Ballo di Natale di ElynLC (/viewuser.php?uid=78322)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maledetta gelosia ***
Capitolo 2: *** Scusami ***
Capitolo 1 *** Maledetta gelosia ***
Maledetta gelosia
Eccomi
qui con la mia seconda fan-fiction!
Premetto che questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J. K.
Rowling, e che questa storia è stata scritta senza alcuno
scopo
di
lucro.
La fan-fiction è ambientata dopo la guerra e ora
è tempo di pace.
Maledetta
gelosia
Sono coricato sul letto con la testa nascosta nel cuscino e faccio
fatica a trattenere le lacrime: perché devo essere fatto
così? Perché non riesco a liberarmi della mia maledetta
gelosia?
Tutto è cominciato bene, anzi,
benissimo, e ora…
Quest’anno il pub I
Tre Manici di Scopa di Hogsmeade ha deciso
di
organizzare un ballo per la sera di Natale, un po’ per
divertirsi
e un po’ anche per festeggiare la definitiva scomparsa dei
Mangiamorte (che per qualche mese si sono visti in giro anche dopo la
battaglia ad Hogwarts). Io ed Harry ovviamente abbiamo le ferie per
Natale, Ginny ed Hermione hanno deciso di passare le vacanze a casa, e
visto che ormai anche Ginny è maggiorenne abbiamo deciso di
andare tutti e quattro insieme al ballo.
Hermione era andata a pranzo dai suoi genitori, quindi io
l’ho
vista solo quando è arrivata nel salone dei Tre
Manici
ed era
fantastica: il corpetto del suo abito era stretto quanto bastava per
esaltare le sue forme, con una scollatura enorme (no, forse a me
sembrava enorme…), le maniche e la gonna scendevano
allargandosi
leggermente sui polsi e sulle caviglie. Un autentico spettacolo! Per
fortuna che ho ancora l’abito da cerimonia che mi avevano
regalato Fred e George, altrimenti non avrei mai accettato di
partecipare. Ci siamo baciati come se i quattro mesi lontani (lei a
scuola e io al negozio) non fossero mai passati, il nostro amore tenuto
vivo da tutte le foto e le lettere che ci siamo mandati. Abbiamo
mangiato e bevuto, riso e scherzato, a volte da soli e altre con Harry,
Ginny, Luna e Neville. E abbiamo ballato: io con la grazia di un
Quintaped e lei come un angelo, ma non si è mai lamentata.
Sembrava, no, era davvero felice di
stare con me: ha riso alle mie
battute, anche a quelle più patetiche, mi ha detto che le
ero
mancato e che era contenta di essere lì. Insomma, tutto
andava
bene, fino a quando…
Io ero andato a prendere da bere con Harry, mentre lei era rimasta a
parlare con Ginny, quando ho sentito un ragazzo che diceva:
«Quella ragazza con il vestito blu e azzurro è
proprio uno schianto! Secondo te potrei invitarla a ballare?»
Mi sono girato a guardarlo e il suo sguardo era fisso proprio su
Hermione, la mia
Hermione. Ho preso il primo bicchiere che ho trovato
vicino alla mano e l’ho bevuto bruciandomi la gola: era
whisky
incendiario. Harry non si era accorto di niente perché aveva
continuato a chiacchierare e ora mi incitava a seguirlo verso il nostro
tavolo, al quale si erano uniti Neville e Luna, che avevano appena
finito di ballare. Hermione era bella come prima, come sempre, solo che
qualcun altro oltre a me (e a quel viscido di Krum che per fortuna in
questo momento è lontano) le aveva messo gli occhi addosso.
Ginny mi ha riscosso dai brutti pensieri chiedendomi se al negozio
vendevamo ancora le Puffole Pigmee e se eravamo aperti durante le
vacanze per poter venirne a prenderne una, dato che, a quanto pare,
hanno un ciclo vitale breve e Arnold aveva già finito il
suo.
Luna ha trascinato ancora sulla pista un Neville abbastanza dubbioso,
Ginny li ha seguiti con Harry e io ho chiesto ancora ad Hermione di
ballare, sperando così di migliorare il mio umore, e di
evitare
che venisse a chiederglielo qualcun altro…
Dal nostro posto sulla pista ho visto il ragazzo di prima, con la sua
stupida giacchettina di pelle di drago, che ci fissava e parlottava con
il suo amico ricciuto di fianco a lui. Avrei dato tutto il mio misero
stipendio (George mi sfrutta perché sono suo fratello) per
avere
un paio di Orecchie Oblunghe e poter ascoltare quello che si stavano
dicendo quei due. Ho portato Hermione dall’altra parte della
pista, dove Luna con le sue giravolte aveva creato il vuoto attorno a
lei e Neville, che appena ci vide disse:
«Ehi, Luna, guarda: ci sono Ron ed Hermione,
perché non andiamo a bere qualcosa con loro?»
«Anch’io sono un po’ stanca, non sono
molto abituata
a portare i tacchi.» ha detto Hermione, sorridendo a Neville
e
avviandosi verso il tavolo dove erano già seduti Harry e
Ginny.
Mi dispiaceva che avesse male ai piedi, ma con quelle scarpe, con un
po' di tacco e il décollète (si dice
così?) che
lasciava vedere appena appena le dita dei piedi, era veramente una
favola. Forse ascoltando le stramberie di Luna sui Ricciocorni
Schiattosi o chissà cos’altro mi sarei distratto,
dovevo
distrarmi. Guardare Hermione mi eccitava ma anche mi rattristava
perché, guardandola, dopo un po’ vedevo tutto
quello che
lei aveva, anche le cose nascoste, e delle quali io invece mancavo: la
generosità, la pazienza, la bellezza, il rispetto e la
premura
per gli altri, anche quelli a cui io non davo peso, come gli Elfi
Domestici.
«Ehi, Harry, Ron, che ne dite di andare a fare un giretto
fuori?» Mi è scappato un sorriso vedendo la faccia
di
Neville: dopo i balli con Luna aveva decisamente bisogno di prendere
una boccata d’aria. E forse avrebbe fatto bene anche a me.
«Fuori?!» esclamò Ginny «ma
c’è un freddo bestiale!»
«E qui invece c’è troppo
caldo» replicò
Harry sorridendo a lei e a Neville «Non preoccuparti,
rientreremo
prima di ghiacciarci il naso»
Ci siamo avviati tutti e tre fuori dalla porta: il vento gelido di
dicembre mi fece bene, mi schiarì le idee.
«Allora, ragazzi, come vi vanno le cose?» ci chiese
Neville. «È un sacco che non ci sentiamo. Tu fai
il corso
per Auror, vero Harry?»
«Sì, ho cominciato a
ottobre…» così
Harry parlò delle sue prove e dei corsi, io del mio lavoro
ai
Tiri Vispi con George, e Neville ci informò di tutte le
piante
che stava studiando non mi ricordo più dove.
Mia sorella aveva decisamente ragione: si ghiacciava fuori,
così
dopo venti minuti sono tornato nel salone. Il mio tempismo è
sempre stato perfetto per trovarmi nei posti e nei momenti in cui non
avrei mai dovuto o voluto essere, e forse sarebbe stato meglio se fossi
rimasto fuori a congelarmi. Hermione era in fondo alla sala accanto
alla finestra con un bicchiere in mano, e stava ridendo con il
ricciolino. Ho allungato una mano sul tavolo lì accanto e mi
sono scolato un altro bicchiere di whisky incendiario. Una mano si
è appoggiata sul mio braccio:
«Ron, stanno solo parlando, non devi preoccuparti»
Harry
doveva essere entrato subito dopo di me e aver intercettato il mio
sguardo. Aveva ragione: stavano solo parlando, magari degli addobbi
della sala o delle bibite, non dovevo preoccuparmi, il ricciolino non
voleva rubarmi Hermione…
Con Harry e Neville mi sono diretto verso Ginny e Luna, che stavano
parlando (come facevano durante una festa?) dei compiti di
Trasfigurazione che aveva dato loro la McGranitt per le vacanze. Dopo
poco è arrivata anche Hermione e mi ha messo un braccio
attorno
ai fianchi:
«Allora, vi siete congelati per bene il naso?» il
sorriso
che mi ha rivolto era splendente come sempre e mi ha riscaldato il
cuore.
«Sì, ho bisogno di scaldarmelo» ho
risposto
affondando il viso nei suoi capelli profumati e lei è
scoppiata
a ridere:
«Forse conosco un modo migliore per scaldarti» e mi
ha
trascinato sulla pista: adora ballare, meno male che avevo chiesto a
Bill di darmi qualche lezione prima di venire qui, altrimenti avrei
fatto la solita figura dell’imbranato, anche se in ogni caso
non
posso competere con lui.
Era meraviglioso guardarla danzare, lei era meravigliosa: gli occhi, le
labbra, il sorriso, la… ehm… scollatura. Ho
staccato una
mano dal suo fianco per accarezzarle la guancia, mentre lei mi
sorrideva dolce: come si fa a non amarla? Come si fa a non aver paura
di perderla, soprattutto per uno come me? Avrei voluto
stringerla a me
per sempre, in modo che nessuno potesse portarmela via. Invece
l’ho presa per mano e l’ho portata verso un tavolo
libero:
«Ti vado a prendere un’acquaviola, va
bene?»
Al suo cenno di assenso mi sono avviato verso il bancone chiedendo due
acquaviole a Madama Rosmerta. Mi ero appena girato per tornare indietro
quando mi sono immobilizzato e i bicchieri mi sono scivolati dalle mani
cadendo a terra: Giacca-di-pelle-di-drago e il suo amico ricciolino
stavano parlando con Hermione e lo schifoso si era pure seduto! Forse
era una fortuna che avessi lasciato la bacchetta in camera, ma se mi
fossi avvicinato ne avrei fatto anche a meno per stenderli. Consapevole
che la cosa non avrebbe sicuramente fatto piacere ad Hermione, non mi
sono avvicinato, ho preso un altro whisky incendiario e sono salito in
camera.
Ed eccomi qui: ho fatto del mio meglio per rovinare quella che sarebbe
potuta essere la serata più bella nel giro di mesi, di certo la più bella da molto tempo. Ed
Hermione
dopo questo non mi rivolgerà più la parola.
Maledetta gelosia!
*****
Spero che vi sia piaciuta! :-)
Ci sarà un secondo capitolo (ovviamente), ma non prometto di
scriverlo a breve, dato che sono molto impegnata rispetto a
quando
ho scritto questo, e ci ho messo un mese, quindi... In ogni caso ce la
metterò tutta XD
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Capitolo 2 *** Scusami ***
Scusami
Finalmente
è arrivato il seguito di questa fan-fiction! Scusate
l'enormissimo ritardo ma sono stata impegnatissima negli ultimi mesi e
non trovavo mai il tempo per scrivere. Spero che il capitolo vi piaccia!
Buona lettura!
Scusami
Hermione
si guardò in giro, cercando di
vedere se Ron, Harry e Neville fossero rientrati. Era già la
seconda volta che
questo ragazzo veniva a parlare con lei, e ora si era portato dietro
anche
l’amico; anche se la prima volta la compagnia poteva essere
considerata
interessante, adesso era un po’ stufa. Un altro sguardo nei
pressi della porta
le rivelò che Harry e Neville erano rientrati, ma non
c’era traccia di Ron.
Così si scusò con Jason e Rick e si diresse verso
i due amici, continuando a
guardarsi attorno nella sala per cercare di scorgere un lampo rosso.
«Harry,
dov’è Ron?» chiese subito.
Le
rispose Neville: «Non so cosa gli
sia preso, l’ho visto scolarsi due bicchieri di whiskey
incendiario e avviarsi
verso le scale imbronciato. Harry, tu eri con lui, sai cosa gli
è successo?»
Hermione
spostò lo sguardo da Neville a
Harry e viceversa, allibita: Ron non era uno che si ubriacava. Harry la
prese
per un braccio facendo cenno a Neville di non seguirli e la
trascinò in un
posto meno chiassoso.
«Ma,
cosa…» chiese Hermione.
«Senti,»
le disse torvo Harry «Lo sai
vero che Ron è molto geloso?»
«Sì
che lo so» rispose lei sbuffando «Ma
questo…»
«E
se lo sai, perché stasera ti sei
messa a ridere e scherzare con quei due tipi?»
«Ma…»
«Lo
so che non l’hai fatto apposta e di
sicuro lo sa anche lui, ma sai com’è fatto e che
spesso agisce d’impulso.»
«Ma
sono stati loro ad attaccare
bottone, non sono mica andata a cercarli io!»
«Hermione,»
disse Harry scuotendo la
testa «non sono qui per giudicarti, ma per dirti quello che ha
visto Ron. Al
resto devi pensarci tu.»
E
tornò nel salone, lasciando Hermione
sola appoggiata al muro, a rimuginare su quello che le aveva detto. Era
vero
che non era stata lei ad andare a cercare Jason e Rick, e sicuramente
non si
era messa a civettare con loro, assolutamente!, questo
l’avrebbe capito anche
un cieco. Ma era anche vero che non aveva fatto niente per scoraggiarli
nella
conversazione.
“Se
Ron avesse fatto così con due
ragazze…” Hermione sbiancò pensando a
questo e cominciò a correre su per le
scale. Arrivata alla porta della camera fu assalita dai dubbi
“E se non mi
vuole vedere? E se non mi perdonerà?”. Alla fine
si decise e bussò.
°°°°°
Ron
sentì qualcuno bussare alla porta: “Al diavolo
Harry!” pensò, e strinse più
forte il cuscino, voltando le spalle alla porta, senza preoccuparsi di
rispondere.
Dopo
altri due tocchi quel qualcuno aprì la porta:
«Ron?»
E
Ron rimase impietrito, senza avere il coraggio di voltarsi o di
emettere suono.
Hermione! Si sarebbe arrabbiata per come era scappato dalla festa,
perché
doveva crescere e le aveva rovinato la serata, e avrebbero litigato di
nuovo, e
poi molto probabilmente tra loro sarebbe finita. Nuove lacrime
rischiavano di
uscire dai suoi occhi.
La
sentì avvicinarsi al letto e sedersi alle sue spalle.
«Ron?»
la sua voce non sembrava arrabbiata, anzi, sembrava quasi titubante
mentre gli
accarezzava la spalla.
«Hermione…»
cominciò lui pronto a scusarsi, ma senza il coraggio di
girarsi a guardarla.
«Scusami!»
disse Hermione prima che Ron
avesse il tempo di continuare. Questa volta lui si voltò di
scatto, trovando il
viso di un’Hermione triste, dispiaciuta, quasi forse
spaventata. Non capiva…
«Cosa…?»
«Scusami,
Ron. Avrei dovuto capirlo senza che fosse Harry a dirmelo, ormai dovrei
conoscerti e comportarmi di conseguenza, quindi mi sono comportata da
idiota.»
«Cosa
vuoi dire? Cosa ti ha detto Harry?» “Lo
ucciderò tra le più atroci torture la
prima volta che lo incrocerò.” pensò
Ron.
«Mi
ha detto solo quello che avrei dovuto capire da sola. Io lo
so che sei geloso, Ron, ma questa sera me ne sono dimenticata
e
ho parlato e scherzato con quei due ragazzi, e questo è imperdonabile»
Ron
era senza parole: mai si sarebbe aspettato che Hermione avrebbe detto
quelle
parole, era rimasto letteralmente a bocca aperta. Hermione era a testa
bassa,
le mani intrecciate. Ron si tirò su e si sedette sul letto,
le mise una mano
sulle sue e appoggiò l’altra sulla sua guancia.
«Hermione?»
La ragazza alzò la testa, gli occhi lucidi e il labbro
inferiore tra i denti,
come per trattenere i singhiozzi. Ron prese il suo viso tra le mani e
le
asciugò le lacrime con i pollici. «Tu non hai
fatto niente di sbagliato, non è
che mettendoti con me hai firmato un contratto per cui non puoi
più parlare con
altri ragazzi. Sono io che sono ipersensibile e troppo
geloso.»
«È
questo il punto!» disse lei alzando la testa e scuotendola,
tanto che Ron dovette
far scendere le mani su quelle di lei. «Io lo so e dovrei
comportarmi di
conseguenza per non farti stare male, dato appunto il fatto che stiamo
insieme.
Mi perdoni?» la sua voce era quasi implorante.
Ron
era frastornato. Si aspettava di dover implorare Hermione per giorni
perché lei
lo perdonasse e ora era lei che
chiedeva a lui di perdonarlo. Non era preparato a questo: era sempre
stato lui
a dover chiedere scusa.
«Hermione,
io non ti devo perdonare niente, ma se proprio vuoi ti perdono solo se
tu perdoni
me» le disse alla fine con un sorriso accarezzandole i
capelli.
Anche
la ragazza sorrise, tirando su col naso, e gli accarezzò la
guancia «Neanche tu
hai niente da farti perdonare, ma se vuoi sei perdonato.»
Ron,
con la mano, tirò la testa della ragazza verso di
sé e avvicinò il viso al suo,
fino a sfiorarle le labbra con un leggero bacio.
«Ti
amo.» disse sorridendo a un centimetro dalle sue labbra e
guardandola negli
occhi.
«Anch’io
ti amo.» rispose Hermione.
Ron
decise allora di riprendere il bacio e approfondirlo, intrecciando le
dita tra
i suoi capelli e passandole l’altro braccio dietro la
schiena. Anche Hermione
gli strinse la schiena con una mano e gli passò
l’altra dietro il collo. Era il
primo, vero, lungo bacio che si davano dall’estate
precedente, e il fatto che
ognuno dei due aveva pensato di star per perdere l’altro lo
rendeva ancora più
speciale. Dopo un po’ Hermione appoggiò la testa
sulla spalla di Ron, mentre
lei le accarezzava delicatamente i capelli e la schiena, tenendola
stretta;
stava pensando se lei si sarebbe arrabbiata se le avesse posto la
domanda che
gli frullava in testa. Alla fine si decise, e dandole un bacio sui
capelli
disse:
«Ehm…
Hermione… Posso farti una domanda, senza che tu ti
arrabbi?»
Hermione
alzò la testa e lo guardò perplessa.
«Se
poi la domanda non ti piace puoi dirmi di farmi gli affari
miei» riprese Ron
precipitosamente.
«Beh,
se stiamo insieme gli affari miei sono anche tuoi, no? Dai, chiedimi
quello che
vuoi.»
«Ehm,
ecco… Vorrei sapere dicosaparlaviconqueiragazzi»
«Come?
Ron, per favore, sii comprensibile»
«Di
cosa parlavi con quei ragazzi?» disse lui abbassando la testa
mentre gli
diventavano rosse le orecchie.
«Oh,
ehm… Beh, non ci sono problemi…»
Hermione sembrava imbarazzata e si strinse in
grembo le mani «Quello riccio, Jason, aveva letto un articolo
che avevo scritto
per il Settimanale delle Streghe
riguardo al C.R.E.P.A.; non c’era la mia foto sul giornale,
ma, sai,
praticamente ci conoscono tutti, quindi quando mi ha visto è
venuto a
complimentarsi per l’articolo eccetera.»
“Beh,
non è così tragica la cosa, dai… E poi
uno che legge il Settimanale delle Streghe
non può essere pericoloso…”
pensò Ron
prendendo tra le sue le mani di Hermione. «E
l’altro?»
«Ah…
quello… Più tardi, mentre tu eri fuori insieme a
Harry e Neville, Jason ha
voluto farmi conoscere il suo amico, Rick, che però non era
per niente
interessato agli Elfi Domestici, quanto piuttosto a raccontare quello
che
riusciva a fare, come era bravo a Quidditch e quanto andava veloce con
la
scopa. Mi sono stufata nel giro di dieci minuti e ti sono venuta a
cercare…
Solo che tu eri già andato…» lo
guardò preoccupata.
«Quello
ci stava provando con te.» disse Ron deciso
«Come
fai ad esserne così sicuro?»
«Ehm...»
Ron era un po' imbarazzato «Ho visto come ti guardava, anche
prima che venisse
a parlare con te... L'ho notato per caso... E poi hai detto tu che si
vantava
di quello che sapeva fare!»
«Ah...»
disse Hermione chinando la testa.
«Non
è colpa tua se sei bellissima.» le disse Ron
sorridendo e alzandole il viso
«Solo che non mi piace quando anche gli altri se ne
accorgono... E soprattutto
quando ci provano con te.» E le posò delicatamente
le labbra sulle sue.
«La
prossima volta me ne ricorderò, tranquillo Ron.»
"Certo che me ne
ricorderò, non voglio più vederlo
così" pensò Hermione baciandolo.
*****
Spero che vi sia piaciuto
anche questo capitolo! :-)
Tutti i commenti sono bene accetti (anche x dirmi che fa schifo :P)
così posso sapere se potrei intraprendere la carriera di
scrittrice o se è meglio lasciar perdere XD! No, a parte gli
scherzi, mi piacerebbe sapere se la mia ff è piaciuta ;)
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