsi o di emettere suono. Hermione! Si sarebbe arrabbiata per come era scappato dalla festa, perché doveva crescere e le aveva rovinato la serata, e avrebbero litigato di nuovo, e poi molto probabilmente tra loro sarebbe finita. Nuove lacrime rischiavano di uscire dai suoi occhi.
La sentì avvicinarsi al letto e sedersi alle sue spalle.
«Ron?» la sua voce non sembrava arrabbiata, anzi, sembrava quasi titubante mentre gli accarezzava la spalla.
«Hermione…» cominciò lui pronto a scusarsi, ma senza il coraggio di girarsi a guardarla.
«Scusami!» disse Hermione prima che Ron avesse il tempo di continuare. Questa volta lui si voltò di scatto, trovando il viso di un’Hermione triste, dispiaciuta, quasi forse spaventata. Non capiva…
«Cosa…?»
«Scusami, Ron. Avrei dovuto capirlo senza che fosse Harry a dirmelo, ormai dovrei conoscerti e comportarmi di conseguenza, quindi mi sono comportata da idiota.»
«Cosa vuoi dire? Cosa ti ha detto Harry?» “Lo ucciderò tra le più atroci torture la prima volta che lo incrocerò.” pensò Ron.
«Mi ha detto solo quello che avrei dovuto capire da sola. Io lo so che sei geloso, Ron, ma questa sera me ne sono dimenticata e ho parlato e scherzato con quei due ragazzi, e questo è imperdonabile»
Ron era senza parole: mai si sarebbe aspettato che Hermione avrebbe detto quelle parole, era rimasto letteralmente a bocca aperta. Hermione era a testa bassa, le mani intrecciate. Ron si tirò su e si sedette sul letto, le mise una mano sulle sue e appoggiò l’altra sulla sua guancia.
«Hermione?» La ragazza alzò la testa, gli occhi lucidi e il labbro inferiore tra i denti, come per trattenere i singhiozzi. Ron prese il suo viso tra le mani e le asciugò le lacrime con i pollici. «Tu non hai fatto niente di sbagliato, non è che mettendoti con me hai firmato un contratto per cui non puoi più parlare con altri ragazzi. Sono io che sono ipersensibile e troppo geloso.»
«È questo il punto!» disse lei alzando la testa e scuotendola, tanto che Ron dovette far scendere le mani su quelle di lei. «Io lo so e dovrei comportarmi di conseguenza per non farti stare male, dato appunto il fatto che stiamo insieme. Mi perdoni?» la sua voce era quasi implorante.
Ron era frastornato. Si aspettava di dover implorare Hermione per giorni perché lei lo perdonasse e ora era lei che chiedeva a lui di perdonarlo. Non era preparato a questo: era sempre stato lui a dover chiedere scusa.
«Hermione, io non ti devo perdonare niente, ma se proprio vuoi ti perdono solo se tu perdoni me» le disse alla fine con un sorriso accarezzandole i capelli.
Anche la ragazza sorrise, tirando su col naso, e gli accarezzò la guancia «Neanche tu hai niente da farti perdonare, ma se vuoi sei perdonato.»
Ron, con la mano, tirò la testa della ragazza verso di sé e avvicinò il viso al suo, fino a sfiorarle le labbra con un leggero bacio.
«Ti amo.» disse sorridendo a un centimetro dalle sue labbra e guardandola negli occhi.
«Anch’io ti amo.» rispose Hermione.
Ron decise allora di riprendere il bacio e approfondirlo, intrecciando le dita tra i suoi capelli e passandole l’altro braccio dietro la schiena. Anche Hermione gli strinse la schiena con una mano e gli passò l’altra dietro il collo. Era il primo, vero, lungo bacio che si davano dall’estate precedente, e il fatto che ognuno dei due aveva pensato di star per perdere l’altro lo rendeva ancora più speciale. Dopo un po’ Hermione appoggiò la testa sulla spalla di Ron, mentre lei le accarezzava delicatamente i capelli e la schiena, tenendola stretta; stava pensando se lei si sarebbe arrabbiata se le avesse posto la domanda che gli frullava in testa. Alla fine si decise, e dandole un bacio sui capelli disse:
«Ehm… Hermione… Posso farti una domanda, senza che tu ti arrabbi?»
Hermione alzò la testa e lo guardò perplessa.
«Se poi la domanda non ti piace puoi dirmi di farmi gli affari miei» riprese Ron precipitosamente.
«Beh, se stiamo insieme gli affari miei sono anche tuoi, no? Dai, chiedimi quello che vuoi.»
«Ehm, ecco… Vorrei sapere dicosaparlaviconqueiragazzi»
«Come? Ron, per favore, sii comprensibile»
«Di cosa parlavi con quei ragazzi?» disse lui abbassando la testa mentre gli diventavano rosse le orecchie.
«Oh, ehm… Beh, non ci sono problemi…» Hermione sembrava imbarazzata e si strinse in grembo le mani «Quello riccio, Jason, aveva letto un articolo che avevo scritto per il Settimanale delle Streghe riguardo al C.R.E.P.A.; non c’era la mia foto sul giornale, ma, sai, praticamente ci conoscono tutti, quindi quando mi ha visto è venuto a complimentarsi per l’articolo eccetera.»
“Beh, non è così tragica la cosa, dai… E poi uno che legge il Settimanale delle Streghe non può essere pericoloso…” pensò Ron prendendo tra le sue le mani di Hermione. «E l’altro?»
«Ah… quello… Più tardi, mentre tu eri fuori insieme a Harry e Neville, Jason ha voluto farmi conoscere il suo amico, Rick, che però non era per niente interessato agli Elfi Domestici, quanto piuttosto a raccontare quello che riusciva a fare, come era bravo a Quidditch e quanto andava veloce con la scopa. Mi sono stufata nel giro di dieci minuti e ti sono venuta a cercare… Solo che tu eri già andato…» lo guardò preoccupata.
«Quello ci stava provando con te.» disse Ron deciso
«Come fai ad esserne così sicuro?»
«Ehm...» Ron era un po' imbarazzato «Ho visto come ti guardava, anche prima che venisse a parlare con te... L'ho notato per caso... E poi hai detto tu che si vantava di quello che sapeva fare!»
«Ah...» disse Hermione chinando la testa.
«Non è colpa tua se sei bellissima.» le disse Ron sorridendo e alzandole il viso «Solo che non mi piace quando anche gli altri se ne accorgono... E soprattutto quando ci provano con te.» E le posò delicatamente le labbra sulle sue.
«La prossima volta me ne ricorderò, tranquillo Ron.» "Certo che me ne ricorderò, non voglio più vederlo così" pensò Hermione baciandolo.






*****

Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo! :-)
Tutti i commenti sono bene accetti (anche x dirmi che fa schifo :P) così posso sapere se potrei intraprendere la carriera di scrittrice o se è meglio lasciar perdere XD! No, a parte gli scherzi, mi piacerebbe sapere se la mia ff è piaciuta ;)

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